Due amanti felici

di Juliet The Rebel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


 

 

                      Due amanti felici fanno un solo pane,

una sola goccia di luna nell’erba,

lasciano camminando due ombre che s’uniscono,

lasciano un solo sole vuoto in un letto.

Neruda - Due amanti felici

 

 

PROLOGO

 

Picchiava forte la pioggia quella notte come se il suo unico scopo fosse quello di uccidere. Uno strano rumore quasi piacevole produceva ogni volta che sfiorava il volto di Danielle. Lei era li, piegata su quel corpo che sperava essere ancora pieno di vita, o almeno che ne possedesse un briciolo. Quel ragazzo era giovane, forse non aveva nemmeno venti anni.

-   Ti prego – lo supplicava con voce roca nella quale riecheggiava il suo pianto – Ti prego, non morire. Non qui tra le mie braccia –

Scostò una ciocca di capelli neri dal viso del ragazzo del quale stava assistendo al giungere della fine della sua vita. Singhiozzò forte… Come aveva potuto fare del male a qualcuno? Si vergognò di se stessa. Poi la sua speranza fu di nuovo un respiro fievole quando, vide il ragazzo sbattere le palpebre degli occhi.

-   Sei vivo – sussurrò accennando ad un sorriso.

-   Già… - lui cercò di alzarsi ma Danielle lo trattenne.

-   Fermo. Ho chiamato l’ambulanza. Ti stanno venendo a prendere.... - fece una piccola pausa e poi rivolse di nuovo l'attenzione al viso del ragazzo - Ti ringrazio di essere ancora qui –

-   Prego. Mi avresti avuto sulla coscienza per tutta la vita – rise di gusto tremando tra le braccia di lei.

-   Si, è vero – Danielle piegò il volto per nascondere l’imbarazzo che celava la sua espressione – Ora ti prego non ti sforzare. A momenti ti porteranno in ospedale –

-   Come vuoi –

-   Posso farti una domanda? – cercò i suoi occhi in quanto voleva assicurarsi che il ragazzo fosse del tutto sincero.

-   Certo –

-   Come ti chiami? –

-   Bill, il mio nome è Bill –

Gli si incresparono le labbra e poi richiuse gli occhi. Non stava di certo morendo. Il ragazzo perse conoscenza ma quel momento lo conservò comunque dentro di se.

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Non ho avuto molto successo con le mie one-shot e ho deciso di proporvi una ff ^^ spero vi piaccia e i commenti sono sempre ben accettati : )

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


 

           CAPITOLO 1

 

 

Ricordava con assoluta chiarezza l’ultima volta che era stata in ospedale. Cercò di scacciare via l’immagine di se stessa ferma ed inerte su quel letto con le lenzuola non più bianche. Ma l’odore così intenso ed acre di quel posto le riportò alla mente l’orrore e tutte le sensazioni provate…

 Aveva fatto uccidere il bambino, il suo bambino. Quello che non voleva ma che suo marito invece pretendeva ad ogni costo. Ma non sapeva nulla, lui che la impauriva così tanto e verso il quale avrebbe volentieri provato odio…

Ritornò a quella che era la situazione in cui si trovava. Erano le due del mattino e appena un’ora prima aveva investito un ragazzo… Bill era nella sala operatoria da poco ma Danielle si sentiva frustrata e impaziente, ma cercò di mantenere la calma per non lanciare un urlo in quell’immenso silenzio. Si passò una mano fra i capelli e poi poggiò la schiena alla sedia. Era tutta bagnata e aveva freddo. Ma il tremore che la invadeva era nullo di fronte alla preoccupazione per la vita del ragazzo. E l’immagine dei suoi occhi socchiusi stava diventando la sua ossessione…

-   Signora – la chiamò il medico. Lei si ricompose in una frazione di secondo, non voleva far trapelare il suo affanno. Si alzò dalla sedia e gli si avvicinò.

-   Mi dica, come sta? –

-   Bene. È fuori pericolo –

Tirò un sospiro di sollievo e ringraziò il cielo per aver salvato Bill. Guardò il medico che aveva gli occhi fissi su di lei. Era un uomo alto e tozzo, con la barba grigia che gli incorniciava il volto.

-   La ringrazio per la notizia. Forse ora è meglio che vada - lei si girò e si incamminò verso la porta. Doveva assolutamente tornare a casa o Erik sarebbe stato ancora più arrabbiato.

-   Signora – il medico cercò di attirare la sua attenzione ma Danielle proseguì – Il ragazzo ha chiesto di lei – proferì e i passi di lei si arrestarono.

-   Davvero? – chiese rivolgendo ancora le spalle al medico.

-   Si – disse lui.

Danielle non sapeva che cosa fare. Avrebbe resistito, cercando di sorridere a quella persona alla quale per poco non aveva portavo via la vita? Provò ad auto convincersi e si voltò verso il dottore che la stava attendendo.

-   Va bene, mi porti da lui – non mutò la sua espressione per cercare di non apparire piena di confusione.

-   Venga –

La condusse per un corridoio stretto anche esso avente pareti di un bianco opaco. Si udivano i passi di entrambi che sembravano quasi devastare il pavimento.

Poco dopo che lei acconsentì a vedere il ragazzo, Danielle fu invitata dal dottore ad entrare in una stanza. Le stava tenendo la porta aperta. Lei fece un cenno per ringraziarlo ed entrò.

       Lui era li, con gli occhi fissi nel vuoto e il corpo immobile. Appena udì il                 rumore della porta aprirsi si voltò verso di essa e allo scorgere Danielle si accese in un sorriso.

-   Vi lascio da soli – disse il dottore prima di uscire dalla stanza in silenzio. Danielle rimase ferma con le braccia incrociate sul petto e le gambe che le tremavano.

-   Vieni qui – sussurrò allora Bill. Lei obbedì e si sedette sul bordo del letto dove lui era disteso. Si alzò a sedere per poterla guardare meglio.

-   Io… Mi dispiace per quello che è successo – esordì la donna cercando di tenere lo sguardo lontano da quello del ragazzo.

-   Già. Ti dispiace per me o per te? –

-   Per entrambi –

-   Io sopravvivrò o almeno è quello che mi hanno detto i medici –

-   Ne sono felice –

Danielle posò la borsa sul pavimento vicino ai suoi piedi. Si disse che il ragazzo si era fatto davvero un’idea orrenda di lei.

-   Perché mi hai fatto venire qui? –

-   Vuoi saperlo veramente o hai un urgente bisogno di tornare a casa tua? –

Cercò la risposta dentro di se e guardandolo capì cosa doveva dire.
-   
Lo voglio sapere –

-   Non mi hai detto come ti chiami – fu la prima volta che lo vide arrossire e poi allontanare lo sguardo. Bill le era apparso così fragile e avrebbe voluto ancora stringerlo fra le sue braccia.

-   Tutto qui? –

-   È importante… Tu sai come mi chiamo ma io ignoro del tutto il tuo nome –

-   Danielle –

-   Ti posso chiamare Danny? –

-   Non mi chiamavano così da quando ero al liceo –

-   Allora ti aiuterà a risvegliare la tua indole giovanile –

Risero entrambi. Danielle, coprendosi la bocca, si lasciò sfuggire una lacrima che il ragazzo vide con chiarezza. Allungò la mano verso di lei. Le sue dita affusolate catturarono quella goccia di tristezza. Lei tirò su con il naso e tornò a guardare gli occhi del ragazzo. Erano davvero splendidi. Bill stava per dire qualcosa ma il telefono di lei squillò.

-   Scusa, devo rispondere – affermò dopo aver preso il cellulare in mano e aver visto il numero di Erik – Pronto? –
-   
Danielle, dove sei? –

-   Tesoro, sono in ospedale – lei deglutì rumorosamente e notò con chiarezza lo stupore sul volto del ragazzo.

-   Cosa è successo? – la sua voce accennava appena ad un minimo di preoccupazione. Suo marito non lo amava così tanto.

-   Ho avuto un incidente –

-   Stai bene? –

-   Si, certo –

-   Allora torna presto… - agganciò senza dire niente altro. Lei fece cenno di si con la testa come se lui la potesse vedere. Rimise il telefono nella borsa, si alzò e si allontanò dal capezzale del ragazzo.

-   Devo andare –

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Sono stata molto felice di vedere che la storia abbia avuto più successo in confronto alle one-shot ^^ 

 

     Ringrazio in modo particolare  Arix2   Layla  e giady_crazy_... Spero che continuerete a seguire la mia storia ^^

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

 

 

Il buio, che si scagliava nel cielo, sembrava essere stato generato dai pensieri pieni di cupidigia di Danielle mentre tornava a casa. Non si aspettava di certo di vedere Erik in piedi pronto ad accoglierla a braccia aperte. Avrebbero litigato di nuovo il mattino seguente e lui le avrebbe detto di stare più attenta… O le avrebbe gridato contro che era una stupida impertinente e goffa. Si asciugò le lacrime che erano cadute appena aveva dovuto lasciare la stanza in cui Bill stava riposando in quel momento. Non lo avrebbe più rivisto.

Quando girò la chiave nella toppa della porta si rese conto che quella, inaspettatamente, era aperta. Questo non lasciava presumere niente di buono. La casa non era illuminata e silenziosamente si sfilò le scarpe, poggiò la borsa e il cappotto all’ingresso e si diresse in camera da letto. Erik era nel letto supino ma, Danielle lo capì dal rumore che faceva il suo respiro, non stava dormendo. Poco dopo che ebbe accostato la porta lui si tirò su a sedere aspettando che lei fosse pronta per accoccolarsi nel letto.

-   Mi dispiace di essere tornata così tardi – sussurrò quando si infilò la camicia da notte.

-   È la prima volta che lo fai da quando siamo sposati – sussurrò lui.

-   Cosa? – chiese lei sedendosi dalla sua parte del letto.

-   Non eri mai scappata per un nostro litigio… Non lo dovrai fare mai più –

Con dei movimenti rapidi la afferrò per i polsi e la sbatté contro il muro.

-   Mi dispiace –

-   Le tue scuse non mi servono a niente. Non ripagheranno di certo i danni che hai fatto alla macchina o alla persona che hai quasi ucciso. Danielle, sei proprio una stupida –

Lei dovette trattenere le lacrime, non poteva implorare pietà o lui si sarebbe arrabbiato ancora di più. Tenne per se la sua debolezza.

-   Non ti farò più preoccupare in questo modo, te lo prometto – disse cercando di divincolarsi dalla sua stretta. Lui la lasciò fare.
-   
Lo spero per te, amore mio –

Danielle poggiò le labbra su quelle del marito e poi prese ad accarezzargli i capelli. Sapeva come far scemare la sua rabbia, era per il suo corpo che la aveva sposata, no? O probabilmente anche per i suoi stupidi soldi.

-   Una volta eri così piena di vita, e ci divertivamo – le sussurrò all’orecchio quando lei prese a spogliarlo.

-   Si, me lo ricordo –

-   Cosa ti ha spento, tesoro mio? –

-   Il tempo e la mia stupidità… Sono invecchiata in fretta –
Le morse uno dei capezzoli in modo da farla sussultare per il dolore.  Erik non sapeva che lui era la causa del malessere della moglie.

-  Ringiovanisci per me allora… In onore dei bei tempi –

Una volta era magnifico fare l’amore con lui ma in quel momento non si ricordò cosa rendesse speciale l’unione dei loro corpi. Pensò a Bill quando le procurò altro dolore…

 Lui stava soffrendo ma la sua anima non poteva essere definitivamente corrotta.

Quando si ritenne soddisfatto Erik si accasciò dalla sua parte del letto e si coprì fino alle spalle. Si girò verso il muro in modo tale da non godere della vista di sua moglie. Lei si rivestì e, sempre silenziosamente, si diresse nel soggiorno. Sentii un rumore fievole provenire dall’ingresso. Giungeva dalla sua borsa. Per sbaglio aveva lasciato il telefono aperto. Lo estrasse e vide che c’era un messaggio. Si guardò in torno furtiva come ad accertarsi che gli occhi di Erik non fossero pronti ad esaminare ogni suo minimo movimento.

Aprì il messaggio, mandato da un numero sconosciuto. Riportava poche semplici parole.

-   Buonanotte, Bill –

Il suo cuore impazzì e lei dovette reggersi al muro per non cadere per terra e produrre ulteriore rumore. Gli aveva dato il suo numero ma non pensava che gli sarebbe stato davvero utile. Si sentii felice come non lo era dal giorno della sua nascita. Respirava un’aria nuova intrisa di gioia e non più di terrore. Rilesse diverse volte quelle parole come se ne nascondessero delle altre. Dovette cancellare il messaggio perché sapeva che Erik il giorno dopo avrebbe controllato il suo cellulare, era una cosa che faceva sempre. Chiese scusa sotto voce a Bill, come se a quella distanza lui la potesse udire, perché non poteva rispondergli. Sperò che lui non attendesse un suo messaggio… Gli avrebbe dato fastidio essere del tutto ignorato. Ma come spiegare ad un ragazzo così giovane la felicità che le aveva donato dedicandole pochi istanti della sua vita?

Spense il telefono, lo ripose nella borsa e tornò nella camera da letto. In quel momento Erik stava dormendo veramente. Tirò un sospiro di sollievo. Non avrebbe notato come le sue lacrime erano morte appena un sorriso le si era dipinto in volto. E di certo non era merito suo se si sentiva così euforica. Chiuse gli occhi ed immaginò di vedere Bill intento ad aspettare una risposta che non sarebbe mai arrivata… Ma lui sapeva che la volontà di Danielle ed il suo cuore la avrebbero spinta a cantilenare un tenero ringraziamento.

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Rieccomi con il secondo capitolo! Non potete immaginare quanto sono stata felice di vedere quante persone hanno letto la mia storia e volevo ringraziare
 giady_crazy_ ,  Layla e DarksideOfNana  per avermi lasciato un commento ^^

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


 

         CAPITOLO 3

 

Non riusciva a rammentare una mattina piena di luce come quella del giorno dopo aver conosciuto Bill.

Danielle si alzò presto e dopo aver fatto velocemente la doccia si era diretta in cucina per lavare i piatti sporchi che aveva lasciato il giorno prima e per preparare la colazione ad Erik. Si chiese se Bill era ancora in ospedale o se fosse stato dimesso… Avrebbe voluto andarlo a trovare e, dentro di se, cercò di ideare una bugia plausibile per uscire.

Suo marito si alzò alle nove e mezza come faceva tutti i giorni da quando si erano sposati.

-         Giorno – disse sedendosi al tavolo in cucina.

-         Buongiorno, hai dormito bene questa notte? – gli chiese mentre versava del caffé nella tazza di lui.

-         Bene direi – sbruffò non molto entusiasmo di tutte quelle parole di prima mattina. Subito dopo Danielle gli servì un dolce che aveva appena sfornato e dell’altro caffé. Erik gradì molto quella colazione e bofonchiò un grazie a bassa voce. Lei gli sorrise come se le avesse fatto un complimento.

-         Oggi devo partire… Solito viaggio d’affari –

-         Quando torni? –

-         Tra una settimana –

-         Oh… - prese il piatto sporco e cominciò a lavare le stoviglie. Dovette cercare di distrarsi perché la sua bocca si stava piegando nuovamente in un sorriso. Non avrebbe dovuto mentire per andare a trovare Bill.

Dopo che ebbe finito di mangiare Erik si fece una doccia e Danielle gli preparò la valigia. Si ritrovò ancora una volta a nascondere le sue apparenze, in questo caso colme di felicità. Quando suo marito partiva per lavoro lei si sentiva terribilmente sola. Anche se la presenza di Erik non era delle migliori poteva sopportarlo, come aveva fatto in tutti quegli anni.

-         Ti pregherei di non combinare uno dei tuoi soliti guai – le disse mentre indossava il cappotto. Lei arrossì e cercò di non incontrare il suo sguardo.

-         Te l’ho già promesso. Non farò nulla che ti rechi disturbo –

Lui fece cenno di si con la testa e, una volta presa la valigia, si piegò per darle un leggero bacio sulle labbra. Lei appena riuscì a sentire quella morbida pressione. Lo salutò e lo vide scendere le scale per poi trovarsi fuori nel cortile. Lo osservò mentre caricava la valigia e saliva in macchina. Erik non alzò mai il viso per rivolgere almeno uno sguardo verso dove anche lui sapeva si trovava il loro appartamento.

Dopo che si accertò che lui se ne fosse andato Danielle si precipitò in camera da letto per prepararsi ad uscire. Optò per un completo color crema composto da una gonna che le arrivava alle ginocchia, una giacca leggera del medesimo colore ed una maglietta nera sotto di essa. Guardandosi allo specchio si interrogò ancora un volta su quali potesse essere l’impressione di Bill avuta nei suoi riguardi.

 Guidò con cautela cercando di non fare un altro incidente. Non se lo sarebbe perdonato. Ci mise più del previsto ad arrivare in ospedale poiché quella mattina c’era davvero molto traffico per le strade. Parcheggiò il più vicino possibile all’entrata, stava per venire a piovere e non aveva la minima intenzione di bagnarsi.

Danielle fissò l’edificio vicino a lei ma non era ancora del tutto decisa ad abbandonare la sua macchina ed ad entrarvi. Di sicuro Bill non avrebbe gradito molto la sua presenza. Aveva come il presentimento che il solo vederla lo irritava molto. Strinse le mani intorno al volante e si concentrò sul suo respiro. Dentro, fuori, dentro, fuori… Era regolare e costante ma Danielle si sentiva affannata e piena di preoccupazioni. Il cielo era ornato da nuvole grigie e lei non voleva trovarsi sotto di esso nel momento in cui avrebbe lasciato scivolare la prima goccia di un’intensa pioggia. 

Aprì lo sportello e, dopo che lo ebbe richiuso, camminò con passo lento verso la porta. Una volta entrata cercò subito la direzione giusta per andare nella stanza dove Bill si trovava. Con lo sguardo riconobbe immediatamente lo stretto corridoio bianco. Lo imboccò e lo percorse fino ad arrivare davanti alla camera. Prima di entrare si aggiustò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. La porta era aperta…

-         Buongiorno – disse allora facendo il primo passo all’interno. L’espressione che aveva assunto poco prima scomparì definitivamente quando fu nella stanza. La finestra era aperta e un buon profumo, il quale per sua sfortuna non era quello di Bill, inondava tutta la stanza.

-         Buongiorno – disse l’infermiera che stava aggiustando il letto e vi stava cambiando le lenzuola.

-         Mi scusi, forse ho sbagliato stanza –

Danielle stava per andarsene ma la donna si voltò verso la sua direzione e le rivolse un caloroso sorriso.

-         Forse stava cercando il ragazzo che è stato portato qui ieri sera? – le domandò.

 -         Bill, si proprio lui – il cuore di Danielle ricominciò a battere. Strinse i pugni lungo i fianchi.

-         Mi dispiace ma questa mattina ha insistito molto per farsi dimettere subito. Non ha voluto dire a nessuno perché avesse tanta fretta e… -

Lei non sentii un’altra parola di quelle che l’infermiera le rivolse perché corse subito fuori dalla stanza e poi fuori dall’ospedale. Si bagnò ancora una volta il viso e i vestiti ma questa volta non provava alcun senso di disorientamento. Si chiese se Bill non fosse solo frutto della sua immaginazione la quale si era alleata con i suoi ignari sogni.

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Chiedo umilmente perdono per non aver postato prima ma non ho avuto la linea in casa >.<

Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e spero che lo fare ancora ed ancora *___*

 

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


Scusate il ritardo ma non ho avuto il tempo di postare il capitolo nuovo ç.ç chiedo perdono ma la scuola mi sta divorando pezzo dopo pezzo U.U
prima di iniziare vorrei ringraziare ci sta seguendo la mia storia e chi commenta poi volevo dire un paio di cosette:
memy881 : Danielle era incinta di Erik, ma ha deciso di abortire per diversi motivi... Prima cosa di tutto è una donna ancora troppo debole per crescere un figlio e non avrebbe mai sopportato di costringere un altro essere umano a vivere nella sua stessa situazione con un padre così. Spero che continuerai a commentare **
emobilla483 : Erik è un grandissimo stronzo XD purtroppo, essendo una psicopatica anche io XD, ho voluto mettere nella storia un personaggio come lui... ti prometto che appena avrò un pò di tempo leggero qualcosa che hai scritto, ma devo farlo con calma XD
Layla : "raggio di speranza" sono le parole giuste per descrivere Bill ^^ Danielle è una donna sola e costantemente messa sotto pressione dal marito che quasi ci prende gusto a farle del male.
Marty483 : ho pensato di inserire nella storia una seconda donna con la quale Erik tradisce Danielle, ma non vorrei che il racconto diventasse troppo banale XD Bill è un ragazzo misterioso è come un'illusione per Danielle, la abbaglia ma allo stesso momento lei non ha il tempo di sentir nascere questo amore dentro di se che lui è sparito.
giady_crazy_ : come ho già detto Erik è un grandissimo stronzo ma non può, almeno per il momento, stare troppo lontano da Danielle in quanto si tengono compagnia a vicenda ma chi sa... forse lei troverà la forza di andare avanti ;D

Ora vi lascio al capito ^^

CAPITOLO 4

Danielle si sentiva stordita, come se le sue illusioni avessero deciso di morire prima di diventare realtà. Il giorno dopo alla partenza di suo marito, e alla scomparsa di Bill, si accorse che era tempo di tornare a lavoro e di riprendersi indietro la sua monotona vita di sempre, piena di noia.

Infatti nel pomeriggio si diresse alla scuola di musica dove aveva preso servizio dieci anni prima, quando ancora sperava davvero che quella sua passione potesse tramutarsi in un sogno ad occhi aperti… Ma Erik le aveva impedito di continuare la sua vita all’insegna di un qualcosa ritenuto da lui inutile e superfluo. Danielle era la donna di casa, sua moglie e niente altro all’infuori del mondo che lui aveva creato per se con tanto scrupolo.

Quello però era l’unico posto dove si sentiva ancora amata. Aveva delle amiche, sue colleghe, e dei ragazzi magnifici a cui insegnare. Ogni giorno era una scoperta nuova ed un nuovo piacere che poteva offuscare quella parte di se che le era stata rubata nel giorno del suo matrimonio con la persona sbagliata.

Non si sentii allegra però quando varcò la soglia della scuola nonostante i sorrisi che le furono rivolti. Cercò di fare finta di non esistere, non aveva molta voglia di parlare con nessuno e tanto meno di rispondere alle domande piene di curiosità che le sarebbero state rivolte se qualcuno avesse notato il trucco sbavato per le troppe lacrime. Oltrepassò a grandi passi l’atrio rivolgendo un sussurro a mo di saluto a Kate, la sua migliore amica non che insegnante di chitarra, che invidiava per la sua giovane età. Quella era appoggiata con le spalle al muro teneva in mano diversi fogli che scrutava con attenzione. Danielle si ritenne davvero sfortuna in quel momento perché si sentii a dosso gli occhi della amica.

- Buongiorno – le disse a voce abbastanza alta. Danielle continuò a camminare spedita senza voltarsi indietro. Ma decise di fermarsi quando udii dietro di se il rumore prodotto dai tacchi della sua amica.

- Danielle ho saputo che Erik è partito… Che ne dici se stasera ci andiamo a prendere una birra sole io e te? –

- Non so, non ho molta voglia di uscire – rispose voltandosi verso di lei.

- C’è mai stato un giorno in cui tu mi abbia dato una risposta positiva? – Kate sbruffò ma trattene il fiato non appena vide il volto dell’amica stravolto dalle lacrime. Si avvicinò a lei e la prese sottobraccio e la condusse nel bagno più vicino. Dopo che entrambe furono entrate chiuse la porte a chiave dietro di se.

- Che cosa diavolo è successo? – domandò Kate tirando all’indietro i capelli dell’amica.

- Nulla – l’altra tirò su con il naso e cercò qualcosa dove posare lo sguardo.

- È stato Erik? Ti ha picchiata di nuovo? –

- Non c’entra nulla Erik!!! –

- Allora cosa? Si tratta di Christofer? –

Quando lei pronunciò il nome di suo fratello Danielle non poté fare altro che sentirsi ancora peggio.

Ultimamente non era andato a trovarlo e non aveva una giustificazione plausibile da usure con sua madre per giustificarsi. Kate la afferrò per le spalle e la scosse un po’.

- Danielle ti prego, dimmi cosa ti è capitato!! Mi stai facendo preoccupare –

- Mi dispiace… -

Si lanciò tra le braccia della sua amica più cara e si lasciò sfuggire dei singhiozzi molto forti che sperò nessuno avesse udito.

Dopo che si sentii meglio decise di sciacquarsi la faccia. L’acqua lavò via il trucco ormai rovinato e le diede un senso di nuovo. Incontrò gli occhi della sua amica nel riflesso dello specchio non appena, dopo essersi asciugata il volto, alzò il capo. Comprese allora che doveva raccontarle tutto… Così face e Kate non poté fare altro che ascoltarla in silenzio annuendo ogni tanto.

- E fisicamente come è questo Bill? – le chiese con uno sguardo malizioso negli occhi. Danielle si sentii colpita da quelle sue parole… Era come se fosse tornata ragazza e quella fosse la confessione del suo primo amore.

- È davvero bellissimo – sorrise. Kate fu felice di vedere compiacimento nello sguardo imbarazzato di lei, sempre spento e privo di emozioni positive.

Era la prima volta che vedeva la sua amica in quelle condizioni. Avevano passato diversi pomeriggi a discutere animatamente insieme quando Danielle era sul punto di lasciare suo marito e di ricominciare da capo. Ma poi si pentiva sempre e prendeva la decisione di tornare al suo posto e di tacere ancora. Quando uscirono dal bagno si abbracciarono nuovamente e si diressero entrambe rispettivamente nell’aula dove avrebbero tenuto le loro lezioni. Kate le aveva fatto promettere che avrebbero riparlato presto di quel ragazzo…

Danielle sentì il cuore più leggero dopo quella conversazione con l’amica. Ma si chiese a cosa le servisse quella misera parte di corpo se aveva un’anima immensa da immolare a quel sentimento che provava per lui.


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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


 

 

CAPITOLO 5

 

Le gocce di pioggia vennero giù anche quella sera, mentre Danielle seguiva con attenzione una delle sue allieve che cantava un pezzo davvero magnifico. Si sentii inebriata dalla voce della ragazza molto simile alla sua quando aveva la medesima età. Lei aveva capelli d’oro che le ricadevano leggeri sulle spalle e degli occhi blu profondi che adornavano un viso pallido e bellissimo.

-   Ben fatto, Felicity – le fece un applauso e gli altri nella stanza fecero lo stesso.

-   Ti ringrazio – sorrise la ragazza per ricambiare quell’elogio. Dopo averle lanciato un’occhiata furtiva, dovuta di certo al fatto che la sua insegnante aveva il viso smunto e apparentemente stanco, si andò a sedere al suo posto.

Cantarono altre due ragazze ed infine un ragazzo che era dotato di vero talento. In cuor suo Danielle pregava che quei giovani continuassero a seguire quel loro sogno, una possibilità che a lei era stata negata. Ma era davvero bello poter ascoltare le loro voci che si intrecciavano e che formavano suoni leggiadri. Magari un giorno, quando uno di loro sarebbe diventato famoso, avrebbero menzionato quelle lezioni tenute con quella professoressa che li amava profondamente.

-   Grazie a tutti, ci vediamo la settimana prossima – disse prima di congedarli. Uscirono tutti dalla classe tranne la ragazza bionda di prima. Quella si sedette sulla scrivania di Danielle cercando il suo sguardo. Appena lo trovò la donna vide niente altro che euforia negli occhi di Felicity.

-   Ti ricordi di quel ragazzo di cui ti avevo parlato? – le chiese.

-   Certo, Felicity… -

-   L’altro giorno abbiamo parlato e mi ha inviato al ballo!!! –

-   Sono davvero felice per te –

Le sorrise calorosamente. Ascoltare i racconti di quella ragazza, riguardanti la sua vita di tutti i giorni, le facevano sfiorare quegli anni dedicati alla spensieratezza che anche lei aveva vissuto.

-   Volevo dirtelo prima ma ieri non sei venuta. Come mai? È successo qualcosa? –

-   Ho avuto un incidente l’altro giorno… Ma nulla di grave, non ti preoccupare – disse dopo aver scorto la paura nella ragazza. Felicity tirò un sospiro di sollievo e dopo averle posato un bacio sulla guancia si diresse verso la porta. Prima di uscire si voltò nuovamente verso la donna che era ancora intenta ad esaminare alcuni spartiti sulla sua cattedra.

 -   Grazie per avermi ascoltato ancora una volta – le disse.

-   Prego. Lo sai che per me è sempre un piacere –

Felicity rise allegramente e poi scomparve. Danielle dopo un po’ decise che era anche per lei ora di andare. Cercò la sua amica ma quella si era dissolta nel nulla. Probabilmente aveva uno dei suoi soliti appuntamenti.

Mentre tornava a casa si ricordò che quella sera non doveva cucinare per Erik e passò a prendere qualcosa da mangiare in un ristorante vicino all’ospedale.

Solo quando tornò in macchina con in mano un pacco che conteneva della pizza fumante si rese conto che doveva percorrere la stessa strada dove aveva avuto l’incidente e dove aveva incontrato Bill per la prima volta. Sospirò, posò il pacco sul sedile di dietro e ripartì. La pioggia cominciava ad essere sempre più forte…

Dopo che ebbe svoltato ad un angolo si dovette fermare a causa di una fila ferma per un semaforo rosso. Poco prima che quello diventasse verde sentii la porta del passeggero aprirsi. In un primo momento si spaventò, non sapendo chi fosse salito nella sua macchina e maledicendo la sua ingenuità, ma poi voltandosi verso colui che era entrato il cuore cominciò a batterle forte.

-   Ciao – le disse Bill mentre cercava di aggiustarsi i capelli di nuovo bagnati.

-   Buonasera – rispose lei. Stava per dire qualcosa altro ma i rumori dei clacson la incitarono a ripartire.

-   Scusa se sono piombato così all’improvviso dentro la tua macchina ma non ho nessuna intenzione di bagnarmi di nuovo e tanto meno di farmi investire di nuovo da te –

-   Oh, ecco… Figurati – la voce le tremava.

-   Io e te ci incontriamo sempre qui, hai notato? –

-   Si, ti stavo giusto pensando quando mi sono accorta di essermi fermata proprio in questo posto –

-   E a cosa stavi pensando precisamente? – lui le puntò gli occhi a dosso e Danielle non poté altro che sentirsi intimidita.

-   Mi stavo chiedendo come stavi –

-   Bene, e tu? –

-   Bene… -

-   Menti – sussurrò lui appoggiando il capo al sedile. Sembrava davvero stanco mentre socchiudeva gli occhi.

 -   Come fai a saperlo? –

-   Non te ne sei accorta? Io leggo dentro di te – sussurrò lui con voce sicura.

Si girò verso di lei e, una volta riaperti gli occhi, lasciò vagare il suo sguardo sul volto della donna per osservare la sua reazione ma Danielle cercò di mantenere la calma. Quando vide che lei non rispondeva Bill cercò qualcosa altro da dirle.

-   Non mi hai risposto al messaggio dell’altra notte – non era di certo una domanda ma lui non aveva l’aria di essere molto arrabbiato.

-   Mi dispiace – balbettò lei.

-   Non accetto le tue scuse. Ma se mi offri la cena potrei anche ripensarci –

Bill rise… Aveva avvertito immediatamente l’odore della pizza che inondava la macchina. Danielle lo imitò e si lasciò scappare una risata.

-   Ci sto – disse pensando che dopo tutto la sua vita non poteva peggiorare ancora di più.

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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

 

Quando vi entrarono, la casa di Danielle era sommersa dal buio. Nel tentativo di trovare l’interruttore posarono entrambi le mani sul muro dove le loro dita si sfiorarono. Lei si ritrasse e poco dopo accese la luce.

-         Ecco ci qui… - sussurrò poggiando la borsa e il cappotto. Si voltò verso di lui per ritrovarlo a pochi centimetri dal suo viso. Le sorrise.

-         Poggia la tua roba qui. Io intanto metto a scaldare queste cose e ti trovo un asciugamano –

Danielle fece come aveva detto. Mise la pizza nel forno ed andò in bagno alla ricerca di qualcosa da dare a Bill in modo che si potesse asciugare i capelli. Quando tornò in soggiorno lui era seduto per terra sul tappeto davanti al grande camino.

-         Non lo accendi mai? –

-         No… - dovette negare che non lo aveva mai usato da quando si era trasferita in quella casa.

-         Stasera può essere un’eccezione? – prima ancora di aspettare una risposta da parte di lei Bill si mise subito all’opera. Poco dopo le fiamme divampavano nel camino dando calore al corpo del ragazzo. Danielle si inginocchiò davanti a lui e li poggiò l’asciugamano sul capo bagnato. Lui sorrise ancora una volta e aspettò che lei cominciasse ad asciugargli i capelli. Lo fece con molto piacere e si divertì a toccare i capelli di lui…

-         Li hai sempre portati così lunghi? – gli chiese quando ebbe finito.

-         No, da piccolo li avevo corti. In quel modo mia madre poteva distinguermi da mio fratello –

-         Hai un fratello? –

-         Gemello… - Bill abbassò lo sguardo per nascondere l’aria cupa che aveva assunto.

-         Anche io ho un fratello maggiore –

Restarono per qualche minuto in silenzio finché Bill non si alzò ed andò in cucina a prendere la pizza. Le porse un pezzo avvolto in un tovagliolo.

-         Mangiamo sul tavolo, non impiegherò tanto tempo ad apparecchiare – lei fece per alzarsi ma Bill la trascinò nuovamente giù.

-         Ti prego restiamo qui –

-         E se si sporca il tappeto? –

-         Si può sempre pulire, no? –

Lei annuì e diede un morso alla pizza. Era davvero squisita.

-         Vivi qui da sola? O sei fidanzata? –

-         Questa è casa mia e di mio marito –

-         Oh… Quindi sei sposata –

   -  Si –
Lui sapeva già che c’era un uomo nella vita di Danielle. Lo aveva capito quella sera all’ospedale. Ma fece finta di aver rimosso quel particolare.

   -   Era da tanto che non mangiavo un pezzo di pizza –

-         Quando è stata l’ultima volta che ne hai mangiata una con tuo marito?–

-         Erik odia la pizza. Preferisce più che sia io a cucinare qualcosa per lui…-

-         Allora una di queste sere voglio che mi prepari qualcosa di speciale –

Bill si stese sul lungo tappeto con il capo rivolto al camino e piegato di lato in modo tale da poter osservare la donna.

-         Posso farti una domanda un po’ maleducata? – le chiese.

-         Dimmi pure –

-         Quanti anni hai? –

-         Trentasei – rispose lei mettendosi nella stessa posizione di Bill – e tu? –

-         Venti… -

Poi i loro sguardi si incontrarono nuovamente. Danielle ricordava perfettamente che le iridi di lui erano così magnifiche e piee di dolcezza.

-         Erik è tuo marito? –

-         Si… -

-         È più grande di te? –

-         Di qualche anno… -

-         Come vi siete conosciuti? –

-         I nostri genitori ci hanno fatto incontrare in modo tale che sbocciasse l’amore fra di noi… -

-         Ed è stato così? –

-         I primi tempi eravamo davvero felici insieme e pensavo davvero che lui fosse l’uomo con cui avrei passato il resto della mia vita – Danielle si sentii strana nel rievocare quei ricordi che le apparivano così lontani. Il matrimonio, lo sguado innamorato di Erik... ogni singola cosa le faceva venire una stretta allo stomato.

-         Ma…? –

-         Ma adesso credo che quello di sposarlo sia stato lo sbaglio più grande di tutta la mia vita –

Le si avvicinò e le cinse le spalle con un braccio. Posò le sua labbra sulla fronte di Danielle e vi depositò un bacio. Bill vi mise compassione ed affetto in quel gesto che fece rimanere lei a bocca aperta. la sorpresa e la felicità che provava in quel momento si fonderono l'uno con l'altro.

Continuarono a parlare delle loro vite e lei scoprì che Bill era uno studente universitario e gli parlò del suo lavoro alla scuola di musica.

-         Io adoro cantare – le disse il ragazzo quando le palpebre pesanti gli si cominciarono a chiudere per la stanchezza.

-         Dormi… -  cominciò a sussurrare una canzone della buona notte che apparteneva al suo passato. Gli accarezzò i capelli e poi passò un dito sopra le sue labbra morbidi. Danielle si addormentò con una sensazione gradevole in corpo.

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Eccoci qui! Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto! Ho deciso di postarlo adesso perché la settimana prossima non avrò molto tempo e la vostra curiosità mi ha dato una marcia in più! ^^ Spero anche di non avervi deluse, in quanto tutte forse vi aspettavate il ritorno improvviso di Erik, ma così non è stato U.U

Ringrazio nuovamente chi sta seguendo la mia storia e chi la commenta! Sono sempre felice di sapere quello che ne pensate!

Al prossimo capitolo!

 

 

 

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Capitolo 8
*** capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

 

 

Quel sonno che la aveva condotta a splendidi sogni si dileguò quando udii dei rumori provenienti dalla strada. La città aveva preso vita come ogni giorno. Danielle era sdraiata per terra tra le braccia di quel ragazzo che conosceva appena. Si stropicciò gli occhi poiché aveva ancora le palpebre pesanti per la stanchezza. Era da molto tempo che non faceva dei sogni così belli… Forse era la vicinanza di Bill a renderla così tranquilla da potersi concedere un illusione che prendeva vita solo durante la notte. Ma lui era reale, se ne era ormai convinta. Sorrise fra se e se. E poi la sua coscienza si mise ad urlare…

-   Bill… - lo chiamò inizialmente a voce bassa. Lui non diede segno di aver sentito. Lo scosse leggermente con le mani e solo in quel momento dalla bocca del ragazzo uscì un mugghio di dissenso.

-   Cosa c’è? – disse sbattendo le palpebre. Arrossì leggermente trovandosi a pochi centimetri dal volto della donna.

-   È giorno – gli sussurrò. Con un dito accarezzò la guancia di lui ma poi ritrasse la mano una volta incontrati gli occhi del ragazzo.

-   Non è la prima volta che vedo il sole, sai? – rise Bill. Sembrava quasi che Danielle gli volesse rivelare il perché del sorgere del sole o la differenza fra la luce ed il buio. Quelle erano cose davvero sciocche ma che lei riteneva davvero difficili da comprendere.

-   Hai dormito bene? – gli chiese cercando di cambiare discorso, si sentii davvero in imbarazzo.

-   Ho la schiena un po’ indolenzita, ma tutto sommato sto bene grazie – sorrise e lei ricambiò – e tu? –

-   Ho dormito davvero bene – dette quelle parole la realtà tornò ad invaderla. Lui non doveva essere li, cosa avrebbe pensato Erik se avesse saputo che aveva dormito con un altro uomo?

-   Forse è meglio che tu ora vada – si mise in piedi e rivolse lo sguardo verso l’orologio che era posizionato in cucina. Le sue lancette scandivano lente il trascorrere dei secondi che in quel momento sembravano pesanti sulla sua coscienza. Era davvero tardi.

Bill si alzò a sua volta ma non fece caso all’agitazione che stava scuotendo Danielle.

-   Hai qualcosa da fare domani mattina? –

-   Si, sono molto occupata – lei mentii e il ragazzo se ne accorse. Lo spinse verso l’uscita, fra le sue proteste, e gli porse la giacca che aveva posato vicino alla sua la sera precedente.

 -   Quando posso rivederti? – le chiese quando fu sulla porta con gli occhi rivolti verso il viso della donna. Non voleva che gli dicesse un’ulteriore bugia.

-   Mai… - sussurrò cercando, ancora una volta, di evitare il suo sguardo che avrebbe penetrato dentro di lei e avrebbe saputo quanto volesse dirgli di non lasciarla per nessuna ragione al mondo.

-   Danny ti prego, quando? –

-   Non rendere la cosa ancora più difficile di quanto è – cercò di chiudere la porta ma lui la bloccò con la mano e con un piedi.

-   Perché? Cosa c’è di sbagliato nel volerti rivedere? –

-   Tutto – e fisso gli occhi dentro i suoi. Le sue iridi scure nascondevano una preghiera ed un lamento di solitudine.

-   Ti chiamerò – la voce di lui era decisa a portare sollievo a Danielle, e voleva davvero rivederla.

-   Non lo farai – disse con tono strozzato.

-   Verrò a trovarti… -

-   Non lo farai – ripeté la donna a denti stretti. Lei era quella matura dei due e doveva essere coraggiosa e troncare del tutto i loro rapporti. Bill le parve abbattuto e lasciò la porta. Quella sbatté con forza dividendo quei due e gettando un muro fra di loro.

-   Danny – la chiamò un’ultima volta prima di scendere le rampe delle scale e lasciandosi alle spalle quella donna. Bill era testardo e avrebbe trovato un modo per riallacciare i rapporti con lei, anche contro il suo volere. No, non poteva lasciarla andare. Era stata troppa la sofferenza che aveva visto in lei e sapeva che non avrebbe retto ancora per molto. Doveva darle il suo ausilio e probabilmente in seguito anche lui sarebbe stato felice.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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