Stop
prima di cominciare ^^
Solo
per dirvi di stare attenti ai numeri tra parentesi che troverete
durante il capitolo. Cliccate e vedrete le foto in questione fatte in
quel momento!
Besos
Ci
vediamo in fondo ^.-
•~Due.
Ur
dammit good
Ero
seduto in un camerino. Non avrebbe dovuto esserci nulla di strano in
quel particolare.
Ero
abituato ai camerini, ne avevo 'passati' parecchi in precedenza e,
comunque, lavorare in teatro implicava viverci dentro, più o
meno.
Ma
quello era diverso. O forse era per il fatto che io mi sentivo fuori
luogo, che non avevo ancora nessuna idea di quello che sarebbe
successo quando Naomi sarebbe entrata da quella porta e come sarebbe
finita la giornata.
“Ecco,
puoi aspettare qui, appoggiare le tue cose, tanto non
entrerà
nessuno a romperti e puoi fidarti a lasciare anche lo zaino”
disse
Sienna appena aprì la porta che mi aveva indicato.
“Ok
grazie...dovrò aspettare molto?” non seppi
perché lo chiesi, ma
volevo perdere il meno tempo possibile in quella storia, soprattutto
avrei dovuto trovare una scusa convincente il giorno dopo, sia con
Hayden che con il mio prof per non essere andato al corso. La vedevo
grigia.
“Nono,
Naomi dovrebbe arrivare a momenti. Sta finendo con le ragazze al
primo piano, un gruppo di modelle che tra un quarto d'ora hanno un
servizio, poi te la mando”
Annuii
“Quindi Naomi sarebbe?...”
“E'
una delle nostre costumiste e truccatrici, al momento è
quella che
si occupa del servizio che devi fare tu...è molto brava,
puoi
chiederle qualsiasi cosa, se hai dei dubbi”
Feci
un ulteriore cenno d'assenso poi rimasi da solo, Sienna mi fece
capire la sua fretta e il fatto che non poteva stare via dalla
reception per molto tempo nel caso fosse arrivato qualcuno.
Ma
quel posto era enorme! Era l'unica segretaria del circondario?
Comunque
non la trattenni, avevo bisogno di stare da solo e riordinare le
idee, anche se non sarebbe servita una spiegazione difficile per
capire cosa avrei dovuto fare.
Ancora
non ne ero convinto però e una parte di me stava continuando
a
pensare che, appena Sienna avrebbe chiuso la porta, sarei potuto
sgattaiolare fuori per tornare in strada e non badare più a
tutta
quella cazzata.
L'istante
dopo avevo già rimangiato l'idea visto che non sapevo
assolutamente
come fosse fatto quel posto, e a meno che non mi fossi messo alla
ricerca di un'altra uscita, con il rischio di perdermi, avrei dovuto
comunque passare di fronte al lei per raggiungere l'entrata
principale. Quindi era solo fatica sprecata.
Mi
ero già messo l'anima in pace. Mi ero guardato un po'
attorno,
constatando che non ci fosse nulla di anomalo e tutto l'arredamento
era nella norma, tra sedie, bancone davanti agli specchi, vestiti in
alcune croci sul fondo e dei poster appesi alle pareti che
riprendevano servizi di modelli per vari giornali, un classico
camerino.
Decisi
di piantarla di preoccuparmi inutilmente. Non sarebbe successo nulla
di catastrofico.
Avrei
fatto qualche foto, su cui non avevo mai avuto nessun problema,
nemmeno di timidezza, avrei preso dei gran soldi, mi sarei anche
potuto divertire, e finita lì.
Chi
si è visto s'è visto e non se ne sarebbe
più parlato.
Mi
alzai dalla sedia su cui mi ero arenato subito dopo l'uscita di
Sienna e lasciai la giacca sull'attaccapanni, nascondendoci sotto lo
zaino in modo che fosse completamente coperto.
Vero
che non avevo visto nessuno nel corridoio quando l'avevamo percorso
ma la prudenza non era mai troppa e quel giorno, per motivi delle
lezioni mattutine, avevo con me anche il portatile. Non volevo
trovarmi senza una volta tornato a casa.
Non
riuscii a fare un altro passo verso la sedia su cui ero stato fino a
un secondo prima perché la porta si spalancò
improvvisamente
facendomi sobbalzare e indietreggiare istintivamente.
Non
avrebbe potuto essere una donna a entrare con una spinta
così,
infatti mi trovai davanti lui che, appena aprì, rimase un
secondo
con la mano sulla maniglia a mezza via dalla stanza e il corridoio,
l'espressione sorpresa stampata in faccia che poi si
trasformò in un
sorriso e gioia pura.
“Ohmiodio!
Sei venuto!” urlò quasi, facendomi ammutolire per
poi guardarlo
ancora con un misto di incredulità e sorpresa.
Perché
non parlava come tutte le persone normali?
Anche
se quel giorno, almeno, era vestito 'sobrio'. Una normale felpa, con
dei jeans sdruciti e non capii perché pensai che stesse
davvero
bene.
“Cristo
non sai quanto c'ho sperato e, quando Sienna mi ha detto che un
ragazzo 'figo' era appena arrivato, mi sei subito venuto in mente
tu”
Alzai
le sopracciglia sorpreso, trattenendo un'espressione allucinata ma
anche mezza divertita, sorvolando sul commento.
“Davvero,
grazie! Non sai quanto mi faccia piacere che tu abbia accettato! Ti
assicuro che non te ne pentirai e darei di tutto per poterti fare
delle foto!”
Ok,
ancora quel suo atteggiamento estremamente confidenziale non mi
andava molto giù, soprattutto per le frasi ambigue che
sparava, ma
decisi di fare buon viso a cattivo gioco.
Non
sembrava male come ragazzo e per avere un lavoro del genere,
così
giovane, lo stimavo solo.
“No
beh...è che mi ha incuriosito e...insomma, qualcosa in
più mi fa
comodo...” non specificai ma tanto lo capì da solo
che stavo
parlando dei soldi, ma non sembrò frustrato dalla cosa e non
se la
prese personalmente.
“Certo!
Hai fatto bene...pensavo non ti saresti neanche presentato...insomma,
da un lato, ti avrei anche capito, lo so che certe volte non sono
molto 'normale' nel proporre cose così a persone che non mi
hanno
mai visto, ma è molto importante per me questo servizio e
quando
'vedo' certe facce capisco esattamente che sono quello di cui avevo
bisogno...non ho potuto fare a meno di osservarti ieri mattina e,
forse non lo sai perché nessuno te l'ha mai fatto notare, ma
hai un
viso che bucherà perfettamente l'obbiettivo..ed è
un complimento”
aggiunse con ironia, come se non lo sapessi.
Feci
un mezzo sorriso, annuendo, poi abbassando lo sguardo.
Era
esattamente quel particolare che non mi aveva fatto desistere dal
gettare via il suo biglietto da visita. La carica e la foga che era
apparsa subito anche la mattina precedente, sul suo lavoro, e mi era
piaciuta. Mi ci ero ritrovato esattamente.
Anche
quando recitavo o dovevo fare qualcosa riferito al teatro diventavo
euforico in quel modo, ed era lui l'esperto nel suo campo, se diceva
che avrebbe avuto bisogno di me, non era poi un delitto
accontentarlo.
Poi,
ripetiamolo, quei cavolo di 5000$ mi facevano comodo presi per solo
due giorni di posare per delle foto.
Cominciai
a rilassarmi, a vedere la situazione da tutta un'altra prospettiva e
poi chi ero io per dargli dell'eccentrico o dello 'strano'? Ero un
attore, sarei stato l'ultimo a dover parlare.
“Grazie...però,
no scusami se ti sono sembrato un attimo diffidente...mi hai solo
preso alla sprovvista”
Scosse
la testa “Te l'ho detto, la colpa è mia, non devi
scusarti...”
Annuii
riguardandolo direttamente e notando che non era niente male davvero,
sia per lo sguardo, che per il fisico.
Ma
cosa vai a pensare?
“Ok..comunque,
io sono Jake...ieri non sono riuscito a dirtelo” dissi
allungando
la mano verso di lui, cercando di rimediare alla pessima
presentazione avuta.
Sorrise,
facendo un passo verso di me e riprendendomi la mano.
“Piacere
mio, Heath...di nuovo”
Sorrisi,
facendo un cenno con la testa “Quindi...ti avverto che non ho
mai
fatto niente del genere..”
Scacciò
l'aria con una mano “Tranquillo, è proprio questo
che stavo
cercando...altrimenti avremmo preso dei modelli..ma non è
questo il
caso. Non sarà niente di così difficile...hai
tempo di fermarti
oggi?”
“Sì,
nessun problema..” tanto ormai...avevo perso il corso, era
inutile
tornare a casa per poi dover perderne un altro per tornarci.
“Ottimo,
allora ti mando Naomi che ti farà provare i vestiti, oggi
faccio
solo qualche scatto semplice, per farti capire, pensavo persino in
bianco e nero così non perdiamo tempo per sistemare le luci
per i
colori...” lo ascoltai affascinato ma non dissi niente
perché non
avrei saputo cosa dire “...la prossima volta invece facciamo
quelli
in esterno...qualcosa di diverso”
“Ok...sono
tuo...” mi uscii di getto, così senza un motivo e
mi resi conto
solo dopo di quello che avessi detto, ma non avevo voluto intendere
niente di particolare, era solo per scherzo.
Lui
invece ammutolì impercettibilmente, aprendo un po' di
più gli
occhi, poi alzò un sopracciglio diverto passandosi la lingua
dentro
una guancia.
“Oh
non ne hai ancora idea...” replicò sornione.
Deglutii.
Che diavolo stava succedendo lì dentro?
Non
lo conoscevo nemmeno e stavo avendo un discorso di doppi sensi con un
ragazzo per di più?
La
porta si aprì di nuovo, interrompendoci, questa volta a
causa di una
ragazza, piuttosto bassa, bionda, ma molto carina, con alcuni vestiti
appoggiati sul braccio e una borsa a tracolla attorno al collo.
“Ah
eccoti...Naomi questo è Jake....Jake-Naomi...”
disse a ripetizione
spostando il dito da entrambi e lei sorrise salutandomi poi
inclinandosi verso di me per raggiungermi la mano che avevo steso di
nuovo, stringendola.
“Fagli
provare i vestiti del servizio uno, niente trucco, va bene
così
com'è, poi me lo porti nello studio sei”
“Ok
d'accordo...quelli del due, su, sono pronti, cosa faccio?”
“Per
quelli dobbiamo aspettare Annie*...lasciali lì, mando
più tardi
Stan a prenderli”
Lei
annuì di nuovo, poi si spostò all'interno del
camerino appoggiando
i vestiti che aveva sul braccio, su una poltrona vicino al muro.
Heath
spostò lo sguardo su di me, sembrava che il momento prima
non fosse
nemmeno successo.
Che
diavolo doveva essere successo poi?
“Ti
lascio nelle sue mani, ci vediamo dopo”
“Ah
ok...”
Mi
fece un sorrisino strano, un ultima volta, che non capii, poi un
cenno a Naomi che ricambiò e uscì chiudendosi la
porta alle spalle.
“Bene,
veniamo a noi...i vestiti del servizio uno eh? Beh sei molto
più
alto degli altri due che aveva portato...prova questi, altrimenti ti
do una taglia in più”
Mi
passò un paio di jeans scuri e una t-shirt bianca con il
collo a V.
Tutto
qui?
Sospirai
di sollievo. Ok, potevo farlo, avevo pensato a molto peggio. Naomi mi
indicò l'altra porta che conduceva a un mini camerino, dove
entrai
chiudendomela alle spalle.
Sistemò
l'obbiettivo, come il faro accanto, anche se non sarebbe servito,
però un po' di chiaroscuri non sarebbero stati male e di
certo
sarebbero risaltati un sacco sullo sfondo anche se era in bianco e
nero.
Alzò
il treppiedi, cercando di non pensarci, non-pensarci,
ma
stava diventando difficile non farlo.
La
fotografia era sempre stata la passione più grande che aveva
avuto
fin da piccolo, aveva cominciato presto, aveva scoperto di saperci
fare un minimo e un po' più grande si era messo a studiare
sul
serio, tra corsi, lezioni, prove sul campo di vario tipo, i primi
ingaggi per il giornale locale, poi sempre più frequenti e
consistenti, tanto che anche al college era riuscito a mantenersi per
poter continuare con quel lavoro.
Ci
metteva tutta l'anima in ogni foto che faceva e se quell'euforia che
lo prendeva lo faceva sembrare un po' troppo esaltato non era certo
colpa sua, ma non riusciva a stare fermo o calmo quando premeva il
pulsante, soprattutto quando i soggetti davanti a lui erano
stimolanti.
E
quell'ultimo che aveva trovato...cazzo, se lo era.
Ci
aveva pensato tutto il giorno prima, sperando che accettasse, che non
lo liquidasse come un pazzo uscito dal nulla, e quando aveva chiesto
a Sienna se si era presentato qualcuno e lei gli aveva dato quella
descrizione
non era riuscito a crederci.
Non
aveva mai visto nessuno così, nemmeno tra tutti i modelli
che
passavano continuamente tra quelle mura, o tra tutta la gente comune.
Era
come se qualcosa l'avesse attirato prepotentemente verso di lui e
appena l'aveva visto non era più riuscito a smettere di
guardarlo.
Quel viso, quei lineamenti, quegli occhi in particolare, poi il
fisico...damn, avrebbe voluto fargli foto a vita se mai avesse
potuto.
Non
riusciva più a togliersi di testa niente della sua
fisionomia e non
vedeva l'ora di verificare come se la sarebbe cavata sotto
all'obbiettivo.
Si
alzò dalla posizione chinata che aveva preso, controllando
un ultima
volta di fronte a sé, mentre gli addetti al pannello bianco
lo
stavano sistemando in modo che non creasse ulteriori ombre e che
fosse perfettamente diritto.
Si
appoggiò con il peso sui talloni, stirandosi la schiena poi
lasciando le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni, quando lo
vide entrare accompagnato da Naomi.
Shit...
Si
morse inconsciamente il labbro inferiore, cercando di capire da dove
fosse venuto fuori uno così e la cazzo di fortuna che aveva
avuto
per averlo notato in quel bar di quasi periferia, in una mattina
qualsiasi.
L'unico
aggettivo che gli stava passando per la testa per definirlo era
dannatamente sexy e non si stava nemmeno preoccupando del
perché
avesse quei pensieri in mente.
Una
gomitata leggera sul fianco, lo fece tornare al presente, e
spostò
lo sguardo trovandosi di fronte il suo assistente, nonché
migliore
stilista-fotografo-consigliere che un qualsiasi fotografo ma anche
altro stilista avrebbe voluto avere, che aveva uno sguardo sorpreso e
ironico allo stesso tempo, mentre rimescolava il caffè che
aveva in
mano senza guardarci.
Più
di tutto era un amico di famiglia da quando lui era piccolo e gli
doveva la maggior parte delle fatiche se era giunto fino a
lì già a
ventiquattro anni.
“Quello
dove l'hai trovato?” chiese con indifferenza, anzi malcelata
indifferenza, perché si capiva alla perfezione che fosse
già
soddisfatto e sorpreso positivamente...poi, era gay, insomma ci
sguazzava dentro a quell'ambiente...di bei ragazzi ne passavano
costantemente ma aveva già capito che anche Jake non gli
facesse
schifo.
“Niente
male eh?” sorrise, con una leggera presa per il culo,
guardandolo,
abbassando lo sguardo su di lui...l'altezza era quella che era,
c'erano quasi dodici centimetri di differenza da entrambi.
“Porca
vacca, me ne porti uno così e non mi dici niente?”
“Non
sapevo che avrebbe accettato”
“Cristo!
Dimmi che non è di quelli dei 'visi poco
conosciuti'”
“Sì
lo è...”
“Azzz....dannazione!
Lo convertiamo? Magari si diverte e decide di farlo a vita”
Rise
dandogli una gomitata, costringendo l'altro a trattenere con entrambe
le mani il caffè per non farlo finire a terra.
“Stan,
calma gli ormoni per favore..poi non credo che lo
farà”
“Uff...che
pezzo di figo davvero! Che servizio gli fai fare?”
“L'uno”
“Stai
scherzando vero? Il più sobrio e inutile di tutti! Tu non
sei
normale, non capisci niente...” fece con fare risoluto,
alzando gli
occhi al cielo, ma lo ignorò sapendo che l'avrebbe detto.
“Lo
so che avresti voluto che gli avessi fatto fare il tre, ma non mi
sembra il caso”
“Oh
perché no? Questa mattina è arrivata la nuova
collezione di intimo,
boxer e canottiere...con un fisico così avresti potuto
testarli”
Gli
scappò una risata, sia per il tono con cui lo disse che per
l'ulteriore occhiata che gli aveva lanciato.
“Stan,
smettila di guardarlo oppure se ne và che non ho ancora
concluso
niente, poi falli testare ai tuoi ragazzi al piano di sopra...ne
saranno contenti” lo prese per il culo apposta, sapendo che
comunque qualcuno della sua stessa sponda c'era tra i modelli che
lavoravano fissi in quegli studi.
“Sese...che
guastafeste che sei...comunque non me lo perdo..quanti giorni
viene?”
“Due”
“Non
capisci ancora niente” fu il commento ultimo.
Continuò
a ignorarlo, pensando dentro di sé che, invece, non
sarebbero stati
solo due, ma che nessun altro avrebbe dovuto saperlo.
Dopo
due prove, Naomi era rimasta soddisfatta dei vestiti che mi aveva
dato e anch'io mi ci ero ritrovato dentro come se fossi andato in un
negozio per comprarli...almeno mi sentivo a mio agio, non mi avevano
fatto indossare nulla di quello che uno avrebbe potuto pensare
riguardo a un servizio fotografico.
Che
poi non sapevo ancora che fine avrebbero fatto quelle foto...dovevo
informarmi, soprattutto per evitare che qualcun altro che mi
conosceva, comprasse quella rivista e mi vedesse senza che io lo
sapessi in precedenza.
Quando
uscimmo dal camerino la seguii per i corridoi mentre stava
continuando a spiegarmi come comportarmi una volta nello studio.
“Ci
sono dei tempi, quindi non possiamo perderne molto, comunque visto
che tu sei uno di quelli che non lo fa come lavoro, abbiamo un
margine di spazio più lungo, altrimenti viene tutto uno
schifo. Ti
spiegherà tutto Heath, comunque, e dovrebbe esserci anche
Stan con
lui perciò non preoccuparti sanno quello che fanno...poi mi
sembri
uno disinvolto, che non si fa molti problemi..” disse tutto
da sola
e non aspettò neanche la mia risposta.
Avevo
già capito che in quell'ambiente, nessuno stava a perdersi
molto in
convenevoli ed erano sempre tremendamente di fretta.
“Eccoci
arrivati...” aprì un'altra porta e dal corridoio
vuoto e quasi
silenzioso che avevamo percorso fino a quel momento, venni immerso in
una sala decisamente grande, piena di persone, rumori,
chiacchiericcio e molti macchinari, o perlomeno molte macchine
fotografiche di varie dimensioni, fari delle luci, pannelli per le
ombre, sia colorati che bianchi o neri, cavi, gente che continuava a
spostarsi avanti e indietro e un altro bancone sul fondo con degli
specchi davanti, dove c'erano alcune ragazze che stavano venendo
truccate e pettinate dai make-up artists.
Una
cosa così l'avevo sempre e solo vista in televisione, mai
dal vivo
e, in un primo momento, mi bloccai, sorpreso guardandomi attorno.
Wow.
Era davvero affascinante come posto e come ambiente, non era niente
male.
Notai
che Naomi si era già spostata di nuovo e mi sbrigai a
seguirla,
avevo già capito che nessuno amava perdere tempo, anche se
lei non
me l'avesse fatto presente.
In
mano aveva degli altri vestiti che si era portata dietro e che avevo
provato pochi minuti prima perché durante il servizio mi
sarei
dovuto cambiare, quindi mi avrebbe comunque assistito per fare prima.
Ci
avvicinammo ad alcune persone, poco distanti dal pannello principale,
davanti al quale erano posizionate una serie di macchine fotografiche
di diversa grandezza e poste ad altezze diverse, compresa anche una
fotocamera che non sapevo a cosa sarebbe servita.
Vidi
Heath che stava parlando con un altro uomo, più basso di
lui, ma
vestito molto elegante e continuai a guardarlo fino a che Naomi
occupò la mia attenzione.
“Cinque
minuti...stanno finendo di sistemare le luci, poi fai solo quello che
ti dirà Heath”
Annuii,
seguendo di nuovo con lo sguardo i suoi movimenti e ritrovandomi a
pensare che era affascinante il suo modo di lavorare, ancora di
più
adesso che potevo vederlo realmente sul campo.
Si
vedeva che ci sapeva fare e arrivato a quel punto mi resi conto di
essere molto più euforico verso la cosa e di volerlo fare
sul serio.
Un
addetto a quella che poteva essere la scenografia, nonostante ci
fosse solo un pannello bianco, camminò fino al fondo e
sistemò uno
sgabello al centro, spostandolo qualche volta, seguendo le
indicazioni dell'uomo che fino a un momento prima aveva parlato con
Heath, e lo lasciò quando trovò la posizione
voluta.
Heath
invece terminò di sistemare la macchina fotografica su cui
era stato
chinato fino a quel momento e si spostò per venire verso di
me.
“Ehi...tutto
bene?”
“Sì,
grazie”
“Ottimo,
i vestiti ti vanno alla perfezione...tra due minuti cominciamo..oggi
non ti faccio fare niente di complicato, qualche scatto interno, ti
siedi lì poi ti dico io come muoverti, poi ne facciamo uno
esterno
ma non ci metteremo niente...”
“Ok..”
“Per
problemi o qualcosa che non ti va bene, dillo ok? Non preoccuparti di
niente”
Annuii
di nuovo ma continuava a piacermi sempre di più quella
situazione.
“Heath?!
Siamo pronti!” gli urlò un uomo dall'altro lato
della sala e lui
gli fece un cenno d'assenso per poi tornare a girarsi verso di me.
“Vieni...”
mi prese un istante per il braccio, facendomi muovere, poi me lo
lasciò indicandomi di nuovo lo sgabello, spostandosi verso
la
postazione precedente, l'altro uomo accanto a lui mi stava fissando
con le braccia incrociate.
Non
sembrava un fotografo, aveva più dello stilista e magari lo
era
anche, ma Heath non lo spostò da lì, quindi
doveva essere uno
interessato a quel lavoro.
“Abbassatemi
quelle luci...grazie” lo sentii, mentre parlò con
alcuni addetti
che stavano utilizzando rampe sospese per rimanere vicino ai fari e
posizionarli, mentre mi sedetti, sedendomi in leggera ansia ma che
era contenibile.
Anzi,
mi stavo rendendo conto che non era molto diverso che essere su un
palco, i riflettori e le luci erano gli stessi, di fronte avevo un
'pubblico', il pannello dietro poteva essere la scenografia, quella
sobria e classica di tutti i teatri nonostante fosse bianca e non
nera -dettaglio tralasciabile-, e ai lati era come avere le quinte.
Mi
rilassò quel pensiero, improvvisamente capii che avrei
saputo
perfettamente come comportarmi. Seguire delle dritte era come avere
tra le mani il copione con una storia, l'unica differenza era che, in
quel momento, non avrei dovuto muovermi tra uno scatto e l'altro.
Non
sarebbe stato difficile.
Non
mi sentivo più in imbarazzo da tempo ad avere della gente
davanti
che mi fissava, era una routine ormai e comunque avrei dovuto sempre
più farci l'abitudine visto il mio lavoro. Anche in quel
caso mi
estraniai dal resto, focalizzandomi solo su Heath e su quello che mi
avrebbe detto.
La
luce calò di poco, anche il faro che avevo di fronte si
abbassò
evitando di farmi mantenere le palpebre socchiuse per via della luce
in faccia. La gente attorno però continuava a muoversi e a
parlare,
infatti la confusione non diminuì. Anche ovvio, visto che
per delle
foto non sarebbe servito il silenzio come durante uno spettacolo
teatrale.
“Ok
ci siamo...” mi riscossi sentendo di nuovo la voce di Heath,
che
poi si girò verso di me.
“Allora,
stai rilassato...” annuii “...appoggia i piedi sul
sostegno, mano
sinistra sulla coscia, la destra sotto al collo, un po' dentro alla
maglia...guarda qui direttamente, serio...” (1)
Lo
feci. Non mi sembrava neanche di stare facendo qualcosa di 'diverso',
perché non lo era, non mi sentivo un'idiota e nemmeno
incerto su
come farlo. Sapevo esattamente come rendere certe espressioni o
posizioni, in quel caso dovevo solo mantenerle.
Sentii
lo scatto, poi un altro e il flash ripetuto. Non sbattei le palpebre.
Alzò
lo sguardo un istante, guardandomi in maniera strana, poi mi
sembrò
di vederlo fare un sorrisino compiaciuto e tornò
sull'obbiettivo.
“Perfetto...ora
sempre uguale, ma rilassa il sinistro e mano destra sulla nuca, il
resto come vuoi...” (2)
Non
me ne resi conto ma mentre andavamo avanti attorno a noi, era calato
un po' di silenzio, c'era molto meno casino di prima e alcuni si
erano fermati nei loro movimenti cominciando ad osservarci.
Ma,
come sempre, la mia forza di immedesimazione dal resto, aveva il
sopravvento in quei casi, non mi fregava di altro se non di quello
che avevo davanti.
“Ook..”
aumentò un po' la vocale con una cantilena, quando sentii
anche
l'ultimo scatto “...ora inclinati un po' a destra, puoi
appoggiare
il piede a terra se ti riesce meglio, braccio destro rilassato, la
mano sinistra invece riportala sulla coscia..” eseguii
“..ah
sorridi” (3)
Si
sollevò dall'obbiettivo dopo quegli ulteriori scatti con un
brivido
lungo la schiena e una leggera pelle d'oca che gli stava rizzando i
peli sulle braccia. Non erano di freddo o di paura, ma di totale
eccitazione ed euforia.
Spostò
lo sguardo un istante verso Stan, che ora aveva la mascella quasi al
pavimento e gli occhi che facevano fatica a rimanere al loro posto.
“Ma
chi cazzo eh? Dove diamine l'hai trovato si può
sapere?” sussurrò
“Sicuro che non lo faccia sul serio questo lavoro?”
“Sì
sicuro..”
“Perfetto...resisti,
ancora due...”
Mi
venne l'intenzione di aggrottare le sopracciglia a quella frase, ma
non lo feci perché stava ancora scattando. Pensava che fossi
già
stanco? Non mi sembrava nemmeno che il tempo passasse e mentre
premeva sul pulsante, non riuscivo a evitare di pensare al fatto che
le foto me le stesse facendo lui.
“Ok,
appoggia entrambe le mani sulle gambe, guarda alla tua destra e
continua a sorridere” (4)
Altri
scatti e una pausa quando cambiò rullino.
“Adesso
invece, sempre le braccia dove sono, ma guarda un po' verso l'alto,
non troppo...sorridi ancora” (5)
Si
alzò dalla posizione chinata che aveva preso, e dopo
l'ulteriore
flash, spostò la macchina da davanti al viso e notai il
leggero
sguardo sorpreso ma anche soddisfatto.
“Complimenti,
stai andando benissimo”
“Grazie”
Fece
un mezzo sorriso, guardando in basso verso la macchina fotografica
poi l'uomo accanto lo fece abbassare per sussurrargli qualcosa
all'orecchio e Heath annuì, con il conseguente spostamento
dell'altro.
“Ok,
girati completamente di fianco adesso, i piedi però sul
secondo
appoggio, braccio destro come vuoi, gomito sinistro sulla gamba e
usala per sostenerti la testa con la mano, mantienila dritta
però..” (6)
Annuii,
voltandomi, cercando di ricordarmi tutto quello che mi aveva detto e
notando che nello sgabello c'era un appoggiò un
più, verso l'alto,
rispetto a quello classico subito vicino a terra.
“Ah
già..torna serio”
Quando
concluse, mi sorrise annuendo mentre l'altro uomo era tornato e
applaudì un secondo, zittito da Heath con alzata di occhi al
cielo e
un successivo sguardo scettico.
Trattenni
una risata poi aspettai entrambi visto che si mossero verso di me.
“Scusalo,
a volte si esalta”
Scossi
la testa divertito ma l'altro mi allungò subito la mano con
fare
terribilmente euforico e un sorriso che gli prendeva tutta la faccia.
“Piacere
Stanley Tucci!” mi disse di getto e ci rimasi un secondo, poi
gli
presi la mano stringendola.
“Piacere
mio Jake Gyllenhaal”
“Complimenti!
Sei stato grande! Davvero non hai mai fatto niente di questo genere
prima?” mi chiese.
“Sì
davvero”
Rimase
un istante a bocca aperta e Heath soffiò, liquidandolo e
tornando a
me, evitando di farlo parlare ancora.
“Vieni
con me..facciamo l'ultimo, mentre sistemo fuori vai da Naomi per
cambiarti, sa lei quello che devi metterti. Però ha ragione
sei
andato molto bene” sorrise.
Ricambiai
“Grazie”
“Tu
proprio non ce la potevi fare a trattenerti eh?”
“Ma
che vuoi? Gli ho solo detto il nome! Non gli ho mica fatto presente
che è un figo mortale, con un sorriso che per poco mi fa
venire un
infarto e due occhi che guarderei a vita eh?”
“Sei
un caso perso ormai, posso dirtelo?”
“Potrò
anche esserlo, ma uno così non l'ho mai visto prima e hai
notato che
diavolo di sicurezza e naturalezza aveva? Come fa uno che non ha mai
fatto dei servizi così a beccare tutte le posizioni al primo
colpo,
mantenerle e persino rendere le espressioni rilassate ma efficaci
senza sembrare un'idiota?”
“Non
lo so, ma te l'ho sempre detto che ho occhio. Quando l'ho visto ho
capito che non era uno qualunque anche se non l'aveva mai fatto e il
risultato è notevole...sembra che sappia perfettamente come
recitare”
“Già..di
certo non è spaventato dal pubblico e non si lascia
intimidire
facilmente...” fece con tono pensieroso
“...dobbiamo tenercelo
sai? Costringilo a tornare più di due volte, non possiamo
perderci
uno così. Guarda che se lo facciamo lavorare sul serio, ce
lo
litigheremo per riuscire a non farcelo rubare”
Rise
“Non preoccuparti...ho già in mente un'idea...e
comunque non
voglio obbligarlo a farlo se non lo vuole come lavoro..però,
sul
fatto che non me lo lascerò sfuggire questo è
poco ma sicuro”
Stan
lo guardò male, aggrottando le sopracciglia “Cosa
vorresti
insinuare?”
“Niente...adesso
stà zitto e fammi lavorare”
L'assistente
gli fece una smorfia che lui non vide, facendogli anche il verso in
maniera silenziosa come presa per il culo, poi alzò lo
sguardo verso
l'alto notandolo di nuovo, dopo essersi cambiato.
Mollò
una pacca sulla schiena a Heath costringendolo a rialzarsi.
“Ahi!
Ma sei scemo?”
Non
trovò risposta, se non uno sguardo perso, la bocca aperta e
un dito
che indicava verso il fondo.
Seguì
quella traiettoria e, ovviamente, lo rivide, rimanendoci
però a sua
volta.
Si
era cambiato con solo una canottiera bianca stretta, i jeans scuri a
vita bassa e l'elastico dei boxer in vita visibile, tra i due
indumenti, come avrebbe dovuto essere.
Sentì
come se il fiato perdesse la possibilità di fluire in
maniera
solita, fino ai polmoni. Deglutì a fatica solo trovando la
gola
secca e lo sguardo leggermente spalancato a sua volta.
Anche
Stan deglutì a vuoto “Forse è meglio
che me ne vada...se mi butto
lì in mezzo, finisce male” disse con una voce roca
e anche
leggermente acuta, sussurrata, ma la frase fece riscuotere Heath che
lo guardò sarcastico.
“Ecco
sì grazie, così eviti di interrompermi”
Però
non aveva tutti i torti. Stava facendo molta fatica a togliergli gli
occhi di dosso. Poi adesso che anche le braccia erano visibili
completamente, non poté far altro che constatare che fosse
fatto
decisamente bene fisicamente e aveva dei gran bei muscoli.
“Ok..Jake?
Vieni pure...siediti su quella staccionata, ne facciamo alcune poi
per oggi abbiamo finito...mettiti come vuoi, l'unica cosa è
che mi
devi rimanere serio” (7)
Lui
annuì sistemandosi come da indicazioni ma sentì
un'altra gomitata
da Stan che si inclinò verso di lui sussurrando tra i denti.
“Se
continui a farlo rimanere serio, io ci rimango secco”
“Ma
sei ancora qui?”
“Ok
vadovado!”
Sorrise
tra sé e sé, tornando all'obbiettivo e
inquadrando quel soggetto
che l'aveva colpito da subito e che ora non faceva altro che
passargli per la testa.
Sospirò
silenziosamente per terminare l'affollamento di pensieri che lo
stavano intasando solo a guardarlo e tornò alla
professionalità,
cercando di convincersi che fosse un 'modello' come un altro.
Ma
non lo era.
E
ormai gli era inevitabile crederlo.
“Perfetto!
Per oggi è l'ultimo! Ancora complimenti Jake sei andato
benissimo!”
mi venne vicino mentre scesi dalla staccionata, scuotendo la testa
per minimizzare e fargli un mezzo sorriso.
“Mi
fa piacere che non ti abbia deluso”
“No
anzi, assolutamente...sembra che tu lo faccia da sempre”
Sorrisi
di nuovo “Quindi quand'è la prossima
volta?”
“Tra
due giorni. Domani non posso perché ho un altro servizio,
stesso
orario”
“Ok
d'accordo” feci per tornare da Naomi che mi aveva detto
esplicitamente di andare sempre da lei dopo ogni termine, ma vidi
Heath indugiare e dopo un secondo mi fermò per il braccio,
guardandomi incerto.
“Sei
impegnato adesso?”
“No
perché?”
“Ti
va un caffè? Offro io”
Mi
sorprese ma non riuscii a rifiutare “Sì,
volentieri”
Ci
sistemammo al tavolino di un bar poco distante dagli studi, due tazze
ci caffè fumante, allungato il mio -non riuscivo a reggere
la
caffeina dopo le quattro di pomeriggio-, l'altro normale davanti e
una sigaretta appena accesa per entrambi.
Heath
non poteva stare fuori molto, mi aveva spiegato che il tempo poteva
gestirselo come gli pareva ma in quelle determinate ore doveva
comunque finire tutto quello che si era programmato nella giornata
per non sforare con gli impegni e, soprattutto, per non far incazzare
le persone che chiamavano sotto appuntamento per i servizi.
Diedi
un primo tiro, ripassandogli l'accendino che mi aveva prestato, dopo
aver scoperto che il mio l'avevo lasciato nell'altro zaino, quello
che usavo per le lezioni, ed era dalla mattina che non ne avevo
fumata una. Il bisogno di nicotina in quel momento era alto.
“Toglimi
una curiosità....” cominciai, perché
quel dubbio volevo
risolvermelo.
“Spara”
“Perché
ve ne state dentro a un edificio che da fuori sembra cada a
pezzi?”
Rise
annuendo, come se se lo fosse aspettato e, dannazione a me, ma era
inutile, continuavo a pensare che fosse davvero bello e mi piaceva
anche la sua risata.
“Ti
sembrerà scontata la risposta ma è per non dare
nell'occhio e per
togliere di torno i curiosi o chiunque voglia rompere le
palle”
“Ma
non potreste semplicemente trovare qualcosa in periferia?”
“Vero,
ma non sarebbe la stessa cosa...poi quell'edificio era un vecchio
studio fotografico una volta...ci sono alcuni dei nostri lavoratori
più anziani, che vengono più per dare un'occhiata
che altro, che
hanno sempre lavorato lì dentro. Ci dispiaceva andarcene,
sia a noi
delle nuove generazioni che agli altri”
Annuii,
alzando le sopracciglia in assenso “Beh di certo,
l'obbiettivo del
tenervi nascosti lo raggiungete di sicuro”
Fece
uno sguardo ovvio “Infatti” poi prese un altro
tiro, lasciando la
cenere a terra, guardandomi come se mi volesse scrutare.
“Cosa?”
Alzò
le spalle “Toglimi tu una curiosità e dimmi la
verità però...”
lo guardai con mezza sfida, aprendo le braccia in maniera eloquente,
facendogli capire che poteva andare avanti a chiedermelo.
“Tu
non sei 'uno qualunque', e non lo dico come aspetto
negativo...insomma, non sono ancora uno dei fotografi più
esperti di
questo mondo, è quello a cui aspiro ma...da quando ho
cominciato non
ho mai incontrato qualcuno che alla prima esperienza sapesse
lasciarsi andare così bene come hai fatto tu ed essere
convincente
allo stesso tempo.
Non
puoi rendertene conto perché non eri tu quello dietro
all'obbiettivo, ma se ti fossi visto come ti stavo vedendo io
capiresti cosa intendo. Mi hai sorpreso davvero, non avrei mai
pensato che saresti andato così bene, subito.
Con
gli altri è stato diverso, ci abbiamo messo un'ora solo per
convincerli ad assumere un atteggiamento naturale, invece tu sembrava
che sapessi esattamente come creare
le
espressioni inviando comunque emozioni. Per farti un'idea non avevo
mai potuto prima dare carta bianca a chi avevo davanti dicendogli di
mettere un braccio o fare una posizione, come volevano, così
come
l'espressione che pareva a loro...non sarebbe stato possibile
perché
non avrebbero saputo farlo. Solo i modelli che lavorano da quando
sono piccoli ne sono in grado ma perché lo studiano...o mi
hai
fottuto per bene e mi hai fatto credere di non essere quello che dici
di essere oppure potrei aver trovato la mia gallina dalle uova
d'oro”
disse con ironia e risi, spostando un istante lo sguardo di lato, poi
passandomi la lingua sulle labbra.
Perché
più lo guardavo e più parlavamo, più
mi veniva voglia di
continuare a farlo? Dopo quel caffè mi sarebbe piaciuto
rientrare
negli studi e rimettermi a posare per lui.
“Nessuna
delle due” dissi sornione e lui fece un sorrisino beffardo ma
divertito allo stesso tempo, socchiudendo lo sguardo.
“Allora
sei dannatamente bravo”
“Sono
un attore” lo spiazzai.
Infatti
sgranò lo sguardo, cercando di trattenersi, ma perse anche
il
sorriso in un'espressione sorpresa.
“Di
teatro, studio recitazione ma è da quando sono piccolo che
faccio
spettacoli teatrali, di tutti i tipi, mia sorella è attrice
anche
lei e i miei si sono conosciuti durante una rappresentazione
drammatica. Ora mia madre scrive sceneggiature e mio padre le
produce...” risi, notando il suo sguardo stupito ma anche
incredulo. Forse era l'ultima cosa che si aspettava.
“...doveva
essere destino, a quanto pare, che anch'io prendessi questa
strada”
conclusi.
Quando
ebbe incamerato l'informazione, scosse la testa con fare rivelante ma
anche incredulo, poi sorrise solo con un lato delle labbra, in un'
espressione divertita.
“Adesso
si spiega tutto. Cazzo, sembrava che l'avessi fatto da
sempre!”
“Beh
non proprio, non così almeno....ma sono abituato a stare
sotto ai
riflettori, davanti a della gente e a immedesimarmi in qualsiasi
circostanza...altrimenti non farei quello che faccio”
“Per
fortuna che ti ho trovato, allora”
Ci
guardammo un lungo istante. Quello che avevo sentito dopo che l'aveva
detta era stato simile alle sensazioni provate in camerino dopo le
due frasi ambigue. Non capivo perché mi stesse succedendo di
fretta
e così improvvisamente, era solo la seconda volta che lo
vedevo e la
prima in cui avevo cominciato a parlarci decentemente, non mi
sembrava possibile che stessi provando un certo interesse verso
quella situazione.
O
verso di lui?
“Ah
già, tanto per la cronaca, su che giornali
finirò? Almeno arrivo
preparato...”
Rise
“Penso GQ, al momento stiamo lavorando per quello...io almeno
sto
lavorando per quello, con Stan e un altro che oggi non
c'era...”
Fui
io a spalancare gli occhi in quel momento “Che
cosa?!”
“Cosa
c'è di male? E' uno dei giornali più
conosciuti!”
“Appunto!”
Oddio!
Avevo pensato a qualcosa di infimo, minore, piccolo, di poca
importanza, che sarebbe passato inosservato! Ma GQ?!!!
Oh
cristo!
“Perché
ti preoccupi? Di sicuro non sfigurerai, non le ho ancora viste ma
sono certo che le foto saranno venute molto bene, poi mancano quelle
decisive, quindi è ancora tutto da finire”
“Sì
ma...”
“Tanto
ti ci abituerai visto che sei un attore. Dopo sarà
all'ordine del
giorno per te questa vita!”
Non
aveva tutti i torti e lo sapevo anch'io, ma non capii perché
mi
sembrò di notare uno strano scintillio nel suo sguardo come
se fosse
giunto a una rivelazione propria.
Annuii,
sospirando e decidendomi a bere il caffè prima che si
congelasse.
“Tanto
ormai, è fatta...non posso tirarmi indietro adesso
vero?”
“Assolutamente
no!”
“Ehi
eccoti! Si può sapere dove sei finito ieri? Downey ha fatto
una
paternale lunga sempre a me,
sul fatto che non c'eri tu!
Mi devi un favore”
“'Giorno
Den” dissi con ironia, guardandolo allo stesso modo, appena
ci
incrociammo davanti al teatro -sì tenevamo le lezioni dentro
a un
vecchio teatro in disuso dove ci avevano costruito anche varie aule-,
e lui si appropriò del mio braccio stringendomi contro di
sé.
“Sese,
non fare tanto lo spiritoso, non passa con me! Lo so io
dov'eri!”
“E
dove sarei stato sentiamo?”
“A
quel servizio fotografico! Si vedeva che non eri completamente
convinto di non
volerci
andare”
Azz...ma
perché le beccava sempre tutte?
Sospirai.
Ormai non aveva senso tenerglielo nascosto, poi a lui non dicevo mai
bugie, non sarebbe servito. Ci conoscevamo da quando avevamo quattro
anni, capiva perfettamente quando cercavo di 'imbrogliarlo'.
“Ok
sì, ci sono stato, ma non per quello che pensi tu!”
Rimase
a bocca aperta bloccandosi nel bel mezzo del marciapiedi e
costringendo a fare lo stesso anche a me.
“Oddio!
Ci sei andato davvero?!”
“Sì,
ti ho detto!”
“Ma
io pensavo che mi rispondessi di no!”
“Ma
se sei stato tu a dire che lo sapevi già!”
“Sì
ma....oh fuck! E com'è andata?”
Risi
dopo che aveva già cambiato atteggiamento ed espressione,
aprendosi
in una sconcertata ma curiosa allo stesso tempo.
“Bene,
non è stato niente di così complicato e comunque
mi danno dei
soldi, è per quello che ci sono andato...”
Bugiabugiabugia...
Ma
il mio subconscio sapevo ancora ingannarlo.
“Davvero?
E quanto?”
“2500$
a volta”
Questa
volta divenne un tutt'uno con la bocca aperta
“2-2-2...” gli
diedi una pacca sul petto “2500$
a volta?!!!”
si riprese e alzai gli occhi al cielo.
“Sì
esatto”
“Ma
guarda te questo! Non mi dice niente, mi tiene nascosto che gli
offrono dei soldi per far vedere quanto figo è, e che ci va
pure
solo per quello?” risi, riprendendo a camminare dopo essermi
staccato dalla sua presa “Andiamo!”
“Senti
è la verità...poi sì mi sono anche
divertito, non è stato nulla
di devastante e devo solo tornarci domani, dopo ho finito. La
faccenda si chiude qui e io ho cinquemila bigliettoni in tasca senza
aver mosso un muscolo” rincarai apposta guardandolo, visto
che mi
aveva aggiunto aumentando il passo.
“Sei
un bastardo...cattivo per di più”
Gli
passai un braccio attorno alle spalle e cercai di addolcirlo anche se
rimase sulle sue.
“Cosa
avrei dovuto fare, me lo dici? Poi sei stato tu alla fine che avevi
quasi insistito perché ci andassi!”
“Sì
ma, non credevo che l'avresti fatto.....ma visto che l'hai fatto
potevi dirmelo e potevi portarmi con te, così magari
qualcuno
avrebbe potuto notarmi e si sarebbe reso conto di ciò che si
stava
perdendo”
Risi
di nuovo, scuotendo la testa, cominciando a salire i gradini che
portavano all'entrata del teatro.
“Non
posso venire con te domani?”
“No
mi dispiace, bisogna avere un invito o un autorizzazione...come io
avevo quel biglietto da visita”
“Uff...che
palle! Io mi sorbisco ore di prove inutili e lui va a fare il
modello, prendendo soldi! Già mi sembra giusto”
“Oh
dai, piantala di fare la vittima, come se l'avessi fatto apposta! Me
lo rinfaccerai a vita?”
Mi
guardò finalmente, facendo un mezzo sorriso, poi scuotendo
la testa.
“Ok
no, ma voglio vedere le foto”
“Sì
d'accordo e...”
“Gyllenhaal!”
quella chiamata bloccò entrambi sulle scale anche se il
cognome era
solo il mio.
Bene,
adesso mi sbrana.
“Adesso
te la vedi tu con lui! Buona fortuna” mi disse Hayden
sottovoce
prima di continuare la salita fino alla salvezza che rappresentava il
portone principale e gli imprecai contro per avermi lasciato da solo.
Ma
aveva ragione, il giorno prima mi aveva parato il culo ora dovevo
cavarmela da solo.
Mi
girai, come se stessi per affrontare il patibolo e mi trovai davanti
il prof Downey, che stava salendo le scale, con un'espressione mezza
ironica e mezza sorniona.
Uhh
era pure venuto in Mercedes, allora forse era uno dei giorni buoni e
non si sarebbe incazzato. Era quando prendeva la BMW della moglie che
voleva dire che si era alzato con il piede sbagliato.
“'Giorno
prof” dissi con disinvoltura cercando di non far trasparire
niente.
“Sìsì,
mi risparmi i convenevoli...” mi era già di fianco
e fui costretto
a riprendere a camminare perché lui non si fermò
“...ora sarebbe
così gentile da dirmi che fine ha fatto ieri, quando c'era
uno dei
suoi corsi, a detta sua, 'preferiti' fino alle cinque? Ha trovato di
meglio da fare?”
“Ehm...beh
ecco...” cazzo,
e adesso che gli dico? “No
vede, mia madre è stata male e sono dovuto andare da lei
perché non
c'era nessuno in casa” inventai. Poveretta mia madre, era
sempre
quella che finiva nelle mie scuse quando dovevo crearne alcune e non
avevo la più pallida idea di cosa dire.
Almeno
però giocava a mio favore il fatto che fossi un attore,
quindi ero
convincente quando le dicevo, ma anche lui lo era e non ero sicuro
che se le bevesse tutte le volte.
Si
fermò quando arrivammo sul pianerottolo principale e mi
guardò
seriamente, cosa che mi fece abbassare lo sguardo.
“Jake,
lo sai che sei il mio allievo più brillante, non solo della
tua
classe, ma anche di quelle più avanti di voi” oh
cazzo, quando mi
dava del tu, la metteva sul sentimentale per farmi sentire in colpa
“...ho riposto delle grandi aspettative in te e sono sicuro
che
farai strada perché hai talento ma non è saltando
le lezioni che
puoi pensare di arrivare in alto. E' vero che sai già
benissimo come
muoverti, in qualsiasi tipo di genere, sai improvvisare, te lo
concedo, e non è una capacità che molti hanno
innata ma questo non
vuol dire che hai già finito di imparare”
Sospirai
dentro di me. Perché anche la predica di prima mattina?
Il
problema era che, non mi sentivo in colpa, anzi non vedevo l'ora che
venisse il giorno dopo. Non tanto per il servizio in sé, ma per
rivedere Heath.
Almeno
non avrei avuto i corsi oppure Downey mi avrebbe bocciato di sicuro
per ripicca. Senza neanche stare a considerare che fossi il suo
preferito.
“Lo
so...”
“Bene,
quindi se lo sai, vedi di ricordartelo anche quando ti sembra di
avere qualcosa di meglio da fare! E ora in classe, forza”
Annuii,
alzando gli occhi al cielo solo quando l'ebbi superato, in modo che
non mi vedesse.
Forse
avrei fatto meglio a dirgli la verità, magari sarebbe stato
contento
di sapere che avessi già avuto la mia prima esperienza
fotografica e
non era cosa da tutti.
*
il riferimento a Annie è a Annie Leibovitz, secondo me una
delle
migliori fotografe donne esistenti nonché la mia preferita =)
°°°°°°
Bene
Girls!
Come
avrete capito, uno dei motivi per cui è nata questa storia
è stata
appunto per le foto.
Infatti
quel servizio in GQ in particolare mi è sempre piaciuto un
sacco,
alcune ne mancano le vedrete nel prossimo capitolo, però ho
potuto
finalmente sfruttare un modo per utilizzarle e farmi ispirare da
esse. Pensare poi che gliel'abbia fatte Heath....beh sapete
perchè
l'ho scritta xD
Stanley
Tucci non c'entra niente con dei film di Heath e Jake, però
mi
esaltava utilizzarlo pensandolo nella sua interpretazione del
'Diavolo Veste Prada', infatti la sua caratterizzazione viene da
questo film.
Naomi
è la Watts, ma nell'album sulla page di FB, trovate
tranquillamente
le foto ^.-
Il
prossimo, che è l'ultimo, arriverà tra
martedì e mercoledì ^^
Delilah:
uhhh grazie infinite, mi fa molto piacere trovarti anche qui!
Tranquilla, io Sienna non la sopporto e non l'ho mai sopportata,
infatti non le ho fatto fare una gran parte, era solo per utilizzare
qualcun altro rispetto ai soliti che uso xD Spero tu gradisca anche
questo chap xD kisssss
Diana:
uhhh tataaaaa...ti ripeto non hai ancora letto niente di veramente
'strano' =P...motivo in più per cui sto tenendo Wanna Play e
Prisoner's Mind per ultime, ma tant'è...ihihih lo so, ho
fatto
apposta a fare Heath così, ma in questo si capisce un po' di
più,
no?...però tutte le rivelazioni nell'ultimo ^^ kisssoni e
sempre
grazie infinite <3
Miss
Fefy: ahahaha sì sono d'accordo con te su
quello che hai scritto!
Sono molto contenta che ti piaccia anche questa xDD grazieeeeee baci
=*
Aya_Black:
Grazieee mi fa molto piacere! Kisssss xD
Serah:
ehhh infatti ha ragione Jake! Era ora che la vedessi =P.....uhuhuh no
scherzo dai però io voglio sempre saperle le tue opinioni
^.-
bacioniii enormi
Grazie
a tutti i lettori e chi ha cominciato a seguire e ha già
aggiunto
tra i preferiti e le seguite!
Aggiornata
anche Obsessive Drug xD
Kisss
Leia
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