Take A Shoot

di Irishkoala
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Discoverin'. ***
Capitolo 2: *** Ur Dammit Good. ***
Capitolo 3: *** What r u Doin'?. ***



Capitolo 1
*** The Discoverin'. ***


~Uno.

The Discoverin'




Correre per un'ora alla mattina, fare una passeggiata per raggiungere il bar solitamente frequentato, cercare di svegliarsi e rilassarsi prima dell'inizio delle lezioni era sempre stato tutto altamente normale, per me.

La mia classica routine quotidiana.

I miei amici, infatti, mi dicevano scherzando che ero troppo monotono per certe cose e che avrei dovuto trovarmi degli altri passatempi, di tanto in tanto. Ma a me piaceva, ormai c'ero abituato.

Non avevo mai trovato un motivo sufficiente per smettere e non mi era mai successo nulla di 'strano'. Anzi, facendo il solito tragitto da quasi quattro anni, conoscevo praticamente tutti di vista e gli anziani, soprattutto quelli del bar in cui mi fermavo, mi salutavano sempre, a volte chiedendomi qualcosa sui miei studi o se mi fossi trovato una ragazza, per chiacchierare.

In effetti non passava molta gente 'giovane' in quella zona, nel bar in particolare e per loro era 'quasi' una novità vedere un viso ventitreenne lì dentro. Poi io mi divertivo, non mi davano fastidio e mi piaceva anche ascoltare alcuni dei loro aneddoti sul passato.

Lo stesso successe quella mattina, di metà febbraio in cui arrivai allo Urth Cafè al mio classico orario delle otto, dopo essere passato a casa a cambiarmi al termine della corsa e aver recuperato l'occorrente per la giornata.

Giorno ragazzo mio!”

'Giorno signor Hoffman!” risposi ricambiando il sorriso allegro del proprietario.

Il solito immagino” disse affabile.

Sì grazie e mi metto fuori, oggi si sta davvero bene”

Certo te lo porto io, vai pure!”

Annuii ma poi venni bloccato da una voce femminile.

Ciao Jake!” sentii e il tono era leggermente titubante, quasi imbarazzato.

Ero abituato anche a quello.

Sorrisi, inquadrando Natalie, la figlia del proprietario, dietro al bancone verso la cassa e ricambiai il saluto anche con un cenno del mento.

Lei abbassò lo sguardo, con un mezzo sorrisino e scosse la mano verso di me.

Sì ormai non ci facevo più caso, non sapevo da quanto tempo era che avesse una cotta per me, anche suo padre me lo ripeteva sempre divertito facendola arrabbiare, ma non è che potessi farci molto.

Era piccola per me, doveva ancora compiere sedici anni, quindi la assecondavo con qualche frase per farla ridere, ma senza illuderla. Non volevo farla star male sul serio nel caso avesse capito che non aveva chance.

Uscii sulla strada, nella zona adibita ai tavoli esterni, coperti da un tendone unico al di sopra di essi per fare ombra.

Potevo concedermi anche più di mezz'ora di pausa, quella mattina le prime lezioni a teatro me le avevano spostate di un'ora e dopo il caffè avrei fatto volentieri un giro in centro, prima di chiudermi in quel vecchio edificio fino a sera.

Nulla, per come era cominciata la mattina, mi avrebbe potuto far presagire che qualcosa di diverso -molto diverso- ci sarebbe stato.

Così diverso da cambiarmi persino la vita.


Ecco qui figliolo” disse il signor Hoffman, facendomi sollevare il muso dai fogli del copione che stavo studiando e spostai tutto quello che avevo lasciato sul tavolo per fargli appoggiare il vassoio.

Esatto, mi chiamava come se fossi suo figlio, ma non ci facevo neanche più caso, ormai era un'abitudine anche quella e avrei detto che gli sarebbe dispiaciuto molto se non mi avesse più visto frequentare il suo bar.

Oh grazie mille...”

Sempre a studiare eh? Mai che ti prendi un momento di pausa!”

Sorrisi “Beh è questa la mia pausa...”

Lui si sedette, nella sedia di fianco alla mia.

Solo due minuti. Tanto Susan se la cava benissimo anche senza di me...” sorrisi di nuovo sommessamente, mentre si era inclinato verso di me, dopo aver guardato indietro come se volesse evitare che la moglie lo beccasse non indaffarato.

Era un patito di vecchie opere teatrali e da quando aveva saputo, quindi da quando mi conosceva, che studiavo recitazione era una valanga continua di domande.

Quindi? Cosa mi porti questa mattina di bello?”

Voltai il copione con finto fare superiore e lui sgranò gli occhi con un leggero 'ohhh'.

Dio santo, ma che vi fanno studiare?! Sono dei mattoni questi”

Risi annuendo “Sì ha detto bene....ma il mio prof è convinto che il Re Lear rafforzi lo spirito”

Alzò le sopracciglia mezzo divertito “Di sicuro tonifica i nervi, questo sì, è talmente pesante che ci si potrebbe tagliare le vene....” risi, anche se non mi sarei mai aspettato che avrebbe potuto dire una cosa del genere, poi lui seguì la risata con me “...no dai, qualcosa di buono lo da....”

DUSTIN!!!!!” si sentì un urlo che ci interruppe dall'interno del bar e tutti e due riconoscemmo al voce di Susan “Alza quel culo e muoviti! Ci sono dei clienti da servire, non posso sempre fare tutto io!”

Abbassai lo sguardo, anche se ero divertito e abituato pure a quello, mentre lui lo alzò al cielo compreso di mani in aria.

La finezza di mia moglie! Chissà cosa ho fatto di male....” disse retoricamente e lo guardai mezzo divertito, poi si alzò, sbuffando e sbattendo le mani sul grembiule, in un gesto retorico.

Vado và, così ti lascio un po' in pace e faccio contenta anche quella là dentro...” spostò lo sguardo verso il bar, con un'aria esasperata mentre annuii sorridendo.

Comunque, quando ti daranno qualche commedia, dimmelo eh? Adoro le commedie teatrali!”

Annuii di nuovo “Ovvio! Le porterò subito il copione”

Mi diede una pacca sulla spalla “Bravo figliolo...se vuoi qualcos'altro chiama eh?”

Gli feci un cenno d'assenso, poi recuperò il vassoio e tornò dentro rispondendo a tono alla moglie per la scenata di pochi secondi prima.

Scossi la testa tra me e me, sospirando, potendo dedicarmi finalmente a leggere qualcosa di quello che avrei dovuto presentare in quella mattina e, d'accordo, che adoravo improvvisare e che il mio insegnante mi aveva detto che lo facevo anche piuttosto bene ma non potevo ancora prendermi tutte le libertà del campo.

Il signor Hoffman era veramente piacevole, e mi divertivo a chiacchierare con lui, ma quando ci si metteva era inarrestabile, avrebbe potuto parlare anche fino al mattino dopo senza interruzioni e, in alcuni momenti, non potevo assecondarlo sempre.

Bevvi un sorso dalla tazza che avevo davanti, quello era il cappuccino a mio parere più buono del circondario e, per quanto gli altri ne avessero da dire, non sarei riuscito a cambiare bar per la colazione mattutina, mentre mi estraniai dai rumori esterni e da tutto ciò che avevo intorno, facendomi prendere completamente dalla storia.

Sia quando studiavo le sceneggiature che durante le prove sul palco vero e proprio avevo la capacità di isolarmi da qualsiasi cosa di superfluo o inutile, sia che si trattasse di rumori, movimenti o azioni e mi immergevo direttamente nella vicenda come se quello che c'era scritto si materializzasse improvvisamente attorno a me.

E serviva. Avevo capito con il tempo -non per vantarmi, ma erano già più di otto anni che facevo quel 'lavoro', e tutti nella mia famiglia ne erano coinvolti- che serviva parecchio, mi aiutava a concentrarmi e anche a esprimere meglio le emozioni lasciandomi andare in maniera totale.

Era un grande aiuto soprattutto quando si trattava di parlare di 'pubblico'. L'ansia da palcoscenico, ce l'avevano tutti, sia i più bravi che i dilettanti, e anch'io non ne ero immune in certi casi, ma con quella tecnica riuscivo a focalizzarmi di più e a preoccuparmi di meno.

Fu per quel motivo che quella mattina come un'altra si trasformò in qualcosa di completamente inaspettato e imprevedibile.

Ero totalmente immerso nella lettura della vicenda mentre cercavo, allo stesso tempo, di assorbire come una spugna più dialoghi possibili, quando feci un salto così violento per il sobbalzo che mi uscii spontaneo che per poco non caddi dalla sedia.

Ehi, salve!”

Quel saluto non fu nemmeno detto così ad alta voce ma, come specificato precedentemente, avevo acquisito quella capacità di isolarmi e, a me, era sembrato dello stesso livello di un qualcosa urlato al megafono.

Oh scusa, non volevo disturbarti” sentì subito dopo, mentre il mio cuore aveva accelerato i battiti in un nanosecondo e avevo rischiato l'infarto a ventitré anni.

Con uno sforzo sovrumano riuscii a calmarmi e anche ad alzare lo sguardo verso la figura che mi si era parata davanti all'improvviso e che era lì davvero, non me l'ero solo immaginata.

Ciò che entrò nella mia visuale fu un ragazzo, alto, biondo con i capelli lunghi mossi fino a quasi le spalle, che non doveva avere molti anni più di me, anzi forse eravamo coetanei, vestito in maniera decisamente fuori luogo visto il posto, il caldo e l'ora, essendo in tiro di giacca, pantaloni e camicia eleganti neri. L'unico colore proveniva dalle lenti ovali degli occhiali da sole che erano viola.

Dovevo avere una faccia ancora parecchio sconvolta perché tolse il sorriso che aveva mantenuto fino a un momento prima, adombrandosi e diventando un istante incerto.

Ahm...tutto bene?”

Perché me lo chiedeva?

Forse perché non gli hai risposto.

Ah già.

Ma chi cavolo aveva pensato di rispondere a uno mai visto prima, per di più strano forte, che mi aveva persino interrotto durante lo studio, per chiedermi non sapevo cosa?
Comunque pensai di giocarmi la carta della gentilezza, rispondergli, sentire velocemente cos'avrebbe voluto dirmi, poi liquidarlo su due piedi con nonchalance.

Salve....” dissi stentatamente, rendendomi conto di non aver recuperato ancora del tutto la capacità di parlare e di articolare i muscoli facciali che si erano cementificati in un'espressione mezza sconvolta e mezza incerta, ma lui si riprese subito quando capii che gli avevo dato corda e sorrise di nuovo allungando la mano verso di sé.

Piacere Heath Ledger!”

Che?!

Ora il mio sguardo era triplicato nello sconvolgimento, e pensai che fosse un qualcuno vicino alla pazzia o ad una malattia mentale prematura.

Ovviamente non gli presi la mano e non mi presentai a mia volta.

Ma chi cazzo sei?

Lui non si scompose “Scusa ma, ti ho visto dall'altra parte della strada e non ho saputo resistere!” affermò come se fosse davvero su di giri e fuori di sé dalla gioia.

Ok, questo è uno squilibrato.

Poi come si permetteva di darmi del tu? Ok che eravamo giovani tutti e due ma non era mio fratello!

Continuai a non collaborare e lui continuò a non scomporsi, e notai così per puro caso, che anche la posizione che aveva preso la stava mantenendo senza nessuna intenzione di spostarsi.

Scusi ma, ci conosciamo? Ha bisogno di qualcosa?” riconobbi la mia voce ed erano le uniche due frasi decenti che mi uscirono, anche se al termine dovetti schiarirmi la voce perché la percepii decisamente roca.

Fece un mezzo sorriso poi, andando ad aumentare ai livelli massimi il mio sconcerto e sorpresa, si sedette nella sedia del tavolo di fronte a me, e appoggiò i gomiti su di esso aprendo le mani in avanti.

Bene, facevo sempre in tempo a dargli un pugno se avesse continuato a darmi fastidio, ma non sembrava bellicoso da quel punto di vista, mi rimaneva di più la convinzione del malato mentale.

Intanto dammi del tu, poi lo so che mi starai prendendo per pazzo, ma ascoltami poi tirerai le tue conclusioni e mi darai una risposta!”

Ah beh almeno se lo dice da solo! Ha capito che il suo comportamento non è dei più normali.

Conclusioni? Risposta?

Ma che cavolo è successo oggi! Rivoglio i miei giorni normali!!!!

Ehm....senti forse hai sbagliato persona e...”

No-no, appena ti ho visto ho capito che eri esattamente quello che stavo cercando anche se non potevi saperlo, beh nemmeno io tecnicamente, ma è stato immediato. Diretto e preciso. L'ho capito subito. Sei proprio tu quello che mancava per rendere perfetto il mio lavoro!”

Mi tirai indietro volontariamente, almeno raggiungendo con la schiena il bordo della sedia e avevo cominciato a guardarlo in maniera spaventata.

Posso aggiungere l'ipotesi del maniaco?

Sì, anche se era quella più improbabile...comunque, meglio non escludere niente.

Che lavoro?”

Non seppi perché lo chiesi e nemmeno perché non l'avevo ancora mandato a fanculo, non me ne fossi andato io o non avessi chiamato qualcuno da dentro il bar per togliermelo di torno.

Di possibilità ne avevo mentre stavo proseguendo con quella che, in teoria, non avrei voluto, ma non potevo farne a meno.

Curiosità?......

Sono un fotografo. Faccio qualsiasi tipo di lavoro, i servizi che copriamo sono tanti, ma quello in cui mi sto specializzando sono proprio i photoshoot alle persone. Sia famose che non e...in questo periodo stiamo promuovendo una campagna di vestiti che vuole come protagonisti delle foto di gente non conosciuta. Insomma visi nuovi, diversi, non i soliti nomi prestampati e le facce già viste e riviste.

Si tratta di tre servizi, che diventano sei perché cerchiamo sia tre uomini che tre donne. A me ne manca uno e tu sei quello che fa assolutamente al caso mio!”

CHE COSA?!


Diedi un'ulteriore gomitata a Hayden perché stava facendo talmente tanto casino con la sua risata che tutti i nostri compagni di corso della prima fila si erano girati per controllare che stesse bene e non avesse qualche problema.

Sbuffai alzando gli occhi al cielo quando lui alzò le spalle, guardandomi senza capire, faticando ancora a trattenersi dal ridere.

Che vuoi?!”

La puoi piantare per favore? Stai facendo un casino assurdo”

Rise ancora, spostando lo sguardo avanti un istante poi tornando verso di me che mi ero lasciato andare con il peso verso lo schienale.

Scusa ma è più forte di me! Dimmi che è uno scherzo, ti prego, oppure penso che continuerò a ridere per tutta la lezione”

Scossi la testa con fare risoluto, incrociando le braccia al petto, ma poi tornai a guardarlo con un alzata di sopracciglia.

No è tutto vero!” risposi con una mezza cantilena.

Oddio!....” ripartì con la risata “...insomma, mi vuoi far credere che un tipo, comparso dal nulla, nel bel mezzo dell'Urth Cafè, che solo tu puoi frequentare perché è da vecchi...”

Ehi!” gli diedi una pacca sulla nuca, interrompendolo, ma lui rise continuando.

..., alle otto e mezza di mattina, se ne sia venuto fuori con una stronzata del tipo che è un fotografo, che stava cercando qualcuno per fargli un servizio e che l'ha proposto a te?” rise ancora “...ma andiamo!” disse tutto in maniera talmente scettica, divertita, ironica e sorpresa insieme che alla fine persi l'aria sostenuta e mi lasciai andare anch'io a una mezza risata, soprattutto per l'espressione scema che aveva ancora addosso.

Senti, lo so che è assurdo, ma è la verità. Non lo so chi sia, non l'ho mai visto prima, e questa mattina è stata la prima volta che è passato dalle parti di quel bar. Se ci fosse stato in precedenza me ne sarei accorto, conosco tutti del posto e comunque non è un tipo che passerebbe inosservato” constatai, con un leggero tono ovvio, ma Hayden sembrava poco convinto.

E te l'ha detto così...senza presentarsi, senza un preavviso, niente di niente...”

No. Mi ha detto solo il nome e che mi aveva visto dall'altra parte della strada, basta”

Secondo me non è normale...poi scusa, chi ti dice che sia davvero chi ti ha detto di essere? Aveva una macchina fotografica con sé?”

No...” risposi titubante, pensandoci solo in quel momento.

Ti ha fatto vedere alcuni dei suoi scatti?”

Ancora no”

Ecco vedi. Non fidarti, ce ne sono ovunque di tipi un po' eccentrici, magari aveva solo voglia di parlare o farti uno scherzo”

Aggrottai le sopracciglia “Mica era un pazzo...almeno, un po' mi è sembrato all'inizio per il comportamento, ma ti assicuro che è un ragazzo normale, forse ha la nostra età, o qualche anno più grande, non sembrava uno con cattive intenzioni”

Oh dai, come fai a dirlo di uno che hai visto neanche per cinque minuti e con cui non ci hai nemmeno parlato visto che ha detto tutto lui?!”

Beh, ero sorpreso! Non sapevo cosa dire”

Io continuo a pensare che non devi fidarti”

Mi ha dato il suo biglietto da visita però...sopra c'è l'indirizzo di un'agenzia e di uno studio fotografico...non penso sia inventata”

Magari è contraffatta”

Roteai gli occhi “Oh certo! Adesso mi verrai anche a dire che è uno stalker che mi segue da chissà quanto e che comincerà a perseguitarmi con lettere minatorie e biglietti falsi!” sbottai e lui si mise a ridere mettendo le mani avanti.

L'hai detto tu, non io”

C'mon Den, sii serio, capisco che c'è gente di tutti i tipi ma non credo sia questo il caso”

Okok...quindi cos'avresti intenzione di fare?”

Per cosa?”

Beh per la proposta...alla fine, non gli hai risposto, ma anche adesso non mi hai ancora detto nulla di certo...non dirmi che ci starai pensando sul serio di andarci vero?”

Abbassai lo sguardo un secondo, spiazzato da quell'improvvisa domanda.

Non ci avevo ancora ragionato. Meglio dire che l'avevo fatto senza volerlo ammettere a me stesso.

Ancora mi sembrava troppo strana la faccenda. Era successo tutto così di fretta e l'incontro era stato talmente fugace che avrei potuto dire che non fosse nemmeno accaduto.

Ma non sapevo bene perché mi aveva lasciato qualcosa di inspiegato dentro e l'euforia di quel ragazzo quando mi aveva parlato del suo lavoro mi aveva colpito. Era vero, alla fine aveva parlato solo lui, io non ero neanche riuscito a dirgli il mio nome o a presentarmi decentemente.

Mi aveva solo lasciato in mano il biglietto da visita dicendomi che, se avessi voluto farlo, sarei dovuto andare a quell'indirizzo segnato alle tre del giorno dopo.

Non avevo la più pallida idea di cosa fare ma se non avessi voluto in maniera totale non sarei stato a farmi tanti problemi giusto? Avrei cestinato l'idea, appallottolato quel foglietto e gettato nel cestino, mi sarei dimenticato di quel breve dialogo e anche di quel ragazzo.

Invece non riuscivo a farlo.

No, certo che no....non ho tempo per queste cose” risposi, anche se Hayden mi fece uno sguardo eloquente che evitai, utilizzando la 'scusa' dell'entrata in aula del prof. Downey di recitazione drammatica.

Ah ecco, mi sembrava strano che mi avresti risposto il contrario...anche se ti ci vedrei a posare per qualche giornale scandalistico...”

Den! Ma sei scemo?!” lui scappò dal pugno che tentai di dargli sulla spalla, strizzando i denti in un sorriso loquace, schivandolo con uno spostamento di lato.

Scherzavo, dai! Però davvero, secondo me te la caveresti bene...poi si tratta solo di promuovere vestiti mica dell'intimo”

La vuoi finire? Ti ho detto che non mi interessa, perché stai insistendo cercando di convincermi?” lo guardai alzando un sopracciglio, mentre avevamo abbassato la voce per via del prof che aveva cominciato a parlare.

Beh se il mio migliore amico diventa famoso poi potresti mettere una buona parola anche per me e ci guadagnerei anch'io”

Sgranai gli occhi con la bocca mezza aperta, fingendo indignazione.

Ah certo! Comodo no? Se dovesse succedere per qualsiasi motivo scordatelo!”

Uff..cattivo che sei, ma io lo farei per te” spalancò gli occhi in una sorta di espressione compatente e abbandonata, ma scossi la testa anche se ero divertito.

Non passa e...”

Gyllenhaal! Christensen! Avete finito di fare salotto o volete renderci partecipi della vostra concitata discussione?”

Azzz...

Io e Hayden ci girammo di scatto verso il prof, in fondo, di fronte al piccolo palco riprodotto che utilizzavamo per gli esercizi, zittendoci e scuotendo la testa, mentre scontrai il ginocchio contro al suo, visto che la colpa non era mia.

No prof..”

Ci scusi..” dicemmo all'unisono ma Downey fece un sorrisino beffardo, che conoscevamo troppo bene, e mi venne voglia di strozzare Hayden oltre che scomparire sotto alla panca, visto quello che ci avrebbe aspettato.

Mhh facciamo invece che, vista la voglia che avete di parlare, scendete qui e date un assaggio all'intera classe di quello che c'era da preparare per oggi?”

Appunto.

Vidi lo sguardo sconvolto di Hayden e io trattenni lo sbuffo di non voglia che mi venne da fare in quell'istante.

Bravo complimenti! Se mi abbassa il voto all'esame mi vendicherò a vita, sappilo” sussurrai a denti stretti mentre ci alzammo per uscire dalla fila e raggiungerlo.

Lui mi guardò ancora più in panico.

Tu?! Ma se sei il suo preferito? Io non so un cazzo del Re Lear, non ho fatto in tempo a leggerlo per oggi!” mi sussurrò di rimando sconsolato.

Scossi la testa tra me e me evitando di rispondere. A volte, Hayden era un caso perso in partenza.


Mi rigirai tra le mani quel foglietto di carta rettangolare, mentre stavo accarezzando Atticus sulla testa, steso per metà sul mio stomaco, il sottofondo di un telegiornale alla tv che non stavo minimamente seguendo.

Era vero, chiunque mi conoscesse almeno quel minimo sapeva perfettamente che, eccetto che per i miei studi, ero sempre stato uno troppo 'normale'. Insomma quello che passa inosservato però è cercato comunque dagli amici più stretti, quello che sa essere figo all'occorrenza ma che in altri casi se ne tiene fuori da ogni tipo di problemi perché non ne vuole sapere.

La mia famiglia era sempre stata unita all'inverosimile e, anche ora che io e mia sorella eravamo usciti di casa per il college, ci trovavamo comunque una volta a settimana per pranzare insieme e parlare di come stavano procedendo le cose.

Non avevo mai avuto problemi a stare con una ragazza o a provarci, anzi, da un lato era stato quasi sempre facile abbordarne alcune, anche se non sapevo bene il motivo, però non avevo ancora trovato quella che mi avrebbe fatto stare bene a vita oppure per un periodo più lungo di sei mesi, durata massima di tutte le mie relazioni precedenti.

Ma non avevo fretta, di impegnarmi a lungo termine non mi passava neanche per l'anticamera del cervello e mi andava bene così.

Uscite con amici, studio che mi piaceva, qualche vacanza di tanto in tanto sempre con amici, per staccare, alcuni periodi neri di percorso quando ero troppo stanco e avevo accumulato.

Insomma, tutto normale. Classico no? Chiunque degli americani medi si sarebbero rispecchiato in un feedback così. E io non ci vedevo nulla di strano, neanche quando mi dicevano che avrei dovuto cambiare un po' abitudini e darmi più 'alla pazza vita'...frase a cui ancora non avevo saputo dare un significato.

Forse era proprio per tutta quella normalità che l'incontro di quella mattina mi suonava ancora strano e fuori dalla mia concezione.

Alla fine non avrebbe dovuto esserlo da un lato.

Se avessi avuto fortuna nel mondo del teatro e cominciato una carriera decente, qualcosa come interviste, foto e incontri con altra gente sarebbe stata abbastanza scontata e all'ordine del giorno, o almeno vicino ai periodi di messa in scena degli spettacoli.

Però ora non era così diretto quel pensiero. Anzi non ci avevo mai ragionato sopra e non riuscivo a capacitarmi che una cosa così fosse successa a me, di fretta e senza nessun preavviso.

Da un lato davo ragione a Hayden. Non sapevo se potevo fidarmi, c'erano troppe persone strane al mondo e il modo in cui quel tipo -come aveva detto di chiamarsi?....ah già, Heath....- si era presentato aveva qualcosa di dubbioso, non era stato il massimo della chiarezza e, sempre dando corda a Hayden, non mi aveva dato nemmeno nessuna certificazione che quello che faceva fosse vero.

Allo stesso tempo, però, forse per la novità della questione o per il lato assolutamente incredibile della faccenda, mi aveva incuriosito e non pensavo che fare qualche foto con i vestiti addosso mi avrebbe ucciso.

Andiamo!

Avrebbe potuto essere una bella esperienza, un modo di provare qualcosa di nuovo, in un ambiente totalmente diverso dal solito e, comunque, mi sarebbe potuto servire per il futuro.

Sempre che le mie doti di attore avrebbero conquistato il pubblico.

Altro discorso...

Sospirai da solo, ancora accarezzando il mio cane e lanciando il foglietto sul tavolino basso davanti a me. Non sapevo cosa fare.

Andare il giorno dopo o non andare?

Anche perché c'era un'altra cosa, tra tutto il resto, che stavo tenendo in considerazione e che a Hayden non avevo detto. Quel Ledger mi aveva spiegato che l'impegno sarebbe stato di due giorni, quindi niente di così devastante, ma per ciascuno di essi ci sarebbe stato persino un compenso di 2500$, quindi 5000$ secchi che non mi facevano schifo.

Non ero uno con problemi di soldi, sia da parte della mia famiglia ma anch'io guadagnavo bene con quello che avevo avuto fino a quel momento di ingaggi teatrali, però...beh, qualcosa in più faceva sempre comodo.

Uff..

La parte più scettica di me però stava prendendo il sopravvento e, di solito, se ne stava buonina perché non lo ero di mio, ma non riuscivo a credere che fosse vero.

Mi puzzava tanto di imbroglio o di presa per il culo.

Quel biglietto era ancora lì, però. E ci rimase fino al giorno dopo.


Alzai lo sguardo per controllare che l'indirizzo fosse giusto e, appena me ne assicurai, ripensai di nuovo che fosse una balla.

Davanti avevo un vecchio edificio che, una volta, doveva essere stato la sede di qualche fabbrica o di un contenitore di rimorchi. Tutto dava l'idea di qualcosa di abbandonato e in disuso da tempo, non certo di uno studio fotografico conosciuto, perlomeno.

Non chiedermi perché ci sono andato!

Già, non lo volevo nemmeno spiegare a me stesso e più mi guardavo attorno più mi stavo dando dello stupido da solo. Mi sentivo un vero idiota e, per essere lì a un quarto alle tre, avevo saltato persino il corso pomeridiano intensivo che tenevamo qualche volta per fare delle prove.

A Hayden avevo detto una stronzata, non gli avevo specificato niente ma avevo come l'impressione che sapesse perfettamente dov'ero e che non gliel'avessi data a bere. Alzai le spalle tra me e me, poco male, se fossi diventato davvero famoso l'avrei raccomandato sul serio.

Pfffff.....

Comunque. Non vidi campanelli, citofoni o altro che potessero servire per farmi annunciare all'interno.

Sorpassai la cancellata in ferro battuto che trovai aperta e arrivai al portone principale, quello almeno in buone condizioni e sembrava l'unico che fosse stato cambiato rispetto a tutta l'architettura dell'edificio.

Stai a vedere che adesso trovo aperta anche questa?!

Spinsi. Sì lo era.

Ok. Qualcosa non mi tornava ma ormai...tanto valeva verificare che fossi stato un'idiota, ingenuo poi tornare indietro, piuttosto che perdermi in viaggi mentali su quello che poteva essere stato un tempo quel posto.

Infatti, non mi servì nulla di tutto quello che avessi pensato fino a poco prima.

Appena misi piede in quello che doveva essere l'ingresso, rimasi a bocca aperta, lasciando la porta e non badando a quando si chiuse dietro di me con un tonfo sordo ma leggero.

Sembrava di essere dentro a una sorta di realtà parallela o immaginaria perché tutto quello che mi circondava non era niente rispetto all'esterno.

Pareti bianche, lampadari, luci accese di qualsiasi forma, pavimento in marmo bianco, arredamento in stile perfetto tra divanetti, vasi con piante, tavolini, un bancone di legno chiaro su un lato con un computer Mac sopra, e di fronte un corridoio che si apriva su un'altra sala e stanze che non riuscivo a distinguere da quella posizione.

Avevo ancora gli occhi sgranati, mentre feci vagare lo sguardo attorno totalmente incredulo, stranito e sorpreso per quel cambio repentino, poi pensai che non potessi essere nello stesso edificio.

Com'era possibile che l'interno fosse così? Da fuori sembrava che non avrebbe resistito a rimanere in piedi più di un'ora a causa della forza di gravità, mentre adesso era uno dei posti più belli, lussuosi e di stile che avessi mai visitato.

C'erano talmente tante luci che facevano male agli occhi e il corridoio dava l'idea di qualcosa di infinito ma in quel momento mi resi conto che era la mia immaginazione che stava vagando troppo a causa della sorpresa.

Esisteva un posto così a LA....ma da quando? Non avevo la più pallida idea di che marchio si trattasse e per che tipi di riviste lavorassero...alla fine, quelli conosciuti erano sempre gli stessi, invece non avevo mai sentito parlare di un luogo così nel bel mezzo di un quartiere del centro.

Mi riscossi quando sentii dei rintocchi nel pavimento, che avevano tutta l'impressione di essere tacchi, infatti due secondi dopo, da una curva che il corridoio faceva sulla mia destra, comparve una ragazza vestita di tutto punto, bionda, con un fascicolo in mano su cui aveva puntato gli occhi, che occupò il posto dietro al bancone.

Un secondo dopo si rese conto della mia presenza.

Avrei voluto uscire, ora la mia voglia era pari a zero e mi stavo continuando a dare del cretino per esserci andato, ma le mie gambe non rispondevano.

Oh salve! Scusi non l'ho sentita entrare, ha bisogno? Cerca qualcuno?” chiese, sorridendomi affabile e a quel punto non potei fare più niente se non avvicinarmi di qualche passo e tentare di togliermi l'aria sconvolta dal viso.

Salve...beh, ecco...sì insomma, ieri ho incontrato un certo signor Ledger e....” non feci neanche in tempo a dirlo che mi bloccò subito, annuendo di fretta ma con euforia.

Oh sìsìsì ho capito. Devi essere uno dei tre per il servizio! Benvenuto! Io sono Sienna, la responsabile nonché segretaria degli appuntamenti, puoi chiedermi qualsiasi cosa, Heath sarà qui a momenti, ma se vuoi intanto posso farti fare un giro...adesso non sono molto impegnati e alcune sale sono libere...se vuoi anche cambiarti...puoi metterti a tuo agio!”

Ci rimasi per la sua esuberanza, aveva parlato talmente di fretta che capii il motivo del perché l'avessero messa a fare la segretaria.

E io che non ero ancora per niente convinto, già mi voleva far mettere a mio agio?

Cristo ma non sapevo neanche cosa dovessi fare e quando sarebbero stati quei 'due giorni' di cui mi aveva parlato!?

Avevo ancora tutta l'intenzione di fare dietro front e uscire. L'avevo sospettato fin dall'inizio che non sarebbe stata una buona idea e cercavo ancora di trovare una ragione puramente plausibile del perché mi fossi convinto.

Ma, come velocemente aveva parlato, uscì da dietro il bancone, mi prese sottobraccio e cominciò a spostarsi obbligandomi a seguirla.

Di qua ci sono i camerini, da quella parte invece abbiamo alcuni degli studi, sia interni, che esterni appositamente creati, poi lì c'è un bar nel caso ti venisse voglia di qualcosa o un caffè...e...” poi si bloccò notando che non rispondevo, anche perché sarebbe stato impossibile vista la sua parlantina, ma più di tutto era il posto che mi manteneva ancora senza parole.

Era incredibile, non avevo mai visto niente del genere e continuando a spostarci diventava sempre più grande, rendendo quasi impossibile credere che tutto si trovasse nello stesso edificio...rasentava quasi l'assurdo.

Tutto bene?”

Ah ehm...sìsì tutto a posto...ma vede...”

Dammi del tu...” ammiccò.

Indugiai “Senti...nessuno mi ha spiegato niente..non sono nemmeno sicuro di volerlo fare e non so perché sono qui” confessai, con un leggero tono stanco.

Lei non sembrò sorpresa di quella affermazione, nemmeno la prese male, si calmò fermandosi, smettendola di tirarmi a destra e a sinistra e mi guardò addolcita e affabile.

Oh capisco...ma se sei venuto ti assicuro che vuoi farlo”

La guardai sorpreso “Come fai a esserne certa?”

Fidati, altrimenti non ci avresti nemmeno pensato...”

Uhm. Perspicace la ragazza.

Quindi come si svolgono le cose qui dentro?” cedetti infine.

Seconda porta a destra...troverai risposta a tutti i tuoi dubbi” sorrisino ancora ammiccante e mi indicò la strada che conduceva a quella porta.

Non ne ero ancora così sicuro di quel particolare...ma tanto valeva...

Proviamoci và...Hayden mi dovrà la carriera se ne salterà fuori qualcosa di decente.






********
Uhuuhuhuhuhuhuhuhuh
Bene. Così parte.
Seconda Long-Short AU.

Alors passiamo subito ai chiarimenti perché negli altri non voglio farli.
Sarà di tre capitoli.
Ho fatto un cambio di personaggi, come avrete notato.
Sia perché nelle prossime ci saranno sempre gli stessi, sia per variare un po'.

-sarà l'unica poco 'spinta' delle quattro long-short in programma....capitemi....ma non preoccupatevi ne avrete di che recuperare con le prossime ^.-

-Dustin Hoffman e Susan Sarandon hanno lavorato insieme con Jake in Moonlight Mile, mentre Susan ha fatto Anywhere but Here con Natalie e Dustin Mr.Magorium Wonder Emporium sempre con Natalie..quindi si conoscono tutti e mi piaceva l'idea di metterla come loro figlia (anche se avranno poco rilievo tutti e tre in questa storia). Come avrete notato ho storpiato l'età di Nat, ma non ha molta importanza.

-Hayden Christensen era da un sacco che volevo piazzarlo da qualche parte. Ho colto l'occasione in questa, rendendolo migliore amico di Jake, visto che loro due insieme nella realtà hanno fatto 'This is Our Youth' che è una commedia teatrale.

-Sì Jake qui è un attore ma il fattore AU c'è perché non lo è di cinema, ma studia solo per il teatro cosa che nella realtà ha fatto solo una volta, poi ha lasciato perdere (almeno per il momento).

-Passando a Heath...lo so nel primo non si capisce un cazzo di lui, ho fatto apposta ^.-...volevo solo farvi notare, se non l'avete già capito voi, che con queste Long-Short, ma anche in tutte le AU in generale che sto scrivendo, uso Heath sempre 'diverso', nel senso che lui rispetto a Jake, negli anni, ha sempre cambiato parecchio il suo aspetto esterno (capelli, viso, modo di vestire, un po' di chili in più o in meno...), insomma ha diverse sfaccettature di sé per quanto riguarda l'esteriorità, perciò in ognuna ho utilizzato ogni sua 'variante' xD....infatti è uno dei motivi per cui mi sono venute in mente: proprio perché me le immagino con lui in un certo modo..quando invece Jake, più o meno, rimane simile ^^. Il fatto che faccia il fotografo è la base dell'idea di questa storia e del perché mi è venuta in mente *ç*..per chi non lo sappia era una delle principali passioni di Heath anche nella realtà, quindi in questo caso è un mezzoAU il suo lavoro ^.-. In questo chap in particolare l'ho voluto descrivere in un certo modo perchè è 'preso' dal vero ed era un sacco che volevo sfruttare questa 'foto' (andate qui e qui)...era all'anteprima del Patriota e lo adoro così xDDD,

-Sienna, è la Miller, ovviamente, che non avevo ancora usato e che penso non metterò più. Co-protagonista di Heath in Casanova.

-Ne mancano ancora due di personaggi da introdurre ma ci saranno nel prox chap, quindi non ve li dico.

-Rob....beh Rob ve l'ho detto che lui ci sarà sempre e nella parte del prof di recitazione ce lo vedo da dio XO__________.

-Ultima cosa: il 'shoot' del titolo non è inteso come 'sparo' ovviamente, ma come diminutivo di photoshoot, cosa molto comune nel gergo americano ^.-



Grazie a tutti quelli che cominceranno a leggerla e fatemi sapere cosa ne pensate
kissss
Leia


[edit del 24/02/11:
i link alle foto che troverete non sono più funzionanti, dovete seguire quello sottostante per ritrovare ogni foto postata e per le prossime
nuova pagina di supporto per le storie, con foto, info e gli aggiornamenti alle pubblicazioni:
bloggolo]

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Capitolo 2
*** Ur Dammit Good. ***


Stop prima di cominciare ^^
Solo per dirvi di stare attenti ai numeri tra parentesi che troverete durante il capitolo. Cliccate e vedrete le foto in questione fatte in quel momento!
Besos
Ci vediamo in fondo ^.-










~Due.

Ur dammit good




Ero seduto in un camerino. Non avrebbe dovuto esserci nulla di strano in quel particolare.

Ero abituato ai camerini, ne avevo 'passati' parecchi in precedenza e, comunque, lavorare in teatro implicava viverci dentro, più o meno.

Ma quello era diverso. O forse era per il fatto che io mi sentivo fuori luogo, che non avevo ancora nessuna idea di quello che sarebbe successo quando Naomi sarebbe entrata da quella porta e come sarebbe finita la giornata.


Ecco, puoi aspettare qui, appoggiare le tue cose, tanto non entrerà nessuno a romperti e puoi fidarti a lasciare anche lo zaino” disse Sienna appena aprì la porta che mi aveva indicato.

Ok grazie...dovrò aspettare molto?” non seppi perché lo chiesi, ma volevo perdere il meno tempo possibile in quella storia, soprattutto avrei dovuto trovare una scusa convincente il giorno dopo, sia con Hayden che con il mio prof per non essere andato al corso. La vedevo grigia.

Nono, Naomi dovrebbe arrivare a momenti. Sta finendo con le ragazze al primo piano, un gruppo di modelle che tra un quarto d'ora hanno un servizio, poi te la mando”

Annuii “Quindi Naomi sarebbe?...”

E' una delle nostre costumiste e truccatrici, al momento è quella che si occupa del servizio che devi fare tu...è molto brava, puoi chiederle qualsiasi cosa, se hai dei dubbi”

Feci un ulteriore cenno d'assenso poi rimasi da solo, Sienna mi fece capire la sua fretta e il fatto che non poteva stare via dalla reception per molto tempo nel caso fosse arrivato qualcuno.

Ma quel posto era enorme! Era l'unica segretaria del circondario?

Comunque non la trattenni, avevo bisogno di stare da solo e riordinare le idee, anche se non sarebbe servita una spiegazione difficile per capire cosa avrei dovuto fare.

Ancora non ne ero convinto però e una parte di me stava continuando a pensare che, appena Sienna avrebbe chiuso la porta, sarei potuto sgattaiolare fuori per tornare in strada e non badare più a tutta quella cazzata.

L'istante dopo avevo già rimangiato l'idea visto che non sapevo assolutamente come fosse fatto quel posto, e a meno che non mi fossi messo alla ricerca di un'altra uscita, con il rischio di perdermi, avrei dovuto comunque passare di fronte al lei per raggiungere l'entrata principale. Quindi era solo fatica sprecata.


Mi ero già messo l'anima in pace. Mi ero guardato un po' attorno, constatando che non ci fosse nulla di anomalo e tutto l'arredamento era nella norma, tra sedie, bancone davanti agli specchi, vestiti in alcune croci sul fondo e dei poster appesi alle pareti che riprendevano servizi di modelli per vari giornali, un classico camerino.

Decisi di piantarla di preoccuparmi inutilmente. Non sarebbe successo nulla di catastrofico.

Avrei fatto qualche foto, su cui non avevo mai avuto nessun problema, nemmeno di timidezza, avrei preso dei gran soldi, mi sarei anche potuto divertire, e finita lì.

Chi si è visto s'è visto e non se ne sarebbe più parlato.

Mi alzai dalla sedia su cui mi ero arenato subito dopo l'uscita di Sienna e lasciai la giacca sull'attaccapanni, nascondendoci sotto lo zaino in modo che fosse completamente coperto.

Vero che non avevo visto nessuno nel corridoio quando l'avevamo percorso ma la prudenza non era mai troppa e quel giorno, per motivi delle lezioni mattutine, avevo con me anche il portatile. Non volevo trovarmi senza una volta tornato a casa.

Non riuscii a fare un altro passo verso la sedia su cui ero stato fino a un secondo prima perché la porta si spalancò improvvisamente facendomi sobbalzare e indietreggiare istintivamente.

Non avrebbe potuto essere una donna a entrare con una spinta così, infatti mi trovai davanti lui che, appena aprì, rimase un secondo con la mano sulla maniglia a mezza via dalla stanza e il corridoio, l'espressione sorpresa stampata in faccia che poi si trasformò in un sorriso e gioia pura.

Ohmiodio! Sei venuto!” urlò quasi, facendomi ammutolire per poi guardarlo ancora con un misto di incredulità e sorpresa.

Perché non parlava come tutte le persone normali?

Anche se quel giorno, almeno, era vestito 'sobrio'. Una normale felpa, con dei jeans sdruciti e non capii perché pensai che stesse davvero bene.

Cristo non sai quanto c'ho sperato e, quando Sienna mi ha detto che un ragazzo 'figo' era appena arrivato, mi sei subito venuto in mente tu”

Alzai le sopracciglia sorpreso, trattenendo un'espressione allucinata ma anche mezza divertita, sorvolando sul commento.

Davvero, grazie! Non sai quanto mi faccia piacere che tu abbia accettato! Ti assicuro che non te ne pentirai e darei di tutto per poterti fare delle foto!”

Ok, ancora quel suo atteggiamento estremamente confidenziale non mi andava molto giù, soprattutto per le frasi ambigue che sparava, ma decisi di fare buon viso a cattivo gioco.

Non sembrava male come ragazzo e per avere un lavoro del genere, così giovane, lo stimavo solo.

No beh...è che mi ha incuriosito e...insomma, qualcosa in più mi fa comodo...” non specificai ma tanto lo capì da solo che stavo parlando dei soldi, ma non sembrò frustrato dalla cosa e non se la prese personalmente.

Certo! Hai fatto bene...pensavo non ti saresti neanche presentato...insomma, da un lato, ti avrei anche capito, lo so che certe volte non sono molto 'normale' nel proporre cose così a persone che non mi hanno mai visto, ma è molto importante per me questo servizio e quando 'vedo' certe facce capisco esattamente che sono quello di cui avevo bisogno...non ho potuto fare a meno di osservarti ieri mattina e, forse non lo sai perché nessuno te l'ha mai fatto notare, ma hai un viso che bucherà perfettamente l'obbiettivo..ed è un complimento” aggiunse con ironia, come se non lo sapessi.

Feci un mezzo sorriso, annuendo, poi abbassando lo sguardo.

Era esattamente quel particolare che non mi aveva fatto desistere dal gettare via il suo biglietto da visita. La carica e la foga che era apparsa subito anche la mattina precedente, sul suo lavoro, e mi era piaciuta. Mi ci ero ritrovato esattamente.

Anche quando recitavo o dovevo fare qualcosa riferito al teatro diventavo euforico in quel modo, ed era lui l'esperto nel suo campo, se diceva che avrebbe avuto bisogno di me, non era poi un delitto accontentarlo.

Poi, ripetiamolo, quei cavolo di 5000$ mi facevano comodo presi per solo due giorni di posare per delle foto.

Cominciai a rilassarmi, a vedere la situazione da tutta un'altra prospettiva e poi chi ero io per dargli dell'eccentrico o dello 'strano'? Ero un attore, sarei stato l'ultimo a dover parlare.

Grazie...però, no scusami se ti sono sembrato un attimo diffidente...mi hai solo preso alla sprovvista”

Scosse la testa “Te l'ho detto, la colpa è mia, non devi scusarti...”

Annuii riguardandolo direttamente e notando che non era niente male davvero, sia per lo sguardo, che per il fisico.

Ma cosa vai a pensare?

Ok..comunque, io sono Jake...ieri non sono riuscito a dirtelo” dissi allungando la mano verso di lui, cercando di rimediare alla pessima presentazione avuta.

Sorrise, facendo un passo verso di me e riprendendomi la mano.

Piacere mio, Heath...di nuovo”

Sorrisi, facendo un cenno con la testa “Quindi...ti avverto che non ho mai fatto niente del genere..”

Scacciò l'aria con una mano “Tranquillo, è proprio questo che stavo cercando...altrimenti avremmo preso dei modelli..ma non è questo il caso. Non sarà niente di così difficile...hai tempo di fermarti oggi?”

Sì, nessun problema..” tanto ormai...avevo perso il corso, era inutile tornare a casa per poi dover perderne un altro per tornarci.

Ottimo, allora ti mando Naomi che ti farà provare i vestiti, oggi faccio solo qualche scatto semplice, per farti capire, pensavo persino in bianco e nero così non perdiamo tempo per sistemare le luci per i colori...” lo ascoltai affascinato ma non dissi niente perché non avrei saputo cosa dire “...la prossima volta invece facciamo quelli in esterno...qualcosa di diverso”

Ok...sono tuo...” mi uscii di getto, così senza un motivo e mi resi conto solo dopo di quello che avessi detto, ma non avevo voluto intendere niente di particolare, era solo per scherzo.

Lui invece ammutolì impercettibilmente, aprendo un po' di più gli occhi, poi alzò un sopracciglio diverto passandosi la lingua dentro una guancia.

Oh non ne hai ancora idea...” replicò sornione.

Deglutii. Che diavolo stava succedendo lì dentro?

Non lo conoscevo nemmeno e stavo avendo un discorso di doppi sensi con un ragazzo per di più?

La porta si aprì di nuovo, interrompendoci, questa volta a causa di una ragazza, piuttosto bassa, bionda, ma molto carina, con alcuni vestiti appoggiati sul braccio e una borsa a tracolla attorno al collo.

Ah eccoti...Naomi questo è Jake....Jake-Naomi...” disse a ripetizione spostando il dito da entrambi e lei sorrise salutandomi poi inclinandosi verso di me per raggiungermi la mano che avevo steso di nuovo, stringendola.

Fagli provare i vestiti del servizio uno, niente trucco, va bene così com'è, poi me lo porti nello studio sei”

Ok d'accordo...quelli del due, su, sono pronti, cosa faccio?”

Per quelli dobbiamo aspettare Annie*...lasciali lì, mando più tardi Stan a prenderli”

Lei annuì di nuovo, poi si spostò all'interno del camerino appoggiando i vestiti che aveva sul braccio, su una poltrona vicino al muro.

Heath spostò lo sguardo su di me, sembrava che il momento prima non fosse nemmeno successo.

Che diavolo doveva essere successo poi?

Ti lascio nelle sue mani, ci vediamo dopo”

Ah ok...”

Mi fece un sorrisino strano, un ultima volta, che non capii, poi un cenno a Naomi che ricambiò e uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Bene, veniamo a noi...i vestiti del servizio uno eh? Beh sei molto più alto degli altri due che aveva portato...prova questi, altrimenti ti do una taglia in più”

Mi passò un paio di jeans scuri e una t-shirt bianca con il collo a V.

Tutto qui?

Sospirai di sollievo. Ok, potevo farlo, avevo pensato a molto peggio. Naomi mi indicò l'altra porta che conduceva a un mini camerino, dove entrai chiudendomela alle spalle.


Sistemò l'obbiettivo, come il faro accanto, anche se non sarebbe servito, però un po' di chiaroscuri non sarebbero stati male e di certo sarebbero risaltati un sacco sullo sfondo anche se era in bianco e nero.

Alzò il treppiedi, cercando di non pensarci, non-pensarci, ma stava diventando difficile non farlo.

La fotografia era sempre stata la passione più grande che aveva avuto fin da piccolo, aveva cominciato presto, aveva scoperto di saperci fare un minimo e un po' più grande si era messo a studiare sul serio, tra corsi, lezioni, prove sul campo di vario tipo, i primi ingaggi per il giornale locale, poi sempre più frequenti e consistenti, tanto che anche al college era riuscito a mantenersi per poter continuare con quel lavoro.

Ci metteva tutta l'anima in ogni foto che faceva e se quell'euforia che lo prendeva lo faceva sembrare un po' troppo esaltato non era certo colpa sua, ma non riusciva a stare fermo o calmo quando premeva il pulsante, soprattutto quando i soggetti davanti a lui erano stimolanti.

E quell'ultimo che aveva trovato...cazzo, se lo era.

Ci aveva pensato tutto il giorno prima, sperando che accettasse, che non lo liquidasse come un pazzo uscito dal nulla, e quando aveva chiesto a Sienna se si era presentato qualcuno e lei gli aveva dato quella descrizione non era riuscito a crederci.

Non aveva mai visto nessuno così, nemmeno tra tutti i modelli che passavano continuamente tra quelle mura, o tra tutta la gente comune.

Era come se qualcosa l'avesse attirato prepotentemente verso di lui e appena l'aveva visto non era più riuscito a smettere di guardarlo. Quel viso, quei lineamenti, quegli occhi in particolare, poi il fisico...damn, avrebbe voluto fargli foto a vita se mai avesse potuto.

Non riusciva più a togliersi di testa niente della sua fisionomia e non vedeva l'ora di verificare come se la sarebbe cavata sotto all'obbiettivo.

Si alzò dalla posizione chinata che aveva preso, controllando un ultima volta di fronte a sé, mentre gli addetti al pannello bianco lo stavano sistemando in modo che non creasse ulteriori ombre e che fosse perfettamente diritto.

Si appoggiò con il peso sui talloni, stirandosi la schiena poi lasciando le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni, quando lo vide entrare accompagnato da Naomi.

Shit...

Si morse inconsciamente il labbro inferiore, cercando di capire da dove fosse venuto fuori uno così e la cazzo di fortuna che aveva avuto per averlo notato in quel bar di quasi periferia, in una mattina qualsiasi.

L'unico aggettivo che gli stava passando per la testa per definirlo era dannatamente sexy e non si stava nemmeno preoccupando del perché avesse quei pensieri in mente.

Una gomitata leggera sul fianco, lo fece tornare al presente, e spostò lo sguardo trovandosi di fronte il suo assistente, nonché migliore stilista-fotografo-consigliere che un qualsiasi fotografo ma anche altro stilista avrebbe voluto avere, che aveva uno sguardo sorpreso e ironico allo stesso tempo, mentre rimescolava il caffè che aveva in mano senza guardarci.

Più di tutto era un amico di famiglia da quando lui era piccolo e gli doveva la maggior parte delle fatiche se era giunto fino a lì già a ventiquattro anni.

Quello dove l'hai trovato?” chiese con indifferenza, anzi malcelata indifferenza, perché si capiva alla perfezione che fosse già soddisfatto e sorpreso positivamente...poi, era gay, insomma ci sguazzava dentro a quell'ambiente...di bei ragazzi ne passavano costantemente ma aveva già capito che anche Jake non gli facesse schifo.

Niente male eh?” sorrise, con una leggera presa per il culo, guardandolo, abbassando lo sguardo su di lui...l'altezza era quella che era, c'erano quasi dodici centimetri di differenza da entrambi.

Porca vacca, me ne porti uno così e non mi dici niente?”

Non sapevo che avrebbe accettato”

Cristo! Dimmi che non è di quelli dei 'visi poco conosciuti'”

Sì lo è...”

Azzz....dannazione! Lo convertiamo? Magari si diverte e decide di farlo a vita”

Rise dandogli una gomitata, costringendo l'altro a trattenere con entrambe le mani il caffè per non farlo finire a terra.

Stan, calma gli ormoni per favore..poi non credo che lo farà”

Uff...che pezzo di figo davvero! Che servizio gli fai fare?”

L'uno”

Stai scherzando vero? Il più sobrio e inutile di tutti! Tu non sei normale, non capisci niente...” fece con fare risoluto, alzando gli occhi al cielo, ma lo ignorò sapendo che l'avrebbe detto.

Lo so che avresti voluto che gli avessi fatto fare il tre, ma non mi sembra il caso”

Oh perché no? Questa mattina è arrivata la nuova collezione di intimo, boxer e canottiere...con un fisico così avresti potuto testarli”

Gli scappò una risata, sia per il tono con cui lo disse che per l'ulteriore occhiata che gli aveva lanciato.

Stan, smettila di guardarlo oppure se ne và che non ho ancora concluso niente, poi falli testare ai tuoi ragazzi al piano di sopra...ne saranno contenti” lo prese per il culo apposta, sapendo che comunque qualcuno della sua stessa sponda c'era tra i modelli che lavoravano fissi in quegli studi.

Sese...che guastafeste che sei...comunque non me lo perdo..quanti giorni viene?”

Due”

Non capisci ancora niente” fu il commento ultimo.

Continuò a ignorarlo, pensando dentro di sé che, invece, non sarebbero stati solo due, ma che nessun altro avrebbe dovuto saperlo.


Dopo due prove, Naomi era rimasta soddisfatta dei vestiti che mi aveva dato e anch'io mi ci ero ritrovato dentro come se fossi andato in un negozio per comprarli...almeno mi sentivo a mio agio, non mi avevano fatto indossare nulla di quello che uno avrebbe potuto pensare riguardo a un servizio fotografico.

Che poi non sapevo ancora che fine avrebbero fatto quelle foto...dovevo informarmi, soprattutto per evitare che qualcun altro che mi conosceva, comprasse quella rivista e mi vedesse senza che io lo sapessi in precedenza.

Quando uscimmo dal camerino la seguii per i corridoi mentre stava continuando a spiegarmi come comportarmi una volta nello studio.

Ci sono dei tempi, quindi non possiamo perderne molto, comunque visto che tu sei uno di quelli che non lo fa come lavoro, abbiamo un margine di spazio più lungo, altrimenti viene tutto uno schifo. Ti spiegherà tutto Heath, comunque, e dovrebbe esserci anche Stan con lui perciò non preoccuparti sanno quello che fanno...poi mi sembri uno disinvolto, che non si fa molti problemi..” disse tutto da sola e non aspettò neanche la mia risposta.

Avevo già capito che in quell'ambiente, nessuno stava a perdersi molto in convenevoli ed erano sempre tremendamente di fretta.

Eccoci arrivati...” aprì un'altra porta e dal corridoio vuoto e quasi silenzioso che avevamo percorso fino a quel momento, venni immerso in una sala decisamente grande, piena di persone, rumori, chiacchiericcio e molti macchinari, o perlomeno molte macchine fotografiche di varie dimensioni, fari delle luci, pannelli per le ombre, sia colorati che bianchi o neri, cavi, gente che continuava a spostarsi avanti e indietro e un altro bancone sul fondo con degli specchi davanti, dove c'erano alcune ragazze che stavano venendo truccate e pettinate dai make-up artists.

Una cosa così l'avevo sempre e solo vista in televisione, mai dal vivo e, in un primo momento, mi bloccai, sorpreso guardandomi attorno.

Wow. Era davvero affascinante come posto e come ambiente, non era niente male.

Notai che Naomi si era già spostata di nuovo e mi sbrigai a seguirla, avevo già capito che nessuno amava perdere tempo, anche se lei non me l'avesse fatto presente.

In mano aveva degli altri vestiti che si era portata dietro e che avevo provato pochi minuti prima perché durante il servizio mi sarei dovuto cambiare, quindi mi avrebbe comunque assistito per fare prima.

Ci avvicinammo ad alcune persone, poco distanti dal pannello principale, davanti al quale erano posizionate una serie di macchine fotografiche di diversa grandezza e poste ad altezze diverse, compresa anche una fotocamera che non sapevo a cosa sarebbe servita.

Vidi Heath che stava parlando con un altro uomo, più basso di lui, ma vestito molto elegante e continuai a guardarlo fino a che Naomi occupò la mia attenzione.

Cinque minuti...stanno finendo di sistemare le luci, poi fai solo quello che ti dirà Heath”

Annuii, seguendo di nuovo con lo sguardo i suoi movimenti e ritrovandomi a pensare che era affascinante il suo modo di lavorare, ancora di più adesso che potevo vederlo realmente sul campo.

Si vedeva che ci sapeva fare e arrivato a quel punto mi resi conto di essere molto più euforico verso la cosa e di volerlo fare sul serio.

Un addetto a quella che poteva essere la scenografia, nonostante ci fosse solo un pannello bianco, camminò fino al fondo e sistemò uno sgabello al centro, spostandolo qualche volta, seguendo le indicazioni dell'uomo che fino a un momento prima aveva parlato con Heath, e lo lasciò quando trovò la posizione voluta.

Heath invece terminò di sistemare la macchina fotografica su cui era stato chinato fino a quel momento e si spostò per venire verso di me.

Ehi...tutto bene?”

Sì, grazie”

Ottimo, i vestiti ti vanno alla perfezione...tra due minuti cominciamo..oggi non ti faccio fare niente di complicato, qualche scatto interno, ti siedi lì poi ti dico io come muoverti, poi ne facciamo uno esterno ma non ci metteremo niente...”

Ok..”

Per problemi o qualcosa che non ti va bene, dillo ok? Non preoccuparti di niente”

Annuii di nuovo ma continuava a piacermi sempre di più quella situazione.

Heath?! Siamo pronti!” gli urlò un uomo dall'altro lato della sala e lui gli fece un cenno d'assenso per poi tornare a girarsi verso di me.

Vieni...” mi prese un istante per il braccio, facendomi muovere, poi me lo lasciò indicandomi di nuovo lo sgabello, spostandosi verso la postazione precedente, l'altro uomo accanto a lui mi stava fissando con le braccia incrociate.

Non sembrava un fotografo, aveva più dello stilista e magari lo era anche, ma Heath non lo spostò da lì, quindi doveva essere uno interessato a quel lavoro.

Abbassatemi quelle luci...grazie” lo sentii, mentre parlò con alcuni addetti che stavano utilizzando rampe sospese per rimanere vicino ai fari e posizionarli, mentre mi sedetti, sedendomi in leggera ansia ma che era contenibile.

Anzi, mi stavo rendendo conto che non era molto diverso che essere su un palco, i riflettori e le luci erano gli stessi, di fronte avevo un 'pubblico', il pannello dietro poteva essere la scenografia, quella sobria e classica di tutti i teatri nonostante fosse bianca e non nera -dettaglio tralasciabile-, e ai lati era come avere le quinte.

Mi rilassò quel pensiero, improvvisamente capii che avrei saputo perfettamente come comportarmi. Seguire delle dritte era come avere tra le mani il copione con una storia, l'unica differenza era che, in quel momento, non avrei dovuto muovermi tra uno scatto e l'altro.

Non sarebbe stato difficile.

Non mi sentivo più in imbarazzo da tempo ad avere della gente davanti che mi fissava, era una routine ormai e comunque avrei dovuto sempre più farci l'abitudine visto il mio lavoro. Anche in quel caso mi estraniai dal resto, focalizzandomi solo su Heath e su quello che mi avrebbe detto.

La luce calò di poco, anche il faro che avevo di fronte si abbassò evitando di farmi mantenere le palpebre socchiuse per via della luce in faccia. La gente attorno però continuava a muoversi e a parlare, infatti la confusione non diminuì. Anche ovvio, visto che per delle foto non sarebbe servito il silenzio come durante uno spettacolo teatrale.

Ok ci siamo...” mi riscossi sentendo di nuovo la voce di Heath, che poi si girò verso di me.

Allora, stai rilassato...” annuii “...appoggia i piedi sul sostegno, mano sinistra sulla coscia, la destra sotto al collo, un po' dentro alla maglia...guarda qui direttamente, serio...” (1)

Lo feci. Non mi sembrava neanche di stare facendo qualcosa di 'diverso', perché non lo era, non mi sentivo un'idiota e nemmeno incerto su come farlo. Sapevo esattamente come rendere certe espressioni o posizioni, in quel caso dovevo solo mantenerle.

Sentii lo scatto, poi un altro e il flash ripetuto. Non sbattei le palpebre.

Alzò lo sguardo un istante, guardandomi in maniera strana, poi mi sembrò di vederlo fare un sorrisino compiaciuto e tornò sull'obbiettivo.

Perfetto...ora sempre uguale, ma rilassa il sinistro e mano destra sulla nuca, il resto come vuoi...” (2)

Non me ne resi conto ma mentre andavamo avanti attorno a noi, era calato un po' di silenzio, c'era molto meno casino di prima e alcuni si erano fermati nei loro movimenti cominciando ad osservarci.

Ma, come sempre, la mia forza di immedesimazione dal resto, aveva il sopravvento in quei casi, non mi fregava di altro se non di quello che avevo davanti.

Ook..” aumentò un po' la vocale con una cantilena, quando sentii anche l'ultimo scatto “...ora inclinati un po' a destra, puoi appoggiare il piede a terra se ti riesce meglio, braccio destro rilassato, la mano sinistra invece riportala sulla coscia..” eseguii “..ah sorridi” (3)


Si sollevò dall'obbiettivo dopo quegli ulteriori scatti con un brivido lungo la schiena e una leggera pelle d'oca che gli stava rizzando i peli sulle braccia. Non erano di freddo o di paura, ma di totale eccitazione ed euforia.

Spostò lo sguardo un istante verso Stan, che ora aveva la mascella quasi al pavimento e gli occhi che facevano fatica a rimanere al loro posto.

Ma chi cazzo eh? Dove diamine l'hai trovato si può sapere?” sussurrò “Sicuro che non lo faccia sul serio questo lavoro?”

Sì sicuro..”


Perfetto...resisti, ancora due...”

Mi venne l'intenzione di aggrottare le sopracciglia a quella frase, ma non lo feci perché stava ancora scattando. Pensava che fossi già stanco? Non mi sembrava nemmeno che il tempo passasse e mentre premeva sul pulsante, non riuscivo a evitare di pensare al fatto che le foto me le stesse facendo lui.

Ok, appoggia entrambe le mani sulle gambe, guarda alla tua destra e continua a sorridere” (4)

Altri scatti e una pausa quando cambiò rullino.

Adesso invece, sempre le braccia dove sono, ma guarda un po' verso l'alto, non troppo...sorridi ancora” (5)

Si alzò dalla posizione chinata che aveva preso, e dopo l'ulteriore flash, spostò la macchina da davanti al viso e notai il leggero sguardo sorpreso ma anche soddisfatto.

Complimenti, stai andando benissimo”

Grazie”

Fece un mezzo sorriso, guardando in basso verso la macchina fotografica poi l'uomo accanto lo fece abbassare per sussurrargli qualcosa all'orecchio e Heath annuì, con il conseguente spostamento dell'altro.

Ok, girati completamente di fianco adesso, i piedi però sul secondo appoggio, braccio destro come vuoi, gomito sinistro sulla gamba e usala per sostenerti la testa con la mano, mantienila dritta però..” (6)

Annuii, voltandomi, cercando di ricordarmi tutto quello che mi aveva detto e notando che nello sgabello c'era un appoggiò un più, verso l'alto, rispetto a quello classico subito vicino a terra.

Ah già..torna serio”

Quando concluse, mi sorrise annuendo mentre l'altro uomo era tornato e applaudì un secondo, zittito da Heath con alzata di occhi al cielo e un successivo sguardo scettico.

Trattenni una risata poi aspettai entrambi visto che si mossero verso di me.

Scusalo, a volte si esalta”

Scossi la testa divertito ma l'altro mi allungò subito la mano con fare terribilmente euforico e un sorriso che gli prendeva tutta la faccia.

Piacere Stanley Tucci!” mi disse di getto e ci rimasi un secondo, poi gli presi la mano stringendola.

Piacere mio Jake Gyllenhaal”

Complimenti! Sei stato grande! Davvero non hai mai fatto niente di questo genere prima?” mi chiese.

Sì davvero”

Rimase un istante a bocca aperta e Heath soffiò, liquidandolo e tornando a me, evitando di farlo parlare ancora.

Vieni con me..facciamo l'ultimo, mentre sistemo fuori vai da Naomi per cambiarti, sa lei quello che devi metterti. Però ha ragione sei andato molto bene” sorrise.

Ricambiai “Grazie”


Tu proprio non ce la potevi fare a trattenerti eh?”

Ma che vuoi? Gli ho solo detto il nome! Non gli ho mica fatto presente che è un figo mortale, con un sorriso che per poco mi fa venire un infarto e due occhi che guarderei a vita eh?”

Sei un caso perso ormai, posso dirtelo?”

Potrò anche esserlo, ma uno così non l'ho mai visto prima e hai notato che diavolo di sicurezza e naturalezza aveva? Come fa uno che non ha mai fatto dei servizi così a beccare tutte le posizioni al primo colpo, mantenerle e persino rendere le espressioni rilassate ma efficaci senza sembrare un'idiota?”

Non lo so, ma te l'ho sempre detto che ho occhio. Quando l'ho visto ho capito che non era uno qualunque anche se non l'aveva mai fatto e il risultato è notevole...sembra che sappia perfettamente come recitare”

Già..di certo non è spaventato dal pubblico e non si lascia intimidire facilmente...” fece con tono pensieroso “...dobbiamo tenercelo sai? Costringilo a tornare più di due volte, non possiamo perderci uno così. Guarda che se lo facciamo lavorare sul serio, ce lo litigheremo per riuscire a non farcelo rubare”

Rise “Non preoccuparti...ho già in mente un'idea...e comunque non voglio obbligarlo a farlo se non lo vuole come lavoro..però, sul fatto che non me lo lascerò sfuggire questo è poco ma sicuro”

Stan lo guardò male, aggrottando le sopracciglia “Cosa vorresti insinuare?”

Niente...adesso stà zitto e fammi lavorare”

L'assistente gli fece una smorfia che lui non vide, facendogli anche il verso in maniera silenziosa come presa per il culo, poi alzò lo sguardo verso l'alto notandolo di nuovo, dopo essersi cambiato.

Mollò una pacca sulla schiena a Heath costringendolo a rialzarsi.

Ahi! Ma sei scemo?”

Non trovò risposta, se non uno sguardo perso, la bocca aperta e un dito che indicava verso il fondo.

Seguì quella traiettoria e, ovviamente, lo rivide, rimanendoci però a sua volta.

Si era cambiato con solo una canottiera bianca stretta, i jeans scuri a vita bassa e l'elastico dei boxer in vita visibile, tra i due indumenti, come avrebbe dovuto essere.

Sentì come se il fiato perdesse la possibilità di fluire in maniera solita, fino ai polmoni. Deglutì a fatica solo trovando la gola secca e lo sguardo leggermente spalancato a sua volta.

Anche Stan deglutì a vuoto “Forse è meglio che me ne vada...se mi butto lì in mezzo, finisce male” disse con una voce roca e anche leggermente acuta, sussurrata, ma la frase fece riscuotere Heath che lo guardò sarcastico.

Ecco sì grazie, così eviti di interrompermi”

Però non aveva tutti i torti. Stava facendo molta fatica a togliergli gli occhi di dosso. Poi adesso che anche le braccia erano visibili completamente, non poté far altro che constatare che fosse fatto decisamente bene fisicamente e aveva dei gran bei muscoli.

Ok..Jake? Vieni pure...siediti su quella staccionata, ne facciamo alcune poi per oggi abbiamo finito...mettiti come vuoi, l'unica cosa è che mi devi rimanere serio” (7)

Lui annuì sistemandosi come da indicazioni ma sentì un'altra gomitata da Stan che si inclinò verso di lui sussurrando tra i denti.

Se continui a farlo rimanere serio, io ci rimango secco”

Ma sei ancora qui?”

Ok vadovado!”

Sorrise tra sé e sé, tornando all'obbiettivo e inquadrando quel soggetto che l'aveva colpito da subito e che ora non faceva altro che passargli per la testa.

Sospirò silenziosamente per terminare l'affollamento di pensieri che lo stavano intasando solo a guardarlo e tornò alla professionalità, cercando di convincersi che fosse un 'modello' come un altro.

Ma non lo era.

E ormai gli era inevitabile crederlo.


Perfetto! Per oggi è l'ultimo! Ancora complimenti Jake sei andato benissimo!” mi venne vicino mentre scesi dalla staccionata, scuotendo la testa per minimizzare e fargli un mezzo sorriso.

Mi fa piacere che non ti abbia deluso”

No anzi, assolutamente...sembra che tu lo faccia da sempre”

Sorrisi di nuovo “Quindi quand'è la prossima volta?”

Tra due giorni. Domani non posso perché ho un altro servizio, stesso orario”

Ok d'accordo” feci per tornare da Naomi che mi aveva detto esplicitamente di andare sempre da lei dopo ogni termine, ma vidi Heath indugiare e dopo un secondo mi fermò per il braccio, guardandomi incerto.

Sei impegnato adesso?”

No perché?”

Ti va un caffè? Offro io”

Mi sorprese ma non riuscii a rifiutare “Sì, volentieri”


Ci sistemammo al tavolino di un bar poco distante dagli studi, due tazze ci caffè fumante, allungato il mio -non riuscivo a reggere la caffeina dopo le quattro di pomeriggio-, l'altro normale davanti e una sigaretta appena accesa per entrambi.

Heath non poteva stare fuori molto, mi aveva spiegato che il tempo poteva gestirselo come gli pareva ma in quelle determinate ore doveva comunque finire tutto quello che si era programmato nella giornata per non sforare con gli impegni e, soprattutto, per non far incazzare le persone che chiamavano sotto appuntamento per i servizi.

Diedi un primo tiro, ripassandogli l'accendino che mi aveva prestato, dopo aver scoperto che il mio l'avevo lasciato nell'altro zaino, quello che usavo per le lezioni, ed era dalla mattina che non ne avevo fumata una. Il bisogno di nicotina in quel momento era alto.

Toglimi una curiosità....” cominciai, perché quel dubbio volevo risolvermelo.

Spara”

Perché ve ne state dentro a un edificio che da fuori sembra cada a pezzi?”

Rise annuendo, come se se lo fosse aspettato e, dannazione a me, ma era inutile, continuavo a pensare che fosse davvero bello e mi piaceva anche la sua risata.

Ti sembrerà scontata la risposta ma è per non dare nell'occhio e per togliere di torno i curiosi o chiunque voglia rompere le palle”

Ma non potreste semplicemente trovare qualcosa in periferia?”

Vero, ma non sarebbe la stessa cosa...poi quell'edificio era un vecchio studio fotografico una volta...ci sono alcuni dei nostri lavoratori più anziani, che vengono più per dare un'occhiata che altro, che hanno sempre lavorato lì dentro. Ci dispiaceva andarcene, sia a noi delle nuove generazioni che agli altri”

Annuii, alzando le sopracciglia in assenso “Beh di certo, l'obbiettivo del tenervi nascosti lo raggiungete di sicuro”

Fece uno sguardo ovvio “Infatti” poi prese un altro tiro, lasciando la cenere a terra, guardandomi come se mi volesse scrutare.

Cosa?”

Alzò le spalle “Toglimi tu una curiosità e dimmi la verità però...” lo guardai con mezza sfida, aprendo le braccia in maniera eloquente, facendogli capire che poteva andare avanti a chiedermelo.

Tu non sei 'uno qualunque', e non lo dico come aspetto negativo...insomma, non sono ancora uno dei fotografi più esperti di questo mondo, è quello a cui aspiro ma...da quando ho cominciato non ho mai incontrato qualcuno che alla prima esperienza sapesse lasciarsi andare così bene come hai fatto tu ed essere convincente allo stesso tempo.

Non puoi rendertene conto perché non eri tu quello dietro all'obbiettivo, ma se ti fossi visto come ti stavo vedendo io capiresti cosa intendo. Mi hai sorpreso davvero, non avrei mai pensato che saresti andato così bene, subito.

Con gli altri è stato diverso, ci abbiamo messo un'ora solo per convincerli ad assumere un atteggiamento naturale, invece tu sembrava che sapessi esattamente come creare le espressioni inviando comunque emozioni. Per farti un'idea non avevo mai potuto prima dare carta bianca a chi avevo davanti dicendogli di mettere un braccio o fare una posizione, come volevano, così come l'espressione che pareva a loro...non sarebbe stato possibile perché non avrebbero saputo farlo. Solo i modelli che lavorano da quando sono piccoli ne sono in grado ma perché lo studiano...o mi hai fottuto per bene e mi hai fatto credere di non essere quello che dici di essere oppure potrei aver trovato la mia gallina dalle uova d'oro” disse con ironia e risi, spostando un istante lo sguardo di lato, poi passandomi la lingua sulle labbra.

Perché più lo guardavo e più parlavamo, più mi veniva voglia di continuare a farlo? Dopo quel caffè mi sarebbe piaciuto rientrare negli studi e rimettermi a posare per lui.

Nessuna delle due” dissi sornione e lui fece un sorrisino beffardo ma divertito allo stesso tempo, socchiudendo lo sguardo.

Allora sei dannatamente bravo”

Sono un attore” lo spiazzai.

Infatti sgranò lo sguardo, cercando di trattenersi, ma perse anche il sorriso in un'espressione sorpresa.

Di teatro, studio recitazione ma è da quando sono piccolo che faccio spettacoli teatrali, di tutti i tipi, mia sorella è attrice anche lei e i miei si sono conosciuti durante una rappresentazione drammatica. Ora mia madre scrive sceneggiature e mio padre le produce...” risi, notando il suo sguardo stupito ma anche incredulo. Forse era l'ultima cosa che si aspettava.

...doveva essere destino, a quanto pare, che anch'io prendessi questa strada” conclusi.

Quando ebbe incamerato l'informazione, scosse la testa con fare rivelante ma anche incredulo, poi sorrise solo con un lato delle labbra, in un' espressione divertita.

Adesso si spiega tutto. Cazzo, sembrava che l'avessi fatto da sempre!”

Beh non proprio, non così almeno....ma sono abituato a stare sotto ai riflettori, davanti a della gente e a immedesimarmi in qualsiasi circostanza...altrimenti non farei quello che faccio”

Per fortuna che ti ho trovato, allora”

Ci guardammo un lungo istante. Quello che avevo sentito dopo che l'aveva detta era stato simile alle sensazioni provate in camerino dopo le due frasi ambigue. Non capivo perché mi stesse succedendo di fretta e così improvvisamente, era solo la seconda volta che lo vedevo e la prima in cui avevo cominciato a parlarci decentemente, non mi sembrava possibile che stessi provando un certo interesse verso quella situazione.

O verso di lui?

Ah già, tanto per la cronaca, su che giornali finirò? Almeno arrivo preparato...”

Rise “Penso GQ, al momento stiamo lavorando per quello...io almeno sto lavorando per quello, con Stan e un altro che oggi non c'era...”

Fui io a spalancare gli occhi in quel momento “Che cosa?!”

Cosa c'è di male? E' uno dei giornali più conosciuti!”

Appunto!”

Oddio! Avevo pensato a qualcosa di infimo, minore, piccolo, di poca importanza, che sarebbe passato inosservato! Ma GQ?!!!

Oh cristo!

Perché ti preoccupi? Di sicuro non sfigurerai, non le ho ancora viste ma sono certo che le foto saranno venute molto bene, poi mancano quelle decisive, quindi è ancora tutto da finire”

Sì ma...”

Tanto ti ci abituerai visto che sei un attore. Dopo sarà all'ordine del giorno per te questa vita!”

Non aveva tutti i torti e lo sapevo anch'io, ma non capii perché mi sembrò di notare uno strano scintillio nel suo sguardo come se fosse giunto a una rivelazione propria.

Annuii, sospirando e decidendomi a bere il caffè prima che si congelasse.

Tanto ormai, è fatta...non posso tirarmi indietro adesso vero?”

Assolutamente no!”


Ehi eccoti! Si può sapere dove sei finito ieri? Downey ha fatto una paternale lunga sempre a me, sul fatto che non c'eri tu! Mi devi un favore”

'Giorno Den” dissi con ironia, guardandolo allo stesso modo, appena ci incrociammo davanti al teatro -sì tenevamo le lezioni dentro a un vecchio teatro in disuso dove ci avevano costruito anche varie aule-, e lui si appropriò del mio braccio stringendomi contro di sé.

Sese, non fare tanto lo spiritoso, non passa con me! Lo so io dov'eri!”

E dove sarei stato sentiamo?”

A quel servizio fotografico! Si vedeva che non eri completamente convinto di non volerci andare”

Azz...ma perché le beccava sempre tutte?

Sospirai. Ormai non aveva senso tenerglielo nascosto, poi a lui non dicevo mai bugie, non sarebbe servito. Ci conoscevamo da quando avevamo quattro anni, capiva perfettamente quando cercavo di 'imbrogliarlo'.

Ok sì, ci sono stato, ma non per quello che pensi tu!”

Rimase a bocca aperta bloccandosi nel bel mezzo del marciapiedi e costringendo a fare lo stesso anche a me.

Oddio! Ci sei andato davvero?!”

Sì, ti ho detto!”

Ma io pensavo che mi rispondessi di no!”

Ma se sei stato tu a dire che lo sapevi già!”

Sì ma....oh fuck! E com'è andata?”

Risi dopo che aveva già cambiato atteggiamento ed espressione, aprendosi in una sconcertata ma curiosa allo stesso tempo.

Bene, non è stato niente di così complicato e comunque mi danno dei soldi, è per quello che ci sono andato...”

Bugiabugiabugia...

Ma il mio subconscio sapevo ancora ingannarlo.

Davvero? E quanto?”

2500$ a volta”

Questa volta divenne un tutt'uno con la bocca aperta “2-2-2...” gli diedi una pacca sul petto “2500$ a volta?!!!” si riprese e alzai gli occhi al cielo.

Sì esatto”

Ma guarda te questo! Non mi dice niente, mi tiene nascosto che gli offrono dei soldi per far vedere quanto figo è, e che ci va pure solo per quello?” risi, riprendendo a camminare dopo essermi staccato dalla sua presa “Andiamo!”

Senti è la verità...poi sì mi sono anche divertito, non è stato nulla di devastante e devo solo tornarci domani, dopo ho finito. La faccenda si chiude qui e io ho cinquemila bigliettoni in tasca senza aver mosso un muscolo” rincarai apposta guardandolo, visto che mi aveva aggiunto aumentando il passo.

Sei un bastardo...cattivo per di più”

Gli passai un braccio attorno alle spalle e cercai di addolcirlo anche se rimase sulle sue.

Cosa avrei dovuto fare, me lo dici? Poi sei stato tu alla fine che avevi quasi insistito perché ci andassi!”

Sì ma, non credevo che l'avresti fatto.....ma visto che l'hai fatto potevi dirmelo e potevi portarmi con te, così magari qualcuno avrebbe potuto notarmi e si sarebbe reso conto di ciò che si stava perdendo”

Risi di nuovo, scuotendo la testa, cominciando a salire i gradini che portavano all'entrata del teatro.

Non posso venire con te domani?”

No mi dispiace, bisogna avere un invito o un autorizzazione...come io avevo quel biglietto da visita”

Uff...che palle! Io mi sorbisco ore di prove inutili e lui va a fare il modello, prendendo soldi! Già mi sembra giusto”

Oh dai, piantala di fare la vittima, come se l'avessi fatto apposta! Me lo rinfaccerai a vita?”

Mi guardò finalmente, facendo un mezzo sorriso, poi scuotendo la testa.

Ok no, ma voglio vedere le foto”

Sì d'accordo e...”

Gyllenhaal!” quella chiamata bloccò entrambi sulle scale anche se il cognome era solo il mio.

Bene, adesso mi sbrana.

Adesso te la vedi tu con lui! Buona fortuna” mi disse Hayden sottovoce prima di continuare la salita fino alla salvezza che rappresentava il portone principale e gli imprecai contro per avermi lasciato da solo.

Ma aveva ragione, il giorno prima mi aveva parato il culo ora dovevo cavarmela da solo.

Mi girai, come se stessi per affrontare il patibolo e mi trovai davanti il prof Downey, che stava salendo le scale, con un'espressione mezza ironica e mezza sorniona.

Uhh era pure venuto in Mercedes, allora forse era uno dei giorni buoni e non si sarebbe incazzato. Era quando prendeva la BMW della moglie che voleva dire che si era alzato con il piede sbagliato.

'Giorno prof” dissi con disinvoltura cercando di non far trasparire niente.

Sìsì, mi risparmi i convenevoli...” mi era già di fianco e fui costretto a riprendere a camminare perché lui non si fermò “...ora sarebbe così gentile da dirmi che fine ha fatto ieri, quando c'era uno dei suoi corsi, a detta sua, 'preferiti' fino alle cinque? Ha trovato di meglio da fare?”

Ehm...beh ecco...” cazzo, e adesso che gli dico? “No vede, mia madre è stata male e sono dovuto andare da lei perché non c'era nessuno in casa” inventai. Poveretta mia madre, era sempre quella che finiva nelle mie scuse quando dovevo crearne alcune e non avevo la più pallida idea di cosa dire.

Almeno però giocava a mio favore il fatto che fossi un attore, quindi ero convincente quando le dicevo, ma anche lui lo era e non ero sicuro che se le bevesse tutte le volte.

Si fermò quando arrivammo sul pianerottolo principale e mi guardò seriamente, cosa che mi fece abbassare lo sguardo.

Jake, lo sai che sei il mio allievo più brillante, non solo della tua classe, ma anche di quelle più avanti di voi” oh cazzo, quando mi dava del tu, la metteva sul sentimentale per farmi sentire in colpa “...ho riposto delle grandi aspettative in te e sono sicuro che farai strada perché hai talento ma non è saltando le lezioni che puoi pensare di arrivare in alto. E' vero che sai già benissimo come muoverti, in qualsiasi tipo di genere, sai improvvisare, te lo concedo, e non è una capacità che molti hanno innata ma questo non vuol dire che hai già finito di imparare”

Sospirai dentro di me. Perché anche la predica di prima mattina?

Il problema era che, non mi sentivo in colpa, anzi non vedevo l'ora che venisse il giorno dopo. Non tanto per il servizio in sé, ma per rivedere Heath.

Almeno non avrei avuto i corsi oppure Downey mi avrebbe bocciato di sicuro per ripicca. Senza neanche stare a considerare che fossi il suo preferito.

Lo so...”

Bene, quindi se lo sai, vedi di ricordartelo anche quando ti sembra di avere qualcosa di meglio da fare! E ora in classe, forza”

Annuii, alzando gli occhi al cielo solo quando l'ebbi superato, in modo che non mi vedesse.

Forse avrei fatto meglio a dirgli la verità, magari sarebbe stato contento di sapere che avessi già avuto la mia prima esperienza fotografica e non era cosa da tutti.





* il riferimento a Annie è a Annie Leibovitz, secondo me una delle migliori fotografe donne esistenti nonché la mia preferita =)




°°°°°°

Bene Girls!
Come avrete capito, uno dei motivi per cui è nata questa storia è stata appunto per le foto.
Infatti quel servizio in GQ in particolare mi è sempre piaciuto un sacco, alcune ne mancano le vedrete nel prossimo capitolo, però ho potuto finalmente sfruttare un modo per utilizzarle e farmi ispirare da esse. Pensare poi che gliel'abbia fatte Heath....beh sapete perchè l'ho scritta xD
Stanley Tucci non c'entra niente con dei film di Heath e Jake, però mi esaltava utilizzarlo pensandolo nella sua interpretazione del 'Diavolo Veste Prada', infatti la sua caratterizzazione viene da questo film.
Naomi è la Watts, ma nell'album sulla page di FB, trovate tranquillamente le foto ^.-
Il prossimo, che è l'ultimo, arriverà tra martedì e mercoledì ^^


Delilah: uhhh grazie infinite, mi fa molto piacere trovarti anche qui! Tranquilla, io Sienna non la sopporto e non l'ho mai sopportata, infatti non le ho fatto fare una gran parte, era solo per utilizzare qualcun altro rispetto ai soliti che uso xD Spero tu gradisca anche questo chap xD kisssss

Diana: uhhh tataaaaa...ti ripeto non hai ancora letto niente di veramente 'strano' =P...motivo in più per cui sto tenendo Wanna Play e Prisoner's Mind per ultime, ma tant'è...ihihih lo so, ho fatto apposta a fare Heath così, ma in questo si capisce un po' di più, no?...però tutte le rivelazioni nell'ultimo ^^ kisssoni e sempre grazie infinite <3

Miss Fefy: ahahaha sì sono d'accordo con te su quello che hai scritto! Sono molto contenta che ti piaccia anche questa xDD grazieeeeee baci =*

Aya_Black: Grazieee mi fa molto piacere! Kisssss xD

Serah: ehhh infatti ha ragione Jake! Era ora che la vedessi =P.....uhuhuh no scherzo dai però io voglio sempre saperle le tue opinioni ^.- bacioniii enormi


Grazie a tutti i lettori e chi ha cominciato a seguire e ha già aggiunto tra i preferiti e le seguite!
Aggiornata anche Obsessive Drug xD
Kisss
Leia

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Capitolo 3
*** What r u Doin'?. ***


Come per il precedente capitolo troverete i numerini tra parentesi durante la lettura che vi porteranno alle foto che Heath sta facendo :)
Buona Lettura
kisss






~Tre.

What r u doin'?




Le cose erano diventate ancora più interessanti ora che sapeva che fosse un attore.

Non l'avrebbe mai immaginato di beccarne uno così al primo colpo e in maniera inaspettata ma gli sembrava di aver fatto la scoperta della sua vita, nonché di aver incontrato quel qualcuno che cercava da sempre.

Non era mai stato così esaltato nel dover fare delle foto a una persona, nonostante si sentisse sempre su di giri ogni volta che era al lavoro. Ma con lui era diverso.

Era come se, ad ogni scatto, lo facesse sempre più suo, più vicino e più intoccabile. Non avrebbe voluto che nessun altro lo fotografasse se non lui e quello che lo sorprendeva era che sentiva molto di più di tutto quello.

Avrebbe voluto averlo per sempre davanti ad un obiettivo, da quel momento in poi, ma anche averlo più vicino. Poter osare gesti e parole che non avrebbe detto neanche ad una donna, nemmeno se gli fosse piaciuta.

Invece sentiva che con lui voleva farlo.

Bastava solo inserire quel nuovo rullino e aspettare. Ormai, da un lato, aveva abboccato all'amo, dall'altro c'era ancora una carta da giocare.


Terminai di infilarmi i vestiti che Naomi stava continuando a passarmi di fretta, allo stesso tempo recuperando gli altri sul braccio che mi sarei dovuto cambiare tra uno scatto e l'altro.

Non avevo neanche fatto in tempo a entrare che Sienna mi aveva 'acchiappato' e spedito in un camerino completamente diverso da quello di due giorni prima, decisamente più grande e pieno di gente.

Per una buona mezz'ora, aspettando Naomi, avevo sentito lo sguardo addosso della maggior parte di modelli e modelle 'veri' che stavano terminando di preparasi, chi al trucco, chi provando i vestiti con gli aiuti degli stilisti.

Per tutto il tempo avevo sperato che Naomi si muovesse ad arrivare e mi facesse uscire da quella situazione, anche se poi le avevo pure prese verbalmente quando era entrata, sbraitando il fatto che finalmente mi aveva trovato, dopo avermi cercato ovunque, e che ero in tremendo ritardo per l'inizio del servizio.

Come se fosse stata colpa mia!

Era stata Sienna a ficcarmi lì dentro.

Ma anche provando a spiegarglielo non mi aveva ascoltato e ora mi trovavo costretto a fare tutto velocemente con lei dietro che mi incitava urlando di muovermi, simile ad un allenatore sportivo.

Stavo quasi per perdere la pazienza, incazzarmi e risponderle a tono quando la porta si aprì di botto e Heath spuntò con un'espressione interrogativa.

Ah ma allora ci siete....ciao Jake..”

Ehi..”

..che state facendo? Ho dovuto mandare avanti un altro servizio perché non vi vedevo arrivare!”

Cazzo.

Lo guardai dispiaciuto “Ah...” ma Naomi mi interruppe.

L'ho trovato nel camerino 8, quello dei francesi...non so perché fosse lì!”

La fulminai “Me l'ha detto Sienna di aspettare lì, io....”

Okok, va bene....non importa. Ci sei?” ci bloccò entrambi notando lo sguardo in cagnesco che ci stavamo facendo a vicenda e ci zittimmo, poi spostai l'attenzione su di lui dato che la domanda era riferita a me.

Sì, ci sono”

Annuii “ Forza, andiamo allora”


Nel corridoio aumentai il passo, allontanandomi da Naomi per raggiungere Heath e parlargli, ancora mi sentivo in colpa anche se non era mia fino in fondo.

Heath....scusa, non volevo farti ritardare e interferire nel tuo lavoro, non....” si voltò a guardarmi facendo un mezzo sorriso e scuotendo la testa.

Ma và figurati!” mi interruppe appoggiandomi una mano sulla spalla e scrollandola leggermente.

Quel contatto mi fece piacere, anzi mi aumentò la voglia di stargli vicino e continuare a vederlo anche dopo quella giornata.

Non volevo che quella sera finisse tutto, che lui considerasse la cosa solo lavoro e che dal giorno dopo saremmo tornati ad essere due estranei. Ancora non avevo una spiegazione precisa ma mi sarebbe dispiaciuto se fosse accaduto e avrei anche voluto dirglielo, ma non sapevo come.

...sta tranquillo. Non è colpa tua e comunque non è successo niente” continuò con tono tranquillo e l'espressione dannatamente dolce, che mi piacque, e mi fece abbassare lo sguardo con un sorrisino di sollievo, mentre annuii semplicemente.

Stai benissimo comunque” aggiunse dopo quelli che mi sembrarono minuti infiniti mentre non erano passati che qualche secondo e tornai a sollevare il viso, in un primo momento non capendo a cosa si fosse riferito.

Poi fece un cenno con il mento, squadrandomi e capii che si trattava dei vestiti che stavo indossando.

Cosa??

Appena recepii il complimento, il tono in cui l'aveva detto e anche lo sguardo che aveva ancora addosso, sentii un caldo improvviso alle guance e un forte groviglio allo stomaco che però non era negativo.

Se ne accorse facendo un malcelato sorrisino divertito che mi provocò ancora più imbarazzo, ma non aggiunse altro solo fermandosi, costringendo anche me a fare lo stesso, indicando una porta che non avevo notato ma a cui eravamo arrivati davanti.

Infatti ero 'diverso' rispetto alla prima volta.

In quel servizio non sarebbe stato tutto così semplice come il primo perché, oltre al fatto che mi sarei dovuto cambiare parecchie volte, avremmo usato anche scenografie differenti, come dei veri e propri set cinematografici, ed ero decisamente più nervoso rispetto a due giorni prima.

Sapevo che la dinamica generale sarebbe stata più o meno simile ma avevo comunque un'agitazione maggiore, anche inspiegata quando avevo Heath di fianco. Soprattutto da quando era entrato nel camerino e l'avevo rivisto.

Con quei jeans chiari, una t-shirt bianca e i capelli raccolti in una coda stava terribilmente bene.

Distolsi lo sguardo da lui quando superammo la porta e fummo investiti da una frenesia e un casino diffusi in quella che sembrava una camera di una vera e propria villa di lusso.

Ci rimasi, bloccandomi di botto mentre Heath proseguì fino al punto dove avevano installato le attrezzature e io mi sentii spostare da una mano sulla schiena che si rivelò essere quella di Naomi.

Tutto l'ambiente attorno era enorme e non avevo mai visto nulla di simile prima, non c'ero nemmeno mai stato. Se non l'avessi saputo di partenza, non avrei notato la differenza tra quella riproduzione e un vero salotto di un'abitazione.


Stan sogghignò contento e con fare eccitato, facendogli alzare gli occhi al cielo.

Uhuhuh questa non me la perdo”

Non l'avrei mai detto” rispose sarcastico ma l'assistente lo ignorò con un sopracciglio alzato.

Ma l'hai visto bene? Dio guarda i muscoli, le braccia, gli addominali...oh-oh e anche i pettorali e le spalle...è perfetto cazzo! Chi è stato, per di più, quel genio che gli ha fatto mettere quei pantaloni bianchi e la canotta viola?”

La vuoi piantare? Dovresti trovarti un uomo sai?”

Mpf...ce ne sono a bizzeffe qua dentro, non vedo perché dovrei accontentarmi di uno solo...” Heath scosse la testa guardandolo e mettendosi le mani sui fianchi “..chi comunque?”

Io, no! Se devo pubblicizzare quei vestiti li dovrà pure indossare, genio!”

Stan lo guardò sorpreso “Devo ammetterlo! Questa volta ci hai proprio preso, sta da dio con quella roba addosso...”

Rise mentre controllò la macchina fotografica.

E dovresti vedere gli altri!”

Mhh..dobbiamo richiamarlo, lo sai, sì? Uno così potrebbe farci fare soldi a palate!”

Tu non preoccuparti, ho tutto sotto controllo...ma smettila di continuare a guardarlo così palesemente oppure va a finire che se ne accorge e si defila sul serio”

D'accordo, la smetto...tu fa un buon lavoro, ok?”

Lo guardò scettico “E come si fa a non farlo con un viso come il suo?”

Stan ci rimase un istante ma poi si vide costretto a dargli ragione. Non aveva tutti i torti.

Heath sistemò un'ultima volta il treppiedi poi controllò sul set cercando con lo sguardo Jake che si era appena sistemato su una sedia dell'arredamento, grazie alle indicazioni dello scenografo. (1)

Aveva aggiunto anche una giacca di felpa gialla sopra la canotta -lo zampino dove essere per forza di Naomi- e doveva dar ragione a Stan sul fatto che stesse molto bene, come aveva notato subito appena l'aveva visto in camerino.

Ma aveva come l'impressione che non ci sarebbe stato nulla con cui non sarebbe stato bene.

Gli fece un cenno con la mano per capire se fosse pronto e Jake annuì permettendogli di cominciare.

Ottimo, adesso sei mio!


Altro che più complicato!

Avevo parlato troppo presto. Ad ogni scatto lo scenografo, oltre che stilista, che mi stava istruendo sulle posizioni da tenere, tornava verso di me per sistemarmi i vestiti in diversi modi, abbassandoli o aprendoli, e facendo risaltare anche ogni minimo particolare o accessorio di quello che avevo attorno e di ciò che stavo indossando.

Ci mettemmo molto di più del previsto, sia per i cambi di set -un bar (2), un'altra camera (3), un giardino (4)- che per i miei cambi di vestiti e dopo il quinto avevo già mal di testa.

Heath era instancabile e non mostrò mai un attimo di cedimento, né durante gli scatti, né quando mi dava consigli lui stesso su come mettermi, così cercai di resistere a mia volta per non creargli ulteriori problemi o non rallentarlo.

Mi stava piacendo e mi stavo pure divertendo, al contrario di quello che avessi previsto all'inizio, ma non avevo pensato che sarebbe potuto essere così stressante.

Come diavolo facevano i modelli durante una sfilata?

Solo dopo il terzo 'muoviti' da parte di Naomi che mi aveva ripetuto per incitarmi a cambiarmi in fretta, avevo perso la pazienza e non le avevo risposto male solo perché era la seconda volta che la vedevo ma, davvero, era insopportabile.

Dopo l'ulteriore scatto, quando Heath urlò che era l'ultimo e che avevamo finito, credei fosse un sogno, mi sembrava di aver passato ore e ore lì dentro, ma subito dopo mi dispiacque perché non avrei voluto che quel giorno finisse.

Non volevo non vedere più Heath.

Scemo, basta che glielo dici no?

Sì, ma...

Come va?” riconobbi la sua voce che mi riportò a terra e mi resi conto che si era avvicinato, sorridendo, con il suo assistente di fianco.

Mi spostai dalla moto a cui mi ero appoggiato per la foto precedente e annuii affabile. (5)

Bene...tu cosa ne dici? Com'è andata?”

Sei un mostro, davvero!” fu il commento invece dell'assistente che lo precedette nell'attimo, e lo guardai stranito senza capire, ma Heath gli diede una gomitata su un fianco cercando di non farsi vedere, con una risatina sarcastica.

Ehm...intendeva positivamente, perché sei andato ancora meglio dell'altra volta”

Ah ok...beh, grazie...”

Altroché, sei andato alla grande! Ti andrebbe di lavorare qui? Sei tremendamente se...” ma si beccò un'altra gomitata da parte di Heath che lo guardò fulminandolo e lui trattenne un gemito di dolore.

Li guardai divertito e mezzo sconvolto ma Heath riuscì nel suo intento di farlo zittire e tornò a girarsi verso di me facendo finta di niente.

Ehm..non ascoltarlo...perché non segui Naomi, così puoi andare a cambiarti e rilassarti anche, io ti raggiungo tra due minuti. Smonto tutto poi per oggi ho finito”

Annuii “Ok, certo..”

Mi guardò per un lungo istante, cosa che mi fece piacere e rabbrividire allo stesso tempo poi mi fece un cenno d'assenso.

D'accordo...Naomi vieni pure” chiamò la ragazza e lei capì, poi prendendo i vestiti che avevo lasciato a terra dopo essermi cambiato e mi fece strada verso il camerino.


Era strano ma era così.

La settimana precedente non avevo avuto la più pallida idea di chi fosse Heath, ma adesso, dopo solo tre volte scarse in cui l'avevo visto, non potevo fare a meno di pensare di volerlo conoscere e di passare dell'altro tempo con lui...un po' ovunque.

Anche quando lasciai l'ultimo indumento non mio in mano a Naomi mi colpì una malinconia inspiegata e una non voglia di uscire da quella stanza con il dubbio se avessi potuto rivederlo o meno.

Poi mi venne un'idea.

Afferrai il primo pezzo di carta che trovai e finii di scrivere giusto in tempo prima che qualcuno bussasse alla porta.

Sì?”

Sono io, posso?”

Sorrisi “Vieni, entra!”

Heath spuntò dalla porta e feci un cenno con la testa perché entrasse e mi assecondò sorridendo, scuotendo una mano in cui aveva una busta bianca.

Voilà..quello che ti devo, anche se, se avessi saputo che eri così bravo, ti avrei promesso di più, oltre a tutti i miei ringraziamenti! Non sai quanto tu mi sia stato di aiuto”

Minimizzai con un gesto della mano.

Dai, figurati! Ero partito scettico, lo ammetto, invece mi è piaciuto molto e mi piace anche quello che fai e il modo in cui lo porti a termine”

Alzò le spalle “Grazie..io ci vivo con questa 'roba', quindi sentirmi dire queste cose mi fa sempre piacere, poi dette da te...ancora meglio...” aggrottai le sopracciglia non credendo di aver capito bene, ma lui si riprese deviando “...comunque le foto saranno pronte in 2-3 giorni, se mi lasci l'indirizzo te le faccio spedire a casa, poi ti avvertirò nello stesso modo anche quando saranno pubblicate”

Ok, d'accordo..” ma non ero soddisfatto.

Finiva tutto così?

No, non volevo e mi ricordai di quello che avessi pensato poco prima.

Ah senti...” gli allungai il foglio “...qui c'è il mio numero. Insomma se...ti può servire qualcuno ancora non famoso, prima che lo diventerò sul serio..” ironizzai e rise scuotendo la testa “...fammi uno squillo. Mi farebbe piacere”

Mi guardò in una maniera strana, che non seppi definire e che, dopo un po', mi fece distogliere lo sguardo.

Lo prese, ma non sembrava particolarmente sorpreso della mia proposta.

D'accordo grazie...cercherò di non farmi sfuggire le occasioni prima che non sia troppo tardi, allora”

Ridemmo.

Sì ti conviene!”


Sobbalzai violentemente quando Hayden sbucò da dietro le mie spalle, comparso sull'ultima fila delle gradinate dell'aula, ancora silenziosa e quasi buia per via delle imposte mezze chiuse.

Come siamo mattinieri quest'oggi!”

Dio mi hai fatto prendere un colpo! Sei impazzito?”

Scavalcò il banco al di sopra, poi scese sulla mia panca sedendosi.

Che ci fai qui adesso? Non sei a correre di solito a quest'ora?”

Sì, ma ci sono già andato”

Sgranò gli occhi “E a che ora sei uscito scusa?!”

Alle sei, non riuscivo a dormire e ieri non ho finito di leggere la roba per oggi. Tu invece? Di solito sei sempre in ritardo!”

Sbuffò facendomi una smorfia ma dandomi ragione.

Dovevo andare in segreteria...come mai non hai terminato l'Amleto per oggi? Tu, che non sei mai impreparato?” fece ironico e gli diedi una pacca sulla nuca.

Perché avevo l'ultimo giorno del servizio ed è durato più del previsto”

S'illuminò “Ah già! Com'è andata? Hai trovato un talent scout che ti ha ingaggiato?”

Risi “No scemo! Abbiamo finito, punto. E' stato solo un po' più faticoso e lungo della volta precedente”

Non riuscii comunque a terminare la parte dell'Amleto da leggere perché, fino all'entrata dei compagni di corso e del prof Downey, Hayden mi costrinse a raccontargli cos'avessi fatto, per filo e per segno.

Ma se non ero riuscito a dormire era stato solo per una serie di pensieri contorti e assurdi che mi avevano tenuto in agitazione. Soprattutto perché riguardavano una sola persona.

Cercai di accantonarli durante la lezione, oppure il prof se ne sarebbe accorto e me l'avrebbe fatta pagare, oltre che incazzarsi, ma durante la prima pausa non mi fu più possibile farlo a causa di una chiamata.

Mi allontanai dal gruppo con cui eravamo usciti per fumare, scusandomi, e vidi sullo schermo un numero privato, ma risposi lo stesso.

Pronto?”

Jake? Ciao, sono io, Heath...”

Oddio! Persi un battito.

Ehi! Che sorpresa!”

Mezza risata “Scusa se ti disturbo ma è urgente!”

No figurati...è successo qualcosa?”

Beh c'è stata come..una svista..e questa mattina ci siamo resi conto che il servizio di ieri non è completo. Ho bisogno di te per un altra ora soltanto. Ovviamente pagata” specificò.

Non me ne fregava niente dei soldi.

La sapevo già la risposta.

Si certo! Oggi sono libero...agli studi? A che ora?

Alle quattro, ma non agli studi!”

Ok, dove?”

Da me”


Alzai lo sguardo sulla casa che avevo davanti e rimasi a bocca aperta quando mi resi conto che non era solo propriamente una casa ma un vero e proprio loft con le pareti quasi tutte a finestra, se non per un angolo dei piani alti e la facciata principale dell'entrata.

Alla faccia della casa!

Si trattava bene, Heath! Nonostante l'età doveva già lavorare davvero bene se poteva permettersi cose del genere, anche se non ero certo che fosse sua, non sapevo nemmeno perché mi avesse fatto andare lì invece che agli studi normali e non capivo come avremmo potuto terminare il servizio in una casa, ma non mi ero fatto problemi a rispondere a tutte le domande che mi erano venute in testa.

C'ero andato e basta.

Non avevo pensato ad altro, dal giorno prima, se non a un modo per rivederlo e quale scusa o proposta fargli per uscire di nuovo, in una circostanza non lavorativa, ma non mi era venuto in mente nulla di intelligente fino a quella chiamata mattutina che dire che mi aveva sorpreso era molto poco.

Controllai per la terza volta che il posto fosse giusto per evitare figure di merda, ma l'indirizzo era quello e mi decisi a suonare il campanello, ancora senza sapere cosa aspettarmi ma con una strana smania interna che mi stava incitando ad andare avanti.

Poi cosa ci sarebbe stato di diverso? Niente.

Ormai avevo preso il via delle foto -neanche fossi esperto!- tre in più non mi avrebbero fatto male.

Aspettai qualche secondo poi sentii alcuni passi attutiti dietro alla porta principale e come un leggero uggiolio animalesco.

Sì sta buono..aspetta....” la voce era fievole, ma era lui e un istante dopo la aprì, facendo un'espressione sorpresa e anche sollevata “Jake! Eehi, grande, ti stavo aspettando...avevo paura non venissi più!”

Lo guardai stranito, e dire che non ero in ritardo “No, scusa...è che...non ho trovato subito l'indirizzo” inventai senza sapere il motivo, visto che mi ero perso solo per qualche secondo all'esterno a fissarla, ma per il resto non avevo avuto problemi.

Lui sembrò, comunque, non farci caso, e alzò le spalle, allungandomi la mano che presi stringendola, poi mi fece un cenno di entrare allo stesso tempo bloccando con la gamba un lato della porta e, abbassando lo sguardo, notai un cagnolino bianco che si era appostato davanti guardando verso di me.

Pitt, sta lì...non uscire!...” poi mi guardò “...non ti da fastidio vero? Solo che non voglio che vada fuori...entra pure, intanto”

Scossi la testa mettendo anche le mani avanti “Nono tranquillo, anch'io ho un cane!”

Ah sì? Benissimo allora!” richiuse la porta alle mie spalle, poi si chinò e lo prese in braccio accarezzandolo sulla testa e facendomi cenno di seguirlo.

Scusa per tutto il casino e se ti ho avvertito solo questa mattina, ma ieri non ce ne siamo accorti subito e Sienna mi ha chiamato alla sera. Non avrei saputo come fare perché i rullini devono essere spediti entro domani, quindi..” ma la voce si era già abbassata per le mie percezioni perché, mentre lo seguivo, avevo lasciato vagare lo sguardo ovunque, per il fantastico stile e arredamento che imperava in quell'appartamento.

Era favoloso, per non dire oltremodo grande, ma avrei fatto la firma per una casa così. Mi resi conto solo dopo che avevo pure rallentato il passo e che lui era sparito, continuando a parlare.

Jake? Che fai?...Vieni...”

Mi sentii un'idiota quando spuntò da un angolo che il corridoio faceva con un'altra stanza, e scossi la testa per riprendermi e raggiungerlo, non evitando il leggero sorrisino divertito che aveva fatto per un secondo.

Non avevo sentito la parte finale del discorso ma mi ricordai della prima.

No tranquillo, non c'è problema...te l'ho detto che oggi non avevo niente da fare”

Lui annuì guardandomi con quel suo solito modo, che aveva avuto anche nei giorni passati, e che non sapevo decifrare ma mi piaceva, mi stava incuriosendo e intrigando allo stesso tempo.

Solo non volevo dargli un significato.

Certo che hai avuto proprio una bella idea a lasciarmi il numero...altrimenti non avrei saputo come fare...” disse in maniera tranquilla ma ebbi l'impressione che ci fosse altro di nascosto sotto a quelle parole.

Alzai solo le sopracciglia, in modo ovvio, aprendo un braccio di lato.

Che ti avevo detto?” ammiccai per finta e rise scuotendo la testa, poi spostandosi di nuovo e lo seguii.

Sistemò il cane sul divano di quella che si rivelò essere una sala oltremodo stupenda e arrivammo fino alla cucina che era la stanza subito adiacente.

Posso offrirti qualcosa?”

Ah no grazie..sto bene, solo..”

Solo?”

Come mai siamo da te e non agli studi?”

Sorrise riempendo comunque due bicchieri d'acqua e passandomene uno che non rifiutai.

Perché oggi sarebbe il mio giorno libero e agli studi io non sono in programma quindi le sale sono occupate”

Sgranai gli occhi e per poco non mi affogai con l'acqua, cominciando a tossire lievemente per far smettere tutto in fretta e non dargli ancora più l'impressione che fossi davvero un'idiota.

Che cosa?”

Sorrise divertito “Già...che problema c'è?”

No ma....insomma non volevo farti lavorare nel tuo giorno libero!”

Rise “Andiamo Jake! A parte il fatto che ti ho chiamato io, non mi cambia niente e comunque per me i giorni liberi non esistono...a volte li uso solo come scusa per i parenti, quando sono secoli che non li vedo...” risi sommessamente, scuotendo la testa e spostando lo sguardo da lui, che ricambiò la risata “...quindi, davvero: non preoccuparti!”

Ok d'accordo...perciò mi stai dicendo che lavoreremo qui?”

Mh già!” mi guardò finto indagatore poi mi fece un cenno con la testa “Vieni, seguimi!”

Salimmo al secondo piano dove, oltre le stanze normali, tra bagni, camere da letto e uno studio, mi fece visitare anche un vero e proprio set con pannelli, creato apposta per la fotografia e una camera oscura in cui sviluppare le foto.

Ero sempre più sbalordito e a bocca aperta a mano a mano che ci spostavamo.

Che ne dici?” mi chiese appena ci fermammo nel set interno e io spostai lo sguardo attorno.

Wow...è favoloso! Ti sei costruito tutto tu?”

Sì, negli anni. Da nove anni precisamente...anche se all'inizio non vivevo qui”

Mi ero spostato verso il centro della sala, girandomi solo alla fine di quella frase per guardarlo.

Ah no?”

Scosse la testa “Sono di Sydney”

Quella non me l'ero aspettata, ma ora che me l'aveva detto capii perché mi aveva colpito così tanto in soli sette giorni. Non era come tutti gli altri.

Questa poi!”

Rise “Che c'è? Non si sente?”

Non ci avevo fatto caso a dir la verità...pensavo fosse un'unione di accenti di varie zone”

Continuò la risata “Alla faccia! E dire che lo capiscono subito appena apro bocca”

Risi io “Quindi da quant'è che sei a LA?”

Tornai verso di lui che mi fece capire di uscire da lì.

Da quattro anni...ma penso ci rimarrò a lungo”

Come mai?”

Molto meglio qui che Sydney”

Lo guardai serio, non credendoci fino in fondo ma lui evitò di aggiungere altro e spense le luci nella stanza per poi richiudere la porta.

Ma non la usiamo?” chiesi riferendomi alla stanza.

No, mi servono degli ambienti 'veri'...non solo dei pannelli. Ci sposteremo per la casa”


Sarebbe resistito ancora poco. Non sapeva nemmeno come avesse fatto a farlo fino a quel momento, perché addosso aveva più che un impulso di bloccarlo contro qualcosa di duro e solido per non farlo spostare, ma anche una necessità malsana di stringerlo.

Appena l'aveva raggiunto in camera -la sua camera- cambiato con i vestiti che gli avevano lasciato dicendogli di farglieli mettere, e si era sistemato sul letto come da sue indicazioni, aveva sentito una scomoda oppressione verso il cavallo dei pantaloni e non aveva idea del motivo.

Certo che quello che aveva davanti era terribilmente sexy e provocante solo quando si muoveva o parlava, ma aspettarsi quell'effetto per una posizione che vedeva sempre da chiunque dei modelli, non era molto normale.

Il problema era che lui non era chiunque, e l'aveva già capito dopo il primo giorno in cui l'aveva avvistato.

E ora si stava stendendo sul suo letto, dopo che lui l'aveva preparato per fare un po' di scena, non sapeva quanto ancora sarebbe riuscito a reggere con tanta roba del genere davanti.

Nemmeno per una modella aveva mai sentito quelle sensazioni.

Si schiarì la gola cercando di deglutire ma si rese conto che non aveva più saliva e che doveva smettere di guardarlo palesemente oppure sarebbe stato ancora più sgamabile di Stan.

E dire che fino a qualche giorno prima non aveva mai sentito un interesse del genere per un ragazzo, mentre ora sembrava che la sua mente non potesse recepire nient'altro se non lui.

Scosse la testa appena Jake si fu steso a pancia in giù, opposto allo schienale del letto e stava aspettando un suo giudizio sul fatto che si fosse sistemato bene o meno.

Ah..sìsì ok...esatto così..solo...vedi quel cuscino dietro di te?”

Mhmh..”

Bene, prendilo e appoggiati sopra con un braccio...anzi abbraccialo da sotto...” (6)

Fece un'espressione divertita ma eseguì e appena tornò in posizione, Heath fu costretto a deglutire di nuovo, rendendosi conto che non fosse stata una buonissima idea.

Cazzo. Lo divoro se non la smette di fare quello sguardo sempre.

E' il suo, ovvio!

Si ma....oddio, quanto vorrei essere io quel cuscino!

..th?”

E quello è pure il mio letto...

Sto impazzendo

...”

Ma averlo nel letto non sarebbe male.

Heath!”

Quello lo sentì e lo fece tornare in sé.

Eh?”

Ehi che hai? Ci sei?” rise sommessamente e lui si diede del cretino da solo.

Sì scusa...dicevi?”

Va bene così?”

Sì, sei perfetto!”


Non sapevo cosa gli fosse preso momentaneamente, l'avevo come visto perso nei propri pensieri, ma appena lo chiamai tornò in sé e prese la macchina fotografica -senza sostegno-, cominciando a scattare.

Non ne ero sicuro ma avevo come una leggera ansia ed euforia addosso miste insieme, per il semplice fatto che mi trovassi in camera sua, nel suo letto, a farmi scattare foto. Niente di strano sull'ultimo punto, ormai mi ero abituato dopo quei due giorni, ma le differenze c'erano e, prima fra tutte, eravamo da soli.

Non sapevo perché mi manteneva in tensione la cosa e il bello era che non era tensione negativa.

Ok..fantastico...” allungò un po' la nota finale, scattando ancora “..non guardare verso di me..” ulteriore scatto poi si alzò dalla posizione chinata che aveva preso e mi fece un cenno d'assenso che ricambiai.

Ottimo, non so come tu faccia ma ce l'hai davvero nel sangue....forse dovresti rivedere la tua carriera di attore per una fissa in questo ambiente..noi ti arruoleremmo già” disse con ironia ma ebbi l'impressione che non stesse scherzando.

Risi sommessamente alzandomi dal letto “No mi dispiace, non penso succederà mai..”

Azz..sicuro dal tono eh? Non si sa mai..”

Sì forse, ma per il momento sono irremovibile”

Annuì rassegnato “Okok, ma per due scatti sei ancora mio quindi vatti a cambiare”

Mi finsi spaventato e annuì di fretta tornando nella stanza accanto dove c'erano gli altri vestiti, cercando di ignorare una parte della frase, come se non l'avesse detta ma il problema era che mi aveva fatto piacere, parecchio anche.

Ci spostammo in una zona della sala, dove spostò alcuni mobili per rendere la scenografia come la voleva lui e anche in quella ulteriore posa fu come se, oltre che l'obbiettivo, sentissi davvero il suo sguardo su di me. (7)

Non solo in maniera professionale, e non sapevo a cosa imputarle quelle sensazioni.

Per l'ultimo, invece, mi cambiai di nuovo e andammo persino in garage perché mi disse che aveva bisogno di un muro in pietra vista un po' 'invecchiato' e quello era l'unico posto dove fosse così.

Si nascose dietro all'obbiettivo ma prima di scattare si fermò, abbassando di nuovo la macchina e guardandomi come se mi stesse studiando, mordendosi un istante il labbro inferiore e socchiudendo gli occhi in modo pensieroso.

Cosa c'è?” chiesi per sdrammatizzare ma quello che mi stava provocando internamente quello sguardo era molto peggio e volevo togliermelo di dosso per non finire male.

Mhh c'è qualcosa che manca...” rispose e aggrottai le sopracciglia indeciso, mentre venne verso di me e spostò lo sguardo sui vestiti, spostandosi più volte come se volesse studiarmi da varie angolature.

Appoggiati con le spalle...così..” mi fece toccare il muro con la schiena, inclinandomi di poco con la spalla destra, poi spostò le mani sulla manica sinistra della t-shirt sollevandola fino a renderla a giro e io avevo già perso ogni capacità di rimanere stabile mentalmente.

Non sapevo cosa mi stesse succedendo ma averlo a pochi centimetri di distanza, dopo che mi aveva bloccato contro a un muro, le sue mani sul mio braccio che spostò in modo che mi prendessi la spalla opposta e sistemò l'altro sotto di esso, stava bastando per farmi smettere di ragionare e avevo anche aumentato il respiro.

Continuò a non guardarmi, sfiorandomi però il muscolo del bicipite sinistro quando spostò la mano per abbassarla e facendomi fremere con niente mentre mi infilò persino una mano all'interno del collo della maglia perché la spostassi di lato.

Non riuscivo a reagire, non sentivo nemmeno gli arti rispondere al mio volere e sembravo davvero una specie di manichino incapace di muoversi e sotto al totale controllo di un'altra persona. Nel mio caso: lui.

Quando arrivò sul fianco sinistro mi scosse un brivido così profondo che avrei voluto sparire nel caso se ne fosse reso conto, ma sembrò non notarlo, anche se appena mi alzò la maglia feci fatica a mantenere un controllo decente.

Deglutii a forza tanto per far rimanere la salivazione attiva ma trovai solo del secco contro al palato che non mi piacque. Non stavo capendo più niente, anche se, dopo aver superato il fianco, si fermò nel sollevarmela e non fece nessun altro movimento, se non appoggiando la mano sul fianco in questione per un istante.

Che stai facendo?...” non seppi come feci a parlare e nemmeno se fu in grado di sentire quella frase perché il mio tono fu talmente basso, roco e incerto, che nemmeno ero certo di averla detta, ma lui alzò lo sguardo piantandolo nel mio e notai che la sua di respirazione non era più molto 'normale'.

Non rispose, ci limitammo a fissarci per un tempo indefinito e tutto quello che stavo provando in quel momento mi era totalmente nuovo. L'assurdità assoluta però era che, allo stesso tempo, non stavo nemmeno ragionando, non ci riuscivo e quindi non capivo cosa stesse succedendo davvero.

Dio, non lo conoscevo neanche!

Ci eravamo visti tre volte in croce, tre e mezzo contando quella mattina al bar, che avrei potuto anche non contarla visto quanto era stata insulsa e strana per me, ma ora non avrei più voluto smettere di guardare quello scuro profondo delle sue iridi che avevo davanti e che mi stavano letteralmente uccidendo.

Avrei voluto anche toccarlo, non sapevo come o in che maniera, ma mi stava diventando stretta la posizione che mi aveva fatto assumere e che non avevo ancora lasciato e mi sarebbe piaciuto poterlo stringere in qualche modo.

Non lo feci. Sia perché non volevo rovinare niente, né tanto meno per travisare le sue azioni.

Fu solo quando fece un altro infimo spostamento verso di me che mi resi conto della pazzia reale di quella situazione e, involontariamente, distolsi lo sguardo, abbassando anche un po' il viso di lato.

Il mio movimento lo fece tornare in sé e tornò a distanziarsi, riprendendo spazio, cercando di non far trasparire nulla dalle espressioni, nonostante quella mezza delusione che non fu in grado di nascondere e che mi sembrò di recepire dai suoi occhi.

Lo vidi respirare piano, dosando l'aria in uscita, come se non volesse che me ne accorgessi, poi non sentii più nemmeno il tocco della sua mano sul fianco, anche se mi risistemò la maglia in modo che rimanesse sollevata.

Scosse piano la testa, come a voler uscire da quell'attimo di oscurità totale, passato da entrambi, e scrollò le spalle con indifferenza, anche se non mi sembrò che la provasse davvero.

A-adesso va bene...così è perfetto” disse a bassa voce a sua volta e mi fece tornare in mente il perché ci fossimo trovati in quella posizione.

Non aggiunsi altro, non ne sarei stato capace, ancora troppo scombussolato e anche incredulo di quello che sarebbe successo sul serio se non mi fossi opposto.

Perché alla fine quello era.

Non volevo dargli un nome, non volevo ammetterlo, ma sarebbe successo l'inevitabile se non mi fossi spostato.

L'altro problema era che, ora, uscito da quel momento, mi resi conto che non avrei voluto spostarmi, che avrei voluto che andasse avanti, anche se era ancora troppo incredibile per me sia da credere che da accettare.

Però era così, ora lo sentivo sul serio e mi invase una sensazione di dispiacere assoluto mista a senso di colpa nei suoi confronti per avergli fatto capire che non volessi.

Non volevo rifiutarlo, avevo agito d'istinto, ma ora me ne pentivo amaramente.

Tornò verso la macchina fotografica che aveva appoggiato su un tavolino accanto al muro e quando si girò verso di me, sia nell'espressione che nel tono, aveva riacquistato il suo normale atteggiamento.

Ok..non ti muovere adesso...rimani appoggiato con la schiena al muro e stai serio...ne faccio un paio poi abbiamo finito...” (8)

Non risposi verbalmente, ancora non sapevo se sarei stato in grado di mettere insieme una frase di senso compiuto e fortuna che voleva che rimanessi serio perché, nonostante sapessi creare delle emozioni anche quando queste non le stavo provando sul momento, in quello in particolare non mi sarebbe venuta per niente voglia di sorridere.

Non mi mossi, mantenendo la posizione che mi aveva dato, e sottostai ai flash a cui ormai mi ero abituato, sperando che al termine sarebbe stato tutto come prima e che quel breve ma intenso attimo precedente non avrebbe rovinato nulla.

Stavo tentando di trovare un modo per parlargli, cercare di capire e spiegarmi allo stesso tempo. Non volevo che la prendesse male o che mi credesse chissà chi...anche se era stato lui ad avere gli atteggiamenti più ambigui nei miei confronti ma non volevo che travisasse comunque.

Quando ricaricò il rullino sistemando lo zoom capii che stavamo per terminare e anche quello mi dispiacque parecchio.

Già avevo avuto la fortuna di poter tornare per posare per lui, inaspettatamente, però sarebbe stato meglio che non ci fossi andato. Ora cercare di smettere davvero di farlo e pensare che non sarebbe più successo era ancora peggio che quella mattina in cui mi ero già rassegnato al fatto che non avrei più avuto l'occasione di vederlo nel suo lavoro.

Perfetto...finito” disse pratico, facendomi tornare presente e quelle due parole mi causarono una violenta oppressione al petto.

Perché avevo cambiato idea così radicalmente verso tutta quella faccenda?

Prima ero partito scettico, anche infastidito dal modo in cui mi aveva interpellato quella mattina, avevo persino pensato che fosse stata tutta una presa per il culo pesante e non l'avevo digerita bene, in un primo momento.

Mentre ora, oltre a dispiacermi, mi sentivo male all'idea di non farlo più, di non vederlo davanti a me con la macchina in mano, con una professionalità assoluta nella quale mi rispecchiavo esattamente quando ero sul palco, per scattare, e stare ancora più di merda al pensiero che ora non l'avrei più visto davvero.

Non me ne capacitavo ma più di tutto capii che se non facevo quello che stavo sentendo nell'immediato me ne sarei ancora più pentito di tutto il resto e non volevo permetterlo.

Ancora non sai quanto devo ringraziarti per la tua disponibilità e scusa di nuovo per l'imprevisto e per il disturbo che ti ho dato...” disse ancora, senza molta distanza dalla frase precedente, ma non lo ascoltai nemmeno, togliendomi finalmente da quella posizione fissa e andando verso di lui senza starci ancora a pensare.

...e mi ha fatto molto piacere che tu abbia accettato, questo poco ma sicu...” ma si interruppe perché, di certo, sentì una presenza 'estranea' dietro di sé che lo rinchiuse in uno spazio ristretto che si riduceva all'interno delle mie braccia, le mani appoggiate sul bordo del tavolino a cui si era avvicinato per sistemare la macchina che ci aveva lasciato sopra.

Si voltò indietreggiando lievemente allo stesso tempo, per la sorpresa ma anche per l'incredulità del mio gesto, lo notai benissimo dal suo sguardo, ma ormai mi ero deciso, non sarei tornato indietro.

Fu lui a deglutire, mi guardò ancora con un lieve sconcerto ma non mi allontanò, facendo solo un lieve spostamento per non essere contro a un mio braccio ma rimanerci in mezzo...come se non volesse che nulla dei nostri corpi entrasse a contatto.

Stronzate! Ti ho scoperto, bello mio!

Jake..che-?”
“Continua...” dissi di getto interrompendolo e mutò la sua espressione in una puramente interrogativa “...cos'avresti fatto prima se non mi fossi spostato?””

Sgranò lievemente gli occhi, non avrei saputo dire se ora fosse più incredulo del fatto che avesse capito che volevo assecondarlo o del fatto che fossi io ad aver cambiato i 'ruoli'.

Ah...”

Non eri così indeciso, no? Continua solo con quello che avresti voluto fare...voglio che tu lo faccia, qualsiasi cosa fosse...” specificai, anche se non c'era molto margine di dubbio.

Respirò a fondo, inghiottendo di nuovo, poi abbassando lo sguardo, distogliendolo dal mio e scuotendo piano la testa.

E' meglio di no...non lo so cosa stessi per fare...è stato un attimo...” poi si bloccò come se non avesse il termine giusto da dire “...non so nemmeno che attimo fosse, ma mi dispiace...non volevo farti credere chissà cosa!”

No, non mi freghi adesso.

Non mi hai fatto credere niente...voglio solo che lo fai. Fingi che sia adesso lo stesso istante di prima e che io non abbia fatto nulla”

Forse fu il mio tono, la mia decisione o il fatto che non avevo nessuna intenzione di farlo uscire da lì che lo convinsero a rialzare lo sguardo per sostenere il mio, senza ribattere ma senza nemmeno evitarmi.

Quando si liberò le mani da quello che aveva tenuto dell'attrezzatura e le spostò entrambe sui miei fianchi, questa volta stringendoli davvero e mantenendo la presa, fremetti di nuovo ma di piacere e provai anche un malsano sollievo per aver scoperto che allora era come avessi pensato.

Mi tirò piano verso di sé e lo lasciai fare, nonostante stessi faticando a mantenere lo sguardo sul suo per quanto fosse stupendo e terribilmente forte, ma quella presa era strepitosa e mi ritrovai a spostare a mia volta le mani per lasciarle sulle sue braccia.

Ormai non avevo più dubbi, eravamo troppo vicini per pensare a qualsiasi altra cosa e se fosse uno sbaglio non lo sapevo, ma non volevo rendermene conto adesso.

Ora volevo solo andare avanti, non me ne fregava niente del resto.

Lo sentii stringere, quasi aggrappandosi al tessuto della maglia su di essi, si appoggiò con la vita al bordo del tavolo per darmi un sostegno contro di lui, mettendo a contatto parte del petto e i bacini, facendomi perdere tutte le inibizioni e indecisioni ultime che avrei potuto ancora avere.

Non lo so cosa sto provando...ma lo sento dal primo momento che ti ho visto..” sussurrò molto piano, facendomi anche sussultare lievemente, troppo preso dal momento e non aspettandomi di sentire la sua voce.

Mi ero estraniato completamente dal resto, se non il suo corpo, il suo sguardo e i suoi movimenti.

Scossi la testa e gli strinsi le braccia, volendo che continuasse e che arrivasse a quel punto.

Nemmeno io so niente, fallo e basta!” dissi secco, anche se, io stesso sarei potuto arrivare al dunque, ma non sarebbe stata la stessa cosa e quella frase sembrò farglielo capire.

Fece un sorrisino divertito e mezzo sornione, poi una mano lasciò il mio fianco scorrendo sulla schiena, mentre al passaggio mi sentivo spingere sempre più verso di lui, e quando arrivò sulla nuca avevamo già praticamente le labbra contro, che non ci volle niente per concludere sul serio.

Mi baciò con una calma così asfissiante che, in un primo momento, non mi sembrò nemmeno che stesse accadendo, ma poi cominciai ad assecondarlo, aumentando la presa su di lui quando arrivai con le braccia attorno alle sue spalle e lui mi strinse completamente a sua volta, bloccandomi contro di sé.

Un brivido molto piacevole mi attraversò facendomi anche perdere fiato, sia per la spinta che ci stavamo mettendo ma anche per la sua lingua, che pochi secondi dopo, cominciò a bagnarmi le labbra cercando spazio per entrare.

Smisi di pensare totalmente e lo abbracciai ancora di più, mentre inclinò il volto per prendermi meglio e approfondire ancora. Stavo già andando in esaurimento di fiato, ma non mi interessava.

Non avevo mai baciato nessuno in quel modo e mi stava piacendo come nient'altro prima, ed era fuori da ogni logica pensare che fosse vero.

A meno che non fossimo impazziti entrambi, in una sorta di perdita della sanità mentale appena ci eravamo visti e, allora, tutto sarebbe stato normale.

Ma più approfondiva più mi piaceva e più non l'avrei lasciato e smesso di gustargli quelle labbra favolose come scendere sempre di più nella sua bocca.

Mhh cazzo...come diavolo fa?

Purtroppo però la mancanza di ossigeno si fece sentire e cominciammo a separarci anche se prima di farlo sul serio, ci riprendemmo più volte, l'ultima ancora con più foga delle precedenti, vista la sua presa tra i miei capelli così forte che mi mantenne contro di sé per evitare ogni mio minimo allontanamento.

Quando riuscii a 'liberarmi', respirai facendo anche una risata sommessa, divertita che lui ricambiò forse pensando esattamente alle mie stesse cose.

Appoggiò la fronte sulla mia, ancora non ero riuscito a fare forza sulla sua presa e distanziarmi di troppo da lui, e ci guardammo sollevando lo sguardo di poco.

Respirai a fondo “Ok...adesso dovresti spiegarmi, lo sai?”

Aggrottò le sopracciglia fingendo di non capire “Spiegarti cosa?”

Mah, non lo so...pensaci e forse trovi quel qualcosa che tecnicamente non dovrebbe andare”

Rise silenziosamente “Secondo me non c'è nulla che non va...l'avevo già capito quando mi hai assecondato nel venire oggi”

In quel momento, per la sorpresa, riuscii ad allontanarmi, solo per inquadrarlo meglio e spostai il volto di lato, socchiudendo lo sguardo.

Cosa vorresti dire?”

Fece un'espressione mezza angelica e indifferente, ma sorniona e gli diedi una spinta sulla spalla con la mia, in modo sarcastico.

Heath!”

Okok...solo che...senti, non sapevo come capirlo o come fartelo capire e...”

Oddio...” anticipai, con un leggero soffio, ma non in maniera arrabbiata, anzi rivelatoria del fatto che mi avesse giocato per bene e che ci fossi arrivato solo in quel momento.

Strizzò i denti e annuì “Ehh già...” fece sempre innocente.

Scossi la testa “Non ci credo...quindi non sarei dovuto venire oggi?!”

In teoria no...gli scatti li avevamo messi in programma comunque per domani”

Aprì la bocca facendo una risata incredula e guardandolo allo stesso modo.

Sempre a casa mia però, su questo non ti ho mentito..solo che ci sarebbero stati anche gli altri e...volevo evitarlo” concluse con un tono talmente semplice che sembrava la cosa più ovvia e normale da dire.

Shit! Mi aveva giocato davvero in tutto, fin dall'inizio ma ora non riuscivo ad esserne arrabbiato, anzi più di tutto mi stupiva il fatto che ci fossi caduto così facilmente quando invece non era semplice rigirarmi.

Mentre lui l'aveva fatto con niente e stavo già cominciando a desiderare che lo facesse sempre.

Forse non gli avrei nemmeno mai detto di no.

Non mi sembra che ti sia dispiaciuto comunque!” asserì con sicurezza e lo guardai scettico, mordendomi il labbro inferiore e scuotendo la testa, ancora incredulo.

Rimane il fatto che dobbiamo comunque darci una spiegazione” continuai imperterrito ma lui mi strinse di nuovo sulla schiena, riportandomi verso di sé, a un centimetro dal suo viso.

No, non necessariamente e, soprattutto....non in questo momento” chiarì sornione e non riuscii a ribattere perché quello che potei sentire dopo, di nuovo, fu molto meglio e non mi creai altri problemi inutili se lui la metteva in quel modo.

Spostai le mani sulle sue guance, tenendomelo contro mentre le nostre lingue avevano già ripreso a fare conoscenza e se, dovevano prima conoscersi loro di noi due, si poteva anche fare, tanto non avevo fretta.



°°°°

The End.










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Wiiiiiiiii sera Folks!

In maniera stra veloce riesco ad aggiornare almeno da addolcirvi la serata e non rimandare ancora oltre le varie pubblicazioni ^^
Intanto vi avevo avvertiti che questa sarebbe stata la più 'semplice' e la meno spinta delle quattro Long-Short in programma.
Due non le avete ancora lette ma ve ne accorgerete =P
Infatti, come precisato nel precedente capitolo, se questa storia è nata è stata solo per le foto del servizio di Jake esistenti e per il fatto che mi sarebbe piaciuto descrivere la cosa dal punto di vista che era Heath a scattarle xD.
Quindi mi dispiace se vi aspettavate qualcosa di più 'profondo', complicato o, appunto, spinto ma questa storia non è nata per quello....alla fine è nata proprio per usare le foto ^^, soprattutto l'ultima su cui perdo dieci vite ogni volta che la guardo e pensate che ce l'ho come sfondo del computer quindi potete immaginare XDDDDDDDDD.
Comunque don't worry, ne avrete a sufficienza ancora con le prossime, sia da pubblicare che OD, da concludere xD.

Ho utilizzato di nuovo anche Pitt...ormai non riesco più a non farlo *ç*

Se riesco, entro la fine della settimana comincio la pubblicazione di Wanna Play?, tanto è già pronta e ha solo tre capitoli anch'essa, e per domani sera aspettatevi il prossimo capitolo di Obsessive Drug ^^

Passando ai ringraziamenti.
Grazie a tutte le persone che hanno letto e che leggeranno da qui in avanti.
Grazie a chi ha aggiunto ai preferiti, alle seguite e alle ricordate e chi lo farà in futuro e
grazie per le recensioni a

Miss Fefy, Diana Riddle, Aya Black, Serah Farron, Brokeback, Delilah

e per il vostro continuo supporto!

Spero abbiate gradito anche il finale e rimanete comunque in allerta per qualsiasi aggiornamento, anche se chi segue la page, sa già dove deve andare ^.-


Besos Enormi!
<3
Leia




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