Beautiful Mistake di SummerRestlessness (/viewuser.php?uid=94316)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UNO. C'è tempo, domani ***
Capitolo 2: *** DUE. White Lies ***
Capitolo 3: *** TRE. You don't need to bother ***
Capitolo 4: *** QUATTRO. Drew ***
Capitolo 5: *** CINQUE. Do you know who's that guy? ***
Capitolo 6: *** SEI. Just one kiss ***
Capitolo 7: *** SETTE. Blind date ***
Capitolo 8: *** OTTO. Un fiume di ragazzine contro! ***
Capitolo 9: *** NOVE. The closet ***
Capitolo 10: *** DIECI. Rain (1) ***
Capitolo 11: *** UNDICI. Il pennarello rosso ***
Capitolo 12: *** DODICI. Call me ***
Capitolo 13: *** TREDICI. Rain (2) ***
Capitolo 14: *** QUATTORDICI. The reason ***
Capitolo 15: *** QUINDICI. Gossip ***
Capitolo 16: *** SEDICI. A punch in the face ***
Capitolo 17: *** DICIASSETTE. Lie to me ***
Capitolo 18: *** DICIOTTO. Everything is gone ***
Capitolo 19: *** DICIANNOVE. You & me ***
Capitolo 20: *** VENTI. Just you ***
Capitolo 21: *** VENTUNO. Mandy ***
Capitolo 22: *** VENTIDUE. Just me ***
Capitolo 23: *** VENTITRE. Away ***
Capitolo 24: *** VENTIQUATTRO. Him ***
Capitolo 25: *** VENTICINQUE. It's you that I'd die to defend ***
Capitolo 26: *** VENTISEI. Addio ***
Capitolo 27: *** VENTISETTE. Giuro, non posso ***
Capitolo 28: *** VENTOTTO. So I guess this is the ending... ***
Capitolo 29: *** VENTINOVE. Lampo di vita ***
Capitolo 1 *** UNO. C'è tempo, domani ***
1-C'è tempo, domani
C'è tempo domani
Per tutte queste idee
Per chi parte o rimane
Seguendo le maree
Io adesso ho bisogno
Di bagnarmi il viso
Nell'umido autunno
Che scende all'improvviso...
(Notturno)
22 ottobre 2002-martedì
Solo arrivata a casa Alison sedette su una sedia ed
iniziò a piangere, prima in una serie di singhiozzi convulsi, poi senza più
trattenersi. Le sembrava così vuoto quell'appartamento, adesso...e così
buio…come lei…Sconvolta, amareggiata, scoraggiata, diversa, semplicemente vuota...
Fissava tra le lacrime il telefono senza vederlo e sperava che suonasse e che
qualcuno le dicesse che era stato tutto un brutto scherzo, che andava tutto
bene e che era tutto finito. E l'unica cosa vera è che era tutto finito.
5 Settembre 2002-giovedì
"Merda. Mi accenderei una sigaretta se fumassi o se
avessi intenzione di distruggermi i polmoni...è questo il mio problema, sono
troppo...normale. Sono noiosa. E il problema è ke non posso uscirne. Che
c...cosa ha questo ascensore per essere così lento??? "E' un po' come
quando hai la febbre alta e senti freddo, ma non importa quanti maglioni ti
metterai perchè il freddo è DENTRO di te"...bella sta frase...devo averla
letta da qualche parte stamattina...strano, stamattina non ho letto niente...beh,
le scritte sulla scatola dei cereali, ma...devo averla sognata...Merda."
-Leeeena!Sono
a casa!- sbraitò Alison appena varcò la soglia del suo appartamento. Era stata
una mattinata dura, a scuola, Lena era rimasta a casa perchè "non si
sentiva molto bene" e lei era piuttosto stanca. Si buttò sul divano e la
sentì appena mentre dal bagno le diceva:-Meno male che sei arrivata! Sono nei
pasticci...!-.Alison cercò di immaginare con un po' di preoccupazione quale
potesse essere il problema di Lena, ma non ci riuscì. La testa le pulsava e
iniziava a farle male. Sentì i passi dell'amica che si avvicinavano e aprì gli
occhi: per un istante vide solo una ragazza bionda piuttosto carina con due
flaconi di tintura per capelli in mano, solo dopo alcuni secondi capì che era
lei. Era veramente stanca...-Rosso mogano o nero fumo?-."Lena Finlay, non
cambierai mai" pensò, poi disse:-Ma...e tua madre?-
-Intanto è a 20 chilometri da qui, poi non lo verrà mai a
sapere e comunque probabilmente-diede una rapida occhiata all'orologio-a quest'
ora starà guardando Beautiful...!-.Si sedette sul divano color pesca e
aggiunse:-Allora, studentessa facoltosa, com' è andata stamattina a
scuola?-.Alison le lanciò un occhiata e lei capì al volo:-Visto Kenny, eh?-
-...con la sua nuova amichetta che sembra appena sfornata
da una rivista di moda...-
-Chi era stavolta?-
-Mandy Liverman...hai presente quella alta, magra,
sexy...bionda e...stupida?-
-E' per questo che voglio farmi rossa...o nera!Li odio
questi pregiudizi sulle bionde ma anche sulle donne in generale certo è vero
che Mandy non è delle più intelligenti della scuola e neanche tra le più
simpatiche comunque se vuoi sapere la mia opinione io non...
-Lena!!! Bloccati, spegniti, disinserisci la spina!!!-
-Comunque Kenny è un idiota...-
-Sarà anche un idiota, ma...-
-Ma cosa?Non ti permetto di fare questi discorsi, va bene
che siete stati insieme tre mesi, ma...voglio dire, vi siete lasciati da...un
bel po'! Eppoi lui non ti merita!-
-C..., Lena! Renditi conto che sono morta e che l'ultima
cosa che voglio è sentire i tuoi consigli da rivista per ragazzine..
-Secondo me dovresti uscire un po'...ad esempio, se ti
andasse, stasera c'è una festa a casa di Rob Thompson e io ci vado...però sono
da sola...va beh, pazienza...-e andò in cucina a prendere qualcosa del
frigorifero. Quando tornò Alison era pronta a ribattere:
-Dio Santo, Lena, te l'eri preparata questa, vero?-
-Mmh, un po'...come sono andata, ti ho convinta?-
-Mmh, un po'...-
-Se vieni però devi promettermi una cosa...-
-Spara!-
-Boom!-
-Lena!-
-Che per tutta la serata non dirai "Lena!"come
fai tu...e neanche una parolaccia seguita da "Lena"...-
-Umpfh...Certo...Non lo faccio mai!-
-Nooooooo...no,no,no...non ci pensare nemmeno-Alison
stava parlando con Lena che era davanti a lei con uno piccolissimo vestito
azzurro- Cosa mi dovrebbe coprire?L'ombelico?Dio Lena no!!!Eppoi non c’è un
solo motivo per il quale dovrei farmi notare o anche solo vestirmi bene…-
-In realtà un motivo ci sarebbe...-
-Viene anche Kenny?-
-Togliti dalla mente quel ragazzo, per favore o sarò
costretta ad andare da sola alla festa...-
-Perfetto...!!!-
-...non prima di aver telefonato a mia madre e di averle
detto se può venire a farti compagnia per tutta la sera...sai come sarebbe
felice di passare un po' di tempo con la compagna di appartamento di sua
figlia...???-
-Ti prego no!!!L'ultima volta che ci siamo viste abbiamo
parlato per due ore di cosa mangi di solito...Vengo...-
-Bene, prova questo,allora!!!-
-Lena...-
-Avevi promesso di non pronunciare più il mio nome invano...-
-Mmmh.Però il vestito non lo metto...metterò i jeans e un
maglione...-
-Va bene, ma decido io quali jeans e quale maglione...-
-Posso fare niente per farti cambiare idea?-
-No.Ma io potrei dirti una cosa che ti farebbe mettere
quel vestito...-
-Cosa???-
-Beh, stasera c'è anche Kenny...-
-Ma prima tu...-
-Lo so,lo so, ma se è l'unico modo per farti venire con
addosso qualcosa di decente...-
-Eh,dai,scegli qualcosa dal mio armadio!E tu come ti
vesti?-
Lena distolse un attimo lo sguardo preoccupato dall'armadio
di Alison e la guardò con aria di sfida:-Vedrai!Pensavo di mettere la camicia
bianca con la cravatta rossa...-
-Tu non hai una cravatta, tanto meno rossa...-obiettò
l'altra, ma Lena continuò senza farci caso:-...presa in prestito a Josh e una
gonna...-
-Hai rubato una cravatta a Josh?!?!?-
-Non l'ho rubata, l'ho solo...-
-HAI RUBATO UNA CRAVATTA A JOSH!!!-
-Non urlare!E poi comunque gliela restituirò prima che se
ne accorga...-
-Ti prego!!!Il maglione che gli hai "preso in
prestito" l'ultima volta è nel cesto del bucato da tre mesi!!!E lui se n'è
accorto benissimo!-
-E allora se lo sa perchè non dice niente?-
-Prova a pensarci...-
-Sai che pensare non è il mio forte...-
-Perchè da quando avevate due anni e giocavate nella tua
piscinetta di plastica in giardino con addosso degli orrendi costumini che non
oso immaginarmi, lui è innamorato di te!!!E solo per questo non ti dice niente
quando gli rubi i vestiti e non glieli restituisci ed è per questo che ti
guarda con uno sguardo da fare invidia ad un pesce lesso quando non lo vedi ed
è per questo che ti accompagna a fare shopping quando vuoi ed è per questo che
ti regala qualsiasi cosa tu voglia in qualsiasi periodo dell'anno ed è per
questo che...-
-Va bene, ho capito!-
-Hai capito ma continuerai a fare finta di niente...-
-Esatto!Lui sa che quello che provo per lui è solamente
amicizia e...-
-E lo sa che tu non potresti mai provare nient'altro, o
almeno che la pensi così?-
-Ma dai, non c'è bisogno che glielo dica, tra noi basta
sempre uno sguardo, l'avrà capito!-
-E allora perchè fa sempre di tutto per te?-
-Lasciamo perdere e non parliamone più, va bene?E' un
argomento che mi mette di cattivo umore e stasera voglio solo divertirmi...Non
fare quella faccia...lo so che non sei d'accordo ma tanto ti faccio cambiare
idea!-e detto questo uscì dalla camera di Alison. Rientrò solo alcuni minuti
dopo con un'espressione soddisfatta e qualcosa nascosto dietro la schiena:
-Per questa sera ti presto qualcosa io da mettere, però
devi promettermi che metterai esattamente quello che ti ho scelto...-
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Capitolo 2 *** DUE. White Lies ***
2- White Lies
Qualche
ora più tardi le due ragazze uscivano dall'appartamento:una indossava una
camicia bianca con una cravatta rossa, una gonna in velluto bordeaux stretta e
lunga fino a terra, l'altra un maglioncino di cachemere bianco con le maniche a
tre quarti, una minigonna di jeans, un paio di stivali neri al ginocchio e
aveva un'espressione imbronciata. Appena uscite salirono sulla macchina di Lena
e partirono verso la villa di Rob Thompson, probabilmente il ragazzo più ricco
della loro scuola, la Brawley High. Quando entrarono nella villa stavano ancora
parlando ma smisero subito quando videro quanta gente c'era. Ragazzi della
scuola, perlopiù, ma anche molte persone che non conoscevano. Si guardarono e
scoppiarono a ridere poi si diressero decise verso il padrone di casa che
avevano visto nella stanza di fianco. Rob le guardò avvicinarsi, un po'
stordito dalla musica alta e quando le riconobbe le squadrò dalla testa ai
piedi con aria soddisfatta sorridendo:-Ehi, ce l'avete fatta!-Ogni tanto diceva
frasi di circostanza che non c'entravano affatto ma dopotutto era simpatico e
anche carino, soprattutto quando sorrideva.
-Beh,
come vedi siamo qui...allora, come va la festa?-rispose Lena in mezzo al
frastuono. Era una domanda inutile considerando il fatto che si vedeva
benissimo che tutti si divertivano un mondo. Rob infatti non rispose ma indicò
con la mano la folla che si agitava. In mezzo a quella massa informe rumorosa e
in sempre movimento ad Alison sembrò di vedere un punto fermo: guardò meglio e
vide un ragazzo seduto su uno dei divani di pelle nera che non ballava, non
parlava con nessuno, semplicemente ascoltava la musica del suo lettore
portatile con degli auricolari tenendo un braccio sulla spalliera e una
bottiglia di birra nell'altra mano. In quel momento il ragazzo alzò gli occhi
blu, i loro sguardi si incollarono e a lei sembrò di non riuscire più a
staccare gli occhi dai suoi mentre non sentiva più niente attorno.-Alison?Stai
bene?Ti ho chiesto se volevi qualcosa da bere...-era Rob che la stava guardando
con lo sguardo preoccupato. Si sforzò di rispondere:-...cosa?Ah, no grazie
magari più tardi...-ma lui non si arrese e voltandosi per vedere cosa stesse
guardando la avvertì:-Vedo che hai notato chi ci ha degnati della sua presenza
stasera...Drew Seak...chissà cosa è venuto a fare?Starà pensando a quale nuovo
guaio combinare...Se vuoi un consiglio, Ally, stagli lontana...-Lei pensò che
non voleva nessun consiglio,oltre al fatto che solo sua madre la chiamava Ally.
Si voltò di nuovo verso il divano ma il ragazzo era sparito e mentre Rob si
allontanava, Lena che si era distratta un attimo, vedendo l'espressione delusa
sul suo viso le chiese:-Ehi!Ma cosa c'è?-.Alison riscuotendosi disse solo:-Una
visione...-ma Lena non capì:-Hai visto la madonna o...non mi dire che c'è
Kenny...-
-No...ma
prima avevi detto che sarebbe venuto!-
-Beh,
in effetti non so se aveva int...-
-Mi
hai detto una bugia per farmi venire?-
-Vedi?
Era a fin di bene!-
-A
fin di bene o no, vedo che sta arrivando Josh quindi vi lascio
soli...probabilmente si è accorto che hai la sua cravatta...scommettiamo che fa
finta di niente?Quanto?Oh, ma vedo che si è fatto carino stasera...non è per
niente male...no?-.
Josh si stava avvicinando e in effetti aveva qualcosa di diverso dal
solito: non portava gli occhiali, aveva messo un po' di gel sui capelli biondi
e scompigliati ma i suoi occhi castani erano sempre fissi su Lena.Questa urlò
ad Alison che si stava allontanando:-Ci vediamo, Ally!- pur sapendo che lei
odiava quel diminutivo. Dal canto suo Alison decise di fare un giro per cercare
quel tipo, Drew.
N.D.A.
Cortini come capitoli, lo so, ma prometto che domani mi impegno e metto anche il resto...era solo per non arrivare al "punto" subito subito in fretta!!!
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Capitolo 3 *** TRE. You don't need to bother ***
3. Bother
Alison
si stava dando per vinta quando, passando davanti all'ascensore, si sentì
prendere per mano e venne tirata fuori dal frastuono ritrovandosi addosso a
qualcuno o a qualcosa. Le servì un po' di tempo per staccarsi e per accorgersi
che quella persona era proprio Drew, che le sorrideva divertito. Si guardò intorno: era
nell'ascensore ma si rese conto che la musica lì non si sentiva.-E'
insonorizzata, non so per quale strano motivo...-spiegò lui sorridendo dopo aver visto la sua
espressione sorpresa. I loro sguardi si incontrarono e lui allargò ancora di più il suo sorriso e disse:-Ciao...-
Lei scoppiò a ridere e lui disse:-Non hai la minima idea di
quanto tu sia carina, vero?-. A lei sembrò di svenire ma forse era solo
l'ascensore che si stava fermando. Le porte si stavano quasi per aprire ma Drew
schiacciò deciso il tasto 1 e ricominciarono a scendere mentre i ragazzi che
stavano per entrare rimasero a bocca aperta davanti alla porta che si chiudeva.
-Ma...-iniziò Alison, ma lui la
interruppe:-Andranno giù a piedi...Voglio stare un po' solo con te...chiunque
tu sia...!- e schiacciò il tasto STOP fermando l'ascensore. -Ora va meglio...- disse e si appoggiò ad una parete lasciandosi lentamente scivolare fino a sedersi sul pavimento:-Dimmi, ti piace veramente tutto questo? Questo genere
di cose, intendo, le feste, la gente, la musica?-
-In
realtà non molto...Mi ha trascinata qui una mia amica...Però vedo che anche a te non
piace molto questo frastuono...-rispose lei sedendosi a sua volta di fronte a
lui e indicando il lettore cd portatile che lui teneva ancora in mano.
-Mi
piace la musica, non il rumore...-.Le porse un auricolare premendo il tasto
PLAY: lei se lo mise e ascoltò per un attimo con gli occhi fissi sul pavimento, poi
sussurrò:
-Stupenda...!-mentre
lui senza staccarle gli occhi di dosso diceva a voce bassa:-Già...-.Poi, come scuotendosi:-Sai cos'è?!?!-, lei lo guardò con aria di sfida e poi disse:
-Stone Sour, Bother dall’album...-ma lui la interruppe:-Va
bene, hai un fratello che ascolta questo genere di...-questa volta fu lei a
intervenire:-E' così strano che una ragazza ascolti questo genere di
musica???-e gli restituì l'auricolare.-No. E' strano che non ti abbia
incontrata prima...-Lei arrossì leggermente e dopo qualche attimo di silenzio
chiese:-Com'è che non mi hai ancora chiesto se ho un ragazzo?-
-Perchè
non mi interessa se ce l'hai...ormai ti ho rapita.- sorrise e mentre lei abbassava lo
sguardo riprese:-Davvero qualcuno te l'ha chiesto?-
Lei lo guardò, sorpresa: -Sì,
beh, ma non così...esplicitamente...-Lui scoppiò a ridere e chiese:-Eeeeh?Cioè...come?-
-Non
so..."come mai in giro da sola" o cose di questo tipo...-Drew ormai
era piegato in due dalle risate e lei si accorse ancora una volta di non poter
fare a meno di guardarlo: "E' davvero bello, cavolo". Lui smise finalmente di
ridere e disse:-E pensare che non so neanche come ti chiami...-
-Alison,...Drew...-
Lui non sembrò sorpreso di sapere che lei conosceva già il suo nome: -Vedo
che ti hanno informata...Il nome intero è Daniel, ma tutti mi chiamano Drew...-
-Nessuno
ti chiama Dan?Mi piace...-
-Oh...no...-
per un momento sembrò turbato e cambiò subito argomento:-Chi ti ha detto chi
sono?-
-...Rob...-
-Ah,
il caro Bobby...E ti avrà anche detto che sono brutto, sporco e cattivo...-
-Qualcosa
del genere, sì...- "...ma" continuò tra sè e sè "se mi avessedavvero detto che eri brutto gli avrei consigliato un buon oculista..."
-Beh,
è un idiota, ma su una cosa aveva ragione: sono molto cattivo...-e scoppiarono a
ridere, anche se la risata di lui suonò un po' amara. Dopo un po' lei lo fissò preoccupata:
-Si
saranno accorti che siamo chiusi qui dentro?-
-Probabilmente
sì, ma penseranno che stiamo...-non finì la frase ma la guardò allusivamente e lei si disse che era
impossibile che gli altri lo pensassero. -Ti rendi conto che ti ho praticamente
rapita?-."In tutti i sensi" pensò lei annuendo e lui continuò
guardandola:
-Vorrei non aver giurato a me stesso che non ti avrei baciata stasera. Immagino che tu
non abbia dei cubetti di ghiaccio, no?-
-No...-rispose
lei ridendo-Perchè l'hai fatto?-
-Perchè
non ho portato del ghiaccio, dici? Beh, di solito io non...-
-Ma
no, dicevo perché hai giurato...-
-Ah.- Si fece serio per un attimo, o almeno così sembrava.-Beh tu...io...sei troppo...Io non voglio...Insomma. Non saprei spiegartelo, ma è una buona
motivazione...-
Dopo
un attimo di silenzio lei replicò:-Non ho mai sentito una scusa più stupida!-e
si misero a ridere come bambini mentre lui cercava di dire:-Ehi, ma io dicevo
sul serio!-.In quel momento suonò un cellulare e Alison tirò fuori il suo dalla
tasca della gonna con qualche difficoltà:-Pronto?-
-Dove
c...Dove sei?Ti ho cercata dappertutto e poi l'ascensore è bloccata perchè due
si sono chiusi dentro...-
-Lena?-
-...non
so a fare cosa ma comunque è da un po' che...-
-LENA!!!-
-Sì?-
-Ci
sono io nell'ascensore!-
-...Cosa?E
con chi?Con la tua fortuna, sei rimasta chiusa con un tipo orrendo e secchione,
immagino!
-...Non
proprio...E...l'ascensore non si è bloccato da solo...Posso spiegarti dopo?-
-Dopo??? Ma
io ti devo parlare...-
-Adesso?-
-No...immediatamente!!!-
-Ok,
arrivo...-e aggiunse sottovoce-...ma te ne pentirai!-poi spense il telefono in
faccia a Lena. Drew chiese:-Chi era?-
-La
mia amica...Lena...Vuole...anzi, deve parlarmi...-
-Ah-rimasero
entrambi a fissare il pavimento per un momento che sembrò a entrambi comunque
troppo corto, poi lei si alzò dicendo:
-Penso
sia ora di andare...-e lui fece lo stesso: si ritrovarono ancora una volta a
pochi centimetri di distanza mentre lei cercava di rimettere il cellulare nella
tasca.
Lui
disse: -Scusa se non mi offro di aiutarti ma...avrei bisogno di altri cubetti di
ghiaccio...-rise e schiacciò il tasto 1 sulla tastiera dell'ascensore e questo riprese a muoversi. Alison
riuscì a mettere a posto il telefono e quando alzò gli occhi verso i suoi le
sembrò di avere gli occhi lucidi: rimasero lì, in piedi uno di fronte all'altra
senza parlare, senza sorridere, solo a guardarsi senza vedere
altro.
Le
porte si aprirono. Musica assordante. Una ragazza bionda dall'aria felice che
guardava fisso qualcosa davanti a sè con un sorrisino sorpreso e vagamente
preoccupato. Alison cercò di mettere a fuoco quella figura mentre usciva e si
rese conto che era Lena.
Uscì dall'ascensore e si mise davanti a lei che iniziò a chiederle: -...Cos...cosa
hai fatto là dentro sola con quello per tutto questo tempo, ragazzina?-.La domanda di Lena scivolò su di lei. Non la ascoltava. Stava fissando la cabina
dell'ascensore, vuota.
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Capitolo 4 *** QUATTRO. Drew ***
4. Drew
-Allora,
mi rispondi o mi vuoi far morire dalla curiosità???-.
Alison
si guardò intorno ma niente: Drew era sparito.
-Alison?-
la voce di Lena la riportò alla realtà: stava quasi urlando per coprire il
rumore delle voci e la musica.
Si
sforzò di parlare: -Abbiamo...parlato e...-
-Sì,
parlato, va bene, vi siete presentati...e...poi???-
-E
poi...basta!-
-Dai,
quante volte?-
-Lena,
smettila! Non abbiamo fatto niente...! Non mi ha neanche sfior…- rispose lei
continuando a cercare con gli occhi tra la folla.
-Scusa,
ma...sai con chi sei stata chiusa in un ascensore per mezz'ora??? Drew Seak! E'
matematicamente impossibile che non ci abbia almeno provato!!!-
Alison
la guardò sconcertata. Non pensava che Lena fosse così superficiale.
-Come
fai a giudicare così una persona? Tu non lo conosci neanche!-disse guardandola
per la prima volta in faccia da quando avevano cominciato a parlare.
-Invece
tu lo conosci bene?!?- ribattè Lena.
Poi
vedendo l'espressione ferita di Alison, aggiunse: -Dai, scusa però è vero che
neanche tu lo conosci bene...E comunque…- le sorrise
-…altro
che secchione! Ma ti ha dato il suo numero o ha chiesto il tuo?E quando vi
rivedete?-
Sul
volto di Alison si dipinse questa volta un' espressione di sorpresa e
sconforto: -Non...non mi ha dato nessun numero...E io non gli ho dato il mio...-
a poco a poco si stava facendo prendere dal panico: -Oddio,…Come...Come faccio
a rivederlo se…? Io non...-
-Calma!
Ascolta…- la interruppe Lena -…tu sai il suo nome e...spero che vi siate almeno
presentati e che lui sappia il tuo!!!-
-Veramente...sa
solo il nome, non il cognome...-spiegò l'altra quasi imbarazzata.
Poi
Lena si avviò verso il bagno trascinandosela dietro e intanto sorridendo in un
modo un po' insolito a Josh che stava parlando con degli amici. Alison notò
questo strano comportamento e, appena furono entrate nel bagno ed ebbero chiuso
a chiave, le chiese:
-Cos'
era quel sorrisone che hai fatto a Josh?-
Lena
la guardò con un sorriso colpevole e arrossì leggermente, così lei capì subito
di cosa si trattava ed esplose:
-Brutta
t...! Adesso me lo dici? Cioè vi siete...??? Bleah...Sapevo che sarebbe
successo, ma...non vi ci vedo proprio...voglio dire...Aaah, non fatelo mai
davanti a me! MAI! Capito?-
-Uf,
finiscila! Invece lo faremo anche davanti a te…anche perchè...non riusciamo
molto a stare staccati!-
-Lena,
per favore, non voglio i particolari...-
-E'
stato...non pensavo che baciasse così bene...cioè...-
-Lena,
taci!!!-
-Beh,
però devi ammettere che è carino...-
-Lo
conosci da una vita e adesso te ne accorgi?!?!-
-Non
so, però stasera è...proprio bello!Beh comunque penso di essere sempre stata un
po'...un po'...-
-...innamorata...?-
-...sì...-mentre
diceva questo stava ancora arrossendo, forse per il caldo o più probabilmente
per quello che aveva sempre saputo e solo adesso capiva.
Dopo
che Alison si fu complimentata ancora con Lena, uscirono dal bagno e lei decise
che sarebbe stato meglio lasciarla un po' soli con Josh, così prese qualcosa da
bere e andò a sedersi sul divano sul quale aveva visto per la prima volta Drew.
Continuava a pensarci: non poteva finire così...certo lui sapeva il suo nome,
ma come poteva trovarla? E lei aveva ancora meno possibilità di rintracciare
lui…e anche se l'avesse fatto cosa gli avrebbe detto?Che da quando l'aveva
conosciuto non aveva pensato ad altro? Non voleva fare la figura della
bambina...Forse poteva chiedere qualcosa su di lui a Rob...O forse...
- Alison!-Qualcuno si era
seduto di fianco a lei. Prima di alzare lo sguardo per vedere chi fosse, pregò
in silenzio: "Fa che sia lui, fa che sia lui, fa...".-Ehi...!!!-fece
di nuovo la voce e questa volta fu costretta a guardare: era Mark, un suo
compagno di classe che la guardava un po' preoccupato.
-Tutto
bene? Pensavo che non saresti venuta...-
-Ah,
sei tu...-
-Che
entusiasmo! Ti aspettavi che fossi qualcun altro?-
-No,
Mark, non aspettavo nessuno...proprio nessuno...-
-Peccato
perchè sono bravo con le imitazioni!- rise alla sua battuta ed Alison riuscì a
sorridergli mestamente.
-Allora
dimmi: come mai sei qui? Non eri quella che odiava le feste?-
-Già...-Avrebbe
voluto spiegargli che non erano le feste che non le piacevano, ma quella musica
e la gente e...un sacco di altre cose, ma non le andava proprio in quel
momento. Voleva solo essere lasciata in pace per riprendersi e...pensare a
Drew.
-Sei
venuta con Lena? Perchè lei l'ho vista subito ma tu...dov'eri?-
"Ero
chiusa in un ascensore con il ragazzo più bello del mondo..."-Oh, sono
stata un po' in giro...a parlare...-
-Con
Kenny?-
Un
pensiero le sfiorò la mente:"Kenny chi?". Le stava venendo da ridere
ma si trattenne e cercò di essere un po' più socievole: in fondo Mark era
simpatico e anche se non era il suo tipo aveva un certo fascino. Lo osservò
meglio: aveva i capelli castano chiaro e gli occhi castani e quella sera
portava dei pantaloni larghi al ginocchio beige e una camicia azzurra che
faceva risaltare l'abbronzatura. A scuola tutti sapevano che era tornato da un viaggio
a Cuba con i suoi genitori, proprietari di una famosa e redditizia
multinazionale solo pochi giorni prima.
-No,
non con lui...-
Le
sembrò di cogliere un sospiro di sollievo provenire da Mark e continuò senza
molta curiosità: -Perchè, è qui?-
-Ehm...allora
non l'hai visto...sì, c'è ma,...non è...come dire...solo...-
Alison
rise un po’ dell’imbarazzo che si era creato: -Guarda che non devi preoccuparti
di dirmelo…Ci siamo lasciati da un sacco ormai…!-"Già" pensò tra sé e
sé "ma solo un' ora fa mi sarei messa a piangere alla notizia..."
-...è
che pensavo...-
-Sei
carino a preoccuparti, ma lui non mi interessa più! So benissimo che va in giro
con quella...ragazza...Candy,no?-
-Veramente,
no…- disse lui ridendo - Mandy. Candy è tipo…la playgirl di questo mese...-e
scoppiò a ridere anche lei. Dai, simpatico.
-Eh...Più
o meno è la stessa cosa!- esclamò lei sempre ridendo, ma fu interrotta da
un'altra voce che proveniva da un ragazzo in piedi davanti a loro: -Ciao! -
Stavolta
Alison non pregò: aveva già riconosciuto quella voce.
-Oh,
fantastico...-bisbigliò e poi ad alta voce:-Come va Kenny?- ancora prima di averlo
guardato in faccia. Lui stava appunto con Mandy e le teneva una mano
esattamente sul sedere, ma lei sembrava non accorgersene.
-Tutto
ok, Alison...Conosci già la mia ragazza?-
"Faccia
tosta. Venire qui a presentarmi la sua nuova ragazza...Idiota..."-Certo,
Candy, vero?-fece alzandosi in piedi e stringendole la mano.
-No,
Mandy.- rispose lui un po' seccato mentre Mark cercava senza successo di
trattenere un risolino.
-Già, quello che ho detto. Ma...aspetta un attimo...tu non
eri...mio fratello mi ha fatto vedere...la copertina di Playboy di questo
mese...non eri tu quella?- ribattè Alison con malizia.
Mandy
sbattè le lunghe ciglia mentre Mark cercava di non ridere sprofondando nel
divano e Kenny diceva:
-Ma
tu non hai un fratello!-
Alison
fece finta di non sentire e continuò a guardare Mandy con aria curiosa finché
questa rispose:
-No,
non ero io ma...sai una cosa? Anch'io ho notato la somiglianza...Sai, l'ho
visto sul numero di Kenny, quello che usa per...Kenny, tesoro, per cosa lo usi?
Beh, comunque hai proprio ragione...sembro proprio io! Ok? Cioè...io
naturalmente non porto la quarta di reggiseno ma...Ci siamo capite, ok? Un
giorno riuscirò a finire sulla copertina di quel giornale e allora...come posso
dire...sarò veramente io!- e scoppiò in una risatina quasi isterica mentre
Alison faceva fatica a soffocare una risata e decideva di prendere in giro
ancora un po' Kenny e "la sua nuova ragazza".
Continuò:
-Sì penso anche io che prima o poi finirai su quella copertine... Anche mia
madre faceva questo lavoro...se vuoi le dico di mettere una buona parola per
te...- al che quella rispose: -Oh!!!Sul serio faresti questo per me? Devi
assolutamente darmi il tuo numero!!! Diventeremo migliori amiche!- e detto
questo la abbracciò con calore, poi tirò fuori un'agendina esclamando:-Sono
pronta!!!-
-Oh,
non preoccuparti, il mio numero è sull'elenco!-
-Ma...non
so neanche il tuo nome!!!- protestò Mandy mentre Kenny la trascinava verso la
porta.
-Beh...Anche
quello è sull'elenco!- disse Alison e si lasciò cadere pesantemente sul divano
di fianco a Mark che ormai rideva senza più nascondersi:
-Sei
troppo cattiva!- disse questo ridendo.
-Può
darsi...- esclamò lei facendo spallucce e poi guardò Kenny e Mandy che si
allontanavano:-...ma può anche darsi che sia stata troppo buona...!!!-
-In
effetti avresti anche potuto dirle che tua madre è la regina d'Inghilterra...E
non so perchè ho come la vaga impressione che avrebbe creduto anche a
questo...-
-Dai,
non è male come ragazza...è solo un po' oca...-
-Un
po'??? La stai per caso difendendo dopo quello che le hai detto?-
-No...Sto
solo dicendo che non è male se la guardi da un certo punto di vista...-
-Dal
punto di vista di Kenny, per esempio...-
-Mmmh...-
Alison in realtà stava pensando se Drew sarebbe mai uscito con una come Mandy e
quasi senza pensarci chiese a Mark:
-Usciresti
mai con una come lei?Cioè, è carina...-
-Ha
un bel fisico e...magari potrebbe davvero stare su una di quelle copertine,
ma...esistono anche ragazze carine e più intelligenti di lei-e mentre diceva
questo si accorse che la guardava in un modo strano e provò un po' d'imbarazzo,
quindi cambiò argomento:
-Ehi,
ma non mi hai ancora raccontato come è andata a Cuba...-
Più
tardi quella sera Mark accompagnò Alison a casa con la sua perfetta
decapottabile grigia. Alison si accorse di avere un po' di nausea ma non sapeva
se fosse colpa dei drink che aveva bevuto o di qualcos’altro. Quando aprì la
porta dell'ascensore che l'aveva portata al suo piano però vide Lena e Josh i
piedi sulla soglia dell'appartamento. E vide anche che si baciavano. Così, nel
buio (mentre saliva si era spenta la luce automatica del pianerottolo e
ovviamente nessuno si era curato di riaccenderla) uscì dall'ascensore, andò a
sedersi sulle scale dove non potevano vederla e aspettò. Quando sentì che i due
si salutavano si alzò in piedi e fece finta di essere appena arrivata.
-Ciao
Josh!-
-Ehi,
Alison! Come mai sei salita a piedi?-
-Eh...Un
po' di movimento fa sempre bene...!-
-E...fa
ancora meglio al buio?- disse lui premendo l'interruttore della luce.
-Ecco...non...la
luce mi da un po' fastidio, penso di aver bevuto qualche bicchiere di
troppo...-
A
quel punto Lena che era appena entrata riaprì la porta e, avendo sentito quello
che aveva detto Alison, chiese:
-Bevuto
troppo con Mark, eh?-
-Ah...-
intervenne Josh -Mark...il tuo compagno di classe?-
-Già…-
rispose Lena con un sorrisetto malizioso -…proprio lui!...E' carino...no,
Alison?-
Alison
si aspettava qualche frecciatina da lei ma in quel momento venne colta di
sorpresa.
-Ehm...sì,
è...carino...Adesso è meglio...cioè, io...entro...Buonanotte Josh, ci...vediamo
domani...-
Non
sentì i loro saluti e i loro commenti mentre entrava e si buttava sul divano
senza neanche togliersi le scarpe. Rimase così senza pensare a niente fino a
quando anche Lena rientrò e le si sedette accanto.
-Lunga
serata,eh? Però ammettilo,ti sei divertita! Mi hanno detto che tu e Mark avete
preso in giro Mandy, la tipa di Kenny...-
-Sì,
Lena mi sono divertita. E adesso lasciami dormire!-
-Sì
è proprio carino! Niente da spartire con Josh ovviamente, lui è bello punto e
basta, non pensi?-
-Sto
dormendo...-
-Uf,
adesso me ne vado! Ma mica potrai dormire sul divano!!!-
-Yawn...Lo
dici tu che non posso...-
-Alison
Ashworth non farmi arrabbiare! Alzati! Ricordati che il divano è per metà anche
mio e io non voglio che tu dorma nella mia metà!-
Alison
aprì gli occhi per un attimo guardandola con aria torva poi si sedette sul
pavimento appoggiandosi con la testa sul cuscino del divano e li richiuse
dicendo:
-Buonanotte!-
Lena
la guardò con disapprovazione e poi la prese per i polsi trascinandola in
camera sua e lasciandola sul letto. Appena l’altra fu uscita, Alison, che
sembrava addormentata, le urlò:-Sei peggio di tua madre!- al che lei riapparve
sulla soglia dicendo:
-Non
dire mai più una cosa simile!- poi uscì di nuovo mentre Alison costringeva sè
stessa a svestirsi e a indossare la maglietta consunta con un disegno di Snoopy
e Linus che risaliva a otto anni prima e che usava come pigiama. Poi si
addormentò di colpo anche se prima si era promessa di ripensare agli
avvenimenti della serata.
N.D.SummerRain
@
finnish_pancake :
Mi
fa piacere che ti piaccia la storia e grazie mille per le
correzioni...sai, continuando a cambiare pezzi mi sfugge sempre
qualcosina!!! Comunque anche a me piacevano gli Ataris un tempo (come
hai potuto notare) e mi piacciono tutt'ora, quindi qualche volta li
ascolto...ammetto che questa storia è di un po' di tempo fa
e che proprio quella canzone che ho citato me l'ha ispirata un
po'...perchè per me spesso funziona così...! Ti ringrazio ancora e continua a seguire la storia e a commentare se ti va, a me fa sempre piacere :P ...
|
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Capitolo 5 *** CINQUE. Do you know who's that guy? ***
5.
Do you know
who’s that guy
who’s all alone?
Do you care enough to see
he’s in pain and misery?
(Millencolin, “The Ballad”)
6
settembre-venerdì
Alison
si svegliò di soprassalto e guardò d'istinto l'orologio."Ah, solo le
7.35...Che cosa?!?Sono in ritardo!".
-Leeeena!Dove
c...dov'eri?Grazie per avermi chiamata!La sveglia?-
Lena
uscì dal bagno con un pigiama giallo con una paperella sul davanti e la guardò con aria assonnata e con uno
spazzolino in mano dicendo: -...dormivi così bene, ho pensato...-
-Lena...-
-Ok,mi
sono svegliata anch'io adesso...-
-E
la sveglia?Non ha suonato?-
-Veramente
il problema è un altro...ha suonato fin troppo...e tu dormivi lo stesso,
così...sono venuta in camera tua e l'ho spenta...-
-Che
cooosa?!?- urlò Alison, poi ritrovando un briciolo di contegno: -Dimmi che non è vero...-
-Non
è vero. ...però in effetti è andata proprio
così...- rispose Lena con lo sguardo colpevole: -Io mi sono
riaddormentata in
bagno...però solo dopo averti chiamata un paio di volte! E
adesso scusami ma sono un po' in
ritardo e vorrei finire di lavarmi i denti visto che ho iniziato a
farlo
mezz'ora fa...-
Alison
tornò furibonda in camera sua si sedette sul letto e si guardò allo
specchio:"Bene" pensò "un'altra giornata perfetta..."
Poco
più tardi Alison stava cercando per l'ennesima volta di
ricordare la combinazione del suo armadietto, mentre Lena metteva i
libri nel suo qualche metro più in là.
"Vediamo...52...no,
forse 25...sono sicura che un 5 c'è...da qualche parte...254?..."
-Ciao!-
Si voltò di scatto a quella voce squillante e improvvisa: Mark.
Ancora nei suoi pensieri. A interromperli.
-Ciao...-disse
spostando immediatamente lo sguardo pensieroso sulla serratura del maledetto armadietto.
-Mark!- esclamò
dietro di lui Lena che si riprendeva sempre prima di Alison dalle feste e dal risveglio
traumatico che ne conseguiva: -Come va?- continuò nel tentativo di risvegliare
l'altra visto che era troppo lontana per tirarle una gomitata. Ma lui ignorò
completamente Lena e la sua domanda rivolgendosi invece ad Alison:
-Problemi?-
"Pensa
che parlandomi a monosillabe sarà più facile per me rispondere?" Lei
riuscì a mugugnare: -Combinazione...- ma Mark non capì e fu costretta a continuare:
-Non
mi ricordo mai la combinazione...-
-Dovresti
impostarla su un numero che sai a memoria come il tuo numero di telefono...- tentò
lui.
"Non
so come si fa ad aprirlo e dovrei essere capace di impostarlo???"
-Eppure...ma sì! 25846! Ecco, adesso si dovr...-
Non
finì la frase perchè Mark si mise tra lei e l'armadietto (che si stava aprendo, maledizione), vicinissimo:-Voglio
uscire con te, Alison...-
Lei
fu costretta a guardarlo negli occhi (era la prima volta? Caspita, erano verdi.) e fu capace di dire
solo: -Oh...sì, beh...- ma lui sentì solo il "sì" e non il tono della
sua voce e il suo blaterare:
-Perfetto, sabato
alle 8? C vediamo allora!-urlò correndo via senza aspettare una risposta.
-Ehilà!Ti
sei accorta di quello che è successo o cosa?- Lena la fissava divertita, appoggiata al muro.
-Vagamente, sì…- rispose Alison chiudendo lo sportello con forza e iniziando a camminare
lungo il corridoio con lo sguardo fisso a terra.
-E
allora?-
-Devo
uscire con lui sabato alle 8...-
-Toc
toc, c'è nessuno? Lo so benissimo questo ero proprio dietro di lui quando te
l'ha chiesto e tu hai mugugnato una risposta che somigliava a un sì...- ma non
fece in tempo a finire perché Alison stava correndo verso qualcuno. Lena,
rinunciando a capirla, la vide sorridere a Rob Thompson e cominciare a parlare
con lui. Voleva avvicinarsi per sentire meglio ma poi si trovò davanti Josh e
dimenticò tutto il resto.
-Ehi,
Rob!-esclamò Alison cambiando improvvisamente umore e raggiungendo il ragazzo
-Ieri sera è stata proprio una festa stupenda!-
-Alison!
Dovresti
saperlo...- allargò le braccia sollevando un po' le spalle -Le
mie feste sono sempre divertenti! - e sorrise, a completare l'opera di
modestia.
-Già...Senti,
volevo chiederti...non è che mi diresti qualcosa di più
su quel tipo...quel
poco di buono...-Alison si stupì di sè stessa. Mai e poi
mai avrebbe pensato di usare quell'espressione e ora lo stava facendo.
Con Rob e i suoi luoghi
comuni però era la frase adatta.
-...come
si chiama?- finse di non ricordarselo anche se quel nome le rimbombava nella
testa da quando l'aveva sentito per la prima volta.
-Drew Seak?-
-Giusto. Comunque, una mia
amica sarebbe interessata a lui e volevo sapere qualcosa su di lui...- continuò
a mentire. In realtà voleva solo sapere dove avrebbe potuto rivederlo. Magari
lì a scuola? Le sembrò improbabile, non l'aveva mai visto.
-A
quanto pare questa persona non è Lena, vero?- disse Rob indicando lei e Josh che
parlavano animatamente. Il suo alibi stava per crollare.
-No...Questa
mia amica...si chiama Holly e...beh, non puoi conoscerla,
è...venuta qui solo una
volta...visto che ci si deve trasferiere da New York...- "Wow, bella
scusa, Alison...la prossima volta inventati qualcosa di più
complicato..." pensò tra sè e sè, ma Rob non
mostrò alcun sospetto riguardo quell'assurda storia:
-Anche
se è della Grande Mela non riesco a capire come faccia a essere interessata a
un tipo così...Voglio dire, non è neanche andato al college dopo aver finito
questa scuola per miracolo...è da due anni che non si sa cosa faccia a parte
qualche lavoretto che molla irrimediabilmente dopo qualche settimana...-
-Ah.- Alison
era delusa. Drew era praticamente introvabile! Come poteva averlo lasciato
andare così?
-Penso che sconsiglierò a...- "Come cavolo si chiamava?" -...Holly...di conoscerlo quando verrà
qui! Beh, grazie lo stesso Bobby!-
-Di
niente!-rispose lui e poi mentre lei si allontanava. Poi un pensiero lo scosse: -Come mi hai chiamato?- ma
lei sembrò non sentire intenta com'era a ridacchiare sotto i baffi.
Più
tardi in classe, durante la lezione di storia Alison stava ancora pensando a un
modo per rintracciare Drew quando il professor Broderick la richiamò:
-Signorina
Ashworth...come mai oggi non udiamo la sua incantevole voce in sottofondo alla
mia spiegazione? Quale miracolo...?-
Dalla
classe si alzò una voce: -Sarà innamorata...!- Alison non si girò neanche per
vedere chi avesse parlato ma continuò a fissare il professore con un sorriso di sfida. Questo disse:
-E...si
può sapere di chi?-
E
lei, sarcastica:-Ho messo dei manifesti fuori dalla scuola appunto per farlo
sapere a tutti prof, non li ha visti?-
-Sfortunatamente
penso di essermeli persi...Devo dedurre dalla sua risposta pungente che non
vuole dirci chi è il suo Romeo...-
-Forse
perchè è presente in questa classe...-disse la solita voce e ad Alison sembrò
che tutti si girassero verso Mark.
Alla
fine di tutte le lezioni Alison uscì dalla classe e qualcuno le corse dietro
urlando il suo nome. Sì fermò per guardare indietro.
-Mark,
cosa...?- disse al ragazzo trafelato che la raggiunse in quel momento.
Lui si fermò e le mise una mano sulla spalla, preoccupato:
-Mi
dispiace per quello che è successo con Broderick...-
-Ma...
non è successo niente!- disse lei ricominciando a camminare mentre lui la
seguiva.
-Comunque
ho già detto due paroline a Ben...-
-Ben?-
-E'
lui che ha detto quelle fesserie del tipo che tu...-
-Mark.- lo
interruppe lei fermandosi e girandosi verso di lui -...sei stato carino, davvero,
però sinceramente...non mi importa di quello che è successo!-
-Oh.-
fece lui e sembrò deluso. Ma poi sorrise: -Meglio così!
Adesso devo andare agli allenamenti, domani abbiamo una partita!- e
se ne andò correndo. Ormai stava diventando un'abitudine.
-Buona
fortuna!- urlò lei e poi: -Mark?-
Lui
si girò continuando a camminare all'indietro e lei continuò: -Scusa per stamattina...!-
Lui
sorrise, alzò le spalle ed esclamò:-Succede!-. In fondo non era così male.
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Capitolo 6 *** SEI. Just one kiss ***
6. Just one kiss
A casa quel pomeriggio Lena era di ottimo
umore e in classe non si era
nemmeno
accorta di quello che era successo così, con grande stupore
di Alison, non le
chiese niente a proposito di Mark.
Anzi, le propose
anche di andare a fare un
giro in
centro per vedere un nuovo negozio di vestiti e lei pensò
che fosse una buona
idea, visto che i professori non avevano ancora incominciato a
riempirli di
cose da fare. Alison quindi si cambiò in fretta dopo aver
pranzato con lei ed uscirono, godendosi il sole limpido tipico dei
giorni in cui ancora l'estate non vuole lasciare spazio all'autunno.
Stavano camminando
per la strada principale della
città, parlando di tanto in tanto di cose inutili e
sgranocchiando pigramente degli snack che avevano comprato. Lena aveva
in mano una busta enorme che conteneva i suoi recenti acquisti, mentre
Alison non si era sentita in vena di comprare niente, in realtà
una volta entrate in quel negozio il suo unico pensiero era stato
"Quando usciamo di qui?". "Strano" stava pensando adesso "di solito mi
piace fare shopping...chissà cosa mi è preso...! Beh,
sarà contenta la mia carta di credito!". Guardò di
sottecchi Lena che si godeva beata la sua sazietà da shopping,
facendo dondolare la busta avanti e indietro ad ogni passo. In quel
momento lo sguardo di Alison fu attratto da una delle tante macchine
che passavano in strada: era una semplice berlina nera e prima che
potesse chiedersi perchè avesse attirato la sua attenzione, dal
suo interno si sentì una voce che disse:
-Ehi,
aspetta un
attimo...fermati!C... frena!!!-
La macchina inchiodò in mezzo alla strada e un ragazzo scese dal lato del
passeggero: ad Alison sembrò di morire...Non poteva
essere...Drew! E...stava correndo verso
di lei! Non fece in tempo a dire qualcosa che lui le fu di fronte, le
prese il
viso tra le mani e la baciò mentre Lena rimaneva a gurdare a
bocca aperta... Si staccarono, si guardarono per un secondo negli occhi...poi lui sorrise
e corse
via verso la macchina girandosi ogni tanto solo per guardarla e
sorriderle.
Quando la macchina ripartì Alison stava ancora fissando un
punto imprecisato
della strada con aria sconvolta mentre Lena iniziava a ridere. -Ehi...ci
sei? Che
ridere! Non puoi immaginarti la tua faccia in questo momento! Non hai una polaroid? Ti prego!!!- Alison
finalmente si girò lentamente verso di lei senza cambiare espressione e disse a bassa
voce: -Credo di stare per
svenire...-
-Ma oddio hai visto quanto era bello? E poi come bacia... Non puoi
capire! Mi ha
morso le labbra! Capito? Dimmi come ho fatto a non svenire! Mi
sorrideva...oddio, come mi sorrideva. E'
veramente troppo stupendo, Lena, come devo fare? Mi sconvolge talmente
tanto!!! Io...-
-Ok,
ho capito, non continuare...Sai che è
da...un'eternità che non fai che parlare
di quel tizio, della sua bocca, del suo sorriso...Non ne posso
più! Sai, ho anch'io
una dignità e se fra due secondi esatti non chiudi quella
bocca te la chiudo io
con la pinzatrice!-
Alison
si tappò la bocca con un dito ma non riuscì a
smettere di sorridere. Ormai
erano a casa da due ore ma lei non riusciva ancor a togliersi dalla
testa
quello che era successo. Avrebbe potuto parlarne per secoli ma a quanto
pare
Lena non era d'accordo così si chiuse in camera mise il suo cd
preferito dei The Ataris e
dopo essersi sdraiata sul letto, tirò fuori dal comodino il
suo diario e inizò
a scrivere.
Caro
Diario,
oggi
è successa una cosa talmente bella ke vorrei solo nn
dimenticare quello ke ho
sentito, ogni singola sensazione... E penso ke sia a qst ke servi tu
diarietto, no? Ti
ho
parlato di Drew, il ragazzo misterioso ke avevo incontrato alla festa
di
Rob? Certo che sì, cmq in due parole è il ragazzo
più stupendo ke io abbia mai
visto e ke penso mai vedrò... E in +(ma basterebbe solo
qst) è anke intelligente,
spiritoso e lo so già ke è un tipo speciale...So
che sto sbavando come una ragazzina
ma nn so cs m ha fatto la prima volta ke l'ho visto e sxo che lo
rivedrò anke
se sono stata così stupida e così abbagliata da
lui che non gli ho dato il mio
numero...Oddio, come ho fatto??? E oggi l'ho rivisto e mi ha
baciato...sì proprio così!!! E
come mi
ha baciato...è stato bellissimo, nn me l'aspettavo
proprio...è sceso da una
macchina (ha fatto fermare il suo amico in mezzo alla strada per venire
da
me...nn ci credo ancora...) e senza dire una parola mi ha baciato...Mi
sorrideva
anke mentre tornava in makkina e anke i suoi okki blu
sorridevano...é una cosa
pazzesca...Kissà xkè dicono tutte quelle cose di
lui, nn può essere veramente
così...Beh adesso vado a studiare un po' anke se so
già ke sarà
inutile...Voglio rivederlo...Sxo almeno di sognarlo stanotte, per poter
rivedere presto i suoi occhi che mi guardano...che guardano ME...
Alison
rimise il diario al suo posto e, rendendosi conto di avere una certa
fame,
tornò in salotto e chiese a Lena:
-Cosa mangiamo a
cena?Prepariamo la...oppure andiamo in qualche posto?!? Sì,
dai, andiamo in quel
ristorante...come si chiama...quello in centro...-
-Ah,
sì, quello vicino al posto in cui oggi hai...ehm...diciamo
"visto" l'uomo della
tua vita? Mmh, carino...-
-Sì,
quello! Allora...-
-No...-
-Come
no!?!-
-In
primo luogo, e quando uso la frase "in primo luogo" sono seria e non
intendo darti via di scampo dalla mia dotta divagazione, non
è detto che
recandoti nuovamente sul luogo del delitto tu abbia più
possibilità di rivedere
Drew...Secondo, ho da fare...-
-Con
Josh...Avrei dovuto ucciderlo quando ne ho avuto
l'opportunità...-
-Cioè
per fortuna mia, tua e anche un po' sua...mai!-
-Fortuna
mia??? Non credo proprio...-
-Donna
di poca fede...Pensi che il mio dolcissimo Josh non abbia pensato a te e a non
lasciarti
cenare sola come una povera derelitta in qualche ristorantino dove
chiunque ti
può importunare? Invece se n'è preoccupato, perchè ovviamente è il migliore,
così tu verrai con noi...-
-A
fare da terzo incomodo??? Non ci penso nemmeno!-
-Non
ti preoccupare...Ci sarà anche un quarto incomodo...-
-Cosa??? Scordatelo! Adesso
devo subire anche agli appuntamenti al buio organizzati dalla mia
coinquilina e
dal suo ragazzo? Non sono così disperata! Anzi non lo sono
affatto!-
-Lo
so benissimo, Miss Innamoramento Folle e Superveloce... E' Josh che ha pensato a tutto...Il tipo si chiama
Daniel
S...qualcosa. Ora non mi ricordo il cognome, comunque se n...-
Alison però era già corsa in camera a cambiarsi per uscire,
sperando con tutto il cuore che “Daniel S
qualcosa” fosse chi sperava.
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Capitolo 7 *** SETTE. Blind date ***
7. Blind date
Daniel
Sharter non era esattamente la persona che Alison si apettava ma...neanche gli
si avvicinava minimamente.
Era piuttosto basso, portava dei grossi occhiali
sugli insignificanti occhi castani e probabilmente era sua madre a tagliargli i
capelli e a vestirlo. In più mostrava un ossessivo interesse per tutto ciò che
riguardava Alison. Non ne era sicura, ma le era sembrato di vederlo mettere in
tasca il tovagliolo col quale si era pulita la bocca a cena. Inoltre continuava a
parlarle dei suoi progressi in campo informatico, materia di cui lei non sapeva
nulla ma, non potendo chiedere aiuto agli altri due commensali che erano
completamente assorti in loro stessi, faceva finta di essere molto interessata,
annuendo di tanto in tanto e sorridendo.
"I find bliss in ignorance,
nothing seems to go away over and over again... shut up when I'm
talking to
you, shut up, shut up, SHUT UP...I’m about to break!...Quanto
vorrei
urlarglielo i faccia...STAI ZITTO! BASTA! Non ne posso più...Ma
chi me l'ha fatto
fare? Lo so benissimo chi..."e lanciò un occhiataccia a Josh e
Lena
dall'altra parte del tavolo, ma loro non se ne accorsero neanche,
intenti
com'erano a ridacchiare. Alison si girò di nuovo con aria
afflitta verso il suo accompagnatore, ma lui non sembrò
accorgersi di niente. "Cosa sta dicendo adesso??? Il driver...l'hard
disk...io so
a malapena cos'è un mouse...Beh, annuiamo, prima o poi
dovrà finire...Ma se
annuisco troppo non è che questo si monta la testa?
Aaah...Chissà dove è Drew a
quest'ora...".
Dopo innumerevoli sbadigli di Alison, la cena finì e Josh dovette accompagnare Daniel
a casa (sua madre non gli aveva prestato la macchina quella sera, si scusò lui) e
quando arrivarono chiese ad Alison di accompagnarlo alla porta. Lei quasi non
ci credeva, ma si sforzò di essere gentile e lo seguì lungo il vialetto della
sua casa. Arrivati davanti alla porta, lui disse fissandola adorante un po'
troppo vicino alla sua faccia: -Beh, è stato divertente, no? Non pensavo che ti
intendessi di informatica...-
"Infatti
non lo sono e lo sapresti se mi avessi lasciato il tempo di infilare una
sillaba nel tuo monologo" -Eh, tu sì che sei un tipo intuitivo...-
-Me
lo dice sempre anche la m...ehm...mia madre...Comunque visto che ci siamo
divertiti tanto ci potremmo rivedere...-.
Alison rimase a bocca aperta...non solo
le aveva fatto passare una serata inutile ma addirittura credeva che lei si
fosse divertita! Pensò che forse era meglio chiarire, ma quando lo vide
chiudere gli occhi, sporgere le labbra verso di lei e dire: -Beh, che ne dici se ci
salutiamo con...- non ce la fece più e si mise a correre verso la macchina di
Josh. Daniel intanto riaprì gli occhi e vedendola andare via così
pensò "...è solo timida...ma è sicuramente pazza di me..." e rientrò
in casa con un grosso sorriso stampato sulla faccia.
-Mai
più!-urlò Alison salendo in macchina.
-Mai
più cosa?-chiese candidamente Lena girandosi verso di lei dal sedile anteriore.
-Non
mi fiderò mai più di te e del tuo cavaliere…-
-Ehi,
io sono qui presente…- esclamò Josh -Nessuno mi vede?-
-Ti
vedo benissimo purtroppo, solo che non voglio parlare con te…Almeno Lena non
sapeva che tipo fosse questo Daniel…-
-Mi
dispiace Alison, ma…non è poi tanto male…-
-Cooooooosa??? Non
è poi…ha tentato di baciarmi!-
-Beh,
cosa c’è di male? Sei un bella ragazza…-
iniziò Josh e Lena gli lanciò
un'occhiataccia -…anche se non più bella della mia,
chiaramente…- puntualizzò e poi: -...è ovvio che
lui ci provi…-
-…anche
dopo una serata in cui non ha fatto altro che fissarmi non solo negli occhi e a
parlarmi di cose che non mi interessano per niente senza nemmeno accorgersi che
ho passato la serata peggiore della mia vita?-
-…Beh,
se la metti così forse non era tanto ovvio…Però devi sapere che gli piaci da
matti e anche se non lo conosco benissimo…-
-Non
lo conosci benissimo??? Mi hai fatto uscire con uno che non conosci???-
-Guarda
che avrebbe dato qualunque cosa per uscire con te…-
-Oh…non
lo trovi dolce?- intervenne Lena.
-Come
no…e quindi…quanto ti ha dato?- chiese Alison a Josh, seria.
-Ma
dai, per chi mi hai preso?Io non…- cercò di difendersi lui, con lo sguardo da angioletto.
-Josh…- lo ammonì Alison e lui cedette:
-Ok,
io non gli avevo chiesto niente...però lui ha infilato dei soldi nel mio
armadietto, così io ho pensato che fosse brutto ridarglieli, poi magari non era
stato lui e l’avrei offeso per aver pensato che fossero suoi, no?-
Lena
lo guardò malissimo e poi si girò verso la strada senza dire più niente, lui se
ne accorse e accostò dicendole:
-Eddai
tesoro se vuoi li restituisco…Non li ho toccati!-
-Non
è questo! Tu hai venduto una mia amica!-
-Io
non ho affatto…-
Quei due stavano iniziando a urlare un po’ troppo forte così Alison
scese dalla macchina e si mise su una panchina ad aspettare che avessero finito
di litigare. E intanto avrebbe avuto un po' di tempo per pensare a Drew...e scacciare l'orribile pensiero di quel Daniel.
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Capitolo 8 *** OTTO. Un fiume di ragazzine contro! ***
8. Un fiume di ragazzine contro!
7 settembre - sabato
Erano passati alcuni giorni ma Alison non aveva dimenticato la festa,
Drew e il bacio, anzi continuava a ripensarci. Si era invece
completamente scordata di aver detto a Mark che sarebbe uscita con lui
quel sabato, ma per sua fortuna qualcuno non l’aveva dimenticato.
-Allora, oggi è il grande giorno, eh?- disse Lena quella mattina
seduta al bancone della cucina con la bocca piena di cereali.
-Cosa?- rispose l’altra cercando di legarsi i capelli dietro la testa con un elastico.
-Oggi è il grande giorno…-
Alison cercò di ricordare: non era il compleanno di nessuno, non
avevano interrogazioni o test a scuola…: -Cosa stai dicendo?Il
grande giorno per cosa?-
Lena si mise a ridere: -Per uscire con il tuo…secondo principe azzurro…-
-Non sapevo che se ne potesse avere più di uno, comunque se
è una cosa organizzata da te e Josh io mi ritiro…-
-Non ti preoccupare, io e Josh non c’entriamo…stavolta hai fatto tutto da sola…-
-Lena, cosa…-
-Mark!- rispose finalmente lei -Non è possibile che te ne fossi già dimenticata!-
-Oh, cavolo! E’ vero! E’ che ho altro in mente…-
-No tesoro, hai UN ALTRO in mente!- sbottò Lena e andò
via ridacchiando mentre Alison al solo pensiero di Drew si era
illuminata e stava sorridendo con lo sguardo perso nel vuoto. Poi le
venne in mente quello che Lena le aveva appena detto ed esplose:
-Oddio, stasera devo uscire con Mark!-
-Ben svegliata!- disse Lena uscendo dalla stanza già vestita:
-Adesso muoviti: potrà sembrarti strano ma come al solito siamo
in ritardo…-
Mentre entravano a scuola dalla porta principale e si dirigevano agli
armadietti, Alison vide Mark che veniva verso di loro parlando con
alcuni ragazzi, così spinse Lena in bagno prima che lui le
vedesse. Lena si voltò verso di lei con uno sguardo scocciato:
-Cosa…?-
-Cosa…cosa?-
Lena sbuffò: -Perché mi hai spinta qui? Cosa c’è?-
-Io…devo…andare in bagno!-
-E non hai facoltà di parola abbastanza sviluppate per dirmelo invece di usare le maniere forti???-
-Non posso uscire con Mark!-
-Ah, adesso ci siamo! E, sentiamo, stavolta perché?-
-Stavolta…?-
-Tu non te ne sei resa conto ma dopo Kenny hai detto di no a tutti i
ragazzi che ti hanno chiesto di uscire con scuse a dir poco
pietose…Non c’è niente di nuovo…-
Alison rimase interdetta. Ripensandoci era vero, ma dopotutto era anche
vero che non se la sentiva proprio di uscire con qualcuno, le veniva
un’ansia incredibile solo a pensarci…Ma perché?
-…é…è vero…-fu tutto quello che
riuscì a mormorare mentre Lena si sistemava i capelli allo
specchio.
-Eh sì che è vero…E l’unico modo per
risolvere la situazione è superare
questo…”blocco” uscendo con qualcuno di moooolto
carino…che adesso è lì fuori e sta parlando con
dei suoi amici altrettanto carini…-
-Dici?-
-Alison…- disse guardandola e alzando le spalle -…io non sono la fatina azzurra…Provaci…-
Un minuto dopo Alison e Lena uscirono dal bagno. Mark si era fermato i
mezzo al corridoio e stava ancora ridendo con un suo compagno di
classe. Alison tirò un sospiro e andò verso di lui:
-Ehi!- disse con una voce un po’ troppo squillante, sperando che lui non se ne accorgesse.
-Ehi!- disse lui voltandosi a guardarla. Non se n’era accorto.
-Allora per stasera…alle 8, giusto?- le disse lui sorridendo.
-Sì.- fu tutto quello che Alison riuscì a dire. Lui
annuì, leggermente in imbarazzo e aggiunse: -Beh,
allora…a dopo!-
-Certo…- rispose lei e si allontanò sentendo solo il battito del suo cuore.
-Non posso!- Alison stava sdraiata a faccia in giù sul suo letto
quasi in procinto di piangere. Erano le sette e mezza e non era ancora
minimamente pronta per uscire.
-Sì che puoi!- rispose Lena sedendosi sul bordo del letto.
-Beh, allora non voglio!-
-Ti prego, fai anche i capricci, adesso?-
-Lena…- disse alzando la testa dal cuscino -Non ne ho veramente
voglia…Sono stanca…Adesso lo chiamo e…-
-Tu non chiami proprio nessuno!- Lena alzò la voce, poi tornando più dolce sospirò:
-Alison…non sei obbligata a farlo ma capisci che…oddio,
stavo per dire “è per il tuo bene”! Sto diventando
come tua madre! A parte gli scherzi, fallo, non sarà poi
così brutto…-
Alison si alzò dal letto:-Ok, ci vado, ma renditi conto che sto tremando e fra poco vomiterò…-
-Tesoro…il verde vomito non sta bene con i vestiti che ti devi
mettere!Forza muoviti vestiti, Mark arriva tra mezz’ora!-
Quella sera stessa, quando Alison rientrò trovò Lena in pigiama sul divano che stava leggendo un libro.
-Cosa ci fai lì?Non sei uscita con Josh?-
-No, doveva andare dai suoi…di sabato sera!-
-E tu hai…-
-…letto un po’ aspettando che tu tornassi per farmi raccontare tutto!-
-Dio, Lena!C’è qualcuno al mondo più curioso di te?-
-Dubito. Dai, racconta!Muoviti!-
Alison si sedette sul divano togliendo le decolletè nere che
Lena aveva scelto per lei e, godendosi il fatto che quella pendesse
dalle sue labbra, prese tempo:
-Cosa vuoi sapere in particolare?-
-TUTTO! Dai…-
-Allora siamo andati al cinema a vedere un film stupidissimo con Adam Sandler, hai presente quello che…-
-Non me ne frega niente di chi è Adam Sandler!-
Alison rise. Si divertiva a farla morire di curiosità…
-Ok. Allora dopo il film, che tra l’altro non so se te l’ho
già detto ma era un po’ stupido perché…- si
interruppe e sorrise malefica vedendo che Lena aveva raccolto una
pantofola e minacciava di lanciargliela.
-Magari te lo spiego dopo com’era il film, eh?- continuò
–Insomma, dopo mi ha invitato a prendere una tazza di
caffè e abbiamo parlato un po’ di…-
-Alt! Al cinema non ha provato a fare niente? Sai, tipo “oh, devo
sbadigliare e intanto ne approfitto per metterle un braccio sulle
spalle”?-
-No, niente…-
-Non ti ha neanche preso la mano? Niente di niente?-
-No, mi dispiace molto per la tua fantasia perversa!-
-Va beh, vedremo alla fine…- sorrise maliziosa Lena -Continua…-
-Abbiamo parlato di macchine…-
-…macchine?!?-
-Sì, automobili. Sai quegli affari con le ruote. Gli ho detto che la sua mi piace e…-
-…lui ti ha detto quanto l’ha pagata, quanti cavalli ha e quante volte la lava al giorno!-
-Più o meno…Comunque abbiamo parlato anche della scuola
per un po’…ma ogni tanto c’erano dei
silenzi…che sembravano lunghissimi…O forse lo erano? Non
saprei…-
-Beh, ma fin qui…?-
-Tutto bene, un po’ noioso forse…Mi ha fatto anche ridere qualche volta, ma…boh!-
-Andiamo avanti che è meglio!-
-Mi ha riaccompagnata, io gli ho detto che mi ero divertita, l’ho
ringraziato, mi ha guaradato negli occhi per un secondo con i suoi
occhioni incredibilmente verdi e…-
-…ha tentato di baciarti?- Lena sembrava sul punto di esplodere tanto era agitata.
-…sì…-
-Oh, finalmente! E…come bacia?-
-Lena!-
-Domanda più che legittima visto che sono la tua coinquilina preferita! Allora…?-
Alison sembrava in imbarazzo:-Ehm…cioè…io…vedi…non lo so!-
-Come…-Lena scoppiò a ridere -Va bene essere nervosi ma addirittura questo! Come fai a non saperlo?-
-…veramente aveva iniziato a baciarmi, ma poi…-
-Gli hai detto di no? Alison tu…-
-Mi sono tirata indietro…-
-Cosa???-
-Non ho neanche fatto troppo apposta…-
-Non…cosa???-
-E’ stata una cosa istintiva!-
-Una cosa istintiva…!!! Non ci posso credere…E…E poi?-
-E poi credo di avergli detto che non potevo…perché ho in testa qualcun altro…-
Lena la guardò sbalordita, poi mettendosi una mano sul viso in
modo teatrale, disse: -Vai via, maledetta, lasciami sola col mio
dolore…- dopodiché iniziò a ridere e Alison fece
altrettanto.
-Hai rifiutato Mark!Ci sarà un fiume di ragazzine innamorate di
lui che ti si rivolterà contro!- e continuarono a ridere a quel
pensiero finché non ebbero più fiato.
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Capitolo 9 *** NOVE. The closet ***
9. The closet
11 settembre-mercoledì
La
vita scorreva come sempre alla Brawley High e Mark e Alison erano rimasti amici
come avevano deciso quella sera, dopo che lei non l’aveva baciato. Lui, però,
voleva chiaramente ancora qualcosa di più da lei: la cercava sempre, la
chiamava, le chiedeva di uscire “come amici” e dato che ad Alison lui piaceva
molto (come amico, ovviamente) la loro relazione continuava in modo piacevole
per entrambi.
Quel
giorno Alison stava camminando di fretta lungo il corridoio per trovare Lena e
parlarle prima dell’inizio delle lezioni ma improvvisamente qualcuno la prese
per un braccio e la tirò in uno spazio buio e stretto. Non ebbe tempo di aver
paura che si accorse che i due occhi blu che splendevano anche nell’oscurità e
che la stavano guardando erano di Drew. Ed era con lei nello sgabuzzino delle
scope, più vicino ancora della prima volta, con le mani sui suoi fianchi.
Tremò.
-Siamo
in una posizione un po’ compromettente, non pensi?- disse lui dopo poco con il
suo solito sorriso.
-Se
con questo intendi che ho un manico di scopa nella schiena…- rispose lei
sarcastica e lui rise. Non ricordava quanto fosse bella la sua risata. Le
sembrava impossibile che fosse ancora più perfetto di come se lo ricordava. Di
come lo sognava di notte e…di giorno, ad occhi aperti. Eppure lui era lì, davanti
a lei, ora ed era così vicino che il suo profumo le faceva girare la testa.
-Non
intendevo esattamente questo, Alison…- abbassò la voce e pronunciò il suo nome
in un modo talmente sexy che lei si dimenticò persino dov’era. Poi le mise una
mano sul viso dicendo: -E…se ti baciassi adesso…?-
Lei
stava per bisbigliare qualcosa come “Sì, ti prego!” quando lui aggiunse: -…Ma
sarebbe troppo facile…-
-No,
io non penso…- riuscì a dire lei e lui rise ancora, poi disse: -E se ci
vedessimo una volta per più di due secondi fuori da…spazi angusti come ascensori
e sgabuzzini?-
Lei
ridacchiò: -Direi che si potrebbe fare…-
-Mmh,
allora cosa ne dici di venerdì verso le cinque alla fontana che c’è nella
piazza qui fuori?-
-Va
bene…-
In
quel momento suonò la campanella e lui disse:-Beh piccola, devo…anzi, devi
andare…- rise piano -E’ stato bello…-
Uscita
dallo sgabuzzino Alison si voltò per una paio di volte verso la porta dietro la
quale stava ancora lui, aspettando che non ci fosse nessuno in giro per uscire.
Dopodiché dovette solo pensare a reggersi in piedi e ad arrivare sana e salva
fino all’aula di chimica.
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Capitolo 10 *** DIECI. Rain (1) ***
10. Rain (1)
13 settembre-venerdì
Quei due giorni erano passati
talmente lenti per Alison che quasi non credeva che il fatidico venerdì sarebbe
arrivato veramente. Era agitatissima ma anche felice e ansiosa di scoprire come
sarebbe andata. Niente voglia di fuggire, niente voglia di dargli buca. Forse
era questo che ci voleva per farla guarire da quella che Lena chiamava la sua “appuntamentofobia”:
Drew. Semplicemente lui.
A scuola quella mattina non
pensò ad altro e quasi tutti i professori notarono che era più distratta del
solito, ma a lei non importava. Né la scuola, né alcun voto alto e nemmeno i
suoi compagni erano importanti in quel momento. Quale di queste cose la faceva
sentire bene come faceva lui? Nessuna, quindi perché preoccuparsi?
Arrivata a casa Alison mangiò
qualcosa e iniziò subito a pensare a cosa mettere. Non era una cosa importante
neanche questa, comunque. L’importante era che ci fossero solo loro.
Alle quattro e trenta Alison
era già pronta per uscire me Lena le ricordò che non poteva arrivare con venti
minuti di anticipo, quindi si mise a guardare un po’ di tv ma non riuscì a
concentrarsi. Dieci minuti dopo era uscita diretta alla fontana che Drew le
aveva indicato.
Arrivata sul luogo dell’appuntamento,
Alison guardò l’orologio: le cinque precise. “Sono arrivata perfettamente in
orario…”.
Si voltò a guardare la fontana:
era una scultura moderna, astratta e rappresentava semplicemente due ali con al
centro una sfera di fili metallici dalla quale usciva l’acqua.
“Non è ancora arrivato…Almeno
sapessi da che strada…”
I suoi pensieri si bloccarono,
aveva sentito un leggero colpo sulla spalla. Si voltò sorridendo e vide con un
po’ di delusione un’anziana signora: -Signorina sa che ore sono per favore?-
“Falso allarme…” -Sì, sono le cinque…-
-Grazie mille…- la signora fece
per andarsene, poi si girò di nuovo verso di lei, preoccupata: -E’ sicura di
voler stare qui? Sembra stia arrivando un temporale…-
-Sì, non si preoccupi, sono
sicura…- rispose lei e prese a fantasticare di nuovo: “Un temporale…magari mi
bacerà sotto la pioggia, che romantico! Oggi è la volta buona che svengo… No,
non posso farlo, penserebbe che sono una ragazzina e non uscirebbe mai più con
me!”
Controllò ancora l’ora: le
cinque e dieci. “Oddio, una goccia…Non comincierà mica a piovere adesso! Non ho
un ombrello! Ma quella signora non poteva stare zitta?”.
Si sedette sul bordo della
fontana mentre intorno a lei iniziavano a cadere gocce sempre più grosse. “Ci
sarà pure un portico sotto cui ripararsi, no?” Si guardò intorno, niente
portico. Ma c’era una casa con una piccola tettoia e Alison vi si rifugiò
sotto, aspettando.
Circa un’ora dopo Alison era
ancora nella stessa posizione, allo stesso posto ma considerevolmente più
bagnata e infreddolita.
A malincuore respingendo le
lacrime che minacciavano di scenderle lungo le guance si decise ad avviarsi
verso casa, dando un ultima occhiata alla fontana. Arrivata a casa, la trovò
vuota: Lena le aveva lasciato un biglietto
Donna fatale, vado da Josh ma torno verso le 7…
Se torni prima di me preparati perché stavolta
voglio sapere proprio tutto!
LENA
Alison lesse il biglietto che
non le strappò neanche un sorriso, si cambiò i vestiti bagnati con gesti
meccanici, si mise una coperta sulle spalle, si sedette sul divano e si mise a
guardare la tv, senza vederla per via delle lacrime che le scendevano sul viso
incontrollate ma senza singhiozzi. Alle sette Lena entrò nell’appartamento e
vedendola in quello stato le si avvicinò piano chiedendo:
-Oddio, tesoro, cos’è
successo?- si sedette di fianco a lei, ma per tutta risposta Alison scosse la
testa asciugandosi le ultime lacrime e abbracciandola.
-Non è venuto, non è vero?- Alison
si staccò. I suoi occhi adesso erano pieni di rabbia. Per lui ma soprattutto
per se stessa. Era così chiaro? Era così ovvio che non si sarebbe presentato?
-Come ho fatto ad essere così
stupida? E adesso, guardami, lo sto facendo ancora, sto piangendo per uno che
mi ha dato buca…!!! Non posso essere così ingenua, non posso stare male per
così poco… Non ancora, non dopo che l’ho fatto per quell’idiota di Kenny… Però
pensavo davvero che lui sarebbe venuto…- si tirò su a sedere, asciugandosi il
viso e schiarendosi la voce. Poi guardò Lena negli occhi, cercando di apparire
sicura di sé: -Sai una cosa? Non lo farà mai più, non mi farà più piangere, non
mi piace nemmeno più…- a questo punto gli occhi le si riempirono ancora di
lacrime mentre continuava, crollando di nuovo sul divano: -Però…secondo te
perché non è venuto…?-
-Non lo so…- disse Lena- ma mi
piacerebbe tanto saperlo...-
Daniel Seak, conosciuto dai
suoi amici quasi solo come Drew, stava sdraiato sul pavimento della stanza
dell’appartamento di Jim Madden, noto spacciatore, godendosi gli effetti della
polverina bianca che questo gli aveva portato. Si girò su un lato rotolando
sulla morbida moquette grigia e l’unica cosa che riuscì a vedere distintamente
fu un orologio. Che segnava le cinque. Avrebbe dovuto fare qualcosa per
quell’ora, si ricordò. Ma probabilmente era il giorno sbagliato o l’ora
sbagliata o forse la vita sbagliata, qualcosa di sbagliato c’era sempre ma sembrava
che lui non potesse sapere mai cosa. Così chiuse semplicemente gli occhi e
smise di pensare.
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Capitolo 11 *** UNDICI. Il pennarello rosso ***
11. Proposal
Every word I say is true
This I promise you
(N*Sync, This I Promise You)
14 settembre-sabato
Alison quel giorno non voleva
andare a scuola ma Lena ce la trascinò così dovette sforzarsi di sembrare una
persona serena e socievole per una mattinata intera quando invece sentiva di
odiare tutti e tutto. Soprattutto se stessa.
Arrivata a casa si sentì subito
meglio per non dover più fingere e dopo essersi fatta un panino, si chiuse in
camera sua. Pochi secondi dopo Lena sentì dalla cucina che stava ascoltando
l’ultimo cd dei Linkin Park a tutto volume. Ma non si fece ingannare, sapeva
che Alison stava seduta ai piedi del suo letto con gli auricolari del suo
lettore cd nelle orecchie. E probabilmente stava ascoltando qualcosa di molto
triste e banale, tipo Mandy Moore. Ne ebbe la conferma di aver ragione circa
un’ora dopo quando entrò senza bussare nella sua camera. Alison non fece
nemmeno un tentativo di nascondere il lettore.
-Ehm…dovresti venire un attimo a
vedere una cosa…-
-Cosa?- disse Alison svogliatamente
togliendosi gli auricolari dalle orecchie ma non l’espressione scontrosa dalla
faccia.
-Devi venire di là…-
-Lena…- rispose lei con un
sospiro-se è un altro dei tuoi scherzi…beh, non sono proprio in vena…-
-Te lo giuro, non è uno
scherzo! Però vieni subito!-
Alison si alzò a fatica dal
pavimento e la seguì in salotto, poi Lena si fermò e disse:
-Ecco…c’è qualcuno per te…-
Alison non capiva ancora, così
Lena le indicò il balcone che dalla stanza sporgeva sulla strada. Quella uscì
lentamente e rimase letteralmente a bocca aperta: dalla parte opposta della
strada c’era Drew, appoggiato ad una macchina nera con in mano una sigaretta di
cui non sembrava accorgersi. Guardava dritto davanti a sé e sembrò non
accorgersi di lei sul balcone. Le mancò per un attimo il respiro e ebbe la
forza solo per rientrare un attimo prima che lui alzasse lo sguardo. Si
appoggio al vetro richiudendo la finestra.
-Beh, cosa c’è…?- chiese Lena
con un sorrisino.
Alison fece quasi fatica a
risponderle: -E’…è…stupendo…- poi si scosse e andò verso la porta mentre Lena alle
sue spalle sorrideva ancora di più.
Drew stava ancora osservando il
balcone con uno sguardo stranito, quando Alison varcò il portone ma abbassò
subito lo sguardo quando si accorse che era lei, accogliendola con un sorriso
meno sicuro del solito e un po’ amaro.
Lei gli arrivò davanti senza
sorridere: nonostante tutto si era ripromessa mentre scendeva di non farsi
incantare. Non ancora.
-Ciao…- iniziò e subito non fu
più sicura di poter rimanere razionale ancora per molto: iniziavano a tremarle
le gambe e non ricordava già più per cosa doveva essere arrabbiata con lui. Due
occhi blu fissi su di lei aumentavano questa sensazione.
-Mi dispiace…Io…sono
stato…sono, un idiota…Non so cosa…- iniziò a balbettare lui: sembrava veramente
dispiaciuto e Alison non ce la fece a fare la dura.
-No…dimmi solo perché…- tagliò
corto sembrando più sicura di quanto non fosse in realtà.
-Non ci sono scuse, lo so, ma
mi dispiace talmente tanto…- disse prendendole la mano.
“Ti prego non fare così…ti
prego…” -Lo so ma…perché?-
-Penso…di essermene
dimenticato…Non so veramente cosa dire…Io voglio sul serio uscire con te e farò
qualsiasi cosa…-
-Non ce n’è bisogno…-
-Cosa?-
-Non ce n’ bisogno, purtroppo
la mia mente vorrebbe capire, ma in realtà ti ho già perdonato…-
Lui sorrise, un po’ più disteso
e le disse scherzoso: -Ehi, ma io mi ero preparato tutto il discorso con le
scuse e la proposta di matrimonio finale per riparare al mio imperdonabile
errore…!- lei rise e poi gli chiese stupita, come se quella domanda ovvia le
fosse venuta in mente solo ora:
-Ma…come hai fatto a scoprire
dove abito?-
-…ho le mie fonti…- rispose lui
con un sorrisino malizioso. Ma lei non era ancora convinta:
-E…da quanto tempo eri qui?-
-Diciamo…cinque minut…- lo
guardò male -…ok, un’ora circa…sembro un pazzo, vero?- disse passandosi una
mano tra i capelli scompigliati e abbassando il viso con imbarazzo. Lena
ridacchiò, pensando di stare per svenire…di nuovo:
-Assolutamente…sì!- lui alzò lo
sguardo su di lei, che addolcì la sua voce: -Ma…direi che va bene così…-
-Ah, bene. Allora dici che
potrei avere il tuo numero?- le chiese lui mentre il solito sguardo sbruffone
si impadroniva dei suoi occhi.
-Beh, può darsi…Però non ho né
una biro né un foglio…-
-Non ti preoccupare…Oltre ad
essere un ragazzo bello e intelligente…- disse lui infilando il braccio nel
finestrino aperto della macchina e frugando nel cruscotto -Ho…questo!-
Le mostrò orgoglioso un
pennarello rosso che sembrava risalire ai tempi in cui andava all’asilo. Lei
rise immaginando un bimbo con gli occhi azzurri e un sorriso furbo al posto del
ragazzo che le stava davanti. Non doveva poi essere cambiato molto.
-Mmh e dove scrivo?- fece lei
divertita.
Drew ci pensò un attimo e poi
si tirò su la manica della camicia nera e le porse il braccio. Lei scoppiò a
ridere e cominciò a scrivere il numero mentre lui la guardava non riuscendo a
staccarle gli occhi di dosso. Poi quando ebbe finito Alison alzò la testa.
Sembrava un continuo deja vu: loro due troppo vicini perché potesse non
succedere niente ma pur sempre distanti. Non si conoscevano neanche, pensò lei
senza tuttavia scostarsi. Non riuscivano a fare niente, solo stavano lì in
piedi vicini e nessuno dei due aveva il coraggio di rompere l’incantesimo. Poi
lui sussurrò: -Beh, allora…- e lei annuì semplicemente.
Si sorrisero e lui aprì piano
la portiera della macchina e se ne andò senza dire niente, mentre lei rimaneva lì in piedi senza
sapere cosa fare se non guardarlo andar via.
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Capitolo 12 *** DODICI. Call me ***
12. Call me
15 settembre - Domenica
Una sveglia stava suonando.
Alison si girò nel letto e, col cuscino sulla testa tirò un pugno sul comodino
alla cieca: la sveglia cadde, ma invece di smettere di suonare iniziò ad
emettere un suono ancora più fastidioso. Alison si tirò su e provò a pensare.
Doveva andare a scuola? Vagò per qualche secondo tra le nebbie mattutine della
sua mente in cerca di una risposta e poi si ricordò che era domenica…e che si
era dimenticata di disattivare la sveglia. “Speriamo solo che…” pensò, ma non
riuscì nemmeno a concludere il pensiero che Lena entrò nella sua stanza con
addosso il solito pigiama giallo, i capelli biondi arruffati davanti alla
faccia imbronciata e un cuscino sotto il braccio. Il desiderio di Alison non
era stato esaudito.
-Dimmi, ti prego, anche per la
tua salute, che oggi dobbiamo andare a scuola e che la tua sveglia ha suonato
per un buon motivo…-
Alison pensò di scappare, ma
Lena stava giusto davanti alla porta: -Ehm…veramente oggi sarebbe…domenica.- disse
a bassa voce e poi aggiunse sperando di salvarsi: -Ma se hai tutta questa
voglia di andare ad apprendere cose nuove si può sempre…- ma Lena se n’era già
andata borbottando.
Alison sorrise tra sé e sé: non
era andata poi così male a parte il fatto che per il brusco risveglio la sua
coinquilina sarebbe stata intrattabile per almeno due ore. Ma oggi lei si
sentiva veramente bene. Prese il telefono e compose il numero di cellulare di
Josh. Le rispose una voce assonnata: -…pronto? Chi caz…-
-Josh! Di prim mattina le
parolacce non fanno bene,sai?-
-Alison, cosa vuoi? Mi hai
svegliato…-
-Beh, avevi il cellulare
acceso, ho pensato che fossi già sveglio…-
-Se proprio lo vuoi sapere ieri
sera mi sono addirittura addormentato vestito… e il cellulare era giusto caduto
sul letto… Mi ha svegliato vibrando… Ma che ore…? Oddio Alison ma cosa vuoi a
quest’ora della domenica??? Non hai proprio niente da fare?-
-Mmh…no! E poi mi piace
importunarti! Ah, allora hai fatto tardi ieri sera eh? E Lena lo sa?-
-Guarda che non ho fatto niente
di male, sono solo uscito a bere qualcosa con degli amici…-
-Forse a Lena farebbe comunque
piacere saperlo…-
-No! Non dirle niente! Senti,
dimmi cosa vuoi e fammi tornare a dormire…-
-La tua ragazza è un po’ di
cattivo umore perché…beh, si può dire che si è svegliata male, quindi se tu
fossi così gentile da farle una telefonatina giusto per tirarla un po’ su
qualcuno te ne sarebbe molto grato…-
-Okay, adesso la chiamo, tanto
ormai sono sveglio… Però mi raccomando, acqua in bocca su ieri sera, lei pensa
che io sia andato dai miei…-
-…e invece…-
-…invece ero solo in giro con i
miei amici, ma Lena è talmente gelosa che penserebbe subito male…Tu invece sai
che non le farei mai una cosa del genere…-
-Di che genere?-
-Lo sai, tradirla…E poi con
chi? Lei è sempre stata l’unica che mi piace…-
-Josh?-
-Sì?-
-Grazie di esistere.-
-Dici così perché quando svegli
Lena per sbaglio ci sono io a farle cambiare umore?-
Alison rise. -Noooo…Anche
perchè ogni tanto la porti fuori e me la togli dalle scatole…-
-Ah allora va bene…Dai, adesso
la chiamo…Ciao ciao…-
-Ci sentiamo…- disse Alison e
riattaccò prima di sentire Josh che si lamentava: -Magari non alle 7 di
mattina, la prossima volta!-.
Poco dopo si sentì squillare un
cellulare nell’altra stanza e Lena rispose con voce irritata:
-Pronto?- e poi cambiando
subito tono e diventando dolcissima: -Ciao tesoro! Cosa ci fai già sveglio a
quest’ora?…Ah, pensavi a me?!? Quanto sei dolce…!-
Era una splendida giornata
fuori ma Alison era decisa a passarla tutta sul divano attaccata al telefono
sperando che Drew chiamasse.
-Forse non chiama oggi…- pensò
ad alta voce -…forse è troppo presto…il numero gliel’ho dato solo ieri…e poi
deve essere pieno di impegni…-
Lena, che si stava pettinando
in bagno e aveva sentito la sua amica parlare da sola, stava per rispondere che
probabilmente Drew non aveva assolutamente niente da fare visto che non aveva
un lavoro né degli amici a quanto pareva, ma preferì tacere, più che altro per
non ferire Alison. In quel preciso momento squillò il telefono. Lena si sporse fuori
dalla porta e vide che Alison era nel panico completo:
-Beh, non rispondi?-
Alison continuò a respirare
profondamente con un’espressione allarmata: -No…non ce la faccio…rispondi
tu…non voglio che pensi che sto attaccata al telefono per lui…-
Lena andò verso di lei: -Ma è così!- e alzò la
cornetta: -Pronto?…Oh, sì, è a casa…Adesso la chiamo…ALIIIISON! -urlò- Dai,
esci dal bagno che sei lì da tre ore e dopo devo spruzzare il deodorante per
ambienti!-
Alison rimase sconvolta al
pensiero che Drew avesse sentito e prese subito la cornetta dalle mani
dell’altra: -Pronto?-
-Tesoro!- una voce femminile…?
-Mamma?!?!-
-Certo! Chi ti aspettavi? Non
te l’ha detto la tua amica che ero io?-
-No.- rispose lei fulminando
con lo sguardo Lena che intanto si stava contorcendo dal ridere sul divano.
-Allora come va?-
-…bene…-
-Non mi sembra… Ma chi pensavi
che fossi? Un ragazzo, eh? Chi è? Quanti anni ha? Studia? O lavora? Che…?-
-Mamma! Sei peggio della
polizia!-
-Oddio, come fai a saperlo? Sei
già stata arrestata? Lo sapevo che non dovevi andare vivere da s…-
Alison si portò una mano sul
viso e fece cadere la cornetta sul divano. Qualche minuto dopo, quando la
riprese, sua madre stava ancora parlando: -…con questa mia amica un bellissimo
rapporto, invece tu non mi racconti mai delle tue storielle!-
“Storielle?” -Mamma, ascolta,
devo andare a studiare, ti…-
-Com’è possibile che ogni volta
che ti chiamo devi studiare e poi i tuoi voti sono…quelli che sono?-
“Perché passo il mio tempo
facendomi tutti i ragazzi della scuola, facendo spogliarelli e ubriacandomi a
ogni festa che chiunque organizzi…e in più sono un’ammazza vampiri e nel tempo
libero salvo il mondo…” -Non lo so…Non sono tanto male i miei voti!-
-Ah no? Ma se alle elementari
prendevi sempre Bene!!!-
“Cosa ho fatto per meritare
questo? Cosa?” -Sarà la televisione che rovina la gioventù…-
-Non scherzare Alison, è una
cosa seria…-
“Dio mio, neanche fossi una
p*****a o una pazza fuori di testa! Cosa direbbe se lo fossi?” -Certo che è una
cosa seria, assolutamente, adesso devo davvero andare, ciao, saluta papà.- disse
tutto d’un fiato e fece appena in tempo a sentire un: -Ma…- di sua madre prima
di riattaccare.
Dopo due secondi il telefono
squillò di nuovo. Alison fece cadere a terra la rivista che aveva appena
iniziato a sfogliare e prese la cornetta: -Dio santo, sai benissimo che non
sono una di quelle che non studiano niente e si fanno tutti i ragazzi del
mondo!- rispose urlando.
-…per fortuna…!- le rispose
ridacchiando una voce maschile.
“…Drew?!?…” -Occaz…- Alison rimase
quasi senza parole (che non fossero parolacce) sentendosi avvampare e guardando
Lena con aria smarrita.
-Oh cosa???- la prese in giro
lui, ridendo: -Stavo per riattaccare, pensavo…-
-No, stavo…io pensavo…mi ha
chiamato mia madre prima e…-
-Tua madre? E la tratti
così!?!-
-E’ lei che pensa che io sia
una cattiva ragazza…Cioè…- “Ma come parlo?Una cattiva ragazza? Sembro Rob! Ecco,
adesso penserà che sono la noia in persona…!”
-Tu sei cattiva! Guarda come le
rispondi al telefono!-
-Io…è che lei mi fa sfasare…-
-…mi fa…cosa?!?-
-Sfasare…come…impazzire…-
-Bel termine…sfasare…mai
sentito…-
-…non sono cattiva.- sussurrò
lei imbronciata pensando ad alta voce.
Lui rise: -Non lo sei…a dir la
verità sei la ragazza più “brava” di cui mi sia mai…cioè, che io abbia mai
conosciuto…- “…e la cosa mi piace…non sai quanto…”
-…ah…- disse lei un po’ delusa.
Quante volte avrebbe voluto essere più sicura, più “cattiva”!
-Comunque, ti ho chiamata…così,
per sentirti…Avrei già chiamato ieri se non avessi avuto neanche un briciolo di
orgoglio…-
-Allora mi dispiace che tu ne
abbia…!-
-Non molto comunque se ho
resistito solo un giorno…-
-E il mio numero? Ce l’hai
ancora scritto sul braccio?-
-No, ho dovuto lavarmi e sai…Non
avrei voluto eh…-
-Ah, hai già cancellato l’unico
ricordo che avevi di me?- rispose lei fingendosi arrabbiata ma il suo gioco
durò poco. Le sembrò di sciogliersi quando dopo poco lui le disse:
-Ma tanto non pensare neanche
per un secondo che non ci rivedremo più…- Alison ebbe un crampo allo stomaco e
non riuscì ad evitare di sembrare ansiosa:
-Ah sì? E quando?-
-…ecco…gli appuntamenti come hai
visto non sono il mio forte, ma ti prometto che ci rivedremo…tanto io ti trovo
sempre, ovunque vai…-
Finì la frase e lei sentì che
stava sorridendo al di là del filo. Riprese:
-Beh, allora ci vediamo piccola…-
e riattaccò. Lei rimase ancora un po’
con la cornetta in mano e un sorriso stampato in faccia. Poi mise giù il
telefono e si sdraiò a pancia in su sul divano fissando il soffitto con aria
sognante, mentre Lena la guardava divertita scuotendo la testa.
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Capitolo 13 *** TREDICI. Rain (2) ***
13. Rain (2)
Quel pomeriggio, dopo la
scuola, Alison aveva gentilmente lasciato la casa libera a Lena e Josh ed era
andata a studiare un po’ in biblioteca. Dopo alcune ore di studio della seconda
guerra mondiale e tutta la sua buona volontà, Alison non ne poteva veramente
più e decise di uscire un po’, magari chiamare Lena e avvertirla che sarebbe
già tornata a casa. Solo una volta fuori si accorse che stava piovendo a
dirotto e lei ancora una volta non aveva un ombrello.
“Strano” pensò con una smorfia
e si fermò un attimo al coperto sugli scalini davanti all’entrata della
biblioteca speranzosa ad aspettare che smettesse. Dopo qualche minuto però si
accorse che era già tardi e che la pioggia si infittiva sempre più, quindi
decise di tornare a casa. Si infilò tra le persone che si affrettavano a
tornare a casa sul marciapiede affollato e cominciò a camminare, stringendo i
libri a petto per evitare che si bagnassero troppo. Dopo alcuni minuti, quando
ormai era fradicia e le spesse gocce di pioggia che le colavano sul viso e
sugli occhi quasi le impedivano di vedere, lontano tra la folla le sembrò di
vedere qualcosa di familiare. Qualcuno che conosceva forse. Continuò a
camminare a occhi bassi e con i libri ormai inzuppati in mano, quando andò a
sbattere contro qualcosa. O quacuno. Alzò gli occhi.
-Mi scusi, io…- iniziò ma poi
si bloccò di colpo: -Drew???-
Lui le sorrise e la prese per
mano: -Vieni…-
Si mise a correre in mezzo alla
gente trascinandola con sé e si fermò sotto ad un portone. Tirò fuori delle
chiavi, lo aprì ed entrarono. Finalmente erano al coperto, ma lei era
completamente fradicia. Guardandola lui si mise a ridere.
-Non c’è niente da ridere…!- disse
lei indispettita.
-Hai ragione, scusa…Ma sei così
buffa che…- rispose lui senza riuscire a smettere di ridere.
-Uff…sono un disastro…- disse
lei un po’ consolata dalla sua risata. Ma come poteva essere ancora più bello
di quando era serio?
-Oh, sì…- disse lui smettendo
un po’ di ridere -…uno stupendo disastro…- disse lui avvicinandosi e baciandola
piano mentre fuori la pioggia scrosciava ancora.
-Cosa ne dici di salire? Io
abito qui…Solo per metterti qualcosa di asciutto, poi ti riaccompagno a casa
tua…Giuro!-
Lei, ancora con il sapore di
lui sulla labbra e nella testa riuscì ad annuire e lui la giudò su per le scale
al primo piano dove la fece entrare in una porta blu. La prima stanza era una
camera molto ordinata ad eccezione del letto a due piazze disfatto in mezzo.
Tutto lì dentro era bianco, nero o grigio. Sul lato, a sinistra c’era un grosso
armadio nero e di fianco una porta aperta che faceva intravedere il bagno
completamente bianco, di fronte alla porta c’erano una grande finestra e un
televisore e sull’altro lato si apriva la cucina con i mobili grigi e le pareti
bianche.
-Qui è dove vivo…carino eh?-
Alison non sapeva cosa dire.
Quindi viveva da solo…In effetti l’ appartamento era arredato bene, elegante e
sobrio, forse un po’ troppo sobrio per lui. Drew vide il suo sguardo perplesso
e spiegò:
-L’ha arredato mio padre, io
non ci ho messo bocca…D’altra parte è lui che me lo paga, quindi…Non che gli
costi molto, spendere un po’ del suo capitale per tenermi buono lontano da
lui…- abbassò gli occhi e poi li rialzò piano su di lei che gli stava davanti e
le sorrise amaramente. Lei si avvicinò e appoggiando i libri bagnati sul
comodino lo abbracciò in silenzio. Dopo alcuni secondi che stavano stretti così
lui si accorse che lei tremava ed esclamò, premuroso:
-…ehi, ma stai tremando! Adesso
vado a prenderti qualcosa da metterti, intanto tu inizia a toglierti le scarpe
e queste cose…Ok?-
Ma lei si staccò un poco lo
guardò negli occhi e scosse la testa. Poi gli prese le mani mentre lui la
guardava con aria smarrita e gli fece prendere i bordi del maglione inzuppato e
se lo tolse tenendogli le mani. Poi si alzò in punta di piedi e gli diede un
bacio leggero sulle labbra sussurrando: -Dan…- e lui rispose al bacio solo dopo
un momento di smarrimento. Continuarono a camminare stretti baciandosi finché
non incontrarono il letto e vi caddero sopra. Fuori stava tuonando ora, ma loro
non sentivano più nulla.
Scusatemi, mi sa che per un po' non potrò più postare...Intanto commentateeeee!! :P Ile
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Capitolo 14 *** QUATTORDICI. The reason ***
14. The reason
Tornata! Non ci ho messo troppo, dai, a postare di nuovo! Spero
che questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento, se no (ma anche se
sì =P ) commentate!!! Intanto ringrazio tutte coloro che hanno
preferito e seguito "BM"...grazie!!! Se vi va fatemi anche sapere cosa
ne pensate... :D Baci
I found the reason for me
To change who I used to be
A reason to start over new
And the reason is you
Hoobastank “The Reason”
Alison fu svegliata da un
raggio di sole negli occhi mentre si rigirava nel letto ancora semi addormentata.
Spalancò gli occhi ed ebbe un attimo di smarrimento nel non vedere la sua
stanza, poi sorrise riconoscendo l’appartamento di Drew. Infatti si girò e si
trovò davanti due occhi azzurri raggianti. Era una splendida giornata, dopo il
temporale della sera prima era uscito il sole e dalla finestra un po’ aperta
entrava un soffio d’aria fresca.
-Dormito bene?- chiese lui,
appoggiato col gomito sul cuscino, senza staccarle gli occhi di dosso e
scostandole un ciuffo di capelli castani dagli occhi.
-Perché, abbiamo anche
dormito???- scherzò lei ridendo.
Lui però rise appena e poi diventò
di colpo serio.
-Che c’è?- chiese lei
preoccupata di aver detto qualcosa di sbagliato.
-…io…non l’avevo mai fatto…-
-Cosa?!?-
-Dormire con una ragazza…dopo
aver…- lei rimase stupita e lo guardò: non sembrava affatto dispiaciuto, solo
sorpreso. Poi le sorrise e si avvicinò per baciarla. -Non andare a scuola
oggi…-
Lei si ricordò che era
mercoledì e che aveva il compito in classe di matematica, la materia in cui
andava peggio. Lui la baciò. Non aveva ripassato niente. Un bacio. In fondo
poteva non andare, per un giorno. Un altro bacio. Decisamente. Poi si spostò un
po’ indietro e lui la guardò: -Cosa…?-
-Ho il compito di matematica…-.
Un flash. Il signor Lindam non passava sopra a quelle che definiva “assenze
strategiche”.
–Devo andare…Ma che ore sono?-
-Beh è tardi però puoi sempre
entrare alla seconda ora,no?-
Lei annuì. Il compito era alla
terza ora, avrebbe studiato durante biologia. Lui sorrise e disse:
-Allora è presto…- le diede un
lento bacio a stampo e poi si alzò, dirigendosi verso la cucina con indosso
solo un paio di boxer azzurri e una collanina nera stretta intorno al collo.
-Vuoi un caffè? Ho la
macchinetta ma…non la uso mai e non so neanche da dove cominciare…-
Lei si alzò dal letto
avvolgendosi solo nel lenzuolo bianco e dirigendosi verso di lui. Chiese
dov’era il barattolo del caffè e si mise al lavoro. Lui stava in piedi di
fianco a lei e guardava meravigliato. Alcuni minuti più tardi lei stava seduta
sul bancone con lui di fronte in piedi ed entrambi sorseggiavano del caffè.
-Visto? Magia!- rise lei e lui
la tirò verso di sé: -Bene, adesso che ho fatto qualcosa per te, tu devi fare
qualcosa per me…- disse lei con aria maliziosa.
-…pensavo di aver fatto abbastanza…-
disse lui ancora più malizioso avvicinandosi al suo viso lei.
-Dai! -fece lei fingendosi
scandalizzata -Non intendevo quello!-
-E cosa allora?-
-Devo farti una domanda…- rispose
scendendo dal bancone e allontanandosi un po’ dandogli le spalle.
-…Mmh…ed è difficile? Più
difficile di guardarti girare per casa con solo un lenzuolo addosso?- Lei si
girò e vide che la guardava con la testa chinata da un lato.
-Stupido! Volevo solo chiederti
come mai in questo appartamento non c’è l’ombra di uno stereo, un cd, un
poster…e a te piace la musica no? E’ una contraddizione un po’ troppo
evidente…-
-Io sono contrddittorio…- disse
lui avvicinandosi e prendendola per mano -Vieni con me…Ti porterò nella mia Bat-caverna…-
Lei lo seguì incuriosita fino
al grande armadio a parete. Drew si fermò davanti a questo e lo aprì.
Alison rimase a bocca aperta:
era enorme, grande quanto la camera da letto e all’interno non c’erano solo
tantissimi vestiti e scarpe, che erano comunque ordinati su un unico ripiano,
ma anche un impianto hi fi con dozzine di casse e un sacco di cd sparsi o in
pile ordinate per terra. La luce si accendeva all’apertura delle ante ed era di
uno strano colore chiaro, tra il violetto e l’azzurro. Per terra c’era una
poltrona a puff gialla esattamente nel mezzo di tutte le casse, le pareti
insonorizzate erano ricoperte di poster e sul pavimento oltre ai cd c’erano
anche delle riviste musicali. Su una parete poi c’era un murales con
raffigurati alcuni cantanti e gruppi rock in versione fumetto. In un angolo,
c’era un giradischi con vari vinili nelle loro copertine. Alison rimase ancora
per un po’ a bocca aperta pensando che quello fosse il paradiso e senza avere
il coraggio di toccare niente. Drew guardando la sua espressione con un
sorrisino compiaciuto, prese un telecomando dalla poltrona e abbracciandola da
dietro schiacciò il tasto play. Una canzone riempì la stanza. Alison sorrise:
Bother, la canzone che le aveva fatto sentire la prima sera alla festa.
-La ascolto sempre, da allora…-
disse lui piano.
–Non so cosa dire…E’…è…-
balbettò lei.
-…il mio armadio!!!- concluse
lui ridendo. -Ehi! E’ tardi…! Perché non ti siedi un attimo qui e curiosi un
po’ mentre io faccio una doccia?-
Lei distolse finalmente lo
sguardo dai cd e tutto il resto si girò e lo guardò negli occhi,
avvicinandoglisi e appoggiando le mani sul suo petto, con la bocca vicinissima
alla sua, sussurrò: -…potrei…venire a farti compagnia…- e poi staccandosi in
fretta con un sorriso: -Ma preferisco stare qui a curiosare…!-
Drew la guardò con un aria da
cane bastonato e, puntandole contro un dito, disse: -Tu…Tu mi farai impazzire! Anzi…sfasare…!-
e se ne andò divertito. Alison sorrise e iniziò a frugare tra i cd e le riviste,
come una bambina in un negozio di caramelle.
Qualche minuto più tardi, dopo
che anche Alison si fu fatta una doccia veloce, uscirono di casa, ma lei
indossava ancora i vestiti del giorno prima, asciutti ma stropicciati, quindi
si fermarono a casa sua e si cambiò. Arrivati a scuola, Alison fece per
scendere ma Drew la fermò: -Ehi, ragazzina dove pensi di andare?-
-A scuola, papi, col tuo
permesso…-
-Sono un padre premuroso io, ti
accompagno fino alla porta!-
Scesero dalla macchina ed
entrarono. Il corridoio era deserto, erano tutti già in classe per la seconda
ora: Alison si fermò avanti alla porta della sua classe e lo guardò. Pensò che
ancora non ci credeva. Lei e Drew Seak…le sembrava così strano! E così normale
stare lì con lui adesso e al tempo stesso così bello… E poi lui era…stupendo! Non
era affatto come lo descrivevano tutti, questo era sicuro. Lui la guardò e poi
disse: -Allora figliola, mi raccomando il compito!- poi sorridendo la tirò verso di sé e la baciò.
–La cosa sta diventando incestuosa…ma questi sono gli svantaggi di avere una
figlia troppo bella…- la baciò di nuovo.
-Okay, vai…- le disse poi, ma
quando lei fece per aprire la porta la trattenne per un braccio e l’attirò
ancora vicino, accarezzandole i capelli: -L’ultimo…giuro.- Le diede un altro
bacio e la lasciò andare, guardandola dritto negli occhi.
-Ciao piccola…-
Lei mise la mano sulla maniglia
della porta e gli fece cenno di andarsene e lui iniziò ad allontanarsi
lentamente camminando all’indietro e guardandola. Alison aprì la porta e gli
sorrise prima di sparire dentro l’aula.
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Capitolo 15 *** QUINDICI. Gossip ***
15. Gossip
La professoressa Shawn la
guardò torva da sopra gli occhiali, seduta alla cattedra: -Signorina Ashworth…Buongiorno…Stavamo
appunto iniziando la lezione senza di lei…-. Alison le tese il libretto dei
ritardi senza dire niente. Poi guardò Lena e le sorrise. Quando la professoressa
le restituì il libretto e potè andare al suo posto Lena non le permise nemmeno
di sedersi prima di iniziare a tampestarla di domande: -Allora? Dove sei stata?
Ero preoccupata sai? Non sei tornata a dormire stanotte e mi hai mandato solo
quell’insulso messaggio con scritto solo “Sto bene, non chiamare la polizia”! Per
fortuna non so chi ti ha vista ieri con Drew e Lindsay me l’ha riferito, quindi
ho immaginato…Dai, muoviti, racconta! Non hai niente da dire alla tua migliore
amica nonché coinquilina???-
Alison la guardò come se quello
che aveva fatto non avesse importanza e le rispose con un sorriso: -…non ho
studiato niente di matematica!-
Lena dovette aspettare la fine
del compito per riuscire a parlare con Alison e a quel punto era quasi morta
dalla curiosità.
-Allora adesso mi vuoi dire
cos’è successo?-
-Sì Lena il compito per cui non
avevo studiato è andato uno schifo ma non me ne frega niente, grazie per
avermelo chiesto!- ribattè l’altra, seppur sempre ridendo per l’espressione
dell’altra.
-Alison! Stavolta non ho una
ciabatta, ma una scarpa col tacco… del compito parliamo dopo…! Voglio i
gossip!-
-Beh, allora…ieri pomeriggio
sono andata in biblioteca a studiare per lasciare la casa lib…-
-Alison ti sto per uccidere! Arriva
al punto!-
-Ma dai scherzo! Ti giuro, non
credo neanche io a quello che ti sto per raccontare ma…è tutto vero!-
-Ormai non mi stupisci più,
ragazzina!-
-Ok, allora…sono uscita dalla
biblioteca e pioveva…stavo correndo a casa ed ero completamente fradicia e…l’ho
incontrato…- disse d’un fiato concludendo con un sospiro. Lena era sbalordita: -Drew?!?!-
-E chi se no?-
-Hai passato davvero la…- urlò
e poi continuò abbassando la voce -…hai passato la notte da Drew?!?!-
Alison non rispose ma si lasciò
scappare un sorriso e Lena rimase ancora più sconvolta.
-E…?- chiese Lena mentre il
sorriso di Alison diventava sempre più grande e radioso. -Ah, capito la
ragazzina qui? Ok racconta tutto nei minimi particolari…-
Dopo qualche ora, quando Lena
aveva esaurito tutte le domande che aveva da fare a proposito di quella notte,
Alison stava riponendo i libri nell’armadietto sovrappensiero, ricordando ogni
momento della sera prima e sorridendo involontariamente. Lena, di fianco a lei,
la guardò e pensò che non era mai stata così assente e felice e sorrise di
rimando, perché dopo quello str… di Kenny se lo meritava proprio. Stava ancora
pensando a questo quando vide Mark spuntare in fondo al corridoio e sussurrò ad
Alison: -Ehi, guarda chi arriva…-
Questa alzò lo sguardo e in
quel preciso istante incontrò quello di Mark che ormai era vicino a loro e gli
sorrise. Lui la fissò per qualche secondo con uno sguardo di accusa e poi
abassò gli occhi senza ricambiare il suo sorriso e passando oltre. Alison si
lasciò cadere contro l’armadietto, incredula.
-Cosa gli ho fatto adesso?-
-Beh, forse ha sentito le voci
che girano…-
-Forse…Quali voci?-
-Te l’ho detto prima…Che stai
insieme a Drew…-
-Che sto con lui?-
-Beh…non so di preciso…che ci
esci…?-
-Lena…-
-Ok, ok…Qualcuno ti ha visto
entrare a casa sua e ha immaginato…quello che in effetti è successo!-
-E l’ha detto a tutta la
scuola???-
-Le voci girano, bimba…-
-Sì ma perché Mark ce l’ha con
me? In fondo gli avevo detto che avevo in testa qualcuno altro…-
-Perché non vai a chiederlo a
lui?- disse Lena indicando Mark che era appoggiato al muro qualche metro più in
là e stava parlando con qualcuno. Alison scosse la testa: -Non ci penso
proprio…e poi sta parlando con qualcuno…-
-Alison!!!- le intimò Lena.
-Ok, ok, sto andando…- rispose
lei, avvicinandosi a Mark.
-Mark?-
-Alison…- disse lui vagamente
stupito, girandosi.
-Ti posso parlare un attimo?-
-…si…- e poi rivolto al ragazzo
con cui stava parlando -Ci vediamo dopo John…-
Alison impiegò qualche secondo
per capire cosa gli doveva chiedere e in che modo: -…tu…hai…sei per caso
arrabbiato con me?-
-…come hai dormito stanotte???-
la incalzò lui, gli occhi rabbiosi. Lei venne presa completamente alla
sprovvista:
-Cosa??? Io…-
-Le voci corrono
Alison…dovresti saperlo…-
-Ma perché oggi tutti mi dite
la stessa cosa? Puoi spiegarmi per favore cosa…?-
-Alison, sappiamo tutti con chi
stai e…-
-…tutti?-
-Beh, una mia amica ti ha visto
entrare in casa di Drew Seak e…abita lì di fronte e dice che non ne sei più
uscita…-
-Scusa, ma questa tua amica è
una investigatrice privata??? E l’ha detto a tutta la scuola personalmente o ha
distribuito dei volantini???-
-Devi prenderti le
responsabilità di quello che fai…-
-Sai Mark parli davvero bene…di
cose che non ti riguardano affatto!-
-Ah, non mi riguardano? Non è
per lui che non sei più uscita con me?-
-Sei ingiusto…-
-E tu sai benissimo che lui non
fa per te…-
-Oddio, ma queste non sono cose
che ti riguardano! Anzi non riguardano proprio nessuno all’infuori di me! Sono
fatti miei!-
-Ok, benissimo, ma non venire a
piangere da me quando ti userà come ha usato tutte le altre…- e se ne andò.
Alison rimase a guardarlo incredula
finché non sparì dietro un angolo. Sentì una mano sulla spalla: era Lena.
-Allora? Cosa ti ha detto?-
-Di non andare a piangere da
lui quando Dan mi…-
-Quando chi???-
-Drew!-
-No, tu hai detto Dan…-
-Ah, sì, beh…In realtà lui si
chiama Daniel e a me Dan piace per cui…mi viene da chiamarlo così…-
-Comunque adesso ho capito…Cioè
veramente avevo già capito ma ho fatto finta di niente per non offendere il tuo
scarso intuito in fatto di ragazzi…Mark è geloso di Drew…-
-Geloso…dici?-
-Beh,diciamo che il suo ego non
ha potuto sopportare che tu gli abbia preferito un altro…-
-Così va meglio…! Ma sai per
caso chi ha sparso la voce? Mark ha detto che è una che abita di fronte a
Dan…di nuovo…-
-Aaah,adesso si spiega tutto…-
-Tutto cosa? Lena…-
-Sai chi abita lì?-
-No, chi?-
-Sandy Witterman!-
-Mmh…e…chi è?-
-Come chi è!?! Sandy, quella
che è innamorata persa di Mark dalla prima elementare!-
-Continuo a non sapere chi
sia…Però adesso è tutto chiaro…-
-Già…Sandy ha detto in giro che
tu hai passato la notte da Drew pensando che se Mark l’avesse saputo si sarebbe
arrabbiato con te e non ci avrebbe più provato e sarebbe stato libero per lei…-
-Sembra una telenovela…Senti ma
dimmi un po’ chi è questa Sandy che guarda troppo Beautiful…ho intenzione di
dirle due paroline…-
-Dai, lascia stare…alla fine
forse lei l’ha detto solo a Mark e poi lui l’ha detto in giro…Eddai, è
innamorata…Esattamente come te…!-
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Capitolo 16 *** SEDICI. A punch in the face ***
16. A punch in the face
23 settembre - lunedì
Quel pomeriggio Alison stava seduta sul divano e leggeva
una rivista. Lena le passò di fianco mentre andava in camera sua:
-Guarda che potresti anche studiare qualcosa di tanto in tanto…-
-Senti chi parla…- poi Lena vide che in realtà Alison non
stava affatto leggendo ma fissava il telefono con aria pensierosa.
-Alison, chiamerà…-
-Sono passati cinque giorni…Era questo quello di cui parlava
Mark, vero? Che Dan è uno da “una botta e via”,
giusto?- disse lei rabbiosa. Lena si accorse che aveva anche gli occhi
lucidi e le si sedette accanto.
-Non è così. Sono sicura che non può farlo.-
-Non ne sei convinta, vero?-
-Ma sì…-
-Lena, si capisce quando menti…-
-Vuoi la verità? Io ho sempre pensato che fosse uno
così…e tutto quello che ho sentito su di lui lo
confermava…ma tu non devi stare a sentire me…come hai
detto tu una volta, io non lo conosco. Fidati solo di te
stessa…ok?-
Alison annuì e tirò su con il naso, accennando un
sorriso. -E devi anche promettermi che non gli farai passare liscia
questa storia, quando chiamerà…E comunque se squilla il
telefono non saltare subito alle conclusioni perché è
Josh che ha promesso di chiamare oggi pomeriggio! Ma chissà
perché in questa stupida casa non prendono i cellulari…-
bofonchiò uscendo dalla stanza.
Qualche ora più tardi, quando già si stava facendo buio e
Alison si era addormentata sul divano, squillò il telefono. Lena
corse in salotto dalla sua camera e rispose mentre Alison si stava
ancora svegliando: -Pronto? Oh sì ciao…ok te la passo!-
Lena le tese la cornetta: -Josh ti deve dire una cosa…-
Alison prese in mano la cornetta e mormorò con voce assonnata: -Josh, che caz…?-
-Stella ma rispondi sempre così al telefono??- Alison si mise in fretta a sedere. Non era Josh. Affatto.
-Uh…Dan…-
-Proprio io…Dan. Come va?-
-Come va?!?- disse Alison incerta mentre Lena le sussurrava:
”Chiedigli che fine aveva fatto!” -Tutto
bene…adesso…-
-Sì lo so, non mi sono più fatto sentire o vedere
dopo…dopo quella notte…Mi dispiace ma ho avuto da
fare…-
-Cosa?- Alison si pentì immediatamente di avergli fatto quella domanda. Quanto gli sarà sembrata stupida?
-Se ti va domani ti vengo a prendere fuori da scuola e te lo spiego…Ok?-
-Posso forse dirti di no?-
-Non penso…verrei comunque.-
-Ok, ci vediamo domani alllora…-
-Ci sarò…davvero. E…piccola?-
-…sì?-
-Mi sei mancata…-
Le voce le tremò -Anche tu mi manchi…- disse con un filo di voce e riappese.
Poi pensò che non aveva mai detto quella frase ad un ragazzo
senza mentire, prima. Ma questa volta era vero, Dan gli era mancato sul
serio. Non solo le sue mani, le sue carezze, i suoi baci, i suoi occhi,
il suo sorriso per cui ogni volta le sembrava quasi di sciogliersi, ma
anche la sua voce e le cose che diceva, il modo in cui si prendevano in
giro, come si capivano al volo… Insomma, non vedeva l’ora
del giorno seguente.
24 settembre - martedì
Alison stava camminando per il corridoio quando una voce la
chiamò. Si voltò e vide Rob che la rincorreva: -Come va,
Ally?-
-Bene, Rob e…-
-Mi fa piacere!- la interruppe lui, come ansioso di farle sapere qualcosa:
-E…esci ancora con Drew??? Poi l’hai rubato a quella tua amica di New York,eh?- le fece l’occhiolino.
“Ma cosa caz…” -Cosa… ah, sì…
eh già! Comunque sì, ci esco ancora, se così si
può dire…ma vedo che lo dicono tutti, quindi…-
Rob ignorò la frecciatina e continuò la sua cavalcata verso la meta:
-Ma non ti da fastidio che…insomma…-
Alison si fermò di colpo, finalmente interessata… Non le
dava fastidio cosa? Che lui uscisse con altre mentre usciva con lei?
Era questo che voleva dire?
-Beh, tu sembri così una brava ragazza…-
-Sembro???-
-No, cioè, lo sei… Rimane il fatto che in giro si dice…-
-Cosa? Cosa si dice?- Alison si stava irritando e il panico si impadronì della sua voce.
-Non lo sai? Si dice che…- e le fece cenno di avvicinarsi poi le
mormorò nell’orecchio: -…che sia immischiato in
storie di droga…- e poi ad alta voce allontanandosi da lei: -Ma
sono sicuro che non è assolutamente vero!-
Alison vide tutto offuscato per un secondo e quando riebbe il dono
della vista era tutto appannato. Rob si accorse della sua reazione:
-Oh, Ally… mi dispiace, pensavo che lo sapessi…-
Alison riuscì a borbottare: -Non… non è
niente…io…devo andare…- e si intimò di non
mettersi a correre verso il bagno. Solo quando fu dentro si
appoggiò contro la porta e tirò un lungo sospiro per
cercare di non piangere.
Si guardò allo specchio. Aveva ancora gli occhi rossi e il
mascara nero le era colato sugli occhi e sulle guance. Si
sciacquò la faccia per l’ennesima volta. Aveva passato
l’ultima ora in bagno, non se l’era proprio sentita di
tornare in classe. Ma adesso doveva uscire e fuori dalla scuola ci
sarebbe stato lui, Dan. Tutta l’eccitazione che aveva provato
dalla sera prima era ovviamente svanita. Non aveva voglia di vederlo
adesso. E forse mai più. Le veniva da vomitare solo a pensarci.
Perché le aveva omesso quel piccolo particolare? Era certa che
fosse vero, tutto quello che diceva Rob aveva un fondo di verità
e in realtà lei non conosceva Dan e a quanto dicevano tutti lui
era proprio quel tipo di ragazzo. Non aveva mai creduto che gli
stereotipi e i pettegolezzi si potessero applicare alle persone reali,
ma era talmente arrabbiata con lui e con sé stessa che stavolta
ci credeva sul serio. Si asciugò il viso e uscì dal
bagno. Si appoggiò di nuovo al muro e aspettò che
suonasse la campanella. Magari tra la folla non l’avrebbe visto.
Alison scese le scale fuori dall’entrata della scuola con la
testa bassa, gli occhi fissi a terra. Poi, inconsapevolmente
alzò lo sguardo e la prima cosa che vide fu Dan, sorridente che
le veniva incontro. Cercò di non piangere, non di nuovo.
Il sorriso sul volto di lui si spense quando vide la faccia di lei.
Andò verso di lei dicendo: -Piccola cosa c’è che
non…- ma lei, dopo averlo guardato dritto negli occhi con uno
sguardo ferito che si trasferì quasi istantaneamente su quello
di lui, proseguì senza dire una parola. Lui rimase per un attimo
fermo, senza capire cosa stesse succedendo, poi vide che Rob Thompson
li stava osservando da lontano con aria colpevole ma vagamente
compiaciuta. Si voltò e si mise a correre dietro ad Alison: la
raggiunse e cercando di guardarla in faccia senza riuscirci
perché lei camminava troppo veloce, disse:
-Ti prego, cosa c’è? Cosa puo’ essere successo di
così grave… ti prego almeno guardami… e dì
qualcosa…-. Lei finalmente si fermò. Alzò lo
sguardo e non stava più piangendo: con gli occhi fissi nei suoi
e la voce ferma ma che tradiva troppe emozioni, disse solo:
-Vattene.- e poi ricominciò a camminare.
Lui stavolta non la seguì. Aveva capito dalla sua voce e dai
suoi occhi, che lo avevano fatto stare male, che adesso non era il
momento giusto. Ma la rabbia che gli era nata nel vederla così
non poteva andare sprecata. Almeno sapeva con chi prendersela.
-Rob?- disse Drew con voce gentile al ragazzo che cercava di evitarlo camminando nella direzione opposta con lo sguardo basso.
-Drew!…Che…bella sorpresa! Come..come mai sei qui?- disse
questo con una voce appena più stridula del solito.
Drew, il volto contratto in un sorriso ipocrita e lievemente
compiaciuto, disse: -Sono venuto a fare due chiacchiere con i vecchi
amici… Perché non facciamo una passeggiata?-
-Mah, veramente avrei un po’ da fare, magari un’al…-
-E lasceresti così un amico in difficoltà???- Rob stava
per rispondere ma lui lo precedette, mettendogli una mano sulla spalla:
-Sapevo che non mi avresti detto di no!-.
Si misero a camminare per la strada: -Allora, che novità ci
sono? A parte il fatto che come al solito di diverti a spettegolare su
di me, ovviamente…- tagliò corto Drew.
-Ma cosa dici? Io non farei mai…-
-Rob, senti…- disse lui fermandosi e piazzandosi davanti a lui
con un ghigno -…finiamola con le cazzate…Noi non siamo
amici e non potremo mai esserlo…E la cosa non mi turba affatto,
per non dire che non me ne frega assolutamente
niente…Però non devi, ascoltami bene, non devi mai
più pronunciare una parola sul mio conto, ok?- Rob iniziava ad
essere terrorizzato ma decise comunque di continuare a negare: -Guarda
che ti sbagli, non sono stato io a dirle…-
-Ah, no? Allora come fai a sapere che stiamo parlando di una certa persona???-
-Io…-
-Rob, dimmi cosa le hai detto e ti prometto che ritorneremo grandi amiconi…-
-Io non le ho detto…- Drew si allontanò da lui con rabbia
e mentre quello stava ancora tentando di giustificarsi gli tirò
un pugno in pieno viso. Rob cadde a terrà e iniziò subito
a sanguinare ma Drew non gli lasciò il tempo di dire niente e lo
tirò su per il colletto della camicia, sussurrando tra i denti:
-Non voglio farti ancora del male…Dimmi cosa le hai
detto…-.
Rob, costretto a guardarlo negli occhi, sussurrò: -Gli ho detto che spacci, stronzo.-
Drew gli sorrise ancora e lo minacciò duro: -Non ti avvicinare mai più a lei.-
Al che
Rob alzando sempre più la voce gridò: -Perché, non
è vero? Lo sanno tutti! Vai da lei, guardala negli occhi e dille
che non è vero!-
Drew lo lasciò con uno strattone e fece per andarsene ma lui
continuò: -E sai una cosa? Io ti denuncio! Ti faccio
arrestare!-.
Drew si fermò, si girò verso di lui, allargò le
braccia e con un sorriso di sfida gli disse: -Non ho niente da
perdere…-
N.D.SummerRain
Grazie a chi ha aggiunto la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite...e grazie anche a chi legge e basta... :D
Chissà cosa farà Bobby adesso, che dite? :P Sappiate solo
che il prossimo capitolo si intitolerà "Lie to me"...dai pugni
alle bugie, di bene in meglio!!!
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Capitolo 17 *** DICIASSETTE. Lie to me ***
Titolo: Beautiful Mistake Titolo del capitolo: Lie to me Amore che non vola Che ti sfiora il viso e ti abbandona Amore che si chiede Ti fa respirare e poi ti uccide E poi ti dimentica… Giorgia “E Poi”
25 settembre-mercoledì Alison non poteva credere di avere ancora davanti a sé mezza settimana di scuola. Pensava a questo mentre percorreva il corridoio da sola; si sentiva stanca, era rimasta in piedi tutta la notte senza riuscire a dormire ma senza neanche pensare o piangere. Le sembrava di essere uno zombie che vagava senza meta per la scuola.
Ad un certo punto vide Rob che stava aprendo il suo armadietto e andò verso di lui, per socializzare con qualcuno: Lena stava litigando con Josh da tutta la mattina e Mark ormai non le parlava più... Credeva quindi in quel modo di smuoversi dalla totale apatia in cui si trovava. -Ehi, Rob…Come va? Scusa se ieri…- iniziò, ma lui la interruppe senza neppure girarsi verso di lei: -Scusa, Alison, ma è meglio che io non parli con te…-. Alison rimase allibita: -Cosa??? Perché?- Rob per tutta risposta si voltò e le mostrò il suo occhio sinistro, pesto. Alison non realizzò subito, ma poi quando lui se ne andò senza dire una parola collegò le cose nella sua mente e alla rabbia che già provava se ne aggiunse altra. Avrebbe voluto correre dietro a Rob e chiedergli scusa, anche se sapeva che non era colpa sua. E avrebbe voluto che quell’occhio nero ce l’avesse la persona che in realtà lo meritava.
Quel pomeriggio, al ritorno da scuola, mentre una Lena troppo silenziosa cercava un parcheggio abbastanza vicino a casa, Alison era scesa dall'auto e stava per salire in casa. Aprì il portone e vide che qualcuno stava seduto per terra vicino all’ascensore. Drew. Nel momento in cui la vide, si alzò e cercò di impedirle di andarsene prendendole le mani, ma lei si divincolò, cercando di non guardarlo negli occhi. Con una voce dolce e veramente pentita (o era solo una sua impressione?) lui lasciò cadere un -Mi dispiace…-. Lei smise di muoversi e disse con una nota sarcastica nella voce malferma: -Per cosa ti dispiace? Perché io sono venuta a sapere la verità o perché hai pestato chi me l’ha detta?- Lui scuoteva la testa, sconsolato. -O forse per essere stato un bugiardo? Oddio quanto mi fai schifo…- fece una pausa e poi riprese: -Forza, dimmi quello che sei venuto a dirmi, dimmi che non è vero…sei venuto per questo, no?- Mentre pronunciava queste parole pensò che anche lei sperava che lo dicesse, che le prendesse il viso tra le mani e le dicesse che erano tutte bugie. Lui la guardò e disse a se stesso che probabilmente non la meritava, ma che doveva fare di tutto per riaverla, anche mentire. Si sforzò, doveva assolutamente dirle che non era vero che spacciava, che era un bravo ragazzo. Era uno dei suoi punti forti mentire, dire qualsiasi cosa per salvare la faccia o qualunque altra cosa a cui tenesse. La guardò di nuovo negli occhi, quei grandi occhi marroni innocenti e sinceri che lo imploravano e, per quanto volesse, per quanto si sforzasse, non riuscì a mentirle. Dalla sua bocca non uscì nemmeno una parola. Maledicendo ogni singolo secondo che passava senza che riuscisse a dire niente, vedeva lo sguardo di lei allontanarsi dal suo. Poi lei, mordendosi un labbro per evitare di scoppiare a piangere, scosse la testa e con gli occhi umidi salì di corsa le scale.
Quando dopo qualche minuto Lena entrò nell’appartamento, Alison era ancora sul divano e delle lacrime silenziose scendevano dai suoi occhi che fissavano il vuoto. Lena si sedette ancora una volta accanto a lei, preoccupata:- Mi dispiace…L’ho visto anch’io…era ancora giù ad aspettarmi, mi sa…comunque mi ha detto di parlarti e di convincerti ad ascoltarlo…io gli ho detto che poteva andare al diavolo…!- Alison rise un po’ e Lena l’abbracciò ripetendo che le dispiaceva e che Drew era un idiota. In un momento così, non avrebbe mai ammesso davanti a lei che lui le era sembrato veramente distrutto e in buona fede...in fondo faceva anche lei fatica a crederci. Magari più tardi le avrebbe detto tutto, ora no. |
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Capitolo 18 *** DICIOTTO. Everything is gone ***
27 settembre-venerdì
Drew walks by
me
Can he tell that I can't breathe?
And there he goes, so perfectly
The kind of flawless I wish I could be…
He's the reason for the teardrops on my guitar
The only thing that keeps me wishing on a wishing star
He's the song in the car I keep singing
Don't know why I do
Taylor Swift, Teardrops on my Guitar
Alison sembrava
aver ritrovato quel briciolo di serenità che le permetteva
di vivere la sua vita monotona senza scoppiare. Dan aveva provato a
chiamarla sul cellulare e anche a casa ma lei aveva sempre messo
giù appena sentiva che era lui. Quel giorno però
non si era ancora fatto sentire. Alison era tranquillamente andata a
scuola e dato che Lena quel pomeriggio sarebbe uscita con Josh, decise
di uscire a prendere qualche film in dvd, tanto per passare la serata.
Magari uno di quei film con la solita Mandy Moore, in cui si piange
dall’inizio alla fine, ma almeno per faccende che non ci
riguardano e che non ci rimangono appiccicate una volta spento il
televisore. Aprì la porta per uscire e si ritrovò
di fronte Dan, che stava per suonare il campanello e che quando la vide
aprì la bocca per dire qualcosa.
Le ci volle
qualche secondo per sbattergli la porta in faccia :trovarselo davanti
non era come sentire la sua voce al telefono, anche se entrambe le cose
facevano male. Lui urlò da fuori che le doveva parlare e lei
per non sentire la sua voce che nonostante tutto la faceva ancora
tremare, andò in camera sua e accese lo stereo. Poco dopo
sentì una chiave girare nella toppa e si
precipitò in salotto appena in tempo per vedere Lena che
entrava affannata dicendo: -Ho dimenticato il portafoglio!- e fece per
correre in camera ma poi aggiunse sorridendo: -E tu hai dimenticato
questo…- e indicò Dan che apparve da dietro lo
stipite della porta. Alison guardò prima lui e poi lei con
aria di rimprovero e con tutta l’intenzione di andarsene, ma
Lena la prese per un braccio dicendole: -Ehi…parlagli
almeno…magari ha qualcosa di buono da dirti…- e
poi aggiunse sussurrando -…sai che mi sembra sul serio
dispiaciuto…? E se te lo dico io…- poi sorrise
rassicurante e corse in camera. Alison e Dan adesso erano soli e Dan
parlò per primo, quasi con la paura di gurdarla negli occhi:
-Ciao…-
Solo a sentire la sua voce che si rivolgeva a lei, così
vicino che poteva sentire il suo profumo, ad Alison vennero allo stesso
tempo un’incredibile voglia di abbracciarlo e le lacrime agli
occhi. Per quanto si sforzasse di non darlo a vedere, Dan se ne accorse
e gli andò vicino. Le spostò una ciocca di
capelli dal viso e le asciugò una lacrima con la mano. Lei
avrebbe voluto opporsi, fare qualcosa, ma non riusciva a fare altro che
restare immobile davanti a lui e piangere.
-Tesoro.- disse lui a voce bassa e questo bastò a scuoterla:
-…ti giuro che mi dispiace…Se solo avessi
potuto…-.
Lei fece uno sforzo e alzò la testa verso di lui, verso i
suoi occhi blu che le sembravano così sinceri, adesso: -Lo
giuri? Giuri che ti dispiace?!?!-
-Non so che altro dire. E’ la verità, mi dispiace.-
-Dimmi se…E’…è vero?- chiese
–Quello che si
dice…Perché…perché non me
l’hai…detto?Io avrei…-
-Avresti capito? Non credo proprio, piccola…-
Quel suo modo di rivolgersi a lei fu come un pugno nello stomaco e
dovette chiudere per un secondo gli occhi, tra le lacrime.
-Forse…non avrei capito ma…così mi hai
mentito…E in realtà non capisco neanche adesso
come tu…-
-Tu non devi capire…- appena pronunciata questa frase si
rese conto di essere stato un po’ brusco e cercò
di rimediare: -Ci sediamo da qualche parte? Stare qui con la porta
aperta…-. Intanto Lena attraversò correndo la
stanza correndo, baciò Alison sulla guancia, si
assicurò di potersene andare con un cenno e poi
uscì salutando e chiudendosi la porta alle spalle. Alison si
sedette sul divano, Dan prese posto vicino a lei e si accorse che lei
si era spostata un po’ più lontano.
-Alison…per favore non fare così…-
-Dan…stai zitto, ok? Puoi solo tentare di riavere la mia
fiducia, perché l’hai persa del tutto…e
non so se la riavrai…mai…-disse, dura.
-Ok, dimmi solo cosa devo fare…Farò tutto quello
che vuoi…Io…non voglio perderti, tu…-
-Vorrei solo…- incominciò lei più
dolcemente –Come faccio a crederti ancora?Ogni cosa che dici
potrebbe essere una bugia…Come puoi tu che sei qui ora
essere la stessa persona che descrive la gente? Come puoi essere due
persone così diverse? Eppure lo sei…-
-…posso solo dirti che mi dispiace…- disse lui
cercando la sua mano, ma lei la ritirò.
-Non è abbastanza.-
-…e giurarti che smetterò…-
-E’ il minimo…Ma non devi farlo per me…-
-Non ho questa grande autostima per farlo per me…Non
ancora…E se funziona così, che bisogno
c’è di essere pignoli…?- aggiunse quasi
parlando tra sé e sé. Poi continuò a
voce più alta: -Sono pulito adesso, lo vedi? Almeno a questo
credi?-
-Da…Drew, in questo momento non credo a niente di quello che
dici…non posso, per quanto ti voglia perdonare…-
-Beh, io ti dimostrerò che puoi avere fiducia in
me…nonstante quello che non ti ho detto…-
-Ma…che motivo avevi per non dirmelo? Oltre al fatto che non
sarei venuta a letto con te, ovviamente…- le
sembrò di essere stata un po’ troppo cinica e lui
ne sembrò ferito e le prese le mani.
-Tu non hai mai pensato che io volessi solo questo, vero?- disse Dan e
sembrava davvero sinceramente preoccupato. Alison girò la
testa da un lato e sentì un nodo alla gola: poi si
rigirò e fissandolo disse: -Perché, non
è così?-
Lui sembrò quasi offeso: -…no…Alison
io ti ho ferito, è vero, ma non per questo devi pensarla
così…-
-E’ quello che pensano tutti…ed è
quello che hai sempre fatto con le altre…-
replicò lei meno minacciosa.
“Tu non
sei le altre, però…”
pensò lui, ma disse solo: -E’
passato…Adesso ci siamo io e te e nessun
altro…Gli altri possono pensarlo, non me ne frega, ma tu
no…-
-Comunque non è questo il punto.- cambiò discorso
lei -Il vero problema è perché non mi hai detto
niente…-
-…ma è ovvio…tu…sei
così…io sul serio non voglio
rovinarti…tu sei troppo a posto…e guarda me! Non
c’è un secondo della mia vita che si possa
definire “a posto”…-
-Certo…-
-Mi dispiace…-
-A proposito, questo vai a dirlo anche a Rob…è
lui che ha un occhio nero…-
-Riguardo a quello…ho perso la testa…mi succede
sempre in questi casi…-
-Quali casi…?-
-Quando la gente sparla di me…-
-E allora mi sembra giusto pestare tutti quelli che
spettegolano…-
-Non è giusto ma…-
-Ma cosa? Non avevi il diritto di farlo e tantomeno è
così che si risolvono i problemi...! Lui ha solo detto la
verità.- disse lei in un solo fiato e lui rimase un attimo
attonito ma esclamò, alzando la voce:
-Avevo paura di perderti, lo vuoi capire?-
Le mise le mani sulle spalle: -Avevo solo paura…-
ripetè in un soffio. -So che niente sarà
più come prima, ma…-
Lei gli mise un dito alla bocca per farlo tacere e per fargli capire
che non era più necessario dire niente. Lui lentamente,
chiedendole il permesso con gli occhi la avvicinò e la
strinse a sé e per un momento ad entrambi sembrò
di essere tornati indietro nel tempo, ma fu solo un attimo. Alison si
staccò e lo guardò negli occhi ma un brivido le
percorse la schiena e distolse lo sguardo: Dan le prese il viso tra le
mani e lo alzò verso il suo, a far incontrare i loro sguardi.
-Dan…- disse lei quasi inconsapevolmente con gli occhi
lucidi e lui le rispose solo: -Sì, sono qui…- e
la baciò. Lei non si oppose ma intanto due lacrime le
scesero giù per le guance. “Possibile che tutte le
paure, le ansie, i problemi svaniscano così?”
pensò mentre si allontanava, suo malgrado sorridendo mesta.
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Capitolo 19 *** DICIANNOVE. You & me ***
19. You & me
N.D. Summer
Vi avviso che questo
capitolo è un po'...come dire...puccipucci...smielato,
insomma!!! E' che l'ho scritto tempo fa, come la storia intera d'altra
parte, quindi, come dire (stasera sono a corto di parole)...ora un po'
mi dissocio!!!
...spero che non vi piaccia comunque...! Enjoy...o no!!
28 settembre-sabato
Alison passò la sua giornata scolastica a pensare a Dan, a
quello che le aveva detto il giorno precedente, a come non avevano
smesso di parlare un secondo e a con che facilità lui le avesse
detto tutto…alla facilità con cui lei l’aveva
perdonato per delle colpe che in fondo una volta spiegate non erano poi
così gravi…a come l’aveva baciata…le era
sembrato diverso, più vero di prima…
Lui le aveva promesso che quel giorno avrebbe chiuso con la droga in
tutti i sensi e lei nonostante tutto ci credeva anche stavolta, anche
se si era ripromessa di non farsi più prendere in giro. Le era
sembrato davvero pentito e il fatto che volesse ricominciare, e proprio
con lei, aiutava non poco.
Quella sera Alison si stava preparando a una serata da sola in casa
visto che Lena era andata a passare la notte nella casa al mare di
Josh, dopo essere stata rassicurata più volte sul fatto che per
lei non c’era problema. Fuori pioveva a dirotto e comunque non
aveva voglia di uscire, quindi si mise sul divano a guardare un
po’ di televisione. Anche perché Dan le aveva detto che
aveva da fare quella sera. Lei si era un po' insospettiva ma lui
le aveva subito promesso che l’avrebbe chiamata poco dopo per
spiegarle tutto. Dopo qualche minuto in cui cercò invano di
concentrarsi su un programma alla tv, sentì suonare al
campanello della porta e chiedendosi chi potesse essere a quell'ora
andò ad aprire. La scena che le apparve davanti era singolare,
ma nonostante questo molto piacevole: Dan, scompigliato e fradicio
stava in piedi fuori dalla porta respirando pesantemente, come a causa
di una corsa. Ah, e naturalmente era bello come sempre. Forse ancora di
più, con i capelli sconvolti e le gocce di pioggia che gli
colavano sui vestiti già inzuppati.
Alison dovette riprendere fiato a quella vista, ma poi lo shock prese il sopravvento:
-Oddio...che hai fatto?!?-
-Fammi entrare, poi ti spiego!- disse lui ancora ansimando e facendo un
passo dentro casa. Chiuse la porta e vi si appoggiò contro,
tirando un lungo sospiro. Aveva le guance rosse per lo sforzo e gli
occhi gli brillavano. Lei lo guardò inizialmente preoccupata, ma
lui sorrise, le si avvicinò e la baciò. Lei glielo
permise, ma dopo poco si staccò mettendogli le mani sul petto e
allontanandolo un po’, infastidita ma non troppo: -Stavolta non
te la cavi così facilmente… Cos’ è successo?-
Il sorriso di lui si spense un po’ e abbassò gli occhi.
Poi li rialzò e a lei sembrarono più azzurri che mai:
-Posso stare qui, stanotte?-
Era una semplice domanda senza alcuna malizia e lei vide dietro quegli
occhioni blu e a quel sorriso spavaldo un bimbo che chiedeva solo
un'altra caramella in più, una sola, non poteva fargli male. La
realtà era diversa, ma non troppo: lui le chiedeva di passare la
notte in casa sua e comunque fosse lei non poteva esserne
più felice. Poi, all’improvviso, ebbe un flash:
c’era qualcosa
che non andava. Capì dopo pochi secondi di silenzio pensieroso,
mentre lui ancora aspettava una risposta: -Aha, ci stavi
quasi riuscendo come al solito…ma non mi lascerò
più distrarre, eheh...- gli fece segno di no con la mano:
-Allora...cos’è successo?-
-Se te lo dico mi farai stare qui stanotte?- la pregò ancora.
“Ti farei stare qui stanotte anche se avessi ucciso
qualcuno” -…può darsi…- giocò lei.
Non voleva dargliela vinta così facilmente.
-Ok, come vuoi…io ci provo a spiegartelo…sai quelle persone per
cui…ehm…lavoravo?- Lei annuì: -Ecco…non
hanno preso benissimo la mia decisione di…ritirarmi dagli
affari…Affari piuttosto miseri, tra l’altro…-
-E quindi…?-
-E quindi diciamo che vogliono farmi cambiare idea…con le buone ci avevano già provato…-
-Stai scappando da loro? E sanno dove abiti?- lo interruppe lei un po’ spaventata.
-Sì…così speravo che qualcuno mi potesse ospitare,
almeno stanotte… Sono sicuro che non mi hanno seguito e comunque
non sarei qui se non fossi certo che tu non corri pericoli…- la
rassicurò lui.
-E…tu li corri?!?!-
-Finchè sono qui no…Non vogliono farmi niente,
insomma…però…meglio se per un po’ non mi
faccio tr…-
-Non voglio neanche saperlo!!- lo interruppe lei spaventata al pensiero
che avrebbero potuto fargli del male: -Comunque per fortuna Lena
è fuori
città…Se avesse sentito questa storia a quest’ora
saresti già per strada a cercare un ponte sotto il quale
dormire… -
-Invece ci sei solo tu…- disse lui avvicinandosi malizioso e
abbassando la voce -…e nessuno potrà salvarti da
me…- la baciò teneramente ma si avvicinò troppo:
-Ehi, sei tutto bagnato!- ci fu un attimo di silenzio e poi scoppiarono
entrambi a ridere: -Volevo dire…Ma scusa non avevi un ombrello?-
-Così è molto più divertente!- disse Dan. Lei
rimase un attimo a fissare la maglietta fradicia che disegnava i
muscoli del suo petto, poi ricominciò a respirare e disse: -Se
vuoi ho dei vestiti…però sono da donna! Oppure da uomo
credo ci sia…- rimuginò ridacchiando al pensiero: -...una
cravatta!- lui rise, poi diventò un po’
più serio. Si tolse la maglia bagnata e la lasciò cadere
per terra, poi disse fissandola: -Forse è meglio così,
no?-
Alison sorrise e sentì che le sue guancie avvampavano mentre lui
le si avvicinava per darle un bacio sulla guancia e poi dirigersi verso
il divano.
Pochi minuti dopo erano entrambi seduti sul divano, lei con le
ginocchia tirate su, lui in boxer avvolto in una coperta blu, la
preferita di Alison.
-Come va così?- chiese lei.
-Mmh…meglio…ma fa comunque freddo…!-
-Se vuoi vado a prendere un’altra…-
-Ho un’idea migliore…- le disse tirandola a sé.
Alison non aveva per niente freddo, anzi le sembrava di stare per
sciogliersi da un momento all’altro e non solo per la
temperatura, ma non si oppose e si lasciò abbracciare da lui,
ritrovandosi avvolta nella coperta.
Appoggiò la testa sul suo petto e lui respirò il suo
profumo: entrambi chiusero gli occhi rapiti, nello stesso momento.
Poi lei li riaprì: -Ho caldo!- urlò staccandosi e
voltandosi verso di lui. Dan la guardò divertito: indossava una
felpa rosa che sembrava pesante e aveva le guance in fiamme.
-Nooooo…torna qui…- disse cercando di tirarla di nuovo
verso di sé e avvicinando il viso di lei al suo. Lei però
si divincolò, si scostò un attimo e si sfilò la
felpa: sotto portava solo una canottiera aderente nera. Lui rimase
senza parole per un attimo, ma vedendola avvicinarsi disse:
-Sai cosa rischi ad avvicinarti ancora a me vestita così? Potrei farti del male fisico…!-
Lei per tutta risposta si avvolse di nuovo nella coperta girandosi
verso di lui e ritrovandosi così addosso al suo petto, con la
bocca a pochi centimetri dalla sua.
Dan fece un sospiro enfatizzato: -Cosa devo fare con te?- e la baciò piano.
Si ritrovarono sdraiati sul divano, dividendosi il poco spazio
necessario a non cadere: lui la reggeva con un braccio e la stringeva
di più a sè ogni volta che si sporgeva un po' troppo
oltre il bordo senza accorgersene. I loro visi erano così vicini
che le immagini nei loro occhi si confondevano. Per questo motivo,
parlavano sottovoce...o forse anche un po’ per paura che una
semplice parola pronunciata ad un volume troppo alto potesse rovinare
il momento. Quel momento troppo prezioso per entrambi. Alison aveva
costantemente le guance di un colore rosato inusuale e Dan non riusciva
a smettere di sorridere, nemmeno quando la baciava, di tanto in tanto.
-E’ strano…- disse ad un tratto lui.
-Cosa?- chiese lei piano con un po' di timore, scrutando la sua
espressione. Ma lui sorrideva, solo sinceramente incuriosito, niente di
più.
-Odio questi clichè...ma è come dicono tanti...Ti conosco da poco, eppure…sto così bene.-
Lei annuì ed entrambi capirono che non c’era bisogno di aggiungere altro. Si sorrisero.
-Non penso di essere mai stata COSI' bene…- riprese lei.
Lui rimase in silenzio un attimo, pensieroso, poi rispose a bassa voce:
-E io che non sono mai stato nemmeno bene, cosa dovrei dire?- nelle sue
parole c'era una punta di sofferenza sepolta, ma la cancellò
sorridendole ancora.
Lei annuì e poi, abbassando ancora di più la voce e appoggiando la testa su di lui disse:
-Vorrei solo che non dovesse finire…-
Lui la guardò meglio, cercando di capire. Poi le diede un bacio leggero:
-Allora ti prometto che non finirà…- e la strinse a
sé senza vedere che lei chiudeva gli occhi per non far uscire le
lacrime.
Non sapeva perché stava piangendo, si sentiva una stupida. Era
felice, come non mai...ma forse piangeva proprio per questo.
Sapeva che quel momento non si sarebbe ripetuto, pensava che la
felicità si gode solo per un attimo e che poi...non c'è
più. E che non sarebbe mai più stata così.
Poco dopo, ancora confusa, ma stretta a lui, si addormentò con
un sorriso sereno e al contempo una lacrima che le solcava la guancia.
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Capitolo 20 *** VENTI. Just you ***
Hold inside
Still and clear
You look here just like an angel sleeping
Ash “Starcrossed”
29 settembre-domenica
Dan aprì gli occhi piano. Era mattina. Guardò l’orologio: le 10. Accese lo stereo con il telecomando che si trovava sul tavolino e l’abbassò al minimo per non svegliare Alison: la radio dava Sunday Morning dei Maroon 5 e lui sorrise. Gli piaceva quella canzone, solare e sincera. Si mise a pensare: la sera precedente, dopo che Alison si era addormentata, era stato per un pezzo a guardarla. Era così bella, piccola e ingenua. Aveva pensato che non aveva mai dormito una notte intera con una ragazza senza avere niente in cambio.
Si era accorto di avere paura, una paura folle. Di lei, di quello che gli stava facendo, anche se non se ne accorgeva neanche. Per un momento aveva anche pensato di andarsene, così, senza spiegazioni, come aveva sempre fatto. Ma poi l’aveva guardata ancora una volta, dormiva tranquilla, e aveva pensato che non avrebbe potuto, non avrebbe voluto farle questo o ferirla ancora, in alcun modo. E si rese conto che comunque non ce l’avrebbe fatta ad alzarsi da lì e uscire di soppiatto da quella casa. A non sentire più quel profumo, il suo. Era sempre scappato perché, nonostante l’apparenza, non era mai stato a suo agio in nessun posto e con nessuno…e andava bene così, ormai ci aveva fatto l’abitudine.
Fino a quel giorno.
E allora aveva semplicemente sorriso e si era addormentato pacifico accanto a lei. Però adesso era mattina e lui doveva andarsene prima che arrivasse qualcuno: iniziò a baciare il collo di Alison alzando un po’ la musica per svegliarla ma proprio in quel momento una chiave girò nella toppa. Alison si alzò di scatto mettendosi a sedere sul bordo del divano proprio mentre Lena stava entrando.
-Alison Dio santo, perché hai dormito sul div…- poi si voltò, vide Dan e pensando che fosse nudo si rigirò verso la porta e coprendosi gli occhi con le mani, disse: -Aaah!Non voglio vedere, copriti!- Alison rise e poi sbadigliando le disse: -Guarda che è in boxer!- e lei attraversando la stanza continuando a coprirsi gli occhi con una mano: -Ah beh, allora cambia tutto…- e si diresse verso la sua camera. Arrivata alla porta si girò verso di loro senza più coprirsi e disse: -Uh…ciao Drew…e…complimenti per il fisico…! Io e te parliamo dopo, cara…anche a proposito di quello che non si potrebbe fare sul NOSTRO divano! -e chiuse la porta della camera con un tonfo sordo.
Dan e Alison si guardarono e scoppiarono a ridere. -Come hai dormito?- chiese lei e si domandò cosa fosse quella strana luce negli occhi di Dan: sembrava che brillassero. -Benissimo…- rispose lui con un sorriso -…ma adesso devo andare…-
Fece per avviarsi verso la porta, poi vide il volto divertito di Alison che guardava in basso e abbassando il suo sguardo disse: -…beh, magari non in mutande…- e risero entrambi.
-Tu vai in bagno, intanto io ti prendo i vestiti…- fece lei.
Dopo circa mezz’ora Dan era di nuovo vestito e stava sulla porta, pronto ad andarsene. O forse non del tutto pronto.
-Beh, allora…- iniziò lui senza saper bene cosa dire. Ma perché lei gli faceva questo effetto? Con tutte le altre ragazze non sapeva nemmeno cosa fosse l’imbarazzo.
Lei pensò che non poteva chiedergli quando si sarebbero visti ancora, l’avrebbe fatto sentire in dovere verso di lei. Si guardarono e scoppiarono a ridere per quello stupido momento di inutile imbarazzo. Poi lui le sussurrò: -Vieni qui…- l’abbracciò e mentre si baciavano lei gli mise le braccia intorno al collo e lui una mano sul fianco e una tra i suoi capelli. Alison sentì dei brividi lungo tutta la schiena e ad un certo punto lui dovette staccarsi per un momento per non perdere completamente il controllo. Si chiese ancora una volta come poteva lei, così tenera e ingenua, fargli quest’effetto. |
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Capitolo 21 *** VENTUNO. Mandy ***
3 ottobre –
giovedì
Dan era fuori dalla scuola di Alison, come succedeva ormai
sempre a quell’ora, ogni giorno da quando le acque si erano
calmate tra loro due. La aspettava impaziente, anche perché
aveva lasciato la macchina in sosta vietata e l’ultima cosa
di cui aveva bisogno era che a sua padre arrivasse la notifica di
un’altra multa da pagare. Stava cercando un lavoro, Dan, ma
suo proprio suo padre gli aveva chiuso molte porte in faccia, fornendo
false referenze ai vari datori di lavoro a cui il figlio faceva
domanda… referenze ovviamente negative. Tutto questo,
perché voleva che Dan andasse a lavorare per lui. E poi
anche perché non credeva che, dato il suo rango (parola che
a Dan sembrava più adeguata ad un cane di razza che ad una
persona), Daniel potesse svolgere mansioni come il cameriere o il
barista. O nessuno dei lavori che lui aveva cercato, comunque. Dan
scosse la testa al pensiero di quanto fosse testardo e calcolatore il
suo genitore e stava proprio pensando a quanto fosse diverso da lui e
probabilmente anche da sua madre, quando qualcosa gli arrivò
addosso.
Si scosse e vide che la “cosa” era in
realtà una ragazza: la allontanò da sé
e squadrò il suo viso, sorridente e solare, ma pur sempre
sconosciuto.
- Drew!! – squittì la ragazza con la sua voce
acuta.
Dan socchiuse gli occhi a quel suono tedioso, senza premurarsi di
nascondere il proprio fastidio alla ragazza; ma lei non
sembrò nemmeno farci caso. Dan allora notò che il
suo viso e le sue fattezze fisiche gli ricordavano qualcosa. A anche la
sua voce. Soprattutto quella.
- Aaaaaah! – esclamò la ragazza sconosciuta, quasi
urlando – Che sorpresa!
Ma Dan non le rispose neanche questa volta: ora che la ragazza aveva
lanciato quel gridolino isterico si era ricordato chi fosse. O meglio,
in quali circostanze si fossero… conosciuti, se
così si poteva dire. La guardò tentando di
reprimere una smorfia schifata, che gli venne spontanea al pensiero di
quello che avevano fatto insieme tempo prima e di cosa ne avrebbe
pensato Alison. E di quegli orribili gridolini.
In quel momento, arrivò anche Alison che, a giudicare dalla
sua espressione, aveva visto tutta la scena, compreso
l’abbraccio iniziale. Stava pensando che Mandy poteva anche
non avere molto cervello, ma di sicuro se l’avesse ritrovata
avvinghiata al suo ragazzo avrebbe potuto dire definitivamente addio
anche alla sua testolina sexy e vuota. Si trovò a pensare
anche di essere esageratamente cattiva, ma era troppo sconvolta dalla
gelosia per stare a sentire la sua coscienza.
Dan si sforzò di non sorridere della sua reazione, palesata
dai suoi occhi fiammeggianti nonché totalmente immotivata,
perché lui voleva solo lei. Pensò che non appena
fossero stati soli avrebbe dovuto ribadirle il concetto, magari anche a
parole.
Quasi insieme ad Alison, mentre tutti erano ancora in silenzio,
arrivò anche un altro ragazzo, che squadrò tutti
come se si fosse trovato nella situazione più pazzesca del
mondo. La prima a rompere il silenzio fu ovviamente la ragazza con la
voce acuta:
- Ah, ma allora è vero che voi due state insieme!! Kenny,
tesoro, non è fantastico?!?
“Kenny tesoro” però non aveva molta
voglia di parlare e così si limitò ad annuire,
tenendo lo sguardo basso apparentemente per evitare quello di Drew.
- Sì, è proprio fantastico, che peccato, ora
dobbiamo andare! Ciao ciao! – disse veloce Alison,
riscuotendosi e prendendo Dan per il braccio, iniziando letteralmente a
spingerlo via, mentre questo non riusciva più a trattenere
le risate. Mentre Mandy li salutava con la manina, Kenny non
potè fare a meno di lanciare ad Alison uno sguardo da povero
cucciolo abbandonato, che rimase però senza spettatori.
Alison stava ancora spingendo Dan, quando lui ruppe il silenzio,
sorridendo ironica:
- C’è qualcosa che mi vuoi chiedere? –
- No. – rispose lei decisa. Poi lo guardò meglio
con aria colpevole: - Forse. –
Lui sorrise di nuovo quando lei gli fece esattamente la domanda che si
aspettava: - Come conosci Mandy?
Non per questo, quando rispose, fu meno imbarazzato: - Siamo ehm...
usciti. Qualche volta.
Alison rimase a bocca aperta, nonostante se l’aspettasse.
Pensò: “Ok, quindi Mandy è il tipo di
Drew. ERA il suo tipo. Come avevo immaginato alla festa
d’altra parte.”
- Ah. Quante volte?
- Intendi quante volte siamo usciti o quante volte...? – non
completò la frase, sorridendo allusivo.
Lei però lo guardò male, ferita e lui
cambiò subito tono: - E’ una cosa passata, non
sono più quel tipo di persona e se c’è
qualcuno che dovrebbe saperlo bene quella sei tu.
Alison sentì un brivido percorrerle la schiena, ma il
pensiero che lui fosse stato con Mandy non smetteva di avere su di lei
un effetto negativo. Non poteva credere che lui, il suo Dan, avesse
condiviso con quella ragazza più di una stretta di mano,
figuriamoci se osava pensare a quello che in realtà era
successo.
Dan però la guardava sorridendo sereno, cercando di farle
capire, con i gesti più che con le parole, che per lui il
suo passato non significava niente, perchè non aveva lei.
Poi però ebbe un dubbio e le parole gli uscirono di bocca
senza che riuscisse a dar loro un tono rilassato: - E tu come conosci
il suo ragazzo, Ken?
- … Kenny. – lo corresse lei, per poi continuare
con nonchalance: - Uscivamo insieme.
Dan ebbe un fremito e si fermò: - Scusa?
- Siamo usciti per tre mesi circa. – disse lei facendo
spallucce e guardandolo impallidire.
- Per tre m... ah. - fece lui sorpreso, poi la sua voce ebbe una strana
inflessione, mentre tentava di restare calmo: – Uscivi con
quel cretino?
Lei sorrise della sua gelosia, come poco prima aveva fatto lui: - Fino
a due secondi fa non pensavi che fosse cretino. Pensavi che io fossi
cretina.
- Ma no, stella. Non potrei mai. – disse lui serio
ammorbidendosi un po’ e passandole un braccio attorno alle
spalle. – Però ora capisco perché ti
guardava così.
- Così come?!?
Lui la fissò: - Come un cane bastonato. E allo stesso tempo
come se avesse visto la Madonna. O una pornostar.
Lei rise di cuore: - Non credo proprio.
- Ti assicuro che è così. – fece lui
imbronciato.
- Ma guarda che mi ha lasciata lui...!
- Beh, digli che se ti si avvicina ancora con la bava alla bocca
sarò costretto a sopprimerlo. – le
bisbigliò Dan all’orecchio, fin troppo serio. Poi,
aggiunse: - E stai attenta perchè potrei aver bisogno di
marcare il territorio. – e alzò una gamba facendo
finta di dover fare i suoi bisogni su di lei. Alison rise cercando di
dargli un leggero pugno su una spalla. Ma lui fu più veloce,
le bloccò la mano e le tappò la bocca con un
bacio passionale.
E Alison si dimenticò per cosa stavano discutendo.
O quasi.
- Però... Mandy?!? – disse stranita non appena si
staccarono.
- Tu stavi con un tipo che si chiama Kenny… e ti lamenti?
- Mandy è... è... è Mandy! Non si
può fare un discorso di più di tre parole con lei.
- E tu credi che io ci abbia mai parlato?!?
- Oh, perfetto. Adesso sì che sto meglio. –
rispose lei sarcastica.
Lui sbuffò, vergognandosi un po’ di quello che era
stato: - A quel tempo mi bastava che fossero carine e... disponibili.
Alison rimuginò un attimo, filtrando involontariamente le
parole di lui: - Quindi secondo te è carina.
Lui la guardò divertito: - Non saprei. Quel che è
certo è che in confronto a te scompare. E lo pensa anche il
suo ragazzo, a quanto pare. – e la baciò di nuovo,
stavolta leggero.
- Che cerchi di pensarlo meno, comunque, o si ritroverà a
dover fare a meno di un braccio, o di una gamba. O della testa.
Alison sorrise ancora bonaria, ma poi le venne un altro pensiero:
- Che coincidenza, però…
- Beh, non tanto… - commentò lui come se ci fosse
dell’altro.
- Cosa vuoi dire? –
- Beh, Mandy non è l’unica che…- non
seppe come continuare la frase senza ferire Alison e quindi la
lasciò cadere nel vuoto, ma vide dalla sua espressione che
aveva capito. La sua domanda arrivò infatti puntuale dopo
pochi secondi:
- Con quante sei stato, prima?
Dan la guardò sorpreso e anche un po’
sull’attenti: sapeva che quel prima significava
“prima di me” e che quello era un argomento
spinoso. Decise quindi di essere sincero, anche perché, con
lei, gli sembrava di non poter più fare altrimenti:
- Un po’.
Lei incassò il colpo non senza una smorfia.
- Tante della mia scuola?
- Sai, non è che mi ricordi molto di loro. Ero quasi
sempre… strafatto e non è che la cosa durasse
tanto.
- “Una botta e via”? – chiese lei
ripetendo quello che si diceva in giro su Dan. L’aveva
sentito tante volte: non c’era da fidarsi di lui, era solo un
tipo da una botta e via.
Lui annuì mesto. Non gli piaceva ricordare quei tempi
neanche troppo lontani e non gli piaceva nemmeno che lei sapesse che
tipo di persona era stato. Voleva essere perfetto, per lei e solo per
lei.
Erano ormai arrivati alla macchina e salirono entrambi, lui guardandola
intensamente e lei con un’espressione assorta, quasi triste.
Quando furono seduti nei comodi sedili in pelle, lui non accese subito
la macchina. Guardava semplicemente il volante, perso nei propri
pensieri e poi mormorò:
- Tu lo sai che voglio solo te, vero?
Lei lo guardò con gli occhi lucidi, pieni di emozione come
ogni volta, ma lui continuò ostinatamente a non voltarsi
verso di lei. Così, lei gli prese semplicemente la mano e
gliela strinse forte.
- Sì, perché anch’io voglio solo te.
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Capitolo 22 *** VENTIDUE. Just me ***
9 ottobre-mercoledì
Alison cercò di tenere gli occhi aperti e di non far cadere la testa sul banco per la stanchezza. La sera prima aveva fatto un po’ tardi, a dire il vero molto tardi e non aveva quasi chiuso occhio quella notte.
Sorrise alle equazioni che la professoressa stava scrivendo sulla lavagna.
Dan.
Ormai era il suo pensiero fisso. Da quando aveva cambiato “amici” e abitudini (aveva addirittura chiesto scusa a Rob), Dan era diventato…beh, il suo ragazzo. Non si può dire un ragazzo perfetto, quello no…ma il ragazzo perfetto per lei.
La sera precedente l’aveva portata sulla terrazza di casa sua e avevano mangiato lì, seduti per terra; una specie di pic-nic cittadino. C’erano miliardi di stelle, più di quante Alison ne avesse mai viste e nonostante facesse abbastanza freddo lei non se n’era neanche accorta.
Quella sera lui le aveva finalmente parlato di sua madre, che non aveva mai nominato prima. Le raccontò che era andata via di casa quando lui aveva 10 anni, già troppo grande per capire cos’era successo ma ancora troppo piccolo per capirne il motivo. Da allora aveva sempre vissuto con suo padre, un rigido e ricco uomo d’affari a cui ripugnavano le dimostrazioni d’affetto. Probabilmente era rimasto scottato, ma questo Dan lo lasciava solo intendere e comunque non la considerava un’attenuante. Sua madre, per quanto dai racconti di amici di famiglia sembrasse una donna interessante, divertente e generosa, non si era mai più fatta sentire, non li aveva mai più cercati. Dan la giustificava, un po’ perché non capiva come avesse fatto una donna così a sposare suo padre e a viverci per 10 anni e un po’ perché non voleva pensare che lei avesse abbandonato lui, ma solo suo marito. Mentre le raccontava tutto questo teneva gli occhi fissi sull’orizzonte, come se in realtà stesse raccontando quella storia a se stesso, o a sua madre, ovunque lei fosse. Poi, quando aveva smesso di parlare si era girato verso di lei con un sorriso sereno e l’aveva baciata in silenzio.
Le disse anche che lei era l’unica a cui permetteva di chiamarlo Dan, il diminutivo che usava sua madre per chiamarlo quand’era bambino, mentre suo padre aveva sempre preferito chiamarlo con il più formale nome completo. Ad Alison era sembrato impossibile sentirlo così vicino, così suo, ma in realtà tutti quegli ultimi dieci giorni erano stati un sogno. Un sogno a cui lei dava un solo nome: Dan.
Alison ritornò sulla terra, nella sua classe, seduta al suo banco e smise di sorridere, abbassando la testa: la professoressa Firm la stava guardando con aria interrogativa e sembrava proprio che ce l’avesse con lei, che invece di ascoltarla stava vagando con la mente.
Poco dopo nel corridoio, Lena guardava Alison con aria preoccupata:
-Tesoro, stai bene? Hai certe occhiaie…Non dovresti fare così tardi la sera… Ma chissene frega… fai benissimo!- e le sorrise calorosamente.
Alison tentò di ricambiare ma fu distratta da qualcosa: Mark stava passando proprio in quel momento di fianco a loro. Era da qualche giorno che aveva deciso di parlargli di quello che era successo tra loro, erano sempre stati amici e adesso lui non la salutava neanche più: questo non era giusto, in fondo lei non aveva fatto niente di male. Scusandosi con Lena lo seguì lungo il corridoio: -Mark!-
Lui si girò e la guardò con studiata indifferenza: -Ciao Alison…-
-Ciao…Penso che sia la prima volta che mi saluti da quando…abbiamo avuto quella discussione…-
-Sì, beh, non ci ho fatto caso…-
-Mark, ascoltami, ti chiedo scusa per averti detto che non erano fatti tuoi, ma capisci…-
Lui la interruppe: -No, dai…avevi perfettamente ragione…Non erano fatti miei…e non avevo nessun diritto di farti una scenata…- si fermò e Alison fu stupita di questa sua dichiarazione:
-No, beh…posso capire che fossi arrabbiato e deluso e mi dispiace…-
Lui annuì: -Sì, in fondo spiace anche a me…Non avrei dovuto dar retta a Sandy…la ragazza che…beh, non importa, comunque mi ha messo in testa delle strane idee su di te…A me non interessa con chi esci a meno che non sia io…-
-Possiamo comunque essere amici, no?- chiese lei speranzosa.
-Penso che potrei fare questo sforzo!- disse lui allegro e si sorrisero. “Bene” pensò Alison “se avessi saputo che sarebbe stato così facile l’avrei fatto tempo fa…!”
Drew era appoggiato alla sua macchina e stava fumando una sigaretta, aspettando che Alison uscisse da scuola. La sera prima era stata un vero successo, gli occhi di Alison erano diventati brillanti di gioia pura quando l’aveva fatta salire sul terrazzo di casa sua. Era uno dei suoi posti preferiti, nelle notti più serene sembrava di stare in mezzo alle stelle, ma non l’aveva mai condiviso con nessuno. Eppure con lei gli era sembrato ancora più bello. Lei era la stella che rendeva belli tutti i luoghi in cui la portava. Pensò che se l’avessero visto adesso quelli che una volta riteneva suoi amici, gli avrebbero detto che era impazzito, che era diventato un altro. Ma non era così, era semplicemente un sé stesso molto più felice e naturale.
Era Dan.
Ovviamente non avrebbero capito. Finalmente suonò la campanella e lui si concentrò sull’uscita. Ragazze bionde, castane, alte, basse, magre, carine, meno carine e poi…lei. La vide quasi subito, come se risaltasse in mezzo alle altre; stava ridendo. La sua risata.
Di fianco a lei un ragazzo decisamente bello le sorrideva.
Drew strinse involontariamente i pugni: doveva essere uno di quei figli di papà pieni di soldi. Ci pensò un attimo e si rese conto che anche lui poteva essere considerato tale, ma scacciò subito l’idea. Lui non era così. Intanto Alison, la sua Alison, e quel ragazzo si erano salutati con un bacio sulla guancia e lei adesso stava correndo verso Drew. Arrivò davanti a lui e con un: -Ciao tesoro!- un po’ affannato gli stampò un bacio sulla bocca. Lui sorrise un po’ irritato buttando il mozzicone della sigaretta, ma lei sembrò non accorgersene: -Oh scusa vado un attimo a salutare Josh… Devo anche dire una cosa a Lena prima di arrivare a casa…- e corse di nuovo in mezzo alla folla.
Drew la guardò svanire e poi si sentì toccare sulla spalla. Girò lo sguardo con un sopracciglio già alzato: era il figlio di papà.
-Ciao…scusa se ti disturbo, noi non ci conosciamo, almeno non di persona, sono Mark…- il tipo gli porse la mano ma Drew rimase immobile e rispose sarcastico: -Interessante.-
Mark non colse la battuta, forse volutamente e continuò: -Ascolta, non pensare male…Fra me ed Alison non c’è niente, ok? Però dato che sei il suo ragazzo volevo dirti solo…- si schiarì la voce -…di non provare a farle del male. Sono stato chiaro?-
Drew rimase per un attimo disorientato, non credeva alle sue orecchie, ma prima che potesse rispondere qualcosa o mettersi a ridere come aveva intenzione di fare, Mark si stava già allontanando, non prima di avergli lanciato una lunga occhiata ammonitrice.
Dan salì in macchina, si sedette e iniziò a pensare. Poco dopo Alison aprì la portiera e salì ridendo: -Sì, ciao Lena ci vediamo tra un attimo!- poi si voltò verso di lui e vide la sua espressione: -Ehi, cos’ hai? Hai una faccia…-
-E’ la faccia che ho quando la mia ragazza flirta con qualcuno che non sia io…- disse lui mettendo in moto la macchina e guardando fisso davanti a sè.
-E con chi l’avrei fatto scusa?- rispose lei sinceramente stupita.
-Quel tipo alto, biondo, abbronzato con la maglietta verde…bello…Quello con cui ridevi e scherzavi all’uscita…- e partì sgommando.
-Mark?- disse lei un po’ turbata.
-Eh, giusto lui…-
-Dan, non iniziare, siamo solo amici…-
-…e lui è solo un po’ innamorato di te…-
-Ma io sono innamorata di un altro…E poi cosa ne sai di chi è innamorato lui…non è vero!-
-Ah, no? E allora secondo te perché è venuto da me a dirmi di non provare a ferirti…?-
-Mark?- Alison scoppiò a ridere -Immagino quanto sarà stato minaccioso…Beh, voleva solo essere carino…-
Drew frenò bruscamente e accostò: -Carino…Ecco di cosa hai bisogno…- sentenziò. Lei lo guardò come se fosse pazzo:
-Scusa?!? Ma cosa stai dic…?-
-Dico che tu dovresti stare con lui…non con me.-
Lei lo fissò stupefatta, ma lui non la guardava:
-Dan! Stai dicendo cose assolutamente senza senso! Io non voglio stare con lui!-
-Perché no? E’ perfetto per te… È “carino” e innocuo… è quello che dovresti avere…-
-Se stai dicendo queste cose perché sei geloso…-
-Non è per questo… Io non sarò mai come lui, capisci?- disse girandosi verso di lei, il fuoco negli occhi.
Lei ne fu un po’ spaventata ma la rabbia prevalse: -E a me non interessa! Perché dovrebbe?-
-Saresti più felice con lui…- sentenziò lui alla fine, abbassando un po’ la voce.
-E adesso chi ti ha dato il diritto di dirmi di cosa ho bisogno? Chi?- Alison invece stava gridando sempre più: -Mi stai dicendo queste cose per il mio bene, giusto? E per farmi essere felice non vedi neanche che lo sono già! Ma sai una cosa? Hai proprio ragione, siamo troppo diversi per stare insieme…- aprì la portiera e mentre scendeva disse sottovoce, anche se lui sentì benissimo: -…e tu sei così vigliacco che hai avuto bisogno di una scusa per lasciarmi…-.
Scese sbattendo la portiera e lui la guardò dal finestrino aprendo la bocca senza riuscire a dire niente; poi ripartì lasciandola così, in piedi sul ciglio della strada, furibonda.
Alison entrò in casa sbattendo la porta. Lena, sul divano con uno yogurt in mano le disse sorridente: -Come mai ci avete messo così tanto? Adesso vi mettete a farlo ogni volta che vi capita di vedervi? Non mi sembra il…- ma Alison la interruppe, con la voce ferma ma piatta:
-Veramente mi ha lasciata a piedi…e non penso che ci vedremo mai più, se è per questo…-
-Oddio, scusa, non immaginavo! Ma cosa…avete litigato? E tu come stai?-
-Sono solo arrabbiata… Stava cercando una scusa per lasciarmi e l’ha trovata… Mi ha fatto una scenata per Mark e poi mi ha praticamente detto che non mi merita… Che vigliacco…-
-In quanto a “bastardaggine” si piazza sicuramente al primo posto, superando anche Kenny che era difficile da battere!-
Risero un po’ insieme e Alison fu felice di avere Lena che la tirava su in qualsiasi situazione e sapeva sempre come prenderla. Non appena si allontanò da lei però sentì una morsa allo stomaco e cercò in tutti i modi di non pensare a quello che era successo, invano.
N.D. Summer Che dite...secondo voi cos'è successo a Dan?? E' solo gelosia o c'è qualcosa di più?? Lo scopriremo (forse) nel prossimo capitolo...!!!
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Capitolo 23 *** VENTITRE. Away ***
Now drive me far Away, away, away Far away I don't care where just far Away And I don't care
Deftones “Be Quiet and Drive”
14 ottobre-lunedì
Alison non vedeva né sentiva Dan ormai da cinque giorni, ma non si era dimenticata di lui. Pensava a lui costantemente e più volte aveva pensato di chiamarlo, solo per sapere se stava bene (a scuola già girava voce che avesse ricominciato con la sua solita vita) ma poi si era imposta di non farlo, anche perché in fondo era ancora molto arrabbiata. Però a volte le mancava così tanto che le sembrava di non riuscire a respirare e altre volte si ritrovava a pensare a lui e ai momenti che avevano passato insieme con un tuffo al cuore. Era così strano che fosse finita così, in un attimo. Lui aveva voluto farla finita. E aveva anche trovato una scusa per lasciarla. Così, dal nulla. Chissà perché l’aveva fatto, poi. Solo la sera prima sembrava così felice, innamorato e poi… Forse si era solo illusa, lui l’aveva presa in giro e si era divertito alle sue spalle. Forse aveva avuto paura. O magari aveva trovato un’altra. L’unica cosa che sapeva era che non poteva chiamarlo, era stato bugiardo e forse le aveva mentito sin dall’inizio… Voleva solo sapere com’era andata, cos’era successo… Le sembrava così difficile accettare la fine di qualcosa se non sapeva perché fosse finito! Ma il suo orgoglio le impediva di indagare oltre, di fargli domande anche se quello che voleva di più al mondo in quel momento era chiarire la situazione. Oltre a stare di nuovo con lui.
Drew stava seduto su una poltrona, a casa di uno di quelli che prima chiamava amici, Steve, che stava seduto per terra e lo osservava: - Allora, Drew, è da un po’ che non ci si vedeva, eh? Ti siamo mancati? - Drew, gli occhi arrossati puntati su di lui, un cucchiaino pieno di liquido nel quale si stava sciogliendo una polverina bianca al calore della fiamma della candela, rispose solo: -Come no…- sorridendo malinconico.
Poche ore dopo Drew vagava per le strade senza capire dove si trovava e senza che gliene importasse molto. L’effetto della polverina magica non era ancora svanito. Ad un punto, qualcosa di familiare. Un portone, un balcone. Alison. Casa sua. Il suo profumo. Il suo viso. La sua voce. Senza pensare, Drew, trovando il portone aperto, entrò, salì le scale e si trovò davanti alla sua porta. Tremava. Suonò il campanello. Rumore di passi, i suoi passi, li riconosceva, leggeri e veloci. La porta si aprì inondandolo di luce e dovette socchiudere gli occhi nonostante volesse vederla. Invece riuscì solo a sentire la sua voce:
-Dan…-
Drew sentì una morsa, un dolore acuto all’altezza dello stomaco, come se qualcuno vi avesse conficcato un coltello. Freddo. Quel nome, il suo, pronunciato così, con delusione, sconforto. Non sapeva cosa dire. Alzò gli occhi su di lei e vide che aveva un’espressione dura sul volto. Avrebbe voluto abbracciarla e dirle che andava tutto bene ma non poteva. Non poteva dirle che l’avrebbe protetta perché l’unico pericolo, per lei, era lui. - Vedo che non hai perso tempo, ti sei subito rifatto di tutto il tempo che avevi perso con me…- disse lei amara nel tentativo di essere sarcastica, con la voce rotta dal pianto e dalla rabbia causata dal vederlo così. - Scusami…- sussurrò lui con gli occhi lucidi, quegli occhi che avrebbero voluto dire tante altre cose. Ma la sua bocca si rifiutava di dire altro. -Sai cosa?- rispose lei dura - Sono decisamente stanca di scusarti…E sicuramente non lo farò se vieni da me…così.Vattene…- - No…io voglio…- disse lui appogiando la mano sullo stipite della porta e avvicinandosi a lei, cercando di metterle una mano sul viso. - Non mi interessa più cosa vuoi tu!- urlò lei, scoppiando in lacrime e spostandogli la mano con forza - Non me ne frega! Guarda come ti sei ridotto…Mi fai schifo, fai tanto il duro ma sei solo un vigliacco…Non so come ho fatto a stare con te!- e sbattè la porta. Poi ci si appoggiò contro singhiozzando e pensando “A lui posso mentire, ma a me stessa no…So bene come ho fatto a stare con te…” Poi si asciugò le lacrime dal viso “Adesso basta…”. Si tirò su, promettendo per l’ennesima volta a sé stessa che non avrebbe più pianto per lui.
Drew, intanto si era appoggiato alla stessa porta ma dalla parte opposta, lasciandosi poi andare sul pavimento. Lei non lo voleva. Non l’avrebbe perdonato. E allora non c’era più motivo per fare i bravi ragazzi. Lei non c’era più. Poteva ricominciare la sua solita vita. Doveva farlo, per sopravvivere. In fondo lei non era essenziale, l’avrebbe dimenticata in fretta. Ma per adesso faceva ancora così male…
Alison si sdraiò sul letto ed accese la radio allungando una mano meccanicamente. Il suo programma preferito. Aspettò con gli occhi chiusi che lo speaker facesse partire una canzone. Poi, appena partita la musica, si tirò su a sedere di colpo e cambiò stazione. L’aveva riconosciuta dalle prime note: Bother, la canzone che lui le aveva fatto sentire quando si erano conosciuti. Prese il telefono mentre canticchiava un’altra canzone per togliersi quella dalla mente e compose un numero: -Pronto?- una voce maschile, decisa e chiara. Amichevole. - Ciao Mark, sono Alison…Senti, ti va di uscire a prendere un caffè? Se non hai niente di meglio da fare…- - No no, non ho proprio niente di meglio da fare…Ci vediamo sotto casa tua tra 15 minuti, ok?- rispose lui cogliendo la palla al balzo, come aspettandosi che fosse un'occasione rara, da non sprecare. - Ok, ci vediamo dopo…- disse lei cercando di sembrare allegra. Poi riappese e subito le venne da vomitare.
Quindici minuti esatti dopo, la bella e costosa auto color grigio metallizzato di Mark era parcheggiata davanti a casa di Alison. Lei scese, salì in macchina, si diededero un bacio sulla guancia e partirono. Mark guidò fino ad un piccolo bar del centro, parcheggiò proprio davanti al locale ed entrarono, sedendosi ad un tavolo che dava sulla strada. Appena seduti lui la guardò malizioso e disse: - Quale catastrofe naturale ti ha fatto venire questa voglia improvvisa di uscire con me?- - Niente…Proprio nessuna catastrofe…- sorrise lei sperando che non capisse che stava mentendo - Siamo amici, no? E gli amici escono insieme…- Ma lui non ci cascò: -Beh, qualunque cosa ci sia sotto sono qui con te, quindi spero che queste catastrofi capitino più spesso d’ora in poi…- Alison sorrise cercando di far sì che lui non si accorgesse del nodo che le era salito alla gola.
N.D. Summer Come al solito, grazie a tutti quelli che hanno aggiunto BM nelle proprie seguite, preferite o ricordate! Grazie mille anche a chi legge senza commentare, a chi ha commentato e a chi prima o poi commenterà!! :P
Ma soprattutto:
Grazie @ finnish_pancake:
per la Preferenza espressa per il concorso 'Storia coi migliori personaggi originali' (sono commossa, sigh *_*), per la correzione (cavolo, il mio Mark in partenza in effetti aveva gli occhi castani, poi in un momento di follia sono diventati verdi! Corretto comunque! E sono rimasta fedele alla follia XD), per la recensione!!! Non so cosa dire *_*
Anzi, in realtà un sacco di cose XD
1. In effetti Drew/Dan nella mia testolina era nato proprio come lo stereotipo per eccellenza (iperbole inutile), era proprio il banalissimo "bello e stro**o"...
(anzi, piccola parentesi: lo spunto per il doppio nome = doppia personalità l'ho preso da un libro per ragazzi tipo giallo mondadori credo di un certo Pike, in cui uno dei protagonisti si chiamava proprio così...l'ho cercato ovunque quel libro per controllare ma non l'ho mai più trovato! Eppure guarda come ha condizionato la mia povera mente di preadolescente...!)
2. Preadolescente, dicevo, perchè in effetti questa storia l'ho scritta quando ero un po' più ggggiòvane e poi ho cercato li modificarla e di riscriverla meglio a poco a poco, ma non sono stata in grado di cambiare niente sul piano del contenuto nè su quello dei personaggi, che, oggi me ne rendo conto, sono abbastanza tagliati con l'accetta...ma ci sono troppo affezionata *_*
3. Rimane però appunto il fatto che ho scritto BM in un periodo in cui credevo ancora che i colpi di fulmine (con un tizio che ad una festa sta seduto da solo con gli auricolari nelle orecchie) fossero colpa del destino... o.O e non della biologia umana. E...
4. ...ero ovviamente "innamorata" di un Dan qualsiasi.
5. Inoltre, sono anche legata ai personaggi perchè per me i loro nomi hanno avuto una funzione quasi premonitrice...e non solo i nomi ma anche le vicende...ci sarebbe da non crederci u.u
Oh cavolo, mi sono dilungata tantissimo!
Strano -.-' Vabbè, prendetela come un trivia su come è nata questa storia :P Sempre se siete arrivate a leggere fino a qui, ma dubito :D
GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEE
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Capitolo 24 *** VENTIQUATTRO. Him ***
19 ottobre-sabato
Caro Diario,
è da un po’ ke non c sentiamo,vero? Beh, + o – cm al solito…D’altra parte se scrivessi ogni giorno diventerei noiosa…Cmq…Ieri sera sono uscita ancora con Mark, siamo andati a bere qualcosa…Sai, le cose tra me e lui sono un po’ cambiate…Forse stiamo insieme ma sinceramente non lo so…Sto bene con lui ma nn c’è…cm posso spiegartelo???…la scintilla…quel qualcosa d speciale…come non c’è stata quella prima volta che siamo usciti. Lui è molto carino, lo dicono tutte, tutti mi dicono qnt io sia fortunata…In fondo hanno ragione, è bello, è ricco, è simpatico, è a posto…non c’è niente da fare, è semplicemente perfetto…è allora? Perché sn così stupida? Potrebbe anke dirmi in qst preciso istante ke nn possiamo vederci + e nn farei una piega, nn kiederei neanke il motivo. Anzi, a dirla tt sarei anke un po’ sollevata…Cosa c posso fare?
Nn si può amare a comando…E cmq…parlando di questo…stanotte ho sognato Dan…qnd mi sn svegliata avevo un sorriso fino alle orekkie…M sn bastati due secondi x tornare intrattabile cm è mia abitudine d mattina, ultimamente…Xkè la realtà è ke lui nn c’è +…A scuola dicono ke abbia ricominciato a spacciare e qst cose…Qnd sento ke parlano di lui cerco d allontanarmi ma nn posso far finta d nn essere preoccupata. Vorrei solo ke fosse qui, adesso, solo x kiedergli cm sta…X vederlo…No, cosa sto dicendo? Nn devo fare qst discorsi e neanke pensarli…Lui nn merita neanke la mia compassione, figuriamoci altro…E’ solo un vigliacco…E poi io adesso ho Mark…Giusto???
Alison alzò la testa dal diario ritornando alla realtà: la professoressa stava ancora interrogando tre dei suoi compagni a cui evidentemente non interessava più di tanto la storia americana. Chiuse il diario e lo mise via, guardando l’orologio. Mancava poco alla campanella, poco dopo avrebbe visto Mark. Avrebbe dovuto essere ansiosa, felice? Guardò Lena due banchi più in là: stava giocando con i lacci delle scarpe, guardando i suoi compagni sotto torchio con aria annoiata. Come richiamata dal suo sguardo, pochi attimi dopo si girò verso Alison e le sorrise; proprio in quel momento suonò la campanella. Alison uscì dalla classe per senza fretta, seguita da Lena. Fuori, davanti alla porta c’erano Josh e Mark che le stavano aspettando: evidentemente erano usciti prima dalle rispettive classi con una scusa solo per trovarsi lì in quel preciso momento. Mark sorrise come in estasi guardando Alison, si salutarono e le diede un bacio a stampo sulla bocca.
- Allora, come va?-
- Oggi la mia è una giornata inutile… Non mi interrogano, non ho test… - rispose Alison svogliatamente.
- Beh, meglio, no? -
- Già…- “Se fosse stato un altro, ma non ho in mente nessuno di particolare, mi avrebbe proposto di bigiare già da qualche ora…”
- Allora, stasera cosa facciamo?-
Il loro primo sabato sera insieme. Che cosa eccitante.
- Non so, chiediamo a Lena e Josh cosa fanno? - Alison si domandò perché il pensiero di non passare la serata sola con lui le piacesse così tanto.
- Josh ha detto che vanno all’Alkimia, un posto che hanno appena aperto… Dev’essere carino… Comunque mi ha chiesto se volevamo andare con loro, ma non sapevo… -
- Ok, allora siamo a posto!- esclamò Alison entusiasta - Ci vediamo alle nove a casa mia? Lena, alle nove va bene? - si girò verso di lei, ma vedendo che Josh la stava baciando si voltò subito verso Mark e sorrise: - Mi pare che abbia detto che va bene…no? -
Mark rise e replicò: - Ok… Oh, devo andare in classe, ho un compito di scienze e devo arrivare un po’ prima… Ci vediamo all’uscita? -. Lei annuì. Bacio veloce e passi ancora più veloci verso la classe di scienze.
- Chissà com’è questo posto? - chiese Lena quella sera mentre si provava una maglietta di Alison guardando la propria immagine riflessa nello specchio. - Musica, persone, alcool… Come tutti gli altri posti… -
- Oh attenta a non esplodere di gioia! Nessuno ti ha costretta ad uscire con me e Josh! -
- Veramente non è per questo… Sinceramente pensavo che preferirei uscire da sola con te e Josh piuttosto che con… -
- …piuttosto che con Mark??? Scusa??? Ti sei accorta che è stupendo e per giunta perfetto in tutto e per tutto? E che tutte sbavano quando passa e ti ucciderebbero immediatamente per l’invidia? E che lui (poveretto) sbava invece solo per te?!? -
- Sì… me ne accorgo… e allora? -
- Me tapina... Non ci posso credere! Ti sei già stancata di lui. -
- Non è giusto dire che mi sono “già” stancata… usciamo da ben cinque giorni ininterrottamente! -
- Ah scusa, mi sembra quasi il momento giusto per sposarvi… -
- Dai… -
- Ma ti rendi conto? -
- Sì, ma cosa ci posso fare? Soprattutto anche se ci fosse qualcosa da fare, perché dovrei farlo??? -
- Ok, ho capito che oggi sei scorbutica, lasciamo proprio stare… Secondo te come mi sta questa maglia? - disse indicando la maglietta gialla che aveva indossato.
- Fa schifo… -
Lena alzò lo sguardo su di lei con aria confusa: - Ma… è tua! -
Alison aveva appena deciso che a seconda di come fosse andata la serata avrebbe deciso se farla finita con Mark. Alle nove lei e Lena scesero in strada e trovarono Mark e Josh che le aspettavano, parlavano e ridevano insieme. Perfetto. Mark era anche simpatico al ragazzo della sua migliore amica. Partirono per il locale e arrivarono dopo qualche minuto. Lasciarono le macchine in un parcheggio un po’ distante, così dovettero fare un pezzo di strada a piedi. Josh e Lena stavano davanti e lui approfittava della serata fresca per abbracciarla. Alison e Mark camminavano fianco a fianco senza quasi sfiorarsi, chiacchierando del più e del meno.
Arrivati quasi davanti all’entrata Alison notò quasi per caso un'auto parcheggiata. Non era proprio un caso, però: era lo stesso modello di quella di Dan. Ma non poteva essere lui. Non lì, non ora. Mark, vedendola assorta, le chiese se andava tutto bene ma fu interrotto da una ragazza bionda, un po’ troppo truccata con in bocca un chewingum che, in piedi vicino alla macchina che Alison stava fissando, urlò: - Senti, Dan… -.
Subito dalla portiera opposta uscì Drew e guardando la ragazza le disse con rabbia: - Ascolta, fai quello che vuoi ma non ti azzardare a chiamarmi ancora così… - poi chiuse la macchina e ad occhi bassi si avvicinò alla ragazza prendendola per un braccio e ritrovandosi proprio di fronte a Mark ed Alison.
Solo a quel punto alzò gli occhi e la vide. Il suo volto cambiò espressione e l’ombra di un timido sorriso apparve sulle sue labbra. Sembrava quasi che tutto si fosse bloccato e che nessuno osasse neanche più respirare.
Ma Alison non stava più respirando per davvero. Poi, senza quasi accorgersene, riprese a camminare un po’ più veloce di prima con dietro Mark che continuava a chiederle se andava tutto bene. Che carino.
Drew rimase un attimo stordito poi, lasciato andare il braccio della ragazza, iniziò a rincorrere Alison. Intanto Gloria, la ragazza bionda a cui non era permesso chiamarlo Dan, rimase lì in piedi: - Da…Drew!!! Dove vai? Tesoro? - ma lui era già troppo lontano per sentirla. O forse semplicemente non l’ascoltava.
Raggiunse Alison e si mise davanti a lei, facendola fermare ma senza toccarla: forse aveva troppa paura che svanisse ancora, pensò. Si guardarono negli occhi per un lungo istante: lei tremava ma non per il freddo e aveva gli occhi lucidi ma decise che non sarebbe scoppiata a piangere. Mark intanto guardava sconsolato Alison senza capire:- Ok… - disse mettendosi tra loro due e prendendo lei per mano: - E’ ora di andare… -. Si rivolgeva ad Alison ma le stava dando le spalle e guardava fisso Drew. Questo abbassò gli occhi, pensò di voler dire qualcosa, di volergli spaccare la faccia e di portarla via con sé… ma non fece niente di tutto ciò. Semplicemente lo guardò scuotendo la testa con un sorrisetto di compassione e tornò da Gloria a testa bassa fissando l’asfalto, senza girarsi. Alison si asciugò le lacrime che non aveva versato e rimase in silenzio ascoltando Mark che cercava di rassicurarla: - Mi dispiace, avrei dovuto mandarlo via subito… Ti ha scosso, eh? Beh dai adesso ci divertiamo e ti passa… -
Ad Alison venne da ridere per questa sua ultima frase…“…ti passa…”…Certo, pensò, basterà questo per farmela passare… E in quel momento che decise che per lei e Mark non ci sarebbe stato futuro.
N.D. Summer Grazie a tutti come al solito e se vi va cliccate QUI che ci sono due sondaggini... E poi sempre se vi va fatemi anche sapere se secondo voi Alison e Mark davvero non avranno futuro... :*** |
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Capitolo 25 *** VENTICINQUE. It's you that I'd die to defend ***
Non smettere di cercare
ciò che ami o finirai per amare ciò che trovi.
20 ottobre-domenica
- Mark, non possiamo andare avanti così… Tu sei
troppo per me… Sei troppo bello, troppo ricco, troppo serio,
troppo tranquillo… Insomma, io non ti sopporto
più, è questa la verità! E tra
l’altro metti anche troppo profumo!- Lena sbucò
con la testa dallo stipite della porta e guardò incuriosita Alison che
stava in piedi davanti allo specchio e si giustificò subito: - Sto provando
il mio discorso per mollare Mark…-
Lena entrò nella stanza minacciandola col dito: - Oooh,
no… non lo farai… io te lo impedirò!-
- Lena…-
- Non ti lascerò commettere il più grande errore
della tua vita…-
- Addirittura…è solo un ragazzo…-
- Anche quello per cui lo lasci è un ragazzo…-
- Ma cosa dici…?-
- Alison… Mi ha detto Mark del vostro incontro di ieri
sera… e poi era difficile non notare il tuo
“buonumore”, dopo… tralasciando il
fatto che ti sei scolata qualcosa come sei cocktail…-
- Va bene, non ero in forma e allora?-
- Tesoro mio, puoi mentire a tutti, anche a te stessa se vuoi, ma non a
me! Riprovaci con Mark, magari andrà
meglio… è...è perfetto!-
- Sì è perfetto, lo so… ma non è perfetto per me…-
- Già, tu vuoi solo bad boys che ti fanno star male un giorno
sì e un giorno no…-
“Ma vuoi mettere il giorno che ti fanno star bene?”
- Non è così…-
- Hai ragione, a te piace solo un bad boy…E ti
capisco… In amore non ci si deve accontentare di qualcuno
“solo” perché è
perfetto…-
Alison sorrise amaramente e si abbracciarono.
- Ok, fai come vuoi e… vieni pure a piangere da me quando ti
accorgerai del grave errore che hai commesso!-
- Nessun errore, te lo assicuro… - Lena se ne andò
e Alison continuò con le sue prove davanti allo specchio.
Cosa doveva dirgli? Scusami, so che sei perfetto ma non mi fai
provare… quella stretta allo stomaco… Era colpa
sua, in fondo, se non sentiva niente? No, ma non era neanche colpa di
Mark… Beh allora per questo doveva continuare ad uscirci e ad
illuderlo? No, non era così che era giusto fare; era
convinta di qualcosa, per una volta.
Now as you close your eyes
Know I’ll be
thinking about you
Now as you close your
eyes
Know I'll be thinking
about you
Tonite I won't be alone
But you know that don't
Mean I'm not lonely
I've got nothing to
prove for it's you
That I'd die to defend
(Bon Jovi,
“Bed of Roses”)
21
ottobre-lunedì
- Capisci? Non posso più uscire con te…-
- No, Alison, veramente non capisco!- disse Mark appoggiandosi con un
braccio al muro del corridoio.
Alison si ricordò con amarezza che quella non era una prova e che avrebbe dovuto dare il meglio di sè. “Ma perché devi rendermi tutto più
difficile?” - Tu sei perfetto, sul serio…-
- E allora?!?!-
- …e allora… io non ho bisogno di
questo… e non me la sento di illuderti…-
- Beh grazie!- rispose lui sarcastico.
- Mark, dai…-
- …io so perché fai così… tu
stai ancora dietro a quello, non è vero?-
“Quello…?!” - Anche se fosse vero, ma in
realtà io non sto proprio dietro a nessuno, questo non
c’entrerebbe con noi…-
- Ah, no? Non stai dietro nessuno? Neanche a Drew, non so se hai
presente, il tipo di sabato sera?-
- E’ una storia complicata con lui, ma non c’entra
con te… con noi…-
- Ok, come vuoi tu, allora… amici come prima, giusto?
E’ così che si dice?- e se ne andò
dando un pugno al muro.
Alison non si sentiva per niente bene, forse solo leggermente
sollevata. Prese la borsa dal pavimento e con gesti meccanici si avviò
lentamente verso l’aula di inglese.
Era sera ormai e Alison e Lena avevano affittato il dvd de
“Il diario di Bridget Jones 2” ed erano intenzionate
a passare una serata davanti alla tv mangiando pop corn. Entrambe in
tenuta da notte, Alison con pantaloni di una tuta blu con striscie
laterali azzurre e maglietta azzurra con un pulcino stampato davanti e
Lena con un pigiama verde acceso. Avvolte ciascuna nella propria
coperta preferita, stavano sul divano con la luce spenta: Lena stava
cercando invano di far funzionare il lettore dvd litigando con il
telecomando: - Ma come funziona ‘sto coso?
Mmmh… play… ehi, coso, ho schiacciato play!!!
Premere il pulsante giallo… Quale pulsante giallo??? Ce
n’è uno arancione, sarà
questo…-
Alison stava fissando un punto indefinito nel vuoto quando, ad un
tratto, ebbe un pensiero: - Uh, Lena ci siamo dimenticate di portare
giù la spazzatura!-
- Beh vai tu, io sono occupata!!! Allora il tasto blu,
poi… no, era…-
Alison si infilò il giubbotto sopra il pigiama e scese in fretta per le scale con il sacco della spazzatura in mano: una volta in strada lo
buttò nel cassonetto e stava per rientrare ma qualcosa
colpì la sua attenzione. Guardò meglio di fianco
al portone e vide che non era qualcosa, ma qualcuno. Sembrava un
ragazzo, probabilmente svenuto, con un giubbotto di pelle piuttosto
costoso… non poteva essere un barbone… Si
avvicinò con cautela e lo toccò piano per vedere
se stesse semplicemente dormendo. Il ragazzo non si mosse. Lo girò un po’ per vederlo in faccia e un gemito
rauco le uscì dalla gola: smise di
respirare per qualche secondo… “Cosa ci
fa…? ...oddio.” Cercò di riprendersi dallo
shock e lo scosse per tentare di farlo svegliare. Era gelato ma il suo
cuore batteva. Frugò nelle sue tasche per vedere se aveva
qualcosa che potesse dirle cosa l’aveva ridotto
così. Trovò solo un foglio spiegazzato con il
nome “Alison” sopra. Non riuscì a
mettere a fuoco la cosa e se lo mise semplicemente in tasca; poi corse
su per le scale fino al primo piano, entrò di corsa e col
fiatone disse a Lena:
- Chiama…l’ambulanza…veloce…-
- …ma…cosa…?-
- Dan…- rispose semplicemente.
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Capitolo 26 *** VENTISEI. Addio ***
Lena
aveva capito dallo sguardo
di Alison che stava dicendo sul serio. Prese il suo cellulare e compose
in
fretta il numero dando alla centralinista le informazioni che le
servivano,
mentre l’altra correva giù dalle scale con in mano
la sua coperta.
Drew era ancora lì, la
situazione non era cambiata e per la strada non passava nessuno,
né a piedi, né
in macchina. Alison coprì Drew e rimase lì seduta
di fianco a lui a tremare con
lui e a sperare che l’ambulanza arrivasse in tempo.
Poco dopo apparve Lena spense
il cellulare e si abbassò verso di lei:
- Arrivano subito…ma cosa…?-
Alison si alzò e l’abbracciò
scoppiando in lacrime, mentre Lena tentava di consolarla: - Stai
tranquilla,
andrà tutto bene… Faranno in tempo,
vedrai… Non può andare
così…-.
Dopo
qualche minuto arrivò finalmente
l’ambulanza, a sirene spiegate. Scese un ragazzo piuttosto
giovane che chiese subito
ad Alison cosa fosse successo successo; ma lei si ritrovò di
nuovo in lacrime a
dover ammettere che non sapeva niente.
Misero Drew su una barella e
chiesero alle ragazze se volevano salire con lui.
Lena disse ad Alison: - Vai
tu…io vi seguo in macchina…ci vediamo
là…- le diede un bacio sulla guancia,
l’abbracciò
di nuovo forte e Alison salì sull’ambulanza. Si
mise di fianco a Drew
tenendogli la mano gelata: lui ad un certo punto aprì un
po’ gli occhi e la
guardò sussurrando: -Alison…- con quello che
poteva sembrare un sorriso, poi
richiuse gli occhi. Lei continuava a piangere in silenzio tenendogli la
mano e
il ragazzo dell’ambulanza le mise una mano sulla spalla
dicendole:
- Non si preoccupi, signorina,
se la caverà… Non ha per niente voglia di
lasciarla, mi pare…-
Alison
stava seduta fuori dalla
sala di rianimazione e non si era neanche tolta il cappotto. Tremava
ancora.
I dottori non le avevano ancora
detto niente, perché diavolo non le facevano sapere
qualcosa? Lena arrivò
qualche minuto dopo, le sorrise e si sedette in silenzio di fianco a
lei. Dopo
altri minuti uscì un’infermiera dalla sala e
Alison scattò in piedi:
- Come sta?-
- Non benissimo…ma ha una gran
forza di volontà…fra poco potrà
vederlo…-
- Ma cosa…?-
- Overdose…- sentenziò
l’infermiera prevenendo la sua domanda: - Dobbiamo ancora
accertare quale
sostanza l’abbia causato, però… Faremo
il possibile. - e se ne andò
sorridendole compassionevole, mentre lei si accasciava di nuovo sulla
sedia.
Poi, istintivamente, mise le
mani in tasca. Solo quando la sua mano toccò qualcosa di
ruvido si ricordò del
foglio. Lo prese, tirò un sospiro e lo aprì
piano, iniziando a leggere.
“Alison, piccola, non sai
quante cose ti vorrei e ti dovrei
dire anche se ormai non ha più senso perché non
tornerai più da me… Sono stato
uno stupido in tanti di quei modi che ormai sarai stanca di sentire le
mie
scuse… Ma devo ancora una volta chiederti scusa per quello
che ti ho detto, per
il modo in cui mi sono comportato… Lo so, non ti merito e
credo davvero che tu
con me saresti sprecata, che avresti bisogno di qualcuno che non ti
faccia mai
star male, che valga almeno la metà di quanto vali
tu…
E invece io… Io vorrei meritarti, vorrei essere il tipo di
ragazzo che le tue amiche invidiano, che non ti fa mai passare guai,
che ti
protegge… Invece combino solo casini… Per
salvarti l’unico modo è allontanarti
da me e in questo a quanto pare riesco benissimo… Ma la mia
vita senza di te
non vale niente, vale meno di un tuo sorriso…
Per questo ti scrivo questa lettera oggi… Per
salutarti… O
meglio, per dirti addio… Ti starò lontano
d’ora in poi… Presto ti scorderai di
me… E starai bene… Troverai qualcuno migliore di
me che ti meriti e che possa
darti tutto quello che vorrei darti io…
Anche se, credimi, non penso che qualcuno possa provare
quello che io provo per te…
Non penso che ti scorderò… Andrò
avanti a guardar scorrere
la vita senza vivere, come ho sempre fatto, passando da una ragazza
all’altra,
da una droga all’altra ma niente di tutto questo mi
darà quello che mi hai dato
tu… Ti conosco da un mese e so già che tu
illumineresti la mia vita come nessun
altro è stato e sarà mai capace di
fare…
La verità è che ti amo.
Non ho mai avuto il coraggio di
dirtelo, dimostro quanto sono
vigliacco anche in questo, ma volevo farlo prima di dirti addio per
sempre,
prima di far sì che questo mio sogno che sei tu
finisca…
Ricorda, ogni volta che sarai
triste, io starò pensando a te...
Con amore, Dan
P.S. Non sarò mai
più Dan, da adesso e per sempre…”
Una
piccola lacrima calda cadde
sul foglio bagnando alcune parole di dolore salato.
Alison per un attimo non
ricordò dove si trovava e perché: poi si
guardò intorno e si ricordò tutto,
anche se non avrebbe voluto. Quasi non riusciva a guardare la lettera
che aveva
tra le mani così la piegò e se la rimise in
tasca.
Intanto tornò Lena che, senza che
Alison se ne accorgesse, era andata a prendere due caffè.
Era davvero un
tesoro.
Un ‘infermiera venne dopo poco
ad informarle che potevano vedere il paziente. A questa parola Alison
ebbe una
fitta allo stomaco ma si costrinse a pensare solo che lui era vivo e
che lei
avrebbe dovuto essere lì con lui. Abbracciò Lena
che le disse qualcosa, ma lei
non sentì e riuscì solo a seguire meccanicamente
l’infermiera fino ad una
camera, dove questa le aprì la porta e la fece
entrare.
La
camera era quasi
completamente buia ed Alison ci mise un po’ ad abituarsi e a
vedere le sagome
degli oggetti: una finestra, un letto, un comodino.
Ma vide subito i suoi occhi
blu, socchiusi, fissi su di lei, splendenti di lacrime di rimorso e di
gioia
insieme. Senza pensare, senza dire una parola andò verso di
lui, steso sul
letto, e lo abbracciò.
Lo sentì sussurrare il suo nome
e poi, con la voce roca per lo sforzo:
-Mi dispiace… io ero venuto per…
non volevo…-.
Lei, rimanendo tra le sue
braccia, l'unico posto dove si sentiva al sicuro, scuoteva la testa e
piangeva come per esprimere mille cose che non sarebbe
riuscita a dire. Rimasero un po’ così in silenzio,
poi lei si staccò e andò a
prendere una poltrona che c’era lì vicino e la
spostò di fianco al letto.
Lui mormorò, quasi spaventato: -
Dove vai?- ma lei lo rassicurò subito:
- Da nessuna parte. Stanotte
sto con te…- e si presero per mano, come piaceva a lei,
tenendosi le dita come
se potessero perdersi da un momento all’altro.
N.D.
Summer
Grazie
a tutti coloro che hanno letto, preferito etc...
E ricordate... guardare "Bridget Jones 2" fa male!!! Ne ho le prove!
Succedono sempre cose strane...XD
Volevo anche ricordare a chi non l'avesse ancora letto che ho inserito
un nuovo capitolo, "Mandy", tra "Just you" e "Just me"... tanto per
metterla lì, in mezzo a Dan e Alison :P
@ finnishpancake:
Ti ringrazio per continuare a seguire questa storia, innanzitutto...e a
commentarla, cosa che mi fa sempre molto piacere! Come hai
già capito Alison non se la sentiva proprio di stare con
Mark, semplicemente non sembrava la cosa giusta da fare, vista da
qualsiasi angolazione... E poi Dan è Dan!! :P
@ Mirya:
Che onore, Mirya, un tuo commento (anzi due) alla mia storia!! :P
Rispondo subito alle tue osservazioni. Hai ragione, neanche io credo ai
compromessi, soprattutto su certe cose... purtroppo però non
sempre le cose vanno come vorremmo e siamo costretti a compiere scelte
che non sono esattamente quelle che ci aspettavamo da noi stessi... Non
sempre siamo così forti...
Ma non sto anticipando niente, sono solo riflessioni mie!
Di sicuro Alison ora è confusa, perchè sebbene ci
siano due ragazzi che vorrebbero stare con lei (e chi non la
invidierebbe) sembra che nessuno dei due sia giusto PER lei.
E' la "scusa" più vecchia (e banale, se vogliamo) del mondo,
"sei perfetto ma non sei perfetto per me", ma a volte è
talmente vera che non ho saputo resistere e l'ho inserita nella storia!
E non solo in questa, visto che in un'altra mia ff (Gravity) Bella,
quando nel cap.10 dice "avevo scoperto che non volevo
l'eternità nè la perfezione, ma solo me stessa.",
arriva praticamente alla stessa conclusione...
@ prettyvitto:
Abbi pazienza, ci stiamo arrivando... è solo che prima di
postare devo correggere un po' i capitoli... comunque il 22 ottobre
(come tutto il resto) è lì già
scritto... e poi manca veramente poco alla fine!
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Capitolo 27 *** VENTISETTE. Giuro, non posso ***
Se tu mi guardi così
Sai cosa penso?
Sei tutto quello che
voglio
Dai non guardarmi
così
Giuro non posso
Lasciarti andar via
(Raf-Aria di Niente)
22
ottobre-martedì
Drew la stava guardando dormire come aveva già fatto altre
volte prima, come avrebbe voluto fare per il resto della sua vita.
Lei stava sdraiata su quella poltrona con gli occhi chiusi,
così vicina a lui eppure così lontana, serena.
Pensò che magari lo stava sognando e provò un
brivido al pensiero che lei potesse provare ancora qualcosa per lui,
fosse anche un briciolo di quello che sentiva lui. Ma poi gli venne in
mente il male che le aveva fatto e quello che avrebbe potuto ancora
farle e allora aveva sentito una fitta al cuore. In quel momento lei
aprì gli occhi, sorridendo:
- Ciao…-
Sarebbe stato un vero peccato se fosse riuscito ancora una volta a
toglierle quello stupendo sorriso dal viso. Farlo avrebbe dovuto essere
classificato dalla legge come reato penale, punito almeno con
l’ergastolo, anzi, meglio, con la pena di morte. Eppure lui
l’aveva fatto tante volte ed era ancora vivo… o
quasi.
-Ciao am…Come va?- riuscì a correggere appena in
tempo quell’appellativo che gli era venuto spontaneo,
camuffandolo con una domanda stupida. Non aveva senso chiamarla
“amore”, in quel momento. Dan temeva che lei
sarebbe scappata via da lui, ancora, al suo minimo passo falso. Lei
sorrise lieve a quella correzione, ma sembrò non rendersi
conto della sua portata, così prese a scherzare:
-Guarda che sei tu quello su un letto di ospedale, dovrei chiederti io
come va!
Lui rise un poco e poi la guardò con quello che a lei
sembrò uno sguardo dolce ma pieno di amarezza. Non ci fece
troppo caso al momento, attribuendolo alla stanchezza che lui doveva
sentire; senza sapere che più avanti avrebbe ripensato per
lungo tempo alla sua espressione, analizzando ogni minimo particolare
insignificante.
Si misero a parlare del più e del meno, risero e scherzarono
come al solito di tutto per qualche minuto. Lui avrebbe voluto
prenderle una mano, baciargliela, tirarla vicina a sé a
sentire il calore del suo corpo che lo avrebbe rassicurato, ma non si
permise niente del genere.
Ad un tratto però lei si fece seria, abbassò gli
occhi verso le mani che teneva in grembo:
-…Dan…- alzò uno sguardo limpido verso
di lui: - Mi dici cosa hai combinato?-
Lui ebbe una morsa al cuore nel sentire con quanta
semplicità e chiarezza lei gli ponesse quella domanda e si
risolse a risponderle sinceramente:
- Io… non l’ho fatto
intenzionalmente…- la rassicurò ma poi
sembrò cambiare idea
– O meglio…- sospirò - Avevo scritto
una lettera, mi sembra e volevo portartela, ma ero abbastanza
consapevole che da solo non ce l’avrei fatta… non
senza un piccolo “aiutino” artificiale…
e devo aver esagerato…- disse abbassando gli occhi sulle
coperte candide, come vergognandosi di quello che faceva, di quello che
era quando non era con lei.
Lei sembrò soddisfatta di quella risposta e non
riuscì nemmeno a pensare che lui potesse non essere sincero.
Lo vedeva nei suoi occhi, stanchi ma finalmente con un briciolo di
serenità, che non c’era motivo di mentirle ancora.
Ma c’era ancora una cosa che non capiva:
- Non ce l’avresti fatta a fare cosa?-
Lui rialzò lo sguardo e le sorrise pensando ancora una volta
a quanto male le avrebbe potuto fare e a quanto poco se lo meritasse.
Pensò di non dirle niente, di inventare una scusa qualsiasi,
ma non poté farlo, le parole gli uscirono dalla bocca quasi
involontariamente:
- Che non ce l’avrei fatta a
vederti ancora… arrabbiata e delusa… senza
poterti parlare… o stringere… -
E nonostante una lacrima che scendeva sulla sua guancia, gli occhi di
lei erano pieni di gioia dopo queste parole. Mise piano una mano in
tasca, estrasse la lettera di Drew, spiegazzata e ancora umida di
lacrime e gliela mostrò. Lui rimase per un attimo stranito
guardando quel pezzo di carta malconcio e poi chiese incredulo:
- È…? L’hai… l’hai
letta? - lei fece cenno di sì mentre gli occhi le si
riempivano di lacrime.
- Vieni qui… - disse allora lui ancora incerto.
Lei gli si avvicinò, un po’ titubante, ma appena
le loro mani si toccarono si gettò su di lui, che
poté così finalmente abbracciarla ancora.
Entrambi si accorsero che il resto sembrava infinitamente banale ed
inutile quando si trovavano l’una nelle braccia
dell’altro.
Poi lei, tra i singhiozzi, mentre ancora stava appoggiata a lui
mormorò, riferendosi a quello che lui aveva scritto nella
sua lettera:
- Io non voglio che tu te ne vada… Io posso
farcela… Lasciami decidere da sola… Resta con
me…-.
Dan, con gli occhi pieni di lacrime e lei tra le braccia riusciva solo
a pensare “Ti prego Alison…non rendermi tutto
più difficile…” e a domandarsi come
avrebbe potuto farlo, adesso che lei era lì a ripetergli di
non lasciarla. Come avrebbe potuto andarsene.
Alison si staccò un po’, lo guardò
negli occhi e gli disse solo:
-Ti prego…-
Lui non potè fare a meno di sorridere annuendo e di pensare
che non sarebbe riuscito ad andare via da lei neanche se avesse voluto.
Alison era rimasta tutta la mattina con Dan, avevano mangiato insieme e
nelle prime ore del pomeriggio non avevano ancora saputo quando lui
sarebbe stato dimesso. Lei era visibilmente provata, aveva bisogno di
una doccia e di dormire un po’: dopo averla guardata a lungo
lui glielo disse ma lei rispose testarda :
- Io voglio stare qui.-
Lui rise un po’: - Anch’io voglio che tu stia qui,
tesoro ostinato, ma devi andare a casa… Almeno a farti una
doccia e a rilassarti un po’…-. Lei lo
guardò torva un istante e poi disse: - Sei sicuro?-
- Non ti preoccupare per me…- e soggiunse sottovoce come tra
sé e sé - Non più…-.
Poi, vedendo che lei non si decideva continuò:
- Vai… Starò bene. Cioè… -
la tirò a sé per un braccio - …sai che
senza di te non sto mai bene… - e la baciò sulla
bocca, sussurrandole poi all’orecchio -…ma per
stavolta cercherò di cavarmela.-
Lei rise, lo guardò di nuovo negli occhi, stavolta da
vicinissimo e poi si decise:
- Ok, vado. – gli puntò un dito contro, minacciosa
- Ma sto via poco, il tempo di una doccia! Non ti libererai di me
così facilmente…- fece per allontanarsi e per
uscire dalla stanza.
“Lo so…” pensò lui. Poi, il
pensiero di vederla andare via lo colpì e gli fece esclamare:
- Non così in fretta…!
La prese di nuovo per la mano scendendo dal letto e ritrovandosi in
piedi di fronte a lei:
- Così va meglio…- si chinò e le diede
un bacio leggero sulle labbra, poi un altro e un altro ancora.
- Ehi! – disse lei cercando di liberarsi da lui senza troppa
convinzione - Guarda che un minuto fa volevi che me ne andassi!
Gli sorrise maliziosa ma lui rispose:
- No, ti sbagli… Non ero io…- e la
baciò di nuovo.
Poi, le prese il viso tra le mani ed entrambi si persero per un pezzo
negli occhi dell’altro; si avvicinarono di nuovo lentamente e
si scambiarono un bacio più lungo e più intenso
di ogni altro prima. Quando si allontanarono e lei finalmente
poté uscire dalla stanza, sorridendo e lasciando la sua mano
solo quando furono troppo lontani per tenerla nella sua.
N.D.Summer
Mancano ormai due capitoli
alla fine... Alla fine si capirà tutto, siamo ormai arrivate
al fatidico 22 ottobre del primo capitolo... Ci credete se vi dico che
anche con questa data ho azzeccato qualcosa della mia vita? Spero che
prima della fine anche chi legge (e preferisce e ricorda e segue) e
basta mi dica che cosa ne pensa di questa storia... So che siete
lì ;P
Grazie @finnish_pancake... grazie grazie grazie! Ehe, hai ragione
quella parte del primo capitolo mette ansia... lo ammetto, l'ho fatto
apposta! Cattiva! :P
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Capitolo 28 *** VENTOTTO. So I guess this is the ending... ***
So I guess this is the
ending... of a beautiful mistake
Alison tornò a casa con Lena, che era passata a prenderla e
parlarono lungo per tutto il tragitto di come stesse Drew, di cosa
fosse successo quel giorno a scuola e di altre piccole cose. Alison
parlando con l’amica si era sentita rincuorata, ma
soprattutto grazie a Dan era finalmente tornata serena, dopo tutto quel
tempo: nonostante questo c’era un pensiero che la
preoccupava, ma se ne stava rinchiuso in un angolo della sua mente e
per quanto si sforzasse non riusciva a metterlo a fuoco.
“Sarà la stanchezza…”
pensò facendo spallucce mentre entrava in casa e si dirigeva
subito verso il bagno, con l’intenzione di fare solo una
breve doccia.
Una manciata di minuti dopo, Alison uscì dal bagno con un
accappatoio azzurro chiaro e si sedette sul letto della sua camera.
Prese dei vestiti puliti dall’armadio senza pensarci troppo e
se li infilò velocemente. Poi afferrando le chiavi della
macchina dal tavolino del salotto uscì salutando Lena con un
sorriso, diretta all’ospedale.
Durante il breve viaggio schiacciò un po’ troppo
l’acceleratore senza accorgersene e pensò che
questo fosse dovuto alla sua ansia di rivedere Dan, di accertarsi che
stesse ancora bene come quando, pochi minuti prima, l’aveva
lasciato.
Entrò dalla porta dell’ospedale quasi correndo;
razionalmente, sapeva benissimo che non ce n’era bisogno, ma
le sue gambe non volevano capirlo ed il suo cuore non voleva smettere
di battere troppo veloce.
Arrivata al piano giusto, si diresse veloce verso la sua stanza, la
stanza di Dan.
Entrò ed ebbe un tuffo al cuore: il letto era vuoto. Si
ripeté più volte di stare calma, immobile sulla
soglia, perché c’era senz’altro una
spiegazione razionale.
Aveva sbagliato stanza? Uscì e controllò il
numero sulla porta: era giusto, la stanza era giusta. C’era
qualcos’altro di sbagliato.
“Beh, probabilmente l’avranno
trasferito…” pensò insicura, come per
auto convincersi; fermò una giovane infermiera che stava
passando nel corridoio, sentendo che il panico si stava impadronendo di
lei.
- Scusi… Sa per caso dove hanno trasferito Dan…
Daniel Seak?-
- Oh… Il ragazzo che stava in questa stanza? Non
l’hanno trasferito. L’hanno dimesso. -
Le parole
della ragazza risuonarono nella mente di Alison e il suo sorriso
cordiale divenne ai suoi occhi un ghigno crudele.
Non poteva essere. Dimesso? Ci doveva essere un errore. Uno scambio, un
equivoco. Non poteva essere.
Oppure…
No, non poteva essersene andato così…
La strana sensazione che le riempiva il cuore da quando si era
allontanata per andare a casa si sciolse come veleno nel suo sangue,
spandendosi e bruciando nelle vene…
Ed in un secondo seppe che era così…
Quel sorriso, quel bacio… Ecco cos’era. Quel
qualcosa che non aveva saputo descrivere né
spiegarsi…
Dan se n’era andato.
Quel sorriso e quel bacio erano così particolari…
perché sarebbero stati gli ultimi. E perché lui
lo sapeva.
Aveva deciso così. Aveva deciso anche per lei…
E l’aveva fatto mentre Alison era ancora lì con
lui, al suo fianco… per poi andarsene non appena lei si era
allontanata.
Come aveva fatto a non capirlo? A non dare retta a quella sensazione
strana che aveva in fondo al cuore? A non mettere insieme i pezzi, gli
indizi, gli sguardi di lui… a non capire? Come aveva potuto
lasciarlo andare via?
E lui… come aveva potuto lasciarla?
L’aveva scongiurato di non farlo, di non mettere in pratica
quello che aveva scritto nella lettera, ma lui…
Alison non riusciva a stare in piedi tuttavia non riusciva nemmeno a
sedersi, tremava, sudava freddo, ma non riuscì a versare una
lacrima. Si diresse verso l’uscita e guidò verso
casa, con gli occhi appannati, assente, eppure con la mente piena di
pensieri che scorrevano senza sosta, freddi come ghiaccio sulla fronte.
Solo arrivata a casa, Alison sedette su una sedia ed iniziò
a piangere, prima in una serie di singhiozzi convulsi, poi senza
più trattenersi. Le sembrava così vuoto
quell'appartamento, adesso...e così buio… come
lei…
Sconvolta, amareggiata, scoraggiata, diversa, semplicemente vuota...
Fissava tra le lacrime il telefono senza vederlo e sperava che suonasse
e che lui le dicesse che era stato tutto un brutto scherzo, che andava
tutto bene e che era tutto finito.
E l'unica cosa vera è che era tutto finito.
N.D.Summer
Mmmh, penultimo capitolo...
questa è praticamente la fine della storia.
Lo so, non
è un lieto fine... Ma ci sono storie che un lieto fine non
possono averlo... no?
Spero che vi sia piaciuto lo stesso e che non vi
abbia lasciate troppo amareggiate...!
Il prossimo capitolo è l'ultimo, nonchè
l'epilogo... non vi anticipo niente perchè è
piuttosto particolare, succedono (o meglio, si capiscono) ancora un bel po' di cose...
@ finnish_pancake:
Spiazzante e tragico (almeno in senso romantico), come dicevi tu!
Vabbè, neanche tanto spiazzante, lui l'aveva detto e di
indizi ce n'erano... Testardo e cocciuto fino in fondo eh? Un Edward
Cullen mancato...
Qual era la tua idea sul finale? Sono curiosa, magari è
anche meglio di questa :P In caso possiamo fare un finale doppio!
Per quanto riguarda l'ultima frase dello scorso capitolo avevo notato
anch'io che non suonava! Però sinceramente non saprei come
correggerla... suggerimenti? Potrei mettere "fu troppo lontana" ma
volevo proprio riferirmi ad entrambi, non solo a lei! Uhmmmmmm...
@ Mirya:
Non te la sei sognata l'aria nuova, la serenità
e l'amore che spero si respirasse nello scorso capitolo... Non te lo
sei sognato perchè c'era (spero di essere riuscita a
trasmetterlo)... Ma penso proprio che, almeno per quanto riguarda lui,
fosse un tipo di amore che ti fa desiderare soprattutto il bene
dell'altro, a discapito anche del tuo... una sorta di rassegnazione
serena al sacrificio per il bene di lei... Non sto affatto dicendo che
sia giusto (non è così che la penso io), ma a quanto pare
Dan la pensava così, già da qualche tempo (come
dice anche nella lettera)... Così ha deciso anche per lei
che andarsene fosse la cosa giusta da fare, soprattutto per lei. Idiota.
Tra l'altro, me ne rendo conto... Edward Cullen, anyone? :P
Vabbè, c'è da dire che questa storia l'ho scritta
quando il caro vampirucolo era solo una stellina nel cielo, anzi nella
mente della Meyer... quindi, per stavolta niente citazione per plagio,
fiuuuu :P
@ prettyvitto:
hai ragione, capisco benissimo la mancanza di tempo... Io in questo
momento dovrei essere sui libri da almeno un'ora! Però fa
sempre piacere un'opinione in più su quello che scriviamo, come la tua... fa piacere anche se corta, anche se scritta in due minuti o di fretta :)
...sennò come faccio a sapere se siete soddisfatte
della piega che prendono gli eventi???
Dopo questa, minimo sarò seppellita da commenti che dicono
che questo capitolo è uno schifo :S
Baci a tutte, alla prossima...
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Capitolo 29 *** VENTINOVE. Lampo di vita ***
Epilogo
Lampo di vita
It's
another perfect day
Another perfect day
So I
might try to leave it all behind
I know tomorrow's not so bright now
I'll say goodbye 'cause nothing good can last
You wear and figured no where fast
And today I don't know how
To keep
it all inside
But I guess I'll let it slide
(American
Hi Fi, “Another Perfect Day”)
17
settembre 2006
-
Stai attento, tesoro! -
Alison stava in piedi a braccia
conserte davanti alla porta di casa sua, una bella villetta a due piani
con un
piccolo giardino davanti. Stava guardando con occhi pieni di affetto
anche se un po’
preoccupati un bambino che correva intorno ad un albero. A giugno aveva
compiuto tre
anni e lei non poteva credere che fosse
già passato
così tanto tempo… Le sembrava di aver appena
finito il liceo, invece era
passato tantissimo tempo. Ed erano successe moltissime cose: si era
scoperta incinta, aveva finito la scuola ugualmente con buoni voti,
anche se le
era costato il doppio della fatica...
E si era sposata.
Proprio in quel momento una
macchina parcheggiò nel vialetto: scese lui, perfetto come
sempre nel completo gessato
grigio, salutò il bambino prendendolo in braccio e facendolo
ruotare in aria.
Poi lo mise giù e si diresse con un sorriso verso di lei: -
Ciao…-
Lei sorrise cercando di nascondere
ciò che pensava: - Ciao Mark…Com’
è andata in ufficio? -
- Al solito… Ma adesso va meglio. -
e la baciò aggiungendo poi, scrutandola preoccupato -
Perché? C’è qualcosa che non va? -
“Sai benissimo a cosa sto
pensando…a chi sto pensando…” Lei
scosse la testa mestamente e lui entrò in
casa esclamando: - Perfetto!-
“Proprio come la mia
vita…Perfetta…”.
Alison scacciò questo pensiero dalla mente e andò
a sedersi su un’altalena
che Mark aveva montato in giardino, vicino a suo figlio che ora stava
giocando
con un ramo, seduto per terra.
Alison guardò il cielo: avrebbe
piovuto. Sarebbe stato esattamente come quel giorno di quattro anni
prima…
Sentì
un groppo in gola. Avrebbe voluto poter smettere di pensare, sarebbe
stato tutto più
facile; ma non poteva, non ci riusciva.
E così si ricordò di quel giorno, della
biblioteca, della pioggia…di lui…
Dan…
…di casa sua, di come era
stato
dolce, di quanto era diverso da quello che tutti pensavano…
E poi…
Quando solo un
mese dopo se n’era andato… Quanto aveva pianto,
provato a rintracciarlo, pregato
che si rifacesse vivo, che non la lasciasse così, senza
spiegazioni a parte
quella che voleva salvarla da se stesso… E lei, che non
voleva affatto essere
salvata e che aveva sempre sperato per tutti quegli anni di rivederlo,
anche
solo per sbaglio, per caso o per… destino…
Ma non era successo, così aveva deciso
di lasciare che le cose andassero come dovevano andare… Non
poteva fare
altrimenti… Non riguardava più solo lei.
Alison si accorse di avere le
lacrime agli occhi e se ne accorse anche suo figlio che si
alzò e le corse
incontro: -Mamma…-.
Guardandolo avvicinarsi a lei, le lacrime scesero
più copiose sul viso di Alison, ma lo
rassicurò:
- Va tutto bene, Andrew… Torna
a giocare… Non è niente…-
Il piccolo la guardò ancora
incerto,
mentre un velo di preoccupazione nascondeva il solito sguardo furbo nei
suoi
occhioni azzurri.
Chissà
se tu sei cambiata
Chissà
dove sei finita
In
questo lampo di vita
Chissà
se sei stata amata
Chissà
se quella ferita
Chissà
se poi è guarita
In
questo lampo di vita
N.D.Summer
Epilogo... Uhm. Non
c'è molto da aggiungere... Questo capitolo
è più una drabble... ma mi bastavano (e volevo
che bastassero) poche parole per far capire... tutto.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e commentato, soprattutto
finnish_pancake che mi ha seguita e commentata praticamente dall'inizio
alla fine :P
Spero che questo finale non sia troppo sconvolgente: in qualunque caso
mi farebbe piacerissimo avere un vostro parere (delle 8 persone che
hanno "preferito" BM, delle 7 che l'hanno ricordata e delle 13 che la
seguivano... :P ma anche degli altri eeeh!!!) su come è
finita... Se ci saranno commenti risponderò sempre qui,
nell'ultimo capitolo, con un aggiornamentino...
Anche perchè, uhm, sì in realtà tempo
fa ho iniziato a scrivere una sorta di sequel (non riesco proprio ad
abbandonare questa storia e questi personaggi u.u), quindi magari
appena avrò tempo di sistemarlo lo posterò
(magari creando una serie in cui includere anche BM, quindi... se vi
va, tenetela d'occhio!!)...
Grazie ancora a tutti, baci...
***
Volevo
segnalarvi, se vi piace Twilight, una mia nuova ff (composta di 3
shots, quindi è cortina) con cui ho partecipato al concorso
Spicchi di sole al quale si è piazzata al primo posto *-*
non so se si capisce (anche dalla mia pagina dell’autrice
-.-), ma sono moooolto felice per questo! Se vi va datele
un’occhiata: si intitola Frantumi.
In più, se proprio avete tempo da perdere,
c’è anche una sorta di “bonus”
dello stesso concorso, una one shot che si intitola Per lei.
Enjoy :)
N.D.
Summer del 25 settembre 2010
Ho
creato la serie Beautiful
Memories, in cui è inclusa Beautiful Mistake e una
raccolta di one shot intitolata Beautiful
Moments in cui in futuro posterò dei missing moments della storia originale, con altri punti di vista e qualche
dettaglio in più... In attesa della continuazione!
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