I don't love Eric Northman-Io non amo Eric Northman

di trueblood4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo capitolo ***
Capitolo 2: *** secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** nono capitolo ***
Capitolo 10: *** Comunicazione ***
Capitolo 11: *** My Destiny ***



Capitolo 1
*** primo capitolo ***


-Direi che possiamo andare Alcide- informai il mio compagno/licantropo che potevamo partire per andare alla ricerca del mio amato (ora non ne sono più tanto sicura) Bill che ormai era scomparso da quasi un mese.

-Dammi le tue valigie così le carico in macchina- mi porse la mano Alcide e io gli diedi lamia piccola valigia non avendo tanti vestiti da portarmi dietro.

Per fortuna Alcide mi aveva informata che nel locale di vampiri in cui saremmo andati a Jackson ci si vestiva abbastanza eleganti.

La macchina di Alcide è un grande Suv nero metallizzato e anche se fuori ha un bell'aspetto all'interno è tutt'altro che confortevole, è piena di foglietti svolazzanti tra cui ricevute, lettere, fax e francobolli.

La sua macchina incominciò a saltellare quando passammo sul mio vialetto ridotto parecchio male e anche se avrei voluto aggiustarlo, di certo perdere altri giorni di lavoro come ora non mi avrebbe aiutata.

-Una volta arrivati ci raggiungerà anche Eric- incominciò a dire Alcide.

Io, ovviamente scocciata avendo saputo che sarebbe arrivato Eric, sbuffai.

-Non siete in buon rapporti tu e Eric, vero? -Beh, non è che ci odiamo a morte è solo che abbiamo idee diverse e immagini, soprattutto...- spiegai io ad Alcide.

-Non ama molto la tua relazione con Bill, giusto? -Hai fatto centro... -Beh, non credo che Eric sia così cattivo, ha solo avuto un'istruzione diversa dagli altri vampiri, ma ce ne sono peggio...

-No, non è colpa del suo creatore, io ho conosciuto Godric e ti assicuro che è totalmente il contrario di Eric...

-Di certo non è uno che ha avuto una vita facile- insistette Alcide.

-E' solo che lui pretende troppo, troppo da tutti, vuole ogni cosa che lo circonda, si crede un re ed è solo lo sceriffo dell'area 5, certo non è come gli altri vampiri di importanza, ma scommetto che neanche la regina vuole tutto quello che vuole lui...

-Io invece credo che lui non ti va così a genio solo perchè ti vuole, lui tra le tante cose che desidera vorrebbe te e non ti va affatto bene questa cosa, ho detto giusto?

-Ma no, non vuole me... Hai fatto proprio centro, credo- alla fine ammisi.

-Avanti, se tu non vuoi lui non ti può avere e poi tu sei di Bill, o sbaglio? -Non sbagli affatto... Ma ora Bill non c'è, è sparito e se lui non c'è sono campo libero per Eric.

-Va bene, cambiamo discorso ora, mi vuoi dire che cosa sei tu? Perchè tu servi ai vampiri e non come esca?

-Ti ho già detto che prima o poi lo scoprirai ma se te lo dicessi io tu ti allontaneresti e non voglio...

Per tutto il resto del viaggio fino a Jackson restammo in silenzio, come se fra me e Alcide ci fosse un muro di vetro resistente come la pietra.

Forse si era offeso ma non mi andava di dirgli che io ero una telepate perchè altrimenti, come tutti d'altronde, avrebbe avuto paura di me perchè sarei stata capace di sapere a cosa pensava e sarebbero affiorati in lui ricordi che io non avrei gradito, perchè era questo quello che succedeva a tutti quando venivano a sapere del mio segreto tranne per Bill, Eric e tutti i vampiri che non avendo onde celebrali non potevo sentire.

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Capitolo 2
*** secondo capitolo ***


Davanti a me vedevo immagini di paesaggi che si alternavano a loro.

Ero sicura che mancava poco all'arrivo a Jackson e questo voleva dire anche incontrare Eric.

L'ultima volta che ci eravamo incontrati era stato pochi giorni prima, quando era venuto con Pam e Chow e me lo ero ritrovato nel letto mentre si faceva sbaciucchiare da me dato che lo avevo scambiato con Bill dopo averlo sognato.

Rivederlo mi riportava alla mente quel ricordo insopportabile come quello di alcuni mesi fa, quando, ingannandomi, dopo l'esplosione causata dalla compagnia del sole, mi aveva fatto credere di essere stato ferito gravemente dalle pallottole d'argento e dicendomi che stava per morire io mi convinsi che lo avrei dovuto salvare e dopo poco mi ritrovai a succhiargli via i proiettili del petto.

Il suo unico scopo? Farmi bere il suo sangue per controllarmi e anche per farmi provare una certa attrazione nei suoi confronti e la figuraccia peggiore la feci io quando Bill mi trovò incollata ad Eric pensando di salvarlo anche se poi lui si prese parecchi insulti da parte mia dopo che Bill mi avesse rivelato lui stava già guarendo niente è paragonabile a quello che ho dovuto sopportare io, ovvero ingerire il sangue di quell'essere maledettamente schifoso.

-Siamo quasi arrivati, manca poco, intanto ti sistemerai nel mio appartamento- mi informò Alcide.

-Bene, quando andremo in quel club di vampiri?

-Domani sera, prima Eric deve darti delle raccomandazioni.

Perfetto, non solo dovevo sopportare la sua presenza ma ci dovevo anche parlare e sicuramente discutere perchè era questo quello che ultimamente noi facevamo: discutere, discutere, discutere e discutere... -Posso esprimere la mia opinione?

-Su cosa?- chiesi sorridendo ad Alcide.

-Secondo me, quell'odio che hai per Eric è ammirazione, ma da come lo descrivi ho l'impressione che tu possa essere stata ipnotizzata, i vampiri ne sono capaci.

-No, non sono ipnotizzata, con me non funziona e comunque il mio è odio, puro e semplice odio verso di lui con anche parecchio disgusto. -Siamo arrivati- annunciò Alcide -devo solo andare nel parcheggio del palazzo.

Il palazzo dove abitava Alcide non era molto vecchio anzi era costruito a modo moderno e c'erano solo cinque piani, cosa molto ragionevole dato che io non sarei mai salita più in alto del quinto data la mia paura dell'altezza esagerata.

L'uomo che sostava e controllava i condomini all'entrata del grande parcheggio illuminato era n'uomo un pò svanito, di mezza età direi, con indosso dei vecchi pantaloni neri sbiaditi ed una camicia verde scuro.

Alcide, anche se non ce n'era bisogno, insistette per portarmi il mio unico bagaglio fino al terzo piano dove si trovava il suo piccolo appartamento, il 507.

La mia camera aveva un piccolo letto da una piazza e mezza ed una finestra molto ampia che dava sul parco dietro casa di Alcide. Un parco a dir poco meraviglioso, come quelli a Bon Temps non se ne vedevano tutti i giorno, anzi, non se ne vedevano affatto.

-Io devo uscire per una buona oretta, a te va bene?

-Certo, non ce ne sono problemi ma se deve venire Eric non gli serve il tuo invito ad entrare?- chiesi io sperando che dalle sue labbra uscisse la frase che più speravo: "Eric ha chiamato e ha rimandato".

-Ha già il mio permesso per entrare, avevamo già organizzato tutto. Ovvio, con uno come Eric... -Bene, torna presto, così avrò meno tempo da passare in presenza di Eric...

-Farò tutto il possibile, a dopo.

E lentamente la porta si chiuse. Non mi dispiaceva stare da sola, di solito a casa della nonna che avevo scoperto mi avesse dato in eredità dopo la sua morte, ero sempre sola, mio fratello Jason aveva una casa sua e quasi mai veniva a trovarmi e la mia amica Tara aveva aperto un suo negozio ed era troppo impegnata per venirmi a trovare.

Così mi distesi sul divano pensando ad ogni singola cosa che avrei potuto scoprire andando nel club dei vampiri.

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Capitolo 3
*** terzo capitolo ***


Poco dopo essermi sdraiata sul divano sprofondai in un sonno profondo.

Il mio corpo era caldo perchè fortunatamente in casa di Alcide la temperatura si alzava essendo abitata da un mutaforma dato che misurano sapora i 40°C.

Ad un tratto sentii delle sita fredde percorrere il mio corpo e abbracciarmi sensualmente facendomi il solletico all'orecchio. Subito mi venne sa pensare che l'unico in grado di fare certe cose poteva essere il mio ragazzo: Bill.

Risposi ai suoi gesti trovandomi naso a naso con lui.

Non potevo credere a ciò che stavo vivendo, forse quello che avevo passato in quest'ultima settimana era tutto un sogno e Bill non mi aveva mai mentivo, quindi non era mai sparito ed io non mi ero ritrovata a Jackson a casa di Alcide.

Convinta che il mio sogno fosse reale aprii gli occhi ma quello che era abbracciato a me si rivelò essere Eric, quel disgustoso Eric che vedendo la mia sicura faccia disgustata aveva fatto spuntare sul suo volto ripugnante (nemmeno troppo) un sorrisetto del cavolo ma purtroppo per lui gli si stava per schiantare addosso l'uragano Sookie.

-Eric!- esclamai con tutta il fiato possibile che si trovava nei miei polmoni -si può sapere che diavolo ci fai qui?- chiesi infine più ragionevolmente.

Lui non rispose, mi rimase a fissare con ancora quel sorrisetto stampato in faccia.

-Eric- feci una pausa -se non ti è di disturbo, ti dispiacerebbe levarti di dosso e lasciarmi respirare?- chiesi molto più aggressivamente.

-Preferirei restare qui ancora un pò, mi piace guardarti respirare.

-Va bene, mi farò uscire un'ernia ma ti sposterò io da dosso di me.

Con tutte le forze presenti riuscii a scivolare dal divano cascando però per terra e facendomi un male cane al sedere.

-Ahi!- sussurrai cercando di ignorare Eric che continuava a fissarmi -allora, che diavolo vuoi?

-Alcide non ti ha avvisata che sarei venuto?

-Sì, me lo ha detto e mi devo anche ricordare che ti deve togliere il permesso d'entrare in casa sua appena torna e tienti pronto perchè appena tornerò nella mia casa sarei bandito anche da là!

-Sono venuto ad informarti di alcune cose che ritengo dovresti sapere prima di andare al Club Dead- mi informò senza far caso a ciò che avevo detto pochi secondi prima -l'uomo che stiamo cercando, ovvero Russel Edginton, è un'uomo di classe, quindi presentati da lui con un'abito da sera e con cortesia.

-Aspetta un attimo, fammi capire, tu sei venuto fin qua, mi hai fatto credere di essere Bill, ti sei messo addosso a me e mi hai svegliata facendomi venire anche il vomito per averti trovato appiccicato a me, solo per dirmi qualcosa in più di ciò che mi hai già detto a Bon Temps, che già sospettavo...-

feci una pausa per non esplodere e continuai -se non vuoi che ti stacchi la testa qui ti conviene andartene subito- conclusi con calma, avevo scoperto di avere un'altra dote oltre a quella di leggere nel pensiero, ovvero mantenere la calma quando è necessario. -Si può sapere perchè riesci ad amare Bill e non provi nemmeno simpatia per me?

-Mmm... fammi pensare: A) Fin dal primo momento che mi hai vista hai desiderato portarmi a letto. B) Hai fatto di tutto per portarmi via da Bill, compreso farmi ber il tuo sangue per farmi avere un'attrazione verso di te. C) Nonostante tutto quello che mi hai fatto io ho provato ha superarlo ma tu continui ad irrompere nella mia vita. e D) Non mi piace che tu mi voglia solo perchè mi ha Bill, e questa è la cosa peggiore.

-Bene- Erci fece per andarsene ma poi per mia sfortuna (come al solito) rimase un nano-secondo a riflettere in piedi -ritengo che tu debba sapere un'altra cosa che riguarda Bill, in maggior parte: come sai è probabile che lo abbiano rapito quando era già fuggito e non mentre era a Bon Temps, ma la parte peggiore per te, ovviamente, è che è probabile che sia fuggito per andare da Lorena e che ti stesse tradendo, quindi con lui ci potrebbe essere anche lei. Sentii le lacrime arrivarmi a sgorgare dai miei occhi ma le trattenni. -Eric, se hai finito vorrei che tu te ne andassi. Eric nemmeno si voltò a guardarmi e sparì dalla porta d'ingresso.

E così io rimasi lì, in quella che non era la mia casa, con la consapevolezza che Bill mi aveva potuto aver tradito (e forse mi stava tradendo anche ora, in questo momento) anche se il mio cervello non voleva accettarlo e soprattutto il mio cuore.

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Capitolo 4
*** quarto capitolo ***


Poco dopo la porta si aprì lentamente e Alcide vi spuntò da dietro.

Vedendo la mia faccia sconvolta (in quel momento non mi era riuscita bene a nasconderla) il suo sorriso si tramutò in una smorfia.

-E' passato Eric, vero?- mi chiese lui chiudendosi la porta alle spalle e sedendosi accanto a me.

-Colpito e atterrato. -Avevo già intenzione di levargli l'invito, non mi piacciono poi tanto i vampiri.

-Veramente io lo dico per te... Non vorrei che prendesse delle attitudini gay e te lo ritrovassi la sera nel letto come fa con me, credo che ti spaventeresti- dissi a Alcide dandogli un colpetto sulla spalla e accennando un sorriso per fargli sapere che stavo meglio.

-Secondo me lo odi per qualcosa in più rispetto a quello che mi hai raccontato mentre venivamo qui a Jackson.

-E' che lo sento nella mia testa, continuamente... Quando un'umano beve il sangue di un vampiro, quel vampiro in questione può provare le emozioni dell'umano in questione e sapere quando è in pericolo e, anche se con Bill non ci riesco, con Eric riesco a comunicare, o meglio, è lui che mi dice, immaginati che frasi, infilandosi nella mia testa...

-Questa è una cosa alquanto strana, secondo me dovresti provare a dargli un'opportunità...

-Preferirei morire seduta stante- dissi senza tono di voce. -Va bene, non insisto, senti, va bene per te se al Club Dead ci andiamo stasera?

-Certo, anzi per me è anche meglio così posso togliermi il peso di dosso e sapere che fine ha fatto Bill.

-Bene, vado a prepararmi...- annunciò Alcide sparendo dietro la porta della sua stanza.

Io sgattaiolai nella mia di stanza. Appesi al mio armadio c'erano due vestiti: uno color champagne e uno rosso fuoco. Proprio non sapevo decidermi, pensai di chiedere consiglio ad Alcide ma poi persi la speranza e decisi di cavarmela da sola.

Dopo una buona mezz'oretta capii che da sola non sapevo scegliere perchè erano entrambi stupendi e mi feci coraggio per andare a chiedere consiglio ad Alcide.

-Senti Alcide, che ne pensi di...- non feci in tempo a finire la frase che mi accorsi che Alcide era a torso nudo.

-ehm, scusami io...

-Niente, figurati, stavo solo bevendo un pò di Coca-Cola, che c'è? Che succede?- chiese lui quasi preoccupato. -Volevo solo sapere secondo te qual'è meglio di vestito per stasera...

-Quello rosso- disse diretto lui -li ho visti prima passando nel corridoio, spero non ti dispiaccia.

-No, figurati- accennai un sorriso io -beh, ora vado a vestirmi. Lentamente sparii nella "mia" stanza con ancora l'imabrazzo di aver visto Alcide praticamente mezzo nudo. Devo ammettere però che ha un bel fisico... Sookie! mi sgridai, ma che cavolo dici!

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Capitolo 5
*** quinto capitolo ***


Il Club Dead non entrava per niente nella mia idea di club per vampiri e mutaforme.

Ero stata parecchie volte al Fangtasia (quando dovevo scoprire delle informazioni sulle ragazze uccise nella mia città, quando il mio potere telepatico serviva ad Eric e quando avevo rischiato di morire avvelenata per colpa di una menade) e devo dire che faceva molto più spettacolo quello gestito da Eric che questo gestito da questa vampira di nome Josephine.

Ma perchè ogni mio pensiero si doveva riferire ad Eric? Non c'era giorno in cui non pensavo a lui ma la cosa più strano era che facevo sogni in cui lui era presente mentre mi trovavo a dormire nel letto con Bill e la cosa mi irritava parecchio.

Basta Sookie! mi sgridai di nuovo (era già la seconda volta in una giornata) stai cercando Bill, ricordi? Il tuo fidanzato, quello con cui vorresti passare tutta la vita...

Anche se ormai non ne ero più tanto certa.

-Sookie, cosa ordini?- mi chiese Alcide fissandomi negli occhi.

-Ehm, un cocktail allo champagne- non ne avevo mai provati prima perchè al Merlotte's non mi andava di bere e non ero una di quelle solite ragazze che si ubriacano, al massimo bevevo qualche birra alle feste. -Sembri assente, c'è qualcosa che non va?

-No, assolutamente niente. Gli unici pensieri che riuscivo a percepire erano pieni di sesso, soldi, voglia di bere o di dimenticare.

Poi scorsi un vampiro che sembrava combaciare alla, se non poco dettagliata, descrizione che Eric mi aveva dato su Russel Edginton.

Con lui c'era un'umano e lì sentii pensieri che finalmente mi sarebbero stati utili. Nella sua testa c'erano fisse immagini di Bill sottoposto all'argento e costretto a non riposare durante il giorno, cosa che per un vampiro dopo un tot di tempo diventa anche letale come il non nutrirsi.

Ancora non sapevo per certo cosa volessero i vampiri di Jackson da Bill e non avevo avuto nè il tempo nè il coraggio di guardare nel computer e nei dischetti che Bill aveva messo nel nascondiglio della mia casa.

-Ti va di ballare?- mi chiese infine Alcide.

-Certo- risposi io sfoderando uno dei miei sorrisetti che tutti osavano definire "adorabili".

Adorava ballare, a volte, quando avevo brutti pensieri in testa era l'unico modo per buttarli a calci fuori dalla mia mente.

Ad un tratto mi parve di vedere in lontananza Eric, davanti la porta di servizio e qualcosa mi spinse a seguirlo.

-Alcide, devo andare un'attimo a incipriarmi il naso, torno subito-

Non diedi nemmeno il tempo ad Alcide di rispondere che già mi trovavo fuori dalla porta sul retro anche se di Eric non c'era traccia.

Poi tutto accadde velocemente.


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Capitolo 6
*** sesto capitolo ***


Eric mi prese per un braccio talmente fortemente che mi sembrò me lo stesse strappando.

-Eric! Che diavolo stai facendo?- chiesi io cercando di liberarmi dalla sua presa.

-Sookie, ti devo portare via, adesso.

-E Alcide? Mi vuoi dire che succede? -Sanno chi sei.

Il terrore si insinuò dentro di me, ero entrata da poco in quel club e già mi avevano trovata, come inviata ero alquanto deprimente. -Russel Edgington?- chiesi io cercando di fermare i piedi a modo di ancora.

-No, per fortuna lui no ma chi ti ha trovata ti vuole uccidere.

Ricordi quel mannaro che ha tentato di rapirti a Bon Temps? Io annuii.

-A quanto pare non lavorava per Edgington ma per dei vampiri che vanno contro il re e la regina, insomma contro tutto ciò che riguarda la loro civiltà. Hanno scoperto a ciò che lavorava Bill attraverso un traditore che lavora per il re e ora sanno il tuo nome, ho paura che abbiano già fatto fuori Bill, tu sei la prossima se non la prima.

Il sangue mi si gelò nelle vene, non potevano avere già ucciso Bill, no, lui, lui era un vampiro non poteva morire.

-Sookie, muoviti! Vuoi morire anche tu?- il volto di Eric sembrava sconvolto, il terrore era dipinto nei suoi occhi, per la prima volta mi sembrò di capire che anche lui aveva un cuore, anche se esso non batteva più esisteva dentro di lui, esisteva per ricordare Godric e in quell'istante mi accorsi che esisteva anche per me.

-Eric, io non... non credo di...- Non riuscii a finire le frase che sentii un dolore lancinante al fianco destro.

La mia mano scivolò per il dolore da quella di Eric e si posizionò sul dolore.

Ritraendola mi accorsi che era completamente ricoperta di sangue e vidi Eric come morire una seconda volta, forse aveva lui più paura di me. -Sookie, Sookie, dobbiamo andare via, loro sono qui, non ti posso proteggere da solo.

La mia bocca voleva dire addio ma non si riusciva a muovere, non avevo più il controllo di essa. Tutto semplicemente si fece bianco. Non vidi più niente. Mi sembrava piuttosto strano riuscire a ragionare ma non capire dove ero.

Lo sfondo da bianco era divenuto nero.

Gli unici rumori che riuscivo ad udire erano delle voci soffocate.

Subito tra esse riconobbi quella di Eric, ma non potevo parlargli per fargli sapere che stavo bene, perchè la mia bocca era come cucita. Non volevo morire, in fondo se solo me ne fossi stata zitta ad ascoltare Eric e darmi una mossa a camminare ora sarei già a Bon Temps.

All'improvviso davanti a me apparve piano piano una luce sempre più chiara come il faro di una macchina che si stava avvicinando molto lentamente. La prima immagine che riuscii a vedere fu un soffitto rosso bordeaux.

Provai a girare piano la testa a destra e mi accorsi che Eric era sdraiato accanto a me con gli occhi chiusi e mi faceva strano vederlo così accanto a me e non vomitare dal disgusto ma soprattutto vederlo riposare.

-Sookie- disse quasi sussurrando aprendo velocemente gli occhi.

-Sono un'idiota, vero?- domandai ironica io.

Come faceva ad essere ironica quando avevo quasi rischiato di morire o stavo morendo?

-Stai bene!- esclamò lui sorridendo.

-Sembra proprio di si e mi sento la testa leggera, dove siamo? In una casa delle bambole?

Quelle parole non sembravano essere uscite dalla mia bocca, stavo forse delirando?

Eric rise in un modo del tutto diverso da quello a cui ero abituata. Questa era una risata diversa, più compassionevole. -Perchè parlo come una da manicomio?

-Perchè ti hanno dato dei medicinali per farto stare meglio che hanno quest'effetto.

-Hanno? Chi?

Eric non fece in tempo a rispondere che dalla porta sbucò l'ultimo uomo che mi sarei aspettata di vedere.

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Capitolo 7
*** settimo capitolo ***


Era proprio lui.

Mi trovavo faccia a faccia (in realtà io ero sul letto e lui sulla porta) con Russel Edginton, il possibile, anzi certo, rapitore del mio fidanzato Bill.

La voglia di strangolarlo con le mie mani era altissima ma per fortuna mi trattenni nel farlo anche perchè lei avrebbe fatto in un minuto a fermarmi ed uccidermi una volta per tutte.

-Posso ben notare che si sta riprendendo, signorina Stackhouse- affermò lui.

Come faceva a sapere il mio cognome?

-Grazie- poi mi rivolsi ad Eric -cosa è successo?- chiesi io mezza stordita.

Eric fece una leggera risata e mi rispose. -Sei svenuta tra le mie braccia e il signor Edgington ha percepito il guaio che ti era successo, così molto generosamente è venuto in tuo soccorso.

-E' appena in tempo, mia cara- aggiunse Russel.

-Beh, grazie mille- dissi abbassando leggermente la testa verso Edgington.

Senza aggiungere altro il signor Edgington uscì velocemente dalla porta e rimasi solo con Eric seduto accanto a me.

-Non so come ringraziarti. -Beh, un modo ci sarebbe- mi sussurrò all'orecchio Eric guardandomi dalla testa ai piedi.

Dopo un'attimo era sopra di me e mi si stava avvicinando pericolosamente. -Eric- dissi io posandogli un dito tra le labbra -penso di no.

-Perchè? Perchè tu sei l'unica che non si sente attratta da me?

-Eric, io mi sento anche troppo attratta da te ma io non ti amo, la mia attrazione verso te è dovuta dal tuo sangue che mi hai costretta ad ingerire con l'inganno e questo, inoltre, è un motivo, fra i tanti, per non cui non andrei mai a letto con te, Tu mi pretendi e questo mi lusinga ma non mi avrai così facilmente, io prima di tutto voglio salvare Bill, e se è vero che mi tradisce lo accetterò ma ricorda che finchè tu non ti scuserai per tutto quello che mi hai costretta a fare e che mi hai fatto passare io e te non ci troveremo mai davvero nello stesso letto come faccio con Bill.

Eric, sembrava sconcertato dalle mie parole, ma nei suoi occhi sapevo che mi capiva come sapevo che non mi avrebbe mai chiesto scusa per tutti i suoi precedenti riguardo me.

-Bene, credo che, dato che sta sorgendo il sole tu possa andartene in giro per casa di Edgington senza dare nell'occhio, se vuoi posso darti il mio sangue in modo che tu possa stare meglio- concluse avvicinando i suoi canini aguzzi al polso.

-Me la caverò anche così, grazie- gli spiegai fermandolo. Lentamente (cosa che non era da Eric) svanì dietro della porta.

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Capitolo 8
*** ottavo capitolo ***


Ormai il sole era già alto nel cielo azzurro.

Russel Edgington mi aveva permesso di restare a casa sua durante il giorno dopo essersi reso conto (grazie alla mia incredibile dote della recitazione) che a mala pena mi reggevo in piedi.

Eric si era fatto prestare una bara dagli altri vampiri in modo che al suo risveglio potessimo andarcene insieme.

Non avevo idea di come si fosse fatto chiamare da loro e che rapporto avessimo per Russel e i suoi "sudditi", sapevo solo che si era inventato una storia abbastanza credibile per far sì che non sapessero la verità su entrambi.

Se solo avessero scoperto che Eric ed io avevamo qualcosa a che fare con Bill, ovvero il loro prigioniero, ci avrebbero rinchiusi e ammazzati come potevano aver fatto con il mio ragazzo. Pensare a Bill come morto, ma davvero morto questa volta, mi faceva venire la nausea.

Speravo con tutta me stessa di poterlo trovare ma allo stesso tempo di non trovarlo per andare al suo funerale.

Il mio compito era quello di girovagare per la casa deserta di giorno e riuscire a controllare ogni singolo angolo.

Ma sapevo comunque di non essere sola, Edgington non avrebbe mai lasciato la sua casa incustodita durante le ore di giorno, infatti ad ogni uscita, entrata e ai cancelli c'erano dei mutaforma. Leggere nella mente dei mutaforma era molto difficile, perchè la maggior parte dei loro pensieri si basava su parole singole e immagini molto sfocate.

Non erano, di certo, come quelli della mia specie che per me erano un libro aperto. Nei pensieri dei mutaforma leggevo solo le parole "stufo", "stanco", "via", "luna piena", e poi ciò che aspettavo da tempo si realizzò, un mutaforma pensò ad un vampiro, rinchiuso in una struttura che sfortunatamente, non era quella di Edgington, e che si trovava molto distante da Jackson.

Diceva che nella stanza sorvegliata da lui c'erano i monitor con le immagini della sorveglianza di quell'edificio, e della stanza in cui rinchiudevano Bill. Almeno una cosa era certa, Bill era vivo, per ora.

Non potevo entrare in quella stanza dei video ma potevo riuscire a leggere le immagini che guardavano gli uomini all'interno. Il compito, però, risultò molto più difficile di quanto immaginassi.

In questo momento sarebbe dovuto entrare Eric in scena, sfondare la porta e scoprire dove si trovava Bill, ma per mia sfortuna lui è un vampiro e fuori c'era il sole abbagliante.

Tutto si sarebbe dovuto svolgere di notte se volevo l'aiuto di Eric, oppure di mattina ma non sarei riuscita a trasportare Bill con la luce perchè avrei rischiato di ucciderlo.

Sfinita, me ne tornai nella stanza in cui avevo passato la notte e mi infilai sotto le coperto gelate in cerca di qualche idea brillante.

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Capitolo 9
*** nono capitolo ***


scusate se ho tardato a postare! spero vi piaccia!

 

Poco dopo essermi addormentata incominciai ad avere un freddo tremendo e quando mi girai un mano fredda si posò sul mio stomaco.
Quando aprii gli occhi non mi meravigliai di trovarmi faccia a faccia con Eric cosa che ultimamente mi capitava spesso. 
Lui si avvicinò lentamente a me fino a starmi sopra e posò leggermente le sue labbra sulle mie.
Io stranamente risposi a quel bacio, il suo sangue mi stava spingendo oltre il limite che avevo posto. 
Quando una sua mano cominciò a spostarsi da dove era mi allarmai e tornai in me. 
-Eric? Pesi, ti sposti da me?
Lui, quasi confuso, si sdraiò accanto a me. 
-Scoperto niente?- mi chiese lui con quella sua voce così bella. 
-Si, Bill non è tenuto qui, ma in uno degli edifici di Edgington- gli sussurrai all'orecchio -lo controllano da questa cosa con delle telecamere. 
-Bene- disse inespressivo Eric quando mi accorsi che la sua mano era ancora sul mio stomaco -ora che ne dici se continuiamo?
-A fare cosa?- chiesi a stento io ritrovandomi di nuovo a labbra incollate ad Eric. 
-Eric? Piantala! Ti ho detto qual'è la mia priorità! Salvare Bill, ricordi?
-Lui ti tradisce, lo vuoi capire?
-Sono pronta a scommettere di no.
-Bene, allora se lui non ti tradisce io ti lascerò in pace ma se io ho ragione tu verrai a letto con me.
Ero così sicura di Bill? Non volevo accettare ma il mio orgoglio mi spinse a farlo. 
-Bene- accettai io. 
-Ci vedremo per riscuotere, ora vado ad indagare con Bubba. 
E così mi lasciò lì, in collera con me stessa, perchè avevo accettato? Cosa mi era passato per la mente?
E' meglio per Bill che non mi tradisca altrimenti potrei andare a cercarlo con un paletto appuntito. 

Poco dopo essermi addormentata incominciai ad avere un freddo tremendo e quando mi girai un mano fredda si posò sul mio stomaco.

Quando aprii gli occhi non mi meravigliai di trovarmi faccia a faccia con Eric cosa che ultimamente mi capitava spesso.

 Lui si avvicinò lentamente a me fino a starmi sopra e posò leggermente le sue labbra sulle mie.Io stranamente risposi a quel bacio, il suo sangue mi stava spingendo oltre il limite che avevo posto.

 Quando una sua mano cominciò a spostarsi da dove era mi allarmai e tornai in me. -Eric? Pesi, ti sposti da me?Lui, quasi confuso, si sdraiò accanto a me. 

-Scoperto niente?- mi chiese lui con quella sua voce così bella. -Si, Bill non è tenuto qui, ma in uno degli edifici di Edgington- gli sussurrai all'orecchio -lo controllano da questa cosa con delle telecamere. 

-Bene- disse inespressivo Eric quando mi accorsi che la sua mano era ancora sul mio stomaco -ora che ne dici se continuiamo?-A fare cosa?- chiesi a stento io ritrovandomi di nuovo a labbra incollate ad Eric. 

-Eric? Piantala! Ti ho detto qual'è la mia priorità! Salvare Bill, ricordi?

-Lui ti tradisce, lo vuoi capire?

-Sono pronta a scommettere di no.

-Bene, allora se lui non ti tradisce io ti lascerò in pace ma se io ho ragione tu verrai a letto con me.

Ero così sicura di Bill? Non volevo accettare ma il mio orgoglio mi spinse a farlo. -Bene- accettai io. -Ci vedremo per riscuotere, ora vado ad indagare con Bubba. 

E così mi lasciò lì, in collera con me stessa, perchè avevo accettato? Cosa mi era passato per la mente?

E' meglio per Bill che non mi tradisca altrimenti potrei andare a cercarlo con un paletto appuntito. 

 

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Capitolo 10
*** Comunicazione ***


 

Mi dispiace tanto per non aver continuato a postare ma ho avuto pochissimo tempo e a dirla tutta pochissime idee...
ma ora ho iniziato un nuovo racconto e lo posterò al più presto... baci!

Mi dispiace tanto per non aver continuato a postare ma ho avuto pochissimo tempo e a dirla tutta pochissime idee...ma ora ho iniziato un nuovo racconto e lo posterò al più presto... baci!

 

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Capitolo 11
*** My Destiny ***


Premetto che è solo una bozza...
E' in correzione e vorrei sapere a quanti di voi piace, bacioni. P.S. Mi raccomando recensite!!
 
Siete mai stati così delusi e tristi a causa di una persona da voler semplicemente tornare indietro e non fare ciò che avete fatto? C'era quella vocina dentro di me che mi diceva: "Buttati, tanto, cos'hai da perdere?"
Il punto è che io ho perso tutto, ma alla fine ho anche trovato chi dovevo essere, non la solita me ma una me migliore.
Perchè? Perchè la vecchia me si era fidata, si era messa in gioco, per poi essere tradita dall'unica persona di cui si fidava.
Ed ora, ora sono l'incubo di ognuno, perchè ora sono come te, amore mio.
Sono il tuo peggior incubo, sono la parte di te che odi.
Sono un'assassina che deve uccidere per vivere e mi piace.
 
 
 
Ed eccomi qua, in una casa nuova, in una città eternamente grigia e piovosa, un vero schifo, detto in parole povere.
Mi svegliai sperando di vedere la mia solita camera assolata di Los Angeles ma niente, solo una camera dalle pareti chiare, con una piccola scrivania accanto alla finestra da cui entrava con il grigio nonostante fosse mattina.
Velocemente cercai qualcosa da mettermi negli scatoloni ancora da disfare.
Appena scesi le scale sentii il buon odore del pane tostato che mi fece sentire nostalgia di casa e subito ne addentai una fetta ancora prima di sedermi a tavola.
Tutta la tavolata era al completo: mio padre era seduto a capotavola, mia madre non c'era - a quanto pare era già uscita- e tutti i miei fratelli: Andrew (diciottenne) e Giulian (diciottenne) –erano gemelli eterozigoti-, Jonathan (ventunenne) e Logan (ventitreenne) e non erano finiti, c'erano anche: Kyle che era già sposato con Jamie da cui aveva avuto un bellissimo bimbo: Nathan; e Malcolm fidanzato (e prossimo al matrimonio, almeno speravo!?) con Sarah, la sua fidanzata del college.
La mia famiglia era molto numerosa, mia madre aspettava Kyle quado aveva solo diciannove anni e subito dopo si sposò con mio padre.
Io stranamente ero l’unica femmina nata in questa famiglia.
Ero cresciuta fra maschi perché la presenza di mia madre era ormai un desiderio irrealizzabile, era sempre a lavoro, le uniche volte in cui la vedevo era durante le feste, ma, a me andava bene anche così perché non avevamo un buon rapporto.
-Su Sam sbrigati altrimenti farai tardi- disse quasi rimproverandomi Logan -vuoi che ti accompagni?- mi chiese finendo la sua tazza di caffè.
-No, grazie Loghy vado con la macchina e comunque non fanno tardi anche Giuly e Andy?-
-Esatto, ma loro sono lenti come lumache e non guasta se arrivano un po’ ritardo, tanto è meglio se i prof. ci facciano l’abitudine-
-Certo, è ovvio, che stupida che sono, non ci avevo pensato- dissi io con una punta di sarcasmo.
-Ora vai!- esclamò Logan ridacchiando.
-Bene, ciao!- salutai io.
-Ah! E sta attenta hai da poco la patente- si raccomandò Logan.
Io lo guardai con la mia solita faccia da scocciata.
-Hey stai calma sorellina!- esclamò alzando le mani in aria.
Erano stati loro insieme a mio padre a crescermi, quindi non ero la solita ragazza smalto e vestiti firmati, ero diversa ma d'altronde crescendo fra ragazzi e partite di football non c'è molta scelta!
Adoro i miei fratelli, sono tutta la mia vita, l'unica cosa che mi da fastidio è che sono troppo protettivi ma li capisco, in quella casa sono io la più piccola, il fatto di avere sedici anni non aiuta molto, anche se dovevo finalmente compierne diciassette tra poco e grazie a Jonathan mi avevano fatto uno sconto dandomi la patente un po’ prima.
Presi il mio zainetto celeste ed entrai in macchina. 

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