Happiness will come for me

di sagitta72
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Cominciamo bene!!! ***
Capitolo 3: *** La Famiglia al completo ***
Capitolo 4: *** Il Giorno Tanto Atteso ... non da me!! ***
Capitolo 5: *** Piccole Confidenze ***
Capitolo 6: *** Le scomode verità da scoprire ad una festa. ***
Capitolo 7: *** La Tragedia ***
Capitolo 8: *** La Delusione e La Rinascita ***
Capitolo 9: *** Un’esperienza meravigliosa … un uomo fantastico!!! ***
Capitolo 10: *** Un Comportamento Inaspettato ***
Capitolo 11: *** Tra Discussioni e Litigi ... ma tutti a me? ***
Capitolo 12: *** E La Sfiga Mi Perseguita .... ***
Capitolo 13: *** … e le ramanzine non finiscono mai!!! Avrò mai un po’ di tranquillità!!! ***
Capitolo 14: *** L'inaspettata notizia e la rivelazione di Milo ***
Capitolo 15: *** Harvard: il cambiamento radicale della vita di Kate!! ***
Capitolo 16: *** Lo Scontro ***
Capitolo 17: *** L'Avventura Inglese ***
Capitolo 18: *** Il Ritorno a Casa ***
Capitolo 19: *** Perchè c'è sempre qualcuno o qualcosa che impedisce? ***
Capitolo 20: *** Siamo al punto di partenza ***
Capitolo 21: *** Visite Inaspettate ***
Capitolo 22: *** Quando tutto sembra perduto, e invece .... ***
Capitolo 23: *** ... è arrivata la felicità anche per me. Parte prima ***
Capitolo 24: *** …. Arriverà la felicità anche per me. Parte seconda. ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


Ci risiamo. Un altro uomo che le ha fatto battere il cuore e subito ce lo vuole far conoscere. Ma non e’ meglio che prima se lo conosca da sola? Ma che vuoi che me ne freghi di sapere che tipo e’ se ancora nemmeno lei sa com’e’fatto? O meglio, per lo meno com’e’ fatto caratterialmente, perche’ credo che la parte fisica l’abbia sicuramente conosciuta molto bene. Stavolta a detta di mia madre e’ quello giusto, e per confermarcelo, si comporta come una ragazzina alla prima cotta, la vedi sempre sorridente che arriva dopo le sue serate a teatro, dopo i suoi week end romantici passati nei piu’ lussuosi hotel della Florida!!! Certo non che a noi i soldi manchino, visto che mia madre è ricca di famiglia, e mio padre, da cui ormai è divorziata da quasi cinque anni, non è da meno; ma questo tizio sembra essere Bill Gates, da come ne parla;, pero’ devo ammettere che quando racconta di lui, i suoi occhi si illuminano d’immenso. Sto cominciando a pensare che questa sia la volta buona, o almeno lo spero: non mi va di collezionare altre perdite di tempo a conoscere gente che magari dopo altre due volte non vedrò più. La cosa che le auguro, nonostante i nostri non facili rapporti, é quella di ritrovare l'amore, dopo la separazione con papa’, non l'ho mai vista veramente felice. La speranza ovviamente non è solo la mia, ma anche delle mie sorelle. Ebbene si’, siamo tre figlie femmine, io Kate , mia sorella Michelle di due anni piu’ grande e Nicole, la vecchietta del gruppo che ha 4 anni più di me. Io la piccola peste di famiglia e le due cocche di mamma. Almeno questo è quello che mia madre ci dice sempre fra le righe: da una parte ci sono le mie sorelle, perfette in tutto, e dall'altra io .. la ragazzina viziata e immatura che fa sempre una marea di capricci. A detta sua la colpa è di mio padre, ma forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Comunque oggi non è il caso di tirare fuori questa storia. Farò la brava bambina e mi sorbirò l'incontro con il nuovo spasimante di mamma, comportandomi in maniera impeccabile. Anche se naturalmente questo discorso vale sempre e solo per me, alle altre due non e’ toccato nemmeno di striscio, si sa, loro sono perfette. Nono sono gelosa delle mie sorelle, ci mancherebbe, anzi , loro sono i miei due angeli, ma a volte vorrei che mia madre provasse lo stesso affetto e la stessa stima che dona a loro, anche per me. Dopo essermi preparata, scendendo dalle scale che portano al salotto della nostra villa, accorgendomi che sono tutte pronte e manco solo io, accidenti a me e al mio ritardo cronico, ora la mamma mi farà la solita ramanzina; invece con mia grande sorpresa,  mi viene incontro sorridendo:

         Ecco lo vedi come sei carina con i vestiti, tu che ti ostini sempre con quei jeans …va bene essere all'ultima moda, ma nel nostro ambiente  l'abbigliamento da cocktail per questi avvenimenti è sempre il più indicato. Non trovi? Soprattutto ora che sei una signorina, hai 17 anni dovresti cominciare a comportarti come tale, no?!

         Sara’ ma io nei miei jeans mi trovo a mio agio, cosi’ mi sembro una bomboniera.

Alla mia affermazione le mie sorelle scoppiano a ridere, mentre mi madre sospira pesantemente e scuote il capo sconsolato. Mi spiace ma così mi hai fatta e così ti tocca tenermi.

 

Arriviamo dopo circa mezz’oretta di auto, al “Miami Beach Golf Club”, la struttura in cui tutti i Bill Gates della zona si riuniscono per godere delle ore di relax. Mi chiedo perché non ci abbia voluto invitare a pranzo a casa sua, aveva paura che non ne fossimo all’altezza? Doveva prima vedere che tipo di best…ehm figlie aveva al seguito? Sono sicura che almeno la cosa vale per me, non che io non mi sappia comportare in società, ma certo le mia noncuranza delle regole e i miei continui battibecchi con lei, non mi aiutano a fare bella figura. Però entrate nel club, mi devo ricredere sul fatto che questi posti servano solo a sfoggiare la ricchezza: noto con piacere, infatti, che ci sono parecchie attività da svolgere. A questo punto mi balena l'idea che invece ci ha invitate così per farci divagare un po', senza doverci  sorbire le solite chiacchierate intorno ad un tavolo su cosa facciamo nella vita, che studiamo, cosa vogliamo fare da grandi..ecc..ecc.. Ma sì, voglio pensare che sia per questo, altrimenti se così non sarà ho già deciso che mi imboscherò da qualche parte e non mi farò trovare fino al tramonto;  il solo pensiero di mia madre che mi cerca come una disperata, inveendo contro la propria figlia  mi fa  sorridere. Mentre mi guardo intorno vedo passare accanto a me due ragazzi in abiti tennistici, pronti ad andare in uno dei campi adiacenti al bar.  Mi volto a rallentatore seguendoli nei loro movimenti ... fisico atletico, altezza fuori dalla norma, almeno per me che sono bassina,  capelli  ben curati, profumo costoso che lascia una scia piacevole da seguire … lo ammetto .. .sono superficiale … ma ho solo 17 anni e gli ormoni che girano liberi nel mio corpo.  Una voce li chiama e loro si girano per salutare, mostrandosi in tutta la loro bellezza!!! Rimango imbambolata ad osservarli, hanno un sorriso ed uno sguardo accattivante, uno in particolare ha un colore di occhi che mi  incolla al suo sguardo. Deve essere molto insistente il mio studio perché ad un certo punto il giovane oggetto del mio turbamento si gira dalla mia parte, sentendosi osservato.  Noto che mi comincia a guardare incuriosito ed io  arrossisco violentemente e riacciuffo  velocemente mia sorella Nicole che nel frattempo, accortasi del mio allontanamento ha cominciato a chiamarmi. Peccato che non mi  accorgo dello sgabello che ho di fronte e inciampo su di esso, anzi, mi accartoccio poco elegantemente facendo volare un vassoio dei cocktail ad uno dei camerieri che sfortunatamente mi passa vicino. Mentre il cameriere cerca di soccorrermi come può – almeno non sono caduta - Il ragazzo di fianco a lui dice divertito:

         Tutto bene?

         Eh? …  si si ..grazie … non .. non l’avevo visto

         Ce ne siamo accorti … - e sorride sornione dandomi l'idea di aver capito tutto

         Smettila, lasciala stare – la luce dei miei occhi interrompe l'amico ... che voce soave penso – ti sei fatta male?

         No

Sono le uniche due lettere  che riesco a pronunciare, senza riuscire più a dire nulla, scappo praticamente da mia sorella che nel frattempo ha visto tutta la scena e sta ridendo neanche troppo velatamente, mentre io le do uno spintone per farla smettere. Uffa ci si mette pure lei a creare ancora di più ilarità intorno alla mia  prima figura della giornata.  La tentazione però di guardarlo nuovamente  e’ troppo forte e con nonchalance fingendo di osservare l'ambiente intorno a me, mi volto nuovamente dalla loro parte: perfetto, seconda figuraccia! Sono ancora lì che ci guardano divertiti. Voglio la mamma! No che dico, sono impazzita tutta d’un colpo? Mia sorella mi prende sotto braccio e mi porta verso un salottino del de hors dove c’e’ mia madre con Michelle che stanno parlando,  sorridendo spesso, con un uomo  molto affascinante. Se all'inizio lo scambio per un attore, dopo poco intuisco invece che si tratta del nuovo compagno della nostra genitrice, perché prontamente quest'ultima  si alza e ci presenta:

         Ecco, lei e’ Nicole la più grande e lei –  mi tira per il braccio fulminandomi con lo sguardo perché mi ero trattenuta indietro – lei e’ la piccolina di casa … Catherine, ma noi la chiamiamo tutti Kate.

         E’ con molto piacere che faccio la sua conoscenza – esclama mia sorella

         Si … e’ un piacere – riesco solo a dire io, in fondo che me ne frega di conoscerlo.

         Ti devo fare i complimenti, tesoro, hai tre gioielli come figlie, sono una più bella dell’altra.

         Ti ringrazio Nicholas – cinguetta mia madre – non vorrei essere troppo modesta, ma in effetti me ne vanto

E lui molto divertito scoppia in una risata piacevole e piena di fascino, mentre  nel frattempo ci fa accomodare al tavolo invitandoci ad assaggiare  tutte le leccornie che ha fatto portare per la colazione. Nel frattempo, come previsto, cominciamo a parlare di un po’ di tutto, di come si sono conosciuti, di come hanno aspettato prima di arrivare al momento delle presentazioni delle famiglie, insomma, dai loro discorsi capiamo che in effetti la loro relazione e’ molto seria e che non è un caso che abbiano deciso di farci incontrare .. da quello che intuiamo durante la conversazione, infatti, il nuovo compagno di mia madre sembra avere dei figli, due maschi per la precisione. A guardarlo bene mi sembra un uomo molto giovane, ommioddio, speriamo solo che non abbia marmocchi a seguito, non potrei farcela, io non le sopporto le piccole pesti. Sembra che mi abbia letto nel pensiero, perché ad un tratto si alza e indicando dietro di me esclama:

         Ecco che arriva uno dei miei figli, in compagnia di mio nipote,  un vero scavezzacollo. Vi stavamo aspettando

Ci giriamo tutte nella direzione in cui si muove Nicholas,  e a me a momenti non viene un infarto. Guardo mia sorella Nicole che davanti alla mia espressione fa un ghignetto divertito, mentre Michelle ci guarda incuriosita, prima una e poi l’altra.

No, ditemi che non e’ vero, non puo’ essere … aiuto ho bisogno di ossigeno.

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Capitolo 2
*** Cominciamo bene!!! ***


Volevo prima di tutto ringraziare Winnie343 che con la sua pazienza mi ha supportato in questa mia avventura, devo anche a lei se alla fine mi sono decisa a fare questo grande passo da sola!

Grazie.

 

Bene, ho collezionato la terza figuraccia della giornata, ottimo. E pensare che sono solo le dieci del mattino, non oso immaginare fino a stasera cosa non succederà ancora. Nicholas ci presenta suo nipote Milo e soprattutto  il  figlio minore  Camus, la mia visione. Al momento della stretta di mano i due mi guardano con un sorriso divertito, quasi canzonatorio, mentre io  metto su un sorriso falso comunicando a bassa voce  il mio nome,  poi opto per la decisione di mettermi nelle mani delle mie adorabili sorelline; mi siedo tra loro due, trincerandomi in un silenzio assordante, e rispondo solo se interrogata: almeno farò contenta mia madre. Dopo che abbiamo finito di fare colazione, Nicholas propone al figlio di farci fare un giro di tutto il club mentre lui e la mamma si assentano per parlare con il direttore del ristorante. Per non rischiare di fare altre figuracce prendo sottobraccio Nicole ed incollata a lei li seguo, mentre Michelle mi si affianca al lato opposto:

         Ma si può sapere che ti prende?

         Perchè ? – con tutta la calma possibile rispondo a quest'ultima

         Sei strana … sei sbiancata davanti a loro,  ora ti avvinghi a lei e sei stata tutto il tempo zitta, roba che non e’ da te,.

         Non era questo che voleva la mamma?

         Prendi in giro qualcun altro ma non me

         Te lo spiego io l'arcano – ci interrompe Nicole – hai presente quando ce la siamo persa e mamma mi ha mandato a cercarla?

         Ebbene?

         Era rimasta imbambolata a guardare i due adoni che ci stanno facendo da Cicerone

         Davvero?

         Si .. e ovviamente  loro se ne sono accorti

         Ahahahahahahah – sono sconvolta nel vedere Michelle che ride di me come una pazza.

         Ma che ti ridi! – esplodo io facendo voltare gli altri due.

         Ma che bello vedere come andate d’accordo? – esordisce sorridendo  Milo, che per la cronaca è già riuscito a  suscitare la mia antipatia.

         E’ tutto nella norma, si scannano si e no una volta al giorno – spiega la sorella che ci divide, poi cercando di cambiare discorso – bene cosa c’e’ di bello da vedere?

         I campi da golf e da tennis , se ci sapete giocare – comincia Camus – la nuova piscina che hanno inaugurato proprio la settimana scorsa e la zona Shopping

         Ah bello … possiamo andare in quest’ultima?

         Chissà perché – sospira teatralmente Milo – immaginavo che ci chiedevano di visitare proprio quel posto … le donne pensano solo a comprare … magari cose del tutto inutili .. l'importante però è spendere.

         Anche perché non siamo dell’abbigliamento adatto al resto – rispondo io di rimando

         Già… - lui mi guarda pensieroso –  in effetti  potreste acquistare l’occorrente per fare  una partita a tennis, così possiamo giocare in coppia vero Camus?

         Se sono capaci!

         Ce la caviamo abbastanza bene … nostro padre ci ha fatto prendere lezioni di tennis – risponde serafica mia sorella Michelle, mentre Milo bloccandosi si gira verso di me e comincia a fissarmi

         Certo però che una di voi dovrà trovarsi altro da fare

         Ottimo … io andrò in piscina .. il tennis è troppo faticoso per me – non riesco a non rispondere stizzita, visto che il tipo ha volutamente fissato me.

         Perfetto allora, andiamo al negozio, comprate l'occorrente e poi andiamo a giocare, mentre la piccoletta va a farsi una nuotata. – risponde Camus, rivolto però solo alle mie sorelle. Rimango un po' delusa dal modo in cui mi chiama.

Arriviamo allo “Shop Point” e acquistiamo l’attrezzatura adatta, naturalmente io non acquisto nulla per il tennis, ma qualcosa per la piscina, in fondo devo pure fare qualcosa mentre i quattro se la spassano. Arriviamo anche al negozio di scarpe e vedendo gli sgabelli messi in ogni punto per la prova delle calzature, ovviamente,  il simpaticone ricomincia con le battute:

         Mi raccomando ragazze fate attenzione a dove mettete i piedi.

         … - vorrei dirgliene quattro, ma non sono pronta con le battute

         Ancora problemi di vista non ne abbiamo – Michelle gli risponde in modo scherzoso, ma piccato.

         Forse voi due no, ma la “piccoletta” direi da quello che ci ha fatto vedere si – ghigna divertito Milo, guadagnando una gomitata dal cugino che lo ammonisce con lo sguardo.

Mentre usciamo dal negozio, Camus ci spiega che ogni membro del Club ha a sua disposizione un camerino per lasciare tutto l’occorrente per ogni sport che vorrà  praticare e che ogni giorno vengono  prontamente lavati e stirati per l’uso della volta successiva. Però che organizzazione! Dopo averci registrato alla reception come ospiti del sig. Gaillard, il cognome del padre, ci accompagna negli spogliatoi. Dopo esserci cambiate, mentre le mie sorelle li seguono ai campi da tennis, io mi dirigo nella piscina dove, come al solito perdendo la cognizione del tempo mi addormento sotto il sole, rischiando di arrostirmi. Al mio risveglio e guardando l'orologio inorridita, capisco che anche questa volta mi farò riconoscere … ho accumulato un ritardo di un'ora. Raccolgo come posso tutti i miei accessori e corro come un fulmine negli spogliatoi, dove purtroppo all'entrata vengo accolta da un comitato di benvenuto composto dalle mie sorelle sorridenti e imbarazzate, da Milo annoiato a morte per l'attesa e da Camus visibilmente irritato. Bella figura, a che quota sono arrivate? Quattro? Se mi fingessi malata? Nicole, spingendomi dentro mi invita a cambiarmi velocemente..

         Beh ora che l’abbiamo trovata possiamo incominciare ad andare – esclama Camus, che dal tono della sua voce mi conferma l'impressione avuta.

         No e’ meglio che l’aspettiamo

         Perché ? non è capace a vestirsi da sola? Vuoi una mano? – dice Milo

         Guarda che il pannolino l’ho tolto da un pezzo! E di certo se avessi bisogno di aiuto non mi rivolgerei a te– gli sibilo tra i denti entrando come una furia nel camerino

         Perché? - Milo inscena teatralmente un'espressione offesa – cosa ho che non va?

         Milo andiamo – Camus sembra ora molto spazientito

         Va bene, cugino, mi incuriosiva solo sapere perché ha bisogno della balia

         Potresti finirla di prenderla in giro? – esclama una delle mie sorelle – e’ meglio che andiamo tutte insieme così si evitano discussioni poco piacevoli con mia madre!

Prima che lui possa ribattere, il cugino lo trascina via, dicendo alle mie sorelle che ci aspetteranno al tavolo. Una volta entrata nello spogliatoio, mentre mi sto cambiando velocemente, sento provenire dall'esterno le loro voci; probabilmente per andare al ristorante si passa di lì, e purtroppo ascolto il loro discorso:

         Possibile che ti sia già antipatica? – la voce e’ quella di Milo

         Chi?

         La ragazzina. – vabbe’  che ho 17 anni, però ...almeno signorina

         Ti sbagli … mi e’ completamente indifferente –detto francamente non so delle due cosa è peggio

         Sarà, però mi sembra che ti abbia urtato il suo comportamento

         Diciamo che mi urta in prospettiva

         In prospettiva? Di cosa?

         Della possibilità che possa un giorno venire a vivere da noi … mio padre è molto preso da sua madre .. .penso che te ne sia accorto perfino tu

         Beh si … in effetti

         E sinceramente di avere una ragazzina viziata e rompiscatole non è che mi va molto.

         Bah … magari non e’ così … sai a volte la prima impressione è sbagliata … io ad esempio .. tutti all'inizio, quando mi conoscono, non pensano che io sia un tipo serio

         Perché  non lo sei …. comunque su di lei non mi sbaglio , fidati. E' immatura, viziata e superficiale.

         Su di me ti sei sbagliato

         E quando … ho detto che il tuo ingresso in casa mi avrebbe sconvolto la vita e così è stato!

         Ahahahahaah  e’vero però vuoi mettere?

         Ah beh certo non c’e’ paragone. Peccato però che mi ero liberato di mio fratello e sei arrivato tu!

         Che gran bastardo che sei Camus, paragonarmi a quel damerino di tuo fratello, ma non preoccuparti, ti perdono lo stesso perché ti voglio bene.

         E perché ti servo … altrimenti non avresti più un fondo per le tue spese folli.

         Un aiutino ogni tanto fa comodo è vero, però ti ripago facendoti conoscere donne che ti sogneresti se no!!!

         E' incredibile che tu riesca a pensare sempre e solo a quello

         E' lì il gusto della vita non trovi? A proposito … lasciando perdere la piccoletta … le altre due sono notevoli non trovi?

         Milo lasciale perdere, è il miglior consiglio che puoi seguire. Se combini uno dei tuoi soliti casini con loro mio padre ti butterà fuori di casa. Perciò dimenticatene.

         E va bene … ti prometto che ci penserò su.

Mentre sento che si stanno allontanando mi si forma un senso di oppressione allo stomaco. Una volta vestita, esco dallo spogliatoio e con le mie sorelle mi dirigo al tavolo dove ci stanno aspettando mia madre e  gli altri. Dopo quello che ho sentito, decido di mettermi il più lontano possibile rispetto a loro; non appena ci sediamo cominciano a portarci i piatti e tra una portata ed un’altra si parla dell’università che frequentano già le mie sorelle. Io naturalmente dovrò attendere ancora un anno, sempre che ci andrò: le mie sorelle frequentano economia, alla fine della quale entreranno nella società di mio padre per prendere forse un giorno il suo posto; ma io ho altri piani che al momento tengo per me, perché  voglio evitare di avere un'altra cosa di cui discutere con mia madre.. E’ una cosa che al momento sa solo mio padre. Arrivati al dolce, aspettavano quello si vede per addolcirci la pillola, ci comunicano che hanno deciso di sposarsi, il mese prossimo. Non vogliono fare una festa esagerata, pochi intimi quindi il tempo e’ sufficiente per organizzare il tutto.  Camus non fa una piega, sembra se lo aspettasse,  Milo si congratula, le mie sorelle altrettanto, mentre  io  non so come comportarmi. Lo sguardo di mia madre mi fa comprendere che devo dire qualcosa:

         Congratulazioni

         Non sei contenta? – si preoccupa Nicholas

         Eh? Si si … è solo che .. beh

         Sei rimasta sorpresa? – mi chiede mamma

         Beh si

         Ma c’e’ qualcosa che ti turba? – prosegue sempre lui

         E’ che il prossimo mese e’ marzo

         E allora?

         Allora, mamma, c’e’ che vuol dire che dovremmo trasferirci da loro, non e’ così?

         Si, che problema ti crea?

         Alla scuola non ci hai pensato? Non vorrai mica che io cambi a 3 mesi dalla fine dell’anno?

         Non hai problemi con la scuola, sei brava, ti abituerai facilmente e se studi non dovrai avere difficoltà

         Mi tartasseranno con interrogazioni e test …. Dovrò  studiare il doppio di quanto già faccio – parlando agitandomi, affondo il cucchiaino nervosa nel dolce

         Allora possiamo aspettare a Giugno, Rachel, non c’e’ nessun problema – risponde tranquillamente il futuro marito

         A meno che – esclamo io già vedendo il volto di lei rabbuiarsi per la lunga attesa – non chieda a papà di ospitarmi fino a fine scuola. In tal caso tornerei da te il week end.

         Se papà e’ d’accordo e ti vuole …

         Papà mi ha sempre voluto – vedo le mie sorelle fremere, mentre Camus, Milo e Nicholas scambiarsi un’occhiata interrogativa.

         Bene …  ne riparliamo poi a casa.

Con quest’ultima frase chiudiamo il discorso lanciandoci uno sguardo poco rassicurante, già so che finiremo la battaglia una volta tornati a casa. Dopo un attimo di silenzio si  incomincia a parlare d'altro. Prima di rituffarmi sul dolce, noto che Camus mi sta osservando con uno sguardo perplesso, quasi preoccupato,  ma quando sto per ricambiare l’occhiata, lui distoglie subito  lo sguardo per intraprendere un dei soliti battibecchi con Milo.

 

Volevo precisare che i primi capitoli sono un po’ di transizione più che altro per far conoscere i personaggi e i loro ruoli, spero non siano troppo noiosi. Ed ora passiamo alle risposte delle vostre recensioni:

 

LadyBlue: sono contenta che anche tu come me abbia Camus tra i preferiti, spero di non deludere le tue aspettative e che continui ad ogni capitolo ad interessarti. No, Kate non e’ una MarySue, tutt’altro, a me piace l’idea che lei sia un po’ imbranata, capricciosa e perche’ no anche antipatica, in fondo poverina hai visto con chi dovrà andare ad abitare?! Grazie mille per i complimenti e spero che ti abbia interessato anche quest’altro capitolo.Ciao.

 

Charme_strange: innanzitutto mi fa piacere trovarti qui, grazie a te per seguirmi. Poi se  il tempo manca non importa, si sa che ci sono anche altre priorita’ nella vita, quando puoi e se vuoi perche’ continua a piacerti, io tanto sono qui per un po’ . Non preoccuparti, tanto drammatica non e’ dai….certo Kate  ne passerà di avventure, ma se posso cercherò di non trattarla troppo male, va bene? Così stai tranquilla. Grazie per il consiglio AU, infatti da come vedi l’ho subito inserito. Ora voglio sapere se i due fusti erano quelli che pensavi tu oppure no …. Ma so già che di sicuro avrai indovinato, vero?

 

Winnie343: una cosa soltanto…. Avere te che mi recensisci e’ per me un onore non indifferente, anzi, il mo sostegno morale e spirituale. Si hai ragione Kate e’ un nome stupendo, sarà perché assomiglia “leggermente” al mio? Mah … misteri della vita. Spero che tu abbia ragione nel dire che la storia ha tutto per piacere, e voglio aggrapparmi a queste tue parole per proseguire tranquilla, poi sul fatto che la protagonista la vedrai come Sasha, fai pure, tanto io non so nemmeno chi sia!! Ahahahah….pensa che non ho mai visto una puntata di NCIS. Allora il nostro Camus hai visto com’è al suo solito simpatico?!

 

Hoel: un’altra icona della scrittura che mi rende onore … onorata per questo. Ti confesso che mi sto già divertendo a leggere le vostre recensioni … e dalla tua risata diabolica so che di te mi devo preoccupare!! Ahah .. Allora i Caballeros erano quelli che ti eri immaginata? Kate imbranata? Ma dai davvero? Diciamo che e’ un po’ come dire … vivace. Grazie per il benvenuto in fanwriter. Ciao

 

JackoSaint: ma ciao anche a voi!!! si lo ammetto Catherine e’ un bel nome, come ho gia’ detto in una recensione sopra, ma ..  vedete mi e’ venuto così per “caso”. Pure voi pensate che lei sia una pasticciona? Ma povera ragazza, quante deve sentirsene dire .. ma quanteeeeeee…. Cmq prendetevi il tempo che dovete, io sono qua e non scappo … e grazie anche a voi del benvenuto.  

 

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Capitolo 3
*** La Famiglia al completo ***


 

 

Capitolo 3.

La Famiglia al completo.

 

Al ritorno a casa,  non facciamo  nemmeno in tempo a chiudere la porta che mia madre subito sbraita:

         Come al solito non posso mai fare affidamento su di te!

         Per favore mamma non ricominciate!

         Michelle e anche tu Nicole .. andate di sopra, devo fare due chiacchiere con vostra sorella .. da sola!

         Perché non possono sentire anche loro? Hai paura che ti vedano all’azione e non hai appigli per discolparti?

         Io non devo rendere conto a nessuno di voi di come mi comporto con una o con l’altra!!

         Certo … soprattutto quando si tratta di me!

         Non mi sembra che si sia comportata male oggi – accenna Nicole

         Ah no?

         No neanche  a me – mi sostiene l’altra

         Eh no care mie, non provateci … e’ stato molto imbarazzante il suo silenzio al momento del nostro annuncio.

         Mi sembra che anche il figlio non abbia detto una parola – rispondo

         A me non interessa  lui, ma  come ti comporti tu … perchè le figuracce le faccio io

         Ero rimasta senza parole, mi avevate colto di sorpresa … mi sembra che poi mi sono complimentata … o  NO?

         Non alzare la voce con me?

         E allora smettila di riprendermi su ogni cosa … ho tenuto il comportamento che tu volevi che tenessi, o mi sbaglio?

         Infatti hai parlato poco ma quando lo hai fatto hai reso bene l’idea di come io e te andiamo d’accordo.

         Vuoi forse fargli credere che siamo una famiglia perfetta? Ti sbagli mamma, noi non lo siamo … non illudere il tuo fidanzato su ciò che non è.

         Lui sa tutto di me e della mia famiglia, ho sempre parlato molto di voi e sa perfettamente di che pasta sei fatta. Ora voglio che chiami subito tuo padre e gli chiedi  se puoi stare da lui, altrimenti domattina verrai con me a fare il passaggio del liceo.

Non me lo faccio ripetere due volte ed alzo subito la cornetta, compongo il suo numero e mentre attendo che risponda le lancio uno sguardo truce, mentre lei incrocia le braccia al petto. Ci mette un po’ ma poi risponde chiedendomi scusa per il ritardo, asserendo che era con dei clienti. Ecco, e’ questo che adoro di mio padre, se sa che siamo noi a chiamare, molla tutto per poter passare anche solo 5 minuti con noi. Dopo i convenevoli, gli spiego velocemente di cosa ho bisogno.  Lui sta zitto tutto il tempo ed ascolta, dopodiché  mi dice solo “ok vieni da me, il resto me lo spieghi poi quando sei qua”, poi si scusa se mi deve lasciare di corsa ma ha la cena di lavoro ed io dopo avergli detto che gli voglio bene, attacco. Poso lentamente la cornetta, punto lo sguardo verso mia madre e le dico con un sorriso più che soddisfatto:

         Ha detto che per lui non c’e’ problema

         Non avevo dubbi

         La cosa ti da fastidio?

         Assolutamente no, lo sai che potete stare con lui quanto volete – mettendo da parte il solito tono arrogante – e’  pur sempre vostro padre non vi ho mai  voluto privare di lui.

         Ci mancherebbe, e’ nel suo diritto stare con noi

         Kate non mi provocare come al tuo solito. Lo so che hai sofferto quando papà e’ andato via di casa, ma non si poteva fare altro. Mi sono sempre preoccupata di spiegartelo più volte

         Oh certo sei sempre stata molto chiara, ma soprattutto ti sei molto interessata a me  … come oggi del resto. Era più preoccupato Nicholas di come la prendessi che tu. E’ questo il modo dimostrarmi che mi vuoi bene?

         Cosa mi stai rinfacciando?

         Oh assolutamente nulla, figurati! Hai forse qualcosa che hai fatto o meglio ancora detto?  – sottolineo bene l'ultima parola – da farti perdonare?

         Io nei tuoi confronti non devo farmi perdonare  niente.

         Se lo dici tu.

         Vai in camera tua e non uscire fino a domani mattina – mi sibila tra i denti

         Nessun problema,  ho mangiato troppo oggi ,non ho fame e non patirò -  e salgo di corsa le scale.

         Vengo anche io – risponde Nicole ,   mentre l’altra rimane con nostra madre a cercare di calmarla.

Dopo aver discusso anche con le mie sorelle che, non sapendo il motivo  che ha scatenato questa lotta con mia madre, tentano ogni volta di farmi parlare, mi sono messa a dormire, senza riuscirci. Sono agitata all'idea che mia madre possa risposarsi e che io debba andare a vivere con degli estranei, ma al tempo stesso in questo momento sono felice di passare tre mesi con mio padre. Passeranno in fretta, purtroppo, però trascorrerò un periodo fantastico. Anche lui e’ severo, ma ci si può parlare e sa ascoltarti. Ammetto di essere forse più viziata da lui rispetto alle mie sorelle, ma il tutto è dovuto al fatto che sono la più piccolina e soprattutto alle mancanze di mia madre.

La domenica successiva veniamo invitate a casa di Nicholas, ma prima di entrare mia madre mi blocca per il  braccio e mi dice  “mi raccomando”, io le sorrido e mi scrollo il braccio, dopodiché mi comincio a guardare intorno e non posso fare a meno di rimanere estasiata da quel posto. In primis e’ in una posizione tranquilla e molto appartata, e’ una villa immersa nella vegetazione e nel lusso e con una splendida vista sul mare, il quale e’ visibile da tutte le stanze della casa.  Nel bel mezzo del giardino non poteva mancare l’enorme piscina, contornata da un bordo di marmo con i  relativi scalini che portano all’interno, assomiglia quasi a quelle appartenenti ai templi greci, dove gli Dei si facevano i bagni. Io gentilmente lo faccio notare per la bellezza che ne emana, mia madre subito mi lancia un’occhiata per fermare la mia lingua, mentre stranamente Camus  mi ringrazia, anche se distrattamente, per il complimento. Mentre ci porta a visitare l’interno ci fa passare per una delle terrazze private, da dove si intravede una cucina esterna, sto per esprimere un’altra mia osservazione,ma subito mi blocco, all'idea che possa sentire nuovamente la sua voce ho paura di perdere i sensi. Proseguo dietro in silenzio e mi godo l’accesso alla sala  composta da pareti e finestre di ampie vetrate, con un acquario vicino al bar e divani e poltrone sparse da tutte le parti. E’ li che attendiamo l’arrivo di Milo e del padre che nel frattempo era andato a prendere all’aeroporto l’altro figlio che studia a Chicago. Come entrano in sala, Nicholas corre a salutare vivacemente mia madre, la quale per la prima volta arrossisce di fronte a noi, evidentemente non e’abituata alle smancerie pubbliche. Dietro di lui fa l’apparizione un ragazzo anch’esso alto, slanciato, coi capelli biondi e gli occhi azzurri, con un elegante portamento , non fosse per questo, sembrerebbe fratello di Milo.  Nicholas lo presenta come il suo figlio maggiore Aphrodite. Non si somigliano molto lui e Camus: a dire il vero quest’ultimo non assomiglia nemmeno al padre. Dopo le nostre presentazioni, Aphrodite si avvicina al fratello e lo saluta con un cenno del viso, al quale il più piccolo risponde, il tutto avviene  molto freddamente, giusto il tempo di dirsi “tutto bene?” e l’altro se ne va dietro al bar a versarsi da bere. Mentre gli altri chiacchierano piacevolmente, mi volto incontrando lo sguardo di Camus, che sta bevendo il suo drink dietro al banco: il suo sguardo è freddo e scostante, e mostra apertamente il fastidio che prova per la mia presenza.. Non riesco a sostenerlo, mi volto dalla parte delle vetrate e cerco di far passare l’imbarazzo del momento, dopodiche’ rispondo alla domanda che Nicholas mi pone:

         Allora Kate, tutto a posto per la scuola?

         Si si, ho parlato con papà – sorrido al suo interesse – non ci sono problemi.

         Perfetto, ho piacere che non si creino mal contenti.

         Per qualche mese ce la scampiamo – sento sussurrare alle mie spalle da Milo verso Camus,il quale si limita solo ad annuire.

 La mia presenza in questa casa deve essere davvero un peso per loro, anche se non ho capito la motivazione.  Però ci tengo con un’occhiata assassina a far intendere ai due che ho sentito perfettamente quello che si sono detti, peccato che da parte loro ricevo in risposta  solo uno sguardo indifferente..

Devo ammettere  che, per quanto riguarda la simpatia, nessuno dei due figli sembra assomigliare al padre, da questo punto di vista è Milo quello che gli somiglia di più: è sconvolgente quanto parla. Infatti dopo aver consumato il delizioso e prelibato pranzo, noi giovani ci spostiamo nel salottino esterno a prendere il caffe’. Come al solito Milo comincia ad intavolare il discorso, ovviamente  non spreca molte parole con me, l’interesse e’ concentrato sulle mie sorelle. La discussione si  porta sugli studi in medicina  che sta svolgendo a Chicago Aphrodite,  e ciò comporta una serie di domande e curiosità da parte delle mie sorelle. Lui  spiega che la decisione  di frequentare quel dottorato l’ha presa dopo la morte della loro madre, deceduta a causa di un’incurabile malattia, a causa della quale morì molti anni fa. Vedo il volto di Camus rabbuiarsi, non riesco a comprendere se  è per il dolore della perdita o per il modo leggero con cui ne parla il fratello.  Comunque, visto e considerato che come al solito vengo tagliata fuori dalle loro discussioni, mi alzo e vado un po’ in giro per la villa. Nella stanza adiacente , la porta e’ semichiusa; lancio un’occhiata dentro e vedo che si tratta di una biblioteca. Entro e mi guardo intorno confusa, ci saranno migliaia di libri su scaffali  suddivisi da targhette di bronzo, con scritto la tipologia del genere letterario.  Cerco quello che mi interessa e sto per muovere un passo, quando alle mie spalle sento la voce che ogni volta mi fa battere il cuore:

         Non ti hanno insegnato che non si entra nelle stanze chiuse?

         Veramente Camus  – mi volto imbarazzata – la porta era aperta.

         E tu ne hai approfittato per farti gli affari altrui.

         Hai ragione … scusami.

         Non dovresti farti riprendere su queste cose, dovresti sapere alla tua età cosa è permesso in casa altrui e cosa no –  passando oltre la mia figura va a posare un libro.

         Quando vi fa comodo però sono la “piccoletta” – mi giro dalla sua parte stizzita.

         E  questa tua risposta non fa che confermare la tua immaturità …  perché sei qui e non sei rimasta fuori con noi altri?

         Ti sei accorto che mi sono mossa? – assumo un’espressione canzonatoria -Davvero sorprendente

         Non fare la spiritosa. Non hai la confidenza sufficiente per farlo

         Ne tu per usare quel tono paternalista con me, ti ricordo che io un padre ce l’ho – ho il cuore che batte a mille per l’agitazione - comunque le vostre chiacchiere non mi interessavano, ed e’ evidente che non hanno avuto lo stesso successo con te altrimenti non saresti qui.

         Volevo  evitare che combinassi qualche danno in casa mia.

         Ti ricordo che tuo padre ha detto di familiarizzare con l’ambiente.

         Si, ma un conto e’ girare per la casa ed un conto è impicciarsi di tutto.

         E’ una biblioteca questa e in genere nelle biblioteche ci si va per guardare ed eventualmente prendere dei libri – il suo tono mi irrita e mi rende nervosa – ed è questo che sto facendo … sto dando solo un’occhiata, se fosse stato altro non ci avrei messo piede.

         Questo lo dici tu ..  e da quanto ho sentito e visto dal tuo comportamento,non sembri una persona molto affidabile.

         Insomma!!! – senza rendermene conto alzo la voce – ma chi sei tu per giudicarmi? Nemmeno mi conosci!

         Non ci vuole molto per capire che in questa casa sconvolgerai l’ordine che vi regna.

         Cosa?!!!

         Senti ragazzina, te lo dico chiaramente, cerca di mantenere un comportamento consono in questa casa.

         Innanzitutto non chiamarmi ragazzina!!.. Seconda cosa … Forse e dico forse … potresti anche avere ragione – ripensando ai miei modi un po’ ammetto di provare vergogna – in questi pochi giorni non ho mostrato il meglio di me … ma la colpa è anche vostra che non fate altro che giudicarmi dall’alto della vostra maturità.

         Qui non si tratta solo della tua evidente immaturità, ma anche del comportamento che hai con tua madre … onestamente non sembra che le porti molto rispetto.

         Oh senti!!! Tu non sai niente di me e di quello che ho passato … e ti consiglio di non immischiarti in cose che non ti riguardano … so io come trattarla … non tu!.

         Sei superficiale  – lo guardo sbalordita e mentre mi passa vicino per uscire, si blocca a pochi centimetri da me e proseguendo con tono irritato – io se fossi in te sarei contenta di godere ancora della sua presenza

E senza lasciarmi alcuna possibilità di risposta, esce sbattendo la porta. Sono sconvolta dal suo comportamento e dal tono usato nei miei confronti, ma sono anche mortificata dalle sue ultime parole. Osservando le foto attaccate alla parete, noto il volto di una donna bellissima, con un colore di capelli ed occhi uguali a Camus, ho capito, finalmente ho capito da chi ha preso. Lei deve essere sua madre, non c’e’ dubbio, molto bella, seriosa, ma con un sorrisino vivace e dolce al tempo stesso. In una e’ con Camus in braccio, in un’altra e’ sdraiata in giardino con Aphrodite seduto vicino e in un’altra ancora, più recente, è in mezzo ai due figli che le porgono un bacio in guancia mentre lei ride divertita. Forse ha ragione lui quando dice che ho la fortuna di averla, ma averla e sapere che per lei sarebbe stato meglio che io non fossi esistita, non è come non avere una madre? E’ questo ciò che vorrei domandare a Camus, ma non ho il coraggio di intavolare un tipo di conversazione con lui, non dopo il modo freddo e scostante con cui mi ha trattato. Come al solito non mi accorgo che è da molto che mi sono assentata, esco velocemente dalla stanza e mi reco di nuovo da loro.

         Ma dov’eri finita? – esclama una delle mie sorelle

         Mi stavo guardando un po’ intorno, sai come sono curiosa.

         Hai trovato qualcosa di interessante? – esclama Aphrodite

         Si ho visto che avete una bellissima biblioteca, penso che ne approfitterò quando verrò qui se a voi non dispiace

         Mhmm attenta, devi chiedere al padrone se puoi , sai lui li custodisce gelosamente.

         Non credo che tuo padre farà dei problemi

         Chi mio padre?! ..ahahahaha – anche Milo si unisce alla sua risata – oh no piccoletta – uffa anche lui – e’ a Camus che devi chiedere … e’ lui che governa l’energia letteraria, vero fratello? – e lo guarda divertito mentre si accinge a spegnere la sigaretta.

         Ah! – osservo il diretto interessato che pare irritato dalla battuta del fratello – a dire il vero mi ha già beccata la’ dentro.

         Ma non mi dire? – esclama Milo – ne sei uscita anche viva?!

         Non ho toccato nulla.

         Meno male altrimenti avresti fatto crollare mezza stanza – prosegue divertito e facendo ridere tutti i presenti, tranne  naturalmente me e Camus.

Finalmente si rifanno vivi i nostri genitori e ci portano nel giardino per parlarci di come vorrebbero organizzare il matrimonio, perché è loro intenzione svolgerlo in questa villa. E’ bello vedere come il padre coinvolge i figli nella discussione, li rende partecipi di ogni decisione, mentre nostra madre invece ci fa solo partecipi di quanto da lei già deciso. Finalmente arriva il momento di tornare a casa, ma prima che saliamo in auto Milo chiede :

         Allora stasera alle nove vi passiamo a prendere?

         Si va bene- risponde una delle mie sorelle

         Perche’ dove si va? – chiedo innocentemente

         Ah no piccola tu non puoi venire – mi blocca subito lui – non e’ un locale che fa per te.

         E perché?

         E’ vietato l’ingresso ai minori di 18 anni.

         Cosa? – guardo le mie sorelle esterrefatta – ma dove diavolo andate?

         Che tono arrogante  - sussurra  con voce piatta Camus

         Non pensare male – dice Nicole – e’ solo un club  dove si bevono anche super alcoolici e quindi non fanno entrare se non sei maggiorenne, ma niente di piu’.

         Pero’ – prosegue Michelle – con le conoscenze che avete potreste farla entrare, dai! Tanto non beve, non c’e’ pericolo.

         E’ un pericolo anche sobria – esclama Milo

         Non possiamo  – dice Aphrodite – se la portiamo e poi non la fanno entrare, siamo costretti a farle da balia. Anche  conoscendo bene i proprietari non e’ facile , non rischiano nemmeno loro. Scusaci tanto Kate ma …

         Non c’e’ nessun problema, figurati, mica volevo venire … tanto mi annoierei – volutamente mentre pronuncio l’ultima frase punto i miei occhi su Camus

E senza nemmeno salutarli mi infilo in auto attendendo che salgano anche le altre, figurati se mi faccio scomporre per così poco.

 

Bene anche questo capitolo si e’ concluso. Ma ve l’aspettavate chi fosse il fratello di Camus? Ora sono proprio curiosa di sapere le vostre impressioni a proposito. Ma ora passiamo alle vostre precedenti recensioni:

HOEL: brava, complimenti per il primato, posso aggiungermi anche io alla samba? Ahahah….hai poco da ridere sai, povera Kate, vorrei vedere te al suo posto. Ma non credere, non sarà sempre così, riuscirà ad uscirne, in fondo che vuoi che sia combattere contro Camus e Milo!!! Due esemplari così “facili” da cui sopravvivere!!! Ebbene si’ … Camus non e’ dei migliori qui, ma sai avrà anche lui le sue ragioni…almeno spero. Il padre non ha combinato nulla … forse sarà qualcun altro, ma sai magari poi è solo immaginazione adolescenziale!!! Oddio ora spero che non avrai avuto un altro blackout, altrimenti dovro’ preoccuparmi ogni qualvolta pubblico. Grazie mille per i complimenti e per seguirla con tanta curiosità. Ciao

WINNIE343: Tu lo sai che Camus con te lo divido molto volentieri, sei l’unica a cui permetto tale onore. Ma non prenderci troppo l’abitudine, eh!! Guarda ogni tanto Milo dice qualcosa di sensato, però e comunque antipatico qui, mi tratta male la mia Kate e questo non lo tollero, neanche da Camus.  I ringraziamenti invece te li meriti perche’ mi ha incoraggiato tanto e l’esperienza a 4 mani insieme a te mi ha dato modo di provarci. Brava, Kate ha bisogno del tuo tifo, ti ringrazia!!!

LADYBLUE: innanzitutto volevo dirti che non ti eri spiegata male, anzi sono io che non ho puntualizzato che concordavo con te sul fatto che non e’ una Mary Sue. Sei stata chiarissima!!! E’ verissimo quando dici che Camus e’ antipatico, io l’ho visto sempre così, al primo impatto mi provoca  solo sensazioni antipatiche, poi frequentandolo meglio secondo me si capirà che forse e’ solo una corazza che indossa per paura di esternare troppo i suoi sentimenti. Ma questa e’ una visione che io mi sono fatta del suo personaggio. Milo ancora non e’ ben delineato, ma piu’ avanti avra’ un po’ piu’ di spazio. Ora dimmi tu invece, che ne pensi del fratello? Scioccata?

JACKOSAINT: l’importante e’ che non si prendano i 5, per il resto come vi ho gia’ detto tutto a suo tempo. “bello e impossibile”, lo so anche per me e’ così…. Impossibile per forza, pero’ me ne farò una ragione. Grazie per avermi avvisato sulla punteggiatura, ne farà più attenzione, i consigli sono sempre ben graditi. L’importante e’ che la storia continui a piacervi. Di questo che mi dite?

BARAKEI: il problema e’ che Camus non è facile da accalappiare, per cui non ti so dire se alla fine Kate riuscirà o meno. Sulla descrizione dei personaggi, man mano che vado avanti sto cercando di approfondirli di più, spero di riuscirci. Grazie per l’interesse che ti ha suscitato questa piccola storia. Spero di non deludere le tue aspettative.

Ciao a tutte … al prossimo!!!

 

 

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Capitolo 4
*** Il Giorno Tanto Atteso ... non da me!! ***


Capitolo n.4

 

 

Il giorno tanto atteso … non da me!

 

 

E’ finalmente arrivato il giorno tanto atteso da tutti. Mia madre e’ in preda ad una crisi di nervi e noi tre stiamo cercando di calmarla, convincendola che il vestito e’ più che adatto, sia per come lo indossa, sia perche’ e’ molto elegante, adatto ad una donna in seconde nozze. Ma porca miseria, non poteva farsi venire i dubbi una settimana fa? No, proprio oggi; meno male che era tutto sotto controllo e il tempo sarebbe bastato per l’ organizzazione! Per fortuna, appena ci vede vestite, pettinate e truccate è così contenta e soddisfatta che persino il suo vestito passa in secondo piano. Abbiamo tutte e tre lo stesso abito, ma di colori diversi: Nicole, che e’ mora con occhi nocciola, veste di bordeaux; Michelle, castana chiara ed occhi azzurri, veste di blu ed io vesto  di verde acqua, colore che riprende quello dei miei occhi e risalta con i capelli castani. Dalla finestra vediamo che ci sono tutti quanti e manchiamo solo noi, così scendiamo alla volta del grande passo. Comincio a pregare  il Signore per non farmi fare, almeno quel giorno, le solite figuracce che mi accompagnano ogni qualvolta mi trovo nelle immediate vicinanze dei mie futuri fratellastri. Proprio io sono ad aprire l’entrata di mia madre e pian piano mi avventuro all’altare, sito in giardino, seguita dalla seconda e dalla primogenita. Evviva, ce l’ho fatta! Almeno so che la cerimonia nuziale e’ salva. Dalla parte opposta osservo i suoi figli, sono molto tranquilli e pacati, ma noto uno sguardo freddo negli occhi di Camus quando il prete dichiara i nostri genitori marito e moglie. Non ho mai capito se mia madre gli piaccia o meno, eppure vanno d’accordo; mia madre, in effetti, lo adora: ce l’ha fatto notare più volte quando si parlava di loro.  Dice che e’ il figlio che avrebbe voluto avere: pacato, intelligente e molto elegante. Come al solito, non mi accorgo che lo sto fissando insistentemente e vengo “beccata” in flagrante. Gli sorrido con disinvoltura  e mi volto subito a guardare gli sposi, che cominciano ad essere attorniati dai pochi parenti e amici per gli auguri. Dopo aver porto i miei auguri, mi volto, inciampando sui tacchi vertiginosi che ho dovuto indossare, ma per fortuna vengo intercettata da un ragazzo molto carino e dal sorriso simpatico prima di franare rovinosamente a terra. Mia madre esclama:

          Kate!! Insomma, ma che ti succede ultimamente?

          Oh mamma … lo sai che io con i tacchi non ho un bel rapporto … non potevo mettermi le scarpe da ginnastica??!!!

          Ahahahahah, hai ragione piccola, c’e’ un certo rapporto di amore ed odio tra di voi – ride  il neo marito di mia madre, la quale si lascia trasportare anche lei dalla sua ilarita’, - però dai Kate – mi sussurra divertito facendo lo stesso sentire ai vicini – sei uno schianto oggi … non ti ho mai vista cosi’ bella

Sono sicura che ha voluto sdrammatizzare la situazione, ma nonostante tutto, arrossisco violentemente e lo ringrazio per il complimento. Nel frattempo ringrazio anche il ragazzo che mi ha sostenuto; Milo, che purtroppo gira da quelle parti, non può non dire la sua:

          Possibile che tu debba fare sempre delle figure barbine con chiunque? O forse ti capita solo in presenza dei ragazzi?

          Possibile che tu, invece, non abbia di meglio da fare che infastidire me?

          Milo sei sempre il solito, lasciala stare – si diverte Aphrodite – la metti ancora di piu’ in imbarazzo davanti a lui.

          State parlando di me? – chiede il ragazzo del mio salvataggio.

          Stavamo parlando di bei ragazzi … tu che c’entri? – gli dice Milo

          Ah, non sono nella lista?

          Ma si direi di si, in fondo sei belloccio pure tu, ma lo sai che io vengo sempre per primo.

          Ah ah aha hah – cerco di tenermi ma non ce la faccio - Ottima questa battuta … ahahahah …  lo ammetto Milo ogni tanto sai anche essere divertente … ahahahaha … tu il primo della lista? Ma stilata da chi?

Nel frattempo arrivano anche le mie sorelle e Camus,  mentre Milo si limita a fulminarmi con lo sguardo per poi rispondere :

          Beh hai ragione …  e’ da specificare … non mi interessano certo quelle stilate da bambine e ragazzine del liceo 

          Comunque io sono Aiolia, se aspetto che qualcuno ci presenti sto fresco.

          Piacere Kate ..  e grazie per prima.

          Di nulla, figurati.

          Sei anche tu un loro parente ? – chiede una delle mie sorelle

          No, sono il figlio di Sebastian, l’autista del sig. Nicholas

          Ah meno male, allora non possiedi il loro DNA – sorrido felicemente, lasciando tutti i presenti perplessi

          E dire  che da oggi siamo parenti – inizia un Aphrodite un po’ scocciato dalla mia battuta, mentre soffia via il fumo della sigaretta – e’ bello vedere come tu ne sia contenta

          Mi sembra che la cosa sia reciproca … - e volto lo sguardo verso Camus – ma magari ho capito male.

          Sentite, oggi e’ la festa dei nostri genitori – puntualizza Michelle – potete evitare di beccarvi come al solito? – poi guardando me – almeno per oggi … per favore.

          Ma si perché no – rispondo – a condizione che non venga stuzzicata!

          Condizione accolta – Aphrodite spinge Milo e Camus alle spalle, avviandosi verso il buffet – fate i bravi su, non diamo spettacolo – poi sussurra all’orecchio di Milo, ma io sento lo stesso – che non prenda l’abitudine pero’.

          Se pensa che finisce qui si sbaglia – accenna con un ghigno Milo, poi rivolto a Camus – ehi che hai?

          Niente – e si scrolla la mano del fratello e va a versarsi da bere.

Io sarò anche imbranata e attacca briga, ma anche loro non e’ che fanno attenzione a quando parlano se vengono ascoltati o meno. Ma tutto a suo tempo, purtroppo io sono una che non scorda facilmente i torti subiti.  A parte questo piccolo incidente, la festa procede come volevano i nostri sposi. Prendiamo posto nel tavolo vicino al loro, sotto il de hors creato dall’azienda di catering, e con noi si siede anche Aiolia, che, guarda caso, finisce proprio tra me e Camus. Devo dire che, oltre ad essere un bel ragazzo, e’ anche molto simpatico e socievole, non si lascia intimidire da Milo che lo stuzzica prepotentemente e ribatte ad ogni suo commento. Non so se per educazione o perché e’ proprio lui ad essere così disponibile, ma spesso si ferma a chiacchierare con me su molti argomenti, soprattutto quando si rende conto che non sono interessata alle conversazioni altrui. Anche lui va all’università e studia Scienze della Comunicazione: beh, si vede, riesce a farmi trascorrere questo maledetto giorno, nel modo più sereno e gioioso possibile. Meno male che in questa casa  esiste anche una persona che non mi starà col fiato sul collo; glielo dico sottovoce, senza farmi ascoltare da nessuno e per tutta risposta mi dice che in effetti sto entrando in una gabbia di matti. Ha un modo di dirlo che mi diverte tanto e così comincio a ridere e scherzare ancora di piu’, attirando l’attenzione del suo vicino, che ogni tanto mi guarda sorpreso e mi lancia delle occhiate di cui non riesco bene a percepire il significato. Possibile che continui ancora a dargli fastidio? In fondo sto facendo quello che vogliono, cerco di divertirmi. E più passano le ore e più sono contenta, perchè fra poco tutto finirà e domani i colombini partiranno per il viaggio di nozze, mentre io me ne andro’ a stare tre mesi  da mio padre.

Al termine della cena, ci spostiamo tutti in giardino, dove c’e’ il taglio della torta; i nostri genitori vogliono fare la foto con noi figli. Per la posa ci offrono anche un bicchiere di champagne ed io, mentre attendo che il fotografo dia il via, ne assaggio un po’ assaporandone il buon gusto. Facciamo la foto ricordo, dopodiché ci mettiamo nei tavolini disposti a cerchio, pronti ad accogliere al centro gli sposi per il loro ballo di apertura. Naturalmente le mie sorelle vengono prelevate dai due furboni, Aphrodite e Milo, mentre io rimango al tavolo con Aiolia e Camus. Ascolto interessata la loro conversazione su un programma che hanno per il week end e nel frattempo mi scolo il bicchiere di champagne.

          Hm … buono .. non si sente nemmeno quando scende.

          Appunto, vedi di non berne troppo – mi riprende Camus

          E perché, scusa? Che vuoi che mi faccia un altro bicchiere, sono abituata a berlo – mento spudoratamente.

          Ti ripeto quello che ti e’ stato detto poco fa … evitiamo di rovinare la serata.

          Per due bicchieri? Ma non farmi ridere.

          Dai Camus, effettivamente non sono pericolosi, mica ci si ubriaca con così poco – mi difende Aiolia

          Perché non conosci il soggetto

          Neanche tu mi conosci – mi alzo e vado a prendere un altro bicchiere – e te lo dimostrero’ – mi scolo l’altro champagne – visto? Sono sobria … nessun sintomo … tranquillo Camus, non ti voglio rovinare la festa, so che ci tieni così tanto …  vedo che ti stai molto divertendo, potro’ anche essere selvaggia, ma non fino a questo punto … ci tengo anche io ad apparire una brava ragazza, non voglio fare sfigurare mammina e sorelle.

           Stai già delirando – mi riprende lui

          No, no … affatto

          Vuoi ballare? – mi propone Aiolia

          Si grazie … - mi alzo ma poi mi blocco subito – posso vero Camus? O mi e’ vietato anche questo?

Senza nemmeno rispondermi, si alza e se ne va, diretto ad un tavolo, dove chiede ad una ragazza di ballare. Chiedo a Aiolia chi sia e lui mi dice che e’ una cugina di Boston, figlia del fratello di Nicholas. Li osservo mentre ballano, durante il quale lui ride e scherza, mentre lei  dopo un po' gli da un bacio sulla  guancia. Non so se e' l'alcool o i miei ormoni impazziti, ma mi sento invadere da un fuoco e fremere di rabbia. Mi scuso con Aiolia, dicendo che ho dei bisogni fisiologici urgenti da assecondare e me ne vado; mentre mi avvio all'interno della villa, incrocio uno dei camerieri che porta il delizioso champagne, ne prendo uno e  me lo scolo in un colpo solo. Quando torno fuori, incrocio un altro cameriere e poso il bicchiere vuoto e visto che gliene avanza uno pieno, mi bevo anche quello. Vado verso il tavolo dove sono tornati quasi tutti, mancano solo Milo e Aphrodite che stanno parlando con dei loro cugini, mentre una delle mie sorelle sento che chiede:

         Dov'e' Kate?

          Bisogni fisiologici – sussurra Aiolia

          Ha bevuto ancora?

          Qualcosina … perché? - rispondo io

          Niente alcoolici vero? - si preoccupa mia sorella

          Solo un po' di champange … e' molto buono.

          A che quota sei arrivata? - mi chiede freddamente Camus

        Tre … quattro .. non ricordo – poi rivolgendomi ad Aiolia – torniamo a ballare? Ti va?

        Perchè no – risponde lui divertito, mentre Camus si irrigidisce.

Trascorriamo la serata a ballare e a divertirci, riesco anche a sopportare le frecciate di Milo, ma mi sta sorgendo il dubbio che ad aiutarmi sia tutto l'alcool che mi sono scolata. In un momento in cui non vengo vista da nessuno, mi bevo un altra coppa di champagne, lo adoro, mi piace molto e mi da l'adrenalina giusta per continuare a sopportare questo peso allo stomaco che mi opprime. Ad un certo punto chiedo ad Aiolia  se ha voglia di fare due passi, perchè ho troppo caldo e così ci avventuriamo verso la piscina. Nel frattempo ripassa un cameriere e chiedo se ha due coppe di champagne, lui me le cede ed io ne do una al mio accompagnatore, che mentre beve, un po' preoccupato mi dice:

         Kate e' meglio che ora smetti, dai, se ti beccano non hai idea di che paternale ti faranno.

         Ma chi vuoi che mi becchi …  sono tutti di la' … e poi sono sobria ...guardami – e comincio a            camminare sul bordo della piscina – vedi ...sto in equilibrio  -  e scoppio a ridere divertita, poi però perdo l'equilibrio, ma lui, per frotuna riesce ad afferrarmi prima che cada in piscina.

     oh grazie .. forse e' meglio che sto con i piedi per terra … ahahahah … scusami … ti cado sempre            addosso …

      figurati, però ora basta .. dammi il bicchiere … questo lo finisco io - e mi toglie il bicchiere di             mano bevendone il contenuto per essere sicuro che non lo faccia io in un secondo momento.

          hai finito di dare spettacolo? – una voce alle mie spalle mi fa sussultare

          oh Camus … mi mancavi … vuoi unirti a noi? Un bell' abbraccio da fratelli … ahahah …  divertente no? - e mi stringo a Aiolia, che delicatamente mi sposta.

 

           e' meglio che ti siedi un po' … vado a prenderti un caffe' – Aiolia mi lascia da sola con Camus

           adesso stai ferma qui e non ti muovere finchè non avrai smaltito tutto quello che ti sei bevuta … ma        guardati

         …. - io abbasso lo sguardo e comincio a guardarmi da tutte le parti, poi mi volto verso di lui -  allora? Che ho che non va? - poi sorrido – tuo padre mi ha detto che non mi ha mai visto così bella!!! Tu non sei d’accordo?

          no

         mhm – metto il broncio – peccato … magari un giorno migliorerò … che dici? - vedendo che non si smuove -   Magari un giorno mi troverai anche carina e finalmente ti piacerò - mi spazientisco io

         Ne dubito. In ogni caso, non mi sembri nella posizione di scherzare.

         perchè no? – le sue parole, nonostante tutto mi feriscono -  Aiolia con me ci scherza  e mi sembra che non l'ho annoiato, anzi  - e mi alzo, avvicinandomi a lu,i barcollando per lo slancio che mi sono data – mi sembra che si sia anche divertito.

           solo perchè e' una persona educata … non ti scordare che e' il figlio dell'autista di mio padre …

          E quindi cosa vorresti dire? … che devo lasciar perdere la plebe!

          Non penso questo di Aiolia, lui e’ un ragazzo molto nobile, gentile e buono d’animo … e non voglio che tu te ne approfitti.

          Non ho l’abitudine di approfittare delle persone, non l’ho mai fatto e non lo faccio ora. Questi discorsi perché non li vai a fare a tuo cugino Milo, che approfitta di te e dell’ospitalità di tuo padre con la scusa dell’università?

          Non lo conosci … non ti permetto di giudicarlo, chiaro!

          Però tu puoi giudicare me solo al primo incontro, e’ così? … - alzando la voce – E’ COSI’? .. RISPONDI!

          Sei una stupida … un incosciente … un’immatura…ecco cosa sei, e non ci vuole una scienza per capirlo … e stasera ne hai dato  l’ennesima dimostrazione … le persone come te mi irritano…

          Non voglio più sentirti … torna dagli altri .. vattene! – poi vedo arrivare Aiolia – e se vuoi andartene anche tu con lui … fai pure .. non mi offendo..

          Ma che ho fatto? Che ho detto? – Aiolia guarda prima me e poi Camus

          Lascia stare … ha bevuto troppo, straparla … - Camus mi volta le spalle mentre parla a lui – anzi fammi ancora il favore di stare qua … meno sta in mezzo ai piedi in queste condizioni, meglio e’ -  e se ne va, senza aspettare risposte ne da me ne da lui.

Gentilmente Aiolia mi porge il tazzone di caffè e ci sediamo in una panchina del parco, lontano da tutti. Dopo avergli raccontato il nostro piccolo diverbio, lui  sorride e mi spiega

-          Camus lo conosco da tempo e non e’ sempre stato così, anzi, era un ragazzo molto allegro e vitale. Ammetto che e’ freddo e distaccato,  ma quello e’ nel suo carattere, però il cambiamento radicale l’ha subito quando e’ venuta a mancare sua madre. Lui le era molto legato, era una donna fantastica che  gli dava sicurezza e questo bastava per farlo sorridere di più alla vita. Ma dopo e’ cambiato tutto. E’ una fortuna che abbiano un padre come Nicholas, che si e’ sempre preso cura dei figli e ha cercato in tutti i modi di colmare il vuoto che la moglie aveva lasciato in quella casa. E’ stato proprio lui a proporre a sua sorella, che vive a Boston, di far venire Milo a studiare a Miami, sapeva quanto erano legati con Camus e che ogni qualvolta si vedevano, lui tornava sereno come prima.

Ecco, in questo momento mi sento una cretina, ora capisco le parole rivolte in difesa del cugino. Però una cosa non capisco, cosa c’entra tutta l’umanità se sua madre gli e’ stata portata via troppo presto?     

 

Bene ora passiamo alle vostre risposte:

LADYBLUE: ahahaha, e proprio perche’ non lo immaginava nessuno che ho inserito Aphrodite come fratello!! Beh come eleganza e portamento si assomigliano, certo il “MIO” Camus e’ tutta un’altra cosa. Si e’ vero sono entrambi antipatici, ma piu’ avanti puo’ darsi che cambino chi lo sa!!! Con la madre? La vedo lunga. Al locale ce la portiamo noi, ti va? Le diamo due dritte su come comportarsi con loro. Ciao grazie per seguirla sempre.

CHARME_STRANGE: non ti preoccupare per i ritardi, quando puoi leggi, l’importante e’ che non subisci delusioni. Le sorelle sono la sua base e forza per proseguire ad andare avanti in quella casa, gabbia di matti la chiamo, e per quanto riguarda la madre, chissa’ magari per lei e’ stata una cosa gravissima ma poi per te non lo sara’ boh chi lo sa?hai ragione nel dire che Camus non condivide il modo in cui lei tratti sua mamma, e’ natuarale per lui che non ce l’ha piu’, pero’ non e’ una giusta giustificazione….ahahahaah…anche tu shokkata per Aphrodite? Me l’aspettavo le vostre reazioni, pero’ dai e’ piu’ divertente!!!!

WINNIE343: si dai convinciti del fatto che Cam sia sua fratello, in fondo, si assomigliano in tutto no? …mah, in qualcosa forse ..  sentirti parlare di Camus antipatico, mi fa un certo effetto, vabbe’ cercherò di migliorartelo, se posso … se voglio …. Un bacio ciao

BARAKEI: ti piace più Aphrodite di Camus?!! Incredibile, cavolo cosa ho combinato!!! No no, devo rimediare subito … A parte gli scherzi, sono contenta che sia migliorata e che ti continui a piacere, e ti assicuro che Kate ce la farà ad ogni costo, con o senza di lui … ma e’ forte e lo vedrete.

HOEL:             ah queste belve, come ti capisco, io ho un belvone che me lo prende in ostaggio uffa…non hai idea di quanto ho riso per l’ergastolo da dare a suo padre ..  magari e’ stata la madre a volerlo chiamare così!!! Desiderava una femmina, e’ uscito maschio ma non e’ che di maschio abbia molto, allora diamogli un nome che gli si addice…che ne dici? Puo’ essere? Per quanto riguarda i genitori di Milo, la risposta l’hai avuto in questo capitolo, e per quanto riguarda il valium alla madre..beh che dire, da stasera non ne avrà più bisogno, ci pensa Nick personalmente … muhahahahaah.

Volevo ancora ringraziare “nerry” che ha messo la storia tra le ricordate e “fenice88”, “fra76”, “martyx1988”, “hoel”, “barakei” per averla inserita tra le seguite e ancora “winnie343” per averla tra le preferite. Grazie a tutti. 

           

 

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Capitolo 5
*** Piccole Confidenze ***


Capitolo 5.

 

Piccole confidenze.

 

E’ passato un mese dal matrimonio ed io per tutto questo tempo non ho più avuto modo di incontrare Camus. Innanzitutto perchè nei primi venti giorni, approfittando del viaggio di nozze di mia madre, mi sono rifugiata  dal mio adorato papà, mentre al ritorno degli sposi, quando sono andata a trovare a mia madre, la settimana scorsa, lui e Milo sono andati dai genitori di quest’ultimo a Boston, approfittando della festa di fidanzamento della  cugina con cui aveva condiviso il famoso ballo. Oggi però penso di non scamparmela, di sicuro lo troverò in casa. Difatti come metto piede dentro la dimora,  la prima persona che incontro all’ingresso e’ proprio lui. Ci guardiamo attentamente negli occhi, salutandoci freddamente. Filo subito nella mia camera, tra l’altro magnifica e con la vista sulla piscina, e dopo aver terminato velocemente  tutti i compiti, ho tutto il  il week end per me. Mentre sto leggendo un libro, vengo chiamata da mia madre per l'aperitivo: eh si, qui sono viziati, prima di andare a tavola e’ di prassi. Quando scendo mi accorgo che ci siamo solo noi quattro e alla mia domanda di dove si trovino tutti gli altri, mi viene comunicato che per imminenti esami Aphrodite ed anche le mie sorelle, non ci raggiungeranno questo week end in quanto hanno bisogno di tempo per approfondire gli studi e raggiungere un alto punteggio, mentre Milo si e’ fermato tutta la settimana  dai suoi. Con indifferenza mi avvicino al bancone del bar, osservo che c’e’ da bere, poi vedendo gli occhi di Camus puntati addosso, attento a ciò che sto per fare, contraccambio lo sguardo e sempre fissandolo prendo un succo di frutta e me lo verso nel bicchiere. Dopodiché comincio a berlo e guardo attraverso le vetrate la pioggia che comincia a cadere: pure questa ci voleva, ed io che già pensavo di imboscarmi in qualche angolo di giardino a leggere qualcosa pur di non stare nelle sue vicinanze:

          Ora mi toccherà anche stare chiusa in casa.

          Già … il cielo sembra non dia buoni propositi. – ora diluvierà del tutto, mi sta rivolgendo la parola!!!

          Vorrà dire che troverò qualcosa da fare in casa – poi guardandolo e approfittando del momento in cui mi sembra piuttosto affabile – non e’ che per caso mi faresti utilizzare la tua biblioteca?– e lo guardo attraverso il bicchiere mentre bevo.

          Mh …. – ci sta pensando – ma si fai pure, almeno se leggi stai ferma da qualche parte e non combini guai.

          Ah! Non so se ringraziarti o arrabbiarmi per la tua solita gentilezza.

          Fai come vuoi – posa il bicchiere vuoto e mi precede in sala da pranzo

          Quando torna Milo?

          Perchè? Ti manca?

          Assolutamente no, ma almeno se c’e’ lui vuol dire che uscite! – lo ammetto, lo voglio offendere come lui ha fatto con me

          Chi ti dice che io non esca lo stesso!

          Ma dai … hai la ragazza? - il cuore comincia a battermi più velocemente

          Non sono affari che ti riguardano – si gira di scatto, facendomi sbattere contro di lui.

          Scusami ..  – mi afferro al suo braccio per non cadere e il contatto con la sua pelle e muscolatura mi procura un brivido lungo il corpo – però anche tu, mamma mia, ho fatto solo una domanda innocente!!

          Sei troppo curiosa … ed impicciona

          Eh no! Curiosa si, impicciona solo per questo no .. non c’e’ nulla di male, e’ una semplice domanda a cui basta  solo dire un semplice  si o un no – gli passo davanti andandomi a sedere a tavola.

          A me non va di rispondere – si siede al posto davanti al mio

          Ma fai come vuoi, era tanto per parlare di qualcosa .. non che mi interessi – che bugiarda che sono

          Se ti va di parlare, allora, parliamo di te

          Di me?

          Si …

          E perché?

          Per  parlare, appunto, di qualcosa …  cosa c’e’ ora, ti tiri indietro? - il suo sorriso mi innervosisce

          No no, chiedi pure – mi sento imbarazzata, che strano che si interessi a me.

          Tu ce l’hai?

          Che … cosa?

          E’ vero c’e’ tua madre,  non vuoi sbilanciarti.

          Ni .. – prendo il bicchiere e bevo un sorso per riprendermi, parlare con lui mi mette agitazione, speriamo non se ne accorga – davvero non so a cosa ti riferisci – in più mi confonde … e’ così bello, non riesco a sostenere i suoi sguardi

          Tu … liceo … ragazzo – e’ spazientito come al solito – e’ elementare detto così, o te lo devo spiegare meglio!

          Ah ho capito … ahahahah … scusami … sai pensavo volessi parlare d’altro … credevo che fosse un argomento tabù per te … - poi torno seria – no … certi  fastidi non li voglio – lo sfido con lo sguardo

          Davvero divertente – commenta annoiato e comincia a mangiare

          Mica tanto – affondo la forchetta nella pasta, poi assorta nei miei pensieri sussurro  tra me e me – quando nessuno ti vuole.

          Come scusa? – aggrotta la fronte

          No niente, pensavo ad alta voce … - voglio provare ad intavolare un discorso sensato con lui, visto che  pensa che sono superficiale – e tu non hai esami da dare?

          L’ho dato due settimane fa

          E’ andato bene?

          Si – sempre di molte parole.

          Quanto?

          Trenta

          Complimenti – gli sorrido

          Grazie – sembra pure dispiaciuto

          E in cosa l’hai dato?

          Se ti dico economia e gestione aziendale sai di cosa parlo?

          Si! Non sono così stupida ..  e poi non ti scordare che anche le mie sorelle frequentano la tua stessa facoltà, ogni tanto mi informo, giusto per sapere se prendere la stessa strada o meno.

Per un istante mi rimane a guardare come se avessi detto un’eresia, poi pero’ fa cenno di sì con la testa e mentre sta per dirmi qualcosa, vedo che lo sguardo lo sposta dietro di me. Sorride e fa cenno con la mano di venire a qualcuno, oh no, speriamo non sia tornato Milo all’improvviso!! La mia risposta arriva con Aiolia al mio fianco; lo guardo contenta e lo saluto calorosamente, contraccambiata. Avendo finito di pranzare Camus gli chiede di rimanere a prendere il caffè con noi, lui sembra tentennare, ma  Nicholas lo incoraggia a rimanere, dicendogli che lui è uno di casa e non deve farsi problemi a sedersi con noi. Che uomo straordinario. Non è un pensiero che mi affiora spesso, ma se un giorno dovessi mai sposarmi, spero di trovare un uomo come lui, se proprio non lo trovo perfetto come mio padre. Naturalmente ora che c’e’ Aiolia, la mia conversazione non avrà più un seguito, infatti Camus, molto gentilmente, mi invita pure ad andare in libreria se voglio e dato che non ho nessun’altra possibilità di avere carta bianca in quella stanza come in questo momento, mi rinchiudo tutto il pomeriggio là dentro. Mi sdraio comodamente sul divanetto situato di fronte alla porta finestra che da sul giardino e comincio a leggere il libro di mitologia greca che avevo cercato disperatamente in tutte le librerie di Miami. Il pomeriggio passa senza che nemmeno me ne accorga. Quando mi presento al tavolo per la cena, vedo che e’ apparecchiato solo per tre, questo significa solo una cosa: Camus e’ uscito. Mentre mangio mi affiora l’immagine di lui con un’altra e  mi si stringe un nodo in gola. Non capisco poi il motivo di questo mio attaccamento, mi tratta pure con indifferenza, freddezza e noncuranza, senza parlare del fatto che mi ha apertamente detto che non mi sopporta. Devo essere proprio masochista, non c’e’ dubbio. Dopo cena salgo in camera mia, mi sistemo al computer portatile e passo un po’ di tempo a chattare con le mie amiche, non accorgendomi nuovamente del tempo che passa. Solo il rumore di un’auto mi distrae dal monitor, mi alzo e vedo che Camus e Aiolia stanno entrando in casa. Bene, Milo ancora non e’ arrivato, che fortuna, almeno questo week end riesco a viverlo in santa pace. Il mattino seguente mi sveglia un raggio di sole, mi affaccio alla finestra e vedo la bella giornata che mi permettera’ di passare una bellissima domenica in piscina. Infatti i due baldi giovani, avendo fatto tardi, dormono fino all’ora di pranzo ed io riesco a godermi la mattinata in perfetta tranquillità, avendo spazio a volontà tutto per me. Dopo pranzo mio padre mi viene a prendere un po’ in anticipo per degli impegni che nel tardo pomeriggio gli impedirebbero di farlo ed  io, raggiante, saluto tutti e me ne torno al mio nido perfetto e tranquillo: anche questo week end e’ andato.

Purtroppo, come tutte le belle cose,  cio’ ha avuto una fine, infatti i tre mesi di scuola sono passati. Mai come in questo periodo della mia vita,  avrei voluto chel'anno scolastico non  finisse mai. Avrò passato almeno una settimana a preparare tutti i miei bagagli e a portarli nella casa dove  dovrò convivere troppo a lungo con persone alle quali io non piaccio e che a me procurano solo ansia e instabilità emotiva. L’unica nota positiva è che almeno anche le mie sorelle hanno terminato l’anno accademico e che il mese di agosto lo abbiamo passato con nostro padre in giro per la California. Difatti come tutti gli anni ci ha portato  in vacanza con lui, e ci ha messo a conoscenza del salto di qualità che la sua attività ha  fatto, pertanto da settembre lo aspetta un periodo molto faticoso ed impegnativo. Questo significa che  dovrà viaggiare  spesso e probabilmente non lo  potremmo incontrare sovente, come adesso. Questa notizia ci ha lasciato dispiaciute, ma vedere nostro padre realizzato per un progetto che finalmente ha avuto successo e per il quale aveva lavorato molti anni, non può che renderci ancora più orgogliose di lui.

 

 

E’ ormai passato un mese da quando ho iniziato a frequentare l’ultimo anno di liceo nel nuovo istituto, lo stesso dove hanno studiato  Camus e Aphrodite, e devo dire che come programma sono già molto avanti rispetto a quello che ho lasciato. Per fortuna nello studio non ho mai avuto particolari problemi e con un po' di impegno e sacrifici riesco a recuperare il terreno perso, con grande delusione di Rosalie Spitaleri, che prima del mio arrivo era la migliore della classe. Tutto ciò, naturalmente, lo vengo a  sapere dalle uniche due ragazze che mi hanno accolto positivamente al mio arrivo e che per fortuna condividono con me il banco. Stimo tranquillamente in mensa a parlare dei miei risultati ed io pongo la fatidica domanda:

          Ma posso sapere  perché Rosalie mi odia così tanto?

          Semplice – mi risponde Margot – perché ha trovato chi la supera in tutte le materie e lei è abituata ad avere il primato su tutto.

          Anche sui ragazzi – aggiunge Natalhie

          Per me quelli se li può anche tenere

          Dai!! Non te ne piace nemmeno uno?

          Qui  no

          E dove?

          Lasciamo stare

          No, dai, diccelo, lo sai che siamo curiose … - e si avvicinano a me – chi e’? lo conosciamo?

          E’ di qualche locale? Ha frequentato questa scuola?

          Ehi ehi calma..quante domande … si ha frequentato questo istituto, ma e’ gia’ da 3 anni che ha finito, ora studia all’universita’

          E chi e’? sai 3 anni fa c’eravamo anche noi!!!

          Non so se conoscete Camus Gaillard!

          CHI? …. – urla Nat, mentre l’altra rimane a bocca aperta a fissarmi – ma … ma … come lo hai conosciuto? … cioe’ dove lo hai visto ? cioe’ … ma stai con lui?

          No no, assolutamente no!!!  Lui e’ il figlio del nuovo marito di mia madre!!!- le guardo divertita, sono diventate prima pallide ed ora paonazze.

          Vuoi dire che … TU … vivi insieme a LUI!! – sgrana gli occhi Margot

          L’hai gia’ beccato sotto la doccia? – mi sussurra Nat

          Ma sei pazza!!! – e scoppio a ridere – ma se nemmeno ci parliamo … non mi vede neanche, giusto se gli passo davanti e’ costretto a guardarmi in faccia … a farla breve, non mi sopporta – un velo di tristezza mi si dipinge sul volto.

          Beh in effetti era un tipo molto taciturno e privo di vivacita’ – poi con aria sognante guardando di fronte a se, Nat prosegue – ma era così bello … - sospira – quando passava lui si illuminavano gli occhi di tutte.

          Soprattutto quelli di – mi pizzica il braccio Margot – Rosalie!!!

          Ah – riesco solo a dire io – beh poverine … comunque è insopportabile.

          Io lo sopporterei comunque – esclama una

          Gia’ …anche se mi ignorasse – ribadisce l’altra

          Non credo, bisogna esserci nelle situazioni ..- rispondo io

          Salve ragazze – la voce stridula di Rosalie si intromette nella nostra discussione - sabato sera festeggio il mio compleanno … se volete venire anche voi, visto che invito tutta la classe!

          Molto gentile da parte tua – rispondo ironica alla sua battuta

          Sei abituata mia cara alle feste di queste parti?

          Non credo che siano molto differenti da quelle a cui ho partecipato.

          No, tesoro – sorride maligna – quelle di casa mia sono molto particolari, c’e’ di tutto … tieni – mi sbatte sul tavolo i tre inviti – se volete venire portateli dietro, altrimenti non vi faranno entrare – e se ne va girandoci nervosamente le spalle.

          Mi e’ sempre più simpatica – prendo in mano gli inviti e li divido con le mie amiche – se vuole essere la secchiona della classe faccia pure, a me non e’ mai interessato esserlo.

          Il problema sai qual’e’? che lei ha chi le passa le informazioni in anteprima, e’ normale che lo sia!!! Tu sei brava di tuo e non hai bisogno di nulla.

          Che vuoi dire? – chiedo a Margot

          Che lei sa sempre in anteprima quali saranno le argomentazioni ai compiti scritti e a volte agli orali!!!

          E come fa?

          Si vocifera che suo fratello l’aiuti ad ottenere queste informazioni  per renderle la vita più facile a scuola … si fa chiamare Desu, ma il suo vero nome e’ Angelo, pare che abbia conoscenze molto particolari qui in  istituto … - noto che, guardinga, osserva Rosalie per non essere beccata

          Addirittura si parla di … - anche Nat si volta indifferente per essere sicura di non essere udita – lui con la vicepreside … - la guardo sbigottita -  si hai capito bene … beh lei e’ comunque giovane, ha una trentina d’anni … forse qualcuno di piu’ … già quando studiava ancora qui lui se la “faceva” con lei, anche se e’ sposata, non le importa nulla … lei e’ pazza di lui … e lui approfitta della situazione e unisce l’utile al dilettevole … sai no che voglio dire?

          Chiamalo scemo!!! – esclama Margot

          Ma scusate … voi come fate a sapere tutte queste cose? Voglio dire .. lo sanno tutti e stanno zitti?

          No, cara  - mi sussurra Nat – me lo ha confessato mio cugino Shura.

          E chi e’?

          Uno dei suoi migliori amici … ma ora che ci penso – mi guarda preoccupata – il fratello di Camus anche e’ il migliore amico di Desu …. Kate ti prego …

          Tranquilla – la rassicuro io, interrompendola  - tanto con loro due non parlo mai, ve l’ho detto … io non esisto per loro... a volte scapperei da quella casa … soprattutto per quel Milo … e’ così indisponente!!

          Ommioddio – la mia amica si sventola con il tovagliolo – hai detto Milo? Anche lui vive li’?

          Si … purtroppo.

          Ma quand’e’ che ci inviti a casa tua a studiare?

          Mai!!!! – rispondo divertita all’apparenza, ma allo stesso tempo un po’ preoccupata per le informazioni che mi sono state datee poco prima: Rosalie sorella del migliore amico di Aphro, che incubo… non avra’ mai fine.

Il suono della campanella mi ridesta dai miei pensieri e mentre mi avvio in classe, comincio a chiedermi se sia sensato partecipare alla festa o meno, visto che mi troverò in balia di persone che quasi sicuramente conosceranno i miei coinquilini. Durante le lezioni non riesco a prestare attenzione e nella mia testa si insinuano una serie di domande: ci vado? Sarà un festa sicura? Perché ha detto che c’e’ di tutto? Che vuol dire? Mentre sono assorta in questi pensieri, la mia vicina mi sgomita e mi passa un foglietto:

“Allora ci vieni alla festa? Ci facciamo accompagnare da mio cugino Shura;, ti veniamo a prendere noi! Fammi sapere subito così gli invio il mex.”

 Leggo e rileggo quelle due righe e non so che fare, tempo per pensare non ce n’e’ molto, sabato e’ fra due giorni. Non so perché la mia testa mi urla “NO” ma la mia mano scrive  “Si”. Ormai e’ fatta, il foglio lo ha già in mano e non posso più tirarmi indietro. Non so se ho fatto la cosa giusta,  ho la brutta sensazione  che quella sera mi riserverà non poche sorprese.

     

Anche questo capitolo e’ stato un po’ transizione nella ultima parte, per presentare alcuni personaggi che in piccola parte faranno qualche comparsa. Ed ora passiamo a voi:

Winnie343: si lo so che e’ molto difficile renderti antipatico Camus, ma sai io qui lo volevo così anche se sappiamo benissimo che la sua anima non è fredda e distaccata come vuole apparire.  Brachetto? Mi aggiungo anche io … però poi ne paghi le conseguenze ahahaha sai tra me e Kate non e’ che ci sia molta differenza. Grazie per l’incoraggiamento ed un bacio anche a te.

JackoSaint: innanzitutto non siete obbligate a recensire tutti i capitoli, si sa che ci sono molti impegni e quindi quando potete lo farete con tutta la tranquillita’, l’importante e’ che vi accontentino sempre. Ebbene si’ si sa che Milo ha una buona opinione di se stesso ahahah ma che non si permetta mai di fare sta battuta a Camus…lui e’ il top dei top!!!! Aiolia, vabbe’ …. Belloccio ma nulla a che vedere. Ciao

Hoel: beh non e’ che Hyoga sia tanto meno mammone … e’ inutile che gongola, lui non lo batte nessuno!!! Ma dai Milo che si interessa alle ragazze? Ma quando mai!!! Speriamo che Camus lo tenga a bada altrimenti non ho idea in quella casa cosa non succederebbe. Per quanto riguarda Aiolia … boh .. chissa’ quale delle supposizioni da te elencate sarà la veritiera. Camus Psycho? Però mica male l’idea … ma voglio vedere se trova Kate nella doccia il coltello che fine fa … ahahahah …speriamo ti sia piaciuto anche questo capitolo.

Ladyblue: sono contenta che un piccolo particola come quello dei vestiti sia stato notato ed apprezzato, grazie. E mi fa altrettanto piacere che un personaggio come Aiolia, da te tra i non preferiti, ti abbia fatto una buona impressione … io ho la visione di questo ragazzo molto dolce e disponibile,  non perfetto perché nessuno lo è. Per quanto riguarda Kate, ebbene sì lo ammetto … perché renderle la vita facile, dei perfettivi come loro e’ normale che non sopportino una fanciulla delicata e imbranata come lei..poverina, ma vedrai che quando uscirà la vera Kate non ce n’e’ per nessuno!!! Grazie

Barakei: The Mask….che film meraviglioso … mi ha tanto divertito !! Eh lo so che poi questo capitolo ti sia piaciuto un po’ di più.. c’e’ uno dei tuoi personaggi preferiti!!! Spero di portarlo avanti con dovuto rispetto, e poi si sa … i figli dell’autista hanno sempre un certo fascino!!! Ciao.

Ashar: grazie per per la tua unione alla congrega. Condivido con te sul fatto che più ti trattino male e più ti avvicini, ma chissà poi perché!! Anche se queste persona come Camus devono capire che la vita e’ una ruota che gira… oggi a me e domani …. Potrebbe essere a te? No?! Ciao e grazie per averla inserita tra le seguite.

 

Ringrazio “1996”, “Ladyblue” e “Fenice88” per averla anche inserita tra le preferite.  

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Capitolo 6
*** Le scomode verità da scoprire ad una festa. ***


Capitolo 6.

 

Le scomode verità da scoprire ad una festa.

 

Durante la cena sono piuttosto pensierosa, non so come dire a mia madre che ho accettato l’invito ad una festa senza nemmeno chiederle l’autorizzazione. Beh, magari se vengo punita ho una buona scusa per non andarci, ma la curiosità di vedere come sono le feste da queste parti  e’ troppo forte. Una volta in salotto, Camus si siede ad un piccolo tavolino insieme al padre per una partita a scacchi che va avanti già da un paio di settimane, mentre Milo li guarda divertito, appoggiato allo schienale del divano, con le braccia incrociate al petto. Nel frattempo che mia madre si sistema sul divano per leggere una rivista, io mi piazzo davanti a lei appoggiata con la schiena alla sedia e con le mani inizio a torturare il ciondolo della collanina, per poi alzare gli occhi contemporaneamente a lei, che, accorgendosi del mio nervosismo, subito appoggia la rivista accanto a se e corrugando la fronte mi chiede:

          Devi dirmi qualcosa Kate? – chissà perché in quel momento i tre si voltano simultaneamente dalla nostra parte. Inutile dire che ogni qualvolta io e lei iniziamo un discorso, tutti ovviamente sono allertati.

          Si mamma. – mi mordo il labbro.

          Ebbene?

          Una mia compagna mi ha invitato sabato sera al suo compleanno … e io ho accettato … ma l’ultima parola naturalmente la devi avere tu … volevo avere la tua autorizzazione.

          Ma hai accettato lo stesso senza averla – mi risponde con disappunto

          L’ho fatto perché e’ da un mese che sono arrivata e non voglio fare l’asociale … vorrei integrarmi insieme al resto della classe – mento spudoratamente.

          Ha ragione Rachel – si intromette il marito – sai come sono i giovani d’oggi, ci mettono poco a sbatterti la porta in faccia.

          Ma poi perché lo chiedi a me se il sabato stai da tuo padre?

          Forse torna  proprio sabato, ma non ne e’ sicuro.

          Ah ho capito … posso sapere almeno chi e’?

          Si chiama Rosalie Spitaleri – mi volto un istante verso i due ragazzi che, nel frattempo, si sono scambiati un’occhiata  – tra l’altro mi pare di aver capito che e’ anche una delle più brave della classe.

          L’importante e’ che sia un buon esempio da seguire – risponde mia madre

          Oh si, la conosco la famiglia – si volta suo marito – sono italiani, i genitori vennero molto giovani in America a cercar fortuna, da una piccola tavola calda sono riusciti ad aprire una catena di ristoranti molto rinomata in tutta Miami. Tra l’altro il loro figlio maggiore e’ il migliore di amico di Aphro.

          Ah bene  – sorride soddisfatta mia madre -  allora sono più tranquilla, vai pure.

          Grazie mamma.

Prima di andarmene in camera, noto che sia Milo che Camus mi lanciano uno sguardo poco rassicurante, pare mi stiano comunicando che non sono affatto d’accordo della decisione presa. Ma la vita e’ mia e loro devono starne fuori.

 

Ho appena finito di sistemarmi e scendo per attendere Nathalie, che mi sta venendo a prendere come programmato, ma entrando in salone mi accorgo che, seduti sul divano, ci sono Milo e Camus. Ero convinta che fossero già usciti: strano, di solito a quest’ora non ci sono quasi mai a casa di sabato sera. Alle mie spalle compare Aiolia che vedendomi sistemata per la serata, mi sorride e facendomi fare una piroetta sorridendo esclama:

          Wow, che splendore!!!

          Grazie – rido divertita dal suo gesto – e voi come mai ancora qui?

          Stavamo aspettando proprio te – risponde un Milo scocciato

          E perché mai? Mi vengono a prendere non ho bisogno di un passaggio.

          Lo sappiamo, ma volevamo chiederti una cosa – Camus si alza e si para dinnanzi a me – chi ti viene a prendere?

          Cosa ti interessa?

          Rispondi, o trovo il modo di non farti più andare a quella festa.

          Non mi fanno paura le tue minacce … ce l’ho dei genitori a cui devo obbedire, tu … anzi voi – indicando con lo sguardo  solo lui e Milo – non siete niente per me … mettiamolo in chiaro!!!

          Dai, Kate – si intromette Aiolia con una certa preoccupazione negli occhi – per favore sii collaborativa.

          Non capisco tutta questa preoccupazione.

          Lo capirai presto … sto aspettando … chi viene? – riprende Camus

          La mia amica, con suo cugino.

          Chi e’?

          Uffa …. –sbuffo sonoramente – Shura.

          Beh, se viene lui ci si può fidare, e’ l’unico la dentro che ha la testa sulle spalle.

          Diciamo di sì – esclama Aiolia un po’ cupo – comunque, chiamaci per ogni problema.

          Eh no – Milo si alza e viene verso di noi – se la sbriga da sola .. io non mi rovino di certo il sabato sera per lei – poi passandomi davanti si ferma un istante per dirmi – ti avviso … non rovinarmi la serata hai capito?

          Ma perché non sparisci dalla mia vista?

          Senti ragazzina – Camus stavolta e’ davvero spazientito – vedi di non metterti nei guai … i loro genitori non sanno che razza di figli hanno … ed io  non ho detto nulla davanti ai nostri solo perché non voglio far scoprire a mio padre alcuni altarini di mio fratello … ti dico solo una cosa … stai lontana dai guai … evitando di stare in loro compagnia!!!

          Ma di chi parli, si può sapere?

          Lo sai – poi, prima di uscire dietro a Milo dalla porta, si volta – so benissimo che certe cose te le hanno raccontate, te l’ho letto negli occhi – ed esce fuori insieme al cugino.

          Kate – mi volto dalla parte dell’unica persona rimasta con me – memorizzati il mio numero, non ti preoccupare chiama se hai bisogno, verrò io piuttosto.

Non oso più chiedere nulla, mi sembra tutto così esageratamente assurdo, mi limito solo ad inserire anche il suo numero nella rubrica del mio cellulare, dopodiché, Aiolia mi saluta e segue gli altri due, ma subito riappare dalla porta comunicandomi che fuori sono arrivati per me. Esco insieme a lui e mi accingo a salire in auto, quando da questa esce un ragazzo alto, fisico asciutto,  occhi neri penetranti e capelli corvini: però, Nathalie non mi ha detto che suo cugino era così affascinante. Mi saluta cordialmente, si presenta  e mi apre la portiera e dopo averla richiusa si avvicina agli altri con cui si saluta in modo molto confidenziale, tranne che con Aiolia, con il quale si scambia giusto un cenno di saluto con la mano. Il tutto naturalmente lo vedo attraverso lo specchietto, mentre la mia amica e’  rimasta  con gli occhi puntati sull’altro specchietto, commentando senza alcun  pudore le doti fisiche dei miei parenti acquisiti. Noto che manca Margot e quando glielo faccio notare, mi risponde distrattamente e senza togliere loro gli occhi di dosso che le e’ venuta la febbre alta e non puo’  venire. Che strano, l’ho chiamata un paio d’ore fa e stava bene.   Rimangono a parlare per un tempo che a me pare infinito, poi, prima di andare, Camus dice ancora una cosa a Shura, il quale gli batte una mano sulla spalla e fa un cenno di assenso con il capo, poi si salutano e finalmente ci avviamo verso la festa

 

Arrivati a destinazione, Shura abbassa il finestrino di fronte al cancello per annunciare al videocitofono il nostro arrivo. Prima di raggiungere la villa, dobbiamo ancora salire altri tre tornanti: caspita ma dove siamo finite? Osservo attentamente il paesaggio verde intorno a noi e noto che e’ tutto ben curato nei minimi particolari. Hanno un parco meraviglioso, nel quale compaiono una serie di fontane, ognuna delle quali raffigura un segno dello zodiaco,  tant’e’ che mi soffermo ad osservare quello che mi appartiene. Scendiamo dalla macchina e seguiamo Shura all’ingresso, dove ci sta aspettando tutta contenta la festeggiata, o meglio, dove sta attendendo “lui”, infatti gli corre incontro e gli salta sul collo, baciandolo calorosamente sulle labbra. Lui la scosta sorridendo:

          Rose piantala …  perché mi devi far litigare con tuo fratello? Ci tengo alla pelle.

          Lo sai che ci provo sempre – poi vedendo noi – ciao ragazze.

          Ciao Rosalie – saluto – complimenti e’ tutto molto bello qui.

          Oh grazie, molto gentile – con quella sua falsa aria di cortesia – prego, entrate.

Ci precede nel salone, dove si sta tenendo la festa del suo compleanno. Ci saranno almeno un centinaio di persone se non di piu’. Ci avviciniamo ad un angolo dove sono appartati dei ragazzi  seduti  su divanetti in pelle che beatamente fumano e bevono Jack Daniels, già mi vedo la faccia di Camus se mi beccasse con in mano un bicchiere colmo di quella robaccia. La sola idea mi diverte parecchio. Vedendoci arrivare smettono di parlare ed uno, in particolare, si alza e ci viene incontro:

          Ehi Shura, finito di fare il baby sitter? – e scoppia in una sonora risata

          Idiota – risponde l’altro, versandosi già da bere

          Fratellone … a parte Natalie che la conosci già, lei e’ Kate, la mia nuova compagna di classe, un vero fenomeno naturale.

          Di cosa? – mi sorride maliziosamente colui che ho capito essere Desu.

          Ahahahah – scoppia a ridere senza ritegno la ragazza -  sei sempre il solito maiale!!!! – poi rivolta  a me – scusalo, sai come sono i maschi – e mi guarda come se avesse già capito dal mio imbarazzo che per me e’ ancora argomento tabu’.

          Figurati … ho capito che era una battuta.

          Questo lo dici tu – lui mi squadra  dalla testa ai piedi, soffermandosi un po’ sulla mia piccola scollatura.

          Desu stalle alla larga … - gli sussurra Shura, anche se io l’ho sentito

          Perche’, ci stai facendo già tu il pensierino? – sono sempre più imbarazzata e vorrei già andarmene

          No … e nemmeno tu ce lo farai – Desu lo fulmina con lo sguardo – sua madre e’ la nuova moglie del padre di Aphrodite.

          Ma dai!!! – aspira il fumo della propria sigaretta, mentre mi guarda con un ghigno divertito, poi buttando il fumo di lato, mi accarezza la guancia – ma che onore conoscere la sorellina di Aphro .. in effetti me l’aveva detto che quella donna aveva due gnocche come figlie .. ora capisco perché quella sera era uscito col fratello, di solito non si cagano nemmeno di striscio!

Ovviamente me ne guardo bene dal dire che io non ero una delle due, altrimenti non oso immaginare quale ilarita’  potrei suscitare in lui e soprattutto nella sorella che, a quanto pare si diverte molto a vedere come suo fratello mi metta in difficoltà. Ad aiutarmi ci pensa  Shura, che tira per il braccio l’amico, portandoselo dagli altri a continuare la conversazione, ma mentre si allontanano sento ancora sussurrare:

          Sarà piccola, ma una bottarella gliela darei molto volentieri, ha tutto al punto giusto!!!

          Smettila cretino – la voce di Shura sembra essere molto contrariata – ho dato la mia parola che l’avrei riportata a casa senza problemi … io sono ancora in buoni rapporti con loro …  non ho rotto come avete fatto tu e Aphrodite.

          Lo so … lo so … ma se lei ci sta … che c’entri tu?

          Tu non farai nulla lo stesso, fine del discorso.

Dopo aver udito il loro discorso, penso che da quel tipo me ne starò molto alla larga. Non mi sono mai trovata in situazioni simili e non saprei come comportarmi anche solo per un rifiuto da fare, vorrà dire che prevenire è sempre meglio che curare, lo controllerò a vista e farò in modo di non dovermi mai trovare sola con lui. Forse sono troppo esagerata, con tutta le gente che c’e’ qui e’ impossibile trovarsi soli, meglio così, ho le spalle coperte. In più di un’occasione,  noto, con un certo disappunto, che Shura mi osserva, si vede che gli hanno detto di tenermi sotto controllo. La festeggiata ci porta in giro per casa e ci fa conoscere quasi tutte le persone i cui cognomi hanno una notevole importanza non solo a Miami, ma in tutta la Florida. Alla fine delle presentazioni ci fa conoscere il suo attuale fidanzato. Prego? Ha detto fidanzato? Ma se poco fa ci provava spudoratamente con Shura? Vabbe’ stendiamo un velo pietoso e cerchiamo di goderci la serata, ormai siamo qui e occasioni per uscire il sabato sera non ne ho. Abbiamo instaurato un bel rapporto con alcuni ragazzi e ragazze che già frequentano l’università, uno dei quali addirittura studia ad Harvard. Comincio a tempestarlo di domande su quanto e come e’ possibile ottenere l’ammissione; non mi accorgo parlando con lui, che Natalie e’ piuttosto silenziosa.  All’inizio non faccio molto caso al suo pallore, penso piuttosto che siano le luci della stanza, ma dopo un po’ la guardo meglio e vedo che ha anche le goccioline di sudore in fronte. Le chiedo se qualcosa non va e lei mi dice che si sente male, pertanto l’accompagno alla toilette e attendo che si riprenda, ma all’improvviso la vedo piegarsi in due e scoppiare a piangere. Preoccupata le grido che cos’ha e lei per tutta risposta mi dice che deve esserle tornato un attacco di appendicite, ne ha sempre sofferto ma non come in quel momento. La prima cosa che faccio è  portarla fuori e farla sedere su una panchina, le  dico di non muoversi e vado subito a  chiamare Shura. Mentre sono alla sua ricerca, mi imbatto in situazioni alquanto imbarazzanti: ragazzi ubriachi sui divanetti che si baciano e si toccano oscenamente; altri seduti intorno ad un tavolino che liberamente si preparano da fumare, addirittura uno me la offre, ma io non rispondo nemmeno; appartati al bancone del bar, due tizi tirano su da una cartina una polverina bianca. Voglio trovare Shura al più presto, altrimenti non so a che cosa potrei ancora assistere. Finalmente lo trovo nel terrazzo sul retro, adiacente alla piscina dove anche lì si danno in molti alla pazza gioia. Mi vede arrivare tutta trafelata e preoccupato mi si avvicina, gli comunico l’accaduto e lui subito si fa strada tra la gente fino  ad arrivare da lei. Decide di portarla al pronto soccorso e mi chiede se vuole che prima  accompagni me. E’ un gesto molto nobile e gentile da parte sua, ma sinceramente non voglio che lei debba  attendere ancora per avere le cure necessarie, per cui gli dico di non preoccuparsi e di andare, che  chiamerò qualcuno per farmi venire a prendere. Nel frattempo e’ sopraggiunto anche Desu, avendo visto il suo amico correre in quel modo, ha pensato che fosse successo qualcosa. Saluto la mia amica promettendole che l’indomani la chiamerò, poi, mentre l’auto si allontana,  accenno a prendere il cellulare, ma il fratello di Rosalie blocca la mia mano:

          Non ti farai mica venire a prendere proprio ora? – la sua voce mi fa sobbalzare

          Beh, almeno avviso che devono venire … sai si aspettano che mi porti lui – istintivamente arretro di un passo.

          Pensavo che te ne volessi già andare .. il bello deve ancora venire! Ma perché indietreggi mica ti mangio.

          Eh? No, mi e’ venuto d’istinto – indietreggio nuovamente mentre lui avanza e purtroppo per me mi fermo contro il muro.

          Ed ora? – mi dice divertito, infilando una mano in tasca e l’altra contro il muro – da qui come ti muovi?

          Se voglio mi muovo lo stesso – lo aggredisco, ma subito mi pento per la luce che ora guizza nei suoi occhi.

          Vedi, di solito mi piace l’idea che le donne abbiano paura di me … - avvicina le sue labbra al mio orecchio e sussurra – e’ molto eccitante … - poi punta i suoi occhi nei miei e sento il suo respiro sulla mia bocca – ma non ti preoccupare, con te sarò buono … mi e’ stato chiesto così.

          Di solito obbedisci sempre a quello che ti viene chiesto? Strano non mi sembri il tipo – dico infastidita da quanto mi ha detto, in fondo, sono io che devo decidere e non gli altri … pero’, ora che ci penso,  perche’ la mia lingua non ha atteso che si connettesse prima il cervello?

          No, infatti – quasi mi ringhia per come ho osato rispondergli – ma sai con te mi viene piuttosto facile .. non perché c’entri la famiglia di Aphrodite … ma perché sono abituato a certe esperienze e so che con te potrei avere qualche delusione – si tira indietro e accendendosi una sigaretta, mi butta il fumo in faccia – libera di andartene quando vuoi, ragazzina.

Rimango qualche minuto ancora appoggiata al muro e se non fosse per l’alto volume della musica, credo che i battiti del mio cuore li sentirebbero fino dall’altra parte della villa. Inutile dire che mi sento umiliata ed offesa, non mi era mai stato detto prima d’ora  una cosa del genere. Si e’ vero, Milo e Camus più di un’occasione mi hanno rimbeccato, ma frasi di questo tipo e sguardi come quelli che mi ha rivolto Desu, non ne ho mai ricevuti da loro. Non ho più nessuna intenzione di rimanere un secondo di piu’, così prendo il cellulare e compongo il numero di Aiolia: irraggiungibile. Riprovo: di nuovo irraggiungibile. Lo ricompongo una terza volta: nuovamente irraggiungibile. Mi faccio coraggio e chiamo Camus, ma anche con lui la stessa risposta. Riprovo ancora e mi viene sempre dato lo stesso responso. Comincio a sentire le lacrime salire e a fatica ingoio la saliva che mi procura un lieve bruciore alla gola. Decido così di provare su quello di Milo, ma anche lui non si riesce a contattare. Opto per aspettare una decina di minuti prima di riprovare e nel frattempo, per non rimanere lì ferma ed attirare l’attenzione di qualcuno, mi faccio un giro in giardino e mentre sto riprovando a chiamare Aiolia, sento delle voci provenire dal basso; mi affaccio e noto che nella  tavernetta ci sono delle persone che stanno giocando a carte, lo vedo dalla finestrina leggermente lasciata aperta per fuoriuscire il fumo che annebbia la stanza. Due sole frasi  mi fanno comprendere il discorso che Camus mi ha fatto prima di uscire:

          Hei Aphro, quanto stai perdendo stasera?

          Sono sotto di diecimila dollari … ogni volta mi dico che basta ma non riesco a smettere … anche se stasera penso che e’ la serata fortunata.

          Non si direbbe …. Ahahahah … hai bisogno di un prestito?

          Ancora non ho dato bancarotta …. Basta Desu stai zitto che mi deconcentri.

Ma bravo! Il padre sa che non viene perché deve studiare e lui che fa? Torna a sua insaputa  e si da al gioco d’azzardo. Sono sempre più schifata. Torno indietro e continuo a comporre a rotazione il numero di Milo, Aiolia e Camus, fino a quando, tra una chiamata e l’altra, il mio comincia a squillare: è Camus! Finalmente, deve avere visto le numerose chiamate.  

 

 

Spero non via aspettavate una festa piu’ vivace ed, oserei dire, hard….mi spiace in tal caso avervi deluso, ma vi posso assicurare che non tarderà ad arrivare anche quella!! Ahahaha…ora passiamo alle vostre risposte:

HOEL: le tue recensioni mi divertono sempre un sacco … manici di scopa a colazione ..ahahah ma dove ti vengono? Cmq si’ .. Cam e’ un gran bastardo, le ha concesso la biblioteca solo per togliersela di mezzo!! Ma si fa? Tutto ciò che hai elencato della festa diciamo che io l’ho riassunto descrivendo cio’ che ha visto, mi spiace che magari ti aspettavi bordelli, spogliarelli, Kate alcolizzata …. Ebbene no un piccolo imprevisto per rompere le palle a chi arrivera’ al prossimo capitolo a prenderla….ciao

LADYBLUE: si un po’ cortese con Kate lo e’ stato … almeno l’ha eliminata tutto il giorno davanti ai suoi occhi!! Che roba, vabbe’.  Ebbene a quanto pare a Rosalie non interessa con chi vive, fa la gatta morta con Shura!!! evidentemente sa gia’ che con Camus e Milo non ha speranze … ahahh.. ciao al prossimo.

WINNIE343: brava!!! Hai detto bene, perche’ non era spalleggiato …. C’era solo Aiolia nei dintorni che col suo buon animo lo rende civile e rispettoso … meno male, almeno una volta tanto Kate puo’ respirare in quella casa …. Beh? Che fai lo difendi? Per quanto riguarda i nostri tempi,  mi cara, condivido anche questo con te … i bruttoni della classe, uffa, nulla di bello da guardare. Grazie come sempre per il tuo appoggio, baci , ciao.

ASHAR: continua pure ad incuriosirti, perché non so se Kate attenderà in eterno il suo Camus, si arriva ad un certo punto in cui poi ci si accorge che non esiste solo lui…oddio basta, altrimenti ti dico tutto!!!! Ahahaha

BARAKEI: ebbene ci sono stati si Desu che Shura, uno il solito italiano all’estero, l’altro il solito e gentile galantuomo, mi piace vederlo così Shura, cupo, molto duro, ma che in fondo ha un cuore grande….ma che te lo dico a fare se tanto tu ormai hai il tuo preferito da seguire….spero che gli sviluppi della festa non siano stati deludenti … ciao ciao

JACKOSAINT: devo dire che vi ci vedo proprio a sbattere fuori di casa la vostra amica. Devo ammettere pero’ che mi preoccuperei un po’ per i due ragazzi, non oso immaginare che fine farebbero nelle vostre mani. Davvero pensate che Camus si “bello e impossibile”? .. io non ci giurerei troppo .. aspettate e vedrete!!!

FENICE88: ma ciao!!! Lo so che sbavi per lui … l’ho capito in altre recensioni lasciate da te su altre storie … ahahahah….le seguivo anche io ma sbavavo per il  MIO (mi perdoni colei che sa) Camus. I tuoi complimenti per la fic mi fanno molto piacere e sono io che ti ringrazio per seguirla così appassionatamente. Spero non ti abbia deluso il poco spazio di Shura … sarebbero troppi da gestire…ciao

 

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Capitolo 7
*** La Tragedia ***


Capitolo n. 7

La Tragedia

 

Camus al telefono è stato odioso e dispotico; non mi ha permesso neanche di concludere la frase che dopo avermi dato dell'ingenua, mi ha ordinato di rimanere in giardino e poi ha attaccato il telefono, non prima di avere aggiunto qualcosa del tipo “arriviamo!”. Al pensiero della ramanzina che riceverò comincio ad andare avanti e indietro, cercando di non farmi vedere dagli altri invitati. Ho un moto di gioia nel vedere arrivare la macchina di Aiolia e una reazione contrariata nel constatare che il proprietario della vettura è assente, mentre sono presenti i miei due parenti acquisiti. Fantastico! Ora mi aspetta anche la paternale. L’auto si ferma e nessuno dei due cavallerescamente scende per aprirmi la porta; figurarsi, sono l’ultima ruota del carro! Entro in auto e accenno ad un piccolo salutino, al quale risponde Milo:

          Alla fine hai dovuto rovinarci la serata!!

          Guarda Milo che non e’ colpa mia

          Ah no? E di chi e’? perché non ti sei fatta portare da Shura, come previsto?

          Se il tuo amichetto mi avesse permesso di spiegarglielo a quest'ora sapresti che Nathalie si è sentita male e lui ha dovuto accompagnarla all'ospedale.

          Non avevo bisogno di sentirmi dire queste cose – si intromette Camus –  e comunque so per certo che Shura  ti ha anche detto che ti poteva portare

          Hai sentito Shura?! – gli chiedo infastidita

          Volevo sapere perchè avevi deciso di chiamarci tremila volta sui nostri cellulari

          No, tu volevi sapere se avevo combinato qualcosa di brutto!!

          E allora? – Milo inchioda al semaforo, in effetti la sua guida e’ un po’ nervosa

          Puoi andare piu’ piano? – gli chiede con tutta calma Camus

          Lo sai che quando sono nervoso la guida mi sfoga.

          Si ma ci siamo anche noi – lo rimbecco io

          Tu stai zitta … ma non potevi prendere un taxi?

          Se sapevo lo facevo!!! Pensavo venisse Aiolia!!

          Certo, quel ragazzo ora lo devi schiavizzare?

          Io non voglio approfittare proprio di nessuno … mai poi tu che vuoi, perche’ non ti fai gli affari tuoi?

          Sei insopportabile lo sai? – si volta a guardarmi – mi chiedo tua madre se non avesse avuto di meglio da fare quel giorno – poi riprendendo a guidare – non gliene bastavano gia’ due?

          Milo! –  Camus lo riprende, mentre dallo specchietto mi lancia  un’occhiata furtiva.

          Su questo argomento sono sicura che andreste molto d’accordo tu e lei! – mi viene quasi da piangere.

Dopo avergli risposto così, mi chiudo in un mutismo perfetto e guardo fuori dal finestrino, ingoiando piu’ di una volta la saliva per non far fuoriuscire le lacrime che gia’ da un pezzo stanno facendo capolino dai miei occhi. Arrivati a casa, non aspetto nemmeno che spenga la macchina che subito scendo, sbattendo la portiera e mi dirigo in casa. Faccio per sbattere anche la porta di casa, ma viene bloccata da Camus che nel frattempo mi ha seguita e mi afferra per un braccio. Lo strattono ma lui non demorde.

          Lasciami

          No .. devo parlarti -  e mi trascina in salone

          Che vuoi ancora? Lo so vi ho rovinato la serata .. vi faccio le mie scuse .. non succederà piu’, mi rinchiudero’ per sempre in casa così  voi non avrete problemi e vivrete le vostre belle serate felici e contenti. Va bene?  o devo fare pure la penitenza?

          Smettila di dire stupidaggini, voglio solo sapere se alla festa e’ successo qualcosa.

          Del tipo?

          Che incontri hai fatto?

          La mia amica e’ stata male non per qualcosa che ci hanno dato …

          Lo so benissimo, mi ha raccontato tutto gia’ Shura.

          Aaahh!! Ho capito … - gli sorrido malignamente perche’ in questo momento ho così’ tanta rabbia in corpo che riesco solo a dimostrarmi cattiva e presuntuosa – gia’ …  sei preoccupato che io possa riferire qualcosa che nessuno deve sapere … giusto? – incrocio le braccia al petto.

          Ti ha vista? – sento nel suo tono di voce un leggero fremito, che bello stavolta sono io ad avere il coltello dalla parte del manico.

          Credo di  no.

          Lo spero per te.

          Uh uh … che fai ora mi minacci? – poi alzando un po’ la voce – io non sono una spia e se hai paura che io possa usare questo per avere favoritismi ti sbagli … a me non interessa nulla di cosa fa, sono affari suoi – vedendo lo stupore dipinto nel suo volto – cos’e’ Camus, ti ho stupito? Pensavi che fossi superficiale fino a questo punto?

          Non hai capito nulla. E' per te che sono preoccupato.

          Cosa? - rimango basita a fissarlo – che vuoi dire?

          Che mio fratello sa essere molto spregevole. Soprattutto se qualcosa interferisce con i suoi piani.

          Ho capito … io comunque non faccio la spia. Però non capisco perchè non lo dici a tuo padre. Tuo fratello ha bisogno di aiuto

          Mio padre ci rimarrebbe troppo male.

          E allora vedi di fare qualcosa rompendo le scatole a tuo fratello e non a me. Ti preoccupavi tanto per come avrei rovinato la quiete in casa tua, quando invece ti potresti preoccupare di piu’ di come il nome Gaillard potrebbe essere noto non per le lodi delle vostre imprese.

          Infatti ha gia’ problemi per colpa di Aphro che non deve averne anche per te!!! – esplode Milo.

          Eccolo, e’ arrivato … ora ci si deve mettere anche lui col suo veleno.

          Ma  mai che ti stroncasse!!

          Ma come ti permetti!!

          Basta! – si intromette Camus – ora basta, finiamola qui ...

          Ah, ora basta? E' dal primo giorno che ci siamo conosciuti che siete stati maleducati e villani con me! Mi avete trattata come un'estranea. Come se l’avessi deciso io di venirci … e non ho mai capito bene il perche’ … solo per la scusa di mia madre?

          Dici niente!?! – esclama Milo – quando discutete siete insopportabili.

          Tu non discuti mai con i tuoi?

          Si, ma non sono maleducato come te lo se con lei.

          Lo so io perche’ … mannaggia a me, potevo chiedere a mio padre di tenermi ancora tutto l’anno con lui.

          Di sicuro non ti avrebbe detto di no … e’ proprio perche’ lui ti vizia troppo che sei cosi’!

          Tu non hai nessun diritto di parlare  di lui in questo modo , Milo, chiaro. Non sai nulla di me, di lui, di mia madre … di tutto cio’ che mi ha sempre circondata da quando sono nata!!! Se non ci fosse lui a rendermi la vita un po’ piu’ semplice, non so che fine avrei fatto! E sto parlando di sentimenti ed emozioni, non di cose materiali!

Dalla rabbia sbatto un pugno sul tavolo, dal quale cade il telecomando della televisione finendo in mille pezzi. Mi rendo conto di quello che, per l’ennesima volta, ho combinato e cercando di raccogliere i pezzi, farfuglio in un sussurro delle scuse. La televisione, che si è involontariamente accesa, con la sua voce cattura la mia attenzione. Deve essere qualcosa di molto grave per mandare in onda un'edizione speciale del telegiornale gia’ alle prime ore del mattino. Cerco di capire di cosa si tratti quando, ad un certo punto, sento nominare le imprese McKain. Ma sono quelle di mio padre! Mi avvicino per sentire meglio, mentre i dueMilo e Camus si sono bloccati di colpo e rimangono ad ascoltare insieme a me le notizie che l’annunciatrice sta dando:

          Notizia dell’ultima ora, un jet privato delle imprese McKain e’ precipitato nella baia di San Francisco. Ancora non sono note le cause dell’incidente aereo che, purtroppo, ha portato alla morte di tutti i componenti dell’equipaggio e i tre passeggeri a bordo, nomi  ben noti nel settore industriale del paese. Si tratta dell’amministratore delegato Mike Donovan, del commercialista Robert Allen e del presidente delle imprese Johnatan McKain….

Sull’ultimo nome il mio cuore perde un battito e sento il terreno sotto i piedi mancare. Mi afferro alla sedia e cerco di inspirare aria, ma il mio corpo sembra non reagire: solo la mia mente continua a ripetersi che nessun  e’ sopravvissuto. Nessuno … nemmeno mio padre!!! Rimango immobile a guardare lo schermo mentre le immagini del ritrovamento aereo e delle fiamme che avvolgono l’abitacolo si fanno sempre piu’ intense e guardandole penso che il corpo di mio padre e’ li’ in mezzo, quel dolce viso, quel sorriso così radioso che mi illuminava l’anima ora non lo vedrò piu’. Non riesco a reagire, non so se urlare, piangere, spaccare tutto, vorrei scappare, correre  da lui per sincerarmi che e’ tutto un sogno. Non sento piu’ la terra sotto i piedi e tutto intorno a me si fa buio, riesco solo a percepire due forti braccia che mi afferrano e poi,  il nulla!

 

 

Cerco di aprire gli occhi ma un terribile mal di testa me li fa subito richiudere, metto un mano davanti alla fronte per coprire la luce che entra dalla finestra. Poi mi ritorna in mente tutto quello che e’ successo e mi siedo di colpo sul letto. Puo’ essere che fosse tutto un sogno? E’ tutto così tranquillo. Mi alzo e scendo le scale, ma purtroppo quando entro nel salone vedo le mie sorelle che piangono, disperate, vicino a mia madre che, in lacrime, cerca di confortarle. Mi vede entrare Nicholas, mi raggiunge con passo veloce e mi abbraccia, poi mi prende per le spalle e dolcemente mi guarda, dicendo solo:

          Mi dispiace Kate – rendendomi conto che e’ tutto vero, le lacrime cominciano a bagnare le mie guance e noto nel suo sguardo una dolcezza e comprensione che non mi aspettavo. Distolgo gli occhi dai suoi e li punto su mia madre, lei comprendendo il mio dolore mi viene vicino e cerca di abbracciarmi, ma io mi scosto bruscamente.

          Lasciami stare – e mi allontano andando verso la finestra

          Kate stiamo soffrendo tutti per la sua morte … lo so quanto tu ..

          Stiamo?  - la interrompo guardandola dritta negli occhi – hai detto stiamo?  vorresti includerti anche tu? Ma non farmi ridere … non fare l’ipocrita

          Ma che dici sei impazzita? – si intromette Nicole ancora singhiozzando

          Ah perche’ tu credi che a lei interessi qualcosa se lui sia morto? Ma sai quanto gliene frega!

          Kate ma come puoi dire una cosa del genere? – incredula, mia madre scuote la testa

          Oh mamma per favore, lasciami stare .. fai pure l’ipocrita con loro due ma non con me .. anzi se puoi stammi lontana .. in questo momento non ho assolutamente bisogno di te …

Mia madre sconvolta se ne va, seguita dal marito e dalle mie due sorelle, una delle quali prima di uscire mi dice apertamente che stavolta ho esagerato e che potevo risparmiarmi di dire parole di cui in futuro mi pentirò. Detto in tutta franchezza, ormai del futuro non e’ che mi interessi molto;  l’unica persona di cui avevo realmente bisogno  se n’e’ andata via per sempre.

          Kate? – mi volto verso Milo, che mi ha chiamato – se hai bisogno di qualcosa … qualcuno con cui sfogarti … beh .. noi, siamo qui.

          Prego? – rispondo con ironia,  asciugandomi una lacrima – mi vuoi far credere anche tu che ti preoccupi per me ora?

          Certo … sappiamo benissimo quello che provi

          No voi non sapete proprio nulla … ed ora vi mettete anche voi a fare gli ipocriti con me, come se vi interessasse qualcosa ... ma come, fino a poco tempo fa nessuno mi sopportava ed ora .. puff – imitando il gesto – come per magia .. Kate e’ al centro dell’attenzione di tutti … tutti si interessano di lei , a tutti – marcando sempre di piu’ la parola – ora interessa lo stato d’animo di Kate .. eh sì, poverina, ora bisogna compatirla vero? … QUESTA E’ PURA IPOCRISIA!!!  - poi voltandomi verso Camus, mi avvicino  a lui e con tutto il disprezzo che in quel momento provo per il mondo intero – e tu? Non hai niente da dirmi? Eh? Non hai  una delle tue solite paternali da infliggermi per come sto trattando le persone ? mh .. non dici nulla .. PARLA!

Lui, senza dire nulla, si avvicina a me e mi abbraccia forte, mi stringe tra le sue braccia, con una mano mi tiene ferma sulla sua spalla la testa, infilando le sue dita tra i miei capelli, e con l’altra mi stringe nelle spalle. Non mi dice nulla, ma il suo silenzio mi fa capire che comprende il mio stato d’animo ed io in quel momento lo tengo stretto a me e comincio a piangere disperatamente, i miei singhiozzi si fanno sempre piu’ forti e disperati, avrei voglia di urlare tutto il mio dolore, ma non trovo piu’ la forza di parlare. Un’ altra mano mi accarezza la testa, e’ Milo, senza guardarlo gli sussurro “mi dispiace .. scusami”, ma lui mi da un bacio in fronte ed esce dalla stanza. Non so per quanto tempo rimaniamo in quella posizione, so solo che non vorrei più  staccarmi da lui, il suo calore mi da’ cosi’ tanto conforto e protezione. Quando Camus si accorge che mi sono un po’ calmata, mi allontana dolcemente da se e asciugandomi le lacrime con i pollici mi alza il viso e mi chiede se voglio sedermi o andare in camera mia. Gli dico che vorrei non rimanere da sola, ma allo stesso tempo non voglio nessuno. Lui allora mi fa sedere vicino a se, io appoggio la testa sulla sua spalla e lui circonda le mie con un braccio, rimanendo cosi’, in silenzio, fino a quando  gli chiedo:

          Passera’ questo dolore?

          Prima o poi riuscirai a conviverci.

          Tu avevi le persone giuste accanto

          Anche tu le hai.

          Non piu’

          Perche’?

          Ora anche le mie sorelle mi odieranno.

          Non ti preoccupare … non e’ così, lo capiranno vedrai.

          Non possono capirlo, perche’ non hanno mai saputo.

          Di che parli?

          Non mi va ora … scusami – mi alzo e spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio – sono stanca vado a letto.

          Ti accompagno su?

          No grazie. Vai da loro.

          Come vuoi.

          Perche’ fai questo?

          Perche’ io ero con mia madre come tu lo eri con tuo padre. – rimango a fissarlo qualche secondo, dopodiche’ me ne vado senza dire piu’ nulla.

Mi stendo sul letto cercando di addormentarmi, ma come chiudo gli occhi le immagini delle fiamme e l’essere consapevole che tra loro c’era il suo corpo,  mi rabbrividisce e mi fa stare sveglia tutta la notte. Alle prime luci dell’alba finalmente la stanchezza prende il sopravvento e riesco a riposare qualche ora. Mi sveglia Michelle, mi bacia sulla fronte e mi chiede di andare a fare colazione con lei. Scendiamo giu’ e c’e’ anche Nicole; ci guardiamo per un istante e poi ci abbracciamo, senza dire una parola. Quando cominciano tutti a scendere provo fastidio per la loro presenza, non ho idea di cosa mi succeda, so solo che stare in mezzo alla confusione mi urta e voglio la tranquillita’ della mia stanza, il silenzio, voglio il solo ricordo di mio padre e basta. Con la scusa che mi devo preparare per il funerale che si terrà in mattinata, salgo su per scendere solo quando vengo chiamata per uscire.

 

I funerali si tengono in forma privata, separatamente dalle altre vittime dell’incidente. E’ stata una nostra decisione, non vogliamo nessuno che non sia della famiglia e qualche dirigente delle imprese MacKain, per fare le veci dell’azienda stessa. Durante la funzione non riesco a togliere gli occhi dalla bara, gli parlo mentalmente e gli prometto che lo renderò sempre fiero di me, che tutti i progetti che volevo costruire e che gli avevo confidato, li portero’ a termine, costi quel che costi. Non mi dedichero’ a nient’altro se non a diventare quell’avvocato famoso di cui lui mi prendeva sempre in giro, dicendo che con la parlantina che avevo era l’unico mestiere che avrei saputo fare bene,

 

     ******************************************************************************

 

Dal giorno del funerale sono ormai passate un paio di settimane, durante le quali non sono mai uscita di casa se non per andare a scuola. Ho abbandonato anche la palestra dove mi ero iscritta con tanto entusiasmo;  non rispondo al telefono quando mi chiamano i vecchi amici e scendo in salone solo quando e’ ora di mangiare, verbo ormai a me sconosciuto. Come tutte le sere, anche oggi,  mi siedo e prendo a giocare con il bicchiere rigirandomelo tra le mani, arrivano le portate ed io faccio cenno di no al primo, lo sto facendo anche al secondo, ma mia madre dolcemente mi dice:

          Kate, per favore, mangia!

          Mangio solo un po’ di frutta … ho mangiato troppo a scuola.

          Non e’ vero …

          Che fai, mi controlli?

          No, si vede … sei patita, se mangiassi anche una volta al giorno non saresti così pallida.

          Non mi va

          Ha ragione tua madre, non obbligarci a  costringerti – mi volto verso Nicholas che prosegue – non farci preoccupare.

          … - guardo prima uno e poi l’altra – va bene, ma solo poco.

          Almeno e’ gia’ qualcosa. –  mi stringe la mano mia mamma, poi ritraendola sotto la mia occhiata – Kate fra un mese e’ il tuo diciottesimo compleanno

          Mh e allora? Non vorrai mica che faccia la festa?

          Beh le tue sorelle l’hanno fatta, e’ giusto che la faccia anche tu.

          Ma per me o per te?

          Per te , solo per te – si spazientisce, poi cercando un po’ di autocontrollo – e poi le tue sorelle ci tengono molto ad organizzartela.

          Bene vorra’ dire che parlero’ con loro e chiedero’ esplicitamente che non venga fatta – poi prendendo la posata – ora posso mangiare?- e la guardo con aria di sufficienza

          Si – dice con un sospiro, vedo che vorrebbe continuare ma l’occhiata del marito la fa desistere.

Terminata la cena, sto per alzarmi ma Camus mi chiede di rimanere ancora un po’ con lui, ha detto che mi deve parlare, sara’, ma non ne ho per niente voglia, so gia’ quale sara’  l’argomento. Ci sediamo sul salottino del terrazzo e appoggiando la testa sullo schienale del divanetto, chiudo gli occhi e gli chiedo:

          Scommetto che mi devi parlare della festa.

          Si.

          Ho già detto come la penso.

          Non sono d’accordo, ora la pensi cosi’ ma piu’ avanti potresti pentirti di non averla fatta.

          Quando poi ne avro’ voglia la faro’, tanto festeggiare i18 o i 20 non cambia nulla.

          Cambia

          Perche’ divento maggiorenne? – lo guardo dritto negli occhi – perche’ divento adulta e responsabile mentre ora sono solo una ragazzina immatura?

          Non e’ per questo. E’ che ora la pensi così perché non hai lo stimolo per farla, ma quando tutto sarà tornato alla normalità, ti accorgerai che era giusto  … per te, per le tue sorelle … e per tuo padre.

          Mio padre … -sussurro mentre le lacrime cominciano a salire – ormai lui non c’e’ piu’ e avere le foto del mio diciottesimo compleanno senza di lui, mi ricorderà solo questo brutto momento … no non e’ un bel ricordo da tenere.

          Kate – mi prende il viso con la mano e lo gira dalla sua parte – lo so che puo’ sembrare una frase costruita, ci sono passato anche io e so come ti senti, ma credimi … lui non vorrebbe che tu ti negassi questo. So che le tue sorelle ti stanno organizzando la festa, me lo hanno accennato l’altro giorno e mi hanno anche detto che ne avevano già parlato tempo fa con tuo padre … lo desiderava anche lui, non puoi contrastare un suo desiderio, non credi?

           Pero’ lui non ci sarà .. lui capirebbe …  non  sarò dell’umore, rovinerei la festa a tutti.

          Non succederà, stai tranquilla.

          Camus … io però non ho nulla da festeggiare, mi verrebbe da piangere in continuazione … ecco come adesso appena penso a  lui – e i singhiozzi riprendono il sopravvento

          Sono solo passati pochi giorni – mi abbraccia e mi sussurra all’orecchio – fra un mese qualcosa cambiera’ .. e poi ci siamo noi a starti vicino, io, Milo,Aiolia, Michelle, Nicole … vedrai che andrà tutto bene …fidati di me.

Alle sue parole accenno col capo, mentre mi lascio cullare dal suo abbraccio, dando libero sfogo ancora al dolore che mi sta dilaniando internamente.

 

 

Le risposte alle vostre recensioni le avrete direttamente sulla posta come da nuove procedure.

Ciao e grazie a tutti coloro che continuano a leggere…

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** La Delusione e La Rinascita ***


 Capitolo n.8

La Delusione e La Rinascita.
 


 
Di certo il tempo non mi ha aiutato come avrei voluto. Tutt'altro. Ora sono nella mia vecchia cameretta e mi sto preparando per la mia festa di compleanno, ma come  avevo previsto,  non ho assolutamente voglia di incontrare tutte quelle persone. Al contrario di quanto mi ha assicurato Camus, il tempo non sta chiudendo la mia ferita, che sanguina ancora e più di prima. Certo, non posso pensare che in soli due mesi mi scordi quello che e’ successo, ma anziché  andare pian piano scemando, va sempre di più crescendo ed io al solo pensiero di dover sorridere a tutti, quando invece il mio cuore continua a piangere, vorrei solo sparire  e rifugiarmi dall’altra parte del mondo e ricominciare un’altra vita lontano da tutti quelli che mi ricordano chi sono. Le mie sorelle hanno deciso di festeggiare nella nostra vecchia casa, che si trova nella zona dove siamo cresciute e nella quale ci sono la maggior parte dei nostri amici. Questa casa per me e' il focolare domestico che mi ha riscaldato tutte le volte che ne ho avuto bisogno, come può aiutarmi in un momento come questo? Dalla finestra vedo che stanno cominciando ad arrivare alcuni invitati, forse e’ meglio che scenda, non mi va di essere assalita da tutti contemporaneamente, almeno così ho il tempo di riprendermi tra un arrivo e l’altro. I primi ad arrivare sono proprio coloro i quali ormai fanno parte della mia nuova famiglia, entra Milo che mi abbraccia subito e mi schiocca un bacio in guancia e sorridendomi mi dice:
  • Auguri piccola!
  • Milo … ha diciotto anni non e’ più’ piccola –interviene Aioria, il quale anche lui mi abbraccia forte e mi bacia – ormai e’ maggiorenne. – e mi fa l’occhiolino, lui e’ il mio sostenitore personale.
  • Sara’ sempre la piccola di casa – risponde stizzito Milo
  • Anche quando avrò quarant’anni?
  • Certo .. cosa vuoi che cambi … non e’ un giorno in più che ti fa matura o che  ti cambia … ah – mi fa un buffetto sulla guancia – se non reggi l’alcool a 17 anni, non lo reggi nemmeno a 18 … quindi sappiti regolare.
  • Oggi e’ la mia festa e bevo quanto voglio – cerco di scherzare, anche se le sue parole mi hanno leggermente innervosito, non dice mai quello che non pensa.
  • Non credo proprio …  –  Camus per farmi gli auguri  mi abbraccia più forte degli altri e mi bacia nei capelli, non so perché ma mi sembra un contatto più intimo rispetto agli altri, spero di non illudermi.
  • Posso stringerla anche io o chiedo troppo? – Aphrodite si fa largo tra di loro – auguri Kate … buon compleanno – e mi bacia freddamente sulle guance
  • Grazie Aphro -  ci guardiamo con aria di sfida – che piacere averti qui, sai pensavo avessi meglio da fare.- gli sorrido sarcasticamente.
  • Davvero divertente – nel frattempo gli altri sono andati in salone, mentre lui se potesse mi strozzerebbe.
 
Dopo  di loro arrivano anche le mie due compagne di scuola Margaret e Nathalie, quest’ultima accompagnata da suo cugino Shura al quale, sorridendo, chiedo a chi stasera deve fare da balia. Lui risponde divertito che sono sempre io quella da tenere d’occhio, sapendo che non reggo l’alcool. Ma tu guarda, mi hanno fatto una bella pubblicità. Pian piano arrivano tutti gli altri e tra la musica, il ballo, le foto, i regali da scartare, la serata  passa piuttosto velocemente. Noto che le mie sorelle sono entusiaste del risultato della festa, non per come sia riuscita nel senso pratico, ma perché hanno notato che sul mio viso molto spesso compariva il sorriso e questo per loro era il traguardo da raggiungere. Poverine, anche loro hanno subito la mia stessa perdita ed io non ho mai tentato di parlarne insieme per superare la crisi;  non ci sono mai riuscita, forse perché so che hanno l’appoggio di mia madre, che io non voglio, non che non mi darebbe. Ho notato più volte in lei la voglia di cercare di consolarmi, senza successo. Ora però mi e’ venuta voglia  di prendere una boccata d’aria e mi avvio da sola in un piccolo angolo del giardino dove di solito mi andavo ad appartare quando combinavo qualche guaio e mi nascondevo da mia madre. Sono appoggiata alla ringhiera quando sento avvicinarsi dei passi, mi volto e Camus e’ lì, al buio, sotto l’illuminazione della luna che lo rende ancora più bello di quanto lo sia già. Mi avvicino mentre lui mi sorride :
 
  • Come mai qui da sola?
  • Avevo voglia di un po’ d’aria
  • Tutto bene?
  • Si … grazie … - mi mordo il labbro inferiore – tu .. ti stai divertendo?
  • Sei tu che devi divertirti .. questa e’ la tua festa.
  • Diciamo che e’ riuscita nel suo scopo .. senti .. – poi mi blocco di colpo perché le parole mi muoiono sulle labbra, vorrei dirgli quanto e’ bello in questo momento, ma ho paura.
  • Si? .. – mi incoraggia lui  vedendo che non parlo più, poi  avvicina il suo viso al mio – che volevi dirmi? – si abbassa per guardarmi.
Io non so che mi prende, so solo che ho una voglia matta di baciarlo, di stringerlo forte, le sue braccia mi hanno sempre fatto stare bene e anche ora voglio il loro calore. Senza dire più nulla con slancio circondo il suo collo con le mie braccia e poso le mie labbra sulle sue. Dapprima comincio a baciarlo timidamente, poi vedendo che lui non reagisce,  penso bene di continuare, insinuando la mia lingua alla ricerca della sua. Mi stringo a lui e lo bacio con trasporto, assaporo più volte le sue labbra,  ma purtroppo la sua reazione  non e’ come io l’avevo interpretata, tutt’altro, mi allontana  delicatamente da se, appoggiando le mani sulle mie e togliendo le braccia dal suo collo:
  • Kate … non credo sia il caso – mi guarda gravemente ed io capisco dell’imperdonabile errore che ho commesso.
  • Scusami … non so cosa mi sia preso … – inghiotto a fatica la saliva e credo di arrossire violentemente
  • Forse sono io che ho sbagliato …
  • Tu?  E perché?
  • Non vorrei averti incoraggiato in qualche modo … io ti sono stato più vicino solo per aiutarti a superare questo brutto momento … so come ci si sente … ma e’ evidente che ho sbagliato tutto - il suo sguardo torna freddo come un tempo
  • Non dire altro … - lo blocco con la mano -  senza alcun dubbio sono io che ho frainteso … e’ che  ho agito d’istinto … ecco io … - mi volto perché  non riesco a sostenere il suo sguardo – io sentivo il bisogno di qualcosa di più … ma solo perché mi manca l’affetto di qualcuno … non preoccuparti, non succederà  più ... te lo prometto … da parte mia non succederà mai più, puoi starne certo. – e mi avvio velocemente all’interno.
  • Aspetta …
 Cerca di trattenermi, ma io mi libero dalla presa e di corsa entro in casa; sento lui che mi richiama, ma io non gli do’ ascolto e mi rifugio nella mia stanza. Mi butto sul letto e scoppio a piangere. Sono una stupida, una cretina, mi sono illusa che poteva esserci qualcosa, ma e’ evidente che lui sta cercando solo di aiutarmi ed io ora ho rischiato di allontanarlo di nuovo da me. Ma possibile che non ne combino mai una giusta? Dopo aver fatto passare un po’ di tempo, il necessario per sfogarmi e riprendermi al meglio per continuare a fingere durante la festa, scendo le scale e lui e’ all’ingresso del salone: da come si atteggia guardando da ogni parte presuppongo che mi stia cercando. Gli arrivo alle spalle; sentendo la mia presenza si volta e mi guarda seriamente:
  • Ti stavo cercando.
  • E perché mai?
  •  Kate … - sospira pesantemente – credimi, mi dispiace per quanto e’ accaduto … però … io non posso darti quello che tu vorresti … non e’ possibile, per tanti motivi e mi dispiace  ferirti …  se avrai  bisogno di me potrò sempre esserci, ma … - lo interrompo un po’ bruscamente perché ogni sua parola continua a ferirmi.
  • L’ho capito, lo hai reso ben noto prima e  me ne rendo conto da sola, non sono stupida …  e poi te l’ho già  detto e’ stata la circostanza  … potevi essere tu come qualunque altro – mento spudoratamente, poi per cercare di essere il più credibile lo guardo dritto negli occhi con tanta sicurezza -  in quel momento sentivo il bisogno di un affetto diverso … ma non ci sto male se e’ questo che ti preoccupa  … ora e’ meglio che torni dagli altri, mi staranno di sicuro cercando.
E senza attendere risposta ritorno in salone dove vengo praticamente assalita da tutti i miei ex ed attuali compagni di scuola con i quali cerco di trascorrere la serata in tutta serenità, senza più pensare alla delusione subita pocanzi, basta, questa  e’ la mia serata e ora esisto solo io.
 
Fortunatamente quell’episodio non ha rovinato del tutto  quel piccolo rapporto che si era instaurato tra di noi; non c’e’  più quella freddezza di prima ma non esistono neanche  i momenti in cui riuscivamo a parlare tranquillamente. Lui cerca di esserci ogni qualvolta io lo desidero, nei momenti in cui ho voglia di sfogarmi non lo cerco più, ma in quelli dove lo studio me  lo richiede, si; ed io sono contenta di averlo anche solo così; forse la cotta che avevo per lui e’ passata nello stesso istante in cui mi ha rifiutata, o almeno credo, perché potrebbe anche essere che ora ho più premura di riacquistare la sua stima piuttosto che conquistarlo. Quando, gentilmente, mi aiuta con lo studio, mi soffermo ad osservarlo mentre lui non se ne accorge, e devo ammettere che non e’ solo la sua bellezza che mi colpisce, ma tutto ciò che lo circonda: il suo sorriso, il suo sguardo, il suo carattere tranquillo, la sua gentilezza, soprattutto la sua intelligenza e perché no, anche la sua freddezza. Ha tutto ciò che io vorrei avesse l’uomo della mia vita, peccato però che il destino non  incrocerà le nostre strade, sono troppo infantile e non abbastanza interessante per lui, ma non importa, mi basta averlo così al momento, meglio di quando mi parlava con  insofferenza. Proprio mentre mi sta aiutando a trovare un libro che mi serve per una ricerca, arrivano Milo e Aioria:
  • Ciao cugino.. che fate di bello, disturbiamo ?
  • Io studio … lui guarda – rispondo
  • Io ho già dato – mi riprende Camus
  • No stai ancora studiando, solo che a te bastano dieci minuti a me mezz’ora
  • Eh Kate, nessuno lo batte.. nemmeno io – ride Milo
  • Ma su questo non avevo dubbi –  il suo sorriso alla mia battuta scompare
  • Senti ragazzina!!!
  • Milo .. occhio a come parli lo sai che ora  e’ una donna – risponde Aioria cercando di riscaldare l’ambiente
  • Donna? – guarda prima me e poi lui – hai presente vero com’e’ una  donna   .-..
  • Milo!!!- scatta Camus
  • Che c’e’? Non ho detto mica nulla di compromettente.
  • Appunto … dobbiamo studiare cosa volevi? -  Camus riprende solo con lo sguardo Milo
  • Domani sera mio fratello dà una festa a casa nostra – inizia Aioria – i miei non ci sono e ne approfitta per invitare tutti i vecchi amici del liceo. Naturalmente puoi venire anche tu Kate.
  • Se ti fa piacere si, molto volentieri. – lo ringrazio io
  • Per me e’ un onore presentarti tutti i miei amici, almeno allarghi anche tu il cerchio delle conoscenze.
  • Se poi sono tutti carini come te e’ anche un vantaggio – con lui mi piace civettare, so che sta agli scherzi e non e’ malizioso.
  • Guarda che ti teniamo d’occhio eh? – ride, poi rivolto agli altri due – vero ragazzi?
  • Forse io e te, ma non credo che mio cugino riuscirà a  guardarsi intorno –  sorride malizioso Milo
  • Che vuoi dire?  - il tono di Camus e’ piatto
  • Sai Camus … ci sarà anche la tua Kristeen .. non so quanto riuscirai a distrarti.
  • Non e' mia .. e' finita con lei .. non torno sui miei passi – pronuncia quest’ultima frase sibilandola tra i denti
  • Ne sei sicuro? .mh..non si direbbe
  •  Basta Milo .. non ne voglio parlare
  • Ho trovato il libro – voglio cambiare discorso, se continuano credo che il fuoco che sta ribollendo nelle vene  esploderà’ peggio di un magna in eruzione  – scusatemi vado a finire la ricerca.
  • Ti aspetto domani – mi saluta Aioria mentre gli passo vicino
  • Certo …
E come una furia mi dirigo in camera, altro che amicizia, altro che mi e’ passata, ora chi e’ quella? Che vuole dal mio Camus? Certo che ci vado alla festa, voglio proprio vedere che tipo di donna gli piace, anzi il tipo di donna di cui si e' innamorato, perché dal tono di voce e dalla malinconia che ho letto nel suo sguardo devo presupporre che sia stata piuttosto importante per lui, a meno che non lo sia ancora. Naturalmente i miei studi non vanno a buon fine e tutto il pomeriggio sono distratta continuamente dal pensiero di lui con quell’altra. Ecco lo sapevo, domani mattina mi tocca svegliarmi all’alba per studiare.
 
Tutto il giorno non ho fatto altro che pensare a Camus e alla sua ex fidanzata ed ora che devo andare  alla festa, vorrei tanto trovare una scusa per evitarla, ma così facendo potrei offendere Aioria che con me e’ sempre stato molto buono e disponibile e non lo merita, in più mi sembrava ci tenesse molto alla mia presenza. Tiro un forte sospiro e li raggiungo nell’atrio, li seguo fino alla macchina e salgo in auto. Sono piuttosto· silenziosa e Milo me lo fa notare, per tutta risposta faccio  loro notare che essendo la prima festa  con i loro amici a cui partecipo, mi sento un po’ in imbarazzo, ma loro mi assicurano che sono persone affabili e socievoli e di non preoccuparmi che non hanno nulla a che vedere con quelli di Aphrodite. Bene, la cosa mi rincuora un po’, peccato però che il problema principale si chiami “Kristeen”.
Dopo aver parcheggiato la macchina entriamo in casa e subito ci viene incontro Aioria, tutto sorridente:
  • Finalmente siete arrivati!
  • Ti mancavo? – ammicca Milo
  • Da morire – e scoppiano a ridere
  • Meno male che a questa festa dovevano esserci persone più serie – li prendo in giro io
  • Occhio a quello che dici, signorina – secondo me Milo si e’ già pentito di avermi portata ne sono sicura, mentre Aioria mi prende sottobraccio e mi accompagna dalle persone che ci stanno aspettando
  • Beh e’ già tanto che non ti ha chiamato piccola. – sorrido alla battuta del ragazzo
  • Certo Aioria, non può mica insinuare che stasera e’ uscito con una ragazzina … sai lui ha una certa reputazione da difendere!!!! – e tutti e due ridiamo.
Mi accorgo che Camus e’ rimasto indietro ed e’ piuttosto serio, ha lo sguardo fisso verso il fondo della sala, seguo il punto che sta osservando e mi accorgo che l’oggetto del suo turbamento non e’ altro che una splendida ragazza dai capelli biondi, lunghi, in abito di chiffon piuttosto trasparente e con un decolte’ invidiabile. Anche lei lo sta osservando molto seria e appena ci avviciniamo, subito gli va incontro e lo abbraccia, baciandolo sulle guance. Molto probabilmente per non oscurare la serata a nessuno, lui ricambia con un sorriso piuttosto  freddo, ma poi quando  l’abbraccia, la stringe a se, come avesse paura di non averne più la possibilità. Tutto ciò’ mi provoca un certo fastidio e appositamente non volgo più lo sguardo dalla loro parte, cercando di farmi attirare dai discorsi dell’organizzatore della festa, Aiolos, da Mu e da Al compagni universitari di Aioria . Nel frattempo continuano ad arrivare anche altri ragazzi e la festa comincia a prendere il via, con musica, karaoke, giochi e divertimenti vari. E’ più forte di me, ogni tanto devo lanciare qualche sguardo a Camus: lo trovo sempre in compagnia di lei; non e’ che facciano chissà che, ma o stanno seduti e parlano, o ballano, o bevono qualcosa al bar, insomma, ovunque vadano, stanno sempre appiccicati: aveva ragione Milo! Ad un certo punto sento il bisogno fisico di ritirarmi un secondo, dopodiché  mentre sto per tornare dagli altri, mi ritrovo con Aiolos che porta due torte e alla porta che suonano, lui mi guarda con un sorriso dolce e carezzevole e mi chiede:
  • Mi aiuti Kate?
  • Certo  - sporgo le mani per prenderne una
  • No no .. apri la porta, queste le porto io. – faccio come dice e mi ritrovo davanti un paio di occhi verde smeraldo che mi guardano incuriositi ma allo stesso tempo ammirati – ehilà  amico era ora che arrivassi … ti lasci desiderare. – Aiolos accoglie felice l’ultimo arrivato.
  • Lo sai che mi piace essere l’ultimo, così le attenzioni quando arrivo sono tutte su di me – risponde senza togliermi gli occhi di dosso, poi rivolto  a me con tono sensuale – ciao
  • Non fare il cascamorto con lei, come il tuo solito … piuttosto portane una – e Aiolos gli sbatte quasi sul petto una delle torte che stava portando
  • Chi e’? – chiede mentre, avviandosi verso gli altri, si volta a sorridermi ancora
  •  Si chiama Kate - sento dire da Aiolos –e’ la sorella … beh’ si più o meno … di Camus.
  • Ah ho capito – ed il suo sguardo, se dapprima era puntato sui miei occhi, ora scorre lungo il mio corpo per poi riposarsi nuovamente su di essi
E’ la prima volta che mi sento osservata in questo modo e tutto ciò’ mi provoca un brivido lungo il corpo. Li seguo dagli altri e non appena arrivo ahimè assisto a ciò’ che il mio cuore probabilmente non reggerà: Kristeen si sporge verso Camus e lo bacia! Penso che in questo istante il mondo mi stia cadendo addosso.  Prontamente distolgo lo sguardo e cerco di farmi distrarre dalle chiacchiere degli altri, provo a sorridere e a dialogare, ma più di tanto non riesco e fatico molto a  trattenermi in loro compagnia, così senza dire nulla, mi dileguo fuori nel giardino. Dopo quanto ho visto mi rendo conto che ormai la persona di cui sono innamorata non mi appartiene e non mi apparterrà mai. Dovevo capirlo già da tempo, ma mi sono sempre illusa che prima o poi si sarebbe accorto di me, non solo come persona da consolare, ma proprio come donna da poter amare. Perché mio padre è dovuto andarsene  così’ presto? perché? Io ho ancora bisogno di lui, di qualcuno che mi sappia indirizzare, che sappia indicarmi quale decisione prendere, anche se ha sempre sostenuto che io me la so cavare da sola, senza bisogno di nessuno. Ha sempre detto che sono decisa, testarda e che sarei riuscita a ottenere quello che volevo per la mia forza di volontà, ma quello che voglio ora non posso ottenerlo … nemmeno da lui, che mi abbracciava ogni qualvolta il mio umore era a terra come in questo momento. E’ così ingiusto, l’amore mi e’ stato portato via per ben due volte, prima mio padre ed ora Camus …. Basta, visto che mi viene  negato  voglio almeno avere la possibilità di maturare in altri campi, con o senza di esso, la vita va avanti ed io sono troppo giovane per rinunciare a vivere già da adesso. Assorta nei miei pensieri non mi sono accorta  di aver circumnavigato tutta la villa perché mi ritrovo in un terrazzo molto bello che non avevo ancora visto,  con un rinfresco per coloro che si danno alla pazza gioia in piscina. Però a saperlo!!!  Sono così attenta ad osservarmi intorno da non accorgermi della presenza al mio fianco:
  • Ciao – mi volto e nuovamente quei meravigliosi occhi smeraldo mi guardano
  • Ciao – sorrido appena
  • Voglia di stare da sola?
  • Voglia di un po’ di aria ..  tutto qui.
  • Posso? – chiede appoggiando alla ringhiera del terrazzo i gomiti.
  • Certo.
  • Non ti ho mai vista prima, e’ molto che esci con loro?
  • No, e’ la prima volta.
  • Sembra però che tu non ti stia divertendo, o sbaglio?
  • Ogni tanto non ti capita di volerti isolare?
  • Se sto bene con gli altri no … -  il suo sguardo si fa insistente – ma evidentemente per te non e’ così.
  • Cosa fai, lo psicologo per caso? – rispondo freddamente.
  • Ancora no, ma ci sono vicino … sto preparando la tesi – mi sorride
  • Ecco – mi volto dall’altra parte – la solita figura.
  • Perché ? – ride divertito
  • Niente, storia lunga – mi viene da ridere mentre osservo il suo sorriso
  • Ti va di bere qualcosa? – si tira su e col capo fa cenno verso un tavolo dove danno da bere
  • Si, grazie. - Dopo avermi chiesto cosa desidero, mi versa da bene, poi porgendomi il bicchiere mi fissa intensamente
  • Prego – mi passa il bicchiere trattenendolo un secondo quando le nostre mani si sfiorano.
  • Grazie – ritraggo in fretta la mano imbarazzata.
  • Vieni, facciamo un giro mentre mi parli di te.-e ci incamminiamo in giardino
  • E perché non parliamo di te, invece?
  • Ma io non e’ che ho molto da dire a parte il fatto che studio psichiatria infantile.
  • Ah ecco … peccato  però che  io non sia più una bambina da analizzare, come cercavi di fare  prima.
  • Beh la psicologia e’ uguale per tutti, che poi io la elaboro di più sui piccoli e’ un’altra cosa … perché ti dispiace che abbia cercato di approfondire i tuo pensieri?
  • No … anche perché non ci seri riuscito … devi studiare di più – e rido divertita mentre assaggio il cocktail.
  • Questo lo pensi tu – ricambia il sorriso – invece ho capito molte più cose di quanto tu non creda.
  • Avanti sentiamo … dottore.
  • Ti diverti a prendermi in giro, eh? .. bene .. vediamo un po’ .. i tuoi stupendi occhi verdi  -  sorride mentre io li tolgo dai suoi imbarazzata – non hanno uno sguardo sereno e sbarazzino come dovrebbe averlo una ragazza della tua età,  hai qualcosa che ti turba, che ti fa soffrire … cerchi di fingere che non sia così , ma  non sei brava. -  beve il suo cocktail mentre aspetta una mia reazione
  • Che intuito … bravo trenta e lode. – gli sorrido divertita, anche se dentro sono realmente così come lui mi definisce e vorrei tanto che qualcosa mi cambiasse.
  • Modestamente non deludo mai – ammicca malizioso -  ma ora  parlami di  te.
  • Non ho nulla di speciale da raccontare … hai già detto tutto tu … a parte casa e scuola non e’ che esca spesso  … oggi e’ un’eccezione che mi e’ stata  concessa ..
  • Ma non mi dire – mi ferma  lui seriamente, facendomi voltare dalla sua parte – non esci mai? Non hai amici? Qualcuno con cui stai insieme … che ti …
  • No – lo interrompo quasi bruscamente.
  • Volutamente? – i suoi occhi sembrano sinceramente sorpresi.
  • Non proprio direi,  evidentemente non piaccio abbastanza, sarò troppo seriosa come hai detto tu prima e questo allontana tutti … o forse sono io che inconsciamente voglio questo … - poi gli sorrido cercando di rimediare al tono con cui l’ho interrotto prima -  ma visto che ci sei tu, potresti analizzare questo punto e trovare la soluzione al mio problema. -  lo ammetto, mi diverto a prenderlo in giro.
  • No, non credo sia questo il motivo – mi studia un po’ – sei tu che non li vuoi, ma che tu non piaccia lo escludo a priori … se piaci a me – mi sorride, mentre io sento un calore alle guance – piaci a molti altri … o tu non hai interesse in nessuno all’infuori della persona che ha catturato la tua attenzione e che magari non corrisponde e la delusione ti ha completamente bloccato  – mi alza il viso con tra indice e pollice e annuendo sapendo di averci indovinato  – oppure … non hai mai incontrato qualcuno che sia stato capace di accendere l’interesse in te … ma ho paura che sia di più la prima opzione ..
Lascia il mio viso, infilando la mano nella tasca dei pantaloni. Questo gesto mi fa capire che lui non sarà più come prima, molto probabilmente il mio silenzio prolungato gli sta facendo capire di avere avuto ragione e questo lo allontanerà da me, ne sono quasi sicura, non mi sembra il tipo che corra dietro alle ragazze in preda a delusioni amorose … no! Non voglio perdere questa occasione, non posso, non devo, merito  di conoscere tutto dalla vita e non sarà di certo quel bacio a privarmi di quest’occasione, è giusto che allarghi le conoscenze, poi magari non si concluderà nulla,  ma almeno voglio provarci. Istintivamente mi porto vicino a lui e sorridendo timidamente:
  • Diciamo che qualcosa l’hai azzeccata, ma … anche fosse che tu abbia completamente ragione, sono proprio un caso disperato? – abbasso il tono di voce, alzando le sopracciglia e fingendomi gravemente preoccupata.
  • Direi di no, c’e’ di peggio … - sorride di nuovo come prima e questo mi incoraggia – se ci impegniamo secondo me si riesce ad uscirne fuori, sai ..  di cure a riguardo ce ne sarebbero molte –e punta nuovamente i suoi occhi nei miei con un’ intensità da farmi aumentare i battiti del cuore - ma una in particolare e’ quella che non fallisce mai – si e’ avvicinato al punto che i nostri visi quasi si sfiorino .
  • Sarò una brava paziente … perché non provare, no!? – l’ho veramente detto? E’ quello che voglio? Il suo sguardo e’ magnetico e mi piace il suo modo di fare.  Speriamo di non farmi i soliti film  e non subire un’altra umiliazione.
  • Di sicuro male non fa – ora anche i nostri  corpi si  sfiorano.
  • Voglio fidarmi  – ammetto che un po’ di agitazione si sta impadronendo di me, voglio qualcosa che mi distolga dal dolore che mi dilania dentro e lui e’ così affascinante.
  • Ottima scelta – mi sussurra quasi sulle labbra
  • Ancora una cosa …
  • Dimmi – il suo tono e’ suadente e le sue labbra sfiorano le mie.
  • Posso sapere il tuo nome? Sai ti hanno detto il mio, ma a me non  il tuo ..  
  • Devo dire ad Aiolos che non e’ un ottimo padrone di casa … il mio nome e’ Saga.
 E accade quello che infatti pensavo e, devo ammetterlo, desideravo, sì perché in fondo questo ragazzo mi piace, e’ affascinante ed il suo sguardo e’ magnetico, difficile da resistere. Le sue labbra si posano sulle mie e sorpresa dall’impeto con cui mi bacia, istintivamente le socchiudo permettendo alla sua lingua di entrare ad esplorare la mia. Dopo un primo momento di imbarazzo,  contraccambio aderendo ancora di più  al suo corpo e accentuando maggiormente i movimenti all’interno della sua bocca. Si stacca un istante, mi penetra con lo sguardo e senza indugiare molto, mi circonda la vita con un braccio attirandomi di più a se, mentre con l’altra mano mi afferra dietro il collo per poi riprendere a baciarmi. Non posso credere a tutto ciò che sta accadendo: qualcuno finalmente che mi desidera, che mi trova attraente, anche solo per una sera soltanto, ma non mi interessa, non mi farò le solite paranoie mentali su come comportarsi al primo incontro. Mi piace la sua sensualità e sento di desiderarlo, nemmeno il bacio di Camus  ha provocato brividi simili lungo il mio corpo e d’istinto mi avvinghio a lui, stringendolo per le spalle. Non so dove questo bacio mi porterà, so solo che non voglio che finisca.
 


Scusate il ritardo ma e’ stato un week end a dir poco allucinante. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e non abbia deluso le aspettative di qualcuno. Suvvia … dopo quanto ricevuto da Camus, non può certo attendere che lui si accorga di lei perdendo le occasioni che la vita le riserva!!! In fondo Saga e’ pur sempre Saga, no?! Siete d’accordo con me?
 



 
 

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Capitolo 9
*** Un’esperienza meravigliosa … un uomo fantastico!!! ***


Capitolo n. 9

 

 

Un’esperienza meravigliosa … un uomo fantastico!!!

 

 

Non ho la piu' pallida idea di dove siamo. Il rumore della porta che si chiude mi fa aprire gli occhi e mi scosto un istante da lui, guardandomi intorno,  confermando a me stessa che siamo entrati in una camera da letto. Lui prosegue nella sua esplorazione; stringendomi a se', continua a baciarmi il collo, le gote, le labbra, per riprendere dalla parte opposta e nel frattempo mi sospinge all'indietro fino a  quando incrocio  un ostacolo; prima che riesca a capire di che si tratti, mi ritrovo sdraiata sul letto. Di nuovo riprendiamo a baciarci con ardore, ma quando le sue mani si insinuano sotto la mia maglietta, comprendo che lui desidera qualcosa di piu' ed io comincio a chiedermi se sono pronta per questo passo. Lo ammetto, mi piace, mi intriga, mi affascina questo ragazzo, però mi invade anche un senso di paura ed angoscia:  cosa mi spinge nelle braccia di questo affascinante ragazzo? La voglia di liberarmi? La curiosità per qualcosa che fino ad ora mi è stato sconosciuto? O è semplicemente la rivincita per la delusione avuta dal ragazzo che mi fa battere il cuore, ma a cui io non interesso? Mio Dio che confusione … tutti questi dubbi mi bloccano all’istante  e mi spingono ad allontanarlo, seppur delicatamente, da me:

           

         no aspetta – il mio respiro e' affannoso sia per la mancanza di fiato che per l'agitazione.

         che c'e'? - si solleva appena con sguardo indagatore, ma poi intuendo subito il perche' della mia reazione, mi sorride – ho capito … se non vuoi non importa - la sua mano risale dal mio fianco al mio seno e prende a giocherellare con il mio capezzolo facendomi rabbrividire – anche se sento che il tuo corpo desidera il contrario -  mi bacia – o mi sbaglio? – la sua mano scende a circondarmi la vita stringendomi a lui 

         non e’ che non voglia – tutt’altro vorrei che non smettesse, in fondo sono molto piacevoli le sue carezze - e’ che …

         che? - mi accarezza il viso con la mano e dal suo sguardo capisco che percepisce il mio stato d'animo

         Che … ho paura di fare qualcosa di sbagliato – mi mordo il labbro per l'imbarazzo

         E' un atto sbagliato se si tradisce qualcuno … - si sdraia al mio fianco tenendosi con un braccio ed io faccio altrettanto – o se lo si fa per obbligo .. io non voglio obbligarti.

         Ma non mi sento obbligata … anzi tu mi piaci molto … e mi piace stare tra le tue braccia..

         Allora non vedo dove sia il problema – si riavvicina nuovamente e mi accarezza il collo con la mano.

         E' che io non so che fare …

         Non capisco – i suoi occhi color smeraldo mi esplorano con intensità

         Io … ecco …

         Dal tuo imbarazzo credo di aver capito il problema – Saga si mette seduto, spingendomi a fare altrettanto – credimi dolce Kate, io non voglio forzarti minimamente e non voglio mentirti. Se hai sempre sognato di regalare la tua prima volta al tuo principe azzurro, beh, io allora non faccio per te. Sarei un ipocrita a dirti che dal momento in cui ti ho visto mi sono follemente innamorato di te  – la delusione si dipinge sul mio volto, anche se involontariamente – e penso che neanche tu lo sia di me

         Si, è così anche per me

         Però non posso negare di sentire che tra di noi, questa sera, si sia creata una speciale alchimia – annuisco sorridendo alle sue parole – credimi, di solito non mi butto addosso a tutte le belle ragazze che incontro … e credimi .. ne incontro tante … certo … non belle come te – Saga si piega su di me, regalandomi un bacio che mi fa rabbrividire – ma se tu vuoi che la tua prima volta sia speciale … io sono ciò che cerchi. Ti fidi?

         Si

          Allora pensa solo a lasciarti andare …   – avvicinandosi nuovamente,  con la sua lingua riprende a torturarmi percorrendo  il tragitto che va dal mio collo all’orecchio dove mi sussurra –  al resto ci penso io … - la sua mano ora sta accarezzando l’interno delle mie gambe e mi provoca un senso di piacere, nonostante abbia ancora i jeans – fidati dolce Kate.

 

A questo punto metto da parte tutti i dubbi; so che ha ragione, il mio corpo e’ pronto ed è solo la mia mente che ha ancora qualche remora, ma passerà, so che lui  sarà capace di rendere questa serata indimenticabile. Mi lascio andare completamente tra le sue braccia, ritrovandomi sdraiata sul letto con il suo corpo addosso. Una volta compreso che non tornerò più indietro,  si alza in ginocchio; prendendomi per le mani mi tira su portandomi  con se, mi sfila la maglietta e mi sospinge nuovamente  sul letto, poi, sempre guardandomi negli occhi, mi slaccia la cintura dei jeans e sbottona anch’essi, sfilandomeli velocemente per poi riposizionarsi su di me. Con le sue labbra ardenti riprende l’esplorazione del mio corpo, dalle mie labbra al mio collo, per poi  scendere fino al solco dei seni. Mi slaccia l’indumento e mentre lo lancia di lato,  prende un capezzolo  tra le sue labbra cominciando a torturarlo con la sua calda lingua: a quel contatto chiudo gli occhi e sospiro inarcando involontariamente il bacino; lui ne approfitta e infila subito una mano dentro i miei slip sotto il mio gluteo, per poi lentamente spostarsi avanti per accarezzare la mia intimità. Un gemito soffocato esce dalla mia bocca, sorprendendo persino me stessa da ciò che involontariamente riesco a fare. Il mio respiro e’ sempre più corto e lui lascia i miei seni per proseguire verso il basso, baciandomi la pancia e l’inguine, continuando con la sua mano l’esplorazione dentro di me.  A quel punto si rialza, afferra la sua maglietta e se la tira via dopodiché si slaccia cintura e  pantaloni, tirandoli poi giù insieme ai boxer. Ora e’ impossibile fermarci, lo so, ho ancora un po’ di timore ma i suoi modi gentili e al tempo stesso passionali mi danno la sicurezza per proseguire. Prima o poi doveva accadere e il modo in cui sta succedendo ora non mi disturba, lo ammetto, sono eccitata di donare la mia  verginità a questo ragazzo che mi sta facendo scoprire il senso della parola piacere. Mentre mi distende nuovamente sul letto, sempre proseguendo con i suoi baci, mi sfila l’unico indumento che mi era rimasto e si adagia sopra di me; ora riesco a sentire la pienezza del suo desiderio premere contro il mio bacino. Un fremito mi scuote e lui mi stringe a sé come a volermi scaldare. Ci separiamo un istante per riprendere fiato, poi riprende a solleticare il mio collo con la sua lingua  sussurrandomi all’orecchio “ ora stai ferma, chiudi gli occhi e lasciati andare … fai fare a me “. Faccio come dice, chiudo gli occhi e lascio che le sue mani mi accarezzino nuovamente, sento la sua presa nei miei fianchi, con un ginocchio mi dischiude le gambe, ne alza una e se la porta sul fianco, con un braccio mi stringe la vita per tenermi ferma a se, mentre con l’altro si sostiene sul materasso ed avviene tutto velocemente: con una spinta decisa ma al tempo stesso delicata entra dentro di me e prontamente blocca il mio urlo di dolore posando sulle mia labbra le sue soffocandone il mio grido. D’istinto mi ritraggo, ma lui mi mantiene salda a lui, lasciandomi qualche secondo per riprendermi, dopo di che comincia lentamente a muoversi, dando così modo al dolore di lasciare spazio al piacere che si sta impadronendo di me. I gemiti  hanno preso parte al nostro bacio ed il mio corpo ormai e’ rilassato e accoglie senza più problemi i suoi movimenti. Porto anche l’altra gamba sui suoi fianchi stringendolo ancora di più e lui, abbandonandosi completamente sul mio corpo, aumenta il ritmo della sua danza. E’ tutto così meraviglioso, la mia mente non pensa a nulla se non a Saga e al piacere che mi sta facendo provare; i nostri gemiti si fanno più intensi e le nostre bocche si cercano per colmare completamente il possesso dell’uno verso l’altro. All’improvviso sento un’onda di brividi pervadere tutto il mio corpo, un fremito più forte e piacevole mi scuote e quasi urlo dal piacere provato e lui alla mia reazione aumenta ancora di più il suo andamento per raggiungere insieme a me l’estasi totale. Rimane ancora un po’ su di me attendendo che il respiro si calmi, poi si solleva sui gomiti e mi sorride dolcemente dandomi un bacio in fronte. Si stende vicino a me portandomi con se ed io subito mi stringo a lui appoggiandomi sul petto accarezzandoglielo piano con i polpastrelli. Devo ammettere che non riesco a guardarlo, mi sento troppo imbarazzata, ma al tempo stesso sono felice di ciò che abbiamo appena compiuto. E’ così strano come sia successo, di certo non mi aspettavo che la mia prima volta avrebbe avuto questi risvolti. Uno sogna il primo amore, di avere con lui tutte le sue prime esperienze, ed invece eccomi qui con un ragazzo conosciuto da appena qualche ora. Ma e’ stato tutto così piacevole da non sentirmi nessun senso di colpa addosso; anzi, tante mie amiche mi hanno raccontato come la loro prima esperienza sia stata una delusione, io non posso dirlo perché e’ stata piacevole. Mi chiedo, però, se anche per lui sia stato piacevole. Come se mi leggesse nel pensiero mi domanda se va tutto bene:

 

         A meraviglia – sospiro, mentre lui sorride per il mio tono di voce.

         Pentita?

         No … assolutamente … no – sul mio sguardo compare un velo di malinconia

         Sicura? Puoi dirmelo se sei delusa o pentita .. ti assicuro che non mi offendo

         Non sono delusa o pentita …

         Però …

         Nessun però … non guardarmi così … non sono pentita

         … capisco – Saga mi guarda con tenerezza – stai pensando al tuo principe azzurro

         Non ho nessun principe azzurro! Perlomeno nessuno che si interessi a me

         Chiunque sia … è un idiota! – sorrido alle sue parole

         Grazie.

         Non devi ringraziarmi – mi afferra e mi sdraia completamente su di se, prende il mio viso con tutte e due le mani baciandomi con trasporto – vorrei farti una proposta.

         Dimmi tutto.

         Ti va di rivederci?

         Sul serio? – sono molto sorpresa da ciò che mi ha chiesto

         Si, perchè? – sorride divertito

         Beh … di solito le cose vanno  in un altro modo, almeno da quello che so io!

         In che modo?

         Beh … una volta rivestiti, arrivederci e grazie.

         Si di solito si, ma non sempre … per quel che mi riguarda  mi va di rivederti – mi stringe per la vita – allora?  Devo pensare che la mia prestazione ti abbia delusa? – e ammicca maliziosamente.

         Delusa? No, assolutamente … veramente avevo paura fosse il contrario.

         Ti pare che i miei sospiri – il suo tono di voce si abbassa – e i miei gemiti erano fonte di malcontento?

         No però … - mi sento un po’ avvampare al pensiero della sua voce in quel momento.

         Però? – sorride del mio imbarazzo – però … però … non hai ancora risposto alla mia domanda.

         Sarei una pazza se rifiutassi … non credi?

         In effetti … - ed entrambi scoppiamo in una risata

         Certo che tu sei sempre molto sicuro di te stesso.

         Insegnerò anche a te ad esserlo.

         Mh mi piace la cosa … senti ma … se ci attardiamo ancora un po’ se ne accorgera’ qualcuno?

         E’ un problema loro …

 

Vorrei rispondergli che sarebbe un problema anche per me, ma non me ne da  nemmeno il tempo perché ricomincia a stuzzicare i miei sensi e torniamo a rifare l’amore con piu’ trasporto di prima.

 

Si sente un vociare vicino alla porta ed io che ancora stavo comodamente accoccolata tra le braccia di Saga, scatto a sedere come un molla e agitata volto da una parte all’altra della stanza il capo per cercare i miei abiti. A questa visione lui scoppia in una fragorosa risata ed io intimandogli il silenzio con le dita sulle labbra:

 

         Sssshhhh  ma lo trovi divertente?- gli dico sottovoce

         Si molto … - siede passandomi il reggiseno che giaceva a terra dalla sua parte – e’ chiusa a chiave Kate … - e mi strizza l’occhio – va bene che ero in preda ad una passione irrefrenabile, ma un barlume di lucidità mentale ancora ce l’avevo.

         Scusami e’ che mi agitava l’idea di essere visti …

         Da qualcuno in particolare? – mi chiede, alzandosi e vestendosi senza guardarmi

         Ti ho detto già di no … - alzandomi anche io - però prova ad immaginare se mi avessero beccato i miei accompagnatori … nuda .. qui sul letto con te …  in fondo viviamo sotto lo stesso tetto, anche se  non e’ che siamo in buoni rapporti.

         Francamente a loro non deve interessare nulla di quello che fai, la vita e’ tua  … ed hai  diritto di viverla come vuoi, mia cara – mi schiocca un bacio in fronte, mentre infila la maglia.

         Hai ragione … mi aiuti? – e mi volto per farmi allacciare il reggiseno

         Vuoi che facciamo finta di nulla per stasera?- mi sussurra all’orecchio

         Te ne sarei grata – mi volto a sfiorargli le labbra con le mie – non voglio rovinarmi la bellissima serata – e per la prima volta gli sorrido serena e spensierata, gesto che apprezza donandomi ancora un bacio sulle labbra.

         Comunque se vuoi essere sicura di non essere vista puoi sempre uscire dalla finestra – mi deride mentre va alla porta dove si appoggia attendendo che io finisca di vestirmi.

         Molto spiritoso … di sicuro di la’ passo inosservata – poi avanzo verso di lui, che  ride divertito – puoi aprire.

         Aspetta – sussurra – controllo … non si sa mai ci fosse qualche paparazzo nelle vicinanze.

         Ah ah … non fai ridere – e incrocio le braccia al petto.

 

Ridendo,  apre cautamente la porta e controlla che non ci siano occhi indiscreti nelle vicinanze, poi mi prende per mano e mi tira fuori dalla stanza richiudendola delicatamente dietro di se’. Mentre ci avviamo dagli altri, sento alle nostre spalle come un fruscio, mi giro di scatto ma non vedo nessuno, lui mi ammonisce con lo sguardo e cingendomi le spalle con il suo braccio mi porta fuori sul terrazzo dove prende due drink, me ne da uno e mentre beviamo arriviamo dagli altri che appena ci vedono arrivare:

 

         Ma dov’eravate spariti? – chiede Aiolos

         Fuori a conoscerci un po’ meglio … visto che qui qualcuno non si e’ degnato nemmeno di presentarmi a codesta fanciulla … - chiudendo gli occhi e scuotendo la testa affranto – eh si, amico mio, come  padrone di casa lasci molto a desiderare …

         …. – Aiolos lo guarda divertito – sapevo benissimo che tu non ne avevi bisogno

         Lo so – Saga passa un braccio sulle spalle dell’amico – … per questo ti perdono – ed entrambi scoppiano a ridere come bambini dimostrando la bella amicizia che c’e’ tra loro.

 

Istintivamente mi guardo intorno, lo cerco senza farmene accorgere, ma non lo trovo e non vedo nemmeno lei. Noto però, seduto sul divanetto accanto a me, Milo che mi studia con fare sospettoso, mi squadra e mi sorride ironico, ma che vuole? Nel frattempo si e’ seduto sul poggia mani accanto a me Saga, che subito stuzzica Milo:

 

         Ehila’ Milo, come mai stasera senza accompagnatrice?

         Mah .. veramente ero venuto con  Kate, ma ha deciso di abbandonarmi

         Ma che dici, sei pazzo? – lo guardo allucinata

         Perchè non eri venuta con me e Camus?

         Appunto … te e Camus, come invitata speciale, pero’  .. vero Aiolia?

         Confermo, mia cara … ma sai Milo stasera deve aver avuto buca … è tutta la sera che è strano … - poi rivolgendosi all’amico - in effetti non sei tu, ma che hai?

         Niente … ogni tanto ci si diverte anche da soli … - nel frattempo Milo si alza - non e’ detto che  il passatempo migliore sia spupazzarsi una ragazza diversa a sera!! – e mentre se ne va mi fredda con lo sguardo, lasciandomi basita.

         Ma che ha Milo? E’ così strano stasera? – fa notare Saga

         Ma perche’ e’ mai stato normale? – ribatto con disappunto, notando lo stupore nei visi di Saga e Aiolos, mentre contraccambiano la mia occhiata

         Per favore Kate, non farti sentire … siete insopportabili quando litigate – se la ride Aiolia, dopodiché tornando serio – vado da lui, devo capire che gli e’ successo, in effetti e’ tutta la serata che ha un comportamento non consono alla sua personalita’.

         Bravo gattino, fai qualcosa di utile – suo fratello gli batte la mano sulla spalla, mentre il piccolo gattino, come da lui definito, grugnisce e se ne va.

         Camus? – chiede Saga

         E’ andato ad accompagnare Kristeen alla macchina – risponde malizioso Aiolos

         Va gia' via, così presto? - si stupisce Saga

         Ma no dai Saga …. caschi in questi piccoli particolari!!! Mi stupisco di te .. - si finge meravigliato l'amico – e' la scusa buona per stare un po' da soli  senza occhi puntati addosso … ammettilo, li spiavamo tutti …

         Per quel che mi riguarda non c'ero e avevo altro da guardare  .. - e ammicca dalla mia parte – vuoi mettere!!!

          ... - lo guardo allibita e Aiolos scoppia in una fresca e sonora risata.

         Lo avevo  capito, e' da quando sei entrato che non le togli gli occhi di dosso- e mi fa l'occhiolino ridendo

         Vado a bere un bicchiere d’acqua.

 

E mi alzo per andare a prendere un bicchiere d'acqua, mentre i due mi guardano divertiti. Scuoto la testa sorridendo anche io e mi dirigo in cucina dove trovo un Milo stravaccato su una sedia con un bicchiere che si rigira tra le mani e Aiolia che lo guarda preoccupato. Al mio arrivo i due si girano dalla mia parte, osservano in silenzio quello che faccio, poi una volta uscita sento che riprendono a parlare. Ma che gli sarà successo a Milo per renderlo addirittura così passivo! Mi volto indietro a guardarli e li osservo che parlano molto animatamente, poi mi giro e sbatto contro qualcosa, alzo gli occhi e mi trovo di fronte Camus. Una confusione di sentimenti si impadronisce di me: amore, rabbia e gratitudine. Tutti sentimenti che girano dietro al bacio che si e’ scambiato e che ha sancito il suo riavvicinamento a Kristeen, ma che al tempo stesso ha fortemente rafforzato la mia autostima e il rapporto con gli altri, anzi con Saga. Voglio tornare da lui, mi da fastidio la presenza di Camus. Ci guardiamo ed io gli dico solo:

 

         Milo e’ in cucina, io vi aspetto di la’ con gli altri.

         Tutto bene Kate? – si incuriosisce

         Si, perché?

         Ti vedo particolarmente … euforica

         Mi sto divertendo … sto passando una bella serata. – gli sorrido

         Almeno qualcuno e’ stato bene …

         Perché tu no? – vuoi vedere che ..

         Io? Si si … stavo parlando di Milo

         Ah – rimango un po’ delusa, ma in fondo ormai ho riposto le speranze su qualcun altro – ma che ha, tu lo sai?

         No … ma voglio scoprirlo.

 

E senza dire nient’altro se ne va dagli altri due, mentre io mi dirigo in salotto, dove proseguo la serata insieme alla coppia da sballo. Devo ammettere che Saga e Aiolos insieme sono un fenomeno da cabaret, se ne dicono di tutti i colori, si prendono continuamente in giro, hanno una vivacità interminabile ed io non faccio altro che ridere ed ogni tanto mi unisco ad uno dei due per infierire sull’altro. In un momento in cui Aiolos si alza per andare a prendere degli stuzzichini, Saga mi si avvicina e stringendomi la mano mi sussurra all’orecchio di lasciargli il mio numero di cellulare, che subito scambio con lui. Non vedo l’ora di stare nuovamente sola con lui, di essere stretta tra quelle forti braccia, so che non e’ ancora amore tra noi, ma si e’ creata una bellissima intesa che vale la pena approfondire … la vita non finisce mai di riservarci imprevedibili sorprese. 

 

 

 

 

Ebbene  Saga ha fatto la sua parte, ma non da solito uomo che prende e via … a quanto pare non sembra non voglia rinunciare molto facilmente a Kate! E anche lei finalmente ha capito che non si può aspettare in eterno … chissà magari e’ finalmente arrivato l’amore che desiderava? Voi che ne dite? A presto ciao.

Sagitta72

 

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Capitolo 10
*** Un Comportamento Inaspettato ***


Capitolo 10.

 

Un Comportamento Inaspettato.

 

Sdraiata sul letto, apro prima un occhio e poi l’altro; mi guardo intorno e noto che e’ giorno già da un pezzo.  Dalle serrande entra una luce piuttosto forte ed alta e capisco che non e’ certo l’alba. Chiudo gli occhi per capire se ho sognato tutto ieri oppure e’ accaduto realmente, ma l’immagine nitida di Saga ed il suo profumo che ancora e’ presente sui miei capelli, mi fa realizzare che e’ successo veramente. Con il sorriso sulle labbra, scosto le coperte e  con un balzo scendo velocemente dal letto; apro le finestre e inspiro il profumo dello iodio del mare che arriva fino quassù. Per la prima volta, dopo la  morte di mio padre, mi sento serena e spensierata, ci voleva proprio questo ragazzo in un momento come quello che sto passando; sono consapevole che non e’ amore al momento, ma ho bisogno di lui e se davvero mi cerchera’ come ha promesso, di certo io non mi tirerò indietro e manderò avanti finchè va questa storia.

Velocemente mi intrufolo sotto la doccia perche’ ho lo stomaco che brontola e non vedo l’ora di riempirlo di tutte le leccornie che ci sono al mattino in questa casa e che da molto non mangio più. Dopo essermi vestita, esco dalla stanza e mi ritrovo in corridoio insieme a mia sorella Michelle:

 

          Stavo proprio venendo a svegliarti.

          Non ce n’e’ stato bisogno, ci ha pensato lo stomaco; tutto bene? – la vedo un po’ strana

          Si si … sono un po’ stanca perché ho studiato fino a tardi, ieri.

          Per quello non sei venuta con noi?

          Si … se non era perché dovevo andare a trovare la mia ex compagna di classe che ha avuto il bambino non sarei nemmeno venuta a casa … sarei rimasta insieme a Nicole per studiare.

          Già, però devi aver fatto proprio tardi, hai una faccia!!! – nel frattempo, entriamo in cucina ed essendoci solo noi al momento cominciamo a parlare della festa

          Hai conosciuto qualcuno di interessante?

          Te lo devo proprio dire? – le sorrido maliziosa

          Si, soprattutto se me lo dici con quella faccia …

          Si, ho conosciuto un ragazzo … molto attraente, bello da mozzare il fiato, ha uno sguardo ipnotizzante, una passione infuocata … non gli ho resistito – la guardo mentre sorseggio il caffelatte

          In … che … sen-so!! – mi chiede sillabando parola per parola con uno sguardo preoccupato

          In … quel … sen-so – mi diverte la faccia che fa, praticamente ha avuto il cedimento della mascella – tutto a posto?

          Non ho parole … davvero? Dai, racconta ….

          No, qui no, non e’ il luogo adatto … perché non andiamo a pranzo fuori io e te?

          Si!! – lo dice con uno slancio, come se fosse piu’ liberazione che curiosità per quello che dovrei dirle, oggi e’ tutta strana – ottima idea – nel frattempo entra Milo, che si blocca un istante appena ci vede, poi senza nemmeno salutarci, si va a versare il caffe’, mentre mia sorella prosegue – comincio ad andare a prepararmi la roba, così vado poi via direttamente dal ristorante.

 

Senza nemmeno finire la colazione si dilegua, lasciandomi da sola con quell’orso insopportabile che e’ diventato da ieri sera Milo, che nel frattempo, con la coda dell’occhio ha seguito il dileguarsi di mia sorella. Lo guardo mentre si accinge a portare tutto a tavola, dopodiché mi lancia un’occhiata mentre si siede e con un sorriso ironico mi dice:

 

          Avete impegni per pranzo?

          Si, andiamo fuori a mangiare. Come mai già sveglio? Di solito Camus ti deve buttare giù dal letto – sorrido al pensiero delle battaglie domenicali.

          Stavolta gli ho concesso il lusso di non disturbarsi – bevendo il caffè, mi osserva seriamente e, sono sicura di quello dico, linciandomi quasi con lo sguardo – da sole?

          Direi di sì – sostengo il suo sguardo indagatore anche se mi mette molto in agitazione – perché?

          Così – fa il gesto con la mano – tanto per chiedere … non posso?

          Certo che puoi, ma lo hai chiesto in modo così strano – mi alzo per posare la tazza

          Perché? E’ una domanda come le altre … - poi, leggendo il quotidiano – ti ha dato fastidio? Scusami … non volevo essere maleducato.

          Nessun fastidio – affermo lentamente, sorpresa dai suoi modi, poi provo a  capire che cavolo ha da ieri – e’ che sei un po’ strano da ieri e non capisco i tuoi toni, scusami tu.

          Strano? … beh capita ogni tanto di avere la luna storta … non credi? –   punta nuovamente quegli occhi azzurri sui miei, sono così freddi che non riesco a sostenere il suo sguardo – mentre, invece, tu oggi sei più pimpante del solito .. mi fa piacere, ti stai riprendendo!

          Si … e’ così … poi ieri mi sono divertita, i vostri amici sono stati molto simpatici.

          Non ne dubito – mi sorride.

          Buongiorno – Camus fa la sua entrata come  mio salvatore inatteso, mi sentivo quasi prigioniera dello sguardo di Milo.

          Buongiorno cugino, hai visto, stamattina ti ho risparmiato la solita lotta

          In effetti … devi essere  messo proprio male – Camus guarda me un po’ accigliato – tutto bene?

          Io si – sostengo il suo sguardo – me ne vado, ciao, buona domenica.

          Perché?  Non rimani a pranzo con noi? – mi chiede, seguendomi con lo sguardo mentre esco.

          No – risponde per me Milo – le due sorelline vanno a pranzo fuori … chissà quali misteri si devono confidare da non poterlo fare qui

          Sai qual’e’ il problema? – mi fermo e mi volto a guardarli freddamente – che anche se ti dicessi che vogliamo stare un po’ sole, visto che non ci vediamo mai così spesso, voi non lo capireste comunque …  non sapete che significhi il rapporto “fraterno” – giro i tacchi e, furibonda per i suoi modi scortesi, a mio avviso ingiustificati, me ne vado da mia sorella.

 

Mi sto seriamente scocciando del loro modo di porsi nei miei riguardi, sono pur sempre un essere umano e la figlia della moglie di Nicholas, pertanto come io porto rispetto a loro per educazione, che anche loro facciano altrettanto con me, altrimenti finisce male, ora basta! Stanno esagerando;  piu’ che altro Milo: e’ indisponente e maleducato, gliene dirò quattro appena ne trovo l’occasione.

Come programmato, andiamo a pranzare al ristorante di un nostro carissimo amico, nonché figlio di una delle vittime dell’incidente in cui morì nostro padre.  Le racconto tutto quello che e’ accaduto alla festa e lei, con aria sognante, mi confessa che le piacerebbe poter provare l’ebbrezza di una passione così forte; non che non abbia avuto le sue esperienze, anzi, e’ contenta di ciò che ha avuto, ma mi spiega che un amore passionale come quello da me  raccontato l’ha visto solo nei film. Naturalmente le spiego che non deve parlare di amore, tra me e lui e’ accaduto perché si è creata quell’alchimia speciale irresistibile, ma da lì a chiamarlo amore e’ un po’ troppo presto. E proprio mentre ne  parliamo, ecco che il mio cellulare prende a squillare, lo tiro fuori dalla borsetta ed un sorriso si allarga tra le mie labbra: e’ Saga. Il cuore prende a battere all’impazzata e cercando di contenere un tono di voce moderato, rispondo alla chiamata. Mia sorella mi osserva divertita e ascolta tutta la conversazione attentamente; quando chiudo la comunicazione, mi chiede velocemente:

 

          Allora?

          Allora che?

          Stasera a quanto pare vi vedete!

          Si, ha detto che poi deve partire per qualche giorno, va da suo fratello che si deve operare a un ginocchio, si e’ fatto male giocando a hockey.

          Mannaggia, quasi quasi rimango ad aiutarti a prepararti per la serata …

          Non ti disturbare, un jeans ed una maglietta vanno piu’ che bene, in fondo mi ha conosciuta così.

          E … Camus?

          Cosa c’entra ora lui, Michelle?

          Non fare finta con me … ti e’ passata?

          Non proprio, ma tanto non posso fare altrimenti …. Lui e’ innamorato di un’altra

          Quindi – mia sorella abbassa lo sguardo un po’ sofferente – e’ solo per quello che hai deciso di rinunciare … non perché mamma potrebbe dire qualcosa essendo il figlio di Nicholas?

          Mamma? … e che problemi mi dovrei fare con lei? La vita e’ mia ed io amo chi voglio … se fosse potuto essere Camus non mi sarei fatta nessun problema … -  mia sorella non mi guarda – Michelle? …. Ma che hai?

          Niente .. – mi sorride – nulla … stavo pensando a te e a mamma … non mi vuoi dire perché non riesci a conviverci serenamente?

          Siamo qui per parlare di altro, non di lei, vuoi che ci roviniamo il pranzo?

          Ok d’accordo …

 

Sono sicura che mia sorella mi avrebbe voluto dire qualcos’altro, ma ha cambiato subito discorso parlando di come lei e Nicole passano i pomeriggi liberi e che non vedono l’ora che anche io vada da loro, quando inizierò l’università. Non oso ancora dirle che non ho intenzione di studiare alla loro stessa facoltà, almeno non fino a quando non ho le risposte che desidero. So già che rimarranno male ma io ho vedute più ampie per il mio futuro e se riesco ad avverare questo sogno, almeno da qualche parte riuscirò a sentirmi realizzata. Finito di pranzare, passeggiamo un po’, dopodiché lei torna al suo dovere di studente, mentre io mi ritiro a casa a prepararmi per la serata. Fortunatamente non c’e’ nessuno; mi infilo sotto la doccia e mi rilasso pensando alla serata che mi aspetta. Una volta uscita, mi vesto semplicemente con un abitino, per accontentare mia sorella, che prima di andarsene si è raccomandata sul vestiario, un paio di sandali e un golfino leggero per la tarda serata, dopodiché scendo e vado in soggiorno dove trovo tutti quanti a prendere il solito aperitivo prima di cena. Alla mia vista, mia madre si sorprende e mi guarda da capo a piedi, mentre io le comunico che passerò la serata con amici in un pub e che forse farò un po’ tardi. Ormai essendo maggiorenne non e’ che può privarmi della libertà che ha dato anche alle mie sorelle, ma si raccomanda solo di andare piano con la macchina e di fare attenzione.  Accetto di buon grado la sua ramanzina, saluto tutti e me ne vado, non prima di aver scorso l’occhiata malefica di Milo, mentre il suo caro cugino si limita ad augurarmi una buona serata

 

      **********************************************************************************

 

Sdraiati sul fianco con le gambe aggrovigliate e  stretti l’uno all’altra, io e Saga, dopo aver atteso che i nostri respiri si calmassero, parliamo della sua partenza:

          Ma quanto starai via?

          Penso tutta la settimana … non di piu’, anche perché qui ho da fare … - mi sorride

          Poverino … si deve operare e tu lo tratti così

          Gliel’ho detto di non esagerare quando gioca a quell’idiota … ma lui vuole strafare … ben gli sta.

          E’ piu’ piccolo?

          No …

          Allora e’ piu’ grande … portagli rispetto!!! – lo sgrido divertita

          No …

          No che?

          Non e’ piu’ grande e non e’ piu’ piccolo … e’ il mio gemello.

          Ah che bello! Deve essere divertente avere un gemello

          Dipende dai casi e dai momenti; era bello quando ci scambiavamo le ragazze – ammicca, poi vedendo i miei occhi sbarrati, sorride – non temere, con te non succedera,’ sei solo mia, questi giochini  li facevamo  solo al liceo

          Che disonesti, povere ragazze.

          No non preoccuparti, non hanno patito – sorride divertito

          Gia’ e’ vero, avevano il loro psicologo di fiducia … ahahaha … divertente!!!

          Anzicchè divertirti tanto a prendermi in giro, vedi di studiare tutta la settimana quanto devi, perche’ da sabato mattina ti voglio tutta per me, per tutto il week end. Hai tutto il tempo per inventarti una scusa per dormire fuori casa … non accetto un no.

          Ventiquattro su ventiquattro tra i piedi mi vuoi – al suo assenso, sorrido – d’accordo … vedrò cosa posso fare .. ma dove mi porti?

          Qui ….

          Ma che gentile, mi aiuti a studiare? – lo guardo ironica

          A dire il vero no, ma se proprio devo …

          Mi vieni a prendere direttamente a scuola?

          Si , sarebbe un problema?

          No affatto.

          Bene …

Mi ribalta sotto di se e mi fa capire che la conversazione e’ finita, per cui avvolta dal suo abbraccio mi lascio trasportare in un bacio mozzafiato che non dandomi tregua, mi trasporta insieme a lui in un altro meraviglioso incontro passionale.

 

Come programmato con Saga, la settimana successiva mi impegno più del dovuto nello studio: esco  dalla stanza solo il tempo necessario per mangiare, aiutandomi ad evitare di incontrare Camus e Milo, per fortuna: primo perché meno vedo Camus, meglio è, non so il motivo, ma mi lascia come un senso di colpa dentro di me ed io in colpa verso di lui non devo sentirmi; poi perché evito i continui sguardi glaciali da parte del cugino, che ogni volta che li incontro mi lasciano sempre con un senso di ansia allo stomaco.

Riesco a trovare la scusa di andare da una vecchia compagna del precedente liceo e mia madre non  fatica  molto ad acconsentire, probabilmente rincuorata anche dal fatto che sto reagendo alla morte di mio padre.

Il sabato mattino, terminate le lezioni mi incontro con lui, come previsto e subito andiamo a pranzo fuori. Poi decide di portarmi a fare un giro sulla sua barca a vela; inutile dire la mia sorpresa nello scoprire questo suo magnifico hobby. Passiamo così tutta la giornata in mare, nei dintorni di Fort Lauderdale, piccolo paradiso nei dintorni di Miami consigliato e apprezzato proprio da coloro che amano la vita in barca. Abbiamo impiegato il nostro tempo libero in diverse attività concludendo la giornata con un abbondante spuntino in alto mare, dopodiché abbiamo passeggiato per le vie di questa meravigliosa parte di paradiso terrestre e una volta tornati sulla barca, invece di ripartire,  ha deciso di fermarsi per la notte. Che meraviglia, un’esperienza indimenticabile e forse anche troppo per una che, come me, fino ad ora aveva vissuto di sogni e film romantici: questa invece e’ realtà. Mentre dorme accanto a me, coperto fino ai fianchi dal lenzuolo, lo osservo attentamente; non posso fare a meno di pensare a quanto grazie a lui ora stia meglio. Questa settimana devo compilare la domanda per l’università e avere lui accanto a me, mi fa dubitare su ciò che prima avrei voluto fare. Gli accarezzo involontariamente il braccio presa dai miei pensieri, e al mio tocco lui si sveglia:

          Come mai non dormi? – sussulto appena, non mi aspettavo si svegliasse

          Nessun problema per me … ma dimmi qual’e’ il tuo?

          Cosa te lo fa pensare?

          Dovresti essere stanca dopo la giornata che abbiamo passato, senza parlare dell’ultima parte –sorride malizioso

          Pensavo ad una cosa … una scelta che devo fare la prossima settimana – mi sdraio a pancia in giù abbracciando il cuscino

          Sarebbe? – si appoggia sul gomito

          Devo decidere quale indirizzo seguire e dove andare.

          Ebbene?... hai qualche dubbio?

          Diciamo che non l’ho mai avuto, e’ una scommessa con mio padre che mi piacerebbe portare avanti.

          Me lo vuoi dire qual’e’? – mi scosta una ciocca dalla spalla, accarezzandomi la pelle nuda.

          Non voglio seguire la facoltà che tutti si aspettano … economia, voglio fare giurisprudenza … - sorrido vedendo lo stupore nei suoi occhi – voglio diventare il legale dell’azienda di mio padre … non voglio studiare nella stessa università delle mie sorelle, o meglio, la metterò come seconda scelta … vorrei andare … ad Harward!

          Fai sogni di gloria, piccola!!! Brava, fai bene, devi volere il meglio dalla vita. …

          L’ho sempre voluto, pero’ ora  …. – mi vede incerta e capendo subito, diventa molto serio e temo quel suo sguardo

          No Kate, non farlo … non rinunciare ai tuoi sogni per me e nemmeno per nessun altro … chiaro!! – mi fa sedere sul letto e mi prende il viso tra le mani – tu devi raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissata …

          Si ma e’ molto lontano … noi non …

          Ho detto ne’ per me ne’ per nessun altro …. La vita e’ tua; non puoi cambiare i tuoi programmi per colpa di altri … te ne pentiresti, fidati … quello e’ il tuo futuro assicurato ed io invece un incognita … non sappiamo come potrebbe andare. … capisci quello che ti voglio dire?

          Si … ma mi mancheresti molto … e’ da tanto tempo che non sto così bene con me stessa.

          Il modo si troverà … se e’ solo questo il problema. – mi accarezza il volto – promettimi che non modificherai i tuoi piani … - al mio assenso – e non fare la furba, non ci crederei nemmeno se lo vedessi che non ti hanno accettato.

          E’ difficile entrare, lo sai.

          Non per te, da quello che ho visto – poi mi abbraccia e ci stendiamo sul letto – ora dormi un po’, domani sveglia presto, abbiamo altri giri da fare!!!

E dopo avermi scoccato un bacio in fronte , mi stringe a se e comincia ad accarezzarmi lentamente la schiena, le sue braccia confortevoli riescono a farmi stare bene e a rilassarmi. Questo ragazzo esercita un potere straordinario su di me, ha la capacità di tranquillizzarmi in un nanosecondo e  difatti in pochissimi istanti mi fa cadere preda del mondo dei sogni.

Come accennatomi da lui, il giorno dopo partiamo di nuovo per un’altra giornata in barca. Decide di portarmi al largo e di fare immersioni. Sono un po’ spaventata, perché non ho mai sperimentato questo tipo di sport, ma accanto a lui, devo ammetterlo, mi sento sicura, pertanto mi lascio trascinare in questa esperienza a dir poco allucinante, sì perché se non sono impazzita io credo che sia impazzito lui a sopportare le mie crisi di ansia da apnea, impossibili da avere, visto e considerato che le bombole fungono da ossigeno. . Per un istante ho pensato seriamente che Saga mi volesse lasciare sul fondo, ma poi vedo che  tutte le volte se la ride di gusto, ma mi aiuta senza battere ciglio;  meno male, morire soffocata non e’ certo la fine che vorrei fare.

La giornata, come quella precedente, passa fin troppo velocemente e glielo faccio notare, mentre lui sta attraccando lo yacht alla banchina. Mi aiuta a scendere e mi propone di andare da lui, a mettermi in sesto, prima di tornare a casa. Naturalmente, inutile dire che una volta da lui, prima di prepararmi, abbiamo rifatto appassionatamente l’amore, non c’e’ modo migliore di salutarsi e ripromettersi di vedersi molto presto. Una volta pronti, usciamo ancora per andare a mangiare una pizza, dopodiché mi accompagna con la sua macchina fino a scuola dove ho lasciato la mia auto. Prima di scendere mi saluta dolcemente, baciandomi più volte ed io lo lascio fare, sperando che non smetta mai, però purtroppo il tempo scorre. Cavallerescamente mi accompagna fino all’auto, mi apre la portiera e mi promette che mi chiamerà presto; so che lo farà, mantiene sempre le sue promesse.  Un ultimo saluto e via, alla volta della tanto amata dimora Gaillard; più mi avvicino e più mi invade il senso di nausea e angoscia. Mi dispiace tanto per Nicholas, non merita questo mio astio, ma purtroppo quella casa non l’ho mai sentita mia e non ci posso fare nulla se non riesco ad accettare di vivere con loro, sotto quello stesso tetto.

Molto scocciata prendo il borsone e lascio, gentilmente,  le chiavi al maggiordomo che mi porta l’auto nella rimessa. E’ già mezzanotte inoltrata e faccio piano mentre entro in casa, non voglio svegliare nessuno e  non voglio nemmeno far sentire la mia presenza se qualcuno ha deciso ancora di stare sveglio. Peccato però che qualcuno a mia insaputa era dietro alle tendine del salone, al buio, ad aspettare, almeno così mi e’ parso, il mio arrivo, perché mentre passo quatta quatta una voce impastata mi sorprende:

 

          Finalmente sei arrivata … hai preso questa casa per un albergo?

          Ma chi …? – sussulto e mi volto di scatto, ma non vedendo nessuno accendo una delle applique e noto dall’altra parte della stanza la figura che avanza piano verso di me – Milo!! Mi hai spaventata, ma sei impazzito? Che ci fai al buio?

          Mi rilassa … - dal bicchiere pieno che ha in mano, beve un sorso,  fermandosi qualche metro da me – a te invece rilassano molto le giornate fuori di qui a quanto pare? Sei così in splendida forma … non ho mai visto uno sguardo così sereno e rilassato sul tuo viso … devi essertela spassata molto bene -  e continua ad ingurgitare il contenuto del bicchiere.

          Ci vuole poco per stare bene fuori di qui … - poi l’osservo meglio – sei ubriaco?

          Che ti importa? – e va a versarsi ancora da bere

          Hai qualche problema, per caso? – infierisco io, vedendo che beve, in un solo sorso, metà dell’altro bicchiere che si e’ versato

          Hm .. –sorride sarcastico mentre mi guarda – cos’e’, ha insegnato anche a te a psicoanalizzare gli altri? – con questo capisco che si riferisce a Saga; non c’e’ più alcun dubbio, non so come ma lo ha scoperto, ma non gli darò la soddisfazione.

          E’ meglio che vada a dormire – faccio per muovermi, ma come un folle mi blocca in un istante, facendomi voltare verso di lui e sbattendomi contro il muro.

          No … tu adesso fai un po’ di compagnia anche a me! –sibila

 

Saldamente, mi tiene ferma contro la parete e dai suoi occhi sembra escano fuori scintille incandescenti; per la prima volta, lo ammetto, mi sta facendo terribilmente paura: che cosa vuole? Che faccio? Braccata in quel modo non riesco ne’ a pensare ne’ a muovermi, arriverà qualcuno a salvarmi?

 

Scusate il ritardo ma con le feste di mezzo non sono riuscita ad accontentarvi prima e colgo, anche se in ritardo, l’occasione per augurarvi Buone Feste .

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e … su Milo che dire … in effetti il suo comportamento lascia un po’ da pensare, ma … bisogna attendere ancora un pochino per capire il perché. Un caro saluto a tutti quanti. A presto. Ciaooooooooooo

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Capitolo 11
*** Tra Discussioni e Litigi ... ma tutti a me? ***


Capitolo n.11

 

Tra Discussioni e Litigi … ma tutti a me?

 

La pressione sulle mie spalle e’ piuttosto forte e comincia a farmi male; prendo fiato e cercando di mantenere la calma, provo a parlargli in modo cortese e gentile: ammetto che mi fa paura e forse la scontrosità ora come ora potrebbe non giovare.

         Per favore Milo mi stai facendo male, mi potresti lasciare?

         E perché mai? – appoggia la sua fronte sulla mia, chiudendo gli occhi – così te ne vai?

         No … rimango qui se vuoi.

         Non parlarmi come se fossi un pazzo – mi lascia andare e si volta per finire il bicchiere che si era versato, mentre io mi massaggio la spalla che mi ha torturato di più con la sua presa.

         Sto solo cercando di mantenere la calma, non ti considero un pazzo – anche se a dire il vero lo sembra.

         Vuoi? – mi offre da bere

         No grazie … e smettila anche tu. – faccio per togliergli la bottiglia, ma lui mi spinge via e si versa ancora un bicchiere, meno male che la bottiglia e’ finita.

         Ti da fastidio che bevo? … Non ti preoccupare lo reggo bene, non ti metterò le mani addosso, se e’ questo che ti fa paura.

         Non mi fai paura – mento – e’ solo che mi lasci perplessa per questo tuo comportamento … si può sapere che hai?

         Ti interessa davvero?

         Certo, altrimenti non te lo chiederei.

         Non e’ vero niente, ti vuoi solo immischiare.

         Senti, pensala come vuoi … detto in tutta franchezza se vuoi rovinarti la salute fallo pure, a me non me ne frega niente.

         Ecco lo hai detto … non te ne frega nulla – poi mi fa sedere di forza sul divano e lui si mette accanto a me e mentre sorseggia mi guarda, poi mi squadra dalla testa ai piedi e puntando nuovamente i suoi occhi nei miei, mi domanda – allora? Com’è andato il week end?

         Bene.

         Solo bene?

         Molto bene.

         Diciamo che te la sei spassata.

         Quello che faccio io fuori di qui e’ affare mio, a te non deve interessare nulla, capito?

         Si, se te la fai con uno dei miei amici – mi risponde alquanto adirato

         Tu non sai un bel niente di quello che faccio.

         Certo che lo so – si avvicina col viso al mio – vi ho visti uscire dalla camera … cos’e’? eravate andati per una seduta psichiatrica!!!

         Fatti gli affari tuoi  -  mi alzo di scatto, ma lui mi prende per il polso e mi fa risedere violentemente – ahia .. ma sei impazzito?

         Stai qui … e non urlare .. tanto, a parte tua madre e mio zio, non c’e’ nessuno … Camus e’ uscito con Aiolia, Marin e Kristeen – pronuncia quest’ultimo nome con un sogghigno da prenderlo quasi a schiaffi, ma mi trattengo dal farlo.

         E allora? Sai che me ne frega!!!

         E’ proprio questo che mi fa rabbia di te … che non te ne frega nulla … di niente e di nessuno …   stai usando Saga solo per coprire il vuoto che mio cugino ti ha lasciato dentro … la delusione di non essere stata contraccambiata … ti sembra giusto? Eh? Far soffrire un’altra persona solo per i tuoi capricci? E’ disgustoso ed ignobile.

         Ma cosa stai dicendo? -  lo guardo inorridita, non gliela farò passare liscia stavolta, basta – ma come ti permetti di insinuare una cosa del genere? … io non sto giocando con  i sentimenti di nessuno ..  a me Saga piace veramente … e’ una persona meravigliosa … e’ l’unico che mi abbia apprezzato fin dall’inizio per quello che sono realmente …  ma che vuoi saperne tu che non ti sei mai sforzato di conoscermi o  capirmi.!!! Tu non sai proprio nulla di come sono andate le cose tra me e lui  e non mi interessa assolutamente spiegartele … non sei nessuno. ne’ per dirmi quello che devo fare, ne’ per insultarmi in questo modo – rifaccio per alzarmi, ma nuovamente lui mi blocca

         Tu non te ne vai di qui fino a che non te lo dico io, chiaro!!! … mi dispiace Kate ma non ti credo, tu ti stai accontentando di lui perché non puoi avere chi vuoi … ma questo e’ sbagliato e’ pura ipocrisia .. tu la prima ad accusare noi di esserlo e poi la prima a farne una dimostrazione pratica … predichi bene e razzoli male.

         Sei ubriaco e non sai nemmeno quello che stai dicendo … - cerco di strattonare la sua presa, senza riuscirci – e lasciami stare o altrimenti … - vorrei urlare ma forse e’ meglio che questa discussione rimanga tra me e lui

         Altrimenti cosa? Chiami Saga a proteggerti? … ahahahahahahahah …

         Non ho bisogno di nessuno per difendermi, sono capace di farlo anche da sola …. Lasciami o ti prendo a sberle …

         La verità fa male vero Kate? – mi lascia il braccio ed io ne approfitto subito per alzarmi e allontanarmi da lui.

         No, affatto, perché non è questa. Saga lo sa bene a cosa e’ andato incontro, come io del resto … l’amore cresce col passare del tempo … ai colpi di fulmine ormai non ci credo più …. Ma quello che ancora non capisco e’ perché ridurti così?  Solo per la paura che un amico stia soffrendo? Ma non farmi ridere, raccontala a qualcun altro, non a me! Tu  ti stai sfogando con me per qualcosa che ti e’ accaduto e siccome io ora sono il migliore oggetto di pettegolezzo, ne approfitti per dare libero sfogo alla tua frustrazione … -  si alza di scatto e mi prende per le spalle – cosa c’e’ Milo ho toccato nel segno? … - per un istante noto nei suoi occhi un lampo di tristezza, ma subito nasconde il suo stato d’animo e mi lascia andare.

         Hai deciso di fare anche tu la psicologa? … a quanto pare stai imparando bene da lui … ed io che pensavo passaste il tempo a praticare altro!!!

         Questo e’ troppo – non ci vedo più e prima che possa capire io stessa  quello che sto per fare, la mia mano lo schiaffeggia pesantemente.

 

Non so come, ma Milo non reagisce, mi guarda solo e mi sorride beffardo. Dopodiché gira i tacchi e se ne va via in silenzio, lasciandomi sola in salotto. E’ la prima volta che mi capita di compiere un atto simile; ancora non riesco a capacitarmi del fatto che gli abbia dato  uno schiaffo, ma era quello che si meritava, non aveva nessun diritto di parlarmi in quel modo, ma soprattutto non doveva permettersi di raggiungere una confidenza così  intima.

Sento sbattere la porta di casa e spengo subito la lampada del salotto, rimango in silenzio ad attendere che, chiunque sia, vada via. Mi sporgo appena per vedere chi è: Camus sta salendo le scale e chiama Milo prima che quest’ultimo entri in camera.

         Ancora sveglio?

         Si, non avevo sonno e sono stato un po’ giù …  a riflettere. – noto che il tono di voce si è affievolito nel pronunciare l’ultima parola.

         Va un po’ meglio? – che dolcezza che usa con lui

         No- sento un leggero magone invece nella sua voce

         Vuoi venire da me? Ne parliamo?

         No … sono stanco Camus, scusami, magari ne parliamo domani.

         Come vuoi … sai dove trovarmi.

 

Camus entra in camera ed io mi avvio verso le scale da dove vedo Milo che mi guarda insistentemente; ci fissiamo per un attimo che sembra eterno, dopodiché si chiude la porta alle spalle ed io mi sbrigo ad entrare nella mia, buttandomi finalmente sul letto, dove spero di riuscire a prendere sonno. Purtroppo non e’ così semplice, mi risuonano in testa le poche parole che si sono rivolti i due cugini e lo sguardo di Milo prima di entrare in camera. Ci deve essere qualcosa di molto forte per ridurlo in quello stato, lui che è sempre stato dinamico, vivace, forte, spensierato; ora mi sembra come se avesse una sofferenza dentro che non riesce a combattere. Ma cosa può essere?  Pensando e ripensando a tutto ciò che ci siamo detti, alla fine mi addormento senza nemmeno accorgermene, risvegliandomi il giorno dopo con la sveglia del cellulare.

Scendo in cucina a fare colazione e vengo informata da Camus che sarò accompagnata a scuola da loro due  perché Sebastian deve portare mia madre all’aeroporto, che deve partecipare ad un congresso a New York e per tre giorni starà fuori. Ci voleva anche questa, rinchiusa in una casa dove non mi va di stare e per di piu’ in compagnia solo dei due ragazzi e di Nicholas: meno male che lui almeno riesce ad allietarmi le serate. Peccato però che, arrivata la sera, mi ritrovo sola con Milo, Camus e, sorpresa delle sorprese, Aphro che  ogni tanto torna all’ovile. Purtroppo il pater familias ha deciso di non esserci: con l’assenza di mia madre  ne ha approfittato per organizzare incontri di lavoro che lo impegnano per tutti e tre i giorni, facendolo  pernottare anche fuori casa. Devo ammetterlo, lei in amore è molto fortunata: prima mio padre che l’ha amata fino all’ultimo giorno, poi Nick, che glielo dimostra anche in queste piccolezze. Durante la cena non parla nessuno, è la prima volta che capita di trovarci noi quattro da soli, ma in altre circostanze Milo avrebbe tenuto  banco, mentre invece, ora, pare essere assorbito da mille pensieri e risponde solo a qualche domanda posta dal cugino. Ad un certo punto il mio cellulare squilla, guardo ed e’ Saga che mi sta chiamando. Visto e considerato che non c’è mia madre, rispondo al cellulare, mentre gli altri  mi guardano  storto perché non è educazione parlare al telefono mentre si mangia: lo so ma a me non interessa nulla; mentre rispondo mi alzo e vado fuori sul terrazzo a parlare. Passo un bel quarto d’ora al telefono con lui, il quale mi chiede se ho fatto il mio dovere ed io rispondo che si, ho compilato la domanda e incrocio le dita che l’esito sia positivo. Naturalmente a lui non dirò mai nulla, ma oltre alla ragione di accontentare mio padre che si aspettava da me un passo del genere, oltre a non deludere lui che mi ha fatto promettere di non tirarmi indietro, non ho avuto alcun dubbio, dopo la piazzata di Milo, a decidere che forse, prima me ne vado da questa casa e meglio sarà.

Dopo aver attaccato il telefono, ritorno a tavola, dove tutti e tre mi stanno aspettando per cazziarmi, ne sono sicura, difatti appena mi siedo:

         Non potevi farti richiamare più tardi? – Aphro non manca di dire la sua

         No, non poteva.

         No … tu  non volevi.

         Oh Milo, meno male che ci sei tu, che comprendi sempre tutto e tutti! – lo guardo in malo modo, mentre sorseggio.

         Mi sono perso qualcosa, fratello?

         Non credo, sono sempre stati così – Camus guarda Aphro -  e tu che mi dici? Come procede la tesi?

         Molto bene, mi manca poco.

         Ah bravo!!! Così finalmente tornerai tra di noi … e si riunirà tutta la famiglia al completo … ma che meraviglia!!! – il mio sorriso strafottente lo innervosisce, mentre vedo un leggero sorriso di soddisfazione sul viso di Camus.

         Pensi di essere spiritosa? – Aphro mi osserva, dapprima un po’ arrabbiato, poi compare un sorriso perfido, si volta verso il fratello – visto che tanto  papà dormirà fuori ho pensato di fare venire qui Shura e Deathy, ti va?  

         Quando mai ho avuto voce in capitolo? – sento un certo fastidio nella voce di Camus

         In effetti … per te Milo ci sono problemi se dopo domani, a cena, invito loro due?

         Assolutamente no, per Shura naturalmente, l’altro se proprio devi.

         Ahahahah ma chissa’ perché poi … è un bravo ragazzo in fondo?

         Ma chi? – esplodo io, mentre Camus mi lancia un’occhiata ammonitrice.

         Il mio caro amico.- risponde lentamente Aphro.

         Quel Death? .. oh per carità, sarà “forse” – marcando bene quest’ultima parola - un bravo ragazzo, se lo dici tu mi fido, ma come simpatia lascia molto a desiderare.

         Lo hai conosciuto così bene? – mi fredda con lo sguardo

         Mi e’ bastato anche solo un attimo.

         Non si giudica da un attimo – il tono di Aphro e’ decisamente ostile

         Ah però voi l’avete potuto fare con me, vero? – alzo la voce e vedo Camus sospirare e lasciare la forchetta, mentre volta il viso dalla mia parte, lo guardo e poi - Mi avete giudicato .. e ancora oggi – guardo Milo – mi giudicate senza realmente conoscermi … ma se si tratta di me va bene così, vero?

         Ti e’ andata storta la giornata per caso?

         La volete smettere? – Camus si intromette – fai quello che vuoi Aphro … e tu Kate, per favore, smettila.

         Quando hai detto che e’ dopo domani? Perfetto, io ceno fuori.

         Per me puoi anche startene tutta la notte fuori. – risponde, con stizza, Aphro

         Ahahaah … non dirle così che la inviti a nozze!!! – Milo mi sorride.

         Mi avete tolto l’appetito .. – mi alzo e senza salutare nessuno me ne vado di filato in camera e mentre salgo le scale sento Camus parlare

         Non avevate con chi prendervela stasera?

         Parli proprio tu che appena apriva bocca ti dava fastidio  – fa notare il fratello

         Ne e’ passato di tempo da allora, mi sembra stia crescendo … non e’ più la bambina di prima – mi blocco sulle scale e mi stupisco del fatto che prende le mie difese.

         Sembra che ti dispiaccia che si sia offesa – dice Aphrodite

         Dai Camus buttati … va’ da lei … consolala – Milo ha un tono di voce strafottente.

         Già … vai fratello vai … non c’è nessuno … noi terremo il segreto … di sicuro non fai fiasco, lo sappiamo tutti che ha sempre avuto un debole per te. – e tutti e due scoppiano a ridere.

         Proprio per questo non l’ho fermata …. Non vorrei capisse male!!! … comunque siete due idioti – ad udire queste ultime  frasi lancio un bel vaffanculo mentale a tutti e tre   e me la filo in camera.

 

Sono troppo arrabbiata e ho voglia di sfogarmi con qualcuno, d’istinto prendo il cellulare e chiamo le mie sorelle. Mi risponde subito Michelle e con lei mi sfogo un po’ su quanto accaduto, ma poi  mi passa subito Nicole, la quale mi ascolta più pazientemente e per rassicurarmi un po’ mi dice che il giorno dopo, visto che il pomeriggio non ho lezione in quanto il professore non c’e’,  passerà all’uscita di scuola in modo da pranzare insieme. Rincuorata dalle sue parole, attacco il telefono e passo un po’ il tempo al computer a chattare con amiche, dopodiché mi preparo per una nottata non tanto tranquilla: purtroppo sono fatta male, queste discussioni mi mettono agitazione e mi lasciano sempre un po’ di amaro in bocca e questo fa sì che il sonno tardi sempre ad arrivare.

Come promesso da Nicole, lei e Michelle vengono a prendermi e andiamo a mangiare in una pizzeria con terrazza sul mare. Mentre ci sistemiamo al tavolo mi sento osservata e guardando dalla parte interessata, vedo Shura che ci sta fissando. Alzo la mano in segno di saluto e lui, sorridendo in tutto il suo splendore, mi viene a salutare. Non appena si avvicina al tavolo, vedo le mie sorelle squadrarlo dalla testa ai piedi, ebbene lo ammetto ha anche lui il suo fascino, ma per me nessuno al momento lo ha più di Saga. Faccio le  presentazioni e quando lui si stringe la mano con Nicole, noto un certo rossore sulle guance di mia sorella e lo sguardo di lui molto affascinato. Gli chiedo se vuole rimanere con noi, ma mi dice che sta aspettando degli amici, al che non insisto per la paura che possa comparire la mia simpatia. Per tutto il pranzo parliamo di quanto accaduto nelle ultime ore e se da una parte Michelle cerca di essere un po’ indifferente al discorso, dall’altra, mia sorella Nicole mi suggerisce di stare calma e di non aizzare ancora di più con la mia lingua tagliente i maschi di casa. Poi, per deviare il discorso anche lei mi chiede di Saga, ma nonostante io parli dei dettagli accaduti, noto che più di una volta si scambia occhiate con il tavolo di fronte, dove c’e’ seduto Shura. A quel punto io e Michelle ce ne rendiamo conto e sogghignando la lasciamo da sola per andare in bagno, dove ci tratteniamo per più di una decina di minuti.  Quando usciamo, vediamo che al tavolo c’e’ Shura con lei e i due stanno conversando amabilmente; al nostro arrivo, lei si alza e si scusa perché dobbiamo andare, ma mentre noi ci avviamo all’uscita, sento lui che le da’ appuntamento per la sera: ecco qua!!! Porca miseria!!! Speriamo che non la faccia uscire in compagnia di quell’altro idiota, altrimenti da tanta simpatia che provo, Shura lo aggiungerò alla lista nera dove compaiono i nomi di Aphro, Desu e da pochi giorni anche Milo!

 

Credo di non aver mai tampinato di telefonate così Nicole come in questa mattina e la cosa che mi fa rabbia e’ che non mi risponde. Alla decima chiamata, con la voce assonnata, alza il ricevitore e se non mi manda a stendere e’ solo perché mi vuole bene. Avrebbe anche  ragione, ma non ce la faccio, devo sapere e quello che mi comunica mi fa arrivare il sorriso alle orecchie: mia sorella e Shura!!! E chi l’avrebbe mai detto! E soprattutto sono usciti da soli; bene, questo fa sì che continui a piacermi e tranquilla mi posso preparare per entrare in classe. Purtroppo già la giornata non sarà perfetta al solo pensiero che la sera mi dovrò sopportare in casa l’idiota dell’amico dell’altro idiota, ci si mette pure la sorella dell’idiota che, dietro di me, sta sparlando di una persona che non doveva nemmeno nominare:

         Vorrei proprio sapere chi e’ questa adesso …. Se la becco le faccio il culo!!!

         Ma Rosalie – la sua vicina di banco, sottovoce, cerca di calmarla, essendo anche in classe – Shura non e’ il tuo fidanzato, può fare quello che vuole – il mio sangue già ribolle nelle vene.

         Non mi interessa … io lo voglio e nessuna si deve mettere in mezzo.

         Beh non e’ la prima con cui esce, e non sarà nemmeno l’ultima

         Ah no – alza un po’ la voce, poi si calma – stamattina l’abbiamo incontrato al solito bar e ne parlava con mio fratello … non l’ho mai visto così preso da una ragazza, e’ difficile vederlo sorridere e parlare in quel modo di una donna … ce l’ha d’oro questa? – il sangue continua a bollire e cerco di mantenere i nervi saldi, ma il vulcano sta per esplodere

         Magari si e’ innamorato sul serio stavolta … dovresti essere felice per lui no? – la voce dell’altra compagna di banco  e’ un po’ titubante nel dirlo, sa perfettamente che non la calmerà con quel discorso.

         Eh no .. se vuole una puttana perfetta a letto, allora gli faccio vedere io come ci so fare …

         Basta!!! – mi volto dalla sua parte, e lei mi guarda sorpresa – che tu sia una puttana non lo metto in dubbio, ma mia sorella no  e non ti permettere di parlare così di lei, chiaro!!! Altrimenti ti rifaccio i connotati. – penso che il mio viso sia diventato porpora nel parlare e nel trattenermi per non farmi sentire da nessun altro, ma ci pensa lei

         Coooosa!!! E’ tua sorella!!!! -   si alza in piedi

         Si. –  

         Allora o l’avvisi tu di lasciarlo stare o ci penso io … - poi spalancando gli occhi come una pazza – ora che ci penso …. ma come hai osato  darmi della puttana??! –  mi afferra per i capelli, ma io gli tolgo la mano, stringendole il polso e alzandomi

         E’ quello che dimostri tutti i giorni … qui e fuori.

         Ma io ti ammazzo …

Ci stiamo azzuffando quando all’improvviso entra la professoressa di lettere, nonché la vicepreside, nonché  l’aiuto indiretto della mia boxeur. Margot e Natalhie mi afferrano e mi tirano indietro mentre le due compagne di banco di Rosalie fanno altrettanto con lei, ma la prof, purtroppo, ha già assistito alla scena e mollando tutto sulla cattedra esce fuori, torna con un altro professore lasciandogli in custodia la classe e richiama noi due a seguirla in direzione. Guardandoci in cagnesco, ci avviamo dietro di lei ed una volta chiusa la porta, ci fa accomodare sulle poltrone e sedendosi di fronte a noi, ci chiede i numeri di telefono di casa. Dopo aver comunicato con qualcuno dall’altra parte della cornetta, ci guarda attentamente e comincia a farci la predica sul comportamento avuto e alla parola “inqualificabile” una paura si fa strada in me … la sospensione e addio ad Harward!!! Comincio a pensare che forse avrei dovuto, almeno io, avere un po’ più di autocontrollo e attenderla  fuori per legnarla, ma ora per colpa della mia stupidità rischio di mettere la parola fine al mio sogno e alla promessa fatta a mio padre, per non parlare della ramanzina che mi farà mia madre!!! Un attimo … ma se lei non c’e’, chi sta arrivando?

 

Ed ora povera Kate che cosa e da chi si dovrà subire la bella ramanzina di ciò che ha appena combinato? Certo che tutte a lei devono capitare, se non se le cerca lei sono comunque gli altri a presentarle le occasioni di rivolta .. anche se stavolta non è che abbia avuto tutti i torti!! Concordate con me?

 

Grazie ancora a tutti quanti vuoi che continuate a seguirmi e … siete pronti per i giri di stanotte?

Un bacione a tutte le befane .. ciao!!!

 

 

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Capitolo 12
*** E La Sfiga Mi Perseguita .... ***


Capitolo n. 12

 

E la sfiga mi perseguita …

 

E’ da circa mezz’ora che la Prof.ssa Peterson ci sta facendo la ramanzina: più volte si è fermata a chiedere come siano andate le cose, ma tutte e due non proferiamo parola, teniamo basso lo sguardo e ogni tanto ci guardiamo di sottecchi. Ad un certo punto bussano alla porta e al suo invito ad entrare, io e Rosalie ci voltiamo per vedere chi e’ arrivato; non potete capire il mio stato d’animo quando vedo entrare Desu con Aphrodite; mi rigiro sconsolata verso la professoressa che nel frattempo si e’ alzata e le cui pupille si stanno dilatando alla visione del suo amante: la cosa mi sta facendo quasi ridere. Purtroppo la voce del simpaticone mi ridesta:

         Cos’hanno combinato? – lo ammetto, mi terrorizza la sua voce

         Le ho beccate che si azzuffavano in classe, ma non mi vogliono dire la ragione – nel frattempo lo guarda ammaliata, che squallore.

         Sono sicuro che Kate ci dira’ cosa è successo, vero? – Aphro mi volta dalla sua parte

         …. – guardo prima lui, poi l’amico e poi Rosalie che mi fissa complice del silenzio, infatti non dico nulla

         Allora vorrà dire che ce lo dice la mia dolce sorellina – eDesu lancia uno sguardo poco rassicurante alla ragazza, che sbianca e volta lo sguardo verso il basso. Questo gesto, evidentemente, non piace al fratello perché le prende il mento tra le dita e con forza lo gira dalla sua parte – ho detto … che me lo dirai tu!!!

         Mi fai male – sussurra lei, e’ evidente che la presa e’ troppo forte e i suoi occhi sono leggermente velati di lacrime.

         Lasciala …  non vedi che le fai male? – esplodo io

         Tu – Aphro  mi punta gli occhi contro – fatti gli affari tuoi  … a meno che non ci dici some sono andate le cose e la lascia in pace … visto che ci tieni tanto a lei.

         Va bene – Rosalie mi guarda scioccata – ho iniziato io …

         Figuriamoci – sbuffa Aphro

         E’ che ha detto una parola che mi ha dato fastidio  e ho esagerato con le mie. – Rose mi guarda e continua a stare zitta, certo almeno il suo fratellone la risparmia. Codarda.

         Tutto qui? – mi riprende la prof – solo per due parole dette malamente vi stavate menando? Io non ci credo. – incrocia le braccia al petto – sono costretta, dal momento che vi hanno visto tutti, a rendere credibile il mio ruolo in questa scuola.  Vi va bene che sono arrivata io e non la preside, altrimenti anziché sospendervi per un giorno,  lo avrebbe fatto per tre giorni e questo vi rovinerebbe tutta la media scolastica. Tanta fatica per nulla, no?!

         E’ proprio necessario? – domanda l’amante, contrariato

         Non posso fare altrimenti, se anche uno solo degli alunni parlasse … ne va della mia reputazione … non posso compromettermi fino a questo punto – scuote la testa  – credimi, ne farei  a meno, ma per oggi devo rispedirle a casa … l’unica cosa che posso fare e’ convincere la direzione didattica ad evitare che compaia la sospensione odierna nella scheda scolastica, essendo loro due  tra i migliori alunni dell’istituto.

         Per me puoi fare quello che vuoi, tanto non è che mi interessi  – risponde Aphro e devo dire che la cosa mi lascia un po’ dispiaciuta, se ne accorge anche Rosalie che mi guarda con un ghigno soddisfatto, poi aggiunge – anzi ringrazia che tua madre non c’era .

         Sono sicuro che riuscirai a convincerli, vero? – Desu sorride alla prof e lei cercando di essere il più naturale possibile

         Certo … puoi contarci – poi rivolta verso di noi – ora andate in classe a prendere la vostra roba e andate a casa  e che non succeda mai più, chiaro?

         Si – rispondiamo in coro, uscendo dalla stanza, seguite  solo da Aphro, che si richiude la porta alle spalle comunicandoci che ci attenderà lì.

Chissà come mai l’altro e’ rimasto dentro, mah, difficile da intuire, vero? Una volta presa la roba ci avviamo verso i due che ci stanno aspettano e Rose mi sussurra:

         Non penserai che io  ti dica pure grazie?

         Assolutamente no – la guardo – e’ che mi facevi pena sotto le grinfie di tuo fratello.

         Ma come osi?

         Vuoi ricominciare?

         Fuori di qui sì … - infatti appena uscite dal cancello della scuola e girato l’angolo, mentre i due davanti stanno parlottando e camminano davanti a noi – non ti permettere mai più di rivolgerti a me con quel tono.

         Perché chi sei tu? – alzo la voce e i due si voltano – puoi insultare chi vuoi e gli altri devono pure starsene zitti?

         Sei tu che mi hai insultato – urla come una pazza

         Certo, se tu non avessi insultato mia sorella ..stronza!!

         Sempre meglio che essere una bastarda come te !!! – e mi spinge talmente forte che vado a sbattere contro la ringhiera

         Ma che cazzo state facendo? – Desu prende il braccio della sorella strattonandola verso di se’ e stritolandoglielo, mentre Aphro , strano ma vero, mi si avvicina per sincerarsi che non mi sia fatta male.

         Ha iniziato di nuovo lei … ha una lingua tagliente

         Sempre più delicata della tua …

         Finiscila – Aphro  mi alza la voce contro – e  che c’entra sua sorella – guardando Rose, poi rivolta a me - …  e poi quale delle due? – al silenzio di entrambe si accende la lampadina all’idiota.

         Forse ho capito dov’e’ il problema -  Desu guarda Rose – io e te dobbiamo fare un discorsetto – poi rivolto ad Aphro – ci vediamo stasera – e trascina con sé la sorella in auto, partendo a tutta velocità.

         Mi vuoi spiegare cosa e’ successo?

         No.

         Lo sai vero che ti e’ andata bene solo grazie a noi!!

         Noi? …. Credevo solo grazie a Desu.

         Sali in macchina và, che è meglio.

         Devo proprio?

         O Sali o torni a casa a piedi … scordati che ti mando Sebastian o Aioila solo per un tuo capriccio.

         Piuttosto torno a casa a piedi!!

         Perfetto!!! -  e senza aspettare che ci ripensi, sale nella sua auto e se ne va.

Rimango ad attendere che torni, ma in effetti perché dovrebbe dopo quello che gli ho detto? Sinceramente non pensavo avesse il coraggio di lasciarmi a piedi, ma è evidente che vuole darmi una lezione; peccato che non sa che posso lo stesso tornare a casa come e quando voglio, tanto questa sera sapevano tutti che non ci sarei stata a cena. Vorrei chiamare subito Saga, ma so che e’ a lezione e anche se so che correrebbe subito, non voglio che per assecondare un mio capriccio debba perderla. Opto per la biblioteca, dove approfitto per studiare  e leggere un po’, nel frattempo invio un messaggio a Saga per farmi chiamare non appena e’ libero da impegni.

Sono quasi tre ore che attendo la telefonata, ma non arriva e la cosa mi lascia un po’ di sconforto. Risistemo tutto nello zaino ed esco a mangiare un boccone, in effetti e’ passata da un pezzo l’ora di pranzo e lo stomaco si sta facendo sentire. Mentre mi accingo ad entrare in una tavola calda, il cellulare mi squilla; come impazzita lo sfilo subito dalla tasca e rispondo:

         Ciao!!! – la mia voce e’ carica di felicità

         Ehila’ che enfasi … ciao – sento il suo caldo sorriso –tutto bene?

         Si, perché? – peccato che non sono capace di fare l’indifferente

         E’ strano che mi scrivi da scuola … - all’improvviso si sente uno strombazzare continuo  - perché tu sei a scuola, vero?

         Beh … no … cioè lo ero, sono andata, ma … senti Saga, hai impegni per oggi? – un nodo alla gola mi blocca e inghiottendo a fatica – sii sincero … se li hai non importa, davvero …

         Dove sei?

         Davvero Saga se hai impegni lo capisco … non venire apposta per… -mi interrompe bruscamente

         Ti ho chiesto dove sei!!!

         Vicino alla biblioteca.

         Aspettami lì – e senza aspettare risposta chiude la conversazione.

Mi siedo sui gradini e lo attendo, lo ammetto, con il batticuore, ma stavolta più per una sua reazione negativa, l’ho sentito piuttosto infastidito al telefono. Un rombo di motore mi fa sobbalzare, guardo e lui mi apre la portiera dall’interno e mi guarda attendendo che io entri, il suo volto non e’ molto rassicurante, ma mi faccio coraggio ed entro. Come chiudo la portiera, immagino che riparta, ma non lo fa, mi volto dalla sua parte e lo vedo con  la testa comodamente sul palmo del braccio sinistro appoggiato al finestrino e l’altra mano che tamburella sul volante:

         Allora?

         Cosa?

         Dove ti devo portare? – per non rendere troppo visibile la delusione dipinta sul mio volto, abbasso lo sguardo e gli rispondo

         A casa no … e a scuola non posso … te l’ho detto che se avevi impegni potevi non venire – vorrei piangere, mi sento anche abbandonata da lui in questo momento.

         In che senso non puoi andare a scuola? – mi chiede con tono imponente, mi faccio coraggio

         Sono stata sospesa per oggi … - torturando la tracolla dello zaino attendo la sua reazione.

         Che cosa? – ora il tono e’ più alto e arrabbiato, lo sento sospirare pesantemente, ma poi la mano che prima tamburellava sul volante la sposta dietro al mio sedile sporgendosi verso di me, con l’altra mano mi prende il volto e me lo gira dalla sua parte osservandomi attentamente – dimmi solo una cosa – inghiotto le lacrime a fatica e faccio un cenno col capo – stai facendo tutto questo per il motivo che immagino? – capisco dove vuole arrivare e subito lo rassicuro

         No … no .. anzi, sono preoccupata che questo possa influire nell’ammissione ad Harward … è successo che … Rosalie – lo vedo corrugare la fronte – sai chi e’?

         Ma la sorella di Desu?

         Si lei …

         Che fortuna averla in classe … ebbene? – mi lascia il viso e  attende che prosegua.

         Ha insultato mia sorella Nicole, le ha dato … della … puttana …

         Da che pulpito – mi interrompe

         Io non ci ho più visto .. – abbasso lo sguardo perché in tutta franchezza mi vergogno su quanto gli sto per raccontare, ma lui mi passa una ciocca di capelli dietro l’orecchio e avvicinandosi al mio orecchio, con la sua voce calda mi dice

         Ti va di raccontarmi tutto mentre pranziamo? – lo guardo stupita – ho un certo languorino e  non potrei essere molto obiettivo a stomaco vuoto … - sorridendo ingrana la marcia e sta per partire, ma si volta nuovamente a guardarmi notando la delusione per non avermi ancora dato nemmeno un bacio, quando vuole sa essere molto dispettoso.

Rimane a sorridermi divertito ed io contraccambio e mi appoggio al finestrino, mentre la sua mano mi accarezza la gamba ed io gliela stringo. A quel contatto lui mi attira a sé e mi regala uno dei suoi meravigliosi baci che mi fanno rabbrividire, poi mi invita ad allacciarmi la cintura e mi porta a pranzo.

Tra un piatto e l’altro gli racconto tutto l’accaduto e lui ascolta pazientemente, ma quando arrivo al finale, mi chiede contrariato:

         Davvero Aphro ti ha lasciato lì?

         Si, perché?

         Non è che è tornato indietro e non ti ha trovato?

         Assolutamente no … ho atteso una decina di minuti prima di sapere cosa fare.

         E’ un idiota quel ragazzo … -  lo vedo rabbuiarsi, poi guardandomi – e se ti avessi chiamato soltanto stasera?

         Me ne sarei andata in giro in qualche grande magazzino, sai … quando sei depresso lo shopping aiuta!!!

         Ahahaha … ottima risposta – poi, dopo aver bevuto il sorso d’acqua, mi osserva divertito -   allora quello schianto di ragazza che ho visto ieri con Shura è tua sorella!!! Però … il fascino è di famiglia!!

         Non so se essere gelosa o contenta del complimento … - lo guardo divertita – capto per la seconda, va?! – però … dove li hai visti?

         Capti per la seconda, eh! – molto divertito si sporge in avanti – gelosa … sei gelosa ammettilo .. ti stai chiedendo dove possa essere andato  

         Guarda che puoi fare quello che vuoi quando non sei con me – mi sta innervosendo

         Sicura? – poi vedendo che sospiro pesantemente, mi sorride – non faccio il doppio gioco con te … Kate … stai tranquilla.

         Scusami … e’ che oggi non sono dell’umore adatto … non capisco gli scherzi. - lui intreccia le sue dita alle mie

         Per oggi lascio stare ... ma non scherzavo quando ho detto che il fascino e’ di famiglia.

         E non hai visto ancora Michelle …

         Mh … e’ libera?

         Al momento si.

         Beh potremmo accoppiarla con Kanon .. – poi guardando l’orologio – a proposito devo andare da lui a vedere se ha bisogno di qualcosa.

         E’ venuto qui?

         Si, in convalescenza … ieri tornavo dall’aeroporto con lui quando ho visto Shura e tua sorella in auto … - poi si alza  - vado alla cassa,  raggiungimi lì. – faccio come dice e una volta in auto lo guardo dicendogli

         Scusami se te lo chiedo, ma io?

         Tu cosa?

         Che faccio?

         Vieni con me. Ci sono problemi?

         Per me no.

         Nemmeno per me … ah … non ti intimorire di mio fratello … non e’ colpa sua se e’ così.

         Così come?

         Bello come me, ma più stupido.

Con tutta la naturalezza possibile mette in moto e si diverte a sentirmi scoppiare in una fragorosa risata alla sua battuta.  Purtroppo non aveva torto, non sulla stupidità, ma sulla bellezza, sono di una somiglianza incredibile. Sembra di vedere Saga allo specchio, e’ imbarazzante, anche se ammetto che lo sguardo e’ l’unica cosa che li differisce, sarà anche dovuto al fatto che Kanon non mi guarda come il fratello, ma nei suoi occhi si legge una piccola sfumatura di vivacità in più.

Una volta che ci presenta, Kanon, sdraiato sul divanetto  con la gamba fasciata, mi guarda e chiede:

         E così sei tu Kate … mi fa piacere conoscerti. – sono un po’ imbarazzata dalla cosa, sarà perché non mi aspettavo che Saga parlasse di me col fratello.

         Anche a me fa piacere conoscerti … - mi viene da ridere, mi sembra di parlare con qualcun altro che al momento e’ in cucina.

         Ti fa strano parlare con me, vero? – se la ride divertito – beh … non ti biasimo … in effetti siamo quasi uguali .. dico quasi perché se guardi bene … io sono più bello!!!

         Kanon – urla il fratello dall’altra stanza  - smettila di dire cazzate!!!

         Dico solo la verità – gli urla dietro, poi rivolto a me -  che male c’e’?

         Nessuno, peccato che questa tua battuta poco felice -  si sente la risata di Saga rimbombare e Kanon che continua a guardarmi divertito – mi fa solo venire in mente una cosa … la stessa battuta di Milo al matrimonio di mia madre …

         Eh no!!! – si drizza su Kanon – non vorrai mica insinuare che sono idiota come lui?

         Peggio – arriva Saga con un bel panino imbottito per il fratello e una lattina di coca cola – tieni, mangia, così tieni impegnata la lingua … - poi rivolto verso di me – ti avevo avvisata.

         Ah ma io mi sto divertendo.

         A proposito di Milo, come sta? – chiede Kanon a bocca piena.

         Bene … credo –Saga mi guarda – gli e’ passata la turba psichica di quella sera?

         Mah diciamo che le sue turbe vanno e vengono … - tutti e due se la ridono – da quando l’ho conosciuto lo trovo insopportabile, a parte quando … e’ mancato mio padre … lì mi e’ stato molto vicino, lo ammetto … ma poi, vabbe’lasciamo perdere … se due non si prendono caratterialmente non si possono fare miracoli.

         Ah no … per lui nemmeno quelli fanno effetto – e addenta di nuovo il panino – ma vi conoscete da molto?

         Kate e’ la figlia della moglie di Nicholas.

         Oh mio Dio … te lo subisci ventiquattr’ore su ventiquattro? … povera, ora ho capito il tuo disagio – poi sorseggia la coca – mh .. perché non lo chiami che lo saluto? – chiede al fratello

         No lo chiama Kate – Saga mi sorride sornione – anche perché devi avvisare a casa, no?

         Se proprio devo – pendo il cellulare e chiamo e fortuna vuole che risponda proprio lui.

Dapprima gli comunico che staro’ tutto il giorno via, dopodiché gli passo Kanon che non appena prende il cellulare comincia a buttare giù mezzo mondo di insulti. L’altro però non deve essere da meno da come sento rispondere il gemello. Nel frattempo che parla, Saga si alza, prendendomi la mano e mi porta in cucina, dove una volta entrati,  stringendomi a sé, mi bacia. Rimaniamo lì tutto il tempo della durata della telefonata, con il casino che Kanon sta facendo tra risate e battutacce a Milo, non si rende nemmeno conto che siamo spariti, o almeno credevo:

         Ehilà ho finitoooooo!!!! … vi volevo solo avvisare perché sto per alzarmi e non vorrei trovarvi in disabijè … uomini avvisati …

         Non vedo l’ora che guarisca .. per carità è bello averlo qui, non capita spesso, ma fa un casino che non hai idea – mi sussurra tra le labbra Saga

         Eddai almeno ti illumina la giornata.

         Si ma non ho più la mia privacy – mi accarezza il volto – hai da fare questo week end? .. hai voglia di ripassarlo in barca?

         E me lo chiedi? – lo ribacio con trasporto e poi raggiungiamo Kanon che mi porge il cellulare, dicendo

         Visto che tanto devi tornare a casa, mi sono permesso di dire a Milo di venirti a prendere … - vedendo me avvampare – ho fatto male?

         No no … non ti preoccupare … almeno non scomodo Saga.

         Perfetto … gli ho chiesto di rimanere a cena ma mi ha detto che hanno ospiti, viene dopo a prendersi l’ammazzacaffè, probabilmente si porta dietro Aiolia.

         Viene anche Camus? – chiede Saga ed io trattengo il fiato, mentre attendo la risposta di Kanon

         No .. ha detto che deve controllare quei due … non si sa mai .. certo che Aphro poteva scegliere di meglio tra le tante amicizie che aveva.

         Kanon basta!!!

         Non ti preoccupare – gli dico – tanto so tutto … l’ho beccato giocare alla festa di compleanno di Rosalie … e’ un vero peccato per il padre avere un figlio che decade in questo modo … anche io ho subito le mie perdite ma non per questo mi sono buttata in mezzo alla strada.

         La cosa peggiore è che si è messo contro il fratello. Camus l’ha sempre aiutato a superare il suo vizio, ma quando questo ha causato l’incidente  di Aiolos …

         Smettila Kanon  … non me lo ricordare – gli occhi di Saga lanciano fuoco e fiamme, non l’ho mai visto così – e’ passato ormai ed è andata bene … l’importante è quello, cambiamo discorso. Vi va la pizza per cena?

         A me si – rispondo subito io e Kanon fa solo il cenno con la testa.

         vieni andiamo.

E  scendiamo a fare due passi fino alla pizzeria dove mentre attendiamo, vorrei chiedergli cosa successe di così grave, ma intuendo dal mio sguardo che qualcosa volevo sapere:

         E’ una storia lunga e ormai vecchia … non mi va di parlarne, ok?

         Va bene – mi avvicino a lui e gli accarezzo il volto – però deve averti sconvolto parecchio.

         Ti dico solo che il mio migliore amico ha rischiato di morire per una stupida lite … da lì ci siamo divisi in due gruppi … Shura e’ l’unico rimasto in buoni rapporti con noi … sai con Desu e’ cresciuto insieme gia’ dalle scuole primarie … e poi per una volta quel cretino non c’entrava, perché rompere con lui? – mi osserva e vede che sono un po’ confusa – magari un giorno ti racconterò meglio, ma ora non mi va … scusami.

         Non devi scusarti … non ti devi sentire obbligato … l’importante e’ che ora ritorni il sorriso sul tuo viso … non mi piace vederti così – e lo bacio

         Continui a piacermi sempre di piu’ – e corrisponde al mio bacio con molto trasporto.

Nemmeno il tempo di fare qualche effusione che subito sono pronte le pizze e torniamo da Kanon che affamato come un lupo si fa fuori la sua e la meta’ della mia, con disappunto del fratello che lo riprende dicendogli che e’ meglio fargli un vestito che dargli da mangiare, ma il povero convalescente ci fa notare che per una settimana intera ha dovuto sorbirsi brodini, polli bolliti e purea, ora deve recuperare. Lo ammetto e’ davvero simpatico e la cosa che mi diverte di più e’ vedere in lui la versione folle di  Saga, il quale mi spiega finalmente il perché studia psichiatria infantile: per evitare che da grande diventino matti e incontrollabili come il fratello. Purtroppo il tempo passa troppo in fretta ed il momento fatidico arriva, peccato che debba anche essere io ad aprire la porta, perché uno impossibilitato a muoversi e l’altro era momentaneamente altrove. Spalanco la porta e con sommo disappunto mi ritrovo solo Milo che mi guarda dapprima con noncuranza e poi mentre entra sorride divertito dal mio imbarazzo, poi vede Kanon sul divano e con quel suo solito sorriso strafottente:

         Mi chiedo che cosa giochi a fare se non hai il fisico adatto!

         Ha parlato Mister muscolo … il problema e’ che io gioco … ci sono altri che pensano a segare le gambe, ma non ti preoccupare che quando torno … gli faccio una bella sopresa!!! … tu comunque sempre bastardo come al solito! – e mentre si stringono la mano si sorridono complici

         Oltre che ad essere molto bello … vanto anche di questo.

         Ops .. – Kanon mi guarda divertito -  l’ha detto di nuovo.

         Se ne e’ convinto lui – cerco di mantenere la calma sotto lo sguardo scrutatore di Milo

         Ah ma lei non fa testo … non partecipa alla lista delle mie fans .. ormai si e’ fermata a quella di tuo fratello.

         E lei alla mia – ribatte Saga che nel frattempo e’ arrivato e si e’ seduto vicino a me circondandomi le spalle – e Aiolia dov’e’?

         L’ha chiamato nel frattempo Marin … sai che quando chiama lei … - Milo sofferma lo sguardo  sulla mano di Saga che mi accarezza il braccio mentre io vorrei sprofondare dall’imbarazzo.

         Ormai ce lo siamo perso … - Kanon fa il broncio – peccato eravamo un trio perfetto.

         Come no … povero ragazzo, quante ne ha dovute subire con voi … meno male che ha trovato Marin, almeno se la svigna ogni tanto dalle vostre grinfie.

         Beh … amico mio – Kanon batte una mano sulla spalla di Milo – Shura anche si e’ sistemato a quanto pare … rimaniamo solo io e te …

         E Camus – aggiunge Milo, lanciandomi un’occhiata veloce

         Ma come? Quella sera mi era sembrato tutt’altro.

         No Saga, abbiamo tutti capito male … si sono ancora rivisti, ma Camus ha messo solo le cose in chiaro con lei … quindi … Kanon amico mio, facciamo un patto, troveremo moglie solo dopo che la troverà mio cugino.

         Ci sto … almeno so che per una decina d’anni di sicuro mi godo ancora la libertà … ahahahaah – e Milo e Saga si uniscono a ridere come dei matti insieme a lui, mentre dentro di me si affacciano dei sentimenti contrastanti che credevo si fossero assopiti, ma Saga lancia un’altra bomba, ahime’

         Peccato fratello, perché  avevo già pensato di presentarti sua sorella Michelle … l’unica ancora in libertà in quella casa.

         Beh se la bellezza e’ come Kate e la nuova fiamma di Shura … allora ci posso fare un pensierino.

In quell’istante vedo Milo che punta i suoi occhi nei miei e per un piccolo istante provo lo stesso terrore provato la sera in cui abbiamo avuto l’ultimo litigio. Stavolta però non capisco il motivo dell’odio che leggo nel suo sguardo, ma non importa, cerco di distrarmi con il  bacio che Saga nel frattempo  mi dona sulle labbra.

 

Come promesso a qualcuno di voi ho pubblicato prima del solito, visto che poi dalla prossima settimana con la ripresa del lavoro, non avrò tempo se non durante il week end.

Allora … chi di voi aveva indovinato su chi veniva a prendere Kate? E la new entry è stato di vostro gradimento?

Un bacione a tutti quanti che seguite e recensite.

Ciao ciao Sagitta72.

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Capitolo 13
*** … e le ramanzine non finiscono mai!!! Avrò mai un po’ di tranquillità!!! ***


Capitolo n. 13

 

… e le ramanzine non finiscono mai!!! Avrò mai un po’ di tranquillità!!!

 

 

Nonostante la presenza di Milo, devo ammetterlo, mi sono divertita molto con Kanon, e’ incredibile quanto parli e quanti sproloqui riesce a tirare fuori, naturalmente aiutato dal suo amico che non è da meno.  Ad un certo punto ci ha anche detto che non si sarebbero offesi se ci fossimo assentati per fare altro, al che io sono diventata paonazza e Saga li ha letteralmente mandati a quel paese, prendendomi per mano e trascinandomi in cucina dove preparando l’ennesimo caffè, mi ha tenuta prigioniera tra le sue braccia. A parte questo episodio, di cui Kanon ne va fiero  ammettendo che gli piace il colore che la mia faccia  prende ad ogni sua battuta, tutto il resto e’ stato basato sui ricordi e le vecchie conoscenze di scuola. Dopodiché Milo prende il cellulare che gli sta trillando in tasca e dopo aver parlato con Aiolia, mi dice:

         Dobbiamo andare.

         Prendo la roba – mi alzo e accompagnata da Saga  vado in cucina a prendere zaino e giacchino, poi saluto Kanon che divertito mi abbraccia e mi stampa un bacio in guancia e sto per salutare Saga ma lui mi blocca

         Ti accompagno giù – rivolto a Milo – ti aspettiamo alla macchina

         Si fra mezz’ora ve lo mando fate con comodo – poi rivolto a Milo – dagli le chiavi!!!

         Ma la vuoi piantare!!! Quando torno su ricordati che ti devo medicare – un ghigno perfido sul volto di Saga fa sì che Kanon sussulti

         Milo puoi farlo tu per favore?

         Eh no … te la sei cercata .. e poi vuoi mettere … un conto e’ essere curato  da me un conto dal tuo fratellino .. ahahah

         Stavolta non fai ridere.

Una volta arrivati all’auto di Milo, mi appoggio alla carrozzeria stringendomi stretta a  Saga che nel frattempo mi bacia ripetutamente ammettendo tra un bacio e l’altro che finalmente quel rompiballe, a sua detta, di suo fratello ci lascerà in pace almeno cinque minuti contati. Un colpetto di tosse ci ridesta, Milo si saluta con il gemello sano e dopo averlo fatto anche io, col cuore in gola entro in auto. Penso che siano solo passati cinque minuti, ma questo  silenzio è così insopportabile che pare un’eternità. Ma due come noi che non riescono a stare zitti era inevitabile che intavolassero il solito battibecco:

         Hai finito di organizzare matrimoni?

         Come scusa? – lo guardo allibita

         Si … prima Nicole ed ora Michelle .. penso che si sappiano trovare da sole l’uomo della loro vita!!

         A prescindere dal fatto che io non ho organizzato proprio nulla … l’incontro con Shura e’ stato casuale, se si sono piaciuti subito io non c’entro … mi dispiace  deluderti, ti eri nuovamente fatto un’altra idea sbagliata di me

         E Michelle che c’entrava?

         E’ stata nominata per caso a pranzo con Saga … - poi guardandolo – ma poi che cosa vuoi? Ma perché ti devo tutte queste spiegazioni?

         Devo ammettere – cambia discorso – che tu e Saga siete molto affiatati … sto cominciando a credere che allora eri sincera l’altra sera. – mi guada di sottecchi

         Te l’ho già detto .. non sono affari che ti riguardano.

         A me no di certo … ah! Ti avviso .. la tua simpatia dorme a casa da noi, perciò vedi di chiudere bene la camera.

         Cosa? – lo guardo sconvolta -  e perche’? chi lo ha invitato?

         Ti ricordo che quella non è casa tua … chi l’ha invitato lo poteva fare.

         Proprio oggi poi.

         Già … bella sparata ti sei fatta a scuola … potevi evitare, cercare di mantenere un po’ di autocontrollo.

         Parli proprio tu che di autocontrollo ne hai da vendere vero? Ti ricordo che con me l’ultima volta non l’hai avuto!! E ti posso assicurare che se lo raccontassi a tuo cugino non sarebbe per nulla contento.

         Perché non lo fai? – fermandosi al semaforo e guardandomi – cosa ti trattiene? La paura della sua reazione o  … la paura di guardarlo negli occhi e parlargli … di sostenere il suo sguardo.

         Tu sei tutto pazzo!!! Io non ho paura di nulla … e’ acqua passata.

         Se lo dici tu – mi rimane a fissare in silenzio, dopodiché riparte e arriviamo da Aiolia che appena mi vede

         Ehi? Ma che ci fai qui?

         Era da un’amica, ha chiamato per sapere se c’era qualcuno nelle vicinanze per non disturbare tuo padre … che carina, vero?

         Già … stupefacente, fossero tutti così premurosi come te in quella casa – mi sorride Aiolia

         Grazie, meno male che ci sei te che mi sostieni, altrimenti potrei impiccarmi.

Meno male che e’ arrivato lui che ha trascinato Milo in una conversazione, altrimenti se avessimo continuato anche solo per un minuto, credo che l’avrei strozzato  col rischio di andare a sbattere contro qualche palo, chissà che la botta non lo avrebbe ridestato.

Mi lasciano davanti all’entrata mentre loro proseguono a parcheggiare nell’autorimessa. Entro furtiva, sperando di non incontrare nessuno nel mio cammino, ma si materializza di fronte a me l’essere piu’ spregevole che io abbia mai conosciuto:

         Ciao – mi sorride – e’ un piacere rivederti.

         Scusa la franchezza, ma  per me non lo è – lui continua a guardarmi divertito con un ghigno sghembo – e scusa la maleducazione ma purtroppo ho il difetto di dire le cose che penso.

         Nessun problema … anzi devo ammettere che hai fegato ragazzina  … nonostante tutto potresti anche piacermi … caratterialmente si intende, per il resto … non so.

          Oh ma non ti preoccupare … ce n’e’ di meglio che ti soddisferebbero di più.

         Ammetto che mia sorella per una volta nella sua vita ha ragione … hai una lingua troppo tagliente … fai attenzione che riesco a mettere anche te in riga … come ho fatto con lei oggi … per colpa tua.

         Mia? … ah beh dipende quello che ti ha raccontato …

         L’hai aizzata tu .. la prossima volta lasciala straparlare, tanto alla fine e’ innocua … minaccia solo e non fa male ad una mosca ..

         A volte anche solo le parole fanno male.

         Chiuditi le orecchie quando parla.

         No … se l’oggetto del discorso mi appartiene – si avvicina minaccioso e punta il dito sul mio petto

         Sentimi bene – sussurra – non voglio più che accada una cosa simile … ne va della nostra reputazione … ringrazia solo che c’era quella professoressa altrimenti staresti a cercarti direttamente un’altra scuola … dove finire l’anno.

         Eh si … la ringrazio proprio …. Anche se secondo me e’ lei che deve ringraziare noi … - i suoi occhi diventano due fessure – sai quanto ci guadagna da questo? … per essere accontentata la tua richiesta chissà quanto devi accontentarla tu!!!

         Alla fine mia sorella ha detto la parola sbagliata alla persona sbagliata – rimango sbigottita per quello che mi ha appena detto, ma vengo anticipata alle spalle

         Ritira quello che hai detto … chiedile subito scusa!!!

         Ha solo da imparare che non tutto quello che si pensa deve essere detto … Milo!!

         Non mi sembra che abbia detto nulla di che, lo sanno tutti … e poi scusami, che problemi ti fai, non sei tu che hai detto che la gente parla solo per invidia?

         Infatti – e Desu mi guarda

         Ma non pensarlo nemmeno … piuttosto mi faccio suora!!

         Ok Kate – Milo mi prende delicatamente per le spalle – ora basta dai … vai ci penso io. – lo guardo esterrefatta, per la prima volta prende le mie difese e mi sorride gentilmente mentre mi sospinge via.

Faccio quello che dice e me ne vado, lasciando i due, anzi tre perché nel frattempo è arrivato Aiolia, a discutere in salotto per andare in cucina a bere un bicchiere d’acqua dove trovo altri due che discutono animatamente. Lo so che è sbagliato e non è la prima volta che lo faccio, mi confesserò, ma rimango nascosta per ascoltare quello che si dicono:

         Ma tu ti rendi conto che abbiamo noi la responsabilità

         Noi? Ma stai scherzando? – la voce di Aphro e’ insopportabile -  e’ maggiorenne non ha bisogno delle balie … ormai si responsabilizza da sola

         Vai a raccontarlo a sua madre e a nostro padre se le fosse successo qualcosa – la voce di Camus invece e’ terribilmente alterata – possibile che non ti sei minimamente preoccupato di cosa potesse fare?

         Detto in tutta franchezza no … aveva solo da salire in auto, non perdo il mio tempo dietro alle ragazzine, chiaro?

         Non e’ una ragazzina come tante … e’ la figlia della moglie di tuo padre … già solo questo dovrebbe preoccuparti un po’, ma … pensandoci bene non hai pensieri per tuo padre figurati se ce li hai per lei.

         Bravo … finalmente l’hai capito – poi ridendosela – potrei pensare che ti interessa veramente la sua sorte.

          Sei un vero cretino … e pensare che condividiamo lo stesso sangue … mi domando da chi hai preso!!

         Pensi che papà sia stato uno stinco di santo da giovane?

         Non mi interessa quello che e’ stato e qui non stiamo parlando di lui ma di te.

         Mentre tu sei perfetto … il figlio che tutti vorrebbero avere … senza alcun difetto.

         Non incominciare con questa storia … una volta mi facevi sentire in colpa, ma ora non più … non e’ colpa mia se abbiamo deciso di avere amicizie diverse, forse e’ proprio da quelle che dovresti iniziare a migliorare.

         Io non devo migliorare in nulla … mi vado bene così come sono.

         Contento tu.

          A proposito, vado di là … non e’ educato lasciare gli ospiti da soli -  faccio in tempo a nascondermi dietro ad un pilastro che lui esce dalla cucina. Vorrei andarmene quatta quatta, ma la sete è tanta e rischio accettando il cazziatone che mi verrà fatto.

         Ciao – esclamo timidamente

         Finalmente … ti sembrava il caso di stare tutto il giorno fuori? Eh? -  si avvicina velocemente bloccandosi a pochi centimetri di distanza -  e’ imperdonabile quello che hai combinato oggi .. prima a scuola … poi dopo … mi viene voglia di prenderti a sberle.

         Fallo!! – lo istigo

         Non scherzare col fuoco Kate … sono molto arrabbiato. Prima però voglio la tua versione dei fatti … avanti parla … che hai combinato? Perché hai reagito in quel modo?

         Prima bevo .. ho sete – gli sto passando a fianco, ma lui mi blocca il braccio stringendolo con la mano e al suo tocco sussulto – ahia!!

         Ma cosa … - mi alza la manica e vede un livido, perfetto, la spinta di Rosalie – che hai fatto?

         Niente – e pensare che non mi aveva ancora fatto male, nemmeno quando Saga mi ha accarezzato!! Appunto lui mi ha accarezzato, Camus stritolato – ho preso una botta evidentemente

         Senza accorgertene?

         Non ti capita mai? – svio però lo sguardo perché non sono brava a mentire

         Aspetta qui – si allontana per tornare subito con un tubetto di crema – tienila alzata –riferendosi alla manica

Faccio come dice e lui dopo aver spremuto un po’ di crema sul braccio, comincia a spalmarla fino all’assorbimento. Con una mano mi tiene il braccio e con l’altra compie il gesto che mi sta facendo rabbrividire, i  suoi movimenti circolari e delicati accendono in me un batticuore improvviso e inaspettato. D’istinto lo guardo e mi trovo il suo viso talmente vicino che una voglia matta di baciarlo mi assale, no non può essere, chiudo gli occhi e involontariamente mi mordo il labbro, lui se ne accorge:

         Ti faccio male? – poi vedendo che non rispondo – Kate? … ti faccio male?

         Eh? … no … cioè  un po’ … ma sopportabile – cerco di riprendermi pensando che fino a poco tempo prima ero tra le braccia di Saga e che questa fantasia non deve più permettermi di sfiorarmi, non e’ corretto, per nessuno.

         Si e’ assorbita tutta … domani mattina mettine ancora un po’.

         Grazie – prendo la crema e mi avvio verso la porta, quando sono sulla soglia

         Non avevi sete? – mi porge un bicchiere d’acqua avvicinandosi di nuovo.

         Mi e’ passata.

         No … non ci credo, mi stai sfuggendo. – mi sorride stranamente

         E perché mai? -  mi metto subito sulla difensiva, bevendo

         Voglio una spiegazione.- incrocia le braccia al petto

         Ma … no … giuro che non volevo fare nulla prima …

         Prima? Ma di che parli? – si sorprende

         Beh … prima che lei parlasse in quel modo di mia sorella – mi riprendo subito.

         A me hanno solo detto che come al tuo solito  non tieni a freno la lingua.

         E’ vero … lo ammetto, non mi sono tirata indietro, ma lei ha esagerato .. non doveva dare della poco di buono a mia sorella … credimi Camus ho tenuto fino all’ultimo ma quella parola mi ha fatto uscire fuori dai gangheri. – rimane un attimo in silenzio, poi

         Ti va di raccontarmi bene le cose come sono andate?

         Adesso?

         Si ora… - con la mano mi indica la sedia, poi si siede di fronte a me – ti ascolto.

Per tutto il tempo che parlo lui non dice una parola, a volte corruga la fronte e scuote la testa contrariato, anche del mio comportamento, ma non mi interessa, io ho agito secondo il mio istinto contro l’offesa inflitta a mia sorella. Quando finisco mi chiede del livido, allora mi trovo costretta a dire che me l’ha causato la spinta della mia compagna, ma subito lo rassicuro sul fatto che Aphro si e’ sincerato sulle mie condizioni mentre l’altro ha preso la sorella trascinandosela via. Non voglio che abbiano altre discussioni, non per colpa mia. Decide di non dire nulla a mia madre, così come del resto anche gli altri hanno deciso di non parlarne, visto che molto probabilmente questa storia verrà messa a tacere grazie alla professoressa. Chiedo il permesso di potermene andare in camera per la stanchezza e lui mi lascia andare, uscendo incrocio Milo alla porta, ci guardiamo, poi gli sorrido e gli dico grazie per quello che ha fatto prima, ma mentre pensavo di essermela cavata, Camus mi blocca nuovamente.

         Un’ultima cosa Kate.

         Si? – mi volto a guardarlo un po’ timorosa

         Posso sapere dove sei stata fin’ora?

         Prima sono stata in biblioteca – prendo fiato e sto per dirgli la verità, tanto se non gliela dico io gliela direbbe Milo, ma proprio quest’ultimo mi anticipa

         Era dalla sua amica, stavano studiando – mi guarda dritto negli occhi

         Si … da Margot – penso a lei perché Nathalie la conosce, essendo la cugina di Shura.

         Ah … bene – Camus sembra non berla, ma poi sorride – buonanotte.  – sto per andarmene – Kate? – uffa ma che vuole ancora.

         Si? – richiedo

         Domani ti accompagno io a scuola.

         Buonanotte  - riesco solo a dire, poi guardo Milo meravigliata per quanto ha fatto per me prima – notte anche a te Milo. – lui si limita solo a sorridermi e poi insieme a Camus tornano dagli altri.

Come entro in camera corro subito in bagno e mi butto sotto la doccia, fredda, ghiacciata, devo assopire i bollenti spiriti che mi stanno invadendo tutto il corpo. Ma com’è possibile? Non è lui che voglio. Comincio a pensare a Saga, mi impongo la sua immagine, i suoi abbracci, i suoi baci, i nostri incontri passionali e d’un tratto mi calmo, chiudo il getto della doccia e sorridendo a me stessa comprendo come tutto ciò sia potuto succedere. Contenta di quanto scoperto, mi infilo l’accappatoio e guardandomi allo specchio mi sorrido da sola e mi dico:

         Kate … e’ normale che sia successo … e’ il primo amore ed il primo amore non si scorda mai … rimarrà sempre nel tuo cuore. Ora come fra vent’anni … è un affetto diverso da tutti gli altri … sarà sempre diverso, ecco perché ti ha turbato, ma ora che lo sai non succederà più.

Sembro una pazza, lo ammetto, sto parlando alla mia immagine allo specchio, ma dovevo farlo, dovevo sentirle le parole, non solo provarle e le ho dette così convinta che sono sicura che da domani andrà meglio. Tanto questo week end sarà di nuovo all’insegna di Saga e vedrò che nulla è cambiato. Proprio pensando a lui mi addormento felice e serena, peccato però che i miei sogni non lo siano stati altrettanto, immagini che si sovrapponevano l’uno sull’altro senza capire mai chi fosse realmente la persona che poi mi aspettava all’altare.

 

 

 

Ebbene si cominciano a vedere le sensazioni che ha suscito in Kate lo scoprire  che Camus sia libero.

Ma questo comporterà un cambiamento tra lei e Saga oppure è davvero come pensa la protagonista?

Lo scopriremo nelle prossime puntate.

Ora vi saluto e vi auguro una buona domenica.

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Capitolo 14
*** L'inaspettata notizia e la rivelazione di Milo ***


Capitolo n. 14

 

L’ inaspettata notizia e la rivelazione di Milo

 

Il mattino mi sveglio intontita, per tutta la notte non ho fatto che agitarmi, girarmi e rigirarmi nel letto e ogni volta che mi svegliavo, faticavo a riprendere sonno. Finalmente, lo ammetto, la sveglia suona e dopo essermi lavata la faccia con l’acqua gelida per riacquistare lucidità soprattutto al pensiero che devo rivedere la cozza umana, mi vesto e scendo in cucina. Non appena entro ahimè ci sono già seduti Aphrodite e Desu che mi squadrano dall’alto in basso senza scomodarsi a darmi il buongiorno. Io, che sono molto più educata, mentre mi servo della colazione, con tutta la naturalezza possibile:

         Buongiorno anche a voi!

         Perché … a chi è stato dato il buongiorno? – risponde il mio pseudofratellastro

         Al gatto – mi siedo a capotavola e i due sono seduti uno alla mia destra e uno alla mia sinistra - .. a me .. – poi fingendomi sorpresa – oh scusate, mi era parso di sentirlo dire .. vabbè non importa -  e comincio a mangiare – già in piedi?

         Ma tu al mattino sei così sveglia da avere tutta sta voglia di parlare? – mi domanda un Aphrodite sbadigliando

         Una volta che si è svegli si è svegli … e poi se avevate sonno perché non avete dormito ancora?

         Abbiamo da fare – mi risponde con stizza

         Mi raccomando oggi – mi guarda di sbieco Desu

         Oh non ti preoccupare, la lezione mi è servita … non ho nessuna intenzione per colpa di tua sorella di rovinarmi il mio futuro … sarà docile, buona, angelica … -sbatto le ciglia guardando in cielo -  come tu mi ha chiesto gentilmente ieri sera …  – gli sorrido strafottente

         Secondo me dovresti trombare di più … saresti meno acida e antipatica – Aphro gli tira un calcio sotto il tavolo, mentre lui se la ghigna

         E a te chi ti dice che io non lo faccia già abbastanza!!! – Aphro mi guarda sconvolto, contraccambio la sua occhiata sorridendo con la mia faccia tosta – forse sono così perché sono proprio io ad essere antipatica … non so – e con finta aria pensierosa mi finisco il croissant

         Secondo me non trombi bene allora … - continua imperterrito mentre Aphro si mette una mano sulla faccia in attesa della mia risposta

         No no te lo assicuro …

         Quando hai finito vieni fuori … ti aspetto in macchina – una voce alle mie spalle mi fa sussultare, mi giro e Camus è sulla porta.

         Ho finito … devo solo prendere lo zaino – lui mi fa cenno di sì col capo mentre con un gesto saluta i due a cui io mi rivolgo prima di uscire  -  ciao  e buona giornata.

         Anche a te tesoro … - Desu mi guarda divertito, mentre Aphrodite scuote la testa guardando l’amico.

         Beh che c’e’ .. – sento dirgli mentre me ne vado – gli ho solo proposto di trombare meglio …

         Idiota

 

Raggiungo Camus in auto e per tutto il tragitto non spiccichiamo una parola, ma ogni tanto mentre lo guardo con la coda dell’occhio vedo che il suo viso è tirato. Arrivati davanti alla scuola sto per aprire la portiera e salutarlo, ma lui mi trattiene per la mano ed io come presa da una scossa la ritraggo e mi volto a guardarlo.

          Non sono affari miei Kate, ma … dimmi la verità .. sei stata davvero dalla tua amica ieri?

         Non ti fidi nemmeno di Milo?

         No 

         Non dovresti .. è tuo cugino, perché mentirti?

         Perché farlo tu?

         Senti  … mi e’ venuto a prendere da un’amica – non posso mettere nei guai anche Milo -   perché non ci credi … qual’e’ il problema?

         E’ che ora che non c’è tua madre mi sento un po’ responsabile verso di te … tutto qui.

         Non devi … sono maggiorenne … ha ragione Aphro – mi tappo subito la bocca

         Come scusa? … - mi guarda duramente – hai ascoltato tutto vero?

         E’ capitato per caso … ma non ho sentito tutto … - che bugiarda che sono – solo quello e poi è uscito mi sembra … ma non cambiare argomento … perché mi hai fatto quella stupida domanda?

         Così … non vorrei che ti mettessi in cattive mani …

         Ma come ti permetti? Mi vuoi fare intendere che io sia una  stupida al punto da non essere in grado di saper distinguere le persone?

         Non sto dicendo questo … mi sembra però che non migliori affatto nel tuo comportamento  … sai a volte le cattive compagnie a te possono sembrare invece quelle giuste!!

         Senti Camus io non sono tua sorella, chiaro? … questi discorsi continua pure a farli  a tuo fratello …. Ti posso assicurare che le mie amicizie le so scegliere  … il problema del comportamento si svolge solo all’interno dell’ambiente dove vivo e  che mi fa essere quella che sono  .. al di fuori di lì, sono la vera Kate … i miei amici mi conoscono per quella che sono realmente e visto che con loro sto bene, sinceramente delle tue preoccupazioni non mi interessa un fico secco.

 

Non gli do il tempo nemmeno di ribattere che scendo dalla macchina e mi avvio a grandi passi verso la scuola. Ma chi si crede di essere, l’uomo che sa sempre tutto di come ci si deve o non deve comportare nella vita? Se solo sapesse che la persona che frequento è uno sei suoi amici vedi tu come scenderebbe dal piedistallo. Avrei voluto anche dirglielo per dimostrargli con che gente esco e come sono capace a fare le mie conoscenze, ma non se lo merita e soprattutto non devo dimostrare nulla a lui, la mia vita privata me la tengo stretta e cara.

 

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Ammetto che non pensavo che la storia con Saga proseguisse così tanto, sono già tre mesi che usciamo insieme e le cose tra di noi vanno sempre migliorando. Con lui posso parlare di qualunque cosa, posso essere me stessa senza essere criticata per ogni parola detta od ogni mossa fatta. Anche in sua compagnia mi e’ capitato di fare una delle mie solite figure, quale  planare addosso ad un cameriere mentre ci accompagnava ad un tavolo di una pizzeria, per vedere una stupida che si era buttata al collo di Saga per salutarlo. Certo non e’ colpa mia se ho avuto solo occhi per quella e non mi sono accorta che il cameriere si era bloccato di colpo per mostrarci dove sederci, poteva anche lui fare più attenzione. Devo ammettere che Saga in quell’occasione ha riso talmente tanto che la ragazza si e’ complimentata con me perché non lo aveva mai visto divertito in quel modo. L’ho solo guardata e ho fatto che non reagire, anche perché non sapevo se prenderlo come complimento o come offesa, tanto per dirmi che mi ero resa ridicola. Naturalmente lui mi quietò gli animi, presentandomi la … cugina!!! Oh santi numi, che figuraccia … ma perché sempre con i parenti? Uffa. Al tavolo lui mi osserva divertito ed io:

         Scusami … davvero sono mortificata – mi mordo il labbro – migliorerò.

         E perché? E’ stato divertente.

         Forse per te ma non per me .. e poi non e’ la prima volta che plano su un cameriere – e gli racconto l’accaduto di quando vidi la prima volta Camus e Milo – naturalmente ancora non sapevo quanto fossero simpatici.

         Ma ti è così difficile convivere con loro?

         Un po’ – poi cambiando discorso – ma basta parlare di queste cose, siamo qui per festeggiare due eventi.

         Due?

         Si … il principale e’ il tuo compleanno … un quarto di secolo … sbaglio o mi hai portato qui per questo?

         Non sbagli … ma l’altro ?

         Mi hanno dato l’esito … mi hanno accettato.

         Davvero? – mi guarda sorpreso e contento al tempo stesso

         Si … - abbasso lo sguardo – hai visto che non ho barato – poi lo riguardo – si inizia a fine Agosto … manca poco meno di tre mesi.

         Kate – mi prende la mano e ne bacia il palmo – in due mesi possono succedere tante cose … ma se tra di noi continua a funzionare, troveremo il tempo per stare insieme, vedrai. Non sono certo tre ore di volo che ci divideranno, non credi?

         Hai ragione – gli stringo la mano

         Che hanno detto a casa?

         Non lo sanno ancora.

         Non sanno che ti hanno accettato o non sanno ancora nulla di tutto.

         Proprio nulla.

         Sarà una doccia fredda per loro.

         Oh non ti preoccupare non patiranno … mi premeva di più farlo sapere a te … volevo che fossi tu il primo.

         Che onore.

         Te lo devo .. tu hai cambiato molto la mia vita.

         Ah questo lo so – mi sorride malizioso

         Non solo in quello – arrossisco ma rido divertita – mi hai reso più sicura di me stessa, solo mio padre ci riusciva. Da quando e’ morto non ero più nemmeno io convinta di poter portare avanti questo obiettivo, ma le parole che mi dissi una volta mi hanno dato la forza di abbattere ogni muro e provarci … se non lo avessi fatto avrei deluso una persona che mi protegge tutti i giorni da lassu’ … - un piccolo magone si annoda in gola, ma lo mando giù subito - gli saresti piaciuto … ne sono sicura.

         Non ho fatto nulla di così grande … hai reagito bene perché hai la forza per farlo .. e sono convinto che anche lui mi sarebbe piaciuto … doveva essere un uomo fantastico per aver creato una persona splendida come te … parlo di quello che hai dentro … credimi che anche tu mi hai reso migliore.

         Io? Ma se non ho fatto nulla?

         Questo lo dici tu … dai ora ordiniamo che poi lo yacht ci aspetta … c’e’ una luna stupenda stasera.

Al solo pensiero di ritrovarmi ancora con lui a fare l’amore in mare aperto e al chiaro di luna come l’ultima volta,  ordinerei solo un piatto per andarcene via presto, ma placo la mia sete e attendo con calma il momento in cui tutto ciò accadrà. Difatti non appena arriviamo a destinazione, gli chiedo scusa se non gli do subito il regalo che gli ho comprato, ma la voglia di essere sua e’ più grande e lui ovviamente non si preoccupa di nulla se non ti accontentare la mia richiesta.

Inutile dire che e’ stato un week end da favola, ogni volta la vivo come se potesse essere  l’ultima, purtroppo la vita ti riserva delle sorprese senza avvisarti e da quando e’ morto mio padre vivo alla giornata, godendomi ogni singolo giorno con le persone a cui voglio bene più di qualsiasi altra cosa al mondo. E così faccio con Saga, naturalmente non gliene ho mai parlato di questo, ma tutte le volte che sto con lui me lo vivo con intensità e senza remore, fino all’ultimo respiro. Anche questo week end mi ha confermato che la cotta per Camus e quell’attimo di sbandamento della volta scorsa, sono dovuti solo all’affetto che nutrirò per lui fino alla fine dei miei giorni, non c’e’ dubbio e difatti non e’ successo più nulla di compromettente per il mio sistema nervoso dopo quella sera, anche perché se la devo dire tutta, lo evito alla grande.

Naturalmente la notizia aspetto a dirlo all’indomani sera a cena, facendo finta che l’ho saputo in giornata e non che lo sapessi già da giorni. Combinazione le mie sorelle questa settimana stanno a casa perché non hanno esami imminenti e quindi hanno deciso di passare una po’ di tempo a casa. Per fortuna, direi, almeno ho qualcuno dalla mia parte nel caso la mia decisione non venga accolta molto bene:

         Io devo darvi una notizia importante – ho attesa la fine della cena sperando che non vada di traverso a nessuno e tutti si voltano dalla mia parte – ho avuto la risposta per l’ammissione all’Università

         Ebbene? – mia madre mi sorride felice perché sa già che sarà positiva

         Mi hanno accettata.

         Lo sapevo … non avevo dubbi – e stranamente mi accarezza la guancia.

         Nessuno li aveva – Nicholas mi fa l’occhiolino – sei brava e sapevamo che avresti avuto ottimi risultati.

         Bene Kate … dovremo farti spazio allora – Michelle tutta sorridente batte le mani

         Nello sgabuzzino – mi prende in giro Nicole, ma qualcuno capisce che non è ancora finita

         Chissà perché però ancora non gioisci … - Milo mi guarda attentamente

         Già – Camus mi osserva attentamente – c’e’ qualcos’altro che ci devi ancora dire?

         Si … - tutti mi guardano incuriositi – mi dispiace ma … non dovrete fare spazio a nessuno – riferita alle mie sorelle che mi guardano sbigottite – non verrò da voi.

         In che senso scusa? – mia madre comincia ad alterarsi – non ti va di convivere con loro? vuoi essere libera di fare quello che vuoi come sempre?

         Aspetta Rachel – il marito cerca di calmare gli animi – lasciala parlare.

         Grazie – con un  sorriso mi rivolgo a lui – meno male che c’e’ qualcuno che vuole ascoltarmi prima di giudicare.

         Che vuoi dire? – io e mia madre ci guardiamo in cagnesco

         Per favore – Nicole mette una mano sul braccio di nostra madre – falla finire almeno per una volta!!!

         Avanti – sospira pesantemente – parla

         Ti ringrazio  sei molto gentile – Nicole non manca di riprendere anche me tirandomi un calcio – ho compilato la domanda sia all’università dove vanno loro, mettendola però come seconda scelta, sia … ad Harvard … - li guardo attentamente ad uno ad uno notando lo stupore nei loro visi – ho voluto provare … voglio avere il meglio … ne avevo anche parlato con papà  e lui all’epoca mi incoraggiò dicendo che ce l’avrei senz’altro fatta … ho abbandonato questo sogno quando lui e’ morto – guardo le mie sorelle che seriamente mi ascoltano – ma poi  mi sono detta che se almeno non ci avessi provato … lo avrei deluso … anche se non c’e’ più tra noi non vuol dire che non ci sia vicino lo stesso … e lui mi ha sicuramente dato una mano da lassù … non ne ho dubbi …  – e loro due acconsentono col capo – così ho compilato l’ammissione come prima scelta e … mi hanno accettata!

Abbasso lo sguardo attendendo che esplodesse il vulcano in eruzione che era prima mia madre, ma con mio sommo stupore tutti sono rimasti in silenzio a guardarmi: le mie sorelle a bocca aperta, mia madre pensierosa ma allo stesso tempo preoccupata, Milo dubbioso, Camus incredulo e Nicholas con un sorriso splendente:

         Piccola Kate … sei grande!!!  - mi batte le mani invitando anche gli altri a farlo – e’ una soddisfazione non da poco Rachel, non credi?

         Si … mi ha lasciato senza parole.

         Anche noi … - Michelle mi guarda tristemente

         Non ho ancora finito.

         Cos’altro c’è? –mia madre spazientita mi guarda sconvolta

         Non farò economia.

         Che … co-sa? –tutte e tre mi guardano ad occhi spalancati, senza parlare degli altri due che corrugano la fronte

         No … farò Giurisprudenza.

         E questa fantasia da dove ti e’ uscita ora!!! – guarda il marito – scusami Nicholas ma stavolta e’ troppo – poi guardando di nuovo me – spiegamelo … dimmi il perché. – a questo punto non ce la faccio più a trattenermi e mi dispiace per gli altri ma la devo dire

         No … tu mi devi spiegare il perché non ti va bene quello che IO VOGLIO  fare … la vita e’ mia ed io scelgo quello che voglio diventare … chiaro!!!

         Non alzare il tono di voce con me – mia madre si fa minacciosa – c’e’ dell’altro ammettilo …. Tu vuoi stare il più lontano possibile da questa casa …

         Tu non hai capito proprio nulla di me … ma la cosa non mi stupisce – mi alzo – non hai mai cercato di interessarti minimamente di quello che voglio … per te tutto quello che faccio e’ sempre un dispetto a tuo discapito … ma non e’ così … ma se ci credi o non ci credi non mi interessa … detto in tutta franchezza è un problema tuo … anzi dovresti esser contenta così finalmente mi sono tolta di mezzo .. visto che sono sempre stata una palla al piede per te …

         Ma come ti permetti di parlarmi in questo modo …

         Ora basta – il marito di mia madre si intromette piuttosto infastidito – Kate non sono cose da dire a tua madre … capisco che abbiate i vostri problemi ma credo che le tue accuse sono troppo pesanti … penso che dovresti chiederle scusa

         Io non chiedo scusa a nessuno … - parlo sempre guardando dritta negli occhi mia madre – forse e’ qualcun altro che lo deve fare.

          Ti sbagli mia cara … io non ho nulla da farmi perdonare.

         Perfetto … scusatemi.

 

Non attendo nemmeno che qualcuno mi dia il permesso di potermene andare, esco come una furia dalla sala e mi chiudo in biblioteca, ma la pace dura per dieci secondi al massimo, non di più, la porta si spalanca e le mie sorelle entrano richiudendosi la porta alle spalle. Ci osserviamo attentamente e Nicole prende parola:

         Ci spieghi tutto con calma Kate?

         Cosa vuoi che ti dica?

         Dicci semplicemente come stanno le cose … la verità.

         La verità? Cos’e’ anche voi ora avete dubbi su di me?

         Non ce ne hai mai parlato … e’ una doccia fredda per tutti .. non tanto quello che vuoi studiare, quello e’ un tuo diritto, ma il fatto di volertene andare così lontano … vuoi allontanarti da qualcuno?

         Ma avete ascoltato quello che ho detto? – rispondo spazientita

         Si che abbiamo ascoltato – Michelle si irrita alle mie parole – ma a noi non la dai  a bere.

         Non ho nulla da nascondere .. – nel frattempo arrivano anche Milo e Camus – anche voi qui … bene ..

         Se non vuoi ce ne andiamo … volevamo solo vedere come andava di qua  – risponde Milo

         Tra di voi – aggiunge Camus

         Va come vedi … tutti a fraintendere le mie intenzioni … anche voi due avete dubbi?

         Beh ci hai lasciato un po’ perplessi lo ammetto … - Camus parla per entrambi e mentre lo osservo i suoi occhi mi scrutano attentamente facendo sobbalzare il mio cuore, uffa di nuovo.

         Com’e’ iniziata questa tua passione per la legge? – mi chiede Milo incuriosito distraendomi dal mio pensiero

         Avevo quattordici anni … stavo da papà perché avevo l’influenza e lui era rimasto a casa a finire il progetto per non lasciarmi sola, era apprensivo con tutte quando stavamo male …

         Soprattutto con te … da quella volta che deliravi quando avevi 8 anni … - aggiunse Nicole – vai avanti dai … fammi capire bene …

         Infatti ha sempre avuto il terrore quando avevo la febbre … ed è proprio a 8 anni che … vabbè  comunque, voi eravate a scuola ed io e lui in quel momento stavamo parlando del suo lavoro e all’epoca c’era Christian Donovan che aveva tra le mani una pratica legale da risolvere molto delicata e decisiva per le imprese … io feci come al solito una delle mie battute “ ma come fai a fidarti di uno come lui che non sa nemmeno il primo articolo del codice penale e civile” …. Papà – io risi al pensiero – se la rise di gusto, poi mi guardò divertito e disse “ ti sembrerà strano ma è l’unico migliore della piazza” e ridendo gli dissi che eravamo messi bene se tutti i legali fossero come lui … “sono sicura che io sarei meglio”  borbottai e lui mi guardò pensoso poi con la sua solita ironia “mia piccola bambina – le lacrime offuscarono per un istante i miei occhi al ricordo di come mi chiamava con dolcezza – con la parlantina che ti ritrovi e con il carattere imperioso che hai sono sicuro che il mestiere di avvocato ti calzerebbe perfettamente” – guardai tutti i presenti che presi dal mio racconto erano rimasti a fissarmi incantati, o forse per la paura che il  ricordo di mio padre potesse di nuovo ferirmi come prima – così lo guardai e gli dissi “infatti e’ quello che vorrei fare … mi ha sempre affascinato Giurisprudenza e vuoi vedere che lo diventerò e sostituirò Christian nelle imprese?” e lui ridendosela ancora di gusto mi disse “non lo metto in dubbio, pensandoci bene  tra una decina d’anni andrà anche in pensione e mi ritrovo senza legale di fiducia, mah sì  va’ ti darò quel posto, ma dimostrami che ne sarai in grado” ed io tutta contenta per la fiducia che lui riponeva in me gli risposi “puoi scommetterci … anzi ti dirò di più … prenderò la laura ad Harvard” e lui ridendo con quella risata cristallina mi strinse la mano come patto di alleanza … - una lacrima mi scese nella guancia e prima che io potessi asciugarmela, Michelle mi passa il suo dito e guardandola mi accorgo che anche lei sta piangendo – e’ andata così e più crescevo e più cresceva in me la voglia di approfondire questo indirizzo universitario, a me economia non e’ mai piaciuta …. Preferisco le battaglie legali, mi danno più adrenalina.

Nessuno osa fiatare, mia sorella mi abbraccia forte e Nicole si aggiunge a lei, poi mi guardano e stavolta Michelle mi dice:

         Quel posto sarà il tuo ... papà lo voleva e noi vogliamo che il suo desiderio si realizzi …

         Ma non deludere nemmeno noi – aggiunge Nicole – dobbiamo salvaguardare le imprese – mi pizzica la guancia ridendo.

 Dopodiché  mi lasciano per andare da nostra madre ed io mentre escono le guardo contenta del fatto che almeno loro hanno capito le mie ragioni e mi lasciano libera senza sensi di colpa nei loro confronti per lasciarle molto tempo senza vedermi, già me ne porto uno grande dentro e mi basta per il resto della mia vita. Milo e Camus invece rimangono ancora con me e non ne capisco il motivo, anche se vorrei che pure loro fossero dalla mia parte e con somma sorpresa:

         E’ ammirevole quello che stai facendo – Camus mi si avvicina e carezzandomi la guancia – so quello che vuol dire cercare di mantenere la parola data ad una persona cara … ed io sono convinto che tuo padre sarà fiero di te … solo una cosa …

         Cosa? – ma perché di nuovo la sua vicinanza mi mette così tanta agitazione? Non dovrebbe passare col tempo?

         Se sei in difficoltà .. se hai bisogno di aiuto … se ti senti sola … chiamaci, se a volte hai bisogno di  qualcuno con cui parlare che non sia Michelle o Nicole … fosse anche notte tarda … chiama pure  … non ti fare problemi.

         Vi ringrazio, ma .. non e’ che vado dall’altra parte del mondo …

         Promettimi che lo farai … - Camus mi guarda intensamente negli occhi e perdendomici dentro gli sussurro

         Va bene … - a quel punto vorrei tanto che anche lui mi abbracciasse come avevano fatto le mie sorelle, ma si limita solo a farmi un buffetto sulla guancia ed esce anche lui dalla stanza lasciandomi sola con Milo che nel frattempo dice al cugino mentre questo esce:

         Ti raggiungo fra un po’ – poi rivolto a me mentre chiude la porta – ora che siamo soli puoi dirmi la verità su Harvard.

         L’ho già detta cos’è che non ti convince?

         Io penso che l’hai aggiunta tu … mentre invece del discorso vero con tuo padre non appartiene.

         Ti sbagli … è tutto vero.

         Andresti così lontano anche se ci fosse stato tuo padre?

         Si … lui sarebbe venuto spesso a trovarmi e non mi sarei sentita tanto sola .. ma  non mi sentirò sola lo stesso.

         Viene con te?

         No … verrà quando può  o ci vedremo quando vengo io … perché?

         Ti lascia andare?

         E’ lui che mi ha convinto a portarlo avanti  … lo ammetto per lui sarei rimasta, ma non ha voluto … ha detto che non si può sapere come finirà tra di noi … e ha ragione, anzi la lontananza forse ci unirà di più o ci dividerà … chi lo sa, solo così sapremo i nostri veri sentimenti.

         Lo ammetto … non me lo sarei aspettato da uno come lui.

         Perché? Dovresti conoscerlo e’ un tuo amico.

         Non più di tanto … facciamo gruppo per Aiolia e suo fratello … ma dimmi una cosa … la nostra litigata non c’entra nulla?

         Mentirei se dicessi di no … ma mi ha convinto che la decisione di stare lontana da questa casa e’ la più adatta e non mi pento di andarmene.

         Lo sapevo – si passa una mano tra i capelli e andando alla finestra mentre guarda fuori – io non ce l’avevo con te quella sera … o meglio un po’ sì perché ne fai parte, ma … volevo colpire un’altra persona e sapevo che attraverso te le avrei fatto del male …  mi aspettavo che reagisse per difenderti perché pensavo che gliene avresti parlato mentre  invece probabilmente non e’ stato così.

         Io non ti sto capendo Milo … di chi stai parlando? Con chi avrei dovuto parlare?

         …. – mi guarda senza dire nulla

         Un momento … - comincia a farsi strada dentro di me un’idea – di quella sera non ho parlato con nessuno perché non volevo dire nulla di come ti avevo trovato … ma della cena in cui c’era anche Aphro ho parlato con le mie sorelle … Michelle e’ stata l’unica che non mi ha voluto ascoltare … - guardo Milo incredula – tu sei innamorato di Michelle … non è così?

         Che dire Kate … l’avvocato è il tuo mestiere … - si volta ad osservare fuori con un velo di tristezza negli occhi.

         Ecco perché Michelle a pranzo mi chiese … - mi blocco al pensiero di quando mia sorella mi domandò se mi fossi fatta problemi con mia madre se avessi avuto la storia con Camus. – che ti ha detto …

         Cosa? – mi guarda sorpreso

         Che cosa ti ha detto … perché ti ha rifiutato? … sono sicura che tutto e’ stato provocato da un suo rifiuto … vero?

         Hai fatto centro … non e’ voluta uscire con me la sera in cui venisti alla festa … le avevo chiesto di uscire già una volta ma trovò una scusa … quella sera mi disse realmente come stavano le cose … lei ha paura …  – si blocca e mi guarda ed io finisco per lui

         Di mia madre … - al suo cenno di assenso sbuffo sonoramente – stupida!!

         Dice che potrebbe arrabbiarsi perché … e’ fatto tutto in casa … non avrebbe il coraggio di dirglielo.  

         hai scelto quella sbagliata!!! Lei tra le tre e’ la più legata a lei e si lascia sempre intimorire in ogni sua decisione … non ha mai avuto polso con lei.

         E’ il mio cuore che ha scelto lei … non ci posso fare nulla – poi si avvicina a me mi abbraccia – non dire nulla per favore, sarebbe inutile … - mi bacia la tempia – scusami ancora … la cosa poi che mi ha fatto più rabbia di te è   che vivi la tua vita al momento come vuoi tu, secondo i tuoi desideri  e senza farti condizionare da di nessuno … ma in fondo  e’ giusto così,però … nell’insieme mi ha dato tutto fastidio … avrei voluto che Michelle fosse come te e per questo ce l’avevo con te perché volevo allo stesso tempo che fossi lei … e’ un po’ contorto come ragionamento, vero? – scoppia a ridere

         In effetti – me la rido anche io, poi tornando seria e pensando allo sguardo velato di tristezza di mia sorella – però …  Milo io sono sicura che anche lei … - mi mette un dito sulle labbra

         Sshh .. lascia stare … non importa, tanto non caviamo un ragno dal buco … Sono contento per te Kate, davvero, ti auguro tanta fortuna e mi raccomando, ascolta le parole di Camus, chiamaci, promettilo anche a me.

         Se capiterà l’occasione lo farò.

 

Mi abbraccia forte dopodiché esce dalla stanza lasciandomi ancora un po’ da sola in biblioteca, dopodiché decido di uscire e di andare da mia madre, vorrei spiegare anche a lei come sono andate le cose, voglio che capisca che per me è molto importante e che non deve pensare che non la voglia includere nelle mie scelte, ma stavolta e’ una decisione solo mia e ci tengo che comprenda. Vado in sala pensando di trovarla, mentre invece c’e’ solo Nicholas che mi aspettava per parlarmi, lo ammetto, stavolta lo temo un po’ per come sono precipitate prima le cose, ma anche a lui devo le mie scuse, in fondo mi sono permessa di alzare la voce con sua moglie in casa sua, ma nuovamente quest’uomo mi sorprende sempre di più. Mi ascolta, mi lascia parlare tutto il tempo per poi esporsi un po’ sul discorso di mia madre, convincendomi anche a riavvicinarmi a lei, senza chiedere perché e per come siano andate le cose tra di noi. Forse ha ragione, dovrei parlarle una volta per tutte e chiarire con lei quanto sentito in passato, peccato che pensavo di riuscire a farlo in serata, l’ho chiamata ma lei non si è fatta vedere fino a tarda serata, come al solito ha avuto sempre qualcosa di più importante che non poteva lasciare: il solito incontro settimanale con le socie, se l’avesse rimandato a domani non moriva nessuna, non hanno tutti questi impegni, a parte il parrucchiere, l’estetista, la manicure e bla bla bla … alla fine come al solito ho sempre ragione io.

 

 

Mi scuso subito per non aver pubblicato prima, il tempo mi è stato tiranno anche stavolta, ma rimedierò.

Finalmente in questo capitolo avete scoperto ciò che turbava il nostro Milo. Qualcuno di voi me lo aveva già dichiarato in una recensione che intuiva qualcosa del genere e devo dire “brava” … avevi visto molto lungo.

Ora c’e’ solo da chiedersi se  questo allontanamento da Miami causerà altri problemi alla nostra eroina.

Ciao al prossimo capitolo.

 

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Capitolo 15
*** Harvard: il cambiamento radicale della vita di Kate!! ***


Capitolo n. 15

 

 

Harvard: il cambiamento radicale della vita di Kate!!

 

 

 

Purtroppo come sempre il tempo passa velocemente ed io mi ritrovo il mese di luglio e agosto a preparare l’occorrente da portare a Cambridge, considerando anche il fatto che facendo in Massachusetts più freddo che in Florida, sono partita per Cambridge più volte, una per vedere insieme alle mie sorelle l’appartamento riservato del campus, ed una per portare la roba già pronta e acquistare direttamente lì un abbigliamento più consono al clima della città. In questi due mesi non ho visto nemmeno Saga, perché lui e Kanon sono tornati in Grecia dove vivono i loro genitori, che hanno lasciato alla maggiore età per cercare di farsi una vita in un paese che a loro ha sempre affascinato, anzi mi ha anche confidato che cercheranno di convincerli a raggiungerli, ma non ci sperava molto, e’ difficile da sradicare la radice in età avanzata, è diverso quando lo si fa da giovani. Comunque nonostante tutto, devo ammettere che non e’ stato difficile non sentire la sua mancanza, i preparativi mi hanno talmente preso che non avevo nemmeno il tempo di pensare ad altro e la stanchezza la sera soprassedeva su tutto. Milo e Camus invece sono andati dai genitori di Milo e hanno passato gran parte delle vacanze da loro, sono tornati poco prima della mia partenza definitiva. C’e’ stata poi la pausa in cui con le mie sorelle siamo partite per una breve vacanza di due settimane, eh sì, mica Nicole lasciava di più Shura sotto le grinfie di Rosalie, io non le ho mai detto nulla, ma l’ha capito da sola che da quella deve fare attenzione, anche se Shura è talmente preso da mia sorella, che potrebbero passarle davanti 10 donne nude, ma lui non le vede: sarà normale? Mah! O lui e’ tanto innamorato o mia sorella ha delle capacità a me sconosciute. Spero vivamente nella prima.

Mentre sto chiudendo la valigia con le ultime cose da portare, si affaccia alla porta Nicole:

         Ti spiace se ti accompagniamo io, Michelle e Shura?

         No perché?

         Non so … magari non lo vuoi perché ti aspetti che vengano solo  i familiari.

         Ma che dici -  e scoppio a ridere – guarda che verrò spesso, mica parto per l’Estero!!!

         Si in effetti … allora ti aspettiamo giù.

         Ma è venuto qui?

         Si … con la scusa di salutarti e accompagnarti … l’ho fatto conoscere alla mamma!

         Oh mio Dio, poveraccio!!! – esclamo molto preoccupata

         Ahahaha … ma dai, la mamma e’ stata molto gentile, anzi sembra le sia piaciuto!!

         E se non le piacesse? – provo anche con lei per vedere che ne penserebbe

         A me non interessa … ci devo convivere io non lei. E poi perché non dovrebbe piacerle?

         Così … era una curiosità!!

         Io non sono Michelle … - mi guarda preoccupata

         Già … ho saputo tutto da Milo stesso.

         Io per una settimana me la sono subita nel letto … tutte le notti … a piangere all’infinito … le ho parlato ma niente, non ne vuole sapere.

         Ma le ha fatto il lavaggio del cervello la mamma?

         No e’ che … vedi forse anche io mi farei problemi se fosse il figlio o il nipote di Nicholas .. da una parte non e’ che ha torto …

         Ma non scherzare nemmeno!!! Io non me ne farei … nemmeno se fosse il figlio … cos’e’ deve decidere lei chi dobbiamo amare o non amare?

         Sono sicura che tu avresti agito diversamente … io non so, non e’facile giudicare.

         Io non la giudico, mi da’ sui nervi che debba rinunciare magari all’amore della sua vita … poi magari non sarà così, ma almeno provarci.

         Già … proverò a riparlarle, dai muoviti ti aspetto giù .. è troppo tempo che l’ho lasciato solo con mamma, sto cominciando a preoccuparmi … ahahaha.

E chiusa la valigia li raggiungo in salone, dove trovo nostra madre seduta comodamente sul divano che dialoga tutta sorridente e raggiante con Shura, il quale non sembra mostrare alcuna difficoltà con lei. Una telefonata ricevuta da Nicholas, deve portare urgentemente in ufficio sia lui che  Camus, così il marito di mia madre mi saluta e poi precede il figlio in macchina. Decide di accompagnare quest’ultimo  alla porta e prima di salutarmi mi  guarda intensamente negli occhi:

         Mi raccomando Kate, sii prudente, fai attenzione e soprattutto studia.

         E’ per quello che vado su … non ho nessun problema a folleggiare anche qui. – gli rispondo un po’ stizzita, ma lui sorridendomi divertito

         Non ti manca mai l’ultima parola, eh?! – poi mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio  – cerca di venire a trovarci spesso ok?

         Va bene – il suo viso e’ così vicino che mi sto perdendo dentro il mare glaciale  dei suoi occhi – ciao Camus a presto.

         Ciao Kate.

E  inaspettatamente mi prende il volto tra le sue mani avvicinando il suo viso al mio. Il mio cuore smette di battere e i polmoni di respirare, le sue labbra si posano sulla mia fronte e sorridendomi mi saluta lasciandomi inebetita sul portone della villa, mentre riprendo a pompare aria per non stramazzare al suolo. Chissà se fossi rimasta che sarebbe successo. O forse lui si avvicina perché sa che io mi allontano, così non mi avrà più in mezzo ai piedi. Si sa, la mente umana non finisce mai di stupirci. Delusa nuovamente dai miei pensieri, torno dagli altri, saluto mia madre che freddamente mi raccomanda di comportarmi adeguatamente e sto anche per salutare Milo, ma siccome quando mi ci metto sono bastarda dentro, lo invito ad accompagnarmi per non rimanere solo a casa, visto che Camus e’ dovuto andare via. Mi fulmina con lo sguardo, ma accetta l’invito sottolineandomi sempre con lo sguardo che me la farà pagare non appena possibile. Michelle invece se potesse mi strozzerebbe, ma chi se ne frega, tanto devono venire fino lassù per farlo.

 

 

Tre mesi dopo …. l’inevitabile.

 

Purtroppo ciò che da tempo temevo è arrivato.

Le ultime volte che mi sono vista con Saga il tempo è sempre passato troppo velocemente per capire ciò che realmente tra di noi stava succedendo. E’ più di una volta che i nostri incontri non mi lasciano completamente soddisfatta, per carità non parlo sessualmente, anzi ci prendiamo benissimo, ma c’è qualcosa dentro di me che ogni qualvolta me ne  vado via mi lascia un peso sullo stomaco e noto anche in lui un cambiamento nei miei confronti non indifferente. Stiamo sempre bene, scherziamo, ridiamo, ma sento freddezza e manca quella complicità che prima ci univa tanto. Anche quando sono ad Harvard non sento più quella mancanza che prima mi assillava tutte le volte che ci tornavo, dopo averlo rivisto. Ed anche quando ci sentiamo al telefono non stiamo più le ore a parlare come accadeva prima, così come le mail che ci scrivevamo si sono limitate a due o tre alla settimana. E inevitabilmente stavolta non potevamo più tirarla ancora per le lunghe.

Difatti non  appena mi sono finita di vestire aspetto, seduta sulla sponda del letto,  che Saga faccia altrettanto , ma mentre si accinge ad allacciarsi la cintura si ferma un istante e mi guarda intensamente. So che cosa mi vuole dire, perché anche io penso alla stessa cosa, lo ha capito anche lui già da tempo  dalle chiamate che ci facciamo e da come quest’ultima volta abbiamo fatto l’amore: non c’era più lo stesso trasporto di una volta, ma ho paura della verità e non ho voluto mai prendere il discorso in mano. Non sempre è facile accettare la realtà, soprattutto quando sai che stai perdendo una persona importante, un pilastro della tua vita, ma quando e’ inevitabile bisogna affrontarla. Come al solito inizia lui il discorso:

         Forse dovremmo parlarne, vero? – si siede accanto a me

         Si … anche se vorrei rimandare.

         Ma non servirebbe a nulla ... anzi.

         Già …. e’ di questo che avevo paura andandomene.

         Sarebbe successo lo stesso anche qui … solo che forse sarebbe stato peggio, mentre invece la lontananza ci ha fatto capire molte cose – mi accarezza il volto – ti voglio bene Kate, tanto … credimi, un bene mai provato prima d’ora.

         Lo so – premo la sua mano sulla mia guancia tenendola ferma al mio viso – anche io ti voglio bene … ma non basta, non e’ così?

         La nostra storia e’ stata meravigliosa fin dall’inizio – mi stringe a lui – se fossi stata qui l’avremmo portata avanti ancora fino allo stremo della nostra sopportazione, causando senz’altro un allontanamento più burrascoso – poi allontanandomi da se un pochino – mentre invece la lontananza ha aiutato a capire cosa realmente proviamo l’una per l’altro.

         Ultimamente siamo più amici che amanti – lo guardo tristemente

         E non dovrebbe essere così – mi bacia la punta del  naso

         No … nonostante tutto però mi fa stare male … io non voglio perderti …

         Nemmeno io lo vorrei …

         Però .. è inevitabile, non è così? – lui fa cenno col capo e io – c’è un’altra per caso?

         No Kate … non pensarlo nemmeno – mi prende il volto tra le mani – tu sei sempre stata la sola ed unica che ho voluto in questo periodo .. – mi stringo a lui e comincio a piangere silenziosamente, mentre lui mi accarezza la schiena, dopodiché tirando su col naso

         Scusami .. – singhiozzando – è che non riesco a capire …

         E’ difficile anche per me …  doveva andare così evidentemente …

         Io …  non so se riuscirò a trovare un’altra persona come te … che mi sappia capire e che mi ascolti come sai fare tu.

         Guarda che io ci sarò sempre … tutte le volte che vorrai .. è proprio perché è stata una bellissima storia la nostra che non vorrei rovinarla con stupidi litigi e insignificanti questioni o peggio ancora tradimenti, non pensi? .. portarla avanti a cosa servirebbe .. a stare ancora peggio dopo ..

         Si … -  tiro ancora su col naso – sarà difficile però sentirci solo come amici, almeno per me …

         Non credere che per me sia facile … sei la persona più speciale che io abbia mai incontrato …  ci ho pensato tanto a quanto stava accadendo … già quando ero in Grecia, ma mi dicevo che forse era perché non vedevo da molto la mia famiglia e quindi era normale essere attirato da altro e non dal tuo pensiero, ma da quando sono tornato non e’ cambiato molto … allora perché non mollare tutto ora che siamo consapevoli e cercare di mantenere in piedi una stupenda amicizia?

         Il tuo ragionamento fila, perché anch’io quest’estate col fatto che partivo pensavo al tuo stesso motivo di distrazione … hai perfettamente ragione … ma io non riuscirò mai a guardarti con gli stessi occhi con cui guardo un amico … resterai per sempre una delle persone più importanti  della mia vita …

         Anche tu … - e mi stringe ancora più forte a se, facendomi sentire il suo cuore battere velocemente, lo so che anche per lui è difficile, ma ha ragione …

         Il pensiero che questa e’ l’ultima volta che ti vedo … che ti stringo … mi fa … - scoppio a piangere non riuscendo più a continuare

         Non è detto che sia così per sempre piccola … non ci stiamo dicendo addio …  non si sa mai cosa la vita ci preserva per il futuro … - mi bacia sui capelli.

 

Stiamo un po’ di tempo stretti tra le braccia l’uno dell’altra, dopodiché mi asciuga le lacrime che sgorgano dai miei occhi con i suoi pollici e prima che me ne vada, ancora un’ultima volta ci abbracciamo forte e ci baciamo appassionatamente, per imprimere il ricordo ben vivo dell’uno dentro l’altro. Dopodiché esco dal suo appartamento, corro al parcheggio e salgo in auto consapevole che quella è l’ultima volta che ho amato Saga, e che probabilmente al mondo non ci sarà nessuno che mi farà provare le emozioni che ho provato con lui.  A metà strada vorrei tornare indietro e chiedergli di riprovare, magari è solo un periodo. Mi fermo sul lato della strada e ci rifletto, sto per fare inversione, ma un pensiero mi sfiora  la mente: riprovarci per cosa? Per poi ritrovarci fra un mese nella stessa situazione di oggi e magari litigare per una stupidaggine e rovinare anche un bellissimo ricordo che resterà a vita dentro di me? No … ha ragione Saga, il futuro saprà cosa riserva per noi. Non è un addio. Riparto a tutta velocità per arrivare a casa il prima possibile, è una tortura guidare con le lacrime che continuamente mi offuscano la vista. Una volta dentro non posso credere nemmeno io a quello che sto facendo,  busso impaziente alla porta di una camera: Milo apre e senza che gli dico nulla capisce tutto,mi stringe a lui e io cominci a piangere a dirotto. Chiude subito la porta e mi fa sedere sul letto accanto a se, mi porge un fazzoletto, aspetta che mi calmi per poi chiedermi come sono andate le cose. Dopo avergli raccontato tutto, mi guarda sorridendo dolcemente e tenendomi la mano stretta tra le sue:

         Beh  Kate … purtroppo sono cose che si devono mettere in conto … forse era inevitabile che succedesse  – lo guardo incuriosita – sai Saga non e’ mai stato tipo da legarsi  per molto tempo e tanto facilmente … è sempre stato  piuttosto libero … anzi mi stupiva il fatto che ancora stavate insieme … però ho notato che per te ha avuto un affetto diverso … l’ho visto a volte con altre, ma … non gli ho mai visto una luce così accesa negli occhi come quando stava con te … - sorridendomi dolcemente - sappi che  tu hai il primato di averlo incatenato a te per parecchio tempo … quasi un anno …

         Almeno questo mi consola … ma io non sto piangendo perché è finita così, anzi come ha detto lui forse è meglio … piango perché ho perso una persona speciale … e per paura che nella vita non incontrerò mai più nessuno che mi comprenda e che mi voglia come lui  

         Ma figurati … non essere sciocca …  e meno male che vuoi fare l’ avvocato, ti abbatti facilmente così alla prima sentenza? – mi deride Milo

         E’ differente la cosa – soffio rumorosamente il naso – ripeto … anche io l’ho capita che era finita, ma quando accade ti lascia un vuoto dentro 

         Eh lo so … ma e’ bello però che lo avete capito entrambi e che non si è rovinato il rispetto che avete l’uno verso l’altra … questo conta molto.

         Si questo e’ vero …

         E poi Kate … non sarebbe durata nemmeno se lui ti avesse amato all’infinito …

         Perché dici così? – sono quasi arrabbiata con lui per le parole insignificanti che mi sta dicendo.

         Tu non te ne rendi conti, ma … finché  hai Camus   sempre davanti ai tuoi occhi libero da ogni relazione … il tuo cuore non apparterrà a nessuno … tu non ti vedi come lo guardi … i tuoi sentimenti verso Saga sono cambiati nello stesso momento in cui hai saputo che tra Camus e Kristeen non c’era piu’ nulla … sono sicuro che il bene che hai voluto a Saga e’ forte e sincero, ma … non abbastanza come quello che provi per mio cugino … come hai visto e’ bastato un trimestre lontano da lui a farti capire che non era amore … e meglio così altrimenti avresti sofferto di più quando vi sareste lasciati … di solito se e’ amore vero la lontananza ti logora, non ti divide.

         Parole sante Milo – e riprendo a piangere – allora sono un caso disperato …

         Ma no dai … anche io lo ero … ma poi, la soluzione l’abbiamo trovata …

         Davvero? – di colpo smetto di piangere – ma come ? e non mi dite nulla?

         Ora no … ne parliamo domani magari, non si sa mai ci fossero le cimici da qualche parte … non lo sa nessuno qui … -  se la ride di gusto facendo ridere anche me, poi – dai ora vai a dormire, o vuoi dormire qui con me – ammicca

         Non mi sembra il caso …  metti che ti viene a svegliare Michelle!!!

         Figurati .. è già tanto se mi da il bacio del buongiorno e della buonanotte quando c’e’ in casa …

         Non capisco – sono un po’ confusa

         Ho detto che te lo spiego poi, su su … ora a nanna, domani ti porto con me in un bel posto …

         Dove?

         A fare shopping .. a voi donne aiuta, no? – mi sorride sornione

         Non ti conviene Milo … ne avrei per ore.

         Correrò il rischio.

Me lo abbraccio forte e dopo avergli stampato un bacio in guancia, esco dalla sua stanza per entrare nella mia, dove per tutta la notte ho sfogato quel senso di vuoto che avevo dentro. Al mio risveglio però mi sento da una parte meglio, come se un grosso peso che avevo allo stomaco da ormai settimane si fosse volatilizzato all’improvviso, dall’altra invece il pensiero di Saga e di non rivederlo più mi logora. Mi avvio in bagno dove una volta specchiata mi rendo conto che  ho una faccia paurosa, come se un tir mi fosse passato sopra lasciando le impronte dei pneumatici sotto le mie occhiaie. Non so quanto tempo ho impiegato per rendermi presentabile, ma alla fine sono riuscita ad aggiustami e al pensiero della giornata che mi aspetta con Milo e mia sorella, un piccolo sorriso mi sfiora le labbra lasciandomi per un breve momento alle spalle la fine della storia con Saga.

 

Già, un breve momento perché una volta tornata in Massachusetts, le prime notti sono state indescrivibili, invivibili, ora  mi manca da morire, mentre prima non era così. Ma la soluzione a tutto ciò è che ora so che non lo rivedrò più, che non avrò più modo di essere abbracciata, baciata e desiderata da lui. Mentre prima sapevo che c’era e la malinconia non mi assillava come lo sta facendo ora. Ma sono sicura che anche Milo abbia ragione e quindi ripetendomi le belle parole dette da lui e dall’uomo con cui ho condiviso un periodo stupendo della mia vita, mi convinco che la decisione presa e’ sicuramente quella più giusta. I primi tempi ci siamo sentiti spesso telefonicamente, avevo  bisogno di sentire la sua voce, non riesco a staccarmi da lui così all’improvviso come se nulla fosse successo, ma poi pian piano ci limitiamo a inviarci solo messaggi, dopodiché quando capita ci scriviamo qualche mail. La cosa non mi aiuta molto, so che dovrei dare un taglio netto, ma come si può dimenticare così facilmente? Se solo ci fosse stato mio padre, sono sicura che avrebbe trovato il modo per aiutarmi. Ecco, prima lui, poi Camus ed ora Saga. Possibile che il mio destino sia solo quello di perdere le persone che ho amato profondamente?

Fortunatamente la soluzione ai miei problemi arriva come regalo di Natale, fatto da qualcuno che  da lassù sta cercando di aiutarmi in tutti i modi, ne sono sicura, e mi indica la strada per farlo. Il mio professore di diritto penale mi convoca nel suo ufficio e dopo una breve chiacchierata su come procedono i mie studi mi fa un proposta inaspettata:

 

         Sig.na Catherine Mc Kain, innanzitutto vorrei complimentarmi con lei per l’ottimo lavoro che sta facendo.

         Grazie dottor Scott.

         Poi vorrei spiegarle il motivo vero e proprio per il quale l’ho convocata. Ho un gruppo di studenti del secondo anno che deve partire per l’Erasmus in Inghilterra, ma ahime’ uno dei ragazzi non può più venire per problemi familiari, altri ragazzi del secondo anno che meritino questa opportunità non ne vedo, o meglio , non li vedo ben preparati e sarà strano ma lei che è al primo anno mi dà più soddisfazione. Le vorrei proporre di prendere il posto di questo ragazzo, si tratterebbe di stare 6 mesi a Londra, si partirebbe il 10 gennaio. So che e’ vicina la data e non le sto dando molto tempo per  pensarci, come le ho spiegato è successo tutto all’improvviso, ma mi farebbe piacere se lei accettasse.

         … - rimango senza parole e non so che dire, inghiotto quel poco di saliva rimasto – beh in effetti da decidere così su due piedi …

         Ascolti – mi interrompe subito  – le lascio tutto il tempo che vuole … naturalmente fino alla fine dei giorni delle lezioni, lo so è solo  la prossima settimana, ma penso che per una proposta di questo tipo sia abbastanza sufficiente, non crede? – mi osserva da sotto gli occhialini, mi fa quasi ridere.

         Si – riesco solo a dire queste due semplici lettere messe insieme

         D’accordo sig.na Mc Kain, sa dove trovarmi per dirmi quanto deciso, anche se sono convinto che la risposta sarà positiva … altrimenti vorrebbe dire che l’ho sopravvalutata .. – mi sorride cinico – arrivederci – si alza e mi porge la mano che io stringo rispondendo al saluto.

 

Seduta al centro del letto a gambe incrociate ho di fronte a me appoggiate sulla coperta, la foto di mio padre, la foto del matrimonio di mia madre dove c’è Camus che sorride in tutta il suo splendore e la foto mia e di Saga in primo piano sorridenti e felici. Le guardo tutte e tre e ognuna mi lascia delle sensazioni bellissime e al tempo stesso tristi. Riguardandole un’ultima volta, penso che la soluzione migliore e’ accettare la proposta del professore, solo andando così lontano sono sicura che il mio cuore si purificherà di tutta la sofferenza subita. Mio padre sarà sempre con me, ovunque io vada, ma non vedere e non sentire  Camus e Saga per tutto quel tempo non potrebbe che aiutarmi, ne sono sicura. Questa e’ l’opportunità che la vita mi sta offrendo per ritrovare me stessa ed io non posso fare altro che  accettare. Ripongo in un cassetto le foto del matrimonio e di noi due, mentre quella di mio padre la rimetto sul comodino.

Il mattino dopo busso alla porta del mio professore che come mi vede entrare, si toglie gli occhialini e aspetta il mio responso, sorridendo tristemente ma orgogliosa per la fiducia che ripone in me  e consapevole che  questa decisione porterà nuovamente un’altra discussione con mia madre:

         Accetto.

         Sapevo che non mi avrebbe deluso .. prego si accomodi …

 

Entro per raccogliere le informazioni necessarie che devo avere per il viaggio che mi porterà, spero, una vita migliore e mentre  chiudo la porta alle mie spalle so che sto chiudendo con la prima parte della mia vita.

 

 

 

Io lo so che qualcuno magari mi odierà … ma credetemi quando vi dico che a momenti piangevo io stessa mentre scrivevo le righe in cui  Kate e Saga  si dividevano … era inevitabile!!! Però … non penserete che sia davvero un addio ?

Tornerà brevemente e a suo modo sconvolgerà di nuovo la vita di Kate!!!!! Siiiiiiiiiiii…. Che cattiva che sono a dirvelo così!!!!

Ciao ciao al prossimo!!!

 

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Capitolo 16
*** Lo Scontro ***


Capitolo n. 16

 

 

Lo scontro.

 

 

All’aeroporto mi aspettano Milo e Camus, e non  appena mi vedono uscire dalle porte scorrevoli del gate d’arrivo mi vengono subito incontro. Ci salutiamo e una volta in auto cominciamo a parlare come al solito dei miei studi e di cosa mi sono persa nel frattempo a casa. Sono piuttosto silenziosa e rispondo a monosillabi alle cose che mi chiedono tant’e’ che Camus, che di solito ha meno parole di me da dire, si volta e mi dice:

         Sbaglio o sei più silenziosa del solito? – mi scruta con i suoi occhi meravigliosi

         No, non sbagli. – non riesco più di due secondi a sostenere il suo sguardo.

         Come mai? C’e’ qualcosa che non va?

         Diciamo che c’e’ qualcosa che devo comunicare a tutta la famiglia e non mi va di rivivere nuovamente l’episodio dell’ultima volta.

         Vuoi cominciare ad accennarci qualcosa?

         Forse e’ meglio … anche perché stavolta non voglio rovinare la cena a nessuno … e poi con mia madre voglio parlare a quattr’occhi … sono sicura che avremo uno scontro e non voglio rendere partecipe nessuno, anche perché stavolta non sarò delicata se prova ad insinuare qualcosa.

         Da come ne parli sembra molto importante – si intromette Milo – e’ successo qualcosa di serio?

         E’ un’opportunità che mi è stata data … e voi sapete che io non rinuncio a ciò che può essere frutto per il mio futuro …

         Che vuoi dire? – Camus si fa piuttosto serio

         Andrò sei mesi in Europa!!!- lo comunico freddamente e attendendo le loro reazioni.

         Cosa? – Milo accosta l’auto e si gira dalla mia parte – perché? … che bisogno c’e’ di andare così lontano?

         E’ necessario? – chiede Camus

         Sapete cos’e’ l’erasmus?

         Si lo sappiamo.

         Io non ci rinuncio …

         Ma hai altri anni davanti … non e’ detto che non te lo propongano anche il prossimo anno.

         E se poi non lo fanno? … e se rinunciando mi mettono in fondo alla lista e non mi considerano più perché inaffidabile?

         Ma sei troppo piccola per andartene in giro per il mondo da sola!!!

         Milo!!! Ho diciannove anni … vado per i venti … non sono così piccola … e poi non sono sola, ci sono anche altri ragazzi con me.

         Guardami – il tono di Milo e’ imperioso e io lo accontento – è solo questa la ragione?

         Uffaaaaa .. di nuovo .. e quale dovrebbe essere?

         Lo sai benissimo – i suoi occhi diventano due fessure, Camus prima guarda Milo e poi me e  chiede

         Mi sono perso qualcosa?

         No – rispondo io – è che sapevo che non avreste come al solito capito … deve esserci sempre un secondo fine su tutto ciò che faccio? – con lui come per difesa riesco sempre ad avere un tono scortese

         Calmati – mi fa anche il gesto con la mano – e’ solo che ci preoccupiamo sempre … un conto è restare in America anche in un altro stato .. un conto dall’altra parte del mondo … se hai bisogno di qualcuno fino laggiù non è così veloce d’arrivare … non possiamo essere preoccupati per te?

         Vi ringrazio .. ma le persone di  … ehm l’unica persona di cui ho sempre e realmente avuto bisogno ora non ce l’ho più accanto … quindi non ho problemi a stare così lontano … - Milo nel frattempo è ripartito e guardandomi dallo specchietto scuote il capo, ha capito del perché del mio distacco, ma continuo il discorso con Camus – e poi ti ripeto che mi deve succedere? Sono con altri professori e studenti, non sono mai sola … e poi vuoi mettere? Con la scusa che sono lì faccio un salto in Scozia, Irlanda, Francia e chissà magari mi fermo anche per le vacanze estive e me ne vado in Italia … quando mi ricapita un’altra occasione così!!!!

         Se lo dici tu!! – Camus si rivolta a guardare davanti e non mi dice più nulla, ma la cosa non mi sorprende, a parte vari momenti, non è che abbia mai avuto molta voglia di scambiare più di quattro parole con me, anche se dallo specchietto esterno continua a guardarmi preoccupato.

 

Una volta a casa, ne parlo subito con le mie sorelle, non che la cosa a loro sia piaciuta molto, ma ho spiegato le mie ragioni e a loro ho anche confidato che devo andarmene per riprendermi da tutto ciò che mi è accaduto nell’ultimo anno e mezzo. Sono dispiaciute del fatto che andrò via per molto tempo e così lontano, ma vedono lo stato in cui sono e non mi fanno nessuna ramanzina o paranoia per convincermi a restare, anche perché non ne avrebbero cavato un ragno dal buco. Chiedo a Michelle se la mamma sa di lei e Milo, ma non ha ancora avuto il coraggio di dirglielo, ebbene sì, escono di nascosto da lei, almeno su questo Milo è riuscito a convincerla. Mia sorella ha accettato la condizione anche perché è troppo innamorata per perderlo, ma se la cosa va avanti e il loro amore e’ puro e sincero come lo è fin da ora, ha deciso che glielo dirà, non le importa della sua reazione, ma non vuole perdere Milo, lo ha conosciuto meglio e vede in lui l’uomo con cui vuol condividere la sua esistenza. Sono felice che lei e Nicole abbiano trovato il vero amore, e parto anche molto più serena nel sapere in che mani rimangono, nonostante l’amico di Shura, ma ormai non mi preoccupo nemmeno più, escono di rado con lui e Aprho, e’ normale, vogliono starsene per conto loro quando hanno un po’ di tempo da dedicarsi.

Sono assorta nei miei pensieri che non mi accorgo che Milo si è seduto a fianco a me sul divanetto del terrazzo che da’ sulla piscina, mi giro lo guardo:

         Per favore … non ricominciare …

         Assolutamente no … sei talmente testarda … so che non cambieresti idea nemmeno se ti dicessi che sto morendo …

         Che esagerato!!! – gli sorrido – allora che c’e’?

         Pensi che scappare così lontano ti faccia dimenticare entrambi?

         No, ma mi aiuterà … ne sono sicura … non vedrò e non sentirò nessuno … e poi non sto scappando … sto prendendo al volo un’occasione per fare chiarezza dentro di me … se non mi avessero fatto questa proposta non sarei andata via  … non scappo di fronte alle difficoltà … non l’ho mai fatto e non lo sto facendo ora … ripeto … ho preso al balzo un’offerta che mi aiuterà … - poi lo guardo incuriosita – posso chiederti una cosa?

         Dimmi ..

         Perché non hai mai detto di me e Saga a tuo cugino?

         Perché non glielo hai mai voluto dire tu?

         Non rispondermi con un’altra domanda …

         Perché se io non vi avessi visti … non avrei dovuto saperlo nemmeno io … giusto? E poi volevo vedere se ne avessi avuto mai il coraggio di dirglielo …

         Se fosse continuata la nostra storia l’avrei comunicato a tutta la famiglia … ma prima non mi andava farvi sapere che uscivo con un vostro amico … era troppo presto e sarebbe stato troppo confidenziale e poi con Saga eravamo d’accordo ad aspettare un po’  … poi se l’avessi fatto  di sicuro se ne sarebbe parlato ed io sono piuttosto riservata su questo … e poi, non so … non ve lo volevo dire e basta … erano fatti miei … ed ero anche molto arrabbiata con voi … magari avreste anche male apprezzato la cosa, dicendo che non ero adatta a lui, che non ero abbastanza matura per uno così .. e chissà … -guardandolo dritto negli occhi – magari avreste avuto paura che vi facessi fare qualche brutta figura!!!

         Quante sciocchezze … soprattutto quest’ultima ..

         Fidati … Camus ci tiene alle apparenze … non mi ha mai sopportata …  lo ha cominciato a fare solo quando e’ mancato mio padre .. lì si e’ calmato un po’, ma non fosse successa quella disgrazia fidati che non ci parleremo neanche ….

         Sei arrabbiata con lui?

         Sono arrabbiata con il mondo intero … voglio evadere … voglio andarmene … non ce la faccio più a stare qui … mi dispiace per le mie sorelle  - sorridendogli maliziosamente – ma pensandoci bene … ora nemmeno più di loro mi preoccupo …

         Stai tranquilla …  Michelle e’ in buone mani …

         Oddio … è più di lei che mi preoccupavo … ahahahah … dai non fare quella faccia – le sue fessure mi stanno facendo troppo divertire – non pensavo mai più che mi sarei trovata così bene a parlare con te … lo ammetto … e mi costa … - lo guardo divertita

         Bastava poco ..

         E dirlo prima!!!!

         Ma … ascolta …

         No ti prego non mi parlare più di lui ..

         Volevo parlare di tua madre …

         Ah … la sto aspettando … e’ dall’estetista … appena arriva le parlerò.

         In bocca al lupo, allora

         Detto in tutta franchezza … non me ne frega nulla di quello che penserà … se accetta o non accetta la mia decisione e’ un problema suo … mi sembra che non si sia mai avvicinata più di tanto da quando papà non c’è più … fosse venuta una volta a trovarmi … ci sono molti modi di recuperare un rapporta, ma non gliene importa nulla … e a me meno che mai!!!

 

Proprio in quel momento sentiamo la sua auto, Milo si alza accarezzandomi la testa e mentre la incrocia all’entrata le dice che io la sto aspettando fuori.  Ammetto che sono molto agitata, so che non mi tratterrò come al solito perché questa volta non ho nessuna intenzione di farle passare liscio nulla.

Sento i tacchi avvicinarsi e appena esce sul terrazzo mi si avvicina, le vado incontro, la bacio sulle guancie per salutarla e lei molto freddamente, dall’ultima volta non ci siamo parlate più di cinque minuti, mi chiede:

         Ha detto Milo che mi aspettavi … hai qualcosa da dirmi? – nemmeno mi saluta e dire che non ci vediamo da un mese

         Si … siediti – le indico vicino a me

         No ho fretta … devo uscire a cena e sono in ritardo.

         Non potremmo parlare senza sbranarci?

         Ti sembra che ti stia sbranando?

         Sei già col piede di guerra.

         Quando mi devi parlare è perché hai sempre qualcosa che di sicuro non mi piacerà.

         Potrebbe essere, come no. – mi alzo e mi avvicino a lei

         Arriviamo al dunque, Kate … che c’e’ stavolta? … e poi perché me ne parli da sola?gli altri sanno già tutto oppure dai a me il privilegio stavolta di essere la prima a venire a conoscenza delle tue decisioni alle quali non mi rendi mai partecipe se non per impormele e basta?

         Sanno già …

         Era naturale … mi sembrava strano di essere la prima..

         Perché avresti dovuto esserlo – mi ferisce e io voglio fare altrettanto -  lo sai che tu non sei in cima ai miei pensieri … dovresti saperlo, no?

         Certo che lo so …. Sono anni che me lo ripeti .. – stringe le labbra e sospira pesantemente - sia a parole che con i fatti ... – poi avvicinandosi un po’ – e comunque esigo un po’ di rispetto quando parli con me … questi toni e queste parole … le rivolgi alle tue amiche, chiaro? … io sono pur sempre tua madre.

          Ma davvero lo sei? Ma dai .. non me n’ero accorta , scusami devo essere un po’ sbadata.

         Non  sei affatto spiritosa, Kate .. e mi stai facendo perdere la pazienza con questa storia …

         Oh  non ti preoccupare … vedrai che stavolta ho una buona notizia … ne rimarrai felice.

         Ah si? – inarcando le sopracciglia ironicamente e incrociando le braccia al petto – e sentiamo … che cosa mi farebbe così tanto piacere ..

         Il fatto che mi  tolga dai piedi per mesi e mesi  … non avrai più la mia brutta faccia davanti agli occhi … potrai finalmente respirare … me ne vado in Europa … mi hanno offerto la possibilità di fare l’Erasmus a  Londra ed io non ho rifiutato …

         Ah … - vedo mia madre rabbuiarsi un po’, è rimasta senza parole, abbassa lo sguardo, poi lo rialza – beh che vuoi che ti dica … che sono contenta per te? Servirebbe a qualcosa?

         No, ma volevo solo metterti a conoscenza della cosa, pensavo di dirtelo al telefono il giorno prima di partire, ma così facendo avrei mancato di rispetto ad altre persone … sai di loro ci tengo che abbiano una buona opinione di me … della tua francamente non è che mi interessi, in fondo … come tu non hai mai avuto interesse per me … io non …

         Ora basta!!! – mi urla in faccia prendendomi per le spalle – e’ ora che la smetti con questa storia .. si può sapere una volta per tutte che cos’hai contro di me? … non mi sembra di averti fatto mai mancare nulla … - allarga le braccia –tutto quello che hai voluto ce l’hai  sempre avuto … non mi sono comportata diversamente con te …

         Eh no .. qui ti sbagli … non è vero!!! Si vede lontano un  miglio che per Nicole e Michelle hai sempre dato il meglio … non hai mai preso decisioni per conto loro, hai sempre chiesto il  loro parere .. con me no … non ti interessavi a quello che volevo io ma solo a quello che volevi tu … e se non fosse stato per papà … le sole cose che desideravo non le avrei mai avute …

         Ma di cosa parli? – esclama sorpresa

         Di amore … di una casa … della vita stessa …. – lei mi osserva confusa – quella che … fosse dipeso da te … non avrei mai avuto!!!

         Io non riesco a capire quello che vuoi dire … scusami ma proprio non ci riesco.

         No … non vuoi e’ diverso.

         Ascoltami Kate … io ci ho provato in tutti questi anni a cercare di capirti .. e non negarlo …  ma mi e’ sempre stato molto difficile … sei tu che non hai mai voluto aprirti più di tanto con me. ..

         No … sei tu che non hai cercato di volermi capire … soprattutto dopo la separazione con papà .. anziché  avvicinarti … mi hai lasciato sempre più da sola … già ti detestavo per quello che avevi detto … poi per quello che hai fatto a papà .. e poi .. per averlo fatto andare via .. non hai mai  pensato a noi .. non hai pensato minimamente alla famiglia … hai pensato solo a te stessa .. volevi la libertà .. quella che ti ho tolto definitivamente io  … ce l’hai sempre avuta con papà perché lui ha voluto tenermi … mentre invece fosse stato per te … io ora non sarei qui a parlarti … - riprendo fiato e lei la vedo disorientata – non capisci vero?

         No … non so dove vuoi arrivare … - la sua espressione grave mi fa capire che è preoccupata per quanto sto dicendo.

         Avevo otto anni … dovevate andare a teatro a vedere la  Turandot … andavi matta per quell’opera ed erano anni che non la facevano a Miami … avevate trovato i biglietti solo per l’ultima sera … io, purtroppo mi  sono ammalata e voi non  siete potuti andare … o meglio TU volevi andare mentre papà, come anche per Nicole e Michelle, ogni volta che stavamo male non voleva mai lasciarci da sole con la tata … tu non ti sei mai fatta problemi … comunque quella sera dovevate rinunciare e tu eri imbestialita con lui perché per una volta poteva anche soprassedere …  ma lui col suo amore paterno non ha voluto assecondarti accusandoti di essere un po’ troppo egoista … ricordi?

         Qualcosa sì … mi ricordo … ma ti ha raccontato tutto lui … perché non me ne ha mai parlato?

         No  … ho sentito con le mie orecchie … stavo scendendo in sala perché avevo la febbre alta e volevo te .. capito … volevo te, mia madre … ti volevo vicino per addormentarmi … e cosa sento dire? “ sei tu che l’hai voluta tanto  … per me stavamo bene anche solo con due” … tu non volevi più figli e papà ti aveva accontentato .. ma nel momento in cui tu accidentalmente rimanesti incinta …  non ha sentito ragioni e non ti ha permesso di compiere il gesto  che tu tanto volevi fare … questo però l’ho saputo in un secondo momento quando papà spazientito dai nostri soliti litigi e dalle tue lamentele che gli facevi ogni volta che ci veniva a prendere … mi ha obbligata a dirgli come stavano realmente le cose …

         Io – mi si avvicina un po’ studiandomi bene, mentre le lacrime solcavano il mio viso – non mi ricordo di questo … non ricordo in un momento in cui tu venisti ..

         Infatti … non mi ha visto nessuno dei due  .. troppo presi dalla vostra tenera discussione … non credere, ma anche con lui ho avuto un momento di rabbia … io sono tornata in camera … mi sono nascosta sotto le coperte .. volevo sparire in quel momento … ma poi mi sono addormentata e quando al mattino mi sono svegliata .. papà se n’era andato .. con la scusa del lavoro era andato via … ma io sentivo che c’era sotto qualcos’altro … e’ da quel giorno che ho cominciato ad essere insofferente con te … qualunque cosa mi negavi la vedevo come mal sopportazione verso la figlia mai voluta .. poi è tornato papà e ci avete spiegato che vi sareste separati e tante belle stronzate sull’affetto che non ci sarebbe venuto mai a mancare … bla bla bla … tante cretinate messe insieme che a me non hanno fatto alcun effetto perché sapevo che IO ero la causa di tutto .. come parlarne con le mie sorelle? … non potevo … la presenza di papà al loro fianco è stata tolta per colpa mia … la separazione è stata colpa mia … una ragazzina di 8 anni con questo peso sullo stomaco tutti i santi giorni … ancora adesso mi sento in colpa verso di loro … a maggior ragione che ora è morto … potevano avere piu’ tempo per stare con lui se non fosse stato per me .. perché non vi sareste lasciati … - mi asciugo le lacrime che a fiumi continuano a sgorgare – ne ho potuto parlare solo con papà stesso … mi obbligò a sfogarmi .. perché aveva intuito che c’era qualcosa al di fuori della semplice incompatibilità di carattere che io volevo far credere a tutti … obbligandolo a mia volta a non dirti niente … perché tu non avresti capito e inevitabilmente lo avrebbero saputo anche Michelle e Nicole … - osservo mia madre che è rimasta zitta e immobile e non proferisce parola, la vedo impallidire, si passa una mano tra i capelli sospirando – certo sospira pure … lo so che per te è una scusa stupida ed insensata, ma ti posso assicurare che per me è stato un incubo vivere con te … sapendo del rifiuto che hai nei miei confronti …

         Io non so cosa dire Kate … mi lasci senza parole … - abbassa lo sguardo per poi riposarlo su di me e incredula – davvero tu pensi che io ti abbia sempre rifiutata? … ma sei impazzita? … prova a pensare un istante … Ma ti rendi conto di quello che mi stai accusando? … - vedendo la mia fermezza  - vedi Kate potrebbe essere che  lo avrò anche detto – gesticolando con la mano – io non mi ricordo nemmeno … ma … lo sai che nei momenti di rabbia si dicono a volte cose senza senso … figurati se mi dai fastidio … se non ti voglio … ma che cavolo dici?... fosse come dici tu, ti avrei fatto andare con tuo padre!!!

         Non lo avresti mai fatto … solo per non fare soffrire Nicole e Michelle dividendole anche da me ..

         Mi fai così meschina? – mi chiede sorpresa

         Non lo so …  non ti ho mai conosciuta veramente … quindi come potrei fidarmi di te e di quello che dici?

         Non puoi pensare davvero questo … - mia madre è impallidita

         Mi dispiace ma io so solo che da quel giorno ti guardo in modo diverso  … per me sei sempre stata e continui ad essere  un’estranea … per questo non mi interessa mai nulla di quello che pensi delle mie azioni, tanto non fa differenza per me … tutte le volte che ti ho sempre chiesto un permesso era solo per una questione di rispetto … imposto da mio padre, dicendomi che in fondo sei mia madre e te lo devo …  Mi dispiace mamma, ma io più ti sto lontana e meglio è – voglio ferirla, voglio che senta cosa vuol dire non essere amata da una persona cara, sempre che per lei io lo sia.

         Questo lo avevo capito .. non capivo il vero motivo, ma ora … - mi pare di vedere un luccichio nei suoi occhi. No, non è possibile, sono i miei che sono offuscati  - perché non me ne hai mai parlato?

         Perché non mi hai mai chiesto cosa avessi? … perché non hai mai avuto un gesto di affetto da quando papà se n’è andato via di casa? .. perché non mi hai mai chiesto il motivo del mio comportamento? .. te lo dico io il perché … pensavi che fossi viziata da papà e che avessi la preferenza e che per farti dispetto della separazione mi comportavo male con te … non è così?

         … - lei mi guarda seriamente e intensamente negli occhi  - si è così … mi dava fastidio il tuo modo di fare e l’ho subito paragonato a quelle motivazioni … mi lamentavo con tuo padre gli dicevo di metterti in riga lui visto che a me non volevi mai darmi ascolto …

         Lo so – la interrompo, lo ammetto dovrei darle piu’ spazio, ma la sua voce mi dà sui nervi in questo momento di rabbia – ogni volta mi riprendeva … sempre la solita ramanzina … alla fine  ho capito che poteva bastarmi anche solo il suo amore e quello delle mie adorabili sorelle e che non mi costava nulla di cercare di andare d’accordo con te .. in fondo quando ero a casa non facevi nemmeno caso se ti rivolgevo la parola o meno, alla fine mi è stato facile …

         Senti Kate .. – inghiotte a fatica – annullo l’impegno che ho stasera e … e ne parliamo con calma …

         No no … non ho più nulla da dirti io 

         Io però vorrei continuare il discorso, pensi che dopo tutto quello che mi hai raccontato io ti lasci partire con queste idee in testa?

         Mamma .. credimi se ti dico che tanto non c’e’ nulla ormai che tu possa dirmi per farmi cambiare idea … fidati, continua pure per la tua strada come hai sempre fatto ed io per la mia … vedrai che andremo sempre d’accordo, come abbiamo fatto fin’ora, con la differenza che ora mi sono sfogata, tu orami sai tutto .. e io starò lontana .. tre fattori che ci aiuteranno a vivere meglio … - mi avvio dentro casa

         Aspetta – mi trattiene mentre me ne sto andando – non pensare che ti lasci partire così.

         Non c’e’ nulla che tu possa piu’ fare mamma … scusa ma sono stanca …

La lascio in terrazza e con passo veloce mi dirigo nella mia stanza, dove una volta entrata mi libero completamente dal magone che ho dentro e piango per tutta la sera ininterrottamente. Lo so che sono immatura pensando a quello che vorrei, però credevo mi venisse dietro e mi fermasse nuovamente, forse le avrei dato al possibilità, invece come al solito mi ha dato retta lasciandomi in pace. Oddio non so piu’ nemmeno io che voglio da lei, mi sembrava confusa, disorientata, triste, o sono solo mie immaginazioni? Prendo il cellulare e cerco un nome nell’agenda: Saga. Lo vorrei chiamare per sfogarmi con qualcuno, ma non posso, non perché lui non mi ascolterebbe, ma perché in questo momento non mi basterebbe solo sentirlo. Basta! Anche con lui, non lo chiamerò più, non gli scriverò più, altrimenti come faccio a dimenticarlo? Stare chiusa in camera mi mette  ancora  più agitazione e malinconia, così decido di uscire. Prendo l’auto e mi avvio ad un centro commerciale, avviso che non torno a casa perché ho delle ultime spese da fare per il Natale e girovago per tutto il centro guardando e riguardando le stesse vetrine, fino a quando giunta davanti ad una gelateria, decido di rovinarmi con un supercono gigante. Mi sto gustando il magnifico gelato, quando di fronte a me si materializza Camus. Ci guardiamo sorpresi, poi lecco il gelato e gli dico:

         E tu che ci fai qua?

         Compro gli ultimi regali .. tu invece? Non dovevi essere a casa?

         Si, ma … anche io li devo finire …

         E a chi? – mi sorride incuriosito

         A te no .. l’ho giò fatto  

         Io invece il tuo ce l’ho qui .. – mi alza una busta, poi vedendo che sbircio – è inutile che guardi, tanto non si intravede nulla.

         Mh … mannaggia ora rimango con la curiosità fino alla vigilia.

         È vicina .. a te chi manca?

         Tuo padre.

         Non dirlo a me, non so più che regalargli … ma un paio di idee le ho.

         Un paio? Allora una dalla a me.

         Ok ad una condizione – mi guarda seriamente

         Quale?

         Che tu mi dica il vero motivo per cui sei qui.

         Te l’ho detto, uffaaa … ma perché deve esserci un secondo fine su tutto ciò che faccio?

         Perché avevi tempo anche domani, non per forza stasera che sei appena tornata e che dovevi parlare con tua madre.

         Le ho parlato – mi schiarisco la gola – ho fatto prima del previsto.

         Tutto a posto?

         Mh .. mh – accenno guardando altrove perché sento di nuovo salire le lacrime agli occhi.

         Vieni – mi prende per mano e mi porta fuori dove mi fa sedere su una panchina e lui si sistema vicino a me – vuoi parlarne.

         È meglio di no … - inspiro una lunga boccata d’aria che mi ridona un po’ di lucidità – è lunga e non saprei da che parte iniziare.

         Dimmi almeno come l’ha presa?

         Non lo so … alla fine abbiamo parlato di tutt’altro – lo guardo tristemente e i suoi occhi che mi scrutano a fondo mi incoraggiano a volergliene parlare – hai un po’ di tempo?

         Non ho impegni fino a domani mattina – mi sorride facendomi galoppare il cuore

Mi lascia parlare tutto il tempo senza mai interrompermi, a parte qualche domanda per capire meglio il mio passato, ed io gli racconto tutto quello che è successo dai miei otto anni fino ad arrivare alla discussione avuta con mia madre. Inevitabilmente mi viene da piangere, asciugo subito le lacrime, anche perché essendo in pubblico non mi va di dare spettacolo. Lui mi accarezza la testa pensieroso, lo guardo e lui contraccambia, mi avvicina a lui e mi fa posare il capo sulla sua spalla, per poi dirmi:

         Perché non le hai dato la possibilità di spiegarsi, di stare con te stasera?

         Non mi va … sono troppo arrabbiata … se stai a vedere alla fine non ho così tanto torto come vuole farmi credere … - mi alzo e puntando lo sguardo sul suo – dimmi Camus … quante volte è venuta su a trovarmi in questi quattro mesi? … quante volte è venuta a vedere come mi sono sistemata? .. dove studio … come me la cavo da sola .. eh? … ti ricordi, le hai contate? – lui abbassa lo sguardo – già … non puoi dirlo … lo sai benissimo che non l’hai mai vista partire per venire da me … e cosa ti aspetti, che io ora le dia tutta questa libertà di chiarirsi con me? – scuotendo il capo decisa – no … voglio che in questi mesi che non mi vedrà capisca cosa significhi il dolore per l’indifferenza che qualcuno prova nei tuoi confronti .. voglio che stia male per la mia lontananza … voglio che sia lei a cercarmi continuamente … stavolta voglio vedere da parte sua il vero affetto materno nei miei confronti e solo così posso ottenerlo … e se nemmeno così l’otterrò, allora vuol dire che di me non gliene importa nulla …

         Non esagerare Kate, e’ tua madre, non puoi pensare che non provi nulla nei tuoi confronti … è inammissibile una cosa del genere, non credi?

         No …

         Non essere egoista … non partire lasciando la questione in sospeso.

         Senti sono venuta per passare le vacanza di Natale con tutta la famiglia, non pensavo che avremmo tirato fuori il discorso, ma non ce la facevo più … e lei mi ha chiesto una volta per tutte di essere chiara con lei … così l’ho fatto, ma credimi non è mia intenzione rovinare le feste a nessuno … cercherò il più possibile di starle alla larga e di non permetterle di parlarmi. Tanto con tuo padre non devono partire per il Capodanno ad Aspen, no? Per cui per una decina di giorno nemmeno la vedo … torna giusto in tempo per quando devo partire … meglio di così!!!

         Guardami – prendendomi il mento mi gira dalla sua parte – è per questo che vai via?

         Ancora con questa storia?

         Non mi prendi in giro Kate, se credi di esserci riuscita ti sbagli, te l’ho fatto credere, ma si legge bene nei tuoi occhi che approfitti dell’occasione per scappare da qui.

         Hai colto bene .. mi voglio rigenerare un po’ … e sono convinta che ci riuscirò, è forse un reato? – gli rispondo un po’ scocciata

         No, ma … pensi che quando tornerai i tuoi problemi saranno tutti risolti? – mi guarda con sospetto

         In gran parte si … - pensa che penderò dalle sue labbra a vita? -  … fidati. – lo guardo così sicura di me stessa che lo lascio per un istante sorpreso dalla mia reazione

         Se lo dici tu -  mi sorride  -  voglio fidarmi … ora che facciamo, andiamo a prendere questo regalo o hai cambiato idea.

         No no … andiamo pure.

E dopo aver girovagato per altre due lunghissime ore in tutto il Centro Commerciale, finalmente troviamo il regalo per Nicholas. Abbiamo anche cenato con una panino guardando le vetrine e ammetto che sono stata molto bene. Penso che anche per lui sia stato così, l’ho visto sorridere più volte ai miei commenti ogni qualvolta trovavamo qualcosa che non andasse, peccato però che sicuramente la mia vicinanza non gli fa lo stesso effetto che a me fa la sua. Ma tanto ormai mi sono messa l’anima in pace, per me lui è irraggiungibile, inarrivabile, intoccabile … il mio sogno proibito.

 

 

 

Spero di non aver deluso le vostre  aspettative , magari qualcun pensava  chissà quale grave segreto aveva scoperto la piccola Kate.  Invece in un’età così delicata ha dovuto affrontare una confessione ben peggiore. Certo ci sono mali più gravi nella vita, ma sappiamo bene che ognuno di noi reagisce a suo modo e con un proprio istinto. Peccato però che proprio ora che parta Camus si stia avvicinando a lei!!! Magari cambia idea e non parte più?

Un saluto a tutti voi che recensite e che leggete.

Sagitta72

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Capitolo 17
*** L'Avventura Inglese ***


Eccomiiiiiiiii…… scusate il ritardo!!!!

 

Dunque questo capitolo lo dedico  ad HOEl … e lei sa perfettamente  il perché, vero cara?

 

 

 

L’avventura Inglese.

 

 

Sono già un paio di mesi che vivo ad Oxford, nel campus della  più antica università del mondo anglosassone nonché una tra le più prestigiose d’Europa.

La vita in questa Università è assai dura, si studia parecchio e durante le lezioni non mancano mai di vantare quanti personaggi famosi si sono laureati qui dentro. A noi americani che siamo arrivati nel mese di Gennaio, hanno valutato come in questi due trimestri possiamo svolgere i nostri studi e i nostri esami. Ammetto che non me l’aspettavo così dura, ma con la caparbietà che mi ritrovo sono riuscita a passare il mio primo esame Oxfordiano con il massimo dei voti e con i complimenti di tutto lo staff: professore e compagni. Non so se sia stato il mio esame ad interessare tanto una certa persona, ma un mattino mentre facevo colazione in un bar adiacente, mi si avvicina una ragazza, mi sorride e con il suo accento inglese un po’ particolare, mi dice sedendosi accanto a me al bancone:

         Ciao .. tu sei Cathrine McKain, vero? L’Americana?

         Si sono io  … ma chiamami Kate e basta, ok?

         Va bene .. scusami se mi permetto, ma ti volevo fare i complimenti per il tuo esame di ieri … è stato molto bello ed interessante, non riuscivo a credere che qualcuno riuscisse a tenere testa al Prof. Minos come hai fatto tu … sai, avere il volto più alto da lui non è da poco.

         Addirittura … non ho detto nulla di che, solo quello che si deve studiare …

         Ahahahahah …. È vero … ah!! Io mi chiamo Alice, sono italo inglese  … sono di Firenze, infatti il mio accento inglese non è molto perfetto, come te ne sarai accorta, ma qui ho mio zio che vive e ho approfittato per venire e tentare la fortuna ad Oxford .. ammetto mi ha aiutato un po’, visto che lui è stato un docente di legge e conosce parecchi professori, ma ora è diventato un importante giudice. Io voglio lavorare per lui … è un mostro … scusami sto parlando solo io 

         Figurati … è interessante quello che dici, avere uno zio che fa quella professione è uno stimolo in più … ma hai detto che sei di  Firenze? Dev’essere una bellissima città!!

         Lo è … sei mai stata in Italia?

         No, veramente è la prima volta che esco dall’America.

         Perfetto – batte le mani – allora durante la chiusura di Pasqua potresti venire con me in Italia … a meno che non torni a casa.

         No per una settimana non ne vale la pena … comunque prenderò in considerazione la tua offerta, non è male farsi un viaggetto … ma vedremo.

         Certo che … mi hai appena conosciuta … scusami mi sono fatta prendere dall’emozione .. ti va di uscire insieme qualche volta?

         Si perché no?!

         Bene … ti dispiace se vengo con te all’Uni?

         No figurati … - la guardo un po’ con sospetto, la vita mi ha insegnato a diffidare un po’ delle persone.

Da quel giorno non dico che siamo diventate inseparabili, ma quasi. Lei molte volte dorme con me e viceversa. Nei giorni liberi andiamo insieme a Londra e dintorni a visitare i vari monumenti, musei, teatri, andiamo spesso al cinema e anche a mangiare fuori. Arrivata la Pasqua, sinceramente non è che volevo andarci con lei, ma ha insistito talmente tanto che all’ultimo rifiuto si è quasi messa a piangere. A quel punto non ho potuto fare a meno di accettare. Inutile dire che ho fatto non bene, benissimo!!! Città bellissima, persone fantastiche, cibo a dir poco da leccarsi le dita. Mi ha fatto girare tutta la  città da cima a fondo per poi terminare con la giornata alla Galleria degli Uffizi, un insieme di opere meravigliose dei più grandi pittori, scultori e scienziati quali tra i più importanti Leonardo da Vinci, Raffaello, Botticelli, Caravaggio, Michelangelo e Giotto. Tutti nomi studiati al liceo con le loro rispettive opere ed ora me le trovo davanti senza sapere proferire parola. Sono magnifiche, bellissime, mai come in questo momento sono felice di essere migliaia di kilometri lontana da casa. Mi riprometto che un giorno tornerò a visitare questo magnifico luogo, chissà, magari in viaggio di nozze!!! Ma a cosa vado a pensare? A proposito, uscita da quel posto meraviglioso vengo attratta anche dagli stupendi capolavori che la natura umana (uomo e donna) riescono a fare uscire fuori. Gli uomini italiani, devo ammetterlo, sono molto affascinanti. Magari torno da single, và, che è meglio.

Come tutte le cose belle finisce anche la settimana di vacanza e torniamo ai nostri doveri di studentesse. Qualche giorno dopo l’arrivo ad Oxford mi ritrovo ad affrontare la peggior esperienza della mia vita mettendo alla prova la mia stabilità mentale. Sono tranquilla in un supermercato ad acquistare i vivere settimanali, quando alla cassa la mia carta di credito decide di non funzionare. La cassiera riprova un paio di volte ma non va, così tolgo alcune cose e mi ritrovo a pagare con le uniche sterline che mi ritrovo nel portafoglio. Esco come una pazza e mi reco al primo bancomat disponibile, provo a prelevare e niente, la carta si rifiuta di funzionare. Al che rimando le operazioni al mattino successivo, cosa che faccio appena mi sveglio, non consumo nemmeno la colazione dalla brutta sensazione che ho dentro allo stomaco.

Arrivo al bancomat, eseguo l’operazione ma nuovamente non viene svolta per ben due volte, alla terza lascio stare, non vorrei perdere anche la carta. Disperata chiamo a casa, non preoccupandomi minimamente dell’ora tarda di Miami. Squilla parecchie volte, fino a quando un domestico viene a rispondere tutto assonnato. Mi scuso con lui per il disagio che gli ho creato e gli chiedo di passarmi mia madre il più velocemente possibile data l’urgenza che ho. Dopo qualche minuto la voce assonnata della mia genitrice mi chiede:

         Kate che succede?

         Mamma ho bisogno di aiuto … sono disperata!!!

         Cosa ti è successo? – la sento agitarsi – che c’è? Che ti hanno fatto … che hai combinato parla!!!

         Guarda lascio perdere l’ultima domanda giusto perché sei assonnata e non connetti …

         Voglio vedere te alle tre del mattino con una chiamata dall’altra parte del mondo urgente che cosa diresti … rispondendomi così immagino che tu stia bene.

         Certo che sto bene … il problema grave è un  altro … la mia carta di credito non ha fondi … - lo dico piagnucolando - ma è impossibile … è quella Gold … che non ha massimali …. Che faccio ora? Come faccio a comprarmi da mangiare … a prelevare qualche sterlina .. mà ti prego vai più tardi in banca e vedi che è successo … per favore … - sente dalla mia voce che sono molto in crisi

         Si va bene stai calma, appena mi risveglio lo farò … -  dopo aver sbadigliato – ora stai calma e vai a letto … più tardi ti chiamo e ti dico come l’ho risolta.

         Mamma  -  la riprendo stizzita – sto andando all’Università , non a dormire .. è mattino qui … 

         Ah si è vero  .. e non parlarmi con questo tono, come al tuo solito … capisco il tuo problema, ma per una volta cerca di capire anche tu … - il suo tono è scocciato ma assonnato al tempo stesso e mi rendo conto in effetti che alle tre del mattino non si connette alla perfezione con una pazza isterica come me dall’altra parte del telefono

         Hai ragione scusami – calmo i miei toni – io lascio acceso il cellulare … chiamami in qualsiasi momento.

         Va bene … Kate?

         Si?

         Stai tranquilla cerco di risolverti il problema prima possibile – mi comunica dolcemente

         Grazie mamma.

         Non mi ringraziare … è il minimo che possa fare, no? … senti … quando torni?

         Penso a luglio, perché?

         Dobbiamo chiarire quello che hai lasciato in sospeso prima di partire ... te ne sei andata così, senza darmi alcuna possibilità di parola.

         Quando torno ne parliamo … al telefono non mi sembra il caso, non credi? – rispondo freddamente

         Certo … vai … ti chiamo più tardi.

E dopo esserci salutate riattacchiamo. Il suo tono di voce mentre mi diceva le ultime cose ha fatto risvegliare in me un piccolo affetto verso di lei, l’ho sentita rammaricata e sofferente, mi dispiace per lei, è vero avrei dovuto partire dopo aver chiarito, ma non ho voluto apposta. Lo so non era il caso, ma voglio vedere se almeno porterà qualche risultato positivo ammetto che il mio gesto egoistico non ha fatto di me una persona matura, ma come lei in un momento di rabbia a sua volta ha detto quella frase, io altrettanto ho voluto comportarmi di conseguenza, che veda cosa significa essere ignorati.

Durante le lezioni non riesco a concentrarmi molto, il pensiero che possa avere difficoltà con i soldi mi rende nervosa ed insofferente, comincio a pensare a quali difficoltà andrò incontro. Difficoltà … quanta gente c’è che vive nello stato in cui sono ora io e non si lamenta ed io per qualche giorno senza un centesimo mi sto arrovellando quando la soluzione è già dietro l’angolo. È proprio vero che se non le vivi in prima persona certe cose non le puoi mai capire.

Finalmente alle quattro del pomeriggio, nonché le undici di Miami, mi squilla il cellulare:

         Mamma!!

         Ciao Kate … tutto bene? come te la cavi? – sento una certa preoccupazione nella sua voce

         Bene, come stamattina, perché me lo chiedi così? ..hai brutte notizie, vero?

         Diciamo di si …. Il problema è che ci sono le linee scollegate e non sanno se riescono di oggi a riattivartela, è successo un tipo di black out in tutta l’America per quanto riguarda i sistemi informativi … hanno detto che ci vorrà qualche giorno …

         Ma domani è sabato!!!

         Si lo so … mi hanno detto però che lunedì provvederanno a riattivare tutto e tu già dal pomeriggio dovresti essere nuovamente a posto ….

         Quale pomeriggio? Quello vostro, non di certo quello mio .. vuol dire che fino a martedì viaggio senza un centesimo … cribbio …

         Ma possibile che tu non possa tenerti un po’ più di contanti dietro? Ritira di più la prossima volta, non si sa mai succedano di queste cose …

         Non dovrebbero succedere …

         Sono macchine Kate … e dipende tutto dal satellite … niente e nessuno è perfetto a questo mondo … ricordatelo!

         Si si si … - poi riprendendo il controllo – lunedì mattina vai subito? … per favore.

         Certo che vado … non ti lascio mica così .. ho pensato anche alla “Western Union” ma anche lì sono bloccati .. è un caos generale …

         Ommioddio …. Un altro attentato?

         Ma no stai tranquilla … sei proprio a secco?... ma mangiare ne hai? Non farmi preoccupare, come sei messa?

         Si per un paio di giorni ho tutto … vorrà dire che mi metterò a dieta, forse è anche ora!!!

         Non dire sciocchezze!! Per qualunque cose chiama, nel mio piccolo cercherò di fare sempre qualcosa.

         Grazie mamma … ci sentiamo ciao.- Dopo aver riattaccato con lei guardo sconsolata la mia amica che avendo ascoltato tutto, mi dice:

         Eh bhè? Che problema c’è!!!

         Cosa? .. ti sembra che non ci siano problemi?

         Guarda ti capita proprio il giorno giusto … - mi sorride beffarda – hai voglia di guadagnarti il pane per il week end?

         Mi stai prendendo in giro, forse?

         No no .. è che da domani sera a domenica pomeriggio avrei dovuto occuparmi dei miei cuginetti, solo che ho un impegno con il mio pseudo fidanzato …

         Ma se l’hai conosciuto solo l’altro ieri? – la interrompo io

         Certo certo … ma non me lo voglio far scappare, mi ha preso troppo … ti stavo appunto dicendo che non posso guardarli e mio zio mi ha detto di cercare tra le mie amiche bisognose di lavoro per le rette universitarie, una baby sitter … ti va?

         Stai scherzando? … io fare da cavia a dei vandali?

         Che ne sai che sono vandali!!!

         Me lo dici sempre tu … ogni lunedì mattina – mi appoggio al palmo dalla mano con fare sconsolato e poi rispondo – va bene … tanto che male c’è? Anzi .. esploriamo il mondo del lavoro … prima o poi mi toccherà, no?!

         Oh sì, dai che non ti dispiacerà!

         Mi sto già pentendo – affogo il mio dispiacere in una cioccolata calda presa dal distributore della scuola – che schifo!!!  - Alice mi guarda ridendo ed io alla fine mi lascio trasportare.

 

L’indomani sera raccolgo un po’ di libri, carta e penna e mi avvio all’indirizzo scrittomi sul foglietto volante che mi ha dato nel pomeriggio prima di lasciarmi nelle loro grinfie. Ho un’agitazione addosso, l’ultima volta che ho avuto questa sensazione è stata alla festa di Rosalie, dove ne ho viste di cotte e di crude. Speriamo che questi dormano di notte, non ho assolutamente voglia di mettermi a cullare o a cantare le ninne nanne. Suono al cancello della villa, mi annuncio ed una volta aperto entro dentro. Hanno un giardino meraviglioso e tutto ben curato, una piccola fontana in un angolo e un barbecue nell’altro. All’entrata mi attende il maggiordomo che mi fa accomodare il salotto e mi lascia sola per una decina di minuti. Nel frattempo esploro tutto ciò che c’è da curiosare, dai quadri, agli oggetti, agli attestati appesi e alle foto dove di sicuro riflettono le immagini di padroni di casa. Mi avvicino ad una in particolare dove vedo meglio un piccolo difetto dell’uomo: un solo sopracciglio? Unico. Va da una parte all’altra senza interruzione. Sarà un prozio spero!! Se me lo trovo davanti gli rido in faccia.

         Buonasera. – mi volto di soprassalto e  … non devo ridere.

         Buonasera … sono Katherine McKain – mi avvicino timidamente e porgo la mano che lui gentilmente finge di baciare, però che galanteria

         Il piacere è mio ... Lord Radhamantys of Wyvern – facendo il gesto verso il divano – prego si accomodi …

          Grazie.

         Prima di andare vorrei scambiare due parole. Mia nipote mi ha parlato di lei e mi ha detto che è una ragazza di buona famiglia, di buone maniere, un’affidabile … - mi fissa un istante – spero di non dovermene pentire – lo guardo un po’ offesa, ma non proferisco parola, è meglio - Bene volevo solo precisare alcune cose … i bambini devono mangiare alle sette e mezza e andare a dormire alle dieci al massimo … non tollero favoritismi da parte sua, tanto lo vengo a scoprire, ho i miei metodi persuasivi con i miei figli … anche se dormono li deve svegliare alle otto e mezza al massimo ed entro le nove e mezza devono essere pronti per portarli alla messa, ho già impegnato l’autista per domani mattina, non appena arriverà dovete essere già pronti … pranzo alle tredici e poi riposino pomeridiano e compiti  … io e la mia signora saremo di ritorno per l’ora del the’ e devo trovarli  qui in salotto ad attenderci per berlo insieme. Domande?

         No … credo di no – è peggio di mia madre

         Non esiste credo .. o si o no .. – mhmhmhm che odioso

         No – lo guardo decisa, quale opportunità migliore di un giudice monociglioso  a mettermi alla prova

         Bene … nel caso di bisogno i numeri di telefono sono in questa agenda – mi fa cenno vicino all’apparecchio – ma se ha capito tutto quanto le ho detto non credo ce ne sia bisogno – poi posa gli occhi sulla copertina del libro che ho in mano – studia giurisprudenza?

         Si

         Mh – mi guarda attentamente – non mi sembra così sveglia per questo mestiere

         L’apparenza a volte può ingannare – mi indispettisco mente a lui compare un mezzo sorrisetto

         A volte … - poi chiama la governante – porti i bambini – mentre li attendiamo mi fissa sempre attentamente negli occhi ed io cerco di non lasciarmi intimorire, poi con l’arrivo dei passi si gira verso di essi – loro sono – fa cenno ai figli di avvicinarsi a noi –   i gemelli Konnor e Samuel di sei  anni – non so perché ma i gemellini mi spaventano un po’, anche se all’apparenza sembrano due angioletti che mi sorridono docilmente.

 

Senza tante cerimonie mi presenta poco dopo anche sua moglie, una signora molto bella ed elegante nel suo splendido abito color ghiaccio che fa risaltare i suoi occhi di  altrettanto colore e che  si presenta cordialmente annunciandomi il suo nome come fosse la regina d’Inghilterra: Hilda de Polaris of Wyvern. Tanto piacere, che simpatia. Finalmente se ne vanno e dopo un ultimo saluto ai bambini, più che altro questi mi sembravano stessero sull’attenti a salutare Hitler, salgono in macchina e partono.

Non faccio in tempo a chiudere la porta che:

 

         E così sei tu quella che dobbiamo torturare questo week end!!!

         Come scusa? – forse non sa che parla con una che da piccola era un terremoto

         Si si … pensi che ti faremo vivere una serata tranquilla?

         Senti Samuel ..

         Sono Konnor

         Non è vero … non cercate di prendermi in giro  perché ho subito notato i  vostri segni di riconoscimento – hanno due piccoli nei sugli occhi, ma uno a destra ed uno a sinistra e glielo punto col dito – sono un’ottima osservatrice  … quindi – incrociando le braccia al petto – dicevamo? A chi farete passare una bella serata? A me? Ma che carini.

         Mh – mi guarda dal basso in alto poi sorride – si potresti piacermi

         Che ti piaccia o meno le regole vostro padre le ha dettate come fossero legge … per cui ho tutte le intenzioni di farvele rispettare.

         Già – se ne va tutto mogio dall’altro che già pregustava una cavia da torturare – tanto lui sa fare solo quello – si siede sconsolato vicino al gemello

         Che vuoi dire? – mi avvicino a loro due

         Non ti interessa – esplode l’altro – senti noi vogliamo divertirci a cosa ci fai giocare?

         Eh? – li guardo allibita – boh .. a che volete giocare?

         Tu sei la nostra balia in queste ventiquattr’ ore e tu devi intrattenerci – incrociano entrambi  le mani e mi sfidano con lo sguardo

         Bene – li guardo altrettanto – facciamo il gioco del silenzio – così chiudono il becco

         Non ci piace

         Giochiamo a moscacieca – Konnor mi guarda con un sorriso malignetto

         Va bene – non devo fare vedere loro che mi intimoriscono

Così a cominciare da quel momento mi fanno diventare matta per tutta la sera. Dopo ogni cinque minuti che si gioca a qualcosa subito cambiano. Dopo la moscacieca che mi ha procurato non  pochi lividi sulle cosce, abbiamo iniziato Monopoli, poi il gioco dell’oca, poi abbiamo disegnato, poi  hanno visto un po’ di tv e qui speravo di rilassarmi un po’ più di cinque minuti, ma purtroppo hanno preso spunto da un cartone animato e  mi hanno fatto fare il soldato prigioniero e loro erano i pellirossa che mi dovevano scotennare, rincorrendomi per tutto il salotto e bloccandomi per terra e legandomi con i lacci delle loro scarpe (hanno una velocità d’azione mai vista) e puntandomi addosso i pugnali giocattoli fingendo di affettarmi come un salame. Alle sette e mezza precise come ordinato dal  Lord,  abbiamo cenato e dopo che la governante è uscita per tornare a casa sua almeno il sabato sera, le due pesti sono voluti uscire a giocare col cane. Alle nove  li ho obbligati a fare il bagno. Sembravano disperati per ciò che dovevano fare, urlavano come dannati, ne spoglio uno e mentre faccio lo stesso con l’altro, il precedente si riveste, alla fine li metto in mutande dentro la vasca e loro fanno che denudarsi una volta in acqua. I furbastri, che tanto sembravano dispiaciuti di ciò che dovevano fare, si guardano sghignazzando e mi prendono d’assalto schizzandomi tutta l’acqua che potevano fino a costringermi a toglierli con la forza della disperazione, e se sono puliti o meno non me ne importa nulla. Questa operazione mi risulta alquanto difficile, visto che alla fine dopo che li ho messi sul tappeto con i rispettivi accappatoi, mi hanno spinto dentro la vasca inzuppandomi dalla testa ai piedi e scappando come forsennati nella loro stanza. Inspiro profondamente scacciando via ogni istinto omicida, in fondo siamo stati tutti bambini,   e una volta uscita dalla vasca mi denudo, mi  infilo un accappatoio, esco dalla stanza da bagno e  come una furia mi precipito nella loro  camera dove li trovo già in pigiama e sotto le coperte che mi guardano angelicamente. Mi sorridono dolcemente e Samuel mi porge un libro che devo loro leggere. Faccio come vogliono purchè si addormentino, cosa che accade solo quasi un’ora dopo. Finalmente tutti e due dormono tranquilli e beati, mi avvicino e rimbocco loro le coperte. Quando sto compiendo il gesto a Samuel, lui mi guarda tristemente e con vocina assonnata mi dice:

         Vorrei tanto che lo facesse tutte le sere anche il mio papà.

         Non lo fa mai? – gli chiedo accarezzandogli la guancia

         No, le moine sono solo per le ragazzine ….

         Ci penserà la vostra mamma però

         Si ma lo vorremmo anche da lui – risponde assonnato l’altro gemellino

         Sapete a volte non lo fanno apposta .. non ci pensano. – vado a dare un bacio in fronte anche a lui

         Perché parli al plurale? – mi chiede

         Beh … - in effetti è come se stessi scusando anche qualcun altro – perché parlo dei genitori in generale .. ci sono lavori che ti portano via tanto tempo e ti danno molte preoccupazioni e a volte senza rendersene conto perdono di vista le cose piu’ belle, ma voi stategli sempre vicino e lui prima o poi una carezza se la farà scappare … - mi sorridono assonnati, quanto sono belli – ora dormite su.

 

E dopo aver atteso seduta sul letto che si riaddormentino, esco dalla camera e vado in salotto a studiare un po’, anzi siccome non mi fido tanto di quelle due pesti decido di andare nella cameretta assegnatami per la notte che è  adiacente alla loro e comunicante da una porticina che lascio aperta per vigilare meglio. Cerco di leggere ma il discorso fatto precedentemente ai piccoli mi fa venire in mente che forse anche io avrei potuto avere un po’ più di pazienza verso mia madre. Avrei potuto metterla alla prova avvicinandomi io a lei e aspettando le sue reazioni, invece così non ho fatto altro che alterare i nostri animi e allontanarla da me perché ero io che lo volevo. Con la penna tra i denti cerco di ricordare qualcosa di quando ero piccola e trovo che tra i ricordi sono parecchie le volte che mia madre veniva da me a rimboccarmi le coperte, che mi dava il bacio sulla fronte, mi accarezzava quando piangevo perché mi facevo male, mi sgridava preoccupata di quando mi arrampicavo sull’albero e la forte preoccupazione che lessi una volta nei suoi occhi quando mi hanno portato d’urgenza all’ospedale per un attacco di mal di pancia pensando fosse appendicite. Guardo l’ora ed essendo mezzanotte e mezza da loro è ora di cena, la chiamo ma al telefono risponde Camus:

         Ciao,sono Kate.- ma perché ha risposto lui

         Ciao … come stai?  Tutto bene?

         Si si, sono qui a fare da baby sitter a due babbui … ehm … bambini molto carini ..

         Lavori? – lo sento quasi scandalizzato

         Ma no … è solo per fare un favore ad una mia amica che non poteva lavorare stasera … mi guadagno il pane quotidiano … ti da fastidio?

         No … perché dovrebbe?

         Non so, l’hai chiesto in un modo  - non so che dirgli, vorrei parlargli un po’ per ascoltare ancora la sua bellissima voce che ogni volta mi rilassa, ma taglio subito il discorso– stavi per mangiare?

         Ancora no, sto aspettando papà …  è andato in ufficio oggi, sai … stanno aprendo una filiale a Boston.

         Vicino me!!

         Già .. magari verremo  più spesso.

         Forse volevi dire comincerete a venire … non vi ho mai visto da quelle parti. – mi indispettisco al solo pensiero che mai una volta fosse venuto qualcuno, a parte le mie sorelle.

         Sei sempre molto brava a puntualizzare le mancanze degli altri, vero? – mi riprende

         Mia madre c’è?

         No

         Bene la chiamo domani, ciao.

         Kate?

         Che c’è?

         Sbaglio o sei andata lontano per crescere un po’ e migliorare,  a tua detta.

         Che c’entra questo?

         Te lo dico io … smettila di scappare ogni volta che qualcuno ti riprende o ti fa notare che stai sbagliando … nessuno è perfetto, non lo siamo noi e non lo sei nemmeno tu … - mi lascia qualche secondo senza parole, ma  poi ribatto

         Ti ringrazio Camus per la tua solita lezione di vita, cercherò di ricordarmelo … buona serata…

Non faccio in tempo a finire la frase che lui mi saluta con un semplice “ciao” e riattacca la cornetta. Guardo allibita il cellulare e penso se veramente ho detto qualcosa di così pesante o se magari era lui oggi ad avere le paturnie. In tutta franchezza non mi interessa un fico secco, sono qui anche per dimenticare lui e questo suo modo freddo e scostante che ogni tanto gli salta fuori non fa altro che alimentare in me  la sensazione che non mi sopporta e io lo dimenticherò in fretta, questo è poco ma sicuro.

 

Nonostante la stanchezza non sono riuscita a dormire granché, girandomi e rigirandomi sul letto e pensando alla conversazione avuta con Camus. Forse aveva ragione a dirmi quella frase, però è il tono ed il modo solito che ha che mi fa andare in bestia. Per un po’ non lo chiamerò più, se ha voglia di sentirmi che lo faccia lui, altrimenti fine delle discussioni. Finalmente riesco a prendere sonno a notte inoltrata, peccato però che proprio mentre mi stavo riposando bene, mi sveglio di soprassalto con un improvviso terremoto da far sembrare il mio letto  quello della protagonista dell’esorcista. Al ricordo di quel film esplodo in un urlo sovrumano con lo sguardo fisso vero la porta e le due pesti che stavano saltando sul letto, scendono immediatamente spaventati e vengono sotto le coperte con me urlando di paura. Ripresami, scosto lentamente  il piumone e guardandoli ad uno ad uno:

         Alla fine chi è che ha più paura tra me e voi?

         Tu …

         Ma davvero? – incrocio le braccia al petto – e perché voi siete corsi sotto le mie coperte?

         Perché volevamo le coccole – risponde Konnor con occhioni dolci

         Si si è proprio così – fa eco il gemello

         Beh allora se la mettiamo così ..

Comincio a distribuire baci e solletico a tutti e due, bloccandone prima uno e poi l’altro, dopodiché guardando l’ora mi accorgo che è tremendamente tardi e li sprono a vestirci e a fare colazione che arriva l’autista. Io non so che cosa abbia scaturito in loro, ma so solo che mi obbediscono in tutto, senza mettermi i bastoni tra le ruote. Tornati dalla messa, ci cimentiamo negli origami, classica tecnica giapponese nel piegare la carta e farne diversi oggetti. Fortunatamente me ne ricordo parecchi e con questo lavoro di concetto, li ho bloccati al tavolo di lavoro per quasi due ore. Guardandoli mi rendo conti di quanto siano dolci ed affettuosi, molte volte vengono in braccio a me per farsi insegnare meglio e altre volte quando li applaudo perché hanno fatto un buon lavoro mi riempiono di baci. Quasi quasi mi dispiace pure che non li vedrò più. Mi fermo un istante a guardarli e mi viene in mente Saga con Kanon, chissà se anche loro da piccoli erano così? Scaccio immediatamente la loro immagine dalla mia testa e mi impegno a non pensarci più, anzi vista l’ora andiamo in bagno a lavarci le mani e poi li porto in cucina dove c’è solo da scaldare poiché la governante ci ha lasciato tutto pronto, come fa di solito per il week end. Dopo il pranzo da bravi bambini vanno a fare il riposino ed io cerco di riassettare alla bene e meglio la cucina e torno in soggiorno dove butto via tutte le carte lasciate un po’ sul tavolo ed un po’ per terra. Il tempo trascorre senza che me ne accorga e dopo un’oretta ecco venire giù le due belvette con i quaderni per i compiti. Mi siedo con loro al tavolo e tra un compito ed un altro ci facciamo qualche dispettuccio, quando mi ci metto sono peggio dei bambini. Finiamo appena in tempo i compiti che ecco arrivare i genitori.

Appena si spalanca la porta, i bambino corrono urlando dalla madre, che se li abbraccia stretti e dà loro un bacio sui capelli, mentre al padre si limitano a dargli un bacio in guancia. Tutti contenti trotterellano da me ed entusiasti fanno vedere i loro capolavori di origami, la madre è gioiosa e dà loro soddisfazione per ogni cosa, mentre il padre mi guarda:

         Hanno fatto il loro dovere?

         Si .. abbiamo appena finito  - lo guardo soddisfatta

         Bene .. il thè è pronto?

         Prego? – lo guardo allibita

         Le avevo detto che appena arrivati avremmo preso tutti insieme il thè

         E lo dovevo preparare io?

         Certo … è questo il suo compito

         Non credo proprio … io dovevo solo fare da baby sitter

         Non importa caro – la signora Hilda elegantemente si toglie il cappotto, lo appende e poi sorridendomi – ci penso io … lei ha fatto già tanto … e poi guardali – rivolta al marito -  sono così sereni – li guarda divertita – di solito sono più birbanti ….

         Ah bè non è che siamo stati angelici, ma ci siamo divertiti … vero ragazzi?

         Siii … -  urlano in coro – rimani con noi a prendere il thè?

         No devo andare – guardo Lord Radhamantys e poi loro – un’altra volta se ci sarà occasione

         No dai rimani … rimani …rimani – Samuel cantilena

         Papà falla rimanere ancora un po’ .. ti prego diglielo tu … - saltella da un piede all’altro il che fa rimanere un po’ stralunato il padre, dopodiché tornando la maschera di ghiaccio che è

         Saremmo onorati se volesse rimanere ancora un po’ … chissà .. magari la mia signora le insegnerà come si prepara il thè … per la prossima volta … se ci sarà ancora bisogno di lei .. – mi stuzzica e non capisco che divertimento ci trovi.

         Venga … così mi aiuta a preparare e … facciamo due chiacchiere, ho delle cose da chiederle. – mi chiede gentilmente la consorte.

 

Alla fine mi sono fatta convincere e ho aiutato la sig.ra Hilda a preparare la bevanda e a sistemare a tavola tutto l’occorrente per consumarla. Mi ha tartassato di domande, su cos’abbiamo fatto, come si sono comportati, se hanno litigato ed io ho raccontato tutto ciò che è successo, senza tralasciare alcun particolare, facendola ridere divertita soprattutto quando ha saputo del mio tuffo in vasca. In quel momento mi viene in mente che non ho sistemato a dovere il bagno e le chiedo se posso farlo in quel momento, ma lei subito mi blocca dicendo che ne hanno altri due e ci penserà la governante l’indomani. Mi devo ricredere su di lei,all’inizio mi aveva dato un’impressione antipatica, mentre invece è una donna dolcissima, affabile e cortese. Dev’essere la presenza del monociglio che obbliga a certi comportamenti. Mentre andiamo in sala a portare la bevanda vedo i  gemellini vicino al padre che ripetono la storia e la geografia e colpo di scena … il padre soddisfatto sorride lievemente e accarezza le teste dei suoi piccoli, ai quali si accende quella luce di felicità nei loro occhioni da teneri fanciulli. Durante il the il Lord ed io ci cimentiamo in un lungo discorso che lascia tutti i presenti in silenzio e col fiato in sospeso: inizia col domandarmi il perché della mia scelta, per poi passare a qualche domanda sulla mia preparazione, dopodiché si cimenta in una lunga e tartassata interrogazione. Ci ha preso gusto, più rispondo e più chiede fino ad arrivare ad un argomento di cui  non ero preparata in quanto non avevo ancora studiato, glielo faccio notare e lui per tutta risposta mi riprende dicendomi che anche se non sono argomenti di studio a volte si possono approfondire anche solo per pura curisità e per essere sempre piu’ avanti rispetto agli altri: regola principale anche per un bravo avvocato, sapere sempre tutto in anticipo rispetto ai miei avversari. Rimango basita, senza parole. Ancora di più lo rimango quando mi chiede di tornare a fare la baby sitter ogni qualvolta ne abbiano bisogno. Naturalmente accetto volentieri, in fin dei conti mi sono divertita e poi chissà, magari da quest’uomo riuscirò ad imparare qualche trucco del mestiere.

 

La sera una volta a casa ripenso alla bella esperienza avuta nel week end e il problema della carta di credito mi sembra il minore dei mali. Pensando e ripensando a tutto quanto accaduto, mi viene voglia di sentire mia madre, quella voglia che mi aveva assalito la sera prima, ma che Camus ha stroncato. Provo sul suo cellulare per essere sicura che risponda esclusivamente lei e quando apre la comunicazione mi sento agitata e non essendomi bene preparata un discorso, farfuglio qualcosa di incomprensibile:

         Ciao … mh .. stai bene? ti sei tranquillizzata?

         Io? – chiede sorpresa mia madre – veramente sei te che eri impanicata … dimmi Kate, va tutto bene? come mai mi chiami?

         Perché ci deve essere un motivo?

         Non è da te farsi sentire così spesso … solitamente se non chiamo io te difficilmente lo fai … premetto che non voglio litigare, ma è così.

         Si .. – mi schiarisco la voce – è vero hai ragione, ma … volevo raccontarti l’esperienza che ho fatto in questo week end ….

E così mi sono ritrovata a parlare per quasi un’ora con lei, raccontandole tutte le mie disavventure del sabato e avventure della domenica, lamentando focosamente del tuffo, mentre invece lei se la rideva di gusto e facendomi notare invece di quante scaramucce sono stata io in passato la diretta interessata.

Sarà forse ancora il rancore che provo nei suoi confronti a mantenermi un po’ fredda, ma ammetto che sono stata bene a parlare con lei e mi dispiace che non riescao ad essere piu’ di tanto affettuosa, ma mi riprometto che di volta in volta mi impegnerò a farlo, naturalmente nella mia mente malata lei è ancora sotto mio attento esame.

 

 

Innanzitutto chiedo venia per il ritardo, ma purtroppo in questo periodo il lavoro mi sta travolgendo!!

Ho deciso all’ultimo momento di aggiungere questo capitolo di transizione giusto per far capire cosa ha aiutato Kate a crescere e a maturare, ma soprattutto ad avvicinarsi a sua madre,, in fondo i gemellini a qualcosa saranno serviti!!!

Spero via abbia quantomeno divertito un po’ e mi impegnerò a postare prima il prossimo capitolo, visto che torneranno alla ribalta i veri personaggi della storia: Saga ma soprattutto Camus ( e qui direi finalmente … vero winnie343?).

Vi auguro una buona domenica e come al solito vi ringrazio tutti quanti, voi che recensite e voi che leggete!!!! Grazie!!!

 

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Capitolo 18
*** Il Ritorno a Casa ***


Capitolo n. 18

 

 

Il Ritorno a Casa.

 

 

Questo capitolo lo dedico a Winni343 che attendeva finalmente il ritorno alla ribalta di Camus!! Da qui in poi, mia cara, sarà onnipresente!! E' tutto tuo … oddio per modo di dire, s’intende!!!!

 

 

 

Finalmente dopo sette mesi di lontananza sto tornando a casa.

 Appoggiata con la fronte all’oblò dell’aereo guardo avvicinarsi la città di Miami così solare, brillante, col mare cristallino, quel mare dove molte volte ho navigato in barca con Saga. Saga: un bellissimo ricordo che ormai non fa più male a pensarci, ma mi dà ancora tanta gioia. L’affetto che provo per lui non avrà mai fine soprattutto ora che riesco a pensarlo in modo sereno e tranquillo, senza più quella sofferenza che mi invadeva ogni qualvolta mi assalivano i suoi ricordi.

Non mi sono affatto pentita di fare  questa meravigliosa esperienza in un altro continente che mi ha riportato finalmente la serenità di cui avevo bisogno, e soprattutto mi ha ridato mia madre. Pensando a lei un sorriso si allunga sulle mie labbra e la voglia di riabbracciarla è talmente forte che per farle una sorpresa gradita ho anche anticipato il mio ritorno senza avvisare né lei né gli altri, proprio perché voglio vedere l’espressione  nei suoi occhi appena le sarò davanti. Ebbene sì, in questi lunghi mesi di assenza mi ha tartassato di telefonate, di messaggini sul cellulare quando non mi ha trovato  , anche perché essendoci il fuso orario non sempre combaciavano gli orari in cui chiamava con quelli miei. Io anche mi sono impegnata molto e l’ho chiamata sempre più sovente, soprattutto dopo le volte che andavo a vigilare sui gemelli monelli, solo lei poteva capire il mio stato depressivo della domenica sera: ebbene sì, i bambini mi adoravano, ma adoravano di piu’ le torture che mi facevano. Mi ha addirittura inviato anche mail, incredibile, la prima che ho ricevuto l’ho persino stampata leggendola e rileggendola più volte. Naturalmente non le ho dato subito la soddisfazione di essere contenta, l’ho fatta penare un po’, ma alla fine una sua telefonata in particolare mi ha aperto il cuore:

 

“Ciao Kate, come stai?”

“bene non c’è male … e tu stai bene? saranno le quattro del mattino da voi … c’e’ qualcosa che non va?”

“no no è che non avevo sonno e … ed  è anche da un po’ di tempo  che vorrei dirti una cosa e aspettavo sempre il momento giusto, ma alla fine mi lasciavi sempre velocemente con la scusa di avere qualcosa da fare … ora voglio dirtela e non mi interrompere se non vuoi che ti richiami domani se non fra un’ora stessa, non riesco a dormire se non te la dico” mi sono messa a ridere

“ e cosa c’è di così importante da non poter aspettare? Non sarai mica  incinta?” la sento ridere di cuore

“ma come ti vengono certe idee strane in testa …”

“non lo so, a volte me lo chiedo anche io .. ma se non puoi aspettare a dirmelo fra qualche giorno deve essere molto forte”

“lo spero tesoro – sussulto al suo modo di chiamarmi – ti lascio andare subito so che fra poco hai lezione”

“ si in effetti sto per entrare all’Università ..” mi interrompe bruscamente

“ ti voglio bene Kate … mi manchi … mi manchi tanto …”lei non può vedermi ma i miei occhi si riempiono di lacrime “volevo solo dirti questo … ora vai, studia mi raccomando e continua a fare la brava come sempre … sono fiera di te, di quello che sei e di quello che diventerai … ”

“grazie mamma … io … ora  devo andare, scusami ” è più forte di me ma non riesco a rispondere a dovere alle sue parole,un nodo alla gola non me lo permette, ma lei non me lo fa assolutamente notare, perché ha capito che per me è stato un colpo forte e diretto e la mia reazione sono sicura che le ha fatto piacere,sa perfettamente che avendomi lasciato senza parole non puo’ essere che una conferma a ciò che voleva,  mi saluta e dopo che io ho augurato la buonanotte a lei, riattacchiamo.

 

Questa telefonata mi ha cambiata totalmente, mi ha fatto capire che ora posso contare su di lei, so che ora c’è anche per me, so che ora lei sa di avere una figlia dalla quale aspettarsi grandi soddisfazioni, che spero di poterle dare. Dopo quella volta ho cominciato ad essere più espansiva con lei, l’ho chiamata di più e le ho scritto tutte le mie avventure che giornalmente vivevo. Tranne naturalmente quelle dove mi davo alla pazza gioia e che confidavo solo e soltanto alle mie care sorelline. Naturalmente erano molto più interessanti i racconti di Nicole riguardante Shura e le uscite con Desu e Aphro, nonostante tutto i due con lei erano gentili e molto disponibili. Non dimenticherò mai la sua telefonata la sera della festa di compleanno di Rosalie:

 

“Ciao sorellina … indovina dove sono?”

“dove?”

“a casa di Angelo Spitaleri da noi comuni mortali denominato Desu … ahahah …”

“ommioddio e che ci fai lì? … ma Shura ti porta in certi posti?”

“ma sbaglio o ci sei stata anche tu?”

“purtroppo”

“è meravigliosa questa casa, hai visto il giardino?”

“si mi ricordo tutto nei minimi particolare – esplodo schizzata –ma tu perché sei da loro?”

“ci ha invitato la festeggiata Rrrrrooooooss – sibila in nome della mia più acerrima nemica – e secondo te io potevo rifiutare l’onore di conoscere siddetta persona? …noooooooooo ….”

“Nicole? … ti senti bene? hai già bevuto per caso?”

“no … e poi quella che beve sei te non io”

“è capitato solo una volta … non me lo ricordare … ma senti … com’è andata?”

“bene  eh eh eh – la sua voce è carica di sadicità e soddisfazione – le ho stretto la mano con tanta cordialità e naturalezza al contrario di lei che se avesse potuto mi avrebbe strozzata … ahahahaha … che soddisfazione stringermi al braccio del mio Shura mentre mi presentava come la sua compagna …. Mhmhmhmhmm …”

“Nicole!!! – scoppio a ridere come una matta – Nicole ti prego smettila … - e continuo a ridere insieme a lei – ma tu sei tutta matta, ma ti ha combinato così l’amore?”

“no … mi divertivo a descriverti la scena … senti con la scusa che te lo faccio salutare, vado a dargli il cellulare così lo scollo da quella cozza .. è incredibile, anche se ci sono io gli fa gli occhioni  dolci … inaudito”

“in effetti – riprendendomi ma sempre ridendo – ma Shura che fa?”

“mi sta fulminando con lo sguardo perché non lo vado a salvare … ahahahah … poverino, non si comporta male con lei solo perché la conosce da bambina e le vuole bene come ad una sorella, me lo ha confessato, Shura è un vero gentiluomo.  Kate, non finirò mai di ringraziarti per avermelo fatto conoscere …”

“ma non dire stupidaggini … magari lo avresti conosciuto lo stesso!”

“si ma lo avete organizzato tu e Michelle … soprattutto tu … ti voglio bene … ma quando torni?”

“ce ne va ancora un po’ .. dai che il tempo passa in fretta …”

 

Che ridere se ci ripenso alla telefonata, anche perché quando salutavo Shura, il di lui amico, cioè la mia simpatia, lo ha sentito che parlava con me e ha voluto a tutti i costi salutarmi. Inutile commentare la nostra chiacchierata, se non l’ho mandato a stendere è per educazione.

Pensando ai piccioncini mi torna  in mente anche la telefonata che ho ricevuto una domenica mattina alle quattro ( in America naturalmente erano le undici di sera!!) da mia sorella Michelle:

 

“Michelle?”vedendo il suo numero

“Ciao Kate – tutta euforica – non è che ti ho svegliata?”sentendo la mia voce assonnata

“Secondo te?”  a momenti me la mangio via sim card, saranno forse due ore che mi sono messa a letto.

“ma già dormi a quest’ora?” ma ci fa o ci è?mi chiedo guardando il muro davanti a me

“Michelle! Da te sarà sera da me è mattina … sono le quattro .. sono a Londra, ricordi?cinque ore di fuso”

“ah è vero scusami – la sento imbarazzata – davvero … perdonami ..  dai ti chiamo più tardi”

“no!! ormai sono sveglia … dimmi quello che mi devi dire e poi mi riaddormento”

“ma perché non lo spegni quando dormi?”

“nel caso ci fossero notizie dall’altro mondo IMPORTANTI E URGENTI … spero per te che sia così”

“beh per me lo è – esclama tutta euforica – tieniti forte …. – grugnisco – ho detto alla mamma di Milo! – sento nella sua voce una euforica contentezza e questo mi rende felice e mi addolcisce un pò – le ho parlato e le ho detto che ci amiamo e che non vorrei mai darle un dispiacere ma … io voglio lui e se le causa problemi il fatto che sia nipote di Nicholas, mi sarebbe tanto dispiaciuto ma di mettersi l’anima in pace perché io non rinuncio a lui”

“ Brava Michelle – le dico dolcemente –hai fatto e detto le cose più giuste … e lei?”

“Mi ha guardata stupita e mi ha detto …  pensavi che non l’avessi capito che vi piacevate? Mi fa piacere è un bravo ragazzo e perché mai mi dovrebbe dare fastidio che sia suo nipote? …. Io non potevo crederci …ahahaha .. ma ti rendi conto mi sono fatta tutti quei problemi per niente “

“te lo dicevo io  … ed anche Nicole … sono contenta Michelle, lo meriti tu e anche Milo … e soprattutto IO … dopo quello che ho subito per colpa tua” e scoppiamo a ridere di gusto, anche perché lei era venuta poi a conoscenza tramite Milo stesso di come mi ha torturato in quei giorni bui.

 

Al pensiero di Milo, ripenso anche alla telefonata che ho avuto con lui il mattino stesso della chiamata di mia sorella, l’ho gentilmente invitato ad educare Michelle sui fusi orari!! Forzatamente ho dovuto sentire ogni tanto anche  Camus, nonostante quest’ultimo ho cercato di evitarlo  il più  possibile, in fondo la lontananza doveva servire anche per staccarmi definitivamente da lui. E devo dire che anche in questo ci sono riuscita, anche con lui non provo più quella malinconia quando lo penso o lo sento, cosa che spero non venga a crollare nello stesso istante in cui lo rivedrò. Ma non credo, non sono più la stessa ragazza di quando sono partita, ora so che quando un amore non è corrisposto basta voltare pagina e cercarlo altrove. È successo con Saga la prima volta e succederà di nuovo  con qualcun altro.

Il contraccolpo del carrello che  tocca il suolo mi fa ridestare dai miei pensieri e con un profondo sospiro mi preparo  per il ritorno a casa. Prendo il bagaglio a mano e la borsa e mi avvio all’uscita. Attendo con pazienza l’arrivo delle mie tre valigie, di cui a momenti mi è costato più il trasporto dell’extra bagaglio che il biglietto stesso. Ebbene sì, con tutti i regali che ho comprato in giro per l’Europa ho dovuto acquistare una valigia in più solo per il loro trasporto. Difatti la gente mi guarda incredula, si stanno chiedendo come una persona sola abbia potuto viaggiare con tutta questa roba. Un signore molto gentile, notando come il mio sguardo stesse cercando qualcosa,  mi porge il suo carrello, sto per negare, infondo anche lui l’avrà preso perché gli serve, ma quando vedo che ha una sola valigia non me lo faccio più ripetere e ringraziandolo, metto tutto sopra ed esco alla ricerca di un taxi. Magari un monovolume. Vabbé ora esagero. Comunque non appena esco dall’aeroporto, mi lascio baciare dai raggi del sole della mia calda Miami e sorridendo felice mi avvio verso l’uomo che mi sta già aprendo il bagagliaio dell’auto. Ripercorrendo le vie della città fino a casa mi godo lo spettacolo che da mesi non vedo, sembra una vita, eppure è passato così in fretta che mi sembra di non essere mai partita. Arrivati davanti al viale alberato della villa, mi annuncio e come si apre il cancello un’improvvisa tachicardia pervade il mio cuore. Mi viene da pensare a quando la prima volta ho varcato questa soglia, avevo 17 anni, quasi quattro anni fa, se penso a tutto ciò che è accaduto, potrei scrivere un libro.

Sulla scalinata dell’entrata c’è ad attendermi Sebastian, l’autista di Nicholas, mi viene incontro raggiante e io lo saluto tutta contenta, gli chiedo se c’e’ qualcuno ma mi dice che sono tutti fuori  e mentre lui aiuta il tassista a scaricare le mie valigie, entro in casa inspirandone il profumo che emana.

Girovago un po’ qua e là come se fosse la prima volta che la vedo, poi esco in giardino e passeggio intorno alla casa, la giornata è anche bella fresca e decido di andare a sedermi sul terrazzo ad attendere l’arrivo di qualche essere vivente. Risalendo dagli scalini che danno sulla piscina, mi blocco all’istante: Camus è seduto sulla sdraio e sta, come al solito, leggendo un libro. Rimango immobile a fissarlo, ammetto che il solito batticuore ha ripreso a funzionare, male, molto male. Lui sente la mia presenza, si volta e rimane a fissarmi sorpreso, immobile, sembra non respiri,  batte due volte le ciglia, appoggia il libro sul tavolino e  poi alzandosi lentamente si avvicina. Io con la mano appoggiata alla ringhiera della scalinata e un piede su uno scalino, mi godo affascinata la sua visione, il suo avvicinarsi, gli sorrido perché nonostante tutto mi diverte la situazione che si è creata e attendo che mi raggiunga fino al basso, lo guardo:

         Ciao – sussurro quasi intimidita

         Ciao  - risponde in tono sensuale, mi chiedo se è sempre stata così la sua voce o se sono io che l’avevo dimenticata.

         Eccomi di nuovo qua!!! – gli sorrido allargando le braccia, per poi chiuderle dietro la schiena.

         Vedo … – mi studia dalla testa ai piedi  - ma … non pensavo  tornassi oggi …  non dovei arrivare la prossima settimana? Oppure ho capito male … - sembra un po’ confuso

         No no … era così … ma poi ho deciso di tornare prima … volevo farvi  una sorpresa …  spero gradita …

         Senza dubbio … - mi sorride -  una magnifica sorpresa …  – senza che me lo aspettassi si avvicina e  mi abbraccia forte. Comincia a mancarmi l’aria, non per come stringe, ma per essere tra le sue braccia. Ho capito devo ripartire per altri due anni, forse ce la farò. Mi distacco delicatamente per non dare troppo nell’occhio

         Però che accoglienza! – sorrido un po’ imbarazzata

         Sono felice che sei finalmente tornata … - mi accarezza una guancia – ti trovo bene … sei diversa … sì , sei molto  cambiata!!  - mi studia nel viso, sui capelli, lungo il corpo.

         Forse il taglio e il colore di capelli … li ho un po’ scuriti, per il resto, beh … diciamo che dovendomi arrangiare per mangiare … sono riuscita a non imbottirmi di dolciumi vari che qui non mi facevo mancare … ecco … ora che ci penso sarà un bel problema la colazione in questa casa   – scoppio a ridere più che altro imbarazzata dalle sue osservazioni e dai suoi sguardi, mentre nel frattempo mi allontano salendo la scalinata e andando a sedermi su una poltrona.

         Non ti avevo mai sentito ridere così di gusto. – si siede nella poltrona accanto

         Non ne avevo mai avuto l’occasione … almeno qui dentro … da quando sono entrata in questa casa non ho fatto altro che passare da una sventura all’altra … ma ora .. eccomi qua!! Curata a dovere dall’aria europea … è servito, sai … i miei problemi si sono tutti – marco molto quest’ultima parola visto che l’ultima volta era scettico – risolti … ora sono serena e tranquilla … e non ci crederai mai a quello che ti starò per dire …  ma … non vedo l’ora di riabbracciare mia madre.

         Un bel traguardo, non c’e’ alcun dubbio … ma sai credo che tua madre tornerà tardi stasera, è andata con mio padre all’inaugurazione di un altro ristorante che hanno aperto i genitori di Desu … - sorride vedendomi sghignazzare a quel nome – e Aphro è andato con loro.

         E tu invece come mai sei rimasto qui?

         Non avevo voglia, ho glissato con uno strano mal di testa … - rimane a fissarmi a lungo – ti va di uscire?

         No no … grazie sono stanca – anche se avrei voluto tanto, ma primo il fuso orario mi sta fondendo, secondo non devo farlo, comprometterei nuovamente la mia psiche riacquistata, lui mi turba ancora se non di più, mi affascina come sempre, ma come devo fare per togliermelo dalla testa.

         Hai ragione scusami, non ci stavo pensando che sei appena arrivata dopo un volo di nove ore .. vai a riposarti … ti vengo a chiamare  quando la cena è pronta …  almeno se dormi un po’ riesci a stare sveglia fino all’arrivo di tua madre.

         In effetti … e le mie sorelle?

         Vengono domani, impazziranno appena ti vedono.- mi sorride divertito

         Già … - rido di nuovo di gusto – le loro facce saranno da premio oscar … - poi lo guardo e sorridendogli – allora non ti dispiace se salgo un po’ su a riposarmi, visto che dovrò fare tardi stasera!

         No affatto – si alza insieme a me – ti faccio preparare qualcosa in particolare?

         Dì loro che sono tornata e che vorrei i miei piatti preferiti ….

         Va bene – nessuno dei due si muove, ma  poi mi impongo di muovermi e passandogli a fianco

         A dopo – con tutta la calma e la naturalezza possibile mi avvio tranquillamente nella mia stanza.

 

Salendo le scale penso a come  io e Camus siamo stati alquanto imbarazzati, nonostante non ci vediamo da così tanto tempo, non siamo riusciti a fare un discorso più lungo di cinque minuti. Che strano il suo comportamento, era così, come dire, impacciato. Arrivo alla mia stanza e con un sospiro entro dentro e appena mi chiudo la porta alle spalle, mi assale un senso di malinconia. È tutto come l’avevo lasciato prima di partire, ogni cosa al suo posto, il solito profumo, lo stesso copriletto dove ho pianto le  ultime lacrime prima di partire, sia per Saga, sia per Camus e sia per mia madre. Un nodo alla gola mi assale prepotentemente, sorrido guardando quei giorni lontani, anche se sofferenti però mi hanno lasciato un ricordo bellissimo e mi hanno permesso, dietro la loro sventura, di poter finalmente ritrovare me stessa.

Mi sdraio sul letto e la stanchezza prende il sopravvento. Non so quanto abbia dormito, so solo che sento una mano accarezzarmi il braccio mentre una voce lontana e soave mi chiama, fatico ad aprire gli occhi, ma questa voce è troppo bella e mi costringo a voler guardare se è realtà oppure il sogno:

         Camus?

         Sono le nove e mezza … è pronta la cena …  ma se sei troppo stanca non importa,  mangio da solo … - rimango a fissarlo assonnata e vorrei tornare in effetti a dormire, ma mi dispiace farlo cenare da solo, certo se non c’ero io lo avrebbe fatto comunque, ma magari ha atteso così tardi per me. Illusa, come sempre, vero?

         Arrivo … dammi solo cinque minuti.

         Ti aspetto giù. – si avvia verso la porta senza mai voltarsi e la richiude.

Come una matta scendo giù dal letto e vado in bagno a rimettermi in sesto, aggiusto i capelli, mi lavo i denti, già perché dopo che si è dormito un po’ c’è sempre quel piccolo alito non molto profumato. Spalanco il beaty ancora da mettere in ordine e spruzzo leggermente il profumo e una volta guardatami allo specchio mi chiedo:

         Ma dove credi di andare? – mi fiondo fuori dalla porta e arrivo velocemente in sala da pranzo, mi blocco poco prima e con indifferenza entro con tutta la calma possibile – eccomi, scusami non volevo farti cenare così tardi.

         Non c’è problema, tanto non ho programmi.

         Magari avevi già fame!

         Non muoio .. – ci sediamo ai nostri solito posti, lui a fianco del padre e io a quello di mia madre, ma non essendoci nessuno ci guardiamo e scoppiando a ridere, ci spostiamo rispettivamente ai capitavola dei nostri genitori – era assurdo rimanere in quella maniera.

         In effetti … dai così per una volta facciamo i capo famiglia!!! Però … mi sento importante a capotavola … - e scoppio nuovamente a ridere mentre lui mi guarda divertito, poi iniziamo a mangiare e lui mi chiede

         Dai raccontami qualcosa … dove sei stata questo ultimo mese?

         In giro per l’Europa … sono stata prima in Francia e poi in Italia … ultima tappa meravigliosa, ci voglio ritornare, esistono  posti stupendi al di là dell’America che non immagini nemmeno …

         Immagino invece, magari chissà un indomani mi verrà voglia di andarci – abbassa gli occhi per poi ripuntarli sui miei – e tu potresti venire con me e farmi da Cicerone.

         Io? … guarda che sono una che cammina e che non sta mai ferma … non riusciresti a starmi dietro …

         Mh … questo lo dici tu

         Guarda che ti prendo in parola – mi diverto perché tanto so che non lo farebbe mai un viaggio con me

         Contaci –risponde seriamente lasciandomi un po’ basita – ma raccontami della tua avventura da baby sitter – mi osserva divertito

         Oh mamma … non hai idea, due pesti indescrivibili … però erano belli, tanto belli … a volte anche dolci, ma facevano molta attenzione a non esserlo troppo, anche perché era più divertente torturarmi – lo guardo mentre sorride, mi soffermo sui suoi occhi, sono meravigliosi, non mi ero mai accorta di quanto fossero luminosi – ma l’esperienza più bella è la scuola che mi ha fatto involontariamente il padre dei piccoli … arrivavo sempre prima quando dovevo assisterli, perché lui aveva piacere di conversare con me su quanto stessi imparando dalla scuola inglese … un uomo freddo, scostante, indecifrabile … ma molto interessante … ho imparato molto da lui, non dico i trucchi del mestiere perché non so nemmeno da che parte cominciare, ma … mi è stato di molto aiuto.

         Mi fa piacere che tu abbia avuto questa bella esperienza … e .. – mi guarda seriamente – mi dispiace per quella volta Kate … quando ti ho ripreso al telefono … ma vedi io …

         No Camus – lo interrompo subito – non scusarti .. avevi ragione … sono sempre stata troppo impulsiva ed anche egoista …

         Già , però non è che mi hai chiamato molto … non come facevi con Milo …

         Ma che dici – mi sento avvampare, mi dispiace dirgli che non volevo sentirlo – tuo cugino lo sentivo perché combinazione era sempre con Michelle … anzi beati loro, no? – cerco di sdrammatizzare – e poi è capitato di parlarti quando chiamavo mamma … nemmeno lei la chiamavo spesso … e lo saprai sicuramente, chissà quante volte si sarà lamentata!!!

         All’inizio sì, ma poi no, anzi, era molto contenta quando ti sentiva e sapeva che stavi bene.

         E tu? – gli chiedo a bruciapelo.

         Io cosa?

         Tu che hai fatto? Aiolia ha Marin … Milo ha Michelle … ti hanno lasciato solo? – domando con noncuranza

         Solo? Figurati … non sono mai stato solo – mi guarda attentamente, mentre io sorrido indifferente – c’erano gli altri del gruppo … Mu, Al, Shaka  - vede la perplessità sul mio volto nel nominare quel nome – non l’hai conosciuto, non c’era quella sera alla festa

         Ah ho capito, ma ha un nome particolare .. E’ americano?

         No indiano, ogni tanto torna in patria … quella volta fu una delle tante … invece tu? Hai conosciuto qualcuno?

         Si si  … molte persone .. Alice è la ragazza con cui ho legato di più, la nipote del Lord, è italo-inglese, gli altri chi cinesi, chi giapponesi, francesi, tedeschi … tutto il mondo concentrato lì. Mi sono molto divertita con loro.

         Ti va di prendere il dolce in giardino?

         Dolce? … stai scherzando vero? No no .. mangialo pure tu che io non posso …

         Non puoi o non vuoi?

         Non posso …

         E da quando?

         Da quando mi sono messa a dieta …

         Non è un dolce che ti ingrassa .. e poi – nel frattempo ci siamo alzati  e lui guardando attentamente nelle base rotondità – non mi sembra che tu abbia bisogno di diete  - mi sorride vedendo il mio imbarazzo

         Beh … non si deve esagerare – mi avvio verso l’esterno

         Appunto … non esagerare … da domani … stasera si festeggia il tuo ritorno – mi ha raggiunto nel patio e mi passa il piattino – mangia … l’hanno fatto apposta per te – in effetti il profiterol lo adoro ed io avevo chiesto piatti che preferivo

Rimaniamo ancora molto tempo a parlare su cosa è successo dopo la mia partenza: da come Milo e Michelle abbiano fatto salti mortali per non farsi accorgere mai da mia madre a come la stessa abbia dato prova di essere a conoscenza  dell’interesse che c’era tra i due. Mi ha divertito tantissimo sentire il racconto di quando Michelle arriva da Milo sconsolata e lui preoccupato che le chiede che avesse mai detto mia madre e rimanendo senza parole dopo aver saputo la fatidica frase “ beh Michelle non mi dici nulla di nuovo … vi mangiate con gli occhi!!!”. Comincio a ridere come una matta fino alle lacrime, mentre Camus sorride divertito scuotendo la testa. Poi divento subito seria appena mi dice:

         Comunque si è fidanzato anche Desu!!!

         Cheeeeeeeeeee?!

         Si .. sul serio? – asserisce preoccupato

         E chi è questa pazza? … no perché o è una santa o è una pazza!!!

         Né una né l’altra … diciamo che è una ragazza con un carattere abbastanza forte da tenergli testa .. in fondo a lui piacciono quelle così.

         Ma la conosco?

         Non credo … si chiama Shaina!!

         Mh no .. mai sentita, com’è?

         Molto bella non c’è dubbio – mi guarda di sottecchi mentre io credo di essere diventata verde – simpatica, a volte arrogante, ma … tutto sommato diciamo che stanno bene insieme…. Chissà magari mette la testa a posto!!!

         Ma chi? …. Ahahahahaah ….. davvero divertente … ahahahaahh…. Questa mi è piaciuta … Desu la testa a posto? …. Ahahahahahah

         Ma chi è che se la ride così di gusto? – una voce alle nostre spalle ci fa sobbalzare – altro che mal di testa eh Camus?! Te la stai spassando?

         Ciao Aphro … - mi alzo e gli vado incontro

         Fratello … ma la conosco?

         Direi di sì – risponde divertito Camus – anche io ho faticato un po’ a riconoscerla …

         Kate? – mi prende una mano e mi fa girare su me stessa – incredibile … ma sei uno schianto piccola … o dovrei dire … dolcezza?

         No per carità … nessuna delle due!

         Ma ora che ci penso … non dovresti essere qua

         Sentivo troppo  la vostra mancanza.

         Anche la mia? che carina … - mi sorride divertito e stavolta senza la solita strafottenza – bentornata – mi abbraccia e mi bacia sulle guance poi parlando in tono serio e composto – ti trovo molto bene, sai? – mi squadra dalla testa ai piedi. In effetti faccio questo effetto per i miei otto chili in meno. Sti uomini che si soffermano solo all’apparenza, tutti uguali.

         Grazie Aphro … sei gentile – mi imbarazza un po’ il suo sguardo, tant’è che lancio un’occhiata a Camus che si avvicina

         Vieni andiamo da tua madre … - si scambia uno sguardo col fratello che non mi piace affatto, poi mi prende per mano e mi porta all’interno. La sua mano calda mi fa rabbrividire, al che la ritraggo stringendomi le braccia.

         Comincia a fare freschetto non trovi?

         No – sorride – ma non dovresti essere abituata al freddo?

         No, affatto … non hai idea di quanto abbia patito – nel frattempo sentiamo le voci di Nicholas e mia madre avvicinarsi – eccoli – sussurro.

         Comunque devo ammettere che Carmelo Spitaleri è un cuoco d’eccelleza .. – la voce sempre allegra del marito di mia madre mi fa sorridere – ha superato se stesso stasera … ahahah … ha voluto cucinare lui per l’apertura del nuovo ristorante … incredibile quell’uomo – poi entrato in sala si blocca alla mia vista e un sorriso a 32 denti gli illumina il viso – nooooooooo … ma guarda chi c’è? …. Vieni qui – e mi prende tra le sue braccia, mi solleva da terra per darmi un bacione sulle guance –  ma che sorpresa … ehilà come ti trovo bene  … - io sorrido divertita dal suo atteggiamento – oh finalmente un sorriso radioso …. Bello come quello di tua madre .. te l’ho mai detto che le assomigli molto?

         Ma con chi ce l’hai? – mia madre sopraggiunge dietro di lui e si blocca alla mia vista

         No non me l’hai mai detto … - poi rivolta a lei - Ciao mamma … - mi avvicino a lei che nel frattempo è rimasta a bocca spalancata e occhi sbarrati, poi sbatte più volte le ciglia  - non mi abbracci anche tu – fingo di essere delusa

         Kate .. tesoro .. vieni qui – mi si avvicina e mi stringe forte tra le sue braccia, mentre io mi stringo a lei abbandonandomi a quel calore che attendevo da molto tempo.

         Mi sei mancata mamma – le lacrime cominciano a rigare le mie guancie – mi sei mancata tanto …

         Anche tu Kate … non vedevo l’ora di riabbracciarti – continua a tenermi stretta e  sento che anche lei parla tra i singhiozzi – sono contenta finalmente di riaverti qui con me  ..

         Ti voglio bene – le sussurro guardandola negli occhi, per poi riappoggiarmi sulla sua spalla.

 

Rimaniamo a lungo strette l’una tra le braccia dell’altra, piangendo silenziosamente, incontro lo sguardo di Camus riflesso sulla vetrata, mi sorride dolcemente, io ricambio tirando su il naso per poi chiudere gli occhi e lasciarmi abbandonare al dolce cullare delle braccia di mia madre.

 

 

 

Possiamo finalmente vedere che madre e figlia si sono riconciliate. Avranno ancora molto da dirsi, ma per ora credo che il silenzio del loro abbraccio sia sufficiente ad entrambe, a volte si sa, un gesto vale più di mille parole!!!

Qualcuno si aspettava che Saga comparisse già da ora, ebbene, no!!! Forse dal prossimo, chissà.

Ciao a tutti e grazie come sempre a voi che recensite e a voi che leggete!! Per me è una grande soddisfazione.

 

Sagitta72

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Capitolo 19
*** Perchè c'è sempre qualcuno o qualcosa che impedisce? ***


Capitolo n.19

 

 

Perché c’è sempre qualcuno o qualcosa che impedisce?

 

 

 

Il mattino dopo il mio ritorno a Miami, mi sveglio nel mio letto, nella mia camera con vicino mia madre che dorme tranquillamente. La guardo sorridendo ripensando a come abbia insistito per mettersi a letto con me e discutere sul nostro rapporto. Ero stanca morta, ma non avevo il coraggio di dirle di attendere ancora, poverina, non vedeva l’ora di potersi finalmente chiarire su alcuni punti, nonostante le dicessi che non aveva piu’ alcuna importanza e che ora l’importante era esserci ritrovate. Non so nemmeno come ci siamo addormentate e a che ora, ma visto che dorme tranquillamente la lascio in pace. Io invece mi alzo e faccio una doccia ristoratrice, dopodiché scendo a fare colazione, dove trovo già gli uomini che giornale in mano conversano animatamente sulle azioni in borsa.

Al mio arrivo, Nicholas mi sorride ed io non riesco a trattenere un sorriso e dirgli:

         Si lo so … ti ho privato della tua dolce compagnia stanotte, non accadrà più .. sai non vorrei mai che soffrissi di solitudine.

         Ahahah … davvero divertente, vieni … siediti vicino a me – chiude il giornale e mi  sposta la sedia – allora, ti sei fatta desiderare, eh?

         Io? Ma dici proprio a me? Alla rompiscatole di casa? – sghignazzo nel vedere le espressioni dei due fratelli

         Beh dai lo sei stata però …

         Aphro ma che dici? – lo riprende il padre divertito

         No no ha ragione … vero Camus? – gli sorrido nel chiederglielo

         Diciamo di si – mi sorride per poi guardare il padre – ammettilo papà, c’era più pace in questi mesi … non l’hai notato ? - sorseggia il caffè divertito mentre io mi fingo offesa

         Beh si in effetti … - Nicholas mi guarda serio per poi scoppiare in una ilare risata – dai che mancava il divertimento di famiglia … ved Kate tu ispiri .. hai questo visetto da prendere a schiaffi che ci diverte un mondo darti tutte queste attenzioni …

         Non ne dubito … tzè … ma guarda che roba, nemmeno 24 ore che sono in questa casa e già mi tocca sentire certe cose … - bevo il mio latte divertita, poi guardo Aphro – dì un po’ .. ma tu non ti sei fidanzato? Ti hanno lasciato solo i tuoi amici?

         Non sono mai solo  … ogni tanto mi do anche io  …. – ammicca

         Bravo figliolo … datti alla pazza gioia finchè puoi … - il padre gli batte una mano sulla spalla - fai come ho fatto io .. anzi fatti più furbo .. aspetta i trenta …. – ed insieme al figlio maggiore si fanno una bella risata, mentre Camus mi guarda scuotendo la testa – carina però la fidanzata di Desu …

         Si molto … soprattutto caratterialmente … - risponde il maggiore

         Ma dimmi un po’ – schiocco la lingua -  va d’accordo con la cognata? – un sorriso maligno mi si forma sulle labbra

         Per forza … - Aphro mi sorride – o Rose si sforza ad andare d’accordo con lei o  …. Si sforza!!! Non è che abbia molte scelte!!!

         Poverina … quanto mi dispiace … magari preferiva una cognata piu’ zerbino …

         Sbaglio o non gode delle tue simpatie la sorella? –si incuriosisce Nicholas, mentre i due fratelli si scambiano un’occhiata al ricordo di un certo giorno

         Veramente la cosa è reciproca … in classe praticamente ci ignoravamo

         Ah eccovi qui … scusami amore ma stanotte ho preferito compagnia migliore … non ti dispiace, vero? – mia madre fa il suo ingresso, bacia il marito e poi me sui capelli – dormito bene?

         A meraviglia .. – le sorrido – tu?

         Diciamo che non tiri più i calci come quando eri piccola … già la cosa è stata positiva – poi si versa il caffè – di che parlavate?

         Della mia migliore amica … Rosalie.

         Ah … beh dai è molto carina, simpatica … - tutti la guardiamo attentamente per capire se scherza o dice sul serio e lei osservandoci sorpresa – beh che ho detto?

         Ma hai capito di chi parlo?

         Si di Rosalie Spitaleri?

         Appunto …

         Io l’ho trovata molto a modo e cordiale, carina e molto fine

         Che sia carina e fine nessuno lo mette in dubbio … cordiale insomma .. dipende dai casi – se la ride Aphro, al che io come al solito non mi faccio mai mancare la battuta e gli dico

         Per te sarebbe perfetta … è anche la sorella del tuo migliore amico quindi, meglio di così – sorrido sotto i baffi

         In effetti ci avevo fatto proprio un pensierino .. – vedendo gli occhi sbarrati di Camus addosso, subito il fratello lo rassicurò – ovviamente era una battuta …

         Ovviamente … - ribatte Camus tranquillizzato

Nel frattempo sentiamo il rombo di un auto e  delle portiere sbattere, per poi sentire i passi in casa e due voci a me molto conosciute:

         È da ieri che ha il cellulare spento …. – Michelle ha il tono molto indignato

         È strano non è da lei – risponde Nicole con la solita calma apparente – riprova adesso …

          ah bene .. ora squilla …. Si ma non risponde … ma dov’è? …. Ma che lo tiene a fare se non lo sente … - al che tutti noi eravamo molto divertiti ed io mi alzo per uscire dalla cucina e dir loro

         Scusate ma ho lasciato il cellulare in camera …..

Non potrete mai immaginare l’espressione dei visi delle mie adorate sorelle: immobili con la bocca mezza aperta e gli occhi fissi su di me.

         Che immagine stupenda … ferme così che vado a prendere la fotocamera … - mi avvicino loro per fingere di andare in camera, ma Nicole mi sorride mentre l’altra si infila il telefono in tasca ed esclama

         Kaaaaateeeeeee …. – mi si butta addosso stritolandomi ed io annaspando

         Ti pre-go .. no..non strig.. cos ..

         Come scusa? – mi allontana un po’

         Non stringerla … scema la soffochi – e Nicole però non è da meno.

Rimaniamo per un lasso di tempo che a noi sembra infinito, abbracciate tutte e tre,   per poi Michelle:

         Ma che ci fai qui? Non dovevi tornare la prossima settimana?

         Ho voluto farvi una sorpresa…

         Che bello … - Nicole mi bacia la tempia tenendomi per le spalle -  e come sei diversa .. hai tagliato i capelli … li hai anche scuriti un po’  … e guardati che  viso radioso che hai, ti trovo proprio bene … sei diventata bellissima Kate, sei uno splendore …

         A te l’amore ha davvero dato alla testa … - le rispondo io

         Mi hai rovinato tutto … uffa – mi guarda accigliata Michelle

         Ah si? E perché?

         Ti volevo fare la festa di ben tornata a casa …

         Vabbè fammela lo stesso?

         Non è la stessa cosa … ma quando sei tornata?

         Ieri pomeriggio

         Ommioddio … proprio il giorno che non c’era nessuno a casa … nessuno ad accoglierti …. – si indigna Michelle – povera sorellina…

         Non direi proprio – se la ride Aphro appoggiato allo stipite della porta – c’era il mio fratellino a casa.

         Ah si? E come mai non sei uscito con loro ?

         La fortuna di avere avuto il mal di testa – mi guarda con un sorriso al quale rispondo con uno mio

         Dai Michelle … su … - la incoraggio – per la fine della prossima settimana mi aspetto una bella festa organizzata da te, ok?

         Contaci!!! – poi guardando Nicole a Michelle appare un sorrisetto maligno – posso invitare anche gli Spitaleri?

         Vai a farti un bagno in piscina – le risponde l’altra, mentre noi tutti scoppiamo a ridere, sapendo bene quanta simpatia scorra tra le due pretendenti del braccio di Shura, ma che già mia sorella ha conquistato ormai da parecchio tempo.

         Eccoci qua .. scusate il ritardo ma per farsi belli ci va del tempo – Milo fa la sua entrata insieme a Shura il quale ride di gusto alla sua battuta

         Eh si Milo … difatti sono sicura che tutto è dipeso da te … ce ne avrai messo  di tempo  – lo stuzzico – a Shura bastano pochi attimi … - sento le mie sorelle dietro di me sghignazzare mentre Shura mi fa l’occhiolino.

         Mh mh mh … - se la ghigna il mio caro cognatino alla mia veduta sorridendo sornione – oh che meraviglia riaverti a casa … quanto mi siete mancate tu e la tue dolci frasi filosofiche .. – poi una volta raggiuntami sussurra – bentornata … - e mi abbraccia mentre io mi stringo a lui come a un fratello maggiore, per me è quello che è diventato dopo la svolta di Saga - Sono contento che sei tornata – mi sussurra allontanandomi leggermente – stai meglio? – Shura ci guarda incuriosito

         Si … molto meglio … ormai è tutto passato – Milo ammicca verso il cugino senza farsene accorgere ed io – spero …

 

Naturalmente non mi faccio scappare anche l’abbraccio del bel tenebroso Shura, sarei una pazza!!!

Quella domenica la passiamo tutti insieme a casa a scartare i vari regali e souvenir che ho portato dall’Europa. La sera siamo andati a cena  proprio al ristorante “Spitaleri” dove in effetti ho potuto appurare la buona cucina italiana, non del padrone stesso, ma di un cuoco  fatto arrivare direttamente dall’Italia, per la precisione, dalla Sicilia.

Nel tornare a casa ci siamo divisi, le mie sorelle, essendo domenica, sono tornate al loro appartamento accompagnate dalle loro dolci metà, Aphro è andato dal suo amico ed io e Camus siamo tornati indietro con i nostri rispettivi genitori. Seduti nel sedile posteriore ascoltiamo i battibecchi di mia madre e di Nicholas, divertendoci un mondo per come lui la prende in giro per avere mangiato come un bufalo (testuali parole) e confessando il terrore che lo assale al solo pensiero delle lamentele che dovrà subire il mattino dopo per i chili presi. A maggior ragione usa una tattica infallibile : la rassicura dicendole che anche se fosse la donna cannone, l’amarebbe ugualmente. All’imbocco della stradina di casa, Nicholas prende la curva un po’ larga ed io che non mi aspettavo quella manovra, mi sbilancio a sinistra  e finisco addosso a Camus, posando la mia mano destra sulla sua coscia per tenermi mentre con l’altra cerco di frenare la caduta reggendomi al sedile. Purtroppo però non riesco ad essere abbastanza veloce ed i nostri visi si sfiorano leggermente toccando le rispettive fronti, ci guardiamo negli occhi e subito mi rialzo chiedendogli scusa, mentre lui mi sorride e posa la sua mano sulla mia, tocco al quale ovviamente mi ritraggo con delicatezza e sistemandomi meglio sul sedile mi volto dalla parte opposta cercando di nascondere il rossore che sento avvampare sulle mie guancie. Una volta entrati mi scuso con loro se non rimango un po’ in sala, ma il fuso orario ancora non l’ho del tutto smaltito e dopo aver dato loro la buona notte, mi rinchiudo in camera, gettandomi subito sotto la doccia fresca per riprendermi dal contatto avuto con Camus. Ammetto che non mi è del tutto passata, il suo fascino ha un ascendente su di me non indifferente, ma rispetto a prima riesco a domare le mie emozioni e le mie illusioni e questo è già molto vantaggioso, considerando che non avrei mai una piccola possibilità con lui. Mi sorride, è gentile, è galante, ma è normale, sono tornata da due giorni dopo una lunga assenza che senza dubbio avrà purificato anche il suo animo dall’insofferenza nei miei riguardi. Uscita dalla doccia mi butto sul letto, dove fortunatamente il sonno prende il sopravvento.

La settimana che segue l’ho passata per la maggior parte in compagnia di mia madre, uscendo la mattina e tornando sempre al pomeriggio, consumandoci  tra lo shopping selvaggio e le sedute dall’estetista. Ammetto che quest’ultima tappa è sempre stata la migliore, un bel massaggio ristoratore è quello che ci vuole e l’espressione di mia madre ogni qualvolta mi vede uscire dalla cabina è sempre molto divertita; ebbene sì, sembra che mi sia fumata l’impossibile, ma che ci posso fare se mi rilassa al punto da sembrare uno zombie? Lei ci è abituata, io ancora no, ma sono sulla buona strada. Una volta a Cambridge, la prima cosa che farò, cercare un istituto dove rilassare i nervi prima degli esami!!!

La metà agosto, arriva  fin troppo presto ed io mi accingo a preparare i bagagli per la partenza del giorno dopo. Non accorgendomi ho lasciato la porta della mia camera appoggiata e mentre sto riempiendo la valigia, Camus si affaccia alla porta:

         Disturbo?

         No no entra pure – ma quanto è bello con quei jeans e la polo azzurra!!! Evito di guardarlo e continuo a riempire la valigia.

         Già riparti … incredibile come il tempo voli così, sembra ieri che sei arrivata!!! – si siede alla sponda del letto mente io continuo a piegare i vestiti per metterli in valigia – almeno cerca di venire più spesso!!! – mi guarda con rimprovero

         Scusa? – sono alquanto sorpresa dalla sua affermazione

         Si … cerca di non venire dopo un mese … o più … ameno che tu non sia impegnata troppo con lo studio, ovvio, …. Ma fatti vedere più spesso  - i suoi occhi sono magnetici e cerco di sdrammatizzare.

         Da come parli sembra che sentiresti la mia mancanza .. – scoppio a ridere

         Potrebbe essere – mi sorride

         Beh sarebbe un bel traguardo … una volta non sopportavi nemmeno la mia presenza – lo riprendo fingendomi offesa.

         Non è che non ti sopportassi … e poi erano altri tempi .. altre circostanze … altre vedute  - mi ripunta gli occhi nei miei facendo sussultare il mio cuore

         Si .. forse anche io sono cambiata ora … non sono più arrogante … viziata … indisponente ..

         Ti ho detto io queste cose ? – mi guarda divertito

         No … non direttamente …

         Prima di partire ti va se …

         Ah eccoti qui – mia sorella Michelle fa il suo ingresso interrompendo chissà quale proposta da parte di Camus, cribbio, mai che trovi i momenti adatti – hai bisogno di una mano?.

         Ho quasi finito – lancio un’occhiata veloce a Camus che mi sorride imbarazzato per l’interruzione

         Ma non è che ho interrotto qualcosa? – Michelle guarda prima me e poi lui

         No no .. stavamo facendo due chiacchiere – le risponde Camus – Milo è sotto?

         Si è in piscina.

         Bene, vado  a fargli compagnia – si avvia verso la porta e prima di uscire mi dedica ancora un ultimo sguardo veloce, pensando di non essere visto, ma io l’ho colto in pieno.

         Sei sicura Kate che non ho interrotto nulla? – mia sorella mi guarda preoccupata

         Ma va figurati!! Stavamo solo parlando del tempo.

         Del tempo?

         Si … di come passa in fretta .. – le porgo l’altra valigia – sah sei qui per aiutarmi o cosa? … sbrigati, che prima finiamo e più tempo passiamo ancora insieme …

Così col cuore in tumulto e il desiderio di sapere che diavolo mi stesse per chiedere, mi sbrigo a finire le valigie cercando argomenti che mi distolgano dalla mancata proposta.

 

Non saprò mai cosa Camus quel giorno mi volesse dire e questo per me è motivo di insonnia da quando sono tornata ad Harvard. Penso e ripenso al tono di voce con cui stava imbastendo il discorso, calda e allo stesso tempo titubante, i suoi occhi guardavano la valigia che pian piano riempivo e il sospiro che lasciò uscire dalle sue labbra quando Michelle ha fatto la sua entrata, mi hanno dato da pensare in tutte queste notti. Ora ho deciso di assecondare la sua richiesta, ovviamente senza farglielo notare. Domani dopo solo due settimane di assenza torno a casa, visto che non ho molto da studiare e voglio proprio vedere se farà qualcosa di particolare, se riproverà a farmi quella fatidica proposta. Ecco io lo sapevo, sto fantasticando troppo, magari era cosa da nulla ed io che penso chissà a che cosa!!

Difatti al mio ritorno a casa, a parte i soliti discorsi che facciamo, non mi domanda nulla, non mi chiede nemmeno sorpreso come mai sono già tornata a casa. Questa domanda me la fa mia madre, alla quale io rispondo dicendo semplicemente che non avendo ancora molto da studiare ne approfitto per far ritorno più spesso, visto che di sicuro dal prossimo mese avrò di che lavorare e molto probabilmente se torno una volta al mese è già tanto. Quella sera Margot, la mia carissima amica, mi invita con lei ad andare a teatro e naturalmente accetto volentieri. Inutile starsene a casa ad attendere ciò che non avverrà mai.

Per le otto mi passa a prendere e dopo i vari saluti in casa, ce ne andiamo a teatro. Mentre stiamo parcheggiando riceve una telefonata da sua madre che è rimasta a piedi con la macchina e le chiede di andarla a prendere perché il padre è fuori e non riesce ad arrivare. Mi guarda piuttosto incazzata nera, ma non vuole che io mi perda la serata, così mi lascia il biglietto per andare almeno io. Cerco invano di farle capire che non è un problema e che se vuole l’accompagno per stare con lei, ma insiste talmente tanto e vedo  che si sente in colpa della mancata visione almeno da parte mia, che alla fine cedo e mi avvio da sola.

Dopo una mezz’ora di estenuante fila, finalmente arrivo al signore a cui consegno il ticket e mentre sto per avviarmi al balconcino riservato, con la coda dell’occhio noto che qualcuno si è bloccato e mi sta osservando insistentemente. Mi giro incuriosita e mi trovo di fronte l’essere più bello che io conosca:

         Ciao, ma che ci fai qui? – gli chiedo

         Ho l’abbonamento – mi si avvicina

         E perché non me l’hai detto? Sapevi che venivo – non so se offendermi o meno

         Perché sapevo che venivi con Margot e pensavo che volessi stare con lei

         Ah – Camus  mi toglie il biglietto dalle mani e controlla il mio posto

         Il mio è migliore – mi sorride mettendolo in tasca – vieni – mi prende per mano e senza dire nulla mi lascio trascinare da lui

         Non vale – una volta dentro al balconcino – hai sempre i posti migliori, non è giusto!!!

         Stavolta però è anche a tuo vantaggio – mi si avvicina, mi prende la mano e mi fa sedere sulla poltrona – se vuoi … e soprattutto se torni il week end del 25 ottobre, possiamo vedere insieme la Carmen, io vengo sempre da solo.

         Solo? – mi fa cenno di sì ed io colgo subito al volo la proposta – ma certo che vengo …

         Esami permettendo? – reclina il capo da un lato sostenendosi sulla mano del braccio appoggiato al parapetto

         No no … con anche esami in corso … che vuoi che sia per una sera se non studio.

 

Rimaniamo a fissarci qualche secondo, non so che cosa stia pensando, ma il suo sguardo mi imbarazza, sto per distogliere il mio ma per mia fortuna calano le luci, dando così inizio alla rappresentazione della Aida. Per tutta la visione del primo atto non riesco a concentrarmi come vorrei, fortunatamente il libricino che ho in borsa mi aiuta a seguirla, altrimenti se anche solo Camus mi avesse fatto qualche domanda non avrei mai e poi mai saputo rispondergli. Continuamente mi viene da pensare ai suoi occhi, a come mi guardava, mi chiedo a cosa stesse pensando. Con un profondo sospiro metto da parte tutte le mie domande e cerco di concentrarmi sulle danze festose che stanno riproducendo durante la scena del secondo atto. Riesco così a seguire con maggior attenzione e tutto intorno a me sembra non esistere, talmente la storia della povera Aida mi coinvolge. Alla fine del secondo atto si accendono le luci per permetterci una breve pausa, ci voltiamo simultaneamente e lui mi chiede:

         Andiamo a prendere qualcosa?

         No a dire il vero non voglio nulla – ho tutto lo stomaco sottosopra

         Non hai fame? – si stupisce – non ti ho visto magiare a casa

         No infatti ho solo fatto un’abbondante merenda, avevamo deciso di mangiare qualcosa dopo … ho solo sete.

         Va bene … vuoi venire o te lo porto?

         Ti spiace se ti aspetto qui? – non vorrei mai che mi riprendesse per mano, un’altra volta il contatto con la sua pelle potrebbe farmi andare in escandescenza e stavolta non saprei come camuffare.

         Tranquilla, vado e torno – poi alla porta – cosa ti porto?

         Acqua … va bene solo acqua … grazie

         Sei sicura di non volere nulla?

         Si si … - gli sorrido per rassicurarlo, dopodichè esce lasciandomi sola a sventolarmi il libricino, fa caldo qui dentro, almeno credo. Stravaccata sulla sedia mentre mi faccio aria, sento il suo arrivo e subito mi rimetto elegantemente seduta – però hai fatto in fretta!

         Non c’era molta gente al banco delle bevande …  - mi porge la bottiglietta

         Grazie – la prendo sfiorandoci le mani – e tu? Non mangi nulla?

         No … ceniamo dopo, ti va? – Camus mentre porta la sua bottiglietta alle labbra beve attendendo la mia risposta

         Ma certo … dove mi porti?

         Sei mai stata al “ Blue Door”?

         Non è quello dove Milo porta sempre Michelle? – al suo cenno – no, non ho mai mangiato lì ma mi ha detto che è molto bello.

         Bene allora prenoto – velocemente li chiama e blocca un tavolo per due, poi mi sorride – fatto.

 

Come al primo atto, le luci mi salvano dal suo sguardo magnetico e mi tuffo per tutti e due i seguenti atti nella visione della rappresentazione senza farmi più distrarre da alcun pensiero. Se da una parte sono felice della mia prima cena con Camus, dall’altra sono tremendamente terrorizzata, per carità riesco ad essere abbastanza posata e tranquilla all’apparenza, ma non so ancora per quanto riesca a mantenere questo autocontrollo, il pensiero di poter tornare a fare le gaffe del passato mi tormenta, mi agita. Come al solito il tempo vola e come per magia mi ritrovo già all’entrata del locale con lui che galantemente mi sta tenendo la porta. Il posto è meraviglioso, è sul mare e non appena hanno saputo che il Sig. Gaillard sarebbe venuto a cena, ci hanno subito riservato sulla terrazza il tavolo piu’ bello e appartato, da qui si vede tutta la costa illuminata, è una meraviglia, uno splendore.

 

         La guardi come se fosse la prima volta!! – mi fa notare Camus

         E’  che sto via così tanto che quando la rivedo mi fa sempre uno strano effetto – il mio sguardo rimane fisso sul mare.

         Ti manca?

         Si – sospiro – il mare mi rilassa solo a guardarlo, a Cambridge – sposto lo sguardo su di lui – non posso dire di rilassarmi guardando il traffico .. – rido divertita.

         Torna più spesso e ti mancherà di meno  … - poi mi porge il menu – mi pare un ottima soluzione no?

         Mh – fingo di pensare – facciamo così io torno più spesso e tu … - lo provoco con lo sguardo – mi aiuti a studiare …

         Non mi sembra che tu ne abbia bisogno

         Ma se vengo spesso mi distraggo, perché vuoi o non vuoi troverei qualcosa da fare …

         -  mi guarda pensieroso , poi apre il menu  e mentre legge – beh … dipende che cosa io ne guadagni dall’aiutarti  – e continua a leggere le portate e ciò mi diverte molto.

         Non fai mai niente per niente? – lo rimbecco

         Dipende per chi lo devo fare? - alza un istante gli occhi dal menu e mi sorride

         Ah beh … certo che se lo devi fare per una “ragazzina viziata e rompiscatole” … in effetti non c'è nessuna ricompensa che possa esserne degna … - incrocio le braccia al petto

         Le ho detto io queste cose? – mi guarda perplesso

         Mh mh – appoggio i gomiti sul tavolino per guardarlo dritto negli occhi decisa – il primo giorno che mi hai conosciuta … passeggiavi comodamente con Milo mentre io nello spogliatoio ho ascoltato i tuoi gentilissimi complimenti … - ora voglio vedere come si giustifica.

         Che gran cafone devo esserti sembrato – sembra quasi sincero il suo disappunto – bene  - chiude il menu – vorrà dire che per farmi perdonare ti concederò l'onore delle mie ripetizioni  gratis – sorride soddisfatto.

         Non so che dire … sono quasi commossa dalla tua bontà 

         Ti fidi di me? - mi chiede a bruciapelo – mentre il cameriere si avvicina.

         Per cosa?

         L'ordinazione …

         ah si certo … - chissà che pensavo mi chiedesse

 

Mentre lui parla col cameriere io mi gusto il suo profilo perfetto, il suo battere di ciglia e ascolto quella voce soave che mi ha sempre fatto rabbrividire. Prima che se ne accorga torno a guardare il mare e vedo in lontananza alcune barche ferme sotto la luce della luna: chissà se tra quelle c’è anche Saga? ma che strani pensieri mi vengono, chissà se mai lo rincontrerò un giorno! E chissà che effetto mi farebbe! Però la voglia di rivederlo c’è, sperando che non mi turbi pure lui.

Fortunatamente Camus intraprende il discorso della rappresentazione del teatro chiedendomi che ne penso e se mi è piaciuta. Discorriamo per quasi tutta la cena su questo argomento, per proseguire con la  mia esperienza in Europa, dove anche lì ho partecipato alla visione di alcune opere e poi finire la serata col continuare con altre avventure che non avevo ancora raccontato solo perché mi erano passate di mente. Devo ammettere che non pensavo di riuscire ad avere un discorso piu’ lungo di dieci minuti con Camus, invece mi sono dovuta ricredere. Non si direbbe, ma quando vuole ha la capacità di parlare all’infinito, anche se ho notato che apprezza di piu’ ascoltare, difatti più delle volte mi sono scusata con lui se non gli davo modo di discorrere, ma lui mi faceva proseguire perché attratto da ciò che gli stavo raccontando.

Dopo circa un’ora usciamo dal ristorante, anche perché essendo tardi non è che abbiamo mangiato molto. Con la scusa di aiutare la digestione prima di andare a dormire, mi chiede se ho voglia di passeggiare un po’ prima di tornare a casa, occasione che non mi lascio sfuggire. Chissà quando mi ricapiterà la possibilità di camminare a fianco a lui sul lungo mare  in una notte stupenda e stellata come questa. Passiamo qualche minuto in assoluto silenzio ascoltando il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli, ci fermiamo ad osservarle, dopodichè simultaneamente ci giriamo l’uno dalla parte dell’altra fissandoci attentamente negli occhi. Chissà a cosa sta pensando? Anche lui ha il mio stesso desiderio? Perché ho come l’impressione che stavolta non sono io che mi sto costruendo castelli in aria. Come vorrei che almeno una volta nella mia vita lui mi desiderasse quanto io desidero lui. Non so se è il buio o realtà, ma il volto di Camus pare avvicinarsi sempre di più, fino a quando un vociare stridulo e delle urla sovrumane ci distolgono immediatamente dai nostri pensieri e ci fanno voltare dalla parte interessata: due figure si buttano in mare per soccorrere una ragazza che si sbraccia al largo. Sparito il momento, torniamo sui nostri passi salendo in auto e avviandoci verso casa. Durante il tragitto ascoltiamo un po’ di musica,  giusto per rompere il silenzio che si è creato e una volta lasciata l’auto nell’autorimessa, ci accingiamo a raggiungere le nostre stanze. Arrivati in cima alla scalinata, mi volto per dargli la buonanotte visto che le nostre camere sono l’una all’opposto dell’altra, ma lui mi segue verso la mia chiedendomi se può accompagnarmi fino alla porta. Ovviamente non gli dico di no e una volta arrivati lo guardo sorridendo:

 

         grazie per la serata …

         figurati, sono io che devo ringraziarti per la compagnia … sono stato molto bene – infila le mani in tasca mentre io rimango sorpresa dalle sue parole

         anche io … - d’istinto mi mordo il labbro inferiore per l’imbarazzo del momento e non sapendo che altro dire – buona notte … a domani.

         Notte … - avvicina il suo viso al mio e mi dà un bacio sulla guancia

 

Le sue labbra sono talmente vicine alle mie da farmi impazzire dalla voglia di baciarle, ma mi volto subito per aprire la porta della mia stanza, non facendo però i conti anche con il suo di istinto: mi richiama, mi giro e lui mi prende il volto tra le mani e  mi bacia. Dapprima un lieve bacio, seguito poi da un altro e poi da un altro ancora, fino a quando non socchiudo le labbra per la mancanza di aria causatami dalla sorpresa. Approfitta subito di questo mio momento per approfondire il bacio, la sua calda lingua cerca la mia ed io mi lascio trasportare da lui in un bacio casto ma allo stesso tempo colmo di desiderio, d’istinto poso le mie mani sul suo petto e lui mi sospinge contro il muro. Continuando a baciarmi, sposta lentamente le sue mani sul mio collo e poi sulle mie spalle, per poi attirarmi a sé e proseguire stringendomi a lui. Ma come al solito il destino ce l’ha sempre con noi: una porta che sbatte, noi due che ci scansiamo come bruciati dal fuoco, ancora uno sguardo e subito mi infilo nella mia stanza, mentre lui si avvia a passo svelto verso la sua.

 

 

 

 

Lo so … lo so .. sono tremendamente in ritardo e vi chiedo scusa,spero non accada più, ma gli impegni quotidiani in questo periodo sembra che si siano moltiplicati … aiutoooooooooo!!!

Ma io ce l’ho fatta ed eccomi qui con un altro capitolo dove si è vista una piccola svolta, ma …. Come ha detto Kate, il destino sembra ancora non dar tregua.

Titania, che per caso ti aspettavi Saga? … pardon, al prossimo!!! Promesso!!!

Ora vi saluto e vi ringrazio di essere sempre molto numerosi, per me è un piacere immenso.

Ciao e buona domenica a tutti!!!!

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Siamo al punto di partenza ***


 

Capitolo n. 20

 

 

Siamo al punto di partenza.

 

 

 

 

Ho passato la nottata in bianco, a girarmi e rigirarmi sul letto, abbracciando il cuscino e affondando il viso in esso pensando di abbracciare ancora Camus. Non ho nemmeno messo la maglia del pigiama, mi sono lasciata quella che avevo per sniffare il suo profumo fino a farlo entrare nel cervello per farmi impazzire di desiderio. Mi mordo e spesso trattengo il labbro inferiore tra i denti, come a voler gustare ancora le sue labbra. Io non sono normale. Ho paura di essere malata di una malattia incurabile: Camus. A cosa devo il suo bacio? Perché ora si è deciso a fare il passo che desidero dal primo giorno che l’ho visto? Forse perché ora mi ha vista cambiata? Perché vede che non pendo più dalle sue labbra? Oddio, sono succube di lui, ma non glielo dò a vedere come prima. Orgoglio maschile? Sofferenza per non essere più considerato? Ma perché mi faccio tutte queste paranoie mortali, non può essere che per una volta sia davvero io quella che vuole? Uffa Kate, pensa positivo una volta nella tua vita!!! guardo l’ora e sono le sette del mattino, faccio che alzarmi e farmi una bella doccia con la tristezza e la consapevolezza di togliermi di dosso il suo profumo, vabbè magari mi darà modo di riappropriarmene.

Scendo a fare colazione verso le otto e non trovo nessuno, ovviamente, chi vuoi che si svegli così presto la domenica mattina!! Non sapendo che fare da sola in casa, opto per andare il libreria, di sicuro Camus non si arrabbierà se ci entro senza il suo permesso, da quanto ho capito e spero di non essermi fatta illusioni ieri sera, non gli sono così indifferente. Mi sdraio sul divano e comincio a leggere, peccato però che non avendo dormito tutta la notte, non faccio in tempo ad iniziare che a metà pagina sprofondo in un sonno pesante e ristoratore. Ma nel bel mezzo del sonno:

 

         Ma brava … è così che tratti i miei libri?

         Chi è .. – apro un occhio mi sostengo sui gomiti

         Io – accovacciato accanto a me c’è Camus che raccoglie il libro caduto per terra

         No .. cioè si, ma .. no è che mi sono addormentata … - mi stropiccio un occhio – mi sono alzata presto … e non avevo più sonno …

         Ho notato – il suo tono è un po’ distaccato – vuoi che ti lasci dormire?

         No no ora mi alzo – poi vedendo che era vestito elegante – stai uscendo?

          Si sto andando al club con Milo … senti volevo dirti …

         Camus  sei qui? – stavolta è Nicole che rompe le uova nel paniere, lui si alza di scatto – ah eccoti …. Hai visto mia sorella?

         Quale delle due?

         Kate

         Allora si è quì – con l’indice mi indica mentre mi guarda con un sorriso ormai sconsolato

         Che ci fai lì? – mi chiede mia sorella

         Stavo leggendo …

         Di prima mattina?

         È l’abitudine … ma tu che vuoi? … cioè che desideri? – mi correggo subito sorridendole con una faccia da schiaffi

         Devo dire … niente? – guarda prima me e poi lui, che nel frattempo mette a posto il libro e salutandoci esce dalla stanza – perché eravate qui … con lui chinato … e tu sdraiata … lì sul divano … a sussurrare …?

         Se hai notato tutte queste cose allora perché sei entrata lo stesso?

         Kate … c’è qualcosa tra di voi? – il suo sguardo mi scruta

         Magari … stavo solo leggendo e mi sono appisolata perché ho dormito poco … lui mi stava svegliando … - mi alzo e le vado vicino

         Sei sicura che non ho rovinato nulla?

         Ma va Nicole, stai tranquilla …

         Però ti vedo turbata … dai dimmelo, non mi offendi se mi dici che sono stata inopportuna

         Ma no davvero – mi guarda con quegli occhioni da cerbiatta e così dolcemente come è proprio nel suo carattere che non  posso provare un motto di rabbia – e poi il turbamento è dovuto dal bacio della buonanotte …

         Di chi?

         Di lui ..

         Lui .. Camus?

         Si …

         Ma quando?

         Ieri sera … ci siamo visti a teatro … io ero sola perché Margot prima di entrare è stata chiamata dalla madre urgentemente e lui mi ha visto e mi ha detto di andare a vedere l’opera nel suo balconcino … poi abbiamo cenato insieme e poi una volta a casa … mi ha accompagnato davanti alla camera e  .. mi ha baciata.

         Noooo … non ci posso credere …

         Già uno come lui che si interessa ad una come me … - mi avvicino alla finestra

         Non intendevo quello … è che tu hai sempre desiderato questo momento ….

         Si … ma secondo me è stato tutto dovuto dall’atmosfera che si è creata … dalla novità .. – poi volto lo sguardo su di lei – vedi non può all’improvviso essere attratto da me … sono sempre io … il carattere è questo … si è vero sono più matura di prima ma … sono convinta che sia successo solo perché a volte si creano quelle circostanze dovute solo dal momento … ed è stato tutto romantico, dall’inizio alla fine .. ma oggi non era così … era più distaccato …

         Forse solo perché ci siamo tutti noi in giro per casa …

         Anche di notte .. purtroppo si girovaga fin troppo spesso in questa casa .. maledetta porta!!

         Che porta – mi si avvicina incuriosita

         Quella che ha diviso il nostro bacio … qualcuno l’ha sbattuta … ma alle tre del mattino non dormono qui dentro? – rispondo stizzita

         Su dai Kate – mi abbraccia e mi da un bacio un bacio in fronte – vedrai che se è il vostro momento ricapiterà .. e poi lo sai Camus è molto discreto e riservato  … forse gli piaci davvero e stamattina era solo imbarazzato …

         Nicole .. ha venticinque anni, mi sembra abbastanza maturo ormai per non imbarazzarsi su certe cose … - appoggio il mento sulla sua spalla e sospirando – l’unica risposta è una sola … mi sono illusa, come sempre …

         Io non credo  … ma non voglio fare nessun pronostico .. sono sicura che il destino ti riserva meravigliose sorprese, vedrai!! – mi accarezza la schiena, poi mi allontana – shopping? Ero venuta per questo … stasera siamo tutti invitati al South Beach Miami Club …

         Che si festeggia?

         Niente … ogni tanto ci ritroviamo, dai su … dobbiamo farci belle, forse ci saranno anche Shaina e Desu.

         No grazie … declino l’invito. – la guardo di storto

         Ahahahaha…. Ma no dai che ti divertirai un mondo … e poi non ti preoccupare, ci sarà anche altra gente …

         Ho già paura di quello che mi aspetta!!!

 

Come due treni entriamo nella stanza di Michelle mentre ancora dorme, la buttiamo letteralmente giù dal letto e  mentre io la porto in bagno spiegandole che si deve sbrigare perché abbiamo una tabella di marcia da rispettare, Nicole provvede a tirarle fuori gli abiti dall’armadio. Scendo in cucina e le preparo uno dei suoi soliti panini che consuma per colazione, lo avvolgo in un tovagliolo e glielo porgo sull’uscio della porta mentre Nicole se la sta trascinando fuori in macchina. La sistemiamo dietro e dopo essermi allacciata la cintura le porgo il panino, mi guarda, lo prende furiosamente in mano e mentre mangia ci accusa di rapimento, di instabilità mentale e che ci avrebbe prenotato una visita dallo psicoanalista. Dopodiché non ci rivolge più la parola fino a quando non ha finito la sua pseudo colazione, avvenimento che per nostra fortuna avviene nello stesso istante in cui lasciamo l’auto nel parcheggio dei Grandi Magazzini.

La prima tappa è al terzo piano, dove passiamo la mattinata al nostro affezionato negozio di Dolce&Gabbana a provare tutti gli abiti dell’ultima moda. Le commesse ogni volta che ci vedono entrare già si mettono le mani nei capelli, sanno che le aspetta la rivoluzione del negozio, ma sono sempre molto gentili e deliziose perché noi, a differenza di tanti altri, alla fine acquistiamo quasi tutto quello che proviamo. Trascorse le nostre solite paio d’ore, usciamo con almeno tre buste a testa e ci dirigiamo all’ultimo piano, dove c’è il ristorante “Chez  Alexander” e mentre pranziamo continuiamo col battibecco mattutino:

 

         Da stasera dormirò con una mazza da baseball sotto il cuscino. – esclama Michelle

         Mh .. Comodo – faccio la mia considerazione

         Suvvia Michelle, che esagerata … erano poi le dieci e mezza .. non ti abbiamo mica svegliato all’alba!!!

         Ma io ho fatto tardi ieri .. anzi stamattina.

         A che ora sei tornata? – le chiedo mentre mi gusto il mio risotto alla pescatora

         Le tre … - risponde ancora sbadigliando

A sentire l’ora mi scambio un’occhiata con mia sorella Nicole la quale vedendo la mia espressione quasi omicida rimane con la forchetta a mezz’aria, mentre io mi volto dalla parte dell’altra mia “adorata” sorella e cercando di mantenere un tono ed un comportamento adeguato al posto, maledicendo di non essere in questo momento a casa, le dico:

         Anche io ero appena arrivata ... – la fisso lungamente – avete chiuso per caso la porta?

         Si è sentito? – scoppia in una sonora risata – mentre entravamo sono scivolata e aggrappandomi alla maniglia l’ho chiusa con tutto il mio peso … non ti dico Milo che fatica faceva a non ridere come un matto … per non svegliare nessuno  … - ad un certo punto mentre ride si blocca notando le mie piccole fessure che la minacciano, si volta verso Nicole – che ha?

         Perché? – le chiede con naturalezza

         Come perché .. guardala …

         Beh? Ti sta osservando – sghignazzando continua a mangiare

         No .. mi fa paura …

         Fai bene a temermi .. – rabbiosamente mi imbocco – non potevi cadere direttamente per terra? Avresti sicuramente fatto meno rumore …

         Ahahahahaahh – Nicole non ce la fa più e comincia a ridere di gusto

         Non c’è niente da ridere – la riprende Michelle – ma hai capito che ha detto? Mi avrebbe voluta stramazzata al suolo  … solo per cosa poi? Perché ti avrò svegliato?

         NO! – due vecchie vicino si voltano al mio urlo, al che sorrido loro per scusarmi, poi mi rivolgo nuovamente a Michelle – hai fatto di peggio …

         Ah si? E cosa avrei fatto … - vedendo che non le rispondo -  su parla … ora lo voglio sapere …

         Sicura? – le chiede preoccupata Nicole – potresti subire un trauma ….

         Ah si? E perché mai?

         Perché io sarò il tuo trauma … ma non qui – mi guardo intorno – ho troppi occhi puntati addosso e troppi testimoni …

         Ommioddio Kate … non so se ridere o se incavolarmi di queste tue minacce – Michelle con noncuranza mi risponde mentre mangia i suoi  spaghetti allo scoglio

         Quella maledetta porta ha sbattuto – le impedisco d’imboccarsi fermandole il braccio e facendola rimanere a bocca aperta  – quando le labbra di Camus assaporavano le mie!!!! – e la imbocco io a forza

         Mmhmhmh – inghiotte velocemente  .- cosa? … ti stava baciando? … e dove stavate?

         Davanti alla mia camera – sussurro tra i denti, poi vedendo lo suo stupore e il rossore che avvampa nelle sue guance, mi viene da ridere e per non farla sentire troppo in colpa  – vabbè dai … non importa …

         Davvero ti ha baciata? – mi chiede dolcemente

         Si ma secondo me per sbaglio …

         Tu credi? – mi scruta seriamente e Nicole come me la guarda sorpresa – davvero pensi che Cam ti bacerebbe per sbaglio o per capriccio?

         Non so … - mi lascia perplessa il suo modo di osservarmi  - non trovo altra spiegazione … e non guardarmi così lo sai benissimo anche tu che non ha mai avuto mire su di me …

         Forse in passato …

         Sai qualcosa? – chiede Nicole, al che anche io me lo chiedo visto che essendo la fidanzata di Milo potrebbe aver avuto qualche soffiata

         No … ma non mi va che parli così … non è detto che perché prima non gli piacevi ora non possa essere diversamente …

         Beh allora staremo a vedere cosa capiterà in futuro … se non succederà più nulla vuol dire che è stato il vino della cena … ora per favore parliamo d’altro? .. che facciamo dopo?

 

Nicole ancora per un istante si scambia un’occhiata con Michelle, dopodiché riprendiamo ad organizzare il giro del pomeriggio, anche se io in questo istante vorrei tanto essere a casa, da sola con Camus e vedere cosa succederebbe nuovamente tra di noi. Ma per fortuna ho due sorelle meravigliose che mi aiutano a dimenticare presto questi pensieri e dopo pranzo altra tappa al quarto piano verso i negozi di scarpe, ad ogni vestito acquistato ci va il suo paio. Finito con le scarpe andiamo al reparto accessori, dove qui le mie sorelle mi fanno scuola, fosse per me non metterei nulla, già tanto se mi vesto ora con tacchi e vestiti, ma loro come mia madre insistono sempre a farmi acquisire un po’ di femminilità e perché non accontentarle? Finalmente mettiamo piede in casa, non vedevo l’ora e appena entrate dal salotto ci chiamano:

         Heilà … avete scaricato tutto?

         Come sei spiritoso … non abbiamo comprato molto – Michelle si avvicina a Milo per dargli un bacio

         Sei borsoni pieni non sono molto? - io la guardo sconvolta

         No cognata … ha fatto anche di peggio – mi sorride Milo e mi si avvicina prendendomi per le spalle – passato una bella serata ieri?

         Si molto – e mi scambio un’occhiata con Camus che prontamente distoglie i suoi occhi

         Pronta per la serata? – mi sorride sornione

         No … devo ancora andarmi a preparare .. ti pare che possa venire così? – col gesto della mano mostro il mio abbigliamento sportivo all’eccesso  - quelle due come minimo mi hanno triturato l’anima per come devo addobbarmi

         Ma io intendevo psicologicamente – mi studia Milo

         Perché? … no non mi dire che viene anche lei!!!

         Lei chi? – si preoccupa Nicole

         Tranquilla cara – la raggiunge Milo – solo Desu … l’altra forse rimane a casa

         Si spera – si intromette Camus, poi rivolgendomi finalmente uno sguardo – altrimenti rischiamo di assistere ad una lotta all’ultimo sangue – mi sorride divertito

         Beh .. anche fosse … c’è gente che paga per questi spettacoli … comunque io ora vado, devo farmi bella … ho bisogno di tempo – saluto tutti con la manina e mi avvio in camera con la speranza che qualcuno mi segua con una scusa, ma a quanto pare come al solito penso e spero sempre possibilità assurde.

 

Alle nove siamo tutti pronti per uscire, Shura è anche venuto a prendere Nicole, nonostante gli avesse detto di raggiungerla al locale, ma lui si sa, è un cavaliere di altri tempi, l’ho sempre detto e lo ripeterò all’infinito, mia sorella con lui ha fatto un terno all’otto. Non che Michelle non sia altrettanto fortunata, ma Shura è un ragazzo dolce, sensibile e galante, nonostante il suo aspetto molto chiuso. Milo già è più vivace e con Michelle stanno sempre a battibeccarsi, ma alla fine sono una coppia infallibile anche loro. Invece io? Chissà che cosa riuscirò a trovare. Ho già avuto la fortuna di incontrare un uomo meraviglioso che mi ha fatto vivere dei momenti bellissimi, non so se si ripeterà un’altra occasione simile. Ieri sera pensavo di si, ma dopo il risveglio di stamattina e il suo distacco, credo che mi dovrò accontentare per ora di quello che ho: la libertà. Beh, anche questa è una fortuna, poter fare, dire e andare senza dover tener conto a nessuno.

Una volta arrivati al locale ci dirigiamo verso il salottino privè dove ci stanno attendendo gli altri, rimango dietro alla comitiva, ho una strana sensazione ed il solo pensiero che si riferisca all’incontro con quel pazzo di Desu mi fa solo venire voglia di girare i tacchi e andarmene, ma con mia somma felicità sento sussurrare Nicole a Michelle “non sono potuti venire”. Dovrebbe tirarmi su il morale, mentre invece più mi avvicino e più ho lo stomaco in tumulto, di solito queste sensazioni le ho quando sento che mi sta per capitare uno dei miei soliti cataclismi, ma mentre tutti prendono posto, vedo Milo che mi lancia un’occhiata preoccupata, Michelle e Nicole altrettanto, Camus si volta a guardarmi anche lui perché non capisce cosa mi possa star succedendo, vedendo i loro sguardi preoccupati rivolti a me, e due occhi di un verde smeraldo meraviglioso che puntano i miei. Fisso attentamente quegli occhi ed il cuore comincia a battermi all’impazzata: Saga!!

Credo che in questo momento nessuno dei due si renda più conto di essere in compagnia di altre persone, ci avviciniamo contemporaneamente, ci sorridiamo e ci abbracciamo. Mi stringo a lui, a quel corpo che mi ha e che ho appassionatamente amato, anche se per un breve periodo. Aveva ragione, la nostra separazione ha fatto sì che questo incontro non sia stato sgradevole per nessuno dei due. Sospiro e mentre mi scosto leggermente da lui noto lo sguardo sconcertato di Camus che rivolge al cugino, il quale fingendo di non accorgersene saluta Kanon e Aiolos che nel frattempo sono lì con loro.

         Sei sempre più bella Kate!! – mi prende il volto tra le mani e mi bacia la fronte.

         Esagerato …

         No no è la verità …

         Vabbè se insisti non mi offendo – scoppiamo a ridere tutti e due

         Come mai sei sparita … mi sono sempre chiesto che fine avessi fatto, all’improvviso non ti ho più sentita, non mi hai più scritto … ne avevi tutto il diritto per carità … però mi hai lasciato un vuoto – e mi accarezza la guancia con quella lentezza che sa benissimo mi fa scuotere l’anima

         Si lo so .. ma ho dovuto farlo … non per cattiveria, ma ho dovuto staccarmi da tutto quello che qui mi stava opprimendo … e per questo sono partita …

         Londra! … l’ho saputo solo dopo … hai fatto bene …

         Te l’ha detto Milo?

         Si … ma a Kanon, con lui si sente spesso ... vieni siediti vicino a me che mi devi raccontare un po’ di cose … - e sta per farmi accomodare quando il gemello

         Eh no … prima me la fai salutare .. te la vuoi di nuovo riservare tutta per te ? – e mi abbraccia salutandoci calorosamente

         Ha ragione tuo fratello – Aiolos sposta Saga da una parte – non sarai mica geloso se te la salutiamo anche noi?  … quanto tempo Kate …  come stai dolcezza … ?

         Bene grazie – e mi abbraccio anche con Aiolos

         Vieni siedi vicino a me – e lancia un’occhiata divertita a Saga

         Eh no … - gli fa aria con la mano -  vai vai – lui mi trattiene dal braccio e fa sedere prima Aiolos per poi far sedere me e lui vicino – così va già meglio, almeno ti controllo

         Non ti fidi di me? Del tuo migliore amico? -  si scandalizza Aiolos, poi cambiando l’espressione in malizia – ah ho capito … hai paura che ti tradisca!!

         Ahahahah …. – scoppio a ridere per poi rivolgermi al mio ex – ma di un po’ … avrai mica cambiato gusti? – mi scambio un’occhiata con Kanon che ammicca e sgomita Milo, mentre questi scoppia a ridere insieme a lui

         No cara … i miei gusti sono rimasti gli stessi – poi sistema il braccio sopra il divanetto e con la mano mi accarezza la spalla – a proposito … quanto stai ancora?

         Domani mattina torno a Cambride

         Di già – si oscura in volto – non puoi nel pomeriggio così ti accompagno io …. Domani mattina ho un impegno che non posso rimandare …

         Ed io ce l’ho domani pomeriggio … - mi sarebbe piaciuto molto stare un po’ con lui

         Avete finito di tubare? – si intromette Kanon

         Ancora no … taci – lo rimbecca il fratello

         Ci siamo anche noi … Kate,  mia ex cognata  preferita – un’occhiata veloce e assassina mi arriva dagli splendidi occhi di Camus da farmi sussultare – raccontaci la tua avventura londinese, su dai … lascialo stare per un po’ a quello … se volete ricominciare trovate un altro momento … - vedo Camus che lancia un’occhiata a Milo che stavolta abbassa lo sguardo.

         In effetti … te ne sei appropriato di nuovo  … amico mio, c’è stato il tuo tempo ,… ora lascia a me la preda …. – Aiolos lo stuzzica divertito, io mi metto a ridere mentre Saga lo guarda sottecchi

         Hai solo da provarci …

         Mi dai il tuo benestare!!!  … lo sapevo che mi volevi bene … - scoppiano a ridere insieme

Shura sussurra qualcosa all’orecchio di Nicole, la quale vedo che guardando verso me e Saga annuisce a ciò che gli sta chiedendo, poi lui si allunga verso Camus al quale dice qualcosa e quest’ultimo invece scuote la testa, per poi girarsi dalla nostra parte e fulminarmi con lo sguardo che io riesco a sostenere soltanto brevemente, ho come l’impressione che sia infastidito e da una parte potrei anche capirlo, non gliel’avevo mai detto, ma in tutta franchezza perché avrei dovuto? Lascio stare questi pensieri e mi lascio trasportare dalle chiacchiere di Kanon e Aiolos che non fanno altro che punzecchiare il mio … il  loro Saga. Ad un certo punto Kanon si gira verso Milo:

         Aveva ragione Kate quando diceva che non avevo ancora conosciuto la terza bellezza di famiglia … - Milo mi sorride al ricordo di quella sera, ma al tempo stesso guarda di storto Kanon che divertito ancora infierisce – perché non l’hai messa in mezzo tra te e me?

         Perché no!!

         Ma la finite? – Saga li riprende bonariamente

         Aiolos, ma come mai Aiolia non c’è? – gli chiedo

         Seeeeeeee .. quello ormai!!!  Oggi festeggiano un anno con Marin, potevano sprecare la serata con  noi?

         Beh in effetti no – rispondo

         Invece sì … siamo o non siamo amici!! –Kanon si intromette nuovamente – si divide tutto tra amici , nel bene e nel male, non è così Milo?

         Certo, una volta tanto dici qualcosa di sensato!!

         Ahahaha – Kanon scoppia a ridere – e allora perché tu non condividi? Eh? ..che amico che sei … guarda mio fratello che divide col suo migliore amico … - facendo cenno a me tra loro due

         Io non divido proprio nulla – risponde Saga prontamente

         Ma io posso avere voce in capitolo o no? – risponde Aiolos

         Tu taci … è già tanto se ti concedo il fatto di starle seduto accanto …  - si finge fastidito Saga

         Non ti si addice la parte di geloso sai?  - Aiolos mentre beve la sua birra lo guarda divertito

         Comunque stavo parlando io con  Milo … - li riprende stizzito Kanon

         E vorrei avere voce in capitolo anche io se permettete!! .. – li riprendo anche io

         Giusto cara – conferma Kanon, poi rivolto all’amico – sah Milo … alzati … scambia posto con … Michelle dico bene? – sorride a mia sorella sornione facendole l’occhiolino

         Senti ma tu viene solo tre o quattro volte l’anno per  rompere i cosiddetti proprio a me?  … si vede che non hai altro da fare quando vieni … trovati un altro passatempo …

         Ci sei già tu … - mangiucchiando le patatine lo guarda divertito

         Hei Camus come va? Sei taciturno più del solito stasera – a chiedergli tutto ciò è Saga

         Potrebbe andare meglio, ma non ci lamentiamo … e poi ci sono tuo fratello e mio cugino che già fanno abbastanza cabaret ….

         Ahahahahah  è vero hai proprio ragione ..

Si scambiano ancora qualche chiacchiera e nel frattempo Saga sposta la sua mano dalla mia spalla per appoggiarla sulla mia coscia e massaggiarmela, proprio come faceva un tempo, gliela fermo perché nonostante tutto le sue carezze mi piacciono ancora e lui mi tiene la mano tra le sue mettendola in chiara evidenza sul tavolo, tutto ciò sempre parlando e come se tra di noi non fosse mai cambiato nulla. Scambio un’occhiata con Michelle, che con la coda dell’occhio mi fa cenno verso Camus, ma sinceramente non riesco a capire che cosa voglia dirmi. Poi incontro lo sguardo di Nicole che corruga la fronte come se mi stesse anche lei cazziando di qualcosa, ma nuovamente non capisco, se nonché spazientita mi indica con  i suoi occhi le nostre mani incrociate ed io alzo le spalle e appoggio il viso sulla mano libera. Mentre i due parlano guardo sia uno che l’altro e mi rendo conto di quanto tutti e due siano importanti nella mia vita: Saga ha sempre il suo fascino e mi attira come la prima volta, Camus è bello da impazzire, mi fa battere il cuore, mi fa soffrire la sua freddezza e al tempo stesso mi fa innamorare sempre di più. All’improvviso smettono di trasmettere musica rock e country e decidono di darci tregua con alcuni lenti, Saga mi bacia il dorso della mano e mi chiede se voglio fare un ballo con lui. Naturalmente non mi tiro indietro e mentre ci alziamo per andare in pista, le mie sorelle mi guardano preoccupate, mentre noto che Camus non mi degna nemmeno di uno sguardo e si volta a parlare con gli altri. Ci infiliamo nella mischia e non so perché ma lui mi porta nel posto più lontano e buio, gli chiedo del perché di questa scelta  e mi risponde divertito:

         Da quando hai paura di stare sola con me?

         Ma io non ho paura … era solo curiosità.

         Volevo stare lontano dai loro sguardi … ho voglia di stare da solo con te, ti dispiace?

         Assolutamente no … ma perché?

         Mh .. su questo no n sei affatto cambiata … sempre a fare domande – e scoppia a ridere

         Beh ci si può modificare sotto alcuni aspetti, ma non si cambia del tutto … il carattere rimane sempre quello …

         E a me tu sei sempre piaciuta con tutti i tuoi pregi e difetti … ora poi sei ancora più desiderabile di prima – e con le sue labbra mi bacia delicatamente una tempia

         Ho fatto bene ad andarmene … torno e tutti siete rimasti flasciati dal mio cambiamento .. e che sarà mai!!!

         Ah si? E chi altri? Forza dimmelo … quanti potenziali avversari avrei?

         Ahahahah … di avversari direi proprio nessuno – lo guardo e d’improvviso gli schiocco un bacio in guancia, ne avevo voglia da un pezzo – ma persone dalle quali non mi aspettavo ho ricevuto complimenti per il progresso che questo brutto anatroccolo ha fatto!!!

         Tu non lo sei mai stata – mi risponde seriamente – ed io sono contento di aver goduto della tua vicinanza … e non solo .. non sanno che cosa si sono persi dal brutto anatroccolo …

Ho la sensazione che mi stia per baciare, ma non so se vorrei ricominciare con lui, non perché non mi vada, ma solo perché so che stavolta se ricominciassi sarebbe soffrire di nuovo, la lontananza mi fa paura, ha già rovinato il nostro rapporto e forse non è stata l’unica. Mi volto dall’altra parte sentendo in lui un sorriso soffocato, di certo avrà capito. In fondo l’ha detto lui una volta, se è destino lo sarà anche fra qualche anno, per cui ora va così e se dovesse mai essere lui l’uomo della mia vita, lo sarà anche in un altro momento. Mentre mi fa volteggiare incontro da lontano gli occhi di Camus che subito distoglie  quasi sprezzante. Non lo capisco, o meglio posso capire che sia deluso dal fatto che non sapesse di noi, ma fino a quel punto non me lo aspettavo.

Al termine del ballo torniamo dagli altri dove nel frattempo si sono aggiunti anche altri alla comitiva, sono arrivati Mu, Al e il famoso Shaka che ancora non conoscevo. Con la scusa che i nostri posti sono occupati, ci dividiamo e per tutta la sera io e Saga riusciamo solo a parlarci da lontano e quando non lo facciamo, noto come il suo caldo sorriso mi raggiunga tutte le volte che io gli rivolgo uno sguardo. Tutto ciò mi fa molto piacere, mi lusinga, mi fa capire che il suo affetto per me è stato e resterà sempre sincero, già solo questo mi dà la forza di credere di piu’ in me stessa, vuol dire solo una cosa: che per qualcuno ho valso la pena di esistere. Mentre parlo con i miei vicini vedo con la cosa dell’occhio che Saga e Camus intavolano un discorso, non so cosa darei per sapere quello che si dicono, ma prendendo parte alla discussione anche Kanon e Milo, so che non sarà di certo nulla di compromettente. Cerco di studiare il volto di Camus, lo osservo nei suoi modi, nei suoi sguardi, il suo sorriso dapprima è un po’ tirato, ma poi via via va sempre più rilassandosi e con i due pazzi che si cimentano in strani atteggiamenti, li vedo spesso ridere di gusto. Ad un certo punto Saga mi strizza l’occhio, io gli sorrido, lui dice qualcosa a Camus e tutti e due mi guardano: il primo divertito e l’altro, beh sinceramente non saprei come definirlo, un misto di ammirazione e rabbia al tempo stesso. Imbarazzata distolgo gli occhi da loro due e riprendo a parlare con gli altri, anche se vorrei tanto andarmene subito a casa, non riesco più a sostenere la presenza di entrambi nello stesso momento. Vorrei tanto passare il tempo con Saga, chissà poi quando riaccadrà di rivederlo, ma contemporaneamente non voglio trascurare Camus, come mi ha fatto notare molto gentilmente mia sorella Nicole al ritorno dal ballo e devo ammettere che come guardie del corpo sono fenomenali lei e Michelle, mi hanno braccato tra loro due e non mi lasciano più alzare.  

La serata però arriva alla conclusione e al momento del commiato, saluto tutti a cominciare dagli ultimi arrivati con i quali non avendo molta confidenza faccio abbastanza in fretta, mentre poi raggiungendo il gruppo principale, Kanon mi stritola a sé e mi fa promettere che penserò seriamente a ciò che devo fare lasciandomi notevolmente perplessa; poi viene il turno di Aiolos:

         Spero di rivederti presto Kate – mi abbraccia fraternamente e mi bacia sui capelli – sono felice di averti rivisto e non ti nascondo che mi è dispiaciuto molto della vostra rottura … - poi mi sussurra - sono convinto che saresti stata perfetta per lui … ma sai non ho ancora perso le speranze!!!

         Sei sempre stato un persona fantastica, sono contenta che abbia un amico come te … e tu uno come lui … mi sei mancato anche tu sai?

         Lo so, faccio questo effetto anche io  ..

         Ahahahah – se la ride Saga che nel frattempo ha sentito solo l’ultima parte – ma che dici!!! … vai a salutare gli altri che qui ti sei trattenuto fin troppo ..

         Tesoro … ti ho detto che non devi essere geloso – Aiolos mi bacia le guance – ciao a Kate a presto – poi rivolto all’amico – ti aspetto di là – e ridendo sornione se ne va dal resto del gruppo

         Crescete d’età ma di cervello mica tanto  .. – me la rido

         E ci siamo anche trattenuti

         Eh si lo so ..

         Quindi domani parti al mattino non puoi proprio trattenerti fino  al pomeriggio? – nel frattempo che parliamo seguiamo Milo e Camus alla macchina e sentono tutta la nostra discussione

         Ho lezione, non posso assolutamente mancare … il primo esame da tenere è su quanto devo ascoltare in aula

         Vabbè vorrà dire che quando torni ci rivedremo, a meno che non venga su io …

         Tu? – mi fermo poco lontano dall’auto dove nel frattempo stanno salendo Milo, Michelle e Camus e quest’ultimo tarda ad entrare perché essendo l’auto una coupè attende che io salga dietro

         Si … ho un corso d’aggiornamento a New York e potrei fare un salto da te prima di tornare, è solo un’ora di volo … sempre che tu mi voglia!!! – mi sorride

         Ma certo che mi fa piacere averti un giorno tra i piedi.

         Molto gentile – poi mi abbraccia forte e mi bacia in guancia – ok ti lascio andare stanno aspettando solo te – poi si gira verso Camus e gli altri che sono in auto – ciao ragazzi a presto!!! – i colombini in auto lo salutano calorosamente, mentre Camus si limita ad un gesto con la mano e un sorriso appena accennato.

         Allora … beh ci vediamo … - lo bacio anche io in guancia e lui mi trattiene un po’ per mano sussurrandomi – ciao a presto.

E mi avvio in auto dove Camus appoggiato alla portiera osserva ogni mio  movimento: mentre lo raggiungo, mentre salgo dietro  e mentre poggia il sedile per poi entrare anche lui e chiudere definitivamente la porta e la serata. Durante il tragitto mi lancio un’occhiata con Milo attraverso lo specchietto retrovisore, il suo sguardo è un tantino preoccupato e la stessa reazione la vedo negli occhi di mia sorella Michelle che per rompere il ghiaccio che si è creato in auto, comincia a parlare del matrimonio di nostra cugina alla quale dovremo partecipare il mese successivo  e al quale è invitata tutta la famiglia. Fortunatamente riesce a coinvolgere anche Camus che pare tranquillo, ma a quanto sembra non essere così perché ad una mia domanda rivoltagli, mi risponde brevemente e seccato, per poi non rivolgermi più la parola fino a casa, dove una volta entrati mi limito a dare la buonanotte a tutti e me ne vado in camera per poi uscire solo il mattino dopo con la valigia.

In cucina trovo solo Milo e Camus a fare colazione, mia sorella si sta ancora preparando e quando li vedo  subito smettono di parlare:

         Buongiorno.

         Buongiorno – rispondo entrambi, uno sorridente e l’altro indifferente.

         Sei pronta?

         Si Milo … - mi siedo vicino a Camus volutamente,non voglio sedergli di fronte non riuscirei a guardarlo in faccia, ho paura di quello che potrei vedervi, stanotte non ho quasi chiuso occhio ripensando al suo comportamento e anche a Saga. Uffa, di nuovo.

         Tutto bene Kate? – mi chiede ancora vedendomi strana

         Si si … solo un po’ di sonno e poi ho mangiato troppo ieri sera, ho lo stomaco sottosopra – difatti bevo solo un the senza null’altro e mentre bevo noto con la coda dell’occhio che Camus si gira dalla mia parte e mi osserva qualche secondo.

         L’accompagni tu? – chiede Milo al cugino

         Perché tu non puoi mentre porti Michelle all’università? – risponde con un tono da farmi agghiacciare

         No non posso faremo ritardo.

         Non importa se sei impegnato chiedo a Sebastian …

         Non c’è ha portato mio padre e tua madre alle imprese – mi interrompe bruscamente

         Allora prendo un taxi … non c’è nessun problema – mi scambio un’occhiata con lui il quale mi studia attentamente e poi mi alzo per andare al telefono e appena uscita dalla cucina sento Milo che gli parla sottovoce

         Non la farai davvero andare in taxi, vero?

         Perché no? .. mica se la mangiano

         Camus per favore .. allora ho solo sprecato fiato prima …. – si sente un sospiro ed un rumore di sedia

         Aspetta – mi volto e Camus è sulla soglia – ti porto io

         Guarda che se hai da fare non importa … davvero  - cerco di essere il più naturale possibile ma non ci riesco

         Se ho detto che ti porto è perché non ho nulla d’importante da fare … vado a prendere la macchina, ti aspetto fuori … sbrigati però – e mi lascia spiazzata senza riuscire a dire nulla

         Posso darti un consiglio? – mi volto verso di Milo – non pesare tutte le parole che ti dirà stamattina, si è svegliato un po’ male.

         E perché?

         Secondo te? – Milo si avvicina e mi prende per le spalle guardandomi attentamente – credo che non gli sia andata molto giù la storia tua e di Saga ….

         Che problema gli da? .. lui che c’entrava?

         Forse prima .. ma ora ..

         Ora nemmeno Milo, non c’è nulla tra di noi perché dovrebbe infastidirlo

         Senti Kate … non posso dirti quello che vorrei , ma pensaci bene prima di reagire con lui, lo sai quanto sia difficile …

         Sono stufa di pensare sempre a come trattare gli altri quando gli altri non si fanno mai problemi con me .. io ho la coscienza a posto e mi comporterò di conseguenza.

         Si certo .. ora vai te la saluto io Michelle … le dico che eravate in ritardo. – mi abbraccia dopodichè prendo la valigia che Camus  mi ha gentilmente lasciato davanti alla porta ed esco.

 

Arrivo alla macchina e lui mi apre il portellone dietro, mi prende la valigia e la getta dentro, poi chiude e sale in auto dove ci sono già io ad attenderlo. I primi dieci minuti li trascorriamo in assoluto silenzio, nessuno dei due rivolge uno sguardo all’altro, ma più va avanti questa situazione e più i miei nervi ne risentono e siccome io non riesco a stare zitta di fronte a queste situazioni, gli rivolgo per prima la parola:

         C’è qualche problema?

         … - rimane in silenzio, poi batte le dita con fare un po’ nervoso sul volante mentre guida – perché questa domanda?

         Perché sei strano .. distaccato

         Lo sono sempre stato … è nel mio carattere, mi sorprende che te ne sia accorta solo ora! – il suo sorriso ha tanto di presa in giro, ma lascio stasera e cerco di mantenere la calma.

         Non è vero – mi giro a sedere di lato per guardarlo meglio mentre guida , lui stacca dalla strada un istante gli occhi per guardarmi

         Non mi sembra che sabato sera fossi così …

         Ah si? Perché com’ero? – mi guarda con strafottenza

         Senti se c’è qualcosa non puoi dirmelo e basta!! Senza fare tante battutine del cavolo?

         Battute? Sto solo rispondendo alle tue domande – si ferma la semaforo, si volta e puntandomi gli occhi gelidi addosso – perché non me l’hai mai detto?

         Perché … - mi manca momentaneamente l’aria, cosa gli posso rispondere? La verità – perché non avresti senz’altro approvato.

         E chi sono io per non approvare le tue scelte? Perché avrei dovuto farlo?

         Perché è un tuo amico? … perché non mi hai mai apprezzato come persona? .. perché hai sempre pensato che io fosse un’immatura e magari essendo lui tanto grande non avresti giudicato bene la mia e la sua scelta? Eh?

         Non avrei fatto nulla di tutto questo …. – inserisce la marcia e riparte al verde – la vita è tua e sei tu che devi decidere con chi vuoi stare … se sbagli cavoli tuoi .. è solo che mi fa pensare …

         A cosa?

         Niente …

         No ora me lo dici – lo aggredisco quasi

         Sbaglio o poco tempo prima – nel frattempo siamo arrivati all’aeroporto, parcheggia ma nessuno dei due si decide a scendere – avevi baciato me? – mi osserva attentamente e il mio cuore perde un battito a quel ricordo,  io annuisco e lui prosegue velenoso – ti piacevo così tanto da buttarti subito tra le braccia di un altro?

         Cosa? … - rimango allibita, non riesco a credere a quello che le mie orecchie hanno appena sentito – io non ci posso credere … cosa vuol dire? …  si è vero che mi piacevi .. te l’ho dimostrato più volte mi pare, e anche senza volerlo, ma quando tu e Kristeen – nel sentire questo nome lo vedo rabbuiarsi,  a quanto pare ancora gli fa male il suo ricordo, bene – quella sera eravate inseparabili … e vedendovi ho capito che tra me e te non ci sarebbe mai stato nulla perché era tutta fantasia dell’immaginazione di una povera adolescente … e come per magia è comparso Saga nella stessa sera … mi ha voluta conoscere per quello che era … gli sono piaciuta all’istante .. l’unica persona che finalmente mostrava interesse nei miei riguardi … perché perdere l’occasione del momento? Per chi ? per qualcuno che stava con un’altra senza pensare minimamente a me? 

         E allora è stato meglio usare una persona per dimenticarne un’altra?

         Se tu pensi che io abbia usato Saga non è così … non l’ho amato dal primo istante … ma l’ho desiderato da subito .. e in quel momento ti posso assicurare che era lui che volevo e a lui pensavo – il mio tono va sempre di più alzandosi – non ho mai avuto alcun dubbio su di lui … ecco vedi che ho fatto bene a non dirti nulla? …

         Ma a Milo si però .. perché?

         Non gliel’ho detto … ci ha beccati!!!

         In che senso

         Questo non ti riguarda … - abbasso lo sguardo imbarazzata

         Come tutto del resto … beh se posso essere sincero ..  non mi è affatto piaciuto il modo in cui lo sono venuto a sapere … soprattutto dopo sabato sera .. pensavo di piacerti ancora lo ammetto … - mi sta per mancare l’aria – ma credevo anche che tu …

         Che io ? .. forza continua? – lo scuoto per la spalla vedendo che lui si passa una mano davanti alla faccia per voltarsi ad osservare fuori dal finestrino

         Che tu … - poi si volta dalla mia parte e infastidito –  perché te lo devo dire? … che importanza ha ormai?

         Certo che ha importanza … forza dimmelo .. che io cosa?

         Niente … tanto ormai c’è di nuovo Saga, no? … sei ancora attratta da lui, si è visto  … e poi .. ormai sei stata sua   - il suo sguardo è come rassegnato

         E questo  per te è un problema? – vedendo il suo silenzio – ho capito … quindi vuol dire che anche se tu, molto lontanamente, fossi attratto da me … non mi vorresti più solo perché io sono stata con Saga? … è questo che vuoi dire? … che io sarei dovuta rimanere ad aspettare che si svegliasse il tuo interesse nei miei confronti altrimenti essendo stata di un altro non potrei mai essere tua? …. – alzando la voce quasi ad urlare – è questo che vuoi dire Camus?

         No … - avvicina un po’ il viso al mio e guardandomi profondamente negli occhi – non di un altro … ma di Saga … non ho nulla contro di lui sia chiaro … ma ogni volta che tu lo incontreresti inevitabilmente ti verrà da pensare a quei momenti … non mi va giù!

         Non so che dirti … ormai è successo e non posso cancellarlo … - rispondo quasi in un sussurro, poi riprendendomi – e poi ne parli come se tra di noi ci fosse qualcosa …

         Infatti … non essendoci un bel niente direi che possiamo finirla qui – mi risponde gelido

         Grazie del passaggio – apro la portiera e sbattendola mi avvio all’entrata dell’aeroporto.

         Kate aspetta – mi volto verso Camus con la speranza che mi segua per chiedermi scusa, ma purtroppo mi sporge la borsa – ti sei dimenticata di questa … - me la consegna e voltandosi risale in auto partendo a tutta velocità.

 

Rimango a fissare l’auto che si allontana e sento salire le lacrime, che cerco di mandar giù e di mascherare con  gli occhiali da sole. Raggiungo velocemente l’imbarco e una volta a bordo essendo l’aereo mezzo vuoto mi avvio , nonostante mi fossi prenotata in anticipo uno dei migliori posti davanti, al fondo dove posso da sfogo al mio pianto angosciato.

La mia fortuna, una volta arrivata ad Harvard, è proprio il gruppo con il quale devo lavorare nel pomeriggio. La lezione mi distrae da quanto accaduto poco prima e la loro compagnia fa l’effetto che speravo. Ma non avevo fatto i conti col rientro a casa. Una volta chiusa la porta, accendo la luce, mi guardo intorno e vedo solitudine e silenzio, tutto ciò che mi fa precipitare nuovamente nel baratro del pianto.

 

 

 Ciao a tutti!!!

Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo, come al solito un po’ in ritardo, ma ….. più lungo del solito, giusto per farmi perdonare un po’.

Da come abbiamo visto pare che per Kate le cose siano tornate al punto di partenza, arriverà mai la felicità anche per lei?

Sto cominciando a dubitarne anche io!!

Un grazie a tutti coloro che continuano sempre a leggere e recensire. Un bacione.

Sagitta72

 

 

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Capitolo 21
*** Visite Inaspettate ***


Capitolo n. 21

 

 

Visite Inaspettate

 

 

 

La sera ho finto di non sentire il telefono e non ho volutamente chiamato nessuno, ma al mattino vedendo le 14 chiamate senza risposta, mi decido a telefonare a Michelle che fino a mezzanotte aveva ancora tentato di parlarmi. Non posso nasconderle quello che è successo e tra le lacrime e i singhiozzi le racconto tutto facendole spergiurare che non raccontasse nulla soprattutto a Milo, ben sapendo che le chiedevo di mentirgli nel caso lui le chiedesse notizie su di me. Abbiamo parlato molto sull’accaduto e lei mi ha solo fatto notare di come io mi sia un po’ persa dietro a Saga e abbia passato più tempo con lui, ma le ho spiegato che l’affetto che c’è tra noi è molto forte e non si può evitare solo perché qualcuno si potrebbe ingelosire. Non ho alcunissima intenzione di evitarlo quando lo rincontrerò, anche fossi nuovamente in compagni degli altri, e non posso evitare di volergli bene a vita, lui sarà sempre una colonna portante del mio cammino, a lui devo molte cose e se non fosse stato per lui tutta questa mia sicurezza e autostima non esisterebbero. Michelle non può fare altro che darmi ragione su questo, anche se mi fa notare che il comportamento di Camus a parer suo è stato dovuto probabilmente ad un forte interesse nei miei riguardi. Sarà anche così, ma non ci si tira indietro solo perché non ti va con chi io sia stata, perché a quel punto anche io dovrei essere infastidita se lui rincontrasse Kristeen, cosa che di sicuro succederebbe, ma non per questo rinuncerei a lui. Detto questo mia sorella mi da solo un ultimo consiglio: tornare il prima possibile per poter chiarire con Camus. Non le prometto nulla ma le assicuro che farò il possibile, anche se so già che per un po’ non mi vedranno, con di mezzo un prossimo esame mi dileguerò da casa per un periodo un po’ più lungo. Non ho assolutamente voglia di vederlo, so già che non ci sarebbe dialogo e vedere nei suoi occhi delusione, amarezza e la solita indifferenza con cui mi ha sempre trattata nei primi momenti di convivenza in casa sua, mi farebbe solo sentire peggio di come io mi senta  in questo momento e detto in tutta franchezza, mi sono stufata dei suoi modi. Il bacio che mi ha dato sabato sera pensavo fosse qualcosa di serio, l’inizio di una possibile storia, di quella storia che io desideravo da tanto e che desidero ancora, ma se davvero in quel bacio ci fosse l’affetto e il desiderio di cui parlava mia sorella, com’è possibile che sparisca solo per una banalissima scoperta? Evidentemente non ero così importante come voleva farmi credere. Comunque ho deciso, attenderò che si faccia vivo lui, io non ho nessuna intenzione di prendermi colpe che non ho.

 

Sono passate ben tre settimane dal giorno fatidico, ma di lui nessuna traccia, né via telefono, né via mail, né via messenger, nulla di nulla. Mi sto convincendo che stavolta l’ho perso per sempre. Da questi pensieri mi distoglie il suono del campanello,  mi accingo ad andare ad aprire la porta  e chi mi trovo? Mia madre e Nicholas!! Una splendida e inaspettata sorpresa.  Mi  comunicano che staranno tutta la settimana in quanto lui ha degli affari da gestire nella nuova azienda a Boston e che non può assolutamente incaricare nessuno. Rimangono  nella mia umile, rispetto alla villa dove viviamo, e piccola dimora, beh piccola non proprio perché ho volutamente preso un appartamento al di fuori del campus per poterlo avere piu’ grande nel caso avessi avuto visite per poterle sistemare nella camera adibita agli ospiti, dove piu’ volte sono rimaste le mie sorelle. Durante la settimana ci siamo organizzati in modo tale che quando io ho  lezione, mia madre va con Nicholas e quando sono  a casa sta con me e la  porto a  pranzo e a cena, durante le sere che Nick fa tardi per affari, nei locali che frequento. Assolutamente  senza tralasciare il pub “The Cross” dove con i miei compagni trascorro i sabato sera a mangiare hot dog e hamburger di tutti i gusti, che mia madre assaggia  spinta da un amore materno ma che, immagino,  vorrebbe tanto rifiutare. Peccato che una volta ingerito il primo, se ne ordina un secondo per poi confessarmi che erano le cene preferite di lei e di mio padre, durante le loro uscite da primi fidanzatini. Parlando di mio padre, attacca un certo discorso :

         Che ridere, se ci penso, ci siamo conosciuti all’ultimo anno di liceo e per non perdermi di vista mi ha obbligata a frequentare la sua stessa università … “così anche se ci sposiamo non abbiamo problemi” … - scuote la testa a quei ricordi, poi mi guarda – l’ho amato tanto Kate, credimi …

         Certo che ti credo mamma, non ho mai avuto dubbi su questo … forse i primi tempi che vi siete lasciati ho pensato diversamente, ma crescendo ho capito che le cose non sempre vanno per il verso giusto … e poi vabbè tutto il resto che già ti ho spiegato e che non voglio riprendere, è tutto chiarito e finito … spero

         In che senso scusa?

         Spero che anche per te sia così.

         Fidati … ho cancellato tutto ma al tempo stesso lo ricordo con piacere perché è giusto che dagli sbagli si impari a crescere .. e non si finisce mai di imparare nella vita!! – mi accarezza una guancia

         Io sto ancora imparando adesso … - abbasso lo sguardo pensando a Camus, poi rivolgendoglielo – ma poi come si è rotto  il sentimento tra di voi?

         Non saprei dirtelo nemmeno io … è stato dovuto di più da me, mi sentivo oppressa e me la prendevo con lui su tutto … poi anche lui ha cominciato a mostrare insofferenza nei miei riguardi … ci siamo separati per un po’ per vedere se le cose andavano meglio, lui è partito per lavoro ed è stato un paio di mesi lontanto … ricordi ? proprio quando tu sentisti quel litigio … - al mio accenno – poi è tornato, ci abbiamo riprovato ma … non c’era più niente che ci univa … a parte voi ovviamente, ma sai avreste patito di più se avessimo continuato a stare insieme … so che lui mi ha amato ancora per molto tempo, mentre io nutrivo solo un affetto per lui e null’altro … ma so che per non arrivare a farci detestare l’uno con l’altro  ha preferito dividersi completamente … e io credo che abbiamo fatto la scelta più giusta … il nostro rapporto è notevolmente migliorato, nonostante i primi anni siano stati molto duri … voi eravate nel bel mezzo dell’adolescenza, soprattutto tu che gli eri molto legata … e ho sbagliato con te …

         Ma ora ci siamo chiarite e basta così … comunque papà mi ha raccontato più o meno le stesse cose e mi ha più volte cazziata .. non credere che mi abbia dato vita facile …

         Lo so … - mi sorride ed  io abbasso lo sguardo pensando alla storia mia e di Saga e di come il ragionamento della separazione fosse simile a quello accaduto tra di noi  e lei vedendomi pensierosa, si lecca il dito dalla maionese e la cosa mi fa sorridere – che succede Kate?

         Rido perché è la prima volta che ti lecchi le dita .. almeno è la prima volta che ti vedo farlo!

         No no  .. non intendevo questo …

         E cosa?

         Hai cambiato umore per un po’, dimmi c’è qualche problema?

         No … non è niente …

         Sicura? – alza le sopracciglia con fare dubitoso

         Ma no è che .. vedi quello che è successo tra te e papà è successo un po’  anche a me .. – mia madre si appoggia su entrambi i palmi mentre mi ascolta e mi guarda dolcemente – ho avuto una breve storia che è finita perché ci volevamo solo bene fraternamente … e di comune accordo ci siamo divisi per non rovinare un rapporto che è stato favoloso sin dal primo giorno … così ci stavo ripensando …  evidentemente  le cose si tramandano di madre in figlia – e scoppio a ridere per sdrammatizzare

         Meglio!!! – ride nel vedermi sorpresa – a te è successo prima … quindi buon segno no? – mi prende una mano – Kate arriverà il tempo anche per te …

         No mamma  - i miei occhi tristi cercano di sfuggire al suo sguardo – non arriverà mai …

         Oh si invece quando meno te lo aspetti – poi sospirando teatralmente – quanto siete complicati voi giovani – mi guarda di sottecchi e poi bevendo un goccio d’acqua – pure Camus in questi giorni è così strano – il mio cuore fa un sussulto – ma che avete? Lui addirittura non l’ho mai visto così glaciale come in questo periodo … è preoccupato persino Nicholas – mi guarda attentamente – ne sai niente tu? Magari tra di voi vi confidate … e ultimamente poi andavate molto d’accordo mi pare - mi sorride alquanto divertita, oddio, mi sento avvampare

         A dire il vero è da un po’ che non lo sento … a volte ci becchiamo su messenger ma io sono stata molto impegnata a studiare in questi giorni – cerco di mantenere un tono tranquillo

         Mah sì sarà un periodo … passerà … invece devo dire che quel Shura mi piace proprio tanto sai? – le sorrido compiaciuta – si vede che adora Nicole, e lei lui

         Si è vero, stanno bene insieme speriamo che continuino …

         Mh mh è l’uomo ideale per lei.

         E degli altri due che mi dici? – sorrido vedendola strabuzzare gli occhi

         Sono due pazzi scatenati … non li ferma nessuno … quando litigano poi è meglio stare alla larga … da tutti e due – mi guarda seriamente poi scoppia a ridere – meno male che ci sono loro ogni tanto a farci divertire

         E .. di Aphro che mi dici, mà?

         Hai toccato un argomento un po’ delicato .. lo sapevi del suo vizio?

         Si – abbasso lo sguardo – l’ho scoperto per caso ma mi è stato gentilmente chiesto di farmi gli affari miei

         Hai fatto bene … ora pare che ne abbia parlato col padre e stia cercando di uscirne, certo per Nick è stata una doccia fredda … non ti nascondo che ha passato sere a sfogarsi con me, sul parlare intendo .  per non attaccare troppo il figlio .. è successo quando tu eri in Inghilterra …

         Ah ecco perché l’ho visto diverso Aphro … chissà come mai ha preso sta decisione.

         Forse perché si è reso conto che i suoi amici stavano condividendo la vita con delle persone che danno molte più soddisfazioni rispetto al gioco che ti porta solo ad apprezzare le cose materiali .?. se non a perdere anche gli affetti altrui .. credo che Desu e Shura abbiano fatto molto la loro parte nella sua decisione.

         Beh che dire sono degli ottimi amici … soprattutto mi stupisco di quel defic… ehm di Desu ..

         Suvvia Kate .. in fondo in fondo è un bravo ragazzo anche lui – sorride divertita, poi guardando l’ora – forse è meglio che ci avviamo verso casa, Nicholas ha detto che sarebbe tornato verso le undici …

Chiamiamo un taxi e appena arrivate sotto casa incontriamo lui che era appena arrivato. Si vede che è molto stanco e che deve aver passato una giornata pesante, ma proprio per questo ci chiede se abbiamo voglia di farci una passeggiata per prendere un po’ d’aria e non chiudersi subito in casa. Lo accontentiamo, visto il tono supplichevole con cui ce l’ha chiesto, e ci avviamo verso una gelateria che ho scoperto ultimamente e dove a mio avviso fanno il gelato piu’ buono di tutta Cambridge. Mentre camminiamo si piazza in mezzo a noi due abbracciandoci  per le spalle e raccontandoci di come siano andati a gonfie e vele gli affari. Molto probabilmente non necessiterà più lui alle riunioni, può anche partecipare in videoconferenza, ma ha deciso che magari saltuariamente manderà Camus per incominciare ad avviarlo nella gestione delle imprese, visto che Aphro è proiettato in medicina. Ovviamente spero che questo accada il prima possibile, magari con la scusa che è qui mi verrà a trovare, no? Sa benissimo che verrei a sapere che è stato da queste parti. Ecco come al solito non mantengo mai quello che mi riprometto, basta, non devo più pensarci e ora buttiamoci a capofitto nel gelato.

 

Il loro soggiorno a casa mia volge al termine e il giorno prima di partire mia madre mi chiede se vado con loro:

         Che fai Kate, vieni giù sto week end?

         A dire il vero, visto che siete venuti voi, pensavo di scendere fra due settimane, così studio ancora un po’ .. tanto ci siamo viste tutta la settimana, no?

         E le tue sorelle? … avranno voglia di vederti …

         Oh si sicuro .. ma non ti preoccupare, non patiscono .. c’è chi le consola .. ma tanto ci vediamo quasi tutte le sere su Skype .. e poi non mi hanno vista per 7 mesi!!!

         Appunto – mi riprende con lo sguardo

         Dai se riesco vengo il prossimo, ma non te lo assicuro, ok?

         Mh.. non mi convinci ma va bene …

L’aiuto a preparare le valigie dopodiché attendiamo che arrivi Nicholas per andare a cena tutti insieme, almeno l’ultima sera si è concesso un po’ di libertà. Il giorno dopo li accompagno all’aeroporto di Boston, nonostante la loro insistenza di non disturbarmi fino a quel punto, ma insisto anche perché il più delle volte che ho le giornate libere, spiego loro che prendo il taxi per andare nella grande metropoli a fare un pieno di libri e di shopping selvaggio, vizio ereditato da madre e sorelle!! Inutile descrivere la gioia di mia madre nel vedermi finalmente un po’ più femminile. Ci salutiamo al check in e mentre mi avvio all’uscita dell’aeroporto mi squilla il cellulare: Saga. Felice di sentirlo accedo alla conversazione e non faccio nemmeno in tempo a dire “ciao “ che:

         Hai un sesto senso molto sviluppato oppure sei qui per caso! – ride divertito

         Come? – mi giro e mi guardo intorno ma non lo vedo, secondo me mi ha scambiata per qualcun’altra laddove si trova lui

         Guarda verso il bar “Florian” …

         Non ci posso credere – lo vedo al tavolino che sta facendo colazione e mi fa cenno con la mano di avvicinarmi – arrivo … caffè e brioche grazie – mentre mi avvicino vedo che ordina tutto ciò al barista poi una volta seduta di fronte a lui – e tu che ci fai qui?

         Ti avevo detto che sarei passato a trovarti .. e tu invece che ci fai qui?

         Ho accompagnato mia madre e Nicholas, sono stati qui una settimana … ma  perché non mi hai avvisata?

         Non ero sicuro che il corso si sarebbe svolto anche oggi, solo ieri sera siamo riusciti a terminare, ma era molto tardi per avvisarti e stamattina troppo presto, non volevo svegliarti all’alba … allora come stai?

         Bene … - nel frattempo mi hanno portato il caffè e mentre lo bevo lo guardo attentamente – sai mi sembra così starano stare qui a parlare con te …

         Ah si .. e perché? – mi sorride dolcemente

         Prova ad immaginarlo ... – come faccio a guardarlo e a non pensare a quanto sono stata bene con lui.

         Ho capito … - appoggia la sua tazza e si allunga verso di me – dimmi la verità … ho fatto male a venire?

         No! – lo guardo decisa -  nel modo più assoluto … è che .. dopo tutto quello che abbiamo trascorso insieme ritrovarmi a parlare con te mi fa uno strano effetto .. tutto qui .. ma è una cosa bella … ed è proprio questo che mi fa apparire tutto strano, di quanto io stia bene lo stesso ogni volta che ti vedo.

         Ahahaha … meno male – mi prende la mano e mi bacia il palmo – anche a me fa molto piacere vederti e stare con te … e non ti nascondo che mi fai sempre lo stesso effetto  … e anche più di prima – mi bacia nuovamente la mano.

          Se è per questo anche tu  … - cercando cambiare discorso – ma quanto ti fermi?

         Potrei qualche giorno, ma … per entrambi è meglio che stasera me ne rivada – mi sorride

         Io non ho problemi ad ospitarti … ho la camera degli ospiti, ricordi? – lo stuzzico

         Si si una camera dove non ho mai dormito.

         Beh è la volta buona per provarla – rido divertita

         Mi faresti davvero dormire lì?

         Si … te l’ho detto non ho problemi

         Il problema si creerebbe .. perché io so già che non ti resisterei … - nel suo sguardo leggo il desiderio

         E nemmeno io ... – ammetto , in fondo anche io provo attrazione per lui, ma stavolta i sentimenti per Camus sono più prepotenti

         Ed è meglio che non succeda – stavolta mi osserva seriamente

         Sarebbe rivivere la stessa esperienza della precedente .. – rispondo io

         Ad essere sinceri … si  … sarebbe solo una storia basata su una forte attrazione fisica … affetto si, ma non quell’amore che si condivide tra innamorati …  cosa che noi non siamo l’uno dell’altra  e forse  non lo saremo mai … o per lo meno questo non è il momento giusto … - mi osserva seriamente

         No … hai ragione - gli accarezzo il viso con la mano che lui mi stringe tra le sue – ma ti voglio un bene enorme e te ne vorrò per sempre … sono stata tanto male all’inizio senza di te, sai? 

         Lo so e mi è molto dispiaciuto … per questo non ci riproverei … so che tu meriti molto di più …

         Ma tu sei già il massimo che io potevo avere …

         No … puoi avere ancora di più …

          Rimarrai per sempre una persona molto importante per me … - gli sorrido grata per quanto mi ha dato in passato

         Anche tu Kate … e sono contento che chiariamo le cose in modo così maturo … sai ho capito facendo quel corso che  in questo momento la carriera  ha la priorità nella mia vita  … l’amore non lo prendo ancora in considerazione al momento,  non voglio distrazioni – mi sorride divertito – e tu sei l’ultima persona al mondo che io voglia prendere in giro … mi capisci?

         Certo … non ti nascondo che avrei molta paura a ricominciare con te … perché stavolta lo farei più seriamente … ma questo periodo non è nemmeno quello giusto …

         C’è qualcuno Kate? – mi stringe la mano

         No … - non lo dico molto convinta e lui ormai sa leggere nel mio cuore

         Ho capito … hai a che fare con un cretino … - mi studia profondamente

         Ma che dici? – se sapesse che sta offendendo un suo caro amico

         Si … definisco così una persona che non sa minimamente  cosa si perde … sei bella dentro e fuori .. hai un carattere bellissimo e sei una persona molto intelligente …

         Vabbè tu sei di parte … non  è detto che gli altri la pensino come te .. ma..- mi interrompe

         Non sono l’unico a pensarlo …

         Ah no? – stavolta sono io che lo interrompo – e vediamo un po’ quali altri pazzi condividono questo tuo pensiero … - e me la rido divertita, scacciando l’imbarazzo e con la curiosità di sapere

         Kanon, che  non so per quanto tempo mi ha insultato per la scelta presa e  Aiolos … che quando ha saputo che ti ho lasciato voleva il tuo numero – e scoppiamo a ridere insieme  - ti bastano?

         Si si … ma tu lo sai che tuo fratello e  Los amano  infastidirti …

         Ahahah … si è vero  … - sorride

         Comunque non mi interessa.

         Sicura? – mi studia profondamente

         Certo … - poi cambiando definitivamente discorso – a che ora hai il volo di rientro ?

         Alle cinque e mezza – si alza ed io con lui

         Allora che ne dici di farci un bel giro per Boston? … avrei giusto voglia di un po’ di shopping – sorrido sadica

         Ommioddio …. Ripensandoci ho un impegno a Miami ….

         Tu non hai nessun impegno se non con me … oggi sei tutto mio …

         Beh se la metti così …  a quali torture mi sottoponi?

         Mh .. nulla di che … suvvia ti spaventi per così poco!!!   - poi mentre lascia sul tavolo le banconote noto che al polso ha ancora il rolex che gli avevo regalato al suo compleanno – lo porti ancora?

         Certo – mi guarda meravigliato e al tempo stesso divertito – perché non dovrei? Ci sono molto legato!

         Mi fa piacere.

         Andiamo …

 

Mi abbraccia per le spalle e ci avviamo verso l’uscita dei taxi, saliamo sul primo disponibile e ci avviamo verso il centro della città. Passiamo un’intera giornata a gironzolare, a parlare ancora sul discorso lasciato un po’ a metà, ridiamo, scherziamo, pranziamo e subito dopo si sofferma in una vetrina di una gioielleria, lo vedo pensieroso, poi mi guarda, mi dice di attenderlo fuori ed entra. Dopo quasi dieci minuti, esce e mi consegna un pacchettino, lo guardo sorpresa e lui mi incita ad aprirlo. Faccio come mi dice e rimango senza parole, all’interno c’è un ciondolo col simbolo del mio segno zodiacale, è bellissimo in oro bianco  e la freccia ha in punta un diamantino. Lo guardo emozionata e riesco solo a chiedere:

         Perché?

         Voglio che tu abbia sempre con te qualcosa di mio … volevo fare di più ma allo stesso tempo non potevo esagerare con qualcosa di troppo impegnativo – mi prende il volto con le mani e con i pollici mi asciuga le due lacrimucce che per l’emozione non sono riuscita a trattenere – ti piace?

         È bellissimo … ma te l’ho detto … tu sarai sempre con me nel mio cuore .. – mi bacia in fronte – mi aiuti – gli chiedo voltandomi e facendomi slacciare la collanina che ho addosso, infilo il ciondolo per togliere il mio  e poi me lo faccio richiudere, lo tocco e gli chiedo – come sta?

         Molto bene … si ti dà più luce …

         Ma guarda … - lo abbraccio stretto – grazie di cuore!!!

         Grazie a te per la giornata persa insieme a me – mi stringe ancora di più.

Vista l’ora ci avviamo in aeroporto e una volta effettuato il check in lo accompagno al controllo di sicurezza e ci salutiamo lì, purtroppo non posso andare oltre e attendere con lui l’imbarco al gate.

         Ho passato una giornata meravigliosa oggi … ma non ne dubitavo, con te è sempre stato così – gli confesso

         Anche per me è sempre bello stare in tua compagnia – mi abbraccia forte a se – spero di rivederti ancora

         Ma certo … vieni tutti le volte che vuoi, sai che sei il benvenuto

         Anche tu non scordarti di Miami!! Dai che magari ci rifacciamo un giro in barca una volta

         Ci conto – appoggio la testa sulla spalla e gli sussurro all’orecchio – grazie ancora per il ciondolo

         Figurati – mi prende il volto tra le mani – un ultima volta … posso? – al mio assenso, posa le sue labbra sulle mie in un dolce e appassionato bacio, la sua lingua è carezzevole e la mia, danza insieme a lei senza alcuna inibizione, dopodichè mi lascia andare e toccando il ciondolo – del bacio possiamo non dire nulla – mi sorride malizioso facendo l’occhiolino - ma di questo spero non sia troppo geloso …

         Ma chi?

         Il tuo spasimante … - mi rimprovera con lo sguardo vedendo il mo contrariato – non guardarmi così … digli che è solo un regalo da una persona che ti ha e che ti vuole ancora tanto bene … e di non preoccuparsi più di me – scoppia a ridere vedendomi confusa – vuoi che glielo dica io?- mi stuzzica

         Ma tu sei tutto pazzo – rido anche io con lui – vai va …

         Ok vado … ma se Camus mi capita sotto tiro glielo faccio presente? – domanda con noncuranza baciandomi  le guance mentre io rimango immobile per lo shock  e lui pizzicandomi la guancia mi sussurra – pensava di non esser visto ma .. l’ho beccato più volte a guardarti … i suoi occhi davano segnali molto evidenti … Mi ha divertito vederlo geloso, lo ammetto …

         Ah ma bravo!!! – esplodo io – allora tutta quella mielosità solo per indispettire lui? – metto le mani ai fianchi sfidandolo

         Ahahahaha … ma no!! Ho fatto tutto perché lo volevo, ma al tempo stesso ho notato quanto gli desse fastidio … e comunque di certo non rinunciavo a te e alla tua presenza per far contento lui ..anche se le tue adorate sorelle ci hanno messo lo zampino sequestrandoti da me   .. – sorrido al ricordo  - ..  che si sbrighi il mio amico .. perché ora ti lascio andare … ma se ancora ti trovo libera nei miei paraggi, non ti lascio più scampo – scoppiamo a ridere insieme, ci abbracciamo ancora un’ultima volta e poi lui salutandomi ancora con la mano sparisce dietro al controllo di sicurezza.

 

Seduta nel taxi mentre torno a casa ripenso a quanto ci siamo detti poco prima di lasciarci, è incredibile come riesca a percepire i sentimenti degli altri. Ha un intuito infallibile, non me l’ha apertamente detto ma so perfettamente che ha capito anche del mio interesse verso Camus, per quello se n’è andato , altrimenti sono  sicura che non mi avrebbe lasciata andare così facilmente. Una volta a casa, dopo una bella doccia mi rilasso sul divano mangiando un panino e guardando un po’ di televisione, addormentandomi poi sul divano, come accade per la maggior parte delle volte.

 

L’indomani non vedo l’ora di raccontare tutto alle mie care sorelline, difatti non mi fermo come al solito dopo la lezione di mezzogiorno a pranzo con le mie amiche e corro a casa a connettermi su Skype per parlare con loro, ma evidentemente ho scelto la giornata sbagliata, perché fino a tarda sera non le vedo connesse, al che passo sul messenger per vedere se le trovo almeno lì,  ma purtroppo nessuna delle due è collegata. Ceno velocemente dopodichè decido di studiare un po’, inizio a scrivere la mia relazione quando all’improvviso una celletta al fondo del computer s’illumina, è Camus. Ommioddio, che faccio apro? O lo lascio lì per una buona mezz’ora? No dai non abbassiamoci a suoi livelli, clicco sopra e:

 

Camus “Ciao”

Kate “Ciao”

Camus “disturbo?”

Kate “no studiavo”

Camus “stai bene?”

Kate “si e tu ?”

Camus “non c’è male . Hai tempo o devi uscire?”

Kate “si si posso, oggi non sono uscita e stasera nemmeno, devo recuperare per la giornata di ieri che sono stata tutto il giorno fuori”

Camus “sei stata tutto il giorno all’università?”

Kate “no, ieri mattina  ho accompagnato mamma e Nick all’aeroporto e poi lì ho incontrato inaspettatamente  una persona con cui ho passato tutta la giornata”

Camus “beh ogni tanto ci va un po’ di relax”

Kate “si, anche rivedere qualche faccia familiare per non farti sentire sola, ma è stata una scelta mia allontanarmi per cui non devo nemmeno lamentarmi, no?”

Camus “J no infatti, è venuta a trovarti qualche amica da Miami?”

Kate “ no è venuto Saga”

                                     

Tamburellando le dita sul tavolino attendo per un po’ la sua risposta, ma non arriva. Guardo l’ora sullo schermo e dopo due minuti vorrei trillargli, ma attendo pazientemente anche perché lo vedo ancora collegato. L’ansia mi assale sempre di più, mi alzo e vado a prendere un bicchiere d’acqua e il suono della risposta mi fa correre al posto:

 

Camus “era da aspettarselo, l’aveva detto che veniva a trovarti perché ti ha sorpreso?

Kate “beh non pensavo lo facesse sul serio”

Camus “a me sembrava serissimo invece quando l’ha detto … ma non ti ha avvisata prima di venire?”

Kate “l’ha saputo la  sera tardi e ieri mattina non voleva svegliarmi all’alba ”

Camus “posso farti una domanda? Libera di non rispondermi se non vuoi”

Kate “ok”

Camus “è rimasto da te?”

Kate “no … non ha voluto”

Camus “ che strano”

Kate “perché?”

Camus “così’, mi stupisce la cosa, ma tu l’avresti ospitato?”

Kate “si ho la stanza degli ospiti “

Camus “J ospiti si vabbè … “

Kate “secondo te tuo padre e mia madre dove hanno dormito?”

Camus “ lo avresti fatto dormire lì?”

Kate “si … poi dipende da come sarebbero andate le cose, tanto non devo rendere conto a nessuno, sono libera”

Camus “ e piacente … come lui”

Kate “non mi va di parlarne”

Camus “perché non torni più?”

Kate “ho avuto da studiare”

Camus “è un mese che non ti fai viva, questo week end ormai non vieni più, giusto?”

Kate “no…è stata mamma qui, per cui forse  vengo fra un paio di settimane, ma non te lo assicuro, ho molto da studiare, vediamo come riesco ad organizzarmi”     

Camus “ho capito … qua sentono tutti la tua mancanza”

Kate “beh siete, anzi sono  sopravvissuti 7 mesi non penso che ne moriranno”

Camus “ma che risposta è?”

Kate “perché? Non ho detto nulla di male mi sembra”

Camus “ si vabbè ho capito che non dovevo chiedertelo quello di prima”

Kate “ti sbagli non ho avuto problemi a risponderti”

Camus “insomma … sei stata un po’ vaga, ma non sono cose che mi devono interessare “

Kate “appunto .. e  tu invece?  che hai fatto in questo periodo? Non ti sei fatto più vivo”

Camus “nemmeno tu  mi pare”

Kate “se ti collegavi mi avresti vista, ci sono quasi tutte le sere”

Camus “non ho molto l’abitudine di chattare e poi sto terminando la tesi, il prossimo mese la discuto, il 18, verrai vero?”

Kate “si certo, figurati se non vengo per quello”

Camus”mah, potresti avere visite inaspettate e cambiare programmi”

Kate “mi fai capace di una cosa del genere? … mi deludi”

Camus “già … come sempre ultimamente .. scusa ora devo andare c’è Milo che mi sta chiamando”

Kate “uscite?”

Camus “si, Kanon torna in ritiro con la squadra e andiamo a mangiare qualcosa tutti insieme”

Kate “salutami sia lui che tutti gli altri, se ci sono anche loro”

Camus “sarà fatto, saremo gli stessi dell’altra volta, nessuno escluso,  buon proseguimento”

Kate “buona serata divertiti”

Camus “ ci proverò, notte”

Kate “notte”

 

 

Non aspetto altre risposte e scollego subito il messenger, ho lo stomaco sottosopra, sia per i toni, che per i discorsi toccati e, perché no, anche dalla sua improvvisa voglia di parlarmi. Vorrei poter pensare che gli manco sul serio, ma ho sempre la solita paura che mi assale, quella di illudermi che lui davvero provi qualcosa. Vorrei fidarmi ciecamente dell’intuito di Saga e delle parole dette dalle mie sorelle per incoraggiarmi, ma c’è quel qualcosa che  mi blocca, che mi fa sempre pensare in negativo, mi lascia insicura e afflitta. Mi manca. Tanto.  Tantissimo. Ho voglia di vederlo, di vedere i suoi occhi, il suo sorriso, di sentire la sua voce. Ma mi sono ripromessa che se non sarà lui, io non avanzerò mai di un passo nella sua direzione. Non è per essere desiderata o immatura, ma io gli ho sempre dimostrato quello che provo, non può avere ancora dubbi su di me, soprattutto ora che sa che tra me e Saga non è tornato il rapporto di un tempo, ma è rimasto quello amichevole che ha visto la sera della festa, seppur un po’ troppo intimo, lo ammetto. Ha detto che stasera non c’è nessun escluso, vuol dire solo una cosa e cioè che lui e Saga  si incontreranno. Bene, domattina tartasserò Milo al telefono, mi deve un favore.

 

 

Chiedo venia come al solito, ma credetemi se vi dico che è un periodaccio: lavoro, compleanno di figlio, compleanno del marito, comunione in arrivo dell’altro figlio … aiutoooooooooooo …. ce la farò.

Avrei voluto concluderlo in altro modo, ma vi avrei fatto attendere ancora un’altra settimana, per cui ho pensato di abbreviarlo, ma piuttosto lo pubblico. Io sono una lettrice che ama non attendere troppo gli aggiornamenti, perché mi lasciano l’ansia dell’attesa e la curiosità mi assale, per cui non voglio proprio io predicare bene e razzolare male, ahahah.

Inutile dire che spero sia di vostro gradimento.

Un bacio a tutti e grazie come sempre a chi commenta e a chi legge soltanto, siete in molti e vi sono grata.

Sagitta72

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Capitolo 22
*** Quando tutto sembra perduto, e invece .... ***


Capitolo n. 22

 

 

 

 

Quando tutto sembra perduto, e invece ....

 

 

 

 

La sveglia non fa in tempo a suonare che subito la spengo e balzo giù dal letto in preda alla curiosità che mi assale dalla sera precedente. Ammetto che su certe cose devo ancora migliorare, ma che ci posso fare se mamma e papà mi hanno fatta curiosa oltre il limite della soglia massima di sopportazione? Ebbene, nulla, è la natura, pecco di questo piccolo difetto  e Milo stamattina ne subirà le conseguenze. Rido al solo pensiero dell’interrogatorio che gli farò, ma per evitare di trovarlo con la luna storta, attendo almeno la solita ora in cui so che ha già fatto colazione e posso parlare liberamente, anche se vorrei tanto svegliarlo e torturarlo nel dormiveglia, ma so che poi non ne caverei un ragno dal buco.

Saltellando dalla camera al salotto e componendo contemporaneamente il numero, mi butto di peso sul divano e attorcigliando una ciocca di capelli al dito attendo che l’interlocutore mi risponda:

 

         Pronto? – si sente che ha risposto senza vedere chi chiama, perché ha la voce molto distratta

         Milo … mio dolce cognato adorato … - lo saluto sensualmente ridendo sotto i baffi  

         Ahahahaah … sapevo che mi avresti chiamato stamattina … mia dolce cognata … non preferita, perché c’è anche Nicole … io non faccio preferenze - e lo sento che sghignazza

         Ingrato … dopo tutto quello che ho fatto per te!

         Del tipo?

         Il fatto di averti sopportato in alcune circostanze solo a noi note … tesoro.

         Lo sa tua sorella che mi chiami tesoro?

         Mh – fingo di pensarci – non lo so … forse no … sarebbe gelosa, ma non importa … mi vuole bene le passerà.

         Allora come stai?

         Bene grazie, che mi dici di bello?

         Ah grazie, che gentile che sei … io anche sto bene, non ti devi preoccupare.

         Ma chi se ne frega di come stai … ahahahah … dai Milo scherzo … Milo? – ha buttato giù la comunicazione, non ci posso credere, guardo il cellulare divertita e lo richiamo

         Si? Chi parla?

         Smettila sce … Milo!!!

         Guarda che attacco di nuovo? – me lo fa apposta a torturarmi e sento che si diverte parecchio

         NO!

         Fai la brava allora?

         Uffa … non stai mai agli scherzi .. va bene. Come stai? Tutto bene? procedono bene gli studi?

         Si si tutto a posto, grazie … che premurosa che sei.

         Già .. e con Michelle tutto a posto?

         Certo mia cara, a meraviglia!!!

         Immagino …

         Che vuoi dire?

         Nulla ..non siamo qui per parlare di voi …  ora posso chiederti com’è andata la serata di ieri?

         Lo sapevo … devo proprio? – la sua voce è grave e si abbassa di un tono di vivacità facendo accapponare la pelle.

         Se vuoi – ho quasi paura a sapere

         Semmai .. se vuoi tu.

         Dimmi subito di che morte devo morire ….

         Diciamo solo che Saga ha fatto la sua parte … - non sentendomi piu’ – hei ci sei ancora?

         Si – sussurro

         Vado?

         Non lo so .. ho paura …

         Stai scherzando? – lo sento serio ora

         No .. davvero! – orami la comunicazione ha un tono molto serio

         E di cosa?

         Non lo so nemmeno io … forse ho paura di sapere che abbia parlato nuovamente di me davanti a Camus e …

         L’ha fatto – mi interrompe – e ti posso assicurare che ha avuto il suo effetto.

         Bene … - non chiedo nulla e non dico più nulla, mi è assalita una paura incontrollabile, la paura di aver perso per sempre Camus, non so perché, ma sento che possa essere così e questo mi fa impazzire, mi viene voglia di piangere

         Hai voglia di ascoltarmi oppure preferisci non sapere nulla?

         Dai Milo .. uccidimi … sono pronta!!

         Che esagerata che sei … sto cominciando a pensare che tu abbia intrapreso la strada sbagliata … fossi in te lascerei la carriera di avvocato perché quella di attrice ti si addice di più!! – sento il suo ghignetto in sottofondo

         Smettila dai … tu non ci credi ma sul serio sono preoccupata …

         E di cosa? … che mio cugino non ti vuole più?

         Si – sussurro

         Beh non mi sembra che tu abbia problemi a trovarti altra compagnia .. anzi, da come abbiamo capito il nostro Saga al momento ti ha dato la libertà di cui hai bisogno, ma la prossima volta ti vuole con sé .. per sempre – queste ultime due parole le ha marcate bene

         Ma che dici? … stava sicuramente scherzando, lui al momento ha interesse solo per la sua carriera e me l’ha detto molto apertamente

         Lo so … anzi lo sappiamo, ma ha anche detto che nel giro di pochi mesi si dovrebbe sistemare e … tu sarai il suo prossimo obiettivo … ovviamente se sei ancora libera …

         Come scusa?

         Si si … ha detto testuali parole “ a quel punto se Kate sarà ancora libera, andrò a riprendermela e stavolta non le darò scampo” al che Kanon lo ha preso in giro dicendogli “ perché pensi che aspetti te?” e Saga ha controbattuto dicendo “no, ma so che  riuscirei a fare breccia dritto nel  suo cuore … so di cosa ha bisogno” … posso saperlo anche io di cosa hai bisogno?

         Smettila  … non infierire … ma è impazzito?

         Ha torto forse?

         Non so …

         Vedi? Anche tu non sai nemmeno quello che vuoi …

         Non è vero ..

         A me sembra di si, invece – il suo tono è un po’ irritato

         Vuoi la verità?

         Si – risponde deciso

         No … non avrebbe tutti i  torti … se dovesse tornare un giorno probabilmente so che con lui potrei avere un futuro sicuro … mi da molta sicurezza e stabilità emotiva .. quello che tuo cugino non mi riesce a dare … perché non mi ha mai voluta e lo ha dimostrato … ora poi immagino che si dileguerà del tutto – mi alzo e comincio a camminare avanti e indietro per il salotto

         Mh non so … ma l’ho visto  lo  sguardo battagliero che ha lanciato di sottecchi a Saga …  - sento che ridacchia divertito, poi tornando molto serio – su Kate torna qualche giorno … fai la brava, fidati di me ..

         Non lo so ci devo pensare ... in tutta franchezza non ho voglia di essere ignorata completamente … e poi cosa potrei dirgli dopo l’ultima volta che ci siamo visti?

         Ma mi sembra che ieri sera su messenger abbiate parlato un po’

         E siamo anche riusciti a litigare tra le righe ..

         Ahahahah .. incredibile … solo voi ci riuscite …

         Dico solo quello che penso …

         Tu stuzzichi … ammettilo

         No .. è lui che mi istiga ..

         Sei una testarda ..

         E lui è un troglodita

         Ah se solo metteste da parte il vostro orgoglio!!

         Io l’ho già messo una volta .. e sono stata respinta … gli ho promesso che da parte mia non sarebbe piu’ successo e intendo mantenere la parola data … lui sa … io sono qui …

         Vorrei dirti molte più cose Kate, ma è meglio che mi fermo qui.

         Che intendi dire?

         Che conoscendo la testa di cavolo di mio cugino è meglio che non ti dia false illusioni … anche se so che non mi sbaglierei … ma non voglio poi farti stare  male …

         Ho capito … beh vorrà dire che io vivo la giornata come meglio crederò, senza farmi problemi se avanzerà qualcun altro … sono stufa di aspettare in eterno .

         Che vuoi che ti dica … fai bene …

         C’è Michelle con te?

         No … non sono rimasto da lei, c’era Nicole … Shura è partito una settimana per la Spagna, è andato dai suoi a fare visita …

         Ah già è vero .. peccato che aveva l’esame sennò andava anche mia sorella … ma non poteva aspettarla per la settimana dopo?

         No .. è il compleanno della madre questa settimana!! … non lo sapevi o stai perdendo colpi? – ride divertito

         Sto perdendo colpi … sono irrecuperabile Milo .. aiuto!! – e scoppio a ridere insieme a lui, poi tornando seria – come al solito grazie per il conforto che mi dai … non sei obbligato , sappilo!

         Lo so … ma sai mi sento un po’ in colpa .. potrei fare di più ma Michelle non vuole … dice che tu non approveresti

         Ha ragione … le cose devono andare perché vengono da sé .. non perché forzate da qualcuno … vabbè dai … ho lezione fra un’ora, vado …

         Ciao Kate e mi raccomando … quando hai bisogno basta che mi chiami.

         Lo so … ciao Milo, buona giornata .. ah .. Milo?

         Si dimmi …

         Ti voglio bene.

         Anche io .. ciao!

 

Penso e ripenso a quanto detto da Milo, non posso crederci che Saga abbia osato parecchio davanti a Camus. Non so se arrabbiarmi  o se esserne lusingata. So benissimo quello che prova Saga e so anche che non è tipo da lasciarsi scappare le occasioni che gli capitano sotto mano. Di sicuro io non mi tirerò indietro se ritornerà alla carica, a meno che non abbia dei chiari segnali da parte di qualcun altro, ma a questo punto dubito fortemente. Conoscendo il tipo, come ha detto già una volta a Milo trattandosi di Kristeen, non torna mai sui suoi passi e lui con me ci ha provato quella sera del teatro, ma ora che gli sono scaduta non tornerà più indietro. Non so se ho fatto bene a non tornare per così tanto tempo a casa, forse dovevo dare ascolto a mia sorella Michelle? Dovevo provare a chiarire con lui? Ma lui in fondo che cosa ha fatto? Si è mai preoccupato in questo ultimo mese di venire da me? Qui siamo soli, non ci sarebbe nessuno che si metterebbe in mezzo, solo io e lui e quale occasione migliore per avere un po’ di pace e tranquillità? Non ci credo che non ci abbia mai pensato, è che non vuole, è diverso. Ha ragione Milo quando dice di mettere da parte l’orgoglio, è la rovina delle nostre esistenze, ma io che ci posso fare se non riesco a fare il passo verso di lui? Ho già sofferto per il suo rifiuto al mio primo bacio, ora penso che non riuscirei a sopportarlo. Attenderò qualche giorno per vedere se si rifà vivo, dopodiché ci proverò io, mettendo in conto le conseguenze che il mio cuore potrebbe subire.

 

Ovviamente siamo quasi a fine settimana e di lui nemmeno una traccia. Che mi potevo aspettare, che corresse da me per paura che qualcun altro mi rapisca? Sono solo una povera illusa, non dormo da tre notti e ho le occhiaie che sembro Morticia. Difatti fuori all’università mentre mi sto salutando con le mie amiche, una di queste me lo fa notare:

 

         Cavolo Kate, cosa fai la notte, i festini?

         Magari!! Almeno ho questi risultati per qualcosa di positivo?

         Su dai organizziamo per domani sera, folleggiamo tutta la notte e vedrai che bella dormita ti farai –mi consiglia l’altra e scoppiamo a ridere insieme

         Oh my God!! – esplode la nostra compagna

         Stai bene? – le chiedo vedendola in trans

         Si si … eccome … ho avuto una stupenda visione …. ragazze ho trovato l’uomo della mia vita .. – fa segno dietro di noi - è sceso in questo momento dall’auto – ci voltiamo a guardare nella direzione da lei indicata, ma ci sono tante di quelle macchine che non capiamo di chi parla – sta guardando da questa  parte … sta cercando qualcuno … ovviamente me ma ancora non mi ha vista … - noi la mandiamo direttamente a quel paese - che fisico atletico … che occhi … che bello … che adone – noi nel frattempo ce la ridiamo per le espressioni estasiate che sta facendo – ci sta puntando …  ecco mi ha trovata … sta avanzando verso di noi .. ma perché si è fermato? .. e poi perché chiama te? – rivolta a me

         Me? – la guardo sorpresa

         Si si … proprio te .. ma non lo senti? – lei mi guarda incuriosita, mentre io stavolta sento che chiamano il mio nome, mi volto ,il mio cuore perde un battito e i polmoni smettono di pompare aria

         Camus … -sussurro rimanendo imbambolata a guardarlo, mentre lui accenna ad un timido sorriso

         Chi è? – mi chiedono insieme, mentre quella che prima era in trans mi avvicina a lei

         Lui è … lui è … il figlio di mia madre …. Cioè il figlio del marito di mia madre.

         E come mai è qui?

         Non lo so … è la prima volta che viene - poi rivolta a loro – beh io vado … ci sentiamo domani – ci salutiamo e mi avvio verso di lui che nel frattempo si è appoggiato al cofano dell’auto e mi osserva mentre avanzo verso di lui.

         Ciao – mi saluta timidamente

         Ciao – accenno anche io ad un sorriso – che ci fai qui?

         Domani ho una colazione di lavoro.

         Tuo padre ti sta già mettendo alla prova? – sorrido cercando di spezzare via il freddo che ancora c’è tra noi

         A quanto pare … - guarda verso le mie amiche infilando le mani nei jeans – spero di non averti rovinato nulla, non ti ho volutamente avvisata perché so che ti piacciono le sorprese – torna a guardarmi attendendo una mia reazione alla sua provocazione.

         Si in effetti sono molto divertenti – involontariamente prendo il ciondolo tra le mani e torturandolo su e giù per l’imbarazzo del momento – peccato però che a lungo andare mi farete venire crisi di apnea …

         Fermati – mi blocca la mano, facendomi fremere  – rischi di romperlo – poi lo prende in mano – bello … non te l’ho mai visto addosso.

         Me l’hanno regalato da poco – volgo lo sguardo distrattamente sui ragazzi che passano pur di non guardare lui

         Ho capito … qualche ricorrenza speciale? – lo stringe nella mano per poi lasciarlo andare, ha capito perfettamente a chi appartiene

         No … è stato fatto così … - guardandolo negli occhi – a sorpresa.

         Capisco … stavi andando a casa?

         Si

         Vuoi che ti accompagno?

         Si grazie – anche perché sennò che cosa è venuto a fare, mi chiedo, poi ripenso alle parole di Milo e cerco di essere meno altezzosa con lui .

 

Mi apre la portiera dell’auto e attende che entro per poi richiuderla delicatamente. Mentre mi passa davanti per andare dal suo lato, lo squadro dalla testa a i piedi, è vestito sportivamente, ha i jeans blu attillati,  al punto giusto,  ed un giubbotto che lascia intravedere le sue spalle atletiche e perfette. Ma lui è tutto perfetto, o quasi.  Prima di entrare mi lancia uno sguardo dal parabrezza ed io sentendomi avvampare per i pensieri che mi stanno torturando, volgo lo sguardo altrove. Una volta salito gli do le indicazioni da seguire e poi nessuno dei due per un po’ parla. Al che comincio io, visto che lui essendo venuto fin qui almeno si aspetta da me un’accoglienza particolare:

         Dove alloggi?

         All’Hilton di Boston, nel quartiere finanziario …

         Potevi anche stare da me …

         L’ho deciso all’ultimo momento – mi guarda per un attimo – magari la prossima volta ne approfitto.

         Puoi avvisarmi anche all’ultimo momento, tanto io non è che ho molti programmi durante la settimana.

         Quindi stasera non esci con nessuno?

         No …  a parte te – lo guardo attentamente  - sempre che a te vada.

         Certo che mi va, altrimenti che cosa sarei venuto a fare a Cambridge, me ne sarei rimasto in hotel.

         Beh per educazione, avrei saputo che sei stato qui …

         Non incominciare Kate … se sono qui è perché avevo voglia di vederti – mentre guida scuote la testa e sospira pesantemente.

         Perché? – il mio cuore batte talmente forte che sembra voglia uscirmi dal petto

         È qui che devo girare , vero? – rallenta con l’auto ed io gli indico la strada spazientita dal cambiamento di discorso, poi arrivati sotto casa lui mi dice  – ti aspetto in auto.

         No … voglio che sali – lo guardo decisa -  non mi  piace farti aspettare  qui .. e poi non vuoi vedere dove abito?

         Va bene – spegne la macchina e scende con me avviandoci nella hall del palazzo.

 

Mentre attendiamo che arrivi l’ascensore, il mo cellulare trilla per l’arrivo di un messaggio, guardo ed è una delle mie due amiche che ho lasciato all’università. Mi chiede se sono già all’azione oppure no, al che mi viene da sorridere e le rispondo  di farsi furba, nel frattempo vedo con la coda dell’occhio Camus irrigidirsi, sono sicura che pensa sia qualcun altro e volutamente non dirò nulla. Metto a posto il cellulare e gli sorrido mentre entriamo in ascensore, digito il piano e sempre in silenzio arriviamo all’uscio di casa, non che sia mai stato di molte parole, ma almeno qualcosa potrebbe dire, sto cominciando a pensare che sia io a bloccarlo. Entriamo in casa e per fortuna il giorno prima mi ero decisa a mettere in ordine, altrimenti che avrebbe mai pensato di me! Lo vedo che si guarda intorno e poi rivolto a me:

 

         È carino … molto accogliente e semplice al tempo stesso.

         Grazie … nel frattempo che aspetti prenditi pure qualcosa da bere, in frigo ci sono delle bevande fresche … non ho né birre né alcoolici, mi spiace …

         Non ti preoccupare va benissimo quello che c’è – viene subito attirato dal mio angolino di libri e si sofferma ad osservare

         Ho capito che se non ti do nulla io tu non prenderai niente … - mi avvio al frigo, apro e con una  mano appoggiata alla porta e l’altra sul fianco  comincio ad elencare tutto quello che ho – the freddo, succo d’arancia, lemonsoda, succo di frutta alla pera … allora che cosa ti do?

         Il the va bene – non mi sono accorta che si era avvicinato e sentendo il suo alito quasi sul mio collo sussulto, prendo la bottiglia e gliene verso un po’

         Vuoi anche qualcosa da mangiare? …  - dal buffet tiro fuori una crostata acquistata in pasticceria – questa è molto buona …

         No non voglio nulla …

         Ok allora vado a cambiarmi .. faccio in fretta, ti va una pizza? Qui dietro c’è un ristorante italiano dove fanno un’ottima cucina

         Andiamo dove vuoi … mi  affido a te .. purtroppo non posso fare altrimenti, non conosco locali qui – mentre beve se la ride perché vede la mia espressione offesa

         Ah si? …. Bene … visto che la metti così ti porto in un posto che nemmeno immagini … - e molto divertita mi avvio in camera a cambiarmi, pregustando già la sua faccia nel momento in cui lo farò entrare nel pub dove di solito andiamo a ballare il venerdì sera e dove si balla esclusivamente sui tavoli.

         E se rimanessimo a casa – propone un po’ preoccupato

         No – rispondo prima di chiudere la porta.

 

Rimango almeno per una decina di minuti ad osservare il mio guardaroba poi comincio a tirare fuori i vestiti, jeans e maglietta vanno più che bene, in fondo anche lui è vestito così. Vado in bagno a darmi una rinfrescata e mi vesto, dopodiché torno in salotto da lui, dove lo trovo appoggiato alla finestra che guarda distrattamente fuori: è bellissimo, il suo profilo è perfetto, non ha difetti, se non nel carattere ostile, uffa. Sente la mia presenza e si gira lasciandomi sorpresa dal suo sguardo un po’ malinconico che subito nasconde dietro ad un meraviglioso sorriso. Mi si avvicina ed io prendendo la borsa che avevo buttato sul divano mi dirigo verso la porta e aprendola gli chiedo :

 

         Allora va bene la pizza oppure preferisci qualcos’altro?

         Dipende che cosa intendi per qualcos’altro

         Mia madre ha mangiato con gusto laddove l’ho portata e l’ho fatta anche tornare indietro col tempo … ahahahah …. La dovevi vedere.

         Mi hai incuriosito, dai portami in questo posto – nel frattempo esce dalla porta

         A tuo rischio e pericolo? – mentre giro la chiave nella serratura

         No .. – si appoggia la muro con la mano mentre attendiamo l’ascensore – a TUO rischio e pericolo … - mi sorride perfido

         Camus, non ho mai visto un’espressione così ambigua sul tuo volto … non avrai mica preso lezioni da Milo … spero – cerco di essere seria, ma non mi riesce

         Io non prendo lezioni da nessuno … o forse si … - si apre l’ascensore e lui con la mano mi indica di entrare – forse ultimamente piu’ che una lezione … un consiglio …

         Ah si? E da chi? – digito il pulsante

         Segreto di stato – si appoggia alla parete mentre io alzo le spalle con noncuranza.

 

Usciti dal palazzo ci incamminiamo verso la macchina e dopo essere saliti ci avviamo sotto mia indicazione verso il pub. Una volta entrati mi accorgo purtroppo che la serata non è tra quelle che speravo, ma non importa, l’importante è che sia lì con lui. Ci sistemiamo in un tavolo un po’ tranquillo e dopo aver ordinato sia da mangiare che da bere, rimaniamo a guardarci intorno senza parlare. Ad un certo punto mi sento osservata e lentamente volgo lo sguardo verso di  lui che appoggiato allo schienale mi guarda attentamente, ma più che altro è la serietà del suo sguardo che mi mette in imbarazzo. Sospiro e sostengo i suoi occhi, i quali dopo qualche istante si addolciscono un po’, dopodiché Camus si  appoggia con i gomiti sul tavolino e sta per parlare quando arriva il cameriere a portare le bevande. Come al solito nel momento sbagliato. Ma non importa, abbiamo tutto il tempo dopo. Difatti appena se ne va mi chiede come proseguono gli studi per il prossimo esame e anche se disinteressati dell’argomento, dialoghiamo un po’ su questo.  Per fortuna arriva il ragazzo a portarci i panini ordinati, si per fortuna, perché altrimenti saremmo caduti in un nuovo silenzio. Anche lui come mia madre apprezza il posto e lo trova anche divertente, nonostante la serata non sia adibita al ballo sui tavoli, cosa che gli faccio notare:

 

         Peccato .. ti avevo portato qui apposta perché volevo vederti all’opera – addento il panino

         Già davvero un peccato … che dispiacere – risponde sarcastico

         Immagino – poi bevendo un sorso di coca – è di tuo gradimento? – rivolta all’hamburger che sta mangiando di gusto

         Hm hm … si ammetto che pensavo di peggio …

         Sempre molta fiducia riponi in me, eh?! – fingo di essere offesa, anche se un po’ lo sono

         Ma no dai che scherzo … - poi appoggiando il panino sul piatto – senti Kate … devo confessarti una cosa … - mi osserva gravemente

         Si ? – il fiato comincia a mancarmi

         La colazione di lavoro che ho domani potevo anche risparmiarmela … non mi ha mandato mio padre … gliel’ho chiesto io di venire … - io sono rimasta col panino a mezz’aria e la bocca semiaperta per cercare di respirare, mentre lui continua – avevo bisogno di vederti … di parlarti … - non devo mostrare segni di vita perché lui si acciglia e sporgendosi –ma …  mi stai ascoltando?

         Si si … - riprendo aria con fatica – certo .. è che … mi hai lasciato senza parole

         Quando ho saputo che non saresti venuta nemmeno questo week end mi sono deciso a venire io …

         Ma veramente io non l’ho ancora detto a nessuno …

         Si invece -  abbassa lo sguardo per poi ripuntarlo su di me – a Milo si …

         Ah – riesco solo a dire

         Ma ciao!!!! – io e Camus ci giriamo contemporaneamente verso la voce che ci è giunta a fianco e lui sospira pesantemente, mentre io dopo averla fulminato per un istante, le sorrido

         Ciao Sophie … - poi guardo l’altra mia compagna del pomeriggio – ciao Jennifer … anche voi qui?

         Si ma stavamo per andarcene – la fans accanita di Camus si fa spazio nella panca proprio vicino a lui – però vi abbiamo visto e siamo passati a salutarvi

         Non è che disturbiamo ? – si preoccupa Jennifer sedendosi vicino a me

         No – guardo Camus che mi dedica un sorriso infastidito – ma voi come mai qui? Non dovevate andare da Violet?

         Si infatti, ma ci ha dato buca, ha preferito uscire con il suo mandrillo – poi rivolta a Camus – se aspetto la mia amica … piacere io sono Sophie – lui gentilmente si presenta ad entrambe

         Kate – mi sussurra Jennifer – sicura che non abbiamo disturbato?

         Ma va … figurati – le rispondo gentilmente ma poi rivolgo lo sguardo ai due di fronte e vedo la mia amica che ride e scherza con Camus, le fa gli occhioni dolci  e si propone di portarlo in giro semmai avesse voglia di fermarsi il giorno dopo, al che mi si infiamma il cervello e rivolta di nuovo all’altra – però se te la porti via mi fai un favore!!

         Ho capito – poi rivolta a Sophie –dai andiamocene che ho sonno – e si alza attendendo che lei faccia altrettanto

         E perché scusa? Non ho voglia di tornare a casa – e continua a parlare con il mio Camus

         Ci ho provato – si risiede vicino a me

         Grazie lo stesso – poi mi finisco il panino guardandoli parlottare, ma Camus ha notato il mio cambio di umore e anche lui non è molto contento di come si sono messe le cose, lo vedo  fremere, rispondere a monosillabi, spazientirsi e ad un certo punto ci scambiamo uno sguardo d’intesa.

         Bene … noi andiamo – Camus si alza facendo fare altrettanto anche alle due – domani ho un incontro di lavoro e devo essere ben riposato – stringe la mano ad entrambe molto educatamente – scusate la fretta non vorrei essere maleducato … spero di rivederti presto – il suo sorriso ammaliatore le spiazza al punto da non offendersi del nostro comportamento  e poi mi prende la mano e mi trascina fuori, lasciandomi almeno il tempo di salutarle. Usciti dal locale, continua a tenermi la mano e mantiene un passo veloce e faticando a stargli dietro:

         Cam … stiamo facendo la maratona o dobbiamo passeggiare?

         Non so dimmi tu … hai voglia di passeggiare o vuoi tornare a casa?

         No io voglio ancora stare un po’ con te …

         … - si ferma e si volta verso di me – scusami .. è che è un continuo interrompere … c’è sempre qualcosa o qualcuno che si mette in mezzo … non ne posso più … possiamo andare in un posto tranquillo dove parlare un po’?

         Vieni … - stavolta sono io che lo trascino in un piccolo angolo del parco dove solitamente mi isolo per studiare all’aria aperta nelle giornate di sole – ecco qui si sta abbastanza tranquilli di giorno … di sera non dovrebbero esserci altrettanto problemi – mi siedo sulla panchina attendendo che lo faccia anche lui

         Scusami per prima – poi appoggiandosi allo schienale gira il viso dalla mia parte e guardando per un lungo istante  il ciondolo – te l’ha regalato Saga vero?

         … - sospiro – si … ma che c’entra ora? Non mi vorrai parlare di nuovo di lui?

         … - appoggia la testa al bordo dello schienale col viso rivolto all’insù e chiudendo gli occhi – stai .. pensando di tornare con lui?

         No … - la mia voce è un sussurro

         Lui la pensa diversamente – gira il viso verso di me, riapre gli occhi puntandomeli contro, poi si alza a sedere voltandosi col busto dalla mia parte -  lui ti vuole ancora … tornerà da te …

         E chi te l’ha detto?

         Lui

         Te l’ha confidato? – mi sto arrabbiando perché non è questo di cui volevo parlare proprio con lui

         Diciamo che l’ha reso pubblico a tutti noi amici … quella sera …

         Ma questo non vuol dire che io sia d’accordo …

         Sapresti resistergli stavolta? – i suoi occhi mi scrutano

         Sei qui per parlare di nuovo di lui o sei venuto, come hai detto prima nel locale, perché avevi voglia di vedermi? – lo sfido con gli occhi come lui sta facendo con me

         Tutti e due ..

         Non mi va di parlare di lui … va bene?

         Hai paura che possa percepire i tuoi veri sentimenti?

         Assolutamente no … non ho nulla da nascondere.

         Allora che ti costa rispondere …

         Dipende – vuole continuare su questo discorso? Bene, lo farò penare un po’, mi dispiace Milo se ti ho promesso che sarei stata buona.

         Da che cosa?

         Dal momento

         Cioè ? …. Scusami ma non ti riesco a capire

         È la risposta che volevi!!  … Non te lo so dire … ora è no … domani potrebbe essere si … fra un mese potrebbe essere nuovamente di no … e fra 6 mesi invece potrebbe essere l’uomo della mia vita … o potrebbe non esserlo mai perché nel frattempo mi innamoro di qualcun altro …

         Mi stai prendendo in giro? – mi guarda in cagnesco

         Assolutamente no … mai stata così seria ..

         O lo vuoi o non lo vuoi

         Al momento è no … – mi alzo dalla panchina e mi piazzo davanti a lui – ma che cosa credi che io stia ad aspettare gli altri?

         Con gli altri vorresti intendere me? – si alza a sua volta e mi viene vicino

         Dicevo in generale … tu … lui … pensate che io sia qui ad attendere i vostri comodi? Pensate di essere al centro dei miei pensieri? – mi rendo conto che sto alzando il tono di voce, pertanto sospiro, mi passo una mano tra i capelli e mi volto per allontanarmi da lui, ma lui mi ferma per un braccio e mi attira verso di se, trattenendomi per entrambe le braccia.

         Aspetta … scusami, non voglio litigare …

         Nemmeno io – respiro a fatica sia per il nervoso che per la sua vicinanza – io non capisco che problema ancora ci sia con Saga … perché continui a parlarmi di lui? … non potrò mai cancellarlo … è parte del mio passato .. e poi …  - poi in un sussurro – hai detto che eri qui per me …

         Infatti è così – appoggia la sua fronte sulla mia – è che …è proprio perché sono qui per te che … Kate, ti prego …  posso farti un’ultima domanda?

         E poi basta?

         Si … te lo prometto .. non torno più su questo discorso – la sua fronte ancora sulla mia, le sue mani che mi accarezzano le braccia e il suo respiro sul mio

         D’accordo .. cosa vuoi sapere ancora?

         Lui … è stato così importante per te … da occupare tutto il posto che c’è nel tuo cuore?

         Se fosse stato così importante e fossimo stati innamorati la nostra storia non sarebbe finita.

         Ma ora è tornato .. potrebbe esserlo

         Non lo è e non lo sarà … fino a quando ci sarai tu a prendere il posto .. nel mio cuore – gli sussurro, mentre le sue labbra sfiorano le mie

         Allora non sono in ritardo .. – la sua mano risale dal mio braccio al mio viso – meno male – dolcemente le sue labbra si posano sulle mie e non aspettando altro gli consento subito la possibilità di approfondire meglio il bacio.

 

Gli circondo il collo con le braccia e lo stringo a me per paura che da un momento all’altro possa cambiare idea, ma noto con molta soddisfazione come lui ricambia e con le sue braccia mi attira a sé,tenendomi stretta contro il suo petto. Infilo le mani tra i suo morbidi capelli e sempre continuando a baciarlo ne assaporo il profumo che emanano. Nel frattempo lui mi trascina con se sulla panchina e mi fa sedere sopra di lui, tutto continuando a baciarci. Nonostante sia io che lui abbiamo i jeans, sento sotto i tessuti il suo desiderio, che poi è anche il mio. Non so se faccio bene e fargli questa proposta, ma ormai non ho più nulla da perdere e la voglia di stare con lui è tanta da farmi coraggio:

         Cam?

         Hm .. si? – e continua a baciarmi sul viso, sulle gote, sul collo .. – poi si ferma e mi guarda – che c’è?

         Rimani da me?  - chiedo con un filo di voce

         Ovvio … - sorride – ora che ti ho tutta per me senza nessuno tra i piedi … pensi che ti lasci andare tanto facilmente ?

Prontamente mi fa scendere dalle sue gambe e ci avviamo verso l’auto. Durante il tragitto rimango tutto il tempo con la testa appoggiata sulla sua spalla e dopo aver parcheggiato, scendiamo dall’auto raggiungendo velocemente il mio appartamento. Non faccio in tempo a chiudere la porta che Camus mi attira nuovamente a sé, butta la mia borsa sul divano e ricomincia da dove avevamo lasciato. Man mano che avanziamo verso la camera da letto, gli tolgo la giacca e lui fa altrettanto con me. Facciamo altri due passi e gli tolgo il maglione lanciandolo da qualche parte della sala, mentre lui prontamente toglie il mio per fargli fare la stessa fine. Altri due passi e gli sfilo la maglietta, per poi accarezzare il torace villoso e cominciare a baciarglielo, mentre lui sfila la mia canotta obbligandomi, quindi, a rimandare la mia esplorazione. Mi accarezza la schiena nuda, il suo tocco è così delicato da farmi rabbrividire e mi incollo al suo torace cercando il suo calore, le sue mani risalgono dalla mia pancia per insinuare i pollici sotto il reggiseno e accarezzarmi i capezzoli, mentre le sue labbra riprendono a torturare le mie. Con uno slancio mi tiro su di lui che afferrandomi per le gambe mi tiene in braccio e sempre baciandoci mi porta in camera e mi sdraia sul letto, dove velocemente ci priviamo dei vestiti. Da quel momento le nostre menti non pensano a nulla se non a impossessarsi l’uno dell’altra, ma ad un certo punto , mentre mi bacia sul collo, lo sento irrigidirsi, lo guardo ansante e gli chiedo con un sussurro:

 

         Che succede? – ho paura che si tiri indietro

         Nulla .. è solo che … - poi toccando il ciondolo – potresti toglierlo … solo per stanotte  … ti voglio sentire completamente mia …

         Ma io sono solo tua – gli sussurro e poi lo bacio appassionatamente alzandomi su un gomito, mentre con l’altra mano sgancio la collana e l’appoggio al comodino - … ora vai avanti … e non fermarti più

         Non ho nessuna intenzione di farlo …

 

E sorridendomi soddisfatto riprende ad esplorare il mio corpo mentre io continuo a ripetere a bassa voce e  senza nemmeno accorgermi, che non posso credere a ciò che sta succedendo, che finalmente ho il mio sogno proibito tra le mie braccia  e che tutto è così perfetto che non voglio aprire gli occhi per non rimanere delusa che sia come al solito solo un bellissimo un sogno. Camus risale su di me e mi sussurra “apri gli occhi e vedrai che non sono un sogno”ed  io aprendoli e stringendolo a me “è davvero tutto vero?” e lui entrando dentro di me riesce solo a rispondere sospirando “si” e da quel momento i nostri corpi rimangono avvinghiati tutta la notte, separandosi solo per brevi momenti, per poi riprendere ad amarci instancabilmente fino alle prime luci dell’alba, quando orami esausti cadiamo in un sonno ristoratore l’uno tra le braccia dell’altra.

 

 

Che dire .. finalmente si sono decisi!!! Ed io cono loro a pubblicare. Chiedo venia, ma domenica è la comunione di mio figlio e purtroppo non sono riuscita con i molteplici impegni, a pubblicare prima. Ma come regalo per me stessa della comunione di mio figlio (che c’entra non lo so!!) volevo regalarmi questo capitolo, sperando che anche per voi sia una piacevole lettura.

A presto … ciao a tutti!

 

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Capitolo 23
*** ... è arrivata la felicità anche per me. Parte prima ***


 

 

 

 

Capitolo n. 23

 

... è arrivata la felicità anche per me. Parte 1.

 

.

 

 

 

 

Un leggero movimento del letto mi disturba il sonno e il calore che fino a qualche secondo prima sentivo, ora  ha lasciato spazio a brividi di freddo. Istintivamente mi prendo le coperte e me le tiro fin sopra alla testa, questa operazione mette a nudo il mio corpo e in quel momento realizzo quanto successo dalla sera prima. Scosto leggermente il piumone e intravedo Camus che, silenziosamente, girovaga per casa  in boxer raccogliendo i vestiti man mano che avanza verso il salone, per poi  dirigersi in bagno e sentire la porta che viene leggermente appoggiata. Mi abbraccio il cuscino dove fino a quel momento era appoggiato  il mio amore e annuso il suo profumo, che  mi inebria al punto da rivivere tutti gli avvenimenti successi durante la nottata. Io, Kate McKain ho realizzato il mio sogno più bello: giacere una notte intera tra le braccia di  Camus Gaillard. Ma mi basterà una sola notte? Apro gli occhi e guardando il soffitto mi chiedo che cosa possa significare per lui questo risveglio. Da come mi ha parlato ieri sera parrebbe l’inizio di qualche cosa, ma è che mi sembra così bello per essere vero, che ho paura ancora di sognare. Mi alzo dal letto e indossando la vestaglietta mi dirigo verso il bagno, non prima di aver preso tra le mani la foto di mio padre e averla baciata, rito che volgo mattina e sera, ora doppio bacio per avermi fatto il regalo che sapeva attendevo da molto tempo: ebbene sì, un giorno ho confidato anche a lui la mia cotta per Camus, pover’uomo, non gli bastava già il supplizio per le lamentele su mia madre. Apro la porta del bagno e con mio sommo  disappunto lo trovo già vestito che stava per uscire, mi guarda sorridendo e dopo avermi dato il bacio del buongiorno, mi sussurra:

         Non volevo svegliarti.

         Tanto prima o poi dovevo farlo – imbronciata gli cingo la vita stringendomi a lui

         Ma è presto sono solo le sette e mezza – mi bacia i capelli mentre mi avvolge nel suo abbraccio

         Appunto .. perché te ne vai così presto … non mi vuoi più stare con me? – mi accoccolo ancora di più tra le sue braccia infilando il viso nell’incavo del suo collo.

         Devo andare in albergo e farmi la doccia … mettere i vestiti puliti e andare alla famosa colazione di lavoro … - la sua guancia la strofina sulla mia testa

         Ah ma allora esiste davvero .. ci avevo creduto  che fosse una scusa …

         Potevo evitarla, è questo che ti ho spiegato,  ho trovato la scusa che volevo iniziare a partecipare alle riunione cominciando con quelle piu’ elementari ... pur di venire da te – mi accarezza la schiena dolcemente facendomi rabbrividire nonostante ci separi la sottile stoffa.

         Vada per questo … ma la doccia? .. potevi farla qui  - lo guardo attentamente sempre un po’ arrabbiata  

         Avrei perso tempo – mi bacia la punta del naso – di sicuro l’avresti fatta con me .. – mi sorride

         Si e allora? .. ti dispiaceva?

         No … è che sarebbe come minimo durata un’ora …

         Solo? – lo provoco

         Sta buona – mi bacia appassionatamente fino a togliermi il respiro per poi sussurrarmi – mi è molto difficile resisterti …

         Una volta non era così – continuo a stuzzicarlo, lo ammetto, mi piace che mi ripeta che ora è diverso

         Ora è diverso – io scoppio a ridere e lui divertito – a cosa devo questa risata?

         L’ho detto perché volevo sentirtelo ridire .. – poi tornando seria – torni dopo?

         Non lo so devo sentire prima mio padre … tu vai all’università oggi?

         Si ma ho lezione alle 11 e poi dalle 14 fino alle 16, dopodichè sarei tutta tua ..

         Saresti? – inarca le sopracciglia

         Beh si .. dipende da te se ci sei o meno …

         Ah ok, ora va meglio ..- mi dona piccoli baci sulle labbra

         Sei …  geloso? – gli chiedo tra un bacio e l’altro

         Molto – la sua mano si insinua dentro la vestaglia e mi accarezza il gluteo, mentre le sue labbra si posano sul mio collo

         Mh … Camus se fai così non esci più da questa casa …

         E poi dovrai fare i conti con mio padre – toglie la mano per stringermi a se

         Gli dico che è colpo tua ovvio … sai che effetto mi fai … - poi diventando molto seria – posso chiederti una cosa?

         Certo, ma perché me lo chiedi in modo così grave?

         Si tratta di stanotte .. – al suo cenno di continuare - … ne verranno delle altre?

         Che domanda … - mi rimprovera con lo sguardo – certo che sarà così … - poi mi prende il volto tra le mani – Kate per me questo è l’inizio di qualcosa di molto importante … che spero duri nel tempo – mi bacia la punta del naso ma vedendo la mia espressione – perché ti vedo poco convinta?

         No è che … com’è successo?

         Cosa?

         Tutto questo … da dov’è cominciato? … non mi è mai sembrato di vedere interesse da parte tua nei miei confronti ... a parte l’ultima volta …

         Vuoi sapere quando mi sono innamorato di te? – sorride nel vedere lo stupore nei miei occhi – facciamo così … ora io vado e quando torno ne parliamo tutto il tempo che vuoi ..

         Se torni … - dico imbronciata

         In caso contrario … vorrà dire che tu verrai giù con me … altrimenti aspetterai fino al prossimo week end che deciderai di venire …

         Ma lo sai che sei cattivo?

         Mh si … a volte si … dai ora devo andare - mi cinge le spalle e ci avviamo verso la porta

         Mi chiami appena finisci?

         Si – prima di aprire mi stringe a se e mi bacia con calore, con passione, la sua mano nuovamente si insinua sotto la  vestaglietta e mi accarezza la schiena – si sta facendo tardi

         Guarda che stai facendo tutto tu – allargo le braccia – vedi ?

         Tu fermami, no?

         Perché devo farlo? … mi piace … sei tu che hai fretta …

         Se hai pietà di me lo fai – mi stringe a se baciandomi con ardore

         Vuoi che ti caccio?

         Si …

         Non riesco – lo stringo a me

         Provaci …

         Ok .. allora vattene – continuando a  stringermelo.

         Si .. ma .. mhmh … - io non lo lascio ancora e continuo a baciarlo - così non va affatto bene …

         Non so che farci …

         Sforzati ..

         Ci ho già provato … resistimi tu …

         Purtroppo .. devo farlo .. – un ultimo bacio ancora appassionato, dopodichè apre la porta ancora con le sue labbra incollate alle mie – ti chiamo più tardi … ciao – esce e chiude la porta.

Io mi appoggio sospirando ad essa e chiudendo gli occhi mi lascio andare ad un sorriso colmo di gioia e di speranza. Non passano dieci secondi che sento battere alla porta, la riapro e Camus mi ruba nuovamente un altro bacio e ridendo per la mia sorpresa scappa giù dalle scale. Mi avvio alla finestra e lo seguo fino a che non lo vedo scomparire lungo la strada. Mi stringo le braccia al petto e pensando al suo comportamento mi rendo conto che forse è realmente innamorato di me e che finalmente posso fidarmi di quello che ha detto, anche se voglio qualche spiegazione in più. Prima di prepararmi la colazione decido di farmi una bella doccia rinfrescante, non che faccia caldo qui, ma i bollenti spiriti devo quietarli. Passando davanti al divano sento trillare il telefono, lo estraggo dalla borsa che la sera prima avevo elegantemente lanciato   e vedendo il numero sovraimpressione mi viene quasi da ridere, ma trattengo le risa e seriamente rispondo:

         Michelle buongiorno, come mai così mattiniera?

         Cara sorellina, ti scordi che anche io vado a scuola?

         Non è vero, non è per questo. di sicuro qualcuno ti ha messo al corrente che una certa persona veniva da queste parti … non mentire!!

         Ahahahahah … senti che per caso mi passi mio cugino?

         Tuo cugino? … non sei mica sposata con Milo, eh?

         È come se lo fossi …

         Ah si? 

         Non fare la furba … me lo passi?

         E perché?

         Lo vuole Milo.

         Che se lo chiami lui – scoppiamo a ridere tutte e due insieme – comunque non c’è.

         Non c’è? – risponde quasi scandalizzata mentre dietro di lei sento una voce maschile che brontola

         No.

         Bugiarda.

         È vero!!!

         Non è vero

         Si che è vero …

         Mi vuoi dire che quel .. – si blocca mentre la sua dolce metà le suggerisce il termine - .. cretino non è rimasto da te?

         no … - mento felice di mentire, è divertente lottare con Milo anche indirettamente  – è in albergo … digli di chiamare lì!

         L’ha fatto ma gli  hanno detto che non era in camera …

         Sarà a fare colazione, chiamatelo sul cellulare

         Fatto, ma non risponde

         Forse sta guidando – mi scappa da dire

         Sei una strega malvagia e crudele … ti diverti a prenderci in giro!!! – poi comunica quanto da me detto a Milo il quale prende la cornetta

         Vedi perché non sei la mia cognata preferita?

          Suvvia .. non te la sarai mica presa? – rido divertita

         Assolutamente no … allora com’è andata?

         Molto bene.

         Avete chiarito?

         Si … ma ancora dobbiamo parlare di molte cose.

         Cribbio .. non vi è bastato un pomeriggio e una notte intera per farlo?

         Mh no .. e poi la notte è fatta per dormire, mica per parlare.

         Si vabbè Kate … ti passo tua sorella, eh?

         Si si ciao caro.

         Ciao piccola peste – poi mi passa mia sorella

         Allora?

         Cosa?

         Dai Kate, ma lo sai che sei insopportabile a volte?

         Solo a volte?

         Si … anzi no, sempre.

         Eh va bene, cosa vuoi sapere?

         È stato o no lì da te?

         Si – non udendo più alcun rumore dall’altro capo del telefono – ci sei ancora?

         Si si … posso gioire?

         Diciamo di si – Michelle si lascia scappare un gridolino di felicità -  ma … ancora dobbiamo bene parlare?

         Ma di cosa? Non ti è bastato quanto successo stanotte?

         Si ma … mi deve alcune spiegazioni, ho voglia di sapere .. è giusto che sia così … dopo tutto il retroscena delle cose successe, pensi che mi accontenti di sapere che ora mi ama e basta? .. sono pur sempre io … il carattere è questo … io sono sempre la stessa …

         Si è vero su questo hai ragione, sono sicura che ti dirà come si sono trasformati i suoi sentimenti … comunque qui l’avevamo capito tutti …  non stava più nella pelle .. dovevi vederlo in questi giorni sorellina, appena si faceva il tuo nome, anche se pensava di non essere scorto, si soffermava ad ascoltare … qualche volta ha anche chiesto se ti facevi viva durante il fine settimana e al nostro diniego seppur cercando di nasconderlo, si vedeva benissimo la sua delusione … non te l’ho mai voluto dire perché era giusto che fosse lui a farsi avanti … tu hai sofferto tanto nella vita, Kate, non volevo che soffrissi ancora … magari era poi una nostra impressione e ti mettevamo false illusioni in testa, mi comprendi? … anche se l’ultima uscita dove c’era anche Saga ci ha dimostrati di come lui sia diventato insofferente quando lo guardava …

         Si Michelle, non ti preoccupare … hai fatto la cosa più giusta – lacrime di gioia, per quanto sono venuta a conoscenza, e di affetto nei confronti di mia sorella che mi vuole proteggere, mi scivolano dagli occhi, involontariamente tiro su col naso e lei se ne accorge

         Piangi?

         Si ma di gioia … non hai idea di quanto io sia felice in questo momento … forse la felicità è finalmente arrivata anche per me .. non credi?

         Fidati è così … vieni giù domani?

         Dipende da Camus se rimane o se deve tornare.

         Fammi sapere.

         D’accordo … ora andiamo che facciamo tardi tutte e due … salutami Milo!

 

Appoggio il cellulare sul tavolo e vado a fare la doccia, dopodichè mi preparo la colazione e poi esco alla volta di Harvard. Durante la lezione non posso fare a meno di pensare a lui e al discorso fatto da mia sorella. È davvero incredibile che io sia riuscita a far breccia nel cuore di Camus. Istintivamente faccio per torturare il ciondolo al collo, ma mi accorgo di non averlo più indossato e la cosa mi lascia anche un po’ perplessa, perché tutto sommato io lo vorrei portare ancora, in fondo è solo un gesto di affetto e non di amore, ma di questo ne parlerò in seguito con Camus, ora è meglio lasciar perdere per qualche tempo. Decido di lasciarmi tutti i pensieri alle spalle e impegnarmi sulle lezioni, altrimenti mi toccherà stare più spesso del dovuto sui libri ed io invece vorrei avere più tempo per noi durante questo week end. Durante la pausa tra una lezione e un’altra, il mio tesoro mi invia un messaggio dicendomi che purtroppo deve tornare a casa in serata e mi chiede se mi è possibile prendere il volo insieme a lui o se lo raggiungo l’indomani. Faccio brevemente i calcoli della lezione, e sbrigandoci riusciremmo a prendere l’ultimo volo della giornata, glielo comunico e lui mi risponde che mi verrà a prendere come il giorno precedente fuori da Harvard. Durante la lezione le mie amiche mi torturano chiedendomi ogni curiosità sulla serata ed io al culmine della sopportazione dichiaro loro che sono fidanzata con lui: primo perché quell’altra se lo tolga immediatamente dalla testa, secondo perché almeno sono contente, hanno sentito cosa volevano sentirsi dire ed ora finalmente mi lasciano in pace ad ascoltare la lezione. Lezione che termina alle 16 precise ed io come un fulmine saetto verso l’uscita dove mi attende l’amore della mia vita. Eccolo lì ad aspettarmi, appoggiato alla portiera dell’auto con le mani in tasca e gli occhi puntati verso di me che avanzo, mi avvicino velocemente e gli salto quasi addosso, me lo stringo e me lo bacio con trasporto:

         Non vedevo l’ora di rivederti

         Non si era capito – mi bacia e mi apre la portiera –su dai sbrighiamoci .. ho fatto già i biglietti così possiamo arrivare con tranquillità – sale in auto ed una volta arrivati a casa vedo che mi sta abbastanza lontano

         Che fai? Mi stai alla larga?

         Si … abbiamo un volo da prendere – mi sorride malizioso

         Prometto che faccio la brava.

         Vuoi che ti aiuto?

         No no .. mi devo solo cambiare, non porto mai la valigia per un solo week end, ne ho di roba a casa! – nel frattempo inizio a spogliarmi e solo col completo gli passo davanti per andare verso l’armadio  a prendere i vestiti puliti, lo guardo divertita e lui invece si avvia verso il comodino

         Questa non la rimetti? – mi volto e ha in mano la collanina di Saga al che ne approfitto del momento per togliermi subito un impiccio tra i piedi

         Potrei?

         Tu vuoi? – mi punta i suoi meravigliosi occhi nei quali non leggo più il disprezzo della sera precedente quando lo vide per la prima volta

         Vorrei … in fondo te l’ho detto, non è stato un regalo impegnativo, ma se non ti va non lo metto più – so che gli da fastidio e so di amarlo profondamente e non voglio che per uno stupido ciondolo io debba perdere il suo amore

         Davvero non lo metti più se non voglio?

         Certo – infilo la maglietta sopra i jeans e poi dal cassetto estraggo il cofanetto – mettilo qui … - lui avanza verso di me tenendo in mano la collanina, apre il gancetto per togliere il ciondolino, almeno io penso che lo stia facendo per questo, invece me lo indossa e lo allaccia dietro, per poi accarezzarmi il collo e salire a prendere il viso tra le sue mani, lo guardo stupita – Camus … davvero io non lo porto più se non vuoi …

         Ma non è giusto … e poi in fondo è anche carino, ti dona, ha la pietra come il colore dei tuoi occhi …  e diciamocela tutta … Saga ha fatto la sua parte, in fondo in fondo … ma proprio in fondo – sorrido perché leggo nel suo sguardo un pizzico di gelosia – e non merita dai di essere messo in un cassetto … così subito su due piedi … ma … - mi guarda socchiudendo gli occhi

         Ma ? – gli faccio eco

         Più avanti si … - mi schiocca un bacio – e poi ora sei mia … solo mia … e di nessun altro …

         Non mi sono mai piaciuti gli uomini troppo possessivi … - sospiro teatralmente – ma per te faccio un’eccezione

         Che onore … - mi bacia dolcemente le labbra e poi lasciandomi subito andare e avviandosi verso la porta – muoviti … - con finta freddezza

         Che lunatico.

 

Prendo la borsa e dopo aver sigillato tutte le finestre saliamo in auto e partiamo alla volta di Miami. Una volta a bordo dell’aereo, pensavo che avremmo intrapreso il famoso discorso, ma senza nemmeno accorgercene ci siamo addormentati e abbiamo riposato per tutte e  tre le ore di volo. Una volta arrivati a destinazione, saliamo sulla sua auto lasciata al parcheggio custodito dell’aeroporto e dopo tre quarti d’ora arriviamo a casa, dove troviamo ad accoglierci solo i nostri genitori. Mia madre sorpresa di vedermi perché non l’avevo avvisata, quasi mi sequestra da tutti e mi invade di domande sul come e perché sono stata distante in quel periodo ed io cerco in tutti i modi di essere il più naturale possibile fingendo di essere stravolta per tutto lo studio avuto in quelle settimane. Camus che nel frattempo sta parlando di lavoro col padre, ogni tanto mi lancia qualche occhiata e se la ride divertito sotto i baffi, certo, lui sa perfettamente di essere  la colpa del mio mancato ritorno a casa per tutto quel tempo. Essendosi fatto tardi, mi avvio in camera e una volta dentro invio un messaggino a Camus: “vengo io o vieni tu?  , ci  va un po’ prima che arrivi la risposta, ma quando trilla il cellulare:”ti sto aspettando”.

Corro subito in camera sua, in punta dei piedi, scalza e solo con la camicia da notte, oserei più dire, una sottoveste. Non ho nemmeno il tempo di bussare alla porta perché rimango con il pugno a mezz’aria e questa si apre e la sua mano mi attira dentro richiudendola dietro di    delicatamente senza far rumore. Il tutto mi fa venire da ridere e mi tappo la bocca con la mano libera, lui mi sorride altrettanto e prendendomi tra le sue braccia mi porta sul suo letto dove la prima cosa a cui pensiamo è, ovviamente, amarci la seconda notte consecutiva. Con sensuale lentezza mi spoglia e man mano che mi toglie l’indumento, la sua bocca lascia ardenti segni sul mio corpo mandando in tumulto il mio cuore e la mia anima, senza farmi capire più nulla. Sospiro e chiudo gli occhi abbandonandomi ai suoi baci e ai suo tocchi, la stanza ormai non esiste più, esiste solo la nostra passione, i nostri respiri. Uno alla volta gli indumenti volano via e i nostri corpi stretti l’uno all’altro  bruciano di passione, le nostre labbra si uniscono e le nostre mani si sfiorano per poi essere strette le une alle altre e portate ai lati delle mie spalle, bloccandomi al letto in quella posizione, mentre spinge il suo bacino contro il mio entrando in me lentamente e gemendo con le sue labbra sulle mie. Il desiderio è tanto e non abbiamo voglia di attendere ancora,  prima di impossessarci l’uno dell’altro. Le mie gambe si avvinghiano ai suoi fianchi per stringerlo di più a me e le sue spinte si fanno man mano profonde e decise, mentre i nostri respiri affannosi lasciano spazio a gemiti sempre più pronunciati al punto da bloccarli con baci voraci per non farci sentire nelle stanze adiacenti. Mai come in questo momento vorrei urlare il piacere che sto provando, è immenso, sublime, non ho mai sentito il mio corpo vibrare come ora: lo amo,lo amo da morire, e  non c’è alcun dubbio,  il sesso fatto con amore non è uguale al sesso fatto di sola attrazione fisica, esso è una fusione di corpi, menti e sentimenti reciproci che fanno estasiare il corpo e l’anima unendoli in una sola. 

Rimane disteso sul mio corpo e con il capo appoggiato al mio seno mentre io  infilo le dita tra i suoi capelli e gli accarezzo lentamente il capo. Lui abbandonato si lascia coccolare attendendo il regolarizzarsi dei nostri respiri per poi con voce bassa e ancora roca dal desiderio incominciare a parlare:

 

         Quando mi sei apparsa davanti … dopo tanti mesi che non ti vedevo … ho faticato a riconoscerti … la brezza ti scompigliava i capelli … i tuoi occhi erano luminosi, più belli che mai … il tuo sorriso così solare, sincero … anche un po’ impacciato e con il rossore delle tue guance  a illuminarti ancora di più … il sole tramontava proprio dietro di te … -sento un piccolo sorriso - mi sembravi una visione … poi ho realizzato che eri tu … eri così donna … sensuale .. attraente … eri bellissima Kate – in quel momento si tira su di me e guardandomi intensamente negli occhi - … è in quel momento che credo di essermi innamorato di te … - mi bacia appassionatamente ed io rimango immobile a guardarlo rapita dopo tutto quello che mi ha detto, da come mi ha descritta, poi continua - …  in quel momento il mio cuore ha preso a battere più forte e ancora oggi se penso a come ti ho accolta, mi dico che  sono stato un gran maleducato … ti avrei dovuto accogliere con più entusiasmo, ma … mi hai lasciato senza parole …

         Ora sei tu che mi lasci senza parole … io … non so che dire …. so solo che non sono mai stata felice come in questo momento … solo che … - sospiro – tu non sopportavi molto il mio carattere … il mio modo di fare … ma sono sempre io capisci?

         No … non sei uguale, tu  non te lo riconosci, ma sei molto cambiata nei modi … nel parlare … sei più matura, quando sei arrivata qui eri un’adolescente … ribelle per di più … e detto in tutta franchezza non è che una ragazzina di diciassette anni, viziata e immatura, potesse molto interessarmi … non guardarmi così perché ho fatto la tua perfetta descrizione … di quel periodo, naturalmente ..

         In effetti ...

         Ma poi a teatro … sono cadute tutte le mie barriere e ho ammesso a me stesso che mi piacevi … che mi avevi catturato …  e non solo per l’aspetto fisico, ma perché già condividevi qualcosa di mio, che piacesse anche a me …

         Il teatro?

         Si … e poi vabbè lo ammetto … il tuo carattere ribelle comincia a piacermi sempre di più, soprattutto  ora che riesci meglio a controllarlo …

         Tu dici? – gli sorrido

         Si .. o almeno spero … - si riabbandona sul mio petto accarezzandomi lungo i fianchi – e tu invece? Che hai trovato in me di così’ speciale ?

         Niente di che .. – lui mi pizzica il gluteo – ahia!!! .. e va bene, a parte l’aspetto fisico … che mi ha abbagliato …

         Povero cameriere … - ride divertito al ricordo della mia planata sul vassoio

         Davvero .. mamma mia che figura!! Chissà che avrete pensato di me ..

         È proprio quello di cui parlavo prima … vai avanti

         … comunque di te mi piace il tuo sguardo .. freddo ma al tempo stesso caldo e passionale, ma questo però l’ho potuto appurare solo ora … - altro pizzico – dai fai il bravo … il tuo sorriso … la tua educazione … soprattutto la tua intelligenza e … il tuo carattere calmo e riflessivo, solo a guardarti mi dava calma e tranquillità … tutto quello che è successo dopo mi ha solo reso più aggressiva perché mi sentivo sempre in dovere di difendermi da te … poi sono partita per dimenticare tutto e ricominciare daccapo, ma quando sono tornata e ti ho rivisto ho scoperto che non era una cotta da ragazzina … ma era vero amore … la tua freddezza mi allontanava, ma i tuoi occhi e il tuo sorriso facevano sempre palpitare il mio cuore ed io mi sono sentita attratta ogni giorno di più .. ho cercato in Saga anche ultimamente una ragione per allontanarmi da te … ma non ce l’ho fatta … non potevo giocare con i sentimenti altrui e nemmeno con i miei … avrei dovuto prima dimenticarti completamente  … ma è troppo forte l’amore che mi lega a te … ora poi che siamo stati una cosa sola … più che mai … - si tira nuovamente su di me e il suo sorriso è il piu’ bello che io gli abbia mai visto – promettimi che mi sorriderai sempre così …

         Promesso … - si impossessa delle mie labbra e mi dona il bacio più dolce e più innamorato che ci siamo scambiati fin’ora – ho dimenticato di dirti una cosa …

         Puoi dirmela dopo ? – gli cingo il collo con le braccia tenendolo stretto a me

         No ora …

         Va bene … - ci mette qualche secondo di troppo prima di parlare, ma quando si decide mi spiazza

         Ti amo

Non ho idea di che espressione possa avere il mio viso, perché lui mi osserva con finta preoccupazione, per forza, devo aver smesso di respirare e ora mi sento tutta avvampare. Lo sospingo sotto di me e gli sussurro sulle labbra “anch’io” dopodichè riprendiamo ad amarci più lentamente,  assaporando ogni minuto di questa notte finalmente di nuovo nostra.

 

Al mattino stavolta apro gli occhi prima io e accoccolata tra le sue braccia non intendo muovermi di un millimetro, per paura di svegliarlo, ma una voce che arriva da fuori mi ridesta e mi fa sedere di scatto causando il risveglio di Camus con un mugugno:

         Che succede? – chiede assonnato

         Sshhh … ho sentito una voce .. – mi alzo e guardo fuori dalla finestra vedendo scendere dalla macchina le mie sorelle – oddio … sono loro – di corsa indosso l’intimo e la sottoveste

         Loro chi? – sbadiglia e poi vedendomi vestire come un razzo si mette a sedere sorridendo – che fai, mi abbandoni?

         Mai … - mi butto sul letto e gli schiocco il bacio del buongiorno – ma siccome sanno che sono arrivata verranno nella mia camera … non mi troveranno, capisci?

         Ma di chi parli?

         Di loro … - faccio cenno fuori

         Si ma chi c’è la fuori, non vedo da qui … - nei suoi occhi vedo il divertimento per la mia agitazione

         Le mie sorelle …

         Mh ho capito  – mi trattiene e mi bacia ripetutamente – allora vai … ci vediamo giù a colazione

         Ok … a dopo … - mi alzo e vado alla porta, apro piano piano poi rivolta a Camus – via libera …

E sgattaiolo fuori correndo in punta dei piedi come fossi la pantera rosa, riuscendo ad arrivare alla mia camera e a chiudermi dentro giusto in tempo per buttarmi nel letto che la porta si riapre ed ecco le mie dolci sorelle che sedendosi nel mio letto cercano di svegliarmi. Ha ragione Milo quando ha detto  che potrei intraprendere la carriera di attrice, sono stata molto convincente nel mio risveglio, a meno che non siano loro ad essere troppo ingenue.

Scese a fare colazione cominciamo a parlare di tutti gli avvenimenti che mi sono persa in questo lungo mese e mezzo che non sono tornata, tra cui la più importante me la dice proprio Aiolia che arriva in quel momento:

         Ehi ciao quanto tempo che non ti vedo – mi alzo ad abbracciarlo – come stai?

         Io bene e tu? Sempre in splendida forma …

         Non fare il cascamorto con lei caro – lo riprende Milo alle sue spalle facendo a me l’occhiolino – soprattutto ora … - gli batte una mano sulla spalla

         Ah si? Perché che succede .. ora? – chiedo incuriosita

         Mi sposo – mi comunica gioioso

         No! Davvero? … e quando?

         Fra tre mesi … e tu ci sarai!!! Non trovare scuse.

         Ma certo non mi perderei per nessuna ragione al mondo questo evento.

         Abbiamo cercato di farlo desistere dall’incatenarsi, ma nulla da fare – Milo fingendosi affranto si siede accanto a mia sorella Michelle , la quale lo squadra offesa per l’infelice uscita

         Nemmeno corrompendolo gli abbiamo fatto cambiare idea – esclama Camus entrando in sala – più che altro per la povera Marin … - lui ed il cugino scoppiano in una sonora risata, mentre io e le mie sorelle ci apprestiamo subito alla difesa del ragazzo

         Veramente lei è la più fortunata di tutte … - esclama Nicole indignata

         Già .. non si trovano facilmente ragazzi meravigliosi come lui – infierisce Michelle

         Così dolci … eleganti … belli e sensibili ... – Camus mi guarda di storto ed io divertendomi ancora di più – condividi?

         Affatto. – si beve il suo caffè

         Ok ragazze basta altrimenti mi fate pentire di non aver scelto una di voi!

         Ma ormai sono tutte occupate, amico mio – lo rimbecca Milo appoggiando il braccio intorno alla spalla di mia sorella e stringendola a sé

         Beh mi pare che Kate sia ancora libera all’assalto , non è così? – mi chiede Aiolia, mentre tutti gli altri si girano a guardarmi attendendo una risposta, che non viene da me ma da colui il quale sto guardando per sapere se posso o meno sbilanciarmi

         Ti sbagli – risponde spalmando con noncuranza la marmellata sulla fetta biscottata

         E questa novità che aspettavi a dirmela? – Aiolia si siede vicino a me sorridendo – devo pensare ad un ritorno di fiamma? – convinto magari che fosse proprio Saga, ne sono sicura, ma nuovamente Camus appoggiando la fetta sul tavolo sospirando cercando la calma assoluta

         Non sono una sua ex fiamma!!

         Tu? – poi rivolto a me – lui?

         Si. – riesco solo a dire, notando i sorrisini da parte di Milo e Michelle, mentre …

         Che cosa? – esplode Nicole che ancora non avevo messo a conoscenza del fatto accaduto, solo perché d’accordo con Michelle volevamo vedere la sua faccia al momento della comunicazione -  e me lo dite così!! – ci guarda indignata

         Veramente avevo preparato il discorso, ma ormai Aiolia ci ha rovinato tutto.

         E da quanto tempo va avanti questa cosa? – continua mia sorella imperiosa

         Da ieri – le sorride Camus per abbonirla

         Ah … ah beh allora è diverso.

         Nicole .. da quando stai con Shura hai perso il tuo autocontrollo .. non eri così prima, che ti succede? .. la Spitaleri di tortura? – le chiedo malignamente

         Spiritosa … comunque a tal proposito non mi preoccupo più … io so cose che non potete nemmeno immaginare … e non ve le dico.

         Ma si tratta di Rose? – chiedo incuriosita

         Si … ma non vi dirò nulla … siete stati cattivi con me …

         Ora ce lo dici! – Michelle parte all’attacco – sputa il rospo.

         No … anzi devo andare a prepararmi, fra un po’ arriva Shura.

Si alza inseguita dall’altra mia sorella, mentre tutto il resto della combriccola va dietro a loro, tranne me e Camus che rimaniamo soli a finire la nostra colazione. Lo vedo rabbuiarsi un po’ e credo di aver capito forse quale sia il problema, pertanto oso domandargli:

         Ti stai preoccupando del matrimonio?

         In che senso scusa?

         Di chi potrei rincontrare?

         Non ti posso nascondere nulla, eh?!

         No … sto imparando a conoscerti meglio … ora so che quello sguardo è quando sei geloso per qualcosa che riguarda me e il mio passato .. l’ho letto più volte nei tuoi occhi l’altra sera … Camus prima o poi lo rivedrò, non posso evitare e non voglio evitarlo, è una persona a cui ho voluto molto bene

         Si lo so me lo hai detto più volte … ma sai mi da fastidio quello che lui possa pensare ogni qualvolta ti guardi – so a cosa vuole riferirsi

         Non è detto che sia così e poi … è dei miei pensieri che ti devi preoccupare … e nei miei pensieri ci sei solo tu – gli accarezzo la mano che lui stringe tra la sua

         Voglio dirlo ai nostri genitori il prima possibile .. voglio essere libero di venire su tutte le volte che voglio senza trovare alcuna scusa … o nasconderci … - mi bacia il palmo

         Però ammettilo .. è stato divertente ieri sera sgattaiolare nella tua stanza … c’è più mordente – lo guardo maliziosa

         Ma quello lo faremo tutte le volte che verrai qui … davanti a loro dobbiamo fare vedere che siamo bravi ragazzi … - mi sta per baciare, quando all’improvviso arrivano proprio loro due

         Buongiorno ragazzi – Nicholas fa la sua entrata – oh piccola finalmente ti sei degnata di tornare all’ovile …

         Ogni tanto capita … disturbo per caso?

         Non dirlo nemmeno .. allora che mi racconti?

         Nulla di che, va tutto bene come quando siete venuti voi.

         Non è che ti ho visto molto bene in quel periodo, l’avevo notato anche se ero molto preso da impegni – nel frattempo mia madre entra anche lei e prende posto tra me e Camus, mettendo si a capotavola

         Si in effetti eri molto giù – continua mia madre  - ma oggi ti vedo più radiosa che mai … stai meglio si vede, sono contenta.

         Noi prima di andare con gli altri al club, vorremmo dirvi una cosa – comincia Camus tenendo lo sguardo fisso su di me

         Dimmi tutto figliolo – il padre gli sorride sarcastico, mentre mia madre si appoggia alla mano e guarda prima me e poi Camus

         Io e Kate … - si blocca per studiare bene la situazione ed io continuo al posto suo

         … stiamo insieme – dico tutto d’un fiato.

Mia madre rimane in silenzio e mi guarda attentamente, per poi spostare lo sguardo su Camus e poi sul marito, che nel frattempo si spalma la marmellata nel pane tostato e mentre l’addenta si guarda con lei, poi beve un sorso di succo d’arancia e rivolto a mia madre:

         Questa è una notizia bomba … come si fa?

         In effetti … - mia madre sembra molto preoccupata – qui non si tratta di tuo nipote e di mia figlia … qui c’è di mezzo TUO figlio con MIA figlia … non so se rendo bene l’idea..

         Rendi rendi … - poi guardandoci l’un l’altra – da quanto va avanti sta storia ragazzi?

         Da ieri – azzardo io

         Eh no mia cara … anzi miei cari, non ci prendete in giro – Nick tamburella sul tavolo guardando prima me e poi il figlio – a chi pensate di darla a bere?

         Siamo mica nati ieri, eh? – aggiunge mia madre

         L’altra sera quando sono arrivato a Boston siamo usciti insieme e abbiamo scoperto di provare qualcosa l’uno per l’altra – spiega Camus

         Io dire invece tutt’altra cosa … che solo l’altra sera avete deciso di confessare i vostri sentimenti che vanno avanti già da un pezzo … non è così? – guarda il figlio con un sorriso strafottente

         E voglio osare dicendo – mia madre ci guarda gravemente – era anche ora … non ce la facevo più a vederli in che condizioni erano … sembravano due cani bastonati ..  che tristezza che facevano

         Si cara hai perfettamente ragione – poi riprendendo la sua fetta tostata, l’addenta e con fare preoccupato e al tempo stesso incuriosito – amore .. ma ora sarai sempre mia moglie o devo considerarti mia consuocera? – mia madre scoppia a ridere di gusto mentre lui fingendosi ancora preoccupato guarda me e suo figlio che alzandosi mi dice

         Ok Kate … andiamo ci stanno aspettando .. – sospira ed io faccio altrettanto

         Beh? Dove andate ora? Senza nemmeno la nostra benedizione …

         Non abbiamo mica finito ? – ci rimbecca mia madre

         Ancora dovete prenderci in giro per molto ?- chiede Camus infastidito

         Guarda che ti sbagli …. Noi  siamo serissimi – il padre ora è davvero serio – era ora che vi decidevate … pensate che noi non l’avevamo capito?

         Sinceramente no – rispondo io

         Se ho accettato a mandarti su è perché sapevo benissimo che volevi andare da lei … ma quando mai Camus hai tutta sta voglia di partecipare alle riunioni … quando ti porto sbuffi sempre … - sorride sornione

         Non è vero … a volte sono state interessanti …. – arrossisce leggermente e intreccia la mano alla mia, gesto che non sfugge a mia madre che mi sorride contenta e al padre che guardandomi dice

         Sai Rachel … senza nulla togliere alle altre tue figlie .. sono contento che abbia scelto tra le tre ragazze proprio Kate … ha carattere e so che saprà tenergli testa … così come mio figlio con lei … e poi diciamocela tutta … ti ho avuta di più tra i piedi rispetto alle altre, vuoi o non vuoi sei per me come una figlia … a parte la presa in giro di prima, ragazzi, sono contento per voi due .. spero solo che sappiate valutare bene la cosa senza farvi del male in futuro … - noi lo guardiamo incuriosito

         Ha ragione … - interviene mia madre - vivete nella stessa casa … quando ci sei Kate, ovviamente, ma … dovesse mai capitare qualcosa di negativo, che non mi auguro succeda, sarete sempre  in stretto contatto .. quello che vogliamo dire è che spero abbiate valutato i pro e i contro di questa vostra scelta

         Non avete torto a tal proposito …  – Camus mi stringe per la spalla e mi dona un bacio sui capelli – ma vi assicuro che io non ho alcun dubbio su di noi.

         E nemmeno io .. –aggiungo

         Bene – Nicholas mi prende il volto tra le mani e mi bacia sulla fronte – ora potete andare … cmq – voltando le spalle e andando a sedersi – non avevo dubbi che uno dei miei figli avrebbe colpito una delle tue … ovvio … ha il fascino del padre – sorride a mia madre la quale con un gesto gli comunica di andarsi a fare un giro , mentre noi ridendocela di gusto usciamo raggiungendo gli altri.

 

Decidiamo di andare in auto per conto nostro, visto che Michelle e Nicole ancora stanno battibeccandosi da quando sono uscite, tant’è che Milo e Shura vorrebbero venire con noi due lasciandole sole in auto a cavarsela da sola, ma l’amore è più grande di ogni altra cosa e così decidono di sacrificarsi e di sopportarle fino a destinazione.  Usciti dalle auto i due uomini si catapultano da Camus trascinandomelo via al bar per bere qualcosa di forte, mentre io riprendo le mie sorelle dicendo loro che non le ho mai viste così indisciplinate, in fondo quel ruolo era ed è solo mio, che non mi rubino le scene. Mentre ci avviamo anche noi al bar, vedo il cameriere che un giorno feci volare e vergognandomi come una ladra  mi volto subito dalla parte opposta da dove proprio in quel momento stanno avanzando  verso di noi Aiolos, Aiolia e …. Saga. Un batticuore selvaggio ed improvviso mi prende alla sprovvista, più che per l’emozione di vederlo, per la  reazione di Camus.  Al suo pensiero d’istinto mi viene da voltarmi dalla sua parte, so che sarebbe successo prima o poi, ma non così presto e al solo pensiero già di avere una discussione con lui altera il mio stato d’animo, ancora di più di quanto lo sia già.  Ecco l’ha visto, lo osserva mentre si avvicina, il suo viso si è un po’ oscurato e si scambia un’occhiata con Milo, beve un sorso sospirando e poi i suoi occhi puntano i miei: ti prego, Camus, abbi fiducia in me.

 

 

 

Ciao a tutti!!

A dire il vero non lo volevo finire qui, ma poi mi sono detta “ma sì va .. rompiamo le uova nel paniere fino all’ultimo capitolo” J sia a Camus che a voi … ovviamente, considerando che almeno lo pubblico e non vi faccio attendere oltre!!

Il prossimo sarà l’ultimo e spero di riuscire a concluderla nel migliore dei modi, senza deludere nessuna aspettativa.

A presto e grazie a tutti voi che continuate a recensire, leggere e seguire.

Un bacio

Sagitta

 

 

 

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Capitolo 24
*** …. Arriverà la felicità anche per me. Parte seconda. ***


Innanzitutto chiedo venia per il ritardo …. Tra fine scuola, ferie e ritorno al lavoro, il tempo mi è mancato parecchio, ma ora eccomi di nuovo qui con l’ultimo capitolo … sperando di non deludere nessuno!!

Vi lascio alla lettura .. i saluti a fine capitolo.

 

 

 

Capitolo n. 24

 

…. Arriverà la felicità anche per me. Parte seconda.

 

 

Non che le sfide non mi siano mai piaciute, tutt’altro, mi hanno sempre aiutato a crescere, ma ora quella che mi sta lanciando con gli occhi Camus non mi piace affatto. Non perché ho paura di perderlo, ma perché non voglio che abbia anche un solo piccolo dubbio su quanto io possa provare in questo momento.

Noto con la coda dell’occhio che Saga guarda divertito Camus e poi si dirige verso di me abbracciandomi come il suo solito, donandomi un bacio in fronte. Mi cinge le spalle e chiedendomi come sto si avvia insieme a me verso il bar dove ci attendono gli altri. Nel frattempo mi saluto con Aiolos e noto con la coda dell’occhio Aiolia che dice con disappunto qualcosa al fratello e questo che gli dà una gomitata al fianco, sorridendo divertito. Una volta giunti dagli altri, Saga mi toglie il braccio e saluta cavallerescamente prima le mie sorelle e poi Milo, Shura e arrivato a Camus gli stringe la mano con la sua solita espressione strafottente chiedendogli come stia, visto che l’ultima volta non l’aveva trovato molto bene. Come al solito il mio cuore perde un battito, stavolta per la paura che si scateni qualcosa, ma conoscendoli entrambi sono delle persone abbastanza mature da non fare sciocchezze, anche se Saga si diverte molto in circostanze come queste. Di una cosa sono sicurissima: Aiolia avrà anticipato già qualcosa. Camus con noncuranza comunica che non è mai stato meglio in vita sua e mentre ci accingiamo a sederci,  entrambi si siedono contemporaneamente lasciando a me  il posto libero in mezzo a loro due. Guardo prima uno e poi l’altro, mi siedo e Camus appoggia il braccio sullo schienale della mia sedia mentre Saga si appoggia al poggiolo sempre della mia sedia e mi comincia a bombardare di domande:

         Allora come mai da queste parti? Non pensavo di vederti oggi

         Difatti l’ho deciso solo ieri sera.

         Ti trovo molto bene … ogni volta sempre più bella … non trovi Camus? – gli rivolge un veloce sguardo per poi sorridermi

         Eh sì, stavolta concordo pienamente – si sorridono a vicenda.

         E tu invece? Che mi racconti … il tuo progetto? – gli domando io per sviare un po’ il discorso

         Procede bene … la prossima settimana sono di nuovo a New York, magari ti passo a trovare – nei suoi occhi guizza un velo di divertimento, soprattutto dopo essersi scambiato un’occhiata con Camus che non ha gradito molto la battuta.

         Sei sempre il benvenuto, lo sai … - Noto il piede di Camus battere nervosamente sotto il tavolo – e Kanon?

         È stato squalificato per due turni … ha messo K.O. il suo acerrimo rivale – si scambia uno sguardo con Aiolos e scoppiano a ridere insieme, con Milo che segue a ruota.

         Sarebbe quello che ha accoppato lui? – domanda Shura

         Si …

         Beh ha fatto bene – rispondo io – se l’è meritato.

         Mah … un avvocato che dice all’imputato che ha fatto bene ad aggredire non mi sembra una buona cosa – Saga mi stuzzica

         Certo … e proprio per questo vedrai come sarò richiesta …

         A difendere i delinquenti? – mi riprende Saga preoccupato, non so se scherzando o seriamente

         Si … quelli sono i casi migliori, in cui un vero avvocato si vede se ha le palle o meno .. a me piacciono le sfide.

         Stai scherzando immagino – Camus mi prende il mento e mi gira dalla sua parte

         No.

         Bene!!! – esordisce  Aiolos – che ne dici se proviamo? Io uccido il mio miglior amico e tu mi difendi.

         Perché non posso essere io ad uccidere te? – lo guarda di sbieco Saga

         No no proprio te – insinua Milo – poi Kanon ucciderà Aiolos .. Aiolia vendicherà il fratello … finirà in galera  e Marin con 4/5 figli a seguito cadrà in depressione e si chiederà se non faceva meglio ad ascoltare me e Camus quando abbiamo cercato di persuaderla dallo sposarti – guardando un Aiolia un po’ contrito

         Ahahahaha …. – scoppiamo tutti a ridere tranne Aiolia che tira un bel calcio a Milo il quale non si scompone assolutamente.

         Ragazzi si è liberato il campo – Aiolos si alza – vieni a giocare a tennis? – chiede a Saga

         Ora non ho voglia .. – mi guarda per poi riguardare lui -  vai tu.

         Come al solito basta che ci sia Kate e tu subito mi trascuri!!!

         Mi dispiace amico mio ma sai … ti vedo tutti  i giorni, lei di meno … se permetti preferisco la sua dolce compagnia – i due amici si sorridono perfidi, mentre io abbasso lo sguardo un po’ in imbarazzo.

         Vieni tu micietto? –  chiede quindi al  fratello

         No … non mi va .. prenderei a pallonate Milo .. vado a farmi un tuffo in piscina.- Milo sorride sornione

         Vengo io  - si alza Shura e si avviano insieme a Milo che nel frattempo guarda Camus

         Alzati … altrimenti con chi gioco in coppia?

         Che fortuna … perché giocare se so già che perdo con te –controvoglia si alza dalla sedia

         Che ingrato – fingendosi offeso Milo lo anticipa al campo

         Voi rimanete qui? – Camus chiede a noi quattro rimasti

         Ma a dire il vero un tuffo in piscina me lo faccio volentieri – Nicole guarda noi altri e solo Michelle si unisce a lei, mentre Saga mi guarda e poi mi chiede

         Mi lasciate solo?

         Sei venuto per non fare nulla? – gli chiedo

         Si … voglio oziare un po’ … - si sdraia sulla sedia accendendosi una sigaretta e lanciando un’occhiata a Camus

         Va bene rimango a farti compagnia … - poi sorrido al mio amore – vorrà dire che vi  guardiamo giocare e commenteremo i vostri tiri migliori.

  Non lo vedo molto convinto, ma se ne va dietro a Milo. In fondo dal campo ci può vedere benissimo e controllare, ecco perché sono rimasta senza problemi, non mi devo nascondere da nulla. Mi volto verso Saga e lui mi osserva divertito:

         È stata dura, eh?

         Cosa?

         Per lui … - aspira il fumo e lo guarda allontanarsi

         Ma cosa?

         Andarsene … - poi battendo la mano sul mio ginocchio – è un osso duro quando vuole.

         Mi stai stuzzicando?

         In che senso ? – si appoggia sul tavolino col gomito e mi guarda divertito

         Lo prendi in giro .

         E tu non lo difendi .. che strano.

         Non ne ha bisogno .. e comunque non mi piace come lo stai stuzzicando, non mi sembra proprio il caso non credi?

         Allora? – evitando di rispondere alla mia domanda

         Allora cosa.

         Sai cosa voglio sapere – mi dice indispettito

         Perché non mi fai le domande dirette come al solito ?

         Forse perché ho paura della risposta?

         Da quando siamo così insicuri?

         Da quando oggi … percependo qualcosa   – mi scruta attentamente negli occhi - ho scoperto che una certa persona mi è sempre stata a cuore e che forse ho sbagliato tutto – poi vedo che osserva il mio collo – anche se  mi depista un po’ la tua collana … - aspira il fumo pensieroso

         Perché? – mi tocco il ciondolo

         Strano che te lo faccia portare … non credi? – nel suo tono di voce noto un certo fastidio

         Lo avrei tolto se gli dava fastidio, anche se gli ho spiegato con il cuore in mano che per me è importante tenerlo perché è un ricordo di una persona a me molto cara

         Non è geloso?

         Si … ma ha detto che non gli importa .. gli passerà, anche perché gli ho spiegato che non è togliendolo che mi scorderei di te … e non credo che sparirai mai dalla mia vita … abbiamo amici troppo cari in comune, no? Ci sarà sempre l’occasione di incontrarci!!

         Giusto. Sono felice per te, credimi … io ora come ora non ti avrei mai dato quello che può darti lui e che tu contraccambi … ci va ancora un anno pieno  prima che mi sistemi, te l’avevo accennato no?

         Ma come? – corrugo la fronte ripensando a quanto detto nella telefonata con Milo – non erano 6 mesi?

         Ahahahahah … ci hanno creduto tutti vero? – spegne la sigaretta – hai visto come si è dato da fare?

         Sei incredibile … e poi dici a me su come dovrei sapere fare il mio mestiere .. è con l’inganno che curerai i tuoi pazienti? – incrocio le braccia al petto fingendomi offesa

         Dai … non prendertela …

         Sei tu ora che te la stai prendendo … o sbaglio? .. non mi parevi così l’ultima volta che ci siamo visti .. eri più sereno mentre ora mi dispiace vederti così.

         Capita no di pensare che forse era meglio se mi fossi fatto gli affari miei … - rimane un po’ pensieroso – ma sapevo anche che tu … - si blocca un istante – non voglio essere secondo a nessuno … ma se avessi lottato un po’ di più forse non lo sarei stato … - poi guardandomi intensamente – se potessi tornare indietro ora come ora mi comporterei diversamente …  ora se vuoi puoi anche odiarmi se ti ho deluso.

         Non potrei … ti voglio troppo bene e poi tu  mi hai salvata più di una volta … ho molto da sdebitarmi con te…

         Spero di non aver mai bisogno di te in futuro … per quanto riguarda la legge intendo … - scoppia a ridere per placare un po’ l’imbarazzo che si era creato, poi guardando verso il campo indica Camus assorto mentre attende una palla – guardalo .. vorrebbe girarsi ma non lo fa … - poi appoggia il braccio dietro il mio schienale e avvicina la sua bocca la mio orecchio  – incredibile io non avrei lo stesso sangue freddo che ha lui … ti controllerei di continuo col rischio di fare perdere la partita al mio compagno.

         Gli ho detto che si deve fidare … - in effetti anche io ammiro il suo sangue freddo

         E si fida – beve un sorso della mia bibita analcolica e proprio in quel momento Camus raccogliendo una palla vede la scena, ma fingo di non essermene accorta mentre Saga che ha notato tutto, si tira indietro prendendo il suo bicchiere– brindiamo?

         A cosa?

         A noi … che niente e nessuno divida mai la nostra amicizia – batte contro il mio bicchiere e beviamo

         E che se avessimo bisogno l’uno dell’altro non dobbiamo farci scrupoli a chiederci aiuto … - aggiungo io e altro battito di bicchieri

         Spero tu sia sempre  felice ..

         Anche tu.

         Se lo sei tu lo sono anche io – mi sorride sincero

         Idem – gli sorrido

Nel frattempo senza che ce ne accorgessimo si è avvicinato Camus, afferra una bottiglia d’acqua e ne ingurgita almeno la metà tenendo fisso lo sguardo su Saga, che nel frattempo contraccambia senza alcun problema, poi asciugandosi il collo con la salvietta :

         A cosa brindate di bello?  - nel frattempo appoggia un po’ troppo pesantemente la bottiglietta sul tavolino e volge lo guardo ad un  Milo che gli gesticola di portarne una anche a loro

         Camus tu sai che non devi preoccuparti di me – Saga lo guarda dritto negli occhi contraccambiato

         Si che lo so …  ma che c’entra con la mia domanda? - il suo tono è un tantino alterato, credo che il fatto di averlo visto bere dal mio bicchiere lo abbia infastidito un po’,difatti gli sorride sarcastico

         Brindavamo … - inizio io per evitare un diverbio tra i due

         Non lo voglio sapere Kate … non importa, era solo curiosità … - Camus mi dona un bacio in fronte e mi accarezza i capelli -  vado a continuare la partita .. altrimenti Milo mi diventa isterico

         Un po’ come mio fratello quando perde …. – e se la ride di gusto, poi prende la mia mano – Camus? – questo mentre si stava avviando al campetto si ferma e si gira a mezzo busto – sei un uomo fortunato … tienitela stretta – stringendomi la mano

         Contaci – io nel frattempo ritiro la mia mano ed  il mio amore mi guarda amorevolmente e dopo avermi sorriso se ne torna da Milo e gli altri.

         Non mi piace vedervi così … inimicati

         È il prezzo che dobbiamo pagare per amarti entrambi

         Ma che dici? – mi sconvolge la sua affermazione

         Oh non ti preoccupare – mi accarezza dolcemente la guancia – il mio amore è diverso dal suo … ma è pur sempre un affetto che non posso nascondere … dai andiamo da loro.

 

Rimango ad osservali mentre si avviano uno dietro l’altro, pensando a quanto questa situazione sarà all’inizio molto difficile da sostenere da parte di entrambi, ma ammetto che non mi aspettavo da parte del mio ex un cambiamento radicale nei miei confronti. Lui si ferma e si volta ad attendermi,  mi alzo e raggiungo Saga per poi  avviarci  verso il campo da tennis a tifare o gufare,a seconda della squadra.  Ovviamente io tifavo contro Milo col dispiacere nel cuore perché era compagno di Camus, ma visto che Saga dava contro ad Aiolos e Shura, qualcuno doveva pur essere dalla loro parte. Finita la partita, vinta da mio cognato Shura e il suo compagno, vado incontro a Camus abbracciandolo e consolandolo dicendogli che la prossima volta è meglio se Milo lo lascia a qualcun altro. Non lo avessi mai detto, mio cugino acquisito, nonché anch’egli cognato, mi prende sulle spalle e dirigendosi verso la piscina mi intima di chiedere scusa al suo onore di giocatore esperto e incallito di tennis, altrimenti mi  avrebbe buttato in acqua. Inutili i miei starnazzi per intimorirgli di mettermi giù,quando all’improvviso vedendosi davanti spuntare qualcuno  si blocca all’istante e girandosi dalla parte degli altri vede Aiolos e Saga leggermente infastiditi ma contenuti, mentre Shura si gratta imbarazzato una tempia ed io volta dalla parte da dove arrivano queste persone che hanno mutato i loro animi, noto Aphrodite, Deathy e due ragazze venire con loro. Una deve essere sicuramente Shaina, la fidanzata dell’idiota, ma l’altra?  Ha un volto che non mi è nuovo, la guardo bene mentre si avvicina e con uno scatto improvviso per averla riconosciuta, mi aggrappo alle spalle di Milo il quale prontamente mi mette giù, sghignazzando e guardandosi con Camus, che nel frattempo mi intima un “stai calma”, mentre Saga con un ghignetto  invece mi sussurra “scommetto su di te, non mi deludere”, facendo sospirare pesantemente Camus.   Rosalie Spitaleri viene verso di me, ci guardiamo attentamente negli occhi ma non ci diciamo nulla., se non un semplice saluto di cortesia, così come con il di lui fratello.  Mi presentano Shaina e al primo impatto mi pare una ragazza un po’ troppo sicura di sé, ma mi piace, e ammetto che vicino a lui è sprecata, è troppo bella per Desu. Mi chiede dove si trovano le mie sorelle che vorrebbe tanto salutarle ed io la accompagno da loro, non vedendo l’ora di allontanarmi dal gruppo, nel quale sento esserci un’aria un po’ troppo fredda e scostante. Saga poi non mi raccontò nulla di come andarono le cose tra Aphro e Aiolos, dovrò chiedere spiegazioni a Camus, ora voglio sapere. Rose ci segue silenziosa e ammetto che per la prima volta non ho visto quella esagerata passione nei confronti di Shura,finalmente  ha capito che non ha possibilità di confronto con mia sorella. Nel frattempo le mie due sorelle con Aiolia si sono già cambiati e li troviamo negli spogliatoi a sistemare la roba nella lavanderia e quando Nicole intravede Shaina, le corre incontro tutta contenta e si abbracciano come due care amiche, poi va da Rose e dopo averle dato un bacio anche a lei domanda:

 

         Non mi aspettavo di vedervi qui?

         Nemmeno noi a dire il vero … siamo venuti perché Marin ci ha dato appuntamento qui.

         E lei dov’è? – chiede ansioso Aiolia

         Non è ancora arrivata. – risponde Rose

         Ma siete venute sole?

         No Aiolia, ci sono anche mio fratello e Aphro.

         Ah! … beh allora vado dagli altri – rabbuiatosi un po’ ci saluta e si avvia, mentre le mie sorelle e Shaina si avviano anche loro pero’ dalla parte opposta andando a sedersi sulle sdraio, lasciando me e Rose indietro.

         Ho saputo che studi ad Harvard. – incomincia ad intavolare un discorso Rose

         Si … e tu? Sei rimasta a Miami?

         Si – parliamo senza guardarci e sedendoci vicine alle altre- Ho anche saputo che sei andata a Londra!

         Già.

         Ti è piaciuto?

         Molto … è stata un’esperienza piacevole, ma soprattutto mi ha fatto crescere.

         Lo vedo, sei diversa .. ti trovo bene – per la prima volta da quando parliamo mi guarda negli occhi e noto una certa malinconia nel suo sguardo che mi abbatte un po’.

         E tu ? che racconti? Che hai fatto in tutto questo periodo? – nel frattempo ci siamo sedute anche noi.

         Nulla di che … studio … ogni tanto esco ancora con Brigitte e Susan … ah a proposito, hai saputo che Caroline si è sposata?

         Ma dai! … non ne sapevo nulla … vabbè che andando a Cambridge ho perso tutti i contatti, a parte Nathalie e Margot.

         Eh … è rimasta incinta e hanno deciso di rimediare così … ha detto che si sarebbero lo stesso sposati ..

         Basta che siano convinti loro. – ci guardiamo un po’ e lei riprende a domandare

         Hai fatto molte conoscenze su?

         Qualcuna … poche ma buone .. – poi ricordando che era fidanzata al tempo della festa – e tu stai ancora insieme a Peter?

         No no figurati … finita la scuola è finita anche la storia … l’ho visto l’ultimo giorno di scuola e poi non l’ho più né visto né sentito … si è volatilizzato  .. e tu? Sei fidanzata ora?

         Beh diciamo di si … - nel frattempo le altre tre sentendo questi discorsi si sono soffermate ad ascoltarci

         Non capisco – Rose sorride dalla mia uscita insicura

         Perché sono solo due giorni … direi che più che fidanzati … stiamo insieme.

         È di Cambridge?

         No è qui.

         Non immaginerai mai – Nicole si immischia stuzzicando la sua curiosità

         Perché? – domanda subito infatti Rose

         Sapessi … - ci scambiano un sorriso divertito – diciamo che con lei abbiamo finito di sistemare tutta la famiglia .. ahahah …

         In che senso? – Shaina subito chiede incuriosita

         Nel senso che anche l’altro Gaillard è stato catturato!!! – Michelle risponde divertito

         Anche? – rispondo io – guarda che ce n’è ancora uno libero … almeno credo.

         Ma di chi parlate? – domanda Rosa un po’ paonazza

         Di Camus – concludo io

         Ah! – Rose sembra tirare un sospiro di sollievo

         Stai scherzando? – la sorpresa di Shaina non è simile a quella di Rose

         No perché dovrei?

         Non so avrei detto di più Aphro … Camus mi sembra così ostile al rapporto con gli altri!!

         Ti posso assicurare che non lo è … - rispondo un po’ stizzita, ma si guardasse il suo!! – e poi in tutta franchezza con l’altro non credo potrei andare d’accordo … anzi ti posso assicurare che caratterialmente Camus è meglio.

         Oddio … io non lo conosco molto bene, ma se lo dici tu! – Shaina succhia dalla cannuccia

         Io li conosco entrambi – preciso io

         Si in effetti Kate ha ragione – si intrufola Michelle – è scostante ma fondamentalmente è un ragazzo molto in gamba.

         Beh ma anche Aphro lo è – ribatte d’istinto Rose, al che la guardo sorpresa notando ancora il rossore sulle sue gote

         Ma tu non  fai testo – Shaina e Nicole ridono sotto i baffi

         Lo conosco da quando ero bambina … - abbassa lo sguardo – per quello parlo così – poi guardando verso l’entrata – ah ecco Marin … - si alza di scatto andando verso di lei – le vado incontro. – e se ne va a passo veloce verso la futura sposina

         Ma dai … - mentre la osservo allontanarsi – mi vorrete mica dire che ha una cotta per il migliore amico di suo fratrello?

         Cotta? … no Kate – Nicole mi sussurra per non farsi sentire – è proprio innamorata persa.

         Era questo lo scoop di stamattina?

         Già … una bomba esplosiva!!!

         Ma lui?

         non lo so ... – Nicole guarda verso Rose – Shura non vuole parlarne con lui .. dice che le cose devono venire da sé!!

         Che uomo!! L’ho sempre detto Nicole che hai un tesoro tra le mani … non poteva dire parole migliori!!!

         Desu invece che l’ha capito non fa che prenderla in giro!! – Shaina sorride mentre lo dice

         Non mi sembra carino – la riprendo, lei mi guarda un po’ di storto

         Sai … tra fratello e sorella è normale soprattutto quando è il tuo migliore amico, ma credo che lo faccia più che altro per non darle illusioni … fidati, non è poi così crudele con la sorella. – le ultime parole me le dice un po’ risentita per aver parlato di lui in quel modo.

         Scusami … - ammetto la mia maleducazione

         Avevano ragione quando parlavano di te dicendo che eri la selvaggia di famiglia.

         Prego? – la guardo tra lo stupore e l’indignato

         Ahahaha – le mie sorelle ridono di gusto

         Gliel’ho detto io – Michelle mi abbraccia per le spalle – è vero dai … il tuo carattere alla fine è poi anche il  più apprezzato proprio per questo motivo .. non lo hai notato?

         Direi proprio di no, tutt’altro … non mi hanno fatto avere vita facile in quella casa! – incrocio le braccia un po’ risentita

         Ma alla fine l’hai vinta tu – Nicole mi strizza l’occhio – hai carattere da vendere … come Shaina!!

         Oh sono sicura che andrete d’accordo – Michelle ci guarda entrambe.

         Fidanzati permettendo -  oso dire.

 

Lei mi fissa seriamente e a me scappa un sorriso al quale lei ricambia e poi scoppiamo a ridere. Si è vero, andremo d’accordo, in fondo è simpatica, ha il carattere simile al mio ed è naturale che ci beccheremo di tanto in tanto, non si potrà evitare.  Nel frattempo si aggiunge a noi Marin che ci aggiorna su tutti i preparativi e a sorpresa per tutte chiede a Shaina di farle da testimone. La ragazza a momenti si strozza e soltanto dopo averla mandata a quel paese per aver attentato alla sua vita, accetta felice il compito che dovrà svolgere quel giorno importante. Circa un’ora dopo decidiamo di raggiungere gli altri e arrivati da loro non mi sorprende vedere che si sono separati in gruppi: Aphro, Desu, Shura e Milo giocano a biliardo, mentre Saga, Aiolos, Aiolia e Camus sono seduti al tavolo a conversare. Peccato che come arriviamo io e Marin, noto che con astuzia cambiano discorso, ma forse ho già capito il perché. Decidiamo però di pranzare tutti insieme e come idea anche se inizialmente sembrava un po’ troppo azzardata, alla fine è stata ottima, si sono ritrovati a discorrere senza problemi, anche se ho notato un notevole sforzo da parte di Saga e Aiolos nei confronti di Aphro, quest’ultimo altrettanto. Io sono convinta che alla fine col tempo tutto si sistemerà, soprattutto ora che mio cognato sta cercando di rimettersi nella retta via.

Subito dopo il caffè Saga e Aiolos ci lasciano con la scusa di avere un impegno. Saga mi si avvicina e mi stringe a sé baciandomi le guance per poi dirmi “ a presto piccola”, poi si volta verso gli altri salutandoli con calore, mentre con Camus si scambia giusto un semplice saluto di cortesia. Aiolos mi saluta per ultima e mentre anche lui mi bacia sulla guancia, mi sussurra “ abbi pazienza, gli passerà, purtroppo l’ha capito troppo tardi”. Io mi limito solo a fare un cenno col capo, dopodichè se ne vanno. Non lo avrei mai pensato di doverlo fare, ma purtroppo tiro un sospiro di sollievo, non mi piaceva l’aria fredda che si percepiva tra i due e questo mi fa avere anche un po’ di sensi di colpa. Mentre li guardo allontanare mi sento un braccio cingere la vita, mi volto e Camus mi osserva pensieroso, lo abbraccio e senza dire nulla ce ne andiamo un po’ in piscina dove passiamo la gran parte del pomeriggio insieme a tutti gli altri.

 

La sera dopo cena ci siamo riuniti tutti nel padiglione del giardino, io e le mie sorelle con i nostri rispettivi fidanzati. Com'è bello qui tutte e tre insieme e i nostri sogni di ragazzine coronati da questi splendidi uomini. Michelle seduta in braccio a Milo che se lo stringe per il collo, Nicole seduta accanto a Shura con le gambe sulle sue e la mano intrecciata a quella di lui, ed io con la testa appoggiata alla spalla di Camus che mi cinge le spalle col braccio e appoggiando la testa sulla mia. Stiamo decidendo su cosa regalare agli sposini, se fare qualcosa di nostro di molto speciale o se partecipare, come tutti i comuni mortali, alla lista nozze. Faccio la mia proposta, regalare il viaggio di nozze, visto che combinazione Marin proprio nel pomeriggio ci aveva accennato che ancora non avevano deciso dove andare. Tutti mi guardano pensierosi e poi consultandoci su come fare a indagare e acquistare il viaggio senza farlo sapere, arriviamo alla decisione che con Aiolos come copertura, il nostro sarà il loro viaggio verso la felicità assoluta!!

Essendo i nostri genitori fuori per il week end, Shura rimane da noi, o meglio, da Nicole, mentre noi torniamo nelle nostre stanze. Stavolta Camus rimane da me e dopo aver consumato il nostro amore coinvolgendoci ogni volta sempre di più, rimaniamo abbracciati lungo il fianco, con lui che mi circonda le spalle da dietro ed io aggrappata alle sue mani incrociate davanti ai miei seni.

Rimaniamo qualche minuto in silenzio, tant'è che sentendo il suo respiro regolare penso si sia addormentato, ma provo ugualmente a chiamarlo:

 

         Camus? – sussurro

         mh?

         stai dormendo?

         No …

         ma hai sonno?

         Non ancora … che c'è? Non riesci a dormire e vuoi parlare un po'?

         Si … più che altro ho da chiederti due cose.

         Due? … una la posso immaginare, ma l'altra? Non si tratterà mica di Saga, eh? Non voglio toccare questo discorso … se vuoi mantenere l'amicizia me lo faccio anche stare bene, ma non parlarmi di lui. - sento che si sta agitando, il suo piede batte contro il materasso ritmicamente.

         Non ti preoccupare … una domanda è su tuo fratello e Aiolos 

      immaginavo infatti … l’altra? – lo sento rilassarsi un po'

       e … l'altra su .. - mi volto con il viso a guardarlo intensamente –  Kristeen.- rimane a guardarmi qualche secondo

         Cosa c'entra ora? - il suo sguardo è un po' sconcertato

         per me c'entra … da chi comincio?

         Da lei … - mi sposta una ciocca dal viso – così chiudiamo  subito il discorso … che per me è già chiuso da molto tempo.

         Ti fa male parlarne? - mi preoccupo un pò

         No – mi guarda deciso e leggo fermezza nei suoi occhi

         niente lascia stare – mi pento già di averglielo chiesto

         no ora mi chiedi quello che volevi sapere, perchè evidentemente c'è qualcosa che ti turba altrimenti non vedo il motivo per cui tu mi debba chiedere di lei che è più di un anno che non vedo e che non hai mai conosciuto... - poi aggrottando le sopracciglia – a proposito come fai a sapere di lei?

         La festa in cui ho conosciuto Saga … c'era lei … e avete passato tutto il tempo insieme  … e qualche giorno prima dicesti una frase del tipo “ non torno sui miei passi” … come se fosse una cosa che ti facesse molto soffrire ...ma la sera quando siete spariti Saga ha chiesto ad Aiolos dove fossi e lui disse che eri con lei e ….

         è iniziato tutto quella sera con Saga? - mi interrompe bruscamente

         Si …

         ah … e se non avessi visto noi due?

         Non avevi detto che non volevi parlare di lui? E poi sono io che devo fare le domande …

         Giusto ... dai spara, che vuoi sapere?

         È stata .. molto importante per te? … voglio dire .. - mi mordo il labbro inferiore – è stato un amore così grande da non amare più come hai amato lei? Con la stessa intensità?- ho una morsa allo stomaco per paura della sua risposta e questo causa un leggero luccichio nei miei occhi

         è importante per te saperlo … anche al costo di non avere la risposta che vorresti? - mi limito solo a fare un cenno col capo, al che  mi gira supina e si appoggia sul braccio destro mentre con la mano sinistra mi accarezza il volto – ebbene … si ha avuto la sua importanza … e credo che come ho amato lei non amerò te – il nodo alla gola rischia di farmi soffocare pur di non piangere – perchè le sensazioni  che provavo con lei non hanno confronto rispetto a quelle che sento nei momenti in cui ti ho tra le mie braccia … - notando dalla mia espressione confusa, mi bacia la punta del naso – se non hai ben afferrato  quello che volevo dire è che come amo te … non ho mai amato prima d'ora … è stata molto importante, ma non come tu lo sei in questo momento … - non ce la faccio più e due lacrimuccie mi escono stavolta di gioia immensa  e lui sorridendomi - ma che mi hai fatto? Mi hai stregato … che pozione magica hai usato … mh?

         Nessuna … - lo attiro a me e me lo stringo forte senza smettere un istante di baciarlo ripetutamente – ma perchè vi siete lasciati?

         Perchè a lungo andare abbiamo scoperto di non avere gli stessi interessi … cosa che poteva anche passare, perchè gli opposti si attraggono, si dice, no? .. ma noi eravamo troppo diversi  … e anche se ci dedicavamo ai nostri hobby separatamente … questo l'ha portata ad essere bugiarda … mi mentiva … a quel punto ho perso fiducia e interesse nei suoi confronti … io sono fatto così … mi ha deluso più di una volta … e difficilmente riesco a rifidarmi delle persone una seconda volta … ma ora ci sei tu e non ho più occhi per nessun'altra!!

         la rincontrerai prima o poi .. magari quando non ci sono e …

         Kate … non ho bisogno che mi rinfacci la mia gelosia mettendomi di fronte a questa evidenza ..

         anche io sono gelosa .. da morire .. e ti capisco quando mi parlavi di Saga … per me è lo stesso ... ti amo tanto e ho troppa paura di perderti ..

         non succederà …  e poi l’ho già vista altre volte e non ha scatenato in me alcuna emozione  – ci abbracciamo nuovamente rimanendo sdraiati di fianco, mi tengo stretta a lui nascondendo il viso nell'incavo del suo collo

       invece che cosa è successo tra tuo fratello e Aiolos?

         È una storia un po' lunga, ma strano che non ti abbia raccontato nulla?

         Non ha voluto .. diceva che lo faceva ancora troppo arrabbiare .. ma che me ne avrebbe parlato forse un giorno .. poi vabbè non ne abbiamo avuto più il tempo

         meno male …

         scusa? - lo scruto divertita

         si hai capito bene .. me-no ma-le … - socchiude gli occhi – spero abbia capito che ti deve girare alla larga …

         non ti si addice la parte da geloso – scoppio a ridere

         sh .. svegli gli altri

         certo perchè stanno sicuramente dormendo … vabbè dai racconta!!!

         che maliziosa che sei … - soffochiamo una risata sotto le coperte – dunque facendola breve durante una partita di calcio organizzata per un torneo di beneficienza, mio fratello ha fatto un brutto fallo ad Aiolos, questo si è alzato e lo ha letteralmente mandato a quel paese … che ha fatto mio fratello? Ha ritenuto opportuno prenderlo a pugni, tra loro non è mai corso buon sangue da quando Saori ha preferito uscire con Aiolos anzicchè con mio fratello che era perso di lei …. - vedendo il mio sguardo interrogativo – era una compagna di classe di Aphro … comunque, il suo pungo incontrollato già da tanta rabbia repressa, l'ha colpito alla tempia … Los si è accasciato .. ha perso i sensi … non si riprendeva più … abbiamo cercato di rianimarlo in tutti i modi ma non c'era nulla da fare … è arrivata l'ambulanza e l'hanno portato in ospedale … nel frattempo io e Milo eravamo impegnati a tenere lontano Aiolia da Aphro … Shura e Desu lo allontanavano da noi, mentre Saga e Kanon hanno seguito l’ambulanza con la loro auto fino in ospedale …  è rimasto in coma per tre giorni, poi si è risvegliato, per fortuna  … non ha mai voluto sporgere denuncia … non so perché … ai genitori avevamo raccontato che involontariamente era stata una gomitata … un po’ tutti quanti hanno cercato di scusare il comportamento di Aphro anche perché la perdita di mia madre lo ha fatto reagire alla vita più violentemente, mentre io mi sono chiuso più in me stesso ..  ma Saga non ha voluto ascoltare ragioni e si è rivendicato su mio fratello, visto che Aiolos non ha potuto per via delle sue condizioni, il tuo caro ex – marcando molto la parola – gliele ha date di santa ragione … è successo allo stesso campetto dove avevamo giocato … peccato che Kanon e Shura sono arrivati troppo presto a dividerli … mentre Desu si gustava la scena seduta nella panchina fumandosi la sigaretta … da allora il gruppo si è spezzato e  solo Shura è rimasto amico di tutti … anche se Aiolia non ha mai accettato il fatto che possa essere ancora amico di loro due … ma sai, con Desu si conoscono dall’asilo e Aphro ha trovato in loro due gli unici amici che riescono a sopportarlo …

         ma come mai Aprho ha esagerato in quel modo?

         Secondo me .. perché gli è stata portata via per la seconda volta una donna a cui era molto legato … era passato da poco un anno dalla morte di nostra madre … io non l’ho mai scusato per questo, c’era modo e modo … mi sono vergognato molto delle sue azioni, difatti mi sono legato parecchio ad Aiolos e Aiolia, mi sentivo in colpa .. mentre loro non mi hanno mai fatto pesare nulla.

         Ho capito – mi stringo di più a lui – e ora? Con il gioco?

         Si è tolto dal giro … e poi ora che mio padre sa tutto .. è monitorato anche a distanza.

         Ma i vostri genitori che hanno detto?

         Hanno aspettato che Los si riprendesse per sentire le varie campane e fortunatamente il padre di Aioria e di Aiolos è un uomo comprensivo e mio padre ha saputo fare bene le sue scuse ... ha pensato tutto lui alla sua convalescenza e si è impegnato anche a offrirgli un lavoro nelle imprese se ne avesse avuto bisogno, ma hanno rifiutato quest’ultima offerta … Aiolos ce la vuole fare con le proprie gambe e anche Aiolia … è stata una ragazzata, poteva finire male, molto male!!!

         Ho capito … beh un po’ irresponsabile lo è tuo fratello.

         Come quando ha lasciato te a piedi … - poi bloccandosi di colpo e guardandomi – vabbè che eri in buona compagnia!

         Già e finiamola qui .. l’importante è che alla fine tutto si è risolto per il meglio, no?!

         Se vogliamo metterla così … - le sue mani piano piano riprendono ad accarezzarmi – ti ho fatto venire sonno con tutte queste chiacchiere?

         Mh no … me l’hai tolto del tutto.

         Bene ..

 

 

 

 

Tre mesi dopo.

Il giardino di casa Gaillard è pieno di operatori organizzativi da stamattina alle otto, stanno addobbando tutto per il grande evento di domani. Ebbene sì, Nick ha tanto insistito che il figlio del suo fidato autista si sposasse in casa nostra, o meglio, nel nostro splendido parco. Mia madre e la madre di Aiolia stanno dando istruzioni su cosa fare, su come mettere i fiori, i nastri, i tavoli, gli ombrelloni, naturalmente tutto di bianco e azzurro, che riprende il colore del mare che si intravede tra i secolari alberi che circondano la zona adibita alla cerimonia. Della sposa non avremo notizie fino a domani mattina, mentre invece tutta la famiglia di Sebastian sono stati ospitati qui per permettere di prepararsi con calma e senza agitazione e avere la situazione sotto controllo fino all’ultimo momento. Purtroppo anche Deathy e sua sorella rimangono da noi, Aphro ha insistito molto per permettere anche a loro di essere già qua, lo so io il perché, così non deve sorbirsi da solo la presenza di Aiolos … codardo! Ti aggiusto io a te e alla mia cara ex compagna di classe, ho in serbo una bella sorpresa per voi due.  Mentre sto gustando quel momento, alle spalle mi arriva Aiolos che mi fa il solletico ai fianchi e scoppia a ridere appena mi vede fare un balzo, mi giro divertita e fingo di buttargli il contenuto del bicchiere che avevo in mano: il risultato? Il reply del mio balzo e tutti e due che ce la ridiamo di gusto mentre ci sediamo vicini. Nel frattempo giungono anche gli altri e decidiamo di passare un po’ di tempo nel gazebo rimasto libero dai preparativi. Camus mi siede a fianco e gli altri si sistemano tutti in base alla compagnia gradita, difatti Aphro si è ben posizionato lontano da noi. Dall’espressione che ha quando dialoga non sembra essere intimorito, ma credo che forse un po’ di imbarazzo lo provi, in fondo per una cavolata ha rischiato di rovinare la vita di una persona e forse ora che è maturato capisce l’errore e gli sta alla larga più che altro per rispetto della volontà di Aiolos. La prova di tutto ciò avviene quando finiscono le bevande fresche e lui e Shura entrano in casa a prenderne delle altre. Rose rimane sola col fratello, lui l’abbraccia per le spalle e la pizzica scherzosamente sul braccio, lei ride gli sgomita sul fianco mentre lui ritira il braccio divertito e lei dopo aver posato lo sguardo su Aphro che torna, cambia espressione, da divertita diventa triste, poi volta lo sguardo ed incontra il mio ed ecco che subito si indurisce perché l’ho pizzicata. Aphro molto educatamente versa da bere a tutti e quando arriva a lei le prende il bicchiere dalle mani e glielo riporge, tutto ciò sorridendole dolcemente. Ma sarà che anche lui .. ? devo indagare … l’ho detto io che tra avvocato e investigatore privato non sapevo che scegliere, ma il primo forse è più idoneo al mio stato attuale, con un’azienda da seguire insieme alle mie sorelle!! Ad un certo punto Aiolia comincia a guardare l’ora e a dare segni di impazienza, al che Aiolos se lo porta in camera non prima di aver dato la buona notte a tutti. Lo seguono a ruota poi anche le mie sorelle a i loro fidanzati, Death ha voglia di farsi una partita a biliardo e chiede ad Aphro se ne ha voglia, il quale accetta di buon grado e sorprendentemente chiede al fratello se vuole andare con loro. Camus non nega l’invito e ben volentieri si avvia con loro non prima di aver  sorriso sornione perché vede la mia espressione trionfante nel lasciarmi sola con la mia peggior nemica del passato.

 

         Ci possiamo fidare?  - Desu ci guarda preoccupato

         Vai vai tranquillo … mal che vada sentiamo urlare … - ride divertito Aphro

         Per favore non vorrete mica presentarvi con un occhio nero domani … non è carino, non vi si addice!! – ci provoca per la prima volta Camus

         No amore, staremo buone … - la guardo divertita

         Spiritosa … - sospira pesantemente Rose

         Dai Rose – mio cognato la riprende con voce carezzevole – falle vedere che ragazza amorevole sei diventata anche tu? – e le strizza l’occhio

         Non devo dimostrare nulla a nessuno – il suo tono è spiccato , ma le sue guance si sono colorite di rosa

         Se non hai voglia di stare qui con me puoi anche andartene in camera – nel frattempo gli altri si sono allontanati.

         Mi stai cacciando?

         No … è che noto che non hai molto piacere a dialogare con me, ma la cosa non mi dispiace affatto, tanto è rinomato che tra noi non è mai corso buona sangue.

         Le persone possono anche cambiare, sai? – il suo tono è alquanto infastidito

         Si che lo so … io sono tra quelle.

         Ma continui a stuzzicarmi.

         No … è che volevo solo dirti che non mi offenderei, ti capirei se non hai voglia di stare in mia compagnia – la guardo sinceramente

         Ok –sospira – è che sono un po’ prevenuta con te … lo ammetto.

         Hai voglia di fare due passi in giardino? – mi alzo

         Perché no – ci avviamo nel vialetto che porta sul promontorio da dove arriva una brezza marina incantevole – perché mi scrutavi prima? – nel buio vedo i suoi occhi azzurri puntati su di me – non mentire …

         Ti osservavo attentamente … notavo il cambiamento del tuo modo di fare, di parlare … è stato bello vederti scherzare con tuo fratello … e poi … devo dirtelo?

         Si … devo capire se si nota così tanto o  meno …

         Non riesci a sostenere piu’ di tanto lo sguardo di mio cognato … arrossisci subito … ammetto che mi diverte la cosa

         Cosa c’è di così tanto divertente? – si blocca e mi ferma per un braccio – vedere come ne sono innamorata e come lui neanche mi considera? – il suo tono si è alzato di qualche ottavo

         No Rose … hai capito male …  - le tolgo il braccio dal mio – non alzare la voce altrimenti ci sentono … - al suo cenno col capo – quello che mi divertiva era il pensiero che mi è affiorato nella mente … tu che potresti diventare mia cognata … le due acerrime nemiche del liceo che diventano parenti … non ti fa sorridere solo l’idea?

         Già … - si volta per continuare la camminata ed un sorriso divertito le sfiora le labbra – ma non ti angustiare troppo … sei salva da questo atroce destino …

         Uuuhh come la fai tragica … ci sarebbe più mordente in quella casa … non trovi? – nel frattempo ci siamo sedute sul muretto che delimita la proprietà

         Sarebbe bello lo ammetto … si nota tanto vero? – si preoccupa

         Un po’ si

         Non ho speranze – i suoi occhi luccicano

         Perché scusa? … sei una bella ragazza, ti conosce da tempo, sa come sei fatta …

         Appunto … - mi punta nuovamente i suoi occhi contro – per lui sono come una sorella … per quello con me si comporta dolcemente ed educatamente …

         Ma non vuol dire affatto …

         Oh senti Kate – si spazientisce – guardiamo in faccia alla realtà … ma come potrebbe provare interesse per una come me che ha fatto passare brutti momenti al fratello, ai genitori e a sua cognata …

         Non vuol dire … te lo ripeto … guarda me e Camus!!! Chi l’avrebbe mai pensato che un giorno il mio sogno si realizzasse? … provaci

         Io? Ma sei matta? … - si alza dal muretto e cammina avanti e indietro – io dovrei secondo te fargli la dichiarazione d’amore? Abbassarmi a tanto?

         No … provaci dimostrando che sei cambiata … che sei un’altra persona … che non sei più quella ragazzina viziata di una volta ma che sei diventata una donna matura e responsabile … hai sentito quello che ha detto? … dimostrare che sei anche tu amorevole … secondo me ha capito che non sei più quella di prima.

         Secondo me … era solo una battuta e basta …

         Anche fosse … tu dimostraglielo …

         Ma come? – si siede nuovamente di fronte a me

         Lui ha bisogno di qualcuna che abbia ben i piedi per terra … che sia una guida per lui … tu sai tutta la sua storia, vero? – lei annuisce – bene … quando siete insieme, non ti chiudere .. sii te stessa .. con questa vitalità che hai … sii gioiosa, tranquilla … cerca di non pensare che sia il migliore amico di tuo fratello, ma l’uomo che vorresti conquistare con le tue capacità intellettive ed espansive … non essere davanti a lui come un cane bastonato, perché lo respingeresti solo … non so se mi sono spiegata!!

         Si si eccome … posso venire a studiare ad Harvard con te?

         Ahahaha  … perché? Vorresti dire che lì ti fanno maturare di più?

         Possibile … - sorride, poi mi prende la mano – grazie … ma perché fai questo per me?

         Vuoi la verità?

         Si

         Non lo so – scoppiamo tutti e due a ridere come delle matte.

         Che succede qui? – la voce di Aphro all’improvviso ci fa sobbalzare – volete far piovere? Vi ricordo che domani è il giorno del matrimonio della vostra amica … glielo dico che è colpa vostra …

         Spiritoso … - ribatto io

         Come sempre del resto – Rose comincia la sua tattica, facendomi difatti l’occhiolino

         È una qualità che non perdo mai … - ci sorride beffardo, poi tira fuori la sigaretta e porge il pacchetto a Rose che ne prende una, poi ci prova con me ma io rifiuto – non fumi .. non bevi .. non dici parolacce Kate? .. eh si sei perfetta per mio fratello .. ahahaha

         Ti sbagli … non fumo è vero … - mi alzo nel frattempo – bere, ci ho provato ma è meglio che lascio perdere visti i risultati .. e per le parolacce … beh la posso fare anche io concorrenza … scusate ma a me il fumo dà fastidio e se posso me la svigno – Rose mi guarda con occhi sbarrati, ma al richiamo di Aphro per accenderle la sigaretta si ridà un contegno

         Ci lasci soli soletti? – ammicca mio cognato divertito

         In effetti … Rose posso stare tranquilla? … o vuoi che rimango .. – fingo teatralmente la mia preoccupazione

         Oh no vai pure … è innocuo ..

         Bene .. notte allora, ci si vede domani?

         Ah Kate – Aphro mi ferma – la tua dolce metà ti sta aspettando al patio.

         Grazie cognato!!! – gli lancio un’occhiata infastidita per il tono con cui l’ha detto, quieto vivere o meno, io non lo sopporto comunque.

 

Al fondo del vialetto mi volto incuriosita e nascosta dietro un albero vedo Aphro appoggiato col gomito sulla gamba, che sportosi in avanti sposta una ciocca di capelli dal viso di Rose, chissà se ho fatto bene o male a parlarle in quel modo, non voglio darle false illusioni ne tantomeno mi auguro di avere una cognata come lei, Dio solo sa che coppia fanno quei due, hanno simpatia da vendere. Eppure  in quel momento mi ha fatto tanta tenerezza. In lei ho rivisto me qualche anno fa. Comunque vadano come vadano le cose, a me non interessa, l’importante è che ora Camus è mio e nessuno me lo toglierà.

 

 

Dall’espressione che Aiolia ha nell’attendere Marin mi fa quasi pensare che se la sposa ritarda ancora di qualche minuto credo che impazzirà e l’andrà a prelevare lui stesso. Suo fratello al suo fianco come testimone lo incoraggia a non lasciarsi andare troppo all’emozione altrimenti invece del si dirà no. Dietro di me sento sghignazzare e fare commenti sul dopo matrimonio e su come prendersi gioco degli sposi. Inutile dire chi siano i due che complottano alle loro spalle, le due menti malate: Milo e Kanon. Nell’udire un’idea partorita da mio cugino acquisito, mi volto scandalizzata e gli sussurro:

 

         Non lo farai davvero?

         Oh si … eccome. – Milo sorride maligno

         No dai … ma sei impazzito?

         E perché mai? … anzi guarda e preparati perché quando sarà il tuo turno a te farò di peggio!! – mi sorride ancora piu’ maligno, mentre Kanon sorride sghembo incrociano le braccia al petto e confermando con il cenno del capo

         Non vi conviene – Camus gli risponde senza voltarsi ma con un tono piuttosto minaccioso

         Cugino caro … ho detto infatti a lei mica a te? – Milo lancia la sua bomba e Camus lentamente si volta a guardarlo senza dire nulla, anche se nel suo sguardo si legge chiaro il messaggio, ma Milo continua imperterrito – non mi intimorisco sai.

         Ogni tanto dovresti – Camus si rivolta

         Però Milo .. non l’ho mai visto così combattivo tuo cugino – sussurra Kanon con una finta preoccupazione

         Hai ragione … sarà la vicinanza di Kate? – nel frattempo Michelle vicina a lui mi guarda divertita

         Probabile – mi guarda Kanon strizzandomi l’occhio, mentre io mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere e guardo Camus che nel frattempo rotea gli occhi e scuote la testa. – ma che ci farai mai agli uomini … oddio già mio fratello è pazzo così, figurati cosa sarebbe potuto diventare – nonostante i loro continui attacchi io mi diverto un mondo ad esser presa in giro dai due e sorrido divertita - sai sono quasi contento che  non sei piu’ mia cognata .. senza offesa, eh?!  – Kanon si sporge in avanti e mi parla all’orecchio, ma Camus sente lo stesso e a me sale un po’ di timore per l’argomento, ma …

         Una gioia che condivido appieno insieme a te, Kanon – Camus gli sorride con una faccia da prenderlo a sberle, ma l’altro non si scompone minimamente

         Milo? – sussurra mentre Camus sta parlando con Shura che è seduto davanti a noi insieme a mia sorella, Rose e gli altri due

         Eh – sussurra l’altro

         Ma allora è vero quello che si dice …

         E che si dice?

         Che tra lui e mio fratello non corre buon sangue …

         Cambiamo discorso che è meglio.

         Beh Milo il problema è solo suo ..

         Di tuo fratello?

         No di tuo cugino … non è colpa di Saga se è venuto prima di lui …

         Ma non è colpa nemmeno di mio cugino se è riuscito a tenersela stretta …

         Avete finito? – intervengo io seriamente al che i due chiudono il discorso e riaprono quello precedente, facendo sghignazzare continuamente mia sorella.

 

Fortunatamente arriva la sposa e dietro di me finalmente torna il silenzio. Mentre passa la sposa, bellissima nel suo vestito firmato Armani, intravedo la figura di Saga tra i parenti di Aiolos. Anche i suoi occhi si posano su di me, mi sorride ed io ricambio, poi si volta dalla parte degli sposi e nessuno pensa più a parlare, ma solo ad ascoltare il sermone che unisce i nostri cari amici per l’eternità. Al momento del si sento prendere la mia mano e stringerla forte, mi giro dalla parte di Camus e lui si limita solo a guardarmi seriamente e a tenere la mia mano stretta alla sua, dopodichè rivolge nuovamente lo sguardo davanti incontrando quello di Saga che al momento del si ci ha guardati, forse per  vedere la nostra reazione e credo non gli sia piaciuta. Da  me  ha distolto subito lo sguardo, mentre con Camus si sono fissati lungamente, per poi ognuno tornare a guardare gli sposi. Mi dispiace per la situazione che si è venuta a creare, pensavo che saremmo riusciti a mantenere un bel rapporto amichevole, ma non è così e non potrà mai esserlo. E’ proprio vero che un amore troppo intenso non può essere surclassato da una semplice amicizia, ma va oltre. Per me non ci sarebbe nessun problema, ma evidentemente per lui non è così. Ha cercato di farmi felice perché mi ama, ma è ovvio che non sapeva a cosa andava incontro ed ora lo fa stare male. Speriamo che col tempo si aggiusti tutti, non riesco a sostenere la sua indifferenza.

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15 MARZO DI DUE ANNI DOPO

 

         Amore ti sbrighi!!!!

         Arrivo … che c’è?

         Sta facendo un faccino strano …

         Giocaci nel frattempo … cosa ti ho lasciato a fare lì con lei …

         Ci provo ma mi guarda male lo stesso  ..

         Evidentemente non gli piacciono i tuoi giochi …

         Kate … muoviti!!!!

         Eddai non essere così drammatico … - gli urlo dalla cucina

         Me lo sento sta per piangere … muoviti!!! – non ho mai sentito Camus in panico

         Eh vabbè dai .. mal che vada la calmi ….

         Come? Lo sai che quando hanno fame non sentono ragioni – nel frattempo sento che le canta a bassa voce per non farsi sentire da me una canzoncina

         Guarda che ti sento … ahahhahah

         Zitta e sbrigati!! – mh quando fa così lo impiccherei

         Ho fatto eccomi – gli do il biberon in mano  – era ancora troppo caldo … le fa male al pancino poi.

         Guardala … - la punta col dito e prende in mano il biberon  – ha il cruccio.

         Già .. – sorrido meravigliata – non è bellissima?

         Molto – si addolcisce, poi si rende conto che ho dato il compito a lui, allora me lo ridà indietro – glielo dai tu .. io non sono capace -   mi lascia il posto di fronte alla piccolina seduta sul passeggino,  che prontamente  apre la boccuccia tutta contenta mentre le infilo il ciuccio e lei insieme a me lo tiene e beve avida la sua merenda.

         E’ tutta la mamma … - commento

         Non essere di parte … è tutta suo padre … a parte il nasino forse ..

         Si si vabbè … è che ti costa ammetterlo che mi somiglia mentre di te invece non ha nulla …

         Spiritosa … spiegami poi dove ti somiglia - poi sconvolto – cavolo ma ha già finito!!

         È una pompa ad iniezione diretta … ahahahahh – me la rido

         Ecco forse in questo si che ti assomiglia … ahahahah – lo guardo ridere, è bellissimo.

         Vi fa divertire così tanto la mia piccolina? – Nicole arriva alle spalle guardando sua figlia sorridendo: nei suoi occhi leggo soddisfazione ed ancora incredulità.

 

Come biasimarla, anche io non posso credere che uno scricciolo piccolino così sia in mezzo a noi e sei  mesi fa ancora era nella pancia di mia sorella. Come per magia il viso di mia nipote Astrid si illumina e comincia ad agitare le manine e i piedini contemporaneamente, aspettando che la luce dei suoi occhi la prenda in braccio: ecco comparire Shura che la tira su e lei lo fissa tutta gioiosa, mentre lui se la guarda innamorato perso, lo stesso sguardo con cui ogni giorno adula mia sorella. La bimba appoggia la manina sulla guancia del padre e lui appoggia l’altra guancia a quella di lei, è un’immagine bellissima, mi commuove e mi lascia incantata ad osservare la scena. Mia sorella si avvicina ai due e si sbaciucchia la piccolina che nel frattempo spalanca la bocca per ridere divertita. Sono talmente presa dalla scena che non mi accorgo che Camus mi sta dicendo di sbrigarmi, non capisco per cosa, poi come d’incanto mi rendo conto che stiamo per tardare all’appuntamento con il maitre della ditta di catering che abbiamo ingaggiato per il nostro matrimonio che si terrò fra poco più di sei mesi. Ebbene sì, alla fine proprio io che ero la pecora nera della famiglia, la piccola belva, la pietra dello scandalo, vabbè ora esagero, ho fatto come la tradizione vuole che sia: prima il fidanzamento e poi il matrimonio. Infatti Nicole e Shura hanno pensato prima di andare a convivere e di fare una figlia, non so perché, forse a loro piace l’idea di far portare le fedi alla loro creatura? Boh .. chissà. Invece Michelle e Milo hanno intenzione di fare gli eterni fidanzatini. Ancora  ripenso a quando Camus il giorno del mio compleanno mi ha regalato un week end romantico nell’hotel più lussuoso di New York. Siamo arrivati la sera prima nella suite in cui  si era raccomandato  di fare trovare già tutto pronto per la cena, a lume di candela, per poi consumare il nostro amore nel meraviglioso letto a baldacchino. Allo scadere della mezzanotte mi ha fatto subito gli auguri; eravamo  nudi, coperti solo del lenzuolo e fuori nevicava, era una notte bellissima. Mi dona un cofanetto blu di velluto, lo apro per osservare il meraviglioso anello di diamanti a forma proprio di fiocco di neve: una meraviglia da farmi restare senza parole. Me lo ha messo al dito e in quel momento  mi ha fatto la fatidica proposta: “Kate, mi vuoi sposare”?. Non ricordo se ho accettato subito la proposta, o se mi sono messa prima a piangere, o meglio se sono prima svenuta, ricordo però che non finivo più di ripetere il mio sì. Non vedo l’ora di poterlo dire nell’attimo in cui mi consacreranno a lui per sempre.

Mi trascina quasi di peso verso la macchina, mi fa salire e poi si sistema al lato guida, mi guarda preoccupato e mi chiede:

         Andiamo?

         Si – sono ancora confusa per tutti i pensieri che ho riportato alla mente

         Sei strana … hai qualche ripensamento?

         Stai scherzando? – mi risveglio dalla mia catalessi

         No .. è che sei così pensierosa

         Sono rimasta incantata da loro tre – lui conferma con un cenno del capo – e poi ho subito ripensato al giorno in cui mi hai chiesto di sposarti …

         Avevo bevuto troppo – Camus mette in moto e parte con l’auto e il mezzo sorriso sulle labbra

         Beh allora vedi di bere meno le prossime volte … se non vuoi svegliarti poi con cattive sorprese!!!

Mi stringe la mano alla sua e ci guardiamo negli occhi, prima di partire per raggiungere uno dei tanti appuntamenti che ci porteranno al giorno che ci unirà per sempre.

 

 

Bene, siamo arrivati alla fine. Ammetto che mi mancheranno, ma prima o poi si doveva concludere.

I loro destini si sono incrociati e “quasi”uniti, chissà che cosa riserverà per loro il futuro. Lascio a voi la fantasia di poterlo pensare.

Ringrazio tutti coloro  che l’hanno seguita, messa tra i preferiti e recensita. A  “winnie343” “titania76” “barakei””hoel”  va un grazie particolare .

Tra tutti un speciale ringraziamento va soprattutto  a Winnie343 che mi ha incoraggiato a scriverla e a provare la “carriera” (J) da solista …  e soprattutto che mi ha  sopportato in tutti questi mesi!! J

Vorrei scrivere ancora tante cose, ma solo perché non voglio dividermi da questa storia … purtroppo però è arrivata alla conclusione e non posso fare altro che mettermi da parte.

 

Spero di tornare, chissà … forse ….

 

Ciao a tutti

Un abbraccio e ancora mille grazie!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

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