Labyrinth: Ritorno alla Realtà!

di SallyBlack87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: RICORDI ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: FAVOLE ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: MOSTRI ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: AMICI ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: RIVELAZIONI ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: SILENZI ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: RISPOSTE ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: RICORDI ***


Questi personaggi non sono miei e non mi appartengo.
La storia che segue è ispirata al film Labyrinth.

 

Capitolo 1: RICORDI

 

Sara era seduta alla finestra della sua camera, mentre guardava il sole lentamente tramontare e lasciare il posto alla notte.
Gli occhi erano persi in mille ricordi, alcuni brutti altri belli, ma tutti a loro modo indimenticabili.


Era passato un anno ormai da quel pazzesco viaggio nella città di Goblin, la sua vita aveva ripreso il suo lento scorrere, noiosa e senza colore come era sempre stata.
In un anno il suo corpo era cambiato definitivamente, non era più ormai una ragazzina, ma una vera e propria giovane donna.
La sua matrigna non faceva altro che ricordarglielo ogni singolo giorno.

Sara pensò proprio a quel pomeriggio quando un visitatore inatteso aveva bussato alla loro porta.
Era un ragazzo della sua età, lo conosceva di vista, non era brutto, era un ragazzo normale di buona famiglia, un bravo ragazzo.
La scena era stata alquanto imbarazzante per entrambi.


Lei aveva aperto la porta e se lo era trovato di fronte, suo padre e la sua matrigna le stavano dietro curiosi di vedere chi aveva bussato.
Il ragazzo imbarazzato anche se cercava di nasconderlo fece a Sara una delle domande che lei temeva di più in quel periodo e che cercava disperatamente di evitare.

“Ciao Sara, scusa se ti disturbo…io ecco… sono Mike ti ricordi di me? Seguiamo le stesse lezioni di Fisica il lunedì…beh ecco…mi chiedevo se…insomma…se ti andava di venire al Ballo di Fine Anno con me, ecco…ti va?” le ultime parole era seguite ad un forte rossore sul viso del ragazzo e uno sguardo puntato dritto verso terra.

Sara dietro di lei senti il verso di approvazione della sua matrigna, compiaciuta che finalmente la sua figliastra frequentasse dei ragazzi della sua età.
Sara poteva immaginare anche il sorriso felice del padre, contento che la sua figlia così strana e difficile stesse per uscire con un ragazzo vero.
Suo Padre la amava, ma non la capiva proprio…e la sua matrigna, beh…ci provava.
L’unico che sembrava non giudicarla era il suo piccolo fratellino Toby che ormai camminava e cominciava a parlare.
Il piccolo sembrava aver dimenticato la sua rocambolesca avventura nel Labirinto,in compenso però aveva sviluppato una vera e propria adorazione per la sorella, che seguiva ovunque.


Il tossicchiare nervoso del ragazzo distolse Sara dai suoi pensieri.
Quel ragazzo Mike,era in attesa di una sua risposta e la guardava speranzoso.
Sara lo guardo in quegli occhi marroni e gentili, stava per cedere all’inevitabile, quando di fronte a se non vide un paio di occhi marroni, ma azzurri come il cielo e gelidi come l’inverno.

Sara sospirò, e il suo nome le usci con il respiro “Jareth…”
Mike la guardò stralunato “Ehm…scusa, non credo di aver capito bene…”
Sara sospirò di nuovo, certo che non capiva.
Sara ebbe la visione di un altro luogo, un altro tempo,un altro ballo…

Era un ballo in maschera, lei era stretta tra le sue braccia e inchiodata dal suo sguardo ipnotico, ballavano, persi l’uno nell’altra, dimentichi di essere nemici…dimentichi di tutto tranne che di loro stessi. Sara sbatte le palpebre tornando alla realtà, quel povero ragazzo non poteva competere con quel ricordo.


Lo guardò dispiaciuta più per se stessa che per lui.
“Mi dispiace Mike, non posso venire con te al ballo, anzi penso proprio di non andarci, non mi piace ballare.”
Detto questo chiuse la porta a una parte della sua vita che non aveva mai veramente sentito sua.
Sara guardò il ragazzo andarsene mogio dalla finestra,poi senti alle spalle il verso di disapprovazione della sua matrigna e si girò rassegnata ad affrontarla.

La sua matrigna infatti, la guardava costernata mentre il padre scuoteva rassegnato la testa.


“Sara, non sono tua madre, ma cerco di essere una madre per te, ma non ti capisco proprio!
Sei diventata una bellissima ragazza, è naturale che i ragazzi ti notino, perché mai hai rifiutato quel simpatico ragazzo?
Perché non sei come tutti gli altri della tua età?
Non esci mai, stai sempre i camera tua con il naso infilato in qualche libro…tutto questo non è normale!”

Sara guardò la sua matrigna con sopportazione.
Doveva sorbirsi le sue ramanzine ogni giorno e ormai non le sopportava più…
“Decido io cosa fare nel mio tempo libero, e ciò che faccio non è affar tuo ok? Sono grande ormai per pensare a me stessa. Ora tu e mio padre uscite pure, penserò io come al solito a Toby, andate dove dovete andare e lasciate a me i miei libri.”

Detto questo Sara si rifugiò nella sua camera chiudendosi dietro le spalle la porta.
Per un po’ sentì i suoi genitori discutere, ma poi presero i cappotti e li sentì chiudere la porta di casa.

“Finalmente sola” pensò.


Sara lasciò vagare il suo sguardo nella sua camera, la sua oasi di pace.
Nascosti in punti strategici della sua camera c’erano piccoli tesori che rappresentavano i suoi sogni fantastici…le pareti erano tappezzate di libri ordinati, che racchiudevano quelle storie così care al suo cuore e che le davano la possibilità di sognare.

Ma il Libro più importante stava chiuso in un cassetto della sua scrivania, nascosto ad occhi indiscreti. Era un piccolo e sottile libretto rosso con inciso un titolo in argento…

“Labyrinth…” sussurò Sara.
Una lacrima le scese sulla guancia…perdendosi nei suoi ricordi.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: FAVOLE ***


Grazie a Rayne per la Recensione. Anchio adoro questo film spero di poter scrivere un seguito convincente!;-)

Questi personaggi non sono miei e non mi appartengo.
La storia che segue è ispirata al film Labyrinth.

 

Capitolo 2: FAVOLE

 

Sara si asciugò le lacrime con il dorso della mano e uscì mesta dalla sua stanza, alla ricerca del fratellino, ormai fuori era notte e il piccolo avrebbe dovuto essere a letto da un pezzo.

Toby era sulle scale e giocava beato con il suo orsacchiotto preferito regalatogli dalla sorella.
Sara fu intenerita da quella scena.

“Oh Toby, giochi ancora con Lancillotto? Non sei stanco? E’ ora della nanna…”

Toby girò i suoi innocenti occhi azzurri su di lei fissandola intensamente.
Occhi che assomigliavano così tanto a quelli di Jareth che Sara ebbe un morso allo stomaco.

“Toby no nanna…Toby gioca.” Sentenziò il piccolo, ignaro del turbamento della sorella più grande.
Sara si sedette sulle scale accanto al piccolo accarezzandogli i fini capelli biondi.

“Toby vorrei tanto che tu potessi capirmi…vorrei tanto poter parlare con qualcuno…”

Toby mise a terra Lancillotto e sul suo visetto innocente si fece strada una espressione curiosa, si avvicinò alla sorella con cautela, ancora leggermente incerto sulle gambe.

“Sara…piange?” chiese il piccolo toccando delicatamente gli occhi della sorella.
Sara sorrise tristemente.
“No Toby…Sara è solo un po’ triste.”

Toby corrugò le sopracciglia in maniera buffa. “Perché?” chiese. Nella sua innocenza di fanciullo il piccolo Toby non poteva capire.

“Sono cose da grandi tesoro! Ora vieni andiamo a nanna è tardi.” Disse Sara alzandosi e prendendolo per mano.

Toby prese con l’altra mano Lancillotto e seguì la sorella nella sua cameretta.Sara mise sotto le coperte il fratellino dandogli il bacio della buonanotte e sedendosi sulla sonda del letto.

“Toby vuole Favola! Racconta Sara!” disse il piccolo tutto eccitato.
Sara sorrise al fratellino. “Che favola vuoi Toby? Biancaneve e i sette nani? Cenerentola forse? Oppure Peter Pan?”

“Toby vuole il Labirinto!” sentenziò il piccolo tutto contento. Sara trasalì.
Ma allora Toby ricordava…ma non era possibile, era troppo piccolo per poterselo ricordare.

“Toby cosa intendi per Labirinto?” chiese Sara titubante, non era sicura di voler sapere.

Toby mise il broncio, non gli sembrava vero che sua sorella non capisse.

“Labirinto Sara! Labirinto! Questo!” disse il piccolo tirando fuori da sotto il cuscino quella che a prima vista sembrava solo una piccola sfera di vetro.
Il cuore di Sara perse un battito a quella vista.

Non era possibile, non poteva essere. Sara sudava freddo.
“Toby fammi vedere quella sfera.”

Toby per contro nascose la sfera di vetro mettendo il broncio.
“No! Palla mia…è mia! Lui ha detto che palla è di Toby! E’ mia.”

Sara trasalì come colpita da un fulmine, la vista le si annebbiò per un attimo, il cuore accelerò.
Come faceva Toby ad avere una di quelle sfere?
Chi gliela aveva data?
Una risposta le saliva alle labbra…troppo terrificante da essere pronunciata.

Ma lui se ne era andato, lo aveva scacciato lei!
Lo aveva battuto! Aveva vinto!
Non poteva essere…era un incubo!

“Toby…Toby chi ti ha dato la sfera? Chi è…Lui?”
Il cuore di Sara batteva così veloce che la testa le girava.

Toby guardò Sara come il ritratto dell’innocenza.
“Civetta dato Toby.” disse.

Sara si senti tremare la terra sotto i piedi.
“Chi?” ripetè non potendo credere alle sue orecchie.

“Civetta!” disse Toby indicando la finestra.

Sara si voltò di colpo.
Fuori dalla finestra della cameretta di Toby, posata su ramo d’albero, stava una bellissima civetta bianca come la neve, che con i suoi penetranti e gelidi occhi azzurri fissava intensamente…
…Sara.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: MOSTRI ***


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Grazie a Tutte per la Recensione. Scusate per il tremendo ritardo…spero che il  seguito  sia convincente!;-) vi piaccia e vi faccia sognare!
Questi personaggi non sono miei e non mi appartengo.
La storia che segue è ispirata al film Labyrinth.

Capitolo 3: MOSTRI

Sara era pietrificata. 
Aveva persino paura di muoversi, il respiro le si era mozzato in gola. Non sapeva cosa fare, cosa dire, come reagire… Ma la civetta non si mosse, il silenzio era assordante nella stanza buia, nemmeno il piccolo Toby fiatava, mentre guardava quella civetta dietro al vetro della finestra.

I dolci occhi di Sara erano persi in quelli azzurro ghiaccio della civetta, negli occhi di Jareth.
Poi, all’improvviso, la porta esplose alle sue spalle. Esplose letteralmente. Le schegge volarono ovunque, tra le grida di spavento del piccolo Toby.


Una forma enorme e orrenda, animalesca, cercava di entrare nella camera. Sara ebbe solo il tempo di vedere unghie e denti aguzzi, quando la sua mente fu invasa a una voce a lei dolorosamente familiare. La voce di Jareth che parlava alla sua mente, concitata.
Scappa Sara! Corri!
Il piccolo Toby era terrorizzato! Urlava mentre una mano gigantesca e unghiuta lo afferrava dal suo lettino, per un lembo del piccolo pigiama. Sara fino a quel momento pietrificata dall’orrore, entrò in azione istintivamente, la paura per il piccolo Toby era maggiore della paura del mostro.
Stavano rapendo Toby!!!

Quell’essere era gigantesco, orrendo. Era più grande della porta, Sara  intravedeva a malapena solo una parte di quel corpo deforme. Cercò di abbattere quel braccio mostruoso, di aprire le dita di quella mano enorme, tra gli strilli inarticolati di  Toby.
Il mostro scosse con violenza il braccio per liberarsi del peso supplementare della ragazza, che volò via scontrandosi con la parete della stanza. Sara cadde a terra, aveva la vista annebbiata, il dolore la pervadeva in tutto il corpo.
Sentendo Toby urlare alzò lo sguardo, ma il mostro era già sparito dietro la parete trascinando il bimbo con se. Sara si alzò all’istante, nonostante il dolore e le ferite, il suo fratellino aveva bisogno di Lei. Doveva trovare Toby!


La voce di Jareth invase di nuovo la sua mente ancora più pressante.
La finestra Sara! Salta dalla Finestra Subito!
“No!!!” gridò Sara “Ha preso Toby!!!”
La voce di Jareth si fece crudele.
Non puoi fare niente per Toby ora! Salta  dalla finestra Subito! Sei in pericolo! torneranno per ucciderti se resti lì!
Sara scosse la testa cocciuta e ferita. Sanguinava da alcune ferite, la testa le girava, l’orrore le invadeva la mente per ciò che aveva visto.
No! Doveva salvare Toby, non le importava di nient’altro, non avrebbe ascoltato nessuno.
Toby aveva bisogno di lei!
Si alzò cercando di correre verso la porta della stanza per rincorrere il mostro che aveva rapito il suo innocente, indifeso fratellino. Ma qualcun altro decise per lei.

Sara sentì Jareth  imprecare nella sua mente, e in quel momento la finestra alle sue spalle si infranse, in mille pezzi di vetro che volarono per la stanza come frammenti di ghiaccio.
Jareth avvolto nel suo manto di piume bianche come la neve, si era gettato contro il vetro della finestra infrangendolo.
Sara era sbigottita e confusa, la testa le doleva e con la vista annebbiata fissò Jareth  per la prima volta dopo ciò che era successo tra loro, dopo tutto ciò che si erano detti, dopo che lei lo aveva cacciato dalla sua vita.
I suoi capelli biondi, gli occhi di ghiaccio, tutto di lui ricordava dolorosamente a Sara quello che c’era stato tra loro e tutto quello che non ci sarebbe mai stato.

Jareth aveva il volto stravolto dal furore, Sara pensò confusamente che quell’uomo davanti a lei non aveva nulla dell’uomo affascinante che cercava di ammaliarla con le sue belle menzogne qualche anno prima, gli occhi di questo Jareth erano accecati dall’ira, rabbiosi e inquietanti.
Tutto intorno a lui si percepiva il Potere! Non era Jareth quello, ma il Re degli Gnomi in tutta la sua potenza magica e la sua oscurità! Jareth si avvicinò a Sara stringendole il braccio con violenza e attirandola vicino a lui, i loro visi erano così vicini, che quasi si sfioravano.

“Stupida!” urlò Jareth “Ora verrai con me senza discutere!” con forza e violenza cercò di spingere Sara verso la Finestra infranta, ma lei gli si oppose con decisione.
“No, non verrò mai con te! Devo salvare Toby!” Sara piantò le unghie nel bracciò di Jareth riuscendo a dinvincolarsi, ma aveva perso troppo sangue, la testa le girava e i suoi movimenti erano troppo veloci, gli occhi le si rovesciarono, e svenne.

Jareth l’afferò appena in tempo, prima che cadesse a terra. Fissò per un secondo, il suo volto addormentato pensando a tutto ciò che non si erano mai detti, e a quello che probabilmente li aspettava. Ma non c’era tempo per i pensieri, Jareth la sollevò tra le braccia lanciandosi poi oltre il varco della finestra e scomparendo nella notte buia.
L’unico suono che si sentì prima che entrambi svanissero fu solo un sospiro.
“Perdonami…Sara.”

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: AMICI ***


Documento senza titolo

Grazie a tutti per i buoni consigli!!! E Grazie per la fiducia che mi date! Siete fantastiche!!!
Ed ecco qui per voi il nuovo capitolo!!! Forza  SARA…^_^ Siamo tutti con te!!!

Questi personaggi non sono miei e non mi appartengo.
La storia che segue è ispirata al film Labyrinth.

Capitolo 4: AMICI

Sara aprì lentamente gli occhi, assonnata e confusa, non ricordava cosa le fosse successo. Poi tutto ad un tratto un pensiero la colpì…Toby!  Avevano rapito Toby!
Cercò di alzarsi, di muoversi, ma le ossa le dolevano, gemette sommessamente, poi vicino a lei si udì una voce stridula e agitata.

“ Milady! Milady! State bene? Milady?” un muso cagnesco si affacciò sopra di lei umido e peloso. “Ambrogio! Stai lontano da Milady!”gridò una vocetta acuta e irritante.

Sara per un attimo non credette ne ai suoi occhi ne alle sue orecchie. Ma davanti a lei c’era niente meno che Ser Didimus. Piccolo, peloso e agitato come al solito. Sara senti un grande calore dentro, come le era mancato quel piccolo dispettoso essere.

“Ser Didimus!” sussurò con il fiato mozzato dal dolore. “Oh Ser Didimus! E’ passato così tanto tempo…” Sara sorrise al piccolo cavaliere tutto agitato.
“Milady come vi sentite? Eravate dormiente, e in deliquio, il corpo martoriato, quivi al nostro capezzale vi abbiamo curato e in fine ricondotto alla veglia!”

Sara rise di cuore, facendosi male, ma non le importava. Oh quanto le era mancato udire quel buffo modo di parlare, pomposo e al contempo servizievole.

Riprendendo fiato spostò lo sguardo dal piccolo Ser Didimus, ora imbronciato, e lo spostò sull’ambiente circostante. Si trovava in una stanza dalle mura di pietra, arazzi preziosi stavano in bella mostra sulle pareti, ma la mobilia era scarsa…c’era solo una sedia e il letto stesso in cui lei si trovava. Unico punto di luce erano le fiamme nel focolare che la illuminavano e la riscaldavano.

Quella stanza le era familiare…non ricordava di averla mai vista, ma lo stile…le ricordava qualcosa…poi ad un tratto capì spalancando gli occhi. Il Castello di Jareth!
Ser Didimus la guardava circospetto e preoccupato, aveva capito che lei sapeva. Sara cercò di calmarsi, doveva procedere per gradi, altrimenti sarebbe impazzita.

“Ser Didimus voglio sapere cosa è successo e perché…perché mi trovo qui?!”
Ser Didimus sembrava reticente, ma guardando Sara negli occhi decise di parlare.
“Il mostro che vi ha tosto ferito, è stato mandato dalla vile Regina delle Fate, malvagia e crudele, ella odia il regno degli gnomi e mira a distruggerlo, e noi con esso.” Sussurò il piccolo cavaliere.

Sara rimase interdetta, quella storia non aveva molto senso,  non capiva però cosa lei centrasse in tutto questo e glielo disse aspettando spiegazioni. Ser Didimus continuò con un sospiro.

“Per distruggere il regno degli gnomi, in vero bisogna prima abbatterne il Re, ma la Regina delle Fate sa che il Re degli Gnomi è troppo forte in duello e lo scontro sarebbe impari, lei perderebbe. Così scelse una via traversa, rapire Toby per avere qui voi Milady!”

Sara ancora spossata dal dolore non riusciva a collegare le cose…era tutto troppo confuso. Che cosa c’entrava lei con questo?…a meno che…
“Ser Didimus…”chiese esitante “Perché questa Regina delle Fate…dovrebbe volermi qui?”

Il piccolo  Ser Didimus non rispose, la guardava con uno sguardo supplichevole, come a pregarla di non fargli quella domanda. Ambrogio scodinzolava ignaro seguendo il discorso, voltando prima la testa verso l’uno poi verso l’altra. Sara decise di insistere.
“Ser Didimus! Voglio saperlo…Perché  mai la Regina delle Fate dovrebbe volere me qui?!”

Il piccolo cavaliere con la testa bassa diede una risposta a fior di labbra che fece trasalire Sara.
“Non potendo colpire fisicamente il Re degli Gnomi, la Regina ha deciso di colpirlo al Cuore…”

Sara era incredula…Jareth…Jareth prova ancora qualcosa…per lei?  Ma come…. In quel momento però dal corridoio arrivò un rumore sordo, come di qualcosa che cadeva… una voce distrasse Sara. Una voce che non sentiva da tanto tempo.

“Maledetto Bestione! Ti vuoi togliere dai piedi?! Stai sempre in mezzo!!!”
“Bubu, vuole venire…vedere Sara…Sara amica!”
“E ci stiamo andando maledettisso Testone! Se non ci rompiamo prima l’osso del collo su queste cavolo di scale assurde! Oh Povero Me! Che mi tocca fare!”

In quel momento dall’uscio fecero capolino due figure che Sara conosceva bene Gogol e Bubu, uno basso e sempre imbronciato, l’altro enorme e beatamente ignaro come al solito. Il cuore di Sara si riempì di gioia a quella vista, tutti i suoi problemi per quel momento erano dimenticati. Vedeva i suoi amici per la prima volta dopo anni, e loro la guardavano a loro volta con un profondo affetto.

Sara non sapeva cosa dire, la felicità le aveva tolto le parole. Così vedendola zitta e imbambolata Gogol sbottò schietto come al solito: “Beh? Non si salutano più gli amici?”
Sara non aveva parole… delle lacrime di gioia scesero dai suoi occhi, poi in un singulto riuscì a dire un’unica parola: “Amici…” e poi fu sepolta nell’abbraccio peloso di Bubu, Gogol e Ser Didimus, mentre Ambrogio correva contento intorno a loro.

 

^_^ allora vi è piaciuta? Alla prossima…

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: RIVELAZIONI ***


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Sono Tornata!!!

Grazie a Tutti voi, siete fantastici a darmi fiducia, scusate per il terribile ritardo ma l’univerità non aspetta nessuno.

Ecco il nuovo capitolo! Pieno di rivelazioni e colpi di scena!…^_^

 

Questi personaggi non sono miei e non mi appartengo.
La storia che segue è ispirata al film Labyrinth.

 

Capitolo 5: RIVELAZIONI

 

 

Passato il primo momento di gioia nel rivedere i suoi vecchi, strani amici, gli occhi di Sara si fecero seri e meditabondi. Toby era stato rapito, di nuovo! E sta volta a quanto pareva non centrava solo Jareth, ma una famigerata quanto sconosciuta Regina delle Fate che l’aveva tirata in mezzo in una faida con il Re degli Gnomi in cui Lei, tra parentesi, non centrava proprio nulla.
Certo che la vita a volte è strana…pensò. Non bastava che il primo viaggio nella Città di Goblin le avesse scombussolato la mente…e il cuore…

Gogol la guardò intensamente mettendo una mano su quella della giovane donna.
“Didimus ti ha già accennato al guaio in cui ci troviamo?” chiese esitante.
Sara rispose allo sguardo con un’aria di sfida.
“Si me lo ha detto! Ma se Lui crede che mi sottometterò al suo volere facendo da palla in questo gioco tra lui e questa Regina delle Fate, beh si illude! Io voglio solo riavere Toby, e poi me ne tornerò a casa!” asserì stizzita e ancora dolorante  e di malumore per le ferite riportate che non le davano tregua.
Gogol scosse la testa esasperato, voltandole le spalle, si scostò da lei andando ad riattizzare il fuoco nel camino che si stava spegnendo.
“Non sei cambiata neanche un po’, sempre caparbia, sempre ostinata, sempre pronta ad opporti a Lui…” sospirò, poi tornando da lei si sedette sul bordo del letto puntandole il dito in faccia.
“E’ meglio che te ne fai una ragione signorinella, quindi sarò franco, Toby è stato rapito e portato nella Foresta del Non Ritorno dove dimorano le fate, quei pestiferi esseri che stavo uccidendo quando ti ho visto per la prima volta all’ingresso del Labirinto. E non c’è alcun modo di raggiungerlo se non con l’aiuto di Jareth!”
Sara furiosa stava per interromperlo, ma lui la zittì.
“Fammi finire…Jareth l’altra volta è stato…diciamo tenero, con te. Non hai idea dei suoi veri poteri, e la Regina delle Fate non è meglio di lui, anzi per certi versi è peggio. Quindi quando Lui arriverà per parlarti…e stai certa che verrà, cerca di non combinare guai con la tua lingua lunga.
Lui è l’unico abbastanza potente da permetterti di ritrovare Toby, quindi ricordati che a caval donato non si guarda in bocca!” concluse.

Sara non era contenta, neanche un po’.
Tutto era assurdo! Possibile che le cose si siano rivoltate in questa maniera?
“ Gogol ma tu e gli altri come mai vi trovate qui, si può sapere?” chiese.
Lui la guardò falsamente sorpreso, con un mezzo sorriso sulla faccia.
“Beh, Jareth sarà pure scostante, ma non è certo stupido. Sapeva benissimo che quando Tu ti saresti svegliata, nonostante le ferite saresti stata furiosa, così ci ha chiamati per, diciamo, alleggerire la situazione. Per…preparati all’idea che voi due avreste dovuto collaborare…” ghignò.
Sara lo guardò storto.
“Ma io credevo che dopo il nostro ultimo scontro, quando io sono riuscita a spezzare la sua volontà, il Regno di Goblin fosse caduto, voi avete combattuto contro di Lui, non dovreste più essere al suo servizio…” disse titubante.
Ser Didimus si fece avanti, con alteregia e determinazione, parlando a raffica.
“Milady noi abbiamo in vero disubbidito agli ordini datici dal Re degli Gnomi, ma solo per amor vostro! Noi siamo sempre stati servi del Signore della città di Goblin e sempre al suo servizio rimarremo…credo che voi lo abbiate mal giudicato. Egli non è un cattivo sovrano, nottetempo lo sfidammo per Voi, perché il suo comportamento in quell’occasione vi avrebbe nuociuto…”
Gogol spingendolo via sdegnato, troncò il suo chiacchiericcio inconsistente.
“ In sintesi diciamo, che siamo tornati al suo servizio quando ha rimesso la testa a posto dopo che tu te ne sei andata. Non è cattivissimo, ma neanche buono. E’ calcolatore, potente e furbo come una volpe, ma è sempre il nostro Signore dopotutto. E se si tratta di difendere il nostro Paese e il Suo Reame, Jareth non ha rivali.” concluse.

Sara rifletté per qualche istante sulle parole di Gogol.
Faceva fatica a pensare lucidamente, le troppe informazioni e il timore che qualcosa di brutto stesse succedendo a Toby non la facevano stare tranquilla.
Irrequieta e dolorante cercò di alzarsi dal letto in cui giaceva scostando le coperte.
I suoi amici cominciarono a parlare agitati cercando di dissuaderla.
“Sara ma che diavolo fai…”
“Milady, è convalescente…”
“Sara…Malata…giù…”
Lei non li ascoltava, si accorse di essere avvolta in una camicia da notte di seta bianca decorata da pizzi voluminosi…nello stile di Jareth ovvio…chissà chi l’aveva svestita e curata…Poi un’idea strana le balenò nella mente. Non è che Jareth…A quel pensiero Sara arrossì fino alla punta dei capelli. Preferì non pensarci.
Cercò di far leva sulle braccia per alzarsi ma il fianco ed il braccio ferito le procurarono un dolore così acuto che le sfuggì un urlo soffocato.
I suoi amici ormai la guardavano in silenzio impotenti, sapevano che la ragazza era caparbia e orgogliosa, sapevano che se decideva di fare qualcosa non c’era nulla che l’avrebbe fermata, questo però non impediva loro di preoccuparsi per lei, anzi.

Sara respirava lentamente aspettando che l’ondata di dolore si ritirasse.
Avrebbe ritentato, e ritentato fino ad alzarsi in piedi con le proprie gambe. Toby era perduto chissà dove, era piccolo, indifeso…aveva bisogno di Lei. Nulla l’avrebbe fermata.
Sara si concentrò e cercò di sollevarsi facendo perno sul letto con le gambe, lentamente, dolorosamente riuscì a reggersi sulle proprie gambe appoggiando pesantemente il braccio illeso alla testata del letto.
Stava cercando di capire come fare a stare in piedi senza appoggi quando una risata aspra e sprezzante le fece perdere l’equilibrio già precario di per sè.
Aveva solo il tempo di pensare Io conosco quella risata…prima di cadere pesantemente a terra, ma Sara non toccò mai il pavimento.
Due braccia forti la sorressero e due occhi azzurri e tremendamente maliziosi la fissarono da vicino…molto vicino.
“Sara, stai tremando…non immaginavo che la mia vicinanza di facesse quest’effetto.”
La canzonò il Signore della Città di Goblin.
Sara era pietrificata, dall’imbarazzo, dall’incertezza, e…da una paura sconosciuta che le faceva battere il cuore a mille.
“Jareth…” riuscì a sussurrare.
Lui per contro la fissò ridendo, ed il castello di Goblin risuonò della beffarda risata del suo Signore e Padrone.

 

 

 

Spero vi sia Piaciuto!!! Non so se si è capito ma Jareth è il personaggio che prediligo in assoluto. Farà perdere la testa a Sara ve lo prometto.!!! Alla prossima! Seguitemi numerosi! Cercherò di aggiornare più velocemente! ^_^

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: SILENZI ***


Documento senza titolo

 

Questi personaggi non sono miei e non mi appartengo.
La storia che segue è ispirata al film Labyrinth.


SCUSATE TUTTI PER IL RIPROVEVOLE RITARDO!!!! Perdonatemi! Tra la scuola e il lavoro è stato un periodo infernale! Ecco qui però come promesso il seguito! ^_^ buona lettura! E grazie della fiducia che mi date!

 

 

Capitolo 6: SILENZI

 

 

Sara non sapeva che dire e non ci capiva più niente. Non osava neppure alzare gli occhi per incontrare quelli di Jareth, per paura che lui vi scorgesse la confusione che le opprimeva il cuore.
Accanto a lui il cuore le batteva così forte, che aveva difficoltà persino a pensare.

Dopo il loro veloce incontro nella camera in cui riposava, egli l’aveva sorretta e cavallerescamente (con suo grande imbarazzo!) l’aveva presa in braccio come una bambina, e trasportata tra le miriadi di corridoi e scale del castello della città di Goblin, per trasportarla chissà dove.
Ma Sara confusa, scoprì che non le importava…era come persa in una nebbia ovattata dove nulla aveva più importanza, a stento si accorgeva dei suoi amici che li seguivano per le impervie e strane scale del castello.

Possibile che nel stare accanto a Jareth, tutto il mio autocontrollo, la mia intelligenza si perda nel nulla???
Sara svegliati! Lui è il tuo nemico! Non puoi fidarti di lui! Continuava a ripetersi lungo il tragitto.
Ma non chiese mai a Jareth di posarla a terra. Si diceva che era perché si sentiva debole e le gambe non avrebbero retto, ma in cuor suo, anche se non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, nemmeno con se stessa, lei sapeva la verità.

Lentamente il gruppo arrivò nei pressi di un grande portone metallico, le incisioni e le decorazioni della porta notò Sara, riproducevano con dettagli pressoché perfetti un centinaio di volti di gnomi che li fissavano, e lei avrebbe giurato di aver visto i loro occhi muoversi, seguendo i loro movimenti, d'altronde nel regno di Labyrinth nulla è mai come sembra, l’aveva imparato a sue spese.
Jareth, si fermò di fronte alla porta che, con stupore di Sara si aprì magicamente, senza che lui dicesse nulla, a dimostrazione della forza del suo potere, quale re del castello.

Una volta entrati Sara vide per la prima volta la Sala del trono.
Circolare come una arena, poteva contenere miriadi di gnomi di tutti i generi, mentre su un lato svettava il trono, dove solitamente si sedeva Jareth, ma questa volta lui preferì poggiarci delicatamente Sara, mentre lui resto in piedi a guardarla.

Sara in imbarazzo tenne gli occhi bassi evitando di incontrare il suo sguardo di cui però sentiva il peso.
Ma se avesse avuto più coraggio, avrebbe visto qualcosa di diverso nello sguardo del re degli gnomi, avrebbe visto qualcosa che l’avrebbe sorpresa.
La rabbia, l’orgoglio, la brama, lo scherno,  erano scomparsi, negli occhi freddi ed inespressivi di Jareth faceva capolino una nuova emozione, il rammarico.
Si sentiva in colpa per la prima volta nella sua vita.

Sara…dolce Sara, mi rendo conto per la prima volta che ho sbagliato tutto con te…
Non ti ho portato altro che dolori e angoscia…guarda cosa ti hanno fatto a causa mia…
Ormai so che non avrò mai il tuo perdono…il tuo odio verso di me è palese…
Fuggi il mio sgurdo e il mio tocco come fosse una malattia…
Ma ti prometto una cosa Sara, ti vendicherò! Almeno questo posso farlo per te…riavrai Toby te lo giuro!

Il silenzio era calato nella stanza per un lungo momento, nessuno dei presenti osava fiatare.
Era uno di quei momenti di imbarazzo in cui nessuno trovava qualcosa di intelligente o sensato da dire.
Sara si perse nei suoi pensieri cercando di sbrogliare la matassa dei sui sentimenti aggrovigliati.

Chissà cosa penserà di me…mi disprezzerà sicuramente! Sono così debole e indifesa…
Non ho nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia! Io! Che l’ho sconfitto…
Mi odierà per quello che è successo tra noi? Certo che si…l’ho rifiutato, l’ho sconfitto…
Sicuramente mi disprezza…non capisco perché mai mi abbia salvato…
A meno che io…io non gli serva…

Sara alzò gli occhi dal trono spinta da un cupo sospetto, e trovò gli occhi di lui freddi e raggelanti come al solito. Jareth la fissò serio di rimando, pronto ad affrontare le sue accuse e il suo odio.
Entrambi celavano sotto una superficie di sospetto e diffidenza ciò che provavano nei loro cuori, nascondevano agli occhi dell’altro i loro sentimenti più profondi per la paura di essere rifiutati e odiati, così trasformavano le loro paure in rabbia ed orgoglio, pronti a scontrarsi.

Gogol, Bubu e Ser Didimus, spostavano lo sguardo dall’uno all’altra senza fiatare in quel silenzio opprimente che preannunciava una tempesta emotiva che mai si era vista nel castello.

“ Mi sa che ne vedremo delle belle!” borbottò Gogol con poco entusiasmo.

 

 

Grazie di aver atteso con tanta pazienza miei Fan! ^_^ spero questo capitolo vi piaccia! Ho già in cantiere il prossimo! ^_^ a presto spero!!!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: RISPOSTE ***


Documento senza titolo

Questi personaggi non sono miei e non mi appartengono.
La storia che segue è ispirata al film Labyrinth.

Ecco qui per voi un altro capitolo che tinge di fosco la nostra storia! ^_^

 

Capitolo 7: RISPOSTE

 

E’ il momento di farla finita. Pensò Sara.
Doveva sapere una volta per tutte cosa stava succedendo e l’unico che aveva le risposte stava in piedi di fronte a lei ed attendeva solo che lei gli facesse le domande.

“Jareth…” Esitò non sapendo come comiciare.
“Scommetto che vuoi sapere perché sei qui, giusto?” le chiese freddamente lui.
“Si!” rispose. “Che cosa è successo a casa mia e dove hanno portato Toby?”
Jareth la fissò intensamente in silenzio prima di voltarsi e avvicinarsi alla finestra della camera che dava sulla vista della città di Gonlin. Le parlò voltandole la schiena.

“E’ difficile spiegare ad una che non appartiene a questo mondo, come funzionano le cose qui, ma ci proverò. Labyrinth è un mondo mutevole, dai confini illusori, ciò che comanda qui non sono i poteri magici o le ricchezze o la forza bruta…qui quella che governa è la forza di volontà!” disse girandosi di scatto e avvicinandosi a lei.
“Ecco perché tu hai potuto battermi…la tua forza di volontà è tremenda Sara…nemmeno io sono riuscito a piegarla…” la guardava attentamente finchè parlava, cercando di studiare le sue reazioni alle sue parole.

Sara cercava di capire dove volesse portare questo discorso senza però riuscirci, Jareth vedendola confusa continuò la spiegazione.
“ Chi voglia dominare questo mondo, deve prima spezzare la volontà dei suoi avversari, ma questo come abbiamo dimostrato io e te precedentemente, non è affatto facile. La mia nemica…la Regina delle Fate, non è abbastanza forte per sottomettermi…non come hai fatto tu…” commentò sarcastico guardandola.

Sara arrossì senza sapere perché. Non si sentiva certo in colpa  per aver salvato Toby o per averlo sconfitto…ma si sentiva in imbarazzo, come se lo avesse maltrattato in realtà…

In fin dei conti lui le aveva detto che la amava…e che sarebbe stato il suo schiavo…

A quel pensiero Sara diventò di porpora, tanto che Jareth se ne accorse.
Curioso le si avvicinò ancora di più guardandola dall’alto in basso.
“Che succede Sara? Cosa mai avrò detto per suscitare questa reazione in te?” chiese divertito suo malgrado. Sara non aveva nessuna intenzione di rispondergli.
“ Niente!” disse “Assolutamente niente!”
Schiarendosi la voce nervosamente gli fece segno di andare avanti. “Continua per favore…”
Jareth la fissò divertito dalla sua reazione, ma scelse di non indagare oltre. Per il momento almeno.

“ La Regina delle Fate vuole il mio regno Sara. E l’unico modo che ha per ottenerlo è spezzare la mia volontà. E’ molto tempo che ci prova…ma fino ad ora non aveva trovato nessun punto debole nelle mie difese…almeno fino a quando non ha saputo di te…” affermò perdendosi nei suoi pensieri.

Cadde di nuovo il silenzio nella stanza.
Sara però non capiva perché questa fantomatica Regina delle Fate avesse rapito Toby e non lei!
Cioè, se lei era il punto debole del Re degli Gnomi…perché rapire il piccolo Toby? Non aveva senso…

“Jareth…ma perché questa regina ha rapito Toby?”chiese dubbiosa rompendo il silenzio.
“Non avrebbe avuto più senso che rapisse me…se…se davvero sono il tuo punto debole?” concluse esitante guardandolo di sottecchi, non avendo il coraggio di vedere la sua espressione.

Jareth la fissò lungamente per un attimo, poi inaspettatamente, le si inginocchiò di fronte, per essere al suo stesso livello e guardarla dritta negli occhi. Sara sorpresa trasalì quando lui le prese la mano abbassò lo sguardo. Lui però con l’altra mano le afferrò gentilmente il mento obbligandola a guardarlo.
Sara tremò sotto quello sguardo, dimentica di tutto ciò che la circondava tranne lui.

“ Dolce Sara…rispondere alla tua domanda è pericoloso per me, ma visto che l’hai posta, non posso che risponderti con la verità…” asserì gravemente.
Sara fu colta dall’inquietudine, un senso di pericolo le colmò il cuore, ad un tratto non era più sicura di volere quella risposta, ma Jareth imperterrito continuò.
“ La Regina delle fate ha rapito tuo fratello, per usarlo come merce di scambio…lo riavrai ad una sola condizione…tu sei l’unica che abbia la forza per fare ciò che a lei non è riuscito…sei l’unica che abbia la volontà e il coraggio che a lei manca…per riavere tuo fratello…dovrai uccidermi Sara…”

Sara cadde nel panico.
Io dovrei uccidere… Jareth?

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