There's just too much that time cannot erase

di _AleAle_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La lettera ***
Capitolo 2: *** 2. SULL’ESPRESSO PER HOGWARTS ***
Capitolo 3: *** 3. Di nuovo il Treno ***
Capitolo 4: *** 4. Primo giorno ***
Capitolo 5: *** Le selezioni ***
Capitolo 6: *** Chiarimenti e scelte ***
Capitolo 7: *** Hogsmead ***
Capitolo 8: *** Halloween ***
Capitolo 9: *** Maledetto Idromele! ***
Capitolo 10: *** Vittoria!...o quasi! ***
Capitolo 11: *** Addio [parte prima] ***
Capitolo 12: *** Addio [parte seconda] ***
Capitolo 13: *** L'errore più grande ***
Capitolo 14: *** Felice anno nuovo Ramoso! ***
Capitolo 15: *** Ai Malandrini non la si fa! ***
Capitolo 16: *** Finalmente...confessioni! ***
Capitolo 17: *** Di nuovo Hogsmead ***
Capitolo 18: *** Dolore ***
Capitolo 19: *** San Valentino ***
Capitolo 20: *** Agguato ***
Capitolo 21: *** Bye bye McLaggen ***
Capitolo 22: *** La scoperta di Lily ***
Capitolo 23: *** Copertura ***
Capitolo 24: *** I ricordi di Remus ***
Capitolo 25: *** Dorea Black in Potter ***
Capitolo 26: *** La proposta di Silente ***
Capitolo 27: *** Le ultime dei Malandrini ***
Capitolo 28: *** La fine di un'era ***



Capitolo 1
*** La lettera ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

 

Ciao a tutti! Questa la storia di come mi immagino il settimo anno di Lily, dei Malandrini e della migliore amica di Lily, Maya.

Spero vi piacerà la mia storia e spero soprattutto che vorrete recensirla, sono molto ben accetti consigli ma anche critiche.

Ora vi lascio al capitolo.

Bacioni,

Ale

Nota bene: Il titolo della ff è una frase della canzone “My Immortal” degli Evanescence.

Nota bene 2: nei primi 2 capitoli parlerò del primo anno, per spiegare da dove esce fuori Maya, poi dal 3° chap parlerò del settimo anno :)

 

There's just too much that time cannot erase

1. LA LETTERA

1971 (*)

Lily e Maya erano in casa a mangiare la torta sapientemente cucinata dalla signora Evans quando il campanello suonò.

Claire Evans andò ad aprire e davanti a lei si presentò una donna dall’aria severa, con i capelli castani racchiusi in una stretta crocchia e una lunga vesta scozzese.

“salve…” disse la signora Evans, sbalordita dall’aspetto un po’ bizzarro della donna.

“Buongiorno” rispose l’altra “sono qui per parlarle di sua figlia Lily, potrei entrare?”

La donna si scansò permettendole l’ingresso e chiamò la bambina in soggiorno.

Lily arrivò immediatamente seguita a ruota da Maya, che quando vide la persona seduta con la signora Evans lanciò un urletto eccitato.

“Professoressa McGranitt!!”

“signorina Gamp, lei che ci fa qui?” domandò la donna, sorpresa di vedere quella bambina in quella casa.

“Lily è la mia migliore amica” esclamò la bambina che rimase un attimo in silenzio poi urlò “si Lily, si!!! Sette anni insieme, sette anni insieme!!” e abbracciò l’altra che rimase attonita.

“scusate...” sussurrò miss Evans “io non ci sto capendo niente…”

Allora la professoressa McGranitt sospirò e disse: “si sieda signora, ciò che devo dirle è molto importante…”

E la donna parlò.

Raccontò che nel mondo esistevano ancora maghi e streghe che vivevano in gran segreto, che avevano creato una società tutta loro, che avevano creato scuole dove istruire i giovani con poteri magici per aiutarli ad usare al meglio le loro capacità.

“e a quanto pare sua figlia è una di noi” concluse con un sorriso rivolto alla bambina dai capelli rossi.

“Lily…” sussurrò la madre rivolta alla figlia, incapace di dire altro.

“ma a quanto pare c’è qualcun altro con i poteri qui dentro…”

Maya si aprì in un sorrisone poi disse all’altra bambina: “Lily ma ci credi che andremo ad Hogwarts insieme?!”

“Hogwarts…???” domandò lei.

Maya alzò gli occhi al cielo poi continuò: “ti ricordi quando ti ho detto che sarei andata in una scuola in cui ci rimani tutto l’anno e torni solo per le vacanze? Ecco, quella è Hogwarts. Ovviamente non potevo dirti che si tratta di una scuola di magia, mi avresti presa per pazza”.

La McGranitt si alzò e diede una lettera alla signora Evans.

“qui c’è la lista delle cose che le serviranno per la scuola, tra una settimana si presenterà un gufo qui e le sarei grata se potesse scrivermi per dirmi se Lily verrà questo autunno. Ora devo andare, arrivederci spero”.

E uscì.

Nessuno riusciva a muoversi.

Lily e sua madre fissavano il vuoto, solo Maya non stava più nella pelle e il suo sguardo eccitato vagava da madre a figlia.

“insomma!” disse ad un certo punto “è una cosa fantastica!”

Lily annuì.

Finalmente aveva trovato una spiegazione alle strane cose che le accadevano sempre intorno, che lei però aveva sempre etichettato come scherzi della sua immaginazione.

In quel momento la porta si chiuse e in salotto arrivò sorridente come sempre Harry Evans, il padre di Lily.

“che succede?” domandò preoccupato vedendo le facce di moglie e figlia.

“siediti Harry…” rispose la moglie “dobbiamo parlare”.

 

“stai attenta Lily mi raccomando” disse la signora Evans davanti al camino di casa Gamp.

Erano passate due settimane dall’arrivo della lettera che aveva cambiato la vita della loro famiglia e Lily era pronta ad andare in un posto chiamato Diagon Alley usando una cosa altrettanto strana chiamata Metropolvere.

“forza signorine” esclamò Felicia Gamp arrivando in salotto.

Solo in quel momento Claire si rese conto che anche lei vestiva in modo molto strano, molto simile alla professoressa McGranitt.

“sicura di non voler venire con noi Claire?” chiese.

La donna annuì sorridendo, anche se dentro di lei era terrorizzata al pensiero che sua figlia dovesse entrare in un camino acceso.

“allora ti riporto Lily dopo cena” continuò “qualcuno dovrà raccontare a queste signorine di Hogwarts”.

Claire diede un bacio a sua figlia e uno a Maya e dopo aver salutato Felicia se ne andò.

Felicia si allacciò meglio il mantello e prese un vasetto che stava sopra il camino, in cui da quanto aveva detto Maya c’era la Polvere Volante.

La donna ne gettò una manciata nel camino che si accese immediatamente con alte fiamme verdi tra le quali entrò prima sua figlia.

“guarda bene Lily” disse la donna.

“Diagon Alley” esclamò Maya, che sparì in un vortice di fiamme.

“vai tu ora tesoro…” la incitò “prendi un po’ di Polvere e ricordati di parlare molto, molto chiaramente”.

Lily annuì ed entrò tremante nel camino.

“Diagon Alley!” esclamò.

Ebbe la sensazione di essere risucchiata in un gigantesco imbuto, gli sembrò di girare vorticosamente finchè non si trovò in una via piena di negozi e di gente che camminava qua e la che chiacchierava allegra e seppe, senza sapere come, di essere finalmente a casa.

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(*) spero di averci preso con l'anno, dovrebbe essere quello in cui i ragazzi cominciano Hogwarts. Se così non fosse, perdonatemi e stappiate che parliamo del primo anno :)

Che ne dite???? Vi piace??? Fatemi sapere :)

baci,

Ale

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Capitolo 2
*** 2. SULL’ESPRESSO PER HOGWARTS ***


 

 

Provo a postarvi il secondo capitolo, magari vi piace :)

Dal prossimo Chap torneremo al settimo anno, promesso!!

Nota bene: le parti in corsivo sono state prese da Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo 33 "La storia del Principe"

 

2. SULL’ESPRESSO PER HOGWARTS

“come diavolo hai fatto a svegliarti tardi proprio oggi?!?” ringhiò Maya.

Lily non rispose, tremendamente arrabbiata con se stessa per essersi alzata alle 10:45 quella mattina.

Sua madre l’aveva svegliata alle 9:30, poiché sarebbero partiti con i Gamp alle 10:15, poi era uscita per delle commissioni.

Al suo ritorno, Lily dormiva ancora beatamente.

Negli anni successivi solo due cose avrebbe ricordato di quella frenetica mattina, e una sarebbe stata l’urlo forsennato della madre che l’aveva buttata dal letto.

“non parlare che sono le 10:55 e dobbiamo sbrigarci” continuò lei.

Davanti al loro ritardo mostruoso, i genitori di Maya si erano offerti di accompagnare le bambine alla stazione con la Materializzazione per risparmiare tempo ed evitar loro di perdere il treno.

Lily aveva quindi salutato frettolosamente la famiglia e si era aggrappata a Felicia Gamp.

L’altra cosa che avrebbe sicuramente ricordato sarebbe stata la sgradevolissima sensazione della materializzazione.

Le sembrò di essere strizzata in un tubo.

Si materializzarono direttamente al binario 9 ¾ e il padre di Maya si affrettò a caricare i bauli intanto che le bambine salivano sul treno.

Non appena salirono le porte si chiusero e iniziò a muoversi.

Sentirono a malapena le raccomandazioni di Felicia e i saluti affettuosi del marito.

Ora che erano sicure che sarebbero arrivate in tempo ad Hogwarts, cosa che “poteva non accadere vista la tua perfetta puntualità” come ricordava di continuo Maya a Lily, iniziarono a guardarsi intorno per cercare uno scompartimento.

Erano quasi tutti pieni, tranne uno.

“Severus!” esclamò Lily felice spalancane la porta.

“Lily!” rispose il bambino altrettanto contento.

“Piton…” disse Maya senza l’ombra di un sorriso.

“Gamp…”

Severus Piton era un bambino che abitava nel loro stesso paese.

Lui e Lily erano sempre stati molto amici finchè, due anni prima, non si era trasferita nella casa di fianco a Lily Maya.

I due bambini non si sopportavano e non ne facevano mistero, quindi Lily, se voleva passare un pomeriggio tranquillo, doveva stare con uno o l’altro.

Ma alla fine, col tempo, Lily aveva preferito sempre di più giocare con Maya con le bambole, piuttosto che a guardia e ladri con Sev e, piano piano, pur rimanendo amici, si erano allontanati.

Era stata Maya, qualche giorno prima, a dirle che anche Piton sarebbe andato ad Hogwarts.

“avresti potuto dirmelo…” disse la rossa “…di Hogwarts”

“saresti potuta stare anche con me invece che sempre con quella idiota…”

“guarda che ti sento!” ringhiò Maya.

Ma prima che Piton potesse ribattere, la porta si spalancò di nuovo.

“mi sembrava di aver sentito i tuoi toni soavi Mei!” disse ridendo un bambino con i capelli corvini e i gli occhi blu notte.

“sirius!” esclamò Maya correndo ad abbracciarlo.

“Lily” continuò la sua amica “ti presento Sirius Black, abitavamo nella stessa via a Londra”

“si” confermò il ragazzo “e ho dovuto sopportarla per otto lunghissimi anni della mia vita!”

E al quel punto si beccò una bella gomitata da Maya.

“ehi Sirius non ci presenti?!” disse entrando come un uragano un bambino smilzo con i capelli neri sparati in tutte le direzioni.

“giusto è vero! Questi sono James Potter” e il ragazzino sorrise “Remus Lupin” un bambinetto biondo dall’aria malaticcia entrò “e Peter Minus” e indicò un bambino grassottello “ci siamo appena conosciuti”.

“io sono Maya Gamp” disse lei “e questa è Lily Evans”.

“piacere” continuò timidamente la bambina.

Lily si voltò verso Piton e vide che si era messo a leggere.

Sorrise e scosse la testa.

Tipico suo estraniarsi dal mondo.

A quel punto i nuovi arrivati si misero a chiacchierare, mentre Sirius e Maya si aggiornavano su tutto ciò che era successo alle rispettive famiglie.

Lily e Severus tornarono a chiacchierare, dopotutto si erano mancati molto in quel periodo.

“speriamo tu sia una serpeverde” disse Piton.

“serpeverde?”

Uno dei ragazzi, a Lily sembrò che si chiamasse James Potter, si voltò.

“chi vuole essere un Serpeverde? Io credo lascerei la scuola, e tu?” rivolto a Sirius.

“tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde” rispose.

“oh cavolo” commentò James “ e dire che mi sembravi a posto”.

Sirius ghignò.

“forse io andrò contro la tradizione. Dove vorresti finire, se potessi scegliere?”

James alzò una spada invisibile.

“Grifondoro…culla dei coraggiosi di cuore! Come mio padre”.

Piton fece un verso sprezzante.

James si girò verso di lui.

“qualcosa che non va?”

“no” rispose Piton “se preferisci i muscoli al cervello…”.

“e tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno dei due?” intervenne Sirius.

James scoppiò in una risata fragorosa.

Lily si raddrizzò nel sedile, nervosa, e guardò prima James poi Sirius, disgustata.

“andiamo Severus, cerchiamo un altro scompartimento” esclamò “vieni Maya?”

“certo” rispose lei “ ciao Sirius, ciao ragazzi”

 

Dopo aver attraversato il Lago Nero, quelli del primo anno scesero dalle barchette e si trovarono davanti alla McGranitt.

“benvenuti ad Hogwarts” disse “tra pochi minuti avrà luogo la cerimonia dello Smistamento, durante la quale il Cappello Parlante vi assegnerà ad una delle quattro case. Sono Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Per il tempo che starete qui, la vostra casa sarà la vostra famiglia, i trionfi che otterrete le faranno guadagnare punti mentre ogni violazione delle regole le farà perdere punti. Alla fine dell’anno, alla casa con più punti verrà assegnata la Coppa delle Case. Ora seguitemi”

Il grande portone alle sue spalle si spalancò e i bambini la seguirono in un grande salone dove vi erano quattro tavolate già piene di studenti.

Si fermarono davanti al tavolo degli insegnanti e, dopo che il Cappello Parlante ebbe cantato una stramba canzone, la cerimonia iniziò.

La professoressa McGranitt iniziò a chiamare i bambini in ordine alfabetico.

“Black, Sirius” disse ad un certo punto.

Sirius avanzò e si sedette con il cappello in testa.

Il Cappello ci pensò a lungo e alla fine decretò: “Grifondoro!”

E lui si alzò e corse sorridendo verso il suo tavolo.

Altri bambini furono assegnata poi fu la volta di…

“Evans, Lily”

Lily si risvegliò dai suoi pensieri e praticamente si fiondò sullo sgabello.

“Grifondoro!”

E andò verso il suo tavolo, non prima di aver sorriso a Maya che ancora aspettava.

Poco dopo toccò proprio a lei.

“Gamp, Maya”

Maya si sedette tremando.

La sua famiglia, eccetto sua madre, era stata tutta a Serpeverde, come quella di Sirius, ma lei non voleva finirci.

“corvonero!” decretò alla fine il Cappello.

Maya si alzò e si diresse verso il tavolo della sua casa, un po’ dispiaciuta perché non era nella stessa di Lily.

Si sedette vicino ad una bambina che le si presentò subito.

Ma intanto lei guardava verso la sua migliore amica, che dal tavolo dei Grifondoro le sorrideva tristemente.

“Lupin, Remus”

Remus lupin avanzò lentamente.

Quella giornata era stata estremamente piena.

Contrariamente alle sue previsioni, aveva trovato immediatamente degli amici.

Non gli sembrava vero.

E fu ancora più felice quando il Cappello lo assegnò a Grifondoro e potè correre a sedersi al fianco di Sirius.

“Minus, Peter”

Peter Minus si avvicinò tremando.

Non sapeva proprio dove sarebbe finito.

Non era coraggioso come i Grifondoro, ne intelligente come i Corvonero, ne leale come i Tassorosso o tantomeno ambizioso come i Serpeverde.

Lui era semplicemente Peter.

Quando si sedette il cappello gli si calò talmente tanto sulla testa da coprirgli la vista.

Il suo morale si abbassò ulteriormente quando il cappello disse di non sapere dove collocarlo.

Grifondoro, pensò.

E il cappello lo accontentò.

“Piton, Severus”

Severus andò a sedersi e non appena il cappello lo sfiorò, lo assegnò a Serpeverde.

Non potè fare a meno di lanciare un’occhiata malinconica a Lily che chiacchierava con quel Lupin, mentre si avvicinava al tavolo verde argento.

“Potter, James”

James andò dal cappello con aria fiera e baldanzosa, sicuro del responso.

Le sue aspettative non furono deluse, quando l’oggetto decretò: “Grifondoro!”

Quella sera, stesa nel suo letto, Lily fu felice di trovarsi in quel baldacchino, in quella torre rossa e oro.

Ma non potè non provare un po’ di malinconia guardando la foto sul suo comodino che la ritraeva abbracciata alla sua migliore amica.

 

Il mattino dopo, a colazione, Maya corse verso Lily allegra e con un pacco in mano.

“per te!” disse porgendole un pacchettino.

“grazie ma…ti ricordo che il mio compleanno è fra 4 mesi…” rispose l’altra.

“aprilo su”

Dentro c’era uno specchio.

“è uno degli Specchi Gemelli, io ho l’altro. Basterà che tu mi chiami e io comparirò nel tuo” spiegò felice Maya “non saranno due divise di colore diverso a dividerci Lily, non lo permetterò. Sarà come se fossimo ancora a casa, non cambierà nulla!”.

Non sentirono James Potter dire di averne due uguali, che se li sarebbe fatti spedire dalla madre per dare l’altro a Sirius, perché si stavano abbracciando.

Lily ne era sicura.

Niente tra loro sarebbe mai cambiato.

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Che ne dite?? Vi piace :)

Fatemi sapereeee

Ale

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Capitolo 3
*** 3. Di nuovo il Treno ***


 

Nonostante questa mia storia non abbia successo, non mi arrendo e continuo a postare perchè tengo a questa ff particolamente.

Quindi, ecco il 3° capitolo!!! :)

 

3. Di nuovo il Treno

“quest’anno la conquisterò, lo sento!”

“lo dici ogni anno Ramoso” gli ricordò Lunastorta senza alzare gli occhi dal suo libro.

“e puntualmente ogni anno la Evans ti da buca!” aggiunse ridendo Felpato mentre giocava a carte con Codaliscia.

Eccoli li, i quattro Malandrini, spaparazzati in un vagone dell’Espresso per Hogwarts, in viaggio verso quello che sarebbe stato il loro ultimo anno.

“questo dovrà essere l’anno migliore di tutti” disse ad un certo punto Sirius “Hogwarts dovrà ricodarsi di noi per sempre”.

“credo che lo farà comunque” ridacchiò Peter “con tutto quello che abbiamo combinato in questi anni”.

A quel punto i tra Malandrini videro James tirare fuori dalla tasca una spilla.

“che diavolo è quella?!?!” gridò il moro strappandola dalle mani dell’amico.

“wow Jamie Capitano!” aggiunse poi “per un attimo ho temuto che fossi diventato Caposcuola…non avremmo più potuto malandrineggiare in santa pace!”

“quest’anno dovremmo contenerci ragazzi” esclamò però James “Lily pensa che sia un idiota arrogante e io voglio farle cambiare idea”.

“l’amore ti ha rammollito fratello...” disse Felpato “vado a cercare Mei, non l’ho ancora vista stamattina”

E detto questo uscì.

“come se lui non fosse cotto della Gamp…” sogghignò Ramoso.

“solo loro due non se ne sono resi conto…” aggiunse Remus.

In effetti, tutta la scuola si era resa conto che il rapporto che c’era tra Sirius e Maya non poteva essere quello esistente tra due semplici amici.

Nonostante Maya e Lily fossero sempre insieme, la prima trovava sempre un po’ di tempo da dedicare a Black, per studiare o solo per stare in riva al lago a parlare magari, facendo infuriare le fan di Sirius.

“stiamo parlando di Sirius no?!? Lo sanno tutti che è un idiota”

James sperò con tutto se stesso che quelle parole fossero state pronunciate da Remus.

Invece era stato Peter.

Il piccolo Peter.

Il timido Peter.

Si girò a guardarlo attonito.

Mai, mai in sei anni si era azzardato a dire una cosa del genere.

Non che Sirius se la sarebbe presa.

Probabilmente sarebbe scoppiato a ridere e a prendere in giro Peter come faceva quando si insultava scherzosamente con Remus e James.

La cosa strana era che, esattamente come tutti sapevano che Maya e Sirius erano cotti l’uno dell’altra e che Mocciosus non si lavava i capelli, si sapeva anche che Peter Minus praticamente adorava James Potter e Sirius Black.

Il vecchio Peter non avrebbe mai parlato cosi del suo amico.

Ma sin dal momento in cui lo avevano incontrato quella mattina, i tre Malandrini si erano resi conto che il loro Codaliscia durante l’estate era cambiato.

Non era più timido o impacciato, era scontroso, egocentrico e molto, molto arrogante.

“stavo scherzando, mammamia non vi arrabbiate!” esclamò quando vide che James e Remus lo guardavano con gli occhi sbarrati.

 

Intanto, qualche vagone più in la, Lily Evans si girava e rigirava quella spilla da Caposcuola tra le dita.

Aveva appena terminato la riunione con i Prefetti e aveva già fatto il giro del corridoio per controllare.

Non gli piaceva quella nuova responsabilità, significa altro carico di lavoro in un anno, quello dei M.A.G.O., che sarebbe già stato pieno di impegni.

Si stava lamentando di questo con Maya quando la porta si aprì.

“Ciao Mei!” esclamò Sirius sorridendole “ciao Lily”.

“ciao Sirius” rispose la rossa, mentre la sua amica correva ad abbracciarlo.

“vado a controllare i corridoi” aggiunse immediatamente alzandosi e uscendo.

Non aveva voglia di stare li a fare il terzo incomodo, sapendo che i due erano cotti l’uno per l’altra.

Mille volte aveva detto a Maya di confessarsi, ma lei niente, continuava a dire che Sirius le voleva bene perchè erano cresciuti insieme, altrimenti non sarebbe stato con metà delle ragazze di Hogwarts.

Davanti alla sua testardaggine, Lily non poteva far altro che lasciar perdere.

“Evans!”

Lily fece finta di niente e continuò.

“Ehi Evans!”

A quel punto Lily fu costretta a fermarsi.

Non per Potter che non smetteva di chiamarla, ma perché davanti a lei si parò quello che era stato il suo migliore amico.

“Sev…” sussurrò.

“Ehi Mocciosus!” esclamò James arrivando a fianco a Lily “com’è che hai alzato quel tuo nasone dai tuoi libri di Arti Oscure?!?”.

Piton non rispose e rientrò nel suo scompartimento, chiudendo la porta e tirando le tende.

“Sei un idiota Potter…” sussurrò Lily allontanandosi.

Inutile negarlo.

Anche se aveva Maya, Severus le mancava.

E James rimase li, guardandola andarsene, chiedendosi quella volta dove avesse sbagliato.

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Capitolo 4
*** 4. Primo giorno ***


 

BUONGIORNO A TUTTI!!

Intanto volevo ringraziare Lady musa96 e gufetta_95 per aver recensito e per i complimenti! :) :) :)

Poi volevo dire a gufetta_95 di stare tranquilla perchè adoro Sirius con tutta me stessa quindi parlerò anche di lui.

Ora vi lascio il nuovo chap.

bacioni,

Ale

 

4. Primo giorno

Il mattino dopo, tra imprecazioni varie, i Malandrini si alzarono e scesero in Sala Grande per la colazione.

James corse subito da Lily per darle il buongiorno e lei, come di consuetudine, lo cacciò in malo modo.

Mentre mangiavano la professoressa McGranitt iniziò a distribuire l’orario e parlò con James.

“Potter, si sono iscritti già in 29 per le selezioni. Forse è il caso che tu fissi una data”

A James venne un colpo.

Si era già dimenticato che doveva riformare la squadra, poiché alcuni giocatori avevano concluso gli studi l’anno precedente.

"Che Capitano degenere", pensò.

“quando sarà la prima partita?” chiese.

“mi pare i primi di Novembre, ma chiedi a Madama Bumb per sicurezza”.

Jamie annuì e la vicepreside se ne andò.

“Guarda! Guarda!” esclamò Sirius arrabbiato “oggi abbiamo due ore di Divinazione con i Serpeverde, una di Trasfigurazione con i Corvonero e oggi pomeriggio due di Pozioni ancora con le Serpi! Mai visto un lunedì peggiore!”

“dai, almeno Divinazione è divertente!” provò James, visto che era per lui se frequentavano quel corso.

“affogati nel calderone Ramoso”

In effetti, quando al terzo anno avevano dovuto scegliere le nuove materie, i quattro Malandrini avevano deciso di scegliere tutti le stesse, in modo dal non doversi separare e di potersi aiutare a vicenda con i compiti.

E James aveva praticamente imposto Divinazione, con la convinzione che avrebbe potuto scoprire in anticipo quando Lily avrebbe accettato i suoi inviti e quando sarebbe diventato Cercatore della nazionale.

“certo, è divertentissimo augurarsi la morte 4 volte a settimana…” sussurrò Peter.

Infatti ciò che rallegrava di più il professor Aslon era quando i suoi allievi prevedevano la loro dolorosa e lenta morte.

“vi ricordo che Aritmanzia e Antiche Rune non le ho scelte io” sbottò James.

Altre due materie incredibilmente difficili, scelte da Sirius e Remus.

Peter non aveva scelto niente, disse che gli andava bene qualsiasi cosa.

“comunque caro il mio Felpato, non lamentarti che oggi stiamo anche con i Corvonero” continuò “quindi avrai un’ora intera per guardare sognante la cara…”

“MEI!” conclusero cinguettanti gli altri tre Malandrini tutti insieme.

“finitela con questa storia dell’innamoramento idioti! Maya è la mia migliore amica, siamo cresciuti insieme”.

“certo, certo”.

“continua a illudere te stesso”.

“quindi vuoi dirmi che quello non ti da fastidio?” domandò Peter.

Gli altri tre si girarono e videro un Corvonero del loro anno, tale Tobias Walden, arrivare e schioccare un bel bacio sulla guancia a Maya.

“certo che no!” ringhiò Sirius visibilmente arrabbiato “faccio un salto in Sala Comune, ci vediamo direttamente in classe”

E cosi dicendo si alzò e uscì a grandi passi dalla Sala Grande.

 

Chi aveva detto che l’anno dei M.A.G.O. era la cosa più stressante che avesse mai dovuto sopportare, aveva ragione.

Le lezioni di quel giorno furono difficilissime.

Persino Maya, la migliore in Trasfigurazione insieme a James del settimo anno, dovette chiedere alla McGranitt di rispiegare l’incantesimo che stava mettendo a dura prova tutta la classe.

E Lily, che con Piton era certamente la migliore nel distillare Pozione, sbagliò sotto lo sguardo allibito di Lumacorno, e la sua pozione, che sarebbe dovuta essere giallo sole, divento verde acido.

Il professore, vedendo le condizioni della pozione della sua pupilla, preferì non guardare nemmeno quelle del resto della classe e terminò la lezione con mezzora d’anticipo.

“ehi Evans! Vieni con me ad Hogsmead tra qualche settimana?” urlò James vedendola uscire.

“No Potter! No! Cos’è che non capisci di questa semplicissima parola??”.

James sentì Sirius sussurrare a Peter qualcosa di spaventosamente simile a “Sgancia Codaliscia!”

“se scommettete di nuovo su me e Lily” disse lentamente “giuro che vi affatturo!”

“non te la prendere Ramoso!” rispose Felpato “scusa ma erano soldi facili”.

Jamie allora corse velocemente al dormitorio e prese la sua amata scopa.

“fermo James!” tentò Remus “dobbiamo fare due temi per domani”.

Ma lui non lo ascoltò.

Sperava che con un bel volo sarebbe riuscito a alleviare quella malinconia che aveva in corpo.

Non sapeva perché, ma era certo che finalmente la sua Lily avrebbe ceduto.

Lui ci teneva troppo.

Invece aveva sbagliato di nuovo.

E, mentre volava sul castello e sentiva la McGranitt gridargli di “scendere da quella dannata scopa”, James capì che quella era proprio una giornata da dimenticare.

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Capitolo 5
*** Le selezioni ***


 

CIAOOOOOO

Intanto ringrazio infinitamente chi ha recensito, cioè gufetta_95 e Singer, ma anche chi magari legge la mia storia senza commentare :)

X Singer: sapevo che la traduzione esatta era quella, solo che mi piaceva di più così, spero che me lo concedereai :p

Comunque ecco il nuovo capitolo, buona lettura.

Baci,

Ale

 

 

5. Le selezioni

James aveva fissato le selezioni per il primo sabato di ottobre, poiché la partita Grifondoro-Tassorosso era stata fissata per il primo sabato di novembre.

Quando aveva affisso alla bacheca in Sala Comune l’annuncio, Peter aveva trovato il coraggio di confessargli che si sarebbe proposto come Portiere.

James da una parte ne fu felice, ma dall’altra un po’ meno.

Sapeva per esperienza che il suo amico non era esattamente un asso sulla scopa.

Così, pur a malincuore, aveva dovuto dirgli che lui avrebbe scelto per merito, perché doveva pensare anche al bene della squadra.

Così, praticamente metà della Sala Comune era scesa al campo di Quidditch.

Anche gli altri due Malandrini si erano appostati sugli spalti e, mentre Sirius osservava le scelte di Jamie, Remus tentava disperatamente di capire qualcosa in Pozioni, materia in cui era assolutamente negato.

James, calato ormai nella sua divisa da Quiddich e nel suo ruolo da Capitano, fece dividere i ragazzi in gruppi.

Quelli che si erano presentati per il ruolo di Cacciatore erano davvero tantissimi e James dovette sbraitare parecchio per mandare via un gruppo di ragazzine cinguettanti che non erano assolutamente li per tentare di entrare in squadra ma solo per vedere il loro idolo.

Comunque, apparte qualche inconveniente, riuscì ad iniziare.

La maggior parte degli aspiranti Cacciatori erano del primo e secondo anno, e quasi tutti non riuscirono a stare in aria per più di cinque minuti.

Ne rimasero una decina scarsa, tra i quali Jacob Moran, un vecchio compagno di squadra del Capitano del sesto anno.

Era entrato in squadra al secondo anno, mentre Jamie era al terzo, e da li aveva mantenuto il suo ruolo ogni anno.

Tutti i membri di tutte le squadre concordavano che fosse il miglior Cacciatore che ci fosse stato ad Hogwarts in quegli anni e James era certo che l’anno successivo sarebbe diventato Capitano al suo posto.

Alla fine, aveva comunque trovato tre buoni Cacciatori.

Jacob, tornato in squadra dopo una prova eccellente, Natalie Smith, del quarto anno, e Marion Curtis, del quinto.

Per i battitori si erano presentati in una dozzina.

Dopo che la metà si fece disarcionare dall’unico Bolide che sfrecciava per il campo, il Capitano riprese in squadra il vecchio Battitore del sesto anno, Malcolm Olden, e ne trovò un altro.

Carlos Santiago era un ragazzo alto e ben impostato e James faticò a credere che fosse solo del terzo anno.

Stava per chiamare i Portieri quando si senti picchiettare sulla spalla.

Era Marcus McLaggen, uno del sesto anno che James non sopportava.

“Quando hai intenzione di chiamare i Cercatori Potter?” chiese.

“c’è già un Cercatore McLaggen” ringhiò “visto che sono stato nominato Capitano”.

“e chi ti dice che non c’è qualcuno migliore di te?”

“se sono stato nominato Capitano un motivo c’è. Ora non mi disturbare più per favore”

“ti sfido Potter” esclamò “vediamo se riuscirai a battermi!”.

A quel punto James si infuriò.

Corse alla cassa delle palle e schiaffò il Boccino in mano a Jacob.

“Jamie, non devi dimostrare niente a nessuno” gli disse lui.

“quando siamo in aria liberalo” rispose lui.

“James…”

“Jacob, libera quel dannato Boccino”

E lui annuì.

Allora il Capitano saltò in sella alla sua scopa e si librò in aria seguito da McLaggen.

Fu allora che il Boccino fu liberato.

James lo vide immediatamente e si lanciò al suo inseguimento e a nulla servirono i subdoli tentativi dell’altro per fermarlo, poiché due minuti dopo la pallina d’oro si agitava freneticamente tra le sue mani.

“ho vinto mi pare” disse toccando terra “vieni alla prima partita, ti dedicherò la vittoria”

“mi vendicherò Potter, ti porterò via ciò che hai di più caro” ringhiò uscendo dal campo.

“bene, ora che quell’idiota se ne andato pensiamo ai Portieri”.

Si erano presentati solo in sei, tra i quali Peter.

Alla fine della prova James di sentì tremendamente in difficoltà.

Di quei sei, tutti avevano parato massimo una o due volte, tranne una certa Audrey Jones del quinto anno che le aveva prese tutte.

Peter non ne aveva parata nemmeno una, anzi aveva anche rischiato di cadere dalla scopa.

Era ovvio che il posto fosse di Audrey.

Non ebbe nemmeno il coraggio di guardare Codaliscia che lo fissava con occhi supplicanti quando diede il posto a lei.

A quel punto il suo amico lanciò la scopa lontano e corse via dal campo.

“il primo allenamento è mercoledì alle 18:00” disse frettolosamente alla sua squadra, poi lui, Sirius e Remus, che lo avevano raggiunto, si lanciarono all’inseguimento del loro amico.

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Capitolo 6
*** Chiarimenti e scelte ***


Si vede proprio quando una non ha niente da fare :P

Ho scritto altri due capitoli, quindi li posto perchè poi domani non potrò farlo che non sono mai a casa.

X gufetta_95: mi dispiace che l'altro capitolo non ti sia piaciuto, spero che questi magari ti piaceranno di più, anche se ho i miei dubbi perchè forse non ti piacerà cosa combino a Sirius ahahahah

X lady musa96: sinceramente per Peter non mi dispiace affatto, non lo sopporto proprio, è più forte di me. In tutta la storia ci saranno al massimo un paio di capitoli dedicati a lui e quello che stai per leggere è uno dei due. per McLaggen invece, ti assicuro che prossimamente si renderà ancora più odioso di quanto già non sia :S

Basta ho detto anche troppo, vi lascio i capitoli.

Buona lettura,

baci baciiii

Ale

 

6. Chiarimenti e scelte

I ragazzi si lanciarono all’inseguimento del loro amico diretti alla torre dei Grifondoro, certi che Peter sarebbe andato li.

In effetti, mentre correvano su per la scalinata del dormitorio, sentirono una porta sbattere.

“lasciate entrare prima me per favore” chiese James e gli altri annuirono.

Entrando ebbe la certezza che Codaliscia fosse li, perché le tende del suo baldacchino erano ben chiuse.

“Peter…”

Nessuna risposta.

“Peter…”

Niente.

“Coda…”

“aria Potter!” sbottò l’altro.

James ovviamente non si arrese, scontò le tende e si sedette vicino all’amico.

“Ascoltami Coda….” Sussurrò.

“che ti costava prendermi James?! È?!? Era chiedere troppo per una volta essere qualcuno anche io?!?” ringhiò “tu sei l’asso del Quidditch, Sirius quello bello, Remus quello intelligente e io…io sono il piccolo, stupido, insulso Peter, quello senza arte ne parte sempre attaccato alle sottane di Potter e Black!”

James si rattristì per lui.

Non si era mai reso conto cosa potesse passare l’amico.

“scusami ma…”

“scusa un cazzo Ramoso!” urlò “quello che chiedevo era solo un’occasione, una stupida occasione. Invece no. Peter Minus è talmente idiota da non poter avere neanche quella”

“Coda ti prego non arrabbiarti, non potevo far nient’altro. Audrey le ha parate tutte, c’eri anche tu hai visto”

Minus si rigirò a guardare fuori dalla finestra e rimasero in silenzio per 10 minuti buoni.

“va bè…per stavolta ti perdono” disse ad un tratto.

“grazie amico” esclamò James abbracciandolo.

In quel momento la porta di spalancò e Sirius urlò: “ABBRACCIO DI GRUPPO! ABBRACCIO DI GRUPPO!”

E dopo essersi trasformato in cane si gettò tra i due e iniziò a leccarli.

“basta brutto sacco di pulci!” gridò Ramoso.

“Felpato fai proprio schifo” aggiunse Codaliscia mentre Remus scuoteva la testa rassegnato.

“un giorno vi stupirò ragazzi vi do la mia parola!” esclamò Peter ad un certo punto.

Ed erano tutti troppo impegnati a giocare, poiché non videro il sorriso cattivo che nacque sul viso di Codaliscia.

 

Quella sera, mentre gli altri dormivano, Peter si alzò, prese la Mappa del Malandrino e fece per uscire dalla stanza.

“dove vai Coda?” mormorò Sirius con la voce impastata dal sonno.

“ho fame, torna a dormire” rispose semplicemente l’altro, e uscì.

Ma non era diretto alle cucine, bensì ai sotterranei.

Gli servivano Malfoy o Piton.

Dalle voci che giravano nei corridoi, il primo era già stato marchiato mentre il secondo stava per esserlo.

Usando una miriade di passaggi segreti e scorciatoie, nel giro di pochi minuti era arrivato davanti all’ingresso della Sala Comune dei Serpeverde.

Gli bastava uno dei due, doveva chiedergli di essere preso tra i Mangiamorte.

Non che ci avesse pensato molto, ma voleva fare qualcosa che gli altri Malandrini non avrebbero mai fatto.

Ed era assolutamente certo che nessuno dei tre si sarebbe mai unito a Voldemort.

Guardò la Mappa e vide che Malfoy e Piton stavano arrivando insieme proprio in quel momento.

“Minus, che ci fai quaggiù? Com’è che non sei dietro le sottane di Potter e Black? O ci sono anche loro sotto la coperta di Potter?” disse Malfoy sprezzante.

“sono solo” rispose Peter un po’ intimorito “sono qui per chiedervi una cosa”

“cosa vuoi Minus?” domandò Piton.

“Voglio essere dei vostri, voglio diventare un Mangiamorte”

I due scoppiarono a ridere.

“cosa ti fa pensare che noi siamo Mangiamorte?”

“le voci corrono Malfoy”

I due erano titubanti, si capiva che non si fidavano.

“voglio crederti Minus” disse ad un certo punto il biondo “ma sappi che se menti neanche i tuoi compari potranno salvarti, verrai fatto fuori prima che possa rendertene conto”

Peter annuì.

“domattina avrai notizie”

E dopo aver annuito di nuovo, Peter tornò a grandi passi nella sua Sala Comune.

 

Il mattino dopo, venne svegliato da strani movimenti intorno al suo letto.

Guardo l’orologio, erano le 6:00.

Stava per rimettersi a dormire quando notò un pezzo di pergamena al suo fianco.

Tra 20 minuti in Guferia.

La risposta era arrivata.

Si alzò e si vesti il più silenziosamente possibile e quando arrivò all’incontro Malfoy e Piton erano già li.

“Il Signore Oscuro ha accettato” disse il primo “durante le vacanze di Natale tu e Severus verrete al mio castello e entrambi riceverete l’onore di entrare ufficialmente tra i Mangiamorte”

Peter annuì e quando vide che i due non avevano più niente da dirgli esclamò: “tutto qui? Nessun giuramento o nient’altro?”

“vogliamo fidarci di te, sappi che se farai qualche passo falso verrai fatto fuori seduta stante. Nel frattempo comunque, ti consiglio di pensarci bene Minus. Non si danno le dimissioni al Signore oscuro”.

E, detto questo, i due Serpeverde se ne andarono.

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Capitolo 7
*** Hogsmead ***


 

Ed ecco l'altro :)

 

7. Hogsmead

Ottobre passò velocemente e alla fine del mese venne organizzata una grande festa di Halloween.

Tutta la scuola era emozionata all’idea e, qua e la, si sentivano ragazzi porgere inviti alle ragazze, ragazze che discutevano di vestiti e ragazzi che si lamentavano per non aver ancora ricevuto un si.

Nel frattempo, però, per la mattina del 31 era stata organizzata la prima uscita ad Hogsmead dell’anno e tutti erano felici di poter finalmente uscire da scuola dopo due mesi estenuanti.

I Malandrini, ovviamente, non persero occasione e uscirono dalla scuola non appena i cancelli furono aperti.

James e Sirius dovevano fare scorta da Zonko, mentre Remus era a corto del suo adorato cioccolato di Mielandia.

Mentre percorrevano il sentiero che li avrebbe portati in paese, James si lamentava che Lily avesse di nuovo rifiutato il suo invito, sia per Hogsmead che per la festa di quella sera.

“ha detto che ci va con un altro! Cioè capite?!? Lily esce con un altro!!” ripeteva sconsolato.

Non riusciva a rassegnarsi di non aver speranze con la bella rossa.

“scopriamo chi è e affatturiamolo no?!?” propose Sirius tranquillo.

“non è una cattiva idea” rispose James, mentre Remus e Peter scuotevano la testa rassegnati.

 

Lily si stava tranquillamente vestendo quando dallo Specchio (*) sentì Maya chiamarla.

“Sono indecisa!” urlò “non ho niente da mettermi”.

La rossa scoppiò a ridere.

La sua migliore amica aveva montagne di vestiti, alcuni comprati e mai messi.

“Maya, calmati” esclamò ridendo “Tobias ti vede tutti i giorni con la divisa, vedrai che gli andrà bene tutto”.

“tu con chi vai allora oggi?” le chiese l’altra.

“con Alice, deve comprare un abito per stasera e non vuole che Frank lo veda in anticipo”.

“Frank? Frank Paciock?” domandò Maya.

“si proprio lui, vanno insieme alla festa stasera” rispose Lily.

“e tu Lily, sei sempre decisa per stasera?”

La rossa annuì.

“James se la prenderà un sacco, lo sai vero? Sirius dice non lo sopporta” continuò Maya.

Lily gli fece una pernacchia poi disse: “zitta tu! Che oggi Sirius si infurierà quando ti vedrà ad Hogsmead con Tobias!”

“ancora?!? Lo capisci o no?!? SIRIUS BLACK NON è INNAMORATO DI ME!”

“continua a ripetertelo cara…”

Allora anche l’amica le rispose con una pernacchia e, dopo una risata, sparì dallo specchio.

Lily scosse la testa.

Certe volte Maya era proprio tarda.

 

“perché Maya non è con Lily?!?” esclamò Sirius vedendo arrivare solo lei “vengono sempre ad Hogsmead insieme!”

“vai a chiederlo, così avrò la scusa per estorcerle con chi va alla festa” rispose James.

Non fece in tempo a finire la frase che l’amico era già davanti a lei.

“Lily dov’è Maya?” chiese senza tante cerimonie.

“ecco…Sirius…Maya…io…” la ragazza era visibilmente in imbarazzo, non sapeva se parlare o no.

Ma per fortuna, arrivò proprio lei a salvarla.

“Lily! Sirius! Ragazzi!” li chiamò allegramente arrivando a braccetto con un ragazzo alto, biondo e con gli occhi verdi.

Lo sguardo di Sirius vagò da Maya a Tobias alle loro braccia intrecciate.

La sua espressione cambiò dall’incredulo, all’arrabbiato, all’infuriato.

Senza nemmeno salutarla, girò sui tacchi ed entrò ai Tre Manici Di Scopa.

“si è alzato male scusatelo” esclamò James allontanandosi seguito dai Malandrini, ma mentre camminava urlò: “Evans sei più bella del solito stamattina!”

Lily si voltò verso l’amica con uno sguardo che significava solo un te lo avevo detto e, prendendo Alice a braccetto, se ne andò.

Maya rimase li, impiantata in High Street, a cercare senza successo di ascoltare le chiacchiere inutili di Tobias, mentre il cuore e il cervello le urlavano di correre ai Tre Manici Di Scopa.

 

 

“ti va di parlarne amico?” mormorò Remus vedendo Sirius scolarsi la terza bottiglia di burrobirra in 10 minuti.

Non che quella roba fosse forte, ma se fosse entrato un professore non sarebbe stato il massimo da spiegare.

“non c’è niente da dire” ringhiò lui.

“fratello, sei incazzato nero!” esclamò James impedendogli di aprire la quarta bottiglia strappandogliela dalle mani.

“sei geloso…” ridacchiò Peter.

“io non sono geloso!” tuonò Sirius facendo girare metà degli avventori.

“si che lo sei! “ esclamarono gli altri in coro.

“per una volta Sirius, per favore, sii onesto almeno con te stesso, ammetti che Maya non è solo un’amica” lo pregò Remus.

“è come una sorella” rispose l’altro.

“una sorella con che ti faresti volentieri” continuò ridacchiando Codaliscia.

Sirius fu attraversato dall’idea di prenderlo a pugni li dentro al pub e James dovette praticamente spingerlo a rimanere sulla sedia.

“torno al castello, ormai la giornata è rovinata” esclamò allora Black, lasciò i soldi sul tavolo e uscì.

“potevi usarlo però un po’ di tatto Codaliscia” disse James alzandosi con Remus e seguendolo.

Anche Peter allora si alzò, ma invece di seguire gli amici, andò a sedersi con Piton, Malfoy, Rosier e Mulciber.

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(*) Maya e Lily hanno due Specchie Gemelli, non se vi ricordate che lo avevo detto nel 2° capitolo

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Capitolo 8
*** Halloween ***


Salveeeeee :)

Contro le mie previsioni riesco a postare anche oggi, spero di non rompervi troppo le scatoleee :p

Questo capitolo sinceramente me lo ero immaginato migliore, ma meglio di così non sono riuscita a fare, quindi scusatemiiii :(

buona lettura,

baciiiiii

Ale

Nota Bene: nei capitoli precedenti mi sono dimenticata di dire che so che Lucius Malfoy è più grande dei personaggi, ma avevo bisogno di un Mangiamorte e nella mia testa lui è Il Mangiamorte per eccellenza, quindi concedetemelo pleaseeeee :)

 

8. Halloween

“Felpato, alzati da quel letto e fila a prepararti prima che ti prendo a calci!” gridò James.

“ti ho detto di no Jamie, non vengo a quella maledetta festa” borbottò lui da un punto imprecisato del suo letto.

I Malandrini erano sconcertati, in sette anni Sirius non si era perso neanche una delle feste organizzate ad Hogwarts, legale o clandestina che fosse.

“non potrai evitarla per sempre Sir…” mormorò Remus sedendosi accanto a lui.

“intanto stasera eviterò di vederla a braccetto con quel tipo” esclamò.

“allora lo ammetti che sei geloso!” gridò James.

“NON SONO GELOSO! Semplicemente non mi piace quel Walden, Maya è fin troppo per lui”.

I ragazzi scossero la testa esasperati, Sirius era incredibilmente testardo.

Dalle indagini che Peter aveva compiuto quel pomeriggio quando era arrivato a scuola dopo i Malandrini, avevano scoperto che Tobias Walden era un ragazzo perfetto, buono, gentile e generoso con tutti, non aveva neanche uno scheletrino piccolo piccolo nell’armadio, nessuna punizione o voto inferiore all'Oltre Ogni Previsione, da quanto si sapeva.

Ma nonostante tutto, a Sirius non piaceva.

“se tra un’ora non sei in Sala Grande” mormorò Ramoso praticamente lanciandosi al suo fianco “ti trascino alla festa in pigiama, diremo che ti sei vestito da sonnambulo”.

Detto questo James, vestito da vampiro, Remus da professore (e i Malandrini avevano scosso la testa disperati alla vista di quella maschera, che Lunastorta si ostinava a difendere a spada tratta) e Peter da boxer con tanto di guantoni, uscirono lasciando Sirius solo.

 

Nel dormitorio femminile intanto, Lily Evans correva disperata qua e la tentando in tutti i modi di smacchiare il suo vestito, che aveva completamente sporcato inciampando nel gatto di Mary McDonald e cadendo sul beauty aperto e pieno di trucchi di Alice.

Ora, invece che una splendida ballerina, sembrava un’imbianchina.

A nulla erano serviti gli incantesimi delle ragazze così, ormai senza speranze, Lily aveva chiesto a Maya se nel suo enorme baule ci fosse qualcosa di lontanamente simile ad una maschera.

“puoi prendere il mio, non sono dell’umore per andare ad una festa” le rispose l’amica allo Specchio, stava ancora rimuginando sul comportamento di Sirius di quel pomeriggio.

Lily ovviamente si era offerta di passare la serata insieme come facevano sempre un tempo, infrangendo le regole e il coprifuoco, ma Maya aveva rifiutato.

“non vorrai lasciare a bocca asciutta il tuo accompagnatore!”

Così, cinque minuti dopo, le due ragazze si incrociarono a metà strada tra la torre di Grifondoro e quella di Corvonero e ci fu in passaggio della piccola busta.

Lily non capiva quale costume ci potesse essere in così poco spazio, ma il tempo era poco e Maya la spinse praticamente sulla torre, perché il suo cavaliere sarebbe arrivato ad aspettarla cinque minuti dopo.

Infatti, mentre Lily correva per la Sala Comune diretta al suo dormitorio, il ragazzo le disse: “Ehi ma non sei ancora pronta?!? Non vorrai darmi buca?!?”

“dammi cinque minuti e sono pronta” gridò lei senza neanche fermarsi.

E, pregando con tutta se stessa che le sue amiche la stessero aspettando per aiutarla, corse sveltissima su per la scalinata.

 

Intanto, nella Sala Comune, James fu fermato da un ragazzo vestito da principe Babbano, con tanto di spada e corona.

Che scarsa fantasia, pensò Ramoso prima di rendersi conto di chi fosse.

“che diavolo vuoi McLaggen?” ringhiò.

“volevo solo farti i complimenti per la maschera Potter e augurarti buona serata!” esclamò l’altro tutto allegro.

James non rispose e riprese a camminare, poi si fermò e chiese: “aspetti qualcuno McLaggen?”

“oh si mio caro Capitano, aspetto la mia splendida dama” ridacchiò l’altro, e si allontanò, lasciando James a sperare che quelli che si stavano formando nella sua testa, fossero solo stupidi filmetti mentali.

 

“è uno scherzo vero Maya?” esclamò Lily con una risata isterica allo specchio.

“che ha che non va il mio stupendo vestito?!?” domandò allora lei.

In quel momento, dietro alla rossa, Mary teneva in mano una tutina aderente di pelle nera, Alice un paio di decollete dello stesso colore e un paio di orecchie finte.

“che ha di strano una maschera da gatta?!?” chiese di nuovo Maya.

“dove ci vado così conciata?!?”

“zitta e vestiti che sei già in ritardo, Marcus ti sta aspettando!”

Lily allora lanciò lo specchio sul letto e iniziò a vestirsi aiutata dalle altre due.

Quando fu pronta, Alice le lisciò perfettamente i capelli e Mary la truccò.

A lavoro finito si osservò nell’immenso specchio di Alice.

Quella tutina era davvero molto, molto aderente e anche troppo scollata per i suoi gusti, e la rossa era imbarazzata già ora, non osava immaginare quando sarebbe entrata in Sala Grande.

“ti sbrighi Lily?!?” le urlò Mary, e vide che le altre due erano già sulla porta.

Così anche lei, dovendo per forza mascherare il suo imbarazzo, si affrettò giù per le scale.

 

Quando arrivò in Sala Comune si avvicinò a Marcus, che aveva messo su uno sguardo da pesce lesso.

“s-sei splendida” sussurrò cercando di darle un bacio sulla guancia.

Ovviamente Lily si spostò.

“andiamo?” chiese, si era accorta che gli sguardi di mezzo Grifondoro erano su di lei e la cosa l’aveva imbarazzata parecchio, facendola diventare più o meno del colore dei suoi capelli.

Lei odiava stare al centro dell’attenzione.

Quella serata non stava iniziando bene.

 

“James, smetti di scolarti la burrobirra!” lo ammonì Remus.

Ma lui non ce la faceva, ancora Lily non si era vista, magari non era vero che aveva un altro accompagnatore, magari era stato solo un bluff per rifiutarlo di nuovo.

Ma in quel momento accaddero due cose.

Metà della Sala Grande si voltò verso l’ingresso e i suoi amici cercarono di trascinarlo via dalla loro postazione, appunto vicino all’entrata.

James a quel punto si voltò e gli sembrò che gli mancasse la terra sotto i piedi.

Lily, la sua splendida Lily era arrivata.

La cosa che lo fece alterare fu il fatto che buona parte dei ragazzi della Sala la stesse fissando.

La Evans era sua! Tutta Hogwarts lo sapeva!

Ma non potè biasimarli, con quella maschera da gatta era incredibilmente sexy.

Ma ciò che lo fece letteralmente infuriare fu il fatto che McLaggen entrò e l’abbracciò.

Lily si scansò al quel contatto, ma ormai James aveva capito che aveva preferito quell’idiota a lui.

A quel punto, il suo morale era sceso praticamente al centro della Terra e a nulla valsero i tentativi di Remus o Peter per farlo smuovere, ne tantomeno le stupide ochette che lo invitavano continuamente a ballare.

Il suo sguardo era sempre su Lily, che rideva alle battute di McLaggen e abbassava gli occhi imbarazzata quando si accorgeva di come la fissassero gli altri.

Quando i due si avviarono verso l’uscita, nemmeno un’ora dopo essere arrivati, a Ramoso parve ovvio doverli seguire.

Subito dopo essere uscito, nonostante il frastuono dalla festa riuscì perfettamente a sentire:

“metti giù quelle manacce schifose!”

Era la sua voce.

L’avrebbe riconosciuta tra milioni.

Cominciò a correre e, girato un angolo, vide la bocca di McLaggen spaventosamente vicina a quella di Lily, che invece cercava di divincolarsi.

“eddai, voglio solo il bacetto della buonanotte!” sogghignava lui.

A quel punto James non ci vide più.

Si getto su McLaggen e lo tempestò di pugni.

Solo quando Remus e Peter lo tirarono su di peso smise.

“toccala di nuovo e ti spacco la faccia con le mie mani!” gridava cercando di divincolarsi dalla stretta degli amici, mentre il ragazzo raccoglieva la sua spada finta e scappava.

“lasciatemi” ordinò ai Malandrini.

Si avvicinò a Lily, che in quei momenti era rimasta immobile appiccicata al muro.

“e adesso dimmi che quel verme è migliore di me” sussurrò ferito, poi se ne andò, lasciandola singhiozzante tra le braccia di Remus.

 

“va bene, va bene mi alzo” esclamò Sirius schizzando in piedi sul letto.

Ma non appena parlò, vide James gettarsi ancora vestito con la faccia sul cuscino.

“brutta serata?” domandò all’amico.

“ho picchiato McLaggen…” rispose l’altro.

Felpato si ributtò a letto rimuginando su cosa avesse fatto quell’idiota per farsi mettere le mani addosso da Jamie.

Non era proprio il caso di chiederlo a lui.

“Ramoso…?!?” chiamò.

“cosa?” borbottò l’altro.

“lo hai picchiato alla Babbana??”

“si…”

“troppo forte fratello!” ridacchiò in risposta Sirius.

 

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Capitolo 9
*** Maledetto Idromele! ***


Salveee a tuttiiiiiiii :D

Ringrazio infinitamente lady musa96 che ha recensito ma anche chi magari legge e basta :)

Vi lascio il nuovo capitolo, sperando vi piaccia.

So che forse posto troppo spesso, ma vi giuro che non ho mai niente da fare e mi annoio tantissimo!

baciiii,

Ale

 

9. Maledetto Idromele!

Nei pochi giorni successivi, il castello di Hogwarts piombò nel caos.

Mrs. Purr fu trovata incastrata sette volte in sette armature diverse.

La Sala Comune di Serpeverde, da verde e argento che era, divente di uno sgradevole marrone e aveva un odore altrettanto sgradevole.

I capelli di Severus Piton, da neri e unticci, divennero di uno splendente rosso e oro.

Marcus McLaggen si ritrovò praticamente nudo nell’aula della professoressa McGranitt, coperto solo da un paio di ridicoli boxer rosa a cuoricini.

I Malandrini si aggiravano per il castello con il loro solito fare baldanzoso e, ad un occhio disattento, poteva sembrare tutto normale.

Ma, chi invece li conosceva bene, si era reso conto che quei quattro non erano più gli stessi, soprattutto perché James Potter e Sirius Black, nonostante le risate e gli scherzi, avevano uno sguardo perennemente spento.

Un’altra cosa che gli studenti notarono, era il fatto che Potter non chiedesse più alla Evans di uscire ogni cinque minuti, ora ogni volta che la incrociava, si e no che la salutava, cosa che rese felici le fan di lui e i pretendenti di lei, che dopo la festa di Halloween si erano moltiplicati a dismisura.

 

Intanto, sulle sponde del Lago Nero, Lily e Maya stavano chiacchierando sedute per terra, incuranti dell’aria gelida di Novembre.

“insomma, è impossibile che ogni volta che lo incrocio e cerco di parlargli scompare in due secondi!” si lamentò Maya.

“stiamo parlando di Sirius Black” rispose la rossa “quello conosce i passaggi segreti e le scorciatoie di Hogwarts meglio di casa sua”

In effetti, da dopo Hogsmead, Sirius non rivolgeva più la parola alla sua amica, cosa che la faceva soffrire tantissimo, perché era abituata da diciassette anni ad averlo sempre alle calcagna, stile segugio.

“Maya, è solo geloso” continuò Lily abbracciando la sua amica, che le si era avvicinata e aveva appoggiato la testa sulla sua spalla.

“non si è mai comportato così in sette anni” ribattè Maya “eppure non è la prima volta che esco con un ragazzo”

In effetti, Sirius era stato strano fino a quel punto dell’anno.

Mentre di solito dopo due mesi era già andato con una decina di ragazze diverse, quell’anno era solo a quota due, o almeno così diceva Alice, che era praticamente la regina del gossip a Hogwarts.

Ma quell’anno era diverso, Lily ne era certa.

Sirius era innamorato di Maya, nonostante non volesse ammetterlo neanche a se stesso.

“domani andremo alla partita di Quidditch, lui sarà li a tifare James e non mi potrà sfuggire” esclamò ad un certo punto.

E Lily non potè far altro che accettare, nonostante detestasse il Quidditch.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per la sua migliore amica, ma in quel momento, la stava odiando.

 

“Evans, ehi Evans aspetta!!”

Lily si voltò e vide che Potter la inseguiva, sarebbe stato troppo bello se quei giorni di quiete fossero continuati.

Stava tornando da uno dei festini di Lumacorno e per la prima volta aveva assaggiato dell’idromele, che le era sembrato buonissimo.

Ma, sfortunatamente, probabilmente ne aveva bevuto troppo per i suoi standard e ora si sentiva leggermente brilla, tanto che non si chiese nemmeno cosa ci facesse lui in giro per il castello a quell’ora di notte.

“che c’è Potter?”

“senti Lily” disse lui con il fiatone raggiungendola, ma poi scoppiò a ridere “non ci credo!” esclamò “non ci credo! Lily-Caposcuola-Perfetto-Evans ubriaca!”

Lei riprese a camminare verso la Sala Comune.

“aspetta! Senti…volevo chiederti…scusa… per come mi sono comportato alla festa”

“wow, James Potter che si scusa, ti senti bene?” rispose lei sarcastica.

James mise su un sorriso tirato, lei non sapeva quanto gli fosse costato pronunciare quella semplice parola, che fino a quel momento aveva detto solo ai Malandrini.

James Potter non si sbagliava.

James Potter non si scusava.

Ma, finalmente, si era deciso ad ascoltare i consigli di Remus, così era corso da Lily a chiederle di perdonarlo.

“va bene, ti perdono, ma solo perché quelle stupide ochette delle tue fan morirebbero se il loro idolo non tornasse quello di sempre” continuò lei.

“davvero?? Mi perdoni sul serio??” domandò con una luce che gli si accendeva negli occhi “allora vieni anche ad Hogsmead con me??”

“scordatelo Potter”

“va bè, posso accontentarmi del perdono per stavolta!”

Lily vide che sembrava felice come un bambino a Natale.

Forse non era poi così tanto male.

Alt! Ferma! Stop!

Che diavolo pensava?!?

Era di Potter che stava parlando! Di quello che in quei sette anni l’aveva assillata!

Si diede da sola una botta in testa e sentì James sussurrare preoccupato: “Evans…ti senti bene?”

Lei allora si rese conto che quei pensieri l’avevano tenuta immobile per cinque minuti abbondanti e che lui si era accorto che nel suo cervello infuriava la battaglia.

“ti saluto Potter” esclamò per poi girare sui tacchi.

“aspetta!” ribattè lui fermandola per un braccio.

“vieni a vedermi giocare domani?” le sussurrò, con il volto spaventosamente vicino al suo, tanto che lei potè vedere perfettamente i suoi splendidi occhi color nocciola…

Aspetta!

Splendidi?!? Gli occhi di Potter non potevano essere splendidi…

Allontanò il viso dal suo e annuì.

“davvero??” chiese incredulo “davvero vieni a vedermi?!?”

“si, ma non ti illudere, Maya mi ci trascina perché vuole parlare con Sirius, non vengo per te” rispose.

Lui storse la bocca, ma continuò a sorridere.

“mi vedrai comunque giocare!”

Così dicendo, se ne andò, lasciando li Lily con uno sguardo perso a pensare.

Quello stupido idromele di Lumacorno mi ha ubriacata sul serio.

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Capitolo 10
*** Vittoria!...o quasi! ***


 

Ciao a tuttiiiiii :)

Intanto volevo davvero ringraziare chi ha inserito la mia storia tra i preferiti e i seguiti, scusate il ritardo ma ho scoperto solo ieri dove si guardava :p

Ovviamente ringrazio anche chi legge questa storia e basta, ma soprattutto chi recensisce.

X lady musa 96: si, anche Lily si ubriaca, perchè secondo me anche a lei piace infrangere le regolo ogni tanto, come quando per esempio negli anni passati di scuola passava le notti intere a parlare con Maya in posti magari come la Torre di Astronomia o il parco, come ho detto nel capitolo "Halloween". Per quanto riguarda gli aggiornamenti lampo, come li chiami tu :p, probabilmente in questi giorni pubblicherò al massimo un chap al giorno. Mi dispiace ma in questi giorni ho un pò da fare :p finalmente direi...

X gufetta_95: spero questo capitolo ti piacerà, visto che c'è il nostro amato Sirius :D

Va bè, vi lascio ora, buona lettura!!

Ale

 

10. Vittoria!...o quasi!

Avanti e indietro.

Avanti e indietro.

“Ramoso smettila…” provò Peter.

Avanti e indietro.

Avanti e indietro.

“James fermati…” tentò Remus.

Avanti e indietro.

Avanti e indietro.

Petrificus Totalus!” urlò Sirius.

Dalle cinque di quel mattino, James Potter stava facendo su e giù per la sua stanza, in preda all’ansia.

Quel giorno, si sarebbe disputata Grifondoro-Tassorosso.

Non solo era la prima partita di campionato.

Non solo era il suo debutto da Capitano.

Quel giorno Lily sarebbe stata sugli spalti.

Nonostante avesse chiarito che non era li per lui, James era nervosissimo, poiché se avesse vinto, Lily avrebbe comunque esultato per la vittoria della sua casa insieme agli altri Grifondoro, avrebbe esultato perché lui aveva preso il Boccino.

I Malandrini, vedendo le condizioni dell’amico, avevano cercato in tutti i modi di farlo calmare, ma quando avevano visto che a nulla servivano i loro tentativi, Sirius aveva usato i suoi metodi, costringendolo a fermarsi con un bell’incantesimo Petrificus.

“ora” disse chinandosi ad un centimetro dal volto del suo migliore amico “se giuri di smetterla di fare il pazzo, forse ti toglierò l’incatesimo”.

Ramoso, ovviamente, non poteva rispondere.

“chi tace acconsente…” continuò allora Felpato, muovendo la bacchetta.

“tu! Brutto cagnaccio!” esclamò l’altro gettandoglisi addosso e cominciando a picchiarlo.

levicorpus!” gridò allora Remus.

Entrambi si trovarono allora sospesi a mezz’aria.

“smettetela di fare i bambini! Muoviti James che tra mezz’ora devi essere al campo e sei ancora in pigiama!”

James a quel punto guardò l’orologio sulla sua scrivania e, dopo essere stato liberato da Lunastorta, cominciò a correre come un pazzo per la stanza.

Di tutti i suoi gridi e strepiti, i Malandrini colsero solo alcune parole: “…ritardo…idiota…Capitano…morto…”

 

“Lily, alzati…”

“Lily, sveglia!”

“LILY! PER LE MUTANDE DI MERLINO! ALZATI IMMEDIATAMENTE!”

Lily saltò in piedi immediatamente, sentendo la soave voce di Maya provenire dallo specchio.

“che c’è? È domenica, lasciami dormire ancora un pò!” biascicò la rossa in risposta.

“avevi promesso di accompagnarmi alla partita!” disse allora l’altra.

Lily si ricordo allora di quella promessa e, ancora con gli occhi chiusi, annuì.

“ci vediamo tra un quarto d’ora in Sala Grande” continuò quindi Maya sparendo dallo specchio.

Lily si avvicinò di nuovo al letto.

“E NON RIMETTERTI A DORMIRE!”

A quel punto la rossa, ormai alquanto arrabbiata per essere stata svegliata così in malo modo, andò verso il suo baule e iniziò a vestirsi.

Un quarto d’ora dopo, entrò in Sala Grande.

 

“vedi come fa? Mi ignora…” mormorò Maya seduta al tavolo dei Grifondoro accanto alla sua amica.

Sirius le era appena passato accanto e aveva fatto finta di non vederla.

Lily annuì, senza staccare gli occhi ancora chiusi dal suo caffè bollente.

Quella mattina ci voleva proprio qualcosa di forte per svegliarla.

Maledetti i festini di Lumacorno e l’idromele barricato!

“andiamo dai, tra cinque minuti inizia la partita!” continuò facendo alzare la rossa dal tavolo a forza, che aveva appena iniziato a bere il suo caffè.

Maledicendo mentalmente l’amica, Lily la seguì.

 

“Capitani, stringetevi le mani” esclamò Madama Bumb, e i due capitani eseguirono.

La donna era entrata in servizio ad Hogwars quell’anno e James la ricordava come capitano della squadra di Quidditch di Corvonero quando lui era al primo.

Pochi secondi dopo, quando i membri delle squadre si furono librati in aria, le palle vennero liberate e la partita iniziò.

James lanciò un’occhiata verso le gradinate e il suo cuore esultò.

Lily era venuta davvero.

Stava camminando in mezzo alla gente insieme a Maya, evidentemente cercavano qualcuno.

A quel punto si sedette vicino ad Alice, poiché Maya si era sistemata accanto a Sirius.

Lui si avvicinò agli spalti, in particolare davanti a Lily, e, quando vide che lei lo guardava le fece l’occhiolino, mandando in visibilio un gruppetto di ragazze del terzo anno.

Lily se ne accorse, scosse la testa e…sorrise.

James fece il giro della morte due volte.

Lily Evans finalmente gli aveva sorriso.

Ora aveva la carica per vincere dieci partite di Quidditch di fila.

 

“è libero questo posto?”

“si si, certo…” rispose distrattamente Sirius senza staccare gli occhi dai giocatori.

Qualcuno gli si sedette accanto.

“oh…sei tu…” continuò vedendola.

“ciao Sirius…” mormorò Maya.

Ora che finalmente ce lo aveva davanti e poteva parlargli non sapeva che dirgli.

“perché mi eviti?” chiese senza tante cerimonie.

“io non ti evito…” tentò l’altro.

“Sirius, smetti per favore di fare l’idiota!”

“Mei…io…”

“senti, hai smesso di parlarmi il giorno in cui mi hai visto ad Hogsmead con Tobias. Se è per lui che ti comporti così, puoi anche smetterla perché l’ho scaricato”.

Lui alzò gli occhi, che parvero illuminarglisi.

“come mai?” chiese tentando di mantenere un tono più neutro possibile.

“era solo un amico. Ci sono uscita solo perché sono due anni che me lo chiede e mi sembrava carino dargli una possibilità”.

“due anni?!? Perché non me lo hai mai detto??” domandò lui incredulo.

“Sirius, non penserai davvero che io non sia mai uscita con nessuno?!?”

La guardò, incapace di parlare.

“non provare a fare quella faccia da pesce lesso, se dovessi farti una ramanzina io per tutte le ragazze che hai avuto non finiremmo più!”

Lui distolse lo sguardo e guardò verso il campo, ma in realtà non vedeva minimamente come procedeva la partita.

“me lo dirai la prossima volta che uscirai  con qualcuno?”

Lei ridacchiò a quella richiesta, ma annuì.

 

Lily abbassò gli occhi verso la sua amica.

Sorrise,  evidentemente quei due aveva fatto pace, visto che Maya teneva la testa appoggiata sulla spalla di Sirius e lui le cingeva le spalle con un braccio.

La rossa si guardò intorno.

Si rese conto che, se gli sguardi avessero potuto uccidere,  probabilmente a quel punto la sua migliore amica sarebbe morta, l’intero fan club di Black li guardava malissimo.

Non potè però pensare a lungo a loro, poiché a quel punto lo stadio urlò.

Lei alzò gli occhi e vide James, raggiante, planare verso di lei.

“per te” le disse dandole il Boccino e dedicandole la vittoria.

Lei lo prese e arrossì violentemente.

“grazie…” mormorò imbarazzata.

“ci vieni ad Hogsmead con me?” chiese il Capitano.

“scordatelo Potter!” ribattè ridendo lei.

Ma James, vedendo quel sorriso che illuminava il suo viso, seppe che quel giorno si stava avvicinando.

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Capitolo 11
*** Addio [parte prima] ***


 

Salveeeeee :D

Intanto ringrazio come sempre chi ha voglia di leggere la mia storia :)

Questo capitolo all'inizio era stato pensato come unico, ma poi mi sono resa conto che sarebbe venuto davvero troppo lungo, quindi ho preferito spezzarlo a metà.

A fondo pagina metto un pò di note, non le metto subito come al solito perchè vi anticiperei pezzi del capitolo.

Tanti baciiiii

Ale

 

11. Addio [parte prima]

SPINNER’S END

“Harry, rallenta…”

“Dai siamo quasi arrivati…”

“Harry, per favore, è inverno, potrebbe esserci il ghiaccio sulla strada”

“Claire, tesoro, non siamo nemmeno ad un chilometro da casa…cosa vuoi che ci succeda?!?”

 

HOGWARTS

Silente alzò gli occhi dal nuovo numero di “Trasfiguzione oggi” poiché aveva sentito un ticchettio proveniente dall’esterno.

Infatti, fuori c’era un gufo.

Il Preside si alzò e permise all’animale di entrare.

Aveva attaccata all’ala due lettere, inviate una da Petunia Evans e una da Felicia Gamp.

Silente si ricordava di Petunia, era quella bambina che anni prima gli aveva scritto pregandolo di essere ammessa ad Hogwars.

Decise di leggere prima la sua, che era breve, brevissima.

 

Signor Silente,

per quanto non mi piaccia dovermi mettere in contatto con voi stramboidi, sabato i miei genitori sono morti in un incidente stradale, spero che  potrà riferirlo a quella pazza di mia sorella Lily.

Cordialmente,

Petunia Evans

 

Il Preside scosse la testa, neanche dopo una tragedia del genere quella ragazza riusciva a appianare le sue divergenze con sua sorella.

Prese la seconda lettera.

 

Egregio Professor Silente,

credo che abbia già letto la lettera di Petunia Evans, dovrebbe averle detto che purtroppo i suoi genitori sono morti in un incidente d’auto.

Se così non fosse, la prego di riferirlo alla povera Lily, la stupidità di sua sorella arriva al punto che non ha nemmeno voluto scriverle e io non ce la facevo proprio a mandargli un gufo per dirglielo.

Probabilmente Petunia non ha nemmeno accennato ai funerali, poiché quando si è presentata a casa nostra con la lettera per chiederci di usare il nostro gufo non ha nemmeno accennato alle esequie, probabilmente non vuole ne noi ne sua sorella.

Comunque, la funzione si terra domani alle 15:00 presso la chiesa di Spinner’s End, spero che permetterà a Lily di esserci e spero anche che permetterà a mia figlia Maya di accompagnarla poiché non credo che quella povera ragazza riuscirebbe a reggere quell’idiota di Petunia (mi scusi ma ci voleva proprio) e il funerale insieme.

Ovviamente potrete mandarla a casa nostra con la Metropolvere, per risparmiarle tanti viaggi, e saremo lieti di ospitarla finchè vorrà.

Spero che potrà ascoltarmi.

Cordialmente,

Felicia Gamp.

 

Silente chiamò a se un elfo domestico e lo pregò di mandargli la professoressa McGranitt, che si presentò in ufficio pochi minuti dopo.

“che succede Albus?” domandò la donna.

Il Preside le diede entrambe le lettere e, quando finì di leggere, gli occhi le si erano velati di lacrime.

Senza dire una parola, si alzò e uscì.

 

Era il 19 Dicembre, tutti gli studenti aspettavano con ansia le vacanze di Natale.

Quell’anno, per la prima e ultima volta, Lily sarebbe rimasta ad Hogwarts, era riuscita a convincere i suoi genitori, poiché era stanca di vedere continuamente lo sguardo schifato di Petunia quando entrava in una stanza.

Anche Maya sarebbe rimasta.

Essendo una Purosangue con discendenze nobiliari, ad ogni festa le spettavano infinite cene di gala e feste sontuose con centinaia di invitati, che lei, nonostante ci fosse cresciuta, odiava con tutta se stessa.

Per una volta, aveva ottenuto dai suoi di rimanere a scuola.

Con sommo dispiacere di Lily, pochi giorni prima i Malandrini, tranne Minus che aveva un matrimonio a cui non poteva assolutamente mancare, avevano deciso di rimanere anche loro.

Anche se la sua amica diceva il contrario, Maya era assolutamente certa che sotto sotto era felice che James sarebbe rimasto.

Lily stava tranquillamente leggendo Pozioni Avanzate quando La McGranitt entrò in Sala Comune.

“signorina Evans, dovrebbe seguirmi…” le disse.

La ragazza non si preoccupò, tante volte era venuta a chiamarla per discutere di ronde, cose da organizzare, gite ad Hogsmead da confermare.

Si stupì però, quando vide che, invece di recarsi nell’ufficio della professoressa, stavano andando verso quello del Preside.

Dopo che erano entrare e si erano sedute, il vecchio Preside parlò.

“Lily, mi dispiace tanto doverti dire che i tuoi genitori sabato hanno avuto un incidente stradale…”

Lei trattenne rumorosamente il fiato.

“sta-stanno bene…?”

Nessuno le rispose.

Lei non fiatò, scivolò in ginocchio a terra.

Morti.

Erano morti.

Non aveva più nessuno della sua famiglia.

Gli rimaneva solo Petunia, che non le parlava e la considera un mostro.

Non aveva più nessuno.

“quando saranno i funerali?” domandò senza riuscire a staccare gli occhi dal pavimento.

“domani..” rispose la McGranitt.

“voglio andarci…”

“certo, ovviamente Lily, partirai dal mio camino stasera stessa e starai dai Gamp che si sono offerti di ospitarti. Se vuoi tornare direttamente dopo le vacanze fallo tranquillamente. Nessuno si arrabbierà se salterai qualche giorno di scuola”.

Lei annuì.

Si alzò traballante e, dopo aver ringraziato i professori, uscì.

Fuori dallo studio del Preside incontrò Maya che stava correndo là.

“Lily” esclamò “ho appena ricevuto un gufo da mamma, mi dispiace tanto”.

L’abbracciò, più forte e che poteva, e lei rispose all’abbraccio.

Non riusciva nemmeno a piangere.

“vengo con te ai funerali…” le disse poi.

Lily voleva dirle che no, che non doveva sorbirsi cose tristi ora che si stava avvicinando il Natale, ma era certa che non sarebbe riuscita a reggere alla funzione.

Mormorò un flebile “grazie” e si avviò verso la Sala Comune a prendere le sue cose.

Maya intanto andò dal Preside a chiederle il permesso.

 

Lily entrò come un fantasma in Sala Comune.

C’era chi leggeva, chi studiava, chi giocava, tutti ridevano ed erano felici.

Nessuno si accorse di lei che si trascinava in Sala Comune.

Nessuno, tranne uno.

“Lily, che succede?” chiese James fermandola.

Lei non si fermò, liberò il polso dalla sua stretta e ricominciò a salire le scale del dormitorio.

Non avrebbe retto anche Potter e la sua allegria.

Si tolse la divisa e si rivestì.

Prese solo pochi vestiti, aveva intenzione di assistere ai funerali, cercare di parlare con Petunia e tornare subito ad Hogwarts.

Non aveva intenzione di restare un minuto di più a Spinner’s End, dove tutto le ricordava sua madre e suo padre.

Quando finì, uscì dalla sala Comune ignorando tutti e andò nell’ufficio della McGranitt.

Maya era già li ad aspettarla.

Accesero il camino e con la Metropolvere arrivarono a casa Gamp.

I genitori della sua amica erano li ad aspettarla e dopo che un abbraccio e un bacio sulla fronte, le ragazze andarono subito a letto.

Quella notte, nei suoi sogni, rivisse un gita che aveva fatto con i suoi genitori al mare, quando lei e Petunia erano piccole e dove tutti, sua sorella inclusa, erano ancora felici.

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Note:

- come vedete, Petunia non ha rispetto nemmeno del professor Silente, ma soprattutto non riesce ad essere gentile con la sorella nemmeno davanti ad una tragedia come questa

- non so esattamente se gli Evans abitassero a Spinners End, ma sappiamo da ciò che ci ha detto la Rowling che ci abitava Piton e che loro abitavano abbastanza vicini, quindi ho sfruttato questa cosa e ho scritto che il paese di Lily si chiamava proprio così. Se mi sono sbagliata, vi prego di scusarmi e di concedermelo.

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Capitolo 12
*** Addio [parte seconda] ***


 

Ed ecco la seconda parte! :)

Come prima, note a fondo pagina.

Buona lettura,

Ale

Ps. Sabato e Domenica non posterò perchè non ci sono, quindi ci rivediamo lunedì...spero comunque che al mio ritorno qualcuno ancora mi seguirà e che nel frattempo anche qualcun altro recensirà, visto che i commenti fanno sempre piacere :)

Volevo rispondere alle recensioni, grazie a chi a commentato, vi adoroooooooooooooooooo <3

X lady musa96: ti giuro che qui probabilmente odierai quella racchia di Petunia, io personalmente l'ho fatto :@. E pensare che si comporta così per pura gelosia!! Sono  contenta comunque che hai commentato grazieeeeeee

X Mrs_weasly: non so che dire ti giuro se non...GRAZIEEEEE!! Sono davvero contentissima che la mia storia ti piaccia! Spero che continuerai a seguirla e recensire. Bacioniiiiiiiiiii

X gufetta_95: ciaooo :) si in effetti povera Lily, mi è dispiaciuto molto doverlo scrivere ma nella storia originale la sua famiglia era morta altrimenti Harry non sarebbe cresciuto dai Dursley e, quando posso, mi piace restare fedele alla storia vera. Per quanto riguarda Maya, in effetti si, è un'amica fantastica, è così che mi immagino che sia una migliore amica :) baciiii

 

12. Addio [parte seconda]

Quando si svegliarono, la mattina dopo, Maya si alzò e scese a far colazione con la sua famiglia.

Lily, al contrario, non aveva voglia di alzarsi, di parlare, di mangiare.

I Gamp capirono questo stato d’animo, e Maya riportò in cucina senza fiatare il vassoio colmo di cibo che aveva portato alla sua amica in camera, di cui non era stato toccato praticamente niente.

Lily neanche pranzò ma, alle 14:00, si alzò e iniziò a prepararsi per il funerale.

Alle 14:30 tutti si diressero verso la chiesetta di Spinner’s End.

Era colma di gente, in un paese così piccolo tutti si conoscevano, e Lily riuscì anche a vedere la madre di Severus seduta in fondo alle panche.

Lei arrancò verso la prima panca, quella dove era già posizionata sua sorella Petunia accanto ad un ragazzo che sembrava un armadio.

Qua e là colse alcuni lontani parenti, che però non la riconobbero poiché erano praticamente sette anni che non si vedevano.

“ciao Tunia” disse sedendosi accanto a lei e cercando di abbracciarla.

La sorella, vedendola li, la guardò schifata e si avvicinò ancora di più, senza dire una parola, all’armadio biondo che le stava affianco, che la guardò con lo stesso sguardo carico d’odio.

Neanche a quel punto, davanti a quella cattiveria senza senso, Lily riuscì a piangere, poiché senti le braccia di Maya, seduta accanto a lei, avvolgerla e sussurrarle: “è solo lei a perderci Lil…”

Lei annuì, per nulla convinta però di quelle parole, e l’abbracciò ancora più stretta, sentendo il cuore spezzarglisi nel petto.

“Lily…”

La ragazza si voltò e vide che, poche panche più indietro, accanto ai genitori di Maya era seduto Lumacorno, mentre colei che l’aveva chiamata era la professoressa McGranitt che, con gli occhi lucidi, l’abbracciò con fare materno.

Mai si era vista la McGranitt dare una così evidente dimostrazione di affetto.

“chi ti ha detto di portare questi svitati qui?!?” sibilò Petunia a quel punto.

Si vedeva lontano un miglio che quei quattro erano diversi dagli altri che erano in quella chiesa, con le loro lunghe vesti da mago svolazzanti.

Ancora una volta, Lily non riuscì a rispondere.

“è una cerimonia pubblica, giusto Petunia? Se non volevi gente potevi farla a porte chiuse” rispose allora a tono Maya, e finalmente l’altra si zittì.

A quel punto, anche tutto il vociare all’interno della chiesa si spense e tutti si voltarono verso l’ingresso, da cui stavano entrando i due feretri.

Quando furono posizionati davanti all’altare, la cerimonia iniziò, ma Lily era li solo fisicamente, poiché con la mente, era ancora tra i ricordi felici che aveva dei suoi genitori.

 

Dopo il funerale, i signori Evans furono seppelliti nel cimitero di paese e Lily volle posare un mazzo di fiori sulle bare prima che fossero ricoperte di terra.

Quando tutti se ne furono andati, intorno alla tomba erano rimasti solo i Gamp, Lily, Maya e i professori.

La rossa guardò le corone di fiori che erano state fatte preparare da sua sorella e notò che ce n’era una da parte sua e di un certo Vernon Dursley, probabilmente il suo fidanzato, una dai parenti e una dagli amici.

Da nessuna parte c’era scritto “da Lily”.

A quel punto, anche gli altri lo avevano notato, poiché la McGranitt alzò la bacchetta, disegnò un cerchio nell’aria e una corona di elleboro (*) sbocciò davanti a loro.

Lily la prese e la posò sulla tomba.

Dopodiché, non riuscendo più a stare li davanti, si voltò e se ne andò.

 

“Lily!”

La ragazza si era sentita chiamare con quel tono freddo e disgustato per sei anni, così si fermò, una volta uscita dal cimitero con Maya al suo fianco.

Petunia la raggiunse, seguita da quel Vernon.

“Ho intenzione di vendere casa di mamma e papà appena possibile, ti manderò la tua parte di denaro in quel covo di strambi” disse senza tanti preamboli.

“cosa?” domandò lei.

“mi sposo con Vernon tra qualche mese e andremo a vivere in una casa nel Surrey”

Lily notò come la sorella avesse evitato di specificare il giorno del matrimonio, era ovvio che non fosse invitata.

Petunia continuò: “ti conviene andare a prendere le tue cose, tutto ciò che ci rimarrà lo butterò via”.

Lei annuì, non aveva neppure la forza di parlare.

Tutti i suoi ricordi sarebbero stati buttati al vento solo per la sciocca gelosia della sorella.

“sei proprio un’idiota Petunia…” esclamò allora Maya, prendendo sotto braccio la sua amica e avviandosi verso casa Evans.

Mentre si allontanavano, sentirono chiaramente gli epiteti irripetibili che l’altra lanciò loro.

 

Lily alzò il tappeto dell’ingresso e vide che per fortuna la chiave di riserva era ancora lì.

Entrarono e iniziarono a vagare qua e la per le stanze.

La ragazza avrebbe portato volentieri via tutto, perché tutto gli ricordava un momento particolare della sua vita.

Li c’era il posto dove aveva scoperto che era una strega, li il punto dove sua sorella le aveva sussurrato per la prima volta che le voleva bene, quando avevano solo pochi anni, il lettone dei genitori dove si rifugiava quando aveva paura, la stanza di Petunia dove giocavano con le bambole.

Andò in camera sua e da sotto il letto tirò fuori una scatola azzurra, la sua scatola dei ricordi.

Dentro c’erano già vecchie foto con Maya, Severus e sua sorella, vecchie lettere, il suo primo ciuccio di quando era bambina e un braccialetto di margherite ormai appassite regalatogli da Petunia tanti anni prima.

Entrò quindi in camera dei genitori e il cuore le si strinse varcando quella soglia.

Aprì il cassetto del comodino della madre e prese i suoi orecchini preferiti, poi aprì l’armadio e prese la cravatta preferita di suo padre.

Erano tutti ricordi della sua vita passata.

Fece il giro della casa, prese qualche foto qua e la e mise tutto nella scatola azzurra.

Alla fine si ritrovarono all’ingresso e Lily diede un ultimo sguardo a quelle mura, certa che quella sarebbe stata l’ultima volta che ci sarebbe entrata.

 

Dopo aver salutato e ringraziato i Gamp, le ragazze tornarono a scuola con la Metropolvere e i ritrovarono nel camino della McGranitt, che stava correggendo alcuni alcuni compiti alla sua scrivania.

Maya accompagnò Lily fino all’ingresso della Torre di Grifondoro poi tornò alla sua Sala Comune.

Ormai la notizia si era diffusa tra coloro che la conoscevano e quindi tutti cercarono di fermarla per dirle che erano dispiaciuti.

Lily ringraziò poi corse verso il suo dormitorio dove arrivarono pochi secondi dopo Alice e Mary.

Le due l’abbracciarono senza dire una parola e lei apprezzò molto di più quel gesto che i vari “mi dispiace” degli altri.

A quel punto, però, non aveva voglia di stare li così, dopo aver messo la scatola azzurra nel baule, prese la coperta che stava sul letto e si avviò verso la Torre di Astronomia, certa che almeno li sarebbe potuta stare da sola.

 

James era seduto con gli altri Malandrini sul divano della Sala Comune, stavano pregustando le vacanze di Natale appena iniziate, anche se erano dispiaciuti per il fatto che Peter sarebbe partito il giorno dopo.

Il ragazzo vide una massa di capelli rossi uscire velocemente dal buco del ritratto con in mano una coperta.

L’avrebbe riconosciuta tra mille.

Era lei.

“Mi dispiace un sacco per lei…” disse Remus, che probabilmente era quello che conosceva meglio Lily, visto che erano stati insieme prefetti di Grifondoro, ma anche quello che stava provando, poiché aveva perso suo padre tanti anni prima.

James non ci pensò tanto su e corse al dormitorio.

Quando gli altri Malandrini entrarono nella stanza, era seduto sul suo letto con la Mappa del Malandrino in mano.

“è alla Torre di Astronomia…” constatò.

“Jamie, probabilmente vorrà stare sola…” provò Lunastorta, ma sicuramente Ramoso non lo sentì, perché era già fuori dalla porta, convinto che fosse quella la cosa giusta da fare.

 

“Lily…”

La ragazza si voltò sentendo qualcuno sussurrare il suo nome.

Era James.

“posso sedermi?” chiese.

Lei annuì, incapace di parlare, e gli diede anche un pezzo di coperta, era parecchio freddo ormai, visto che il Natale era vicinissimo.

“mi dispiace tanto…” mormorò.

E, per la prima volta in quei giorni, Lily riuscì finalmente a piangere.

Le lacrime le rigarono il viso e James, se prima era parecchio incerto sul da farsi, senza pensarci l’abbracciò.

 A quel punto Lily scoppiò in un pianto disperato, liberandosi di tutto quel dolore accumulato per la perdita dei genitori, per il comportamento di sua sorella, per il fatto che le aveva fatto capire di non volerla più nella sua vita.

James la strinse ancora più forte, sentendo che forse lui non sarebbe riuscito a sopportare tanto dolore.

“andrà tutto bene…” tentò “starai bene…”

“non andrà tutto bene” singhiozzò lei “mamma e papà non ci sono più, Petunia mi odia, tra poco non avrò più una casa dove andare dopo scuola…non va tutto bene”.

Lui allora rimase in silenzio, non sapendo proprio che dire.

Non poteva immaginare che avesse così tanti problemi.

Lily singhiozzò per tanto tempo e quando finì, James la guardò in faccia.

Provò una tenerezza infinita quando si rese conto che si era addormentata con le lacrime che ancora le rigavano il bel viso, stremata dagli avvenimenti di quel giorno e dal dolore.

E allora anche lui si addormentò, stringendo ancora di più Lily a se.

 

La mattina dopo, quando si svegliarono, Lily non riusciva a credere di aver dormito abbracciata a James Potter.

Lei raccolse la coperta e senza parlare si avviarono al dormitorio, lui troppo insonnolito per parlare, lei non sapendo bene che dire.

Quando entrarono nel buco del ritratto si fermarono davanti alle scale dei rispettivi dormitori pronti a buttarsi entrambi a letto visto che erano ormai in vacanza.

“Lily…” tentò James, ma le parole gli morirono in gola vedendo i suoi vecchi brillanti occhi verdi arrossati e spenti.

Avrebbe voluto chiederle di uscire, ma in cuor suo sapeva perfettamente che quello non era in momento più adatto.

“niente…sogni d’oro Lily…”

“anche a te…” mormorò lei.

Lui, sorridendo, si avviò verso le scale.

“James…”

E si voltò, vedendo che Lily era ancora li immobile.

“Grazie…” disse la ragazza, prima di dirigersi nella sua stanza.

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Note:

-nel capitolo precedente ho sbagliato una cosa. Quando ho detto che il gufo entra nell'ufficio di Silente con le lettere, ho scritto che le aveva attaccate all'ala. Intendevo alla zampa, scusate :)

-perdonatemi se non ho descritto il funerale, ma io odio i funerali e per mia scelta non ho mai assistito a nessuno, quindi non so esattamente cosa succede durante uno.

-(*) la corona di elleboro viene anche fatta comparire da Hermione per la tomba dei Potter in "Harry Potter e i Doni della Morte"

-è in questo capitolo che Lily inizia a rivalutare James

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Capitolo 13
*** L'errore più grande ***


 

Eccomi di ritorno con il nuovo capitolo!!

Voglio prima di tutto ringraziare chi ha letto questa storia, chi l'ha inserita tra i preferiti e i seguiti ma soprattutto chi recensisce: Lady musa96, gufetta_95 e I Love James Potter. Grazie, Grazie, GRAZIE per i complimentiiiii :) vi adoroooooooo <3

Vorrei poi scusarmi in anticipo con tutti, poichè so che questo capitolo mi è venuto veramente male, è veramente orribile e per questo mi dispiace, ma purtroppo odio con tutta me stessa Minus e non sono riuscita a fare di meglio e, ahime, era una parte della storia che secondo me non potevo proprio tagliare.

Detto questo, spero che avrete comunque voglia di leggerlo.

Bacioni,

Ale

 

Nota: purtroppo non so bene le età dei personaggi, quindi le ho inventate. Concedetemelo pleaseee :)

 

13.  L’errore più grande

Stava tradendo tutti.

I suoi amici.

La sua famiglia.

Gli ideali con cui era stato cresciuto.

Era un traditore.

Questi erano i pensieri che riempivano la testa di Peter mentre saliva sull’espresso di Hogwarts, diretto a Londra.

Aveva mentito ai Malandrini, dicendo loro che sarebbe dovuto andare al matrimonio di una sua cugina.

A sua madre, dicendole che avrebbe passato il Natale da un amico e pregandola di non contattarlo la.

A Sarah Minus era sembrata una richiesta strana ma, felice che suo figlio fosse con gli amici, non aveva obiettato.

“sei pensieroso Minus?”

Peter si era voltato verso colui che gli aveva parlato, Lucius Malfoy.

Scosse la testa senza rispondergli.

Nonostante fosse il suo ponte di contatto con il Signore Oscuro, non gli andava molto a genio.

“non si danno le dimissioni al nostro Signore, bello, pensaci bene…” esclamò Rosier, dando per scontato che sarebbe scappato a gambe levate alla prima occasione.

Occupava lo scompartimento con lui, Malfoy, Mulciber e Piton.

Da quanto aveva scoperto solo quel giorno, Mulciber, Rosier e Malfoy erano stati marchiati l’estate precedente.

Quando scoprirono il Marchio Nero, se Piton rimase impassibile, lui sussultò, scatenando l’ilarità dei Mangiamorte.

Per tutto il viaggio non parlò molto, anzi non parlò affatto, e ringraziò il fatto che i suoi compagni avessero una brutta fama, perché nessuno venne mai nel loro scompartimento.

Non sarebbe stato facile spiegare ai Malandrini come mai avesse fatto il viaggio di ritorno in compagnia di quei Serpeverde.

 

Quando scesero dal treno, Peter si avviò tranquillo verso la barriera, certo di andare dalla parte giusta.

“ehi Minus? Dove diavolo vai? Scappi di già?” gridò ridendo Rosier.

Lui si girò e, vedendo che gli altri erano ancora di fianco al treno, scosse la testa e tornò verso di loro.

“non vorrai mica che ci mischiamo a quella feccia di Babbani?!?” domandò sarcastico Mulciber.

“ci smaterializzeremo al mio castello” disse sbrigativo Malfoy “attaccati al mio braccio Minus, ti porto io. Gli altri sanno già dove andare”.

Lui annuì ma, mentre afferrava il suo braccio, una vocina, dentro di lui, gli urlava di fuggire.

 

“Bentornato signorino Lucius, benvenuti signori ospiti” esclamò il piccolo elfo domestico facendo profondi inchini.

“Dobby! Sono partiti i miei?” domandò freddo lui.

“si signorino, i signori Malfoy sono partiti subito dopo colazione. Hanno ordinato a Dobby di mandarle i loro più calorosi saluti”

“bene, ora torna in cucina stupida creatura”

Dobby, nonostante la cattiveria del padrone, fece un profondo inchino e sparì.

Peter non aveva mai visto un elfo domestico, se non nelle cucine di Hogwarts.

“andate di sopra” disse allora Malfoy sdraiandosi sul un grande divano del salotto “ho fatto preparare le solite stanze. Minus, la tua è quella a fianco quella di Severus”.

Lui annuì e borbottando un “grazie” si lanciò all’inseguimento degli altri che stavano già salendo l’imponente scalinata.

Quando entrò nella sua stanza, strabuzzò gli occhi.

Probabilmente era più grande del suo dormitorio.

Andò alla finestra e rimase ancora più colpito.

Fuori dalla finestra, non si vedevano siepi o recinzioni a delimitare la proprietà.

Sicuramente i campi li intorno erano tutti di Lucius e della sua famiglia.

Sapeva che i Malfoy erano ricchi, ma non immaginava così tanto.

Si sdraiò sul letto e iniziò a pensare.

Stava iniziando a provare i primi rimorsi.

Sapeva di non essere pronto a diventare un Mangiamorte, uno schiavo delle Arti Oscure.

Ma ormai era li, sarebbe arrivato fino in fondo.

A quel punto chiamò Dobby come tante volte aveva fatto dal suo letto ad Hogwarts con gli elfi della scuola, pregandolo di portargli in camera un panino, non voleva scendere a cena con gli altri.

Poco dopo l’elfo tornò.

“il signorino Malfoy dice che può mangiare il panino se vuole, ma che questa sera scenderà a cena nel salone, perché ci sarà la cerimonia”

A quel punto appoggiò il panino su tavolo vicino a lui, fece un profondo inchino e sparì.

Peter non potè far altro che alzarsi e iniziare a prepararsi.

 

Quando scese le scale, quella sera, gli sembrò di essere piombato nella Sala Comune di Serpeverde di pochi anni prima.

Vide Piton, Mulciber, Rosier, Malfoy con accanto Narcissa Black, che si vociferava essere la sua promessa sposa.

Poi vide Bellatrix e Rodolphus Lestrange, vicino a Antonin Dolohov, usciti da Hogwarts quando lui era al terzo anno.

C’erano Augustus Rockwood e Walden Macnair, diplomatisi quando lui faceva il quarto, e Rabastan Lestrange con un certo Nott, mentre era in quinto.

Poi, l’uno vicino all’altro vide i fratelli Carrow, Tiger e Goyle, che avevano miracolosamente finito la scuola solo l’anno prima.

C’era poi un uomo che non aveva mai visto [Karkaroff Nda] accanto a quello che, a Peter si gelò il sangue nelle vene quando se ne rese conto, era Fenrir Greyback, il sanguinario Lupo Mannaro che aveva morso Remus anni prima.

Il clima durante la cena era allegro, quasi fosse una semplice rimpatriata tra vecchi compagni di casa, solo Minus non aprì mai bocca.

Nel momento esatto in cui i dolci scomparvero dai piatti, tutti si scoprirono l’avambraccio sinistro, trovando il Marchio di Voldemort nero come la pece.

A quel punto, le porte si spalancarono e tutti videro chiaramente una figura entrare veloce.

Arrivò e si sedette a capotavola.

“salve miei cari Mangiamorte, siamo qui stasera, come saprete, per accogliere tra noi altri giovani volenterosi, Severus e Peter” disse ammiccando in loro direzione “avvicinatevi signori”

I due si alzarono, Minus tremante, Piton sicuro di se.

Si inchinarono davanti al Voldemort che esclamò: “inginocchiatevi!”

Entrambi eseguirono alzando finalmente gli occhi e fissandolo in faccia.

Peter distolse immediatamente lo sguardo, impaurito da quei lineamenti serpentini.

“siete sicuri di quello che state per fare?”

Entrambi annuirono.

Voldemort alzò la bacchetta.

“volete essere i miei servi? Volete essere dei Mangiamorte?”

“Si!”

“S-si…”

“volete fare tutto quello che è in vostro potere per aiutarmi a compiere i miei piani?”

Entrambi annuirono.

“giurate solennemente di rispettare tutti i miei ordini?”

“si” dissero all’unisono.

Lord Voldemort alzò la bacchetta.

I due si scoprirono gli avambracci, sentendo un dolore forte provenire da li.

E, mentre osservava il Marchio Nero comparire sul suo braccio, Peter si rese conto di aver appena commesso l’errore più grande della sua vita.

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Capitolo 14
*** Felice anno nuovo Ramoso! ***


 

Ciao a tuttiiii!!!! Ecco il nuovo capitolo!

Vorrei prima ringraziare tutti coloro che hanno inserito la mia storia tra i prefetiti e i seguiti, sono contenta che vi piaccia! :)

X lady musa96: penso che nessuno si sarebbe avrebbe mai tradito i suoi amici, comportandosi come quello schifoso di Minus! :@

X gufetta_95: mi dispiace ma per il bacio dovrai aspettare un pò, in compenso, qualcosa succederà tra qualche capitolo, che non vedo l'ora di scrivere :p

X per sissi181: sono felicissima che la mia storia ti piaccia! grazieee :D

X I Love James Potter: sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!! grazie dei complimentiiiii :) :)

Ora vi lascio, buona lettura.

Bacioni,

Ale

 

14. Felice anno nuovo Ramoso!

Il dormitorio maschile del quinto anno di Serpeverde era molto più silenzioso del solito.

C’era chi leggeva fumetti, chi scriveva lettere, chi fingeva di studiare e chi giocava a scacchi.

“Ehi Reg…” disse un ragazzo biondo alzando finalmente gli occhi dai fumetti.

“Che c’è Ty?” rispose un altro senza smettere di scrivere la lunga lettera.

“Perché non facciamo uno scherzetto a tuo fratello alla festa di Capodanno, domani sera?”

Regulus lo guardò in faccia, sapendo che non era una buona idea.

A Sirius non piaceva essere giocato.

“fai quello che vuoi…io non voglio entrarci…mi odia già abbastanza” disse mestamente.

In fondo quella situazione non gli piaceva affatto.

Erano fratelli, per Merlino.

“e tu Mike ci stai?” continuò allora Tyler domandando al ragazzo che fingeva di studiare.

Quello annuì sorridendo.

“andiamo allora, devo scrivere una lettera”

 

Il dormitorio maschile del settimo anno di Grifondoro era ancora più silenzioso di quello di Serpeverde la sera prima, ma dopotutto erano solo le sette del mattino.

Solo tre dei quattro letti a baldacchino erano occupati, da altrettanti ragazzi che dormivano profondamente.

Sulle mura affianco a due di questi erano appena stati appesi dagli elfi domestici del castello due vestiti eleganti lavati e stirati.

Quando la McGranitt aveva annunciato che per la festa di Capodanno occorreva un abito da cerimonia, Remus era sbiancato, ben sapendo di non averlo e che sua madre non se ne sarebbe potuto permettere uno.

Cosi, si era dovuto far spedire quello di suo padre che, oltre ad essere vecchio e logoro, era anche troppo grande per lui.

Remus si vergognava troppo per chiedere agli amici di aiutarlo a sistemarlo, così ci aveva provato da solo e il risultato era stato che i pantaloni si erano rimpiccioliti troppo e la giacca si era allargata tanto quanto bastava per coprire tutti e tre i Malandrini insieme.

Così il ragazzo, disperato, aveva deciso di non andare alla festa.

A quel punto James e Sirius erano intervenuti.

La notte precedente, mentre il loro amico dormiva, erano riusciti a prendergli tutte le misure che occorrevano e avevano spedito a Dorea Potter una lettera spiegandole il loro piano.

Il risultato era stato che, quella mattina dell’ultimo dell’anno, il giovane Lupin era stato svegliato da un insistente barbagianni che beccava senza sosta sulla finestra accanto al suo letto.

Quando il ragazzo gli aprì, l’uccello planò dentro, depositò un grosso pacco a terra e, un attimo dopo, riprese il volo.

Remus, vedendo che sul pacco c’era scritto il suo nome, lo aprì e strabuzzo gli occhi quando ne vide il contenuto.

C’era un abito da cerimonia nuovo di zecca.

Sotto c’era un piccolo biglietto.

 

Al nostro Malandrino preferito,

Ramoso e Felpato

 

Troppo felice di quel gesto, corse a svegliarli saltando sui loro letti.

Dopo parecchie imprecazioni da parte di entrambi, visto che era praticamente l’alba per loro, si alzarono.

Remus ripetè centinaia di volte che non poteva accettare, visto che si vedeva che era un abito molto costoso ma alla fine, dopo che Sirius lo ebbe zittito con un incantesimo Tacitante, James, con la voce ancora impastata dal sonno, disse “fingiamo che sia un regalo di compleanno in anticipo, ora torna a dormire dai” e si ributtò di peso sul letto.

Lupin tentò di ribattere ma aprì la bocca senza che ne uscisse alcun suono.

A quel punto, ricordandosi di essere un mago, afferrò la sua bacchetta e si sciolse l’incantesimo.

“volevo solo ringraziarvi…” disse commosso.

Sirius a quel punto lo abbracciò e si girò verso James per aggiungerlo all’abbraccio.

Solo a quel punto si resero conto che stava russando di nuovo.

Scoppiarono entrambi a ridere e tornarono sotto le coperte anche loro.

 

Alle 5 di quel pomeriggio, il castello si era completamente svuotato.

Quei pochi che erano rimasti a scuola per le vacanze natalizie si erano rintanati nei propri dormitori per prepararsi per la festa.

Erano ormai le 8 quando Remus annodò finalmente le cravatte dei suoi amici, visto che dopo sette anni era ancora l’unico a saperlo fare.

Tutti e tre si guardarono allo specchio di James.

“ragazzi” esclamò quest’ultimo “siamo perfetti!”.

E, ridendo, si avviarono insieme per le scale.

 

Lily stava aspettando fuori dalla Sala Comune di Corvonero da dieci minuti e cominciava ad arrabbiarsi visto che Maya non si sbrigava.

Stava per andarsene quando finalmente la porta di aprì mostrandole la sua amica.

Entrambe si guardarono ed esclamarono all’unisono “Sei splendida!”

Maya portava un lungo abito blu scuro che si legava dietro il collo con un leggero strascico mentre Lily un abito nero molto stretto che risaltava il suo corpo perfetto.

Si presero a braccetto e scesero in Sala Grande.

 

Sirius prese un bicchiere di idromele e si avviò verso i suoi amici quando Mike Tompson, un Serpeverde del quinto anno gli diede una spallata.

“e sta un po’ attento!” esclamò Felpato, e mentre parlava non si rese conto che, molto velocemente, Tyler Mason gli aveva buttato un liquido trasparente nel bicchiere.

“scusa” sghignazzò l’altro, e se ne andò.

“ma cosa gli ci hai versato?” chiese Mike mentre si allontanavano.

“alcool Babbano superconcentrato, me lo ha mandato mio cugino stamattina. Quest’estate con un solo bicchiere ero ubriaco perso. Basterà quel bicchierino e il caro Black non si ricorderà neanche più come si chiama” rispose Ty ridendo come un pazzo.

Felpato, intanto, arrivò dai suoi amici e a quel punto entrarono anche Maya e Lily.

Le due ragazze erano splendide nei loro abiti eleganti.

“tienimi questo” mormorò passando il bicchiere a James “vado a salutare Mei”

E se ne andò.

A quel punto Remus si guardò intorno e vide Tompson e Mason ridere come pazzi indicando verso di loro.

James dal canto suo, vedendo il colore dell’idromele che adorava, porto il bicchiere alla bocca.

“James non…”

Ma non fece in tempo.

Ramoso aveva già bevuto.

Tossicchiò un po’ poi si voltò verso l’amico che lo guardava preoccupato.

Aveva già lo sguardo vacquo.

“Ehi Lunastorta! Sai perché ti chiamo Lunastorta?” ridacchiò.

Si avvicinò all’orecchio di Remus.

“sei un Licantropo!” sogghignò “e io un Animagus!”.

Poi scoppiò a ridere.

“che succede?” chiese Sirius arrivando da loro.

“il tuo bicchiere era corretto con qualcosa, James è ubriaco perso” rispose l’altro,

“Felpato! Ciao Felpato!” esclamò Ramoso abbracciandolo.

Sirius e Remus si guardarono preoccupati.

E adesso?
Non era certo la prima volta che James si ubriacava a scuola, ma di solito lo faceva nella loro stanza, o al massimo nella Stanza delle Necessità.

Li erano praticamente davanti a tutta Hogwarts!

“ehi! C’è anche la Evans!” urlò a quel punto lui, indicando una bionda di Tassorosso.

“no! Ci sono due Evans!” si corresse, vedendo una mora di Corvonero.

Era andato.

Non riconosceva neanche più la ragazza di cui era cotto.

A quel punto Ramoso si mosse verso le due e gli altri Malandrini non riuscirono proprio a fermarlo poiché a quel punto arrivò la McGranitt.

“Lupin! Black! Che succede a Potter?” domandò già arrabbiata.

Brutto segno.

I ragazzi non risposero, non sapendo bene che dire.

Bruttissimo segno.

“non sarà ubriaco??”

Silenzio di tomba.

Ammissione di colpa.

“Cinquanta punti in meno a Grifondoro!” gridò la vicepreside indignata “e dite al vostro amico che lo aspetto domani sera alle sei nel mio ufficio per discutere della punizione”

A quel punto, però, James era scomparso con le due ragazze.

“che succede professoressa?”

Sirius e Remus sbiancarono e si girarono lentamente.

Non poteva essere lei.

Invece, Lily Evans stava parlando con la McGranitt.

“Evans! Un Caposcuola è ciò che ci vuole!” stava dicendo la professoressa “il signor Potter si è ubriacato con non so cosa, ora è uscito dalla Sala. Si assicuri che ritorni in Sala Comune”

“ma professoressa…!!”

“niente ma Evans! È tuo compito”

Lily, afflitta, si avviò fuori dalla Sala.

“James è nei guai, lo sapete vero?” disse Maya avvicinandosi agli altri due, che annuirono.

“e dire che sotto sotto cominciava ad andarle a genio quel ragazzo…”

Sentendo queste parole, i due si lanciarono all’inseguimento della rossa.

Il loro amico non li avrebbe mai perdonati se avessero permesso alla Evans di vedere cosa stava combinando con le altre due ragazze.

Ma quando arrivarono in corridoio, lo trovarono già vuoto.

 

Lily entrò in Sala Comune, sperando che quell’idiota di Potter, che per inciso le stava facendo perdere la festa, si fosse rintanato li.

Nel momento esatto in cui varcò il buco del ritratto, sentendo strilletti e risolini, seppe di essere andata nel posto giusto.

Sul divano era appollaiato proprio lui, con una mora e una bionda che continuava a chiamare “Lily”, anche se la ragazza era abbastanza sicura si chiamassero Millicent e Sophie.

Le due, felici di essere con il famoso Cercatore James Potter, non si preoccupavano minimamente del fatto che lui non sapesse nemmeno i loro nomi.

“Ehi Evans!” gridò James vedendo la vera Lily “vieni qui con noi, ho trovato altre due te nel castello!!!”

Lily scosse la testa poi, con voce glaciale, disse: “non cambi proprio mai Potter…”

E, così dicendo, si avviò verso la sua stanza, sentendo dentro di lei qualcosa di spaventosamente simile alla cocente delusione.

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Capitolo 15
*** Ai Malandrini non la si fa! ***


 

Capitolo 15!!! :)

GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE A lady musa96 e gufetta_95 che hanno avuto voglia di commentare!! :D

Buona lettura,

Ale

 

15. Ai Malandrini non la si fa

Sirius e Remus entrarono subito dopo.

“forza signorine, fuori” disse Lunastorta.

“tu non ci comandi a bacchetta!” sbottò la bionda.

“Si da il caso che io sia un Prefetto, quindi se non volete una punizione…FUORI!”

Le due si alzarono e James, con voce strascicata, esclamò:

“Ehi Rem! Perché cacci le mie Lily?!?”

“Dai Jamie, andiamo in camera…”

Lui, pur recalcitrante, andò con gli amici.

Arrivati nella loro stanza, Remus lo costrinse ad andare in bagno, chiudendo però Sirius fuori.

“Fammi entrare Lupin!” disse battendo i pugni sulla porta.

Lui uscì e, un tantino arrabbiato, sbottò:

“Non voglio ucciderlo Sirius, tranquillo, voglio solo fargli smaltire la sbornia colossale che ha!”.

Pochi minuti dopo, Ramoso uscì e si buttò sul letto, seguito da Lunastorta.

“che diavolo hai fatto?” chiese Sirius vedendo la faccia sconvolta dell’amico sbronzo.

“L’ho fatto vomitare…” disse semplicemente l’altro.

“e come? Gli hai messo davanti una foto di Mocciosus nudo?”

“Vecchio rimedio Babbano”

“Sarebbe a dire?”

“credimi Sirius…non vuoi saperlo”

“si invece!”

Remus alzò gli occhi e disse semplicemente: “Gli ho ficcato due dita in gola!”

L’amico a quel punto corse verso James ed esclamò: “Jamie, amico mio! Che ti ha fatto quello squinternato di Lunastorta?!?”

“Non urlare Felpato…ho mal di testa…” borbottò lui ficcando la testa sotto il cuscino.

Sirius si voltò di nuovo verso Lupin.

“Ehi! Ma funziona! Perché non lo avevi mai fatto tutte le volte che ci siamo ubriacati?!?”

“non è divertente rischiare che qualcuno ti vomiti in mano, ma questa era una situazione estrema…”

“andiamo a dormire va...” disse Black “la festa ormai sarà finita…”

L’altro annuì.

“Aspetta!!”

Remus prese un vecchio paio di calzini di James e li trasfigurò in due catini, che posizionò ai lati del letto.

“non credo che stanotte arriverebbe in tempo al bagno” spiego davanti allo sguardo interrogativo di Sirius.

 

Il mattino dopo, James di svegliò molto dopo degli altri, con la testa che gli rimbombava.

Gli amici gli raccontarono tutto quello che era successo la sera prima, poiché lui non ne aveva per niente ricordo.

“Comunque penso che fosse uno scherzo destinato a Sirius…” disse alla fine Lupin “se l’alcool fosse stato in mezzo a tutto l’idromele si sarebbero ubriacati tutti, invece era solo nel tuo bicchiere…”

“Tompson!” esclamò Sirius.

“che c’entra quel Serpeverde adesso??” chiese James.

“Deve avercelo versato quando mi è venuto addosso!!”

“anche io la penso così” convenne Remus “mentre bevevi lui e Mason erano piegati in due dal ridere”.

“Bene” urlò Sirius scattando in piedi “qui ci vuole una bella vendetta stile Malandrino. Siamo stati fin troppo buoni quest’anno”

“James, c’è un’altra cosa…” borbottò Lunastorta.

“Cosa?”

“ecco…Lily ti ha visto con quelle due…”

“NO!! Stai scherzando vero?!?”

Gli altri due scossero la testa.

James si buttò a peso morto sul letto, certo che Lily fosse infuriata con lui.

Da quando avevano dormito insieme sulla torre di Astronomia, si era instaurato un rapporto quantomeno civile tra loro.

Della serie che riuscivano a parlare senza che Lily iniziasse ad insultarlo.

“Ramoso…c’è anche un’altra cosa…”

“Ancora?!?”

“Ecco…anche la McGranitt ti ha visto…ti aspetta nel suo ufficio per la punizione…”

James neanche rispose, si ributtò semplicemente sotto le coperte, sperando di poter sprofondare tra le lenzuola.

 

Il piano era stato fissato per il giorno che iniziassero le lezioni.

Il giorno prima, i ragazzi che avevano passato le vacanze fuori da scuola erano tornati e, con loro, anche Codaliscia.

I ragazzi si erano accorti che era più triste del solito ma, quando fu messo a parte del piano, riacquistò la solita allegria.

La mattina dopo, i Malandrini si alzarono prestissimo e, silenziosamente, si diressero alle cucine.

Li, una miriade di elfi domestici stava preparando la colazione ma quando li videro, molti di loro lasciarono le loro postazioni e si diressero dagli ospiti.

“Benvunuti signorini” esclamò uno di loro, visto che li conosceva bene, con tutte le volte che erano scesi laggiù.

“Ci serve un favore Kirk” disse spiccio James.

“tutto quello che vuole signorino Potter” rispose l’elfo con un profondo inchino.

“Dovete farci entrare in Sala Grande subito”

“non si può signorino!” esclamò un altro elfo “il Preside ci ha vietato di fare entrare chiunque prima della colazione”

“Ma ci metteremo pochissimo e nessuno lo saprà!” disse allora Peter.

“Per favore!” cinguettò Remus.

Ma gli elfi erano irremovibili.

Sirius allora si fece avanti, si tolse una collana con incisa una B e la porse alla creaturina.

James strabuzzò gli occhi quando vide ciò che l’amico stava facendo.

Quello era forse l’ultimo cimelio dei Black che Felpato aveva, lo teneva ancora solo perché suo fratello Regulus ne aveva uno uguale.

“questa collana è molto preziosa, ma sarà tua se ci porterai in Sala Grande”

“Sirius non ce ne bisogno…” mormorò Ramoso ma l’altro lo zittì con uno sguardo.

L’elfo, davanti a quel regalo, acconsentì.

 

I ragazzi si sedettero a colazione rivolti verso la tavolata dei Serpeverde, pronti a pregustarsi lo spettacolo.

Quella mattina non erano stati beccati per un soffio.

Anche se Remus era stavo velocissimo con gli incantesimi, quando erano usciti dalle cucine ed erano giunti davanti alle porte della Sala Grande, la McGranitt stava arrivando in quel momento.

Pur lanciando loro uno sguardo inquisitore, non trovò nulla da obiettare al fatto che i ragazzi fossero svegli così presto e pronti a fare colazione.

Quando finalmente Mason e Tompson entrarono, la Sala era ormai piena.

Non appena i due si sedettero, tutti i piatti pieni di cibo intorno a loro iniziarono a levitare per poi gettare tutto quello che contenevano sulle teste dei malcapitati, scatenando le risate di tutti.

I due, imbarazzatissimi, corsero verso la porta per tornare in Sala Comune ma a quel punto, come se ci fosse stata una barriera, vennero spinti di nuovo dentro.

Quando si voltarono, ormai gli studenti ridevano a crepapelle.

I loro capelli e i loro vestiti, già tutti sporchi di cibo, erano diventati a strisce rosse  e oro e sulla loro schiena era spuntata una scritta che diceva:

AI MALANDRINI NON LA SI FA!

I quattro erano praticamente piegati in due dalle risate, non riuscivano nemmeno più a stare seduti.

Fu al quel punto che il frastuono venne sovrastato dalla voce infuriata della McGranitt:

“POTTER! BLACK! LUPIN! MINUS! IN PUNIZIONE!!!!!!”

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Capitolo 16
*** Finalmente...confessioni! ***


 

CI SIAMOOOOOOOOOOOOOO :)

Grazie mille a chi ha recensitooo, spero vi piacerà questo nuovo capitolo :D :D :D

Buona lettura!

Bacioni,

Ale

 

16. Finalmente…confessioni!

Fuori imperversava un violento temporale e Lily fu felicissima di poter stare sulla poltrona davanti al caminetto della Sala Comune, al caldo.

La stanza si stava svuotando, vista l’ora tarda.

La ragazza stava parlando tranquillamente davanti ad uno specchio e se qualcuno che non la conosceva l’avesse vista, l’avrebbe sicuramente presa per pazza.

Ma Lily era impegnata a chiacchierare con Maya, proprietaria dell’altro Specchio Gemello.

“Va bè, mi ha dato fastidio!” sbottò quest’ultima.

“perché dovrebbe darti fastidio se Sirius esce con quella Tassorosso, se come dici tu siete solo amici?!?” chiese tranquillamente Lily “non dovrebbe importartene…a meno che…”

“Ok! Ok! Lo ammetto! Magari non lo vedo più solo come un amico!”

Lily sorrise, trionfante.

Erano quattro mesi che cercava di far confessare Maya.

Ma il caso volle che proprio in quel momento il buco del ritratto venne varcato dai quattro Malandrini, bagnati fradici, probabilmente avevano scontato una punizione all’aperto.

E la sfortuna volle che Sirius sentì solo l’ultima frase di Maya.

“Chi è che non vedi più solo come un amico Mei?!?” sibilò affacciandosi nel campo visivo dello specchio.

“Sirius! Hai sentito??” chiese imbarazzata lei.

“…ti avevo chiesto di dirmelo se uscivi con qualcuno…” mormorò, evidentemente triste.

E, così dicendo si avviò su per le scale.

 

“Sono un’idiota…” stava gemendo la ragazza e Lily non sapeva proprio come consolarla.

Quei due erano davvero stupidi, si vedeva lontano un miglio quanto fossero cotti l’uno dell’altro ma nessuno dei due voleva confessarlo all’altro.

Alla fine, la rossa ebbe l’illuminazione.

“Maya che ne dici di una seratina tra noi due, come facevamo una volta? Coperte e torre di Astronomia…”

L’altra annuì felice, le ci voleva proprio una serata con Lily.

“tra cinque minuti ci vediamo li…”

Lily corse al suo dormitorio e tirò fuori dal baule due coperte caldissime.

A gennaio non doveva essere esattamente caldo di notte su una torre.

Quando tornò in Sala Comune, trovò chi cercava.

“Potter!”

Lui si voltò felice, era la prima volta che lei gli rivolgeva la parola da quando l’aveva trovato con quelle ragazze.

Lei non fu esattamente felice di parlargli, ma per Maya avrebbe fatto qualsiasi cosa.

“dimmi tutto Evans!”

“Mi serve un favore, tra dieci minuti esatti, non uno di più e non uno di meno, porta Sirius alla torre di Astronomia”

“Sirius?” domandò incerto James “Non preferiresti se venissi io a farti compagnia?”

Lily alzò gli occhi al cielo e, velocemente, gli raccontò il suo piano.

 

“non capisco perché siamo dovuti venire fin quassù…”

Le ragazze si voltarono quando sentirono quella voce conosciuta mentre si apriva la porta della torre, Lily felice, Maya un po’ incerta.

Aveva capito cosa l’amica voleva fare.

“Lily! Mei! Che diavolo ci fate qui a quest’ora?” domandò Sirius vedendole.

“Bene!” esclamò Lily alzandosi in piedi “siete grandi e vaccinati, è dall’inizio dell’anno che va avanti questa situazione. Se siete così gelosi l’uno dell’altra un motivo ci sarà e non credo che si tratti di amore fraterno quindi, siate maturi e trovate una soluzione!”

E così dicendo prese James per un braccio, che per inciso stava articolando senza emettere alcun suono un “mi raccomando amico” e lo trascinò via.

Quando la porta si richiuse Sirius e Maya rimasero in silenzio per un po’.

Era la prima volta che si ritrovavano da soli dopo tanto tempo.

“che voleva dire Lily quando ha detto che siamo gelosi l’uno dell’altra?” chiese lei alla fine.

Sirius abbassò gli occhi imbarazzato.

Ma poi, finalmente, si rese conto che Lily aveva ragione, come avevano ragione i Malandrini quando ogni giorno gli ripetevano che era cotto di lei.

Non era amore fraterno quello.

Era innamorato sul serio.

Forse, una piccola parte del suo cuore, lo aveva sempre saputo.

“Mei…” sussurrò alzando finalmente gli occhi “…io ti amo”

Lei lo guardò sconvolta.

Sirius accarezzò l’idea di scappare via.

Lei non ricambiava.

Continuava a vederlo solo come il ragazzino con cui era cresciuta.

“ho capito…” continuò mestamente “…fai finta che io non ti abbia detto nulla. Comportiamoci come se questa serata non sia mai…”

Ma si interruppe.

Fu costretto a smettere di parlare.

Maya lo stava baciando.

Dopo un attimo di sbigottimento iniziale, rispose dolcemente al bacio.

Quando le loro labbra si staccarono, era talmente felice che avrebbe volentieri elevato una statua a Lily e ai Malandrini.

Era tanto tempo che glielo ripetevano, lui non gli aveva mai dato retta.

“ti amo Sirius…”

Gli parve di toccare il cielo con un dito.

In diciott’anni non era mai stato tanto felice, neanche quando aveva conosciuto i suoi amici, neanche quando era stato smistato a Grifondoro, neanche quando James lo aveva accolto dopo che era scappato di casa.

Si abbracciarono e Sirius la strinse forte a se, tutto il tempo necessario per assicurarsi che non stava sognando.

Maya, allo stesso modo, era felice come non lo era mai stata.

Solo ora si rendeva conto perché gli avesse dato così fastidio che lui uscisse con un’altra.

Era suo.

Suo soltanto.

“e comunque…ero geloso da morire quando ti ho visto con quel Walden” borbottò Sirius ad un certo punto, mentre erano ancora abbracciati sotto le coperte “gli avrei volentieri spaccato la faccia…”

Lei ridacchiò, poi disse: “anche io ero gelosa quando ti ho visto con quella bionda…”

“allora ha funzionato!” esclamò lui.

“in che senso?”

“nel senso che volevo farti ingelosire!”

Lei gli diede una spinta per allontanarlo da se, ma lui la abbracciò forte e, dolcemente, si baciarono di nuovo.

 

Lily e James stavano tornando in Sala Comune.

Lui cercava di cominciare un discorso ma lei, ancora arrabbiata, gli rispondeva a mezza bocca.

Alla fine James la bloccò e esclamò:
“Senti, scusa se a Capodanno mi sono ubriacato! Scusa se mi hai trovato tu con quelle due ragazze! Scusa se ho rovinato quel minimo di rapporto civile che avevamo!”

“non è questo Potter, è che io pensavo che tu fossi cambiato, ma sei sempre lo stesso! Non cresci mai!”

“ma come fai a dirlo?!? È da settembre che cerco in ogni modo di farti capire che sono diverso, che sono più maturo degli altri anni! Non sono più quello stupido ragazzino arrogante che cercava in tutti i modi di far colpo sulle ragazze. Se non lo hai capito, l’unica su cui cerco di far colpo da quattro mesi sei tu! Sei tu l’unica di cui mi importa Lily!”

Lei rimase zitta, quella era stata un specie di dichiarazione.

Nessuno le aveva mai parlato così.

“Ti prego Lily, l’unica cosa che ti chiedo è una possibilità, una soltanto. Voglio dimostrarti che sono cambiato, che sei l’unica che voglio”

Lei lo guardò negli occhi, gli sembrò di essere tornata a quella sera della festa di Lumacorno, quando aveva per la prima volta visto bene quegli occhi color nocciola, quegli occhi così belli.

A quel punto James tentò il tutto per tutto.

“Lily, vieni ad Hogsmead con me sabato?”

E lei, finalmente, annuì.

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Capitolo 17
*** Di nuovo Hogsmead ***


 

Eccomi qua! :)

Scusatemi tanto per il ritardo, ma non riuscivo proprio a scrivere questo capitolo, avevo un blocco...

In effetti non mi piace molto quello che è uscito fuori, ma meglio di così non sono riuscita a fare, spero vi piacerà lo stesso :)

Buona lettura,

Ale

Ps. Grazie Grazie Grazie Grazie a gufetta_95 e I Love James Potter per aver recensito, fa sempre piacere sentire le vostre opinioni :D <3

 

17. Di nuovo Hogsmead

Maya quel sabato mattina si svegliò piuttosto nervosa.

Era la prima volta che lei e Sirius uscivano seriamente da soli, come coppia.

Stette per mezzora davanti alla montagna di vestiti che aveva buttato sul letto, incapace di scegliere.

Poi alla fine, come sempre quando era in difficoltà, chiamò Lily.

 

Lily si mostrava alle sue compagne più tranquilla che mai, ma sotto sotto era un po’ preoccupata.

Preoccupata perché pensava che quell’appuntamento potesse essere un disastro.

Preoccupata perché temeva che se Severus l’avesse vista, probabilmente l’avrebbe odiata ancora di più.

Preoccupata di scoprire che James non fosse cambiato affatto.

 

James, dal canto suo, era agitato e felice.

Dopo anni di tentativi, Lily aveva finalmente accettato.

Non gli sembrava vero.

Si svegliò di buon’ora e corse in bagno a prepararsi.

Usci solo quando Sirius sfondò la porta e lo cacciò di malo modo.

 

Sirius era terrorizzato.

Non era mai uscito seriamente con una ragazza.

Quelle poche volte che lo aveva fatto aveva scaricato la suddetta ragazza pochissimi giorni dopo, a volte il giorno stesso.

Non sapeva proprio come comportarsi.

Aveva il terrore che Maya potesse rendersi conto che era un povero idiota arrogante e potesse lasciarlo immediatamente.

Per la prima volta in vita sua, Sirius Black sentì di avere paura.

 

Dopo colazione, i Malandrini si avvicinarono all’ingresso.

Remus e Peter augurarono buona fortuna ai loro amici e si incamminarono da soli verso il villaggio.

Mary McDonald si unì poco dopo a loro, poichè era sola visto che Lily sarebbe uscita con James e Alice con il suo nuovo ragazzo Frank Paciock.

Poco dopo, apparvero loro.

Lily era infagottata in un giubbotto pesante con tanto di cuffia, sciarpa e guanti.

Maya invece portava una gonna di jeans con calzamaglia e stivali e aveva un giubbotto più leggero di quello dell’amica, ma come lei portava sciarpa e cuffia.

Quando arrivarono dai ragazzi, Sirius prese Maya per mano e le diede un bacio sulla guancia, poi, dopo aver salutato gli amici, si avviarono.

“andiamo?” mormorò Lily imbarazzata.

James, con un sorriso enorme, annuì.

Mentre scendevano verso il paese chiacchierarono del più e del meno e lei si sorprese di quanto fosse semplice e divertente parlare con lui.

Quando arrivarono ad Hogsmead, come sempre le vie erano piene di studenti e la cosa che invece non sorprese la ragazza furono le occhiate assassine che le spararono contro le fan di Jamie.

“ignorale…”

Quando Lily sentì questa voce alle sue spalle sobbalzò, perché non si era accorta che Maya e Sirius erano dietro di loro e che la sua migliore amica si era accostata a lei per sussurrarle all’orecchio.

Sirius aveva già in mano una busta piena di dolci di Mielandia e entrambi stavano divorando una barretta di cioccolato.

“andiamo da Zonko” disse allegramente lui, prendendo per mano la sua ragazza che scosse la testa rassegnata ma divertita.

“dove vuoi andare?” chiese a quel punto James.

“facciamo un giro per negozi?” propose lei.

Lui annuì.

Andarono per prima cosa da Mielandia, dove Lily fece scorta dei dolci che amava di più e che James insistette per pagare.

Poi però, dovettero per forza andare da Zonko.

James mise su un’espressione da cucciolo a cui lei non potè proprio resistere.

Quando entrarono nel negozio, Lily scoprì che gli piaceva da morire.

Era pieno di alte pile di scatole che arrivavano al soffitto.

Cose strane che svolazzavano qua e la.

Studenti eccitati che facevano incetta di scherzi.

Anche James fece una buona scorta e quando arrivarono al bancone la ragazza scoprì che i Malandrini erano clienti talmente affezionati che il proprietario li conosceva per nome ma soprattutto sapeva chi fosse lei, tanto che chiese al ragazzo se fossero finalmente finite le sue pene d’amore.

Continuarono a girovagare per le stade e Lily, ad un certo punto, prese involontariamente James a braccetto.

Lui guardò la mano di lei sbalordito e lei la tolse immediatamente arrossendo violentemente.

“scusa…” borbottò “…non pensavo ti desse fastidio”.

Lui, per tutta risposta, la prese per mano sparandole uno splendido sorriso con gli occhi che gli brillavano.

“non mi da per niente fastidio!” esclamò felice.

Nel pomeriggio iniziò a tirare un vento freddo così i due, dopo che Jamie la pregò di non andare da Madama Piediburro, cosa che comunque lei non voleva fare perché odiava quel posto, si chiusero ai Tre Manici di Scopa.

Si sedettero ad un tavolo mentre il locale, per via della temperatura che si abbassava, si stava riempendo di studenti.

Davanti ad una cioccolata calda lei e ad una Burrobirra lui, ricominciarono a parlare e ridere.

Lily si rese finalmente conto quanto fosse piacevole parlare con lui, mentre lui dovette sforzarsi notevolmente per non restare imbambolato a fissare il suo splendido viso.

Dopo un po’, entrarono anche Remus, Peter e Mary che, non trovando altro posto, chiesero ai ragazzi di potersi sedere con loro, che ovviamente accettarono.

Dieci minuti dopo, arrivarono anche Maya e Sirius.

Conclusero la giornata così, a ridere a crepapelle tra i vari aneddoti che i Malandrini raccontavano, finchè James disse:

“torniamo Lily?”

Lei lo guardò sorridendo e annuì.

Mentre tornavano al castello, lui prese tutte le buste che aveva in mano lei e la prese di nuovo per mano.

Lei non si oppose.

“sai, mi sono divertita oggi…” disse Lily ad un certo punto.

Lui s’illuminò.

“posso sperare in un’altra occasione allora?” chiese tutto contento.

Erano vicini…molto vicini…Lily poteva sentire il respiro caldo di James sulle sue labbra…

“Jamie!!”

Si voltarono.

Una bionda stava correndo ridendo verso di loro.

Si avvicinò e saltò praticamente addosso al ragazzo stampandogli un bacio sulle labbra.

“ti ho aspettato più di un’ora ieri sera!” disse quella facendo l’offesa “dov’eri?!?”

Lily era sbalordita.

“Avevo ragione Potter, non cambierai mai…”

E detto questo, corse verso il castello.

“Chi diavolo saresti tu?!?” ringhiò James verso la ragazza.

“Rebecca Grey, sesto anno Serpeverde!” cinguettò lei porgendogli la mano, che lui ovviamente non strinse.

“e perché avresti detto quelle cavolate davanti a Lily, di grazia?!?”

“il tuo amico ha detto che te ne volevi liberare!”

E si scansò.

James sentì la rabbia montare quando vide dietro lei che lo salutava con un sorriso ebete...Marcus McLaggen.

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Capitolo 18
*** Dolore ***


 

Salve, Salvino a tuttiiii :)

Pronti con il nuovo capitolo, il titolo fa pena ma non sapevo che capperi scriverciii :p

Grazie, Grazie, Grazie a tutti quelli che hanno inserito la mia storia tra preferiti/seguiti/da ricordare, non so davvero come dirvi quanto sono felice che vi piaccia :D

Infine un GRAZIE enorme e specialissimo a quelli che commentano ogni giorno i nuovi capitoli e che mi riempono di complimenti immeritati, visto che la storia, per quanto io l'adori, non è scritta così bene come speravo di scriverla. Comunque sono felicissima che piaccia lo stesso e che ci sia sempre qualcuno pronto a leggerla. GRAZIE ANCORA <3 <3 <3

Dopo tutto ciò, vi lascio il nuovo capitolo, dopo il quale odierete il caro McLaggen ancora di più (che ancora romperà le scatole al nostro James per un bel pò, basta ho detto troppo :p)

Bacioni,

Ale

 

18. Dolore

Erano nel parco, James era solo e in lontananza vedeva Lily seduta sulla riva del lago.

Si avvicinò.

“Lily…”

“vattene Potter”

“Lily ti prego ascoltami…è stato McLaggen”

“McLaggen? Non osare dare la colpa a Marcus per le cavolate che combini!”

“Marcus? Da quando in qua lo chiami Marcus?!?”

“Da quando è diventato il mio ragazzo!”

James sbiancò.

“è uno scherzo vero?”

Lei lo guardo con un sorriso cattivo e scosse la testa.

No.

James non riusciva a crederci.

L’aveva persa.

“Me l’aveva detto Severus che eri solo un povero idiota, ma non avevo voluto credergli…mi sono sbagliata…”

Mocciosus? Che diavolo c’entrava adesso Mocciosus?

“ti prego Lily dammi un’altra possibilità…”

“scordatelo Potter, anzi vattene che sta per arrivare Marcus!”

Lui non si mosse.

Non riusciva a muoversi.

“Sei ancora qui? Ti ho detto di andartene Potter! Non voglio rivederti mai più!”

 

James si svegliò di soprassalto.

Non era nel parco, ma nel suo dormitorio.

Sirius e Peter russavano e Remus dormiva tranquillo abbracciato ad un libro.

Era stato un incubo.

Eppure gli era sembrato così reale.

Forse perchè erano tre settimane che Lily non gli rivolgeva la parola, che quando si incrociavano nei corridoi cambiava strada o fingeva di non vederlo.

James non era mai stato così male in vita sua, forse perché quella volta non era nemmeno colpa sua, ma di quell’idiota di McLaggen.

In tutto quel tempo, non si era mai fatto vedere in Sala Comune e tutte le volte che si incrociavano per i corridoi c’era sempre qualche professore li vicino, così non aveva mai potuto affatturarlo per bene come avrebbe voluto.

I suoi amici iniziarono a muoversi.

James guardò la sveglia sul suo letto, era ora di alzarsi.

Si vesti e si preparò prima degli altri, triste come non mai.

Quando i Malandrini, scesi a colazione, gli chiesero che aveva, non raccontò a nessuno del sogno, un po’ se ne vergognava, perché rivelava una delle sue peggiori paure.

Dopo la prima lezione, Incantesimi, i quattro si avviarono in Sala Comune, per passare una delle loro rare ore buche in santa pace, anche se Remus avrebbe detto di usarla per studiare.

Ma davanti al ritratto della Signora Grassa, si fermarono.

O meglio, James si fermò, gli altri quasi gli caddero addosso.

Davanti alla porta c’erano Lily e McLaggen stretti in un bacio mozzafiato.

A James erano bastati quei due secondi, così scappò nel dormitorio, seguito da Sirius e Peter.

Remus e Lily erano amici, così lui rimase li, pronto ad arrabbiarsi con lei.

Ma in quel momento Lily si divincolò.

“Lasciami brutto scimmione!! Stupeficium!”

McLaggen cadde a terra schiantato.

Lily gli si avvicinò e con una voce micidiale sussurrò:

“la prossima volta che proverai a baciarmi non mi limiterò a schiantarti…”

Poi si girò, vide il ragazzo che la fissava e corse tra le sue braccia.

Da quando lo aveva conosciuto meglio al quinto anno, quando erano diventati entrambi Prefetti di Grifondoro, Lily aveva sempre voluto un gran bene al ragazzo, tanto di annoverarlo come suo migliore amico.

Sentendo che lei tremava, lui la strinse ancora di più.

“Lily, sono un po’ confuso, mi spieghi?”

“Quell’idiota mi ha aspettato fuori dal buco del ritratto per chiedermi di uscire, quando io ho rifiutato mi ha baciata. Non mi lasciava più, ho avuto tanta paura di non riuscire a scappare”

Remus guardò McLaggen steso immobile a terra e per un attimo fu preso da una rabbia omicida.

Poi si ricordò della ragazza impaurita che aveva fra le braccia e si calmò.

“Andiamo dentro dai...” le sussurrò.

Arrivarono davanti alla scalinata che portava al dormitorio femminile, poi le disse:

“Io non posso andare più avanti o la vostra cara scalinata mi spedirà di nuovo giù. Ora tu vai in camera e ti fai una bella dormita, con i professori parlo io. Vuoi che ti vada a cercare Maya?”

Lei scosse la testa.

“grazie Remus, sei un amico…”

E salì su per le scale.

Remus a quel punto andò verso la sua stanza, pronto a dire a James che avevo preso un bel granchio.

Ma quando entrò in camera trovò il caos.

Cuscini distrutti.

Finestra rotta.

Baule completamente svuotato a terra.

Ante dell’armadio che pendevano da un cardine solo.

Sirius e Peter erano tranquillamente spaparazzati sui loro letti, a guardare James che distruggeva tutto.

“che diavolo succede qui??” gridò Remus.

“si sta sfogando…” disse tranquillamente Sirius, come se fosse la cosa più normale del mondo “…e non avendo a disposizione ne Mocciosus ne McLaggen si è adattato così…”

James intanto correva infuriato qua e la per la stanza, borbottando parole sconnesse come: “…non è vero…avverato…incubo…non è possibile…uccido…”

“Ramoso, fermati immediatamente!” urlò Remus.

Il ragazzo si fermò.

“Siediti” gli ordinò.

Davanti al tono della voce insolitamente fermo ed autoritario dell’amico, James obbedì.

“McLaggen l’ha baciata a tradimento, se usciamo dal ritratto probabilmente lui è ancora li per terra schiantato…”

E gli raccontò tutto ciò che gli aveva detto Lily.

“Lo uccido!” esclamò James balzando in piedi “Lo avevo avvertito ad Halloween che gli avrei spaccato quella stupida faccia!”

“ti aiuto!” concordò subito Sirius seguendo l’amico.

“State fermi tutti e due!” disse Remus piantandosi davanti alla porta.

“Farai il suo gioco James, non capisci che ce la con te solo perché lo hai battuto a Quidditch?? Non aspetta altro che un motivo per farti espellere e prendere il tuo posto in squadra! Non capisco proprio come si possa diventare così idioti per una scopa e un Boccino, ma è così!”

Jamie tornò seduto, sapeva che l’amico aveva ragione, non poteva rischiare di venire espulso da Hogwarts solo perché voleva squartare pezzo per pezzo McLaggen per aver baciato la sua Lily.

“Concentrati su Lily piuttosto…” continuò Remus “cerca di farti perdonare, anche se fondamentalmente tu non c’entri niente…”

James annuì.

L’unica cosa che voleva era il suo perdono e, in un modo o nell’altro, lo avrebbe ottenuto.

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Capitolo 19
*** San Valentino ***


 

Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeee :)

Ecco il nuovo capitolo!!

Grazie, grazie, grazie a coloro che hanno inserito la mia storia tra preferiti/seguiti/da ricordare ma soprattutto a lady musa96 e I Love James Potter per aver recensito :D

Metto alcune note a fondo pagina!!

Buona lettura!

baci baci

Ale

 

19. San Valentino

E così, lentamente, quasi senza che nessuno se ne accorgesse, era arrivato il giorno che buona parte della popolazione femminile di Hogwarts amava, mentre buona parte di quella maschile odiava.

San Valentino.

La scuola sembrava irriconoscibile.

Per qualche strano motivo, quel pazzo di Silente quell’anno aveva rivoluzionato  il castello.

Si diceva in giro che anche lui, nonostante la veneranda età, fosse innamorato.

In sala grande a cena al posto delle solite candele, brillavano lanterne a forma di cuore.

Le statue cantavano canzoni d’amore.

Mastro Gazza non urlava più come un pazzo se una coppietta in corridoio si baciava.

Lumacorno aveva deciso di insegnare agli studenti di sesto e settimo anno a preparare l’Amortentia.

E Pix…bè Pix andava qua e la vestito come Cupido, solo che invece di lanciare frecce scagliava contro i poveretti che incrociava palloncini pieni di…lasciamo perdere.

Sirius era stato per giorni e giorni nella paranoia più totale.

Non sapeva proprio cosa regalare a Maya.

Negli anni passati, alle tante ragazze con cui era stato non aveva mai regalato nulla, forse perché erano state storie della durata di tre giorni al massimo.

Così, in preda allo sconforto più totale, visto che i Malandrini non erano stati di alcun aiuto, aveva scritto alla cugina Andromeda.

Andromeda era l’unico membro della famiglia Black che ancora Sirius considerava suo parente.

Quando Sirius aveva solo un anno, Andromeda si era fidanzata e sposata in segreto con un nato babbano, Ted Tonks, cosa che le era costata l’essere ripudiata da tutta la famiglia Black.

Lui aveva sempre saputo quella storia, poiché sua madre l’aveva sempre raccontata per far capire ai suoi figli che fosse un esempio da non seguire assolutamente, ma quando Sirius, varcata la soglia di Hogwarts, si era staccato dal pensiero di sua madre, aveva iniziato a capire che Andromeda era stata l’unica ad avere avuto il coraggio di tralasciare le stupide convinzioni della sua famiglia, cioè che i Purosangue fossero i migliori e gli altri solo feccia.

Quando Sirius frequentava il terzo anno, era stato felicissimo di conoscere la sua cuginetta Ninfadora, figlia di Andromeda e Ted, che era stata appena smistata a Tassorosso come suo padre.

Quel giorno il ragazzo era all’ingresso della Sala Grande, aspettava proprio che Dora gli dicesse se sua madre aveva trovato quello che le aveva chiesto e in cuor suo sperava di si, altrimenti non sapeva proprio cosa avrebbe regalato a Maya quella sera.

Quando ormai iniziava a perdere le speranze, sua cugina arrivò correndo.

Era a dieci metri da Sirius quando, grazie alla sua famosissima sbadataggine, cadde a terra.

“Ti sei fatta male Dora?” chiese lui aiutandola ad alzarsi.

“Non chiamarmi Dora! Sono Tonks! Te l’ho detto mille volte!” esclamò lei.

“e io ti ho detto mille volte che adoro il tuo nome, Ninfadora!” ridacchiò lui.

“comunque, la mamma mi ha mandato questo stamattina…”

Gli porse un pacchettino.

“grazie grazie grazie!!” urlò come un pazzo lui abbracciando la ragazza che, non sapendo cosa ci fosse in quel pacchetto, pensò che sua madre e suo cugino avessero messo su qualche traffico illegale.

 

Intanto, per quel sabato pomeriggio era stata organizzata una gita ad Hogsmead e Sirius e Maya erano usciti in paese.

Al loro ritorno, il ragazzo le disse che di aspettarlo fuori dalla Sala Grande prima di cena.

Maya tornò in dormitorio e chiamò Lily.

“secondo me sto per fare un figuraccia…” disse all’amica.

“perché?”

“bo…credo che Sirius non mi abbia regalato nulla…non che mi importi sia chiaro! È solo che ho paura che se io gli porto il mio regalo e lui non ha niente possa sentirsi tremendamente in imbarazzo!”

Lily annuì.

“portalo lo stesso! Male che vada gli dai il tuo e basta…comunque penso che anche lui ti abbia regalato qualcosa. Stamattina confabulava con i suoi degni compari che aspettava la risposta di Andromeda…ma chi è Andromeda??”

“la cugina…” rispose prontamente Maya.

“bè dai vatti a preparare su!” la richiamò Lily “è quasi ora di cena!”

 

Quando Maya la salutò, Lily vide che le sue amiche la guardavano ridacchiando.

“che avete da nascondermi voi due??” chiese loro sospettosa.

“Niente!” esclamarono loro in coro.

Ok, nascondevano qualcosa ma non potendo sapere cosa, scesero insieme a cena.

Davanti all’ingresso incrociò Maya e non fu sorpresa di trovarla assieme a Sirius.

La cosa che la sorprese fu il fatto che il ragazzo la trascinò via.

Maya aveva un’espressione incerta sul viso, dove diavolo andavano?

Dopo cena la ragazza tornò in dormitorio e, quando entrò in camera, una cosa la colpì subito.

Un enorme mazzo di rose rosse era appoggiato sul suo letto.

Lei si avvicinò e iniziò a contarle.

“Sono cinquanta!” esclamò Alice da dietro di lei.

Lily vide finalmente un biglietto, diceva solo:

 

Buon San Valentino mia dolce Lily,

James

 

“voi lo sapevate!” esclamò felice alle amiche, che annuirono.

“chi vuoi che le abbia portate li? James mica poteva salire!”

Lily sorrise, non pensava che lui fosse capace di un gesto come quello.

Appoggiò i fiori sul baule e corse in Sala Comune per ringraziarlo, ma non lo trovò.

Decise.

Sarebbe andata il giorno dopo alla sua partita.

 

Maya arrivò all’ingresso e vide Sirius li ad aspettarla.

“buon san Valentino amore!” esclamò lui dandole un bacio.

Lei ricambiò.

Quando vide che lei gli stava dando il suo regalo, Sirius esclamò: “Alt! I regali dopo!”

E, ridacchiando, la trascinò via.

“mi spieghi perché siamo quassù?” chiese Maya incuriosita.

“Mai sentito parlare della Stanza delle Necessità?” le domandò il ragazzo.

Lei scosse la testa.

Poco dopo di fronte a loro apparve una porta.

La ragazza era sbalordita, aveva percorso quel corridoio centinaia di volte ed era certissima di non averla mai vista.

Sirius aprì la porta e, mostrando l’educazione con cui era cresciuto, fece passare prima lei.

Ok, adesso Maya era scioccata.

Erano su una spiaggia.

Se la ricordava, era una spiaggia dove erano stati un giorno quando erano piccoli lei, Sirius e Regulus.

Stranamente Warbulga e Orion avevano permesso ai loro figli di andare al mare con i Gamp e i tre bambini si erano innamorati del tramonto su quella spiaggia tanto da promettersi che un giorno ci sarebbero tornati.

“ma ci siamo teletrasportati?” chiese al suo ragazzo.

“questa è la Stanza delle Necessità” le spiegò “basta pensare intensamente a ciò che ti serve e lei lo materializza qui dentro, è tutta la settimana che ci provo e ieri finalmente ci sono riuscito. Volevo riportarti in un posto che amavi…”

Il sole nella Stanza era basso, ma non era ancora il tramonto.

Era tutto uguale a quel giorno.

La sabbia fine e morbida.

Il promontorio alle loro spalle.

Il cielo sereno.

I gabbiani che volavano.

Il mare calmissimo.

“grazie grazie grazie!” urlò lei saltandogli addosso.

Poco lontano da loro c’era un tavolo apparecchiato per due.

“madame…” esclamò il ragazzo spostandole la sedia.

Lei si sedette e, quando lo fece anche lui, apparve un elfo domestico.

“grazie Kirk!” disse lui quando la creaturina iniziò a servire loro la cena.

“come hai fatto a convincerlo a venire fin quassù?!?” domandò curiosa quando l’elfo, dopo un profondo inchino, se ne andò.

“mi vuole bene!” disse semplicemente lui con un sorriso innocente, ben sapendo però che se lui non gli avesse regalato la sua collana durante le vacanze di Natale non ci sarebbe andato neanche morto.

Dopo cena, i due si sedettero in riva al finto mare per aspettare il tramonto che stava arrivando e si scambiarono i regali.

Prima Maya aprì il suo.

“sei pazzo…” mormorò toccandolo.

Era un braccialetto d’oro bianco appeso al quale c’era un’elaborata S tempestata di brillanti.

“era solo un’idea…se non vuoi indossarlo non mi offendo,,,” rispose lui imbarazzato.

“non è questo Sirius! È splendido, te lo giuro! È solo che lo avrai pagato un occhio della testa, non posso accettarlo! Il mio regalo fa schifo paragonato a questo!”

“non essere sciocca...” disse lui baciandola “…lo sai che per me i soldi non contano nulla…”

“grazie!” esclamò abbracciandolo e riempendolo di baci.

“su mettimelo!” continuò felice porgendogli polso e braccialetto.

“ora tocca a me!” disse lui.

Era un album stracolmo di loro foto.

Ce ne saranno state centinaia, la maggior parte delle quali Sirius non si ricordava nemmeno di aver scattato.

Si partiva da foto in cui erano entrambi appena nati, che il ragazzo si chiese dove diavolo avesse preso, per poi passare ad alcune di loro bambini, fino ad arrivare a quelle di quando erano ad Hogwarts, per finire con quelle dove stavano già insieme, dove si baciavano.

“è stupendo…” mormorò “lo sai che adoro le foto…”

Maya lo sapeva, era per questo che gli aveva regalato quell’album, certa che gli sarebbe piaciuto.

Ma se avesse saputo del regalo di Sirius, gli avrebbe preso qualcos’altro.

Iniziarono a baciarsi...e baciarsi...e baciarsi.

Finirono stesi sulla sabbia e quando Sirius iniziò a spogliarla, Maya non lo fermò.

Dietro di loro, il tramonto brillava nel cielo.

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Note:

-non credo seriamente che Silente fosse innamorato, ma mi sembrava simpatico scrivercelo

-ho fatto alcune modifiche all'età di Andromeda. Ora lei è la maggiore delle sorelle Black e ha 17 anni di differenza con Sirius. Ho usato questo espediente perchè dovevo avere Ninfadora abbastanza grande per più in la, me ne sono ricordata solo ora ed è per questo che non l'avevo mai nominata prima.

-non so se la Stanza delle Necessità possa arrivare a tanto, ma mi piaceva tanto questa idea quindi concedetemelo pleaseeee :)

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Capitolo 20
*** Agguato ***


 

E rieccomi qui a rompervi le scatole, questo succede quando fuori diluvia e una poveretta non ha nulla da fare :p

Coooooooooomunque, ho scritto un altro capitolo, lo so che è corto ma volevo incuriosirvi un pò ahahahaahahah non uccidetemiiiiiiiiiiiii

Ringrazio come sempre chi ha recensito, cioè gufetta_95, _fresbee_ e I Love James Potter!! GRAZIE GRAZIE GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE :D

baciniiiiiiiiii

Ale

 

20. Agguato

“Ok, adesso calmati!” sbottò Sirius.

I Malandrini erano riuniti nello spogliatoio dei Grifondoro, tentando inutilmente di calmare un agitatissimo James che aveva appena visto Lily scendere al campo.

“è ora di andare ragazzi…” mormorò Remus vedendo entrare il resto della squadra.

Salutarono l’amico e girarono sui tacchi.

“forza Capitano, stavolta gli facciamo vedere chi comanda ai Serpeverde!” esclamò Jacob dando una pacca sulla spalla al compagno di squadra.

Nella partita di andata contro i verde argento, questi ultimi avevano dato prova della loro proverbiale scorrettezza e avevano sparato ben due Bolidi contro il portiere, la povera Audrey Jones, che era finita in infermeria.

Per quanto James si fosse impegnato per prendere subito il boccino, i Serpeverde, data la porta scoperta, avevano segnato talmente tanti goal che i centocinquanta punti della pallina d'oro erano stati praticamente inutili.

I giocatori iniziarono a cambiarsi e aspettarono una specie di discorso da James ma, quando capirono che non ci sarebbe stato, andarono fuori a riscaldarsi.

“Jamie…” sussurrò Jacob sedendosi accanto all’amico “…che succede?”

“c’è Lily sugli spalti…”

Jacob ridacchiò.

Anche lui, come del resto tutta la scuola, conosceva le pene d’amore di James Potter.

“ho paura di innervosirmi e fare una figuraccia davanti a lei…”

“James…” cominciò Jacob “…Lily  non mi sembra un tipo a cui importi del Quidditch. Dai, in questi anni avrà visto cinque o sei partite al massimo! Che ti importa se sbagli?!? é venuta a vederti no? Mi pare già un gran risultato...”

James annuì.

“forza adesso cambiati ed entra in campo, mica puoi giocare in tuta!”

“grazie Jake…”

“dovere amico!”

E uscì.

James si alzò in piedi e cercò la sua divisa.

Doveva passare più tempo con Jacob, era un tipo apposto.

petrificus totalus!”

Jamie cadde a terra congelato dall’incantesimo, sperando ardentemente che fosse l’ennesimo scherzo idiota di Sirius.

Quando sentì la risata alle sue spalle però, capì che era stato troppo positivo.

“bene bene bene, Capitan Potter!”

Una figura torreggiava su James che non riusciva a muoversi.

Aveva appoggiato la bacchetta sulla panca per cambiarsi e non riusciva ad appellarla solo con il pensiero.

Era in trappola.

“Bene Potter, ora ti dirò come andranno le cose…” disse lentamente McLaggen “…tu rimarrai qui e ti farai un bel riposino per terra mentre io entrerò in campo e giocherò al posto tuo. Quando vincerò organizzeremo una bella festa e stasera con qualche scusa butterò l’Amortentia che ci ha fatto preparare Lumacorno nel bicchiere della Evans…che cadrà ai miei piedi! Ti piace il mio piano capitano??”

“sai, avevi ragione sulla Evans…” continuò imperterrito “…prima volevo conquistarla solo per farti un dispetto, adesso ti dirò…stasera mi divertirò parecchio a toglierle tutti quei vestiti dopo che le avrò dato il filtro d’amore!”

James non riusciva a muoversi ne a parlare.

Era nei guai, grossi guai.

Nessuno lo avrebbe trovato fino alla fine della partita, quando la squadra sarebbe tornata negli spogliatoi.

“non preoccuparti, dirò a tutti che ti sei sentito improvvisamente male e che sei dovuto correre in infermeria e che io passavo casualmente di qua. Non avranno tempo per controllare…”

Lo scimmione indossò una vecchia divisa uscita fuori da chissà dove e prese una vecchia scopa della scuola.

“buon ascolto Capitano…” e uscì.

James provò per un bel pò ad appellare la bacchetta, ma non ci riuscì.

"promemoria per me" pensò infuriato "uccidere McLaggen appena qualcuno mi trova, dovessi buttarlo giù da quella dannata scopa!"

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Capitolo 21
*** Bye bye McLaggen ***


 

GRAZIE GRAZIE GRAZIE a lady musa96 e I Love James Potter per aver recensito il capitolo precedente! :D

Ecco il nuovo, credo proprio che vi piacerà ;p ;p

Buona lettura,

Ale

 

21. Bye bye McLaggen

“c’è qualcosa che non va…” sbottò Sirius vedendo entrare McLaggen.

Il ragazzo andò vicino a Madama Bumb, che aspettava l’arrivo di James per dare inizio alla partita.

I Malandrini videro la donna annuire a qualcosa che quello scimmione gli aveva detto e lo videro stringere la mano a Joel Flitt, capitano dei Serpeverde.

Il resto dei Grifondoro si guardava intorno, sia quelli della squadra che quelli sugli spalti.

Ma dov’era James?

“SIAMO APPENA STATI INFORMATI” stava urlando Hector Cave, il cronista, “CHE IL CAPITANO DI GRIFONDORO, A CAUSA DI UN LEGGERO MALORE, NON GIOCHERA’ OGGI E VERRA’ SOSTITUITO DAL CERCATORE MARCUS McLAGGEN!”

“c’è decisamente qualcosa che non va!” esclamò Remus, prima che tutti e tre si alzassero e scappassero via.

“James!” urlò Sirius entrando nello spogliatoio e vedendo il suo migliore amico a terra.

Remus enunciò il contro incantesimo e il quarto Malandrino si alzò infuriato da terra e, senza dire una parola, afferrò la sua scopa e corse in campo.

“James la divisa!” squittì Peter, ma ormai era troppo tardi, il ragazzo era corso in campo in tuta da ginnastica.

Un boato pervase il campo alla vista di James Potter e Madama Bumb, sentendo quelle grida, si guardò intorno per capire cosa stesse succedendo.

Il suo sguardo vagò per un po’ da Potter a McLaggen e viceversa, poi fischiò il timeout.

“che sta succedendo qui?” chiese ai due ragazzi.

“Succede” esplose James infuriato “che questo bastardo mi ha affatturato per giocare al posto mio!”

“è vero McLaggen?” domandò la donna.

“Dai Madama, era un innocente scherzetto!” cercò di sdrammatizzare quest’ultimo.

“Fuori!” gridò adirata l’arbitro “Fuori di qui immediatamente! Sei espulso a vita dal Quidditch! Non voglio rivederti mai più su un campo!”

McLaggen, senza poter far niente, girò sui tacchi gridando maledizioni a destra e manca.

“Di addio al Boccino idiota…” sogghignò James.

A quel punto, l’altro si voltò ed esclamò:

Cru…”

impedimenta!”

Quello venne sbalzato via dal potente incantesimo e Jamie si voltò.

Vide la McGranitt avvicinarsi a loro.

“Cosa pensavi di fare è Marcus?” gridò indignata “una Maledizione Senza Perdono su un tuo compagno? Per cosa poi? Per una stupida partita di Quidditch?!?”

Lui non aveva il coraggio di aprire bocca, sapeva che con la McGranitt infuriata non si poteva tentare la sorte.

“Vai a fare i bagagli McLaggen…”

“Che cosa?!?” urlò lui.

“Sei espulso da Hogwarts”

“no professoressa la prego”

“l’uso di una Maledizione Senza Perdono su una persona ti farebbe guadagnare un biglietto di sola andata per Azkaban. Ringrazia che sei solo un ragazzo e non avvertirei mai il Ministero per nessuno di voi”

Lui pareva non avere intenzione di uscire dal campo.

“Fuori McLaggen…” continuò la professoressa con un tono che non ammetteva repliche.

Il ragazzo, non potendo più fare nulla, se ne andò.

“Madama Bumb…” chiese James alla donna “…posso giocare così? Non voglio perdere altro tempo per mettere la divisa”

Lei annuì.

Tutti risalirono sulle loro scope e la partita iniziò.

“Ti sembrava troppo bello giocare con quel tonto di McLaggen è Mortimer?” disse James al Cercatore dei Serpeverde che gli passò accanto.

“Pensa al Boccino Potter!”

La squadra, felice di riavere il proprio capitano, stava giocando una partita esemplare.

In dieci minuti avevano segnato sei volte e Audrey aveva parato tutti i tiri dei Serpeverde.

“SETTANTA A ZERO PER GRIFONDORO!” gridò il cronista e James vide che Jacob aveva segnato di nuovo.

Poi lo vide.

Il Boccino brillava attorno agli anelli di Serpeverde.

La sua scopa scattò e lui si lanciò all’inseguimento.

Allungò la mano….

Un dolore atroce si impadronì del braccio e lui vide che penzolava in modo innaturale.

Vide un Bolide allontanarsi da lui e il Battitore dei Serpeverde sghignazzare.

Gli aveva rotto il braccio.

Giocare una partita in quelle condizioni era difficile, ma lui non avrebbe mollato per nulla al mondo.

Il Boccino gli sfrecciò accanto e lui si lanciò di nuovo all’inseguimento ma Angus Mortimer gli era accanto.

Con una potente spallata lo fece barcollare e Jamie, che con quel braccio rotto aveva ben poco equilibrio, rischiò di cadere dalla scopa.

Aveva capito.

Se nella partita precedente i Serpeverde avevano mirato al portiere, stavolta il bersaglio era lui.

“SEMBRA CHE I SERPEVERDE VOGLIANO GIOCARE UNA PARTITA ALL’INSEGNA DELLA SCORRETTEZZA…” ringhiò il cronista indignato.

Davanti all’ennesimo fallo su James la Bumb assegnò finalmente un rigore ai Grifondoro, che Jacob ovviamente trasformò in goal.

“CENTOTRENTA A VENTI PER GRIFONDORO!” gongolò Cave.

E finalmente, James vide il Boccino per la terza volta.

I Battitori erano distratti, Mortimer era dall’altra parte del campo, era il momento giusto.

Il Cercatore scattò e pochi secondi dopo la pallina d’oro era stretta nella mano sana.

Un boato di gioia esplose nel campo e il capitano fu attorniato dalla sua squadra.

Tutti esultavano, tutti erano felici, Jacob saltò addirittura sulla scopa di James per abbracciarlo.

Quando Jake tornò sulla sua di scopa, il Capitano ebbe l’idea.

Planò verso gli spalti dove c’erano i Grifondoro, dove c’era Lily.

Un varco si aprì sulle gradinate davanti a lei, dove il ragazzo atterrò.

“Salta su…” le disse.

“James…” borbottò lei arrossendo “…io ho paura di salire sulle scope…”

“prometto che ti riporto al castello sana e salva” ridacchiò lui portandosi la mano sana al cuore.

Lei guardò il braccio rotto e fece una smorfia.

“Muoviti Lily!” la spinse Maya che era accanto a lei, e lei salì dietro a James.

“SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! SI! “ urlava il cervello del ragazzo, mentre nello stadio risuonava l’ennesimo boato alla vista dei due.

Si allontanarono dal campo di Quidditch e quando James prese quota Lily si strinse a lui ancora di più.

Si abbassarono fino a sfiorare con i piedi il lago nero.

“Paura?” le domandò e lei alzò gli occhi e, ridendo, scosse la testa.

Sorvolarono la scuola, la foresta proibita, la capanna di Hagrid, e tutti alzavano gli occhi al loro passaggio per vedere chi fossero quei due.

Si fermarono a svolazzare sopra il parco e James si voltò verso di lei.

Come al ritorno da Hogsmead, i loro visi erano vicini, vicinissimi.

“Lily io…” ma non continuò.

Nessuno dei due seppe mai dire chi avesse preso l’iniziativa, fatto sta che un secondo dopo, dopo anni di prese in giro e insulti, si stavano finalmente baciando.

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Capitolo 22
*** La scoperta di Lily ***


 

Eccomi qua!!! :)

Grazie mille a tutti quelli che hanno recensito, ma anche a chi ha inserito la mia storia tra preferiti/seguiti/da ricordare!! :D

Buona lettura,

Ale

 

22. La scoperta di Lily

Era passato un mese ormai, tra Lily e James le cose andavano più che bene.

Tutti ad Hogwarts, studenti e insegnanti, fantasmi ed elfi domestici, speravano che la cosa continuasse, che finalmente i due avessero raggiunto la tregua e gli strilli e gli insulti per i corridoi fossero finiti.

Da quando due dei più ambiti single della scuola, James e Sirius, si erano sistemati, i loro fan club si erano sciolti con grande disperazione delle ragazze che ne facevano parte.

Non era raro ormai vedere le suddette ragazze girare con spille che gridavano “Io odio Lily Evans” o “Io odio Maya Gamp”.

Non era raro vedere Maya mangiare più al tavolo dei Grifondoro che a quello dei Corvonero.

Non era raro vedere James e Lily sbaciucchiarsi nei corridoi.

Non era raro vedere Severus Piton girare per la scuola più infuriato che mai.

Insomma, quasi tutti godevano di quella situazione.

Era una bellissima serata di marzo.

La luna piena si stagliava nel cielo, talmente luminosa da oscurare le stelle che la circondavano.

Lily stava discutendo con la McGranitt davanti alla torre dei Grifondoro delle ronde, quando un agitatissimo Hagrid corse verso di loro.

“Professoressa!” gridò.

“Calmati Hagrid! Che succede?” domandò lei.

“dei bambinetti sono entrati nella foresta proibita! Ci ho provato a cercarli ma ci si sono addentrati troppo, di sicuro si sono già persi”

“bè Hagrid allora vai a cercarli!” esclamò lei.

“certo ci stavo andando, solo che ci dobbiamo essere in due, almeno li troviamo prima! Ci dobbiamo pure fare in fretta professoressa, stanotte è piena!”

La donna annuì seria.

“vado io professoressa” si propose subito Lily.

“Evans, è della foresta che parliamo, può essere pericoloso…”

“non sarà la prima volta che ci vado…”

La vicepreside annuì e, poco dopo, Lily era già tra gli alberi con Hagrid.

Cominciava già a pentirsi un po’, le altre volte che ci era entrata era sempre giorno ed era sempre con il resto della classe.

Ora era solo con il guardiacaccia, che si guardava intorno visibilmente agitato.

Chissà poi perché…” si domandò, era noto che Hagrid girovagava per la foresta un giorno si e l’altro pure.

Ma c’era qualcosa di strano quella notte, anche la Caposcuola lo aveva percepito.

Tutto tra gli alberi pareva immobile, anche gli animali che di solito uscivano solo di notte erano spariti.

Un fruscio li fece sobbalzare e si voltarono.

Un bambinetto uscì piagnucolando dai cespugli, portava lo stemma di Serpeverde appuntato sul petto.

“dove sono i tuoi compari?” domandò brusco il guardiacaccia.

“Ci siamo divisi…” sussurrò quello “…una strana creatura ci ha attaccati e per scappare mi sono perso gli altri…”

“quanti siete?” chiese Lily.

“cinque…”

“Evans ci hai paura di fare il sentiero da sola?” fece Hagrid.

Lei scosse la testa.

“ce la fai a riportarmi in quel punto?” domandò poi al bambino.

“credo di si…” sussurrò lui.

Il guardiacaccia si voltò poi verso di lei.

“Lily, nessuno studente ci dovrebbe sapere cosa sto per dirti perciò non parlarne mai con nessuno” le disse abbassando la voce per non farsi sentire dal Serpeverde “penso proprio che qui in giro c’è un lupo mannaro quindi ti prego di farci un sacco di attenzione”

Lei annuì, mentre un brivido le correva su per la schiena.

“devi esserci pronta ad ucciderlo Lily…”

“ lo sono…”

“stacci attenta piccola…”

E se ne andò.

La ragazza rimase un secondo immobile, finchè l’uomo non sparì tra gli alberi portandosi dietro il bambino.

A quel punto sentì di nuovo un fruscio alle sue spalle e cominciò a percorrere il sentiero di corsa.

Voleva trovare quei ragazzini e uscire da li il più in fretta possibile.

Davanti a lei teneva la bacchetta che le illuminava la strada, ma era pronta a scattare.

Ad un certo punto, vide qualcosa.

Si abbassò e ai suoi piedi vide una bacchetta magica, sicuramente di proprietà di uno dei Serpeverde.

Ma in quel momento, qualcosa uscì dai cespugli davanti a lei.

Lily non aveva mai visto un lupo mannaro, ma era certa di averlo di fronte.

Grande, peloso, occhi gialli.

Era immobile di fronte a lei.

Un passo.

Un altro.

La ragazza si alzò.

Non riusciva a muovere le gambe, ferme per la paura.

Poi, quando il lupo era a un metro da lei, qualcosa nella sua testa scattò.

Iniziò ad indietreggiare, ma poco dopo cadde inciampando su una radice.

L’animale ringhiò e si preparò a scattare.

Lily alzò la bacchetta ma aveva così tanta paura da non riuscire a pronunciare nessun incantesimo.

Serrò gli occhi quando il lupo saltò.

Sentì un colpo ai sui piedi e si guardò davanti.

Uno splendido cervo era davanti a lei, si era buttato per difenderla dal mannaro e ora aveva un enorme graffio al petto.

Il lupo, intanto, era stato atterrato da un grosso cane nero e un topolino si era avvicinato al ferito, che si stava divincolando in preda al dolore.

Che diavolo ci facevano un cervo e un cane in una foresta dove vivevano solo creature magiche?!?

Pochi secondi dopo l’animale ferito iniziò a tremare e Lily rimase letteralmente sconvolta quando iniziò a trasformarsi.

“James?!?”

 

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Capitolo 23
*** Copertura ***


 

Eccomi qua! :)

Lo so che questo capitolo è corto e non è nemmeno un gran che, ma non potevo spezzare il prossimo.

Spero che proprio con il prossimo mi potrò far perdonare...

Grazie a tutti quelli che hanno inserito la mia storia tra preferiti/seguiti/da ricordare e a chi ha recensito.

Vorrei poi rispondere a loro:

X gufetta_95: il personaggio di Maya l'ho inventato di sana pianta :) forse in altre storie hai letto di ragazze che si chiamano così, io ho scelto questo nome solo perchè mi piace tanto, lei avrebbe potuto chiamarsi pure Sara o Veronica e sarebbe stata sempre uguale. Non so se mi sono spiegata scusa :p

X I Love James Potter: no, io ho preferito fare che Lily non sapesse nulla, è Maya quella che lo ha capito da un pò ma aspetta che sia Remus a confessarlo. Ho preferito così perchè ho sempre visto Lily come una che sa sempre tutto, non a livello di Hermione ovvio, ma più o meno :p mi piaceva che per una volta ci fosse qualcosa che anche lei non sapesse.

 

23. Copertura

“James?!?” esclamò Lily vedendo il suo ragazzo riverso ai suoi piedi.

“Coda…Codaliscia…” biascicò lui, mentre il topolino gli si avvicinava al viso “Coda…non c’è tempo da perdere…di a Felpato di riportare immediatamente Lunastorta alla Stamberga…quando mi vedranno così andranno a controllarlo di sicuro…”

Il topolino squittì.

Lily era sbigottita, perché diamine il suo ragazzo parlava con un ratto?!?

“Lily, ti prego, ti scongiuro…lo so che sei confusa ma devi reggermi il gioco…qui non si tratta solo di salvare me ma anche qualcun altro…quando saremo al sicuro ti spiegherò tutto te lo pro….” ma poi lanciò un urlo di dolore, sicuramente dovuto ad una fitta al petto che sanguinava copiosamente.

“Dobbiamo andare al castello James…” mormorò, per quanto potesse fingersi forte, la spaventava vederlo in quello stato.

“ma dobbiamo anche trovare quei quattro ragazzini…” aggiunse poi aiutandolo ad alzarsi “…ero qui apposta con Hagrid…”

“Coda…” borbottò James al topolino “…dopo che avete lasciato Lunastorta cercate i marmocchi che abbiamo incrociato prima e riportateli al castello…se vedete Hagrid inventatevi qualche scusa…sono certo che ci coprirà…”

Così, lentamente, uscirono dalla foresta.

Lily era incapace di parlare, non riusciva a credere a quello che aveva appena visto.

“sei un animagus…” mormorò mentre entravano nel parco.

Lui annuì.

“come fai a conoscere quel topo?”

“era Peter…il cane invece era Sirius…”

“mi stai dicendo che il lupo era…?”

“…Remus…si…”

“mio Dio…”

“non devi aver paura di lui Lily, anche se non sembra è un lupastro molto…”

Ma lei lo interruppe.

“Non ho paura di lui idiota!” urlò “stavo per lanciare un incantesimo contro il mio migliore amico!”

“spiegami tutto James…”

“…si…ecco…potremmo andare in infermeria prima? Non vorrei morire dissanguato…”

“POTTER! EVANS!” gridò qualcuno andandogli incontro.

“Che diavolo ti è successo Potter?!? Che ci facevi con la Evans?!?” ringhiò infuriata la McGranitt.

“…ti prego…” mormorò James a Lily prima che la vicepreside potesse sentirli.

“…ho accompagnato la Evans professoressa…” biascicò lui tenendosi il fianco ferito “…quando lei l'ha lasciata con Hagrid, prima di andare Lily è passata in Sala Comune e ci ha detto che…”

“…che stavo andando nella foresta a cercare quei bambini…” lo interruppe lei.

“…esattamente!” esclamò James con un gemito di dolore “…Sirius, Peter ed io non volevamo lasciare soli lei e Hagrid quindi li abbiamo seguiti, quando siamo arrivati nella foresta Lily era sola perché...”

“…perché Hagrid aveva trovato uno dei ragazzini così ci siamo divisi per trovare gli altri prima!” disse lei.

“…quando siamo arrivati noi ci siamo divisi, io e Lily siamo andati da una parte mentre Sirius e Peter da un’altra, solo che poco dopo noi due siamo stati attaccati da una creatura…”

“che genere di creatura?” lo interruppe bruscamente la McGranitt.

“non lo so, non lo abbiamo visto bene, ma era grosso, molto grosso, sembrava un orso…” rispose lui.

“eccoci!” gridò una voce alle loro spalle.

Si voltarono e videro arrivare proprio Sirius e Peter che accompagnavano cinque ragazzini infreddoliti e spauriti.

“voglio credervi…” disse la McGranitt a James e Lily “…anche se questa storia mi puzza tanto di bugia…”

“COSA PENSAVATE DI FARE VOI CINQUE LI DENTRO?!? CENTO PUNTI IN MENO A SERPEVERDE!” gridò infuriata ai ragazzini “parlerò personalmente del vostro comportamento sconsiderato con il professor Lumacorno, avrete una punizione che vi ricorderete per i prossimi sette anni!”

“Oh santo cielo Potter!” esclamò poi qualcun altro.

“Madama Chips!” disse lui “mi sa che sto per morire dissanguato…”

“non dire sciocchezze ragazzo…è solo una feritina…” rispose lei.

“ma quale feritina?!?” si lamentò indignato lui “ho la pancia squarciata! Povero me...le mie fan non mi vorranno più con questa cicatrice…”

E fece l’occhiolino a Lily, peccato che lei non fosse dell’umore adatto, ancora intenta a rimuginare sugli avvenimenti di quella sera.

“Poppy…” disse poi la McGranitt “…porta Potter e i Serpeverde in infermeria e sistemali per favore…io devo andare a controllare…la casa…”.

L’infermiera annuì seria, mentre i Malandrini sapevano perfettamente che voleva andare alla Stamberga per controllare che Remus fosse li e non fosse lui la fantomatica creatura.

I ragazzi entrarono nel castello ma Lily non prese la strada per l’infermeria con gli altri.

“Lily…” la fermò James “…vieni domattina all’ora buca nel nostro dormitorio, ti giuro che saprai tutto”

Lei stava per ribattere ma vennero interrotti da Madama Chips che gridò:

“Potter ti muovi? O vuoi sul serio morire dissanguato stasera?!?”

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Capitolo 24
*** I ricordi di Remus ***


 

Grazie Grazie a gufetta_95 e I Love James Potter per aver recensito! :D

Nuovo chap, spero vi piaccia.

Baci,

Ale

 

Note:

- "l'Ufficio per il Controllo delle Creature Oscure" l'ho inventato di sana pianta, non credo esista

- la parte in corsivo sono i ricordi di Remus

 

 

24. I ricordi di Remus

Il mattino dopo, come promesso, durante l’ora buca i Grifondoro si riunirono nella camera dei Malandrini.

C’era anche Maya con loro, che invece aveva saltato Erbologia, perché Sirius aveva detto che entrambe avevano il diritto di sapere tutto.

“Bene…” sussurrò Remus dal suo letto “…è l’ora della verità…”

“Dai Remus” disse Maya “lo sappiamo che sei un licantropo”

“Glielo hai detto tu?” domandò subito James a Lily, che scosse energicamente la testa.

“Lo so dal quarto anno” continuò Maya “non ho mai detto nulla nemmeno a Lily perché era giusto che ce lo dicesse Remus, se e quando fosse stato pronto”

Vide che tutti la guardavano increduli.

“Dai ragazzi” esclamò “se lo avete capito voi lo potevo capire anche io, forse non sembra ma anche io so fare due più due…”

“visto che lo sapete…” disse allora stancamente Lunastorta “…tanto vale raccontarvi la mia storia…”

Le due ragazze si misero ad ascoltare.

“tutto cominciò dodici anni fa, quando avevo solo cinque anni. Sono sempre stato un bambino cagionevole, anche prima della trasformazione, così i miei genitori decisero che la mia mamma, che è una Babbana, sarebbe rimasta con me, lasciando il suo lavoro. Mio padre John, invece, lavorava al Ministero della Magia, all’Ufficio per il Controllo delle Creature Oscure. Non siamo mai stati una famiglia ricca, ma quello che guadagnava mio padre ci permise una vita normale. In quel periodo papà e alcuni suoi colleghi stavano indagando su una strage che portava la firma di un licantropo e dopo giorni di indagini si scoprì che il responsabile era Fenrir Greyback. Quando emanarono il mandato di cattura, però, Greyback divenne introvabile. I giorni passarono, i colleghi di papà iniziarono a morire insieme alle loro famiglie e mio padre capì che era sempre Fenrir l’assassino. I miei genitori decisero di andarsene dall’Inghilterra, volevano andare in Francia, dove era cresciuta mia madre Annette, finchè il licantropo non fosse stato catturato e le acque non si fossero calmate. Ma qualcosa andò storto. Il pomeriggio precedente al plenilunio, Greyback si presentò alla nostra porta”.

 

“Greyback!” ringhiò l’uomo aprendo la porta di casa.

“ciao John…” cinguettò quello “…sono venuto per finire ciò che ho iniziato. Mancate solo tu e la tua famiglia di tutti quei bastardi che hanno messo quella taglia sulla mia testa

Fu un attimo.

John si voltò per afferrare la bacchetta e il licantropo scomparve.

“chiamiamo gli Auror” disse alla moglie, che teneva il piccolo Remus in braccio.

Gli Auror arrivarono ma non trovarono traccia del licantropo intorno la casa.

Consigliarono all’uomo di barricarsi in casa quella notte, durante la luna piena.

John seguì il loro consiglio.

Quando calarono le tenebre, mentre i due Auror che erano rimasti li per sorvegliare casa Lupin erano andati in paese alla locanda, la luna sorse nel cielo.

John Lupin si piazzò dietro la porta di casa, chiusa con un incantesimo, ma il licantropo riuscì a superare la barriera.

Sfondò la porta e atterrò l’uomo, per poi dirigersi verso la moglie e il figlio.

Prima che gli Auror potessero tornare, aveva ucciso John e morso il piccolo Remus, mentre la madre piangeva disperata.

Quando si accorse dell’arrivo degli Auror, Greyback fuggì, senza essere riuscito ad uccidere il bambino ne la madre.

Gli uomini del Ministero non poterono far altro che constatare la morte dell’uomo e portare gli altri due al San Mungo, dove i Medimaghi medicarono il piccolo ma dissero alla donna che non c’era nulla da fare, ormai era stato contaminato.

Pochi giorni dopo il funerale di John, Annette ricevette una lettera dal Ministero della Magia, che gli consigliava di scappare se poteva, poiché certamente Greyback li avrebbe cercati per terminare ciò che avevano iniziato.

Annette, pur a malincuore, prese suo figlio e lasciò la terra dove era seppellito suo marito, sperando che in Francia potessero avere una vita migliore.

Ma si sbagliava.

La povera donna cambiò decine e decine di mestieri, poiché i suoi padroni non accettavano il fatto che dovesse portarsi Remus sul posto di lavoro e dovesse assentarsi nei pressi della luna piena, per cercare di medicare il figlio che si feriva continuamente e che non poteva portare in un comune ospedale.

Ma lei, non potendo dire nulla sulla condizione del suo bambino, accettò sempre i licenziamenti senza dire una parola.

Lentamente, i soldi che avevano risparmiato nel corso degli anni e quel poco che aveva guadagnato lei con i suoi tanti lavori, finirono.

Arrivarono al punto che Annette non riusciva più a dare da mangiare a suo figlio, tanto che certe notti dovette andare a rubare nei frutteti.

Si vergognava tanto nel farlo e piangeva per notti intere per i sensi di colpa, ma lo faceva per il bene del bambino.

Prendeva tre mele, solo per Remus, una per colazione, una per pranzo, una per cena.

Non prendeva mai nulla per lei, arrivò a non mangiare per quattro o cinque giorni di fila.

Quando Remus gli diceva: “mamma mi cucini la carne stasera?” lei rispondeva sempre: “domani tesoro, domani la mamma ti cucinerà qualcosa di buono”

E, puntualmente, il bambino doveva accontentarsi di un frutto o di un pezzo di pane.

Erano passati quattro anni ormai, Remus ne aveva nove e Annette, capendo che in Francia le cose erano un disastro, decise di usare quei pochi soldi che avevano per tornare in Inghilterra e cercare aiuto dai parenti del marito.

Quando arrivarono, però, invece di trovare accoglienza trovarono solo un sacco di porte chiuse, sia verso la cognata Babbana che verso il nipotino licantropo.

Vissero per qualche mese in ricoveri per poveri Babbani e, mentre lasciava Remus ad una donna che lavorava al ricovero, Annette ricominciò a lavorare e a mettere da parte qualcosa per trovare una casa per lei e il figlio.

Ad ogni luna piena scappavano in aperta campagna, lei legava il suo povero bambino ad un albero particolarmente forte con pesanti corde d’acciaio che neanche il licantropo riusciva a spezzare mentre lui piangeva per la paura leie aspettava al suo fianco, aspettava che la notte passasse e che il suo piccolo Remus tornasse il dolce ragazzino di sempre.

Tutto cambiò l’estate dell’undicesimo compleanno di Remus.

Un uomo dalla lunga barba bianca arrivò nella misera casetta che erano riusciti ad affittare e propose ad Annette di mandare suo figlio ad Hogwarts.

Lei inizialmente rifiutò, temendo per la sicurezza del suo piccolo, temendo che qualcuno lo scoprisse e lo scansasse come avevano sempre fatto tutti, temendo che non avesse un posto giusto per trasformarsi.

Ma Silente le disse che aveva già pensato a tutto, che Remus sarebbe stato al sicuro.

La donna era titubante, ma disse al preside che doveva essere il bambino a decidere.

“Allora che ne dici Remus? Ti andrebbe di venire alla mia scuola?”.

 

“da quel giorno, le cose per la mamma sono nettamente migliorate” disse lui con un sorriso “ha trovato lavoro come maestra d’asilo ed è perfetto, perché lei lavora esattamente nei periodi che io sono a scuola e durante l’estate può starmi vicino”.

Guardò verso Maya e Lily, le cui guance erano rigate di lacrime di commozione, mai nella loro vita avevano sentito una storia tanto triste.

“quando arrivai a scuola” continuò Remus “pensavo che avrei potuto tranquillamente ingannare i miei compagni, ma non avevo fatto i conti con questi tre” e indicò i Malandrini “al secondo anno mi dissero che avevano scoperto tutto e che non gli facevo paura o schifo anzi, volevano aiutarmi. Inizialmente, ad ogni luna piena, si appostavano fuori dalla porta della Stamberga e cercavano di calmarmi con le parole, peccato che era tutto inutile e, alla fine, Sirius ebbe l’idea. Diventare animagus. I lupi mannari non sono pericolosi per gli altri animali, lo sono solo per gli umani. Studiarono a fondo e, al quinto anno, mi fecero il regalo più bello della mia vita, ci riuscirono. Da allora, passano tutti i pleniluni con me e da quando ci sono loro, non mi ferisco più perché riescono a calmarmi. Ogni volta usciamo e corriamo nella foresta proibita o nel parco di Hogwarts. Sirius e James, che sono animali grandi quanto me, riescono perfettamente a sovrastarmi se serve, per esempio se incrociamo gli umani. Quando posso correre in giro riesco a sfogare la mia energia e non mi faccio più del male. Da quando ho loro come amici, sono felice come non lo sono mai stato”.

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Capitolo 25
*** Dorea Black in Potter ***


 

Grazie Grazie Grazie a gufetta_95 e I Love James Potter che non smettono mai di seguirmi e di commentare :D :D :D

Per Pamy91: volevo fare un ringraziamento speciale a te, che non solo hai commentato la storia ma anche tutte e tre le mie one-shot, grazie davvero :) comunque sono una ragazza, mi chiamo Alessia :p

 

Torniamo a noi signori, nuovo chap!

Buona lettura,

Ale

 

25. Dorea Black in Potter

“eddai Lily!”

“No James…”

“per favoreeee!!!”

“Ti ho detto di no!”

“Ma perché no?!? La mamma ci tiene tanto a conoscerti! Sono settimane che mi dice di invitarti a venire da noi a Pasqua!”

“Basta, se ti dico no, significa no…”

 

“Jamie!! Tesoro!!” urlò Dorea uscendo di casa e correndogli incontro.

“Mamma!” rispose lui abbracciandola.

“Mamma, lei è Lily” continuò il ragazzo.

“Tanto piacere signora Potter…” disse lei imbarazzata.

“Oh santo cielo cara chiamami Dorea. James, i tuoi racconti non le rendevano giustizia, è veramente bellissima!”

Lily sorrise sempre più imbarazzata.

“Mamma, dov’è papà?” chiese il moro.

“dove vuoi che sia?!? In ufficio no! Lo sai com’è fatto tuo padre, sempre chino sulla sua adorata lista di ricercati…” rispose la donna.

“Bè? Che stiamo facendo qui fuori?!? Entriamo no?!?” continuò poi.

Entrarono nella casa di fronte a loro e Lily vide che era il ritratto della perfezione.

Non una sedia fuori posto.

Non un fiore appassito.

Non un granello di polvere in giro.

Dorea doveva essere l’esatto contrario di James.

Li condusse verso la camera del ragazzo e quando aprì la porta disse: “ho preparato per entrambi la tua camera Jamie, ma se per te è un problema Lily cara preparo subito la stanza di Sirius. Vi lascio soli ora, ciao ciao!”

E con un sorriso se ne andò.

“Lily se vuoi dico alla mamma di preparare davvero la camera di Sirius…” disse James una volta chiusa la porta.

Sapeva com’era fatta Lily, sapeva che era imbarazzatissima all’idea di dormire insieme per la prima volta.

Lei scosse la testa sorridendo, anche se era rossa come un pomodoro in viso, poi chiese incuriosita: “La stanza di Sirius?”

“Non lo sai?!?” domandò lui “Sirius è scappato di casa l’estate scorsa ed è venuto a vivere qui. La mamma lo ha adottato come secondo figlio e ora la camera degli ospiti è diventata stabilmente la sua camera”.

Si sedettero entrambi sul letto e si abbracciarono, stanchi per il viaggio.

“tua mamma è un po’…esuberante…” disse lei sperando che il ragazzo non si offendesse.

“la mamma è malata…” sospirò tristemente lui e Lily scattò a sedere “…fa così solo per fingere con noi, soprattutto con me, di stare bene…ma le terapie da quanto dice papà non stanno funzionando. I medimaghi non sanno nemmeno se arriverà all’estate, se vivrà per vedermi almeno diplomare…per questo lui sta sempre in ufficio, non riesce a sopportare di vederla spegnersi sempre di più giorno per giorno…per questo ho insistito così per farti venire, lei ci teneva tanto a conoscerti...”

Lily abbracciò più stretto il suo ragazzo, ben sapendo cosa stesse provando.

“mi dispiace tanto James…” mormorò.

“già…” rispose lui.

A quel punto bussarono alla porta.

“Piccioncini!!! Vi ho portato la merenda, avrete fame dopo il viaggio!” esclamò Dorea dall’altra parte.

E James, sospirando tristemente, si alzò ed rispose: “arrivo mamma…”

 

Quella sera Lily conobbe anche Charlus.

Era uguale in tutto e per tutto al figlio, aspetto fisico e carattere.

Per tutta la sera non fecero altro che scherzare e prendersi in giro, finchè Dorea non li zittì in un secondo.

Lily l’ammirò.

Erano anni che provava a zittire James senza riuscirci.

Poi, a cena, l’uomo le chiese:

“dimmi Lily…che ti è successo?”

“In che senso signor Potter?” domandò lei non capendo.

“Che trauma hai subito per farti incastrare da questo scriteriato di mio figlio?”

A quel punto il ragazzo gli tirò un coltello, che l’uomo trasfigurò come se niente fosse in un aereoplanino di carta.

“James!” esclamò Dorea indignata “sono diciotto anni che ti dico che non si tirano i coltelli a tavola, riprovaci ed è la volta buona che ti affatturo!”

A quanto pare, pensò Lily, il tiro di cose che potevano essere potenzialmente mortali era una cosa ricorrente.

Le risate continuarono fino a mezzanotte abbondante, quando Dorea, stanchissima, disse che sarebbe andata a letto.

Prima di farlo, Lily notò che bevve almeno tre pozioni diverse.

Quando i due ragazzi entrarono nella stanza di James, lei si sentì avvampare, era arrivato il momento che un po’ temeva.

“bè..io…ecco…vado un attimo in bagno…” disse lui intuendo cosa stesse pensando lei.

Lei ne approfittò per mettersi il pigiama e quando il ragazzo tornò corse a lavarsi i denti.

Quando tornò, si gettò tra le coperte a abbracciò stretto stretto James, che sembrava non chiedere altro.

Lui la baciò, poi la guardò intensamente negli occhi.

“Lily…io ti amo…” le sussurrò a fior di labbra.

Lei lo baciò, poi di nuovo, e ancora, e ancora.

“ti amo anche io…” mormorò dolcemente.

E si baciarono di nuovo.

James l’abbracciò più forte e iniziò a giocare con l’orlo della sua maglietta, poi guardò negli occhi la sua ragazza, aspettando un cenno, qualsiasi cosa.

Il suo cuore fece un doppio salto mortale di gioia quando lei annuì.

Le tolse il pigiama e lei fece lo stesso con quello di lui, anche se James capiva che Lily era un po’ imbarazzata e impaurita.

“ti amo…” le disse di nuovo all’orecchio e da quel momento non si fermarono più.

Il mattino dopo Charlus Potter fu svegliato di soprassalto dall’urlò di sua moglie Dorea che, entrando in camera del figlio per portare ai ragazzi la colazione e trovandoli nudi, gridò: “JAMES! NON VORRETE MICA GIA’ METTERMI IN CANTIERE UN NIPOTINO?!?”

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Capitolo 26
*** La proposta di Silente ***


 

WOW WOW WOW SIAMO ARRIVATI A 50 RECENSIONI!!! GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO COMMENTATO LA MIA STORIA! :D

Peccato che siamo quasi alla fine ormai :( :( :(

Va bè, vi lascio alla lettura...

Baci baci

Ale

 

26. La proposta di Silente

“Detesto dovervi mettere fretta ragazzi, ma ho bisogno di una risposta” disse il vecchio preside.

Erano riuniti nel suo studio.

La McGranitt, in piedi dietro l’uomo con una mano appoggiata sullo schienale della sua sedia, li guardava con uno sguardo stranamente addolcito, ben sapendo cosa avrebbero dovuto fare coloro che avessero accettato.

Di fronte ai due insegnanti c’erano una decina di studenti: tutto il settimo anno di Grifondoro, Frank Paciock e Marlene McKinnon di Tassorosso, Maya ed Emmeline Vance di Corvonero.

La vicepreside non era mai stata d’accordo sull’ammettere nell’Ordine studenti appena diplomati, ma in fondo sapeva che Silente aveva ragione, se volevano avere qualche speranza contro Voldermort coloro che erano stati uccisi dovevano essere rimpiazzati.

Così il preside aveva chiamato a raccolta quelli che secondo lui e la McGranitt erano i migliori del loro anno, quelli che secondo loro sarebbero stati in grado di sopravvivere al Signore Oscuro.

Quando erano entrati nello studio, si vedeva che non avevano idea del motivo per cui erano stati convocati, ma erano arrivati, questo era l’importante.

Negli anni precedenti Silente non aveva mai convocato tutti quei ragazzi, al massimo aveva chiamato Dorcas Meadowes l’anno prima o Amelia e Edgar Bones tre anni prima, ma mai aveva raggruppato cosi tanti studenti, ma per una volta sapeva di fare la cosa giusta, non aveva mai visto nella sua lunga carriera diciassettenni tanto coraggiosi e pazzi a tal punto da sfidare Lord Voldemort.

Ma loro conoscevano la guerra, per questo erano pronti a combattere.

Sirius e Maya erano discendenti di antiche famiglie purosangue e gran parte dei loro parenti sostenevano l’Oscuro Signore o erano diventati Mangiamorte.

Lily, Mary e Remus sapevano che per la loro condizione di Nati Babbani o Ibridi erano sulla lista di quelli da eliminare.

James ed Alice, essendo figli di Auror, erano pronti a seguire la carriera dei genitori.

Due anni prima, in una missione contro i Mangiamorte, il padre di Frank, entrambi i genitori di Emmeline e la madre di Marlene, erano morti.

Sapevano a cosa andavano incontro, ed erano più che determinati a sconfiggere il male.

“Perché solo noi di tutti quelli del settimo anno  preside?” domandò Marlene.

“bè, i Serpeverde li ho esclusi a priori perché da quanto ne so, la maggior parte di loro è in combutta con i Mangiamorte…molti di quelli delle altre case non volevano nemmeno frequentare il settimo anno e scappare, quindi credo che non appena si diplomeranno lasceranno l’Inghilterra. Gli altri non credo avrebbero accettato e la cosa importante è la segretezza, più segretezza possibile, o il Signore Oscuro punterà subito su di voi che siete i più giovani”

Dietro a tutti gli altri, senza che nessuno se ne accorgesse, Peter Minus iniziò a tremare.

Da quello che aveva detto Silente, era praticamente certo che sapesse.

Lui, dal canto suo, non sapeva proprio cosa fare.

Non poteva entrare nell’Ordine, non poteva perché sarebbe stato costretto a fare la spia per il suo Signore.

Ma non poteva nemmeno rifiutare, o i suoi amici si sarebbero insospettiti anche più di quanto già non fossero.

Inoltre avrebbe tanto voluto che il Preside non lo avesse proprio convocato, poiché sapeva che se qualcuno avesse scoperto della riunione, probabilmente Voldemort lo avrebbe costretto a uccidere i suoi amici nel sonno, per eliminare subito i suoi futuri nemici.

E lui sapeva che non avrebbe potuto non eseguire l’ordine del suo padrone.

“Allora ragazzi? Posso considerarvi dei nostri?”

Tutti accettarono, tutti tranne Peter che non fiatò.

La McGranitt li stava guardando con un sorriso orgoglioso stampato in viso, un sorriso più unico che raro.

Ma l’uomo si rivolse a lui.

“tu Peter?”

“Certo che ci sta preside!” esclamò Sirius dando una pacca sulla spalla all’amico.

“mi dispiace Sirius, ma è una scelta importante, deve decidere lui” ribattè il mago.

E il piccolo Peter, tremando, annuì, sentendo il Marchio Nero pizzicare fastidiosamente sul braccio.

Silente lo fissò per un attimo che parve infinito e il ragazzo non riuscì proprio a sostenere il suo sguardo, ma poi esclamò: “bene, la prima vera riunione avverrà dopo i diplomi, per ora dovete concentrarvi solo sugli esami”

“Preside, posso farle una domanda?” chiese James a quel punto, per sciogliersi un dubbio che lo attanagliava da quando l’uomo aveva detto loro dell’Ordine.

“certo ragazzo mio chiedi pure…” rispose lui.

“Quest’estate, tra le lettere di mio padre, ne ho trovata di un certo Elphias Doge nella quale si parlava di una missione. Conosco tutti gli Auror che lavorano con lui, perlomeno di vista, e non c’è nessun Doge tra loro” disse guardandolo fisso negli occhi “c’è anche lui nell’Ordine?”

“Si James” spiegò lui “Charlus e Dorea sono stati tra i primi ad unirsi a me, ci conosciamo da moltissimo tempo. Forse è ora che tu lo sappia, tua madre non può essere curata perché è stata maledetta durante una missione a settembre...è stata maledetta da Bellatrix Lestrange”

Un ringhiò acuto si levò dai ragazzi, ma non proveniva da James, che non riusciva a parlare perché aveva finalmente saputo la causa della malattia della madre, ma da Sirius.

Tutti li dentro sapevano che Bellatrix fosse la cugina di Sirius, ma pochi sapevano che, da quando l’aveva accolto in casa sua, il ragazzo considerava Dorea Potter come una madre.

E in quel preciso istante, Felpato promise a se stesso che avrebbe vendicato la donna, in un modo o nell’altro.

A quel punto il preside congedò i ragazzi, promettendo loro che presto gli avrebbe fatto conoscere gli altri membri dell’Ordine della Fenice.

Stavano scendendo per le scale, quando Peter disse ai suoi amici che doveva chiedere una cosa a Silente e tornò indietro da solo.

Quando entrò, l’uomo era solo nell’ufficio.

“Peter!” disse “entra pure figliolo…”

“Devo saperlo signor preside, perché io?” domandò un po’ titubante.

Era praticamente sicuro che sapesse che era un Mangiamorte.

“insomma…” continuò “…lo sa che non sono ne intelligente ne coraggioso…in Difesa contro le Arti Oscure e Incantesimi sono un disastro…”

“Peter…” disse dolcemente Silente “chi sono io per separare i Malandrini?”

Il ragazzo annuì, sapendo che però il preside non aveva risposto alla sua domanda.

Lui si avviò nuovamente alla porta ma mentre usciva sentì chiaramente l’uomo dirgli:

“Peter…puoi ancora tornare indietro…”

 

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Capitolo 27
*** Le ultime dei Malandrini ***


 

Eccomi qua :)

Grazie mille a chi ha commentato, scusate se non riesco più a postare velocemente come facevo prima, ma ho bisogno di qualche giorno per pensare bene ai capitoli...

Ecco il nuovo chap!

Baci

Ale

 

27. Le ultime dei Malandrini

Quel finesettimana di fine maggio fu pieno di ultime per gli studenti di Hogwarts, soprattutto per i Malandrini.

Per la prima volta in sette anni, si concentrarono in due giorni l’ultima uscita ad Hogsmead, l’ultima luna piena e l’ultima partita di Quidditch.

I quei giorni nessuno rimase nella scuola e, assaporando gli ultimi momenti di libertà prima degli esami, chi potè scappò al villaggio, mentre chi non poteva perché troppo piccolo si riversò nel parco del castello.

Finalmente dopo tanto tempo, i Malandrini andarono al paese insieme, solo loro quattro, convinti che fosse una cosa da fare tra loro.

Dovettero andare a salutare il proprietario di Zonko, triste perché stava per perdere quattro dei suoi migliori clienti, e sopportare il pianto disperato di Rosmerta, disperata perché i suoi piccoli erano cresciuti.

Prima di tornare a scuola, si sedettero per parecchio tempo sul prato della Stamberga Strillante, da cui si poteva ammirare tutto il villaggio, ognuno immerso nei suoi pensieri, nei suoi dolci ricordi.

Ogni posto di Hogsmead era legato a qualcosa, ad un avvenimento importante per loro.

Quella notte poi, i Malandrini si riunirono di nuovo per la luna piena, l’ultima che avrebbero passato ad Hogwarts, poiché quella successiva sarebbe stata due giorni dopo il diploma, quando ormai erano tutti a casa.

E di nuovo, come ad ogni plenilunio, il quartetto di animali iniziò a scorrazzare per la foresta e per il parco, ma stavolta in loro non c’era solo un senso di libertà, sapevano che quella notte Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso avrebbero detto addio al posto che li aveva uniti.

Il mattino dopo James corse al campo da Quidditch, in ritardo come non lo era mai stato in sei anni di partite, poiché dopo la notte in bianco si era completamente addormentato nella vasca da bagno.

Quando entrò nello spogliatoio i suoi compagni erano già pronti e lui ebbe solo il tempo di infilarsi la divisa che la Bumb entrò per capire come mai la squadra non era ancora in campo.

Era la finale, Grifondoro contro Corvonero, e James aveva tutte le intenzioni di vincere, per salutare degnamente la fascia da Capitano stretta al suo braccio.

I Corvi giocarono una partita esemplare, si vedeva quanto tenessero alla vittoria, e i Grifondoro riuscino a vincere solo per una manciata di punti.

Mentre alzavano la Coppa felici, Jamie prese la fascia da Capitano e la diede a Jacob che esultava al suo fianco, perché era a lui che doveva andare l’anno successivo.

Mentre uscivano dal campo pronti ad andare a festeggiare nella Sala Comune, la McGranitt fermò Lily, James e Sirius.

“ragazzi, questo pomeriggio vi recherete dai Potter, vi aspettano per cena. Portate anche la signorina Gamp con voi”

James e Sirius si guardarono preoccupati, mai la vicepreside aveva permesso a qualcuno di allontanarsi dal castello nei giorni di scuola, se non per motivi veramente gravi.

Entrambi temevano che fosse successo qualcosa a Dorea.

Così quel pomeriggio, mentre entravano nel camino della professoressa, entrambi erano estremamente agitati.

Ma quando arrivarono a casa Potter si rilassarono, Dorea li attendeva davanti al camino, stanca ma felice.

“Tesori miei!” strillò abbracciando entrambi i ragazzi.

“dai mamma!!” disse James cercando di allentare la stretta.

“Lily cara bentornata!” esclamò poi.

“Salve signora Potter”

“Lily ti ho detto centinaia di volte di chiamarmi Dorea! Ma questa deve essere Maya…”

Maya porse imbarazzata la mano alla donna, che invece la abbracciò energicamente.

Da quanto disse, Charlus lavorava anche quel pomeriggio nonostante fosse domenica, quindi stettero tutto il pomeriggio in giardino a ridere e scherzare.

Nonostante l’esuberanza iniziale, le due ragazze capirono che la donna era sempre più malata, lo si vedeva dal pallore del viso, dalle occhiaie, dal fatto che spesso faceva smorfie dovute a fitte di dolore.

Quella sera a cena, Charlus, Sirius e James si lanciarono in una fitta discussione sulla partita di quella mattina, mentre le donne ridacchiavano per la loro concentrazione.

Alle dieci dovettero tornare a scuola, ma prima di andare Dorea strinse forte a se i due figli e le lacrime iniziarono a rigarle il viso.

I due presero quelle lacrime per nostalgia, tanto che James esclamò “eddai mamma, tra un mese ci avrai di nuovo qui a romperti le scatole!”

Ma Lily e Maya capirono che c’era qualcos’altro sotto, perché anche Charlus, nonostante l’entusiasmo di prima, ora era il ritratto della tristezza.

Il mattino dopo, subito dopo la colazione in Sala Grande, si seppe il motivo di tanta disperazione.

Dorea era morta.

James e Sirius erano andati dal preside, poiché la McGranitt li aveva chiamati ancora prima che si sedessero a tavola.

Nessuno aveva mai visto James così disperato o Sirius così depresso, ed entrambi scapparono al lago e nessuno li vide per tutto il giorno.

Avevano una scatola in mano, una scatola che Dorea stessa aveva portato a Silente la sera prima, quando i suoi figli se ne erano andati.

Lei sapeva che era arrivata alla fine, per questo aveva tanto insistito per vedere i suoi ragazzi per l’ultima volta, ma non era riuscita a dir loro addio, così, prima di andare a letto senza prendere le medicine, era andata dal preside pregandolo di consegnar loro quel suo ultimo regalo.

Dopo essere tornata a casa aveva salutato il marito e si era lasciata andare tra le sue braccia, con Charlus che, per la prima volta in vita sua, piangeva.

Quando furono soli, James e Sirius aprirono la scatola e videro che conteneva due scatolette, una rossa e una blu, e una lettera.

Con le guance ancora rigate dalle lacrime, Jamie la lesse.

 

Cari bambini miei,

se state leggendo questa lettera significa che ci avevo visto giusto e non ce l’ho fatta.

Mi dispiace non essere riuscita a dirvi addio, ma farlo avrebbe reso tutto più reale e non volevo che soffriste prima del tempo.

Sirius, ti conosco, so che ti starai colpevolizzando perché Bellatrix è tua cugina, ma non devi nemmeno pensarlo, anche io sono una Black, era parente tua quanto mia.

Sono felice di essere riuscita a vedervi per l’ultima volta, e stato splendido potervi di nuovo stringere tra la mie braccia prima di andarmene.

Vi ho voluto tanto bene tesori miei, si Sirius anche a te, anche se sei arrivato per ultimo nella nostra famiglia e se sei un brontolone, lo so che in fondo hai un cuore buono.

Sono stata felice di conoscere le vostre ragazze, non fatevele scappare mi raccomando, si vede che loro vi amano esattamente come voi amate loro.

A questo proposito vi ho messo nella scatola un regalo.

La scatolina rossa James è per te, mentre quella blu è per te Sirius.

Nella scatola rossa c’è l’anello con cui tuo padre mi ha chiesto di sposarlo Jamie, prima di me era appartenuto a tua nonna e alla tua bisnonna, è nella famiglia Potter da generazioni, quindi ora è tuo di diritto, potrai usarlo se vorrai.

Nella scatola blu invece c’è l’anello di fidanzamento di mia madre, sono riuscito a recuperarlo nella loro vecchia camera blindata alla Gringott, ed è per te Sirius, se lo vorrai.

Quel gioiello è sempre stato nella mia famiglia e quindi ti appartiene, tesoro.

So che odi il fatto di essere un Black, ma è il nostro sangue e la nostra anima, è la nostra famiglia piccolo mio, spero che lo accetterai.

Mi dispiace tanto di poterci essere ai vostri matrimoni, ai vostri diplomi, il giorno in cui nasceranno i vostri figli.

Ma ci sarò amori miei, in un angoletto del vostro cuore ci sarò sempre.

Vi amo, vi ho sempre amato.

 Un bacio,

mamma

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Capitolo 28
*** La fine di un'era ***


 

28. La fine di un’era

E alla fine anche i MAGO erano arrivati.

Nonostante il dolore per la perdita di Dorea, anche Sirius e James riuscirono ad arrivare agli esami decentemente preparati, anche se sfuggirono a tutte le sessioni di studio intensivo organizzate da Remus e Lily, inventando scuse assurde o fingendo di essere in punizione.

La sera prima degli esami c’era stato il caos.

Tutti gli studenti sembravano sull’orlo di una crisi di nervi, tutti urlavano di non sapere nulla di nessuna materia.

Gli unici apparentemente rilassati erano i Malandrini, anche se sotto sotto anche loro temevano un po’ le prove, non tanto perché erano esami, quanto per il fatto che sarebbe stato l’ultimo scoglio prima della fine della scuola, prima della fine di un’era.

Dopotutto, non erano così entusiasti di lasciare l’ala protettiva di Silente  e, anche se si professavano pronti per la guerra imminente, nessuno voleva rinunciare a quegli ultimi attimi in cui potevano anche solo fingere di essere ancora bambini.

Dopo Hogwarts, avrebbero dovuto cavarsela da soli, sarebbero dovuti diventare uomini.

Esattamente come per i GUFO, anche per i MAGO ogni giorno era dedicato ad una materia diversa, la mattina per la teoria e il pomeriggio per la pratica.

La prima prova fu Trasfigurazione e Peter ringraziò la sua buona stella per aver fatto sedere Remus accanto a lui, e Merlino solo sa come aveva fatto il licantropo a passargli tutto il compito con la McGranitt praticamente sempre appostata di fronte a loro.

Fu poi la volta di Difesa Contro Le Arti Oscure, durante il quale James e Sirius dimostrarono a tutti di essere perfetti per la carriera di Auror a cui aspiravano.

Poi Pozioni e, se Lily riuscì a finire l’esame pratico in metà del tempo concesso (tanto riteneva semplice la prova), Remus diede prova della sua proverbiale ignoranza in materia fondendo il suo calderone.

Fortunatamente, la sua pratica disastrosa fu bilanciata dalla perfetta parte di teoria.

Successivamente ci fu Incantesimi e Maya era talmente agitata che invece di zittire con l’Incantesimo Tacitante il corvo che aveva davanti, zittì l’esaminatrice.

A Divinazione i Malandrini diedero davvero il meglio di loro.

Per qualche strano motivo uno degli esaminatori non si presentò e dovette essere sostituito dal professor Aslon, insegnante degli studenti.

Ma tutti sapevano che ciò che rallegrava il professore era che i suoi studenti prevedessero la loro morte, così i quattro si lanciarono in profezie che parlavano solo della loro orrenda dipartita e l’insegnante fu talmente contento che i ragazzi furono certi di aver guadagnato un bel Eccezionale.

Ci furono poi Artimanzia, che riuscì abbastanza bene a tutti tranne Lily che era convinta di aver sbagliato tutto, e infine Antiche Rune, un esame talmente difficile che Maya dovette passare la traduzione a tutti per evitare che il suo ragazzo e i suoi amici venissero bocciati.

 

Alla fine tutti erano stati promossi.

Dopo gli esami era stata organizzata una festa per consegnare i diplomi alla presenza di tutti i genitori per l’ultimo giorno prima del ritorno a casa.

Mentre Maya, James, Remus e Peter parlavano con i propri genitori, Sirius rimase un po’ in disparte con Lily, convinto che non si sarebbe presentato nessuno per lui.

Fu una grande sorpresa quindi vedere Regulus andare verso di lui.

Inizialmente Sirius aveva pensato che il fratello fosse li per congratularsi con qualche Serpeverde del 7° anno, quindi non se ne era curato finchè non lo aveva visto avvicinarsi.

“ehi fratellino!” lo canzonò quando fu di fronte a lui “guarda che la mamma ti disereda se scopre che mi hai parlato! Oppure è stata lei a dirti di venirmi a minacciare di morte?!?”

“la mamma non sa nulla” rispose sommessamente l’altro “volevo solo congratularmi con te…”

Sirius rimase zitto.

Non si aspettava che suo fratello potesse cercare un riavvicinamento, legato com’era alla loro madre.

Ci fu un minuto di imbarazzante silenzio, che Regulus ruppe abbracciando suo fratello.

Sirius rimase per un attimo immobile, non sapendo bene che fare, poi ricambiò la stretta.

“in bocca al lupo per tutto..." disse il Serpeverde quando si separarono.

E senza permettere al Grifondoro di rispondere, se ne andò.

 

“Lily, ti và una passeggiata?”

La ragazza si girò e ritrovò James a pochi centimetri dal suo viso, distanza che lui colmò con un bacio.

Erano nella Sala Comune quasi deserta, poiché tutti stavano facendo i bagagli.

Lily era seduta su un divano, persa nei suoi ricordi di quegli ultimi, fantastici sette anni.

Annuì e prese il ragazzo per mano, che la trascinò in giro per il castello, passando per tutti gli angoli e le stanze della scuola.

“Dove sono tutti?” chiese ad un certo punto lei riferendosi ai loro amici, non aveva più visto nessuno da dopo cena.

“bè…” cominciò James un po’ titubante “…Peter sta finendo di fare il baule…Remus è voluto andare a ringraziare di persona Silente per tutto…e Sirius…Sirius è con Maya, si! Sono da qualche parte nel parco…”

Lily sapeva perfettamente che era una bugia, ma non aveva voglia di indagare, voleva solo rivedere quel castello per l’ultima volta, per imprimersi al meglio quel posto nella memoria.

Alla fine arrivarono alla Torre di Astronomia.

Nel momento esatto in cui entrarono iniziò a vedere solo strisce rosse e argento.

James l’aveva bendata con la cravatta di Grifondoro che ancora portava sopra agli abiti Babbani.

“James? Che sta succedendo?”

“è una sorpresa amore…”

Lui la diresse fino al limitare della torre e le mise le mani sulla ringhiera, poi le tolse la cravatta.

Lily si ritrovò a fissare il panorama mozzafiato che aveva davanti agli occhi.

Le montagne, il lago nero, il parco…

Qualcosa attirò la sua vista.

Quattro figurine si muovevano velocemente dal parco al castello.

Ma fu distratta da qualcos’altro, una marea di candele brillava tra l’erba.

Il suo cervello ci mise un attimo a realizzare, quelle candele non erano state messe a casaccio, formavano delle parole.

Vuoi sposarmi Lily?

Strabuzzò gli occhi.

Aveva letto male.

Sicuramente aveva letto male.

A quel punto si voltò verso James, che era inginocchiato ai suoi piedi.

“Allora Lily?” chiese con una voce un po’ insicura “vuoi farmi l’onore di diventare mia moglie?”

La ragazza fissò l’anello che lui aveva fra le mani e, senza sapere perché, gli saltò addosso.

“SI! SI! CERTO CHE SI!” gridò.

James la guardò negli occhi mentre le metteva l’anello al dito.

Non avrebbe mai dimenticato quello sguardo colmo di felicità.

Si abbracciarono, si baciarono, poi si appoggiarono di nuovo alla ringhiera.

“sono stati gli anni più belli della mia vita" sussurrò James guardando malinconico il parco dove brillavano le candele "non potrò mai dimenticare Hogwarts".

“neanche io” continuò Lily "C'è semplicemente troppo che il tempo non può dimenticare".

***

 

E così siamo arrivati alla fine di questa storia...

Ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno recensito, chi ha inserito la storia tra i preferiti/seguiti/da ricordare, ma anche chi è arrivato a questo punto leggendo e basta :)

Grazie a tutti quelli che mi hanno riempito di complimenti, spero però che adesso che la storia è finita riuscirò a sapere anche le opinioni di tutti coloro che hanno solo letto...

Un bacione enorme a tutti!

Alessia

Ps. Ho parecchie idee per un seguito che si dovrebbe intitolare Vida Vida, ditemi voi, se avete voglia di leggerlo lo posterò volentieri. Fatemi sapere che ne pensate, ciaooooooooooooo :D

 

 

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