Elements and Seasons di Dhialya (/viewuser.php?uid=70910)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lucy. - Water. - Sea. ***
Capitolo 2: *** Lucy. - Spring. - Life. ***
Capitolo 3: *** Edmund. - Earth. - Woods. ***
Capitolo 4: *** Edmund. - Autumn. - Rebirth. ***
Capitolo 5: *** Susan. - Fire. - Sun. ***
Capitolo 6: *** Susan. - Winter. - Dependence. ***
Capitolo 7: *** Peter. - Air. - Sky. ***
Capitolo 8: *** Peter. - Summer. - Smile. ***
Capitolo 9: *** Susan. - Winter. - Snowflakes. ***
Capitolo 10: *** Lucy. - Spring. - Flower. ***
Capitolo 11: *** Peter. - Summer. - King. ***
Capitolo 12: *** Edmund. - Autumn. - Future. ***
Capitolo 13: *** Lucy. - Water. - Rainbow. ***
Capitolo 14: *** Susan. - Fire. - Reality. ***
Capitolo 15: *** Peter. - Air. - Teacher. ***
Capitolo 16: *** Edmund. - Earth. - Judgment. ***
Capitolo 1 *** Lucy. - Water. - Sea. ***
Disclaimers:
I
personaggi citati non mi appartengono ma sono di Lewis, questi miei
scritti non hanno alcun scopo di lucro.
Elements
and Seasons
Lucy
- Water - Sea.
Sfavillante
Mare Dell' Est
Mare,
Acqua.
Una
distesa enorme di acqua azzurra e blu, con moltissime sfumature.
Come
te,
Lucy.
Tu
sei piena di sorprese, come
il
mare e l'acqua che lo compone. Sei
calma
e tranquilla, ma sai anche diventare forte e determinata. I
tuoi
occhi vispi e attenti riescono a penetrare dentro le persone e
permetterti di capirle.
Gli scruti l'anima.
Chissà
come riesci a farti amare da tutti quelli che ti circondano: con la tua
parlantina calma e le risate cristalline.
Forse
perché per tutti la tua presenza è
indispensabile, come l'Acqua.
Torno
con una nuova
raccolta uscita da non sò dove. Il tema come avrete capito
sono le stagioni e i quattro elementi: Aria, Acqua, Fuoco e Terra.
L'idea mi è venuta ripensando alle parole di Aslan quando ha
incoronato i Pevensie. In questo modo la mia mente ha collegato le cose
da sè ed è uscita questa raccolta.
Partirò dagli elementi, per poi passare alla stagione
"prescelta" sempre per quel Pevensie.
Ho accomunato Lucy all' Acqua
perchè la piccola Pevensie secondo me è
imprevedibile proprio come il mare che da calmo diventa tempestoso,
all'acqua perchè la sua presenza nella vita dei
fratelli è vitale. Con uno
sguardo riesce a capirti e ha sempre una parola buona per tutti e
soprattutto riesce a farsi voler bene perfino dal diffidente Trumpkin.
Ogni commento come sempre è ben gradito e non
credo di avere altro da dire se non che spero che vi abbia fatto
piacere questo primo capitolo e che spero di reincontrarvi al
prossimo aggiornamento
Un
abbraccio
D***
|
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Capitolo 2 *** Lucy. - Spring. - Life. ***
Elements and Seasons.
Lucy - Spring - Life.
Primavera
significa vita. Il
sole torna a
splendere dopo il lungo inverno, gli
alberi si riempono
di foglie verdi e i prati di fiori.
Tu
Lucy, ti guardi
estasiata intorno, mentre la natura si risveglia. I tuoi occhi
brillano
e un sorriso dipinge il tuo volto. Il
fresco venticello
primaverile ti sfiora i capelli e al tuo naso arriva il profumo dei
fiori.
La
Primavera porta
sempre novità. Non finirà presto e lo sai.
Ridi,
mentre corri sul
prato e la tua voce si unisce al canto degli uccelli.
Sei
un'ondata d'aria
nuova, proprio come la Primavera.
***Hola a todos!
Dunque come è stato questo capitolo? Mi
raccomando fatemi sapere!
Dunque spero di aver
reso abbastanza bene il perchè ho
accomunato Lucy alla Primavera.
Non
credo di avere
altro da dire se non che come al solito spero di ricevere i vostri
commenti e di rivedervi al prossimo aggiornamento! Inoltre chi volesse
fare un salto anche agli altri miei scritti è sempre gradito
=)
Un abbraccio <3
D***
|
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Capitolo 3 *** Edmund. - Earth. - Woods. ***
Elements and Seasons.
Edmund
- Earth -
Woods
Grande
Bosco Dell' Ovest
Bosco,
Terra.
Spazi
verdi che si
perdono all'orizzonte. Prati,
colline,
montagne.
La
Terra si riflette
in te, Edmund.
Sei
un prato aperto
per i tuoi fratelli. Una
collina per gli
amici, talvolta scivolosa, ma dove è possibile risalire. Una
montagna
inespugnabile per gli sconosciuti, la cui cima è impossibile
da raggiungere.
Come
un albero, i tuoi
rami si avvolgono intorno ai tuoi fratelli in modo protettivo. Possono
sempre contare
sui tuoi consigli e su di te, loro punto fermo.
Sei
il terreno su cui
loro camminano senza cadere, sei la loro
Terra.
***Bene, bene, bene. Come vi
sembra? Perchè ho associato Edmund alla Terra? Perchè secondo me
come carattere lui è come il terreno: sale, scende, ha i
momenti piani in cui è aperto con i suoi fratelli ma anche
quelli dove se ne stà chiuso in sè in se stesso e
diventa come la cima di una montagna irraggiungibile (nello specifico,
libro e film The Lion, The Witch and The Wardrobe)
Spero di aver reso l'idea di
quello che intendevo e di non aver deluso con questa terza drabble. La
prossima riguarderà Edmund e L'Autunno.
E come sempre ringrazio anche
solo chi
legge sperando che la raccolta vi piaccia =)
Detto
questo ci vediamo al prossimo aggiornamento
Quindi
un abbraccio
<3
D***
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Capitolo 4 *** Edmund. - Autumn. - Rebirth. ***
Dedico questa drabble
a _L a l a
in
quanto adoratrice di Edmund e perchè secondo lei le tinte
autunnali stanno da Dio, sui capelli di Ed. Un bacio cara e grazie di
tutto! =)
Elements
and
Seasons
Edmund
- Autumn -
Rebirth
Autunno
vuol dire preparazione. La
natura inizia a
chiudersi in sé stessa. Sembra
quasi che
voglia essere lasciata sola a pensare.
Sembra
si stia
preparando a morire.
Ma
non è così,
perché dentro continua a vivere. Aspetta
la stagione
nuova dove potrà risvegliarsi, più forte di
prima.
Il
tuo sguardo segue una foglia cadere.
Sei
come
l'autunno, Edmund?
Sorridi
impercettibilmente: sai già la risposta e sai anche il
perché. Sei
cresciuto grazie
al tuo tradimento. Sei morto all'apparenza ma dentro continuavi a
vivere.
E
alla fine sei rinato
più forte, come la natura durante l'Autunno.
*** Dunque
ho
associato Edmund all'autunno
perchè durante questa stagione la natura si prepara ad
affrontare
il freddo dell'inverno, per poi tornare allo splendore di sempre in
Primavera.
Io ho interpretato il ciclo di vita della natura
durante l'autunno come la maturazione di Edmund durante il primo film,
dove alla fine è come se fosse risbocciato
più forte e sicuro di prima: questo porta anche alla terza
drabble Edmund/Terra, dove lui diventa il punto di riferimento dei
fratelli se hanno bisogno di qualche consiglio.
Ringrazio
anche solo chi legge sperando di non avervi deluso e aver fatto capire
ciò che intendevo con questo centinaio di parole.
Non ho altro da
aggiungere se non che spero di rivedervi nel prossimo capitolo
Ringrazio ancora tutti/e
Un abbraccio
D <3
|
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Capitolo 5 *** Susan. - Fire. - Sun. ***
Elements
and Seasons.
Susan
- Fire - Sun
Splendente
Sole Del Sud
Sole,
Fuoco.
Fuoco
caldo,
rassicurante e scoppiettante.
Il
sole alto nel cielo
che infonde calore con i suoi raggi.
Sei
come il fuoco,
Susan.
Infondi
calore nei
tuoi fratelli con i gesti materni da sorella maggiore.
Come
fa il fuoco per
chi deve riscaldarsi, come
fa il sole con i
semi che devono sbocciare. Come
entrambi puoi
aiutare, rassicurare, consigliare e scaldare. Come
la luce del fuoco
e del sole indicano la via, il tuo aiuto per i tuoi fratelli
è fondamentale.
Per
questo sei la loro
luce, il loro Fuoco.
***Allora
deduco che devo qualche spiegazione su questa drabble. Mettetevi
comodi!
Allora,
all'inizio ero indecisa se dare a Peter l'Aria e a Susan il Fuoco o
viceversa, perchè non sapevo esattamente come sviluppare le
due cose. Poi però l'ispirazione è venuta da
sè e ne uscito ciò che avete appena letto. Allora
ho dato a Susan il Fuoco non so neanche io il
perchè esattamente ...
Forse
perchè si comporta con fare materno con tutti e tre,
perchè come il Fuoco può essere buona, ma anche
diventare non dico cattiva, ma se qualcosa non le va a genio
può bruciare e scottare.
Diciamo
che
è la loro luce perchè perfino Peter, che
è quello che si occupa di tutti, manda spesso tacite domande
d'aiuto e consiglio a Susan -vedasi al castello di Miraz, nella stanza
di Cornelius, o sempre al castello di Miraz, quando il cancello si
chiude sui Narniani e Peter si rende conto di aver sbagliato. O ancora
nel primo film quando Lucy si perde nella scena del fiume, Peter guarda
Susan come se lei potesse tirare fuori la sorellina dalla tasca del
capotto ... - Insomma, Susan è un po' così ...
è difficile definirla -per me è perfino
più complicata del caro Ed!-
Facciamo
una
bella cosa: interpretate questa drabble come volete, perchè
neanche io ho un effettiva spiegazione per quello che ho scritto,
seppur mi piaccia.
^^'
Ringrazio
come
sempre anche solo chi legge e spero di rivedervi al prossimo
aggiornamento Susan/Inverno -e per questa ho una spiegazione!-
Un
abbraccio
D
|
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Capitolo 6 *** Susan. - Winter. - Dependence. ***
Elements and Seasons.
Susan
- Winter -
Dependence
L'inverno accomunato al freddo.
Ma anche alla neve.
I fiocchi che candidi scendono dal cielo danzando.
Nonostante faccia freddo, tu Susan resti in giardino, a guardare i
candidi fiocchi di cristallo. Delicati, che al minimo tocco si
sciolgono e scompaiono.
Susan come l'inverno.
Susan come i fiocchi di neve.
Sei all'apparenza fredda e distaccata, come l'inverno, ma nascondi una
ragazza fragile, come i fiocchi di neve. Per questo ti mostri forte.
Non ti piace dipendere dagli altri, come la neve dipende da altra neve.
Però per te i tuoi fratelli sono indispensabili, come per la
neve lo è l' Inverno.
Ho sempre
pensato che Susan non sia così
fredda come fà credere -questo anche per averla abbinata al
fuoco, la scorsa drabble- Ma credo che in realtà sia quella
con maggiori dubbi di tutti -tanto che crescendo arriva a non credere
più a Narnia, perchè il dubbio di esserci stata,
averci governato, che sia stato solo un gioco inventato ecc ...
l'assilla- Per questo l'ho abbinata all'inverno: perchè
all'apparenza è fredda ma in realtà è
fragile come i fiocchi di neve.
L'inverno
è una stagione quasi, come dire, rozza -passatemi il
termine- se si và a guardare solo il freddo, la neve che
blocca le strade, le giornate corte e via dicendo. Ma se la si
guarda da un lato un pò meno bacchettone è una
stagione semplicemente fantastica -nota personale: adoro
l'inverno.
Quindi tornando al discorso iniziale: l'ho abbinata
all'inverno perchè è come l'inverno e la neve.
Punto. Non a caso tutto è espresso nelle ultime righe, con
i quali tento di far uscire una Susan "accettabile". E l'ultima frase,
dove la paragono alla neve che dipende dal freddo dell'inverno,
è perchè secondo me lei senza i suoi fratelli
è come persa. Non esiste. Non so voi ma io la
vedo così. =) Una Susan che nasconde una ragazza totalmente
diversa a quella che mostra.
Poi per la scorsa drabble diciamo che mi rendo conto che non fosse il
massimo e avete ragione.
Ringrazio chiunque legga e apprezza queste drabble ^.^
Spero di rivedervi al prossimo capitolo con -credo il tanto atteso-
Peter!
Un abbraccio a tutti/e
D***
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Capitolo 7 *** Peter. - Air. - Sky. ***
Elements
and Seasons.
Peter
- Air - Sky
Limpido Cielo Del Nord
Cielo, Aria.
Frizzante, libera e
fresca aria. Ovunque tu vada lei ti segue.
Come
il
cielo che ti scruta dall'alto, silenziosamente.
Sei
così, Peter. Come l'aria culla dolcemente le foglie degli
alberi, tu culli i tuoi fratelli. Li
osservi e vegli su di loro come il cielo veglia sulla terra.
Sono
loro, la tua terra su cui vegliare. Ognuno di essi. Sei
una
presenza costante nella loro vita, il loro punto di riferimento.
Sei
il
cielo a cui possono rivolgersi sempre.
Sarà
per questo che per loro sei insostituibile, come l'Aria.
Allora non
credo ci sia bisogno di tante
spiegazioni perchè il senso della drabble mi pare piuttosto
esplicito, seppur abbia paragonato Peter al cielo e Edmund, Susan e
Lucy alla Terra -terra intesa non come elemento come nella
Edmund/Terra, ma come terreno vero e propri-.
Peter che è importante e fondamentale come l'aria. Peter che
c'è sempre anche quando non lo vedi. Peter che è
sempre pronto ad aiutarti. Peter che non ti abbandona mai. Peter che ti
protegge, ti aiuta, ti consiglia.
Per la scorsa di Peter/Estate invece ci tengo a dire che nella
recensione FairyFlora
ha fatto capire esattamente
ciò che io intendevo far passare con la drabble
di Peter e che non sono riuscita a esprimere chiaramente neanche con la
spiegazione a fine capitolo.
Quindi ringrazio come sempre chi anche solo legge, sperando che sia le
drabble che le prossime flash, vi siano piaciute e vi piaceranno.
Per
le prossime shot darò spiegazioni lì, per ora
non anticipo niente
Un abbraccio <3
D***
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Capitolo 8 *** Peter. - Summer. - Smile. ***
NB: cercate di
vedere al di
sotto delle parole di questa drabble: se per gli altri ciò
che
intendevo era abbastanza esplicito, in questo dovrete scavare un
po' ed essere malemeabili con la mente per
capire il significato che ho voluto trasmettere.
Elements
and Seasons.
Peter
- Summer - Smile
Estate
è sinonimo di risate. La
stagione in cui ci si diverte, si gioca e si sta in compagnia. La
natura
è nel pieno dello splendore, il sole alto e il cielo
è azzurro.
Fai
vagare lo sguardo su Lucy che ride con Edmund e Susan. Estate
vuol dire anche sorrisi.
E
tu
Peter sei un sorriso unico.
Come
durante l'estate il sole sorride sempre in cielo senza stancarsi mai,
tu devi fare lo stesso.
Per
loro.
Perché sei il loro sole.
E
come
tale devi sorridere sempre senza stancarti mai, perché sei
la loro
Estate.
Dunque non sò se avete notato che questa drabble magari
è leggermente diversa rispetto alle altre: è
molto metaforica.
Quello che ho cercato di far trapelare è che durante
l'estate il sole, simbolo dell'estate, splende in cielo ed è
come se sorrida. Quindi ho
paragonato Peter ai sorrisi che fa il sole durante l'estate e quindi
Peter stesso, diventa automaticamente anche sole. E' come una catena
Peter --> Sorrisi --> Sole --> di nuovo Sorrisi
--> Estate. In pratica il Pevensie deve "splendere e
sorridere sempre" che va tradotto come "esserci sempre nella
vita dei fratelli, aiutarli sempre"
E' un discorso un pò così, intricato, e
abbastanza difficile da spiegare il significato che ha questa drabble
... però spero di essermi fatta capire, almeno in parte.
Ringrazio
chi legge e
apprezza queste
drabble, ma anche le altre storie che ho pubblicato. Spero di non aver
storpiato il personaggio di Peter, se così fosse fatemelo
notare e spero di farmi perdonare al prossimo capitolo.
Un abbraccio e grazie a tutti/e che mi sopportate
D***
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Capitolo 9 *** Susan. - Winter. - Snowflakes. ***
Elements
and Seasons.
Susan
- Winter -
Snowflakes
-Susan!-
Ti svegli sentendo qualcuno che chiama il tuo nome ripetutamente.
-Susan
alzati dai! E' un giorno importante!-
Riconosci la voce allegra ed emozionata di Lucy e aprendo un occhio
osservi la sua figura accanto al tuo letto. Lei è
già in piedi pronta e vispa come sempre, e
ti guarda. Non il solito sguardo, uno sguardo speciale, un luccichio
brilla negli occhi della più piccola Pevensie.
Fai mente locale e t'accorgi che quella domenica mattina fa
più freddo del solito.
Ovvio,
pensi, siamo
in Inverno.
E tu
non sopporti l'Inverno: è troppo freddo, le giornate sono
cortissime e spesso il tempo è brutto e quindi bisogna
rimanere chiusi in casa, ad annoiarsi a morte.
-Cosa succede, Lucy?- ti decidi a chiederle scostando le coperte e
avvicinandoti all'armadio per prendere qualcosa di pesante e caldo che
cancelli il freddo tagliente che non ti fa più sentire la
punta del naso.
-Guarda Susan, non è meraviglioso?- ti chiede
Lucy, avvicinandosi alla finestra e scostando le tende giusto per farti
vedere il paesaggio esterno.
Ti avvicini curiosa e guardi fuori, rimanendo stupita: la notte appena
passata ha nevicato, per questo fa più freddo del solito e
tutto è ricoperto di un candido manto bianco che sembra una
soffice nuvola. Rimani un attimo incantata a guardare gli alberi, le
siepi, le strade e
il piccolo giardino davanti casa imbiancati, quando la voce di Lucy ti
riporta alla realtà.
-Allora Sue? Non è
bellissimo?-
-Si Lu- rispondi fintamente convinta. Storti
leggermente il naso mentre una ventata d'aria gelida ti
accarezza i piedi scalzi.
-E' magnifico- finisci, rivolgendole uno sguardo dolce e
aprendoti in un sorriso: l'inverno non lo sopporti lo stesso
però la vivacità di Lucy ti ha contagiato,
facendoti ammettere che lo spettacolo fuori casa è davvero
bello.
Osservi
la piccola
Pevensie uscire di corsa dalla camera andando in
quella dei ragazzi, probabilmente per far vedere anche a loro la
nevicata della notte. Li senti ridere e poi fiondarsi giù
dalle scale.
Ti
vesti in fretta con
gli abiti scelti e velocemente scendi a fare
colazione con i tuoi fratelli, tutti stranamente svegli e attivi come
poche volte prima di quella.
Entrando
in cucina
vedi Edmund sorseggiare della cioccolata calda
tentando di non ustionarsi la lingua, Lucy mangiare un biscotto
continuando a rivolgere occhiate impazienti fuori e Peter zuccherare il
suo
cappuccino. Il maggiore ti sorride mentre ti fa segno di sederti
davanti alla tua tazza fumante di te, Edmund si limita a farti un cenno
con il capo e con la mano e Lucy ti rivolge l'ennesimo sorriso.
Sorridi
a tua volta iniziando a fare colazione gustandoti la compagnia dei tuoi
fratelli.
-Peter,
vero che dopo
usciamo fuori a giocare con la neve?- chiede
Lucy, mentre guarda il Pevensie speranzosa. In cuor suo sa
già la risposta.
Peter
rivolge uno
sguardo ad Edmund chiedendogli tacitamente un parere.
-E
c'è
bisogno di chiedere?- fa notare puntigliosamente lui
mentre si apre in un sorriso e a stento trattiene l'emozione.
-Anche
per
me non c'è problema- inizia Peter, poi si rivolge a te -Tu
Susan?- ti chiede, mentre gli sguardi dei tuoi fratelli si posano sulla
tua figura.
Ci
pensi un attimo
mentre appoggi delicatamente la tazza sul tavolo.
-Va
bene, nessun problema, però copritevi bene che poi vi
ammalate- inizi e con l'ultima parte di frase Edmund sbuffa divertito
mentre Peter si apre in un sorriso.
Lucy
invece, si limita
ad avvicinarsi e stringerti in un abbraccio
caloroso, per poi correre di sopra a prendere cappotto, sciarpa, guanti
e cappello.
Dopo
aver sistemato la
tavola vi siete preparati in poco tempo e ora vi
trovate davanti alla porta di casa.
Sbuffi
internamente
mentre infili l'ultimo guanto; non ti andava di
uscire al freddo, preferivi leggere un libro al caldo sotto le coperte,
eppure non hai potuto dire di no quando ti sei ritrovata gli occhi dei
tuoi fratelli che ti guardavano impazienti, emozionati e speranzosi.
Esci
per ultima
chiudendoti la porta alle spalle e mentre osservi Peter
ed Edmund giocare a palle di neve e Lucy fiondarsi a fare un pupazzo,
non
puoi fare a meno di stringerti nelle spalle e incrociare le braccia al
petto rabbrividendo per il freddo mentre cammini cauta sulla
neve fresca.
Ma
come fanno Lucy,
Edmund e Peter? Non avevano freddo? Cavoli lei
stava
ghiacciando!
In
poco tempo le
risate dei tuoi fratelli t'invadono e non puoi
trattenerti dal sorridere leggermente. Quando vedi poi Peter atterrato
da Edmund e Lucy che invoca fintamente pietà, non trattieni
una risata divertita.
Proprio
in quel
momento comincia a nevicare e volgi lo sguardo al cielo
per poi riabbassarlo verso gli altri Pevensie.
-Stà
nevicando!- grida sorpresa e divertita Lucy, mentre si
ferma ad ammirare la neve che scende dal cielo, la bocca socchiusa per
l'adorazione.
-Susan
vieni qui!-
grida
nella tua direzione venendoti poi incontro e prendendoti per un
braccio, conducendoti insieme agli altri al centro del giardino.
-Non
è meraviglioso?- ti chiede estasiata.
Un
fiocco di neve si
posa delicatamente sulla punta del tuo naso dopo
aver danzato nell'aria, ma non provi freddo come avevi pensato.
-Si,
è meraviglioso- mormori sinceramente colpita più
a te stessa che alla tua sorellina, mentre altre risate invadono il
silenzio che si era creato.
Una
palla di neve ti
colpisce in pieno, mentre Edmund se la ride alla
grande per poi venire colpito a sua volta da Lucy.
Inizia
una battaglia a
palle di neve tutti contro tutti.
Come avresti fatto
senza di loro?
Lucy
viene dietro di
te in cerca di protezione dai colpi di Peter,
inevitabilmente le palle di neve ti colpiscono in pieno.
L'Inverno non
è poi così tanto freddo,
ammetti
a te stessa,
lanciando una finta occhiata offesa al maggiore.
Ed
è
veramente magnifico.
***Come avrete notato questa
shot è collegata
alla drabble Susan/Inverno. Ho deciso di
far trasparire la "freddezza" di Susan, attraverso il suo odio per
l'Inverno e la totale indifferenza per questa stagione. Ho poi fatto
uscire la ragazza che veramente c'è in lei, quando invece
vede il fiocco di neve e viene avvolta dall'allegria dei suoi fratelli.
Quindi spero di aver
fatto venir fuori bene le due frasi della drabble:
Susan come l'inverno. Susan come i fiocchi di neve.
Credo
di non avere
molto d'aggiungere. Come avevo anticipato le shot si
basano su un qualcosa che riporta alla drabble da cui sono tratte e
saranno in ordine sparso quindi non sò chi sarà
il prossimo/la prossima.
Spero comunque che
vi sia piaciuta ^.^
Ringrazio
come sempre anche solo chi legge, chi segue, chi preferisce e
chi ricorda e
ovviamente chi commenta.
Un abbraccio
D***
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Capitolo 10 *** Lucy. - Spring. - Flower. ***
Lucy - Spring -
Flower
Guardi
annoiata il giardino fuori dalla porta-finestra del salotto. Il cielo
è cupo e minaccia pioggia, benché sia un
pomeriggio di Aprile, i fiori non sono ancora sbocciati e nell'aria
vaga il silenzio più assoluto. Niente canti d'uccelli,
niente farfalle a colorare il cielo con le loro ali, niente di niente.
Niente che segni l'arrivo della Primavera.
Sospiri alzandoti dalla sedia e t'avvicini al vetro per poter osservare
meglio fuori. Il tuo sguardo si posa su un fiore azzurro e blu ancora
chiuso in sé stesso e lo guardi con fare materno, mentre ti
apri in un leggero sorriso. Quello non è un fiore qualunque,
è il fiore che hai coltivato tu stessa, è un
fiore che proviene da Narnia.
E questo gli dà un valore indiscutibile.
Hai trovato il seme in un piccolo spiazzo d'erba a Cair Paravel e lo
hai messo in una piccola bustina, prima di partire per la caccia al
cervo bianco, perché volevi seminarlo dopo la lunga
cavalcata insieme ai tuoi fratelli.
Invece siete ritornati a Londra e quel piccolo e speciale ricordo
Narniano è venuto con voi.
Ti sei decisa a seminarlo in ricordo del frutteto e dei fiori nel
giardino di Cair Paravel che curavi tu stessa con il gentile signor
Tumnus, e hai fatto lo stesso con quel seme l'estate scorsa nel
giardino di casa, con l'aiuto di Peter.
Hai guardato quel piccolo seme mettere radici e crescere di giorno in
giorno, l'hai protetto dal freddo del gelido Inverno e ogni giorno
passi ore intere a raccontargli i tuoi pensieri, i tuoi sogni.
Gli racconti di Narnia, la tua e sua casa, di Aslan, di Cair Paravel,
del signor Tumnus e i castori. Di quando con Peter, Edmund e Susan
passavi le giornate a parlare con le driadi, a danzare con gli alberi e
a governare il luogo magico in cui sei una Regina.
Apri la porta ed esci in giardino senza preoccuparti di portare una
felpa per l'aria fresca o di mettere le scarpe: ti piace sentire l'erba
fresca sotto i piedi mentre cammini, ti dà un senso di pace
e assoluta calma. A Narnia lo facevi sempre.
T'avvicini al fiore e ti siedi vicino ad esso preoccupandoti di non
schiacciarlo, mentre rabbrividisci un attimo a contatto con il suolo
freddo. Accarezzi delicatamente i petali del fiore chiedendoti quando
sboccerà.
Non vedi l'ora di quel momento: hai già
deciso che farai moltissime foto con il fiore e i tuoi fratelli. Poi la
più bella l'appenderai in camera e ogni volta che la
guarderai e vedrai il fiore in tutta la sua bellezza, non potrai fare a
meno di pensare a Narnia. E allora ti lascerai cullare dai ricordi
felici fino a quando non ritornerai nel tuo regno.
Perché
sei sicura che ritornerai e non vedi l'ora di farlo.
Ripensi alla primavera di Narnia; ogni volta che arrivava si sentiva
l'aria cambiare, i fiori e gli alberi diventavano più
allegri del solito e le driadi facevano feste continue con i satiri.
-Lucy- la voce di Peter ti riporta alla realtà, ma prima di
poter fare qualcosa tuo fratello ti è subito accanto e ti
guarda, apprensivo e curioso.
-Cosa stai facendo?- ti chiede sedendosi
vicino a te e porgendoti una leggera coperta. Gli sorridi mentre prendi
con una mano quell'oggetto caldo: ti serviva visto che a scaldarti non
c'era il sole primaverile.
-Stavo
aspettando la Primavera- ti limiti a proferire continuando a guardare i
petali azzurri, mentre
Peter ti aiuta a sistemarla sulle spalle.
Senti tuo fratello maggiore ridacchiare leggermente.
-Non credo che
stando qui fuori la primavera arriverà prima- lo guardi in
viso e alle sue parole assumi una smorfia di disapprovazione.
-Che ne dici di andare a bere il te con Edmund e Susan? Poi magari
quando torni la primavera è arrivata- Ti dice con quel
tono rassicurante che ti fa sentire sempre protetta e indicando con un
cenno del capo la finestra della cucina da dove si potevano vedere
Edmund che sistema la tavola e Susan che tira fuori dalla credenza le
tazzine.
Annuisci verso Peter ed entrambi vi alzate da terra e, dopo aver
guardato un ultima volta il fiore ancora chiuso, ti avvii verso la
porta-finestra da cui sei uscita con tuo fratello accanto.
Appena entri puoi sentire l'aroma dolce del te e il profumo dei
biscotti appena sfornati e senza remore corri in cucina. Susan ti
sorride raggiante mentre Edmund è impegnato
a sistemare i cucchiaini in un modo decente sul piattino della tazzina.
Cucchiaini che puntualmente cadono fuori dal bordo.
Lo vedi sbuffare per circa tre volte e allora decidi di aiutarlo.
T'avvicini e gli rubi i cucchiaini di mano per poi posizionarli ai loro
posti con una velocità e precisione che lascia stupefatto
tuo fratello. Sai che sta per dirti qualcosa tipo -ce la facevo da
solo-
ma lo blocchi sul nascere.
-E' roba da donne, Ed- lo vedi storcere il
naso indispettito e sedersi al suo posto, per poi aprirsi in un sorriso.
Ti siedi anche tu di fronte a lui e osservi Susan mentre toglie dal
forno i biscotti fatti in casa. Appoggia con un movimento aggraziato il
vassoio sul tavolo e poi guarda soddisfatta il suo lavoro posando le
mani sui fianchi, poi fa per girarsi a controllare il te.
Non appena accenna il movimento vedi Peter, alla tua sinistra, ed
Edmund, allungare il braccio verso i biscotti ancora caldi, come due
bambini golosi.
Proprio mentre stanno per afferrare un biscotto ciascuno
però, un piccolo schiaffo sul dorso delle loro mani dato
prontamente da Susan li blocca a metà del movimento.
Lei li guarda truce, mentre i due si limitano ad imbronciarsi come se
fossero due bambini piccoli. Poi fanno gli occhi lucidi tentando di
rabbonire Susan che continua a guardarli, seria.
A quella scena bambinesca non puoi fare a meno di ridere e i tre ti
guardano stupiti e curiosi, poi scoppiano anche loro in una risata
generale.
Un misto di allegria, semplicità e spensieratezza, come
quelle che ogni giorno puntualmente sentivi a Narnia ma che
lì erano scomparse.
L'ora del te passa in armonia e allegria come da tempo non succedeva e
questo ti fa stare bene facendoti dimenticare, anche solo per poco, che
ti trovi in Inghilterra e non nella tua adorata Narnia.
La mattina dopo stai camminando verso la cucina attirata dalle risate
dei tuoi fratelli e passi davanti la porta-finestra.
Non puoi fare a meno di fermarti quando un tenue raggio di sole che
illumina la stanza attira la tua attenzione e volti il capo per poter
osservare il tuo fiore. Con enorme stupore noti che questo è
sbocciato diventando
molto più bello di come l'avevi immaginato. Sorridi mentre
vedi distintamente anche due farfalle e altri fiori nel giardino.
Finalmente la Primavera è arrivata, pensi
soddisfatta mentre guardi la natura svegliarsi. E ti sembra di vedere
Aslan con la sua folta criniera tra le foglie
dell'albero davanti a casa.
Forse le ci voleva solo un piccolo aiuto. Concludi serena
e felice, mentre le risate dei tuoi fratelli t'avvolgono.
Quando Aslan scuote la
sua criniera, ritorna la primavera
Entri
velocemente in cucina.
-Venite a fare una foto!-
Non ho potuto resistere a
mettere quella frase della
profezia riguardante il grande leone, è semplicemente
meravigliosa e non potevo non darle
importanza. Specialmente in collegamente alla drabble Lucy-Primavera.
Lucy che crede fermamente in Aslan, solo lei avrebbe potuto credere che
il leone fosse venuto fino in Inghilterra per far arrivare la
Primavera.
Riguardo il fiore,
dunque facciamo finta che le sia rimasto in una
tasca dell'abito per sbaglio e quindi se lo sia ritrovata una volta
ritornata in Inghilterra. In fondo anche l'albero dell'armadio a casa
del professore è fatto dell'albero di mele che si vedeva, se
non sbaglio, nel nipote del mago. Quindi ho fatto più o meno
la stessa cosa, senza che me ne rendessi conto... E per l'ultimissima
frase -Venite a fare una foto!- è collegata a quando dice
che poi l'avrebbe appesa in camera per ricordarsi di Narnia.
Spero comunque che anche
questa shot vi sia piaciuta e di sapere
cosa ne pensate
Ringrazio come sempre anche solo chi legge e apprezza questa raccolta.
chi commenta, preferisce, segue e ricorda.
Un abbraccio e ci vediamo al prossimo aggiornamento
D***
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Capitolo 11 *** Peter. - Summer. - King. ***
Un
ringraziamento speciale a Katia, che mi ha dato consiglio per questa
shot.
Elements
and Seasons.
Peter - Summer - King
Cammini
sul marciapiede avvolto nel cappotto, zaino su una spalla e l'altra
mano in tasca. Continui a fissare il grigio dell'asfalto che porta
verso casa, senza
curarti di niente e nessuno.
Il tuo sguardo è serio, gli occhi azzurri velati da una
patina cupa. Il passo lento ma deciso, la tua mente piena di pensieri e
ricordi
confusi.
Ti copri maggiormente con la sciarpa il labbro spaccato e lo zigomo
livido, mentre passi davanti a due bambini con la mamma. Senti la donna
borbottare qualcosa sul tuo stato pietoso e non puoi
fare a meno di darle ragione.
Come hai fatto a finire
così?
Non hai una risposta.
Sei certo, però, che a Narnia non avresti fatto a botte come
un adolescente in piena fase ormonale.
Ti vergogni di quello che sei diventato dopo il ritorno, e ripensi alla
tua terra. La tua confortante, rigogliosa, magnifica terra.
La tua casa.
Sospiri e abbassi di più la testa, mentre senti un rumore di
passi avvicinarsi di corsa alle tue spalle.
-Peter, aspettaci!- la voce
scocciata di Edmund ti raggiunge e sorridi impercettibilmente davanti
ai suoi modi bruschi, per nulla mutati.
Nel contempo però, vorresti sparire. Vorresti che loro non
ti raggiungessero. Non hai il coraggio di farti vedere dai tuoi
fratelli in quello stato.
Per l'ennesima volta.
Sai che provocheresti la tristezza e la preoccupazione di Lucy per il
tuo stato d'animo, oltre che fisico. Il dispiacere e la noia a Susan,
che ti riprenderebbe, per l'ennesima
volta, sul fatto che ti comporti peggio di un bambino. E un misto di
pietà e compassione in Edmund, che per certi
versi riesce a capirti.
Ti raggiungono velocemente affiancandoti, e Lucy prende parola.
-Peter!
Perché non ci hai aspettato?- ti chiede, leggermente
indispettita ma con il tono di voce sempre dolce e vivace.
-Ecco, non ci ho pensato. Scusatemi- borbotti da dietro il tessuto
caldo, che tieni ostinatamente sulla maggior parte del volto. La cosa
non passa inosservata agli occhi vigili di Susan.
-Perchè tieni la sciarpa fin sopra al naso? Siamo a fine
Marzo, ormai. Non hai caldo?- si rivolge a te dapprima indagatrice, poi
sempre più curiosa.
Ti giri appena per scrutarla in volto e
liquidi la questione con un'alzata di spalle. La senti sbuffare per la
risposta mancata, mentre gonfia le guance offesa e si volta a guardare
il lato opposto della strada.
Lucy ridacchia divertita, mentre Edmund si apre in un sorriso sincero.
Tuo fratello minore poi, si volta a scrutarti attento, mentre tutti e
quattro continuate a camminare tra le voci allegre e serene dei
passanti.
Mentre Susan e Lucy parlano tra loro, non puoi fare a meno di
ripiombare nello stato di confusione di pochi attimi prima.
Confuso.
Sei confuso. Hai dei dubbi, su ciò che sei stato.
Dov'è finito
il Grande Re Peter?
Lo continui a cercare, da qualche parte dentro di te, ma
invano,
perché non lo trovi.
-Peter- la voce di Edmund ti raggiunge, riportandoti alla
realtà.
-Si?-
Tuo fratello ti guarda ancora qualche secondo, attirando l'attenzione
delle due sorelle.
-Hai fatto a botte- proferisce, scuotendo la testa e
guardandoti con il cipiglio leggermente severo. Vorresti ribattere ma
non fai niente, perché ha ragione e
non hai una scusa per tentare una misera difesa.
-Non ti riconosciamo
più- mormora affranta Lucy, guardandoti con gli occhi velati
di preoccupazione e nostalgia. E in quel momento ti senti terribilmente
in colpa, per averli fatti
preoccupare.
-Se hai bisogno lo sai che ci siamo anche noi per te, no?- ti domanda
Susan tranquilla, senza dirti niente come invece t'aspettavi. Lucy ti
guarda sorridente posandoti una mano sul braccio ed Edmund ti
lancia delle occhiate d'intesa.
Non
puoi fare a meno
di sorridere dietro il leggero tessuto, mentre abbassi la sciarpa,
mostrando il tuo volto.
La
tua mente ritorna limpida come il cielo di Narnia.
Guardi
i tuoi
fratelli, sicuro su ciò che devi fare.
E' ora di tornare a splendere.
Fieramente
alzi la
testa, sicuro su chi
sei.
E'
ora di tornare ad essere Re Peter, Il Magnifico.
Sarò
sincera: Questa shot, è strana. Molto. Non riesco ad
inquadrarla, benché io ne sia l'autrice. E' venuta
così, punto. Quindi fan di Peter, non uccidetemi per questa
cosa indefinita ... che comunque spero vi sia piaciuta =) *me incrocia
le dita, fiduciosa*
Spero davvero però, che sia stata di vostro gradimento,
visto che vi ho anche fatto aspettare.
Ringrazio anche solo chi legge e apprezza in silenzio
Ringrazio chi ha questa raccolta nelle seguite/preferite/ricordate e
continua a leggere
Grazie mille non sapete quanto mi avete resa felice e continuate a
farlo =)
Un abbraccio
D***
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Capitolo 12 *** Edmund. - Autumn. - Future. ***
Elements
and Seasons.
Edmund
– Autumn – Future
Gli
occhi freddi, magnetici e spietati di Jadis che ti guardano. Il suo
volto, sempre impeccabile e altezzoso, deformato da una smorfia di pura
ira. E poi il dolore mentre ti colpisce che prepotente si fa sentire:
bruciante, vivo, ardente, lancinante.
La Strega Bianca davanti a te sta
facendo ciò che da tempo desiderava. Ciò che
bramava fin da quando ti vide per la prima volta, spesato in mezzo alla
neve bianca.
Lo sapevi.
Lo hai sempre saputo, che in lei c'era qualcosa
che non andava. Eppure eri troppo preso dal voler superare Peter, per
dare ascolto a quel campanello d'allarme che ti si era acceso.
Cadi a
terra, la voce ovattata di paura e terrore di tuo fratello ti giunge
alle orecchie pochi attimi dopo. Chiudi gli occhi e respiri a fatica,
mentre intorno a te tutto comincia a non avere più senso e
senti il sangue caldo uscire dalla ferita.
L'odore acre arrivarti al
naso insieme a quello degli altri soldati caduti, stordendoti di
più. Le forze ti stanno abbandonando e senti la vita
scivolare via. Non hai nemmeno avuto tempo di farti perdonare del tutto
dai tuoi fratelli…
NO!
Apri gli occhi, alzandoti di scatto dal letto trattenendo un urlo in
gola. Senti un brivido lungo la schiena, mentre ti passi una mano sul
volto, pallido per il terrore. Il cuore che galoppa, il respiro
accelerato e il sudore che ti bagna le tempie. Quell'incubo.
Ancora.
Un
ricordo che non ti vuole abbandonare.
Ogni volta che ti addormenti hai
una possibilità di rivivere quegli attimi. Lunghi e
strazianti. Quanto tempo sono durati? Non lo sai, ma sai che sono
tanti.
E per una volta hai veramente avuto paura di morire.
Morire, con
il rimpianto di non aver goduto pienamente la compagnia di Peter, Susan
e Lucy. Ma forse sarebbe stato meglio così. Se fossi morto,
avresti potuto farti perdonare, far vedere quanto valevi…
Scuoti la testa, scacciando quel pensiero e scosti la coperta.
Dannazione.
La pennichella pomeridiana per recuperare le ore di sonno
perse ieri sera a leggere fino a tardi non è stata una buona
idea, pensi, scoccando uno sguardo al libro sul comodino.
Automaticamente scendi dal letto, per poi andare alla finestra e
aprirla. L'aria fredda, nostalgica e un poco distaccata d'autunno ti
raggiunge schiaffeggiandoti una guancia, per farti capire che ti sei
svegliato.
Che tutto è finito, era solo un sogno.
Passato.
Ti fermi ad osservare il sole pomeridiano nascosto dietro le nuvole.
Strizzi gli occhi, per quella luce così intensa che tanto
odi. Non è forte come quella d'estate o lucente come quella
primaverile, ma nemmeno debole come quella invernale. E'…
strana. E terribilmente fastidiosa. Sembra che la luce del sole si
estenda per tutto il cielo grazie alle nuvole biancastre, facendo si
che gli occhi non riescano a trovare un punto più in ombra
dove poter riposare.
Scuoti la testa, lasciando perdere quei pensieri
alquanto stupidi.
“La luce è luce, non
può essere strana” concludi, chiudendo la
finestra.
Ti prepari, sistemando un poco i capelli arruffati e
sciacquandoti il viso per tirar via il sudore, e quando sei pronto
scendi in cucina.
Ad accoglierti ci sono Peter e Susan: il primo legge
un giornale a capotavola, l'altra sta iniziando a preparare la tavola
per la cena.
Tua sorella ti accoglie con un sorriso girando leggermente
il volto verso di te, mentre in punta di piedi cerca di afferrare una
padella posta troppo in alto per lei.
Tuo fratello alza lo sguardo dal
giornale e ti fa un cenno con il capo – che tu ricambi -, per
poi voltarsi a osservare cosa sta facendo Susan. Ti sembra di vederlo
sorridere divertito, poi si alza con un movimento fluido e con una
facilità estrema recupera la pentola, per poi porgerla alla
Pevensie che lo guarda per qualche secondo spaesata.
Quella assottiglia
lo sguardo, recuperando l'oggetto.
-Sei stato tu!- proferisce,
additandolo -Tu l'hai messa così in alto, non sono io che mi
sono abbassata!- continua, chiudendo l'anta della mensola.
-Colpevole-
dice Peter, alzando le mani in segno di resa, il sorriso che si amplia.
Susan scuote la testa, e
tutti e tre vi scambiate degli sguardi eloquenti.
Tu prendi una sedia e
la trascini vicino alla finestra, mentre tuo fratello - alla
tua destra - si risiede continuando la lettura e Susan traffica con il
cibo.
Osservi il paesaggio fuori dal vetro. Il sole nelle stagioni
fredde tramonta presto, ed è ciò che sta
accadendo anche quel giorno: la sfera arancione si sta avvicinando alle
colline, colorando le nuvole ed il cielo di colori tenui che vanno dal
rosso al rosa, all'azzurro chiaro - spesso quasi violetto - fino al blu
scuro da cui si iniziano ad intravedere delle stelle.
E il colore del
tramonto che giunge ti ricorda inspiegabilmente il paesaggio
autunnale.
Tinte rosso scarlatto, arancione brillante o giallo sole, e le foglie
cadute a terra che formano un tappeto che va dal marrone all'ocra.
Ti
volti quando un rumore di passi, seguito da una corrente d'aria ti
passa vicino, per poi fermarsi vicino a Peter. Voi fratelli maggiori
focalizzate l'attenzione su Lucy, che si è seduta sulle
gambe del maggiore la quale in mano tiene un oggetto.
-Non va
più- mormora, osservando le lancette dell'orologio ferme.
Susan si avvicina, lasciando perdere il vario pentolame.
-Che peccato-
proferisce, osservando l'oggetto che era appeso in camera loro da
almeno due anni. Glielo avevano regalato mamma e papà prima
che questo partisse.
-Vediamo se si può aggiustare- dice
Peter, prendendo l'orologio dalle mani della sorellina, che in risposta
lo guarda, un luccichio negli occhi chiari.
-Sapresti farlo ripartire?-
domanda, improvvisamente attenta. Il fratello rigira il segnatempo tra
le mani, studiandolo, per poi appoggiarlo sul tavolo, la batteria
rivolta verso di lui.
-Non lo so, Lu- dice, sincero -potrei provarci-
termina, facendo scendere Lucy per poter lavorare meglio. Quella batte
le mani, contenta.
-Non ti prometto nulla però- l'ammonisce
Peter, sapendo che sua sorella si fa prendere sempre dall'entusiasmo e
per evitarle un dispiacere. Quella annuisce, per poi andare vicino a
Susan che in risposta le circonda le spalle con un braccio, mentre
entrambe osservano il fratello maggiore.
Un improvviso silenzio cala
nella stanza, rotto solo dai respiri dei Pevensie e le imprecazioni a
denti stretti di Peter quando non riesce a sistemare qualche vitina.
Tu
ripiombi nel tuo stato di trance, mentre ti ipnotizzi ad osservare il
paesaggio fuori perso nei tuoi pensieri, simili a quelli di poco prima.
Tic Tac.
Il rumore improvviso delle lancette.
-Bravo Peter! Sei
riuscito ad aggiustarlo!- L'esclamazione entusiasta di Lucy ti fa
sorridere inconsciamente.
Tic Tac.
Il rumore delle lancette. Di nuovo.
Lancette che girano e riprendono a scorrere dopo un lungo sonno. Il
rumore meccanico che producono continuamente arriva alle tue orecchie.
Tum Tum.
Un battito.
Il battito ininterrotto del tuo cuore. Quel suono
interno, che solo tu puoi sentire così vicino e familiare,
ti riempe le orecchie, ridestandoti.
Ti fa capire che sei vivo. Loro
sono vivi.
Stai vivendo, State
vivendo.
Perchè ripensare a quei giorni,
allora?
Una foglia si stacca dal ramo, viene sospinta da un leggero
venticello e si posa delicatamente a terra, dopo una lenta danza
nell'aria. Si posa in quel prato multicolore, illuminato dal sole che
sta tramontando segnando la fine del giorno, lasciando spazio alla luna
e alla notte.
Tic Tac.
Ti alzi dalla sedia, avvicinandoti agli altri.
Nessuno saprà
mai cosa riserva il
futuro.
Ti metti a scherzare con i tuoi fratelli, l'incubo solo un ricordo
passato.
E ad attenderti, dopo la
lunga notte, ci sarebbe stato un nuovo
giorno.
Si,
non sono un miraggio, sono finalmente riuscita
ad avere una
cavolo di ispirazione
decente
anche
per questa shot. E' strano. Mi venivano le idee, però poi o
me le dimenticavo o facevano schifo, e non mi convincevano del tutto.
Una cosa: Qui compare un
orologio, anche se solo di "sottofondo". L'ispirazione mi è
venuta così, poi però mi sono ricordata di novena,
di _ L a l a dove anche
lì compare un orologio per Edmund. Ecco,
benchè la cosa mi sia saltata fuori inconsciamente e non
centra molto il rapporto orologio/Edmund, ho chiesto a Giulia se per
lei sarebbe stato un problema, onde evitare incomprensioni.
Carrrra mi
ha detto che non ci sarebbero stati problemi *-* - Tesora, ti adoro.
Uhm, direi che il tema
è abbastanza compensibile: l'orologio che segna il tempo
passato, ma non il futuro, e il nuovo giorno che deve arrivare tutto da
vivere.
Le prossime shot, sugli elementi, credo
che saranno ambientate a Narnia dopo l'incoronazione, dove - secondo
mio modesto parere personale - i Pevensie sono diventati e stati
veramente quelli che sono, nella terra che considerano la loro casa.
- Ci tengo a ringraziare coloro che hanno letto e/o commentato i
capitoli, anche i
precedenti, tra cui ranyare
che mi ha fatto un bellissimo riassunto -.
Un bacio,
D
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Capitolo 13 *** Lucy. - Water. - Rainbow. ***
Elements
and Seasons.
Lucy
– Water
– Rainbow
Inspiri.
Che bella
giornata di primavera.
Di quelle che ti riempono il cuore e lo fanno
palpitare sereno, con la certezza che meglio non potrebbe andare. Di
quelle che fanno spuntare un sorriso al solo pensiero di ciò
che hai intorno: amici, casa, famiglia, tutto ciò di cui hai
bisogno per sentirti completa e giusta. Di quelli che ti fanno sentire
protetta e sicura di te stessa.
Con indosso un vestito color acqua, i
capelli sciolti alla leggera brezza primaverile e la corona d'argento
che riflette i raggi solari posata delicatamente sul capo, cammini
tranquilla diretta alla spiaggia sotto Cair Paravel, visibile dalla
grande balconata che esce dalla sala dei troni.
Ti piace andare in quel
piccolo angolo di paradiso che hai imparato ad amare con tutta te
stessa, dove l'oceano brillante si perde all'orizzonte confondendosi
con il cielo limpido e le onde fanno da melodia in quello che,
altrimenti, sarebbe spesso un silenzio quasi surreale.
Un po' come
quello che trovasti quando per la prima volta entrasti in Narnia, rotto
poi dai rami che il Sig. Tumnus smuoveva quando li incontrava sulla sua
via.
Aslan sparì da quella stessa spiaggia anni prima, il
sole del tramonto che gli illuminava dal criniera e il manto dorati,
lasciando dietro di sé solo orme poi cancellate dal mare.
Speri di rivederlo presto.
Quando arrivi a posare i piedi sui piccoli
chicchi di terra automaticamente rallenti, posando gli occhi
sull'orizzonte: le onde del mare sono movimenti quasi impercettibili,
la spuma bianca diventa visibile solo a pochi metri dalla riva, poco
prima che l'onda arrivi sul bagnasciuga.
Dove l'oceano si confonde con
il cielo è tutto così calmo e tranquillo che
sembra tanto un quadro. Un dipinto che rappresenta un paesaggio
difficile da trovare e così raro che si stenterebbe a
credere che sia reale.
Invece è vero.
Tutto vero.
Narnia
è vera,
Narnia è casa tua.
La sabbia che calpesti
con i tuoi piedi ormai da ragazza adulta e il profumo di salsedine
portato dal vento che ti accarezza il viso di donna sono reali.
Niente
potrebbe andare meglio.
Ti siedi su quel prato bianco con un movimento
aggraziato e fluido, sistemandoti sotto al promontorio coperto di
vegetazione in modo da non avere la luce del sole direttamente negli
occhi,
poiché i grandi alberi abitati dalle driadi che spuntano
dalle rocce e nel bosco dietro di te fanno ombra con le loro grandi
chiome.
E inizi a studiare quel piccolo volume che stringi in mano
preso dalla biblioteca reale: leggero e dalla copertina invitante,
piena di colori vivaci che formano la figura di un paesaggio.
Incredibilmente simile a Narnia, ma non ti aspettavi diversamente.
In
quel disegno nascono colline verdeggianti su cui scorrono fiumi diretti
al mare, sulle cui pendici sbocciano fiori colorati; in cielo, vaghe
nubi
grigio chiaro sembra che stiano lasciando posto ad un cielo azzurro
incontaminato e un sole d'oro. E poi c'è l'arcobaleno, che
spicca tra due vette e annuncia la fine di un temporale momentaneo.
E'
un disegno così magico che credi che anche la
rappresentazione di uno dei più temibili temporali sia una
cosa fantastica.
D'altronde, se come stavi arrivando a capire quel
piccolo libro rappresentava davvero Narnia, come doveva essere prima
dell'arrivo di Jadis e come era tornata alla sua sconfitta anni prima,
allora anche la pioggia che presumibilmente c'era stata prima della
comparsa di quell'arcobaleno disegnato era stato un evento pieno di
magia.
Perché anche quando pioveva Narnia non assumeva mai
quel grigiore che aveva Londra.
L'acqua cadeva dal cielo delicata come
una carezza, come se fosse felice di tornare alla terra madre, di
riunirsi agli specchi liquidi da cui era stata presa, e non come in
Inghilterra in cui quando scendeva sembrava che il cielo volesse
mandare una maledizione a tutti quelli che si trovavano sotto di lui.
Sospiri, ripensando agli ultimi avvenimenti.
Narnia ti aveva aiutato ad
apprezzare molte cose: ti aveva aiutato a crescere continuando a
credere, però, in ogni tua piccola certezza e ogni
più piccolo sogno. A non lasciarti abbattere dalla cruda
realtà a cui tempo prima eri stata sottoposta.
Narnia,
Aslan, la morte vista a pochi passi, aveva curato quella crepa
che si stava insinuando tra i tuoi fratelli, come l'acqua che si scava
un passaggio a forza quando non trova un'uscita in cui lasciarsi
andare.
Il legame era rinato saldo, più forte, sicuro e
determinato di prima.
Come l'arcobaleno nasce
dopo la pioggia.
Una
piccola risata ti nasce ed i tuoi occhi cercano la luce del sole, non
visibile però da dove ti sei riparata da esso. I colori ti
sono sempre piaciuti, specialmente quelli che esprimono vita e
serenità, forza e determinazione, speranza e fiducia.
Ti
fanno battere il cuore, senza quelle tinte vivaci la tua vita sarebbe
spenta.
Sorridi.
Perchè il cuore palpita dicendoti che
meglio di così non potrebbe andare.
***Ed
eccomi qui con
la shot che apre il giro di capitoli riguardanti quelli
“incentrati” sugli elementi. Non ci credo di averla
finalmente scritta *O* Sinceramente
è stato più difficile incentrarle su di essi,
difatti bisogna fare caso abbastanza anche al titolo
“generale” e non solo alla presenza dell'elemento a
cui ho associato il personaggio.
Infatti qui l'acqua viene accentuata
inun pezzo come qualcosa che si insinua a forza (quindi non
è
qualcosa di “bello”, in quanto associato a Jadis e
alla guerra), mentre l'arcobaleno come qualcosa di positivo che
però viene fuori da essa. C'è un piccolo
riferimento al fatto che i colori sono associati a Peter, Edmund e
Susan. Non ho specificato quali, però, libera
interpretazione :)
Si potrebbe dire che queste quattro sono delle shot
quasi leggere e di “svago”, ecco. :3
Sperando che
vi sia piaciuta e di non avervi deluso, vi ringrazio se state seguendo
ancora questa raccolta.
Ringrazio coloro che hanno commentato, che seguono, ricordano e
preferisco.
E, ribadisco, anche se gli aggiornamenti sono ad
ispirazione la raccolta non è stata abbandonata e non lo
sarà fino alla sua conclusione ufficiale.
Grazie di tutto.
D***
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Capitolo 14 *** Susan. - Fire. - Reality. ***
Elements
and Seasons.
Susan
– Fire
– Reality
-Grazie,
va bene così-.
Il tuo è un mormorio basso e calmo, che non lascia
trasparire la voglia che hai di stare un po' da sola per raccogliere i
pensieri e ragionare su te stessa.
Accenni alla porta con un veloce
gesto del braccio, congiungendo poi le mani in grembo in attesa.
Ti
concedi di occhieggiare per qualche frazione di minuto il paesaggio
imbiancato fuori dalla grande vetrata leggermente appannata, mentre
cerchi di trovare le differenze rispetto al primo gelo che hai trovato
quando sei arrivata lì.
Così simile eppure
così diverso.
Non fai molta fatica a percepire che perfino
l'aria generale che vaga nel mondo di Narnia è diversa,
più calma e serena, invece di quella tesa e fredda
– fredda, che ti gelava il sangue nelle vene solo a
respirarla senza nemmeno bisogno di sapere che qualcosa non andava
– che regnava qualche tempo fa.
Il Narniano s'inchina,
capendo che vuoi rimanere sola come molti pomeriggi d'inverno in cui
non ci sono impegni senza che tu glielo dica espressamente.
-Lasciate
che finisca di sistemare- obbietta piano, come se fosse grato di poter
essere al vostro servizio anche quando non è richiesto.
E'
un particolare che hai notato, il fatto che gli abitanti di quella
terra magica vi sono riconoscenti per la loro libertà
riacquistata, tanto che all'inizio la cosa ti lasciava un po' perplessa
per quanto cuore vedevi nelle cose che facevano per voi: pulire
qualcosa, sistemare, ricostruire, farvi qualche dono con i loro
sforzi...
Lo stesso era per quel fauno: sa che poi non vorresti essere
disturbata, così prepara in anticipo alcuni pezzi di legna
posandoli vicino al camino, cercando quelli più piccoli e
leggeri.
In quel modo puoi badare al fuoco da sola senza rischiare di
graffiarti le mani, importanti per l'immagine di un regnante, cercando
di prendere la legna in mezzo alla riserva che sta in un angolo
nascosto della grande sala.
-Con permesso, Regina Susan-.
Si volta
dirigendosi verso la porta, i piccoli zoccoli che producono un lieve
ticchettio sul pavimento, e prima di uscire si gira, inchinandosi una
seconda volta, ottenendo in risposta un tuo leggero sorriso.
Quando sei
sola sciogli leggermente la posizione rigida che avevi preso per
mostrare la tua figura sicura e dal portamento regale, allentando
leggermente la tensione che avevi messo sulle spalle per cercare di
tenerle il più dritte possibile. La forma a corsetto
dell'abito che ti fascia il busto, però, non ti permette
troppa libertà di movimento, seppur sia solo accennata.
Ti
accorgi in quel momento che avevi anche serrato la mascella mentre
attendevi chiusa nella sua patina di silenzio.
Prendi un cuscino
vellutato da una delle grandi poltrone che stanno intorno ad un
tavolino di legno che sembra appena fatto, poiché ha passato
troppi anni con un telo sopra perché non usato, i passi
leggeri che non fanno rumore e il vestito che genera un leggero
fruscio, e lo posi vicino al camino; il pavimento lucido riflette le
fiamme che danzano quasi come uno specchio, mentre avido cerca di
trattenere il calore che inizia a riscaldare l'ambiente.
Non ci vuole
molto perché una sorta di serenità interiore si
espanda dentro di te, rilassandoti le membra e facendoti venire voglia
di chiudere gli occhi per goderne appieno.
Appoggeresti la schiena al
marmo tiepido che circonda il fuoco con ricami delicati su di esso che
s'innalzano fino a metà parete finendo per dissolversi nel
bianco del muro, come se fossero rami che non possono raggiungere il
punto più alto nel cielo tutti insieme.
Erano disegni
delicati, ti piacevano perché rivelavano la loro presenza
senza appesantire l'ambiente generale che nonostante tutto rimaneva
neutro e posato.
Quello era uno dei tuoi posti personali, in cui
raramente venivi disturbata.
Lucy aveva le sale da the ed il giardino
in cui parlare con i Narniani nei momenti di calma; Edmund si relegava
nella biblioteca o nel suo studio, chiudendosi nel suo mondo fatto di
ragionamenti e cultura, mentre Peter vagava tra il campo di
addestramento e la sala del trono, perso tra allenamenti con l'esercito
e pianificazioni sull'andamento del territorio.
Erano passati degli
anni, da quei primi giorni a Narnia.
Effettivamente ti chiedi come hai potuto lasciare che le cose andassero
così, lasciando
indietro la mamma, la guerra, Londra, e tutto ciò che fino a
quel momento tu e i tuoi fratelli conoscevate.
Siete diventati
persone totalmente diverse, non più adolescenti spaventati
con troppe responsabilità e bambini ribelli chiusi nel loro
mondo di favole.
Razionalmente, te ne capacitavi poco, di come siete
finiti li così, a capo di un regno di cui non sapevate
nemmeno l'esistenza.
Capitava di guardare indietro, a volte; prima
molto spesso, poi ricordare era diventato sempre più raro
fino a quasi scomparire.
Ma alle volte lampi di ricordi tornavano alla
tua memoria, e allora ti sembrava di avere il tutto a portata di mano.
Ma durava poco. Durava sempre di meno pensare a com'erano le cose
prima, a fare confronti sull'evoluzione degli avvenimenti, a come
avrebbe potuto essere. Durava poco perché di quello non ne
avevi bisogno; non più.
Perché la tua vita era
li, e piano quella consapevolezza si era radicata in ogni cosa che
facevi giorno dopo giorno, diventando parte di te. Quella era la tua
realtà in quel momento, quella era la vita che stavi
vivendo.
Il calore delle fiamme era reale, l'odore della legna che
ardeva ti accarezzava la pelle e si posava sul vestito come un manto
cullatore.
Una voce ovattata che ti cerca.
-Susan!-
Hai tutto
ciò che ti serve per essere felice.
Una porta che si apre
portandoti definitivamente alla tua realtà.
Sorridi, e senti gonfiarti il cuore alla loro vista; un calore
più potente di quello che ti scalda le membra.
-Susan, nevica,
vieni a vedere!-
Il fuoco continua a danzare allegro nel camino.
Salve,
gente del
fandom delle Cronache. :) Passo subito al capitolo, in
realtà già pronto da qualche tempo ma che andava
ultimato: come
già avevo detto, prendete gli argomenti di queste quattro
shot molto “alla larga”, perché non
c'è un'interpretazione unica.
Questa, tra l'altro, ricorda
quella riguardante Susan e l'Inverno, anche se con due argomenti ed
ambientazioni di base diversi. La realtà a cui Susan si
attacca tanto quando torna da Narnia dopo il Principe Caspian, ho
voluto darle spazio anche durante la vita nell'età d'oro; i
Pevensie si erano dimenticati del lampione, dell'armadio guardaroba,
quindi immagino che fosse perché Londra rimaneva rilegata da
qualche parte, mentre Narnia prendeva sempre più parte delle
loro vite. Quindi il fuoco mi rendo conto che ha un'aspetto marginale.
Ringrazio coloro che preferiscono, ricordano ed hanno
commentato, i lettori che seguono questa raccolta che, ormai, non manca
molto a concludersi – ispirazione volendo.
Mi auguro che
questi ultimi due capitoli vi siano piaciuti. ^^
Love, D.***
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Capitolo 15 *** Peter. - Air. - Teacher. ***
Elements
and Seasons.
Peter
–
Air
– Teacher.
-Eddai
Peter! Per
favore!-
Lucy si stava quasi prostrando ai tuoi piedi, mentre provava
in tutti i modi a farti gli occhi dolci per convincerti. Aveva le mani
come se stesse pregando e ti guardava, speranzosa, con quella scintilla
di vita negli occhi che si portava sempre dietro.
-No Lu, non serve-
mormori piano, fermo nella tua convinzione e sospirando leggermente.
L'idea che aveva avuto e che richiedeva il tuo supporto – o
quello di Edmund – non ti andava molto a genio. Non c'era
nulla di male, apparentemente, ma se l'avesse evitato saresti stato
immensamente più tranquillo.
-Ti prego!- Prova ancora, come
se ottenere un tuo “Si” fosse l'unica cosa che
contasse, quasi più delle motivazioni iniziali che l'avevano
spinta in quell'impresa.
-Lucy, non serve e non mi pare il caso- Ti
appoggi allo schienale della poltrona, lasciando perdere per un attimo
i documenti in modo definitivo, e punti lo sguardo su tua sorella, in
piedi di fronte a te.
Ti guarda, un poco delusa, come se non credesse
realmente a ciò che le dici.
Dispiace anche a te non poterle
dare il tuo aiuto come sempre, ma davvero in quella proposta non vedi
il motivo di accontentarla. Potrebbe magari avere un suo
perché, ma la eviteresti – come stai
già facendo – il più
possibile.
Tua sorella ti fissa al di là della
grande scrivania piena di pergamene e penne d'oca, ed è come
se stesse pensando; le vedi, che sta persa nella sua testa, e vorresti
che ti rendesse partecipe. E' come se la rivedessi un poco bambina,
quella che qualche anni fa scoprì Narnia, quella che giocava
di fantasia e litigava con Edmund per delle sciocchezze.
In
realtà, lo sai, bambina non lo è più
da svariati anni. È cresciuta, si è formata, in
corpo ed in carattere – continuando però a
conservare quella nota d'infantile sincerità che voi ormai
conoscete bene.
E ti sembrava di avere nuovamente davanti la bambina di
anni fa, prima, quando cercava il tuo supporto e la tua approvazione,
come quando da piccola si rifugiava tra le tue braccia per paura di
qualcosa.
-Allora farò da sola- C'è una nota
seria nella sua voce, gli occhi ora sono determinati e ti guardano,
come se non ammettessero repliche. Eccola che usciva, la bambina
cresciuta.
-Lucy... - Provi a contrapporti, ma lei ti ferma, alzando
una mano e non facendoti finire la frase.
-No Peter. Sono anche io una
Regina di Narnia, non sono più una ragazzina. È
giusto che combatta anche io, per quanto possa fare-. Ti guarda
convinta, e tu non puoi fare a meno di staccarti dallo schienale e
portarti avanti, appoggiando le braccia sul tavolo.
Sai che mostri
disappunto senza bisogno di dover dire niente, ma prima che tu possa
nuovamente esprimere qualcosa a parole tua sorella ti volta le spalle e
se ne va, lasciandoti da solo nel silenzio del tuo studio.
Non sono
più una ragazzina.
Lo sai benissimo. Ma non puoi fare
a meno di provare, di cercare in tutti i modi, di darle – a
lei, così come a Susan ed Edmund – tutta la
serenità e felicità possibile.
Vuoi tenerla
lontana dai possibili pericoli, il più a lungo possibile
– anche se lo sai, lo sai, che non puoi rinchiuderli in una
cripta di vetro.
-Voglio imparare ad
usare la spada-
Se n'era uscita
così, dopo che si era seduta sulla poltrona davanti a te e
ti aveva chiesto se l'avessi aiutata, in quello che ti avrebbe chiesto
di li a poco. Ti eri mostrato interessato e disponibile, rispondendo
che, se era in tuo potere, avresti fatto il possibile.
Ma poi quella
proposta ti aveva allarmato, perché subito ti eri reso conto
che poteva ferirsi negli allentamenti e mentre imparava, che
così facendo ti avrebbe chiesto di poter andare in guerra e
combattere per Narnia, la sua terra, la vostra patria.
E non volevi.
Volevi tenerla lontana il più possibile dal sangue, dalla
crudezza, dai pericoli, non volevi che fosse macchiata anche lei del
senso di colpa di strappare via delle vite –
perché si, sarebbe successo, prima o poi –, non
volevi che si macchiasse le mani. Avresti voluto conservare la
tenerezza candita di quella bambina che vi aveva portati fino a
lì.
Osservi fuori dalla finestra, una lieve brezza che muove
i fogli facendoli frusciare tra di loro entra nella stanza.
Era una
bella giornata. Era estate. Era uno di quei momenti in cui avresti
abbandonato tutto per immergerti nella tranquillità che
Narnia offriva.
Decidi di abbandonare per qualche tempo il dovere
minore, avendo dato già la priorità ai documenti
più importati, ed esci, per andare in giardino e sentire un
po' quel sole che tanto ti ha attirato accarezzarti la pelle.
Quando
sei fuori, passeggiando nell'erba del prato di Cair Paravel e aggirando
il castello, non puoi fare a meno di venire attirato dai rumori del
ferro che si scontra contro qualcosa di duro.
È
più forte di te, il misto di sensazioni che ti sale in gola,
e non puoi evitarti di non accelerare il passo, un pensiero che si
affaccia nella tua mente.
Ed è quando svolti l'angolo che la
vedi, e un po' te lo aspettavi; non rimani molto sorpreso.
Lucy stava
affrontando un pupazzo che solitamente si usava per allentarsi in
mancanza di un avversario vero: aveva raccolto i capelli e cambiato
vestito, preferendo dei comodi calzoni, un corpetto sopra una casacca
leggera e un paio di stivali per muoversi più velocemente e
senza intralci.
Da occhio esperto non puoi non notare che la spada
sembra troppo grande e pesante per le sue braccia, i movimenti sono
spesso lenti e grezzi, e la presa sul manico... Sospiri e scuoti la
testa, rendendoti conto che tua sorella proprio non è
portata, come fino a poco prima avevi pensato. Non a caso Babbo Natale
le aveva donato il Fiore di Fuoco per curare i feriti ed un pugnale
molto piccolo.
La osservi ancora qualche attimo: è buffa, fa
errori da, giustamente, principiante; ma negli occhi puoi notare la
scintilla che anima le sue intenzioni, la determinazione di voler
imparare, di rendersi partecipe, di poter in quel modo dare un aiuto
concreto anche a voi.
E ti ci rivedi un po', come quando con Edmund ti
allenavi per poter battere la Strega Bianca, come quando hai affinato
la
tua tecnica nel corso degli anni per non dover mai, mai più
contare sull'aiuto di qualcuno – come successe con Aslan,
durante la tua prima battaglia.
E va bene.
Ti avvini, piano, e quando
sei a poca distanza da lei la prendi tra le braccia prima che cada
indietro, a causa di uno sbilanciamento dato da un contraccolpo.
Ti
guarda, sorridendo e poco sorpresa, come se avesse sempre saputo che
prima o poi saresti arrivato.
Arrivi sempre, tu.
Estrai Rihdon,
più maneggevole, e afferri la spada che sta usando lei,
scambiandole e dandole la tua.
-Dai,
ti mostro come
si fa-.
Eee
rieccomi. Scusate
il ritardo... ^^'
Mi
sembra un scena tenerella: Lucy che vuole imparare
a tirare di spada e Peter che non vuole insegnale perché ha
paura si faccia male. E' Lucy, la sua sorellina: si rende conto
però, come scritto nel testo, che non può
rinchiuderla e allora decide che, se deve “lasciarla
andare” ----> imparare a combattere, vuole fare in
modo che sia il più pronta possibile. Da qui il
“vegliare su di loro come l'aria”.
Era Lucy qui
perché mi sembrava rendesse meglio lo stacco e il sentimento
protettivo, potevano essere però anche Edmund o Susan.
Ringrazio per la lettura, i preferiti, seguiti e ricordate.
Ogni
commento fa sempre piacere.
Al prossimo ed ultimo capitolo.
Dhi.
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Capitolo 16 *** Edmund. - Earth. - Judgment. ***
Elements
and Seasons.
Edmund.
– Earth. – Judgment.
-Siete
un uomo
assolutamente molto criptico, Re Edmund-
Il Lord si tira i baffi,
lisciandoli e mettendoli a posto anche se lo sono già, e si
guarda intorno, nella sala luminosa e carica di atmosfera autunnale.
Gli occhi piccolini sul viso paffuto e rugoso saettano sui troni e
guardano più volte le guardie che stanno di vedetta alle
porte d'entrata, mentre la sua mente medita ansiosa un modo per
strapparti un si.
-Lo prendo come un complimento, Mio Signore- Raggruppi le pergamene
davanti a te e sorridi leggermente, giusto per
convenienza; non puoi permetterti di perdere il tuo obbiettivo, la tua
calma, di pensare a come non far trovare te, i tuoi fratelli ed il
regno in qualche situazione svantaggiosa.
Il Lord, venuto dalle terre
oltre Narnia per cercare alleati in una guerra tramite un accordo, sta
cercando ogni modo per riuscire ad ottenere l'appoggio di Narnia: ha
offerto denaro e pietre preziose, ed ad un tuo cenno di negazione ha a
stento trattenuto un'espressione scettica.
Non capendo che quel rifiuto
andava oltre il non accontentarsi di ciò che avrebbe potuto
darvi in cambio, ha continuato: s'era offerto di fare cibi particolari
e stoffe per gli abiti delle Regine, armi e schiavi; ha cercato perfino
di far combinare il matrimonio con una delle sue figlie o cercato la
mano di una delle Pevensie, promettendo che sarebbe diventata Regina
con il suo futuro sposo e che, in questo modo, Narnia avrebbe avuto
altri possedimenti oltre i proprio confini.
A quel punto, non sapendo
più cosa fare per convincerti, aveva sospirato posando le
mani sulla pancia un poco grassa e lasciandosi andare sullo schienale.
Ti dispiace un po' per quell'uomo, quel Re in cerca d'aiuto. Vorresti
aiutarlo, se ne avessi il potere, ma Peter ti ha lasciato il compito di
amministrare il regno in sua assenza, non di mettere in atto un'altra
guerra.
Uno scontro per motivi che a voi non riguardavano era l'ultima
cosa di cui Narnia aveva bisogno, considerando già i
problemi avuti in passato e gli strascichi che continuavano ad esserci
anche dopo qualche anno.
Il Lord riprende una posizione rigida e si
schiarisce la voce, tornando a guardarti.
-Quindi, Re Edmund, le
trattative si concludono qui?- Domanda, ancora un poco speranzoso. Vi
alzate entrambi e vi stringete la mano, il Lord che ti guarda un poco
male e ti saluta distaccatamente per non avergli concesso un'alleanza.
-Temo di si, Mio Signore. Purtroppo Narnia non è pronta ad
affrontare una nuova guerra, e in caso dovrei prima discuterne con mio
fratello, il Re Supremo Peter-.
Entro poche ore l'uomo riparte per
tornare nel suo regno.
Dalla
balconata avevi
la vista completa del mare dell'Est e del giardino principale di Cair
Paravel. L'aria era ancora frizzante e l'oceano una distesa immensa di
acqua che si stava tingendo d'arancione, man mano che il sole andava a
tramontare.
Ripensi, mentre fissi lo guardo sulle sirene che si
lisciano i capelli sugli scogli e ridono tra loro sommessamente, a
quella mattina e al Lord venuto in visita al castello.
Solitamente tu
fai da appoggio a Peter, mentre questi ragiona e parla, principalmente,
soppesando le parole e ciò che dicono i vari Regnanti, Lord
e rappresentanti, prima di accettare un accordo o proporre qualche
cosa. Sa fare il suo ruolo, ecco. E invece di invidialo, hai imparato
ad apprezzare quelle sue qualità e ammirarle.
Piuttosto,
speri tu di aver fatto la cosa giusta, quel giorno.
Peter è
via per delle faccende da sbrigare ai confini da qualche giorno: a
quanto dicono le notizie, a quanto sussurrano gli alberi e le driadi,
le cose stanno procedendo bene ma sono ancora in un equilibrio
precario. Il Re deve fare attenzione a ciò che dice, a come
potrebbero reagire gli altri.
-Edmund, cosa ci fai qui?-
Sei anche tu
un Re, però non puoi non domandarti cosa avrebbe fatto tuo
fratello al tuo posto. Magari avrebbe trovato il modo di avere
più vantaggi insieme e ricavare qualche profitto.
-Edmund?-
Secondo i tuoi ragionamenti e le motivazioni che ti hanno spinto
dapprima a pensare e soppesare, ed infine rifiutare l'offerta,
però, Narnia non necessita di altro e di andare nuovamente
in guerra ancora meno - specialmente in alleanza con degli schiavisti.
-Edmund, mi senti?-
Lucy ti compare da parte e
tu sussulti, accorgendoti solo in quel momento che ti stava parlando e
che ti si era avvicinata, chiamandoti più volte per avere la
tua attenzione. E dietro di lei Susan, che ti guarda preoccupata per
l'assenza che hai mostrato nei minuti precedenti.
-Scusatemi, stavo
pensando e non vi ho sentite- cerchi di sorridere per rassicurarle e ti
volti, dando le spalle al tramonto ed appoggiando la schiena contro il
cemento della balconata.
Attimi di silenzio calano tra di voi, ed
è come se stesse comunicando tramite gli sguardi: noti
qualcosa negli occhi delle tue sorelle, un turbamento – e sei
sicuro che loro si sono accorte dei pensieri che ti volano per la testa
troppo insistentemente.
Le due si guardano di sottecchi e Susan parla
per prima, fissando gli occhi grigi su di te.
-Siamo venute per
parlarti di una cosa- congiunge le mani al grembo e da uno sguardo al
mare dietro di te, per poi continuare -riguarda il ricevimento che si
deve tenere tra un mese e mezzo-
La tua mente si illumina, come se
venisse scoperto qualcosa che era rimasto nascosto.
Il ricevimento.
Ecco cosa ti stava sfuggendo.
-C'è qualche problema?-
domandi, irrigidendoti un poco.
-Veramente non è proprio un
problema- interviene Lucy, facendo qualche passo fino a raggiungere
Susan.
Aggrotti un sopracciglio, non capendo, ed attendi che le tue
sorelle continuino con le loro spiegazioni.
-Peter ci ha detto di fare
la lista di ciò che serve e dei preparativi per la serata.
Noi possiamo anche farlo, ma alle casse non abbiamo mai avuto accesso
direttamente, dato che principalmente ve ne occupate tu o lui e fissate
voi i prezzi- continua la Dolce, guardandoti. -Quindi abbiamo bisogno
che ci aiuti per non sforare nel costo dei preparativi-. Quando
terminano la loro spiegazione ti è tutto più
chiaro.
Effettivamente, di solito, le due Regine organizzano e
approvano qualche proposta, però voi due siete sempre stati
attenti che le attrazioni, il cibo e gli inviti, non sforassero oltre
un certo budget per evitare di minare all'economia del regno.
Nel caso
in cui qualcosa fosse troppo dispendiosa, si provvedeva a cercare
qualcosa di altrettanto simile ed all'altezza ma che convenisse meglio.
-Ci aiuti?-
Guardi le tue sorelle e sorridi, mentre loro attendono una
tua risposta.
-Sappiamo bene che per il momento sei impegnato come
solitamente lo è Peter- continua Lucy, avvicinandosi
nuovamente. È cresciuta in quegli anni e nonostante i tratti
caratteriali ancora un po' infantili essere Regina l'ha fatta maturare
e ridimensionare leggermente nei suoi voli di fantasia.
-Si... ma vi
aiuto volentieri, non preoccupatevi- avevi tempo per loro, e se non lo
avresti avuto per qualche imprevisto lo avresti sicuramente trovato.
Toccava a te fare da fratello maggiore, in quel momento.
-A cosa
pensavi prima?- Domanda Susan, come ricordandosi di qualcosa.
Rimani in
silenzio qualche attimo, indeciso se rendere loro partecipi dei tuoi
dubbi oppure fare finta di niente. Sai che si preoccuperanno per te,
nel caso in cui liquidassi la questione.
-Riguardava stamattina, la
riunione con il Lord?- Lucy azzarda, e nell'azzardare centra in pieno
l'argomento. Non avete mai capito come faccia, probabilmente ha qualche
sorta di sesto senso verso gli altri. Non vedi motivo di nasconderti
ancora.
-Si. Non ho accettato l'accordo, come avete notato- Affermi,
guardandole velocemente e poi spostando lo sguardo, un poco nervoso. Ti
tedia pensare se hai fatto davvero bene a rinunciare a tutto
ciò che il Re offriva in cambio di una parte di truppe
Narniane mandate in aiuto – in aiuto... per conquistare una
parte di terre che aveva perso anni prima, per schiavizzare e
depredare.
-Si, abbiamo notato. Come mai?- Anche Susan avanza,
lentamente, curiosa di sapere, e Lucy ti posa una mano sul braccio e ti
sorride leggermente.
-Secondo i miei ragionamenti, Narnia non ha bisogno di
andare in altre guerre e fare altri scontri. Ci ha messo molto per
riprendersi, inoltre Peter, che guida in prima linea l'esercito, non
è presente. Nonostante le offerte in cambio di aiuto, non
trovavo ragioni per accettare- spieghi, liberando i pensieri.
-A parte
questo, mi chiedo cosa avrebbe fatto Peter, dato che solitamente
negozia lui-. Sospiri pesantemente. Sai che non dovresti avere dubbi su
ciò che fai, che sei il Giusto, che ora non sei
più sotto Peter ma alla pari di tuo fratello, che sei un Re
proprio come lo è lui.
Sai anche però che gli
anni e l'esperienza contano, e tuo fratello ha avuto modo di farne
qualcuna in più di te.
-Va bene così, dico
davvero. Non preoccuparti- Mormora Susan, posandoti una mano sulla
spalla con fare incoraggiante.
-Si. E anche Peter sarebbe fiero della
tua decisione. Hai pensato per Narnia e non per te stesso, è
una bella cosa- Lucy sorride felice, concordando con la sorella.
Forse avevano ragione. Alla fine hai seguito ciò che la tua
testa ti
diceva essere più giusto, più giusto per te,
più giusto per ciò che le azioni avrebbero
comportato, per le conseguenze che ci sarebbero state.
Sorridi e le
prendi sotto braccio, i dubbi che se ne stanno sempre più
andando via. Non avevi motivo di chiuderti in te stesso, ed inoltre
dovevi aiutarle.
-Va bene. Andiamo a pensare per il ricevimento, che non si
organizza da solo-.
Fine.
E' finita questa
raccolta.
Beh, che dire... mi mancherà, ma va
benissimo così. Penso che dal primo capitolo a questo si
notino dei
cambiamenti, perché ovviamente passando il tempo sono
cambiata io, e con me il mio modo di scrivere – basti solo
guardare le note. ^^'
In ogni caso, spero che sia stata una conclusione
degna di questa raccolta.
Spero che vi abbia lasciato qualcosa e vi
ringrazio per avermi seguito fino a qui. Ringrazio tutti infinitamente
per preferiti, seguite e ricordare, chi ha letto in silenzio e
chi si è fermato a lasciarmi un commento.
Grazie di tutto.
Love you all.
Dhi. <3
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