Dalla Cina con amore

di soarez
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caffè e mandorle ***
Capitolo 2: *** Spiegazioni e parentele ***
Capitolo 3: *** Bisticci e cuccioli color miele ***
Capitolo 4: *** Ciambelle e gratitudine ***
Capitolo 5: *** Codini e piccoli geni. ***
Capitolo 6: *** Sottomarini gialli e telefoni rosa confetto ***



Capitolo 1
*** Caffè e mandorle ***


Credo di essere l’unica persona in Italia a parlare di Chisbon…

 

 

 

Tenendo gli occhi chiusi Teresa allungò il braccio, incontrando solo il materasso tiepido.

Mugugnando rotolò sul letto, avvolgendosi come un bruco con le coperte.

Stava per riappisolarsi, quando il suo naso captò l’aroma del caffé.

Alzò la testa, girandola nella direzione della cucina.

In quel momento Kimball entrò nella stanza, tenendo in mano il vassoio con il caffé.

Ci mise meno di una frazione di secondo a considerare che Teresa, appena sveglia, con i capelli tutti arruffati, era semplicemente deliziosa.

Si sedette sul letto, posando il vassoio sul materasso, mentre la donna riemergeva dal groviglio di coperte, aprendo piano gli occhi.

-Caffé…- borbottò, strisciando sul cuscino.

Kimball le allungò una tazza.

-Appena fatto-

-Mmm…caffé- bevve il liquido scuro, a poco a poco sempre più lucida.

Posata la tazza gattonò fino all’uomo, baciandolo lieve.

-Buongiorno-

-Buongiorno a te- sorrise lui -Pronta per un’altra settimana di duro lavoro?-

-Sinceramente no. Che ne diresti se spegnessimo i cellulari, staccassimo il telefono e partissimo con il primo volo che riusciamo a trovare?-

Cho le prese il mento tra due dita.

-Proposta allettante- la baciò -Presumo che ti sia dimenticata di un dettaglio di relativa importanza: a chi lasci la squadra, capo?-

-Sono adulti e vaccinati, sapranno cavarsela-

-Rigsby e Van Pelt tra le grinfie di Jane?-

-Maledizione! Hai ragione- sbuffò Teresa -Va bene. Dieci minuti e sono pronta-

-Una delle tante cose che amo di te è che quando dici dieci minuti, sono veramente dieci minuti-

 

Entrarono al CBI perfettamente in orario.

Cho si diresse subito alla sua scrivania, mentre Lisbon prima passava dal suo ufficio.

Dopo poco ricomparve nel bullpen.

-Salve, capo-

-Ciao, Rigsby. Hai spedito i fascicoli dell’ultimo caso al procuratore?-

-Cinque minuti fa- disse, orgoglioso Wayne.

-Ottimo. Van Pelt? Come va con l’archiviazione dei dati?-

-Ho finito giusto ora-

-Perfetto- si voltò verso il divano -Jane? Dimmi che non hai combinato casini, e sarò felice-

Come risposta ricevette un sorriso smagliante da parte del biondo.

-Non ho combinato casini-

Lisbon si voltò verso Rigsby.

-Confermo- annuì lui.

-Andiamo alla grande! Praticamente oggi non abbiamo nulla da fare…potremmo staccare un’ora o due prima, e andare a cena fuori, che ne dite?-

-A meno che non ci affidino un nuovo caso- si pronunciò il biondo.

Rigsby lo guardò malissimo.

-Non portare sfiga, grazie-

-Io non porto sfiga. La probabilità che qualcosa avvenga è indirettamente proporzionale alla sua desiderabilità-

-E questa?- chiese perplesso il moro.

-Legge di Murphy- spiegò Cho.

 

A dispetto di quanto detto dal consulente, la giornata passò tranquilla.

Nessun omicidio, nessun furto, nessuna lamentela.

Alle diciotto uscirono tutti e cinque dall’edificio, e, con le rispettive macchine, si avviarono verso il ristorante.

Parcheggiarono distanti, per fare una passeggiata.

Per la strada c’erano poche persone, oltre a loro: un uomo che stava facendo jogging con il cane, una coppia di anziani che faceva una camminata prima di cena, sostenendosi con amore a vicenda, e una madre con la figlia.

Grace riportò la sua attenzione sulla coppia.

Erano così carini; avranno avuto quanto? Ottant’anni? Entrambi con il bastone da passeggio, e nei loro gesti poteva vedere ancora l’amore e l’affetto che provavano l’uno per l’altra.

Quello, per lei, era la realizzazione del matrimonio.

Insieme finché morte non vi separi.

Un suo desiderio era di diventare come loro, un giorno: arrivare fino alla vecchiaia al fianco della persona amata.

Quasi senza pensarci intrecciò la mano con quella di Wayne, che le sorrise.

Tuttavia non fu la coppia di anziani a sconvolgere l’intera squadra, quella sera.

Ad un certo punto la bambina, lunghi capelli neri divisi in due codini e occhi a mandorla, sfuggì al controllo della madre, cominciano a correre verso di loro.

-Lin! Lin, torna qui!- gridava la donna.

Ma la piccola non rispose neppure, dirigendosi verso Lisbon e Cho con un enorme sorriso.

-Papà!- esclamò, fondandosi addosso all’uomo.

Gli altri quattro si voltarono stupiti.

Persino Jane aveva spalancato gli occhi, bloccandosi a metà di un movimento.

Cho aprì la bocca per ribattere, poi vide la donna che li stava raggiungendo.

-Yoko?- disse sorpreso.

-Ciao, Kimball- salutò lei.

-Ma che ci fai qui?- chiese l’agente -Che significa? Che…- s’interruppe, posando gli occhi sulla bambina, che non sembrava intenzionata a lasciarlo.

-Ti presento tua figlia, Lin-

Teresa faceva vagare lo sguardo da un Kimball senza parole, alla donna, alla bambina.

Jane si era ricomposto, ed ora esibiva un mezzo sorrisetto che diceva oh, interessante.

Grace non riusciva a pensare; un attimo prima stava accarezzando i suoi sogni di vecchiaia, ed un secondo dopOh mio Dio, Cho aveva una figlia?

Dopo il primo attimo di smarrimento, Rigsby, internamente, gioiva: oh, andiamo! Questo era decisamente più avvincente di qualsiasi fottuta soap!

Lisbon riprese l’uso della parola.

-Credo che tu ci debba qualche spiegazione, Cho-

 

 

 

 

Posso ridere? Si? Grazie.

UAH AH AH AH AH!! X°D

Questa è stata la mia reazione la prima volta che ho pensato questa scena.

Riuscite a vedere la faccia di Cho? Quella di Jane? E Lisbon? Ma quella migliore in assoluto deve essere quella di Rigsby! Gli manca solo la ciotola dei pop corn XD

Ok, ok, mi do un contegno e ricomincio da capo.

Questa storia è pensata come il seguito del finale Chisbon di Come galli nel pollaio.

Vorrei dire subito una cosa: non troverò un’altra donna a Jane.

Anche perché, ora come ora, siamo tutte troppo coinvolte con questa storia della puttana sensitiva u.u

Questo non vuol dire che il bel biondino sia destinato alla sofferenza perpetua.

Altra cosa: cercherò di non tirare mai in ballo i pezzi grossi del CBI, ma nel caso non ci riuscissi, userò Minelli, e non la Hightower.

Anche Jane preferisce Minelli.

Jane: e quando mai avrei detto una cosa del genere?

Stai zitto, tu, che anche se non lo dici si capisce lo stesso.

J: e cosa te lo fa pensare?

Minelli non avrebbe mai minacciato di licenziare Lisbon.

Avrebbe preferito spararti direttamente, e poi scaricare il tuo cadavere nel cassonetto qui dietro.

J: hai ragione. L’Hightower invece no.

Oh, Jane, la nostra povera Teresa. ç_ç

Di seguito i ringraziamenti per l’ultimo capitolo di Come galli nel pollaio.

 

Hikary: povero Polvere. Povero piccolo.

Grace? Dici che non mi sta simpatica? Da che l’hai capito? ^_^

Aspetto i tesserini e la fic punizione.

Ti dirò una cosa: vorrei tradurre la fic in inglese e pubblicarla sui fandom inglesi per sapere che ne pensano. Gli inglesi sono più aperti anche con Cho.

 

Sasita: non ho usato il punto di vista di Jane perché la fic girava intorno a Cho.

Anche a me è piaciuto quando ha detto che era felice per lui e Tess.

A Jane non ho dato l’happy ending, perché Elise è un personaggio della serie…chi volevi che facesse da Happy ending per Jane? La sensitiva?

Si che me lo immagino Simon coperto di panna…è per questo che preferisco non commentare…potrei non rispondere di me.

Il tuo prof delle medie è un genio…ma forse te lo avevo già detto? Ho un dejà-vu…

 

Raven_95: mi sorge un dubbio…ma tu hai letto che ho anche fatto il capitolo dove Teresa sta con Cho?

Vabbè, non trattatemi troppo male il mio Kim…anzi, no, sai che ti dico? Vengo anch’io con voi (si butta nella mischia) Yatta!!

 

Cinfri: non ho trovato nessun’altra per Jane, perché mi sembrerebbe forzata, come cosa…

Ma io non torno in Europa! Ho deciso che mi trasferisco in Giappone o giù di li >.>

Dal momento che questa fic sarà interamente Chisbon.

 

Othello: esatto, scimmia! Hai centrato il punto con quella cosa della nocciolina.

Ehi, però non strapazzare troppo il povero Kim…

 

Masquedqueen: sono contenta che ti sia piaciuta. Jane dovrà sempre tenere un certo grado di timore verso l’orientale *_*

Povero Rigsby, dopo i capitoli in cui fa il brillante, almeno alla fine doveva tornare a fare l’idiota..

 

Jane_lisbon93: Brava!! Sono ultra d’accordo con te: che stia con Jane o con Cho, l’importante è che Tess sia felice!

Guarda, spero tanto che John mi faccia il favore di ammazzare la puttana, ma non credo che lo farà =_=

 

WriterSpy: in realtà Cho ha solo conosciuto Elise, non ho specificato altro…ognuno la interpreti come vuole…per te e per me, Elise rimarrà solo un’amica, per le altre sarà la futura fidanzata.

 

E come sempre POLVERE FOR PRESIDENT E A MORTE LA SENSITIVA

Soarez

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Capitolo 2
*** Spiegazioni e parentele ***


Tim Kang è un attore statunitense di origini coreane.

 

 

 

 

-Amico, non sapevo avessi una figlia- disse Rigsby, sedendosi sulla sua scrivania.

-Neppure io- fece Cho.

Erano tornati al CBI, dopo aver preso tre cartoni di pizza per cena.

La piccola Lin giocava con Jane sul divano, mentre la madre, seduta alla scrivania di Van Pelt, raccontava la sua storia.

-Io e Kimball ci siamo conosciuti quando lui era ancora nell’esercito. Siamo stati insieme per quasi tre anni, poi, beh, non ha funzionato; lui è diventato un poliziotto e io sono tornata in Cina. Un mese dopo ho scoperto di essere incinta-

-Aspetta, aspetta- interruppe Wayne -Cina? Cho, tu sei cinese?-

-Sono coreano-

-Ma…non lo sapevo-

-Non te l’ho mai detto-

Grace si voltò verso Teresa.

-Lei lo sapeva, capo?-

-Si-

Cho fissò Yoko.

-Perché non mi hai detto nulla?-

-Non volevo che ti sentissi obbligato nei miei confronti-

L’agente si sporse in avanti.

-Perché, in otto anni, non mi hai mai avvisato che avevo una figlia?-

La donna raddrizzò la schiena.

-E che avresti fatto? lasciato il lavoro per venire fino in Cina a prenderti cura di noi? Potevo cavarmela da sola, e poi la mia famiglia mi ha molto aiutato. Non ho mai fatto mancare niente a mia figlia-

-Signora…-

-Prego, Teresa, dammi del tu-

Lisbon sorrise.

-Va bene, Yoko.Come ha fatto Lin a riconoscere Cho?- chiese.

-Le ho sempre parlato di lui. Le mostravo una fotografia, raccontandole tutta la verità. Non volevo che pensasse che suo padre fosse un uomo meschino- sorrise -È una bambina molto intelligente. Ha capito perfettamente la situazione-

Si voltarono ad osservare Lin, che rideva dei giochetti di prestigio del consulente.

Grace sbirciò Yoko. Era una donna minuta, capelli scuri tagliati a caschetto, pelle chiara, occhi nocciola e lineamenti dolci. La bocca era piccola, e aveva un bel sorriso.

Le sembrava una donna molto orgogliosa.

Per certi aspetti assomigliava un po’ al capo.

Wayne prese la parola, richiamando l’attenzione del gruppetto.

-Perché siete venute qui in California? Solo per ritrovare Cho?-

-Non solo, in effetti- rispose Yoko -Se sono venuta qui è anche perché ho bisogno d’aiuto-

Si voltò verso Kimball.

-Sai che non abbiamo mai avuto molti soldi. Per tirare avanti, io e i miei genitori abbiamo sempre lavorato sodo, accettando anche i lavori più umili.

Mia sorella, invece, non è stata fortunata: circa un anno fa, un tizio che si spacciava per il gestore di un’agenzia di fotomodelle l’ha avvicinata. Hime si è ritrovata invischiata in un giro di prostituzione che l’ha portata qui in America- strinse le labbra, inspirando profondamente -Speravo che potessi aiutarmi. Ci sono molte altre ragazze nella stessa situazione di mia sorella. Ti prego, Kimball-

Cho aprì le mani, scuotendo la testa.

-Non sta a me decidere cosa fare o non fare. È Lisbon il capo-

Yoko, Wayne e Grace si voltarono a fissare Teresa, che si ritrovò momentaneamente senza sapere cosa dire.

-Io…in realtà dovrei parlarne con i miei superiori. Yoko, ti prometto che farò di tutto per far acettare il caso-

La donna sorrise, alzandosi dalla sedia e facendo in piccolo inchino.

-Grazie. Grazie mille-

 

 

Teresa Lisbon infilò le chiavi nella serratura del suo vecchio appartamento e aprì la porta.

Era passato quasi un anno da quando si era trasferita definitivamente da Kimball, in quella che ora chiamava casa.

Ora il suo appartamento sarebbe servito per accogliere la figlia di Cho e sua madre.

L’interno era buio e polveroso.

-Non è un granchè- fece, rivolta a Yoko dietro di lei.

-È perfetto. Non so davvero come ringraziarti, Teresa-

-Ma figurati. Però ci sarà da rifornire il frigorifero e la dispensa- osservò, mentre Lin correva al piano di sopra, seguita da Jane, che si era offerto di accompagnare le due donne.

Yoko si sedette sul divano, guardandosi attorno.

-Allora, Teresa, tu sei il capo della squadra. Ed è una buona squadra?-

-La migliore- sorrise orgogliosa, Lisbon.

-E…precisamente, quale sarebbe il ruolo del signor Jane?-

-Principalmente? Rendermi la vita un inferno. Secondariamente fornisce consulenza per i casi. È anche molto bravo, ma non dirglielo, per carità-

Lin riapparve, correndo giù dalle scale.

-Mamma! Mamma, questa casa è bellissima. Davvero possiamo stare qui?-

-Si, piccola mia-

-Evviva! Che bello, hai sentito zio Patrick?-

Lisbon alzò le sopracciglia, voltandosi verso l’uomo che scendeva le scale.

-Zio Patrick?-

-Ehi, ha fatto tutto da sola, non ho detto niente, io- sorrise lui, alzando le mani in sua difesa.

Lin si piazzò davanti a Teresa, guardandola con gli stessi occhi neri di Cho.

-Zio Patrick è un amico di papà. Tu non puoi essere mia zia- affermò sicura.

-E perché no?- chiese sbalordita la donna.

-Perché tu e papà vi amate, e sarebbe abbastanza strano per me chiamarti zia. Posso chiamarti Teresa?-

Lisbon spalancò gli occhi, aprendo la bocca per rispondere.

-…ah…s-si. Certo che puoi, ovviamente-

-Avevo detto che è una bambina molto intelligente- rise Yoko, mentre Jane cercava di non soffocare dalle risate.

 

 

Trovò Cho che la aspettava seduto sul divano a leggere un libro.

-Ehi. Scusa il ritardo, ho riaccompagnato Jane in ufficio-

Lui posò il libro, allungando un braccio per trascinarla sul divano.

Teresa gli si accoccolò contro.

-Sai, Lin è davvero carina-

-A proposito di Lin- cominciò Kimball -Tess, ti prego di credermi: non è che non volessi dirtelo, io davvero non ne sapevo nulla-

-Kim, tranquillo, ti credo. Se mi dici che non ne eri a conoscenza, io mi fido- lo rassicurò la donna, cominciando a giocherellare con la sua cravatta allentata.

-Davvero?-

-Si-

L’uomo sorrise, sporgendosi per baciarla.

-Sono fortunato ad avere te-

-Esattamente- ghignò lei -Esattamente…-

 

 

 

 

 

 

Fanti, che odissea!

Sono stravolta, ve lo giuro.

Ok, che dire…non sarà un po’ lunghino, codesto capitolo?

Vabbè…non fa nulla, voi non piangete di certo, vero?

Rifacendo i conti del tempo trascorso, mi sono resa conto che è praticamente impossibile che Lin abbia otto anni…ma mi prendo questa licenza, perché voglio che abbia la stessa età della figlia di Jane.

Ma poi; perché ho fatto una bambina e non un maschietto?

Più che altro: da dove mi è venuta fuori l’idea della figlia? Io odio i bambini!

Grace: se sei scema, non è colpa nostra.

TA-TLAK…BANG!

Fuori una *me che soffia sulla canna della pistola*

 

Sasita: no, Cho non può tornare con Yoko u.u

Jane si è divertito DA MATTI!!

 

Jane_lisbon93: eh eh , Rigsby è quello dalle espressioni migliori!

Non credo che Kristina muoia nell’ultima puntata…non mi serve neppure che muoia…mi basta anche un piccolo coma permanente, un rapimento da parte di alieni…

 

Hikary: la tua recensione mi commuove, davvero.

Quando sarò meno impegnata con gli studi, ci proverò davvero a tradurre le mie fic.

 

Othello: scimmiaaa!!! Rigsby è un genio!

 

Cifri: Kim non ne sapeva nulla della figlia, come ha visto.

Penso che prenderò l’abitudine di girare armata. >.>

 

Non ho controllato gli errori e l’ortografia, quindi possiate perdonarmi.

Ah, penso di non riuscire ad aggiornare molto presto, in questa settimana…sarò impegnata con lo studio…a parte il sabato che userò per guardare l’ultima puntata di The mentalist.

 

POLVERE FOR PRESIDENT, A MORTE LA SENSITIVA.

Soarez

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Capitolo 3
*** Bisticci e cuccioli color miele ***


Il nome di battesimo è Yila Timothy Kang.

Volevo dire anche un’altra cosa, prima di cominciare con il capitolo, ma non me la ricordo più.

 

 

 

 

-Grace?-

-Mmm…?-

-Che ne pensi?-

La rossa aprì gli occhi, alzando la testa dal cuscino, per guardare meglio l’uomo sdraiato accanto a lei.

-Di che parli?-

-Di Cho, del fatto che ha una figlia-

Grace si accomodò sul petto di Rigsby.

-Che cosa ne penso? Beh…è una bella sorpresa. Insomma, Cho non sembra un tipo da bambini…ti ricordi quando abbiamo trovato quella piccola che si era persa nel parco?-*

-Come dimenticarlo- rise Wayne.

-Deve essere stato un colpo, per lui, ritrovarsi con una figlia, quando fino ad ora, la cosa più grande di cui si era preso cura, è stato Polvere-

Rigsby cominciò a giocherellare con una ciocca di capelli di Van Pelt.

-Secondo te, come l’ha presa Lisbon?-

-Non saprei…sembra molto bene, ma potrebbe essere anche molto brava a nascondere le emozioni-

Stettero in silenzio per un po’.

Rigsby aveva lo sguardo fisso nel nulla, continuando a rimuginare tra se.

-Wayne?-

-Si?-

-Stavo pensando: Yoko è molto carina…è possibile che Cho si innamori di nuovo di lei?-

-No. Sono abbastanza sicuro che non sia possibile-

-Come fai a dirlo?-

-Sono anni che lavoro con lui. Ho imparato a conoscerlo e posso dire che non è il tipo d’uomo che si lascia prendere molto dai sentimenti.

Andiamo, è innamorato del capo da sei anni, e non avrebbe mosso un dito, se non fosse arrivato Jane.

Pensi che un tipo così possa buttare a puttane tutto questo tempo, solo perché ha ritrovato un ex dalla quale, oltretutto, si era allontanato volontariamente?-

-Ma non sapeva di avere una figlia-

-Grace, penso che questo sia un discorso diverso: tanto per cominciare, fino a ieri non ne aveva mai sentito parlare.

E poi non penso che, solo perché ha una figlia, debba tornare con Yoko-

La rossa sollevò la testa, di scatto.

-Solo perché ha una figlia? Wayne, ti rendi conto di quello che hai detto? Solo una figlia? I figli sono una delle cose più belle che la vita potrà mai darti!-

-Ehi, ehi, rilassati, Grace, calma. Mi sono espresso male. Quello che volevo dire, è che, si, può voler bene a sua figlia, ma non necessariamente deve amarne la madre-

-Tu dici?-

-Io dico. E aggiungo che potremmo anche smetterla di parlare degli altri, e dedicarci un po’ a noi. Che ne pensi?-

-Mi sembra un’ottima idea-

 

 

 

Quella mattina Patrick Jane si presentò in ufficio di ottimo umore.

Il sorriso smagliante, l’aspetto fresco e riposato, il passo elastico; tutto di lui gridava “faccio strage di cuori e ne sono consapevole!

Le donne del CBI rimanevano abbagliate ogni giorno, ed ogni giorno ricordavano a loro stesse che il biondo era tanto terribilmente affascinante, quanto assolutamente impossibile.

Gli uomini semplicemente lo odiavano.

Quella mattina in particolare.

Che diavolo aveva quello, da essere così allegro e sorridente nel secondo giorno più brutto di una settimana lavorativa?

Jane era ben conscio dell’effetto che faceva; specialmente sulle donne, e la sua falsa modestia ne gongolava ogni volta.

Avete presente quelle pubblicità dove il modello di turno cammina per la strada, e tutti si girano a guardarlo?

Ecco, proprio così. L’unica differenza, era che lui non veniva pagato.

Al suo passaggio sembrava lasciare dietro di se una scia di fascino, carisma e, probabilmente, anche una buona dose di feromoni, a cui le persone normali non potevano resistere.

-PATRICK JANE!-

Okay, finita la magia.

-Togliti quel sorriso del cazzo dalla faccia, e porta il tuo culo subito qui!-

Woah…Lisbon era arrabbiata.

-Che hai combinato, questa volta?- gli chiese Rigsby.

-Non so di che tu stia parlando, mon ami- cinguettò il biondo, dirigendosi verso l’ufficio del capo.

-Buongiorno, Lisbon! Sei più splendida del solito, oggi. Hai fatto qualcosa hai capelli?-

La donna non perse neppure tempo rispondergli.

-Jane. Spiegami: perché, quando un’ora fa ho chiamato i miei capi per far accettare il caso di Yoko, mi sono sentita rispondere che avevano già dato l’autorizzazione, in risposta ad una mia mail che avevo spedito ieri sera?-

-Io no…-

-Zitto, non rispondere! Non pensarci nemmeno-

-Ma, Lisbon, non essere arrabbiata. In fin dei conti non ho fatto niente di male-

Teresa lo fulminò con lo sguardo.

- Tu non puoi entrare nel mio ufficio senza permesso. Non puoi spedire mail ai miei capi a nome mio. Sono io il capo qui! È la mia squadra, non la tua-

-Lisbon, Lisbon…non vedo il problema: l’avresti fatto tu stessa. Ho solo accelerato un po’ i tempi-

-Jane! È una questione di principio! Questo ufficio non è il tuo parco giochi!-

Il biondo la fissò per un attimo, le mani nelle tasche del completo.

-Sai, dalla tua reazione esagerata, e ammetterai che è esagerata, mi verrebbe da pensare che tu non volessi il caso. Non è che sei gelosa?-

Teresa scattò, alzandosi in piedi, mandando la sedia a sbattere contro il muro.

La sua mano afferrò un pesante fermacarte dalla scrivania

-Non osare, Jane. Non permetterti di insinuare una cosa del genere!-

Il biondo fece automaticamente un passo indietro

Lisbon era furibonda, tanto che Rigsby decise di intervenire.

Superò Jane, fermo sulla porta, e raggiunse la donna.

-Capo, si calmi. Dia a me, venga-

Le tolse il fermacarte dalle mani e, gentilmente ma con fermezza, la condusse fuori dall’ufficio, scoccando un’occhiataccia al consulente.

-Ringrazia che non avesse la pistola a portata di mano- sibilò.

Jane tornò al suo divano, buttandocisi sopra, mentre Van Pelt lo fissava truce.

-Che hai combinato, questa volta?- si sentì chiedere, il biondo, per la seconda volta in pochi minuti.

Tentennò.

-Mh…ho…insinuato che potesse essere gelosa di Yoko e Lin-

-Ma Jane! Come hai potuto?-

Lui abbassò gli occhi, torturandosi il labbro con due dita.

-Potrei avere esagerato un po’, in effetti-

-Sei un’idiota, Jane-

-Non parlarmi così, piccola Grace-

-Oh, lo ripeto pure: sei un’idiota-

-Mi dispiace-

-Non devi scusarti con me, lo sai-

Con un piccolo sospiro Jane si rimise in piedi.

-Grazie, piccola Grace- mormorò superandola e dirigendosi verso il cucinino, dove Rigsby aveva preparato una tazza di tè per il suo capo.

Una mano in tasca, l’altra sollevata a metà busto, si avvicinò alla donna, con gli occhi bassi.

-Lisbon…scusa, non avrei dovuto parlarti così-

-Esatto: non avresti dovuto- replicò lei.

-Perdonami- guaì, il biondo, sfoggiando il suo migliore sguardo da “guardami! Sono un dolcissimo cucciolo di golden retriver color miele. Non sono incredibilmente carino?” (però, che sguardo lungo).

Teresa lo fissò truce per un istante, poi cedette.

-E va bene. Sei scusato-

Nessuno avrebbe potuto resistere a quello sguardo.

Neppure Cho, e lei lo sapeva.

Jane sorrise come un bambino davanti ad una torta al cioccolato.

-Grazie, Lisbon!-

-Si, si…ma ora rimettiamoci al lavoro. Rigsby, tu ed io andiamo a prendere ulteriori informazioni da Yoko-

-Si, capo-

-Oh! Oh! Vengo anch’io!- saltellò Patrick

-Ma a te non piacciono le deposizioni- disse Rigsby.

-Si, ma Lin è assolutamente adorabile!- sorrise il consulente, dirigendosi allegramente verso l’ascensore.

 

 

 

 

*avete letto Cavalieri e caramelle alla fragola, si?

 

 

No.

Fermi tutti.

È corto, lo so. Non succede praticamente niente, so anche questo.

Ma mi serviva un capitolo di passaggio che mi permettesse di riprendere la mano a scrivere…

E poi non so ancora come impostare bene la faccenda della sorella di Yoko.

Ergo, sto prendendo tempo. Ma non ditelo troppo in giro.

Oook vedrò di fare di meglio la prossima volta.

Cercherò di far muovere Grace il più possibile, per pareggiare i conti; nell’altra fic non faceva praticamente nulla.

Come la maggior parte di voi avrà certamente notato (Sasita in primis) in questo capitolo non c’è Cho.

E ho messo questo pezzo di AMICIZIA (MAIUSCOLO, sottolineato e corsivo!) jisbon per rendere più accettabile questa fic Chisbon alla maggior parte di voi (sempre Sasita in primis)

Ho fatto bene? Ho fatto male?

 

 

Jane_lisbon93: eh eh, zio Patrick…perché dici che è stronza la bimba? é.è

 

Sasita: tu non hai idea di quanto io abbia riso a leggere la tua recensione!

No, non ho contagiato Cho con il mio odio verso i bambini…semplicemente lui è pur sempre Ice man…

E deve ancora metabolizzare bene la notizia di essere padre…tranquilla, non è cattivo come me con i bambini.

 

Evelyn_cla: ormai è passato un po’ di tempo dalla puntata finale…

No, Jane si è messo il cuore in pace, non è assolutamente geloso.

In fondo ha un cuore d’oro.

E, si, la foto di Polvere è presente nell’appartamento di Kim e Tess…solo che non l’ho ancora nominata.

Sorella, non vedo l’ora che tu sia tornata.

Vedi, sono riuscita a mettere il terzo capitolo prima del tuo ritorno!

Mi merito una one shot Chisbon per la mia bravura, ne? U.U

 

Kocca95: grazie mille, cara! Eh…il Chisbon non è per tutti…spero che questa scenetta con Jane e Lisbon ti sia piaciuta.

 

Cinfri: tranquilla, Jane si divertirà tantissimo con la piccola Lin ^_^

 

Raven_95: anche a me piace tantissimo Cho amorevole…*_*

E, siccome non trovo più fic Chisbon in inglese, me la sto scrivendo da sola.

E anche tu!!

 

Hikary: eh eh…le piccole pesti precoci…

Si, con Yoko ho voluto rompere lo stereotipo dell’ex rompicoglioni e gelosa.

Ma quando continui Bloody Red Classes? ç_ç

 

Masquedqueen: si, se avesse saputo prima di Lin, Cho l’avrebbe detto subito a Lisbon.

E no, Jane non si azzarda ad indagare sul passato di Cho. U.U

 

 

POLVERE FOR PRESIDENT, LA SENSITIVA RESTI DOV’E’, CHOvsJANE FOREVER, W CHISBON, NICK WIN!

Soarez

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Capitolo 4
*** Ciambelle e gratitudine ***


Ho deciso che per i cattivi della storia, mi ispirerò a persone reali della mia vita.

 

 

-Ciao, zio Patrick!-

-Ciao, splendore!-

Rigsby vide Jane e Lin sparire su per le scale.

Il consulente sembrava completamente impazzito per quella bambina.

Certo, sapeva che lui era sempre a suo agio con i bambini, ma per la figlia di Cho sembrava avere una specie di venerazione.

A quanto sapeva lui, la piccola doveva avere la stessa età della figlia di Jane quando Red John…

Represse un brivido.

Ogni volta che ci pensava, sentiva una morsa d’angoscia attanagliarli il petto e togliergli il fiato.

Non lo dava a vedere, ma quello che era successo a Jane, alla sua famiglia, lo spaventava a morte.

Si concentrò sulla donna minuta che era il suo capo, la quale aveva raggiunto in cucina l’altrettanto minuta Yoko.

-Posso offrirvi un tè?-

-No, grazie- sorrise Lisbon -Siamo qui perché da adesso stiamo ufficialmente seguendo il caso e abbiamo bisogno di tutte le informazioni che puoi fornirci.

Hai detto che il tale che ha avvicinato tua sorella diceva di avere un’agenzia di fotomodelle. Sai il nome di questo tizio?-

Yoko annuì.

-Michael Martinez. Stando a quanto mi ha raccontato Hime, è d’origini italiane, alto, occhi scuri, moro, capelli corti e fisico perfetto-

-E dell’agenzia, che puoi dirci?-

-Solo il nome. Agenzia Diamonds-

-Altro?-

-Mi spiace, non so che dirvi-

Lisbon annuì.

-D’accordo, per ora indagheremo su questo Martinez e la sua agenzia. Se ti viene in mente altro…-

-Ve lo farò sapere, stai sicura-

-Bene. Rigsby vai a chiamare l’altro essere…vi aspetto in macchina-

-Si, capo-

-A presto, Yoko- salutò la donna.

-Grazie ancora, Teresa-

Lisbon uscì, mentre Wayne fece per salire le scale.

A metà rischiò di venire travolto da un terremoto biondo che teneva a cavalluccio la piccola Lin.

-Jane! Sei il solito idiota- esclamò.

-Avanti, Rigsby, non fare il guastafeste. È una parte che non ti si addice-

Patrick posò a terra la bambina, inginocchiandosi.

-La sua fermata, principessa- fece, solenne.

-Mamma, lo zio Patrick ha detto che posso andare con lui in ufficio. Posso?-

Yoko guardò perplessa la figlia.

-Ma…saranno tutti impegnati-

-Oh, non preoccuparti, Yoko- intervenne Jane -Posso badare io a lei!-

-Non so…per Teresa andrà bene?-

-Ma certo! Lisbon adora i bambini, ne va pazza!- sorrise il biondo.

Rigsby diede le spalle alla donna per potersi liberamente esprimere nella sua migliore espressione di scetticismo.

-Lei me lo conferma, agente Rigsby?-

Ciambelle gratis per una settimana” promettevano gli occhi di Jane.

-Assolutamente si, Madame-

 

 

-Non so ancora come tu sia riuscito a convincermi-

Erano davanti alla porta del suo ufficio e stavano osservando Lin che, incuriosita, ficcava il naso sulla scrivania di Van Pelt facendo mille domande alla rossa.

-Andiamo, Lisbon- esclamò il consulente al suo fianco -È la figlia di Cho. È rimasta lontana dal padre per tutti i suoi otto anni, e ora che l’ha ritrovato, vorresti tenerla lontana da lui?-

-Non intendevo questo e tu lo sai- rispose lei, guardandolo male -Ti ricordo che qui noi lavoriamo. Non è come Polvere che dormiva e mangiava tutto il giorno-

-È per questo che ci sono io!-

Teresa guardò per un attimo il suo consulente.

Era sorridente e felice come raramente l’aveva visto prima.

Sinceramente credeva che la vicinanza d’età di Lin alla sua defunta figlia, avrebbe riaperto vecchie ferite, ma evidentemente, si sbagliava.

Sorrise lievemente, posandogli una mano sulla spalla.

-Ti sei innamorato di lei, vero?-

-Si- ammise candidamente lui.

-Cosa?- chiese gelidamente una voce alle sue spalle.

Jane neppure si girò a guardare Cho.

-Tua figlia, amico mio, è assolutamente adorabile-

Il moro posò gli occhi su Lin che, nel frattempo, aveva cambiato postazione; adesso sedeva sulle gambe di Rigsby, mentre l’agente le mostrava  come funzionava il database di ricerca dei pregiudicati.

Lisbon fu quasi sicura di aver visto passare una strana luce commossa, negli occhi di Van Pelt.

Ma che diavolo prendeva a tutti quanti?

-Come mai è qui?- chiese atono Cho.

-È stata un’idea di Lisbon- rispose pronto Jane -Ha pensato che le avrebbe fatto bene passare un po’ di tempo con il proprio padre. E a te farebbe bene passare del tempo con lei-

La donna stava per protestare, ma c’era qualcosa nell’occhiata che le lanciò il biondo, che la fece desistere.

Sentì Cho toccarle la mano con due dita, in un gesto che, sapeva, per lui equivaleva al più sincero dei ringraziamenti.

Lo guardò un attimo, sorridendo quasi imbarazzata per la piccola bugia, poi lasciò che si allontanasse verso il bullpen.

-Sei un’idiota, Jane- disse, non appena fu sicura che il moro non la potesse più sentire.

Il consulente ridacchiò divertito.

-Oh, avanti, Lisbon. Adesso lui ti è grato. Per quanto sia mio amico, io non me ne faccio niente della sua gratitudine, ma tu- ghignò -tu puoi sempre approfittarne questa sera, una volta a casa, qua…-

-Okay, continua il discorso e, giuro, ti sparo- lo interruppe lei, guardandolo truce.

-Che ho detto di male?- cinguettò lui, con il suo tono più innocente e la sua miglior faccia da cucciolo.

Lisbon ringhiò, prima di chiudergli la porta dell’ufficio praticamente sul naso.

-Ma come siamo suscettibili- borbottò divertito Jane.

 

 

 

 

 

 

Ok, buongiorno fanciulle.

Vogliate perdonarmi la cortezza di codesto capitolo.

Purtroppo al momento non posso fare di meglio.

Il caldo mi squaglia, lo studio pure, dato che esistono gli esami di settembre e devo studiare qualcosa come 5 libri e altrettante tavole con photoshop.

In più l’ispirazione non ne vuole proprio sapere di farsi sentire.

Infine, i nostri cari personaggi non sembrano intenzionati a collaborare:

Jane non fa altro che dormire sul divano con il ventilatore puntato addosso, ho perso di vista Grace e Wayne ormai da una settimana (sospetto che si siano dati alla fuga verso le Cinque Terre) e Cho mi è finito in una specie di inattaccabile mutismo dal quale neppure Tess riesce a smuoverlo.

Sono rovinata =_=

 

 

 

Sasita: cara, grazie mille ^_^  ehi, l’orientale non è un guastafeste, e NON è contagiato dal mio odio per i bambini. U.U

 

Allanon9: grazie, carissima. Anche io li trovo carinissimi quando litigano così ^_^

 

Raven_95: ah ah ah, contenta che la follia omicida di Tess ti sia piaciuta XD anche se tenera non è l’aggettivo che userei per descriverla. ^_^

Ma quando continui la lotta Cho VS Jane? ç_ç

 

Evelyn_cla: sorella, ma come non commenti? Io VOGLIO il tuo commento!! Lo esigo! XD

Che c’è non ti è piaciuto il capitolo precedente? E questo? Si, lo so, fa un po’ schifo, ma pietà!

 

POLVERE FOR PRESIDENT, LA SENSITIVA RESTI DOV’E’, CHOvsJANE FOREVER, W CHISBON, NICKWIN!

E, in aggiunta, LIN DOCET…XD

Soarez

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Capitolo 5
*** Codini e piccoli geni. ***


Curiosità: in accordo con lo zodiaco cinese, Simon Baker (1969) è del Gallo, Robin Tunney (1972) del Topo, Tim Kang (1973) della Bue, Owain Yeoman (1978) del Cavallo (come me!) e Amanda Righetti (1983) del Maiale (ah ah ah!!)

Ok, la smetto.

 

 

 

 

-Niente-

-Come “niente”?-

Van Pelt alzò gli occhi dallo schermo del suo computer per posarli sul suo capo.

-Non trovo nessun Michael Martinez-

-Sei sicura?- chiese Lisbon, perplessa.

La rossa quasi si offese.

-Penso che la piccola Grace non ne abbia colpa, Lisbon- annunciò Jane dal divano su cui stava giocando con Lin.

Ad essere sinceri, lui non faceva altro che rimanere seduto, mentre la piccola armeggiava con i suoi capelli.

-Perché?-

-Yoko ha detto che Martinez ha origini italiane, giusto?-

La donna annuì, senza capire dove volesse andare a parare.

-E allora?-

-Sono pronto a scommettere che la piccola Grace avrà più fortuna provando a cercare Maicol Martinez scritto all’italiana. M-a-i-c-o-l. -

Van Pelt cominciò subito a digitare sui tasti.

-Fatto!- esclamò trionfante la piccola Lin, allontanandosi dal divano ed inclinando la testa per osservare meglio la sua opera.

Jane sedeva sul divano, le gambe accavallate, postura dritta, mani i grembo e sfoggiava quattro deliziosi codini tenuti da altrettanti elastici colorati.

Grace ridacchiò, mentre Wayne cercava di trattenersi.

La bambina corse da Cho, prendendolo per un braccio.

-Guarda, papà! Non è carino, lo zio Patrick?-

L’uomo alzò gli occhi sul consulente con un mezzo ghigno.

-Un vero amore-

Rigsby cominciò a ridere di gusto, accasciandosi sulla scrivania.

Jane si voltò, sorridendo tranquillo all’amico, mentre con la mano sinistra si esibiva in uno svolazzo squisitamente frivolo.

-Davvero pensi che io sia un amore, caro?-

-Jane, smettila. La gente già pensa che siamo una coppia di gay-

A quel punto Wayne quasi cadde dalla sedia, mentre Grace rimase a bocca aperta.

Teresa si mise una mano sulla bocca e scappò, letteralmente, a rinchiudersi nel suo ufficio, per non scoppiare a ridere senza ritegno davanti a tutti.

-Papà, chi sono i gay?- chiese, curiosa, la piccola Lin

-Sono persone che si innamorano di altre persone del loro stesso sesso-

-Ed è una cosa brutta?-

-No, certo che no- rispose Cho.

-Allora va bene- annuì sicura lei -Dov’è finita Teresa?- chiese.

Rigsby ridacchiò, alzandosi dalla sedia.

-Vieni, piccola, andiamo a vedere se il capo è ancora viva-

Prese per mano la bambina, che lo seguì trotterellando per mantenere il passo, e si avviarono verso l’ufficio di Lisbon.

Quando furono davanti alla porta, Rigsby la aprì cautamente, facendo capolino all’interno della stanza insieme a Lin.

Quello che videro fu Lisbon, accasciata sul divano, che rideva fino alle lacrime, il viso premuto su un cuscino.

Per Wayne quella scena fu quasi uno shock; non aveva mai visto il suo capo fare qualcosa che andasse al di là di un mezzo sorriso, figuriamoci ridere al quel modo.

-Vieni, Lin, torniamo di là- sussurrò, chiudendo la porta.

-Ma Teresa sta bene?- mormorò a sua volta la piccola -Perché ride così tanto?-

-Sta benissimo, tranquilla. Ride tanto perché il tuo papà la fa ridere- rispose Rigsby, prendendola sottobraccio come un sacco di patate.

-Andiamooo!- esclamò, correndo verso il bullpen.

-Allora?- chiese Van Pelt, sorridente  nel vedere quanto si divertisse Rigsby.

-Sta ancora ridendo- rispose lui, facendo atterrare Lin sul divano.

Jane alzò un sopracciglio, rivolgendosi a Cho.

-Ma che fai a quella donna?-

L’orientale trattenne un ghigno.

-Non vuoi saperlo davvero-

-Hai ragione-

-Trovato!- esclamò Grace -Maicol Martinez, precedenti per…wow, bèh, un po’ per tutto: ha cominciato con piccoli furti all’età di 11 anni, a 14 è passato alle automobili e rapine a mano armata.

È stato in riformatorio per un paio d’anni e una volta fuori ha continuato esattamente come prima, solo si è fatto più furbo.

Ha messo su una gang di ragazzini che facevano il lavoro sporco per lui, e si è dedicato allo spaccio di droga.

A 18 anni comincia a trafficare armi e a 24 collabora con la mafia-

Rigsby fischiò ammirato.

-Un passato di tutto rispetto- ironizzò.

-E non è finita qui; si pensa che abbia collaborato ad un attentato terroristico.

È stato di nuovo arrestato a 27 anni, si è fatto tre anni di galera ed è uscito su cauzione.

Dopodichè non si è più sentito parlare di lui-

-Fino ad ora- Lisbon comparve sulla porta -E dell’agenzia che sappiamo?-

Grace digitò velocemente sulla tastiera.

-Uhm…niente di che. A quanto pare la Diamonds è un’agenzia di fotomodelle abbastanza famosa nel suo ambiente. Ho l’indirizzo-

-Bene. Cho, Jane, con me. Andiamo a parlare con questo Martinez-

-Posso venire anch’io?-

Teresa si voltò verso Lin, chinandosi sulle ginocchia.

-Preferirei di no, tesoro. Vorrei che stessi qui a fare una cosa per me-

-Che cosa?-

Lisbon abbassò la voce con fare cospiratorio.

-Devi controllare che Rigsby e Van Pelt facciano il loro lavoro senza distrarsi-

-Oh- Lin abbassò la voce a sua volta -Okay, allora non devono baciarsi, giusto?-

Jane rise di gusto, guardando Wayne e Grace arrossire come due ragazzini.

-Sei un genietto, piccola!- rise Lisbon -Allora, lo farai?-

-Si!-

La donna si sollevò, scompigliandole i capelli con una carezza.

-Bravissima! Mi raccomando, controllali bene. Noi andiamo-

-Guido io!- esclamò speranzoso il consulnte

-Scordatelo- ringhiò Lisbon.

-Eddai!- piagnucolò il biondo, facendo per seguirla verso l’ascensore.

Cho lo fermò posandogli una mano sulla spalla.

-Ehi, Jane..-

-Okay, okay, signor guardia del corpo! Non infastidirò oltre il bel capo-

Il moro lo fissò glaciale, stringendo la presa sulla spalla.

-Volevo farti un piacere, ma se preferisci andare in giro conciato così, fai pure- disse, indicando i codini che ancora facevano bella mostra sulla testa del biondo.

Jane fece una smorfia di dolore.

Wayne rabbrividì. Era sicuro di non essersi immaginato quel lieve quanto inquietante crick!.

 

 

 

 

 

 

 

Ehilà! Internet mi fa penare in questi giorni…ieri ho praticamente passato la giornata al telefono con l’assistenza tecnica.

Mi rendo conto che i capitoli risultano un po’ corti, ma perdonatemi…a settembre mi ricominciano gli esami (4, cazzo, devo farne 4)

Ah, Sasita mi ha fatto notare che Cho risulta un po’ freddino nei confronti della figlia (non esattamente con queste parole, ma non importa)

Bene, perché deve dare questa impressione, almeno per ora…per quanto sia un omino di ghiaccio, non è insensibile.

E poi vorrei vedere voi, a ritrovarvi con una figlia da un momento all’altro. U.U

 

 

Jane_lisbon93: vero che Patrick e Lin sono dolcissimi? ^_^

Si, povero Rigsby, l’ho sfuttato per la parte dell’idiota u.u

io nn sn fan Chisbon, però questa scena mi ha fatto una tenerezza!!!

GRAZIE! Grazie grazie grazie! Qui volevo arrivare. Oh, signore ti ringrazio!

Guarda, sono soddisfatta così, posso morire felice.

Si, Jane che fa (o almeno ci prova) certi discorsi a Lisbon, è un vero idiota!

 

Evelyn_cla: Polvere e Jane erano la stessa persona, in realtà u.u ma non diciamolo troppo in giro.

Hai visto che carino Wayne? Dolce lui con i bambini…solo che non l’avevamo ancora visto in quest’ambito.

Concordo, Jane è un cafone u.u

 

Sasita: cara, lo so che Tess e Kim insieme ti distruggono…e che la gratitudine ti sta devastando….ma più avanti mi odierai sul serio.

 

Raven_95: vedo che Jane con Lin piace un po’ a tutte XD

Gh! Cho tenero ^-^

 

Othello: hai visto che roba, scimmietta?

Maicol mi odierà per questo…o forse no…

 

Doralice: grazie, cara! Sono contenta che ti piaccia! Eh e, Jane golden retriver è davvero carino!

 

 

Bene, altro non posso dire, se non

POLVERE FOR PRESIDENT, LA SENSITIVA RESTI DOV’è CHOvsJANE FOREVER, W CHISBON, NICK WIN, LIN DOCET e, sorellina? W LA STIRPE MICE!!!

Soarez

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Capitolo 6
*** Sottomarini gialli e telefoni rosa confetto ***


Chiedo perdono per il ritardo. Volevo andare a Pepperland, ma il mio sommergibile giallo si è rotto, e mi sono dovuta fermare a ripararlo (dieci punti a chi capisce la citaziona)

 

 

 

 

La Diamonds era un edificio di mattoni rossi.

La grande insegna faceva bella mostra di se da sopra l’entrata, una doppia porta a vetri.

-Niente male- esclamò allegro Jane.

Nell’atrio, alcune basse poltroncine di pelle nera e un tavolino di vetro con riviste di moda funzionavano da sala d’aspetto.

I lievi colori pastello dei muri erano ulteriormente ammorbiditi da calde luci soffuse.

A Teresa sembrò di entrare nel mondo dello zucchero filato.

La receptionist  alzò gli occhi azzurrissimi, si riavviò i capelli biondissimi, sorridendo con denti bianchissimi.

C’erano troppi -issimi per i gusti di Teresa.

-Buongiorno. Vorremmo…-

-Oh, cara, ormai è un po’ tardi per cominciare- cinguettò contrita la ragazza -Forse con un paio di ritocchini-

“Ma che diavolo?”

-No, guardi, io non…-

-Oh, allora è per lui?- sfarfallò le ciglia (lunghissime) in direzione di Jane -Si, molto meglio. Non se la prenda, cara, ma è assodato che gli uomini invecchiano meglio di noi donne-

Patrick cominciò a gongolare soddisfatto, finché non ricevette uno sguardo fulminante da parte della mora.

-CBI- fece dura Lisbon, sbattendo il distintivo sul banco.

-…oh- esalò la ragazza.

-Già, “oh”. Vorremmo parlare con Maicol Martinez-

La bionda si rimpossessò del suo sorriso di cortesia.

-Ma certo- cinguettò -Lasciatemi controllare che sia in sede-

-Ma certo!- esclamò gioviale Jane, mentre la ragazza componeva un numero interno su un telefono rosa confetto.

-Il signor Martinez vi riceverà subito- sorrise poco dopo, la ragazza -Prego, la porta in fondo al corridoio-

-Grazie-

L’ufficio era spazioso e ben illuminato da una gigantesca finestra alle spalle della scrivania.

Diversamente dal resto dell’edificio, i colori dominanti erano il grigio chiaro e il rosso.

Martinez li accolse con un sorriso affabile, alzandosi dalla poltrona.

-Buongiorno-

-Salve. Teresa Lisbon, agente Kimball Cho e lui è Patrick Jane-

-Come posso aiutarvi?-

-Vorremmo farle alcune domande a proposito della sua agenzia. Come lavora? Come “reclutate” le ragazze?-

Martinez sorrise carismatico.

-Che brutta parola “reclutare”… preferisco ingaggiare. Ecco, si, ingaggiare. Beh, abbiamo molti modi per farci conoscere: spot televisivi, annunci pubblicitari, volantinaggio, siti web, il passaparola. Più mezzi di comunicazione riusciamo a sfruttare, meglio è per noi-

-E le ragazze che si presentano sono tutte ricche figlie di papà?-

-No, non tutte. Qui accettiamo tutte le classi sociali, dalle più povere alle più abbienti.

Vengono in agenzia, i miei collaboratori fanno loro delle foto di prova che poi io visiono, e insieme scegliamo o scartiamo le ragazze.

Ovviamente, una volta prese, devono versare una quota all’agenzia come rimborso spese per il primo servizio fotografico-

-Ovviamente- fece Jane, sarcastico -E chi non può versare questa quota?-

Martinez voltò la testa, sempre sorridente.

-In quel caso è l’agenzia stessa a pagare. Poi le ragazze, con i primi guadagni, rimborseranno la quota all’agenzia; tratteniamo il 20% da ogni guadagno. In pratica pagano a rate-

-Oh, capisco- il sorriso di Jane diceva “mi fai schifo”

Lisbon roteò gli occhi. La tensione tra quei due era palpabile.

-Signor Martinez, siamo qui perché ci è giunta voce che la sua agenzia sia una facciata per affari illeciti-

L’uomo unì le dita sotto il mento.

-Che tipo di affari?-

-Prostituzione-

Martinez rimase in silenzio per un attimo, poi alzò la cornetta del telefono.

-Gloria? Fammi il favore di chiamarmi Rachel e Kally, mandale nel mio ufficio. Grazie-

Posò il ricevitore e fronteggiò il sopracciglio alzato di Lisbon.

-Sono due delle mie migliori ragazze-

Bussarono alla porta.

Rachel era rossa di capelli, alta, aggraziata, mentre Kally, era una mulatta mora e perfettamente proporzionata.

-Volevi vederci, Maicol?-

-Si, mie care. I signori qui sono agenti. Sospettano che l’agenzia sia coinvolta in giri di prostituzione-

-State scherzando, vero?- si stupirono le ragazze

-Lavoro qui da molti anni, ormai, e non ho mai conosciuto persona migliore di Maicol- sentenziò Kally.

-Già- annuì Rachel convinta -Non so chi via abbia detto una cosa del genere, ma ha completamente torto! Qui non si fanno certe cose.-

-Sareste disposte a testimoniarlo in un’aula di tribunale?- chiese Teresa.

-Assolutamente si-

Cho fece un passo avanti.

-Conoscete Hime Sagara?- chiese, mentre Jane scrutava Martinez.

Le ragazze si guardarono un attimo.

-Hime…non era la cinese col caschetto?-

-Uhm…no, era quella tinta! Un biondo terribilmente ossigenato-

-Hai ragione! Non le stava affatto bene-

-Signore…-richiamò la loro attenzione Cho.

-Scusi, agente. Si, ce la ricordiamo, ma è da un po’ di tempo che non lavora più per l’agenzia-

-Sapete dove sia andata?-

-No, ci spiace. Era un periodo in cui lavoravamo molto, non avevamo molto tempo libero-

-Se ha finito con le domande, le ragazze dovrebbero tornare ai servizi fotografici- sorrise Martinez.

Lisbon annuì, mentre le due modelle adocchiavano Jane.

-Hai impegni per questa sera, bellezza?-

Teresa ridacchiò alla vista di un Patrick alquanto imbarazzato.

-Mi-mi spiace, ma…sono sposato- balbettò, mostrando la fede al dito.

“Oh. Era da un po’ che non lo diceva” pensò la donna.

Le due spostarono subito l’attenzione su Kim.

“Ehy!”

-E invece…-

-Si, ha impegni. È decisamente impegnato- ringhiò Teresa fermando la domanda sul nascere.

-Grazie, ragazze, andate- sorrise Martinez.

Le due sparirono oltre la porta.

L’uomo dietro la scrivania sventolò una mano con una risatina.

-Le mie scuse, Miss. Certe volte sono un po’ esuberanti-

-Aha. Beh, grazie per la disponibilità. Per ora abbiamo finito-

Fecero per uscire quando furono richiamati.

-Miss Lisbon!-

Cho alzò un sopracciglio. Quel tono non gli piaceva.

-Miss Lisbon, lei non sarebbe interessata a posare per un paio di scatti?-

Ecco. Non gli piaceva proprio.

-N-no, grazie- farfugliò sorpresa Lisbon.

-Ne è sicura? Perché sono convinto che con un bel vestito e il trucco giusto, sarebbe davvero splendida-

“È sempre splendida” pensò velocemente Cho, prima di fare un passo avanti, glaciale.

-Ha detto di no. Grazie-

Uscirono dall’edificio, sorpassando una Gloria tutta intenta a rispondere al famigerato telefono rosa.

-Tu si che sai farti sentire, amico mio. Ho ancora i brividi- sorrise Patrick, una volta in macchina.

-Jane- lo ammonì Teresa -Non tirare la corda-

-Andiamo Lisbon! C’eri anche tu, hai visto come l’ha fulminato- continuò il biondo, ignorando pericolosamene la donna e la vena che pulsava sul collo di Cho.

-Oh, si, è stato meraviglioso. Deciso, e risoluto. Urlava, sai? Il suo corpo ruggiva l’intenzione di prendere a pugni quel cialtrone. Era quasi assordan…-

Venne interrotto dalla canna della pistola che gli toccava la fronte.

Kim si voltò verso la donna, con fare interrogativo.

-Ricordami; perché non gli ho ancora sparato?-

-Risolve i casi- sospirò Teresa -Ed è tuo amico. Se lo ammazzi te ne pentiresti-

L’uomo rinfoderò la pistola con un verso di disapprovazione, mentre Jane si rattrappiva  sul sedile posteriore, sghignazzando come un idiota.

 

 

-Oh, cara, ormai è un po’ tardi per cominciare…forse con un paio di ritocchini…-

Kim sospirò internamente, mentre posava le chiavi sul comodino d’ingresso.

Teresa era di pessimo umore da quando erano tornati al CBI; non aveva digerito le parole della receptionist.

Solo quando Lin le aveva portato una tazza di caffé le era tornato il sorriso.

E a proposito di Lin. Quella bambina aveva fatto strage, in ufficio: quando fu l’ora di riaccompagnarla dalla madre Kim era sicuro di aver visto la faccia dispiaciuta di Wayne.

E Rigsby era generalmente terrorizzato dai bambini.

-Dico, ma l’hai sentita quella? Mi ha dato della vecchia! Ritocchini a me? Se mi capita sotto mano, le faccio io un paio di ritocchini che le bastano per tutta la vita!-  continuò a ringhiare la donna, dirigendosi verso la cucina e prendendo possesso di una sedia, le braccia incrociate al petto.

-Ma come si permette, quella sottospecie di bambola gonfiabile?!-

Cho la seguì, aprendo il frigorifero.

-Tess, per favore,calmati-

-Ma, Kim! Quella barbie troppo cresciuta ha detto che sono vecchia!-

-Tu non sei vecchia- puntualizzò l’uomo.

Parole al vento.

-Forse avrei bisogno davvero di un ritocco…oddio, le rughe….mi verranno le rughe!-

Okay, ora basta.

Kim attirò la donna a se, cingendole la vita con un braccio, mentre l’altra mano la teneva ferma per il mento.

Piantò gli occhi nei suoi.

-Teresa, ora ascoltami: tu sei perfetta così. Non hai bisogno di un intervento o un’iniezione di chissà quale schifezza.

Noi invecchieremo, e spunteranno le rughe…è inutile che ti imbronci, è un dato di fatto- disse, puntandole l’indice alla fronte.

-Ma, Tess- continuò con un bacio -Io amerò ogni tua singola ruga e tu rimarrai sempre e comunque la donna più bella che io abbia mai visto-

Inclinò lievemente la testa per osservarla meglio.

-Okay?-

-Okay…- mugugnò Teresa, soffocando la risposta sul suo collo.

-Bene. Ora: che vuoi per cena?-

 

 

 

 

Sono tornaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaata!!!

*riceve una mattonata in testa*

Scusaaaaate ç_ç chiedo perdono.

Kim: lascia perdere, non ti perdoneranno mai.

Tu si che sai come risollevarmi il morale -.-

K: posso prepararti il pranzo, se vuoi.

Siiiii!!! Saresti d sposare, amore mio! *si fionda al collo di Kim*

Teresa: ehy tu!

Su, Tess, sta buona; per oggi vatti a divertire con Patrick, hai la mia benedizione.

*arriva Jane di corsa che si porta via Lisbon. Kim guarda male l’autrice*

Daaai! Per oggi stai un po’ con me. Dai, dai dai!

K: …okay.

Si! Sapevo che non puoi resistere quando ti faccio gli occhini da gattino sperduto!

Okay, ora recensioni:

 

Evelyn_cla: sorellina, lieta di averti fatto ridere! Si, Jane con i codini è qualcosa che va al di la dela sua solita idiozia XD solo Lin poteva ridurlo così.

Ahh..si, il pezzo della coppia di gay mi frullava in testa da un po’. È uno dei miei colpi migliori.

Belline Tess e Lin, eh?

 

Jane_lisbon93: non sei la sola che pagherebbe per vedere Jane con i codini XD

Lin innamorata di Tess? >_> beh, non c’è dubbio che prima della fine della storia diventeranno moooolto unite.

 

Raven_95:  grazie, cara! Vuoi anche tu una bimba come Lin?? Sicura? XD

Comunque si, Cho rimarrà sempre un figo u.u

E poi tranquilla, che se riesco a finire di scrivere la scena, lo saprai che combina a quella donna XD

 

Sasita: proverò a disegnare Jane con i codini. Promesso.

E poi mi spiace, ma più avanti ci sarà anche la gratitudine XD

…mi sa che dovrò alzare il rating >_>…

 

Ok, donne ( ma spero anche uomini….oh, ma perché mi illudo?)

Io ora vado a fare la brava massaia di casa, e dal momento che Tess è in licenza con Patrick, Grace e Wayne sono spariti di nuovo, Lin è a casa di Evelyn…

Beh, non c’è bisogno che ve lo spieghi, vero?

 

POLVERE FOR PRESIDENT, LA SENSITIVA RESTI DOV’E’ (spero che John l’abbia cecata) CHOvsJANE FOREVER, W CHISBON, NICK WIN, LIN DOCET, LUNGA VITA ALLA STIRPE MICE!

Soarez

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