Un Gigolò In Affitto

di Doll_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** LA SCELTA ***
Capitolo 3: *** L'INCONTRO ***
Capitolo 4: *** IL COLLOQUIO ***
Capitolo 5: *** PRIMI APPROCCI ***
Capitolo 6: *** INTOLLERANZA ***
Capitolo 7: *** PRIMA LEZIONE ***
Capitolo 8: *** CONOSCENZE parte I ***
Capitolo 9: *** CONOSCEZE parte II ***
Capitolo 10: *** DISCOTECA ***
Capitolo 11: *** CONFESSIONI ***
Capitolo 12: *** OCCUPAZIONE ***
Capitolo 13: *** TI VOGLIO BENE ***
Capitolo 14: *** PEDINAGGIO ***
Capitolo 15: *** FOTOGRAFIE ***
Capitolo 16: *** SECONDA LEZIONE ***
Capitolo 17: *** USCITA E CENA ***
Capitolo 18: *** QUESTIONI DI FAMIGLIA ***
Capitolo 19: *** SORPRESE ***
Capitolo 20: *** VENDETTA ***
Capitolo 21: *** CAMBIAMENTI ***
Capitolo 22: *** PRIME SVOLTE ***
Capitolo 23: *** LASCIARSI ***
Capitolo 24: *** SVAGO ***
Capitolo 25: *** TERZA LEZIONE ***
Capitolo 26: *** CURIOSITA' LECITE ***
Capitolo 27: *** TRADITA ***
Capitolo 28: *** FINALMENTE TUA ***
Capitolo 29: *** IL VERDETTO FINALE ***
Capitolo 30: *** SINGHIOZZO ***
Capitolo 31: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


 

Un Gigolò in Affitto

PROLOGO

 

Mi ero davvero stancata. Le mie amiche non facevano altro che ripetermelo, eppure io continuavo a non ascoltarle. Per loro non era un'esperienza nuova ma era sicuramente eccitante, proprio per questo anche solo parlarne le elettrizzava. Peccato che andavano a raccontare proprio a me tutti i particolari piccanti.
Sì, avete capito bene. Nessun doppio senso: era ciò che era. Sesso.
Almeno la maggior parte delle studentesse dell'istituto e, quindi, ogni mia singola compagna di classe aveva anche solo sperimentato determinate “coccole” con i propri ragazzi e non.
Persino la mia migliore amica Cristina, solo pochi giorni prima mi aveva rivelato l'impossibile: aveva perso la verginità con il suo ragazzo Simone, con il quale era fidanzata solo da un mese. Incredibile. Inutile quindi dire che alla notizia la mia mascella aveva letteralmente toccato terra, diventando un porto per le mosche.
In quel momento, invece, mi trovavo in aula, due ore di buco poiché la prof di italiano era assente, circondata da almeno sei ragazze che non smettevano un attimo di dettagliare i loro rapporti sotto le lenzuola con i rispettivi ragazzi o con le loro fiamme. Io le guardavo sconcertata, non per i termini decisamente poco fini, ma per la consapevolezza di essere ormai l'unica a non averlo ancora fatto. Nemmeno una coccola. Nemmeno uno sfioramento. Ero arrivata al massimo, al bacio. Non che mi pesasse che tutte mi reputassero ormai una suora oppure, ancora peggio, una lesbica solo perchè erano anni che non uscivo con nessuno e che ancora non avevo fatto le loro “cose”. M'infastidiva, più che altro, la situazione. Tutte le mie amiche eccitate, provate da sensazioni travolgenti, innamorate, appassionate... Ecco, era questo che invidiavo loro. La passione. Il rischio. I brividi. Il contatto. La presenza di qualcuno al loro fianco.
Mi pesava anche la solitudine che la mia zitellagine comportava. Una situazione a dir poco scomoda. Volevo far vedere a tutte le mie compagne di cosa fossi in grado e, dopo la scuola, quello stesso pomeriggio, ne parlai con la mia amica plurimiliardaria: Cristina.
Ancora non ci credo che non sei mai stata a letto con nessuno.” Sospirò guardando un punto indefinito dietro di me, persa nei suoi pensieri.
Ehi, terra chiama Cris! Mi senti? Non m'interessa che io sia ancora vergine, ma che le altre continuino a ricordarmelo. Tutto qui.” Scrollai le spalle come se stessi spiegando una cosa elementare.
E cosa vorresti fare?” Chiese lei con nochalange.
Cosa vorrei fare? Ma nulla, ovvio. Non posso fare nulla. Più che altro vorrei che le altre iniziassero a vedermi in modo diverso.” Sbuffai sconfitta.
E tu pensi che non si possa realizzare questo tuo desiderio?” Inarcò il sopracciglio, sorridendo come una che la sa lunga.
E cosa potrei fare? Pagare un povero disgraziato purchè si finga il mio fidanzato per far credere a tutte quelle dell'Istituto che non sono un'asessuata o una lesbica, come pensano?” Ripresi fiato dato che non feci neanche una pausa fra una parola e l'altra, respirando, agitata e frustrata com'ero.
Cris alzò lo sguardo incrociando il mio e le sue labbra si dischiusero, sfoderando un sorriso a 230 watt, malizioso e maledettamente determinato; tanto che mi fece accapponare la pelle.
E perchè no?”

 

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Capitolo 2
*** LA SCELTA ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO – LA SCELTA


 

“Non potrei mai. Sarebbe troppo umiliante.” Mi lamentai con Cristina mentre lei era troppo presa a controllare su internet un possibile ragazzodisponibile per quella farsa.
Io intanto gironzolavo per la sua stanza gigantesca che ormai conoscevo a memoria. Ogni volta non c'erano dubbi su dove andare quando non volevamo uscire. La casa di Cristina era gigantesca e fuori c'era un giardino a dir poco fantastico. Il padre era proprietario di una grossa azienda di automobili e la madre di quella di cosmetici, inutile quindi dire che Cristina aveva i soldi che le uscivano dalle orecchie...
“Oh.Mio.Dio!” Esclamò dopo un po', osservando lo schermo a bocca aperta.
“Cosa? Cosa?” Stavo per avvicinarmi al display quando, con una spinta travolgente, mi ritrovai spaparanzata sul letto di fronte alla scrivania.
“Ehi, ma che ti prende?” Chiesi massaggiandomi la pancia dove mi aveva spinta con tale potenza.
“Scusa, mi ero dimenticata di quanto fossi fragile..” Mi schernì “Comunque non ti ho fatta avvicinare perchè ho trovato la persona giusta. Ma è una sorpresa.” Fece lei tutta sorridente.
 
“Cosa!? Una sorpresa!? Cris, questa è prima di tutto una mia faccenda, quindi dovrei essere io a scegliere il perfetto candidato e non tu!” Sbottai, poche ore dopo, indignata per la mancanza di considerazione.
“Su, Victoria, adesso non farla così lunga! Ho già preso appuntamento, tramite posta elettronica, poco fa. Fra una settimana lo conosceremo e in base al colloquio, decideremo.” Spiegò con tranquillità, tralasciando un particolare.
Decideremo? Cris, io...” Ma non riuscii nemmeno a finire la mia lamentela che lei m'interruppe.
“Okay, come ti pare. Ma io ci sarò al colloquio e non voglio storie, anche perchè il tipo qui non chiede di certo una somma modesta, quindi pagherò io la spesa e tutto il resto, ma dovrà alloggiare da te.”
Cosa?! Oddio ma siamo pazzi? Non posso portarlo da me!” Ero confusa e la testa mi scoppiava. Non capivo più niente. Avrei tanto voluto ritornare indietro, ma non volevo fare la figura della codarda quale ero. Ormai ci ero dentro fino al collo.
“Non casa tua quella con tuo padre e i tuoi fratellini, ma quella che era dei tuoi nonni e che da quasi dieci anni non ci vive mai nessuno.” Cris invece sembrava tanto calma e pacata che quasi avrei avuto voglia di strozzarla. L'idea era stata sua ma io avevo accettato e adesso avrei dovuto subirmi le conseguenze della mia pazzia.
“O..kay.” Sbuffai sconfitta definitivamente mentre la mia amica saltellava e batteva le mani intorno a me come un animale da circo.
“Sarà fantastico, vedrai! Rimarranno tutte a bocca aperta!” Esclamò tutta contenta e soddisfatta.
Io già m'immaginavo la scena.
Ero sempre stata una ragazza timida e impacciata, oltre che riservata ed estremamente goffa. In classe mi comportavo come una buffona, mi piaceva far ridere le mie compagne e, a quanto pare, piaceva anche a loro. Ero amica di tutti e non mi lamentavo mai della mia vita, almeno non di fronte agli altri.
Quando avevo un po' di tempo libero mi trovavo qualche libro da leggere e me ne andavo in un prato dove non c'era mai anima viva e potevo godermi la mia tanto agognata solitudine. Sì, perchè anche se avevo decine di amiche, io adoravo restare con me stessa. Potevo concedermi tutti i pensieri che volevo, tutte le fantasie... Ogni cosa. Forse anche di piangere. Ma quello ancora non l'avevo sperimentato.
Vivere con un altro individuo, per di più del sesso opposto, non mi piaceva affatto. Avrei dovuto cambiare alcune delle mie abitudini e imparare a conoscerlo senza arrossire o fare figuracce, avrei dovuto scherzarci e far finta di essere innamorata di lui e, magari, anche appassionata. Avrei dovuto fingere le sensazioni che avrei potuto provare facendo l'amore con lui o anche solo con i preliminari. Una vera battaglia con me stessa e la mia timidezza. Davvero ammirevole e ignobile allo stesso tempo, da parte mia.
“Posso sapere almeno quanti anni ha?” Chiesi a Cris, dopo qualche minuto, in cucina.
“No. Saprai tutto fra meno di una settimana.” Sorrise.
“Quando esattamente?”
“Mmm.. Venerdì.” Disse masticando l'insalata che si era appena preparata.
Era sabato e avevo cinque giorni per prepararmi psicologicamente all'evento che avrebbe cambiato completamente la mia vita.


“Pronta per venerdì?” Mi sussurrò all'orecchio Cristina, un mercoledì pomeriggio, al cambio dell'ora.
“Mancano ancora un paio di giorni, Cris, non farmici pensare.” Sbuffai, guardando la lavagna di fronte a me.
“Su dai, scommetto che ti piacerà!” Esclamò per rassicurarmi.
Era ormai da quel sabato che non faceva altro che parlarmi di lui e di quanto la sua scelta fosse stata azzeccata per me. M'incuriosiva e infastidiva allo stesso tempo, con tutti i suoi discorsi contorti sul tizio che sarebbe stato pagato per fingersi innamorato di una come me. Una tipa scontata, superficiale, invisibile, anonima... Non di certo eccentrica, bellissima o sensuale come quasi tutte le ragazze di quell'istituto!
“E se non mi piacerà?” Chiesi sbuffando, mentre la prof di Religione entrava in classe posando il registro sulla cattedra.
“Non è possibile, cara. L'unica cosa a cui dovrai stare attenta è un'altra.” Spiegò con tono serio e allarmato.
“A cosa dovrei stare attenta, sentiamo.” Domandai ancora infastidita.
“A non innamorarti di lui.”
“Cris, tu meglio di tutti dovresti sapere che io e l'amore siamo come cane e gatto.” Le sorrisi rassicurandola, convinta della mia tesi.
“Fai come vuoi ma io ti ho avvertito.”
Ma cos'era sto tizio? Un Dio sceso dall'Olimpo? Aveva dei poteri straordinari? Insomma, cosa ha scaturito certi comportamenti in Cristina, su di lui?
Avevo provato anche io a guardare su internet per trovare il soggetto che diceva lei ma non avendo nessun indizio non potevo avere nemmeno alcuna conferma.
Mio padre ovviamente non ne sapeva nulla ma gli avevo accennato che prima o poi avrei potuto ospitare qualcuno a casa dei nonni e, almeno al momento, non aveva opposto alcuna resistenza, anzi, ne era stato entusiasta. Ma quel che non sapeva era il chi e il perchè... Anche se nemmeno io sapevo rispondere alla prima domanda.
Poi il mio “fidanzato” non avrebbe nemmeno dovuto pagare l'affitto perchè, da come mi aveva detto Cris, per diminuire il costo dell'affare, la cliente doveva trovargli un posto in cui vivere, possibilmente accanto a lei. Certo, Cris non aveva problemi con i soldi ma io avevo insistito purchè, dopo tutto quello che aveva fatto per me, pagasse almeno di meno.
Così, dopo aver lanciato un'occhiata omicida alla mia amica, mi voltai verso la professoressa dandole fin troppa attenzione...


L'ansia mi attanaiava. Le mani mi sudavano. Il cuore batteva a mille. Avevo lo stomaco in subbuglio. Dovevo vomitare. Dovevo andare in bagno. Non avevo fame (non avevo mangiato da quella mattina). Mi dovevo muovere poiché non riuscivo a stare ferma.
Mi trovavo sul treno, in piedi, poggiata ad uno dei tanti pali in attesa della mia fermata.
Mancavano poche ore all'incontro e, come spesso mi capitava quando ero nervosa, mi venne un fastidiosissimo singhiozzo.
“Accidenti..” Biascicai arrabbiata con me stessa.
“Sa come si fa a farlo passare?” Domandò una voce maschile, alle mie spalle. Mi voltai e mi ritrovai due occhi turchesi a fissarmi, divertiti.
“Mmm... Mi scu-si?” Chiesi fra un singhiozzo e l'altro.
“Le ho chiesto se sa come farlo passare.” Ripeté, pacato.
“N-no. Cioè, so che serve dell'acqua...” Feci, vaga, guardandomi attorno.
Ognun passeggero si faceva gli affari propri e nessuno stava badando alla conversazione che stavamo avendo io e quello sconosciuto.
“Ci sono diversi metodi. Funziona anche il pane oppure, quello che le consiglierei adesso, quello di trattenere il respiro per venti secondi.” E chi era questo? Un dottore?
“Dica la verità.. Vuole ucc-idermi?” Scherzai, facendolo ridacchiare.
“No, sono sincero. Io lo faccio sempre quando capita.” Sorrise.
“Oh, beh... Tanto vale prov-are, allora.” Annuii più a me stessa che a lui ed eseguii il compito.
Venti secondi dopo il singhiozzo sembrava essere passato.
“Wow, grazie!” Esclamai inaspettatamente sollevata.
“Di niente!” Sorrise lui di rimando. “Lei si chiama...?” Chiese porgendomi la mano.
Strano, di solito era lui che doveva dirmi il suo nome poi, se avrei voluto, sarei stata io a dirgli il mio.
Quella situazione iniziava a non piacermi senza un perchè. Non volevo trattenermi a parlare oltre. Sembrava un ragazzo simpatico e indubbiamente di bell'aspetto ma c'erano altre preoccupazioni nella mia mente.
“Scusami ma i miei genitori mi hanno sempre insegnato a non parlare agli sconosciuti.” Sorrisi falsamente.
“Oh, ma quando si trattava del singhiozzo non si è tirata indietro.. Usa spesso la gente in questo modo?” Sorrideva ancora più divertito e capii che questo gioco era il suo preferito.
“E a lei piace tanto infastidire delle povere ragazze?”
“Mi sembra di averla aiutata e non infastidita.” Il suo sorriso era ancora presente ma i suoi occhi erano seri.
“Ma io non ho chiesto alcun aiuto.” Stavo iniziando a tirar fuori le unghie ed entrambi ce ne rendemmo conto anche se -non lo avrei mai ammesso-, quella situazione non mi dispiaceva più di tanto. Quel ragazzo mi stava, inconsciamente ancora aiutando, facendomi distrarre dall'angoscia dell'appuntamento, divertendomi con quel battibecco.
“Ha qualcosa che non va?” Chiese a bruciapelo.
Le mie guance s'imporporarono.
“Come si permette!?” Sussurrai, irritata.
Lui si avvicinò ancor di più al mio viso rispondendo:
“Volevo solo fare conoscenza...” Sussurrò anche lui al mio orecchio, con voce soave e calda. Il mio cuore iniziò a battere velocemente ma dentro di me mi ripetei di mantenere la calma.
“Beh, ha incontrato la persona sbagliata.” Biascicai, paonazza.
“E' un peccato.”
“Non per me.”
“Perchè è così testarda?” Sorrise.
“Io non sono testarda. Io sono prudente.” Ribattei acida.
“Non la voglio mica stuprare, sa...”
Un'immagine di me fra le braccia di quello sconosciuto così fastidioso ma terribilmente affascinante mi fece sentire improvvisamente accaldata.
“Io.. Io devo scendere.” Detto questo, uscii alla mia fermata.
Camminavo a passo spedito senza sentire nulla intorno a me e salendo le scalette chiamai un taxi per dirigermi al famoso ristorante dove avrei incontrato Cristina e, poco dopo, il misterioso ragazzo che, per le prossime quattro settimane, si sarebbe finto mio amante.

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Capitolo 3
*** L'INCONTRO ***


 

UN GIGOLO' IN AFFITTO – L'INCONTRO

 

Sedevo in un tavolo a tre, ben apparecchiato con affianco Cristina che, ogni tanto, si specchiava ad un cucchiaio o mi ripeteva di quanto fosse emozionata e in ansia allo stesso tempo. Io non fiatavo. Il singhiozzo era tornato. Mi rivenne in mente quel volto del treno e mi alzai improvvisamente per andare in bagno.
Una volta davanti allo specchio mi sciacquai il viso più volte per riprendermi e ripetei l'esercizio dei venti secondi ma un sms non me lo permise. Era Cristina..
E' arrivato! Sbrigati, scema ;D!
Sempre la solita.
Ancora con il singhiozzo, dopo essermi sistemata alla bell'è meglio, mi catapultai fuori dal bagno e iniziai a raggiungere il mio tavolo.
Pochi passi prima una strana sensazione s'insinuò in me.
Tenni lo sguardo basso per riservarmi la sorpresa finale e quando giunsi al mio posto una voce così stranamente familiare mi schernì:
“Ancora con il singhiozzo?”
Fermi tutti. Il mio cuore non batteva più. Le mani avevano smesso di sudare. I rumori erano cessati e il mio sguardo si alzò di scatto.
“TU!” Sbottai furiosa mentre un ghigno divertito appariva sul volto del ragazzo nuovamente di fronte a me.
“Vi conoscete?” Chiese quasi delusa, Cristina.
“Sì, cioè.. No. Ci siamo incontrati prima sul treno.” Farfugliai, rendendomi conto che il singhiozzo era passato e sicuramente lo aveva notato anche lui data la successiva domanda.
“Hai trattenuto nuovamente il respiro?” Chiese lui, incredulo.
“No. Ti sei dimenticato un altro metodo per farlo passare: lo spavento.” Sputai velenosa. Notando anche che il gentile e cordiale darsi del Lei era andato a farsi un giretto...
“Oh beh, sono lusingato.” Sorrise lui, maliziosamente.
“Bene, ora sediamoci, però...” Cristina cercò di alleggerire l'atmosfera davanti al mio sguardo furioso e a quello divertito di lui.
Prima che si sedesse gli feci nuovamente una lastra più accurata.
Era un colloquio di lavoro ma lui era venuto vestito in tuta!
Questa mancanza di serietà mi mandò ancora di più in bestia.
I capelli erano castani, con riflessi dorati, lunghi ma non troppo, con un ciuffo tirato su al posto della frangia.
La barba era fortunatamente fatta, il naso dritto e le labbra fine rendevano così i suoi lineamenti delicati e nobili. La sua espressione tradiva quella sua possibile dote da gentiluomo.
Mi guardava, quasi studiandomi, con un sopracciglio inarcato ed un sorrisetto sghembo e provocatorio.
Aveva una maglietta bianca a maniche corte, semi-aderente della nike, con pantaloni blu sportivi. Era snello ma ben definito con tanto di bei pettorali e tartaruga. Ripeto che il bell'aspetto non poteva essergli negato.
“Ti piace quel che vedi?” Chiese a bruciapelo, prendendomi nuovamente di sorpresa.
Il mio cuore accelerò di qualche battito.
Aprii la bocca e la richiusi mille volte senza proferire suono. Ero palesemente in difficoltà.
“Oookay! Va bene così, possiamo iniziare con le vere presentazioni?” Mi salvò in calcio d'angolo, Cristina, sorridente più che mai
“Certo.” Fece lui, senza distogliere lo sguardo da me, mentre il mio vagava per tutto il ristorante.
“Bene, io sono Cristina Serrà, piacere.” Si strinsero la mano.
“Piacere, Zachary Volpi, è a te che devo fare d'accompagnatore?” Si presentò guardando finalmente la mia amica e rivolgendole un sorriso mozzafiato.
“N..no, eheh... E' a lei che devi farlo.” Sorrise lei imbarazzata ed evidentemente toccata.
Lui mi riguardò nuovamente ed io mi sentii sprofondare.
“Ed io che ti credevo una ragazza per bene.” Ridacchiò lui.
Okay, questo era troppo.
“E' stato un grosso errore. Io me ne vado. Ciao Cris, Addio Zachary.” Mi alzai con furia dal posto e mi diressi verso l'uscita.
“Un momento...Aspetta.” D'improvviso una mano calda mi cinse il polso, bloccandomi di colpo.
Mi voltai e me lo ritrovai a pochi centimetri dal mio volto. “Mi.. Dispiace. Ma, vedi..Questo... Impiego.. Mi serve. Non andare...” Sembrava davvero dispiaciuto. Il tono basso con cui disse il tutto era davvero sofferente, quasi fosse sangue quello che stesse sputando e non parole.
Lo guardai negli occhi e capii.
Non so cosa di preciso ma una sensazione strana, indescrivibile, mi suggerì la decisione che poi presi.
“Okay. Contrattiamo.” Assentii e mi risedetti al mio posto, senza più guardarlo direttamente.. Almeno per il momento.

 Dopo l'antipasto -il tutto offerto dalla mia gentilissima amica Cristina che adesso stava facendo inconsapevolmente gli occhi dolci a Zac-, riprendemmo la questione del finto fidanzamento.
“E come mai questa decisione? Sempre se posso saperlo..” Chiese lui, sorridendo come se fosse tutto normale.
“Ma certo che puoi! Hai il diritto di sapere tutto ciò che riguarda la mia amica!” Trillò Cris, facendomi quasi strozzare con un'oliva ascolana.
“Cosa!?” Sbottai mentre gli occhi di Zac si facevano quattro risate.
“Victoria, sii coerente!” Mi ammonì lei, chiamandomi per la prima volta, davanti a lui, per nome.
“Uh, e allora è questo il tuo famoso nome che fin'ora non mi hai permesso di sapere!” Sorrise lui, entusiasta della scoperta. Lo fulminai.
“Comunque..” Riprese Cristina, distogliendo l'attenzione di Zac su di me, “Il motivo è semplice. La mia amica qui presente ha diciassette anni ed è ancora single. Chiariamo bene: lo è da tre anni! Non ha mai avuto alcun rapporto con l'altro sesso e non è mai andata oltre ad un tenero bacio. Le nostre compagne di classe iniziano a reputarla un'asessuata o un'omosessuale e ciò, logicamente, la infastidisce. Quindi l'unico modo per farsi rispettare da quelle oche dell'istituto è quello di far capire loro di cosa Victoria è in grado di fare. Qui entri in scena tu, Zac. Le altre rimarranno a bocca aperta appena vedranno che bel pezzo di ragazzo lei sia riuscita a conquistare.. Così sarà tutto più semplice per lei e il tuo lavoro sarà, per metà, svolto.” Cristina finì il suo gran discorso con una scrollatina di spalle e un sorriso raggiante, neanche fosse un avvocato davanti ad un giudice con il caso in mano.
Detta così, da una parte la motivazione era molto sciocca. Sarebbe andato tutto a rotoli perchè era chiaro che non ci tenevo abbastanza a questa causa. Non mi era mai interessato quello che la gente pensava di me e da quello che diceva Cristina sembrava l'esatto contrario. Davo l'apparenza di essere una mocciosetta superficiale, dipendente dal giudizio degli altri e svampita, data la decisione presa in merito. Ero davvero impazzita.
Come ero riuscita a cacciarmi in un guaio simile?
..E dire che non era nemmeno l'inizio!
Poi mi riscossi... Sbaglio o Cristina aveva detto “...e il tuo lavoro sarà, per metà, svolto.”? Che significava, per metà!? Cosa mi stava nascondendo?
“C'è qualcos'altro che non so?” Domandai, quindi.
Entrambi, dopo essersi lanciati un'occhiata complice, si voltarono verso di me guardandomi in modi differenti.
Cristina sembrava un po' divertita e un po' apprensiva.
Zac sembrava famelico. Mi guardava con una strana luce negli occhi, quasi volesse saltarmi addosso da un momento all'altro o che si stesse immaginando un qualcosa di poco consono nella sua mente.
Questo m'intimorì.
“Saprai tutto a tempo debito.” Rispose Cris, guardandomi maliziosamente.
Una lucina si accese nella mia testa. Oh.No.
“Cristina! Non ci pensare nemmeno! Questa è una mia faccenda e il patto era...” Stavo per iniziare una delle mie tante ramanzine, ma sta volta fui interrotta dalla diretta interessata.
“Il patto era.. Il patto era... Victoria, finiscila! Ci sono dentro tanto quanto te ed è una cosa molto importante. Hai diciassette anni tesoro, e guardandoti indietro cosa vedi? Nulla. Devi fare esperienze e Zachary non è un semplice “finto fidanzato” ma un vero e proprio Gigolò. Lui saprà cosa fare.” Mi riprese, risoluta.
Il suo discorso mi aveva ferita. Mi aveva scioccata.
Era vero, quindi, che guardandomi indietro nella mia vita, non vedevo nulla? Non avevo concluso niente? E anche la mia amica menefreghista se ne era accorta... Ero davvero senza speranze. Cris non mi aveva mai parlato in modo tanto aggressivo e mi sentivo umiliata di fronte a Zac.
Un Gigolò... Lui non era un semplice attore ma un maestro. E da quanto avevo capito mi avrebbe dovuto insegnare i trucchi della passione...
Accidenti, ero davvero impazzita!
“Ma.. Io non potrei mai!” Ribattei poco convinta.
“Non farà nulla che non vorrai.” Rispose lei, dolcemente.
“Ehi, state parlando di me come se non ci fossi.” Sorrise lui, sempre maliziosamente.
“Poi, che io sappia, i Gigolò dovrebbero essere tipi di alta borghesia...” Spiegai acida.
Lui mi guardò serio, poi di nuovo quel ghigno gli si ripresentò sul viso.
“Cosa vorresti dire con questo? Che sembro un poveraccio?” Chiese soavemente. Sì, era davvero bravo a far venire la pelle d'oca alle ragazze.
“Bene. Iniziamo il colloquio.” Esultò, Cristina, tutta eccitata, prima che io potessi controbattere.
Okay. Che la guerra abbia inizio.

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Capitolo 4
*** IL COLLOQUIO ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO – IL COLLOQUIO

Erano appena arrivati i primi. Io avevo optato per dei spaghetti con le vongole, Cristina, fissata con la dieta, una semplice insalata con petto di pollo e Zac una grossa bistecca al sangue ancora fumante.
“Non ho detto che sei un poveraccio ma, ecco... Di solito ai colloqui si viene con un abito elegante.” Precisai, volendo fare la puntigliosa.
Ero infastidita e stavo scaricando il tutto su di lui e, pur sapendolo, non riuscivo a smettere di farlo.
“Ho da poco finito gli allenamenti.” Rispose con un falso sorrisino.
“Scommetto che non ti sei fatto nemmeno la doccia.” Lo schernii.
“Vuoi annusare?” Domandò poi allusivo, inarcando sensualmente il sopracciglio. Il sorriso non spariva mai.
“Ragazzi dovreste andare d'accordo! Sembrate quasi cane e gatto. Vi ricordo che usciti di qui dovreste iniziare a fingervi una coppia!” Ridacchiò Cris, divertita dai nostri battibecchi e dalle mie continue perdite a causa delle risposte maliziose di Zac e del mio imbarazzo.
Io e lui ci girammo prima a guardare lei, poi fissandoci nuovamente.
Fra i nostri occhi si stabilì un contatto strano, che non seppi descrivere ma che mi fece sentire sola ma allo stesso tempo protetta. Un contatto che da quel momento in poi avrei iniziato a bramare.
“Chiedetemi quello che volete.” Disse lui seriamente, quasi stessimo affrontando un argomento lavorativo “normale”.
La mia amica annuì e si voltò verso di me attendendo la mia prima domanda.
“Hmmm... Da quant'è che fai questo.. “lavoro”?” Chiesi titubante, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi così profondi.
“Tre anni.”
Lui invece non smetteva di guardarmi ed il suo sguardo iniziò a farsi insistente ed invadente. Uno strano calore mi percorse tutto il corpo fino all'interno coscia.
“Quante donne hai avuto?”
“Ho perso il conto.” Sorrise sicuro di sé.
Rimasi un attimo spiazzata da quella risposta ma mi rispesi subito dopo. Accidenti... Quante altre ragazze erano state così tanto disperate come me!?
“Sono rimaste tutte... Appagate?” Domandai, imbarazzata ma curiosa.
“Tutte mi chiedevano cose diverse... Ma dalle loro mance finali deduco che, sì, ne siano rimaste tutte fin troppo appagate.”
Dalla sua espressione capii che non stava mentendo per pavoneggiarsi. Lui era davvero bravo in certe cose.
Inaspettatamente ebbi voglia di provare quello stesso brivido con lui.
“Qual'è, per te, il limite di età?”
Stavo diventando troppo invadente? Al diavolo! Volevo sapere...
“Dipende. L'ultima aveva trentacinque anni ma era davvero una bella donna, fin'ora non sono andato oltre.” Sorrise sornione.
“Accetti l'incarico anche se la ragazza in questione non è carina?”
Le domande iniziavano a non c'entrare nulla con l'argomento base ma io ero determinata a non fermarmi.
“Svolgo semplicemente il mio lavoro.”
“Non mi hai risposto.”
I nostri sguardi erano incatenati, ognuno sosteneva quello dell'altro. Sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene... Quel ragazzo mi dava una carica che mai prima d'ora avrei creduto di avere.
“Diciamo che fin'ora sono stato fortunato.”
Dovevo prenderlo come un complimento, o voleva dire che prima di adesso aveva avuto delle belle ragazze a cui offrirsi e ora che aveva incontrato me la sua fortuna era finita..?
“Mi dispiace.” Diedi voce ai miei pensieri..
“Non ti preoccupare, la mia fortuna va' di bene in meglio.” Rispose, facendomi l'occhiolino. Arrossii.
“Che ne pensano i tuoi di questo lavoro?” Domandai dopo un po'. Forse avevo esagerato perchè la sua espressione prima divertita ora si era tramutata in una accigliata e seriamente malinconica.
“Un'altra domanda.” Chiese, cercando di riprendersi.
“Ehi, avevi detto che potevamo chiederti tutto quello che volevamo!” Ribattei infastidita.
“Ma non ho mai detto che avrei risposto a tutto.” Mi zittì col suo sguardo di ghiaccio. I suoi occhi prima profondi e intensi ora erano diventati freddi e vuoti. La sua famiglia, capii, era un argomento tabù.

 Il pranzo passò apparentemente in fretta, almeno per quel momento. Il resto sembrò infinito. Le chiacchiere, le discussioni, gli sguardi... Pareva tutto a rallentatore. Quegli occhi... Mi distraevano da tutto, mi sentivo fastidiosamente studiata e quasi denudata. Una sensazione scomoda.
“Bene” Esordì Cris, dopo aver pagato il conto ed uscendo seguita da noi dal ristorante, “Visto che ormai è ovvio che nessuno dei due possiede un mezzo di trasporto” fece ironica, “vi accompagnerò io fino a casa di Vic. Venite, forza!” Esclamò, poi, salendo sulla sua Porche gialla canarino, presa con la patente dei sedici anni.
Il viaggio fu ancora più sfiancante. Cristina, alla guida, lasciò così me e Zac vicini ai posti dietro.
La mia amica non smetteva un attimo di blaterare, raccontando aneddoti divertenti o facendo domande ad uno Zac fin troppo entusiasta.
“Come si spegne?” Mi sussurrò, dopo un po' lui fra i denti con un sorriso forzato rivolto sicuramente a Cris che stava ancora chiacchierando. Ridacchiai.
“Se lo sapessi lo avrei già fatto.” Mi ripresi, poi, ritirando fuori le unghie.
“Pure sotto le lenzuola sei così combattiva?” Chiese, sempre a bassa voce avvicinandosi di più al mio orecchio, con tono soave e seducente.
Le mani ripresero a sudare e sentivo un formicolio per tutto il corpo. Se avessi potuto, lo avrei preso a schiaffi!
“Se pure fosse, tu non lo saprai mai.” Lo beffeggiai, con un sorriso vittorioso.
Lui restò per un attimo a guardarmi, poi sbuffando si rivoltò verso il suo finestrino borbottando un “Staremo a vedere...”

Una volta arrivati, ci feci lasciare davanti al portone della casa dei miei nonni, di pochi passi distante dalla mia, con una stanza comunicante. Appena entrati, però, mi resi conto che le stanze delle due case divise solo da una porta, erano rispettivamente la mia e quella di Zac. Inizialmente cercai di persuaderlo a scegliersi un'altra camera ma lui insistette per quella più grande. Perfetto, avrei dovuto ritrovare la chiave della mia stanza per poterla chiudere a dovere!
“Qualcosa non va? Ti vedo turbata.” Disse lui, poggiando la sua valigia sul letto, dopo un'accurata visita di tutta la casa.
Pochi giorni prima, io e Cristina ci eravamo messe a risistemare tutta la casetta -che era più simile ad un appartamento bifamiliare-, per l'imminente ospite.
“Ti piace la casa?” Domandai, quindi, cambiando argomento. Non mi andava di informarlo ogni qual volta il mio umore cambiava, anche perchè stava diventando una cosa fin troppo frequente ultimamente.
“E' molto carina.” Fece sorridendomi amichevolmente. Cercava di essere premuroso e gentile, lo capivo, ma il mio odio verso di lui non rinunciava alla lotta, quindi i suoi tentativi erano vani.
“Lascia che ti aiuti...” Mi avvicinai a lui, iniziando a tirar fuori i suoi indumenti dalla valigia e sistemandoli nell'armadio.
Aveva sicuramente buon gusto in fatto di vestiario, ma allora perchè venire in tuta ad un pranzo “importante”?
C'erano molte camice, tutte di colori differenti ma mai a tinta unica. Solo una, bianca. Il resto erano a quadri, a righe, con motivi diversi... Sembravano tutte molto allegre. Questo mi fece sorridere.
Poi c'erano delle T-shirt sempre bizzarre o sportive. Qualche maglietta elegante e sobria, pantaloni neri, bianchi, jeans scuri, jeans strappati, cinte di tutti i tipi, qualche pantaloncino sportivo, costumi e scarpe prevalentemente converse o vans, oltre che a quelle da ginnastica. Sistemammo tutto in un silenzio religioso ma non opprimente e appena finito ci sedemmo esausti sul letto. La biancheria intima, evidentemente, l'aveva sistemata solo lui. Gliene fui grata.
“Con tutti quei vestiti, suppongo che tu vada ogni giorno a fare shopping!” Ansimai, portandomi una mano alla fronte. Era stata un'attività stancante.
“Più o meno. Alcuni sono regali.” Spiegò, vago.
“Ammiratrici?”
“Più o meno.” Ripeté, infastidendomi.
Mi alzai di scatto, dirigendomi verso la porta comunicante anche se non avrei voluto svelargli l'imbarazzante coincidenza -non avevo voglia di camminare troppo- congedandomi con un “Domani dobbiamo parlare.”
Stavo per aprire la porta quando la sua voce mi bloccò:
“Aveva quarantatré anni e viveva in una grossa villa con un gatto. I soldi non le mancavano e si poteva dire che mi manteneva lei.
Ogni giorno c'era un nuovo regalo sul mio letto. Mi pagò il doppio di quanto avessi meritato e dopo due mesi morì. Mi lasciò scritta una lettera sulla quale, dopo varie cose, mi ringraziava per essere stato l'unico, in tutta la sua vita, a farle conoscere la passione, l'amore e la maternità... Con ciò capii molte cose. Mi aveva sempre trattato come un figlio, tranne che a letto, e mi aveva amato. Lei sapeva che le erano rimasti pochi mesi di vita e aveva scelto di viverli con me. Oh, dovevi vederla, era una donna bellissima, piena di vita.. Una rosa in fiore.” Disse sorridendo debolmente, con gli occhi luminosi. Quando parlava di questa donna, c'era una scintilla che si presentava in lui. Questo scaturì in me una strana sensazione che mi mosse fino ad andargli vicino e ad abbracciarlo, venendo ricambiata con enfasi, subito dopo da lui.
Incredibile come in così poche ore io e lui eravamo entrati così tanto in confidenza. Non avrei mai creduto che fosse un ragazzo sensibile.
“Non so perchè l'ho detto.” Ammise lui, con la voce attutita dalla mia spalla, dove teneva il suo viso, fra essa e il collo. Non piangeva affatto, il suo tono, al contrario, era impassibile e freddo.
“Mi ha fatto piacere sentirlo, comunque.” Mi staccai delicatamente, guardandolo negli occhi e sorridendogli. I nostri nasi potevano sfiorarsi ma nessuno dei due sentiva la necessità di un bacio, quindi gli chiesi:
“Come si chiamava?”
L'atmosfera era calma, parlavamo in sussurri per non sciuparla.
“Rosanna.”
“Avevi detto che non eri andato oltre i trentacinque...”
“Perchè io non la ricordo come una delle tante clienti. Lei era stata l'eccezione... Avevo provato anche io veri sentimenti per lei.”
“Si vede da come ne parli.”
Rimanemmo in silenzio per un altro po' di tempo, quando poi un suo sorriso sghembo, mi avvisò che era tornato come prima.
“Quindi sai essere anche apprensiva e non acida come credevo, quando vuoi...” Mi schernì.
“Ma... La storia era vera, giusto?” Chiesi speranzosa.
“Mmm.. Più o meno. Diciamo, più sì che no.” Sorrise.
Mi aveva presa in giro. Aveva giocato con i miei sentimenti...
Quell'esclamazione mi mandò in bestia e mi scostai velocemente da lui, andandomene finalmente da quella stanza, sbattendo la porta con forza, non prima di aver sentito il suo risolino.

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Capitolo 5
*** PRIMI APPROCCI ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO – PRIMI APPROCCI

Lo conoscevo appena, ma avevo già capito che con lui i discorsi seri duravano ben poco. Se la storia della bella donna era vera, dovevo ammettere che in quel momento mi aveva davvero toccato, ma poi aveva fatto quella stupida battuta e allora tutta la bell'atmosfera si era screpolata. Ed io che l'avevo creduto un ragazzo sensibile!
In quel momento mi trovavo sdraiata sul mio letto a fissare il soffitto e a fare il punto della questione mentalmente.
Mio padre ancora non sapeva nulla della storia. Un punto a sfavore.
Non avevo ancora trovato la chiave di quella porta comunicante. Altro punto a sfavore.
Il ragazzo che si sarebbe finto il mio fidanzato era, oltre che un gigolò professionista, anche un tipo fastidioso, cinico e maledettamente sensuale, che odiavo con tutta me stessa. Quindi Tre a Zero per la sfortuna.
Il suo lavoro, poi, non consisteva solo nel fingersi innamorato di me -cosa già difficile in sé per sé- ma avrebbe dovuto anche insegnarmi le tecniche della passione e, quindi, in un modo o nell'altro riuscire a fare eccitare entrambi. Cosa impossibile. Quattro a Zero.
Qualcos'altro? Ah, sì! Dovevo sorbirmelo per oltre un mese..!
Cinque a Zero. Avevo nettamente perso..
Si stava facendo sera ed io dovevo ancora parlare con Zac su ciò che avremmo dovuto fare il pomeriggio dopo, quando saremmo dovuti uscire per la prima volta come coppia, insieme alla mia “combriccola” di amici.
Quindi mi rialzai svogliatamente e dopo un paio di ore, ritornai nella sua camera, tentando di aprire inutilmente la porta che divideva le nostre stanze.
“Ma che...” Biascicai, mentre spingevo e giravo la maniglia.
Dall'altra parte sentivo della musica leggera e capii che fine aveva fatto la chiave: ce l'aveva lui nella sua camera. Bussai violentemente sulla porta.
“Apri, Zac!” Urlai, inizialmente invano, poi dopo qualche minuto, sentii dei passi avvicinarsi velocemente sul pavimento di legno massiccio, e la porta si spalancò facendomi quasi sbilanciare e cadere a faccia a terra.
“Accidenti...” Borbottai prima di alzare lo sguardo e vedere...
“Oh.Mio.Dio!” Ansimai presa dal batticuore.
Zac era nudo, se non per l'asciugamano allacciato alla vita che gli arrivava fino al ginocchio, tutto gocciolante in tutta la sua bellezza e splendore, a pochi passi dalla mia camera. Sbiancai.
“Che c'è?” Domandò allarmato, forse per la mia bussata frenetica.
“Ehm... No, niente.. Sc-scusami, ma volevo parlarti però, ecco, se hai da fare posso aspettare.” Balbettai nervosamente, portando il mio sguardo ovunque tranne che su di lui e i suoi magnifici pettorali. Lo sentii sorridere.
“Non c'è problema, entra.” Disse quindi, scostandosi dalla porta per farmi passare.
“Sei sicuro? Sei... Nudo.” Feci io, avanzando lentamente.
“Non hai mai visto un uomo in costume?” Domandò giustamente.
“Hai ragione... Aspetto qui.” Mi sedetti sul suo letto, aspettandomi che lui entrasse in bagno. Ma non fu così. Al contrario, si avvicinò e piegò i ginocchi mettendosi giù di fronte a me. Io voltai velocemente il viso per non guardare.
“Dammi la mano.” Ordinò gentilmente.
Senza proferire parola, l'allungai titubante.
Lo sentii afferrarla, la sua era caldissima, e la fece aprire delicatamente.
“Guardami.”
Sospirai, ma lo feci.
Era bellissimo. I capelli erano bagnati e i suoi occhi turchesi risaltavano ancora di più. Aveva le labbra socchiuse e l'intensità nel suo sguardo mi fece sentire improvvisamente caldo.
Lentamente avvicinò ancor di più la mia mano al suo petto e ce la fece poggiare. Sussultai a quel contatto. Dovevo ammettere che avevo desiderato di toccare il suo bel fisico dal primo istante in cui ci feci caso.
“Cosa senti?” Chiese, facendomi arrossire.
“Io... Non so.”
“Non essere timida con me. E' il mio lavoro... Voglio sapere esattamente cosa provi.” Spiegò, lui, gentile.
“Sento caldo, sono agitata, mi batte forte il cuore e provo imbarazzo.” Dissi onestamente.
“Cosa senti qui, invece.” Domandò, accarezzando la mia coscia fino ad arrivare all'inguine, stava per avanzare ma mi scansai lievemente.
“Non aver paura...” Sussurrò calmandomi. “Cosa senti lì?”
“Calore.. Troppo calore.” Biascicai paonazza.
Intanto lui portava la mia mano a toccare tutto il suo petto, fino a quando non la lasciò.
“Capisco.” Poi rivolto alla mia mano. “Adesso muovila da sola. Toccami dove vuoi.” Disse dolcemente, avvicinandosi ancor di più.
Deglutii a vuoto e dopo qualche secondo, senza protestare, iniziai a far passare la mia mano sul suo petto, fino a scendere e toccare quindi la sua tartaruga, accanto all'ombelico, poi il basso ventre... Guardavo tutto ciò come incantata.
“Okay, basta così.” Esclamai con voce stridula dall'emozione, alzandomi velocemente. “Ero venuta per parlare e metterci d'accordo sulla nostra falsa relazione...” Mi sorpresi di quanto mi riuscì difficile pronunciare delle parole.
Lui in cambio sbuffò infastidito dalla fine dei giochi e si mise seduto sul letto dove prima c'ero io, guardandomi con occhi annoiati.
“Ti ascolto...” Sospirò rassegnato.
“Bene. Domani pomeriggio dovremmo uscire con i miei amici e, beh.. Non so come, da un giorno all'altro, potrei spiegare loro della tua presenza.” Spiegai, gesticolando furiosamente.
Lui rimaneva rilassato, seduto sul materasso, a studiarmi mentre camminavo per tutta la stanza guardando ovunque tranne che lui e muovendo le mani come una forsennata.
“La smetti di guardarmi!?” Sbottai, infastidita poi.
Lui sembrò sorpreso ma con un risolino si riprese.
“Gli occhi sono fatti per guardare.” Sorrise sensualmente.
“Con me i tuoi trucchetti non funzionano, Zac!”
“Quali trucchetti?” Chiese inarcando un sopracciglio con tono sbalordito.
“Quegli sguardi, quei sorrisi... Non funzionano. Tu non sei certamente il mio tipo.” Decretai, incrociando le braccia al petto e guardandolo finalmente negli occhi.
“Io non sarei il tuo tipo?” Domandò, alzandosi -ancora mezzo nudo, aggiungo- venendomi incontro.
Era decisamente troppo vicino adesso. Deglutii a vuoto dall'agitazione.
Questo non è il tuo tipo?” Continuò lui, portando violentemente le mie mani nuovamente sul suo petto. Oddio, iniziavo a sudare.
“L..l'aspetto fisico n-non conta...” Balbettai incerta.
“E allora perchè sei così nervosa?” Sorrise beffardo.
“Sei troppo vicino, Zac.”
“Sono o non sono il tuo fidanzato?”
Si stava letteralmente prendendo gioco di me.
“Smettila..!” Biascicai paonazza.
“Avanti Victoria, sono qui per questo..” Sussurrò avvicinando così le sue labbra alle mie.
Poco prima del contatto uno dei miei neuroni ricominciò a funzionare, così voltai il viso e il suo bacio andò a finire sulla mia guancia e subito dopo mi divincolai dalla sua presa, riavvicinandomi al letto, dalla parte opposta della stanza da dove c'era lui.
Ancora di spalle girò la testa fino a guardarmi in quel modo intenso per poi attaccare a ridere.
“E ora cosa c'è?!” Domandai, stizzita.
“Sei proprio buffa!” Rideva, lui.
Portai i pugni ai fianchi. Se fossi stata disegnata sicuramente il fumo dalle orecchie non sarebbe mancato.
“Come scusa...?” Feci acida.
“Ti comporti sempre così quando un ragazzo cerca di avvicinarsi un po' di più al tuo guscio? No, perchè se è così ora capisco perchè sei ancora single. Devo ammettere che inizialmente non comprendevo come mai una così bella ragazza avesse organizzato tutto questo, sinceramente credevo non ne avessi nemmeno bisogno, e adesso ho capito tutto!” Esclamò euforico mentre io sentivo il mio cuore sgretolarsi, o era il mio guscio...? “Tu allontani i ragazzi da te.” Disse, infine, tornando serio.
Dopo qualche minuto di meditazione e comprensione della dura verità, trovai le parole per ribattere.
“Io sono prudente.”
“Oh, no! Non ripetere mai più questa parola, ti prego! Prudenza” pronunciò con disprezzo “è una sciocchezza. Quella è paura. Hai paura di esporti troppo. Si capisce dal tuo sguardo..”
“Cos'ha adesso il mio sguardo che non va?” Chiesi innocentemente.
“Il classico sguardo da Cerbiatto Bastonato.” Sorrise sornione.
“CERBIATTO BASTONATO!?” Sbottai furiosa.
“Hai capito bene, perchè urlarmelo nelle orecchie?” Fece sarcastico.
“Oh, beh, se io sono un Cerbiatto Bastonato, tu sei solo un insensibile Babbuino!” Ribattei, velenosa.
Mi stavo davvero scaldando. Quel Zachary riusciva a tirar fuori il peggio di me...
“Ehi, io parlavo del tuo sguardo, anche se la personalità è molto simile... Ma Insensibile Babbuino è sicuramente una Signor Offesa!” Esclamò falsamente indignato. Si stava visibilmente divertendo.
“Ora basta! Dobbiamo parlare di cose ben più importanti! Non sei pagato per infastidirmi...” Stava per ribattere ma lo bloccai in tempo. “Cosa diremo ai miei amici domani?”
E intanto pensavo fra me: “Cosa diremo a Lui, domani?”
Lui, Luca. Il ragazzo di cui ero, segretamente cotta da quasi tre anni e con il quale avevo parlato sì e no qualche volta di rado.
Biondo cenere, fisico scolpito pieno di muscoli, giocatore di baseball, occhi castano miele, sorriso caldo come il sole, personalità estroversa e ottimista.. Decisamente il mio tipo.
Non come quel rozzo, cinico, fastidioso, pervertito, vanitoso, puntiglioso ed egocentrico ragazzo che ora avevo davanti e di cui mi sarei dovuta fingere innamorata!
“Beh, innanzi tutto, non iniziare a programmare tutto come una di quelle classiche maniache dell'ordine. Lascia fare a me. Sono l'esperto in certe cose... Dirai che ieri, cioè oggi, hai rincontrato un vecchio amico dell'estate e che, dopo varie chiacchiere avevate deciso di iniziare a frequentarvi. Niente di più, niente di meno. La prossima volta mi presenterai.” Sorrise, quindi, vittorioso.
“Fortuna che ero io quella che non doveva organizzare nulla...” Borbottai.
“Perchè non è a te che tocca questo compito. Con me dovrai cambiare ogni strategia, tesoro. Finiscila con la freddezza, è arrivato il momento di lasciarti andare... Alla passione.” 

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Capitolo 6
*** INTOLLERANZA ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO - INTOLLERANZA

La notte fu insonne, inutile dirlo. Il sabato dopo le lezioni passarono in fretta, merito della mia famosa scarsa attenzione verso qualsiasi materia ad eccezion fatta per la ricreazione.
“Ehi Vic, sai che ore sono?” Mi chiese Diana, al banco di fronte al mio all'ultima ora di Lettere.
Quando presi il cellulare, però, fui presa da una scossa di ricordi.
Non avevo dato il mio numero a Zac! Chissà cosa starà facendo in questo momento... E se avesse combinato qualche casino? Se si fosse fatto scoprire da mio padre!? Oddio, ero nel panico.
Diana ancora mi guardava in attesa e solo dopo vari minuti riuscii a proferire parola.
“Sono le 13:39...” Sospirai. Dopo un minuto, la campanella suonò.

“Esci?” Mi chiese Marco, il mio fratellino, vedendo il mio letto sotterrato dai panni.
“Sì scricciolo, perchè?” Gli domandai mentre tentavo di truccarmi.
“Ti volevo chiedere se potevi passare alla casa della nonna e ridare questo a quello strano ragazzo che ci abita.” Mi disse lui, entrando e posando un braccialetto sulla mia scrivania.
Il cuore saltò qualche battito.
“T-tu.. hai conosciuto Zac?” Balbettai sconcertata dalla poca discretezza del mio coinquilino.
“Sì ed è fortissimo!” Sorrise, poi scappò nella sua stanza ed io corsi subito a chiudere la porta della mia dove poco fa c'era Marco e a bussare violentemente a quella del mio fidanzato.
Mi ritornò in mente la sera prima, e ripresa da un Deja-vù cominciai a regolare i battiti per non rischiare di ritrovarmi una spiacevole sorpresina.
Dopo qualche minuto, finalmente aprì e stavolta era anche vestito!
“Bussi sempre così delicatamente alle porte altrui?” Chiese lui sarcasticamente gentile.
Presi con furia il suo braccialetto di cuoio che sembrava avere parecchi anni e glielo sventolai davanti al viso.
“Prima di tutto, questa è la porta della casa di mia nonna e tu sei solo un ospite. E secondo: questo non ti dice niente!?” Sbottai, a bassa voce però, per non farmi sentire dai miei fratellini.
Lui guardò il braccialetto pensieroso, poi lo prese e rispose: “Mmm, comunque ora ci abito io in questa casa, quindi tecnicamente e praticamente ora appartiene a me, e riguardo a questo... Mi sarà caduto mentre giocavo.” Constatò.
“TU hai giocato con MIO fratello!...?” Ero furente.
Pensavo che avesse capito che avrei potuto presentarlo alla mia famiglia solo quando la cosa fosse stata veramente ufficiale! Come potevo fidarmi di lui se se ne usciva così, conoscendo mio fratello, senza nemmeno la mia presenza? Io sapevo poco e niente sul suo conto e preferivo frequentarlo affondo prima di essere sicura che lo facesse anche Marco!
“Abbiamo solo fatto qualche tiro a pallone, nulla di cui preoccuparsi o scaldarsi tanto!” Esclamò tranquillamente.
Il suo modo di fare così pacato e rilassato iniziava a darmi letteralmente ai nervi! Se avesse continuato sarebbe andata a finire con io che lo strangolavo senza pietà.
“Ma dovevi aspettare! Come ti è saltato in mente di uscire di casa?”
“Non volevo passare la giornata chiuso qui dentro come un recluso. Perchè non avrei dovuto...?” Chiese con ovvietà.
“Beh... Almeno potevi stare più attento! E se adesso Marco andasse a dire a mio padre che nella casa della nonna ci abiti tu!?!”
Sentivo il cuore accelerare e le mani sudare. Ecco di nuovo l'agitazione e, come da copione, il singhiozzo. Zac ridacchiò.
“Stai calma, Victoria, siediti un attimo...” Fece tentando di rilassare anche me.
Entrò senza permesso, ovviamente, nella mia stanza e con la mano spinse via qualche indumento dal mio letto per farmici accomodare, lui prese la sedia della scrivania e si sedette di fronte a me.
“Allora, prima di tutto, respira.” Disse. Sbuffai ma obbedii.
“Questo tuo tono da dottore-so-tutto-io inizia ad infastidirmi.” Borbottai, chiudendo gli occhi per calmarmi.
“E questa tua acidità non aiuta alla nostra intesa.”
“Ma noi non abbiamo intesa!” Ribattei compostamente, fra un singhiozzo e l'altro.
“Ma dovremmo averla, e adesso ascoltami. Tuo fratello quanti anni ha?”
“Sette.”
“Beh, non penso che tuo padre sia abituato a credere a tutte le cose che dice un bambino di sette anni, giusto?”
“Beh...” Tentai di rispondere, titubante.
“Come immaginavo. Se pure fosse, basta che tu mi avverta ed io saprò cosa fare. Poi non avevi già detto a tuo padre che prima o poi sarebbe venuto qualcuno ad abitare qui?”
“Sì, ma...”
“E allora il problema è risolto.”
Riaprii gli occhi e lo vidi sorridere.
“Cos'è quel sorriso da ebete adesso?” Gli chiesi, infastidita.
“Hai un solo occhio truccato.” Disse, trattenendo una risata.
Io sgarrai gli occhi e corsi in bagno per finire di sistemarmi. Al mio ritorno, Zac non c'era e la porta della camera era chiusa. 

Al parco, dove ci posizionavamo sempre con la “comitiva”, cercavo di ascoltare Cristina raccontarmi di qualche aneddoto divertente fra lei e Simone che le stava accanto e intanto pensavo alla discussione con Zac. Quel ragazzo mi avrebbe fatta impazzire entro nemmeno quattro giorni.
Poi, finalmente, arrivò Luca con Alessio e Michele, i suoi amici fidati.
Salutò tutti con calorosi baci sulle guance ed io sentivo le gambe molli.
“Sapete che Victoria si sta frequentando con un tipo, ultimamente?” Esclamò, d'un tratto, dopo mezz'ora, Cristina che sapeva tutto di quei momenti passati da sola con Zac, ad alta voce, raccogliendo tutta l'attenzione del gruppo su di me. E allora, scattarono le domande.
“Oddio, sono così felice!”; “Devi raccontarmi tutto!”; “Vi siete già baciati?”; “L'hai portato a letto?”; “Come vi siete conosciuti?!”...
Sembravano tutte euforiche ed io mi ritrovai tutto il pomeriggio impegnata a raccontare loro i minimi particolari della falsa relazione fra me e il Babbuino.
“Ci siamo conosciuti qualche estate fa... Non era nulla di serio all'epoca, ma non mi sono mai dimenticata di lui. E' un tipo brillante... Mi fa divertire.. Non vi ho mai detto nulla perchè non credevo fosse importante, ma adesso che si è trasferito qui in città, mi sembrava d'obbligo farvelo sapere. E comunque no, nessun bacio e niente sesso... Ancora.” Mi sentii costretta di dire.
“E' bello? Ce lo farai conoscere?” Come al solito Susanna era quella più curiosa.
“Se è bello sta a voi giudicare... Vedrò di farvelo conoscere il prima possibile.” Sorrisi loro falsamente.
I ragazzi ogni tanto si intromettevano nel discorso ma, in particolare, Luca e Alessio cercavano di restarne fuori.
Mi dispiaceva che Luca ne fosse poco interessato ed io cercavo d'illudermi che si trattasse di gelosia invece che menefreghismo.
Alessio, invece, sapevo già perchè se ne restava zitto. Era innamorato di me già da qualche mese pur sapendo di non avere alcuna chance... Lui non mi interessava.. Era troppo infantile, lo vedevo come un amico e niente più. Mi spiaceva ma cosa potevo farci io? I sentimenti erano quelli:
Amicizia per Alessio.
Amore per Luca... -anche se la consideravo una semplice cotta.
Odio per Zac.
“Ti vedo stanca, qualcosa non va?” Mi chiese Cristina in macchina, mentre mi accompagnava a casa, dopo quell'estenuante interrogatorio.
“Sì, sono stanca. Stanotte non ho chiuso occhio.” Mi lamentai, portandomi una mano sulla fronte.
“Come mai?”
“Colpa di Zac!” Sputai velenosa.
“Su, Vic, non essere così crudele con lui! Ricorda che dovrete fingervi innamorati e con la vostra intolleranza sarà fin troppo difficile!” Spiegò lei, con tono apprensivo.
“Tu non capisci, Cris. Lui è davvero fastidioso! Non riesco a fingermi interessata ad uno così.. rozzo e poco educato.” Dissi con ovvietà.
“E' successo qualcos'altro?”
“Beh, levando il fatto che a casa non c'è quasi mai e le poche volte che c'è è quasi sempre in compagnia e, quindi, anche di notte... Mmm, no niente.” Risposi sarcastica.
“Si porta delle ragazze...?” Chiese lei, titubante.
“Sì.” Dissi, ricordando il motivo per cui quella notte non avevo dormito.
Quei gemiti mi rimbombavano ancora in testa. Bleah...
“Glielo hai mai detto?”
“Ma se non lo vedo mai!”
“Sono passati solo due giorni, Vic.”
“Due giorni infiniti, Cris!”
“Vabbene, vabbene... Sei troppo testarda. Siamo arrivate.” Mi sorrise, salutandomi con due baci sulle guance.
“Uh, a proposito... Con Luca qualche novità?” Chiese, prima che chiudessi la portiera della macchina dietro di me.
“Ancora nulla. E penso che adesso le mie chance siano anche di meno con la presenza di Zac.”
“Magari lui ti potrà aiutare, è bravo in certe cose!” Esclamò, entusiasta.
“Dimmi un po', c'è qualcosa che, per te, Zac non sia in grado di fare?” Le chiesi sempre con un pizzico di ironia.
“Buona notte, Victoria.” E con un ultimo sorriso, richiuse la portiera. Sbuffai...
Avevo cenato con delle amiche e adesso erano le dieci e mezza. Ma quando ritornai e aprii la porta di casa che riportava subito al salotto, una visione sconvolgente mi paralizzò.
“Ehi Vic, finalmente sei tornata!” Mi salutò mio padre spaparanzato sul divano con una birra in mano a guardare una partita di calcio.
“S..sì.” Biascicai.
“Amore, ma dove sei stata? Mi hai lasciato solo per così tanto tempo!” Esclamò quel degenerato del mio presunto fidanzato, ACCANTO A MIO PADRE, nella sua stessa posizione con, però, meno birra nella bottiglia.
“Io...” Ma poco prima che potessi iniziare la frase, i loro urli m'interruppero.
“GOOOOOOL! GOOOOL!” Urlavano all'unisono, mio padre e Zac.
Io ero rimasta pietrificata sulla soglia.
“Cosa ci fai lì impalata? Vieni qui, tesoro!” Disse il babbuino, indicando il posto accanto al suo, sul divano. Non potei rifiutare con mio padre a guardarci, così, con passo incerto, mi avvicinai e mi sedetti rigida come una statua.
“Scaldati un po', dolcezza...” Mi sussurrò allora Zac, senza farsi sentire da mio padre, facendomi arrossire.
Mi appoggiai allo schienale del divano e lui mi cinse le spalle con braccio. Se non avessi avuto ancora quell'espressione sconcertata sul viso, saremmo sembrati davvero una classica coppietta d'innamorati.
“Cosa sta succedendo, Zac!?” Gli dissi a bassa voce, passando dalla reazione sorpresa alla rabbia.
“Una lunga storia, ti basti sapere che io e tuo padre siamo diventati degli amiconi, ormai.” Sorrise sornione.
Mio padre era troppo preso dalla partita per notare la sua povera figlia bisticciare fra finti sorrisi, col suo ragazzo.
“Ma se mio padre odia tutti i ragazzi che conosco!” Risposi scioccata.
“A quanto ne so, tu non sei una tipa che frequenta molti ragazzi.” Mi schernì, trattenendo una risata.
Gli pizzicai un braccio. “Ahi!”
“Non sono affari tuoi di quanti ragazzi frequento!” Ribattei acida.
“Oh sì, invece! Dopo tutto sono o non sono il tuo fidanzato?” Domandò retorico, sorridendo beffardo.
“Te l'ho mai detto che ti odio?!” Borbottai furiosa.
“Non c'era bisogno di dirlo. Si capiva...” Sorrise apertamente.
“Domani ti presento ai miei amici.” Lo avvisai, felice di cambiare argomento.
“Che onore!”
“La smetti di prendermi in giro!?”
“Adoro troppo quando ti arrabbi...”
“Allora sarò sempre adorabile per te.” Constatai con amarezza.
“Mmm.. Eccitante.” Mi sussurrò ad un centimetro dal mio orecchio, sfiorando la mia pelle con la sua.
Sul mio volto si era dipinta un'espressione fra lo shock, l'imbarazzo, la rabbia e... Il piacere. Un piacere fin troppo illecito.
Ma prima che potessi ribattere, la partita finì e così io e Zac fummo costretti a congedarci nelle nostre stanze.
Zac uscì dalla porta di casa, così da non far sospettare nulla sulla camera comunicante.
Lo accompagnai fuori e prima di richiudere la porta, mi sussurrò:
“Ci vediamo fra mezz'ora in camera mia. Prima lezione di passione, bambolina. Fatti trovare pronta.”
Il cuore mi si fermò...

 

ANGOLO AUTRICE:
Salve ragazze! Scusate se non vi scrivo mai, ma sappiate che mi fanno più che piacere i vostri commenti e i vostri consigli. Sono aperta a tutte le critiche e se avrò da ribattere (sempre gentilmente :D), lo farò ;)...
Mi dispiace se in questo capitolo non succede granché o se gli avvenimenti sono troppo lenti ma come scrittrice posso ammettere -se non l'avete già capito- che amo i dialoghi e, soprattutto, fra questi due protagonisti sempre pronti a bisticciare...
Volevo sviluppare la storia giorno per giorno, sviluppando così anche la relazione fra Zac e Victoria dove la loro intesa, dopo varie esperienze, crescerà sempre più.
Come potete notare, lei prova un profondo odio per lui, in particolar modo per l'effetto che le scaturisce. Sono sensazioni che logicamente non ha mai provato e, quindi, non conoscendole, che le provocano fastidio dove, in più, ci si mette pure il “babbuino” a stuzzicarla maggiormente, divertendosi.
Personalmente mi è capitato di provare certe sensazioni con un minimo contatto se la persona in questione è, soprattutto, una bella persona ;D
Nel prossimo capitolo, vi premetto, cambierò il raiting, passandolo o ad arancione o a rosso, quindi lasciandovi fantasticare, spero che anche questo, il prossimo e così tutti gli altri capitoli siano di vostro gradimento :).
Grazie ancora, dalla vostra Doll_ x)

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Capitolo 7
*** PRIMA LEZIONE ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO – PRIMA LEZIONE

 

Mezz'ora. Avevo mezz'ora per prepararmi, senza ribattere. Infondo, da quanto avevo capito, sarebbe stato pagato per questo.
Ma non volevo andare fino in fondo.. Sarei stata ad ascoltare, ma lo avrei fermato quando le cose si sarebbero fatte troppo... Incontrollate.

Sempre se ci sarei riuscita.
Andai in bagno e mi sistemai come meglio potei.
Una doccia alla svelta, un po' di profumo, crema per il corpo, depilazione nei punti più critici... Sì, insomma, seguii tutte le indicazioni di Cristina e, rivestendomi con solo dei pantaloncini ed una T-shirt, bussai alla sua porta.
Inutile dire che mi sentivo ridicola. Non sapevo nemmeno il perchè di tutte quelle procedure... Io non avrei mai fatto nulla. Non con Zac, logicamente.
"Come siamo belle.” Esclamò, aprendo la porta e restando a fissarmi per un po'. Anche lui si era cambiato. Ora portava solo una canottiera bianca aderente e dei pantaloncini corti fino al ginocchio, blu. Ancora mi fissava...
Ti piace quel che vedi?” Chiesi imitando il suo tono e rinfacciandogli la sfacciataggine di pochi giorni fa.
Non immagini neanche quanto.” Sorrise, facendomi passare.
Non badai a quell'esclamazione, e mi sedetti sulla sedia più lontana dal letto.
Non mordo mica, sai.” Disse lui, invece, sedendosi sul letto e facendomi segno di avvicinarmi.
Spiegami cosa volevi dire con la frase di poco fa...” Volli arrivare al punto.
Sulla lezione di passione?” Annuii “Ovvio. Se domani dovremmo fingerci degli ottimi fidanzatini, dovremmo almeno raggiungere un certo livello di complicità, non credi?” Spiegò, inarcando sensualmente un sopracciglio con un sorrisino sghembo.
E cosa centra la passione in tutto ciò?”
Un legame fra maschio e femmina si raggiunge solo in quel modo.”
Io non la penso esattamente così..”
Tu credi nell'amicizia fra i due sessi, io credo solo nel sesso fra i due.”
Io non farò mai sesso con te. Anzi, non lo farò mai con nessuno! Casomai farò l'amore..” Risposi, risoluta e convinta della mia tesi.
Amore, amore, amore...” Fece, imitando a malo modo una voce femminile. “Dio, quanto siamo sdolcinati, bambolina!” Mi beffeggiò “Non dobbiamo fingerci amici, ma fidanzati, quindi se non vuoi far spendere i soldi della tua amica a vuoto, dovrai collaborare. Non dico
che dovremmo andare a letto insieme anche se non mi dispiacerebbe, ma che dovrò insegnarti le tecniche per far colpo e ciò che potrebbe far eccitare un ragazzo.”

Dal suo tono era logico che quella parte del lavoro era sicuramente la sua preferita e che era entusiasta di vedermi all'opera.
Da parte mia, rimanevo dell'idea che non avrei mai fatto nulla che non mi fosse andato a genio.
Ora vieni qui.” Mi ordinò.
Obbedii silenziosamente e mi sedetti sul letto alla sua sinistra.
Mi cinse la vita con un braccio e fece aderire quasi completamente il mio corpo al suo.
Mi sento a disagio.” Sussurrai in imbarazzo.
Non ti preoccupare, non farò nulla di male. Prima di tutto, rispondi a questa domanda: qualcuno ti ha mai toccata?”
I nostri visi era vicinissimi e i nostri occhi incollati in uno sguardo magnetico.
Cosa intendi per... toccata, esattamente?” Chiesi, deglutendo.
Intendevo dire se qualcuno ti ha mai fatto provare piacere, solo toccandoti.” Sussurrò sul mio viso. Capii e avvampai.
N..no. Nessuno.” Borbottai, titubante.
Intanto la sua mano destra iniziava a vagare, accarezzando il mio ventre delicatamente, senza distogliere i suoi occhi dai miei.
Capito. Le tue amiche ti hanno mai detto cosa hanno sentito quando è successo a loro?” Chiese con tono apprensivo, dolcemente.
Ero inebriata dal suo odore, dal suo calore, dalla sua mano... Mi sentivo ipnotizzata dai suoi occhi turchesi, chiari come il cielo, dalla sua voce bassa, da vero uomo, ogni tanto rauca, ogni tanto sensuale e sussurrata.
Mi stava facendo impazzire.
Ora anche l'altra mano, quella che mi aveva cinto la vita, iniziò a muoversi, posizionata poco più su del mio fondo schiena.
F..fa male. Mi hanno detto che fa male.” Borbottai, chiudendo gli occhi quando le sue carezze si facevano sempre più piacevoli.
Sì, ma dopo...?”
Dopo si prova piacere. Un travolgente piacere...” Gemetti ora che la sua mano destra era sul mio inguine.
Tu vorresti provare quel piacere, Victoria? Vorresti?” Domandò sempre dolcemente. Chiusi gli occhi e lasciai la parola alla passione, ormai padrona di me. La sua mano si stava insinuando sotto il mio indumento.
Sì, lo vorrei.”
Allora chiudi gli occhi...” Mi disse. Lo feci.
E così, meno lentamente di prima, al mio consenso, infilò direttamente la mano sotto le mie mutandine. Mi sentii nervosa. Stavo per protestare, per scostare la sua mano da lì, non mi sentivo sicura, ma lui mi zittì delicatamente con un sussurrato “Shh..” ed iniziò a baciarmi il collo.
Lo leccò, lo succhiò, lo baciò... La sua mano si faceva strada in me e quando sussultai, mi penetrò finalmente con un dito.
Non faceva poi così male, era più che altro un leggero fastidio, e le sue labbra sul mio collo mi distraevano un po' e mi facevano sentire ancora più bollente. Ansimavo come una forsennata, gemevo, ogni tanto reprimevo un grido, facendo uscire così un suono gutturale dalle mie labbra che, evidentemente, faceva eccitare ancora di più Zac, che aumentava la velocità del dito, venerando il mio collo e baciandolo come un predatore con la sua vittima. Ero bagnata a livelli impressionanti. Eccitata come non mai... Gemetti ancora. Poi piano piano, sentii che iniziò a far entrare anche un secondo dito in me. Quello sì che faceva male.
Non riuscii a reprimere un grido e Zac, ansimante quasi quanto me, mi fece sdraiare sul letto, mettendosi sopra di me senza togliere le sue dita e riprese a baciarmi anche l'altra parte del collo.
Ne vuoi ancora?” Sussurrò.
S..sì!” Quasi urlai. “Non ti fermare!”
Allora aumentò di più le spinte, gemendo con me.
Il dolore si fece inizialmente insopportabile. Così, distesi le braccia e con le mani strinsi con forza le coperte bianche.
Lui teneva l'altra mano dietro la mia nuca e le gambe dentro le mie ora divaricate e piegate a cingergli la vita con presa ferrea.
Il ritmo si faceva prima lento poi di nuovo veloce ed io mi sentii impazzire. La passione cresceva a dismisura mentre il dolore si attenuava di un poco, lasciai il lenzuolo con una mano e questa la insinuai fra i suoi capelli, così soffici, lisci e maledettamente stupendi. Glieli strinsi, ma non gli feci male.
La sua bocca intanto scendeva a baciarmi il petto, sfiorando un mio seno.
Tenevo gli occhi chiusi con forza e gemevo e ansimavo senza controllo. La sua mano non si fermava ed io sentivo avvicinarsi il baratro. Varie spinte dopo ed ebbi così il mio primo orgasmo. Potente ed estenuante. Zac fece uscire la sua mano e la fece risalire senza staccarla dalla mia pelle. Ora, sul mio ventre e fra l'incavo dei miei seni -dove adesso era posizionata la sua mano- sentivo qualcosa di umido, probabilmente la stessa cosa che stava impregnando le mie mutandine.
Finalmente appoggiò il suo bacino al mio e qualcosa di insistentemente duro premette su quest'ultimo.
Piano piano riacquistai un po' di lucidità ma non mi divincolai dalla sua presa. Adoravo quella posizione, adoravo stare così sotto di lui... Lui. Il primo che mi aveva fatto provare un piacere così tremendamente sconvolgente.
Portai l'altra mia mano sul suo viso e lo avvicinai al mio, desiderando più che mai un suo bacio.
Rischierò di scoppiare se continuiamo, Victoria.” Ansimò lui, al mio orecchio. Il bacio ancora non era arrivato.
Un solo bacio...” Sentii la mia voce supplicare.
La... Lezione è..è finita, Vic.” Sussurrò fra un bacio e l'altro sul mio collo e l'incavo fra esso e spalla. Sentivo che cercava di trattenersi, di non esagerare e mi vergognai della mia sfacciataggine.
Sc..scusami, hai ragione.” Così mi rialzai controvoglia a sedere, poco prima di lui che rimase per un po' sdraiato sul letto di schiena, con un braccio che gli copriva gli occhi, mentre cercava di regolarizzare il respiro.
Dopo vari minuti, si riprese e si alzò, di fianco a me, alla mia sinistra.
Cosa hai sentito, Victoria, quando ti toccavo?” La sua voce, però, era ancora rauca. Mi riscoprii contenta di quella reazione.
Devo davvero dirlo?” Chiesi paonazza.
Sì.” Fece lui, tentando di sorridere.
Beh... Inizialmente ero imbarazzata, rigida. Non sapevo che fare.. Poi, quando... Ecco.. Al primo dito ho.. sentito un leggero fastidio... Seguito da un bel po' di piacere. Il secondo mi ha fatto davvero male ma il piacere è aumentato. Insomma, il dolore sembrava lacerante, però la passione era ancora più insostenibile...” Risposi, gesticolando senza guardarlo negli occhi.
Ti è piaciuto?” Domandò a bruciapelo.
Mi ritrovai a rispondere con la verità, anche se in uno stato più lucido non lo avrei mai ammesso: “Sì.”
Sei rimasta appagata?”
Sì.” Ero stanchissima e lasciai stare l'orgoglio.
Lo rifaresti?”
Voleva per forza mettermi a disagio, eh?
...Sì.” Mi morsi il labbro inferiore e lo sentii fin troppo debole, segno che in quei momenti di passione lo avevo fatto esagerate volte, quasi lacerandolo.
..Con me?”
Ripresi di poco la lucidità. Almeno un po' di dignità mi era rimasta e ricordai che io lo odiavo. Che io odiavo Zac!
No.” Ma mentii.. Il mio corpo me lo diceva, anzi, lo urlava. Rivoleva le sue dita. Quel suo calore. La sua pelle... Il suo contatto. Quel piacere.
E perchè? Non sono stato abbastanza bravo?” Dal suo sorrisino capii che si era ripreso, Non sei stato bravo.. Sei stato divino, avrei voluto dire, ma non potevo umiliarmi otlre, quindi mi alzai di scatto e mi avvicinai alla porta.
Buona notte, Zac. Domani mattina dovrai spiegarmi come hai fatto a conoscere mio padre. Alle otto si fa colazione, usciremo a prendere del cappuccino. Fatti trovare pronto.” Sentenziai, prima di congedarmi.
Forse ci stavo prendendo un po' troppo gusto a citare le sue frasi.
Quella notte dormii profondamente. Ero ritornata distrutta dall'attività con Zac e se non fosse stato per la stanchezza, probabilmente non avrei chiuso occhio a causa dei dubbi e delle mille domande o semplici frammenti di ricordi passionali di quella notte che, però, mi tormentarono la mattina dopo.
Alle otto e un quarto, uscita dal bagno, non a caso, me lo ritrovai nella mia cameretta, sul mio letto, a sfogliare il mio diario... Il mio diario!?!
Ma cosa..” Appena ricollegai tutti gli avvenimenti, mi fiondai, per riprendere la mia agenda, su di lui che si alzò agilmente dal letto iniziando a recitare le parole scritte da me sul diario, con tono melodrammatico e falsamente romantico, per il solo gusto di beffeggiarmi.
..E i suoi capelli! Così lucenti ed estremamente fantastici. Per non parlare del suo sorriso così solare... Dio, mi piace tutto di lui!” Lesse, facendo anche delle smorfie di finta ammirazione.
Ridammelo!!!” Sbottai furiosa.
Mio padre era in cucina a leggere il suo giornale indisturbato e conoscendolo non si sarebbe spostato nemmeno se ci fosse stato qualcuno vicino a lui a gridargli in uno orecchio... I miei fratellini, invece, stavano giocando alla play, quindi erano più che indaffarati per sentire le mie parolacce verso Zac.
Oddio come siamo sdolcinate qui! Non ti facevo così romantica, Vic!” Ridacchiò quel babbuino, correndo per tutta la stanza, mentre io cercavo di raggiungerlo.
Non sono affari tuoi razza di troglodita!” Ero quasi al limite della sopportazione e se solo avessi avuto l'occasione lo avrei sicuramente strangolato!
Poi si fermò e girò il diario fra le sue mani tentando di leggere o comprenderne qualcosa.
E questo cos'è...?” Borbottò fra sé, tutto interessato.
Mi avvicinai e una vergogna assoluta mi percosse tutto il corpo, facendomi arrossire vertiginosamente.
Stava cercando di capire un disegno che avevo fatto pochi giorni fa, mentre pensavo a come sarebbe stato farlo con Luca e quindi raffigurando noi due in una posa fin troppo esplicita e volgare.
Quindi cercai di toglierglielo dalle mani ma Zac era troppo alto e in più mi bloccava metà del suo corpo che per lui era piacevolmente a contatto col mio.
Sempre il solito depravato!
Poi quando finalmente capì di cosa si trattasse iniziò a ridere.
Oh mio Dio! Questo sì che è un capolavoro!!! Dovremmo provarla questa posa, bambolina! Questo è davvero hot!” ..E continuò così per altri dieci minuti, facendomi arrabbiare sempre di più.
Finiscila!” Tentavo, io.
Tutto un tratto, però, lo vidi buttare a terra il diario ed in meno di un secondo mi prese per i fianchi e mi buttò letteralmente sul letto sdraiandosi velocemente sopra di me, bloccandomi e distanziandomi di soli pochissimi millimetri dal suo viso.
C..cosa stai facendo?” Biascicai, improvvisamente accaldata.
Ho smesso di leggere il tuo diario. Non era quello che volevi?” Sussurrò sorridente.
Non volevo nemmeno questo.”
Chi è Luca?” Domandò cambiando argomento.
Non te lo dico.”
Potrei aiutarti.”
Lo dubito fortemente. Lui è diverso da te. E' intelligente, perspicace e non pensa solo al sesso!” Ribattei velenosa.
Stai dicendo che io sono un ninfomane poco furbo e privo d'intelletto?” Chiese sarcastico.
Esattamente.” Sorrisi beffarda.
Ma l'altra sera, mentre ansimavi, gemevi sotto di me e mi chiedevi di non smettere, non la pensavi così, giusto?”
Deglutii nervosamente.
Io... Non c'entra nulla. Ieri sera ero...” Non riuscivo a trovare le parole.
Eccitata.”
Ipnotizzata.”
Ipnotizzata?” Sorrise.
Sì. Non sapevo cosa volessi fare e il tuo tono di voce, le tue carezze... Insomma, mi hanno ipnotizzata.” Risposi poco convinta.
Stai cercando degli sciocchi escamotage per non ammettere che ti è piaciuto da impazzire.” Sussurrò sensualmente, muovendo un po' il suo bacino sopra il mio.
Sentivo degli strani brividi percorrermi la pelle e riconoscendola come la stessa sensazione della sera prima, capii che mi stavo eccitando di nuovo, sentendo così bagnarsi anche l'interno coscia.
Dillo, Victoria, dì che lo rifaresti.. Con me. Anche ora..” Sussurrò ancora, dando un lieve bacio sul mio collo, senza smettere di guardarmi negli occhi.
Occhi... Già. I suoi erano sempre così strafottenti, famelici, soddisfatti, beffardi... Uno sguardo da brividi. In senso buono, purtroppo. Emanava sicurezza di sé da tutti i pori.
Voleva farmi cadere di nuovo nella sua trappola, ma quella mattina mi sentivo molto più lucida della sera precedente. Quindi risposi:
No.” Ma la voce mi uscì stridula ed entrambi ci accorgemmo che stavo mentendo spudoratamente.
No, nel senso 'non ora' oppure 'no, non con me'...?” Lo sentii sorridere a contatto col mio collo.
Visto che in certe situazioni la bugiarda mi riusciva male, optai per la mezza verità e sulla sensualità.
Non ora...” Sussurrai a mia volta, flirtando. Portando così le mie mani fra i suoi capelli.
Quindi ieri sera hai mentito. Con me lo rifaresti.” Disse soddisfatto.
Devo. Infondo sei pagato per questo, no?” Colpito e affondato. “Ora dobbiamo andare. La colazione ci aspetta..”

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Capitolo 8
*** CONOSCENZE parte I ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO – CONOSCENZE parte I

 

A colazione da Napoleone ormai quasi tutti mi conoscevano e andarci con Zac, purtroppo, mi fece pentire e dispiacere di questa popolarità, sicuramente messa a repentaglio da quel soggetto che ero costretta a sorbirmi. Me l'ero cercata... Vero
“Una cioccolata calda con tre zollette di zucchero, grazie.” Ordinai a Giacomo, il cameriere di fiducia.

“Certo, tesoro. E per lei?” Chiese gentilemente diretto ad uno Zac esageratamente interessato al menù e con la fronte corrugata, segno che si stava sforzando pure di scegliere una decente colazione. Pazzesco.
“Può ripassare più tardi? Grazie.” E così congedò uno Giacomo apparentemente deluso. Beh, quasi tutto il paese ormai era a conoscenza dei suoi gusti sessuali...
“E' tanto difficile decidere fra cioccolata, caffè o cappuccino?” Domandai con la solita acidità.
“Sì, se ci sono vari tipi di cioccolata, caffè e cappuccino.” Sorrise sghembo.
Rimasi a guardarlo per un po'. Volevo ucciderlo, sì.
Ogni cosa di lui m'istigava a farlo. Il suo sguardo. Il suo modo di fare.. Di prendere le cose così alla leggera. Di parlare, di ascoltare, perfino. Tutto.
Mi chiedevo, inoltre, se spesso ci facesse o era così davvero.
Così strano e impenetrabile come si faceva vedere dagli altri.
Alla fine, quando constatai che la mia testa con tutte quelle domande sarebbe potuta scoppiare, con un gesto sbrigativo e rassegnato delle mani, rinunciai a trovare delle risposte a certi enigmi.
“Bene, Zac. Sarebbe ora di spiegarmi come mai da ieri sera, mio padre non fa altro che parlare di te.”
“Beh, è una storia buffa... Diciamo che casualmente tuo padre mi ha visto uscire da casa di tua nonna e allora abbiamo iniziato a parlare. Inizialmente sembrava un po' titubante nei miei riguardi ma con un'ottima tecnica di persuasione sono riuscito a farmelo amico e, che sia chiaro, penso che tuo padre sia un vero spasso! Accidenti! Abbiamo parlato di calcio, di scuola, di ragazze...” Fece, allusivo.
“Un momento.. Cosa?! Tu e mio padre avete parlato di ragazze?” Chiesi stralunata, non riuscendo ad immaginare papà con alcun tipo di donna.
“Sì e devo dire che ne capisce tanto quasi quanto me in merito. Tuo padre è formidabile! Ho fatto tardi al mio appuntamento per rimanere a parlare con lui.” Sorrise, ricordando probabilmente qualche particolare.
Anche lui quando parlava gesticolava, ma al contrario di me, lo faceva solo se il discorso era particolarmente emozionante e non se era nervoso.
Nei suoi occhi che guizzavano da ogni parte, si poteva chiaramente intravedere una luce. L'illuminarsi della serenità, della felicità.
Ah, quanto invidiavo la sua tranquillità, almeno apparente.
E forse, era riuscito più lui a fare un lungo discorso con mio padre dopo averlo conosciuto da così poco che io che, oltre ad essere sua figlia, ci convivevo da diciassette anni. Questo mi afflisse un po'. Non ero mai riuscita ad essere una buona figlia per lui e non ho mai sentito un commento positivo in mio proposito da parte sua.
Zac probabilmente si accorse della mia espressione accigliata e cercò di chiedermi qualcosa ma venne interrotto da Giacomo che mi portò la cioccolata e richiese le ordinazioni al mio compagno.
“Un caffè con un pizzico di latte, grazie.” Sentenziò lui, senza degnare di uno sguardo il cameriere, continuando a guardarmi in quel modo strano. Come un ricercatore che studia la sua scoperta.
“Cosa c'è?” Chiesi quindi.
“Niente.” Fece lui, senza smettere di guardarmi, però.
“Ci voleva così tanto tempo per decidere di prendere un semplice caffè con latte?” Chiesi, sorseggiando poi la mia bevanda.
“Devi sapere che mi diverto a variare molto col cibo, quindi non ho mai le idee chiare su cosa prendere.” Sorrise.
“Hai le idee chiare su qualcosa in generale, almeno?” Domandai sempre poco cortese. Forse mi stavo sfogando con Zac per il brutto rapporto che avevo con mio padre senza nemmeno un buon motivo.
Mi dispiaceva ma non riuscivo a smettere. Mi veniva troppo naturale scaricare tutta la tensione su di lui perchè i nostri battibecchi riuscivano davvero a distrarmi dalla dura realtà.
“Sì. Su di noi.” Fece sicuro di sé.
“Non c'è nessun noi.” Cercai di fingermi indifferente.
“Oh sì, invece. Siamo fidanzati dopotutto. Noi abbiamo un patto.”
“Dove, a quanto sto capendo, l'unico che ci giova sei tu.”
Infondo ogni bel ragazzo avrebbe potuto fare il suo lavoro. Veniva pagato per sedurre e andare a letto con belle donne. In pratica, il sogno di ogni uomo con degli attributi -esclusi gli omosessuali.
Mi sbagliavo, quindi. Era furbo.
“Mi sembra che a te non siano dispiaciute le sensazioni piacevoli di ieri sera.” Disse proprio quando Giacomo gli portò il caffè che, dopo aver ascoltato ciò che Zac disse, mi guardò di sottecchi sicuramente sorpreso e confuso. Nessuno si aspettava certe cose da me. Mai. Deve esserne rimasto scioccato e il mio imbarazzo salì a livelli mai raggiunti. Arrossii. Cos'avrebbero pensato di me se la voce si fosse diffusa?
Zac sorseggiò il suo caffè con nonchalange, come se tutto ciò non lo riguardasse e, infastidita, gli diedi un calcio allo stinco da sotto il tavolo.
“Ahi! Ma perchè l'hai fatto!?” Sbottò, facendo quasi cadere il suo caffè.
Dolce vendetta.
“Mi hai messo in imbarazzo davanti ad un caro amico di famiglia, scemo!” Biascicai furente.
“Chi? Il cameriere? Avanti Vic, ti preoccupi anche di certe cose? Non sei l'unica che a diciassette anni le fa, anzi, più che altro tu sei l'unica a non averle ancora fatte.” Mi schernì con un sorrisetto beffardo sul volto.
“Se quello che ho in mano non fosse un misero cucchiaino ma una forchetta o preferibilmente un coltello, saresti già morto.” Dissi stringendo con forza l'oggetto nelle mie mani.
“E se fossimo da soli in una stanza da letto probabilmente questa tua rabbia mi avrebbe eccitato ancor più di quanto lo abbia già fatto adesso.”
Arrossii.. Lo avevo eccitato? E perchè ne ero, in qualche modo, contenta?
“Già, ma fortunatamente ora ci troviamo in un luogo rispettabile e ti dovrai accontentare di parlarmi e dire possibilmente cose sensate.” Sorrisi falsamente, cercando di contenere i brividi.
Touché.” E fece un sorriso che quasi mi destabilizzò.
Presi un profondo respiro e tentai di ripartire da zero.
“Parlami di te. Infondo non so nulla a parte il tuo lavoro poco pudico e il tuo nome.” Feci risoluta, cercando di contenermi.
“Ed è quello che ti basta sapere. Parlami tu di te. Neanche io, infondo, so molto sul tuo conto.” Disse poggiando i gomiti sul tavolo e sporgendosi verso di me. Lo imitai e ci ritrovammo nuovamente vicini.
“Non è esatto. Tu sai che vivo con mio padre e due fratellini più piccoli. Che ho diciassette anni, che tengo un diario segreto e che riguardo ad arti sessuali sono una vera frana. E anche in amore... Insomma, io non so nemmeno quanti anni hai tu!” Sorrisi apertamente.
“Beh ma quelle sono cose che, vivendo affianco a te, è logico che sappia. Sono cose che può sapere chiunque. A me interessa conoscerti davvero.”
“Non so che dirti, io. Tu cosa hai capito di me?”
Dovevo essere sincera, almeno con me stessa. Quella conversazione iniziava ad interessarmi realmente.
“Ho capito che sei una ragazza ingenua, inesperta, insicura, testarda e maniaca dell'ordine. Che non ti piace essere controllata e che adori essere baciata sul collo, in particolare qui sotto.” Disse toccando con un dito il punto fra collo e spalla, facendomi rabbrividire.
“Wow, non mi sono mai stati detti così tanti difetti tutti insieme, prima d'ora.” Risposi agitata, tentando di non fingermi almeno un po' ferita.
Sapevo che ero davvero così ma era proprio per questo che mi ero cacciata in quel guaio, ritrovandomi fidanzata con un perfetto sconosciuto.
“Però sono sicuro che c'è dell'altro in te, ma, sai... Sei difficile da decifrare.”
“Senti chi parla!” Dissi sarcastica.
“E tu? Cos'hai capito di me?” Chiese sorridendo divertito.
“Mmm...” Ora mi diverto, pensai. “Ho capito che invece a te piace fin troppo avere il controllo della situazione. Sei egocentrico, fastidioso, bizzarro, fuori dal comune, strafottente, rozzo e decisamente pervertito.” Ridacchiai, felice di essermi tolta la soddisfazione di avergli detto quello che pensavo di lui.
Anche lui rise ma, quando mi riguardò negli occhi, una strana sensazione m'invase interamente.
“In poche parole siamo riusciti entrambi a presentarci nel nostro peggio.”
“Esatto.” Confermai finalmente a mio agio.
“Non ti piacerebbe cambiare un po' le cose? Presentarci, invece, nel nostro meglio?” Domandò apprensivo.
“Non so, sinceramente. Da una parte mi piacciono queste discussioni.”
“Aiutano la tua autostima.” Disse più fra sé e sé.
“Ehi! Io ce l'ho la mia dose di autostima...! Non mi trattare come una bambina!” Sbottai falsamente offesa ma decisamente infastidita.
“Ma tu sei una bambina. Anzi, somigli più ad una fragile bambolina di pezza.” Fece con falsa compassione.
“La pezza non è fragile. La porcellana lo è, ignorante.” Ribattei offesa.
“Uuuh, non mi dire che sono riuscito a penetrare la barriera protettiva di ''miss so-tutto-io-non-mi-cotraddire-altrimenti-ti-uccido''... La pezza, se vecchia di anni, è debole e più propensa a strapparsi. Un po' come Sally di Nightmare Before Christmas che ogni volta che cadeva si rompeva...” Ridacchiò.
“Mmm. Quindi stai dicendo che sembro una vecchia bambola di pezza..?”
“No. Ho detto che sei fragile come una vecchia bambola di pezza.”
Okay, stavamo cadendo sul ridicolo. Iniziavamo alla grande con discorsi seri e andavamo a finire sempre a parlare di certe stupidaggini.
Logico. Eravamo entrambi esageratamente puntigliosi su tutto, ognuno dei due in modo differente.
Il tempo passò e dopo molte altre discussioni, finalmente ci alzammo e decidemmo di farci una passeggiata al parco, sedendoci poi su una panchina decisamente poco affollata. Infatti c'eravamo solo noi.
Dopotutto Zac non era tanto male come pensavo all'inizio, e spesso ci capitava anche di ridere insieme su qualche sciocca battuta divertente.
Fino a quando non mi chiese...
“Come si chiamano i tuoi fratellini?”
“Marco e Mattia.” L'argomento famiglia non mi è mai molto piaciuto.
“Sono gemelli, giusto?” Sorrise sinceramente.
“Sì.”
“Hai altri fratelli sparsi per il mondo?” Domandò sarcastico.
“Ho due sorelle che abitano a Milano e che ci vengono a trovare almeno un paio di volte al mese. Giada e Sophia... Una vent'anni e l'altra ventidue. Hanno deciso di andare via per l'università. Fanno sempre tutto insieme.” Spiegai con un velo di celata malinconia ripensando che infondo nella famiglia ero l'unica che si ritrovava sempre a cavarsela da sola e a non contare su nessun altro. Forse mio padre... Ma, no. Lui era felice da solo così come stava. Probabilmente avevo ereditato quell'aspetto da lui.
Giada e Sophia erano sempre così solari, estroverse, ottimiste, belle.
Infatti ogni volta che mi toccava uscire con loro, mezza città non faceva altro che osservarle e loro che si divertivano a cinguettare tutte contente e soddisfatte, snobbandomi come una reietta.
Erano entrambe alte, bionde con capelli setosi, lisci come l'olio, nasini fini e diritti, con degli occhi una celesti cielo e l'altra color caramello dorato. Beatamente formose, intelligenti, spigliate e determinate. Non di certo come me che ero la pecora nera della famiglia.
Anche Marco e Mattia erano dei bambini bellissimi. Castani con occhi blu notte. Mio padre, invece, era sicuramente un bell'uomo con ancora, fortunatamente tutti i capelli in testa, castani -anche lui- brezzolati, con occhi a mandorla -che solo i miei fratelli e le mie sorelle avevano ereditato-, azzurri. Basandomi su vecchi ricordi sfocati, invece, potevo dire che mamma era bionda, riccia, con gli occhi castani. Quindi da dove ero uscita io? Che non ero bionda o castana ma mora come carbone.. Che avevo gli occhi verdi come il prato e non azzurri cielo o caramello dorato.. Che non ero esageratamente alta e formosa.. Che ero timida ed impacciata.. Che il mio naso era una patatina all'insù.. Che le mie labbra non erano carnose e rosse come tutte quelle dei miei parenti, ma fine e lievemente rosee.. Che la mia carnagione sfiorava il bianco morto e non la bella abbronzatura dei miei consanguinei.. Che i miei capelli erano indomabilmente ricci, spessi e gonfi e non perfettamente lisci...? Insomma... Era giustificabile il fatto che da piccola chiedessi mille volte se fossi stata davvero adottata!
“E tu ci soffri.” Disse Zac, pensieroso, facendomi riprendere.
“C-come scusa?” Chiesi confusa.
“Ho detto che ci soffri. Soffri per la partenza delle tue sorelle. Si capisce da come hai detto 'hanno deciso di andare via...' e non 'partire per l'università'. Non ti offendere ma sei trasparente come l'acqua alcune volte.”
“Quindi se avessi detto 'partire' voleva dire che non ero dispiaciuta...? Non ha senso, Zac.” Risposi risoluta.
“Ma tu hai detto 'andare via', quindi un senso ora ce l'ha.” Sorrise e capii che cocciuto com'era, forse era anche meglio lasciarlo stare.
“Parlami di tua madre.” Mi chiese poi, dopo un po', raggelandomi completamente.
“I-io.. Te lo dirò solo quando anche tu mi parlerai dei tuoi genitori. Non so nulla sulla tua famiglia.”
La sua espressione ridivenne accigliata come quel giorno al ristorante.
“Vuol dire che non mi parlerai mai di tua madre.” Assentì.
“E tu vorresti dirmi che non mi parlerai mai dei tuoi...” Conclusi.
“Esattamente.”
“Posso sapere almeno quanti anni hai?” Chiesi sorridendo.
Lui sembrò riprendere il senso dell'umorismo e la carica di sempre e ne fui segretamente contenta.
“Prometti che non ti scandalizzi?”
Che sarà mai?
“Prometto.” Dissi facendomi la croce sul cuore.
“Mmm... Tu quanti me ne dai?” Sorrise apertamente.
“Non so... Venti?” Azzardai.
“...Più cinque.” Sussurrò falsamente spaventato, come se si aspettasse una reazione eclatante e, beh.. Nel mio corpo c'era.
“VENTICINQUE ANNI!? Oh mio Dio!” Risi nervosamente.
Non lo avrei mai ammesso ma avevo sempre pensato che la tanta differenza d'età fosse estremamente sexy... Accidenti.
“La differenza di età ti scandalizza?” Sorrise, avvicinandosi.
“Veramente a scandalizzarmi è il fatto che a quest'età tu sia ancora più demente di un ragazzino.” Ridacchiai, pizzicandogli un fianco, facendolo prima sussultare poi ridere insieme a me.
Mentre una parte del mio subconscio, piano piano, mi stava sussurrando che prima o poi, di quel passo, io e Zac forse avremmo potuto avere davvero una vera, forte intesa, l'altra parte di me, mi avvisava di non illudermici troppo... Perchè ormai era chiaro: Zac era imprevedibile.

Angolo autrice:
Mi dispiace infinitissimamente per il ritardo di quasi due settimane ma dovete sapere che io a casa non ho internet quindi per aggiungere nuovi capitoli devo per forza andare a casa di amiche per entrare sul sito oppure all'internet point ;) Comunque i vostri commenti mi fanno sempre molto piacere anche se devo essere sincera... me ne aspettavo di più soprattutto per quello che avevo descritto xdxd... ma mi accontento lo stesso :D :D grazie ancora e scusate per il ritardo. Bacioni. Spero che questo capitolo vi piaccia! *-*

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Capitolo 9
*** CONOSCEZE parte II ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO – CONOSCENZE parte II

 

Erano passate nemmeno due ore, che il parco aveva già iniziato a riempirsi di bambini e famigliole felici intente a godersi il bel sole mattutino come, d'altronde, stavamo facendo anche io e Zac.
“Mmm.. La prossima volta dovremmo portare un plaid per poterci sdraiare sul prato.” Osservò lui, distogliendo la mia attenzione da una bambina che giocava sorridente fra le braccia della madre, contenta anch'essa.

Non frequentavo spesso i parchi proprio per quel motivo: mi ricordavano i momenti persi e tanto desiderati della mia infanzia.
I primi anni, quando era accaduto tutto quel casino familiare, quello era l'unico posto che mi rendeva felice, che mi faceva distrarre dalla realtà e che mi permetteva di vagare con la fantasia senza trovare alcun vincolo..
Ma crescendo, mi accorsi che quei pensieri non mi avrebbero portato da nessuna parte.. Non mi avrebbero portato da lei. Quindi, scoprendo che invece di rallegrarmi, mi rattristavo, decisi di non venirci più, se non di sera o la mattina presto, quando era tutto deserto e invece di sorrisi spensierati, si poteva solo scorgere l'assoluto silenzio.
“Vic? Mi hai sentito?” Chiese gentilmente, Zac, schioccando le dita davanti alla mia faccia, facendomi riprendere e ridacchiare di quel gesto così infantile.
“E adesso che ti prende?” Domandò ancora più confuso dalla mia reazione.
“N-niente, n-niente...” Ma non riuscivo a smettere e sentivo gli occhi farsi lucidi. Segno che ridevo semplicemente per non piangere.
“Hai sentito quello che ho detto prima, almeno?” Disse lui, continuando a guardarmi in quel modo strano. Stava cercando di studiarmi ma era chiaro che non riusciva a trovare alcuna risposta ai suoi enigmi. Si capiva dalla sua espressione corrugata.
“S-sì, ho capito.” Risposi, riprendendomi. “Hai ragione, dovremmo farlo..” E come una cretina, mi resi conto solo dopo della frase a doppio senso che mi era scappata in quel momento di svago, diventando, così, di un colore rosso bourdox, tanto da far invidia ad un pomodoro maturo. Lui sorrise.
“E' quello che dico sempre anche io...” Ribatté, ricambiando l'allusione.
E quando mai si sarebbe fatto scappare un'occasione così succulenta nella quale poteva umiliarmi ulteriormente? No, non sarebbe stato da Zac.
“Hai capito quello che volevo dire.” Lo ammonii anche con un'occhiataccia.
“Certo che ho capito.” Ridacchiò, facendomi arrossire ancora di più e spingendomi a ripizzicargli un fianco.
“Come siamo cattive, bambolina!” Mi schernì ancora, iniziando a farmi il solletico.
Fra le risate, cominciai anche io a farglielo ma, quando entrambi, senza accorgercene, iniziammo a toccare punti illeciti del corpo dell'altro, ci fermammo alla svelta, senza smettere di guardarci negli occhi. Infondo non erano cose da fare a maggior ragione in un parco giochi pieno di bambini innocenti.
“Forse è meglio che andiamo.” Distolsi lo sguardo da lui, alzandomi subito dalla panchina.
In quelle due ore, io e Zac avevamo raggiunto ormai, un buon rapporto di apparente amicizia e scoprii che, infondo, per conoscere una persona non bisognava per forza saperne il passato perché anche il presente era importante. Conoscere i suoi gesti abituali, il suo modo di parlare, di esprimersi, di guardare... Cose semplici ma incisive.
Ad esempio, io ormai in quasi tre giorni di stretto contatto con Zac, di lui sapevo già che gesticolava solo quando l'argomento si faceva interessante, che gli piaceva parlare di qualsiasi cosa, che era pronto a nuove amicizie, che era intelligente anche se lo dava poco a vedere, che gli piaceva far ridere la gente, che adorava il calcio, che, come me, arricciava il naso quando c'era qualcosa che non lo convinceva, che amava comportarsi come un eterno bambino, che, in quelle poche volte in cui era imbarazzato, si portava la mano fra i capelli, che era un tipo solare e che, questo lo scoprii poco dopo, adorava i bambini molto più degli adulti.
Infatti prima che ce ne andassimo, un pallone di plastica leggero con disegnati sopra dei Gormiti, sfiorò la gamba di Zac che si girò, prendendola in mano. Allora si mise in ginocchio quando, guardandosi avanti, scorse un bambino sui tre anni, che si stava avvicinando titubante e timido a lui, tutto rosso dalla vergogna. Quando finalmente si ritrovarono a pochi centimetri di distanza potei notare una lieve somiglianza fra i due, soprattutto nello sguardo, così spensierato e dolcemente infantile.
“Questa deve essere tua, giusto?” Sorrise Zac, porgendogliela.
Il bambino che, con i suoi occhi azzurri guardava sia me che lui, annuì e riprese cautamente il pallone.
“Grazie, signore.” Quasi borbottò, il piccolo, senza decidersi, però, ad andarsene, restando quindi fermo a guardarci.
“Chiamami Zac. Stavi giocando da solo?” Chiese lui, senza vergogna.
Allora decisi di intervenire per non rischiare di far passare Zac per un pedofilo maniaco ma, ahimè, la madre mi precedette.
Mi stavo preparando alla sfuriata della bella donna, quando le sue parole mi stupirono:
“Zac! Ma sei davvero tu?! Oddio, da quanto tempo!” Fece lei con un'evidente accento spagnolo, allargando le braccia per farsi abbracciare da lui che si alzò e le venne incontro chiamandola per nome.
Bellissima era dire poco. La donna era formosa, con un corpo snello e formidabile, aveva dei capelli neri con qualche sfumatura dorata, ricci e lunghi fino al fondo schiena, gli occhi neri come la pece e un sorriso smagliante.
“Maria! Che piacere rivederti!” Poi, poco prima che sciogliessero l'abbraccio lo sentii sussurrarle: “Il tempo è passato ma tu sei bellissima come sempre...” Ammiccò, sorridente.
Lei, in tutta risposta, gli diede un buffetto alla guancia, diventando rossa e ridacchiando come una ragazzina del liceo quando avrà avuto, invece, sui trentacinque anni...
Mi sentivo fuori luogo in quello scambio di battute ma non potei farci niente, così mi limitai ad osservare i comportamenti dei due che, probabilmente, in passato saranno stati anche amanti.
Un leggero fastidio s'insinuò in me...
“E questa bella ragazza chi è?” Chiese, poi, Maria, rivolta a me.
Finalmente Zac si ricordò della mia presenza e girandosi verso di me, rispose: “Maria, lei è Victoria, Victoria, lei è Maria.” Sorrise, presentandoci.
Mi avvicinai per stringere la mano alla bellezza di fianco a Zac e notai ancora di più i lineamenti leggeri e affascinanti della donna.
“Così lui è Simone...” Disse poi, Zac, rivolto al bambino.
“Sì. Simone, ti ricordi di Zac?” Chiese lei, con quel bel sorriso, al bambino che cercava di nascondersi dietro la sua gonna lunga e con dei bei motivi floreali.
Simone, dal canto suo, scosse la testa, sempre con sguardo basso.
“Beh, è logico. Sono passati anni...” Fece Zac, staccandosi finalmente da lei.
“Ma io non mi sono mai dimenticata di te, caro.” Rispose lei, languida, facendogli palesemente gli occhioni dolci.
Io rimanevo immobile a guardare la scena come un'inerme spettatrice, senza proferire parola e sentendomi, se possibile, anche più imbarazzata di Simone... Peccato che io non avevo nulla con cui nascondermi.
Zac rimase per un po' a guardarla ma non rispose e si girò verso di me, sorprendendomi con un sguardo pieno di significati nascosti ed intensi che non feci in tempo a comprendere perchè, dopo avermi guardato anche lei, riprese la parola.
“Zac, tesoro, perchè non vai a giocare un po' con Simone? E' così timido che non riesce a fare amicizia con nessuno, poi ricordo molto bene la tua passione per il calcio. Io e Victoria rimaniamo un po' qui a sedere e a tenervi d'occhio.” Esclamò sempre sorridendo apertamente e spingendo il bambino verso Zac che, dolcemente, lo portò con sé verso un pezzo di prato. Ovviamente era un palese messaggio sottinteso per farci restare sole.
“Vieni, cara, sediamoci.” Mi disse Maria, tamburellando il posto accanto al suo da dove si potevano benissimo vedere Zac e Simone iniziare a giocare, sorridenti.
“Sei molto silenziosa, Victoria.” Constatò, quando, senza fiatare, mi sedetti accanto a lei.
“Io.. Ecco.. Non so che dire.” Ammisi, arrossendo.
Quella donna non mi metteva agitazione, ma qualcosa in lei mi intimoriva. Forse la sua bellezza senza paragoni. Nonostante ciò non me la sentivo di darmela a gambe, così rimasi lì immobile aspettando che un discorso interessante venisse alla luce.
“Devi essere molto speciale...” Disse lei, poi, più a se stessa che a me.
“In che senso?” Chiesi confusa.
“Per Zac, intendo. Devi essere molto speciale per lui.”
“Si sbaglia, io e lui non siamo...” Stavo cercando di spiegare, quando venni interrotta da lei. E da una parte fu meglio, dato che non sapevo come potevo spiegarle davvero bene la situazione fra noi, senza provare una profonda vergogna verso me stessa.
“So benissimo cosa siete. Anche io sono stata una sua cliente, cara.” Ammise lei, guardandomi negli occhi, sorridendo con meno enfasi.
“Ah...” Non sapevo cosa dire ed ero sinceramente sorpresa. Perchè mai una così bella donna avrebbe dovuto ricorrere ad un gigolò per appagare i suoi desideri, quando poteva avere tutti gli uomini che voleva?
“Zac è un ragazzo d'oro. Brillante, a mio dire. Lo conosco molto bene e, ormai, per me è come un figlio. Sicuramente ti starai chiedendo come mai abbia fatto quella scelta all'epoca e, beh, anche se può sembrare stupida come motivazione...” Ma la interruppi, borbottando un: “Non si preoccupi, io me ne intendo di motivazioni stupide!” Esclamai sorridendo.
Lei rise, poi continuò: “Comunque lo feci solo perchè ero innamorata di un altro. Un vero stronzo che mi aveva messa incinta appena arrivata in Italia, e mi aveva lasciata appena appresa la notizia. Volevo qualcuno accanto che non mi prendesse in giro, che non mi illudesse e chi meglio di un gigolò poteva farlo? Zac aveva messo subito le carte in chiaro con me, conoscendo la mia storia: nessun coinvolgimento sentimentale, solo sesso. Ed io ero più che d'accordo con lui ma col tempo iniziai ad affezionarmici e alla fine me ne innamorai. Lo capii quando il mio ex fidanzato ritornò a rivendicarmi ed io lo rifiutai, non provando più le stesse cose nei suoi confronti. Quando dissi a Zac che lo amavo, passammo delle settimane terribili, perchè lui non ricambiava il sentimento. Ma non mi abbandonò mai. Mi restò vicino e dopo un mese mi presentò Giovanni. Un uomo che odiavo per la sua timidezza ma che amai per la sua dolcezza. In poche parole, Zachary mi salvò letteralmente la vita...” Mentre raccontava le si illuminarono gli occhi e capii che doveva tenere immensamente a Zac. Dal canto mio, mi sentivo ancora più a disagio di prima, dato che quella donna si era aperta con me, conoscendomi a malapena. In più, non sapevo cosa dire. Non ero mai stata brava con le frasi d'incoraggiamento, così presi la scelta più efficace: rimasi in silenzio, ripassando la storia nella mia mente. Che fosse stata lei la donna di cui mi aveva parlato Zac la prima sera che era venuto ad abitare da mia nonna...? No. Anche se la storia fosse stata per metà vera, lui aveva detto che si era innamorato di lei e che lei era morta. Quindi Maria era esclusa da ciò. Poi era così giovane... Insomma non aveva nulla che combaciava con la donna della storia.
Volsi il mio sguardo verso Zac e lo vidi sorridere divertito, prendendo Simone in braccio e facendolo volare come se si trovasse in una navicella spaziale e ridere sguaiatamente tanto che le risa si sentivano fino alla nostra panchina. Era uno spettacolo bellissimo... Mi si scaldò il cuore e potei conoscere un altro lato del mio compagno che, piano piano, non rinominai mai più come uno sconosciuto.
Ed io che credevo che Zac fosse solo un cretino senza cervello... Dio, quanto mi sbagliavo! Zac sembrava aver vissuto altre mille vite -prima di questa- ed ognuna con avventure diversamente esaltanti. Ci credevo che era così riservato sul suo passato. Non voleva vantarsene perchè ciò che faceva, lo faceva, appunto, solo perchè voleva.. Perchè se lo sentiva.
Io, a paragone con lui, ero solo una mocciosetta viziata, pigra, altezzosa e insicura. Nella mia vita, come aveva detto Cristina, non avevo mai concluso niente.
Ma adesso sarebbe cambiato tutto. D'ora in avanti, ci avrei messo tutta me stessa per riuscire in qualcosa. Volevo dimostrare di essere diversa.
E avrei deciso di fidarmi di Zac perchè anche se lo conoscevo da soli tre giorni, era l'unico che era riuscito a penetrare la mia anima tanto affondo, spogliandomi di tutte le mie paure. Facendomi conoscere la passione...
“Forse ti ho annoiata con la mia storia...” Maria mi distolse dai miei pensieri e, sorridendole, le risposi: “No, affatto. Stavo solo riflettendo.”
“Lui ti piace, vero?” Mi chiese, aspettandosi già la risposta affermativa che, però, non arrivò.
“Sinceramente... No. Ci conosciamo pochissimo e lui è davvero.. Davvero fastidioso!” Ripresi a gesticolare, facendola ridere.
“Oh, tesoro, scommetto che ti avrà fatto passare le pene dell'inferno!”
“E non solo. Non passano nemmeno cinque secondi che riprendiamo a bisticciare come due bambini!” Risi anche io.
L'atmosfera iniziava a scaldarsi e quella Maria iniziava davvero a piacermi.
“E tu come mai hai preso questa scelta? Infondo sei una bella ragazza.” Mi chiese, facendomi arrossire.
Non volevo subito rovinarmi la reputazione ma fu inevitabile, così le raccontai tutto a partire dall'inizio. Dalla motivazione, ai primi incontri, a ciò che era successo in quei giorni... Le dissi tutto.
Mi sentivo me stessa con lei e non solo perchè era più grande ma perchè lei era l'unica che poteva capire, bene o male, la mia situazione, essendoci in parte passata anche lei. E infatti alla fine non ebbe la reazione che immaginavo ma restò calma, tranquilla come se le avessi appena detto cosa avrei mangiato a pranzo. Ed io mi sentii improvvisamente libera di un peso enorme...
“Zac è stato davvero crudele con te ma scommetto che a tutto c'è un motivo.” Fece lei, inarcando il sopracciglio come una che la sa lunga.
“E cioè? Rabbia repressa? Passione repressa? Non mi sembra il tipo.” Risposi sarcasticamente.
“Gli hai mai chiesto perchè si è avvicinato a te sul treno? Se ci pensi bene uno che fa il suo lavoro non potrebbe mai avere una relazione fissa con una ragazza. Non reggerebbe mai. Io penso che per lui tu sia diversa dalle altre, Victoria.” Disse sinceramente guardando prima me, poi lui che ancora giocava con Simone, ignaro dei discorsi fra me e la sua vecchia amante. E se avesse ragione? Ma no.. Victoria, ricorda: mai illudersi! Pensai. Zac era bellissimo, affascinante, intelligente anche se con tutti i suoi difetti, quindi perchè mai fissarsi con una come me? Io che ero sempre stata una ragazza anonima sotto tutti i punti di vista? Forse Maria si stava facendo troppi filmini mentali.
“Mi dispiace ma sono sicura che si sia avvicinato solo ed esclusivamente per aiutarmi col singhiozzo. Lo ha detto anche lei che Zac è un ragazzo d'oro... Probabilmente voleva solo una nuova causa di beneficenza vinta.” Minimizzai facendo spallucce e controllando l'ora. Fra poco dovevamo ritornare a casa per il pranzo altrimenti mio padre si sarebbe insospettito, in più ci saremmo dovuti organizzare anche per l'uscita di quel pomeriggio nella quale avrei dovuto presentarlo a tutti i miei amici...
“Ho detto che è un ragazzo d'oro, ma pur sempre un ragazzo. E come gli altri, quando si avvicina ad una bella ragazza ha solo una cosa in mente. Non è mica un santo!” Scherzò per alleggerire l'atmosfera.
“Solo una cosa, giusto. Nulla di più, quindi.” Sorrisi, convinta.
“Non hai notato come ti guarda? E, soprattutto, quanto spesso lo fa? Victoria, sei molto intelligente ma alcune volte anche molto cieca.” Rise, facendo voltare dei passanti che stavano per uscire dal parco.
“Non c'è nulla di me che potrebbe attirare uno come lui, Maria.” Dissi, confidandole i miei veri dubbi. Poi c'era Luca... Io ero davvero cotta di lui e Zac era solo una pedina. Una pedina fin troppo pericolosa...
“Io so il perchè, tesoro. Ma deve essere lui a dirtelo.”
“Non me lo dirà mai. Lo conosco. E' troppo orgoglioso.” Partii sconfitta.
“Io non dico che si sia innamorato perchè, sai, non ho mai conosciuto nessuno prima di lui e dopo che fosse così allergico e insensibile all'amore, quello vero. Lui stesso ammette di non essersi mai innamorato di nessuna. Dico solo che lui tiene a te, a modo suo. Che anche se sono passati solo tre giorni, tu gli scaturisci qualcosa di particolare.” Sorrise apertamente.
Io la guardavo come se fosse un alieno che stava parlando la sua lingua sconosciuta, ma volevo saperne di più. In quel momento volevo davvero illudermi di essere importante per qualcuno ma, prima che potessi aprire bocca, il soggetto della nostra conversazione ci interruppe riportando un Simone sudato ma felicemente sorridente, avvinghiato alla gamba di Zac.
“Stavate parlando di noi?” Chiese lui, col suo tono malizioso.
Anche Zac era sudato e ansimava come se avesse dovuto fare chilometri di corsa, quando invece aveva solo giocato a palla con un bambino di tre anni.
Portò una sua mano fra i capelli, bagnati dal sudore ovviamente, riportandoli un po' indietro in una che sembrò una mossa a dir poco sexy che fece voltare molte ragazze del parco. La sua maglietta, ora fradicia, aderiva al suo petto, facendo quindi intravedere il bel corpo che aveva.
Deglutii a vuoto e tentai di riprendermi senza alcun successo.
“No, stavamo parlando un po' di Victoria e del tipo che le interessa.” Fece Maria, credendo di aiutarmi, mettendomi invece più in difficoltà, dato che il sorriso di Zac sparì dal suo bel viso e si voltò a guardarmi, quasi famelico.
“Quel Luca?” Chiese e potei notare un filo di fastidio nella sua voce.
“Sì, proprio lui.” Sorrise la bella donna che in quel momento avrei voluto strozzare, di fianco a me.
Sì, perchè lei non sapeva che Zac me l'avrebbe fatta sicuramente pagare a casa...
“Oookay! Noi dobbiamo andare, Zac! E' ora di pranzo. E' stato un piacere conoscerti Maria. Ciao Simone! Andiamo, Zac!” Dissi velocemente rischiando quasi di cadere quando tentai di dirigermi verso l'uscita, prendendo Zac per la mano che, inizialmente, non si mosse.
“A presto, tesoro. Pensa a ciò che ti ho detto!” Mi salutò lei, poi ci voltammo e ce ne andammo.

 “Cosa ti ha detto, Maria?” Mi chiese lui, appena tornati a casa, in camera mia.
Quando arrivammo, ognuno aprì la rispettiva porta di casa propria ma, risalita le scale e entrata nella mia stanza, me lo ritrovai nuovamente spaparanzato sul mio letto, pensieroso e con molti dubbi tra i quali, ahimè, la conversazione fra me e Maria.
Feci spallucce e mi diressi in bagno come se, ormai, avermelo fra i piedi ventiquattro ore su ventiquattro fosse una cosa normale.
“Te l'ha detto lei. Abbiamo parlato di Luca.” Decisi di reggere il gioco alla mia nuova amicizia, senza far trapelare nulla dal mio tono.
Intanto lui mi seguì e si sedette sul bordo della vasca, mentre io mi ripassavo il trucco.
“E cosa ti ha detto su Luca?” Inarcò il sopracciglio incredulo. Non si fidava di me e questo mi fece tirare ancor di più fuori le unghie.
“Mi ha dato dei buoni consigli per conquistarlo.” Feci con nonchalange.
“Ma per quello ci sono io.” Sorrise falsamente e palesemente irritato.
“Ciò non significa che non posso prendere anche in considerazione dei consigli datemi da una donna attraente, più grande di me e con maggior esperienza nel campo.” Spiegai, guardandolo di sottecchi tramite lo specchio, senza mai incrociare il suo sguardo.
Lo vedevo innervosirsi e a malapena riuscii a trattenermi dal ridergli in faccia.
Era chiaro che era arrabbiato perchè ascoltavo più Maria, che conoscevo da meno tempo, che lui, che era pagato a posta per insegnarmi determinate cose. Non era di certo furioso di gelosia... Sarebbe stato ridicolo dato che ci conoscevamo poco e niente.
“Quindi?”
“Quindi, cosa?” Chiesi, posando la matita nel cassetto dei trucchi e voltandomi finalmente verso di lui.
Lo vidi squadrarmi da testa a piedi e farmi una lastra completa, esteriore e, fantasiosamente interiore.
“Quindi cosa ti ha suggerito di fare con Luca?” Domandò infastidito.
Ops, ops... Huston abbiamo un problema... E adesso che m'inventavo?
'Pensa, Victoria, pensa... Ricorda un film in cui si parlava di tecniche di seduzione e quant'altro.. pensa... Ci sono!' ..Sorrisi e lo guardai intensamente.
“Mi ha suggerito di cambiare un po'...di cose.” Dissi, volutamente vaga.
“E cioè?” Sembrava impaziente e potei distinguere un pizzico di rabbia nel suo tono sempre calmo e civilmente tranquillo.
“Di cambiare modo di vestire... Di essere più sensuale. Lei dice che l'esperienza in sé per sé non conta. Basta saper fingere.” Spiegai risoluta.
“Che sciocchezza! L'esperienza conta eccome! Altrimenti saremmo tutti attori in questo mondo!” Minimizzò lui con un gesto della mano, alzandosi in piedi e venendomi incontro.
“Ma qui si parla di me, ed io sono un'attrice.” Decretai seria.
Infondo avevo davvero seguito dei corsi di teatro e, segretamente, era la mia prima passione in assoluto. Questo però, tanto tempo fa... Ora era solo un misero sogno nel cassetto.
Ma in quel momento potevo rispolverare nei vecchi manuali e divertirmi un po' con Zac.. Dovevo iniziare a godermi realmente la vita così com'era. Perchè, si sa, si vive una volta sola.
Lui, in tutta risposta, mi sorprese nuovamente, avvicinandosi ancora di più a me e bloccandomi fra il suo corpo ed il lavandino, mettendomi poi una mano su un fianco, abbracciandomi con forza ma senza farmi male, e l'altra su una mia natica che, appena avvicinò anche i nostri visi ad un centimetro di distanza, strinse passionalmente, strappandomi un gemito ansimato.
Certe sensazioni, non si possono fingere...” Sussurrò sfiorando il suo naso con il mio.
Io rimanevo immobile, incerta sul da farmi. Ma, infondo, cosa avrei dovuto fare? Urlare? Schiaffeggiarlo? Spingerlo via? Baciarlo..?
Cosa volevo davvero in quel momento? Nemmeno io lo sapevo, quindi, confusa com'ero, decisi di rimanere comunque immobile e lasciare che fosse lui a fare il primo passo, come sempre.
“I-io.. Io potrei riuscirci.” E mi sorpresi di sentire la mia voce lievemente incrinata mentre rispondevo con una mezza verità a Zac.
Non ero sicura veramente se sarei stata in grado di farlo ma avevo cambiato almeno tattica col mio modo di vivere e il mio motto adesso era semplicemente una parola: “Buttati”.
Restammo per qualche secondo infinito a fissarci, occhi negli occhi, quando poi Zac iniziò a ridere, staccandosi da me.
“Okay, bambolina. Staremo a vedere... Anzi, facciamo una scommessa. Se oggi il presunto Luca sarà presente voglio vederti all'opera. Accetti?” Il suo tono era di scherno e la sua sicurezza di vincere mi mandò ancora più in bestia.
“Non potrò mai farlo se ci sarai te di mezzo a rompere le scatole!” Sbottai, paonazza dalla proposta.
Forse avrei dovuto fermarmi semplicemente al: “Non potrò mai farlo...” ma in quel momento non ci stavo proprio con la testa e azzardai troppo.
Com'era quel detto...? Perseverare è diabolico? Pazienza. Sarei finita all'inferno ma, ne ero certa, Zac mi avrebbe tenuto compagnia....
“Dovrai almeno fare il primo passo. Prometto che farò finta di nulla.” Sorrise sornione, porgendomi la mano.
“E la posta in gioco?” Chiesi portando i pugni ai fianchi, inarcando il sopracciglio. Qualcosa di Zac l'avevo capita ed una era quella di non sottovalutare mai nessuna delle sue mosse. Lui agiva sempre calcolando la ricompensa.
“Se vinci tu, la smetterò di stuzzicarti o prenderti in giro...”
“Mi sembra un buon accordo.” Stavo per accettare quando..
Ma..” Disse, sorridendo apertamente, con una nuova luce negli occhi, maliziosa e famelica “Se vinco io nella prossima lezione dovrai fare tutto ciò che ti dico senza mai protestare.” Spiegò cautamente, tendendo sempre la mano.
Passarono degli attimi infiniti prima che mi decidessi...
Volevo davvero che finisse d'infastidirmi e sarebbe equivalso a ciò che sarebbe potuto capitare se avesse vinto lui?
Quindi presi la mia decisione, stringendogli la mano con un: “Affare fatto.”
Era il classico patto col diavolo ma la nuova Victoria era in città.... 

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Capitolo 10
*** DISCOTECA ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO – DISCOTECA 

Quel pomeriggio due notizie spiacevoli mi sorpresero.
La prima era che, a pranzo, quando mio padre smise di leggere il giornale, ci annunciò l'imminente visita delle mie sorelle probabilmente fra un paio di fine settimana, e la seconda mi venne detta da Cris che mi chiamò verso le tre e mezza di pomeriggio...

Ehi pigrona! Come procedono le cose?” Mi domandò, stranamente euforica.
Alla grande...” Dissi sarcasticamente, mentre decidevo dei vestiti da mettermi per l'uscita.
Perfetto perchè ho un paio di cose da dirti! Sta sera si va in discoteca!!” Strillò nell'interlocutore, rompendomi quasi un timpano.
Cris... Domani abbiamo scuola. Mio padre non mi farà mai...” Tentai di tergiversare, quando venni interrotta dalla mia amica.
Dirai a tuo padre che verrai a dormire da me! Quindi portati i libri per domani, in quanto a vestiti per sta sera ci penso io! Vedrai che a Luca usciranno gli occhi fuori dalle orbite... o a Zac. Insomma, dipende sempre da chi preferisci tu.” Ridacchiò, beffarda.
Ah, ah, ah.. Davvero divertente.”
Quindi va bene?” Mi chiese con la voce da bambina alla quale, sapeva benissimo, non riuscivo a resistere.
Lei, inoltre, sapeva perfettamente anche che io odiavo -e sottolineo odiavo- la discoteca con tutta me stessa a partire dalla musica, ai balli e alla gente che frequentava abitualmente quel posto.
In più, ciliegina sulla torta, mi sembrava di aver ben capito che anche Zac era stato invitato..
Infondo non poteva non venire! La discoteca senza Zac sarebbe stata come l'inferno senza Diavolo... Quella era la mia giornata no.
Chiusa la telefonata e, quindi, acconsentendo alla decisione della mia amica, andai ad informare Zac che fu più che contento della notizia.
Perfetto. Questo dimostrava ulteriormente quanto io e lui fossimo diversi ed incompatibili. Lui adorava il calcio e si entusiasmava all'idea di andare in discoteca, ed io, invece, ero una rockettara affermata anti-sport dipendente.
Chi cavolo me l'aveva fatto incontrare uno così!?!
Si parlava del Diavolo e...
E quello cos'è?” Mi chiese, entrando in camera mia come se nulla fosse, con una lattina di Coca Cola, mentre mi guardava confuso di qualcosa che non capii.
Cosa?” Mi allarmai, pensando ci fosse un enorme insetto dietro di me o qualcosa di simile data la faccia del mio compagno, schifata al massimo.
Quell'obrobrio che tieni in mano!” Disse come se fosse ovvio che si riferisse ai vestiti che avevo preso dall'armadio e che ero intenta a mettermi.
Ah, ah, siete tutti così divertenti oggi.” Borbottai, ironicamente.
Non sto scherzando, Vic. Quei vestiti farebbero paura anche ad un barbone!” Esclamò convinto, venendomi incontro e levandomi i vestiti dalle mani dopo aver posato la lattina sulla mia scrivania.
Inarcai un sopracciglio contrariata, offesa e infastidita dalla confidenza che si era già preso con me.
E' inutile che mi guardi così, bambolina. Fra un'oretta dovremmo uscire con i tuoi amici ed io non voglio che la mia ragazza indossi certa roba. Mi rovinerebbe la reputazione!” Continuò contro la felpa extra large e i jeans strappati che avevo scelto.
Non capivo ancora cos'avessero di sbagliato quei panni che tanto adoravo per la loro efficacissima comodità, quindi glielo chiesi.
Cos'hanno che non va?” Ripeté lui, alzando i vestiti con una mano, “Vorresti dire: cos'hanno che va...?” Mi chiese ancora più indignato della mia ignoranza sulla moda.
Sono comodi.” Sussurrai, abbassando lo sguardo e iniziando a fissarmi la punta dei piedi, come facevo sempre quando mi sentivo in imbarazzo e non trovavo una buona motivazione per giustificarmene.
Sono orribili. Mi dispiace ma non capisco perchè ti ostini a nasconderti...” Fece lui, apprensivo, venendomi ancora più vicino dopo aver buttato i panni sotto il letto.
Seguii il suo gesto ma non protestai e trattenni le brutte cose che gli avrei voluto dire dettate dalla rabbia evidente.
Alzai lo sguardo fino ad incrociare il suo, intenso e fisso nel mio.
N-nascondermi?” Chiesi confusa.
La felpa non risalta di certo le tue...forme.” Disse con ovvietà.
Ma a me non interessa far vedere le mie forme...” Mi giustificai banalmente. La verità era che mi vergognavo troppo e non mi trovavo a mio agio.
E come pretendi che Luca si avvicini a te se anche i tuoi vestiti gridano: 'Inaccessibile!'?” Domandò sorridendomi gentilmente. Probabilmente aveva capito il mio imbarazzo e stava cercando di tranquillizzarmi ma era vero quello che diceva.. Tutto. Aveva ragione, ero inaccessibile.
Ma ero sempre stata convinta che Luca fosse diverso dagli altri ragazzi che guardavano solo tette e culo...
Stavo per aprire bocca ma Zac m'interruppe posando un dito sulle mie labbra socchiuse.
Shh.. So cosa stai per dire..” E con voce malamente femminile: “'Io mi aspetto che un ragazzo osservi il carattere e non l'aspetto...'” Disse, imitandomi e, nonostante ciò, facendomi ridacchiare dal suo modo buffo di farlo.
E non è una cosa giusta?” Chiesi retoricamente.
Certo che lo è ma noi umani, a maggior ragione maschi, non seguiamo mai veramente ciò che è giusto o sbagliato. Ragioniamo d'istinto e, per esperienza, posso dirti che vestita da suora non avrai mai tante chance col tuo principe azzurro.” Disse annuendo e portando una mano sul mio viso, accarezzandomi la guancia. Stavo per chiudere gli occhi ma mi ripresi.
Sono nelle tue mani.” Quasi gemetti e mi sorpresi del tono sensuale e sussurrato che mi uscii.
Lui restò per un po' a guardarmi poi, sorridendo maliziosamente, rispose a tono: “Se non lo fossi solo retoricamente, non immagini nemmeno quel che ti farei...” Sussurrò anche lui, facendomi tremare dall'emozione.
Cazzo, mi stavo eccitando...
Poi tutto un tratto si staccò da me, allontanandosi e sbirciando nel mio armadio alla ricerca di qualcosa da mettere.
Chiuse il primo e andò ad aprire quello alla fine della stanza dove c'erano, invece, tutti i vestiti che mi avevano lasciato le mie sorelle e, quando cercò fra questi, un fischio di approvazione si sollevò nell'aria.
Accidenti, le tue sorelle ci sapevano fare, eh?” Chiese di spalle a me e di fronte all'armadio.
Quell'esclamazione tanto spinta sulle mie sorelle, però, non m'infastidì nemmeno. Perchè era vero anche quello... Sophia e Giada ci sapevano fare in tutto e, in particolar modo, con i ragazzi e con il sesso.
Dopo mezz'ora di prove estenuanti di vestiti, alla fine mi congedò in bagno con una mini gonna di jeans, dei stivaletti neri, calze color carne, ed una magliettina sempre nera, leggera, in alcuni punti trasparente e scollata che si legava dietro al collo e che, quindi, mi lasciava la schiena nuda, lunga fin sotto -sempre di poco, però- il sedere.
Che schianto...!” Esclamò lui, appena mi feci vedere anche con trucco e capelli sistemati.
Dici? Io mi sento.. Nuda.” Biascicai paonazza.
Hai ragione, qualcosa non va... Mmm.. Togliti la gonna.” Disse, poi, convinto.
COSA!? MA SEI IMPAZZITO?!” Sbottai ancora più imbarazzata di prima.
Io gli dicevo che mi sentivo nuda e lui mi ordinava di togliermi la gonna..!
Vuoi davvero far colpo su questo Luca?”
Ci pensai su per qualche secondo ma alla fine mi decisi.
Luca mi piaceva davvero e sarei ricorsa a tutto pur di farmi notare e di non restare single per altri anni se non, addirittura, morire zitella!
S-sì..”
E allora togliti la gonna.” Ordinò, incrociando le braccia.
Lo feci e la sua espressione da corrugata divenne quasi ammaliata.
Perfetta.”

 “Oh.Mio.Dio!” Esclamò Cris, appena arrivai, mano nella mano con Zac.
Io deglutii nervosamente ma respirando profondamente, avanzai con più decisione ritrovandomi i visi stupefatti di tutti i presenti, ovviamente già pronti anche loro per andare in discoteca.
Grazie a Dio, Zac mi aveva risparmiato i tacchi da dieci centimetri con i quali sarei, sicuramente, caduta rovinosamente a terra.
Buona sera anche a te, Cris.” Sorrisi, ironica.
Zac, intanto, staccandosi da me, posò due baci sulle guance imporporate della mia amica e rivolse un cordiale saluto a tutti gli altri che, subito dopo, mi sbrigai a presentare: “Ragazzi e ragazze, questo è Zachary: il ragazzo di cui vi ho parlato.” Tentai di restare calma ma non mi riusciva affatto. Zac se ne accorse, tanto che iniziò a presentarsi direttamente lui ad ognuno, avvicinandosi a questo e stringedogli la mano.
Prima Susanna, poi Trisha, Jennifer, Jessica, Mara, Stefania, Francesca, Giacomo, Andrea, Michele, Giorgia, Alessio, Fabrizio, Simone ed infine Luca, al quale, però, si soffermò più del previsto, bloccandomi il respiro.
Oooh, tu devi essere il famoso Luca, allora!” Fece il babbuino, ignaro del mio sguardo da peperone-omicida, scandendo bene la parola in corsivo.
Famoso? Io?” Chiese, giustamente confuso, Luca.
Ti prego Signore, prometto che farò la brava d'ora in poi, lo giuro. M'impegnerò di più a scuola, non mentirò mai più a mio padre, non ruberò i dolcetti di Mattia e Marco e non farò più pensieri illeciti fin dopo il matrimonio ma, ti prego, zittisci Zac!!, pensavo disperatamente.
Quest'ultimo, prima di rispondere, fece una lastra completa a Luca e, voltandosi poi verso di me e sorridendomi complice, disse: “Una lunga storia. Nulla d'importante...” Disse, rivenendomi accanto e stringendomi a lui con maggior forza, quasi come a sottolineare che fossi di sua proprietà. Luca rimase a guardarci, ancora stupito.
Avevi promesso che non ti saresti intromesso!” Gli sussurrai fra un falso sorriso, quando gli altri ripresero per un attimo a parlare fra loro.
Hai ragione ma è stato più forte di me... E' un bel ragazzo ma posso batterlo su qualsiasi cosa anche ad occhi chiusi.” Sorrise sornione.
Non sei un po' troppo modesto, Zac?” Domandai, invece, sarcastica.
Dimmi almeno che fa uno sport..” Borbottò con tono quasi esasperato.
Io, dal canto mio, contenta di poter mettere in buona luce Luca, risposi sorridendo veramente: “Sì. Fa baseball.”
Qualche secondo dopo aver compreso meglio la mia frase, Zac scoppiò in una fragorosa, rumorosa e, ahimè, anche contagiosa risata, portandosi entrambe le mani sulla pancia e abbassandosi per lo sforzo.
Gli altri si voltarono a guardarci ma invece di farsi delle domande, anche loro iniziarono a ridacchiare amichevolmente con Zac, infastidendomi.
Cristina mi venne vicino. Inanto Zac si riprese ed iniziò a parlare con tutti i miei amici, asciugandosi ogni tanto qualche lacrima caduta dalla risata di poco prima. Scossi il capo rassegnata.
Piace a tutti.” Mi avvisò la mia amica, improvvisamente accanto a me.
Lo vedo.” Risposi, acida, senza distogliere lo sguardo da lui e il su modo così efficace di far star bene tutta la gente che si ritrova vicino.
L'ho scelto proprio perfetto!” Esultò lei, battendo delicatamente le mani.
La perfezione non esiste e se esistesse, Zac sarebbe uno degli ultimi ad esserne soggetto.” Feci, ancora più amareggiata ora che lo vedevo ridere con Trisha, una sgualdrina che non avevo mai digerito.
Come al solito non si era tirata indietro e si era subito avvinghiata a ciò che mi apparteneva solo per il gusto di far intendere che era meglio di me in tutto.
Sei gelosa?” Mi riscosse Cris, sorridendomi maliziosamente come una che la sapeva lunga quando invece non aveva capito un cavolo.
Di Zac? Ma figuriamoci! Sono infastidita, è diverso.”
Sei acida come uno yogurt scaduto sotto il sole d'Agosto, Vic.” Fece, ancora, con il suo solito poco tatto.
Sono sempre lusingata dai tuoi complimenti.” Sorrisi falsamente.
Però, accidenti, sei uno schianto sta sera! Ed io che credevo che ti saresti messa una delle tue tante felpe da barbona con quei jeans trasandati!” Esclamò tutta eccitata, facendomi rilassare e ridere -malgrado ciò che aveva detto riguardo quel che avrei voluto mettermi- armoniosamente con lei.
Grazie al cielo che c'era Cristina che mi faceva sempre spuntare un sorriso!
Merito di Zac. Ha deciso tutto lui.” Ammisi, rassegnata.
Che Santo!” Scherzò lei, abbracciandomi.
Beh, neanche te sei tanto male, eh!” Sorrisi più a mio agio, facendo fare un giro su se stessa a Cristina. Indossava una gonna nera di seta, un top bianco e scollato, calze a righe e tacchi dodici bianchi. Una vera bellezza anche lei, con i capelli biondi tinti, legati in uno chignon con qualche ciocca lasciata volutamente libera. “Simone sarà impazzito quando ti ha vista!” Continuai io, facendola arrossire maggiormente imbarazzata, fino a quando non mi venne vicino all'orecchio e mi sussurrò: “Calcola che quando è venuto in camera mia per vedermi mi è letteralmente saltato addosso. Lo abbiamo fatto due volte prima di riprepararmi meglio per uscire.” Sghignazzò tutta emozionata, facendomi sentire quasi invidiosa di quella sua vita piena di soddisfazioni e veri batticuori.
A quel pensiero mi voltai istintivamente verso Zac che stava animatamente parlando con i ragazzi di qualcosa di apparentemente serio.
Quel ragazzo, non mi sarei mai stancata di dirlo, era una continua sorpresa. Guardarlo mentre parlava, solo con i miei amici mi scaturì una nuova sensazione che, ovviamente, non seppi riconoscere ma che mi scaldò quasi il cuore, facendomi nuovamente conoscere Zac al di fuori di noi, come quella mattina al parco mentre giocava con il figlioletto di Maria.
Guarda Victoria come si guarda il fidanzato!” Ridacchiò, accanto a me, Susanna a Stefania, facendosi volutamente sentire.
Mi voltai a guardarle e sorrisi smarrita.
I-io.. Ero sovrappensiero...” Borbottai, ancora incantata.
Sì, dicono tutti così.” Fece Susanna, dandomi una leggera spinta.
Fidanzato... Come mai quella parola mi aveva scossa così tanto? Io e Zac non eravamo nemmeno amici, figuriamoci fidanzati! Non saremmo resistiti neanche due giorni insieme. Eravamo troppo diversi ed incompatibili. Ma davanti agli altri eravamo una coppia, quindi dovevo iniziare a fingere di voler davvero bene a quel babbuino e, soprattutto, non dimenticare la scommessa.
Così, senza rispondere alla frecciatina di Susanna, mi avvicinai a Zac, prendendolo per mano e facendolo zittire quasi istintivamente.
Infatti si girò a guardarmi con un'espressione sbalordita sul volto che chiedeva solamente spiegazioni facendosi passare una mano fra i capelli. Bingo: era imbarazzato!
Gli dedicai un sorrisetto malizioso che solo in una recita mi era toccato fare e lui deglutì come a trattenersi di fare qualcosa.
Di cosa stavate parlando?” Chiesi dolcemente, accarezzandogli un braccio. Zac ancora non distoglieva lo sguardo da me.
D-di niente..” Evidentemente avevo scioccato un po' tutti i ragazzi dato il loro groppo in gola e i loro occhi sgranati. Luca si stava allentando la cravatta mentre Alessio cercava di distogliere lo sguardo, invano, dal mio corpo interamente attaccato a quello del mio ragazzo.
Forse vincere la scommessa sarebbe stato più semplice del previsto. Sorrisi fra me e me.
Inanto Zac, che si era finalmente ripreso, mi strinse la mano sussurrandomi un: “Dobbiamo parlare.”
Qualche secondo dopo e ci ritrovammo dietro una delle catapecchie del parchetto. Il tempo era nuvolo e il mio scialle sicuramente non mi avrebbe protetto dalla pioggia imminente. Accidenti a Zac!
Cosa vuoi?” Chiesi falsamente gentile.
Beh...” Rialzò lo sguardo puntandolo nel mio e sul suo viso riaffiorò il classico sorrisetto compiaciuto “Devo farti i miei complimenti.”
C-cosa?” Biascicai. Stavo quasi per strozzarmi dalla sorpresa.
Hai fatto una mossa eccellente! Ti sottovalutavo, bambolina. Devo dire che quando ti ci metti riesci ad essere davvero sexy..” Dovevo arrabbiarmi? Non ci sarei riuscita neanche se avessi voluto. Invece sorrisi imbarazzata come se mi avesse detto che ero la ragazza più bella del mondo e mi sentii lusingata allo stesso modo. Dovevo stare davvero attenta agli sbalzi d'umore di Zac perchè non lo avrei mai fatto capace di qualche complimento ed invece eccolo lì, mentre mi sorrideva soddisfatto, neanche fossi sua figlia mentre faceva il primo passo. Poi compresi. Era orgoglioso, sì. Ma di se stesso, non di me... Si dava il merito di ogni cosa che facevo e questo m'innervosì non poco. Glielo avrei fatto vedere io a quel buzzurro!
E adesso che ti prende?” Mi chiese, poi, notando il mio cambio d'espressione.
Stiamo facendo aspettare gli altri.” Feci neutra, passandogli davanti. Poi ricollegai alcune cose e un dubbio sorse in me. Ma quando mi rigirai mi ritrovai Zac a meno di un centimetro distante da me con una faccia sorpresa.
Victoria, i tuoi cambiamenti d'umore mi stanno facendo venire il mal di testa.” Disse riportandosi una mano fra i capelli. Quella mossa iniziava a piacermi...
Zac io..” Il mio tono era completamente cambiato. Ora ero di nuovo la Victoria timida, insicura ed impacciata che chiedeva aiuto al suo unico punto di riferimento. “Io non so se potrei fare il primo passo con Luca.” Ammisi abbassando lo sguardo.
Lo sentii sospirare poi, prendendomi il mento con due dita, mi rialzò il viso.
Ce la puoi fare.” Mi sussurrò più vicino che mai.
N-non è quello... Il fatto è che dopo passerei per quella poco di buono, che mette le corna al ragazzo appena ne ha l'occasione... Io vorrei farmi vedere così come sono in realtà da Luca.”
Lui sembrò pensarci poi riprese la parola.
Allora facciamo che ho vinto io. Insomma, hai ragione, Vic. Non puoi andare lì da lui e fare la gatta morta quando ormai tutti sanno che stai con me. Devi cambiare completamente tattica.” Fece seriamente.
Avevo gli occhi lucidi dal dispiacere ma a quella esclamazione lo guardai un po' confusa e contrariata. Ero anche arrabbiata dato che era ormai ovvio che lui era stato sicuro sin dall'inizio che la scommessa non avrebbe mai potuto reggere.
E che dovrei fare?” Chiesi in un leggero sussurro.
Vuoi davvero saperlo?” Domandò sorridendo.
Sì!” Esclamai convinta, riacquistando energia.
Dopo la seconda lezione lo saprai.” E così, si staccò da me lasciandomi lì come una tonta mentre tutto sorridente raggiungeva i miei amici.

 Due ore e mezza di viaggio per arrivare alla Discoteca che aveva aperto da soli tre giorni mi avevano totalmente distrutta. Che differenza faceva una discoteca dall'altra? Erano tutte uguali: dei posti caotici, pieni di alcolici e luci colorate, che facevano venire la claustrofobia e con musica tanto forte da romperti i timpani. Ripeto: odiavo le discoteche!
Dev'essere fantastica all'interno...” Borbottò Zac con gli occhi sgranati dallo stupore.
Come se non lo sapessi..” Biascicai io, al suo fianco.
Pensi che ci sia già stato?”
Non è così?” Inarcai un sopracciglio.
Non in questa.” Ammise, sornione.
Non fa molta differenza..” Feci, acida.
Fatti i biglietti, entrammo nell'inferno.
Come avevo immaginato la musica era assordante e c'era così tanta gente da non riuscire nemmeno a respirare. Già volevo andare via.
Zac e gli altri, invece, ridevano e scherzavano tutti felici ed emozionati come non mai mentre io stavo architettando un piano per evadere da quel posto.
Una giornata troppo piena... In più ci si metteva anche la consapevolezza di aver perso la scommessa e quindi di dover accettare tutto nella prossima lezione con quel depravato.
Volevo morire...
Cristina ci orientò verso un tavolo bianco con dei divanetti tutti per noi. Infondo avere un'amica supermiliardaria aveva i suoi vantaggi.
Ma poco prima di potermi stravaccare beatamente sulla poltroncina mi sentii afferrare per la vita da Zac che, invece, non sembrava avere la minima voglia di lasciarmi “riposare” in pace.
Vuoi........con me?” Tentò di chiedermi ma, con quel fracasso, non sentii nulla.
COME SCUSA?” Urlai, allora, per farmi sentire.
VUOI BALLARE CON ME?” E, chissà com'è, avevo già capito che quella era una domanda retorica...
NON SO BALLARE!” Cercai di dissuaderlo.
Lui non rispose subito ma poi, guardandosi attorno, prese un cocktail che avevano appena portato e me lo offrì.
BEVI QUESTO, TI FARA' STARE MEGLIO...” Disse facendomi fare cin-cin col suo.
Bevemmo tutto d'un sorso entrambi e nemmeno qualche secondo che mi ritrovai brilla come non mai.
Infatti mi ero sempre definita astemia proprio perchè appena assaggiavo un sorso anche solo di vino, partivo senza ritorno.
Allora Zac, che sembrava aver capito la situazione già al mio terzo bicchiere, mi riprese per la vita e mi trascinò in pista.
Non ero ubriaca del tutto, infatti ricordavo ogni cosa ed ero abbastanza lucida da rispondere alle domande di chiunque, semplicemente ero brilla, cioè esageratamente euforica e senza vergogna.
Bevevo ad ogni festa noiosa, infatti.
SEI PRONTA A FARE L'AMORE?” Fece tutto sorridente. Anche lui non c'era andato leggero con le bevande ma, ne ero certa, era sicuramente più sveglio di me.
SPERO DI AVER CAPITO MALE!” Dissi scioccata. E se mi avesse portata in uno degli sgabuzzini del locale? No, non sarebbe stato da Zac e, infatti..
LO SAI CHE IL BALLO E' UNO DEI TANTI DIVERSI MODI DI FARE SESSO?” Esclamò facendoci finire direttamente al centro della pista.
C'era tantissima gente ma non era scomodo ballare e ognuno era preso nella propria danza per badare a ciò che facevano gli altri.
Comunque all'accorgimento di Zac rimasi quasi sbalordita ma ovviamente l'alcol non mi fece tirare indietro e, anzi, mi fece ridacchiare nervosamente.
Iniziarono così le note di quella che riconobbi come “Good Times” di Roll Deep e Jodie Connor.
Se capivo bene la voce femminile diceva che non c'era da preoccuparsi perchè avrebbe avuto una buona serata e, infatti, Zac disse: “Sono convinto che anche noi avremmo una bella nottata...” Ammiccò. Aveva sussurrato al mio orecchio ma lo avevo sentito benissimo e quella frase detta in modo così sensuale, mi incendiò ancora di più facendomi finalmente muovere attaccata a lui.
Lui mi teneva stretta a sé con una mano sul mio fianco, quasi a sfiorare una mia natica e l'altra dietro la mia schiena mentre i nostri bacini erano più che attaccati come due pezzi di un puzzle. Mi strusciavo continuamente a lui senza interrompere i nostri sguardi dal guardarsi quasi famelicamente.
Sentivo brividi in ogni dove ed uno strano calore all'interno coscia mentre facevo, sfacciatamente, poggiare continuamente la mia intimità alla sua.
Era come se stessimo effettivamente facendo l'amore con i vestiti addosso.
Un'esperienza fin troppo eccitante...
La musica, allora, cambiò con Maldito Alcohol di Pitbull.. tutte abbastanza azzeccate, eh?
D'un tratto, mentre continuavamo con i nostri movimenti tutt'altro che pudici, sentii impercettibilmente qualcosa di molto duro premere contro il mio ventre e, quando mi mossi, sul mio basso ventre. Quasi istintivamente portai le mie mani dietro il suo collo ad accarezzare la base dei suoi capelli, portando anche una gamba ad avvinghiargli un fianco. Lui, intanto, portò una sua mano ad afferrare i miei capelli stringendoli senza però farmi male, aumentando così la mia e la sua eccitazione.
L'altra sua mano, stupendomi, si insinuò sotto il mio vestitino, sopra le mie mutandine quasi fradice...
Mmm.. Qualcuno qui si è eccitato..” Disse con voce roca e spezzata.
Senti.. Chi.. Parla..” Ansimai, mentre lo sentivo infilare la mano sotto le mutandine accarezzando il centro.
Afferrai con forza i suoi capelli senza preoccuparmi se gli facessi male e, così, insinuò un dito in me.
La musica sembrava un leggero sottofondo ai miei ansiti e gemiti.. Il primo ritornello finì e così cambiammo le posizioni.
Mi voltai di schiena facendo aderire il mio sedere alla sua eccitazione senza che lui togliesse il dito da dentro di me e, anzi, subito dopo ne fece entrare il secondo. Riportai le mie mani dietro il suo collo, piegando di poco il capo. Come se avesse capito, poggiò le sue labbra sul mio collo, baciandolo con enfasi. L'altra sua mano accarezzava un mio seno ed io mi sentii sempre più infuocata. Avrei dovuto protestare, scappare via, vergognarmi dato che lo stavamo facendo davanti a centinaia di persone e, probabilmente se non fosse stato per l'alcol, l'avrei fatto, ma in quel momento desideravo solo venire.. Per merito suo.
Così, dopo varie spinte e gemiti più forti, venni totalmente e mi rivoltai abbracciandolo per sorreggermi, data la forza dell'orgasmo.
Quando rialzai lo sguardo per guardarlo negli occhi, li vidi più chiari del solito, lucidi e vividi, i suoi capelli erano tutti scomposti ma estremamenti sexy, le labbra e le guance rosse. Sicuramente anche io ero nelle sue stesse condizioni, se non più esagerate.
Poi fece una cosa che mi paralizzò e che m'insinuò un'adrenalina più che potente nel corpo... Alzò la mano con cui era entrato in me e la posizionò fra i nostri visi sempre più eccitati.
La vista mi si era leggermente ovattata ma vidi chiaramente quel che fece lui subito dopo, portando le dita sulle sue labbra fino a leccarle assaporandone la sostanza bianca che era uscita da me. Non resistetti e, chissà quale forza mi mosse, presi la sua mano e leccai anche io le sue dita. Sentii così i nostri sapori. Il mio era salato, non cattivo.. Diverso. Il suo era da droga. Dolce ma forte, da vero maschio. Così, all'idea che un suo bacio potessere essere dello stesso sapore se non più potente, gli presi il viso fra le mani portandolo vicino al mio. Lui era ancora scioccato da ciò che avevo fatto ma non protestò e, anzi, quando lo baciai con impeto e passione, ricambiò con ancora più enfasi, stringendomi con forza a sé.
Il nostro primo bacio.
Se solo avessi saputo prima cosa avrei provato solo sfiorando le sue labbra, gli sarei già saltata addosso sul treno, la prima volta che c'eravamo incontrati.
Non mi erano mai piaciuti i baci in sé per sé ma quelli di Zac erano tutt'altra cosa. Sembrava essere capace di portarti su un altro pianeta fantastico mentre con la lingua accarezzava l'interno della tua bocca o mentre mordicchiava il tuo labbro, sempre tenendoti stretta a lui come se fossi la sua unica ancora di salvezza. Un bacio di Zac ti rendeva importante, unica. Ti faceva sentire al centro dell'universo e, in più, chiudeva gli occhi anche lui. Non sapevo perchè ma avevo sempre pensato che i ragazzi che ti baciavano con gli occhi aperti non provassero davvero quello che sentivi tu. Quando un mio ultimo ragazzo mi baciava, infatti, guardava da tutt'altra parte e questo mi faceva sentire come un pupazzo da passatempo. Lo trovavo più che irrispettoso.. Ma con Zac... Con lui c'eri solo tu. Solo voi. Tu e lui... Perchè quando si staccava per riprendere fiato guardava solo te.. E poi ti ribaciava con ancora più passione...
Nulla di più bello, più intenso, più completo...
Mi sentivo compatta, intera. Come se avessero finalmente trovato il pezzo mancante del mio essere... Ed era lui.
Lui che odiavo e disprezzavo, ma che desideravo e bramavo.
Nessun altro sembrava esistere. Come se in quella pista ci fossimo stati solo noi due.. Come se la musica fosse cessata e al posto di questa, si sentiva solo il battere dei nostri cuori che correvano entrambi all'impazzata ma all'unisono. Mi sentivo capita, felice.. Tanto da poter piangere dalla gioia. Sentivo le farfalle nello stomaco e le mani sudare freddo.. Sentivo lui con me e nulla sembrava essere più importante di noi in quel momento.

Avevo fatto un passo avventato perchè, ne ero certa, da quel momento in poi non sarei stata più in grado di sopravvivere senza un suo bacio... Senza che lui mi facesse sentire ancora così tanto importante.

Ho voluto aspettare un po' per vedere se lasciavate altri commenti.. Mi dispiace se la storia non è più di vostro gradimento, comunque io mi accingerò a finirla perchè ci tengo lo stesso. Spero che vi piaccia questo nuovo capitolo. Bacioni e grazie per le visite e per le recensioni...^^
PS: pensate sia ora di mettere il raiting rosso?xD

Ah, quasi dimenticavo.... Sto lavorando su una nuova fanfiction e vorrei farvi almeno leggere il prologo, così mi consiglierete se metterla o meno. Buona lettura!

 Harder Than You Know
Cosa fare quando ci si innamora di un altro a sole quattro settimane prima del proprio matrimonio?
Shane -vent'anni- sta per sposarsi con Will, un famoso ereditiero. Però, proprio un mese prima sarà costretta a passarlo interamente da sola con l'odiosa famiglia di lui dove, inaspettatamente troverà il vero amore nei panni di un venticinquenne terribile, sfacciato, maleducato e vanitoso patito per il rock, nonché fratellastro di lui che riuscirà pian piano a far breccia nel cuore di lei grazie proprio al suo caratteraccio. Riuscirà la ragazza a chiarirsi le idee?

 

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Capitolo 11
*** CONFESSIONI ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO – CONFESSIONI

Mmm... Mamma...” Biascicai con la testa schiacciata sul cuscino avente un leggero odore di lavanda che, ricordavo bene, era classico di Cristina.
Beh, non esattamente.” Infatti sentii subito dopo la sua vocetta schernirmi e, aprendo prima un occhio e poi l'altro, una luce accecante mi colpì in pieno facendomeli richiudere subito dopo con un gridolino addolorato, stile gatto-morto.
Oh, ma grazie..” Fece di nuovo Cris, sicuramente pensando che mi fossi spaventata dal vedere lei.
Mmm, non è per te. Era il sole..” Borbottai rigirandomi dall'altro lato.
La mia mente, ovviamente, era da tutt'altra parte. Non mi ero ancora chiesta dove e perchè mi trovassi dov'ero e non m'interessava. Zac, pensavo solo a lui. Solo a noi.. A quel bacio travolgente.
Comunque sia, è ora di alzarsi. Dobbiamo andare a scuola, ricordi?” Mi sorrise, appena mi alzai a sedere sul letto.
Ma cos'è successo?” Avevo troppe domande e, probabilmente, quella che feci le racchiudeva un po' tutte.
Dal canto suo, Cristina mi guardò con un'espressione confusa poi, come se fosse stato ovvio, spiegò: “Sei a casa mia. Hai dormito da me e adesso ti devi alzare.” Facendo spallucce.
No, intendevo dire.. Cos'è successo ieri sera? Non ricordo nulla...” La sbornia. Ma certo!... Ora che ci pensavo mi faceva anche male la testa. Accidenti all'alcol..! Ricordavo solo Zac... Solo lui.
Oh, ieri sera... Beh, dopo il balletto con Zac siete ritornati al tavolo come due classici piccioncini tutti rossi, accaldati, sorridenti e visibilmente eccitati... Poi tu hai iniziato a bere incessantemente così dopo qualche altro bicchiere ti sei addormentata e, anche se Zac aveva bevuto più di te -si sa che reggi poco l'alcol-, ha deciso di venire qui da me e di accompagnarti fino in camera mia. Ti ha rimboccato le coperte come un padre fa alla propria bambina e, alla fine, ti ha dato un bacio sulla fronte.” Disse sorridendo sinceramente, quasi commossa. Ovviamente era una balla. Zachary non era affatto il tipo da fare certe cose.
Impossibile...” Sussurrai, quindi.
Non ci credevo neanche io. Ma ero qui. L'ho visto con questi occhi, anche se stavo dietro la porta...” Si stava impicciando e gesticolava senza riuscire a guardarmi in viso, così risi di gusto.
Scherzi...?” Chiesi fra una risata e l'altra.
Giuro.” Mi disse, infine, seriamente.
Zac che mi aveva rimboccato le coperte? Ma chi avevo vicino!?

 A scuola mi sentivo diversa. Non ancora donna, ma decisamente meno bambina. Capivo molte cose che mi raccontavano le mie amiche sui loro ragazzi e su ciò che avevano fatto quel fine settimana, così rientrai meglio nel discorso e, beh, questo lo notarono tutte che, ormai, già sapevano di Zac, dato che le amiche della comitiva erano le stesse della classe.
Capivo cosa provavano quando si “coccolavano” e certe cose mi riportarono con la mente a quello che avevo provato anche io con Zac. Dio com'era stato bello...
Ma ero troppo orgogliosa, timida e pudica per chiedere a Zac di farmi riprovare quelle emozioni. Poi c'era la seconda lezione nella quale avrei dovuto fare esattamente quello che avrebbe detto lui e, oddio, ero agitatissima. Quel ragazzo era sempre più imprevedibile.
Un esempio lampante: ieri sera era stato premuroso con me! Incredibile..
Terza ora: italiano, traduzione: cazzeggio time.
Ci eravamo riunite intorno ad un banco in undici -me compresa- mentre la prof correggeva dei compiti di altri classi. In poche parole tutte le ragazze della classe stavano affrontando l'argomento più popolare fra le adolescenti.
Il sesso.Un momento... Tu cosa!?” Sbottai imbarazzata e rossa in viso a ciò che aveva appena raccontanto Jennifer.
Hai capito, Vic!” Ridacchiò lei “Non avevamo tempo per farlo e allora ho voluto accontentarlo almeno per metà...” Disse sorridendo maliziosamente.
Che schifo! Cioè tu... Tu hai toccato il.. Il suo... Serpente?” Balbettai sconcertata, facendo ridere tutte dalla mia evidente inesperienza e dal soprannome che avevo dato al genitale maschile.
Anaconda, vorrei precisare.” Rispose, facendomi ridere ancora di più.
Ero rossa come un peperone ma mi stavo divertendo. E mi piaceva...
Mai prima di allora avevo preso quei discorsi con così tanta leggerezza e sincera curiosità... Prima era solo una seccatura.
Vorresti dire che non hai mai nemmeno visto il... Serpente di Zac?” Chiese Mara che ricordava benissimo il giorno precedente nel quale aveva dato un voto più che ottimo al mio ragazzo...
Io.. No! Non siamo mai arrivati oltre a...” Mi vergognavo a dirlo poiché era la prima volta che raccontavo qualcosa di quel genere.
..A stuzzicamenti?” Continuò Stefania al posto mio.
S..stuzzicamenti?” Era un sinonimo per intendere cosa di preciso..?
Non farmi essere volgare, Vic! Intendevo che lui ti ha fatto qualcosa ma niente di più, no?” Disse lei, imbarazzata come me.
Beh, più o meno sì..” Feci la vaga.
Oddio! Zac ti ha fatto un ditalino!!!” Squittì Giorgia accendendosi di scatto.
I ragazzi della classe si voltarono a guardarci e anche la prof alzò lo sguardo immediatamente su di noi. Io, intanto, cercavo di sotterrarmi.
Diedi una gomitata a Giorgia e tentai vanamente di salvare la situazione fino a quando il cellulare non mi vibrò... Un sms:
Pronta per sta sera, bambolina?
Non vedo l'ora di risentirti gemere...
Zac ;)
Di colpo ogni rumore svanì. Sentivo solo il mio cuore battere. La vista si appannò. Vedevo solo le immagini di me e Zac nuovamente attaccati, magari nudi, che la mia mente continuava a proiettarmi.
Sentivo ancora più caldo di prima e pensavo che sarei svenuta da un momento all'altro. Okay, Victoria, calma!!!
No, no, no... panico. Panico totale.
Fammi vedere!” Senza che me ne accorgessi Cristina mi prese il cellulare dalle mani e lesse il messaggio ad alta voce, in modo che tutte le ragazze del tavolo sentissero. L'imbarazzo era ritornato, insieme ai fischi e urletti di approvazione che s'innalzarono fra le compagne di classe.
Ovviamente Cris aveva prima letto a mente l'sms per non rischiare di svelare il piccolo segreto fra me, lei e Zac e, grazie a Dio, lui nel messaggio non aveva specificato nulla. Ma poi, come diavolo aveva avuto il mio numero!?
Ti servirebbe un consiglio da noi, Vic. Sei nel pallone.” Disse Jessica, guardandomi con apprensione.
Ritornava il leggero fastidio di sapere di essere l'unica davvero inesperta del  gruppetto.
Beh... Ammetto di non sapere veramente che fare..” Borbottai ancora sovrappensiero.
Prima di tutto indossa qualcosa di sexy.. Un baby-doll, ce l'hai?” Propose Stefania, tutta sorridente.
Mmm.. Dovrebbe essercene qualcuno nell'armadio delle mie sorelle..” Annuii fra me e me.
I capelli devono essere disordinati. Non ce li hai lunghi ma sono ricci quindi il risultato dovrebbe essere ottimo.” Disse Jennifer.
Tanto per precisare, non avevo i capelli corti stile maschio ma davanti lunghi fino alle spalle e dietro corti a scoprire il collo, cosa che, proprio ieri sera Zac mi aveva detto di adorare... Sì, alcune cose iniziavo a ricordarle. Cose inspegabilmente piacevoli, ovviamente.
Annuii a Stefania senza rispondere.
Il trucco non troppo pesante ma leggermente sbafato.. Sembrerai una vera micetta assatanata!” Ridacchiò Susanna.
Ovvio che credevano che lo avremmo fatto. Ma io sapevo esattamente l'accordo fra me e Zac. Solo giochetti di coppia, niente sesso.
Comunque presi davvero in considerazione i loro consigli, decisa anche a metterli in pratica!
Tacchi dodici in tinta.”
..E preservativi a portata di mano.”
Continuarono così cadendo anche sul ridicolo facendomi arrossire e ridere continuamente ma alla fine raggiungemmo una buona lista di cosa da fare.
Quel pomeriggio, in macchina di Cristina, sentivo qualcosa di strano nell'aria e, no, non era puzza... Si trattava di una sensazione di insicurezza, indecisione... Cosa ancora più bizzarra: non proveniva da me.
Cris.. Qualcosa non va?” Chiesi appena fermò la macchina davanti casa mia.
A scuola non aveva aperto bocca quando avevamo iniziato a parlare di Zac e, quelle poche volte che aveva detto la sua, era risultata acida e scontrosa a tutte...
Lei si voltò a guardarmi e per la prima volta, la vidi davvero afflitta.
Sei sicura di questa storia, Vic?” Domandò in un sussurro, facendomi preoccupare.
Sbaglio o sei sempre stata tu ad esserne più convinta di me?” Cercai di alleggerire l'atmosfera.
Non sto scherzando. Si sta facendo tutto molto più serio ora. Ieri sera vi ho visti, Vic. Nessuno ci ha fatto caso e, se lo facevano, era a loro parere una reazione normale, ma io che so la storia ho analizzato i vostri sguardi, Vic. Ci conosciamo da quando avevamo tre anni” Ci conoscevamo, ma non siamo mai state amiche a quell'età. Abbiamo iniziato a frequentarci solo in primo superiore, riscoprendoci nella stessa classe. Gli anni prima eravamo come sconosciute l'una per l'altra, ricordai. “..e non ti ho mai vista tanto..presa da un ragazzo come lo sei ora con Zac. Ma non potrà mai esserci nulla fra voi due. Lui non proverà mai qualcosa di vero per te. Lo conosci da tre giorni e Zac è un gigolò, Victoria, vorrei che lo ricordassi.” Fece, seriamente in ansia.
E, chissà perchè, una sensazione mi diceva che a parer suo, Zac non avrebbe potuto provare nulla per me, non perchè fosse un gigolò ma semplicemente perchè... perchè ero io. Ma poi mi riscossi.. Cristina era la mia migliore amica!
Io la guardavo come se fosse un alieno e un qualcosa dentro di me iniziò a sgretolarsi lentamente. Come al solito le sue parole mi avevano ferita ma anche sta volta erano vere. Zac era un gigolò ed io mi stavo palesemente illudendo. Quant'ero stata stupida!
In tutta risposta presi il fogliettino dallo zaino con su scritte le cose da fare prima di andare da Zac e lo strappai davanti ai nostri occhi. Ero delusa da me stessa perchè anche la mia amica si era accorta della mia nuova debolezza.
La scommessa diceva che non avrei dovuto protestare e non l'avrei fatto, ma mi sarei dovuta ricordare anche che era tutta una farsa, che era tutto finto...Che non era nulla. Io ero una ragazza anonima. Non sarei mai stata all'altezza di un ragazzo come Zachary...
Vic, dovevo avvertirti..” Fece Cris, tentando di ritirarmi su di morale e giustificando le sue parole quasi crudeli.
Hai ragione..” La mia voce uscì neutra e il mio viso era inespressivo.
Mi dispiace.” Biascicò, con voce rotta.
Anche a me. A domani Cristina.” E con questo uscii dalla macchina, entrando in casa fino alla mia camera e buttandomi sul mio letto.
Se ci fosse stata lei, forse non mi sarei cacciata in quel guaio.
Lei che era andata via abbandonandoci senza un minimo di ritegno. Senza neanche un addio.. Senza neanche una spiegazione.
Quel pomeriggio piansi. Ma non per Zac. Piansi per me. Per la mia solitudine.

 Due ore dopo non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi, ormai appiccicati prepotentemente a causa del mascara calato dalle lacrime.
Sentivo come se la faccia si fosse paralizzata e, come se non bastasse, pochi secondi dopo, il centro di ogni mio pensiero a partire dalla sera prima, spalancò la porta comunicante e quasi si spaventò nel vedermi in quelle condizioni facendosi sparire subito il sorriso, sostituito da un'espressione palesemente preoccupata. Mi coprii velocemente buttando la mia testa nel cuscino ma lo sentii comunque sedersi sul mio letto accanto a me.
Vic... T-tutto bene?” Zac balbettava? Questa dovevo scrivermela.
In quel momento avrei scoperto un altro nuovo lato del mio finto fidanzato...
Tu che dici?!” Quasi ringhiai per farmi sentire dato che la voce veniva attutita dal cuscino.
E' successo qualcosa a scuola?” Dalla sua voce trapelava molta tensione.
Soppesava le parole e prese ad accarezzarmi la schiena per risollevarmi.
N-no... E' tutto okay, scusa..” Mugugnai, levandomi il cuscino dalla faccia e mettendomelo in grembo, sedendomi sul letto.
Hai un aspetto orribile.” Constatò col suo solito poco tatto.
Grazie, sei sempre così gentile.” Feci, acida, mentre mi asciugavo le lacrime rimaste.
Iniziava quasi a mancarmi il tuo sarcasmo.” Disse lui, sorridendo.
Rimanemmo per un attimo in silenzio. Io tiravo spesso su col naso e deglutivo a fatica; non riuscivo a ridere, a scherzare, a sorridere.. non ero proprio dell'umore.
Vuoi dirmi cosa ti è preso?” Chiese, dopo un po' lui, con tono apprensivo.
Non è successo nulla, tranquillo.” Mentii spudoratamente e lui se ne accorse.
Oh, allora tu piangi quando non succede nulla, giusto?”
Ovvio. Sono fatta così.. Sono strana, lo sai.” Sorrisi falsamente.
Avanti, Vic, sono qui per ascoltarti. Apriti per una volta..” Fece, carezzandomi una gamba.
Era un momento di sfogo. Niente di più.” Scrollai le spalle.
Uno sfogo dato a cosa...?”
Sei troppo curioso. A te che importa?” Dissi dolcemente.
Sono preoccupato.” Esclamò facendo spallucce come se fosse elementare.
Io mi ero addolcita ancora di più.
Vederlo così gentile, premuroso, sensibile.. non so. Mi piaceva, eppure tanto.
E mi spaventava.. troppo.
Era tanto che qualcuno non si preoccupava per me. Ora mi sento parte del mondo, grazie.” Ironizzai, cercando di cambiare argomento e buttarla sul ridere.
Ma con Zac nulla era prevedibile... Così scosse la testa e riprese:
Victoria, voglio aiutarti. Sono qui, vicino a te e voglio sapere perchè hai pianto.” Disse guardandomi negli occhi con uno sguardo gelido e determinato. Era strano vederlo così tremendamente serio. “Qualcuno ti ha fatto qualcosa..?” Non fece in tempo a finire che scossi la testa con impeto per negare ogni sua ipotesi di quel genere.
Assolutamente, no! So come cavarmela in certi casi, comunque..”
Allora cos'è!?” Sembrava spazientito.
Te l'ho detto. Non è per nulla in particolare.. Uno sfogo, tutto qui.” Ero dura a morire. Non volevo cedere. Mi stavo illudendo già abbastanza e se mi fossi aperta così profondamente con lui anche su mia madre, sarei caduta direttamente nella sua trappola.
Non vuoi proprio parlarmene, eh?” Chiese, sorridendo come se avesse capito.
Scossi la testa senza rispondere.
Okay, se non posso sapere il problema, proverò almeno a cercarne la soluzione. Su, alzati, pulisciti il viso, preparati e sistemati perchè si esce!” Disse, poi, alzandosi e battendo le mani spaventandomi quasi.
Mezz'ora dopo ed eravamo fuori.
Dove stiamo andando?” Chiesi, appena ci avvicinammo alla fermata.
A prendere l'autobus.” Fece, tutto tranquillo.
Ma, Zac, io non ho il biglietto!” Esclamai presa da un attacco di panico.
Nemmeno io.” Disse senza neanche guardarmi. Era davvero rilassato e non si preoccupava minimamente delle conseguenze di quel gesto infantile!
Poi allungò la mano e dopo nemmeno due secondi, salimmo sull'auto, io più titubante che mai...
Rilassati. Ci mettiamo proprio qui davanti alla porta così appena vediamo un controllore, usciamo direttamente. Devi fidarti, l'ho fatto un milione di volte.” Fece tutto sorridente, tenendomi per la vita.
E' questo che mi preoccupa...” Biascicai anche se mi sentì.
Wow, sei davvero tesa!” Esclamò posando le sue mani calde sulle mie spalle ed iniziando a farmi un massaggio. Tentai inizialmente di protestare ma quelle mani sapevano stregarmi e anche se eravamo in un luogo pubblico, mi lasciai nuovamente andare.
Meglio ora?” Sussurrò al mio orecchio mentre io tenevo ancora gli occhi chiusi.
S-NO!” Stavo per affermare ma appena aprii gli occhi la visione di due uomini in giacca blu con camicia celeste e degli aggeggi elettronici in mano per stampare delle multe, mi riscosse agitandomi ancora più di prima.
Oh, merda! Non li ho visti!” Imprecò lui, vedendoli avvicinarsi.
Biglietto?” Chiese il pelato, squadrandoci da capo a piedi.
Fa quello che ti dico...” Borbottò Zac senza farsi sentire.
Come scusi?” Chiese l'altro.
Oh, no, nulla... Ehm, ecco.. Noi non abbiamo i biglietti.” Ammise sorridendo. Aveva un piano, l'avevo capito, ma credevo fosse più ingnegnoso!
Gli diedi una gomitata sulle costole sibillandogli un: “Che genio!”
Il veicolo iniziò a rallentare -segno che c'era una fermata- appena cip e ciop estrassero una lista per la multa chiedendoci nome e cognome.
Zac si abbassò alla mia altezza, ancora dietro di me con le mani sulle mie spalle e mi disse: “Inventalo..”
Mmm.. Giovanna Sornini.” Deglutii, l'auto stava per fermarsi.
Francesco Loschi.” Disse lui con più sicurezza.
Mentre quei due ci stavano minacciando che se stavamo dicendo dei nomi falsi saremmo finiti nei guai -dato che avevamo detto che non avevamo con noi la carta d'identità e, questo era vero...- la porta davanti a noi si spalancò di lampo e Zac mi spinse fuori gridandomi: “CORRI!”.
Allora mi ripresi di botto dal mio momento di blackout e presi a correre a più non posso dietro di lui che mi aveva aspettata e che mi prese la mano appena lo raggiunsi. I due iniziarono a seguirci ma la pioggia e l'avanzata età non permise loro di affaticarsi oltre.
Intanto noi correvamo e, inaspettatamente, mi riscoprii a ridere insieme a lui come se stessimo facendo una fuga romantica e non una fuga dal carcere...
Eravamo finiti in un parco che non avevo mai visto e nel quale non c'era anima viva. Zac mi trascinò con lui diretto verso tre mura che precedentemente sarebbero dovute appartenere ad una casa alla quale al momento mancava il soffitto -c'era, al suo posto, una specie di tenda che con il sole faceva ombreggiare sulle pareti il suo motivo floreale- e la quarta parete in cui ci sarebbe dovuta essere la porta, sempre nel bel mezzo del parco... Pioveva a dirotto ma non sentivo nulla tranne i nostri respiri affannati e le nostre risate spensierate. Per un attimo ridiventai bambina...
Mi poggiai stremata ad una parete e subito Zac mi si parò davanti, mettendo una sua mano sul muro dietro la mia testa e l'altra sul mio fianco. Smettemmo di ridere e ci guardammo a lungo. Anche tutto gocciolante era bellissimo. I capelli erano tutti bagnati e l'acqua sui suoi vestiti li aveva fatti aderire completamente al suo corpo, facendo risaltare tutte le doti che aveva.
Lo stesso era per me che, vedendo solo il sole, avevo deciso di mettermi una canottierina fina e bianca -ora trasparente- e dei calzoncini.
Le gocce sui miei capelli ricadevano sul mio viso.
Eravamo bagnati, l'uno di fronte all'altra.
La mano che aveva sul mio fianco si spostò immediatamente sulla mia guancia, facendola passare su tutto il mio viso in una carezza delicata e tenera, come se fossi stata un sogno che sarebbe potuto svanire da un momento all'altro e, allora, sempre più ansimanti che mai, ci avvicinammo facendo sfiorare le nostre labbra in quello che inizialmente fu il bacio più dolce che ebbi mai ricevuto.. dischiusi poi la bocca e allora il bacio si fece più passionale ma ugualmente fantastico, comunque diverso dalla sera prima.
Quello in discoteca era stato famelico, dettato dall'eccitazione, dall'alcol... Quest'altro invece era più.. sentimentale. Più intenso, ma ugualmente bello.
Le sue labbra erano morbide, né troppo gonfie né troppo fine; giuste.
E se la perfezione non esisteva lui ci si avvicinava sicuramente di molto.
Semplicemente.. era lui ad essere bello, fantastico, splendido.. Lo era anche quando lo odiavo.
Le ore seguenti furono magnifiche. Decidemmo di restare in quel posto sconosciuto e solitario, scherzando e giocando a rincorrerci come due bambini dell'asilo. Il parco era enorme, con un'infinità di piante e fiori differenti, alberi giganti ed erba verde ben tagliata. Un peccato che fosse così abbandonato... Ma una fortuna perchè adesso lo avevamo scoperto solo noi.
Sedendoci a terra iniziammo a parlare di tutto ciò che ci passava per la mente. I nostri sogni, i nostri desideri, l'esperienze esilaranti dell'infanzia, i progetti futuri, la scuola.. Tutto. Tutto tranne la famiglia. Tranne il passato di Zac che, capii, era restio a svelare. Mi divertii anche ad ascoltare delle vicende buffe che aveva avuto con le sue precedenti amanti e, per la prima volta, provai una vera e sincera simpatia per lui. Scoprii che non era bastardo come voleva far vedere o, semplicemente, come credevo fosse ma che sapeva essere molto sensibile, generoso, gentile, empatico. Quando gli raccontavo delle sensazioni che mi scaturiva spesso la solitudune, lui rimaneva ad ascoltarmi in silenzio fino a quando non finivo, senza interruzioni o battutine, mi dava consigli o mi teneva la mano come ad incoraggiarmi di non pensarci.
Ora non sei sola..” Mi disse, quando una lacrima era scesa sulle mie labbra.
Terminato il momento triste, accantonai tutte le parole di Cristina, tutti i pensieri su mia madre, tutto il dolore accumolato in quegli anni e decisi di lasciarmi andare alla felicità, almeno per quella volta.
Ti piace davvero il lavoro che fai?” Domandai, incuriosita.
Lui guardava l'erba e ogni tanto strappava qualche filo da terra, poi volgeva lo sguardo davanti a sé e osservava l'orizzonte.
Non è male.” Sorrise dolcemente.
Hai mai pensato di fare qualcos'altro?”
Da bambino volevo fare il pittore.” I suoi occhi s'illuminarono al ricordo “Ma mio padre diceva che con quel mestiere non sarei arrivato da nessuna parte, così, eccomi qui...” Scrollò le spalle.
Era la prima volta che menzionava il nome del padre.
Come hai scelto questo lavoro?” Mi passai una mano fra i capelli.
Diciamo che, più che altro, è stato lui a scegliere me.” Ridacchiò, evidentemente perso in vecchi ricordi.
Raccontami.” Sorrisi, avvicinandomi a lui, emozionata come una bambina che ascoltava le favole da sua madre.
E' una storia lunga...” Esitò, lui, guardandomi negli occhi.
Abbiamo tempo. Ti preeeeego!” Strascicai la vocale, come se avessi tre anni, facendolo ridere. Una delle più belle risate mai sentite. Ricordava quella di un bambino e il viso gli si ringiovaniva quando la emetteva.
Okay, okay.. Ma poi non mi giudicare, capito?” Annuii. “Avevo dieci anni la prima volta che.. che, beh, mi hai capito. Non fu romantico come dovrebbe essere per tutti dato che fui quasi violentato da una vecchia amica della mia famiglia.” Rise notando la mia espressione esterrefatta. “All'epoca era così. Ero piccolo e lei era vedova da quasi sette anni. Non era una brutta donna ma aveva quasi quarantanni quindi non era nemmeno tanto bella e il suo fascino l'aveva perduto con gli anni... Era pomeriggio, tutti stavano aspettando la cena quando mi richiamò e mi chiese se volevo vedere le barche che tornavano al porto. Accettai subito ma appena fummo in spiaggia e vidi che non vi era nessuno, fu anche troppo tardi per i sospetti dato che la signora si era già preparata all'attacco. Io, ovviamente, non feci molto.. in verità fece tutto lei. Alla fine mi diede una mancia e si scusò trattandomi come se nulla fosse accaduto. Da quel giorno quasi tutte le donne del paese si avventavano su di me. Inizialmente fu orribile ma con gli anni imparai trucchi, giochi e varie cose che potevano soddisfare una donna, scegliendo chi più preferivo, venendo anche pagato per loro volontà. Raggiunsi anche un buon gruzzoletto di soldi! Il paese era pieno di belle campagnole, così non fu difficile per me darmi al divertimento. Andavamo lì in vacanza solo l'estate, giù in bass'Italia ed ogni anno facevo sempre strage. Solo tre anni fa decisi di ufficializzare le cose, reputandolo come un lavoro a tempo pieno..” Mi guardò, appena ebbe finito. La sua espressione mentre raccontava era assorta in altri pensieri, come se davanti a sé, verso l'orizzonte, vedesse le scene ripetersi come in un film. Sorrise mentre io registravo meglio tutte le parole che disse. Per lui, ovviamente, non erano ricordi brutti ma questo mi fece anche chiedere come, in tutti quegli anni di relazioni simili, non si fosse mai legato ad una persona.
E.. e non ti sei mai innamorato di qualcuna di queste?” Deglutii, dando voce ai miei pensieri.
Lui si voltò a guardarmi con un misto di confusione e stupore, poi rispose: “Dopo tutto questo racconto, l'unico quesito che ti chiedi è questo?” Sorrise, curioso.
I-io.. Beh, è una storia strana. Ne ho sentita una simile una volta. Pare che un tempo si faceva così...” Cercai di trovare qualche motivazione, facendolo ridacchiare del mio evidente imbarazzo.
Sì, accadde anche a mio fratello.” Ammise, sempre di buon umore.
Tu.. tu hai un fratello?” Balbettai a quella rivelazione.
Sì. Ma è rimasto in America.” Fece spallucce come se fosse normale. Io lo guardai stralunata.
Io sono italo-americano. Da questo il nome Zachary. Mia madre era di Atlanta, mio padre italiano. Quando avevo cinque anni ci siamo trasferiti qui, andando a trovare ogni estate i parenti di mio padre in Calabria, il posto di cui ti parlavo prima, si trova lì.” Spiegò, prendendomi in contropiede. Non avevo mai pensato che il nome straniero derivasse da determinate origini. Se era per questo, anche il mio nome non era italiano, eppure tutta la mia famiglia era nata qui. Le informazioni che mi stava dando Zac, tutte assieme, mi fecero quasi venire il mal di testa. La sua infanzia sembrava non avere mai fine. La sua vita sembrava non aver mai fine...
Penso che i tuoi, siano i venticinque anni più vissuti in assoluto.” Sussurrai, ancora sgomenta dalle sue vicende passate.
A me sembrano solo dei ricordi sfocati. Vecchi sogni ormai dimenticati.” Fece, quasi deluso.
Gli posai una mano sulla spalle e lui, come risvegliato, si voltò a guardarmi.
Perchè tuo fratello è rimasto in America?” Parlai piano come a non voler sciupare l'atmosfera.
La preferiva all'Italia.” Spiegò, vago.
Ma.. con chi ha vissuto quando tu e la tua famiglia vi siete trasferiti?” Chiesi confusa. Molti tasselli non tornavano al proprio posto ed una vocina dentro di me mi diceva che, probabilmente, Zac non mi aveva detto tutta la verità sulla sua famiglia. Infatti, mettendosi sdraiato e, con mia sorpresa, poggiando la sua testa sul mio ventre, mi guardò da sotto, cambiando discorso: “Vecchia storia. Ora non importa... La cosa che mi interessa e che mi martella la testa da un po' è una... Cristina, al ristorante aveva parlato di te come se fossi una buona a nulla che nella sua vita non aveva raggiunto alcun obbiettivo. E, ora mi chiedo, è davvero così oppure è solo ciò che pensa lei?” Mi stupì, facendomi quasi strozzare con la mia stessa saliva.
I-io.. Beh, penso che in parte sia tutto vero.” Feci spallucce, guardando altrove.
Menti. Si capisce da come sfuggi al mio sguardo.” Esclamò, rialzandosi a sedere e avvicinando i nostri visi, sorprendendomi con un bacio dolce e delicato a fior di labbra. Riaprii gli occhi come incantata e, scuotendo la testa, cercai di riprendermi, appianando tutte le domande che iniziarono a sorgere in me. “Dimmi la verità, Victoria.” Sussurrò ad un centimetro dal mio viso.
Pensi che non sia possibile che una persona non abbia fatto nulla della sua vita?” Chiesi, inarcando il sopracciglio, sempre a bassa voce.
Non stiamo parlando di una persona qualunque -anche perchè lo reputo possibile in tal caso-, ma stiamo parlando di te e si vede lontano un miglio che sicuramente non hai passato diciassette anni a rigirarti i pollici.” Mi riprese con tono determinato.
Da cosa si capisce..?” Deglutii, a disagio.
Le persone che non hanno mai fatto niente in tutta la loro esistenza sono persone frivole, superficiali, senza significato... Tu non sei così, Vic. Quando sei in mezzo alla gente cerchi di farti notare il meno possibile per nasconderti. Con le tue amiche ridi e scherzi come se andasse tutto alla perfezione ed è solo questo che Cristina conosce di te, probabilmente perchè non ti ha mai notata nei momenti in cui pensi che nessuno ti stia vedendo. Sei persa in un mondo tutto tuo, pieno di ricordi e di avventure infantili, pieno di sogni e perdite.. Per te problemi come la rottura di un'unghia o la mancanza di un lucidalabbra non sono importanti perchè è evidente che le reputi cose da niente rispetto.. Ecco, è qui che mi blocco. Rispetto a cosa, Vic? Rispetto ad un'esperienza passata che ti ha segnato e che ti ha fatto conoscere il peggio, giusto? La prima volta che ti ho vista, sul treno, sembrava che ti stessi portando sulle spalle un peso insostenibile, come se tutta la tua vita fosse un peso e quello che ho cercato di capire, in questi giorni, è il perchè. Ma tu sei così.. incomprensibile...” Sospirò, lasciandomi a bocca aperta, con gli occhi lucidi e sgranati dallo stupore. Ma cos'era? Uno psicologo? Com'era riuscito a capire così tanto di me, in soli quattro giorni di conoscenza?

 Volsi il mio sguardo altrove, ma non risposi. Più che altro, era il groppo in gola ad impedirmelo. Cercavo solo di non far trapelare alcun emozione debole da me. Ma appena Zac mi posò una mano sulla spalla, non resistetti e cedetti al pianto. Una pianto sofferto come quello della stessa mattina. Lui mi avvolse prontamente nel suo abbraccio forte e protettivo, sussurrandomi parole dolci per calmarmi e carezzandomi la schiena mentre il mio corpo veniva stravolto da singhiozzi e tremiti violenti. Dopo sette anni, avevo pianto di fronte a qualcuno. Dopo sette anni di rimproveri, alla fine mi ero esposta a qualcuno, dimostrando la mia fragilità. Avevo tradito il mio orgoglio ma in quel momento m'importava solo il sentirmi, per la prima volta dopo tanti anni, considerata e sicura fra le braccia di quel qualcuno... 
 

 Oh, mio dio! Ragazze sono felicissima dei commenti che mi avete lasciato! Sono tanti e tutti meravigliosi ^^ Sono così contenta che per ringraziarvi ho voluto (e ho potuto) postare questo nuovo capitolo direttamente oggi!
Mi scuso per eventuali errori ortografici come quello dello scorso capitolo... “Stasera” tutto attaccato, lo sapevo sì, e magari avrei dovuto anche ricordarmelo di scriverlo!xdxd Grazie per l'osservazione ;)
Comunque so che proprio in mezzo alla discoteca è stato molto eccessivo ma, sapete com'è, mi immaginavo un posto grandissimo, con luci soffuse, con un'infinità di gente attaccata fra loro a pensare solo ai propri movimenti e balli o/e, soprattutto, già brille e quindi senza accorgersi di ciò che stava attorno a loro (proprio come Victoria stessa), e allora ho provato a descrivere qualcosa di diverso...XD
In questo capitolo ci distacchiamo un po' dalla passione e ci riavviciniamo al rapporto di amicizia che si sta formando fra Zac e Vic.
Cristina cerca, invece, piano piano, di entrare di più nella questione sentimentale di Victoria in modo anche invadente... La ragazza, allora, preda da una crisi di pianto, si ritrova ad avere per la prima volta una persona che le sta accanto senza lamentarsi e che la ascolta come mai nessuno aveva fatto.
Zac sta diventando ancora più importante per la nostra protagonista......
Buona lettura, ragazze! Spero che vi piaccia ;D 

 

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Capitolo 12
*** OCCUPAZIONE ***


Solo una cosa:.........SIETE FANTASTICHEEE! Sono felicissima per i commenti e le nuove arrivate,
mi fate sempre tornare il sorriso dopo una stancante giornata di scuola :S

Vi dedico questo nuovo capitolo e scusate ancora per eventuali errori ortografici!^^
Spero vi piaccia e...RECENSITE!;)
Ps: il prossimo capitolo, probabilmente, sarà pronto per la prossima settimana ;D
BACIONIIII

 

UN GIGOLO' IN AFFITTO - OCCUPAZIONE

 

Passarono così altri quattro giorni. Ogni pomeriggio ormai andavamo in quel parco e, ogni volta, compravamo il biglietto dell'auto senza rischiare più di essere rincorsi da dei controllori.
Oggi facciamo una settimana.” Gli sorrisi, seduti sul prato, lui con la schiena appoggiata ad un albero ed io fra le sue gambe.
Giusto. Venerdì scorso ci siamo visti per la prima volta.” Ricambiò calorosamente il sorriso. Inutile dire che ormai eravamo diventati dei buoni amici, certo avevamo sempre i nostri litigi quotidiani, ma avevo smesso di odiarlo e così lui aveva smesso d'infastidirmi.
Da quel giorno, non affrontammo più l'argomento “crisi di pianto”, mentre con Cristina, almeno sotto il mio punto di vista, era tutto cambiato. Ero più gelida, più distante, più distaccata nei suoi confronti... Ma lei non se ne accorgeva nemmeno o, meglio, non voleva accorgersene dato che scherzava e rideva con me come se non fosse accaduto mai nulla quel lunedì in cui spezzò interamente la mia autostima già precedentemente scarsa.
Posso farti una domanda? Mi sono sempre dimenticata di chiedertelo..” Feci, voltando il capo per guardarlo in quegli occhi turchesi.
Mmm.. Dipende.” Rispose, incerto e titubante.
Nulla che riguarda la tua famiglia, tranqullo.” Sorrisi, rassicurandolo “Ti ricordi quando siamo andati in discoteca?” Annuì sorridendomi maliziosamente e facendomi arrossire “Beh, quel giorno tu mi hai chiesto se Luca facesse uno sport ed io risposi che faceva Baseball. Allora tu sei scoppiato a ridere senza motivo... Ecco, volevo chiederti... Ma perchè?” Quel dubbio mi martellava da sere ma le mattine dopo non ricordavo mai di porgli quella domanda.
Ovviamente in quei giorni, verso una certa ora, eravamo usciti anche con il gruppo così che io potessi rivedere Luca e captare meglio se gli desse realmente fastidio che io stessi con Zac.
Dal canto suo, invece, era diventato molto amico del mio ragazzo e questo, comunque, non mi sorprese. Tutti adoravano Zac.
Trisha ogni volta che lo vedeva gli saltava letteralmente addosso baciandolo ovunque e riempendolo di attenzioni, insieme a tutte le altre che “senza accorgersene” civettavano con lui, toccandosi i capelli e facendogli gli occhioni dolci. Io, in quei momenti, me ne restavo da una parte a parlare con Susanna che, in quel periodo, si era presentata la bravissima persona quale era. Oppure, iniziavo a parlare con i ragazzi prima che ci raggiungesse Zac e non iniziasse a sussurrarmi all'orecchio schifezze che mi facevano arrossire e mi mettevano a disagio, abbracciandomi sfacciatamente davanti a tutti i presenti, come se fossi effettivamente di sua proprietà. Ma ero abituata anche a questo e da una parte mi aiutava meglio con Luca.. Lo vedevo innervosirsi tutte le volte che accadeva.
Ritornando in quel momento al parco, dopo quella domanda, una luce divertita passò per lo sguardo di Zac e dopo aver trattenuto un leggero risolino, rispose quasi con ovvietà.
Semplice. Il Baseball è uno sport da gay.”
GAY!?” Sbottai, indignata.
Gay, sì. Hai presente? Come li chiami, tu? Checche, finocchi, omosessuali...?” Rispose facendo il finto tonto.
Ho capito, so cosa significa la parola gay, è solo che... Che il baseball non è uno sport da gay!” Spiegai confusa.
Certo che lo è. Lo sport da veri maschi è il football, il calcio, la pallanuoto... Non il baseball, con tutte quelle tutine attillate, le mazze lunghe...” Fece, allusivo.
Dai, smettila!” Trattenni una risata “Comunque io lo trovo uno sport davvero affascinante e molti in America lo seguono. Sei l'unico che la pensa in questo modo.”
Sbagli. Tutto il mio paese lo pensa.”
Ti riferisci a quando abitavi in America?”
E non solo.” Borbottò.
Dove abitavi di preciso?”
McKallen. Texas.” Disse, sfuggendo al mio sguardo.
Sei tanto schivo anche sul posto in cui sei nato e cresciuto?” Inarcai un sopracciglio, mettendomi seduta di fronte a lui.
Lo sai che non mi piace parlare della mia famiglia.” Rispose seriamente.
Conoscevo quell'atteggiamento ed inizialmente mi aveva raggelata anche quel suo modo distaccato e burbero di rispondere.. ma poi compresi che lo faceva solo per autoproteggersi. Era un guscio che innalzava ogni volta che qualcuno provava a sapere qualcosa di più sul suo conto. Così, questa volta, non mi lasciai demoralizzare.
Ma io non ti ho chiesto nulla sulla tua famiglia. Ho voltuo solo sapere dove sei nato e hai subito cambiato tono di voce.”
Io non ho cambiato tono di voce!” Fece, come un bambino che protestava perchè la madre lo aveva sgridato per aver mangiato una caramella proibita.
Okay, lasciamo perdere. Con te è sempre una battaglia persa.” Risposi, allora, infastidita ed innervosita, alzandomi protamente per dirigermi alla fine del parco per tornarmene a casa.
Ma, proprio mentre stavo a pochi metri di distanza da lui e molti altri dalla fine del parco, Zac sembrò aver recepito le mie intenzioni, alzandosi subito dopo per poi prendermi saldamente per il polso e farmi fermare. Mi rigirai furiosa e me lo ritrovai ad un centimetro dal viso, ansante e agitato. Quasi come quel venerdì scorso quando si era scusato per la prima volta al ristorante...
Non fare così..” Sussurrò avvicinandosi e, successivamente, baciandomi dolcemente.
Difese: Off.
Odiavo l'effetto che i suoi baci mi scaturivano ma non potevo farci nulla. Mi piaceva. Sì, quel giorno lo ammisi almeno a me stessa.. Zac mi piaceva.
Nemmeno tu puoi fare sempre così.. Prima sbagli, mi tratti male, poi vieni qui e mi baci sapendo di addolcirmi.” Misi un finto broncio mentre lui mi teneva il viso fra le mani, sorridendomi con una strana luce negli occhi che, in quei giorni, iniziavo a farci caso, stava diventando sempre più frequente...
Hai ragione. Scusami, bambolina.” E mi ribaciò.

Il giorno dopo, a scuola, la professoressa di storia dell'arte ci annunciò una notizia sconvolgente.
Volevano innalzare un muro nella nostra scuola per far entrare un altro istituto e occupare, quindi, quattro dei nostri laboratori, poiché l'agrario non aveva abbastanza soldi per ristrutturare il proprio edificio.
In poche parole: manifestazioni, assemblee ed occupazioni.
In più, una nuova riforma era passata quindi quasi tutte le scuole d'Italia iniziarono a scioperare in tutti i modi possibili per ribellarsi.
Lunedì, infatti, ci fu un'assemblea tenuta nel classico...
Dove hai detto di essere?” Chiese per la centesima volta, Zac, al telefono.
Al classico! Qui a Rieti!” Ripetei ad alta voce per sovrastare quella degli altri ottocento alunni.
Rieti!? Oh, mio Dio..” Sussurrò e a malapena lo sentii.
La nostra abitazione si trovava in una provincia di Roma, a circa un'ora di viaggio dalla mia scuola che, però, adoravo con tutta me stessa. Il tempo sull'auto era irrilevante se motivato.
Ma, ovviamente, per Zac non era lo stesso.
Perchè?” Volli sapere, allora.
Mi aveva chiamata chiedendomi subito dove mi trovassi dato che gli avevo inviato un solo sms con scritto: Oggi assemblea. Niente lezioni! ;D
Lui, che sapeva già della riforma e delle possibili occupazioni, ora si voleva informare di dove mi trovassi senza nemmeno dirmi il perchè.
Non torni a casa?” Domandò, invece.
Per ora no. E' una cosa importante, forse rimango fino a sera, non so...” Feci spallucce, guardandomi attorno nell'immensa palestra del classico dove si trovavano riunite questa scuola, il pedagogico e la nostra (Istituto d'Arte).
Okay..” E con questo riattaccò senza lasciarmi neanche ribattere.
Che ha detto?” Chiese Susanna, seduta a terra accanto a me, insieme a tutta la nostra classe.
Voleva sapere dov'ero..” E proprio in quel momento, un mio ex con il quale mi ci ero frequentata per soli due mesi, iniziò a baciare appassionatamente davanti ai miei occhi la sua ragazza nonché, mia compagna di classe e amica.
Poco più lontano da me, poi, vidi un ragazzo a cui mi ero interessata l'anno scorso, attaccarsi stile piovra alla sua fidanzata, in modo quasi plateale.
Tutte le ragazze li guardavano (dato che lui era un ragazzo abbastanza carino) schifate ed infastidite mentre altre coppie si accingevano a fare lo stesso.
Oh, che palle.” Sbottò, giustamente, Jessica.
Condivido.” Borbottai, indignata.
Intanto i vari rappresentanti spronavano gli studenti a fermarsi per la notte e a dare altri ottimi motivi per fare ciò che tutta Italia aveva deciso di fare.
Dovevamo farci sentire, come studenti ma soprattutto come persone.
Il rispetto nei nostri confronti stava andando davvero ditrutto.
Passò così, una mezz'oretta di discorsi sensati e ben esposti.
Poi, proprio quando ero così presa dalla situazione, sentii un boato di sussurri, sospiri e frasi d'ammirazione fra visi stupiti, ammaliati con tanto di occhi e bocca ad O.
Mi voltai, quindi, anche io verso l'entrata dove piano piano le gente andava a separarsi come il mar Rosso per far passare la persona che aveva scaturito tanto clamore fra gli studenti.
Ma è bellissimo...”
Sembra finto..”
Non l'ho mai visto qui in giro..”
Lo conosci? Devo assolutamente provarci.”
E' un dio!” ..Sentivo esclamare da quasi tutte le studentesse.
Così, proprio quando, da seduta sempre, mi sporsi un po' di più per vedere, mi si fermò il respiro. Cosa ci faceva Zac qui!?!
Anche io avevo preso l'espressione ad O mentre lui camminava tutto sicuro di sé fra gli studenti, passandosi anche, come colpo finale, una mano fra i capelli per sistemarsi il ciuffo all'insù e sorridere verso questa parte, in modo a dir poco smagliante e maliziosamente sexy.
Il mio cuore aveva cessato di battere, il mio corpo si era irrigidito e le mie palpebre non smettevano di aprirsi e chiudersi continuamente come se il tutto fosse un semplice miraggio.
Anche il mio ex e quel ragazzo a cui mi ero interessata (insieme alle loro ragazze), guardavano la scena allibiti.
Zac, infatti, era visibilmente il più grande, il più appariscente e il più bello fra tutti i presenti.
Mi ci è voluto un po', ma alla fine ce l'ho fatta.” Mi sorrise, prendendomi una mano e facendomi alzare. Sentivo un leggero silenzio intorno a noi e bisbigli invidiosi nelle orecchie.
Avevo le ginocchie molli ma lui, senza aspettare una mia risposta (tanto per cambiare), mi abbracciò saldamente a sé, poggiando il capo fra il mio collo e la mia spalla dove poi lasciò un lieve bacio, causandomi un brivido.
C-cosa ci fai qui?” Riuscii a biascicare.
Mi stavo annoiando e volevo vedere cosa stavate combinando.” Fece, con ovvietà, ignaro di tutte le occhiate che le mie compagne e le altre bellissime studentesse gli stavano lanciando.
N-non dovresti essere qui...” Sussurrai, perdendomi in quell'azzurro che erano i suoi occhi, prima che Cristina non si infilò quasi prepotentemente fra me e lui, abbracciando Zac laciandolo quasi senza fiato e stampandogli un bacio sulla guancia, un po' troppo vicino alle sue labbra per i miei gusti.
Lo stesso fecero Mara e Trisha che non si sarebbero mai perse l'occasione di civettare con il ragazzo di qualcun'altra soprattutto se di così bell'aspetto.
In seguito, in modo più civile, lo salutarono anche le altre.
Lo presentai anche alle compagne che non conosceva e ai maschi della classe con i quali, come al solito, strinse subito amicizia.
La ragazza del mio ex, Lucrezia, non tardò a fargli gli occhioni dolci e a venirmi vicino per saperne di più su quella storia tanto per mettere ulteriolmente i bastoni fra le ruote alla mia vita e ai miei progressi.
Zac, stupendomi, non degnò neanche una ragazza di uno sguardo, recitando alla perfezione la parte dell'innamorato, riempendo di attenzioni solo ed esclusivamente me.
Ah, tanto per precisare, Cristina si era lasciata due giorni prima con Simone poiché lui, aveva detto, non aveva abbastanza tempo da trascorrere con lei e Cris, di conseguenza, si era anche stufata di quella relazione durata anche troppo...
Lo hai invitato tu?” Mi chiese lei, venendomi accanto.
“No. E' venuto da solo..” Feci spallucce, guardandolo mentre parlava con i miei compagni di classe.

Lo stanno guardando tutte.” Sorrise maliziosa, lei.
L'importante è che mantiene il patto.” La liquidai lì, lasciandola senza parole.
Dopo quel lieve break, poi, tutti ci rimettemmo seduti e i rappresentanti ripresero a parlare.
Zac, seduto accanto a me, teneva il suo braccio intorno alla mia vita, sorvegliato da tutte le civette presenti nella palestra.
Quello è il mio ex...” Gli sussurrai, indicando con il capo Francesco che teneva stretto a sé Lucrezia.
Credevo fossi stata single per tre anni.” Rispose lui, confuso.
L'ho rimosso dalle relazioni perchè non era stato importante.. E' durata poco.”
Può essere importante anche se dura due giorni. Com'è andata a finire?”
Beh, diciamo che inizialmente lui era interessato ad entrambe ma Lucrezia pur sapendo che io volevo farmi avanti e che era la prima volta che qualcuno volesse conoscermi, ci si impicciò per dimenticare il suo ex di cui ancora era innamorata. Quando lei lo lasciò, Francesco venne da me ed io, come una stupida, ci cascai, mettendomici insieme. In quei due mesi Lucrezia non fece fatto altro che dirmi cose cattive su di lui, facendo calare la mia fiducia nei suoi confronti a livelli molto bassi fino a quando, un giorno, lei non mi fece vedere una conversazione su facebook in cui lui diceva che gli piaceva lei ma che amava me e che avrebbe cercato di dimenticarla. Da lì l'ho lasciato. Lui continuava a farsi vivo ma io non volevo saperne nulla e alla fine ritornò da Lucrezia che, a quanto pare, lo accolse a braccia aperte fregandosene delle mie emozioni.” Raccontai al suo orecchio, in modo da non farmi sentire da nessuno. In verità tutte le altre mie amiche sapevano della storia ed erano d'accordo con me ad avercela con Lucrezia per il suo comportamento, ma comunque era meglio seguire il detto: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
Zac ascoltò il tutto con molto interesse, guardando la coppia con espressione quasi schifata.
Cos'è quella faccia?” Gli chiesi, quindi.
Mi fa pena certa gente. Certo, tu hai sbagliato a fidanzarti con lui sapendo di fare la ruota di scorta ma quella ragazzina ha davvero esagerato..” Riferendosi a Lucrezia con un cenno della testa.
Ora era sdraiato di lato, con il busto leggermente sorretto dal gomito e con la testa appoggiata sulle mie costole, sotto il seno.
Quasi istintivamente e senza ragionarci troppo, poi, alzai una mano e presi ad accarezzargli i capelli, intrecciando le ciocche lisce e setose fra le dita come facevo sempre con i miei quando ero poco concentrata sul mondo reale, senza fargli male. “Io non mi comporterei mai come quel tizio squallido.” Continuò, rilassandosi sotto il mio tocco.
Ne sono sollevata.” Sussurrai sorridendo e guardando il suo bel viso mentre era preso a pensare a qualcos'altro.
Hai mai detto a Lucrezia quello che provi?” Ricambiò lo sguardo.
In parte... Non tutto. Non l'ho fatto all'inizio ed ora è troppo tardi. Me l'ha chiesto spesso se mi desse fastidio ma io ho sempre mentito. Anche se adesso è vero che non me ne importa più nulla, anzi, sono contenta. Continuare a stare con Francesco mi avrebbe resa inutile e senza carattere come loro due.” Sorrisi più apertamente, soddisfatta dei miei ragionamenti e degli utlimi progressi.
Sono fiero di te, bambolina.” Fece, alzando di più il busto per baciarmi così davanti a tutti in un modo prima dolce poi intenso e passionale, mettendo una mano sulla mia guancia, con le dita a sfiorarmi i capelli, e l'altra sulla mia gamba.. per poi staccarsi, sorridermi calorosamente e rimettersi giù nella stessa posizione di prima.
Le ore passarono e, finalmente, una decisione venne presa: si iniziava l'occupazione nelle scuole.
Quindi noi saremmo dovuti ritornare nel nostro istituto d'arte e prepararci per la notte..
Quindi resti?” Mi chiese lui, mentre camminavamo verso l'edificio.
Devo. E' per il nostro futuro ma, soprattutto, per il nostro presente.” Feci, raggiante, ripetendo le parole di una delle rappresentanti.
Mh.” Assentì, solo.
Restammo un po' in silenzio poi, allontanandoci dal gruppo della classe, gli feci una domanda, arrossendo.
Ma... poi.. La.. la seconda.. la seconda lezione si fa?” Balbettai senza girarmi ma percependo comunque il suo sorrisetto malizioso.
Vedo che non te ne sei dimenticata.” Si voltò costingendomi a guardarlo.
Beh, faceva parte della scommessa sleale.”
Ho già organizzato tutto, tranquilla. Ma finché sarai occupata con questa faccenda della scuola, ovviamente, non si farà nulla.” Spiegò, serio.
Però chissà com'è, una piccola parte di me decisamente persuasiva, pensò di rimandare quell'occupazione al giorno dopo per godere del trattamento speciale di Zac, quella sera.
 
Mmm.. Quindi tu torni a casa?” Gli chiesi, bloccandomi davanti alla porta della scuola, abbassando lo sguardo e stringendomi le mani come una scolaretta in imbarazzo davanti al fidanzatino.
Allora Zac assunse la sua classica aria pensierosa, con tanto di mani in tasca, mento proteso in avanti ed espressione combattuta. Mi fece ghignare.
Sinceramente un'ora di viaggio non mi convince molto.”
Restammo per qualche secondo in silenzio cercando un accordo mentale.
Subito dopo, però, Michele venendo alle sue spalle gli fece la domanda che tanto avrei voluto porgli io ma che il mio orgoglio mi aveva proibito di fare.
Ehi, Zac! Perchè non resti anche te con noi!?” Gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla.
Allora al mio compagno quasi brillò il viso dallo stupore.
Potrei?” Chiese, inarcando un sopracciglio.
Tecnicamente no, ma qui ognuno fa come gli pare, vedrai che non ti dirà niente nessuno.” Fece infine, prendendolo per un braccio e trascinandolo dentro facendo scambiare a me e a Zac solo un fugace sguardo di speranza.
Ehi, cos'è quel muso lungo? Sicuramente Zac resterà!” Esclamò eccitata, Cris, venendomi vicina.
Già. Ma non conosce nessuno di questa scuola..”
Conosce noi! Lo faremo dormire nella nostra aula.”
E chissà com'è, l'idea di far rimanere per la notte Zac, insieme a tutte le altre bellissime ragazze dell'Istituto ma soprattutto a stretto contatto con quelle della mia classe, non mi fece esattamente esaltare.
Forte!” Esclamai poco convinta e con un sorrisetto forzato.
Dai, entriamo!” Detto questo, anche Cristina mi trascinò all'interno di quella che fino al giorno prima era stata una scuola ma che improvvisamente era diventata un accampamento profughi.
C'erano sacchi a pelo ovunque e a malapena si riusciva a passare. I bagni erano tutti occupati e c'era gente che già girava in pigiama (preso chissà dove) alle quattro di pomeriggio o chi giocava a poker sulle cattedre..
Oh, mio dio...” Biascicai, scioccata.
Eccitante, vero? Io sono emozionatissima!” Fece, battendo anche le mani.
Ehi ragazze, su si balla!!!” Ci urlò una sconosciuta del secondo anno, spronandoci a salire al secondo piano dove una visione inaspettata mi sorprese.
Oh, oh... Guarda un po' il tuo ragazzo..” Mi sussurrò Cris all'orecchio, indicando impercettibilmente Zac che, al centro della “pista”, ballava attaccato e circondato da quasi sette ragazze sexy che gli sculettavano e gli si strusciavano addosso.
Oh, perfetto.. Buon occupazione, Vic!, pensai tristemente afflitta.
Andiamo, Vic, usciamo a farci una passeggiata..” Mi prese per un braccio, Susanna, improvvisamente alle mie spalle.
Una volta fuori, camminando sul prato dietro l'edificio, Susanna mi fece una domanda che mi raggelò.
Scusa Vic, ma questo te lo devo proprio chiedere.. Come diamine fai a stare con uno come Zac?” Chiese, stupefatta.
Troppo bello per me, vero? Sì, lo so, me lo dicono tutti.” Feci, abbassando lo sguardo, avvilita da quella certezza.
No, non volevo dire questo. Il fatto è che.. Che Zac è stranissimo e anche la vostra relazione lo è! Insomma il giorno prima sei una single disperata e il giorno dopo sei follemente innamorata di questo..sconosciuto. E poi lui è così lunatico, Vic! All'assemblea ti guardava come se fossi l'unica donna sulla faccia della terra, in un modo così travolgente, mentre ora... Ora sta lì a ballare con quelle puttanelle senza degnarti neanche di uno sguardo!” Sbottò, come a liberarsi di un grosso peso, sospirando e guardandomi dispiaciuta.
Oh.. Beh, Zac è fatto così. Mi piace per questo.” Mentii, e anche male..
Non ti credo. Si vede lontano un miglio che ci soffri.” Fece, apprensiva.
Macché! Conosco Zac. E' un tipo che ama divertirsi...” Tentai di sorridere.
Mi fa male vederti così. Ti sei innamorata, vero?” Chiese, venendomi accanto e posandomi una mano sulla spalla.
Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva...
N-no.. Oddio, Sus, ma che ti dice il cervello? Zac è il mio ragazzo, sì, ma stiamo insieme da poco più di una settimana... Lui mi piace molto però conosci bene anche te il mio rapporto difficile con l'amore.” La rassicurai, sorridendo sul serio, stavolta.
Passarono dei secondi infiniti nel quale non staccammo i nostri occhi dal guardarsi come se Susanna volesse leggerne la verità, fino a quando non mi voltai, cambiando discorso.
Come hai detto che si chiama il tuo gatto?” 

Penso che Cristina abbia trovato la sua prossima preda.” Annunciò Sus, un'ora dopo la chiacchierata in giardino, indicando con un cenno del capo, la mia presunta migliore amica toccare i capelli del mio ragazzo seduto su un sacco a pelo, circondato sempre da mille civette che lo toccavano ovunque.
Cris non lo farebbe mai...” è l'unica che sa del patto... Continuai mentalmente, ma poi, riflettendoci meglio, lei era proprio quella che a maggior ragione avrebbe potuto provarci con Zac dato che sapeva che la nostra era tutta finzione e che, nella realtà, lui era solo un gigolò..single.
Già.. E' la tua migliore amica..” Fece, Susanna, sottolineando le utlime parole con astio ed un pizzico di fastidio.
Non ti sta molto simpatica, eh?” Le sorrisi, complice.
Tu credi?” Scherzò facendomi ridacchiare.
Così, proprio in quel momento, Luca mi passò davanti salutandomi e stupendomi col dirmi che voleva parlarmi. Susanna allora si dileguò lasciandoci soli. Inutile dire che avevo il cuore a mille...
Volevo un po' sapere come stavi..” Mi chiese, visibilmente agitato.
Per la prima volta, ci eravamo ritrovati a parlare in privato, anche se davanti a quasi tutta la scuola.
Mmm.. Tutto bene. Te?”
Diciamo bene anche io. Sono solo un po' preoccupato.”
Per cosa?” Mi agitai.
Per te e Zac. Non fraintendermi, lui è un ragazzo straordinario ma...” oh, no, un'altra volta lo stesso discorso, no!, pensai in crisi. “Ma non lo vedo adatto a te.” Ammise, infine, poggiando una mano sul muro dietro di me, avvicinandosi.
Luca, amico mio!” Esclamò all'improvviso Zac, cingendomi velocemente e fortemente a sé con un braccio attorno alla vita, spaventandomi.
Oh, Zac!” Fece l'altro, allora, allontanandosi da me come scottato.
Di cosa stavate parlando, tu e la mia ragazza?” Chiese con finto tono amichevole.
Mmm, bah, di un po' di tutto.. Sai com'è, conosco Vic da molto tempo e volevo fare una chiacchierata con lei. Ora devo andare.. Ci si vede.” E si voltò, andandosene alla svelta.
Sì, ci si vede..” Biascicò fra i denti, Zac, staccandosi e parandosi davanti a me, portando i pugni ai fianchi con aria minacciosa, a pochi centimetri di distanza. La mia rabbia stava crescendo a dismisura.
Sei un lurido bastardo!” Sbottai poi, a bassa voce per non dare nell'occhio ma comunque dando un pugno sul petto a Zac che, però, sembrò nemmeno sentirlo.
Ma che ti prende, ora?” Esclamò falsamente sorpreso.
Sei un bravo attore, complimenti!” battendogli le mani davanti al viso, “Ma ti sei dimenticato il compito principale del tuo ruolo, e cioè quello di fingere di essere il mio ragazzo, per aiutarmi a stare con Luca!! E proprio quando sembrava essere andato tutto perso, lui si presenta qui dandomi per la prima volta un segno di gelosia, venendomi accanto come per baciarmi e preoccupandosi per me...E TU ROVINI TUTTO!!!” Sbraitai furiosa.
Fortunatamente eravamo accanto all'uscita di sicurezza e tutti gli studenti non si erano accorti nemmeno di noi, presi com'erano a ballare e a divertirsi.
Ma se sei stata proprio tu a dirmi che non potevi farlo perchè stavi con me!”
Non potevo essere io a fare il primo passo con lui perchè stavo con te, non ho mai detto che mi sarei tirata indietro se fosse stato lui a farsi avanti. Se lui avesse detto di amarmi, io e te avremmo finto una rottura improvvisa e così tu ti saresti preso i tuoi dannatissimi soldi ed io la mia tanto ricercata felicità!” Gli diedi il colpo finale, rimanendo quasi senza fiato dallo stupore e dalla rabbia che gli avevo lanciato addosso, lasciandolo senza parole, stupefatto e quasi..deluso..?
M-mi dispiace...” Mi affrettai a dire, notando il casino che avevo fatto.
E di che? Hai ragione. Sono solo qui per questo, come sempre.” Fece, improvvisamente distaccato, andandosene via... Via da me.
Mi sentivo un mostro. Avere come ultima immagine nella mente, gli occhi feriti di Zac mi faceva sentire una vera bastarda... Era strano averlo fatto soffrire per la prima volta, abituata com'ero ai suoi sorrisi e ai suoi famosi ghigni maliziosi o provocatori. Mi faceva male tutto ciò perchè ero consapevole della colpa che avevo. E Zac non si meritava tutto quel male. Non lui che era stato l'unico a starmi vicino quando ne avevo più bisogno. L'unico che era riuscito a farmi sorridere dopo una rara crisi di pianto. L'unico che mi aveva fatta sentire unica.. solo con un suo bacio.
Ed io gli avevo appena urlato in faccia che lo stavo giusto usando per arrivare ad un altro che conoscevo a malapena. Che lo avrei piantato all'istante se solo Luca si fosse fatto avanti... Che mi sarei dimenticata di lui.
Ma non era vero. Dio solo sapeva quanto non era vero.. Che era stato tutto dettato dalla rabbia. Che non avrei mai voluto, per nessuna ragione al mondo, che il mio Zac, uscisse dalla mia vita.
Mio. Sì, perchè lui era ancora il mio ragazzo. Perchè lui doveva essere solo ed esclusivamente mio.. e di nessun altra. Solo mio... Il mio Zac.
Gli corsi immediatamente dietro, seguendolo fra la gente, mentre lo vedevo dirigersi a prendere le sue cose per andare via.
Dove vai?” Chiesi col fiatone.
A casa. Così potrai civettare meglio con Luca. Era questo che volevi, no?” E fece per andarsene.
No, non lo avrei permesso. Non avrei mai permesso che se ne andasse via da me così, dopo aver litigato...
Ho sbagliato, scusami.. Ero solo arrabbiata.” Tentai, ma non mi sentì.
Allora pensai all'unico modo per farlo rimanere. Lo stesso che usava lui subito dopo avermi fatto arrabbiare. Lo afferrai velocemente per un braccio, facendolo voltare e ritrovare a due millimetri dal mio viso, per poi mettere una mano dietro al suo collo, avvicinandolo di più, così da far congiungere le nostre labbra nel primo bacio passionale che diedi di mia iniziativa.
In un primo momento lo sentii rigido, sorpreso, ma subito dopo fece cadere dalle sue braccia il suo giacchetto e l'altra sua roba, per cingere così la mia vita con potenza e determinazione, tanta da farmi sentire nuovamente unica e protetta dalla sola persona che avrei sempre desiderato di avere vicino.
Diventò un bacio di disperazione, di dispiacere, di ricerca dell'uno e dell'altro.. lo sentivo toccarmi quasi ovunque come per capire se fossi vera, prendendomi poi in braccio, senza mai staccare le nostre labbra, e poggiarmi sul muro proprio davanti a tutte le sciacquette che ci avevano provato con lui.
Ci.. stanno..guardando tutte..” Ridacchiai, fra un bacio passionale e l'altro.
Le mie mani ormai erano affondate nei suoi capelli, scomponendoglieli nel modo più bizzarro ma anche più sexy che conoscessi, senza nemmeno rendermene conto.
Delle altre.. non me ne importa nulla, Vic...mi..mi interessi solo tu.. solo tu.” Sussurrò sensualmente, ansimando anche lui fra un bacio e l'altro.
L'aveva detto e non avevo capito male. Solo io.. Gli interessavo solo io. E, diamine, perchè ne ero così contenta? Perchè mi sentivo stranamente felice? Zac non era nulla per me.. Io volevo Luca. Zac era solo...un'insegnante. Un amico. Un confidente.. Eppure, mi sentivo davvero bene con lui. Ogni giorno che passava, cresceva una bizzarra sensazione di attaccamento nei suoi confronti e, ci avrei scommesso, sarei arrivata alla fine del mese, completamente e totalmente dipendente da lui, senza alcuna possibilità di staccarmici. Non sarei stata neanche in grado di mangiare al solo pensiero che il pomeriggio non avrei visto il suo bel viso sorridermi o deridermi... Mi sarebbe mancato come l'aria stessa.
Ma in quel momento eravamo insieme e nulla ci avrebbe diviso. In quel momento io interessavo a lui e lui interessava a me. In quel momento neanche Luca entrava nella mia testa. I suoi baci erano come nicotina per i miei poveri neuroni/ormoni che venivano privati completamente di comprendonio, paranoia o memoria. Una bella fortuna, vero? No, affatto.
E, come se non bastasse già la situazione in sé per sé, me ne uscii anche con un gemito ed un sussurro gutturale che voleva dire: “Ti voglio. Dio solo sa quanto ti voglio.” Riuscii ad ansimare, quindi.
A quella pazzesca, folle, irrazionale ma spaventosamente vera esclamazione, Zac prese a baciarmi con ancora più passione, se possibile, e a spostare una sua mano sotto la mia maglietta che lentamente salì verso il seno, fino a stringermene uno con tale eccitazione e possessività quasi, che mi stordì tanto da farmi uscire un gridolino attutito dalle sue fantastiche labbra; l'altra mano, invece, con la scusa di reggermi fra lui e il muro, era posizionata sul mio sedere, stretto anch'esso nella sua presa ferrea.

Quella notte, per la prima volta, dormii con Zac. Per la prima volta dormii con un uomo al mio fianco che, inaspettatamente, mi fece sentire protetta e sicura. O forse, era semplicemente Zac a farmi sentire così speciale ogni qual volta mi trovavo fra le sue mani...

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Capitolo 13
*** TI VOGLIO BENE ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO – TI VOGLIO BENE

Buongiorno, bambolina...” Sentii sussurrarmi all'orecchio, il mattino dopo.

Mmm...” Ero stanca, innervosita dalla luce e, soprattutto, desiderosa di continuare a vivere il bel sogno che avevo fatto quella notte..

Ma poi mi riscossi.

Bello!? No, spaventoso, avrei dovuto dire! Il mio primo sogno erotico su... su Zac! Un sogno così vivido, reale, eccitante... Che fosse davvero in grado di fare le stesse cose che avevo sognato? Probabile. Ma, ovviamente, non lo avrei mai saputo. In quel sogno eravamo andati ben oltre i stuzzicamenti... E Zac era stato così... magnifico. Ed ora ce l'avevo esattamente alle mie spalle, con il petto completamente attaccato alla mia schiena e il suo bacino che sfiorava distintamente il mio sedere. Il cuore accelerò.. Cosa diavolo...?

Posso reputarla come una risposta?” Sentii dal tono della domanda, l'allargarsi delle sue labbra fino a formare un sorrisetto sghembo, quale era solito fare in certe situazioni.

Per me, dopotutto, era ancora un mistero come facesse quel ragazzo ad essere tanto euforico anche di prima mattina...

Che ore sono?” Chiesi, quindi, con voce impastata senza nemmeno voltarmi.

Le undici e mezza, dolcezza.” Fece, dandomi così una pacca leggera sul fianco che stava a significare esattamente ad un “E' ora di svegliarsi!!” e, non a caso, sentendolo anche alzarsi, mi prese velocemente una mano fino a trascinarmi in piedi dopo un grido spaventato e una vana reazione di protesta da parte mia... “Su, su, ti ho aspettata pure troppo!” Sorrise ancora, una volta che era riuscito a portarmi in piedi davanti a lui.

M-mi hai as-pettata?” Balbettai fra uno sbadiglio e l'altro, mentre mi stiracchiavo e strofinavo gli occhi per poi aprirli definitivamente e guardarlo.

Raggiante, come suo solito, con un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro e sguardo maliziosamente divertito.

Ma poi.. Perchè avrebe dovuto aspettarmi? Cosa aveva fatto nel frattempo?

Dalle otto. Si erano tutti svegliati ma ho preferito lasciarti ancora un po' nel mondo dei sogni... A proposito, cos'hai sognato di tanto eccitante stanotte?” Mi sorprese, facendomi deglutire a vuoto e così quasi strozzare dalla sorpresa. Ogni ricordo, man mano, faceva capolino nella mia mente da ninfomane patentata.

Ehm.. Mmm... Nulla, perchè?” Sarei sembrata anche credibile se la mia voce non fosse uscita stridula e la mia espressione non fosse stata tanto incerta.

Gemevi, ansimavi e ti strusciavi contro di me come impossessata e, in più, borbottavi ogni tanto un “continua, non ti fermare” con voce roca e quasi sensuale... Insomma, non ci voleva un genio per capire cosa stavi sognando.” Mi sorrise sornione mentre io mi guardavo attorno per vedere se qualcuno stesse ascoltando la figura da demente che avevo fatto.

Intanto, Zac si stava divertendo ancora di più e questo m'innervosì non poco.

Oh.” Esclamai solo, però, senza saper e voler dire nient'altro.

Mmm.. Facciamo così, ti do' una mezz'oretta per riprenderti dal lungo letargo ma poi dovrai dirmi tutto, okay?” Fece ancora euforico, prendendomi il viso fra le mani e guardandomi in un modo tanto intenso e profondo nel quale mi persi per qualche attimo.

O-kay.” Niente da fare, quella mattina ero diventata improvvisamente dislessica.

Zac, come promesso, si era defilato subito dopo per dirigersi al piano di sotto a fare chissà cosa, mentre io tentavo di riprendermi lentamente e di riordinare le idee, al momento, vanamente.

Decisi quindi di farmi una passeggiata e così entrai in bagno per lavarmi e sistemarmi alla bell'è meglio.

Avrei detto davvero del sogno a Zac? No, assolutamente. Non avrebbe fatto altro che vantarsene e deridermi, oppure, ancora peggio, farsi strane idee credendo che, magari, io mi stavo innamorando di lui... Impossibile. Quella sarebbe stata proprio l'ultima cosa che sarebbe accaduta a noi, o meglio, a me.

Non volevo essere per lui come tutte le altre clienti con cui era stato che si erano invaghite dei suoi modi apparentemente gentili e premurosi da ragazzo a modo e con un cuore d'oro. Anche perchè con me, lui si era presentato in tutt'altra maniera.. Era stato sfacciato, scontroso, strafottente, odioso...

Non di certo amabile. Quindi era sicuro che non avrei mai provato nulla di più che affetto per lui. Non eravamo compatibili, era ovvio anche questo.

In più, col suo lavoro non sarebbe mai potuta andare avanti. Non potevo fidarmi fino in fondo di lui. Era imprevedibile e maledettamente lunatico dato che un minuto prima sorrideva felicemente e l'attimo dopo rispondeva a malapena alle domande che gli ponevo. Certo, io non ero da meno e questo non faceva altro che diminuire le possibilità di coppia fra noi due.

Come sarebbe mai potuta stare, una ragazza tanto anonima come me, con uno che, invece, era sempre abituato a trovarsi al centro di ogni attenzione di qualsiasi ragazza? Non sarei sopravvissuta con la gelosia perenne e avrei finito con il lasciarlo per disperazione.

..E questi erano alcuni dei punti per il quale non mi sarei mai potuta innamorare di Zac.

Mentre, pensando ai punti a favore...

Ad ogni suo bacio sentivo quasi le farfalle nello stomaco. Ogni suo tocco mi portava una strana sensazione di disagio, eccitazione e protezione, miste al senso di possessività che di conseguenza avevo su di lui.

E tutti già sapevano della nostra relazione.

Poi, essere per la prima volta considerata da qualcuno che si preoccupava, dopo tanto tempo di me, era sicuramente da non tralasciare. Con lui mi sentivo in grado di poter parlare di tutto, sentivo che non mi avrebbe mai delusa o tradita, che non mi avrebbe mai voltato le spalle e che ci sarebbe sempre stato ad ogni mio tentennamento. Era presente quando avevo pianto. Era presente quando gli avevo parlato delle mie sorelle, era sempre stato presente... E non si era mai lamentato delle mie inutili chiacchiere... In più, come ciliegina sulla torta, oltre ad essere, anche se a modo suo, un ragazzo simpatico e un bambinone poco cresciuto, era l'unico che credeva nelle mie capacità e ad essere convinto che non fossi semplicemente una buona a nulla come, invece, pensavano le mie stesse amiche...

Infine... Bé, lui mi aveva fatto conoscere la passione.. Una passione travolgente e a dir poco meravigliosa. Sono cose che non si possono dimenticare...

Ma, creare una famiglia con lui? Accidenti, non sarei stata neanche in grado di distinguerlo tra i miei figli, infantile com'era... Però quando giocava con Simone, il figlio di Maria, una strana sensazione si era insinuata in me tanto da farmi realmente immaginare come sarebbe potuto essere avere dei bambini ed essere la moglie di Zac: ogni giorno una litigata diversa, ma anche tanto divertimento e buon umore..

Lui era così. Quando sorrideva, di conseguenza, sorridevo anche io. Mi piaceva la luce che aveva negli occhi quando sul suo viso faceva capolino quel bel ghigno beffardo che tanto, segretamente, adoravo.

Perchè Zac era così.. Vivo.

Ma poi mi riscossi nuovamente in quella mattina.. Iniziai a pensare come mai tutte quelle idee malsane dopo, oltretutto, aver sognato proprio Zac mentre, bé...si era capito. Avrei dovuto riprendermi ed invece avevo solo peggiorato il mio stato di rincoglionimento acuto.

All'una, ancora non avevo ben connesso ma questo, a Zac, non importava più di tanto perchè proprio quando mi stavo dirigendo verso l'uscita per prendere un po' d'aria fresca, mi prese per i fianchi, facendomi dirigere insieme a lui completamente d'altra parte, dietro l'edificio al momento isolato.

Ma cosa...?” I suoi cambiamenti d'umore mi facevano innervosire. Poco prima a malapena mi aveva degnato di uno sguardo, preso com'era a parlare con le mie compagne di classe e invece ora mi aveva catapultato direttamente di fuori per restare solo con me.

Mmm... Nervosetta?” Mi schernì, facendo aderire il suo petto alla mia schiena per poi passare le sue labbra e il suo naso sul mio collo, sfiorandolo e facendomi rabbrividire al tocco.

I-io?” Chiusi gli occhi, completamente dipendente dalle coccole che Zac aveva appena iniziato a farmi, carezzandomi anche il ventre con le mani.

Ci sei solo tu con me.” Sorrise a contatto con la mia pelle.

Perchè siamo venuti qui?” Chiesi quindi, cambiando argomento; avevo la voce roca e sussurravo anche se non c'era nessuno.

Dovevamo concludere il discorso di sta mattina, ti sei svegliata abbastanza?” Continuò ad infastidirmi, anche se mentii annuendo.

Allora... Mi hai sognato?” Ancora con le carezze e con le labbra prima sulla mia spalla, poi sul mio collo fino ad arrivare al mento e così riscendere..

Presuntuoso come al solito, eh?” Biascicai, sussultando appena sentii una sua mano sfiorarmi un seno.

Non mi hai risposto.” Strinse la presa su questo, facendomi boccheggiare.

Mmm.. No.” Borbottai, mettendo in pratica le mie doti da attrice, anche se in quel momento non desideravo altro che mettere in pratica solo il sogno che avevo fatto quella notte.

No?” Non sembrava sorpreso o deluso, era sicuro che stessi mentendo.

No, Zac, non ho sognato..te.” Indugiai prima dell'ultima parola, facendolo quindi restare interdetto.

E chi hai sognato, allora?” Ci stava cascando, grazie a dio...

Segreto di Stato.” Sorrisi ad occhi chiusi, distaccandomi da lui anche se controvoglia, appena lo sentii alleggerire la presa.

Luca?” Più che una domanda, somigliava ad un ringhio, una minaccia.

Mmm... E a te che importa, infondo? Lui possiede il mio cuore, tu il mio corpo.” E con questa frecciatina me ne rientrai in classe.

Certo, non era stata un'ottima uscita dato che gli avevo appena detto che poteva fare di me tutto quello che voleva anche se con nessun coinvolgimento sentimentale... Comunque aveva libero accesso alle mie parti più intime...

Entrata in classe, trovai le mie compagne tutte riunite in cerchio e, subito dopo, aprì la porta anche Zac, facendole sussultare.

Vic, Zac, dov'eravate finiti?” Chiese Cris, alzandosi e prendendo entrambi a braccetto fino a farci sedere con loro.

Zac non mi guardava e la sua espressione era diventata accigliata e quasi... Delusa? Ecco, la prova che era maledettamente lunatico.

Cristina si mise in mezzo a noi ed entrambi incrociammo le gambe, pensierosi. Odiavo quella situazione. La mia era stata una sciocca provocazione, ma sembrava che lui l'avesse presa sul serio.

Stavamo parlando un po' di tutto, voi avete qualcosa d'interessante da dirci?” Chiese Cris e, chissà perchè, una sensazione mi disse che evidentemente erano solo i pettegolezzi su di noi che interessavano loro.

Uhm.. no, nulla.” Feci spallucce; Zac intanto, aveva cambiato posizione, allungando una gamba e piegando l'altra davanti a sé, poggiandosi con le mani ai lati e dietro alla schiena, mettendo ancora di più in bella mostra i suoi pettorali scolpiti, facendo così sospirare le solite civette.

Lui non rispose ma scosse leggermente il capo.

Proprio in quel momento entrò Jennifer in lacrime, sedendosi accanto a Zac e Cristina, allargando così la distanza fra me e lui, mettendoci quasi di fronte l'uno all'altra.

Cos'è successo, tesoro?” L'abbracciò subito la mia amica.

N-niente...” Biascicò, ancora in lacrime.

Lorenzo?” Chiese allora Jessica, che sembrava aver capito già tutto.

Jennifer annuì, scossa da tremiti e singhiozzi mentre si stringeva di più a Cristina.

Quel bas-tardo mi ha por-tata a letto, dicendo di a-marmi e p-poi non si è più f-fatto sentire...” Balbettò, tirando su col naso.

Da quanto vi frequentavate?” S'intromise improvvisamente nel discorso, apparendo freddo e distaccato, Zac, facendo voltare tutte a guardarlo incuriosite.

U-una set-timana...” Fece Jenny, staccandosi da Cris e rivolgendosi a lui.

Beh, allora è comprensibile.” Se ne uscì, stravolgendo tutte, lasciando me a bocca aperta e facendo piangere ancora di più Jenny.

ZAC!” Lo ripresi, indignata dalla sua mancanza di tatto; lui nemmeno mi guardò.

Jen.. Jennifer, giusto? Ecco, senti.. io sono un ragazzo e come tale posso dirti che se conosco una bella ragazza che dopo nemmeno una settimana mi fa capire che con solo qualche parolina dolce è disposta a venire subito a letto con me, non ci metto nulla ad accontentarla e, così, ad accontentare anche me.” Ancora con quel tono presuntuoso e quasi altezzoso.

Jennifer smise di singhiozzare e rimase immobile a fissarlo, immersa in quei ragionamenti.

Q-quindi.. Stai dicendo che è colpa mia perchè..”

Perchè gli hai fatto capire di essere una tipa facile.” La interruppe bruscamente, spiattellandole la realtà in faccia come nessuno prima di lui era riuscito a fare. Di certo, anche se ognuna lo pensava fra sé e sé, non si sarebbe mai permessa di dirgielo in tale modo.

Ma.. Io lo sentivo davvero in quel momento..” Cercò di spiegarsi.

Allora Zac riprese la posa iniziale con le gambe incrociate e con i gomiti poggiati ai ginocchi piegati, come se si stesse concentrando per affrontare quel discorso con tutte quelle ragazze mentre, piano piano, scorsi quella luce di vivacità nei suoi occhi che si era leggermente affievolita poco prima.

Non importa ciò che senti in quel momento. Tu sei una ragazza, una donna, una femmina e si sa che voi avete, o meglio, dovete avere dei principi più saldi degli uomini. Se lui ti dice già al primo appuntamento che sei fantastica vuol dire semplicemente che non vede l'ora di scoparti.” Fece, sempre impassibile ai sussulti di ogni ragazza. Io, dal canto mio, restavo ancora a bocca aperta ed incuriosita dalla semplicità e la franchezza con cui Zac si rivolgeva alle mie amiche.

Tobia al primo appuntamento mi ha detto che il mio sorriso gli ricordava molto quello di sua madre che, prutroppo era morta...” Ammise Jessica, invece.

Notai tutte le mie compagne animarsi ed entrare nel discorso, fin troppo prese e motivate.

Balle. Voleva farti credere di essere un ragazzo dolce così da conquistare più velocemente la tua fiducia per poi portarti direttamente a letto. Quando mai qualcuno, al primo incontro, si apre in tal modo con l'altra persona che a malapena conosce, su cose famigliari e tanto toccanti? Nessuno che vuole creare una storia vera.” Spiegò lui, seriamente. Jessica annuì, interessata.

Fabio mi aveva già sopramminato Principessa...” Intervenì Mara, quasi pensierosa.

Vede troppi film questo Fabio. Sa che le ragazze stile 3 metri sopra il Cielo, impazziscono per certi nomignoli umilianti.” Rispose, risoluto.

Beh, Bambolina non è poi tanto meglio.” M'intromisi io, facendolo zittire per un attimo per poi rigirarsi a guardarmi e rispondere: “Se sono soprannomi azzeccati, non ne vedo il problema.”

E' pur sempre un nomignolo sfacciato.” Lo punzecchiai ancora.

Comunque sempre meglio di cerbiatto bastonato, no?” Rispose a tono, facendo ridacchiare tutte ma senza un cenno di sorriso da parte di entrambi.

Allora, magari dovrei ricambiare anche io con un soprannome, non credi? Magari insensibile babbuino è più azzeccato, vero?” Sorrisi falsamente, innervosendolo ed imitando la sua arroganza.

L'importante è che ti faccia godere, giusto?” Mi diede il colpo finale, facendomi sussultare dalla strafottenza con cui lo disse.

Stronzo..” Biascicai, prima di andarmene sbattendo la porta e lasciando tutti i presenti, leggermente basiti.

 

Ero arrabbiata, delusa, ferita, confusa... Ero la reincarnazione della classica zitella acida che disprezza l'intero universo e a maggior ragione, la sua vita.

Eppure non avrei dovuto comportarmi in quel modo. Me ne sarei dovuta fregare come spesso facevo in certe situazioni e avrei dovuto affrontare direttamente il discorso con Zac che, però, sembrava farmi un effetto strano, ogni giorno di più... Lui era strano e si comportava in tal modo con me.

Odiavo i suoi cambiamenti d'umore, il suo prendersela per tutto e il suo atteggiamento da menopausa. Io ero lunatica, ma lui faceva quasi paura.

Era passata mezz'ora e non era ancora venuto. Non mi aveva raggiunta. Non ci aveva nemmeno provato... E perchè ne ero così rattristata? Cosa mi aspettavo da lui? Che venisse magicamente nello sgabuzzino, dove mi ero nascosta, come se sapesse davvero dove trovarmi, per inginocchiarsi e chiedermi umilmente scusa..?

Promemoria: Victoria.. guarda meno film.

Zac non era nemmeno il tipo da certe scenate. Se non fossi uscita, probabilmente, nessuno sarebbe venuto a cercarmi e sarei potuta anche morire... Mi avrebbero riscoperto minimo un mese dopo.

Ma, proprio quando stavo per alzarmi e aprire la porta della stanzetta, qualcuno mi precedette e mi catapultò nuovamente dentro, chiudendo a chiave e accendendo la lieve luce a soffitto che però pendeva a pochi metri da sopra la mia testa; in verità era solo una lampadina scrausa che si fingeva di essere una vera e propria luce da camera. Illusa...come me.

Oddio, stavo delirando; mi paragonavo anche ad una lampadina, adesso.

Vic, cosa ci facevi qui da sola?” La voce di Zac risuonò come musica nelle mie orecchie per troppo rimaste in assenza di alcun suono.

Mmm?” Biascicai, schiarendomi la gola e alzando lo sguardo per incrociarlo con quello di lui: intenso e penetrante.

Credevo te ne fossi andata...” Portò le sue mani sulle mie guance come se poco prima non avessimo bisticciato davanti a tutte le mie compagne.

E se l'avessi fatto? Che te ne sarebbe importato a te?” Non riuscivo neanche io a capire perchè dicevo certe cose; perchè sentivo quella forte delusione verso i comportamenti di Zac nei miei confronti: indifferenti e distaccati.

Ma che dici?” Chiese, giustamente confuso.

Niente. Cancella tutto... Mi dispiace per quello che è successo prima.” Abbassai il viso per guardarmi le punte dei piedi, imbarazzata per la vicinanza, l'intimità, i suoi occhi puntati su di me, le mie scuse...

Dispiace a me. Non so nemmeno io cosa mi sia preso.” Ammise, levando le mani dal mio volto, facendomi sentire improvvisamente freddo, tanto da farmi rabbrividire.

Hai freddo?” Mi domandò, accorgendosene anche lui.

Mmm.. Un po'.” Annuii “Ma conitnua a dire quello che stavi dicendo. Ti ascolto.” Volevo sapere il motivo vero della sua permalosità.

Sinceramente non so come spiegare la mia reazione. Faccio questo lavoro da molto tempo. Sono abituato ad..essere usato. O almeno dovrei.” Rivelò, facendomi sentire una perfetta cretina per come lo avevo attaccato la sera prima e quella mattina.

Per me non è così.” Me ne uscii, impacciata come sempre “Insomma, sì è vero, sei un gigolò, ma io non ti sto usando. Ormai siamo amici, no?” Cercai di etichettarci in qualche modo, tanto per risollevarmi un po'.

Lui riprese a guardarmi intensamente, prima di rispondere.

Amici?” Chiese, titubante.

Sì. Intendo.. Fra noi. Io mi sono aperta con te. Siamo stati molti giorni da soli insieme, senza finzioni, e siamo stati bene, cioè, almeno io...” Mi stavo impicciando, come mio solito ma, almeno ero anche riuscita a far ridacchiare Zac e nei suoi occhi si riavvivò totalmente la vivace luce che tanto agognavo.

Ho capito.. Beh, allora... Amici, no?” Mi sorrise, con un sorriso sincero.

Amici.”

Ma.. incosciamente, il mio cuore non sembrava aver apprezzato fino in fondo quella categoria. Beh, ineffetti gli amici non facevano ciò che facevamo noi...

Ora posso baciarti?” Mi spiazzò completamente con quella richiesta quasi retorica, tanto che rialzai di scatto la testa, guardandolo con occhi sgranati.

Ci eravamo appena definiti amici e lui se ne usciva così? Va bé, dovevo pur sempre impararmi a non stupirmi dei suoi comportamenti.

Zac..” Stavo per ribattere debolmente quando sentii le sue labbra sulle mie in un bacio inizialmente dolce ma successivamente possessivo, passionale, potente, disarmante... Ansimavo ogni volta che cercavamo di riprendere fiato ma alla fine mi rigettavo su di lui come se fosse la mia aria.

Ti.. voglio bene, Zac.” Sussurrai quando iniziò a dedicarsi al mio collo ed io insinuai le mie mani fra i suoi capelli mentre lui mi stringeva a sé, abbracciandomi la vita con le mani sul mio sedere.

A-anche io, Vic, anche io..” Ansimò lui, scendendo sul mio seno, facendomi sussultare; non eravamo mai arrivati a quel punto. Lui aveva toccato la mia intimità senza neanche vederla e, quindi, la questione era comunque meno imbarazzante ma.. il mio seno? Non lo aveva mai visto e poche volte lo aveva accarezzato o sfiorato. Ora invece sembrava intento a fare ben altro ed io ero sempre meno sicura di quella situazione. Lo sentivo che aveva voglia di toccarmi e farmi davvero impazzire, ma doveva anche ricordarsi che io non ero come tutte le altre con cui era stato: io avevo bisogno di sicurezza.

Z-zac...” Balbettai, ansante mentre baciava un punto poco più giù della scapola, “Io... Non...” Non riuscivo a parlare perchè altrimenti non riuscivo a respirare. Sentivo un nodo gigante nella gola ed un interno coscia fin troppo bagnato per poter protestare a parole, ma dovetti farmi forza almeno per i miei principi, così presi un grosso respiro e continuai: “Ho paura.” Ammisi, gemendo, racchiudendo così tutte le mie senzasioni del momento, in due semplici paroline che bloccarono immediatamente Zac che si alzò per guardarmi nuovamente negli occhi; i suoi erano lucidi, più chiari del solito e quasi elettrici. Sapevo di averlo fermato nel momento peggiore.. o migliore.

Ti sei mai toccata, di notte?” Mi sussurrò sul viso, con le labbra poco distanti dalle mie, in un modo così sensuale che mi fece rabbrividire nuovamente.

Spiegati meglio.” Deglutii a vuoto.

Ti sei mai toccata il seno come se lo stesse facendo un uomo?” Chiese allo stesso modo ma entrando di più nel dettaglio, scuotendomi come mai nessuno era riuscito a fare con una semplice frase.

N-no.” Dichiarai infine. Avevo desiderato che qualcuno lo facesse, in segreto, ma non avevo mai colmato quel desiderio..da sola.

Fallo ora.” Fece, con voce roca e spezzata dall'eccitazione che sentivo crescergli. Comunque quell'ordine non mi scioccò mai quanto quello che fece subito dopo, insinuando velocemente le mani sotto la mia maglietta e slacciandomi prontamente il reggiseno, aiutandomi silenziosamente a sfilarmelo, facendomi solo togliere le braccia dalla maglia senza levarla definitivamente. Restai così con la maglietta senza reggiseno sotto.

Sentivo ancora più adrenalina, eccitazione, agitazione e..paura. Sì, quella non se ne era andata.

D-dici sul serio?” Biascicai, paonazza. Mi stava chiedendo di toccarmi davanti a lui? Non ci sarei mai riuscita. Neanche da sola l'avevo mai fatto, figuriamoci di fronte a Zac che, per altro, era anche immensamente eccitato.

Se non ti senti ancora pronta per farmelo fare a me, allora fallo tu. Devi iniziare a prendere confidenza con il tuo corpo, Victoria.” Spiegò con risolutezza e, se non fosse stato ancora per la sua voce incrinata, probabilmente sarebbe somigliato ad un vero e proprio insegnante.

Ma.. mi vergogno.” Tentai ancora, facendolo sorridere. Dio, com'era bello quando sorrideva.. Gli si illuminava quel viso perfetto.

Non avere timore, bambolina. Sono solo io.” Esclamò, pensando di tranquillizzarmi ma, invece, agitandomi ancora di più.

Appunto!” Sbottai con voce stridula, facendo subito dopo una smorfia che fece ridacchiare ancora Zac.

Non è difficile, Vic.” Ritornò serio, subito dopo, facendo scorrere così le sue mani sotto la mia maglietta, alzandomela, per poi toccare per la prima volta i miei seni nudi e iper-sensibili.

Sussultai a quel contatto inaspettato e mi ritrovai ancora più accaldata ed emozionata di prima.

Prese a massaggiarmi con lentezza e devozione senza mai staccare gli occhi dai miei, in quella che sembrò la scena più sexy alla quale ero stata presente.

Fu un attimo che mi ritrovai attaccata alla parete, incastrata fra questa ed il corpo di Zac, la quale erezione premeva prepotentemente sul mio ventre, mentre lui mi baciava con tale passione e, nel frattempo, accarezzava i miei seni e sfiorava i miei capezzoli ormai turgidi.

Era strano, diverso, sentirsi in quel modo. Quasi trasportata da una grossa marea di sensazioni indescrivibili e apparentemente naturali e fantastiche.

..O forse era solo Zac a farmi sentire sempre così scossa.

Quando ci staccammo nuovamente, mi alzò definitivamente la maglietta, scoprendo i miei seni che sentirono subito il cambiamento d'ambiente, ricoprendosi di pelle d'oca. Non feci neanche in tempo a sentirmi a disagio che Zac si fiondò su queste, prendendo a baciarle, stuzziacarle, morderle e succhiarle... Sentivo vampate sempre più grandi che mi facevano tremare di piacere e, senza volere che si staccasse da me smettendo di fare ciò che stava facendo, gli misi nuovamente le mani dietro la testa, fra i capelli, tirandoli o giocandoci inconsapevolmente, mentre prendeva a leccarmi i capezzoli.

Si poteva venire solo per questo? Una volta lessi un libro in cui accadeva davvero... Allora era possibile? Si poteva scoprire solo in prima persona, giusto? Bene, allora sì, era possibile, anche perchè in quel momento accadde proprio a me. Mi sentivo così stravolta che alla fine scoppiai in uno degli orgasmi più lievi ma intensi che ebbi mai avuto e, mentre stavo per venire, Zac se ne accorse dalla presa immediatamente ferrea sulla sua testa e quella che poi ebbi sulle sue spalle quasi graffiandole e riducendo la stoffa della maglietta in un ammasso indefinito, alzando così lo sguardo come per imprimersi nella mente la mia espressione mentre godevo dal piacere che solo lui era stato in grado di farmi provare.

Dio, sei bellissima.” Esclamò, ansimante, baciandomi poi delicatamente le labbra; ero stravolta e compresi a malapena quella frase, pensando solo a ciò che era appena accaduto. Sentivo ancora la sua eccitazione premere e in quel momento mi dispiacque veramente di non essere un'esperta nel campo per potergli offrire lo stesso piacere con cui mi aveva fatto venire lui.

Mi dispiace...” Biascicai, esternando i miei pensieri; la stanchezza mi aveva fatto perdere il senno della ragione.

Io ti dico che sei bellissima e tu ti scusi?” Mi chiese, stupito.

Sì, cioè, no.. E' solo che... Sono così ignorante nel campo..” Cercai di spiegarmi e, grazie a dio, mi comprese al volo.

Non ti preoccupare, bambolina, ogni cosa a suo tempo.”

 

Quella stessa sera ritornammo sfiniti a casa, rinchiudendoci così ognuno nelle proprie stanze per poi andarsi a fare una bella doccia calda e rilassare così i nervi tesi. Sotto il getto dell'acqua, sfortunatamente riaprii la mente, e ripassai attimo dopo attimo, ogni momento di quella giornata passato con Zac. Avevo detto di volergli bene, avevo ammesso di essermi irrimediabilmente affezionata a lui e Zac aveva risposto allo stesso modo. Ma..che fosse stato solo il riflesso della passione? In quell'istante, dopotutto, non avrebbe mai potuto essere tanto lucido come se glielo avessi detto in questo momento. Quella consapevolezza, comunque, mi rese stranamente triste. Insomma, ormai era ovvio che tenevo a quel babbuino... Gli volevo bene come se fosse..un amico.

Ancora quella fitta al cuore...

Ma cosa mi stava accadendo, diamine? Ogni volta che lo vedevo con un'altra mi infastidiva, ogni volta che mi sfiorava, mi veniva la pelle d'oca, ogni volta che lo denominavo “amico”, il mio cuore ne soffriva e, soprattutto, ogni volta che era lontano, sia il mio fisico che la mia mente ne risentivano. Che mi stessi illudendo un po' troppo? Zac stava diventando più pericoloso di quanto avrei mai creduto possibile.

Sei silenziosa, Victoria, qualcosa non va?” La voce di mio padre, a cena, mi riscosse dai pensieri che non mi avevano abbandonata dalla doccia.

Strano che, per una volta, si fosse accorto del mio umore.

Mmm... Non ho molta fame.” Cercai di deviare l'argomento. Cosa avrei potuto dire a mio padre, poi? Sembrava che con Zac avesse un ottimo rapporto, a quanto avevo notato dall'espressione che aveva Zac ogni volta che parlavamo di mio padre. Si incontravano di rado ma ogni volta parlavano di qualsiasi argomento, neanche fossero padre e figlio... Quel tipo di figlio che non ero riuscita ad essere io.

Questo fine settimana tornano le vostre sorelle, ricordate?” Sorrise lui, brutalizzando ulteriormente il mio cattivo umore.

Ma poi..da cos'era dovuta tutta quella felicità?

Sophia e Giada?” Chiese Mattia, “E a che ora vengono?” Continuò, quasi a non crederci.

Per Marco e Mattia, Giada e Sophia non erano come sorelle. Erano come lontane amiche di famiglia che venivano ogni tanto a farci visita e che portavano a loro dei regalini divertenti, continuando però a rovinare la vita a me...

Verso mezzogiorno saranno a casa. Andrò a prenderle io stesso all'aereoporto.” Fece ancora in quel tono così stranamente euforico.

Prendono l'aereo per arrivare da Milano?” Domandai incredula. Io una volta che ero dovuta andare a Torino mi ero sorbita sei ore di treno e loro, che nemmeno avevano un lavoro fisso e con i soldi che guadagnavano si pagavano gli studi all'università e l'alloggio, potevano permettersi un viaggio in aereo?

Ho pagato io i loro biglietti.” Rispose prontamente, mio padre.

Ottimo..” Finto umorismo. Quello che ci serviva...

Ma quella sera mio padre sembrava fin troppo attento alle mie reazione e, quindi, mio malgrado si accorse anche del mio tono poco entusiasta.

Vic, so che non vai d'amore e d'accordo con le tue sorelle ma si tratta solo di un week-end. Cerca di essere gentile.” Fece lui, cercando di apparire apprensivo come mai era stato. Ma poi, cosa gli diceva la testa? Forse aveva rimosso tutte le cattiverie che le mie sorelle mi avevano riservato ogni volta che ci ritrovavamo in famiglia o davanti ai miei amici o compaesani, giusto per mettermi maggiormente in ridicolo mentre io tentavo di mantenere i nervi saldi e mi fingevo felice di ogni loro malsana idea... In quei pochi giorni che le dovevo avere accanto, lui era semplicemente ignaro di tutto quello che dovevo patire.

Io sono sempre stata gentile con loro.” Risposi, stizzita, allontanando il piatto come se fosse arrosto di topo morto. Bleah...

E allora qual'è il problema!?” Chiese lui, buttando quasi le posate sul tavolo e asciugandosi la bocca col tovagliolo in uno dei suoi movimenti nervosi; aveva leggermente alzato la voce, tanto da far sussultare sia me che i miei fratelli.

N-nessuno..” Sì, brava Vic, fai la codarda, abbassa lo sguardo, borbotta la tua menzogna.

Io non ce la faccio più con te, Victoria.” Ammise mio padre, alzando le braccia in segno di resa e gelandomi il sangue nelle vene.

N-non capisco..” Biascicai, ancora, alzando lo sguardo per incrociare i suoi occhi tristi e pieni di delusione.

Marco, Mattia, andate in camera vostra, io devo parlare con vostra sorrella.” Ordinò con un tono autoritario che non accettava repliche.

I miei fratellini obbedirono e così ci lasciarono, sfortunatamente soli.

Chissà com'è, ma avevo l'impressione che quella sera sarebbe stata la più lunga di tutta la mia vita...

Non ci vediamo quasi mai Victoria, e quelle poche volte che accade, tu ti chiudi nel tuo guscio senza nemmeno rivolgermi la parola. Non so più cosa devo inventarmi per entrare nel tuo mondo. So che non hai affrontato bene la questione di tua madre...” Stava per continuare risoluto, ma a quell'ultima parola m'irrigidii, interrompendolo con un brusco: “Non provare a nominarla.” Guardandolo rudemente, come mai mi ero azzardata a fare.

A quell'ammonimento, mio padre sospirò, poggiandosi allo schienale della sedia come se fosse spazientito.

Quello che stavo cercando di dirti è che.. Dovresti aprirti, Victoria.” Riprese senza perdersi d'animo ma a quella frase il mio cervello si era completamente disconnesso. Erano cose che avevo già sentito, cose già dette..da Zac.

Ma certo, traditore! Ogni tassello piano piano si ricongiungeva. Zac parlava con mio padre e capitava che il discorso andasse a finire su di me ed il mio finto fidanzato si era lasciato scappare dei consigli che io ero ormai stufa di sentirmi dire... Mi sembrava troppo strano che mio padre si fosse accorto di me ma, dire che la colpa era la mia e che fra noi due l'unica che non rivolgeva la parola all'altro, ero io, era fin troppo esagerato anche per mio padre!

Avevo già i nervi a fior di pelle quando se ne accorse..

Sono pur sempre tuo padre, no?” Cambiò tono, diventando più leggero e dolce. Peccato che non era un bravo attore..

Mio padre? Sai almeno cosa significa? Un padre è colui che ti cresce, non solo che ti crea. TU non ci sei mai. TU non mi parli mai. TU te ne freghi di ogni mio respiro, sempre! Non ti azzardare a dire che sono IO quella che non si apre perchè fra me e te, papà, quello più scorbutico e indifferente, sei TU!” Ero scoppiata. Non ce la facevo più a sentirmi dire sempre le solite cose. Ad annuire fingendomi d'accordo, a restare in silenzio quando avrei voluto parlare, urlare... Ora ci ero riuscita. Ora stavo finalmente riversando tutto il mio rancore a mio padre, inerme e sbalordito dal mio improvviso carattere del quale lui non era mai stato a conoscenza. Non sapeva cosa dire.. Logico. Lui non sapeva nulla di me. Non poteva sapere nemmeno come avrei reagito... Credeva fossi la classica figlia obbediente, ma anche io avevo un cuore ed ero stufa che venisse sempre spezzato, insieme al mio orgoglio che invece, veniva continuamente calpestato...

Io non ti ho mai detto nulla di me, papà, semplicemente perchè tu non me l'hai mai chiesto.” Le lacrime erano prepotenti e spingevano per uscire, causandomi la voce incrinata e gli occhi lucidi. Decisi così di alzarmi alla svelta per non guardarlo più in viso o in quegli occhi pieni di dolore, ma volli finire comunque il mio monologo.

Ho sempre cercato di essere la figlia perfetta, ma ovviamente Sophia e Giada erano sempre al primo posto. Ma ho capito il motivo da me, tranquillo, papà. So che somigliano a mamma. Lo vedo anche io... Guardarle fa uno strano effetto anche a me ma..l'unica cosa che ti chiedo è solo di ricordarti che esisto anche io, però. Che anche io studio, che anche io posso essere in grado fare qualcosa... Non sai quant'è stato difficile per tutto questo tempo, vivere all'ombra, senza mai sentirti dire di essere orgoglioso di me per gli sforzi che faccio ogni giorno, papà.” Avevo finito, e le lacrime mi avevano seguita. Tirai su col naso ma non resistetti ancora e allora mi defilai in camera mia...

Ricordo solo che l'ultima immagine che avevo nella mente, in quel momento, erano gli occhi feriti e delusi di mio padre...

 

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Capitolo 14
*** PEDINAGGIO ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO – PEDINAGGIO

 

Bambolin-Ehi?!” Zac, col suo solito poco tatto e la sua maleducazione, entrò con nonchalance nella mia stanza, facendomi innervosire ancora di più.

Erano le dieci di sera ed io ero appena uscita dal bagno, dopo essermi fatta una doccia, essermi messa il pigiama e aver guardato allo specchio la mia schifosissima immagine riflessa; infatti avevo due occhiaie profonde, gli occhi gonfi e le labbra rosse, in più, appena vidi Zac, lo guardai nel peggior modo che conoscessi, furiosa per ciò che sapevo aveva detto a mio padre...

Lasciami in pace, Zac.” Lo liquidai, prima di inveire anche contro di lui.

E' successo qualcosa?” Oh, adesso faceva anche il finto tonto!

Come se non lo sapessi.” Inarcai un sopracciglio, alzando le coperte del letto, intenta ad infilarmici sotto per dormire.

Ineffetti non lo so.” Fece spallucce, sedendosi al bordo del MIO letto; quel suo tono indifferente e presuntuoso iniziava davvero a darmi sui nervi.

Non ne posso più di nulla. Dimmi quanto ti devo e facciamola finita, Zachary. Domani mattina ti restituirò i soldi e ognuno andrà per la propria strada.” Sarei anche parsa risoluta e determinata se non fosse stata per la mia voce roca e spezzata dal dolore immenso che quelle dure parole mi provocarono.

Zac non ne sembrava neanche sorpreso, come se si fosse immaginato già quella scena e sapesse benissimo cosa fare.

Hai parlato con qualcuno che ti ha fatto...riflettere?” Chiese, con un tono più dolce e pacato.

Inutile girarci intorno, ora come ora. Hai parlato con mio padre, vero?” Cercai anche io di imitare il suo tono ma, ovviamente, la rabbia ne trasparì lo stesso...

Lo sai che parlo con tuo padre.”

Smettila di deviare la mia domanda, Zac! Stasera ho discusso con lui per colpa tua!” Addio calma e tranquillità... Avevo sbottato e ormai non potevo tornare indietro. La rabbia che mi aveva invasa prima con mio padre mi aveva raggiunta fino a Zac che come al solito, reagì impassibilmente.

Colpa mia? Ma cosa stai dicendo?” Chiese, alzandosi per pararsi di fronte a me; la sicurezza di cinque secondi prima era svanita per la sua troppa vicinanza che mi costrinse ad abbassare lo sguardo e mordermi l'interno della guancia quasi a sangue.

Lasciamo stare. Ora sono stanca...” Tentai di rimandare al giorno in cui sarei stata più lucida.

Io non me ne vado, Victoria.” Esclamò con serietà e determinazione.

Cosa voleva dire esattamente con quella frase? Che sarebbe rimasto a dormire? A parlare? O che sarebbe rimasto fino alla fine del mese..?

Fa come vuoi.” Biascicai, mettendomi al calduccio nel mio letto e dandogli le spalle, per non fargli notare il dispiacere e l'immensa sofferenza che tracciava il mio viso.

Non sentii nessuna risposta da parte sua ma non sentii nemmeno il chiudersi della porta dopo i suoi passi. Semplicemente, rimase immobile per qualche secondo fino a quando un rumore di scarpe e di cinta non arrivarono alle mie orecchie... Zac si stava spogliando. Zac stava entrando nel mio letto..

Ma cosa diamine stai facendo!?” Chiesi, paonazza, mettendomi a sedere per guardarlo mettersi comodo nel MIO letto.

Cerco di dormire, quindi taci.” Mi ordinò, poco gentilmente, afferrandomi per la vita e tirandomi quasi giù a forza, accanto a lui, petto contro schiena...la MIA schiena, che ora tremava di agitazione, come una foglia.

Ma sei impazzito!? Io domani devo andare a scuola!” Trillai, con voce rotta.

E allora? Per quell'ora io non ci sarò nemmeno...” Borbottò, stringendomi più a sé, con voce assonnata e già impastata.

L'ansia mi attanagliò.. Non ci sarebbe stato? Cioè, se ne sarebbe andato? Prima delle cinque di mattina!? Aveva davvero creduto che io non lo volessi più? Oh, no, no, NO! Non volevo che mi lasciasse, non volevo che mi abbandonasse... Dio, questi miei sbalzi d'umore, infastidivano e incuriosivano anche me! Prima lo cacciavo senza pietà, gli sputavo addosso acido velenoso e poi, appena lo risentivo nuovamente vicino a me, dimenticavo tutto e lo supplicavo di rimanere.. Chi diavolo ero diventata? Dov'era finita la Victoria con saldi principi e l'orgoglio ferreo di sempre? Semplice: Zac l'aveva spazzata via con un solo battito di ciglia...

Così, spegnendo il cervello e la ragione, dando il via libero ai miei ormoni e al mio istinto -quasi di sopravvivenza perchè, ne stavo diventando certa, senza di lui non sarei riuscita più a vivere..-, aprii bocca senza pensare.

NO! Ti prego...non te ne andare.” Lo pregai, voltandomi fino a trovarmi a pochi centimetri dal suo bel volto che mi scrutava con un pizzico di sorpresa e curiosità.

Ma..devo.” Fece, combattuto.

No, non devi. Io... non dicevo sul serio. Non mi lasciare, Zac.” Sussurrai, mettendo le mie mani sulla sua T-shirt grigia, fino a stringerne convulsamente la stoffa per avvicinarlo di più a me, poggiando così la mia testa sul suo petto che sussultò e prese a muoversi fin troppo velocemente a causa del respiro e del battito del cuore accelerato.

Non lo avrei mai ammesso in quel momento, ma fui segretamente contenta di quella reazione inaspettata. Era strano riuscirlo a stupire.

Dopo qualche minuto, Zac sospirò e fece poggiare una sua mano sulla mia schiena, prendendo a massaggiarmi delicatamente ogni vertebra, e l'altra dietro il mio collo, facendo aderire così il mio corpo al suo.

Non dicevo quello, Vic. Non me ne sarei andato neanche se mi avessi dato tutti i soldi seduta stante. Intendevo dire che io domani mattina..ho da fare delle cose e quindi non ci sarò al tuo risveglio... almeno fisicamente.” Lo sentii sorridere dal tono dolce. Dio, quanto tenevo a lui!

Mmm.. Delle cose, eh? Dove devi andare, sentiamo.” Borbottai, già assonnata.

Segreto di Stato.” Ripeté la mia battutina, ridacchiando e stringendomi poco di più.

Restammo per qualche minuto ancora così, fino a quando, prima di cadere in un profondo sonno, non gli dissi...

Zac?”

Mh..?” Chiese, senza nemmeno muoversi, segno che si era quasi addormentato...

Ce l'ho ancora con te.” Non potevo comunque perdonarlo per così..poco. La litigata con mio padre era ancora prepotente nella mia mente anche se lui era riuscito ad appianarla per un breve momento.

Mmm.. Mettici un po' di sale.” Biascicò, mettendosi ancora più comodo con me fra le sue braccia, come se non gli avessi detto nulla di minaccioso.

Okay, probabilmente -anzi, sicuramente- non mi aveva sentita, ma mi sarei vendicata lo stesso il giorno dopo...

 

Avevo il sonno leggero. Di questo, Zac, non ne era a conoscenza. Dormivo tranquilla quando sapevo di essere sola e che le cose procedevano bene ma quella, era stata la seconda notte consecutiva nella quale avevo dormito con Zac e, beh, avevo anche una tremenda paura di abituarmici perchè restare accoccolata fra le sue braccia era semplicemente il posto dove sarei voluta per sempre rimanere... Ma, ritornando alla mia sensibilità notturna, grazie proprio a questa, sentii il materasso muoversi e, così, allegerirsi, per poi sentire quindi i passi di Zac uscire dalla mia stanza per ritornare nella sua... Neanche un secondo che mi ritrovai in piedi anche io, all'erta come un cane da caccia, pronta e con i sensi accesi come mai erano stati a quell'ora.. Ma poi, che ore erano?

Oh, mio dio.. E dove va a quest'ora?” Borbottai, incredula, leggendo esattamente le QUATTRO E UN QUARTO DI MATTINA.

Improvvisamente sentii dall'altra stanza, un fruscio di vestiti e capii che Zac si stava preparando per uscire, così, imitando la classica mogliettina gelosa, mi vestii velocemente anche io, senza cercare di far alcun rumore, dopo essermi fatta una doccia alla svelta, mi sistemai alla bell'è meglio, per poi prendere la borsa, le chiavi del motorino di Sophia -il quale prendevo una volta ogni morte di Papa, solo perchè ero abituata ai viaggi lunghi e così all'autobus- e mi catapultai in garage solo dopo aver visto dalla finestra, Zac uscire e dirigersi alla fermata dell'auto. Dio, era ancora notte ed io non sapevo nemmeno che esistessero autobus che passavano a quell'ora! Ma dove diamine stava andando!?

Iniziavo a farmi le solite paranoie, classiche di me, mentre riprendevo confidenza con il veicolo nero, vecchio di anni e impolverato, senza nemmeno pensare alle conseguenze di quei gesti folli. Volevo davvero pedinare Zac? Violare la sua privacy e distruggere la sua fiducia? Saltare la scuola e mentire a mio padre? Sì. Volevo davvero farlo, in quel momento.

Uscii allo scoperto appena mi resi conto che Zac aveva preso l'auto, che a quanto pare esisteva, ed iniziai a seguirlo, nascondendomi il viso grazie alla visiera del mega-casco che avevo in testa. L'avevo detto che mio padre era fissato con la prudenza e cosa simili? Ecco, quella era la prova schiacciante della sua esagerazione. Pesava perfino in testa quell'aggeggio... Va bé, quello comunque non era il momento adatto per stare a pensare a certe cose.

Dopo varie fermate, finalmente, Zac scese dal mezzo e si diresse a piedi, verso un edificio non troppo grande, grigio, sporco e puzzolente, dove poco dopo ne uscirono dei tipi vestiti con tute arancioni, visibili di notte. Avevo visto spesso quelle persone la mattina quando prendevo l'auto, che con il loro furgoncino erano costrette a bloccare il nostro veicolo, per prelevare i sacchi dell'immondizia e metterli dietro il loro “furgone” nel quale venivano depositati... Quindi, nascondendomi dietro ad un muretto poco distante da dove si trovava Zac, mi chiesi ripetutamente cosa ci faceva lui in mezzo ai netturbini, fino a quando non vidi uno di quelli, porgergli una giacchetta e dei pantaloni arancioni, proprio come i loro. Oh, mio dio... E così Zac faceva, come secondo lavoro, il netturbino? Si svegliava ogni mattina a quell'ora per andare ad immergersi in tutta quella puzza!? Ma..perchè?

Sai che devi recuperare il turno di ieri, vero?” Sentii che gli chiese un collega, evidentemente suo amico, più o meno della sua stessa età.

Ovvio, Max!” Ridacchiò, Zac, dandogli una pacca sulla spalla. Mammamia, quella puzza iniziava a farmi sentire male...

Vidi di sfuggita, i due entrare nell'edificio per poi uscirne poco dopo, dietro ad uno dei famosi furgoncini, intenti a svolgere il proprio lavoro.

Ed io, come solita ficcanaso quale ero, decisi di seguirli per tutta la mattinata...

Si erano fatte le sette quando finalmente ritornarono all'edificio iniziale -il quale mi sfugge il nome- dove poi Zac ne riuscì dopo mezz'oretta, con un altro capo vestiario e con un'aria decisamente più sistemata.

Infatti, guardandolo meglio, con quei pantaloni neri, la camicetta bianca ben abbottonata e il gilet nero sopra, con scarpe in tinta, più eleganti, ricordava proprio...un cameriere? Oh, no, ti prego!

Ripresi esausta il motorino per seguirlo nuovamente fino alla sua prossima fermata da dove poi, si diresse ad uno dei bar/ristorante, più esclusivo della zona nel quale, grazie al cielo, le pareti erano di vetro, quindi con la piena visuale di quello che poteva accadere dentro, senza che, quindi, fossi costretta ad entrare o ad aspettare fuori come un cagnolino da riporto.

Sembravo un vero e proprio detective privato, con tanto di giornale e occhiali da sole a pararmi dalla sua visuale. Ero appunto seduta esattamente di fronte al bar, su una panchina, fingendomi interessata a leggere le cronache sportive mentre, in realtà, tenevo d'occhio Zac, svolgere il suo terzo lavoro, un po' dietro il bancone, un po' a servire la clientela prevalentemente femminile, pronta a fare anche gli occhioni dolci in sua presenza.

Un istinto animale mi gridava di entrare a furia lì dentro e a prendermi ciò che mi apparteneva sotto gli occhi di tutti come se dovessi proteggere il mio territorio... Che mio non era.

Non sapevo nemmeno come avrebbe reagito mio padre nel svegliarsi e non trovarmi a letto, dato che ci svegliavamo entrambi alle cinque e venti di mattina, lui per andare al lavoro ed io per andare a prendere l'auto che mi avrebbe portata a Rieti...

Forse avrei dovuto lasciargli un bigliettino. Ma cosa gli avrei scritto?

Scusa, papà, oggi non sono andata a scuola perchè dovevo pedinare il mio finto fidanzato Zac...?

Come minimo mi avrebbe fatta rinchiudere in un manicomio.

Ancora non ci credevo però, che Zac mi avesse tenuto segreto tutto questo. Mi sentivo ferita... Io gli avevo raccontato tutto di me e poi si lamentava che non mi aprivo abbastanza quando invece era lui che mi nacondeva tutto questo! Diamine, aveva tre lavori! La mattina alle quattro faceva il netturbino, dalle sette il cameriere e il pomeriggio, fino a sera, il gigolò. Dove li metteva, poi, tutti i soldi che guadagnava? Dalla somma che mi aveva detto Cris, Zac doveva guadagnare non poco a fare “l'intrattenitore” quindi, perchè andarsi a complicare la vita ulteriormente?

Nella mente mi passavano, intanto, tutti frammenti di ricordi nei quali io stavo in classe mentre lui andava a sgobbare dalle quattro di mattina o io che ritornavo da scuola e mi lamentavo pensando di faticare troppo mentre lui mi accoglieva sempre con un caldo sorriso, senza mai far riferimento a tutto quel lavoro che ogni mattina lo attendeva.. Non mi credevo così tanto sciocca e superficiale. Dovevo imparare da lui molto più di quanto avessi mai creduto e non solo nel campo della passione...

Zac si meritava davvero di più.

Ma, proprio quando venivo sopraffatta da tutti quei pensieri, lo vidi, da dietro il bancone, prendere il cellulare e digitarne qualcosa sopra, per poi rimetterlo velocemente in tasca prima che il suo capo -una donna sulla quarantina- lo beccase in fragrante.

Che stesse messaggiando con la sua amata..? E perchè, d'un tratto, ne ero gelosa? Chi ero io per permettermi di fare quei pensieri su di lui? Lui che meritava una persona che lo amasse e non di stare dietro ad una mocciosetta pigra e viziata come me.

Stavo quasi per alzarmi e andarmene via, decisa a troncare anche l'affare con Zac, quando la suoneria del cellulare non mi sorprese; accidenti, dovevo ricordarmi di mettere il silenzioso!

Fatto sta che mi era arrivato proprio un sms...

So che sei già sveglia da un bel po', ma volevo comunque augurarti una buona giornata, bambolina. Mi raccomando: fai la brava! ;)

Come potevo lasciarlo andare? Il destino me lo aveva donato senza che lo chiedessi, senza che me lo aspettassi, ed io volevo mandarlo via da me? No. Non lo avrei fatto più. Lui aveva inviato un sms a me e a nessun altra. Lui teneva a me... Potevo sembrare egoista, ma avrei aspettato almeno la fine del mese per farmene un'idea. In quel momento avevo solo tanta, troppa, voglia di lui e del suo sorriso.

Avevo abbassato il giornale per guardare il cellulare rischiando anche di essere beccata ma, grazie al cielo, me ne resi conto prima di creare un casino e mandare tutto all'aria. Volsi ancora lo sguardo verso di lui che stava parlando con due clienti sulla ventina, bionde, anoressiche e con vestitini succinti da segretarie in carriera che avevano il continuo vizio di toccarsi i capelli e di muoversi come anguille impossessate, su quei poveri seggiolini, davanti ad uno Zac apparentemente sorridente e obbediente. Ovvio che quelle serpi volessero rimorchiarlo.. Con quel nuovo stile elegante, mandava in tilt anche me! In più, vedere i suoi capelli ben sistemati con gel o lacca, e non scomposti come ero solita vederli, mi faceva uno strano effetto. Lo preferivo, comunque, quando era vestito con T-shirt, jeans, converse e con i capelli da scapestrato, invece che così. Decisamente perchè in quei momenti era semplicemente se stesso e non uno dei tanti personaggi che doveva interpretare.

Passarono così le ore e fu più difficile vederlo civettare con tutte le ragazze che ci provavano con lui, consapevole di non poter intervenire, che restare lì fuori senza far nulla e coprendomi continuamente.

Verso mezzogiorno, finalmente, uscì da quell'inferno, dirigendosi alla fermata, togliendosi nel frattempo il gilet, sbottonandosi la camicia, togliendosi quella stupida cravattina e infilando il tutto nella borsa che si era portato appresso, scomponendosi poi i capelli come li amavo io...

Okay, era il momento di ripartire con il mio veicolo magico, neanche fossi batman con la sua batmobile, e seguire Zac fino a quella che si presentò l'ultima tappa, nonché anche quella che mi pietrificò maggiormente.

Eravamo arrivati davanti ad una casa, raggiunta a piedi da entrambi dato che avrebbe certamente notato l'unico motorino presente nella strada deserta che divideva le villette e le case ben sistemate, con tanto di giardino e portico, da una parte e dall'altra, stile molto americano.

Lo vidi fermarsi davanti ad una bianca, con il prato perfettamente tosato e con il numero civico gigante “59” dorato, fuori dalla porta.

Che fosse un'altra sua amante? Era scritto sul contratto che poteva avere più clienti allo stesso momento? Ma..soprattutto, esisteva un contratto?

Prima di entrare però, si voltò un paio di volte a guardarsi intorno costringendomi, quindi, a nascondermi dietro ad uno dei tanti alberi presenti, poco più indietro da dove si tovava lui. Sembrava che tutto stesse procedendo alla grande, ma, proprio quando stavo iniziando a congratularmi con me stessa per il mio ottimo lavoro, pensando quindi ad una futura carriera nel campo, e lui stava entrando nella casa, il mio cellulare prese a squillarmi, facendo sobbalzare sia me che lui, dato che il posto era silenzioso e privo di vita, facendomi così, anche maledire per non avergli tolto la suoneria che, sfortunatamente, continuava imperterrita a rimbombare senza sosta.

L'agitazione ritornò prepotente in me, facendomi ritornare il singhiozzo, il batticuore e la sudorazione delle mani che causò la caduta del mio dannato cellulare a terra, dandomi un ulteriore preoccupazione dato che, essendo caduto “di schiena”, riuscii a vedere chi in quel momento mi stava chiamando: mio padre.

 

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Capitolo 15
*** FOTOGRAFIE ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO - FOTOGRAFIE

 

Cazzo...!” Me ne uscii, poco finemente, mentre pregavo ogni santo che Zac fosse entrato prima di tutta quella scenata...

Ovviamente la preghiera fu vana...

Pronto, papà?” Sussurrai, nascondendomi meglio dietro il tronco.

Victoria, dove sei!?” Urlò, rompendomi quasi un timpano.

Mmm.. Sono uscita prima. Cristina doveva parlarmi.” Mentii, spudoratamente, incrociando le dita.

Ho chiamato Cristina poco fa. Lei non ne sa nulla.” Fece, cercando di calmare la rabbia che sentivo ribollirgli dentro.

Oh, cazzo...

Prima che svenissi all'istante per la troppa ansia, una mano prese velocemente il mio cellulare, allontanandolo dal mio orecchio, per poi rivolgersi a mio padre.

Non si preoccupi, Giacomo, sua figlia è con me... Sì... No... Mh mh... Okay, grazie... Ciao.” E con questo Zac chiuse la chiamata, restituendomi il telefonino fra le mani, senza che io dicessi nulla o lo guardassi in faccia.

Non riuscivo nemmeno a muovermi. Ero pietrificata sul posto, con occhi e bocca ad O dallo stupore. Zac mi aveva scoperta.. Mio padre mi aveva scoperta... No. La carriera di detective non era proprio adatta a me.

Tu cosa diavolo ci fai qui?!” Sentivo la furia di Zac, trapelare dalle sue parole piene di stizza e nervosismo. Se solo avesse saputo tutta la verità mi avrebbe, come minimo, denunciata per stalker.

Ma, prima che riuscissi a proferire alcun suono, una voce più lontana e femminile, ci interruppe gentilmente.

Zac, cosa fai lì giù? E chi è la tua amica? Mi sembra di averti insegnato le buone maniere, no? Avanti, invitala ad entrare!” Urlò, per farsi sentire dal portico dove si trovava. Sporgendomi, però, invece di trovarmi una delle solite bellezze che ero abituata a vedere intorno a Zac, la vista di una vecchietta con tanto di capelli bianchi, rughe ed un sorriso familiare mi stupì ancora di più.

Indossava una tuta celestina e rosa e per essere un'anziana signora sulla settantina, sembrava fin troppo giovanile.

Vieni.” Mi ordinò, Zac, con tono duro e autoritario, come mai lo avevo sentito rivolgersi a me.

Lo seguii in silenzio, entrando più titubante nella casa della signora, dopo di lui, che non si sprecò nemmeno di tenermi la porta aperta.

La casetta non era troppo grande, adatta per poche persone, interamente in legno e con pareti diversamente colorate, dava l'aria di essere un posto ospitale e solare. Appena entrata, subito sopo la porta, c'era il salone con tanto di camino, tv, divano, poltrona e sedia a dondolo con accanto i ferri da maglia ancora aggrovigliati. Più avanti vi era la cucina, abbastanza larga che, con un'altra porta finestra sempre aperta, portava ad un balconcino sempre di legno, in alcuni punti anche cigolante. Nelle altre tre porte chiuse, sicuramente, si trovavano la camera da letto, quella per gli ospiti e il bagno...

Oh, santo cielo!” Esclamò la signora, venendomi più vicina per guardarmi meglio, per poi prendere anche gli occhiali da vista come a non credere a ciò che vedeva. “Lucy...” Mi sussurrò poi, a pochi centimetri dal viso.

Nonna!” La richiamò Zac, facendola sussultare.

Nonna? Era sua nonna? Quindi.. Zac aveva una parente! Ecco perchè mi guardava ancora in quel modo terribile ed era tanto agitato.

La sua famiglia era pur sempre il suo argomento tabù!

Ma ero troppo entusiasta di quella scoperta per badare alle sue reazioni.

Lei..è sua nonna?” Le chiesi, quindi, guardandola nello stesso modo stupito con il quale mi guardava lei.

Sì, tesoro. E tu sei..?” Domandò, con tono pacato e..commosso?

Mi chiamo Victoria, piacere.” Non riuscii neanche ad alzare una mano tanto mi stava attaccata. La presentazione, fortunatamente, non aveva necessitato di alcuna etichetta.

Annie, piacere mio.” Sussurrò, facendo poi una cosa che mi spaventò quasi. Infatti alzò una mano per poi passarla sul mio viso in una carezza leggera che quasi mi tranquillizzò ma che, poi, stringendomi una giancia, iniziò a farmi male.

Posai il mio sguardo allarmato su Zac per cercare aiuto, inarcando anche un sopracciglio, incuriosita da quella reazione così...strana.

Nonna, ma che fai?” Zac, grazie al cielo, mi venne in contro, allontanando la nonna-omicida da me.

Presi subito a massaggiarmi la guancia, indietreggiando di qualche passo.

L'hai vista, Zac?” Gli chiese lei, come se io fossi una statua e non stessi ascoltando la loro conversazione.

Sì che l'ho vista, e non dovrebbe neanche essere qui.” Fece, rivolgendosi a me con il solito tono arrabbiato e quasi furioso.

M-mi dispiace...” Cercai di giustificarmi.

Cosa ti è passato per la testa, Vic!? Perchè non sei andata a scuola!?” Prese ad alzare la voce, lasciando sua nonna e venendomi più vicino mentre io indietreggiavo ancora, finendo alla fine, contro la poltrona.

Io.. Volevo sapere dov'eri andato. Ti ho sentito stamattina uscire...” Oh-oh, passo falso. Non doveva sapere quell'esatto particolare.

Tu...mi hai seguito da stamattina!?” Sbottò, giustamente furioso.

Mi sembrava strano che fossi uscito alle quattro.. Pensavo che volessi andartene via.” Mentii, deglutendo.

Lo avevo seguito per semplice e stupida curiosità.

Cosa hai visto?” Mi chiese, cercando di regolarizzare il tono e il respiro.

I.. i tuoi lavori.” Abbassai lo sguardo, senza riuscire a guardarlo.

Fu un attimo che lo sentii girarsi e dare un pugno potente sul muro dietro di sé, facendomi sussultare. La nonna, probabilmente dura d'orecchi, guardava la scena dalla cucina, con ancora quella strana luce negli occhi turchesi, simili a quelli di Zac che, però, al momento mi guardavano furiosi.

Non dovevi venirne a conoscenza, tu! Non erano fatti tuoi! Cosa ti ha detto il cervello, si può sapere? Marinare la scuola per seguirmi dalle quattro di mattino fino a mezzogiorno!?” L'avevo fatta grossa, dato che aveva ripreso ad urlare come un pazzo.

Ho giò detto che mi dispiace, cosa vuoi di più?” Chiesi anche io, con tono più pacato.

Che ti fossi fatta gli affari tuoi!” Esclamò, dandomi il colpo di grazia.

Ha-hai ragione, scusami ancora. Se vuoi lasciarmi, ovviamente sei libero di farlo. Io tolgo il disturbo. E' stato un piacere Annie.” Deglutii ancora, con sguardo basso, trattenendo le lacrime che in questi utlimi giorni sembravano troppo porpense ad uscire. Aveva ragione lui ed io meritavo il peggio...

Stavo per aprire la porta, quando la sua mano calda, che avrei riconosciuto fra altre mille, mi bloccò come quella volta al ristorante.

No, resta. Ormai il danno è fatto e poi..mia nonna vuole conoscerti.” Sospirò.

Non voglio.. disturbarti ancora.” Cercai almeno di andarmene a testa alta e con un briciolo di dignità.

Siamo pari, okay? Io mi sono intromesso con tuo padre, facendovi litigare e tu...mi hai pedinato fino a conoscere mia nonna.” Spiegò, tentando di farsi ritornare il sorriso sghembo che tanto adoravo.

Annuii senza rispondere ma, prima di avanzare verso la cucina, rirpesi Zac per la camicia per avvicinarlo a me e sussurrargli: “Ma.. tua nonna cos'ha?” Domandai, impaurita da quella vecchietta tanto strana che aveva quasi cercato di stritolarmi una guancia prima, e che continuava a guardarmi come se fossi un miraggio.

In tutta risposta, il mio finto fidanzato ridacchiò, anche se lo sentii ancora più nervoso, prendendomi per mano e protandomi da Annie.

Rimani a pranzo, vero?” Mi chiese, speranzosa.

Il mio sguardo passò subito a guardare Zac, dubbiosa se accettare senza il suo consenso.

Già che c'è...” Fece spallucce, mettendomi un braccio intorno alla vita e avvicinandomi ancora di più a sua nonna.

Oh, ne sono contentissima! Su, cara, siediti. Voglio sapere tutto di te!” Esclamò tutta emozionata, neanche fossi la star del momento, facendomi quindi sedere a tavola mentre Zac apparecchiava.

Era troppo strano vederlo così e anche irrimediabilmente buffo, tanto che, guardandolo, tentai di trattenermi una risatina.

A casa me la pagherai..” Mi sussurrò all'orecchio, gelandomi all'istante e facendo morire la mia risata.

 

Mmm.. Questa pasta è buonissima, Annie, complimenti.” Le sorrisi, finito il mio piatto di fettuccine con carciofi.

Ti ringrazio tesoro, ma Zac è quasi più bravo di me a farla.” Ammiccò lei, verso suo nipote, stranamente silenzioso.

Non sapevo che cucinassi.” Lo guardai, incuriosita.

Beh, io non sapevo che tu fossi uno stalker.” Ribatté, pignolo come sempre.

Dai, Zac, ti ho già chiesto scusa!” Ridacchiai, dandogli un buffetto sulla guancia e facendolo sorridere.

Finalmente era tornato tutto come prima...

Che scuola fai, cara?” Mi chiese Annie, dopo che l'avessi aiutata a sparecchiare mentre Zac si era posizionato sulla poltrona a guardare un po' di Tv sui canali di calcio.

Istituto d'Arte, a Rieti.” Le sorrisi, felice di quell'ambiente famigliare rilassato e caloroso. Vedere Zac in un contesto tanto differente non fece altro che aumentare la mia stima e il mio affetto nei suoi confronti.

Anche alla mia Lucy piaceva disegnare...” Borbottò la nonna, mentre buttava i tovaglioli sporchi nel cestino.

L..Lucy?” Chiesi, ricordando esattamente come mi aveva chiamata appena mi aveva vista, e incerta se impicciarmi ulteriormente nella vita di Zac.

Mia figlia, la madre di Zachary..” Mi sussurrò accanto all'orecchio, sicuramente cosciente di una possibile reazione da parte di suo nipote.

Sua madre? La madre di Zac... Non me l'aveva nemmeno mai nominata.

Annie continuò a guardarmi e solo in quel momento, infatti, ricordai le parole di Zac: “Mia madre era di Atlanta, mio padre italiano...”

Annie.. giusto. Non è un nome italiano.” Pensai, purtroppo ad alta voce, facendo ridacchiare l'anziana signora che non si decideva a distogliere lo sguardo dal mio viso.

Per tutto il pranzo mi aveva guardata di sottecchi, fatto domande su ogni cosa, dalla più sciocca alla più personale, e per tutto quel tempo avevo cercato di reprimere la voglia di chiederle il perchè di quei comportamenti che Zac fingeva anche di ignorare.

Non che mi dessero fastidio ma...ecco, non ero mai stata abituata a tante attenzioni.

Noi siamo di Atlanta. Ci siamo trasferiti anni fa, però.” Continuò a sorridermi, anche se più malinconicamente.

Intende, lei e i genitori di Zac.” Deglutii a disagio. Sentivo di essermi inoltrata in un campo minato.

Oh, no. Io mi ero trasferita già prima di loro. Anche mio marito era italiano. Abbiamo vissuto un po' ad Atlanta e un po' qui, fino a quando Lucy non ha conosciuto Carmelo, il padre di Zac, e hanno deciso di sposarsi e andare a vivere in America. Ogni estate ritornavano in bass'Italia per andare a trovare i parenti di Carmelo, dato che lui -prima di conoscere Lucy- si era spostato a Roma per gli studi, per poi ritornarsene a casa ad Atlanta per crescere i propri bambini: Zac e Jack.” Raccontò, sempre mantenendo il tono di voce basso, sistemando ogni tanto la cucina.

Almeno, pensai, qualcosa di vero Zac me l'aveva raccontata ma, in quel preciso istante suo fratello e i suoi genitori..dov'erano?

Quindi il resto della famiglia è rimasta in America...” Azzardai, sempre titubante.

Jack ha trentanni e lavora come architetto a New York, ma Lucy e Carmelo sono morti molti anni fa.” Fece Annie, gelandomi il sangue.

Era per questo, quindi, che Zac era così restio a parlare del suo passato e dei suoi genitori? Perchè era rimasto orfano..?

Oh, mio dio.. Mi.. mi dispiace moltissimo, io.. Zac non me ne ha mai parlato.” Farfugliai presa dal dispiacere e dall'imbarazzo di quella spiacevole situazione. In certi casi non sapevo mai cosa dire, certa che qualsiasi cosa sarebbe stata errata, soprattutto detta da me, quindi spesso rimanevo in silenzio senza rischiare di sfigurare ancora ma, accidenti, qui si parlava di Zac.. della sua famiglia e del suo dolore. Chissà come sarà stata dura aver affrontato tutto il trauma da solo.

Zac non ne parla mai con nessuno perchè non vuole compassione. Preferisce semplicemente fuggire al discorso ma non sa che in questo modo nulla si risolve.” Spiegò, saggiamente, Annie, scuotendo il capo amareggiata.

Ha ragione.” Annuii, persa in quei ragionamenti.

Scommetto che ti ho spaventata, vero?” Mi chiese a bruciapelo lei, riscuotendomi dal momento di blackout.

Mmm.. In che senso?” Cercai di fingermi ignara delle sue parole.

Oh, avanti cara, so di averti fatto una strana impressione quando prima mi sono comportata in quel modo. Non ti preoccupare, non lo faccio con tutti.” Ridacchiò, notando la mia espressione sollevata. “Tu le somigli molto.” Dichiarò dopo poco, ritornando seria e ritornando a guardarmi in quel modo strano.

A chi?” Domandai, inarcando un sopracciglio.

A mia figlia Lucy. Hai i suoi stessi capelli corvini, gli occhi verdi acqua, la pelle chiara... Sei la sua copia spiccicata. E' per questo che appena ti ho vista mi è quasi preso un colpo.” Rise ancora, ma più lievemente, pensando probabilmente ad un vecchio ricordo.

Oh, accidenti. Beh, Zac non mi ha mai detto nemmeno questo. Forse perchè era piccolo quando sua madre è..Bé, quando Lucy...” Mi stavo impicciando con le mie stesse parole, vergognandomi di dire la parola “morta” ed iniziando così a gesticolare furiosamente come mio solito, venendo bloccata subito e fortunatamente, dalla nonna.

No, no, non è di certo per questo. Zac ricorda benissimo sua madre e sicuramente anche lui è rimasto spiazzato dalla vostra somiglianza.” Mi sorrise, dicendomi poi di aspettare un attimo mentre andava nella sua camera a prendere una cosa...

Intanto io mi affacciai di poco dalla cucina giusto per vedere Zac essersi addormentato sul divano con ancora la televisione accessa e i vestiti ancora addosso. Non so cosa mi mosse, ma istintivamente mi alzai per andargli incontro e levargli così i piedi da sopra il tavolinetto, togliendogli le scarpe e facendolo sdraiare meglio sul divano per esteso, coprendolo con la copertina che trovai sulla poltrona lì affianco, senza nemmeno svegliarlo.

Zac, capii all'istante, aveva il sonno pesante.

Sorrisi guardandolo e pensando a tutta la fatica che ogni giorno doveva fare per guadagnarsi da vivere e ricordando quegli attimi in cui svolgeva il lavoro da netturbino o da cameriere, posandogli poi una mano fra i capelli, carezzandoli, per poi abbassarmi e lasciargli un leggero bacio sulla fronte.

Riposati, tesoro mio.” Gli sussurrai, rendendomi conto solo dopo di ciò che dissi.

Rialzandomi in piedi notai che nonna Annie ci stava fissando con un'espressione mista fra la sofferenza, la commozione e la gioia.

Ehm.. I-io...” Cercai di trovare le parole giuste che nemmeno avevo in mente.

Non devi giustificarti, cara, è stata la scena più emozionante alla quale avessi mai assistito.” Fece, con voce rotta. “Vieni in cucina che ho delle cose da farti vedere...” Detto questo la raggiunsi a sguardo basso fino a risedermi sulla sedia in cui stavo prima, ad aspettare che Annie aprisse il piccolo bauletto d'acciaio che aveva appena poggiato sul tavolo.

Deve essere molto vecchio..” Borbottai, osservando più da vicino l'oggetto, fino a quando la nonna di Zac non si decise ad aprirlo per prenderne poi un mazzo di foto, alcune in bianco e in nero e altre già a colori, tutte raffiguranti le stesse persone apparentemente felici e indubbiamente di bell'aspetto.

Ecco, guarda queste..” Mi consigliò lei, porgendomene una decina.

Iniziai così a sfogliarle una ad una con il battito cardiaco a mille, notando in ognuna di queste, una donna dai capelli neri, un sorriso disarmante, la pelle diafana e gli occhi di un verde chiaro intenso; appena la vidi per la prima volta, dalla sorpresa, la fotografia mi cadde sul tavolino, porgendomi però sempre la stessa visuale.

Boccheggiai per qualche secondo ma poi, riprendendomi la ripresi in mano e rimasi ancora sbalordita dalla somiglianza che aveva con me.

Nella foto doveva avere vent'anni, solo di alcuni tratti era leggermente differente a me e fra questi c'era sicuramente la bellezza.

I capelli erano poco più lunghi dei miei, più ondulati e non aveva trucco. Portava un cappellino rosso in tinta con il vestito lungo fino ai ginocchi e stretto in vita, adatto certamente ad una festa importante.

La foto seguente era in primo piano e la raffigurava in costume, con i capelli bagnati ed il solito, inconfondibile sorriso solare, simile a quello di Zac.

Nella terza era sdraiata su un prato e teneva in mano una margherita; accanto a lei c'era un bambino biondo con gli occhi azzurro cielo di una profondità indistinguibile, inutile quindi dire che si trattava ovviamente di Zac che sorrideva proprio come la madre mentre si guardavano, ignari dello scatto della foto.

La quarta raffigurava tutta la famiglia in una posa seriosa ma con la solita scintilla divertita negli occhi di ognuno di loro; lì Zac doveva avere circa sette anni mentre suo fratello, che aveva lo stesso colore dei capelli di sua madre e gli occhi castani di suo padre, ne doveva avere dodici. Erano vestiti eleganti, probabilmente per un matrimonio e ricordavano una di quelle famiglie perfette e felici da copertina, sempre impeccabili.

Sfogliavo le foto come incantata, ignara del tempo, di chi avevo attorno e, soprattutto, delle conseguenze. Mi ero impicciata fin troppo nella vita di Zac ma, ora che c'ero, non mi sarei certo tirata indietro, a maggior ragione se sua madre aveva questa stravolgente somiglianza con me.

Fu proprio quando stavo guardando la settima fotografia nella quale c'era Lucy che lanciava un bacio all'obiettivo, sicuramente diretto a suo marito, che il ricordo della chiacchierata con Maria riaffiorì prepotente nella mia mente...

Gli hai mai chiesto perchè si è avvicinato a te sul treno? Se ci pensi bene uno che fa il suo lavoro non potrebbe mai avere una relazione fissa con una ragazza. Non reggerebbe mai. Io penso che per lui tu sia diversa dalle altre, Victoria.”... Ma certo! Tutto tornava ai conti che i miei folli neuroni stavano facendo. Maria aveva anche detto che lei sapeva il motivo delle reazioni di Zac nei miei confronti ma che non poteva dirmi nulla perchè sarebbe stato lui a farlo... Era ovvio che appena mi aveva vista sul treno gli era quesi venuto un infarto e magari aveva anche creduto che fossi sua madre date poi le recenti scoperte. Oddio, peggio di un thriller. Sembrava un film a tutti gli effetti, pieno di colpi di scena e segreti difficili da rivelare. Conoscere Zac mi aveva catapultata completamente in un'altra dimensione...

Guardavo e riguardavo le foto come un'ossessa e tutti i vari frammenti di ricordi e voci facevano da sottofondo a quelle strabilianti immagini.

Ancora non riuscivo a crederci... Vedere Lucy era come vedere me, in tutt'altra epoca, in altri luoghi, altre situazioni, con altre persone, più bella e più grande, più donna, felicemente sposata e con dei bambini bellissimi. Una persona da invidiare...

Per non parlare di suo marito. Un uomo affascinante, non propriamente bello ma sicuramente intrigante, con occhi color cioccolato e capelli castano chiaro, tali e quali a quelli di Zac; era un tipo che amava vestirsi bene e che trapelava sicurezza di sé da tutti i pori... Dio, le sue espressioni erano le stesse che faceva abitualmente Zac quando era contento, imbarazzato, contrariato o euforico. Lucy e Carmelo davano entrambi l'aria di essere fatti l'uno per l'altra, data la semplicità di lei e l'eleganza di lui. Infondo..gli opposti si attraggono.

E.. come sono morti?” Chiesi mentre ancora guardavo le fotografie.

Oh, bé, questa è un'altra lunga storia. Ora sarà meglio rimettere a posto tutto, Zac si sveglierà a momenti.” Pochi minuti dopo, Zac riaprì gli occhi.

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Capitolo 16
*** SECONDA LEZIONE ***


  UN GIGOLO' IN AFFITTO – SECONDA LEZIONE

 

Ci vediamo a casa.” Fece, gelido e impassibile, camminando verso la fermata.

N-non vuoi che ti... accompagni?” Chiesi prontamente e anche confusa dalla sua freddezza.

No.” E con questo salì sull'auto appena arrivato.

Mi sentivo stanca di tutti i suoi sbalzi d'umore e dopo una mattinata del genere non volevo neanche perdere tempo a pensare alla sua improvvisa arroganza... Eppure mi dava fastidio. Sarei voluta salire anche io su quell'auto e urlargli contro tutta la mia frustrazione solo perchè mi aveva risposto in modo tanto distaccato e poi... Poi lo avrei abbracciato.

No, decisamente avevo bisogno di riposo. Stavo svalvolando...

Rincasai un quarto d'ora dopo poiché, non conoscendo il posto in cui si trovava la casa di Annie, ci avevo messo un po' per ritrovare la strada per ritornare.

Non sei andata a scuola, signorinella?” Mi salutò mio padre, appena misi un piede dentro.

Gli rivolsi un sorrisetto falso e nervoso ed entrai incerta della situazione e, soprattutto, su cosa dirgli.

Ecco, io...” Tentai ma venni subito interrotta.

Potevi dirmelo che stavi con Zac, no? Non mi facevi preoccupare tanto, almeno! Pensavo fossi scappata a causa della litigata di ieri sera...” Era partito col vocione, ma alla fine aveva quasi sussurrato come se si fosse imbarazzato dell'argomento. Quindi Zac era diventato un'ottima giustificazione?

No, papà, tranquillo. Ora, scusami, ma sono stanca. Vado in camera mia...” La sostenuta funzionava sempre. Tenni la testa alta senza guardarlo e, salendo le scale, mi rintanai prontamente nella mia stanza.

Erano le tre di pomeriggio e avevo tutto il tempo per rilassarmi e decidere se uscire o meno con i miei amici.

Sinceramente non ne avevo la minima voglia, così, prendendo il cellulare, inviai un sms a Susanna, avvertendola che non ci sarei stata.

Decisi quindi di accendere la piastra, mettere un po' di musica e di occupare il tempo come più mi pareva. Ogni volta che non sapevo cosa fare, passavo il tempo cercando di trovare nuove pettinature ai miei capelli, optando sempre per ridurre i soliti ricci indomabili in ciocche unite, lisce e perfettamente uniformi, dandomi l'aria più adulta e..sensuale.

Passarono così quasi due ore fra capelli e trucco, chiedendomi ripetutamente che fine avesse fatto Zac per tutto quel tempo.

Certo, sapevo benissimo che tutto quel sistemarsi non sarebbe servito a niente ma ero fatta così... Era il mio passatempo.

C'era chi dormiva, chi chattava o chi usciva e, beh, io mi facevo bella! Non che raggiungessi ottimi risultati dato che ero quella che ero, ma almeno, guardandomi allo specchio, vedevo una persona diversa dalla solita e solo in quei momenti mi sentivo davvero sicura... Sicura di poter cambiare.

Se ci riusciva il mio aspetto, poteva farlo anche il mio carattere!.. Ed io ero stufa dell'anonima ed invisibile Victoria.

Mi avevano detto che il nome Victoria trasudava determinazione e sensualità e che dovevo rispettare di più quel significato... Che cavolo voleva dire!?

Quel giorno ero stata così in collera con tutti per quell'osservazione che voleva semplicemente arrivare al fatto che fossi frigida ed insicura, che mandai a quel paese anche il povero cane della vicina Rossini.

In quel momento però, con una maglietta taglia L e leggermente lunga, a maniche corte, i pantaloni larghi del pigiama e con i capelli mossi ma lisci, mi vidi allo specchio come una ragazza semplice e, in fondo in fondo, anche soddisfatta di ciò che era. Preferivo i vestiti comodi anche se non erano sexy, indossavo scarpe basse -prevalentemente converse- e non tacchi alti, lasciavo i capelli sciolti senza nemmeno sprecarmi troppo nel sistemarli e me ne fregavo del giudizio degli altri. Volevo piacere per quella che ero...

Avevo il bagno nella mia camera, dato che quest'ultima prima apparteneva a Giada e Sophia che ci passavano le ore davanti allo specchio, così quando Zac entrò stile uragano nella mia stanza, lo vidi perchè tenevo la porta del bagno aperta e, logicamente, lo sentii, anche se mi sarei accorta di lui pure se fossi stata in Cina, dato il baccano che aveva fatto. . .

ZAC! Mi hai spaventata!” Dal gridolino acuto che avevo fatto capii perchè mi guardava con quegli occhi divertiti.

Cosa stai facendo?” Chiese, avvicinandosi e ignorando il mio sconcerto.

Ecco, tutt'un tratto era di nuovo di buon umore.. Non che mi dispiacesse, certo, però poteva almeno avvertirmi in qualche modo. Diamine, stavo impazzendo.

Secondo te?” Feci, acida, alzando il mio Lip Gloss per farglielo vedere meglio.

Piccola nota: io odiavo i lucidalabbra e i rossetti ma quando ero da sola con il mio specchio, mi concedevo di tutto... Peccato che dovevo ricordarmi che da sola, ormai, non ero più.

Esci?” Entrò in bagno, sorridendomi.

No. Non mi andava, ma se tu vuoi, vai pure...” Ti prego, non andare, ti prego! Pregai mentalmente, guardandolo di sottecchi come se potessi capire le sue intenzioni solo dagli occhi che, oltretutto, non smettevano di osservarmi.

Non va neanche a me.” Fece spallucce, sedendosi al bordo della vasca da bagno come un bambino che guarda la mamma mentre si prepara per uscire.

Continuai, così, a mettermi il Lip Gloss sulle labbra, volgendo, ogni tanto, il mio sguardo a Zac, dallo specchio. Mi guardava ancora incantato.

La smetti di fissarmi?” Esclamai, allora, guardandolo direttamente, sempre dallo specchio.

Ti sei lisciata i capelli. Stai bene.” Disse poi, con nonchalance.

Era un complimento? Possibile che era in grado di trasformare anche le frasi gentili in frasi apparentemente senza troppa importanza..?

E poi..perchè ero così felice?!

Ehm... Grazie...” Cercai di sorridere, anche se nervosamente.

Poi, all'improvviso, mi ritornò in mente la conversazione con la nonna Annie.

Dio, io.. Somigliavo a sua madre. Io... Sapevo che era rimasto orfano.

Io... Ero davvero una stupida ad essermelo dimenticato tanto facilmente.. Ma poi, come mi sarei dovuta comportare? Lui non doveva sapere che io sapevo. Si sarebbe arrabbiato con me e con sua nonna e questa era l'ultima cosa che volevo accadesse. Eppure sentivo la necessità di confortarlo, di dirgli che potevo comprendere per metà quel dolore, che io ci sarei sempre stata e che non lo avrei trattato mai in modo diverso per quella..mancanza. Ma non sapevo se anche quelle parole per lui, sarebbero significate come un cambio di comportamento nei suoi confronti.

Sentivo una voglia matta di abbracciarlo come se fossi realmente sua madre, per fargli conoscere o ricordare il più bel calore e affetto che si potesse ricevere con quel solo gesto. Volevo proteggerlo, volevo... Cosa volevo?

Averlo accanto? Sì, ma in che modo? Come insegnante di passione, come finto fidanzato, come amico o... Come ragazzo? Ero semplicemente troppo confusa e ripresi a passarmi il lip gloss per distogliere l'attenzione dal suo sguardo.

Sei davvero bellissima e sexy quando ti passi lucidalabbra. Mi viene ancora più voglia di baciarti.” Fece, all'improvviso, alzandosi e parandosi dietro di me, puntando i suoi occhi nei miei, dallo specchio.

Come poteva uscirsene con quelle frasi così.. destabilizzanti con tanta facilità? Non poteva farmi così.. Sarei svenuta da un momento all'altro per mancanza di aria, per il caldo che sentivo e per il battito accelerato del cuore.

Io... Ehm..” Cosa volevo dire? Abbassavo lo sguardo di continuo per l'imbarazzo e sentii le guance diventare rosso peperone. Accidenti a lui!

Voltati.” Mi ordinò, girandomi per i fianchi, fino ad incastrarmi nuovamente fra il suo corpo e il lavandino.

Deglutii a vuoto poiché la salivazione aveva cessato di funzionare.

Non feci nemmeno in tempo, però, ad aprire bocca per chiedere spiegazioni o protestare, che le sue labbra si attaccarono prontamente alle mie con tanta dolcezza e passione messe insieme che mi fecero dimenticare all'istante tutte le mie paranoie. Mi accarezzava una guancia, fino ad arrivare ad immergere le sue dita fra i miei capelli mentre, con l'altra mano sotto la mia maglietta, disegnava forme astratte sul mio ventre, facendomi ogni tanto anche rabbrividire dall'eccitazione. Ma potevano piacermi così tanto i suoi baci? Insomma, ne avevo baciati abbastanza di ragazzi prima di lui, eppure il suo modo di muovere la lingua, di mordicchiare il mio labbro, di toccarmi e muovere il bacino leggermente, mentre lo faceva, rendeva il bacio speciale, unico, magnifico, certamente il migliore fra tutti quelli che avevo dato in precedenza. Mi sentivo incendiare anche solo quando mi sfiorava le labbra prima di ogni bacio o quando sentivo il suo naso e la sua bocca semiaperta, toccare il mio collo senza baciarlo. Sensazioni che non avrei dovuto provare con lui... Sensazioni che avrei dovuto desiderare da Luca.

Mmm.. Fragola.” Sussurrò, ad un millimetro dalle mie labbra, sorridendo.

O-ora dovrò rimettermelo...” Farfugliai a mia volta, dandomi poi della stupida per l'uscita certamente poco azzeccata al momento.

Da vedere, le tue labbra sono belle con il lucidalabbra ma da baciare sono decisamente meglio così... Quindi non rimetterlo.” L'ultima parola a malapena riuscii a sentirla che si rifiondò a baciarmi come se dovesse darmi l'addio poco dopo.

Ma, appena ci staccammo per riprendere fiato, una domanda poco felice mi venne in mente e, a causa della passione che mi rendeva più audace, la feci.

Zac... Non.. Non ti fa, ecco... Un po'...senso, baciarmi?” Chiesi, guardandolo attentamente. Certo, nella mia testa la domanda aveva un vero significato.

Mi chiedevo se quando mi baciava pensava a sua madre e quindi se questo, in qualche modo, lo rendeva inquieto o lo schifasse dato che immaginare di baciare mio padre rivoltava lo stomaco anche a me!... Togliendo il fatto che, al momento, mi rivoltava lo stomaco baciare chiunque non fosse Zac...

Aggrottò la fronte, inarcando un sopracciglio e distaccandosi da me, guardandomi come se fossi un alieno.

Perchè mi chiedi questo? Qualcuno in passato ti ha detto che gli ha fatto impressione baciarti?” Domandò, giustamente confuso.

N-no.. Ma, tu rispondimi. Ti ha mai fatto senso baciarmi?” Che domanda stupida! Mi ero ridicolizzata come mai in vita mia.

Avevo fatto un passo troppo affrettato e rischiavo di essere scoperta da Zac sul fatto di sua madre... Che cretina!

No, mai. Al contrario. Ho sempre avuto voglia di baciarti dalla prima volta sul treno, appena ti ho vista.” Dichiarò con nonchalance, guardandomi sempre interrogativo.

Lo aveva ammesso o avevo sentito male? Aveva detto chiaramente che era stato attratto da me dal primo momento in cui mi aveva vista... Era per questo che si era avvicinato sul treno, quindi. Aveva ragione Maria, allora! Non era solo per il singhiozzo.. quella era stata solo un'ottima scusa! Ma perchè ero ancora così felice, poi? Infondo, probabilmente lo aveva fatto semplicemente perchè somigliavo a sua madre che gli mancava. Per lui ero solo un punto di riferimento, non di certo qualcosa di importante come.. l'amore.

La mia risposta non ti è piaciuta? Sembri triste.” Notò, alzandomi il viso con un dito sotto il mento.

No, è che.. stavo pensando.” Gli sorrisi, anche se ancora poco convinta.

Perchè mi hai fatto quella domanda?” Mi guardò sospettoso.

Ho.. Ecco, ho sempre pensato di fare schifo a baciare.” Risi nervosamente.

E... Infondo non era neanche una scusa. Lo pensavo davvero.

L'ho sempre detto, io, che sei paranoica!” Ridacchiò “Sappi che fra tutte le ragazze e donne che ho baciato -e ne ho baciate tante!-, tu sei l'unica che senza nemmeno accorgertene, mi provoca nel farlo. Ho baciato solo per richiesta o perchè comunque dovevo farlo, dato che per fare l'amore quel contatto è necessario per aumentare la tensione sessuale, ma con te...è diverso. Ti bacio quando voglio e lo farei sempre, se non fosse per le situazioni in cui mi devo trattenere.” Poi, avvicinandosi al mio orecchio, sussurrò: “Sai.. Tu mi ecciti anche solo quando mi guardi.. o parli.. Quando ti tocchi i capelli, ignara di ciò che ti accade intorno, di quanto tu mi faccia impazzire... O quando ti mordi il labbro, quando sorridi, ma.. più di tutto, quando ti arrabbi. Dio, quando sei furiosa ti sbatterei sul letto e ti farei urlare dal piacere..per ore. . .” Leccandomi, infine, il lobo.

Mentre parlava muoveva il bacino contro il mio, facendomi chiudere gli occhi ed eccitare a livelli impressionanti. Parlava lentamente, con voce bassa e roca, sensuale al punto giusto e immensamente eccitante, ovviamente.

Dal canto mio, non sentivo nulla a parte il battito del cuore e le sue parole che mi portarono subito alla follia. Se solo avesse saputo che io mi eccitavo anche solo nel guardarlo mentre stava semplicemente fermo, poi...

Diventai paonazza ed iniziai a boccheggiare, stupita da quell'ultima frase.

Poteva fermarsi al “ti sbatterei sul letto” che avrei capito al volo il doppio senso. Oddio, da quant'è che ero diventata tanto..porca!?

Oh, Zac...” Probabilmente la mia voce quasi orgasmica portò subito Zac a sollevarmi per i fianchi per posarmi sul letto e venire prontamente su di me per poi riprendere a baciarmi con impeto e determinazione.

Ho una voglia matta di te, Victoria..” Sussurrò ancora, facendomi gemere.

Avvinghiai così le mie gambe alla sua vita, inarcando la schiena per far strusciare il mio bacino al suo, accorgendomi allora della sua eccitazione e facendolo boccheggiare, sorpreso dalla mia improvvisa audacia.

Ci fermammo solo dopo un'ora quando, staccandosi da me e facendomi anche uscire un leggero lamento, mi disse: “Stasera andiamo a cena fuori, bambolina e stanotte... Seconda lezione.”

 

Inutile dire che la cena fu insolita, com'era da lui, ma decisamente piacevole. Mi ero divertita fra battutine e allusioni e, alla fine, ci eravamo chiariti anche su un punto: io e Zac eravamo amici.

Non amici di letto... Almeno, non solo.

Ci volevamo davvero bene e fra amici era questo che serviva, no? Bene, a noi bastava e avanzava. Ero contenta di quella mezza etichetta; i miei neuroni potevano darsi un po' di pace, finalmente.

Ammetto che la pizza non era un granché.” Esclamò, sull'auto verso il ritorno a casa.

Mmm.. Non volevo dirtelo per prima per non fartici restare male, ma la mia margherita con funghi sembrava una gomma americana.” Ridacchiai, arricciando il naso.

Eravamo seduti ai posti di fronte, lui di spalle al guidatore. Sorrise.

Hai ragione... A saperlo ti portavo da un'altra parte.”

No. Cioè... Sono stata bene.” Arrossii e sorrisi timidamente come una bambinetta alle prese col primo fidanzatino.

Anche io.” Ammise, per poi guardarmi in quel modo strano al quale non avrei mai fatto l'abitudine.

Zac... Posso farti una domanda?” Deglutii, decisa a buttarmi.

Lui sembrò interdetto ma alla fine annuì.

Però devi promettermi di rispondere sinceramente.” Lo ammonii.

Mmm.. Dipende.” Era il massimo che potevo ottenere, così proseguii.

Hai venticinque anni, ma... perchè non hai ancora la patente? Perchè viaggi in autobus? Insomma, non hai mai desiderato di avere una macchina tutta tua dove portarci le belle ragazze?” Tentai di alleggerire l'atmosfera, dato che alla prima domanda si era bloccato e irrigidito come se avesse visto un fantasma...

I-io... Non amo molto le macchine.” Borbottò, non riuscendo a sostenere il mio sguardo.

Pensi che gli autobus siano più sicuri?” Inarcai un sopracciglio.

Sì. Decisamente. Così, almeno è sicuro che se capita un incidente... la colpa non ricade su di te.” Fece spallucce, dicendo il tutto con evidente agitazione nei gesti e nel tono di voce.

Ma...”

Siamo arrivati.” Sentenziò, alzandosi e dirigendosi all'uscita.

 

E quella busta?” Gli chiesi, appena entrò nella mia stanza.

Non ti sei nemmeno accorta che l'avevo da quando siamo usciti dal ristorante.” Sorrise, poggiandola ai piedi del letto; era grande e sembrava contenere delle cose pesanti con un sapore delizioso...

Cosa c'è dentro?” Chiesi, ancora, avvicinandomi prima che lui mi bloccasse con un braccio.

Una sorpresa per dopo.” Sussurrò, guardandomi con quegli occhi ipnotici.

Ah.” Dissi solo, continuando a fissare la busta senza nemmeno vederla.

Sei pronta?” Sorrise ancora, incoraggiandomi.

Era la scommessa, dopotutto. Non avrei dovuto protestare, qualsiasi cosa fosse.” Cercai di recitare la parte della donna sicura di sé e di ciò che diceva, senza riuscirci abbastanza bene, però.

Non hai risposto alla mia domanda.” Prese ad accarezzarmi una guancia.

Non mi sento molto pronta, a dir il vero...” Ammisi, deglutendo e tentando di non chiudere gli occhi per le sue carezze dolci e delicate.

Ti fidi di me?” Domandò, spiazzandomi letteralmente.

C-cosa?” Biascicai, incredula.

Ti fidi di me, Victoria?”

Mi guardava con tanta intensità e dolcezza che non potei non dire: “Sì.”

Sì, cosa?” Sfiorò le sue labbra alle mie.

Sì, mi fido. Mi fido di te.” Decisa e determinata. Possibile che solo in certi momenti riuscivo ad esserlo?

Basta solo questo.” Sussurrò, allora.

A quel consenso portò lentamente le sue mani ai miei fianchi per poggiarmi sul letto e venire sopra di me, come quel pomeriggio, e baciarmi delicatamente, leggermente, quasi a non toccarmi.

Baciava le mie labbra con dedizione e in un modo che mai prima d'ora aveva utilizzato con me. Non si fermava se non per rialzare il viso e guardami, e non muoveva il bacino sensualmente com'era solito fare. Rimaneva semplicemente sopra di me a baciarmi con dolcezza senza insinuare una mano sotto la maglietta, senza cercare di slacciarmi i pantaloni, senza baciare il mio collo o toccare il mio seno; mi baciava le labbra, tutto lì. Ed era un tutto che mi piaceva più del lecito. Non era particolarmente eccitante, tanto da desiderare dell'altro, ma era abbastanza per farmi desiderare di restare così per il resto dei miei giorni. Con le braccia mi teneva stretta a sé e mi coccolava senza volgarità o sfrontatezza. Ci baciavamo come due innamoratini...

Poi, quando rialzò il viso e lo guardai con espressione dubbiosa negli occhi, ridiventò il classico Zac e prese a baciarmi con passione fino a togliermi il fiato... e anche la maglietta.

Insinuai le mie mani fra i suoi capelli, giocandoci come più mi piaceva, per poi passarle sulle sue spalle e così sul suo petto, fino a scendere, prendere i lembi della sua T-shirt e togliergliela di dosso, scoprendo così i suoi pettorali e addominali decisamente belli da osservare.

Finirono a terra, subito dopo, anche scarpe e jeans, con calze comprese. Restammo al semi-buio, in intimo sul mio letto per quasi una mezz'ora a coccolarci e a baciarci fino a quando..

Oh, mio Dio!” Esclamai, ansante.

Cosa?!” Quasi urlò, preso alla sprovvista.

I miei fratellini sono nella camera accanto e mio padre è alla fine del corridoio!” Sussurrai, alterata e sconcertata allo stesso tempo, alzandomi a sedere con lui accanto a me.

Hai ragione.” Fece, sorridente, alzandosi invece dal letto per poi prendermi per mano e portarmi nella sua stanza, insieme alla famosa busta.

Chiuse la porta a chiave e ci ritrovammo successivamente nella stessa posizione di prima, però sul suo letto con le lenzuola bianche e non di Topolino e Pippo. . .

Zac.. Io...” Balbettai, spaventandomi appena cercò di sfilarmi le mutandine.

Tranquilla. Ricordi il patto?” Mi sorrise nella penombra.

S-sì... So che non devo protestare ma...” Ma m'interruppe, mettendo un dito sulle mie labbra.

Non quel patto, Vic. Quella era una sciocca scommessa e ti assicuro che se ci sarà qualcosa che non vorrai fare io sarò l'ultimo a costringerti di farla... Io dicevo il patto che avevi prefissato tu stessa: niente sesso ma solo stuzzicamenti, come li chiami te...” Sorrise ancora in quel modo così rassicurante che mi tranquillizzò e mi riportò a baciarlo dopo aver annuito felicemente.

Riuscì a togliermi le mutandine e così il reggiseno, facendomi rimanere nuda sotto il suo corpo... e i suoi occhi che ora non si staccavano da me.

Mi coprii alla svelta dall'imbarazzo di essere studiata così da vicino e tanto intimamente, mettendo un braccio sul seno e una mano sotto.

Allora Zac me le scostò delicatamente sussurrando: “No, non devi coprirti. Sei..bellissima, Victoria. Hai un corpo favoloso. La tua carnaggione chiara, la tua pelle delicata... Mi piace tutto di te.” Sfiorando il suo naso e le sue labbra prima lungo il mio braccio, poi sulle mie spalle e andando giù, iniziando così a dedicarsi ai miei seni.

Stavo ansimando già come una forsennata e stringevo fra le dite i suoi capelli come fossero la mia unica àncora, prima che si alzasse da me e andasse a prendere la busta a sorpresa.

Sei curiosa, eh?” Mi sorrise, posandola sul comodino affianco al letto.

Veramente ero un po' delusa perchè si era fermato, ma non lo avrei mai ammesso, ovviamente.

Non sentendo più il suo corpo sopra di me a riscaldarmi e a proteggermi, mi rigirai a pancia in giù, quasi istintivamente, mettendo in mostra però il mio lato B, di cui tanto mi lamentavo data la sua scarsaggine.

Poggiai i gomiti e lo guardavo con le mani sotto il mento, mentre tirava fuori dei contenitori da fuori l'enorme busta.

Dato il buio non potevo identificare bene il contenuto di quei barattoli ma appena Zac accese due candeline, lo riconobbi e sbarrai gli occhi, sbalordita.

Non ti piace il dolce?” Sorrise sensualmente, sta volta, infilando il dito nel barattolo di cioccolata fondente per poi metterlo in bocca e leccarlo.

Deglutii, ancora scioccata ma...curiosa.

Vuoi assaggiare?” Mi chiese, con voce roca e calda.

Annuii, anche se incerta, quando poi rimise l'indice nel barattolo -lo stesso indice che aveva leccato lui poco prima-, portandolo alle mie labbra che si dichiusero lentamente fino a quando non ospitarono dentro di sé quel dolce sapore, facendomi anche chiudere gli occhi... Ah, mossa sbagliata poiché appena li riaprii, vidi Zac guardarmi in un modo stupito e quasi famelico. Passarono pochi secondi infiniti prima che, risalendo sul letto sempre con il barattolo, ne rovesciò lentamente metà del contenuto sulla mia schiena e il mio sedere, facendomi boccheggiare e sussultare dalla sorpresa.

Lo sentii posizionarsi sopra di me, mettendosi a cavalcioni senza nemmeno poggiarsi, dietro di me all'altezza del sedere; prese così a leccarmi la schiena, baciandola e mordicchiandola, ogni tanto sussurrandomi parole dolci e lasciandomi ansimante e tremante, quando poi prese anche la panna montata per metterne una striscia, però -facendomi rigirare-, fra i miei seni fino all'ombelico. Sentivo il ventre ritirarsi sempre di più appena il mio respiro di smorzava e Zac scendeva più in basso, quando poi, stupendolo, non gli presi dalle mani la panna, ribaltando le posizioni e mettendomi io a cavalcioni su di lui.

Mmm.. Voglio assaggiarti anche io, però.” Misi per tre secondi il finto broncio per poi spruzzare la panna sul suo petto fino a poco più giù dell'ombelico, disegnando una striscia continua ma a zig-zag ondulati, mettendone, infine, una spruzzatina sul naso, facendoci ridacchiare.

Iniziai così anche io a baciarlo e a leccare, intanto, la panna su ogni singolo punto in cui l'avevo messa, sentendolo respirare a fatica e provando per la prima volta quel sapore misto a dolce ed eccitante, accorgendomi solo alla fine di come intrepida fossi potuta sembrare quando invece morivo dentro dalla vergogna.

La notte passò così, fra cioccolata e panna, fino a quando, dopo avermi massaggiato l'interno coscia, facendomi quasi venire, non la mise anche proprio lì in mezzo, facendomi sbiancare letteralmente.

Non te l'aspettavi, eh?” Chiese, con voce spezzata e rauca.

Zac, ma cosa...” Ma non feci neanche in tempo a chiedere che lo sentii scendere fra i baci, fino a ritrovarsi con la testa tra le mie gambe.

Mi alzai con i gomiti per vedere se avrebbe davvero fatto quello avevo solo lontanamente immagino pochissime volte nella mia vita, in quelle lunghe notti solitarie, ma che mai avrei creduto di poter provare. Era troppo imbarazzante.. Troppo intimo, troppo... Oddio, non lo sapevo nemmeno io! Sapevo solo che era troppo anche per lui.

Zac non devi per forza...” Ritentai ma m'interruppe, continuando a massaggiarmi con una mano.

Con te non faccio nulla per forza, Vic. Sarai la prima anche per me...” ..E l'ultima, sperai mentalmente.

Così, sussurrato soavemente questo, prese a baciare la parte più vulnerabile, sensibile e intima di me, lambendo ogni singolo angolo, facendomi provare un piacere che non avrei mai creduto possibile.

Un piacere quasi insopportabile... Credevo di poter scoppiare da un momento all'altro ma una parte di me non voleva che smettesse per nulla al mondo, mentre ancora leccava e, ahimé, succhiava la mia intimità.

Emettevo gridolini, che somigliavano quasi a ruggiti, gemiti e ansimavo come mai prima di allora, lasciando andare la mia testa sul cuscino, inarcando istintivamente la schiena e portando nuovamente le mie mani sulla sua testa, massaggiandogli quasi la cute con i polpastrelli o tirandogli i capelli, senza fargli male, mentre continuava a torturarmi in quel modo.

Continuavo a mordermi il labbro, facendolo sanguinare e Zac mi baciava ancora con impeto, distogliendo solo qualche volta gli occhi dal mio viso, lacerato dalla passione fino a quando, finalmente, non venni sulle sue lenzuola ormai sporche anche di cioccolato e panna...

Avevo nuovamente stretto le lenzuola fra le mani quand'ero venuta e me ne resi conto solo quando dovetti toglierle per accoccolarmi a Zac che si era riposizionato accanto a me.

Davvero... Sono stata la prima?” Chiesi, con voce impastata dalla stanchezza.

Sì. Me l'hanno chiesto spesso ma mi sono sempre rifiutato. Ma con te volevo provare...” Mi strinse un po' di più a sé.

Zac?” Lo richiamai, dolcemente.

Mh?”

Grazie.”

In risposta, lo sentii sorridere.

E...” Continuai.

Sì?”

Ti voglio bene.”

...Anche io, Vic. Ti voglio bene anche io.” Sospirò.

Lo sentivo dalle sue carezze però, che ancora non si era ristabilizzato e questo mi fece ripromettere a me stessa che la prossima volta...

Che la prossima volta avrei tentato anche io.

Angolo Scrittrice:
Mmmm... Ve l'ho già detto che vi adoro?
Siete fantastiche ragazze e ho deciso di regalarvi questo nuovo capitolo così in fretta perchè ve lo meritate proprio..
Ve ne meritereste anche due al giorno ma non avendo internet devo per forza andare a scrocco dalle mie amiche o in uno di quei fetenti internet point nei quali sono costretta a pagare 2 euro all'ora e a sentire quell'odiosa puzza di cipolla :S
Coooomunque.... Riguardo la storia, sappiate che le sorprese non finiscono qui ;D
Andando avanti ci saranno molti altri colpi di scena!
In questo capitolo sono stata davvero molto, forse troppo sporcacciona (XD), ma dovevo proprio togliermi questo sfizio ;)
Sto lavorando su altre due storie e non vedo l'ora di avere tempo per postarle e farvele leggere!
Spero che anche questo capitolo vi soddisfi e mi scuso per eventuali errori ortografici...
Recensite in tante, mi raccomando! ;D ;D Baciiiii *-*
PS:...........Vi adoro.
Vostra Doll_

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Capitolo 17
*** USCITA E CENA ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO – USCITA E CENA

 

La mattina dopo mi risvegliai nel mio letto, con solo una vestaglia addosso. Probabilmente il giorno prima era stato così sfiancante che quella notte dormii più profondamente del solito, tanto da non accorgermi che Zac mi aveva sollevata dal suo letto, vestita alla bell'è meglio e messa sotto le coperte del mio. Quando aprii gli occhi, la prima immagine che mi venne in mente fu di me, Zac e...il cioccolato, sorrisi e mi diressi in bagno per una bella doccia pensando e ripensando alla nottata prima e a ciò che mi aveva fatto provare Zac con la sua bocca... M'incendiava il solo ricordo.
Come siamo raggianti!” Mi salutò Susanna, vedendomi con un sorriso a 230 watt mentre mi sedevo al posto accanto al suo.
Tu credi?” Feci la finta tonta.
Come mai così felici?” S'intromise Cristina, dall'altro lato, affianco a Susanna.
Ho passato una bella nottata.” Rimasi sul vago, facendo mordere un labbro a Cris dalla curiosità e facendo sorridere Susanna che probabilmente aveva già capito, ma non fecero neanche in tempo a chiedere che la lezione iniziò -avevano deciso di terminare l'occupazione il giorno prima.
Alla ricreazione Cristina sparì e lasciò così campo libero alle domande di Susanna alle quali risposi un po' con la verità e un po' mentendo; mi stavo avvicinando molto a lei ma non volevo rivelarle quello scomodo segreto, non volevo che pensasse male di me. La mia coscienza bastava e avanzava.
Quando la giornata scolastica sembrava essere giunta al termine, però, una cosa inaspettata mi sorprese prima che salissi sulla sama diretta alla stazione dove poi avrei preso l'autobus che mi avrebbe portata a casa dopo un'ora di viaggio: Luca mi si parò di fronte, deciso a parlarmi.
Ehi..” Balbettai, col cuore in gola.
Ehi.” Mi sorrise, sicuro di sé.
Passò qualche secondo in un silenzio imbarazzante quando finalmente riprese la parola.
Allora... Tutto bene con Zac?” Chiese, grattandosi la testa.
Ehm, diciamo di sì. Perchè?”
Pensi che si arrabbierà se chiedo alla sua ragazza di uscire con me oggi pomeriggio?” Inarcò un sopracciglio, guardandomi di sbieco per vedere la mia reazione; dal canto mio non riuscivo nemmeno a respirare tanta era la sorpresa.
Ehm... Io... Io...” Io ero un'emerita imbecille.
E' un sì?” Mi aiutò, avvicinandosi.
Senza ancora riuscire a spiccicare una singola lettera, annuii freneticamente dimenticando una regola fondamentale che mi aveva detto Zac: “Fai sempre la sostenuta. Non dare mai a vedere al partner che non vedi l'ora di stare con lui, altrimenti lo renderai così sicuro di sé che penserà di poterti trattare come gli pare e piace. L'indifferenza funziona sempre. Ti devi far desiderare...” Okay, basta. Zac doveva restare fuori da tutto ciò, perchè se a Luca piacevo, piacevo così com'ero. Non volevo fingermi un'altra rischiando di non poter mai essere me stessa. Così accettai senza aspettare mezzo secondo, prima di salire poi sulla sama appena arrivata e vederlo dal finestrino, salutarmi, senza che io riuscissi a muovere un arto.
Non vedevo l'ora di dirlo a Zac, convinta che ne sarebbe stato entusiasta...
Lui COSA!?” Sbraitò, apparentemente furioso. Mmm.. Probabilmente non avevo fatto i conti giusti
Mi ha invitata ad uscire oggi pomeriggio. Mi aiuti a scegliere qualcosa di opportuno? Oddio, sono così emozionata!!” Urlacchiavo mentre facevo avanti e indietro nella mia stanza, tentando di trovare qualcosa di adatto, lanciando ogni indumento addosso a Zac, chiedendogli se andava bene.
E tu hai accettato?” Mi chiese, incredulo.
Ovvio. Era quello che ho sempre desiderato.” Feci spallucce, non capendo perchè continuava a guardarmi come se fossi uscita da un manicomio.
Ma... Tu sei la mia fidanzata!” Esclamò, scioccamente.
Ti sbagli. Noi non siamo fidanzati. Era tutto organizzato per avvicinarmi a lui, ricordi? A dir il vero non ho mai creduto che potesse funzionare. Insomma, già non mi filava prima, figuriamoci ora che sono fidanzata, e invece mi sbagliavo! Si è ingelosito e ha capito di volermi accanto a sé! Oh, non è fantastico!?” Parlavo a vanvera ormai, blaterando il doppio per cercare come di rimediare all'ammutilamento di poche ore prima con Luca.
Lui ancora mi guardava attonito.
Cos'è quella faccia da stoccafisso, ora?” Mi fermai, finalmente, parandomi davanti a lui. Mmm... brutta mossa.
Che razza di verme bastardo schifoso! Rubare la ragazza ad un amico! Io gliela faccio pagare, io lo ammazzo..” Iniziò a blaterare lui, stringendo convulsamente i miei vestiti fra i pugni.
Zac... Ma che dici?” Gli chiesi, allora, giustamente, guardandolo confusa.
Lui ricambiò con uno sguardo intenso poi sembrò calmarsi e riprendersi, sospirando e passandosi una mano sul viso come fosse sconsolato.
Scusami, è che io... credevo che dopo ieri sera l'avessi dimenticato quel tizio...” Ammise, sedendosi alla fine del letto, senza più guardarmi in faccia.
Ma, Zac, l'hai detto anche tu che quella era solo una lezione. Fra noi non c'è..niente di più. Siamo amici, no?” Tentai di sorridere alleggerendo l'atmosfera, senza risultato.
Già..” Abbassò lo sguardo. Mi sedetti accanto a lui e una lieve luce nella mia testa si accese...
Zac, tu non... non sei geloso, vero?” Inarcai un sopracciglio, incredula.
Non rispose; mi preoccupai.
Zac?” Lo richiamai. Iniziavo a sudare freddo, tremare dall'agitazione e una parte di me non voleva nemmeno sentire quella risposta, avendo paura della reazione.
No, non sono geloso.” Sospirò ancora, come la sera prima.
Sembrava stanco come se si stesse portando dentro sé un enorme peso.
Mh.. Ok.” Sentenziai, improvvisamente di cattivo umore e delusa chissà per cosa... Insomma, cosa avrei voluto? Che avesse detto di sì? No, assolutamente. Dovevo uscire con Luca e Zac era sempre stato chiaro fra noi. Non dovevo rischiare di sbilanciarmi ancora di più perchè, ahimé, ero fin troppo vicina all'innamorarmi di lui... 

Alla fine avevo optato per il classico paio di jeans scuri e una magliettina azzurra, fina e non troppo scollata; i capelli erano tirati indietro da un cerchietto e mi ero messa un ombretto bianco con, alla fine, delle sfumature nere, un po' di rossetto, tanto per dare un leggero colorito alle labbra, e converse. Ero semplice ma sofisticata: l'ideale.
Come sto?” Chiesi, entrando nella stanza di Zac che era intento a leggere un libro sul letto e che sobbalzò appena mi vide.
Sembri una leonessa.” Sorrise nervosamente, come se si stesse trattenendo.
Dici? E... va bene?” Domandai, paranoica come sempre.
Certo.” Ridacchiò lievemente.
Grazie.” Gli sorrisi sinceramente, guardandolo per qualche secondo, prima di sentire il rombo di una macchina sul vialetto.
Questo dev'essere lui.” Deglutii, improvvisamente agitata.
Zac inarcò un sopracciglio e si alzò per vedere dalla finestra.
Ha una macchina?” Chiese, stralunato.
Patente dei sedicianni. Sembra che ormai ce l'hanno tutti, almeno a Rieti.” Feci spallucce, rientrando in camera mia senza sentire di essere seguita.
Non...è pericoloso?” Fece lui, evidentemente preoccupato.
Zac, non temere, andrà tutto bene.” Dissi, accarezzandogli una guancia per poi scendere le scale ed uscire definitivamente.
Stai benissimo.” Mi sorrise Luca, appena entrai in macchina.
Grazie, anche te non sei male.” Ricambiai, vedendo che però non si era cambiato da poche ore prima. “Sei venuto da Rieti?”
Sì. Cristina mi ha detto dove abitavi.” Disse, mettendo in moto.
Cristina?” Chiesi, incuriosita.
Sì, è stata lei a consigliarmi di chiederti di uscire. Mi ha detto che eri interessata a me da molto tempo e così mi sono fatto avanti.” Spiegò con nonchalance, come se non mi avesse appena confermato che mi aveva chiesto di uscire solo perchè aveva saputo dalla mia amica che mi piaceva da tanto tempo e dando l'idea che mi stesse facendo un piacere... Mi sentii subito male.
Zac.. Avevo bisogno di lui. Della sua felicità.. Poi, d'un tratto mi arrivò un sms, non a caso proprio di Zac.
Spero che appena cercherà di baciarti, sentirai il mio odore al posto del suo e penserai alla serata di ieri e ai MIEI baci, non riuscendo a farlo più avvicinare per i sensi di colpa irrazionali. Attenta, bambolina ;)
Okay, se prima desideravo di averlo accanto per abbracciarlo e sentirmi protetta, ora lo volevo accanto solo ed unicamente per ammazzarlo con le mie stesse mani; così il mio umore calò sotto terra.
Hai detto a Zac della nostra uscita?” Mi chiese, appena scesi dalla macchina.
Mm.. Sì.” Feci la vaga. Eravamo arrivati a Roma e ora stavamo girando per via del Corso.
E come l'ha presa?” Domandò, timoroso.
Bah, prima si è insospettito ma poi l'ho tranquillizzato.” Gli sorrisi, apparendo sicura di ciò che dicevo.
Non sembra molto interessato a te, Victoria. Se la mia ragazza mi avesse detto che usciva con un altro avrei ridotto quel tipo in mille pezzettini.”
Prima frecciatina. Mi trattenni.
Forse è come dici te.” Feci spallucce.
Hai fame? Ovviamente offro io.” Sorrise apertamente, portandomi in gelateria, anche se io avevo una gran voglia di pizza... Non ne potevo più di dolci, la sera prima avevo fatto il pieno...
Che gusti?” Chiese ancora, una volta il nostro turno.
Nocciola e cioccol...” Ma mi bloccai poiché pronunciando quell'ultimo gusto, ricordi della notte prima m'invasero completamente.
Cioccolato?”
No, cioccolato, no. Fior di latte.” Deglutii, cercando di riprendermi.
Panna?” Chiese la commessa.
NO!” Scattai come una molla, rivolta più ai miei pensieri che alla signorina.
O..kay.” E dopo questa figura di merda, potevamo anche congedarci.Il pomeriggio passò in fretta e mi divertii non poco in compagnia del ragazzo dei miei sogni ma non mi sentivo come avevo sempre immaginato.
Ero felice e stavo bene ma.. ma mancava qualcosa.
Una volta davanti casa mia, il momento che tanto avevo aspettato stava arrivando. Luca era stato gentilissimo e si era comportato da vero gentiluomo, tranne in alcuni momenti in cui dava l'aria del classico “io-sono-il-più-figo-di-tutti”, così quando si stava per avvicinare come da copione, una strana e fastidiosa sensazione mi pervase insieme alle parole dell'sms.
Stava per baciarmi, diamine! Stava per baciarmi! Luca: il ragazzo che avevo sempre voluto... Ed io... Io non volevo. Perchè era vero... Sentivo l'odore da maschio di Zac e non il profumo Ugo Boss di Luca e mi aspettavo le sue labbra invece che quelle del ragazzo che mi piaceva... Così, sorprendendo entrambi, alzai una mano fra noi, attendendo che me la stringesse come buoni amici. Fu la figura peggiore della giornata -e ne avevo fatte tante di gaffe.
Luca mi guardò stralunato, come se non se l'aspettasse e, allontanandosi di poco, mi strinse la mano. Volevo sotterrarmi...
E' stata una bella giornata, grazie.” Dissi, prima di defilarmi dentro e andare in cucina per aprire il frigo e stuzzicare qualcosa di salato, senza nemmeno sapere cosa, presa dalla rabbia, delusione e confusione.
Vic, Vic!” Mi chiamarono subito in coro Marco e Mattia, facendomi sussultare.
Che volete?” Chiesi, cercando di non apparire troppo acida.
Sei tornata! E' TORNATA!” Gridò Mattia, come se fosse impazzito.
Ma cosa vi prende?” Domandai, incredula, vedendoli più iperattivi del solito.
Uh, niente! Ci stiamo divertendo tantissimo!” Sorrisero entrambi.
Alla play?” Feci con nonchalance, mentre mangiavo una fetta di prociutto.
No, no! Con Zac!” Esclamò Marco.
Non dovevi dirglielo!” Lo riprese, Mattia, guardandolo truce.
Zac? E ora dov'è?” Ero ancora più furiosa con lui, per l'sms e per la verità dei fatti. Era solo ed unicamente colpa sua.
Mmm.. In camera nostra. Prima stavamo in giardino ma poi si è fatto buio così ci ha detto di entrare ma noi non volevamo smettere di giocare con lui così lo abbiamo invitato a casa e abbiamo fatto la lotta! Lo abbiamo atterrato tre volte! Tanto papà ci ha detto che possiamo fidarci di lui, quindi...” Spiegò Marco, meritandosi una gomitata da Mattia.
Non devi dirle tutto, scemo!” Lo rimproverò ancora.
Oh, già..” Fece spallucce.
Perchè non dovevo sapere?” Chiesi, inginocchiandomi per arrivare alla loro altezza.
Perchè Zac ci ha detto che ti saresti arrabbiata.” Disse Mattia, abbassando lo sguardo.
Ehi ragazzi, cosa state..?” Ma la domanda di Zac gli morì in gola appena mi vide.
Zac! Abbiamo cercato di avvertirti ma...” Cercò di giustificarsi Marco, venendo interrotto da Zac che gli fece segno di stare zitto.
Mi devi spiegare qualcosa, Zachary?” Mi rialzai in piedi, portando i pugni ai fianchi e battendo il piede atterra stile fumetto.
In risposta, rise nervosamente.
Sto aspettando.” Continuai, minacciosa come sempre.
Il patto era che non doveva avviciarsi alla mia famiglia per non coinvolgere nessuno. Ero sempre stata dell'idea che avrei fatto conoscere il mio ragazzo a mio padre solo dopo minimo dieci mesi insieme, senza rischiare quindi che i miei fratellini ci si affezionassero, in modo tale che se la relazione fosse finita non ne risentissero della mancanza e non pensassero che chiunque entri nella loro vita sia destinato ad andarsene come purtroppo avevo sempre pensato io... E Zac non era nemmeno il mio fidanzato! A maggior ragione doveva stare lontano dai miei parenti così da non suscitare domande a nessuno. Ero stata chiara e lui mi aveva tradito, diventando amicone di mio padre e una sorta di fratello maggiore di Marco e Mattia, pur sapendo che fra poco più di un mese avrebbe dovuto levare le tende.
Ehm... Com'è andata con l'allocco?” Mi chiese, cambiando argomento e facendomi ricordare la figura di poco prima.
Stai peggiorando la tua situazione, sai? Mi sto infuriando ancora di più.” Lo ammonii, tentando di mantenere la calma e non cercare di strangolarlo.
Ero arrabbiata e volevo scaricare, come mio solito, il tutto su di lui che, in parte, ne era anche il colpevole.
Calmati, okay? Non è successo niente, Vic.” Cercava di tranquillizzarmi, mentre indietreggiava verso il divano.
Io non credo proprio, Zac. Non dovresti essere qui e lo sai bene!” Stavo iniziando a gridare quando il mio cellulare prese a squillare.
Pronto!?” Ringhiai, senza aver guardato il display.
Victoria? Tutto bene?” Era mio padre.
Sì, papà, scusa...” Sospirai, passandomi una mano sul viso e voltandomi non prima di aver visto Zac sedersi sul MIO divano, tutto sorridente.
Stasera verranno a cena gli zii con le loro famiglie e i nonni, quindi fatti aiutare da Marco e Mattia ad apparecchiare per venti, io sto arrivando.”
Ma, papà, di solito quando vengono tutti, apparecchio sempre per diciannove.” Constatai, ricordando tutte le sfortunate volte in cui invitavamo i parenti a casa.
Mi sembrava sottointeso che ci fosse anche Zac, ormai è di famiglia.” Fece, con tono felice. Io sbiancai.
Ma... Papà! E' il mio ragazzo! Decido io se invitarlo o no!” Scattai come una molla.
Che tu ci creda o no, è anche mio amico e non solo il tuo ragazzo, quindi ho deciso. Ora devo proprio andare, sono in macchina, ciao piccola.” E dopo questo riattaccò, chiamandomi in quel modo che usava solo quando voleva fare il ruffiano, dimenticandosi anche la litigata furiosa del giorno fa.
Mmm.. Fammi indovinare: sono invitato a cena insieme a tutti i tuoi parenti?” Chiese, più sorridente di prima.
Zac... Non puoi venire, davvero.” Quasi lo supplicai.
Ohh, ma io voglio venire, non vedo l'ora.” Disse, sensualmente, alludendo al doppio senso anche davanti agli ignari Marco e Mattia.
ZAC!” Strillai, indignata e paonazza.
Lui continuò a ridere.
Stasera ne riparliamo, Zac. Ti avverto che i miei parenti non sono tutti facili da prendere, soprattutto qualche mia zia e le mie cugine, fans di Giada e Sophia ma non di me...”
Sono sicuro che mi divertirò, Vic.” Mi sorrise, tranquillo.
Lasciai perdere ed iniziai ad apparecchiare da sola mentre Zac ritornava in camera dei piccoli a giocare con loro e a farli divertire date le urla e le risate che uscivano dalla stanza, strappando anche a me qualche sorrisetto.
Dopo qualche minuto però, finito di apparecchiare e sistemare il salotto, come mai avevo fatto prima, Mattia mi sorprese, correndo di sotto e chiamandomi a gran voce: “Vic, Vic! Vieni, devi aiutarci!” Cercava di smetterla di ridere, ma non ci riusciva così, sorridendo e senza preoccuparmi minimamente, posai una forchetta e mi diressi nella stanza dei piccoli dove, appena chiusi la porta alle mie spalle, mi insospettii.
Ma... Non c'è nessuno.” Notai, inarcando un sopracciglio, stralunata; intanto Mattia si stava quasi accasciando a terra dalle risate.
Cosa...?” Ma non riuscii neanche a finire la domanda che sentii una presenza dietro le spalle; mi voltai ma era troppo tardi dato che Zac, insieme a Marco e seguiti da Mattia, mi catapultarono sul letto ed iniziarono a farmi il solletico.
Era una trappola!” Esclamai, fra una risata e l'altra.
Dovevi divertirti un po'!” Disse, Zac, continuando con la tortura.
Oddio, vi prego.. Basta.. Basta.. N-non ce la faccio p-più..” Ansimai, ora stremata dalle troppe risate. Marco si dedicava al collo, Mattia alle gambe e Zac ai fianchi, fino a quando, cercando di fuggire, non mi rigirai a pancia in sotto, facendoli fermare.
Okay, soldati, può bastare così.” Ridacchiò, Zac, anche lui ansimante.
Sì, signore!” Urlarono Marco e Mattia all'unisono, portandosi una mano sulla fronte come se fossero davvero due militari in frontiera; risi di gusto, guardando incredula Zac, che in risposta fece spallucce e mi sorrise.
Ottimo lavoro, la missione è stata terminata con successo.” Riprese, sdraiandosi accanto a me, che mi ero poggiata con la schiena al muro.
Ci siamo divertiti tantissimo...” Rise ancora, Marco, mettendosi in mezzo a me e Zac, mentre Mattia si era sdraiato ai nostri piedi, sempre sul letto ovviamente. Messi così, a ridere serenamente, sembrammo proprio la classica famigliola felice. Una sensazione stranamente opprimente mi percorse il corpo e fece sparire subito il sorriso dalle mie labbra.
Ehi, che ti prende?” Mi sussurrò Zac che, a mia sorpresa, mi stava fissando da diversi minuti.
Ehm... Nulla. Pensavo.” Borbottai, prendendo a giocherellare con la coperta di topolino.
Beh, smettila di pensare se ti fa rattristare così tanto.” Mi disse lui, passandomi una mano sul viso, in una delicata carezza, stupendomi.
Zac...” Lo richiamò Marco, interrompendo i nostri sguardi “Ma tu sposerai mia sorella?” Chiese, facendomi strozzare con la mia stessa saliva e facendo irrigidire Zac.
Silenzio imbarazzante. Tutti in attesa della sua risposta, me compresa che continuavo a darmi dell'imbecille perchè non intervenivo in suo aiuto.
Io...” Stava per iniziare ma, (s)fortunatamente, la voce di nostro padre ci richiamò di sotto al salone, seguito da tutti gli invitati.
Papà!” Lo abbracciarono, Marco e Mattia, scendendo come razzi, giù dalle scale mentre io e Zac eravamo rimasti ancora ai primi tre scalini.
Pronto?” Gli sussurrai, più agitata di lui.
Victoria, stai tranquilla. Non accadrà nulla; è solo la tua famiglia.” Fece, cercando di farla apparire una frase normale.
Appunto!” Squittii, iniziando a tremare mentre, come da copione, mi venne il singhiozzo.
Trattieni il respiro...” Iniziò lui....E conta fino a venti.” Continuai io, sorridendogli e prendendolo per mano.
Si va in scena.

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Capitolo 18
*** QUESTIONI DI FAMIGLIA ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO – QUESTIONI DI FAMIGLIA
 

 Victoria, cara!” Mi salutò, mia zia Lucia, seguita da suo marito Leonardo -fratello di mio padre- e i miei cugini Francesco e Arianna, uno di venticinque anni e l'altra di ventuno.

Oh, tesoro!” Fece mia zia Michela di trentotto anni e ancora single, nonché l'unica parente alla quale ero davvero affezionata.

Ciao zietta!” La salutai anche io, abbracciandola più forte che potei.

Come sei cresciuta!” Seguì zia Pamela, sorella di mio padre, con suo marito Massimo e le sue figlie Martina e Valentina, la prima di diciotto anni e la seconda di venti.

Ehi, dolcezza!” Fece, mio zio Fabio che in verità era solo il migliore amico di papà, con sua moglie Emanuela e i suoi due bambini Andrea e Davide, di dieci e dodici anni.

Bella di nonna!” Fece nonna Peppina, seguita da nonno Salvatore.

Salutai tutti con calore e affetto, un po' più titubante con le mie cugine, fino a quando una nuova arrivata non mi sorprese.

Piacere, io sono Silvia.” Fece la donna affianco a mia zia Michela. Perfetto... Bisognava aggiungere un posto a tavola.

Ehm.. Piacere: Victoria.” Deglutii, squadrandola da capo a piedi. Era una donna di quasi quarant'anni, se non poco più, con dei capelli mossi e biondi, una carnagione chiara ma non troppo come la mia, un sorriso piacevole e una bella linea per l'età che aveva. Doveva per forza essere una delle amiche attraenti di mia zia...

Mi voltai cercando Zac ma lo vidi già in mezzo ai maschi della famiglia a ridere e scherzare al fianco di mio padre e zio Fabio. Sorrisi, anche se un po' preoccupata. Avevo paura che qualcuno scoprisse il nostro inganno come di solito accadeva nei film dove però, alla fine si risolveva sempre il tutto con lui che diceva di amarmi veramente, stile “Ricatto d'Amore” con Sandra Bullock.

Victoria, questa è una mia amica di Yoga, ci siamo conosciute qualche mese fa e volevo proprio farvela conoscere.” Spiegò mia zia Michela, accendendomi nella testa una lucetta di allarme.

Aveva detto “farvela”, quindi a me, Marco, Mattia e, soprattutto... Mio padre! Oh, no... Zia voleva far accoppiare mio padre con... lei!? Certo, era una bellissima donna ma... Mio padre non si toccava. Lui era troppo vecchio per certe cose! Doveva solo dedicarsi a me e ai miei fratelli... Non aveva tempo per... Silvia! Bel nome, comunqe.

Il mio cervello stava andando in tilt e il sistema nervoso stava dando di matto, causandomi un leggero tic all'occhio destro.

Mmm.. Bene.” Dissi fra un falso sorriso, seguendo poi tutti a tavola.

Scoprii che mio padre aveva già preparato tutto quella mattina -chissà quando- e che sapeva già dell'arrivo dei parenti, dimenticandosi però di avvertire anche me in modo tale da potermi preparare sia psicologicamente che fisicamente a stare in compagnia delle mie perfide cugine.

E quel belloccio chi è?” Mi chiese mia zia, all'orecchio, indicando Zac mentre aiutava mio padre in cucina. Grazie al cielo mi aveva riservato un posto accanto al suo... Se mi fossi trovata fra qualche altra zia e qualche cugino, mi sarei uccisa.

Lui.. è Zac.” Dissi solo, senza etichettare.

E cioè?” Inarcò un sopracciglio, facendomi un sorrisetto malizioso.

Non capisco.” Stavo solo cercando di perdere tempo...

Oh, avanti, cioccolatina, intendevo dire... Chi è lui per te.” Fece, mentre io speravo che non ripetesse mai più quel nomignolo, soprattutto davanti a Zac.

Quanto avrei voluto rivelare tutto a mia zia... Sarebbe stato più semplice aprirmi con lei e confidarle ogni dubbio su di lui. Perchè in verità non sapevo neanche io cos'era Zac per me. Sapevo che mi serviva per raggiungere in particolare Luca, ma essendoci uscita quel pomeriggio, mi accorsi che evidentemente era tutto cambiato. Che Zac era diventato qualcosa di più grande... Ma cosa!?

Ehm.. Lui è il mio fidanzato.” Annunciai, a bassa voce proprio per non farmi sentire, come se poi alla fine non si fosse saputo...

Dici sul serio, Vicky?” Chiese, apparendo esageratamente sorpresa, mia cugina Valentina, quasi a volermi prendere in giro, mentre sua sorella ridacchiava. Già, per loro ero solo la solita zitella asessuata.

Sì..” E dopo un secondo, Zac entrò in salotto, lasciando tutte le mie cugine e le mie zie a bocca aperta, tranne zia Michela che già l'aveva visto e la sua amichetta Silvia, che invece era presa da tutt'altra persona.

Mi alzai di fretta per raggiungerlo ma, prima che parlassi, mio padre, alle nostre spalle, ci afferrò entrambi per una spalla ed annunciò a tutti, con un sorriso da un orecchio all'altro: “Signori e signore, questo è Zachary, il fidanzato di mia figlia Victoria.” Fece, imitando un presentatore televisivo.

Silenzio tomba. Neanche una mosca volava nella stanza. Zac sorrideva come se nulla fosse, insieme a mio padre, mentre io trattenni istintivamente il fiato, non sentendo più il mio cuore battere.

Ma poi, il silenzio si sbloccò... solo grazie ad un mio singhiozzo, facendo così ridere tutti e scaldando l'atmosfera, in modo tale da far lasciare a mio padre la presa e farci sedere ai nostri posti.

Ancora agitata?” Mi sorrise, Zac, una volta seduti.

Si vede così tanto?” Deglutii, iniziando a mettermi un po' di affettato -quel poco che avevo lasciato-, sul piatto.

A me sembrano tutte persone gentili.” Fece lui, aiutandomi con il vassoio, sfiorandomi la mano e facendomi rabbrividire.

Ehm.. Sì... Perchè non hai visto nulla.” Balbettai, inspiegabilmente elettrizzata. Quel tocco mi aveva stranamente drogata.

Mrh mrh..” Mia zia si schiarì la voce, cercando l'attenzione del mio ragazzo, facendomi così indietreggiare col busto per farli vedere. “Mia nipote non mi ha mai parlato di te, Zachary. E devo dire che è davvero un peccato.” Ammiccò lei, facendomi arrossire.

ZIA!” La richiamai, pensando fosse una vera pazzoide.

Su, cioccolatina, sai che scherzo.” Mi sorrise, chiamandomi ancora in quel modo. Mi irrigidii.

Cioccolatina, eh?” Mi sussurrò, Zac, sensualmente, facendomi battere forte il cuore.

Ehm.. Eheh..” Riuscii solo a ridere nervosamente.

Penso di poter essere l'unico a capirne il vero significato.” Fece di nuovo, alludendo alla sera prima, quando ci eravamo immersi letteralmente nella cioccolata e panna, in quel gioco erotico.

Zac, non ora.” Cercai di bloccarlo.

Hai ragione, dopo ne riparliamo.” Soffiò, soavemente.

Fai qualche sport, Zachary?” Gli chiese mio zio Fabio, di fronte a lui.

Facevo calcio quand'ero piccolo, ma ora mi dedico solo alla palestra.. quando ne ho tempo.” Spiegò, facendomelo immaginare a petto nudo, tutto sudato, con dei pantaloncini mentre alzava un peso da cento chili e metteva in mostra i bei muscoli che si ritrovava... Oh, no. Non potevo fare quei pensieri proprio quando stavo con i miei parenti!

Da quant'è che abiti qui?” Chiese mia nonna, annunciando l'inizio dell'interrogatorio.

Povero lui.. Speravo solo che riuscisse a reggere.

Da quando avevo all'incirca dieci anni, signora.” Rispose, sorridendole in un modo così sensuale da far sospirare lei, le mie zie e, ovviamente, le mie cugine.

Vivi lontano?” Chiese zia Pamela ma, a mia sorpresa, questa volta rispose mio padre.

Per ora abita qui alla casa accanto, dove prima stava nonna Lena. E' così che ha conosciuto mia figlia.” Disse, sorridente, facendo annuire tutti e facendo inarcare un sopracciglio a me. Evidentemente a mio padre, Zac aveva raccontato tutt'altra storia.

Già.. Cercavo casa per poter stare vicino al posto in cui lavoro, e Victoria mi ha proposto di vivere, per il momento, qui accanto.” Continuò, Zac.

Ma quindi... Come vi siete conosciuti?” Domandò Arianna, facendogli gli occhi dolci e sporgendosi quel poco da farle vedere gran parte del seno.

Sul treno.” Ammise lui, sempre sorridente. “Lei aveva il singhiozzo ed io le ho consigliato come farlo passare, così, una cosa tira l'altra, e siamo finiti qui.” Afferrandomi le spalle con un braccio e stringendomi per poco a sé.

Beh, in parte era vero... Mi accontentai ma non aprii bocca, se non per mangiare.

Siete dolcissimi.” Fece, zia Michela.

E tu, Silvia? Quale sfortuna ti ha fatto incontrare mia sorella?” Scherzò, mio padre, rivolto alla bionda che, ora che ci facevo caso, era più che altro castana.

Mia zia rivolse un'occhiataccia a mio padre ma, dopo una breve risatina di tutti i presenti, si sentì la voce di Silvia: “Frequentiamo entrambe le lezioni di Yoga.” Spiegò, timidamente.

Che lavoro fai, Silvia?” Chiesi all'improvviso, smorzando l'atmosfera scherzosa. Okay, forse mi ero posta un po' troppo brutalmente...

Ehm... Faccio l'agente immobiliare.”

Oh, interessante. Quindi ti dovrai spostare spesso...” Iniziai, venendo però interrotta da mio padre.

Victoria.” Mi richiamò, in tono duro, facendo zittire tutti. Zac invece, portò istintivamente la sua mano sulla mia, che tenevo stretta a pugno sulla gamba; come per calmarmi.

Scusate...” Detto questo mi alzai dalla sedia rumorosamente, andando a chiudermi nel bagno della mia stanza, facendo sospirare mio padre.

Neanche due secondi che, però, sentii qualcuno bussare alla porta.

Vic, dài esci.” Era Zac.

No.” Ero irremovibile.

Allora fammi entrare.”

...No.” Un po' più titubante.

Se non mi fai entrare rompo questa dannata porta.” Disse, facendomi ridacchiare e scuotere il capo contemporaneamente, convincendomi lo stesso a farlo entrare, non tanto per la minaccia, quando per l'esagerazione e la voglia di averlo accanto per abbracciarlo e sentirmi confortare.

Non hai pianto, ma sei incazzata nera, vero?” Constatò, sedendosi sul pavimento, accanto a me, cingendomi le spalle con un braccio. Lui era poggiato alla vasca, io al suo petto, felice di risentire il battito del suo cuore che era come musica per me. Annuii, a contatto con la sua maglia.

Mmm.. E posso sapere il perchè?” Mi chiese, come se stesse parlando ad una bimba, carezzandomi la schiena con quelle sue dita perfettamente affusolate, come faceva sempre quando cercava di consolarmi. Scossi il capo.

Quella Silvia non ti piace, giusto?” Disse, sempre dolcemente. Annuii.

Perchè non vuoi che prenda il posto di tua madre.” Mi spiazzò, arrivando direttamente al punto. Annuii, un po' incerta, consapevole che ormai stava per scoprire tutto di me.

Ma tuo padre le ha fatto solo una domanda.. Non c'è bisogno di esserne gelosa. Non si conoscono nemmeno, potrebbe non succedere nulla.” Spiegò, con calma. Allora alzai finalmente lo sguardo e puntai i miei occhi nei suoi.

Tu non capisci... Io... Non voglio nemmeno che si guardino. Perchè non ho mai visto mio padre rivolgersi a quel modo con una donna... E se accadeva io.. io..” Stavo per piagnucolare come una bambinetta.

Tu cercavi d'impedirlo.” Terminò lui, al posto mio, stringendomi ancora di più. Annuii e cercai di reprimere il pianto.

Devi capire che prima o poi, tuo padre dovrà rifarsi una vita. E' un bell'uomo e tutti meritiamo una seconda chance nella vita sentimentale, soprattutto. Non vorresti vederlo felice davvero?” Spiegò, facendomi riflettere.

Io... Sì, credo di sì.” Borbottai.

Tua madre non potrà sostituirla nessuno, questo è logico, ma è normale che lui continui ad andare avanti. Nessuno merita di vivere nel passato...” Disse, facendomi rabbrividire dall'intensità di quelle parole e di ciò che potevano, allo stesso tempo, significare per lui. Incredibile. Ero davvero una stupida egoista! Ritrovarmi a farmi confortare su questa sciocchezza da una persona che, invece, aveva perso entrambi i genitori. Ero davvero un'ipocrita.

Hai ragione, ma.. Non è facile. Io non ci sono abituata.” Deglutii, strofinandomi gli occhi alla bell'è meglio, per non sciupare il trucco.

Quindi è a tua madre che pensi quando ti rattristi tanto.” Disse, facendomi sentire leggermente in colpa poiché, negli ultimi giorni, mi rattristavo solo pensando a me e a lui e a ciò che ci avrebbe portato il futuro...

Beh.. Sì.” Borbottai, ancora.

Vorresti parlarmi di lei?” Soffiò sul mio viso, convincendomi quasi..

Mmm.. Ora sarebbe meglio ritornare di sotto. Ho capito quello che intendi tu, comunque. Devo iniziare a dare una nuova possibilità alle donne che girano intorno a mio padre.” Sorrisi, alzandomi dal pavimento, aiutata da lui.

Eh, brava la mia bambolina!” Mi abbracciò forte, una volta in piedi.

Grazie, Zac, grazie di tutto..” Amore mio...

 

La cena trascorse tranquillamente, dato che una volta scesa mi scusai con Silvia ed iniziai a fare di tutto per avvicinarla a mio padre, facendo così sorridere Zac e rallegrare papà.

Che lavoro fai, Zachary?” Gli chiese mia cugina Martina, mentre gli altri continuavano a chiacchierare, ognuno per conto loro.

Io rimasi immobile, con la forchetta ancora in aria, fra piatto e bocca.

Faccio il netturbino dalle cinque meno un quarto di mattina, fino alle sette, per poi andare a servire i clienti del Bar Veliari fino a mezzoggiorno. Il pomeriggio lo dedico tutto alla mia ragazza...” Disse, voltandosi a sorridermi.

Wow, tu sì che ti guadagni da vivere. Dovresti prendere esempio da lui, Vicky, e smetterla di rigirarti i pollici dalla mattina alla sera.” Ghignò lei, seguita da Arianna e Valentina. Ecco, mi sembrava che mancava qualcosa: le loro frecciatine.

Ah, perchè voi che lavoro fate?” Chiese loro, Zac, facendole zittire all'istante, consapevoli di essere delle benemerite scansafatiche.

Ehm.. noi... Noi studiamo all'università.” Disse Valentina. “Tranne Martina che fa l'ultimo anno di liceo.” Deglutì, paonazza a causa della figuraccia.

Beh, allora credo che Vic stia semplicemente vivendo la sua età, come voi d'altronde, no?” Continuò, facendole diventare piccole piccole e facendo nascere in me un senso di ancora più felicità e stima per quell'angelo che avevo affianco.

Beh, sì.. Ma.. Noi almeno abbiamo degli hobby.” Cercò di riprendere la situazione, Arianna.

Anche lei, sapete? E' un'ottima attrice e suona la chitarra come pochi. Non segue nemmeno lezioni!” Esclamò, facendo restare a bocca aperta persino me. Certo, era vero che spesso mi mettevo a strimpellare nella mia stanza, ma non avevo mai creduto che mi avesse potuta sentire! Oh, diamine...

Davvero, Vicky? Non ce l'hai mai detto.” Mi chiese, Valentina.

Ehm io...” Cercai di rispondere, ma Zac mi precedette.

Lei non se ne vuole vantare. E' troppo modesta, ma ha davvero tanto talento.” Annuì, riprendendomi una mano fra le sue.

Beh.. Noi non lo sapevamo. Credevamo che...” Ma nemmeno Martina, che era la chiacchierona della famiglia, riuscì a trovare le parole giuste. Adesso stavano tutti ascoltando la conversazione.

Oh, e a proposito della scuola! Sapevate a che ora si sveglia lei per andare ogni giorno a Rieti?” Voleva davvero sotterrarle...

N-no... Le.. sette?” Provò, Arianna.

Alle cinque, per poi prendere un auto per raggiungere lo scalo, un altro per arrivare a Rieti ed un altro ancora per arrivare a scuola. Tutto questo per pura passione artistica.” Spiegò, lasciando tutti basiti, e continuando a sorridere come nulla fosse. Mio padre anche sorrideva soddisfatto.

Noi non...” Ritentò, Martina.

Voi non lo sapevate, giusto? Ma.. glielo avete mai chiesto?” Il tono con cui parlava era gentile, pacato, come a cercare di far capire, senza sembrare impertinente o aggressivo, per questo le mie care cuginette rimasero basite.

..E ovviamente anche zia Lucia e zia Pamela che pensavano entrambe che io fossi una buona a nulla, come le loro foglie, rimasero spiazzate da quelle notizie.

Beh.. No.” Ammise, Valentina.

Sapete, io penso sempre che prima di giudicare bisogna informarsi... Voi non credete?” Chiese, guardandole negli occhi, in un modo tanto intenso quanto travolgente e sexy, da scuotere persino me, prima di aggiungere come se nulla fosse: “Uh, buone le lasagne.” E così diede il colpo finale a tutte le arpìe invidiose, facendo ridere felicemente mio padre e mia zia Michela, contagiando poi un po' tutti, tanto per rimediare alla brutta figura che avevano fatto le mie cugine.

Adoro il tuo ragazzo, cioccolatina.” Mi sussurrò mio zia, all'orecchio, facendomi sorridere.

Anche io, zia. Anche io...”

 

Siamo stati bravi, non credi?” Mi chiese quando finalmente la casa si era svuotata.

Tu sei stato bravo. Io non ho fatto nulla...” Feci spallucce, finendo di sparecchiare.

Mmm... Sei troppo modesta.” Mi sorrise, venendo ad abbracciarmi da dietro mentre iniziavo a lavare i piatti.

Una cosa è certa: non hanno sospettato minimamente della nostra finta relazione.” Sorrisi a mia volta, contenta di quell'ambiente improvvisamente familiare con Zac; sembravamo la classica coppietta sposata.

Ma detta quella frase, qualcosa lo irrigidì e lo fece stranamente allontanare da me. Voltandomi notai che il sorriso era sparito e adesso aveva un'espressione quasi..triste.

Ehi, cos'hai?” Mi allarmai, girandomi completamente e asciugandomi le mani sul panno per poi posargliele sul volto e alzarglielo per guardarmi.

N-nulla..” Biascicò e a malapena lo sentii.

Non mi mentire, Zac. Ti conosco bene.” Lo ammonii.

No, tu non mi conosci affatto.” E detto questo, come scottato, tolse le mie mani dal suo viso ed uscì di casa.

Victoria? Tutto bene?” Due secondi dopo, mio padre era entrato in cucina.

N..non lo so.” Risposi, scioccata da quel comportamento.

Sei sconvolta. Hai litigato con Zac?” Chiese, venendomi accanto; solo in quel momento mi resi conto che ero rimasta paralizzata a guardare la porta con occhi e bocca ad O.

Non lo so, davvero.” Mi riscossi, scuotento il capo, incredula.

Quel ragazzo è un vero e proprio mistero, ma stasera è stato favoloso.” Mi sorrise, posandomi una mano sul braccio, come a rassicurarmi.

Papà... Come mai non sei geloso? Insomma, tempo fa tu dissi che avresti fatto a pezzettini chiunque ti avessi presentato anche sotto forma di amico mentre adesso il mio fidanzato sembra quasi il tuo migliore amico.” Era un po' che volevo chiederglielo ma le situazioni non lo avevano mai permesso e in quel momento volevo proprio togliermi quella curiosità.

Beh..” Iniziò, sospirando, colto in contropiede. “Sai, quel ragazzo mi piace davvero.” Esclamò, ricordando qualcosa col sorriso. “Ed io non ti ho mai vista così felice e diversa prima che lo incontrassi.” Questo fece sorridere anche me... Oh, se solo sapesse... “Non ci crederai mai ma appena si era presentato come tuo “fidanzato” gli avevo tirato un pugno..” Ammise, gelandomi il sangue.

COSA HAI FATTO!?” Domandai, ancora più sconvolta.

Stai tranquilla.” Ridacchiò “Non l'ho nemmeno sfiorato. Mi sono fermato a pochi millimetri dal suo viso e proprio in quel momento mi resi conto di quanto lui potesse tenere a te perchè.. non si mosse. Rimase immobile davanti al mio pugno e non fiatò. Capii che non era un codardo che appena trovava qualche difficoltà da affrontare, scappava a gambe levate, ma che combatteva per le cose che amava. Sapevo che lo avevo comunque spaventato ma avevo dovuto farlo. Non te lo dissi mai ma lo feci anche con quel Francesco e a quell'altro prima... Loro erano caduti a terra supplicandomi di non far loro del male e mi avevano anche promesso di lasciarti perdere se era questo che volevo. Insomma, loro non tenevano a te ma Zac restò in piedi. Subito dopo gli sibilai che se solo ti avesse fatta soffrire minimamente, quel pugno gli avrebbe rotto il naso e lui, sai cosa mi ha detto?” Disse, con tono euforico, come se ancora non ci credesse. Io ero rimasta sorpresa e completamente stralunata da tutte queste rivelazioni tanto che riuscii solo a scuotere il capo in senso di diniego per farlo proseguire.

Mi disse: “Nessun pugno potrebbe mai farmi tanto male quanto le lacrime di sua figlia” … Mi sconvolse. Ecco perchè mi sono affezionato così tanto a quel giovanotto; perchè so che è l'unico che può renderti felice, figliola.” Fece, guardandomi con un misto di commozione e orgoglio. Quell'orgoglio che mai avevo scovato in lui, verso di me.

Oh, papà!” Farfugliai, abbracciandolo tanto forte da soffocarlo, lasciando anche che qualche lacrima scivolasse sul mio viso...

Mi dispiace di tutti questi anni di sofferenza, tesoro, ma ti prometto che riusciremo ad andare avanti.” Disse, stringendomi di rimando.

Ed io, nel mio piccolo, riuscii a ringraziare solo una persona per tutto ciò: Zac.

 

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Capitolo 19
*** SORPRESE ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO - SORPRESE

 

Se non vivi per qualcosa, morirai per niente.

La mia frase preferita... Quel mattino mi svegliai pensandoci. Per cosa vivevo io? Ma, soprattutto.. Per chi vivevo? Sotto sotto ero sempre stata una persona romantica e pensavo che se non c'era l'amore, la vita non poteva darti alcuna vera e propria felicità. L'amore dell'amicizia e della famiglia non poteva mai comparare con quello della tua anima gemella che ti capiva, confortava o ti aiutava senza chiedere mai nulla in cambio, se non un tuo sorriso. Ecco, con Zac era più o meno la stessa cosa. Mi piaceva vederlo sorridere e, di conseguenza, sorridevo anche io se lui era felice. Adoravo la luce che aveva negli occhi.. Una luce così vivace, accesa, viva. Zac era semplicemente la persona che volevo al mio fianco. Era semplicemente la mia medicina. Ciò che mi ci voleva per continuare ad andare avanti.

Ehi, Vic, sempre con la testa sulle nuvole?” Mi salutò, Luca, all'uscita di scuola, facendomi sobbalzare.

Oh, ehm.. Ehi.” Cos'era? Un saluto? Bah.. Ero pessima.

Sai, ti volevo dire che l'uscita di ieri è stata davvero molto piacevole e non mi dispiacerebbe se...” Ma qualcosa lo interruppe immediatamente, facendolo indietreggiare da me, portandolo a guardarmi dietro le spalle, così da farmi girare e ritrovarmi proprio Zac a guardarlo nel peggior modo possibile.

Ehi, che ci fai qui?” Gli sorrisi, stranamente contenta di vederlo e sentendomi più sollevata a vedere che non ce l'aveva più con me.

Sono venuto a prenderti.” Ricambiò il sorriso, calorosamente, distogliendo lo sguardo da Luca che si liquidò magicamente, subito dopo.

E come mai?” Il mio tono di voce era dolce, delicato e gentile, come se lo avessi appena conosciuto e mi fossi subito innamorata di lui.

Volevo farti una sorpresa.” Fece spallucce, prendendo la mia borsa di scuola per poi dirigersi alla macchina... Un momento! Macchina!?

Ma quella cos'è?” Chiesi, stralunata.

Mmm.. E' una sottospecie di taxi.” Disse, coprendosi dal sole con una mano e caricando la mia borsa dietro il cofano.

Un taxi? Ma perchè?” Ci stavo capendo meno di prima.

Quante domande, bambolina! Sali e poi scoprirai tutto. So che adori giocare a fare il finto detective anche se non ti riesce propriamente bene, ma sta volta cerca di trattenerti, okay?” Mi schernì, aprendomi la portiera.

Gli rifilai un'occhiataccia falsamente indignata e poi salii seguita da lui.

Sai dove devi andare, Gianni.” Disse al tassista, cingendomi le spalle con un braccio e baciandomi la tempia. “Non ci siamo nemmeno salutati.” Constatò, sorridendomi ancora.

I-io.. credevo che ce l'avessi con me. Ieri sera..” Provai a spiegarmi, venendo interrotta subito da Zac.

Lascia stare ieri sera. Non mi sono sentito molto bene... Forse era colpa delle lenticchie, ma non ti preoccupare, ora sto decisamente meglio.” Spiegò allora, tentando di rassicurarmi anche se dentro di me qualcosa mi diceva che forse mi stava mentendo...Ma non ci badai più di tanto, sfruttando dell'occasione per stringermi a lui e sentire distintamente l'odore di un profumo che mai prima di allora gli avevo sentito addosso.

Allora mi scostai di poco per notare che si era messo in tiro, con una camicetta celeste, dei jeans evidentemente nuovi e chiari, delle converse bianche e i capelli più sistemati del solito dai quali si poteva finalmente riconoscere la riga e la frangia diretta più verso destra. Portava anche una collanina argentata e il famoso bracciale di cuoio che Marco mi aveva dato per riconsegnarglielo a Zac, dopo che avevano per la prima volta giocato assieme.

Mmm.. Come mai ti sei improfumato e ti sei vestito così bene?” Chiesi, inarcando un sopracciglio, fingendo di studiarlo.

Cos'è? Di solito puzzo e vesto male?” Scherzò, facendomi ridacchiare.

Sai cosa intendevo.”

Fa tutto parte della sorpresa.”

 

Siamo arrivati.” Sentenziò, dopo qualche ora di viaggio, facendomi uscire dalla macchina e pagando il taxi.

Ma... E' il parco dove andiamo sempre.” Constatai, chiedendomi ancora il perchè di così tante cerimonie per portarmi in un posto che conoscevamo fin troppo bene.

Beh, questa settimana lo abbiamo trascurato molto, non pensi?” Disse, venendomi alle spalle e poggiando improvvisamente una bandana sui miei occhi e facendomi sussultare.

Perchè mi copri gli occhi se conosco bene questo posto?” Chiesi, quindi, sempre più incredula.

Perchè c'è un'aggiunta che non hai visto.” Rispose, prendendomi in braccio, così da farmi anche uscire un urletto stridulo, e iniziando a camminare fino a quando, dopo un po', non mi mise giù per poi togliermi finalmente quell'affare dagli occhi e donarmi una delle visuali più belle della mia intera esistenza...

Il prato era verde, con qualche bellissimo fiore e il sole illuminava l'unico tavolinetto apparecchiato tutto in bianco, con due sedie ed un pacchetto regalo con un nastro rosso sopra, facendomi quasi credere che fosse un bellissimo miraggio.

Oh mio Dio!” Biascicai, portandomi le mani sulle labbra.

Ti piace?” Chiese lui, venendomi accanto.

Scherzi? E' favoloso.” Sussurrai, andando subito a sedermi su una delle due sedie.

Hai fame, eh?” Sorrise, alzando i coperchi da sopra i piatti facendomi vedere la fantomatica pasta con carciofi che sua nonna mi aveva detto che cucinava divinamente e sedendosi anche lui.

L'ho cucinata da mia nonna appena sono tornato da lavoro e l'ho subito portata qui. Fortunatamente sono riuscito a fare tutto in tempo.” Sorrise, nervoso come se fosse il nostro primo appuntamento.

E' fant...” Ma un rumore decisamente simile ad un abbaio mi bloccò all'istante, portandomi a vedere sotto il tavolo quella scatoletta bianca con un po' di buchi grandi che, stranamente, si muoveva.

Oh, ehm... Questa doveva essere la sorpresa finale ma forse è meglio fartela vedere subito.” Cercò di apparire calmo, prendendo la scatoletta e facendomi segno di alzarmi per allontanarci di poco dal tavolo, consegnandomi infine il regalo.

E' pesante.” Dissi, guardando il pacco ancora più curiosa.

Ti conviene poggiarlo a terra; non vola.” Esclamò, facendomi spalancare gli occhi.

Mi misi in ginocchio, seguita da lui, e tolsi il fiocco per poi aprire la scatola che conteneva una cosa che mi fece bloccare il respiro.

Non ci credo.” Biascicai, prendendo fra le mani quell'amore di cucciolo di boxer, tutto nero con solo qualche macchia sul muso bianca e sulle orecchie. Aveva una coda così corta che sembrava quasi inesistente e degli occhioni così grandi e dolci che non riuscii a trattenermi dal sorridere dalla gioia.

Ride se lo stringi.” Mi disse Zac, sorridendo di gioia ma guardando me.

I cani non ridono.” Feci, guardandolo come se stesse parlando in aramaico.

Allora lo prese lui e lo strinse a sé facendo uscire un verso veramente molto simile ad una risatina, dal musetto di quel cucciolo che avrà avuto solo pochi mesi.

Oddio..” Scoppiai a ridere anche io, seguita da Zac, insieme al cane.

Tieni, è tuo. Sapevo che i gatti non ti piacevano affatto e che invece adoravi i cagnolini, così ne ho comprato uno... Un mio amico aveva appena avuto una cucciolata dalla sua cagna e allora ho deciso di prenderlo.” Spiegò, facendo spallucce e passandosi una mano fra i capelli.

Oh, Zac, grazie!” Gli saltai letteralmente addosso, abbracciandolo. “Grazie mille!” Continuai, riempendolo di baci su tutto il viso, senza nemmeno chiedermi il perchè di quei comportamenti. Eravamo quindi finiti l'una sopra all'altro, a guardarci improvvisamente, tanto intensamente fino a quando l'abbaiare del cane non ci fece rialzare per andare verso il tavolo preparato per mangiare.

Il pranzo andò avanti nel miglior modo possibile, portandomi a congratularmi con Zac per la sua cucina ottima e anche per il secondo a base di petto di pollo e patate al forno, cucinate però, da sua nonna.

Hai deciso che nome dargli?” Mi chiese, una volta finito di mangiare.

Eravamo sdraiati sul prato a guardare il cagnolino girare per il parco e annusare curioso ogni tipo di fiore, pianta o albero intorno a lui.

Mmm.. Pensavo a Semola.”

Semola? Ma che nome è?” Chiese lui, facendomi ridere.

E' carino!”

E' ridicolo.” Disse, trattenendo il sorriso.

Allora che ne dici di Pulce?” Domandai e la sua espressione mi fece quasi morire dalle risate.

Che ne dici di un nome più da cane?”

Oh, beh, allora lo chiamerò... Zac.” Risi ancora di più, quando poi iniziò anche a farmi il solletico per vendicarsi.

Vada per Semola, allora.” Sentenziò, poco dopo.

E Semola sia.”

 

Sono stata davvero bene, Zac.” Gli sorrisi, prima di entrare in casa.

E' stato un piacere e, comunque, auguri.” Mi sorrise di rimando, con uno dei ghigni più affascinanti che sapeva fare.

Auguri? Il mio compleanno è fra qualche mese...” Iniziai, apparendo veramente molto confusa.

No, mocciosetta, gli auguri erano per la seconda settimana che abbiamo passato insieme.” Fece, avvicinandosi e cingendomi la vita con le mani, così da far toccare i nostri bacini e incrociare i nostri occhi.

Giusto: era venerdì! Che sciocca a non averci pensato! Gli avvenimenti di quella settimana mi avevano completamente allontanata dal nostro settimaniversario. Ma poi, la consapevolezza di avere a disposizione solo altre due settimane con lui, mi rattristò così tanto da farmi abbassare il viso per nascondere le lacrime che stavano prepotentemente cercando di uscire.

Ehi, bambolina... Qualcosa non va?” Mi chiese, alzandomi il viso con un dito sotto il mento.

N-no..” Farfugliai, col labbro tremante.

Perchè piangi, allora?” Sembrava si stesse preoccupando e questo, nel mio piccolo, non fece che rallegrarmi.

N-non sto p-piangendo.” Testarda come al solito.

Okay, ma c'è sicuramente qualcosa che ti turba, vero? A me puoi dirlo. Siamo amici, ricordi?” Mi voleva morta. Un'altra pugnalata del genere e sarei schiattata all'istante proprio sullo scalino davanti alla porta di casa, fra le sue braccia o direttamente con la faccia appiccicata all'asfalto.

Mh-mh..” Deglutii così tanto faticosamente che iniziò a bruciarmi la gola.

Ti voglio bene, Victoria.” E mi abbracciò così stretta che non potei non sorridere e sentirmi nuovamente...amata.

 

Domani vengono Sophia e Giada.” Dissi mentre mandavo giù un pop-corn, a Cristina, Susanna, Giorgia, Jennifer, Jessica, Mara, Stefania e, per mia sfortuna, Trisha che si era come auto-invitata, davanti al DVD “Cuori Ribelli”, con Nicole Kidman e Tom Cruise.

Le tue super-sorelle.” Borbottò Cristina, amareggiata quanto me, conoscendole per come erano veramente: superficiali, materialiste ed egocentriche.

Già... Non immagini quanto vorrei che questo week-end finisse subito.” Biascicai, volgendo lo sguardo verso di lei e notando che Trisha, che le era seduta accanto, non faceva altro che guardarsi intorno invece di seguire il film.

Cerchi qualcosa, Trisha?” Le chiesi, quindi, con finta cortesia.

Eh? Oh, mmm... No, nulla.” Mi sorrise falsamente.

Ehi, Vic, non è che...OH.” Zac era appena sceso nel salone iniziando una frase e smorzandola appena vide le mie compagne sparse per tutto il divano e sul tappeto, intente -tranne qualcuna- a guardarsi il film romantico. Le luci erano soffuse, io, Cris, Susanna, Trisha e Jennifer, che stavamo sul divano, avevamo una copertina sopra le gambe, mentre le altre erano beatamente sdraiate a terra.

Ciao, Zac!” Lo salutarono tutte in coro.

Ciao, ragazze.” Sorrise loro, con così tanta malizia e sensualità che lasciò tutte stupefatte.

Dicevi?” Domandai, allora, con un pizzico di astio.

Mmm, oh.. Meglio se te lo chiedo dopo.” Fece, come se si sentisse a disagio, continuando a guardare le mie amiche, in quel modo da latin lover dannato che mi mandava in bestia.

No. Chiedimelo ora.” M'impuntai, facendo girare tutte verso di me e stupendo Zac.

Beh.. Come vuoi. Ti volevo chiedere se avevi visto i miei boxer, quelli blu con due righe ai lati nere... Mi sembra di averli lasciati in camera tua quando abbiamo dormito assieme.” Ammiccò, facendomi deglutire a vuoto e arrossire violentemente.

Le ragazze avevano assunto un'espressione da cartone animato, con la mascella che toccava terra. Zac ancora sorrideva sornione ed il silenzio iniziava a farsi, oltre che imbarazzante, persino opprimente.

Eccome se li avevo visti, poi. Avevo deciso di metterli sotto il mio cuscino appena il mattino dopo li avevo notati. Non sapevo che si cambiava nella mia stanza ma fui segretamente contenta di vederli accanto al mio letto.

Uhm... Te li vado a prendere e, beh.. te li metto in camera io.” Farfugliai, raggiungendo la camera a testa bassa.

Chiusi immediatamente la porta alle mie spalle senza rischiare che Zac vedesse dove li avevo messi e li presi cautamente, guardandoli per un po' e, inaspettatamente, abbracciandoli come se fossero stati il mio pupazzo preferito. Stavo letteralmente svalvolando così, riprendendomi, andai ad aprire la stanza di Zac e, ricordandomi quale fosse il cassetto della biancheria, ce li infilai dentro, riscendendo in salone subito dopo, notando però, che il film ormai non aveva più alcuno interesse per nessuna, dato che erano tutte prese da Zac che si era posizionato sul tappeto, circondato dalle mie amiche che lo ascoltavano neanche fosse il Profeta.

Mhr mhr..” Mi schiarii la gola, destando la sua attenzione, finalmente “Non guardate più il film?” Chiesi, mettendomi sul divano, sotto la copertina; da sola.

Zac ci stava raccontando un po' di cose.” Sorrise timidamente, Jennifer.

Oh..” Seppi solo dire, guardandolo mentre sorrideva ignaro della mia frustrazione interiore, data la sua incostante indifferenza.

Ora devo proprio andare, ragazze. C'è una persona che mi aspetta.” Disse, poi, alzandosi e dirigendosi al portone, lasciando tutte un po' deluse e curiose.

Lo seguii, in modo tale da restare almeno per poco da sola con lui, tanto da parlare in confidenza.

Chi!?” Lo attaccai, invece, ripetendomi di non imitare la mogliettina gelosa.

Non la conosci.” Fece per andarsene ma lo afferrai per la camicia.

E' una donna?” Deglutii, cercando di mandar via quel senso di debolezza e pesantezza.

Intendevo la persona. E' un mio amico del liceo. E' tornato questa mattina e volevo rivederlo. Era partito per New York, per studiare.” Spiegò, mantendendosi comunque sul vago.

E come si chiama?” Perchè volevo saperlo, poi?

Zac mi guardò circospetto, con un sopracciglio inarcato e dopo avermi studiato per qualche secondo, si decise a rispondere: “Jack.”

 

Bugiardo traditore. Sapevo benissimo chi fosse Jack anche se lui non lo sospettava nemmeno ed il fatto che continuasse a mentirmi con così tanta facilità non faceva altro che diminuire la mia fiducia in lui.

Jack.. Doveva incontrare suo fratello. Ma, perchè? Dopo così tanti anni, poi. Annie mi aveva detto che non si vedevano da quando li avevano separati da piccoli, dopo la morte dei loro genitori e che Zac non aveva un buon rapporto col fratello, dato che non aveva nemmeno cercato di farsi sentire in tutti questi anni.

Appena finito il film, m'inventai una scusa banale alle ragazze per cacciarle da casa e lasciarmi sola con i miei pensieri contorti e le mie domande senza risposte.

Devo assolutamente vederlo..” Borbottai, sdraiata sul mio letto a fissare il soffitto, in cerca di una soluzione divina.

Riprendere l'attività di stalker, dati i precedenti, non mi sembrava affatto una buona idea e chiedere a Zac di venire con lui era a dir poco impossibile, dato il suo, invece, ovvio diniego.

Dovevo, quindi, trovare una persona che conosceva bene Zac, tanto da darmi delle risposte abbastanza esaurienti escludendo la nonna Annie data la sua troppa parentela. Quindi, restava solo...

Cosa vuoi, Vic?” Rispose Zac, al cellulare, con tono agitato e nervoso.

Mmm.. Scusami, è che... Avevo bisogno di un favore.” Balbettai, incrociando le dita.

Dimmi.” Sospirò, dopo un po'.

Mi serve il numero di Maria.” Deglutii, speranzosa.

A cosa ti serve?” Domandò, più preso e incuriosito dalla conversazione.

Mi sono dimenticata di chiederle una cosa quel giorno al parco, cose da ragazze, e non posso continuare a logorarmi ancora il fegato così. Quindi.. Per favoooore!”

Passarono dei secondi infiniti quando, finalmente, si decise a darmelo.

Un'ora dopo averla chiamata, mi trovavo già di fronte casa sua. Dovevo sapere.

 

Chi era?” Mi chiese lui, continuando a studiarmi col suo sguardo indagatore.

Era così strano rivederlo dopo così tanti anni... Mi ricordavo di quando giocavamo a pallone in mezzo alle strade della cittadina, in Texas, e di quanto fosse mingherlino una volta... Ora somigliava ad una branda, per le spalle larghe ed il petto muscoloso.

Si chiama Victoria.” Quasi ringhiai, non volendola mettere in mezzo in certe questioni. Dopotutto, ancora continuavo a chiedermi come mai lui mi avesse cercato se prima di allora non si era nemmeno degnato di chiamarmi. Io, almeno, qualche ricerca per ritrovarlo l'avevo fatta ma lui.. Mai niente. Nemmeno una lettera.

E' la tua ragazza?” Domandò, come se potesse avere il diritto di saperlo.

Non sono cose che ti riguardano.” Dissi, infatti. “Cosa vuoi, Jack?” Arrivai al punto.

Sei cresciuto in fretta, fratellino.” Fece lui, sorridendo e cercando di apparire tranquillo.

Eravamo in un bar di città, lontano da persone che avrebbero potuto riconoscermi così da non destare sospetti, soprattutto a Vic...

Gli anni passano.” Risposi, sempre con tono freddo e distaccato.

Colui che avevo davanti non era mio fratello: era solo uno sconosciuto che aveva finalmento deciso di farsi vivo.

Zachary, non devi essere arrabbiato con me.” Esclamò, sospirando.

Ah, no? Dimmi, ti sei mai preoccupato di che fine avessi fatto per tutti questi anni? Come mi guadagno da vivere? Chi frequento? Mi hai, almeno pensato, qualche volta?” Sbottai, cercando di placare l'ira il più possibile.

Zac, tu non immagini nemmeno per quanto tempo mi sono logorato il fegato pensando a te.” Spiegò, sporgendosi sul tavolo, verso di me, con uno sguardo apparentemente dispiaciuto.

Beh, mi dispiace di aver disturbato la tua quiete.” Esclamai, sempre acidamente.

Non hai capito. Intendo dire che ho provato a cercarti ma non sapevo da dove cominciare, fino a quando un mio collega, al quale avevo chiesto privatamente di informarsi su di te, mi disse che abitavi a Roma, che mantenevi la nonna Annie e che lavoro facevi...” Disse, gelandomi il sangue per quell'ultima affermazione.

Non che andassi fiero del mio “impiego” e, sinceramente, di far sapere al mio fratellone ben posato con un lavoro fisso da architetto e con saldi principi, che vendevo il mio corpo per mantenere le spese mie e della nonna, era sicuramente il mio ultimo obbiettivo.

E.. che ti ha detto sul mio lavoro?” Deglutii, improvvisamente agitato.

Fai il gigolò di lusso, Zac. Ma come ti è saltato in mente?” Chiese, mantendendo una posa pacata.

Ehi, tu sei l'ultima persona la mondo che potrebbe farmi la predica, Jack, quindi taci.” Dissi, muovendomi nervosamente sulla sedia.

Cerco solo di aiutarti, Zac. Questo... lavoro, non è per te. Sei un ragazzo intelligente e potresti continuare gli studi...”

Studi!?” Lo interruppi, incredulo “Ma per chi mi hai preso, Jack? Ho venticinque anni ormai e non avrei mai abbastanza soldi per l'università.”

I soldi non sono un problema.” Fece, risoluto, facendomi ribollire il sangue nelle vene.

Non voglio la tua carità.” Ringhiai.

Sono tuo fratello e voglio aiutarti.”

Il problema è che io non ho chiesto alcuno aiuto e, soprattutto, non il tuo.”

Non mi dispiaceva affatto rispondere a tale modo a Jack. Io avevo sofferto per la sua mancanza e, anche se la nonna aveva cercato di tenermelo nascosto, avevo sempre saputo della sua favolosa vita a New York e del suo stipendio a dir poco modesto. Non poteva neanche immaginarsi di quante notti avevo passato sveglio, a figurarmi al posto suo o al suo fianco, con un lavoro dignitoso e redditizio, ed una bella casetta con una famigliola felice. Avevo sempre, segretamente, invidiato la sua vita e non mi ero mai capacitato del perchè non si fosse fatto carico di me per aiutarmi prima e non adesso che, finalmente, avevo trovato almeno un po' di stabilità.

Ora che non volevo lasciare il mio lavoro. Ora che ero...felice.

Perchè continui a trattarmi così, Zac?” Chiese, evidentemente afflitto.

Perchè sono in collera con te, fratello. Io ora sto bene qui e non intendo tornare indietro sui miei passi. In futuro troverò un lavoro migliore ma per ora, questo mi basta e mi avanza.” Contando anche il lavoro di netturbino e cameriere ma questo, ovviamente, lo tenni per me, orgoglioso e restio a parlarne con lui.

Ma potresti aspirare di meglio! Ad un lavoro sicuro, una casa tutta tua, una donna con cui creare una famiglia...” Disse, cercando di persuadermi.

Ho già tutto questo e ne sono fiero.” Dichiarai, tenendo la testa alta.

Hai un lavoro sicuro? Zac, appena supererai i trentanni non ti cercherà più nessuna donna e tu non hai una casa tua, se non quella della nonna. Poi, riguardo alla donna, beh, se permetti, ce ne sono molte di meglio di quella Vittoria.” Ecco, questa fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Mi alzai immediatamente, parandomi di fronte a lui, muso contro muso, per sibillargli: “Primo: si chiama Victoria. Secondo: non ti permetto di giudicare il mio lavoro, la mia vita e, tanto meno, la ragazza che frequento. Non ne hai il diritto, quindi, se questo era tutto quello che volevi dirmi, fammi il favore di levarti dai piedi.” Sbottai, guardandolo truce.

Zac, calmati. Non volevo offenderti io... Cercavo solo di rimediare.” Spiegò, deluso, alzando le mani in segno di resa.

Rimediare? Tu pensi che una semplice chiacchierata possa riconciliarci e farmi dimenticare di tutti questi anni passati a sgobbare e a sperare in una tua misera chiamata!? No, Jack, sei proprio fuori strada.” Ero davvero furioso.

Ma... Ci sarà pure un modo per risistemare le cose, no?” Continuò, speranzoso.

Rimasi qualche minuto a guardarlo e a pensare... Non ero mai stato un ragazzo cattivo e senza cuore quindi, vedere il mio fratellone abbassarsi a chiedermi un'ultima chance in tale modo, non poté non farmici pensare un po' di più sulla questione “perdono”. Certo, non sarebbe stato semplice riconquistare la mia fiducia, ma in quel momento, un'idea mi balenò in testa.

Mmm.. Vediamo come reagirai appena conoscerai Victoria, poi, se ne riparlerà... Dato che la giudichi tanto, scommetto che quando la vedrai per la prima volta, ti ricrederai. Quindi, non sparire. Vorrei che almeno per un po' rimanessi a vivere la vita qui insieme a me e a rimediare per tutti questi anni di silenzio. Facciamo quindi, che questa sera sei invitato a cena a casa di lei ma.. Prima ci sono alcuni punti da chiarire.”

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Capitolo 20
*** VENDETTA ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO - VENDETTA

 

Ci stavo arrivando.

Non ero una stupida e stavo capendo. Stavo capendo cosa provavo.

Luca ormai faceva parte del passato; un piccolo pezzo della vecchia Victoria piena di insicurezze ed illusioni. Ma adesso, piano piano, mi stavo convincendo dei miei sentimenti verso Zachary. Non volevo ancora ammettere nulla, per non rischiare di rovinare tutto ma, ahimé, ero davvero tanto vicina alla meta che avevo, incosciamente inseguito per tutti questi anni.

Non volevo nemmeno che Zac sapesse, se così fosse stato; se ciò che provavo era reale e concreto. Temevo che non avrebbe ricambiato come con Maria e mi sarebbe stato accanto come se gli facessi pena, aumentando però il mio dolore.

L'amore non corrisposto era una fottuta fregatura ed io non volevo averci niente a che fare. Mi ero sempre illusa che Luca potesse andare bene, che con lui sarebbe stato semplice e che non avrei sofferto perchè non mi sarei messa troppo in gioco, ma tutti i miei buoni propositi erano andati all'aria con l'arrivo inaspettato di Zac. Io non l'avevo chiesto. Mi stavo accontentando all'idea di rimanere single o di aspettare semplicemente, ma non avevo mai sperato in una relazione tanto devastante.

Quindi, ritrovandomi a parlare con Maria, capii che probabilmente qualcosa stava capitando...

Ti ha comprato un cagnolino?” Mi sorrise, incredula, mentre mi versava dell'altro thé nella tazza.

Sì, lo abbiamo chiamato Semola.” Perchè avevo detto “abbiamo” come se fossimo davvero una coppia? Infondo il nome l'avevo scelto solo io...

E' bellissimo.” Fece, guardando Semola mentre era intento ad inseguirsi la coda per mordersela ma senza riuscirci a causa della sua inesistenza.

Già... Maria, posso farti qualche domanda?” Domandai, intenta ad arrivare al punto.

Ero sicura che prima o poi saresti venuta per parlarmi di Zac.” Mi sorrise ancora, sedendosi di fronte a me, sulla poltroncina.

La sua era una casetta modesta, adatta per poche persone ma perfettamente arredata, con foto di Simone, di lei e anche di Giovanni, l'uomo che aveva imparato ad amare. Mi chiesi come si potesse imparare un sentimento simile...

Beh, sì, ecco... Io ho conosciuto sua nonna.” La spiazzai, facendola rimanere basita.

La nonna Annie? Davvero? Te l'ha fatta conoscere? A me aveva detto che non ti avrebbe fatta avvicinare minimamente alla sua famiglia...” Se ne uscì, stupendomi maggiormente.

E perchè ti avrebbe detto una cosa simile?” Chiesi, inarcando il sopracciglio, evidentemente offesa e contrariata.

Beh... Tu prima raccontami com'è andata, poi ti dirò.” Detto questo, iniziai col racconto, cominciando dalla mattina in cui si era svegliato alle quattro, al fatto che avevo saltato scuola per seguirlo fino poi ad arrivare alla casa di sua nonna dove lui mi aveva scoperta, raccontandole anche di tutta la chiacchierata con l'anziana signora, facendola rimanere a bocca aperta per la mia folle idea dello stalker e dell'aver avuto coraggio nell'entrare nella casa della nonna anche sotto lo sguardo di fuoco di Zac.

Devo ricredermi su di te, Victoria. Sei una ragazza con le palle.” Esclamò, facendomi arrossire e ridacchiare come una scema per la frase poco fine uscita dalle labbra di una donna tanto bella e posata.

Grazie, ma adesso tocca a te a rispondere.”

Diciamo che quel giorno avevamo parlato poco. Era un pomeriggio nel quale tu eri uscita con la tua combriccola e lui aveva deciso di rimanere a casa, dopo che io ti avevo conosciuta, comunque... Ecco, quel giorno scoprii che si era messo a fare anche altri due lavori; pensai: “questo è matto” ma poi lessi nei suoi occhi l'idea di un progetto e anche se non gli chiesi nulla, sono convinta che con i soldi che guadagnerà organizzerà qualcosa da togliere il fiato.” Sorrise. “Riguardo alla questione famigliare, penso che l'avrai capito da te. Lui non voleva farti avvicinare perchè sicuramente uno dei suoi parenti si sarebbe sbilanciato troppo e ti avrebbe raccontato della sua famiglia come poi ha fatto nonna Annie.” Fece spallucce, aprendomi le porte della sapienza.

Ma non ho saputo molte cose... Insomma, come sono morti? Perchè non ha continuato a vivere in America con suo fratello Jack? Sono tanti i dubbi e le domande che ho ancora da fare ma non voglio chiederle direttamente a lui...”

Oh, no, assolutamente! Si arrabbierà tantissimo, Victoria! Tu non dovevi sapere e l'argomento “genitori” è off limits persino nella sua mente.” Si allarmò, scuotendo animatamente il capo come ad esaltare il suo diniego.

Ma.. Allora perchè a te ne ha parlato e a me no?” Infondo sembrava avesse un legame più saldo con me che con lei... Ma questo era solo quello che potevo immaginare.. o sperare.

Perchè tu hai questa strana quanto spaventosa somiglianza con sua madre e lui si sente, probabilmente, a disagio a parlarne con te.” Disse con nonchalance.

Ma io sono sua amica...” Biascicai, presa dallo sconforto.

Allora tutti i pezzi del puzzle iniziarono ad andare al loro posto: lui non voleva una relazione con me. Lui non voleva rivelarmi della sua famiglia, così da pensare che appena finito il mese avrebbe preso i soldi e si sarebbe lasciato tutto alle spalle. Se teneva davvero a me mi avrebbe detto tutto, così da sperare in una futura storia ma, come al solito, arrivai al punto che mi ero nuovamente illusa troppo su una cosa infondata che non avrebbe mai avuto né inizio né fine. Semplicemente una finzione. Lui era un gigolò che prendeva soldi per fingersi il ragazzo modello e probabilmente io non l'avevo nemmeno mai conosciuto per com'era veramente...

Infondo, l'aveva detto anche lui: “No, tu non mi conosci affatto.”

Cos'è quella faccia adesso, tesoro? Zac ti vuole bene. Sei pur sempre la copia spiccicata di sua madre.” Mi sorrise, come a cercare di confortarmi.

Sì, però...” Singhiozzai, non riuscendo ad andare avanti.

Non vuoi essere solo questo per lui? Ma non eri tu quella che mi aveva detto di detestarlo e di non volerci avere niente a che fare?” Chiese, con tono dolce e pacato.

Beh, non ho detto esattamente così..” Farfugliai, cercando vanamente di protestare.

Adesso le cose sono cambiate, vero? Adesso non ti accontenti più delle classiche frecciatine o dei momenti di passione... Adesso cerchi il sentimento.” Spiegò, spiazzandomi completamente e facendomi finalmente capire dov'era voluta arrivare sin dall'inizio. Ma.. Anche se fosse stato così, come avrei capito che anche lui provava la stessa cosa per me se non si fidava nemmeno nel raccontarmi dei suoi problemi familiari?

Però... Lui non si è aperto con me sulla sua famiglia.” Mi lamentai, mettendo il broncio ed esternando i miei pensieri, deviando anche la sua frase precedente.

E tu gli hai parlato dei tuoi?” Ma cos'era? Un'esperta in frasi ad effetto?!

Beh.. Diciamo che alcuni li ha capiti da sé.. Quelli con mio padre.”

E anche tu hai capito da te alcuni dei suoi. Ti consiglio di essere sincera con te stessa prima di poter pretendere qualcosa da un'altra persona.” Continuò a sorridermi.

Hai mai pensato di fare la psicologa?” Sospirai, non trovando nulla con cui ribattere data la vericità delle sue parole.

Forse, se volevo che lui si aprisse con me, avrei semplicemente dovuto combattere gli scheletri nel mio armadio e parlargli dei miei problemi.. di mia madre. Dopotutto, era normale che lui fosse più restio di me a parlarmi della sua famiglia: lo shock era stato maggiore.

Lei in tutta risposta rise, prima di chiedermi: “Come mai sei così fissata con la famiglia di Zac? Perchè vorresti saperne tutto?” ..E a me sembrò più una domanda retorica per lei.

Perchè voglio conoscere il suo passato.” Feci spallucce, non ammettendo il resto.

Perchè pensi che senza passato non si possa costruire un futuro.”

 

Ero decisa ad aspettare la fine del week-end, nel quale sarebbero arrivate le mie sorelle, per poi aprirmi definitivamente con lui e rivelargli tutto su mia madre sperando che da lì la nostra storia avesse potuto avere una svolta seria.

Stavo ritornando a casa quando passai davanti ad una cartolibreria -la più grande del paese- e mi venne un colpo di genio: il primo dopo tanto tempo.

Ritornai quindi mezz'ora dopo a casa, sistemando la mia sorpresa nella stanza di Zac e rientrando nella mia con nonchalance ma anche con una strana adrenalina dentro in attesa che lui entrasse a la vedesse, così, per perder tempo, iniziai a giocare con Semola.

Ehi, Vic...” Mio fratello Marco stava per chiedermi qualcosa quando venne paralizzato alla vista del cagnolino. “Oh, mio Dio! Ma è bellissimo!! Mattia, vieni! Oddio, Vicky, possiamo tenerlo!? Ti pregoooo!” Iniziò a strillacchiare come un forsennato, stordendomi e portandomi ad attappargli prontamente la bocca con una mano.

Stai tranquillo, Marco. Il cane è un regalo di Zac, certo che possiamo tenerlo, è nostro!” Gli sorrisi, scorgendo una luce di totale felicità e appagamento negli occhietti blu di Marco che sembrò quasi non crederci e scoppiare a piangere.

Si diceva che i gemelli erano le rispettive metà di una persona, e che quindi uno aveva la parte più femminile e l'altra più maschile di quest'ultima. Marco, se non si era ben capito, ovviamente era di animo più sensibile, dolce e timido, mentre Mattia aveva un carattere più pacato, forte e coraggioso, cosa che a Marco serviva sicuramente. Entrambi si sorreggevano l'un l'altro e, come solito dei gemelli, erano inseparabili.

Dici davvero?!” Esclamò anche Mattia, entrato improvvisamente in camera, appena sentito l'urletto di Marco.

Ovvio.” Sorrisi raggiante, vedendoli mettersi subito in ginocchio a giocare con Semola che ne fu evidentemente felice.

Passammo così un'oretta nella quale non feci altro che chiedermi che fine avesse fatto Zac e che cosa si stesse dicendo col fratello di tanto importante da non riuscire nemmeno a farmi un colpo di telefono per avvisarmi del suo ritardo... Okay, stavo diventando paranoica e rischiavo di immedesimarmi nella compagna oppressiva che gli stava col fiato sul collo. Dovevo distrarmi, quindi lasciai Semola nelle buoni mani dei miei delicatissimi gemellini e mi diressi fuori dalla stanza per raggiungere le scale e così il salone, prima di sentire la serratura della porta aprirsi, facendo entrare mio padre, seguito da Zac e... un altro tizio più alto, leggermente più muscoloso, con dei folti capelli neri e degli occhi color nocciola, decisamente simili a quelli che avevo visto in una delle fotografie di nonna Annie e, solo quando collegai il tutto nel mio povero cervellino, mi si bloccò letteralmente il respiro, capendo di chi si trattava.

Victoria, questo è Jack, un amico di Zac; stasera rimarrà a cena da noi.” Fece, euforico, mio padre, che aveva sicuramente già stretto amicizia con il fratello di Zac.

Oh, ehm.. Fico.” Deglutii, dandomi della stupida per la frase decisamente poco azzeccata. Ero ancora sulle scale, di fronte alla porta dalla quale Zac e Jack mi guardavano più o meno allo stesso modo. Il primo sembrava quasi..soddisfatto mentre il secondo era scioccato e aveva la stessa espressione della nonna quando mi aveva vista per la prima volta a casa sua. Aveva la bocca e gli occhi spalancati ed io mi sentii improvvisamente a disagio a causa della mia pessima presenza e dell'evidente lastra che mi stava facendo Jack che, oltretutto, era anche un bellissimo nonché affascinante uomo con il medesimo sguardo malizioso di Zac, leggermente offuscato dalla sorpresa.

Jack, questa è Victoria.” Gli sorrise, lui, facedomi segno di scendere le scale per poi prendermi e stringermi a sé come se fossi di sua proprietà.

Ehm.. Piacere, Victoria.” Si riprese di poco, Jack, porgendomi la mano che, notai, stava tremando leggermente forse per l'agitazione.

Piacere mio.” Dissi, assottigliando gli occhi e scrutandolo come a dirgli: “So a che gioco state giocando”, facendo sicuramente insospettire entrambi. Gli strinsi la mano in una ferrea presa e i nostri occhi iniziarono una lunga perlustrazione dell'uno e dell'altra.

Era vestito in maniera semplice: una camicia bianca e dei jeans blu; i capelli erano leggermente lunghi, tirati indietro come se ci avesse passato la mano in mezzo fino a pochi secondi prima; il naso diritto, gli occhi a mandorla, le ciglia scure proprio come quelle di Zac, la barba fatta, un odore di tabacco misto a menta, proprio come quello di Zac, le dita affusolate; gambe, braccia e petto muscolosi e sorriso lucente.. Proprio come quello di Zac.

Wow, vi somigliate davvero molto.” Decisi di spiazzarli, cercando di far capire loro che, dopotutto, tanto stupida non ero.

Oh, ehm.. Davvero? Io non l'ho mai notata tutta questa somiglianza.” Deglutì, Zac, più nervoso del solito, come mi aspettavo.

Dovresti metterti gli occhiali, allora.” Lo incenerii, con tono distaccato e duro, togliendomi il suo braccio da sopra le spalle e dirigendomi verso il tavolo, dopo averlo guardato nel peggior modo possibile, lasciandolo incredulo e sorpreso.

 

Marco, Mattia, finitela di fissarli.” Sussurrò loro, mio padre quando a cena ci ritrovammo tutti insieme a tavola.

Ero seduta di fronte e Zac che aveva affianco Jack, mentre mio padre era seduto a capotavola e accanto a me c'erano i miei fratellini.

Zac non era per niente entrato in camera e quindi non aveva ancora visto la mia sorpresa, cosa che mi fece pensare e ripensare di portergliela indietro e che, infondo, date le sue bugie non se la meritasse, ma poi ricordai il bellissimo regalo che mi aveva fatto lui e allora ogni dubbio scomparì.. riapparendo appena incrociavo lo sguardo di Jack che sembrò ancora non aver fatto l'abitudine con la somiglianza che avevo con sua madre.

Da dove vieni, Jack?” Avevo deciso di metterli alle strette e punzecchiarli per tutta la sera, portando oltretutto, anche la curiosità di Zac sui miei comportamenti.

Ehm... Ho vissuto per un po' di tempo a New York, ma sono di origine italiana.” Rispose, anche se con un pizzico di titubanza che io notai al volo.

Hai una buona pronuncia.” Ammisi, bevendo un goccio d'acqua. “E come hai conosciuto Zac?” Sorrisi maliziosa.

Sempre a New York.” Mi sorrise, anche se più impacciatamente.

Strano. Zac mi aveva detto che lui abitava in Texas e non a New York.. Come avete fatto ad incontrarvi?” Colpiti e affondati. Le loro facce sembravano appena uscite da un cartone animato giapponese, per quanto erano buffe. Beh, infondo la mia vendetta la stavo avendo molto lentamente ma anche in modo decisamente divertente.

Ehm.. Zac quando aveva all'incirca cinque anni si trasferì a New York.” Tentò di salvare la situazione, anche se forzando un po' troppo gli avvenimenti.

Non mi hai raccontato tutto, Zachary.” Mi voltai a guardarlo, piegando lievemente il capo e sorridendogli con una luce divertita negli occhi.

Ero piccolo, non potevo ricordarmi ogni cosa.” Dalla sua espressione, capii che probabilmente ci stava arrivando anche lui al mio scopo e che, successivamente si allarmò pensando anche che io sapessi tutta la verità.

Già, è vero. La tua vità è stata così piena di avventure e di bugie che sarà difficile persino per te ricordarle tutte.” Annuii, continuando a guardarlo negli occhi, scrutando anche Jack ogni tanto, non facendo capire nulla né a mio padre né ai miei fratellini che continuavano a guardarci come se stessimo interpretando un film western.

Victoria, mi accompagneresti un attimo di là in cucina a prendere il secondo piatto?” Mi chiese subito dopo Zac, alzandosi immediatamente dalla sedia per dirigersi nell'altra stanza dove poi lo raggiunsi anche io, prendendomela un po' più comoda.

Ma cosa ti è preso?!” Quasi mi aggredì, chiudendo la porta e parandomisi di fronte.

Hai la coda di paglia, Zac? Io non ho fatto nulla.” Continuai a sorridere, sapendo di infastidirlo ancora di più.

Sembrava che ci fossimo appena scambiati i ruoli all'inizio della nostra conoscenza nella quale lui non faceva altro che stuzzicarmi ed io gli inveivo contro.

Dimmi dove vuoi arrivare, Vic.” Ringhiò, evidentemente nervoso.

Cosa ti fa pensare che io voglia arrivare da qualche parte, Zac?” Inarcai un sopracciglio. Mi stavo divertendo troppo a rispondere alle sue domande con altre domande, stile poliziotto buono e poliziotto cattivo, entrambi nella stessa persona.

Maria ti ha... detto qualcosa?” Sospirò, portandosi una mano sulla faccia, come spazientito e pronto alla resa.

Su cosa? Sulla tua famiglia? No. Lei non c'entra nulla... Io aspetto che sia tu a dirmi tutto, Zac.” Dissi, ritornando finalmente la seriosa Victoria.

Cosa vuoi che ti dica?” Fece, ancora afflitto.

Stavo forse per ottenere quello che avevo sempre desiderato?

Chi è veramente Jack?” Oh-Ops... Forse mi ero sbilanciata troppo.. No, decisamente avevo detto più del lecito, accendendo così una luce negli occhi di Zac che improvvisamente si fecero così pieni di ira e furia da spaventarmi.

ANNIE! Mia nonna ti ha detto tutto, VERO!? Non mentirmi Victoria, ormai ti si legge in faccia! L'ho dedotto appena mi hai guardato in quel modo strano quando ti avevo detto che dovevo andare a parlare con Jack! Cazzo, Victoria ti avevo detto di starne fuori!” Sbottò, trattenendosi dal dare un pugno a qualcosa e a non urlare troppo per non far insospettire mio padre e gli altri.

Iniziai a tremare per quella esclamazione e sentii quasi un impulso di piangere per la stupidità con cui mi ero fatta scappare dei piccoli particolari, dimenticandomi dell'astuzia di Zac.

Zac io...” Tantai, ma la mia voce incrinata gli diede la conferma dei fatti.

Zac, nulla. Io mi fidavo di te, Victoria. Sapevi che l'argomento famiglia doveva rimanere tabù e invece mi hai tradito.. hai tradito la mia fiducia.” Disse, buttando acido sulle mie ferite già aperte.

No, Zac, io non so nulla... Te lo giuro. Io...”

BASTA!! Smettila di mentire. Mi sono stufato di te. Sei solo una ragazzina viziata.” Detto questo, dopo avermi lanciato una delle occhiate peggiori che gli avevo visto fare, uscì dalla stanza scusandosi con tutti ed entrando poi nella sua camera... Jack lo seguì poco dopo e così mi ritrovai a piangere come una forsennata nella stanza degli ospiti, dall'altra parte del corrodoio, tanto per star lontana da Zac le quali parole ancora mi vorticavano nella testa, facendomi disperare e vergognare immensamente di me stessa.

 

Era sabato pomeriggio. Zac non mi aveva rivolto la parola per tutta la mattinata. A pranzo non si era fatto vivo e non potevo nemmeno sapere se la mia sorpresa gli era piaciuta o se l'avesse buttata in un cassonetto per come mi ero comportata la sera prima... Mi stavo logorando il fegato davanti alla TV mentre trasmettevano una di quelle telenovele spagnole tutte romantiche e buffe allo stesso tempo ma che, ovviamente, a causa dei miei mille pensieri, non stavo seguendo affatto.

All'improvviso, però, un sms mi sorprese facendomi saltare sul divano.

Un numero sconosciuto.. Aprii col cuore a mille. Magari era Zac che si era fatto prestare il cellulare da qualcuno perchè aveva finito i soldi nel suo... No, Vic, non ti illudere, pensai riscuotendomi.

Alle quattro precise, al bar De Lune.

Jack.

Presa alla sprovvista controllai subito l'orologio per sapere quanto tempo avevo per prepararmi ad uscire.. Erano le tre e mezza! Dio, Jack era come suo fratello! Imprevedibile ma determinato.

Mi scaraventai direttamente in camera optando per il solito paio di jeans, una maglietta nera a maniche lunghe e una camicetta a quadri con varie tonalità di rosso, a maniche corte sopra. I capelli li raccolsi in una coda alta, lasciando delle ciocche ad incorniciarmi il viso insieme alla frangia e, finendo di prepararmi, mi catapultai subito fuori casa, dirigendomi svelta al famoso bar, stando lì alle quattro e qualche minuto di ritardo, notando che Jack mi stava aspettando ad un tavolo in un angolo molto isolato e poco considerato, scelto probabilmente apposta.

S-scusami del ritardo.” Deglutii, presa dall'affanno per la corsa folle che avevo fatto.

Jack in tutta risposta si alzò per salutarmi, guardandomi ancora in quel modo strano per poi scuotere il capo lievemente, come senza speranze.

E' inutile, non mi ci abituerò mai.” Sospirò, facendomi segno di sedermi.

Ovviamente capii al volo che si riferiva alla somiglianza ma in quel momento era meglio che continuavo a fare la finta tonta.

A cosa?” Chiesi, quindi.

Non ti preoccupare, non sono Zac. A me puoi dire tutto quello che sai.” Mi sorrise, somigliando sempre di più a suo fratello che in quel momento mi mancava come l'aria stessa.

Non so se posso fidarmi.. Non ti conosco nemmeno.” Farfugliai, nervosamente.

Io credo invece che tu sappia molte più cose di me che io di te.” Inarcò il sopracciglio mentre io speravo fra me e me che la smettesse di fare le stesse identiche espressioni di Zac.

S-so solo che siete fratelli e che sei rimasto a vivere a New York, senza però sapere il motivo per il quale invece Zac è venuto in Italia.” Ammisi, iniziando a sentirmi più a mio agio.

E' una lunga storia..” Sbuffò, facendo segno al cameriere di venire, ordinando per sé una birra piccola e per me una coca.

Zac dov'è ora?” Non riuscii a trattenermi.

A lavoro. Oggi si è fatto mettere il turno pomeridiano. La mattina l'abbiamo passata da nonna Annie.” Spiegò, gelandomi il sangue.

Hanno litigato?” Mi allarmai, presa da un profondo senso di colpa.

Hanno discusso, ma alla fine si è sistemato tutto. Zac la deve smettere di tenersi tutto dentro; non giova di certo alla sua salute. Poi tu meritavi di sapere.” Disse, facendomi sorridere per la prima volta in tutta la giornata.

Sono contenta che pensi questo ma.. Lui mi perdonerà mai?” Deglutii cercando di trattenere il dispiacere e la speranza.

Ce l'ha ancora con te, non tanto per quello che sai ma, più che altro, perchè l'hai saputo senza il suo consenso.” Il modo con cui parlava era pacato, da uomo vissuto ma non fastidioso. Questa era una delle poche differenze che c'era fra lui e Zac.

E' vero.. Sono stata davvero tanto, troppo invadente nella sua vita privata... Dovrebbe odiarmi.” Dissi, abbassando lo sguardo e mordendomi un labbro per reprimere le lacrime.

Oh, lui non ti odierà mai, Victoria. Stanne certa. L'ho rivisto solo ieri dopo molti anni ma conosco mio fratello.” Mi sorrise incoraggiante.

Lo spero.. Lo spero davvero.” Ammisi, annuendo fra me e me.

Comunque ti ho cercata per parlarti un po' più di lui. Ho rubato il tuo numero dalla sua rubrica senza farmi scoprire, perchè altrimenti mi avrebbe come minimo linciato..” Rise, contagiandomi anche se per poco. “Vorrei sapere tutto su di lui, perchè ci tengo davvero a riallacciare il nostro rapporto.” Disse, infine.

Beh, forse hai chiesto alla persona sbagliata, Jack. Io probabilmente lo conosco meno di tutti.” Esclamai amaramente, facendo un sorrisetto malinconico.

Mi sembra impossibile crederti, Victoria. Passate ogni giorno insieme...”

Sì ma.. Ecco, lui è... Lui non è proprio...” Iniziai a farfugliare, indecisa se rivelargli il lavoro del fratello e il fatto che io ero una sua cliente...

Non mi dire!” Esclamò poi, d'un tratto, facendomi sussultare. “Tu hai ingaggiato Zac!? Insomma.. Quindi non siete una coppia!..?” Okay, sapeva già tutto.

E' stato tutto un errore. Io ero stufa di tutte le mie compagne che mi prendevano per un'asessuata a causa dei miei tre anni da single, e delle loro storielle passionali con i ragazzi, così insieme a Cristina, una mia amica, presi la folle decisione di ingaggiare un Gigolò per fingersi il mio fidanzato ma da lì sono iniziati tutti i guai..” Sosprirai, mettendomi completamente a nudo, continuando per un altro po' a raccontargli tutto per filo e per segno, dal treno fino alla sera prima.

E' stato solo uno sciocco sbaglio...” Terminai, sollevata da quel peso.

Non si direbbe tanto sciocco, visto come ci stai.” Disse lui, avvicinandosi col viso.

Sì, perchè alla fine mi sono davvero affezionata a quel babbuino.” Tentai di sorridere, mentre le lacrime iniziarono ad uscire.

Jack, allora, continuando a guardarmi, alzò una mano e la posò sulla mia guancia in una lieve carezza per la quale chiusi gli occhi dati i ricordi di me e Zac che mi scatenava e mi asciugò le lacrime.

Non meriti che ti faccia tutto questo male, Victoria. E' solo un bambino cocciuto.”

Un bambino a cui voglio immensamente bene.” Ammisi, singhiozzando e riaprendo gli occhi, notando che avevo il suo viso a pochi centimetri di distanza.

Ha.. Ha visto almeno il mio regalo?” Deglutii, sperando in qualcosa di buono.

Sì.” Sorrise. “Inutile dire che ne è rimasto spiazzato. Non pensavo che ti avesse confidato che da piccolo diceva di voler fare il pittore.” Passò una sua mano fra le mie ciocche, fino a prenderne una e a rigirarsela fra le dita, delicatamente.

Pensava che me ne fossi dimenticata..” Sorrisi anche io, rilassata da quelle piccole carezze e contenta di potermi immergere ancora in quell'odore che mi ricordava Zac.

Già... Gli è piaciuto davvero molto.” Annuì, facendo poi passare la sua mano sui miei occhi, il mio naso, le mie labbra...

Avevo capito sin dall'inizio il significato delle sue carezze. Come nonna Annie, anche lui voleva toccare il mio viso come se così facendo, potesse, invece, sentire quello della madre.. così lo lasciai fare senza scandalizzarmi per la confidenza che si stava prendendo: era normale.

Jack... Pensi che a Zac... Io piaccia?” Gli chiesi, in un sussurro.

Non so esattamente come si comporti con le ragazze che frequenta ma penso che tu non gli sia indifferente, Victoria.” Spiegò, facendomi lievemente sorridere.

Ma stare con me sarebbe come stare con Lucy...” Finalmente potevo parlare chiaramente con qualcuno senza mezzi termini.

Ma tu non sei lei. Le somigli ma hai anche molto di Victoria... Sei più piccola, fragile, inguenua... Forse è anche questo che lo attira molto, e posso capirlo...” Disse, continuando ad accarezzarmi.

Penso sempre che lui stia con me, oltre che per i soldi, anche per ciò che il mio aspetto gli rappresenta.” Dichiarai, piegando di poco il capo ed ignorando l'ultima parte della sua frase.

Forse all'inizio. Ma questo puoi saperlo solo da lui... Cosa vuoi che ti dica, io?” Mi sorrise.

Giusto.. hai ragione. Mi hai chiamato per sapere di più su di lui e alla fine sono stata io a farti tutte le domande espondendo i miei sciocchi dubbi. Scusami.” Sorrisi.

Non preoccuparti. Non devi scusarti per certe cose e mi ha fatto piacere che ti sei aperta con me.. E' come se ti conoscessi da sempre.”

Per me è lo stesso... Io ti ricordo tua madre mentre tu... mi ricordi Zac.”

Sì.. E non sai quanto invidio mio fratello, ora, per averti conosciuta per primo.”

Questa frase, ovviamente, mi paralizzò. Non poteva dire sul serio.. Non poteva provarci con me. Lui aveva trentanni ed io ero ormai già di Zac.

Jack, cosa...?” Tentai di chiedere in un soffio.

Scusami... E' solo che.. I tuoi occhi sono devastanti, Victoria.” Ammise, guardandomi e facendomi perdere il quel mare di nocciola.

Io...” Cosa stavo per dire?

Jack somigliava così tanto a Zac, nei suoi modi, con le sue espressioni, che quasi cedetti alle sue avance dettate sicuramente solo dalla vicinanza.

Ma, proprio quando stavo per continuare, protestando probabilmente, qualcuno accanto a noi si schiarì la voce così forte da farmi salire il cuore in gola e facendoci allontanare come scottati.

Zac...” Biascicai, con gli occhi fuori dalle orbite.

Fratellino, che ci fai qui?” Chiese Jack, con nonchalance.

Potrei farvi la stessa domanda.” M'incenerì con lo sguardo.

Volevo conoscere un po' Victoria.” Quindi la scusa di voler sapere di più su Zac era stata solo un'escamotage o aveva mentito solo per non far innervosire di più suo fratello? Ero sicura della seconda.

Hai lasciato il cellulare in camera con il messaggio aperto.” Rispose allora, Zac, lanciandomi il cellulare sul tavolo, in tono freddo e distante.

Che stupida! Dalla fretta mi ero dimenticata quel coso sul letto! Dio, ma che mi stava capitando?!

Ma Zac stava per andarsene quando, alzandomi alla svelta, gli bloccai il braccio e lo abbracciai più forte che potei. Non era passato nemmeno un giorno che mi mancava come se fosse partito per un anno.

Dal canto suo, però, rimase fermo e si irriggidì non sapendo come reagire.

Scusami, scusami, scusami, scusami... Mi dispiace tantissimo, Zac! Non immagini quanto! Ho sbagliato, è stata tutta colpa mia. Sono una stupida e mi mertito il tuo odio ma sappi solo che hai ragione su tutto. Non dovevo essere così invadente pur sapendo che ti avrebbe infastidito... la curiosità mi ha divorato e non è una giustificazione. Sono davvero pentita di ciò che ho fatto, Zac, ma non posso vederti così arrabbiato con me. Non ce la faccio...” Parlai a macchinetta, non prendendo nemmeno fiato, cercando di arrivare fino alla fine senza frignare come una bambinetta e di farmi perdonare da lui.

Mi fidavo di te...” Sussurrò.

Lo so, e mi scuso ancora. Tu avresti potuto sapere tutto su mia madre chiedendo semplicemente a mio padre, ma non l'hai fatto perchè sapevi che non l'avrei approvato mentre io non ho rispettato le tue condizioni. Mi sono impicciata ma non sopportavo che mi mentissi ancora. Volevo.. volevo rompere tutte le barriere se davvero mi consideravi tua amica.” Continuai, sentendo che stava iniziando a scaldarsi un po', mentre ancora lo tenevo stretto fra le mie braccia.

Avresti dovuto solo aspettare...” Sospirò, alzando una mano e prendendo ad accarezzarmi la schiena come tanto mi piaceva.

Scusami.. Hai ragione. Se mi darai una seconda chance prometto che resterò fuori da tutto ciò.”

Lo so.” Ammise, facendomi alzare il viso per guardarlo incredula in faccia. Sorrideva, con quel solito luccichio negli occhi. “Ho parlato con nonna Annie e so che tu non hai chiesto nulla e che è stata più che altro lei a parlarti della mia famiglia e.. di mia madre. Diciamo che siamo pari, okay?” Sorrise apertamente.

In che senso?” Inarcai un sopracciglio.

Ti eri già fatta perdonare con il regalo che mi avevi fatto..” Dichiarò, stupendomi.

Cioè.. Vorresti dire che ti sei preso gioco di me, ora, per farmi dire tutte quelle cose?” Chiesi, esterrefatta.

Ops.” Fece, iniziando a ridere e lanciando uno sguardo complice a Jack.

Allora mi voltai e lo vidi armeggiare con un affarino elettronico.

Mi hai registrata...” Dissi, ancora a non crederci.

E' stato Zac a costringermi.” Fece lui, alzando le mani in segno di resa.

Tu hai sentito tutto!?” Mi rigirai verso Zac, puntandogli il dito contro.

Volevo solo una piccola vendetta...” Ridacchiò, alzando anche lui le mani come il fratello.

Io ti uccido.” Detto questo, Zac prese a correre seguito da me fino a casa (il Bar distanziava pochi metri da casa mia), mentre Jack se la rideva come non mai.

Angolo Autrice:
Solo per voi sono riuscita ad aggiornare così presto ;)
La mia faccia appena ho letto tutte le vostre recenzioni è stata tipo 'O'
Siete fantastiche e non potete nemmeno immaginare quante altre sorprese ho per voi riguardo Vic e Zac :D
Le vicende sono una il giorno dopo l'altro perchè il tempo che i due protagonisti  hanno di stare insieme è molto poco
quindi per riuscire ad inserire tutte le possibili avventure dei due, mi occorre descrivere ogni esperienza in ogni singolo giorno ;)
Vi ringrazio ancora per i vostri pareri e consigli e spero che anche questo capitolo vi piaccia! ^^
Un bacio *-* 

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Capitolo 21
*** CAMBIAMENTI ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO - CAMBIAMENTI

Zac, sei un uomo mor...” Ma una delle tante serie di imprecazioni mi morì letteralmente in gola appena, aperta la porta di casa, non mi ritrovai davanti mio padre, Marco, Mattia e...Giada e Sophia. “..to.” Sussurrai infine, facendo poi un sorrisetto forzato, cercando di salvare l'umiliante situazione.

Victoria! Ma è questo il modo in cui tratti il tuo bel fidanzatino?” Fece Giada, venendomi vicino con quel solito sorrisino malizioso e gli occhi socchiusi come a studiarmi.

C-ciao Giada..” Deglutii, salutandola con un bacio sulle guance, facendo poi lo stesso con Sophia.

Avete conosciuto Zac?” Chiesi quindi, guardandomi in giro e notandolo affianco alla televisione con quel solito ghigno derisorio.

Per poco, purtroppo.” Disse Sophia, facendogli l'occhiolino, senza preoccuparsi troppo della mia presenza.

Beh, ma avrete abbastanza tempo per conoscerlo meglio, figliole.” Esclamò mio padre, tutto euforico, facendo dirigere loro nella stanza degli ospiti e, quindi, lasciandomi finalmente sola con Zac.

Sono carine.” Sussurrò lui, venendomi alle spalle e facendomi sussultare dato che ero fin troppo presa dai miei pensieri.. Mi ero completamente dimenticata dell'arrivo delle mie sorelle per quel fine settimana. Con tutti quei problemi con Zac mi era davvero passato di mente e non avevo nemmeno avuto il tempo di prepararmi psicologicamente alla tortura che mi avrebbero inflitto.. Quindi, presa dall'improvvisa voglia di sfogarmi, sorrisi fra me e me pensando al modo migliore per scatenare i miei istinti primitivi: picchiare Zac.

Mmm.. Dov'eravamo rimasti io e te?” Gli chiesi, allora, girandomi e sorridendogli maliziosamente.

Due ore e tanta lotta dopo, ci ritrovammo sdraiati sul suo letto, con la porta comunicante aperta e quella della mia stanza chiusa a chiave, ansimanti come se avessimo corso 200km e sudati fradici, anche se immensamente sorridenti e felici.

Ma tuo.. fratello?” Chiesi fra un respiro e l'altro, mettendomi di lato, poggiando il gomito e sollevandomi la testa con la mano sotto il mento.

E' tornato a casa.” Rispose con nonchalance, continuando a guardare il soffitto.

A New York!?” Mi allarmai, pensando che non l'avevo nemmeno salutato...

No, scemotta.. E' da nonna Annie.” Ridacchiò lui, prendendo a fissarmi.

Mmm... Quindi ti è piaciuta la tela con i colori e il libro per imparare le tecniche della la pittura che ti ho regalato ieri?” Gli sorrisi, prendendo ad accarezzargli i capelli, giocando con le ciocche setose come adoravo tanto fare.

Moltissimo, davvero.” Disse, mettendosi nella mia stessa posizione, così da essere finalmente face to face.

Beh ma non c'è paragone col tuo di regalo. Semola è fantastico.” Esclamai, vedendo chiaramente dalla sua stanza nella mia, il cagnolino dormire sul cuscino che gli avevo messo a terra.

Sono belli entrambi.. Sono cose diverse.” Facendo spallucce.

Perchè proprio un cane?” Gli chiesi quindi, seriamente.. Infondo non ricordavo di avergli mai detto che ne volevo uno.

Prometti di non fraintendere?” Annuii. “Perchè il cane è il migliore amico dell'uomo e tu ne hai bisogno. Sei una ragazza che ha poche persone sulle quali fare affidamento ed un cucciolo è quello che ti ci serve. Un mix di fiducia e dolcezza allo stesso tempo.. Lui non ti abbandonerà mai.” Continuò, colpendomi dritta nel cuore, facendomi boccheggiare per la sorpresa. Possibile che un cagnolino simile potesse significare tante cose messe assieme?

P-perchè... Tu mi abbandonerai?” Deglutii, presa da un improvviso nodo alla gola.

Victoria... Parliamoci chiaro: fra poco più di due settimane finirà tutto. Era il patto... I-io.. per te sono solo un gigolò. Un maestro, un finto fidanzato.”

No, tu sei molto più.. tu sei...mio amico.” Mi ripetevo di trattenere di nuovo le lacrime perchè stavo davvero odiando il fatto che ultimamente piangevo per tutto.

No, Vic. Quando quest'esperienza finirà, vedrai che ti avrò già stufato.” Ammise, sedendosi poi alla fine del letto.

Si prese la testa fra le mani e ve ne passò una in mezzo ai capelli come faceva sempre quand'era imbarazzato, agitato o emozionato.

Pensi davvero questo? Pensi che mi stuferò di te? Zac, ma non hai sentito proprio nulla di quello che ho detto a tuo fratello, allora.” Dissi, sedendomi sul letto alle sue spalle e prendendo a fargli un lieve massaggio sul collo.

Cosa pensi che accadrà quindi, quando sarà il momento in cui Cristina mi dovrà dare i soldi? Cosa accadrà dopo? Pensi che resteremo comunque in contatto come buoni amici? Come se tutto questo non fosse successo?” Sbottò, voltandosi e guardandomi negli occhi, infliggendomi una delle pene più terribili.

Per tutto questo tempo non avevamo mai affrontato quell'argomento tanto spigoloso, forse per paura.. per non rischiare di sciupare tutto ma, a quanto pareva, il momento era arrivato ed era ora di farsi forza e tenere duro.

Beh ma.. Con Maria è stato così.” Biascicai, non riuscendo a guardarlo negli occhi.

Ma tu non sei lei.” Dichiarò, prendendomi alla sprovvista.

Cosa voleva significare? Che ero di meno di lei? Di più...?

Mi stai preparando al momento dell'addio?” Trattenni un singhiozzo.

Io non potrei mai essere tuo amico...” Ammise infine, dandomi il colpo mortale.

Cerai davvero con tutte le mie forze di non piangere. Provai a pensare a qualsiasi altra cosa.. Ai bambini felici, allo stufato schifoso che una volta preparò zia Michela, alle risate con le mie amiche... Pensai a tutto. Ma fu inutile. Piansi lo stesso.. Come una fontana. Come se mi avessero appena detto che mi era morto un parente.. Ma forse era solo il mio cuore ad essere defunto.

Nonostante tutti miei sforzi, ero crollata nuovamente. Nonostante la rabbia che provavo in quel momento, ebbi comunque la forza di avvicinarmi a lui e baciarlo con così tanta disperazione che quasi soffocai. Mi sembrava che fosse passata un'eternità dall'ultima volta che ci eravamo baciati, tanto mi mancava quel tocco.

Mi misi in ginocchio sul letto e posai una mano dietro il suo collo, per poi mettere l'altra sul suo petto, prendere la sua camicia e tirarlo verso di me... sopra di me.

Iniziò così un bacio passionale, un bacio di ricerca. Ci stavamo studiando ed era come se tutte le liti, i pianti e le consapevolezze fossero scomparse per sempre.

C'eravamo solo io e lui. Zachary e Victoria. Vic e Zac.

..E questa era la nostra storia.

Cominciò piano piano a sfilarmi la camicia e la maglietta, facendomi restare in reggiseno mentre io tentavo di sbottonargli quegli odiosi bottoni che sembravano essere sigillati apposta per farmi imbestialire.

Odio.. questi cosi...” Ansimai fra un bacio e l'altro. Le mani tremanti, poi, non erano di certo d'aiuto.

Allora Zac, sorprendendomi, dopo una lieve risatina, si scostò di poco da me e si tirò così tanto la camicia da far saltare tutti i bottoni, così da levarla più semplicemente.

Arrivò alla cintura dei miei jeans e la slacciò in meno di due secondi, così da farmi rimanere solo in biancheria intima che, dopo neanche qualche minuto, volò a terra insieme agli altri indumenti. Mi sciolsi i capelli.

Ero nuda sotto di lui e la sua mano iniziò a perlustrarmi come tanto adoravo.

Sembravano passati anni dalla seconda lezione...

Iniziò a baciarmi il collo fino a scendere sui miei seni e stuzzicarli come solo lui sapeva fare mentre muoveva la sua mano sulla mia intimità in un modo quasi strategico per farmi provare il triplo del piacere.

Stavo già ansimando e gemendo come una matta quando infilò il suo primo dito in me, facendomi scappare un urletto strozzato dall'eccitazione. Ero bagnata fradicia.

Sei.. bollente.. Oddio, Vic..” Biascicò lui, guardandomi dritta negli occhi mentre poi infilava il secondo dito e spingeva con forza in me.

Mi stavo torturando il labbro inferiore quando finalmente venni grazie alle sue dita perfettamente affusolate.

Non so cosa mi mosse poi, ma improvvisamente, come di sua spontanea volontà, la mia mano si posò sul cavallo dei suoi pantaloni, così da accarezzarne l'erezione che premeva sotto di essi, facendo uscire uno dei gemiti più belli dalle labbra di Zac.

Togliti.. i pantaloni.” Ansimai ancora, aspettando che obbedisse.

Qualche secondo dopo, era rimasto in boxer ed io, ancora più eccitata quanto impaurita, capovolsi le posizioni, mettendomi sopra di lui.

Cosa...?” Ma non fece nemmeno in tempo a chiedere che sfilai prontamente le sue mutande, restando supefatta ed immobile davanti alla vista di ciò che avevo sotto i miei occhi... E ai centimetri... Molti centimetri. Oserei dire anche troppi...

Potevo sembrare un'esperta forse, ad occhi esterni ma diamine, solo Dio poteva sapere quanto in quel momento mi stavo vergognando ed imbarazzando della situazione. Per la prima volta in vita mia avevo di fronte a me il genitale maschile... E che genitale! Altro che anaconda... Poi di Zac! Oddio ma quel ragazzo poteva essere più perfetto?... Ed io potevo essere più ninfomane..?

Si era fatta già sera ma per la poca luce che trasmettevano i lampioni da fuori la finestra, si poteva vedere chiaramente tutto e, probabilmente, anche il mio rossore.

Ma non mi diedi per vinta. Mi abbassai fino a baciarlo lievemente sulle labbra, per poi scendere sul collo e sul suo bellissimo petto, arrivando così all'ombelico e, per sorpresa di entrambi, iniziando a passarci la lingua sopra.

Una volta Jennifer mi aveva detto che quella mossa eccitava sia le ragazze che i ragazzi e, anche se in quel momento non lo presi in considerazione, in quel preciso istante con Zac, mi fu estremamente utile.. e funzionò.

Zac chiuse gli occhi e sentii il suo respiro smorzarsi come mai prima di allora quando, prendendo tutta la forza possibile che c'era in me, afferrai per la prima volta il suo membro con le mani, sentendolo duro quanto liscio sotto il mio tocco che fece spalancare gli occhi a Zac che, prontamente, alzò il capo fissando incredulo ciò che stavo facendo.

Presi così a fare un lento ed intenso massaggio, da sopra a sotto, godendomi le espressioni di piacere di Zac che mi mandavano in delirio più di ogni altra cosa.

Lo stavo facendo... per la prima volta lo stavo facendo impazzire.

Oh.. Mio Dio, Vic...” Quasi urlò quando aumentai la velocità delle mani.

Va bene così, Zac?” Chiesi con voce roca ed inaspettatamente sensuale.

S-sì...Sì.” Ansimò lui, prendendo a stringere le lenzuola nei pugni.

Capii che era molto vicino quando poi disse: “Aspetta, Vic...” E finalmente venne proprio su quelle lenzuola bianche e pulite che avevano visto un'ora prima le mie lacrime e, ancora prima, la nostra lotta scherzosa.

Proprio su quelle lenzuola, passai dalla timida alla sensuale Victoria.

Assaporai ogni istante del suo amplesso come se lo stessi provando io stessa. La sua espressione, mentre si mordeva un labbro, socchiudeva gli occhi e i suoi capelli erano tutti scomposti, mi mandò completamente in tilt, tanto che gli risaltai addosso, abbracciandolo e baciandolo teneramente.

Ero ancora scioccata per ciò che ero riuscita a fare senza nemmeno una guida, ma allo stesso tempo anche molto felice per il mio sblocco.

Alla faccia di tutte quelle che mi avevano definita lesbica o asessuata!

Così, stretta fra le sue braccia, mi rilassai finalmente, pensando che era l'unico posto nel quale sarei voluta stare per sempre, fino a quando...

Victoria! Forza, scendi che è pronta la cena! E chiama anche Zac!!” Urlò mio padre, bussando alla mia porta come faceva sempre per farmi sbrigare.

Allora ci alzammo alla svelta, anche se vedevo che Zac era ancora molto stanco per l'attività appena terminata, ed iniziammo a risistemarci... Notai comunque che aveva due rossi sul viso e gli occhi lucidi per non contare il sudore e i capelli tutti scomposti...

 

Avete litigato?” Quasi mi rimproverò, mio padre, appena scesi in salone.

Ché?” Gli risposi, di getto, presa alla sprovvista.

Mi guardai intorno e vedendo Zac ogni dubbio di mio padre fu finalmente chiaro.

Sembrate appena usciti da una lotta..” Sghignazzò allora lui, tutto sorridente. Certo, quando c'erano Sophia e Giada diventava improvvisamente di buon umore...

Appena rientrò in cucina però, presi subito Zac per la maglietta che, facendoci caso era anche messa al contrario, e quasi lo trascinai da una parte per potergli parlare in privato dato che ci eravamo letteralmente catapultati di sotto senza nemmeno guardarci.

Mi dispiace...” Biascicai subito, senza riuscire ad incrociare il suo sguardo.

P-per cosa?” Deglutì, stancamente.

Per quello che ho fatto prima... Io... non sapevo nemmeno cosa fare... Sono stata una stupida, scusami...” Parlavo a vanvera e non riuscivo neanche a riprendere fiato, giustificandomi su cose che non c'entravano nulla e scusandomi per altre, lasciando Zac apparentemente interdetto.

Vic, ma sei impazzita?” Sbottò all'improvviso, facendo bloccare il mio flusso di parole discontinue, zittendomi allibita.

Davvero pensi che mi sia dispiaciuto?” Continuò, strofinandosi un occhio e sbadigliando ma mantenendo comunque la sua espressione dura.

Io.. Non lo so. Non l'ho mai fatto... Non so se...” Stavo ricominciando a parlare senza sosta, fino a quando non mi zittì nuovamente con un dito sulle labbra.

Sei stata fantastica. Non propriamente esperta, ma fantastica.” Mi sorrise poi, scaldandomi il cuore come solo lui riusciva a fare. Certo, la sua sincerità non era mancata ma aveva detto comunque che ero stata brava, quindi... Mi sentii bene.

Oh, ecco dov'eravate! Su, stiamo aspettando tutti voi!” Fece Sophia, prendendo Zac sotto braccio e dirigendosi insieme a lui nel salone, staccandolo da me.

Appena vista la tavola, non potei fare a meno di notare la disposizione dei posti, sicuramente scelta accuratamente dalle mie sorelle maggiori che erano esattamente sedute affianco a Zac e avevano posizionato me il più lontana possibile da lui.

Iniziamo bene...” Borbottai, prima di sedermi fra Marco e Mattia come se fossi piccola come loro mentre papà si metteva a capotavola. Beh, dopo tutto non ero poi così distante da Zac; non potevamo toccarci ma almeno eravamo seduti l'uno di fronte all'altra.

Primo piatto Alias Primo round.

Mmm.. Questo pesce è buonissimo, non credi Zac?” Fece Giada, annuendo come per incitarlo ad assentire.

Sì, davvero buono.” Sorrise lui, senza aggiungere altro ma non scoraggiando comunque mia sorella.

Lo vedevo strano. Era diverso e lo sentivo dalle sue espressioni e dal suo silenzio. Di solito chiacchierava come una tredicenne assennata, ed invece restava fermo, mangiando senza proferire parola a meno che non gli veniva chiesta e vedevo che anche mio padre ci aveva fatto caso, guardandolo preoccupato come fosse uno dei suoi figli.

Beh, lo ha fatto Sophia! Lei è bravissima a cucinare, Zac. A Victoria neanche piace il pesce!” Continuò Giada, elogiando Sophia quasi fosse una cuoca professionista. Ovviamente l'idea di fare il pesce non era stata una semplice coincidenza.

Sapevo che non impazziva per la carne, non per il pesce...” Disse Zac, senza scomporsi di troppo.

Iniziavo davvero a preoccuparmi. E se fosse andato storto qualcosa prima in camera? Se avevo sbagliato e mi aveva mentito per non farmici restare male?

Non le piace quasi nulla... Solo la pasta. Peccato che col tempo le è finita tutta sulle cosce.” Ghignò, parlando come se non ci fossi e prendendomi in giro davanti al mio presunto fidanzato.

Sophia, come al solito, rise insieme a mia sorella e questo mi fece solo capire che la serata non sarebbe stata terribile.. Peggio.

Zac non disse nulla, non fiatò, non rise. Continuò semplicemente a mangiare come se non le avesse nemmeno sentite. Mio padre iniziò ad agitarsi sulla sedia. Qualcosa non andava.

E' vero, Vicky, ho notato che ti sei ingrassata un po'.” Continuò Sophia, stuzzicandomi di più. Lo facevano sempre. Si divertivano così sapendo che non avrei mai reagito e solo quando Zac non rispose, difendendomi come aveva fatto con le mie cugine, capii che probabilmente toccava a me di farmi sentire.

Mi rallegro pensando che alla mia età eravate entrambe anche peggio di me...” Borbottai, mentre mi mettevo delle patate al forno nel piatto. Erano belle, sì, ma ciò non toglieva il fatto che per esserlo avevano dovuto lavorarci parecchio...

Silenzio tomba. Smisero tutte e due di ridere e mio padre mi rivolse uno sguardo fra lo stupito e... l'orgoglioso? Forse Zac mi stava aiutando lo stesso, anche senza interferire. Mi stavo difendendo da sola con le mie sorelle. Per la prima volta dopo tanti anni ero riuscita a rispondere a dovere alle loro frecciatine maligne e per la prima volta ero anche riuscita a zittirle e a sconvolgerle come si doveva.

Ripeti quello che hai detto se hai il coraggio, avanti.” Squittì Giada, rivolgendomi uno sguardo omicida.

Avete sentito bene. Io mi piaccio così come sono, okay? Non sarò bella e affascinante come voi ma almeno ho al mio fianco una persona che tiene davvero a me.” Sbottai, facendo alzare la testa a Zac e guardarmi con gli occhi fuori alle orbite.

Non mentivo, però. Dicevo sul serio. Io pensavo davvero che lui tenesse a me...

Victoria! E' questo il modo di rispondere alle tue sorelle appena ritornate?” Mi rimproverò Sophia, sfruttando la sua autorità da sorella maggiore.

Hai ragione.” Sorrisero credendo di averla vinta. Ma continuai: “Sono stata troppo gentile.” Detto questo, dichiarai definitivamente guerra aperta, facendo trasformare Giada e Sophia in due vere e proprie streghe sputa fuoco.

Okay, ora basta ragazze, abbiamo un'ospite.” Ci ammonì mio padre, entrando finalmente in scena.

La cena passò velocemente e indolore, senza più discussioni e in tranquillità come mai in presenza delle mie sorelle, era successo. Possibile che ringraziassi Zac per questo anche se non aveva fatto letteralmente nulla?

Ehi, tutto bene?” Finita la serata, accompagnai Zac alla porta di casa così da non destare ulteriori dubbi.

Sono solo molto stanco.” Fece spallucce, sbadigliando. Sarà stato il quindicesimo sbadiglio da quando eravamo usciti dalla stanza.

E' stato per... Quello che abbiamo fatto prima?” Chiesi, arrossendo.

Non so, forse. Di solito non sono così stanco...” Spiegò, stranendosi anche lui.

Domani lavori?” Mi preoccupai.

Domani è domenica.” Mi sorrise debolmente.

Allora mi avvicinai e non riuscii a trattenermi dall'abbracciarlo e, quindi, a posare una mano sulla sua guancia per accarezzarla fino a quando non mi accorsi di quanto fosse bollente.

Zac, ma tu... Scotti.” Mi allarmai, passando la mano sulla fronte.

Fa caldo.” Cercò di giustificarsi.

No, tu hai la febbre.” Ci posai anche la guancia e le labbra e in tutti e due i casi la risposta fu sempre quella.

Vic, non ho la febbre da quando avevo... quattordici anni.”

Beh, ora ce l'hai. Vai in camera tua, ti raggiungo subito.” Gli ordinai, somigliando alla classica madre premurosa.

Okay, mamma.” Rispose, facendomi sorridere e dirigendosi alla porta affianco.

Neanche dieci minuti dopo, lo stavo aspettando in camera sua con una bacinella di acqua fredda, una pezza, un termometro e qualche pasticca per far abbassare la febbre, chiedendomi come mai ci stesse mettendo così tanto per salire delle scale fino a quando non aprì la porta, spaventandosi nel vedermi nuovamente sul suo letto con un'espressione più preoccupata del solito.

E' scoppiata una bomba?” Chiese, notando le cose che avevo preso per occuparmi di lui.

Forza, mettiti sotto le coperte. Devi assolutamente riposarti, Zac.” Continuai con quel tono perentorio.

Pensi davvero che sia malato?” Mi sorrise, inarcando un sopracciglio incredulo ma obbedendomi comunque.

Solo una forza sconosciuta riusciva a farmi stare ferma e a non infilarmi sotto le lenzuola con lui...

Metti questo sotto il braccio.” Neanche gli risposi che gli porsi subito il termometro, guardando l'ora e regolandomi fra quanto lo avrei dovuto togliere.

Saresti ottima come madre, davvero.” Mi sorrise, sincero questa volta.

Chiunque saprebbe cosa fare in certe circostanze. Non sto facendo nulla di che.” Minimizzai, cercando di non guardarlo troppo negli occhi, convinta che mi sarei sciolta all'istante.

Non si tratta del gesto, ma del modo in cui lo fai. Si capisce dall'affetto che ci metti.” Spiegò, tossendo subito dopo.

Aveva due rossi enormi, le orecchie che avevano lo stesso colore di due peperoni e gli occhi lucidi e profondi come pozze d'acqua.

Beh... Probabilmente è perchè tengo alla tua salute.” Feci, iniziando a bagnare la pezza.

Lo faresti anche con i tuoi figli.” Non era una domanda, solo una constatazione.

Certo..” Gli sorrisi calorosamente, avvicinandomi al suo viso e poggiando la pezza bagnata sula sua fronte, facendolo sussultare.

Beato il padre..” Farfugliò, socchiudendo gli occhi.

Bocchieggiai presa alla sprovvista e non seppi cosa rispondere. Per un momento la mia mente riformulò l'immagine di una mia famiglia con lui e nuovamente il mio cuore prese a battere velocemente e senza sosta, come se volesse uscire fuori dal petto e urlare al mondo la sua inaspettata felicità.

Riposati, ora..” Deglutii, allora, non sapendo come ringraziarlo per quelle semplici paroline che mi avevano fatto arrivare in paradiso.

Lui chiuse gli occhi ed io mi avvicinai di nuovo al suo viso, bagnandomi le labbra con l'acqua fredda e posando un lieve bacio sulla sua bocca calda e secca.

Grazie, angelo mio...” Sussurrai, sperando di non essere stata sentita, fino a quando il suo respiro perfettamente regolare ed un leggero brontolio non mi confermò che si era addormentato.

Guardai l'orologio e notai che erano appena passati cinque minuti esatti, togliendo quindi il termometro da sotto il suo braccio, senza svegliarlo, ricordando che aveva il sonno pesante.

Quasi mi venne un colpo: 39 e mezzo di febbre.

Era normale preoccuparmi a tal punto per una persona che si conosceva da nemmeno un mese? Sì, se si trattava di Zac. Il mio Zac...

Per quasi tutta la notte non feci altro che bagnare la pezza e rimettergliela sulla fronte che la rendeva bollente dopo neanche due minuti che l'avevo poggiata.

Dormì così tranquillamente quella notte che non si spostò nemmeno un po', neanche per cambiare di poco la posizione. La sua espressione era rilassata e la luce della abajour giocava sul suo bel viso e sui suoi zigomi si erano formate delle ombre per le sue ciglia lunghe e nere. Le labbra erano screpolate e socchiuse, mentre il suo petto si alzava e abbassava in un ritmo regolare e quasi affascinante. No, probabilmente era semplicemente lui ad essere unicamente affascinante.

 

Il mattino dopo mi risvegliai con la testa poggiata sul suo petto, non ricordando nemmeno a che ora mi fossi addormentata, con ancora il termometro il mano, ricordando che verso le due di notte gli avevo rimisurato la febbre notando un lieve miglioramento, e sentendo gli uccellini cinguettare fuori la sua finestra.

Gli avevo lasciato la pezza bagnata sulla fronte e togliendogliela sentii che non era più così bollente come la sera prima e sorrisi fra me e me.

Buongiorno...” Borbottò lui, svegliandosi, sentendo probabilmente la differenza di peso sul suo petto o solo a causa della luce del sole.

Buongiorno. Come ti senti?” Chiesi subito, guardandolo come se fosse una rara statua greca.

Meglio... Ma, sei stata tutta la notte qui?” Domandò, alzandosi a sedere e guardando prima me poi tutte le cose che avevo lasciato sul letto.

Sì e penso che la tua salute stia migliorando. Tieni, misurati la febbre.” Sorrisi ancora, porgendogli il termometro che era diventata come un'arma per me.

Fece come gli dissi guardandomi sempre con curiosità, come se avessi detto o fatto qualcosa da alieni.

Perchè?” Chiese solo, smorzandomi il sorriso e facendomi strozzare con la mia stessa saliva. Il fatto era che per tutta la notte me l'ero chiesta ma l'unica motivazione che mi diedi fu che: “Ero preoccupata.” Feci spallucce.

Potevi almeno tornare a dormire. Hai due occhiaie orribili.” Disse, con la sua solita sincerità disarmante e quasi fastidiosa.

Grazie per il tatto. Comunque un po' ho dormito...” Borbottai, come se mi stessi giustificando per essere rimasta sveglia ad aiutarlo con la febbre.

Un po'? Io direi per niente.” Continuò, punzecchiandomi.

Il tuo senso dell'umorismo sta tornando, vedo.” Notai, acida.

Sto guarendo.” Mi sorrise, posando poi una mano sulla mia.

Sai, un “grazie” non farebbe male.” Ammisi, fulminandolo con lo sguardo.

Io non ti ho chiesto nulla, Vic.” Spiegò, con ovvietà.

Stai scherzando, spero. Io l'ho fatto perchè stavi male, non per ricevere qualcosa in cambio, però un po' di riconoscimento è anche educato, non pensi?”

Beh, se la metti così, allora grazie...” Disse con nonchalance, facendomi letteralmente infuriare per la sua mancanza di rispetto dopo tutto quello che avevo fatto per lui.

Non mi devi fare il piacere.” Dissi, riprendendo il termometro e leggendo un bel 37 e mezzo; perfetto, almeno l'alterazione era passata.

Tu volevi un grazie ed io te l'ho dato.” Rispose, come se così facendo non sapesse di ferirmi nel profondo.

Sai che ti dico io, invece? Vai a quel paese. Sei solo un ingrato.” Detto questo mi alzai alla svelta e mi defilai prontamente in camera mia e buttandomi sul mio letto iniziai a singhiozzare come una deficiente.

Ma cosa gli stava succedendo? Ieri sera mi aveva portata al massimo della felicità con quella frase e oggi mi trattava come un disturbo indesiderato.

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Capitolo 22
*** PRIME SVOLTE ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO – PRIME SVOLTE

 

Stavo ancora piangendo quando Semola salì sul letto ed iniziò a leccarmi le lacrime dal viso, facendomi, mio malgrado, ridacchiare a causa del solletico che la sua piccola lingua faceva sulla mia pelle.

Forse è proprio vero.. Tu non mi abbandonerai mai.” Parlai ad alta voce, come se il cane potesse davvero comprendermi e, magari, tirarmi su di morale.

In tutta risposta, continuò a venirmi incontro fino a quando, mettendomi seduta con la schiena poggiata alla parete del letto, non lo feci sistemare sopra le mie gambe.

Tu almeno non mi guardi male per ciò che sento.” Okay, ero davvero impazzita. Stavo parlando con un cane... Mi stavo sfogando con lui.

Beh, probabilmente ne avevo veramente bisogno in quel momento.

Eppure mi sembra di esserne colpevole. Non lo capisco, Semola. Prima mi dice che mi vuole bene, poi va via come se gli avessi dato uno schiaffo. Mi sorride, poi mi sgrida. E' una maledettissima giostra e anche se ogni volta mi viene il mal di testa, continuo comunque a salirci sopra.. Perchè, mi piace.” Proseguii, prendendo ad accarezzare Semola che sembrava capirmi, data la faccia concentrata su di me, che aveva. “Sono contenta di averti qui, sai? Sei un cagnolino fantastico... E spero che mi porterai fortuna. Quel testone nell'altra camera mi tratta sempre male...” Sospirai, parlando come se il cucciolo fosse una bambina di quattro anni fino a quando, una voce simile ma non uguale a quella che mi rimbombava ogni volta nella testa, non mi fece quasi venire un infarto, stupendomi.

Io non ti tratto sempre male.” Disse Zac, con la voce impastata probabilmente dalla febbre, con ancora il pigiama addosso, i rossi sulle guance, i capelli scomposti e gli occhi lucidi.

Non risposi. Rimasi immobile a fissarlo con un'espressione fin troppo intimidatoria, che però, non lo fermò dall'avvicinarsi e sedersi accanto a me.

Semola, stupendomi, si alzò subito da me per andare a farsi coccolare dal mio momentaneo nemico.

Anche Semola preferisce te a me.” Mi lamentai come una bimba di tre anni.

E' solo un cane, Vic.” Cercò di sorridere, prendendo a tossire piano. Stavo cercando con tutta la mia forza di non occuparmi e preoccuparmi per la sua salute.

Un cane che non dovrebbe abbandonarmi mai.” Ribadii, mettendo in gioco i nostri famosi discorsi stupidi che facevamo solo quando cercavamo di non litigare direttamente.

Vuole solo delle coccole.” Lo giustificò, continuando ad accarezzarlo e tenerlo sulle sue gambe.

In quel momento, per la prima volta, fui invidiosa di un cane.

Non è l'unico. Con lui non ti fai problemi mentre a me cerchi sempre di scacciarmi.” Esternai così i miei pensieri, mettendo il broncio e cercando di non incrociare il suo sguardo.

Non capisco cosa ti ha fatto arrabbiare tanto. Io ti sono grato per ciò che hai fatto ma...” Esitò però a continuare.

Ma?” La mia curiosità, come al solito, non riuscì a celarsi, uscendo prepotentemente da me.

Ero preoccupato. Non volevo che ti occupassi così tanto di me; nella mia vita me la sono sempre cavato da solo, Vic.” Ammise, addolcendomi di poco.

Temi che possa viziarti?” Chiesi, inarcando un sopracciglio e volgendo lo sguardo su di lui che invece continuava a tenerlo basso su Semola.

Sto iniziando davvero ad abituarmi a questa vita.. Alla tua vita, Victoria. E questo mi spaventa.” Sospirò, passandosi poi una mano sulla fronte.

Vedevo che era stanco, spossato... Che non si sentiva affatto bene. E mi dispiaceva non poter farci nulla. Tutte quelle dichiarazioni, poi, iniziarono davvero a stordirmi.

Non puoi continuare a vivere nell'ombra del tuo dolore, Zac. Ora hai qualcuno col quale puoi davvero sfogarti. Io sono qui per te. Se resto sveglia la notte cercando di farti passare la febbre è solo ed esclusivamente per il tuo bene.. Perchè ci tengo.” Mi ero denudata del tutto, nel senso prettamente psicologico.

Avevo fatto un passo grosso ma non ne temevo le conseguenze in quel momento. Mi piaceva averlo accanto, sentire il suo odore, la sua voce... Mi piaceva lui. Era un ragazzo.. straordinario. E non riuscivo ad infastidirmi per averlo perdonato così facilmente... Il mio cuore non provava alcun rimorso, alcuna rabbia. Accanto a lui era felice e più vivo che mai. Lui mi teneva in vita.

Detta quella frase, Zac si girò lentamente e mi guardò per un minuto infinto. I nostri occhi si erano incatenati e in questi potevo rivederci dentro ogni minimo momento passato insieme per tutte quelle settimane, piene di discussioni, risate, pianti, delusioni, sorprese, passioni... In quegli occhi rivivevo noi.

Ma fu un attimo che Semola scese dalle sue gambe per mettersi comodo sul suo cuscinetto e Zac si avventò sulle mie labbra prima dolcemente poi disperatamente.

Accarezzava ogni centimetro della mia pelle, come a venerarla e mi stringeva forte a sé come se fossi la sua unica àncora di salvezza.

Oddio, scusami!” Farfugliò subito dopo, staccandosi da me come scottato, lasciandomi delusa e quasi infreddolita.

P-per cosa?” Balbettai, sconvolta da quel turbine di sensazioni all'ultimo momento.

Ormai andavo in simbiosi con i suoi cambiamenti d'umore. Lui si sentiva in un modo e di conseguenza trascinava anche me nelle sue emozioni temporanee.

Ho la febbre. Sicuramente te l'ho attaccata.” Biascicò, con la mano sulla bocca.

Passarono pochi secondi che il mio cervello metabolizzò una sola ed unica risposta:

E chissene frega!” Sbottai, risaltandogli letteralmente addosso.

 

U-uscire con voi?” Stavo per strozzarmi con la mia stessa saliva appena le mie care sorelle mi avevano proposto questa assurda quanto spaventosa richiesta.

Non ci senti, sorellina?” Evidentemente Giada voleva vendicarsi per ciò che avevo detto la sera prima, così da umiliarmi anche davanti a tutto il paese.

Chiedi anche a Zac!” Squittì subito dopo, Sophia.

No, non può...” Non mi andava di dire loro che aveva un po' di febbre perchè ero sicura che avrebbero fatto di tutto per occuparsi di lui al posto mio.

Semplicemente una scusa in più per attaccarsi al mio ragazzo come delle piovre.

Chi non può fare cosa?” Ma ovviamente il mio piano andò letteralmente a puttane appena si presentò il diretto interessato alle mie spalle, come se nulla fosse.

Victoria dice che tu non puoi venire a farti una bella passeggiata con noi.” Spiegò Giada, incrociando le braccia al petto ed inarcando un sopracciglio.

Zac, dal canto suo, mi guardò un po' dubbioso ma, voltandosi verso le mie sorelle, riprese a sorridere anche se meno raggiante del solito e rispose: “Mi farebbe molto piacere venire.” La malizia nei suoi occhi non mi sfuggì neanche per un secondo. Logico che era una frecciatina e un doppio senso dedicato specialmente a me che, grazie al cielo, Giada e Sophia non presero in considerazione...

Sei uno stupido.” Gli biascicai all'orecchio, appena chiusa la porta alle nostre spalle.

Ti piaccio per questo, no?” Sorrise ancora, tossendo subito dopo.

Non volevo che uscissi con noi perchè hai ancora la febbre!” Sussurrai, rischiando di essere sentita dalle due arpie davanti a noi, sempre pronte ai pettegolezzi, alle mie perdite e, soprattutto, troppo prese a sculettare come delle forsennate.

No. Tu non volevi perchè avevi paura che le tue sorelle ti mettessero ancora in imbarazzo di fronte a me.” Fece, mentre io pensavo che un'altra ragione era anche quella del loro probabilissimo attaccamento a lui.

Io...” Stavo per ribattere quando Giada si avvinghiò al suo braccio destro e Sophia al sinistro, facendomi restare dietro la fila.

Ti piace vivere qui, Zac?” Iniziò, Sophia.

Molto.” Sorrise lui, anche se un po' impacciatamente. Era forse... a disagio?

Wow, che bicipiti! Ci credo che fai palestra!” Starnazzò l'altra, palpando il suo braccio.

Mi stavo davvero trattenendo con tutte le mie forze mentre Zac rimaneva beatamente fra le loro mani.

Beh, grazie... Ma non ci vado spesso.” Aveva ripreso la sua sicurezza.

Eravamo entrate nella parte vecchia della città, dove ogni domenica mattina vi era un gran baccano e tantissima gente a causa del mercato.

Temevo di incontrare qualcuno che conoscevo ma allo stesso tempo non volevo guardare davanti a me e ritrovarmi lo scenario delle mie sorelle che ci provavano senza vergogna col mio ragazzo, così decisi di deviare strada e andare a vedere delle bancarelle di collanine e braccialetti di cuoio, quando...

Sempre con queste cose strane, eh?” Mi chiese, una voce fin troppo familiare ma lontana anni luce nei miei ricordi, alle mie spalle, facendomi sussultare dalla sorpresa e rigirarmi di scatto per vedere nuovamente quel viso chiaro, quegli occhi blu e quei capelli biondi che tantissimo tempo fa popolavano la mia mente.

Ri-Riccardo?” Deglutii, quindi, con ancora un bracciale in mano.

Era simile a quello che portava Zac al polso e fui quasi tentata di comprarlo.

Victoria! Ti vedo in gran forma, da quanto tempo!” Mi salutò, entusiasta, stritolandomi in un abbraccio caloroso, solito da lui.

Ero rimasta ancora paralizzata, con la bocca spalancata ed il fiato smorzato, rivivendo nella mia mente tutto il periodo nel quale ci eravamo frequentati.

Era alle medie ed io avevo una cotta per lui dalla prima, iniziando a conoscerlo solo in terza per poi fidanzarmici quell'estate e finire la nostra storia all'inizio del primo liceo. Eravamo rimasti in buoni rapporti poiché la scelta di lasciarci era stata reciproca e più che fidanzati eravamo sempre stati buoni amici.. Situazione completamente diversa da com'era in quel momento con Zac.

Sei rimasta scioccata?” Sorrise ancora, tenendo le mani sui miei fianchi in un mezzo abbraccio.

I-io..Ehm... Oddio, quanto tempo!” Ridacchiai, presa dall'imbarazzo e agitazione.

Ci eravamo sempre ripromessi di restare in contatto dopo le medie ma ci eravamo lo stesso persi di vista per tre anni e poco più.

Sei ancora più bella di quanto ricordassi.” Fece, come se non riuscisse a farmi arrossire con così poco.

Beh, grazie... Anche tu stai molto bene.” Banale.

Sei qui da sola?” Si passò una mano fra i capelli come faceva spesso ma non facendomi più lo stesso effetto che invece continuava a farmi Zac.

Non sapevo sinceramente come rispondere, però. Ero con le mie sorelle e con il mio presunto fidanzato ma, in poche parole, era come se fossi veramente sola.

Più o meno.” Borbottai, portando il mio sguardo sul bracciale che tenevo saldamente stretto in mano.

Pochi secondi dopo però, Riccardo tirò fuori cinque euro dalla sua tasca e pagò il tizio alla bancarella, alle mie spalle, ricevendo due euro di resto e sorridendomi calorosamente di rimando... Mi aveva forse offerto quel bracciale?!

Ma.. Non dovevi!” Mi ripresi, cercando nella mia borsa dei soldi per restituirglieli, quando posò la sua mano calda sulla mia per bloccarmi ed afferrarmi alla svelta, prendendo a camminare fra la gente come se fossimo una classica coppia d'innamorati.

Camminammo per un altro po' fino a quando non ci ritrovammo davanti ad un bar e mi propose di entrarci per prenderci qualcosa di caldo. Non sapevo perchè, ma acconsentii. Riccardo era un ragazzo simpatico, intelligente e adorabile ma era anche troppo prevedibile e, soprattutto, non era Zac.

Cioccolata calda con panna apparte, giusto?” Mi sorrise sempre in quel modo affascinante ma... scontato.

Sì, grazie. Però la devi smettere di offrire sempre tu.” Sorrisi di rimando, anche se più falsamente.

Ero comunque preoccupata di non aver avvertito nessuno della mia improvvisa mancanza.

Figurati, Vic! Sono anni che non ci vediamo; mi pare il minimo.” Disse, facendomi l'occhiolino ma senza riuscire a farmi arrossire come una volta.

Era come se ormai tutti gli altri ragazzi non mi facessero alcun effetto.

Solo Zac riusciva a farmi tremare come una foglia, eccitare a livelli impensabili e arrossire inevitabilmente.

Il tempo che trascorse al bancone per ordinare e poi alla cassa per pagare, lo passai interamente a pensare a come sarebbe stato bello ritrovarmi accanto a Zac nel bel mezzo del mercato, a scegliere cose bizzarre fra la merce e a scambiarci opinioni su vestiti o collane di vario tipo. Ecco, ero io quella che avrebbe dovuto essere avvinghiata al braccio di Zac e non Giadia e Sophia.

Cosa ci facevo con Riccardo, invece!?

Ecco a te.” Non riuscivo a capire come riuscisse a mantenere quel sorriso standard per così tanto tempo.

Erano cinque minuti che io sorridevo e gli zigomi avevano già preso a chiedermi pietà.

Grazie ancora.” Abbassai lo sguardo tanto per smetterla un attimo di sorridere così forzatamente.

Allora, raccontami un po'... Come mai qui?” Oh-oh. Era arrivato già il momento dell'interrogatorio? Avevamo già saltato le battutine simpatiche e amichevoli e la fase 'ricordi vecchi tempi'?! Oh, merda.

Mmm.. Ero venuta con le mie sorelle e... e...” E cosa!? Un amico? No, assolutamente.

Il tuo ragazzo?” Tagliò corto, lui.

Beh, più o meno.” Capito: quella era la mia frase del giorno.

Le tue sorelle ti rompono ancora come una volta?” Continuò a sorridere, salvandomi da quell'argomento spinoso e facendomi arrossire solo per la domanda e non tanto per i suoi tentativi di essere affascinante.

Scusa non volevo metterti in imbarazzo..” Si affrettò ad aggiungere subito dopo.

No, non ti preoccupare. Sono arrivate solo ieri e per ora diciamo che va meglio di quanto avessi mai potuto credere.” Sorrisi e questa volta, stranamente sul serio.

Beh, forse il tempo le ha un po' addolcite.” Fece spallucce, iniziando a sorseggiare, come me, la sua cioccolata calda.

E Cristina? L'hai più sentita?” Gli chiesi, rischiando di farlo quasi strozzare con ciò che stava bevendo tranquillamente.

Ero sempre stata a conoscenza della sua cotta allucinante per Cris e sapevo anche che quando stava con me non si era fatto scrupoli ad andare dietro a lei che, ripensandoci, non aveva neanche mai fatto nulla di concreto per scacciarlo...

Ero proprio destinata ad essere cornuta a vita.

Diciamo che dalla nostra ultima uscita abbiamo finito col cancellare definitivamente i nostri numeri di cellulare.” Ammise, leggermente imbarazzato.

Come mai?”

L'uscita fu proprio disastrosa. Io ero un bambino e credevo davvero di essere innamorato di lei, ma invece, conoscendola per la persona superficiale quale era, mi sono accorto che quella di cui ero sempre stato innamorato eri tu.” Fece, prendendo una mia mano fra le sue.

Ma i brividi proprio non volevano venire. Il mio cuore urlava semplicemente un altro nome: Zac.

E allora perchè non veniva a cercarmi? Perchè non si preoccupava della mia assenza!?

Oh, beh... Mi dispiace.” Deglutii a fatica, presa da tutt'altri pensieri, levando lentamente la mia mano.

Sei davvero cambiata, Vic. E mi piaci veramente molto.” Ammiccò, cercando il mio sguardo.

Sono cambiata?” Chiesi, come ad eliminare dalla mia mente l'ultima parte della sua frase.

Tempo fa ti saresti agitata come una forsennata e avresti a malapena aperto bocca. Ora invece nemmeno arrossisci... Tre anni ti hanno fatto davvero bene e non parlo solo del carattere.” Continuò, facendomi una lastra completa.

Ecco, ora iniziava ad infastidirmi.

Beh, il tempo passa.. Le persone crescono.” Pillola di filosofia giornaliera.

Ti ricapita mai di pensare ai momenti passati insieme?” Chiese, sporgendosi di poco verso di me.

Okay, ritirai subito ciò che dissi: non tutte le persone cambiano. Infatti conoscevo e ricordavo talmente bene Riccardo che la sua frase non mi fece altro pensare che voleva solo riprovarci con me. Non che fosse un brutto ragazzo ma, ovviamente, non mi diceva più nulla.

Sinceramente? Non più.” Ammisi, tenendo lo sguardo alto. Io ero cambiata.

Ah no?” Sì, era letteralmente spiazzato.

No. Ho molte altre cose a cui pensare. Il passato rimane passato per me.” E con questo finii la mia cioccolata calda e mi alzai dalla poltroncina per dirigermi frettolosamente fuori dal bar lasciando ancora un Riccardo scioccato, seduto e con lo sguardo rivolto al nulla di fronte a lui dove poco prima c'ero io.

Uscita fuori non potei non allontanarmi alla svelta per poi fermarmi, inspirare profondamente ed iniziare a ridere come una pazza in mezzo a tutta la piazza.

Ridevo sì. Ero felice di come ero riuscita finalmente a difendermi da sola, di come avevo risposto a Riccardo e della sua faccia sbalordita dalla nuova Victoria.

Ripresi a sorridere come non mai senza dolore agli zigomi e dopo qualche minuto il cellulare prese a squillarmi nella tasca dei jeans.

Pronto?” Perfino al telefono ero entusiasta.

VICTORIA! DOVE CAVOLO SEI!?!” Mmm.. Okay, forse mi ero dimenticata di avvertire i miei accompagnatori dei miei spostamenti... E allora?

Uh, allora ti sei ricordato della mia esistenza.” Feci, sarcastica, sapendo perfettamente di farlo infuriare ancora di più. E Zac arrabbiato non ero di certo un bello spettacolo....

SEI IMPAZZITA? E' DA UN'ORA CHE TI STO CERCANDO! E IL TUO CELLULARE NON PRENDEVA!” Sbraitava come un folle e solo in quel momento mi sentii realmente in colpa.

Lui si era preoccupato. Sorrisi debolmente.

Non dovevo farmi prendere troppo la corda di rispondere male a chiunque.

Oh.. Scusa.” Biascicai.

Dove sei, ora.” Chiese, sospirando e facendomi capire il suo sollievo nell'essermi riuscito a sentire.

Piazza dell'Orologio.” Annunciai, abbassando lo sguardo colpevole.

Sto arrivando. NON MUOVERTI.” Ordinò perentorio, riattaccando senza neanche aspettare il mio consenso.

L'avevo fatta grossa.

 

Mi vuoi spiegare per quale cavolo di motivo ti sei allontana senza avvertire?! Ti è dato di volta il cervello?” Era la centesima volta che lo ripeteva e per la centesima volta che gli rispondevo: “Volevo vedere una bancarella e mi sono distratta. Ti ho già chiesto scusa un milione di volte, cosa vuoi di più?”

Restò in silenzo. Continuavamo a camminare ma lui non disse nulla e continuò a guardare avanti a sé.

Hai ragione. Non sono di certo tuo padre... Mi ero solo... Solo...” Deglutì.

Preoccupato? E' normale, Zac. L'avrei fatto anche io.” Feci spallucce, sorridendogli e rassicurandolo.

Allora si fermò e mi guardò in uno dei modi più strani che gli avessi mai visto rivolgermi; poi mi prese alla svelta e mi strinse sé facendomi nuovamente sentire protetta...

Già... Ma tu non capisci.”

 

Allora? Com'è andata la giornata?” Sorrise mio padre, euforico, appena rientrammo tutti.

Giada e Sophia si erano fermate per chiacchierare con delle vecchie amiche del liceo, così Zac era riuscito a svignarsela e venirmi a cercare.

Tutto apposto... ma siamo stanchi morti e super affamati.” Fece Giada, togliendosi una scarpa col tacco e prendendo a massaggiarsi il piede. Bleah.

Solo voi potete andare al mercato conciate come delle dive hollywoodiane.” Scossi il capo amareggiata e buttandomi sul divano, mentre Zac aiutava mio padre ad apparecchiare.

Non avevamo più parlato dopo quell'abbraccio, dirigendoci silenziosamente a casa e limitandoci solo a qualche sguardo furtivo. Zac stava diventando davvero troppo strano. Già lo era di suo e questo complicava a prescindere le cose, ma adesso stava proprio esagerando! Dovevo capire al più presto il problema prima che questo ci dividesse una volta per tutte.

Se a noi piace vestire bene non è di certo un tuo problema.” Replicò Giada, con espressione sofferente.

Mio no, ma delle vostre povere caviglie sì.” Sorrisi beffarda, facendo inaspettatamente ridacchiare Sophia.

Minuto di silenzio. Lei aveva riso ad una mia battuta??

Che c'è? Vic ha ragione.” Continuò lei, sorridente.

Mi aveva dato ragione?

Giada fece spallucce e come a pensarci su, iniziò a ridacchiare lievemente anche lei.

Okay, mi state prendendo in giro.” Assentii, stufa di quella situazione. Odiavo quando si prendevano gioco di me.

No, Vic, dico sul serio.” Mi guardò sinceramente, Sophia.

Mio padre e Zac si congedarono in cucina.

E ora perchè mi chiami Vic?” Sciocca osservazione ma comunque importante.

Stavo sclerando anche mentalmente...

Ho sempre saputo che ti è più piaciuto di Vicky.” Spiegò, stringendosi nelle spalle.

L'hai sempre saputo?” Mi alzai in piedi, incredula. “Ma chi siete voi? Che fine avete fatto fare alle mie sorelle malvagie?!”

Forse gli alieni esistevano veramente...!

Pensi davvero che siamo malvagie?” Chiese Giada, sedendosi sul bracciolo della poltrona.

Non so se lo siete veramente ma sicuramente vi comportate da tali.” Ammisi, esponendo tutto il mio rancore.

Credi?” Fece Sophia, sedendosi accando a Giada, entrambe di fronte a me.

Ma state scherzando o vi siete davvero bevute il cervello dimenticandovi di tutti questi anni nei quali non facevate altro che deridermi?” Inarcai un sopracciglio, incrociando le braccia al petto e battendo il piede a terra, stile Bugs Bunny.

Entrambe sospirarono e si guardarono dispiaciute, prima di voltarsi verso di me e rirpendere.

No, non ci siamo dimenticate ma... Forse ce ne pentiamo.” Disse, Giada.

Forse??” Forse ero diventata sorda.

No, sicuramente ci dispiace per come ci siamo comportate ma te non ti sei nemmeno mai messa nei nostri panni. Per noi eri come la sorellina sempre e costantemente protetta da mamma e papà, che era rimasta a vivere a casa e che se ne fregava del giudizio di chiunque mentre noi facevamo di tutto per farci accettare da ogni persona, tu piacevi sempre e comunque per come eri veramente. Probabilmente siamo state fin troppo invidiose, Victoria.” Esclamò, Giada.

E solo ora ce ne siamo rese conto.” Terminò Sophia, facendomi restare ancora più paralizzata di prima.

V-voi.. Invidiose di me?” No, era fin troppo sovrannaturale per essere vero.

Più che altro di come piacevi alla gente senza alcuno sforzo.” Rispose Giada.

Ma... Io non piaccio a nessuno.” Borbottai, più incredula del soltio.

Questo perchè sei talmente chiusa a riccio che non ti accorgi delle persone che hai attorno. A mamma piacevi molto.” Singhiozzò ancora lei.

Mi si fermò il cuore.

Per non parlare di quel bel ragazzo che c'è nell'altra stanza, sempre pronto a starti accanto e amarti per ciò che sei.” Riprese la situazione, Sophia, cercando di sdrammatizzare.

Magari mi amasse...” Sussurrai fra me e me, ancora confusa da tutte quelle notizie.

Lui ti ama, Vic. Si vede da come parla di te e da come ti guarda.” Sorrise, Giada.

Mmm.. Classica frase da film.” Sorrisi amaremente io, sendendomi in mezzo a loro.

Perchè tu non c'eri ma noi lo ascoltavamo, Vicky... Non fa altro che pensarti.” Sophia prende ad accarezzarmi la schiena come faceva sempre la mamma e Giada si avvicina per abbracciarmi calorosamente, seguita subito dalla primogenita, dando origine ad uno dei più bei momenti della mia vita.

Beneee! E' pronto, principesse.” Esclamò mio padre dopo qualche minuto, entrando al salone e asciugandosi l'angolo di un occhio.

Papa? Hai sentito tutto?” Sorrise Sophia, andandogli incontro.

Mmm.. Un po'.” Borbottò, tentando di mantenere la sua aria da duro.

Anche io e Giada ci alzammo ridacchiando e andando nuovamente tutte ad abbracciare l'unico vero uomo della nostra vita.

Sono contento che sia tornato tutto come una volta.” Singhiozzò papà, facendoci sorridere tutte.

Ma Zac?” Chiesi, una volta sedute tutte a tavola.

Mi ha detto che aveva da fare e che era meglio se avessimo passato un pranzo in famiglia.” Fece spallucce mio padre, addentando un pezzo di carne.

Ma.. Non mi ha nemmeno salutata.” Farfugliai, presa dallo sconforto.

Vedrai che tornerà, tesoro. Tornerà.”

Ma io la presi più come una promessa che un fatto ovvio.

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Capitolo 23
*** LASCIARSI ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO - LASCIARSI

 

Per la prima volta fui dispiaciuta di dover salutare le mie sorelle che partivano per ritornare a Milano. In precedenza fui spesso tentata di organizzare un mega party appena salivano sull'aereo, ma quella volta fu davvero diverso e ovviamente non potei che ringraziare Zac che, oltretutto, non si era fatto più sentire dall'ora di pranzo, tanto che a mezzanotte e mezza restai ancora sveglia ad aspettarlo e chiamarlo sul cellulare spento.

Il lunedì mi alzai con un mal di testa lancinante, il naso tappato e la gola in fiamme.. In poche parole avevo l'influenza. Forse avrei dovuto ringraziare Zac anche di questo. Appena entrai in classe versione zombie di halloween, le mie compagne non poterono non avvicinarsi per assillarmi con domande assurde che il mal di testa amplificava al massimo nella mia mente. Dio che tortura!

Hai bisogno di vomitare?” Susanna era solita arrivare al punto ma davanti a diciasette alunni più insegnante non mi sarei mai permessa di rivelarlo tanto facilmente.

Beh...” Stavo per temporeggiare fino a quando Cristina non mi si fiondò letteralmente addosso.

Oddio, Viiiic! Come stai? Hai un aspetto tremendo! Dio, che obrobrio!” Forse era meglio la schiettezza di Susanna che la sincerità disarmante di Cris.

Stai cercando di tirarmi su di morale?” Le chiesi quindi, dirigendomi verso il mio banco.

Probabilmente la notizia che ti darò ora ti tirerà su il morale!” Squittì, sedendosi così vicina a me quasi da starmi sopra.

Sì, come no...” Borbottò Susanna, in piedi alle sue spalle, che la guardava come se avesse un enorme bozzo sulla testa e fosse infetto.

Spara.” Dissi solo io, ammonendomi dal parlare il meno possibile a causa della voce da trans per il raffreddore.

Domani si entra in terza ora perchè la prof di italiano non c'è -probabilmente avrà esagerato troppo con l'alcol e vorrà rimanere per un po' a casa-, quindi stasera si può fare tardi e andare a divertirci come solo delle single possono fare! Yeeeah!” Sì, l'urlettino isterico lo fece veramente.

Un momento... Ma Vic sta con Zac...” Oh, merda. Cris, evidentemente troppo presa da se stessa e i suoi progetti, si era completamente dimenticata della presenza di Susanna dietro le sue spalle. Avrei dovuto dirle tutto?

Oh, ehm.. Certo, però.. Ehm..” Fra me e Cristina non si sapeva chi avrebbe vinto il primo premio per miglior esitatrice dell'anno.

Vi siete lasciati!?” Esclamò, sedendosi sulla sedia davanti al mio tavolo, per guardarmi dritta negli occhi e facendomi deglutire per l'agitazione.

Veramente noi...” Okay, forza e coraggio. Ormai io e Susanna avevamo passato un bel po' di tempo insieme e lei sapeva molte cose di me. Gli anni precedenti eravamo sempre state ottime amiche anche se Cristina si metteva in mezzo e quest'anno, invece, ci eravamo avvicinate ancora di più quindi, perchè mentirle ulteriormente?

Andiamo al bagno che ti racconto tutto.” Assentii, alzandomi alla svelta prima che la lezione cominciasse e prendendola per mano subito dopo aver lanciato uno sguardo complice a Cris.

 

Cioè.. Mi stai dicendo che Zac è...è.. Un gigolò?” Quanto potevo odiare quell'etichetta da uno a dieci?

Beh.. Sì.” Arrossii. “Puoi giudicarmi quanto vuoi, Sus, lo capirei ma, ti prego, non dirlo a nessuno. Puoi odiarmi, deridermi, non rivolgermi più la parola ma, ti scongiuro con tutta me stessa, non mettere in mezzo altre persone.” Feci, unendo i palmi delle mani in preghiera e prostrandomi quasi ai suoi piedi.

Vic, ma che fai!? Smettila! Per chi mi hai presa?” Schizzò come una molla, prendendomi per le braccia per ritirarmi su e guardandosi attorno per vedere se qualcuno mi avesse vista supplicarla tanto vergognosamente, con uno sguardo sconvolto e preoccupato.

Ma quanto potevo volerle bene?

Oh, grazie, grazie, grazie, grazie!!!” Sorrisi, battendo le mani alla Cristina e abbracciandola, o meglio, strintolandola fra le mie braccia.

Okay, ho capito. Sono un po' arrabbiata ma posso capire perchè non hai voluto dirmelo subito. E' una cosa molto delicata e comunque, anche se non sono esattamente d'accordo, appoggio la tua decisione. Eppure.. No, niente.” Si corresse subito, con un gesto sbrigativo delle mani.

No, dimmi.” La guardai con uno sguardo tanto supplicante che probabilmente la persuase all'istante.

Volevo dire che... Non so, eppure avevo visto una certa intesa fra voi. Lui sembrava davvero innamorato e tu.. Tu forse lo sei veramente.” Sorrise, per poi guardarmi e scoppiare a ridere dalla mia espressione.

Infatti ero rimasta paralizzata. Avrei fatto invidia ad una mummia.

I-io... No, non sono innamorata. E' presto.” Feci spallucce, appoggiandomi al lavandino.

E' l'unica scusa che hai?” Chiese ancora sorridente, inarcando un sopracciglio come a voler dire: “ti si legge in faccia che lo ami, fessa”.

Ma, per fortuna o meno, prima che potessi rispondere, la professoressa si presentò alle mie spalle per rimproverarci del ritardo e farci rientrare immediatamente in classe, sospendendo così quella spigolosa conversazione.

 

Stavo impazzendo.

Avevo accettato per rabbia l'invito di questa sera di Cristina mentre la mia mente girovagava su altro.

Dove cazzo era finito Zac? Diventavo anche volgare a causa sua.

Gli avevo lasciato trentasette chiamate e diciotto messaggi in segreteria per non contare gli undici sms scritti, inviati durante le ore di buco e gli spazi fra una lezione e l'altra. Ma di lui, neanche l'ombra. Io impazzivo.

Stai tremando. Calmati. Vedrai che chiamerà.” Susanna con la sua tranquillità interiore cercava di rilassarmi vanamente mentre Cristina si limava le unghie senza nemmeno preoccuparsi.

Magari starà con un'altra...” Borbottò lei con nonchalance.

No!” Sbottai all'improvviso. Fortunatamente eravamo all'uscita.

Ehi, ma che problema hai? Mica è tuo.” Sembrava davvero volermi far saltare i nervi. Mi bloccai e la guardai con uno sguardo assassino mentre probabilmente mi usciva del fumo dagli occhi.

Vorrei picchiarla anch'io, ma non possiamo, quindi mettiti l'anima in pace.” Sussurrò Sus, alle mie spalle, dandomi una pacca sul braccio.

Sorrisi involontariamente, così, una volta che Cris salì sulla sua macchinetta, io e Susanna ci sedemmo su uno scalino ed iniziammo a scherzare fra noi, con l'intento di farmi momentaneamente dimenticare di Zac. Oddio, Zac.

Ti viene a prendere qualcuno?” Mi chiese lei, gentilmente.

Aspetto la sama. Te?”

Viene mio fratello. Ora che ha preso la macchina può almeno rendersi utile.” Ridacchiò, bloccandosi non appena alzò gli occhi da me.

Ehi, cos...?” Ma la domanda morì in gola anche a me appena volsi lo sguardo in avanti e vidi aprirsi lo sportello di una mercers nera che fece uscire un Jack super affascinante e perfettamente in tiro.

Io e la mia amica ci alzammo in fretta per venirgli incontro per salutarlo e fare le presentazioni.

Jack! Ma che ci fai qui?” Feci, abbracciandolo come se fosse il mio papà-orso.

Sono venuto a prenderti.” Sorrise lui, togliendosi gli occhiali da sole e volgendo lo sguardo verso Susanna per alcuni lunghi minuti.

Oh, ehm.. Jack, lei è Susanna, una mia compagna di classe; Susanna, lui è Jack, il fratello newyorkese di Zac.” Sorrisi ad entrambi che però sembrarono non avermi neanche sentita.

P-piacere...” Deglutì lei, diventando così rossa da potersi mimitizzare in un campo di pomodori maturi.

No, il piacere è tutto mio.” Sussurrò sensualmente lui, prendendole la mano e baciandogliela. Uuuh, ed ecco il nostro Jack versione latin lover! Ma.. Ma santo cielo, lei aveva la mia età e lui aveva trentanni! Oh, no...

Non poteva continuare ad illudere così la mia amica. Non glielo avrei permesso.

Beeene! Noi ora dobbiamo proprio andare, non è vero Jack? Avanti. Ciao, Susanna, a domani!” Esclamai alla svelta, spingendo Jack verso la macchina che, ogni tanto, si rivoltava verso di lei per accennarle un altro insulso saluto, fino a quando non salimmo in auto.

Primo: dove hai preso questa macchina. Secondo: perchè mi sei venuto a prendere e terzo: non pensare minimamente a Susanna per il resto della tua esistenza perchè quella ragazza è troppo sensibile per reggere una delusione tanto grande che un TRENTENNE di NEW YORK potrebbe infliggerle, chiaro? Ah, e quarto: DOVE CAVOLO E' FINITO ZAC!?!!?” Ero leggermente alterata, e allora?

Ne avevo tutto il diritto.

Ma Jack non mi conosceva tanto bene quindi appena gli inveii contro non poté non preoccuparsi per la mia sanità mentale o per la sua salute fisica.

Mmmm... La macchina è noleggiata. Ho la patente al contrario di mio fratello e voglio avere la libertà di girare come e dove mi pare per la città. E' un reato?” Scossi il capo in senso di diniego e lo incitai ad andare avanti. “Secondo, ti sono venuto a prendere perchè è stato Zac a chiedermelo e rispondendo direttamente alla quarta domanda, ti informo che lui è a casa della nonna con la febbre a trentanove, segregato nella sua stanza perchè non vuole che nessuno lo curi, sostenendo che se la può cavare benissimo da solo come ha sempre fatto, vallo a capire... E, riguardo alla terza... E' un peccato che la tua amica abbia la tua età. Dimostra più di quattordici anni.” Fece spallucce, finendo il suo monologo come se non avesse appena tentato di uccidermi con tutte quelle informazioni.

Io non ho quattordici anni!” Gridai, invece di saperne di più sulla salute di Zac.

Sapevo che non sarebbe dovuto uscire per il mercato...

Ah, davvero? Sei così minuta...” Ghignò sotto i baffi, ricevendo una Signora Pacca sul braccio. “Ahi, sei manesca!” Rise ancora.

Quest'anno compirò diciotto anni e comunque non hai risposto a quella domanda.”

Vic, l'ho appena conosciuta, come puoi credere che inizi a pensare a lei se so solo il suo nome?” Spiegò con ovvietà.

Beh, non dovresti pensarla neppure se conoscessi il suo carattere. E' troppo piccola per te.” Lo ammonii, neanche fossi davvero sua madre.

E ora ritorniamo alle cose serie... Zac come sta?” Proseguii, iper preoccupata.

Dice di avere un forte mal di testa e in più ha terminato l'intera scorta di carta igenica e fazzoletti della città, per quante volte si è soffiato il naso.. Che schifo.” Terminò, facendo una smorfia di disgusto e accendendo la radio.

Oh, poverino..” Borbottai, prendendo a guardare fuori dalla finestra.

Neanche tu te la passi tanto bene da come sento. Cos'è? Vi siete baciati e ti ha attaccato un leggero raffreddore? Hai la voce da travestito.” Spiegò, spiazzandomi.

Dio, sei tale e quale a tuo fratello! Lo stesso tatto nel rivolgersi alle persone.”

Scusa...” Farfugliò, trattenendosi una risatina e alzando le mani dal volante in segno di resa.

LE MANI!” Probabilmente anche in Cina sentirono il mio urletto stridulo.

Lui ritornò in fretta con le mani sul volante a guardare la strada come aveva sempre fatto, iniziando però a ridere sguaiatamente mentre il mio povero cuore cercava di riprendere lentamente a battere...

Zac ha ragione: sei paranoica.” Disse, ridacchiando.

Ah sì? E che altro ha detto?” Provai con tutta me stessa a risultare indifferente ma ovviamente Jack non ci cascò.

Mi dispiace Vic, ma sono venuto in Italia per riconquistare la fiducia di mio fratello, non ha senso raccontarti ciò che mi ha confidato, no?” Spiegò, sorridendomi raggiante.

Mmm... Okay, anche se me lo devi. Sono ancora arrabbiata per quel giochino del registratore.” Misi un falso broncio, facendolo ridere ancora di più. Lo guardai di sottecchi. Strano... Davvero strano. “Sei di buon umore oggi... Come mai?” Indagai, incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio. Lui deglutì come colto in flagrante.

Ehm.. Beh, è una bella giornata. Perchè dovrei essere triste?” Cercò di temporeggiare.

Forse perchè hai lasciato la tua casa, il tuo lavoro e tutte le tue conoscenze a New York e perchè qui in Italia non c'è nulla di buono?” Domandai retoricamente.

Qui in Italia c'è mio fratello e, che tu ci creda o no, mi metti di buon umore anche te.” Fece, allungando una mano a scompigliarmi i capelli.

Davvero? Io? E perchè?” Ero felice di poter far del bene almeno a qualcuno della famiglia di Zac visto che con lui iniziavo a perderci le speranze.

Perchè sei un raggio di sole, Victoria. Hai portato felicità al mio fratellino e ora anche a me.”

Sarebbe stato davvero bello poterci credere veramente.

 

Dov'è Zac? Come sta? Ha vomitato?” Ecco il mio saluto appena entrata nella casa della nonna Annie.

Oh, tesoro, mi hai fatto quasi venire un infarto!” Mi rimproverò dolcemente lei, venendomi subito ad abbracciare, o meglio, stritolare. Peggio di come avevo fatto io a Susanna quella mattina. Poverina... Ora potevo capirla.

Ho portato in casa un tornado.” Esclamò Jack alle mie spalle, alzando le mani e continuando a ridacchiare. Il suo buon umore iniziava a contagiare anche me e se non fosse stato per la salute di Zac, probabilmente ci sarebbe già riuscito.

Stai tranquilla, è in camera sua.” Fece lei, sorridente, dopo aver riso alla battuta di suo nipote e conducendomi verso una porta di legno, a destra del bagno.

Oddio... Sarei entrata nella stanza di Zac. Nella sua vera camera da letto.

Non stavo nella pelle.

Bussai lievemente tanto che pensai che non mi avesse sentita fino a quando non udii un brontolio e capii che probabilmente era un invito ad entrare.

Che ci fai te qui? Avevo chiesto a Jack di portarti a casa...” E questo fu il suo calorosissimo saluto appena mi vide.

Ciao anche a te, Zac.” Sorrisi amaramente, poggiando il mio zaino a terra e girandomi attorno per guardare la famosa stanza.

Le pareti erano azzurre, con qualche macchia bianca, i comodini e l'armadio di legno e il letto ad una piazza e mezzo con lenzuola blu. Sul comodino affianco al letto c'era una abatjour accesa e un paio di foto che raffiguravano lui da bambino, lui e la nonna forse un paio d'anni prima e lui con tutta la sua famiglia in America.

Non hai risposto alla mia domanda.” Borbottò, mettendosi a sedere sul letto.

Oh, beh, tu non rispondi a nessuna delle mie.” Feci spallucce, nascondendo la commozione per le foto e una mezza risata per la sua voce attutita dal raffreddore.

Jack non fa mai ciò che gli dico..” Biascicò, livido dalla rabbia. Gli dava così tanto fastidio avermi fra i piedi?

Per riconquistarsi la tua fiducia non deve ridursi a farti da cagnolino da riporto.” Sputai velenosa, irritata dal suo modo improvvisamente freddo di trattarmi.

Gli avevo chiesto un favore...” Disse, tossendo subito dopo.

Vuoi che ti porto un po' d'acqua?” Chiesi gentilmente, come se non mi avesse offesa fino a poco prima.

No, faccio da solo.” Iniziò, sforzandosi di alzarsi. Dio, che testone!

Sei incredibile. Stai fermo, faccio io!” Neanche terminai la mia quasi minaccia che mi fiondai in cucina per prendergli un po' d'acqua dal rubinetto, non contando però di averlo alle calcagna.

Ho detto che faccio da solo!” Esclamò, saltandomi addosso per prendermi il bicchiere.

No, faccio io!” Gridai, spingendolo con il gomito dietro di me, in fondo alla cucina. Ma, ovviamente, quello ero solo il mio intento, non ciò che accadde davvero, perchè lui la mia spintarella nemmeno la sentì e continuò a starmi dietro fino a quando tutta l'acqua non ricadde nel lavandino, facendone restare solo un goccio nel bicchiere, il quale lui riuscì a prendere e a bere come se fosse pieno. Assurdo!

Ahh, ora sì che va meglio.” Il suo orgoglio riusciva anche a farglielo credere.

Tu sei pazzo! Ma che ti costava farlo fare a me?!” Quasi lagnai.

Mhh.. Buonissima!” E continuava a darmi fastidio con quell'espressione compiaciuta sul volto! Dio, neanche aveva bevuto!

Non c'era nemmeno l'acqua lì dentro!!” Esclamai infatti.

Questo è quello che pensi tu.” Sorrise, aprendo il rubinetto e riempendosi nuovamente il bicchiere, bevendolo tutto con così tanto trasporto da sbrodolarsi come un bambino... Peccato che lui era un uomo. Un bellissimo uomo. E adesso quell'immagine sembrava proiettarsi nella mia mente come una delle più sexy che avessi mai visto. Oh, Cristo! Ero da rinchiudere...!

I bottoni del pigiama erano quasi tutti sbottonati e i pantaloni evidentemente larghi, gli scoprivano gran parte dei boxer verdi militare mentre il suo braccio alzato per bere nel bicchiere, alzava di conseguenza anche la maglietta, tanto da farmi vedere la sua accennata tartaruga e i peli castani che andavano dall'ombelico in giù....

Ti piace ciò che vedi?” Sorrise sornione, facendomi arrossire e volgere immediatamente lo sguardo sui suoi occhi vividi e lucidi. C'era qualcosa di lui che non mi mandasse tanto in tilt, accidenti!?

Andiamo cretino.” Gli diedi una pacca sulla spalla, dirigendomi prima di lui nella sua stanza, aspettando che si rimettesse comodo sotto le coperte per riposarsi.

E' stata una bella corsa.” Commentò, sdraiandosi e guardandomi.

Oh, sì, dalla camera alla cucina.. Capirai.” Borbottai, rimboccandogli le coperte.

Ecco, vedi? Continui a farlo.” Si lamentò, rompendo l'attimo d'intimità.

Cosa? Cosa ho fatto ora!?” Sbottai, allontanandomi da lui.

Ti stai riprendendo cura di me come se fossi tuo figlio. Victoria, ho venticinque anni... Quest'anno ventisei! Sono un uomo!”

E vivi ancora con tua nonna. Sì, sei un vero uomo, lo devo ammettere.” Sorrisi beffarda, beccandomi la sua linguaccia. “E dici di non essere più un bambino?” Ridacchiai.. E prese a farmi una bella dose di solletico.

Mamma cattiva!” Continuò lui, facendomi morire dalle risate. Era uscito da sotto le coperte e adesso che mi trovavo anche io sul letto, l'avevamo sgualcito tutto, proseguendo a ridere senza curarci di nient'altro...

Zac, basta, basta, ti prego..” Ansimai, facendolo smettere e portandogli una mano sulla fronte. “Sei caldo.”

Grazie tesoro, anche tu.” Ammiccò, facendomi ridere di gusto.

Sei incorregibile.” Scossi il capo, mettendomi sotto le lenzuola insieme a lui.

Che fai?” Chiese, confuso.

Mi metto a riposare con te. Se non posso aiutarti, almeno posso starti accanto?” Domandai dolcemente, battendo le ciglia e accoccolandomi al suo braccio ora che eravamo entrambi distesi.

Ti prenderai la febbre.” Disse, quasi a disagio.

In tal caso, me la caverò da sola. Ma non accadrà. Ho delle difese immunitarie imbattibili. Fidati, lo so per esperienza. Non sai quante volte, per saltare scuola, mi sono avvicinata ai miei fratellini malati o a qualcun'altro senza alcun risultato...” Sospirai, chiudendo gli occhi e godendomi quel calore caldo che emanava il suo corpo. Mmm.. Quanto mi piaceva.

Quindi mi stai usando per saltare scuola?” Sorrise, mettendosi anche lui di lato, in modo tale da essere faccia a faccia.. Naso a naso.

Un po' per questo e un po' perchè sono davvero stanca...” Sbadigliai, stiracchiandomi di poco.

Perchè?” Chiese d'un tratto, facendomi aprire gli occhi immediatamente.

Non c'è un motivo.. Sono stanca e basta.” Spiegai, stranita.

No, dico.. Perchè lo fai.”

Te l'ho già detto. Io ci tengo a te... Sei mio amico.” E quanto avrei voluto crederci anch'io.

Ma te l'ho già detto che invece non possiamo esserlo. Io non posso.” Disse risoluto, con la fronte corrugata ed un'espressione quasi dolente.

Ma perchè!?” Mi alzai di poco col busto, per guardarlo meglio.

Perchè... Noi facciamo cose che gli amici non fanno, Vic.”

Sì, ma quando... finirà, potremmo esserlo, no?” Nella mia voce si poteva benissimo distinguere un filo di speranza e supplica.

No.” Tanto sforzo per una sola parola?

MA PERCHE'!?!” Sussurrai alterata, in preda ad una crisi di disperazione.

PERCHE' NON POSSO STARTI ACCANTO SENZA DESIDERARE DI BACIARTI!” Sbottò all'improvviso, mettendosi di fronte a me e guardandomi fisso negli occhi. Non ci stavo capendo più nulla. Ero rimasta a bocca aperta senza riuscire più a formulare alcun suono. “Ecco perchè.. E poi, finito questo incarico... Partirò per New York con Jack.”

Ecco invece com'era Zac. Prima ti mandava in paradiso e poi ti spediva dritta all'inferno... Il tutto in meno di due minuti.

A.. New York?” Deglutii, cercando di mandare giù anche le lacrime.

Sì, hai capito bene.” Fece, con voce ferma e distaccata. Anche il suo sguardo era lontano mille miglia da me.

Verrò con te.” Decisi di getto. Mio padre di sarebbe incazzato come una bestia ma non m'importava... Senza Zac io non vivevo.

No.” Disse solo, rimettendosi giù e voltandomi le spalle.

Perchè no? Sarà un bel viaggio per me... Una vacanza per tutti! Non sono mai stata a New York e riguardo ai soldi.. beh, quelli non sono un problema, in qualche modo far...” Stavo iniziando a farneticare ma lui si rialzò prontamente, parandosi davanti a me con un dito puntato contro e gli occhi ancora più lucidi, probabilmente per la febbre e l'alterazione, pensai, bloccandomi nel bel mezzo della chiacchiera.

Ho detto di no, Victoria! Tu non verrai!” Alzò ancora la voce ma io non demorsi.

Mi spieghi qual'è il problema!?” Urlai anche io, con gli occhi ormai colmi di lacrime che cercavo di bloccare nel nascere.

PERCHE' CI ANDRO' A VIVERE, CAPISCI?! Ci andrò PER SEMPRE! Non è una semplice vacanza come pensi te, New York sarà la mia nuova vita!” Deglutì a fatica, trasfromando il suo bel viso in una smorfia di dolore o, almeno, era così che mi faceva piacere decifrarla.

Ma nulla in quel momento riuscì a fermarmi dal paralizzarmi e scoppiare a piangere successivamente.

E.. quando avresti pensato di dirmelo!?” Tirai su col naso, incapace di alzare il viso.

I-io... Non lo so... Jack mi ha proposto un ottimo lavoro e la vita lì è decisamente migliore che qui, Vic.. Capiscimi.” I suoi sbalzi d'umore, prima arrabbiato e poi dispiaciuto e quasi premuroso, iniziavano davvero a farmi sentire male.

Sarei morta di crepacuore da un momento all'altro a causa sua.

Cercò di avvicinare una mano sulla mia spalla ma la scossi così violentemente che la ritrasse immediatamente, mentre una forte scarica di singhiozzi mi pervadeva il corpo.

Se ne sarebbe andato. Una settimana e poi addio... Non lo avrei più rivisto. Mai più.

Avevo una settimana per godermi la sua presenza e infine gli avrei dato i soldi e avrei lasciato che se andasse.. Che lasciasse la mia vita per sempre.

Avanti Vic, ora... Ora non pensarci.” Non ci credeva neanche lui dal tono in cui lo disse.

Non pensarci? NON PENSARCI!? Tu hai sconvolto la mia esistenza, Zac! Sei entrato nella mia vita e l'hai cambiata a tuo piacimento, rendendo ogni istante di ogni mio singolo giorno, il più bello che abbia mai vissuto e il tutto grazie solo alla tua compagnia! Mi hai resa felice e soddisfatta di qualcosa come mai prima d'ora, e hai riconciliato la mia famiglia, rendendomi anche la ragazza più completa dell'universo.. Mi sei stato accanto nei momenti difficili, mi hai vista piangere e mi hai fatta piangere! Nessuno ci era mai riuscito, lo capisci questo?! Nessuno mi aveva mai vista piangere, nessuno mi aveva mai fatto versare una singola lacrima.. Ero diventata così gelida... Nessuno aveva mai creduto in me, nelle mie capacità! E nessuno mi aveva mai fatta sentire tanto viva quanto te, in quei momenti di pura follia e spensieratezza, e di passione, Zac, e tu, ora, mi vieni a dire: non pensarci!? Ma come cazzo ti salta in mente!? Chi diavolo sei per entrare così nella mia vita, devastando tutti i miei principi e le mie regole, ed uscirne sperando di non lasciare alcuna traccia!? Chi diavolo ti credi di essere, eh!?!” Se era una dichiarazione, in quel momento non lo sapevo, ma di certo il mio tono di voce non voleva dire nulla di buono dato che i miei occhi rossi, in più, mi facevano sembrare una vera e propria bestia succhia vite... Oh, no, quello era lui.

Ma restò immobile, in silenzio. Indeciso su cosa dire o se parlare direttamente.

Mentre io continuavo a piangere, a soffrire e a guardarlo negli occhi come una delle peggiori cortigiane dell'universo, sentendomi nuda psicologicamente di fronte a lui.

Vic, io.. Non so cosa dire.” Ammise infine, con un groppo alla gola.

Non devi dire niente. Sono io la stupida. Sono io quella che si è affezionata a te credendo di poter ricevere almeno un'amicizia in cambio, quando poi è logico che non te ne frega niente dei sentimenti altrui. Pensi solo ai tuoi stramaledetti soldi.” Biascicai con dolore, come se mi stessero pian piano esportando il cuore senza anestesia.

No, questo non è vero. Io tengo molto a te, Victoria.” Fece, avvicinandosi e mettendo le sue calde mani sulle mie guance bagnate dalle lacrime.

Non toccarmi..” Farfugliai, cercando senza alcun successo di spostarmi. Ma certo, il mio corpo si rifiutava di allontanarsi da lui... Traditore.

Partire farà bene a entrambi.” Annuì, come a convincere prima se stesso, poi me.

Io sono solo una delle tue tante clienti... Una delle tante sciocche che sperava nei tuoi sentimenti... Ma sei freddo. Freddo dentro.” Biascicai con rabbia e rancore. Non volevo che mi lasciasse, non lui.. Non volevo essere abbandonata nuovamente da una persona cara...

No, Vic, tu sei diversa.. Sei l'eccezione...”

Mi abbandonerai anche te.. Io sapevo che non dovevo più fidarmi di qualcuno perchè alla fine si viene sempre lasciati soli...” Parlavamo l'uno sopra l'altra con frasi discontinue, mentre continuava a tenere le sue mani sul mio viso e avvicinava le nostri fronti fino a toccarsi.

Io ho bisogno di quel lavoro... L'ho sempre sognato...” Cercava di spiegare e risultare euforico per essere riuscito a realizzare il suo desiderio e aver infranto il mio. Infondo, non chiedevo nulla di più... Solo averlo accanto. Non doveva essere per forza il mio fidanzato... Non lo pretendevo. Ma almeno.. Averlo accanto.

Lui era la mia ricetta della felicità.



Angolo Autrice:
Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehila!!!!
Questo capitolo è uno dei preferiti perchè piano piano entrambi si stanno dichiarando e la storia inizia davvero ad avere un significato intenso...
Mi piace anche perchè inizialmente è quasi divertente/cinico e infine diventa drammatico.... Mi dispiace se l'altro capitolo è stato noioso e senza filo logico ma in questo periodo la mancanza di tempo e creatività è devastante.... Spero comunque che almeno questo capitolo sia di vostro gradimento ^^... :) :)
E speriamo di arrivare almeno a venti recensioni.. XDXD
Baciiiiiiii, v'adoroooO!
Vostra Doll_

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Capitolo 24
*** SVAGO ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO - SVAGO

 

Ci eravamo addormentati e quando mi svegliai quasi mi venne un colpo, guardando poi l'orologio.

Oh, cazzo...” Biascicai. Ottimo risveglio, davvero.

Mi sentivo tutta la faccia ingessata a causa del pianto e del trucco calato, e in più il raffreddore e l'essermi appena svegliata mi avevano impastato la bocca rendendomi quasi dislessica.

Mmm... Buongiorno..” Borbottò Zac, stiracchiandosi e aprendo prima un occhio e poi l'altro.

Non volevo svegliarti. Ora me ne vado.” Fredda come il ghiaccio e tagliente come una lama. Non sapevo cosa fare, come comportarmi. Avrei dovuto lasciar perdere tutto, dargli i soldi e farlo andare via, oppure convicerlo a rimanere e a farlo innamorare di me entro una settimana? Sicuramente la prima opzione era la più semplice, ma per i miei sentimenti la seconda era l'unica scelta.

Feci per alzarmi dal letto, posando già i piedi a terra, quando la sua mano calda non mi bloccò nuovamente il polso.

Aspetta... Dove devi andare?” Domandò, strofinandosi un occhio.

Vado a dimenticarti.” Esclamai, sciogliendo la sua presa e iniziando a riallacciarmi le scarpe.

In che senso?” Sbadigliò in modo plateale, corrugando la fronte.

Con Cristina e le altre in un pub. Solo noi donne single.” Sarà stata la stanchezza ed il rimbambimento post dormita che mi faceva essere tanto intraprendente, altrimenti non c'erano spiegazioni alla mia improvvisa audacia.

Lui si alzò immediatamente dal letto, parandosi di fronte a me che stavo per andare ad afferrare lo zaino senza riuscirci a causa sua, e strabuzzò gli occhi come se gli avessi detto che sarei andata a prostituirmi.

Primo: non siete donne, ma ragazze.. a malapena, e secondo: tu non ci vai.” E bello come il sole, dopo avermi distrutta con la sua dichiarazione e la sua evidente intenzione di lasciarmi definitivamente, se ne uscì con delle pretese su di me.

Io ci vado, eccome.” Sentenziai, cercando di passare senza che lui me lo permise.

No. Tu non hai bisogno di certe cose per dimenticarti di me.” Mi puntò il dito contro, come se fosse mio padre e potesse darmi ordini.

Forse, ma decisamente ho bisogno di stare con le mie amiche. Stasera annuncerò loro della nostra rottura. Domani ti farò dare i soldi da Cristina.” Annunciai, avanzando di un passo ma finendogli contro dato che proprio non voleva levarsi.

Ma.. Manca ancora una settimana!”

Mi dispiace ma... Io non potrei starti accanto sapendo che dovrai lasciarmi. Non ce la faccio.” E anche se mi ero ripromessa di essere forte, dalla mia voce non poté non uscire un pizzico di vero rammarico.

Vic..” Mi richiamò. Ma io tenno lo sguardo basso lo stesso. Incrociare i suoi occhi sarebbe stata solo un'altra sconfitta. “Vic, guardami.” Ci riprovò, prendendomi per un braccio ma senza farmi male. “Victoria!” Non urlò ma l'ordine fu chiaro alle mie orecchie. Alzai lentamente il viso.

Che c'è?...” Farfugliai, improvvisamente in ansia.

Mi vuoi spiegare cosa diavolo ti è successo?” Diretto e coinciso come al solito.

La sua domanda tanto chiara, però, quasi mi fece svenire.

Cosa vorresti dire?” Deglutii.

Sin dall'inizio hai sempre saputo che fra me e te non ci sarebbe mai potuto essere nulla che ci legasse se non il mio lavoro. Sapevi che sono un gigolò e lo sai tutt'ora eppure sei diversa... Non mi sembra di averti mai promesso nulla. Sono sempre stato chiaro con te.” Spiegò lui, con distacco e presunzione.

La rabbia ribolliva in me gridando di farla uscire prepotentemente.

No, Zac. Ti sbagli. Anche tu sei cambiato. Prima mi dici che siamo amici, che tieni a me, che sono l'eccezione, e ora invece che non c'è nulla che ci lega. Mi spieghi questo? All'inizio non ci potevamo vedere ma poi qualcosa è cambiato. Io sono cambiata e mi sono affezionata a te. E' normale che non voglia che parti.” Feci spallucce, guardandolo finalmente negli occhi e perdendomi in quel mare turchese...

I-io... Credo che... Abbiamo solo sbandato per un attimo. Tu ti sei affezionata a me solo perchè ti ho fatto provare cose nuove, non per altro..” Borbottò, confuso anche lui.

Non è vero. Io mi sono affezionata a te perchè, anche se non fai altro che infastidirmi da mattina a sera, riesci a farmi sorridere. Sei un ragazzo strano, ma buono, anche se questo preferisci nasconderlo. Non so se reciti la parte del fidanzato quando sei nella mia famiglia ma in quei momenti credo davvero di poterti amare...”

Ma cosa stavo dicendo? Non avevo mai pensato a quel determinato sentimento verso i suoi confronti. Okay, avevo ammesso di volergli bene, che mi piaceva ma ad amarlo... No, troppo presto.

E' l'unica scusa che hai?” Ma la voce di Susanna proprio in quel momento riecheggiò nella mia testa.. Ero fottuta perchè... Non sapevo cosa rispondere.

Victoria...” Mi richiamò.

Mh..?”

Tu mi ami?” E in più ci si mise anche Zac con quella domanda a dir poco sconvolgente. Inutile dire che il mio cuore stava letteralmente cercando di scappare fuori dal mio petto.

Io... N-no.” Ammisi infine, sospirando. Anche lui sospirò.

Posso venire anche io stasera?” Mi chiese poco dopo, sorridendomi come se nulla fosse ma facendomi, ahimé, anche arrossire.

NO! E' una serata fra single, Zac, ragazze single!” Strabuzzai gli occhi ed esclamai stridulamente. Incredibile come riusciva a passare da un discorso all'altro senza problemi.

Non verrò con voi, io... Mi metterò da un'altra parte.” Cercò di spiegarsi vanamente, dato il mio sguardo giustamente scettico.

No.” Ripetei più convinta, andando a prendere finalmente lo zaino ed uscendo dalla stanza, trovando Jack sul divano a guardare la tv e nonna Annie a cucire, falsamente ingnari della nostra precedente discussione e della nostra presenza nel salone.

Vuoi fare la galletta con altri tizi, sfruttando la mia assenza?” Domandò Zac, incolpandomi ingiustamente. Questa non doveva proprio dirla.

Io, galletta!? Ma per chi mi hai presa, si può sapere? Pensi che sia una delle tante stupide? Voglio solo andarmi a divertire con le mie amiche.” Spiegai, anche se alle mie orecchie sembrò più una giustificazione che altro.

Beh allora non c'è nessun problema. Infondo che male c'è se accidentalmente ci ritroviamo nello stesso pub?” Fece, appoggiandosi allo stipide della porta, incrociando le braccia ed inarcando un sopracciglio birichino.

Sei pessimo. Poi stai anche male!” Squittii, cercando di trattenere una risata isterica.

Mi sento bene.”

Hai la febbre.”

Ma sto bene.”

No, tu non stai bene. Stai solo cercando di farmici credere.” Assentii, risoluta.

In quale pub andate?” Chiese, come ad ignorare la vericità della mia frase.

Cris mi aveva detto che era un locale nuovo, aperto da poco più di una settimana e ben arredato con tanto di musica e bella gente neanche troppo rozza. Sicuramente meglio di una classica discoteca caotica.

Non te lo dico.” Mica ero scema, pensai.

Cristina me lo dirà.” Sorrise, ancora beffardo, afferrando il suo cellulare come minaccia.

Ancora non sapevo spiegarmi la confidenza che Cris aveva preso con Zac ma fatto stava che spesso, rimandendo a pensarci, sospettavo anche un qualcosa di più di una semplice amicizia, conoscendo poi la mia amica.

Sono sicuro che andrete all'AcePlaza, ha aperto da poco e tutti non fanno altro che parlarne.” Se ne uscì, bello come il sole, Jack, come se non avesse appena rovinato il mio tentativo di far rimanere suo fratello a casa.

Jack, questa me la paghi.” Biascicai, subito dopo che Zac mi avesse rivolto un'altro sorrisetto sghembo e soddisfatto.

Cosa ho detto?” Oh, adesso cascava anche dalle nuvole.

Perfetto, allora a stasera.” Continuò Zac, sempre con quell'aria da strafottente.

Le mie amiche si innervosiranno, questa doveva essere una serata solo fra ragazze... E poi dovevo dichiarare la nostra rottura!” Ormai non mi preoccupavo nemmeno che Jack ed Annie potessero sentire. Ero sicura che sapessero già tutto, anche se non capivo come aveva fatto sua nonna ad accettare il lavoro del nipote.

Mia nonna mi avrebbe come minimo impiccata se avrebbe saputo che, per guadagnarmi da vivere, mi prostituivo.

Le tue amiche non devono agitarsi, io me ne starò per conto mio... con Jack!” Annunciò infine, facendo quasi strozzare il fratello.

COSA?” Sbottò infatti, lui.

E cosa ti costa? Vivi un po' la vita!” Zac si rivolgeva a suo fratello in un modo tanto autoritario e distaccato da farmi rabbrividire al solo pensiero che un giorno si potesse riferire a me in tale maniera.

Zac, ho detto no!” Esclamai io, livida in volto. Incredibile come riuscisse a prendere delle decisioni senza nemmeno consultarmi.

Non vado ad un pub da quando avevo... diciannove anni!” Continuò invece Jack, in uno dei suoi monologhi interiori.

Ottimo, ci divertiremo, vedrai.” Ammiccò Zac dalla sua parte. Jack dal canto suo, fece spallucce e pensandoci per un altro po' annuì anche se poco convinto.

Cosa non avrebbe fatto per suo fratello...

Se tu vieni, sei un uomo morto.” Assentii infine, sempre più furiosa per la mancanza di rispetto, uscendo fuori per dirigermi alla fermata e, così, a casa per sistemarmi.

 

Sembro una melanzana.” Annunciai, uscita dal bagno della mia stanza, rivolta a Susanna, Cristina, Jessica e Jennifer che erano bellamente sdraiate sul mio letto da una piazza e mezzo. Le altre le avremmo incontrate direttamente all'AcePlaza.

Io ti trovo super-sexy!” Fece Cris, euforica. Per lei era facile... Era stupenda con quel vestito bianco perla, corto fino alle coscie e con una sola spallina, a fasciarle il corpo alto e sinuoso. Anche le altre erano meravigliose e questo non fece che avvilirmi ancor di più.

Beh, siamo in due. Io sembro un peperone.” Mi sorrise, ironica, Susanna cercando di tirarmi su di morale, peggiorando invece le cose.

Quindi è vero che sembro una melanzana!” La accusai, ritornando in bagno come una bambina capricciosa.

Quel vestito aveva una gonna fin troppo corta per i miei gusti e, in più, il fatto che era senza spalline mi costringeva a tirarmelo sempre su con una mano. I tacchi vertiginosamente alti rischiavano di farmi cadere a terra al primo passo e le calze autoreggenti mi facevano sentire ancora più a disagio. Non riuscivo proprio ad essere sensuale e a mio agio in quei panni. Preferivo un paio jeans ed una felpa extra large..

Dopo vari incoraggiamenti da parte delle mie amiche, comunque, mi decisi ad uscire dal bagno, sistemarmi il trucco ed uscire dalla mia stanza, venendo però subito assalita da Semola che cercava di scappare da Marco e Mattia che, vedendo me e le mie amiche, rimasero entrambi a bocca aperta, soprattutto Marco che era segretamente innamorato di Jessica.

Sei bellissima.” Se ne uscì, subito dopo, verso la mia amica, facendola ridacchiare lusingata. Beh, forse non proprio segretamente...

Scese al salone, augurandomi che il giubbotto nascondesse ciò che avevo sotto, salutai frettolosamente mio padre tanto per evitare domande troppo.. spigolose.

Ma Zac sa che esci così? Quei tacchi non mi piacciono per niente.” Sentenziò, mandando all'aria tutte le mie buone speranze.

Zac sa tutto e comunque non c'è nulla di male ad uscire con le amiche. Riguardo ai tacchi.. Sono gli unici in tinta col vestito.” Tentai di sorridere per tranquillizzarlo, afferrando la maniglia della porta per far uscire prima le mie amiche.

Ah, Vic, domani sera.. Io non ci sono, quindi dovrai cucinare te per i tuoi fratelli.” Spiegò, leggermente titubante. C'era qualcosa che mi nascondeva, anche perchè era stato fin troppo lascivo sul mio modo di vestire di quella sera...

Dove devi andare?” Chiesi quindi, incrociando le braccia al petto.

A cena fuori.” Deglutì, sotto esame.

Con chi?” Domanda da un milione di dollari; sentivo anche la canzoncina di Chi Vuol Essere Milionario di sottofondo.

Con... Silvia.” Il mio sesto senso lo aveva percepito ma la ragione non voleva dargli ascolto, però a quella palese consapevolezza, non riuscii a nascondere il mio disaccordo.

E' una cena amichevole, Vic, nulla di più...” Fece come a giustificarsi. Avrei voluto credergli ma, dovevo ammetterlo, mio padre era un bell'uomo, Silvia era una bella donna e, in più, erano entrambi single... L'amicizia c'entrava ben poco.

Non bastò quindi la notizia della partenza di Zac a peggiorare il mio umore e la serata che mi avrebbe aspettata, ma ci si mise anche l'imminente “accopiamento” fra mio padre e l'amica di mia zia. Ottimo, davvero ottimo.

Mi sentivo come pugnalata alle spalle dalle persone a cui volevo più bene... Zac, per la sua partenza, Jack, per avergli offerto il lavoro, mia zia, per aver portato quel giorno a casa Silvia e mio padre, che voleva evidentemente provarci con lei. Che mondo infame.

Vedo una faccia amorfa dal finestrino..” Cantilenò, Cris, alla guida della sua porche.

Al posto davanti c'era Susanna, mentre io mi ero beccata, per il ritardo, il posto in mezzo accanto a Jessica e Jennifer, nei sedili posteriori.

Quella giornata sembrava non voler mai finire.

Sono solo un po' stanca.” Mentii, provando a non incrociare lo sguardo preoccupato di Susanna che, utlimamente, sapeva capirmi al volo più di chiunque altro, dopo Zac...

Appena scese dall'auto, comunque, la vista dell'enorme pub fece sussultare tutte, data l'impetuosità dell'edificio, le luci e la musica assordante che vi usciva dall'interno.

Entrate, dopo che un tizio alto e grosso ci avesse timbrato una mano come animali, rimanemmo senza fiato e ancor più scioccate alla vista di quel magnifico posto. Ripeto che non avevo mai amato certi luoghi, ritenendoli volgari e per gente sciocca, ma quel pub era davvero il massimo. I colori delle pareti erano lilla e blu, il pavimento nero lucido e il soffitto pienamente ricoperto di luci neanche troppo accecanti. La musica non era esageratamente fastidiosa e fu logico a tutte che aveva pagato Cristina l'ingresso dato che l'interno faceva chiaramente intendere il prezzo elevato di cui vantava.

Grazie, Cris, è davvero fantastico...” Le dissi ad un orecchio.

Figurati, ogni tanto ci vuole, no?” Mi sorrise, facendoci poi segno di raggiungerla in uno dei tavoli prenotati a suo nome, dove ci stavano aspettando le altre.

Per tutta la cena mi chiesi che fine avesse fatto Zac e se fosse venuto veramente, sperando il contrario. Nulla mi avrebbe vietato di divertirmi quella sera. Non dopo ciò che mi aveva detto... Lui non meritava così tante attenzioni da parte mia.

Davvero Zac non ha detto nulla?” Domandò, improvvisamente Trisha, la quale non faceva altro che pensare al mio ragazzo.

Veramente...” Era il momento, forza e coraggio, Vic. “Io e Zac abbiamo rotto.”

Silenzio tomba; almeno nel nostro tavolo. Susanna rimase con il bicchiere di coca sospeso in aria, Jennifer con una patatina fra i denti e le altre con la bocca spalancata, ferme immobili.

Dite qualcosa...” Le pregai, sperando che si rianimassero.

COSA!?!” Sbottarono tutte all'unisono, facendomi spaventare. C'era però, chi sembrava essere davvero contenta della notizia e questo non mi sfuggì.

Non era quello giusto.” Feci spallucce, beccandomi due occhiatacce eloquenti da Cristina e Susanna.

Scherzi, Vic? Zac sarebbe quello giusto per chiunque!!” Scattò Jessica, ancora scioccata.

Non per me...” Borbottai, ricevendo le condoglianze da tutta la comitiva.

Bene, allora è una vera e propria serata fra single!” Esclamò infine, Mara.

Sai che significa questo?” Chiese Jennifer senza aspettare risposta. “Che devi divertirti e far capire a quello scemo cosa si sta perdendo!” Esclamò perentoria, con quella luce negli occhi che non presagiva nulla di buono.

E infatti, neanche finito di mangiare, fui catapultata insieme a tutte in mezzo alla pista, a ballare col primo che capitava mentre bicchieri contenenti chissà cosa, offerti tutti da Cris, mi scivolavano giù nello stomaco.

Mi stavo davvero svagando... Non ci capivo più niente ma ridevo e questo sembrava essere buono.

 

Non capisco ancora perchè insisti. Ti ha detto che non vuole che vai e tu continui a non ascoltarla.” Jack continuava a farmi la paternale mentre io non desideravo altro che accelerasse e mi conducesse in quel cavolo di pub nel quale Victoria avrebbe passato la serata insieme alle sue amiche e, speravo, nessun altro. Se fossi entrato e l'avessi vista con un qualche invertebrato sarebbe stata la fine sia per il tizio che per lei. L'avrei rinchiusa a vita in una stanza senza permesso di aprir porta se non per far entrare me.

Jack, smettila di ciarlare e parchieggia questa cavolo di macchina.” Esclamai, più agitato del solito.

Stai calmo, eh. Non devi mica andare al patibolo.” Al patibolo ci avrei fatto andare chiunque avesse toccato la MIA Vic. Non che fosse realmente mia, ma per me, per ora, era così. Non sopportavo che qualcuno la toccasse o la guardasse come facevo io. Non avrei lasciato che nessuno si avvicinasse, almeno non prima che fossi partito.

La decisione di andare a New York -prima per rincontrare mio fratello- l'avevo presa già da prima di conoscere lei, ma non avrei mai creduto di doverci passare il resto della mia vita in America, soprattutto al fianco di Jack e nella sua stessa azienda. Quando mi aveva proposto quell'ottimo lavoro avevamo discusso sul fatto che io non volevo la sua carità ma di certo la mia testardaggine e il mio straccio d'orgoglio, non potevano privarmi un tale agio. Accettai senza pensare alle vere conseguenze del mio gesto e non ci dormii per giorni, al pensiero di doverlo dire a Vic... Avrei voluto evitare ad ogni costo quel viso pieno di dolore e quegli occhi stracolmi di lacrime, ma la responsabilità era solo mia e mio lo sbaglio di averla illusa così tanto.

Ero sempre stato abitutato a donne innamorate di me soprattutto per il mio aspetto e per ciò che riuscivo a far provare loro, ed ero sempre stato abitutato a farle stare male data la mia insensibilità riguardo l'amore vero, eppure.. Con Victoria avevo sofferto anche io. Quelle lacrime avevano colpito anche me e lei non mi aveva nemmeno detto di amarmi; quindi perchè ci stavo così fottutamente male? Lei era così fragile, così ingenua... Appena l'avevo conosciuta avevo subito capito che tipo era: fredda e distaccata all'esterno ma dolce e sensibile all'interno. Si chiudeva a riccio per evitare di soffrire, di essere abbandonata, ed io avevo fatto lo stesso sbaglio delle persone che l'avevano prima fatta avvicinare e poi deludere, andandosene, infine, via per sempre, lasciando così un'immensa ferita nel suo cuore. Che stronzo che ero stato.

Avevo avuto la fortuna di conoscere una ragazza tanto speciale, da farmela scivolare via dalle dita come un emerito cretino; e non avrei neanche potuto rimediare. Ormai il guaio era stato fatto eppure.. Avrei tanto voluto.. NO! Non potevo pensare a lei in quel modo, non dopo essermi ripetuto mille volte di doverla lasciare in pace. Ma, Dio solo sapeva, quanto mi sarebbe piaciuto fare l'amore con lei per ore e ore...

Ehi, mi hai sentito?” Mi riscosse, Jack, fermando la macchina.

Oddio, che aveva detto?

Mmm... Non esattamente.” Cercai di sorridere, tossendo subito dopo.

Ecco, appunto. Ti stavo dicendo che non dovresti andare in giro così, dopo aver avuto la febbre a trentanove.” Jack esagerava troppo a prendersi cura di me. Se me l'ero cavata per così tanti anni, non c'era da preoccuparsi ulteriormente. Voleva solo dimostrarmi che era cambiato ma io già avevo preso la mia decisione.. Andavo a New York con lui, poteva bastargli no?

Così, come?” Domandai invece, scendendo dall'auto.

Hai solo un maglioncino.. neanche una sciarpa, un giubbotto.. nulla. Ti riprenderai l'influenza.” Fece, zittendosi appena volse lo sguardo all'AcePlaza.

Oh, cazzo.” Esclamai poco finemente, anche io.

Deve essere.. molto costoso, Zac.” Sì, sicuramente. E il suo deglutire mi fece capire che aveva i soldi contati.

Io ho qualche spicciolo... Nonna tiene sempre i soldi nella scatoletta verde sopra il camino.” Ghignai, beccandomi una sua occhiataccia.

Anche se dovrei rimproverarti, mi sto zitto... Perchè qualche soldo l'ho preso pure io da lì.” Sorrise birichino, ringiovanendosi di dieci anni.

Mi ritornò in mente di quand'eravamo ragazzini e fregavamo i nostri amici per raccimolare qualcosa e andarci a comprare dei fumetti vietati ai minori...

Ce la faremo ad entrare?” Chiese lui, poco dopo, davanti al portone.

Dobbiamo farcela.” Sentenziai, prima che un tizio che poteva essere più grosso del mio stesso armadio, ci chiese ben quaranta euro a testa.

Sia a me che a Jack uscirono gli occhi fuori dalle orbite e prima che mi chiedessi invece, come Vic e le sue amiche fossero riuscite ad entrare, arrivai subito alla risposta, prendendo al volo il cellulare e dicendo a mio fratello di distrarre per poco l'armadio..

Neanche due squilli che rispose..

Dimmi tutto, baby.” Che provolona... E dire che Vic la reputava una buona amica.

Ecco ci sarebbe un problemino, io e mio fratello vorremmo entrare qui all'AcePlaza ma...” Non mi fece nemmeno finire che continuò.

Ma non avete soldi. Mmm.. Lo sai che dopo sarai in debito con me, vero?” Disse, con quel tono languido e fastidioso. Ahimé, per tenere d'occhio Vic, sarei stato disposto a ben altro.

Grazie, Cris.” E chiusi la chiamata.

Una volta entrati, ci misi qualche secondo per abituarmi a quel clima non esageratamente caotico e fin troppo chic per i miei gusti.. Io che ero abituato a cose decisamente troppo semplici. Per Jack sembrava un posto come gli altri.

Carino qui.” Commentò solo, mettendosi le mani in tasca.

Io ritorno dalle mie amiche, a dopo..” Fece Cristina, carezzandomi il torace per poi sgattaiolare via come una gatta morta. Dio, che schifo...

Ultimamente non riuscivo a sopportare più nessuna gallina che mi faceva gli occhi dolci.. Nessuna. Più che altro, da quando avevo iniziato a dedicare tutto il mio tempo a Victoria.

Le rivolsi un sorrisetto tirato per poi seguirla con lo sguardo per capire così dove era anche Vic. Notai Susanna seduta al tavolo con il viso rivolto verso la pista da ballo dove in quel momento... Oh, no. No, NO, NO! Ma era proprio lei? Era proprio Victoria, quella ragazza che si stava strusciando addosso a due ragazzi e che stava ballando in un modo fin troppo equivoco, con un sorriso stampato sul viso, i capelli ricci che le davano quell'aria selvaggia, con quel vestitino viola che più che coprirla sembrava denudarla, insieme a dei tacchi fin troppo eccessivi per i suoi gusti.. Era proprio la MIA Vic?!?! Neanche sentii quel che stava dicendo mio fratello che mi buttai immediatamente in mezzo alla mischia afferrandola per un braccio e facendola girare e sbattere contro il mio petto.

Ma cosa ca... ZAC??” Ma poteva eccitarmi anche quando semplicemente sorpresa, o scioccata, o felice, o isterica.. Poteva farmi eccitare anche solo guardandomi?

Esatto. E tu sei ubriaca.” Dissi guidandola verso i bagni.

Questo è delle femmine... Tu non puoi entrare!” Ghignò lei. Sì, era proprio andata.

Non sapevo cosa fare, fino a quando non vidi un tipo che sicuramente lavorava in quel posto e non lo supplicai di farci entrare in un bagno privato dato che la mia ragazza si sentiva poco bene e che gli sarebbe convenuto se non voleva avere del vomito da pulire per tutta la serata. Lo convinsi subito.

Dove siamo? Uuuh che belle luci!” Ridacchiò, guardando quelle del soffitto. Il bagno era enorme e fortunatamente vuoto; almeno nessuno avrebbe sentito le mie urla di rimprovero.

Vic, guardami.. VIC!” Le presi il viso con le mani e feci incontrare i nostri occhi. Dio, com'era bella quando mi guardava in quel modo.

Dimmi.” Era seria.. Stava forse ritornando in sé? No, lei non reggeva affatto l'alcol e quella sera sembrava averne bevuto fin troppo.

Cosa diavolo ti è passato in mente? Vestirti in questo modo, ballare con quei tipi... Ma tuo padre ti ha vista?” Infondo non potevo inveirle contro solo perchè stava facendo ciò che facevano tutti in un pub.

Sono tanto messa male?” Chiese con aria innocente.

'No, sei fin troppo eccitante, è questo il problema'.

Non è quello.. Oddio, Vic, ma quanto hai bevuto?”

Un po'.. Cris mi passava un sacco di roba e io ho mandato giù.” Spiegò, come se fosse una cosa logica.

Oh Dio Santo...” Biascicai, portandomi una mano fra i capelli.

Mi sento str...” Ma non fece in tempo a finire che vomitò nel lavandino, fortunatamente, del bagno. Almeno le sarebbe passata, un po'.

Ehi, come ti senti?” Le chiesi, quando si rialzò su e sembrò aver finito.

Mi fa male la testa...” Ammise, con una mano sulla tempia.

E' normale, bevi un po' d'acqua.”

Passò mezz'ora e parve riprendersi a poco a poco.

Perchè sei qui? Credevo non venissi più.” Fece, sedendosi a terra con la schiena poggiata alla parete. Peccato che in quella posizione le gambe erano più scoperte e così anche... Il punto X.

Diciamo che ci ho messo un po' a convincere Jack.” Feci spallucce, facendole una carezza sulla guancia.

Sei un uomo morto.” Sorrise debolmente, facendomi ridacchiare.

A casa ne riparliamo.”

Non voglio tornare. Mi stavo divertendo...” Si riprese, alzandosi.

Era strana. Diversa. Sembrava voler davvero mantenere le distanze fra noi e questo non fece altro che ferirmi, anche se avrei dovuto aspettarmelo.

Non ti senti stanca?” Chiesi, alzandomi anche io e mettendomi al suo fianco. Incrociai nuovamente i suoi occhi tramite lo specchio e l'immagine di noi due riflessi, così vicini ma così distanti, mi fece rabbrividire. Eravamo una bella coppia. Lei era bella.

Lei rimase immobile e scosse il capo percettibilmente, prima di risistemarsi, prendere una mentina dalla sua borsetta e uscire come se nulla fosse accaduto.

Voglio fare almeno un ultimo ballo.” Mi propose, con una luce negli occhi determinata e... famelica.

Dicevi che odiavi ballare.” Le ricordai, seguendola.

Chi ti ha detto che io ballo.” Ammiccò, facendomi deglutire e sentire come un ragazzino alla sua prima volta. “Io e te non balliamo, giusto?” Continuò a torturarmi, portandomi in mezzo alla pista, nuovamente.

Le canzoni, fortunatamente, non erano dei semplici suoni assordanti ma proprio singoli veri e propri e, infatti, in quel momento attaccò 'The Best Thing About Me Is You' di Ricky Martin, la quale Vic sembrò apprezzare veramente, tirandomi verso di sé, fino a che non mi risvegliai da quello stato di coma e misi le mie mani sui suoi fianchi, facendo così aderire i nostri bacini... Quella sera l'avrei fatta impazzire, sperando di non impazzire io per primo.

 

Non mi importava più di nulla. Non mi importava che le mie amiche in quel momento ci stavano guardando chiedendosi il perchè di quell'attaccamento dopo aver annunciato la nostra rottura. Non mi importava che Zac sarebbe partito quel lunedì prossimo per passare il resto della sua vita in un altro Continente. Non mi interessavano nemmeno i miei principi e le mie stupide paranoie. Non contava nessun'altra cosa se non.. Zac, e in quel momento la voglia di abbracciarlo mi aveva quasi soffocata tanto che non riuscii a reprimerla, stringendolo forte a me.

Mi sei mancata.” Mi soffiò sul collo, tenendomi stretta e riempendomi del suo buon odore.

Ci siamo visti poche ore fa...” Sussurrai vicino al suo orecchio.

Mi mancava averti così vicina.” Continuò, facendomi arrossire e sentire accaldata.

Zac...” Lo chiamai, con un filo di voce, data la richiesta che stavo per fargli.

Dimmi.”

Voglio fare l'amore con te.” Ammisi, col cuore in gola.

Zac esitò. Sentii il suo petto alzarsi e abbassarsi fin troppo velocemente e la sua stretta farsi ancora più salda. Sentii il suo cuore battere cento volte più veloce del normale e irrigidirsi all'istante. L'avevo forse preso alla sprovvista?

 

ANGOLO AUTRICE

 

Oh, mio Dioooooo!!!!! Siamo davvero arrivate a venti!??! Oddio, che bello!

Non potete nemmeno immaginare quello che ho fatto appena li ho letti tutti!

Inutile dire che sono davvero contenta e che vi adoro tutte per le belle cose che scrivete..

Sono felice che la storia vi piaccia perchè ci sto mettendo anima e cuore per renderla almeno leggibile!:)

Anche in questo capitolo non accade granché di nuovo se non si legge fra le righe..

Zac ha comunque ammesso, almeno a se stesso, che tiene a Vic e che gli dispiacerà partire... Lei, vabbè, ormai non cerca neanche più di nasconderlo.

Questo è più che altro un capitolo di passaggio perchè nel prossimo ci sarà la terza nonché ultima lezione e in seguito altri colpi di scena che spero vi faranno piacere :D

Riguardo a quanti capitoli mancano per la fine, non sono sicura ma penso di scriverne almeno altri cinque, poi si vedrà...

Vi ringranzio ancora per le vostre recensioni e per essere così pazienti con i miei ritardi nel postare o per questi capitoli che per alcune potrebbero sembrare anche un po' sciapi... Più che altro cerco di mantenere una certa lunghezza per i capitoli altrimenti potrebbero rivelarsi pesanti se troppo lunghi, appunto. Vabbeh, ora mi sto dilungando troppo... Vi lascio con questo capitolo e vedrò di postare il prossimo appena potrò! Un bacione enorme a tutte voi magnifiche, dalla vostra Doll_ ;D ;D

PS.... Grazie ancora di tutto :)

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Capitolo 25
*** TERZA LEZIONE ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO – TERZA LEZIONE

 

Sono stata benissimo, ieri sera!” Squittì, Cris, limandosi le unghie.

Era ricreazione e avevamo deciso di passarla in classe per parlare e raccontarci della sera prima e di quel che ci era capitato.

Zac mi aveva riportata a casa e appena poggiata al letto mi ero subito addormentata, chidendogli prima, di restare con me fino alla mattina seguente, per stringerlo a me durante la notte, illudendomi che non sarebbe mai partito senza di me.

Anche se ero crollata all'istante, non mi erano sfuggite le carezze che aveva rivolto ai miei capelli e alla frase che ancora mi rimbombava nella testa...

Non immagini nemmeno quanto vorrei rimanere o portarti via con me. Mi hai stregato. A tal punto che mi ritrovo anche a parlare da solo. Vic, credo proprio di...” E lì mi ero ufficialmente addormentata, così da rimanere col dubbio fino a quel momento, mentre davanti a me, Susanna sembrava più silenziosa e pensierosa del solito.

Ma tu e Zac siete ritornati insieme?” Mi chiese Jessica, riscuotendomi dal coma.

Mmm... Non lo so con precisione.” Ammisi, tossicchiando. Cosa avrei dovuto dire alle mie amiche? All'AcePlaza io e Zac avevamo ballato, riso, ci eravamo divertiti davvero e ci eravamo anche baciati, poche volte ma comunque abbastanza da non poter essere mai credibili come ex fidanzati.

E' stato molto carino con te...” Sussurrò Susanna, tanto che feci fatica a sentirla.

Già.” La guardai, rivolgendole uno sguardo interrogativo, ricevendo una semplice scrollatina di spalle.

 

Mi spieghi cosa ti è successo?” L'attaccai, dopo averla seguita in bagno, finita l'ultima ora di lezione.

Oddio, Victoria, mi hai fatto venire un colpo!” Biascicò, con una mano sul cuore.

Sì, sì, scusa... Ma mi dici perchè sei così strana oggi?” Addolcii il tono, venendole incontro, mentre lei si metteva seduta atterra con la schiena al termosifone.

Niente di che, te l'ho detto.” Minimizzò, senza riuscire a sostenere il mio sguardo.

Non ti credo. E' successo ieri sera, vero?” Chiesi, sedendomi di fronte a lei.

Beh...”

Hai conosciuto qualcuno?” Arrivai al punto, facendola arrossire.

Più o meno.” Deglutì, sentendosi sottoesame.

Racconta tutto.” Sorrisi, euforica, felice per la mia amica.

Non c'è nulla da dire. Mi stavo dirigendo verso il bar quando un tizio mi si parò di fronte, facendomi delle avance patetiche ed infastidendomi fino a che...” Si bloccò, sorridendo fra sé e sé.

Fino a che?” L'avevo già detto che ero un'incurabile curiosa?

Fino a che non venne lui a difendermi. Mise un braccio sulle mie spalle dicendo all'idiota di lasciar stare la sua ragazza così da farlo spaventare e defilare. Una volta che lo scemo se ne fu andato, lui fece per ritornare indietro quando lo fermai e gli chiesi se voleva qualcosa da bere, offrendo io per il favore fatto... Da lì abbiamo iniziato a parlare di tutto e... Oddio, Vic, credo che lui mi piaccia davvero molto.” Terminò, portandosi le mani in fronte come se avesse appena commesso l'omicidio dell'anno.

Beh? Che male c'è?” Sorrisi raggiante. Per me era una cosa fantastica! “Sai il suo nome? Hai il suo numero?”

Sì..” Rise debolmente “Ieri mi ha chiamata per darmi la buonanotte e stamattina mi ha inviato un sms del buongiorno.” Fece, evidentemente toccata dal gesto. “Nessuno l'aveva mai fatto. Sono stata solo con dei deficienti che stavano con me solo per una cosa, ma lui è diverso!”

Come puoi dire questo, però. Lo conosci solo da ieri sera, infondo. Non voglio fare la guastafeste ma chi ti dice che non ti sta prendendo in giro anche lui?” Storsi il naso, in una smorfia costrariata.

Sono sicura, Vic. Fidati. Il problema è un altro, ma non posso dirtelo.” Disse, lasciandomi lì come una stupida.

Scherzi, vero? Io ti ho detto tutto su Zac!” Mi alzai, indignata.

E' diverso.” Si agitò nuovamente. “Quando avrò delle certezze, sarai la prima a saperlo, credimi, ma per ora è così.” La sua espressione martoriata mi convinse.

Mmm.. Posso sapere almeno come si chiama?” Borbottai, leggermente offesa.

Ehm... Meglio di no.” Deglutì ancora, facendo squillare un campanello d'allarme nella mia testa. Oh, no.

Dammi il cellulare.” Quasi ringhiai, allungando la mano.

In tutta risposta, indietreggiò scuotendo il capo, impaurita dalla ferocia che trapelava dal mio volto. Speravo solo che le mie insinuazioni non fossero reali.

SUSANNA, dammi.il.cellulare!” Stavo cercando con tutte le mie forze di non urlare o reagire malamente ma il suo non collaborare non mi aiutava affatto.

Fece per correre via, ma fui abbastanza agile da afferrarla per i fianchi e fregarle il cellulare dalla tasca per poi chiudermi in uno dei bagni e andare sulla cartella dei messaggi ricevuti:

Buongiorno Sugar..

Anche se so di avertelo già detto milioni di volte, ripeto comunque di essere stato benissimo in tua compagnia ieri sera.

Sono felice di averti conosciuta. Passa una buona giornata ;)

Tuo Jack.

 

IO TI UCCIDO!!” Un altro dei miei amichevoli saluti, entrata in casa di Annie.

Ciao anche a te, Vic.” Mi salutò Zac, inarcando un sopracciglio.

Non ce l'ho con te.” Ringhiai ancora, facendolo incuriosire ancora di più, proprio quando dall'altra stanza non apparve Jack, tutto gongolante e con un sorriso ebete in viso che mi mandò ancora di più in bestia, tanto da saltargli letteralmente addosso, fino a farlo sbilanciare a terra e riempirlo di pizzicotti ai fianchi.. Era il massimo che potevo fare, ma almeno gli davano fastidio.

Ehi, ma che ti è preso????” Esclamò lui, con gli occhi sgranati dalla sorpresa.

Uuh, vuoi uccidere Jack.. beh, allora fai con comodo.” Fece spallucce, Zac, andandosi a sedere sulla poltrona con un pacchetto di patatine in grembo, a godersi la scena come se fosse al cinema.

Te l'avevo detto, Jack! Era una delle cose che non dovevi fare, ricordi? Eppure mi hai disobbedito! Non dovevi farlo!!” Mi agitavo come una forsennata e continuavo a pizzicarlo facendogli uscire dei gridolini di dolore.

Ma cosa ho fatto!?!” Sbottò, alterandosi e alzandosi senza problemi con me sopra, prendendomi poi in braccio e sbattendomi sul divano come un sacco di patate.

Ieri sera! Hai conosciuto Susanna!!” Possibile che solo per era una questione estremamente seria?

Ahhh... Susanna.” Borbottò, portandosi una mano fra i capelli, com'era solito fare Zac, sedendosi affianco a me. “Cosa vuoi che ti dica? E' stata subito chimica.” Fece, guardandomi e sapendo di aver fatto una cosa poco giusta.

Ma lei ha la mia età!”

Ma lei mi piace!”

Non può piacerti, Jack. Dovrai partire anche per New York..” Biascicai, con un groppo in gola ricordando che anche Zac sarebbe dovuto partire con lui.

Stavo dicendo a lui la stessa cosa che avrei dovuto dire a me stessa, in poche parole.

Non voglio nulla di serio, Vic. Che male c'è a conoscerci?” Chiese, con nonchalance. Certo, per lui io ero solo una ragazzina, mentre lei poteva essere qualcosa di più.. Ma che diavolo..?!

Perchè a lei già piaci!” Me ne uscii, tradendo la fiducia della mia amica.

Te l'ha detto lei?” Sorrise sghembo, ignorando la gravità del problema.

Smettila, Jack. Te lo chiedo per lei.” Deglutii, speranzosa.

Passarono dei minuti infiniti nei quali i nostri occhi non si staccarono, fino a quando..

Hai ragione. Sono stato sciocco... Scusate, ma ora devo andare.” E dopo aver salutato tutti, se ne andò con l'umore sotto terra, facendomi sentire in colpa come una delle peggiori stronze, solo perchè gli avevo sventolato in faccia la realtà.

Era così facile per me dire agli altri ciò che era meglio per loro, quando invece a me stessa non ci pensavo mai.

Ma che brava...” Si congratulò, Zac, mettendosi al posto di suo fratello e abbracciandomi con un braccio.

Pensi che abbia sbagliato?” Chiesi, accoccolandomi maggiormente.

Hai detto la cosa giusta, Vic. Ma mio fratello è grande, sa cosa deve fare.”

E' vero ma... Io conosco Susanna, ci rimarrà malissimo.”

La realtà fa male a tutti.” Si riferiva a Jack e Susanna, o a noi?

Mmm.. Cosa devi fare oggi pomeriggio?” Cambiai discorso, ritenendo il precedente fin troppo doloroso.

Partitina a calcetto con alcuni colleghi.” Sorrise calorosamente.

Posso venire a vederti?” Chiesi, facendo gli occhioni dolci.

Certo.” Ridacchiò, baciandomi la fronte.

Porto anche Mattia, Marco e Semola. Mio padre insiste col fatto che passo poco tempo a casa e che non porto mai a spasso il cane, quindi faccio tutto insieme.” Spiegai, inspirando il profumo di Zac e lasciandogli un leggereo bacio sul petto.

Vic..” Ansimò.

Lo so, lo so... Era un bacio affettuoso.” Sorrisi come una bambina colta in flagrante.

Vieni qui, bambolina.” Disse subito dopo, sdraiandosi sopra di me, sul divano e prendendo a baciarmi con dolcezza e un pizzico di passione, prima che nonna Annie ci bloccasse e ci fece distaccare come scottati.

Ho settantacinque anni ma non sono ancora rimbecillita del tutto.” Ammiccò verso di noi, facendomi arrossire dall'imbarazzo, mentre Zac se la rideva sotto i baffi.

Dov'è finito Jack?” Chiese subito dopo, guardandosi attorno e cambiando completamente espressione, diventanto all'improvviso preoccupata.

Tranquilla, nonna, è uscito un attimo.” Spiegò con nonchalance Zac.

Io non lo capisco quel ragazzo...” Borbottò, uscendo in cortile e continuando a parlottare in inglese.

Zac.”

Dimmi.” Volse il suo sguardo a me e per un momento compresi qualcosa che non avrei mai voluto prendere in considerazione.

Pensi che qualcuno possa mai innamorarsi di.. una come me?” Deglutii, immaginando invece di chiedergli se lui si potesse innamorare mai di me.

Vic, perchè continui a dire così? Cosa intendi con 'una come te'?” Inarcò un sopracciglio, sospirando ma stringendomi nuovamente a sé.

Una buona a nulla, con un aspetto anonimo, evidentemente asociale e... prevedibile.” Elencai in poche parole.

Allora, primo: sei una ragazza bellissima. Secondo: hai molte doti e nella vita non conta molto quello che hai fatto ma il carattere che hai. E tu hai una personalità che tutti sognerebbero di avere, Vic.” Mi sorrise, sincero. “E terzo: se tu sei prevedibile, io sono Johnny Depp.” Sentenziò infine, facendo sorridere anche me e rilassare i nervi, finalmente.

Quindi secondo te, sì?”

Anche se non credo nell'amore.. Penso che anche tu troverai la persona che riuscirà a renderti davvero felice.”

Sei tu quella persona, pensai vergognosamente.

Tu vorresti dei figli, Zac?” Chiesi, fin troppo presa da questi discorsi. Infondo non avevamo mai affrontato determinati temi ma volevo conoscerlo ancora più affondo, quindi non mi lasciai intimidire ed aspettai una sua risposta.

Prima devo trovare la donna giusta.” Rispose, dopo una lieve esitazione.

Ma ti piacerebbe averli, no?”

Certo. Più tardi, però.” Non mi guardava negli occhi ma riuscivo comunque a leggerne la sincerità e quel pizzico d'imbarazzo che mi fece sorridere. Era difficile far sentire a disagio Zachary.

Che nome gli daresti?”

Mmm.. Non ci ho mai pensato veramente, ma un nome maschile che mi piace è Jonathan, non so perchè...”

Jonathan...”

 

Zac è bravissimo!” Esclamò Mattia, accanto a me.

La maggior parte dei gol li ha fatti lui!” Continuò euforico, Marco.

Semola intanto, in braccio a me, continuava a dormire beatamente.

Vic, ora che è finito il primo tempo possiamo andarlo a salutare?” Mi chiese, con gli occhioni dolci, imparati dalla sottoscritta, sempre Marco, scuotendomi il braccio.

Non entrate in campo, però. Salutatelo dalla rete.” Assentii, sorridendo ad entrambi.

Era vero quello che avevano detto. Zac era un vero campione in quel gioco. Sapeva tirare al momento giusto, fare azioni memorabili e passare la palla quando era necessario. Ovvio che la squadra era entusiasta di lui.

Lo vedevo spesso parlare con un ragazzo alto più o meno quanto lui, con una carnagione bianca latte e i capelli rosso fuoco. Evidentemente era un suo buon'amico.

Intanto seguii con lo sguardo Zac avvicinarsi alla rete per salutare i miei fratellini, e scompigliargli i capelli, abbassandosi poi alla loro altezza e sussurrando loro qualcosa che, purtroppo, non riuscii a decifrare, fino a quando la partita non ricominciò e Marco e Mattia si riposizionarono accanto a me.

Cosa vi ha detto, Zac?” Non riuscii a resistere. Ero troppo curiosa.

Niente di che...” Mi sorrise beffardo, Mattia, in quel modo che somigliava talmente tanto a quello di Zac che capii immediatamente quanta influenza stava avendo lui su di loro.

Marco, sputa il rospo.” Mi voltai verso mio fratello, conoscendo fin troppo bene la sua lingua lunga.

Niente, Vic, è come ha detto Mattia.” Deglutì, deviando il mio sguardo.

Perchè fin'ora non gli hai fatto neanche un complimento?” Chiese all'improvviso, Mattia, cogliendomi impreparata.

La verità era che i miei pensieri su di lui, in quel momento, con la maglietta aderente per il sudore, i capelli bagnati e spettinati e i rossi che aveva sul viso a forza di correre, riportavano in me, immagini che bambini di sette anni non avrebbero mai potuto sapere.

Beh, che dovrei dire? E' molto bravo a giocare.” Borbottai, paonazza.

E ti piace?” Fece Marco.

C-certo.” Annuii, non capendo il motivo di quelle improvvise domande su Zac.

E cosa pensi di lui in questo momento?” Chiese Mattia, prendendo in braccio Semola, facendolo svegliare e agitare come un'anguilla.

Sbuffai poiché in quell'istante non riuscii proprio a trattenermi..

Penso che è bello da far male e bravo da morire.” Ammisi sospirando.

Okay!” Sorrise a 360 denti, Marco.

Mmm.. Davvero strano.

La partita finì con sette a cinque per la squadra di Zac e appena uscì dal campo, venne immediatamente assalito dai miei fratellini che si aggrapparono uno alla sua gamba e l'altro alla sua schiena come koala inferociti. Anche Semola correva intorno a lui che, oltre ad essere esauto e portare due bambini addosso, teneva in mano anche la borsa del cambio.

Vieni a casa?” Gli sorrisi, non riuscendo a trattenere la felicità nel vedere quel bel quadretto.

Sì, mi lavo e vesto direttamente lì.” Ammiccò, apparendo tremendamente sexy anche in certe circostanze.

Zac, Zac, ci insegni a giocare come te, un giorno???” Lagnò Marco, attaccato alla sua gamba.

Se oggi non riuscirete ad uccidermi, sì.” Sorrise lui, scaldandomi il cuore.

Ma poteva essere così tanto bello?

Marco e Mattia si staccarono alla svelta, saltellando tutti contenti come canguri e facendo ridere sia me che Zac.

Anche io mi devo fare la doccia, quindi dobbiamo organizzarci per l'acqua calda. Vai prima te?” Gli chiesi, in un momento di pace.

Non ti preoccupare, non sprecheremo molta acqua.” Sorrise sghembo, gelandomi il sangue e non facendomi presagire nulla di buono.

 

'Cause you make me feel like a natural woman...” Canticchiavo senza vergogna, mentre mi spogliavo per dirigermi in bagno dove scorreva già l'acqua calda ed era posizionato lo stereo.

Ero quasi nuda, se non per i calzini, con la porta della camera chiusa a chiave, mentre mi abbassavo sul comò per prendere la biancheria pulita e così il cambio una volta uscita dalla doccia, quando sentii un soffio leggero d'aria dietro di me. Non ci feci molto caso, ritornando verso il bagno e continuando sempre a canticchiare a bassissima voce.

Mmm... Bello da far male e bravo da morire, eh?” Mi sussurrò una voce così calda nell'orecchio, facendomi sussultare dallo spavento.

ZAC!” Trillai, rischiando un infarto sul posto. “Ma sei impazzito?” Soffiai con la poca voce che mi era rimasta. Cercavo, intanto, di coprirmi alla bell'è meglio con le mani anche se il suo sguardo mi spogliava sempre più profondamente.

Le sue mani si erano spostate, invece, sui miei fianchi ed ora che ci facevo caso, aveva addosso solo un asciugamano attaccato alla vita come la prima sera che ci eravamo conosciuti...

Non hai risposto alla mia domanda. E' quello che hai detto?” Fece, inarcando un sopracciglio.

Avrei ucciso i miei fratellini.

Era questo che volevi sapere, no? Hai chiesto tu a Marco e Mattia di chiedermi cosa pensavo di te in quel momento.” Non era una domanda, ma un semplice dato di fatto che mi aveva indignata a tal punto da farmi stringere i pugni sui fianchi.. Così da non coprirmi più, però, e così anche da far spostare lo sguardo di Zac su tutto il mio corpo bellamente esposto, come a fargli una lastra accuratissima.

Per la prima volta vide il mio corpo completamente nudo esposto alla luce. Mi sentii ancora più a disagio. Avevamo fatto molte cose, o comunque abbastanza da dovermi togliere le paranoie o l'imbarazzo in certe situazioni, eppure fu più forte di me, e cercai immediatamente un asciugamano per coprirmi dal petto alle coscie, facendo fare una smorfia contrariata a Zac.

Ora puoi tornare in camera tua. Hai visto lo spettacolo.” Provai ad avvicinarmi alla doccia ma lui ci si parò di fronte, continuando a guardarmi negli occhi.

E chi ti ha detto che ho intenzione di ritornarmene in camera mia?” Sorrise beffardo, facendomi rabbrividire.

C-cosa..?”

Terza lezione, bambolina. Prego, prima le donne.” Fece, mettendosi al lato per farmi entrare.

I-io... Non voglio fare la doccia con te, Zac.” Ammisi, paonazza.

Non preoccuparti, non farò nulla di male. Promesso.” Sembrava proprio divertirsi a prendermi in giro. “O... hai paura?” E quella domanda mi fece così imbestialire che, buttando l'asciugamano che tenevo sul corpo, entrai immediatamente nella doccia subito dopo avergli lanciato un'occhiata di fuoco.

Così mi tenti.” Sorrise beffardo, entrando poco dopo.

Non so quale forza, in quel momento, riuscì a trattenermi dal fissarlo o abbassare lo sguardo verso il basso, ma fatto stava che non lo feci.

Gli diedi le spalle ed aprii l'acqua calda, bagnandomi i capelli e costringendomi a far finta che non ci fosse e che il suo sguardo non mi stesse trafiggendo da parte a parte.

Quando pensai di poter riuscire nell'intento di ignorarlo, le sua mani si poggiarono delicatamente sulle mie spalle tese, iniziando a scendere fino a farmi dei lievi massaggi che mi rilassarono immediatamente.

Solo qualche secondo dopo capii che mi stava passando il bagnoschiuma addosso.

Voltati.” Soffiò sul mio orecchio, mettendo le sue mani sui miei fianchi.

Come incantata, obbedii e mi girai ad occhi chiusi a causa dell'acqua e delle sue carezze, fino a trovarmi di fronte a lui.

Apri gli occhi. Voglio che mi guardi.” Il tono era completamente cambiato; quello prima di entrare nella doccia era strafottente, mentre quello dentro era quasi.. dolce.

Obbedii nuovamente e mi ritrovai immersa nell'azzurro dei suoi fantastici occhi.

Avrei potuto baciarlo, saltargli addosso, scappare, fargli qualche domanda o dargli uno schiaffo, ma rimasi ferma a guardarlo come se fosse l'unica cosa che in quel momento mi interessasse. Ed era proprio così.

Si abbassò per prendere un altro po' di bagnoschiuma e così iniziò a passarlo sul mio collo, fino a scendere sul mio seno, il mio ventre, le mie gambe, per poi risalire sulle natiche ed infine, portare la sua mano davanti alla mia intimità, quasi soddisfatto.

Zac.. Cosa..?” Ripresi per poco lucidità, capendo quale fosse il suo intento.

Nella seconda lezione ci siamo “sporcati”, ora ci stiamo lavando... Serve per farti conoscere al meglio e più... affondo, il corpo dell'altro sesso.” Spiegò quasi come se stesse ripetendo una comune lezione di geografia astronomica.

Deglutii e lui lo prese come un consenso, prendendo così a massaggiarmi ed infilare un dito in me, facendomi gemere.

Il secondo dava davvero fastidio, tanto che mi aggrappai alle sue forti spalle ed immersi il mio viso sul suo petto.

All'arrivo dell'orgasmo sembrava come se l'acqua non ci fosse più... Come se fosse tutto scomparso ed eravamo solo io e lui, abbracciati l'uno all'altra.

Quando il mio respiro, finalmente si regolarizzò, presi anche io un po' di bagnoschiuma, passandoglielo addosso proprio come lui aveva fatto con me.

Gli lasciai dei piccoli baci sul petto ed infine, con le mani raggiunsi la mia meta.

Toccare una parte così intima di lui, mi faceva fremere come nessun'altra cosa al mondo.

Mi sentivo forte ed estremamente eccitata.

Lo feci appoggiare con la schiena al muro e presi a massaggiarlo lentamente come lui aveva fatto con me.

Sentivo il suo respiro aumentare, capendo che il momento stava arrivando, così da accelerare di poco e farlo venire.

Forse era la stanchezza, o forse la pazzia, ma in quel momento volli scoprire un'altra cosa nuova, così da portare il mio dito sul mio ventre, leggermente sporco del suo amplesso, e appoggiarlo sulle labbra per assaporare la sua essenza...

Vic..” Ansimò lui, guardandomi quasi sconcertato.

Non te l'aspettavi, eh?

I miei occhi volevano dire esattamente questo.

Mmm.. Salato. Ma non male.” Storsi il naso, sorridendo e accorgendomi subito dopo del mio gesto da ninfomane.

Okay, stavo diventando una vera e propria porca, ma come resistere con uno come Zac davanti???

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Capitolo 26
*** CURIOSITA' LECITE ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO – CURIOSITA' LECITE

 

Si sono addormentati.” Lo avvisai, raggiungendolo sul mio letto e sdraiandomi accanto a lui con la mia testa sul suo petto.

Adoravo sentire il suo odore e il suo petto alzarsi e abbassarsi.

Sentivo i battiti del suo cuore che, stranamente, andavano in simbiosi con i miei.

Magia.

Oggi non si sono fermati un attimo.” Sorrise dolcemente, prendendo ad accarezzarmi delicatamente la schiena.

Mmm.. Senti chi parla. Tu non ti fermi mai.” Ed era la pura verità. Chi mai avrebbe lavorato tanto quanto lui?

Lo faccio solo per ricavarne qualcosa in cambio.” Fece spallucce.

Quando.. partirai, cambierà tutto. Lavorerai con tuo fratello e... andrà tutto bene.” Deglutii, mordendomi un labbro a sangue, per controllare le lacrime e far in modo che non uscissero come da copione.

Dovevo essere felice per lui. Finalmente tutti quegli sforzi erano stati ben pagati. A New York lo attendeva una vita piena d'agi, che di certo meritava più di chiunque altro.

Pensandoci più affondo, mi riscoprii davvero contenta per lui. Me lo immaginavo nella sua immensa camera da letto, tutto sorridente o nella mega vasca da bagno, con un viso tranquillo e rilassato. Lo vedevo soddisfatto e sarei stata disposta a soffrirne in segreto per sempre, pur di vederlo realmente così appagato.

Non dire così...” Biascicò, stringendomi di più a sé.

Cosa dovrei dire? E' la verità.” Sussurrai debolmente.

Mi sono affezionato a te, Victoria e mi dispiacerà partire.” Ammise, guardandomi negli occhi e smorzandomi il respiro.

A-allora non partire.” Sapevo che era una richiesta assurda ma dentro di me c'era ancora quella piccola speranza che non mi abbandonava.

Devo seguire mio fratello. Sai che il lavoro lì andrà meglio.. Non posso continuare a fare il gigolò per tutta la vita.”

No, certo. Protresti cercarti un altro lavoro, però.” Tentai ancora.

In Italia? Non voglio affrontare certi discorsi, lo sai.”

Okay.. Scusa. E' che... Mi mancherai, credo.”

Credi?” Sorrise lievemente.

Sì. Credo proprio di sì.” Lo abbracciai, chiudendo a forza gli occhi per il dolore che il groppo in gola mi stava causando.

Marco e Mattia sono stati davvero felici oggi.” Cambiò discorso, con voce leggermente incrinata.

Ti adorano.”

Già...” Sospirò. “Mi mancheranno.” Sussurrò così piano che a stento riuscii a sentirlo.

Perchè non giochi più a calcio? Sei bravo.”

I-io... E' una storia lunga.”

Ho tempo.” Feci, alzandomi a sedere e vedendo la sua espressione tesa e agitata.

Non ne voglio parlare, scusami.” Continuò, senza guardarmi in viso.

Va bene, però voglio parlarti io.” Lo colsi sicuramente di sorpresa, dato che si voltò immediatamente con una faccia stralunata.

Ehm.. Sì, certo, dimmi.” Inarcò un sopracciglio, incuriosito.

Ci conosciamo da poco ma ormai sei.. mio amico. Non parlo a nessuno della mia famiglia ma con te voglio aprirmi davvero. Ho scoperto cose di te che non avrei mai dovuto sapere, così voglio farti conoscere la mia piccola storia.”

Ti ascolto.” Fece, improvvisamente serio.

Per quanto fosse stato difficile per me tener segreta la faccenda di mia madre a chiunque, in quel momento mi sembrò talmente facile rivelare ogni cosa a Zac che parlai a manetta senza pensarci troppo.

Ricordo molto bene mia madre. Non precisamente il suo volto, ma i momenti passati assieme. Molte cose ho preferito rimuoverle perchè troppo dolorose ma se mi ci metto riesco a ricordare anche quelle. Fino a dodici anni ogni mattina mi svegliavo insieme a lei e la seguivo fino in bagno per vederla mentre si truccava, si sistemava i capelli e si lavava. Mi piaceva tantissimo guardarla mentre si pettinava i lunghi capelli biondi. Erano ricci ma quando ci passava la spazzola diventavano morbidi e fluenti. Era una nostra routine, che lei riservava solo a me, neanche a Giada o Sophia. Questo mi faceva sentire.. unica. Ma quando, dopo una visita dal medico, iniziò a prendere le prime medicine, non volle mai più farmi entrare con lei perchè non voleva che vedessi mentre le prendeva. Erano tantissime e a causa di queste il suo carattere aveva dei sbalzi enormi. Una volta eravamo andate al mare e ricordo che Marco e Mattia, che avevano due anni, erano rimasti soli accanto alla riva mentre, poco lontano da loro, mia madre stava parlando con due uomini che non avevo mai visto. Raggiunsi i miei fratelli e pensai che sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa se non li avesse guardati per un altro po'. Non era la prima volta che capitava. Comunque, quando mio padre lo venne a sapere si arrabbiò tantissimo ed io mi sentii così in colpa che mi rifugiai nella mia stanza fino alla mattina seguente. Quella notte ricordo di aver sentito una voce dolce dirmi che mi voleva bene e che le dispiaceva, poi una carezza e un bacio sulla fronte. Il giorno dopo, mia madre era sparita. Aveva lasciato un misero bigliettino con le sue scuse, dicendo che non poteva continare in quel modo. Mio padre era distrutto. Crescere cinque figli da solo non fu di certo facile. Fortuna che io e le mie sorelle badavamo a Marco e Mattia quando lui era a lavoro e anche i nonni e le zie ci aiutavano. Ma fatto sta che io ancora non riesco a perdonarmi per la faccenda del mare. Mia madre stava già male da tanto tempo. Credo sia stata depressa... Ma non passa giorno che io non la ricordi e non pensi a ciò che avevo fatto.” Terminai, spaventosamente seria.

Per anni mi ero tenuta tutto dentro, sicura di non rivelare mai a nessuno quella storia che mi faceva sentire in colpa con me stessa da troppo tempo. Ma mi ero ripromessa di parlarne a Zac, che dopo il week-end con le mie sorelle gli avrei detto tutto e così feci. Mi sentii sollevata di un peso che nemmeno sapevo ci fosse e, mio malgrado, sorrisi alla consapevolezza di poter andare avanti meglio dopo quella conversazione.

Tu non hai fatto nulla, Vic. Tua madre aveva sbagliato e tu eri ancora una bambina.” Fece lui, abbracciandomi e accarezzandomi la schiena.

No..” scossi il capo, “Io dovevo stare zitta. Se non avessi detto nulla, lei non avrebbe ammesso di aver tradito mio padre e magari starebbe ancora qui. Magari sarebbero andati da un consulente e il matrimonio si sarebbe salvato.” Tentai, sentendo qualcosa che mi bagnava le lacrime.

Solo quando rialzai lo sguardo per un secondo a guardare Zac, mi resi conto che erano lacrime.

Non puoi dirlo.”

Questo non ha fatto altro che peggiorare le cose. Marco e Mattia sono sempre irrequieti, anche se li vedi ogni volta sorridenti, Giada e Sophia hanno preferito andaresene per non dare ulteriore disturbo a papà ed io... Io ho paura di diventare come lei. Di avere dei figli e di abbandonarli. Di ereditare quel gene isterico che ha fatto ammalare la mamma... Non immagini nemmeno quanto sia difficile vivere con questa costante paura.” Deglutii, abbracciandolo ancora più forte.

Shh.. Tranquilla. Scommetto che sarai una madre fantastica, Victoria. Con quello che fai ogni giorno per i tuoi fratellini e per quello che hai fatto per me... Posso garantirtelo.” Sospirò, baciandomi la fronte ma non riuscendo comunque a bloccare le mie lacrime e i miei gemiti quasi disperati.

Non disse più nulla. Lasciò che mi sfogassi fra le sue braccia e continuassi a parlare di lei. Dei momenti felici, quelli prima della depressione. Gli raccontai del rapporto che avevo con le mie sorelle e di come avevo affrontato la loro partenza.

In poche parole, raccontai a Zac tutta la mia vita fino a quel momento.

Ora capisco perchè pensi che la gente ti voglia sempre abbandonare...” Constatò lui, guardandomi negli occhi.

Fin'ora è sempre stato così.” Ammisi, consapevole di farlo sentire in colpa.

Ero stata stronza con quella frase ma non riuscii a tenermela dentro.

Zac abbassò lo sguardo, allontanandosi da me come scottato e fece per andarsene, quando lo bloccai per un polso, mettendomi in ginocchio sul letto e misi una mano sulla sua guancia facendo avvicinare i nostri visi ed incontrare nostre labbra in un bacio lieve e delicato.

Scusami..” Soffiai sulle sue labbra.

Non preoccuparti.”

Stavamo per baciarci nuovamente quando la porta si aprì e fece entrare Marco e Mattia con il loro pigiamino celeste e bianco, i capelli spettinati, gli occhietti assonnati e uno sbadiglio pronto ad uscire dalle loro bocche. Ah, quasi dimenticavo; con loro c'erano anche, ovviamente, gli inseparabili Ping e Ting, due coniglietti di peluche identici se non per la tutina una rossa e l'altra blu. Il primo di Marco ed il secondo di Mattia.

Vic, perchè piangi?” Chiese Mattia, strofinandosi l'occhio.

Ehm...” Deglutii, “E voi che ci fate ancora svegli a quest'ora?!” Domandai allarmata, sedendomi sul letto di fronte a loro e allontanandomi da Zac.

Non riuscivamo a dormire. Abbiamo sentito che stavate parlando e così siamo venuti a controllare.”

Possiamo dormire con voi?” Chiese speranzoso, Marco, con quegli occhietti a cui non riuscivo mai a dire di no.

Con noi? Beh, il letto non è tanto grande..” Cercai di deviare ma venni interrotta da Mattia.

Il letto nella camera degli ospiti è enorme, lo sai. Ci abbiamo dormito spesso insieme.”

Ma Zac deve tornare a casa sua..” Biascicai, anche se una parte di me non voleva ancora lasciarlo andare via e porre fine ad un'altra giornata insieme.

Ti preeeeeeeeeeeeeeeeego!” Lagnarono, congiungendo le mani in preghiera e facendo ridacchiare sia me che Zac.

Vabbene, vabbene... Voi intanto andate, noi vi raggiungiamo subito.”

E così fecero, chiudendo la porta e lasciandoci nuovamente soli.

Sai che domani dovrò svegliarmi presto, vero?” Inarcò un sopracciglio, alzandosi dal letto.

Mh-mh.” Annuii.

Dovrò licenziarmi.” Annunciò, bloccandomi il respiro.

W-wow.. Fate davvero sul serio.” Deglutii ancora, pregando qualsiasi Dio di non farmi piangere.

Speriamo bene.” Sospirò. “Come stai, ora? Tutto okay?” Chiese subito dopo, come a cambiare argomento.

Per la notizia, decisamente no, ma ero sicura che si riferisse alla questione di mia madre, quindi risposi: “S-sì. Va meglio. Grazie di essermi stato accanto.” Dichiarai, iniziando a mettermi il pigiama.

Pensi che tuo padre sia d'accordo che io dorma con voi?” Domandò, con una strana smorfia contrariata.

Se ci mettiamo io, Marco, Mattia e te, credo di sì.” Sorrisi, uscendo dalla stanza.

 

Buongiorno papà!” Salutai il giorno dopo, entrando in cucina intenta a prepararmi la colazione.

Buongiorno tesoro. Ho saputo di stanotte.”

Oh, ehm.. Marco e Mattia hanno insistito tanto.” Mi giustificai prontamente.

Lo so, lo so. Zac è diventato un idolo per loro, ormai.” Sorrise fra sé e sé.

Eh, già. Allora? Tu non mi dici niente?” Chiesi con nonchalance, spalmando un po' di marmellata sul mio panino.

Riguardo cosa?” Deglutì, a disagio.

Riguardo ieri!”

Mmmh.. Bene. Ieri mi sono svegliato alle sei, sono arrivato tardi a lavoro, ho scoperto che uno dei dipendenti è stato cacciato per corruzione, il pomeriggio sono tornato a prepararmi e la sera ho cenato con Silvia. Fine.” Sorrise apertamente, lasciandomi con l'amaro in bocca.

Ma daaai! Voglio sapere com'è andata con lei!” Scoppiai, saltellando come quando, da bambina, volevo sapere una cosa a tutti i costi.

E' andata molto bene. Ma vogliamo andarci piano. Lei ha una brutta storia alle spalle ed il fatto che io abbia cinque figli non la aiuta di certo. Ha detto però che gli piaccio e che vuole rivedermi, quindi... Posso dire che è stata una bella serata.” Sorrise ancora, ringiovanendosi di quasi dieci anni.

Mio padre era veramente fecile e questo non fece altro che farmi stare bene.

 

Com'è andata?

Al termine delle lezioni inviai un sms a Zac per sapere se si era licenziato ed aspettai la sua risposta fino al rientro in casa.

Abbastanza bene.” Quasi mi fece venire un infarto, sorprendendomi in camera mia, intento a leggere ancora il mio diario segreto.

Oddio! Ma sei pazzo!? E lascia stare il mio diario!” Lo ammonii, buttando lo zaino a terra e togliendomi i vestiti per mettermi più comoda.

Ormai ero abituata alla sua presenza. Zac conosceva ogni minimo particolare del mio corpo e non mi preoccupavo minimamente di spogliarmi davanti a lui.

Ti piaceva davvero tanto 'sto Riccardo, eh?”

Siamo stati insieme per poco.”

Sì, c'è scritto. Poi lui ti ha tipo detto che gli piaceva Cristina e allora vi siete mollati. E' incredibile che tu abbia conosciuto solo degli emeriti coglioni che continuano a preferire delle sciacquette a te.” Constatò, con la sua solita delicatezza che però mi fece arrossire e lusingare.

Stai dando della sciacquetta alla mia amica?” Tentai di non ridacchiare mentre, in mutande, cercavo dei pantaloncini da mettermi.

Non lo è?” Inarcò un sopracciglio voltandosi verso di me e bloccandosi all'istante.

Beh... Ogni tanto.” Borbottai, risollevandomi con i pantaloncini in mano.

Ripeto: sono dei coglioni.” Fece, posando il diario e allungando una mano fino a prendermi e a farmi sbilanciare sul letto sotto di lui, che prese imperterrito a farmi il solletico.

Comunque Riccardo l'ho incontrato pochi giorni fa...” Ammisi, appena si fermò.

Quando?”

Domenica, quando mi sono allontanata e tu sei rimasto con Giada e Sophia.”

Mmm.. E che vi siete detti?”

Gli raccontai tutto mentre lui mi guardava in silenzio ed interveniva ogni tanto dando dello stupido in tutti i modi a Riccardo.

Deficiente.”

Già l'hai detto.” Sorrisi.

Voleva ritornare con te, quel cerebroleso?” Chiese, inarcando un sopracciglio e appoggiando il gomito sul letto per poi sostenerci la testa.

Non lo so, ma fatto sta che a me non interessa.”

E chi ti interessa adesso?”

Nessuno.”

Nessuno?”

Nessuno.” Ribadii.

Nessuno, nessuno??”

Zac!”

Okay, scusa.”

Sorrisi senza darglielo a vedere e mi voltai a guardarlo.

Vorrei che mi raccontassi qualcosa del tuo passato.” Ammisi, facendolo irrigidire come al solito.

Cosa vuoi sapere?”

Delle donne che hai avuto.” Volevo farmi del male da sola, in poche parole, ma lui sembrò sollevarsi.

Non le ricordo tutte.” Sorrise sghembo, beccandosi una bella cuscinata in faccia.

Okay, okay... Bene, da quale parto?”

Da quella che ti è piaciuta di più.”

Piaciuta in che senso?”

In tutti i sensi.”

Nessuna mi ha mai preso in tutti i sensi. Con gli anni ho imparato che per fare il gigolò devi avere qualcosa che quasi nessuno ha.”

E cioè?”

L'insensibilità.”

Tu non sei insensibile, Zac!” Aggrottai la fronte, incredula.

Con le donne, sì.”

Beh, con me no.”

Ma tu non sei una donna... A malapena sei una ragazzina..” Fece, ridendo come un matto subito dopo aver visto la mia espressione scioccata.

Non sei insensibile ma sei un vero e proprio bastardo!” Altra cuscinata poi nuovamente seri.

Apparte gli scherzi. Ti ho già detto che tutte le donne con cui sono stato erano grandi, mature e decisamente belle e affascinanti. Però tutte mi avevano ingaggiato per solo sesso... A nessuna è mai importato davvero di me. Tutte finivano col dirmi 'ti amo' solo perchè ero bravo a letto, anche perchè nessuna mi conosceva veramente.” Ammise, lasciandomi a bocca aperta.

Deficienti.” Me ne uscii, facendolo ridere ancora più di prima.

Non ti preoccupare, non me la sono mai presa. Neanche a me interessava molto di loro.” Fece spallucce, sospirando.

Non ti sei mai innamorato di nessuna, quindi.”

No.”

E quella Rosanna di cui mi avevi parlato la prima sera qui?”

Ohh, quello era solo uno scherzo per conoscerti meglio. Eri così chiusa in te stessa che non sapevo cosa fare per farti scaldare un po'.” Ridacchiò, ancora.

Beh, però era uno scherzo di cattivo gusto.” Deglutii, mettendo un finto broncio.

Ma dopo tutto quello che mi avevi detto tu sul treno cosa potevo fare? Io volevo solo aiutarti.”

No, tu volevi solo rimorchiarmi.” Sorrisi, imitando il suo sorrisetto sghembo.

Mmm.. Anche.” Disse con nonchalance.

Anche se non capisco... Tu, con il lavoro che fai, non potresti mai avere una relazione con qualcuno. Quindi non avresti mai potuto provarci con me.” Spiegai con risolutezza.

E chi ha parlato di una relazione?”

Okay, qui un'altra cuscinata ci stava.

No, dai, scherzavo... Cioè, è vero che non ho una “relazione” con una ragazza da almeno... Beh, non l'ho mai avuta.” Sorrise, riprendendosi dalle risa.

Non ti sei mai fidanzato??” Chiesi, ancora più incredula. Incredibile come la vita di Zac mi sorprendesse ogni volta.

Forse una volta.. All'asilo. Credo si chiamasse, mmm.. Marilù! Era una bambina dolcissima e aveva dei capelli biondi liscissimi! Me lo ricordo perchè adoravo toccarglieli sempre.” Raccontò, perso nei suoi ricordi.

Mi piace toccare anche i tuoi di capelli, però.” Continuò, guardandomi seriamente.

Oh. Ehm.. Ma i miei non sono liscissimi, anzi, tutto il contrario.” Deglutii, agitata.

Sono più belli. Mi piace guardarti mentre giochi con i tuoi boccoli.. Forse non te ne accorgi ma quando lo fai, ti incanti in un modo quasi... Affascinante.”

Uhm.. g-grazie.” Arrossii, maledicendomi mentalmente per i miei pensieri decisamente poco casti e inappropriati.

Avrei voluto dirgli che lui mi piaceva sempre, qualunque cosa facesse... Mi faceva impazzire.

Mi sarei sciolta anche a guardarlo pelare le patate.

Qualche altra domanda?” Fece, stranamente di ottimo umore, rigirandosi nel letto come un bimbo curioso a cui piaceva da morire il gioco a cui stava giocando.

Non hai ancora risposto alla prima. Quella che ti è piaciuta di più?” Ero irremovibile.

Victoria.. Io sono un gigolò. Non ho preferenze.” Fece spallucce.

Beh, ma io mi metto nei tuoi panni, insomma.. Se io fossi una... Ecco, una prostituta...” Faticavo a parlare di quelle cose con Zac ma ormai il nostro tempo stava per terminare e volevo sapere tutto il necessario su di lui.

Capiresti che tutti i tuoi clienti sono uguali, che tutti desiderano starti accanto solo per il tuo corpo, non per la tua mente. Saresti solo il loro giocattolino preferito, di cui si stuferanno a fine mese oppure che continueranno ad usare fino allo stremo, comportandosi con esso come se fosse solo di loro proprietà... Come un animale domestico. Solo questo.”

Mentre parlava teneva lo sguardo sul soffitto, fisso ed immobile. Ero sicura che in quel momento stesse guardando ben oltre quella parete bianca, che in quel momento stesse rivivendo tutti suoi ricordi e tutte le sue esperienze per potermi far capire il suo concetto sull'amore ed il suo ben complicato approccio con esso.

Come biasimarlo, infondo? Il suo cuore si era ridotto in pietra e questo solo ed unicamente a causa del suo lavoro e della sua infanzia -a quanto potevo intuire- abbastanza difficile.

Zac aveva un passato così tormentato che in quell'istante mi chiesi come diamine riuscisse ad andare avanti nonostante quei ricordi tanto dolorosi...

In quel momento, però, mi resi conto di una cosa che mai mi sarei immaginata.

Aveva gli occhi lucidi.

Oh, Zac... Per me non è assolutamente così. Vorrei che lo sapessi... Per me sei.. Sei molto più. E lo dico perchè noi non abbiamo solo fatto sesso.. Anzi, non lo abbiamo proprio fatto! Lo dico perchè in questo mese ho imparato a conoscerti -per quel poco- e posso dirti che sei un ragazzo davvero speciale. Nessuna donna vorrebbe usarti, Zac. Tu sei molto più di quel che riesci a vedere.” Mi affrettai a tranquillizzarlo come se ne valesse della mia vita, poggiandogli le mani sul viso fino a far incrociare i nostri sguardi in modo tale che potesse percepire la mia sincerità attraverso i miei occhi.

Lo pensi veramente, Vic?” Chiese, e dal suo tono sentii quasi una nota di speranza.

Certo.” Sorrisi, rassicurante.

Vorrei che adesso si bloccasse tutto. Vorrei rimanere così per sempre.” Ammise, commuovendomi come nessuno era mai riuscito a fare.

In quel momento, però, il campanello suonò.

 

Maria? Come hai fatto a sapere dove abitavo?” Chiesi, facendola entrare in casa, guardandola come se fosse una goccia d'olio nell'acqua.

Zac mi aveva accennato dove abitava al momento.” Spiegò brevemente, sorridendo ad entrambi. “Vi ho disturbati?”

Oh, ehm.. No, no. Figurati!” Sorrisi stranamente in imbarazzo. “Vuoi qualcosa da bere?”

Oh, no, grazie. Ero solo venuta a chiedervi una cosa importante.” Sorrise, sempre raggiante.

Di cosa si tratta?” Zac mi precedette, incrociando le braccia al petto ed inarcando un sopracciglio.

Tranquilli, nulla di grave. Vi ho portato questo pacco” Disse, facendomelo notare solo adesso. “Dove dentro ci sono degli abiti che vorrei indossaste questa sera.”

Oh, no...” Zac si portò una mano sulla fronte, afflitto e con un'aria scoraggiata, mentre Maria continuava a sorridere e a guardarmi felicemente.

Non ti seguo..” Ammisi.

Vorrei che partecipaste ad una mia lezione di ballo di coppia, questa sera. Vi ho portato i vestiti da indossare e ci terrei veramente molto!” Quasi ci supplicò, congiungendo le mani come avevano fatto Marco e Mattia la sera prima.

Ma.. Io non so ballare!” Squittii, in preda al panico.

Ma che dici!” Se ne uscì, bello come il sole, il mio presunto accompagnatore.

Quindi ci sarete?” Incalzò ancora lei.

Credevo non dicessi sul serio quando me l'avevi accennato settimane fa!” Continuò Zac, escludendomi dalla conversazione.

Io faccio sempre sul serio.” Poi rivolta a me. “Si tratta di merengue, baciata, tango... Tutti balli argentini/spagnoli. Sono sicura che vi divertireste!” Fece ancora supplicante.

Io...” Oh, no.. Quegli occhi, no, Maria! No, no, no... NO! “Vabbene.” Sospirai, facendo strabuzzare gli occhi a Zac e battere le mani a Maria, ora più euforica che mai.

Beh, infondo sarebbe stata una nuova esperienza da ricordare, insieme a Zac.

In quella settimana avrei sfruttato ogni singolo momento per renderlo indimenticabile.

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Capitolo 27
*** TRADITA ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO - TRADITA

 

Ricordami come hai fatto a convincermi.” Mi chiese, Zac, appena entrati nella sala da ballo.

Maria è una tua cara amica e volevamo farle questo piacere.” Prima che tu te ne vada, pensai amaramente. Inutile, quel pensiero non mi abbandonava mai, neppure in quel momento nel quale indossavo un completo rosso fuoco, aderente e terribilmente provocante, mentre Zac portava una camicia nera, un panciotto rosso e dei pantaloni e scarpe nere, classiche per quei balli.

Era irrimediabilmente sexy e affascinante con quei vestiti e i capelli tirati indietro come un vero ballerino di tango, e il mio cuore continuava a disperarsi all'idea che non l'avrebbe mai più rivisto in quel modo.

Oh ragazzi, siete venuti alla fine!” Ci salutò, sempre raggiante, Maria, venendoci incontro e salutandoci calorosamente come quel pomeriggio a casa mia.

Mettetevi in fila con gli altri, avanti!” Sorrise, indicandoci la fila di altri ballerini che non avevano nulla a che fare con la bellezza disarmante del mio accompagnatore... Cosa che mi confermarono gli sguardi delle altre ragazze su Zac.

Bueno, chicas! Ben venuti a questa nuova lezione di balli latino/americani...” Iniziò Maria, mentre Zac si posizionava intanto dietro di me e, afferrandomi la vita, cominciò a sussurrarmi delle sciocchezze che mi fecero quasi morire dalle risate davanti a tutti.

Guarda quello lì, invece, penso si sia addormentato.” Disse, indicando con un cenno del capo, un ragazzo seduto a terra, con la testa a penzoloni che faticava a restare in una posizione normale.

Shh.. Basta, Zac, o ci cacceranno!” Ridacchiai.

E' proprio questo il mio intento.” Brontolò, stringendomi di più a sé. “Te l'ho detto che con questo completo sei a dir poco eccitante?” Sussurrò sensualmente al mio orecchio, poi, facendomi quasi cadere dai tacchi.

Z-Zac...” Deglutii, cercando di placare il calore che iniziava a salirmi dentro.

Mmm.. Perchè non ce ne andiamo da qui e non ci rinchiudiamo in camera tua?” Continuò, portandomi alla deriva.

E ora, vorrei farvi vedere qualche accenno insieme al mio compagno Giovanni!” La voce squillante di Maria mi riscosse momentaneamente, volgendo la mia attenzione all'uomo alto e avvenente che varcò la soglia e raggiunse con uno sguardo pieno di ammirazione e amore, la sua compagna che, allo stesso tempo, guardava lui come se fosse l'unico uomo sulla faccia della terra.

Q-quello è Giovanni????” Domandai, strabuzzando gli occhi, più sorpresa che altro.

Sì, perchè?” Rispose, Zac, con nonchalance.

Accidenti! Anche io riuscirei ad imparare ad amare un uomo così!!” Me ne uscii senza inibizioni, ripetendo le stesse parole di Maria quando mi aveva parlato di lui come se fosse stato un ometto goffo e prevedibile.

Non immaginavo certo di trovarmi davanti un Dio greco come quello!

Sentii impercettibilmente il corpo di Zac irrigidirsi e allentare la stretta per mettersi accanto a me ed inarcare un sopracciglio dubbioso e altezzoso.

Tz... Troppo muscoloso.” Commentò sprezzante.

Non male.” Continuai a guardarlo adorante, mentre insieme iniziavano il loro balletto sensuale e travolgente.

Anche lei è una bella donna.” Riprese dopo un po', indispettendomi inevitabilmente.

Oh, certo. Tu questo lo sai bene.” Ribattei acida come uno yogurt scaduto.

Che c'è? Gelosa?” Sorrise, avvicinandosi ancora di più.

Io? E tu, allora? Hai tirato in ballo lei solo perchè io stavo guardando lui.” Meglio attaccare lui che ammettere le mie debolezze.

La mia era una semplice constatazione.”

Beh, anche la mia.” Mi stizzii.

E' troppo vecchio per te.”

Che c'entra? Anche tu sei vecchio per me.” Voltai lo sguardo per non rischiare di ridergli in faccia ma fui dispiaciuta di non poter vedere la sua espressione in quel momento.

Questo era un colpo basso.” Fece, falsamente offeso. “A casa facciamo i conti.”

 

Ma ritornammo che era mezzanotte passata e appena entrammo a casa ognuno si catapultò sul proprio letto senza ripensamenti dopo che un'idea malsana mi accompagnò fino al mondo dei sogni.

SVEGLIAAAAA!!!” Gli urlai quasi nell'orecchio, a cavalcioni su di lui e con il vassoio della colazione poggiato sul comodino accanto al suo letto, la mattina dopo.

Oddio! Vic! Ma che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola??” Chiese, con gli occhi rossi a causa del sonno, i capelli spettinati e l'aria di chi aveva appena affrontato una maratona.

Stavi sognando qualcosa di bello e ti ho interrotto?” Sorrisi, imitando alla perfezione il suo ghigno seducente.

Ehm... Non ricordo.” Tentò di alzarsi, strofinandosi gli occhi e cercando di ricordare dove si trovasse e chi fosse.

Ti ho preparato la colazione.” Lo informai dolcemente, continuando a guardarlo.

Sapevo di avere dei cuoricini al posto degli occhi ma ormai veniva così naturale quello sguardo ammirevole che avevo rinunciato persino a nasconderlo.

Ma che giorno è?” Chiese, con voce impastata.

Giovedì.”

E perchè non sei a scuola?”

Mmm.. Non ne avevo voglia.”

Io per non andare a scuola dovevo fingermi malato altrimenti nonna mi ci mandava a calci!” Ammise, facendomi ridere insieme a lui.

Mmm, cornetti e cappuccino? A cosa devo tutta questa gentilezza?” Sorrise, con ancora gli occhi assonnati ma terribilmente eccitanti.

Così.. Ero sveglia e li ho preparati.” Non smettevo di sorridere e per poco pensai che mi fosse presa una paresi facciale. “Sai, appena sono entrata ho notato dei quadri rigirati, lì. Posso vederli?” Chiesi, sempre con la solita dose di dolcezza, mentre mi alzavo da sopra di lui e raggiungevo la mia meta, prima che mi afferrasse il polso per impedirmelo.

No! S-sono... Una sorpresa.” Deglutì, mandando giù il cornetto.

Per me?” Chiesi, incredula.

Sì.” Ammise, portandosi una mano ai capelli.

Ah. Okay.” Feci spallucce, nascondendo il mio compiacimento.

Avevo notato il suo gesto agitato, quindi non indugiai oltre e mi risedetti sul letto, attendendo che finisse di mangiare e iniziasse a prepararsi.

Devi andare da qualche parte?” Domandai, vedendolo vestirsi.

Avevo detto ad Annie che le avrei sistemato il prato.” Spiegò, per poi guardarmi.

Io ero ancora in pigiama.

Ma posso anche rimandare.” Sorrise, togliendosi la maglietta che stava per infilarsi e buttandosi sul letto, accanto a me.

Io dovevo studiare.”

Che cosa?”

Storia.”

Mmm.. Nooo..!” Lagnò, come un bambino di tre anni, costretto a stare a casa invece di andare ai giardinetti.

Possiamo andare da tua nonna e mentre tu sistemi il prato, io studio.” Sorrisi, cercando di trovare un accordo plausibile.

Mhm.. Anche se avrei voluto fare altro, accetto.”

Un'ora dopo, io ero seduta sulle scalette del portico e Zac tosava il prato mentre cercavo di leggere quel dannatissimo paragrafo e di non guardare il mio finto fidanzato, a petto nudo e irrimediabilmente sudato quanto spaventosamente sexy.

Victoria, tesoro, vuoi un po' di aranciata?” Mi chiese, dolcemente, Annie.

Sì, la ringrazio.” Sorrisi.

Ecco, portalo pure a Zac, tesoro.” Mi consigliò gentilmente, poco dopo, offrendomi due bicchieri di spremuta.

Mi alzai dalle scalette e lo raggiunsi, tappando il bicchiere con una mano in modo tale da non farci entrare qualche foglia o quant'altro.

Tieni, è fresca. L'ha appena fatta tua nonna.” Gli sorrisi, porgendogli la bevanda.

Oh, grazie.” Sospirò, bloccando l'aggeggio rumoroso e bevendo l'aranciata.

Sei riuscita a studiare?” Domandò, poco dopo.

Mmm.. Un po'.” No, affatto.

Mi dispiace se il tagliaerba ti disturba.”

Uhm.. Non è il tagliaerba che mi fa deconcentrare.” Ammisi, guardandolo tanto intensamente che in quel momento sentii che aveva capito quale fosse la vera motivazione della mia distrazione, essendone poi soddisfatto.

 

Tornata a casa, una sorpresa mi si presentò alla porta.

Cristina, che ci fai qui?” La salutai, facendola entrare dopo di me.

Zac si era subito andato a fare una doccia in camera sua, così mi ritrovai da sola, in salotto, con la mia presunta migliore amica che in mano teneva una busta bianca sospetta.

Oggi non sei venuta a scuola. Pensavo stessi male.” Spiegò, stranamente irrequieta.

Oh, beh... Diciamo che ho voluto prendermi un giorno di riposo.”

Già.” Annuì. “Mi dispiace che Zac parte.” Sedendosi sulla poltrona.

Anche a me.”

Avete instaurato un bel rapporto, vero?”

Questa non era una classica chiacchierata fra vecchie amiche. Era più che altro una conversazione formale, stile colloquio. Non riuscivo a capire da dove venisse tutta quella freddezza, ma probabilmente da entrambe.

Sì, molto bello.”

Beh, allora mi dispiacerà davvero rovinare l'atmosfera.” Ammise, spaventandomi.

Cosa intendi con questo, scusa?” Mi affrettai a chiedere, messa sulle spine.

Allora Cristina si alzò, e così di riflesso anche io, ritrovandoci faccia a faccia in mezzo al salone, con gli occhi fissi e scrutatori, quasi intimidatori, fino a quando non allungò una mano che spezzò il silenzio e mi porse la fantomatica busta.

Cosa c'è dentro?” Chiesi, con un groppo in gola.

Domani dovrai pagare Zac, ricordi? Fate un mese, complimenti.” Sorrise, sfoderando un ghigno così cattivo che mi gelò il sangue.

I soldi.

Domani finiva la nostra finzione.

Domani avrei capito se Zac teneva più a me o al suo gruzzoletto.

Aprii la busta con il cuore in gola e contai i soldi, sentendomi più sporca di un serial killer.

P-perchè sono mille e trecento? Ricordavo solo mille.”

I trecento sono una mancia... personale.” Sussurrò, velenosa.

E...cioè?” Digrignai i denti fino a farmi male.

Avevo promesso che avrei pagato io, ma non che avresti usufruito solo tu dei suoi servizi. Buona giornata, Vic.” Mi spezzò il cuore, andando verso la porta e aprendola, uscendone non prima di avermi dato il colpo di grazia, voltandosi facendo ondeggiare i suoi fluenti capelli biondi ed esclamando: “Ah... Salutami Zac e ringrazialo per l'altra sera.” Ultima ammiccata e fuori dalla mia vista.

Il mio cuore era definitivamente sparito. Polverizzato.

Zac e Cristina... La botta fu così forte che caddi a terra ed iniziai a singhiozzare senza controllo su quel maledettissimo tappeto rosso che in quel momento odiai con tutta me stessa.

Non stavo solo piangendo... Mi stavo disperando.

Era come se qualcuno mi stesse tirando fuori gli organi dal corpo senza anestesia e tutte le mie energie se ne fossero andate lasciandomi vuota e...sola.

Sola sei e sola morirai.

Ricordai la frase di un mio vecchio amico e in quel momento non riuscii proprio a trattenere un grido di rabbia e frustrazione. Un grido fortunatamente attutito dal cuscino che avevo spalmato in faccia.

Tutti quei bei momenti.. Tutte quelle parole.... Ritornavano nella mia mente come ricordi sfocati e false realtà. Tristi macchinazioni di una verità distorta.

Ero stata solo una marionetta. Una delle tante.

Solo una comparsa del loro misero e squallido teatrino di bugie e finti sorrisi.

Era stato forse quello il mio ruolo, per tutto quel tempo?

Avevo interpretato la parte della mogliettina fedele a cui però il marito metteva ripetutamente le corna con la sua migliore amica?

Ex migliore amica, mi dissi. Ex.

E lui? Lui cos'era stato per me? Cosa credevo potesse diventare?

Aveva fatto il doppio gioco per tutto quel tempo, consapevole sin dall'inizio che sarebbe partito per New York e non avrebbe rivisto né Cristina né tantomeno me, dandosi alla pazza gioia per tutto il tempo.

La rabbia, fu solo la rabbia ad aiutarmi ad alzarmi, farmi dirigere in camera ed entrare nella sua.

Era ancora in bagno, così mi sbrigai a preparargli la valigia, e a lasciargli la lettera sul letto, non vedendo solo l'ora che se ne andasse via per sempre.

Vic, ma cosa stai facendo?” Ma purtroppo non feci in tempo a posare la busta che uscì dal bagno, recitando alla grande la parte del finto tonto.

Le tue valige.” Spiegai, senza alcuna inflessione nella voce.

Il viso come il mio tono erano vitrei e senza vita.

Tutta la mia vivacità se ne era andata con il pensiero che avevo su di lui.

Dovrò partire lunedì, non oggi.” Spiegò, asciugandosi i capelli con l'asciugamano.

No, te ne vai via, ora.”

Ma cosa dici?” Lasciò stare tutto e mi venne vicino.

NON MI TOCCARE!” Ringhiai, scostandomi da lui come scottata, senza nemmeno guardarlo in faccia.

Continuò a guardarmi come uno che non sapeva di cosa stessi parlando, e allora cercai di spiegarglielo più cautamente possibile.

E' arrivata Cristina. Nella busta ci sono mille e trecento euro. Complimenti, sei riuscito ad alzare la posta con qualche servizietto anche a lei.” Feci, sprezzante.

A quel punto la sua espressione si fece quasi afflitta e scoraggiata, mentre si portava le mani al viso e ai capelli, come a volerli strappare.

Oddio, Vic...”

E' vero? E' vero quello che ha detto?” Deglutii, sentendo bruciarmi tutto.

Posso spiegarti...”

Oh, no.

Quando?” Chiesi, con un filo di voce.

Vic...” Fece, ancora supplicante.

Basta così. Mi bastava così.

Mi fai schifo.” Biascicai. “Ora prendi le tue valige e vattene via da qui!” Ringhiai ancora.

Lo vidi avvicinarsi ma indietreggiai, finendo addossata alla parete.

Non è come pensi...” Iniziò, ma lo bloccai ancora.

Ci hai fatto sesso, vero? VERO!?” Urlai inevitabilmente.

SI', MA NON E' STATO LONTANAMENTE APPAGANTE AL SOLO PENSIERO DI FARLO CON TE!” Sbottò, mettendomi paura davvero.

Non riuscivo più a parlare. Mi morsi tanto forte il labbro da sentirne il sangue scorrermi in bocca.

Mi si parò davanti, immobilizzandomi fra il muro e lui.

Vattene via.” Gli intimai, non riconoscendo più il tono della mia voce.

Cazzo, Victoria! Mi spieghi qual'è il tuo problema!?” Gridò ancora, lasciandomi nuovamente senza fiato.

I-io... Tu mi hai mentito.” Sussurrai, piano.

Io non ti ho mentito. Te l'ho tenuto nascosto, ma non ti ho mai mentito. Tutto quello che ti ho detto è vero! Quando ho detto che dovevo mettermi alla prova era perchè dovevo capire una cosa che alla fine era proprio come pensavo.”

Non ti capisco..” Deglutii, con voce rotta.

Ci sono andato solo una volta, Vic. Solo una e non mi è piaciuto affatto. Io.. Dovevo capire se quello che sentivo per te era vero. Per questo mi sono spaventato e ho cercato di dimenticarti. Mi spieghi dov'è il problema!?”

Dov'è il problema!?!? Io credevo che.. Che...” Oddio, cosa credevo?

Infondo lui non aveva mai detto di amarmi.

Non era il mio ragazzo ed io non avevo diritti su di lui, quindi... Cos'altro dire?

Cosa!?”

Niente, lascia stare..” Abbassai lo sguardo.

Mi dispiace, Vic.. Non immagini quanto. Non pensavo lo venissi a sapere così, ma volevo dirtelo. Davvero.”

Non mi fido, Zac. Non più.”

Iniziai a piangere.

Lui avvicinò la sua fronte alla mia e in quel momento, mi concessi almeno quel contatto.

Non capisco più nulla, Zac... Perchè l'hai fatto? Perchè? Io non ti bastavo?” Ammisi, cercando di placare le lacrime.

Oh, Vic, ma che dici!?” Esclamò, alzandomi il viso con due dita sotto il mento, facendo così incontrare i nostri sguardi.

In quell'istante ricordai la prima volta, al ristorante, che lo avevo guardato in quegli occhi turchesi. Ricordai di averci letto qualcosa. Di aver capito qualcosa e in quel momento fu lo stesso. Ebbi come la sensazione che il tempo si fosse fermato ed io e lui fossimo nuovamente due sconosciuti che stavano iniziando a conoscersi per la prima volta.

Non ero abbastanza per te...” Ormai parlavo più a me stessa che a lui.

Stai vaneggiando, Victoria. Tu.. sei diventata il centro di tutto per me, non capisci? Ma proprio perchè ti... rispetto, non ho mai voluto forzarti a fare nulla.” Ammise.

Ma io ti avevo detto che volevo fare l'amore con te.”

Ma io volevo che fosse speciale.”

Quindi sei andato con lei.”

Quello è successo prima.”

Lo guardai nuovamente negli occhi.

Ti odio, Zac. Con tutto il cuore.” Singhiozzai, con un groppo in gola che mi stava quasi strozzando.

Ti odio.. Perchè ti amo. Dio, com'era banale e già sentita quella dura verità...

Io non ti odio affatto, Victoria. Non l'ho mai fatto. E non capisco questi tuoi comportamenti.” Esclamò, sbattendo il pugno al muro dietro di me, facendomi sussultare.

Meglio così.” Deglutii, cercando di non rivelare qualcosa di cui mi sarei sicuramente pentita.

No, non è meglio per niente! Devi dirmi cosa provi in questo momento. Davvero.”

Io...” Provo amore. Solo molto, tanto, troppo amore. Un amore così masochista ed incontrollato che mi distruggerà pienamente. Che mi pervade corpo e anima. “Mi sento tradita...” Vorrei fare l'amore con te e farti dimenticare qualsiasi donna tu abbia mai avuto. “Delusa...” Vorrei passare il resto della mia esistenza con te, fra le tue braccia. “E umiliata.” E vorrei che mi amassi anche tu con tutto te stesso.

Hai ragione.. Mi dispiace.” Abbassò lo sguardo, ma non si spostò nemmeno di un millimetro.

Non basta.”

Farei qualunque cosa per te, Vic.”

Qualunque?” Alzai lo sguardo fino ad incontrare il suo.

Qualunque.”

Bene.

Fai l'amore con me.”

 

Angolo Autrice:
Ebbene sì, ragazze.. Mi aspetto mille critiche per questo capitolo togli fiato... Mi è uscito così....
Probabilmente molte criticheranno il comportamento sia di Zac, per averla tradita che quello di Vic, per la sua incoerenza...
Non voglio giustificare nessuno dei due perché so esattamente di aver creato due pazzi masochisti, ma volevo spiegarvi più o meno le intenzioni di entrambi:
Zac era confuso e per un gigolò abituato a non legarsi mai a nessuna, voleva fare una pazzia come a far capire a se stesso che non era cambiato e che poteva ancora farcela da solo... -.- Illuso.
Vic non voleva ammettere di amarlo, così non disse di essere gelosa anche perché non avevano mai fatto un accordo di quel genere.... E, beh, si sa, l'amore è proprio folle.
Nel prossimo capitolo FINALMENTE la grande notte... ;)
Aspetto molte recenzioni perché vedo che sono calate di brutto ultimamente.. Sarà per i ritardi??? Scusate, in tal caso T.T
Intanto ringrazio le favolose che mi seguono e commentano sempre: siete essenziali. Senza di voi avrei come minimo buttato tutto nel cestino XD
Ah, un'ultima News..... Fra tre capitoli finirà Un Gigolò In Affitto.... Godetevelo!
Baci: Doll_

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Capitolo 28
*** FINALMENTE TUA ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO – FINALMENTE TUA

 

Nulla mi toglierà dalla mente lo sguardo che mi rivolse Zac in quel momento e la luce che scorsi nei suoi occhi.

S-sei sicura? Cioè... Per farmi perdonare vuoi che...?” Ma lasciò la frase in sospeso, non capendo ancora se stessi scherzando o stessi dicendo la verità.

Solo se lo vuoi anche tu.” E da dove veniva tutta quella audacia?

Non immagini nemmeno da quanto tempo lo desideri.” Dichiarò, facendomi vacillare.

Ma non sono sicura che servi solo questo a farti perdonare.”

Tutto quello che vuoi, Vic.”

Stavo per piangere nuovamente, lo sentivo.

Perchè quei dannati sbalzi d'umore, diamine!?

Prima lo odiavo. Mi ripetevo che non volevo più vederlo e dopo quasi lo supplicavo di fare l'amore con me.

Mancavano pochi giorni alla sua partenza ed egoisticamente parlando, volevo godermi la sua presenza fino alla fine.

Poi, ripensandoci... Io non ero la sua fidanzata. Non gli avevo mai fatto promettere di stare alla larga da altre ragazze. Lui aveva ammesso che non gli era piaciuto ed io... Io gli credevo. A dir il vero, credevo più a lui che a Cristina.

Era da quella volta della discoteca che non smetteva di mettermi i bastoni fra le ruote.

Mi diceva sempre che non sarebbe potuta funzionare, che sarebbe finita presto...

Cristina non aveva mai fatto nulla per me che non riguardasse anche se stessa. Ero stata una sciocca ad aver creduto che in questo caso si sarebbe comportata diversamente.

In quel momento volevo battermi per qualcosa. Per la prima volta nella mia vita, stavo combattendo per qualcuno.

Sin da bambina mi ero spesso tirata indietro di fronte alle difficoltà e capii perchè ogni ragazzo sceglieva sempre Cristina a me. Perchè lei era agguerrita. Era determinata e sapeva quello che voleva. Perchè difendeva le sue cose con le unghie mentre io lasciavo sempre andare tutto via. Ovvio che i miei ex avessero pensato che ero io a non tenerci abbastanza. Ma con Zac sarebbe stato diverso. Questa volta sarei stata io a difendere il mio territorio a spada tratta e più nulla e nessuno mi avrebbe ostacolata in tal modo.

Così mi avvicinai a lui e lo baciai. Un bacio consapevole di poter diventare qualcosa di più. Un bacio dolce ma al contempo passionale.

Ancora attaccati e abbracciati l'uno all'altra, ci dirigemmo verso il letto dal quale Zac buttò le sue valige a terra, mi prese per i fianchi, mi ci adagiò e mi si mise sopra, continuando a baciarmi come se fossi la sua unica fonte di energia ed iniziando a perlustrare il mio corpo con le sue mani.

Quando riuscì, anche se lentamente, a togliermi la maglietta, cominciai ad avere leggermente paura. Una paura eccitante e cosciente dell'imminente futuro.

Tranquilla... Rilassati.” Mi sussurrò, ad un centimetro dalle labbra, sentendo che mi ero irrigidita.

Continuò a vagare lentamente con le sue mani, una sul mio ventre e l'altra fra i miei capelli, fino a quando non mi sbottonò i jeans e tirò giù la lampo.

Lo aiutai a sfilarli e subito dopo portai le mani sul lembo dell'accappatoio e lo slacciai, lasciandolo completamente nudo.

Allora si rialzò ed insinuò una mano dietro la mia schiena e prima che potessi capire il suo intento, il mio reggiseno si slacciò, andando a finire a terra insieme a tutti gli altri indumenti.

Si stava facendo sera. La stanza stava diventando scura ma i nostri corpi erano comunque ben visibili.

Si avventò subito sui miei seni, facendomi gemere come nello sgabuzzino della scuola il giorno dell'occupazione, e nel frattempo fece scendere la sua mano sul mio ventre, bagnandomi quasi immediatamente.

Quando ribaltai le posizioni, ormai la mia vista si stava appannando e ogni pensiero razionale stava andando a farsi benedire letteralmente.

Iniziai a baciare il suo collo fino a scendere sul suo petto, il suo ombelico e il suo basso ventre... Eccoci qui, pensai. O adesso, o mai più, mi ripetevo.

Mi abbassai ancora di più e lo presi in mano, facendolo sussultare.

V-ic...” Deglutì.

Shh...” Sussurrai, vicino alla sua erezione.

Mi diedi il via mentalmente e cautamente vi passai intorno le mie labbra umide.

Non ero un'esperta e per questo andavo lentamente pensando al prossimo passo da fare.

Sentii il respiro di Zac frammentarsi e accelerare poco dopo.

Lo stavo facendo impazzire.

Continuai così per un altro po' quando finalmente mi decisi a prenderlo in bocca.

Quella non ero io. Probabilmente Cicciolina aveva preso il sopravvento e stava agendo al mio posto perchè inevitabilmente...mi stava piacendo.

Insomma, mi piaceva vedere la sua espressione assorta nella passione, mi piaceva avere il controllo e sapere di essere in grado di reggere il gioco anche senza il suo aiuto.

Le lezioni erano servite sicuramente.

Mi avevano trasformata dalla pudica e gelida Vic, alla seducente ed intraprendente Victoria.

In quel momento pensavo solo al suo piacere. A come fargli dimenticare le altre donne. A come fargli capire che io ero migliore di Cristina e che avrei fatto qualsiasi cosa per averlo al mio fianco.

Senza che me ne rendessi conto, mi sollevò gentilmente fino a ribaltare nuovamente le posizioni.

Non l'avevo fatto venire e capivo il perchè. Aspettava di entrare in me.

Prese a baciarmi con più foga e passione, mischiando tutti i sapori nelle nostre bocche. La sua mano scese fino a spostarmi le mutandine, in modo tale da poter insinuare un dito in me.

Iniziò la discesa verso la lussuria, un gioco interminabile di sensualità ed eccitazione.

Poco dopo seguì il secondo ed il terzo, quello che mi diede più fastidio, ma dovevo abituarmi. E comunque non mi dispiaceva, anzi... Non ci stavo capendo davvero nulla. Stavo impazzendo e mille immagini di noi due mi attraversarono la mente poco prima dell'amplesso al quale seguì un mio grido di puro godimento.

Ma Zac non si dava per vinto. Voleva assolutamente dare il meglio di sé, tanto che scese sui miei seni, il mio ventre e... la mia intimità, prendendo a baciarla e molto più, facendomi gridare ancora e ancora... Fino ad un altro amplesso quasi più potente del precedente.

Quando si rialzò a guardarmi aveva gli occhi più chiari e vividi come mai li avevo visti prima. Sapevo che era venuto il momento e mi agitai all'istante.

Eravamo già sudati e non mi ero nemmeno accorta che anche le mie mutande avevano raggiunto il pavimento.

Iniziò a baciarmi lentamente, dolcemente... Tanto che non ricordai nemmeno cosa sarebbe accaduto da lì a poco.

Le sue mani presero ad accarezzarmi i capelli e le guance mentre si sistemava meglio sopra di me e cercava di rilassarmi.

Lui sa cosa fare, pensai.

Ed ecco che la punta di qualcosa solleticò il mio punto X, e non era un suo dito...

Il battito del mio cuore stava accelerando spaventosamente ed il respiro si bloccava per poi riprendere all'impazzata subito dopo.

Vic, guardami.” Mi ordinò dolcemente.

Lo feci.

Ti fidi di me?” Chiese, quasi speranzoso.

Neanche un'ora prima gli avevo detto di no. Avevo urlato di odiarlo ed ora mi ritrovavo così, sotto di lui ad annuire percettibilmente. “Sì, mi fido.” Deglutii.

Ed era vero. Dio, se era vero.

L'amore era follia, ma quello vero capitava una volta nella vita, quindi non me lo sarei fatto scappare per nulla al mondo.

Allora stai tranquilla. Sai che non ti farò del male.” Disse, con quel tono dolce che non gli avevo mai sentito usare.

Annuii, di nuovo.

Ma se vuoi che mi fermi, dimmelo e lo farò subito.” Mi avvisò, ma sapevo già che non lo avrei mai fatto fermare, neanche mentre entrava in me facendomi ringhiare, digrignare i denti, affondare le unghie nella sua schiena e mordergli la spalla, non gli avrei mai chiesto di fermarsi, perchè dopo il dolore lacerante dell'inizio, il continuo fu quasi un paradiso.

Bollente.

Era una sensazione che non avrei mai creduto di poter provare.

Era come se qualcosa mi stesse dividendo in due, solleticando quella parte di me, per farmi provare un piacere tremendamente intenso.

Certo, il fastidio rimaneva, ma ero con Zac. Era dentro di me e nessun altro sentimento avrebbe mai sostituito quello di quel momento.

Stava andando tutto alla perfezione. Il mio sogno si era avverato.

L'uomo che amavo si era unito a me e non c'era nulla che potesse rovinare quel momento.

Sentivo che stavamo raggiungendo il culmine entrambi e proprio quando venni, poco prima di lui, me ne uscii con l'unica frase che descriveva pienamente ed unicamente la mia felicità.

Ti amo, Zac...”

 

Era venerdì.

Ufficialmente e precisamente un mese.

Il mese più pieno della mia vita.

Mi ero risvegliata la mattina dopo, alle due, nel mio letto. Sola.

Ero scesa trovando solo un bigliettino di mio padre sul frigorifero.

Buongiorno cioccolatina,

anche oggi niente scuola.

Ti ho vista così beatamente addormentata che non me la sono sentita di svegliarti.

Goditi la giornata.

Baci, papà.

Ero sola in tutta casa e di certo non sarei andata da Zac dopo quello che era successo la sera precedente... Dio, avevo dormito tantissimo!

Non avevo nemmeno cenato ed il mio stomaco me lo fece notare all'istante.

Chissà dove sarà, mi chiesi.

Forse se mi fossi messa con l'orecchio attaccato alla porta avrei sentito dei movimento e così avrei capito se c'era o meno.

Ma non mi sarei abbassata a tanto...

Mmm.. Non sento nulla.” Borbottai fra me e me, cinque minuti dopo, con l'orecchio attaccato alla porta comunicante.

Respirai affondo e mi decisi ad entrare. Infondo che motivo c'era di essere agitata? Era pur sempre Zac.

Quel Zac che mi aveva fatto perdere la verginità, che mi aveva “tradita” con la mia ex migliore amica e a cui avevo detto “ti amo” mentre facevamo l'amore... Sempre il solito Zac, no?

Ma chi volevo prendere in giro?

Stavo ancora con la mano sul pomello, indecisa se abbassarlo o meno, quando, dandomi ripetutamente della stupida, lo aprii senza pensarci più ed entrando nella stanza ad occhi chiusi, come se mi aspettassi una guerra di palle di neve.

Nessun rumore. Vuoto completo, aprii gli occhi e notai con amarezza che Zac non c'era e che la stanza era rimasta tale e quale alla sera prima, compresa la macchia rossa sul lenzuolo bianco, segno della mia ufficiale maturità.

Sospirando nuovamente, mi sedetti sul letto ed iniziai a fissare imperterrita la macchia, come se da essa potesse uscirne la soluzione magica, pronta a risolvere tutti i miei problemi.

Ero stata una sciocca. Avevo esagerato.

Avrei dovuto cacciarlo a calci fuori casa ed accontentarmi della rabbia, in modo tale che se sarebbe partito, non ne avrei sofferto più di tanto, e invece mi ero complicata la vita. Ero andata oltre ogni limite e sicuramente non ne sarei uscita salva dalla sua partenza. Già mi vedevo, disperata, segregata in camera a strafogarmi di gelato mentre in TV trasmettevano delle scadenti telenovelas che non avrebbero fatto altro che farmi piangere.

Che cretina.

Non sapevo nemmeno come avrei affrontato Cristina una volta tornata a scuola. Non le avrei rivolto più la parola? Le avrei rifilato le peggiori parolacce mai sentite sulla faccia della terra? O le sarei direttamente saltata addosso, picchiandola a sangue?

Mmm.. Devo dire che le ultime due erano quelle più allettanti ma, ovviamente, da persona posata e seria quale ero, mi sarei trattenuta al non rivolgerle la parola neanche sotto tortura.

Proprio mentre tutti quei pensieri mi vorticavano in testa e così i mille dubbi sulla sincerità di Zac, degli oggetti stuzzicarono la mia curiosità: i quadri.

Mi alzai dal letto stile pantera rosa e, come se ci fosse davvero qualcuno da cui non dovevo farmi vedere, mi avvicinai lentamente verso il cavalletto e tutto il materiale da pittura, posizionato scrupolosamente a terra con tutte le pitture e i pennelli ben sistemati e apparentemente puliti.

Sono una sorpresa... La voce di Zac iniziava a farmi sentire in colpa, ma la mia curiosità ne appianava ogni senso.

Ancora titubante, presi i quadri rigirati e me li portai in camera, contando fino a dieci prima di vederli tutti.

Magari non erano finiti...

Forse non erano veramente per me...

E se erano per Cristina!?

Oh, no! Glieli avrei bruciati tutti, come minimo!

Niente, ora che c'era anche la rabbia, fu inevitabile che li vedessi.

Erano tre.

Rigirai il primo e quasi mi venne un colpo.

Era bravissimo, accidenti! Zac aveva mille doti, ma il dipingere le superava tutte.

Certo, anche a calcio era un asso, ma la mia indole artistica mi faceva apprezzare di più quei disegni.

Nel primo c'era un parco. Il nostro parco. Aveva usato tre tonalità differenti di verde, un celeste chiaro per il cielo ed il marrone per i tronchi degli alberi.

I fiori erano pochi, come nella realtà, ma accennati comunque con il bianco, segnando le margherite ed il rosso, i tulipani.

Mi tremava la mano quando presi il secondo.

Raffigurava degli occhi. Occhi verdi.

Lui non aveva gli occhi verdi...

Nemmeno Cristina aveva gli occhi verdi.

Ma io sì.

Potevano essere davvero i miei? Così belli? Così profondi?

Forse era semplicemente il disegno bello in sé per sé a rendere anche “i miei occhi” tali.

Nel terzo, infine, c'era una ragazza con uno sguardo assorto nel nulla, attaccata con le mani ad un palo d'argento, mentre i capelli le ricadevano da un lato sulla fronte, quasi a coprirle un occhio. Il suo sguardo era alzato come se stesse leggendo qualcosa che effettivamente non c'era e aveva le labbra socchiuse, segno che evidentemente non stesse badando a chi aveva intorno.

Aveva le gote rosse, dei boccoli perfetti ed un viso quasi spettacolare.

Solo guardandola dopo un po' e collegando alcuni eventi, capii una cosa che mi fece quasi commuovere.

Ero io sul treno, la prima volta che ci eravamo parlati.

Si era ricordato perfettamente della mia espressione distratta e di come mi stavano i capelli. Persino il colore della maglietta aveva ricordato.

Ma quella era la mia controfigura. Era me, ma bella alla massima potenza, non so se mi spiego. Se fossi stata davvero così, non avrei mai avuto bisogno di un gigolò per soddisfare le mie richieste...

Quindi... Zac mi vedeva così?

All'angolo destro del quadro c'era la data, la firma e chi raffigurava. Sì, ero io.

C'era scritto proprio il mio nome: Victoria, con quella grafia perfettamente lineare quanto maschile e adulta.

I dipinti erano stupendi ma mancavano alcune botte di colore e lo sfondo, sempre se voleva farlo. Ma in genere erano magnifici. Non capivo come mai avesse smesso di fare così tante cose che amava....

Quando andai a riposare i quadri, notai che la busta non c'era più.

 

Ero un coglione. Un coglione con la C maiuscola.

Sapevo che di Cristina non mi sarei mai dovuto fidare ma era vero che non mi era piaciuto affatto -anche perché non avevo nemmeno raggiunto l'orgasmo... Diciamo che me ne ero andato via molto prima- e che mi aveva fatto capire molte cose.

Cristina a letto si dimenava come un'anguilla e gemeva come una forsennata, neanche fosse posseduta, mentre Victoria era stata perfetta... Idilliaca.

Non ero pentito di quello che era accaduto la sera prima, assolutamente. Lo avrei rifatto altre mille volte ancora se lei me lo avesse permesso, ma dovevo schiarirmi le idee prima di riaffrontarla nuovamente. Così quella mattina, dopo una notte insonne, mi alzai e corsi di fuori, camminando a più non posso prima di arrivare alla conclusione che: Vic mi amava. Okay, era chiaro. Lo aveva ammesso lei stessa.

Ma, diamine! Victoria mi amava! La mia Vic! Quella che era riuscita a farmi impazzire, quella che si era presa cura di me, quella che mi aveva conosciuto come mai nessuna prima d'ora... Ed io ero un coglione perchè dopo aver accettato di farci l'amore, me ne sarei partito senza capire realmente neanche quello che provavo.

L'avrei lasciata qui, insieme a tutti i meravigliosi ricordi che ci avevano legato.

Ma chi diavolo me lo faceva fare? Se fosse stato per me non sarei partito affatto per New York o come minimo l'avrei portata con me.

Camminavo spedito, cercando di non pensare ai suoi occhi lucidi, colmi di passione, alla sua bocca mentre venerava la mia erezione... Ai suoi gridolini, ai suoi ansiti, alle sue unghie nella mia pelle che seppur mi avevano lasciato dei graffi, erano stati tremendamente eccitanti.

Cercavo di non pensare alla sua meravigliosa bocca mentre gemeva il mio nome, o ai suoi capelli, morbidi e mossi che ad ogni spinta dondolavano ovunque e mi facevano impazzire. Non dovevo pensare alla sensazione terribilmente appagante che avevo sentito quando ero entrato in lei. Non dovevo pensare nemmeno che sarei voluto rimanere in quel letto per tutta la vita, con la consapevolezza di non essere sicuro di provare le stesse cose per lei.

Amare significa sacrificarsi per qualcuno. Ed io non sapevo se ne ero pronto. Me l'ero sempre cavata da solo e adesso che c'era lei, ogni abitudine era andata a farsi benedire. Sarei dovuto partire senza pensare a nulla, ma c'era qualcosa che mi legava a lei. L'avevo fatta soffrire già mille volte e il doverla deludere, feriva profondamente anche me. Non sarei mai voluto partire ma non sarei nemmeno stato in grado di occuparmi di lei come un vero fidanzato. No, non ero adatto per quello. Non ero proprio capace di farlo!

Fatto stava che, con la famosa busta maledetta in mano, suonai all'unico campanello dorato della via.

Zac? Che ci fai qui?” Mi chiese lei, con quel solito tono da vipera.

Ero venuto a portarti questi.” Feci, gelido come il ghiaccio, lanciandole i soldi sul tavolo.

Ormai non mi servivano proprio a niente. Il lavoro da cameriere e netturbino erano bastati a farmi raggiungere il prezzo giusto per il biglietto e comunque non li avrei accettati lo stesso perchè sarebbe significato aver usato davvero Victoria, o meglio, essere stato usato da lei, ed ero sicuro che non era così. Quel mese non mi ero comportato da gigolò ma, semplicemente, dopo tanto tempo, da Zac. L'autentico Zac. Quello che avevo creduto di aver perso e che avevo ritrovato solo grazie a lei.

Ma.. Cosa significa?” Chiese ancora, incredula.

Sono i tuoi soldi. A me non servono.”

Non mi dire che ti sei innamorato davvero di lei!” Starnazzò, rossa in viso dall'invidia.

Non ti intromettere. Hai fatto già abbastanza.” Decretai, cercando di andarmene.

Dimmi cos'ha lei più di me.” Domandò, moralmente offesa.

Tutto, pensai. Lei ha tutto più di te.

Non ne voglio parlare.” Sospirai.

Te lo dico io, invece! Lei è goffa, impacciata, lunatica, volgare, povera, senza carattere, senza principi, è una buona nulla ed una stolta! Ecco perchè ti piace tanto! Perchè è talmente stupida da potertela portare a letto quando e come vuoi!” Sputò, acida e velenosa come sempre. Mi chiedevo ancora come Vic fosse riuscita a sopportarla per così tanti anni.

Mmm.. Non si poteva picchiare una donna, giusto? Peccato.

Strano, Cristina. Hai appena descritto te stessa.” Voleva dire che l'avrei ferita con la semplice e pura verità.

Sgomenta e offesa, la lasciai nella sua stanza a lagnarsi e a logorarsi il fegato mentre io ritrovai la carica e l'energia per affrontare Vic una volte per tutte.

Angolo Autrice:
*-*
Grazie mille per non avermi quasi minacciata di morte per il capitolo precedente, ragazze...
Sapevo che ad alcune non sarebbe piaciuto, ma io non me ne pento, davvero.
Zac non è perfetto. Nessuno lo è e per non far cadere la storia troppo sul ridicolo, ho voluto sorprendervi un po'... Anche perché nella vita reale queste cose accadono spesso ma è sempre l'amore ad averla vinta!
Okay, questo capitolo scommetto che molte di voi lo stavano aspettando da moooolto tempo e sinceramente non credo nemmeno di averlo scritto tanto bene... Ditemi se vi ho/ha deluso.
ORA PERO' E' IL MOMENTO DELLA GRANDE DOMANDA:
(dovete rispondermi sinceramente o in un modo o nell'altro, e la maggioranza vince ;D)
VOLETE IL CONTINUO O PREFERITE CHE FINISCA QUI?
Se votate per il primo, spero vivamente che mi seguirete anche alla prossima, mentre se scegliete il secondo, beh.... Diciamo solamente che sta a voi decidere ;)! XD
Ve lo chiedo perché è dall'inizio della storia che ho in mente due finali diversi, ma ho paura che possa andare a finire come nei film con i sequel, il primo è sempre il migliore mentre il secondo perde punti... Non so se mi spiego XD
Vabbè, dai, ora tocca a voi parlare un po'! ;)
Spero non vi abbia disgustato questo capitolo!
Un bacio enorme e grazie ancora, perché senza di voi non sarei qui a scrivere con tanto trasporto...
Vostra: Doll_
Aspetto alcune di voi anche nella mia nuova storia Piacevolmente Ingiusto!
Let's Rock!

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Capitolo 29
*** IL VERDETTO FINALE ***


 UN GIGOLO' IN AFFITTO – IL VERDETTO FINALE

 

Zac non si era fatto vivo per tutto il venerdì.

Io ero inquieta ed agitata.

Tesoro, tutto bene?” Mi chiese, mio padre, a cena.

S-sì.”

Non hai mangiato nulla.” Constatò, guardandomi come se fossi un povero cucciolo abbandonato e, dopo tutto, mi ci sentivo veramente.

Non ho fame, scusa.” Deglutii, fissando ancora il piatto fino a spostarlo di poco da me.

Ehi, Vic, puoi chiedere a Zac se oggi pomeriggio ci insegna a giocare a calcio?” Domandò, gentilmente, Marco, mentre masticava il suo boccone.

Non so.. oggi è sabato, forse ha da fare.” Cercai di sviare, provando a non far capire loro che non avevo la minima idea di dove fosse, e che, se ci fosse stato, avrebbe comunque avuto da fare con me.

Marco e Mattia mi hanno detto che è un fenomeno a calcio.” Fece mio padre, sorridendomi.

Ultimamente era sempre di buon umore. Mi telefonava almeno due volte al giorno e mi chiamava sempre “tesoro” o “cioccolatina”, usando un tono dolce non solito da lui.

Ma io sapevo da cos'era data tutta quella felicità.

Silvia.

Silvia aveva cambiato completamente mio padre in meno di una settimana. Si sentivano sempre ed uscivano tutti i pomeriggi appena lui staccava dal lavoro.

Papà era felice e l'unica cosa che mi dispiaceva era che io ero invidiosa della loro relazione.

Con Zac non sarebbe mai potuto essere tutto così semplice. Non era nella sua natura.

Zac doveva essere imprevedibile ed incomprensibile, altrimenti non era soddisfatto.

Quel pomeriggio, sul mio letto, decisi di chiamare l'unica persona amica che mi era rimasta, e di raccontarle tutto.

Oh, mio, Dio! Davvero l'hai fatto con Zac?? Finalmente!” La reazione di Susanna mi colpì totalmente. Era contenta per me e non mi aveva rimproverata per la mia sciocca incoerenza. Aveva inveito più volte contro Cristina e aveva esultato quando le avevo raccontato della nottata con Zac.

Sì, davvero.” Sorrisi al telefono, mentre mi sdraiavo nuovamente sul letto.

Sono felice per te, Vic.”

Mmm... Ti sento molto felice, Sus.” Constatai, sospettosa.

Evidentemente anche a Susanna stavano capitando cose molto piacevoli.

Già, che male c'è?” Ridacchiò nervosamente.

Scommetto che c'entra qualcosa Jack.” Sospirai, capendo già l'antifona.

Nessuna risposta.

Dai, avanti! A me puoi dirlo! Sono stata a parlare fino ad ora!” La incitai, veramente curiosa.

Ma.. Poi tu ti arrabbierai con lui.” Si lamentò.

Prometto che mi sto buona e zitta. Dai, racconta!” Oramai, con tutto quello che mi era accaduto, avevo capito che anche Susanna aveva il diritto di fare le sue esperienze, seppur dolorose quali fossero.

Beh... Ecco.. Jack mi aveva inviato un sms, la sera della vostra litigata, spiegandomi a grandi linee che sarebbe stato meglio finirla prima che nascesse, perché era costretto a ritornare a New York questo lunedì. Io gli risposi con un semplice 'okay', anche se ero stata poi tutta la notte a logorarmi l'anima e a piangere come una stupida.” Mentre Susanna raccontava la sua triste nottata, io mi sentivo sempre più cattiva ed in colpa per essere stata l'artefice di tutto quel dolore. “Ma poi, quando credevo che tutto fosse realmente terminato, Jack mi sorprese nuovamente, presentandosi fuori scuola, giovedì, quando tu sei mancata. Mi è venuto a prendere e abbiamo passato tutto il pomeriggio insieme, compresa la sera. Anche ieri ci siamo visti e abbiamo capito che ormai non possiamo nascondere l'evidenza dei nostri sentimenti. Vic, a me lui piace davvero tanto. E non mi interessa che abita in un altro continente o se ha tredici anni in più di me... Io non lo dimenticherò mai, perché anche se pochi, quei momenti passati con lui sono stati i più felici della mia vita, fino al bacio di ieri sera. Non ti scandalizzare! Ho sentito che hai trattenuto il fiato! Ma ti assicuro che non siamo andati oltre... Ci siamo baciati un paio di volte ed è stato come toccare il cielo con un dito. Mi porta in paradiso, Vic, ed è bellissimo. Mi sono informata comunque, ci sono tantissime coppie che vivono ancora insieme ed hanno formato una famiglia, anche se hanno tantissimi anni di differenza! Ieri ho sentito che un'attrice, quando aveva sedici anni, si fidanzò con un regista di quarantasei, e rimasero insieme fino alla morte di lui! Anche la cugina di mia madre si è innamorata di suo marito a quest'età e lui ha lasciato sua moglie e i suoi figli per mettersi con lei e creare una famiglia insieme. Un'altra storia che ho sentito è di un certo Montanari... Lui, trentaseienne, si innamorò di lei che aveva quattro anni, promettendole di sposarla dopo che sarebbe tornato da un lungo viaggio, così, quando ritornò veramente e aveva una sessantina d'anni, iniziò a fare una corte a lei che era già sposata ma che comunque divorziò per mettersi con lui!* Non è una favola? Vedi, l'età non conta proprio nulla!” Trillò ancora, apparendo sempre più euforica man mano che parlava. Ero contenta che ci tenesse tanto e che si fosse informata fino a quel punto, ma c'era comunque un fattore negativo in tutta la storia.

..Ma la distanza, sì. Non voglio fare la guastafeste, ma sii realista, Susanna. Quando partirà, sarà difficile, se non impossibile, mantenere il rapporto.” Lo sapevo e glielo stavo dicendo, proprio perché ormai erano i stessi ragionamenti che mi facevo io da quando avevo saputo della partenza.

Non rispose... Subito dopo sentii il bip del telefono che segnò la caduta della linea.

Susanna aveva riattaccato.

 

Erano le due di notte e dei rumori mi svegliarono all'istante, ma non erano più che altro i rumori in sé per sé ma da dove provenivano: la stanza di Zac.

Era ritornato e probabilmente la stanchezza o altro, mi fece muovere e, con la vestaglia bianca di seta, aprii la porta comunicante e mi ritrovai nel buio della sua stanza con solo una sagoma a farmi da guida.

Vic.” Mi salutò, non proprio gelido, ma leggermente distante.

Zac.. Sei tornato finalm..” Ma non feci neanche in tempo a finire la parola che le sue labbra si posarono sulle mie.

Chiusi gli occhi inevitabilmente e mi attaccai a lui come se non volessi mai lasciarlo andare, ed era veramente così.

Quella notte rifacemmo l'amore e Zac fu splendido. Entrò in me con dolcezza e passione e ci guardammo negli occhi nonostante il buio, percependo vicina la presenza dell'altro senza bisogno di altro.

Mi poggiò sul letto ed accarezzò e baciò ogni centimetro della mia pelle, fino a levarmi la vestaglia e spogliarsi anche lui a sua volta, sussurrandomi un lieve “Mi sei mancata” che servì a farmi cedere del tutto.

Anche lui mi era mancato. Come l'aria stessa. Ero stata un'amorfa per tutto il tempo della sua assenza e non vedevo l'ora di riunirmi a lui come in quel momento favoloso.

Non sentii alcun dolore mentre spingeva in me e mi concentrai, oltre che sulle sensazioni che sentivo e al piacere che provavo, sui suoi ansiti e gemiti. Mi stringeva forte e mi trasmetteva così tanto calore da farmi bollire. Non mi preoccupava quel Ti amo che gli avevo detto, perché era la verità e ormai non mi sarei tirata più indietro. Il tempo stava scadendo.

A differenza della prima volta, quella notte restammo abbracciati e svegli fino a quando gli effetti dell'amplesso non svanirono e ci riportarono alla realtà.

Zac, dove sei stat..” Ma m'interruppe nuovamente.

Hai visto i miei quadri, vero?” Non era una domanda, più che altro un dato di fatto.

Io..” Tentai, sentendomi morire mentre lo percepivo allontanarsi da me e accendere l'abat-jour.

Non fa niente. Tanto li avresti dovuti vedere comunque.” Sentenziò, calmandomi di poco anche se sentivo il suo tono sempre più teso ed ora che potevo guardarlo bene in viso, mentre piegava il gomito sul cuscino per guardarmi meglio, vedevo che anche la sua espressione non era tranquilla, fino a quando non prese ad accarezzarmi la pelle con un dito...

Mi rilassa.” Spiegò, ad una mia muta domanda.

Perché hai smesso di dipingere, Zac? E di fare calcio...” Sapevo che avrei dovuto dirgli molto altro, chiedergli tutt'altre cose, ma in quel momento la prima curiosità che mi venne in mente fu quella.

Lui sospirò, ma sembrò più calmo delle volte precedenti.

Sapevo che c'entrava qualcosa la sua famiglia e capii che era il momento giusto per parlarne.

Mio padre non mi ha mai detto che con la pittura non sarei arrivato da nessuna parte. Lui e mia madre avevano sempre cercato di incoraggiarmi perché sapevano che ero bravo. Mio padre era un patito del calcio e mia madre amava la fotografia e la pittura.” Sapevo che avevo raggiunto un bel traguardo ma sapevo anche che non ci saremmo fermati lì, lui sarebbe andato avanti col racconto ed io avrei finalmente conosciuto il vero Zac. “Io adoravo soprattutto giocare a calcio. Ero il più bravo della squadra e amavo così anche la mia divisa che per me era come un porta fortuna. Mi allenavo ogni pomeriggio, fuori al giardino di casa mia e ricordo ancora le urla di mia madre, che mi richiamava per tornare in casa a mangiare.” Una lieve ma amara risata modificò le sue belle labbra, mentre sentivo il cuore fare mille salti mortali dalla gioia e dalla tristezza... Mille emozioni mi stavano trapassando in quel momento ma solo la sua voce mi riportava la concentrazione. “Ricordo anche il dopobarba di mio padre... Insomma, sono odori.. voci.. Sono luoghi e molte abitudini che non riesco a dimenticare. Ero piccolo, ma ci sono immagini di quel periodo che mi si sono impresse nella mente come foto in bianco e nero... E' strano, ma non riesco a capacitarmene nemmeno io.” Il suo sguardo era perso nel nulla ed il sorriso enigmatico era rimasto sul suo volto. Nei suoi occhi c'era una luce diversa, una luce che non avevo mai scorto in quel turchese profondo. Mentre raccontava gesticolava con le mani e stava poggiato con la schiena alla tastiera del letto, coperto dal lenzuolo dal bassoventre in giù, quindi aveva il petto ben scoperto e risaltato dalla luce lieve della lampadina. Era bello e si stava aprendo con me. Ancora non riuscivo a capacitarmene. Si passava una mano fra i capelli bagnati dal sudore e mi sembrò più piccolo e fragile di quanto non mi fosse mai parso. “Era il ventidue di dicembre. Avevo una partita importante ma era lontana da casa, quindi fummo costretti a prendere la macchina. Eravamo io, mia madre e mio padre al volante. Jack era a casa di un amico. Io avevo solo dieci anni... Stavo ascoltando la radio con i miei, quando non mi ricordai di aver dimenticato la famosa divisa a casa. Io non giocavo senza quella. Era vecchia, ma infilavo sempre la maglia sotto quella originale e questo mi tranquillizzava. Piccolo com'ero, iniziai a lagnarmi e a supplicarli di ritornare indietro. A dicembre, si sa, le strade sono poco sicure.” Il suo sorriso scomparve totalmente, lasciando al suo posto un'espressione sconfitta dalla sofferenza. “Mio padre restò calmo e mia madre non aprì bocca. Mi accontentavano sempre,” poi abbassando lo sguardo sul suo braccialetto di cuoio, disse “Vedi questo? Me lo avevano regalato loro...”

Ecco perché ci teneva tanto, allora. Ogni pezzo ritornava al proprio posto.

Riguardandomi, poi, riprese il racconto “Comunque.. non volevano fare tardi, così suggerii la scorciatoia. Papà disse che era pericolosa ma che l'avrebbe fatta comunque per riuscire a fare in tempo. C'era una curva. La più pericolosa... Ho pochi ricordi di quel momento perché, come hai detto anche tu, certe cose si rimuovono quando ti fanno troppo male. Il cervello non resiste e le elimina, buttandole come in un cassonetto. Ricordo solo che mia madre si era voltata a guardare come stavo, mi aveva gridato di tenermi forte mentre la macchina cercava di fermarsi ma scivolava sul ghiaccio ed usciva dalla strada. Sentivo mio padre fare di tutto per fermarla, poi il buio... La macchina si rigirò ed io svenni all'istante. L'ultima immagine che ho, è lo sguardo che si lanciarono mia madre e mio padre. Si guardarono come se sapessero.. e ci misero così tanto amore nello scrutarsi che a malapena mi accorsi che si erano presi per mano e mio padre sorrideva amaramente a mia madre come a cercare di calmarla.” Si fermò di botto. La sua voce si era incrinata ed il suo respiro era accelerato. Il suo sguardo era perso nel vuoto davanti a sé e capii che in quel momento stesse rivivendo attimo dopo attimo, il giorno dell'incidente. Zac aveva gli occhi lucidi e stava crollando lì davanti a me. Ma voleva andare avanti, voleva finirla una volta per tutte. “I-io... Mi risvegliai all'ospedale. C-chiesi subito di loro ma non seppi nulla fino all'arrivo di Jack.. Era.. era in lacrime. Loro erano morti e tutto per colpa mia. Se... se solo avessi portato la divisa con me... O se solo mi fossi accontentato di non averla portata, loro sarebbero ancora.. vivi. Ed è solo colpa mia. Merito di restare solo...” Una lacrima scivolò sui suoi zigomi e subito si portò le mani sul viso per coprirsi mentre forti singhiozzi lo scuotevano. Istintivamente mi affrettai ad abbracciarlo con tutta la forza che avevo, perché lo sentivo talmente rigido che sicuramente non mi avrebbe sentito se non avessi stretto. “E' tutta colpa mia, mamma.. E' tutta colpa mia, papà... Scusate..” Riuscivo a malapena a sentirlo biascicare, fra tutto quel dolore che finalmente era riuscito a tirare fuori. Quando strinsi ancora di più, tolse le mani dal suo viso e ricambiò l'abbraccio, nascondendo il suo viso nell'incavo della mia spalla, cercando di calmare le lacrime e regolando il respiro.

Shh.. Non è colpa tua, Zac. Tu non potevi saperlo, non hai la palla di cristallo. Il destino aveva già scelto per te e probabilmente adesso i tuoi genitori saranno molto orgogliosi di te.” Non riconoscevo la mia voce. Era leggermente spezzata ma seria.

Di me?” Alzò il volto per far incontrare i nostri sguardi. “Di Jack, forse. Non di me... Io non ho fatto nulla della mia vita, lui sì. Ha un lavoro a New York ed ha soldi a palate. Ha finito gli studi mentre io ho lasciato subito..”

Tu hai lasciato subito perché avevi bisogno di soldi per guadagnarti da vivere e mantenere te e tua nonna, Zac, lo sai pure tu. Non credi nell'amore, ma speri nella felicità ed è questo che doni a tutte le donne che cerchi di soddisfare. A te non importa di essere usato... Vuoi goderti solo i sorrisi altrui ed è una cosa bellissima. Tu sei un ragazzo fantastico. Infondo, me lo hai anche detto tu: nella vita non è importante quel che si fa, ma il carattere con cui si affronta, e tu, Zac, hai un carattere d'oro, decisamente migliore del mio. Sei più grande e hai visto più cose, hai fatto più esperienze e sei completo.” Cercai di sorridere seppur mi venisse da piangere per il dolore che aveva dovuto sopportare.

Grazie, Victoria.” Disse sinceramente, guardandomi ancora negli occhi.

Gli sorrisi. “Hai... qualche cicatrice?” Chiesi, poi.

Una sulla testa e sulle gambe... Quelli dietro la schiena erano graffi che si notano solo se ci si mette bene a guardarli.” Disse, abbassando il capo e prendendomi la mano per farmi toccare la cicatrice che aveva a partire dal collo fino all'orecchio.

Ecco perché aveva i capelli lunghi e sempre disordinati... Anche mio cugino aveva una piccola cicatrice, a causa di un morso di un cane**, sulla testa, e si teneva i capelli lunghi proprio per nasconderla.

Anche se su quelle parti, ovviamente, i capelli non crescono più, si cerca comunque di coprirle.

Come mai tu e Jack vi siete separati?” Era arrivato finalmente il momento delle domande.

Ci hanno divisi poco dopo l'incidente. I miei avevano fatto due attestati e nell'indecisione furono presi in considerazione entrambi, almeno per salvarci dal collegio. Io fui affidato a nonna Annie che era l'unica parente rimasta in Italia, mentre Jack rimase con altri parenti in America.. Lontani cugini di mia madre. Della famiglia di mio padre non conobbi mai nessuno, credo siano tutti morti.” Spiegò, asciugandosi il lato di un occhio.

All'inizio odiavi Jack perché non si era mai fatto vivo, vero?”

Lo odio tutt'ora.” Sorrise, cercando di riprendere la sfacciataggine di sempre ma non risultando credibile in quell'ambito. Un mio sguardo ammonitore lo fece ritornare serio. “Diverse fonti mi avevano detto che lui se la passava abbastanza bene a New York e mi dispiaceva che non venisse a trovarmi dato che a lui i soldi non mancavano.. Poi il dispiacere si è tramutato in rabbia ed ora è tutto da vedere.”

Sta facendo di tutto per riacquistare la tua fiducia.” Persino portarti via da me.

Lo so, infatti avremmo ancora molto altro tempo insieme per discuterne.”

Quindi.. E' per questo che non dipingi più e non giochi più a calcio, pur essendo un fenomeno ad entrambi.” Realizzai, unendo come i pezzi di un grosso puzzle.

Già... Ma grazie a te ho ricominciato. Non avrei mai giocato quella partita, dopo tanto tempo, martedì; e non avrei dipinto se non mi avessi regalato l'attrezzatura giusta e non mi avessi dato l'ispirazione.” Disse, dolcemente, prendendo una ciocca dei miei capelli ed iniziando ad arrotolarsela fra le dita.

E non hai la patente, perché...” Chiesi, arrossendo per ciò che mi aveva detto prima.

Perché mi ricorda troppo quel brutto giorno... Ti ricordi quando ti sono venuto a prendere col taxi? E' stato il viaggio più difficile di tutta la mia vita. Sono stato al posto dietro e in certi momenti mi rivenivano in mentre alcune immagini, ma la cosa che mi stupì fu che non ebbi paura. Ti strinsi a me e non pensai a nient'altro che non fossero i tuoi capelli, i tuoi occhi, il tuo odore.. E mi rilassai. Credo di aver fatto un gran traguardo e di essere cresciuto veramente solo grazie a te.” Ammise, guardandomi ancora in quel modo strano che mi scavava dentro.

P-perché mi stai dicendo tutto questo.” Balbettai, presa dal tremito e da mille illusioni.

Ancora non lo capisci?” Mi sorrise dolcemente, continuando ad accarezzarmi il viso.

Ti prego, dimmelo tu.”

Mi hai incantato, Vic. Non avrei mai creduto di poter trovare una persona come te. Sei così simile ma allo stesso tempo diversa da me, che è stata inevitabile la nostra unione. Io ho fatto mille sbagli nella mia vita, compreso quello con Cristina e non passa giorno che non mi svegli la mattina e mi ripeta che sono un coglione. Mi sento colpevole per i miei genitori e per averti delusa. Ma mi basta guardarti negli occhi per ritrovare la mia pace... Sono felice quando sto con te, Victoria, ed è una sensazione che non sento da parecchio tempo. Stare con te è come ritornare bambino, ai tempi della mia infanzia, quando affrontavo tutto con un sincero sorriso e mi perdevo in un mondo perfetto. Quel mondo perfetto, credevo di averlo sempre immaginato, ma da quando ti conosco ho capito che dovevo solo aspettare per ritrovarlo nuovamente. Non era perso né tanto meno finto... Era tutto concentrato in te.”

Ecco, lo sentivo stavo piangendo.

Gli avrei voluto dire così tante cose... Ma non riuscii a muovermi e già era tanto che respiravo. In quei giorni non facevo altro che piangere e non aspettavo altro che il mio corpo la smettesse di farmi perdere così tanti liquidi per ogni cosa riguardante Zac.

I-io.. Non so che dire.” Ammisi, guardandolo come se fosse un angelo.

Non c'è bisogno che tu dica niente. Mi basta sapere che ti abbiano fatto piacere le mie parole e che mi darai una possibilità per farmi perdonare...”

Ti ho già perdonato, Zac. Io...”

Tu mi ami.” Aveva capito subito.

Sì, e so quanto possa essere difficile per te ma sono diventata anche io una delle tante...” Dissi, amaramente.

Allora non hai sentito nulla di quello che ho detto.” Sorrise. “Tu sei diversa... Tu mi ami per quello che sono veramente, perché è solo grazie a te che sono riuscito a ritrovare il vero me stesso.”

Oh, Zac, tu... Tu non mi deluderai mai, lo sai questo?” Annuì “Bene, allora non aver mai paura di dire quello che vuoi a me.” Non so esattamente perché lo dissi ma in quel momento mi sembrò la cosa più opportuna.

Vorrei che avessimo più tempo, ora.” Fece, dandomi un lieve bacio sulle labbra.

Zac... C-cosa volevi dire con tutte quelle belle cose, prima?” Deglutii, attendendo la risposta che, inconsciamente, aspettavo da una vita.

Che mi sono innamorato di te, Victoria. L'ho capito da poco ma credo di averti amata dalla prima volta che ti ho vista, su quel treno e con quello sguardo perso nel nulla, per non parlare del tuo singhiozzo...” Rise leggermente. Ma io no. Per me non era il momento per ridere, quello era il momento di esultare, piangere, gridare, gioire, sbraitare, il tutto, ovviamente, dalla felicità! Zac mi amava, no stavo sognando.

Zac si era innamorato di me... Impossibile.

Ripetilo.” Dissi, solo, come un'automa.

Cosa?”

Lo sai.” Devi saperlo, così sarò sicura di non averlo immaginato.

Victoria, ti amo.”

Era vero.. Ed era mio.

 

*= sono tutte storie vere. Non ricordo bene il nome dell'attrice e del regista ma ho visto, su E (canale 124 di Sky) dei racconti sulle star di Hollywood Ieri e Oggi, come sono cambiate nel tempo e c'era questa attrice sedicenne che si era innamorata di questo regista di quarantasei anni.. Da non credere! XD

Riguardo a quella della cugina della madre, posso assicurarvi che è successo alla cugina di secondo grado di mia madre. Lei lavorava in sartoria e lui era il capo, sposato e con dei figli. Lei aveva sedici anni ma si sono sposati ed ora stanno ancora insieme.

Poi, la storia di Montanari (non sono sicura si chiami esattamente così) me l'ha raccontata una mia amica tale e quale a come l'ho riscritta.

**= è successo che mio cugino quando aveva circa quattro anni, passeggiava con la nonna ed un cane da dietro lo ha assalito e gli ha morso o graffiato la testa lasciandogli una cicatrice che copre benissimo con i capelli.

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Capitolo 30
*** SINGHIOZZO ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO – SINGHIOZZO

 

Era domenica, ed io avevo sempre odiato quel maledetto giorno della settimana.

Era sempre il sabato quello divertente, quello ricco di speranze, di divertimenti, di aspettative. Ma ancora una volta la domenica era arrivata ed era riuscita a rovinare tutto.

Io... Dovrei iniziare a fare le valige.” Ammise, infatti, lui, uscendo dal bagno vestito, mentre io ero ancora semi-nuda sdraiata sul suo letto a guardarlo con un misto di compassione ed ignoranza.

Sì, perché io ancora mi ostinavo ad ignorare che lui sarebbe dovuto partire il giorno dopo e che mi avrebbe lasciata sola, per sempre, anche dopo aver detto di amarmi.

Ieri sera ho fatto tardi perché sono passato da Annie a preparare tutto.” Continuò a spiegare, rigirando il coltello nella piaga.

L-lei... Cosa ne pensa?” Riuscii a biascicare senza scoppiare in lacrime.

Lei viene con noi.”

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Cosa?! E perché non mi hai detto nulla?” Strabuzzai gli occhi, alzandomi definitivamente in piedi.

I-io.. Ehm...” Balbettò e solo quando il suo sguardo passò in rassegna tutto il mio corpo, mi accorsi di essere completamente nuda.

Ma ero troppo arrabbiata, oltraggiata e offesa per pensare di coprirmi e farmi vedere imbarazzata da lui, lui che conosceva ogni centimetro del mio corpo ormai, e che non l'avrebbe rivisto mai più.

Avanti, parla.” Deglutii, iniziando a sentire leggermente freddo ed un lieve mal di testa. Probabilmente non avrei dovuto alzarmi tanto velocemente dal letto.

Se ti copri forse riesco a farlo.” Fece lui, posando i suoi occhi sul mio petto ben esposto.

Ti sei eccitato?!” Squittii, notando il rigonfiamento dei suoi pantaloni e diventando irrimediabilmente rossa.

Cosa ci posso fare?! Te l'ho detto che quando ti arrabbia mi... ecco, e poi il tuo abbigliamento non mi aiuta di certo.” Era imbarazzato.

Zac, dopo un mese che lo conoscevo, era imbarazzato di essersi eccitato in una situazione del genere anche se in quel momento non potei gioire a causa della mia furia predatrice.

Annie ormai era come diventata parte della mia famiglia. Mi ero affezionata a lei e non volevo che partisse.

Oh, al diavolo! Chi volevo prendere in giro? Volevo solo che almeno un pezzo di Zac restasse comunque affianco a me, in modo tale da tenermi aggiornata costantemente su di lui o semplicemente, di entrare nella casa della nonna e vedere e rivedere le foto di lui quand'era bambino, felice e sereno. Senza di me. Come lo sarebbe nuovamente stato.

Sei un pervertito, lo sai!?” Sbottai, prendendo le lenzuola e coprendomi alla bell'è meglio con quelle. “Ora parla!”

Non posso lasciarla qui, capisci? Pensavo fosse ovvio! Saremmo una.. famiglia, insieme, lì a New York...” Spiegò, deglutendo e facendo una piccola pausa prima della parola famiglia.

Una famiglia a cui io ero stata esonerata. O meglio, non ero mai entrata a far parte.

Non potevo crederci.

Non volevo crederci.

Eppure era così; Zac sarebbe partito comunque.

Se quella notte avevo avuto almeno un briciolo di speranza, soprattutto dopo aver sentito le sue dichiarazioni, in quel momento, con quella coperta addosso e con quell'uomo davanti agli occhi che diceva di voler partire lontano da me anche dopo tutto quello che avevamo passato, ogni mia illusione venne frantumata a terra come coccio inutile. Sporco.

Pensavo che dopo ieri... Tu... Io... Noi...” Balbettai, portandomi una mano fra i capelli e volgendo lo sguardo altrove, pur di non guardarlo mentre mi rivolgeva la sua più spassionata compassione.

Mentre mi rendevo ridicola ai suoi occhi che, sentivo, stavano nuovamente perlustrando ogni centimetro del mio essere.

Dentro, fuori, poi ancora più dentro...

Mi stava torturando perché rimaneva in silenzio.

Mi stava torturando perché non mi veniva incontro abbracciandomi e sussurrandomi che non mi avrebbe mai lasciata, che non sarebbe mai partito.

Ma non fece nulla di tutto ciò e dopo la notte precedente non mi disse neanche più di amarmi.

Allora, quando capii che il sentimento di Zac era stato solo un contentino del momento, solo per rendere la scopata più speciale e per distruggermi ulteriormente, alzai lo sguardo e lo puntai nel suo che, ferendomi così affondo come nessuna lama sarebbe stata in grado di fare, abbassò.

Zac abbassò lo sguardo sotto il mio.

Zac non disse nulla per giustificarsi, per spiegarsi... Semplicemente: restò in silenzio.

Capito. Divertiti, Zac. Meriti tutta la felicità di questo mondo.”

Ma non la mia.

Avevo le lacrime agli occhi e non riuscii più a sostenere quella tensione opprimente; così, a passo svelto, mi rintanai nella mia stanza, con le sue lenzuola, con il suo odore e il mio mischiati assieme, ed iniziai a piangere.

Mi raggomitolai sul letto e sperai quasi di morire all'istante per il dolore lancinante che sentivo. Per quel peso che mi sotterrava, per quel maledetto amore che non riusciva a cessare di crescere, secondo sopo secondo, rubandomi l'ultimo spiraglio di speranza per rinsavire.

Stavo morendo lentamente e questo lui non lo sapeva. Non se ne accorgeva nemmeno.

Stavo morendo perché mi sarebbe stato lontano, mentre la sera prima mi era stato talmente accanto da farmi sentire così donna e così viva che su quel letto non seppi davvero se sarei più stata in grado di sopravvivere senza di lui.

Eppure... Dio, quanto odiavo quella consapevolezza... Nonostante ogni cosa, io lo amavo. Con tutta me stessa, con tutta la mia anima, con tutto il mio corpo, con tutto il mio cuore... Io amavo Zac e, anche in quel momento quando capii che avevo giocato tutte le mie carte per cercare di farlo rimanere, sarei comunque stata disposta a tutto pur di non farlo partire.

Furono dei colpi decisamente poco leggeri alla mia porta a farmi sussultare e riprendere dallo stato di sconforto. Quei battiti che provenivano dalla stanza che avevo appena lasciato.

Vic? So che stai piangendo. Non sopporto quando fai così, quando parli e poi scappi. Ti prego, Victoria, aprimi.” La sua voce era quasi strozzata dal dispiacere che speravo ci fosse in lui.

Non chiamarmi in quel modo perché non so se risponderò di me, pensai in quell'istante quando, mossa da chissà quale forza sovrumana, mi alzai ed andai ad aprirgli.

Questa volta però ero stata troppo pigra e mi ero dimenticata di rimettermi il lenzuolo addosso, cosa che, gli occhi di Zac improvvisamente colmi di passione e qualcos'altro che non riuscii a definire, mi fecero notare subito.

Che sciocca che ero. Prima ero dolce, poi nervosa, poi mi arrabbiavo, poi piangevo e dopo neanche due minuti, lo riperdonavo. Ero un'innamorata davvero sciocca.

Eppure era stata questa solita incoerenza a raccontare la nostra storia.

Vic, mi dispiace davvero.” Riuscì solo a dire, deglutendo e cercando di mantenere gli occhi fissi nei miei, e non più giù..

Credimi: a me di più.” Ammisi, impassibile, almeno all'apparenza.

Non posso rimanere.”

O non vuoi?” Chiesi, assottigliando lo sguardo, come a studiarlo.

Sai che se fosse per me resterei.” Si avvicinò, io indietreggiai.

Allora resta.”

Lo vorrei davvero.” Altro suo passo avanti, altro mio passo indietro.

Non lasciarmi.” Mi lasciai sfuggire, quando ormai, a forza di indietreggiare, mi ritrovai incastrata fra lui e il muro.

Poggiò i suoi palmi sulla parete dietro di me, all'altezza del mio viso e in quel momento mi sentii veramente in trappola.

Non ti lascerò mai.” Sussurrò, prima di catturare le mie labbra ancor prima di una mia protesta.

Quel bacio fu passionale, devastante, disperato.

Fu il bacio di un folle che dava l'addio al suo ultimo briciolo di ragione.

Ma anche io mi sentivo pazza. Pazza ad assencondarlo, a ricambiare il bacio, a cercare la sua lingua, ad affondare le mie mani nei suoi capelli.

Fu piacevolmente violento, mentre mi sollevava da terra e faceva incrociare le mie gambe alla sua vita, così stretta a lui, così vicina alla sua erezione pulsante...

Dio, così morirò...

..mentre faceva scendere la sua mano irruenta fra le mie gambe, ad accarezzarmi l'inguine per poi toccare, torturare e molto più, la mia intimità come mai prima di quel momento aveva fatto.

Era davvero famelico, arrogante ma anche così eccitante!

Dio, così morirò...

Iniziai ad ansimare e gemere vergognosamente contro le sue labbra che, ancora più fameliche della sua mano, cercavano le mie per succhiarle, morderle e leccarle.

Quando poi fece entrare due dita in me, credetti davvero di restarci secca.

Muoveva la sua mano quasi ritmicamente, come se stesse tenendo il tempo di una qualche musica (sicuramente rock/metal), e volesse scavare sempre più a fondo.. Sempre più dentro di me. Sentivo come la pelle lacerarsi sotto il suo tocco violento, ma l'unico urlo che mi scappò fu prontamente bloccato dalla sua bocca che prese, successivamente, a mordere il mio collo come un vampiro assetato di sangue.

Dio, così morirò...

Sentivo le sue mani, la sua lingua, il suo corpo, il suo respiro..ovunque.

Su di me, dentro di me, accanto a me. Era in ogni posto e la mia mente non riuscii più a ricevere alcuna informazione quando la sua testa scese fra l'incavo dei miei seni.

Prese a mordicchiarli, a succhiarli, e Dio sa cos'altro, quando venni potentemente sulla sua mano, con un grido rotto dalla passione che ancora mi accecava.

Volevo di più.

Anche quando gli spasmi sembravano non voler cessare, volevo di più.

Anche quando mi attaccavo a lui e continuavo a baciarlo, volevo di più.

Dio, così morirò...

Allora, come se avesse letto i miei pensieri, Zac si slegò la cinta e abbassò la cerniera dei pantaloni, per poi sbottonarli e liberare la sua erezione sconcertante.

Quando abbassai gli occhi per seguire i suoi movimenti, il respiro si arrestò. Sapevo cosa sarebbe accaduto di lì a poco, ma volevo veramente che le nostre liti e tutte le nostre discussioni ternimassero così?

Non feci in tempo a saperlo, perché Zac aveva ripreso a torturarmi il collo con così tanta foga da togliermi nuovamente il respiro.

Ma, la cosa che mi sconvolse maggiormente, fu l'altra sua mano che raggiungeva la mia testa e afferrava ferocemente i miei capelli, stringendoli e tirandoli poco prima che la sua eccitazione entrasse finalmente dentro di me ed iniziasse a spingere talmente forte e così prepotentemente che non capii più a quale dolore dovevo prestare attenzione: a quello della sua mano che stringeva i miei capelli quasi a volerli strappare, a quello delle sue spinte che sembravano volermi trapassare, o a quello della passione e eccitazione che entrambi i suoi gesti mi davano.

Stavo impazzendo.

Grida il mio nome, Victoria...” Sussurrò, roco, mentre mi possedeva con tanta irruenza.

E lo feci. Gridai più e più volte il suo nome, consapevole comunque che non ci fosse nessuno in casa.

Eravamo soli ed io stavo urlando il suo nome con tutta la voce che avevo in corpo, sussultando, gemendo e ansimando come solo una pornostar era in grado di fare.

Ora... Vieni da me... Vieni per me.” Fece poi, schiacciandomi ancora di più e affondando maggiormente in me mentre ogni singolo senso lasciava posto al godimento e al riempimento che il suo seme spargeva in me.

Dio, così morirò...

Così venimmo entrambi, forse lui prima di me, oppure io prima di lui, beh, probabilmente questo non lo avrebbe mai saputo nessuno, ma comunque venni: così potentemente che non mi riconobbi neanche più.

Brava piccola...” Mi baciò il mento, mentre cercava di rimettermi giù, per poi riallaccare i pantaloni seppur con mani tremanti.

Quella, lo capii ricordando ogni suo singolo gesto e l'intensità che ci mise nel farlo, sarebbe stata la nostra ultima volta insieme.

Ma, almeno, sarà un ottimo modo per morire.

 

Scherzi? E' stupenda!”

No, Jack, fa schifo. Davvero.”

Ma perché continui a ripeterlo? A me piace.”

Io fingo di non conoscerti se vai in giro con quella cosa addosso.”

Questa cosa, Zac, si chiama camicia!”

Una camicia sulla quale pare ci abbiano appena vomitato sopra, vorrai dire.”

All'ennesimo sbuffo di Jack fu inevitabile sia per me che per Susanna scoppiare a ridere come delle sceme.

I due fratelli stavano battibeccando da quasi mezz'ora ed era ormai ovvio a chiunque che fosse Zac il primo ad iniziare, evidentemente soddisfatto di infastidire il fratello maggiore.

Quel pomeriggio misi da parte ogni tristezza, ogni rancore.. Quel pomeriggio c'eravamo solo noi, che cercavamo di trascorrere una giornata normale come un semplice gruppo di amici.

Con Susanna avevo più o meno risolto tutto anche se mi faceva troppo strano vederla abbracciata a quel trentenne col cervello di un quindicenne; ma dovetti farci l'abitudine perché il sorriso di quella ragazza era l'unica certezza che mi bastava.

Scusi, quanto viene?” Sorrise Jack, verso la commessa che gli venne vicino, mentre io e Zac ci eravamo leggermente allontanati per guardare altri capi d'abbigliamento.

Sette euro, ma se vuole prenderne un'altra per sua figlia, due vengono dieci con lo sconto.” Squittì quell'arpia, rovinando il bel faccino di Susanna e trasformando il suo sorriso in una smorfia a dir poco eloquente.

Era furiosa.

Ehm, veramente...” Jack cercò di salvare la situazione quando la mia amica, mettendosi in punta di piedi, non lo baciò a fior di labbra davanti alla faccia sconvolta della biondina slavata del negozio, sussurrandogli una frase che purtroppo non riuscii a sentire ma che fece spalancare la bocca alla ragazza e sbarrare gli occhi a Jack, improvvisamente rosso in viso ed eccessivamente accaldato.

Ehi, Vic, che ne dici di questa magliettina?” Zac richiamò la mia attenzione, evidentemente ignaro di quello che stava accadendo a suo fratello, facendomi voltare e arricciare il naso appena vidi ciò che aveva fra le mani.

No, quella non era una magliettina, ben sì un top... No, nemmeno... Era una striscia.

Sì, una striscia di pezza che poteva coprirmi a malapena il seno.

Non credo saresti molto contento di vedermela indossare in giro.” Inarcai il sopracciglio, venendogli incontro.

E chi ti ha detto che è per te? Volevo indossarla io, veramente.” Ammise, poggiandosela sul petto come a provarsela addosso.

Quell'uomo mi avrebbe portato alla rovina.

 

Jack aveva riaccompagnato me e Zac a casa e salutati prima di sfrecciare via verso casa di Susanna la quale sembrava più giù di morale del solito, quasi quanto me.

Oppure io stavo peggio; fatto stava che a peggiorarmi ancora di più fu la presenza di qualcuno davanti alla mia porta che mi fece gelare il sangue immediatamente.

Ciao, Vic.”

Ciao, Luca.” Lo salutai, lanciando un'occhiata a Zac che sembrava volerlo fulminare seduta stante.

Potrei parlarti?” Deglutì, facendo agitare ancora di più il mio presunto fidanzato.

Certo.. Ehm, Zac ci.. Ci vediamo dopo.” Mi voltai a guardarlo per convincerlo con lo sguardo e solo dopo vari minuti, si decise a darmi ascolto e ad aprire la porta di casa per salire nella sua stanza.

Non lasciò e non smise di fulminare Luca neanche mentre lo sorpassava per entrare e lasciarci definitivamente soli.

Mi avvicinai a lui, con un sorriso imbarazzato e aspettai che iniziasse a parlare.

Ho saputo che Zac domani parte.”

Davvero pessimo come inizio.

Scommetto che è stata Cristina a dirtelo.”

Quella consapevolezza voleva proprio uccidermi.

Già. Mi dispiace. Vi vedevo molto affiatati.”

Cosa sei venuto a fare, Luca?” Chiesi, cercando di apparire dolce e gentile.

Sono venuto a dirti che.. Vic, sono stato davvero molto bene quel giorno quando siamo usciti e vorrei veramente continuare a frequentarti. So che è meschino da parte mia, soprattutto in questo periodo che stai affrontando. Ma non voglio rinunciare a te e alla tua compagnia, tu mi piaci. Mi piaci davvero tanto Victoria.” E come se non bastasse già quel colpo bell'e buono, Luca non vedendo nessuna reazione da parte mia, la interpretò come una cosa positiva tanto da avvicinarsi al mio viso e..

Oh, no...

Ma no. Proprio no. Perché le sue labbra non arrivarono alle mie.

Le sfiorarono, forse, ma una mano lo afferrò così saldamente per la maglietta da farlo sbilanciare all'indietro, in modo tale da far mettere Zac a cavalcioni su di lui mentre un suo ginocchio spingeva dolorosamente fra le gambe di Luca che cercava di reprimere la sofferenza che Zac gli stava causando.

Zac, ora basta.” Cercai di fermarlo ma la sua furia si riversò contro di lui.

Brutto bastardo, cosa volevi fare, eh? Baciarla!? Volevi baciare la mia donna!? E' una promessa, viscido verme, se provi a toccarla: sei morto.” Gli intimò, spaventandomi a tal punto da scostarlo da sopra a Luca con un gesto secco della mano e a farlo finalmente allontanare da lui.

Era stato un tempo brevissimo, ma che mi aveva spaventata e.. fatto imbestialire.

Basta, Zac! Luca, vai a casa.” Gridai, guardandolo negli occhi, mentre si alzava, si sistemava il cavallo dei jeans e, con un sorriso strano quasi.. malefico, disse: “Ah, vi saluta Cristina. Dice che siete davvero una bella coppia.. di cornuti.” Ghignò così spregevolmente che me lo fece quasi odiare.

Ora io ti ammazzo!”

Zac si era alzato velocemente e se non ci fossi stata io davanti a fermarlo, probabilmente lo avrebbe davvero fatto fuori.

Fermo, no! Lascialo andare, Zac, lascia stare!” Lo bloccai premendo le mani contro le sue spalle larghe e muscolose, ora tese per la tensione che le avviluppava.

Luca se ne andò poco dopo, ancora ridacchiando e lasciando in noi un malumore insostenibile.

Quindi non era vero che gli piacevo.” Ripensai, un'ora dopo, in camera di Zac.

Seppure fosse? Cosa poteva fregartene.” Partì come una molla, fermando le carezze che mi stava facendo sul braccio.

Eravamo sdraiati sul letto ed io ero appoggiata sul suo petto, piacevolmente in ascolto del suo cuore battere.

Beh, no, nulla.. Però ci sono rimasta male.” Borbottai, imbronciata.

E' un verme. L'ho capito la prima volta che l'ho visto.” Sputò sprezzante, lui, scuotendo la testa.

Forse è sempre stato d'accordo con Cristina.”

Forse se la fa anche.” Fece spallucce.

Il fatto è che non capisco perché.. Lei era mia amica.” Spiegai, alzandomi a sedere per fronteggiarlo.

Lascia perdere, Vic. Non ne vale la pena.”

Già.. Comunque quella sfuriata potevi risparmiartela.” Gli dissi, dirigendomi verso la finestra.

E perché mai, scusa?” Chiese, e sentii già una punta di fastidio nascere in lui.

Perché non hai alcun diritto ad essere geloso e di proclamarmi come 'tua donna', Zac.” Mi voltai a guardarlo e quello che lessi nei suoi occhi mi paralizzò al momento.

C'era stupore, disprezzo, delusione, rabbia.

Tu sei mia.” Esclamò, parandomisi di fronte.

No, io non sono di nessuno e tanto meno tua.”

Ma con quale coraggio si permetteva di dire certe cose? Lui che era il primo a scappare, a lasciarmi sola.. Per sempre.

Come poteva permettersi di dirmi una cosa simile quando dal giorno dopo, sua non sarei mai potuta essere neanche in un approssimato futuro.

Victoria, non farmi arrabbiare.” Si avvicinò a me e mi bloccò nuovamente fra lui e la finestra, con l'unica differenza che stavolta non c'era nemmeno un minimo di passione fra noi, ma solo puro ed intenso fastidio.

Altrimenti? Che fai? Mi picchi? Cambi discorso? Fuggi?

Avevo esagerato. Avevo oltrepassato ogni limite di Zac. Ma non riuscivo a fermarmi. Nonostante tutto, continuai a pugnalarlo come se questo potesse appianare la mia ferita. Come se potesse cambiare qualcosa.

Ma sì, fuggi! Tanto sei bravo in questo! Domani te ne andrai Zac e non ci sarà nessun legame fra noi! Non più!” Sibilai furente con lui e con me stessa.

Smettila.” M'intimò.

Non sopporto più questa situazione, Zac, lo capisci!? Non ce la faccio più! Mi hai fatto innamorare di te e ora.. Ora te ne vai!” Le lacrime stavano cercando di uscire ma con mia sorpresa, davanti a lui non ne versai nemmeno una goccia.

Vuoi incolparmi di questo?” Chiese retoricamente, con quel tono da saputello che mi spazientiva ogni qual volta.

Sembrava fossimo ritornati agli inizi della nostra conoscenza e, forse pensai, sarebbe stato meglio così.

Io non ti ho accusato di nulla. Sei tu ad avere la coda di paglia.” Ribattei, innervosendolo all'istante.

Smettila, Vic, te lo dico per l'ultima volta, o te ne pentirai.” Mi avvertì ma, come una sciocca, non gli diedi ascolto.

Non ho paura di te, Zac. Tu mi fai pena. Almeno io ho la decenza di prendere una decisione nella vita.”

E cioè? Quale? L'unica decisione che sei stata in grado di prendere è stata quella di ingaggiare un gigolò per soddisfare i tuoi bassi istinti. Complimenti, davvero una grande scelta di vita!” Sbraitò ad un centimetro dal mio volto.

Non ti permetto di parlarmi in questo modo!” La voce rotta e spezzata dal dolore straziante che la sua vicinanza e le sue parole mi stavano causando.

Qui si tratta di lavoro, Victoria, e non posso rinunciare ad una scelta tanto importante, lo capisci questo?!”

Non risposi. Abbassai lo sguardo sentendomi in imbarazzo.

Non ti facevo così egoista.” Sputò come il peggior veleno, guardandomi in un modo che mai gli avevo visto rivolgermi.

Era uno sguardo di puro disprezzo. Zac, stava disprezzando me.

E, sì, in quel momento mi pentii veramente.

 

Era arrivato il grande giorno ed io ero riuscita a rovinare tutto.

Avevo previsto un finale romantico o almeno buono... Invece non ci fu neanche un saluto fra di noi.

Dopo la litigata del giorno prima, passai il resto della serata chiusa in camera mentre ascoltavo i passi del mio coinquilino farsi sempre più frequenti e agitati ed il mio cuore, di conseguenza, farsi sempre più malinconico all'immagine di lui preparare la valigia, prendere le ultime cose ed andarsene via da me.

Da ogni cosa di me, portando con sé tutta me stessa.

Se se ne fosse andato, io sarei morta. Morta dentro, ovviamente.

La notte non dormii e la mattina dopo, verso le cinque e mezza, sentii la sua sveglia squillare e, dopo mezz'ora, udii la porta della mia stanza aprirsi e, immediatamente, chiusi gli occhi fingendo di dormire mentre lo sentii avvicinarsi al mio letto, fino ad abbassarsi e carezzarmi una guancia, sospirando.

Addio, Vic.” Sussurrò, baciandomi lievemente la fronte ed indugiando sulle mie labbra per poi, ahimé, lasciarci un bacio sopra come a promettermi una morte certa.

Perdonami..” Questa fu l'ultima parola che sentii uscire dalle sue labbra, ed infine: altri passi, porte chiudersi e la certezza che se ne fosse definitivamente andato.

Lasciandomi sola a versare migliaia di altre lacrime dolorose.

 

Hai delle occhiaie spaventose, tesoro.” Fu così che mi salutò mio padre, ignaro del mio logoramento interiore.

Levataccia.” Mormorai, con la testa da tutt'altra parte.

Zac?” Inarcò un sopracciglio, bevendo il suo caffè.

Non risposi, ma capì lo stesso.

Sei proprio come tua madre.” Sorrise amareggiato.

No, io non scappo dai miei problemi.”

Mi uscì di getto e fu inevitabile notare la sorpresa sul volto di mio padre.

Probabilmente si aspettava una sfuriata, un cambio d'argomento o, semplicemente, che mi alzassi e me ne andassi; ma non ero più la Victoria di prima.

Zac mi aveva cambiata, o meglio, mi aveva proprio sostituita.

Quella che stava seduta al tavolo della cucina a fare colazione con suo padre era la copia esatta di me, esteticamente, ma le mie emozioni, i miei sentimenti... Tutta la mia essenza, era partita con Zac.

Dovrebbe essere all'aeroporto in questo istante. Il volo parte fra un'ora.” Mi spiazzò, proprio come io avevo fatto con lui.

Cosa c'entra con mia madre?”

Che sei talmente testarda e orgogliosa da non volerlo raggiungere.”

Non servirebbe a nulla, papà. Lui non può rimanere.”

Sorseggiai il mio caffè-latte per non far vedere a mio padre gli occhi lucidi e i rossi alle guance.

Lui ha bisogno di certezze adesso, tesoro.”

Cosa vorresti dire? Che dovrei saltare un giorno di scuola per inseguire qualcuno che probabilmente neanche mi vorrà ascoltare?” Biascicai, preda da mille emozioni.

Perché, sì, in quel momento stavo davvero prendendo in considerazione quella folle opzione che il mio cuore gridava a gran voce.

Non un qualcuno qualunque. Ma l'uomo che ami.”

Forse fu lo sguardo, le sue parole o il modo in cui lo disse a farmi riflettere o, meglio, a non farmi riflettere proprio.

Ricordo solo di essermi alzata senza troppe cerimonie, aver preso il giacchetto ed essere scesa di corsa verso la porta aprendola e notando la macchina di mio padre già di fuori ad aspettarmi.

Dai figliola, dobbiamo raggiungere il tuo destino.”

 

Andiamo papà, CORRI!” Sbraitavo come una matta mentre il mio vecchio suonava come un pazzo a chiunque ci ostacolasse la strada e correva così veloce che sicuramente gli avrebbero tolto la patente se l'avessero beccato.

Siamo quasi arrivati. Quanto manca?”

Dieci minuti, papà.. DIECI MINUTI! Non ce la faremo, non ce la faremo...” Ed ecco che le paranoie ed il pessimismo si impossessarono nuovamente di me.

Siamo arrivati!” Gridò euforico, facendo una manovra per parcheggiare che Bruce Willis gli avrebbe invidiato.

Corro da lui!”

Con la macchina ancora in moto, aprii lo sportello e corsi talmente forte da non sentirmi neanche i polmoni, scontrandomi con chiunque e chiedendo a più di cento persone, indicazioni su dove andare.

Non ero mai stata in un aeroporto prima di allora e fui costretta a farmi mille volte la stessa strada per raggiungere finalmente la sua corsia...

Peccato che fosse totalmente vuota.

Vuota.

Era vuota.

Il mio cuore perse qualche battito.

Sentivo di poter morire.

Tutta quella fatica.. Quelle illusioni.. Per nulla.

Nulla.

Trovai una coppia di anziani lì vicino e chiesi loro in tutte le lingue che conoscessi se l'aereo per New York fosse già partito e la risposta mi gelò il sangue.

Yes, dear, four minutes ago.” Disse la signora, dandomi il colpo finale.

Ero sola.

E non riuscivo più a respirare... Che sia stata la corsa o la delusione, la disperazione e la sofferenza, non lo seppi dire, fatto stava che mi accasciai a terra, tremante e sfinita di qualsiasi energia.

Non avevo più forze.. Se non quelle di piangere e singhiozzare.

Il singhiozzo era così violento che gli spasmi del mio corpo sembravano colpi di legnate alla schiena, al petto.. Ovunque.

Era finito, finito tutto...

Ogni speranza, ogni cosa. Svanita nel nulla.

Fu solo una voce a riportarmi in vita.

E fu solo quella frase a farmi ritornare il cuore battere e l'aria nel corpo.

Stavo singhiozzando ancora quando...

Sa come si fa a farlo passare?” Domandò quella voce maschile, alle mie spalle. Mi voltai e mi ritrovai quei due occhi turchesi a fissarmi...

Z-ac!”

 

ANGOLO AUTRICE (pazza):

ecco a voi il vostro amato happy ending...

Scommetto che vi ho deluso in molte ma non vi preoccupate, il prossimo sarà l'epilogo e scriverò un'altra storia con il what if che sarebbe poi il continuo che molte di voi aspettavano.

Quindi ho cercato di accontentare tutte perché non volevo deludere nessuna, davvero.

Mi scuso immensamente per il ritardo imperdonabile, mi dispiace veramente.

Ma ho una buona notizia: ho di nuovo internet a casa quindi posso rispondere alle vostre recensioni e, magari, aggiornare più spesso!

Ora, tornando al capitolo...

E' lungo, lo so. E anche banale.

Odio la parte in cui c'è Luca, ma dovevo trovare un motivo per farli litigare e così legare la parte centrale a quella finale, volontariamente da film strappalacrime.

Quella che mi ha entusiasmato di più è stata quella del sesso selvaggio (XD), dio, mi sono gasata tantissimo nel scriverla (non in quel senso, però!).

Ho cercato di riassumere un po' di cose per non renderlo palloso e spero vivamente che vi piaccia.

Spero che alcune di voi abbiano notato un particolare nella mia scena preferita che legherà perfettamente con il sequel.

Spero anche che non troverete banale pure quello perché ci sto davvero mettendo l'anima nel scriverlo, ma accetterò comunque e di buon grado qualsiasi critica vogliate farmi!

Un saluto caloroso.

Vi voglio bene, anche se non vi conosco e apprezzo tutte coloro che hanno perso il loro tempo per leggere questa fiction un po' scarmagliata.

Alla prossima: Doll_ !!

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Capitolo 31
*** EPILOGO ***


UN GIGOLO' IN AFFITTO – EPILOGO

Buongiorno amore mio.”
Non poteva essere tutto vero.
Zac che mi svegliava con la sua voce calda, che mi stava accanto con il suo buon odore...
Non poteva non essere una favola.
Solo nelle fiabe i desideri si avverano ed ogni cosa va alla grande, eppure..
Eppure aprendo gli occhi anche quella mattina, mi accorsi che non era affatto un sogno.
Era tutto vero. La mia vita era reale, e anche la ragione di ogni mio respiro era reale.
Buongiorno..” Biascicai, stiracchiandomi.
Dormito bene?” Mi sorrise e come ogni mattina pensai a quanto potevo amarlo.
Non tanto... Te?”
Idem. Non smettevano di piangere.” Borbottò, passandosi una mano sugli occhi.
E' Jonathan quello che non dorme mai.”
Lucy si è svegliata un paio di volte e sono sempre andato io, stanotte. La prossima tocca a te.” Mi ammonì, dandomi un pizzicotto sul fianco.
Ahi! Non vale, mi sono appena svegliata!” Protestai, cercando di evitare che mi facesse il solletico.
Se ti consola, io non ho dormito affatto!” Sorrise ancora, mentre mi sovrastata col suo bel corpo e si posizionava sopra di me.
E non sei stanco?” Sussurrai, avendo già compreso le sue intenzioni.
Non esattamente.” Sorrise apertamente, mentre sul mio ventre sentii già qualcos'altro svegliarsi.
Sei indomabile.” Sorrisi di rimando, ma proprio mentre ci stavamo avvicinando per un lieve bacio, qualcuno entrò nella stanza.
Dite buongiorno a mamma e papà!” Fece mio padre, aprendo poi le persiane e facendo entrare tutta la luce nella camera.
PAPA'!” Mi lamentai, mettendomi sotto le coperte.
Sentii sia mio padre che Zac ridere, poi due leggeri pesi sulla schiena.
Lentamente mi scoprii e presi in braccio le altre due mie ragioni di vita.
Ma buongiono, amori miei!”
Sorrisi ai miei due angeli che si aggrappavano al mio collo e giocavano con i miei capelli.
Zac si era avvicinato e adesso Jonathan stava giocando con lui mentre mio padre, con la sua ormai inmancabile macchinetta fotografica ci scattava centinaia di foto.
Dopo qualche minuto anche Semola, bello e grande, ci raggiunse, seguito da Marco, Mattia e Silvia.
Dobbiamo cambiargli i pannolini, Sil.” Dissi, alzandomi con le due pesti in braccio.
Certo, andiamo.” Mi sorrise, dandomi un bacio sulla fronte.
Io vado a lavoro, amore, ci vediamo a pranzo.” Mi salutò poi Zac, con un bacio sulle labbra, seguito da mio padre con uno sulla guancia.
Una volta che io e Silvia finimmo di lavarli e vestirli, poi lei dovette accompagnare Marco e Mattia a scuola, così io, sedendomi sul divano dopo aver poggiato Jonathan e Lucinda sul tappeto strapieno di giocattoli, mi misi a guardarli e a ripensare a quel giorno all'aeroporto.

Z-ac!”
Mi alzai e dopo qualche secondo di smarrimento lo abbracciai più forte che potei come a cercare di sentire se fosse solo la mia immaginazione o fosse reale.
Anche lui ricambiò l'abbraccio, così appena lo lasciai, cominciai l'interrogatorio.
Cosa ci fai qui? L'aereo è partito da quatto minuti, già!”
Lui continuava a sorridermi e passando una mano sul mio viso, rispose: “Non sono partito, Vic. Non ce l'ho fatta. Appena mi sono seduto mi sono sentito come soffocare e sono corso via prima che decollasse.”
E Jack?”
E' partito, ma ha promesso di ritornare.”
Lo abbracciai nuovamente e rimanemmo lì per quasi due ore fra abbracci e baci mentre tentava di spiegarmi tutta la storia da cima a fondo.
La sera prima, quando io mi ero già addormentata fra le lacrime, mio padre aveva raggiunto Zac nella sua stanza e aveva saputo tutta la verità.
In realtà mio padre già sospettava che non fossimo davvero fidanzati ma, dopo aver conosciuto Zac, ammise che ci sperava e per questo aveva continuato a far finta di nulla.
Intanto aveva ricordato a Zac che al distretto avevano licenziato un suo collega per corruzione e allora senza giri di parole gli aveva semplicemente fatto capire che se voleva restare, non avrebbe avuto problemi a lavorare con lui dopo un periodo di tirocigno.
Insieme a Zac anche nonna Annie sarebbe rimasta in Italia e così, ancora titubante, era stato sveglio tutta la notte a pensarci.
Non ho mai visto mia figlia così felice e non puoi capire che gioia possa essere per un padre solo come me, vedere crescere la sua bambina e innamorarsi sotto i propri occhi. E' la cosa più bella del mondo, e non vorrei che tu ti perdessi una fortuna del genere.”
Questa era stata la frase di mio padre che aveva convinto Zac.

Una volta tornati a casa passammo ogni giorno insieme ma andando avanti col tempo la mia salute sembrava sempre peggiorare fino a quando, essendoci tutti preoccupati, avevamo deciso di andare all'ospedale dove poi, un medico, annunciò la mia gravidanza.

A quasi diciottanni ero rimasta incinta e solo pochi mesi dopo scoprimmo che erano ben due gemelli quelli che continuavano a muoversi nella mia pancia.
Mai gioia fu più profonda nel prenderli in braccio dopo averli messi al mondo.
Lucy e Jonathan resero poi la nostra vita ancora più meravigliosa.

 

Angolo Autrice:
Probabilmente vi aspettavate qualcosa di più, ma ho preferito non aggiungere altro per non rischiare di peggiorarla.
Ringrazio innanzi tutto, coloro che hanno recensito ogni capitolo, dai primi agli ultimi e che insieme a me hanno gioito, pianto e riso con questa strampalata storia.
Ringrazio coloro che hanno semplicemente letto e che hanno continuato a darmi la ragione per continuare a scrivere.

E' durissima per me, mettere un punto alla mia prima storia alla quale sono eternamente affezionata.
Spero di “rileggervi” di nuovo.
Un grandissimo bacio dalla vostra...
Liah.

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