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Il buio regnava silente, come in ogni notte d'altronde. Il suo aspetto
agghiacciante e sinistro la spaventava come un tempo, non era cambiato
nulla....ma allora non aveva alcun motivo di temerlo, di temere i
mostri che si potevano nascondere sotto il letto, loro non esistevano,
lo aveva detto Akemi, parecchie volte.
Questo invece era diverso, perchè lei era consapevole degli
orrori che celava al suo interno, dei mostri che realmente esistevano.
Si fermò. Il vecchio magazzino. era il luogo, non era altri che
uno stupido magazzino abbandonato. ma anche il suo peggior incubo.
"non essere sciocca!" pensò tra sè mentre con un cigolio spalancò la porta arrugginita.
L'interno dell'edificio non era molto diverso da come se l'era
immaginato: parecchi vetri rotti, vecchie locandine, polvere e
macchinari inutilizzati. Sembrava quasi che quel posto fosse
stato travolto da un ciclone e che avesse spazzato via ogni forma di
vita. Un forte odore di muffa la travolse, di certo era stato
abbandonato da parecchio.
"Sherry" canticchiò una voce alle sue spalle.
Fulmineamente si voltò con un'espressione terrorizzata sul
volto, le sue mani tremarono facendo cadere a terra la torcia, che con
un sordo suono di vetri infranti si spense, si guardò attorno
accecata dall'immediata oscurità, troppo terrorizzata per
restare lucida.
"corri!corri!"
pensò mentre pestava con forza i piedi sul terreno nel
tentativo di allontanarsi da quella voce, non la stava seguendo...ma
sentiva con certezza la sua presenza....era lei! lei!
Si fermò tastando il muro...non c'erano porte, finestre, l'unica
via d'uscita era quella dalla quale era entrata, era lì che
l'aspettavano, non avevano alcuna fretta. Si sedette stringendosi su se
stessa....tremava...il cuore le stava battendo
all'impazzata....alzò lo sguardo, nei suoi occhi vedeva il punto
rosso lampeggiare velocemente, era vicina, anzì, si trovava
proprio lì.
"dove sei? dove?" si tolse gli
occhiali appoggiandoli sul terreno, respirò a fondo, era
affannata benchè avesse camminato solo poche miglia. Il suo
respiro irregolare non si placò. Diventava sempre più
presente e chiaro, tanto da poterne sentire il timbro di voce....non il
suo.
Si concentrò su quel respiro, era vicino, ed era terribilmente
famigliare. A carponi si diresse verso esso, facendo attenzione a non
provocare rumore, la stavano cercando, sarebbe bastato un attimo per
tradirla.
Tastò il terreno bagnandosi la mano.... acqua? evidentemente c'era stata una perdita.
Man mano che i suoi occhi si abituarono all'oscurità
riuscì ad intravedere una sagoma, appoggiata al muro e
china...non era un uomo..era...un..un bambino! lui!
"Conan!" urlò.
"ti ho trovato finalmente, forza vieni dobbiamo andarcene prima che torni Ver..."
la sua mano si inzuppò nuovamente, il liquido era ovunque, era
intorno a lui....ma non poteva essere acqua....era denso e
caldo....sentì il disgusto salire, si portò la mano
asciutta sulla bocca.
"sanguini....stai sanguinando!" le mani le tremavano mentre tra le sue dita sentiva colare il rosso del suo sangue.
"resisti, dobbiamo raggiungere il dottor Agasa....lui"
"Ai......" sussurrò lui con un tono strozzato.
" scappa...."
Lei lo guardò con gli occhi pieni di orrorre, gli
alzò la testa prendendola con le mani "no, No! non ti lascio
qui! non me ne vado senza di te!" i suoi occhi si gonfiarono di lacrime.
"no..." con mani tremanti e deboli le cinse le spalle.
".......è una trappola! vattene!" urlò infine.
In un secondo sentì alle sue spalle un rumore di metallo, con
tutta la forza che aveva in corpo Conan la scagliò a terra,
mezzo secondo più tardi uno sparo.
La camera cominciò a girare, sentiva i suoni svanire, il dolore della botta la inondò.
Un tonfo, poco più il là, ruppe il silenzio. Si
alzò sui gomiti, cercando di mettere a fuoco la scena, non
avrebbe mai voluto farlo.....un urlo strozzato e acuto le uscì
dalla gola eccheggiando in tutto il magazzino.
La sagoma era accasciata a terra, immobile, una chiazza nera si disegnava intorno a lui rapidamente.
"No!no!" gridò lanciandosi su di lui e prendedogli la testa tra le mani "no...vi prego...non lui!vi prego,no lui!"
Il corpo inerme non dava segni di vita, il sangue colava lungo la testa fino a raggiungere il mento di lei .
"no..Shinichi..." singhiozzò, appoggiandogli la testa
sull'incavo della sua spalla "era mia...quella pallottola era per me!"
strinse il corpo a se con ancora più forza...voleva sentire il
suo respiro, la sua voce, il battito del suo cuore...tutto ciò
che sentì fu il suo pianto.
"Shinichi,Shinichi, Shinichi" ripeteva quel nome come una cantilena senza senso, cullando stra le braccia la sagoma inerme.
Delle braccia la afferrarono violentemente da dietro, costringendola a
voltarsi, un uomo dalla faccia scura le si presentò davanti.
"lasciami! lasciami!" gridò agitando le braccia in preda alla disperazione.
l'uomo cominciò a strattonarla tenendola sempre più stretta "Ai!Ai!Ai!" disse con voce grossa.
"lasciami andare!" gridò nuovamente chiudendo gli occhi e tirando calci in aria coprendosi il volto con le mani .
"Ai, ti prego, svegliati!" la voce cambiò, era più vellutata, più fragile....la voce di un bambino.....lui!
Una luce rossa le riempì gli occhi, calda e accecante, chiuse nuovamenete le palpebre infastidita.
"Ai?" disse preoccupato.
Si portò la mano sul viso mettendo a fuoco l'immagine.
Era chino su di lei, uno sguardo vagamente preoccupato e indagatore, i
capelli mori erano scompigliati e ricadevano sugli occhi in modo molto
disordinato, evidentemente quella mattina Ran non aveva fatto in tempo
a metterglieli in ordine perchè era troppo di fretta. Gli occhi
blu mare erano fissi sui suoi, senza alcuna copertura. Non poteva
reggerli.
con un colpo al petto lo allontanò da lei, mettendosi seduta sul letto.
"cosa ci fai qui?" rispose seccatamente
" mi è venuto a chiamare il dottore stamattina, era preoccupato, ha detto che urlavi e chiamavi il mio nome"
sentì le guance avampare, ma finse di ignoralo.
" non stai bene? cos'hai, me lo vuoi dire?" le appoggiò una mano sulla spalla.
"Semplice....non dovrei mangiare quel sushi scadente che vendono al
market qui sotto!" disse allontanandogli la mano con due dita.
"visto? per una volta ho risolto il caso prima di te!" si infilò
le ciabatte dirigendosi verso la cucina, senza incrociare il suo
sguardo. Sentì un sospiro alle sue spalle, aveva capito che non
gli avrebbe mai detto se, e perchè urlava il suo nome....il nome
di Shinichi Kudo.
"allora? non vai a scuola? sai, salti già il liceo, mi
dispiacerebbe se ti bocciassero pure alle elementari." gli donò
un sorriso maligno.
La guardava come se la stesse osservando da parecchio tempo, indossava
una maglietta rossa con le maniche corte, i pantaloni di jeans erano
troppo lunghi, risvoltati più volte, in testa portava un
cappellino grigio, con la visiera rivolta di lato , sotto il piede
destro teneva un pallone.
rise.
"si hai ragione, è meglio che indossi il costume di scena" disse sarcastico tirando fuori dalla tasca gli occhiali e mettendoli sul naso.
"sei pronta per il primo ciack?" aggiunse facendole un'occhiolino.
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