L'erede del Rokudou

di Shadow_Edgeman94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Misterioso Guerriero ***
Capitolo 2: *** Fuga e Lotta ***
Capitolo 3: *** Rakugakure no Sato ***
Capitolo 4: *** A difesa del Kazekage ***
Capitolo 5: *** Scontro e Conseguenze ***
Capitolo 6: *** Missione di Recupero ***
Capitolo 7: *** Avversario Inumano ***



Capitolo 1
*** Un Misterioso Guerriero ***


L'erede del Rokudou

L’erede del Rokudou

Un misterioso guerriero

 

Il sole batteva forte sulle mura del grande villaggio ninja di Konhoagakure no Sato.

Era iniziata da poco l’estate e le giornate andavano diventando sempre più torride e secche, tanto da diventare una vera e propria tortura per i due Chuunin a guardia della porta.

Uno di questi aveva corti capelli castani, con un ciuffo che gli copriva l’occhio destro ed il copri fronte a bandana.

L’altro invece aveva un cespuglio scombinato al posto dei capelli, ed una fasciatura che gli copriva una striscia di guance, passando sopra il naso lievemente appuntito. Quest’ultimo inoltre portava due spade dietro la schiena.

I due stavano comodamente appoggiati al portone del villaggio, quando videro una figura arrivare dalle profondità del boschetto. Si trattava di un uomo, con il volto coperto di una strana maschera bianca con due strisce verticali blu che gli attraversavano tutta la lunghezza.

Portava un lungo mantello nero che gli copriva tutto il corpo, ma da cui si poteva intravedere una tuta da combattimento blu elettrico e, dietro la schiena, una spada molto larga dall’impugnatura nera e azzurra. Questa non aveva guardia, ma la spada partiva subito con la larga lama. Il fodero era in pelle nera ed aveva ricamati i Kanji 闇の奥 ovvero Yami no Oku(Cuore di Tenebre) con unelegante scritta dorata.

Era di media statura, con le spalle larghe e sembrava non curarsi minimamente del peso dellenorme spada che aveva dietro.

Identificati ordinò Kotetsu alluomo

Luomo non rispose neppure, ma con un rapidissimo movimento assestò un colpo con il taglio della mano dietro il collo del Chuunin, mettendolo KO.

“Maledetto!Suiton:Mizuname Nabara(Arte dell’Acqua: Campo Caramelloso)”

Il guerriero mascherato fece rapidamente dei sigilli per eseguire una jutsu

“Suiton: Suitenhōfutsu(Arte dell’Acqua:Orizzonte Acquatico)”

Tutto il Mizuname Nabara venne assorbito dalla Jutsu del nemico, mentre una buona quantità dell’acqua dentro Izumo venne assorbita, mettendolo KO.

“Ora tocca al mio obiettivo” disse, freddo.

 

 

Naruto Uzumaki camminava per le vie del villaggio tranquillamente.

Era tornato da un paio di giorni a Konhoa e le cose sembravano procedere per il verso giusto. Quando era arrivato aveva rivisto tutti i suoi amici e questo gli aveva dato una gioia immensa. Purtroppo però, ne mancava uno.

Sasuke.

Se n’era andato da Konhoa per quelle sue dannate manie di vendetta contro il fratello che, per quanto fosse grave il suo crimine, non poteva odiare così tanto. Naruto lo sapeva, prima o poi quel teme di un Uchiha si sarebbe fatto consumare dall’odio, fino a non poter provare più altri sentimenti.

E lui non voleva, voleva salvarlo prima che si immergesse in quella spirale di odio senza possibilità di uscita.

Anche a costo di riportarlo a Konhoa con tutte le ossa rotte, lui ce l’avrebbe fatta. Era suo fratello, e questo glie lo doveva. Era stato il suo primo amico. Uno dei pochi che poteva veramente capirlo ne profondo.

Una goccia di pioggia gli bagnò il viso e lui alzò il viso verso l’alto.

“Strano” pensò “Piove in estate”

La pioggia a poco a poco diventò sempre più forte, diventando un vero e proprio acquazzone, mentre le persone per strada correvano a destra e a manca per andarsi a riparare dentro qualche locale o sotto un cornicione.

Poi la pioggia sparì com’era arrivata, senza lasciare tracce del suo passaggio, se non un paio di pozzanghere disperse per la strada.

“Meno male” disse Naruto, uscendo da sotto un cornicione.

Il biondo guardò il cielo, storcendo il naso. Non sembrava dover piovere di nuovo, ma non voleva rischiare di prendersi un malanno a causa di quelle piogge improvvise, anche se, essendo un Jinchuuriki, prendersi un raffreddore per due gocce d’acqua.

Camminando a passi svelti, tornò a casa, ma un altro acquazzone lo colse all’improvviso come il primo.

Riuscì però a rifugiarsi dentro casa sua, prima di finire bagnato fradicio.

“Meno male che ero vicino casa, sennò….”

Si interruppe, notando una figura ammantata nell’ombra del suo monolocale, che fissava nella sua direzione con gli occhi che sembravano luccicare.

“Chi diavolo sei?” chiese Naruto, estraendo un Kunai dalla saccoccia che teneva al fianco.

“Posa quell’arnese, Naruto” disse la figura, avvicinandosi al biondo.

Lo stesso tizio che aveva steso Izumo e Kotetsu in pochi secondi, adesso era davanti Naruto che gli intimava di lasciare le armi.

“Davvero?” chiese il biondo “Kage Bushin no Jutsu(Tecnica dei Cloni d’Ombra)”

Altri quattro Naruto apparvero al fianco dell’Uzumaki, che indicò con il dito il nuovo arrivato.

“All’attacco ragazzi!”

Il guerriero mascherato si limitò ad alzare una mano con il palmo proteso verso l’alto.

“Kiatsu Tensei(Pressione Divina)” sussurrò a mezza voce

I cinque Naruto vennero colti di sorpresa da un improvviso aumento di pressione dell’aria, e vennero schiacciati tutti e cinque, sparendo in uno sbuffo di fumo.

Il guerriero ammantato afferrò la spada e, con una morbida rotazione del busto, la estrasse dal suo prezioso fodero. Questa, incredibilmente, era monca della parte centrale della lama che risultava divisa in due lunghe sottili lame taglienti solo all’esterno.

Con una rapidissima stoccata, piantò la spada al muro per tre quarti, facendo rimanere la testa del vero Naruto intrappolata fra le due lame.

“Ora tu mi ascolti senza farmi arrabbiare, chiaro?” disse infervorato il guerriero

Naruto provò in tutti i modi a scalciare, ma fu totalmente inutile.

“Allora, se ti stai fermo un attimo, ti spiego perché sono qui” disse lo spadaccino

Naruto smise di calciare ed il guerriero staccò la spada dal muro, mentre il biondo si massaggiava il collo dolorante.

“Sarò breve, molto breve: voglio che tu abbandoni Konhoa e venga con me”

Naruto gli ringhiò in faccia

“Neanche per idea!”

“Ti conviene: se non farai come ti dico io, i tuoi amici correranno grandissimi pericoli” gli rispose il guerriero mascherato

“Non gli torcerai un capello!” ringhiò il biondo, mentre i suoi occhi diventavano rossi e le pupille si restringevano fino a diventare delle sottili fessure

Lo spadaccino emise un sospiro sconsolato.

“Non ho detto che voglio fargli del male, bakariou!” disse

“Ah no?” chiese sorpreso l’Uzumaki, mentre i suoi tornavano azzurri come il cielo.

“Il mio nome è Sozoku, sono qui per portarti fuori dai guai, l’Akatsuki cerca quelli come te .... ma questo già lo sai, no?”

Naruto fece un cenno di assenso, ricordando fin troppo bene Itachi Uchiha e Kisame Hoshigake, i due membri di Akatsuki che un paio di anni fa avevano steso Kakashi con un solo Genjutsu.

“Cercano…i Jinchuuriki?” chiese Naruto

“Si, esattamente, ma tu sei molto di più di questo, sei la più grande minaccia attualmente esistente per l’Akatsuki” disse l’uomo “Ma è una cosa che non voglio dirti ora, ma sappi che se vuoi, domani mi troverai nella valle dell’Epilogo”

Si diresse verso la porta, fermandosi sulla soglia.

“Se accetti raggiungimi li….e porta anche Hinata Hyuuga” disse, per poi sparire in un lampo di luce bianca

“Hinata-chan?” si chiese il biondo “Che cavolo c’entra Hinata?”

 

 

Bene, questo è il prologo della mia FF!

Spero che vi sia piaciuto, ma sottolineo che questo non è nanche la metà di quello che sarà il capitolo normale.

Se non mi fossi spiegato bene inizia all’inizio dello Shippuden, spero che continuerete a leggere, ci vediamo(Spero)!

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Capitolo 2
*** Fuga e Lotta ***


Fuga e Lotta


Intanto voglio scusarmi con tutti i lettori per la mia più che prolungata assenza. Lo so che non aggiorno da secoli questa storia con tutto che il capitolo era già pronto e che me lo avete chiesto. Tra esami, problemi in famiglia, con gli amici e cavolate varie avevo perso la voglia di scrivere e persino di leggere fanfiction. Ora sono tornato, con due storie, deciso a completarle entrambe meglio possibile. Come già detto, sia questo capitolo che quello che seguirà erano già pronti, ho soltanto apportato qualche ritocco qua e la(noterete i punti nuovi senza problemi) e quindi saranno spediti a raffica. Per il quarto, intendo finirlo entro fine settimana. Per il resto, torno con le scuse e vi auguro una buona lettura!


Naruto era disteso nel letto supino.
La visita di quel misterioso guerriero lo aveva sconvolto.
Eppure non poteva contestare nulla di ciò che aveva detto Sozoku. Se uno solo di loro aveva sconfitto Kakashi-sensei con un solo Genjutsu, per quanto potente che fosse, che speranze potevano avere molti altri?
E soprattutto, cosa sarebbe successo se l’Akatsuki avesse attaccato in massa Konhoa? Se ognuno di loro era forte come Itachi, il suo villaggio sarebbe stato raso al suolo in poche ore.
E perché aveva detto che la più grande minaccia per l’Akatsuki era lui? C’erano molti altri ninja, anche molto più forti di lui: i cinque Kage, Kakashi-sensei, Gai-sensei.
Forse parlava dello stesso Kyuubi no Yoko, ma lui non sapeva controllare più di tre code, e con estremi risultati per il suo corpo.
Come poteva lui, un semplice Genin di Konhoa, anche se molto più forte del normale, sconfiggere un’intera organizzazione di Mukenin di livello S.
E che voleva da Hinata-chan?
Vabbè che il Byakugan era uno dei più potenti Dojutsu del mondo ninja, ma se era un possessore di Dojutsu che cercava, allora perché non Neji o Hiashi-sama?
Il biondo sentì la sua testa scoppiargli, non riusciva a decidere cosa fare, ne di chi fidarsi.
Non poteva nemmeno chiedere consiglio ad Ero-sennin, perché si sarebbe beccato almeno un paio di pugni per aver solo pensato lontanamente a fuggire.
Tsunade-baa-chan poi era da escludere.
Eppure quell’uomo gli ispirava una strana sensazione, come se riuscisse a leggergli l’anima.
Ebbe una strana sensazione, così chiuse gli occhi, ritrovandosi davanti ad un immenso cancello di ferro.
Dietro di questo, si potevano vedere gli occhi insanguinati di Kyuubi no Yoko, il principale aiuto e disgrazia del biondo.
“Che vuoi, volpaccia?” chiese Naruto, infastidito dall’intrusione del demone.
“C’è qualcosa che non mi quadra in quell’uomo, sembra conoscerti troppo bene!” disse la volpe
“A questo ci ero arrivato anch’io, lo sai?” disse indispettito il Genin
“Ma c’è un’altra cosa” rispose la volpe “E’ vero che quel tipo è strano, ma le sue intenzioni sono sincere”
Il biondo fu quasi stupito dalle parole dell’enorme Bijuu
“Come lo sai?” chiese il ragazzo
“Non te ne sei mai accorto? Una delle mie innumerevoli abilità, è quella di sentire le emozioni delle persone attraverso il loro chakra” disse la volpe “Come hai fatto a non notarlo quando usavi il mio potere”
Naruto incrociò le braccia indispettito
“Sarà che ogni volta, con i tuoi poteri, mi trasmetti anche la tua pazzia omicida”
Touche, stavolta il demone non poté rimbeccare.
“Comunque il problema è un altro, bakariou!” disse la volpe “Dobbiamo andare con lui, non ho voglia di farmi ammazzare per colpa della tua incompetenza!”
“Senti, volpaccia , se non ti piaccio, sei libero di cambiare Jinchuuriki” disse Naruto
“Potessi, lo farei, idiota! Purtroppo sono costretto qui da quel maledetto sigillo!”
“Se se, ora lasciami solo e non rompere più”
Si ritrovò di nuovo nella sua stanza, pensando a quello che la volpe gli aveva detto tra una lite ed un’altra.
Quindi poteva fidarsi di quel misterioso Shinobi.
In più quello aveva utilizzato davanti a lui una tecnica che era come minimo di livello S, con una semplicità spaventosa.
Se si fosse allenato con lui, sarebbe potuto diventare molto più forte e difendere il suo villaggio con più efficacia.
Chiuse gli occhi, pensando a tutte le possibili soluzioni.
Ma ne trovava solo una, ed era fuori da Konhoa.
Prese un pezzo di carta e scrisse un veloce messaggio che avrebbe lasciato per Ero-sennin e per i suoi amici.
Uscì da casa sua, diretto a Villa Hyuuga.
 
 
Hinata era seduta sopra il suo letto, con le guance rigate dal pianto.
Naruto era tornato da qualche giorno e non la aveva nemmeno considerata, era andato subito da Sakura.
Cominciava realmente a perdere le speranze, era impossibile che Naruto amasse lei.
Non sarebbe mai successo.
Sentì un po’ di agitazione al piano di sotto, ma non ci fece troppo caso.
Fu la voce di suo cugino Neji che catturò la sua attenzione.
“Che cavolo ci fai qui?” chiedeva lo Hyuuga
Chi poteva essere a quell’ora della sera.
Difficilmente arrivavano ospiti a casa Hyuuga, soprattutto con il carattere burbero di suo padre.
“Sono venuto per parlare con Hinata-chan, è a casa?”
Alla ragazza venne un tuffo al cuore.
Come non riconoscere quella voce? La sognava ogni notte, e riusciva ad arrossire anche nel sonno.
Si rese conto di essere in pigiama, quindi si precipitò all’armadio per cambiarsi e mettersi la sua solita tuta da combattimento bianca e blu.
Si asciugò le lacrime e si precipitò al piano di sotto, trovandovi il biondo che si confrontava con suo padre.
“N-no Hiashi-sama, non sono il suo ragazzo, s-sono solo un amico!”
Hinata quasi non scoppiò a ridere davanti alla buffissima scena a cui assisteva.
Naruto era a terra, spaventato dal Byakugan di Hiashi che continuava a trattarlo come il ragazzo inopportuno che fa avance alla figlia ingenua.
Il fatto che ci fossero Neji ed Hanabi che cercavano in tutti i modi di tenere le braccia del capoclan dagli occhi bianchi dal giovane biondino, per evitare che quest’ultimo si beccasse centoventiquattro chiusure eseguite magistralmente da quello che era il più potente del clan Hyuuga.
“Ehm, padre…”
Finalmente, quando si resero conto della presenza di Hinata, la scenetta tragicomica si fermò.
“Hinata-sama…Naruto cercava te” disse Neji, tenendosi piantato davanti Hiashi, per contenere eventuali colpi di testa.
“D-davvero?” chiese la mora, cominciando a giocherellare nervosamente con le mani.
Neji sorrise. Conosceva perfettamente i sentimenti che Hinata provava per il Genin dai capelli biondi.
Solamente che se avrebbe fatto soffrire Hinata, quel biondino si sarebbe dovuto difendere da due Hyuuga, tanto che il suo Bijuu gli sarebbe sembrato un cuccioletto indifeso al confronto.
“Si, puoi venire fuori con me?” chiese il biondo, imbarazzato
Neji alzò un sopracciglio, un po’ sorpreso. In tutta la sua vita non aveva visto MAI l’Uzumaki imbarazzato, che adesso cominciava a giocherellare con le mani in maniera pressoché identica alla cugina.
Che il biondo avesse definitivamente chiuso con Sakura e si fosse innamorato di Hinata? Se così fosse stato avrebbe cominciato a saltare per tutto il villaggio abbandonando il muso lungo che lo caratterizzava.
Hinata dal canto suo si limitò ad annuire ed uscire di casa assieme al biondo.
“TU!” urlò Hiashi al biondo “Vedi di riportarla a casa per come la stai portando, chiaro?”
“Limpido” rispose Naruto, uscendo rapidamente dal grande portone.
 
 
Naruto ed Hinata camminarono in silenzio, fino ad arrivare ad un piccolo parco giochi dove si sedettero sulle altalene.
“Hinata…”
Naruto si morse il labbro nervoso.
Come poteva chiedere una cosa del genere ad Hinata? Eppure sapeva di doverlo fare, era l’unica possibilità per salvare il suo villaggio da una fine la cui causa sarebbe stato l’unica causa.
“Naruto, che hai oggi?” chiese la mora, turbata.
“Hinata, ti prego non prendermi per pazzo ma…” esitò un paio di secondi per poi sputar fuori una frase biascicata, sperando che Hinata non capisse “Voglio fuggire da Konhoa”
Hinata capì benissimo, purtroppo per il biondo, ed emise un urlo di sorpresa
“Cosa?!”
Naruto sospirò pesantemente
“Hai sentito che stamattina Izumo-san e Kotetsu-san sono stati stesi?” chiese Naruto
“Si, e questo che c’entra”
“Io so chi è stato” disse il biondo “Si chiama Sozoku, è un ninja molto potente e….”
Si morse il labbro.
Non ce la faceva a dirgli una cosa del genere, non a Hinata, come faceva? Diventare un Mukenin era la cosa più stupida che potesse fare, e non poteva trascinarsela dietro.
“Naruto….che cosa è successo?” chiese Hinata
“Mi ha proposto di seguirlo ed io…”
Hinata scoppiò in lacrime, sotto gli occhi sconcertati dell’Uzumaki
“Sei un idiota! Non pensi a come si sentirebbero le persone che ti amano? Cosa ne penserebbe Jiraya-sama? Te lo sei chiesto?E cosa penserebbe Tsunade-sama o Neji-nee-san? Non te lo sei chiesto! E ti sei chiesto cosa ne penserei io?”
Naruto strinse forte le palpebre, non poteva proporgli di fuggire con lui.
“Io…lo faccio per Konhoa” biascicò, lacrimando
“Per Konhoa? P-perché?Hai paura di perdere il controllo del…”
“Akatsuki, Hinata! Se Akatsuki comincerà a cercarmi, gli altri mi vorranno per forza coprire, e moriranno!” disse al colmo della disperazione il biondo “Io non vorrei abbandonarvi, ma con Sozoku, posso diventare più forte e tornare per proteggervi tutti…”
Hinata si asciugò le lacrime che le imperlavano il viso niveo con la manica.
“Vengo con te” disse con voce di chi non ammette repliche “Ti seguirò fino in capo al mondo e….ti prego Naruto, non impedirmelo”
Naruto sorrise come solo lui sapeva fare, facendo arrossire la mora.
“D’accordo, andremo assieme” disse, prendendole la mano
Lei avvampò all’istante, ma riuscì a non svenire.
“Grazie, Naruto, ma…” si bloccò un attimo, non era sicura di voler fare quella domanda “Perché lo hai detto a me”
Naruto si bloccò, si sarebbe potuta offendere se gli avesse detto della frase di Sozoku, così disse una mezza verità
“Perché…sei speciale, sapevo che non mi avresti giudicato” disse, facendo sfoggio del suo sorriso smagliante.
Hinata stavolta rischiò seriamente di svenire, cadde a terra, ma riuscì a rimanere lucida.
“Grazie, Naruto-kun… bhe, quando si parte?” chiese
“Domani mattina, alle quattro davanti la porta del villaggio” disse Naruto
“D’accordo, ci vediamo li”
La ragazza se ne tornò a Villa Hyuuga, mentre Naruto rimaneva imbambolato a guardare il punto dove la ragazza se ne era andata.
Erano cambiate tante cose da quando se ne era andato insieme ad Ero-sannin. Non avrebbe mai pensato che Hinata potesse essere tanto determinata. E poi, c’era un’altra cosa che non riusciva a capire….perchè lo voleva seguire?
Nella sua mente, sentì Kyuubi mugugnare un “baka”, ma non gli diede troppo peso.
 
 
Il biondo non aveva dormito tutta la notte, dovendo prepararsi per il viaggio e adesso era seduto sopra una casa vicino la porta, accuratamente nascosto agli occhi delle sentinelle di guardia.
Sentì una mano che si posava lieve sulla spalla.
Hinata era arrivata, probabilmente l’aveva rintracciato con il Byakugan.
“Pronto, Naruto-kun?”
Naruto fece un cenno di assenso con la testa.
Un solo sigillo, seguito da un puff ed al post di Naruto c’era Kakashi Hatake, con tanto di copri fronte calato sull’occhio.
Hinata invece si traformò in Anko Mitarashi, tentando, con risultati molto scarsi, di assumere la stessa espressione spavalda.
Entrambi scesero dal palazzo e si presentarono davanti i due Chuunin di guardia.
“Kakashi-san!” esclamò sorpreso Kotetsu “Non pensavo andaste ancora in missioni da solo”
“Infatti non sono solo” mugugnò Naruto “Purtroppo c’è pure l’assatanata”
“Ehi!” urlò Hinata, tentando di reggere la recita al biondo
“Ehm, uccidetevi fuori dal villaggio, grazie!” disse Izumo, un po’ spaventato dalle conseguenze che avrebbero potuto causargli la sua battuta
“Si, forse è meglio, almeno potrò dire che sei morto in missione” disse Hinata, uscendo dal villaggio, seguita da Naruto.
Appena furono fuori dalla vista dei due Chuunin si ritrasformarono.
“Eheh ottima interpretazione, Hinata-chan” scherzò il biondo
“G-grazie”
Il biondo fece un sorriso gigantesco
“Forza, attrice, Sozoku ci aspetta alla valle dell’epilogo!”
Dopo una mezz’ora abbondante, i due si ritrovarono ai piedi di Hashirama Senju, il primo Hokage nonché fondatore di Konhoa.
Sozoku non sembrava essere presente e questo turbò il biondo.
“N-naruto?”
Naruto non rispose. Neanche Kyuubi sentiva la presenza di Sozoku, ma ne sentiva perfettamente un’altra, più oscura.
“Byakugan!”
Hinata attivò il suo Dojutsu, per cercare eventuali presenze.
Era seduta sopra la mano di Madara Uchiha, e sembrava aspettare qualcuno. E quel qualcuno erano proprio i due giovani ninja, infatti appena li vide, scese dalla mano, atterrando davanti i due.
Portava un lungo mantello nero con le classiche nuvolette rosse, che i due conoscevano fin troppo bene. Il suo volto era coperto da una maschera arancione che riportava la forma di una spirale, il cui centro era l’occhio destro, su cui era ben visibile lo Sharingan con tre tomoe.
“Naruto Uzumaki, Jinchuuriki di Kyuubi no Yoko ed allievo del Ninja Copia Kakashi Hatake”
Naruto fece un passo indietro e si mise in posizione di guardia, allarmato. Sapeva di essere il principale obiettivo dell’organizzazione Akatsuki e che con buone possibilità, c’era anche Hinata nei guai fino al collo. Non l’avrebbero risparmiata.
“Che c’è, non voglio farti nulla” disse il Mukenin “Ma potrei far molto male alla tua amichetta, se non verrai”
Naruto si parò davanti alla mora ed eseguì il sigillo più famoso della storia.
“Taijuu Kage Bushin no Jutsu(Estrema Molticazione dell’Ombra)” urlò il biondo, facendo apparire più di cinquecento copie.
L’Akatsuki sembrò quasi divertito dalla numerosa quantità di Naruto presente in zona.
Per lui non erano altro che moscerini contro un drago.
Scattò verso l’alto e fece dei rapidi sigilli, devastando la zona con una singola e potentissima Goukakyuu no Jutsu(Palla di fuoco suprema), che distrusse la maggior parte dei cloni ed investì i due ragazzi.
Naruto era riuscito a pararsi con le braccia, pur sapendo che non sarebbe servito a molto, eppure non sentiva neppure caldo.
Si azzardò ad aprire un occhio, riconoscendo una spada amica.
Sozoku era davanti a lui e davanti il ninja c’era un immenso muro d’acqua, che probabilmente aveva bloccato la Goukakyuu del capo di Akatsuki.
“Sozoku, ancora tu!” ringhiò Tobi a denti stretti
Sozoku si aggiustò i corti capelli rossi con gesto noncurante e spavaldo.
“Non sembri felice di rivedermi, amico mio…”
Il Mukenin ringhiò minaccioso.
Sozoku estrasse la sua Yami no Oku e la puntò verso il Mukenin mascherato. Dalla maschera si potevano intravedere due occhi verdi, che avevano un’espressione assurdamente divertita, visto che davanti a lui c’era il più potente Mukenin della storia.
Ci furono un paio di secondi di silenzio, poi, l’attacco.
Madara e Sozoku scattarono uno contro l’altro, in un turbinio di fendenti, calci e pugni, che non riuscivano mai a colpire l’avversario.
Naruto ed Hinata rimasero a bocca aperta. I loro colpi erano a malapena visibili ai due ragazzi, figurarsi se pensavano fosse possibile una rapidità di questo genere!
I due shinobi intanto, erano bloccati in una presa di forza, in cui Sozoku era nettamente superiore al Mukenin di Akatsuki.
Madara fu costretto ad allontanarsi, per evitare di finire tagliato in due dalla lama.
“Che tu sia maledetto…”
Anche se nascosto dalla maschera, gli occhi di Sozoku tradivano il sorriso sornione che aveva sulle labbra. Si tirò indietro i capelli rossi con gesto noncurante e partì all’attacco del Mukenin, con la spada tesa verso il basso per caricare un fendente. Attorno a lui cominciarono ad apparire piccole sfere di chakra bianche e violacee che si andarono a poco a poco ad unire alla spada che, in pochissimo tempo, venne circondata da un’aura nerastra.
“Maton: Shusoku(Arte Demoniaca: Onda Concentrata)”
Scagliò un fendente a vuoto e tanto bastò perché l’aura oscura si staccasse dalla lama, distruggendo tutto ciò che trovava nel suo cammino come fosse fatto di burro. E poi l’esplosione distrusse tutto ciò che s trovava nel raggio di venti metri dal suo bersaglio.
Quando l’esplosione finì i due ragazzi sgranarono gli occhi. Tobi era ancora lì davanti, perfettamente integro e senza un graffio, nonostante la jutsu spaventosa che aveva appena subito.
“Kamui” disse sommessamente Sozoku “la vera e propria Difesa Assoluta, mi chiedevo quando avresti cominciato ad usarlo”
“Dannato bastardo! Perché continui a metterti in mezzo? Che diavolo vuoi?”
Sozoku roteò rapidamente la spada per rimetterla a posto, mentre da sotto la maschera si poteva sentire una risata divertita.
“Sei proprio un idiota, Tobi, non ho paura ne di te ne di Uchiha Madara, non siete al mio livello, se sei ancora vivo è solo per un mio capriccio! Io non ti ucciderò, lascerò che sia qualcun altro a farlo, qualcuno che ridarà al mondo ninja qualcosa da ricordare. Tobi, l’Occhio di Luna è un piano destinato a fallire”
Tobi fece un passo indietro, sorpreso.
“Suvvia Tobi, credevi davvero che il tuo piano non sarebbe stato scoperto finchè non lo avessi voluto rivelare tu? Sei proprio uno sciocco. O forse no…”
Sembrò pernsarci un attimo, per poi scoppiare in una fragorosa risata che diede parecchio fastidio all’Uchiha che però non sembrò voler attaccare.
“Ci rivedremo presto Sozoku, avrò il piacere personale di ucciderti e di strappare il Kyuubi dal petto a quel bastardo del Jinchuuriki”
“Non ci riuscirai in ogni caso, Tobi” sussurrò Sozoku, mentre il Mukenin spariva, risucchiato da uno strano vortice formatosi dal suo Sharingan.
Sozoku restò fermo a guardare il punto dove Tobi era sparito.
“Lei è Sozoku-sama?” chiese timidamente la Hyuuga. C’era qualcosa in quell’uomo che gli ispirava una innata fiducia, come se lo conoscesse da sempre, eppure non ricordava di averlo mai visto da qualche parte. Sapeva soltanto che, da qualche parte nel suo cuore, qualcosa gli diceva che si doveva fidare.
L’uomo si girò di scatto, portando le braccia dietro il collo con gesto allegro.
“Esattamente, Hinata-san, il mio nome è Sozoku, lo Yoru no Ryu(Dragone delle Tenebre)”
Sozoku sembrò gasarsi più o meno come spesso faceva Gai Maito quando si annunciava come “Bestia Verde della Foglia” cingendo con forza le spalle alla ragazza che diventò immediatamente paonazza, come di consueto.
“Sozoku-sama….”
“Sozoku-SENSEI! Sempre che lo vogliate, è ovvio…” la corresse lo Shinobi rialzandosi.
I due si guardarono per un secondo, per poi calare il capo all’unisono.
Nel libro del destino, un altro capitolo stava cominciando. I libri della vita di Uzumaki Naruto e Hyuuga Hinata stavano per cambiare la storia dell’intero Mondo Ninja.
 

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Capitolo 3
*** Rakugakure no Sato ***


I due giovani stavano seguendo ammirati il ninja che li aveva appena salvati da quello strano tipo con la maschera.
Naruto aveva chiesto informazioni a Sozoku sul nemico e sulle jutsu da lui utilizzate, ma l’unica risposta che ottenne fu un “non è il momento, Naru-chan”
Sozoku si muoveva con scioltezza tra i rami degli alberi, certe sue movenze facevano presupporre una totale mancanza di articolazioni.
Un’altra cosa che gli doveva chiedere era come facesse a vedere ciò che avesse dietro.
Ogni volta che si sentiva chiamare, infatti, cominciava a correre all’indietro per rispondere al suo interlocutore, saltando comunque di ramo in ramo.
Senza alcuna ombra di dubbio, quello era un gran ninja.
Si fermarono all’improvviso vicino ad una montagna, ad una trentina di chilometri dalla Valle dell’Epilogo.
La vegetazione ricopriva tutta la zona con una grandissima varietà di alberi ed arbusti.
Sozoku si bloccò davanti ad una quercia immensa, cominciando a tastare vari punti dell’albero, fino a quando non trovò una zona dove la corteccia era staccata, rivelando i kanji 避難所 (Rifugio) che brillavano di luce verdognola.
“Et voilà signori, ecco a voi la vostra nuova casa!” disse Sozoku allegramente.
Le radici dell’albero si aprirono, rivelando una piccola scalinata che scendeva sottoterra, abbastanza in profondità da non poterne vedere il fondo.
Il gruppetto scese giù per le scale, mentre il paesaggio passava dai muri di terra a muri di marmo bianco.
“È incredibile …. Ma quanto è profonda questa buca?” chiese la ragazza, dopo aver percorso una distanza decisamente considerevole.
“Una sessantina di metri, a prova di Byakugan”disse Sozoku allegro “Lo costruita un po’ di tempo fa con il Doton”
La ragazza sgranò gli occhi sbalordita. Una base operative nelle viscere della terra, creata grazie al ninjutsu. Quel ninja si stava dimostrando sempre più sorprendente.
Un fascio di luce li colpi agli occhi quando videro la fine delle scale, facendoli rimanere a bocca aperta.
Sotto terra, sotto il naso delle cinque Grandi Terre, c’era una vera e propria CITTÁ SOTTERRANEA!
“Ecco a voi, Rakugakure no Sato(Villaggio Nascosto del Cielo)!” disse Sozoku, allungando la mano per mostrare ai due ninja la città dal nome forse velatamente ironico “Ogni persona che vedete è un profugo dei villaggi che Akatsuki ha distrutto, o un Mukenin che si è unito alla mia causa, ma comunque sono tutte persone fidate.
Qui voi vivrete, mangerete, vi allenerete e crescerete fino alla fine del vostro allenamento.
Da voi non esigo null’altro che devozione negli allenamenti, grinta, coraggio e soprattutto tanto, tanto impegno. Adesso devo chiedervelo per l’ultima volta. Siete disposti ad abbandonare la vostra patria per diventare ninja di Raku?”
Naruto fu il primo a rispondere, alzando il pugno davanti al viso.
“Io non torno indietro! Diventerò un ninja di Rakugakure e distruggerò Akatsuki! Nessuno dovrà toccare i miei amici!” disse
Sozoku spostò lo sguardo verso Hinata, che però lo sorprese con uno sguardo ancora più deciso.
“A-anche io diventerò una Kunoichi di Raku! Non si torna indietro”
Sozoku estrasse qualcosa da dentro il mantello che si rivelò essere una coppia di copri fronte con il kanji あ inciso sopra.
“Benvenuti, Naruto ed Hinata di Rakugakure, vi mostrerò le vostre abitazioni subito dopo il nostro primo allenamento” disse, porgendoli ai nuovi arrivati “Seguitemi, vi porterò al mio campo di allenamento”
I due ragazzi si slacciarono a malincuore il copri fronte di Konhoa. Nessuno dei due la voleva abbandonare del tutto.
“Conservateli con cura quelli, non si sa mai dovessero tornare utili” disse Sozoku, cogliendoli di sorpresa.
I due ragazzi, un po’ più convinti, si slacciarono il vecchio copri fronte per legarsi quello nuovo e seguire il suo nuovo sensei.
 
 
Poco dopo erano arrivati in un vicoletto che dava su un immenso bosco sotterraneo. Cosa ci facesse un bosco come quello sessanta metri sottoterra era un altro dei misteri che avvolgevano la figura di Sozoku.
Il bosco, seppur meraviglioso, sembrava abbastanza provato da chissà che razza di allenamenti.
Da un grosso cratere usciva una grossa scavatura che sembrava essere stata fatta da una jutsu di livello altissimo.
“Benissimo” annunciò allegramente il capo del villaggio del Cielo “Oggi imparerete qualcosa che nessun altro vi ha mai insegnato e che difficilmente potrebbe fare. Oggi imparerete quelli che io definisco i << Ninjutsu Primordiali >>”
“Ninjutsu….primordiali?” chiese Naruto, un po’ scettico.
Non era mai stato un assiduo studioso, ma era sicuro al cento per cento che quello non era scritto e neppure accennato in nessuno dei libri su cui avrebbe dovuto studiare.
Lanciò un’occhiata ad Hinata, ma quella sembrava ancora più confusa di lui.
“I Ninjutsu Primordiali sono tre tecniche sviluppate niente di meno che dal Rokudou Sannin, colui che inventò le arti ninja prendendo spunto dalle abilità di Juubi no Akuma”
A quel nome i due ragazzi si irrigidirono.
“Juubi?!” chiese Hinata, terrorizzata
“Ma i Bijuu non erano nove?” chiese invece il biondo, forse il più interessato dell’altra
“No, sono dieci e partono dal Reibi* e arrivano al Kyuubi, ma un tempo erano uniti in un solo essere, che possedeva il potere di tutti quanti i Bijuu conosciuti”
I due ragazzi pensarono per un secondo a quanto potesse essere potente quel Bijuu. Se già uno dei singoli Bijuu era quasi invincibile come poteva essere solamente concepita l’idea di un essere che unisse i poteri di DIECI di quei mostri.
“Le tre tecniche non appartengono a nessuno degli elementi che voi conoscete, essi utilizzano l’energia dell’uomo nella forma più pura. Determinazione, Ira e Pensiero, questi sono gli elementi che, combinati al chakra formano delle Jutsu dal livello così alto che in confronto le Kinjutsu(Tecniche Proibite) sono roba da Genin” disse, molto più serio “Queste tre Jutsu si chiamano: Haki, l’Ambizione, Gekido, la Furia e Kyoki, la Follia”
Nomi molto semplici per Jutsu che, essendo state create nientemeno che dal Rokudou, dovevano avere una potenza assolutamente devastante. E loro le avrebbero imparate. Naruto non riusciva a contenere l’emozione.
“Come si fa a controllare queste Jutsu?” chiese Hinata, un po’ preoccupata.
“C’è bisogno di un controllo del chakra quasi perfetto e di una quantità di chakra incredibile” disse Sozoku
I due ragazzi si incupirono. Naruto sapeva bene di avere un controllo del chakra pessimo, mentre Hinata non poteva certo vantare una quantità di chakra pari a quella di Naruto.
“Quindi, per meglio agevolarvi nell’apprendimento, ho deciso che svilupperete al cento per cento le vostre Kekkei Genkai”
Hinata fu sorpresa da quell’affermazione, pensava che il suo Byakugan fosse già ai suoi massimi livelli. Suo padre non gli aveva mai parlato di un << livello superiore >> del Byakugan.
Che Sozoku sapesse più sul Byakugan di quanto ne sapesse Hiashi Hyuuga? Con quell’uomo non si sarebbe sorpresa più di nulla.
“Io non ho un Kekkei Genkai” disse Naruto, anche un po’ indispettito dalla cosa.
“Tu?” ridacchiò Sozoku “Tu ne hai almeno tre!”
Naruto emise un urlo di sorpresa che probabilmente sentì anche Gamabunta sul Monte Myoboku.
“Io? Io ho TRE abilità innate?” chiese Naruto, sempre più confuso.
“Esattamente ed io posso risvegliarne alcune, le altre devi pensarci tu con l’allenamento” disse fissando Naruto con gli occhi smeraldo.
“E come dovrei fare?” chiese Naruto euforico.
Era sempre cresciuto con un senso di inferiorità opprimente guardando molti dei suoi amici utilizzare i loro Kekkei Genkai, mentre lui semplicemente ne era sprovvisto. Adesso invece scopriva di averne tre.
SI guardò le mani, riflettendo su quanto potere gli avessero lasciato i suoi genitori senza che lui ne sapesse nulla.
Quando si voltò verso Sozoku, ciò che vide non gli piaceva. Hinata era legata ad un palo e, accanto  a lei, una moltitudine di bestie particolarmente feroci le giravano attorno, pronte a sbranarla alla prima occasione.
“Che significa questo?” chiese Naruto arrabbiato.
“Ti sarai chiesto qual è la sua utilità qui, eccotela davanti!” delle catene lo bloccarono totalmente, lasciandolo a terra inerme “Fammi vedere come la salvi, risveglia la tua Kekkei Genkai e salvala, altrimenti…”
Quella sospensione della frase preoccupò ancora di più Naruto. Non aveva nemmeno idea di quale fosse la sua Kekkei Genkai, figurarsi se poteva utilizzarla. Quando una delle bestie saltò per azzannare Hinata lui gettò un urlo, pregando che succedesse qualcosa, concentrandosi per trovare quel qualcosa dentro di se che la avrebbe salvata.
Non seppe nemmeno come ma, dal terreno, sbucarono fuori alcuni rovi che trafissero la belva al cuore, uccidendola all’istante. Naruto sbarrò gli occhi, non capendo quello che era successo. Quando altre bestie tentarono di avventarsi su di lei, i rovi risposero al suo comando telepatico di proteggerla, avvolgendola totalmente e bloccando gli attacchi delle bestie. Poi tutto scomparve come se fosse stata una evanescente visione.
“Non pensavo sarebbe stato così facile” disse Sozoku, perplesso “Ah, sono il maestro perfetto!”
“Ma cosa…”
Naruto fissò Hinata, al suo fianco per come l’aveva vista prima del test di Sozoku, totalmente incolume e tranquilla.
“Kyogi Hyōji no Jutsu(=Tecnica della Visione Ingannevole), un giochino molto utile in certi casi”
Naruto capì immediatamente di essere stato vittima di un Genjutsu, e anche abbastanza bastardo. Naruto rifletté un momento. Aveva fatto uscire dal terreno dei rovi, piegandoli a suo piacimento. Ricordava di aver sentito di qualcuno che utilizzava il legno come elemento ma non riusciva a ricordare chi.
“Lo Shodaime” gli rispose, quasi ad avergli letto nel pensiero, il sensei.
Naruto sgranò gli occhi. Aveva la stessa Kekkei Genkai dello Shodaime Hokage! Era un segno del destino, lui era fatto per diventare Hokage! Per un attimo si chiese se avesse ricevuto l’eredità del potere del Mokuton da suo padre o da sua madre. Si voltò per gioire con Hinata, ma la ragazza sembrava non aver voglia di gioire di nulla.
“Hinata…” la chiamò il biondo, perplesso.
“Io non…” iniziò la ragazza.
“Non si vuole arrendere e ha detto che non sarà convinta finché non risveglierà la sua abilità innata, non è vero?” la interruppe Sozoku.
La ragazza lo fissò sorpresa, per poi annuire sorridente. Sozoku creò un bushin che mandò con Naruto.
“Adesso, Naruto, è il momento per te di passare alla seconda abilità innata, la seconda di tua madre”
Naruto rimase sorpreso dalle parole del maestro.
“Quindi mia madre…”
Sozoku lo interruppe spazientito.
“No, tua madre non sapeva usare il Mokuton, tu hai, per quanto sembri strano, un sangue Senju più puro di quello di tua madre e quindi hai anche la capacità di usare il Mokuton. L’altra abilità di tua madre è quella che ha reso gli Uzumaki i Jinchuuriki perfetti, ovvero le tecniche di Sigillo del Chakra”
Il biondo stava per dire qualcosa, ma il clone lo afferrò per la collottola, trascinandolo via.
“E ora” disse alla ragazza il ninja di Raku “E’ ora di allenarsi sul serio”
 
Note dell’autore:
E finisce un altro capitolo corretto a velocità fulminea per i miei cari lettori. Piuttosto sono felicissimo che la mia storia sia ancora seguita, temevo che dopo tutto quel tempo ve ne foste dimenticati e invece no! Grazie per il sostegno, vi prometto scontri mozzafiato, colpi di scena a raffica e chissà se non ci scappa pure qualche infarto(tipo quello che sarà venuto a qualcuno al racconto dell’illusione di Sozoku XD). Quale sarà la misteriosa abilità innata di Hinata? Un’evoluzione del Byakugan? Se non quello, che cosa? A voi supposizioni e viaggi mentali, e ora vi rispondo alle recensioni!
 
m4dd499: Nessuna particolare capacità o conoscenza particolare. Soltanto che leggo le scan, dove i nomi sono spesso riportati in giapponese con le traduzioni sotto, oppure guardo su Wikipedia o Narutopedia, dove sono riportati i nomi originali. Oppure, se devo inventare il nome di sana pianta ho un file con un centinaio di parole in giapponese(l’ho da un paio d’anni, non ricordo manco dove l’ho preso) a cui attingo. Se non posso far nulla con quelle uso qualche dizionario o traduttore online. Per quanto riguarda Sozoku, ho ancora tanto in serbo per lui. Il suo cambio nel comportamento è dovuto al fatto che comunque all’inizio doveva farsi “obbedire” dal biondino che, come sappiamo, è particolarmente capoccione. Ora che Naruto lo ha seguito può essere più naturale. In ogni caso, Sozoku ne combinerà ancora tante, e ha ancora tanto da dire ai nostri due ninja.
 
Aknamkanon: Sono felice che la storia ti piaccia, spero che continui a piacerti anche in seguito. E si, Naruto è destinato a diventare non solo Hokage, ma il nuovo Rokudou Sannin(o almeno così si suppone). E i loro amici a Konhoa… bhe, di certo un pestaggio da Tsunade non glie lo leva assolutamente nessuno, ma gli altri non saranno certo contenti. Se vuoi sapere come reagiranno, non ti resta che continuare a leggere!

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Capitolo 4
*** A difesa del Kazekage ***


Buongiorno miei carissimi lettori! Tanto per scaricare la mia malvagità ho deciso di informarvi che ho già iniziato negli scorsi capitoli ad inserire qualche suggerimento per quanto riguarda la vera identità del nostro sensei mascherato preferito(non me ne voglia Kakashi XD). Parte una sfida a chi azzeccherà l’identità del nostro amabile tizio(se avete fatto caso nelle informazioni non ho inserito “Nuovo Personaggio” in quanto Sozoku è un personaggio del manga sotto falso nome). Bene, vi avviso che mi sono permesso un bel salto temporale di sei mesi avanti saltando tutto l’allenamento. Non potevo certo mostrarvi subito l’Innata di Hinata e le tre Tecniche Primordiali, no? Per quelle dovrete aspettare, ma nemmeno troppo a lungo, non disperate. Detto questo, buona lettura, my friends!
 
A difesa del Kazekage
 
Sunagakure era un villaggio molto silenzioso, la notte. Al contrario di Konhoa, dove a sera tarda vi erano ancora ragazzi in giro con gli amici a farsi una bevuta o a mangiare in un ristorante, nel Villaggio della Sabbia la sera era silenziosa. Lo spossante calore del giorno, unito allo sbalzo di temperatura che rendeva gelide le ore serali, convincevano facilmente la popolazione che la notte era fatta per dormire sotto delle belle coperte per evitare di prendersi un malanno. E forse non avevano nemmeno tutti i torti.
Ma quella notte, non tutti dormivano, oltre i soliti Chuunin di guardia. Una figura, ammantata e coperta da quello che sembrava un pesante mantello di lana, stava rannicchiata sul tetto di un alto palazzo nella capitale della Terra del Vento.
La figura in questione avvicinò una mano all’orecchio, mugugnando qualche parola al vento.
“Come va lì?” chiese, emettendo poi un gemito per il freddo.
Una voce femminile, distorta dall’apparecchio elettronico, gli rispose dall’auricolare che portava all’orecchio.
“Q-qui non è ancora arrivato nessuno, Naruto-kun”
Naruto, perché di lui si trattava, mugugnò qualche imprecazione nei confronti di un bel po’ di persone che conosceva, iniziando dal suo sensei che aveva deciso di mandare lui ed Hinata ad intercettare gli Akatsuki. Non avrebbe potuto semplicemente dirgli dove erano rintanati, così li ammazzavano senza morire dal freddo? No, lui non sapeva dove si nascondevano e quindi dovevano intercettarli. A volte si chiedeva come diavolo facesse a sapere SEMPRE dove e quando sarebbe successo qualcosa.
Un sibilo alle spalle di Naruto lo fece sobbalzare. Con velocità degna di un Jonin di Rakugakure balzò all’indietro, evitando la marionetta che stava per afferrarlo dalle spalle ed atterrando alle spalle del suo aggressore, puntandogli un kunai al collo.
Quello rimase paralizzato dal terrore in quella situazione. Naruto sibilò poche parole minaccioso.
“Perché mi hai attaccato?”
“E tu che ci facevi rannicchiato lì? Cosa stavi facendo?”
Naruto capì che il ninja stava soltanto facendo il suo dovere, così lo spinse facendolo cadere carponi, riponendo il kunai nella saccoccia delle armi che teneva al fianco. Il ragazzo non perse tempo e richiamò la sua marionetta, ponendola davanti al corpo pronta a lottare. La marionetta in questione era davvero brutta, raffigurando una persona(ma di quello non ne era sicuro) con sei sottili braccia e tre occhi, coperta soltanto da un cencio nero strappato.
Ma quella marionetta gli era familiare e, in un lampo di genio, Naruto riconobbe sia la marionetta che l’aggressore.
“Ma tu sei il fratello di Gaara!” esclamò, indicandolo.
Kankuro lo fissò sorpreso. Non aveva chiamato suo fratello “Kazekage” o “Ichibi”, quindi era una persona che lo conosceva. Naruto si abbassò il cappuccio rendendo più evidenti le sue fattezze e allora venne riconosciuto a sua volta.
“Il moccioso del Kyuubi?” chiese, sorpreso.
Il pugno in faccia che gli arrivò, guantato per altro da una mitena d’acciaio, lo fece cadere a gambe all’aria.
“Non sono “moccioso del Kyuubi”, io sono Uzumaki Naruto, prossimo Hokage, stampatelo bene in quella testa piena di segatura, teme!” sbraitò il ragazzo, seriamente tentato di uccidere sul posto il marionettista. L’appellativo di “moccioso del Kyuubi” o “mostro” gli era stato rivolto troppe volte per fargliela passare liscia.
Kankuro si massaggiò la guancia pensando che, forse, se la era andata a cercare. Non era sicuro che nemmeno Gaara avrebbe risparmiato un Funerale del Deserto a chiunque si fosse azzardato a chiamarlo “moccioso dell’Ichibi”.
“Scusa scusa” mugugnò, rimettendosi in piedi “Che ci fai qui?”
“Secondo alcuni informatori del mio sensei due membri di Akatsuki stanno venendo qui a prendere tuo fratello. Stiamo cercando di intercettarli e picchiarli prima che ci arrivino, magari facendoci pure dire dove sono gli altri”
Kankuro emise un gemito sorpreso. Volevano suo fratello? Ricordava alcuni rapporti che parlavano di una organizzazione criminale che stava dando la caccia ai Jinchuuriki, ma non pensava che avrebbero cominciato proprio con suo fratello Gaara.
“Bene, troveranno tutti i Jonin di Suna ad attenderli” annunciò il marionettista, avviandosi.
Peccato che la sua corsa fu interrotta sul nascere dal biondo che lo afferrò dalla maglia impedendogli di muoversi.
“Tu non fare scemenze, se quelli vedono cinquecento persone ad attenderli col cavolo che attacano. Aspetteranno il momento in cui sarete più vulnerabili”
Kankuro ringhiò per la rabbia, ammettendo che il biondo non avesse tutti i torti.
“Fidati, Kankuro, ci pensiamo noi, tu devi solo dire a tuo fratello di non muoversi da casa. Ci pensiamo noi a difendere Suna da quei bastardi!” annunciò, non senza una punta di orgoglio, il biondo.
Kankuro sembrò perplesso, in ogni caso.
“Posso fidarmi di te, Uzumaki? In fondo sei un…”
“Finisci quella frase e giuro che sarà l’ultima che dirai!” sibilò il biondo, afferrando il ninja di Suna per la maglia. Kankuro era terrorizzato. Gli occhi del ragazzo avevano cambiato il loro colore da azzurro cielo a rosso sangue, con le pupille a fessura.
“Io non sono un traditore, intesi? Non ho tradito il villaggio, mi sono allontanato per diventare più forte e proteggerlo meglio! Quando Akatsuki sarà distrutta, io tornerò a Konhoa e diventerò il Rokudaime Hokage, sono stato abbastanza chiaro?”
“C-cristallino”
Una voce nell’auricolare di Naruto interruppe la conversazione.
“Li ho visti! Sono a mezzo miglio di distanza nella mia direzione”
Naruto ringraziò l’amica, mollando il Jonin di Suna.
“Dì a Gaara quello che ti ho detto, ci pensiamo noi a quei due bastardi”
 
 
 
Sasori e Deidara, entrambi classificati come Mukenin di rango S, camminavano per il deserto, in direzione di Sunagakure.
“Sicuro di farcela? E’ un Kage, dopotutto” disse Sasori, un uomo basso ed ingobbito che sembrava camminare strascicando.
Deidara fece un sorriso decisamente inquietante, assaporando già la visione delle sue opere d’arte in azione. Il Jinchuuriki dell’Ichibi sarà pure stato un Kage, ma era sempre un moccioso sedicenne che si divertiva con la sabbia. Non che Deidara fosse tanto più grande, aveva solo due anni in più, ma lui era un’artista e la sua arte era perfetta. O almeno così la pensava lui.
“Non ti preoccupare so il fatto…”
Il Mukenin di Akatsuki si fermò quando una goccia gli solleticò il naso. Poi un’altra ed un’altra ancora, fino ad inzuppare i due ragazzi sorpresi. Spesso era capitato di usare il termine “piovere nel deserto” per indicare qualcosa di impossibile, eppure un evento del genere stava verificandosi sul serio. Deidara stava per borbottare qualcosa, ma Sasori si allarmò all’istante.
“E’ pece! Corri!” urlò al compagno, ma non ci fu nulla da fare. Una colossale turbine di fuoco scoppiò su di loro, bruciando la pece che ricopriva i loro corpi. Per loro fortuna, ebbero il tempo di utilizzare la Kawarimi(=Sostituzione) per tirarsi fuori dai guai prima che fosse troppo tardi e soprattutto prima di fare la fine del pollo fritto prima ancora di aver iniziato lo scontro.
I due Mukenin, con le cappe comunque abbastanza bruciacchiate, si misero spalla a spalla per individuare i nemici. Il buio però, non giocava a loro favore, rendendo i nemici inattaccabili. Deidata spostò il ciuffo che gli copriva l’occhio sinistro, rivelando un piccolo congegno impiantato in esso. Sfiorò un tasto nella videocamera per ottenere la funzione di visore a calore ed individuare i nemici.
Dopo pochi istanti, due macchie rosse dalla forma umana comparvero nel suo campo visivo. In men che non si dica creò una serie di uccelli di argilla che spedì contro i suoi nemici. Quelli non si fecero cogliere impreparati, scattando ai lati delle due creature, per poi convergere dritto contro il biondo prima che preparasse altre bombe. Sasori, intuito il pericolo, fece scattare da sotto il mantello una lunga coda munita di pungiglione contro le due figure, che furono costrette a bloccare l’avanzata.
I due Mukenin si avvicinarono al fuoco che divampava, in modo da rendere migliore la visuale notturna. Ormai, a causa della pioggia di pece, vi era una larga area desertica piena di piccoli incendi, cosa che diede agio ai due Mukenin di poter guardare i loro avversari.
Uno di essi era Naruto, che li fissava con odio, mentre l’altra era indiscutibilmente Hinata, seppur leggermente cambiata nel corso di quei sei mesi. I lunghi capelli blu notte erano raccolti in una lunga e stretta treccia che gli ricadeva sulle spalle, evidentemente per evitare che la chioma le fosse di impiccio in battaglia. Come Naruto, portava un mantello da viaggio dotato di cappuccio, calato per l’occasione. Le vene sul volto, vicino agli occhi, erano visibilmente ingrossate, segno che aveva attivato l’abilità oculare simbolo del clan Hyuuga.
“Chi cazzo siete?” sbottò Deidara, intenzionato a farli saltare per aria.
Naruto sorrise sornione, puntandosi il pollice al petto per indicarsi.
“Il mio nome è Uzumaki Naruto, il prossimo Hokage di Konhoa!” annunciò, con fare deciso.
Hinata al suo fianco non poté fare altro che sorridere timidamente all’esuberanza del biondo. Stando per mesi e mesi al fianco dell’amato aveva attenuato la sua timidezza, tanto che riusciva a stare ore a parlare senza svenire nemmeno una volta, ma non la aveva cancellata del tutto. Davanti al biondo continuava a balbettare ed arrissire vistosamente. Quella cosa, probabilmente, non sarebbe mai cambiata.
Riuscì a diventare invece color peperone quando il biondo decise di presentare anche lei ai due Mukenin.
“E lei invece è la mia compagna Hyuuga Hinata, il futuro capo dei Jonin di Konhoa!”
Ed ecco di nuovo Hinata sull’orlo dello svenimento, dalla colorazione rosso pomodoro(accentuata dal contrasto del blu dei capelli) e con le mani intente a sfogare l’imbarazzo giocherellando con le dita.
A quella vista Deidara e Sasori scoppiarono in una fragorosa risata. Erano convinti di trovarsi davanti due Shinobi pericolosi, ma si erano resi conto di aver davanti due imbecilli(o almeno uno dei due lo era).
Ovviamente Naruto non la prese affatto bene e si fiondò su Deidara per assestargli un pugno in faccia da paura. Questo fece un balzo indietro, sorridendo.
“Levatevi di torno!” disse il biondo, fissando i due ninja di Rakugakure.
“E permettervi di uccidere Gaara-san? Non credo proprio”
Naruto creò due bushin, fissando male il mukenin. Lo scontro stava per iniziare.
 
Note dell’Autore:
Ebbene si, dopo sei mesi, avviene lo scontro con Deidara e Sasori. Come se la caveranno i due ninja di Konhoa?  Quanto saranno diventati più forti rispetto a prima? Tutto questo, nel prossimo ep… ehm, capitolo!
 
m4dd499: Ma infatti è stato troppo semplice, è stata una cosa più che voluta. Ora, tanto per metterti la pulce nell’orecchio, quante volte Naruto si è preoccupato, senza mai attivare il Mokuton? E perché giusto giusto quella volta c’è riuscito? So benissimo che ciò non quadra, ma verrà tutto spiegato in seguito, insieme a tanti altri particolari finora non proprio chiarissimi. E, se ti posso dare un indizio, il mistero sarà svelato insieme all’identità di Sozoku. Per quanto riguarda l’abilità innata di Hinata, posso dirti che dovrai attendere un altro paio di capitoli, ma varrà la pena aspettare. E comunque sono un maschio, così evitiamo imbarazzanti disguidi.

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Capitolo 5
*** Scontro e Conseguenze ***


Salve a tutti, ricominciamo esattamente dove avevamo interrotto. Lo scontro inizia adesso Naruto e Hinata vs Deidara e Sasori. Chi la spunterà dei due team? E’ ora di vedere cosa hanno imparato i nostri eroi in sei mesi di addestramento! Let the party begin!(cacchio, vedermi Sengoku Basara mi sta facendo venire la “sindrome bilinguistica” di Date…)
 
Scontro e Conseguenze
 
Il “via alle danze” fu dato proprio dall’Uzumaki che puntò dritto sul biondo, mentre i due Bushin creavano nelle sue mani due Rasengan perfettamente identici. Deidara non mise tempo in mezzo e creò uno dei suoi uccelli d’argilla per volare fuori dalla portata dell’attacco di Naruto volando in alto. Il biondo, non intenzionato ad arrendersi, si fece afferrare dai due bushin e lanciare in aria, per raggiungere il nemico. Deidara però non era così stupido da sottovalutare il suo avversario e si decise a volare fin troppo in alto anche per quel lancio improvvisato da Naruto.
Hinata, dal canto suo, non stette di certo a guardare, così si fiondò sul ninja più basso per distruggerlo a colpi di Taijutsu. Sasori, non potendo competere nel corto raggio, tentò di allontanarsi, usando la coda per bloccare i tremendi Juken di Hinata riuscendo comunque ad impedire alla ragazza di colpirlo. Inaspettatamente, fu la mora a far andare a segno il primo colpo, caricando all’indietro il palmo e colpendo la coda di Sasori con un devastante Taijutsu.
“Hakke Hasangeki(=Otto Trigrammi Spacca Montagne)!”
La coda di Sasori, inframmezzata tra lui ed il colpo, venne spaccata in diversi segmenti, con l’acciaio semplicemente spaccato in due come se fosse stato di legno marcio. Il Mukenin non poté fare altro che avere un vero e proprio brivido di paura. Un attacco del genere avrebbe tranquillamente ucciso una persona senza troppi problemi, era una tecnica semplicemente devastante.
Deidara notò immediatamente la difficoltà del compagno, e si affrettò a creare un uccello d’argilla che lo afferrò e lo trascinò in aria con se, allontanandolo dalle grinfie della Hyuuga.
Naruto ed Hinata tornarono ad affiancarsi, pronti per lanciare un’altra offensiva contro i due Mukenin di Akatsuki. Purtroppo i rospi di Naruto servivano a ben poco in quel caso, seppur con i loro salti potevano raggiungere grandi altezze sarebbe stato difficile lanciare un’offensiva tra un salto ed un altro. E di evocare Gamabunta non se ne parlava proprio, vista la piccola mole degli avversari rispetto a lui sarebbe stato quasi impossibile colpirli.
“Che facciamo?” chiese Naruto alla compagna.
Oramai era risaputo al biondo che la mente pensante del duo era lei che, anche se non era certo una Nara, poteva vantare una maggiore capacità di ragionamento rispetto all’impulsivo Jinchuuriki.
“D-dobbiamo abbatterli con dei ninjutsu, Naruto-kun” disse la ragazza “Non vedo altra soluzione”
Naruto annuì, approvando il piano e iniziando a comporre sigilli su sigilli, seguito a ruota da Hinata.
“Fuuton Ninpo: Kamikaze!(=Tecnica Ninja del Vento: Vento Divino)”
“Suiton: Daibakufu no Jutsu!(Arte dell’Acqua: Tecnica dell’Esplosione Acquatica)”
Tre giganteschi tornadi creati da Naruto andarono  travolgere i due Mukenin di Akatsuki, mentre l’acqua che Hinata aveva creato utilizzando la forte umidità del deserto completava l’opera abbattendo i due nemici. Naruto sorrise, avvicinandosi ai due corpi inermi, mentre Hinata rimaneva in disparte. La battaglia le era sembrata fin troppo semplice e non riusciva a capacitarsi che quella semplice combinazione di attacchi avesse messo al tappeto due ninja di Akatsuki. Ispezionò con il Byakugan i due nemici, notando un particolare che ritenne parecchio singolare. Nessuno dei due aveva punti di fuga del chakra, come se fossero stati dei Bushin elementali. Per un attimo il cuore della mora si fermò.
Non fece in tempo ad avvisare Naruto che le due figure esplosero, travolgendo il biondo in una esplosione mortale. La ragazza emise un urlo, chiamando l’amato.
Quando la polvere si dissolse, una specie di enorme uovo di sabbia si distinse dal resto del deserto. La ragazza fissò l’oggetto stranita, mentre questo si dissolveva rivelando le persone che vi erano all’interno. Uno dei due era Naruto, perfettamente integro e senza un graffio, alla cui vista la ragazza quasi non urlò dalla gioia. L’altro era un ragazzo della loro stessa età, con i capelli rossicci ed una grossa giara sulle spalle dalla quale sembrava uscire sabbia. Portava una divisa da combattimento rosso scuro con quella che da dietro sembrava una pettorina di cuoio nero. Dopo una manciata di secondi di assoluto silenzio, la ragazza capì che la persona in questione era il ragazzo che aveva sconfitto Lee pochi anni prima e che adesso era diventata Godaime Kazekage.
“Gaara-san?” chiese Naruto, stupito quanto lei.
“Volevate che rimanessi a casa mentre il mio villaggio era attaccato?” chiese, con una punta di nervosismo, il rosso. Naruto fece una risata imbarazzata, sapendo di aver rischiato grosso con quella esplosione e di essere stato salvato proprio dalla persona che doveva proteggere.
“Diciamo che speravamo di non coinvolgerti” rispose il biondo.
Gaara evitò qualsiasi commento, voltandosi verso i due Mukenin.
“Per di più sapevo di loro due da quando hanno messo piede nel deserto, e sapevo anche di voi due”
Gli altri due ninja rabbrividirono per un istante. A Gaara non servivano affatto le minacce per incutere timore ai suoi interlocutori.
Il ragazzo in questione alzò il braccio verso l’alto, senza mettere altro tempo in mezzo, sollevando un’ondata di sabbia, da cui uscirono i due mukenin che evidentemente si erano nascosti per attuare la loro trappola sui due ninja di Raku.
“Siamo stati beccati, uhn” fu il commento piccato del biondo, vedendo il proprio nascondiglio scoperto così rapidamente. Sasori non gli rispose nemmeno, concentrato sul trovare una soluzione all’evidente difficoltà della situazione. Davanti a lui aveva due potenti ninja ed un Kage, tutti e tre intenzionati a farlo a pezzi. La prospettiva non era affatto allettante.
Un lieve tocco con il piede di Deidara gli fece capire che il ninja aveva qualcosa che gli frullava per la testa e sperò solamente che il deficiente non volesse farsi saltare in aria con tutta Sunagakure(e compreso lui). Deidara sorrideva in maniera divertita, come se avesse la vittoria in pugno.
Dalla bocca sulla mano uscì un piccolo uccello d’argilla che si ingrandì istantaneamente, facendo da cavalcatura al biondo di Iwa. Saltò sull’animale, volando sopra Sunagakure. Gaara si voltò allarmato per il suo villaggio, mentre dallo sparviero bianco cadeva un piccolo oggetto che si ingrandì, rivelandosi come un gigantesco gufo(abbastanza brutto al guardarsi) che calava inesorabilmente su Suna. Gaara fu più veloce del gufo e, con un immenso sforzo di chakra, coprì tutto il villaggio con un potente muro di sabbia. Lo sforzo lo fece svenire all’istante. Sasori non sembrò aspettare un momento di più e lanciò un fumogeno verso il trio di difensori del villaggio. Naruto cominciò a tossire, iniziando a comporre i sigilli per un Fuuton che dissolvesse la nube ed Hinata osservò verso il nemico con il suo Byakugan. Ma non vi era nulla. Eppure era sicuro che fosse lì. Poi notò qualcosa, un piccolo agglomerato di chakra vivente. Sembrava umano ma la forma era troppo particolare per essere davvero umana.
Non poté capire meglio di cosa si trattava perché un esercito di piccoli Senbon trafisse lei ed il biondo senza pietà. Hinata si maledisse da sola, aveva badato troppo a quel fenomeno inspiegabile che non aveva notato i piccoli Senbon seppur fossero molto numerosi. Cominciò a sentire uno strano tepore, come se fosse assonnata o drogata. Capì immediatamente che si trattava di veleno. Guardò Naruto. Lui era già partito in direzione del mukenin con un Rasengan in mano, nonostante fosse stato anche lui vittima del veleno. Naruto aveva una forza che lui non aveva. Il Sandaime la avrebbe chiamata “Volontà del Fuoco”. Ed era proprio per quella forza che lei lo amava. Si accasciò a terra, con un solo rimpianto. Non era mai riuscita a rivelare i propri sentimenti all’uomo che amava.
 
 
Naruto aprì gli occhi frastornato, guardandosi intorno. Era in una stanza completamente bianca, tranne qualche mobilia di colore più grigiastro ed un tavolo su cui erano poggiate delle bevande. Si massaggiò la testa, confuso. Ricordava benissimo di essere stato colpito dagli spiedi, poi era scattato verso il mukenin per colpirlo con un Rasengan. E poi? Poi non ricordava più nulla, doveva essere svenuto subito dopo a causa del veleno. Un moto di terrore lo colse all’improvviso. Dov’erano Hinata e Gaara? Erano stati rapiti dagli Akatsuki? Si alzò di scatto, ma il suo corpo non aveva ancora abbastanza forze per potergli permettere movimenti bruschi e cadde a terra come un sacco di patate. Fu proprio in quel momento che aprirono la porta. Davanti a lui, adesso vi era una kunoichi che portava il copri fronte della Foglia, dagli inconfondibili capelli rosa confetto e dagli occhi verde smeraldo.
“Sa-sakura-chan?” chiese confuso.
La ragazza lo guardò con un misto di rabbia e disprezzo, per poi ignorarlo totalmente. Naruto capì immediatamente che ce l’aveva con lui, ma aveva altri casini per la testa per poter pensare a delle scuse decenti. Si ripromise che ci avrebbe pensato dopo.
“Sakura-chan, come stanno Hinata e Gaara”
La ragazza sospirò, continuando a rimanere in silenzio. Naruto non ne poteva più, voleva sapere cosa era successo ai suoi amici. Si alzò reggendosi sul bordo del letto e ripetè la domanda, stavolta con più foga. Stavolta la rosa gli diede una breve risposta.
“Hinata è la dentro, è molto grave ma sono riuscita a creare un antidoto al veleno, il Kazekage è stato rapito”
Naruto ebbe un tuffo al cuore alla notizia. Hinata era gravemente ferita ed il suo amico Gaara rapito da Akatsuki. Non sarebbe potuta andare peggio. Se solo avesse pensato ad una eventualità del genere si sarebbe impegnato di più e avrebbe sicuramente vinto, ma aveva sottovalutato gli avversari ed aveva causato tutta quella sofferenza. Si maledisse da solo per la sua stupidità.
“Smettila di frignare, Naruto, non è da te”
Una voce lo redarguì dalla finestra e Naruto si voltò a guardare chi fosse stato. Una gioia immensa gli salì nel vedere il suo primo maestro, Kakashi, appoggiato al cornicione che lo guardava serio.
“Siamo stati avvisati da un tizio mascherato che ci ha teletrasportato qui. Ha detto di avvisarti che appena ti vede ti spezza le gambe, hai idea di chi possa essere?”
Naruto ci rifletté soltanto per un istante, per poi capire immediatamente chi fosse la persona in questione. Sozoku. Un brivido di paura gli attraversò la schiena. Aveva imparato che fare arrabbiare Sozoku non era una saggia idea, tipo come aveva fatto uno dei Jonin di Raku che era stato spedito al pronto soccorso con fratture multiple in tutto il corpo.
“Si, credo di si” disse il ragazzo.
Subito dopo il ragazzo sentì una porta sbattere, chiaro segno che Sakura aveva lasciato la stanza, e che era molto arrabbiata. Kakashi gli dedicò una occhiata severa.
“Sai che è stata malissimo per la tua fuga, vero?” disse il Jonin “Perché lo hai fatto?”
“Voglio stare lontano da Konhoa finché non sarò in grado di proteggerla da Akatsuki” disse il biondo, stizzito “Sozoku sarà pure troppo misterioso, ma mi ha insegnato molto in questi sei mesi. Credo che sappia più cose lui su di me che io stesso”
“E questo non ti insospettisce?”
Naruto ci pensò un attimo, poi sospirò profondamente.
“Si, ma finché mi aiuterà a proteggere le persone che amo, non ho alcuna intenzione di terminare il mio addestramento”
Kakashi alzò le spalle, rassegnato.
“E dopo?”
“Quando sarò diventato abbastanza forte da proteggere Konhoa, mi impegnerò per esaudire il mio sogno”
“Diventare Hokage?”
Naruto annuì sorridente. Kakashi emise un sospiro di sollievo. Aveva temuto che il figlio del suo maestro si facesse corrompere dalla sete di potere e di vendetta, ma evidentemente non era stato così. Era sempre il solito, vecchio Naruto, soltanto più forte. L’Uzumaki si congedò rapidamente, ancora preoccupato per la Hyuuga.
 
 
“Come sta Hinata?” chiese, entrando dalla porta e quasi sbraitando.
Sakura gli lanciò un’occhiata omicida. Naruto deglutì a vuoto, terrorizzato dalla compagna. Questa non gli disse altro, ma lo spinse di lato per uscire dalla porta, lasciando soli i due allievi di Sozoku.
Hinata era distesa sul lettino d’ospedale. Naruto sapeva benissimo che le sue capacità rigenerative gli avevano permesso una ripresa rapidissima, aiutata dal fatto che ormai gestiva il chakra della volpe come preferiva grazie al sigillo che aveva rinforzato. Hinata non disponeva però di certe facoltà e ciò l’aveva resa fin troppo debole al veleno mortale di Sasori.
“Hinata?” chiese il ragazzo, avvicinandosi. La ragazza non rispondeva, teneva gli occhi chiusi. Se la sua carnagione era già nivea di suo, adesso appariva di un bianco spettrale. Ancora una volta si maledisse mentalmente. Se avesse utilizzato il potere della volpe avrebbe fatto a pezzi quel bastardo mascherato in una manciata di secondi, ma non l’aveva fatto. Era stato così sconsiderato da lasciare che il bastardo li avvelenasse entrambi e rapisse Gaara.
“E’ ad un passo dalla morte, poverina” disse una voce femminile alle sue spalle “E indovina di chi è la colpa?”
Naruto sentì il gelo sulle spalle, riconoscendo la voce. Sakura.
“Io…”
“Se tu e lei non foste fuggiti, tu saresti stato più debole, è vero, ma Hinata non sarebbe in queste condizioni”
Sakura parlava quasi con freddezza, ma Naruto sapeva benissimo che smaniava di urlare e di prenderlo a pugni in faccia. E non aveva tutti i torti. Aveva fatto esattamente la stessa cosa che aveva fatto Sasuke, anche se le sue motivazioni erano più nobili della vendetta. In qualche modo aveva tradito il suo stesso nindo.
“L’ho fatto per proteggervi” disse mestamente il biondo.
“Ho notato come hai protetto Hinata, invece” disse la ragazza, girando il dito nella piaga.
Naruto non poté rispondere, Sakura aveva ragione, era uno stupido.
Che cazzo fai, adesso? Ti deprimi?
Naruto si guardò attorno, quella non era la voce di Sakura. Sakura non sembrava aver sentito nulla, dato che non faceva alcun gesto.
Cretino, sono la volpe!
Naruto non fece in tempo a ragionare che si ritrovò davanti ad un grosso cancello, che aveva al centro un simbolo a spirale e le sbarre rosse. Era il nuovo sigillo che avevano creato lui e Sozoku poco tempo prima, utilizzando le catene di chakra di sua madre ed il Mokuton per tenerlo buono.
Dietro il cancello, la volpe lo fissava con odio, con gli occhi rossi che trasmettevano il suo istinto omicida. Naruto non capì il perché di quell’improvvisa comunicazione tra loro due. La volpe non gli parlava mai se non strettamente necessario.
“Che vuoi, volpaccia?” chiese, disturbato dall’interruzione.
“Mi da fastidio che il mio Jinchuuriki sia un frignone! Se usassi quel dannato neurone solitario che hai in testa, avresti già capito come aiutare la tua ragazza!”
Naruto non capì di cosa stesse parlando. Ignorò l’implicito insulto che la volpe gli aveva rivolto per capire dove volesse andare a parare il demone codato. Fino a quando non arrivò l’illuminazione. Quando capì che cosa intendeva la volpe, si trovava di nuovo nella camera d’ospedale di Hinata. Fissò Sakura spaesato, per poi girarsi nuovamente verso Hinata. Sakura stava per dirgli qualcosa, ma non aprì bocca, incuriosita dalla faccenda. Naruto prese le mani di Hinata, mentre il suo corpo veniva rivestito di chakra rossastro. Sakura riconobbe immediatamente quel chakra, identico a quello che aveva già usato alcune volte davanti a lei quando era arrabbiato. Improvvisamente il chakra iniziò a scorrere da lui ad Hinata, come un flusso continuo. Sakura stava per bloccarlo, ma una coda di chakra la bloccò. Dopo un paio di minuti, il chakra attorno a Naruto svanì di colpo e lui si accasciò a terra al fianco della ragazza.
Con grande stupore di Sakura, questa si risvegliò immediatamente. Un po’ frastornata, Hinata fissò il biondo svenuto accanto a lei e loro mani strette. Arrossì vistosamente, chiedendosi cosa fosse successo. Qualsiasi cosa fosse successa, ne era estremamente felice.
 
 
Angolo dell’autore:
Eccoci alla fine di questo capitolo che, in realtà, non mi piace molto. E’ un po’ di transizione e lo scontro contro Akatsuki non volevo durasse molto perché dovevano bloccare i due prima che Naruto e Hinata sfoderassero le loro carte. Inoltre volevo sottolineare il “gioco sporco” di Deidara con cui ha fregato il nostro Kazekage preferito. Detto questo, rispondo alle recensioni.
 
Dionisie: Sono contento che la storia ti piaccia. Mi dispiace invece di essere stato poco chiaro in alcuni momenti. Se trovi frasi poco chiare non esitare a segnalarmele, così potrò capire come descrivere meglio il concetto ^^
 
Aknamkanon: Hai capito chi è il fantomatico Sozoku? Mandami un messaggio privato e mi dai la tua teoria, così almeno se ci hai azzeccato non lo fai capire agli altri XD. Per quanto riguarda i ninja di Konhoa, ho già dato un assaggino in questo capitolo con Kakashi preoccupato e Sakura(giustamente bisogna dirlo) arrabbiata con il biondo. Nel prossimo capitolo ci saranno accese discussioni e conoscendo Sakura potrebbe anche scapparci il pestato(Naruto, ovviamente)
 
m4dd499: E’ vero, ma devi considerare comunque che non si vedono da anni e Naruto è ormai un Mukenin, diciamo che il rapporto si è infievolito parecchio. Per il NaruHina, devo dire che ovviamente ci sarà e spero di rendere merito alla coppia, ma dubito che aspetterò l’arrivo di Pain per far dichiarare Hinata. In ogni caso, ti vorrei ricordare che, per quanto abbia mille pregi, Naruto è fondamentalmente scemo. E ricorda anche che mezzo mondo ninja aveva capito che Hinata era cotta di lui e lui no.
 
Il prossimo capitolo sarà “La Foglia ed il Cielo”
 
 

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Capitolo 6
*** Missione di Recupero ***


Inizio dicendo che sono felice che il capitolo sia piaciuto, anche se lo scontro con i due mukenin mi ha fatto storcere il naso parecchio, in ogni caso, sono carichissimo per un capitolo che porterà al pest… ehm combattimento contro Sasori e Deidara. Chi saranno gli avversari dei due Mukenin? Lo sapremo leggendo(o era vivendo? Bho). Buona lettura, miei cari lettori!
 
Missione di Recupero
 
Davanti le porte del Villaggio della Sabbia, una figura ammantata sembrava aspettare qualcuno. I Chuunin di guardia erano stati informati che qualcuno sarebbe arrivato da lì a breve e l’uomo non portava le insegne di Akatsuki quindi, probabilmente, era l’uomo che aspettavano. Nessuno dei due osò chiedere l’identità a quel tizio che non sembrava nemmeno intenzionato ad entrare. Semplicemente stava a fissare la strada principale dall’esterno del portone, aspettando che qualcuno apparisse. Era abbastanza alto, spalle larghe con il volto coperto da una inquietante maschera a forma di teschio. I suoi occhi erano coperti dal cappuccio del mantello ormai del tutto stropicciato. Dopo una decina di minuti sembrò aver avvistato le persone che stava aspettando. Uno dei Chuunin si voltò verso la strada, per vedere chi erano le persone che aspettava e si stupì nel vedere un così alto numero di persone. In testa al gruppo c’era un ragazzo biondo, con lo sguardo corrucciato puntava dritto al deserto senza curare gli altri di uno sguardo. Poco dietro di lui, una ragazza dai capelli blu scuro che gli arrancava dietro, un po’ meno sicura. Subito dopo, due ninja della foglia(di cui ne riconobbe uno come il Ninja Copia) e una decina di Jonin della Sabbia guidati dalla vecchia Chiyo. Il Chuunin non capì che cosa potesse star facendo un tale assortimento di ninja, tutti sicuramente di alto livello, in un gruppo così compatto. Fu il suo compagno a dargli un indizio, rivolgendosi allo strano individuo fuori dalla porta.
“Fai per caso parte del gruppo inviato per il salvataggio del Kazekage-sama?” chiese il Chuunin.
L’uomo fece un cenno affermativo con la testa, prima che il gruppo con in testa Naruto uscisse dal villaggio. A quel punto Sozoku, perché di lui si trattava, afferrò immediatamente i due ragazzi in testa e se li trascinò in disparte. Se Naruto era arrabbiato, Hinata aveva un attimo di paura. Il suo sensei arrabbiato non era mai una cosa positiva.
“Ora, voi due imbecilli, mi spiegate come avete fatto a perdere?” chiese Sozoku, con un tono di voce a dir poco contrariato.
Naruto guardò da un’altra parte. Si era già dato abbastanza colpe da solo, non aveva bisogno anche della ramanzina di Sozoku. Hinata però difese tutti e due, immediatamente.
“Siamo stati colpiti di sorpresa con del veleno, eravamo entrambi distrutti e non siamo riusciti a far nulla” disse la ragazza “Tra l’altro se Naruto non avesse usato il chakra rosso su di me sarei morta di sicuro”
Sozoku non rispose immediatamente, ci mise una decina di secondi per assimilare ciò che Hinata gli aveva appena detto. Naruto aveva usato il chakra rosso come tecnica curativa? Il chakra rosso forniva soltanto un fattore di autorigenerazione e di difesa contro la maggior parte dei veleni. A meno che non avesse passato ad Hinata il chakra demoniaco. Quell’ultimo pensiero gli fece scoppiare la rabbia. Afferrò per il colletto Naruto, alzandolo di qualche centimetro da terra per portarlo a fissare i suoi occhi.
“Cosa hai fatto tu? Hai dato il chakra rosso ad Hinata? Ma sei totalmente rincretinito? Sai che potevi ammazzarla?” chiese Sozoku, adirato.
“Me lo ha suggerito la volpaccia, credevo fosse una buona idea” si difese Naruto.
Sozoku lo lasciò, facendolo cadere a terra.
“Da quanto tempo andate d’accordo, tu e la volpe?” chiese.
“L’unica cosa su cui andiamo d’accordo è che ci odiamo a vicenda. Io sono la sua prigione e lui è un rompiscatole, non ho altro da aggiungere”
Quasi da quando si erano conosciuti Sozoku lo aveva asfissiato con quella storia dello stringere un accordo con la volpe per non ammazzarsi a vicenda, gli aveva anche fatto conoscere un Jinchuuriki che andava perfettamente d’accordo con il suo Bijuu, ma l’Hachibi era decisamente più socievole di Kyuubi, tanto che aveva fatto anche qualche battuta sul pessimo vizio di Bee di rappare i suoi discorsi.
Sozoku emise un sospiro sconsolato.
“Abbiamo altro da fare, ma il prima possibile devi provarci”
Naruto emise un grugnito di disapprovazione, non contento dell’insistenza del capo di Rakugakure.
Tornarono dal resto del gruppo, che nel frattempo si era riorganizzato.
“Allora” disse Kakashi “Grazie alle informazioni passateci gentilmente da Sozoku-san, il covo di Akatsuki si trova al limite tra la terra del Vento e quella del Fuoco, ma non sa dove con esattezza, giusto?”
Sozoku annuì..
“Questo ci porta a pensare che sia ben nascosto e trovarlo potrebbe costarci tempo prezioso. Avete idea di come fare a trovarli?”
Naruto si fece avanti, con la sorpresa di tutti, esclusi Hinata e Sozoku.
“Da qualche tempo ho sviluppato una tecnica di percezione del chakra molto potente e una decina di chakra potenti come quelli dei due Mukenin che hanno attaccato Gaara-san sono facilmente rintracciabili. Per di più ho già avuto modo di percepire il loro chakra e sarei in grado di riconoscerlo”
Kakashi alzò un sopracciglio, diffidente. Da quando Naruto era un ninja sensoriale e per giunta di così alto livello? Vero si che il loro ultimo scontro era stato quando lui era un Genin fresco fresco di accademia, ma non era riuscito a notarlo quando era a venti centimetri dal suo sedere(con tanto di dolorosa tecnica idiota pronta) come poteva percepire qualcuno a cento e passa metri di distanza?
“E che tecnica sarebbe?” chiese il Jonin, perplesso.
“Kagura Shingan” rispose prontamente Hinata “E’ veramente potente, posso assicurarlo”
Ricordava perfettamente quando loro due si erano allenati nell’individuazione dell’avversario, utilizzando il Kagura Shingan ed il Byakugan per trovare Sozoku nascosto nei punti più impensabili e alle distanze più assurde.
Kakashi alzò le spalle, convinto.
“In marcia, ci incontreremo al nascondiglio di Akatsuki con il Team Gai, ci hanno mandato rinforzi”
Kakashi fece pochi sigilli per evocare il suo fido Pakkun, mandandolo ad intercettare il team Gai per aiutarli a trovare il covo degli Akatsuki.
Il gruppo, formato in tutto da venti persone, si mosse a velocità degna dei ninja di alto rango per il deserto, come fossero immuni al calore soffocante di quel posto. In realtà avevano tutti in mente lo stesso pensiero: salvare Gaara prima che fosse troppo tardi. Durante il viaggio, Naruto si avvicinò alla compagna del Team 7 che, appena lo ebbe visto tentò di allontanarsi. Il biondo la bloccò per un braccio.
“Sakura-chan”
La ragazza in questione cominciò a diventare rossa di rabbia, tentando di ignorarlo. Data la naturale dose di pazienza di cui era dotata la ragazza, il tentativo fallì dopo cinque miseri secondi prima che la ragazza rifilasse un pugno a Naruto, schiantandolo contro un albero. Tutti gli altri ninja si fermarono per vedere la scena. Sozoku fissò prima l’allievo e poi Sakura, sospirando sconfortato.
“Andiamo avanti, è una questione tra di loro giovani” disse, seccato, ripartendo.
Gli altri ninja lo seguirono, tranne Hinata, che voleva parlare anche lei con Sakura.
La ragazza in questione li fissò entrambi, furiosa.
“Adesso volete pure far pace?” chiese, alternando occhiatacce ai due ex-amici “Prima mi tirate una coltellata, fuggite senza dire nulla dopo aver tanto criticato Sasuke e poi fate la stessa cosa? Mi fate proprio SCHIFO!”
Naruto si alzò dalle radici dell’albero su cui era stato spedito dal pugno della rosa.
“Noi non stiamo facendo la stessa cosa! Noi non abbiamo tradito nessuno, siamo andati via dal villaggio perché temevamo che Akatsuki potesse arrivare in massa per prendermi!”
“E cosa ti fa credere che cerchino te?” chiese Sakura, stizzita.
“Perché nel mio corpo è stato sigillato Kyuubi!” disse Naruto, tappandosi poi la bocca. Non voleva dirlo in questa maniera a Sakura, però gli era scappato di bocca e non poteva più rimangiarsi nulla. Hinata lo guardò allarmata, lei conosceva già quel segreto da parecchio tempo, ma Sakura fu colta alla sprovvista.
“Vuoi dire… quel Kyuubi?” chiese, sorpresa.
Naruto annuì gravemente.
“Lo Yondaime decise di sigillarlo in me perché possedevo i geni dei Senju e degli Uzumaki, entrambi in grado di limitare il potere dei bijuu, o almeno credo che fu quello il motivo. So soltanto che il giorno stesso in cui sono nato ho ricevuto un fardello troppo pesante. Ecco perché al villaggio mi disprezzano tutti”
Sakura era allibita, non sapeva cosa dire. Da un lato cominciava a capire il perché di tutto quel disprezzo(persino da parte dei suoi genitori) verso Naruto. La volpe aveva fatto una strage nel villaggio e tanti ninja erano morti sotto le sue zampate o a causa delle sue cannonate di puro chakra. Ma di tutto questo, si rendeva conto, Naruto non aveva alcuna colpa. Era la vittima tra le vittime, quella che aveva dovuto sopportare un immotivato odio per tanti anni e, nonostante questo, aveva deciso di proteggere il villaggio a tutti i costi diventando Hokage. E adesso era fuggito, non sete di potere, ma per allontanare il pericolo dal suo villaggio. Probabilmente sia lui che Hinata erano stati male quanto lei, eppure l’avevano fatto per aiutarli. Si sentì in colpa per aver giudicato troppo presto le azioni dei due amici. Non meritavano la sua ira. Adesso capiva anche perché Kakashi-sensei non ce l’aveva con lui e nemmeno gli altri Jonin, loro sapevano già del segreto di Naruto.
“Mi dispiace… io…” tentò di scusarsi, ma non trovava una vera motivazione.
“Scusarti di cosa, Sakura-chan?” chiese il biondo, come se nulla fosse successo. Sakura lo fissò allibita.
“Ma io ti ho…”
“Già perdonata, tranquilla” disse il biondo “Rinfacciarci i propri errori non ci servirà a nulla, vero Hinata-chan?”
La ragazza in questione annuì sorridente. Era felice che Sakura avesse capito il perché del gesto di Naruto e adesso erano tornati amici.
“Muoviamoci, non voglio fare aspettare gli altri” disse il biondo, scattando in direzione degli altri componenti del gruppo.
Sakura ed Hinata persero alcuni secondi per un’ultima domanda.
“Hinata, tu perché sei scappata?”
La mora diventò immediatamente paonazza e cominciò a giocherellare con le dita. Per Sakura non fu necessario altro per capire. Emise un forte sospiro, Naruto era davvero una testa quadra.
 
 
In breve tempo, i tre ragazzi di Konhoa raggiunsero il resto del gruppo dei ninja. Naruto si mise in testa al gruppo, chiudendo per un secondo gli occhi. Non percepiva chakra particolarmente potenti in giro, quindi dubitava di essere anche solamente vicino all’obiettivo. Fu un solo istante e nella sua percezione entrò un singolo chakra, estremamente potente. Fece una rapidissima analisi. Era un chakra caldo e potente, poteva percepire chiaramente che fosse in grado di utilizzare sia il Suiton che il Katon. Poi aveva qualcosa di ostile, come se una parte di lui odiasse quel tizio. E chiaramente le intenzioni della persona non sembravano esattamente pacifiche.
“Fate attenzione, c’è un ninja fortissimo che ci sta venendo addosso!” annunciò Naruto.
“E’ Itachi Uchiha”
Naruto si voltò verso il sensei. Come faceva ad essere sempre così dannatamente preciso, nonostante non fosse capace di percepire il chakra?
“La bocca, Naruto, quando esamini un chakra parli a mezza voce”
Naruto sgranò gli occhi. Questa non se la aspettava. Sozoku lo conosceva abbastanza bene da leggergli nel pensiero senza bisogno di alcuna tecnica ninja, era troppo prevedibile.
Una potente vampata divorò letteralmente gli alberi davanti a loro, rischiando di investire il gruppo. Chi in un modo chi in un altro erano riusciti quasi tutti a schivarla, ma due ninja della sabbia erano stati inceneriti all’istante.
“Dannazione” sibilò a denti stretti il jinchuuriki, all’arrivo di un altro Katon da un’altra direzione “Hinata!”
La ragazza non aveva nemmeno bisogno che Naruto le dicesse cosa doveva fare, aveva già iniziato a comporre i sigilli quando era arrivato il primo Katon.
“Suiton: Suijiheki(=Arte dell’Acqua: Muro Acquatico)”
Un gigantesco muro d’acqua si frappose fra il gruppo ed il Katon, mentre Naruto preparava i sigilli per un’altra tecnica.
“Fuuton: Atsugai(=Arte del Vento: Pressione Pericolosa)”
Un gigantesco tornado distrusse tutta la foresta nel raggio di cinquanta metri, lasciando incolumi soltanto i ninja protetti dal muro d’acqua eretto da Hinata. Quando anche il muro eretto da Hinata svanì poterono vedere il loro avversario davanti a loro, totalmente incolume da qualsiasi tipo di danno. Gli occhi rossi saettavano tra i ninja alla ricerca di qualcuno in particolare, anche se non riuscivano a capire chi fosse.  Quando lo sguardo si posò su Sozoku, Itachi Uchiha ebbe visibilmente un fremito. D’altro canto, se non fosse stato coperto dalla maschera, il viso di Sozoku sarebbe stato sicuramente coperto da un ghigno malefico.
“Itachi Uchiha, a cosa dobbiamo l’onore?” chiese il capo di Rakugakure, estraendo la spada dal fodero sulla schiena.
“Mi è stato ordinato di non lasciarvi passare per nessun motivo fino a quando non avranno sigillato l’Ichibi” rispose atono l’Uchiha. Prima che potessero continuare a parlare, Naruto schizzò verso l’avversario accompagnato da un Bushin, reggendo un grosso Rasengan in mano.
“Oodama Rasengan!(=Rasengan Superiore)”
Itachi non ebbe il tempo di scansarsi che fu centrato dalla potente tecnica di Naruto, ma si dissolse in corvi che si dispersero nell’aria proprio sopra di lui. Naruto si guardò intorno solo per rendersi conto di essere completamente da solo. Non gli ci volle molto per capire che cosa stava succedendo, era un Genjutsu. Jiraya lo aveva messo in guardia verso quel particolare tipo di tecnica e gli aveva insegnato come uscirne.
“Dimmi una cosa, Naruto”
Itachi Uchiha gli apparve davanti, materializzandosi tra i corvi creati dalla sua illusione.
“Eri un compagno di squadra di Sasuke?”
“Io SONO un compagno di squadra di Sasuke” rispose acido il biondo, tentando di colpire Itachi con un Kunai, andato tristemente a vuoto.
“Ma Sasuke vi ha traditi, ricordi? Ha scelto Orochimaru ed è diventato un Mukenin, come Shinobi devi ammazzarlo”
La risposta di Itachi era secca e logica, un ragionamento che filava perfettamente. Ma non per Naruto. Per Naruto, Sasuke era un fratello più che un amico, con lui aveva condiviso il cibo, gli allenamenti, le sofferenze, le vittorie e le sconfitte. Entrambi erano senza una famiglia, entrambi soli. Entrambi giudicati per qualcosa di cui non avevano alcuna colpa. Due poli opposti odiati entrambi: gli Uchiha ed il Kyuubi.
“Una persona che ha fatto fuori la sua famiglia non può capire. Sasuke è come un fratello per me! Non permetterò che tu o chiunque altro lo butti in una spirale di odio senza fine. Io riporterò Sasuke a Konhoa e quando diventerò Hokage sarà consigliere insieme ad Hinata-chan e Kakashi-sensei!”
Itachi lo fissò per qualche secondo in silenzio, per poi fare un sorriso ironico.
“Quindi non provi alcun rancore verso di lui dopo tutta la sofferenza che vi ha inflitto?”
Naruto dovette pensare un attimo alla risposta, prima di dargliela.
“Ha detto che lo riporterò a Konhoa, non ho mai specificato che ci arriverà con le sue gambe” disse il biondo “Prima glie le spezzo entrambe”
Itachi tornò con la sua solita espressione atona, mentre i ricordi viaggiavano a dieci anni prima, quando ancora la sua famiglia era viva.
 
“Fammi capire, vuoi riportarlo vivo?”
Un ragazzo dai corti ed ispidi capelli neri annuì, continuando a correre da albero in albero insieme ad Itachi.
“Era nostro amico e non si dica mai che io ho fatto fuori un amico senza dargli una possibilità” rispose il ragazzo. Itachi fece un sospiro per darsi una calmata, reputandolo poco meno che un idiota.
“E come pensi di convincerlo, caro il mio Shisui? Gli chiedi se gentilmente torna a Konhoa e ci ripensa?”
Shisui Uchiha scoppiò in una fragorosa risata, rischiando seriamente di cadere dell’albero. Si voltò verso il suo migliore amico, nonché cugino, con un sorriso ironico stampato in faccia.
“E poi quello scemo dei due sarei io?” chiese il ragazzo “Ho detto che lo voglio riportare vivo a Konhoa, non ho mai specificato che ci ritornerà con le sue gambe”
Itachi sorrise di rimando. Una risposta del genere se la doveva aspettare da suo cugino. Era un tipo particolarmente impulsivo e predisposto a combinare stupidaggini.
“E poi…” continuò più serio “Una persona che uccide senza remore un amico, non è degna di diventare Hokage”
 
 
Quel Naruto gli assomigliava parecchio, a Shisui. Stesso sogno, stessa voglia di proteggere i suoi amici, persino stesse parole. Quel Naruto era uno Shisui in versione Jinchuuriki del Nove Code. Un corvo partì dal suo vestito, infilandosi nella bocca di Naruto. Questo cercò disperatamente di cacciare via l’uccello ma con scarsi risultati. Il corvi si infilò nella sua bocca e sparì così come era arrivato.
“Che diavolo mi hai fatto?” chiese Naruto, arrabbiato.
“Ti ho lasciato un dono, spero che tu non ne abbia mai bisogno”
Naruto gli scoccò un’occhiata omicida, per poi lanciargli un kunai, che andò nuovamente a vuoto. Sentì una mano poggiata sulla sua spalla ed il mondo sembrò disfarsi, mentre tutte le persone che erano arrivate lì con lui erano riapparse come per magia. Sfiorò la mano che gli aveva toccato la spalla e si voltò, per vedere che era quella di Hinata. Si rese conto di essere sdraiato per terra. Per un secondo guardò negli occhi la ragazza, fin quando lei non distolse gli occhi imbarazzata. Il biondo si alzò da terra, aiutato dalla mora e si guardò intorno. I Jonin di Suna erano spariti.
“Che cosa è successo” chiese il ragazzo, confuso. Adesso il gruppo si era notevolmente distretto. Di venti persone ne erano rimaste soltanto sei.
“Abbiamo mandato i Jonin di Suna a casa con i corpi dei loro caduti. Il vantaggio numerico è inutile con l’Akatsuki, dobbiamo puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità” rispose Kakashi, scocciato “Tu sei caduto in una illusione, non è vero?”
Naruto annuì, preoccupato. Quella cosa che era successa nell’illusione, quel corvo che gli era entrato in bocca e quelle parole “ti ho lasciato un dono”, non mettevano affatto il ragazzo a suo agio. D’altro canto, nessuno si accorse di nulla e ripresero la marcia. Solo Hinata, che dopo aver passato sei mesi con lui conosceva alla perfezione il biondo, sembrava aver intuito che qualcosa non andava. Stava per chiedergli qualcosa, ma venne interrotta dal suo sensei.
“Vai avanti con gli altri e attiva il Byakugan per vedere se c’è qualcun altro ad aspettarci al varco, Itachi è sparito troppo velocemente per potermene stare tranquillo” disse alla ragazza.
Hinata fissò per un attimo il biondo, poi ripartì a malincuore.
Quando Hinata fu fuori a portata di orecchio, Sozoku si decise a parlare sottovoce a Naruto.
“E’ successo qualcosa in quell’illusione?” chiese al biondo, con voce speranzosa. Naruto fissò il maestro negli occhi smeraldini, alla ricerca di una motivazione che potesse giustificare il suo strano tono. Non riuscì a trovarne, così rispose.
“Mi ha infilato a forza un corvo in bocca, mi ha detto che era un dono e che sperava non dovessi mai utilizzarlo”
Un lampo di allegria attraversò gli occhi di Sozoku. Naruto si preoccupò vivamente.
“Non ti preoccupare, Naruto, Sakura ha controllato il tuo stato, non hai nulla di anomalo, spero che adesso ti impegnerai di più ad imparare come spezzare un Genjutsu”
Naruto lo fissò sospettoso, Sozoku si stava comportando in modo strano.
“Vai avanti con gli altri, io vedo se riesco a rintracciare quel bastardo di un Uchiha, magari lo possiamo usare come esca per attirare il tuo amicone fuggitivo” disse Sozoku. Naruto sorrise alla battuta su Sasuke. Chissà, magari funzionava sul serio. Si allontanò in direzione degli altri, mentre Sozoku si infiltrava nella foresta, finché non trovò il cadavere di un uomo vestito con la cappa di Akatsuki.
“Come l’ultima volta, usano i corpi di altri per intervenire a distanza” mugugnò. Un violento colpo di tosse lo colpì, facendolo crollare al suolo privo di energie per un istante.
“Ho il tempo contato, ma non posso commettere sciocchezze” si disse, nervoso “Almeno Itachi ha fatto la sua parte”
 
 
Note dell’Autore:
 
Ed ecco che fa la sua comparsa anche Sant’Itachi da Konhoa! Anche il nostro strano corvicino ed un Sozoku sempre più misterioso. Che cosa significa che ha il tempo contato? Che significa “Itachi ha fatto la sua parte”? Quali sono i veri piani di Sozoku? Sta a voi provare a scoprirlo! Sono curioso di sapere cosa ne pensate!
 
m4dd499: Purtroppo per le Lemon sono limitato a causa del Rating, ma si può sempre fare una serie parallele del tipo “L’erede del Rokudou: che succedeva mentre parlavamo degli altri?” XD. In ogni caso, fai prima passare i combattimenti con Deidara e Sasori e poi sono già in programma momenti NaruHina a mai finire! Spero che il capitolo ti sia piaciuto, aspetto un’altra tua recensione XD

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Capitolo 7
*** Avversario Inumano ***


Ormai senza Sozoku con loro, il gruppo raggiunse il luogo dove si trovavano gli Akatsuki. Naruto era pensieroso. Ultimamente glie ne capitavano di tutti i colori, tra Sozoku che faceva il misterioso e Kyuubi che lo aiutava, cominciava a non capirci più nulla. Sospirò sconsolato, esaminando i chakra che sentiva all’interno della caverna. Inizialmente ne aveva contati una decina, ma adesso erano soltanto due, quelli di Sasori e Deidara. E questo significava che Gaara era morto. Non disse nulla ad Hinata ne agli altri, non voleva condividere con loro quella perdita, o almeno non nell’immediato. Avrebbero rischiato di farsi accecare dalla rabbia e questo gli sarebbe potuto costare la vita. Si limitò semplicemente a dire che erano in due e che erano gli stessi che avevano affrontato in precedenza.
“Cosa facciamo allora?” chiese Sakura, fissando l’ex compagno di team.
“Il bombarolo si sta allontanando con Gaara, io e Kakashi lo intercetteremo, voi pensate a Sasori, mi raccomando soltanto di non farvi colpire da nessuna delle sue armi, sono altamente velenose” disse, serio, per poi fare una smorfia “Io e Hinata ne sappiamo qualcosa”
L’intero gruppo annuì, mentre Naruto tirava Hinata in disparte.
“Hinata-chan, per favore, se sei nei casini non esitare un attimo ad utilizzare QUELLA COSA oppure QUELLE, non sono sicuro che Sasori sia debole come l’abbiamo visto quella volta, credo che avesse molte carte da giocare” disse, omettendo alcune parole, in modo che solo loro due potessero capire di cosa stavano parlando. Lei annuì poco convinta, Naruto stava parlando della sua Kekkei Genkai ed entrambi sapevano che Hinata la odiava. Ma sappiamo bene che la mora non avrebbe negato assolutamente nulla  al biondo e quindi accettò. Naruto si diresse da Kakashi e si misero alla ricerca del ninja di Iwagakure che portando con se il cadavere di Gaara. Per fortuna anche il cadavere aveva ancora una traccia di chakra inconfondibile, a causa della natura demoniaca del chakra dell’Ichibi.
 
 
Hinata, Sakura e Chiyo entrarono nella grotta, trovandovi il mukenin ad aspettarlo, fermo al centro della stanza. Hinata lo guardava arrabbiata, quel mukenin aveva messo in pericolo la vita di Naruto(oltre che la sua) e adesso aveva contribuito alla morte di Gaara. Perché lei era sicura che il rosso era morto, lo aveva capito dalla faccia di Naruto quando lo aveva nominato.
“Sei ancora viva? Complimenti ragazza, non ti facevo così forte”
“Fa silenzio!” gli disse la mora, stizzita “Non mi interessa quello che hai da dire, io ti devo distruggere, è una promessa che ho fatto”
Sakura e Chiyo guardavano la ragazza, leggermente confuse. Che promessa aveva fatto che la costringesse a distruggere il mukenin di Akatsuki? Non chiesero oltre, ma i ricordi di Hinata erano vividi nella sua memoria, come quando era successo.
 
Sozoku aveva parlato solo mezz’ora fa del piano “Occhio di Luna” di Tobi. Gli aveva detto che dovevano bloccarlo a tutti i costi. Naruto era rimasto un po’ perplesso e se ne era andato dopo dieci minuti accusando mal di testa. Hinata lo era andato a cercare, trovandolo molto dopo in cima ad una casa. La soffusa luce creata dal sistema di lampade dentro il villaggio sotterraneolo illuminava poco, rendendo la sua figura quasi malinconica. Gli si sedette accanto, aspettando che fosse lui a parlare.
“Hinata-chan” esordì, mordendosi poi il labbro per non parlare. Dopo quasi tre mesi di convivenza e di allenamento assieme il loro rapporto era parecchio migliorato, ormai Hinata era la depositaria di qualsiasi dubbio del biondo e viceversa, e se ne avevano bisogno, entrambi cercavano sempre di motivare l’altro. Certo, Hinata aveva sperato di poter essere qualcosa di più di una amica per il biondo, ma andava bene così.
“Cosa ne pensi del piano di Tobi. Insomma, vorrebbe dire che magari io potrei avere di nuovo i miei genitori, tu potresti essere felice e il mondo potrebbe finalmente avere la pace. Perché stiamo andando contro tutto questo?”
Hinata ci rifletté un attimo, in fondo non aveva tutti i torti, ma la cosa non le piaceva lo stesso.
“Perché sarebbe una menzogna” gli rispose infine “Se vogliamo qualcosa dobbiamo combattere e metterci tutto noi stessi per averla”
La ragazza gli fece uno dei suoi timidi sorrisi.
“Me lo hai insegnato tu!”
Naruto rimase pensieroso, stando in silenzio per diversi minuti, poi si alzò di scatto, con il suo solito sorriso in volto e gli occhi che sembravano illuminarsi.
“Ho deciso, Hinata-chan!” disse, facendo sobbalzare la ragazza “Io porterò la pace nel mondo! Ma non quella falsa, voglio la pace vera! E lo farò incominciando da Konhoa, diventando Hokage!”
“E io ti aiuterò in qualsiasi cosa farai, lo prometto Naruto”
Naruto la abbracciò, o per meglio dire la stritolò in un abbraccio, facendogli colorare il volto di un acceso colore rosso fuoco.
“Grazie Hinata, sei la migliore”
E fu lì che il suo cuore non resse, poi svenne.
 
Sasori puntò il braccio verso il trio, facendo uscire dal braccio un parallelepipedo da cui uscirono centinaia di senbon, che Hinata era sicura che fossero avvelenati. Si posizionò davanti alle altre due componenti del gruppo difendendole con un Kaiten(=Rotazione Suprema) che deviò facilmente tutte le armi, che caddero a terra inermi. Subito dopo sfrecciò contro il Mukenin, subito seguita da Sakura, mentre Chiyo rimaneva in disparte. Fu la volta di Hinata di attaccare, che si lanciò addosso al mukenin evitando una stoccata della coda di scorpione di Sasori. A quel punto, Sakura scattò in avanti decisa a seguire Hinata nell’attacco contro il mukenin di Akatsuki. Questo non sembrò assolutamente gradire e decise di sparare un’altra raffica di spiedi contro Sakura. Hinata si fermò preoccupata per difendere Sakura ma questa diede un violento pugno a terra, innalzando un pezzo di terreno a difesa del suo corpo, che la riparò dagli spiedi. Sicura che l’amica stesse bene, Hinata ricominciò l’attacco, affondando un Juuken nella coda di Sasori, che però non ebbe alcun effetto. A quel punto intervenne Sakura con i suoi pugni devastanti a colpire l’arma del traditore, distruggendola con un colpo ben assestato. Sasori si ritrovò nuovamente senza alcuna arma con cui difendersi dalle due. Hinata e Sakura, quasi si leggessero nel pensiero, schizzarono verso il mukenin rifilandogli rispettivamente un Hakke Hasengeki(=Otto Trigrammi Spacca Montagne) ed un pugno carico di chakra, in pieno petto al Mukenin impossibilitato al contrattacco. Fu in quel momento che schegge di legno e frammenti metallici volarono in tutte le direzioni da Hiruko. Una figura all’interno venne brutalmente sbalzata fra i trucioli, atterrando qualche metro più indietro. La figura in questione era un ragazzo molto giovane, dai capelli rossi come il fuoco, vestito con la cappa di Akatsuki. I suoi occhi, quasi vitrei, li fissavano come se avessero commesso il peccato maggiore nel mondo ninja, una offesa alla sua arte. Nonostante quegli occhi spaventosi, la voce risultò calma e composta.
“Complimenti, siete riusciti a distruggere Hiruko”
Hinata fissò i trucioli di legno, un po’ seccata. Credeva di essere riuscita a terminare il combattimento e di poter andare ad aiutare Naruto e Kakashi, ma così non era stato. Ancora più determinata si rimise di nuovo in posizione di guardia.
“Tu?” chiese Chiyo, dietro di loro.
Hinata non ebbe bisogno di voltarsi, avendola comunque sott’occhio grazie al Byakugan, ma Sakura lo fece. La vecchia Chiyo sembrava sconcertata.
“Non sei cambiato affatto da…” la vecchia non ebbe il coraggio di dirlo, ma ci pensò Sasori a continuare.
“Quando sono fuggito vent’anni fa?”
Chiyo rimase un po’ titubante sulla risposta, ma Sasori continuò a parlare, ora sorridente.
“Tu non capisci, io sono un’artista e l’arte è immortale!”
“E tu non sei nemmeno umano” fu l’intervento di Hinata, che gli valse le occhiate dubbiose di Sakura e Chiyo e quella sorpresa di Sasori. Quest’ultimo si riprese subito dalla sorpresa, estraendo un rotolo dalla schiena, sorridendo.
“Chissà, magari hai ragione, vediamo che sai fare, mocciosa!”
Aprì il rotolo, rivelandone il contenuto. Era una marionetta di fattezze umane, con gli occhi sbarrati e spaventosi ed i lunghi capelli neri scompigliati. Vestiva una lunga veste marroncina, una sorta di lungo straccio ornato con una impellicciatura nel colletto. Chiyo quasi non ebbe un infarto nel vedere quella figura.
“Sandaime-sama! Ecco dov’era finito” furono le parole di Chiyo. Sakura non capì, ma Hinata ebbe immediatamente i dubbi. Quella marionetta aveva un aspetto paurosamente umano, ma aveva addirittura un sistema circolatorio del chakra. Aveva visto spesso delle marionette, ma nessuna era così… umana!
“Quella cosa era…” chiese, un po’ schifata, la ragazza.
“Il Sandaime Kazekage” annunciò Sasori, divertito.
Hinata strinse i punti e serrò tutti i muscoli, determinata a farlo fuori. Quell’uomo, se tale si poteva definire, era un mostro che aveva tradito il suo villaggio e ucciso il suo Kage per farne un’arma. Era tre volte disgustoso e andava tre volte contro i principi che gli avevano insegnato a Konhoa e che Naruto aveva deciso di promuovere come base per il mondo di pace a cui voleva dar vita, dove NESSUNO doveva diventare un’arma. Esattamente come lei, la timida Hinata, che non era voluta diventare una macchina da guerra se non per propria scelta, quando aveva promesso a Naruto che lo avrebbe aiutato nel suo obiettivo.
“Gli esseri umani non sono armi” furono le parole sibilate dalla ragazza, prima di scattare in direzione di Sasori. Questo mosse impercettibilmente la mano, mandando il Sandaime Kazekage ad affondare gli artigli sulla mano sulla ragazza di Konhoa. Prima che questa potesse scansarsi, Chiyo la tirò via dal raggio dell’attacco con dei fili di chakra.
“Non andare da sola, stavolta combatterò anchio” disse la vecchia, prendendo due rotoli. Hinata li fissò per un attimo. Su di loro c’erano i Kanji “Haha” e “Chichi” rispettivamente Padre e Madre. Quando Hinata vide il loro contenuta, fu quantomeno sorpresa. All’interno vi erano due marionette che rappresentavano due esseri umani, terribilmente simili a Sasori. Però non erano come il Sandaime, questi non avevano un sistema di circolazione del chakra. Hinata fece attenzione ai loro nomi, rispettivamente “Mamma” e “Papà”. Un sospetto gli attraversò il cervello, confermato da un attimo di sgomento da parte del Mukenin di Suna. Quelle due marionette rappresentavano rispettivamente il padre e la madre di Sasori della Sabbia Rossa. Hinata storse un po’ il naso, dato che la cosa non le piaceva affatto.
La ragazza si rimise in posizione di combattimento, scattando subito dopo su Sasori. Se era vero che aveva imparato molti ninjutsu e due diverse manipolazioni della natura, il suo punto forte erano i Taijutsu, ed in quella era pressoché inarrestabile. Il Sandaime si pose a difesa di Sasori manovrato da quest’ultimo, lanciando proiettili di sabbia nera dalla bocca, chiaramente avvelenati. A sua difesa, prima che potesse bloccarli con un Kaiten, intervennero le marionette di  Chiyo che bloccarono gli attacchi con uno scudo di chakra che partiva dalle loro braccia. Hinata le superò in corsa, tentando di distruggere la marionetta con un affondo del palmo. Il Sandaime mosse il braccio deviando il colpo di Hinata e tentando di colpirla con gli artigli, prontamente bloccato da Sakura, appena arrivata. Ci fu una serie di colpi e Taijutsu, con le due marionette di Chiyo che bloccavano i proiettili di ferro che creava la marionetta. Dopo un po’ Hinata e Sakura erano senza fiato, mentre Chiyo e Sasori continuavano a combattere con le rispettive marionette. Hinata fissò il tetto, seccata. Sakura guardò anche lei il tetto, non capendo il perché di tanto nervosismo nell’amica.
“Sakura, potresti distruggere il tetto?” chiese la ragazza, timidamente.
Sakura non capì il perché di tale domanda ma non chiese nulla e si mise a camminare per le pareti fino ad arrivare al tetto, mentre Sasori era troppo concentrato a combattere con la nonna per potergli prestare attenzione. Sapevano entrambe, però, che se lo avessero attaccato, lui avrebbe immediatamente contrattaccato duramente. In ogni caso, un devastante pugno della ragazza al tetto fece crollare tonnellate di roccia, mentre Hinata utilizzava il Kaiten per coprire se stessa e Chiyo dai detriti. Sasori si coprì con la sabbia di ferro, proteggendosi anch’esso senza riportare danni. Hinata si fermò dalla sua rotazione soltanto quando il tetto fu completamente crollato.
“Mi spieghi il perché di una azione tanto sconsiderata?” sibilò acida la vecchia Chiyo. Hinata diventò immediatamente rossa, forse avrebbe dovuto spiegare, ma non ne aveva affatto il tempo. Iniziò a comporre una lunga serie di sigilli, chiedendo alle due compagne di lotta di coprirla. Sakura accettò immediatamente, fiduciosa nell’amica, mentre Chiyo fu più titubante ma non commentò. Sasori tentò invano di colpire più volte Hinata, ma questa veniva costantemente protetta da Haha e Chichi o da Sakura, che erigeva scudi di terra colpendo il terreno.
“Levatevi adesso, ragazze!” fu l’urlo di Hinata. Chiyo e le sue marionette, insieme a Sakura riuscirono a scansarsi e Sasori si protesse nuovamente con la polvere di ferro. Sakura guardò il cielo, capendo quale era il piano dell’amica. Al posto del tetto vi era una gigantesca lente fatta probabilmente con il Suiton che stava convergendo i raggi solari per creare un unico e potente laser ad altissimo potere calorifico. Lo scudo di Sasori venne rapidamente sciolto dall’attacco e la marionetta del Sandaime prese fuoco quasi subito, diventando inutilizzabile. Persino la veste del rosso prese fuoco, cosa che costrinse il rosso a buttarla via. Lo spettacolo che si parava adesso davanti ai loro occhi, era ben peggiore di quanto avessero immaginato. Hinata aveva ragione, Akasuna no Sasori non era affatto un essere umano, era una marionetta viva!
Chiyo rimase a boccheggiare per qualche secondo e Sakura aveva sbarrato gli occhi a quella vista. Hinata invece lo stava fissando con repressa rabbia. Quello era quanto di più orribile ci fosse al mondo, quel tipo aveva rinnegato persino la sua umanità, e questo sarebbe stato inaccettabile per Naruto, e di conseguenza anche per lei.
“Complimenti vivissimi, avete distrutto il Sandaime. Ma adesso mi avete proprio scocciato, sarò costretto ad utilizzare la mia arma migliore.”
Prese un rotolo, sicuramente un’altra marionetta e aprì uno scomparto nel suo corpo. All’improvviso la grotta si riempì di marionette. Hinata non riusciva nemmeno a contarle tutte di quante erano.
“Vi presento la Aka Higi: Hyakki no Sousen”
Hinata esaminò i loro sistemi circolatori del chakra con il Byakugan. Ognuna di esse era dotata di chakra personale e ciò voleva dire che un tempo era stata umana. Hinata strinse i pugni. La persona che si trovava davanti era poco più che un mostro. E se considerava che quel “Tobi” voleva portare la pace con certe persone come scagnozzi, non era difficile capire quanto traviata e distorta fosse la mente di quell’uomo.
“Sapete, con questa tecnica, ho conquistato un intero paese!”
Sakura stava per rispondergli, ma venne anticipata dalla mora, ormai intenzionata a distruggere Sasori a qualunque costo.
“Una volta una persona mi disse che non valgono diecimila uomini quanto ne vale uno soltanto che abbia nel cuore la Volontà del Fuoco, ecco perché oggi ti sconfiggerò”
Sasori la fissò divertito.
“Volontà del Fuoco? Su, non dirmi che credi a queste stupidaggini!”
“Non sono stupidaggini. Se non riesci a vederla è soltanto perché il tuo cuore non la possiede” disse Hinata, seria “Ho promesso di proteggere Konhoa e le persone che amo al fianco di Naruto e di realizzare il suo sogno. Io sarò la spada con cui difenderà la Foglia ed il mondo intero da quelli come te. Questa è la mia volontà del fuoco”
Mentre parlava, il suo viso aveva cominciato a scurirsi, creando numerose macchie nere in tutta la parte sinistra del volto. L’occhio sinistro le si colorò di rosso acceso mentre declamava la sua nindo. Sakura ebbe un brivido, aveva già visto quella trasformazione addosso a Sasuke tre anni prima, quando aveva sconfitto il suo primo avversario al torneo di Selezione dei Chuunin. Era il Segno Maledetto.
“Hinata, tu…”
“Dopo, Sakura!” fu la risposta secca di Hinata. La ragazza dai lunghi capelli mori chiuse gli occhi, concentrandosi. “E’ ora di finire questo combattimento insensato ed andare da Naruto”
Sasori non parve molto contento delle sue parole e scagliò tutte le sue marionette contro Hinata. Quello che successe dopo fu la cosa più straordinaria che Sakura avesse visto in tutta la sua giovane vita, anche contando di essere l’allieva di Tsunade Senju. Hinata venne rivestita nei palmi e nei piedi da una spessa coltre di puro chakra azzurro e violaceo, segno dell’utilizzo del chakra del Segno Maledetto. Subito dopo fu tutto il resto del corpo ad esserne rivestito, trasformando i suoi abiti in una fiammeggiante armatura di chakra.
“Shodai Sosen Gijutsu: Saiko Taijutsu : Gekido!(=Prima Tecnica Ancestrale: Taijutsu Supremo: Furia)”
Hinata sparì nel nulla. Sakura e Chiyo riuscivano a malapena a percepire il movimento di qualcosa all’interno della nube compatta di marionette, mentre queste ultime sembravano distruggersi da sole, come se nessuno le avesse toccate. Sasori sembrò entrare in panico quando tutte le marionette vennero distrutte o messe in condizione di non poter più nuocere, e ne aveva motivo. Specie ne ebbe motivo quando Hinata gli apparve di fronte, con un colpo già caricato nel palmo, pronto a distruggerlo.
“Hakke Hasengeki(=Otto Trigrammi Spacca Montagne)”
La marionetta Sasori venne inesorabilmente fatta in mille pezzi, come se Hinata avesse colpito un pupazzo di vetro. Soltanto un piccolo insignificante cilindro rimase integro. Il Chakra intorno ad Hinata svanì tutto d’un colpo, lasciando Hinata a terra, boccheggiante dalla fatica. Ne Sakura, né tantomeno Chiyo ebbero il coraggio di avvicinarsi per i primi momenti. Sakura aveva appena visto la sua dolce, timida e debole amica Hinata sfondare in una manciata di secondi cento marionette umane ed un Mukenin di rango S e dimostrare una freddezza in battaglia degna dei migliori Jonin di Konhoa. Seppur la ragazza dai capelli rosa non si fidasse assolutamente di quel Sozoku, doveva ammettere che in ogni caso era stato un grande maestro, aveva trasformato Hinata in una macchina da guerra potentissima.
“Hinata! Attenta!”
Una marionetta di Sasori, probabilmente sopravvissuta alla tremenda scarica di attacchi, l’aveva puntata con una katana. Hinata non aveva le forze per bloccarla e stava per essere colpita. Sakura si precipitò per salvarla, ma Chiyo fu più veloce di lei, mandando Haha e Chichi ad uccidere la marionetta. La scena era poco più che drammatica. Le katane delle due marionette avevano infilzato il “cuore” di Sasori, lasciandolo in fin di vita. Allo stesso tempo, però, lo stavano stringendo in un abbraccio paterno, quasi amorevole.
“Madre, padre” furono le parole di Sasori. Se avesse potuto piangere, lo avrebbe fatto. “E’ così sbagliato desiderare di vivere in eterno? Perché la morte deve corrompere la mia arte, perché?”
Era una domanda disperata, la rabbia di qualcuno che ha visto i suoi genitori andarsene e non tornare più, qualcuno che ha cercato l’amore dalle marionette ma che non ha provato alcun calore da esse. Il dolore di un uomo che credeva di poter diventare freddo come le marionette che impugnava in combattimento, ma che adesso dopo tanti anni, scopriva di aver fallito. Anche se non aveva un cuore umano, la sua anima continuava a risplendere di emozioni.
“Volevo smettere di soffrire, volevo essere un’opera d’arte, una marionetta perfetta. E questo sono diventato, un mostro. Perché nonostante sia un dannatissimo pezzo di legno devo ancora soffrire”
“Perché hai un’anima, Sasori della Sabbia” fu la risposta di Hinata “Quando siamo davanti al dolore possiamo reagire in tre modi: il primo è tentare di eliminare le proprie emozioni, come hai fatto tu, il secondo è abbattersi e lasciarsi andare come probabilmente avrei fatto io. Poi c’è il terzo metodo, che è quello di Naruto. Usare il dolore e la sofferenza per trasformarli in forza per combattere ed andare avanti, trovare nuovi motivi per lottare e nuove emozioni che ci faranno cancellare il dolore. Forse, se non avessi deciso di mollare tutto e tutti, avresti trovato un amico o una persona che avrebbe lenito il tuo dolore e tu avrebbe dato emozioni nuove”
“Il genio a cui viene fatta la morale, che cosa assurda. Provi pietà per il tuo nemico? Che razza di ninja sei?”
Le parole di Sasori erano taglienti, malevole. Voleva avere l’ultima parola sulla discussione, voleva che quel discorso risultasse stupido perché fatto al nemico.
“Un ninja che vuole la pace. Ed il primo passo per la pace è il perdono, Sasori”
Ci furono attimi di silenzio, in cui Sasori fissò gravemente Hinata per capire quanto sincere fossero le sue parole.
“Fra due settimane, al ponte del Cielo, dovevo incontrare un mio sottoposto che spia Orochimaru. Evitate di spargere voce della mia morte ed avrete la possibilità di avere informazioni su Orochimaru e sul suo allievo, so che lo state cercando, non è vero?”
Hinata gli sorrise, abbracciandola. Sakura era sconvolta dalla notizia. Informazioni su Orochimaru significava anche informazioni su Sasuke, avrebbero potuto riportarlo a casa. Provò un moto di affetto per quel ninja traditore, che però svanì subito. Era comunque un nemico. Dall’altro lato continuavano a rimbombargli nella mente le parole di Hinata. Davvero lei e Naruto volevano portare la pace nel mondo ninja? Si rendevano conto di quanto folle fosse il loro obiettivo? Da Naruto se lo sarebbe aspettato, ma che Hinata gli desse corda con tanta determinazione, proprio no.
“Catturate quel bastardo di Orochimaru anche da parte mia” disse, con un sorriso in faccia. Poi crollò a faccia a terra. Così finiva la vita di Sasori della Sabbia Rossa, il più temuto dei Mukenin di Suna.
 
 
Angolo dell’autore:
Bhe, intanto chiedo scusa per il ritardo, ma davvero in questo periodo ero così indaffarato da non potermi mettere al PC, ho addirittura un esame giorno 13, capitemi voi… In ogni caso, mi è dispiaciuto non ricevere recensioni, mi ha un po’ demoralizzato. Approfitto di questo angolino per chiedervi di dirmi quello che pensate del capitolo o della fic in generale, almeno per capire dove sbaglio. Detto questo, al prossimo capitolo intitolato: “Caccia all’artista”

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