Amore (in)condizionato

di bianchimarsi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questione di punti di vista ***
Capitolo 2: *** Strade diverse ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- La svolta ***



Capitolo 1
*** Questione di punti di vista ***


AMORE (in)CONDIZIONATO

 

Questione di punti di vista

 

 

No, you don’t know what it’s like

When nothing feels al right

You don’t know what it’s like to be like me…

Welcome to my life – Simple Plan

 

 

-Alla fine hai ceduto.

-Sì.

-Se pensi di poter continuare così te ne pentirai. Lo ami.

-Non me ne pentirò, lo so. È la cosa giusta da fare.

-Ingannarlo? È questa la cosa giusta?

-Sì.

-Prima prova a dirglielo.

-No. Una volta che glielo avrò detto, mi tratterà come tutte le altre. È l’unico modo, per adesso.

-Ne sei sicura?

-Sì.

La ragazza si alzò, una piccola boccetta colma di un liquido carminio stretta in pugno. Una lacrima cadde calda dai suoi occhi e scivolò fino al collo, scomparendo nel maglione. La asciugò, alzò lo sguardo e si incamminò decisa verso la Sala Grande.

 

 

-Non puoi volerlo fare.

-Invece è proprio quello che farò.

-Quando lo scoprirà non vorrà mai più guardarti in faccia. Perderai tutte le possibilità con lei.

-Non importa.

-Rimpiangeresti quei pochi giorni e sbaglieresti di nuovo. Le mentiresti ancora.

-No. Mi farò bastare il tempo che ho a disposizione.

-Devi provare prima a dirle quello che provi veramente.

-Non mi crederebbe mai. Lo sai.

Il ragazzo si strofinò stanco gli occhi e si alzò, dando le spalle all’amico. Dal cassetto nel comodino trasse una minuscola boccetta. Rossa.

Non si voltò, per non fare vedere la minuscola lacrima che gli era scivolata furtiva su una guancia. Sbatté la porta alle sue spalle e se ne andò.

-James, non lo fare!- Gridò Remus, anche se ormai l’amico non poteva ascoltarlo.

 

 


 

Angolo Autrice

Allora, innanzitutto buongiorno a tutti voi povere anime sole che siete arrivate fino a questo punto. Complimenti davvero per il coraggio.

Complimenti anche al mio coraggio e alla mia faccia tosta per essermi definita “autrice”.

Questo è il primo capitolo di questa nuova fanfic (un applauso a chi c’era già arrivato), della quale ho già la trama ben impressa nella mente (un altro applauso anche a me per cortesia). Dovrei (e sottolineerei il dovrei) farcela ad aggiornare regolarmente, scuola permettendo.

Come avrete già capito (o forse no?) è una James\Lily. Piuttosto diversa dalle classiche a dire la verità, ma spero vi piaccia comunque.

 

Bianchimarsi

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Capitolo 2
*** Strade diverse ***


STRADE DIVERSE

 

Due strade trovai nel bosco e scelsi quella meno battuta

ed è per questo che sono diverso.

L’attimo Fuggente

 

James Potter non era un qualunque ragazzo inglese.

Innanzitutto era un mago. E, dato non trascurabile, era il più desiderato e ammirato mago di Hogwarts.

Cosa aveva di speciale, mi chiederete? Intendete oltre a essere il ragazzo più bello, affascinante, carismatico… Eccetera, eccetera, eccetera?

James Potter era noto ad Hogwarts per la sua capacità nel fare sempre il contrario di ciò che una persona qualunque si poteva aspettare.

Il giorno di cui voglio parlarvi era una fresca e soleggiata mattinata settembrina. Una mattina assai speciale per James Potter. Nominato con sorpresa di molti alunni, data la sua scarsa attitudine nel rispettare le regole, Caposcuola assieme a Lily Evans, quel giorno avrebbe dovuto adempiere al suo primo compito assieme alla compagna: sotto l’ordine di Silente, avrebbero dovuto andare nella vicina cittadina di Hogsmeade per comprare nuove piume e calamai, dato che quelli dell’anno prima erano spariti misteriosamente durante l’estate (qualche studente, il primo giorno di scuola, aveva però sentito canticchiare Pix una strana canzoncina sull’inchiostro).

Adesso vorrete sapere perché James Potter doveva essere contento quella mattinata, no? Beh, ovviamente perché non vedeva l’ora di uscire da quella maledetta scuola per girovagare nel bellissimo villaggio magico facendo shopping. Non mi credete? Cosa sono questi fischi? No, no, no, le uova no! Va bene! Vi dirò il vero motivo se insistete tanto.

James Potter conosceva Lily Evans da ben sette anni. Ovvero dal primo giorno ad Hogwarts, quando la conobbe sull’Espresso che li portava a scuola.

Beh, la parola conoscere esprime entrambi i concetti che vorrei farvi capire.

James Potter, appena vide Lily, non poté fare a meno di odiarla. Per questo, passava la maggior parte del suo tempo libero ad ideare scherzi maligni contro lei e il suo amico Severus Piton.

Cosa era cambiato da sette anni a quella parte?

James Potter ancora si divertiva a fare scherzi a Piton. In sette anni, la sua passione nel burlare Lily non era ancora passata.

Era cambiata una cosa sola: la convinzione che il cercare le attenzioni della Evans non era dovuto all’odio che provava per lei. Anzi, tutto il contrario.

Ebbene sì, James Potter amava Lily Evans.

 

La Evans d’altro canto era l’unica ragazza che avesse risposto “No!” alla domanda di James Potter: “Vuoi uscire con me?”.

Aveva conosciuto James Potter un lontano primo settembre, sull’Espresso di Hogwarts. E, dal primo momento in cui lo vide, seppe che il loro non sarebbe mai stato un rapporto normale.

Perché?

Perchè Lily odiò dal primo momento in cui lo vide James Potter.

La sua arroganza.

Il suo essere al di sopra delle regole e delle opinioni altrui.

Il suo sorriso.

La sua continua cantilena: “Evans, usciamo domani a Hogsmeade?”

I suoi occhi…

Ho detto odiava?

Bene, avrei dovuto dire che inizialmente aveva odiato tutto ciò.

Perché da anni ormai si era convinta di amare James Potter, perfino la sua arroganza.

Perfino il momento quando si era inginocchiato davanti a lei il giorno di san Valentino in mezzo alla Sala Grande per chiederle di uscire, facendola vergognare di essere nata. E anche il momento in cui, alla sua risposta negativa, lui si era alzato in piedi, le aveva sorriso e aveva esclamato: "un giorno cederai al mio fascino, Evans!".

Perfino quando… le aveva fatto perdere il suo migliore amico cercando di difenderla.

Lily Evans amava James Potter, anche se nessuno mai avrebbe potuto immaginarlo. Anche non aveva mai risposto “Sì” alla sua domanda.

Per non rischiare di finire nella sua tela, tessuta con molta cura tutt’attorno a lei, che l’avrebbe lasciata imprigionata. Innamorata e illusa.

Perché Lily sapeva di essere solo un capriccio per James.

O almeno, questo è quello che lei credeva fermamente.

 

Come vi stavo raccontando, quella mattina tutti si aspettavano di vedere un James Potter pimpante ed allegro di passare un’intera giornata da solo con Lily Evans. Ma, quando entrò nella Sala Grande per la colazione, come sempre in ritardo, tutti rimasero stupiti nel vedere la sua aria mogia e le occhiaie profonde che gli solcavano il viso.

Nessuno rimase invece stupito di vedere la stessa espressione sul viso della Evans.

Entrambi fecero colazione in silenzio, lontano dai propri amici. Si avviarono con la lista delle cose da comprare verso il giardino, dove li attendeva una carrozza, senza proferir parola.

Per almeno la metà del viaggio non si parlarono, troppo imbarazzati e persi nei loro pensieri per dire qualcosa. Ma a Lily Evans il silenzio del compagno pesava non poco…

-Aspetti per sette anni di uscire a Hogsmeade con me e adesso che ci sei nemmeno mi parli?- Cercò di scherzare Lily, anche se la sua voce si incrinò sull’ultima parola quando vide lo sguardo gelido che le rivolse il moro.

-Preferivo venirci non obbligato dal preside, Evans.- rispose. Poi il suo volto finalmente si rasserenò. –Anche se devo dire che sono contento lo stesso. E tu Evans,  nessuna lamentela verso il dannato preside che ti ha mandato qui insieme a me?

-No. Critico solamente la sua decisione di scegliere te come Caposcuola.- rispose candidamente la rossa, un sorrisino ironico sulla faccia, soddisfatta di aver visto per la prima volta nella mattinata il vero James Potter.

-Magari ha visto qualche mia qualità nascosta…- affermò James. Vedendo Lily guardarlo stralunata e accorgendosi del doppio senso, un barlume di rossore spuntò sulle sue guance e si affrettò a balbettare –O… Ovviamente non qu-quella qualità Evans…- Se possibile, diventò ancora più rosso quando la ragazza scoppiò a ridere.

-Ovviamente mi ero immaginata cose strane su di te, Potter, ma non avevo pensato alle tue tendenze sessuali…- rise Lily, iniziando a sciogliersi dopo il gelo iniziale.

Continuarono a punzecchiarsi fino alla fine del viaggio e, scesi dalla carrozza trainata da animali invisibili, iniziarono a ricercare gli oggetti della lista.

Dopo oltre un’ora di compere finalmente James si azzardò a chiedere alla ragazza di fermarsi a bere qualcosa:

-Che ne dici di una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa, Evans?- Sudava freddo James, la piccola boccetta rossa stretta convulsamente fra le dita, nella tasca del mantello. Avrebbe risposto di no? Come avrebbe fatto a fargliela bere?

-Va bene. Tanto abbiamo finito con gli acquisti e la McGranitt ci ha dato la possibilità di restare fino all’ora di pranzo!- Rispose Lily, innervosendosi, sapendo che il momento era ormai giunto. Soffocando la boccetta nella tasca, ma soprattutto i suoi sensi di colpa per quello che stava per fare. Ne avrebbe avuto il coraggio?

 

 

Seduti al tavolo, uno dei pochi occupati quella mattina, il silenzio calò fra di loro, che fu rotto solamente da Madama Rosmerta al momento dell’ordinazione. Mentre aspettavano le loro bibite, si scrutavano di sottecchi e se per caso i loro sguardi si incrociavano ance solo per sbaglio, entrambi arrossivano e abbassavano lo sguardo.

E se, finito l’effetto della pozione, Lily non mi rivolgesse più la parola? Se rovinassi tutto in questa maniera? Forse ho una possibilità e la sto sprecando... Non posso rischiare. Lei è troppo importante. Al diavolo tutto, compresa quella maledetta fiala di Amorentia.

 James si alzò quasi di scatto.

-Devo prendere un po’ d’aria!- boccheggiò, uscendo quasi di corsa dalla sala e raggiungendo la toilette.

Lily lo guardò, confusa, timorosa di aver fatto qualcosa di male. Si era forse accorto che lo stava fissando? Non sopportava il suo sguardo?

-Le vostre ordinazioni, signorina…- la cameriera la riscosse dai suoi pensieri.

E in quell’istante comprese che quello che stava per fare era necessario.

 

Nello stesso momento, a pochi metri di distanza, James Potter scagliava una piccola fiala contro il muro, tingendolo di rosso.

 

 

 

 

 

Angolo Autrice               

Bene, bene. Buonasera a tutti voi lettrici (povere puelle, dove state andando a cacciarvi!)!

Secondo capitolo di questa fanfic. Spero che abbiate apprezzato!

La frase di apertura è pronunciata in uno dei miei film preferiti, l’Attimo Fuggente, ma è stata ripresa da Frost.

Alla fine, se non lo avevate capito, il pezzo in corsivo sono i pensieri di James.

Enjoy!

Bianca

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- La svolta ***


So che sono stata molto, troppo a lungo assente. Ma l’ispirazione non veniva e neanche la voglia di scrivere era tanta ultimamente… Cercherò di farmi perdonare. Non ho di certo intenzione di lasciare un lavoro a metà!

 

Non sarebbe stupendo se quella ragazzina coi capelli rossi si avvicinasse e mi baciasse?Le chiederei perchè l'ha fatto e non sarebbe stupendo se mi dicesse che l'ha fatto perchè mi ama da sempre? Allora l'abbraccerei e lei mi bacerebbe di nuovo, non sarebbe stupendo? Non sarebbe stupendo se venisse fuori che le patatine fritte fanno bene?

-Charlie Brown

 

L’atmosfera fu pesante per tutta la giornata. Spostandoci da un negozio all’altro, Lily mi guardava come ansiosa di qualcosa, senza parlare. Se le facevo una domanda non rispondeva subito, come se dovesse elaborare una risposta. Sulla via del ritorno, quando ormai il sole stava calando (odio le giornate settembrine che si accorciano, abituato all’estate e al sole delle sette di sera, il tramonto alle cinque mi rattristisce) non riuscii a trattenermi:

-Aspetti che qualcosa mi spunti sulla faccia? Mi hai lanciato qualche fattura che ancora non ha funzionato per caso?- cercai di sdrammatizzare.

Deglutì.

-No, non c’è niente.

Continuammo a camminare e varcammo i cancelli della scuola, che dopo il nostro passaggio si chiusero dietro di noi. Qualsiasi rumore la faceva sobbalzare: era tesa come la corda di un violino.

-Evans sicura che vada tutto bene?

Non rispose e avanzò diminuendo l’andatura, fino a che non si fermò.

-Potter, entra pure. Dì al preside che mi sono fermata da qualche parte, io ho bisogno di restare un po’ fuori. Mi manca l’aria.- Dapprima camminò lentamente in direzione del lago, poi aumentò la velocità e infine si mise a correre, come se stesse scappando. Ovviamente non tenni di conto minimamente di ciò che mi aveva ordinato di fare e la seguii.

La raggiunsi silenziosamente in riva al lago. Era appoggiata alla corteccia di un albero millenario, su cui molti studenti nel corso dei secoli avevano inciso le proprie iniziali e quelle del loro innamorato. Aveva i lunghi capelli rossi come il sangue sparsi sulla schiena e una ciocca le copriva gli occhi.

Seguii con lo sguardo il contorno del suo volto, delle sue labbra perfette e dei suoi seni. La conoscevo a memoria ormai, dopo tanti anni passati a osservarla, ma mi stupivo sempre di quanto fosse bella. Era una dea greca, era la giovane e stupenda donna a cui molti poeti avevano intonato poesie. Era l’incarnazione delle perfezione. Quando avanzai di un passo, si voltò verso di me con un sobbalzo. Aveva gli occhi rossi di pianto, ma invece che peggiorarla, miglioravano il suo volto già divino. Alla luce degli ultimi raggi di sole che si riflettevano sul suo viso gli occhi parevano ancora più verdi di quel che erano. Mi sedetti accanto a lei in silenzio, scrutando l’orizzonte e le guglie di Hogwarts.

-è tutto il giorno che sei strana, Evans.

-è una vita che sono strana, Potter. Me lo dici sempre che ho qualche rotella fuori posto.

-Non ti confondere: sei te quella che dice che IO non sono molto normale.

Sorrise, ma non era il sorriso che mostrava sempre quando era in compagnia delle persone a cui voleva bene. Era un sorriso triste, forzato.

-E devi anche avere ragione, devo proprio essere sbagliato se dopo una giornata passata con me sai solo piangere.

-Non è quello Potter! Non lo pensare nemmeno! Io…- interruppe il discorso a metà e si abbandonò di nuovo contro l’albero, chiudendo gli occhi.

-E pensare che ho sognato un giorno come questo da anni per tutte le notti. E invece del “vissero tutti felici e contenti”ho ottenuto da questa giornata solo dei singhiozzi- affermai amaramente –Devo proprio essere una merda-

Mi alzai e tirai un pugno così forte contro il tronco dell’albero che le nocche si misero a sanguinare. Non avevo il coraggio di guardarla negli occhi, tanta era la delusione che mi avvolgeva.

Mi avviai verso il castello lentamente. Ma non avevo ancora percorso venti metri che una mano mi afferrò per le spalle e mi voltò. Ebbi appena il tempo di riconoscere la Evans che aveva già avvicinato il viso al mio e appoggiato le labbra alle mie. Ero così sconvolto che non riuscii nemmeno a rispondere al suo bacio e rimanemmo così, le sue braccia avvolte intorno al mio collo, labbra contro labbra, senza che io riuscissi a muovere un muscolo per un tempo indefinito. Aveva gli occhi chiusi. Perché mi nascondeva alla vista le gemme che aveva al posto degli occhi? Cosa le passava per la testa in quel momento?

Alla fine mi sciolse dal suo abbraccio. Si voltò, nascondendo ancora i suoi occhi e lo scintillio delle lacrime che cadevano incessanti sul prato.

-Perché?- la domanda affluì istantanea alla mia bocca, la stessa che pochi secondi prima aveva assaggiato il dolce sapore di quelle di Lily. Di cosa sapevano? Non seppi rispondermi.

-Se mi chiedi perché ti amo da sette anni a questa parte, non ho una risposta. Me lo chiedo anche io. – Si girò lentamente, mentre il mio cuore perdeva un battito ogni due. –Se mi chiedi perché amo proprio te, fra tutte le persone di questo mondo, mi dispiace, non so risponderti.- Si avvicinò di un passo. –Se mi chiedi perché ti ho baciato… è perché non resistevo più. Perché volevo provare, almeno una volta.

Ero sicuro di non aver messo nessuna pozione nella sua burro birra quella mattina. Ne ero sicuro.

Quando vidi che si stava allontanando la bloccai per la spalla, come prima aveva fatto lei con me.

La abbracciai, presi una ciocca di capelli fra le dita e l’annusai. Sapeva di menta. Era lo stesso odore che sentivo inequivocabilmente ogni volta che stappavo la boccetta di amorentia che avevo spaccato quel pomeriggio.

Le toccai appena la guancia, eccitandomi solo al pensiero di averla così vicina.

-Lily…

Appoggiai lentamente le labbra sul suo collo. Rabbrividì.

-Se tu mi chiedessi se sto vivendo un sogno, ti direi che è il più bel sogno della mia vita.- le soffiai vicino all’orecchio.

Si voltò, i visi che si sfioravano. E non appena le nostre bocche si toccarono, scoppiò come una scintilla. Una scintilla che incendiò un fuoco troppo caldo sulle nostre pelli.

Le cinsi la vita per tenermela più vicina, i suoi seni schiacciati contro il mio petto, le sue mani nei miei capelli. I nostri denti che mordevano, le lingue che si toccavano. Ci assaporavamo senza tregua.

Sentivo solo il fuoco che ci avvolgeva.

Non sarebbe stupendo se quella ragazzina coi capelli rossi si avvicinasse e mi baciasse?

Le chiederei perchè l'ha fatto e non sarebbe stupendo

 se mi dicesse che l'ha fatto perchè mi ama da sempre?

Allora l'abbraccerei e lei mi bacerebbe di nuovo, non sarebbe stupendo?

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