Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck

di kannuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio di Caroline ***
Capitolo 2: *** Eterni secondi ***
Capitolo 3: *** L'idea del paletto ***
Capitolo 4: *** L'evento dello scantinato ***
Capitolo 5: *** Fan***, Damon Salvatore! ***
Capitolo 6: *** Mi piaci, Caroline Forbes ***
Capitolo 7: *** Dove si compra la felicità? ***
Capitolo 8: *** Il diario di Caroline ***
Capitolo 9: *** L'angelo azzurro ***
Capitolo 10: *** La bellezza dell'essere morti... ***
Capitolo 11: *** La cosa carina ***
Capitolo 12: *** Voodoo ***
Capitolo 13: *** L'onore di un uomo ***
Capitolo 14: *** La trasmutazione ***
Capitolo 15: *** La buona sorte ***
Capitolo 16: *** Il gioco di Katherine ***
Capitolo 17: *** L'Antico ***
Capitolo 18: *** Ignorance is Bliss ***
Capitolo 19: *** Conosci la mia storia ***



Capitolo 1
*** Il risveglio di Caroline ***


Premessa: non mi piaceva Caroline finché non è stata vampirizzata. Tifo incondizionatamente per Katherine e ho una spasmodica passione per Damon. Il titolo è un tributo a Roman Polański.

Detto ciò, buona lettura.

On air: It's amazing - Jem


La prima cosa a cui pensò Caroline quando si svegliò nel letto d'ospedale, non fu l'incidente automobilistico con Matt o l'aggressione della bellissima Katherine – porca miseria, è sputata a Elena!

No.

La prima cosa a cui pensò, non fu la fame indicibile che le stritolava lo stomaco - dio, sembra non mangi da anni! - non furono i rumori amplificati che rimbombavano nel cervello – ma gli ospedali non dovrebbero essere luoghi silenziosi? - e non fu neppure la tremenda luce che le feriva gli occhi impedendole una corretta visione della stanza.

No.

La prima cosa a cui pensò, anzi, la prima persona, fu Damon Salvatore.

Damon occhi celestiali e sorriso assassino.

Damon, lo stronzo patentato specializzato nell'usa e getta.

Damon che l'aveva ammaliata, scopata e vampirizzata.

Sebbene non avesse difficoltà a sopportare i primi due eventi, il terzo la mandava letteralmente in bestia. Sebbene i ricordi tornassero a pezzettini e a sprazzi improvvisi, ricordava benissimo tutti i passaggi che l'avevano portata in quel letto d'ospedale. Sebbene tremasse alla sola idea di essere ammaliata una seconda volta e costretta a fare chissà che, Caroline era incazzata nera. Avrebbe voluto saltargli al collo e affondare i denti nella pelle, tanto per fargli capire il male che faceva. Avrebbe voluto legarlo al paraurti posteriore della sua auto e trascinarlo per tutta Mystic Falls. Avrebbe voluto affondare le unghie negli occhi verdi-azzurri e strapparli via per provocargli tanto dolore quanto ne aveva causato a lei.

Sogna, pensò e si adagiò sui cuscini.

Caroline aveva fame, la flebo non era paragonabile al polpettone della nonna o ai manicaretti di Jenna. Piuttosto... doveva riportare la tortiera a Elena, l'aveva usata per l'ultima festa e poi... Mmmh! Caroline annusò l'aria chiudendo gli occhi. Che buon profumo. Chi..

Allora, come sta la paziente oggi?”

Caroline trasalì quando l'infermiera nera entrò nella stanza e le scoccò un sorriso bianco e brillante. Era carina, sulla trentina e sembrava non avere un problema al mondo. Accidenti, le permettevano di portare tutto quel profumo mentre lavorava? “Ho fame” disse semplicemente toccandosi la flebo.

Questa possiamo toglierla” mormorò la donna estraendo l'ago. Una goccia di sangue spillò sulla pelle. L'infermiera non fece in tempo a ripulirla col cotone imbevuto di disinfettante, che Caroline portò la mano alla bocca e la succhiò. Dolcissimo!, pensò aspirando tutto il sangue che poteva. Ma che c'era, la dentro... zucchero filato? Le girava la testa. “Ho davvero fame.”

Fra poco cara, dopo che il medico ti avrà visitato” disse di nuovo togliendo la flebo vuota.

Caroline ne fu contrariata. Molto contrariata. Lei aveva fame adesso! “Quando passa il medico?” mormorò pacata, sebbene avesse voluto piangere, urlare e strapparsi le coperte di dosso. Non sei una ragazzina, fa la brava. Allontanò la mano dalla bocca con uno schiocco. Sentiva il cuore battere come una grancassa e il cervello e i polmoni scoppiare. Un secondo dopo, si avventava sull'infermiera.

***

Aveva fatto un maledetto casino, pensò lavandosi le mani sotto l'acqua. Caroline si guardò allo specchio mentre l'infermiera teneva la mano premuta contro il collo. In fretta, strappò dei pezzi di carta igienica e li tamponò sul morso, insieme ad un po' di disinfettante. La donna era sotto shock e non parlava. “Premi forte” le suggerì mentre rovistava nell'armadietto ed estraeva una benda medica. Eliminò la protezione che ricopriva la parte appiccicosa e la fece aderire ai lati della ferita. In fretta, si infilò i vestiti e la tenne d'occhio mentre barcollava avanti e indietro, seduta sul letto. “Ok, ora sdraiati qui” disse sistemando il cuscino dietro di lei. “Tu non mi hai mai vista!” esclamò a bassa voce fissandola negli occhi.

Non ti ho mai vista” rispose la donna ammaliata.

La prendeva in giro?, Caroline la fissò aggrottando le sopracciglia, poi allacciò le scarpe e uscì tranquillamente nel corridoio della corsia.

***
Elena era senza parole. Pensava di trovare la sua amica addormentata, non un'infermiera in stato confusionale con gli inconfondibili morsi di un vampiro sul collo! Rovistò a caso nella borsa finché non trovò il cellulare.


Le hanno quasi sventrato il collo...”

Puoi fare qualcosa? Forse Caroline è in pericolo.”

Stefan le fece un cenno positivo, poi si bloccò e guardò la finestra da cui proveniva un'intensa luce mattutina.

***

Caroline aveva alzato gli occhi al cielo quando li aveva visti entrare insieme nell'ospedale. Sopportare quei due, era al di sopra delle sue forze, al momento. Le facevano rabbia. Elena era la ragazza perfetta e ora aveva anche il ragazzo perfetto. Lei amava Matt da molto prima che scegliesse Elena. E aveva messo gli occhi su Stefan prima ancora che Elena entrasse nel suo campo visivo. Caroline era destinata a perdere su tutti i campi, paragonata alla sua 'amica.' Certo, le voleva bene, ma c'era sempre quel 'ma'...

Con un mugugno insofferente, aveva deviato dall'uscita verso le scale antincendio, si era immersa nel semibuio dell'androne ed era rimasta li, respirando piano. La frescura le accarezzava la pelle e le riempiva i polmoni. Sapeva un po' di muffa e di tubazioni metalliche. Accidenti, faceva un po' paura. E se ci fossero stati i topi?! Saltò in piedi e si affrettò per le scale. Caroline spalancò la porta tagliafuoco e si inoltrò nel corridoio, prendendo un bel respirone che si trasformò in un urletto strozzato dalla mano di Stefan. Il vampiro la trascinò in una stanza e chiuse la porta.

Mi hai fatto paura!” esclamò “cosa ci fai qui?”

Siamo venuti a trovarti” rispose Elena alle sue spalle “qualcuno ha morso l'infermiera, eravamo preoccupati per te.”

Caroline sistemò i capelli biondi e scrollò le spalle “sarà stato Damon” propose senza guardarli. “Se volete scusarmi, c'è una festa che aspetta di essere...”

Non è stato Damon” ribatté Stefan studiandola attentamente. “Chi ti ha trasformato?”

Il volto di Elena si fece terreo.

Non so di cosa stai parlando” mentì e il volto le andò a fuoco.

Elena sbiancò del tutto. “Sei un vampiro?”

Io? Sei matta?!”

Elena guardò Stefan e il vampiro le rivolse uno sguardo d'intesa. “D'accordo” disse e sorrise. “Possiamo andarcene, no?”

Certo che possiamo” rispose la ragazza aggiustando la borsa sulla spalla “Matt sarà in pensiero. Devo prendere le redini della festa! Senza di me, sono perduti!”

Stefan la seguì verso l'uscita e quando la vide esitare, la spinse appena. Il sole bruciò il braccio di Caroline che sibilò fra i denti e si ritrasse nell'ombra. Di fronte lo sguardo sereno e divertito di Stephan, non seppe più mentire.

***

Toh!”

Era l'esclamazione più intelligente che riuscisse a produrre quell'uomo?, si chiese togliendo il cappuccio della felpa dai capelli biondi e guardandosi attorno. Il 'maniero' Salvatore. Lei non ci aveva mai messo piede. Accidenti, quella roba era antichissima! Non che lei se ne intendesse, ma...

Cosa ci fa qui?” Damon la guardò appena, braccia incrociate e rivolto al fratello “non avevamo detto 'niente ospiti'?”

Sono di passaggio” rispose e si mise a contemplare la libreria di Stefan. Non che lei fosse una grande lettrice, ma quei vecchi libri impolverati avevano il suo fascino.

Katherine l'ha trasformata” lo sentì rispondere laconico. Mai una parola di troppo... e mai un sorriso, pensò adocchiando il vampiro. Tutto il contrario del suo odioso fratello!

Oh!”

Sì, erano le sue esclamazioni più intelligenti, pensò guardandolo dritto negli occhi. Il disinteresse di Damon si trasformò in ironia. Caroline sentì prepotente la voglia di aggredirlo fisicamente.

Resterà qui per un po'. E' nel momento critico.

Cosa vuol dire?” Caroline si voltò verso Stefan “cos'è il momento critico?”

La fase di trasformazione!” cantilenò Damon ironico “io direi di sbarazzarcene subito e poi uscire a festeggiare!” ridacchiò dandole le spalle “un vampiro in meno a Mystic Falls!”

Stefan la vide balzare così velocemente addosso al fratello che restò impietrito. Un attimo dopo, Caroline affondava i denti non ancora sviluppati nel collo del vampiro strappandogli la pelle.

Argh! Cazzo!” ringhiò finendo a terra “resti lì imbambolato o mi dai una mano?”

Stefan sorrise e restò immobile, appoggiandosi comodamente al mobile alle sue spalle.

Fanculo, pensò e si strappò di dosso la ragazza serrandole la mascella e sbattendole la nuca a terra. Caroline si afflosciò sul pavimento perdendo d'improvviso tutte le forze. Gli occhi verdeazzurri di Damon si incupirono diventando neri e i denti guizzarono fra le labbra arricciate. Anche lei sarebbe diventata così? Forse già lo era, rimuginò prima di svenire.

***

Caroline si svegliò in preda ai crampi. Si sollevò dalle coperte e si guardò attorno. Ancora il maniero Salvatore. Ancora notte. Quanto tempo era rimasta svenuta?

Ben svegliata.”

Caroline strinse gli occhi. Mal di testa, fame, crampi. Si sentiva isterica. Le veniva di piangere.

Bevi questo.”

Stefan le passò un bicchiere con dentro del liquido rosso. Era la cosa più intrigante e succulenta avesse mai visto. Si avventò sul sangue e lo bevve macchiando camicetta e lenzuola. “Ancora” mormorò e gli tese il bicchiere. Stefan la guardò stupito. Avrebbe dovuto bastarle. “Ancora, per favore” mormorò di nuovo e si leccò le dita con cui aveva ripulito il sangue dal mento “E' buonissimo, che cos'è?”

Sangue!” esclamò una voce ironica e scanzonata.

Damon, non è il momento” lo avvertì il fratello a bassa voce “me ne occupo io.”

E lasciami divertire qualche volta!” esclamò e si sedette comodamente accanto a Caroline che lo guardò con odio. “Tu risaltatami addosso ed io ti pianto un paletto nel cuore” sussurrò nel suo orecchio piegando di lato la schiena. “Sono stato chiaro?”

Legarlo al parafanghi della macchina e trascinarlo su un tratto di strada dissestata era troppo poco, pensò Caroline guardandolo negli occhi. “Fuori dal mio letto!” sibilò provocando una risatina nel suo nemico.

Non dicevi così, la scorsa volta” bisbigliò e le inviò un bacio che la fece imbestialire. Stefan l'afferrò per le spalle nel momento stesso in cui Caroline si liberava delle coperte e si protendeva verso di lui. Damon era rimasto immobile e sorrideva. Dio, quanto le dava fastidio quel sorrisetto!

Mi ricordo tutto!” esclamò cercando di scrollarsi di dosso il vampiro “ricordo tutto quello che mi hai fatto, come mi hai usato, come hai abusato di me...”

Non è che dicevi proprio no, eh!” la rimbeccò sporgendosi di lei “me la ricordo in maniera diversa!”

Mi hai usata!” urlò e si liberò di Stefan, incredulo che avesse tanta forza “brutto figlio di puttana!”

Stavolta fu lesto ad afferrarla. Caroline gemette di dolore quando le piantò le unghie nella pelle delle braccia. Caroline si divincolò e urlò di frustrazione e la scena era quasi comica.

Lasciala. Smettila!” ordinò diretto al fratello che continuava ad immobilizzarla. Strano, pensò, una volta le avrebbe davvero infilato un paletto nel cuore o spezzato qualche arto...

Damon, lasciala immediatamente!”

Caroline si voltò verso Elena. Per un momento la rivide – no, non Elena, quell'altra identica a lei – mentre la soffocava col cuscino. Smise di lottare e Damon la lasciò all'istante.

La tua amichetta del cuore è isterica!” esclamò e si aggiustò i vestiti, allontanandosi dal letto.

L'avrai provocata come al solito” commentò acidamente, prima di concentrarsi sulla ragazza. Aveva le guance arrossate e gli occhi lucidi. La conosceva di diciotto anni. Era la faccia di una che stava per piangere dalla frustrazione. Elena spostò lo sguardo sul fidanzato. “Come sta?”

Chiedilo a me, sono qui!” rispose Caroline raggomitolando le gambe sotto di se, le guance sempre più rosse. “Voglio andare a casa!”

Non puoi ancora andare a casa” mormorò Stefan sedendosi vicino a lei. Caroline lo guardò appena. Elena sapeva che quando era in quelle condizioni, si vergognava della propria debolezza. “Perchè no?”

Non ha alcuna protezione magica, non possiamo lasciarla uscire al sole” spiegò a bassa voce a Elena.

Possiamo chiedere a Bonnie” rispose avvicinandosi a Caroline. Le accarezzò i capelli, ma lei si ritrasse. Elena la guardò interrogativa e continuò a parlare con Stefan. “Potrebbe incantare un anello protettivo come fece Emily prima di lei.”

E' una buona idea” commentò il ragazzo guardando la neo-vampira. “Caroline, ascoltami” mormorò con la voce più dolce “Elena ed io...”

Ho capito, non sono stupida” brontolò “perchè continuate a parlare come se non ci fossi?”

Va bene!” esclamò Damon sbuffando allegramente “prima troviamo quella streghetta, prima finisce lo strazio” disse allontanandosi verso la porta “vado a cercarla.”

No. Noi andiamo a cercarla. Tu resti qui e fai da balia a Caroline.”

No!” esclamò l'interessata saltando quasi in piedi “io non resto qui con lui!”

Poi scordartelo” ringhiò a sua volta il vampiro “preferisco una strega incazzata alla principessa delle bambole in crisi emotiva!”

Come mi hai chiamato?!” Caroline scoprì i denti che non aveva ancora sviluppato e Damon la guardò con commiserazione.

Calma!” La voce modulata di Stefan li fece voltare entrambi verso di lui “Bonnie ti vuole morto.”

Non è l'unica!”

Elena alzò le sopracciglia e sorrise appena “la maggioranza ha deciso.”

Due contro due non è la maggioranza!” commentò ma non ci mise molta verve. “Fate un po' come vi pare...”

Cerca di non ucciderla” sussurrò il fratello prima di andarsene.

Non ti assicuro nulla” sbuffò e gli sbatté la porta alle spalle. Damon strofinò le mani fra se e saltellò allegramente per le scale che portavano alla camera da letto di Caroline. Finalmente aveva qualcosa di succulento per movimentare la sua noiosa serata casalinga!

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Capitolo 2
*** Eterni secondi ***


Running Blind - Godsmack


Caroline si infilò i jeans e le scarpe e tolse la maglietta che aveva sporcato col sangue. Le formicolava la pelle. Sentiva i rumori amplificati e stava diventando matta! Doveva assolutamente uscire di li! Continuava ad avare una fame spasmodica che le stritolava lo stomaco. Infilò la felpa sul reggiseno e uscì dalla finestra balzando dal primo piano. Una volta a terra si infilò nel bosco cupo che si stagliava dietro la dimora dei Salvatore.

***

Damon mugolò quando vide la stanza vuota e la finestra aperta. La seguì per la stessa via sbuffando di insofferenza. Se le fosse successo qualcosa, se la sarebbero presa con lui. Ma che altro poteva capitarle? Era già morta!

***

Il loro solito locale era affollato. Matt serviva ai tavoli mentre Caroline lo spiava dalla finestra. La visione del ragazzo che amava era sufficiente a farle contrarre lo stomaco. Sentiva che era una sensazione sbagliata sebbene il desiderio di possederlo fisicamente si acuisse ogni minuto. Si scostò dalla finestra muovendosi verso l'ingresso illuminato quando una mano l'afferrò per il braccio.

Katherine la fissò con un sorrisetto mentre la studiava.

Caroline fece un passo indietro e guardò la mano che le stringeva l'avambraccio. Katherine le volteggiò intorno contemplando la sua opera.

Che cosa vuoi da me?”

Da te nulla” rispose e le mise i brividi addosso. Aveva la stessa voce di Elena, ma se la sua era allegra e spensierata, la voce di Katherine era addolcita e resa pericolosa dai secoli. Era sensuale come una pantera nera.

Perchè mi hai ucciso?”

E' stato tanto brutto?” domandò innocente osservando le reazioni della ragazza “hai bisogno di nutrimento.” Katherine spostò lo sguardo sulla porta del locale che si apriva. Le sorrise come un angioletto prima di muoversi alla velocità della luce.

***

Mhhhh, l'odore di sangue nelle notti di luna piena!, pensò sorridendo allegramente. La piccola Forbes si dava da fare. Questo avrebbe fatto incazzare Stefan. Quello stupido le aveva dato sangue di coniglio da bere, ma Damon sapeva che Caroline era una cacciatrice nata, sotto il faccino innocente. Era in piena trasformazione e aveva bisogno di qualcosa di 'robusto' da sorseggiare. “Chi beve da solo si strozza!” commentò quando arrivò alle spalle della ragazza. Il sorriso gli morì sulle labbra quando vide Katherine a poca distanza.

La vampira alzò una mano in cenno di saluto, indicò Caroline e sorrise “non puoi lasciare il tuo animaletto domestico senza pappa” lo prese in giro avvicinandosi al corpo martoriato dell'uomo che Caroline stava prosciugando “basta tesoro, non ha più una sola goccia di sangue in corpo.”

Caroline lo lasciò andare di colpo e si risvegliò dalla trance in cui era caduta mentre beveva. Damon? Che diavolo voleva? Perché non la lasciava in pace?

Sei stata tu?”

Katherine si strinse nelle spalle. Caroline li guardò sentendo i battiti del cuore placarsi. Era perfetti insieme. Barcollò e finì col sedere a terra. Fanculo anche a loro due. Quando sarebbe stato il suo turno? Abbassò lo sguardo sulla felpa. Era indecentemente lercia di sangue. Se la tolse e la gettò da un lato. “Voglio andare a casa” sussurrò sicura che nessuno la stesse ascoltando.

L'hai presa sotto la tua ala protettiva?”

Damon sollevò le spalle “me l'hanno affibbiata a forza. E' destino che debba risolvere i tuoi casini, Katherine.”

Il risolino della vampira risuonò nella mente di Caroline. Si mise in piedi sentendo la testa leggerissima. “Vado a casa” annunciò a mezza bocca.

Buona...”

Le sembrava di aver fumato una canna, tanto era felice. Non provò neppure a divincolarsi quando la bloccò. Animaletto domestico. “Non toccarmi” disse con lo sguardo perso nel vuoto “Ti odio...”

Katherine rise allegramente battendo le mani fra loro “il fascino di Damon Salvatore è in calo?!”

Quisquilie” rispose tenendo Caroline contro il suo fianco “la prossima volta ti metto un guinzaglio.”

Caroline spinse contro di lui. “Lasciami...”

Damon alzò gli occhi al cielo e sbuffò allargando appena il braccio. Caroline cadde a sedere e restò con la testa a ciondoloni. “Voglio andare a casa...” piagnucolò e si portò le mani agli occhi come una bambina.

Le lacrime le sopportava a stento. Questo era un motivo in più per fargliela pagare, pensò ignorandola e concentrandosi su Katherine che se la rideva sotto i baffi “capisci in che guaio mi hai cacciato, stupida sgualdrina?”

Povero piccolo” lo prese in giro accarezzandogli la guancia. Damon le fermò la mano e la fissò con odio. Almeno, ci provò.

Katherine sorrise e mille campanellini risuonarono in testa e nel cuore. Si allontanò da lei, quasi strappando Caroline da terra.

Ricordati di darle da mangiare e pulire la gabbietta!” gli gridò fra mille risa mentre si allontanava con la ragazza su una spalla.

***

Perché sei uscita?” la interrogò arrabbiato. Stava letteralmente fumando. “Ti avevo detto di restare dove eri!” Damon la scaraventò a terra e Caroline fissò il cielo stellato. C'era la luna piena. Bella. Le facevano male i denti. Si stava alzando la nebbia. Possibile, in quella stagione?

Siete perfetti...” sussurrò attirando la sua attenzione “cavolo, siete bellissimi insieme...”

Damon pensò che fosse momentaneamente drogata dal sangue che aveva bevuto in quantità e la ignorò cercando di calmarsi. Katherine era un colpo continuo al cuore. Soprattutto da quando aveva rivelato il suo amore centenario per Stefan. “Dove sono i vestiti?”

Caroline era in jeans e reggiseno. Non diede cenno di aver compreso. Stava cercando di afferrare qualcosa in aria. La ragazza pensava che se fosse riuscita a prendere la luna, tutti i suoi guai sarebbero spariti e lei non avrebbe più avuto bisogno di nessuno, non si sarebbe più sentita inferiore a nessuno. Soprattutto a Elena.

Andiamo bene, pensò gettandole addosso il sottile cardigan che indossava sopra la maglietta nera. “Vestiti, non voglio farmi arrestare da tua madre per atti osceni in luogo pubblico!”

Era notte fonda e non c'era nessuno in giro, a parte loro due. Caroline toccò il tessuto leggero e una ventata di strano profumo le riempì le narici. Si mise seduta e il golf cadde sulle gambe incrociate.

Cristo, pensò piegandosi su di lei. Aveva la pelle infuocata per tutto il sangue che aveva bevuto. Era ubriaca?, si chiese voltandola verso di se. Poteva capitare. Da che ricordasse, era uno sballo. Estrasse un fazzoletto dalla tasca e glielo passò sulle guance. Erano meno imbrattate della bocca. Quel poveraccio l'aveva succhiato per bene, si disse sbuffando per la pazienza che la situazione richiedeva. Era invitante, tutto quel sangue sulla pelle pallida. Gli veniva voglia di leccarlo via. Ponderò la cosa per un istante. Per carità, decise, sarebbe solo un altro problema da risolvere. Un'altra giustificazione da dare.

Tu la ami.”

Chi?” domandò sentendo il cuore sobbalzare “sta zitta, sei fatta.”.

Non sono fatta. Tu ami Elena. E ami Katherine” mormorò cercando di metterlo a fuoco “quando l'hai vista, hai cominciato a sudare e il cuore...”

Non sai di cosa parli.” Mh, ricettiva. Le donne sono empatiche, rispetto agli uomini. Tranne suo fratello! Lui era la sensibilità incarnata!

Caroline continuò a balbettare mentre la ripuliva del sangue “tutti amano Elena... lei è perfetta, lo è sempre stata... e quando i suoi sono morti, è diventata 'la povera Elena'...”

Damon alzò gli occhi al cielo. Ma gli capitavano tutte prive di autostima?! “Sono cose che capitano” mormorò conciliante rimirando il fazzoletto intriso e ormai inutilizzabile. Lo gettò da un lato e Caroline lo guardò dritto negli occhi “tu sei come me.”

Non penso proprio!” ridacchiò come se la trovasse un'enorme sciocchezza “su, in piedi.”

Sei un perdente, l'eterno secondo” sparò e Damon sentì una parte di se sprofondare. “Per quanto faccia, ci sarà sempre 'quella persona' che tu passerà avanti che si prenderà i meriti delle tue azioni, che ti sottrarrà la persona che ami!” insistette sventolando un dito.

Sei innamorata di Stefan?”

No!” esclamò come se fosse una bestemmia.

E allora...” soffiò rimettendola in piedi “guarda che non ti prendo in braccio. Cammina e non fare storie!”

Ti sei mai innamorato?”

Damon la guardò appena. "Sono stato innamorato. È doloroso, senza senso e sopravvalutato.”

Il bastardo aveva avuto il cuore spezzato, allora. Ciò la rendeva vagamente umano. Per un istante Caroline provò un moto di simpatia. Ma diede la colpa al sangue che l'aveva ubriacata.

Era strafatta e aveva la nausea. “Mi sento male...”

Hai bevuto troppo e troppo in fretta” cantilenò voltandosi dalla sua parte. “Vomita.”

Cosa?”

Sei ubriaca, vomita” insistette serio “o starai peggio.”

Sto già... dio!”

Caroline si allontanò in tutta fretta e Damon si chiese perché diavolo non l'avesse lasciata nelle mani di Katherine o non l'avesse impalettata come il buon senso gli suggeriva di fare. Le belle trovate del fratello. E quella rogna ora toccava a lui! Occhieggiò l'alba che si affacciava timida dietro le fronte degli alberi. Era ora di riportarla a casa... oppure no. Lo sguardo chiaro di Damon si fece improvvisamente cupo. Si mosse verso il punto in cui era sparita Caroline. Oppure no, si ripetè trovandola appoggiata ad un albero a riprendere fiato.

Caroline aprì gli occhi, lo guardò e capì. Ingoiò la saliva e si appiattì contro il tronco. “Hai deciso...”

Eggià” mormorò e sorrise “sarò veloce e indolore. Promesso!”

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Capitolo 3
*** L'idea del paletto ***


Halo - Beyoncé


Caroline chiuse gli occhi per un istante. Un attimo e sarebbe tutto finito. No? No, gridò una vocina indignata. Non puoi lasciarlo vincere un'altra volta!

Aveva ragione, pensò alzando le braccia per proteggersi. Va bene la scarsa autostima, va bene perdere tutti i ragazzi per colpa di Elena, va bene arrivare sempre seconda nella vita, ma non si sarebbe lasciata succhiare il sangue da un testa di cazzo come Damon Salvatore! Incassò la testa nelle spalle e quando si sentì afferrare, urlò per la paura.

Reggiti” mormorò la sua voce roca e alterata nell'orecchio “e chiudi gli occhi. Sta sorgendo il sole.”

Caroline fece tutto il contrario: per la sorpresa aprì gli occhi e sentì le retine bruciare. Mugolò per il dolore e si rattrappì su se stessa.

Come parlare al muro” lo sentì sussurrare fra i denti. Un istante dopo – no, ci aveva messo meno! - Damon la prese in braccio e si mosse alla velocità della luce.

***

Questo non va bene. Stefan guardò il letto vuoto e scambiò uno sguardo con Bonnie. La strega era tutto tranne che felice di trovarsi li con lui. Aveva accettato solo dopo una serie di implorazioni di Elena e una cascata di promesse da parte di Stefan sul 'non far del male a nessuno'. “Allora?” domandò la ragazza spazientita “senti, devo andare a lezione, non posso traccheggiare in una dimora di vampiri mentre...” Una folata di vento le scompigliò i capelli e un istante dopo, la coppia apparve dal nulla.

C'è una festa?” domandò lasciando cadere Caroline sul letto. “Ciao, tesoro!”

Bonnie lo detestava e la cosa era palese. Damon si divertiva da matti a stuzzicarla. “Ti sono mancato?”

Cosa è successo?!” Stefan li guardò a turno. Caroline aveva segni di bruciature di sole addosso. Aveva il viso sporco di sangue e l'aria sbattuta.

Damon lo fissò innervosito. Ora gli avrebbero dato tutta la colpa! “Se n'è andata a spasso, nelle sue condizioni...”

Non sono mica malata” singhiozzò la voce terrorizzata di Caroline.

... è andata a caccia con Katherine...”

Stefan e Bonnie lo guardarono sorpresi, poi la strega lo fissò con una sorta di 'te l'avevo detto io' negli occhi.

... e per poco non si fa flambè nel bosco!” esclamò allargando le braccia “incatenala nei sotterranei e butta via la chiave! Se avessi voluto un cane da portare a pisciare, ne avrei preso uno!”

Caroline impallidì e i nervi le crollarono. Cominciò a piangere e Stefan lo guardò arrabbiato “vattene via, hai fatto abbastanza danni per oggi!”

Sono dispensato dal mio ruolo di baby sitter?!” esclamò tornando a sorridere “grazie al cielo!” Schizzò verso la porta quando Bonnie lo chiamo. Il vampiro si girò verso la strega che gli assestò un sonoro schiaffone, talmente forte da interrompere il piagnucolio di Caroline che li guardò basita.

Non t'azzardare mai più a paragonare la mia amica ad un cane” sibilò mentre Damon si massaggiava la guancia col suo solito fare comico. “Tornatene dalla tua puttana centenaria e non pestarmi i piedi. Mi sono spiegata?!”

Che il diavolo ti porti” sibilò sentendo la rabbia montare “sta attenta anche tu, strega!”

***

Hai esagerato...”

Sta zitta” sibilò Bonnie sfogliando il suo libro di incantesimi “lo difendi dopo tutto quello che ti ha detto?”

Caroline posò la testa sulle ginocchia piegate. Lei non aveva visto. O sentito. Era meglio tacere. “Sei sicura che funzionerà?”

Certo!” esclamò e spalancò la tenda lasciando che il sole la inondasse. Caroline aspettò di risentire quel dolore atroce ma non accadde nulla. Si guardò le mani, sulla destra spiccava un vistoso anello magico di un intenso color turchese. Non bruciava! Sorrise e cominciò a saltellare sul letto. Si sporse per abbracciare l'amica e Bonnie la lasciò fare senza ricambiarla. “Fa del male a qualcuno e sciolgo la protezione sull'anello” la avvisò truce “mi hai capito?”

Caroline annuì e si immerse nel sole. “Davvero, hai esagerato con Damon... lui...”

Il rumore della porta che si chiudeva alle sue spalle la fece voltare. Bonnie era sparita e al suo posto era apparso Damon.

Non difendermi, pensavo davvero quello che ho detto” ridacchiò osservando l'anello “non esistono oggetti meno pacchiani per le streghe?”

Caroline lo soppesò e valutò in un istante. Era così seccato di averla in casa e di aver passato la notte a farle da baby sitter che si era subito fiondato da lei? La ragazza fece un cenno negativo con la testa, alzando anche il pollice. “Sembra di no.”

Bene, se abbiamo finito le tragedie e la strega ti ha sistemata, non c'è più bisogno che resti qui” sbottò girandole attorno e spingendola per la vita “prendi le tue cose e va fuori dalla mia stanza!”

Caroline lo guardò stupita. “Mi hai ceduto la tua stanza?” Un sorrisetto ironico la fece pentire della domanda.

Posso oppormi al mio ombroso fratello quando decide qualcosa?”

Non sapevo che i vampiri dormissero in comodi letti... che stai facendo?” domandò vedendolo sbracarsi felicemente con un sospiro beato. Le fece cenno di avvicinarsi. Caroline restò dov'era. “E' uno scherzo?”

Secondo te?” domandò malizioso “abbiamo fatto scintille, non ricordi?”

Stai scherzando” decise scivolando via in direzione della porta “non puoi dire sul serio.”

Guarda che non mordo” esclamò esausto “avete tutti una cattiva opinione di me.”

E di chi è la colpa?” domandò restando ad una certa distanza.

Dove vai?”

A casa. Faccio una doccia e vado a scuola. Ho lezione e un ragazzo che mi crede scomparsa” spiegò pettinandosi di fronte allo specchio dalla cornice antica. “Pensavo non riflettesse la mia immagine.”

Tutte cazzate. Ascolta, principessa...” cominciò alzandosi sui gomiti “non puoi andartene in giro nelle tue condizioni...”

Caroline sbuffò. “Quali condizioni? Sto benissimo, mai stata meglio... e Matt sarà in pensiero. Non l'ho neppure avvertito che lasciavo l'ospedale.”

Oh, ma chi se ne frega di Matt!” esclamò ripiombando sdraiato “Elena ha detto a Liz che dormivi da lei.”

Bene!” sorrise e si voltò verso di lui “tolgo il disturbo, così non sarò più costretta a vedere il tuo brutto muso.” Caroline accompagnò la frase da un gesto che normalmente non avrebbe fatto. Si avvicinò e gli fece un buffetto sulla guancia, come se fosse un bambino. Damon la fulminò e le afferrò il polso. “Non prenderti queste libertà perché ho ti ho salvato la buccia” la minacciò a bassa voce. “Non sei ancora un vampiro a tutti gli effetti.”

E allora?” domandò e cercò di divincolare il polso. Aveva la pelle caldissima. Invece lei era mezza congelata.

Ci sono alcuni effetti collaterali a cui non hai pensato.”

Il sole non è più un problema.”

Damon la lasciò andare di colpo e Caroline barcollò. “Fossi in te, prenderei in considerazione l'idea del paletto.”

No, non la prendo in considerazione. Ci tengo a restare viva.”

Eccola la...” sussurrò Damon al nulla “principessa, sei morta! Mettitelo in testa!”

Non chiamarmi principessa” borbottò colpita da un pensiero molesto.

Fra qualche anno sarai costretta a lasciare la città...”

Perchè?”

Damon sbuffò palesemente. Rimbambita e nevrotica! “L'hai visto, quel film... hai smesso di invecchiare e fra qualche tempo se ne accorgeranno tutti.”

Che film?” domandò con la testa confusa. Quando Caroline era confusa c'era solo una cosa da fare: interrompere il discorso e guadagnare l'uscita. “Non ho tempo per i tuoi sproloqui senza senso.”

Sta rifiutando la realtà, pensò e 'alzò le mani'. “Fa come vuoi” cantilenò. “Non sei ancora morta del tutto.”

Quante volte si può morire?” esclamò trovandola un'assurdità.

Come parlare al muro...” sussurrò e si mise a sedere con le gambe oltre la sponda. “Non puoi scarnificare il collo della gente. Primo, è sporchevole, secondo, non si spreca neppure una goccia di sangue... non hai visto 'Dracula' di Bram Stocker? Se devi vampirizzare qualcuno, lo devi fare con eleganza e velocità e senza lasciare tracce.”

Niente lezioni di vampirismo, non intendo fare del male a nessuno!” esclamò avvicinandosi

Quando la fame ti accecherà, te ne fregherai dei buoni propositi.” Le prese i polsi e la tirò a se, costringendola a sedersi. “Lezione numero uno. Ammaliare.”

Cosa vuol dire?”

Piegare la volontà delle 'vittime'...”

Non chiamarle così!”

... e costringerle a fare ciò che vuoi” concluse ignorando il suo sguardo supplichevole. “L'hai fatto con l'infermiera, me l'ha detto Stefan.”

Ah... e io che pensavo di essere stata convincente” mormorò e lo vide sorridere.

Più ti nutri di sangue umano, più diventerai forte” continuò “oh, non dirlo a Stefan, eh!”

Caroline ridacchiò per un istante, poi tornò composta “va bene. So farlo, l'ha detto anche Stefan. Non ho bisogno di lezioni.”

La fortuna del principiante” la prese in giro “prova con me.”

Potrei costringerti a leccare il pavimento, sta attento...” lo sfidò schiarendosi la voce. Tirò indietro i capelli e sistemò la maglietta “ok.” Caroline si concentrò e lo fissò. Dopo un secondo in cui non accadde nulla, sbuffò e piegò le spalle. “Forse non sono così brava.”

Più di nutri di sangue umano, più diventerai potente.”

Caroline annuì poco convinta. Come se era passati dal paletto all'upgrade di vampiro di classe uno?

Seconda lezione. Il morso.”

Quanti fascicoli sono?”

Tre. L'occultamento del cadavere”.

Non stava scherzando. Caroline sbiancò e si ritrasse di qualche centimetro.

A quello ci pensiamo dopo” la prese in giro scostandole i capelli dal collo. Caroline sobbalzò e schizzò dall'altro lato della stanza.

Beh?” domandò con una smorfia.

Mi sono spaventata...”

Ma smettila...” borbottò alzandosi e avvicinandosi a lei “in teoria sai come fare, ma in pratica fai schifo” la rimproverò. “Apri la bocca.”

Perchè?” domandò sospettosa. “Rifiuto, non ho avuto modo di lavarmi i denti stamattina!”

Damon la guardò come se non credesse alle sue orecchie “non gliene frega a nessuno se hai l'alito cattivo. Mostra i canini.”

Fanno male...” sussurrò e arricciò di poco il labbro superiore.

La fatina del dentino è in dirittura d'arrivo” scherzò e la prese per mano ponendola di fronte ad uno specchio. “La vena da mordere è questa” spiegò sorvolando la zona con un dito, dopo aver scostato i capelli. “Mai troppo a fondo, rischi un'emorragia...”

Ok” disse ingoiando. L'aveva toccata sul collo e aveva sentito un brivido propagarsi nella zona. Se non fosse stato così macabro, avrebbe pensato che la stesse seducendo.

Non lasciarti prendere dall'entusiasmo e non prosciugare quel poveraccio, a meno che non se lo meriti” scherzò e le strappò un sorriso “...e niente violenza, non è un film splatter.” Chinò il capo posando le labbra sul collo. Caroline sobbalzò e Damon la strinse con forza.

Lasciami!” gridò “non t'azzardare a mordermi! Stefan!!!”

Mai lasciare avvicinare troppo il nemico” le sussurrò nell'orecchio “smettila di gridare o ti dissanguo e ti getto nelle segrete!”

Caroline lo vide trasformarsi e restò a bocca aperta. Tremava come una foglia. Si immobilizzò e Damon le affondò violentemente i denti nella pelle. Per la sorpresa, non riuscì a gridare. Ma non sentiva dolore, solo le gambe non la reggevano in piedi. E le girava la testa. Stava svenendo? Caroline gli conficcò le unghie nel braccio. Era troppo debole per riuscire a divincolarsi. E poi... che diavolo era quella sensazione lungo le gambe? Se l'era fatta addosso dalla paura? Non vedeva più nulla. Lasciò ricadere la testa da un lato e perse il controllo dei muscoli. Si afflosciò fra le braccia del vampiro e chiuse gli occhi. Ultimo pensiero prima di morire? Un bel niente. Nessun film da rivedere, nessuna luce sul fondo del tunnel. Erano tutte cazzate anche quelle? Caroline si accorse che aveva troppo da recriminare e nessuno da ricordare. Un singhiozzo roco si formò nella gola e restò lì, a raccontarle la sua storia. Matt non era poi così importante come pensava. Sua madre? Ininfluente. Come se fosse venuta al mondo uscendo da un uovo. Elena, Bonnie? Non la capivano fino in fondo. Nessuno la capiva davvero.

Il sangue gli raccontava la sua storia. Damon affondò fino all'infanzia e si fermò alla nascita. Povera, piccola Caroline, pensò. Smise di succhiare. La ragazza non si muoveva più e aveva lo sguardo vitreo, il viso bagnato di lacrime. Normale, pensò voltandola verso di se e osservando il suo lavoro. “Ecco, adesso sei morta davvero...” sussurrò al corpo morto, prendendola in braccio.

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Capitolo 4
*** L'evento dello scantinato ***


Buongiorno a tutti! Ma è passata una legge e ora le recensioni si pagano?! :D
Sto notando dal counter che siete moltissimi (mai avuto così tanti accessi su una storia, non ho parole!!) ma nessuno recensisce. Questo mi impedisce di capire se la storia è a)carina b) in commentabile c)orrenda d)non dice assolutamente nulla. Fatemelo sapere (anche in pvt, non c'è problema), quando scrivo una fict e la posto su internet, intendo avere un dialogo con i lettori per “crescere'' come scrittrice (penso sia lo scopo di tutti coloro che scrivono per passione e 'perdono' tempo a rifinire dialoghi e descrizioni). Trovo deprimente vedere il contatore delle recensioni fermo a zero. Fatevi sentire e nel frattempo, buona lettura.


Archetype – Fear Factory


Nessuno sapeva cosa passava per la testa di Damon Salvatore, neanche suo fratello. A Stefan non piacque trovarlo a casa, seduto a rimirare il vuoto con un calice pieno di sangue accanto a se. Era calata la sera, perché non usciva a caccia? Adorava bere 'alla spina'. “Dov'è Caroline?” domandò sospettoso senza ottenere risposta.

Damon alzò le sopracciglia e si schiarì la voce spostando lo sguardo su di lui. Fece una smorfia, come se bastasse a rispondere alla domanda.

Fratello...”

Nelle segrete. Accelero il processo di trasformazione” rispose monotono. “Me ne occupo io.”

Stefan non era molto propenso a lasciarlo fare. Lo aggirò, lo studiò e quando fu certo che avrebbe colpito nel segno, parlò. “Da quando sei così altruista?”

Sbagli, sono il solito bastardo che ha provato a fregarti la donna due volte” rispose bevendo dal calice. “Mi occupo io, di Caroline.”

Di nuovo. Perchè?”

Damon lo guardò e scosse le spalle “se non le avessi dato il mio sangue, Katherine non l'avrebbe uccisa. Fa tutto parte di un piano” rispose e strofinò le mani l'una contro l'altra. “Il minimo che posso fare, è renderla forte abbastanza da cavarsela da sola.”

Gettandola nelle segrete?”

Non l'ho gettata, l'ho adagiata” ridacchiò e si alzò in piedi. “Non preoccuparti, non la lascio morire di fame.”

***

Caroline si svegliò proprio in quel momento. Bisbigliò qualcosa fra i denti, aspirò l'odore di chiuso e aprì gli occhi. Pulì la guancia dal rivolo di saliva che era colato fuori dalla bocca, mentre era riversa su una specie di brandina e si guardò attorno. Quel posto le ricordava la vecchia cantina di suo nonno. Il bastardo l'aveva davvero gettata nelle segrete! Scostò la coperta dal corpo, mise i piedi sul pavimento gelido e scoprì che le mancava una grossa parte del vestiario. “Brutto figlio di puttana!” gridò ma la voce le uscì strozzata e la bocca le faceva un male cane. Si toccò le labbra e sentì due sporgenze che prima non c'erano. “Stramaledetto figlio di puttana!” urlò di nuovo.

Eccolo, eccolo. Non c'è bisogno di gridare, ti sento!” esclamò scendendo le scalette “la morte non ti ha reso per niente do... urgh!”

Caroline gli balzò addosso e l'atterrò pesantemente a terra. Ringhiò, scoprì i canini e gli conficcò le unghie nelle spalle.

Però! Ne aveva di forza, anche se priva di nutrimento. “Buongiorno!”

Dove sono i miei vestiti?” ringhiò a pochi centimetri dal suo naso “hai fatto i tuoi porci comodi mentre ero morta?!”

Damon le rise in faccia facendola arrabbiare del tutto. In preda ad un istinto che non aveva mai vissuto prima, prese la rincorsa per azzannarlo ma la sua mano l'afferrò alla gola. “Non si morde l'insegnante” la rimproverò piegandosi un po' verso di lei.

Il suo alito sapeva di sangue. Caroline ebbe improvvisamente fame. Scoprì i denti e Damon l'ammonì con lo sguardo. “No” disse a voce bassa “devi imparare a controllarti.”

Brutto figlio di puttana, dove sono i miei vestiti?!” ringhiò e si divincolò sentendo le vene bruciare. L'odore di sangue lo sentiva ovunque. Su di se, sul vampiro che la tratteneva senza fare il minimo sforzo. Doveva nutrirsi o sarebbe uscita di testa. “Ho fame! Ho fame, sto morendo di fame!”

Una cosa per volta...” mormorò e dovette applicare un po' di forza per bloccarla. “La morte non è mai pulita. Non potevo lasciarti addosso quei vestiti” spiegò cercando di individuare una briciola di ragione nel suo sguardo febbricitante. “Caroline.”

La ragazzo lo guardò quando pronunciò il suo nome. Smise di ringhiare e chiuse la bocca. Damon le lasciò andare la gola e si alzò sui gomiti. Caroline portò le mani al viso e mi morse le labbra scalfendo la pelle con i denti. Stava piagnucolando per la confusione mentale che non riusciva a riordinare. Quando sentì che le toccava il mento, lo guardò. Si rattrappì su se stessa, abbassò le spalle e si rese conto che restargli a cavalcioni addosso, seminuda, non era molto signorile. Lo scavalcò e restò inginocchiata sul pavimento. Era freddissimo. Anche lei aveva freddo.

Beh, si era calmata di botto?, si domandò mettendosi a sedere. “Che c'è?” domandò paziente.

Ho freddo” sussurrò “ ho fame...”

E' normale” spiegò afferrando la coperta dalla brandina. Gliela posò sulle spalle e Caroline ci si raggomitolò dentro. Aveva ancora il viso aggrottato e gli occhi neri. Damon alzò velocemente un sopracciglio. “Ok, principessa. Adesso torniamo di sopra, ti fai una bella doccia e... cosa c'è?!” domandò spazientito per come lo guardava “nessuno ti ha toccato! Fatti un altro film!”

Caroline lo scrutava cercando di capire da dove provenisse quell'odore di sangue. La mandava in bestia. Doveva averlo. Si liberò della coperta e gattonò fino a lui. Damon la guardò interessato. Caroline lo sniffò e quando percepì la fonte dell'odore, gli appiccicò le labbra alle sue solo per nutrirsi. Era dolcissimo. Gli leccò la bocca e i denti, sempre più famelica. Allibito dal gesto e preso alla sprovvista, non fece una sola mossa per scacciarla.

Quando il sapore fu svanito, Caroline smise di morderlo. Era già finito?, si domandò provando ancora molto appetito. La frenesia tornò prepotente e ansimando quasi, lo staccò da se con un brusco spintone. Damon cadde all'indietro ma si tirò subito a sedere. Caroline lo fissò di traverso. Aveva il viso arrossato e tremava come una foglia. Aveva sentito qualcosa che non riusciva a mettere a fuoco. Era qualcosa di intimo e riservato.

Beh, come va da queste parti?”

La voce scanzonata di Stefan interruppe lo strano momento che stavano vivendo. Stefan li guardò a turno, si concentrò sul fratello e ridacchiò “ti ha vampirizzato?”

Quasi” rispose con la voce alterata. “Occupatene tu” si rimise in piedi con un balzo e Caroline lo guardò.

Stefan li studiò a turno. “Come stai, Caroline?”

Ho fame” balbettò la ragazza “e ho freddo...”

Di a Elena di portarle qualcosa da mettersi addosso” ordinò allontanandosi verso le scalette.

Dove vai?”

Tocca a te!” lo udì urlare dal salotto.

Stefan guardò la scala vuota, poi si voltò verso Caroline. Sorrise affabile e si inginocchiò presso di lei. “Doccia e cibo?”

Caroline annuì.

Ce la fai a camminare?”

Un altro assenso. Accettò la mano che le porgeva e quando si rimise in piedi, la testa le girò “posiamo fare il contrario? Cibo e doccia?”

Certo.”

***

Stefan aveva dovuto aspettare un'intera giornata prima di rivederlo. “Elena ci ha lasciato un dolce...”

La mia parte sarà ripiena di verbena” commentò gettandosi sul divano e occupandolo del tutto.

Caroline ha mangiato anche la tua parte” sparò ottenendo la reazione che cercava. Un movimento oculare di una frazione di secondo. “Che cosa è successo nel sotterraneo?”

Niente!” esclamò come se ne avesse abbastanza. Damon balzò a sedere, si stropicciò camicia e capelli e saltò in piedi “esco.”

Hai detto che ti saresti occupato di Caroline” gli ricordò spiegando il giornale locale che stava leggendo un minuto prima.

Non fare la mogliettina!” urlò e si lanciò fuori l'abitazione. Non riusciva a stare seduto, doveva muoversi. Muoversi e sfogare qualcosa che gli premeva fra le costole.

Hai detto che ti saresti occupato di Caroline

Beh, l'ho fatto no? L'ho aiutata a morire. Ora può andarsene in giro senza invecchiare di un giorno e senza perdere la sua bellezza, pensò camminando velocemente.

La volante della polizia lo illuminò per un breve momento, proseguì la sua corsa e Damon si fermò in mezzo alla strada. Sbuffò, si voltò e tornò indietro.

***

Va meglio?”

Non puzzo più di muffa.”

Caroline si accoccolò sul letto e posò la testa sulle gambe di Elena. Giocherellò con l'anello incantato e lo tolse, posandolo sulla coperta. Restò a studiarlo contando i petali turchesi che componevano il fiore al centro.

Elena ne seguì tutti i movimenti senza fiatare.

... e non puzzo più di sangue. O di Damon Salvatore” mormorò e chiuse gli occhi. Elena sostituì le sue gambe con un cuscino.

Stefan è stato molto carino con me” commentò a bassa voce “il tuo ragazzo è adorabile.”

Sì, lo è” annuì e la guardò. “Cosa è successo nello scantinato?”

Caroline aprì gli occhi e si voltò verso di lei. I capelli biondi inondarono il cuscino e la ragazza scosse la testa. “Niente...”

Elena sorrise con difficoltà “non importa, allora. Riposati, domattina sarà tutto diverso...”

Lo è già...” mormorò “non farò del male a nessuno, lo prometto” ripetè alla sua amica “ti autorizzo a piantarmi un paletto nel cuore se...”

Non ce ne sarà bisogno” commentò scuotendo la testa. Scivolò via dal letto e si avvicinò alla scrivania guardando in strada. Damon? Che ci faceva lì?

Il vampiro la vide e la fissò negli occhi. Le spedì una specie di ordine silenzioso. Elena aprì la bocca, guardò Caroline che giaceva ad occhi chiusi sul letto e si morse le labbra. “Chiudo la finestra?”

No, lasciala aperta...” sussurrò afferrando il primo peluche a portata di mano e stringendolo a se “mi piace... il vento...”

Quando Elena riportò l'attenzione alla strada, Damon era sparito. Caroline si mosse nel sonno e l'anello finì per terra. Elena glielo infilò facendo attenzione a non svegliarla. Che cosa faceva Damon li? Stava seguendo lei o Caroline? Si guardò attorno una volta fuori dell'abitazione. “Vieni fuori, Damon!” esclamò voltando su se stessa.

Il vampiro la fissò con la sua solita faccia da schiaffi. “E se fossi stato un malintenzionato?”

Tu hai sempre cattive intenzione...” sussurrò avvicinandosi alla propria auto “stai seguendo me o Caroline?”

Non sto seguendo nessuno” rispose ironico “faccio una passeggiata.”

Sotto casa Forbes, dopo che è successo qualcosa di misterioso nel sotterraneo?” sghignazzò e lo vide perdere tutta la sua ironia. Ci mise quasi un minuto a ritrovarla “ti interessa, Elena? Vuoi sapere cosa faccio con la tua amichetta quando siamo soli?” alzò le sopracciglia ma la ragazza restò seria.

Perchè era nuda? Stefan mi ha chiesto di portarle dei vest...” Elena si interruppe quando lo vide quasi sbattere la testa al muro per la frustrazione. “Calma...”

Voi siete malati!” esclamò alzando la voce “malati e pervertiti!”

L'hai vampirizzata e usata tutte le volte che hai potuto. Perché ora dovrebbe essere diverso?”

E' diverso e basta!” ringhiò aggrottando la fronte “non è successo niente. Ha sentito l'odore di sangue su di me e non ci ha visto più. Fine!”

Elena pensò che stava mentendo o omettendo molte verità.

Hai mai visto un corpo morire, Elena? Perdono il controllo della visceratura...”

Ho capito ho capito” borbottò alzando una mano. “Quindi l'hai fatto per... non farla sentire a disagio?” domandò sperando in una risposta onesta.

Damon allargò le braccia e fece una smorfia sarcastica. “Difficile immaginare che sia capace di un gesto carino, vero?”

Inconcepibile” ammise sbloccando le portiera della macchina “Caroline sta bene e sta dormendo. Potrai vederla domani.”

Non mi interessa vederla.”

Elena gli scoccò un'occhiata ironica “ma smettila...” sussurrò e mise in moto “spostati, devo fare manovra.”

Damon fece qualche passo laterale e si sentì un vero cretino.

Vuoi un passaggio a casa?” Elena lo guardò, il motore accesso e una mano sul volante mentre teneva il braccio sinistro piegato fuori del finestrino abbassato.

No, vado a piedi” mugolò storcendo la bocca.

Non cacciarti nei guai!” esclamò e lo avvolse in una nuvola di olio bruciato. Damon tossì e si sventolò con la mano. “E tu passa dal meccanico, qualche volta...” sussurrò e alzò la testa verso la finestra di Caroline.

Era lì, affacciata, che lo fissava. Aveva sentito tutto. Un momento dopo, era sulla soglia di casa. “E' questa la tua versione?”

Ce n'è una diversa?” domandò camminando lentamente fino a lei.

Caroline incrociò le braccia sul seno in un gesto di difesa. “Non puoi entrare finché non ti invito, vero?”

Più o meno...”

Caroline fece un passo indietro e alzò fra loro un muro invisibile. “La mia versione è diversa.”

Sentiamo la versione.”

Ti ho baciato...”

Io non lo chiamerei bacio, pensò il vampiro senza esprimere alcun giudizio.

E tu mi hai ricambiato.”

Per forza, mi stavi staccando la lingua” commentò facendola avvampare di imbarazzo. “Lasciami entrare...”

Quel tono lo conosceva bene. “Liz ha finito il turno e sta...”

Caroline, invitami ad entrare.”

La ragazza lo guardò e scosse la testa.

Damon osservò la porta richiudersi e non mosse un dito per impedirlo. Non si trattava del bacio in se. Si erano 'letti' a vicenda. Forse non era in grado di accettare che qualcuno sapesse così tanto di lui.

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Capitolo 5
*** Fan***, Damon Salvatore! ***


La mattina dopo, Caroline si infilò sotto la doccia calda e ci restò fino a consumare tutto il boiler. Solo allora girò il rubinetto ascoltando il rumore dell'acqua che colava lungo lo scarico. Se si concentrava - ma doveva farlo a lungo e le veniva il mal di testa - riusciva a sentire un chiacchiericcio diffuso. La tv dei vicini, pensò osservando la finestra socchiusa. Si asciugò, infilò l'accappatoio e uscì dal bagno a piedi nudi. Spalancò l'armadio e guardò i vestiti ordinati per colore e lunghezza. Doveva seguire le sciocchezze dei libri e dotarsi di un look vampiresco? Andarsene in giro con un vestito vittoriano lungo fino ai piedi o avvolgersi nella pelle nera? Allora sì che sarebbe passata inosservata! Ridacchiando, afferrò mutandine e reggiseno, chiuse l'anta e sobbalzò di paura trovando Elena – no, Katherine! - dietro di se. Le riconosceva solo dalla diversa acconciatura.

Katherine sorrise e si appoggiò all'armadio color panna. Osservò l'anello che indossava. “Ti do un consiglio... sta lontana da Damon.”

A Caroline sembrò proprio una minaccia. “Non ho fatto nulla...”

Non fare la verginella con me” cantilenò passando un dito sul legno chiaro “Damon ha un debole per le fanciulle in pericolo, gli piace giocare a fare l'eroe...”

Io non sono in pericolo” rispose e il modo in cui Katherine la guardò le fece capire che era l'esatto contrario. “Ma tu ami Stefan!”

Katherine sorrise e non rispose. Caroline si sentì stupida a starsene in accappatoio e completamente spettinata a discutere il non possesso di Damon con una vampira centenaria gelosa marcia dei suoi ex amanti. Era assurdo anche il solo pensare che lei fosse interessata a Damon quando non era soggiogata. “Non ho alcuna mira su di lui.”

Bugiarda” sussurrò e si chinò verso di lei “sento il tuo cuore battere da qui. Stai mentendo e hai paura.”

Eddai!, pensò sentendo il cuore aumentare i battiti. “Mi ha vampirizzato e ucciso un paio di volte. Credi che la cosa lo renda attraente ai miei occhi? Lui ti ama, è ossessionato da te.” Da dove le veniva tutto quel coraggio? Caroline ingoiò. Non ci capiva nulla di quelle robe vampiresche, ma sui ragazzi era ferrata. E conosceva le donne e le loro debolezze.

Katherine scosse la testa. In quel momento sembrava una ragazza come tutte le altre. “Non imparerà mai.”

Se non lo ami, perché...” Caroline si interruppe quando la fulminò con lo sguardo, segno che non gradiva più la chiacchierata amichevole.

Mettiamola così” disse girando per la stanza senza toccare nulla “mi piacciono i fratelli Salvatore, li voglio entrambi... ma a modo mio” rispose enigmatica. “Se ti vedo ancora attorno a Damon o se sento solamente il tuo profumo a un metro di distanza da lui, ti uccido” lo disse sorridendo e le mise una paura terribile addosso. Caroline si sentì costretta ad annuire. Perché contrariarla? Se avesse avuto un problema sarebbe andata da Stefan. La ragazza si chiese se anche Elena era stata minacciata a quel modo. In teoria avrebbe dovuto ucciderla nel sonno, visto che quei due avevano una relazione. Non lo faceva per paura di una reazione di Stefan? Invece minacciare lei era comodo e liberatorio! Nessuno si sarebbe presa la briga di difenderla o vendicarla. Caroline aggrottò la fronte, un po' frustrata e rattristata dal fatto che era sola e avrebbe dovuto cavarsela con le sue forze.

Brava. Mi piace cacciare in coppia, chiamami” ridacchiò e un secondo dopo sparì.

Sì, come no! Caroline si infilò i vestiti con le mani che tremavano e cominciò a pettinarsi i capelli bagnati dando violenti strattoni ai nodi che si erano formati. Era arrabbiata. Occhieggiò la finestra aperta e la chiuse serrandola e tirando la tendina. Brutta stronza, la prossima volta usa la porta come tutti!

Questo significava che doveva bussare o usare il campanello?, si chiede Damon quando gli sbatté il vetro sul naso. Ad origliare si imparano tante cose, sbuffò e bussò con forza.

Aveva seguito Katherine fin lì. Diciamo che si era lasciata seguire, visto che si era girata e gli aveva sorriso. Damon la teneva sott'occhio. Se non infastidiva il fratello, girava attorno a lui. A tempo perso. Bussò di nuovo e incrociò le braccia, la schiena rigida e piantato sulle gambe.

Sua madre aveva la chiave. Chi poteva essere? Caroline spiò il visitatore inopportuno e sbiancò. Lupus in fabula. Traccheggiò un po' dietro la porta, poi l'aprì con un gesto brusco. “Perchè sei qui?”

Che cosa voleva la sgualdrina da te?” domandò senza mezze misure “ti ha molestato?”

Ha blaterato cose senza senso a cui non intendo dar peso” sbottò infuriata “vattene via, Damon, non voglio finire sottoterra per colpa della sua assurda gelosia! Quella è una pazza nevrotica con manie di possesso, gelosa marcia dei suoi ex e senza un cavolo da fare nella vita! Mi ha minacciato di morte, è fuori di testa!” esclamò raggrovigliando i capelli in un fermaglio prima che si asciugassero. “E' frustata e minaccia me perché sa che sono innocua e non potrei difendermi!”

Hai detto che non le avresti dato peso...” ironizzò e si appoggiò allo stipite “dai, fammi entrare.”

No” rispose guardando oltre la sua spalla “quella psicotica mi fa paura ed io non ho nessuno a pararmi le spalle, a differenza di Elena!”

Damon percepì una nota incrinata nella voce. Caroline era spaventata dietro le parole rabbiose che gli sputava addosso. Si rimangiò la frase che gli frullava in testa da qualche minuto e fece una smorfietta distaccata “è la vita!”

Va via e non tornare più qui!” Caroline provò a chiudere la porta ma Damon la fermò con una mano. “Se non posso entrare, sarai tu ad uscire” mormorò cercando di afferrarla per il polso. Una barriera invisibile gli impedì di andare oltre. Damon rimase stupidamente in bilico nel nulla, poi tornò saldo a terra. Un attimo dopo, Caroline gli sbattè la porta in faccia. “Cacasotto!” le urlò prima allontanarsi.

L'uscio si riaprì e Damon si fermò sorridendo. La vecchia tattica dell'offesa.

Ci tengo a restare viva e tu non non vali la pena.” Caroline si bloccò quando sentì le parole uscirle di bocca. Era una cosa orrenda da dire persino a lui. “Scusa, non volevo dirlo...”

Damon sollevò le spalle, lo sguardo impenetrabile. “Non hai ferito i miei sentimenti, non ne ho.”

Sei un gran bugiardo” soffiò e lo fissò dritto negli occhi. “Addio, Damon.”

Arrivederci” la rimbeccò ironico “ci si saluta così fra noi morti...”

Al diavolo! Al diavolo tu, Katherine e tutta la vostra razza vampiresca! Invece di calmarsi, la furia di Caroline cresceva. Ogni volta che ricordava l'evento dello scantinato, si sentiva in imbarazzo e colpevole fino a prova contraria. Provò a giustificarsi con la storia della 'frenesia del sangue': gli era saltata addosso ma non era certo per piacere o per amore. Centrava la sopravvivenza, non il sesso. E poi l'avevano già fatto, a dirla tutta. Solo che lei non se lo ricordava perché la teneva soggiogata per la maggior parte del tempo! Fanculo, Damon Salvatore!, pensò ficcando i libri nello zainetto. Quando arrivò al cestino del pranzo, si fermò. Ripose il contenitore nel frigo e fissò il vuoto. Perché Katherine non l'aveva uccisa mesi prima, quando era successo il fattaccio? Perché ora se la prendeva? Perché era passata dalla parte del nemico? Battè le palpebre più volte e si sedette al tavolo della cucina. Centrava la sua trasformazione in vampira? Caroline guardò l'orologio e sobbalzò. Sarebbe arrivata in ritardo e il prof le avrebbe segnato una bella nota di demerito. Fanculo, mi fai arrivare in ritardo a scuola!

Caroline si immerse nel sole con un po' di paura, ma quando vide che i raggi non la bruciavano e che poteva respirare senza sentire dolore, inforcò gli occhiali scuri e guidò fino a scuola. Doveva parlare con Matt, spiegargli... cosa?, si chiese arrestando l'auto. Che sono un vampiro e che non potrò mai più... il volto si scurì. Se Stefan poteva avere una relazione, perché lei no?

Non te ne frega nulla di Matt, le disse la vocetta che parlava da quando era 'morta'. Non ti interessa nessuno di loro. Delle tue amiche, di tua madre... sei sola, resterai sempre sola. “E' una possibilità” si disse smontando dalla macchina.

Parli da sola?”

Caroline guardò Matt e strinse i libri sotto braccio. “Sì... e sono anche un po' strana” mormorò e abbassò lo sguardo “devo parlarti.”

E' un 'devo parlarti' innocuo o quel 'devo parlarti perché sto per mettere fine alla nostra relazione?” domandò il ragazzo improvvisamente serio e triste.

Caroline si sentì in colpa.

Non ti frega nulla di Matt.

Non è vero, pensò. Perché quella vocetta aveva lo stesso tono fastidioso di Damon Salvatore?

La seconda.”

Il ragazzo restò a guardarla, era senza parole. “Perchè?”

Perchè non ti amo.”

Dicevi il contrario, qualche giorno fa” insistette ferito “non possiamo semplicemente stare bene insieme e...”

E ti basterebbe?” domandò con un filo di voce “io voglio che tu sia felice... e non lo saresti con me...”

Non è vero” Matt si avvicinò e provò ad abbracciarla. L'affetto che Caroline provava si trasformò in un desiderio spasmodico di sangue. Prese un respiro e le sembrò di vedere le vene del collo pulsare nel solito ritornello 'mordimi mordimi'. Sentiva di stare per perdere il controllo. Si strappò dalla sua stretta e si infilò in macchina. “So che è difficile accettarlo, ma io non ti amo!” replicò con rabbia. Stava per saltargli addosso come aveva fatto con Damon. Ingranò la prima e partì quasi investendo un paio di compagni. Matt restò a guardarla mentre qualcuno, da lontano, aveva ascoltato tutta la conversazione. Qualcuno che non sembrava particolarmente felice dell'evolversi della situazione.

Caroline scappò nel bosco e camminò fino a smaltire la rabbiosa frustrazione che l'attanagliava. Era pomeriggio inoltrato e lei aveva fame. Stefan le aveva detto che poteva nutrirsi del sangue degli animali, ma non era così sicura di essere in grado di cacciare. Quando si ritrovò un mano una lepre selvatica, la guardò e la lasciò correre via. Quella stupidina di Bonnie credeva che sarebbe stata capace di uccidere qualcuno! Tzè! Sarebbe morta di fame, piuttosto...

Tre giorni dopo

Caroline era allo stremo. Aveva provato a cacciare coniglietti o – dio, non ci posso pensare – gattini, ma tutto il suo essere aborriva far del male a quei cucciolotti innocenti. Suonò il campanello di casa Salvatore sperando che Stefan fosse d'aiuto. Quando vide Damon si ritrasse e fece un passo indietro. “C'è Stefan?”

No” mormorò e restò a guardarla “ti vedo sciupata.”

Ho fame, non mangio da giorni” sussurrò nervosa tormentando le tasche dei jeans “quando torna?”

Entra” rispose e si allontanò all'interno dell'abitazione. Caroline ci pensò bene. Quello equivaleva a far incazzare Katherine. Ma l'avrebbe uccisa o lei o la fame. Dov'era finito?

Qui” urlò una voce che proveniva dallo scantinato.

Caroline scese le scale con discrezione. Damon stava frugando in una specie di ghiacciaia, le lanciò una sacca di sangue proveniente dal frigorifero di un ospedale “non farci l'abitudine. Devi imparare a cavartela da sola.”

Non posso bere questo” disse inorridita tendendogli la busta con due dita. “E' disgustoso!”

Damon la guardò a lungo poi annuì “ok, muori di fame”

Caroline ruggì di frustrazione “ho provato a nutrirmi di animali, ma non posso uccidere una creatura innocente!”

Prova con gli umani. Quando si dibattono per la paura, il sapore migliora!” ridacchiò e quando la sorpassò, Caroline lo prese per il braccio.

Quando aveva proposto la sua eliminazione, nessuno gli aveva dato retta. Ora quella specie di zombie in crisi d'astinenza gli stava chiedendo qualcosa... Damon strinse gli occhi e la studiò. Qualcosa di poco chiaro e che non gli sarebbe piaciuto. Abbassò la testa e piegò il collo per osservarla meglio. “Cosa vuoi, Forbes?” sussurrò sospettoso. “Parla.”

Caroline lo lasciò andare e stropicciò le mani gelate fra se. “Mi serve una mano” mormorò e abbassò lo sguardo a terra “e chiederlo a te, mi da un fastidio cane...”

Damon alzò gli occhi al cielo e la spinse per le scale. “Aspettami di sopra.”

***

Caroline si raggomitolò nel divano stringendo un cuscino contro lo stomaco. Aveva i crampi come quando si era 'svegliata' la prima volta. Poteva restare tre giorni senza mangiare, se si sforzava di resistere alla tentazione di saltare al collo delle persone. Stava facendolo con Matt. Per quello l'aveva lasciato.

Madame...”

Una voce ironica le fece aprire gli occhi. Un bicchiere di cristallo ripieno di liquido rosso.

Anche l'occhio vuole la sua parte” ridacchiò quando prese il bicchiere.

Beh, così la cosa migliorava di molto.

Sei come Stefan, anche lui aborre ricorrere alle sacche di sangue” spiegò e si appoggiò al mobile accanto al divano. “Non è avvelenato, puoi berlo.”

Grazie” sussurrò e ne ingurgitò un sorso che sputò quasi immediatamente. “E'... scaduto!” esclamò mentre Damon la guardava vagamente sorpreso e soprattutto infastidito. “E' acido, sa di yogurt scaduto di tre settimane!” continuò e posò il bicchiere molto lontano da se.

Damon ne bevve un sorso e scosse la testa. “E' perfetto. E' l'anticoagulante che lo rende un po' speziato.”

Non è speziato, è disgustoso!”

Ognuno ha i suoi gusti” borbottò e bevve il resto. “Sei di palato difficile, cara mia.”

Caroline posò la testa fra le mani e sospirò. Si sentiva sempre più debole e nauseata. “Grazie lo stesso...” fece per rimettersi in piedi, ma Damon la spinse per la spalla con un dito e Caroline ripiombò a sedere.

Quando è stata l'ultima volta che ti sei nutrita?”

Tre giorni fa...”

Damon si stupì della sua resistenza. Tre giorni prima gli si era attaccata come una ventosa. Mh, pensò toccandole la pelle gelida. Lui stava ribollendo per la razione extra di un momento prima.

Caroline si rimise in piedi e Damon la guardò sorpreso “dove vai?”

A casa. Scordavo il fattore Katherine...” cominciava a prendere in considerazione l'idea di una lunga esposizione a sole senza anello protettivo. Damon la spinse di nuovo a sedere e Caroline lo guardò di traverso “la smetti? Non sono in grado di sostenere una discussione con te, ora!”

Figurati affrontare Katherine” scherzò alzando una manica della maglia. “Dai...”

Caroline lo guardò senza parole “no... grazie...”

Non fare storie e bevi prima che cambi idea.”

Non voglio morderti!” ripetè e lo guardò un po' annebbiata.

Sai cosa succede, se non ti nutri?” le domandò fissando il fondo della stanza “diventi uno zombie e dopo saremo davvero costretti ad ucciderti.” Non era vero, ma lei non poteva saperlo. Spostò lo sguardo su di lei e capì di aver colto nel segno.

Zombie... come quelli dei film?”

Più o meno...”

Caroline lo guardò, guardò la vena azzurrina che gli correva sul polso e quella che spuntava dal collo e gridava 'mordimi mordimi'. Si avvicinò e quando Damon capì dove l'avrebbe morso, inclinò il collo.



Recensioni

Lolaventimiglia: quando ho visto la trasformazione di Caroline ha cominciato a venirmi qualche idea. Non sono una fan di Elena, preferisco Katherine e la sua cattiveria senza fondo, ma anche la Forbes ha un discreto fascino da quando è stata vampirizzata. Le idee ci sono e spero che la storia continui a piacerti.

Doralice: i personaggi sono IC sto proponendo solo una what if? Aspetto i tuoi aggiornamenti!

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Capitolo 6
*** Mi piaci, Caroline Forbes ***


Recensioni: ragazze, mi fa molto piacere sapere che la storia vi stia piacendo, cerco di aggiornare il prima possibile!



Caroline lo guardò, fissò la vena azzurrina che gli correva sul polso e quella che spuntava dal collo e gridava 'mordimi mordimi'. Si avvicinò e quando Damon capì dove l'avrebbe morso, inclinò il collo. “Affonda senza strappare, come se stessi mangiando un hamburger.”

Avrebbe pagato oro per mangiare un hamburger! Ci aveva provato – anche lasciandolo un po' al sangue, a dir la verità – ma il suo corpo lo rifiutava. Caroline nicchiò e si rese conto che la posizione non era adeguata. Avrebbe dovuto sedergli a cavalcioni addosso e... ehi! Damon l'afferrò per la gamba e se la tirò contro. “Mordimi” mormorò inclinando il collo “stai perdendo troppo tempo.”

Caroline neppure lo sentiva, vedeva solo la vena che pulsava. Affondò i denti e Damon fece una smorfia di dolore. Mentre succhiava e lappava il sangue, Damon sentì il respiro farsi pesante. Il calore tendeva a scomparire lentamente dal corpo ma se Caroline lo succhiava in quel modo, gli sembrava di sprofondare in un mare ghiacciato. “Basta...” mugolò cercando di allontanarla. Il suo corpo si stava scaldando come un termosifone mentre il suo andava raffreddandosi. Caroline gli posò una mano sul torace e Damon l'afferrò, fissando la pallida vena. In preda all'istinto di sopravvivenza, ci affondò i denti dentro e Caroline si staccò dal suo collo con un gemito.

Del tutto sbagliato e del tutto fuori luogo.

Damon liberò il polso bianco latteo di Caroline nello stesso momento in cui lei gli spingeva il bacino contro il suo. L'eccitazione sessuale che era rimasta sopita per molto tempo l'aggredì violenta e le troncò il respiro. Caroline smise di ragionare, diventò pure istinto e si avventò su di lui. Sentiva il sangue scorrere veloce e una sensazione di pienezza che non aveva mai sperimentato nella vita. Per la prima volta, non si sentiva inferiore a nessuno. L'uomo sotto di lei era eccitato. Doveva essere per forza per merito suo. L'ingordigia si trasformò in desiderio, smise di succhiargli la lingua e cominciò a baciarlo mentre Damon l'accarezzava lungo la schiena. Il freddo glaciale era passato e cominciava a sentire caldo nella giacca. Cercò di toglierla e restò incastrata. Le sue mani l'aiutarono a liberarsi. Caroline gli afferrò la testa e continuò a baciarlo scalfendolo con i denti. Poi si fermò, un pensiero inopportuno le impedì di continuare. Katherine l'avrebbe scuoiata viva! Si staccò da lui col viso contratto. Odiava Damon Salvatore. Lo odiava per come l'aveva usata. Ora era lei a giocare la parte della 'cattiva' ma la cosa non le dava soddisfazione. Si sentiva una ragazzina che cerca di emulare la madre truccandosi troppo e indossando scarpe troppo grandi. Stropicciò un braccio sulla bocca e sentì le lacrime pungerle gli occhi. Riusciva a fare qualcosa senza sbagliarla? Che ci voleva a succhiare, ringraziare e salutare? Perché aveva dovuto infilarci il sesso in mezzo?! Caroline afferrò la giacca da terra e corse verso la porta. Avrebbe dovuto rendere conto di quel momento di debolezza!

Damon si alzò sui gomiti e la guardò senza dire una parola. La reazione violenta di Caroline gli aveva provocato una scossa elettrica dal cervello ai lombi. Era basito dalla scoperta e l'eccitazione gli impediva di articolare le parole. Passò il palmo della mano sulla bocca e osservò la sottile traccia rossa che la deturpava. Era il sangue? La adocchiò mentre fuggiva. Era lei?, si domandò e un sopracciglio tremò. “Ehi!”

Caroline si bloccò quando lo sentì dietro di se.

Che cosa è successo?”

Niente.” Caroline lo guardò da sopra la spalla. Anche se lui era uno stronzo, il suo sangue era la cosa più buona che avesse mai assaggiato.

Niente?” borbottò e Caroline gli diede la schiena.

Devo tornare a casa, è tardi e mia madre starà rientrando... se non mi trova...” era una bugia e Damon lo sapeva, avendo stretto rapporti di amicizia con Liz.

Il vampiro la guardò senza commentare.

Non giriamoci intorno!” esclamò d'improvviso, frustrata “io ti odio e non sono esattamente la tua migliore amica.”

Damon annuì ma la parola 'odio' non la digerì molto. “Non ci tengo ad avere amiche. Si tratta di Katherine? Hai paura di una reazione?”

Certo che aveva paura della psicopatica! “Non hai un briciolo di umiltà!” esclamò incredula “credi che possedere un bel faccino ti renda irresistibile?”

Damon inarcò un sopracciglio e annuì scherzoso“il passato conferma” mormorò e incrociò le braccia, segnò che stava per iniziare un discorsetto dei suoi. “Può capitare che la brama di sangue abbia degli effetti collaterali...” spiegò troncando il resto della frase. Capitava. Non era mai così intenso, ma capitava. La scossa elettrica che ancora gli rizzava i peli del corpo aveva perso di intensità ed era di nuovo in grado di ironizzare come al solito. Ma non ne aveva voglia.

Quindi non ti sei eccitato per me ma per tutto quel sangue?”

LA domanda da un milione di dollari. Come se fosse facile rispondere. Nessuno di loro lo sapeva... forse era una combinazione di entrambi.

Caroline aspettava una risposta ma non era sicura che le sarebbe piaciuta. Se le avesse detto che era per via del sangue, la sua femminilità sarebbe sprofondata in un gorgo nero da cui sarebbe risalita difficilmente. Eppure sapere che Damon Salvatore si era eccitato per lei la stuzzicava e la infastidiva.

Il vampiro alzò comicamente le mani “chi può dirlo?” ridacchiò e Caroline sgranò gli occhi. “Non devi preoccuparti di Katherine.”

Stava andando tutto storto! Caroline ignorò le sue parole e risucchiò il labbro inferiore masticandolo con rabbia.

Ci penso io...”

Caroline smise di rimuginare e lo guardò. “A far cosa?”

A tenere lontano la stronza” mormorò e si schiarì la voce. Lo faceva quando era imbarazzato, pensò voltandosi completamente verso di lui. “Intendi.. proteggermi?”

Damon inclinò appena la testa “ogni tanto, una buona azione non ammazza!” sorrise prendendola in giro e Caroline abbassò le spalle

Damon ha un debole per le fanciulle in pericolo, gli piace giocare a fare l'eroe.

No, grazie” mormorò prendendolo in contropiede “se lo facessi, vorrebbe dire che c'è davvero qualcosa fra noi. Katherine mi tormenterebbe molto di più e...”

Rifiuti il mio aiuto?!”

Non sono mica matta!” esclamò e si voltò verso la porta “come si apre questo coso?” borbottò tormentando il chiavistello del portone d'ingresso. Riuscì a sbloccarlo ma Damon la chiuse con una mano e ci si appoggiò contro.

Quando diventi vampiro le sensazioni e le percezioni vengono amplificate coinvolgendo tutti i lati del tuo carattere” spiegò con un grosso sospiro.

Cosa vuol dire?” domandò sospettosa.

Damon abbassò la testa verso di lei e Caroline si scostò di un passo “che aggiungo 'pazza' ad 'irragionevole' e 'nevrotica'!”

Lo so, lo so!” esclamò e alzò gli occhi al cielo “ma tu non hai costantemente brama di sangue...”

Ce l'ho...”

Non ti svegli in piena notte pensando 'o mio dio, quella pazza sarà ai piedi del letto a fissarmi mentre dormo' perché hai osato rivolgere la parola al suo ex che tra l'altro neanche vuole, perché è innamorata di un altro che sta con la sua fotocopia!” esclamò tirando indietro i capelli, senza notare l'espressione cupa che aveva sul volto “non hai continuamente paura di ritrovarti impalettata perché non puoi combattere ad armi pari con lei e non hai un ragazzo carino come Stefan che corre in tuo soccorso... oddio, la mia personalità mi sta uccidendo!!” mugolò e ciondolò comicamente fino alla poltrona. “Ti prego, poni fine alle mie sofferenze. Ti do il permesso di farlo anche ora.”

Damon la guardò ed aggiunse 'sorda' alla lista. Si staccò dalla porta e riprese il suo vecchio posto sul divano, di fronte a lei. “Perchè non vuoi il mio aiuto?”

Perchè no” rispose e ricadde all'indietro “ti piace fare l'eroe...”

No” rispose scuotendo la testa “te l'ha detto Katherine?”

Caroline annuì e chiuse gli occhi. “Non voglio essere stronza, sto sforzandomi di vedere i tuoi lati buoni da quando hai smesso di trattarmi come una pupattola deficiente.”

Non ho smesso” rispose e Caroline aprì un occhio. “Sto scherzando.”

Perchè Katherine è così arrabbiata con me?” domandò e sporse verso di lui “non vuole che ci avviciniamo, ma non ha fatto una piega quando mi hai... soggiogata... e tutto il resto” mormorò in fretta “che differenza c'è, ora?”

Tutto il resto?”

Non fare giochetti, Damon!” sibilò improvvisamente arrabbiata “non te l'ho ancora perdonata!”

Non abbiamo mai fatto sesso” sbottò e Caroline impallidì.

Non... ma io ricordo...”

Ricordi quello che ti ho imposto di ricordare” soffiò e dondolò una gamba.

Caroline lo fissò senza riuscire ad articolare le parole. “Perchè?”

Mi piace farmi odiare” ridacchiò e Caroline si alzò di scatto.

Spiega alla pazza che non abbiamo mai scambiato liquidi corporei e che non lo faremo in futuro!” urlò quasi marciando risoluta verso l'uscita “ma cerca di essere convincente, perché la prossima volta che si presenterà a casa mia, la spedirò da te e... accidenti!” urlò quando le richiuse di nuovo la porta davanti al naso. Damon l'afferrò per la vita e la appoggiò pesantemente al portone. Eufemismo per dire che ce la sbatté con violenza contro, mentre Caroline lasciava cadere la giacca e cominciava a tremare come una foglia.

Dovresti essere contenta... perché sei così arrabbiata?” mormorò cercando di capire che le girava per la testa. “Perchè sei così arrabbiata con me?”

Menti sempre, non so mai a cosa credere..” Caroline inghiottì la saliva e si rese conto che stava tremando di eccitazione. E stavolta non centrava il sangue. Occazzo!, pensò e lo guardò impanicata. No, lui no!

Non mento sempre” mormorò e la strinse contro di se. “Mi piaci, Caroline Forbes. È la pura verità.”

No!” esclamò e per la sorpresa, Damon la lasciò andare. “Tu sei innamorato di Katherine e stravedi per Elena! Come non potresti, sono uguali!” ribatté perdendo il controllo dei nervi. Non riusciva ad incamerare quel 'mi piaci' pronunciato da lui. “Fattela passare!”

Damon la guardò allibito. Fattela passare?

E' per questo che Katherine è così incazzata con me! Fattela passare, voglio restare viva per i prossimi cento anni e vedere il finale di Beautiful!”

Era impazzita, pensò quando sentì la porta sbattere. Damon la osservò allontanarsi dalla finestra e scosse la testa. Marlene* era strana, ma quella femmina la batteva!

Katherine ridacchiò dal suo nascondiglio. “Povero, Damon....”

Quel miagolio sarcastico l'avrebbe riconosciuto ovunque. “Che vuoi, Katherine?” domandò e la vide passeggiare poco lontano da lui con una sacca di sangue in mano e una cannuccia affondata dentro. Ingoiò e sorrise. “Le tue relazioni non hanno mai lunga durata.”

Non ho relazioni. Tu mi impedisci di averne” sospirò e fissò il vuoto “stai invadendo il mio territorio, lo sai? E' una dichiarazione di guerra.”

Mh...” sussurrò dietro le sue spalle “sentiamo, cosa mi faresti?”

Vattene.”

I capelli di Katherine gli piovvero su una spalla. Damon aspirò il suo profumo e la nostalgia gli attanagliò il cuore. Centoquarantacinque anni ad amarla e lei gli preferiva il fratello “non sai mai quando smettere...”

No” bisbigliò nell'orecchio “ti do il permesso di portartela a letto, se vuoi. Oppure...” Katherine gli planò addosso con un balzo e lo inchiodò al divano “oppure...” sussurrò maliziosa mentre Damon la guardava senza aprire bocca.

Il suo odore era inebriante. Costretto da una forza irresistibile, le circondò il volto con le mani e la guardò negli occhi. Katherine sorrise e protese le labbra.

Non minacciare mai più Caroline” bisbigliò sfiorandole le labbra “sparisci dalla mia vita e smettila di tormentarmi!” ringhiò scagliandola all'indietro. Katherine perse l'equilibrio ma lo riacquistò quasi subito. Cominciò a ridere di gusto. “Povero Damon... hai firmato la condanna a morte della tua puttanella...”

Se t'azzardi a toccarla...”

Che fai?!” lo sfidò e lo afferrò per le spalle “che cosa fai, Damon Salvatore?”

Ti pianto un paletto nel cuore!”

Non ne saresti capace, tu mi ami!” sghignazzò trionfante “tu mi vuoi...”

Damon l'allontanò da se una seconda volta, si rimise in piedi e cercò di calmare i battiti del cuore e la furia animale che sentiva salire da un punto profondo del suo essere. La voleva perché non poteva averla. Ma era stanco di essere ferito.



* Dietrich. Avendo vissuto centoquarantacinque anni, avrà avuto qualche amante famosa, no?! :D

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Capitolo 7
*** Dove si compra la felicità? ***


Sta succedendo qualcosa di strano anche a casa tua?” Stefan si tappò un orecchio col dito.

Elena aguzzò l'udito e sbatté le palpebre mentre teneva d'occhio Bonnie che scrutava Caroline: era piombata a casa sua all'improvviso e stava riordinando ossessivamente armadi e cassetti da ore. “Ma cosa sono? Violini?” domandò indecisa fra lo strumento e un gatto sofferente particolarmente intonato. “No, quella no!” gridò in direzione dell'amica che aveva appena deciso di sbarazzarsi dell'uniforme scolastica delle medie. “Ti metto in vivavoce. Caroline sta facendo razzia di vestiti e … posa quei pon pon!” Elena pigiò il tastino e un suono di violini si diffuse nella stanza.

Bonnie guadagnò il letto e osservò la cena delle due in lotta “ciao Stefan. Come sta il tuo odioso fratello?”

Suona” commentò un po' stanco di quel ritornello che stava migliorando da ore. “Quando passerà al Trillo del Diavolo, io lo ucciderò.”

Non sapevo avesse tale hobby.”

Suona qualsiasi strumento, ma fino ad ora non l'aveva mai fatto.”

Bonnie sogghignò “deve avere un buon motivo.”

Katherine è stata qui” mormorò e Caroline si bloccò e guardò il telefono. Elena la seguì con lo sguardo, mise al sicuro ciò che intendeva gettare e visto che c'era, si provò un vestitino che Caroline detestava e che le aveva promesso da tempo.

Ciao, Stefan sussurrò Caroline avvicinandosi al telefono “avete ricevuto una visita dalla pazza?”

Solo Damon” rispose e lo vide concentrato sullo spartito e particolarmente preso da un passaggio “ma non è dell'umore giusto per parlarne.”

Come mi sta?!”

Bonnie alzò il pollice di fronte al vestito e quando Caroline la guardò, storse la bocca. Le ricordava Katherine. Si rabbuiò e gattonò via frugando mestamente in un cassetto che scoprì già in ordine. Katherine era stata lì dopo che lei se n'era andata. Chiuse il cassetto e si mise a sedere sul letto ascoltando la musica.

Mi piaci, Caroline Forbes.

Fattela passare!

Bonnie diede di gomito ad Elena ed entrambe si misero ad osservarla. Quando la ragazza staccò il telefono dalla basetta e si allontanò di qualche passo, scambiarono uno sguardo allibito.

Mi fai parlare con Damon?”

Stefan alzò un sopracciglio, poi spostò la cornetta dall'orecchio “c'è Caroline al telefono” annunciò modulando la voce per eliminare la nota 'che cavolo sta succedendo fra voi?'

Damon non diede segno di averlo sentito. Aveva scelto il violino perché era l'unico strumento con cui poteva sfogare la sua rabbia e la frustrazione, oltre alla disillusione e al risentimento. Aprì un occhio per spiare lo spartito e vide il fratello che lo fissava paziente. “Che c'è?” mormorò smettendo di suonare.

C'è Caroline al telefono.”

Damon lo fissò per un lunghissimo istante, poi riprese “prendi il messaggio” mormorò con lo sguardo fisso nel vuoto.

Era successo qualcosa di strano. Di nuovo. Stefan fece un sospiro silenzioso. “Caroline...”

Ho sentito” mormorò e strinse le labbra. Posò il telefono sulla basetta e rimise il vivavoce. “Io me ne vado...”

Le ragazze la fissarono senza capire il suo strano cambiamento umorale.

Damon lasciò andare il violino con uno sbuffo “dammi qua!” esclamò infastidito strappando il telefono di mano al fratello. “Ascolta, principessa...”

Caroline si bloccò e arrossì violentemente. Bonnie ed Elena la guardarono ad occhi sgranati.

Stefan ti darà una mano!”

A fare cosa?” sussurrò il vampiro “non avevamo detto che te ne saresti occupato tu?”

Cambio di programma!” rispose e gli ripassò il telefono “sono stanco di quelle due pazze nevrasteniche. Non le voglio più fra i piedi!”

Caroline impallidì e barcollò per un istante.

Caro, che sta succedendo?!” la voce di Elena era preoccupata ed esigeva una spiegazione “Katherine ti ha minacciata?”

La ragazza annuì e infilò le mani in tasca. “La controllo...”

Come pensi di controllare Katherine se loro non ci riescono da centoquarantacinque anni?”

Facendo quello che lei mi ha chiesto” rispose dura, ben sapendo che stavano ascoltando. “Ha tanta paura che qualcuno le rubi il suo amato... no Stefan, non mi riferisco a te” urlò in direzione del telefono “sto parlando dell'altro ex amante! Quello meno carino!”

Elena la fissò sconcertata “Damon?”

Chissà quanti ne ha!” ridacchiò falsamente allegra “s'è messa in testa chissà che. Damon mi ha solo aiutato a controllare la mia fame un paio di volte … e no, non ho ucciso nessuno!” ribatté ancora prima che Bonnie aprisse bocca.

Non ho detto nulla!”

Stavi per farmi la morale” rispose acida. “Vado a casa a mettere a posto anche i miei cassetti” borbottò cercando la borsetta sparita. “Andiamo a ballare stasera?” propose improvvisamente allegra.

Le due ragazze annuirono senza neppure guardarsi: i cambi di umore erano repentini e spaventavano entrambe. Come si dice? I pazzi vanno assecondati!

Stefan...” sussurrò Elena scegliendo i vestiti “come te la cavi nel ballo?”

***

Quello era una specie di ricatto silenzioso. Stefan si preparava per una serata e non ne aveva fatto cenno con lui. Il vecchio trucco di invogliarlo senza invitarlo. “Dove vai?” domandò stando al gioco.

Elena mi ha chiesto di portarla a ballare.”

Che carini...” ironizzò e si stropicciò i capelli “mi raccomando, non sfigurare!”

Ci saranno anche Bonnie e Caroline...”

Un motivo in più per starvi lontano, stasera” sbuffò e incrociò le gambe una sull'altra. “Sta attento alla piccola succhiasangue, ha un appetito fuori scala e la discoteca è un luogo di caccia ideale per una come lei.”

Una come lei?”

E' una finta timida. Credimi, l'ho assaggiata!”

Stefan lo guardò un po' divertito “timida non è un aggettivo che si addice a Caroline.”

Nevrotica è più calzante, lo so...” soffiò e si stropicciò i capelli “quel faccino angelico nasconde una pantera sessuale. Lasciala cinque minuti da sola e divorerà mezza discoteca.”

Stefan ridacchiò di gusto “se sei così in pensiero per le sorti della popolazione maschile di Mystic Falls, perché non vieni con noi?”

No.”

Fa come vuoi” mormorò conciliante “sai dove trovarci.”

Tzè. Damon Salvatore non si dimenava come un idiota in discoteca. Preferiva i balli privati. Sarebbe riuscito a coinvolgere Caroline in uno di essi, prima o poi. Mh, sogghignò balzando verso la sua stanza. Era ora di vedere la principessa in azione. In mezzo a tutto quel testosterone, il suo istinto primordiale sarebbe impazzito.

***

Ti ho detto di lasciarlo!” Damon la strappò a forza dal corpo del ragazzo morente e si chinò ad esaminarlo. “L'hai quasi ammazzato, stupida cretina!”

Caroline ruggì. Sottratta dalla sua fonte di sangue, si lanciò alla ricerca della prossima preda. Damon roteò gli occhi e con un balzo l'atterrò sul soffice manto erboso. Infastidito dal suo divincolarsi, la voltò su se stessa e usò la giacchetta che indossava per immobilizzarle le braccia. Dopo cinque minuti di quel trattamento, Caroline parve calmarsi. “L'ho ucciso?”

Non riesci proprio a controllarti!”

//

Damon aveva scherzato a proposito di Caroline, ma era bastato che il barman si ferisse con un bicchiere rotto per scatenare il suo istinto omicida. L'aveva osservata da lontano per un bel po' di tempo, ma quando la copertura era venuta meno e Caroline l'aveva visto comparire in mezzo alla folla, circondato da un branco di ragazze, era impallidita. Aveva sentito il battito del suo cuore accelerare. Era diventata nervosa e aveva smesso di ballare. Si era rinchiusa nel bagno per cinque minuti abbondanti, scatenando l'ira delle ragazze in fila dietro di lei. Ne era riemersa troppo truccata, troppo pallida, in carenza di sangue.

L'aveva guardato, per una frazione di secondo. Damon avrebbe voluto morderla, ridurla allo stremo, farla scivolare nel delirio e privarla di ogni controllo. La sua essenza, mischiata all'afrore della paura, sarebbe stata dolce e intensa. Damon avrebbe voluto succhiarle il sangue e sostituirlo col suo. Le avrebbe fatto capire cosa voleva dire essere Damon Salvatore. Avrebbe voluto che la vedesse con i suoi occhi.

Quando si era accorto di che razza di ragionamenti stava facendo, si era sentito quasi colpevole di aver rovesciato su Caroline le frustrazioni causate da Katherine. Il fratello l'aveva salutato da lontano, ma lui gli aveva dato le spalle isolandosi completamente. Era facile, bastava spegnere le emozioni. Era lì per tenere d'occhio la 'belva' ed impedire che aggredisse qualcuno. Ma una parte di lui bramava che Caroline rivelasse il suo vero io.

Non avrebbe mosso un dito per fermarla.

Se solo avesse potuto.

Poi Caroline aveva attirato il barman fuori del locale e gli era saltata addosso.

//

Non è così per tutti?”

Hai troppa rabbia dentro e questo influisce sul tuo comportamento” spiegò posando la schiena contro l'albero. La guardò, stesa a terra, su un fianco, le braccia legate dietro la schiena. Quello che pensava era passabile di censura. Quello che le avrebbe fatto, se solo lei glielo avesse permesso... “Devi scaricare la rabbia.”

C'è un modo rapido per farlo?” mormorò e mosse appena le spalle. “Potresti slegarmi?”

Damon non rispose, si limitò a guardarla. L'aveva immobilizzata. Avrebbe potuto farne ciò che voleva. Non era Katherine.

Slegami” ripetè non piacendole il suo comportamento. “Non posso farlo da sola, ho esaurito le forze.”

Non è vero. Il tuo carburante è il dolore e ne hai troppo dentro per essere già esausta” mormorò facendo passare un dito lungo il contorno del viso. Non doveva chiedere, poteva prendere. Così come era sempre stato.

Caroline rabbrividì e scosse la testa. “Smettila...”

Damon le scostò i capelli che erano ricaduti sulla fronte. Si avvicinò, le vene del collo pulsavano impazzite. Avrebbe potuto prenderla lì. “Quando è stata l'ultima volta che ti sei sentita felice?”

Che cavolo di domanda era? Felice per cosa? Un voto, un abito, un evento privato? “Non me lo ricordo!” esclamò guardandolo negli occhi per una frazione di secondo.

Pensaci.”

Non me lo ricordo” ripetè ostinata, la mente in bianco. “Perchè devi insistere, ti ho detto che non lo so! Non ricordo di essere mai stata davvero felice!” esclamò con gli occhi umidi.

Damon le girò intorno. Caroline lo detestava quando volteggiava alla ricerca di punti deboli. “Due giorni fa... per un attimo, mi sono sentita speciale... e la cosa mi ha reso felice, per un po'... poi sono tornata alla realtà... ”

Poteva soggiogarla, come in passato e usarla a suo piacimento. “Tu sei speciale.”

Non cominciare col discorso che tutti sono speciali, perché non è così! Ci sono persone più speciali di altre ed io non sono una di quelle” dichiarò con la voce incrinata “Adesso slegami, ce ne torniamo a casa e dimentichiamo questa storia assurda!”

Quale storia assurda?”

Mi stai usando per far ingelosire Katherine” sparò e testò la sua reazione. Neppure un ombra di sorrisetto ironico o di pentimento negli occhi. “Mi sta bene, purché io non muoia per colpa della sua gelosia. Se vuoi riaverla, stabiliamo un piano... e ora slegami!”

Damon la guardò come se fosse impazzita del tutto. In quel momento non sopportava sentire il nome di Katherine. Quell'attimo era solo per loro. Ignorò la sua richiesta e restò inginocchiato a fissarla. “Vuoi sentirti speciale?”

Certo!” scherzò per allentare la tensione mentre le si avvicinava “in quale scaffale del supermercato si compra, la felicità?”

Nel reparto surgelati.”

Caroline sogghignò per la battuta stupida.

Posso farti sentire speciale, Caroline” mormorò e la ragazza lo guardò dritto negli occhi. In che modo? Quando? Per quanto tempo? “Perché?” bisbigliò quando si sedette dietro di lei. Le fece appoggiare la schiena contro il torace e le scoprì il collo. “Non mordermi!” lo pregò sentendo una parte di lei perdere il controllo.

Il battito del suo cuore era assordante. Damon chiuse gli occhi per riprendere il controllo. La scoperta che Caroline Forbes avesse così tanto ascendente su di lui, non lo fece infuriare. Semplicemente, lo accettò. Era bello sapere che Katherine non lo avesse derubato di tutti i suoi sentimenti. Era grato a Caroline per quella occasione. Sarebbe stato gentile con lei. Avrebbe fatto quello che non aveva mai fatto per Katherine: le avrebbe dato una chance.

Non mordermi...” sussurrò nuovamente.

E' necessario.”

Damon sussurrava e la cosa la faceva impazzire. Caroline provò ad allontanarsi ma Damon la circondò con le braccia. Posò le labbra sul collo e la baciò facendola trasalire.

Smettila!” ringhiò e si spostò con un violento strattone. Caroline lo sentiva respirare affannosamente come se stesse facendo un'enorme fatica a controllarsi. Il bacio proseguì verso la spalla, si fermò sulla spallina del reggiseno che si intravedeva dalla maglietta e restò lì, mentre la sua mano l'accarezzava lungo la gola fino alle labbra contratte. La rabbia e la paura mescolate al desiderio salirono prepotenti e Caroline ruggì contro la trappola di tessuto. Se fosse stata un po' più forte, gli avrebbe dato il fatto suo! Quando la mano destra di Damon scivolò fino al bottone dei jeans e la sinistra sotto la maglietta, si irrigidì e trattenne il fiato. “Smettila...”

Ssh...” bisbigliò e le accarezzò il seno provocando una reazione violenta in tutta il corpo.

Anche questo è necessario?”

Sì, sarebbe stato carino con lei. Le avrebbe concesso tutto quel che desiderava. Le avrebbe dato tutto e poi le avrebbe tolto tutto.

E' per distrarti...” sussurrò e le affondò i denti nel collo. Caroline sentì la mente svuotarsi e il corpo abbandonarla. Percepì distintamente un piacere soffocante partire dal cervello per arrivare fino alle gambe, restare lì, concentrato sotto le dita di Damon Salvatore che l'accarezzavano sornione sopra le mutandine e tornare frenetico al seno che stava ricevendo attenzioni che non aveva mai avuto. Caroline trattenne il fiato più che potè, poi singhiozzò di piacere, dolore, paura e tanto altro che non sapeva elencare ma che fuoriusciva dal suo animo con un'enorme facilità, come se Damon l'aiutasse a liberarsi. Percosse il terreno più volte con gli stivali, muovendosi scompostamente mentre insisteva a privarla del sangue. L'aveva indebolita per abbassarne le difese mentali, ma Caroline portava dentro molto più dolore e rancore di quel che pensava. Era allo stremo e stava soccombendo a se stessa. Staccò le labbra dal collo e la ragazza gli si afflosciò addosso. Con pazienza e dimestichezza, sciolse la giacchetta che aveva usato per immobilizzarla e appena libera, invece di colpirlo come pensava, si raggomitolò su se stessa in preda ad uno scompenso mentale e fisico.

Caroline teneva la testa posata sulle ginocchia e non riusciva quasi a respirare. Sentiva il bisogno impellente di piangere e percuotere Damon Salvatore con un arbusto puntuto. Era stato violento, a modo suo. Era la prima volta che qualcuno era così aggressivo con lei.

I pochi ragazzi che aveva avuto avevano sempre chiesto il 'permesso' di baciarla. Ma Damon Salvatore non chiedeva nulla, prendeva e basta. Intimorita, strofinò un braccio sulle guance e quando se lo ritrovò di fronte, che la osservava in silenzio e con aria vagamente preoccupata, irrigidì il viso.

Il bello di essere morti è che puoi spegnere il dolore” mormorò sedendosi a terra davanti a lei. “Non sei costretta a portartelo dietro, se non vuoi.”

Caroline cercò una briciola di rabbia per aggredirlo, ma la carenza di sangue la faceva sentire come un naufrago in mezzo al mare. Era stremata. “Sono stanca, mi accompagneresti a casa?”

La sua domanda lo colse impreparato.

Per favore.”

Damon annuì e le diede una mano ad alzarsi. Era bollente e aveva il viso arrossato. Gli occhi lucidi con le palpebre bistrate di nero, un po' sbafato agli angoli per colpa delle lacrime. Le labbra socchiuse erano rosse e umide. Era bellissima. Caroline barcollò e Damon la tirò leggermente verso di se. Le stava accarezzando i capelli. Prima la mordeva, poi faceva il bravo ragazzo? Caroline attese che il momento passasse e lui la riportasse sulla terra con qualche battuta pungente.

Vuoi che ti prenda in braccio?” disse invece.

Caroline scosse la testa e non si mosse di un millimetro. “Non mi piacciono i prepotenti...”

Neanche a me. Posso darti un consiglio?”

Posso impedirtelo?”

Lasciati andare.”

Caroline sgranò gli occhi. In che senso?

Lasciati andare e sarà tutto più facile” mormorò e Caroline rabbrividì.

No... non è una cosa... non fa parte di me...”

Non sai quanto ti sbagli.”

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Capitolo 8
*** Il diario di Caroline ***


'Caro diario,

avevo un ragazzo e ho dovuto lasciarlo perché ogni volta che mi avvicinavo a lui, sentivo il desiderio di succhiargli il sangue...”

Caroline mise tanti puntini sospensivi e lasciò andare la penna fra le pagine. Come continuare? Con Damon che le dava lezioni di vampirismo, con la pazza che cercava di farle la pelle in preda alla gelosia o con lei che svappava di brutto ogni volta che la toccava?

Non fa parte di me.

Non sai quanto ti sbagli.

Affondò il viso fra le braccia incrociate e spinse avanti il diario con un dito, chiudendo gli occhi.

Non riusciva a descrivere la serata. Quello che sentiva, non trovava parole.

Lasciati andare.

Non posso, pensò e la testa di fece leggera mentre l'eccitazione sessuale le opprimeva il corpo. Lui parlava di rabbia e lei immaginava scenari lussuriosi. Se avesse saputo cosa le passava per la mente in quel periodo...

Nel suo mondo ideale era una vampira superfiga che usava gli uomini, li mordeva e li abbandonava. Caroline sogghignò.

Mi piaci, Caroline Forbes.

Anche tu mi piaci ma non te lo dirò mai” sussurrò con la bocca affondata nel cuscino e lo sguardo perso. Si sentiva così calma e rilassata che si addormentò col diario aperto fra i libri e la finestra spalancata.

***

Katherine voltò il diario verso di se e lesse la prima riga. Spostò lo sguardo sulla bella addormentata, prese il libricino e lo rigirò fra le mani. Le inviò un bacetto divertito prima di andarsene.

***

Damon non aveva mai dubitato di se, ma non riusciva a capire cosa pensasse Caroline di lui. Quando lo guardava negli occhi, tutto il suo essere gridava 'prendimi'. Era lì, a chiare lettere. Perché esitava? Cosa le impediva di abbassare le difese e chiedere apertamente? Perché non esaudiva i suoi desideri? Perché non si lasciava andare? Aveva fatto il buco su quel divano, a forza di starci seduto a rimuginare. Damon dondolò una gamba sull'altra e si rabbuiò. Di solito non implorava e non chiedeva per favore. Stavolta avrebbe pagato montagne d'oro per capire dove sbagliava.

Una folata di vento e un profumo intenso gli bloccarono il respiro. Un secondo dopo, il diario di Caroline gli finiva dritto in grembo. Damon lo guardò e fece finta di nulla.

Katherine si stiracchiò al suo fianco, posò la testa sulle sue gambe e aprì il libricino. “Caro diario... che carina, scrive come una bambina di dieci anni!” sghignazzò e lo gettò accanto a se. “Ti ho portato un regalino per farmi perdonare.”

Il diario di una ragazzina di dieci anni?” borbottò e lo aprì tanto per fare qualcosa. Quando capì che era di Caroline, restò a fissarlo. “Quando l'hai rubato?”

Pochi minuti fa. Gli ho dato una sfogliata... parla solo di te e della tua maschia virilità.”

Katherine intercettò il suo sguardo incredulo e gli battè una mano sulla gamba. “Voglio solo il tuo bene, lo sai.”

Tu non sai dove sta di casa, la bontà...” mormorò e lo gettò sul tavolino. Tempo di un respiro e Katherine era sparita. Damon si sdraiò a fissare il soffitto. Poi girò gli occhi sul libricino e si maledisse per la sua curiosità.

***

Caroline si svegliò un'oretta dopo, stirò la schiena, sistemò i capelli e per prima cosa cercò il diario per riporlo al sicuro. Quando non lo trovò, impallidì. Lo cercò sopra e sotto i libri, sotto il cuscino, ovunque. Era sparito e quello che c'era scritto sopra bastava a rovinarla per il resto della sua vita!

***

Cosa stai leggendo così concentrato?”

Un romanzo...” borbottò e girò la pagina “non distrarmi.”

Scusa. Sto uscendo...”

Sì sì, borbottò masticando qualcosa fra i denti “vattene e non disturbarmi.”

Quel diario era una vera noia nella prima metà e decisamente intrigante nella seconda parte. La trasformazione aveva cambiato Caroline radicalmente. Se prima non parlava altro che di scarpe, vestiti e ragazzi – con qualche breve sprazzo sul fattore Liz mamma assente da una vita - dopo il suo nome veniva fatto a righe alterne una pagina si e l'altra pure. Sempre in termini poco lusinghieri che ferivano il suo amor proprio, fino all'evento dello scantinato. Damon si concentrò su un breve componimento a pie pagina. 'Era come entrare dentro di lui, fra le sue ossa, sotto la pelle...'

Poetico. Voltò la pagina e proseguì la lettura.

... non sopporto i suoi commenti ...

chi non vorrebbe sottomettere un esemplare maschile del genere?

lo sento scorrermi nelle vene...

Girò un'altra pagina ma il diario si fermava lì, prima della serata in discoteca. Non aveva scritto nulla riguardo il loro breve tete a tete. Damon chiuse il diario e fece una smorfia. Chi non vorrebbe sottomettere un esemplare maschile del genere? Caroline Forbes non aveva idea di cosa voleva dire sottomettere nessuno. Le sue erano sterili fantasie di un aspirante mangiatrice di uomini. Aveva conosciuto il desiderio in tutte le forme e molte donne avrebbero pagato pur di averlo, ma non aveva mai sentito una passione repressa come quella di Caroline. Sarebbe stato più semplice corrompere una gelida damina vittoriana tutta castità e preghiera, che quella moderna ragazza di provincia del Ventunesimo Secolo! Doveva portarla al punto di rottura, il resto sarebbe venuto da se. Doveva avere un punto debole da stimolare. Caroline si sentiva sola. C'erano interi paragrafi di quel ritornello amareggiato. Ma Damon non riusciva a fare la parte della spalla su cui piangere. Era contrario alla sua natura.

Ricapitolando: Caroline era cresciuta con una madre assente, poche amiche, qualche fidanzato di poco conto. Non sembrava le mancasse una figura maschile. Gli aveva chiesto aiuto solo nei casi di estremo bisogno. Non incarnava la figura della donzella in pericolo. Meglio, a lui non piaceva fare l'eroe. Caroline voleva solo sentirsi amata.

Damon alzò un sopracciglio quando ci arrivò. Si drizzò a sedere posando i gomiti sulle ginocchia. Sola, bisognosa d'amore. Era un po' il suo caso. Ma lui sapeva di poter contare su Stefan in caso di bisogno. Caroline era sola con se stessa. Una vampira amareggiata con tutta l'eternità davanti.

Damon sfogliò il diario distrattamente. L'aveva letto da qualche parte...

nessuno che possa aiutarmi...

Aveva rifiutato il suo aiuto per paura di una reazione di Katherine. Così faceva il suo gioco. Li allontanava, la isolava aspettando il momento propizio per colpirla.

strano evento senza spiegazione. I ragazzi mi subissano di richieste di appuntamento, non era mai successo prima. Probabilmente è uno scherzo crudele verso Matt.

Il suo fascino femminile si era accentuato da quando era cambiata. Non se ne rendeva conto ma attirava gli uomini come la luce le falene. Passava le giornate a chiedersi perché fosse sola e non si accorgeva che erano tutti li, pronti a prenderla se solo avesse voluto. Il fascino di Caroline stava proprio nell'inconsapevolezza del suo ascendente.

Damon chiuse il diario e lo guardò. Doveva rimetterlo a posto prima che si accorgesse della mancanza. Peccato non l'avesse mai invitato ad entrare.

***

E' successa una cosa terribile!”

Elena la guardò preoccupata. Caroline era palesemente sconvolta, non riusciva a stare ferma e stava per mettersi a piangere. “Di nuovo Katherine?”

No! No, si tratta del mio diario!”

Un'ombra di patetico disinteresse passò sul volto di Elena e quando l'amica se ne accorse si affrettò a continuare “su quel diario c'è scritto tutto! Di me, di Stefan e Damon, di quello che siamo!” sussurrò con gli occhi lucidi “mi sono addormentata sul letto e quando mi sono svegliata non c'era più!”

Hai guardato 'sotto' il letto?” domandò bene consapevole della distrazione dell'amica.

Mi prendi per stupida?! Ho rigirato la camera, ma qualcuno deve averlo preso!”

Non mi stupirei se fosse stato Damon” cantilenò la voce sarcastica di Bonnie. “Ti ha messo gli occhi addosso”

Non è vero” borbottò e si calmò un po'. “Non penso gli interessi di scarpe e vestiti...”

Scrivi questo sul tuo diario?”

Ci scrivo un sacco di cose” sbottò e alzò gli occhi al cielo. “Avete un paletto a portata di mano?”

***

Perché non aveva pensato a quell'idiota? Perché non lo riteneva in grado di infilarsi in casa sua visto che non era stato invitato da lei o da sua madre e poi... cosa gliene importava di quello che pensava di lui? Caroline marciò fino al maniero Salvatore masticando nervosismo e rabbia. Suonò con decisione il campanello e quando Damon le aprì, Caroline dovette mordersi la lingua per non rovesciargli addosso le sue accuse. “E' successa una cosa piuttosto grave...” cominciò ignorando il modo in cui la guardava.

Hai vampirizzato tua madre?”

E' a lavoro.”

Il vicino?”

No.”

Il fidanzato?”

L'ho lasciato prima di farlo” rivelò e sbuffò dentro di se. Che bisogno c'era di dirglielo?

Damon si appoggiò alla cornice della porta e spostò tutto il peso su una gamba. “Troppa tentazione, eh?”

Già. Ho perso il mio diario. Sopra c'è scritto...” Caroline si fermò quando vice passare qualcosa sul volto di Damon. “Ce l'hai tu...”

Non so di che parli” rispose e si spostò all'interno dell'abitazione.

Dov'è il mio diario?!” Caroline mise un passo avanti ma non riuscì a proseguire. “Ehi!”

Ah già!” esclamò girando su se stesso “se tenti di invadere il mio territorio senza invito, sarò costretto ad ucciderti!”

Hai rubato il mio diario e l'hai anche letto! Non sarà questa barriera invisibile a fermarmi!” esclamò alzando la voce “sarà guerra all'ultimo sangue!”

E che sarà mai...” sussurrò mostrandoglielo da lontano. Gli piaceva farla arrabbiare, sprizzava energia da tutti i pori. “E' talmente noioso!”

Ti ammazzo!” urlò scaraventando lo zainetto a terra. “Esci da lì se hai coraggio!”

Entra se non temi la morte” la invitò posando il piccolo tomo su un tavolino. “All'ultimo sangue!”

Caroline si trasformò in un attimo, un centesimo di secondo dopo gli era addosso e un istante più tardi lo mordeva con tutta la forza che aveva.

Ahi!” soffiò senza riuscire ad attutire la caduta. Damon la morse sul collo e Caroline si sentì di nuovo risucchiare e ricadere in un gorgo nero in cui il suo istinto sessuale prendeva il sopravvento. Staccò la bocca dalla spalla del vampiro con un gemito che lo eccitò ancora più di quanto credesse, e ricadde ansimante sul suo torace. Aveva la testa leggera, il desiderio che scorreva nelle vene e una voglia feroce di prenderlo lì, sul tappeto. “Come sei entrato...”

Non sono stato io...” ansimò eccitato fino alla punta dei capelli “me l'ha dato Katherine...”

Stronza...” sussurrò e gli artigliò la camicia “non dovevi leggere il mio diario...”

Era una tentazione troppo forte per resistervi!”

Damon la ribaltò sotto di se e Caroline esalò un sospiro di eccitazione. Il modo in cui la guardò le fece capire di aver commesso un passo falso. In un momento le bloccò braccia e gambe e Caroline si guardò attorno spaesata.

Il nemico va colpito dove è più debole. Le infilò una gamba fra le sue, interrompendole il respiro. Le tenne i polsi con una mano mentre la circuiva languidamente.

Ti odio!” sibilò alzando la testa dal pavimento.

No, non è vero” mormorò e la tirò contro di se, intrappolandola. “Smettila di divincolarti, abbiamo già stabilito chi è il più forte fra noi...”

Non puoi invadere la mia vita in questo modo...”

Hai ragione.”

Ma non ti ha fermato dal leggerlo!” esclamò mentre le ripuliva un angolo della bocca dal sangue e si leccava il dito. “Ho avuto una paura folle che qualcuno venisse a conoscenza di ciò che siamo... mi stai ascoltando?” Caroline gli fissava le labbra. Era lucide e invitanti. Non aveva mai notato che aveva delle mani così belle.

Dici che parlo troppo. Che non sopporti i miei commenti...” borbottò e le leccò un labbro “che mi vuoi...”

Come faceva a negare quel che aveva scritto in un momento di insana lucidità dei propri desideri?!

Anche io mi sono sentito così, la prima volta che mi hanno succhiato il sangue... debole, in balia del vampiro... era pauroso ma eccitante...” mormorò scostandole i capelli dal viso.

Caroline ingoiò a vuoto e girò la testa, illudendosi che sarebbe stata in grado di celare i suoi sentimenti riguardo la faccenda.

Potrei soggiogarti e prenderti...”

Caroline avvampò e il respiro si fece pesante, incontrollabile. L'eccitazione non passava, si faceva più penetrante. Lo strinse e sentì i muscoli guizzare sotto le dita . “Non t'azzardare...”

Non lo farò.”

Non mi freghi, Salvatore!” sibilò vincendo la sua timidezza e guardandolo dritto negli occhi “sei uno sporco bastardo manilunghe, succhiasangue...”

Ehi!” esclamò sollevando un po' il busto “così mi offendi!”

Tornatene nella bara, Vlad! Non sono Mina Archer!”

Quell'esplosione di cultura lo fece sorridere di divertimento. Aveva nerbo e sarebbe stato ancora più divertente distruggerne le difese. La lasciò andare di colpo e Caroline balzò via, afferrando il diario “la prossima volta che tu e la tua amichetta vi impiccerete un po' troppo della mia vita privata...”

Cosa farai?” domandò con una tranquillità disarmante. “Mi piace, quando mi minacciano. Lo fanno una volta e mai più.”

Stai molto lontano da me, Damon Salvatore” insistette arretrando verso la porta socchiusa “stronzo” bisbigliò fra i denti mettendo un piede fuori e ritirandolo con un grido di dolore. Bruciava! Che diav... Caroline si accorse che non aveva più l'anello e si guardò attorno inorridita. Dove poteva averlo perso?

Cerchi questo?” sussurrò una voce dietro le sue spalle. L'anello le balenò di fronte agli occhi me Damon fu lesto a non farsi afferrare. Lo tenne stretto in pugno e sogghignò. “Se lo rivuoi devi chiedermi scusa.”

Scusa per cosa? Per aver detto la verità?!” esclamò frustrata “piuttosto mi faccio un bagno di sole!”

Scusa per il tuo infantile comportamento dopo tutto quello che ho fatto per te.”

Infantile comportamento?!” Caroline avrebbe voluto ucciderlo con le proprie mani. “Ridammi l'anello!”

Damon incrociò le braccia e mise il broncio “fa almeno finta di scusarti.”

Ridammi l'anello, bastardo!”

Damon la guardò e non mosse un dito. “Non ci siamo...”

Ok...” sospirò “mi toccherà restare qui.” Caroline gli girò intorno e si accomodò sul divano fissando il vuoto, il diario stretto contro lo stomaco. “Chi è il più infantile fra i due?”

Tzè!” Damon sogghignò aggirò il divano restandole dietro alla schiena e si chinò a sussurrarle dietro la testa “Mina, infine, ha ceduto...”

Ma io non sono Mina!” esclamò tremando da capo a piedi, voltandosi verso di lui “e tu non sei Bela Lugosi, sei solo uno stupito dal cuore spezzato che si diverte a tormentarmi perché non ho modo di difendermi!”

Damon la fissò accigliato. “Hai bisogno che qualcuno ti difenda da me?”

Non lo so. Ne ho bisogno?” domandò a sua volta, impaurita dall'eventuale risposta. Non le piaceva quel discorso. Aveva un sacco di implicazioni personali. “Non sono io quella con l'ex psicopatico! Sono stata trascinata nella vostra faida centenaria contro il mio volere, vi approfittate di me... non fare quella faccia!” lo ammonì alzando un dito “avete modi diversi di usare e abusare delle persone ma lo fate!”

Damon sgranò gli occhi e la fissò. “Ti sto usando?”

Caroline allargò le braccia “se Katherine scopre che sono qui, mi farà la pelle! Adesso ridammi l'anello, non voglio finire un metro sotto terra perché stai cercando di farla tornare da te.”

Damon glielo lanciò e Caroline lo prese al volo. Mentre lo infilava aveva il viso indurito “ora che avete frugato e analizzato ogni aspetto della mia vita privata, non devo aspettarmi altro da voi, no?” domandò con la gola stretta dal magone. “Perchè mi tormentate?!”

Io non ti ho mai tormentato.”

No. Tu mi hai usato quando ti faceva comodo” gli ricordò amareggiata. “Non capisco che diavolo volete da me...” sussurrò mordendosi un labbro. “Non sono nemica di nessuno dei due, eppure sono quella che ci va di mezzo...”

Una deflagrazione silenziosa gli scoppiò nel torace. Damon la guardò senza aprire bocca. Un momento dopo, accigliato e fuori di se, stropicciò i capelli e sputò le parole rabbiose che gli salivano dal profondo dell'animo. “Se avessi voluto usarti, l'avrei già fatto” mormorò lanciando la bomba che detonò nell'animo di Caroline.

Non c'è altro da sapere su di me, era tutto qua sopra” disse indicando il diario. “E' l'ultima volta che vengo qui.” Caroline si affrettò a guadagnare la porta, una volta fuori di lì sarebbe stata al sicuro. Armeggiò col chiavistello e appena il sole le sfiorò la pelle, Damon l'afferrò.

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Capitolo 9
*** L'angelo azzurro ***


Doralice: brava!! :D

Lolaventimigia: i capitoli rallenteranno un pò, devo descrivere una scena complicata per rendere al massimo i caratteri dei due personaggi e i sentimenti che provano. Alla fine, chi si è sbilanciato di più è stato Damon, Caroline non ha ancora detto una parola, anche se nel suo caso contano i fatti... come si vedrà più avanti. :)

Buona lettura!!!


Caroline Forbes era abituata ai ragazzi che chiedevano il permesso, quando volevano darle un bacio. Era abituata – quelle poche volte che le era capitato di avere un fidanzato – ad un contegno impeccabile in ogni situazione.

Il bacio mai troppo intenso.

Nessuna pressione per 'tutto il resto'.

Caroline Forbes non l'avrebbe mai ammesso, ma quel comportamento le faceva venire voglia di urlare 'strappami i vestiti, stupido imbecille'.

Caroline Forbes non avrebbe mai confessato alla sue amiche di aver sognato più volte di fare sesso in posizioni scomode e luoghi poco comuni.

Non aveva neppure detto loro di essere una vampira. Di bere sangue umano e animale. Di avere un anello magico che le permetteva di camminare alla luce del giorno. Di avere un problema con Damon Salvatore. Lo sentiva nelle viscere da quando le aveva succhiato il sangue la prima volta.

Caroline pensò bene di evitare qualsiasi tipo di movimento, quando la voltò su di se. Uno, perché aveva paura di lui. Due, perché gli avrebbe chiesto il favore di lacerarle i vestiti e prenderla lì. E non era tanto sicura che avrebbe detto no. Da come la guardava, era proprio quella, l'intenzione. Caroline non aprì bocca. Aveva le labbra incollate, il chiavistello si stava conficcando nella schiena.

Non sto cercando di far tornare Katherine.”

Dillo a lei...”

L'ho fatto” mormorò avvicinandosi ancora “Cosa scriverai di me, adesso?”

Caroline avrebbe voluto rispondergli che avrebbe usato un bel programma criptato sul pc, da quel momento in poi. “Come l'ha presa?”

Come al solito. Mi ha ignorato. Se qualcosa non le piace, Katherine la ignora. Nel suo mondo non esiste 'no'.”

E nel tuo?” sussurrò e la domanda risuonò provocatoria.

Non mi hai mai detto no.” Curioso. Si sentiva come una ragazzino alle prime esperienze amorose. Un sottile piacere gli corse nelle vene. Era ancora capace di provare sentimenti umani. “Non vale se cominci ora” ridacchiò e la lasciò andare. “Cercherò di tenerla lontano da te.”

Damon...”

Il vampiro la guardò e Caroline si sentì come un hamburger nelle mani di un affamato. “Stefan ha detto che hai ricevuto una visita di Katherine...” Cazzo cazzo cazzo!, pensò sentendo le parole che fuoriuscivano senza riuscire a fermarle. “Perchè l'hai rifiutata?”

Non mi piace essere la seconda scelta” commentò un po' amareggiato.

Anche lei era una eterna seconda. La storia che gli ultimi sarebbero stati i primi era una cazzata. Caroline fece una smorfia comprensiva. “Anche io non sono mai la ragazza giusta, ma negli ultimi tempi non me ne importa più...” sussurrò e lo guardò negli occhi “essere un vampiro cambia la visione delle cose...”

L'eternità può essere deprimente senza qualcuno con cui dividerla” mormorò scuotendo la testa. Stefan doveva averlo contagiato con i suoi discorsi ombrosi.

Non sembri tipo che rimpiange il passato. Anzi!” ridacchiò e lo colpì scherzosamente sul braccio.

Damon seguì il suo movimento e non commentò. Si limitò a guardarla.

Scusa” sussurrò arricciando le labbra. “Sembri uno che se la diverte. Dovunque, in qualsiasi momento. Uno che vive le situazioni fino in fondo.”

Bel quadretto, pensò con una smorfia divertita.

Mi piacerebbe essere un po' più...” Caroline si interruppe, umettò le labbra e cercò la parola giusta.

Fuori di testa?” suggerì divertito. Non capiva dove il discorso sarebbe finito e la cosa lo intrigava. Caroline Forbes era una vera miniera di sorprese.

Pensavo 'leggera' ma anche il tuo termine è corretto” commentò rilassata “c'è una cosa che vorrei fare dall'età di tredici anni...”

Cosa te lo impedisce?”

Caroline pensò che non c'era nulla – ora - ad impedirlo. Tranne la distanza geografica.

Cosa vorresti fare di tanto scandaloso dall'età di tredici anni?!” ridacchiò provocatorio “dì tutto a zio Damon e vedremo come risolverla!”

Caroline si aprì in un ampio sorriso “vuoi venire al Mardi Gras di New Orleans con me?”

Damon la fissò con una stranissima luce negli occhi.

Caroline si domandò, un po' alterata dall'euforia, se non avesse esagerato.

Ho un sacco di costumi d'epoca.”

Lo immaginavo!”

E' un posto da vampiri e voodoo vero...”

Caroline sollevò le spalle e ridacchiò “e allora? Ti spaventano, Damon Salvatore?”

Il vampiro si staccò dalla porta e le fece cenno di seguirlo “un'altra parola e dimenticherò dove ho messo il baule con gli abiti.”

E' troppo sperare che il tuo armadio abbia un reparto femminile?”

Non ti porterei mai al Mardi Gras con un finto abito settecentesco, tesoro...”

Caroline dovete reprimere un gridolino di felicità. Si staccò dalla porta e lo seguì in soffitta. Al diavolo Katherine! Damon l'avrebbe accompagnata a New Orleans e quello bastava a farle dimenticare i suoi stupidi soprusi.

***

Pensierosa?”

Già...”

Elena si fermò in mezzo alla strada, scostò i capelli dietro l'orecchio e guardò il proprio ragazzo con aria seria. “Caroline ha lasciato Matt.”

Era stata una mossa saggia ma Elena non poteva capirlo. “Non riesce a controllarsi. Quando il desiderio cresce, per un vampiro è difficile... perché quello sguardo?”

Tu non mi aggredito...”

Ho imparato a controllarmi” Stefan sorrise e le indicò la porta di casa.

Forse è meglio che torni indietro e aiuti Caroline a cercare il suo diario...”

Stefan la guardò interrogativo.

Ha perso il suo diario personale. Ha descritto nei dettagli cosa è diventata... e cosa siete tu e Damon...”

Il vampiro fece una smorfia e si perse in un ricordo “di che colore è la copertina del diario di Caroline?”

Non lo so, non l'ho mai visto” rispose “non sapevo neppure che ne tenesse uno!”

Ecco cosa stava leggendo Damon tutto concentrato. Stavolta aveva esagerato. “Penso di sapere dove si trovi, andiamo” mormorò avvicinandosi alla porta della propria abitazione. “Sono certo che qua dentro avremo tutte le risposte”.

Non voglio vedere Damon, sta nascondendo qualcosa e il suo atteggiamento è piuttosto strano.”

Damon è strano.”

Da quando Caroline è morta, lui è diventato... oh!” Elena si chinò a raccogliere lo zainetto di Caroline e guardò il ragazzo preoccupata. “Troveremo un cadavere la dentro?”

Stefan aprì la porta e si guardò attorno. “Per ora, nessun morto.”

Elena gli andò dietro timorosa “ti ho mai detto che detesto la vista del sangue?”

Il vampiro sogghignò e girò la testa di lato. Musica. Risatine. “Penso sia tutto a posto.”

Il diario di Caroline è qui...” Elena lo soppesò e lo infilò nello zainetto. “Qualcuno dovrebbe fargli un discorsetto...”

Forse” disse ascoltando le voce concitate al piano di sopra. Le indicò il soffitto e ridacchiò. “Fidati, è tutto a posto.” Le fece cenno di tacere, ma Elena lo fermò all'istante “che sta succedendo?”

Stefan risucchiò una guancia "meglio non intromettersi” ripetè marciando verso l'uscita.

Elena lo fissò allibita, poi saltellò verso le stanze da letto. Quel brutto testa di cazzo se ne stava sicuramente approfittando. L'aveva plagiata un'altra volta!

Dove vai?!”

A fermare quel disgraziato prima che si approfitti di lei!”

Non è come pensi!” esclamò cercando di fermarla.

Smettila” sibilò divincolandosi. “Caroline!”

On Air: Marlene Dietrich - Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt

E questo?!”

Meglio l'altro...”

Ma perché avete tutti questi vestiti da donna?” esclamò felice come una bambina saltellando di fronte allo specchio “non sarai uno di quei pervertiti che si travestono e vanno nei locali equivoci?!” rise voltando su se stessa.

Credimi, non vuoi sapere a chi appartenevano...” sogghignò posando un cilindro grigio con la fascia di seta nera sulla testa. Quello era suo, comprato a Roma con il padre quando non erano ancora...

Ti sta benissimo” sussurrò la ragazza comparendogli alle spalle “sembra fatto apposta per te...”

E' così” ammise voltando la testa “quando ero giovane, indossarlo era la normalità.”

Caroline si appoggiò alla sua spalla e annuì “due gentiluomini che passeggiano per la città... il baciamano alle signore... le carrozze, i duelli all'alba...”

Damon la guardò dallo specchio “sei una romantica.”

Non l'hai desunto dal mio diario?” domandò e si aggiustò il corpetto dell'abito celeste. “Difficile indossarlo senza qualcuno che ti stringa i laccetti...”

Permettimi” mormorò e la voltò su se stessa “sono un esperto.”

Caroline ridacchiò e un leggero rossore si diffuse sul volto “non stento a crederci.”

Mademoiselle...” sussurrò e si inchinò – sapeva ancora farlo ad hoc come il suo precettore gli aveva insegnato – le afferrò la mano e la baciò, guardandola negli occhi.

Caroline smise di ridere. Aveva fascino e vestito in quella maniera era irresistibile. “Pensavo a qualcosa di meno impegnativo...” mormorò quando le intrecciò le dita fra le sue e si avvicinò. “Tipo un bikini dorato e delle piume...”

Saresti bellissima” sussurrò girandole un braccio dietro la schiena. “Sai ballare il valzer?”

No.”

Devi fartelo insegnare da Stefan.”

Caroline volteggiò su se stessa, calpestò l'orlo del vestito e gli inciampò addosso. “Ora capisco perché nei film lo sollevano sempre!”

Una signora non mostra le caviglie” ridacchiò e la rimise in piedi. “Hai un portamento impeccabile.”

Non riesco a respirare, mi hai stretto troppo” sospirò muovendo le spalle “era la carenza di ossigeno a farle svenire, non l'emozione!”

E noi che ci illudevamo fosse l'amore!” esclamò con un altro inchino, liberandola da un abbraccio che stava diventando un po' troppo intimo. Con un gesto scanzonato, Damon si tolse il cilindro e glielo pigiò sulla testa. “L'ultima volta ho creato un mostro.”

Caroline si guardò allo specchio e restò senza parole. Non si era mai immaginata così. Si staccò dal fianco del vampiro e inclinò la testa. “A chi ti riferisci?”

Hai visto l'Angelo Azzurro?”*

Caroline scosse la testa e continuò a guardarsi “potresti uscire dalla stanza?” domandò accarezzando una fantasia appena formata.

***

Strana donna, Caroline Forbes. Ne aveva conosciute tante, ma lei aveva qualcosa che mancava nelle altre. Forse era proprio la sua sessualità repressa a renderla irresistibile. Forse era...

Ta-da!”

Caroline spalancò la porta e quando si mostrò, vestita da uomo e con i capelli raccolti sotto il cilindro, Damon smise di rimuginare e la squadrò da capo a piedi.

I tuoi vestiti mi stanno un po' grandi, ma... cosa c'è?”

Damon scosse la testa e continuò a rimirarla. Era uno schianto. Katherine non l'avrebbe mai fatto. Nessuno delle donne che aveva conosciuto si sarebbe mai travestita da uomo per il Mardi Gras. Emanava un'energia sessuale pulsante e viva. “Vuoi vestirti così?” domandò schiarendosi la voce. L'avrebbero stuprata in diciassette, conciata in quel modo. “Sicura?”

Caroline arrotolò le maniche e annuì “magari trovo una camicetta della mia taglia, prima...” Perché non commentava? “Ok” sospirò e mise le mani sui fianchi “mi stanno così male da privarti anche di un giudizio sarcastico?”

Il gilet le andava largo e la camicia nascondeva il seno. I pantaloni erano stretti in vita da una cintura che non ricordava di avere. Era a piedi nudi e quel cilindro le stava d'incanto. Caroline Forbes aveva un'aria soddisfatta che non le aveva mai visto. La sua sensualità era esaltata dagli abiti maschili. Aveva voglia di morderla. “Sei molto bella” rispose celando i suoi reali pensieri che l'avrebbero portato ad un'aggressione fisica. “In tempi antichi, gli uomini si sarebbero sfidati ad un duello all'ultimo sangue per avere la tua mano...”

Caroline sorrise imbarazzata “sei un paroliere e un raggiratore di fanciulle indifese.”

Quel rossore la faceva apparire deliziosa. Damon avrebbe voluto affondare i denti nella pelle bianca del collo, vedere il sangue colare fra l'incavo dei seni e leccarlo via mentre giaceva inerme fra le sue braccia. “Non ho mai creduto che tu fossi indifesa.”

Caroline smise di aggiustare il colletto e lo guardò nello specchio. Il modo in cui la osservava le faceva tremare le gambe. Abbassò la testa e chiuse l'ultimo bottone della camicia lasciata aperta.

Togliti quella roba prima che ti salti addosso, la mia resistenza ha un limite....” mormorò spostandosi verso la porta socchiusa. Si appoggiò alla cornice, metà dentro e metà fuori della stanza, cercando di mantenere sotto controllo l'eccitazione.

La ragazza sgranò gli occhi e lo guardò. Stava scherzando?

Elena si arrestò al momento giusto. Stefan l'afferrò ma quando gli fece cenno di restare in silenzio e indicò il corridoio che portava alla stanza di Damon, la nascose dietro il muro. “Può sentirci.”

E tu puoi sentire lui. Che sta succedendo?!”

Caroline slacciò la cravatta e la ripose sulla sedia ingombra di abiti. Forse toccava a lei sbilanciarsi un po'. “Damon..”

Il vampiro la guardò e tornò a fissare il vuoto del corridoio. “Non ti porto a New Orleans vestita così. Dovrei litigare con tutta...” tacque quando Caroline gli si parò di fronte. Aggrottò la fronte e portò le braccia dietro di se “... la popolazione maschile...”

Sono bellissima?”

Meravigliosa” le sfiorò il viso e aggiustò il cappello, sollevandole il mento “è adatto a te...”

Elena sgranò gli occhi sentendo quelle parole e poco mancò che saltasse fuori dal suo nascondiglio per assistere al film dal vivo. Stefan la tirò via e lei oppose resistenza. Dopo la sua occhiata ammonitrice, sbuffò e tornò ad accucciarsi dietro la parete.

Caroline lo fissò negli occhi e lentamente chiuse i suoi, alzandosi sulle punte per baciarlo. Sentì il suo respiro farsi vicino e labbra morbide sfiorarle la bocca.

Elena guardò il fidanzato con un punto interrogativo. Stefan le fece un segno inequivocabile che la spinse a sporgere la testa. Spalancò la bocca e gli occhi e tornò al suo posto strattonandolo comicamente per il braccio. Il vampiro sogghignò e la sospinse verso le scale. “Ci siamo impicciati anche troppo...” bisbigliò nel suo orecchio.

Si stanno baciando!” disse di rimando con un filo di voce.“Si stanno baciando!”

Andiamo via” mormorò imboccando l'uscita “le farai il terzo grado domani!”



*Film di Marlene Dietrich dove indossa il famoso cilindro bianco! :D


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Capitolo 10
*** La bellezza dell'essere morti... ***


Aveva fatto una cazzata. Caroline era più che certa che il bacio scambiato con Damon non precludesse a nulla di buono. Una cosa era azzannarsi senza ritegno e farsi travolgere dalla frenesia del sangue. Un'altra gettarsi di sua spontanea volontà nelle braccia del nemico. Gettata. Semmai accoccolata. Passata l'euforia, aveva preso a testate il muro di casa. L'aveva fregata con la guardia abbassata mentre 'giocavano'. Si era lasciata raggirare dal suo stesso desiderio. Ehi, che bella espressione! Dove l'hai letta? Ok, ok aveva baciato il nemico. Ex nemico. Insomma, lui! Fine, nuovo capitolo. Che fondotinta va quest'anno?

Caroline scarabocchiava il quaderno, si sentiva sotto i riflettori dalla mattina e ora anche Elena la scrutava. Aggrottò la fronte mandandole un messaggio silenzioso. Elena le fece un segno che non capì ma quando la campanella suonò, la ragazza l'afferrò e la portò lontano da sguardi indiscreti. La fissò dalla testa ai piedi con una smorfia. Quando le scostò i capelli dal collo, Caroline le allontanò la mano. “Sei impazzita?” domandò non capendo il suo modo di fare.

Tu sei impazzita!” esclamò di rimando “sono tornata a casa con Stefan e vi ho visto baciarvi!”

Caroline non smentì l'accusa. Ritirò il labbro inferiore e la guardò colpevole. “Mi stai giudicando?”

Non ti sto… non...” Elena si grattò i capelli e sbuffò “è già successo che Damon si approfittasse di te” disse a bassa voce “ti soggiogava e tu...”

E' diverso...”

Cosa c'è di diverso? Spiegamelo perché non riesco a capire come fai... a...” Elena arrossì e si morse le labbra “lui non è come Stefan. Non è carino come Stefan.”

Non voglio un ragazzo carino” biascicò guardando altrove. “Ci siamo solo baciati.”

Se Matt lo venisse a sapere...”

Non lo verrà a sapere se tu non glielo dirai” mormorò arrossendo. Per la verità si era completamente dimenticata di Matt. Quando era con Damon, quel maledetto vampiro riempiva tutto il campo visivo e mentale.

Potrebbe farlo Damon.”

Perchè dovrebbe?” domandò sinceramente interessata.

Elena sollevò le spalle “è dispettoso. Se può causare un danno, non perde l'occasione.”

Non vuole complicarmi la vita più di così” rispose certa che fosse la verità. Lei non era Katherine, non cercava la sua distruzione. Damon si divertiva con lei.

Sicura?

Spero. “Non farla tragica per un po' di... sesso post-lezione” esclamò lasciandola senza parole. “Al college si usa!”

Tu non sei una da sesso pre o post-lezione!” la riprese abbassando la voce “e non siamo al college! Avete fatto sesso?!”

E' ancora innamorato di Katherine.”

Elena annuì e la guardò di sottecchi.

Quindi lo sapeva. “Ci siamo solo baciati...”

E pensi di...” Elena si schiarì la voce, arricciò le labbra e si scusò “non sono affari miei.”

In quel momento ho pensato che fosse giusto... poi mi sono ricordata di Katherine... di te...”

Elena sgranò gli occhi e si irrigidì.

Per via della somiglianza, Damon trasporta i suoi sentimenti su di te... non voglio essere quella di cui accontentarsi” concluse con la voce rotta “sono piena di inviti, non ne ho mai avuti così tanti... mi ha spiegato che è colpa del mio 'fascino vampiresco'...” Caroline rise in maniera distorta come se stesse per mettersi a piangere “li attiro come mosche al miele... e il bello è che non me ne frega niente! Io vorrei solo qualcuno... che mi amasse che si prendesse cura di me... come fa Stefan.” Caroline la guardò e quando si accorse dei suoi occhi lucidi, si interruppe. “Potrei mai stare con qualcuno che passa tutto il suo tempo a rimuginare sulla ex...” Caroline si morse un labbro con forza “scusa, ho lezione...”

Caro....”

La ragazza le fece un cenno di diniego e si allontanò mentre Elena sbuffava e borbottava fra se. Per la frustrazione, sbatté l'armadietto personale tre o quattro volte e alla quinta, quando l'anta metallica tornò indietro, Elena trasalì. “La dovete smettere di presentarvi all'improvviso!” esclamò chiudendola con decisione. “Non sei un po' grande per il liceo?”

Damon sbuffò e sollevò le spalle “hai ragione, dovrei fare un salto al college. Lì fanno sempre un sacco di sesso!” ridacchiò e alzò le sopracciglia velocemente, sarcastico.

Non impicciarti delle conversazioni altrui e lascia in pace Caroline!” esclamò furibonda “hai deciso di renderle...”

Sh sh sh!” sibilò fra i denti, annoiato “non sono cose che ti riguardano. Continua la tua storia d'amore carina e non spiarmi mai più mentre sono con la mia donna” borbottò strappandole un'espressione di sincero stupore. “Ti cade la lingua, tesoro” ridacchiò facendole l'occhiolino.

***

Caroline marciò decisa verso il campo da ginnastica, l'umore nero e la rabbia che le esplodeva nel petto. La magia dei costumi le aveva fatto dimenticare il fattore Katherine – Elena, pensò mentre si infilava la tuta aderente per la lezione. La sensazione di essere stata usata per rimpiazzare qualcuno, le provocò un dolore atroce. Beh, lei non l'aveva forse usato per riempire un vuoto che sentiva dentro da quando era nata? Erano due disperati, in verità. E a pensarci bene, era piuttosto deprimente. Caroline ignorò le parole dell'insegnante e cominciò a correre lungo la pista, sperando che la stanchezza le togliesse la voglia di pensare.

Rallenta, stai correndo un po' troppo veloce!”

Caroline trasalì e si fermò di colpo, alzando un po' di terra e inciampando nei suoi stessi piedi.

Stai bene?”

Ti manda Elena? Vuole assicurarsi che non mi stia facendo prendere in giro da Damon?” domandò seccata e addolorata.

Stefan la guardò cercando una briciola di razionalità nel suo sguardo ferito. “Elena è solo in pensiero per te.”

Non ho bisogno della vostra preoccupazione. Riesco a rendermi la vita difficile anche da sola...” mormorò legando i capelli in una coda di cavallo. “Vorrei solo sapere se posso fidarmi di lui oppure no.”

Cosa dice il tuo istinto?”

Sta vivendo un momento critico” mormorò e Stefan sorrise battendole una spalla. “Vuole portarti davvero a New Orleans?”

Gliel'ho chiesto io. Cosa c'è, a New Orleans? Un'altra pazza tormentatrice?”

No. Una serie di vampiri incazzati che non vedono l'ora di fargli la pelle” sogghignò.

Perché non stento a crederci?” domandò con finta allegra “penso sia meglio ritrattare la cosa. Puoi dirglielo tu?”

Vorrà delle spiegazioni da te.”

Caroline sorrise furba “non l'ho mai invitato ad entrare in casa mia!”

***

Di solito, Damon Salvatore voleva tutto ciò che non riusciva ad ottenere. Ma non era uno che si stancava delle cose o delle persone, dopo che le aveva avute. Ci si trastullava il più possibile, le studiava, le sviscerava e poi giudicava se valeva la pena tenerle con se oppure no. Poiché Caroline Forbes scivolava via come una saponetta e non riusciva a scalfirne la superficie – tranne quando era in preda al delirio del sangue – doveva passare alle armi pesanti. Quindi suonò decisamente il campanello di casa Forbes e attese col suo miglior sorriso da figlio di buona donna in congedo sabbatico. Quando Liz aprì la porta e lo invitò ad entrare, Damon mise piede sulla prima mattonella con un'enorme senso di piacere.

Sei sola?”

Caroline sta facendo la diciassettesima doccia della giornata. Sembra sia diventata un'ossessione, in questi giorni” commentò la donna invitandolo a sedersi. “Stavo cucinando, provo a fare la madre.”

Ti riuscirà, senza ombra di dubbio” commentò e si concentrò sulla stanza da cui provenivano dei discreti rumori. Radio di sottofondo, acqua che gocciolava, un asciugamano strofinato sulla pelle pulita. Damon prese un respiro pensando di percepirne il profumo. Caroline aveva un buon odore. Quando impazziva per il sangue, la sua essenza cambiava e si faceva più dolce. Damon scoprì di essere eccitato e accavallò una gamba sull'altra, nel modo tipico degli uomini.

Resti a cena e fai da cavia?” propose la donna poliziotto distraendolo dal suo ascolto. “Informo Caroline che ci sono ospiti.”

Va bene” mormorò e pensò al faccino della Forbes quando le avrebbe detto che era seduto nel suo salotto.

***

Caroline era ossessionata dall'odore del sangue. Lo sentiva ovunque e aveva paura che lo sentissero anche su di lei. Continuava a fare docce su docce e a lavarsi i denti per paura che il suo alito sapesse di sangue. Liz aveva deciso di provare a fare la madre dopo diciotto anni di assenza. Stava persino cucinando. Le aveva imposto la sua presenza nel momento in cui avrebbe più voluto restare sola. Inoltre c'era il pericolo che Katherine l'aggredisse coinvolgendo sua madre. Aveva provato a farla uscire con una scusa, ma non c'era stato verso. Aspetta un po'. Caroline abbassò le braccia e si guardò allo specchio. I capelli si erano arricciolati di nuovo. Perché Damon non può entrare in casa senza invito e quella stronza sì? Caroline strappò una sopracciglia inopportuna e pulì le pinzette sotto l'acqua corrente. Forse Liz l'aveva scambiata per Elena e l'aveva fatta entrare...

Tesoro...”

Cosa c'è?” domandò un po' seccata “non ho finito!”

Ci sono ospiti a cena” l'avvertì “sbrigati, per favore.”

Perfetto!, pensò sbuffando come un mantice. Si acconciò e si vestì e quando emerse nel salotto e Damon la guardò, Caroline sbiancò. Le fece un vago cenno di saluto, poi si rimise a parlare con Liz.

Non posso restare a cena, devo vedermi con Matt” inventò di sana pianta. “Dobbiamo discutere di una cosa importante.”

Damon mi stava chiedendo il tuo aiuto come organizzatrice di eventi.”

Elena è molto più brava di me” rispose senza guardarli.

Stefan ed io vogliamo dare una festa e pensavamo di chiedere alle migliori di Mystic Falls.”

Ci penserò.”

Elena è d'accordo.”

Non ne avevo dubbi” rispose Caroline seccata “scusatemi... ma ho un film in programma e non voglio arrivare tardi” alterò la sua versione e quando se ne accorse, si morse le labbra.

Cosa vai a vedere?”

Caroline lo trafisse con un'occhiata “non ricordo la trama, ma è pieno di zombie!”

Damon la guardò e sorrise solo con gli occhi. Il suo piccolo inganno era stato scoperto.

Pensavo uscissi con Matt” replicò la madre.

Certo. Andiamo al cinema insieme” rispose guardando Liz negli occhi. “Torno piuttosto tardi.”

Va bene” mormorò la donna ammaliata.

Non ti vergogni a soggiogare la tua stessa madre?”

Non ti imbarazza venire qui?!” esclamò la ragazza infilando le chiavi nella borsetta. “Che cosa vuoi?”

Damon scrollò le spalle e non rispose. Si alzò dal tavolo e uscì in strada spingendola fuori.

Ti diverte fa arrabbiare Katherine?” domandò frustrata “ha minacciato Matt, mia madre e tu continui a girarmi intorno!”

Damon fece un passo avanti e Caroline uno indietro fino ad appoggiarsi alla colonna dell'ingresso. Da qualsiasi parte si muovesse, se lo ritrovava sempre davanti. Con uno scatto felino, scomparve per la strada. Damon socchiuse gli occhi, arricciò le labbra e si schiarì la voce. Ok. Se voleva giocare, l'avrebbe inseguita per tutta la città.

***

Quattro ore dopo, Caroline si fermò. Era stanca morta. L'aveva inseguita in tutti i locali, parchi e parcheggi di Mystic Falls. “Tregua” disse quando lo vide apparire con una folata di vento. Ansimò e sentì la bocca secca. “Non ti arrendi, eh?”

Mai” rispose e si sedette sul prato tirando indietro la testa. C'era una bella luna anche quella sera. Stava calando.

Caroline si accovacciò a sua volta e scostò i capelli dal viso. “D'accordo. Che cosa vuoi da me?”

Capirti” rispose e si sdraiò a terra, sull'erba umida del monte più alto della cittadina.

Damon Salvatore si prendeva la briga di conoscere qualcuno che non fosse Elena? “Perchè?” domandò sospettosa “per usarlo contro di me?”

Smettila” mormorò con gli occhi chiusi “hai una scarsa autostima e pensi che tutto il mondo ce l'abbia con te...”

Non penso che il mondo ce l'abbia con me” sussurrò col broncio “diciamo che se qualcosa può andarmi male, lo fa...”

Damon la guardò di traverso. “Non è colpa tua se Katherine ti ha ucciso.”

Lo so” rispose e lo guardò negli occhi “fa tutto parte di un piano.”

Brava, basta capire quale.” Le prese la mano e se la portò alle labbra. “Sei la prima donna che mi abbia destato il mio interesse dopo centoquarantacinque anni” disse all'improvviso ammutolendola. “Voglio solo sapere qualcosa di più.”

Caroline ritirò la mano e si rimise in piedi. “Ci tengo alla privacy” mormorò “per favore, non seguirmi più, non cercarmi, non presentarti a casa mia.”

Posso pensarti o mi è proibito?”

Caroline si chiese quante volte avrebbe voluto sentire quella parole da un ragazzo. Si umettò le labbra e ingoiò. Fa la stronza. “Senti...” cominciò tenendo ferma la voce. “Non ho bisogno di qualcuno che mi tenga la manina. Voglio solo godermela il più possibile...”

Damon la guardò, incassando le parole crude e menzognere della ragazza. Un'ombra di sorriso apparve sul volto ma fu veloce a reprimerlo.

Non intendo passare il resto della mia vita rimpiangendo il passato e chi mi ha ferito.”

Mi pare giusto.”

Non riesco a capire perché le dai tutto questo potere!”

Lo sguardo del vampiro si fece vitreo. “Non continuare su un campo che non puoi...”

Caroline si abbassò su di lui “cosa c'è da capire? Ti ha usato, ti ha ingannato e ti ha spezzato il cuore. Chiusura. Si va avanti!”

Sono andato avanti.”

Ti sei trascinato da una donna all'altra e non ti sei mai più innamorato. Hai passato la vita a cercarla e quando l'hai trovata, hai scoperto che ha sempre preferito Stefan a te!” Caroline pensò di aver esagerato nel momento in cui lo vide stringere le labbra in una sottilissima riga bianca. Fa la stronza. “Non voglio essere l'ennesima a scaldarti il letto. Non ho alcuna voglia di essere scambiata per lei nel tuo delirio sessuale!” Erano parole grosse, ma ormai la diga era rotta e poteva solo andare avanti.

Ok!” esclamò sorridendo all'improvviso “non scaldarti, principessa, ti vengono le rughe!”

Caroline lo guardò rimettersi in piedi con un balzo e fece un passo indietro. “Come fa ad essere più potente di te?”

Tanti secoli e tanto sangue umano!” spiegò spazzolando il fondoschiena con una mano ed eliminando l'erba attaccata ai jeans. “Femmina ingrata, dovevo lasciarti morire di fame” esclamò con finta indignazione. Le rivolse un sorriso radioso ma a Caroline sembrò costruito.

La bellezza dell'essere morti...” sussurrò alterando una frase che le era rimasta impressa “è che non siamo costretti a provare sentimenti...”

Tanto vale essere morti davvero, allora” rispose e le fece un cenno di saluto. “Buona caccia!”

Caroline lo osservò allontanarsi fischiettando e restò sul monte finché non svanì. Si accovacciò sulle gambe e osservò la luna alta nel cielo. Di nuovo, aveva quella sensazione di aver fatto una cazzata.

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Capitolo 11
*** La cosa carina ***


Ciccipingu! Da quanto tempo!!! Bentrovata!

Lolaventimiglia: manda link del filmato!!! Non penso che Caroline abbia paura di essere usata, ma solo della vendetta di Katherine.... oltre ad essere un'insicura cronica!


Tanto vale essere morti davvero.

Caroline spense la tv, si accucciò sopra le coperte e tirò le gambe al petto. Perché non c'era un manuale che ti spiegava come trattare i ragazzi e i vampiri in particolare? Cincischiò col telecomando e lo posò sulla scrivania, udendo i passi della madre appena rientrata dal turno di lavoro. Caroline restò indecisa per qualche momento, poi scese le scale che la portavano al piano inferiore, trovando Liz in cucina intenta a cenare. “Mamma...”

Liz la guardò con aria stanca. Indossava ancora l'uniforme della polizia. “Ti sei divertita con Matt?”

Ci siamo lasciati” borbottò facendole alzare gli occhi dal piatto. “Per colpa mia.”

L'enorme novità di avere sua figlia seduta allo stesso tavolo con lei, intenzionata a parlarle a cuore aperto, la stupì talmente tanto che Liz posò la forchetta e le dedicò la sua completa attenzione.

Centra un'altra persona...”

La donna annuì e la fissò. Sua figlia diventava ogni giorno più bella. Era normale che avesse qualche ragazzo che le girava intorno. O mio dio... “Sei incinta?”

No!” esclamò indignata “non sono venuta per parlarti di questo!”

Uff...” soffiò bevendo un sorso d'acqua “di cosa volevi parlarmi?”

Caroline si schiarì la voce, ingoiò il labbro inferiore e si mosse a disagio sulla sedia. “Questo ragazzo... lui...” Caroline soffiò fra i denti, poi assunse un'aria sconsolata “lui ci prova ad essere carino con me, ma non ci riesce... o meglio, ci riesce ma io lo tengo a distanza e non so per quanto tempo continuare a tenerlo sulla corda prima che si stanchi di me...” sbuffò chiudendo gli occhi. “Hai capito qualcosa di quello che ho detto?”

Cosa vuol dire che 'prova ad essere carino con te'?”

E' uno stronzo” affermò con voce decisa “un tipo alla Damon Salvatore...” buttò lì maligna, osservando la sua reazione.

Damon è un bravissimo ragazzo” rispose di rimando “una persona di cui ti puoi fidare.”

A si?, pensò dondolando una gamba sotto il tavolo. “Beh, le apparenze ingannano...”

Questo ragazzo sa cosa provi per lui?”

Caroline assunse un'aria infastidita “non è importante che lo sappia!”

O santo cielo, Caroline!” la riprese scuotendo la testa “non sbilanciarsi non vuol dire non mandare dei segnali!”

Devo mandargli dei segnali?”

I tuoi dubbi sono anche i suoi. Gli uomini e le donne, nelle faccende di cuore, sono uguali.”

Caroline sogghignò “non credo che lui....” la voce si affievolì e Caroline fissò il vuoto scuotendo un po' la testa. Aveva avuto tante dimostrazioni che era piuttosto vulnerabile nel lato affettivo. Le aveva detto... “forse hai ragione...” borbottò posando i palmi delle mani sul tavolo.

Dove hai preso quell'anello?”

Una paccottiglia di Accessorize” rispose in fretta “vado a dormire”. Caroline si chinò e le diede un bacio sulla guancia. Un gesto che la stupì più della chiacchierata appena avuta.

***

Caroline scivolò di soppiatto fino all'entrata, poi si rese conto che non poteva ingannare due vampiri nella loro stessa abitazione. Bussò con decisione e quando Stefan le aprì, provò un po' di delusione.

Una visita a quest'ora?”

Caroline lo guardò speranzosa e con un gesto galante, la fece accomodare all'interno. La ragazza dondolò sulle gambe ascoltando la musica che proveniva dal salotto. “Ci da dentro...”

Quando uno ha il cuore spezzato...” mormorò indicandole la stanza con un cenno del capo “sono stanco di mettere a posto il vostro casino. Se litigate...”

Non sono qui per litigare.”

Almeno la smetterà di azzannare quel pianoforte...” ridacchiò e svanì per le scale.

Caroline occhieggiò il salotto. Era bravo a suonare il violino e anche il pianoforte, si disse sedendosi sul bordo del divano. Non negava di trovare bello Damon Salvatore, ma ora aveva una luce diversa sul volto. Era privo di qualsiasi espressione. Si sentì un po' colpevole.

Damon smise di suonare e la guardò. “Sei sul mio territorio” l'avvisò “chi ti ha dato il permesso di entrare?”

Stefan.” Puntellò le mani sul divano e si alzò “ok, tolgo il disturbo...”

Perchè?”

La ragazza lo fissò battendo le palpebre. Provò a dire qualcosa ma non le venne in mente nulla. Sedette di nuovo sul bordo e restò a guardalo.

Damon cambiò lo spartito e si scrocchiò le dita ricominciando a suonare. Dopo qualche nota, la guardò. Scivolò lungo il corpo, si fermò al viso. “Parla.”

Vieni a New Orleans con me?” domandò, tutto d'un fiato.

Damon si voltò con un unico gesto, posò le mani sulle ginocchia piegate e inclinò la testa “ascolta, principessa: non ho tempo per le tragedie adolescenziali” disse alzandosi con un saltello. Si avvicinò a Caroline e la rimise in piedi “ora te ne torni a casa...”

Caroline si divincolò e si piantò sulle gambe, a disagio. Damon sbuffò annoiato e le mostrò tutto il suo fastidio.

Non le veniva in mente nulla. In preda ad un impulso, gli allacciò le braccia alla vita e chiuse gli occhi poggiando la testa sul torace.

Cos'è questo?!”

Il mio modo di scusarmi” mormorò imbarazzata sollevando il capo. Disprezzo, rabbia e dolore. Eccoli lì, si potevano contare uno ad uno.

Dovrai fare molto meglio di così” borbottò. “Tu sei pericolosa.”

Lei, pericolosa?!

Non posso lasciarti a piede libero.”

Di nuovo, Caroline non capì nulla e quando la strinse a sua volta, si spaventò. Quel pazzoide voleva rinchiuderla di nuovo nelle segrete?!

Calma...” sussurrò e l'accarezzò lungo la schiena “verrò al Mardi Gras...”

E in cambio cosa vuoi?”

Damon sorrise così apertamente che Caroline avvampò d'imbarazzo fino alle dita dei piedi.

Una cosa carina” ridacchiò e la lasciò andare, avvicinandosi al pianoforte. Sedette con un sospiro prolungato e comico. Damon si accorse di avere l'animo più leggero. Tale era il potere delle decisioni di Caroline Forbes? Stava esponendo il suo cuore ad un'altra Katherine? Le sue dita corsero sui tasti bianchi e neri. “Qui a Mystic Falls piacciono tanto, le cose carine...”

Caroline sedette di nuovo sul divano. Le tremavano le gambe e per un momento aveva pensato che Damon le stesse chiedendo...“ a te no...”

No” rispose voltando il capo verso di lei. “Neppure a te.”

Caroline infilò le mani sotto le cosce, piegò la schiena, osservò il salotto “non so bene cosa voglio o cosa mi piace...”

Vedi? Sei pericolosa” mormorò e suonò un breve accordo. “Cosa dice il tuo istinto?”

L'istinto le diceva di morderlo e baciarlo. Caroline lo guardò e non trovò il coraggio di muoversi.

Un battito di ciglia e lo ritrovò quasi inginocchiato ai suoi piedi “non pensarci, rispondimi” mormorò accarezzandole il viso “la prima cosa che ti viene in mente.”

M-mordimi.”

Il vampiro aggrottò la fronte. Tutto il suo viso esprimeva dubbio e perplessità. “Perchè?”

Caroline si umettò le labbra, arrossì e senza rendersene conto abbassò la testa. Damon le prese il viso fra le mani e la costrinse a guardarlo “perchè?”

La sua voce era un mormorio lontano. Persa nel proprio piacere, l'unico testimone della sua eccitazione era il respiro affrettato.

Lasciati andare, sarà tutto più facile.

Caroline piegò il collo, guardando fisso un punto oltre la sua spalla. Damon scoprì i denti e l'azzannò, facendola gemere di dolore. Caroline gli si aggrappò addosso. Il peso del corpo la tirava verso il basso. Damon la circondò con un braccio mentre le sorreggeva il collo con la mano.

Il piacere era così forte che le lacrime colarono ai lati del viso. Con uno strattone violento le lacerò la maglietta e parte del reggiseno. Caroline trattenne il fiato sentendosi sempre più debole e in balia del vampiro su di lei. Poteva fare tutto quello che voleva. Non le importava. Non l'avrebbe fermato. Quando la sua mano scivolò lungo il fianco, Caroline inarcò la schiena. Damon si staccò con un gemito – aveva smesso di bere, non poteva prosciugarla ma Caroline voleva essere presa e non poteva farlo diversamente – e cominciò a baciarla, facendole sentire il sapore del suo sangue. Caroline lo divorò. Non riusciva a frenarsi. Lo aggredì mordendogli la lingua e le labbra e quando Damon si staccò con uno strattone e la spinse sul divano, giacque immobile tremando come una foglia. Caroline esitò solo un istante, quando una corrente fredda le soffiò sulle spalle ma quando Damon le fu sopra, il calore che emanava le fece perdere il controllo. Fu riportata a terra dal solito pensiero molesto. “No... non posso...” biascicò cercando di allontanarlo.

Damon si liberò della sua stretta e la ignorò. Eliminò tutto lo strato superiore e di fronte quella bellezza restò in contemplazione. Sorvolò la pelle lattea con i polpastrelli, soffermandosi sull'ombelico. Caroline ci provò a tornare lucida. Ma non ci riusciva se la toccava in quel modo. Ritentò. “Katherine mi ucciderà...” bisbigliò. Come faceva a scappare, adesso? Tentò di allontanarlo. Ottenne solamente di tirarselo più addosso.

Damon la intrappolò perché la smettesse di fuggire. Che centrava Katherine in quel momento? Due era il numero giusto. E tanto per farla impazzire, scivolò lungo il ventre beandosi delle implorazioni e dei gridolini che le sfuggivano dalle labbra, si soffermò all'interno della coscia e la morse. Caroline si contorse su se stessa quasi urlando. Smise di pensare alle torture che le avrebbe inflitto Katherine. L'avrebbe uccisa sì, ma sarebbe morta felice.

***

Damon Salvatore non era carino come il fratello Stefan. Era carino in un maniera diversa. Caroline si strusciò contro di lui, uscendo dal dormiveglia. Il salotto era invaso dal sole. Si era addormentata? Lo sentì accarezzarle i capelli. Sentiva il cuore battere calmo ed ipnotizzante. Grattò il tessuto della maglietta sotto le unghie, Damon la baciò sulla fronte.

Buongiorno...”

Ciao...” bisbigliò e si stropicciò gli occhi. “Che ore sono?”

Dall'inclinazione del sole, direi le otto passate...”

Oddio, devo andare a scuola!” esclamò frastornata alzandosi e ripiombando al suo posto quando la fermò.

E' sabato.”

Che bella notizia, pensò e nascose la faccia contro la sua spalla. “Ok...”

Hai sempre quest'energia, la mattina?”

E' la disperazione di una nota di ritardo che mi fa mettere la sveglia due ore prima...” bisbigliò. “Quante volte hai fatto il liceo?”

Non sono come Stefan. Quello che voglio sapere lo apprendo da me” borbottò e chiuse gli occhi. “Ha la mania di integrarsi...”

Tutto il contrario di te.”

Già.”

Caroline smise di parlare e cercò una posizione più comoda. “Perchè ti sei fermato?”

Per dimostrarle qualcosa che non sapeva spiegarsi, pensò guardando gli occhi verde scuro della sua 'ragazza'. “Vuoi che continui?”

Caroline annuì e lo baciò. Sapeva ancora di sangue.

Dimmi cosa vuoi...”

Da te o dalla vita?”

Le domande retoriche..” rispose con un sogghigno. “Devi lasciati andare, Forbes.”

Ok...” sussurrò e si puntellò sul gomito per non pesargli addosso. “Qualcuno l'ha mai detto a te?”

No. Io non ho freni” mormorò e la tirò verso di se “so esattamente cosa voglio. Chi voglio” concluse percependo il batticuore di Caroline. “Devi smetterla di ascoltare gli altri...”

Anche te?”

No, a me devi dare ascolto” ridacchiò sorridente “c'è della verità nella mie sconsiderate ed ironiche parole...” accompagnò la frase da un leggero bacio.

Caroline lo strinse, un po' annebbiata. “Tipo quel 'mi piaci'?”

Tipo.”

Anche tu mi piaci” bisbigliò “visto? Niente tragedie adolescenziali.”

Bene...” sussurrò e la rovesciò da un lato accarezzandola “quella storia del continuare mi intrigava...”

Spiegami come fai ad avere un'erezione se sei morto.”

La frase lo fece scoppiare a ridere dopo un istante di incredulità. Era contagioso e Caroline cominciò a ridere a sua volta.

Qualcuno s'è svegliato bene, pensò scendendo le scale con attenzione. Stefan si affacciò discretamente, si schiarì la voce e si meravigliò di trovare Caroline ancora lì. Allora era una cosa seria.

Questa... questa la devi sentire...” sghignazzò non riuscendo a smettere di ridere. “Ripetila...”

Sta zitto...” bisbigliò rossa, colpendolo su un braccio “ho semplicemente chiesto come sia possibile che il… cuore batta anche se siamo morti!”

Il cuore!” esplose con lo stomaco contratto dalle risate.

Finiscila! Mi stai mettendo in imbarazzo!”

Era tanto che Stefan non lo udiva ridere in quel modo. Per una volta non era sprezzante o ironico.

Oh, io me ne vado!” esclamò Caroline imbarazzata e sorridente “te la faccio pagare, Salvatore!”

Ti vengo a prendere alle sei. Puntuale, Forbes o me ne vado a New Orleans da solo!”

Di tutta risposta Caroline gli fece una linguaccia, imboccò la porta e sparì dopo un saluto veloce al fratello silenzioso.

Che tipa...” lo sentì ridacchiare mentre scrocchiava la schiena “che hai da guardare?”

"E il caro vecchio calzino sulla porta?”

Damon respirò profondamente prima di rispondere “da quando casa nostra è diventata un porto di mare?!” esclamò saltando in piedi. “Devo prendere un attico per conto mio!”

Non ci sono attici a Mystic Falls.”

Allora mi trasferisco a New York!” ribatté girando su se stesso.

"Sbaglio...”

Sbagli!”

... o vedo un certo interesse per la Forbes?”

Damon si fermò, lo guardò per un istante e poi si dileguò per le scale. “Sbagli!”


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Capitolo 12
*** Voodoo ***


Lola: visto il video, è carinissimo!!! Per quanto riguarda Caroline e Liz, avevo già scritto la scena prima di vedere la puntata (così come avevo già sfruttato l'idea di un pozzo - trappola con verbena annessa... vabbè!)

Doralice. Con te non ci parlo. Non lo dovevi scrivere quel capitolo, sigh sob... :D

Ciccipingu: Succederanno un socco di cose a New Orleans e avranno un bel peso sulla coppia. Personaggi nuovi in arrivo!

Ps: capitolo HOT!


Dario di Caroline Forbes

Prima Giornata

Che diavolo mi è saltato in testa di proporre davvero il Mardi Gras a Damon Salvatore?! La gente è fuori di testa, l'unico che sembrava in grado di articolare una frase di senso compiuto è stato l'albergatore quando ci siamo fermati a prendere una stanza. Sembra sia impossibile trovare un buco in cui dormire. Non intendo sprecare un solo minuto, ma devastarmi non vuol dire rinunciare alla doccia mattutina. E come ha fatto notare quel malato, potrebbe sempre servire un luogo raccolto dove portare le vittime. Gli ho dato un'occhiataccia, si è messo a ridere. Per ora nessuna traccia di vampiri assettati di vendetta...

Caroline chiuse il diario di scatto sentendosi spiata. Damon ridacchiò sopra la sua testa “non t'è passata l'abitudine, eh?!”

Mai. Cosa indosserai?”

L'antico gentiluomo o il maniaco pervertito?” domandò alzando dei diversi capi d'abbigliamento.

Caroline lo guardò maliziosa. “L'antico gentiluomo pervertito?” propose facendogli girare la testa. “Adatto a te!”

Non provocare, Forbes” ridacchiò e rimise gli abiti sulle stampelle “ti stai divertendo?”

Caroline annuì. Come faceva a non sentire tutta quella tensione nell'aria? Le toglieva il respiro. Posò la penna e lo vide affacciato alla finestra ad osservare lo stato della festa. Con un po' di batticuore si spogliò dei jeans e della maglietta e restò solo in reggiseno di lustrini e slip coordinati. Strappò il boa di struzzo viola dall'anta dell'armadio semiaperta e infilò i tacchi alti e argentati.

Che ne pensi?” domandò sentendo il cuore esplodere.

Non ora. C'è un tipo che sta... ahahah, non avevo ancora visto un culturista di colore con un...” Damon ritirò la testa dalla finestra con un dubbio. Quel tono era un po' troppo caldo. “Molto sexy...” mormorò osservandola da capo a piedi. Si mise comodo ad osservarla, braccia incrociate e sorriso malizioso sul volto.

Che sta facendo quel tipo?” domandò avvicinandosi un po' alla volta

Tu che stai facendo?”

Provo a sedurti...” bisbigliò alzando la testa verso di lui. “Ci sto riuscendo?”

Caroline, siamo soli e c'è un letto a nostra completa disposizione per le prossime notti...” mormorò solleticandola lungo il collo.

Pensavo di usarlo...” le mancava l'aria sebbene la finestra fosse aperta e il frastuono della festa invadesse la stanza. “Con te...”

Ottima scelta. Conosco il tipo, è un bravo ragazzo.”

Mi posso fidare?”

Assolutamente.”

Seconda Giornata

O mio dio! Questi fanno sul serio! Non ho mai visto nessuno divertirsela così tanto! Le donne sono vestite da uomini, gli uomini fanno il verso alle attrici degli anni Cinquanta, un tipo con un perizoma argentato e delle bizzarre piume su un copricapo mi ha costretto a ballare con lui e tutti i suoi amici. E nessuno di loro era gay! E' stato veramente imbarazzante! Ho perso il capello e indosso solo il reggiseno nero con i lustrini sotto il gilet da uomo (non ho la più pallida idea di dove sia finita la mia camicia). No comment sulle battute di Damon in merito. Ps: mi ha mandato in bianco. PERCHE'?!!

Terza Giornata

Naaa! E' divertentissimo! Perché non sono stata qui prima d'ora?!! Viva New Orleans, viva il Mardi Gras!!!! :D

Ps: ma che diavolo ha?! I ragazzi non dovrebbero essere ansiosi di strapparti i vestiti?!

[...]

Porca trota! Il voodoo esiste!

***

Il quartiere creolo era l'unico posto in cui Damon non avrebbe voluto mettere piede, ma quando la combriccola di festeggiamenti si era spostata e Caroline gli era andata dietro, presa dalla frenesia della festa, Damon non aveva potuto far altro che sperimentare ancora una volta cosa voleva dire cadere preda del delirio del sangue. Lui c'era già passato una volta e sembrava fosse il turno di Caroline. Era una di quelle cose che ti cambiava davvero la visione del mondo. Damon aveva pensato bene di avvertirla di starsene buona e non lasciarsi troppo andare, durante la cerimonia in cui erano incappati all'improvviso, ma Caroline sembrava stregata e aveva fatto solo un vago cenno con la testa.

//

Non dire niente e non spaventarti...” sussurrò nel suo orecchio. Erano seminascosti da una parete. Damon, dietro di lei, la tratteneva per la vita. Caroline si era sentita spaesata e aveva accettato la sua 'protezione'. Incuriosita da qualcosa che aveva solo visto nei film e che nella realtà era molto più cruda, più di una volta aveva distolto lo sguardo nascondendosi contro il suo accompagnatore.

Hai paura?”

Non è paura...” aveva bisbigliato stranamente attratta dalla cerimonia e allo stesso tempo intimorita.

Vuoi andare via?”

Caroline aveva scosso la testa, tornando a guardare la scena. Aveva le dita bianche mentre gli artigliava i vestiti. “E' quasi eccitante...”

Damon aveva sollevato le braccia per stringerla di più. Caroline gli si era rifugiata contro, continuando a fissare la cerimonia che entrava nel vivo. L'aveva baciata sul collo strappandole un gemito che si era affrettata a sopprimere per non farsi scoprire. Ma non sembrava che fossero interessati alla loro presenza. Caroline sentiva l'eccitazione pulsare mentre le sfiorava la pelle con la lingua. Lo voleva subito, in quell'istante. Spinse il bacino contro il suo. Era eccitato. Lo fece di nuovo, lo sentì mugolare di piacere. Gli prese le mani e le portò sul seno, le sue dita si insinuarono sotto il tessuto e strinsero la pelle morbida e calda. Caroline lo sentì prendere un respiro ed espose di più il collo lasciandosi mordere. Il suo gemito di dolore misto a piacere si infranse contro il palmo della mano che le premette contro la bocca. Gli leccò le dita e le mordicchiò. Le stava respirando contro l'orecchio. Era al limite, come lei. “Prendimi...” sussurrò gettando la testa all'indietro.

Quel verbo aveva una bellezza disarmante. Come il suo gesto di slacciare il primo bottone dei pantaloni. Damon lasciò che conducesse la sua mano oltre il tessuto, oltre le mutandine, dove la sua essenza era dolce e liquida. La accarezzò lentamente e poi affondò. Caroline si contrasse con un gemito roco e lo morse sul bicipite. “Ancora...”

Altra parola bellissima, pensò stringendola contro di se. “Andiamo via...”

Caroline udiva solo i tamburi, le parole della sacerdotessa voodoo e le grida dei partecipanti. Quando la Mambo sgozzò il solito galletto rituale e il sangue spruzzò sull'invasato che giaceva a terra, in preda alle convulsioni dovute a qualche sostanza – ma forse era solo suggestione - Caroline voltò la testa verso di loro. Doveva bere quel sangue. Leccarlo fino all'ultima goccia! La festa le vibrava dentro e le stimolava i lati più nascosti. La stessa presenza di Damon la spingeva a fare cose che non aveva mai fatto.

Damon non l'aveva trattenuta, perversamente curioso di vedere cosa sarebbe successo – finalmente! La vera Caroline liberata dalle inibizioni! - ma quando aveva affondato i denti nell'invasato e si era quasi spogliata dei pochi abiti che indossava, Damon aveva sentito l'eccitazione salire ad un livello che non pensava di possedere. E quando l'invasato - miracolosamente tornato in se, il figlio di puttana! - aveva provato a scoparla di fronte a tutti, si era leggermente incazzato. Gli aveva ringhiato contro, trasformato, provocando una serie di imprecazioni e urla in una lingua sconosciuta. Aveva tirato su Caroline a forza dal corpo del meticcio e l'aveva portata via, rimediando qualche maledizione che gli faceva tutt'altro che piacere. Caroline era in preda alla frenesia del sangue e non si era accorta di nulla. Drogata dal sangue dell'uomo, del galletto, dalla situazione e dagli adepti che ballavano freneticamente attorno a loro, aveva raggiunto un livello di incoscienza tale da annullare tutti i pensieri e lasciare attivi solo gli istinti primari. Nutrirsi e accoppiarsi.

Il resto era fuffa.

Il resto era Damon Salvatore che cercava di non stuprarla nel vicolo buio in cui si erano fermati. “Ti sei sfogata abbastanza delle frustrazioni di una vita. Adesso torniamo...”

Caroline l'aveva morso sul collo lappando il sangue che usciva, infilando al contempo le mani ovunque. Damon aveva sentito la propria volontà ridursi all'osso. Perché fermarsi? In preda alla lussuria l'aveva azzannata e aveva lasciato colare il sangue lungo l'incavo dei seni, fino all'ombelico. Le aveva lacerato il reggiseno, intenzionato a possederla in quell'istante. Caroline aveva reagito con un gemito che l'aveva eccitato fino alla punta dei capelli. Gli aveva strappato via la cintura schioccandola contro il muro. Damon l'aveva quasi denudata del tutto quando si era accorto delle presenze attorno a loro.

Cosa ci fai qui, Damon Salvatore?”

Ho un po' da fare, ti dispiace?!” esclamò scrollando Caroline per farla uscire dalla sua estasi. Quello era un fottuto casino!

Non ti avevamo detto di non mettere più piede a New Orleans?”

Ma c'è il Mardi Gras, non potevo perderlo!” ribatté sarcastico.

La vampira emerse dall'ombra e guardò Caroline con una sorta di tenerezza “è in frenesia o sbaglio?”

Sai quando uno è novizio...” ridacchiò a denti stretti. “Come va, Eileen?”

Lo schiaffo arrivò secco e rumoroso. Caroline si riprese leggermente, si staccò da Damon e barcollò porgendole la mano. “Ciaoooo che figata di festa, eh?!” biascicò con un sorriso ubriaco “tanto tanto piacere!”

La tua amica è andata” sbottò la vampira continuando a dondolare la mano in quella di Caroline.

Adoooooooooro New Orleans! E' bellissima e la gente è feliceeeeeeee” esclamò girando su se stessa fino a cadere a terra.

Entusiasta, la piccola!”

Basta poco a renderle felici” borbottò massaggiandosi la guancia “mi hai fatto mal... urh!” Un secondo ceffone lo ammutolì “e anche questo credo di essermelo meritato...”

Meriteresti di peggio” biascicò la voce alterata di Caroline “tu e quella puttanella della tua ex! Ops! Ho detto una parolaccia...” sogghignò e scoppiò a ridere nascondendo la bocca “Katherine mi ucciderà... un paletto secco nel cuore e addioooooo mondo!”

La vampira di nome Eileen la studiò incupita e piuttosto sorpresa “Katherine è ancora in giro?”

Damon annuì e massaggiò entrambi i lati della faccia “se la smetti di colpirmi, ti racconto gli ultimi cinquant'anni.”

E sia. Tira su la tua amichetta e seguimi.”

Jawohl, mein Fuhrer!”

E fa poco lo stronzo, Salvatore!”

***

Cosa facciamo con questa qui?”

Caroline era stesa a terra – non le andava di essere presa in braccio e neppure di camminare - quindi si era sdraiata a guardare l'altissimo soffitto del covo dei vampiri di New Orleans. Ora faceva 'ciao 'con la manina ai vampiri dubbiosi che la scrutavano indecisi.

New Orleans è bellissima!!! E la gente è bellissimaaaaa!”

Ma che ha?!”

E' drogata di sangue...” rispose Eileen spingendo Damon a sedere su una scomodissima sedia settecentesca “chi è?”

Amica di amici” rispose evasivo gettandole un'occhiata “è innocua, non fatele del male...”

La vampira sogghignò “da quando ti interessi di qualcuno?”

La gente cambia!”

Non tu” ridacchiò e fece un cenno ai suoi compagni “tiratela su e gettatela nel pozzo.”

Damon sudò freddo. Il pozzo lo conosceva bene e non era luogo per Caroline. L'indomani si sarebbero accorti che c'era qualcosa che non andava in una vampira che non si inceneriva al sole. “No, Eileen!” sussurrò spostando il busto verso di lei “non ha mai fatto del male ad una mosca ed è una vittima di Katherine come tutti noi.”

La donna sembrò soppesare la cosa e per un lunghissimo istante lo tenne sulla corda “va bene, Salvatore. Fa tornare in se la tua amichetta e sentiamo la storiella strappalacrime della sua trasformazione.”

***

Era come avere i postumi di una sbornia. Mal di testa, alito pesante e pesantezza diffusa. Caroline strinse la testa fra le mani mantenendo gli occhi ben chiusi. “Dove siamo?”

Lascia perdere. Come ti senti?”

Male...” sussurrò e lo guardò con gli occhi stretti in una fessura “sono i vampiri che hai fatto incazzare, vero?”

Damon annuì sentendosi un po' in colpa.

E' una tua ex?”

Diciamo di si...”

Caroline storse la bocca e sospirò. Ovunque andasse, ce n'era una pronta a comparire. “E come è finita?”

Con una fuga precipitosa in pieno giorno” borbottò con una smorfietta “ma odia Katherine!”

Chi non la odia” sussurrò “abbassa la voce, ti prego.”

Scusa” bisbigliò “potete fare fronte comune contro di lei... sai, la storia della solidarietà femminile...”

E' una grandissima stronzata” sbottò e lasciò cadere la testa sulle braccia piegate. “Le donne odiano le donne e le ex in particolare...” Caroline torse il collo e lo fissò arrabbiata “potevo starmene a letto a dormire, al caldo, non in questa cella puzzolente in tua compagnia! Ti odio, Damon Salvatore!” esclamò sentendo una fitta alla testa “sia maledetto il giorno in cui sei tornato a Mystic Falls!”

E' un pensiero comune, cara!”

La voce divertita di Eileen interruppe lo sproloquio che sentiva sulla punta della lingua. Un momento dopo, il chiavistello girò e la vampira le fece cenno di uscire dalla cella in cui l'avevano rinchiusi “solo lei!” l'ammonì quando vide Damon saltare in piedi “pensa agli ultimi centoquarantacinque anni e pentiti dei tuoi misfatti!”

Quante secoli ho a disposizione?!”


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Capitolo 13
*** L'onore di un uomo ***


Aggiornamento veloce prima di fuggire per lidi lontani (uff, maledetta pioggia!) Buona lettura!


Coglione...”

Approvo e sottoscrivo... dove mi porti?”

Ci mettiamo comode e lo lasciamo soffrire un po'. Non può fargli che bene.”

Eileen era una gran bella donna dall'apparente età di trenta anni. Capelli e occhi nerissimi, brillanti, pelle di porcellana. Una francese pura. Caroline la seguì in silenzio, sentendosi di nuovo fuori posto. Un'altra vampira dal carattere d'acciaio che sapeva rigirarsi gli uomini a suo piacimento. Forse era l'upgrade di classe due che le rendeva così. Strinse le braccia sul seno, rabbrividendo per una corrente fredda, e quando entrò nella stanza della vampira, il lusso le tolse il respiro.

Siediti. Anzi!” sorrise e le gettò una vestaglia di seta “c'è un bagno sulla destra, datti una ripulita. Lo stile mattatoio non va più di moda!”

Caroline si dileguò nella stanza indicata. Ne riemerse un po' frastornata dieci secondi dopo “c'è una persona...”

Miguel soddisferà ogni tua esigenza” mormorò come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Caroline voltò su se stessa, fece un sorrisetto di scuse al ragazzo e tornò nella stanza “posso declinare?”

Un vero peccato, Miguel ha il dono di mettere le persone completamente a loro agio.”

Era maliziosa. Caroline non si chiese in che modo le 'rilassava'. “Un'altra volta, magari.”

***

Quella donna incarnava tutto ciò che Caroline avrebbe voluto essere. Colta, femminile, sofisticata. Si muoveva in armonia con il mondo e ogni gesto era misurato e controllato. A differenza sua - che se ne stava a gambe incrociate su una poltrona d'epoca scomodissima – Eileen era sdraiata languidamente su un triclinio romano in tono con l'arredamento. Le aveva servito champagne. Caroline non l'aveva mai assaggiato ed era ubriaca di tutte quelle attenzioni. Oltre che intimidita. E seccata. Da ubriaca poteva gettarsi fra le braccia di Damon ricorrendo alla solita vecchia scusa, il mattino dopo. Accavallò le gambe lasciandole scoperte e posò il bicchiere quasi vuoto sul tavolino francese accanto a se. Lo schiavetto personale lo riempì quasi fino all'orlo.

Come conosci quel concentrato di egoismo e scarsa diplomazia?” domandò all'improvviso dopo mezz'ora di chiacchiere futili.

Mi ha soggiogata, usata e vampirizzata. Katherine mi ha ucciso mentre avevo il suo sangue nelle vene.”

Eileen sospirò e si sdraiò languidamente “bella coppia, fatti per stare insieme.”

Non proprio” si lasciò sfuggire. Eileen la fissò incuriosita e licenziò lo schiavetto dedicandole la sua intera attenzione. “Conosco la storia dei fratelli Salvatore. So di come Katherine li ha usati entrambi per raggiungere i suoi scopi...”

Katherine vuole Stefan. Ma vuole anche Damon. A modo suo li ama entrambi ma gli impedisce di essere felici.”

State insieme?”

Caroline la guardò a lungo e scosse la testa lentamente “gli ho solo chiesto di accompagnarmi al Mardi Gras.”

E lui ha accettato. Che cavaliere...” sussurrò girando lentamente lo champagne nel bicchiere “cara, lasciatelo dire da una che ci è passata. Damon Salvatore ha sempre il suo tornaconto personale.”

Caroline annuì e distolse lo sguardo.

Non illuderti. Ti userà e poi ti lascerà.”

La pensate tutti nello stesso modo” mormorò tormentando la cintura della vestaglia. “Dev'essere senz'altro così.”

A me non interessa. E' Katherine, il problema.”

Mi ha già minacciata di morte.”

Eileen scoppiò in una risata “e lo stesso ti sei fatta accompagnare a New Orleans da lui?”

Caroline sollevò le spalle “l'unico abbastanza pazzo da accettare.”

Con un gesto gentile, Eileen le fece cenno di avvicinarsi. “Sei molto dolce, diversa dalle altre... siete già stati a letto?”

Caroline la fissò stringendo le palpebre “tutti curiosi, eh?!”

La tua testolina rimbalzerà per il prato di casa di tua madre, quando Katherine lo verrà a sapere” ridacchiò “è una vera strega quando ci si mette!”

Non racconti nulla di nuovo...” sussurrò e finì il contenuto del bicchiere.

Come sei riuscita a ingabbiare Damon Salvatore?” gettò lì incuriosita dalla sua eventuale reazione.

Non ho mai voluto farlo. Lo ignoro. Fuggo il più lontano possibile quando lo vedo. E gli ho negato l'accesso a casa mia” singhiozzò fissando uno strano vuoto che vorticava di fronte a lei “Mi sa che sono ubriaca...”

Lo credo anche io, cara. Stenditi un poco. Dormi, la notte è quasi finita...” mormorò e le lasciò spazio sul triclinio.

***

Te la sei scelta proprio carina, Salvatore...”

Damon voltò su se stesso con una piroetta di tacco, ascoltò la porta aprirsi e si spalancò nel suo sorriso migliore. “Le hai raccontato tutte le mie malefatte?”

Perchè distruggere la tenera visione che ha di te?” ridacchiò lasciandolo passare “è molto carina, capisco che Katherine la voglia morta.”

Damon alzò gli occhi al cielo e sbuffò “possiamo andare via?”

La tua amica sta dormendo, facciamoci due chiacchiere” mormorò maliziosa e lo prese sottobraccio.

Me le ricordo le tue chiacchiere...”

Sei un birichino, ma te la perdono. Sono di buon umore. Caroline è talmente carina ed innamorata di te che...” Eileen si interruppe e osservò l'espressione basita di Damon. “Non lo sapevi?”

Sbagli” rispose contraendo i lineamenti. “Non è amore, il suo.”

Oh! Io non sbaglio mai! Non ho vissuto trecentocinquantadue anni per niente!” esclamò e tirò via dalla mattonella su cui era fermo da due minuti buoni. “Te la saresti già portata a letto se non t'interessasse davvero!”

Cosa ti dice che non l'abbia già fatto?”

Eileen lo fissò con una smorfietta “ho la versione di Caterine. Credo più alle sue parole che alla tua lingua bugiarda.”

Caroline.”

Eileen sorrise mostrando tutti i denti. “Fregato!”

***

Caroline riemerse dal sonno quando un micetto nero le si appollaiò sul petto togliendole il respiro. “Va via...” sussurrò non osando muovere un solo muscolo per cacciarlo. Il gatto la guardò con un ronfare felice e Caroline lo accarezzò pigramente. Quella donna aveva anche gatto favoloso. Doveva prenderne uno a sua volta. Le avrebbe donato quell'allure che cercava. “Qui, Demetrius...”

Caroline aprì gli occhi udendo una voce profonda poco vicino a lei. Si drizzò a sedere stringendo automaticamente la vestaglia. L'uomo che teneva in braccio il gatto nero, era la rappresentazione vivente del sogno erotico di ogni donna. Alto, portamento regale, due occhi profondi e neri che sembrano leggere ogni piega della sua anima. Sorrise affabile, si scusò per averla svegliata e restò a studiarla incuriosito. “Eileen ha ospiti e non sono stato avvisato” mormorò prendendole la mano “mi perdoni.”

N-non fa nulla” sussurrò basita. Damon era bello, ma quell'uomo era un gradino al di sopra della perfezione. “Caroline Forbes...”

Louis de Betancourt” disse e ne baciò il dorso guardandola negli occhi. Caroline pensò di stare per soffocare. Non riusciva più a respirare per l'attrazione fisica che provava. Era per quello che avevano bandito il baciamano!

Cosa l'ha condotta qui?”

Non ero in me quando... il mio accompagnatore...” Caroline sentì le parole ingarbugliarsi “mi scusi... è stata una notte intensa...”

Il nome del suo accompagnatore?”

La ragazza esitò. Damon non andava molto d'accordo con quella gente. “Damon Salvatore.”

Il volto del bellissimo Louis non tradì alcuna emozione. Le sorrise e si allontanò di pochi passi. “Cento anni fa, il codardo si sottrasse ad un duello. Sono ancora qui che aspetto la resa dei conti.”

Tipico...” sibilò fra i denti. Demetrius saltò via dalle braccia del vampiro sgattaiolando dietro qualcosa che aveva attirato la sua attenzione.

Perchè si accompagna ad un individuo del genere, lady Caroline?”

Le disgrazie della vita. I brutti voti, il barattolo della Nutella vuoto, le madri assenti... e Damon Salvatore” sospirò pensando che si sarebbe cacciata in un mare di guai se gli fosse rimasta accanto un altro po'. Se frequentarlo voleva dire finire in un covo di vampiri incazzati o in una cerimonia voodoo come star principale, allora preferiva tornarsene a casa, raccomandare l'anima a Katherine e cercare di passare l'eternità sola. In più, pensò innervosita, voleva i suoi vestiti! Non poteva andarsene in giro nuda, coperta solo da una vestaglia di seta per quanto sexy fosse!

Credo abbia la necessità di vestirsi.”

Le leggeva nel pensiero? “E' un vero e proprio bisogno” disse e infilò le mani fra le gambe, un po' mortificata e un po' a disagio “è troppo chiedere un paio di jeans taglia quaranta e una maglietta?”

***

Louis de Betancourt è mio ospite. Te lo ricordi?”

Damon gonfiò una guancia e soffiò l'aria con una smorfia “sta ancora aspettando che mi presenti al duello...”

Hai dato la tua parola di gentiluomo e non l'hai rispettata.”

Mi conosci, Eileen, sono un farabutto e un mariolo” ridacchiò scrocchiando la schiena “ricordami: pistole a dieci passi o...”

Spada. All'ultimo sangue” rispose una voce profonda e nera che lo fece sibilare di comico dolore. Damon portò le mani dietro la testa e strofinò i capelli “preferivo la pistola...” sussurrò e vide Caroline accanto al vampiro. Le rivolse una lunga occhiata da capo a piedi. La ragazza stringeva di nuovo il gatto e lo guardava in modo che non le aveva mai visto. “Bel micetto, si intona ai vestiti.”

L'alba sta sorgendo.”

Damon spostò lo sguardo su Louis e annuì come se gli facesse un favore. “D'accordo! Spada o pistole?”

Spada. Ho migliorato lo stile negli ultimi cento anni.”

Per quello preferivo le pistole” borbottò e si avvicinò a Caroline che lo guardò con le palpebre strette. “Una sfida come ai vecchi tempi, principessa! Sii felice, potrai vedere il mio corpo essiccarsi al sole!” le battè una mano sulla spalla e Caroline lo afferrò e tirò via dal gruppetto. “Hai intenzione di barare, vero?!”

Per chi mi hai preso?”

Caroline gli afferrò la mano dell'anello e Damon la riabbassò velocemente “sei impazzita, non devono saperlo!”

Questo si chiama barare, a casa mia!”

Sopravvivenza” sibilò aggrottando la fronte “Betancourt tira di spada da quando è nato!”

Affrontalo da uomo o rivelerò a tutti il tuo segreto!”

Damon la fissò negli occhi cercando il motivo di tanta rabbia nei suoi confronti. “Sono disturbato quando te del cambiamento sulla tabella di marcia...”

Idiota!” sibilò col sangue che ribolliva “va bene, non rivelerò il tuo segreto ma devi farmi una promessa...”

Prometto!”

... e mantenerla!” sussurrò avvicinandosi “devi promettermi che quando saremo di nuovo a Mystic Falls, tornerai ad ignorarmi come hai sempre fatto.”

Damon tirò indietro la testa come se il campo visivo e uditivo non fosse adeguato a contenere la sua espressione e la frase infelice.

Vampiri centenari irritati e cerimonie voodoo non sono esattamente il mio ideale di serata! Ho paura e tu...”

Ricordati di correre veloce!”

Non sto scherzando!” ribatté esasperata “dovunque mi volti ci sono ex pronte a farmi la pelle...”

Non sono così tante! La maggior parte vogliono la mia” scherzò per allentare la tensione.

Caroline abbassò le spalle sconsolata. “Non posso stare con te e avere perennemente paura...” mise a terra il gatto per interrompere il contatto visivo e quando tornò in posizione eretta, vide un'espressione diversa sul volto. Talmente diversa da tutte le altre, che Caroline sentì il cuore spezzarsi.

Damon continuò a fissarla senza parlare. Annuì e fece una smorfia. “Andata! Ma mi tengo l'anello!” ridacchiò e le diede le spalle con una piroetta comica. “Diamoci dentro con le danze!” esclamò sorpassando Eileen che li aveva osservati da lontano. Le diede una simpatica pacchetta sul sedere, mandandola in bestia e camminò con la schiena ben dritta dietro il vampiro di nome Louis.

Caroline rimase a guardarlo, la bocca asciutta e la gola riarsa. Non sapeva descrivere la sensazione di vuoto e scoramento che provava quando respirava.

Infine, lui c'era sempre.

C'era stato quando aveva avuto bisogno di nutrirsi e di sfogarsi del male che aveva dentro. L'aveva appoggiata nel viaggio a New Orleans. L'aveva fatta divertire. L'aveva protetta. L'aveva fatta sentire un po' più a suo agio col mondo. L'aveva coccolata.

Non hai mantenuto una promessa in vita tua, vero?” sussurrò anche se non poteva sentirlo

Demetrius si strusciò contro le sue caviglie e Caroline lo guardò per un istante. “Ho fatto una cazzata?”

Il gatto la fissò e quando chiuse gli occhi, le sembrò proprio che dicesse 'sì.'



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Capitolo 14
*** La trasmutazione ***


Le regole sono semplici. Vince chi resta vivo.”

Ma va? Caroline osservò la donna di sottecchi, poi spostò lo sguardo sulla strada desolata. I pazzi del Mardi Gras non si avventuravano laggiù, sapevano con chi avevano a che fare. Se invadi il territorio di un vampiro, ne diventi automaticamente il pasto. “Per questo si svolge al sorgere del sole?”

Esatto. Una piccola variazione del duello classico.”

Caroline osservò i due sfidanti. Damon ciondolava annoiato. Louis era concentrato e serio. Damon si faceva beffe di lui e del suo codice d'onore, mandandolo in bestia. Caroline avrebbe voluto prenderlo a schiaffi. Era un farabutto e un testa di cazzo! Aveva paura di non poter più tornare a casa, ma non sembrava che i vampiri di New Orleans ce l'avessero con lei. L'avevano studiata parecchio e avevano deciso che era innocua. Meglio, pensò appoggiandosi al muro con le spalle, una gamba flessa e il piede destro contro la parete del palazzo. Doveva ricordarsi di correre il più velocemente possibile. Qualora avessero scoperto che Damon poteva camminare alla luce del sole, il duello sarebbe stato invalidato. “Posso tornarmene a casa?” domandò di punto in bianco alla vampira Eileen, staccandosi dal muro.

Eileen sollevò le spalle. “Non resti a vedere la disfatta di Salvatore? Louis è un bravissimo spadaccino.”

Mandami un MMS” rispose senza chiedersi se capisse o meno a cosa si riferiva. Caroline si guardò attorno, non riconoscendo i luoghi. Il problema di essere stata portata lì in stato di incoscienza... ora non sapeva da che parte andare!

Dove vai?”

Torno a casa. Per la precisione, torno in albergo, faccio i bagagli e me ne vado” rispose col batticuore quando si ritrovò Damon di fronte.

Il vampiro non fece un solo commento, spostò lo sguardo verdeazzurro sul suo sfidante che gli faceva cenno di cominciare e sfilatosi l'anello lo ripose nella tasca superiore del giacchetto che indossava, sfiorandole il seno.

Caroline impallidì, aprì bocca e la richiuse. Damon si allontanò a grandi passi, con la sua solita aria scanzonata. La ragazza voltò su se stessa e tornò vicino ad Eileen.

La vampira la scrutò in viso a lungo. “Cosa ti ha dato?”

Il suo anello di famiglia...” sussurrò grattando la fronte distrattamente.

L'anello stregato da Emily.”

Caroline non sapeva celare la sorpresa. Si appoggiò pesantemente alla parete. Non aveva parole per il gesto che aveva appena fatto.

Per una volta ha scelto di battersi lealmente. E' cambiato.”

No, è il solito farabutto e vuole farmi sentire in colpa” borbottò sfilando l'anello dalla tasca. Fa la stronza. Lo tese alla vampira che la guardò ma non mosse un muscolo “torno a casa. Non preoccupatevi di spedire le ceneri.”

Stanno iniziando” disse a bassa voce “non ti va di vederlo morire...”

Caroline scosse la testa, infilò di nuovo l'anello nella tasca dei jeans e si allontanò prendendo una direzione a caso.

Eileen la osservò allontanarsi e poi voltò la testa verso i vampiri apparsi dal nulla. “Fermatela.”

***

Che doveva fare, andarsene e abbandonarlo al suo destino? Destino che si era ben meritato, quello spregevole essere senza onore!, pensò frugando nelle tasche in cerca del cellulare. Caroline sbuffò, si infilò in una cabina telefonica e addebitò la chiamata ad Elena.

Hai perso il cellulare?”

Sei con Stefan?”

Elena gli passò il telefono senza una parola “una volta si confidava con me” sussurrò appollaiandosi sulla sua spalla.

Che meraviglia il vivavoce, amore mio” scherzò pigiando il tastino “ciao Caroline. Qual è il problema?”

I vampiri di New Orleans” sospirò e appoggiò la testa al vetro un po' sporco. “Ci hanno trovato, Damon è stato sfidato a duello da un certo Louis...”

Questo è male” commentò alzando un sopracciglio “spada o pistola?”

Spada.”

Era meglio la pistola. Tu dove sei?”

Ad una cabina telefonica, mi hanno lasciato andare via.” Caroline alzò la testa verso la luce intermittente e sperò tanto che la resistenza si folgorasse del tutto. “C'è un'altra sua ex qui... Eileen... è stata gentile...”

Eileen non è mai gentile! Scappa, Caroline, corri più veloce che puoi!”

La ragazza raggelò e si mosse a disagio sulle gambe “non posso lasciarlo solo, mi ha dato l'anello!”

Stefan fece una smorfia di dolore e si incassò nelle spalle “imbecille!” sibilò “ha scelto il momento giusto per ritrovare l'onore”

Caroline spostò la testa verso la stradina illuminata e li vide correre verso di lei. “Occazzo!” esclamò e lasciò cadere la cornetta uscendo dalla cabina. Era veloce ma loro erano molto più veloci di lei. Erano tanti e dopo un breve inseguimento, l'accerchiarono. Caroline gli ringhiò contro ma non sortì l'effetto sperato. Si appiattì contro il muro e vi posò le mani sopra. Non si rese conto di aver camminato lungo la parete finché non vide le scale antincendio sopra di se. Si aggrappò, fece una piroetta e la scala la riportò verso il basso. Le sembrava di essere un criceto sulla ruota! I vampiri l'afferrarono in un secondo e quando Caroline provò a divincolarsi con tutta la forza che aveva, svanì di fronte ai loro occhi. Una nuvola nebbiosa si dileguò per la strada e di Caroline non ci fu più nemmeno l'ombra.

***

Ne hai abbastanza?”

Damon lasciò cadere la spada e si arrese “eh... erano meglio le pistole...”

Louis spostò l'arma e gli tese la mano “il mio onore è stato soddisfatto.”

Meno male” soffiò e si aggiustò i vestiti.

Il tuo, non il mio!”

O dio mio!, sbuffò fra se “che devo fare Eileen, mettermi in ginocchio e chiedere perdono?” Damon ne aveva abbastanza di quelle tragedie. “Sono stato un vigliacco, lo ammetto. Va bene, scusa!”

Verme” sibilò e adocchiò la spedizione punitiva che tornava a mani vuote. “Dov'è?” gridò quasi.

Uno dei vampiri scosse la testa mesto “è svanita, è diventata nebbia e si è dileguata.”

Nebbia? Caroline si era tramutata in nebbia?! Ma non sapeva come fare per tornare integra! Damon si arrabbiò così tanto che i vampiri si misero all'erta. Era quasi l'alba, era senza protezione. Ringhiò di frustrazione e rivolse un'occhiataccia ad Eileen “che avevi in mente?”

La donna strinse gli occhi neri e non rispose.

Ti rendi conto di quello che hai fatto?!” gridò “potrebbe non essere mai più in grado di tornare normale!”

Non mi riguarda.”

Ti riguarda, stupida puttana!” sibilò afferrandola per la spalla. Immediatamente i vampiri gli furono addosso e lo allontanarono dalla donna “questa me la paghi, Eileen!”

La vampira sogghignò. La sua condanna a morte era stata decisa. “Gettatelo nel pozzo.”

***

Il pozzo non era un vero pozzo. Era una latrina dei tempi antichi che era stata riempita di rifiuti e poi sigillata, nell'era moderna. Eileen l'aveva fatta ripulire e la usava in caso di ospiti indiscreti. Era la seconda volta che Damon si trovava la dentro. La prima ci era caduto per sbaglio. I bastardi avevano sigillato la grata che lasciava passare il sole e per impedire ai prigionieri di scalare le pareti, avevano lasciato crescere la verbena sui muri. L'alba era vicina e c'era una sola cosa che Damon rimpiangeva. Ma come poteva sapere che Caroline era in grado di tramutarsi in nebbia? Ognuno di loro sviluppa abilità diverse e Caroline non si nutriva abbastanza per sostenere una trasformazione simile. Forse c'era riuscita solo per merito del sangue che aveva bevuto in quantità quella notte, rimuginò seduto al centro del pozzo. Non poteva neppure appoggiarsi alle pareti. Fanculo, sarebbe morto scomodo! Si sdraiò in mezzo alla sporcizia con le mani dietro la testa. Accavallò una gamba sull'altra e la dondolò frustrato. La sola cosa che rimpiangeva era talmente triviale che Damon si mandò al diavolo da solo. La tasca del cellulare ronzò pesantemente strappandogli un sorrisetto. Quelle diavolerie moderne... “pronto!” esclamò allegro.

Dove sei?”

In un pozzo, circondato di verbena, aspettando l'alba senza il mio adorato anello” rispose stirando le labbra “fratellino è bello morire ascoltando la tua voce...” singhiozzò comicamente mettendosi a sedere.

Idiota. Dove è Caroline?”

Svanita. Si è trasformata in nebbia e ciao-ciao vampiri cattivi” ridacchiò “pensi di riuscire a tirarmi fuori di qui?”

Stefan guardò l'orologio e aggrottò la fronte “non farei comunque in tempo...”

Azz...” sussurrò e gonfiò le guance “e va bene, tanti cari saluti.”

Silenzio.

Smettila di frignare, lo sai che ti voglio bene.”

Ne uscirai.”

Stavolta mi sa proprio di no, fratellino” borbottò quando vide una lama di sole trafiggere la grata “salutami Elena.”

Damon sbuffò e si nascose nel lato più ombroso del pozzo. La verbena lo sfiorò bruciandogli la pelle. Con uno sforzo sovrumano ed ignorando il dolore, ne strappò il più possibile e la gettò lontano da se. Si appiattì lungo la parete e scivolò a sedere in terra. Provava una vaghissima punta di frustrazione mista a paura. E Caroline poteva essersi 'persa' per sempre.

***

Caroline cadde a terra rotolando per un metro abbondante. Si fermò a braccia larghe sul marciapiede, respirando paura ed incredulità. Era successo qualcosa. Qualcosa che le aveva impedito di tornare da Damon ma che l'aveva aiutata a sfuggire ai vampiri. Vide i muri dei palazzi schiarirsi e saltò in piedi correndo verso il covo. Tastò i jeans e scoprì che aveva ancora l'anello con se. Doveva procurarsi un'arma. Con cosa si ammazzavano i vampiri, a parte i paletti?! Arrivò al portone d'ingresso principale. Forzò la serratura, le restò il chiavistello in mano, diede una spallata alla porta che si aprì e cadde nell'androne principale, battendo il mento sul marmo. Si ricordava quel pavimento! Con un lampo di genio, corse ad aprire tutte le finestre lasciando entrare il sole, in modo da avere più punti a suo vantaggio possibili. La casa era deserta. Se i film non raccontavano cavolate, stavano tutti dormendo. E Damon?, pensò voltando su se stessa. La disperazione le punse il cervello e si allargò a macchia d'olio. Calma. Ragiona. E chiama i rinforzi, pensò guardandosi attorno. Ce l'avevano un telefono quei maledetti vampiri?

***

Mmmmh... sì, accetto la chiamata...” Elena sbuffò insonnolita chiedendosi quanto le sarebbe arrivata di bolletta telefonica, ma quando udì la voce di Caroline, si svegliò del tutto e si voltò dall'altra parte del letto cercando Stefan. Era vuoto. “Stefan non c'è non so dove sia andato!” esclamò preoccupata “forse è venuto a New Orleans!”

Non sa neppure dove siamo!” esclamò disperata.

Ha chiamato Damon..”

Damon ha un cellulare?!”

Sembra di sì. L'hanno rinchiuso in una specie di pozzo...”

Pozzo. Ricordava d'aver sentito qualcosa riguardante un pozzo.

... ricoperto di piante di verbena lungo le pareti..”

Stronzi!” esclamò “non è corretto!”

Il pozzo è scoperto...”

Caroline sentì il cuore perdere un paio di battiti. “E' l'alba...”

Caroline...”

Vado a cercarlo” biascicò ingoiando il magone. Lasciò cadere la cornetta sulla forcella del telefono antico e tirò su col naso, passando le mani sotto gli occhi per eliminare le lacrime. C'era la possibilità che quel farabutto se la fosse cavata? Aveva sette vite come i gatti? Caroline spostò proprio in quel momento lo sguardo sull'animale che camminava pigramente per la stanza. “Demetrius” sussurrò e il gatto la guardò con i suoi occhi immensi azzurri. Con un gesto sconsolato, Caroline lo prese in braccio e lo accarezzò rudemente strappandogli un miagolio. Si asciugò di nuovo gli occhi e il ronfare incessante del gatto le trapassò il cuore. “Tu hai visto dove hanno portato Damon?” domandò sentendosi stupida a parlare con un animale che non poteva risponderle.

Demetrius strinse gli occhi e si divincolò. Caroline lo lasciò andare e quando fu a terra, il gatto la guardò di nuovo. Incuriosita, gli andò dietro. Demetrius sembrava puntare un luogo preciso, una stanza che Caroline non aveva visto prima di allora, immersa nel buio più totale. Osservò il gatto stringere gli occhi e fissarla, come se le dicesse di entrare. Caroline girò la maniglia e non vide assolutamente nulla. Cercò un interruttore della luce, ma la porta si chiuse alle sue spalle e Caroline gridò di paura.

Mi dispiace averla spaventata, Lady Caroline.”

Quel maledetto gatto l'aveva portata dritta al nemico?! Una fiammella balenò nel buio e il bellissimo vampiro Louis accese un candelabro antico.

Non avete la corrente, in questa casa?” domandò sprezzante e col batticuore. Avrebbe ridotto quel gatto ad un bel manicotto per l'inverno. O ci avrebbe fatto un cappello! Sì, con tanto di paraorecchie! “Dov'è Damon?”

Louis le fece cenno di accomodarsi, ma Caroline fece un passo indietro. Da quel che Damon le aveva detto, un vampiro Antico è ricolmo di poteri. Ma se avesse voluto l'avrebbe già sopraffatta. “Monsieur Louis, mi dica dove si trova il pozzo... ed io eviterò di aprire quella finestra.” Brava, fa la stronza. Non mostrare paura.

Il suo accompagnatore giace in un luogo consono. Starà bene.”

Non è morto?” sussurrò perdendo tutta la forza che aveva messo nelle parole poco prima. “Louis, la prego...”

Non è morto, ma la lieve esposizione al sole e la verbena l'hanno indebolito. Sta dormendo, deve riprendere le energie.”

Caroline scivolò a sedere in terra quando sentì che era ancora vivo. Cominciò a piangere per il nervosismo accumulato e il vampiro la studiò incuriosito. “Tali sono i suoi sentimenti per quel furfante?”

Ho un sacco di debiti con lui...”

Si alzi, Lady Caroline. Il pavimento non è luogo adatto a una gentildonna” mormorò inchinandosi a porgerle la mano.

Perchè è così carino con me?” domandò tirando su col naso e accettando il suo fazzoletto.

I secoli mi hanno insegnato una cosa. Nessun uomo dovrebbe mai vedere la propria donna morire. Quando Salvatore ha appresso la notizia della sua trasmutazione, il primo pensiero è stato 'è scappata, bravissima' e subito dopo 'non sa come fare per tornare integra'”

Lei si era trasmutata? In cosa?

Nebbia, mia cara” rispose leggendole nel pensiero “ognuno di noi ha un potere diverso. Lei sa trasformarsi in nebbia, io so leggere la mente...”

Non me ne sono accorta. Ho pensato solo che dovevo fuggire a qualsiasi costo.”

Anche mentre giaceva nel pozzo in attesa della sua fine, ogni pensiero era per lei. Neppure una volta ha pensato a se.”

Strano” borbottò con la gola stretta “un egoista come lui...”

Gli uomini cambiano. L'ho aiutato con molta gioia” confessò guardandola negli occhi. “A dispetto delle parole, lo spirito non cela la verità. Si ritenga fortunata, Lady Caroline. Poche donne sono state amate con un'intensità pari a quella che ho sentito provenire dal suo cuore, qualche istante prima di venir colpito da un raggio di sole.”

Posso vederlo?” Perché credeva a tutto quello che le diceva senza ombra di dubbio? “Per favore...”

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Capitolo 15
*** La buona sorte ***


GerNJCare: speriamo di fare sempre BOOM =)

Ciccipingu: ma quando mai... Caroline è terrorizzata da Katherine!

Lolaventimiglia: è vero, diamo più credito alle parole di un estraneo perchè essendo una persona estranea alla faccenda, è oggettiva.

Doralice: sono cose che capitano... =)

Da questo capitolo in poi gli aggiornamenti rallenteranno. Devo finire di scrivere i capitoli e questi due mi stanno creando un sacco di problemi.


I vampiri avevano la fissa dei sotterranei. Caroline pensò di aprire un blog di discussione, dopo quell'avventura. La casa nascondeva molte trappole e per un istante pensò che non ne sarebbe mai uscita, ma Louis de Betancourt era un uomo di parola e quando si trovò di fronte il corpo addormentato di Damon, cancellò ogni remora e per prima cosa trasse l'anello dalla tasca e glielo infilò al dito. Poi si inginocchiò sul pavimento e incise una vena del polso spingendo contro le sue labbra per farlo bere. Quando vide che non reagiva, andò nel panico. “Svegliati, stupido dongiovanni!” sibilò scrollandolo.

L'avevo avvertita, Lady Caroline. È indebolito e non è in grado di bere.”

Caroline ragionò a mente fredda. Sia benedetto Discovery Channel, pensò succhiando un po' del proprio sangue e riversandolo fra le labbra, oltre i denti, direttamente in gola. Lo dovette fare molte volte, prima che uno scatto muscolare la informò che Damon era di nuovo cosciente. Si affrettò a porgergli il polso e quando Damon cominciò a bere, Caroline sentì il corpo farsi di metallo pesante e perdere il calore. “Basta...” sussurrò cercando di staccarlo da se “Damon, mi stai prosciugando...”

Il vampiro si staccò con un gemito, incredulo di essere ancora vivo. Caroline barcollò e ancora sopraffatta dalle parole dell'Antico, gli circondò il collo con le braccia, la fronte corrugata e il cuore in gola. Si rese conto che l'idea che fosse quasi morto la metteva in uno stato d'agitazione che non avrebbe mai creduto possibile. Era cosciente di tenere a lui, ma non avrebbe mai pensato ad un sentimento così forte.

Damon alzò la testa di un centimetro, il solo spazio che la ragazza gli conceda nella sua stretta isterica. Non poteva vederla in volto ma il cuore che martellava nella vena giugulare premuta contro il suo orecchio, testimoniava il forte stato di agitazione in cui versava. Probabilmente era spaventata da morire. “Stai bene?” biascicò con voce roca. “Sei tutta intera?”

Caroline annuì e ingoiò le lacrime. “Tu stai bene?” Allentò leggermente la stretta e Damon si voltò verso di lei. La guardò negli occhi – non si era mai reso conto che erano così verdi e che la sua pelle era così bianca – e annuì in maniera impercettibile. “Smettila di piangere, non sono mica morto.”

Lo disse senza alcuna ombra di ironia nella voce e Caroline si trovò costretta ad annuire e a passare una mano sotto gli occhi. “Tecnicamente lo sei...”

Semantica” scherzò e si accorse che il suo profumo lo inebriava e che le labbra erano ancora sporche di sangue e avrebbe voluto leccarlo via e baciarla, per tranquillizzarla. Infilò la mano fra i capelli di Caroline accarezzandole la cute. Caroline chiuse gli occhi e posò la mano sulla sua. “Ti devo dire una cosa... è importante...”

Fareste meglio ad andare via. Quando Lady Eileen si sveglierà, non sarà per niente felice di sapervi vivi.”

Damon trasalì, bruscamente riportato alla realtà dalla parole dell'Antico. “Non se ne parla neanche!” sibilò staccandosi da Caroline che lo guardò spaurita. “L'ammazzo a tutti, quei figli di puttana! Gli do fuoco alla baracca!” gridò con voce arricchita e sprezzante mentre Caroline, in ginocchio sul pavimento, fissava il nulla e bisbigliava qualcosa fra i denti.

Solitamente Damon non perdeva tempo ad arrabbiarsi. Si vendicava e basta. Ora sentiva l'ira infiammargli il cervello e spingerlo ad atti estremi. L'avevano gettato in pozzo! All'aperto!

Ti prego, andiamo a casa...”

Il sussurro della ragazza era debole ma fermo e quando Damon la guardò, la rabbia evaporò. Il modo in cui lo fissò negli occhi lo costrinse ad annuire e rimandare i propositi di vendetta.

Saggia decisione, amico mio.”

Questo non vuol dire che quella puttana e la sua combriccola se la caveranno...” borbottò porgendo la mano a Caroline che la ignorò e si rimise in piedi da sola.

Salvatore, la sorte è stata benigna con te. Non sfidarla” mormorò minaccioso, spostando lo sguardo sulla ragazza che strofinava via la polvere dalle ginocchia. “Finchè sarò ospite di Lady Eileen non permetterò che qualcuno disturbi la sua pace.”

Non la voglio mica disturbare. La voglio ammazzare!”

Louis guardò Caroline con un piccolo sorriso di solidarietà sulle labbra. “Lei è il motivo per cui non ti ho lasciato morire” lo informò indicandogli l'uscita. “Ricorda, Salvatore...” sussurrò ancora più minaccioso “non sei l'unico che può camminare alla luce del giorno...”

Caroline raggelò a quelle parole e pensò con quanta sconsideratezza aveva fatto la sua minaccia, poco prima.

“ … ed io non ho bisogno di anelli magici” mormorò e si inchinò a Caroline, affabile. “L'amore è l'unico sentimento irrazionale che non troverà mai spiegazione. Addio, Lady Caroline. Che la buona sorte l'accompagni nel suo lunghissimo cammino.”

Caroline piegò il capo, amareggiata. “Ce ne vorrà davvero tanta...”

***

Non c'è bisogno di correre, non possono uscire alla luce del sole.”

Sono incazzato, non stuzzicarmi!”

Caroline si fermò in mezzo alla strada e lo lasciò proseguire per qualche metro. Era satura. Aveva raggiunto il punto di non ritorno.

Quando Damon si accorse di borbottare da solo, si voltò di scatto. “Che c'è?”

Mi hai esaurito” mormorò abbassando le spalle “sono arcistufa di te, delle tue ex, dei casini in cui mi caccio se provo a respirare le tua stessa aria, sono stanca, ho paura, ho scoperto di essere in grado di salire lungo le pareti e mi sono tramutata in nebbia! Non mi hai neppure detto grazie per esserti venuta a cercare!”

Grazie...” mormorò titubante “sai camminare lungo i muri? Fa vedere!”

Caroline lo guardò chiedendo mentalmente pietà per la sua irritante stupidità. “Vado in albergo, faccio una doccia e me ne torno a casa.”

Ottima, l'idea della doccia. Ti accompagno!”

No!” esclamò alzando un dito “tu ed io faremo vite separate, d'ora in avanti!”

Ma la stanza è in comune” esclamò con un sorrisetto malizioso “e devo ringraziarti per avermi dato una mano...”

Non ringraziare me, ma Louis! Io sono arrivata a giochi fatti” borbottò riprendendo la strada “non vali le mie lacrime...”

Addirittura?! Hai pianto per me?”

Sì!” esclamò e lo guardò dritto negli occhi “ed è l'ultima volta che lo faccio! Invece di essere felice di essere vivo, di camminare ancora alla luce del sole, te ne stai lì come un idiota a rimuginare vendette!”

Non è una novità per me, sai?”

Non è questo il punto! Quel tipo ti ha aiutato disinteressatamente e tu l'hai aggredito, hai minacciato di morte la sua amante...”

Eileen non è la sua amante!”

Caroline strinse gli occhi e aggrottò la fronte “sta zitto, non capisci niente di queste cose.”

Damon singhiozzò ironico e si aprì in uno dei suoi soliti sorrisi irritanti “fra i due, non sono io...”

Sta zitto!” lo fermò alzando le mani “non t'azzardare a commentare la mia inesistente vita privata! Stavamo parlando del tuo stupido modo di fare...”

Stupido? Quei testa di cazzo mi hanno gettato in un pozzo all'aperto con verbena lungo le pareti! Mi hanno quasi flambato!”

Lo so! Sono una manica di stronzi, ma non puoi...”

Posso fare tutto quello che voglio!” esclamò e la sorpassò, deciso a dimostrarle fin dove poteva arrivare. “Tzè! Nessuno dice a me cosa posso o non posso fare!”

Caroline sbiancò e gli si aggrappò al braccio “dove vai? Non tornerai mica la dentro?!”

Hai ragione. Mi serve una bella tanica di benzina e un fiammifero...”

Caroline gli si parò davanti costringendolo a fermarsi “fallo e non ti rivolgerò più la parola!”

Damon la fissò per un istante e una smorfia ironica gli deturpò il bellissimo volto “credi di avere tutto questo ascendente su di me?”

Caroline impallidì ancora di più e allargò impercettibilmente gli occhi. Dopo un abbondante minuto di cupo silenzio, abbassò le braccia e si spostò di lato. “Fa pure. Io me ne torno a casa...”

Il tono che usò lo mise in allarme. Non gli piaceva proprio quella vocetta tranquilla che nascondeva il suo animo ferito. “Caroline...” cantilenò andandole dietro “stavo scherzando...”

Io no” rispose e lo guardò dritto negli occhi “vai pure. Agisci da teppista senza cervello e congratulati con te stesso, quando avrai ottenuto la vendetta” mormorò “è così che faceva Katherine? Ti costringeva a tirare fuori la parte peggiore per il suo divertimento?”

Damon la guardò allibito. Le parole gli ronzavano in testa come un nido di calabroni impazzito.

Hai fatto un po' di confusione, tesoro...” borbottò amara “ho pensato tutto il male possibile di te... mi avevi fatto ricredere...” Caroline sentì gli occhi riempirsi di lacrime ed irrigidì i muscoli del viso ma fu tutto inutile, le lacrime si riversarono abbondantemente lungo le guance e fu costretta ad asciugarle con la manica della maglietta “perchè devi essere così dannatamente stronzo ed infantile?!”

Caroline...”

La ragazza fece un passo indietro e gli diede quasi le spalle “non credo di avere alcun ascendente su di te. Ti consiglio solo di usare il buonsenso.”

Damon si avvicinò a lei ma Caroline si ritrasse di nuovo “Mystic Falls è piccola, ma confido che ci ignoreremo a vicenda, una volta tornati a casa.”

Damon la guardò senza dire una parola e Caroline lo osservò per un brevissimo istante. “Spero di non diventare mai come te...”

Come sono io?”

La voce del vampiro era roca e più bassa del solito. Caroline si morse le labbra “senza speranza... con un ossessione in più a rovinarti la vita...”

Due giorni dopo

Hai incontrato quella puttanella di Eileen?!”

Katherine lasciò cadere il diario di Caroline sulle gambe e fece una bizzarra smorfia, voltando la pagina “ci detestiamo cordialmente da un secolo, circa...” sfogliò altre pagine annoiata e buffò gettandolo sul letto “non ti avevo detto di stare lontana da Damon?”

Caroline sentì l'ira montarle dentro. Non solo era entrata in casa sua e si era messa a leggere il diario, ma lo commentava pure! Con apparente tranquillità, posò la borsa con i libri sul letto, lo tirò a se e lo gettò nel cestino. “Sto lontana da Damon. Lo vedi da qualche parte?”

Katherine sorrise per la pungente provocazione. Dondolò le gambe - era seduta sulla finestra della stanza – e sorrise sbarazzina “se ti manda in bianco... mhh!” ridacchiò stringendo le labbra e scuotendo la testa “brutto segno!”

Caroline avrebbe voluto ucciderla in quell'istante. La ignorò, tolse la giacchetta e la ripose nell'armadio. “Parlane con lui. Gli ho detto più volte di non starmi addosso, ma non c'è verso!” Caroline si voltò, il cuore in gola, il sangue gelato. “Hai sbagliato stalker.”

Katherine strinse gli occhi e Caroline si chiese se sapesse cosa è uno stalker. “Molestatore” spiegò con un'alterigia che era ben lungi dal provare, mentre estraeva il suo abbigliamento da jogging da un cassetto. La ignorò cominciando a cambiarsi e quando si voltò per prendere la fascetta per il sudore, era sparita.

***

Ogni volta che cercavo di mostrare i miei desideri più intimi incontravo disprezzo e derisione, e ogni volta che cedevo ai desideri più bassi ero incoraggiato ed elogiato.”

Sagge parole, rimuginò infilando un segnalibro nel romanzo. Damon Salvatore languiva sul divano da giorni, era frustrato e triste. E non aveva neppure appetito, pensò osservando il bicchiere di sangue ancora pieno. Per colpa della sua incapacità di supportare moralmente Caroline, l'aveva persa. Ma in quel momento non riusciva a pensare altro che alla vendetta. La sua mente analitica aveva già pianificato il decesso di Eileen e di tutta la sua comitiva di vampiri. Aspettava solo l'occasione giusta.

Tesoro, ti dai alla lettura dei grandi classici?”

Damon tirò indietro la testa, i capelli arricciati di Katherine gli piovvero sul viso. Per una volta, il suo profumo non lo stordì.

Anna Karenina?”

Non ho mai finito di leggerlo” confessò “che cosa vuoi?”

Katherine mise il broncio. Irresistibile, bellissima. Esasperante. “Povero piccolo, ho letto sul diario della tua amichetta che ti sei fatto la bua...”

Lasciala in pace” soffiò riaprendo il libro “smetti di leggere il suo diario.”

Che musetto triste” ridacchiò accarezzandogli il profilo del naso con un dito “ci tenevi proprio tanto, vero?”

Finiscila...” sibilò e le scostò la mano “non puoi tormentare Stefan per una volta in vita tua?!” “Damon, Damon... sempre innamorato senza speranza...” mormorò scuotendo la testa “ 'tutte e due gli amori servono da pietra di paragone... e quelli che comprendono solo l'amore non platonico è inutile che parlino del dramma'” recitò a mezza bocca.

Sto per mandarti al diavolo” l'avvisò scoccandole un'occhiata feroce.

Non hai insistito neppure un po', hai gettato la spugna... con me non l'avresti fatto” borbottò ed estrasse dalla tasca un foglietto ripiegato, una pagina strappata dal diario. Si schiarì la voce ed iniziò a leggere.“'Avevo paura, una paura folle di non rivederlo più. Quando Elena mi ha detto che era stato rinchiuso nel pozzo mi sono sentita colpevole. Gli ho dato del vigliacco, l'ho costretto a togliersi l'anello'...”

Non ti sto ascoltando” rispose tenendo gli occhi fissi sul libro. D'altronde, sapere che Caroline non l'aveva cancellato dalle pagine del diario gli garantiva ancora una mezza speranza che cambiasse idea.

'e quando Louis..” Katherine abbassò il foglio e aggrottò la fronte “quel Louis de Betancourt?”

Sì...” soffiò annoiato.

Fa coppia con Eileen? Sicuro gli insegnerà qualcosa di scabroso, quella stupida puttanella...”

Katherine...”

Va bene, continuo” ridacchiò e ritrovò il punto “'quando Louis mi ha portato nella stanza e l'ho visto esanime, ustionato, senza quasi respiro, quasi del tutto prosciugato dal sangue ho capito – reggiti forte, questa è grossa – ho capito di – aspetta, il foglio è bagnato, ci ha lacrimato sopra... sì, ecco – di amarlo. Come si fa ad amare Damon Salvatore? Quel tronfio egoista senza morale e senza onore – ti ha preso in pieno - che scappa in pieno giorno dal letto dell'amante e diserta i duelli?” Katherine abbassò il foglio e lo guardò. Aveva una strana espressione sul viso. “Ho attirato la tua attenzione?”

Il vampiro sospirò e alzò di più il libro. Ma ci mise qualche secondo di troppo. Caroline non diceva mai 'non voglio'. Diceva sempre 'non posso.'

Allora continuo” Katherine lesse un paio di righe e tacque. “Ti ama davvero. Ora devo ucciderla, non posso permetterti di essere felice.”

Non dire stronzate e dai qua!” esclamò strappandole il foglio di mano. Damon lesse le righe e sbiancò. “Riportalo dove l'hai preso...” sibilò alzando lo sguardo verso Katherine, svanita nel nulla. “Fanculo!” Tornò a sdraiarsi sul divano, il libro aperto sul torace, la pagina strappata stretta fra le dita. Stava per schizzare verso casa della ragazza quando spiegò il foglio e contrasse un muscolo della mascella.

'Non sono mai stata fortuna in amore ma non voglio passare il resto dell'esistenza persa dietro di lui... non ripeterò il suo errore...”

***

Non pensare. Fallo e basta.

Caroline studiò ansiosa la parete rocciosa, scrocchiò le dita, sciolse il collo e le spalle e appoggiò le mani sulla pietra scabrosa. Ora i piedi. Con circospezione, posò la punta delle scarpe da ginnastica contro una sporgenza e ricadde a terra. “Merda!” sussurrò fra se, graffiando un gomito. Forse non si era nutrita abbastanza in quei giorni. Forse il sangue di animale non andava bene. Forse era stata solo la forza della disperazione a costringerla a tirare fuori quella capacità. Caroline puntò mani e piedi ma scivolò di nuovo battendo il sedere contro il terreno. Singhiozzò per la frustrazione e strappò un po' di erba da prato gettandola contro la roccia. Se non riusciva a scalare una parete, figurarsi tramutarsi in nebbia!. Afferrò la felpa e la infilò chiudendo la zip fin sotto il seno. Chiuse gli occhi e inspirò. Avrebbe avuto bisogno di un insegnante, ma domandare aiuto ai due fratelli Salvatore era escluso. Stefan aveva il suo daffare e Damon... lui era proprio da escludere, pensò grattando la cute fra i capelli. Il primo giorno era troppo arrabbiata e delusa per rimuginare la sua decisione. Sarebbe bastata una ramanzina. Il secondo giorno il danno era fatto. Beh, prima o poi l'avrebbe incontrato in giro per Mystic Falls... oppure no. Chissà se era ancora in città... Caroline si lasciò andare all'indietro, sull'erba, e osservò il cielo scuro fra gli alberi. Lentamente la stanchezza le indusse a chiudere gli occhi. Per cinque minuti. Il bosco andava scurendosi e i... predatori.. erano … in agguato....

Caroline si svegliò quando qualcosa – o qualcuno - le leccò la faccia. Diede un urlo e schizzò lontano dal lupo nero che le aveva appena raspato la guancia. Il lupo ringhiò e Caroline sentì i sudori freddi lungo la schiena. La paura bloccò i centri analitici e Caroline si appoggiò alla parete dietro di se, tremando. Il lupo le mostrò i denti e spiccò un balzo verso di lei. Caroline urlò e si arrampicò lungo la parete distanziandolo di tre metri. Quando si rese conto di quello che aveva fatto, restò a contemplare le fronde degli alberi e lasciò andare un gemito di incredulità. Abbassò lo sguardo a terra e scoprì che l'animale era sparito. Appena si rilassò, cadde di nuovo a terra, rotolando sull'erba e mangiando quasi la terra. In fretta, si rimise in piedi e si guardò attorno. Dov'era finito?! Caroline voltò su se stessa più volte. Le girava la testa se lo faceva così velocemente, ma c'era qualcuno che la spiava e … “ah!” gridò quando l'oscuro visitatore l'afferrò impedendole di muovere le braccia e la strinse contro di se scoprendole il collo e azzannandola con tutta la forza che aveva. Caroline sentì la vita defluire via. La stava indebolendo al punto di impedirle di reagire ma lasciandola cosciente. Aveva ragione Liz quando la sgridava... che girare da sola di notte era pericoloso... non andare mai nel bosco al calar della notte...

Il vampiro smise di bere. La testa di Caroline crollò all'indietro contro la spalla del suo nemico e quando la ragazza si voltò - con uno sforzo che non le era consentito ma che doveva assolutamente fare – le pupille si allargarono per la sorpresa.

Il rapimento vecchio stile” sussurrò accarezzandola lungo la mandibola, fino alle labbra socchiuse. “Lo trovo molto romantico...”

Perchè...” bisbigliò sentendo le gambe trascinarla verso il basso.

Damon la voltò con un gesto e la prese in braccio. Non poteva camminare, in quelle condizioni. Non poteva neppure cominciare uno dei suoi soliti ritornelli 'non posso, Katherine mi ucciderà'. A malapena riusciva a respirare e a non svenire. “Adoro i film di Bela Lugosi.”

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Capitolo 16
*** Il gioco di Katherine ***


Posto il nuovo capitolo ancora sconcertata dall'ultima puntata. Basta far soffrire Damon, cavolo! =(

Cap un po' romantico, un po' divertente... con tanti guai in arrivo!



On air: Make me wanna die
The Pretty Reckless

Damon... Damon, riportami a casa..” bisbigliò ad occhi chiusi, il corpo ridotto ad un cubetto di ghiaccio. “Non mi piace questo gioco...”

Abbiamo smesso di giocare” rispose e rallentò fino a fermarsi.

Caroline rabbrividì per il freddo. Aveva corso per tutto il tempo, le sembrava addirittura che avesse passato una distesa d'acqua piuttosto ampia, in un certo momento.

Hai freddo?”

Caroline annuì e si rannicchiò di più. Non che fosse messo meglio di lei. Aveva la pelle gelata e i vestiti bagnati.

Resta qui” mormorò e Caroline si lasciò posare a terra. Era troppo frastornata per capire dove fosse e non riusciva ad immaginare nulla di quello che aveva in mente.

Quasi fatto...” Con delicatezza la riprese in braccio e Caroline fu quasi tentata di dargli un morso. “C'è un lupo nel bosco...”

Ha appena attraversato l'Oceano Atlantico. Non c'è più nessun lupo a Mystic Falls” mormorò e Caroline fece lo sforzo di aprire gli occhi. “Eri tu?”

Damon sorrise ironico e la lasciò scivolare su un divano impolverato che non vedeva luce da parecchio tempo. Un istante dopo, spalancò le imposte e lasciò entrare la lieve luce del giorno che moriva dietro costruzioni che Caroline non aveva mai visto.

T'innamorerai di Parigi!” esclamò inspirando l'aria e aguzzando le orecchie in cerca dei suoni caratteristici della città.

Parigi? Mi hai portato...” Caroline apri la bocca e la richiuse non trovando un'offesa adatta. “Non posso stare a Parigi!”

Perchè no?” domandò appoggiandosi alla balaustra di ferro battuto e tirando indietro la testa. “la devi smettere con tutti quei 'non posso'. Li devi cancellare dal vocabolario.”

Damon... io...” Katherine l'avrebbe uccisa! Disintegrata! La sua famiglia e i pochi amici che aveva, avrebbero pagato per secoli l'ennesima trovata di Damon Salvatore!

Ehi, guardami...”

Caroline alzò la testa e la voglia di sputargli in faccia e prenderlo a schiaffi l'aggredì violenta. Irrigidì i muscoli del viso e tremò in preda all'ira.

Nessuno sa di questo posto. Neppure Katherine” mormorò accarezzandola lungo il viso. “Voglio solo parlare con te.”

Non dovevi...” la rabbia le confuse le parole e Caroline ricominciò da capo “ti avevo detto... perché non mi ascolti mai?” sussurrò e come abbassò le difese, sentì il desiderio traspirarle dalla pelle. “Riportami a casa, subito.”

Va bene” mormorò e le cinse il busto per aiutarla ad alzarsi. Caroline gli si accasciò quasi addosso. “Facciamo fra qualche ora.”

No, subito!” esclamò facendo un altro sforzo che non le era consentito.

Certo...” mormorò studiando la vena azzurrina del polso. Vi posò le labbra sopra e incise la pelle succhiandole un altro po' di sangue. Il mondo si oscurò del tutto e Caroline crollò di nuovo.

***

Il lupo nero le balzò addosso e Caroline si svegliò di scatto. La testiera di bronzo del letto battè contro il muro e Caroline capì che non era stato un sogno. Guardò la stanza dal tipico arredamento parigino e scagliò una serie di maledizioni a Damon Salvatore. Quando la testa cominciò a girarle, pensò bene di starsene buona e aspettare che a pressione sanguigna se ne tornasse ai soliti valori. Aveva freddo ed era seminuda, sotto le coperte. Non gli parso vero di spogliarla, quel figlio di puttana! Caroline cercò i vestiti e quando non li trovò, imprecò ad alta voce. Voleva impedirle di fuggire?! Ignorando il pavimento freddo, mise i piedi a terra e cercò un'arma contundente per dargliele di santa ragione qualora si fosse fatto vivo. Studiò tutte le stanze con occhio critico. Bello e inabitato da anni, pensò affettando un solido bastone da passeggio. Lo soppesò, lo maneggiò come se fosse una mazza da baseball e si mise in attesa. Un'oretta dopo la sua pazienza fu premiata. Caroline ascoltò con immenso piacere il rumore delle chiavi girare nella serratura, assunse la posizione ottimale e quando mise piede nell'appartamento, Caroline provò a colpirlo con tutta la forza che aveva.

Mancato!” ridacchiò spostandosi di lato e strappandole di mano il bastone.

Caroline ringhiò di frustrazione. Era in forma, si era nutrito.

Se ti fossi presa la briga di studiarlo, avresti notato questo.”

A differenza dei normali bastoni animati, il metallo era stato sostituito con legno finissimo e lavorato. Damon glielo fece volteggiare sotto il naso fino a costringerla ad arretrare verso la parete.

Vuoi uccidermi?” domandò tenendolo d'occhio.

Una volta, forse...” abbassò il braccio e Caroline gli si scagliò addosso, ma la forza era poca e la pressione non voleva collaborare. Finì in ginocchio in un secondo, masticando amaro. “Riportami a casa” borbottò alzando la testa “subito! Ora!”

Damon soppesò la cosa e sbuffò indicandole la porta “non ti trattengo.”

Ho fame, sono debole, sai benissimo che non sono in grado di...” Caroline si interruppe quando si abbassò su di lei.

Lo so che hai fame... come so che hai esaurito tutte le energie quando hai provato a colpirmi...” le accarezzò i capelli che ricadevano sulla fronte e la guardò negli occhi. “Voglio solo parlare con te.”

Sii coinciso e poi riportami...”

Io ti amo, Caroline.”

La frase, di una semplicità disarmante, pronunciata con un tono che le impedì di replicare, spiazzò completamente la ragazza che lo guardò senza battere ciglio.

Le parole preferite di Damon Salvatore erano esagerare e azzardare. Ce n'erano un mucchio che adorava, ma in quel preciso momento Damon pensò che doveva azzardare con Caroline Forbes. Si sarebbe ritrovato con la faccia graffiata, ma il suo desiderio non gli permetteva di attendere molto. L'aveva rimandato più volte, aveva fatto finta di niente, aveva aspettato che si esaurisse da solo, ma nulla poteva togliergli la voglia di fare l'amore con Caroline. E non centrava l'astinenza che praticava da un po', il desiderio fisico di sentire un corpo caldo contro il suo. Quello di cui aveva bisogno Damon Salvatore, in quel preciso momento, era una donna che lo amasse e lo rendesse vero. Basta con i diari, le confessioni, gli sguardi inibiti ma pieni di desiderio che gli rivolgeva a Mystic Falls, guardandosi le spalle nel frattempo. Caroline non aveva mai detto 'non voglio' ma sempre 'non posso'. E 'non posso' non esisteva, a Parigi.

Caroline rabbrividì e distolse lo sguardo da lui. “Coinciso...” sussurrò e strusciò le mani sulle braccia. “Ho freddo...”

Su. Adesso facciamo un bagnetto caldo” la prese in giro rimettendola in piedi. “Che c'è?!” Caroline lo guardava in maniera indefinibile. “Tu resti fuori” borbottò arrossendo. La stava trattando come una bambina bisognosa di cure. “Potevi rapirmi con una scorta di abiti di ricambio...”

Damon non le rispose e si morse la lingua per evitare la frase che stava per uscirgli di bocca. Era certo che il suo programma non prevedesse vestiti oltre quelli che aveva addosso. “Hai ragione” convenne “prenditi tutto il tempo che vuoi. Io ti aspetterò qui fuori. Per parlare” ripetè chiudendosi la porta alle spalle.

Caroline fissò la distesa fumante, si spogliò delle mutandine e della magliettina sportiva che ancora indossava e si infilò all'interno, guardando il riflesso dei propri piedi distorti dall'acqua, un brivido di terrore ed eccitazione che le correva lungo la spina dorsale. Alla fine, Damon aveva preso il controllo della situazione, spiazzandola. A New Orleans non aveva paura. Era lei a provocare, ad azzardare. Erano lì per divertirsi. Ora dipendeva da lui per qualsiasi cosa. Il cibo, la libertà, persino i vestiti. A Mystic Falls, Katherine non l'avrebbe permesso. Per quanto la detestasse, le impediva di lasciarsi andare, di cedere alla vocina che gridava 'prendilo' ogni volta che si avvicinava.

Caroline aveva la fottuta paura di compiere quel passo. Era più che certa che una volta soddisfatto il suo desiderio, l'avrebbe trattata come una qualsiasi altra pupattola. Per salvare la dignità avrebbe dovuto scaricarlo prima che lo facesse lui. Poteva... poteva fare così, rimuginò tormentando le dita dei piedi nell'acqua bollente, le spalle che tremavano per il freddo. Molto Sex and The City. Poteva prendere col rischio di investire a fondo perduto. Poteva godersela e basta. Non ne sono capace, pensò e sprofondò nell'acqua trattenendo il respiro.

Io ti amo, Caroline.

Le stava dando esattamente quello che voleva. Affetto, cure, attenzioni. Caroline si aggrappò ai bordi e si sentì spiazzata e priva di argomentazioni. Traccheggiò il più possibile ma alla fine fu costretta ad uscire dal suo nascondiglio. Aveva fame e questo bastava a darle la spinta necessaria per mostrarsi in asciugamano adamitico. “Ti avverto, ho molto appetito” mormorò facendolo voltare dalla sua parte. “Potrei mord...” O mio dio... Caroline si guardò attorno, intimidita e senza parole. Quella era l'ambientazione più romantica che avesse mai visto nella sua vita o in un qualsiasi film in tv. Fece un passo indietro e poco mancò che si rinchiudesse nel bagno. Solo parlare?, pensò osservando le candele, l'ambientazione calda, il vino che sperava fosse tanto sangue e il suo seduttore che la guardava con una sorta di ansiosa aspettativa sul volto.

Quello è sangue?” domandò indicando il bicchiere.

No, è vino” confermò rimirandola con un certo divertimento.

Era meglio il sangue” disse a malincuore e ne assaggiò un po'. Non le piaceva, ma la scaldava. “Se dovevi parlarmi, potevi farlo a Mystic Falls...”

Damon strinse gli occhi e si avvicinò “no, non potevo.”

Motivo?”

La tua stupida paura di Katherine. Non avresti mai accettato di incontrarmi e se fossi comparso in casa tua, saresti scappata.”

Perchè non vuoi accettare il fatto che non voglio stare con te?” domandò posando il bicchiere. Le tremavano le mani e se doveva mentire non poteva rischiare di mandare in cocci la cristalleria del padron di casa.

Non è vero che non vuoi.”

Chi te l'ha detto?”

Il tuo diario” borbottò mostrandole la pagina che teneva arrotolata in tasca “un regalino di Katherine.”

Caroline sbiancò e poi s'infuriò. Glielo strappò di mano e lesse la parte incriminata. Lo appallottolò stizzita. “Non c'è niente di privato per voi! Non avresti mai dovuto leggerlo...” sussurrò con gli occhi improvvisamente lucidi. Quello invalidava la sua recita da donna cazzuta. Oltre che svelare i suoi veri sentimenti.

Lo so, per questo ti ho portato qui” mormorò avvicinandosi “dici sempre che non puoi, non dici mai che non vuoi... Caroline...” Damon si piegò verso di lei. “Sono stato sincero con te.”

Un lampo rese chiara la situazione. Katherine avrebbe dovuto essere felice, non portargli le prove del suo interesse. Nessuna donna intenzionata a separare una coppia lo farebbe, pensò guardandolo di sottecchi. Katherine voleva che loro due stessero insieme. Il motivo le era sconosciuto, ma sapeva che Damon era cocciuto e non si arrendeva al primo no. Se avesse voluto renderlo infelice, l'avrebbe lasciato languire nell'ignoranza. “E' un gioco” mormorò sovrappensiero “un altro gioco di Katherine.”

Lei gioca sempre con le persone” confermò con una smorfia. Aveva di nuovo Katherine in mente. Per quello non si lasciava andare.

Caroline gli diede le spalle, avvicinandosi alla finestra in cerca d'aria. Doveva allentare la tensione fra loro o gli sarebbe saltata addosso. Si appoggiò alla balaustra di ferro battuto e prese un profondo respiro. Se Katherine li voleva insieme, allora doveva evitarlo a qualsiasi costo. “Riportami a casa e dimenticati di me.”

Caroline...”

Non voglio stare con te!” esclamò voltandosi. “Non ti rendi conto di quanto sei ridicolo?”

Sarei ridicolo se ti lasciassi scappare” mormorò cercando di farla ragionare “ricordi la prima notte, quando hai perso la testa in preda alla frenesia del sangue... hai detto che eravamo simili...”

Era abituata a Damon sarcastico e sprezzante, la versione ragionevole la disorientava.

Tu vuoi una persona che ti ami, che si prenda cura di te...”

Chi te l'ha detto?” domandò strusciando la fronte con i polpastrelli per nascondere la sua espressione “non l'ho scritto sul diario, te l'ha detto Elena?”

Mi credi così sciocco?” domandò un po' deluso “pensi che non veda e non senta quello che provi?” domandò e dopo averle preso la mano destra, la portò all'altezza del cuore. Nello stesso momento la attirò a se, accarezzandole il viso.

Caroline battè le ciglia velocemente e abbassò la testa. Le stava dicendo quello che avrebbe voluto sentire da una vita. Damon riempiva il vuoto che sentiva nel cuore. Da quando le stava vicino, non aveva più la sensazione di insicurezza cronica che l'accompagnava da quando era nata.

L'avevo capito senza bisogno di incappare nella vostra conversazione, qualche mattina fa...”

Mi hai spiato?!” esclamò all'improvviso, interrompendo il suo sogno ad occhi aperti “che altro hai fatto, mi hai rubato la biancheria intima o ti sei messo a fissarmi mentre dormivo?”

No, è da maniaci!” rispose con una smorfia comica.

Caroline si morse la lingua. Non aveva argomentazioni. Tranne la verità. “Non intendo dare ancora corda al gioco di Katherine. Ha in mente qualcosa!”

Paura di essere felice, eh?” la provocò. “Non avresti più motivo di pensare a quanto è brutto e cattivo il mondo con te e i tuoi problemi svanirebbero.”

No...” rispose basita, incredula di quanto fosse bravo a sbatterle in faccia le sue paure “non è vero... non ho tutti questi problemi...”

Sei frustrata, annoiata e repressa” elencò spiando le sue reazioni. “Sono stato gentile con i vocaboli.”

La palpebra sinistra le tremò un poco. Lo guardò con una velata e amara ironia sul viso “e tu saresti la risposta ai miei problemi? Un dongiovanni incallito che fugge dal letto delle amanti in pieno giorno, diserta i duelli ed è ancora innamorato della sua ex? Oh, scusa, tutto questo l'hai già letto sul mio diario!” esclamò arrabbiata “maledetto lurker!”

Damon alzò le spalle e le lasciò ricadere, ironico. “Però con me ti senti viva.”

Le sue paure principali si contavano sulle dita di una mano. Le minori erano talmente tante che non sarebbe bastata un'ora ad elencarle. Caroline inclinò la testa e non rispose, concentrata a guardare il panorama che non vedeva veramente.

Non sono stato io a cominciare tutto questo, Forbes. Prenditi gli oneri delle tue azioni. Sei venuta da me quando eri affamata, quando eri triste, quando avevi bisogno di una spalla su cui piangere.”

Non è vero!” esclamò voltandosi verso di lui “Non ti ho mai chiesto niente, a parte il cibo... e quel sangue era anche disgustoso!”

Certe richieste non hanno bisogno di parole. Potevi andare da Stefan, ma sei sempre venuta da me.”

Stefan ha altre cose da fare...”

Tornava sempre da Damon. Il motivo era uno, molto semplice.

Il vampiro tacque e la guardò. L'aveva messa in difficoltà, era il momento di affondare. “Non ti vergognavi di farti vedere affamata da me” insistette “o bisognosa di amore. O nauseata dalla vita. Io sono colui a cui puoi rivelare i tuoi pensieri più impuri, colui che ti fa sentire ancora accettata quando tutti gli altri ti hanno voltato le spalle...”

Si suppone che dovrei poter mostrare le mie debolezze senza venir giudicata così crudelmente, visto che sono il sesso debole...” sussurrò imbarazzata dal discorso.

Non era la risposta che si aspettava. Damon ne studiò i lineamenti sottili “non sei debole, Caroline. Sei fragile. Come me.”

La ragazza arrossì e si voltò di qualche centimetro, fino a dargli le spalle. “C'era bisogno di attraversare l'oceano per mettere un'altra tacca sulla cintura?” domandò rendendosi conto che c'era una provocazione feroce nella sua domanda.

Il viso di Damon si contrasse in una bizzarra smorfia ironica. Era piuttosto amara, a dir la verità. “Non attraverso un continente per farmi una scopata, tesoro” ringhiò e l'afferrò stringendola contro di se. “Non credi a me, non credi ad un Antico che legge nel pensiero... che devo fare per dimostrarti che ci tengo a che, che farei qualsiasi cosa per te?!”

Sta zitto....” sussurrò alle strette, quasi temendo che Katherine saltasse fuori da un momento all'altro e le staccasse la testa di netto “lasciami...”

A New Orleans mi hai chiesto di prenderti...”

Nononono!, pensò arrossendo intensamente. Se la buttava sul sesso, non sarebbe stata più in grado di ragionare!

Vuoi me, ma non vuoi il mio amore? Spiegami come funziona, tesoro. Ho già fatto il toy boy, lo trovo piuttosto fastidioso.”

Era diverso!”

Che c'era di diverso?”

Era un gioco, ci stavamo divertendo... non mi hai vampirizzata e rapita” bisbigliò con la pelle arrossata dall'eccitazione. “Mi hai vampirizzata e rapita, ti rendi conto di come suona?!”

Suona da dio. A voi donne piace essere prese con la forza!”

Caroline avvampò e irrigidì la schiena “brutto maschilista...”

Sì, sì. Bla bla! Adesso guardami negli occhi e dimmi che non ti sei eccitata neppure una volta da quando siamo qui!” mormorò abbracciandola con più forza “dimmi che non ti è piaciuto e io ti riporterò subito a casa e non mi vedrai più...” sussurrò accarezzandole i capelli nel frattempo “ma cerca di mentire bene, principessa, la mia pazienza si è esaurita.”

A quel Damon lì, era abituata. Caroline fece una smorfia e tirò indietro la testa. “Stacca le manacce da me e smettila di comportarti come un ridicolo cavernicolo! Sei un vampiro, santo cielo! Dovresti essere tormentato, taciturno e fascinoso!”

Ma se la ricorda nessuno la parte in cui prima siamo umani?!” domandò sarcastico “sai, umani, pieni di debolezze... quelle stronzate lì.”

Potrei elencare i tuoi difetti uno ad uno, bello mio!”

Comincia, hai tutto il tempo che vuoi.”

Caroline ringhiò dentro di se “lasciami!”

Di tutta risposta, Damon la lasciò andare e Caroline fece un passo indietro finendo contro il cornicione. Sbilanciata, si aggrappò al suo braccio e impallidì per la paura. Guardò alle sue spalle e storse la bocca, sentendo un freddo improvviso lungo il corpo.

Ops” sussurrò mostrandole l'asciugamano che dondolava fra le dita. “Adesso comincia...” mormorò e la guardò dritto negli occhi.

Ridammelo” balbettò con un filo di voce “sono nuda!”

Sto provando ad ignorarlo, non ricordarmelo” ridacchiò con un sorriso malizioso che si estendeva agli occhi. L'annusò lungo il collo e sulla spalla sinistra e le sfiorò la pelle con le labbra. “Hai un profumo buonissimo, cos'è?”

La mia pelle...” rispose guardando fisso il vuoto. Non era la risposta che avrebbe voluto dare, ma era l'unica che le veniva in mente. “Non mordermi...”

I suoi capelli le sfioravano il mento e la mandibola mentre la baciava lentamente sulle spalle. Caroline alzò una mano e l'accarezzò, chiudendo gli occhi. Percependo la sua eccitazione, l'abbracciò e la strinse leggermente. “Non voglio morderti, voglio fare l'amore con te.”

Caroline tremò per un istante “non volevi solo parlare? Bugiardo...”

Sei nuda, principessa... è già tanto che non ti abbia stuprato qui” ridacchiò eccitato “mi sto trattenendo... da bravo vampiro fascinoso e tormentato....”

Sempre un cavernicolo rimani...” mormorò e trattenne il fiato “se tu ed io...facciamo questa cosa...”

Si chiama sesso, non te lo insegnano a scuola?”

Caroline avrebbe voluto morderlo per la frustrazione “lo spieghi tu, a Katherine! Ti assumi tutta la responsabilità!”

Certo...” mormorò e la spostò verso la finestra “ci penso io. Le dirò che ti ho rapito e costretto a fare sesso con me. Ci crederà, fidati....”

Sii serio, stai ragionando col cervello che hai in basso” sbottò e impallidì quando la prese in braccio “che stai facendo?!”

Non posso mica trascinarti per i capelli” ridacchiò “non c'è sul manuale del perfetto vampiro!”



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Capitolo 17
*** L'Antico ***


Per i lettori: la storia finisce al capitolo 19. Lo so che molti di voi vorranno uccidermi, ma ho deciso per un drastico taglio e cambio di 'immagine' dei protagonisti... buona lettura!


Se c'era una cosa che quel secolo offriva, era la moda da urlo, pensò afferrando tre buste di carta in cui alloggiavano tre vestiti per cui aveva speso un occhio della testa. Beh, non erano proprio soldi suoi. Li aveva 'trovati' qua e la durante la sua lunghissima vita. Un'altra cosa a cui non rinunciava era il cellulare. Adorava la tecnologia. Katherine scostò una ciocca arrotolata dal viso e sorrise smagliante.

Il cellulare di Damon ronzò inascoltato in una tasca della giacca di pelle. Katherine sorrise di più e si accorse di aver dimenticato la scarpe che si abbinavano all'abitino succinto che aveva acquistato per festeggiare la riuscita del suo piano.

Guarda guarda...”

Katherine spostò lo sguardo dalla vetrina alla bellissima donna accanto a se. “Dio, come sei invecchiata!”

Touchè, puttana.” Eileen la fissò da capo a piedi, un po' disgustata. “I tuoi gusti in fatto di vestiti sono molto cambiati...”

E' il secolo. Adeguati” rispose adocchiando la cappa con cappuccio che indossava. “Fa tanto vecchia signora del castello...”

Dove si nasconde Damon Salvatore?”

Katherine alzò le spalle e tornò a guardare la vetrina. “Starà leccandosi la nuova ferita in solitudine” mormorò e allargò gli occhi di fronte un paio di tronchetti neri da sera che riscuotevano tutta la sua approvazione. “Poverino, è stato scaricato...”

Neppure per un secondo Eileen credette alle sue parole. Il sole stava tramontando e la cappa magica che aveva usato per difendersi dai raggi solari aveva quasi esaurito l'effetto. “Non penso proprio” mormorò osservando le sue reazioni. Katherine la guardò per un istante.

Il sole calò del tutto e la vampira si disfò della cappa.

Katherine li vide comparire un po' alla volta. Strinse i pacchetti nella mano sinistra e inclinò la testa, ironica. “Vuoi scontrarti con me?”

Tu sai chi vincerebbe” rispose avvicinandosi a lenti passi “ho trecentocinquantadue anni, amore mio. Sono più forte di te.”

Lo credi davvero?” sibilò e il bracciò scattò verso la gola. Eileen le fermò la mano e torse il polso, si chinò su di lei fino a sussurrarle all'orecchio “guarda chi c'è, puttana.”

Katherine vide solo un paio di stivali neri di pelle che si avvicinavano sempre di più. “Louis...”

Lady Katherine” mormorò con un cenno del capo. “Gli anni l'hanno resa più bella...”

Direi lo stesso di te, se la vecchietta mi lasciasse andare!” sibilò con un certo fastidio. Eileen la lasciò all'istante e Katherine barcollò sui tacchi, aggiustando capelli e vestito lungo i fianchi. Girò gli occhi su Louis e ingoiò.

Petrova” bisbigliò il vampiro afferrandola alla gola e schiantandola contro la parete.

Katherine afferrò il polso dell'uomo con entrambe le mani e sudò freddo e paura. “Da molto tempo non mi chiamavano così...”

Louis le strappò il ciondolo protettivo dal collo, ferendo la pelle candida. “Ora portaci da Damon Salvatore. O il tuo sangue scorrerà lungo la parete e ne nutrirà la terra...”

***

Quel letto era il luogo più accogliente e soffice che l'avesse mai ospitata. Era caldo, confortevole e lui profumava di buono, di sesso, di peccato mortale. Sarebbe stato tutto perfetto, se fosse riuscita a smettere di ridacchiare per il nervosismo e l'imbarazzo. “Scusa...” singhiozzò “è più forte di me...” si portò le mani alla bocca e strangolò un'altra risatina.

Damon si appoggiò su un gomito e la guardò. Era adorabile, ma stava per ucciderla. Quando intercettò il suo sguardo irriverente, scosse la testa e Caroline soffocò le risa nel cuscino. Si schiarì la voce e asciugò gli occhi con un dito “puoi dirlo, sono pessima...”

Ma no...” concesse sdraiandosi comodamente accanto a lei “sei fortunata. Sono coriaceo, non mi scoraggio tanto facilmente”

Non sto cercando di scoraggiarti... ma è troppo assurdo...”

Damon la guardò interessato “cosa è assurdo?”

Caroline li indicò a turno, sventolando il dito indice fra loro “noi! Noi che facciamo sesso!”

Damon sollevò le sopracciglia e annuì “e si... è assurdo...” si sollevò a sedere e si avvicinò a Caroline che ingoiò la saliva e lo guardò battendo le palpebre. Aveva gli occhi luminosi con un scintilla di felicità sul fondo. Le accarezzò il viso e la baciò, facendole tirare indietro la testa. Caroline cercò di non ridere ma finì riversa sulla schiena mordendosi un paio di dita per contenere l'ilarità.

Sto per azzannarti” la minacciò a bassa voce “sul serio...”

Caroline non diede segno di averlo udito.

Peggio per te...”

Caroline smise di ridere nel momento stesso in cui cominciò a morderla leggermente sullo stomaco abbassandosi verso... ehi! Caroline sussurrò e si tirò indietro “non mordere...”

Damon le scoccò un'occhiata penetrante e sorrise malizioso. Il suo desiderio lo stava soffocando. La mordicchiò lungo il ventre, fino all'interno della coscia sinistra. Ora aveva smesso di ridere del tutto. Il piacere la stordì in un istante, allungò la mano e gli accarezzò i capelli. Senza rendersene conto, aprì di più le gambe e Damon l'azzannò facendola urlare per la sorpresa, il piacere e il dolore. Il desiderio schizzò verso il cervello come una freccia al bersaglio e Caroline tremò da capo a piedi, cadendo riversa sulla schiena. Il piacere continuava a crescere, lasciandola sbigottita. Si poteva arrivare più in alto di così? Damon aveva spostato il punto del suo interesse altrove e l'aveva ammutolita. Riusciva solo a gemere e a fissare il vuoto. Non le sembrava più ridicola, la situazione. Si aggrappò alle lenzuola stropicciate sotto di lei e chiuse gli occhi. Bisbigliò fra i denti e il suo amante annuì dopo averle lanciato un breve sguardo. A Caroline parve di gridare ma non ne era sicura. Non sentiva la sua voce. Non riusciva più a pensare. Non riusciva neppure a toccarlo. Non vedeva più nulla, percepiva il movimento, il suo respiro che cresceva. Damon l'abbracciò e la tirò contro di se. Il piacere le corse lungo la colonna vertebrale, si spanse fino alla punta delle dita e le bruciò il cervello. Nel momento stesso in cui pensò di partecipare almeno in parte all'atto – per dargli l'idea che anche lei sapeva fare qualcosa, a letto - Damon le portò le braccia sopra la testa e Caroline cominciò a cadere...

***

Con Damon fuori dai piedi, Stefan Salvatore aveva la casa libera e aveva organizzato un romantico incontro con Elena. Sembrava che anche Caroline fosse scomparsa e quello convalidava la sua idea. Aveva giocato la carta del rapimento. Non capitava di sovente. A dire il vero, quella era la prima volta che Damon si lasciava coinvolgere così a fondo da una donna che non fosse Katherine. La novità piaceva a Stefan, ma quando suonò il campanello e dovette interrompere il suo brindisi con Elena, sbuffò contrariato.

La prima cosa che vide quando aprì la porta, fu la copia riccioluta della fidanzata. Il corpo di Katherine fu sospinto avanti, i sacchetti dei vestiti caddero a terra e la sala si riempì di stranieri che non erano benvenuti. Elena si aggrappò alla testiera del divano e guardò ad occhi spalancati la scena.

Non aiutarmi, ti prego” borbottò ironica rimettendosi in piedi con tutta la dignità possibile. “Ah, ci sei pure tu. La mia copia.”

Che sta succedendo?” domandò con un sorrisetto ignorando l'acidità che aveva riversato su Elena.

Ciao, piccolo.” Eileen emerse dal fondo e passeggiò fino al vampiro, non curandosi di Katherine. Spostò lo sguardo su Elena e sgranò gli occhi.

Eileen” mormorò ponendosi fra lei ed Elena. “Sei sul mio territorio...”

Il tuo territorio coincide con quello di Damon Salvatore.”

Purtroppo” ammise e restò immobile “cosa ha fatto stavolta?”

Chi è quella donna e perché è così simile alla puttana?”

Che linguaggio poco signorile...” sussurrò Katherine sedendosi sul divano accanto ad Elena. La guardò dall'alto in basso e accavallò le gambe. “Devi dimagrire, carina...”

Cosa ha fatto Damon?” domandò la ragazza prendendo le distanze “Stefan...”

Il vampiro alzò le mani e osservò gli altri intrusi nella stanza. “Per favore, di ai tuoi uomini di restare fuori.”

Sei sempre stato il più ragionevole fra i due” mormorò una voce bassa che gli fece accapponare la pelle.

Elena spostò lo sguardo sul nuovo arrivato e arrossì fino alla radice dei capelli. Non molto più alto di Stefan, occhi e capelli neri. Carnagione troppo scura per essere americano, lineamenti ruvidi ma eleganti. Elena pensò ad una serie di aggettivi che non si sarebbe mai sognata di pronunciare ad alta voce.

Stai sbavando” sussurrò Katherine di fronte l'espressione rapita di Elena.

Per forza...”

E' un Antico, porta rispetto” sibilò e accavallò l'altra gamba. “E' davvero bravo a letto.”

Tre teste si voltarono verso Katherine che con molta nonchalance rimirò le unghie e scostò i capelli dall'orecchio.

Non voglio sapere altro” mormorò la ragazza alzandosi e arrivando alle spalle di Stefan.

Milady” mormorò inchinandosi rispettoso “la somiglianza è impressionante”. Le baciò la mano ed Elena la ritirò quasi subito, tornando a nascondersi quasi dietro il proprio ragazzo. Lo vide inchinarsi a sua volta in una sorta di saluto d'altri tempi. Fissò lo sguardo sulla donna mora che la scrutava e si sentì di troppo. “Cos'è un Antico?” domandò rompendo il silenzio nella stanza.

Louis si raddrizzò e socchiuse le palpebre. “Un Antico è un vampiro che cammina sulla terra da molti secoli. E' in grado di sostenere la vista del sole ed è dotato di una forza senza uguali...”

E che ragiona col pisello come tutti gli altri uomini” sussurrò Katherine al nulla. “Oh, scusate. L'ho detto ad alta voce?”

Katherine, ti prego...” Stefan rabbrividì di fronte la sfrontatezza della donna.

Louis?” azzardò Elena uscendo dalla protezione del vampiro. “Caroline mi ha parlato di lei...”

Lady Caroline è un donna sfortunata” disse paralizzandole le parole “ha affidato il proprio cuore nelle mani di un manigoldo ed è destinata a vedere il suo amore perire.”

Damon è un idiota ma tiene molto a Caroline” sbottò avvicinandosi senza paura “l'hai aiutato a fuggire, perché ora lo cerca per ucciderlo?”

Quel figlio di puttana ha incendiato la mia abitazione!” esclamò Eileen che era rimasta buona fino a quel momento “e l'ha fatto di giorno, quando non potevamo difenderci!”

Elena impallidì e guardò Stefan rimasto come lei senza parole. “Impossibile, non può aver fatto nulla del genere...”

Lo sentiremo dalla sua viva voce” rispose Louis guardandolo fisso negli occhi “dov'è?”

***

L'anello girò nel dito di Caroline mentre infilava la mano sotto il cuscino. Sentiva una gran calma dentro di se come tutte le voci del mondo si fossero zittite e il risentimento che provava fosse volato via. Non aveva una sola traccia di rabbia o rancore in corpo. Se analizzava le precedenti esperienze, non riusciva a fare paragoni. Damon le piaceva molto più di quel che pensava. Era sgarbato non aver ricambiato il suo 'ti amo'? Si sdraiò sulla pancia e fissò l'armadio semiaperto. Caroline non capiva molto bene cosa provava per lui. Il desiderio di averlo era ancora pulsante e appena ne avesse avuto le forze, gli avrebbe fatto rimpiangere l'apertura del vado di Pandora. Il suo amante l'accarezzò lungo la schiena, scivolò col braccio oltre la vita e si fermò sul ventre. Caroline chiuse gli occhi con piacere e quando la baciò sulla tempia e sulla guancia, gli afferrò il bicipite e lo tenne stretto contro di se. Era finita troppo presto per colpa sua. Si era accesa come un fiammifero ed era bruciata in un istante. Era davvero una pessima amante. “Quei vestiti di chi sono?”

Una cugina di nome Annabelle. Morì la notte delle nozze” sussurrò rimestando nella memoria “aveva diciassette anni, una carrozza l'ha investita mentre tornavano dalla festa nuziale...”

Poverina. Lei non aveva potuto provare quell'esperienza appena vissuta. Caroline si raggomitolò contro di lui. “Pensavo ad una ex...”

Non sono poi così tante...”

Caroline lo guardò di traverso, lo vide ridacchiare fra se “intendevo, quelle ancora in vita...”

Hanno avuto un incidente?”

Se vogliamo chiamare la Morte un incidente...” mormorò e la guardò “quando sei umano, la tua vita tende a finire.”

Caroline sporse il labbro inferiore e si accucciò contro di lui. “Non sono imbranata, a letto. Posso aver dato l'impressione, ma se mi ci metto divento una tigre.”

Damon ribattè che le donne non sono mai imbranate a letto, ma che se ne avesse incontrato una non ci sarebbe stato alcun problema, anzi: sarebbe stata una delizia scioglierla delle sue inibizioni.

Un discorso che non faceva pieghe da nessuna parte, pensò lanciandogli un breve sguardo. Sembrava completamente a suo agio. “Detto da te, posso solo che fidarmi...” borbottò e nascose la testa sotto il cuscino che le venne strappato di mano un secondo dopo.

Caroline lo guardò imbarazzata. Forse era stata pesante adducendo alle sue molte donne. Ma Damon non la guardava con intenzioni bellicose, anzi. L'accarezzò lungo la guancia e una scintilla gli passò negli occhi. La baciò di nuovo con una passione che Caroline non riusciva a sostenere, costringendola ad abbandonarsi sotto di lui. “Troppo aspra...” sussurrò mordicchiandole le labbra con le proprie. “Devi scioglierti un altro po'...”

Caroline trattenne il respiro e sentì il sangue infiammarsi mentre la accarezzava. Si rese conto che non reggeva più la parte della brava ragazza. Era stanca del suo ruolo nella storia. Per una volta, si concesse di chiedere.

Caroline Forbes non immaginava che Damon Salvatore fosse così tenero. Così bisognoso d'amore. Come lei. Così terribilmente dolce, mentre la riduceva ad uno stato pietoso, schiava del suo corpo e del desiderio. Non aveva intenzione di smettere finché non avesse chiarito ciò che provava per lei – l'aveva capito benissimo la prima volta, ma come si dice, repetita iuvant - ma al terzo scontro, chiese una tregua che le concesse a malincuore. Non era abituata a tutte quelle emozioni. Aveva completamente dimenticato che esisteva un mondo circostante il letto. Aveva scordato Katherine, le sue minacce, i vampiri di New Orleans e tutto il resto. Aveva cominciato a pensare di poter passare l'eternità così, almeno finché non si era addormentata di colpo, fra le braccia del suo amante, ancora sconcertato dalla passionalità repressa di Caroline che sembrava non raggiungere mai il culmine. Era una salita difficoltosa, piena di curve e non se ne vedeva la fine. Damon aveva pensato ad una razione extra di sangue mentre Caroline gemeva in preda al piacere, completamente assoggettata del suo volere. Sarebbe andato a caccia, quando fosse stato in grado di alzarsi dal letto. Qualora ci fosse riuscito, pensò dondolando la testa da un lato e addormentandosi per l'eccessiva stanchezza.

***

Non sappiamo dove sia, in questo momento...” mormorò tentando si nascondere Elena dietro di se. “Non lo vediamo da due giorni.”

E' con Caroline” rispose Elena aggirandolo.

Louis la fissò e la ragazza si trovò costretta a sostenere quello sguardo cupo il più a lungo possibile. “Penso sia con lei. Caroline l'ha lasciato appena tornato da New Orleans...”

Caroline era molto spaventata e Damon ha passato un intero giorno a compiangere se stesso” concluse Stefan conciliante. Volse lo sguardo su Eileen e accennò un sorta di scusa “non è molto in se da quando...”

... da quando Caroline è diventata una vampira” insistette Elena sudando da capo a piedi “è cambiato.”

Bah!” esclamò la voce annoiata di Katherine “Damon non cambia. Resta il solito moccioso viziato che non si ferma finché non ha ottenuto ciò che vuole.”

Stefan sbuffò scuotendo la testa “pensiamo sia con Caroline... e che stai cercando di perorare la sua causa...”

Tzè!”

Elena rivolse un'occhiata a Katherine e aggrottò la fronte, seccata. Eileen le rivolse uno sguardo di compiacimento. “La tua amica lo ama molto” mormorò “ma ciò non cambia il fatto che Damon sia responsabile dell'incendio!”

La minaccia che ha pronunciato non lascia dubbi.”

Damon non minaccia, si vendica e basta” rispose Stefan alle strette “dovremmo aspettare che torni per avere spiegazioni.”

E se non torna?” sussurrò Elena fra i denti “che facciamo?”

Va a casa” rispose voltandosi verso di lei “non centri nulla, in tutto questo.”

Lei resta” rispose Eileen comparendo alle sua spalle “e anche lei” ridacchiò in direzione di Katherine che sbuffò e si versò un bicchiere di vino.



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Capitolo 18
*** Ignorance is Bliss ***


Oh... ma che cosa dolce....”

Caroline voltò le pagine di un vecchio manoscritto trovato in un cassetto, mentre si aggirava per la casa di Annabelle, fragrante di doccia e con i capelli fradici avvolti in un asciugamano. Doveva fare molta attenzione, le pagine si staccavano facilmente. La raccolta di missive che aveva trovato con esso, testimoniavano l'amore della ragazza per il futuro sposo e l'impazienza che hanno tutte le spose la prima notte di nozze. Le lettere le aveva tenute per ultime, indecisa se sbirciarle oppure no. Si poteva violare la privacy di una defunta? Sì, pensò eccitata dall'appassionante storia d'amore che aveva appena letto. Caroline sciolse i nastrini di seta che tenevano insieme le missive e le maneggiò con cura. Calligrafia elegante, inchiostro blu, erano vergate con una stilografica. Caroline poteva quasi vedere Annabelle china su di essa, gli occhi lucidi di emozione e amore. Per una romantica come lei, quello che stava vivendo era un momento irripetibile. Ascoltò i rumori della stanza, ma Damon dormiva profondamente e lei era troppo eccitata e sveglia per restarsene con le mani in mano. Sembrava che la sua energia non si fosse esaurita dopo tutti i 'combattimenti' sotto le lenzuola. Caroline decise che avrebbe dato solo una sbirciata e poi sarebbe uscita in cerca di cibo. Aveva recuperato i suoi vestiti – finalmente asciutti – e ora sedeva sul balconcino esterno osservando il tramonto lento e aranciato. Ci aveva messo un po' troppo a lasciarsi andare, pensò sfogliando le lettere. Però ora era felice... Caroline si fermò quando lesse il destinatario della missiva. Si guardò velocemente alle spalle e divise il mucchietto in due parti. Le lettere di Annabelle era numericamente inferiori, rispetto a quelle destinate a Damon dalle sue molte donne. Caroline le allontanò da se con un dito. Non voleva averci nulla a che fare. Non avrebbe lasciato che qualche sconosciuta morta le facesse il lavaggio del cervello. Ci pensava già Katherine.

Caroline soffriva di gelosia retroattiva ma ciò non le impedì di allungare di nuovo la mano verso la prima lettera e cominciare a leggere.

***

Le avrebbe dato tutto.

Le avrebbe tolto tutto.

No, no. E' sbagliato.

Ma devi, è necessario.

Non penso proprio...” biascicò e si svegliò solo, al buio, le finestre illuminate dalla luce dei lampioncini della strada. Damon si rizzò a sedere e strofinò le mani sul viso. L'incubo ronzava ancora fra le sinapsi addormentate, si sentiva pesante e senza forze. “Caroline?” mormorò e ascoltò il vuoto dell'abitazione. Se n'era andata. Damon crollò sulla schiena e respirò a pieni polmoni, le ciglia nere inumidite. Uscita per 'cena' o scappata? Ancora semi addormentato, si aggirò per l'abitazione scoprendola decisamente vuota. Si affacciò al balconcino ad osservare le luci della città e si maledisse per aver lasciato che un'altra Katherine lo usasse a suo piacimento. Come Katherine, ma più infida. Con la sua ritrosia, gli occhioni innocenti, quel modo di fare da bambina bisognosa d'affetto l'aveva imbambolato per bene. Chissà come ne stava ridendo ora. Neppure lui aveva mai fatto del male gratuitamente a qualcuno.

***

La stava fissando. Che diavolo aveva da fissare? Elena saettò un'occhiataccia a Katherine che la stava guardando da troppo tempo.

Katherine fissò lo sguardo sul vampiro alle sue spalle.

Stefan la osservò per un istante e si volse a guardare l'Antico, che sedeva sulla sua poltrona preferita, in attesa, ed Eileen che camminava nervosamente di fronte il caminetto. “Potrebbe tornare fra giorni...”

O mesi” propose Elena adocchiando la sua nemica “Caroline è piuttosto difficile da convincere. Quando dice no...”

Nessuno dice no a Damon Salvatore” borbottò Eileen girandosi verso di lei, a braccia incrociate “in un modo o in altro, ottiene sempre quello che vuole.”

Non con Caroline” insistette la ragazza “lei ha...” Elena si interruppe e ingoiò, sentendo lo sguardo dell'Antico su di lei. “Paura... di innamorarsi... quindi... è molto difficile...”

Tu non sei mai andata a letto con Damon, non sai di cosa parli” la rimbeccò Katherine dondolando il bicchiere vuoto fra le dita. “Oppure sì?”

Elena diventò verde di rabbia e gli occhi le scintillarono, incrociando lo sguardo divertito dell'Antico. Un momento dopo, l'uomo girò la testa verso il portone esterno e restò a guardarlo. Poi fece leva sulle braccia, si alzò dalla poltrona e camminò verso l'uscio. Nessuno mosse un dito e quando Louis mise mano al chiavistello un tuono ruppe il silenzio della stanza. Il vampiro guardò dritto avanti a se nel momento in cui un lampo illuminò la strada che si estendeva dal vialetto. La pioggia iniziò a scrosciare violenta e Louis restò sotto il porticato in attesa.

Che sta succedendo?” sussurrò Elena nell'orecchio di Stefan

Sta arrivando qualcuno” rispose Eileen allontanandosi dal caminetto. “Non porta buone nuove...” la donna abbassò lo sguardo su Katherine che stava rimescolando il vino nel bicchiere con una torsione del polso quasi impercettibile. “Così sembra...” rispose fissando il vuoto. Stupido imbecille!, pensò storcendo la bocca.

Zombie - The Pretty Reckless

Caroline detestava le tragedie, soprattutto quelle che la coinvolgevano. Perché aveva dovuto ficcare il naso in faccende che non la riguardavano e che erano successe bene cento anni prima?

Le lettere mai spedite a Katherine.

Come poteva amarla o sperare di amare qualcun altra dopo quello che aveva provato e fatto per lei?! Caroline strinse le braccia contro lo stomaco e singhiozzò sotto la pioggia. Prima aveva corso attraverso il continente, poi aveva camminato fino a Mystic Falls, ignorando tutto e tutti. Aveva bisogno di parlare con qualcuno ma Bonnie non poteva soffrirla, Elena era da Stefan. Sua madre era da escludere. Caroline si sentì tremendamente sola. Ingoiò le lacrime e puntò dritta verso il maniero Salvatore. Abbassò gli occhi sulla strada infangata e si tolse l'anello gettandolo a terra. L'anello rimbalzò e finì vicino alla siepe che circondava l'entrata. Caroline infilò la mano in tasca e strinse i pugni, chinando il capo per evitare che la pioggia le ferisse gli occhi. Un tuono scoppiò lontano e Caroline trasalì. Forse aveva agito precipitosamente ma il dubbio che il suo tanto decantato amore fosse una balla per portarla a letto – ci sarebbe finita comunque che bisogno c'era di mentirle?! - l'aveva costretta ad allontanarsi. Ora vedeva bene la verità. Si era innamorata di Damon... Caroline alzò la testa e si fermò in mezzo alla strada.

Louis la fissò con i suoi cupi occhi neri, le tese la mano ma Caroline restò immobile. Il vampiro abbassò il braccio e si avvicinò.

Caroline fece un passo indietro. “Perchè è qui, Louis?” domandò con la voce roca e spezzata.

Te lo dico io!”

Caroline spostò lo sguardo su Eileen e impallidì. Se erano entrambi lì, la faccenda era grave.

Dov'è Salvatore?”

A Parigi” rispose Louis leggendole nel pensiero.

La nostra abitazione è stata incendiata” continuò la vampira nera di rabbia “ha minacciato di farcela pagare e il giorno dopo molti di noi hanno perso la vita! Ci ha attaccato in pieno giorno quando non potevamo difenderci!”

Non è stato lui” rispose ma il dubbio l'attanagliò. Gli aveva detto di non comportarsi come un teppista... Caroline battè le ciglia e si ritrovò Louis a pochi centimetri dal viso.

Ne è sicura?”

Caroline scosse la testa e ricominciò a singhiozzare. Eileen soffiò infastidita, lasciò cadere l'ombrello aperto sotto il portico e rientrò rumorosamente in casa.

Ho amato una sola volta, lady Caroline” mormorò avvicinandosi alla ragazza che piangeva. “Non ho mai avuto il coraggio di trasformarla.”

Mossa saggia...” scherzò cercando di controllare i nervi. Caroline lo percepì quando si avvicinò ma non mosse un dito per fermarlo, ne si ritrasse quando la abbracciò. Si nascose contro la sua giacca bagnata dalla pioggia, singhiozzandogli addosso. Aveva il cuore sbriciolato ed era sorda alle parole tenere che le stava dicendo.

Louis la spostò lentamente verso l'ingresso dell'abitazione e Caroline si lasciò condurre dentro, ubbidiente. Appena entrata, il calore della stanza le fece crollare i nervi del tutto.

Che cosa fai qui, stupida bamboccia?!”

Caroline trasalì violentemente e si nascose dietro Louis respirando la propria paura.

Perchè non sei con Damon?!”

Katherine era furiosa e le sputava addosso le parole come fossero lame di coltelli. Elena e Stefan la guardarono allibiti.

Cerca di calmarti, cretina!” sbottò Eileen osservando la sua strana reazione. “E' un bene che sia qui. Riporterà Salvatore in città entro l'alba.”

Katherine era furibonda ed esigeva una spiegazione. Voltò intorno all'Antico che si spostò con tutto il corpo, nascondendola alla sua vista. “Siediti” le ordinò in tono minaccioso. “Nessuno ti ha dato il permesso di parlare, Petrova.”

Katherine alzò un sopracciglio e fece un passo indietro, furibonda. Marciò verso il divano col viso contratto di rabbia mentre la coppia era sempre più esterrefatta.

Caroline...” Elena si alzò e Eileen la guardò appena. “Cosa è successo?”

Caroline scrollò le spalle imbarazzata. “Ho ficcato il naso dove non dovevo...” disse e starnutì all'improvviso cercando un fazzoletto.

Ti prendo un asciugamano” mormorò sollecita. Guardò i vampiri attorno a se, ironica “posso?”

***

Grazie...”

Come ti senti?” Elena la guardò nello specchio mentre districava i capelli dall'asciugamano.

Disorientata... e stupida” borbottò lasciando cadere la salviettona accanto a se “hai visto la faccia di Katherine quando Louis le ha detto di piantarla?”

Sembrava avesse morso un limone” ridacchiò e abbassò la voce “hanno tutti il super udito qui...”

Caroline annuì e restò a fissare il nulla “non frugare mai nei cassetti di Stefan. Quello che è passato non ci riguarda, ricordalo.”

Cosa hai trovato?”

Le lettere delle amanti, le lettere mai spedite a Katherine... quelle tornate al mittente e mai aperte...” elencò sentendosi una completa cretina “come ho potuto solo pensare di competere con lei o... sostituirla? Una parte di me ci ha pensato... quella vanitosa...”

Ti sei innamorata” sussurrò Elena comprensiva “posso fare qualcosa per te?”

Passami il fon” borbottò e girò una ciocca fra le dita “c'è una specie di gerarchia fra vampiri, l'hai notato?”

Decisamente sì. Stefan si è quasi inchinato.”

Caroline la guardò per un istante, poi tornò a concentrarsi sulla sua acconciatura. “Quando ho visto Louis ho pensato che fosse venuto a cercare me... pensa tu che stupida vanitosa che sono...”

Elena la fissò nello specchio “Caro, ho l'impressione...” la ragazza tacque e quando provò a parlare sentì la lingua annodarsi. “Non prenderla male...”

Ci siamo sempre dette tutto” mormorò e si voltò verso di lei “pensi che sia presuntuosa?”

Non proprio...” borbottò e si sedette sul letto della camera di Stefan “forse stai cercando attenzioni dalle persone sbagliate” la guardò in attesa di una reazione “insomma... Damon... e quel sorcosauro nel salotto non danno proprio l'idea delle persone affidabili!”

Non sto cercando attenzioni!” esclamò senza fiato. “Sorcosauro?”

E' la prima cosa che ho pensato quando l'ho visto” sussurrò abbassando ancora di più la voce. “Dov'è l'anello?” Elena la fissò preoccupata e Caroline alzò le spalle “l'ho gettato via.”

Perchè?!”

Caroline non rispose ed Elena sentì il cuore arrivarle in gola.

Non voglio passare il resto della vita a rimpiangere... una scopata” sbottò e Elena sgranò gli occhi.

Non guardarmi in quel modo. Abbiamo fatto sesso, è stato bellissimo. Fine” disse con voce incrinata. “Esci, per favore. Non voglio parlare di Damon...”

Le sinapsi di Elena formicolavano al solo pensiero. Doveva assolutamente parlarne con Stefan e... ops! Elena si appiatti contro la porta chiusa quando si ritrovò l'Antico a pochi centimetri dal corpo. Il vampiro le fece cenno di passare con un sorriso affabile e garbato che le mise i brividi addosso. Elena aveva imparato che più un vampiro sorrideva, più era il caso di starne lontano. Si affrettò a tornare da Stefan ma quando si voltò e lo vide infilarsi nella stanza di Caroline, si fermò indecisa.

Il capelli erano asciutti a metà, ma non aveva molta voglia di perderci tempo. Caroline posò il fon spento sul letto e chiuse gli occhi pesti di lacrime. Aveva rovinato tutto con la sua stupida gelosia. E Damon si era dimostrato peggiore di quel che pensava. Se era stato davvero lui a dar fuoco all'abitazione, avrebbe dovuto rendere conto ad Eileen e... “eh!” esclamò trovandolo di fronte a se. Caroline lo guardò perplessa e anche un po' spaventata.

Sta meglio, Lady Caroline?”

La ragazza scosse la testa e le sembrò piuttosto strana tutta quella cortesia nei suoi confronti. “Stavo asciugandomi i capelli” mormorò e accese il fon che ronzò nella stanza.

Mi permetta” Louis le tolse l'attrezzatura di mano e si sedette dietro di lei “è passato molto tempo da quando ho fatto questo per qualcuno...”

Non era lei a cercare attenzioni dalle persone sbagliate. Erano loro a imporle la propria presenza. “Quanto tempo?”

Duecentotre anni, per la precisione. A quel tempo non avevamo simili meraviglie...” mormorò osservando la sua espressione nello specchio. “Ha paura di me?”

Sì” rispose e lo guardò oltre la spalla “e non capisco la sua sollecitudine nei miei confronti...”

Potrei dirle, mia cara, che sono qui per semplice curiosità.”

Vuole vedere il risultato dell'effetto Salvatore?” domandò sarcastica ricordando le parole di Bonnie.

L'ombra di un sorriso balenò fra i lineamenti del vampiro. Le dita percorrevano piano la chioma di Caroline regalandole brividi sul collo e sulle spalle. Neppure per un momento pensò che avrebbe potuto ucciderla. Non c'era motivo per farlo.

L'amore, un tempo, era più semplice. Gli uomini si dichiaravano, le donne accettavano o meno la loro offerta...”

... e soffrivano lo stesso come cani” rispose amareggiata “è curioso di vedere cosa succede nel Ventunesimo Secolo, dopo una delusione amorosa? Mi lasci un barattolo di gelato, un po' di Nutella e una serata alcolica con le amiche...”

Ho visto parecchie cose, Lady Caroline. Nessuna di queste risolveva il problema in maniera permanente.”

Il tempo e una scopata chiodo scaccia chiodo sono un buon...” Caroline chinò la testa, arrossì e si maledì dentro di se. “Non volevo dirlo così...”

Concordo. Ciò che ha pensato non è adeguato ai vocaboli espressi.”

Caroline ci mise un attimo di troppo a capire che la stava prendendo in giro. Rise e le spalle le tremarono. “Posso continuare da sola...” mormorò sentendo la cute della nuca sfiorata dalle sue dita.

Aiutarla mi arreca piacere” commentò con un sorriso sincero. “Non dovrebbe restare sola, è troppo sconvolta.”

Il fon cessò il suo ronzio e Caroline si voltò verso di lui, un po' divertita “non mi taglierò le vene come le eroine dei romanzi.”

Saggia decisione. Dov'è il suo anello, Lady Caroline?”

L'ho gettato via.”

Ha deciso di porre fine alla sua esistenza?”

Non ho pensato...” mormorò confusa. “Louis, la prego, vorrei restare sola...”

Louis le passò in braccio attorno al corpo e la tirò a se. Il batticuore era assordante. Le parlò nell'orecchio, dolcemente.

Ci sono molte cose che deve ancora vedere, molte cose che deve provare. Molto tempo indietro, la mia amata si tolse la vita quando si rese conto che non poteva restare con me per l'eternità...”

Perchè non l'ha trasformata?”

La pietà mi fermò la mano” sussurrò e Caroline aprì gli occhi, rabbrividì fino ai piedi e si morse un labbro. Quando lo lasciò andare, un polpastrello caldo lo sfiorò accarezzandolo lentamente. Caroline chiuse gli occhi e si lasciò andare contro di lui. “Louis... la prego...”

Bevi da me, dolce Caroline, conosci la mia storia...” sussurrò e incise una vena del polso avvicinandolo alle sue labbra.













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Capitolo 19
*** Conosci la mia storia ***


Il sangue di un Antico è potente. Racchiude memorie ed esperienze millenarie, nasconde segreti e poteri che Caroline non avrebbe mai immaginato. Al primo sorso, la sua mente fu invasa da immagini confuse che si linearizzarono poco alla volta. Caroline conobbe la storia di Louis de Betancourt, la sua nascita, la trasformazione, la morte, il mentore, il dolore, la sete, la passione, la lotta, la perdita dell'umanità, la belva che lo divorava sotto le spoglie di uomo per bene. Caroline sentì il sangue ribollire e pizzicarle la pelle. Si aggrappò al braccio di Louis e staccò le labbra sul polso fissando il vuoto. Quel rumore era terribile. Martellante, le picchiava nelle orecchie la luce era troppo intensa, il frusciare dei vestiti assordante. “Cos'è?” singhiozzò e si intravide nello specchio, la pelle arrossata come dopo una lunga corsa, gli occhi che rilucevano in maniera bizzarra ed intrigante. Si sentiva potente. Indistruttibile. “Cos'è?” domandò di nuovo voltandosi lentamente verso di lui “è il sangue?”

E' il potere” confermò affascinato dalla sua reazione. “Giuro su dio, Lady Caroline, non ho mai conosciuto nessuno come voi...”

Aveva la labbra sporche di sangue. Caroline le risucchiò lentamente e le lasciò andare, lucide di saliva.

Entra in risonanza con il mondo. Ascolta” mormorò e le posò una mano sugli occhi. Caroline sprofondò nel buio e ascoltò. Il picchiettare incessante della pioggia, le voci, i pensieri, i desideri di ogni essere vivente nel mondo. Sentiva tutto, apprendeva, assorbiva e rielaborava facendo propria ogni emozione. Si aggrappò al braccio di Louis e si nascose fra le pieghe della sua anima quando udì il lamento di un morente. Gioì di piacere al primo vagito del nuovo nato e arrossì, eccitata dai gemiti degli amanti che si regalavano piacere a vicenda.

Caroline era sospesa in un arco di tempo e di spazio da cui non poteva sottrarsi, ancorata al corpo di Louis come unico punto di riferimento nel vortice. Quando l'aiutò a riscuotersi – chissà quanto tempo era passato – Caroline gli posò la testa contro, annientata. Aveva capito. C'era tutto il mondo, la fuori. Avrebbe voluto vedere ogni singolo angolo del pianeta, respirare l'odore della terra, della rugiada al mattino...

Dov'è il suo anello, Lady Caroline?”

L'ho gettato in terra... vicino alla siepe...”

Vogliamo cercarlo?” domandò e Caroline si sollevò dal suo comodo giaciglio e lo guardò annebbiata. Annuì e l'Antico sorrise come se avesse fatto la scelta giusta. Le sistemò i capelli dietro l'orecchio e Caroline abbassò la testa, arrossendo intensamente quando la baciò sulla fronte. E sul naso. E sulle labbra. Caroline lo ricambiò per un attimo, poi si ritrasse sbigottita e senza parole.

Attiri le persone sbagliate.

Vorrei conoscere la sua storia, Lady Caroline...” mormorò e si abbassò verso di lei “me lo consente?”

L'ultima volta che aveva acconsentito ad una cosa del genere, era quasi finita a letto con Damon. Ben sapendo che le leggeva nella mente, lo guardò lasciando libero il flusso dei pensieri. Nessuna ombra di sentimento alterò i lineamenti ruvidi e perfetti di Louis. “Non le farò male” sussurrò e le scoprì il collo mordendola lentamente. Caroline sentì un breve dolore e poi il piacere dilaniarla da parte a parte. Come la prima volta, pensò e si irrigidì contraendo tutti i muscoli anche quelli che non sapeva di avere.

***

Damon Salvatore non sforzava di non rimuginare gli errori commessi con Caroline. Camminava sotto la pioggia che andava lentamente diminuendo. Non aveva mai subito una sconfitta simile nella sua vita. Imboccò il vialetto a testa bassa e si preparò a subire il fiume di domande del fratello. “Paparino è a casa!” esclamò quando entrò nell'abitazione “il tabaccaio era chiuso, ho dovuto fare una deviaz...” Damon alzò lo sguardo dal pavimento sulle persone che affollavano il suo salotto. “Siete sul mio territorio!” esclamò esausto togliendosi la giacca di pelle fradicia di pioggia.

Eileen gli arrivò sui piedi e Damon le bloccò il braccio prima che lo colpisse. “Cosa ho fatto ora?!” domandò e la spinse via. Scoccò un'occhiata al fratello, ad Elena che lanciava occhiate nervose fra loro e il piano superiore, su Katherine che aveva tutta l'aria di stare per sventrarlo.

Sei stato tu ad incendiare l'abitazione di Eileen?” domandò Stefan alzandosi e facendo cenno ad Elena di restare dov'era.

No!” rispose e girò lo sguardo sulle due donne identiche. La rovina della sua vita, la copia... “Dov'è finita la tua amichetta? Devo farci due chiacchiere” disse rivoltò ad Elena mentre si versava da bere “non so come vi hanno educato, ma...”

Caroline è al piano superiore. Con Louis” sparò in fretta prima che qualcuno le impedisse di parlare.

Damon la guardò prima stupito, poi accigliato. Schiantò il bicchiere pesante e sfaccettato sul tavolino e ancora prima che potessero fermarlo, era già sulle scale.

***

Non batteva.

Il suo cuore.

Non lo sentiva.

Louis...”

Mia cara...”

Sto morendo...”

Forse...”

Caroline fece forza contro di lui, un debole tentativo di sfuggire alla propria sorte “non voglio morire...”

Ma tu sei già morta.

Bevi, mia dolce Caroline. Bevi da me...”

Caroline bevve. Più e più volte finché il sangue non la nauseò e la forza che sentiva dentro di se non le fece aprire gli occhi. Era. Tutto. Amplificato. Il soffitto era così... lontano. La coperta sotto di schiena era calda del suo corpo. L'uomo su di lei leccava la ferita quasi rimarginata lungo il collo. Le sue mani serpeggiarono lungo le braccia di Louis, si infilarono fra i capelli. Le gambe lo avvolsero in una stretta debole ma possessiva. Caroline scoprì del tutto la gola, inarcò la schiena, espose il seno nascosto dalla camicia bianca di Stefan. Louis la seguì nei movimenti, la baciò, scostò i lembi della camicetta con un gesto lento della mano accarezzando la pelle morbida e bianca del seno. Caroline mugolò e allargò le braccia, offrendosi al vampiro su di lei. Louis la baciò lungo lo sterno, sullo stomaco fino a raggiungere i jeans che calavano sui fianchi. Le gambe lo strinsero attorno al bacino spingendosi contro di lui. La pressione del corpo cambiò e si fece più feroce e insolente. Caroline lo spinse da un lato e lo inchiodò sulla coperta, lo sguardo appannato e il desiderio che pulsava in ogni angolo del corpo. “Non cercare di sottomettermi...” sussurrò imbambolata, ancora drogata dal sangue.

Non ho mai pensato di farlo” rispose e alzando una gamba, la costrinse a ricadere su di lui “a meno che lei non voglia, lady Caroline...”

Insegnami a dimenticare.”

Lo sguardo cupo di Louis si fece ancora più fosco. “Dimenticare non guarisce dal male.”

Ma esiste un modo per smettere di soffrire” insistette “insegnami a cancellare i sentimenti...” Caroline chiuse gli occhi in una muta preghiera “Louis, ti prego...”

Non è il momento.”

Il vampiro la rovesciò sotto di se e Caroline trasalì quando udì la porta della stanza sbattere con un rumore assordante. Il corpo di Louis le fu strappato di dosso e fu riportata bruscamente alla realtà.

Damon lo colpiva con forza e rabbia, dimentico che il fatto che lo rendesse un Antico implicasse che poteva fargli ribollire il sangue con un semplice gesto della mano. Louis lo bloccò con un'agile torsione del polso e lo tenne sollevato lontano da se con un certo grado di divertimento sul volto. Lo lanciò dall'altro lato della stanza, direttamente fuori della porta, dritto giù per le scale dove giacque con un gemito roco che esprimeva tutto il dolore che provava. Li sentiva tutti addosso, i loro sguardi. Preoccupazione da Elena, compassione di Katherine, divertimento da Eileen che si inchinò su di lui e gli rimise a posto i capelli sulla fronte con un dito. “Stupido” sussurrò e sorrise compiaciuta.

Louis si ricompose e sogghignò fra se. La sostanza di un uomo resta la stessa, nonostante gli anni. Lanciò uno sguardo verso Caroline che era rimasta immobile, sconvolta dalla scena. “L'avventatezza di Salvatore è leggendaria. Credo non voglia perdere il seguito.”


Mi rimetto in piedi da solo” sibilò in direzione del fratello che aveva abbandonato il suo posto per aiutarlo. “Mi ha pestato un Antico, non credere...”

Ringrazierei di essere ancora vivo e abbasserei la cresta il più possibile” borbottò cercando di farlo ragionare “non sono qui in visita di piacere, qualcuno ha incendiato il loro covo...”

Non sono stato io!” esclamò arrabbiato.

Sta dicendo la verità.”

Finalmente!” ribatté altezzoso “ora fuori da casa mia, tutti quanti!”

Caroline si fermò a metà della scalinata e ascoltò il tono arrabbiato di Damon con una certa preoccupazione. Sedette sugli scalini e restò ad origliare.

Compresa tu” la sferzò fermo sul primo gradino. Caroline trasalì. Damon la guardava con aria omicida. Era furioso, bagnato, addolorato e gli occhi gli brillavano di rabbia esplosiva.

Caroline sciolse le braccia che teneva strette contro lo stomaco e si rialzò lentamente, sempre tenendo gli occhi fissi nei suoi.

Damon pensò che quell'aspetto non l'aveva mai avuto. Aveva bevuto il sangue dell'Antico. E chissà cos'altro, pensò sentendo il cuore contrarsi. “Fuori da casa mia, traditrice.”

Non ti ho...” Caroline si bloccò e alzò gli occhi al cielo sentendo le lacrime premere di nuovo dietro le palpebre.

Damon salì un paio di scalini e quando le si avvicinò Caroline fece un passo indietro “hai superato addirittura Katherine” mormorò stringendo gli occhi “io mi fidavo di te.”

Damon...”

Il vampiro alzò un dito e la sfidò a continuare “non provare a giustificarti, principessa!”

Non voglio giustificarmi, voglio dirti la verità!” esclamò andandogli dietro “ho trovato le lettere...”

E hai dovuto ficcarci il naso dentro!”

E' stato più forte di me!”

Dovevo bruciarle” mormorò a bassa voce, arrabbiato “come diavolo hai fatto a trovarle?”

Ho frugato, sono una donna!” si giustificò ignorando le persone attorno a loro che li guardavano “ero a casa tua, avevamo appena fatto sesso, trovo le lettere delle tue ex, che dovevo fare?!”

Rimetterle al loro posto ma questo concetto è troppo alto per te!” esclamò e guardò gli astanti “siete ancora qui, voi?!”

Non me ne andrò finché il colpevole non sarà saltato fuori” sibilò Eileen nella sua direzione “hai mentito!”

Ho mentito?!” esclamò in direzione dell'Antico che stava osservando Caroline.

Hai detto la verità” ammise spostandosi verso l'uscita. “I miei più cortesi omaggi. Signore...” sussurrò rivolto ad Elena che seguiva la scena ammutolita e a Katherine che se ne stava buona in un angolo a rimescolare il vino ormai caldo ed imbevibile. “Stefan...”

Il vampiro si alzò e lo accompagnò alla porta. “Perdoni il suo comportamento. E' una testa calda.”

Un uomo innamorato compie molte sciocchezze.”

Grazie per non averlo ucciso.”

Avrei spezzato il cuore di lady Caroline” rispose ed uscì sul portico bagnato. Si chinò a raccogliere l'anello di Caroline e glielo porse. Stefan lo accettò senza un commento ma ricominciò a respirare quando l'Antico si allontanò all'orizzonte, seguito dagli accoliti di Eileen. Quando tornò nel salotto sospirò affranto. Suo fratello non era fortunato con le donne, ma se l'andava proprio a cercare.

Katherine li guardava a turno. Muta, fredda, sprezzante. Posò il bicchiere sul tavolino e si avvicinò alla coppia. Caroline quando la vide trasalì e si allontanò da Damon in un istante.

Voglio parlare con te” gli disse, seria “da soli.”

Ed io non voglio parlare con te! Voglio che ve ne andate fuori dalla mia casa e dalla mia vita! Tutti quanti!” urlò esausto.

Katherine lo afferrò per la maglia e lo tirò verso la cucina, il volto duro, accigliato. Quando lo lasciò andare, Damon caracollò contro il muro, si rimise in piedi e di nuovo Katherine lo inchiodò alla parete. “Te la sei portata a letto?!”

Toglimi le mani di dosso, hai avuto centoquarantacinque anni per..”

Rispondi!” esclamò battendo una mano sul muro, accanto al suo orecchio “è vero, quel che ha detto?”

Sì!”

Katherine si rizzò e lo lasciò andare “l'hai portata nella casa di Annabelle...”

Lo stupore gli alterò i lineamenti. Damon aprì bocca e la richiuse sentendosi un pesce rosso.

Katherine sorrise, addolcendo lo sguardo “ho sempre saputo dove andavi a rifugiarti, quando eri troppo ferito o volevi restare solo... è li che tieni le mie lettere? Dovevi impedirle di fuggire, incapace.”

Stavo dormendo” mormorò “era questo, il tuo gioco?”

Te l'ho detto, Damon... voglio solo il tuo bene” sussurrò avvicinandosi e lisciando la camicia sul torace “tu non mi hai creduto...” si alzò sulle punte e lo baciò sulla guancia destra “dimenticami.”

Io non posso dimenticarti” mormorò sentendo il vecchio sentimento riaffiorare dalle profondità del cuore. Le accarezzò il viso nel momento stesso in cui Caroline si sporse a guardare, divorata dalla gelosia. La prova che aspettava. Il cuore andò in mille pezzi e quando spostò lo sguardo dalla coppia, incontrò il viso fosco e bellissimo di Eileen.

Vuoi conoscere la vera ragione del mio odio?”

Che altro poteva fare se non ascoltare? Era la giornata delle rivelazioni! Caroline annuì e una lacrima di rabbia le scivolò sulla guancia. Eileen gliela asciugò con un dito. “Molti anni fa, Salvatore ingannò e uccise il mio uomo in una stupida contesa, una rissa da taverna... lui era umano, avevo rifiutato di trasformarlo. Sei la prova vivente che non avrà mai pietà di te...”

Lo so...” annuì e girò la testa verso la coppia che non parlava. “Esiste un modo per dimenticare, vero?”

... non riuscirò a dimenticarti, ma ci proverò...” mormorò e l'afferrò per le spalle allontanandola da se. “Ti amo, ma amo anche Caroline. La amo in modo diverso... ”

E' bionda!” soffiò fra i denti come se lo ritenesse un dato inaccettabile. “Accetta le sue scuse e finiscila di fare il geloso” borbottò e lo spinse verso la porta “Louis ha gusti superiori!”

Non fare la stronza” sibilò e quando vide Eileen accanto a Caroline provò una brutta sensazione.

Esiste un modo per smettere di soffrire, sì...” mormorò saettando il braccio attraverso di lei.

Caroline sgranò gli occhi e sentì il cuore fermarsi. Osservò l'avambraccio della donna che sprofondava al di sotto del diaframma e la guardò, allibita. Crollò a terra in una pozza di sangue e Eileen sparì all'improvviso lasciando gli astanti sbigottiti. Dopo un lunghissimo secondo, Elena urlò e si lanciò verso di lei. Damon fissò il corpo a terra e senza vita di Caroline e dondolò sulle gambe, un passo indietro dopo l'altro. Udiva la voce irata di Katherine dietro di se. Gli stava dicendo qualcosa che non capiva. E Caroline giaceva a terra, morta.

Epilogo

Si dice che basti schiacciare una farfalla nel passato per scatenare un uragano nel futuro. La farfalla giaceva in terra, il sangue che si allargava sul legno del pavimento, poco vicino il tappeto, macchiava le nappine bianche di un cupo rosso vermiglio. I fratelli Salvatore erano ammutoliti, solo Elena urlava e piangeva china sul corpo senza vita di Caroline.

Come lo spiego a Liz?” mormorò rivolto al fratello, crollando in ginocchio. La scrollò come se stesse dormendo e quando un filo di sangue colò dalla bocca semiaperta, Damon lo tolse con un dito. “Non c'era motivo... non aveva fatto nulla...” singhiozzò e un dolore feroce, mai conosciuto prima di allora gli strinse il cuore, avvelenandolo in ogni fibra.

Dobbiamo portarla via. Non possiamo farlo passare come un incidente casalingo” disse a mezza bocca, inchinandosi e raccolse il corpo senza vita della ragazza dal pavimento. “La porto nel bosco, è l'unica soluzione per quanto mi ripugni. Vieni con me?”

Damon non l'ascoltava. Continuava a guardare le labbra pallide, la pelle gelida e gli occhi senza vita di Caroline. Le sfiorò i capelli e fece un passo indietro. Scosse la testa con sguardo vitreo e fisso. “Seppelliscila. Non lasciarla in pasto agli animali” bisbigliò e voltò su se stesso incrociando il volto piangente di Elena. Damon l'abbracciò con forza soffocando il pianto in gola. Elena piangeva senza ritegno e si aggrappava a lui continuando a ripete 'mi dispiace' come se il guaio l'avesse provocato lei.

Buona, piccola, buona. Ora li uccidiamo tutti” sussurrò nell'orecchio della ragazza “uno ad uno, in modo atroce ... non ti preoccupare” mormorò come se davvero una minaccia del genere potesse tranquillizzarla.

Ma che dici?!” urlò e gli batte un pugno addosso “Caroline è morta! E' morta!”

Sta zitta” borbottò e la strinse sentendo un gemito di dolore. Allentò la presa, ma di poco.

Elena, resta con lui” mormorò Stefan avvicinandosi “ci metterò un po' di tempo... per sistemarla...”

Resta con lui!” esclamò Damon asciugandosi le lacrime “non sono mica un ragazzino... sono... incazzato!” rispose con una scintilla di lucida follia negli occhi “New Orleans brucerà dalle fondamenta, te l'assicuro. La tua fidanzatina non potrà impedirmi di massacrare quei maledetti vampiri!” ruggì sentendo la rabbia crescere a dismisura “pioverà sangue...” specificò frugando nei mobili del salotto e soppesando paletti e armi varie. “Mi ha dato quella buona ragione per ammazzarla, guarda un po'...” ridacchiò “mi piaceva Caroline, era forte. Mi sarebbe piaciuto conoscerla meglio e Eileen l'ha ammazzata.”

Stefan lo vide trasformarsi mentre parlava, segno che la rabbia stava salendo e non riusciva più a contenere la sua furia omicida “Damon...”

No no, lasciami finire” sussurrò tirando su le maniche della maglia “è tempo di poesia. Pura poesia... voglio sentire implorare quella puttana.”

Promettimi che mi aspett...” Una folata di vento, la porta che sbatteva. Elena e Stefan si guardarono preoccupati. Era la caccia privata di Damon e nessuno avrebbe dovuto intromettersi.

Va bene... la porto nel bosco...” mormorò chiudendo per un attimo gli occhi per l'azione terribile che doveva compiere “resta qui.”

Vengo con te” bisbigliò avvicinandosi alla porta “voglio stare con lei fino all'ultimo...” Elena aprì la porta e fece rapidamente un passo indietro.

Louis non sorrideva come prima. Non degnò Elena di uno sguardo e si concentrò solo su Stefan e sul corpo esanime. “La prendo io.”

E' morta...” mormorò immobile, occhieggiando Caroline. “Eileen l'ha uccisa.”

Non è morta” commentò e gliela tolse dalle braccia.

Eileen ha segnato la sua sorte” borbottò Katherine dietro di lui. Non sorrideva, non li motteggiava. Sembrava addirittura dispiaciuta “è già partito alla ricerca della vendetta?”

Lo conosci” mormorò Stefan stupito “l'hai chiamato tu?”

Katherine accennò un sì, laconica. “New Orleans, eh?”

Vuoi aiutarlo?”

Ma Katherine non rispose e voltò su se stessa sparendo all'orizzonte. Louis strinse il corpo di Caroline macchiandosi di sangue raggrumato. “Vivrà” mormorò in direzione di Elena “ma sarà diversa.”

Diversa come?”

Non possiamo saperlo.”

Penso di dovermi recare a New Orleans prima che Damon...”

No” disse lasciando Stefan senza parole “un uomo ha diritto di cercare la vendetta, anche se questo lo porterà al sacrificio di ciò che ha di più caro al mondo.”

Elena lo fissò cercando di capire il messaggio nascosto dietro le parole e Louis si voltò verso di lei “la sua umanità.”

Damon non ha più nulla di umano, ora che ha perso anche lei...” mormorò senza riuscire a fermarsi.

Louis abbassò lo sguardo su Caroline e ignorò le parole di Elena. “Un uomo è ben poca cosa senza una donna da amare. Lady Caroline vivrà. Ma starà a lei decidere se tornare a Mystic Falls o meno.”

Dove la porta?!”

Il vampiro ignorò di nuovo la domanda di Elena e voltò su se stesso, mentre Stefan gli teneva la porta aperta. Louis scomparve in lontananza e Elena dovette sforzarsi di non urlare di frustrazione. Stefan l'abbracciò tentando di consolarla. “E' in buone mani. Preoccupiamoci di quei due, piuttosto. Ho l'impressione che premeranno i tasti sbagliati e sulla terra resteranno solo gli scarafaggi...”



To be continued....

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