Una guerra in mezzo al petto di Tid88 (/viewuser.php?uid=111116)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Al porto di Balamb ***
Capitolo 3: *** Un marchio,un ricordo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Il soffitto era sempre li,immobile,come ogni sera,come ogni giorno,come
ogni momento da quella notte.
Restava li e pareva fissarlo mentre giaceva sul suo letto,statico come
la piega che aveva preso la sua vita da quando era partito in missione
per Dollet. Un’altra volta,dopo l’esame di
ammissione nei SeeD.
I giorni trascorrevano sempre uguali,tra turni di guardia e sorrisi di
circostanza nei confronti dei colleghi impegnati con lui sui territori
di guerra. Poi arrivava la sera e come sempre i pensieri gli riempivano
il cervello,si affollavano e sovrapponevano tra loro,lasciando spazio
ad una sola domanda: “Perché è andata
così?”.
Continuava a ripeterselo fino alla noia,fino a prendere
sonno,osservando le targhette che portava sempre al collo,con inciso su
il suo nome: Squall Leonheart,cuor di leone.E proprio quel cuor di
leone lo lacerava dentro,quel leone che al momento necessario si era
mostrato timido e spaventato,che nel silenzio trovò
l’espressione più spontanea.
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Capitolo 2 *** Al porto di Balamb ***
Al porto di
Balamb
Erano passati ormai otto mesi da quando tutto era cambiato,da quando il
preside Cid lo convocò per chiedergli la sua
disponibilità a partire in missione per Dollet. Di solito
certi avvisi gli venivano comunicati da Quistis,invece questa volta
qualcosa era diverso: era il preside in persona a chiederglielo. Ci
pensò solo pochi attimi,poi trainato dal suo orgoglio e dal
senso del dovere disse fieramente di sì,certo di avere i
suoi soliti compagni con sé ad accompagnarlo,ma il preside
Cid gli gelò il sangue spiegandogli che la missione era
stata commissionata da un corpo speciale che aveva voluto scegliere
personalmente i soldati da spedire a Dollet,lui sarebbe stato
l’unico del suo gruppo. Il tempo sembrò fermarsi,
ma orgoglioso com’era non seppe dire di no.
La sera Squall,Rinoa e Zell si recarono al porto di Balamb,per
trascorrere le ultime ore insieme: la partenza era fissata per le 7 del
mattino seguente.
Zell era come sempre euforico,voglioso di sfondare il mondo pur di far
divertire il suo amico,che pure in talune occasioni a fatica riusciva a
sopportarlo,ma che pur sempre si era sempre prodigato per tirarlo fuori
dai pasticci nei quali la sua impulsività lo
trascinava,Rinoa invece era apatica,quasi come Squall,che parlava ,al
solito,poco.
La musica forte che proveniva da un bar fece sobbalzare Zell che
propose di andare a muoversi un po’ , ma i due compagni non
aprirono bocca. Zell li osservò poi disse
“Ah,vecchi dentro siete!! Io vado a ballare e a recuperare
qualche dolce fanciulla,se cambiate idea correte dentro!!” e
saltellando sparì dalla vista in pochissimi istanti.
Il silenzio era dominante,le onde del mare quasi avevano paura a
infrangersi contro le strutture murarie per non fare rumore. Poi
d’un tratto Rinoa parlò:
“Così hai deciso… parti e ci abbandoni
…”
-“Si” le rispose Squall,
-“Cioè tu mi stai dicendo che non ti importa
nemmeno un po’?!”,il tono di Rinoa era diverso dal
solito,non era gioioso,anzi!
-“E’ il mio lavoro,il nostro lavoro,lo
sai” continuò,
-“Già…il lavoro…viene sempre
prima di tutto per te,vero?”.
Squall non riuscì a rispondere,non sapeva come
spiegarglielo,non sapeva neanche cosa avrebbe voluto dire. Non era
abituato ad esternare le sue emozioni ed in genere non gli importava
molto di ciò che gli veniva detto. In genere.
Ma questa volta era tutto diverso,a parlare non era uno qualunque. Era
quella ragazzina dagli occhi vispi e la pelle chiara,gioiosa e
così diversa da lui,la stessa ragazzina per la quale si era
preso una pallottola nel polpaccio,ma questo non glielo disse mai,non
poteva esporre il suo ego ad una così evidente dimostrazione
di affetto nei confronti di qualcun altro.
Mentre i suoi pensieri si rincorrevano sentì gli occhi caldi
e non seppe trattenere una lacrima. Rinoa si stupì:
“Tutto bene?” , “Si,è solo il
vento” rispose lui. Rinoa capì che le stava
mentendo,come altre volte aveva fatto,si buttò nelle sue braccia
restando in silenzio ad ascoltare il mare ed il suo cuore battere.
Squall era li,impaurito,non si era mai trovato in una situazione simile
eppure si sentiva bene,sentiva che non avrebbe voluto mollare quella
presa per nulla al mondo,capiva che quella ragazza era per lui qualcosa
di più di una collega,qualcosa di più di
un’amica. Stette un po’ a riflettere,questi
pensieri se li era negati miliardi di volte,non voleva in nessun modo
ammettere di provare qualcosa per lei.
“Non avrei voluto…” disse sottovoce,
Rinoa rimase zitta qualche secondo,poi chiese
“Cosa,Squall?”,
Squall alzò gli occhi al cielo,cercando le parole,strinse
forte a se Rinoa,e continuò:
“Non avrei voluto andare da solo…non era quello
che credevo che fosse…sono stato uno stupido ad accettare
così di fretta…” ,le sue labbra erano
tremanti,così come la sua voce,Rinoa lo osservava come non
era mai stato prima d’ora e come forse nessuno lo aveva mai
visto.
Squall continuò a parlare “…quando sono
entrato qui,pensavo solo al
lavoro…poi…poi…” un sospiro
gli tolse il fiato,Rinoa lo osservava,sperava in cuor suo che le
dicesse che l’amava,dopotutto lei non passava giorno senza
pensarlo in continuazione.
”Cosa vuoi dire Squall?”,
“No,nulla…le cose non sono sempre come
appaiono…ho cercato tante volte di ignorare un pensiero che
mi ronzava in testa,ma ora…” le lacrime iniziavano
a scendere sul viso di Squall,era una cosa totalmente nuova per lui ma
anche per Rinoa,che prese la mano dell’amico e la strinse
forte.
“…Ma ora sono qui,e tra 5 ore dovrò
partire e non ci sarà nessuno di voi con
me…” , Rinoa era stupita,provò a
rincuorarlo :“Sta’ calmo,ti scriveremo noi,e poi il
telefono puoi sempre utilizzarlo,Dollet non è poi
così lontana!”,
Squall replicò in fretta:“…è
bello,è tutto molto bello…ma fisicamente non ci
sarete…soprattutto non ci sarai…”.
In quell’attimo il tempo per Rinoa sembrò
fermarsi,non sapeva più bene come sentirsi,se felice o
triste,guardò Squall negli occhi,quegli occhi lucidi che in
quello stato erano un inedito assoluto,si avvicinò a lui
sollevandosi sulle punte,e socchiuse gli occhi e Squall non
potè fare altro che baciarla,che fare ciò che in
quel momento le sembrava più naturale.Quel bacio
durò diversi secondi,ed in quegli attimi per Squall
tutto sembrò diverso,pensò che in fondo la missione
sarebbe potuta finire presto,che in qualche modo avrebbe potuto
resistere.
Ma i sogni non durano a lungo e il suo venne interrotto da una voce:
“Hey Squall??Squall!! Ci sei?!?” ,Rinoa urlava
agitando le sue mani di fronte ai suoi occhi cercando segni di vita da
parte dell’amico. “S-Si…”
rispose lui, “Tutto apposto?” continuò
Rinoa, “Si tutto ok” terminò
Squall,rendendosi conto di aver vissuto attimi stupendi ma purtroppo
irreali.
“Forza Squall! Vieni dentro che stasera pago io!”,
Zell urlò da lontano e sia lui che Rinoa si diressero verso
il bar,lasciando il porto.
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Capitolo 3 *** Un marchio,un ricordo ***
Un
marchio,un ricordo
Quello fu l’ultimo incontro,da allora solo qualche telefonata
di tanto in tanto e miliardi di pensieri,ansiosi di ricordare a Squall
che era solo colpa sua se era partito senza che succedesse nulla. Era
stato lui a immaginare,soltanto immaginare,senza tentare nemmeno di far
capire a Rinoa che non avrebbe voluto lasciarla da sola.
Ed ora era sulla nave,insieme a tanti altri che come lui erano stati
chiamati alle armi,ma si sentiva diverso. Vedeva gli altri in gruppetti
più o meno folti,e poi c’era lui,immerso nei suoi
pensieri,ed il brusio di sottofondo gli era del tutto indifferente.
Avrebbe voluto buttarsi giù e tornare indietro a
nuoto,tornare da lei,realizzare ciò che era stato solo
capace di immaginare,ma il corpo non rispondeva alla sua mente,era
combattuto da un conflitto interiore tra il suo ego e il suo cuore. Si
trovava stranamente a dover scegliere tra se stesso e Rinoa,tra la sua
capacità di essere freddo e razionale e quella sensazione di
sentirsi il petto esplodere ogni volta che la vedeva disegnata nei suoi
sogni.
Per sua fortuna durante i turni di servizio non c’era tempo
di pensare,era necessaria la massima attenzione per sopravvivere. Pochi
giorni dopo l’arrivo ci fu infatti il primo blitz da parte
delle truppe nemiche,alcuni colleghi morirono,Squall come sempre si
contraddistinse, guidando il gruppo che gli era stato affidato ad una
strenua resistenza contro una truppa con il doppio degli uomini,e dopo
la resistenza li guidò all’attacco,respingendo del
tutto l’offensiva avversaria. Le ferite riportate furono
lievi,qualche taglio,qualche abrasione,poco altro.
Eppure il destino o forse solo il caso, decise di intromettersi. Giunto
alla base,Squall si recò in infermeria per farsi medicare le
ferite, sentiva però sotto il braccio sinistro un
bruciore.Tolse il giubbetto di pelle nero e sollevò la manica fino a scoprire il punto in cui la sua pelle bruciava così tanto. Sentì un rumore metallico,un oggetto cadere a
terra,si chinò per raccoglierlo: era una strana placchetta
di metallo,sicuramente non sua,ma gli aveva inciso il
braccio.Guardò quel pezzò di metallo e riportava
solo una R sopra,la stessa R che gli aveva marchiato il braccio.
“Fantastico – pensò – non solo
me la ritrovo in testa non appena ho un momento libero,per di
più penserò a lei anche quando avrò
dolore qui sotto”.
-“Capogruppo Leonheart!” ,la voce del colonnello
tuonò nella sala,
-“Buona sera,Signor Colonnello”
-“Complimenti,davvero un ottimo lavoro,è di gente
come lei che avevamo bisogno,è con cuori impavidi come il
suo che vinceremo”
-“…Grazie,ma ho solo svolto il mio
dovere.”
-“E’ meglio se lo lascia riposare un
po’,la battaglia è durata a lungo e il ragazzo ha
perso comunque del sangue. Lo terremo in osservazione per la
notte,meglio verificare che non nascano delle infezioni” , il
Dr. Wallace interruppe la conversazione,accompagnando il colonnello
Thyss fuori dalla stanza.
“Visto che sono costretto a stare qui,proviamo a riposare un
po’” disse tra se Squall.
Socchiuse gli
occhi ma venne subito svegliato dal suo telefono personale:
“Chi sarà mai a quest’ora? –
pensò – Bah,meglio rispondere”.
-“Pronto” con tono scocciato Squall rispose al
telefono,
-“Ciao Squall!! Come stai?!?”
-“R-rinoa…” Squall ebbe un
tuffo al cuore sentendo la sua voce
“bene…bene…ma è
tardi,c’è il coprifuoco!”
-“Lo so,lo so,sempre a fare il preciso…ma ho
sentito poco fa al notiziario che c’è stata una
battaglia li a Dollet,è rassicurante sentirti!”
-“Si…”
-“Stai bene Squall?”
-“Si,solo qualche ferita superficiale…”
-“Devi sempre minimizzare tutto tu!Quando torni?? Ci
manchi,sai!?”
-“Non so,qui è dura….” Squall
rimase in silenzio un po’ poi aggiunse: “Al garden
tutto bene?”
-“Uh!Il signor Squall che si interessa di qualcuno,che
novità!Forse hanno fatto bene a chiamarti in
guerra!”
-“Ma…veramente…”
-“Qui tutto bene e tutto al solito,ovvero con Zell che
continua imperterrito a cercare di prendere i panini,ma lo sai che
è un ritardatario…hihihihi”
Sul viso di Squall si accennò un sorriso,il primo da quando
era partito,
-“Sai…tra le tante ferite…ne ho subita
anche una molto particolare” ,provò a dire Squall ma
venne interrotto subito da Rinoa
-“Scusami Squall,c’è il preside con la
commissione di disciplina in giro,devo chiudere,ci sentiamo
presto!” –Tlic- la chiamata terminò
così,lasciando a Squall le parole in gola e riportandolo di
nuovo alla malinconia.
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