JTR - Jack The Ripper.

di a Game of Shadows
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** 1. My Mind Rebels At Stagnation. ***
Capitolo 3: *** 2. Catatonic. ***
Capitolo 4: *** 3. Panic, Shear, Bloody Panic. ***
Capitolo 5: *** 4. He's Killed The Dog. Again. ***
Capitolo 6: *** 5. Data, Data, Data. ***
Capitolo 7: *** 6. I Never Woke Up In Handcuffs Before. ***
Capitolo 8: *** 7. Psychological Recovery: Six Months. ***
Capitolo 9: *** 8. Discombobulate. ***
Capitolo 10: *** 9. Is It Poisoned, Nanny? ***
Capitolo 11: *** 10. Not In Blood But In Bond. ***



Capitolo 1
*** Prologue. ***


J.T.R. - Jack the Ripper.

P
rologue.

Entrai nella stanza, cercando di fare meno rumore possibile.
Sapevo che, dopo i recenti avvenimenti, non sarei più riuscito a mandare avanti il mio lavoro all'ambulatorio, sapevo che mi avrebbe dato la nausea rivedere un posto che potesse essere collegato ad un ospedale.
Avvicinai una sedia al letto e mi sedetti, rimanendo a guardarlo.
Era molto pallido, aveva perso molto sangue. Per colpa mia.
Holmes era sdraiato su quel letto per colpa mia.
Gli postai i capelli ricaduti sugli occhi, trattenendo a stento le lacrime.
Non avrebbe dovuto mettersi in mezzo. Perchè l'aveva fatto? Perchè era stato così stupido, lui, nella sua genialità, da rischiare di morire per colpa mia?
"Vedremo se ce la farà." mi avevano detto.
Io, come medico, sapevo benissimo che quando un dottore pronunciava quelle parole, era un modo gentile per dire: "Non sappiamo se riaprirà più gli occhi."
Permisi ad una sola lacrima di scendermi lungo il viso, senza staccare mai gli occhi da lui, senza perdermi mai un suo respiro, con la consapevolezza che ognuno di quelli avrebbe potuto essere l'ultimo.

[NdA]
Come avrete capito, questa scena si svolge dopo il resto della fanfic, quindi è ancora tutto da scoprire.
L'unico motivo per cui ho trovato il tempo di scrivere questa fanfic, che mi girava in testa più o meno da un secolo, è che la scrivo su un quaderno durante le ore noiose di scuola, quindi chiedo subito scusa in caso ne venga fuori uno schifo o in caso gli aggiornamenti siano rari.
I titoli dei capitoli saranno le canzoni della colonna sonora.

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Capitolo 2
*** 1. My Mind Rebels At Stagnation. ***


1. My Mind Rebels At Stagnation.
Bussai alla porta con insistenza, ma non ricevetti nessuna risposta, come al solito.
Sbuffai, entrando, per trovarmi immerso nell'oscurità.
Camminai piano e a tentoni fino a raggiungere la finestra, che spalancai. Non mi arrivò nessun lamento alle orecchie, tanto che pensai che Holmes avesse dormito nella stanza sopra al ring di boxe. Stavo già per andarmene quando lo vidi rannicchiato sulla poltrona, con il cappotto a coprirgli il viso.
Mi avvicinai, maledicendo la sua attitudine a testare i suoi esperimenti su se stesso, da quando Gladstone era venuto via con me.
Mi inginocchiai vicino alla sua poltrona e abbassai il cappotto fino a poggiarglielo sulle spalle. Non era pallido, non aveva segni di un'intossicazione chimica, il battito cardiaco era regolare. Stava solo dormendo. Quel pensiero mi addolcì un po', facendomi dimenticare, sul momento, che comunque testava i suoi esperimenti su di se in altri momenti.
Era facile vederlo febbricitante o avvelenato da qualche sostanza, ma raramente avevo avuto occasione di vederlo semplicemente dormire.
Una mia mano si alzò fuori dal mio controllo per andare ad affondare tra i suoi capelli scuri. Nel sonno, emise un mugolio molto simile alle fusa di un gatto e provai una strana soddisfazione nel constatare che era stata una mia azione a fargli emettere un simile suono soddisfatto.
"SIGNOR HOLMES!"
Quell'urlo improvviso mi fece scattare in piedi, con sonora protesta delle mie vecchie ferite. Holmes quasi rischio di cadere dalla poltrona, per poi mettersi velocemente in piedi e fissare la porta.
Se non fossi a conoscenza del suo incredibile spirito d'osservazione, avrei detto che non aveva neanche notato la mia presenza.
Sentii un certo imbarazzo per la mia azione di prima, ma cercai di mantenere un certo contegno quando Clarkie entrò nella stanza, visibilmente preso dal panico, pallido, con gli occhi sgranati, come se avesse visto la cosa piùorribile di questo mondo. Questo spiegherebbe il suo urlo urgente di poco prima.
Come al solito, ignorò la mia presenza, rivolgendosi solo al mio ex collega.
"L'ispettore Lestrade vuole vederla subito, signore!" disse, appena varcata la porta.
Holmes, in risposta, sospirò. Raccolse il cappotto da terra e si accese la pipa, per poi lasciarsi cadere malamente sulla poltrona.
"Cos'è successo, stavolta?"
"Un omicidio, signore. Brutale ed insostenibile allo sguardo. Sono state asportate parti del corpo e -" Si bloccò. Era visibilmente sconvolto. "Non ci sono impronte, signore." concluse, su un piano diverso.
Il caso sembrava comunque aver catturato l'attenzione di Holmes.
"Se Lestrade non ha visto impronte, non significa che non ci siano. A meno che l'assassino non sia una persona in grado di volare, ma ne dubito. E' scentificamente impossibile che non ci siano tracce."
Si mise il cappotto.
"Arrivo subito."
Dopo queste parole ricevute da Holmes, Clarkie scese ad aspettarelo in carrozza.
"Asportate parti del corpo?!" ripetei, allibito.
"E' un caso interessante." rispose Holmes, vagando per la stanza in cerca dei suoi oggetti del mestiere.
"Che cosa ci fa lei qui?" chiese ancora, con un tono chiaramente noncurante.
Sussultai alla sua domanda. In realtà, non lo sapevo neanche io. Semplicemente mi ero svegliato, ero uscito di casa e mi ero diretto a Baker Street.
"Volevo assicurarmi che non si fosse avvelenato." risposi.
Non sapevo perchè fossi li nè, tantomeno, perchè avessi sentito il bisogno di toccare i suoi capelli.
Non ricevetti nessuna risposta da parte sua, comunque. Lo guardai sistemarsi il cappello sulla testa per poi dirigersi verso la porta.
"Sono pronto, possiamo andare.
Possiamo?!
"Holmes, io non lavoro più con lei!" sbottai, per l'ennesima volta.
Si voltò verso di me, per un secondo con lo sguardo confuso.
"Non mi risulta che lei abbia di meglio da fare, oggi. Il mercoledì è il giorno in cui il suo ambulatorio è chiuso."
Come al solito, non riuscii a capire come sapesse. Non gli avevo mai parlato del mio lavoro, quelle poche volte che l'avevo visto dopo il mio trasferimento.
"Come fa a saperlo?" chiesi, curioso, nonostante sapessi che questa era un'altra vittoria per lui. Infatti sorrise.
"E' ovvio, Watson. Oggi è un giorno lavorativo e lei è qui quando, a quest'ora, dovrebbe essere già al lavoro. Non è neppure considerabile l'ipotesi che abbia deciso di aprire più tardi, perchè quando le ho proposto di seguirmi, non mi ha detto che doveva andare dai suoi pazienti, come ogni dottore farebbe."
Lo odiavo. Lo odiavo, quando faceva così. Cioè sempre.
"Andiamo!" ripetè, avviandosi per le scale.

Ero in carrozza. Non so come, Holmes era riuscito a convincermi ancora una volta a seguirlo.
"Dettagli, Clarkie?" chiese Holmes.
Il poliziotto sembrò imbarazzato a quella domanda.
"Speravamo potesse darceli lei..." ammise.
Ormai eravamo tanto abituati all'incompetenza di Scotland Yard che anche la delusione era diventata assente.
"Quindi? Niente da dire?" insistette Holmes.
"La vittima era una prostituta. Le è stata tagliata la gola e, successivamente, asportato l'utero. Non sono state rilevate tracce o impronte nelle immediate vicinanze al corpo."
Clarkie era ancora sconvolto e si notava bene quanto anche solo parlare dell'argomento lo disgustasse ancora.
Mi spaventai al solo pensiero di quello che ci accingevamo a vedere, osservando la reazione del poliziotto. Tuttavia, Holmes sembrava del tutto indifferente, come suo solito.
"E' un periodo piovoso, è impossibile che non ci sia nessuna traccia vicino al cadavere."
"Nessuna se non le nostre, signore. Vedrà lei stesso."
Scendemmo dalla carrozza in Bucks Row e lo spettacolo che si parò davanti ai nostri occhi era qualcosa di tanto orribile che non avevo mai visto niente del genere neppure in guerra, tanto osceno che perfino Holmes sembrò esserne disturbato.
"L'assassino ci ha lasciato un biglietto." annunciò Lestrade, venendoci incontro, visibilmente nauseato. "Si firma 'Jack the Ripper'."

[NdA]
Ma che accoglienza calorosa a questa nuova long! E pensare che sul quaderno l'ho già finita... Curiose, eh? xD Sono 9 capitoli!
Accidenti... Questa la devo solo trascrivere, Just an Office è quasi finita... Meno male mi resta Taking Care of You ( i quali lettori prego di perdonarmi, ho appena iniziato il capitolo)!

barbydowney: mi sto massacrando! xD 3 long e una serie di one shot! Non sopravviverò! Ma quando l'ispirazione prende, devo scrivere per forza o mi sento male! O.o
Non saprai cosa è successo a Holmes fino al capitolo 8! xD

aXce: si, domanda decisamente stupida! xD
Non spoilero! u.u

Sweet Bee: non dirò se ci sarà un bad ending u.u Però mi piaceva l'idea di iniziare male una fanfic *-*

NonnaPapera: sono tornata, si! *-* Era un po' che non mettevo piede nel fandom! Grazie mille anche per le recensioni lasciate alla raccolta, non ho più avuto occasione di ringraziarti!
Non sapevo neanche che le leggessi, le fanfic su Rob e Jude! xD

Willy Wonka: Fino al capitolo 8, rimarrete nella più totale ombra! Bwahahahahahahah! xD

FrancYeah:  Ogni tanto anche io lascio il fluff e mi do un po' all'angst... Ogni tanto ci vuole! xD

Miss Adler: Waaaaaaa! Davvero è stata la prima cosa che hai fatto? *-* Sono lusingata! *--------------*

Oltre queste carissime sette persone che hanno recensito, ringrazio anche
aXce

barbydowney
BlackCobra
dodo
[Contatta]
Elena Malfoy
FrancYeah
ginnyx
SeptemberRain
sery221B
Che già seguono!

Alla prossima!

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Capitolo 3
*** 2. Catatonic. ***


2. Catatonic.
"Nome?" chiese Holmes.
Per la prima volta da quando lavoravo con lui, non lo vidi iniziare subito a perlustrare la zona in tutti i suoi minimi dettagli. Il suo sguardo era fisso sul cadavere con espressione completamente neutra, cosa che, ad occhio esperto, lasciava capire quanto ritenesse orribile quello spettacolo.
Il mio, di sguardo, invece, era fisso su di lui.
Nonostante fosse ben evidente quanto ritenesse tutto questo repellente, un particolare brillio nei suoi occhi - ormai a me familiare - annunciava quanto ritenesse il caso interessante, quanto fosse determinato ad indagare e risolverlo.
"Mary Ann Nicols, quarantatre anni. Era una prostituta, è stata identificata da un gruppo di amiche, prostitute anche loro." rispose Lestrade.
Ci voltammo appena verso destra, per vedere un gruppo composto da quattro donne che piangevano e rimanevano voltate verso il muro, pur di non vedere quel che era rimasto della loro amica.
Senza degnarle d'uno sguardo in più, Holmes si avvicinò al cadavere. Io, seppur riluttante, feci lo stesso.
Prima di chinarsi per osservare lo scempio, scrutò con attenzione il terreno attorno, constantando che, in effetti, le uniche impronte evidenti erano le nostre e quelle che contraddistinguevano le scarpe della divisa della polizia.
I suoi occhi brillarono ancora. Era attratto da quello che risultava impossibile in questo caso.
"Lestrade aveva ragione, non ci sono impronte." mi sussurrò.
"Ho notato." risposi.
"Non glielo dica, non gli dia questa soddisfazione."
Si chinò sul cadavere per esaminare le ferite.
La gola tagliata rasentava la decapitazione, uno squarcio sulla pancia lasciava furiuscire l'intestino e una profonda ferita più in basso confermava quello che Clarkie ci aveva detto, l'utero era stato asportato.
Io ero stato in guerra, non mi sentii male a quella vista, nonostante tutto, ma non sono mai riuscito a capire come avesse fatto Holmes a ritrovare così velocemente il suo sguardo freddo e calcolatore.
"Guardi le ferite, Watson."
Mi avvicinai, esaminando il taglio a mia volta. Non faticai a trovarlo familiare.
"Un bisturi chirurgico."
"Già. E le ferite sono troppo decise, la vittima non ha opposto resistenza. O non se lo aspettava, o aveva a che fare con una persona da cui non ci si sarebbe mai asppettati una cosa simile."
Si rialzò, voltandosi verso i poliziotti dietro di noi.
"Lestrade, stiamo cercando un medico."
Lestrade assunse prima un'espressione incredula, poi scosse violentemente la testa, negando l'affermazione di Holmes.
"E' ompossibile. Un uomo di quel rango non si macchierebbe mai di - "
"Quelle ferite sono state inferte da un bisturi ed hanno la precisione di una mano esperta. E c'è un'ottima conoscenza dell'anatomia." lo interruppe Holmes, tranquillo come al solito. "Stiamo cercando un medico. Un chirurgo."
Ci allontanammo da Lestrade, avvicinandomi al gruppo di donne in lacrime.
"Buongiorno, no - "
Holmes fu brutalmente interrotto da una delle donne che si mise subito a sbraitare.
"Buongiorno!? Le sembra che questo sia un buon giorno!? Come si permette?!"
"Mi scusi, cercavo solo di essere educato. La prossima volta le augurerò una pessima giornata." le disse ancora con tono neutro, per poi tornare a rivolgersi al gruppo intero. "Sembrate un gruppo molto unito. Sapreste dirmi perchè la signorina Nichols era da sola?"
"Questioni di lavoro."
La donna che aveva aggredito Holmes era stata trattenuta da altre due donne, mentre a parlare era stata l'ultima rimasta. Era abbastanza bella, i lunghi boccoli rossi le cadevano lungo il corpo. Non avrei mai detto che fosse una prostituta.
Holmes si voltò verso di lei, mostrandole certamente molto più interesse di quanto ne fosse appropriato in quel frangente. Provai la forte tentazione di afferrargli il volto e voltarso con la forza dalla parte opposta.
"I clienti non apprezzano le donne che girano in gruppo, vogliono essere visti da meno persone possibili. Molti di loro sono sposati o di alto rango. Quando lavoriamo, siamo costrette a dividerci." conclude la donna.
"E' tutto?" chiese
Il tono che usò per rivolgersi a lei mi fece montare della rabbia sconosciuta dentro.
"Si." annuì lei.
"Con chi ho avuto il piacere di parlare?"
Volevo tirargli un pugno. Con tutta la forza che avevo.
"Mary Jane Kelly. Mary."
Trovai quella richiesta di confidenza non solo ancora più irritante, ma anche esageratamente inadeguata.
Tuttavia, sembrò che Holmes non fosse della mia stessa opinione.
"Lei mi sembra quella che è più propensa a parlare. Se casualmente le venisse in mente altro, può trovarmi - "
"Al 221B di Baker Street."
Il sorriso che si dipinse sul volto della prostituta mi dava la nausea per quanto era perverso. Non mi piaceva il fatto che Holmes avesse avuto intenzione di dirle dove trovarlo nè, tantomeno, il fatto che lei lo sapesse già.
"Tutti sanno dove trovarla, signor Holmes. E' molto famoso, a Londra."
Fortunatamente, Holmes non sembrò molto attratto da quella implicita proposta.
"Bene. Mentre noi mandiamo avanti le indagini, suggerisco a lei e alle sue amiche di evitare eventuali clienti che si dimostrano di alto rango. Diffondete la voce nel giro."
Si voltò, pronto ad andarsene ed io, sollevato, mi accinsi a seguirlo.
"Non possiamo tenerci alla larga da loro!"
Ci voltammo di nuovo e vedemmo che la donna che aveva aggredito verbalmente Holmes era tornata all'attacco.
"Sono quelli che pagano di più e - "
"In caso non lo sappia, signorina"  la interruppe di nuovo Holmes, con tono vagamente irritato. "L'uomo che ha ucciso la vostra amica è un medico o uno studente di medicina. Sinceramente, dubito che siate in grado di riconoscere un medico dalle altri classe ad una semplice occhiata per avere il tempo di fuggire. Dunque, il mio suggerimento resta lo stesso. Però puo decidere a suo libero arbitrio di farsi ridurre come la sua amica."
Concluso il suo poco rassicurante discorso, si voltò e riprese a camminare. Io rimasi basito, così come quelle donne, dalla eccessiva freddezza dimostrata, e non mi mossi da dov'ero.
Solo quando Holmes si fermò e si voltò a guardarmi, mi ricordai di raggiungerlo.
"Non crede di aver esagerato, Holmes?" chiesi.
"No. Quella donna è spaventata, fuori controllo. Se non mi fossi comportato così, probabilmente non avrebbe un minimo di discrezione."
"Pensa che qualcuno ce l'abbia con le prostitute?"
"E' probabile. O forse è un maniacale serial killer che sente il bisogno di uccidere e le prostitute sono le uniche persone che possano essere prese da sole. Potrebbe diventare un killer seriale."
Il suo sguardo si abbassò sulla strada.
"Cosa ha visto?" chiesi.
"Fango. Tracce delle ruote di una carrozza. In città non dovrebbero esserci, a meno che la carrozza non abbia viaggiato nel parco, e non sarebbe passata inosservata, considerando che c'è un divieto."
"L'assassino." dissi subito, seguendo il suo sguardo.
"Forse. O forse un turista che si è perso. Ipotizzi, Watson! Non consideri vera la prima ipotesi che le viene in mente!"
Nonostante questo, però, s'incamminò a seguire la traccia.
"Perchè non prendiamo una carrozza?"
"Perchè, come ha detto lei, questa pista potrebbe portare all'assassino. In carrozza, potrebbe sentirci arrivare ed è meglio essere discreti con una persona che è capace di fare cose del genere."
Capitava che mi sentissi incredibilmente stupido a parlare con lui. Non pensavo neppure alle cose più ovvie, se seguivo un suo caso, aspettando che fosse lui a dirmelo.
Seguimmo le tracce infangate della carrozza, perdendola per alcuni tratti, per poi ritrovarla e riprendere a seguirla.
Ormai si era fatto buio, quando arrivammo nella campagna inoltrata, davanti ad una chiesa.

[NdA]
Ci tengo a fare delle precisazioni, prima di continuare a postare questa fanfic: nella scrittura dei gialli non me la cavo molto bene, quindi perdonatemi se questa fanfic farà schifo.
I nomi, i luoghi e le età delle vittime, sono gli stessi delle persone realmente assassinate da Jack lo Squartatore, ho cercato di rispettare tutte le informazioni che sono riuscita a trovare, anche se ci sarà una mia piccola aggiunta su un dettaglio, in futuro.
Immaginatevi Mary Jane Kelly come Heather Graham che nel film "From Hell", l'ha interpretata, per non parlare del fatto che è stata collega di Rob nel film "Two Girls and a Guy". *me sbava al pensiero*
Okay, mi ricompongo! xD

Miss Adler: eh, si! Sono un razzo! xD

barbydowney: Già, certo... -.- Noi sappiamo benissimo qual è il vero motivo!! ^^ Concordo u.u

_Bina90_: Apprezzo molto che tu faccia un'eccezione alle regola per me *-*
I capitoli sono 9, quindi prima di sapere che cosa è successo, ci manca ancora un po'! Mi dispiacerovinarti un esame! xD
Faccio un liceo scientifico indirizzo artistico, qui a Livorno. Scrivo durante le lezioni noiose! xD

NonnaPapera: mi è concesso prendere a calci la modestia? Si, vero? Mi è venuta l'idea per questa fanfic per caso, mentre scrivevo il capitolo 8 di "Difetti, difetti e cognizioni", in cui ho citato Jack lo Squartatore per caso. Ispirarsi da soli è davvero poco modesto, vero? xD

aXce: Rispondi pure a Watson con il tono che vuoi, che se lo merita. E se lo meriterà ancora per un po'! xD

ladyElric92: Anche io mi amo *me si atteggia* xD
Leggerei volentieri quel libro ma, a parte che i miei non sguanciano per farmi comprare niente, a Livorno sembra impossibile trovare un libro di Holmes che non sia "Uno Studio in Rosso" u.u

FrancYeah: Anche io sono un'ammiratore dello Squartatore, anche se questo è inquietante! xD

Dunque, dunque, dunque: ringrazo anche:
ladyElric92, _Bina90_, Alchimista, aXce, barbydowney, BlackCobra, dodo, Elena Malfoy, fleur89, FrancYeah, ginnyz, Nemu Chan, SeptemberRain e sery221B che già preferiscono o seguono!

Conto di aggiornare in fretta, visto che devo solo trascrivere i capitoli!

A presto!

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Capitolo 4
*** 3. Panic, Shear, Bloody Panic. ***


3. Panic, Shear, Bloody Panic.
Holmes non sembrava stupito quanto me che le tracce di un così brutale omicidio ci avessero condotti davanti ad un luogo sacro. Guardava la chiesa con fare disinteressato, per poi avviarsi alla porta. Negli immediati dintorni, non c'era traccia di nessuna carrozza. Era ovvio che fosse una coincidenza.
"Holmes, dove sta andando?" chiesi.
"Dentro. Andiamo, dottore! Non abbiamo tutta la giornata!"
Conclusa questa frase, afferrò le maniglie della porta e la spalancò. Io lo seguii immediatamente, pronto a sparare in qualsiasi momento. Ero più che certo che Holmes avesse lasciato il suo revolver a Baker Street.
"Il revolver, Holmes?" chiesi, sottovoce.
"Credo di averlo dimenticato." rispose, tranquillo, confermando la mia teoria.
La chiesa era grande e maestosa, con affreschi bellissimi che incorniciavano le tre ampie navate con racconti biblici. Sul fondo, si aprivano cinque nicchie, come i petiali di un fiore.
Avanzando, una delle nicchie nascoste a lato entrò nel nostro campo visivo e un mormorio leggero, in latino, arrivò alle nostre orecchie. Era una preghiera, il Padre Nostro. Inginocchiato davanti alla statua della Vergine, c'era il parroco della chiesa.
Riposi la pistola.
Holmes si sgranchì la voce con fare davvero poco educato e l'uomo si voltò di scatto.
"Buonasera, fratelli!" disse, alzandosi.
Rivolse il segno della croce alla statua, prima di avvicinarsi a noi.
Io non mi mossi di un millimetro, mentre Holmes gli rivolse un falsissimo sorriso di circostanza, anche se i suoi occhi stavano scrutando attentamente quella figura.
Sapevo che moriva dalla voglia di fare una battuta sulla frase del prete, specie sul 'fratelli', probabilmente alludendo al suo scarso fervore religioso, ma apprezzai che rimanesse muto.
"E' un onore avere Sherlock Holmes e John Watson nella mia chiesa!"
Ci conosceva. Scrutai anche io con più attenzione quell'uomo, convinto di averlo già conosciuto nonostante non avessi l'attitudine a seguire le messe e non avessi mai messo piede in quella chiesa nella mia vita prima d'allora.
"Mi sembrava che avesse un'aria familiare. Ci siamo già conosciuti?" chiese Holmes.
"No, signore. Ma il suo nome e quello del suo collega appaiono spesso sui giornali. Lei nasconde sempre il viso nelle foto, ma il suo collega no. E' stata una semplice supposizione, credere che fosse lei. Noto con piacere che non mi sono sbagliato. Che cosa posso fare per voi? Volete confessarvi?"
"Nè io nè lei abbiamo così tanto tempo da sprecare." rispose Holmes, atono, nascondendo un certo divertimento.
D'altra parte, anche io ero convinto che se Holmes davvero si fosse confessato, avrebbe rubato delle ore al povero parroco.
"Da quanto tempo lei è qui?"
"Sono stato qui tutto il giorno. Ho preparato la messa di domani e lavorato al discorso Natalizio."
"Era solo?"
"No, c0erano Suor Maria e Suor Hannah con me. Perchè?" chiese.
Holmes lo ignorò.
"E' venuto qualcuno a farle visita, nelle ultime ore?"
A quella domanda, l'uomo sbiancò di colpo, preoccupato.
"E' - è venuto un - un gentiluomo a con - confessarsi..."
Se la sua reazione non era sfuggita a me, di certo non poteva essere scappata agli occhi esperti di Holmes.
No, quell'uomo non era preoccupato. Era terrorizzato.
"Qual'era il suo nome?" chiese ancora il mio collega.
"Non lo so, non è obbligatorio dirlo al parroco."
"Com'era fatto?"
"Nel confessionale non si vede l'interlocutore."
"Cosa le ha detto?"
L'uomo perse il poco colre che gli era rimasto, tanto che credetti sarebbe svenuto da un momento all'altro.
"Non posso dirglielo, mi dispiace... Quello che viene detto in confessione resta tra il confessore, il parro -"
"Niente mi vieta di tirare a indovinare, quindi."
Holmes non era certo il tipo da farsi fermare dalle regole clericali.
"Credo che quell'uomo le abbia confessato un omicidio premeditato e le abbia detto che ha intenzione di farlo ancora. Ho ragione?"
Il parroco boccheggiò per un po', prima di doversi sorreggere ad una delle panche per non cadere. Chiuse gli occhi e portò una mano sul cuore.
"Grazie." disse Holmes, voltandosi ed incamminandosi verso la porta. Lo raggiunsi, facendo comunque il segno della croce prima di uscire.
"Come fa ad essere certo che lo rifarà?"
"Se l'assassino avesse confessato solo l'omicidio, il prete sarebbe stato spaventato dal gesto, ma nulla di più, con la convinzione che non l'avrebbe più fatto. Invece quell'uomo era terrorizzato e non parlava, in quanto l'assassino ha intenzione di uccidere ancora e lui si è identificato come una potenziale vittima. Abbiamo trovato il movente, comunque."
Lo guardai, stupito.
"E quale sarebbe?"
"La religione. E' andato a confessarsi, quindi è una persona molto religiosa. Ed ha uccido delle prostitute. Probabilmente le considerava delle peccatrici ed ha voluto punirle."
Mentre parlava, continuava ad osservare il terreno dove camminavamo e la zona circostante.
"Osservi, Watson."
Osservai il terreno, come mi disse, ma non vidi niente di rilevante. Solo le nostre impronte e quelle della carrozza.
"Non c'è niente." constatai, con la certezza che mi avrebbe smentito indicandomi qualcosa che certamente non sarei stato in grado di vedere da solo.
"Esatto." rispose invece, stupendomi. "Mi domando da dove sia passata la carrozza per andarsene."
Una sola traccia sul terreno. Mi chiesi come avessi fatto ad essere talmente cieco da non vedere.
Riaccompagnai Holmes a Baker Street quando ormai era quasi mezzanotte. Volevo assicurarmi che andasse a dormire e che non si drogasse o bevesse per trovare più velocemente la soluzione del caso.
Appena entrammo in salotto, prelevai il suo cofanetto con la cocaina al suo interno, con l'intenzione di portarlo via. Mi guardò, contrariato, ma non disse nulla.
Stavo per salutarlo ed andarmene, quando sentimmo dei passi affrettati salire le scale. La porta si spalancò e sulla soglia apparve Mary Jane Kelly, in lacrime, che, appena individuò Holmes nella stanza, corse verso di lui e gli gettò le braccia al collo; subito sentii il bisogno di tirarle uno schiaffo in pieno viso ma, fortunatamente, mi trattenni dal farlo.
Vidi Holmes irrigidirsi all'istante, non aveva mai apprezzato questo genere di gesti di dimostrazione affettiva, che il sentimento fosse provato o meno.
Ben presto, infatti - con mia grande soddisfazione, portò le mani sulle spalle della donna, cercando di scrollarsela di dosso. Quando lei lo strinse a se con più forza, rinunciò, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, ma non ricambiò l'abbraccio. Era forte, certo, ma almeno conosceva un minimo di educazione e si astenne dal colpire una donna.
"Cos'è successo?" chiese solamente.
Sapeva già la risposta, l'avevo capita anche io.
"Lei - Lei voleva dimostrare che - che non volevano uccidere noi, che era - che era stato solo un caso." iniziò tra i singhiozzi, stringendo con più forza il cappotto del mio collega.
"Annie è - Annie è..."
E poi svenne tra le sue braccia.

[NdA]
Ta ta ta taaaaaaaaaaaaaaaaaaa ta ta ta taaaaaaaaaaaaaaaa! Quanti morti in così poco tempo! xD
Ho già accennato al fatto che seguo il più possibile la vera storia di Jack lo Squartatore, con dei piccoli dettagli utili solo al mio scopo, vero? Si? Bene.
No, seriamente, non lo ricordo O.o
Avrete modo di constatarlo nel prossimo capitolo, comunque che, spoilerando tra noi, potrebbe sconvolgere non poche persone!

barbydowney: Un pugno dritto sul naso! Forte! Io scommetto sulla tua vittoria!

_Bina90_: Io penso che se una persona come Robert si presentasse al mio funerale dando il buongiorno, sarei capace di resuscitare O.o
Si, Watson è geloso... E nei prossimi capitoli peggiora pure e non solo in fatto di gelosia... *se ne va fischiettando*

Miss Adler: Viva la vendetta! xD Questa fanfic è un po' qualcosa tipo 'Quello che il Watson di Jude Law non dice a voce alta per tutto il film', perchè quando parla di Irene, dopo averla vista uscire da Baker Street, in effetti, una punta di gelosia, io l'ho vista! xD
Anche io ho letto i racconti di Doyle ed è proprio per questo che non mi sento all'altezza di scrivere un giallo su Sherlock Holmes! O.o
Per quanto riguarda la tua richiesta, mi dispiace, ma non credo che passerò. Ho una regola ed è contro lo spam e, purtroppo, io considero spam se mi viene consigliata una fanfic in una recensione ad una mia fanfic. Il fandom non è aggiornato da nuove fanfic molto spesso, prima o poi sono certa che sarei passata dalle tue fanfic, ma io non mi sono mai permessa di chiedere ricambi di recensioni agli altri autori, quindi, mi dispiace.
Spero comunque che tu non abbia preso questa mia regola come un'offesa personale, perchè non sei la prima persona a cui dico qualcosa del genere, e sono abbastanza certa che non sarai l'ultima. Scusami, in caso tu abbia inteso qualcuna delle mie parole come un'offesa, ti assicuro che ho scritto tutto nella più totale neutralità.

NonnaPapera: No affatto ispirarsi da soli è secondo me sintomo di genialità
Il mio ego ti ringrazia immensamente! *-* Avevo bisogno di sentirmi dire qualcosa del genere!
Comunque, non li ho mandati in campagna in piena notte con la consapevolezza di dove stessero andando xD Non credo sarebbero stati tanto imprudenti! Ma ricordiamoci che il nostro killer è armato di bisturi e Watson ha una pistola! In caso di aggressione, almeno sarebbero avvantaggiati, anche in un ambiente simile!
(Magari Holmes si sta vendicando perchè Whatson se ne andato trasferendosi... Bhà!)
E' possibile, molto possibile anche se, te lo dico subito, non verrà mai rivelato nel corso della ff.
Per le impronte mancanti, ho già tutto scritto nel mio fidato quaderno delle fanfic-da-scrivere-durante-le-ore-noiose-a-scuola. Si, si chiama così! xD E, a dirla tutta, è ispirata molto ad un episodio del detective Conan, ispirato a sua volta dai libri di Sherlock Holmes.Che intreccio strano O.o

aXce: Sgridalo! Sgridalo che se lo merita!
Sei talmente brava a scrivere,che anche se i gialli non sono il tuo forte sarà comunque una storia fantastica!
*-*
Ah, una cosa: ti ricordi che quando sei venuta a trovare Gualberto, ti ho fatto vedere un quaderno verde mare da lontano? Ebbene si, tutta questa fanfic è la dentro! Stavo scrivendo questo capitolo, mi pare. Questo o quello dopo!

Alchimista: Ma che bello rivederti da queste parti!
(noto, forse, una certa vendetta? xD)
Mmmmmh... In un certo senso... Avevi detto che avresti letto qualcos'altro di mio, quindi sospettavo che saresti passata da queste parti e stavo pensando proprio a te, mentr scrivevo il prologo! Ma i miei fini sono ben diversi, sappilo! xD
Io agggiorno in fretta, vedi di farlo anche tu! *indica minacciosa come la scimmia cattiva che vive nell'armadio di Chris Griffin* (adoro quella scimmia! xD)


Then, grazia a: ladyElric92, _Bina90_, Alchimista, aXce, barbydowney, BlackCobra, dodo, Elena Malfoy, fleur89, FrancYeah, ginnyx, Miss Adler, Nemu Chan, pochiperpe, SeptemberRain, sery221B e Sweet Bee che preferiscono o seguono.

Indovinate un po'?
Il mio profilo di facebooooooooooook, in caso qualcuno volesse aggiungermi:
http://www.facebook.com/home.php?#!/profile.php?id=1654576222
I miei lettori abituali ci sono abituati, ormai. Ho conosciuto delle magnifiche persone con questo metodo propagandistico dei social network! *-*

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Capitolo 5
*** 4. He's Killed The Dog. Again. ***


4. He's Killed The Dog. Again.
Chiamammo una carrozza e Holmes fu costretto a portare la donna in braccio.
Avrei dovuto andare a casa a riposare, l'indomani mattina dovevo aprire l'ambulatorio, ma lo seguii comunque, ma lo seguii comunque. Non sapevo se fosse perchè era un caso rischioso o perchè non volevo che rimanesse da solo in una carrozza con una prostituta che aveva dimostrato un certo interesse verso di lui. E viceversa.
Certo, una volta tornato a casa avrei dovuto sentire Mary urlarmi contro perchè ero stato fuori giorno e notte senza mandarle neanche un telegramma di avvertimento e, quando le avressi spiegato le motivazioni, avrebbe lanciato epiteti poco carini contro Holmes per il suo vizio di trascinarmi nei suoi casi con lui, da cui mi sarei sentito in dovere di difenderlo.
La adagiò su uno dei sedili della carrozza, per poi prendere posto vicino a me, ma il nostro mezzo non si mosse.
"Non sappiamo dove andare." constatai.
La signorina Kelly era svenuta prima di riuscire a dirci dove fosse il corpo.
"Già."
Sistemandomi meglio al mio posto, la mia mano sfiorò accidentalmente la sua.
Entrambi ci immobilizzammo immediatamente. Allontanai velocemente la mano dalla sua, distogliendo lo sguardo.
Dopo minuti di imbarazzante silenzio in cui il cocchiere ci disse che ci avrebbe fatto pagare anche la sosta, mi decisi a svegliare la donna per chiederle la destinazione. Non avrei mai permesso a Holmes di farlo, non prima di sapere quali fossero i suoi interessi nei suoi riguardi.
"Han - Hanberry Street." borbottò, prima di crollare di nuovo.
Dunque la carrozza finalmente partì, diretta verso il quartiere malfamato di Londra, White Chapel, dove si fermò. Erano già presenti per l'identificazione le prostitute di qualche ora prima, che corsero immediatamente a soccorrere l'amica.
Quando vidi le condizioni in cui era ridotto il corpo, capii perchè gli occhi inesperti di Mary Kelly non avessero retto.
Il corpo della donna - quella che aveva verbalmente aggredito Holmes, era ancora più dilaniato dell'altro.
Le labbra erano tagliuzzate, scoprendo le gengive, gli occhi erano spalancati nel vuoto, il fregio dell'asportazione era più ampio e profondo, come se le fosse stato asportato altro, forse il fegato.
Lestrade ci affiancò.
"Annie Chapman, quarantotto anni." disse solo. Ovviamente, non aveva altre informazioni. Holmes scrutò subito il terreno, in cerca di impronte, ancora una volta mancanti.
L'unica differenza significativa, andante a confermare la teoria del mio amico, era una Bibbia adagiata sotto al braccio della vittima.
"Stesso taglio chirurgico." dissi.
"Stesso modus operandi. Solo che diventa sempre più violento."
"Dio le ha punite."
Ci voltammo di scatto, verso la fonte della voce.
Una donna stava fissando quasi con disprezzo il corpo scempiato, anche se era chiarissimo quanto lo trovasse nauseante. Non aveva l'aspetto di una persona dei ceti bassi, ma nemmeno una persona di alto rango. Sembrava una persona medio - borghese. I capelli erano ben ordinati e i vestiti, seppur non di fattura eccellente, erano di ottima qualità. Sembrava anche abbastanza anziana.
"Lei non puo stare qui."
Lestrade cercò di allontanarla, ma Holmes la fermò.
"Perchè?" le chiese.
"Lei ha bisogno di un ripasso della Bibbia, signor Holmes." sbottò lei, con un freddo tono distaccato. Aveva un che di familiare.
Tuttavia, il mio collega non sembrò affatto stupito del fatto che la donna conoscesse il suo nome.
"Forse. Ma almeno io so che Maria Maddalena era una prostituta, Ashley." rispose lui, pacato come al solito.
Holmes conosceva quella donna.
"Ti ho fatto leggere io quel libro, Sherlock! Come hai fatto a diventare così blasfemo?"
La voce di quella misteriosa donna non aveva rabbia, ma tristezza, quasi disperazione.
"Il Signore opera attraverso le vie più misteriose." rispose lui, con evidente ironia. "non dovresti stare fuori a quest'ora, è pericoloso."
Sentii nuovamente lo stomaco attorcigliarsi. Perchè tutte quelle confidenze? Chi era quella donna? Perchè Holmes si preoccupava per lei?
Mi consolai, pensando che Holmes non poteva essere interessato ad una donna di almeno vent'anni più vecchia di lui, se non di più.
"Si, attraverso le vie più misteriose." ripetè lei, ignorando la sua preoccupazione. "E' quello che sta facendo. Torna a casa, Sherlock. Per favore."
"Non posso, sto lavorando."
Adesso era lui ad aver assunto un tono freddo, più freddo del solito. Molto simile a quello usato poco prima dalla donna chiamata Ashley.
La donna fece un sospiro rassegnato, guardandolo con aria triste.
Gli fece una rapida carezza sul viso e si allontanò. Solo allora lo raggiunsi.
"Chi era, Holmes?" chiesi.
Lui stava ancora fissando la donna che si allontanava. Guardando i suoi occhi mi sentii pietrificare. Sembrava triste.
"Torni a casa, Watson. Domani mattina deve aprire l'ambulatorio."
E si allontanò anche lui. Rimasi di sasso. Non solo sapevo che non gliene importava granchè se dovessi aprire l'ambulatorio o no, ma era anche la prima volta che cercava di escludermi da un caso. E quella donna aveva lo strano potere di influenzare il suo umore.
Lo raggiunsi, quasi correndo.
"Posso tenere chiuso, domani." dissi.
Di solito era Holmes a cercare di convincermi a seguiro, mai io a chiedergli di poter rimanere, quindì mi sembrò strano dire quelle parole.
"No." fu la sua risposta secca.
Salì sulla carrozza ed io riuscii a raggiungerlo prima che partisse senza di me, come ero certo avesse intenzione di fare.
Sono certo che, infondo, gli facesse piacere che, per una volta, i ruoli si fossero invertiti, che dovessi essere io a convincere lui e non il contrario.
Solo che lui riusciva ad opporre più resistenza di me. Io, al suo posto, avrei già ceduto.
"Holmes -"
"Devo andare da Mycroft." mi interruppe, per poi dare l'ordine al cocchiere.
Forse sperava che, dicendomi la sua destinazione, avrei desistito.
"Suo fratello? Perchè?"
Il suo sguardo si incatenò al mio e la freddezza con cui cercava di nascondere il dolore - del tutto insolito da parte sua - mi fece percorrere da un brivido.
Spostò di nuovo lo sguardo fuori dal finestrino, sospirando.
"Nostra madre è coinvolta nel caso. Ha diritto di saperlo."
Non riuscii ad articolare una risposta.
Decisi, allora, che era giusto accontentarlo e tornare a casa. Era una questione familiare.
Non potei fare a meno di chiedermi, però, che tipo di rapporto poteva esserci tra lui e sua madre se lei lo chiamava "Signor Holmes" dandogli del 'lei', e lui la chiamava per nome.

[NdA]
Aggiornamento lampo! xD Da uno a dieci, questra presenza nel capitolo, quanto vi ha sconvolte?  Lo so, non era quello che vi aspettavate. Non è quello che mi aspettavo neanche io, sinceramente. Doveva essere una donna qualunque, ma alla fine ho scritto che era la mammina di Sherlock. Bah. Non mi capisco O.o

barbydowney: tu ricatti! Non è giusto!

_Bina_: già adesso John è peggiorato. E' geloso pure delle anziane! Quasi quasi lo faccio essere geloso anche di Lestrade! xD

NonnaPapera: si, Conan. Era un episodio che aveva a che fare con la neve. Non ho letto i fumetti, però, ho solo visto alcuni episodi del cartone. Forse l'hai visto, questo.

aXce: ebbene si, quel quaderno era davanti a te. Mi hai pure vista scriverla, questa fanfic, mentre eri accanto a Gualberto!
Mi dispiace, questo capitolo non è stato incentrato sul cadavere della donna... Fondamentalmente, le differenze dall'altro cadavere erano poche...

Alchimista: ti immagini l'Holmes di Robert che si confessa? xD Quante ore impiegherebbe? xD
Povero, povero prete... C'era solo lui nella chiesa. Abbi pazienza, ci devono essere ancora tre cadaveri prima che si scopra chi è Jack!
L'ho visto, quel film! "From Hell" era il titolo originale, e scrivo sempre questo perchè è più breve! xD L'ho adorato, ha un finale magnifico!
Don't worry, non ho ancora ucciso nessuno. E sottolineo l' "ancora"! xD
Nuoooooooooooo! Io domani pomeriggio non ci sono! Sono a scuola :'(

Dunque, adesso è d'obbligo ringraziare tutte le persone che seguono e preferiscono! Il prossimo aggiornamento sarà martedì, credo, non ho molto tempo, ultimamente...

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Capitolo 6
*** 5. Data, Data, Data. ***


5. Data, Data, Data.
Ricordo che non ascoltai una sola parola dei rimproveri di Mary. Io giravo per la casa, preparandomi per andare a dormire, mentre lei mi seguiva ed urlava. La ignorai completamente. Finchè non tirò in ballo Holmes. Dopo quello che era appena successo, non accettavo di sentire una sola parola negativa su di lui.
"Ma perchè ti lasci sempre trascinare in giro da quel pazzo?! E' un irresponsabile, non puoi continuare a rischiare di farti uccidere a causa della sua mente malata!"
Mi voltai di scatto, afferrandole il polso con forza senza dire niente..
Anche lei smise di parlare e mi guardò negli occhi, quasi spaventata.
"John... Mi stai facendo male..."
La lasciai andare e mi coricai...

La mattina dopo, non riuscii neanche a mettere le chiavi nella toppa per aprire il mio studio.
"Watson, cosa sta facendo?"
Mi voltai, trovandomi faccia a faccia con Holmes e uno dei suoi sorrisi.
Rimasi a fissarlo per non so quanto tempo, era appena ad una decina di centimetri da me.
"Sto aprendo il mio studio." mi decisi a rispondere.
"Non dica sciocchezze! Abbiamo da fare!"
S'incamminò lungo il marciapiede ed io mi ritrovai a correre per stargli dietro.
"Devo lavorare, Holmes!"
"E' stato lei a dire che avrebbe tenuto chiuso."
"Ma lei mi ha detto -"
"Andiamo, Watson! Non abbiamo tutto il giorno!" mi interruppe. "C'è un cadavere che ci aspetta!"
Mi fermai un secondo.
"Un altro?"
Non gli chiesi della reazione di suo fratello all'informazione che gli era stata data per paura di riportarlo alle condizioni emotive del giorno prima, nè tantomeno, quale per forza sovrannaturale fosse sveglio di prima mattina.

Lo seguii a piedi fino a Bernen Street, dove ci attendeva l'ennesimo scempio.
Sul cadavere ci soffermammo poco. Anche Elizabeth Strade aveva una Bibbia sotto al braccio e uno squarcio sull'addome.
Subito segii Holmes più lontano. C'erano di nuovo le tracce infangate della carrozza.
Ci lanciammo uno sguardo veloce e riprendemmo a seguire le orme fino a tornare alla chiesa.
Senza esitare, Holmes spinse la porta ed entrò.
"C'è nessuno?"
L'eco della sua voce nella chiesa risuonò nelle nostre orecchie. Il parroco e le suore non erano presenti. Subito mi venne in mente il peggio. Probabilmente l'assassino era tornato alla chiesa ed aveva scoperto della nostra conversazione con il pover'uomo.
Mi curai di chiudere la porta e seguii Holmes all'interno.
Ne approfitto per avvicinarsi all'altare e scrutare la chiesa da qualche gradino più in alto. Salii anche io, affiancandolo, ed urtai qualcosa con il piede, sotto al tavolo.
Ci abbassammo entrambi e trovammo delle assi di legno abbastanza lunghe e umide.
"Perchè un prete dovrebbe tenere delle assi di legno?" chiesi.
"E perchè nasconderle?"
Dei rumori fuori dalla porta richiamarono la nostra attenzione. Appena percepimmo il suono, ci precipitammo a nasconderci dietro la parete di una delle nicchie.
Dei passi affrettati si incamminarono lungo la navata centrale fino ad entrare nel nostro campo visivo.
Vidi Holmes irrigidirsi: era sua madre.
Quante possibilità c'erano ch andasse nella stessa chiesa in cui si confessava l'assassino, lei che riteneva fosse giusto che quelle donne morissero?
Iniziò a maledire le anime delle donne, per poi ringraziare Dio per aver mandato qualcuno che estirpasse il male dalla strada.
Questo provava che non fosse lei, il killer, ma le sue parole rimanevano terribili.
Con l'arrivo di Ashley, capii finalmente perchè Holmes odiasse tanto il fervore religioso di quegl'anni.
Ero indeciso sul da farsi, ma alla fine portai una mano sulla sua spalla, cercando di dargli un minimo di comprensione.
La sua mano destra andò a coprire e stringere la mia, probabilmente senza neanche accorgersne, perchè il suo sguardo era fisso sulla madre.
Il calore della sua mano sulla mia, però, cancellò i residui di freddo rimasti dall'ambiente esterno, espandendosi in tutto il corpo.
La donna iniziò a recitare il Padre Nostro. Holmes chiuse lentamente gli occhi e strinse più forte la mia mano.
La madre lasciò la chiesa e, quando i suoi passi non risuonavano più neanche in lontananza, Holmes riaprì gli occhi di scatto e lasciò la mia mano come se fosse stata rovente.
"Ehm..."
Abbassò lo sguardo e mosse la bocca a vuoto senza dire niente, probabilmente cercando una giustificazione o uno spunto per cambiare argomento.
Non accettai opposizioni e lo abbracciai. Ormai era ovvio che non sarebbe stato in grado di mantenere un distacco emotivo, in questo caso.
Non si oppose, con mio grande stupore, affondando il viso tra il mio collo e la mia spalla, i suoi capelli mi solleticavano piacevolmente la pelle.
Non l'avevo mai visto sottoposto alle emozioni nè, tantomeno, distrutto in questo modo. Provai la tentazione di stringerlo più forte a me e non lasciarlo più andare.
Fu lui a interrompere quel contatto, portando le mani sulle mie spalle e premendo leggermente.
Lo lasciai andare e lui subito si voltò ed uscì dalla chiesa a passo svelto.

[Answers]
barbydowney: si, Watson è palesemente geloso, ma vaglielo a dire! xD

_Bina90_: Mi dispiace, ma Mycroft non apparirà in questa fanfic... Dovevo scriverlo nelle note, ma l'ho dimenticato.

Alchimista: Bwahahahaha, si, mi hai scoperta! Attento alla vita di chi legge! xD

aXce: Non spoilero! u.u Watson è vagamente testardo! xD

NonnaPapera: Come sopra, non spoilero! xD Ma posso dire che la madre di Holmes sarà importante anche nei prossimi capitoli!
Si, generalmente avrebbe dovuto essere Holmes a dare del lei alla madre, ma sai com'è fatto lui! xD

Grazie mille a chiunque preferisca, ricorda o segua!

Alla prossima!

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Capitolo 7
*** 6. I Never Woke Up In Handcuffs Before. ***


6. I Never Woke Up In Handcuffs Before.
Appena tornati in città, chiamammo una carrozza. Tutto il tragitto dalla chiesa campagnola alla periferia era stato silenzioso ed imbarazzato.
Ogni volta che mi voltavo nella speranza di incontrare il suo sguardo, rimanevo deluso, trovandolo fisso dvanti a se. Essersi lasciato andare alle emozioni, per lui, in pubblico, con me, dovevauna vergogna immensa.
Sulla carrozza, estrassi il mio blocco appunti dal taschino interno della giacca e una penna, iniziando ad annotare i primi avvenimenti di quel caso.
Vidi Holmes sporgersi dal suo posto, cercando di leggere, ma io mi allontanai.
"Non mi lascia mai leggere quello che scrive..." borbottò, fingendosi offeso, incorciando le braccia sul petto.
Fui felice che mi avesse rivolto la parola per primo, ma non lo diedi a vedere, cercando di comportarmi normalmente.
"Sono i suoi casi. Sa perfettamente quello che scrivo nei miei diari."
Anche questa volta, non rispose. Mise su un broncio che credeva mi avrebbe convinto a fargli leggere quello che scrivevo. Ovviamente, non funzionò. Mi sembrava solo buffo.
"A proposito: durante il trasferimento ne ho perso uno, quello del nostro primo caso."
"La scritta RACHE sulla parete." ricordò in meno di un secondo. Non ho mai capito come facesse la sua mente a lavorare così in fretta. Un ricordo richiede di essere recuperato e serve almeno qualche secondo, ma per lui non è mai stato così.
"Esatto. L'ha trovato, per caso?"
"Dovrebbe chiedere a Mrs. Hudson. Raramente io esco dalla mia stanza."
Quando arrivammo a Baker Street, chiesi subito a Mrs. Hudson ma non seppe rispondermi. Il mio primo diario, il ricordo dettagliato del mio primo caso con Holmes era andato perduto.
Mi accomodai sulla mia vecchia poltrona, Holmes era già seduto sulla sua, quando lo raggiunsi, con lo sguardo fisso nel vuoto e la mente che già macchinava.
Solitamente mi esponeva le sue teorie ma supposi che, dato il coinvolgimento di sua madre ed il suo personale coinvolgimento emotivo, non avrebbe detto una sola parola.
Non posso neanche che studiai il suo comportamento, perchè rimase immobile.
"Holmes, dovrebbe riposare."
Mi ignorò completamente, credo non mi avesse neanche sentito.
Ormai avevo capito che solo il contatto fisico lo scuoteva al punto da risvegliarlo dai suoi pensieri, quindi allungai una mano verso la sua, sfiorandola appena.
Sussultò e si voltò verso di me. Ritrassi immediatamente la mano, sperando che non avesse frainteso il mio gesto.
"Dovrebbe riposare." ripetei.
Tornò a guardare avanti a se, scuotendo leggermente la testa.
"Sono sicuro che stanotte non ha chiuso occhio." insistetti.
Ero certo che avesse passato la notte, dopo essere tornato dalla visita da suo fratello, a base di alcool e cocaina.
"In pieno giorno potrebbe arrivare chiunque." rispose, atono.
"Ma arriva chiunque anche a qualunque ora della notte, quindi non vedo quale sia la differenza."
Mi lanciò uno sguardo veloce ma, ancora una volta, non rispose. Solitamente lo pregavo di tacere ma in quel momento, il suo silenzio mi irritava.
"Ha intenzione di non dormire fino a che non avrà chiuso questo caso?"
"Da per scontato che sarò io a chiuderlo?"
Quest'ultima affermazione mi colpì. L'aveva fatta con sguardo basso, quasi imbarazzato. Probabilmente, viso il coinvolgimento della madre, stava pensando di abbandonarlo.
Credevo mi avrebbe risposto con una battuta, non che mi esponesse così sottilmente come si sentiva.
Non mi era mai capitato, come in quei giorni, di vedere Holmes così umano.
Sospirai e mi alzai dalla mia poltrona. Strinsi le mani attorno alle sue spalle e lo obbligai ad alzarsi. Il suo sguardo allibito rimase su di me fino a quando lo condussi nella sua stanza.
"Si riposi, Holmes. Se viene qualcuno, la sveglierò."
Non so se sorrise perchè mi stavo preoccupando per lui o perchè aveva la certezza che sarei rimasto. Fatto sta che quel sorriso si prese qualche battito del mio cuore e lui, in silenzio, si stese sul suo letto.
Entro pochi minuti, dormiva già profondamente. Trascurava troppo la sua salute, credo che fosse l'unico essere umano che si obbligava a passare giorni interi senza dormire.
Anzichè tornare in salotto, ancora una volta mi accomodai vicino a lui, sedendomi sul letto. Ero già sicuro che, dopo quegli avvenimenti, non sarei più riuscito a vederlo come il freddo e cinico Holmes, l'uomo privo di emozioni.
Anche quella volta, la mia mano trovò rifugio tra i suoi capelli.
Non capivo quello che mi stava succedendo. Mi sentivo ancora più legato a lui, forse perchè in quel caso aveva cercato di convincermi a non seguire più le indagini o forse perchè mi ero reso conto che anche lui poteva sentire delle emozioni forti come il dolore.
Non so perchè, inclinai leggermente il busto verso di lui. Ero incantato sul suo viso.
Possibile che non mi fossi mai accorto prima di quanto Holmes fosse profondamente bello?
Non accettai immediatamente di averlo pensato davvero, ma mi avvicinai ancora.
Lui era ancora immobile, ma ormai sentivo il suo respiro regolare sulle labbra.
Solo allora presi coscienza di quello che stavo facendo e mi allontanai.
Convinto che non mi sarei più permesso di fare una cosa del genere, tornai in salotto.

Era ormai sera quando Clarkie spuntò di nuovo sulla porta. Io era ancora solo, Holmes dormiva ancora.
"Il signor Holmes?" chiese subito.
"Sta riposando." risposi, lapidario.
"Deve venire subito alla prigione di Scotland Yard! Abbiamo trovato il cadavere di Catherine Eddows in Mitre Street! Abbiamo una persona sospettata, l'abbiamo trattenuta e -"
"Chi è?"
Ci voltammo entrambi verso la porta della stanza di Holmes. Lui era appoggiato allo stipite, le braccia conserti sul petto, l'aria ancora assonnata. Provai un brivido, guardandolo, senza capirne il perchè.
Clarkie sembrava a disagio a parlarne con lui. Ed anche io ero leggermente spaventato. Se io avevo dei sospetti su chi potesse essere, non osai immaginare che cosa potesse avere in testa Holmes.
"Abbiamo trattenuto una persona, l'abbiamo trovata vicino al cadavere ricoperta di sangue e -"
"Ho chiesto" lo interruppe Holmes, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni. "Chi è?"
Il suo tono mi spaventò, così come il suo sguardo quando riaprì gli occhi.
"Ashley Holmes..."
Calò il gelo più assoluto. Clarkie sembrava sul punto di voler scappare, mentre il mio sguardo era fisso su Holmes, ero pronto a scattare ad ogni sua possibile reazione.
Stranamente, il suo tono tornò ad essere il solito di sempre.
"Mi servono cinque minuti."
Clarkie annuì e scappò, i miei occhi tornarono immediatamente su di lui.
"Holmes...?" chiamai.
Lui sospirò, lasciandosi scivolare lungo la porta. Quando raggiunse il pavimento, nascose il viso tra le mani.
"Holmes...?" tentai ancora.
Mi alzai dalla poltrona per andare a sedermi vicino a lui, a terra. Passai un braccio intorno alle sue spalle, cercando di tranquillizzarlo almeno un po' . Cercava di mantenere un certo contegno, ma sapevo che era sul punto di esplodere. Ogni volta che era vicino a riprendere il controllo delle sue emozioni, succedeva qualcosa che lo faceva di nuovo sprofondare.
La sua testa cadde sulla mia spalla, ancora non disse niente.
Questa volta, dopo appena dieci secondi, si alzò in piedi e si allontanò. Li avevo contati.
Mi alzai anche io, ma non mi mossi.
Lo osservai mettersi il cappotto e il cappello. Quando mi passò vicino, sentii la sua mano strinersi leggermente intorno al mio braccio per poi lasciarlo subito dopo, lo sguardo fisso sul pavimento.
"Andiamo..." mormorò.
Appena un attimo dopo, lasciò il mio braccio e si avviò per le scale. Afferrai il cappotto, cappello e bastone e lo seguii, vestendomi mentre lo raggiungevo.
Questa volta non mi aveva detto di andarmene, ma mi aveva chiesto ancora una volta di seguirlo. Voleva il mio supporto.


[NdA]
Visto che mi sto divertendo a scrivere questa fanfic, vi dico una cosa abbastanza importante: in questo capitolo è nascosto un dettaglio che sarà utile alla fine della storia.

barbydowney: Quando Holmes sorride a dieci cm da Watson, ho avuto la tentazione di farglielo baciare, ma non ci stava granchè nella scena! xD

_Bina90_: La madre crea sempre più problemi... Non mi sembrava verosimile che un semplice caso potesse depreimere Holmes in questo modo, da li è venuta l'idea di mettere la madre... Povero, mi fa tenerezza...

NonnaPapera: Anche a me sembrava eccessiva la reazione di Mary, mentre scrivevo, ma ho pensato: "una donna arrabbiata e gelosa è imprevedibile". Mia madre è una tutta calma ma se si arrabbia, non smette di urlare. Mi sono basata su questo, volevo rendere Mary più 'umana' di quello che è nel film. Non fa altro, oltre gettare un bicchiere di vino in faccia a Holmes.

MissAdler: Purtroppo, Mary non fa il mestiere giusto per essere uccisa u.u Lei è una persona "rispettabile", dannazione! Non sai quanto vorrei anche io farla uccidere!

Si ringraziano tutte le persone che seguono, preferiscono, ricordano e leggono!

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Capitolo 8
*** 7. Psychological Recovery: Six Months. ***


7. Psychological Recovery: Six Months.
Quando arrivammo alle prigioni di Scotland Yard, sentii di nuovo montare la paura.
Quale sarebbe stata la reazione di Holmes, questa volta?
Scese già dalla carrozza prima ancora che si fermasse, fiondandosi verso la porta. Gli stetti dietro come potevo, ma la gamba dolente me lo impediva.
Quando lo raggiunsi, sta già prendendo da Lestrade un mazzo di chiavi.
"Aspetti qui." gli disse l'ispettore, prima di sparire dietro ad una porta ed io raggiunsi Holmes
"Holmes?"
"Si?"
"Stia tranquillo."
Non si voltò neanche a guardarmi, come faceva sempre quando credeva che stessi dicendo una stupidaggine, e seguì Lestrade nella stanza degli interrogatori.
Successivamente, l'ispettore uscì, lasciando Holmes da solo con la madre. Mi avvicinai a Lestrade, scoprendo che la parete che dava sulla stanza era di vetro.
"Perchè questo cambiamento?" chiesi.
"Per permettere a tutti i poliziotti di seguire gli interrogatori."
La madre di Holmes aveva gli abiti sporchi di sangue, così come gran parte della pelle esposta ed aveva le mani ammanettate appoggiate tremanti sul tavolo.
Fissava il figlio come se fosse un angelo venuto a salvarla, probabilmente senza cogliere quella particolare, spaventosa, scintilla di rabbia nei suoi occhi.
Lui rimase fermo sulla porta, trasformando la sua espressione in una spaventosamente indifferente.
"Sherlock... Grazie al cielo sei qui... Puoi dire anche tu che non ne sarei capace, che io non ucci -"
"A differenza tua, io mi attengo ai fatti, non alle teorie." la interruppe.
La vidi raggelare al suo tono.
"Non sono stata io..." insistette.
"Che cosa ci facevi li?"
"Non sono stata io!"
"COSA CI FACEVI LI?" gridò Holmes, sbattendo i pugni sul tavolo.
Sussultai e non fuoi l'unico. Quella fu la prima volta che vidi Sherlock Holmes perdere la pazienza. Mi appuntai mentalmente di non farlo mai arrabbiare sul serio.
Anche sua madre si immobilizzò.
"E' stato un caso... L'ho vista a terra ed ho cercato di soccorrerla, io -"
"hai cercato di soccorrerla?! Dopo aver gridato ai quattro venti che ritenevi giuste le morti di quelle donne, adesso tu pretendi che io creda che la stavi soccorrendo?!"
"Non le avevo mai viste morire, prima! Non le avevo mai viste agonizzare a terra! Sherlock, tesoro, io non avrei mai potuto!"
"Dopo averti sentita ringraziare Dio per aver mandato qualcuno che facesse qualcosa del genere, se scoprissi che sei stata tu, non farò niente per impedirti di andare al patibolo!"
Uscì dalla stanza, sbattendo la porta alle sue spalle, e superò tutti noi, per poi uscire dallo stabile.
La madre scoppiò a piangere, nascondendo il viso tra le mani.
Raggiunsi Holmes fuori e, appena lo affiancai, iniziò a camminare verso Baker Street.
"Non è stata lei." disse all'improvviso.
Non mi aspettavo che avrebbe parlato, dopo questo avvenimento.
"Capisco la sua posizione, Holmes, ma è un caso su cui sta lavorando, deve rimanere obbiettivo." risposi, sperando di non incappare in una brutta reazione.
"Lo sono. Mia madre non ha nessuna conoscenza della medicina nè, tantomeno, della chirurgia. Per di più, non ha abbatanza accortezza da trovare un modo per rendere invisibili le proprie impronte."
Sembrava tranquillizzato almeno un po'.
"Ma allora perchè -"
"Sa qualcosa che non ci dice, stavo solo cercando di convincerla a parlare. Non regge a lungo alla pressione."
"HOLMES!"
Ci fermammo e ci voltammo, per vedere Lestrade che ci correva dietro.
"Ci è appena stato riferito che è stato trovato il corpo dilaniato di Mary Jane Kelly nella sua abitazione, al numero 13 di Miller's Court. Sua madre era da noi, non può essere stata lei."
Mi rivolse uno sguardo che diceva un chiaro Gliel'avevo detto.
"Vada a casa, Watson. La sua adorabile mogliettina potrebbe perdere la testa."
Si allontanò con Lestrade, lasciandomi fermo, da solo sul marciapiede.
Tutto il tragitto fino a casa lo trascorsi non solo chiedendomi come facesse a sapere delle reazioni eccessive di Mary, ma anche perchè avesse usato quel tono premuroso.
Era la prima volta che cercava ripetutamente di escludermi da un suo caso e questo mi spaventava. Avevo affrontato molti casi pericolosi per lui.
Perchè cercava di escludermi?
Una voce nella mia testa mi diceva che era un caso molto pericoloso e Holmes stesse cercando di proteggermi, ma la scacciai in fretta, ritenendola troppo innaturale.


[NdA]
Non farò spoiler sull'indizio dato, quindi non sperate in nulla finchè non leggerete! xD

Alchimista: Non sei una persona pessima solo perchè salti un capitolo! O.o
Non dirò niente sulla mamma, ma sappi che nulla è lasciato al caso!

MissAdler: Non ti preoccupare, avevo letto, solo che ho poco tempo, ultimamente, quindi ho risposto sono all'ultima recensione!

_Bina90_: l'aria assonnata di Holmes è effettivamente molto sexy... Anche Watson se n'è accorto! xD

barbydowney: Watson è innamorato perso, gli manca solo di ammetterlo a se stesso! xD

NonnaPapera: Si, i capitoli dovevano essere 9 + Prologo, quindi sul sito sarebbero stati 10. Però sono riuscita a svillupare un po' quello che avevo sul quaderno, quindi i capitoli sono 10 + prologo. Adesso ne mancano due! xD

aXce: Watson è cieco. Non ci sono altre spiegazioni u.u La mamma... Vedremo...

Grazie a queste persone che hanno recensito e Aya_Black, ladyElric92, _Bina_, Alchimista, aXce, barbydowney, Birbabirba, BlackCobra, dodo, Elena Malfoy, fleur89, FrancYeah, ginnyx, Miss Adler, Nemu Chan, pochiperpe, Rose, SeptemberRain, sery221B, Sweet Bee, Vale_san e WhereIsMyMind che preferiscono o seguono.
Al prossimo capitolo <3

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Capitolo 9
*** 8. Discombobulate. ***


8. Discombobulate.
La serata a casa mia fu atona. Mary non si mise a urlare, forse temendo una mia reazione come quella della sera prima. Passammo tutta la sera seduti sulle rispettive poltrone, lei leggendo uno dei suoi libri gialli ed io con il giornale della mattina che non ero ancora riuscito a leggere.
Sembravamo tranquilli, ma sapevo che lei era nervosa ed io, dal canto mio, ero preoccupato.
Battevo convulsamente il piede a terra e lanciavo frequenti occhiate all'orologio. Il tempo passava troppo lentamente, Holmes forse era ancora ad esaminare il corpo di Mary Jane Kelly.
"Puoi smettere, per favore?" chiese Mary, con tono pacato.
La mia risposta fu lasciar cadere a terra il giornale e precipitarmi a prendermi ul cappotto.
"Devo uscire."
Anche Mary si alzò.
"Non andrai da Holmes, John!" sbottò.
La fissai per un momento, prima di avviarmi alla porta.
"Prova ad impedirmelo."
Scesi in strada e chiamai una carrozza, intimando al cocchiere di arrivare al 13 di Miller's Court.
Quando scesi dalla carrozza, trovai solo un gruppo di poliziotti fuori dalla casa.
Li obbligai a spostarsi ed entrai. Lo spettacolo che si prospettò ai miei occhi fu talmente terribile che ancora mi capita di sognarlo.
Il corpo di Mary Jane era dilaniato da cima a fondo, il viso sfregiato la rendeva irriconoscibile. L'unica cosa che rendeva certo che quella donna fosse lei, erano alcuni boccoli rossi che erano caduti a terra.
"Dov'è Holmes?" chiesi, uscendo.
"Ha visto la carrozza, dottore. L'assassino era ancora nei paraggi." mi rispose uno di loro.
"E...?"
"L'ha seguita. L'ispettore Lestrade ed alcuni di noi sono andati con lui."
Holmes non si sarebbe mai buttato consapevolmente e da solo - perchè, diciamolo, Scotland Yard non si poteva ritenere un appoggio - in una situazione del genere a meno che non avesse già un piano per mettersi in salvo o...
"...Ha risolto il caso..." mormorai.
Iniziai a correre, sperando di essere abbastanza veloce, nonostante la vecchia ferita alla gamba.
Quando arrivai, trovai Lestrade intento a fissare inutilmente la chiesa con i suoi uomini, sbigottito.
"Holmes è pazzo, per caso?" mi chiese, quando lo raggiunsi.
"Puo dire tutto di lui, tranne questo!" risposi.
Aggirai la chiesa, lasciando quelle inutilità dov'erano. Decisi di entrare da una delle finestre, visto che la porta emetteva un cigolio troppo rumoroso. Entrando, riuscii a vedere la carrozza scura parcheggiata sul retro.
Che cosa poteva aver capito, Holmes? Se aveva seguito la carrozza, voleva dire che si trovava dentro alla chiesa da solo con l'assassino.
Misi la mano sul revolver, pronto a fare fuoco al primo segnale, il minimo movimento, avanzando lentamente.
Mi ritrovai al centro della chiesa, da solo. Niente assassino, niente Holmes. Nessuno. Dov'erano tutti?
Abbassai la pistola, accingendomi ad andare verso la porta, quando sentii un caricatore scattare alla mie spalle.
Stavo per riprendere la pistola, ma una voce mi fermò.
"Non ci pensi neanche, dottore."
Sussultai e mi bloccai. Il prete.
Non indossava nè la tunica classica nè il tipico collarino, ma un aabito di ottima fattura, di alta borghesia.
Solo senza il collarino lo riconobbi come Jack Giggins, un chirurgo che, qualche anno prima, era stato irradito dall'albo per aver fatto degli esperimenti sui pazienti che avrebbe dovuto salvare. La polizia non aveva potuto provarlo e quindi non ci fu nessun arresto, ma la medicina non lo accettò più comunque. Era su tutti i giornali.
Avrei dovuto dare più peso alle parole di Holmes, quando disse di trovarlo familiare.
"Vedo che mi ha riconosciuto, dottore." disse ancora, sorridendo malevolmente.
Si avvicinò lentamente a me, sfilandomi la pistola dalla fondina e allontanandosi di nuovo velocemente.
"E' da solo, dottor Watson? Strano, non me lo aspettavo. Dov'è il suo protettore?"
Prima ancora che la mia mente riuscisse a formulare un insulto, un altro caricatore scattò, dietro di me, ammutolendomi.
"Qui."

[NdA]
Congratulazioni a NonnaPapera che aveva capito chi fosse l'assassino!
Mancano già due capitoli... Sob... Sto scrivendo troppo velocemente, nell'ultimo periodo...

_Bina90_:  Complimenti! Avevi capito che non era lei!
L'unico motivo per cui Holmes allontana Watson è quello che il dottore non crede possibile: perchè è preoccupato! xD

barbydowney: Il punto è proprio che Sherlock, adesso, è soggetto alle emozioni!
Non spoilero sul finale. u.u

Miss Adler: Holmes, anche se non lo ammetterebbe mai, era preoccupato per il suo Watson *-*

NonnaPapera: I miei più sinceri complimenti! Non eri sulla via sbagliata!
Watson non l'ha seguito perchè semplicemente, sia nei libri che nei film, non puo fare a meno di fare quello che Holmes gli dice, che sia d'accordo o no. Tutto qui =)

Alchimista: IC? Davvero? In questo fandom, il terrore di fare un OOC è il più forte di tutti! SIIII! *me esulta*
Capisco che Holmes che si preoccupa di escludere Watson sia piuttosto strano, solo che, anche nel film, quando esplode il molo, Holmes dimostra benissimo di sentirsi in colpa... Ho pensato che non volesse replicare quell'avvenimento.

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Capitolo 10
*** 9. Is It Poisoned, Nanny? ***


9. Is It Poisoned, Nanny?
Mi voltai, trovando Holmes con la pistola puntata su Giggins. Non sapevo dove fosse stato nascosto fino a quel momento e neanche mi importava: ero solo infinitamente felice che, per una volta, si fosse ricordato il revolver.
Giggins spostò la mira su di lui ed io diventai completamente impotente. Mi sentii completamente inutile, avrei voluto fare qualcosa, ma a qualunque mio passo falso, Giggins avrebbe sparato su Holmes.
"Mister Holmes! Sapevo che mi avrebbe scoperto, prima o poi! Mi dica, che errori ho commesso?"
"Ha ucciso cinque persone."
Il tono calmo di Holmes mi stupì. Ormai provato che la madre era innocente, era tornato ad essere lo stesso di sempre, anche se sotto il tiro della pistola di uno spietato serial killer.
Giggins sorrise ancora, esibendo il suo ghigno malefico.
"E scientificamente?"
"Ha usato il suo nome vero come pseudonimo. E le avevo già detto di travarla famailiare. L'unico punto che mi era sfuggito era la totale assenza di impronte intorno al cadavere. Ma io e il dottore abbiamo avuto la fortuna di trovare le assi di legno di cui si avvaleva per camminare. Nonostante la teatralità della sua recita la prima volta che ci siamo visti, c'era qualcosa che non mi tornava. Sfortunatamente sono stato distratto da altro, altrimenti avrei potuto concludere questo caso molto prima. Per di più, ha commesso l'errore che commettono molti killer: è tornato sul luogo del delitto. Perchè? Voleva vedere se questa nuova serie di omicidi potesse fare scalpore quanto i suoi esperimenti? Altre sue distrazioni sono state quelle di tornare continuamente qui, confermando la mia teoria e non farci parlare con le suore che avrebbero dovuto testimoniare in suo favore. Suppongo che il suo sia un movente religioso."
"Dopo che sono stati scoperti i miei esperimenti, sono stato irradiato dall'albo! Ho perso il mio lavoro, mia moglie, la mia vita! Ho avuto l'illuminazione divina ed ho abbracciato DIo! Mi ha detto di punire quelle peccatrici!"
"Invece ad una donna borghese, anche se testimonia ad un suo omicidio, non fa niente. E' stato fortunato che mia madre è molto religiosa. E' bastato dirle che, se avesse parlato, sarebbe andata all'Inferno o cose simili, vero?"
"Era sua madre, Holmes? Bene. Dopo aver pensato a voi due, sarà ancora più piacevole occuparmi di lei!"
Solo due secondi dopo, sentii due spari rimbombarmi nelle orecchie e, istintivamente, chiusi gli occhi.
Quando li riaprii, riuscivo solo a vedere il sangue che sgorgava copioso dalla trachea di Giggins.
cadde a terra con un tonfo sordo che fece eco in tutta la chiesa.
Mi voltai verso Holmes nell'attimo in cui la polizia, attratta dagli spari, fece irruzione.
Era ancora in piedi, immobile, con il braccio armato ancora teso davanti a se.
I poliziotti andarono a prelevare il corpo dell'assassino, mentre io mi avvicinavo a Holmes.
Mi bloccai, terrorizzato, quando lo vidi lasciar cadere la pistola a terra.
"Holmes..."
Scostò leggermente uno dei due lembi del cappotto, rivelando una macchia rossa che si allargava velocemente, all'altezza del cuore.
Mi sentii morire quando lo vidi cadere sulle ginocchia, per poi finire a terra.
"HOLMES!" girdai.
Coprii correndo i restanti metri che mi separavano da lui. Una pozza di sangue si allargava velocemente sotto al suo corpo.
Lo voltai, sentendo le lacrime montare velocemente, ma le trattenni, spalancogli e sfilandogli il cappotto.
"Holmes..." mormorai.
Un secondo dopo, Lestrade e dei suoi colleghi lo portarono via dalle mie braccia, tirandolo su di peso, lasciandomi inginocchiato a terra con il suo cappotto tra le mani.
Credetti di morire da un momento all'altro. Holmes si era preso una pallottola al posto mio.
Se fosse morto sarebbe stata una mia responsabilità, mi avrebbe assillato per tutta la vita.
Con ancora il cappotto tra le mani, mi alzai ed uscii dalla chiesa, dove delle carrozze della polizia stavano arrivando.
Caricarono Holmes su una carrozza diretta all'ospedale e mi impedirono di salire con lui.
"Perchè?" chiesi, con un filo di voce.
"Lei è sotto shock, dottore! Non le farebbe bene!" mi rispose Lestrade.
Mi fece salire su una carrozza vuota, dicendo al cocchiere di portarmi a casa.
Quando fummo abbastanza lontani, cambiai le indicazioni e dissi a quell'uomo di portarmi all'ospedale.
Strinsi il suo cappotto al petto, macchiandomi del suo sangue.
Sentii una consistenza sconosciuta, così iniziai a frugare nelle tasche interne.
Riuscii addirittura a sorridere quando mi ritrovai per le mani il mio diario perduto, quello del nostro primo caso insieme. Nel taschino interno, all'altezza del cuore.
Era forato da parte a parte. Poteva esserci una speranza. Un mio così prezioso ricordo poteva aver rallentato il proiettile in modo che non arrivasse al cuore.

[NdA]
Non uccidetemi, per favore! Sono ancora giovane!
Comunque: complimenti, avevate capito tutte che il dettaglio importante era il taccuino! L'ho detto, non sono un gtanchè con i gialli, non sono stata in grado di coprire le tracce! xD
Ma non uccidetemi!
Il prossimo è l'ultimo capitolo!

barbydowney: Non ti devi preoccupare!... O forse si? xD

_Bina90_: Oddio, mi dispiace! Non volevo attentare alla tua vita!

Miss Adler: Accidenti, la petizione sarebbe una bella idea, ma non si puo fare, purtroppo... ma tanto ci penserà da sola a morire! xD

aXce: Beh, quello che succede a Holmes si sapeva già dal prologo, purtroppo... Ci sono stata male anche io, a scriverlo...

NonnaPapera: Mi sembrava che lo dicesse nel film, che Mary legge i gialli O.o

ladyElric92: Eeeeeeeh, per Holmes si deve aspettare l'ultimo capitolo... Potrei anche averla fatta finire male...

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Capitolo 11
*** 10. Not In Blood But In Bond. ***


10. Not In Blood But In Bond.
Quando scesi dalla carrozza, davanti all'ospedale, Lestrade mi fulminò con lo sguardo. Lo evitai e mi fiondai dentro. Fermai la prima infermiera che trovai.
"Sto cercando Sherlock Holmes!" dissi.
"Lei chi è?" chiese, sospettosa.
"John Watson."
Sembrò riconoscermi. Forse aveva letto il mio nome sui giornali, vicino a quello del mio collega.
"E' in sala operatoria. E' un miracolo che quel proiettile non abbia raggiunto il cuore."
Dopo di che, mi abbandonò nel corridoio, tornando alle sue usuali mansioni.
Rimasi a vagare per l'ospedale con il suo cappotto ancora stretto tra le braccia, come un'anima in pena, fino a che la stessa infermiera mi fermò.
"Sta riposando." mi disse.
Sentii il cuore notevolmente più leggero. Era ancora vivo.
"Venga con me." concluse.
La seguii fino alla porta della sua stanza, dove dei dottori mi dissero delle parole che odiai all'istante.
Entrai nella stanza, cercando di fare meno rumore possibile.
Sapevo che, dopo i recenti avvenimenti, non sarei più riuscito a mandare avanti il mio lavoro all'ambulatorio, sapevo che mi avrebbe dato la nausea rivedere un posto che potesse essere collegato ad un ospedale.
Avvicinai una sedia al letto e mi sedetti, rimanendo a guardarlo.
Era molto pallido, aveva perso molto sangue. Per colpa mia.
Holmes era sdraiato su quel letto per colpa mia.
Gli spostai i capelli ricaduti sugli occhi, trattenendo a stento le lacrime.
Non avrebbe dovuto mettersi in mezzo. Perchè l'aveva fatto? Perchè era stato così stupido, lui, nella sua genialità, da rischiare di morire per colpa mia?
"Vedremo se ce la farà." mi avevano detto.
Io, come medico, sapevo benissimo che quando un dottore pronunciava quelle parole, era un modo gentile per dire: "Non sappiamo se riaprirà più gli occhi."
Permisi ad una sola lacrima di scendermi lungo il viso, senza staccare mai gli occhi da lui, senza perdermi mai un suo respiro, con la consapevolezza che ognuno di quelli avrebbe potuto essere l'ultimo.
Posai il diario bucato sul comodino e il cappotto ai piedi del letto.
Faceva male vedelo così. Terribilmente male.
Il petto nudo era ricoperto solo da delle bende. Delle bende che erano li a fasciarlo per colpa mia.
Mi coprii gli occhi con una mano, cercando di trattenere le lacrime che premevano insistenti per uscire.
"Lei è un'incosciente, Watson..."
Alzai lo sguardo per incontrare, finalmente, i suoi occhi aperti. La sua voce era poco più di un mormorio flebile.
Ero contento di vederlo vivo e cosciente, ma la felicità fu presto soppressa dalla rabbia.
"Io?! Io sarei l'incosciente?! Aveva me sotto tiro, come le è venuto in mente di mettersi in mezzo?!"
Aveva rischiato di morire per colpa mia, i sensi di colpa mi stavano uccidendo. Non riuscivo neanche ad immaginarmi come avrebbe potuto essere passare il resto dei miei giorni senza di lui, i suoi casi, la sua ironia, i suoi sorrisi, quel tipo di sguardi che riservava solo a me.
"Io avevo la possibilità di difendermi. Poi, Watson, se non fossi intervenuto, lei sarebbe morto, mentre adesso siamo vivi entrambi."
La sua spiegazione mi sembrò subito giusta, eppure il peso che avevo sullo stomaco non accennava a diminuire.
"Watson, sinceramente: quante volte lei ha rischiato di morire per un caso in cui l'ho coinvolta?"
Non seppi come rispondergli. Non era successo molte volte ma si, era successo. Prese il mio silenzio come una risposta.
"Diciamo che adesso siamo pari." disse, accennando ad un sorriso.
Mai avrei immaginato che Holmes mi avrebbe consolato e rassicurato.
Sorrisi anche io, affondando una mano tra i suoi capelli, come il giorno in cui era iniziato quel caso. Solo che, adesso, era sveglio.
"I miei capelli le piacciono così tanto, Watson?"
Non mi preoccupai del fatto che se ne fosse già accorto la prima volta e, con la mano libera, gli sistemai le coperte.
"Non puo stare zitto qualche minuto?" chiesi.
Si limitò ad annuire. Me ne stupii.
Richiuse gli occhi. Sembrava innocuo, addirittura tenero. Continuai ad accarezzargli i capelli, mentre l'altra mano raggiungeva il suo viso.
Lo vidi assumere un'espressione confusa, ma non riaprì gli occhi, nè mi scacciò.
Inconsapevolmente, avvicinai il viso al suo. Era come se mi attirasse, come una calamita.
"Holmes..." chiamai, sottovoce.
I suoi occhi si schiusero di nuovo e si incatenarono immediatamente ai miei. Io, intanto, mi ero fatto pericolosamente più vicino, ad un passo dal perdere il lume della ragione. Eppure lui sembrava assecondarmi.
Mi sembrò addirittura che si avvicinasse leggermente a sua volta. Quando i suoi occhi si posarono sulle mie labbra, ebbi la certezza che non mi avrebbe impedito di fare niente.
Sentimmo bussare alla porta e sussultammo, riprendendo una distanza di sicurezza, le mie mani lasciarono istantaneamente il suo viso.
Lestrade entrò senza aspettare una concessione. La persona più pericolosa che potesse entrare in quel momento.
Mi lanciò un'occhiata infuocata e, per un attimo, ebbi il terrore che potesse aver visto qualcosa.
"Lei dovrebbe essere a casa sua." mi disse.
Aprii bocca per parlare, ma Holmes mi precedette.
"Sto bene, Lestrade. Grazie per averlo chiesto." disse, con un sorriso ironico.
Lestrade riportò lo sguardo su di lui.
"Spero abbia una spiegazione per quello che è successo!"
"Se mi aveste seguito come vi avevo detto, avreste già tutte le spiegazioni che vi servono."
Lestrade aprì bocca, ma Holmes non gli permise di parlare, continuando.
"Il prete era Jack Giggins."
Lestrade assunse un'espressione sbigottita.
"Il chrurgo degli esperimenti?"
"Si. Il nostro Jack The Ripper. Le spiegherò i dettagli a Scotland Yard, quando uscirò da qui."
Lestrade fece qualche passo verso la porta, ma si voltò di nuovo vero di noi prima di uscire.
"Il caso probabilmente rimarrà segreto."
"Lo sospettavo. Immagino che la chiesa si ribellerebbe a un simile scandalo. Dovremmo archiviarlo come irrisolto."
Dopo un breve congedo, Lestrade uscì dalla stanza, chiudendo la porta alle proprie spalle.
Rimasi di nuovo da solo con Holmes, mi sentii cogliere dall'imbarazzo per quello che stava per succedere poco prima.
"Beh... La lascio riposare, Holmes."
Mi alzai, ma non riuscii a muovere un passo; la sua mano strinse repentina il mio polso, trascinandomi di nuovo verso di lui, l'altra mano finì dietro il mio collo, le sue labbra premettero contro le mie.
Mi sentii improvvisamente bene, come quando si torna a respirare dopo l'apnea. Stavo aspettando quel bacio da troppo tempo, anche se non me n'ero reso conto.
Dopo qualche secondo che passai del tutto allibito, chiusi gli occhi, le mie mani tornarono rispettivamente sul suo viso e tra i suoi capelli.
Le labbra si schiusero, la sua lingua accarezzò dolcemente la mia.
L'aria non mi mancava, stavo troppo bene.
Quando mi allontanai da lui, mi sembrò comunque troppo presto.
Un suo sorriso sornione arrivò velocemente ad arricciargli le labbra.
"Sembra stupito, Watson." constatò.
Non tardai a credere che, in effetti, la mia espressione potesse rasentare lo stupore più estremo.
"Non mi aspettavo una cosa del genere da parte sua." ammisi
Eravamo ancora pericolosamente vicini, riuscivo ancora a sentire il suo respiro solleticarmi le labbra.
"Se aspettavo lei...!" esclamò, sorridendo ancora.
Appoggiai la fronte contro la sua spalla e scoppiai a ridere.
Quando mi ripresi, riuscii ad alzarmi in piedi.
"Devo andare, Holmes. Mary sta dando fin troppo di matto, in questi giorni."
Non volevo andarmene, ma la mia posizione me lo imponeva. E l'espressione che assunse Holmes appena nominai Mary di certo non mi aiutava.
"Capisco." disse solamente, distogliendo lo sguardo.
Mi avvicinai di nuovo al suo letto e gli strinsi la mano.
Il suo sguardo saettò immediatamente alle mie dita intrecciate con le sue, vagamente confuso.
"Sarò qui, quando si svegliarà domani."
I suoi occhi tornarono sui miei e un nuovo sorriso si aprì sul suo viso.
"Ci conto."
Lasciai andare la sua mano e mi avviai alla porta. Mi voltai di nuovo per trovare il suo sguardo ancora su di me.
"Non aveva idea di dove fosse, vero?" chiesi, indicando il diario sul comodino.
Lui gli lanciò un'occhiata veloce, per poi riportare lo sguardo su di me.
"Potrei non avere idea neanche di dove si trovi il suo pallone da rugby." confessò, sorridendo.
Sorrisi anche io, prima di uscire e chiudermi la porta alle spalle. Ero già tentato di entrare di nuovo ma sapevo che se l'aspettava e non volevo dargli anche questa vittoria.
A malincuore, mi incamminai lungo il corridoio, incontrando Mycroft e Ashley Holmes che si dirigevano verso la stanza del mio amico.
Lui mi salutò con un cordiale "buonasera" mentre lei mi rivolse un sorriso timido. Fuori, fui certo di vedere Irene Adler che si cammuffava per entrare. Sono certo che Holmes non si aspettasse tante visite.
Non percepii Miss Adler come una minaccia, sapevo che il legame che mi univa a lui era molto più forte di quello che entrambi avevamo con chiunque altro.
La salutai e tornai verso casa.
La mattina dopo, come promesso, ero seduto accanto a Holmes prima che si svegliasse.

[NdA]
E' finita anche questa. Oddio, non sono più abituata ad avere una sola long fic all'attivo O.o
Comunque, sono felice di poter dire che non verrò fucilata davanti ad una folla felice o, almeno, lo spero! Niente finale triste. Contente? xD Non sopporto l'angst troppo a lungo, finisce che mi deprimo! xD

_Bina90_: Evitato l'angst! xD Io ancora non mi sono ripresa da Just An Office, non sono ancora pronta ad affrontare troppo angst! xD

Miss Adler: Che Lestrade non rappresenti l'arguzia nel mondo, è ormai una cosa ovvia agli occhi di tutti! xD Non puo capire cosa c'è tra questi due cari ragazzi!

aXce: Suvvia, si è conclusa bene! Sherlock si riprenderà senza dubbio in fretta, con il suo Watson a prendersi cura di lui! *-* *fa pensieri osceni*

barbydowney: Anche io ho visto quella scena a rallentatore! O.o Mi sono immedesimata in Watson, mi sono fatta prendere dal panico anche io, mentre scrivevo!

NonnaPapera: Si, Mary legge i gialli, lo dice nella scena del ristorante.
Si, direi che Holmes si è tenuto qualche cosa di Watson, quando si è trasferito. Si, è un furto! xD

Dunque, arrivati a questo punto, ringrazio:
barbydowney, aXce, Sweet Bee, NonnaPapera, FrancYeah, Willy Wonka, Miss Adler, _Bina90_, ladyElric92 e Alchimista per aver recensito almeno una volta;

Aya_Black, ladyElric92 e _Bina90_ che l'hanno preferita e

Alchimista, aXce, barbydowney, BlackCobra, Birbabirba, dodo, Elena Malfoy, fleur89, FrancYeah, ginnyx, Miss Adler, Nemu Chan, pochiperpe, Rose, SeptemberRain, sery221B, Sweet Bee, Vale_san e WhereIsMyMind per averla seguita,

ma grazie mille anche a tutte le persone che hanno semplicemente letto.
Alla prossima! <3

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