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di _darkia_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Scuro ***
Capitolo 3: *** Cioccolata e Marmellata ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti! Sono tornata con una nuova fiction!! Dunque precisiamo subito i concetti essenziale:
- nella mia fiction la morte di L avviene nel 2010;
- i protagonisti sono, come nella mia fiction precedente, Mello e Chiara, ma la storia è completamente diversa, in comune ci sono solo i nomi;
- la storia non seguirà esattamente il corso come nel manga/anime, anche se rimarranno gli elementi più essenziali in comune;
- non so quanto impiegherò ad aggiornare, in quanto la scuola comporta vari impegni x.x ,
- ATTENZIONE: LINGUAGGIO a volte SCURRILE;
- Mello è un figo.
Chi è contrario a queste precisazione è consigliato di non leggere questa fiction.
Per tutti coloro che leggeranno la storia auguro buona lettura e spero di leggere i vostri commenti! ^.^



PROLOGO


21 gennaio 2009, California, carcere (di cui non posso specificare il nome in quanto suo desiderio di restare anonimo. nd me)

-Direttore! Direttore!!-
Il direttore del carcere alzò lo sguardo contrariato dal proprio giornale: che cosa vorrà quell'incompetente?!
-Direttore...- biascicò l'incompetente in questione stremato dalla corsa appena fatta.
-Cosa succede?-
-Il detenuto... B-Beyond Birth-Birthday...è...coff...morto.-
A quel punto il direttore non potè fare a meno di buttare il giornale sulla scrivania e accorrere con l'incompetente (che dovette farsi di nuovo la strada di corsa) alla cella.


25 novembre 2010, Winchester

Dannazione!
Fottuto, fottutissimo Near! Se solo non fossi così perfetto! Se solo non fossi il migliore! Il secondo, secondo, SEMPRE il secondo dovevo essere!
Ma ora basta! Da oggi tutto cambierà! Perchè io ho appena lasciato la Wammy's house!

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Capitolo 2
*** Scuro ***


CAPITOLO 1: SCURO

Pioveva. Pioveva molto forte. L'acqua invadeva le strade, bagnando tutto. Nessuno era fuori, tutti rintanati in casa... Tutti tranne lui. 15 anni, compiuti quel giorno, il 13 dicembre, i capelli biondi schiacciati dalla pioggia, gli abiti neri inzuppati, gli occhi celesti ancora furenti da quando aveva lasciato l'orfanatrofio. La Wammy's house, l'orfanatrofio di geni, fondato da Quillsh Wammy, anche detto Watari, per trovare un degno successore di L. L: il più grande detective del mondo. E ora che questi era venuto a mancare, lui, Mello, se ne era andato dalla Wammy's, rinunciando alla competizione, stanco di essere l'eterno secondo.
-Al diavolo! Kira! Near! Roger! Tutti! Vivrò a modo mio! Per L!- sibilava a se stesso, giusto per sentire una voce che scacciasse quel terribile senso di solitudine. Aveva abbandonato tutto: la casa, gli amici, una possibile strada per il futuro... Ma ora non gli importava più nulla, non sapeva nemmeno dove stava andando e non aveva nè soldi nè cibo (aveva finito la cioccolata).


Stava attraversando un piccolo paese quando calò la sera: pioveva ancora. Mello camminava sul marciapiede, strisciando i piedi: la stanchezza iniziava a farsi sentire (erano due giorni che non si fermava a riposare) e la pancia gli doleva per la fame.
Ma il ragazzo continuava ad andare avanti.
Ad un certo punto, però, fu colto da violenti brividi.
-Ci manca solo l'influenza!- imprecò, calciando lontano un sasso con un piede, che andò a rompere il vetro di un automobile. Si azionò l'allarme.
-Al diavolo!- il biondo continuò ad imprecare, accelerando faticosamente il passo. Il capelli fradici gli oscuravano la vista e così non notò la figura davanti a lui e ci andò a sbattere contro. Cadde a terra ed entrò in uno stato di dormi-veglia perchè aveva battuto la testa. Questo non gli impedì, però, di sentire il rumore di qualcosa di vetro che si ruppe, nè di vedere la figura, di cui non riusciva ad identificarne il volto, protendersi su di lui. Avvertì la risata che proveniva dall'estraneo. Altri brividi lo scossero.
-Hehehe...Hihihi...Hohoh...-
-Che succede?- chiese un'altra voce, interrompendo la prima: femminile, autoritaria, fredde. Non aspettò una risposta: -Dovresti imparare a contenere i tuoi istinti, te l'ho sempre detto.-
Un'altra figura, anch'essa scura, si sostituì alla precedente. Mello sentì dei capelli solleticargli il collo, poi qualcosa di caldo gli sfiorò la guancia.
Altro brivido.
-Sta cadendo nell'incoscienza... è pallido.- si voltò verso l'altra figura: -Portalo a casa.-
Mello si sentì sollevare di peso.


La ragazza si separò dal compagno e dal ragazzo svenuto.
"Altri guai." sospirò e prese in mano una piccola agenda. Lesse rapidamente i nomi scritti sul giorno odierno. "Bene, non manca nessuno: mi sono occupata di tutti."
Aprì il cancello di una grande villa. Soapirò nuovamente: l'avrebbero sgridata perchè aveva fatto tardi (come al solito) ed era lercia (come al solito).
Entrò e si sorbì le lamentele del tutore.
-L'ospite come sta?- chiese alla fine della predica.
-Dorme, come al solito. Non credo si possa risvegliare dal coma.-
Il tutore era una figura austera, alta, quasi sinistra. Aveva i capelli ingrigiti dall'età e gli occhi duri e freddi, del colore del ghiaccio. Era francese, ma si trovava in Inghilterra in quanto tutore di quella ragazza italiana, per cui nutriva un profondo affetto ed era in costante pensiero per lei. Si rammaricava di non essere mai al corrente delle sue mosse e ogni volta che vedeva quel sorriso enigmatico solcare il suo volto non poteva fare a meno di provare paura. Già, Laurent aveva paura di quella ragazza, perchè non sapeva quali mosse aspettarsi da lei.
-Non dica così signor Laurent. Lo fa sembrare come una cosa negativa: meglio in coma che morto!-
-Quando mi metterai al corrente della sua identità e del perchè te lo sei portata dietro dal tuo viaggio in Giappone?-
-Non ancora, signor Laurent. Deve essere paziente.-
La ragazza si ritirò nella stanza dell'ospite e si sedette sul letto in cui era. Lo osservò con immensa dolcezza e gli sfiorò il volto con la mano. Poi si alzò e andò a farsi un bagno caldo, ripensando al viaggio di cui Laurent aveva parlato.


Mello aprì gli occhi e si guardò intorno: si trovava in un piccolo appartamento semibuio, illuminato solamente dalla luce che filtrava da una tenda rossa che oscurava l'unica finestra. Quel raggio, però, bastava per rendere accogliente l'ambiente. Nella stanza c'erano un letto (su cui il ragazzo giaceva), una scrivania e una sedia. Su di essa era seduta, di spalle, una persona. Seduta...accovacciata. Aveva la schiena ricurva e i capelli ribelli.
Mello sgranò gli occhi: quello era...

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Capitolo 3
*** Cioccolata e Marmellata ***


 

CAPITOLO 2:CIOCCOLATA E MARMELLATA



-Arrivederci signor Laurent! Ci vediamo stasera!-

La ragazza si avviò di buon passo per il viale della villa, accompagnata dal leggero fruscio che i suoi abiti di pelle creavano. Dai pantaloni estrasse una piccola agenda, la stessa del giorno prima e del giorno prima ancora. Da un anno ormai faceva uso dell'oggetto.


_ROBIN SMITH (39 anni)

_CLARY BRAINS (23 anni)

_BETH MCGREGOR (30 anni)

_SEBASTIAN TOMSON (42 anni)

_PHILIP CRASH (48 anni)

_TAKASHI UESUGI (39 anni)

_AMBER BROWN (9 anni)


-9 anni... che destino ingrato.-




Quello era... L! Il suo idolo a pochi metri da lui!

-L!- si alzò di scatto e scattò verso la scrivania.

La figura si voltò.

Mello si fermò: quello non era L. Gli somigliava molto: stessa schiena ricurva, stessi capelli neri, stessi occhi da panda. Ma c'era qualcosa in quella persona che gli diceva di non essere L, piuttosto una copia.

Vari pensieri gli attraversarono la mente, primo fra tutti il ricordo di quella giornata di autunno.



Mello si incamminò per i corridori della Wammy's house, diretto all'ufficio di Roger. Era il 27 settembre 2008 e le foglie degli alberi si erano tinte d'oro e danzavano attacate in precario equilibrio ai rami, carezzate dal vento. I passi del ragazzo rimbombavano nel silenzio della casa: tutti i bambini, infatti, erano fuori a giocare. Tutti tranne lui.

"No, c'è sicuramente qualcun'altro." il pensiero del biondo corse alla Common Room, sul pavimento della quale, probabilmente, un bambino albino completava un puzzle. Il pensare a Near gli fece tornare in mente il risultato del test del giorno prima: 3 punti alla perfezione, 3 punti indietro a Near. Come SEMPRE.

Strinse i denti e accelerò il passo: ormai mancava poco all'ufficio di Roger. Si chiese per l'ennesima volta chi volesse incontrarlo. In cuor suo, sperava in una sola persona.

"Non farti illusioni: lui è all'estero, a risolvere i casi più difficili. Quanto vorrei sapere le sue imprese..."

Ecco, era arrivato: alzò la mano davanti alla porta di noce e bussò.

-Ti aspettavo. Entra pure.-

L'udire di quella voce provocò a Mello un tuffo al cuore: non era possibile... Fece un profondo respiro e si promise di stare calmo: doveva essere all'altezza di Lui. Aprì la porta e si infilò subito dentro, come per voler evitare che qualcun'altro potesse vedere la persona che solo lui aveva di fronte.

L era seduto (accovacciato) su una poltrona dietro la scrivania ed era intento a sorseggiare del tè caldo.

-Vieni, sediti.- indicò la poltroncina dall'altra parte del mobile. Mello non indugiò un solo istante e ubbidì.

-Vuoi un dolcetto?- gli chiese L.

-C'è della cioccolata?-

-Giusto una barretta.-

Mello ringraziò e prese il cioccolato.

-Allora, Mello, come procedono gli studi?- domandò distrattamente il detective, come se fosse solo una prassi che era dovere compiere.

-Bene, grazie, ma credo che tu sia perfettamente informato sui miei risultati.-

-Credi bene.- sorseggiò un po' di tè -Mi chiedevo se ci fossero altre novità.-

-No, nessuna degna di nota.- Mello sapeva dove L voleva andate a parare, ma quella che lui voleva era una cosa impossibile.

-Capisco.-

-L'hai già incontrato?-

-Near? No e non è mia intenzione farlo. Oggi sono qui unicamente per parlare con te.-

Mello finse indifferenza, mentre in realtà una gioia immensa invadeva il suo essere. L, tuttavia, riuscì a cogliere il luccichio degli occhi del ragazzo.

-Davvero? Non hai dei casi che richiedono il tuo intervento?-

-No, in questo periodo no.- appoggiò la tazzina vuota e passò a mangiare una torta condita con panna e fragole.

-...-

-Chiedimi quello che vuoi.-

Mello rimase un attimo sorpreso da ciò che L aveva appena detto: dunque lui sapeva della curiosità che rodeva il fegato del ragazzo. Tuttavia il biondo decise che non si sarebbe lasciato sfuggire un'occasione del genere.

-Raccontami delle tue imprese.-

-...-

L rimase qualche minuto in silenzio, intento a gustare una fragola, poi finalmente rispose: -Va bene, te ne racconterò 3.-

-Quali?-

-Il caso del serial killer BB di Los Angeles, la guerra di investigazione tra i tre più grandi detective del secolo, e il caso del sospetto del bombardamento di Winchester.-

-Quello...Quando tu e Watari vi siete conosciuti! E tu sei diventato il più grande detective del secolo!-

-Sì, esatto. Vuoi ascoltare questo per primo?-

-No, prima il caso del serial killer di Los Angeles.-




-Beyond Birthday...- disse in un sussurro.

"Ma no, è impossibile! Lui dovrebbe essere morto! Come può essere qui? E perchè sono con lui? Sono morto anche io?"

BB sorrise sadico: -Mihael Keehl.-

Mello urlò: -Come conosci il mio vero nome?-

Per tutta risposta BB si avventò su di lui: -Chi ti dice che sei nella condizione di fare delle domande?-

Mello sapeva che non doveva dare segni di paura, in quanto questo avrebbe risvegliato il lato psicopatico di Beyond. Però, continuava a chiedersi come lui potesse essere a conoscenza del suo vero nome. La cosa poteva diventare molto pericolosa, in quanto Kira si serviva di un nome e di un volto per uccidere. E se B fosse Kira? Allora sarebbe morto. Però, se conosceva il suo nome e se era Kira, perchè non lo aveva già ucciso? E poi, da quanto tempo era lì?

Beyond mollò la presa e si allontanò di qualche passo: -Tu hai rovesciato la mia marmellata di fragole... Meriteresti una punizione! Però, fortunatamente per te, mi è stato detto di non farti nulla.-

-...-

-Comunque, finalmente ti sei risvegliato! Sono 2 giorni che dormi!-

-Due...giorni?- pian piano, stava ottenendo tutte le informazioni che voleva. Bastava tenere il gioco.

-Sì. Ti vedo sorpreso, immagino vorrai sapere anche perchè sono qui invece che all'Inferno...-

-Beh, sì.-

Beyond si sporse verso di lui: -Allora dovrai aspettare! =3 -

-...- si portò una mano alla pancia, che gli doleva dalla fame.

BB se ne accorse e prese un foglietto dalla scrivania e lesse ad alta voce :-"Dare da mangiare al ragazzo"... Mmm...Ce la fai a camminare?-

Mello si mise in piedi: ebbe un capogiro, ma niente di più.

"La febbre è passata."

-Andiamo al supermercato: ho finito le scorte di marmellata di fragole.- lo squadrò con sguardo accusatore. Per tutta risposta il biondo portò gli occhi al cielo con fare scocciato ma anche sognante.

"Cioccolata..."



-Chomp chomp...-

-Slurp slurp...-

Mello e Beyond camminavano per la strada, uno mangiando voracemente la sua barretta di cioccolato, visto che non mangiava da più di due giorni, l'altro che trangugiava con altrettanta voracità della marmellata di fragole, tenendo gli altri tre barattoli sotto il braccio. Varie persone li squadrarono. Entrambi portavano degli occhiali da sole e camminavano a qualche metro di distanza. Mello infatti non si fidava di un serial killer psicopatico che la stampa di tutto il mondo aveva dato per morto e si teneva indietro per poter osservare meglio le sue mosse e analizzare il luogo circostante.

"Se prova ad aggredirmi devo agire di conseguenza: non devo scappare o correre perchè non sono ancora abbastanza in forze, ma devo puntare sull'effetto sorpresa cercando di depistarlo quel quanto che basterà per poter sgattaiolare via e nascondermi nel posto più vicino."

Beyond intanto mangiava beatamente la sua marmellata, pensando anche lui sul da farsi.

"Devo riuscire a trattenermi. Non devo cedere ai miei istinti. Devo stare calmo."

Poi vide una bambina: molto graziosa, i boccoli rossi che le ricadevano sulle spalle e un vestitino rosa che le arrivava alle ginocchia. Aspettava sul marciapiede di un incrocio la madre che era entrata in un negozio. Si bloccò e Mello si irriggidì, in attesa. Ma BB non si mosse: continuava a fissare la bambina. Mello si chiese se volesse farle del male.

-Amber Brown...- mormorò BB.

Mello non fece in tempo a chiedere chi fosse, perchè vide arrivare un'auto a grande velocità. La vide frenare per il semaforo rosso, ma il guidatore perse in controllo e rischiò di andare addosso ad un suv. Frenò con tutte le sue forze e sterzò bruscamente, facendo ribaltare l'auto che rotolò nella direzione della bambina. La madre di quest'ultima, appena uscita dal negozio, urlò, ma Amber era paralizzata.

Fu allora che una figura schizzò attraverso la folla: una sagoma resa scura dalla velocità a cui correva che saltò e portò in salvo la bambina un attimo prima che l'auto l'investisse. La macchina si andò a schiantare contro un lampione che ripiegò e cadde su di essa. La figura scura mise la bambina per terra e corse verso l'auto capottata, saltando sul fianco e aprendo la portiera del passeggero.

Beyond appoggiò i vasetti per terra e corse a sua volta verso l'auto, imitato da Mello.

Il biondo vide la figura tirare fuori dalla vettura un uomo giapponese sulla quarantina, per poi girarsi verso BB. Mello si immobilizzò per la sorpresa: sull'auto, a sorreggere l'uomo, vi era una ragazza più o meno della sua età, vestita completamente di pelle, i capelli castani legati in una coda alta. Portava anche lei degli occhiali da sole. La vide guardare all'interno della macchina e imprecare fra i denti.

-BB! Qui sta per saltare tutto in aria!- gli passò l'uomo e guardò la bambina.

-CORRI!- ma Amber non si muoveva.

Allora la ragazza saltò dall'auto e la prese in braccio. Mello osservò la scena, credendosi quasi uno spettatore esterno. Si voltò verso destra per seguire la corsa di lei. Sentì un'esplosione, poi il buio.

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