Evangelion Alternate Future - Ephemeral Synthesis

di KaienPhantomhive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo:L'alba che arde sul nuovo giorno/ouverture ***
Capitolo 2: *** Episodio1:Contatti/Intermission ***
Capitolo 3: *** Episodio2:Il gigante/quickening ***
Capitolo 4: *** Episodio3:Parole al Vento/Poco Moto ***
Capitolo 5: *** Episodio 4:Svegliarsi ancora in un sogno ad occhi aperti /Canon ***
Capitolo 6: *** Episodio5:Sicurezza e novità.L’abilità del ‘secondo ragazzo’/Con Brio. ***
Capitolo 7: *** Episodio6:L'aquila rossa che solca i mari/Vivacissimo ***
Capitolo 8: *** Episodio8:Teamwork/Scherzando ***
Capitolo 9: *** Episodio7:Presunzione/Vivace ***
Capitolo 10: *** Episodio 9: Il passato è l’ombra del vuoto/Thanathos-If i Can’t be Yours ***
Capitolo 11: *** Episodio 10: La vita è di chi ha il coraggio di osare anche da solo/Firely ***
Capitolo 12: *** Episodio 11: Real Days/Largo ***
Capitolo 13: *** Episodio12:Il Paese delle Meraviglie/Andante ***
Capitolo 14: *** Episodio13:Fierezza e Gloria: l’argento sulla terra rossa/Majestic ***
Capitolo 15: *** Episodio 14:[Campo di Trifogli]Cade la neve/ Carnage.(I tempo) ***
Capitolo 16: *** Episodio 15:[Campo di Trifogli]Cade la neve/ Carnage.(II tempo) ***
Capitolo 17: *** Episodio 16:Last Christmas=un altro telefono che (non) squilla/Fireworks ***
Capitolo 18: *** Episodio 17:“L’armonia è essenziale!”/ Presto, ma non troppo. ***
Capitolo 19: *** Episodio 18:Silenzio e poi…/Con rabbia. ***
Capitolo 20: *** Episodio 19: La canzone dei 1000 passi/ Marcia ***
Capitolo 21: *** Episodio 20: La ragazza caduta dal cielo/Con grazia, ma sostenuto ***
Capitolo 22: *** Episodio 21: NERV: il Cantiere degli Incubi/Requiem ***
Capitolo 23: *** Episodio 22: Il Fondo del Solipsismo/Lamento ***
Capitolo 24: *** Episodio 23: La Decisione Finale Che Dobbiamo Tutti Prendere/Fuga ***
Capitolo 25: *** Episodio 24: Hedgehog's Dilemma/ In My Spirit ***
Capitolo 26: *** Episodio 25: Crimine d’Innocenza/ Dies Irae ***
Capitolo 27: *** Episodio 26: Epilogo(?): Per te, tutto il mio essere…/Tsubasa wo Kudasai [Give me Wings] ***



Capitolo 1
*** Prologo:L'alba che arde sul nuovo giorno/ouverture ***


Prologo:l’alba che arde su un nuovo giorno/overture
 
 

Oggi si celebra-come da tre anni orsono-
la fine della Guerra contro i Demoni Celesti
e la completa espiazione dei peccati
che l’uomo ha scontato a prezzo di milioni di vite.
In onore di tale avvenimento
l’agenzia speciale NERV,unitamente al Vaticano e all’ONU,
conferma la scomparsa definitiva degli Angeli.
                                            (discorso del Camerlengo in piazza S.Pietro,Roma,13 settembre 2018)
 
 

Tu-tum tu-tum…tu-tum-tu-tum..
Il treno monorotaia sferragliava lanciando piccole scintille ai lati, mentre attraversava quel poco che rimaneva della campagna romana verso il capolinea.
Un ragazzo cominciava appena a svegliarsi dal torpore mattutino, scrutando fuori dal suo finestrino:Naruto, tentando ancora di mettere a fuoco il panorama, si chiedeva come mai Roma(capitale di uno dei membri più influenti del G10) non si decidesse ad impiantare una di quelle strutture per treni a levitazione magnetica, che tanto andavano propagandosi in tutte i paesi dell’Eurasia.
“Stazione Termini, Termini station. All passengers are pleased to take their luggage and prepare to get off” .Il suono della voce del capotreno risuonò metallica e fastidiosa alle orecchie ancora otturate dal sonno del ragazzo. Mestamente, Naruto si rialzò dalla scomoda posizione in cui si trovava(seduto al suo posto con il corpo leggermente allungato e curvo su se stesso), prese il suo zaino da trekking e si avviò silenziosamente verso il vagone d’uscita.
Un fischio d’arrivo,lo scatto di una porta scorrevole, l’improvviso frastuono di migliaia di voci multietniche e la leggera pressione sulla schiena di un paio di passeggeri impazienti e Naruto fu catapultato fuori dal treno e dentro un mondo a lui ancora tutto nuovo.
Treno antiquato a  parte, la stazione romana era impressionante:era stata ampliata già del 2013  ed ora contava un numero spropositato di negozi e ristoranti, tutta la stazione era pavimentata con marmi pregiati ed eleganti che si contrapponevano  ai servizi robotizzati e touch-screen ultramoderni. Naruto non poté fare a meno di alzare lo sguardo e di aprire leggermente la bocca in segno di stupore.
Ci vediamo alle 7.30 del mattino di fronte alla stazione, sono quella col giubbotto rosso ;-)

Così recitava il biglietto scritto a mano che gli era stato recapitato a casa a seguito di un’ambigua telefonata. Respirò a fondo e poi incominciò a camminare a passo spedito verso l’uscita. Mentre tentava di schivare tutti i passanti, Naruto non potè fare a meno di ripensare a ciò che era successo sino a quel momento:
 
Il giorno dopo il suo 15esimo compleanno, un postino aveva suonato alla sua porta della grande casa in Giappone.Viveva con due genitori di origine giapponese ad Osaka, loro erano ricchi ed affettuosi ma lui sapeva che era stato adottato poiché i suoi genitori naturali erano morti durante il Second Impact,quando lui era appena un neonato.Nonostante questo era stato benevolmente accolto da una giovane coppia e cresciuto come un figlio. Un filglio senza nome: sua madre lo aveva dato alla luce poco prima di morire. Era rimasto un N.N. per molto tempo fino a quando i suoi genitori adottivi, vista una sua buffa propensione verso le zuppe giapponesi, decise di chiamarlo ‘Naruto’ come gli spaghetti. Il cognome era stato ereditato dal padre adottivo .Così,a seguito dello strano invito scritto in kanji ma proveniente dell’ estero, fu fatto decollare (volente o nolente) sul primo volo per l’Italia, dove aveva alloggiato per un paio di giorni al Nord prima di prendere  l’Eurostar xx  per Roma.
 
Nel riassumere mentalmente quanto accaduto, il ragazzino aveva infine raggiunto l’uscita.
Una giovane donna in rosso era davanti alle porte d’ingresso e sembrava salutare proprio lui.Indossava un attillato giubbottino di pelle rossa con due spalline di color giallo ocra ed uno strano distintivo nero che luccicava sul lato sinistro della giacca.Dello stesso colore portava un berretto.  I capelli erano di un color viola prugna (probabilmente tinti) e lunghi fin sotto le spalle.Sul suo volto un raggiante sorriso.
Lui le venne incontro, lei gli scompigliò i capelli con una mano.
“Benvenuto a Roma, Naru-kun” -disse affettuosamente-“io sono la signorina Misato Katsuragi e noi due abbiamo un sacco di cose da dirci!”.Il suo giapponese era perfetto, e dal nome il ragazzino intuì che la donna era una sua connazionale. Mentre lei gli aprì con cortesia lo sportello anteriore della sua macchina( una Renault Alpine blu piuttosto malmessa e datata), diede un’ultima occhiata al cielo del suo paese ospite:
era iniziata una nuova vita.

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Capitolo 2
*** Episodio1:Contatti/Intermission ***


Episodio 1:Contatti/Intermission
 
 
 
 
Misato mise in moto la macchina, che si accese con un sonoro borbottio del motore. Naruto corrugò la fronte-Avrò fatto la scelta giusta nel venire qui?Siamo sicuri di arrivare a casa tutti interi?-pensò con una sincera inquietudine mitigata un po’ dall’ ilarità che suscitava in lui quella curiosa donna così espansiva.
“Allora , pensi che rimarrai in silenzio per sempre?....Ah no, senti: ho già dovuto penare a sufficienza con un tuo…diciamo… ‘predecessore’…. sulla timidezza….e beh gradirei un po’ di entusiasmo!Sveglia!Sei in Italia:nuova casa, nuovi amici, nuova vita…fatti vedere minimamente soddisfatto!”la donna si era messa a parlare ad altra voce esibendo una serie di espressioni teatrali particolarmente tragi-comiche e di tanto in tanto allungava qualche colpetto con il gomito al giovane che sedeva sul sedile accanto al lei.
“Ehmm…dunque…eccomi qui…arrivato…”iniziò con una certa soggezione Naruto.
“Wow che discorso articolato!Potresti fare l’avvocato!Comunque non ti preoccupare se ti senti a disagio:il Metodo Katsuragi funziona sempre…e dopotutto c’e la scuola.” Misato pronunciò quest’ultime parole strizzandogli l’occhio e guardando in modo vistosamente provocatorio verso l’alto.
“Ah, già la scuola. Quando comincio? Domani?La prossima settimana?”-chiese con noncuranza lui.-“Ma oggi, naturalmente!” rispose lei sfoggiando un sorriso a 32 denti che diceva tutto.
Naruto ,sgranando gli occhi e quasi strozzandosi ingoiando un po’ di saliva che gli era andata di traverso,esclamò allarmato: “Come oggi?!Ed ora dove stiamo andando…e i libri di scuola…e ,soprattutto,  dove dormo?!” . “Oh non preoccuparti per tutto questo:i libri sono a scuola-a proposito e lì che stiamo andando-e d’ora in avanti potrai dormire a casa mia,è fuorimano ed è solo in affitto ma è pur sempre casa.”-a questo punto Naruto aveva perso tutto l’imbarazzo iniziale,ed era tornato ad essere il solito ragazzino adolescente un po’ chiassoso-“Non è giusto!Non lo sapevo!Senza contare che indosso questi vestiti da ieri,sono inguardabile!”protestò tirandosi tra il pollice e l’indice i lembi mangiucchiati della sua felpa aranacio-nera, quasi con orrore. Inutile dire che dopo questo iniziò una lunga ed inutile battaglia sulla meta del giorno, che servì a tenere occupati i due fino all’arrivo a scuola.
Alle otto e dieci erano giunti a detinazione. Misato compose un numero al telefono pronunciando qualche frase in inglese spezzata del tipo: “Sì,siamo qui…quando vuole…certamente…lo mando su”,dopodiché agganciò, scese dall’auto ed aprì lo sportello a Naruto.
“Avanti!Sono sicura che ti divertirai!E poi questa è una scuola internazionale,so che parli benissimo l’inglese quindi non avrai problemi a farti amici.Ti passo a prendere all’una.”così gli diede un’amichevole pacca dietro la schiena e salì in macchina senza troppi complimenti.Naruto era certo di aver scorto un sorrisetto soddisfatto ma fiducioso in lei.
Non passò neanche un minuto che un distinto signore sui 60 si fece avanti scortando il ragazzo dentro l’imponente edificio bianco.
 
*     *    *
 
“Ragazzi,questo è Uzumaki Naruto, il vostro nuovo compagno di classe.Ha fatto un viaggio lungo e stancante e credo sia piuttosto provato.Cercate di essere gentili.”
Così la prof.ssa del 3 liceo aveva presentato il nuovo arrivato. Durante il tragitto dall’esterno fino alla classe il preside aveva spiegato al novizio come muoversi dentro la scuola,lasciandosi sfuggire di tanto in tanto vari commenti sull’origine dell’istituto e sul suo prestigio.La scuola era imponente,ordinatamente ripartita in sezioni a corsi specifici e conteneva numerosi spazi ludici come una grande piscina ed un cortile accogliente svariati impianti sportivi. Dopo averlo scortato fin davanti alla sua aula,il preside aveva lasciato Naruto e se ne era andato.
 
“Siediti pure vicino a quel ragazzo,caro.Puoi farci conoscenza ma cerca di non disturbare la lezione.” Disse l’insegnante, indicando un posto libero in penultima fila.Naruto decise quindi di incamminarsi,seppur svogliatamente e con le dita incrociate dietro la testa verso il suo posto.
Facendolo però sentiva tutte le mezze voci che si scambiavano commenti su di lui.
 
“Dicono che venga del Giappone….”
“…guardalo bene, non ha i tratti somatici orientali…”
“Occhi blu e capelli biondi?Quasi tutti i giapponesi hanno i capelli scuri…”
“…pantaloni, felpa e Converse arancioni…che gusti…”
“…chissà se parla anche italiano….”
Tutte cose a cui era abituato da una vita.
 
Hello” -lo salutò cordialmente il suo nuovo compagno di banco,Naruto ricambiò il saluto e si accomodò al suo banco computerizzato-“io sono Cristoforo Hino,lo so è un nome orribile e ridicolo, tu chiamami ‘Cris’ ”
“Hino,hai detto?”chiese dubbioso Naruto.
“Sì, mio padre è giapponese, mia madre italiana.Ecco perché il mio nome è cosi diverso dal cognome.”spiegò l’altro.
Dopo qualche convenevole Naruto decise che poteva anche starsene per conto suo iniziando a prendere qualche appunto sulla lezione,ma disegnando prevalentemente oziosi scarabocchi.
Di tanto in tanto guardava il suo nuovo amico.Dopo il primo impatto aveva potuto osservarlo meglio:Indossava una maglietta a righe bianche e nere orizzontali, un paio di jeans neri e una cintura a scacchi.I capelli, leggermente mossi e lunghi fin sopra agli occhi, erano neri e lucidi, e gli ricadevano sulla fronte ad ogni suo movimento..Inoltre, una sottile ciocca di capelli che partiva dalla radice era di un color blu elettrico.Mechès,forse.Eppure quel blu era così intenso,così vero.Ma la cosa più inquietante erano gli occhi.Due piccole pozze di un’oceano abissale.Neri come solo la notte può essere ma, a seconda dell’angolazione in cui si guardavano,assumevano tinte blu e rossastre. In quel nuovo individuo c’era qualcosa di oscuro ed esotico,qualcosa che voleva essere nascosta ad ogni modo.Lo sguardo di Cris, infatti, nonostante seguisse la lezione con interesse e scrupolo,era chiaramente velato di una buia vacuità,quasi una mesta consapevolezza che non dovrebbe essere propria di un quindicenne.Naruto si perse nel guardarlo, tanto che solo il trillo della campanella lo fece ridestare.
La mattinata passò velocemente,tra la ricreazione, qualche ‘pisolino ad occhi aperti’ e qualche appunto.
                                                                      *    *   *  
Alle 13:00 la campanella di fine scuola suonò. Stiracchiandosi vistosamente, Naruto si alzò dal suo banco e, salutando con un fugace gesto della mano  il misterioso vicino, si incamminò rapidamente verso l’uscita, intento nel volersene tornare a casa a farsi un bel pranzo.
Attraversò l’ingresso/uscita dell’ istituto ed uscì alla luce del sole.Un sole però diverso da prima:
quella che si era presentata come una giornata soleggiata ora cominciava ad ottenebrarsi e nere nuvole minacciavano all’orizzonte.Un afa pesante ed un’innaturale calma permeava la grande strada prima trafficata da veicoli.La signorina Katsuragi non era lì come avrebbe dovuto essere.
Aria di terremotopensò Naruto con un sorrisetto divertito che in realtà nascondeva una certa ansia.
Poi, come un fulmine a ciel sereno,come un bicchiere d’acqua gelida gettato in faccia mentre si dorme profondamente, accadde l’impossibile.
 
 
Un suono (come uno spillo che cade,che si tramuta nel sibilo delle unghie sulla lavagna ed infine esplode col fragore di un esercito di leoni) riempì Roma.A Naruto sembrò che io suoi timpani urlassero dal dolore,ma si rese conto che la voce era la sua.Un fremito, un ruggito del suolo scosse l’intero isolato e forse molto di più.L’asfalto dapprima si incrinò,come un spina dorsale che percorre la strada, poi si spezzò e dei frammenti schizzarono verso l’alto. La strada, da un momento di calma apparente, si riempì nuovamente da un fiume umano:non in macchina,bensì una folla terrorizzata che urlava freneticamente,scappando da un orrore invisibile.Altre scosse.Altri lampi.Delle esplosioni in lontananza che squarciarono il cielo e le nubi con qualcosa che ai passanti atterriti parve come giganteschi fuochi crociformi.Molti uomini inciamparono, decine di studenti che, uscendo da scuola si ritrovavano all’ inferno, si ritirarono al coperto cercando riparo.Naruto, invece, non riusciva a muoversi:non coraggio,né paura….solo uno stordimento ed una stanchezza profondissimi.
Stava quasi per crollare sulle ginocchia quando un braccio  forte e deciso lo strattonò per la collottola.
“Vieni con me se vuoi vivere!”il più grande cliché di sempre,una di quelle frasi fatte da film catastrofico…ma in quella situazione,la frase risuonò alle orecchie del ragazzo come un desiderio pensato ed espresso da un altro.Senza fiatare, Naruto seguì il suo salvatore senza volto.
Corse,corse a perdifiato con gli occhi socchiusi per la polvere, poi iniziò a riconoscere quella massa di capelli fluenti pennellati di blu che lo trascinavano:Cris, a dispetto del suo aspetto fragile e melanconico,lo stava traendo in salvo con un furore inaspettato.Un isolato più avanti una Renault Alpine sfrecciò a tutta velocità e derapò, fermandosi ad un soffio dai due ragazzi e spalancando la portiera.Misato ordinò a gran voce: “Voi due,salite!”.Obbedirono e la macchina ripartì con uno scatto.
“Bel lavoro Cris!”-si complimentò lei con voce immediatamente più calma,mentre il cielo le cascava sulla testa.
“L’ho salvato per un pelo signorina.da qui quanto ci vuole?”
“Pochissimo.Tra 50 metri il primo varco.”
Poco più in la della loro macchina la strada rettilinea,disseminata di macchine abbandonate, si inclinò verso il basso con un rumore metallico :una sorta di tunnel si era generato in mezzo alla via. All’interno si potevano scorgere ingranaggi e luci celesti che illuminavano il percorso.
Poco prima di imbucare il nuovo sentiero,Naruto sentì distintamente delle voci ad altoparlanti in lontananza:
Dichiarato stato d’emergenza.Tutti i civili:ritirarsi nelle postazioni prestabilite.
Configurazuione dell’area urbana:assetto da battaglia.
Infine,prima che l’asfalto si richiudesse sopra di loro,avvertì chiaramente il rumore di molteplici reattori d’aereo e rotori d’elicottero.Qualcosa simile ad uno sparo.Poi di nuovo il silenzio.
Naruto si sentiva confuso;tutto era successo così in fretta:le esplosioni,il salvataggio, il repentino cambiamento acustico tra fuori e dentro.Si fece coraggio.
“Che diavolo sta succedendo qui?!Chi siete voi due…voglio dire:perche vi conoscete e perché sapevate dove e come salvarci?!”
Loro lo guardarono affatto stupiti.Una reazione normale dopotutto.
“Credo di doverti delle spiegazioni.”-incominciò MIsato-“Bene.Tu sei quello che si chiama un children.Un ‘ragazzo’ ”. “Sì, lo so che vuol dire children” la interruppe lo sconvolto ragazzino.
“Fammi continuare e ascolta.”-il tono di voce di lei ora era come una lama,senza più nessuna traccia di gentilezza-“Sei un  ragazzo non nel senso letterale del termine.Tu sei il ragazzo.Un individuo speciale, proprio come il tuo amico Cris.Dopo di lui,tu sei il secondo soggetto qualificato.Sei dotato di capacità sincroniche fuori dal comune,e ci servi. Servi alla NERV.”
Naruto guardò per un momento il suo amico in cerca di sguardi complici,ma l’altro ora aveva assunto uno sguardo severo e concentrato.Guardava fuori dal finestrino le luci che correvano veloci:era come un grande samurai prima dello scontro decisivo. Questa probabilmente era l’idea che trasmetteva.
Misato non s’interruppe e continuò il suo monologo scioccante:
“I tuoi genitori adottivi si sono adoperati per farti venire a Roma, perché d’accordo con noi.Sono due nostri agenti.Speravo che il tuo arrivo sarebbe stato più sereno ma a quanto pare i loro piani sono cambiati.
Sei stato portato qui perché sarà tuo compito aiutarci.Sarà tuo compito aiutare l’umanità intera”
A queste parole Naruto sentì mancarsi il cuore.Poi gli venne quasi da piangere come un bambino.
Misato riprese, stavolta con un tono decisamente più materno: “Non sei obbligato, e tutto questo è un onere enorme per te.Probabilmente d’ora in poi vedrai cose che neanche nei tuoi sogni più fervidi hai immaginato ma questa è la realtà dei fatti.”
Mentre andavano avanti, il tunnel terminò, sfociando in qualcosa di incredibile:uno spazio aperto sotterraneo di proporzioni colossali,le cui pareti altro non erano che schermi ciclopici che riproducevano il cielo in superficie. Su quello che poteva essere definito soffitto Si stagliavano le sagome slanciate di palazzi pendenti dall’alto,come stalattiti.Talvolta,altri scendevano da varchi apertisi nella cupola grazie a complicati sistemi traenti.Sul fondo una boscaglia lussureggiante capeggiava,e su di essa spiccava l’inquietante sagoma di una gigantesca piramide nera affiancata da un lago artificiale.

“Dove ti trovi ora,Naruto,è il Geofront.L’ultimo baluardo della civiltà umana.E quella che vedi laggiù è la NERV.”-la voce era insolitamente solenne ma anche compiaciuta-“E probabilmente è anche l’unico posto in cui valga veramente la pena di farci una gita turistica”aggiunse poi con un tono divertito e sfoggiando un bel sorriso ai ragazzi seduti dietro tramite lo specchietto retrovisore.
Poi prese la parola Cris: “Ad ogni modo,non devi preoccuparti,amico.Sappiamo esattamente come agire in questi casi.Tu comunque per oggi non dovrai fare altro che aspettare.Fa finta di essere come stamattina a scuola:guarda e impara.Ci sarà tempo per fare esperienza…”anche Cris cercava di risultare più leggero, anche se con scarsi risultati.
Rivolgendo uno sguardo alla maestà che gli presentava,Naruto si sentì comunque più sollevato.
Tutto quello che riuscì a dire fu:
“Wow”
  

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Capitolo 3
*** Episodio2:Il gigante/quickening ***


Episodio 2:Il gigante/Quickening
 
 
 

La discesa lungo la strada sopraelevata fu rapida e terminò con l’ennesimo passaggio sotterraneo apertosi sul suolo artificiale della zona boschiva.
“Benvenuto alla NERV, Naruto”-lo introdusse Misato.Alla fine di un breve corridoio bianco, i tre si ritrovarono a raggiungere in macchina quella che pareva essere un’enorme hangar fantascientifico:una grande area dodecagonale, di diametro di almeno 100 metri, era trafficata da personale in tute tecniche arancioni e da camion attrezzati con scale direzionabili.Le pareti,alte una 60ina di metri,presentavano ampi varchi che davano su altre sale e rastrelliere a scomparsa contenenti giganteschi fucili,su cui si agitava un braccio meccanico.

Al centro del locale si alzava un’ alta torre cilindrica che terminava in con un piccolo osservatorio ottagonale con grandi finestre tutt’intorno.
Misato e gli altri scesero dalla macchina.
“Cris,va’ a prepararti”-disse lei in modo deciso.Il ragazzino annuì risoluto e scappò in una porta interna ad una delle pareti.-“Tu invece seguimi”.Detto ciò la donna prese per un braccio Naruto e lo scortò in mezzo al traffico umano della sala fino ad un ascensore nel fusto della torretta centrale. Camminando,erano passati davanti a diversi enormi cilindri di vetro vuoti alti fino al soffitto.Lungo la loro circonferenza interna si snodavano impalcature di metallo e spessi sistemi di bloccaggio.Naruto non avrebbe mai immaginato il loro possibile contenuto.

Raggiunsero l’ascensore:lo aprirono e salirono.Misato schiacciò il piano 2.salendo velocemente,passarono dentro l’osservatorio in cima alla torre.Dalle porte di vetro Naruto scorse un drappello di uomini affaccendati su immagini 3D raffiguranti strane anatomie.
Una donna bionda in camicie bianco si voltò,salutando Misato con un fugace  cenno del capo.L’ascensore si fermò proprio dove sotto si sarebbe trovata la sala macchine.La vista che si offrì ai due era ancor più impressionante:
un vasto ponte di comando terminava in tre spalti trapezoidali,sui quali svettavano tre parallelepipedi di vetro celeste che lasciavano intravedere circuiti semi-trasparenti.Su ognuno una scritta:
Casper, Melchior, Balthasar.
Diversi uomini e donne impartivano ordini concitati all’interfono.
“Siamo arrivati!”-annunciò Misato diregendosi rapidamente verso il centro del ponte.
“E’ in ritardo!”-una voce maschile rimproverò la donna in modo perentorio.Naruto alzò lo sguardo:su un ennesimo pianerottolo sopraelevato prendevano posto due individui:uno(vestito di nero con guanti bianchi ed occhiali oscurati)sedeva ad una scrivania con le mani giunte.L’altro(più anziano e magro) era ritto dietro di lui,sul volto uno sguardo concentrato ma pacato.
“Non ho scusanti!”-si spiegò Katsuragi-“La situazione?!”
“Il first children è pronto.Inserimento dell’ Entry Plug all’ interno dell’ Eva.”-una ragazza seduta accanto ad uno delle tre colonne computerizzate armeggiava su un portatile high-tech.
“Configurazione urbana n. 32.Nemico in avvicinamento nel punto ‘3-4-9-6’”-un altro giovane con un paio d’occhiali parlò dall’altro capo della sala.
“Allora è lui il second,Misato?”-una voce di donna attirò l’attenzione della ragazza in rosso.
La scienziata bionda di prima, ora aveva raggiunto il piano superiore.
“Sì, Ritsuko.Ma ora concentriamoci sull’attacco.”
“Allora,se è tutto pronto,attendiamo solo i suoi ordini Capitano Katsuragi”
Capitano?!Signorina,lei è un ufficiale militare?”-esclamò Naruto,senza ricevere risposta.
“Bene”-Misato poggiò una mano su un tavolino e dei grandi ologrammi della città comparsero nello spazio vuoto antistante il ponte(parte della città era scomparsa,e al suo posto erano sorti grattaceli senza finestre e torrette anti-aereo)-“Unità Evangelion 00,in rampa di lancio”
Un video mostrò un puntino verde posizionarsi su una linea grigia.
“LANCIARE!”
Il puntino partì lungo la linea verso l’alto e ,raggiunto un punto brillante in  rosso, il video cambiò:una ripresa esterna di un quartiere in superficie mostrò una parte della strada aprirsi e qualcosa di blu fuoriuscì a tutta velocità.
Un enorme robot blu dalle gambe e braccia bianche, era agganciato a dei supporti meccanici.
“Evangelion 00,lift-off!” –comandò Misato dalla base.
I supporti rilasciarono le spalle del gigante,che si afflosciò leggermente.
 
 

 
 
“Sono pronto.Quando volete”-una voce di ragazzo risuonò dall’interno del robot.Una voce a Naruto piuttosto familiare.
 
“Allora…VIA!”-stavolta fu quello che sembrava il comandante a
dare l’ordine.
Uno scatto,un fulmine ed uno spostamento d’aria.Il robot definito Eva00 schizzò in vanti a velocità sovrumana .Le telecamere lo ripresero correre per più di due chilometri, per poi inchiodare bruscamente, facendo increspare l’asfalto come sabbia sotto le scarpe di gomma.Un palazzo si aprì lateralmente e ne uscì un lungo cavo di gomma che terminava in una sorta di spina.
Lo 00 lo afferrò e se lo collegò dietro la schiena.Poi, da uno spallaccio, estrasse un coltello la cui lama si illuminò di un bagliore rossastro.
“Unbilical Cable:collegato.Attivato Progressive Knife”-dichiarò il pilota.
Dopo pochissimo, da un gruppo di palazzi emerse qualcoso di incredibile:la figura longilinea di un monolito bianco sul quale era stato scolpito un volto androgino.Sotto di esso quello che sembrava un piccolo teschio stilizzato ed una semisfera rossa.
“Diagramma d’onda….blu:si tratta di un Angelo.”-disse qualcuno alla base.
Angelo?”-la fragile mente di Naruto stava collassando:in quel posto si combattevano i messaggeri di Dio…inaudito, se non addirittura blasfemo.
Il mostro bianco lanciò un bagliore dagli occhi che esplose in faccia all’Eva in forma di croce, il quale non sembrò tuttavia risentirne:si rialzò,mosse un lungo passo e fece saettare il coltello, che sbatté contro  una barriera di luce meravigliosa che si era improvvisamente frapposta tra lui ed il nemico.
 
“Ha sviluppato un Absolute Terror Field…”-la voce di Misato era estremamente preoccupata.
 
“Dovrò impegnarmi di più…”- parlò il pilota dell’Eva con tono basso e rauco.
Il robot eseguì altre due sferzate che andarono a  vuoto,poi,infilò una mano in una specie di fessura al centro della barriera. Vi inserì anche il coltello,che utilizzò per allargare lo schermo fino a dividerlo.
L’Angelo emise un sibilo acuto e stavolta lo 00 riuscì a piantare il coltello prima nel nucleo rosso, poi in mezzo alla faccia.
Tutto finì immediatamente:un fiotto di sangue fuoriuscì dalla ferita al volto,un bagliore dal nucleo e il nemico esplose in una luce accecante da cui si levò un inaspettato arcobaleno.
Il robot cadde a terra sulle ginocchia, apparentemente esausto.
Sullo schermo della base si accese un collegamento video:Il volto di Cris(che portava due piccoli congegni in testa ed indossava una tuta tecnologica ed aderente) disse in tono secco,pur stravolto dalla fatica:”Eliminato”
 
AL psiche di Naruto non resse più alla vista dell’amico in quei panni inquietanti…si accasciò a terra:prima gli si offuscò la vista, poi i suoni si affievolirono,infine il suo mondo divenne completamente buio.
Sentiva che ormai la sua concezione attuale della realtà che lo circondava non sarebbe mai stata più la stessa:

era sempre stata falsa.

 
 
 
 
 
 
  

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Capitolo 4
*** Episodio3:Parole al Vento/Poco Moto ***


Episodio3:Parole al vento/Poco Moto
 
 
 

“Dove sono?”
 
…Angeli…
 
“Chi siete?”
 
…Eva…
 
“Che cosa volete?”
 
….servi alla NERV…
 
“Co..cos’è quello…?Quegli occhi…quegli orribili occhi…NO!”
 
…Eliminato…
 
 

Naruto si svegliò di soprassalto.
Un leggero tubare di piccioni.
Un raggio di luce che colpiva il letto.
Sentiva la gola arsa,come se non avesse bevuto per giorni…
o avesse urlato più forte di quanto non avesse mai fatto.
Forse era così.Quando riuscì a distinguere l’ambiente intorno a lui,invece che un’indistinta macchia di colore uniforme, si accorse di come le sue mani fossero protese innanzi al suo viso,le dita semi-serrate in un gesto di difesa ma anche di aggressione. Sognando, aveva istintivamente portato le mani al volto,terrorizzato da qualcosa di invisibile. Socchiuse leggermente gli occhi e rilassò le braccia. La luce del sole gli illuminava la metà destra del volto,indorandogli i capelli biondi. I suoi occhi azzurri si accendevano di un colore unico sotto quella luce. Respirò impercettibilmente due o tre volte prima di iniziare a riflettere su quanto lo circondava:indossava un pigiama di una taglia più grande e si trovava in un letto semplice,con una coperta blu accatastata vicino alla pediera, coperto solo da un leggero lenzuolo. Era comodo. Spostò lo sguardo a destra:solo una finestra di medie dimensioni che mostrava un cielo limpido e soleggiato. Qualche rumore di automobile e nulla più. I piccioni se ne erano andati.Guardò a sinistra.Una scrivania di ciliegio era poco distante dal letto.Qualche foto appesa alla parete insiemi a poster di cantanti giapponesi ed americani che non conosceva nessuno.Un modesto armadio dello stesso legno della scrivania.Una porta il cui colore faceva a pugni col resto.Punto.La stanza finiva lì.Era estremamente semplice,però era pulita.
Il posto più comodo ed accogliente delle ultime 24 orepensò Naruto con una certa ironia che lo fece appena sorridere.Restò in silenzio per qualche minuto, poi il rumore di una porta che si apriva lo risvegliò dai suoi pensieri.
“Buon giorno,Naru-kun”-Il raggiante sorriso di Misato e il suo tono di voce squillante erano di nuovo tornati-“Dormito bene?Oddio,mi pareva di aver sentito qualche versaccio di natura non meglio specificata provenire da qui,ma mi pare che tu abbia dormito come un angioletto per tutta la notte.Per quanto riguarda il pigiama mi disp…”-Il solito fiume in piena di parole fu bloccato da un gemito.
Il ragazzo aveva strizzato gli occhi e si era rintanato sotto il lenzuolo con un ‘guaito’.
“La prego signorina, la smetta di parlare di Angeli…compresi i vezzeggiativi!”-mugugnò lui da sotto.
“Ah, scusa…”Misato sembrava davvero dispiaciuta,ormai se la cavava piuttosto bene in ‘psicologia infantile’:sapeva che quelle parole,apparentemente scherzose,nascondevano un reale disagio emotivo. Naruto era sotto shock.
“Comunque…ti ho preparato la colazione:Uova con bacon e succo di frutta.Ringraziami ,eh, dato che notoriamente sono una schiappa in cucina!”Disse lei in  modo molto diretto.
“Uhmm…va bene…grazie.” lui fece spuntare solo un paio di occhietti dubbiosi dal letto.
Din-don
“Ah, questo deve essere il first… hmm, cioè,…Cris.Mi ha detto che sarebbe venuto a salutarti.Vado”
Misato sparì di nuovo dietro la porta, da cui poco dopo fece capolino il giovanotto dai capelli nero-blu.
Stavolta indossava una maglietta nera a maniche corte con una piccola croce bianca cucita in basso.
Good morning!”-anche lui usava il suo solito saluto cordiale.Anche lui indossava la sua solita maschera.-“Che ci fai ancora lì sotto?Alzati!” si avvicinò a passi svelti a Naruto e lo tirò per un braccio fino a farlo sedere sul letto.
Naruto gli rivolse un sorriso sincero,che però si rabbuiò subito.
“Senti…lo so che non sei venuto qui per una visitina di piacere,quindi sputa il rospo.”-borbottò il ragazzo dai capelli biondi, girando leggermente il volto dal lato opposto del suo interlocutore.
“Beh’, io volevo sapere solo se stavi bene dopo quanto accaduto. Sbaglio?”
“Sì, sbagli. Ho mangiato la foglia:voglio solo sapere perché tra tutti i ‘ragazzi’ possibili, la NERV-o come diavolo si chiama-ha scelto me
“Ok,sei inamovibile,quindi non vedo perché non spiegarti tutto.”
Cris, si sedette sul letto accanto all’amico e cominciò a parlare con la sua voce melliflua ed atonica:
“Come avrai capito,io sono il first children.Ovvero,sono il pilota della
Macchina da Combattimento Umanoide Multifunzione Evangelion.
In particolare il mio è lo 00,il prototipo.In realtà non è prettamente un prototipo,poiché è una versione aggiornata e potenziata dell’originale. Ma comunque di questo parla alla dott.ssa Akagi,lei è l’esperta…”
“Originale?Quanti ce ne sono di quei cosi?”chiese sbalordito l’altro.
“Parecchi.Dalla tua risposta capisco che non sai quanto successo 3 anni fa.Possibile che i media non ne abbiano parlato in Giappone?E’lì che è successo tutto!”Cris sembrava incredulo,ma poi si corresse-“Però in fondo hai ragione.Probabilmente dove vivevi tu non si sono risentiti effetti collaterali,e la NERV,Vaticano ed ONU avranno sicuramente manipolato i dati pubblici.Credo ci tengano molto alla privacy,nonostante il consueto ringraziamento in Piazza S. Pietro.”
“Senti, se mi parli così ci capisco ancora meno!non m’importa degli intrallazzi burocratici,io voglio sapere perché mi avete chiamato e perché tu  eri su quella bestia ieri!
“Entrambi per lo stesso motivo. Tre anni fa dei nostri coetanei hanno pilotato le versioni precedenti degli Eva attuali,annientando,si credeva,gli Angeli. Ma questi sono ritornati,penso per confermare la loro esistenza e per non far montare la testa troppo agli umani.Ad ogni modo, noi due -come pochi altri- abbiamo misteriosamente risentito delle radiazioni del Second Impact, acquisendo le capacità necessarie per pilotare un Eva.Quindi non siamo soli, ben presto conosceremo altri ragazzi,bisogna solo aspettare”.
Naruto non osò rispondere.Il discorso era stato eloquente e non ammetteva repliche.
Poi, Misato rientrò in camera con la colazione su un vassoio,rompendo nuovamente la tensione.
“Benebene,eccoci qui.” Disse lei con noncuranza.
“Un’ ultima cosa…”-azzardò Naruto-“perché combattiamo gli Angel?E  perché i primi piloti non possono pilotare ancora i loro Evangelion?Perché tocca a noi?
Stavolta volle esprimere il suo parere la donna,che parlò con tono contrito: “Il fatto è che i primi piloti non sono più in grado di farlo, non posso dirti altro”-Naruto fu certo di aver scorso delle lacrime inumidire gli occhi della donna-“Per quanto riguarda la guerra contro gli Angeli:sopravvivenza.Trova un tuo scopo e combatti.Quello di molti è la sopravvivenza.”
“E il suo qual è, signorina?”-chiese Naruto a metà tra la rabbia soppressa e una sincera curiosità-“La sopravvivenza è il suo obbiettivo o quello di altri?”
Domanda arguta, per una ragazzino della sua età.Mi ricorda qualcuno… pensò con rimorso Misato.Poi disse qualcosa che le usciva dal cuore: “Il mio è solo mio. E forse è sbagliato.Non prendermi ad esempio, Naru-kun … non prendere ad esempio una che ha fatto così tanti errori nella vita.”
Poi cambiò discorso, invitando calorosamente i due ragazzini a fare colazione.Loro,decisi a  voler vivere la loro vita nonostante tutto,accettarono di buon grado.
 

            *  *  *
 

“Ikari…”
Una voce cavernosa riempì la stanza buia, al cui centro brillava una scrivania luminosa sulla quale poggiavano i gomiti del Comandante della NERV.Un monolite nero recante un logo con una mela ed un serpente apparve al centro della sala.Su di esso spiccavano in rosso sangue le scritte “SEELE 01” e “SOUND ONLY”

 
“Vi sento.”replicò l’uomo in nero.
 
“L’attacco dell’ Angelo Gabriel preannuncia l’avvento della Guerra Santa.L’intervento dello 00 è stato fuori luogo. Dove si trovava il second ?”lo interpellò la lastra nera.
 
“Il second non era pronto per la battaglia.Non ho potuto agire come feci con mio figlio.I nuovi Eva necessitano prima di una sincronizzazione del nucleo con il pilota. Mandare in campo lo 01 senza un’ anima equivarrebbe ad un suicidio insensato.”

 

“Tuo figlio è stato un’incapace.Così come lo è stato Tabris.
Il Third Impact DEVE avvenire. Stavolta il Progetto per il Perfezionamento dell’Uomo andrà a compimento.Se continuerai ad agire contro i piani il Consiglio ti revocherà la carica ,Ikari”
 
“Lo terrò a mente.”-la frase tombale di Gendo Ikari pose fine al dialogo.
Le luci si riaccesero rivelando il rivestimento verde della stanza per i colloqui virtuali.L’uomo anziano del giorno prima si avvicinò a lui.

 

“Ikari, dobbiamo volare basso.La SEELE non sembra sentire più scuse, ma non possiamo cedere.”il volto dell’uomo era stranamente teso.
“Gli Angeli Maggiori rappresentano una minaccia da combattere, Fuyutsuki.
Nonostante ciò, dobbiamo tenere a mente il vero obbiettivo”-disse il comandante alzandosi dalla sedia.
Fuyutsuki sospirò.
 

*  *  * 

Naruto e Misato erano affacciati sul piccolo balcone dell’appartamento in affitto.
“Allora, va un po’ meglio?”chiese lei con fare materno
“Sì, stamattina ero abbastanza scosso.Ora va meglio.Lei e Cris mi siete stati d’aiuto. Domani voglio tornare a scuola,mi farà bene.”

“Così mi piaci!”-lo incalzò Misato-“Comunque baaaasta con questi formalismi!!Chiamami per nome!”
“Sì signorina.”-rispose lui quasi meccanicamente.Dopodichè si sentì arrivare un forte pacca sulla schiena che quasi non lo fece cadere di sotto.
“Ho detto:c-h-i-a-m-a-m-i M-i-s-a-t-o!”scandì lei quasi urlandogli nelle orecchie
“Va bene MISATO!”rispose lui altrettanto forte.
“Ok,ti perdono” scherzò lei strizzandogli l’occhio.
Era un bella serata.Misato e Naruto rimasero alungo a fissare il tramonto che si inabissava tra i palazzi che erano nuovamente ricomparsi in superficie.
Misato disse al ragazzo di come si fosse perso il bello:i palazzi che ricrescevano dal suolo.Ma, aggiunse ironicamente, avrebbe avuto altre occasioni vederlo.
Prima di rientrare i due assaporarono l’ultimo alito di brezza.
Entrambi sapevano che, nonostante il coraggio di tutti (anche delle formiche, che si fanno forza per sopravvivere al comune nemico) tutti i discorsi, tutte le belle parole fatte fin ora e le successive sarebbero state solo
                                                                                                                                      Parole al vento


 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

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Capitolo 5
*** Episodio 4:Svegliarsi ancora in un sogno ad occhi aperti /Canon ***


 Episodio 4:Svegliarsi ancora in un sogno ad occhi aperti /Canon
 
 
 
 

Driiin…Driiin…
Settima sveglia molesta dopo l’arrivo in città. Era passata una settimana esatta da quando le Trombe del Paradiso avevano il loro preludio alla fine.
E come da sette giorni,Naruto si alzò nella fredda aria della Roma del 2018,ciabattando fino in cucina dove la sua coinquilina lo aspettava calorosamente, col solito latte-e-cioccolato , con la  sua solita birra in mano,con la solita maglietta gialla senza maniche. In quelle 168 ore era cambiato ancor più di quello che credeva potesse cambiare dopo l’attacco dell’Angelo:
in quello scialbo locale si nascondeva un esserino buffo e contradditorio. La sig.na Katsuragi lo chiamava PenPen(al collo portava un collare con inciso Pen2),un pinguino delle sorgenti termali dotato di un singolare senso dell’orientamento
.
 
A scuola tutto procedeva regolarmente:lezioni,compiti in classe,qualche abbozzo di amicizia…nessuno sembrava ricordare o voler accennare agli eventi catastrofici di pochi giorni prima. Gli script memorizzati nelle postazioni al banco fungevano da testi didattici, nei quali veniva annoverato il Second Impact. In tutto questo Misato sembrava essere più rigida del previsto:in quanto ufficiale della NERV, godeva di una serie di vantaggi quale controllare i risultati scolastici dei children. Cris era semplicemente perfetto:non un compito che non vedesse un voto tra l’8 ed il 10(la scuola italiana,seppur aperta alle culture internazionali,utilizzava ancora il sistema di giudizio numerico),non un momento di distrazione,non una mancanza.Naruto invece,faceva leggermente difficoltà a seguire i corsi. Nonostante questo contesto, i ruoli sembravano essersi invertiti:Cris, nonostante la rendita, appariva sempre più malinconico ed apatico,perdendo la sua naturale allegria.Naruto,invece, stava riuscendo lentamente a recuperare l’entusiasmo di un tempo:rideva e scherzava molto più facilmente ora,tentando sempre di trascinare il ‘collega’ in qualche situazione accattivante,con pochi successi.
Dopo aver compreso ed accettato l’esistenza di organismi superiori ed il ruolo che doveva ricoprire all’Agenzia,Naruto aveva cominciato a guardare al futuro con un’ottica differente,con coraggio e voglia di sopravvivere.Ogni giorno,dopo la scuola,Misato li prelevava in macchina e li portava alla NERV.
Col passare del tempo quel posto si era rivelato essere più accogliente di quanto si potesse immaginare:piscine al coperto,spogliatoi,bar con tavolini posti in sale dalle ariose finestre con come sfondo la vallata ed il lago sotterraneo,il ‘cielo’ (se così poteva essere chiamato) che circondava il Geofront era talmente perfetto in ogni particolare da risultare identico all’originale.
In quei giorni,Naruto si era accorto di come quasi ogni ambiente alla base fosse contrassegnato con  un logo raffigurante un mela rovesciata,la metà sinistra di una foglia di fico,una scritta(God is in his heaven,all’s right with the world)e l’insegna ‘NERV’.
Ma il motivo delle frequenti visite al quartier generale era ben distante dall’ essere piacevole.
Misato aveva presentato al second children molti degli addetti della base,in particolare:la dott.ssa Ritsuko Akagi( la ricercatrice bionda,responsabile del Project E, cioè l’ideazione e costruzione degli Eva),la giovane Maya Ibuki(24 anni,la più giovane del personale al ponte di comando,addetta al controllo della sincronizzazione dei piloti con gli Eva),

il diligente Makoto Hyuga(deputato al monitoraggio dello status dei children)

ed il silenzioso Shigeru Aoba(responsabile delle comunicazioni in battaglia).

Misato aveva anche introdotto ufficialmente Naruto al cospetto dell’austero comandante Ikari e del suo fidato e saggio vice,il sig. Kozo Fuyutsuki.Il ragazzino non poté non provare grande soggezione difronte ai due severi personaggi che impugnavano le redini della NERV.
Molti dei lavoratori della base erano di origine giapponese(trasferiti dalla sede centrale di Neo-Tokio3),tutti gli altri provenivano da diverse parti del mondo:solo pochissimi parlavano italiano,nonostante si trovassero nella capitale, rinominata dai tecnici “Neo-R2”.
In tutto questo, Naruto aveva avuto le sue prime esperienze con gli Evangelion.
In realtà,non gli era ancora stato concesso di vedere o provare il suo personale robot,ma era stato sottoposto a diversi test di simulazione virtuale.
Doveva indossare una stretta tuta di gomma  ,definita plug suit, che si decompressurizzava  fino ad aderire al corpo grazie ad un dispositivo sul polso;dopodiché doveva entrare in una lunga capsula metallica,indossare una casco, un diadema d’interfaccia ed ingoiare un liquido giallastro definito L.C.L., il cui scopo era permettere di respirare al pilota nell’ambiente deossigenato dell’abitacolo.
I primi test consistevano solo nell’entrata in capsula e dell’adattamento ad essa, poi avrebbe provato il combattimento simulato
 
                                                                                                                                        *  *  *
 

“D’accordo Naruto,ora proveremo per la prima volta una simulazione bellica”-la voce di Ritsuko risuonò all’interno dell’entry plug.Naruto respirò profondamente, stringendo i pugni intorno alle leve di accensione disposte sul lungo sedile meccanizzato.
“Inserimento LCL”-la voce tranquilla di Maya annunciò l’operazione.
L’abitacolo riempì di liquido, Naruto se ne colmò i polmoni,superata ormai la paura dell’affogamento.-“Tasso di sincronia del pilota:0,5%”
“Naruto, stiamo per provare un combattimento,cerca di sgombrare la mente e concentrarti.”Misato era sempre molto decisa in quanto ad ordini.
“Ci provo.”-rispose lui,teso.
“Cominciamo…ora!”
Per la prima volta,i megaschermi che fungevano da pareti della capsula si illuminarono, riproducendo un paesaggio urbano in computer graphics.Poco dopo, la riproduzione dell’Angelo annientato giorni addietro apparve da dietro un palazzo.
Naruto si irrigidì, non riuscendo a muovere alcun muscolo, e un lampo di luce  lanciato dagli occhi nemici lo investì.Avvertì una leggera scossa elettrica pervaderlo e la simulazione terminò.
“Non importa,ora riproviamo.Ricorda:il tuo compito è quello di prendere le armi che ti verranno lanciate,ti avvicinerai il più possibile al nemico e dovrai colpirlo”-lo incoraggiò la dottoressa.
“D’accordò, però fa male se sbaglio….”-brontolò lui da dentro.
“Si tratta di un’interfaccia neuro-fisica con l’Eva.Cerca di resistere:quando farai sul serio potrebbe essere molto peggio”
 
Proseguirono i test per molte ore.Il più delle volte Naruto non riuscì nemmeno a muovere un passo,perdendo.Altre volte,fu in grado di spostarsi di pochi metri.A tarda sera la sessione giornaliera di test era terminata in modo positivo:Naruto aveva acquisito sufficiente abilità e tasso di sincronia da permettergli di schivare qualche colpo avversario, impugnare un fucile(che però era stato disarmato un paio di volte) e colpire il nemico.
 
Misato e Naruto rincasarono tardi,e per ‘premio’ lei gli cucinò del ramen preconfezionato. Riuscì a rovinare perfino quello,ma Naruto non protestò avendo apprezzato il pensiero.
                                                                                                                                                     *  *  *
 
 

Il suono assordante dell’allarme bellico riempì la città.
Stavolta,Naruto non si lasciò prendere dal panico:mentre tutte i civili si radunavano entro i limiti delle aree protette e i palazzi cominciavano a rientrare nel suolo,lui e Cris si diressero verso uno dei molti varchi metropolitani contrassegnati Geofront-NERV.
Erano passati altri tre giorni dalla simulazione di combattimento su Eva,e stavolta entrambi i piloti si sentivano molto preparati.
Il telefono cellulare di Naruto squillò:era Misato.Voleva venirli a prendere,ma rimase piacevolmente sorpresa quando seppe che i due stavano raggiungendo la base autonomamente. Cris era decisamente più esperto dell’amico e conosceva quasi tutti i passaggi.
Come al solito,la funicolare che collegava Neo-R2 al Central Dogma impigò non più di una decina di minuti per raggiungere ala destinazione.
All’entrata principale della base,li attendeva il Capitano Katsuragi.Senza spendere inutili parole,li scortò fino alla sala macchine.
Stavolta,i cilindri vuoti a parete erano pieni:due unità Eva vi erano posizionate grazie a dei blocchi.La prima era la n.00, pilotata dal ragazzo dai capelli dello stesso colore.
La seconda era nuova:un gigante viola dal volto minaccioso sovrastava il gruppo ai piedi della gabbia. Aveva il ventre e delle finiture su braccia,gambe e petto color verde brillante.La testa non si riusciva a scorgere.
“Naruto,Cris: non credo ci sia bisogno di dirvi come muovervi”-li incalzò Misato con un sorriso pieno d’orgoglio.
I due si guardarono,poi annuirono all’unisono: “ROGER!”
Si diressero verso una delle scale mobili che conducevano in cima agli automi.
Non ebbero tempo di indossare la plug suit, il tempo non lo permetteva.
 
Poi una scossa sismica proveniente dalla città in superficie fece tremare anche il quartier generale.
Naruto inciampò.
Il collega era già dentro il suo Eva.
Quando si rialzò, pilota dello 01 potè osservare il volto del suo frame.
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Impallidì:quegli occhi,e quelle fauci…il demone del suo incubo era il suo stesso alleato.
Non ebbe tempo di rifletterci.
Due macchinisti gli porsero il diadema d’interfaccia,e lo aiutarono a salire a bordo della sua capsula.
Naruto guardò il portello automatico chiudersi sopra di lui e lasciarlo al buio.
 
Misato aveva raggiunto il ponte di comando.
Ikari e Fuyutsuki osservavano le riprese esterne della città imperturbati.
“I piloti sono pronti.Via alla procedura”-ordinò la donna dai capelli viola.
 
Naruto sentì la sua capsula calare lentamente.Poi un leggero scossone. Infine un sibilo meccanico.La capsula era stata inserita nell’Eva.
 
“Immissione LCL”
 
Dei bagliori di luce lungo le pareti della capsula,diverse immagini confuse e grafici misteriosi.Poi Naruto si ritrovò ad osservare la vista del campo d’interesse visivo del robot.Niente grafica computerizzata,niente allarmi di precisione,niente di niente.
Solo lui ed il suo nuovo Evangelion.
 
“Evangelion 00 e 01, in rampa di lancio”-Misato seguiva dal ponte di comando il soilito schema.
“Massima priorità allo 01”-il comandante Ikari sembrava nutrire un qualche interesse per quell’Unità.
“Via!”-ancora una volta Misato  ordinò la partenza, ancora una volta gli ascensori ad hoc trasportarono i due robot in superficie.
 
Durante la salita,Naruto aveva cercato di concentrarsi.
Questo odore,un odore che durante i test non c’era mai stato…nostalgico…no,familiare direi…non l’ho mai sentito,eppure so di conoscerlo,da una vita…Naruto sembrava essersi dimenticato di quanto stava succedendo e stava provando un intenso rilassamento,chiudendo gli occhi,e focalizzandosi su un particolare aroma della cabina di pilotaggio.
 
Sotto un’intensa fiammata nemica,si aprirono due botole a scomparsa, e 00 01 uscirono da sotto il suolo.
 
 
“Tasso di sincronia del first children:50%.Second:35%”-annunciò Ibuki.
“Collegamenti sinaptici…completi.Tasso di contaminazione mentale:nella norma.Piloti ed Eva non riportano malesseri occasionali”-confermò Hyuga.
“Trasmissioni efficienti”-assicurò Aoba.
 
“Unità Eva:lift-off!”
 
L’Angelo si presentava come un essere ricurvo e tondeggiante. Galleggiava a mezz’aria,quelli che potevano essere identificati come arti terminavano in moncherini.
“Oh mio Dio…”-tutta la sicurezza di Naruto era già sparita alla vista di un vero Angelo pronto a colpirlo.
 
“Il tasso di sincronia di Uzumaki  è sceso dello 0,9%”
“Tossicità mentale in pericoloso aumento”
“Naruto, non cedere ora…”-mormorò Misato a mezza voce.
 
“Naruto,sveglia!”-la voce irritata del first era come ghiaccio sulla pelle.-“Io ti copro, tu cerca di avvicinarti!Come nei test,forza!”
Lo 00 rotolò sul terreno sgombro di palazzi,schivando una fiammata bluastra nemica.
Cris fece il lavoro per due:con la punta del piede premette in un punto di un palazzo artificiale,che affondò meccanicamente:un ingranaggio fece scattare un muro d’acciaio che si frappose tra lo 01 immobile e il raggio in arrivo dell’Angelo.Naruto tirò un sospiro,dopo aver visto la morte in faccia.Poi, sempre lo 00, afferrò un Pallet Gun uscito dal terreno e scaricò tutto il contenuto in una raffica di proiettili contro il nemico.L’Angelo generò un A.T.Field, deviando i colpi.
Cris imprecò.
Naruto era riuscito a riprendersi dal torpore,  si era spostato dalla sua posizione di riparo ed ora correva in direzione di un punto che gli era stato precedentemente indicato. La facciata di un palazzo si ritirò,un’intera facciata!L’Eva 01 afferrò a volo la Dual Saw che ne uscì. Corse malamente verso il nemico tentando un goffo attacco frontale.Le seghe circolari sbatterono contro l’A.T.Field. .Il ragazzo tentò a tutti i costi di forare la barriera con la motosega,senza riuscirvi.
 
“Aspetta ,Naruto!Sei troppo vicino, è rischioso!”-urlò allarmata Misato dalla base.
 
L’Angelo mandò quello che sembrò un sibilo vagamente cenato di compiacimento e beffa. La barriera si annullò e il nemico sferrò il suo attacco.
Lo 01 venne spinto per molte decine di metri.
Il pilota  provò un dolore indicibile per tutto il corpo,ma non riuscì ad urlare.
 
“Naruto!|”stavolta l’urlo di Misato era strozzato.
 
Prima di svenire,Naruto vide lo 00 dirigersi con furia verso il nemico,solo per essere respinto da un altro colpo, che ne distrusse un braccio.Un fiotto di sangue vermiglio fuoriuscì dalla ferita del robot.
 
Una luce lattea e soffusa in fondo alla capsula.Una sensazione di caldo benessere.L’odore materno di prima.Una figura,quasi uno spettro di nebbia si delineava nella luce.
Chi sei?- Naruto si sentiva galleggiare in un mare di luce.
Poi un’altra sagoma prese forma dietro la prima.La mano di Naruto sfiorò le loro, protese.
Mamma!Papa!
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Un fragore esplose in una luce rosata da lontano.
 
“Tasso di sincronia…pazzesco…90%”-alla base tutti erano increduli.
“Un berserk?”-la stessa dott.ssa Akagi non sapeva cosa aspettarsi.
“No,il pilota è cosciente.”-spiegò Makoto guardando la sua postazione.-“l’entry plug sta penetrando nell’Eva oltre i limiti di sicurezza!”
“Il MAGI System sta analizzando i dati:sembra che il tracking del nucleo dello 01,rimasto in sospeso,si sia auto concluso!”
 
“Coraggio, Naru-kun…”-nonostante la voce spezzata,Misato era pienamente fiduciosa nel ragazzo-“ora sai perché devi combattere...”
 
Lo 01 spalancò i denti serrati e lanciò un terrificante ululato.Poi si scagliò verso il nemico.L’Angelo tentò di respingerne la furia ponendogli innanzi una serie serrata di barriere.Il gigante viola li sfondò semplicemente cozzandogli contro il corno.
Naruto,i cui occhi avevano assunto un tinta scarlatta,le pupille ridotte ad una fessura,sapeva che il suo volto doveva aver assunto un’espressione di  pura rabbia.Tuttavia,dentro di sé sentiva una sicurezza ed una serenità totale.
 
Quando l’Evangelion si ritrovò faccia-a-faccia con il mostro,quest’ultimo si auto distrusse con un lampo che investì l’area circostante.
 
“Cos’è successo?!”-chiese qualcuno alla base.
“Guardate,stupefacente”-Fuyutsuki attirò l’attenzione dei presenti sugli schermi.Il Comandante si lasciò sfuggire un piccolo gesto di soddisfazione.
 
In mezzo ai palazzi semifusi dall’esplosione ed alla carcassa del suo nemico,si ergeva lo 01,incolume.Ai suoi piedi, l’entry plug,che era stata autonomamente rigettata.
 
“Proprio come 3 anni fa…”Misato,nonostante la vittoria,sembrava affrantA e costernata.
 
Naruto si era risvegliato nel suo stesso incubo,ma stavolta aveva vinto lui:aveva trovato la sua ragione di vivere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Episodio5:Sicurezza e novità.L’abilità del ‘secondo ragazzo’/Con Brio. ***


Episodio5:Sicurezza e novità.L’abilità del ‘secondo ragazzo’./Con Brio.
 
 
 
-Settore 9. Ora: 05:30 A.M. NERV. Neo-R2.-
 
Il comandante Ikari era seduto alla sua postazione luminescente. Difronte a lui si allungavano due file di scrivanie analoghe,alle cui sedevano uomini dai volti severi e grotteschi.Ognuno di loro era rappresentato da una tinta unita differente.Erano ologrammi.L’unico uomo seduto, seppur a distanza,con il volto rivolto verso Gendo,parlò per primo con un accento europeo:
“Finalmente, il Progetto per il Perfezionamento dell’Uomo ha avuto inizio.L’Unità 01 ha acquisito la sua anima.Il primo passo è compiuto.”
“Lo so”-rispose il comandante della NERV-“il secondo ragazzo ha reagito all’Eva come sperato.Il Angelo Sacrificale,Reheael,ha eseguito il suo compito.Tuttavia,il risveglio dell’Unità è ancora lontano”
 
Poi parlò l’uomo dal naso aquilino,di color verde,con un accento francese:
“Questo non ha importanza.Lei cerchi solamente di attenersi a quanto stabilito.La SEELE penserà al resto.”
 
“Il ruggito dello 01 è il primo vagito dell’Uomo Nuovo.”-l’uomo opposto a Gendo con il visore sugli occhi aveva ripreso la parola.Poi aggiunse: “Ikari…non c’è bisogno che aggiunga altro…”
 
“Sì.”-rispose il comandante con fermezza-“tutto si svolgerà secondo i piani della SEELE.”
 
Dopodiché l’intero Consiglio recitò all’unisono:
Überm Sternenzelt richtet Gott, wie wir gerichtet!(trad.:Aldilà delle stelle Dio ha giudicato,così noi giudichiamo!)”.
Il colloquio terminò.
 

*  *  *

Settore 2.Ora:9:45.NERV.Neo-R2
 
“Devo parlarti!”-Misato irruppe nello studio di Ritsuko  spalancando la porta.La bella ricercatrice bionda sedeva svogliatamente alla sua scrivania,sorseggiando del caffè caldo.

“Che succede?L’ennesimo reclamo del Governo contro il poco tatto verso i beni culturali della città da parte della NERV?”-chiese l’altra disinteressata.
 
“Macché!”-sbottò Misato puntando i pugni-“si tratta di Naruto!”
“Intendi dire il second ?”
“Sì. Sta’ a sentire: come sai posso controllare regolarmente i suoi risultati scolastici. E..beh...la sua media è in costante aumento!”-raccontò Katsuragi con enfasi.
“Buon segno!”-rispose l’amica con noncuranza.
“No!Cioè..sì..ma non così velocemente!L’ultima volta ha fatto un test, il cui risultato era appena sufficiente,e adesso ha preso il massimo!In Fisica!”
“Avrà ripassato la lezione…”-continuò apatica la bionda.
“ Ed è qui che ti sbagli!”-esultò Misato puntando il dito verso Ritsuko, in segno di vittoria.
“Come..?”
“Io stessa gli ho consigliato di studiare più affondo, ma lui,nonostante il poco tempo passato sui libri,mi ha risposto di essere pronto.Era vero!Sono contenta che abbia superato le difficoltà iniziali a scuola,ma mi sembra un cambiamento davvero troppo repentino!”-poi aggiunse-“Però…ripensandoci,è da quando ha iniziato a salire a bordo dell’Eva che ha cominciato a cambiare.Già dai test di simulazione ha dato segni di iperattività ed ipertensione.Che ne pensi?”
 
La giovane scienziata rifletté un poco,poi rispose:”Se cosi è,allora è decisamente opera dell’Evangelion”
“Dello 01?”-chiese Misato dubbiosa.
“Non esattamente.Il modello non conta.E’ il fatto stesso di salire a bordo che lo sta condizionando.
E’ naturale che per le prime volte,i piloti provino un forte shock neuro-psichico…”
“E psicologico-emotivo, no?!”-la interruppe Misato in modo canzonatorio.
“..a parte questo…”-l’altra continuò noncurante-“lo shock di Naruto deve essere stato così forte,così profondo da annullarsi!La sua capacità di concentrazione è aumentata dopo lo sforzo di sincronizzazione. Sembra quasi che stia confondendo la realtà quotidiana con quella bellica…”-Ritsuko sembrava sinceramente interessata. Quasi stesse parlando di una scoperta scientifica.

“Sei sicura che non gli faccia male…”-chiese la tutrice preoccupata.
“Sta tranquilla.Il suo inconscio ora è come un computer:sta immagazzinando i dati in maniera più veloce grazie al trauma.Dopo che avrà superato questa ‘falsa sicurezza’,Naruto inizierà a comportarsi in modo più disinvolto,pur mantenendo tutte le informazioni raccolte”
“Speriamo…inoltre,sembra che non abbia intenzione di parlare del suo incidente con lo 01,l’altro giorno.”
“Lascialo in pace.Lascia che rifletta da solo”-le consigliò la dott.ssa.
“Ok”-approvò l’altra in modo rassegnato-“però ancora non capisco una cosa:se hai detto che è normale per i piloti sviluppare un Q.I. superiore dopo i primi contatti con gli Eva,allora perché il first sembra essere stato sempre così…perfetto?!”
 
“Semplice:”-disse Ritsuko con un  sorrisetto malizioso-“perché lui è stato fatto per esserlo.”
 

*  *  *
 
 

Classe 3-A.Ora:11:15.Istituto Scolastico Internazionale Marduk.Neo-R2
 
Naruto sedeva al suo banco insieme  al ragazzo dai capelli blu,sufficientemente concentrato sulla lezione.Ora di storia,noiosa. Freddo leggero,autunnale.Gli sembrò che il pavimento tremasse leggermente. Un messaggio allo smart phone nascosto nell’astucciodi Naruto.Era Misato.
Naruto sussultò,quando il Colonnello Katsuragi contattava i children in orario scolastico non erano mai buone notizie.Il ragazzo dai capelli biondi lesse il messaggio:
Arrivo. Angelo ad Eur-2.Già in marcia.Dillo al Cris.
Il messaggio era sbrigativo e conteneva un paio d’errori d’ortografia,dettati dalla fretta con cui era stato battuto.Naruto si sentiva improvvisamente nervoso:tutti nella sua classe sembravano inconsapevoli di ciò che stava per succedere.Tutti erano rilassati:chi seguiva,chi disegnava oziosamente,chi si scambiava commenti e risatine sull’ultimo party passato…tutti erano a loro agio.A parte lui.
Si girò verso l’amico con una goccia di sudore che gli imperlava la tempia,gli allungò un colpetto col gomito.Cris si voltò quasi infastidito,poi cambiò espressione quando incrociò gli occhi sbarrati del ragazzo.Naruto mimò qualcosa con le labbra.Cris annuì impercettibilmente con il capo.
Poco dopo entrò la segretaria del preside.Si avvicinò alla professoressa e le bisbigliò qualcosa all’orecchio, poi uscì dalla classe.La prof. di storia si alzò in piedi: “Uzumaki ed Hino:avete il permesso di uscire in orario scolastico.La tutrice di Naruto ha chiamato per voi.Dice che è importante”.
I due amici non se lo fecero ripetere due volte,scattarono in piedi, fecero lo zaino e si avviarono verso l’uscita salutando educatamente la classe.

“Sempre i soliti:il cocchino del preside e il nuovo arrivato…”
“Chissà cosa avranno di tanto importante da fare…”
I soliti commenti bisbigliati inutili che sentivano sempre alle loro spalle.
 
Ad attenderli fuori dal grande istituto c’era la Renault Alpine di Misato.Lei gli aprì frettolosamente la portiera. Entrambi salirono. L’auto ripartì a tutta velocità.Mentre sfrecciavano tra le strde ancora trafficate di civili udirono gli altoparlanti sparsi per la città dichiarare lo stato d’emergenza.
Tutti i pedoni e le auto inchiodarono atterriti e si diressero verso i punti designati.I palazzi già iniziavano ad essere sbloccati ed a rientrare nel Geofront.Al loro posto sorgevano quelli meccanici marchiati: ‘NERV’, ‘UN’ , ‘ONU’.
“Allora tutto bene?”-chiese Misato senza badare alla situazione,con il suo solito buonumore.
“Abbastanza, meno male che ogni tanto ci sono ‘sti Angeli sennò sai che palle sorbirsi tutte le lezioni…”-attaccò Naruto stiracchiandosi vistosamente.Ormai si era davvero abituato al suo ruolo.
“Già”-Cris era tombale come da abitudine.
“Bene!Perchè oggi si ballerà parecchio!”-concluse Misato con un bel sorriso-“Ora vi spiego il piano.”
 

*  *  *
 

“Preparare le Unità Eva all’inserimento dell’Entry Plug”-comandò il colonnello Katsuragi al Central Dogma.
 
Le capsule vennero calate all’interno dei due giganti con un braccio meccanico.
Naruto fu costretto ad ingoiare ancora una volta l’L.C.L. Stavolta indossava la sua plug suit che, notò con dispiacere, gli calcava un po’ troppo sul cavallo e sotto le ascelle.
“Quando avrò finito con questo seccatore ne chiederò una nuova,magari arancione e nera…questo stupido liquido mi ha rovinato gli abiti che portavo l’altra volta!”-osservò il ragazzo divertito.
Poi sentì l’Eva salire attraverso il suo cilindro di vetro e spuntare sui binari dei percorsi.
 
“Evangelion 00 e 01 pronti al lancio.I tracciati startegici sono ALL GREEN”-annunciò Maya.
 
“Perfetto”-disse Misato,marziale-“LANCIARE!”
 
I robot percorsero fianco a fianco i tunnel verticali, per poi emergere da un grattacielo NERV la cui funzione era di ascensore protetto. Scesero dai loro supporti e si collegarono l’Umbilical Cable.

 
Pochi secondi, poi un fulmine  bianco sfrecciò tra due palazzi.
“Eccolo, ci siamo.”-sussurrò Cris.
“Stavolta non mi prenderà alla sprovvista”-si fece coraggio Naruto,per niente convinto.
 
Un altro fulmine e stavolta diversi palazzi saltarono in aria,tagliati da qualcosa di appena percettibile.Poi l’Angelo uscì allo scoperto:era alto e snello.Il torso era sproporzionatamente grande ed ovoidale rispetto al ventre stretto e longilineo,ripartito in segmenti. Non possedeva braccia.Le gambe,in compenso erano  sottili e lunghe e terminavano in quelli che potevano essere definiti copertoni di una ruota.Era bianco,simile ad uno scheletro.
 
Blood Type:Blue.Confermata natura nemica:è un Angelo!”-annunciò Makoto alla base.
“L’Angelo Saitel, rettore del vento…potrebbe darci  noie…”-suusurrò Fuyutsuki all’orecchio di Ikari.
“Bene.Inziare l’attacco!Priorità allo 01.Piloti:seguite lo schema precedentemente descritto!”-ordinò Katsuragi.
 
Naruto ingoiò un groppo alla gola, buttò fuori dell’aria dalla bocca, strinse i pugni intorno alle leve e le spinse verso il basso,attivando il robot: “Andiamo!”
 
I due Evangelion si divisero, correndo in direzioni opposte.
“Prendo il Gatling!”-preannunciò Cris.Un mitragliatore enorme spuntò dal suolo.Lo 00 lo imbracciò ed iniziò a sparare ai piedi dell’Angelo in corsa.Il nemico bloccò gli arti e strisciò per terra con un sibilo.L’A.T.Field  proteggeva le appendici fragili.
 
Lo 01 intanto era scattato verso un Pallet Gun appoggiato a terra.Naruto lo afferrò al volo.Poi anche lui iniziò a sparare contro il nemico ora fermo.L’Angelo schizzò via con un urlo evitando parte dei colpi.
 
“Dannazione!”-borbottò il second children.
 
Alcuni palazzi aprirono la parte superiore, rivelando delle torrette lancia-missili.Iniziò la contro-offensiva.Un’ apoteosi di luci e proiettili inseguiva il nemico.Tra la velocità del mostro e la protezione offerta dal suo campo anti-intrusione,colpirlo era impossibile.
 
“Non mi sfuggirai!”-Naruto, dall’interno del suo abitacolo, si protese in avanti e l’Evangelion eseguì un salto in lungo: scavalcò,lasciando andare il fucile, una torretta e sfoderò il pugnale nascosto.Si trovava a mezz’aria,sopra il suo nemico.Prese il coltello a due  mani e,ricadendo in picchiata,tentò di affondarlo nel nemico.Non vi riuscì:L’Angelo si spostò all’indietro per un lungo spazio laciando l’avversario ricadere rovinosamente al suolo,con un nulla di fatto.
 
“Vediamo se eviti anche questa…”-Cris stava correndo contro il nemico con una Sonic Blade in mano. Evitò di travolgere il compagno a terra sorpassandolo con un salto.Atterrò,e vibrò il suo colpo:impugnando la lancia nella sua parte più bassa,la lasciò sferzare con una torsione del braccio.Stavolta il nemico generò la barriera,che venne appena sfiorata dalla lama della lancia.

 

Poi l’Angelo sferrò un calcio all’Unità blu, Cris riuscì a parare il colpo afferrando con le mani le sottili ruote cave, che continuarono a girare generando scintille e consumando i guanti di gomma dell’ Eva00.Sotto i guanti si nascondeva una carnagione grigio pallido.
 
“Non osate troppo!”-li rimproverò dalla base Misato-“Attenetevi alla formazione.Ora cominciamo la ritirata forzata del nemico.”
 
I palazzi NERV ritornarono a lanciare le granate ed i proiettili verso il nemico comune,stavolta puntando agli arti inferiori e costringendolo a retrocedere rapidamente.
“Formare il percorso forzato!”-impartì Misato agli operatori del ponte di comando.
 
Lungo i margini della grande strada urbana iniziarono a svettare alti muri d’acciaio rinforzato,formando una sorta di corridoio.
Gli Eva si erano aggiunti ai palazzi di supporto nel loro fuoco incrociato.
 
“Naruto, ora ti lancio Torpedo Bomber!Cris tu pronto con la mina N2!”
 
Dal laghetto dell’Eur-2 emerse una grande razzo nero recante, in verticale, il logo della NERV.
In contemporanea un grande camion rinforzato si aprì rivelando un cilindro nero con su scritto “NN bomb ”.
Lo 01 si immerse nel lago fino ai polpacci, imbracciò l’enorme arma e la portò sull’asfalto.
Lo 00 scattò lateralmente e  afferrò con una mano la mina nucleare.
Poi l’Unità viola si posizionò con i piedi in corrispondenza di due agganci che correvano su dei binari nella strada.
 
“Attivazione delle catapulte!”-riferì Makoto alla base.
 
Lo 01 iniziò a sfrecciare grazie ai pattini meccanici raggiungendo velocemente il nemico.L’Angelo tentò una fuga,ma la contro-offensiva balistica e lo spazio delimitato dai muri d’acciaio lo costrinsero nel corridoi artificiale.
I propulsori del Torpedo Bomber si accesero garantendo un ulteriore sprint all’Eva01.
“Non ho paura,non ho paura,non ho paura,non ho paura…”-Naruto continuava a ripetersi freneticamente mentre il suo Evangelion si avvicinava pericolosamente al nemico.
I due avversari continuarono a percorrere il corridoio artificiale,finché non raggiunsero un punto cieco:un’ultima parete rinforzata ostruiva il passaggio.

Poi, finalmente,la punta del siluro tocco l’A.T.Field nemico.Con una leggera pressione,riuscì a sfondare la barriera nemica:l’Angelo puntava sulla velocità d’azione,in compenso le sue abilità difensive erano assai scarse.
Naruto lasciò andare il missile.L’Umbilical Cable dello 01 si sganciò.Un’altra lastra di ferro si chiuse alle spalle del robot:una sorta di cubo ora circondava i due nemici,rinchiudendoli in uno spazio molto limitato.
 
“Avanti,tutto deve essere perfetto ora…”-mormorò il capitano Katsuragi confidando nei suoi due piloti.
 
“Non ho paura,non ho paura,non ho paura…”
Da dentro l’entry plug Cris emise una smorfia di sforzo:il suo Eva caricò il colpo e scagliò la mina.
 
“Non ho paura,non ho paura…”-l’Angelo, nonostante lo spazio ristretto,sfruttò le pareti per caricare un calcio che fece fumare le superfici toccate.Naruto lo schivò accucciandosi,poi afferrò le cosce del nemico comprimendolo contro il muro-“…non ho paura… NON HO PAURA!”
Una questioni di secondi:
la mina N2 ricadde all’interno la gabbia d’acciaio senza tetto.
L’Eva lasciò andare il nemico,che tentò di colpirlo con un raggio emesso dagli occhi.
“A.T.Field!”-Naruto gridò dal suo robot,attivando la barriera di cui poteva disporre anche lui.Parò l’attacco del nemico,oramai senza speranze.
Una botola si aprì sotto lo 01,che sparì nel terreno lasciando solo il mostro esile.
La mina finalmente,insieme ad un urlo stridulo dell’Angelo,esplose ed un intenso bagliore coprì l’area di battaglia.I due piccoli soldati ce l’avevano fatta.Insieme.Davvero,senza colpi di scena dell’ultimo secondo come un’attivazione autonoma degli Eva.
Tutti tirarono un  sospiro di sollievo.

*  *  *
 

Le Entry Plug si aprirono,lasciando scorrere via l’enorme quantità interna di LCL.
Misato attendeva i due ragazzi nella sala macchine.
Appena vide i due scendere dalle gabbie corse loro incontro per complimentarsi, ma fu interrotta da un Naruto piuttosto deciso ed indignato, con le braccia conserte e gli occhi strizzati.
Lei non poté fare a meno di sorridere.

                 “Signorina Misato:voglio una tuta nuova!”
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

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Capitolo 7
*** Episodio6:L'aquila rossa che solca i mari/Vivacissimo ***


Nota di servizio:come detto nella presentazione sotto il titolo della serie,la mia fan fiction si ambienta 3 anni dopo gli eventi narrati nella serie televisiva originale,quindi, in questo capitolo
introdurrò l’Eva02 in modo analogo a quello del Rebuilt 2.0, in modo diverso però dalla serie storica. Per favore, non giudicate male,l’ho fatto solo perché mi è piaciuta la spettacolarità della sequenza. Spero che vi piaccia,buona lettura!|
 

 
   Episodio 6:L’aquila rossa che solca i mari/Vivacissimo
 
 
Sabato 3 ottobre 2018.
 
La giornata splendeva e profumava di fresco. Paragonata ai disordini del giorno prima,poi,acquistava un fascino particolare.
Naruto si affrettò a terminare la sua colazione lasciando il piccolo PenPen solo sul suo seggiolone con la scodella di cibo ad hoc. Misato era già sveglia da un pezzo,aveva dovuto eseguire una serie di telefonate per accordare l’orario della visita che di lì a poco si sarebbe svolta.
Quel giorno,la donna aveva deciso di portare i children(come ricompensa per la notevole vittoria contro l’Angelo del Vento il giorno precedente)all’immenso Ente Istituzionale Internazionale per la Salvaguardia della Fauna Marina:l’acquario più grande d’Italia ed il secondo in Eurasia,dopo quello giapponese di Neo-Tokio3. Era stato costruito sul vecchio acquario di Genova,ampliandone e perfezionandone la struttura originaria.
Dopo circa una mezz’ora  di preparativi,i due coinquilini erano pronti:Misato oggi sfoggiava una maglietta attillata rosa,sopra un giubbottino di jeans, una minigonna (piuttosto succinta) dello stesso tessuto e dei sandali a tacco alto. Anche il ragazzino aveva scelto un abbigliamento comodo e leggero:una polo  gialla , degli shorts a quadri e delle sneakers bianche.
 
“Allora,come ti senti ad andare in un posto così importante?”-chiese allegra Misato.
“Come ha detto lei:molto importante!”-rispose lui entusiasta.
 
Dopo aver preparato uno zaino per il pranzo al sacco,uscirono di casa, Naruto con in braccio il pinguino delle sorgenti termali:lo avrebbero portato con loro.
 
Fuori dal condominio li aspettava il ragazzo dai capelli striati di blu,con un coordinato appropriato:una T-shirt blu elettrico,dei bermuda scuri con un ricamo bianco e delle scarpe senza lacci a scacci blu e neri.
Come al solito,pensò Naruto dubbioso,nessun genitore per l’amico,nessun mezzo che lo accompagnasse…sembrava quasi non avere famiglia. Decise di non farci caso.
 
“Bene”-disse sorridente Misato con un gesto di incoraggiamento-“Pronti a partire,allora!”
 
*  *  *
 
Il viaggio fu abbastanza lungo:il trio dovette recarsi in macchina fino alla prima stazione ferroviaria,dove lasciarono l’auto e presero un treno monorotaia che collegasse la capitale con Genova.Il treno viaggiava sufficientemente veloce da permetter loro di raggiungere la meta in poco più di un’ora.
Quando scesero dal mezzo prenotarono un taxi che li conducesse fino al luogo desiderato.
Mentre attraversarono la città portuale Misato introdusse il museo oceanografico ai suoi due accompagnatori:
 
“Dovete sapere che quello che stiamo per andare a vedere è qualcosa di veramente incredibile.
Si tratta di un acquario di proporzioni gigantesche,che raccoglie moltissime delle creature marine che abitavano l’oceano prima del Second Impact,che ne compromise l’esistenza.”-spiegò lei eccitata.
“Quindi,vuol dire che vedremo  dei pesci veri?”-chiese sbalordito Naruto.
“Ma certamente!Sono sicura che resterete affascinati! E poi,l’ E.I.S.F.M. non è solo importante per gli stessi animali,ma anche per l’Oceano intero!Infatti,gli impianti di depurazione idrica di cui dispone gli permettono di decontaminare il mare rimasto rosso dopo la Catastrofe!”
Misato andò avanti così fino a quando,arrivati a destinazione,non dovette pagare il tassista e montare dalla vettura.
 
La vista che si offriva ai tre era ancora più impressionante di quella descritta dalla sig.na  Katsuragi:
Una struttura metallica di proporzioni spropositate occupava la quasi totalità della zona portuale, trafficata da yacht e motoscafi ultramoderni. Tubi di alluminio,ventole giganti e sistemi di pompaggio affioravano dal corpo centrale dell’acquario per immergersi in un mare dalle acque limpide e cristalline. All’orizzonte,tuttavia, capeggiava l’inquietante striatura scarlatta del mare segnato dal Secondo Impatto.
 
Un uomo in divisa nautica bianca e blu li salutò con una mano da lontano e venne loro incontro.
Misato scambiò quattro chiacchiere emozionate con l’ufficiale in un Italiano passabile. Dopodiché, furono scortati all’interno del grande portone d’acciaio rinforzato che fungeva da ingresso.
 
You are very lucky to visit the aquarium in private time! You have to thank your nice mum!”- disse l’uomo rivolto a Naruto e Cris.
Quando non se ne accorse,i tre si guardarono e tentarono di soffocare una risatina: quell’uomo aveva scambiato il colonnello in gonnella per loro madre!
 
I due ragazzi cominciarono a preoccuparsi quando gli venne imposto di entrare in una stanza con l’insegna: “Purification room”.
In pratica dovevano entrare e spogliarsi fino a restare in slip(con grande imbarazzo di entrambi),poi dovevano affrontare la terribile esperienza di una doccia gelida. Successivamente dovevano immergersi in una piscina a con un tasso estremamente alto di cloro ed asciugarsi con un sistema di ventilazione rovente .
Poi i ruoli si invertivano:doccia bollente,tuffo in acqua clorata, potente asciugatura con aria  a dir poco invernale. Dopo aver rischiato un paio di volte una sincope,i due riuscirono ad uscirne indenni con indosso solo una vestaglietta leggera bianca ed un paio di scarpette di gomma. In tutto questo il pinguino rimasto sino ad allora con Naruto aveva dovuto subire lo stesso orribile trattamento.
Misato li attendeva fuori allo stesso modo,per niente turbata.
“Direi che ora potete divertirvi come preferite!”-li incalzò lei.
I ragazzini non se lo lasciarono ripetere ancora:cominciarono a muoversi di vasca in vasca,di settore in settore, ammirando tutte le diverse specie di pesci letti solo sui testi di biologia e mai visti:i grandi cetacei(come squali,tursiopi,balenottere azzurre ecc...); i coloratissimi pesci tropicali;i crostacei e le tartarughe dal guscio duro(in qualche istante i due si lasciarono sfuggire qualche infantile commento come: “Guarda:quelli indossano qualcosa sul dorso!”);le buffe foche e lamantini, le eleganti e placide mante giganti e, per ultimi, i pinguini in una grande area che riproduceva il clima Artico.
PenPen si trovava a suo agio e, a differenza dei suoi giovani padroni, poteva permettersi di immergersi nelle vasche e giocare con tutte le diverse specie di animali o pavoneggiarsi tra i suoi simili.
I tre visitatori,specie i ragazzi,saltellavano allegramente da una vetrata ad un’altra senza sosta.
 
 
*  *  *
 
Tra una cosa e l’altra, passarono diverse ore e riuscirono anche a trovare un insospettato ristorante interno dove assaggiare le prelibatezze dei molluschi:creature fortunatamente non a rischio d’estinzione per via della loro rapida riproduzione.
 
Alle 16:00 del pomeriggio, avevano visto tutto  il complesso oceanografico,compresa una rapida visita ai macchinari di decontaminazione marina.
 
Thank you for your collaboration,sir!”-ringraziò Misato l’uomo che fino ad allora li aveva scortati attraverso l’oceano in minitura,stavolta evitando di buttarsi sul suo scarso Italiano.
 
Il trio,dopo essersi rivestito(risparmiandosi il trattamento di disintossicazione precedente), abbandonò infine il complesso.
 
Uscirono all’aperto. L’odore di salsedine era ancora forte ed il sole era caldo e piacevole. Ma anche un elemento estraneo si era aggiunto ora:il caldo era differente,afoso, torrido, pesante…carico di ferro ed elettricità.
“Che caldo insopportabile!”-sbuffò Misato
Naruto invece si sentì mancare,ma non per la fatica:quel caldo,quella sensazione di malessere e stordimento…non era la prima volta che la sentiva…e tutte le volte non era mai portatrice di buone notizie.
*Zankoku na tenshi no you mo ni…*
L’allegra suoneria del cellulare di Misato riempì il silenzio.
“Una chiamata: chi sa chi sarà…”-si interrogò lei mentre estraeva il telefono. Poi notò le poche cifre che componevano il numero dell’altro interlocutore-“ma questo…dalla NERV?!...Pronto?”
 
“Capitano Katsuragi!”- Makoto Hyuga era all’altro capo della cornetta. La voce era alta e tesa.-“So’che eravate all’EISFM e allora ho pensato di informarvi che…”
 
Uno sparo fragoroso fece tarmare il terreno e fece innalzare alte onde che investirono al banchina.
“Che diavolo succede?!”- gridò allarmato Naruto.
 
Un suono simile ad unghie che grattano su una lavagna o ad una lastra di ghiaccio che si incrina introdusse una figura slanciata nera e sottile:
Un Angelo di dimensioni immense,alto più di 300 metri, incedeva miracolosamente lento e leggiadro sulla superficie marina.
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Le gambe lunghissime e sottili apparivano costituite da spine di ferro intrecciate, e parevano congelare gli specchi d’acqua in ampi cristalli di neve.
Una nuvola di bagliori e proiettili precedeva l’Angelo nel suo inarrestabile incedere. All’orizzonte si stagliavano le sagome di grandi navi da guerra,mentre dalle acque cremisi emergevano lunghi sottomarini armati.
Gli aerei a propulsione targati ‘UN’ e ‘NERV.deutsch’ oscuravano il cielo.
 
“Ma quello…è…è un Angelo enorme!”-boccheggiò Naruto.
“Si tratta di Iirthel, il capostipite del cielo e rettore dell’acqua.”-aggiunse Cris accigliato. Naruto lo squadrò esterrefatto inarcando un sopracciglio:come sempre l’amico ne sapeva molto più di lui.
Misato intanto parlava animosamente al telefono:
“Ordinare lo sgombero dell’area urbana!Congelare il nemico con le mine NN e preparate gli Eva al trasporto via-etere. Task n.10!”
“Impossibile”ribatté Makoto-“ ci sono dei problemi,le passo Aoba.”
“Colonnello Katsuragi”-iniziò l’altra voce-“non possiamo eseguire i suoi ordini:è stata già promulgata la Task n.02.”
“Cosa?!E chi l’avrebbe  permesso?!”-chiese Misato visibilmente irritata.
 
Un grande XB-49 nero stava volando verso il campo di battaglia a mach3, proiettando ampi ombre sotto di sé.
 
Aoba rispose nettamente all’ufficiale bellico: “I tedeschi.”
 
*  *  *
 
Kinders und Evas status positiv.Synaptischen Anschlüsse effizient.Start Betrieb.(trad.Stato del ragazzo e dell’ Eva positivo.Collegamenti sinaptici efficienti.Iniziare operazione.)”-un operatore in cabina di pilotaggio dell’areo faceva sentire la sua voce nell’Entry Plug grazie alla trasmissione‘Sound Only’.
Il ragazzino,nella quasi totale penombra della capsula, respirava profondamente e con regolarità. Poi,delle scritte e dei codici virtuali riempirono le pareti dell’abitacolo,il piccolo pilota formulò la frase di attivazione iniziale :
 
Systemsprache: Deutsch. Aktivierungsequenz initiieren, Neuralverbindung etablieren und L.C.L. einleiten, Gehirnwellen und Synapsenfeinabstimmung positiv,BeginneSynchronisation!(trad.:Linguadel sistema:  tedesco. Avviare la sequenza di attivazione, stabilendo connessioni neurali e avviare L.C.L., tuning delle onde celebrali e delle sinapsi positivo. Avvio sincronizzazione!)”.
 
Thomas,bist du gut?(trad.:Stai bene,Thomas?)”-chiese l’operatore.
Ja…perfekt!”-rispose prontamente il Third Children.
 
Il ragazzino era nato a Neo-Berlin,nella Germania del  Nord.Viveva con il padre,imprenditore di una casa automobilistica,anche se era più corretto dire che viveva da solo, vista la poca assiduità paterna. La madre era morta in una sparatoria ai danni del padre, che però era riuscito a salvarsi miracolosamente. Un altro attentato terminato con il coinvolgimento di vittime innocenti. Un altro motivo in più per odiare quell’uomo che  gli era padre solo biologicamente.
Da quel momento,il bambino,nonostante avesse non più di 5 anni, si impose un regime di vita ferreo e disciplinato: non avrebbe permesso a niente e nessuno di far del male a lui o a chi voleva del bene.Sarebbe stato il  migliore,il più forte. Frequentò le migliori scuole militari tedesche e corsi di arti marziali presso un anziano uomo proveniente dal Giappone.
Il suo sensei era un individuo paziente e saggio,che aveva provato sulla sua pelle i disastri del Second Impact.
Un giorno, degli uomini in nero bussarono alla porta del tredicenne:dissero che era stato scelto per un progetto di fondamentale importanza ed avrebbe avuto la possibilità di combattere dal vivo.
Ora era giunto il  momento di salire a bordo del suo Evangelion e lottare per tutta l’umanità.Era arrivato il momento del suo riscatto.
 
Sensei,sai che mi faranno salire su un robot gigante e combattere?”-aveva esultato il ragazzino al suo maestro,il giorno della notizia-“Solo che non so come pilotarlo…hai qualcuno dei tuoi consigli da darmi?”
Dolcemente l’uomo rispose:“Io non m’ intendo di queste cose ma…”
 
“…impara a controllare le cose piccole,e controllerai le cose grandi…”-Thomas non si era accorto di aver terminato il pensiero ad alta voce.
 
Jetzt,Angriffe!(trad.:Ora,attacca!)-gli comandò l’operatore a bordo dell’aeromobile militare.
Prima il buio lo avvolgeva,poi,d’un tratto, la capsula si illuminò mostrando il panorama impressionante che si offriva da sopra le nuvole.
Il third si sentì riempire il cuore da un senso di orgoglio e forza: “Raus!
Il mecha si sganciò dalla parte inferiore del velivolo e si lasciò gettare in caduta libera.
 
“Guardate!”- Cris indicò il cielo.
In controluce,una grande sagoma scura umanoide precipitava  verso il nemico.
Improvvisamente,delle fiamme vennero generate da dei reattori posti dietro le spalle della figura.
La sagoma sfrecciò velocissima a pelo d’acqua,fendendo appena le onde con la punta dell’ala,per riprendere quota con la stessa rapidità:era rossa fiammante ed il sole,in prospettiva, sembrava quasi racchiuso tra le due piccole corna frontali.
 
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“Si tratta dell’Unità di produzione definitiva:l’Eva02! Ed indossa un equipaggiamento Tipo-F di ultima generazione!”- esclamò Misato a metà tra l’entusiasmo e lo stupore.
“E’incredibile…”- i due piloti sembravano non trovare altre parole.
 
L’Angelo notò il nuovo avversario e,allineando i due volti opposti come le lancette di un orologio,lanciò un bagliore di luce nera, facendo innalzare una colonna d’acqua che si aprì come i bracci di un crocifisso. Lo 02 schivò magistralmente l’attacco e salì fin sopra le nuvole.
 
Wir senden dir die Sonic Rifle.(trad.:Ti inviamo il Sonic Rifle.)”-dissero dall’aereo al pilota dell’Eva.
Ausgerichtet bin um die Waffe zu erlathen“(trad: sono in asse per ricevere il fucile)
Dalla pancia dell’aeromobile emerse grazie ad un meccanismo a molla una sorta di fucile-balestra.Le estremità appuntite dell’arma si aprirono di scatto e il fucile fu lanciato verso il suo armigere.
Lo 02 afferrò al volo l’arma,gli alettoni direzionali dell’equipaggiamento erano in continuo movimento per assecondargli il volo.
“Prendi questo!”-l’Eva rosso divaricò le gambe quasi seduto in volo e vi posizionò il fucile, poi fece fuoco.Un proiettile elettrostatico partì dall’arma e andò a colpire il nemico nel mezzo del volto,che esplose.Tutta la struttura metallica dell’Angelo si disarticolò e  iniziò a cadere,
“L’ha eliminato in solo colpo!”-osservò Cris
“E’ davvero imbattibile…”-disse stupefatto Naruto
“No…è una trappola…”-aggiunse Katsuragi accigliata.
Invece che schiantarsi ed affondare in mare,le componenti dell’Angelo si immobilizzarono a mezz’aria per poi ricomporsi.La sfera rossa sottostante si rialzò prendendo il posto della testa del mostro.
Was Nervensäge…”-sbuffò il pilota dello02.
Lo 02 lasciò andare il Sonic Rifle,considerato inutile.
L’Angelo lo attaccò sfoderando una serie di lunghissimi arti che parevano essere segmenti d’acciaio o catene.Uno di essi riuscì anche a sfiorare di striscio l’Eva.Il third children,tuttavia,sembrava sapere il fatto suo:schiva i colpi avversari eseguendo ampie traiettorie elicoidali e circolari,perennemente inseguito dalle appendici nere.Capriole,bruschi cambi direzionali…il pilota tedesco stava dando il meglio di se.
“Ora basta giocare!”-si disse Thomas, sicuro di sé.
Mentre ancora veniva cacciato dal nemico,l’Eva si richiuse su sé stesso e, superando in un colpo tutti i tentacoli,si ridistese tendendo un gamba in avanti.
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Thomas lanciò un grido di incoraggiamento e si scagliò verso il suo avversario:un tentacolo acuminato andò a cozzare contro la suola della scarpa,nel tentativo di trafiggerlo. L’Eva continuò a precipitare,sfondando i segmenti che componevano l’arto nemico ed utilizzando l’ultimo come uno sperone sotto il tacco.
Giunto a distanza zero,il contatto tra l’Eva e l’Angelo generò un’enorme campo anti-intrusione, che però fu facilmente forzato dal robot grazie alla punta del chiodo nero sotto alle scarpe,ora diventata rovente.
In un baleno,lo 02 sfondò la difesa nemica,penetrò con forza nella grande sfera rossa(rivelatasi più molle del previsto) e ne riuscì tenendo conficcato il nucleo del nemico,prima nascosto al suo interno,grazie allo ‘sperone di rimedio’.L’elemento SS,insieme all’intera struttura fisica del nemico, esplose in un mare di sangue.
L’Evangelion,comunque,sembrò non risentirne, anzi: si sgrullò il sangue avversario di dosso grazie ad una quadrupla capriola carpiata ed atterrò,il più delicatamente possibile frenando grazie ai propulsori delle ali.
Misato,Naruto e Cris,che sino ad allora avevano guardato la nuova comparsa eseguire con maestria tutto il lavoro,erano letteralmente a bocca aperta.
Il robot ora era ritto in piedi con le mani piazzate sui fianchi, in segno di superiorità. Nonostante il volto inespressivo del gigante rosso,si poteva tranquillamente immaginare lo sguardo colmo di soddisfazione del pilota, quando pronunciò ad alta voce:
Deutschland überalle!(trad.:La Germania sopra a tutti! )”.
 
 
 
 
 
 
 
 
  

   

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Capitolo 8
*** Episodio8:Teamwork/Scherzando ***


Angolino dei commenti
 

 
-dubious3:ah, ma allora sei un lettore affezionato!meno male!visto che è già la seconda recensione che mi lasci non posso che ringraziarti due volte:graziegrazie!XD fai bene anche ad avermi detto che la parte del salto è poco chiara:mi servirà da lezione per essere più accurato in futuro!Continua a leggere mi raccomandoJ
-KiKaTze:il tuo commento mi ha fatto arrossire*___*!
Ti ringrazio per quello che mi hai detto,sono felice che a qualcuno piacciano le mie storie,finora ho ricevuto solo 3 commenti e non ci contavo più!Come hai detto tu, non posso rivelare molti dettagli sulla mia storia ^^ però posso comunque dirti che ci saranno sicuramente anche alcuni dei personaggi della vecchia serie di NGE(speriamo non mi bannino x spoiler;-)!),però dovrete aspettare ancora un po’,hehe!
 
-NemoTheNameless: anche se non hai lasciato ancora recensioni,ho visto che la mia storia è tra le tue seguite. Mi fa piacere che la stia controllando con assiduità^^
Se ti va lascia qualsiasi commento, sia positivo che negativo sarà comunque costruttivo!Grazie ancora ;-)
 
Ed ora,come sempre,su il sipario:l’emozione continua!

 

Episodio 8:Teamwork/Scherzando.
 
Era oramai il crepuscolo.
Le sirene dei grandi automezzi attrezzati per il recupero delle Unità Eva riempivano il quartiere dove fino ad un paio d’ore prima si era consumata un’intensa battaglia. Sebbene la croce di luce si fosse ormai estinta, l’aria era ancora satura di elettricità ed atomi alieni in fermento. Gli ascensori per le gabbie dello 00 e 01 stringevano già nella loro morsa i due robot, pronti a riportarli nelle loro postazioni sotterranee. Macchinisti in tuta anti-radioattiva arancione circolavano per la strada semidistrutta, prendendo nota dei danni subiti, lanciandosi concitati ordini e scambiandosi commenti circa lo stato dei palazzi bellici da ricostruire e degli Eva. Degli aerei a repulsione marchiati ‘UN’ ancoravano, tramite carrucole,   collo, braccia e gambe dello 02(steso sul suolo)sollevandone la mole con non poco sforzo.
Una scala meccanica aveva raggiunto l’Entry Plug, dalla quale stava scendendo il pilota europeo, visibilmente affranto.

 

 
“Dovremo riparare i palazzi C-47,C-48, e A-02. I numeri A-90 e D-05 sono invece andati: dovremo ricostruirli. Per quanto riguarda gli Eva: 00 e 01 non riportano danni. Lo 02 ha solo lo 0,3% di danno superficiale, ma lo spallaccio destro è da sostituire: ordinatene un paio dalla Germania.”-Ritsuko Akagi analizzava i danni con uno degli addetti sul campo: aveva raggiunto la superficie dal Geofront, dopo che la lotta era terminata.
 La aveva seguita il capo-colonnello Katsuragi, per sincerarsi della salute dei giovani piloti.
“Come stanno loro?”-chiese Misato, ansiosa della risposta.
La bella scienziata bionda rispose serenamente,aggiustandosi gli occhiali con l’indice: “Sono tutti perfettamente sopravvissuti. L’unico che riporta ferite è Thomas:ma non credo si tratti di lesioni fisiche…riguardano il suo orgoglio…”

 

“Già...”-annuì cupa l’altra-“non sopporterà la sconfitta. Asuka era come lui:abituata ad essere la prima. Credo che la cosa che più li infastidisca non sia la sconfitta in  sé…”
“...ma quello di essere  battuti da chi ritengono inferiore.”.
Fu Ritsuko a terminare la frase:entrambe ci avevano fatto il callo.
“Devo assolutamente parlare a tutti e tre.”-concluse Misato,e si allontanò rapida verso il trio che si era riunito vicino ad un palazzo.
 
“Allora,quante altre volte vorrai rischiare la vita prima che quel tuo cervello metta a posto le idee?”-chiese sarcastico Naruto al ragazzo più piccolo.

 

“Mpf!Non avete fatto nulla di speciale:avete solo approfittato della distrazione del nemico per colpirlo alle spalle,tutto qui!Avevo tutto sotto controllo!”-rispose lui altezzoso,tentando di mascherare la vergogna ma anche la gratitudine.
“Come no!Peccato che la tua idea di ‘controllo’ equivalga all’essere sul punto di venire incenerito!”-riabbatté il biondo.
“Stavolta Uzumaki ha ragione:non puoi fare sempre di testa tua. I nemici si rafforzano di continuo per far fronte alla nostra resistenza,nutrendosi delle nostre debolezze e contrasti. Non possiamo permetterci di apparire divisi e deboli.”- i rimproveri di Cris erano sempre molto pacati,ma tuttavia incisivi ed incontestabili. Ma questo non valeva sempre,per Thomas:
“Ora ti ci metti anche tu,perfettino?!Certo, sono contento di essere sopravvissuto e la prossima volta starò più attento, ma posso farcela tranquillamente…”
 
“Vedo che state bene!”- Misato fece sobbalzare il trio intento nel discutere.
 
“Misato!”- Naruto la salutò con slancio.
“A quanto pare avete risolto la questione da soli,vero?”- Misato si chinò sul volto del tedesco,con tono allusivo.
Ja, ja… non c’è bisogno che ne parliamo ancora.”-disse lui a testa alta, sventolando una mano quasi a scacciare via il discorso.
“Anche perché credo che la prossima volta che farà il supereroe, dubito che avrà la fortuna di stare qui a parlarne…”- asserì il first, facendo chiaro riferimento alle macabre conseguenze di azioni individuali non ragionate.
Thomas aprì un occhio e squadrò,diffidente, il ragazzo dai capelli bicolore.
“A parte scherzi:”- Misato ora parlava seriamente-“d’ora in poi siete una squadra,tre ragazzi che hanno il mondo intero nelle loro mani. Siete forti e coraggiosi,questo sì, ma non siete infallibili. Nessuno di noi lo è. Siamo umani, individui uniti per tentare di sopravvivere,giorno dopo giorno. Le divergenze personali e le scaramucce infantili non sono ammesse:dovete essere non tre, ma uno solo.”
“Però così non c’è gusto!Le lotte contro gli Angeli sono solo palcoscenici su cui interpretare il ruolo di protagonista! Non si ci può divertire, in questo modo!”-si lamentò Thomas, stiracchiandosi.
“Siamo in guerra:il divertimento è un lusso che non ci è concesso.”
Misato fissava intensamente i giovani davanti a lei. Stavolta, anche nei loro occhi c’era la stessa sicura consapevolezza,non stavano più litigando.
Misato si sentì soddisfatta di sé stessa ed aggiunse: “Ottimo!Mi pare afferrato il concetto. Ora che ne dite di andare a mangiare?!”
Alla parola ‘mangiare’ Naruto si accese d’euforia:
“Cucina giapponese,oggi!”
Cris e Thomas sospirarono:con lui funzionava solo ciò che poteva finire sotto i denti. Misato fece un gesto enfatico con le braccia e li scortò fino alla macchina.
Da lontano,Ritsuko li guardava incuriosita:questi nuovi piloti promettono bene:sono sicura che ci divertiremo,stavolta…

 
*  *  *
 
“E così il pilota dell’Unità 02 ha rischiato la vita, mmh?”- l’ologramma dell’Uomo dal Naso Aquilino prese la parola.
 
“La sua azione è stata irrazionale:non tarderò a redarguirlo come si conviene.”-il comandante Ikari parlava ai Membri con il suo solito tono ambiguo.
 
“Mpf! Non sottovalutate Gneisenau:è uno dei nostri migliori elementi.”-un uomo dalla mascella volitiva,rappresentato dal colore rosso,sbuffò. Parlava con un accento nord-europeo.
 
“E’ inutile che difendi il tuo pupillo,Schröder!”- l’Uomo Blu Scuro con l’accento d’oltreoceano schernì il collega.
 
“Taci,Fitzgerald!Il tuo pilota non ha neanche passato il test attitudinale!”-lo ammonì il Rosso.
 
“Solo la prima volta!Ora ce l’ha fatta…”-protestò il Blu,in difficoltà.
 
“SILENZIO!”- l’Uomo col Visore tuonò,terminando la disputa-“Non avete motivo di preoccuparvi. Tutto,finora,sta prendendo la giusta piega:piccoli inconvenienti come l’euforia infantile di un bambino non sono elementi che possono procuraci serie noie. E poi,non è lui il ragazzo che ci interessa. Non ho intenzione di ripetermi…”
 
 
“Ad ogni modo,”- Ikari riprese la parola- “mi meraviglio di voi,Compagni. La  SEELE ha un solo  obiettivo,tutto il resto è solo contorno. Ci sono ancore molte occasioni per agire correttamente.”
 
“Ben detto,Ikari!”-lo sostenne l’Uomo col Visore-“Ora abbiamo discusso abbastanza:possiamo ritenere conclusa la riunione.”
 
Il Consiglio si sciolse al suono di:
Überm Sternenzelt richtet Gott, wie wir gerichtet!
 
Le luci si riaccesero e Fuyutsuki si avvicinò come di consueto al suo comandante:
“Stavolta hai preso le difese del third. Cosa c’è, cominci ad addolcirti, Ikari?”
“Certo che no.” -tagliò corto l’Uomo con gli Occhiali- “Solo non ho tempo per sentire gli inutili discorsi dei Membri del Consiglio. Le loro sciocche manìe cominciano a seccarmi…”
Il vicecomandante guardò rassegnato il suo collega.
 
*   *   *
Ore 08:05 A.M. Istituto scolastico Internazionale Marduk.
 
 Il suono acuto del fischietto dell’arbitro segnò l’inizio del set.
Un bel sole splendeva in una prima mattinata di un lunedì di Ottobre,scaldando leggermente l’aria pungente.
Come sempre,i compagni dei children erano sempre così sereni, estranei al vero mondo, probabilmente erano più meccanici loro che gli stessi robot della NERV:vivevano la loro vita con apparente apatia,subendo passivamente quanto accadeva loro intorno. Tuttavia,l’ora di Educazione Fisica era l’ora del riposo per tutti:perfino Naruto,Cris e Thomas preferivano  giocare assieme ad i compagni di classe, che rimuginare su fatti esclusivamente drammatici. Solo che loro, a dispetto della spensieratezza,vivevano davvero:sapevano le cose belle che li circondavano,ma anche cosa si annidava negli Oscuri Paradisi che minacciavano di volta in volta l’esistenza di coloro che solevano definirsi umani.
La palla immacolata volava ritmicamente oltre la rete tesa a metà campo.
Le agili gambe nude sotto i pantaloncini degli alunni balzavano sul campo di cemento del cortile. Piccole gocce di sudore imperlavano la fronte dei giocatori,mentre le loro sottili braccia colpivano il pallone come muri d’acciaio.
I children giocavano, casualmente, nella stessa squadra.
Tre passaggi tra i giocatori della squadra avversaria, una schiacciata, Thomas saltò per murare il colpo avversario ma Naruto già si stava preparando per ricevere la palla con un Baker. Il risultato fu un nulla di fatto: i due si scontrarono e la palla rotolò sul loro campo, segnando un punto.
“Ma sei scemo?!”- ringhiò Thomas al compagno a terra- “Non hai visto che stavo per murare?Che diavolo vai facendo!”
Cosa?!E da quando si mura prima ancora che gli avversari tirino la palla!Mi sei venuto addosso!”-protestò Naruto.
Alla vista dei due litiganti i compagni di classe rilassarono i muscoli, smettendo di giocare, ed iniziarono a lamentarsi sonoramente. Cris, esasperato, si passò una mano tra i capelli,con gli occhi chiusi,e sbuffò.
“Ragazzi,ragazzi!” -il prof. fischiò e fece tacere la classe- “E’ solo un gioco! La partita è appena iniziata e vorrei ricordarvi che siete una squadra! Cercate almeno di non uccidervi prima della fine della mia ora!”-aggiunse poi l’uomo in tono ironico.
I giocatori tornarono alle loro posizioni.
Thomas borbottò qualcosa come: “Es ist sinnlos, mit dir reden,du Arschloch!
Naruto,ormai abituato alle uscite del ragazzino, riuscì a tradurre: “E’ inutile parlare con te…”.L’ultima parola non la riconobbe, ma intuì che doveva trattarsi di qualcosa di poco educato,visto il tono utilizzato per pronunciarla. I due si fulminarono con lo sguardo,poi un fischietto segnò la battuta avversaria.
La ragazza  dell’altra squadra lanciò la palla con un gesto elegante del braccio e saltò leggermente,lasciando che la gonnellina bianca si sollevasse maliziosamente. La sua mano colpì forte la palla che volò verso i giocatori opposti.
Stavolta la situazione migliorò:gli altri compagni di classe furono i primi a ricevere il pallone. Quando venne nuovamente respinto dagli avversari, Naruto eseguì un palleggio verso l’amico tedesco. Thomas tentò di saltare per fare la sua mossa,ma la palla era troppo alta e riuscì solo a deviarla verso la zona destra del suo campo. Per fortuna,Cris riuscì ad intercettare e salvare la palla:con un unico,continuo movimento, spiccò un salto -il corpo curvo come la pennellata di un pittore esperto- ed eseguì una schiacciata da manuale,mettendo a segno un punto.
I compagni di squadra gli batterono le mani,tranne i due children, rossi di vergogna.
Il first li guardò e si aggiustò la frangetta,soddisfatto.
 
*   *   *
 
Periferia di Neo-R2(nome in codice:Area 2-0-3).Stessa ora.
 
Le urla dei passanti e la confusione generale colmavano le vie e le piccole case. Gli altoparlanti,che annunciavano lo stato d’emergenza, erano a malapena udibili. Una ventina di caccia militari ed elicotteri dalle ali direzionali occupavano lo spazio aereo,facendo fuoco contro il nemico.
Le torrette lancia-razzi nascoste nel suolo rivelarono il loro arsenale:delle granate e siluri volarono verso il loro obiettivo,ma vennero bloccate da una barriera che si mostrava in tutta la sua lucentezza solo al contatto con le armi.
Dei grossi carri armati,posti lungo il versante di una collina, fecero fuoco all’unisono. Vennero spazzati via da un raggio a traiettoria semi-circolare.
 
“Dannazione! Non riusciamo neanche a superare le difese nemiche!”-il generale delle truppe militari italiane imprecò dalla sua postazione appartata: un  bunker temporaneo lontano qualche centinaia di metri dal campo di battaglia. Un ufficiale lesse dei dati analizzati da una macchina:
“Abbiamo perso già dieci uomini, ed i mezzi con comando a distanza sono già stati dimezzati. Il nemico incede libero da ostacoli importanti; di questo passo  raggiungerà la città in meno di mezz’ora.”
“Qui sotto non arriva nemmeno il Geofront: la popolazione non ha posti sicuri dove rifugiarsi!”-rifletté preoccupato il Ministro della Difesa-“Non ci resta che far intervenire le Forze Speciali!”
“No!”-lo interruppe il generale-“Possiamo cavarcela da soli!”
“Signori,”-l’ufficiale minore richiamò l’attenzione-“una telefonata. E’ dell’Agenzia.”
“Parli del diavolo…”-grugnì il Ministro-“da qua!...Pronto?!”
 
La voce dura ed impostata di un uomo parlò dall’altro capo del telefono:
“Signor Ministro,”-era Gendo Ikari -“ i suoi inutili tentativi di arginare il nemico stanno solo peggiorando le cose, le armi convenzionali non sortiscono effetto. Dovreste averlo imparato,ormai.”
“Ah sì,Ikari?Guardi che non ho intenzione di farmi dare degli ordini da lei!Se proprio ci tiene a rubarci la scena,perché non fa’ intervenire i suoi bambolotti?!
“Certo che no.”- asserì’ il Comandante,lapidale.
“Come…?”-il Ministro era incredulo.
“Gli Eva non sono giocattoli usa-e-getta. Sono le armi più avanzate di cui dispone il pianeta,e sono costosi. Il Governo Militare può cavarsela da solo.”
“Ma se ha appena detto che…”-balbettò l’altro
“Avete le Mine.”-lo anticipò Gendo.
“Ma non adesso!”-protestò il Ministro
“Sono appena arrivate.”-la frase sommessa di Ikari pose fine al discorso.
Gli ufficiali militari guardarono fuori dal bunker.
Una piccola luce precipitò sull’Angelo. La luce esplose,in un’onda d’urto che sradicò gli alberi e polverizzò il terreno sotto il mostro.
Quando si ripresero dallo spavento, i militari poterono osservare il nemico, seppur ancora parzialmente integro, immobile sulla scena; pietrificato.
 
*   *   *
 
“Bene arrivati!”-Ritsuko salutò i children e Misato, saliti sul ponte di comando,con un caloroso sorriso.
I due comandanti degnarono appena i nuovi arrivati di uno sguardo.
“Uff, che fatica!”-ansimò Misato,piegata su se stessa,esausta -“Ho  fatto una corsa per prenderli da scuola. Se continuo a prelevarli prima della fine dell’orario, il preside mi rimprovererà!”
“Non succederà, tranquilla. Quella scuola la paga la NERV.”-la rincuorò la dott.ssa, con un sorrisetto malizioso.
“Ad ogni modo,”-riprese Katsuragi, ricomponendosi-“com’è la situazione?”
“L’Angelo si sta rigenerando. Mancano 23 ore, 1438 minuti e 86300 secondi al decongelamento.”
Ritsuko sentì anche l’esigenza di chiarire che, nonostante l’enfasi dei dati, mancava relativamente poco.
“Di che tipo di Angelo si tratta?”
“Offensivo. Credo di livello Keter:possiede tre volti,ognuno dei quali capace di attacchi differenti. Agiscono indipendentemente l’uno dall’altro, tuttavia è possibile calcolarne con un margine di errore dello 0,000001% l’attimo di riposo comune.”-si spiegò la scienziata.
“E quale sarebbe?”-chiese Misato.
“Dunque,analizzando il numero di attacchi eseguiti e la durata dello scontro, posso affermare che...”
“…una ogni 5 secondi per 0,5 secondi.”-Maya aveva terminato la frase controllando il risultato sul MAGI.
“Esatto, Ibuki. Brava”- si complimentò Akagi.
“Grazie, senpai.”
“Da cosa lo avreste capito?”-domandò diffidente Naruto
Akagi tentò di semplificare un discorso che non poteva esserlo: “Vediamo…studiando la struttura dell’Angelo, abbiamo scoperto che è quasi totalmente cavo. Al suo interno sembra solo esserci il nucleo, che prende posto nella zona celebrale, ed una sorta di pendolo organico composto da DNA e cesio.”
Cesio?”- Thomas esigeva una risposta di conferma.
“Sì”-rispose stavolta Misato -“si tratta di un elemento altamente radioattivo”
“Il cesio compie,in un secondo,9.192.631.770 oscillazioni. Questa sorta di pendolo al cesio è collegata all’elemento SS del nemico,e gli consente di sferrare un colpo ogni 1000 oscillazioni,vale a dire circa 9192632 attacchi al secondo, di continuo..”
Naruto si lasciò sfuggire un fischio.
“Tuttavia, ogni 5 secondi il numero si approssima in modo tale che il pendolo rallenti, non porti più informazioni all’Angelo, crei uno scarto di mezzo secondo tra un colpo e l’altro e annulli capacità difensive ed offensive del mostro.”
“Un momento…”- rifletté Cris, assorto-“allora il nostro nemico…è una specie di Orologio Atomico!”
“Precisamente.”
“Efficiente come al solito!”-scherzò Naruto dando una pacca amichevole sulla schiena del ragazzo.
“Il vostro compito è avvicinarvi il più possibile ad esso,resistendo ovviamente ai suoi colpi,e colpirlo simultaneamente nel suo momento di debolezza.”
“Sembra facile!”-azzardò Thomas
“Non lo è,te lo assicuro.”-lo ‘rincuorò’ la bionda.
 
*  *  *
 
Nelle successive ore Misato si adoperò per formulare un piano d’attacco efficiente. La strategia consisteva nell’assegnare ad ogni pilota una delle facce del mostro: il volto dalle fattezze di donna,quello di colorito rosato e che colpiva utilizzando una miriade di proiettili luminosi, doveva essere contrastato dallo 02; il volto maschile,di color bianco,in grado di utilizzare colonne di fuoco dal terreno, doveva essere affrontato dallo 01; il volto mostruoso,di color nero e dotato di un micidiale raggio-laser circolare, dallo 00.
Il tempo stringeva, ed i children non disponevano dell’addestramento necessario.
Misato era dell’opinione che un’offensiva analoga a quella di tre anni fa sarebbe stata sufficiente,ma doveva adattarla alla situazione. Pensò di ritirare fuori la vecchia strategia dell’attacco su base musicale, ma decise di apportare le dovute differenze: le basi musicali sarebbero dovute essere 3(una per ogni pilota),in modo da accompagnare meglio i movimenti dei piloti durante il combattimento. Inoltre, anche il metodo di attacco sarebbe dovuto essere differente: lo 00 avrebbe dovuto aspettare il momento adatto per colpire,armato di un fucile di precisione; lo 01 si sarebbe avvicinato armato solo di un’ arma da taglio e lo 02 avrebbe respinto i colpi avversari con uno scudo,per poi attaccare il nemico con l’Equipaggiamento Tipo-B.
Per far sì che i tre ragazzi avessero lo stesso tempo, Misato li portò a correre in un parco,annotando i tempi. Poi diede ad ognuno di loro rompicapi risolvibili con metodologie diverse,ma tutti nello stesso numero di secondi. Tutto questo doveva essere eseguito ascoltando con un iPod tre diversi stili di musica.
A tarda serata, il trio era stremato: i muscoli fascicolavano, i nervi pulsavano ed ogni fibra del corpo era in dolorosa tensione.
 
“Oggi siete stati veramente bravi, ragazzi.”-si complimentò Misato, seppur dispiaciuta della fatica dei tre-“ L’ultima volta che ho proposto questa strategia,avevamo molto più tempo a disposizione. Il vostro impegno è stato straordinario.”
I piloti erano sdraiati chi sul letto,chi seduto a terra e chi afflosciato sulla poltrona.
Naruto tirò un lungo sospiro di rilassamento: “Qualcosa mi dice che dovrete raccogliermi col cucchiaio…”
Gli altri risero. Era bello,dopotutto, avere compagnia: tutti sulla stessa barca; una barca funesta, certo, ma almeno non si era soli… perché in fondo, sono anche queste le piccole cose che possono muovere il mondo.
“Qui in Italia si dice:mal comune…mezzo gaudio!”- Cris cercò di tirare su il morale a Thomas, che aveva perso la sua naturale alterigia.
“Da noi invece si dice solo che sono stanco!”- si lamentò l’altro,ridotto ad una gelatina umana.
“A proposito:sono pronte le vostre nuove tute Naruto e Cris.Domani, comunque, non andrete a scuola,ma solo per questa volta!”-disse Misato.
Gli sguardi dei tre ragazzi si accesero di felicità, ma dovettero cambiare radicalmente espressione quando Misato li informò che il giorno dopo si sarebbero dovuti svegliare all’alba,per assicurarsi che ricordassero il piano alla perfezione.
“Così non vale…”
“Non è giusto…”
“Che rottura…”
Misato li guardò e, sorridendo in modo chiaramente allusivo, aggiunse:
“Visto che non andate a scuola dovrete pur pagar pegno!”-i tre la guardarono con gli occhi ridotti ad una fessura- “E questo è un ordine, hehe!”
 
*   *   *
 
Ore8:05 A.M. Periferia di Neo-R2(nome in codice:Area 2-0-3).
 
I tre Evangelion erano disposti secondo gli ordinamenti:
L’Unità viola era nella stessa posizione di uno scattista, a pochi passi da essa era poggiata a terra la sua arma:una Thunder Spear, ripiegata.
Lo 02,invece, poggiava su un ginocchio, impugnando uno scudo enorme e giallo(recuperato e rinforzato dall’Operazione Yashima di tre anni prima).
Il gigante blu stava con il corpo tra due palazzi,mantenendosi in equilibrio con un piede sulla facciata del palazzo difronte, e imbracciando un Positron Rifle  di precisione.
L’aria fresca della mattinata grigia poteva avvertirsi anche a brodo dell’Eva.
Naruto sentiva leggermente freddo. Si strinse nelle spalle. Il movimento eseguito con le braccia produsse un suono gommoso dalla plug suit.
Naruto osservò la sua nuova tuta:come aveva espressamente richiesto, la tuta era di ultima generazione ed aderiva come una seconda pelle. Dalle forme tondeggianti ed eleganti, la parte superiore era nera mentre il ventre e le gambe arancioni. Sempre di nero erano anche alcune finiture sull’addome,ginocchia ed avambracci.
Quella di Cris invece aveva anch’essa la parte superiore nera, sotto era grigio-canna-di-fucile.
Naruto iniziò a pensare alla prima volta che era salito sull’Eva:completamente spaventato, si era salvato solo per un caso fortuito. Quella volta, il parziale risveglio dello 01 gli aveva infuso determinazione e sicurezza. Ora era già la quarta volta che combatteva e, sebbene se la cavasse, nutriva ancora quella soggezione che si prova anche tutti i primi giorni di scuola.
“Come vi sentite ragazzi?”-chiese Misato,aprendo un collegamento video all’interno delle cabine di pilotaggio.
“Come sempre.”- a Naruto non veniva in mente niente di meglio
“Gut,gut, Danke!”-ringraziò noncurante Thomas.
Poi, un altro collegamento si aprì di fianco a Thomas: era il comandante della NERV.
“Vedi di non procurarci altri danni,tu. Non siamo all’asilo.”-detto ciò Ikari tagliò il collegamento così come lo aveva acceso.
Devo essere più attento…se continuo così mi toglieranno l’Eva…-pensò con rammarico Thomas.
 
“Tasso sincronico dei piloti: 50% per tutti!”.Makoto lesse i dati del Magi.
“Gli Eva sono stati riparati al 100%. Contaminazione mentale non pericolosa.”-Maya sembrava tranquilla.
“Bene!Ragazzi,tenete a mente il piano!”-ordinò il colonnello.
“Misato,sei sicura che funzioni?”-chiese Ritsuko con un’espressione assai contrita.
“Solo se mi hai dato le informazioni giuste!”-scherzò l’altra.
“I miei dati sono sempre impeccabili!”-si stizzì le dott.ssa.
“Allora non c’è nulla da temere!”- Misato si voltò verso i collegamenti degli Eva sui megaschermi-“Mancano 3 secondi al decongelamento.”
 
Il tempo passò più veloce del previsto:il mostro tricefalo ruppe l’escara di pietra che lo ricopriva con un bagliore e ricominciò, incurante di tutto, la sua marcia di distruzione.
 
“Naruto.Cris.Thomas.Abbiamo tutti bisogno di voi…per compiere un miracolo…”-li incoraggiò Misato.
“Arriva!”-avvisò Aoba.
 
Appena l’Angelo privo di arti entrò nell’area selezionata per l’attacco,i palazzi si aprirono e i mezzi militari iniziarono l’operazione.
Le granate incendiarie ricaddero in direzione del mostro, esplodendo a contatto con l’A.T.Field. I colpi sparati dai cannoni dei carri armati tentarono di colpire la cuspide inferiore del nemico,venendo anch’esse respinte.
 
“Aspettate…aspettate…”-Misato teneva a bada i piloti,trepidante per il momento adeguato per sferrare il colpo decisivo.
 
Il mostro avanzava lentamente senza sferrare colpi:evidentemente non  riteneva i mezzi bellici al suo livello.
Poi, d’un tratto, la sua furia esplose in tutta la sua distruttività.
 
“Aspettate…ORA!”
 
Al comando della donna, 02 e 01 scattarono in avanti,l’Umbilical Cable precariamente collegato.
Naruto incespicò leggermente ed afferrò la Thunder Spear: la baionetta si allungò e la sua punta si illuminò dello stesso colore di un Prog.Knife.
Thomas, cercando di non intralciarsi i movimenti con l’enorme scudo, iniziò ad avanzare a testa bassa verso il nemico.
Cris, invece aspettava il suo momento. Davanti al lui, degli spessi muri d’acciaio corazzato si innalzavano a distanze regolari:avrebbero dovuto proteggerlo fino a quando l’Angelo non si fosse sufficientemente avvicinato.
 
Alla base Ritsuko contava i secondi: “1…2…”
 
Il nemico,accortosi dei tre, diresse i suoi colpi verso di loro:la bocca del volto femminile si spalancò e diversi milioni di proiettili crociformi di luce vennero sputati contro lo 02; la faccia maschile fece lampeggiare gli occhi e delle torri di fiamme bluastre fuoriuscirono dal suolo come geyser.
La faccia mostruosa, invece, lanciò dall’unico occhio un raggio intenso che squagliò subito 2 dei venti muri rinforzati davanti allo 00.Il terzo iniziava già a cedere.
 
“…3…”
Naruto corse a zig-zag, schivando i colpi avversari, brandendo in basso l’arma.
Thomas, avanzando a velocità leggermente inferiore, respingeva le piccole spine di luce. Tuttavia, il suo monitor segnava già il 20% di danno sulla superficie dello scudo.
Cris attendeva impassibile,con il visore di precisione del sedile calato sugli occhi.
 
“…4…”
 
“Ci sono quasi!”- Naruto esultò essendo molto vicino all’aversario. Spiccò un salto, puntando la lama della baionetta verso l’Angelo.
 
“No, non è ancora il momento!”- Misato urlò spaventata.
 
Il volto maschile di pietra sorrise ed una colonna incandescente venne vomitata dalla strada,investendo in pieno petto lo 01.
“Aaaaaaaaaaaaaaaah!”- Naruto gridò dal dolore e venne spinto molti metri addietro.
 
“Danno del 30% allo 01”- esclamò Maya.
“:..5.Ora era il momento!”-Ritsuko battè un piede a terra e poi si laciò sfuggire un’imprecazione.
 
“Ora ci penso io!”- Thomas inchiodò difronte al nemico, pronto a colpirlo.
Lasciò andare lo scudo da una mano,con la quale sfoderò il coltello dividi-atomi, ed affondò un colpo in bocca all’ Angelo.
 
“L’ha colpito!”- Naruto , atterrato, esultò con un po’ di dolore al costato.
 
“No, non funzionerà…”- Misato sapeva cosa aspettarsi.
 
Lo 02 si allontanò per precauzione…e fece bene.
 
 Il volto dell’Angelo sviluppò grosse protuberanze dove prima c’èra la ferita, poi, le pustole si appiattirono riformando la struttura originale dell’Angelo.
 
“Scheiße!”- imprecò il tredicenne.
 
Passato il mezzo secondo di pausa, il nemico ritornò a sferrare i suoi 9192632 proiettili al secondo, facendo arretrare lo 02: lo scudo parzialmente infranto. Subito dopo,  la faccia nera lanciò il laser,facendolo curvare alla rotazione dell’occhio. Stavolta, la traiettoria del raggio avrebbe falciato palazzi, barriere e 00 stesso. Per fortuna, altri palazzi-esca sorsero dal Geofront, facendo perdere forza e velocità al colpo, che andò a sbattere,in ultimo, contro il campo anti-intrusione dell’Eva blu-grigio.
 
“Lo scudo non reggerà a lungo e abbiamo perso già molti palazzi militari. Inoltre, lo 01 non è riuscito a sviluppare l’A.T.Field perché colpito dall’attacco nemico a piena potenza!”- Makoto lesse il più in fretta possibile i dati analizzati dal MAGI, in modo da non sprecare tempo prezioso.
“Non importa!Ricominciamo a contare:1…!”-lo interruppe la Akagi.
“Ikari, sembra che questo nuovo Angelo ci stia dando problemi. A quanto pare loro sono davvero intenzionati,stavolta.”- Fuyutsuki parlò all’orecchio del suo comandante con il solito tono affabile.
Quest’ultimo non rispose , m si limitò ad un piccolo sorriso malevolo sotto le mani giunte.
 
“..3…”
 
“Stavolta non mi freghi!”- Naruto ruggì e si scagliò nuovamente  verso l’avversario, il quale, stridendo, sferrò i milioni di colpi incendiari.
Contemporaneamente, il volto demoniaco lanciò un terzo attacco sfondndo i tre quarti delle barriere dello 00. Cris poteva avvertire ogni sua fibra dei polpastrelli formicolare attorno alle leve della cabina.
Intanto lo 02 aveva provato una diversa strategia d’attacco:inclinando leggermente in avanti lo scudo, poteva respingere e deviare i proiettili luminoso contro la loro stessa fonte.
“Aaaaaaaahaaaaaaaaaa!”-con un unico,  lungo salto, Naruto sorpassò  le colonne di luce e tentò nuovamente di colpire il nemico,che si parò con la sua barriera.
 
“…3,98: ora però è troppo presto!”-lo rimproverò Akagi.
“No,aspetta.”-disse Misato in uno slancio d’ottimismo-“se il nemico si protegge…non può attaccare!Ragazzi tra un secondo potete attacare”
Ritsuko non voleva credere di non aver pensato a qualcosa di così basilare.
Mentre Naruto puntellava la barriera dell’Angelo, in modo da tenerlo occupato,Thomas avanzava lentamente,lasciando che il nemico si ferisse con le stesse armi.
 
“…4…”
 
Il poderoso raggio del volto monoculare finì di sfondare le barriere d’acciaio. Quando fu a pochi metri dallo 00, Cris sentì le sue dita scattare istintivamente sul grilletto delle leve. A mezza voce e con tono di sfida, il ragazzo dai capelli striati disse: “BANG!”
Il raggio a positroni venne emesso dal fucile con un rinculo che fece affossare ,fino alla cintola, lo 00 nel palazzo retrostante. I due colpi si  scontrarono: il celeste dei positroni con il rosso intenso dell’Angelo. Le diverse composizioni atomiche fecero sì che i raggi si annodassero come le spirali di un DNA.
 
“…5!”
Anche al quartier generale la tensione era alle stelle:non una parola, non un commento se non il contare della Akagi.Tutti trattennero il respiro.
L’A.T.Field del mostro collassò .La punta della Thunder Spear si piantò con veemenza in mezzo agli occhi. Poi, Naruto fece sganciare l’aculeo dal resto dell’arma e scappò lateralmente.
Lo 02 lasciò andare lo scudo,ora ridotto solo ad una piccola porzione, e scattò in avanti,sganciandosi il cavo ombelicale per agevolare i movimenti.
Ora vicino all’Angelo, Thomas lo lacerò con il Progressive Knife e fece infilzare i proiettili acuminati nascosti nella bocca del mostro.
Il raggio del tricefalo si dileguò e quello dell’ Eva ebbe il sopravvento:raggiunse in linea retta il suo avversario sfondandone il volto.
Tre urla disumane superarono il frastuono dei colpi ed il mostro esplose nella più grande croce di luce vista sino ad allora.
L’onda d’urto fece cadere rovinosamente a terra 01 e 02.
 
Alla base, per una volta, lasciarono da parte i formalismi d’ufficio e , alzandosi dalle loro postazioni, applaudirono ed esultarono fragorosamente ai tre piccoli eroi.
Misato aveva le lacrime agli occhi:aveva davvero temuto di non farcela.
Ritsuko lo stesso, ma tentava di nasconderlo abbassando lo sguardo.
Il Comandante ed il suo vice, tuttavia, non si scomposero:si alzarono dalle sedie e lentamente si avviarono verso un ascensore,inosservati.
 
Naruto,Cris e Thomas aprirono vicendevolmente i loro collegamenti nelle loro cabine.
Il biondo aveva una ferita alla fronte e sul punto di svenire ma non lo fece.
I tre si guardarono e dissero,alzando il pollice in segno di vittoria:

     “WE ARE GOLDEN!”

 
Ikari disse a Fuyutsuki,in una angolo della stanza: “Vieni, la SEELE vorrà discutere.”
“Non sei nemmeno un po’ contento di questi ragazzi?Non è scontato, il loro operato.”-chiese il più affabile Kozo.
“Mpf! Figurati. Ho altro a cui pensare…”
 
Il vice lo guardò e sorrise,certo di aver intuito nel tono di voce dell’amico qualcosa di diverso dalla solita durezza….
 
 
 
  

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Capitolo 9
*** Episodio7:Presunzione/Vivace ***


Angolino dei commenti:
 

 
dubious3: graaaaaaaazieeeee!

 

finalmente il mio primo recensore,  sono commosso Y_Y!
Sono contento che ti sia piaciuta la storia e che non l’abbia resa  noiosa. *si rotola a terra e parte a razzo verso il cielo*.  
Visto che non sai molto di NGE non posso che consigliarti di vedertelo o cercarne il significato su qualche sito!
Speriamo,  come hai detto,   di ricevere ancora molte altre recensioni! ^^
Ed ora… su il sipario e via con la storia: l’ emozione continua!
 

 

Episodio7: Presunzione/Vivace
 

Domenica 4 ottobre 2018.  Ore 6: 00P. M.  Settore 3,  sala macchine. NERV. Neo-  R2
 
La base traforata del terzo cilindro di vetro dell’hangar della NERV si aprì trasversalmente e l’enorme automa tedesco salì lentamente all’interno della sua gabbia.  Le  strutture metalliche di sicurezza avvolsero torace,  ventre e ginocchia dello 02 mentre le morse di bloccaggio ancoravano i supporti sulle spalle e lungo le braccia.  La  testa del robot si chinò mollemente in avanti lasciando aprire la zona cervicale e rilasciando l’Entry Plug.
Un drappello di macchinisti si accalcò intorno alla parte superiore del robot, salendoci sopra per aiutare il pilota a scendere dalla capsula striata-  in ordine-   di nero, rosso e giallo.
Nel grande spiazzo antistante le tre Unità Eva,   trafficato da veicoli attrezzati,  il colonnello Katsuragi e gli altri due piloti attendevano impazienti il nuovo arrivato.
Misato aveva deciso di accompagnare i piloti alla base, per far conoscer loro l’operatore del nuovo Eva comparso il giorno prima.
“Siate gentili con lui, è  perfino più giovane di voi.  Inoltre, sembra che questi piloti nord-  europei abbiano il sangue caldo…non fatelo arrabbiare OK?”-  disse Misato con un sorrisetto poco convinto che lasciava intendere una certa preoccupazione per i rapporti inter-  personali giovanili.
I due ragazzini, dal canto loro, provavano la stessa soggezione verso quel misterioso pilota virtualmente invincibile e, palesemente,  spavaldo.
 
Dopo poco, l’ascensore adiacente all’alloggiamento dell’Eva si mosse fino a raggiungere il pavimento della sala macchine.  In contemporanea la dott.ssa Akagi uscì dal fusto dell’alta torre ottagonale,  raggiungendo la collega.
“Finalmente  siete giunti.  Il nuovo pilota è davvero bravo: oggi abbiamo provato il primo test di sincronizzazione ed aveva un tasso del 50%.  Inoltre lo 02, grazie alla ricostruzione dopo lo scontro nel Terminal Dogma di 3 anni fa, è migliorato notevolmente.  Ah eccolo che arriva…”

 
Ritsuko calamitò l’attenzione del gruppo verso un angolo della sala macchine: un ragazzetto avanzava a passi svelti e decisi verso il quartetto.  Indossava una plug suit rossa,di nuova generazione, che aderiva perfettamente al corpo magro ma ben impostato.  I capelli nocciola erano corti, ma non troppo ed i ciuffetti sulla fronte erano ripartiti in triangoli e tenuti sollevati grazie ad abbondanti dosi di gel.
Nonostante l’altezza ed il volto visibilmente infantili,  il third aveva un portamento decisamente maturo.  All’orecchio sinistro portava,  con spudorata spavalderia, un orecchino raffigurante la bandiera della patria natale.
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Hallo!” -  li salutò lui chinando il capo di lato e piazzandosi a gambe larghe.
“Bene arrivato!” -  lo salutò Misato -  “Ragazzi, vi presento l’asso dell’aviazione tedesca:   Thomas Hansel Gnaisenau,  il third children e pilota dell’Eva 02. Ha solo 13 anni,  parla quattro lingue ed è già tenente militare.  Thomas, questi sono Cristoforo ‘Cris’, Hino e Naruto Uzumaki:  i tuoi nuovi compagni”. Dopo questa presentazione, Misato aggiunse quasi bisbigliando -  “Speriamo non sia come l’altra…”.
“Wow! Ieri sei stato strepitoso contro quel brutto muso! Ti stimo! ”-  lo elogiò Naruto agitando i pugni per accentuare l’entusiasmo.
Thomas rispose con aria di superiorità:  “Natürlich! Questo perché io sono semplicemente der erst! Così come lo è il mio 02! ”
Erst? E che significa?” -  chiese il ragazzo dai capelli biondi, ignorando il significato della parola straniera.
“Ma sei scemo?! ”-  il bambino quasi gli sputò le parole in faccia-  “Erst,  in Tedesco, significa primo! Mi pare ovvio,  no?! ”
La stima di Naruto era svanita improvvisamente ed aggiunse con tono infido e malizioso:  “Beh’ più che primo direi terzo…”.
I due si stavano fulminando con gli occhi già dopo i primi cinque minuti, non sarebbe stato strano se avessero iniziato a ringhiare e a sbranarsi a vicenda.
“D’accordo, d’accordo! Per ora ve ne siete dette anche troppe! ”-  li divise Akagi,  irritata-  “Visto che siamo tutti sulla stessa barca, direi che sarebbe meglio andare d’accordo: non abbiamo tempo anche per le guerre civili! ”
I piloti si squadrarono da capo a piedi,   girando poi lo sguardo dall’altra parte, offesi.
Misato si rivolse a Cris (l’unico che fino ad allora non si era pronunciato ed aveva mantenuto un contegno): i due fecero spallucce e sorrisero divertiti.
 
*  *  *
 
Dopo i primi accesi convenevoli, Misato aveva scortato i tre ‘colleghi’ fino al terminal principale per l’uscita dal Geofront.
“Bene ragazzi, si è fatto tardi” -   Misato sospirò e poggiò le mani sui fianchi. -  “Sono contenta che tra voi si sia instaurata una buona amicizia, ma dobbiamo rincasare!”
Ovviamente Misato, per ‘buona amicizia’, intendeva il fatto che Naruto e Thomas avevano tentato di reprimere a vicenda il desiderio di assalirsi verbalmente e non solo.
“Peròòòò…. ma che peccato, sembra che dobbiamo dividerci! ”-  fece notare Naruto al teutonico alzando gli occhi al cielo ed esagerando l’ironia della frase.
“Ma di cosa stai parlando,  non sai che sei stato vertriben?”-  ridacchiò l’altro a braccia conserte.
“E adesso che significa…?”
“Significa ‘sfrattato’ “-   Cris interruppe l’amico per evitare che si ricominciasse a litigare sull’inesistente conoscenza del  Tedesco del second.
“Come sarebbe a dire?! ”-   Naruto sgranò gli occhi-  “Misato, sta scherzando vero?”
“Non preoccupatevi! ”-  disse lei ridendo ironica -  “vivrete, seppur in due piani di versi, nello stesso condominio…così non vi perderò di vista! ”
“Eh?!?! ”-  entrambi si pietrificarono alla seccante scoperta.
“Forza e coraggio, in marcia! Ciao Cris! ”-  Misato li afferrò uno per braccio e si incamminò senza tanti complimenti.  I due erano talmente poco speranzosi che Misato dovette quasi trascinarli di peso.
Da lontano il ragazzo dai capelli blu fece l’occhiolino a Naruto e, con un sorrisetto d’incoraggiamento,   mimò con le labbra: ”Buona fortuna…”.
Naruto rispose con un buffo fremito della palpebra inferiore.
 
*  *  *
 
“Finalmente a casa! ”-  annunciò soddisfatta Misato allargando le braccia, quando la combriccola si ritrovò innanzi al portone d’appartamento del colonnello.
Durante il breve tragitto in auto i ragazzi avevano tenuto il broncio senza degnarsi di uno sguardo.  Naruto odiava il fatto che un bambino più piccolo di lui si prendesse tutte quelle confidenze.  A Thomas, invece, infastidiva la poca dimestichezza dell’altro con la vita militare e con la sua lingua madre.  Tutto quello che si erano detti, all’unisono, (alla domanda di Misato:  “Cosa volete per cena?”) era stato:  “Quello che non prende lui! ”
Misato girò la chiave nella serratura ed entrò in casa, poi si voltò ed invitò i due a fare lo stesso:  “Allora,  avete deciso di restare fuori?”
“Prego,  prima tu…”-   canzonò Thomas all’amico.
“No, prima tu… prima le signore! ”-  insinuò il biondo.
A questo affronto il tedesco stava per mettergli le mani addosso,  quando le mise la donna a tutti e due: li prese per la collottola e li trascinò in casa.
Poi, lei parlò con fare autoritario:  “Come mi pare vi abbia già detto la dott.ssa Akagi, siamo tutti nella stessa situazione… quindi cerchiamo di mantenere la calma! ”-  queste ultime parole furono pronunciate tenendo la posizione ohm delle mani e con tono serafico.
“Ma lui…! ”-  riattaccò Thomas
“Sì,  ma se tu non avessi…”-  tentò di protestare Naruto.
“Silenzio! ”-  li redarguì Misato insolitamente furiosa, poi aggiunse con pacatezza inverosimile:  “adesso ceneremo insieme,  e lo faremo con gioia,  dopodiché ognuno se ne andrà a letto per conto suo, così domani potrete arrivare a scuola in orario. ”
Questa era l’altra ‘buona’notizia:  avrebbero frequentato anche lo stesso istituto.
Nonostante l’insoddisfazione, i due non protestarono: il discorso non ammetteva obiezioni.
*  *  *
 
La cena fu appagante: Misato si era impegnata, per risollevare il morale, a cucinare personalmente, con risultati accettabili.  Durante il pasto il colonnello in borghese aveva più volte tentato di avviare discorsi di ogni sorta, a volte riuscendoci, alle volte no.  Senza contare che il tedesco guardava con una certa ansia il pinguino delle sorgenti, che quella sera sedeva su un seggiolone accanto a lui.
A fine pasto, la donna girò la sedia verso l’esterno del tavolo e, allungando le gambe,  si stiracchiò vistosamente:  “Ah… che bello! Una cenetta come si deve in compagnia! Cosa si può volere di meglio?”
“Beh, in effetti…”-  tentò di annuire Naruto.
“Si, dai… poteva essere peggio…”-  continuò il tedesco.
Entrambi erano piuttosto indisposti: nonostante non potessero certo essere definiti ‘amici’, si trovavano per una volta in accordo.
La linea di separazione che divideva il trio si era leggermente assottigliata nel mentre della cena.
“Visto?”-  li incoraggiò Misato-  “Sapevo che avremmo cenato bene! Abbiamo trascorso un’ ottima serata, proprio come una vera famiglia! ”
Al dunque, i volti dei due maschietti si incupirono di botto.
‘Famiglia’: un mera parola, solo un sostantivo femminile senza un significato particolare. Un termine a cui le persone tendono a fare spesso riferimento, solo per colmare la loro insaziabile sete di autocompiacimento e di riempimento del vuoto che li circonda.
Questo,  era il pensiero, per una volta univoco,  dei due piloti.
Entrambi, per un motivo o per l’altro,  non riuscivano a comprendere il profondo significato della parola.
Entrambi avevano perso il collante speciale del nucleo familiare: l’amore.
Entrambi si erano sentiti tradire da coloro che credevano averli amati: Naruto aveva scoperto la doppiezza di coloro che lo avevano salvato dalla strada; Thomas aveva perso un madre e rinnegato un padre, e forse era peggio.
Misato si accorse subito del brusco cambiamento d’umore e,  percepita la gaffe,  si affrettò a cambiare argomento:  “Sentite,  visto che abbiamo finito,  qui ci penso io a sparecchiare… perché non vi andate a fare un bel bagno? Ci sono una vasca ed una doccia, cosi non dovrete fare i turni…”.
“Non c’è bisogno di cambiare discorso…” -  la interruppe mestamente Naruto.
“I problemi ed i fatti vanno affrontati e superati: come le battaglie contro gli Angeli.  Non si devono aggirare nella vana speranza che si risolveranno prima o poi” -  aggiunse severo Thomas.
Che sciocca che sono: dovrei essere io ad impartir loro lezioni di vita, e non il contrario… ponderò consapevole Misato. Poi si scusò:
“Vi prego di perdonarmi, ho parlato senza  riflettere…”
“No, è normale. ”-  la rassicurò il 15enne -  “Succede sempre così, quando non si sa…”
Misato volle far riflettere entrambi:  “Non dite così: non potete mai essere certi dei chi sa e di chi no.  Io ho provato l’angoscia ed il vuoto dell’assenza d’affetto dopo che lo si ha provato.  Mi sono sentita colpevole di essere sopravvissuta ai miei.  Mi sono sentita colpevole di abbandonare tre ragazzi prima di voi senza nemmeno salutarli” -  la sua voce era debole e profonda, carica di rincrescimento.  I ragazzi la fissavano, silenti.
“Sapete che vi dico: al diavolo il mondo! Quel che è stato è stato, godiamoci la vita! Gesuntheit in erster!” -   il tedesco ruppe il silenzio: stavolta era lui a non voler ricordare.  Ma gli altri non lo contraddissero.  Pavidi, ma umani.
“Ben detto! ”-  approvò il biondo.
“Bene! Credo che non ci sia altro da aggiungere: ora andate a farvi un bagno e poi a letto! ”-  ordinò lei con fare materno.
I due obbedirono.
 
La doccia purificatrice fu lunga e ristorò l’animo dei ragazzi segnati dalla guerra.  Mentre l’acqua scivolava sulla pelle, portava via con sé i brutti pensieri, le angosce, le nevrosi…lasciandosi dietro solo una mente perfettamente sgombera da idee.
Questo stato di decontaminazione mentale sarebbe perfetto per pilotare l’Eva. . . -  constatò Thomas con la sua solita manìa verso il mondo bellico.
Questo stato di rilassamento sarebbe perfetto per dormire un po’…-  pensò Naruto; ma l’ironia della frase era del tutto involontaria: dietro si nascondevano ferite non ricucite,  troppo profonde per essere rievocate.
 
 
*  *  *
 
“Allora ecco a te qualcosa per fare colazione domattina! ”-   Misato aveva allungato una busta di plastica con latte,  biscotti e posate al nuovo arrivato.
Dankischön! ”-  la ringraziò.
Bitteschön! ”-  rispose lei, in lingua.
Il trio si salutò, anche se non troppo calorosamente.
“E domani svegliati presto, non vorrai mica far tardi a scuola il primo giorno?”-  Naruto redarguì l’amico.
“Guarda che io sono disciplinatissimo… tu, anzi, vedi di non ritardarmi! ”
I due stavano per riattaccare il litigio, quando Misato tagliò corto: ”Andate a letto, bambini! Gute Nacht, Thomas! ”
Per la prima volta, Naruto ripeté l’espressione straniera, per rinsaldare un po’ i rapporti con l’altro.
“Mmmh. . . Gute Nacht. ”-  disse lui, diffidente.
Poi i ragazzi si guardarono e sorrisero leggermente.
Misato li contemplò soddisfatta.
Poi, mentre Gneisenau saliva sull’ascensore, il portone dell’appartamento in affitto si chiuse, le luci si spensero e la notte tornò a regnare sovrana, abbracciando il Mondo nel suo grembo sicuro.
 
*  *  *
 
Hallo! Guten Morgen, pigroni! ”-  la voce squillante ed infantile del third children risvegliò dal parziale torpore i due coinquilini che, nonostante fossero pronti sull’uscio per uscire di casa, erano ancora assonnati.
Come promesso, il tedesco era puntuale, anzi,  in anticipo.
Gu-Guten Morgen…”-  azzardò Naruto.
“Oh, ma guarda: allora non sei dislessico!” -  lo canzonò il ragazzino, segretamente felice di quell’abbozzo di saluto.
Naruto, però, non afferrò la compiacenza altrui.  Tuttavia,  ingoiò l’ennesima arrabbiatura tentata.
“Coraggio…” -  sospirò Misato, per niente allettata dal primo giorno della settimana -  “Tutti a lavoro…”.
 
*  *  *
 
Arrivati di fronte al grande complesso didattico,  i tre si salutarono e i ragazzi si avviarono verso il portone.
Camminarono fianco a fianco per il corridoio: Naruto si divertiva a fare da cicerone al novizio, che non sembrava però particolarmente interessato.
I due, piuttosto, si squadravano, di tanto in tanto, con una certa ansietà: entrambi stavano percorrendo lo stesso tragitto,  cosa che non sarebbe dovuta succedere vista la disparità di età: ognuno avrebbe dovuto prendere direzioni opposte.
Invece,  arrivati alla classe ‘3° A’ -   tentarono entrambi di entrare, con il risultato di scontrarsi spalla a spalla.
Cris, già in classe ed al suo posto,  si accorse dei suoi ‘colleghi’ e si affrettò a salutarli,  ma loro avevano già cominciato un’altra zuffa verbale.
“Che cosa ci fai tu qui, Gneisenau?! Non vedi che questa classe è la terza?! Tu hai appena 13 anni,  quindi ti va’ bene se puoi andare in 1°! ”-  gli spiegò Naruto, forse troppo animosamente.
“Ma sei scemo?! ”-  il solito esordio di Thomas -  “Possibile che proprio non sai niente?! Si vede che non sei abituato a viaggiare… in Germania il sistema scolastico è differente: io ho addirittura conseguito il diploma di quello che qui si chiama ‘liceo’. Io dovrei frequentare l’università!  Sentitevi onorati della mia presenza!” -  si pavoneggiò.
“Quello che dici non è del tutto corretto” -   Cris si era schiarito la voce ed aveva interrotto il bisticcio.  Visto che non poteva salutarli,  poteva almeno prendere parte al discorso -  “è vero che Naruto non ha mai fatto altri viaggi,  nonostante questo è possibile affermare che sa più cose di te. ”
“E come? Io so già a memoria la maggior parte dei vostri libri di testo. ” -  chiese Thomas certo della sua superiorità.
“Mettiamola così: facciamo finta che ci sia un numero percentuale del 100% di nozioni acquisibili, anche via libro.  Tu, probabilmente, ne sai almeno l’80%.  Naruto però, non avendo mai viaggiato,  partirebbe svantaggiato.  La sua attenuante abbassa il limite massimo di conoscenze in suo possesso del, diciamo, almeno, 20%.  Naruto, però,  conosce anche il 70% del libro: che di per sé e più della media mondiale delle conoscenze di un ragazzo suo coetaneo.  Quindi, il fatto che lui conosca 70 nozioni su 80,  vale a dire che conosce circa il 90% del libro: cioè più di te. ”
Naruto, durante il discorso annuiva convulsamente,  come ad avvalorare la difesa di Cris.
Il tedesco lo guardò esterrefatto: non riusciva ad obiettare nulla in sua difesa.
“Ed ora che ho la vostra attenzione…”-  riprese leggermente seccato Cris -  “Buongiorno”.
I compagni salutarono a loro volta, sentendosi in difficoltà per la scortesia.
Per il resto,  la mattinata trascorse nella norma: i professori furono ben lieti di avere un nuovo alunno in classe con così tanta esperienza.  Il bambino, dal canto suo, legò subito con gli altri componenti maschili della classe: la sua spavalderia e presa di posizione riuscirono a rompere i convenzionali formalismi tra individui di età differenti.
Le ragazze, poi, stravedevano (chiamandolo con soprannomi del tipo:  “Teddy”,  “Cucciolo”,  “Adolfino”, ecc. ) ma il tedesco appariva assai restìo alle sdolcinatezze del gentil sesso.
Inoltre,  i children facevano letteralmente a gara, durante le lezioni ed interrogazioni,  nel tentare di affermarsi, ognuno,  come primi della classe.
 
Dopo l’orario scolastico,  i tre decisero di pranzare in un fast-food di una nuova catena vicino alla scuola.
Poi furono raggiunti da Misato,  la quale, come abitudine, li scortò alla base per le sessioni giornaliere di test attitudinali.
 
*  *  *
 
 
“Livello di contaminazione mentale dei piloti: non significativo.  Le connessioni neurali sono coerenti. ” -   illustrò Maya dalla sua postazione aldilà della vetrata sulla sala test.  La sala consisteva in una grande vasca di liquido per connessioni con immerse tre capsule di prova per i piloti.
“Molto bene, abbassare il livello di L.C.L dello 0,3%”-  ordinò Ritsuko, osservando attentamente i risultati costantemente elaborati.
Misato osservava incuriosita i volti dei ragazzi tramite il collegamento video sul computer: sul volto del first un’espressione seria e concentrata, il second era  pacato e quasi annoiato, mentre il third non riusciva a trovare una posizione consona,  mostrando disinteresse verso la situazione.
Akagi lesse i tassi sincronici ad alta voce: “First children: 45,5-45,7%.  Second: 39,99%.  Third: 50%”.
Misato commentò:  “Bravi ragazzi.  Cris, tu sei nella norma anche se tendi ad oscillare”.
“Capito”.
“Naruto, cerca di concentrarti di più; comunque bravo: stai migliorando”.
“Va bene, ci proverò…” -  sospirò lui.  
“Per quanto riguarda te, Thomas, ottimo: mantieni  sempre un tasso elevato e costante, ma cerca di non strafare”.
“Ah! Non ho bisogno di questi consigli: non mi sto neanche mettendo di impegno.  Di questo passo potrei… ”.
Un allarme risuonò inquietante e ruppe la concentrazione dei presenti.
“Ma cosa succede?”-  chiese allarmata la ricercatrice bionda.
Parlò Aoba:  “Sto ricevendo delle comunicazioni via radio: sembra che un nemico stia avanzando rapidamente verso il centrocittà”.
“Sempre nei momenti peggiori… ”-  sbuffò Katsuragi.
“Che seccatura: finiremo i test più tardi.  Preparate gli Eva alla battaglia! ”-  ordinò Akagi-  “Misato,  dobbiamo raggiungere il Ponte”.
Sehr gut! Un po’ di movimento,  alla fine! ”-  esultò il pilota dello 02.
 
                                                                                                                     *  *  *
 
L’Angelo avanzava lentamente tra i pochi palazzi civili che ancora non erano rientrati nel Geofront.
Il suo corpo era sproporzionatamente piccolo rispetto agli arti superiori: due enormi incudini o campane semi-ossee che sorreggevano l’intero peso del mostro, privo di gambe.  Il nucleo rosso ben evidente sull’addome, ed il classico teschio dai lineamenti molli e stilizzati occupava la parte centrale del torace.
“Il MAGI conferma la natura angelica del nemico”-  spiegò Akagi.
“Beh, non ci voleva una scienza… ”-  la canzonò affettuosamente la collega colonnello.
“Si tratta di Kalohiiel, uno dei pochi Angeli elevati al livello Netzach: vale a dire con capacità difensive molto elevate. ”-  rifletté ad alta voce il vicecomandante Kozo.
Misato lo sentì e replicò:  “Elevata forza e difesa equivale anche ad un’incoraggiante  lentezza.  Ragazzi: - i collegamenti video dai tre Eva si aprirono sullo schermo del Central Dogma - siete numericamente ed atleticamente superiori: cercate di operare insieme”.
 
I tre Evangelion erano posti, l’uno di fianco all’altro,  in traiettoria diretta verso il nemico.
 
L’Angelo iniziò a mostrarsi all’orizzonte: i suoi arti possenti colpirono il terreno e la scossa sismica quasi fece cadere i tre automi.  
“Ai tre piloti: seguire schema d’attacco n. 15! ”-  impartì il colonnello, studiando la migliore strategia bellica.
 
“Non ho bisogno di aiuti: da solo basto e avanzo!” - il third era sicuro di sé; spinse in avanti le leve di accensione dell’Eva - “Raus!”
L’Unità rossa si staccò dalla schiena l’Umbilical Cable, scollegò il circuito di controllo dalla base e scattò in avanti.
“Ma che fa quello?! ”-  urlò Naruto.
“Distanza dal nemico: 1000mt. Velocità attuale: 265 metri al secondo.  Collisione tra meno di 3 secondi.  Ancora 4 minuti, 57 secondi e 85 centesimi di autonomia!” -  il tedesco calcolava, nonostante l’euforia, tutto con precisione-  “Prog.  Kinfe ! ”
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I supporti laterali dello 02 si snodarono rivelando due coltelli di nuova generazione.  L’Evangelion li impugnò e li sfoderò facendoli incrociare davanti a lui.
“Ci siamo! ”-  ghignò Thomas.
L’Angelo non ebbe tempo di sferrare un colpo sismico: l’Eva gli si arrestò innanzi e affondò i pugnali.  Tuttavia, il nemico sviluppò un A.T.Field di proporzioni enormi, lasciando che le armi ci si conficcassero.  Poi la barriera perse la sua dorata luminosità,  dando l’impressione che le lame fossero sospese nel vuoto.
“Sei un osso duro,  nicht whar?”-  si complimentò Thomas ironicamente col nemico.
L’Angelo ruggì e due bagliori  lampeggiarono nelle arcate oculari vuote.
“Eh no! ”-  prima che l’attacco nemico potesse arrecare danno, lo 02 utillizzò le sue stesse armi, piantate nel vuoto apparente,  come trampolini per saltare.
L’Eva scarlatto eseguì un balzo in alto, schivando la contro-  offensiva.
“Vediamo se sei abbastanza veloce! ”-  il third voleva provocare l’Angelo.
L’attacco che eseguì lasciò tutti gli operatori bellici a bocca aperta:
l’Eva tedesco  aveva spiccato un balzo di diverse centinaia di metri.
“Vertice parabolico: 550metri, arco della parabola: 2 kilometri” -  calcolò il pilota.
Raggiunta l’elevazione massima, lo 02 eseguì un avvitamento a mezz’aria che lo portò da faccia in su a faccia in giù.  Poi, iniziò a  discendere velocissimamente disegnando una lunga ed ampia traiettoria ad  arco di parabola, anziché atterrare subito dopo il salto.  Nonostante la velocità di caduta, lo 02 impiegò qualche istante per raggiungere il suolo: discendeva trasversalmente, tenendo i muscoli del corpo in perfetta tensione.
“500…1000…1500 metri, altri 500 all’atterraggio! ”-  il pilota dell’Unità rossa fremeva d’impazienza.
 
“Con un solo salto sta percorrendo una distanza enorme! Chi diavolo gli avrà insegnato a pilotare così?! ”-  boccheggiò incredula Misato, che osservava la scena dal quartier generale.
 
Lo 02 continuò a planare per altri 500 metri, scivolando sull’aria fino a pochi metri dalla strada . Quando la piastra pettorale sfiorò il suolo, quest’ultimo esplose in una miriade di frammenti per via della velocità d’impatto.
“Uooooooohuuuuuuuuu! ”-  gridò galvanizzato Thomas. Lo 02 rotolò su sé stesso, eseguendo una capriola all’indietro nella quale fece schiantare lo spallaccio destro.
“Che peccato, sembra che perda i pezzi! ” -  ridacchiò divertito il third.
 
“Che spreco di denaro pubblico…” -  sospirò rassegnato il vicecomandante Fuyutsuki,  reggendosi il volto con una mano.
 
“Dove sei adesso, Angioletto?”-  il pilota teutonico, grazie ai visori speciali dello 02, stava velocemente raggiungendo con lo sguardo il nemico.
“Ancora 2 minuti e 30 secondi di autonomia! TI VEDO! ”
L’Eva scattò ancora in avanti, tenendo le braccia distese dietro di sé.
Corse a velocità sorprendente, superando la barriera del suono.
Il mostro rilasciò il suo attacco, preparato già da qualche secondo: una grande sfera di energia celeste, rivestita da scariche biancastre.
Il robot si gettò di lato, sempre in corsa, schivando il colpo ma scontrandosi malamente con i palazzi a fianco.
“Eccoti!”-  gridò Gneisenau alla vista del nemico.  Saltò verso l’avversario, che però lo bloccò parandosi con la base di uno dei due enormi arti.
Sheiße! ”-  imprecò il third children.
L’Evangelion, aggrappandosi al braccio del mostro, fece scattare un meccanismo sullo spallaccio sinistro: una porzione del supporto si aprì lateralmente e sputò fuori sei grossi aculei neri.  I proiettili affilati raggiunsero il volto dell’Angelo, arrestandosi però a causa di altrettanti piccoli A.T.Field.  Inoltre al mecha restava poco meno di un minuto di autonomia.
“Non è possibile!!” - Thomas era incredulo, nonché improvvisamente disperato.
Nella cavità orale dell’Angelo si gonfiò una sfera elettrostatica celeste: lo 02 stava per venire spazzato via nell’ultimo sforzo disperato.
Thomas serrò le palpebre e portò istintivamente le mani al viso, aspettando il dolore mortale.  Non arrivò.  Tutto ciò che sentì fu un urlo disumano e un fragore assordante.  Quando riaprì gli occhi, poté notare con stupore un’altissima croce di luce sovrastarlo.  Un arcobaleno riempiva il cielo.
Il giovane tedesco aspettò silenziosamente l’arresto automatico dell’Eva.
Quando le luci dell’Entry Plug si spensero,  solo la debole luminosità di un collegamento Sound Only  illuminò l’oscurità.  
Erano il first ed il second children:
“Te la sei vista brutta! ”-  sospirò Hino.
“La prossima volta che decidi di fare il cretino,  avverti: non ci saremo sempre noi ad arrivare all’ultimo secondo! ” -  lo rimproverò amichevolmente Uzumaki.
Il third si sentiva umiliato e battuto, ma tuttavia grato e vivo: anche stentatamente,  sorrise ai due.  

 

Credits: l'immagine, ovviamente, non è originale: è una fan-art del persnaggio basata su un fotogramma di Asuka da "Evangelion 2.22"

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Capitolo 10
*** Episodio 9: Il passato è l’ombra del vuoto/Thanathos-If i Can’t be Yours ***


Angolino dei commenti.
 

dubious3: innanzitutto: grazie per la tu assiduità nel commentare. Effettivamente nello scorso capitolo ho speso anima e corpo nel descrivere la lotta! Per quanto riguarda il cesio…non credo di aver sbagliato (umilmente chiedo scusa in caso contrario Y__Y), basta che guardi dove vuoi: wikipedia, un libro di fisica…scegli tu! Ad ogni modo, spero che questo fatto non abbia compromesso la narrazione^^ grazie ancora!
Nota di servizio:. Mi piacerebbe, d’ora in avanti, inserire testi di brani musicali che ben accompagnano la narrazione (una specie di song-fic, insomma),dove possibile.  Se l’idea vi piace o meno, lasciate pure un commentino, pleaseXDD!
Basta con le chiacchiere: l’emozione continua!

 
Episodio 9: Il passato è l’ombra del vuoto/Thanathos-If i Can’t be Yours
 

“Finalmente abbiamo potuto osservare gli Eva operare insieme.”- la lastra nera con il logo ‘SEELE-05’ si rivolse con tono soddisfatto all’uomo al centro della sala: Gendo.

“L’Angelo Nus è stato un avversario ostico”-osservò il Comandante.
“Ha fatto sì che gli Strumenti operassero correttamente.”-lo ammonì la SEELE-09
“Gli Evangelion sono stati costretti ad unire i Frutti della Conoscenza per contrastare il Frutto della Vita,”- fece notare la 03.
“Ma dobbiamo ricordare che Nus era anche l’Angelo della mente e della volontà:hanno superato entrambi!”-lo corresse SEELE-10.
“Questa è un’altra prova che ci stiamo lentamente avvicinando, passo dopo passo, al nostro obiettivo.”- la lastra SEELE-01 era decisa e priva di ripensamenti.
“Lo so.”-disse tombale Ikari-“Lo Scalpello sta facendo lentamente breccia nella Statua.”
“Tuttavia…”-la voce della lastra marchiata 01 risuonò orribilmente allusiva-“dobbiamo accelerare i tempi: il Vuoto deve essere colmato al più presto, altrimenti non potrà aver luogo la Rinascita.”
“Sono al corrente anche di questo.”-la voce di Ikari ebbe un fremito impercettibile, che però non sfuggì al suo vice-“Me ne occuperò personalmente. La SEELE non avrà bisogno di intervenire.”
“Me ne compiaccio,Ikari.Ricorda che non c’è nulla di personale poiché aldilà delle stelle del cielo Dio ha giudicato,e quindicosì noi giudichiamo. A presto.”
Ciò detto, la seduta terminò.
Fuyutsuki ,sempre più pensoso: “Gendo, è da prima che ti osservo: ti turba qualcosa, non è così?”
“Ti ho già detto che non c’è nulla che non vada. Sappiamo cosa dobbiamo fare. Finiscila, Kozo, con le tue ansie ingiustificate.”-il Comandante chiuse il discorso in tono seccato.
*   *   *
I tre Eva calarono lentamente all’interno dei rispettivi cilindri nella sala macchine. I piloti uscirono fuori e subito furono circondati da personale medico in divisa. La Akagi si era subito avvicinata a Naruto: “Tutto bene, caro?”-chiese in tono materno, per una volta.
Il ragazzo le rispose il più serenamente possibile, per quanto la situazione lo permettesse: “Diciamo che ho avuto giorni migliori…”
“Beh’, è naturale: hai una brutta ferita alla testa. Non preoccuparti, comunque, ti faccio una fasciatura e ti metto un unguento:passerà tra qualche giorno.”
“Gli altri invece come stanno?”-chiese il ragazzo,sull’orlo dello svenimento. Ritsuko dovette reggergli la fronte.
“Meno peggio di te. Hanno anche loro bisogno di riposo,però.”
“Meno male”-sospirò lui.
Poi, dei para-medici deposero il ragazzo su una barella e lo trasportarono fuori dalla gabbia dello 01.
Misato aspettava i tre nell’hangar. Quando i ragazzi vennero scortati fuori dagli ascensori, lei li raggiunse, trepidante.
“Oh, ragazzi come ho temuto per voi!”-esclamò la donna.
Cris era seduto su una sedia a rotelle, Naruto sul suo lettino e Thomas veniva sorretto per le braccia. Tentarono di dedicarle un sorriso rassicurante, ma le loro condizioni non lo concedevano.
“Lasciali in pace per un po’.”- le consigliò l’amica bionda-“Cris ha una contusione alla cintola, Thomas un braccio lussato e Naruto è ferito. Sarà meglio farli riposare. Li porto in infermeria.”
Misato non replicò, si limitò a guardare con apprensione i giovani piloti.
 
Non bisognerebbe invischiare dei bambini nelle faccende degli adulti…- pensò quasi con rabbia Katsuragi.
 
*   *   *
 
“Ah!”- Naruto si svegliò di soprassalto.
Il dolore acuto alla testa non gli aveva permesso di riposare bene.
Buio. Questa la sua primissima sensazione. Il buio lo avvolgeva.
Solo le saracinesche delle finestre della stanza in cui si trovava lasciavano filtrare una debole luminescenza.
Piccole luci rosse e gialle: le luci di posizione dei palazzi e della monorotaia circolare apparentemente sospesa nel cielo notturno.
Il Geofront. Gli unici binari in grado di apparire come avvolti lungo la linea dell’orizzonte potevano solo essere quelli del Geofront.
Altre impressioni visive: il buio della stanza era leggermente mitigato da quelle che, se le luci fossero state accese, sarebbero state pareti bianche. Un monitor accanto al suo letto con un elettrocardiogramma che segnava segnali stabili e positivi. Un laccetto emostatico legato al suo braccio.
Era in un ambulatorio.
 
“Perche mi risveglio sempre in qualche letto, tutto dolorante?”- si interrogò, retorico,  Naruto.
Con non poco sforzo, il ragazzo si mise a sedere sul letto, poi tentò di alzarsi, reggendosi sulle gambe ancora instabili. Dovette appoggiarsi ad un mobile là vicino.
Un leggero cigolìo: la porta dell’infermeria si aprì quel tanto che bastava a far passare un filo di luce artificiale dal corridoio.
Un paio d’occhietti vispi si affacciarono: era Thomas
Guten Abend, Naru-kun!”- disse lui, di buon umore.
“Oh ciao!”- gli rispose il malato- “Aspetta, vengo lì…AIA!”.
Naruto aveva tentato di incamminarsi verso l’amico, ma le fitte alla testa si facevano ancora sentire.
“Sta’ fermo, mi avvicino io…”- Thomas lo bloccò.
 
Evidentemente i loro contrasti si erano notevolmente affievoliti dopo l’ultima battaglia: collaborare non permette divergenze, e così si ci ritrova dalla stessa sponda senza nemmeno accorgersene.
Ora erano in confidenza.
 
I due si sedettero sul letto, l’uno vicino all’altro.
Con la fronte poggiata sul palmo di una mano, Naruto chiese all’amico: “Per quanto ho dormito?”
“Parecchio. Sono già passati tre giorni.”
Tre?! Oh, cavolo! E io che speravo di rimettermi presto!”
“ Beh, la dott.ssa Akagi ha detto che il tuo stato è migliorato. Meglio di niente.”
“Mmh, sì. Tu come stai?”
Perfekt, come vedi!”- il tedesco si batté un pugno sul petto.
“Quando ti hanno dimesso?”
“Proprio ieri. Oggi sono andato a scuola. Erano tutti preoccupati per noi.”
“Non avranno mica capito che pilotiamo gli Eva, vero?!”-chiese l’altro, allarmato.
Nein. Solo che ho dovuto inventarmi che siamo usciti tutti e tre a spasso e ci siamo ammalati insieme.”
“ E Cris?Lui come sta?”
Lo sguardo del ragazzo più giovane si incupì; Thomas abbassò gli occhi.
“Come sta?!Come sta?!!”- Naruto si accorse di stare urlando.
“Bene, sta bene! Calmati ora!”-gli rispose l’altro, infastidito.
“Allora perché fai quella faccia?”- il ragazzo dai capelli biondi guardò l’amico di sbieco, con la fronte corrugata.
“Vedi…Cris è stato dimesso insieme a me…aber…ecco, non lo vedo da ieri mattina.”
“Perché?”
“Non so. E’ stato il Comandante Ikari a prelevarlo.”
“Intendi dire…che il Comandante l’ha preso di persona?!”- a Naruto sembrava strano che Ikari si potesse scomodare per qualcuno.
“Esatto. L’ha preso appena si è alzato dal letto e da allora non l’ho più visto. Però…Misato mi ha assicurato che lo rivedremo presto. Non so altro.”- la voce di Thomas era insolitamente mesta.
Naruto guardò per terra e, non trovando nulla di meglio da dire, concluse: “Capisco.”
 
*  *  *
 
I suoni erano ovattati e ridondanti, dentro l’angusta capsula di vetro.
L’oggetto, non più lungo di un paio di metri, era di forma ovoidale ed era collegato alla grande stanza grazie a massicce tubature d’acciaio. Così piccola in confronto al sistema idraulico in cui era sistemata, la capsula appariva più come un chicco di riso.
 
“Cristoforo, come ti senti?”-una profonda voce maschile ruppe l’innaturale silenzio del locale.
 
Il ragazzo sospeso dentro alla vasca di vetro, riempita di una soluzione di puro L.C.L, aprì leggermente gli occhi.
 
“Ho freddo.”-rispose, stringendosi nelle spalle, la voce deformata dalle bolle del liquido.
Il ragazzo, rannicchiato in posizione fetale, era completamente nudo; tuttavia, non sembrava provare imbarazzo. La su privacy era inoltre garantita da una fascia di colore, che correva intorno alla contenitore, coprendo le intimità.
 
“Sei stato paziente, ad eseguire il test nonostante il dolore alla schiena.”- una seconda voce femminile si aggiunse.
“La dott.ssa Akagi ha ragione.”- l’uomo riprese di nuovo a parlare-“Per oggi abbiamo finito.  Bravo.”
Nonostante la freddezza del complimento, pronunciato più per dovere che per compassione, il ragazzino rispose timidamente: “Grazie,Comandante.”
 
*  *  *
 
                                                                                              ^^!WELCOME BACK! ^^
 

Il grande striscione scritto a mano capeggiava sulla lavagna della piccola classe dei children.
 

Cris, dopo quasi una settimana d’assenza, aveva fatto finalmente ritorno a scuola.
Buffamente, aveva raggiunto la sua classe con la stessa calma e diligenza di sempre, come fosse un giorno come un altro.
Ma l’assenza del perfettino si sentiva, perfino  i compagni di classe che sembravano non prenderlo troppo in considerazione avevano mostrato grande tatto nel firmare singolarmente il poster di benvenuto.
Il bambino, appena entrato in classe fu circondato da ragazzi e ragazze, investito da coriandoli ed applaudito.
Si sentiva dolcemente frastornato.
“Finalmente sei uscito fuori! Cominciavo a convincermi che tu fossi un vampiro!”- Naruto era espansivo come al solito,forse troppo: gli diede una grossa pacca sulla schiena che fece perdere l’equilibrio all’amico.
“Stai attento! Così gli fai male!”- un ragazza lo rimproverò.
Gesundheit, Cris!”- Thomas si fece avanti, circondando le spalle del ragazzo con un braccio.
“Grazie, vi ringrazio di cuore! Ma non c’èra bisogno di scomodarsi tanto…”- Cris era in imbarazzo. La sua pelle eburnea ora era chiazzata, sulle gote, di un rosso acceso.
“Wow, ma allorasai anche provare emozioni! Domani nevicherà!”- sorrise Naruto, felice della sua reazione.
“Io cosa…?”- Cris si specchiò nel vetro del suo cellulare a schermo ultrasottile – “EH?! Perché la mia pelle è di questo colore? Sto forse male?!”- Cris sembrava realmente sorpreso. Nemmeno lui si sarebbe aspettato di vedersi in quello stato.
 
Poi, si sentì uno sciocco nel definirsi ‘malato’, quando aveva notato la cicatrice proprio sotto l’attaccatura dei capelli di Naruto e la fasciatura che si poteva scorgere sotto le vesti di Thomas.
 
“Altra novità: Cris non sa cosa sia la vergogna!”- il tredicenne pronunciò la frase ad alta voce, così che tutti potessero sentirlo.
L’intera classe rise e qualcuno disse: “Per una volta possiamo vantarci di sapere qualcosa in più di te!”.
Risero ancora.
“Amico,”-spiegò Naruto con fare ironicamente solenne, poggiandogli un mano sulla spalla-“ quella che stai affrontando è la sconvolgente ed inebriante esperienza di ciò che si definisce ‘a-r-r-o-s-s-i-r-e’.”
Cris aveva una faccia perplessa. Non sapeva se ridere anche lui per l’espressione che doveva aver assunto o piangere per la vergogna.
Decise di ridere. Ridere di gusto.
Sentì una sensazione a cui si era solo lontanamente avvicinato, nella sua vita: un calore dentro che lo faceva star meglio.
 
*  *  *
 
Mercoledì 25 Novembre 2018. Ore 2:30 P.M.Neo-R2.
 
Con la bocca piena del suo hamburger con formaggio e bacon, Naruto esclamò : “Mmm! Che bello gustarsi un grosso panino farcito di tutti gli alimenti meno salutari del mondo, dopo essere sopravvissuto a quello strazio di scuola!”
“Sono d’accordo!”- approvò Thomas.
“Già, buono!”- Cris farfugliò la frase, anche lui sazio delle sue patatine.- “Però non è così male, la scuola…e poi,in fondo, andiamo bene. Non è così traumatica.”
Il second si stiracchiò vistosamente sulla sua sedia: “Se lo dici tu…”
I tre finirono di consumare il pranzo, pagarono e lasciarono il fast-food.
Fuori, l’aria pre-invernale riempì loro i polmoni.
Inverno,già.
Era passato un mese esatto del rientro a scuola di Cris.
Da quel momento, le cose sembravano andare meglio: nessun Angelo…si scherzava tra amici…Naruto e Thomas avevano imparato ad andare d’accordo (anche se non si facevano mancare qualche zuffa tra adolescenti con gli ormoni a mille).
In tutto questo, però, la figura del first rimaneva ambigua, nonostante la sua ora più spiccata serenità: ogni giorno, dopo la scuola, si recava alla NERV, anche nei giorni dove i children non erano tenuti ad andarvi.
I colleghi non osavano comunque toccare l’argomento, pensando che avrebbe potuto invadere la vita privata dell’amico.
“Che razza di freddo!Brrrr…!”- brontolò Naruto,  rabbrividendo nel suo cappotto di lana beige.
Cris chiuse gli occhi, inspirò e dopo rilasciò l’aria, formando una nuvoletta di vapore. Poi, si strinse nel suo soprabito nero a sei bottoni, che gli arrivava poco sopra le ginocchia.
“Già, però qui in Italia è una fregatura…”- si lamentò Thomas, coprendosi la bocca con la sciarpa striata dei colori della sua bandiera.
“Perché?”
“Da noi, quando è freddo,”- spiegò il tedesco-“schnee (trad.: nevica),ed è uno spettacolo unico! Da voi invece, con tutta questa umidità, si rischia solo di prendersi un raffreddore!”
“Purtroppo non ha tutti i torti…”- affermò rassegnato il ragazzo dal cappotto nero.
“Comunque,”-fece notare Thomas incrociando le dita dietro la testa-“ Abbiamo ancora un paio d’ore prima di andare alla NERV, per i test settimanali. Dovremo cercare di ammazzare il tempo,in qualche modo…”
“Allora propongo una cosa!”- Naruto si alzò sulle punte, esaltato dall’idea che avrebbe esposto di lì a poco- “Andiamo in fumetteria. Ce ne sarà pure una a Roma!”
“E a fare cosa?”- Cris era dubbioso.
“E tu cosa pensi che si faccia in un negozio dove si vendono giornaletti?!”- si rivolse Thomas al ragazzo che aveva appena parlato-“Si comprano e si leggono i fumetti, no!”
“Allora che ne dite?”- chiese entusiasta Naruto.
Ich finde es eine gute idee! (trad.: la trovo una buona idea!)”- esultò il third.
“Beh…non so…”-Cris tentò di balbettare una scusa ma non gliene venne in mente nessuna.
“Avanti!
“Poche storie…”
Senza nemmeno poter protestare,Cris si era già ritrovato con un braccio tirato da una parte ed uno dall’altra.
 
*  *  *
 
La libreria sulla strada del corso era gremita di gente. Delle potenti luci elettriche illuminavano l’enorme locale, dando l’impressione di trovarsi in un posto dalle pareti quasi dorate.
Decine e decine di scaffali contenete altrettanti volumi erano ordinatamente distribuiti orizzontalmente, ripartiti per sezioni, serie e genere.
“Però, questo posto è davvero grande!”- esclamò stupefatto Cris, dopo essere entrato.
“Certo, è la libreria di manga più fornita di tutta la città!”-li informò Naruto.
“E tu come faresti a saperlo, visto che non sei nemmeno del posto?”-chiese il primo.
“Diciamo che quando voglio so informarmi bene!”- confidò orgoglioso Naruto, strizzando un occhio agli amici.
Gut!”-disse Thomas, sfregandosi le mani- “All’attacco!”
 
I tre si buttarono a capofitto tra le migliaia di fumetti, facendosi largo tran la calca di ragazzi e ragazze che si scambiavano commenti da otaku, aggredendo letteralmente i più disparati volumi e confrontando le proprie opinioni con gli amici.
“Allora: il manga è un genere di letteratura di intrattenimento propria della cultura giapponese…”- Naruto si divertiva ad atteggiarsi ad esperto conoscitore agli occhi di Cris, evidentemente molto meno informato.
“Taglia corto, Uzumaki.”- lo bloccò Thomas, spazientito, mentre scrutava ogni singolo scaffale del negozio.
Il ragazzo giapponese emise un piccolo grugnito di disapprovazione.
Poi, la sua attenzione fu calamitata verso un particolare scaffalatura.
“Woooooooow! Non ci posso credere!”-esultò il ragazzo.
Cris gli si accostò e chiese perplesso: “Hai trovato qualcosa che ti piace?”
“Scherzi, vero?! Guarda qui!”- Naruto quasi gli sbatté il fumetto in faccia, tanto era la felicità.
La copertina mostrava un ragazzino con un copri fronte blu che reggeva in bocca una pergamena. Il titolo era scritto con un carattere editoriale simile al tratto di un pennello giapponese.
“Cosa sarebbe di preciso?”- Cris sfogliava il fumetto con interesse.
“Come ‘cosa sarebbe’?!?! E’ semplicemente il mio fumetto preferito! E per di più questo è il primo volume! Introvabile….”
Thomas si era unito ai due, incuriosito di movimenti teatrali del biondo.
“E guarda questo,invece!”- l’attenzione di Naruto si spostò sullo scaffale a fianco- “E’ l’ultimo capitolo di O.P. Non credevo che fosse già uscito in Italia…”
Se non fosse stato fisicamente impossibile, si sarebbe detto che gli occhi del ragazzo avessero assunto la forma di un €.
“Ninja e pirati: che gusti maturi che hai, Naruto..”- notò Thomas, inarcando un sopracciglio.
“Che vuoi?! E allora a te che ti piace, sentiamo!”-lo provocò l’amico.
“Questo ad esempio!”- il tedesco sventolò un fumetto sotto il naso dell’altro. Il libriccino presentava uno sfondo tricolore (verde, bianco e rosso) sul quale si stagliava una buffa combriccola di personaggi in stile puchi vestiti con abiti militari.
“Si tratta di un fumetto che ripercorre le tappe principali delle due Grandi Guerre, dove ogni nazione è personificata. Ovviamente la mia liebe è la Deutschland.!”
“Visto lo stile grafico a dir poco demenziale non credo di essere io qui l’infantile…”- lo sfotté Naruto.
Thomas si ripiegò su se stesso, facendosi piccolissimo, piagnucolando: “No, non è vero…non ascoltarlo piccolo…non sa quello che dice…”
“Non starà mica cercando di consolare il fumetto, vero?”- chiese Naruto a Cris.
“Uh…credo di sì.”-rispose l’altro, attonito.
“Ad ogni modo: tu sai che non uscirai di qui senza aver comprato almeno un fumetto…sì?-il ragazzo dai capelli biondi avvicinò il suo viso a quello del ragazzo dai capelli blu elettrico, in modo esplicitamente allusivo.
“Mo io non m’intendo…”
“E allora io a che servo? Andiamo!”- per la seconda volta, Naruto lo tirò per un braccio e lo trascinò nei meandri della bottega delle meraviglie.
 
Dopo quasi un’ora, i tre erano finalmente in cassa, con le braccia cariche di volumi di vari formati.
Dopo molto penare, Thomas e Naruto erano riusciti a far comprare due fumetti anche al timido amico:  su uno spiccava l’inquietante figura di un ragazzo con in mano una grossa falce, affiancato da un mostro in abiti di pelle nera e piumati. Il secondo era trattava della storia difficile e tormentata di un giovanissimo orfano nobile londinese e del suo demoniaco maggiordomo.
“Vedi che non sono tanto male i manga!”- lo spronò Naruto.
“Giusto questi due, che mi sembravano sufficientemente adulti…”-lo squadro di rimando Cris, alquanto diffidente.
“Comunque sia, si è fatto tardi.”-li riprese il third- “Sbrighiamoci a pagare e poi andiamo alla Base.”
 
*  *  *
 
“Allora ragazzi, oggi faremo un test diverso dal solito.”-la voce di Misato risuonava calma all’interno delle Entry Plug.
“Di cosa si tratta?”- chiese Naruto.
Rispose la Akagi: “Come sapete, ogni tanto bisogna rinnovare il nucleo dei vostri Eva, affinché essi siano sempre efficienti e ben sincronizzati con voi. Oggi ci occuperemo proprio di questo.”
“E’ per questo che oggi ci state facendo fare i test direttamente dentro le Unità?”
“Esattamente. Così facendo saremo sicuri della corretta funzionalità dei robot.”
I tre Evangelion, infatti, si trovavano in alte (seppur strette) camere di un bianco immacolato. Erano stati tolti loro gli spallacci, in modo da bloccare direttamente le spalle e le braccia.
Tanto al second children quanto al third, non passò inosservato il fatto che Cris fosse teso. Negli spogliatoi aveva confidato di essere in imbarazzo nell’ eseguire un test così intimo in loro presenza.
Da quando era tornato, Cris aveva cambiato comportamento: era sempre stato riservato, ma timido ed imbarazzato,quello non lo era stato mai. Sembrava voler cercare sempre qualche scusa per parlare il meno possibile di sé.
 
“Si tratta di un test fondamentale: prendetelo seriamente.”
Una voce maschile, dura ed impostata, fece sobbalzare i tre nelle loro cabine.
Il Comandante della NERV aveva rivolto loro la parola, direttamente, per la prima volta.
“Allora, se siete pronti, iniziamo il test.”- comandò Ritsuko.
 
Le pareti bianche, rivelatesi essere degli schermi  a muro, scintillarono e riprodussero dei complessi diagrammi: rappresentazioni matematiche delle sinapsi dei piloti.
Delle onde blu e rosse si intersecarono sui computer degli operatori nella sala sopraelevata rispetto agli automi.
“Il tasso di sincronia dei piloti risulta più basso rispetto alla media individuale”-rifletté Ritsuko.
“Tranquillizzatevi, ragazzi! Non c’è di che preoccuparsi”- tentò Misato di rasserenarli.
“Le onde celebrali si stanno stabilizzando.”-controllò Maya.
“Allora possiamo cominciare la vera parte del test:”-disse compiaciuta la dott.ssa-“alzate la pressione delle capsule dello 0,5%”. Raggiungere il 100,5% di fuel. Attenzione a ionizzare correttamente l’ L.C.L ”
 
All’ulteriore aggiunta di liquido, le pareti metalliche delle Entry Plug cigolarono in modo preoccupante.
L’aumento di pressione compresse per un attimo i timpani dei piloti, dando loro l’impressione di svenire. Tuttavia, il malessere durò poco: in breve i ragazzi si abituarono alla nuova situazione e poterono tirare un sospiro di sollievo.
 
“Tasso di sincronia: 70%.Perfetto. Procedere con il re-tracking del nucleo.”-ordinò Ritsuko.
 
“Ikari…”-il fido Kozo era sempre alle spalle del suo Comandante-“E’ per caso giunto il momento?”
Lui non rispose.
 
Come la prima volta che eseguirono il test, Naruto e Thomas sentirono letteralmente sollevarsi dal loro sedile, rilassarsi e ripercorrere mentalmente la loro vita: le paure, le nevrosi, i segreti indicibili…ma anche le gioie, gli attimi di spensieratezza, le soleggiate mattine d’estate.
Cris,però…
Un rumore metallico, come di lamiere che si accartocciano.
Una macchia rossa, simile a sangue, prese il posto del fondo della capsula dello 00.
Poi si estese, a sctti, sempre di più.
L’interno dell’ Entry Plug, ora, era solo un’ indistinta nebbia rossastra  e densa. Il sedile del first sembrò scomparire.
“C-che cos’è questo?!”-boccheggiò spaventato il ragazzo dai capelli striati, galleggiando nel rossore confusionario.
 
Dalla postazione di comando, Makoto annunciò a voce alta, allarmato: “Onde del first children instabili! Disfunzione del sistema operativo! Annullamento del record sequenziale!”
“Oh no!”- esclamò Misato. “Ritsuko, che succede?!”
“Non ne ho idea! Terminare test!”
“Impossibile, i codici di sicurezza dello 00 non funzionano!”
 
Al giovane sospeso nel caos vermiglio, parvero materializzarsi due ali di luce azzurra sulla schiena. Fu spinto verso il fondo dell’abitacolo, terrorizzato. Vide una luce simile ad una croce, nel buio dell’abitacolo. Vi si immerse. Delle risate malevole riempirono le sue orecchie.
 
“Allora tagliate i collegamenti, se necessario!”-urlò Ritsuko.
“Negativo, signora.”-la contraddisse Aoba- “Le comunicazioni con l’Eva sono bloccate dall’interno. Siamo stati tagliati fuori dal circuito!”
“Ma allora…”- Misato non volle credere a ciò che stava per dire. “questo è un hacking in piena regola! Possibile che si tratti di un Angelo come Iruel?”
“No. A parte il segnale del pilota…non riceviamo altri dati:il MAGI esclude la presenza di un Angelo!”-disse Makoto.
“E allora…di che diavolo si tratta…?”
 
“L’Entry Plug ha raggiunto il livello 1800…no!E’..è sparita!”-urlò Ibuki, agghiacciata.
Sparita?!Ma non ha senso! Così il pilota perderà la sua forma fisica…”
 
Dalla sua postazione appartata, Ikari si lasciò sfuggire un impercettibile ghigno malizioso.
Fuyutsuki: “Il Vuoto sta per essere colmato…”
 
 
 
*  *  *
 
Cris cadde. Cadde nella luce spaventosamente accecante.
Cadde ed urlò finché non ebbe più fiato.
Poi, la fine: una porta nel vuoto, per il vuoto.
Il paradosso per eccellenza.
Il giovane venne investito dalla nera luminosità del varco in fondo al nulla.
Urtò con la schiena il suolo.
Suolo?
Forse sì, forse no.
Chi poteva dirlo?
Era buio. Buio come solo i più spaventevoli recessi della mente possono essere.
Poi un barlume. Lontana, remota, e debolissima, si accese una fiammella.
Poi un’altra, vicina all’ultima, ed un’altra ancora.
E così via: centinaia di piccole candele accese in sequenza.
L’oppressiva oscurità si squarciò di luce, a poco a poco.
Un salone. Un lunghissimo salone principesco per le feste.
Il pavimento di gelido marmo a scacchi bianchi e neri.
Tendaggi pesanti, purpurei, quasi violacei.
Il soffitto: solo una volta blu-notte puntellata di lumicini bianchi: il cielo.
Cris era riverso sul pavimento, esanime, ansimante quel tanto che bastava per tenerlo in vita.
Indosso non più la tuta per l’Eva, bensì un elegantissimo abito blu e bianco, dalle bordature oro. Il giovane era supino su un grande mantello di velluto blu, dalle finiture di pelliccia candida.
Una piccola corona vicino alla sua testa.
 
Dove sono?-parlò Cris, mollemente.
Nessuna risposta.
 
Poi, una musica: soave, lenta, passionale...le sagome dei grandi dipinti del salone si staccarono dai supporti, danzando tra loro come spettri.
Un melanconico suono di violini.
I ballerini gli danzavano accanto, mantenendo però le dovute distanze.
Lui, così, steso al suolo.
 
Poi la voce di un uomo:
 
Sei sveglio...
Chi sei?
I fantasmi ancora danzavano, nelle loro vesti sublimi.
Hai dormito a lungo…
Cosa dici? Prima…ero sveglio.
No. Hai dormito fin’ora. Tutta la tua vita è un sogno bellissimo. Ora svegliati…prendi atto di…
…chi sei veramente.
La voce cambiò improvvisamente, nonostante il pensiero fosse il medesimo. La voce era elegante e tagliente come il cristallo.
La voce di un ragazzo.
Tra le note dell’incessante melodia, Cris iniziò a riconoscere delle parole.
 

 

Adesso é tempo, ho paura di dirlo


 

Fratello mio…

Io non ti conosco…-mormorò il ragazzo steso a terra.
Invece sì. Tuttavia, non poi ricordare cosa è avvenuto prima
…è per questo che è fondamentale che colmiamo il Vuoto. Devi tornare all’origine e rimembrare ciò che non sai…
Cos’è che dovrei ricordare? Io so benissimo quello che mi accade intorno…non c’è nulla che non conosca…-la voce di Cris sempre più insicura.
Adempi al tuo destino….fa’ ciò per cui il destino a deciso per te…

Tu….- l’animo di Cris si caricò di un’orrobile presentimento-non puoi essere lui

 

L'ho tenuto lontano per troppo tempo
Ma qualcosa di strano nel profondo di me sta accadendo

 

I ballerini smisero di ballare, e si fermarono accanto al giovane in abiti sontuosi. Le risate malevole erano tornate.
 
*   *   *
 

“Aspettate… sto ricevendo dei nuovi segnali: la capsula è al livello 1900…1850…sta lentamente ritornando  fuori!”-esclamò Aoba.
“Allora, il pilota è vivo!”- esultò Misato, in uno slancio d’ottimismo.
“Di questo non possiamo essere certi. Non abbiamo ancora informazioni sufficienti”-Maya trasalì,preoccupata.
“Oh, Cris…”- Misato fissò l’Eva nella sala-prove con apprensione.
 
*   *   *
 
La voce tagliente di ragazzo concretizzò la sua fonte: un giovane nudo, bianco immacolato, quasi di energia pura, discendeva lentamente dal soffitto del salone:
Vieni…
 
Il ragazzo tese le braccia verso Cris, pendendone il volto tra le mani. Il suo tocco era freddo ed erotico come quello della Morte.

 

Mi sento come
Non mi ero mai sentito


 

Poi, il volto del giovane (i capelli:solo un mare informe di luce bianca) mutò: al suo posto quello di una ragazza dai lineamenti sottili, anch’essa composta solo di luce purissima a parte i due malinconici occhi rossi. Lei parlò con voce gentile:
….prendimi la mano...ricordarinasciamo insieme…mio dolce Thanatos

 
E mi fa paura


 

Lei portò la testa di lui al suo seno.
Gli spettri si accalcarono attorno ai due.
No….no….ANDATE VIA!”
Il ragazzo allargò le braccia, come per aprire forzatamente qualcosa, scacciando le figure eteree intorno a lui, che si dissiparono come nebbia.

 

Che potrei non essere
Quello che sono (o che penso di essere)


 

*   *  *
 
 “Il recording del nucleo si sta annullando…o perlomeno sta retrocedendo!”-controllò Ibuki- “sembra quasi che il pilota non abbia ricordi…”
“Guardate!”-esclamò d’un tratto Ritsuko.
 
 
La testa dello 00 scattò verso l’alto, la lente ottica illuminata di un inquietante bagliore rosso intenso.
L’Evangelion contorse il busto e le braccia, sradicando dalle pareti i sostegni che lo ancoravano, liberandosi. L’appendice, simile ad una barba posticcia, del volto del robot si abbassò, rivelando una piccola bocca dotata di denti altrettanto piccoli seppur pericolosamente acuminati. Lo 00 emise un ruggito agghiacciante.
 
Qualcuno esclamò: “L’Eva ha distrutto i blocchi!”
“Cris che cosa stai facendo?! Rispondimi, ti prego!”- urlò Misato all’interfono.
 
“Io…vi…odio…TUTTI!!”-dentro la cabina di pilotaggio Cris urlò di furore. Spalancò un occhio: l’iride simile al mirino di un fucile.

 
Lo 00 sferrò un pugno contro la vetrata rinforzata della sala analisi,che per fortuna si incrinò solamente.
Gli operatori urlarono.
“Liberate le altre Unità per fronteggiare l’avversario e preparatevi ad evacuare la sala!”-ordinò la dott.ssa.
“Ma…Ritsuko…così c’è il rischio di coinvolgere Cris…”-Misato era carica d’ansia.
“Non possiamo farci nulla. In questo momento dobbiamo preoccuparci della salvaguardia della base!”
“D’accordo…”-mormorò l’altra.
 
I due, ancora assorti nel loro modo grazie alle sollecitazioni dell’ LCL per i test, vennero riportati bruscamente alla realtà da un allarme nella cabina.
I due Eva vennero liberati meccanicamente dai loro ancoraggi.
“Ragazzi,”- Misato parlò al second e third children tramite il SOUND ONLY-“C’è un problema.”
“Cosa?”-chiese Naruto, ancora frastornato
“Lo 00, vedete….dovete fermarlo!”-disse lei con la voce spezzata da un pianto soffocato a stento.
“Ma…a bordo…c’è ancora Cris,vero?”-boccheggiò Naruto, improvvisamente spaventato.
“Sì”-rispose, ingoiando un groppo alla gola.
 
“TIODIOTIODIOTIDODIOTIODIO…TI ODIO!”- Cris continuava a sferrare calci e pugni a velocità sovrumana contro la vetrata del locale, all’interno del quale era rimasto solo  gendo, impassibile.
 
“Perché ti opponi,ragazzo…?”-bisbigliò Ikari.
“Gendo,”- Fuyutsuki era sempre accanto al suo Comandante-“la situazione ha preso una piega inaspettata. Cosa dobbiamo fare?”
L’altro rispose con ogni muscolo del collo in tensione: “Aspettiamo.”
 
 
Dentro la cabina, Cris voltò la testa di lato, con un ghigno animalesco:
“NON SONO IL VOSTRO PASSATEMPO: RADERO’ AL SUOLO TUTTO QUESTO SCHIFO!!”
L’attenzione dello 00 passò sulla parete della sala: con un ennesimo colpo fece un breccia nel muro. Poi, vi infilò le mani, strappando grossi pezzi di cemento armato e vetro degli schermi.
Lo 00 emerse nella sala a fianco: quella dello 02.

 
“Ma sei scemo?!”-gridò Thomas, parandosi innanzi -“Che diavolo fai, Hino?!”
Ma lo 00 gli si stava già gettando addosso.
L’Eva tedesco fu afferrato e gettato al suolo.
“NON VOGLIO PERDERE TEMPO CON TE!”- Cris era troppo impegnato a distruggere il prossimo muro.
Ma non fece in tempo: lo 02 gli saltò alle spalle, bloccando i suoi arti, e facendolo cascare sulla schiena.
Lo 02 si mise a carponi sull’altro, sovrastandolo.
Cris afferrò la mano che stava per sferrargli un pugno, mentre con la sua altra mano allontanava il volto dello 02 dal suo.
Con un piede spingeva sullo stomaco dell’avversario per scacciarlo da sé.
Thomas avvertì acuti dolori al collo a al ventre.
“VATTENE VIA, MOCCIOSIO DI MERDA!”-ringhiò Cris con tutta la sua rabbia.
“Naruto,maledizione, quanto devo aspettarti ancora?!”-supplicò il ragazzino all’amico.
 
“Io…non…non posso…”-boccheggiò Naruto, con gli occhi sgranati. Benchè fosse ora libero dai morsetti che lo tenevano fermo, lo 01 era rimasto immoto, pietrificato dalla paura.
 
“CHE C’E’, BASTARDO?! NON VIENI AD AIUTARE QUESTO VERMICIATTOLO?!”-lo provocò Cris, ormai fuori di senno.
 
“Io…perché…perché fai così, Cris?Non ti riconosco!”-gli occhi di Naruto cominciavano a diventare lucidi ed acquosi, mentre stringeva i pugni,tremando.
Il first, infatti, aveva subito una vera metamorfosi: urlava, imprecava e si contorceva in preda alle torture dell’animo. Era sparita ogni traccia del vecchio ego.
 
Intanto Thomas lottava con tutte le sue forze per tenere a bada il nemico. L’autonomia degli Eva cominciava ad esaurirsi.
“Rrrrrgh….”-il tredicenne stava letteralmente stringendo i denti per tener duro, la maschera dello 02 iniziò ad aprirsi in due fessure che lasciavano intravedere quattro occhi minacciosi del robot, in pieno sforzo fisico.
 
“Basta…non lascerò che tu ti faccia del male!!”- Naruto, tra le lacrime, spinse in avanti le leve, iniziando ad avvicinarsi ai due.
 
Lo 01 avanzò, urtando le pareti.
Nel mentre, i due corpi avviluppati dei giganti meccanici si sollevarono, sfondando l’ultima parete e cadendo rovinosamente nella sala successiva: l’hangar  principale della NERV, proprio adiacente alle sale-prova.
 
Ora Cris, non urlava più. Piuttosto, si limitava a piagnucolare ripetendo: “Non sono il vostro giocattolo…non sono il vostro giocattolo…”.
Le parole della musica della sua mente ancora risuonavano nelle sue orecchie
:

 
Cosa su di noi, cosa io dico
Siamo entrambi di un mondo diverso
Perché ogni respiro che faccio, lo respiro per te
Non posso affrontare la mia vita senza te
E sono così preoccupato.
Non c'é niente per confortarci
Cosa sarà di me, se non potrò essere tuo

 
 
 

“PERCHE’….NESSUNO MI AMA?!”
Akagi e Misato osservavano i combattenti poco distanti da loro, i quali, muovendosi, distruggevano attrezzature e mettevano in fuga il personale.
 
“PERCHE’?!”- Cris allontanò da sé lo 02 con un calcio.
 
“PERCHE?!?!”- fece quasi crollare la torretta centrale con un pugno.
 

PERCHE?!?!”-  il suo A.T.Field si estese provocando danni alle strutture portanti della sala macchine.
 

 
 

        Oh…Cris!” - Misato fece sprofondare il suo volto tra le mani. Ritsuko le cinse un braccio intorno alle spalle.
 

 

“Bastaaaaaaaa!”- finalmente Naruto emerse dai varchi aperti nel cemento, facendo distrarre Cris.
Thomas, approfittando della situazione, si rialzò cozzando contro il soffitto dell’hangar (la lotta stava facendo tramare l’intero quartier generale9 e afferrò nuovamente per il torso lo 00, che tentò di divincolarsi senza riuscirvi.
“Avanti….uccidimi…”- mormorò Cris, quasi implorando l’amico.
  “Perché dici che nessuno ti ama? Stavamo così bene insieme! Ci siamo divertiti! Ti credevo mio amico!”-urlò Naruto, serrando le palpebre per il disgusto verso il mondo. Il ragazzo si morse il labbro inferiore, fino a farlo sanguinare.
 
Al queste parole, Cris si sentì mancare….
Passarono davanti  ai suoi occhi le immagini dei giorni più recenti: il calore dei compagni di classe, la bontà di un pranzo in compagnia…gli scherzi tra amici….
 
E così…anch’io….posso sorridere…?-pensò Cris, artigliandosi la testa con le mani.
    

 

Io non dormo, non provo niente
E i miei sensi fanno tutto tranne che funzionare
Non posso nemmeno piangere per il dolore, non posso versare una lacrima
Adesso capisco
Noi non siamo uguali
E mi fa sentire triste
Perché non possiamo adempiere i nostri sogni (nella vita)


 

 
 
Lo 00 si afflosciò leggermente.
“Ora Naruto: Angriffe!”- gli ordinò Thomas.
“Io…io…MI DISPIACEEEEEEEEEE!!!!!”- Naruto dovette mettere da parte i sentimenti.
Staccò un pezzo di parete a mani nude.
Voltò lo sguardo altrove; le lacrime si persero nell’indefinito dell’ L.C.L .
Levò le braccia e poi le fece ricadere in avanti.
Il frammento acuminato si piantò nelle piastra pettorale dello 00.
Un fiotto di sangue inondò il pavimento della sala macchine.
I monitor delle Entry Plug segnarono il termine dell’operatività autonoma degli Evangelion.
La battaglia terminò in un mare di angoscia.
 
Thomas poté riprendere fiato, affaticato.
 
Naruto si portò le ginocchia al viso, chiudendosi in un pianto dirotto e silente.
E Cris…beh, lui…
  


 
 

Così io devo, lasciaci liberi
Non potrò mai essere quello di cui hai bisogno
Se c'era un modo, attraverso la ferita
Poi io l'avrei rifiutato
Avrei preso i colpi.
Sì, l'avrei combattuto.
Ma questo é il solo. Sogno impossibile da vivere
Cosa sarà di me, se non potrò essere tuo.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Credits: la canzone tradotta è “Thanathos-If i Can’t be Yours” di  
Sagisu Shiro. 

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Capitolo 11
*** Episodio 10: La vita è di chi ha il coraggio di osare anche da solo/Firely ***


Angolino dei commenti
 

KiKaTze: già finalmente l’ho postato!Mi scuso se ritardo di tanto in tanto (come per questo capitolo) ma sono lunghi e ho bisogno di tempo per scriverli! Riguardo a Cris che si infuria non avevo pensato all’analogia con Shinji :-/, però sono contento a posteriori visto che da un tocco ‘retrò’ :)! Per quanto oncerne la capsula che diventa rossa…eh si, mi hai sgamato :O! d’altronde l’ho detto che mi sarei liberamente ispirato sia alla serie originale che all’adattamento cinematografico.
‘‘Quelli che che vede Cris sono Rei e Kaworu?’’...forse sì, forse no…ti stai avvicinando ;-)! Continua a scrivere!
duboius3: sembra che sia riuscito ad impressionarti! Buon segno! Ricapitolando: Cris&co. tornano a scuola dopo aver combattuto nello scorso capitolo: ridono, scherzano… ma Cris sparisce un po’ troppo spesso. Ovviamente non posso rivelarti tutto ma posso dirti che Cris manda l’Eva in berserk durante il test perché è come se non avesse ricordi o ne stia formando solo in quel momento. Quello che vede nel salone delle feste altro non è che un riflesso meta-fisico del suo subconscio, in cui interagiscono personaggi a lui sconosciuti a livello conscio. Il resto lascia che lo spieghino i capitoli successivi^^!
P.S.. chiedo scusa se ho descritto One-Piece come un manga infantile (piace anche a me!), ma non potevo lasciare che Thomas gradisse le scelte di Naruo( che legge per altro il suo stesso fumettoXD)!
A presto!
 
E siccome vedo che piacciono i cross-over belli corposi, vediamo se indovinate da dove ho tratto l’immagine di oggi ed il nome di un nuovo sistema introdotto!
 
E ora, come al solito, su il sipario: l’emozione continua!

 
 

Episodio 10: La vita è di chi ha il coraggio di osare anche da solo/Firely
 

 

“E’ vivo! Cris è vivo!”- Misato spalancò le porte della sala operatoria, strappandosi dalla bocca la mascherina igienica.
 

Il third ed il second children la fissavano immobili ed innaturalmente composti sulle sedie della sala d’aspetto. Indosso portavano ancora le plug suit, dai colori così vividi in confronto al bianco uniforme del settore medico. I due erano subito scesi dagli Eva e avevano raggiunto il settore medico della NERV, dove il first era stato ricoverato d’urgenza.

In sala macchine, gli addetti stavano ancora riposizionando gli Evangelion nei loro alloggiamenti e ripulendo il pavimento dal sangue dello 00.
 
“Come sta?”- chiese Naruto con un fil di voce, guardandosi le punte dei piedi con occhi vacui.
 “Le sue condizioni sono ragionevolmente positive.”- la dott.ssa Akagi era sbucata dalla sala-interventi, e si stava togliendo guanti e cuffietta. La sua voce era ferma e meccanica come al solito.
 
“Quindi, dopotutto, non gli abbiamo fatto poi tanto male…”- osservò Thomas, aggiungendo poi con disappunto- “…certo, non si può dire che lui abbia fatto lo stesso con me…”. Il ragazzo si massaggiò il collo infiammato dalla morsa d’acciaio delle dita dello 00.
 

“Ragazzi…”- Misato tentò di avviare un discorso, pur sapendo che quanto accaduto non avrebbe trovato spiegazione logica- “…so che per voi è stato difficile colpirlo e che non vi sareste mai aspettati una reazione simile ma…avete agito per il meglio. Vedete se non aveste fatto così….”
Che cosa?!”- ringhiò improvvisamente Naruto, fissando con ira le donne- “ Che cosa sarebbe successo?! Avremmo per caso ferito Cris?! Non mi pare che le cose siano andate diversamente, dopotutto!!”
NO!”- singhiozzò Misato, ancora sotto shock- “Avreste perso la vita voi!”
“Tanto meglio!”- si affrettò Naruto - “Non ho intenzione di far soffrire inutilmente qualcuno, se posso fermarmi prima!”

 
Misato lo guardò, muta, e pensò:E’ proprio come Shinjicosì diversi eppure così sostanzialmente uguali…perché tutto si ripete?
 
“Parla per te…”- borbottò Thomas, per nulla convinto della prospettiva di lasciarsi uccidere per non coinvolgere i conoscenti.
“STA ZITTO, TU!!”- Naruto lo afferrò per il colletto della tuta e lo sollevò dalla sedia, con gli occhi simili a braci.
“Lasciami!”- Thomas si scansò- “Mi spieghi che vuoi da me?! Se tu preferisci farti ammazzare, fa pure! Ma non chiedermi i resti…io faccio quello che mi pare…”- il ragazzino aveva di nuovo assunto la sua posa di difesa interiore: la testa bassa e gli occhi rivolti verso l’alto, a squadrare il prossimo, i pugni stretti.

“Smettetela!”- li rimproverò Ritsuko. Perfino Misato si sorprese della reazione così calda- “Ve lo dirò ora e poi mai più: siamo in guerra e le nostre armi sono gli Eva. Avere a che fare con questi non è facile come sembra e lo avete visto: il ragazzo non è riuscito a mantenere il controllo, mettendoci tutti in serio pericolo. Quello a cui siamo stati partecipi non è stato solo un errore meccanico o di sistema…”
“E di cosa allora?!”- chiese Naruto, retorico.
“Di qualcosa che non possiamo controllare. Non sappiamo nemmeno noi cosa sia realmente successo a bordo dello 00, ma sappiamo che va oltre i limiti imposti da un ordine militare. Hino ha avuto a che fare con qualcosa o qualcuno che poteva affrontare solo lui. Ovvio che dobbiamo preservare la sua salute, ma in caso di emergenza non dobbiamo indugiare a …”
Preservare la sua salute? Errore di sistema?”- Naruto sottolineò con disprezzo le parole pronunciate dalla bionda- “ Ma certo…per voi lui è solo un altro mezzo….solo un altro giocattolo…”
“Oh, Naruto non devi parlare così! Ritsuko voleva solo dire che…”-tentò Misato di balbettare una scusa.
“No. Ha detto esattamente ciò che voi tutti pensate, e cioè che Cris è uno strumento come un altro…che noi tutti siamo solo strumenti per voi che restate alla base a giocare alla guerra…quasi mi dispiace che Cris non abbia distrutto la NERV.”
Tutti lo fissarono, poi lui girò sui tacchi e se ne andò.
Thomas sbuffò ed aggiunse, non troppo sicuro delle sue parole:
“Mpf! Il solito scemo…”
 
*  *  *
 
Il tuo intervento è stato a dir poco deludente,Ikari…”- la lastra SEELE 01 parlò con tono perentoriamente deluso.
“Dovevamo spettarci un simile insuccesso!”- sibilò la voce acuta della SEELE 08
“E dire che ci siamo fidati…”
“Manchevole…”
“Superficiale…”
“Sragionato…”
“Semplicemente futile.”
I membri del Consiglio si lamentavano vistosamente, sottolineando a turno l’insuccesso dell’Uomo Con Gli Occhiali.
“Non ho scuse.”- Ikari si schiarì la voce flemmatica- “Speravo che un intervento diretto, come una sollecitazione forzata dei ricordi, avrebbe colmato il Vuoto, ma a quanto pare la breccia è stata tanto profonda da essere rifiutata. Ho miseramente fallito e me ne dolgo.”
“Me ne compiaccio.”-lo ammonì la N.01- “D’ora in avanti si agirà secondo i dettami prefissati della SEELE. Tienilo a mente, Ikari.”
“Come preferite, ma sapete fino a che punto può spingersi la NERV…avrete il mio appoggio solo fino a quando lo riterrò necessario.”
“Ikari…vedi di non remare contro"-lo avvertì la Prima Lastra- “Anche se non siamo riusciti a recuperare la Chiavedi Nabucodonosor, il Progetto seguirà il suo corso.”
“Lo so. Infondo, opporsi sarebbe inutile…tutto è scritto nelle Pergamene del Mar Morto.”- rifletté Gendo ad alta voce.
La seduta terminò.
 
*  *  *
 
 
Naruto fissava il soffitto sopra il suo letto, indosso solo una maglietta leggera e dei pantaloncini corti.
Le luci di Roma filtravano timidamente  nella stanza al buio, accompagnate dalle risa di passanti ignari delle vicende che avvenivano sotto di loro.
Il ragazzo sollevò una mano in aria, lasciando che le luci creassero sconosciuti giochi d’ombra tra le sue dita. Fissò il suo palmo, poi lo strinse.
Sono un mostro… -pensò con una smorfia di disgusto.
La porta della sua stanza si aprì leggermente, lasciando entrare un taglio di luce. Misato era sull’uscio.
“Ciao, Naruto”- disse lei lentamente.
Lui non rispose.
“Sei tornato a casa da solo, vedo. Hai usato le chiavi che ti ho dato?”-gli chiese, cercando di sviare le sue attenzioni.
Ancora nessuna risposta.
“Già che domanda stupida…certo che le hai usate, altrimenti come saresti entrato!”-ridacchiò lei.
Silenzio. Ancora.
Lei si fece seria.
“Non devi sentirti in colpa. E poi, Cris sta bene. Vedrai che tra poco potrete stare di nuovo insieme. Ha solo bisogno di riposo…”
“PER FAVORE, LA SMETTA!”- urlò lui, dandole le spalle.
Lei lo guardò per un istante, poi si avvicinò ad un cassetto, lo aprì, tirò fuori qualcosa e gli si avvicinò.
Provò a mettersi accanto a lui sul letto, ma il ragazzo allungò una gamba dove stava per sedersi, bloccandola. Lei si rialzò.
“Se non vuoi parlarmi, non fa niente. Lo farai quando ti sentirai meglio. Intanto….guarda questa.”
Naruto si girò qual tanto che bastava per accorgersi con la coda dell’occhio che Misato gli stava tendendo una bambola rossa.
“Era di una mia amica. Non ho fatto mai in tempo a restituirgliela. Anche lei ha rischiato la vita come Cris, ma non si è mai tirata indietro o pentita. Se succede qualcosa, anche grave, i veri amici non provano risentimento l’un l’altro, ma si capiscono e si aiutano. Buona notte…Naru-kun…”
Misato posò la bambolina accanto al ragazzo e si allontanò, spegnendo la luce e chiudendo la porta.
Lui prese il giocattolo di stoffa. Lo rigirò e lo tastò tra le mani.
Raffigurava una bambina con un abitino rosso. Era stropicciata e aveva i lembi consunti, ma era pulita: doveva essere abbastanza vecchia, probabilmente era stata lasciata in quel cassetto in fretta e furia per non essere più ripresa.
Notò un piccola scritta a penna sulla gonnellina: ‘Asuka’.
Una bambola…
Nella mente del ragazzo, la parola risuonò orribilmente allusiva.
 
 
*  *  *
 
Giovedì 26 novembre. Ore 8:00 P.M. Istituto Scolastico Internazionale Marduk.
 
“Allora facciamo l’appello…”-la prof.ssa della prima ora prese in mano il registro ed iniziò a leggere ad alta voce i nomi degli alunni in ordine alfabetico.
“…Hino. Hino è assente anche oggi?”-chiese l’anziana professoressa di letteratura.
Qualcuno in classe di sì.
Lei si mise una mano sulla guancia, preoccupata: “Di nuovo…come si fa…quel ragazzo inizia ad essere incostante.”
 
Naruto guardò il posto vuoto accanto al suo banco:
Ancora un giorno senza di lui…
 
*   *   *
 
Giovedì 26 novembre. Stessa ora. Settore 2. Sala analisi comportamentali. NERV. Neo-R2.
 
 
Misato irruppe trafelata nell’osservatorio.
“Allora,”-chiese-“come procede?”
Ritsuko si alzò dalla sua sedia girevole e le si avvicinò, spegnendo la sigaretta che stava fumando in un posacenere.
“Il grado di contaminazione mentale di Cristoforo è piuttosto alto, ma lo abbiamo messo nella Lazarus, dovrebbe rimettersi tra qualche giorno.”
“La Lazarus, già…”- mormorò Misato- “è da quando Asuka subì l’infiltrazione mentale da parte dell’Angelo Orbitale, che non usiamo quella specie di bara,mi fa impressione.”
“Per fortuna non ne abbiamo avuto altro bisogno, fin ora.”- disse Akagi con il suo ottimismo scientifico.
“E lo 00?”- Misato si mordicchiava un’unghia.
“L’autorigenerazione della piastra pettorale avviene lentamente. Per il momento, dato che non ha pilota, lo stiamo sigillando nella No-Time Room. Guarda.”
Ritsuko aprì un collegamento video sul suo portatile: lo 00 stava venendo calato per le braccia all’interno di una grande stanza dalla luminosità aranciata. I sostegni lo lasciarono andare e l’enorme automa, invece che cadere a peso morto, restò sospeso a mezz’aria galleggiando in assenza di gravità.
“Resterà lì fino a nuovo ordine.”- concluse la dott.ssa.
Poi, Misato guardò fuori dalla vetrata della saletta in cui si trovavano: una cassa metallica nera lunga non più di un paio di metri era posta al centro di un altro locale. Su di essa spiccava un fregio a doppia elica (simile a quello del DNA) di un verde fosforescente.
“Che cosa faranno a Cris? Ha perso il controllo. Non vorranno mica sopprimerlo, vero?”-chiese Misato preoccupata.
“No…scientificamente parlando,”-Ritsuko si accese un’altra sigaretta-“ è un soggetto troppo interessante per ucciderlo banalmente.”
 
*  *  *
 
Martedì 1 Dicembre. Ore 17:00 A.M. Central Dogma. NERV. Geofront. Neo-R2.
 
 
L’allarme riempiva tutti i corridoi della base militare, sui megaschermi a parete del ponte di comando capeggiavano gli esagoni regolari rossi con la scritta –EMERGENCY-.
“Che cosa succede?!”- si affrettò a chiedere Thomas appena entrato.
Lui e Naruto avevano raggiunto i passaggi designati, dopo che lo stato d’emergenza era stato dichiarato a gran voce grazie agli altoparlanti sparsi ovunque nella città-fortezza.
“Un Angelo ha raggiunto il centro storico della capitale. Dobbiamo intervenire.”-disse Makoto con lo sguardo fisso sui suoi grafici.
“Si tratta di un Angelo dalle capacità elettromagnetiche.”-si spiegò Ritsuko - “E’ verosimile pensare che voglia arrivare qui perforando il suolo con un attacco ad altissima concentrazione elettrica, quasi come un trapano. Il MAGI ha rilevato una tendenza agli attacchi concentrici. Secondo noi, utilizzerà una struttura di forma ellittica per convogliare il suo A.T.Field in una barriera elettrica e penetrare nel Geofront.”
“Ma l’unica struttura adeguata, nei paraggi, è solo il Colosseo!”-fece notare Thomas.
Naruto era in silenzio, lo sguardo basso ed ancora colmo di rancore.
Poi, a braccia conserte, Misato prese la parola : “Esatto Thomas.Il piano consiste nel tenerlo occupato mentre facciamo sgomberare l’area ed aspettare fino quando non si deciderà ad eseguire il suo ultimatum. In quel momento, dovrete sfruttare al massimo i vostri A.T.Field per contrastarlo e poi gli lanceremo un generatore voltaico, che dovrebbe farlo esplodere per sovraccarico.”
“Signori!”- Aoba richiamò l’attenzione- “Il nemico ha raggiunto la zona di non-ritorno, dobbiamo assolutamente iniziare l’operazione!”
“D’accordo!”-annuì Misato, poi guardò il ragazzo biondo innanzi a lei- “Naruto…sarai ancora dei nostri, almeno per stavolta?”
“Ho altra scelta…?”-borbottò.
Lei gli sorrise, poi si ricompose: “Bene. Allora, children : prepararsi alla sincronizzazione! Agli addetti: configurazione urbana numero 50! Evacuare la zona!”
“Solo una cosa:”- Naruto si rivolse seccato alla Akagi -“se proprio devo combattere, voglio almeno sapere chi si preoccuperà di lanciare il generatore-bomba.”
“A questo penseremo noi…”- rispose divertita Ritsuko.
 
*  *  *
 
“Evangelion 01 e 02 in rampa di lancio! I tracciati sono ALL GREEN!”- confermò Maya.
Misato strinse i denti. Pensò:
Coraggio Naruto…devi farti forza anche se sei solo, anche se non vuoi combattere…devi vivere!
Poi il Colonnello Katsuragi ordinò: “LANCIARE!”
 
Le due Unità vennero inviate nei pressi del Quartiere Colosseo (Area n. 1-0-0-9).
Tra i bagliori delle esplosioni e dei colpi dei mezzi bellici si annidava e si contorceva l’inquietante sagoma del nemico: una sorta di serpente osseo dal volto lungo ed affusolato, in grado di lanciare scariche elettrostatiche dalla coda, simile a vertebre cervicali.
“E’ quello il nostro nemico täglich(trad.:giornaliero)?”- chiese il tedesco eccitato.
 
“Sì, cercate di indebolirlo mentre noi ci prepariamo ad inviare i rinforzi!”- disse Misato all’interfono.
Poi, lei parlò direttamente al second: “Sei pronto, Naruto?”
 
“Io…in realtà…”- il ragazzino tremava come un foglia stringendo i pugni intorno alle leve- “…senza nemmeno Cris…è la prima volta…non so se ce la faccio…”
Effettivamente, era la prima volta da quando era salito sullo 01, che lo faceva senza il suo amico. Amico che però era stato costretto in ospedale, dopo aver tentato di ucciderlo.
“Avanti, scemotto, ci sono qua Ich!”- esultò il third, battendosi un pugno sul petto.
“Si...però…”-Naruto spostò lo sguardo sul sinuoso nemico, rabbrividendo.
 
“Ikari…”-Fuyutsuki sussurrò all’orecchio del suo Comandante-“siamo sicuri che senza lui, ce la faranno?”
“Devono.”-rispose impassibile.
“Attenzione, sta arrivando!”-urlò spaventata Misato.
 
L’Angelo eseguì un movimento nodoso sui sé stesso e la coda schioccò: una lunga saetta violetta ne scaturì, in direzione dello 01.
Naruto, istintivamente, portò le braccia al volto. L’Eva mimò i movimenti ed estese la barriera dorata, deviando l’attacco.
 
“Ragazzi, ora concentratevi solo sul nemico, potete farcela!”-li svegliò Ritsuko.
 
I due Eva si liberarono degli ascensori e scattarono in direzioni opposte.
Lo 02 imbracciò un fucile standard, facendo fuoco sul nemico.
Contemporaneamente, lo 01 schivò un colpo avversario, rotolando a terra e sparando un colpo con un bazooka.
L’Angelo incassò i colpi, ma ne uscì illeso. Poi, si snodò e fece nuovamente saettare la coda come una frusta, che stavolta si spezzò in decine di segmenti.
 
“Attenzione, sono esplosivi!”-li avvertì Makoto alla base.
 
Le componenti della coda raggiunsero a gruppi di dieci i due robot.
Lo 02 eseguì un flic-flac all’indietro, lasciando che i proiettili ossei esplodessero al suolo.
Naruto ne schivò la maggior parte con un ampio salto laterale ma due riuscirono a colpirlo in pieno petto, esplodendo e facendolo cadere rovinosamente su un palazzo, che schiacciò.
 
Alla base, Ritsuko iniziò a dare disposizioni per la strategia definitiva:
“Preparare gli aerei-cargo a caricare la bobina Tesla anti-elettromagnetica!”
“NO!”- la voce raramente udibile del comandante Ikari tuonò sul ponte di comando.
“Ma come…?”-boccheggiò Misato.
Gendo la interruppe: “L’operazione odierna richiede lo sforzo di più di due Eva. Gli aerei sarebbero facilmente eliminabili. Utilizzeremo una terza Unità.”
“Intende dire lo 00?”-chiese Maya.
“Esattamente.”
“Ma…riporta gravi danni ed il pilota è incosciente e…”
“Questo è irrilevante! Possiamo contare sul supporto del DUMMY PLUG SYSTEM!”
“Il DUMMY? Ma signore…nonostante i perfezionamenti apportati, dovremmo prima ri-testarlo!”-tentò di difendersi la giovane addetta al MAGI.
“Funzionerà perfettamente! Ed in ogni caso, sarà comunque più efficace di un pilota in stato comatoso! La dott.ssa Akagi ne converrà.”
Ritsuko abbassò lo guardo ed annuì: “E’ vero, è l’unico supporto efficiente di cui disponiamo al momento.”
“Ora eseguite gli ordini!”-comandò Ikari.
Misato non poté non fare come le si era espressamente imposto: “D’accordo…rimozione del blocco gravante sull’ Unità 00. Prepararla al DUMMY SYSTEM!”
“Fuyutsuki…”-Gendo parlò al suo fidato- “io vado…”
Il Comandante si alzò e si diresse verso una passerella mobile che sparì  dietro una porta scorrevole con su scritto ‘SALA MACCHINE’.
 
Sul campo di battaglia, i children cercavano a tutti i costi di resistere sotto i colpi avversari. L’Angelo aveva un’ottima presenza sul campo: con la coda lunga più di cento metri poteva facilmente colpire i nemici a raggio medio-corto, mentre con i fulmini poteva raggiungere in linea retta anche quelli più lontani.
Le barriere degli Eva reggevano sufficientemente bene, ma dovevano essere tenute a regime appena sufficiente, per conservare il potenziale completo per il climax della battaglia.
Naruto si avvicinò brandendo una sega circolare a lama laser.
Con la voce tramante il ragazzo tentò di fendere il nemico:
“Prendi questo!”
Lo 01 fece calare la lama. La coda del mostro si divise autonomamente, schivando il colpo, per poi avvolgersi intorno al busto del robot viola.
L’Angelo elettrificò la sua appendice, inviando una scarica ad altissimo voltaggio che pervase ogni fibra del corpo del suo nemico.
Dentro l’Entry  Plug, Naruto emise un gemito soffocato, mentre l’ L.C.L ribolliva nel tentativo di assorbire i traumi esterni.
Lo 02 si avvicinò tentando di trarre in salvo l’altro, facendo fuoco sul mostro strisciante, ma finì per essere allontanato da una scarica a traiettoria orizzontale.
 
Nell’hangar lo 00 era nuovamente posizionato al centro della sua gabbia cilindrica. Una capsula nera dalle iscrizioni verde acceso stava venendo forzatamente spinta nella zona cervicale. Sul rivestimento d’acciaio dell’Entry Plug spiccavano a caratteri cubitali le scritte: ‘DMY-SYS’ e ‘R.-C.
Lo 00 contorceva tutto il torso emettendo brontolii sofferenti, la lente ottica rossa lampeggiava freneticamente.
 
“E’inutile lo 00 sembra rifiutare il DUMMY PLUG SYSTEM. Non capisco perché…”- mormorò Ritsuko reggendosi il mento.
“Senza l’Unità 00, potrebbero farcela comunque?”-le chiese Misato
“Credevo di sì,ma secondo il Comandante è indispensabile utilizzare un terzo Eva. Però se non riusciamo ad attivarlo….”
 
Mentre ancora tentavano di arginare i danni, i due Eva dovettero ripararsi dietro un palazzo, per non subire altri danni dal nemico.
“Allora, quanto tempo dobbiamo aspettare per questi rinforzi?!”-ringhiò Thomas agli operatori sul ponte.
 
Ikari, sulla predella metallica della gabbia, fissava con le mani giunte dietro la schiena il gigante blu contorcersi. Il petto del robot era ancora fasciato con enormi bendaggi sanguinanti.
Quando il braccio meccanico smise per un momento di premere la capsula, Gendo passò una mano delicatamente sull’unico occhio rosso dell’Eva:
“Rei…perché mi resisti…sarà forse colpa dell’altro?”
“Prova plug-in  n. 20: fallita. Riprendere tutto dal codice 99…”
Gendo udì la voce di Misato impartire ordini agli addetti, quindi esclamò rassegnato: “No! Fermatevi. Di questo passo non combineremo nulla.”
“Ma Signore,”-disse  Misato dall’altra parte del ripetitore- “aveva detto che ne servivano tre…”
“Esatto. Ma a quanto pare l’Unità 00 è irremovibile.”- Gendo abbassò di colpo il tono di voce, aggiungendo in un sibilo- “Questo vuol dire solo una cosa: SBLOCCO IMMEDIATO DEL PRIMAL-EVANGELION!”
Misato era confusa, non aveva mai sentito quel nome. Chiese spiegazioni alla sua amica.
“Il Primal-Eva è l’Unità primigenia. Il primo vero Evangelion mai costruito. Poiché presentava troppi errori sistematici, si decise di passare ad una seconda fase del Progetto E, iniziando la costruzione della prima versione di Eva00. E’ stata trasportata qui dal Giappone insieme alla altre,ma non credevo che ne avremmo mai avuto bisogno…”
“E così…”-mormorò Misato- “…la NERV nasconde anche altri Eva…”
“Avete sentito?!”-comandò la dott.ssa- “Riesumare l’Unità e prepararla al DUMMY SYSTEM!”
 
Da un remoto angolo della base un ascensore arrugginito caricò una sagoma umanoide scura e dinoccolata, portandola fino all’hangar.
Il Comandante si spostò difronte al redivivo Evangelion.
Il gigante era diverso da qualunque altro: il volto era nascosto da una maschera simile ad una griglia o ad una saracinesca, sotto la quale si poteva scorgere uno schermo ottico largo ed unico, ovviamente spento. Il corpo era ricoperto da una tuta aderente grigiastra, sulla quale spiccavano frammenti di armatura arrossati dalla ruggine.
Gendo sorrise: “ Inserire DUMMY PLUG! Settare il sistema su onde celebrali di tipo R.-C.! Utilizzate la versione più aggiornata del sistema operativo, in modo da ridurre eventuali errori probabilistici!”
Roger!”- asserì Misato.
La capsula venne calata all’interno di una sorta di spina dorsale esposta, che si illuminò di una luminosità azzurra. Il visore semi-coperto del robot antiquato si accese della medesima tonalità: funzionava.
 
Misato si rivolse ai giovani piloti: “Naruto,Thomas…stiamo arrivando.”
L’Angelo emise un sibilo, scagliando una folgore verso il riapro degli Eva.
Il palazzo esplose.
I due Eva si gettarono lateralmente, fuori dal campo di esplosione.
Poi, un settore della strada tremò e si aprì, rivelando un condotto per il trasporto Eva.
“Che succede?”- il third fissò l’apertura nel terreno.
Tra i fumi del ferro fuso dei mezzi bellici e le fiamme divampanti dai palazzi si stagliava una figura longilinea, le cui finiture fosforescenti rischiaravano l’oscurità del tardo pomeriggio inoltrato. Il terrificante robot imbracciava un gigantesco generatore elettrico, simile ad un cannone.

“E quello cos’è?”
Rispose Misato: “Quello…è il Primal-Eva: un’Unità di riserva che dovrebbe aiutarvi.”
Naruto boccheggiò incredulo: “Un…Eva? Ma…chi c’è a bordo? Cris è ancora ricoverato, giusto?!”
“Sì…quel robot sta utilizzando il cosiddetto DUMMY PLUG SYSTEM, settato sulla configurazione S.A.S.O.R.I. .”
DUMMY PLUG? S.A.S.O.R.I?”- Naruto si resse la fronte- “C-Che significa?!”
“Sono dei programmi di guida automatica. Cris non è a bordo. Il codice ‘S.A.S.O.R.I.’ significa Sistema Automatico Sostitutivo ad Offesa e Rigenerazione Intelligente. Grazie a questo pilota fantoccio, un Eva può agire in completa autonomia.”
“Beh, chissenefrega della nomenclatura!”- Thomas si sfregò le mani- “ Adesso che abbiamo un aiuto facciamola finita!”
Naruto, però si fermò ancora un poco a riflettere:
 
Quello…non è Cris…ed io….sono di nuovo salito a bordo dell’Eva…perché? Perché lo faccio?Perchè c’è gente come Thomas che ne è addirittura felice? Possibile che non sappia decidermi? Si può addirittura utilizzare gli Eva, senza un pilota umano? Ma allora…per quale motivo devo essere io a combattere?
Misato e Thomas stavano quasi gridando all’dispositivo acustico per farsi sentire, ma lui era troppo preso dai suoi pensieri per badare agli altri:
Probabilmente è perché non ho scelta…
Naruto si irrigidì.
Probabilmente la mia volontà non cambierebbe nulla…
Il ragazzo aprì il palmo della mano, fissandolo.
Questa tuta…tutto questo….potrei anche morire… Cris ha potuto morire…ma…allora è per questo che sono salito sull’Eva!
Sgranò gli occhi.
Forse per me c’è ancora speranza…forse io…Thomas…Misato…e Cris…POSSIAMO ANCORA VIVERE!
Naruto strinse di colpo la mano in un pugno deciso:
“Adesso ho capito!”-tutti coloro che lo ascoltarono non poterono fare a meno di restare a bocca aperta-“ Signorina Misato, dia inizio all’operazione….ANDIAMO!”
Lei gli sorrise e diede il comando a gran voce.
Lo 01 si rialzò da terra e corse incontro al nemico.
Ja, ora si che  uns verstehen(trad.: ci capiamo)!”- esultò Thomas, riattivando l’Eva e raggiungendo il suo compagno.
“Molto bene!”-disse Misato- “Attivare anche l’Eva di supporto!”
Il misterioso Eva si piegò sulle ginocchia, facendo scricchiolare le ossa intorpidite, per poi scattare in avanti con in braccio l’enorme bobina.
L’Angelo riprese il suo attacco: snodò la coda, lanciando le vertebre contro gli avversari.
Lo 02, si abbassò schivando i colpi.
“Aumentare regime dell’ A.T.Field del 50%!”- Naruto sviluppò la barriera con un gesto circolare del braccio, facendo esplodere i proiettili organici.
Il Primal-Evangelion incassò invece le esplosioni, continuando come se nulla fosse.
Il mostro arretrò stridendo acutamente, andando a posizionarsi in corrispondenza dell’apertura del Colosseo (miracolosamente ancora illeso).
 
“Vuole attaccarci direttamente! Alzare le paratìe!”-ordinò ritsuko.
 
L’Intera struttura dell’ Anfiteatro Flavio venne rivestita da uno strato aderente di acciaio rinforzato ad hoc, innescato dal suolo.
L’Angelo sembrò non curarsene: distaccò le ultime componenti della coda (riducendosi ad una testa di serpente fluttuante), che iniziarono a roteare vorticosamente lungo il perimetro del Circo Romano. Delle saette violacee unirono i segmenti caudali alla testa centrale, formando una sorta di telaio.
Una barriera elettromagnetica si generò tra i tratti semi-ossei, avvolgendo il Colosseo ed innalzandosi per centinaia di metri nel cielo.
 
“Ha convertito il suo A.T.Field in un campo elettrico, proprio come previsto…”- fremé Akagi con una goccia di sudore che le imperlava l’attaccatura dei biondi capelli.
“Ci siamo…”- Misato era nel medesimo stato.
 
Mentre si faceva strada tra i detriti, Naruto non poté fare a meno di lanciare un grido: “Io…anche senza nessuno…vincerò comunque! Ora ho capito il significato di quella bambola: ho la possibilità di sopravvivere con le mie forze…e non la sprecherò! Perché LA VITA E’ DI CHI HA IL CORAGGIO DI OSARE ANCHE DA SOLO!”
I due Eva si arrestarono in corsa in prossimità del nemico.
I piloti, all’unisono:
“A.T.Field: sviluppo massimo!....MAX-FIELD!”
L’aria si fece rarefatta e il terreno si sollevò a grossi frammenti: un alone viola esplose come un bufera dai corpi metallici degli Evangelion, che strinsero le braccia protese innanzi a loro, quasi a chiudere il nemico in una morsa letale.
Le gigantesche barriere dei due, ora in grado di avvolgere l’intera area urbana, iniziarono a convergere fino a formare un muro esagonale intorno all’Angelo.
 
“Stanno unendo gli spazi dei fase!”-annunciò Maya.
“Di più: stanno forzatamente fondendo i campi, in modo da annullare quello nemico!”-chiarì la dott.ssa.
 
I segmenti cervicali della coda iniziarono a ritrarsi verso il cranio, fino a comprimersi a stretto contatto. Si dissolsero come liquido e si riunirono in un corpo androgino completamente bianco: il vero corpo del mostro, con il nucleo ben in vista.
L’Eva di supporto corse ancora, poi saltò puntando il generatore verso la colonna di luce nel cielo, ora solo composta delle barriere di 01 e 02. La bobina colpì lo scudo.
Thomas parlò al collega, seppur con difficoltà visto l’estremo sforzo fisico: “Avanti…ora…dobbiamo…lasciare!”
I piloti abbassarono il grado di prestazione della barriera ed il Primal, saltò dentro l’area avvinghiandosi al nemico in balìa delle emissioni elettriche incontenibili.
“Un attacco suicida?”- Naruto si tirò leggermente indietro sul sedile.
Per la prima volta vide davvero cos’era un Eva: un’arma bellica pronta anche all’autodistruzione pur di adempiere alla sua missione.
L’Eva arrugginito si voltò verso lo 01, con un leggerissimo movimento del capo, quasi un cenno di assenso.
01 e 02 scattarono all’indietro mentre le radiazioni elettriche si convogliarono sul generatore-bomba, creando una sorta di sfera di elettricità biancastra.
Dalle gole dei due corpi giganti avviluppati scaturì un profondo ululato animalesco, accompagnato da un bagliore accecante che fece terminare lo scontro.
 
Tra le scariche elettrostatiche che ancora sibilavano tra le macerie, lo 01 si rialzò, seppur danneggiato, assolutamente trionfante.
 
 
  

 

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Capitolo 12
*** Episodio 11: Real Days/Largo ***


Angolino de commenti
 

dubious3: eh già, nello scorso capitolo mi sono davvero sbizzarrito con gli incroci! Ma d’altronde io sono un patito di tutto ciò che includo e la somiglianza deadspace-eva e sasori-pilota automatico mi pareva a dir poco vistosa! Comunque, di analogie ce ne sono anche nel tuo commento (cfr: ikari-volpe….naruto pure! Ehehe*risatina malevola*).
Grazie per i tuoi commenti!
KiKaTze: hai ragione, non potevo far morire Cris così, proprio ora che il tutto si fa via via più interessante!  Anche a te è sembrato azzeccato il rapporto deadspace:eva=sasori:DummyPlug! Per fortuna, avevo paura di appesantire la storia con tutti questi cross-over! Posso essere un po’ cattivello :? Mi dici di stare attento all’ortografia ma stacci anche tu nei commenti -_-‘! Comunque non offenderti, anzi, grazie per le segnalazione costruttive!
 
-Comunque: mi sento in dovere di ringraziare tutti quelli che mi stanno seguendo (anche senza lasciare recensioni). Sono orgoglioso che le mie strorie piacciano, e con il capitolo di oggi segno la fine della prima parte della prima stagione della mia fan-fic. Dal prossimo capitolo le cose si faranno davvero intricate!
 
Ed ora, su il sipario e godetevi questo rilassante chappy musicale di intermezzo! :
 
 

Real days/Largo
 
Mercoledì 2 Dicembre.Ore7:45P.M.Istituto Scolastico Internazionale Marduk.
 
Quando la porta scorrevole dell’aula 3-A venne spostata di lato da mani delicate, nessuno dei presenti si meravigliò del comparso.
Cris –la cartella a tracolla e il pesante cappotto nero abbottonato fino sopra alla bocca- mosse un passo all’interno della classe.
Benché il silenzio fosse calato tra le giovani bocche colme di vita, il freddo alone del ragazzo aveva sempre messo termine a qualsiasi discorso. I ragazzi e le ragazze discutevano di qualsiasi cosa: dalla moda, ai social-network ai disastri del giorno prima e di come, comunque, fossero tenuti a seguire i corsi scolastici.
Quando Cristoforo Hino entrava in classe, gli sguardi si abbassavano, i presenti si scostavano e le labbra tacevano.
Era bellissimo e perfetto, eppure nessuno sapeva mai cosa gli passasse per quella mente così sublime e raffinata, capace di dialettica altissima ed inattaccabile, di calcoli matematici impossibili e passionali performance musicali al violino e pianoforte.
Sorpassò le file di banchi scarabocchiati, con flemma esasperante si sbottonò il soprabito e lo appese ai ganci sul muro spoglio della stanza. Si diresse verso il suo banco, sfiorando con la punta delle dita le grandi finestre appannate dal freddo, poi si sedette.
Con il capo leggermente reclinato-i capelli scurissimi che gli coprivano parzialmente gli occhi- iniziò a guardare il cielo e le vie fuori dell’edificio, aspettando silenziosamente l’inizio dell’ora.
Nessuno gli si avvicinò.
Nessuno gli chiese il motivo della sua ulteriore assenza.
Nessuno infastidiva Mr. Silence, come solevano chiamarlo.
Nessun cartellone di benvenuto, stavolta e nessun abbraccio caloroso, poiché nessuno sapeva quale fosse stata l’ennesima motivazione per la sua temporanea scomparsa.
A lui andava bene così.
Le persone tendono ad interessarsi agli altri non per affetto o per curiosità…solo per la mera voglia di conoscenza del mistero delle vite altrui .Discutere dei propri affari con loro non farebbe altro che accrescere il morbo.
Questo il suo pensiero ricorrente: un pensiero duro, gelido. Il solitario della 3-A era da sempre conosciuto come uno stoico, un conservatore, un anti-liberale e, alle volte, un nichilista.
Nonostante ciò, da qualche tempo la sua mente viaggiava per differenti lidi:
Tuttavia…ho scoperto come la mia bocca possa assumere delle lievi increspature rivolte verso l’alto. Lo chiamano ‘sorriso’, è una cosa stranissima...finora credevo che la cosa più sconcertante fosse la sincronizzazione con un Eva,eppure la sensazione che si prova nel ‘sorridere’ è…
Un chiassoso battibeccare si aggiunse al brusìo della classe, distraendo Cris:
“Ahhh…ti avevo detto di ricordarti di portare i soldi per la merenda, ora dovrò restare a bocca asciutta!”-un ragazzo dai capelli biondi, stretto nel suo maglione di lana beige si lamentava vistosamente.
“Ma sei scemo?!”- controbatté il ragazzo più giovane a fianco- “Insomma, Naruto, non sono il tuo cuoco: se vuoi qualcosa impara a preparartelo da solo! Guarda me: wurst und sauerkrauten!”
“E dai! Che ti costa prestarmi 2 euro?Te li ridò quando Misato mi darà la paghetta!”
“Cioè il mese prossimo?! Non se ne parla nemmeno!”
I due continuarono ad avanzare (Naruto all’indietro e Thomas in avanti), poi il bambino tedesco smise di protestare, guardando oltre le spalle dell’amico più alto.
Naruto si voltò incuriosito…e sgranò gli occhi.
Sentì il battito del suo cuore aumentare di colpo, gli occhi si riempirono di lacrime, bruciando infiammati.
 
A pochi metri da lui, la melanconica figura del first lo fissava con uno sguardo ambiguo.
Il ragazzo, indeciso se ridere o piangere, si gettò sul banco dell’amico, scuotendolo:
 
“Eccoti, eccoti, finalmente! O Dio, ti ringrazio! Eccoti, dopo tutto questo tempo! Non sai come mi sia dispiaciuto di aver fatto… quello che ho fatto....pensavo di averti ferito…credimi io non avrei mai…”
“So che ieri te la sei cavata benissimo.”-la frase priva di contesto del ragazzo dai capelli pennellati di blu bloccò il fiume in piena di parole che uscivano incontrollate dalle labbra di Naruto.
 
Quest’ultimo si trovò spiazzato dalla disarmante serenità dell’amico e le sue labbra ebbero un piccolo fremito, come se avessero voluto continuare a supplicarlo di un perdono.
“Io…beh…”- Naruto si grattò la tempia,per nulla convinto di aver agito al massimo delle sue possibilità.
 
“Sei stato bravo.”-disse ancora Cris, con un leggero cenno del capo, la voce dolce e rassicurante, eppure carica come sempre di afflizione.
“E allora, io no?!”- chiese retorico Thomas, incrociando le braccia offeso.
“Ma sì certo, anche tu!”- lo rincuorò l’altro con un leggiadro sorriso.
Sorriso….ancora.
“Certo che quando vuoi le dai di santa ragione, tu!”- ridacchiò Thomas, toccandosi collo e ventre- “Me ne hai pure dette di tutti i colori! Promemoria per me stesso: evitare di far arrabbiare Cris!”
Hino non diede segni di particolare coinvolgimento, ma si limitò ad emettere un disinteressato verso di approvazione.
Naruto, ancora ad occhi bassi tentò di aprire la bocca per dire qualcosa…ma la campanella di inizio giornata trillò, segnando l’inizio di una nuova giornata.
Gneisenau si allontanò verso il suo banco, mentre Uzumaki prese lentamente posto accanto al suo amico.
“Senti…riguardo a quanto successo l’altra volta…”-sussurrò Naruto, tentando di riattaccare il discorso.
“Di questo preferirei parlarne dopo, con calma.”
Come prima, Cris spezzò sul nascere ogni replica del ragazzo che gli sedeva a fianco. I suoi occhi, in quella grigia mattinata di gelido inverno, assunsero una tinta più simile al piombo che al blu abissale che li contraddistingueva.
 
*   *   *
 
Settore 9. Ore: 11:00 A.M. NERV.
 
“Come previsto, l’Angelo Raitoniel , l’arcirettore dei fulmini e della risolutezza, l’unico-oltre a Nus- elevato a livello Keter, è stato sconfitto.”- asserì il Comandante, per nulla impressionato dalle enormi lastre SEELE che lo circondavano.
“Abbiamo avuto fortuna, Ikari. Senza il Portatore della Lancia, i prescelti sarebbero anche potuti soccombere.”
“Ma non è stato così. E’ per questo che l’Angelo è disceso comunque, nonostante tutto…perché nulla potrebbe ostacolare il Progetto, vero?”-chiese Ikari.
“Esattamente. Ma non dobbiamo trascurare i rischi del nostro operato, nulla è scontato.”
“Inoltre, l’intervento del Primal Evangelion è stato provvidenziale.”-aggiunse la SEELE 04-“Tuttavia, se non fosse stato per l’esito positivo della battaglia, avremmo potuto severamente punirti: hai agito ancora una volta senza permesso, Ikari.”
“Lo so, ma non ho avuto altra scelta.”
“Inoltre, la costruzione dell’Unità 03 è stata finalmente terminata, e lo 04-il guardiano- è finalmente uscito dal Buio. Sono le Unità più avanzate: diventeranno la vostra arma principale.”- informò soddisfatto l’uomo che si celava dietro la SEELE 03.
“Perfetto.”- asserì Ikari- “Vista la situazione, immagino che dovrò recarmi da voi.”
“Certamente.”-rispose la lastra 03-“E’ necessario un colloquio sul posto. Inoltre, dovremmo adoperarci per abolire il Trattato del Vaticano, altrimenti non potremo usufruire del terzo e quarto Eva.”
“Verrò appena possibile.”-concluse Ikari.
Il motto del Consiglio pose fine al dialogo.
 
*   *   *
 
Istituto Scolastico Internazionale Marduk. Ore 14:15 P.M.
 
L’aula dei children era stata lasciata dagli studenti già da qualche minuto. Naruto, tuttavia, aspettava silenziosamente, con la schiena contro la fredda finestra, qualcuno. Qualcuno che tardava a giungere.
Ma insomma, quanto ci mette? Aveva detto che andava solo a posare lo zaino negli armadietti!- pensò il ragazzo, guardando l’orologio al suo polso.
Ripensava a Cris: tutta la mattinata aveva parlato il minimo indispensabile, evitando i tasti dolenti e -alla fine dell’ultima ora- gli aveva garantito che si sarebbe fermato a parlargli, ma di lui neanche l’ombra.
Il ragazzo, assorto nei suoi pensieri, fu attirato da qualcosa di così differente da tutto ciò che aveva fino ad allora sentito, che non poté non tendere l’orecchio:una musica soave e melodiosa, che riempiva le orecchie ed il cuore.
Esitante, il second mosse in avanti un passo, attratto da quel suono quasi estatico.
Sarà Cris che suona il pianoforte? Non credo lui aveva detto che…
Le delicate note si perdevano sfuggenti nell’etere, aumentando e diminuendo di intensità, accompagnando i passi incerti del giovane.
Passionale e viva, la musica trascinò letteralmente Naruto fino ad una grande porta di legno. La musica si fece più vigorosa….una rapida scala decrescente e poi di nuovo il suono paradisiaco si affievolì a tacque.
Naruto restò ancora un poco in ascolto, quasi in attesa di un qualcosa che non si fece avanti….e sospinse la porta.
 
Un acuto gridolino e Naruto si spaventò a tal punto da gemere a sua volta e richiudersi le imposte alle spalle:
 
“Scusascusascusascusa!Io…ecco…non volevo…se ti ho disturbata…”-balbettò lui, ora paonazzo in viso.
“Ah…sei tu…prego,entra pure….se vuoi.”-una voce così delicata e timida da risultare inconsistente.
Per la seconda volta, spinse piano il battente:
al centro di una piccola sala pallidamente illuminata dal debole Sole esterno, una ragazza sedeva al suo pianoforte a coda.
Era bella…indicibilmente bella. I capelli del biondo più chiaro esistente le colavano fin quasi ai gomiti, squisitamente ordinati da una forcella poco sopra l’orecchio destro, formando una linea curva sulla sua fronte finissima. La pelle era eburnea, quasi come quella di Cris, e i suoi occhi assumevano delle tinte di azzurro tendente all’argento. La ragazza indossava una sottile camicetta di raso bianca.
“Eri tu che suonavi?”-chiese lui, poi si diede uno pacca sulla fronte, borbottando tra sè- “Ma si, è ovvio, che razza di domande fai, Naruto?!”
Lei rise sommessamente, coprendosi con una mano la bocca di rosa.
Lui alzò lo sguardo, imbarazzato. Si grattò la testa.
“Beh…forse ti ho disturbato, se te ne sei accorto dalla classe. Dovrei suonare più piano….”-aggiunse lei in difficoltà-“ Scusami, ora me ne vado…”
“No aspetta!”-quasi gridò Naruto.
Lei lo fissò con gli occhi magnetici e la bocca socchiusa.
“Cioè…se vuoi andare vai…però non mi disturbi affatto.”-spiegò lui sempre più rosso di vergogna.
“Sicuro?”-gli chiese la ragazza.
“Certo! Anzi…cosa stavi suonando?”
“Il Notturno di Chopin.”
Chopin? Chi è?”
“Uno a cui piaceva tanto suonare,evidentemente.”-aggiunse lei, candida- “E che ha fatto un gran bene a scrivere questi pezzi. Tu sai suonare?”
“Io? Un pochino…no, va’, diciamo che sono una frana!”-ammise lui.
Lei rise ancora, con quel suo sorriso argenteo.
Lui fece lo stesso.
Si guardarono.
“Vuoi provare?”-chiese lei, scostandosi sullo sgabello.
“Sì.”- Naruto le si accostò ,sedendosi sulla panca imbottita di pelle nera, evitando di domandarle perché non si spostasse e rimanesse accanto a lui.
“Coraggio: metti le mani su….così, bravo!”-la ragazza prese le mani del ragazzo tra le sue, portandole sui tasti di freddo avorio.
“Ora prova a divertirti un po’! Sbizzarrisciti!”-lo incoraggiò.
“Ma io non so…”
“Anche Einstein non si definiva bravo a matematica, eppure è diventato Premio Nobel.”-incalzò ancora lei, con la voce armoniosa e vellutata.
“Va bene…”-si fece forza Naruto- “…almeno parto avvantaggiato: io sono bravo a matematica!”
Inspirò a fondo e si concentrò: non era poi più difficile di pilotare un Eva o di risolvere un problema di geometria analitica: tutti rapporti numerici e fermezza.
Gli venne in mente un motivo che sentiva spesso da piccolo.
Premette un tasto, un nota si levò pervadendogli ogni fibra del corpo. Poteva sentire il respiro della ragazza sul suo collo.
Un’altra nota.
Un’altra ancora.
Una piccola melodia incerta.
Poi, un’intera frase musicale.
In breve una sinfonia. Le dita agilmente scorrevano sulla tastiera, dando corpo ad una piccola perla musicale.
Il respiro di lei si fece più affannoso e colmo di pathos.
L’aria si faceva più calda, la sala più soleggiata.
I minuscoli corpuscoli di polvere danzavano nel fascio di luce delle finestra.
Sperimentazioni musicali…o forse qualcosa di più: memoria uditiva.
Spesso capita che , pur non conoscendo i canoni della musica, si possano eseguire a orecchio complesse opere solamente per stimolazioni inconsce.
Il cuore di lui batté velocemente.
Quello di lei stava rallentando, come il suo cervello, per assaporare quei minuti di paradiso.
Lui continuò con una serie di scale e accordi disarmonici da cui affiorava una melodia suggestiva.
Poi  la tensione del ragazzo toccò i vertici massimi e smise improvvisamente di suonare.
Riprese fiato: sudava e gli mancava il respiro, come se avesse corso, come se avesse intrapreso un rapporto con quello strumento così liberatorio.
Lui la guardò, ansimante: “Com’è andata? “
Lei sbatté gli occhi cianotici e sorrise angelica: “E’ bellissimo…”
Lui non volle sapere altro del brano, bastava quel complimento, cambiò argomento: “Come ti chiami?”
“Ginevra.”
 
*   *   *
 
Appartamento del Colonnello- Capitano Katsuragi. Ore 8:00 A.M.Neo-R2.
 
Quel giorno Naruto lo aveva rivisto dopo molto tempo, la mattina.
Dodici ore dopo, lui lo fissava ancora.
La pioggia fredda cadeva come i desideri spezzati degli uomini sull’ampio balcone dell’appartamento. Il cielo grigio come ferro e polvere da sparo piangeva per i ragazzi. I palazzi del nuovo centro di Roma non avevano nulla a che vedere con quelli della parte storica: svettavano impressionanti contro le nuvole che ottundevano il cielo, scuri e deformi dai condotti di aereazione,collegamenti sopraelevati, cavi e antenne che pendevano tra loro.
Cris era riverso sul pavimento di nudo marmo di bassa qualità del balcone. La pioggia batteva insolente sul suo sottile volto giovanile, ma lui non sembrava risentine.
Dentro la casa, Misato scrutava i due ragazzi fuori,silente.
La radio trasmetteva ad alto volume una melodia ad archi struggente, che riempiva il vuoto dell’attesa tra i due.
 “Perché stai lì?”-chiese Naruto accigliato.
“Perché mi sto purificando.”-rispose l’altro per nulla contrariato, anzi con un espressione di serafica pace sul volto.
“E’ tutto il giorno che mi eviti. Ora però devi parlarmi: cos’hai che non va?”
Il ragazzo dai capelli corvini chiuse gli occhi, lasciando che l’acqua piovana creasse ignote melodie(e mescolandosi al brano alla radio) con il ticchettìo sulla sua pelle, poi, schiudendo solo leggermente le palpebre, parlò:
“Hai mai pensato all’assurdità di un nome?”
“No.”-rispose franco.
“Sai cosa vuol dire il mio?”
“No.”
“Ed il tuo?”
“Ti ho già risposto.”- Naruto iniziava a perdere la pazienza.
Cris, continuò a fissare la volta non più celeste:
“Bene. E’ davvero buffo quanto un nome possa condizionarci a tal punto. Eppure, i nomi non sono altro che meri appellativi per rendere plausibile la materia,altrimenti incomprensibile per l’uomo. Eppure, se decidessimo di cambiare nome, la nostra vera essenza cambierebbe davvero?”
“Non credo”- disse lui, iniziando ad intuire solo parzialmente le parole dell’amico.
“Esattamente. Resteremo sostanzialmente uguali. Eppure…la gente conta molto sui nomi.”
“Cioè?”
“Il mio nome, completo, cioè Cristoforo, ha origini greche.”
“E che vorrebbe dire?”
“Beh…Kristòs e Foròs…cioè Portatore di Cristo. Un po’ altisonante non trovi?”
Naruto lo squadrò meglio: il ragazzo giaceva supino in una posizione innaturale, indosso solo una leggera maglietta a righe aderente e dei jeans neri. Per qualche motivo, non portava scarpe.
Il biondo rispose: “Solo un po’.”
“Sei fortunato ad essere così sereno. Io invece vorrei non portare questo nome, benché questo importerebbe poco. Credo che tutti si aspettino sempre molto da me…troppo.”
Naruto non poteva rispondere, chi meglio di lui poteva comprendere i drammi di un ragazzo solitario come lui. Cambiò discorso:
“Tu non hai famiglia, vero?”-chiese.
“No”
“Allora mi hai mentito.”
“Lo so.”
“Perché lo hai fatto?”
“Per difendermi.”
“Da me?”
“Da tutti. Chiunque mi considererebbe strano, per vivere da solo già a questa età.”
“Io no.”
“Grazie.”
Quella parola…il suono di un ringraziamento, pesò come un macigno sulla coscienza di Naruto.
Cris riprese il discorso in sospeso:
“Ed il tuo cognome? Sai cosa significa? E’ giapponese antico e vuol dire spirale. Oppure tornado, stampede, vortice o ciclo. Ciclo, capisci?!”-disse improvvisamente con più vigore- “Qualcosa di continuo e ripetitivo….la vera maledizione degli Angeli…”
“Non mi importa delle superstizioni”,-disse lui.
Ci fu un minuto di silenzio.
La musica finita da un pezzo.
Poco dopo iniziò un nuovo brano, ancora più struggente del primo.


Poi, la domanda fatidica:
“Mi perdonerai per ciò che ti ho fatto?”
“Per cosa?”-domandò etereo il giovane disteso.
“Ma come per cosa?!!”-urlò improvvisamente Naruto- “Per…per…per averti COLPITO A MORTE!”
“Io non direi a morte…come vedi sono qui.”-fece notare l’altro.
“Però…avrei potuto…”
“Ma non l’hai fatto. E forse avresti dovuto. Se non ti fosse andata di lusso, a quest’ora ti avrei certamente ucciso.”
Naruto sgranò gli occhi, poi abbassò di nuovo lo sguardo.
 
“Credo di sapere perché lo 00 è sfuggito al mio controllo. Sai cos’è che davvero pilota un’ Evangelion?”
“Le sinapsi?”
“No…”-sorrise Cris- “…l’amore. Sapevi che nel nostro cervello, le informazioni circa le emozioni e gli affetti sono registrate nei nervi A-10? Questi nervi sono quelli stimolati dall’ L.C.L durante le sincronizzazioni.In pratica, è la forza dell'amore a pilotare questa grandiosa macchina da guerra! Più di una volta mi hanno detto che i miei neuroni non funzionano completamente bene. Forse è per questo che non sono riuscito a pilotare bene l’Eva…perché non so amare.”
 
Naruto ingoiò un groppo alla gola e disse con fermezza:
“Io…desidero che tu non salga mai più a bordo dell’ Eva. Desidero…che tu viva in un posto migliore.”
“Sbagli.”-rispose lui, accennando un sorriso rassegnato- “perché vedi…questo è l’unico modo possibile che ho di vivere.”
“Ma cosa dici?! Tu…tu stai delirando!! Che diavolo…”
 
Il giovane  focoso non terminò la frase: Cris si alzò in piedi, si avvicinò a lui e lo abbracciò:
“Questo per ringraziarti.”-disse l’amico.
Poi, Hino si scostò da lui: “E questo…affinché te ne ricordi…”
Deliberatamente, crudelmente, il giovane dai capelli strati gli assestò un sonoro schiaffo, che gli fece voltare la testa di un quarto.
La musica cessò ancora di suonare.
Misato, dentro casa, ebbe un sussulto ma non intervenne.
Naruto si resse la guancia e sputò a terra una goccia di sangue: gli aveva rotto un labbro.
Uno schiaffo….una delle umiliazioni peggiori. Altero, doloroso, perentorio: insostenibile.
Non avrebbe mai pensato di ricevere un simile affronto da un suo amico: di botte ne aveva prese nella vita, e tante…da quando era piccolo con i coetanei che lo consideravano diverso da loro, per qualche ragione incomprensibile.
Ma uno schiaffo…quello mai, nemmeno dai genitori adottivi che poi aveva scoperto essere agenti della NERV.
“Ricorda che se per causa tua qualcuno dovesse morire, farà più male di questo schiaffo.”- disse Cris, rientrando fradicio in casa.
Naruto non si voltò, ma serrò i denti, confuso (per la seconda volta in un solo giorno) se piangere per il dolore o la gioia di aver rivisto il suo amico tornare a impartirgli qualche decisa lezione di vita.
 
*   *   *
 
Lunedì 15 Dicembre ore 10:50 P.M. Istituto Marduk.
 
La lezione di scienze passava terribilmente lenta.
L’argomento del giorno era la divisione del patrimonio genetico: un argomento così trito e ritrito da risultare insopportabile anche a chi ne sapeva di meno e avrebbe fatto a meglio a seguirlo per colmare le lacune.
Come al solito first e second sedevano vicini in prima fila, accanto alla finestra.
Ora però il clima era diverso:  già da quasi due settimane, Cris era tornato a frequentare regolarmente le lezioni, con il suo solito rendimento alto.
La pace ancora regnava nella capitale: nessun Angelo in previsione ,né nei giorni passati.
Dopo le prime discussioni, era tutto tornato alla normalità: i children erano sempre buoni amici, e tra Naruto e Cris si era instaurato un legame particolare, un attaccamento alla vita da parte del second mai provato…quel colpo gli aveva fatto bene.
Ma il vero cambiamento era l’amicizia con Ginevra Chevalier, la ragazza italo-francese che Naruto aveva conosciuto casualmente nell’aula di musica. Si vedevano, scherzavano…il ragazzo aveva addirittura imparato a cucinare ( e anche bene) per poterle portare il pranzo durante le sue prove al piano pomeridiane.
In una scuola come un’altra, molte vite si stavano lentamente intrecciando indissolubilmente.
 
*   *   *
 
Settore 35. Mensa. NERV .Geofront. Neo-R2. Ore 11:00 P.M.
 
Misato e Ritsuko sorseggiavano il caffè caldo, tirando di tanto in tanto una sigaretta.
“Com’è triste restare alla base con le mani in mano”-sospirò Ritsuko.
 
Misato, con lo stesso atteggiamento: “Ringraziamo il Cielo, invece. Quando ci tocca combattere gli Angeli, preghiamo per giorni come questi…quando finalmente giungono ecco che ci annoiamo…che amarezza…”
Le due si guardarono e risero sonoramente.
“Eh, già non è più come ai tempi dell’università!”-ammise Ritsuko.
“Già…”-poi misto si fece seria-“…senza nemmeno Kaji…non più come allora.”
“Scusami, Misato”
“No…non prendertela. Sono già passati tre anni d’altronde! Pensiamo al futuro!”
Ritsuko recepì l’antifona e cambiò discorso: “Piuttosto: hai informato i children della partenza?”
“Intendi quella di Natale, per andare a visitare la filiale americana della NERV? L’ho fatto ieri….sembrano eccitati!Speriamo solo che non succedano guai…lo 03 e lo 04 ci hanno sempre dato problemi”
“Non credo ci sia bisogno di preoccuparsi. Dopo lo scontro dello 01 nel Terminal Dogma, tre anni fa, sembra che delle radiazioni abbiano riaperto il Mare di Dirac che aveva ingoiato lo 04, riportando quasi tutta la struttura provvisoria della base Nevada in superficie. Il Progetto E ha potuto riprendere senza problemi, data la nostra attuale evoluzione biomeccanica; inoltre lo 03 è stato completamente ricostruito. Comunque….faranno nuove esperienze e conosceranno i due nuovi piloti. Anche se so che sono due tipetti alquanto suscettibili…”
“Anche loro?!”-Misato assunse un’espressione sconsolata- “Di questo passo finiranno per mettersi uno contro l’altro! Ah…i ragazzi…”
“Partiremo il 23 Dicembre e resteremo lì fino al 26. Ricordatelo, Katsuragi.”- Ritsuko usava il cognome di Misato sempre quando voleva sottolineare la sua distrazione.
Al che lei gli rispose: “Oh…ma certo…Akagi!”
Le due, di buon umore, pagarono e se ne andarono.
 
*   *   *
Ore 2:30 P.M. Istituto Marduk.
 
Ginevra si alzò dallo sgabello del pianoforte. Aveva terminato la sua esercitazione giornaliera, ringraziando Naruto per il pranzo offertole con un bacio sulla guancia. Un bacio casto e puro, da buoni amici, ma che aveva fatto salire la pressione del maschietto alle stelle.
Ancora soddisfatto e frastornato, Naruto si avviò pimpante verso l’uscita della scuola.
Ma come l’ultima volta, fu attratto da una musica continua ed incessante, suonata da mani che armeggiavano esperte su un violino.
Proveniva dall’auditorium della scuola, un posto che veniva strettamente riservato agli incontri speciali ed ai concerti di fine anno.
Stavolta la musica era differente: melodiosa e soave come quelle della ragazza, ma carica di una sofferenza profondamente intrinseca all’opera.
Guidato dal suono, Naruto lo seguì sino alla sua fonte.
Le porte a vetri dell’auditorium post-moderno lasciarono intravedere il misterioso musicista: Cris.
Era la prima volta, per Naruto, che vedeva l’amico suonare: era impetuoso e malinconico, accompagnava le note con ampi movimenti del corpo e….d’un tratto il ragazzo emise un verso di collera e gettò a terra il violino con forza. Alzò lo sguardo.
Naruto si nascose dietro una colonna.
 
“Perché?! Perché continui a tormentarmi?! Vattene stupida nenia!!”
Il ragazzo si inginocchiò reggendosi il capo a due mani.
“Sempre…sempre nella mia testa, devi risuonare?! Io non so cosa tu voglia da me…non so più niente di quello che mi succede…”
Naruto poté avvertire i singhiozzi dell’amico e fu sul punto di intervenire quando ripensò a quanta collera potesse serbare nei confronti di quel nemico invisibile, un nemico che poteva essere affrontato solo da lui.
Decise di lasciar perdere.
Mi darebbe fastidio se qualcuno decidesse di farsi gli affari miei… pensò saggiamente Naruto.
 
Naruto era ormai fuori scuola, quando il suo telefono vibrò: era un messaggio di Misato.
Lo informava che erano stati confermati data e ora del volo per gli U.S.A. , e che avrebbe dovuto iniziare ad informare gli altri, oltre che a scegliere cosa portarsi appresso.
 
Immaginando quante sorprese potesse riservargli l’ennesimo viaggio all’estero, Naruto scacciò i brutti pensieri che erano tornati ad affollargli la giovane mente: chiuse il telefono, se lo infilò in tasca e si diresse verso il primo bus a levitazione magnetica per tornare finalmente a casa.
 
  

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Capitolo 13
*** Episodio12:Il Paese delle Meraviglie/Andante ***


Angolino dei commenti
 

 
  KiKaTze: mi fa piacere di essere riuscito a produrre qualcosa che sia avvincente e che smorzi un po’ la tensione e allo stesso tempo e che sia piaciuto! Le musiche le ho scelte con cura e DN mi sembrava perfetta per la scena del balcone sotto la pioggia! E come hai detto tu, d’ora in avanti faranno la loro comparsa gli americani (yeeee!) e ci sarà da divertirsi! Mi piace anche che tu abbia apprezzato la new entry femminile (basta con i personaggi di Naruto…rinnoviamoci! -_-‘), sarà interessante svilupparla….
Comunque stai sereno per la mia risposta dello scorso capitolo: non me la tiro mica così tanto ;-)!
dubious3:sììììì sei tornato! Sono contento che tu abbia apprezzato lo stile del capitolo( mi ero molto ispirato….*sguardo poetico*) Hai ragione su quel fatto delle musiche Y_Y,cercherò di stare più attento:-P. Però non ho capito a che ti riferivi quando hai detto che manca una frase a quello che dice Ikari :-?.
 
Comunque, visto che entriamo nella seconda parte della prima stagione, bando alle ciance: l’emozione continua!

 
 
Il Paese delle Meraviglie/Andante
 
 
 
Lunedì 22 Dicembre 2018.Appartamento del Colonnello- Capitano Katsuragi. Ore 6:30.
 
Driiiiiiin…..
 
La sveglia a forma di ranocchia trillò vigorosa e tediosa sul comodino di Naruto.
Il ragazzo con un mugolìo impastato dal sonno si rigirò nelle coperte e afferrò svogliatamente l’orologio, guardando l’ora.
“Pfffff….”-sospirò.
 
Una voce di donna arrivò squillante dall’altra parte della casa:
“Naruuutooooo….dai! Non vorrai mica far tardi l’ultimo giorno prima delle vacanza di Natale?”
Lui sbuffò ancora e aggiunse con un lamento: “Su, ancora cinque minuti…”
 Stranamente, Misato lo sentì:
“No! Alzati! Domani si parte e oggi devi prepararti alla perfezione!”
“Rrrgh…tre minuti,allora…”
“Forza!”-continuò lei stizzita.
“Un minuto!”-protestò Naruto, anch’esso visibilmente infastidito.
 
Ci fu poco da fare: nel bel mezzo della dormiveglia, le sue coperte furono afferrate e strattonate con vigore, fino a farlo scoprire oltre che riversarlo sul pavimento della piccola camera da letto.
Misato -già mezza vestita- lo osservava a braccia conserte: “Ora…fila!”
 
*   *   *
 
Istituto Scolastico Internazionale Marduk. Ore 10:45 P.M.
 
Quando la campanella della ricreazione suonò, gli studenti non aspettarono nemmeno la fine della spiegazione del professore di turno: si alzarono e si precipitarono chi fuori dall’aula, chi solo e chi in gruppi.
“Eh…questi ragazzi…sono tutti uguali…”-sospirò rassegnato il prof., raccogliendo i suoi documenti.
L’anziano uomo uscì dalla classe augurando buone feste agli studenti e sparì nella folla del corridoio affollato di adolescenti in pausa.
Naruto si alzò dalla sedia, seguito dal first, raggiungendo il compagno tedesco.
I children si riunirono nel loro solito trio, appostato sui banchi della penultima fila, per discutere:
“Ah, che soddisfazione sapere che tra due ore è tutto finito!”-esclamò il biondo stiracchiandosi vistosamente.
“Ah…”-soffiò Cris- “per una volta sono d’accordo, basta con la scuola! Ora dobbiamo solo pensare a riposarci e preparaci per l’Anno Nuovo: ci saranno un sacco di materie da ripassare, test da eseguire alla base americana che-a detta di Misato-dovremmo visitare…”
Stoooop!”- sbraitò Thomas tendendo  in alto un braccio- “ Ma che test e materie! Smettila di fare lo stacanovista e pensa a ciò che conta davvero: il Natale! Pensa a quante pazzie si potrebbero fare in quindici giorni di assoluto niente, in un posto figo come gli U.S.A.!”
I tre si misero a ridere.
Come già da qualche settimana, Naruto si sentiva incredibilmente libero da ogni peso: gli Angeli non si facevano vedere da quasi un mese e Cris era tornato quello di sempre (infaticabile e zelante, ma anche spensierato, smettendo di fare il bel tenebroso.)
“…e zu feiern (trad.: per festeggiare) guardate che ho preparato!”- esultò Thomas con il suo solito tono auto compiaciuto.
Il ragazzo andò a prendere in un angolo della stanza una scatola vagamente piramidale rosa, poggiandola sulla cattedra dei docenti.
“Che c’è li dentro?”-chiese Cris.
La risposta venne da sé quando il tedesco aprì la scatola:
                    
 
 
Una meravigliosa torta interamente ricoperta di purissimo cioccolato colante, poggiata su una tovaglietta rossa, tentava a peccare di gola chiunque la vedesse.
“Wow!”-esclamò Naruto-“Sembra buonissima! Ma…cos’è esattamente?”
“Come cos’è?”-lo interruppe Cris, i cui occhi avevano assunto uno sguardo spiritato- “Quella….quella…è un’ autentica SACHER TORTE! La glassa al cioccolato ha la giusta viscosità…il ricamo superiore è della stessa gradevole durezza del marzapane e notare la perfetta rotondità della torta, preparata secondo l’originale tradizione tedesca!!E’ tutta la vita che ne voglio assaggiare una!!”
I compagni si meravigliarono di quello stato di euforia, così inverosimile sul volto del ragazzo: teneva una mano stratta pugno davanti a lui, gli occhi ardenti di desiderio, e la lingua che leccava costantemente le labbra.
Poi Thomas si batté un pugno sul petto: “Eh…modestamente sono un asso ai fornelli! Ci ho impiegato tutta la serata quindi non azzardatevi a dire che non vi piace!”
“E chi ci prova!”- esultò Naruto pronto a ghermire il prelibato dessert, prima di venire travolto da una folla di compagni entusiasti.
 
“L’hai fatta tu….”
“Che buona!”
“L’odore si sente per tutto il corridoio….”
“Thomas….sai che ti voglio tanto bene, vero…?”
Ragazzi e ragazze fremevano intorno alla cattedra, facendo a gara per aggiudicarsi la fetta di dolce migliore.
“Calmi, calmi! C’è ne è per tutti!”- tentò di dire Thomas, alquanto imbarazzato.
 
Firste second children si guardarono sconsolati:
“Resteremo a bocca asciutta…”
 
Poi,Naruto notò una ragazza avvolta in un maglione aderente nero, timidamente indugiante tra il gruppo di festeggianti: Ginevra.
“Che fai, non mangi?”-chiese stupito Naruto.
“No…è che…beh…non ci riesco proprio!”- ridacchiò lei, in difficoltà.
“Mmmm…aspetta ci penso io: fate largo voi! Ahia! Togliti!”
Lei lo guardò con apprensione farsi spazio tra i compagni per riuscire a guadagnarsi una fetta di torta, ricevendo anche qualche bella gomitata in faccia, di tanto in tanto.
“Fiùù…eccola servita, madame!”- ansimò lui, reggendo le prelibatezza nera su un piattino di carta bianco.
“Oh, sei molto galante…”- disse lei , con un leggero inchino accompagnato da uno dei suoi sorrisi cristallini- “…ma eviterei, fossi in te, di parlare nella mia lingua. La tua pronuncia è…diciamo…”
“Uno schifo.”-suggerì Naruto.
“Sì!”-disse lei sfoggiando ancora una di quelle sue risate spiazzanti.
I continuarono a parlare di quello che avrebbero fatto durante le festività, si scambiarono i numeri di telefono e si promisero di farsi gli auguri il 25 Dicembre:
“E così vai in America,sei fortunato! E per cosa esattamente?”-chiese Ginevra.
“Ah…niente…parenti!”
“Sul serio? Ma non eri di origini giapponesi?”
“Sì, ma vedi: il cugino acquisito di terzo grado di mio zio…”-tentò il ragazzo di inventare una scusa plausibile, con scarsissimi risultati-…ah! E’ una storia difficile!”
Oui, certo!”-disse lei maliziosa, ma senza mai perdere quel delicato sorriso che la contraddistingueva.
“Beh’, visto che voi non sembrate avere appetito…”-si intromise una testa coperta di fluenti capelli neri e blu.
“Cris! Non è da te! Era per…”-protestò Naruto.
“Lascia stare. Se ha fame…”-acconsentì lei.
Tutto quello che fece Cris fu infilarsi in bocca un cucchiaio colmo di cioccolato fondente, con un verso di gusto, e alzare le sopracciglia in modo allusivo.
Quando squillò il suono di fine ricreazione, Naruto si lasciò andare ad una piccola imprecazione di insoddisfazione, per essere rimasto comunque senza cibo.
 
*   *   *
 
 
 
Piazza Venezia.Ore 20:30 A.F. Neo-R2.
 
 
Miriadi di luminose gocce di pioggia pendevano da cavi in tensione tra un palazzo e l’latro, rischiarando la serata fredda e malinconica di quel lunedì di Dicembre.
Le vetrine multicolori dei negozi perennemente aperti creavano degli strani corridoi sfavillanti di sfere rosse, dorate e bianche.
Le macchine scorrevano incessanti ma lentamente silenziose nelle ampie strade principali di Roma.
Un grande albero di luce bianca svettava al centro della rotatoria erbosa.
Così addobbata, la città sembrava talmente diversa dal terrificante campo di battaglia in cui era solita mutare: ogni traccia di sistemi meccanici o bellici era mascherata dal mare di luce multicolore e dalle ghirlande di natalizi aghi di pino sintetici.
La sagoma dell’imponente Vittoriano si apriva tra i palazzi, troneggiando come un imperatore sulla scena.
Spostandosi da un caffè o ristorante all’altro, si potevano udire le più disparate musiche Natalizie, dando l’impressione di trovarsi in un carosello o in una casa delle bambole.
Seduto sul praticello, ai piedi dell’albero al neon, stava un gruppetto di persone:
 
“Eccoci alla fine di questa giornata!”-  fece notare Misato, bevendo un sorso da una lattina Coca-Cola, sulla quale era stampato un orso bianco, con in mano la stessa bevanda.
 Naruto si strinse nel suo cappotto di lana beige, creando una nuvoletta di vapore al respiro, e disse: “ E’ incredibile che siano già passati quasi quattro mesi dal mio arrivo! Il tempo scorre davvero veloce.”
Misato , facendo oscillare la lattina, rispose divertita: “Beh’, se ti sembra che il tempo sia corso così velocemente…vuol dire che non ti sei annoiato.”
“Difficile…con tutto quello che è successo fin’ora.”-ribatté lui, facendo riferimento a come la sua vita fosse stata stravolta letteralmente già il suo primo giorno di arrivo.
Poi prese la parole un bambino dall’accento vagamente nordico, accanto a lui: “Scherzi?! E a te questo ti pare movimento? E’ più di un mese che non succede nulla di divertente! Io comincio ad annoiarmi!”
Ritsuko gettò a terra la sua sigaretta, spegnandola, poi si strinse nel suo scialle grigio: “ A questo c’è rimedio: pensa a come ti divertirai ora che partiamo per l’America! Ci saranno molti stimoli per tutti quanti.”
Misato aggiunse, strizzando l’occhio ai tre bambini difronte: “Ma sì, certo! Senza contare che conoscerete i vostri nuovi ‘colleghi’! Sarà interessante vedervi insieme!”
“Il fourth e fifth children, intende? Mpf!Non saranno nulla di speciale…”-brontolò Thomas.
“Mmm…su questo non ci conterei.”- lo corresse Ritsuko, sfoggiando un sorriso malizioso- “Il pilota dello 04, ad esempio, è stato selezionato proprio perché ha passato tutti i test con il massimo. Dovrebbe essere un piacere confrontarsi con lui, per te.”
“Il massimo? E allora? Anch’io ho fatto lo stesso!”
La dott.ssa si mise una mano tra i capelli, sconsolata dalla testardaggine del tedesco.
Misato si grattò una tempia, con un sorriso tremolante.
Cris, dopo esser stato in silenzio per un po’, domandò: “L’Unità 04 era quella risucchiata nel Mare di Dirac durante la prova di attivazione, giusto? Come ha fatto a riuscirne?”
Ancora una volta la parola spettò alla bionda: “Vedi, tre anni fa, riuscimmo ad evitare il temuto Third Impact per un soffio, scontrandoci con il 17esimo Angelo proprio nel Terminal Dogma…”
“Aspetti,”- la interruppe Naruto - “cos’è il Terminal Dogma?”
Stavolta rispose Misato: “Si tratta di una cavità sotterranea, dov’è custodito il secondo Angelo: Lilith. E’ tenuto sotto strettissima sorveglianza, ma alla fine l’ultimo Angelo minore sacrificale -Tabris- riuscì a penetrarvi forzatamente. Lilith venne poi trasportato qui a Roma.”
“Vuol dire che alla NERV, c’è un vero Angelo intatto?”-chiese sbalordito Naruto.
“Non alla base. E’ custodito in un luogo segreto. Su questo, mi dispiace, non posso dirti altro.”
“Anche se riuscimmo ad eliminarlo senza apparenti effetti collaterali, da pochi mesi sembra che delle radiazioni siano scaturite dopo quella volta, e si siano diffuse per il globo. Entrando in contatto con il Mare della Nevada station, lo ha riaperto, rigettando l’intero complesso di ricerca provvisorio…Eva 04 compreso.”
“E il pilota?”
“Oh, lui è stato scelto dopo: all’inizio la prova di attivazione dello 04 doveva avvenire tramite DUMMY SYSTEM, ma l’elemento SS ha avuto un malfunzionamento, provocando il disastro.”
Mentre tutti discutevano ancora animatamente su ciò che li avrebbe attesi già il giorno dopo, Naruto rimirava silenziosamente il quartiere, meditando:
Non ho avuto nemmeno il tempo di rendermi conto di ciò che è successo fin’ora. Tutto è accaduto talmente in fretta….l’ho dato per buono…senza chiedermi il perché. Ed ora che ho finalmente trovato qualcuna che mi è amica…devo già ripartire. Ginevra…non ho nemmeno potuto salutarla come si deve…vorrà dire che le manderò un messaggio per il 25. Anche se per pochi giorni…tutto questo mi mancherà.
 
“Allora, Naruto”- la voce ora nuovamente squillante di Cris lo riportò alla realtà -“Che ne dici della mia città? Non la rivedremo per un  po’.”
Naruto non riusciva a trovare parole per quello che vedeva…una città in grado di cambiare così radicalmente spirito a seconda delle situazioni, riuscendo a far piangere ragazze e innamorare ragazzi.
Non sapeva certo cosa avrebbe visto oltreoceano, ma quello che sapeva di certo è che lo spettacolo che quella fredda sera prima di una difficile partenza era:
“ Bellissima.”
 
*   *   *
 
 
Martedì 23 Dicembre 2018. Appartamento del Colonnello- Capitano Katsuragi. Ore 5:00 P.M.
 
Driiiiiiiiinnnnn…
 
Per la seconda volta Naruto fu disturbato dal fastidioso suono metallico della sua sveglia da comò, ma stavolta non ebbe tempo per le lamentele: le su coperte furono tirate via di peso e gettate in un angolo della stanza.
“Mmmmm….Misato!”-mugugnò lui, stropicciandosi gli occhi.
La donna era ancora in canottiera e scalza, con i capelli legati dietro la nuca.
“Eh no, signorino! Adesso ti svegli subito e ti sbrighi: l’aereo parte tra due ore e non possiamo ritardare!”
“Certo…non possiamo mai ritardare! Manco quando l’aereo è della NERV stessa! Noooo, dobbiamo sbrigarci!”- si lamentò ad alta voce, mentre si dirigeva verso la cucina al piano di sotto per fare colazione, dove lo attendeva un PenPen alquanto insonnolito.
Dalla stanza dietro le sue spalle poté sentire i rimproveri materni di Misato: “Proprio perché è della NERV non possiamo permetterci di fare brutte figure: per caso tu metteresti in secondo piano qualcosa di tuo? Non credo, quindi muoviti e non rompere!”
 
 
Misato chiuse la porta dell’appartamento, Naruto (zaino in spalla e pinguino in braccio) era vicino a lei.
Fuori dalla porta la attendevano Cris e Thomas, quest’ultimo batteva freneticamente un piede per terra, l’orologio da polso bene in vista in segno di impazienza.
L’aria vergine e pungente dell’alba era simile a spilli, sulla pelle.
Misato diede un’ultima mandata alla porta e si rivolse ai children:
“Direi che ci siamo! Allora si va!”
 
Anche se stretti, i quattro riuscirono a salire in macchina.
La RenaultAlpinesi fece borbottare un po’ il motore poi partì nella città ancora dormiente.
 
*   *   *
Aeroporto Fiumicino. Ore 6:00 P.M. Neo-R2.
 
Se la stazione ferroviaria era grande,l’aeroporto era semplicemente gigantesco: centinaia di varchi e terminal; decine e decine di tabelloni digitali che segnavano gli arrivi e le partenze di ogni volo; un frenetico via-vai di gente, nonostante l’orario; moltissimi shops e duty-free d’occasione.
Il dispersivo aeroporto era stato ampliato dopo la Grande Catastrofe, ed ora dava sul mare (che aveva inondato la città portuale antistante e i paesi confinanti)
Ritsuko, il cappello bianco a tesa larga e la borsa di pelle in mano, attendeva il gruppetto vicino ad un cartello con su scritto:
“NERV ONLY”
 
Si salutarono calorosamente, e poi Misato chiese: “Da che parte?”
La dott.ssa fece loro cenno di seguirla, scortandoli attraverso la folla scomposta.
Camminarono per una decina di minuti (spesi tra l’ingorgo umano ed i tortuosi passaggi della stazione aviaria), per poi ritrovarsi in una piccola sala d’aspetto con grandi vetrate sulla pista:
In un’enorme distesa d’acciaio bianco tracciato di indicazioni per i decolli e fiancheggiato dal mare più cristallino, si estendeva una lunghissima monorotaia, che compiva una parabola verso l’alto, fino a perdersi tra le nuvole.
 
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“Wow!”-esclamò il second, appiccicando il viso alla finestra- “E’la pista di decollo più lunga che abbia mai visto!”
“Quella è la Skyline,Naruto”-spiegò paga Misato.-“E’la più grande rampa per voli mai creata fino ad oggi, ed è tutta  italiana!”
Perfino Cris, stavolta, sembrava non saperne nulla e Thomas (benché si vantasse di conoscerla già da tempo) non poteva fare altro che fissare a bocca aperta il panorama.
“Si estende per più di tre kilometri, tra la terra ed il cielo.”-puntualizzò Ritsuko - “E’stata progettata esclusivamente per i voli supersonici e per quelli spaziali. Un aereo, lì sopra, guadagna una velocità di addirittura 18000 m/h.”
18000?!Cioè mach18!”
“Esatto, ed è proprio così che viaggeremo oggi. Anzi, a questa velocità dobbiamo aggiungere quella del nostro aereo.”
“Davvero? Fantastico!”
Thomas richiamò l’attenzione verso un punto della pista: “E quello cos’è?”
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Un aeromobile immacolato dalle linee morbide ed ultramoderne veniva trasportato su dei carrelli ad hoc, per collegarsi in asse con la pista di decollo.
Ritsuko sembrò particolarmente compiaciuta della domanda:
“Oh, quello è il ‘Kerubnon’. E’ lo shuttle-concorde privato della NERV…solo l’apparecchio più veloce del mondo.”
Il telefono di Misato lanciò un piccolo scampanellìo.
La donna lo estrasse dalla tasca e lo lesse mentalmente:
   

“Hello, baby!
A che punto siete?
Qui stiamo aspettando solo voi.
Quando ci siete, fammi un squillo.
                                 Your lovely Leon”
 
 

 

Lei sorrise e sussurrò: “Il solito cascamorto…”
“Chi era?”-le chiese la Akagi.
“Era lui, dice che ci attende insieme agli altri alla base.”
“Ah, sarai contenta di rivederlo!”
“A cosa ti riferisci?”-domandò Misato, certa di aver scorto una piccola malignità nell’affermazione dell’amica.
“Oh…niente.”
“Mpf!”-Misato si voltò dall’altra parte, indicando con lo sguardo un punto della pista aerea-“ Comunque…guardate lì. Sembra che siano arrivati. Faremmo meglio ad avviarci anche noi.”
 
Un drappello di uomini in divisa militare circondavano un uomo dai capelli corvini ed uno decisamente più anziano: Il Comandante Ikari ed il suo vice. Grazie a delle scale mobili direzionabili, il gruppo stava iniziando a salire in corrispondenza del transetto principale del jet.
“Sentito ragazzi?”-chiese retorica Ritsuko- “Si va.”
 
I cinque imboccarono un ampio ascensore in vista nella sala d’aspetto, raggiungendo il piano inferiore e quindi uscendo all’aperto.
Davanti a loro l’impressionante Kerubnon mandava sbuffi di vapore dai reattori posteriori. Sull’alettone posteriore spiccavano i logo della NERV e della NASA.
I loro passi risuonarono chiari sul suolo di puro acciaio inossidabile.
Le due donne mostrarono i distintivi agli uscieri posti ai lati del portellone principale, quindi poterono entrare.
I children si lasciarono sfuggire un esclamazione di meraviglia quando misero piede dentro il velivolo: moltissimi schermi digitali proiettavano informazioni sullo stato del mezzo, un moquette di puro velluto nero copriva il pavimento ed una serie interminabile di sedili imbottiti in avvolgente pelle blu si snodava lungo tutto il vano principale ed il ‘collo’ dell’aereo dall’aspetto vagamente zoomorfo.
Il Comandante e Fuyutsuki già sedevano nel punto più vicino alla cabina di pilotaggio, all’interno di una stanza dalle vitree pareti insonorizzate: dissertavano animosamente in quella che pareva essere una conferenza al vivavoce del telefono posto tra loro, su un tavolino.
Naruto pensò ingenuamente che dovessero essere degli uomini davvero impegnati, per approfittare di qualsiasi momento libero per discutere ulteriormente di lavoro.
Un’ hostess li invitò ad accomodarsi; Misato e Ritsuko presero posto ordinatamente, i ragazzi, invece, erano troppo presi nello scoprire tutti i gadgets e vantaggi che offrivano le loro accoglienti postazioni: wi-fi, televisione ad interfaccia diretta, postazioni di supporto per videogiochi, radio, schienale con dispositivo frizionante.
 
“Allora, dico sul serio, non sei nemmeno un po’ contenta di rivederlo, dopo tutto questo tempo?”-chiese Ritsuko a Misato, mentre distendeva lo schienale per riposarsi.
“Ma andiamo!”-le rispose stizzita- “Sono finiti i tempi dell’università. Leon non mi è mai interessato, nemmeno quando litigai con Kaji.”
“Sul serio? Eppure mi pare che fu proprio con lui che ti consolasti!”- rispose l’altra, con una vibrazione ostile nella voce.
“Ma cosa dici?!”-stizzì Katsuragi-“E’…è stata solo una cotta da ragazzina! E’ passato molto tempo…troppo ormai…per risanare le ferite aperte in tutti questi anni…”
Misato aveva improvvisamente assunto un atteggiamento contrito e addolorato.
Ritsuko cercò di rincuorarla: “Non devi sentirti in colpa per quello che è successo a Rio-kun. Era un uomo che conosceva il suo mestiere…e che non avrebbe mai voluto che tu ti sentissi così: la sua morte non sarà vana, vedrai!”
 
L’altra alzò lo sguardo, solo leggermente rasserenata: “Rio-kun… è da tanto che non sento quel nomignolo.”-poi sospirò, riprendendo il suo solare sorriso- “Ah! Comunque: anche Leon è un bravo ragazzo, infondo. E’ ancora un bambinone, questo sì, ma so che è responsabile: se non sbaglio, è proprio lui il tutore del pilota dell’Unità 03?”
“Già. Dovrebbe presentarci il ragazzo domani, quando raggiungeremo New York.”
“Certo che non sarà una vacanza all’insegna del relax!”- dovette ammettere Misato- “Oggi dovremo visitare la filiale texana e domani quella centrale a New York!”
“Eh, già mia cara! Non possiamo farci nulla, questa è la vita: oggi si lavora, domani pure! D’altronde è dal giorno del Peccato che l’uomo è costretto a sudare...”
“Tu riesci sempre a peggiorare le cose, vero Ritsuko?!”
Le donne risero.
 
 
“Ah, ma insomma!”-sbuffò Naruto guardandosi l’orologio- “Sono le 8:00 e non siamo ancora partiti! Se lo sapevo dormivo un’ora di più!”
“Non credo ci sia bisogno di preoccuparsi.”-disse Cris con un sorrisetto poco convinto- “Vista la velocità dell’aereo, potremmo partire a qualsiasi ora, arriveremmo comunque relativamente…”
 
The airplane is going to leave Fiumicino Airport .Passengers are pleased to reach the assigned chairs  control their seat-belts. The arrive is expected for 9:30 P.M of today. Thank you.
 
La voce gentile dell’hostess calamitò l’attenzione dei presenti.
“Allora ragazzi, questo sarà il vostro battesimo d’aria a bordo del Kerubnon!”- esclamò allegra Misato.
 
Un leggero scossone e un rumore meccanico: l’aereo era perfettamente allineato con la pista.
Altri due piccoli movimenti: i supporti anteriori rilasciarono il muso del jet.
 
“Hey, ci siamo! Ci siamo!”-esultò Thomas- “Aspetta: renderò questo momento magico grazie a queste!”
Il ragazzo estrasse da un vano del sedile un paio di cuffiette e le indossò.
“Che fai?”-chiese Cris.
“Semplice: musica giusta al momento giusto!”
http://www.youtube.com/watch?v=vBr-SdkpCKk 
Un sibilo.
Un rumore di pattini che scivolano su una rotaia d’acciaio.
Un esplosione sorda: i reattori del Kerubnon si accesero.
“Ora ecc…”-Naruto non terminò la frase:
Con una spinta impressionante (tale da comprimere la schiena dei passeggeri contro il sedile)  lo shuttle partì a velocità inaudita.
La strada fiancheggiante era solo un’indistinta macchia blu-bianca.
 
“Aaaaaaaaaaaaaaahhhhh!Woooooooohooooo!”-urlarono i ragazzi, quasi fossero su una giostra mortalmente divertente. Le donne al loro fianco erano rilassate.
 
Gli indicatori di bordo segnavano già i 700 km/h, ed erano in costante aumento.
Il jet correva ancora sui binari terreni. Sembrava più che fosse la pista a scorrere sotto la fusoliera che il contrario
1000km/h: il razzo bianco si impennò e iniziò a percorrere i restanti 2 kilometri di rampa.
L’accelerazione era sempre maggiore.
Nonostante l’attrito generato tunnel del vento, il concorde fendeva l’aria come una lama infallibile.
1500 km/h: il velivolo iniziava a perdere, agli occhi degli osservatori a terra, la sua consistenza, ora era più simile ad un fulmine bianco che ad un oggetto di fattura umana.
1800 km/h: nel limite massimo di accelerazione indotta, l’aereo iniziò a curvare lungo la rotaia che ora non appariva più come rettilinea ma leggermente curva.
I passeggeri si sentirono letteralmente tirare a destra, sollevando le braccia e non riuscendo ad articolare più nessuna parola, per via dell’innaturale postura della lingua ora spostata.
Le fiamme dei motori mutarono dal rosso all’azzurro: mach23, avevano già violato la barriera del suono per diciotto volte ed ora i propulsori del mezzo volevano osare insolentemente oltre.
Delle nuvole concentriche avvolgevano il mezzo, per poi evaporare al continuo aumento di velocità.
In un ultimo, supersonico scatto, i supporti posteriori rilasciarono il velivolo, che iniziò a volare a brevissima distanza dalla rotaia, quasi vi fosse ancora attaccato da un filo invisibile come un aquilone. La carena sfiorava leggermente la pista metallica, lanciando scintille.
Delle luci posizionali -appena percettibili dall’interno- si accesero sull’ultimo tratto di pista
 
Overcame all Skyline-levels. Reached mach25.
Annunciò la voce dell’hostess.
 
Con un brusco rinculo l’aereo lasciò definitivamente la pista, lasciando dietro di sé una lunghissima scia di vapore, come un nastro. Lo spostamento d’aria fu tale da spazzare le nuvole innanzi in quello che poteva essere definito un cerchio di vuoto, mentre il Kerubnon spariva tra l’azzurro come una stella.
 
 
Quando i children sentirono andare tutti i tratti del loro intestino a posto, poterono parlare:
“E’…è stato I-N-C-R-E-D-B-I-L-E!!”-urlò di adrenalina Naruto, quasi saltando sul suo sedile.
“Ho registrato tutto con l’ mp5, video e musica!Sarà fenomenale riguardarlo!”-esultò Thomas, armeggiando con il suo recorder sintonizzato via wirless con le telecamere esterne sulla pista.
“Beh’, non c’è che dire: siete a dir poco euforici!”-notò con gusto Misato.
Cris, nonostante tentasse di risultare impassibile, era rosso in volto: l’eccitazione era stata enorme, ma non avrebbe mai accettato di scomporsi. Ingoiando un groppo alla gola, chiese: “A quanto andiamo?”
Ritsuko si resse il mento e rispose: “Dunque….viaggiando a mach25 equivale a dire che viaggiamo a 8,2 km/s… arriveremo a destinazione in poco più di un’ora e mezza.”
“90 minuti per percorrere 7200 kilometri… quasi un settimo di quello che ci vorrebbe utilizzando un aereo di linea!”
“Questi sono i piccoli vantaggi della NERV…”-disse soddisfatta Misato.
 
Naruto ammirava la vista fuori dall’oblò del suo sedile: la sconfinta tela azzurra del cielo mattutino sopra la coltre di nuvole lanose si fondeva con il blu oceanico. La velocità del aereo era indefinibile, eppure al ragazzo pareva –ora che avevano raggiunto la velocità di crociera- di essere perfettamente fermo.
 
Ormai è quasi Natale, ed io sono su qualcosa di cui non mi fido affatto verso un posto di cui non so nulla...- pensò Naruto-…fantastico... aspettatemi U.S.A…
 

 

…sto arrivando. 

Nota dell'autore: vorrei approfittarne per salutare tutti coloro che leggeranno questa storia ed augurarvi un Buon Natale 2010(anche i nostri tra poco festeggeranno ^^)!

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Capitolo 14
*** Episodio13:Fierezza e Gloria: l’argento sulla terra rossa/Majestic ***


Angolino dei commenti

 

dubious3:che svolta, eh? America,love-stories….tutto si fa più intricato. Come hai notato anche la nostra Misato si lascia andare alle tenerezze, ma che ne diranno amici e amanti quando il cuore vuole qualcuno essendo legato ancora a qualcun’altro?Vedremo, vedremo i vari intoppi (come li hai definiti ^^) che spetteranno ai nostri…
E adesso, sperando che abbiate trascorso un buon Natale, via: l’emozione continua!

 

Fierezza e Gloria: l’argento sulla terra rossa/Majestic
 
Il Kerubnon fendeva le nubi, dividendole come burro contro le ali affilate. Sotto questo fuggivano veloci le increspature di un’infinita distesa blu, i cui margini erano impossibili da scorgere distintamente. Il sole era ormai alto nel cielo, rischiarando quello che prima era solo un grigiastro manto invernale. La giornata era limpida, forse anche troppo per essere in piena stagione dicembrina ma questo, a confronto dei nuovi orizzonti che si prospettavano per i ragazzi, era irrilevante.
 
“Mi scusi dottoressa,”-chiese d’un tratto Naruto- “a che ora ha detto che saremmo arrivati?”
“Alle nove e mezza, all’incirca. Manca poco meno di mezz’ora.”
“Ma non dovrebbe essere diversa l’ora, visto il fusorario?”
“Stai ragionando come un comune viaggiatore.”-rispose lei sarcastica.
“Che intende?”
“Semplice:la velocità del Kerubnon è talmente alta rispetto ad un normale aereo di linea, da superare quella che è una normale convenzione come il fusorario.”
“Cioè? Il tempo rallenta?”- l’espressione di Naruto esprimeva tutto fuorché  comprensione.
“Oh, certo che no. Più semplicemente potremmo dire che stiamo raggiungendo la nostra destinazione dall’alto. Il rapporto con l’ Equatore cambia a seconda dei paralleli, i quali, se vengono oltrepassati ad una certa velocità…”
“Ok, ok! Non è che ci stia capendo un granché ma mi fido comunque!”- la interruppe il ragazzo.
Dal sedile a fianco, Thomas gli lanciò una battuta maliziosa: “Ma come? Non eri un supergenio della fisica?”
Di rimando, Naruto lo guardò di sbieco, evitando di aprire inutili polemiche.
Cris, noncurante, si dava da fare con un videogioco ad enigmi che si era portato da casa, sovrastato da un PenPen piuttosto incuriosito.
Il piccolo pinguino sembrava trovarsi a suo agio nell’aereo, intervallando la veglia a qualche brevissimo pisolino.
Ikari e Fuyutsuki, dopo più di un’ora, non erano ancora usciti dalla loro cabina riservata.
Questo fatto non passò inosservato al silenzioso ma attento first, che, stanco ormai del gioco, esordì: “Signorina Misato, mi dica, come mai il Comandante e il Vice sono così riservati anche ora?”
“E chi lo sa!”-sospirò lei, incrociando le braccia dietro la testa- “Certa gente proprio non sa quando è ora di smetterla.”
“Invece credo si tratti di qualcosa di fondamentale importanza.”- sostenne Ritsuko- “ So che addirittura non visiteranno la succursale della NERV, oggi.”
“Ah, sì, per quella questione…”-disse Misato, ricordando all’improvviso le ragioni.
“Di cosa parlate?”-chiese Thomas.
“Vedi, il Comandante Ikari non si fermerà con noi: dovremmo scendere prima, mentre lui ed il Vicecomandante Fuyutsuki proseguiranno fino a New-Washington D.C. Devono occuparsi di affari burocratici.”
“Esatto”-riprese Misato- “Si terrà un’importante conferenza alla Casa Bianca sul cosiddetto Trattato Vaticanense. Si tratta di una legge che impone alle nazioni di utilizzare più di tre Eva ciascuna, per evitare un accentramento di potere militare.”
“Ma è assolutamente svantaggioso!”-protestò Cris - “Ora che ci siamo divisi in Eurasia ed Austramerica, dovremmo limitare le nostre disponibilità tenendo conto di tutte le decine di stati annessi! E’ un’ingiustizia!”
“Purtroppo è la verità. Per questo, è così fondamentale la riunione che avrà luogo tra oggi e domani. Quando c’è dimezzo la politica tutto diventa terribilmente difficile…”
“Sono tutti bravi a parlare”-disse Misato con aria svogliata- “Non se ne salva nemmeno uno: stanno sempre pronti come iene per accaparrarsi quanto più possibile. Il Trattato è intriso dell’egoismo di tutti le nazioni. Pensano solo a loro, e a noi ci tocca il lavoro sporco.”
“Misato! Non è professionale esprimere dei pareri!”-la rimproverò l’amica- “Anche se è vero ciò che affermi, dobbiamo ricordare che tutti lavorano sempre per il bene comune!”
I ragazzi si guardarono sconsolati: “Gli adulti...non crescono mai!”
 
Che triste verità- pensò il Colonnello.
 
“Guardate!”-esclamò improvvisamente Ritsuko- “Sembra che ci siamo.”
 
Dai finestrini del Kerubnon si poteva scorgere all’orizzonte un’immensa landa rossa, vessata da crateri, baratri scuri ed enormi e tagliata, di tanto in tanto, da interminabili strade asfaltate.
Sebbene fossero ancora in alta quota, si potevano ben scorgere le grandi aquile americane sorvolare, padrone dell’aria, il roccioso deserto vergine.
“Wow! Quello è il Nevada, vero signorina?”-esultò Naruto, comprimendo il naso contro l’oblò.
“Sì! E’ meraviglioso non è vero? Lì c’è solo la natura e…la natura! L’uomo non è riuscito a contaminarlo come ha fatto con il resto del pianeta. Qui vige la legge del più forte!”
Poi, Naruto scorse in lontananza un gruppo di alte torri d’acciaio splendente , tra di esse la grande sagoma di una piramide nera su cui spiccava il logo ‘NERV-U.S.A.’, fiancheggiata da capannoni verde militare.
Image and video hosting by TinyPic La base americana era finalmente visibile agli occhi di Naruto e dei suoi compagni.
“Perfino NERV-3, la filiale americana, è solo provvisoria. Presto lasceranno di nuovo quei luoghi a sé stessi, ristabilendo l’ordine naturale.”-aggiunse la bionda.
 
La porta scorrevole di vetro vicino la cabina di pilotaggio si aprì di scatto: Ikari, seguito dall’amico, ne uscì visibilmente ammaccato ( benché non volesse dimostrarlo).
I due si avvicinarono al gruppo, ora in piedi.
Ikari, il volto segnato da occhiaie di stress ma perfettamente marziale, si rivolse alle due donne:
“Colonnello Katsuragi, Dottoressa Akagi, vi ringrazio per la vostra collaborazione. Da qui in avanti dovrete procedere autonomamente. Non preoccupatevi: un nostro inviato, il sig. Marshall, vi attenderà all’atterraggio.
“Verrete adeguatamente ricompensate.”-aggiunse Kozo.
“Ragazzi, prendete i bagagli.”-consigliò loro Misato. Obbedirono meccanicamente, senza coglierne immediatamente il senso.
 
Per la prima volta Naruto osservò da vicino il Comandante: non era certo più alto di lui, ma in confronto si sentiva piccolissimo, poiché la durezza ed alterigia dell’uomo erano pari solo alla sua competenza e fermezza nel lavoro. Il Comandante non faceva mai a meno di indossare i suoi occhiali ed il paio di guanti immacolati. La bocca era solo una linea dritta orizzontale: dura e tagliente come le parole che ne scaturivano. Il vice era decisamente più affabile: un uomo alto ed anziano, con le mani giunte sempre dietro la schiena, dai lineamenti sottili, capelli impeccabilmente ordinati e sguardo benevolo seppur privo di indugi.
 
“Molto bene.”- concluse Ikari -“Abbiamo raggiunto il punto per il distacco. Arrivederci.”
Ciò detto Ikari impugnò un leva pendente dal tettuccio dell’abitacolo e la tirò.
“Aspetti, come arriveder…?”- Naruto provò a balbettare una replica ma si sentì mancare il pavimento sotto i piedi: una ventata d’aria gelida e potente lo investì e cadde a peso morto verso il basso.
Strinse a sé il piccolo PenPen.
Chiuse gli occhi mentre sentì un pericoloso spostamento d’aria sopra di lui, accompagnato dai gridolini di sorpresa degli amici. Sembrò quasi che un tornado lo  investisse, ma prima che potesse realizzare il rumore assordante del vento cessò e la sua schiena colpì qualcosa di solido e morbido.
Aprì gli occhi: si trovava in un’angusta capsula –presumibilmente d’acciaio- imbottita di tessuto blu.
Teneva ancora stretto il suo bagaglio a mano -di cui ora aveva capito l’importanza di afferrarlo precedentemente- e poteva scorgere il cielo da quella che sembrava essere una cappotta di vetro.
Il volatile era scomodamente compresso con tutto il corpo contro il suo petto.
L’oggetto precipitava ad alta velocità, sospinto da piccoli reattori laterali; probabilmente la sensazione provata prima non era di cadere nel vuoto totale, ma solo all’interno di una ‘scialuppa’ in uno spazio sottostante, per poi essere letteralmente sputati fuori dall’ enorme concorde che ora era già scomparso tra le nubi.
Naruto, accorgendosi di stare cadendo in picchiata verso il suolo, riuscì solo ad emettere un ridicolo: “Ops…”
 
 
*   *   *
 
Vicinanze della NERV-3.(nomenclatura precedente: Area51) Ore 9:30 P.M. Nevada. U.S.A.
 
Il silenzio era interrotto solo dal verso di un rapace.
Seduto sul cofano della sua scintillante Corvette Stingray Concept, il giovane uomo gettò a terra la sigaretta spegnendola sotto le scarpe di pelle. Si alzò:
“Uhm…sono arrivati.”
 
Cinque piccoli punti bianchi discendevano rapidamente dal cielo terso.  A poche decine di metri dal suolo, le cinque capsule aprirono i paracaduti, che si snodarono in una serie di rigonfiamenti e vortici.
Poi, gli involucri metallici si schiantarono rovinosamente al suolo.
 
 
Con un sibilo, il portellone trasparente della capsula di Misato si sollevò.
“Ahiaiaiai! Che male!”-si lamentò la donna, massaggiandosi la nuca: era viva- “Dico io: è questo il modo di trattare un dipendente? Quando torno in Italia gliene dico…”
Misato si arrestò. Un’ombra sovrastava la sua testa e parte della capsula d’espulsione.
Alzò gli occhi.
Le mancò il respiro.
Goog Morning, Misato!”-un giovane uomo dai capelli scuri le tendeva una mano.
“L…L…Le…”-balbettò lei incredula.
“Sì… ‘L-e-o-n’, esatto, it’s me, non è difficile! Puoi farcela.”-disse lui in tono volutamente canzonatorio.
“Fottiti!”-sbottò lei, per poi coprirsi la bocca con una mano, rendendosi conto di essersi lasciata andare.
“Oh ma che bel caratterino che abbiamo maturato in tutti questi anni!”
Prima di poter rispondere, Misato fu chiamata a gran voce da Naruto:
 
“Signorina Misato! Mi aiuti, per favore! Mi sono incastrato! PenPen non vuole muoversi!”
“Ah…ma sei scemo?!”-la solita vocetta squillante di Thomas- “Il solito imbranato…avanti: forza!”-il ragazzino, con non poco sforzo tirò per un braccio l’amico, liberandolo dall’angusto trabiccolo insieme al pennuto. PenPen si diede una scrollata con le ali e si raddrizzò.
Ritsuko e Cris,invece, erano scesi senza aiuti apparenti, sistemandosi abiti e capelli in disordine.
“Cris, sarà meglio che li raggiungiamo.”-gli disse Akagi, indossando i suoi occhiali da sole neri.
 
“E così siete tutti qui! Welcome to America!”-li salutò Leon, dopo che il gruppetto si era finalmente riunito.
 
L’uomo doveva avere all’incirca la stessa età di Misato e Ritsuko, ma dimostrava almeno dieci anni di meno. I capelli erano pettinati similmente a quelli del pilota tedesco, sebbene fossero leggermente più lunghi. I grandi occhi neri dell’uomo gli donavano un’aria infantile ed ingenua. Non c’èra da meravigliarsi che Katsuragi lo considerasse un ‘bambinone’. Tuttavia, in accordo con il suo ruolo, indossava un completo grigio e camicia blu, sul quale spiccava il tesserino di riconoscimento della NERV: ‘Special Officer: Marshall Leon.’
 
“Già, siamo arrivati! Ed ora sbrigati a farci vedere quello che devi!”- si affrettò a dire Misato.
“Ehi! No problem! Take it easy, ok?”- la calmò lui con il suo sorriso bambinesco ed il suo slang tipicamente nord-americano- “Dammi almeno il tempo di fare conoscenza con questi baldi giovanottoni! E magari di salutare qualche vecchia amica…”
Leon si avvicinò a Ritsuko, cingendole la vita.
“Non perdere tempo con me…”-disse lei, maliziosa-“Misato non vedeva l’ora di rincontrarti!”
“MA CHE DICI?!”-le urlò l’amica-“Siamo qui solo per motivi di lavoro!”
“Ad ogni modo…”-riprese lui- “vediamo di inquadrarvi: tu-con i capelli biondi-sei Naruto Uzumaki, correct? Il pilota dell’Unità 01?”
“Esatto.”
“E tu-nanerottolo- sei Thomas Hansel Gneisenau, aren’t you?”
Ja, ma non sono un nanerottolo!”-protestò il tedesco.
It’s all right. E in ultimo….tu.”-Leon aveva cambiato tono: decisamente più cupo- “Tu sei Cristoforo Hino. Ti riconoscerei tra mille. Buffo nome, il tuo, secondo solo a quei capelli. Il tuo incidente con lo 00 lo conosciamo perfino noi americani. Sei un tipetto interessante.”
“Sì, è lui! Smettila di rompere!E poi lo chiamiamo tutti Cris, quindi adeguati!”-intervene Misato, irritata.
“Ok!Ok! Allora: nice to meet you… ‘Cris’.”
You’re welcome.”-rispose il ragazzino, senza batter ciglio, come se tutto gli fosse scorso addosso come acqua piovana.
“Visto che qualcuno è impaziente di lavorare…”- asserì Leon -“Let’s go!”
 
I sei salirono a bordo della lussuosa auto dell’americano, tra i commenti di ammirazione di Naruto e Thomas.
Il motore ruggì come un felino all’attacco.
Le ruote sgommarono sul selciato, sollevando una nuvola di terra rossa, e sfrecciò lungo la strada battuta in mezzo al nulla, in direzione dell’accampamento militare scorgibile in lontananza.
 
*   *   *
 
Con una derapata che fece sobbalzare i passeggeri, accompagnata da un sonoro stridio, l’auto sportiva si arrestò difronte ad un grande cancello elettrico, sorvegliato da due militari in divisa. Il gruppo scese e il nuovo chaperon fece confabulò qualcosa alle guardie armate, facendo sì che potessero proseguire.
Quello che vi era oltre superava ogni aspettativa: arduo a definirsi come ‘provvisoria’, la Nevada-station/NERV-3 consisteva in un’imponente piramide nera in superficie (seppur più piccola rispetto a quella della sede centrale) circondata da alte torrette d’avvistamento e di ricarica energetica per via solare. Una serie di tende d’accampamento e furgoncini attrezzati erano sparsi un po’ ovunque. Diversi Umbilical Cables erano collegati a quelle che potevano essere cisterne o generatori elettrici, oltre ad enormi custodie e container per armi tutti recanti i logo della base e le iscrizioni ‘CAUTION’ e ‘EVANGELION UNIT 04-WEAPON’. Una piccola città di riserva nel bel mezzo del nulla.
 
Here we are! La filiale di supporto americana della NERV sorge sul vecchio sito dell’Area51!”-spiegò soddisfatto Leon.
“Quindi…prima qui si studiavano gli alieni?!”-chiese incredulo Naruto.
“Qualche matto ci ha provato, ma sappiamo bene che lassù non esiste nient’altro che non siano gli Angeli.”-gli rispose prontamente.
 
Ritsuko osservava tutto con interesse, quasi una materia di studio: “Interessante vedere come siete riusciti a mettere su tutto questo in pochi giorni…prima d’ora non ci era mai stato concesso di visitarlo.”
 
“E l’Unità 04?”-chiese spazientita Misato, che cominciava a sentirsi in difficoltà.
“Oh, quella è laggiù.”- Marshall indicò con il pollice due enormi strutture metalliche alle sue spalle.
“Sarà meglio darle un’occhiata.”-decise il Capo del Dipartimento Tecnico.
 
Il gruppo si avviò a piedi verso l’hangar rimovibile del nuovo Eva, passando attraverso una serie di tendoni attrezzati con apparecchiature radar e hi-tech mai viste prima.
Un trio di militari si erano anche messi a schernire i tre piloti, data lo loro esile corporatura e i visi non certo adeguati a dei soldati.
Giunti ai piedi della gabbia, i cinque si fermarono:
due supporti metallici verdi si innalzavano eretti, tirati da funi ancorate al suolo. Davanti alla struttura, un’alta parete di carta stagnola ed ignifuga bloccava la visuale dell’interno, sebbene si potesse intuire che si trattasse della Quarta Unità poiché da due cavità sulle pareti di ferro affioravano due spallacci ricoperti da un telo di gomma.
Leon fece strada dentro un’apertura nel separé: “Entriamo.”
 
“Incredibile!”-questa la prima frase di Naruto, alla vista del gigantesco umanoide, inserito in  una cavità del terreno fino alla cintola- “Sarebbe questo l’Eva 04?!”
 
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Un gigante dalla corazza argentata troneggiava al centro della gabbia.
“Fresco  di fabbrica!”-rispose l’americano.
“Affascinante…non ho molti dati al riguardo ma posso certamente affermare che si tratta di un ottimo lavoro di manifattura. Per un giudizio più completo aspetterò tuttavia una dimostrazione sul campo.”- ponderò Ritsuko, inforcando gli occhiali da vista.
“Giusto.”-confermò Misato- “A me interessa soprattutto la pratica: spetta a me il compito di decidere se si tratta davvero di un esemplare così valido come si dice.”
“Per questo non c’è problema: questo stesso pomeriggio ci sarà la prova di attivazione per testare il funzionamento dell’Elemento S2.”
“Cos’è questo Elemento?”-chiese Thomas.
“Si tratta di un novo tipo di propulsore che dovrebbe eliminare il problema dell’autonomia limitata degli Eva. Tuttavia, il primo test di attivazione fu un vero disastro. Speriamo che adesso siano stati eliminati gli errori sistematici.”
 
Naruto intanto non faceva altro che saltellare, seguito dal pinguino, intorno allo 04, filmandone ogni angolatura con il cellulare:
“Pazzesco…fighissimo…wow…”-continuava a ripetersi, spostandosi da una passerella all’altra- “E’ tutto cromato!E guarda gli inserti in rosso sulla corazza! Ne voglio anch’io uno così…”

 
“E non è certo il colore l’unica differenza.”-una  voce maschile, proveniente dall’alto, riecheggiò nell’hangar, interrompendo ogni conversazione.
 
Questa frase non mi è nuova…prevedo scintille…- pensò Misato,  preoccupata già all’idea che anche il nuovo pilota potesse avere un carattere analogo a quello dell’altra.
 
Su un ballatoio di ferro, proprio sopra la testa del robot, era ritto in piedi un giovane dagli abiti immacolati. Continuò a parlare:
“L’Evangelion 04 è il più progredito di tutte le Unità. Perfino lo 02 e lo 03, benché siano i modelli di produzione definitiva, sono incompleti, in paragone. Ma il mio 04 è diverso: è dotato di capacità fisiche ed energetiche superiori. In una parola: perfect.”
“E tu chi saresti, eh? Ci degneresti dell’onore di conoscere il tuo nome, visto che non ti sei neanche presentato?!”-ringhiò il tedesco, irritato dall’aria di sufficienza del nuovo comparso.”
“Mpf! Tu devi essere Gneisenau…la tua bravura in combattimento è pari solo alla tua sfacciataggine.”-il ragazzo, con due agili balzi, scese lungo il collo dell’Unità, raggiungendo gli spettatori.
Nonostante l’alterigia, il giovane sfoggiava uno sguardo calmo e quasi assonnato, gli occhi della più cangiante tonalità di nocciola. I capelli erano mossi  e fluenti, di un bel color castano chiaro, e spettinati ad arte. Sul suo abito da cerimonia  spiccavano ricami in filo d’oro. Il suo mento era sottile come le sue labbra ed il contorno del naso, mentre manteneva con eleganza il capo perfettamente ritto.
 
Leon gli si fece vicino, parlando in modo enfatico e formale: “Ladies and gentlemen…vi presento sir Alexander Cedric Maximillian Winchester, diciottesimo erede al trono del regno di Britannia e fourth children. Ha diciassette anni ed ha conseguito le prove d’ammissione con il massimo consentito. In quanto nobile inglese, è un onore per noi averlo tra le schiere dell’esercito.”
“Tsk! Un altro raccomandato! E’ per questo che a lui gli pitturano il bambolotto con la vernice argentata.Perché è ricco!”-borbottò sarcastico Thomas.
“Temo di doverti contraddire.”-lo corresse il principe- “Quella che può apparire come una cromatura dell’Eva, è in realtà il risultato di un sublime trattamento di fresatura e lucidatura a specchio, che elimina ogni imperfezione dalla superficie. Il risultato è una corazza perfettamente liscia ed aerodinamica. Anche per questo il mio Eva è il migliore.”
Ritsuko e Misato si scambiarono un’occhiata poco convinta, ma divertita.
Cris era impassibile. Naruto letteralmente a bocca aperta.
Thomas non poteva certo definirsi soddisfatto, aggiungendo con difficoltà e timidezza: “Comunque lo 02 è più…bello!”
 
 
Fuori dalla gabbia dello 04, una limousine nera con un anziano maggiordomo ed un autista in divisa attendevano Alexander.
“Signorino, le aggraderebbe consumare il repasso?”-chiese il butler, reggendo sul braccio un panno bianco con ricamata una ‘W’ dorata.
“Sì, grazie, Alphonse. Mi sentivo alquanto affamato.”
Il ragazzo salì a bordo della lunga automobile che, partendo, sbuffò un nugolo ti terra rossa in faccia ai cinque. L’auto si fermò difronte ad un capannone bianco poco più in là.
 
Coff coff! Guardatelo: è talmente raccomandato da aver bisogno di una macchina per fare 100 stupidi metri!”- protestò il third, tra un colpo di tosse e l’altro.
“Non è certo uno che la sa corta, eh?”-ansimò Cris.
“Diciamo che ha un suo carattere. Vi conviene farci l’abitudine, Mike sa essere anche peggio.”-confessò Leon.
“Chi è Mike?”-chiese Naruto.
“Il mio assegnato. Ma domani avrete tempo per conoscerlo, tutto a suo tempo. Intanto andiamo a mangiare anche noi, si è fatto tardi senza nemmeno accorgercene.”
 
*   *   *
 
“Che schifo.”- Naruto ingoiò con un verso di disgusto il boccone nel cucchiaio- “Che roba è? Melma salata?”
“Purè di patate con proteine aggiuntive.”- spiegò Marshall- “E’ pratico e molto nutriente.”
“E’ questo che mangiano i militari?”- Cris aveva la stessa espressione dipinta sul viso.
“Oh, c’è di peggio.”
“Sarebbe?”-chiese sempre più convinto.
“Le barrette di cibo liofilizzato, ad esempio.”-rispose Misato, ricordando i tristi tempi d’accademia militare.
“Ma che buono…”-notò con sommo dispiacere Thomas- “…almeno si salvano le bibite.”
“Non credo.”-lo contraddisse Ritsuko.
I ragazzi smisero di bere, squadrando le loro lattine.
“Quelle birre contengono taurina.”
“Cioè?”
“Beh, diciamo che è quella secrezione del…”
Ritsuko mimò il seguito con le labbra, senza emettere suoni.
I children furono sul punto di vomitare,sputando via il liquido che ancora tenevano in bocca.
 
In un angolo appartato della tenda, su un tavolo finemente apparecchiato, l’aristocratico fourth children banchettava con vino italiano e rostbeef.
 
 
*   *   *
 
Campo d’addestramento della NERV-3. Ore 18:00 A.M. Nevada. U.S.A.
 
 
I carri armati e i camion corazzati sgomberavano il campo, mentre degli addetti posizionavano delle inferriate lungo un perimetro prestabilito, creando una sorta di percorso forzato.
“Finalmente ci siamo. Da quello che succederà oggi, dipenderà il futuro nostro e dell’umanità.”-disse Ritsuko, fatalista.
“La prova di attivazione dello 04 è fondamentale. Se andrà a buon fine, rappresenterà un enorme passo avanti nel Progetto E e nella lotta contro gli Angeli.”-Misato seguiva con lo sguardo ogni movimento dei macchinari- “ Inoltre, dovremmo lasciar fare tutto a loro. Non abbiamo libertà di ordini, qui. Speriamo bene.”
I children avevano perso l’allegria precedente: restavano in un angolo, con i pugni stretti e il cuore a mille.
Leon ed un uomo in camice bianco confabularono qualcosa al pilota del nuovo Eva, in disparte, per poi separarsi.
“Sta andando a preparasi.”-assicurò Leon alle due donne, una volta raggiunto il gruppo.
“Speriamo che quel viziato non combini guai.”-borbottò Thomas, a braccia conserte.
Non ebbe risposta, l’ Operatore Speciale si degnò solo di incalzarli con un: “Andiamo.”
 
 
All’interno di un bunker anti-atomico, illuminato da decine di monitor e ologrammi, il reparto tecnico al completo aspettava i tanto agognati movimenti.
Un colonnello in giubbotto antiproiettile aprì un collegamento video con il pilota: il ragazzo indossava un diadema d’interfaccia simile ad un lungo auricolare, la plug suit aveva la parte superiore bianca ed il ventre rosso acceso.
Il colonnello parlò: “The field was cleared. For the first part of the test, we’ll use an Umbilical Cable. Proceed with the Unit activation.”
Roger.”
 
All’interno della sua Entry Plug, il ragazzo respirava regolarmente, armeggiando sapientemente sulla strumentazione di bordo:
Efficient System. Percentage of damage: 0%. Sequential errors: absent. Removal of Berths from n.1 to n.10.”
 
I sostegni verticali vennero tirati lateralmente, lasciando finalmente visibile il busto dello 04. Una pedana semovibile venne messa in movimento, permettendo al robot di emergere fino a che i suoi piedi non fossero stati a livello terreno. Il cavo dell’alimentazione venne connesso alla schiena dell’automa. Gli enormi occhi si illuminarono di un chiarore rosato.
 
“Dato che è la prima volta, non vedo perché non utilizzare l’Inglese come lingua principale.”-rifletté Alexander ad alta voce- “System language: English!
 
“Ragazzi, state a vedere.”-sussurò Misato ai tre bambini di fianco a lei.
 
Now, please, do a step.”-ordinò il militare al fourth.
 
“Vediamo che sai fare…mio fedele servitore.”- sogghignò il ragazzo, spingendo in avanti le leve di accensione.
Con un rumore metallico, lo 04 alzò lentamente la gamba sinistra e la portò in avanti. Fece calare nuovamente il piede: si era mosso.
 
“Avete visto?! Ha mosso una gamba! E’ ancora tutto a posto!”-esultò Misato.
“Aspetta.”-la bloccò la collega bionda- “Tireremo un sospiro di sollievo solo al corretto funzionamento dell’ SS.”
 
Lo 04 ripeté il movimento: era uscito dall’area di contenimento.
Poi ancora.
Ancora e ancora.
Un passo alla volta, l’Evangelion argentato stava attraversando l’intero quartier generale, facendo esplodere i vetri degli automezzi per lo spostamento d’aria ad ogni movimento.
 
“Si muove! Si muove!”-continuò Naruto, incurante del pericolo ancora incombente.
 
L’Unità aveva raggiunto la cancellata che la separava dalla spaziosa area di prova. Non fu un problema scavalcare i bassi muri d’acciaio inossidabile.
 
“Now, place yourself inside the white circle.”- comandò l’ufficiale.
 
Lo 04 obbedì, accovacciandosi all’interno di un ampio cerchio dipinto sul suolo, al cui interno risaltava una ‘x’ rossa.
Il gigante poggiava ora sul ginocchio destro, aspettando altri ordini.
 
Disconnection of the Umbilical Cable.”-continuò il militare con ogni vena del collo in perpetua pulsazione.
 
Il cavo si staccò con una piccola nuvola di vapore.
Winchester chiuse gli occhi e si morse un labbro.
 
“Ora dobbiamo solo aspettare cinque minuti. Poi, se tutto andrà a buon fine, lo 04 si rialzerà senza problemi. Possiamo solo pregare.”- disse a mezza voce Leon.
 
Cinque minuti. Un tempo così breve. Così breve per mangiare, o fare un discorso. Così breve per terminare un compito o per vestirsi. Un  periodo insignificante, un attimo quasi. Un periodo molto breve per morire, risucchiati dall’oscurità generata dalla stessa conoscenza dell’uomo. Conoscenza insaziabile, portata da sempre all’estremo, causando solo disperazioni ed afflizioni per vite non colpevoli. Ma è questa, infondo, la delizia e la maledizione dell’uomo: ‘Dio concesse all’Uomo il Frutto della Conoscenza e quello della Vita.[…] Ma l’Uomo, nell’egoismo e perdizione, tradì la Mano che lo nutriva.[…] Così, Dio divise l’Uomo dall’Angelo, assegnando al primo il Frutto della Conoscenza ed al secondo il Frutto della Vita.’(Cabala, Genesi)
Le lancette del’orologio analogico del riparo segnavano inesorabili lo scorrere del tempo. Ancora cinque secondi…
…quattro…
…tre…..
…due…
…uno…
………..
………..
 
Nulla. Assolutamente nulla. Silenzio. Pace. Quiete. I cinque minuti erano già passati ed il tempo continuava a scorrere.
Il colonnello, con un fil di voce, ancora incredulo se gioire o temere, ordinò al pilota:
Stand up…
 
All’interno della cabina di pilotaggio, un hard-disk iniziò a roteare vorticosamente sul retro del sedile di comando. Su uno schermo accanto al pilota risaltavano i caratteri luminosi: “S2 ENGINE”
Il pilota serrò le dita intorno alle leve.
Lo 04 si rialzò lentamente.
Ancora nulla.
Niente.
Poi, gli applausi di tutta l’equipe scoppiarono. fragorosi più di quella che sarebbe potuta essere l’esplosione.
“C’e l’ha fatta! C’è riuscito!”- esclamò Leon, abbracciando di colpo Misato, la quale arrossì, ricambiando tuttavia il gesto.
E’ proprio un bambino…-pensò.
Ritsuko non si scompose, ma aveva il battito accelerato e un sorriso soddisfatto dipinto sulle labbra rosse.
I children saltellavano e ridevano come in una festa.
Ma l’euforia durò poco:
 
“Mmh?”-ilfourth si accorse di una spia rossa esagonale sul suo monitor. L’avviso -EMERGENCY-era di chiaro riferimento.
Per fortuna, il problema non derivava dall’ Eva…ma da qualcosa di più pericoloso.
 
What the hell is going on?”- Leon si gettò proccupato su uno dei monitor della saletta operative.
It’s…It’s an Angel!”-balbettò il militare addetto alle comunicazioni.
“Are you sure?”
Yes… Blood Type: blue! Confirmed…”-evidentemente il giovane ufficiale non aveva mai preso parte  ad un’operazione bellica in senso stretto.
Shit!”-imprecò Leon tra i denti- “Proprio ora! E va bene: Winchester!”
 
“Che c’è?!”-si affrettò a rispondere il pilota.
“Avrei preferito che la tua prima uscita fosse stata tranquilla…ma a quanto pare qualcuno ha sentito il bisogno di rompere.”
“Un Angelo, eh? Tanto meglio, fremevo dalla voglia di sgranchirmi un po’ le gambe. Tutta questa vita di corte è oltremodo tediosa. Sarà un diversivo interessante!”
 
Un bagliore nel cielo e quello che prima era solo rilevato da un’emissione radioattiva si mostrò nella sua forma fisica: un Angelo sinuoso,  come le spire di un serpente, atterrò contorcendosi. Il suo corpo era costituito da una serie concatenata di ampie lastre affilate d’acciaio. La testa metallica simile al cranio di un volatile o di un cetaceo dal volto allungato.
 
Misato e Ritsuko, assieme ai children, si precipitarono fuori dal bunker, per osservare la scena. Marshall ancora dentro per dirigere le operazioni.
“E ora noi che facciamo?!”- Naruto era terrorizzato.
“Se solo avessimo gli Eva…”-Cris strinse i pugni.
“Invece ci tocca stare a guardare quel raccomandato che si prende tutto il merito!”- bofonchiò Thomas, in preda all’invidia al quanto fuori luogo.
 
Grazie al ripetitore dell’Eva, Alexander rispose alle loro domande, avendoli uditi dstrattamente:
“ Semplice: keep your heads above the Mayhem!”
 
 
L’Angelo si avvicinava in una miriade di contorsioni, mentre I segmenti del corpo roteavano su sé stessi.
Con uno stridore agghiacciante spalancò la bocca, sputando un raggio di luce rossastra contro il gruppo.
I cinque si strinsero l’un l’altro, aspettando il bagliore fatale, ma l’unica luce che notarono era ben distante da loro e non li colpì.
Dopo essersi ripresi dallo spavento, aprirono gli occhi.
Naruto ebbe un sussulto:
L’enorme A.T.Field dell’Eva 04 si era frapposto tra il raggio nemico ed i loro miseri corpi mortali. Ora l’Unità argentata poteva essere ammirata in tutta la sua magnificenza ed altezza: slanciato e rilucente, l’Evangelion era il ritratto della fierezza. Il robot girò il capo di un quarto, rivolgendosi alle persone ai suoi piedi:
“Guardate bene bambini: le battaglie contro gli Angeli devono sempre essere rapide ed eleganti!”
 
Lo 04 scattò in avanti, sfoderando il pugnale nascosto.
L’Angelo snodò la coda, sganciando gli ultimi segmenti, simile a lame, verso il nemico
.
 

In the battle of the bravest souls

 
 
Lo 04 schivò alcuni colpi grazi alla barriera, per poi parare i restanti con fulminei movimenti della mano brandente l’arma. Con un ampio gesto del braccio, frenando bruscamente, l’Eva scagliò il pugnale, respinto da un colpo di coda nemico.
 

Over evil shall be good prevail,

 

“Aspetta, ti inviamo il Riot Shield e alcune armi! Corri!”-gli suggerì Leon alla sua postazione.
L’ Eva eseguì una capriola all’indietro, percorrendo poi l’ultimo tratto di terreno ,che lo distanziava da un gruppo di fucili poggiati a terra, con un balzo. Afferrò due Bazooka, inserì i bossoli incendiari, li poggiò sulle spalle e premette il grilletto.

 

If the universe is crashing down…

 

Sei proiettili volarono in direzione del nemico. L’Angelo mutò la sua forma: le piastre si avvicinarono tanto da sembrare fuse, allargandosi a dismisura fino a formare un'unica ampia lastra metallica ottagonale al cui centro era posizionata la testa del mostro. Colpi esplosero in un mare di fuoco sulla corazza del mostro, senza effetto apparente.
 

Heed the chaos…

 

Lo 04 ripartì all’attacco: imbracciò altri due Pallet Gun facendo fuoco. Ancora una volta i colpi colpirono e vennero respinti dal robusto corpo dell’ Angelo.

 

...and then throw it out
 

 

“Adesso…l’ultimo atto.”- sibilò Alexander.
Gettò da parte i fucili, brandendo contemporaneamente una Sonic Glaive ed impugnando lo scudo di simil-vetro.

 

Showing flashes of bravado,
 

Il mostro metallico spalancò nuovamente le fauci, all’interno delle quali prendeva posto il nucleo, vomitando un secondo raggio.
Lo 04 gli corse incontro, contrapponendogli lo scudo.
Il robot arrancò nella terra rossa, opponendo resistenza, mentre la sua difesa iniziava a liquefarsi nel lato anteriore.
“Non ho molto tempo…lo scudo non resisterà…. proviamo così!”
L’Evangelion mollò il clipeo, scappando di lato, mentre il raggio finiva di incenerire l’arma difensiva.
 
“Ce la farà?”-chiese Ritsuko con i nervi a fior di pelle a Misato.
“Solo Dio può saperlo…”
I children erano immobili, con gli occhi sgranati.

 

In a torrent of destruction,

 

 
L’Angelo gridò ancora, sputando dalla cavità orale delle lame circolare simili a quelle precedentemente scagliate.
Lo 04 saltò, avvitandosi in aria.
Le lame si avvicinarono pericolosamente, sebbene la barriera dorata le schermasse prima dell’urto.

 

Keep your head above the Mayhem,

 
All’interno dell’Eva, il pilota eseguì una torsione con tutto il busto digrignado I denti.
Contro il sole pomeridiano, la figura argentea dello 04 poteva essere paragonata ad un vero Angelo giustiziere del Paradiso.
“E’…davvero….meraviglioso…”-boccheggiò Naruto incredulo.
 

 

Clarity will be your weapon…

 
Il mecha mimò I movimenti del suo pilota, sollevando la lancia in direzione del nemico.
 

…as the blinded…

 
Il mostro azzardò un ultimo attacco laser disperato.
Lo 04 si scansò di lato a mezz’aria, schivando il colpo di un soffio.

 

…falter…

 
In uno slancio d’eroismo il principe pilota gridò: “ONORE E GLORIA…AL CAVALIERE DALLA SPLENDENTE ARMATURA! ORA MUORIIIIII!!!”.
L’Eva scagliò la lancia nell’esatto centro del raggio nemico ancora vibrante.
 

 

…and…

 
Tutti trattennero il respiro.
Le gocce di sudore che imperlavano la nobile fronte del fourth si fusero nel L.C.L.
Lo spostamento d’atia creato dalla Sonic Glaive dissipò l’energia del raggio, facendolo collassare.
Il mostro urlò, intuita la triste fine.

 

…die.

 
Come un razzo infallibile, la lama dell’arma longilinea saettò verso la bocca del nemico.
La punta penetrò e sfondò il nucleo.
L’Angelo emise un ultimo sibilo, poi scoppiò in una croce di luce che spazzò via la terra rossa come il suo stesso sangue.
 
Lo 04 riatterrò sulle gambe.
Si voltò.
Sbatté i tacchi ed eseguì il saluto marziale.
I cinque a terra, gli abiti ormai ridotti a cenci impolverati, guardano il loro salvatore  e poi si fissarono negli occhi, boccheggianti.
 
“Situazione risolta con grazia e classe.”-concluse freddamente il pilota.
 
*   *   *
 
Era ormai tarda sera, nella spaziosa auto di Leon i prime tre ragazzi erano crollati dal sonno sui sedili posteriori. Appoggiati così, l’uno sulla spalla dell’altro, sembravano anche più piccoli della loro età.
 
Poco distanti Leon, Misato, Ritsuko e Alexander si scambiavano gli ultimi saluti.
“La ringrazio per ciò che ha fatto oggi. E’ stato fantastico. Se non ci fosse stato lei, a quest’ora potevamo non essere qui a parlare. Grazie ancora,sir Winchester. ”- parlò cortesemente Misato, dando del lei al giovane, in segno di rispetto.
“Oh…elementare. Ero sicuro di vincere.”-disse lui con noncuranza, aggiungendo poi con un occhiolino- “Comunque non  formalizziamoci troppo, è noioso. Vi permetto di chiamarmi ‘Alex’ ”
“Allora, grazie di nuovo…Alex.”-ripetè Akagi.
Le donne si sentivano onorate.
“Bene, sarà meglio iniziare a muoverci.”- concluse sbrigativo il giovane Leon- “Abbiamo moltissima strada da fare, per raggiungere New-Manhattan.Facciamo piano, se no li svegliamo. Poverini…guardteli:sono distrutti. Prenderemo un traghetto super-veloce appena arrivati alla città costiera. Entro l’alba dovremo essere lì.”
“D’accordo…”-Misato si stirò le braccia.
“Alex…”-riprese Leon- “tu cosa farai?”
“Niente di particolare. Domani sera partirò con il vostro stesso aereo per araggiungere Londra. Lo 04 verrà trasportato su un aereo apposito. Sapete com’è...i familiari…..nobili o meno ci tengono a passare la Vigilia insieme.”
“Allora buon Natale.”-dissero all’unisono i tre.
“Altrettanto.”
 
Senza troppi convenevoli, si divisero: il diciassettenne si riavviò verso la base, per riposare; gli altri, invece, si preparavano a trascorrere un’intensa nottata…in previsione di quello che sarebbe stato un domani ancor più intenso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Credits: il testo della canzone Keep you head above the Mayhem è di Sagisu Shiro

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Capitolo 15
*** Episodio 14:[Campo di Trifogli]Cade la neve/ Carnage.(I tempo) ***


  

Angolino dei commenti
 

 

dubious3:E già, hai proprio ragione! Il nostro caro fourth si da’ proprio delle grandi arie! Ma sa anche il fatto suo, quindi se lo può permettere! Sicuramente i loro litigi sono solo una fase di passaggio, presto faranno pace (forse…^^), comunque vedrai che gli attriti veri devono ancora arrivare! Spero che questo capitolo che leggerai ti piacerà altrettanto!
KiKaTze:finalmente ci sei! Figurati, non mi offendo se mi dici che il cap 12 era semplice: infondo è vero(essendo solo un episodio di intermezzo), anzi fai bene a farlo notare! Se sei curioso di vedere come passeranno la Vigilia…leggi!(ho in mente una serie perfida di problemini *risata malefica*)…
 
Ed ora, sperando che i miei adorati lettori abbiano trascorso una Vigilia migliore di quella che si prospetta per i nostri(a proposito, buon Anno Nuovo in ritardo ^^), si alzi il sipario: l’emozione continua (e ancora molti cross-over)!

 
 
[Campo di Trifogli]Cade la neve/ Carnage.(I tempo)
 
Ore 10:00 P.M. Zona portuale. New-Manhattan. U.S.A.
 
Un sonoro scapaccione fece in modo di svegliare, alquanto malamente i tre ragazzi. La gelida brezza invernale, così distante dal caldo afoso del Nevada, permeava ogni atomo della materia circostante.
“Ahio, ma chi ca…?”- si lamentò Naruto, massaggiandosi la nuca.
Good Morning!”- gli rispose un solare Leon, alle loro spalle- “Mi scuso per i modi non troppo ortodossi, ma sembravate zombi.”
“Certo che se il buon giorno si vede dal mattino…”- lo squadrò Cris.
“…cominciamo proprio bene!”- terminò Thomas, sarcasticamente.
Misato e Ritsuko sedevano su un molo bianco, posto sulla passerella conducente al traghetto. Il gruppo aveva viaggiato per tutta la notte, guidati dall’Americano, fino alla prima città costiera. Quindi, salendo a bordo del primo traghetto a servizio no-stop, avevano raggiunto la grande area d’attracco della quasi mitologica New-Manhattan. La ‘m/n Noah’, questo il nome del loro traghetto, era un grande catamarano bianco a propulsione, in grado di viaggiare a 70 nodi.
Le due donne, come sempre perfettamente a loro agio, raggiunsero e salutarono i ragazzi:
“Oh, vedo che vi siete svegliati!”-notò con piacere la bionda.
“Mhmm…ho in mente un’idea”- pensò maliziosamente divertita Misato- “Avrei potuto filmarvi mentre scendevate dalla barca: sembravate in trance! Dormivate camminando! L’avrei messo su YouTube: sarebbe stato il video SHOCK dell’anno!”
Per tutta risposta, la donna ricevette un’occhiata torva dai tre, azzittendo ogni sua vena comica del momento.
Poi, Leon alzò la voce, in segno di incitamento: “C’mon, guys! Un po’ di energia! Guardatevi attorno: siete a New-Manhattan! Una delle città più grandi e alla moda del Mondo! Dateci sotto!”
I giovani si voltarono. La vista che si offriva dovette, obbligatoriamente, toglier loro il fiato: le passerelle metalliche che conducevano alle motonavi si inoltravano in una vera jungla di grattacieli alti oltre ogni immaginazione; decine di dirigibili muniti di megaschermi pubblicizzavano i più disparati prodotti e marche industriali; corridoi di vetro e scale mobili collegavano a mezz’aria la maggior parte dei palazzi, tra i quali sfrecciavano tram a levitazione magnetica inversa (cioè con le rotaie poste sulla parte superiore).
La maestosa Statua troneggiava sulla leggendaria Liberty Island, non lontana dal porto, ribadendo il senso del ‘Sogno Americano’.
“E’…è impossibile!”-balbettò il biondo- “Come può esistere una città del genere?!”
“E questa è solo l’isola. New York si estende oltre il centro per molti altri kilometri.”- continuò orgoglioso Leon- “Eh…la mia little town! E’ da un po’ che non ci tornavo.”
“Il lavoro ci tiene sempre troppo impegnati.”- sospirò Ritsuko.
“E alla fine…”-aggiunse mestamente il Colonnello- “…ci priva degli affetti dei genitori.  E’ per questo che non possiamo fare a meno di visitare i luoghi della nostra infanzia.”
Il gruppo la guardò sbalordito: perché Misato, l’ufficiale in gonnella, la donna del buon umore, soffriva di continui sbalzi d’umore? Dietro quel volto di giovane donna si nascondeva forse un trascorso più oscuro di quello che voleva apparire?
Thomas aggiunse sprezzante: “Ma io non ci tengo AFFATTO a rivivere il passato! Quel che è stato è stato: non si può fare affidamento sui ricordi, nell’infantile convinzione che ci confortino, prima o poi! Possiamo solo contare su noi stessi!”
“Io credo…”-disse Naruto, umilmente-“…che i ricordi possano invece essere l’unica fonte di consolazione, in un mondo dove si pensa solo ad un presente drammatico. Benché fallaci e contraddittori, riescono comunque ad illuderci di vivere bene. Ed il mondo ha bisogno di illusioni.”
Il contorno cittadino sembrava non sortire effetto sugli animi lesi degli uomini. Ma nella speranza che le illusioni potessero lasciar dormire il mondo nella sua beata culla ancora per un po’, Cris proferì in tono insolitamente solare: “Non avevamo detto che dovevamo essere allegri? E allora! Io sono curioso di veder la città, e voi?”
Lo guardarono, sorrisero e iniziarono a camminare, pronti a scoprire i tesori della metropoli.
 

*  *  *
 

 

Aula Magna. White House. Ore 10.30. Washington D.C. U.S.A.
 
“Finalmente, dopo tanta attesa, siamo riusciti a varare il Trattato del Vaticano.”- l’Uomo col Visore parlava lentamente alla ristretta cerchia di uomini intorno a lui, sedendo intorno ad un tavolo di lucido acciaio bianco, illuminato dalla luce filtrante da una gigantesca finestra a muro.
“E’ stato un traguardo importante, Lorentz. Servirà a spianare la strada alla Serie degli Eva.”- proferì l’uomo dai capelli corvini impomatati che, durante le sedute top-secret della NERV, era rappresentato dall’ologramma blu: Fitzgerald.
“So che l’Unità 04 è stata attivata. La Serie è quasi completa. Così, infine…tutto sta seguendo i piani della SEELE”- il Comandante Ikari sedeva accanto al suo Vice, nella curva più acuta della tavolata ellittica.
Fitzgerald continuò spavaldo: “I miei Evangelion daranno una svolta decisiva al Progetto.”
Rispose un uomo anziano ed in carne, dall’accento palesemente britannico: “Non darti troppi arie, ricorda che il pilota dello 04 è ancora sotto stretta giurisdizione inglese: tutte le decisioni circa le sue azioni devono sempre passare sotto il mio consenso, oltre a quelle riguardanti la sixth. Senza contare che sia il tuo fifth children che il nuovo 03 non hanno ancora dimostrato la loro validità.”
“A questo possiamo facilmente ovviare…”-gli rispose malevolo l’altro.
Fuyutsuki recepì l’antifona e parlò a nome del suo superiore: “Vi riferite all’intervento della Bestia Che Giace Nelle Profondità?”
“Esattamente.”
Un uomo sulla 50ina, dai capelli brizzolati (sulla sua etichetta: President G.W. Wallace), parlò con timore da un lato della scrivania: “Ma…che intendete con…intervento? Non avrete certo intenzione di…?”
“Precisamente. E’ l’unica soluzione.”- lo interruppe bruscamente Lorentz Keel.
“No!!”- urlò Wallace, più pavidamente che con rabbia- “Ci sarebbero troppi danni e la popolazione…no, come Presidente degli Stati Uniti mi oppongo!”
“La sua opposizione è pressoché inconsiderabile.”- lo redarguì severamente Ikari- “Perfino la sua presenza a questa riunione è un fatto puramente formale. Non osi controbattere, non dopo i vantaggi pattuiti per la sua completa disponibilità.”
“Ma io…”- balbettò l’uomo ingoiando il boccone amaro di vergogna.
“E poi…”-continuò Fitzgerald indicando un giovane uomo sulla trentina accanto a lui- “…non ha di che preoccuparsi. Il mio vicecomandante è un uomo capace: un’operazione da lui guidata non fallirà. Inoltre, non le abbiamo certo fornito una superpotenza come New-Manhattan per pavoneggiarsi ai suoi party.”
Il Presidente dovette tacere.
Non ci fu bisogno di aggiungere altro.
Come sempre, la seduta, seppur differente dalle altre, terminò con il profetico motto della SEELE.
 

 

*  *  *
 

 
   7th Avenue(ex-5th Avenue). Ore 12:15. New-Manhattan.
 
Un mare variopinto di luci e musiche riempivano la grande via a cinque corsie.
Uomini, donne e bambini di tutte le età passeggiavano animatamente lungo la strada pavimentata da rulli mobili colorati, recanti indicazioni  e frecce per gli edifici e incroci più importanti.
Un tram-bus a levitazione magnetica sfrecciò sopra le teste dei viandanti, uscendo da un  cavità di un grattacielo metallico per poi sparire dentro un secondo tunnel, poco più in là.
“Che meraviglia!”-esclamò Naruto, appena imboccato l’accesso principale alla via- “Non credevo che il Corso di New-York potesse essere così…figo!”
Thomas notò con rassegnazione: “Quando mai sai qualcosa che esuli dalle quattro mura di casa?”-poi, dando un’amichevole pacca al ragazzo e scappando in mezzo alla folla- “Però devo dire che hai ragione!”
Il gruppo fu costretto  ad inseguire il giocoso bambino, fermatosi innanzi alla vetrina di un negozio di giocattoli.
“Wow! Guardate che roba! Non avevo mai visto giocattoli del genere!”- i children si scambiavano a turno pareri e commenti sulla merce. L’oggetto più curioso era un cagnolino robotizzato composto da un materiale estremamente fedele al pelo ed alla carne naturale, forse anche troppo simile.
I tre adulti li osservavano divertiti.
“Sembrano entusiasti!”- osservò Leon, poggiando un braccio sulla spalla di Misato, la quale , con espressione ambigua, si scostò subito.
Ritsuko si rivolse ai tre: “Visto che vi piace questo genere di congegni, credo che visitare il palazzo della Yotsuba vi farà piacere.”
“Ottima idea Rit-chan!”- la incoraggiò l’inviato speciale.
“La Yotsuba? Il gigante commerciale dell’elettronica?”-chiese euforico Naruto.
“ Non dovrebbe distare molto da qui. Andiamo.”
    
 
*  *  *
 
L’imponente palazzo di vetro e acciaio si ergeva in mezzo alla piazza che segnava il termine della lunga via commerciale americana newyorkese, davanti alla grande porta girevole d’ingresso era posizionata un’artistica fontana stilizzata.
“Ma è grandissimo!”- esclamò Cris, alzando lo sguardo verso la cima del grattacielo addobbato da enormi ghirlande natalizie.
“Si tratta di uno dei principali rivenditori autorizzati.” -spiegò Akagi- “Qui dentro potete trovare tutta la merce finora prodotta dalla ditta.”
“Allora forza:”- concluse elettrizzato il tedesco- “sbrighiamoci!”.
 
 
L’ascensore di vetro e alluminio si fermò al dodicesimo piano: Giocattoli Innovativi ed Ecologici.
Il reparto si snodava in un’interminabile serie di scaffalature es appoggi pieni di congegni bizzarri e colorati: aeroplani radiocomandati svolazzavano per la stanza; trottole ricche di luci colorate sfrecciavano sulla moquette grigia; commessi del negozio in finti camici scientifici mostravano con enfasi le curiose reazioni chimiche di polveri finissime in grado di trasformarsi in neve sintetica, liquidi dai colori fluo, slime e sostanze elastiche.
“Quanta roba! Non so da dove cominciare!”- Naruto barcollò confuso tra i primi tre scaffali, indeciso su quale strada intraprendere.
“Mi farebbe piacere accompagnarvi. Venite, incominciamo dagli arrivi stagionali.”- Ritsuko sospinse leggermente le schiene dei ragazzi verso l’interno del reparto, rivolgendo un occhiolino complice all’amica alle sue spalle.
Prima che Misato -rossa in viso dalla vergogna- potesse protestare, Leon le si fece più vicino e la prese sottobraccio: “Finalmente un po’ soli. Non ti piace l’idea?”
“Ma dai! Smettila! Non essere così appiccicoso!”-gli rispose lei, brusca.
“Ma insomma! Che ti prende? Voglio solo essere gentile! E’ da ieri che non fai altro che evitarmi! Tutto questo tempo e tu fai di tutto pur di starmi lontana!”- anche il ragazzo sembrava seccato, stavolta.
“Scusami.”- riprese lei, abbassando lo sguardo- “E’ solo che sono così stanca!”
“Appunto: se sei stanca, vediamo di riposarci un po’, no? Come dico sempre: take it easy!”
“Già,” -sorrise lei malinconica – “tu dici sempre così! A volte mi domando come fai…”
“A fare cosa?”- le chiese ingenuo.
“Be’ ad essere sempre così rilassato. Con il lavoro, gli Angeli, la casa…a volte mi sembra davvero di non potercela fare.”
“Tu prendi sempre tutto troppo seriamente. Lasciati andare…”-le consigliò lui, rivolgendole un sorriso paterno.
“Non so davvero. E’ tutto così diverso dai tempi dell’università. Non so se sia meglio o peggio.”
“Dici che non saremo più in grado di sorridere come un tempo?”
“Vorrei…ma so che sarà difficile. Oramai ci gravano sulle spalle dei fardelli troppo grandi per essere sostenuti dai più, senza contare che in tutto questo coinvolgiamo dei semplici ragazzi… siamo davvero alla frutta.”
Dopo un attimo di silenzio, Leon riprese la parola sospirando: “Guardiamoci: ci concediamo cinque minuti di tregua e non facciamo altro che parlare di lavoro e rivangare tristi ricordi. Parliamo un po’ solo di noi: è che da qualche tempo avverto dei certi…attriti, tra di noi, Katsuragi. Che c’è: non ti sto più simpatico?!”
“Smettila!”- rise di gusto Misato- “Lo sai che sei uno scemo!”
Ma il giovane uomo sapeva cosa voleva. La fissò negli occhi scuri e le disse fermamente: “E’ per Rioji, vero?”
Lei si scostò: “Kaji non centra, è che…”
“Perché fai tanta difficoltà ad ammetterlo?!”-Leon era diventato manesco: le aveva afferrato le mani e la guardava intensamente- “Lui è morto!! Dead! Kaputt! Non essere sciocca e sii donna: cresci!!”
“Io...”- Misato era sul punto di piangere.
“Ti prego Misato…”- la voce dolce e pacata di Leon era tornata- “…rispondimi: cosa provi? Per me, intendo. Possibile che sia tutto svanito?”
“Io…io non…”
I due volti si avvicinarono lentamente.
La presa di lui sulle mani di lei si allentò.
Le labbra si schiusero come petali.
Lui si chinò verso di lei.
Lei –involontariamente- fece scivolare un braccio sulla sua schiena.
Ora i respiri erano così vicini da essere quasi unici.
Le labbra si sfiorarono e poi…
 
“Signorina Misato, signor Leon! Andiamocene qui non c’è niente che possiamo comprare senza aprire un mutuo a vita!”- la voce squillante di un Naruto del tutto inconsapevole della delicatezza del momento richiamò l’attenzione dei due, lasciando loro in bocca un sapore di ciliegia misto a limone.
 
*   *   *
 
Central Park. Ore 15:45. New Manhattan.
 
“Ah, che bella mangiata!”- Naruto si stiracchiò vistosamente, gettandosi a peso morto sul prato smeraldino di delicati trifogli.
 
Dopo aver  brancolato a lungo tra molti negozi traboccanti di merce rara e variopinta, il gruppo si era concesso un lungo e lauto pranzo, in un fast-food tipico locale: avevano deciso che, se non potevano permettersi alcun oggetto (visti i prezzi esosi), potevano almeno pranzare in santa pace, consumando cibi poco salutari ma decisamente saporiti.
 
“Ora sto decisamente meglio!”- Thomas copiò l’amico, e gli si sedette accanto, accompagnato dal ragazzo dai capelli striati: “Devo ammettere che è incredibile come gli americani sappiano accontentare così bene il palato di un italiano, nonostante la praticamente inesistente varietà alimentare.”
“Eh no!”- intervenne canzonatorio Leon- “Adesso non fare lo schizzinoso! Guarda che gli hamburger americani sono invidiati in tutto il mondo!”
“Oh sì…”-continuò di rimando Cris- “insieme alla pizza, dieta mediterranea, pasta, frutta ecc…italiani, ovvio.”
Ritsuko, sazia del suo misero piatto scondito di insalata, puntualizzò con disinvoltura: “In realtà è dimostrato che entrambe le cucine sono poco raccomandabili. Sia un italiano che un americano, infatti, assumono ben 15580 calorie al giorno. Per non parlare dei grammi in eccesso ogni mese: quasi…”
“Va bene! Abbiamo capito!”-la fermò Misato- “Non infierire troppo sui miei sensi di colpa!”
Thomas si sdraiò sulla schiena e borbottò noncurante: “Che strane le donne…preferiscono non mangiare e stare male, piuttosto che ingrassare un po’ ed essere in salute.”
I ragazzi restarono ancora un poco seduti, nella fredda aria di un pomeriggio di Vigilia, con la mente rivolta già alla sera. Ritsuko finì di fumarsi la sua sigaretta giornaliera, mentre Misato e Leon passeggiarono a lungo nell’immenso parco, seppur in assoluto silenzio. I minuti volarono nella calma immobile, infranta solo dall’abbaiare di qualche allegro cane in compagnia del suo piccolo padroncino. Mentre ancora incedevano lentamente, il cercapersone di Marshall squillò. Lui lo prese, lo guardò per attimo con apparente apprensione e lo rinfilò in tasca.  Poi, d’un tratto, Naruto si rialzò in piedi e chiese all’Inviato Speciale: “Signor Leon, non aveva detto che oggi avremmo dovuto visitare la sede ufficiale della NERV nordamericana, oltre che conoscere il pilota dello 03?”
“Oh, hai ragione!”- l’uomo si portò un palmo al viso, con teatralità- “Me ne sono completamente dimenticato! Comunque non importa, c’è…tempo. Non abbiamo fretta.”
“Ma come? Il suo affidato…come ha detto che si chiama? Mike? Beh’ lui…la starà aspettando. Sarà solo, immagino.”
“Oh, probabilmente lui sta meglio di noi. E per quanto riguarda la NERV-2, ve l’ho detto: ci sarà occasione.”
Nessuno afferrò bene il significato di quell’ultima parola.
Mentre il sole si faceva sempre più infuocato, segnando inesorabilmente l’inizio del crepuscolo, il gruppo si riavviò.
 
Prima di imboccare la strada trafficata fiancheggiante il parco, Cris si voltò e richiamò l’attenzione dei presenti: “Ehi, fermi! Chi è quello laggiù?”
Si voltarono: in un angolo remoto ed insolitamente privo di viandanti del parco, un ragazzo sfrecciava con dei pattini a rotelle su quella che poteva essere definita un’intricata ed ampia rampa per skate.
“Perché è tutto solo?”-chiese Naruto-“E che razza di gioco sta facendo?”
“Non lo sai?”- palesò ancora una volta l’americano- “Quello è Urban Style: si usano pattini o skateboard per eseguire delle complesse figure. Avviciniamoci.”
 
“Ehi…ehm…hello!”- il vivace third azzardò un discorso con il giovane acrobata.
Il ragazzo sembrò notare la presenza dei cinque e saltò giù dalla pista con un balzo coreografico. Il suo aspetto era davvero bizzarro: indossava una larga felpa rossa con ricamati numeri e nomi di squadre di baseball come i Red Socks. I jeans blu erano consumati e schiariti sulle ginocchia oltre che sfilacciati all’altezza delle caviglie, su entrambe le gambe sfoggiava una serie di spille e distintivi colorati di varie forme e dimensioni. Ai piedi due rollerblade dalle ruote giallo evidenziatore e apparentemente composti da un materiale plastico alquanto spesso. Con una mano ricoperta da un guanto di pelle a mezze dita, sollevò dagli occhi gli occhialetti rossi da sole, sostenendoli sopra i capelli corvini ed ispidi. Con un espressione incuriosita ed uno slang accentuato, il ragazzo salutò il gruppo: “Oh, hi guys! Mi sono perso qualcosa? Perché siete qui?”
“Oh, niente, caro.”- disse Misato- “I ragazzi erano solo curiosi di vedere lo sport che praticavi.”
“Sì, fattelo dire amico: sei fantastico!”-continuò sempre più eccitato il ragazzo dai capelli biondi.
Thomas sbuffò : “Mpf! Niente di che!”
Cris continuò: “Sì, dicci come fai. Sei bravo.”
Prima di rispondere, il giovane dai capelli neri sollevò lo sguardo incrociando quello di leon. I due si guardarono,  con apparente disinteresse, poi il ragazzo rispose sollevando un piede in aria: “Ti riferisci a questi? No dico, bro’, sei fuori?! Non li conosci? Ma dove vivi? Su Marte? Questi sono degli Air Gear!”
“E che hanno di speciale?”
“Come ‘che hanno’? Un’accelerazione indotta, ad esempio?”
Naruto non fece caso ai convenevoli: “Me li faresti provare?!”
“Come vuoi, amico! Ma sappi che non è mica un gioco da bambini,eh! Questa è roba che spacca di brutto!”
“Spacca? E cosa esattamente?”
“Lo vedrai…”- il ragazzo, con un mezzo sorriso di sfida, tirò un leva sul tallone ed i pattini si sganciarono automaticamente: non si trattava di un unico pezzo, ma solo di una sorta di morsa con due ruote in grado di ancorarsi direttamente alle scarpe.
Naruto si affrettò ad infilarsi goffamente i pattini e, reggendosi a malapena sulle gambe, mosse un passo:
“Ah! Ce l’ho fatta!”
Il nuovo arrivato girò lo sguardo con noncuranza altrove e mormorò: “It’s coming…
Le ruote dei pattini frizionarono autonomamente al suolo per poi far scattare in avanti, tirandosi dietro i malcapitato: Naruto fece a malapena un paio di metri, per poi cadere al suolo, le ruote ancora in movimento.
“Ahio! Ma che diavolo…?”
“Visto? Te l’avevo detto che spaccavano!”- il moro lo aiutò a rialzarsi e poi si riprese i pattini.
Misato, nonostante l’espressione preoccupata per il fondoschiena del ragazzino, dovette richiamare il gruppo all’ordine: “Mmm…si è fatto tardi. Ci converrebbe andare, ora.”
“Già…”-mormorò Naruto massaggiandosi la zona dolorante- “..per oggi basta. Be’, ciao eh!”
See you…”-li salutò senza troppa attenzione.
“Aspetta!”-lo interruppe seccato Thomas- “Non ci mollerai senza nemmeno dirci il tuo nome, vero?!”
“Ah, già…be’…mi siete simpatici: chiamatemi ‘Crow’.”
Dopodichè, senza troppi complimenti, il ragazzo si aggiustò gli occhiali da sole, e saltò nuovamente in pista, ricominciando le acrobazie.
Alquanto sconcertata, Misato disse: “Che ragazzo strano.”
Leon sembrò arricciare appena un labbro, in un gesto divertito.
 
*   *   *
 
NERV-3. Ore 19:30 A.M. Nevada. U.S.A.
 
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Con un fastidioso rombo, l’XB-49 della NERV si alzò in volo, tendendo i cavi di un grande crocifisso rosso, al quale era ancorato un Eva del tutto simile allo 04, escludendo la tinta nera. L’Unità era rimasta celata fino ad allora in una cavità coperta del suolo.
 
Alex smise di leggere il suo libro Guerra e Pace, mentre la sua limousine veniva caricata nel ventre del Kerubnon, appena arrivato dall’Inghilterra e già pronto a ripartire; guardò l’aereo-cargo: “Iniziano già a trasportarlo? Allora…devono proprio essersi decisi. Mpf! Speriamo solo di non incrociarlo sulla traiettoria di volo…”
Ciò detto, il ragazzo dai fluenti capelli ricci chiamò con un fischio il suo maggiordomo ed iniziò ad avviarsi verso il suo aereo.
 
*   *   *
Ristorante: ‘The Luxury Boat’. Ore 21.15 A.M. New-Manhattan. U.S.A.
 
Il chiasso dei festeggiamenti pre-Natale riempiva allegramente il locale, ricco di intensi odori e profumi.
“Che bello: è quasi Natale!”- esultò Thomas, per una volta felice di qualcosa.
“Sì! Devo dire che, anche senza esserci fatti alcun regalo, aspettare insieme la mezzanotte mi rende felice!”-sul viso di Naruto si dipinse un sorriso di bambino.
“Questo, per me…è il primo Natale…che passo con qualcuno.”-mormorò Cris, arrossendo - “Mi piace.”
“Ci sono ancora molte cose meravigliose che non conosci e aspettano solo di essere provate, Cris.”-disse Misato, materna- “Presto imparerai a gioire anche tu.”
“Ammetto che il Natale è davvero un mistero, scientificamente parlando.”rifletté Ritsuko con un espressione di serietà fuori luogo- “ Non ha alcun fondamento, e la magia che esercita sui bambini svanisce una volta raggiunta l’adolescenza. Eppure…deve esserci qualcosa di particolare, se sa ancora farci sorridere.”
“Dai Rit-chan! Why so serious?! Be happy!”- dandole una pacca sulla schiena, Leon sorrise alla bionda, allungando le gambe sotto il tavolo.
Tutti risero assieme.
 
*   *   *
 
Fondale dell’isola. Stessa ora.
 
Un violento scossone.
Poi un altro.
Un frammento di roccioso fondale si staccò con uno scoppio.
Una luce crociforme nella cavità oscura.
 
Fuori dall’acqua, coloro che attraversavano il maestoso Brooklin Bridge poterono notare un’immensa torre di luce esplodere dall’oceano, accompagnata da un fragore assordante. Le urla dei passanti si unirono al boato e presto fu il panico.
 
*   *   *
 
Ristorante. Quindici minuti dopo.
 
Per la seconda volta il telefono di Leon vibrò nel taschino.
Lo estrasse.
Lo aprì e lesse mentalmente il messaggio. Il volto dell’uomo si fece improvvisamente cupo.
Prima che potesse aprire bocca, la compagnia lo invogliò a festeggiare con loro, ignari dei disastri che già si consumavano non molto distanti da loro: “Avanti, signor Leon! Festeggi anche lei! Dica: Merry…”
Un scossa sismica e quello che poteva essere paragonato ad  ruggito raccapricciante riempirono il quartiere, zittendo qualunque voce.
Misato voltò lentamente gli occhi sgranati: “Cosa è stato?”
Un altoparlante da qualche parte nella via rispose alla sua domanda:
 
Emergency declared. Security level set on def-con:zero. Reach immediately designated shelters.
 
I civili nel ristorante si alzarono improvvisamente, fuggendo dal locale in un terrore ordinato: sembravano conoscere le istruzioni.
Leon  scattò in piedi ordinando ad alta voce: “E’ TROPPO TARDI, ANDIAMO!”
I ragazzi e le donne lo seguirono senza fiatare, seppur senza capire.
Uscirono dal ristorante, tentando di raggiungere la macchina, ma la via fu loro sbarrata da qualcosa di inquietantemente violento: una testa metallica piombò in mezzo alla grande strada, bloccando i passanti…la testa della Statua della Libertà.
Ancora una volta i passanti urlarono d’orrore, continuando a correre in direzioni opposte. Leon si fece forza e condusse i compagni oltre la testa decapitata, direttamente in macchina.
 
 
*   *   *
Central Park. Stessa ora.
 
Un ululato lontano mise in fuga uno stormo di corvi appollaiati su un albero.
Il Ragazzo del Parco smise di dondolarsi sulla rampa, ancora impegnato nei suoi volteggi.
Alzò lo sguardo, sopra di lui -ad alta quota- un grande aereo nero da cui pendeva una sagoma scura era perpendicolarmente immobile sulla sua testa.
Il ragazzo socchiuse gli occhi: “E’ giunto il momento.”
 
 
*   *   *
 
La Corvettedi Leon sfrecciava spericolata tra i veicoli abbandonati, facendosi largo tra le carcasse di macchine semidistrutte e palazzi squarciati da una furia ignota.
“Che diavolo sta succedendo?!”-urlò Naruto,allarmato- “Perché scappiamo?! E da cosa?!”
“Sì Leon,”- incalzò Misato, incollerita- “credo tu ci debba qualche spiegazione!”
“Ebbene...”-rispose lui- “…siamo sotto attacco.”
 
La macchia svoltò ad un incrocio, derapando. La nuova via era trafficata da carri armati e militari in divisa, creando posti di blocco e scortando i civili su camion blindati. Li fermarono. Leon mostrò il distintivo ed il militare li lasciò proseguire con un tacito saluto marziale.
 
“Come dicevo,”-riprese l’uomo- “la città sta venendo attaccata.”
“Questo lo vediamo!”- ringhiò Thomas.
“Sì ma non si tratta di una comune guerra. Il nostro nemico è…”
 
In un mare di polvere e detriti, un’enorme sagoma organica si abbatté sfondando diversi palazzi. Appena percepibile, il mostro spalancò le fauci, arrancando con le lunghe braccia, ed emise un urlo tale di infrangere i vetri dell’auto di Leon.

 
 
Contemporaneamente, una pioggia di proiettili militari si riversò sulla creatura di dimensioni spropositate, senza arrecare alcun danno significativo.
 
Ritsuko urlò d’orrore: “Ma quello… è un ANGELO!”
incurante del’inferno sopra di loro, Leon continuò a sterzare apparente alla cieca, in cerca di una via che non fosse invasa dalla mostruosa mole dell’Angelo. Poi, furono sbarrati dalle oblunghe gambi deformi: il mostro, benché la sua attenzione fosse incentrata sui velivoli statunitensi, era sopra di loro. Il ventre orripilante si chinò lentamente: da un’ orifizio vagamente vaginale fuoriuscirono decine di creature aracniformi brulicanti.
“E ora che facciamo?!”-chiese Ritsuko.
“Semplice:-rispose Misato, caricando il grilletto della sua revolver- “combattiamo.”
Leon ridacchiò, ingranò la quinta e premette al massimo l’acceleratore: passò direttamente in mezzo ai piccoli abomini, mentre Misato faceva violentemente fuoco contro di loro, abbattendone un paio. L’auto scintillante oltrepassò le gambe del mostro, scrollandosi di dosso i ragni ancora ancorati al cofano.
I children si strinsero insieme, atterriti.
“Non possiamo rimanere qui: è troppo pericoloso:”-disse Leon, tenendo lo sguardo fisso sulla strada, stranamente sgombera di minacce.
“Ma dai?!”-lo canzonò Misato, ma lui non vi fece caso.
“Dove andiamo, allora? C’è un posto sicuro?”-chiese Cris, tremante.
“Ma certo.”- Leon si voltò e gli rivolse un occhiolino- “Avete detto di voler visitare la NERV? Bene, ora ci andiamo.”
Con un ultimo scatto, la macchina si fiondò attraverso la complessa rete di strade cittadine, lasciandosi dietro il demoniaco campo di battaglia. Sorpassarono uno dei ponti minori di accesso all’isola che ancora non erano stati distrutti dalla coda dell’Angelo, per raggiungere la periferie newyorkese.
In lontananza le fiamme e le esplosioni divampavano dal centro di Manhattan.
“Leon,”- parlò Ritsuko on apprensione- “non c’è un Geofront, qui?”
“No, purtroppo. Essendo un’isola, il sottosuolo non permette scavi profondi. Ma come puoi vedere l’organizzazione è ottima, isn’t it? Guarda: tutti i civili hanno già abbandonato la zona. Tra poco arriveranno i rinforzi.”
“E dov’è la base?”- Naruto tamburellava freneticamente con le dita, sul ginocchio.
Leon fece un cenno con il capo e disse: “ Proprio lì.”
In mezzo ai palazzi, un’enorme porzione di suolo si abbassò, permettendo ad una piramide nera di forma romboidale di rivelarsi.
“Coooosa?!?!”- balbettò Thomas, incredulo- “ E’ uscita…dal suolo?!”
 
Un condotto si aprì in un lato dell’edificio e la macchina vi si infilò.
Quasi immediatamente, dovettero scendere per raggiungere un ponte di comando che occupava la quasi totalità della fortezza.
La sala era immensa ed illuminata solo dalle luci di centinaia di monitor ed ologrammi azzurri e rossi. Ufficiali in divise nere dalle finiture fosforescenti si affaccendavano ovunque.
 
Here we are!”- gridò Leon in mezzo al ponte.
“Benvenuto signor Marshall.”-una voce impostata di ragazzo salutò l’uomo,una voce che a Misato e Ritsuko suonò molto familiare.
“L’Unità 03 è pronta con il pilota. Si trova nei paraggi.”
Un’altra voce dal sapore nostalgico per Misato. Quando fu abbastanza vicina, la donna si rese conto delle fonti di quelle voci così familiari. La donna sentì mancarsi il respiro: un ragazzo dai lineamenti severi sedeva su una sedia a rotelle hi-tech; accanto a lui un giovane dai capelli folti con un paio di grandi occhiali da vista e lentiggini.
“Toji! Kensuke! Voi…qui?! Ma che…?”
I due le rivolsero un fugace sorriso di cortesia ed il ragazzo dai capelli neri, Toji, le parlò seccamente: “A dopo i convenevoli, signorina Misato. Ora abbiamo altro a cui pensare!”
La donna si sentiva confusa, così come Ritsuko.
“Sei in ritardo come al solito, Marshall!”-una voce giovane ma dura rimproverò l’Inviato dall’alto.
“Mi perdoni, Vicecomandante!”
L’uomo d’alto ufficio era ritto in piedi su una pedana sopraelevata. I suoi capelli erano neri e lunghi fin sotto le mascelle; gli occhi ardenti come braci; due lunghe ed insolite rughe simmetriche segnavano il giovane volto. Accanto a lui nessun comandante da sostituire.
I giovani piloti erano spaesati, guardavano con ansia ovunque in cerca di qualcosa di familiare che ovviamente non c’era. Poi, Naruto si lasciò sfuggire un grido: “GUARDATE LA’!”
 
Sul megaschermo del ponte, un telecamera inquadrò l’enorme Angelo far esplodere tutti i mezzi bellici generando il più grande A.T.Field mai visto sino ad allora.
Un operatore ad una scrivania intelligente dichiarò ufficialmente.
Generated A.T.Field. Identified enemy as the 9th Angel:Khaveqaiha. Sephiroth level: Ghevurrà.”
Il Vice parlò ancora: “E così…possiede il Frutto della Ghevurrà: rabbia incontrollata e forza. Il nono Angelo Maggiore, il dio della Terra e della prole, è il più potente per abilità offensive. Perfetto. Se anche l’Eva 03 è in arrivo…iniziare la procedura n.513.Nome in codice:

 

OPERAZIONE ‘CLOVERFIELD’!”
 

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Capitolo 16
*** Episodio 15:[Campo di Trifogli]Cade la neve/ Carnage.(II tempo) ***


Angolino dei commenti
 

 
NemoTheNameless: Allora ce l’ho fatta a far colpo su di te! E’ la prima volta che recensisci e questo mi fa particolarmente piacere! E’ un peccato, come dici tu, che nei film americani non inseriscano mai elementi sci-fi di stampo giapponese (è la parte più figa…)! Non capisco perché tu ci sia rimasto male di Toji e Kensuke, speravo di fare piacere nel reintrodurre qualche ‘vecchio amico’. Per quanto riguarda Shinji e Asuka ci saranno certamente ma non così presto… the show must go on, giusto? Spero che il capitolo che ti appresti a leggere sia di tuo gusto e che diventerai un recensore assiduo! Grazie ancora!
 
KiKaTze: grazie per il complimento! Sembra che sia riuscito nell’intento di farti venire il cuore in gola anche a te, eh? Mi hai fatto morire con quella battuta dei capelli! XDD Per quanto riguarda finale, sono contento che dia quell’impressione! Hai visto che ci sono anche qualche personaggio della vecchia serie,allora? Non potevano mancare Occhialini e Vivo per Miracolo! Spero di non deludere le tue aspettative per quanto riguarda il Vice.
 
dubious3: ma oggi ho fatto davvero strike? Il tuo esordio mi lascia intuire la  tua faccia alla vista della ‘lucertolina’, la quale eh sì, sarà una bella gatta da pelare! Per Cris (è italiano, quindi l’abbreviazione ufficiale non ha la ‘h’): non ti crucciare, non lo farò deprimere più di tanto, sennò sai che p*lle! Leggi e avrai la soluzione alle tue domande!
 
Ed ora, dopo tanta attesa, ecco la conclusione della battaglia: l’emozione continua!

 
 

[Il Campo di Trifogli]Cade la neve/ Carnage.(II tempo)
 

 
 
“OPERAZIONE ‘CLOVERFIELD’!”- con un gesto della mano, il Vice dichiarò ufficialmente iniziata lo contro-offensiva.
 
“Che cosa hanno intenzione di fare?!”- chiese Misato a Kensuke.
Il ragazzo, senza distogliere lo sguardo dal monitor del ponte di comando, le rispose: “Visto che non riusciamo ad arginare il nemico con le buone, dovremmo obbligatoriamente allontanarlo dalla città il più possibile.”
“E come?”
“Guardi.”- poi, il ragazzo si rivolse agli operatori bellici: “Start island’s separation. Drive all sub-marine engines! Island set-up: floating!”(trad.: Iniziare separazione dell’isola. Azionare tutti i motori sottomarini! Configurazione insulare: galleggiante!”)
 
Diversi schermi riportarono la visuale di decine di telecamere sparse ovunque nel centro cittadino. La manovra evasiva seguente andò ogni immaginazione:
 
Una ripresa subacquea mostrò cinque enormi pilastri d’acciaio ritirasi completamente all’interno del suolo dell’isola pedonale: il quartiere non poggiava completamente su un fondale naturale; consisteva in realtà in uno spesso strato di ferro e cemento, ancorato al fondale da piloni metallici.
 
Contemporaneamente una telecamera esteriore riprendeva il complesso sistema di disancoraggio dei ponti d’accesso dall’isola, mentre enormi giunture ferree -che tagliavano la gran parte delle strade perimetrali- si dividevano, interrompendo definitivamente ogni legame tra l’isola ed il resto della terraferma.
 
Una cinquantina di  turbine e propulsori si azionarono intorno i limiti della città, iniziando a sospingere l’intera zona in mare aperto.
 
“Ma che sta succedendo alla città?! Un’isola semovente? Un’ INTERA isola!!”- Naruto, fissando d occhi sgranati la scena, faticava a trovare le parole per esprimere il suo stupore.
“Ma è eccezionale…”- balbettò la Akagi -“…allora è questo il sistema di difesa di New York! Pur senza un Geofront…siete in grado di isolare parte della città!”
“Non credevo si potesse raggiungere un tale livello di tecnologia…”- Misato era nel medesimo stato confusionario.
 
Mentre l’isola continuava a muoversi a rapidità sorprendente, L’angelo brancolava stordito in mezzo ai palazzi, voltandosi rabbioso in cerca di una via d’uscita.
 
Con un sorriso di soddisfazione, Leon  si rivolse al team italiano: “E questo non è niente…guardate ora!”
Aida continuò con la procedura successiva: “The enemy has reached the ‘no return point’ Proceed with the opening of all warlike structures! Full deployment of buffer roads!(trad.: Il nemico ha raggiunto il punto di non ritorno! Procedere con l’apertura di tutte le strutture belliche! Dispiegamento completo delle strade respingenti!”)
 
Al comando del giovanissimo ufficiale, l’isola si arrestò, per rendersi immediatamente irriconoscibile:
Incuranti dei goffi movimenti della creatura urlante tra di loro, i torreggianti grattacieli privi di finestre iniziarono quasi a danzare: ogni singola casa, palazzo o generico fabbricato si spostò su assi e rotaie specifici, modificando la conformazione urbana. Ma il fatto più sorprendente fu osservare decine di edifici aprirsi e snodarsi completamente, assumendo l’aspetto di enormi ‘porto d’armi’ e torrette missilistiche dalle forme variegate.  Le pareti di un paio di palazzi si dischiusero totalmente, appiattendosi contro il terreno a mo’ di pavimentazione. Un intero squadrone militare nascosto sgorgò da un apertura nel suolo, mentre gli aerei a repulsione sciamavano fuori dai fusti dei grattacieli più alti. Le ampie strade cementificate si aprirono a sezioni, simili a tastiere di un organo: sotto l’asfalto turbine e generatori elettrici, oltre che pesanti lancia-razzi.
 
Sul megaschermo della NERV, un grafico rappresentava lo sviluppo complessivo della città.

 
“Non è possibile…tutto questo è semplicemente pazzesco! Che razza di città è questa?”- Thomas, indeciso se ridere istericamente o gioire per la sorprendente tecnologia di cui disporre, dovette ammettere la schiacciante superiorità dei sistemi nord-americani.
Il Vice, dall’alto della sua postazione, dichiarò con enfasi e solennità:
“QUESTA E’ LA CITTA’-FORTEZZA DEFINITIVA! QUESTA E’ LA STRAORDINARIA POTENZA…DI NEW-MANHATTAN!”
“Signore!”- Toji attirò su di sé l’attenzione del Vicecomandante e non solo- “Mi informano che lo 03 è qui! Possiamo iniziare!”
“Eccellente. Si proceda…”
Tutti fissarono ancora una volta il video incentrato sul campo di battaglia. La visione fu spettacolare.
 
*   *   *
 
Senza nemmeno rallentare, XB-49 sganciò dal ventre una sagoma nera come la notte, lasciando precipitare in direzione del suo nemico. La figura dai lineamenti oscurati estrasse qualcosa dalla schiena per poi stringersi in posizione fetale, eseguendo una rapide serie di capriole.
In seguito, il gigante nero si riallungò prudentemente, passando innanzi la grande Luna piena.
In prospettiva con il luminoso disco notturno, l’automa era solo una macchia oscura. Impugnava una lunga spada la cui lama leggermente ricurva formava una prosecuzione perfetta della circonferenza del satellite.
 
L’Angelo si accorse del suo nuovo avversario, urlando selvaggiamente verso il cielo stellato.
 
Il robot atterrò con pesantezza sull’isola, sfondando l’asfalto sotto il peso.
Si rialzò con eleganza.
Le luci al neon bianche e rosse sulla sua corazza crearono un lume soffuso.
Sotto un visore rosso, lampeggiarono due minacciosi occhi bianchi. Sulle braccia muscolose spiccavano i logo luminescenti -EVA 3- e -PRODUCTION MODEL-.
 
Su un computer della NERV si aprì un collegamento video: un ragazzo dai capelli corvini sedeva in un’Entry Plug, sul suo viso dipinta un’espressione di divertita tracotanza.
Sturandosi un orecchio con il mignolo, il ragazzo si rivolse all’Inviato: “That’s me! Hello  Leon, ben ritrovato. Oh, ci sono anche quei ragazzini?”
Naruto balbettò incredulo: “T-tu?! Signor Leon, ma quello è il tizio del parco!”
“E così sarebbe lui il fifth children?”- chiese Misato.
Marshall sospirò rassegnato: “Disgraziatamente per me sì. Questo è Michael Black, il pilota dell’Eva 03. Per favore Mike, non combinare guai…”
“Io? E perché mai?”
“Lo sai bene…”
Michael ‘Crow’ Black brontolò offeso: “Solo per la faccenda dei test…non è mica colpa mia se la NERV li fa troppo difficili…”
Toji tagliò corto: “Avanti, non darti per vinto! A cosa sarebbero servite tutte quelle ore di allenamento, eh?! Come tuo piloting coach mi assumo la responsabilità delle tua riuscita! Non deludermi!”
“D’accordo, d’accordo…”-il ragazzo spostò l’attenzione sul suo nemico e, battendo un pugno nel palmo della mano, sogghignò:
Okay! Let’s kick some ass!
 
Senza perdere altro tempo inutile, lo 03 collegò alla presa l’Umbilical Cable e partì all’attacco:

 

And so the Carnage has begun…
 

 

Mentre correva in direzione del suo bersaglio, il pilota dichiarò: “Megurox Sword: second-half!”
Da un supporto, simile ad una faretra, collegato allo spallaccio sinistro dell’Eva, sfoderò una seconda spada simile alla prima, seppur più corta.
 

…no hiding place for anyone
 

 
 
La pioggia di granate e missili incendiari militari esplose contro il mostro, facendolo arretrare per lo stupore.
 

…no quarter given
 

 
Lo 03, incrociando le braccia, sferrò un doppio fendente all’Angelo, il quale si protesse sviluppando una barriera spessa diversi metri.
Crow, continuando a premere le lame contro l’A.T.Field, imprecò tra i denti: “Damn it! It’s stronger than expected!”

 

…or none taken

 
L’Angelo spalancò le fauci, emise un grido assordante e vomitò una croce di fiamme bluastre, che oltrepassò il muro di luce, investendo il robot nero.
 

…in the bloodiest of all battles

 

 “Fuck!!”-lo 03 venne spinto a molte decine di metri di distanza, rotolando e sbattendo, perdendo spade,  fodero supplementare e cavo d’energia, per poi schiantarsi infine contro un palazzo, a testa in giù- “Ahiaiaiaiai!Che botta!”
Alla base, un addetto al monitoraggio tecnico annunciò: “Lost Umbilical Cable! Percent of damage: 10%

 

Toji gridò al pilota: “Non tentare un attacco diretto, Mike! Attieniti al piano: ora iniziamo ufficialmente l’Operazione!”
Kensuke diede l’ordine: “Avete sentito?! ‘Shining De-atomizer’: stand up!


 

…the war to end all wars is here
 

 
Lungo il perimetro dell’ora irriconoscibile Central Park si innalzò dal suolo un enorme muro d’acciaio (il cui lato interno era composto da migliaia di celle a nido d’ape, coperte da una lastra di vetro), formando un semicerchio.
 
“Ora cerca di attirare il nemico dentro l’aerea designata! Iniziare accumulo di fotoni!”
“Quel muro…ci sarà voluto molto per realizzarlo!”- rifletté Misato ad alta voce- “Questo vuol dire…che avevate previsto tutto già tempo!”
Per risposta, il Vice le rivolse un’occhiata allusiva.

 

…the air is filled with heavy fear
 

 
 
L’Angelo caricò un nuovo colpo: nella gola brillò un bagliore azzurro che esplose in un raggio di energia gelida.
Massaggiandosi la testa, il fifth tentò di rialzarsi…ma dovette riprendersi in fretta nel parare il colpo avversario: “Oh, cavolo!!”
Con un gesto del braccio. Lo 03 spalancò il palmo della mano, generando a sua volta una barriera luminosa. Il raggiò colpì il muro di luce,espandendosi e creando un ampio muro di ghiaccio.

 

Humanity is disappearing…

 
Gli aerei ed i carri armati della NERV tornarono a far fuoco puntando agli arti del mostro, trattenendolo dall’ eseguire un nuovo attacco. L’Angelo, divincolandosi per distruggere i minuscoli armamenti bellici, vide in lontananza la sua barriera di giaccio incrinarsi e poi esplodere. Lo 03, collegato un nuovo cavo d’alimentazione, si gettò nuovamente all’assalto brandendo un’ascia dalla lama luminescente.
“Ti ammazzooooooooo!!!!!!!!”- Mike gridò raggiungendo l’enorme nemico.
Il mostro, distratto dai mezzi militari, non riuscì ad espandere l’A.T.Field .
L’Eva conficcò con tutta la sua forza l’arma nella sua scapola.

 
 

…suffering as millions see slaughter

 
La creatura deforme lanciò un grido di dolore, afferrò il robot per le caviglie e lo scagliò con veemenza contro il primo palazzo.
Ancora una volta, l’Angelo si caricò di energia dai colori cangianti, generando un campo-anti intrusione esplosivo distruggendo per la seconda volta tutti i veicoli bellici minori.
 
Sul ponte di comando Leon batté un pugno sul tavolo: “Maledizione non riusciamo nemmeno ad avvicinarci!”
Misato urlò di terrore: una delle varie telecamere riprese il terrificante volto del mostro voltarsi in direzione della NERV superficiale. Gli occhi neri e profondi della creatura saettarono e raggio di abbagliante energia bianca tagliò il collegamento video n.19.
Ma il frastuono e la scossa successiva gettarono nel panico i presenti: l’attacco del mostro non era mirato a distruggere una delle molte telecamere nascoste, ma nel raggiungere direttamente la base sulla terraferma. Il fascio laser inondò e sfondò, liquefacendone la superficie, la punta superiore della piramide nera.
“Siamo stati colpiti!”-urlò spaventata Ritsuko.
“La base è stata distrutta per il 40%! E’ un miracolo se siamo ancora vivi!”- esclamò Toji, tentando-aiutato dall’amico- di rialzarsi dal terra dopo essere caduto dalla sedia a rotella.
Il Vice sembro non scomporsi
Leon chiese allarmato: “Che fine ha atto Mike?!”
 
La risposta venne da sola: un’ altra ripresa mostrò nuovamente l’Angelo preparasi a scagliare un secondo colpo letale…prima che la disgustosa testa ossuta fosse travolta da un piede nero metallico.
 
“E’ lo 03!! Si muove ancora!”- esultò Naruto.

 

If there's no ending to this fight…

 
 
“Adesso mi sono rotto di te!”. Ringhiò il pilota dell’Unità nera
Mentre la creatura di dimensioni notevolmente maggiori del suo avversario tentava goffamente di strusciare via, lo 03 caricò il mostro sullo sterno, spingendolo in direzione del parco.
L’Angelo ringhiava e si contorceva tentando con tutto il corpo di allontanare l’Eva da sé.

 

…eternal darkness is our plight
 

“Avanti!”-gridò Toji- “Sbrigati a portarlo lì!”
“COME FACCIO A SPINGERLO SE NON STA FERMO UN ATTIMO ,EH?”- gli abbaiò Michael di rimando.
Faticando e arrancando, lo 03 stava lentamente costringendo il nemico a retrocedere verso la zona stabilita. Il mostro gli morde una spalla.
“AAAAAhhh!”-il ragazzo urlò di dolore- “Eat this, you bastard!”
L’Eva sferrò un poderoso pugno sul muso del mostro, stordendolo.
Quasi stremato, lo 03 riuscì a rinchiudere rovinosamente il mostro
all’interno del cerchio.

 

…the darkest hour is upon us
 

 
“Ok! L’energia è sufficiente! Potenza di luce: 200.000 candele!”
“Cosa volete fare?!”-chiese Cris
“I nostro nemico è un Angelo che, a detta dei testi apocrifi, ha vissuto per milioni di anni sotto la crosta terrestre. Non è abituato alla luce. Se lo investiamo con una quantità sufficiente di fotoni dovremmo riuscire a polverizzarlo letteralmente.”
Misato spostò lo sguardo verso la scena: “Speriamo bene!”
 
Mike bloccò a terra il mostro con un ginocchio, opponendo resistenza ai suoi movimenti.
 
Toji ordinò alla base: “De-atomizer: shine on!”         
 
Con un lieve ronzio, le celle fotovoltaiche sfrigolarono,illuminandosi simultaneamente di un fulgore accecante. La notte divenne chiara come il giorno.
L’Angelo, contorcendosi e annaspando dal dolore, iniziò a crepitare, pustole incandescenti si formavano ed esplodevano sulla squamosa epidermide dal cadaverico pallore.
Quasi sul punto di cedere, il rettile si divincolò -liberandosi  dalla presa dello 03-, distruggendo il muro elettrico con poderosi colpi di braccia e coda.
What the…?! It’s useless!”- inveì il pilota, scoraggiato.

 

…dying on the edge of destruction.
 

 
“Sia le armi convenzionali che quelle degli Eva non sortiscono alcun effetto! Perfino lo Shining De-atomizer è stato eliminato con facilità! Non ci sono contromisure adeguate per un mostro di questa portata…”- Kensuke sembrava ormai aver perso ogni speranza.
“Ma non è possibile, porca miseria!”- Toji battè un pugno di rabbia sul ginocchio destro…privo del resto della gamba.
Il gruppo operativo si arrovellava, colmo di disperazione, sulla prossima mossa.
D’un tratto, con un gesto deciso, il Vice si alzò, proferendo: “A quanto pare non andremmo da nessuna parte, a questo modo…PROCEDURA D’EMERGENZA! TASK N.000! SI PASSI ALLA SECONDA FASE DELL’ATTACCO: OPERAZIONE ‘TABULA RASA’!”
Leon tentò invano di opporsi: “Ma signore…ne è sicuro? Distruggere l’isola?!”
Misato si sentì infuocare: “NO! Voi non…”
“Silenzio! Attenersi agli ordini! New-Manhattan è il punto zero! La città sacrificale! Le Mura di Gerico che impediranno all’umanità di soccombere! Ora esegui, fifth children!”
 
Michael, stranamente senza protestare, obbedì: corse in direzione di un palazzo modificato, afferrando due  cilindri neri. Sugli oggetti - la dicitura:NB2 BOMB.
 
“Utilizzare le Mine NN, eh? Mi sembra un po’ eccessivo, ma se proprio devo…”- il ragazzo dai capelli d’ebano spostò le leve d’accensione ed iniziò a correre nuovamente verso il suo nemico.
 
Il mostro sprigionò un campo anti-intrusione di grande spessore, simile al tronco di una prisma a base esagonale.
L’Eva spiccò un balzo, scollegando il cavo d’alimentazione.
Il robot riatterrò direttamente sulla colonna di luce, premendovi contro le due mine: “C’mon…!”
Il mostro, seppur non attaccando, protendeva tutto il torso verso l’alto, irrobustendo la barriera.
Lo 03 pestò un piede sul muro di luce, spezzando una parte: “Avanti…ancora…UN ULTIMO STRATO!”
Premette le mine fino a trapassare gran parte della barriera, danneggiandone l’involucro metallico.
“Ora devo portarmi a distanza di sicurezza!”
Lasciò andare le bombe, slanciandosi contemporaneamente al’indietro, per evitare l’esplosione successiva.
Le mine emisero un forte bagliore dalle incrinature ed esplosero insieme.
La deflagrazione, in un mare di luce, l’intera isola radendo disintegrando i palazzi e sospingendo ulteriormente il robot fino agli estremi limiti del quartiere.
Tutti trattennero il sospiro, trepidanti di conoscere il risultato dello scontro.
Nella nebbia violacea e plumbea, le striature luminose dello 03 risplenderono.
 
“E’ ancora vivo!”- esclamò Cris.
“Sì! Sapevo che non mi avrebbe deluso!”- esultò colmo di soddisfazione Toji.
Ma dovettero smettere di esultare, alla vista di una mastodontica ombra scura a carponi tra i detriti incandescenti: il nono Angelo.
 
“Ah…sembra proprio che non ci sia niente da fare…”-Mike sospirò rassegnato, grattandosi la nuca.
 
Il mostro urlò di una rabbia beffarda.
 
Il ragazzo dai capelli corvini sorrise malignamente, alzandosi in piedi sul sedile dell’Entry Plug: “All right. Now…I’ll show you the power of an Eva which had abandoned its humanity. Invert mode! Vector code: THE BEAST!!!
 
Una spia luminosa sul lato della capsula indicò: -SIDE B. SECRET CODE.-
Una lue rossa si diffuse nell’abitacolo e i led rossi sul petto e polsi della tuta del ragazzo divennero viola.
Gli spallacci del robot esplosero automaticamente, mentre contorceva il collo ed il busto.
I muscoli delle braccia nere tesi fino al limite dello strappo: la lunghezza degli arti si era raddoppiata.
Digrignandoi denti, Crow sibilò: “Hang on, Eva Unit 03…I’m also suffering with you!”
L’Eva ricadde a terra in posizione animalesca.
Gli occhi bionici si illuminarono di un rossore selvaggio.
Il collo dello spaventoso automa si protrasse in alto e, con un barrito agghiacciante, spalancò le fauci.
 
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“Che cosa sta succedendo all’Eva 03?!”-chiese attonita Katsuragi.
“Non ne ho idea…”-rispose l’incredula collega.
“Ora”-spiegò Toji- “L’Unità è entrata nella seconda Modalità Bestiale. Ha abbandonato la sua umanità per contrastare il nemico. E’ una procedura segreta ma rischiosa.”
Naruto boccheggiò: “Io piloto…una cosa del genere?!”
Thomas voltò lo sguardo, indignato: “Tsk! L’americano è bravo…conosce qualcosa in più di me.”
 
“Quando si è in ballo…”-ansimò, seppur non smorzando mai il suo ghigno divertito, il pilota-“l’unica cosa che si può fare è…continuare…A BALLARE!”
 
Lo 03 raschiò il terreno con una mano, sbuffò è schizzò a velocità sovrumana verso il nemico.
L’Angelo non riuscì a sviluppare la barriera ormai a brandelli, ritrovandosi afaccia a faccia con il suo avversario.
I due giganti iniziarono un feroce testa a testa.
Le bestie brontolavano e ruggivano, emettendo suoni rauchi simili a frasi di senso compiute, storpiate da corde vocali non immaginate per parlare.
L’Eva afferrò lo per il collo, serrando le dita.
Il mostro, nel sforzo sofferente, eresse l’ampio torso, afferrando i polsi del suo avversario con grandi mani dalle lunghe dita nodose.
Lo 03 intensificò la presa. Poi, con un rumore orripilante, due ulteriori braccia semi-organiche emersero dalle spalle dell’Eva ghermendo a loro volta i polsi deformi.
Con suono di ossa spezzate, lo 03 ruppe gli avambracci dell’Angelo il quale, gridando dal dolore, lasciò la presa.
“Muori figlio di puttana!
Afferrò le mascelle della creatura, aprendole forzatamente e slogandole oltre che stringere i padiglioni auricolari del mostro fino a farli scoppiare.
Per risposta, il mostro chiuse con difficoltà le fauci affondando i denti nella carne dell’Eva.
“Aaahrrrg!”- Mike urlò di dolore e gli afferrò la lingua, strappandola.
L’Angelo mollò la presa e vomitò un fiotto di sangue.
Lo 03 saltò in alto sferrando quattro pugni diretti alla schiena.
Quando gli fu sopra, l’obbrobrio lo scalciò dall’altro capo della via.
Il robot caricò ancora una volta i pugni delle braccia nere, estendendoli per diverse decine di metri.
L’Angelo copiò la mossa: retrasse e rilasciò gli arti anteriori come molle, scontrandosi con i palmi guantati.
In un’ultima aggressione, le braccia superiori dell’Unità nera si allungarono a dismisura fino a raggiungere e appigliarsi alle scapole del sauropode.
“All’Eva rimangono meno di 30 secondi di autonomia…questa lotta è durata anche troppo!”
Il Corvo  lo rovesciò di peso a terra, avvicinandosi con un balzo enorme.
Infine Michael bloccò gambe e braccia della creatura e, arricciando le labbra in una smorfia feroce, sussurrò allusivo:
“Sto pensando…che stasera non ho ancora mangiato…”
Lo 03 schiuse le mascelle, mostrando i denti metallici.
Gli inquietanti occhi bianchi si socchiusero, sotto il visore rosso, fissando intensamente il ventre bianco, sotto il quale lumeggiava il nucleo rosso dell’Angelo.
Alzò il capo ruggendo e lo lasciò affondare nel fiero pasto.
…….
…….
Una torre a tre bracci di luce fredda si innalzò nel cielo notturno, spazzando via le nubi ed i vapori della battaglia.
 
No reaction from the Angel. Terminated Unit’s operability. Situation solved!”- un ufficiale, aggrappato al suo portatile, dichiarò con slancio il buon esito dello scontro.
Uno schiamazzo di gioia e sollievo si levò dal team bellico.
Il Vice, impassibile, si ritirò in una porta nascosta.
“C’è l’ha fatta siamo vivi!”- gridò di felicitò Naruto, abbracciando istintivamente i due amici.
Ritsuko non volle scomporsi, aggiustandosi con disinvoltura gli occhiali.
Misato gettò le braccia al collo di Leon, incurante dei possibili equivoci. L’uomo ricambiò il gesto.
“Evvai!”-Toji e Kensuke si scambiarono una pacca di amicizia e complicità.
“Ehi guardate!”- Leon richiamò l’attenzione dei presenti sul monitor principale.
 “Cos’è quella roba?”-domandò Naruto.
“Quella è…”-rispose Thomas, con gli occhi che gli brillavano dallo stupore-“…NEVE!”
“Davvero?! Meraviglioso!”
“Venite forza!”- il ragazzi tedesco trascinò per un manica i compagni, cercando un uscita dalla base.
“Aspettate, ragazzi!”- tentò di bloccarli Ritsuko.
“Lascia stare…”- la fermò Leon- “…lascia che si divertano.”
 
Il trio uscì all’aperto. Lo spettacolo era surreale, benché dolcemente drammatico: in lontananza, la grande isola pedonale era ridotta solo ad una desolata landa polverosa, al cui centro troneggiava la figura immobile di un gigante nero inginocchiato.
Sopra, una lieve pioggia di un candore immacolato discendeva con innaturale lentezza.
“E’…è…”-il giovane dai capelli blu non trovava parole per descrivere la strana sensazione di tepore interno che quei cristalli dal gelido tocco sapevano trasmettergli.
Le parole sorsero più facili e spontanee al sincero Naruto: “E’ la cosa più bella che abbia mai visto…”
“So che a New York non nevica più dal Second Impact. Com’è possibile che stia succedendo ora?”- osservava i minuscoli fiocchi, che tanto gli ricordavano il caldo frigore della sua patria ed infanzia.
“Ho letto che qui, nella notte del 24 Dicembre, utilizzano dei dispositivi di neve artificiale, nascosti sotto forma di nubi.”- spiegò Cris, seppur poco convinto.
“Tu devi sempre rovinare tutto, vero?”- il ragazzo tedesco inarcò un sopracciglio, in segno di dissenso.
“No, aspetta. Il mio orologio segna la Mezzanotte: il passaggio tra Vigilia e Natale. In teoria, l’orario di accensione dei genera-neve dovrebbe essere questo. Ma non credo che a qualcuno sia venuta la geniale idea di creare della neve finta, in un momento come questo.”
Prima che gli altri due potessero obiettare qualcosa, la voce di un euforico Leon interruppe il silenzio: “Ragazzi! Hey! Sentite qua: l’esplosione di luce gelida dell’Angelo ha raffreddato la temperatura climatica fino allo ‘0’. Questa è neve naturale!”
“Davvero?! Ma è fantastico!”
 
 
*    *    *
 
Il biancore che avvolgeva il mondo fioccava inesorabilmente indolente sull’isola distrutta. Al centro dell’aerea, le lacrime di ghiaccio rilucevano di ignote sfumature, tingendosi di vermiglio e mescolandosi ai comuni cristalli lattescenti.
La copertura dello stanco Eva 03 si sollevò con uno sbuffo di vapore, espellendo l’Entry Plug.
La capsula si aprì e l’L.C.L. defluì copiosamente fuori dall’abitacolo.
Un ragazzo emerse, ammirando il panorama, rabbrividendo per la temperatura: “Brrrr! Che freddo! Mi sento stanco e affamato!” Poi, il Corvo Nero, con un’espressione di assoluta distensione- come incurante della fatica fino ad allora impiegata- proferì sorridendo verso il cielo: “E così, ‘amico mio’, ci hai fatto un regalo, dopotutto. Mors tua, vita mea.”
 
*   *   *
 
Il gruppo rimase a fissare il tutto ancora a lungo: la città continentale era placida ed intatta come nulla fosse accaduto, mentre poche centinaia di metri più a largo nell’oceano un’intera isola esalava gli ultimi fumi di desolazione, sotto un manto bianco.
“Non credevo di poter vedere qualcosa di così bello da vicino…”- sussurrò Cris, chiudendo un prezioso fiocco nel palmo della mano.
“Come ti ho detto,”-Misato gli si fece vicina- “ci sono ancora moltissime cose pronte a renderti felice.”
“Tutto questo…”- mormorò Thomas, insolitamente mesto-“…è molto triste.”
“Perché?”-gli chiese l’amico dai capelli biondi.
“Perché…mi ricorda la mia casa. E’ molto tempo che sono lontano…e nonostante io odii quel posto, non posso fare a meno di ripensarci.”
“E’ la vita.”- spiegò Leon, paterno- “Se non ci sentissimo legati ai luoghi della nostra infanzia, non potremo definirci umani.”
Naruto si strinse nelle spalle, respirando a pieni polmoni l’aria gelida e pura della notte più nera: “Io…mi sento bene. Questo giorno, non importa per quanto triste, mi rende felice.”
Misato lo cinse con un braccio, riscaldando: “E’ la magia di questo giorno. Ormai è così tardi, che potremmo dire che è presto.
Tanti auguri, ragazzi.” 

 

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Capitolo 17
*** Episodio 16:Last Christmas=un altro telefono che (non) squilla/Fireworks ***


 Angolino dei commenti


 
dubious3: Beh, sono orgoglioso di sentirmi dire che sto migliorando (cercherò di fare attenzione ai piccoli errori di ortografia), e che riesco a colpire con qualche citazione qua e là e con qualche momento un po’ più…soft! Ti ringrazio per questa recensione positiva e anche utile!
KiKaTze: hai ragione, forse con lo scorso capitolo ho esagerato un tanti nello con lo splatter, ma d’altronde ho immaginato che due contendenti del genere non ci andassero leggeri! Temevo che usare la forma angelica dello 03 come trasformazione di riserva sembrasse di cattivo gusto, ma tu mi hai fatto ricreder! Meno male!
Per quanto riguarda il pilota dello 03(chiamiamolo così, hai ragione:stavolta gli ne ho appioppati troppi di soprannomi :P) diciamo che ti ci sei avvicinato: è un po’ fuori dalle righe come tipo, sarà divertente immaginare tutte le varie sfaccettature del carattere (piccolo spoiler: sarà ovviamente un personaggio molto più complesso di quello che sembra!)
Grazie!
 
Ed ora(scusate per l’immane tempo di pubblicazione), dopo tante disavventure, un altro capitoletto di relax e approfondimenti: l’emozione continua!

 
 
 

Last Christmas: un altro telefono che (non) squilla/Fireworks
 
Giovedì 25 dicembre. Ore 10:55 P.M. Camera n.401. Hotel ‘Hilton’. New-York. U.S.A.
 
Un raggio di sole filtrò ardito in uno spiraglio tra i tendaggi pesanti, tagliando in due metà, in una scia di luce, la spaziosa camera da letto.
Dei canti ed un vociare, attutiti dall’altezza del piano, raggiunsero la stanza dalla grande strada trafficata.
Con un leggero languore, un ragazzo si rigira sotto le trapunte dai complicati ricami floreali.
Su un soffice guanciale immacolato, riposa invece una nuca dai capelli neri e fluenti, tra i quali risalta prepotente una pennellata di un innaturale blu elettrico.
C’è un tavolino, in quella camera. Un bellissimo tavolino di legno intagliato, laccato da una vernice dorata. Sul piano di marmo dalle intricate venature, un telefono nero senza fili poggia su una basetta ricaricabile.
Un piccolo led arancione lampeggia inaspettato su quel’appoggio di plastica, mentre un sonoro trillo si diffonde nel locale.
Nelle orecchie di un giovane addormentato, il suono esplode come una miccia, svegliandolo di soprassalto.
Naruto si mette a sedere sul suo morbido letto, osservando l’ambiente:
 
La stanza è quasi un piccolo appartamento: tre letti  sono disposti in tre diversi angoli, ricoperti da morbide coperte invernali; le pareti sono lucide e dorate, della carta da parati è stata probabilmente applicata; una piccola porta bianca sulla quale spicca una raffinata maniglia d’ottone è semiaperta, lasciando intravedere un bagno dalle eleganti maioliche bianche e blu; diverse poltrone  e cuscini sono sparsi un po’ ovunque; tre piccoli zaini sportivi sono stati accatastati con noncuranza su una sedia (appesi ad ognuno, una targhetta per voli intercontinentali: ‘N.Uzumaki’, ‘C.Hino’, ‘T.H.Gneisenau’).
In tutta la camera predominano violenti contrasti di oro e porpora.
 
L’adolescente si stropicciò gli occhi, osservando stordito il curioso ambiente ancora un poco.
Il telefono squillava ancora.
Gli altri due letti erano occupati da due goffe figure rannicchiate su sé stesse.
Quel telefono continuava a ripetere senza sosta la sua seccante melodia.
“Ah..che palle. Chi è a quest’ora?”- Naruto faticò nel rialzarsi da quel letto così invitante.
Scostò le coperte, appoggiando i piedi nudi sullo scendiletto persiano.
“Arrivo, arrivo…va bene.”
Si avvicinò svogliatamente al cordless, sollevando la cornetta.
Una squillante voce femminile, dall’altro capo del telefono gli sturò letteralmente i timpani otturati dal sonno: “Buongiorno! Auguri! Svegliasveglia! Non vorrete dormire mica tutto il giorno, vero?! Sono dieci minuti che vi chiamo e nessuno mi risponde, dai che…”
“Misato…sei tu?”- il ragazzo bloccò il fiume di parole con un’assonnata domanda.
“Ma certo, chi vuoi che sia?! Babbo Natale?! Eh, magari!! Su, su! Chiama gli altri, sono le undici!”
“Davvero…? Mmmm, allora mi sa che devo…”- continuò lui, con gli le palpebre che gli si chiudevano.
“Ma certo! Dai, che è un giorno importante!”
“Ah,sì…?”- chiese lui, confuso- “Perché…?”
“MA COME PERCHE’?!?! E’ NATALE!!”
L’urlo di euforia misto a seccata sorpresa di Misato fece rinvenire di colpo il ‘sonnambulo’. Dietro la voce della donna si udì una seconda voce femminile, rimproverarla per i modi bruschi: la placida Ritsuko.
 Naruto , sgranando gli occhi, esclamò:
“Veramente?! Wow! Non me lo ricordavo! Aspetta, chiamo gli altri e scendiamo!!”
“Sì ma…”
“Ok, ok! Ciao e a dopo!”- Naruto riabbassò la cornetta con foga divertita, gettandosi sui due sfortunati amici.
“Ehi! Ragazzi! Svegliatevi!”- passava da un letto ad un altro, scuotendoli a turno. Aprì le imposte della finestra, inondando di luce la camera in penombra.
“Ma che succede…?”-si lamentò il tedesco.
“Naruto…!”- Cris si coprì il viso dal fascio di intensa luce, diretto nei suoi occhi.
“Avanti! Lo sapete che giorno è?! E’…”
“Sì è Natale, e allora?!”-sbiascicò Thomas- “Non sei mica un poppante! Calmati! Per un giorno che potevo dormire…”
Naruto saltò a cavalcioni sul letto del first, sedendosi sulle sue gambe.
“Dai, che aspetti ad alzarti?!””-in uno slancio d’amicizia, il biondo tamburellò con i palmi sulla pancia dell’amico, facendolo tossire.
“Certo che se magari ti togli…”-brontolò l’altro, dalla scomoda posizione.
“Oh, certo certo! Hai ragione! Però ora muovetevi!”
Saltò giù dal pomposo giaciglio, affrettandosi ad aprire il suo bagaglio  a mano per tirarne scompostamente fuori dei vestiti pesanti.
I due giovani colleghi si scambiarono un’occhiata sconsolata.
 

 

*   *   *
 

 

Nella grande hall dell’albergo a trenta piani, proprio fuori l’ascensore d’acciaio e vetro, il Colonnello e la Dottoressa li attendevano impazienti. Misato aveva cambiata il suo giubbino: ora era una pesante scialle di lana rosso dai bordi di pelliccia bianca. Ritsuko indossava invece un paio di leggins neri con coordinata un maglione a colo alto rosso carminio. I ragazzi non poterono fare  ameno di chiedersi dove avessero trovato il tempo di cambiarsi d’abito.
Nella hall una pianista suonava una piacevole melodia, su un podio rialzato al centro dell’ingresso.
http://www.youtube.com/watch?v=W3T6Aj0k_EE&feature=related  
Si salutarono calorosamente, scambiandosi gli auguri, per dirigersi verso l’immensa sala colazione.
 
La stanza ampia e spaziosa era disseminata da tavoli agghindati con lunghi drappi rossi e centritavola con aghifogli e pungitopi.
Su una lunga tavola imbandita al centro del salone, prendevano posto decine di vassoi e piatti di porcellana, sui quali spiccavano invitanti alimenti d’ogni sorta: dai classici latte, biscotti di varie forme e succhi di frutta, fino a squisite torte dai complicati ricami in panna e tacchini al forno serviti con patate fumanti.
I clienti dell’hotel banchettavano ai loro tavoli e si servivano al buffet. Possibile che nessuno di loro si sentisse quantomeno scosso da ciò che si era consumato solo poche ore prima? Nella mente del first, tutta questa ‘euforia natalizia’ risultava pressoché incomprensibile.
 
 “Ma è delizioso!”- Thomas fece un vezzo di gusto, nel masticare la sua fetta  rostbeef ed uovo.
“Già! Ma se mangi così tanto ti sentirai male!”- gli fece notare Misato con un’espressione divertita.
“Ah, sciocchezze! In Germania mangiamo sempre tanto! Ci servono energie!”- ribatté sprezzante.
“Comunque è vero: questo cibo è ottimo!”- aggiunse Naruto,  imburrando una fetta di pane e confettura alla ciliegie.
“La NERV non ha badato a spese per pagarci il soggiorno qui in America.”-disse appagata Ritsuko, inzuppando la sua busta di tè (di una rarissima miscellanea di erbe) nell’acqua della tazzina marchiata ‘Hilton’.
“A proposito,”- iniziò Cris, dopo aver finito di bere il suo zabaione zuccherato-“ che fine hanno fatto in tutto questo il Comandante Ikari ed il Vice? Senza parlare di Leon ed il fifth children.Dove sono, ora?”
“Leon, dopo quanto accaduto ieri sera, ha deciso di andare nel suo appartamento. Credo che con lui ci sia anche il fifth: sarà andato a recuperarlo con la squadra medica, no? Dice che ci verrà incontro quando saremo pronti.”
“Strano che non ricordi come siamo arrivati sin qui…”-obiettò il third, dubbioso.
“Sarebbe strano il contrario,”- osservò Ritsuko portando alla bocca la sua bevanda- “appena siete saliti in macchina, vi siete addormentati. Non crediate che sia stato facile chiedere a quelli dell’albergo di portarvi in spalla fino in camera, in una notte come quella di ieri!”
“Ah…”- Naruto sembrava alquanto imbarazzato -“…ora si spiega perché non mi ricordavo quasi niente prima…”
La confessione scatenò una leggera risata tra i cinque.
“Ad ogni modo,”- riprese Misato - “il Comandante dovrebbe aver ormai concluso le trattative per la consegna dello 03 e dello 04. Non credo che li attenda ancora  del lavoro da sbrigare, tuttavia non credo che ci degneranno della loro presenza…”
Ritsuko tirò un sospiro rassegnato.
Restarono in silenzio finendo la loro colazione; assaporando quei gusti così caldi carichi di quello strano caldo che il Giorno più freddo dell’Anno sapeva trasmettere; gustando con la mente ed il corpo la musica che ancora seguitava incessante nell’ albergo d’alta classe.
Era bello, dopotutto, indugiare su quelle sedie imbottite nel calore dei cibi preparati con cura, avvolti da un velo di musica, attorniati da persone amiche.
Amici…si dice che nella vita se si riesca a trovare anche un solo vero amico si sia estremamente fortunati.
Diffidate dalle imitazioni”, quindi.
Ma come capire dove finisce l’amicizia ed inizia l’imitazione?
Che importa….per il momento, basta questo.
 

 

*   *   *
 

 

Aeroporto di Heathrow. Ore 12:05 P.M. New-London 3. Inghilterra.
 
Il grande Kerubnon finì di sferragliare lungo la pista d’emergenza.
Il portellone scorrevole del jet si spalancò con un sibilo mentre una rampa mobile veniva collegata a gli appositi morsetti.
Lentamente, un giovane sporse l’elegante capo fuori dal ventre dell’aereo.
Respirò a pieni polmoni l’aria nordica carica dell’odore della storia di antichi popoli bretoni, portatori di tradizioni guerriere e nobili imprese.
Indossò il mezzo-cilindro bianco e impugnò il bastone da passeggio sul cui pomello di rilucente argento era stata incisa una ‘W.’ con fine maestria.
Il giovane scese i gradini della scala mobile, fino a poggiare le scarpe di lucida pelle bianca contro il suolo artificiale d’acciaio.
Un palmare squillò nella tasca del suo soprabito di candida lana battuta.
Lo estrasse, scorrendo con gli occhi il messaggio:
 

 

Did you get, Alex?
 

I’m non longer in the skin,
 

Hurry up: I want you all mine!
 

                                                                                                                                                   Your hot, ‘M.I.M.’
 
 
 

 

Lui sorrise al testo maliziosamente dolce, scuotendo il capo dai fluenti capelli nocciola.
Volse gli occhi bruni al cielo, oltre l’immenso complesso aeroportuale.
Formando una nuvoletta di vapore al suo respiro, mormorò:
“Finalmente…sono di nuovo a casa.”
 

 

          *   *   *
 

 

Luogo imprecisato. Stessa ora. Localizzazione geografica ipotetica: Washington D.C. U.S.A.
 
Un uomo dai guanti immacolati si alzò stancamente da una scrivania in penombra, vestendo un lungo cappotto nero lungo fin sotto le ginocchia.
Un distinto gentiluomo dai capelli curati gli si fece vicino, calcandosi sulla magra testa il cappello a tesa larga:
“Allora, Ikari, che mi dici? Oggi è una data speciale, non trovi?”
“Ma certo, oggi è l’Ultima Nascita, l’estrema alba dell’Invincibile Sole. D’ora in avanti, la storia potrà solo prendere una piega obbligata.”
“Oh, hai ragione. Ma io mi riferivo…al giorno ‘comune’. Oggi è Natale...possibile che tu ti sia indurito così tanto, in questi anni?”
“Mpf! ‘Natale’…che nome insignificante. Un appellativo affisso dalla gente ignorante e bigotta, dal volgo miscredente.”
Fuyutsuki abbassò gli occhi furbi: “Miscredente, dici?”
“Certo. Probabilmente nessuno  di loro conosce il vero significato di questa data. Sciocchi.”
Nella oscurità di un angolo umido della stretta stanza squillò un telefono dal lungo cavo ritorto.
Ikari, senza distogliere gli occhi impetuosi dal punto vuoto in aria, sollevò bruscamente la cornetta portandola all’orecchio.
Un’ombra di rincrescimento e mestizia parve calare il duro volto del Comandante.
Il Vice non conobbe mai l’identità dell’interlocutore, ma la intuì nell’udire, appena percettibilmente, una giovane voce maschile trapelare dalla cornetta.
Ikari riattaccò l’apparecchio telefonico, senza proferire alcun verbo.
 

 

*   *   *

 

“Ahah! Prendi questo!”
Una palla di neve investì gelida il viso del ragazzo dai capelli avellana.
Ich nehme nun Rache!(trad.:Adesso mi vendico!)
Thomas amalgamò rapidamente un pugno di neve e lo scagliò verso Naruto, colpendolo in pieno petto.
“Oh…no….ADESSO MUOIO!”- recitò con eccessiva drammaticità il ragazzo dai capelli biondi, lasciandosi a cadere a peso morto nella collina di neve accatastata su un lato della strada.
Misato e Ritsuko li guardavano divertite, fumando le loro SIGARETTES N.69.
Cris sedeva in silenzio su una panchina, con le mani giunte tra le gambe.
“Avanti! Che fai lì?!”- lo incalzò l’amico, allargando le braccia in segno di incoraggiamento.
“No…grazie. Io non sono molto…”-il ragazzo azzardava una scusa semplicemente patetica.
Di rimando, una dura palla di neve ghiacciata gli venne sparata diritta in bocca, azzittendolo.
Thomas e Naruto scoppiarono a ridere.
Ripulendosi la bocca dai trucioli di ghiaccio, Cris – i cui occhi, in quella luminosa mattinata dicembrina, assumevano tinte cianotiche- sibilò tra i denti: “Eh no! Questa me la pagate!”
Afferrò tra le dita coperta da neri guanti di lana due grossi mucchi di neve e li scaraventò in testa ai due compagni.
“Ma guarda questo…!”- Naruto non sapeva se arrabbiarsi o ridere, ma scelse di dare una strofinata di nocche sulla nuca dell’amico.
“Ahi!Ahi! Ahi!”- si lamentò l’altro, con il collo stretto sotto il braccio e sottomesso ad un’amichevole penitenza.
 
Hi guys…Merry Christmas!”
 
Una scoppiettante voce maschile colse l’attenzione dei presenti.
 
“Signor Leon!”- Naruto salutò con slancio l’uomo avvolto nel lungo soprabito grigio.
“Buongiorno ragazzi, ben trovati! Scusate il ritardo, ma il ‘corvo’ faceva difficoltà ad uscire dal suo letargo…
Il tono volutamente polemico di Marshall obbligò un giovane dai capelli corvini a far capolino da dietro la schiena dell’uomo.
 
“Oh, chi non muore si rivede…”-Thomas sembrava alquanto seccato del nuovo compagno.
“Ehi,”- Naruto, come ad ogni nuovo incontro, era elettrizzato- “tu sei quello del parco? Ieri sera sei stato F-E-N-O-M-E-N-A-L-E!”
Thank you, ehm…chi sareste di preciso?”
Naruto si sentì sciogliersi le gambe e le mascelle: l’interesse di quel ragazzo verso di loro era pari a zero. Se non aveva capito che erano i restanti children, avrebbe almeno potuto ricordarsi di averli incontrati al parco il giorno prima.
“Per tua norma e regola,” -iniziò spocchioso Thomas- “NOI siamo la squadra al completo della divisione italiana della NERV. Loro due, non che ti debba tanto importare, sono Cris e Naruto, i piloti del prototipo e dell’Eva sperimentale. MA IO, tanto per darti un’idea, sono il FAMOSISSIMO Thomas Hansel  Gneisenau, pilota dell’Unità 02!”
“Gneiseanau…?Mmm, mai sentito. Anyway…piacere, io sono Mike.” -il fifth si grattò dubbioso il mento, riflettendo, distruggendo con il massimo candore tutta la superbia del giovanissimo collega.
“Bene!”-intervenne una positiva Misato- “A quanto pare vi siete appena presentati ufficialmente! Questo è un buon segno, visto che d’ora in avanti dovrete lavorare assieme!”
“Michael è un tipo ‘particolare’.”-aggiunse Leon- “Cercate di non fargli troppo pesare le sue mancanze…”
“Ma cosa dici, Leon?!”- Mike Black, dal suo stato di apatico disinteresse, era diventato rosso in viso ed incollerito- “Perché devi sempre ricordarmi quella stupida faccenda dei test! Guarda che io…”
“Sì,sì… ‘sono solo stato sfortunato’. Lo già sentita questa scusa.”
“Non è una scusa!”
“Sì che lo è!!”
“No, invece!!!”
“E invece sì, smettila Mike!!!”
 
Un acceso diverbio era scintillato tra l’uomo ed il ragazzo, quest’ultimo evidentemente imbarazzato da una faccenda alquanto spiacevole.
 
Ritsuko si rivolse con un mezzo risolino all’amica:
“Se non altro cominciano a dirsi le cose in faccia.”
 
 

 

*   *   *
 

 

I ragazzi iniziavano a fare conoscenza, mentre gli adulti oziavano sulle gelide panchine di Small-Central (la riproduzione fedele, seppur ridotta, del grande Central Park ormai polverizzato insieme a gran parte dell’isola pedonale newyorkese).
Un manto uniformemente bianco veleggiava sulle dolci colline erbose, riecheggianti di risate e commenti di bambini per nulla inquietati dagli accadimenti della notte precedente e di mamme eccessivamente premurose.
 
“Senti, Katsuragi.”- esordì d’un tratto Leon- “Da quanto tempo è che non vediamo una neve così?”
“Non saprei…penso di non ricordarmelo più.”- rispose stringendosi nella sua sciarpa nera.
“Dopo che la temperatura globale si è innalzata, non abbiamo potuto godere della neve fino ad oggi.”- nonostante Ritsuko non accennasse a perdere il suo consueto atteggiamento analitico, sembrava essere velata da un senso di rimorso e rimpianto.
“Guardali…”-riprese l’uomo- “…non trovi che siano più maturi loro di noi?”
Misato sorrise amaramente: “La saggezza universale è dei giovani. Per sua natura, l’uomo tende a  regredire di anno in anno. Nonostante questo, non possiamo far altro che incedere nel nostro cammino verso una fine già designata. Noi adulti non siamo altro che bambole di pezza in mano ad un marionettista esperto. Non siamo liberi di scegliere, nonostante abbiamo aspettato a lungo la maggiore età per poter decidere autonomamente.”
“Tra tutte le fasi della nostra vita,”-mormorò Ritsuko, alitando nelle mani per riscaldarsi- “la maggior età è la peggiore. Siamo infantili, ci preoccupiamo del giudizio altrui ed agiamo intimoriti dalle ritorsioni di chi è più in alto di noi.”
“E purtroppo…”-sospirò Leon.
“…c’è sempre qualcuno più ‘in alto’ di noi.”- Misato terminò la frase con una nota d’amarezza.
 
Una lunga limousine dalle forme hi-tech e sobrie si accostò al marciapiede superiore del piccolo parco infossato. Sullo sportello laterale di sinistra spiccava il logo rosso della NERV, mentre una bandierina a stelle e strisce ondeggiava appesa ad un’asta, sul bagagliaio.
L’Inviato Speciale scosse la testa per scacciare i pensieri precedenti, alzandosi in piedi: “Ah, sono arrivati, finalmente!”
 
Il conducente della lunga macchina nera aprì la portiera posteriore, aiutando un ragazzo a scendere dalla vettura e accomodandolo su un’avvolgente sedia metallica a levitazione.
Un giovane smontò dall’altra parte dell’auto, raggiungendo l’amico.
Salutarono l’autista, avviandosi verso il parco.
 
Misato socchiuse gli occhi, tentando di mettere a fuoco le due sagome che le si facevano via via più prossime.
Quando i due furono sufficientemente vicini, la donna non poté trattenersi oltre: corse loro incontro, abbracciandoli entrambi.
“Toji! Kensuke! Oddio quanto tempo! Ieri…è come se non vi avessi mai incontrato! Fatevi vedere: come siete cresciuti! Oh Toji, le tue gambe…che errore commettemmo quel giorno!”- piangeva e rideva assieme, contemplando di volta in volta i volti dei due.
“Sono già passati tre anni…”- confessò Ritsuko, emozionata - “…e voi sembrate essere cresciuti di almeno una decina!”
Ancora stretto nell’abbraccio vigoroso del Colonnello, Toji tentò di rispondere: “Sì…sì..ma se non mi lascia…”
“Oh, scusami! E’che io…”
“lo sappiamo, signorina Katsuragi.”-la anticipò Kensuke - “Anche noi siamo felici di rivedervi.”
Leon richiamò a gran voce gli altri ragazzi, invitandoli a salutare i vecchi compagni.
 
“Allora,”-iniziò Suzuara - “così sareste voi i children?”
“Precisamente! Ma voi chi siete?”- Naruto sembrava orgoglioso del su ruolo, stranamente.
“Questa è una bella domanda…”- Toji strizzò l’occhio all’amico acanto alla sua sedia.
“Il mio nome,”-incominciò il ragazzo dai grandi occhiali –“è Kensuke Aida, e questo accanto a me è Toji Suzuara. Siamo rispettivamente il l’Addetto alle Strategie Belliche di Primo Grado e il Personal Children Coach di Mike, di cui –vedo- avete già fatto conoscenza.”
Thomas voltò lo sguardo di lato, sbuffando: “Nostro malgrado…”
“Cos’è un Coach?”-chiese Cris.
“Ah, tu devi essere il pilota dello 00. Ho sentito parlare di te…”- Toji nutriva qualcosa di più della curiosità, in quegli occhi attenti e scuri-“Beh’ il mio compito è quello di aiutare l’attuale fifth children nel pilotare l’Unità 03. In quanto primo soggetto qualificato alla guida dello 03, è mio compito dare buna mano alle ‘reclute’, no?”
“Quindi tu hai pilotato un Eva?! E siete anche degli ufficiali militari? Ma quanti anni avete?”- l’ammirazione di Naruto verso la realtà della NERV americana aumentava ad ogni parola.
“Noi? Solo diciassette!”-rispose orgoglioso quello con gli occhiali – “Entrati a far parte dell’esercito americano già da due anni!”
“E’ stato lo stesso Vicecomandante Uchiha a selezionarli.”-puntualizzò Leon.
“Intender dire quell’uomo di ieri?”
“Esattamente. Itachi Uchiha è uno dei più grandi scienziati e strateghi giapponesi.”- Ritsuko non poteva non essere informata sui suoi più brillanti ‘colleghi’.
“Un altro giapponese…”-brontolò Thomas. Naruto gli rivolse un’occhiata torva.
“Gli Stati Uniti lo hanno voluto come sostituto del Comandante Fitzgerald, visto che è quasi sempre assente per affari privati.”-continuò Marshall -“Attualmente il Vicecomandante sta lavorando ad un progetto della massima importanza: una concretizzazione, per così dire, del Dummy Plug System. Vorrebbe installarlo in una macchina da combattimento umanoide denominata Susano’o, per sostituire gli Eva danneggiati e risolvere il problema del pilota umano.”
Il nome del programma di guida automatica risuonò stridente e provocatorio nella mente di Misato. Non riuscì a trattenere il dolore e richiamò ad alta voce quei dolorosi ricordi della prima battaglia del ragzzo dai corti capelli bruni:
“In realtà…avremmo tutti preferito che Kensuke e Toji non si coprissero di questi incarichi.
“Perché, cos’è successo?”
Aida diresse tristemente lo sguardo sulle gambe dell’amico.
Naruto abbassò il tono di voce: “Credo di aver capito…”
Ritsuko si fece coraggio, intuendo che la circostanza esigeva una spiegazione: “Toji fu selezionato, tre anni fa, per combattere a bordo dell’Unità americana. Disgraziatamente, il Tredicesimo Angelo -Bardiel- prese possesso dell’Eva. La prima versione di Eva 01 fu inviata in battaglia per annientarlo. Toji perse le gambe, in quell’incidente.”
Misato si morse un labbro, piangendo in assoluto silenzio.
Leon la notò, ma evitò di fare osservazioni ad alta voce.
“Un Eva che ne combatte un altro?! Con un pilota a bordo,per giunta!”- Thomas era rosso per la rabbia- “Chi era quel maledetto che ti ha colpito?!”
“Lui…era mio amico.”- i profondi occhi del giovane ex-fourth children fissavano il suolo innevato- “Non ce l’ho mai avuta, con lui.”
“MA COME?!”-anche Naruto aveva ceduto la lingua all’istinto- “CON UN TIPO COSI’?! UN VERO AMICO NON…”
“Fa silenzio.”-Misato lo aveva interrotto- “Shinji, questo il suo nome, prese posto direttamente alla battaglia. Il Comandante Ikari utilizzò il Dummy. Shinji non avrebbe mai colpito un amico, e se anche lo avesse fatto…non se lo sarebbe mai perdonato.”
“Quel giorno,”-continuò la Akagi - “tentò di distruggere la base con lo stesso Eva. Si sentiva sfruttato, strumentalizzato…tradito.”
“Tradito da chi? Da voi?”
“No.”-rispose Misato - “Da suo padre. Il Comandante Gendo Ikari.”
 
Colpisce un amico…sfruttato…io…
Naruto,improvvisamente,sentì raggelarsi le vene e fissò istintivamente il palmo della sua mano e poi il ragazzo sul quale capo riluceva impavida una tratto blu in un mare di fluenti onde corvine.
Thomas sibilò tra i denti: “Tsk! Stupidi padri…”
 
 

 

*   *   *
 

 

Era quasi sera, i children indugiavano davanti alle statue post-moderne della grande piazza della città.
Sagome scure, metalliche, vagamente antropomorfe si snodavano per tutto lo spiazzale, inneggiando ad una qualche forma d’arte.
Leon li seguiva, li canzonava, li fotografava in posizioni assurde, giocando come un bambino tra i bambini.
Misato e Ritsuko li osservavano sempre in disparte, affiancate solo dai due ragazzi ritrovati dopo così lungo tempo.
Quei due, già. Non erano tanto loro a rivangare con odiosa prepotenza i ricordi della bella Misato, quanto le persone  loro legate.
 
Shinji...Asuka…Rei…dove siete, ora?-le domande e le preoccupazioni affollavano la mente della donna.
Anche la bionda faceva difficoltà nello sfiorare l’argomento, decidendo di aggirare il tasto dolente fino all’ultimo: “Come sta tua sorella, Toji?”
“Ah, bene. Sono un paio di mesi che non la vedo, ma ci teniamo in contatto per chat.”
La risposta fu lapidale, atonica.
“E Hikari? La senti ancora?”- sperava di suscitare la sua attenzione, toccando un tasto delicato come la relazione con la Horaki.
“La ‘capoclasse’, dice? Beh…diciamo che…ci sentiamo.”
“Si sono fidanzati.”-tagliò corto Kensuke.
“Ma che dici?! Così rovini la mia reputazione! Che bisogno c’èra di dirlo, eh?! Scemo!!”
Il breve diverbio strappò un sorriso alle due donne.
Misato si morse un labbro, attendendo la forza per pronunciare quelle parole che le spezzavano l’anima. Deglutì e sputò fuori le parole d’unico getto: “E Shinji, che mi dici di lui?”
I giovani ufficiali avevano atteso a lungo quella domanda.
Nonostante i miseri tentativi di aggirare l’ostacolo, speravano quasi che l’interrogativo uscisse fuori da solo.
Toji strinse forte un pugno.
Kensuke accennò una risposta: “Noi, non lo vediamo da allora. Però…ci ha mandato un e-mail circa due mesi fa. Dice di stare bene.”
“Davvero?”- chiese febbricitante la donna in rosso- “Dov’è? Come vive?!”
“Si è trasferito.”- Suzuara storpiò le lettere quasi con disprezzo- “Ha lasciato il Giappone per andare a vivere a Zurigo. Dice che ha trovato un nuovo tutore. Lo paga con i residui dell’assicurazione come ex-pilota dell’Eva.”
 
Misato non protestò. Perché farlo? Era forse da rimproverare un ragazzo che voleva tutelarsi? Abbandonare il ‘mondo disgustoso’,fatto di cose e persone orribili?
Lei non era riuscita a proteggerlo…fino in fondo. Non aveva rispettato i suoi sentimenti, come la maggior parte delle persone a cui era legato.
 
Me lo merito…meglio così,per lui.
 
Ritsuko tentò di nascondere l’indisposizione sotto il suo solito tono di distaccata pacatezza: “Ex-pilota…che stranezza. Pensavamo che gli Eva fossero indissolubilmente legati ai loro piloti e invece…un’altra riprova della nostra incompletezza ed ignoranza.”
 
Quando i ragazzi decisero infine di ricongiungersi, assieme a Leon, quell’adolescente dai tratti così adulti si rivolse al collega: “Si è fatto tardi, dobbiamo avviarci.”
Kensuke sospinse  la sedia clinica, alzandosi.
“Ve ne andate di già?”-chiese stupefatto Naruto.
“Sì, abbiamo delle…ehm…faccende da sbrigare.”-balbettò Aida calcandosi gli occhiali sul naso.
“D’accordo…”-il second sembrava deluso.
Leon squadrò i due con gli occhi scuri infantili, stranamente torvi:
“Già…per quell’affare.”
“Di cosa parla, signor Leon?”-chiese il tedesco.
Toji lo interruppe bruscamente: “Mi spiace ragazzino, ma ci sono questioni strettamente riservate.”
Gli Ufficiali adolescenti si mossero di appena, quando Misato, con un invocazione strozzata li bloccasse: “Aspettate!”
Misato si gettò addosso ai due, concedendo loro un ultimo abbraccio.
Poi, con le mani tremanti e delle lacrime appena accennate agli occhi, la donna si sfilò il piccolo crocifisso che portava al collo e lo mise nelle mani del ragazzo infermo:
“Ascoltami bene ora Toji…”- il tono di voce passava irregolarmente dal focoso all’addolorato- “…se mai dovessi rincontrare Shinji, ti prego, consegnagli questo.”
Kensuke sgranò gli occhi dietro al vetro delle ampie lenti: “Ma…signorina, quella è la sua collana! Non se non è mai separata in tutti questi anni!”
“Misato…”- Toji aggrottò la fronte in un cupo cipiglio- “…se me la consegni non ti assicuro nulla. Non so se lo rivedrò e anche potendo…non so se farò in tempo.”
“Lo so.”- rispose lei con la gola otturata da un pianto silente- “Ma ti supplico: tienila con te! Cerca di fargliela avere! Qualsiasi coda accada, a qualunque costo, lui deve sapere. Promettimelo Toji!”
Lui deglutì, stringendo nel pugno la piccole croce greca d’argento:
“D’accordo.”
Ritsuko si fece avanti, minimizzando al massimo i suoi sentimenti: “Voi…mi spiace per tutto. Addio.”
Senza ulteriori commenti, i due iniziarono ad incedere nella spessa neve immacolata, verso una macchina di servizio appena arrivata.
Il gruppo li osservò in silenzio.
Prima di aprire la portiera dell’autovettura, i due rivolsero loro un ultimo congedo.
Prima parlò il ragazzo sulla sedia, sbuffando amaramente: “Mike…non combinare guai. Mi fido.”
Il pilota americano non rispose. Sapeva già il significato di quelle parole.
Kensuke non volle nemmeno voltare la testa, mentre delle parole storpiate da una voce appena incrinata uscivano dalla sua bocca:
First children!”
Cris sollevò la testa, in attesa della richiesta, gli occhi magnetici fissi come solo i suoi potevano essere.
Il ragazzo con le lentiggini soffiò le ultime parole: “Proteggi…Ayanami.”
A parte gli adulti, nessuno dei ragazzi afferrò quel nome.
Tuttavia Cris -con quel suo sguardo impenetrabilmente duro, con quella sicurezza e saggezza che lo contraddistingueva- asserì l’unica parola rivolta a quei due nuovi conoscenti, con la massima fermezza mai vibrata nella sua flebile voce: “Sì.”
 

 

*   *   *
 
Era ormai passata da molto l’una di notte, quando il gruppo -ora ampliato di un nuovo elemento-  raggiunse la grande suite del Colonnello Katsuragi.
Posarono gli zaini a terra, esausti.
 
Sotto un cielo stellato, un uomo ed una donna indugiano su un grande balcone dalla balaustra scolpita.
In lontananza, una distesa di notte liquida spumeggia e ribollisce.
Sui flutti campeggia evanescente la sagoma greve di un’isola oramai fatiscente, al cui centro spicca inquietante una pozza di neve intrisa vermiglio sangue.
Una donna bionda si accinge ad uscire sul terrazzo, ma nota i due e si pone in disparte.
“Guarda laggiù, Katsuragi…che cosa abbiamo fatto?”- Leon sussurrò le parole al’orecchio della donna.
“Siamo dunque noi stessi i fautori della nostra disfatta?”- lei poggia il capo stanco sulla spalla di lui.
Lui le intensifica la stretta del braccio sui suoi fianchi.
Ritsuko serra le labbra in una stretta di rabbia e colpa: “Tsk! Infantili…!”
Si voltò livida, uscendo dalla camera.
 

*   *   *


 

Lungo il corridoio esterno agli appartamenti, brancolava il giovanissimo tedesco, assalito da un’apparentemente incomprensibile irrequietezza:
“Ah! Che m’importa se oggi è Natale! Non mi interessano né i regali, né la compagnia! Sto benissimo così, io! Non mi fregherebbe nulla nemmeno se lui mi…”
Una vibrazione nella tasca sinistra dei pantaloni, smosse l’inammissibile speranza, ma anche un’inquietudine rancorosa:
“Un messaggio?”
Thomas si affrettò a sfilare il cercapersone, leggendo mentalmente il testo in sovraimpressione.
Per un momento, i grandi occhi celesti del bambino si inumidirono di lacrime dal gusto antico. A poco a poco, il suo volto mutò in una smorfia di doloroso furore: scagliò l’apparecchio lontano da sé, infrangendo la finestra alla fine del corridoio e gettandolo in strada.
VATER DU BIST EIN DUMMKPOF!!!”
Piangendo, si inginocchiò a terra in un piccolo fagotto uggiolante.
 
Ritsuko richiuse la porta della camera piena di invidia.
La donna, attirata dalle urla sofferenti del fanciullo, notò con dispiacere quanta somiglianza correva tra loro: lui odiava un genitore; non era l’unico. Entrambi erano soli ed infelici, in quella notte di Natale.
 
Fuori, in strada, semi-affondato in un cumulo di neve ammonticchiata, il monitor del cercapersone del ragazzino lampeggiò ad intermittenza, prima di spegnersi definitivamente.
Prima di oscurarsi del tutto, un messaggio baluginò sullo sfondo bianco:
 

 

“Frohe Weinacht, Thomy.’
Ich liebe dich.
 
                                     Vati.’’
 
 
*   *   *
 

 

Cris e Naruto tentavano inutilmente di prendere sonno, mentre il silenzioso ‘Crow’ assaporava gli ultimi lampi fulgidi dei fuochi d’artificio e Thomas indugiava nel rientrare in stanza.
Da tempo, ormai, il Nuovo Anno era segnato dallo stesso Natale.
Le festività perdevano il loro valore, le abitudini mutavano, i tempi cambiavano nel mondo ormai corrotto.
Da quella notte, si entrava ufficialmente nel 2019.
 
Naruto, le mani incrociate dietro la nuca, parlò debolmente all’amico stretto nelle coperte pesanti:
“Certo che è incredibile, a pensarci.”
“Cosa?”- il timbro completamente privo di colore con cui l’altro formulò la domanda fece quasi rabbrividire il ragazzo dai capelli biondi, ora quasi argentei in quella penombra omogenea.
Continuò a parlare:
“Pensavo solo che sono passati solo tre giorni, dopotutto. Però sono successe tante di quelle cose, tante di quelle novità…sembra un’eternità. Difficile immaginare che domani dovremmo già ritornare in Italia.”
“Il tempo ci sfugge come un aquilone scivola via dalle mani di un bambino.”
“Però…in un certo senso, sono felice. Sento che le cose miglioreranno, d’ora in poi.”
“Ne sei certo?”
“E perché non dovrei?”
La matassa fluente di capelli corvini, interrotti solo da quell’unica pennellata zaffiro, coprì parzialmente gli occhi cerulei del first. Sorrise di un impercettibile amarezza:
“Sai che giorno è oggi?”
“Ovvio, Natale!”
“No…”- quel sorriso si aprì come un taglio dritto lungo il volto marmoreo di Cris - “…vedi, in realtà oggi sarebbe stato il mio compleanno.”
“Perché non me lo hai detto prima?! Allora, buon compl…”
“No, non dirlo.”-lo frenò in modo imprevisto.
“Perché?”
“Era a questo che mi riferivo, quando ti ho chiesto se fossi sicuro di un luce nei nostri destini.”
“Io non credo nella predestinazione: ognuno è fautore del proprio futuro. E comunque, non vedo cosa c’entri con i tuoi anni.”
“Ormai,”- la pronunciò quelle ultime parole in un soffio lievissimo- “sento il peso del tempo sovrastarmi. Per me questo…sarà l’Ultimo Natale.”
Le lettere ebbero quasi un effetto stordente, ipnotico:
i fuochi cessarono; i ragazzi si addormentarono; una donna si rigirò nella suo letto affiancata dall’uomo che la ama; un bambino ritorna al suo giaciglio, odiando e amando la sua casa.
Il Mondo cessò ancora di battere, abbandonandosi alle braccia nuovamente nelle sicure braccia di Morfeo.
Buona notte.
 
Last Christmas.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1:
Ho scelto il numero 40 perché è un numero importante e ricorrente nei testi biblici:

 

  1. 40 anni durano i regni di Saul, David e Salomone;(rispettivamente personificati con Thomas, Naruto e Cris)
  2. il Diluvio Universale durò 40 giorni;
  3. 40  anni è durato l'Esodo del popolo Israelita (per noi, l’espatrio dura invece 4 giorni, una ‘decade’ in meno)
  4. Gesù supera le tentazioni durante 40 giorni e 40 notti;
  5. Gesù resuscita dopo 40 ore di permanenza nel sepolcro. (a questo ci arriveremo…;-) )

 
 

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Capitolo 18
*** Episodio 17:“L’armonia è essenziale!”/ Presto, ma non troppo. ***


Angolino dei commenti
 

dubious3: effettivamente Cris non può essere definito un ottimista, ma che ci vuoi fare? Ci vuole sempre il depresso, per tirare ‘su’ il morale! A parte scherzi, come ho già accennato nel secondo capitolo, lui ha una ‘consapevolezza’ di ciò che gli accade in torno. Chiamala chiaroveggenza o predestinazione….diciamo che sa come andrà a finire. Per quanto riguarda il Natale, lo posso spiegare: in realtà si tratta di una festività tanto cristiana quanto pagana. E’ la cosiddetta “Nascita dell’Invincibile Sole”, una divinità identificabile con Cristo ma anche con altri dèi pagani, a rappresentare la luce guida, la strada maestra, il nascituro sacrificale. Capirai quando ci sarò arrivato. Tutto a suo tempo! ;-)

KiKaTze:grazie per le tue recensioni come al solito lunghe e complete. Mi ha fatto piacere che tu apprezzassi l’ ‘alternate future’ di Toji e Kensuke, e mi diverte che tu abbia pensato subito a Itachi e che io abbia soddisfatto le tue aspettative! Mi spiace solo che tu ci sia rimasto male per il finale, anche se l’intento era anche un po’ questo! Riguardi il Susano’o, pensavo in generale di scrivere (a serie ultimata) una raccolta di ‘lost chapters’ sui precedenti di alcuni personaggi, e magari spiegare anche la questione di Itachi. Comunque per ora è solo un’idea….vedremo, vedremo…
 
Basta con le chiacchiere: l’emozione continua!

 
 

“L’armonia è essenziale!”/ Presto, ma non troppo.
 
Martedì 13 Gennaio 2019. Ore 17:30 A.M. Sala test. NERV. Neo R-2. Italia.
 
What the…?! Che diavolo ci fai tu qui?!”
Mike puntò il dito verso un ragazzo in piedi a fianco la Akagi in camice, davanti ad un’ Entry Plug da collaudo semi-immersa nell’ L.C.L. Lo sguardo dell’americano esprimeva una sensazione a metà tra la sorpresa, l’invidia e la collera.
Il giovane fece ondeggiare i fluenti capelli bronzei e gli rivolse uno sguardo di minimo interesse: “Oh, guarda chi si rivede. Tu, piuttosto, sembra che ce l’abbia fatta a superare quegli agognati esami.”
“Per tua norma e regola, li ho passati con il massimo!”
“Non che questo sia un punto a tuo vantaggio, visto che hai ripetuto esattamente lo stesso esame per ben due volte.”
Il fifth divenne livido di irritazione: “Rrrgh! E’ meglio che non mi fai parlare…‘ruba-Eva’! Lo 04 doveva essere mio! E poi, non ti occupavi degli Stati Uniti?!”
“Lo stesso si potrebbe dire per te.”- rispose facendo notare la domanda poco sensata- “Ma come vedi ho deciso di onorarvi della mia presenza. Gentile da parte mia, no? Per quanto riguarda lo 04, non è certo una mia colpa se lo assegnano solo al children dai risultati più rilevanti.”
“Ah, vedo che vi conoscete già allora!”- Misato, seduta su una sedia girevole, sembrava ingenuamente contenta  della poco ortodossa presentazione dei due.
“Eccome se lo conosco!”- sbuffò il pilota della Terza Unità- “Alexander Winchester e tutta quella serie lì di nomi che neanche mi ricordo! ‘Mister Punteggio Massimo’, ‘L’erede al trono’ …Leon mi ha asfissiato a ricordarmelo!”
Thomas incrociò le braccia bofonchiando: “Sì anche a noi ce l’ha fatto capire fin troppo bene…”
“Ma ha funzionato, se alla fine sei stato selezionato.”- una voce d’uomo arrivò dalle spalle dei ragazzi, spaventandoli.
“Signor Leon!”- Naruto, fin ora rimasto in silenzio nell’aggiustarsi meglio la plug suit, si voltò verso l’uomo- “ci ha fatto prendere un bello spavento. La credevo una persona più seria…”
“Che vuoi farci? A noi adulti a volte conviene essere un po’ sleali. Anyway…che fate?”
“Stavo per provare una connessione di prova…”- rispose scocciato Black- “…prima che il damerino mi rubasse la scena!”
“Spiacente di contraddirti, mio buon amico,”- Alex si portò con disappunto una mano alla fronte- “ma non è mia intenzione rubarti la brutta figura giornaliera. Stavo per andarmene, dato che ho già effettuato la mia sessione quotidiana.”
Il ragazzo si avvicinò Misato e Ritsuko, quest’ultima gli comunicò con piacere gli ottimi risultati ottenuti e si congedarono: “Grazie per la pazienza dottoressa Akagi e grazie anche a lei Capitano Katsuragi.”
“Chiamami pure Misato.”- lo invitò cortesemente.
“No, la prego, insisto. Lei è un ufficiale.”- si oppose marziale lui- “Ciò detto:  au revoir.”
Attraversò con incuria il gruppetto dei piloti ed uscì dalla grande sala.
Misato, lasciandosi ruotare sul posto, mugugnò leggermente offesa: “Quanti formalismi…”.
Ritsuko preferì non rispondere.
Cris, fissando l’uscita, si lamentò ad alta voce: “Ma quello si presenta e se ne va sempre come niente fosse?”
Naruto gli assestò un colpetto col gomito: “Certo che detto da te…”
“ODIO i suoi francesismi! Parlasse almeno in inglese…ma no! Lui deve far sfoggio della sua cultura! ODIO il suo tono di sufficienza e ODIO le sue mosse da snob! A pensarci bene…ODIO tutto di lui!”- Mike sembrava davvero non reggere il confronto.
“Per una volta concordo con l’americano…”- asserì il pilota dello 02.
Leon rivolse un’occhiata divertita alle due colleghe: “Se non altro ora sappiamo come la pensano!”
 
*   *   *
 
Settore 9. Ore 18:00. A.M.  NERV.
 
“E dunque, Ikari, la Serie è quasi completa.”- parlò la lastra SEELE 08 all’uomo illuminato dalla colonna di luce al centro della sala.
“Il ritorno dei piloti e l’aggiunta delle Unità 03 e 04 qui a Roma è di vitale importanza per la realizzazione del Progetto.”- sottolineò il Comandante.
“ Solo con la presenza di tutte le chiavi, potrà infine aprirsi la Heaven’s Door.”- l’anziana voce della SEELE 01 pronunciò flemmaticamente le parole.
“Le file degli Angeli Maggiori si stanno rapidamente sfoltendo.” -puntualizzò la 06- “Ci stiamo avvicinando inesorabili al traguardo.”
Ikari aggrottò la fronte dietro gli occhiali dalle lenti aranciate- “Il numero degli Angeli si sta riducendo, dite? Per quanto ancora sottoporrete le prove?”
“Per tutto il tempo necessario.”- rispose la n. 03.
“L’abbattimento degli Angeli è imprescindibile ed è il nostro obiettivo principale, ma non dobbiamo perdere di vista il nostro vero fine.”
Überm Sternenzelt richtet Gott, wie wir gerichtet! Ricordatelo Ikari.”- terminò la SEELE 01 –“Addio.”
Senza voltare lo sguardo, Gendo si rivolse a Fuyutsuki. “Non rimane molto tempo. I Messaggeri sacrificali stanno per terminare. Presto dovremmo prepararci.”
“Cosa intendi fare?”-chiese torvo l’anziano uomo.
“Per il momento…attendere.”
 
*   *   *
 
 
Mercoledì 14 Gennaio. Ore 10:45 P.M. Istituto Scolastico Internazionale Marduk.
 
La campanella di metà mattinata trillò ben udibile, distogliendo la già precaria attenzione dei ragazzi dalla lezione di matematica.
Con un clangore di sedie, gli alunni si allontanarono dai loro banchi e si riversarono nell’immenso corridoi tra commenti e schiamazzi.
“Allora, come stai oggi?”- Naruto si fece più vicino alla ragazza bionda seduta ancora al suo banco, intenta nel riordinare i libri.
“Oh, ciao Uzumaki. Diciamo che non mi lamento. Il rientro a scuola è sempre faticoso, ma oramai siamo già al quarto giorno. Che vuoi farci: c’est la vie!”
“Oh, certo…: è la via…”- il ragazzo fece un gesto di approvazione con la testa, senza nemmeno rendersi conto della ‘gaffe linguistica’.
“Sì come no…sei davvero buffo Uzumaki!”-sorrise lei con quella vezzo argentino appena accennato e spiazzante.
Lui si grattò la testa in difficoltà. Perché non teneva a freno la lingua? Ma soprattutto: perché continuava a chiamarlo per cognome? Era una cosa che non sopportava, la faceva sentire coì fredda, distante da lui. Che non ci fosse nemmeno un posto nel suo cuore, per lui?
La voce squillante di Thomas interruppe l’attimo di imbarazzante silenzio:” ehi, piccioncini, sempre a tubare voi due?”
I due si guardarono in faccia, arrossendo: “NON E’ VERO!”
Oh sì che lo era…e come gli faceva piacere al second che lo fosse. Chissà se anche lei…
Dopo aver salutato gli amici dalla sezione adiacente in uno slang americano impronunciabile, un ragazzo dai capelli corvini entrò con svogliatezza nella classe dei tre amici: “Hi!”
Cris, mordendo un angolo della sua pizza, lo ricambiò senza troppo interesse: “Buongiorno.”
“Vedo che non ti sei strozzato con la merenda…”- notò con sommo disappunto il tedesco.
“Se ti senti inferiore a me vedi almeno…com’è che si dice da queste parti? Ah, sì: ‘non rosicare’!”
Thomas strabuzzò gli occhi lividi ma tacque.
“Ehi, procede bene il soggiorno in Italia?”- chiese Naruto.
“Potrebbe essere peggio, ma questa scuola è uno strazio! Preferisco i test della NERV!”
“E dire che io sono tanto tranquillo nel sapere che il mio Eva sta lì fermo ad accumulare polvere!”- il pilota dello 01 rispose al collega solo dopo essersi accertato che Ginevra, distratta dalle amiche, non sentisse.
Cris,  nel suo piccolo, abbassò gli occhi:
L’Eva…l’unico luogo al mondo a me comprensibile, l’unico luogo in grado di farmi sentire a mio agio…da quanto tempo è che non vi salgo più a bordo?
Piuttosto, Cris”- Mike non dimostrava difficoltà nel dare confidenza al riservato ragazzo- “Tu sembri essere sempre al corrente di quello che succede alla base. Sai per caso che fine ha fatto quel damerino?”
“Damerino, dici?”
“Se parlo di un damerino è ovvio che mi riferisco al pilota dello 04.”
“Ah, Winchester.”- rispose meccanicamente- “So che anche lui è qui. E’ in 4-D, al piano di sopra. Personalmente dubito che scenderà-“
“Ma certo! Noi siamo tutti sempre indegni della sua presenza!”-Black serrò le labbra in un segno di disappunto- “Meglio così: non voglio avere nulla a che spartire con lui!”
 
*   *   *
 
Appartamento del Colonnello Katsuragi. Ore 20:00 A.M.
 
“Cooosa?! Io…con quello?!”
“Esatto! Non ti piace, l’idea? Un bel corso insieme ad Alex, sono sicura che vi divertirete! E poi ricordati che sono un ufficiale, se te lo ordinassi dovresti eseguire per forza.”- Misato, seduta scompostamente sulla sedia della cucina, sorrise ingenuamente all’americano, sorseggiando della birra dalla già terza lattina, quindi passando la bevanda al pinguino sul seggiolone accanto a lei.
ABSOLUTELY NOT!”- il ragazzo lanciò quasi un gridolino acuto- “Non ci vedo nulla di buono e poi non lo sopporto! Mi rifiuto!”
“Non credere che a me faccia piacere!”- la voce del diciassettenne  giunse dall’altro capo della casa.
 
Dopo quasi una settimana dal rimpatrio, il gruppo si era riunito nell’appartamento in affitto della Katsuragi, per poter ‘godere’ di una cena a base di cibo precotto. Naruto e Thomas erano intenti, con vistoso coinvolgimento, in una sfida a qualche tipo di videogioco al televisore; Cris li osservava in silenzio, leggendo di tanto in tanto qualche pagina del suo libro mentre l’autonomo pilota britannico bighellonava annoiato per casa.
Michael, invece:
“Rrgh! Ma sentilo!”
La donna trangugiò ancora un sorso della birra gelida, quindi ruotò gli occhi in un gesto diffidente: “Mmm, ad essere sincera, quando c’è Leon di mezzo succede sempre qualche guaio. Ma sì, infondo ti capisco e poi si tratta solo di un corso facoltativo…”
Misato sembrava iniziare sinceramente a prendere in considerazione l’idea che quei due non avrebbero tenuto nessun corso se non fossero stati almeno a cento metri di distanza.
A sentire quelle parole, il fourth camminò con disinvoltura davanti alla porta della cucina, esclamando all’unisono del moro: “Allora io passo!”
Misato gettò la testa all’indietro e, con una strizzata d’occhio, rispose con tono immediatamente più divertito:
“Non se ne parla nemmeno! Non conosci il detto: ‘l’armonia è essenziale’? Per questo devi andare!”
Mike inarcò un sopracciglio in segno di completo disappunto: “E suppongo sia un ordine…”
 
*   *   *
 
Giovedì 15 Gennaio. Ore 15:05 A.M. Sala conferenze. Settore 10. NERV.
 
Sulla lavagna luminosa della sala campeggiava, in caratteri rossi, la scritta:
“CORSO STRATEGICO SUPPLEMENTARE RISERVATO AL FOURTH E FIFTH CHILDREN. ASTENERSI PERSONALE NON AUTORIZZATO.”
 
Leon si sfregò le mani, compiaciuto: “Bene! Sono contento che abbiate deciso di partecipare spontaneamente a questo corso extra!”
“Direi che’ spontaneamente’ è una parola grossa…”-borbottò Black.
“Per una volta concordo con lui.”- sospirò Alexander, passandosi una mano tra lucidi capelli.
“Visto? Iniziate già ad andare d’accordo!”- esclamò l’Inviato.
“Che intendi dire con ‘già’?”- Mike sembrava diffidente.
Leon non rispose, limitandosi a sorridergli allusivamente. Si alzò dalla sedia e si diresse verso uno stereo, che accese. Un valzer iniziò a suonare.
“Questo è Strauss?”- chiese il pilota dello 04.
“Sì. Adesso ballate.”
“Eh?!”- i due non trattennero un coro di fastidiosa indisposizione.
“Ho pensato”- spiegò l’uomo, divertito- “che se non siete in grado di cooperare sul campo, potreste almeno iniziare con un lento!”
“Non mi sembra molto professionale!”-obiettò Alex.
“Oh, avanti! Questa è solo la prima parte del vostro corso. Poi verranno i test abituali…ma io, personalmente, li trovo noiosi. Questo sarà un’alternativa interessante.”
“Non ho tempo né voglia di ballare!”- proruppe Michael.
“Mike, questo è un esercizio militare.”- leon era ora decisamente più serio - “Quindi…balla. Anzi, Alex, tu avrai certamente più esperienza di lui, abituato come sei alla bella vita. Sarai tu a condurre.”
Senza sprecare inutile fiato, il diciassettenne -rosso in viso- afferrò per le spalle il ragazzo più giovane e lo voltò a sé: “Ora, per favore, non fare domande e vedi di non pestarmi i piedi!”
L’altro abbassò lo sguardo con inibizione.
“Ora metti la tua mano sul mio fianco…”
“Che hai detto?!?!”
“Fallo e sta zitto!”
Con goffaggine degna di una gag, il moro iniziò a seguire stentatamente i movimenti di Alex, fino a quando un “Ahia, guarda dove metti i piedi!” non lo interruppe.
“Ma che vuoi?! Non è mica colpa mia se porti un numero di scarpe più grande del mio! Sei tu che conduci e tu ti assumi la responsabilità!”- protestò il fifth.
“Ragazzi, ragazzi…”-intervenne Leon, con una smorfia sorniona- “calmi! Ora siete ‘cavaliere e dama’, comportatevi di conseguenza!”
I due voltarono di scatto la testa, i denti digrignati e le tempie pulsanti.
Inutile descrivere la reazione dei ragazzini e le ripercussioni sull’uomo in vena di umorismi a doppi sensi.
 
 
 
*   *   *
 
Venerdì 16 Gennaio. Ore 7.30 P.M XIII Municipio di Neo-R2 (zona costiera).
In lontananza, poco sopra la superficie marina cremisi, una figura scura e nodosa si ergeva minacciosa, avanzando  silenziosamente inarrestabile.
Una sirena risuonò acuta per le strade, mentre gruppi di soldati armati aiutavano i civili nell’evacuare la cittadina.
Una nuvola di bombardieri oscurò il cielo limpido di riviera, le onde venivano già fendute dalle grandi portaerei.
La creatura incedeva lenta ma costante, diretta verso la costa. Due corpi dalle membra avviluppate formavano un unico ammasso, corpo amorfo del mostro.
Una squadra di caccia iniziò ad orbitare freneticamente intorno al mostro, mentre le navi da guerra iniziavano a far fuoco dalle lunghe canne di fucile.
 
*   *   *
 
Central Dogma. Stessa ora. NERV. Neo-R2.
 
Hyuga, senza staccare gli occhi dall’ampio monitor del ponte di comando, si rivolse alla donna dietro di lui:
“Colonnello Katsuragi, nemico in avvicinamento  in coordinate: 45-62-12!”
“Diagramma d’onda: Blu! Si tratta di un Angelo!  I veicoli-sonda ci stanno inviando i dati raccolti sulle emissioni del bersaglio! Li riporto sullo schermo principale.”- avvisò Aoba.
 
Le telecamere mostrarono il video in live della battaglia:
Una scarica verticale di proiettili lanciati da un sottomarino venne respinta da un A.T.Field inferiore al corpo del mostro. La creatura si divise: i due corpi si allontanarono morbidamente, lasciando solo un nucleo rosso pulsante galleggiare a mezz’aria.
Il corpo dalle piccolissime finiture blu presentava una maschera stilizzata, da cui guizzavano due ardenti occhi rossi; le forme eleganti del corpo dal viso femminile e dal seno marmoreo erano percorse da sottili venature rosse.
Le due creature rotearono vorticosamente intorno al nucleo, quasi legate da un filo invisibile, travolgendo gli aeromobili. Una nave sparò un colpo diretto al nucleo, respinto dall’attacco simultaneo delle creature, in una sorta di passo di danza sincronizzato. I mezzi-Angeli si strinsero nuovamente tra loro, formando il solido monolite di partenza e coprendo con i loro corpi il nucleo primario.
 
“Quelli sono,”- proferì Ikari dalla sua postazione soprelevata- “Monos e Una: gli Amanti. Insieme formano il Decimo Angelo Maggiore: Eros.”
“Analizzando i dati da ground-zero”- spiegò Maya- “si può riscontrare un forte campo magnetico!”
“In pratica il nostro nemico utilizza l’A.T.Field come un campo gravitazionale variabile, o più semplicemente come un collante per le due sub-unità.”- riflettè accigliata Ritsuko.
Misato si morse un labbro, osservando il secondo attacco del mostro: “In pratica…ci troviamo di fronte ad un’enorme magnete che ha forma di un Angelo.”
L’immagine dell’ennesimo attacco congiunto dei due esseri giganteschi tagliò il collegamento video.
Ritsuko ordinò leggermente allarmata: “Passare la diretta alle telecamere 4 e 7!”
“I mezzi militari sono arrivati ad un quarto del numero di partenza! L’Angelo ormai ha raggiunto la terraferma!”- esclamò Hyuga – “Inoltre, il nemico utilizza l’A.T.Field ed il suo stesso corpo per schivare gli attacchi! Senza gli Eva non c’è modo di colpirlo!”
Misato si strinse nella spalle: “I children sono a scuola. Prelevarli e preparali allo scontro richiederebbe troppo tempo. Le caratteristiche del nemico sono simili a quelle di Israfel: movimenti sincronizzati ed armonici. Se solo riuscissimo a rompere quel campo…”
“Ma certo!”- esultò Ritsuko, dopo un attimo riflessione- “ Il campo magnetico che si sprigiona dal nucleo e dai corpi-fantoccio è strutturato in modo tale che sia allontanino durante gli attacchi per via della medesima polarità e che si ricongiungano invertendo il magnetismo di uno dei due. Abbiamo bisogno di un campo di forza sufficientemente alto da sprigionare entrambe le modalità.”
“Intendi dire, sia il binomio positivo-negativo, che positivo-positivo?”- le domandò il Colonnello.
“Esattamente. Se anche noi sviluppiamo un centro di gravità variabile incostante, possiamo tenerlo a bada per un tempo sufficientemente prolungato.”
Senpai Akagi!”- chiamò Maya- “Ho notato che tra i veicoli superstiti sono rimasti ancora quattro blindati con parabola!”
“Perfetto! Fin’ ora non ne abbiamo avuto bisogno, ma sembra che sia giunto il momento.”
“Credo di aver capito cosa intendi fare.”- mormorò Katsuragi con un mezzo sorriso –“Bene! Ai blindati ad emissioni ultrasoniche: disporsi secondo lo Schema Delta! “
 
 
I grandi automezzi muniti di enormi parabole si disposero in formazione quadrangolare sotto l’Angelo fluttuante.
 
“Dispiegamento dello scudo anti-magnetico!”
 
Con un leggero sfrigolìo, un velo energetico scaturì dai quattro ripetitori, allungandosi nel piccolo quartiere. I fasci di emissioni si uniformarono alla reciproca intersezione, creando una grande piramide di luce cangiante intorno all’Angelo. I due corpi mostruosi, nel tentativo di ricongiungersi, si congelarono a mezz’aria.
 
Misato tirò un sospiro di sollievo: “Fiuu! Ce l’abbiamo fatta, per ora.”
“Sì, ma lo scudo non reggerà a lungo.”- puntualizzò scettica la dott.ssa -“Le parabole non possono elaborare segnali magnetici instabili per sempre. Non appena l’Angelo avrà individuato l’algoritmo di fase sarà in grado di liberarsi autonomamente.”
“Per quanto pensi che potremo aspettare?”
“Più o meno…nove ore.”
“Beh, allora faremmo meglio a preparaci subito, no?”- Misato strizzò con ottimismo un occhio alla collega.
 
*   *   *
 
Archivio strategico della NERV. Settore 1. Mezz’ora dopo.
 
La scala metallica sferragliò sui binari della scaffalatura. Misato consultò una decina di cartelle e port-folio, reggendo una pen-drive trai denti.
Lo sconfinato archivio della NERV era fiocamente illuminato da sporadiche luci al neon bianche e celesti, percorso da migliaia di file di libri, documenti, rapporti e dati di ogni sorta. Ad ogni crocevia, si ergevano una o due colonne  vitree contenenti back-up digitalizzati del cartaceo e degli stessi software interni al MAGI System.
Misato si sfilò la chiave USB dalla bocca, sfogliando sommariamente alcune cartelle: “Forza magnetica…forza motrice…forza-peso…nulla di interessante, insomma. Possibile che qui non ci sia nulla che ci aiuti ad elaborare una strategia efficace?”
“Fin’ ora l’unica soluzione che ci sia venuta in mente consiste nell’interrompere il legame magnetico con un corpo solido. Anche se, personalmente, la trovo un’idea balorda.”- sospirò rassegnata Ritsuko.
Misato giocherellò a lungo con un ricciolo dei lunghi capelli, poi esultò: “Ho trovato!”
La bionda sollevò appena gli occhi dietro le lenti da vista.
“E’ una strategia teoricamente attuabile, ma rischiosa.”
“Di cosa si tratta?”
Misato si voltò a guardarla, con una luce di decisone negli occhi: “Useremo gli Eva stessi come corpi di interruzione. Ne basteranno due.”
“Ma che sciocchezza!”- proruppe l’altra, scettica – “E a cosa servirebbero?”
“Li equipaggeremo in modo da renderli in grado di sprigionare un campo magnetico. Inserendo dei magneti abbastanza potenti nei supporti laterali delle Unità, saremo in grado di simulare una doppia polarità, opposta a quella generata dall’Angelo. ”
“E secondo te questo basterebbe?”
“Non da solo. Opereranno in un attacco congiunto: una volta rivelato il nucleo del nemico, dovranno colpirlo utilizzando i loro stessi corpi.”
“E cosa ti farebbe pensare che funzionerà?”
Misato si sentì orgogliosa nel pronunciare quelle parole: “Forza gravito-centrifuga!”
“Un’energia cinetica associata ad una forza? Impossibile!”
“Ti sbagli. Gli Eva dispongono di piccoli propulsori sugli spallacci. Se riescono ad ottenere la giusta spinta per eseguire una serie veloce e costante di avvitamenti, possono non solo trapanare il nucleo, ma sprigionare un campo magnetico incostante che tenga lontano i due corpi dell’Angelo.”
“E’ una manovra troppo rischiosa  e mai sperimentata. Non abbiamo certezze sull’esito e nel migliore dei casi ne usciremo con due Evangelion in meno. Come capo del Dipartimento Tecnico mi oppongo.”- protestò la Akagi.
“Sono io la responsabile del Reparto Strategico di Primo Grado e questi sono i miei ordini.”- replicò Misato, irremovibile.
“Colonnello Katsuragi!”- la dottoressa avvampò, lasciando da parte le confidenze.
“Eliminare gli Angeli è il mio compito principale. Me ne assumo la responsabilità.”
“Il ‘tuo compito’?!”- vociò la bionda, con tono di sfida- “No: la tua vendetta personale!!”
Misato restò in silenzio, poi concluse: “Così ho deciso. Non c’è bisogno di informare Ikari. Come ho già detto: mi assumo le conseguenze di ciò che succederà.”
Ritsuko, arresasi alla testardaggine dell’amica, chiese infine con indugio: “Dimmi almeno quali Eva utilizzeremo.”
L’altra cambiò espressione e tono di voce in uno più rilassato e sottile: “A questo proposito ho già in mente qualcuno!”
 
*   *   *
 
Gabbia numero 3. Ore 15:30 A.M. NERV.
 
“E questo è tutto quello che dovete sapere riguardo alla tattica d’assalto.”- Misato finì di riassumere il piano ai children, riunti in abiti ancora borghesi difronte a lei.
“Ma insomma!”- sbuffò esasperato Mike- “Possibile che mi tocchi sempre collaborare con questo snob?!”
Alex si voltò di lato, spocchioso: “Considerati onorato! Sono io che dovrei sentirmi sminuito dalla tua presenza!”
“Ma senti tu che…!”- il fifth non fece in tempo a formulare un’invettiva adeguata, quando Ritsuko interruppe il diverbio:
“Ragazzi! Abbiamo già poco tempo, non vorrete mica sprecarlo in inutili discussioni? La strategia richiede l’utilizzo di due Eva in perfetta sincronia, quindi fareste bene ad andare d’accordo e anche in fretta!”
I ragazzi, compreso l’altero Winchester, abbassarono  gli occhi: “Ci scusi…”
Cris, dietro di loro, sentì il bisogno di intervenire: “Scusate se mi permetto, ma ritengo più opportuno mandare in campo due piloti con maggiore affinità. Potrei andare io e Naruto o Thomas…”
“Ah no!”- sbottò il pilota dello 03 –“Non sopporto che mi si sottovaluti! Posso farcela tranquillamente! Vero damerino?”
Alexander si strinse nelle spalle: “Ho altra scelta?”
Misato sorrise compiaciuta: “Bene. Vedo che ci siamo capiti. Ora andate a prepararvi, inizieremo tra meno di dieci minuti.”
 
*   *   *
 
Spogliatoi della NERV. Poco dopo.
 
Mike finì di sfilarsi i pantaloni e la canottiera, mentre tirava fuori dall’apposito contenitore sottovuoto la plug suit nera e bianca.
Una tenda divideva il pilota dello 03 da quello dello 04.
Erano rimasti in silenzio per tutto il tragitto e durante la svestizione, in un’ imbarazzante indisposizione.
Il ragazzo dai capelli corvini infilò un piede nella prima gamba di gomma elasticizzata della calzamaglia tecnologica, quando la voce del collega lo richiamò:
“Senti…”- iniziò con difficoltà Alex- “…stavo pensando…”
“Che cosa?!” - lo interruppe prevenuto l’altro – “Che cosa?! Che forse non sono adeguato?! Che ti inibisco?! O magari che ti senti talmente ‘figo’ da farcela anche da solo?!”
Lo spirito orgoglioso del fourth non resse la provocazione e mise da parte i buoni propositi iniziali: “Ma che diavolo…?! E’ così che la vedi?! E dire che volevo solo…ah! Lasciamo perdere! Hai ragione: sei patetico ed inutile! Vedi di non intralciarmi là fuori!”
Mike strinse i denti, furioso: “Io…io…non ti sopporto! Ma chi ti credi
d’essere?!”
Senza nemmeno badare al fatto che fossero entrambi in biancheria intima, strattonò con forza la tenda divisoria e lo guardò in faccia: “Solo perché sei ricco o perché ti vanti tanto dei tuoi risultati attitudinali, ti senti in diritto di giudicare tutti?! Se non te ne fossi accorto anch’io sono qui come te, che ti piaccia o no!”
Il ragazzo dai fluenti capelli nocciola abbandonò l’espressione di superiorità e voltò lo sguardo. Prese dall’armadietto l’interface a forma di auricolare e lo indossò, mentre iniziava a tirar su la tuta.
Mike fece lo stesso, indignato.
Il principe ingoiò un groppo amaro e parlò stentatamente: “Mi spiace…”
“Non ho sentito.”- rispose l’altro, mentendo.
“Ho detto,”- scandì il diciassettenne- “che mi dispiace.”
“Davvero?! Per cosa?”-chiese ironico.
“Perché credo di capire la tua situazione. Devi sentirti molto solo. Anch’io, pur vivendo in mezzo a molte persone, mi sento abbandonato.  Io…”
“Tu non capisci niente!”- glia abbaiò di rimando il moro- “Non dire che mi comprendi, perché non è vero! Nessuno può! “
“Ho detto…”
“Che ti dispiace?! Per il fatto che sono rimasto orfano a dodici anni per le radiazioni di quel fottuto esperimento per quel tuo ancor più fottuto 04?! Avevo una famiglia, degli amici….tutto sparito. In un attimo. Quel ‘Mare di non so come diavolo si chiama’ ha inghiottito tutta la base del Nevada e la deflagrazione si è estesa per decine di kilometri!!”
Le parole uscivano slegate e focose dalle labbra del ragazzo, carico di rancore: “Però, chissà perché, qualche tempo fa è riuscito tutto fuori! A parte la mia famiglia!!”
“Allora è per questo che mi odi?”
“No…io VI odio!  Te, quelli della NERV e gli Angeli! A volte…odio perfino me stesso, per essere sopravvissuto. Nonostante questo, io combatto solo per me! Perché voglio vivere! E tu per cosa?!”
Alex strinse i pugni: “Non lo so…”
“Appunto.”- la parola venne pronunciata con tale disprezzo che si sarebbe detto che l’americano gliel’avesse quasi sputata addosso . Poi, da una tasca dei pantaloni sulla sedia, prese una piccolissima trottola di legno: “Questa…era di Blake, mio fratello maggiore. E’ tutto ciò che mi rimane, dopo averlo visto polverizzarsi davanti ai miei occhi. Lui mi ha sempre difeso…come quelle volte che i compagni mi prendevano in giro. Tutte quelle botte…non c’è nessuno che le abbai mai rese, per me. Solo lui si preoccupava…e ora non c’è più.”
L’altro rimase in attonito silenzio, poi:
“Era bello dove  vivevi?”
Mike sorrise appena, mentre gli occhi gli si inumidivano:
“Sì, bellissimo. In una piccola casa in mezzo allo sperduto Oregon. Una fattoria…modesta. Che profumo di grano e pulito…ancora oggi rivedo mia madre che  falcia il campo a mani tese….mio padre che torna casa con quel trattore scalcinato che tanto mi piaceva…e mio fratello che mi insegna ad accendere un fuoco con un pezzo di legno.”
Il ragazzino si passò una mano sugli occhi, poi riprese: “Le domeniche a messa in quella chiesetta di campagna, tutta bianca, con quel Pastore un po’ grassoccio che mi dava sempre un cioccolatino. La domenica…quel suono di campane e bambini che giocano. Mpf! Ma tu che sai di me, di noi?”
Il collega dovette incassare: “Nulla, hai ragione.”
“Dimmi…”- gli chiese l’altro- “…da te…che suono fa la domenica?”
“Solo un suono di traffico e problemi.”- rispose onesto-“ Gente che fa finta di esserti amica e poi ti pugnala a tradimento, falsi moralismi, formalismi ritoccati ed inutili. Uno schifo, in pratica.”
Mike premette il pulsante sul polso della tuta, facendola finalmente aderire al corpo.
“Siamo già in ritardo.”- disse infine -“ Andiamo a prendere a calci qualche brutto muso!”
Quindi si girò verso il compagno e gli rivolse un inaspettato sorriso, con il pollice rivolto verso l’alto.
Lui fece lo stesso, incoraggiandolo con ironia: “Cerca di non farti ammazzare…”
Senza altro aggiungere, si incamminarono verso le scale per abbandonare la stanza.
Un ultima frase. Alex la pronunciò senza preavviso: “Grazie. Per aver voluto collaborare, prima, anche se infondo l’hai fatto solo per far dimostrare di esserne capace.”
Il fifth non rispose, limitandosi a procedere.
 
*   *   *
 
Campo di battaglia. 45 minuti dopo.
 
Il trasporto via-etere degli Eva era stato completato.
Un veicolo-bobina sostava in mezzo alla strada, allungando l’Ubilical Cable per lo 03.
Enormicontainers  venivano aperti con cautela, rivelando un armamento da fuoco per le Unità.
Lo 04 e lo 03 attendevano inginocchiati su lati diametralmente opposti, a distanza di sicurezza brillava la piramide di luce magnetica, al cui interno iniziava già a scalpitare lievemente l’Angelo. Agganciati agli spallacci, due enormi rettangoli d’acciaio venivano collegati tramite dei tubi a due generatori calamitici.
Una squadra di elicotteri governativi calavano tramite delle corde robuste due lunghe rampe metalliche semi-mobili, posizionandole in acqua, a pochi metri dalla riva.
 
A poche centinaia di metri, era stata allestita la sala operativa d’emergenza della NERV, gremita di troppo personale per uno spazio così angusto.
“Mancano 3 minuti al cedimento della barriera. Rileviamo delle attività motorie nel nemico.”- Maya fece scorrere rapidamente le dita sulla testiera del portatile, analizzando i dati.
“Il materiale bellico è pronto?”- chiese apparentemente rilassata Misato.
“Sì.”- rispose Hyuga- “Le armi sono state trasportate e le rampe direzionale sono in posizione strategica.”
“Anche gli Eva sono stati equipaggiati con gli appositi magneti interni.”- continuò sempre la giovane operatrice - “ Alle Entry Plug sono state apportate le modifiche per lo spinning.”
“Perfetto.”- stabilì la Akagi - “Allora procedete con l’attivazione degli Eva!”
“Tutto il personale bellico di primo grado evacui immediatamente!”- ordinò il Colonnello- “Gli Eva devono avere la massima agevolezza di movimento.”
 
 
I piloti riuscirono a percepire, malgrado la penombra dell’abitacolo, le loro capsule innestarsi lentamente nelle cervici degli automi.
Quando le luci si accesero e le proiezioni psico-grafiche finirono di baluginare sugli schermi a parete dei cilindri metallici, un panorama marino riempì la postazione di guida.
“Eh? Cosa sono questi binari, signorina Katsuragi?”- chiese incuriosito il fourth, indicando degli assi metallici circolari che correvano lungo il rivestimento interno della capsula.
“Sono delle installazioni apportate per questa battaglia.”- spiegò la donna -“Quando eseguirete l’avvitamento, il sedile di guida ruoterà contemporaneamente su quegli assi. Dovrebbe alleviarvi il fastidio da capogiro.”
“Oh, non si affligga per noi.”- Alex si passò spavaldo una mano tra i folti capelli- “Lo finiremo talmente in fretta da che non faremo in tempo ad avere mal di testa.”
Il pochi munti volarono in un soffio: con un movimento difficoltoso, i due corpi dell’Angelo si allontanarono l’uno dall’altra, sfondando la costrizione piramidale.
 
“Ci siamo!”- esclamò il Colonnello in minigonna -“L’obiettivo ha forzato il campo di contenimento: da questo momento si passa a def-con zero: abbattere il bersaglio!”
 
Lo 03, collegò il cavo dell’alimentazione, eseguendo uno scatto laterale.
Lo 04 corse in direzione del primo porto d’armi, attivando con un pugno il meccanismo a scatto delle faretre: la copertura delle armi saltò via, espellendo due Pallet Gun.
L’Eva premette i grilletti, riversando una doppia scarica di proiettili verso il nucleo.
La sub-unità femminile fece scudo con il suo stesso corpo, intervenendo con inaspettata rapidità. I proiettili procurarono una gran quantità di fori sull’ addome del mostro, che rignerò le ferite quasi nel medesimo momento.
“Come diavolo è possibile?!”- imprecò il pilota dell’Unità argentata, gettando via le armi ed eseguendo un ampio balzo all’indietro, evitando così il fendente del nemico.
Lo 03 corse in direzione della prima rampa, spiccando un salto in direzione della sfera rossa, mancata dall’altra Unità.
 
“No! Che cosa fai?!”- lo rimproverò Misato- “Così ti avvicini troppo!”
 
L’Angelo invertì ancora una volta il magnetismo: i corpi bianchi e anoressici vennero ritirati a difesa del nucleo, stritolando nella morsa anche lo 03.
Il pilota si morse un labbro per non urlare, mentre sentiva il torace e la colonna vertebrale comprimersi dolorosamente sotto l’influsso d’attrazione.
 
“L’Eva 03 è stato catturato!”- dichiarò ad alta voce Shigeru Aoba- “Se resta lì dentro non solo rischia gravi danni alla struttura, ma anche le trasmissioni verranno danneggiate dal campo magnetico!”
 
What a idiot!”- sibilò Alex, imbracciando un Positron Rifle da spalla - “Da questa posizione è difficile prendere la mira con esattezza. Non posso fare altro che…”
 
“Stai fermo, c’è il rischio di colpirlo!”- urlò Misato al ragazzo inglese.
 
Lui non la sentì, aprendo un collegamento con il sofferente fifth: “ ‘Crow’! Adesso ascoltami bene: quando sparerò, tu cerca di allontanarti immediatamente!”
“Ti sembra facile?!”
“Sarà meglio per te che lo sia!”
Ciò detto, lo 04 tirò indietro la leva del cannone, sparando un raggio di energia verso il mostro.
Il colpo raggiunse la spalla del corpo virile, sfondandola e sfiorando di striscio lo 03.
Le due unità sincroniche, con un grido acuto, si separarono, rilasciando il robot nero.
Mike tossì dalla fatica, lasciando che la sua gabbia toracica si ridistendesse.
Tuttavia, la grave ferita l torso del mostro si rimarginò con la stessa rapidità di quelle lasciate dai proiettili.
“Eh ma così ci stiamo tutto il giorno!”- borbottò l’americano, incrociando le braccia.
“Dottoressa Akagi!”- fece Winchester con foga- “Possibile che non ci sia modo di ferirli?!”
 
“Il nemico sembra attingere tutta la sua energia dal nucleo principale!”- spiegò lei- “Se non riusciamo a danneggiarlo i corpi continueranno a rigenerarsi all’istante!”
 
Michael, impugnata una semplice pistola, corse nuovamente verso la rampa in acqua, tentando l’avvitamento come da copione: “Sbrigati damerino! Proviamo la tecnica!”
“Cosa? Eh?! Ah…va bene!”- lo 04 tentò goffamente di rimettersi in pari all’Eva nero, ormai già a mezz’aria.
 
“Curve armoniche dei piloti desincronizzate!”- illustrò Maya con apprensione- “Il timing non è quello giusto, non ce la faranno!”
 
Fu una frazione di secondi:
Lo 03, già a diverse decine di metri da terra, azzardò una piroetta, senza contare sul supporto dei repulsori sulle spalle e delle cariche polari.
La Quarta Unità fece appena in tempo a metter piede sulla rampa, per venire poi bloccata dal corpo femmineo.
Il nucleo rosso sfavillò, richiamando a sé il simbionte virile, che si frappose allo 03.
Quest’ultimo non riuscì a frenarsi, andandovi incontro. Tuttavia, prima di venire respinto, spalancò il compartimento segreto dello spallaccio destro, sputando una batteria di aculei affilati, che trapassarono completamente il volto nemico.
Monos, emettendo un suono rauco sotto la maschera stilizzata, portò le mani alla testa, sferrando un poderosa calcio allo sterno del robot.  Prima di ricadere, Mike strinse gli occhi e sparò un colpo alla cieca.
Il proiettile oltrepassò il suo aggressore, schivò per un pelo il nucleo e colpì la schiena della pseudo-donna, lasciandole un largo foro.
“Oggetti estranei all’organismo impediscono la rigenerazione del corpo? Allora…ho capito!”- Alex, trionfante, sradicò letteralmente un albero dal suolo, inserendolo nel busto del nemico, poco prima che la ferita si rimarginasse- “Un metodo poco ortodosso ma efficace!”
 
Infine, i due mostri ricaddero al suolo, gementi e senza possibilità di auto-rigenerazione.
 
“Fantastico!”- esultò Misato alla postazione-  “L’Angelo possedeva un punto debole nascosto! Sono riusciti a trovarlo!”
“Non possiamo perdere altro tempo!”- ordinò Ritsuko- “Ragazzi ora eseguire la manovra finale!”
 
“Roger!”- confermarono all’unisono.
Lo 03 scollegò l’Umbilical Cable -il timer iniziò a battere i cinque minuti d’autonomia restante- procedendo nuovamente verso la fatidica rampa di slancio.
Lo 04, forte del suo inesauribile Super Solenoide, tentò un seconda manovra.
 
“Le corde armoniche dei piloti si stanno unendo!- dichiarò Ibuki -“L’armonia è perfetta al 98,9%!”
“Non è sufficiente…”- mormorò la Akagi -“… dovranno fare di meglio durante l’attacco.”
 
Gli Eva corsero innanzitutto in direzioni opposte, allungando il più possibile il percorso in linea retta per raggiungere le rampe, raggiungendo così il giusto sprint.
 Lo 04 inchiodò in curva, facendo perno su un ginocchio a terra, mentre con la gamba sinistra spazzò un grande arco, radendo al suolo alberi e piccoli padiglioni nelle aree boschive.
L’Unità americana procedeva a grandi falcate, sollevando enormi spruzzi d’acqua e sabbia, distruggendo interi stabilimenti balneari.
“Adesso!”- annunciò l’inglese.
I supporti laterali delle spalle rivelarono sei piccoli repulsori, aumentando la carica della forza sufficiente. Le batterie genera-polarità iniziarono a sfrigolare, generando un polo positivo ed uno negativo per ciascuna Unità.
Raggiunte le rampe, con un slancio portato avanti con l’intero busto, i due Evangelion saltarono simultaneamente.
Mike strinse più forte le leve del suo sedile:
Blake, fratello mio, non abbandonarmi proprio ora!
 
I campi di fase magnetica dei mecha si fusero allo sviluppo incentrico degli A.T.Field, annullando quello avversario.
I robot incrociarono polsi e caviglie, sfruttando la megnetascesa -accentuata dai piccoli ma funzionali reattori posizionali-  iniziando a roteare sul loro asse a velocità sovrumana.
 
“Tasso reciproco di sincronia dei children: 99,9%!”- Makoto lesse con eccitazione i dati del monitor.
Allora…possono farcela! – pensò Misato, rivolgendo al video dei piccoli soldati un sorriso materno.
 
Go on!!”- urlò Alex, caricandosi.
Intorno ai due giganti metallici, ora ridotti ad un’indistinta macchia rototraslante , si formò un alone nebuloso simile ad un tornado.
The Final Blow!!”- Mike spinse in avanti le leve, mentre il suo sedile roteava freneticamente lungo gli assi ad hoc dell’abitacolo, dando l’impressione di essere effettivamente fermi.
I due cicloni artificiali centrarono simultaneamente il nucleo gigante, incrociandosi, sospingendolo con continui colpi serrati sempre più in alto, verso il cielo.
Il campo magnetico si fece più forte.
I due attivarono all’unisono il comando a sblocco vocale: “Magneto-centrifugal A.T.Field development! Coded name: ABSOLUTE OVERBLADE!!!!!”
Il nucleo era ormai costretto tra due trivelle ad aria compressa, il cui contato generava campi magnetici rilascianti scariche bluastre e rosse, spezzandone frammenti e riducendolo.
 
D’un tratto, la Akagi esclamò con afflizione: “L’autonomia dello 03 è sul punto di esaurirsi.  Il suo spin timing si sta allentando! Così la forza centrifuga non sarà sufficientemente forte!”
Il campo di forza iniziò a cedere, lasciando più spazio allo sviluppo locale dell campo anti-intrusione nemico.
Le due sub-unità del mostro, benché ferite, iniziarono a levitare verso il nucleo.
 
“Oh no! Non ho più carica!”- Mike si sentì perduto - “Non posso ceder proprio ora!”
Poi, due braccia affiorarono dal tornado-centrifugo dello 04, afferrando direttamente le spalle dello 03.
“Avanti!”- Alex lo stava trascinando con lui, sfruttando la sua stessa accelerazione- “Lo sapevo che combinavi guai! Ora…però…cerca di resistere…ti darò…una mano!”
Il campo si fece nuovamente più vigoroso, facendo collassare quello dell’Angelo: i due corpi bianchi ricaddero al suolo, il vortice generato dallo 03 si intensificò.
 
“Guardate!”- indicò Hyuga –“La forza di trazione cinetica…si è unita a quella magneto-centrifuga!”
“Quindi otteniamo…una forza gravito-magnetica?! Un centro di gravità variabile!”- boccheggiò la dott.ssa, incredula –“Proprio come dicevi tu, Misato!”
La donna fissò la scena: “Stanno creando…una supergravità!”
 
“AAAAAAAAAAHAAAAAAAA!!!!!!!!!!”- in un ultimo, estremo sforzo, le onde marine iniziarono a sollevarsi, annodandosi nei giganteschi vortici dei giganti: due immense trombe d’acqua orizzontali.
Il nucleo si ridusse ad un cubo microscopico,.
L’autonomia dello 03 terminò, facendo collassare l’involucro d’acqua, aria e magnetismo in un’ondata che travolse la zona costiera.
Lo 04 si bloccò forzatamente, aggiungendo danno al danno.
Il piccolo cubo rosso si incrinò, per poi spezzarsi in due.
Dai corpi esanimi degli Amanti e dall’unico cuore pulsante, ormai spezzato, si levarono tre alte torri di luce crociforme, spazzando nuvole e sabbia.
 
“Ci sono riusciti…”- Maya non trovò niente di meglio da dire.
“Le trasmissioni con lo 03 si sono chiuse. Quelle dello 04 sono state spente dal pilota. Bersaglio eliminato: situazione risolta.”- dichiarò Aoba, senza nemmeno essere sicuro delle sue parole.
Misato cercò il suo crocifisso, ma non lo trovò: lo aveva affidato a  Toji giorni addietro.
 
 
Nell’aria ancora carica di gravitoni instabili, lo 04 giaceva inginocchio sulla rena.
Gli spallacci erano andati, i guanti di gomma lacerati a lasciare scoperta la carne nuda e chiara dell’Eva, il cranio fumante per l’attrito contro il nucleo.
Tra le sue braccia, lo 03, nelle stesse condizioni.
Crow, nel buoi del suo abitacolo, sentì i sensi abbandonarlo, lasciandolo cadere in un sonno profondo.
Il fourth, lasciando da parte la superbia fissò con pacatezza il viso dell’amico dormiente.
Parlò sottovoce, più con apprensione e affetto che con rammarico:
“Certo che tu…sei proprio stupido.” 

 

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Capitolo 19
*** Episodio 18:Silenzio e poi…/Con rabbia. ***


Angolino dei commenti
 

dubious3: sapere che ti è piaciuto il cap. mi solleva! Temevo di averlo troppo cervellotico-fisico! Meno male che si è capito comunque! Solo una cosa: non ho molto chiaro la tua idea di ‘carina’ riferita a Mike e Alex….doveva essere una cosa triste! O.O. Anyway…i misteri ora iniziano a svelarsi ed infittirsi allo stesso tempo! Leggi…leggi….Gendo &co hanno parecchi assi nella manica! Nota di servizio: l'html per i codici URL oggi non funziona bene, quindi dovrete cercare il link nella barra di ricerca del votro motore di ricerca. Chiedo venia...
 
Ancora una volta, dopo interminabili attese(non ce la faccio proprio a sbrigarmi), vai col nuovo capitolo(inserto song-fic): l’emozione continua!

 
 
Silenzio e poi…/Con rabbia.
 
Martedì 20 Gennaio. Luogo imprecisato. Ora ignota.
 
Un cono di luce si accese al centro della sala completamente buia, i cui confini si perdevano nella penombra.
L’uomo ritto in piedi ne fu investito, ma non si scompose, restando perfettamente immoto.
Una quindicina di schermografie nere dagli inquietanti emblemi esoterici scarlatti vennero proiettate intorno la sagoma stante, creando una circonferenza perfetta.
Con voce profonda, la prima SEELE-SOUND ONLY aprì il dialogo:
“Ispettore Speciale Makinami, credo lei sappia perché si trova qui.”
Il giovane uomo, di non più di ventisette anni, rispose impassibile, impedendo perfino ai lunghi capelli neri e setosi di ondeggiare:
“Signorsì. Sono a conoscenza delle disposizioni.”
Estrasse un tabulato da sotto la giacca nera a doppio petto, leggendo lo scritto: “Secondo l’articolo 532-comma 3 dello Statuto Magistrale delle Nazioni Unite, la SEELE-in quanto sovrintendente dell’Agenzia Speciale NERV- gode di completa disponibilità finanziaria ed agevolezza.
Premesso ciò, le ordinanze sono  riportate in quanto segue:
è data facoltà alla ripresa della ricerca a scopi bellici denominata come ‘Progetto E’, tale ordinanza deve essere approvata dal Membro Britannico Wilkinson e dal Membro Russo Zakarovski;
è data facoltà di perseguire gli sviluppi nell’area 000-Artide denominata come Betthany Base, con particolare riferimento alla dissezione autorizzata sul reperto organico rinvenuto una settimana esatta fa;
è data inoltre facoltà al sottoscritto Teru Illustrious Makinami, Ispettore Speciale sotto la diretta selezione della SEELE britannica, di fare rapporto tramite mandato ufficiale sugli attuali movimenti della filiale Italo-Giapponese, sotto il controllo del Comandante Gendo Ikari, membro ad-honorem della SEELE.E’ tutto.”- concluse infine.
“Puntuale come sempre, Makinami. Me ne compiaccio."- si complimentò la numero 08 -“Ovviamente, come Membro Russo, dò il mio consenso.”
Si fece avanti la 05: “In quanto Membro Britannico, slegato dall’autorevolezza di Sua Maestà la Regina, è mio dovere finanziare l’assemblaggio dell’Unità 05 sotto la produzione russa. Approvo.”
“Perfetto.”- continuò morbidamente il giovane ispettore, calcandosi con l’indice gli occhiali sottili sul naso -“Riferirò i vostri assensi. Se non sbaglio, l’Eva 05 è già ultimato per metà. Con le dovute spese i lavori procederanno più rapidamente. Inoltre…”
“Disponiamo finalmente di un esemplare di Angelo in perfetto stato di conservazione.”- terminò al suo posto la SEELE 02.
“Il ritrovamento dell’Angelo Vasher-Iah, immobilizzato nel permagelo, ci garantirà avanzati studi per la costruzione degli Eva di prossima generazione. L’Unità 04 non è che l’inizio, possiamo migliorare.”- aggiunse la 03.
 “Ispettore Makinami, è suo preciso compito recarsi direttamente alla Base Betania.  Dista una centinaio di kilometri da qui. Faccia rapporto di tutto ciò che accadrà.”- gli impartì la numero 06.
“Come desidera.”
“La supremazia degli umani, i Lilim, sugli shiito, gli Angeli, porrà finalmente fine al mondo corrotto e governato dalla caotica realtà umana.”- asserì profetico l’uomo dietro la SEELE 01-“Qui dove ci troviamo, a Nuova Karnak, nello sperduto ed incontaminato Polo Nord, sarà dove Dio troverà il suo profeta più puro. Tutti gli ingranaggi ruotano lentamente a loro posto: manca poco. SEELE: IL TRONO DELL’ANIMA!”
L’epiteto galvanizzante pose fine al discorso.
Il giovane uomo si passò una mano tra i fluenti capelli neri, dirigendosi verso una piccola porta illuminata dalla luce al neon.
Uscito dalla sala conferenze, si ritrovò in un corridoio metallico.
Un uomo armato ed in divisa militare accanto alla porta blindata gli si rivolse in tono sarcastico: “Si copra bene, Teru. Sa com’è: qui fa freddo.”
Con un sogghigno appena accennato, il giovane rispose più per dovere che per cortesia: “Ma certo.”
Indossò il pesante cappotto anti-vento e si incamminò verso l’uscita.
 
*   *   *
 
Stesso giorno. Appartamento del first children(settimo piano). Ore 22:30 A.M. Neo-R2.
 
 
Lui sedeva silentemente sullo sgabello posto al centro del monolocale spoglio di qualsiasi decorazione. Le fredde pareti di nudo cemento riflettevano il pallore del plenilunio.
Su un  piccolo tavolo era accatastata una pila ordinata di libri scolastici.
Un piano cottura nell’angolo della stanza.
Un armadio bianco.
Un letto rifatto.
Solo pochi oggetti potevano essere annoverati come ‘superflui’ o ‘decorativi’, da un punto di vista strettamente legato alla sopravvivenza stessa: una tastiera ed un violino con leggio, oltre che ad una leggera cartellina di plastica zeppa di disegni e scritti eseguiti a mano.
Rigidamente composto sulla sedia, il ragazzo - la cui insolente striatura, in quel mare di capelli corvini, risaltava vistosa- fissava muto un punto nel vuoto.
Le sue iridi di cobalto, lumeggiate da un audace raggio di luna, rilucettero di un’inquietante nuance scarlatta.
Strinse un pugno sul ginocchio:
 
In questo luogo desolato…tutto ciò che mi resta è ‘lei’. Ho bisogno di salire ancora una volta a bordo dell’Eva, sento che ne potrei morire altrimenti, nonostante lo tema con tutto me stesso.
Morte…la parola che indica la fine, la parola che le voci mi sussurrano nei loro richiami, la parola di cui nessuno conosce il seguito.
L’interno dell’Eva: l’interno del mio ego, l’involucro della mia anima, il ‘loro’ cuore. Forse desidero quel luogo, perché me ne sono distaccato. Non ho ricordi della mia infanzia, eppure sento che vi appartenevo.
Sento di appartenere ad un’altra verità, che prescinde l’Universo. Posso sentire il mio corpo fragile e caduco e tutto questo mondo invocare giustizia, anelando alla bellezza di un primigenio mondo di perfezione.
Sento le nostre anime incarnate gridare di voler ritornare all’Iperuranio, di fondersi nuovamente in un solo Essere, dove potrò incontrare di nuovo ‘tutti loro.’
 
Rimase a lungo in silenzio, per poi alzarsi dalla sedia di ferro battuto.
Si avvicinò alla tastiera, impostando diverse funzioni acustiche.
Poi suonò, finché il sonno non sopraggiunse.
http://www.youtube.com/watch?v=Q3M8s5NGeS4&feature=player_detailpage;
 
*   *   *
 
Mercoledì 21 Gennaio. Ore 8:15 P.M. Istituto Scolastico Internazionale Marduk.
 
La lezione di Inglese procedeva lenta e noiosa già dopo i primi minuti, ma agli occhi del giovane Naruto quell’ora non poteva giustificare l’apatia del suo timido compagno di banco.
Con un leggero colpetto del gomito, tentò di ridestare il ragazzo dall’indolente fissità: “Cris! Ehi, Cris! Ma che hai oggi? Non hai neanche tirato fuori l’astuccio! Va bene che l’ottimismo non è il tuo forte, ma almeno sforzati di tirar fuori un’espressione che non sia peggiore delle solite!”
L’altro sollevò appena il capo, fissandolo oltre un ciuffo di capelli con i suoi occhi cangianti: “Ti prego, non oggi Naruto. Mi sento  solamente stanco…”
L’amico lo squadrò dubbioso, storcendo la bocca da un lato: “Ragazzi, che occhiaie! Sei sicuro di sentirti solo stanco? Ore piccole?”
Gli rispose con un mugolìo, affossando la faccia tra le braccia: “Sì…ieri sera non prendevo…ecco…sonno. Ho studiato fino a tardi, per passare tempo.”- rispose, ovviamente mentendo.
“Se lo dici tu…”- fece a bassa voce Naruto, sempre meno convinto.
“Allora! Fate silenzio voi due!”- li rimproverò la professoressa.
“Ci scusi…”- incassò il biondo, chinando il capo.
Cris, invece, sembrava aver perso il suo garbo abituale: “Ma sta’ zitta…”
“Hino!”- tuonò la donna conficcando il gessetto sulla cattedra- “Mi meraviglio di te! Che modi!”
Continuò ad abbaiargli lamentele di ogni sorta, mentre il sedicenne continuava con imperterrita superiorità a sbadigliare, lasciando - come lui stesso pensò- sfogare quella pazza isterica zitella.
Thomas dall’altro capo della classe era a bocca aperta, indeciso tra il ridere o lo sconcerto.
Ginevra sbatté gli occhi confusa, rivolgendo un’occhiata preoccupata a Naruto, il quale, dal canto suo, si mise una mano sugli occhi, sospirando rassegnato.
 
 
 
*   *   *
 
Giorno seguente (giovedì 22 Gennaio). Stesso Istituto. Ore 13:45.
 
La serie quotidiana di lezioni era appena terminata. Decine di studenti affollavano i corridoi, diretti verso l’androne principale per ritornare alle loro case.
Naruto si caricò sulle spalle lo zaino blu stracolmo di libri, concedendo un’occhiata apprensiva al banco vuoto accanto al suo.
Thomas lo sorpassò trafelato: “Ci vediamo più tardi a casa, ora scappo: devo fare dei giri! A dopo!”
L’amico non ebbe tempo di rispondergli  che sparì dietro la porta della classe.
Ginevra,  imbracciata la tracolla bianca e aggiustatasi i setosi capelli biondissimi con una forcella, si fece vicina al second.
“Ciao.”- lo salutò cordialmente lei.
“C-ciao…”- balbettò lui, sempre in difficoltà.
“Scusami, oggi non ho nemmeno avuto il tempo di salutarti.”
“Prego, figurati…”- deglutì, arrossendo.
“Senti, volevo chiederti se sai che fine ha fatto Hino. Oggi è di nuovo assente e mi aveva detto che avremmo dovuto provare assieme.”
“A-assieme?”- le chiese con un pizzico di invidia.
“Ma sì, certo. Lui al violino ed io al piano.”
“Ah!”- si riprese d’un tratto Naruto - “ ‘Insieme’ in quel senso!”
“Certo!”- ribatté lei, quasi stranita- “Che credevi?! Naruto, tu mi sembri ogni giorno più strano!”
“Scusa…”- il ragazzo chinò il capo in segno sopportazione.
Almeno mi ha chiamato per nome…-pensò dentro di sé.
“Ad ogni modo.”- riprese la ragazza- “Se dovessi sentire Hino, digli che io sono libera quando vuole. Ho bisogno di lui per perfezionare quel pezzo.”
“D’accordo.”
“Adesso, scusa, ma temo di dover andare anch’io. Ci vediamo domani, e grazie in anticipo per la cortesia!”
Ciò detto, Ginevra girò sui tacchi e si affrettò ad uscire, lasciandolo solo.
Naruto si resse la testa con la mano destra: Sì…sì…tanto sono sempre io quello che ci rimette! – poi inveì arrendevole ad alta voce: “Aaah, al diavolo anche Cris! Possibile che quello debba sempre darmi grattacapi!”
Poi allungò lo sguardo oltre i vetri semi-appannati delle finestre dell’aula, corrugando la fronte: “Sì, però…dove sarà adesso?”
 
*   *   *
 
Ufficio del Comandante Ikari. Settore 0 (decimo nervo cranico). Stessa Ora. NERV.
 
L’immensa sala era efficacemente illuminata dai finestroni rettangolari che occupavano i tre quarti del locale. Tanto il soffitto quanto il pavimento erano dipinti con tonalità brune, solcati da ampi diagrammi e schemi dell’Albero della Vita.
Solo una piccola scrivania nera era posta in fondo alla stanza; su di essa poggiavano due gomiti di un uomo il cui volto era semi-coperto dalla postura delle sue dure mani guantate.
Fuyutsuki era ritto compostamente dietro il suo Comandante.
“Cristoforo,”- parlò profondamente quest’ultimo, riferendosi al ragazzo sulla soglia della piccola porta nell’unico angolo in penombra- “la tua attesa è conclusa. Sai che dovrai presto salire ancora a bordo dell’Eva?”
“Sì, lo so.”- rispose lui, secco.
“Però leggo nei tuoi occhi un rifiuto. Ti turba qualcosa?”- gli chiese l’uomo dai capelli neri e folti.
“Nossignore.”
“La tua presenza è vitale. Senza di te, l’intera squadra dei children non avrebbe senso.”
“Comprendo. Nonostante ciò, i miei desideri vanno contro i vostri, evidentemente. Ma anche questo non ha importanza…non credo d’avere altra possibilità.”
Fuyutsuki si chinò verso l’orecchio di Ikari, sussurrando: “Parla di ‘desideri’…siamo davvero riusciti a trovare Quello del Libero Arbitrio?”
L’uomo non ripose, rivolgendosi ancora al giovane: “Per quale motivo ti ostini nel cercare una realtà diversa? Non ti è ancora chiaro il tuo posto? Lo 00 può essere esclusivamente pilotato da te, e tu puoi solamente attenerti a quanto deciso. Tu non sei che…”
“Una bambola, secondo voi.”- finì il ragazzo, con un velo di mestizia nella voce.
Gendo sentì avvamparsi, alzandosi di scatto: “Osi parlare come lei?!”
“Io NON sono lei.”- rispose, tentando di mantenere il controllo delle sue parole.
“Certo che no!”- tuonò il comandante della NERV- “Lei non appartiene più a questo modo di intendere la realtà. Lei ora vive solo nel semi-dio, in attesa del Risveglio!! Quel tuo incidente a bordo dello 00 è solo segno della tua incompletezza e subordinazione! Tu servi e basta!”
“IO NON SONO UNA BAMBOLA!!”- gridò il ragazzo, per poi continuare con tono innaturalmente più pacato- “Dimentica forse, Comandante, che io sono lei…ma anche lui? Nonostante questo io non sono né l’uno né l’altra. Io mantengo il mio ego.”- replicò Cris, vibrando la voce di una malizia che non passò indifferente all’interlocutore.
“Tu non sei altro che apparenza!!”- Ikari batté furiosamente un pugno sulla scrivania d’acciaio nero.
“Se fossi tale, non avrei coscienza. Se non ne avessi, allora non vi servirei più a nulla.”- fece notare il ragazzino con cinico acume.
“Tu…!”- l’uomo dai guanti immacolati dovette incassare, mordendosi un labbro e risedendosi al suo posto.
“Ikari, forse è meglio concludere il colloquio.”- consigliò il collega più anziano.
“Sì, Fuyutsuki…ma questo non cambierà i fatti.”- poi rivolse l’attenzione nuovamente sul giovane interlocutore- “Ora va’! Se oserai tornare sui tuoi passi sarai punito. Ricorda che non c’è modo in cui tu possa cambiare il corso predestinato degli eventi.”
“Non si preoccupi, Comandante.”- lo rassicurò con sottile ironia- “Non è nel mio intento rovinare le sue manìe depravate o la sua bramosìa ed egoismo. Tuttavia…lei ricordi: chi sputa verso Dio vedrà il suo sputo ricadergli addosso. Non creda di essere nel giusto, rispetto alla SEELE. La giustizia è una pioggia acida che colpisce tutti. Addio.”
Il ragazzo voltò addietro la testa ed uscì dalla sala.
Gendo serrò le palpebre: “Rei…perché mi resisti? Perché non vuoi tornare?’”
“Forse ha ragione lui.”- intervenne cautamente Kozo- “Temo tu ti stia lasciando trasportare dai desideri personali.  Sai bene che la ragazza non è l’unica metà del suo essere. E anche se lei tornasse, non riuscirebbe a far vivere in te Yui. Lei ormai è troppo distante da noi: ci attende in un mondo migliore.”
Il Vicecomandante aveva toccato un tasto dolente; Ikari si calcò gli occhiali sul naso, abbassando lo sguardo: “Lo so. Dopotutto…è per questo che abbiamo scelto quel ragazzino. Il tempo sta rapidamente scadendo…la mezzanotte del Mondo sta per scoccare. E’ questione di giorni…forse ore. Tutto dipenderà da loro: saranno le loro scelte e i loro desideri a cambiare le sorti. Il Silenzio si spezzerà…oggi.”
 
*   *   *
 
Central Dogma. Mezz’ora dopo.
 
Gli schermi laterali del ponte di comando si riempirono di esagoni rossi, accompagnati da una sirena d’allarme.
Il monitor gigante principale riprodusse la ripresa –effettuata dalla stratosfera terrestre- di un assalto diretto verso un oggetto bianco di forma allungata.
Senza distogliere lo sguardo dalla sua postazione, Hyuga riferì ad alta voce: “Oggetto estraneo rilevato nella Mesosfera Terzo Cielo. Obiettivo identificato come l’Angelo Shateiel.”
La ripresa aereo-spaziale mostrò i satelliti NERV rilasciare una moltitudine di granate N2 contro il bersaglio, esplodendo prima dell’urto.
Il Colonnello Katsuragi era ritta a braccia conserte dietro il giovane uomo: “Quali sono le caratteristiche del nemico?”
“Dai dati rilevati l’Angelo si muove come una massa concentrata di A.T.Field.”- rispose Aoba.
“Tuttavia,”- continuò Ibuki - “non è possibile stabilire con certezza né lo spazio di fase, né il suo livello di elevazione Sephiroth.”
“Il MAGI Casper segnala che la struttura dell’Angelo cambia costantemente.”
Balthasar sostiene che la struttura è stabile, ma non riusciamo ad individuare un’equazione  circostanziale logica.”
Melchior riscontra incongruenze nell’analisi dell’A.T.Field. Le tesi sono in contraddizione: i MAGI si astengono dal formulare una soluzione.”
“Cosa?! Si astengono?!”- chiese un’esterrefatta Ritsuko.
Misato fissò il mostro: si presentava come un’oggetto pseudo-litico oblungo. Nella porzione inferiore rilucevano due piccoli occhi rossi, in mezzo un naso scolpito appena abbozzato. La testa di pietra era cinta da quattro aculei bianchi, a mo’ di corona di spine. Lungo la superficie dell’Angelo correva una linea rossa; sulla sommità della pietra era sito un occhio organico azzurro.
La Katsuragi aggrottò la fronte: “Un A.T.Field così potente…da indurre in conflitto il MAGI System? Che razza di mostro è mai questo?”
Improvvisamente, l’Angelo in video iniziò a precipitare verso il basso, in direzione della Terra.
“Colonnello Katsuragi!”- esclamò il ragazzo con gli occhiali - “L’Angelo ha cambiato modus operandi! Si dirige rapidamente verso la superficie terrestre!”
“80 kilometri quadrati è il diametro del cratere generato dall’impatto!”- disse Maya, leggendo i dati in sovrimpressione- “L’intera città di Roma verrebbe spazzata via e noi resteremo scoperti!”
“In pratica, vuole bombardarci con il suo stesso corpo?”- riflettè la dott.ssa bionda.
“Un attacco kamikaze…esattamente come Sahaquiel.”- notò Misato, aggiungendo poi sarcastica- “Questi Angeli Maggiori cominciano ad essere ripetitivi. Specie ora che disponiamo di cinque Unità Eva, non dovrebbe essere un problema intercettarlo ed annientarlo.”
“No.”- la corresse la collega- “Personalmente dubito che abbia intenzione di attarci secondo la stessa modalità del suo predecessore. Dev’esserci qualcos’altro…”
Il telefono della scrivania del Colonnello squillò. La donna rispose con foga: “Qui Katsuragi!”
“Misato, sono Leon.”- rispose l’interlocutore- “Sono stato informato della situazione: passo a prelevare i ragazzi.”
“Perfetto.”
“Quanto tempo ci resta?”
La giovane ufficiale in gonnella contemplò per un’istante con apprensione i calcoli proiettati in holo:
“Più o meno…un’ora e mezza.”
 
*   *   *
 
Gabbia n.1. Poco dopo.
 
Cris si calcò il diadema di interfaccia sulla nuca, facendo emergere dalla capigliature le due piccole ‘orecchie’ d’acciaio.
Difronte ai suoi occhi, lo fissava muto ed inquietante l’enorme volto del suo Eva.
Il pilota rimase in silenzio, osservando i meccanici affaccendarsi sul torso dell’automa, contenuto nell’alto cilindro di vetro.
Un rumore di passi sulla passerella  metallica fece voltare Cris: Naruto, fasciato nella sua plug suit arancio-nera, si stava facendo prossimo.
Il ragazzo biondo gli si accostò, sul volto un’espressione di serenità forzata: “Ehi, ma sei già qui tu?”
“Sì.”- rispose semplicemente il first.
“Perché oggi non sei venuto a scuola? Credevo stessi male.”
“Non mi sentivo in forma. Però devo farmi forza, visto che dobbiamo combattere!”- Cris rispose stentando un sorriso rilassato assai poco convincente.
Naruto squadrò la testa metallica blu davanti ai due, spostando poi lo sguardo sullo 01 nel cilindro accanto.
Il ragazzo impose le mani sui fianchi e rifletté ad alta voce: “Già, combattere…ormai sono più di tre mesi che non tocchiamo questi cosi. Speravo avessimo finito.”
“No…c’è ancora molto.”- mormorò Cris.
Come al solito, l’amico intuì che il sedicenne doveva saperne qualcosa in più, ma decise di confessare qualcosa a cui teneva di più: “Te l’ho già detto, Cris: non voglio che tu salga a bordo dell’Eva. Non dopo quello è successo l’ultima volta.”
“Io…non ho scelta. E poi…con che coraggio potrei guardarmi allo specchio, sapendo che voi siete là fuori ed io con le mani in mano.”
“Tu non devi preoccuparti per noi!”- Naruto lo afferrò per le spalle, lo sguardo di bambino scomparso per far posto a due occhi decisi come un colpo di spada- “Siamo comunque in quattro: possiamo farcela! Tu…non devi per forza…”
“Adesso basta.”- Cris si sgrullò dalle spalle le mano dell’amico- “Ti ho detto che è anche compito mio. Salirò a bordo, come sempre. Ora va’ anche tu, gli addetti avranno già finito di preparare lo 01.”
Il giovane non rivolse ulteriore attenzione: si arrampicò sul collo del suo Eva.
“Cris!”- lo fermò Naruto.
Il ragazzo dalla sottile linea di capelli blu, si voltò appena.
L’amico fece per dire qualcos’altro, ma si bloccò: “No…niente.”
Cis lo ignorò: entro nella sua Entry Plug, il quale portellone si chiuse con uno scatto, lasciandolo al buio.”
 
*   *   *
Central Dogma.
 
Il Comandante Ikari, dall’alto della sua postazione, ordinò:
“Il nemico si dirige rapidamente verso il Quartier Generale. Tutti gli ufficiali bellici di primo grado alle postazioni prestabilite. Convergenza immediata degli squadroni anti-aerei nelle coordinate di calcolo.”
“Signorsì!”- rispose marziale Misato.
Ritsuko si rivolse agli operatori secondo la formula ufficiale: “Preparare le Unità Eva alla sincronizzazione. Tuning agevolato per gli Eva 00, 01 e 02: non possiamo permetterci che i piloti avvertano difficoltà alla guida, dopo tutto questo tempo. Avviare ance check generale per tutte le Unità.”
“Sincronizzazione avvenuta per tutti i children!”- confermò Maya- “Unità da combattimento riparate tutte al 100%!”
“Come prosegue la discesa del nemico?”-chiese Misato.
“Attualmente sta precipitando alla velocità di 300 km/h!”- illustrò Makoto- “La struttura dell’A.T.Field si mantiene costante!”
“Molto bene.”- decise la Katsuragi- “Mobilitazione di tutti gli Evangelion. Unità 00 in zona 12-8; 01 in 23-0; 02 in 5-2; 03 e 04 in 10-4.”
“I tracciati sono ALL GREEN!”
“Allora…LANCIARE!!”
 
Un impulso elettrico venne trasmesso attraverso le  barre di metallo degli elevatori; gli Evangelion vennero schizzati ad alta velocità oltre le gabbie cilindriche, lungo i percorsi automatizzati.
I piloti assunsero, all’interno dei loro abitacoli, atteggiamenti differenti:
Thomas tamburellava con le dita sulla cloche; Naruto restava composto sul sedile, tentando di restare lucido; Alexander sospirava con noncurante rassegnazione e noia; Mike appariva essere a suo agio, ascoltando della musica dall’mp4 furtivamente introdotto nella capsula; Cris respirò affondo, ma un’idea- come un morbo o un parassita latente- si stava facendo strada nella sua mente...irrigidendogli ogni muscolo.
 
L’Angelo continuava a precipitare. Raggiunti i cinque kilometri dal suolo, un primo squadrone di bombardieri accerchiò il nemico, sganciando un gruppo di mine NN contro l’obiettivo.
Il mostro rallentò appena: con un sibilo impercettibile (aumentato fino a raggiungere le proporzioni di un grido assordante), l’Angelo provocò un’onda sonora che allontanò e fece implodere le bombe non-nucleari direttamente sopra i velivoli militari.
Shateiel accelerò fino a raggiungere la velocità iniziale, riprendendo la discesa libera.
 
Due palazzi-condotti si aprirono tra le strutture civili –già in ritiro verso il Geofront-  rivelando l’Eva 00 e lo 04. I restanti robot vennero espulsi da botole meccanizzate nel suolo.
 
“Evangelion in posizione!”- confermò Aoba.
“Ragazzi, sui vostri monitor è triangolato il punto di impatto del nemico. Iniziate l’operazione: il vostro compito, per il momento, è di intercettarlo ed afferrarlo in caduta!”- Misato comunicava ad alta voce, una piccola goccia di sudore le imperlava la fronte.
“Che coooosa?!”-balbettò Mike- “Lo prendo…al volo?!”
“Questo è solo il piano provvisorio.”- spiegò Ritsuko- “Siamo dell’idea che cambierà atteggiamento appena raggiunto il punto di  non-ritorno.”
 
“Beh, ai ‘Piani B’ ci pensiamo dopo, eh!”-concluse sbrigativo il tedesco- “Era da un po’ che non toccavo il mio 02: diamoci sotto, ora!”
“Ma sì…let’s end it now.”- il britannico si stirò le braccia, annoiato- “…ho un’agenda piena e non voglio far tardi.”
 
“Questa sarà la vostra prima missione in cooperativa: cercate di non esagerare e restate uniti.”- li remunerò Misato- “Posso solo dirvi: fatevi valere!”
Naruto rivolse un’occhiata apprensiva verso il piccolo video del suo primo compagno: Cris lasciava chiusi i suoi occhi, in calma concentrazione.
Il second strinse i pugni:
Così…alla fine sono di nuovo salito a bordo. Ma stavolta…non sono solo. Ci sono altri quattro ragazzi come me a rischiare la vita a su questi trabiccoli infernali.
Naruto si morse un labbro, fissando ancora il pilota dello 00.
Però…è lui che mi preoccupa. Quell’incidente…stavo per ucciderlo…con queste mani! Eppure, ha deciso di obbedire agli ordini, ancora. Vorrei sapere co…
I pensieri furono dall’ordine della Katsuragi: “Ancora 3 kilometri all’impatto! Adesso!”
 
Il segnale d’avvio incitò immediatamente i children: i cavi dell’alimentazione si scollegarono; con uno scatto atletico, le Unità partirono all’unisono, seguendo i tracciati privilegiati impressi sui monitor degli abitacoli.
Tutte tranne…la numero 00.
Immobile, rigido, paralizzato, il gigante blu rimase ancorato ai suoi sostegni all’interno del palazzo-ascensore.
 
Maya esclamò con una vena di ansietà nella voce: “Corde armoniche del first children desincronizzate! L’Eva 00 non è in grado di muoversi!”
“Cris, che succede?”- chiese Misato.
 
Il ragazzo serrava le dita attorno le leve di accensione, stringendo le ginocchia e avvicinando il torso tremante ad esse. Il ragazzo ripose con voce rotta dallo sforzo: “Non lo so! Non si muove! Non vuole muoversi!”
 
Contemporaneamente, i colleghi procedevano in corsa verso il loro obiettivo: lo 03 saettava tra i palazzi; lo 01 evitava ostacoli e tralicci con ampi balzi; lo 02 affondò un piede nel largo canale del Tevere, sollevando una gran quantità d’acqua, per poi oltrepassare un intero isolato con un salto; lo 04 prediligeva il percorso costituito dalla strada sopraelevata, sollevata dal Geofront. Image and video hosting by TinyPic
“Livello di tossicità mentale oltre la media!”- la voce di Hyuga vibrò di inquietudine- “Di questo passo il pilota potrebbe perdere il controllo dell’Eva!”
“Cris,”- Ritsuko tentò di tranquillizzare il ragazzino- “non c’è nulla che non vada. Non è certo la prima battaglia che affronti. Cerca di concentrarti come al solito!”
 
Il first children rispose con un ringhio strozzato di ira mista a disperazione: “        E’ QUELLO CHE FACCIO!”
 
Naruto alternava freneticamente lo sguardo dalla strada al suo compagno: “Cris…che hai?”
 
“Non ci riesco! Non posso farci nulla, non riesco a fagli fare neanche un passo, dannazione!”- il giovane batté un pugno sul cruscotto del sedile.
 
Il pilota dello 01 fu lì per rispondere, quando il suo Eva urtò un palazzo non visto, incespicando goffamente.
La voce squillante di Thomas lo riprese: “Ma sei stupido?! Guarda dove vai e sbrigati! E poi che diavolo sta combinando quell’altro?!”
L’Eva viola stabilizzò nuovamente l’andamento, affettandosi a raggiungere il traguardo.
 
L’Angelo, nel frattempo, si appropinquò a poche centinaia di metri dal suolo.
Rallentò, avvolgendosi in un’aura azzurra.
 
Aoba, alla base, esclamò stupefatto: “L’ A.T.Field del nemico ha completamente stravolto la sua struttura. L’Angelo…si sta trasformando!”
“Allora avevamo ragione!”- Ritsuko aggrottò la fronte- “Ha deciso di mostrare la sua vera forma solo all’ultimo.”
 
Il corpo allungato del mostro si lacerò in sei punti, sbucciandosi.
Con una rotazione, l’occhio organico si tinse di rosso, dividendosi in tre nuclei, due dei quali di dimensioni maggiori.
Contemporaneamente, le porzioni del corpo si strinsero e convertirono in sei esagoni cristallini sottili e rilucenti di una sfumatura zeffirea. I due nuclei maggiori sporgevano dall’anello di cristallo; il nucleo più piccolo nascosto dai cristalli di A.T.Field.
 
Le truppe di mezzi bellici nazionali affollavano lo spazio sottostante la traiettoria della bizzarra creatura mutante.
Un gruppo di edifici si aprì rivelando l’armamento contraereo.
Le torrette spararono una raffica di missili, che disegnarono una parabola di fumo con la loro scia.
L’Angelo rallentò fino a fermarsi a pochi metri dal suolo.
Con un sibilo raccolse energia luminosa, per poi rilasciarla in un raggio rosso a rotazione completa, che investì e distrusse le bombe terrestri.
Gli Eva raggiunsero la zona, increspando l’asfalto sotto le scarpe durante la brusca frenata.
 
“E’ questo il nostro nemico?!”- chiese boccheggiante Thomas.
“Un momento.”- Black si guardò intorno- “Manca qualcuno, isn’t  it?”
“Cris è rimasto indietro…”-riflettè Naruto ad alta voce.
Il pilota dello 04 fece un gesto di disappunto: “Mpf! I soliti italiani buoni- a- nulla!”
“Non ti permetto di rivolgerti così a lui!”- lo rimproverò furibondo il second.
 
“Ragazzi!”- li riprese Misato- “Non è questo il momento! Cris ha solo difficoltà a partire…non è così?”
 
Il giovane pilota si sentiva inutile: “No…ha ragione. Non riesco a muovere nemmeno un dito! Sono solo un peso!”
 
“Visto?!”- esultò altezzoso l’inglese- “Ve lo dicevo io che…”
 
Ibuki, alla base, urlò di terrore: “Attenti!!”
 
Lo 04 portò le braccia al volto, aspettando il colpo letale…ma non arrivò.
Alex guardò innanzi a sé: l’Eva 01 lo proteggeva grazie ad una barriera di ampie dimensioni.
Naruto si rivolse allusivo al collega più grande: “E non aggiungo altro!”
 
Il mostro cristallino lanciò un grido acuto, allontanando da sé i robot grazie all’esplosione acustica.
Lo 02 rotolò all’indietro per diverse decine di metri, artigliando poi il suolo per arrestarsi.
Un Pallet Gun fuoriuscì da un palazzo; l’Unità tedesca lo imbracciò:
“Vediamo se mi ricordo ancora come si usa!”
Premette il grilletto, riversando una scarica di proiettili verso lo scudo translucido del mostro, che assorbì i colpi alla perfezione.
Michael impugnò un Positron Rifle da spalla, sparando un raggio di luce verso il nucleo superiore dell’Angelo.
Quest’ultimo salì leggermente di quota, indirizzando il colpo sulla zona cristallina. Le lastre vennero colpite dal fascio, scomponendo i positroni dai fotoni, convogliandoli nel nucleo centrale: l’energia passò poi ai due sotto-centri, per venire rilasciata in due raggi circolari.
Lo 03 si riparò dietro un palazzo, Naruto evitò il laser inferiore con un salto laterale, Alex intervenne con un Riot Shield ad alta resistenza poco prima che il raggio falciasse lui e lo 02.
Thomas guardò stupefatto il suo salvatore: “Il raccomandato?!”
 
Lo 00, nel mentre, indugiava ancora al suo posto.
Cris agitava violentemente le leve d’accensione, senza sortire alcun risultato.
Misato osservò con materna apprensione il volto sul monitor del ragazzo, contrito dalla fatica.
“E’ tutto inutile.”- sospirò rassegnata Ritsuko- “Per quanto il pilota si sforzi, il tassò di contaminazione mentale è troppo alto per permettere una sincronizzazione. L’indice di simbiosi è inferiore al 10%...”
Poi, la voce impetuosa del Comandante proruppe: “Cristoforo, che diavolo succede? Perché non vuoi combattere?”
“Io…”- il ragazzino rispose tra i singhiozzi- “…voglio…non ci riesco!”
“Non dire idiozie!”- lo rimproverò l’uomo- “Sei perfettamente in grado di pilotare lo 00! Sono trascorsi più di tre mesi dal tuo incidente: non hai scuse!”
“Comandante Ikari!”- Misato, livida in volto, trovò la forza per opporsi al suo superiore- “Perdoni la mia insubordinazione, ma non credo che il ragazzo stia fingendo! Per una volta provi a pensare a cosa stanno passando questui bambini!”
“Capitano Katsuragi!”- rispose lui, incollerito- “Non le è concesso riferirsi con questi toni a me!”
“Ne sono consapevole; tuttavia…non posso permetterle di umiliare un bambino solo per una battaglia!”
Ikari digrignò i denti, ma non obiettò.
Cris, gli occhi lucidi di lacrime dal sapore salato, fissò tremante prima l’uomo e poi la giovane ufficiale.
Misato volse gli occhi altrove, incrociando lo sguardo del first:
“Avanti Cris…sei il ragazzo più coraggioso che abbia mai incontrato. Non devi sentirti inferiore a nessuno! Ora guarda i tuoi compagni!”
Lui spostò gli occhi di lapislazzuli sul monitor dell’Eva e sentì assalirsi dai sensi di colpa.
“Stanno combattendo anche per te! Sei arrivato fin qui perché l’hai voluto…perché hai voluto vivere!”
“Perché…ho voluto…vivere?”- Cris boccheggiò, insicuro se credere al suo cuore o alla donna.
“Sì! Ed ora… per te, per loro, per i tuoi sogni ed ideali, Per la tua verità! Va fuori e combatti!!”
“Loro…lo fanno…per me ?Io…io…”- strinse i pugni e attivò l’Eva in un colpo secco: “…LO FARO’!”
 
Lo 00 sradicò con forza i sostegni di ancoraggio e il cavo dell’alimentazoine, iniziando a correre.
 
“C’e l’ha fatta! Lo 00 si muove!”- esultò Hyuga.
“Segnali stabili! Tasso di contaminazione mentale in diminuzione! Curve armoniche coincidenti al 70%!”- Maya sprizzava ottimismo da tutti i pori.
 
L’Unità blu sfrecciò a braccia tese tra le strade ed i palazzi, verso un punto lontano ma prefissato.
Non mi importa di quello che vogliono che io sia…non mi importa di quello che sto facendo…- pensò con rabbia e gioia il piccolo pilota- però…almeno queste persone…IO NON LE ABBANDONERO’ MAI! E’ IL MOMENTO DI ROMPERE QUESTO SILENZIO!”
 
L’Eva accelerò oltre misura, le gambe ridotte solo ad una macchia grigia indistinta.
 
“Raggiunti gli ottocento…novecento km/h!”- annunciò Aoba non senza stupore- “Sta per oltrepassare la barriera del suono!”
 
Dall’altra parte del capo di battaglia, gli Eva tentavano ancora di arginare il nemico.
“Lo 00…si è mosso?! E’ Cris!”- osservò incredulo Naruto.
“Ha una velocità inaspettata!”- boccheggiò l’americano- “Dobbiamo sbrigarci a bloccare l’Angelo, o ci travolgerà!”
Lo 03 saltò di lato, imitato dallo 01, afferrando un Sonic Rifle.
“Un attimo, io non faccio in tempo!”- ansimò Thomas, raggiungendo a stento una posizione sicura.
“Beh, allora…”- winchester sorrise divertito- “…sarà meglio che ci sbrighiamo, no?”
Lo 04 si portò sotto l’Angelo, in corrispondenza del nucleo inferiore, brandendo due fucili automatici.
Mike e Alex sibilarono all’unisono: “Questo non lo schivi….!”
Un fusibile elettrostatico venne emesso dalla fionda-fucile, colpendo ed incrinando una delle coperture cristalline.
Una pioggia verticale di proiettili venne vomitata dalle armi dell’Eva argentato, infierendo sul nucleo più basso.
L’Angelo emise un suono acuto: metà copertura vitrea esplose in mille frammenti mentre l’elemento S2 maggiore si dissolve in una doccia di sangue che investì l’abbagliante 04.
 
“Hanno distrutto un nucleo!”- dichiarò Aoba
“Un momento…l’A.T.Field del nemico…sta cambiando ancora! Sta per trasformarsi di nuovo!”
Con un movimento fluido, l’Angelo fuse i due cuori restanti in uno solo; le lamine di cristallo si snodarono e allungarono in due immensi nastri bianchi collegati al nucleo galleggiante a mezz’aria.
Ora il mostro appariva come una grande sfera dalla quale dipartivano due lunghissime fasce taglienti.
L’Angelo fece schioccare le fruste, affettando letteralmente diversi palazzi nel raggio d’azione.
“E ora che facciamo?!”- abbaiò il ragazzino tedesco.
“Se Cris sta arrivando, tutto quello che possiamo fare è aiutarlo!”- gridò Naruto, avvicinandosi con lo 01 la mostro- “Thomas tu afferra uno dei nastri, ti aiuterò io! Mike, Alex: i vostri Eva possono estendere le braccia! Immobilizzategli il nucleo!”
“Cosa?! A mani nude?!”- si lamentò l’americano.
“Fatelo!”
 
A bordo del suo Evangelion, Cris protese il busto in avanti, allineandosi con la schiena dell’automa, ormai costretto a correre sulle punte dallo sforzo:
“Signorina Misato!”
 
La donna sentì toccarsi dentro: quel ragazzino la  stava invocando; stava cercando la sua figura…e lo stava facendo per sé.
 
“Signorina…SI FIDI DI ME!”
Lo farò…- pensò lei con commozione.
 
Lo 00 corse più vigorosamente…fino a sfondare il muro del suono: una serie continua di anelli d’aria avvolgevano il corpo di metallo, mentre le gambe scalpitavano a tale velocità da creare una sorta di fascio di cono di luce dal busto del robot in giù.
 
Sound barrier infranta! Tutte le strutture dalla 1042 alla 1052: stand-up! Assetto urbano: stadium! ”- ordinò la Katsuragi.
 
Enormi porzioni trapezoidali di strade metalliche si sollevarono, creando un’ellissi artificiale intorno agli abitati.
Lo 00 imboccò a velocità sovrumana la rampa curvilinea, generando scintille e clangori sonanti, oltrepassandole in un tempo appena percettibile.
 
“E’ troppo veloce!”- sostenne Hyuga- “così non potremo nemmeno passargli le armi!”
“L’unica che ho in mente è l’Heel Cutter.”- disse Misato- “Attivalo in traiettoria diretta!”
“Ricevuto!”
 
L’Eva schizzò oltre il centro abitato.
Una struttura metallica si dipanò sulla via.
Lo 00 ne calpestò il meccanismo a scatto: i morsetti e i sostegni d’ancoraggio si avvinghiarono al piede ad al polpaccio dell’Eva, prima che passasse oltre.
Il robot oltrepassò in una nuvola di polvere una collina; lo spostamento d’aria provocato spazzò via il mare di macchine abbandonate nei paraggi.
Saltò: sotto di esso il vuoto.
Poco distanti, il gruppo delle restanti Unità e l’immenso mostro.
Atterrò rovinosamente; riprese a correre, sradicando alberi e cemento.
 
“E’ lì!”- esclamò Naruto- “Muovetevi!”
Lo 01 afferrò uno dei delle due fruste, arrotolandoselo alle braccia.
Lo 02 copiò il compagno, tirando in direzioni il nucleo centrale.
Il mostro rispose irrigidendo le estremità affilate come rasoi: la braccia degli Eva iniziarono a sanguinare copiosamente.
“Questo va’ contro i miei canoni di bellezza, ma se proprio devo…”- Alex impartì mentalmente al suo 04 di estendere gli arti elastici, ghermendo a mani nude la sfera rossa pulsante.
“Ok, I'm just starting to have fun!”- lo 03 allungò a sua volta le braccia nere, bloccando il nucleo.
L’Angelo avvampò: il nucleo si fece incandescente, iniziando a corrodere le mani dei robot.
I piloti delle Unità statunitensi gemerono dal dolore.
Naruto sibilò tra i denti, per non urlare, con gli occhi lacrimanti dal dolore acuto alle braccia: “Cris…! Sbrigati!!”
Il first fece un ringhio di incoraggiamento, balzando su un palazzo a velocità indescrivibile.
La propulsione fu così forte da permettere allo 00 di raggiungere il nemico con un unico, immenso salto.
Lo 00 sferrò un poderoso pugno caricato sul nucleo, ora immobilizzato.
Il mostro tremò: l’onda d’urto provocata dall’impatto si propagò sfericamente nell’area circostante, facendo collassare i palazzi e creando una voragine circolare sulla grande sfera rossastra.
 
Coraggio 00…adesso ho bisogno di te!
 
L’Eva si spinse in alto utilizzando lo stesso Angelo come trampolino.
La forza fu sufficiente allo 00 di elevarsi a diverse centinaia di metri dal suolo.
Il congegno collegato alla gamba scattò, portandosi sotto il tacco: un proiettore si snodò, producendo una lunga lama di luce azzurro intenso.
“Adesso….CREPAAAAA!!”- il gigante blu ripiombò accelerandosi tramite una serie fitta di volteggi, fino a colpire di taglio il nucleo con l’affilata arma laser.
 
Il nucleo si si scisse facilmente in due metà speculari.
Lo 00 atterrò in piedi, affondando nella strada fino alle caviglie.
Le due metà della grande sfera si oscurarono fino a toccare tonalità plumbee. Il nucleo, ora diviso, si pietrificò.
Le due appendici nastrificate si liquefecero in un  mare di sangue, che schiumò tra le braccia dello 01 e dello 02.
Infine, anche il corpo centrale esplose in due croci di luce parallele.
Copertò di sangue vermiglio e lumeggiato dalla fredda luce lattescente dell’esplosione, lo 00 si rialzò in piedi.
Il suo unico occhio rosso più vivido che mai.
All’interno della sua cabina, Cris sollevò appena il capo.
Oltre quei capelli serici, neri come l’inchiostro, baluginò l’inquietante sfumatura di un’iride color rubino, le cui sfumature sbocciavano in una varietà cangiante di cobalto e cremisi.
Il ragazzo pronunciò un solo commento, fissando i compagni stesi al suolo, vivi per il suo intervento:
“Sono tornato.” 

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Capitolo 20
*** Episodio 19: La canzone dei 1000 passi/ Marcia ***


Angolino dei commenti

 
sghirian: oh, finalmente ti sei iscritto! A forza di dirtelo te lo sei ricordato! Beh’, benvenuto su EFP!  Comunque, sono contentissimo di avere un nuovo recensore e il tuo commento mi ha messo di buon umore! Effettivamente, cerco sempre di ideare in primis le sequenze e le inquadrature della storia, quindi direi che hai colto nel segno! Mi fa anche piacere che la scelta musicale del giorno sia stata di tuo gradimento, anche se l’ HTML stavolta non ha funzionato molto bene T.T. Dovrò capire come fare :-/.  Ora che il nostro Cris è tornato le cose si rifanno più interessanti, e con la comparsa di altri due nuovi personaggi il tutto si fa più complicato: sarà più difficile per me che per voi capirci qualcosa! Fammi buona fortuna!
 
KiKaTze: Come al solito, grazie per le tue recensioni sempre complete e lunghe: sono in difficoltà, non so quasi come risponderti! Allora, posso dire che come sempre riesci ad anticipare le mie trovate (ma dcosì dove finisce la sorpresa?! XD): come previsto, Teru è la new-entry, fratello di Mari (personaggio non canonico, fatto per questa fanfiction.) e…sì, ha dei rapporti con la SEELE, ma per il momento non svelo nulla! Hai anche ragione nel notare che il povero NaruNaru non ha molto spazio (ancora) nella storia: ammetto di avere un debole per Cris, infondo è un personaggio chiave, ma anche l’ “estraneo” avrà la sua parte e non manca molto! Per quanto riguarda Mari: ovvio che resta(leggi questo capitolo…)! La mia OSANNATA quattr’occhi non può mancare: e poi ci vuole una ventata di femminilità per risvegliare al squadra che, mi sono reso conto troppo tardi, è un po’ zeppa di maschietti ‘addormentati’. Sul commento al capitolo precedente ti do’ ragione su un punto: pippe mentali XD! Ispirato dall’ineguagliabile tesi del Mare di Dirac, ho deciso di raccogliere dati fisici e mescolare un po’ tesi scientifiche…tanto per creare quelle cose del tipo: BANG!! che tanto piacciono a NGE ma che sono verosimili! Grazie anche per la tua oculata riflessione stilistico-musicale tra Ginevra e Cris.
 
dubious3:Rieccoti ad ogni mio svarione fantascientifico! Grazie per la tua assiduità nel commentare(presto commenterò anch’io la tua storia, scusa per il poco tempo che ho)! Il tuo commento mi ha fatto sorridere: vedo di averti impressionato! Effettivamente il nostro bel tenebroso è tornato tutto smagliante ma ha anche delle tinte oscure con terze parti (come hai notato).
La storia svelerà da sola il perché di tanto odio del ragazzo verso Ikari, ma per ora posso dirti che con lui ha un segreto parecchio scomodo e che a lui non va bene per niente…almeno non per come lo vuole Gendo.
La parte dei pop-corn mi ha messo a tappeto: mi fai morire! Hai ragione: la SEELE non starà in silenzio ancora a lungo e neanche la NERV può permetterselo ancora! Manca davvero poco alla realizzazione de MIO progetto (*risata malvagia stile supercattivone*)! Il giorno del giudizio è più vicino di quanto pensano i nostri…o verrà rimandato? Mistero…lo scopriremo solo….leggendo!
Grazie ancora a tutti per il vostro interesse!
 
Nota di servizio:come già ribadito precedentemente, questa fiction è ambientata tre anni dopo la serie canonica televisiva: per questo capitolo, mi prenderò la libertà di introdurre un nuovo personaggio analogamente all’adattamento cinematografico.

 
 

  La canzone dei 1000 passi/ Marcia
 
Interno dell’Eva 05. Betthany Base (Livello Cocito.). Antartica. Ore 00:00.
 
Start entry sequence. Initializing L.C.L ionization” (trad.: Avvio procedura iniziale. Inizializzare il processo di ionizzazione dell’L.C.L)- la voce dell’addetta tecnica risuonò lontana, nell’ Entry Plug.
Plug depth stable at default values. Autonomous systems are go.” (trad.: La profondità della capsula è stabile ai valori di default. I sistemi autonomi operano correttamente)- una voce d’uomo si aggiunse al brusìo dall’altra parte dell’interfono.
L’ennesima procedura: “Boot-up voltage has cleared the treshold. Launch prerequisites achieved.”(trad.:La tensione elettrica ha superato il punto critico. Avviata la procedura d’attivazione.)
“Synchronisation rate requirements are go.” (trad.: I requisiti del tasso sincronico hanno raggiunto il valore prestabilito.)
Poi la voce dell’addetta alla telecomunicazione si rivolse alla giovane avvolta nella penombra dell’abitacolo, respirando regolarmente: “Pilot, please specify linguistic room for cognitive functions.” (trad.: Pilota, è pregata di specificare il linuaggio utilizzato per le funzioni cognitive.)
Un pesante HMD dall’ampia lente ottica rossa celava il volto della ragazza, la quale -la voce rotta per la tensione- rispose: “Per me…è la prima volta: vorrei il Giapponese.”
Roger.”- rispose l’operatrice, marziale.
Con un gesto deciso, la pilota spinse le leve d’accensione, proiettando sulle pareti dell’angusta cabina una fitta serie di codici e scansioni in caratteri rossi.
La ragazza si torceva infastidita, quando una voce di giovane uomo risuonò nella capsula: “Potevano fornirti una plug suit nuova!”
Lei rispose seccata: “Già! Quest’affare è una tortura per il seno!”
“Mi spiace che la tua prima uscita ufficiale sia a bordo di un’Unità provvisoria.”- si scusò lui, più per forma che per compassione.
La sixth children si limitò a tirare una leva sul tettuccio, permettendo ai megaschermi di bordo di riprodurre la visione esterna. Poi, scrollando le spalle, si rivolse soddisfatta all’interlocutore:
“Se non altro, Teru, mi hai permesso di salirci. Era ora!”
L’uomo le rispose con un filo di rassegnazione nella voce: “Sei sempre stata una piantagrane, Mari.”
“Oh, ma quanto affetto, fratellone!”-lo canzonò.
“Beh’,”- concluse l’altro- “Conto su di te.”
Mari si affrettò ad armeggiare sapiente sulla strumentazione di bordo, premendo tasti e impostando funzioni.
Mormorò eccitata. “Si muove, si muove! Che fico! Ho il cuore a mille!”
L’Head Mount Display della ragazza sviluppò un video in CG: due supporti elettrici si allinearono ad una sorta di rotaia sopraelevata.
Al centro del monitor, il messaggio: EXTERNAL POWER:SUPPLY MODE. VERIFICATION COMPLETE.
Finalmente pronta, la children sollevò il capo: “Ci siamo!”
Formulò la frase di attivazione con foga galvanizzante: “Unità Provvisoria Ad Uso Territoriale Limitato, Evangelion 05: ATTIVAZIONE!”-sul suo casco si illuminò, in verde brillante, la marchiatura: EVANGELION-05. PROVISIONAL.
 
Con un sibilo acuto, la testa del gigante meccanico scattò, il visore ottico scintillò di una luce aranciata.
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Nel settore adiacente, le cavità oculari dell’Angelo lampeggiarono, emettendo due potenti raggi di energia.
L’immenso portale iper-sigillato del livello ‘Cocytus’ si gonfiò fino ad esplodere, investito dall’attacco nemico.
Il mostro penetrò nell’altissimo tunnel sotterraneo.
Decine di carri armati fecero fuoco sulla sinuosa ed agile mole della creatura, inutilmente.
 
Sul ponte di comando della base antartica -le pareti coperte dai segnali d’emergenza- l’anziano Membro Britannico (Wilkinson) artigliò la sua plancia luminosa: “Defend the Limbo Area at all costs! We cannot allow it to escape from the Acheron!” (trad.: Difendere la Zona Limbo a qualunque costo! Non possiamo permettergli di uscire dall’Acheronte!)
Un sottoposto al suo fianco boccheggiò incredulo: “How could a containment system as secure as Cocytus be neutralized?!”(trad.:Come ha potuto essere neutralizzato un sistema di sicurezza come il Cocito?)
It was within the realm of possibility.”(trad.: Era un’eventualità da tenere in considerazione.)- a rispondere fu un giovane uomo alle loro spalle.
Gli altri si voltarono, fissando il ragazzo in pastrano e cravatta calcarsi gli occhiali sottili sul naso: Teru.
L’Ispettore Speciale Makinami continuò a parlare: “On its own, humanity isn’t capble of holding the Angels in check.”( Da sola, l’umanità non è in grado di tenere sotto controllo gli Angeli.)
Osservò sul monitor principale l’avanzata del mostro, poi proferì:
The analysis following the ‘permafrost’ excavation of the Twelvth Great Angel, was so extensive, all that was left were some bones; and was the conclusion.”(trad.: L’analisi seguente alla dissezione del Dodicesimo Angelo Maggiore congelato nel ‘permagelo’ è stata così invasiva, che tutto ciò che ne era rimasto erano solo poche ossa; e questa è la conclusione.)
Il Comandante Wilkinson e gli Ufficiali lo squadrarono esterrefatti e brucianti di vergogna.
Lui, noncurante, si abbottonò il soprabito ed indossò un casco d’aviazione, salutandoli con disinibita ironia: “That said…gotta run!”
Strizzò loro l’occhio ed iniziò ad avviarsi: “Good luck!”
 
L’Eva 05 continuava a correre lungo gli immensi corridoi della Betthany, facendo affidamento sulle quattro bizzarre gambe meccaniche, rimanendo collegato elettricamente con gli spallacci pantografici alle rotaie superiori.
Mari muoveva e braccia a tempo, canticchiando rilassata:
“La felicitààà…da sola non arriva! Passo dopo passo, noi raggiungeremo leeei! Un passo ogni giorno…tre passi in tre giorni…”
L’Eva slittò sul pavimento.
“…dopo tre in avanti vai; indietro di altri due!”
Il robot,  quasi sul punto di collidere contro una parete, si spinse all’indietro grazie ai piedi simili a cingoli.
La sixth children continuò allegra: “Ma la vita è fatta anche di pugni…”
L’Unità verde-arancio oltrepassò due grandi arcate, che si richiusero alle sue spalle.
Improvvisamente, la ragazza dal volto celato smise di cantare: galvanizzata alla vista del suo nemico, esclamò: “Eccolo là! A.T.Field!”
Il mostro scheletrico dalle zampe aracnoidi strisciò più vicino.
 
“Object inbound. Eva Unit 05 is about to engage the hostile.” (trad.: Obiettivo in avvicinamento. L’Unità Eva 05 sta per ingaggiare battaglia)- riferì la donna addetta ai monitoraggi, analizzando la riproduzione 3D dei tracciati sotterranei.
 
L’Angelo era ormai prossimo: l’Unità anglo-russa si acquattò sulle quattro ruote, caricando un diretto con il braccio lanciforme.
Si  avvicinò, lo puntò e affondò il colpo: il mostro schivò la lancia, indirizzando l testa verso la spalla del gigante meccanico, il quale -seppur arrischiandosi- portò indietro il busto, evitando l’urto.
La ragazza tentò con tutto il corpo di frenare l’Eva: il robot derapò sull’asfalto, portandosi a distanza di sicurezza.
All’interno della cabina -in perenne oscillazione, per assecondare i movimenti dello 05- la ragazza imprecò, digrignando i denti: “Merda! Non vuole fermarsi!”
Tentò il tutto e per tutto: dalla porzione inferiore del robot fuoriuscirono due grosse trivelle, artigliando il terreno in un fiume di scintille e detriti.
L’automa era ormai in una posizione innaturale: i quattro arti inferiori completamente distesi, quasi radenti il suolo.
Colpì, non riuscendo a trattenersi prima, il vicolo cieco del tunnel.
La pilota ansimò: “E va bene…allora...non mi resta che passare…alle maniere forti!”
L’Angelo perforò con un laser la parete laterale del percorso, emergendo in un atrio semi-aperto.
Sviluppò l’A.T.Field, generando un’aureola dorata. La luce attirò, tagliandola con millimetrica precisione- una porzione cilindrica del soffitto soprastante.
La colonna cadde, ma venne bloccata dalla barriera del mostro.
La creatura serpentina ascese verso l’alto, sospingendo con sé la colonna d’acciaio.
 
Sul ponte di comando, fremerono di timore: “Upper outer wall  integrity compromised!”(trad.:Integrità della parete superiore esterna compromessa!)
The final seal has to be breached!” (trad.: L’ultimo sigillo sta per essere violato!)
 
L’Angelo emerse infine dalla grande isola militare di Betania, completamente circondata dai gelidi mari antartici.
 
Target has broken troughtout Limbo Area! Now moving into Acheron!”( trad.: L’obiettivo ha oltrepassato la Zona Limbo. Sta entrando nell’Acheronte!)- riferì una donna bionda, seduta alla sua postazione.
Il Comandante inglese inveì spazientito: “Get Unit 05 to do something!”(trad.: Ordinate all’Unità 05 di fare qualcosa!)
 
L’Eva si arrestò in corrispondenza del varco aperto dal nemico: le estensioni dello 05 atte alla ricarica si scollegarono, liberandolo da ogni impaccio.
Mentre otto piccoli reattori –posti sotto le gambe- si infiammarono (permettendo allo 05 di compiere un immenso balzo, simile ad un volo), la pilota gridò: “Torna qui!”
L’Unità verde raggiunse il suo avversario all’esterno, inchiodandolo con veemenza ad uno dei pilastri di recinzione della base.
La testa tri-mandibolare dell’Angelo giacque mollemente per un attimo, sotto la lancia rossa del robot, per poi rianimarsi e vomitare un altro raggio di energia: la luce colpì di striscio l’Evangelion, danneggiando braccio e gamba posteriore destra.
“Ahiaiaiai…che dolore pazzesco!”-gemette Mari, pur non perdendo il suo sorriso di sfida mentre la plastica della sua tuta che le ricopriva il braccio iniziava ad autocombustionarsi; l’L.C.L. in perpetua ebollizione per attutire i traumi.
Nonostante la sofferenza, la ragazza trovò il coraggio di reagire: “Questo dolore…è insopportabile, ma l’importante è…DIVERTIRSI!”
L’Eva utilizzò il braccio sinistro –terminante in una teneglia elettrificata- per agganciare il nucleo dell’Angelo, sito nella cavità orale; la sua autonomia era prossima al termine.
“Non c’è più tempo!”- constatò la pilota, tentando ancora di arginare il mostro iperattivo- “L’Eva non resisterà! Le funzioni della braccia sono state regolate sommariamente…non ho abbastanza forza!”
Strinse il bugno intorno alla leva.
Il mostro lanciò un sibilo stridente e segà di netto tutte e quattro le gambe dello 05 con l’ennesima emissione luminosa.
La sixth fu in grado di pronunciare solo uno scontato: “Uffa! D’accordo!”
“Se ci tieni…”- tirò a sé con forza il braccio, facendo sì che i tubi verdi sincronici ad esso collegati si staccassero: “…prendi pure…il mio braccio!”
La lancia da giostra dell’Eva si allentò, rivelando un braccio meccanico identico all’altro. Con impeto, la ragazza ghermì a due mani la sfera rossa dell’Angelo.
Nell’immane sforzo, anche il gigante biomeccanico digrignò i denti artificiali:
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Parte del visore ottico esplose e si scheggiò, sotto la pressione esercitata.
La giovane, le mascelle serrate e le braccia rigide, spinse con forza i palmi delle mani su una delle due leve di guida, rafforzando la stretta della sua Unità:
“Ma ora…fammi il piacere…di CREPAREEEEE!”
Le tenaglie strinsero con maggior vigore.
Il nucleo baluginò, incrinandosi.
Poi, la sfera rossa esplose in bagno di sangue vermiglio, tra le mani dell’Evangelion.
Per riflesso, l’Entry Plug venne espulsa dallo 05, inserendosi in un piccolo jetpack retrostante, per poi schizzare a razzo a distanza di sicurezza.
L’Eva e l’Angelo divennero un unico cono di luce, trasformandosi in un’esplosione violacea che fuse l’intera copertura della base sottostante.
 
Un aereo a reazione si sollevò sulle onde artiche, ora meno impetuose, librandosi nelle prime luci dell’alba.
Il pilota del velivolo registrò nel microfono di bordo: “Target lost. Unit 05 has vaporized it, Pilot appears to have ejected
Sfilandosi il casco, sul sedile posteriore, Teru scrutò l’oceano glaciale oltre il finestrino: “Il programma di autodistruzione dello 05 è andato meglio del previsto: il corpo principale è rimasto integro al 40%, sarà sufficiente per farlo riparare agli Italiani.”- volse lo sguardo verso l’Entry Plug tra i flutti- “Resto sempre dell’idea che sia meglio tenere dei ragazzini fuori dalle faccende degli adulti. Tuttavia…”
L’uomo strinse una valigetta sigillata ermeticamente sulle sue ginocchia.
Su essa il logo SEELE, un avviso di radioattività e l’avvertimento: CAUTION:SUBJECT-OOO.
 
La capsula galleggiante tra le onde scarlatte sollevò il portellone con uno sbuffo di vapore: a fatica, il pilota emerse da essa.
“Sincronizzarsi con l’Eva è meno banale di quanto mi avevano detto.”
Così, la ragazza gettò da parte il pesante elmetto, liberando i lunghi capelli al gelido vento.
Seppur ferita, si alzò in piedi sorridente: “Beh’, l’importante è che sono viva.”
Contemplò la torre di luce levatasi dall’esplosione:
“Sono poco propensa a coinvolgere degli adulti nella realizzazione del mio scopo.”
Si accorse, sorpresa, della presenza del torso galleggiante dello 05: dal ventre si staccavano viscere e cavi elettrici.
Un’espressione commossa si dipinse sul suo volto delicato:
Image and video hosting by TinyPic “Allora...arrivederci, Eva 05. Grazie per il tuo contributo. Ci rivedremo presto…” 

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Capitolo 21
*** Episodio 20: La ragazza caduta dal cielo/Con grazia, ma sostenuto ***


Angolino dei commenti
 

sghirian: allora, ti ringrazio per i tuoi ringraziamenti XD! Come vedi, non manco mai di rispondere ai miei recensori! Hai ragione, l’ultimo capitolo è stato più corto rispetto i precedenti e mi spiace, m era inevitabile dato che si trattava solo di descrivere pochi minuti di film (che per altro, a detta tua, sono riuscito a rendere bene. Meno male!) Per quanto riguarda Teru, sono desolato se non ho potuto mettere fin ora una suo artwork: lo farò appena possibile! Ovviamente, Mari non poteva mancare! Hai detto che avrà a che vedere con Alex….mhmm, così rovini la sorpresa ai lettori! Va beh’, in fondo credo avranno capito che il messaggio che arriva al ragazzo nell’episodio 16 era da parte della ‘quattr’occhi’ XD! Ad ogni modo, vi stupirò con qualche altra sorpresa, vedrai….e quando prometto qualcosa c’è da aver paura X( !
 
dubious3: hai visto che novità la nostra bella? Sa essere peggio di Chuck Norris,eh! (*Chuck arriva e pesta l’autore a sangue* Io: No, Chuckkino,scusa! Non c’è nessuno meglio di te….NO, NON CALCIOROTARMIIIIII!!!) Per il resto hai fatto molto bene a farmi notare gli errori di battitura (LI ODIO TUTTI, MALEDETTI!): ho potuto rileggere il testo e migliorarlo! Come direbbe Mari: “Grazie per il tuo contributo!”
Anch’io sono felicissimo di tornare a postare con maggior frequenza e spero lo stesso per te! Facciamoci forza, il mondo delle fanfiction sa essere duro e faticoso……T.T
 
E adesso, scusandomi per i tempi di pubblicazione BIBLICI di questo capitolo: l’emozione continua! (era da un po’ che non lo dicevo…XD)

 
La ragazza caduta dal cielo/Con grazia, ma sostenuto
 
 
Venerdì 10 Febbraio. Ore 11:15. Aeroporto Fiumicino (pista di atterraggio). Prefettura di Neo-R2.
 
Il portellone del Kerubnon nero -sull’alettone posteriore il logo esoterico della SEELE- scivolò lateralmente mentre una rampa mobile si collegava al collo del jet.
L’Ispettore Makinami fece una smorfia di disgusto appena messo piede fuori dal velivolo.
 
Aria italiana…che schifo.-pensò con disappunto.
 
Ripose i sottili occhiali dalla montatura nera nel taschino del lungo pastrano di pelle. Poi, strinse all’altezza del collo il soprabito e scese le scale che lo separavano ufficialmente dal suolo italiano.
 
Il suo primo passo risuonò del rumore delle lucide scarpe di vernice nera contro la pista d’acciaio super-inossidabile.
Senza attendere che gli chaperòn della SEELE si scomodassero nel portargli i bagagli, afferrò la valigetta a mano a chiusura digitale -al cui interno era stata posizionata la scatola iper-sigillata trasportata dalla Base Betania- e si avviò verso il gate principale.
 
Oltrepassò la porta girevole d’accesso all’immenso aeroporto, quando il suo Blackberry vibrò nella tasca dell’impermeabile.
Lo estrasse, portandolo all’orecchio sinistro.
It’s Makinami.”- rispose, senza batter ciglio
Dall’altro capo del telefono, una matura voce maschile chiese:
“E’ arrivato, Ispettore?”
“Sì. Sono sceso in questo momento.”
“Molto bene.” -la voce dell’uomo si fece profondamente compiaciuta, scandendo lente le parole: “E la Chiave?”
“E’ qui con me. Ho ritenuto più adeguato sorvegliarla personalmente.”
“Ottima scelta, Makinami: la sua prudenza è seconda solo al suo rigore.”
Il giovane uomo rispose con cortesia, seppur visibilmente infastidito:
“I suoi complimenti mi lusingano, lord Keel. Tuttavia, io sono interessato solo a quanto mi ha promesso; del resto non mi importa.”
“Oh…certo.” -la voce dell’anziano interlocutore si velò di ironica malignità- “Quando tutto questo sarà terminato, avrà quanto pattuito. Ma tutto ha un prezzo…”
Sul volto statuario di Teru si increspò una smorfia di disagio e timore; lasciò continuare il Presidente della SEELE:
“I suoi servigi sono molto preziosi, Ispettore. Lei è certamente la scelta migliore…ma conosco i suoi doppi giochi. Non creda di scherzare con noi, Makinami. A proposito, suppongo che sua sorella sia al corrente di tutto...”
L’Ispettore aggrottò la fronte, stentando nel trattenersi:
“Certamente…”
“Allora non ho motivo di preoccuparmi. Piuttosto, il trasporto dell’Unità 05 come procede?”
“Attualmente sta sorvolando la Manica. In giornata raggiungerà il Regno Unito, dove potremo prelevare le componenti di riparazione. Quando saranno pronte, le importeremo in Italia per l’assemblaggio.”
“Me ne compiaccio. La sua efficienza è esemplare ed io ripongo molte speranze in lei. Sono certo che terrà a mente quanto detto.”
“Lo farò.”
 
Teru si fermò: sollevando gli occhi oltre l’enorme vetrata-parete dell’aeroporto, rimase ad indugiare all’uscita del terminal.
 
Lorenz Keel, dall’altro capo del telefono, concluse:
“Non è mia intenzione occuparla ulteriormente. La sua auto la attende fuori dall’aeroporto. Spero sia di suo gradimento…”
“Lo sarà di certo.” -Teru mantenne il suo tono freddo e disciplinato anche in questa risposta.
 
Il giovane uomo oltrepassò la grande vetrata scorrevole dell’edificio, uscendo all’esterno:
 
Il Sole si adagiava caldo sulle superfici e sulla cristallina distesa di un mare uniformemente azzurro.
I lunghi e fluenti capelli dell’Ispettore creavano complicati riflessi e giochi di luce con i raggi della Stella.
Un’automobile dalle forme sportive e longilinee, ricoperta da uno strato metallizzato di vernice dalle finiture cromate, era posta esattamente difronte all’uomo: un’Audi R8 fresca di fabbrica; su uno dei due specchietti retrovisori laterali risaltava il piccolo logo rosso della SEELE.
 
Teru tagliò corto:
“La SEELE non deve temere alcunché. Tutto è già stato predisposto alla perfezione: è una questione di tempo. Perfino l’I.P.E.A. ha acconsentito a fornirci il suo supporto. Mi recherò alla NERV oggi stesso; tutto seguirà il piano prestabilito.”
“Me lo auguro.” -la voce dell’Uomo col Visore si fece allusiva- “Altrimenti…la SEELE sa essere molto persuasiva, all’occorrenza.”
“Lo terrò a mente.” -prima che l’Ispettore (i sottili occhi neri fissi in un punto vuoto) attaccasse la cornetta, il motto di Keel risuonò nell’auricolare:
In rebus adversis, solum una lux lumina tenebras…
 
Teru ripose lo smart phone nell’impermeabile, sfoderò un mazzo di chiavi e sbloccò la sicura ad infrarossi dell’auto.
Poi, con un gesto deciso, aprì lo sportello di guida e salì a bordo.
 
 
*   *   *
 
 
Settore 35. Mensa. Ore 13:55 A.M. NERV. Geofront. Neo-R2.
 
“Cosa, un’ispezione?!” -il Colonnello Katsuragi tartagliò le parole, trattenendosi a stento dal risputare il caffè appena posto in bocca- “E quando?!”
“Oggi stesso, a quanto pare…” -Leon sospirò rassegnato, posando le cartelle ed i faldoni sul piccoli tavolino d’acciaio.
La Akagi si pulì la bocca con cura dal suo cappuccino macchiato, poi notò con disagio:
“Mhmm…non ero stata informata di visite esterne.”
Marshall rispose con affettuosa ironia, seppur evidentemente seccato dalla situazione:
Beh, non a caso si tratta di ‘ispezioni a sorpresa’, Rit-chan!”
“Comunque sia…” -Misato si stese sul piccolo tavolo circolare, affranta- “…sarà un disastro! Ma guardaci: sommersi dalle carte fino al collo e le divise non sono nemmeno lavate! Ci spelleranno vivi!”
“Per una volta concordo con te, Misato.” -Ritsuko si accese una sigaretta, sconsolata- “Per quanto pulita, la NERV non è al suo top, di questi tempi. Se si accorgono anche che i bagni del decimo piano non funzionano o che i children non usano nemmeno il tesserino di riconoscimento per il più delle volte…”
“…possiamo dire ‘addio’ allo stipendio…a vita!” -Katsuragi si mise le mani tra i fluenti capelli color prugna.
L’Inviato tentò di addolcire la pillola:
“Avanti, take it easy! Basta non risultare inopportuni: in questi casi bisogna mantenere la calma, parlare solo se necessario e cercare di essere a proprio agio in qualsiasi situazione!”
Misato, se possibile, affondò ancora di più la testa tra le braccia:
“Se lo dici tu…”
La Dottoressa inforcò gli occhiali da vista, chiedendo:
“Si può almeno sapere di che morte moriremo? Chi è il ‘carnefice’?”
“Il Sovrintendente Generale dell’I.P.E.A.: l’Ispettore Makinami.”
Misato, nel tentativo di bere il suo secondo caffè, ripeté la gaffe precedente:
Makinami, hai detto?! Quel Makinami?! Illustrious?!”
“Purtroppo…”
“Se non sbaglio,” -Ritsuko assunse un’espressione solo poco più coinvolta del solito- “ha fama di essere particolarmente pignolo.”
“Che vuoi farci? Rigore britannico!”
Akagi espirò, abbandonata a quello che si prospettava:
“Ci mangerà…”
 
Leon fissò il suo orologio da polso:
Oh-oh…se è davvero puntuale come tutti dicono, dovrebbe arrivare più o meno…”
 
ATTENZIONE. Avviso a tutto il personale:
è in corso un’ispezione.
Si prega di raggiungere le postazioni di ruolo,
abbandonando le aree ludiche.
 
L’avvertenza pronunciata nell’altoparlante risuonò sardonicamente tempestiva.
Misato non riuscì a proferire parola, se non un remissivo: “Merda.”
Akagi si alzò i piedi, aggiustandosi camice:
“Direi che è ora. Ad ogni modo, Leon, non è la sixth children la sorella minore dell’Ispettore?”
“Sì. Lei e le componenti dello 05 dovrebbero atterrare in questi giorni.”
“Ah, già: l’Unità 05. Personalmente, non mi è mai piaciuta l’alleanza anglo-russa: un’altra gatta da pelare!”
Misato sollevò mollemente la testa, scapigliata:
“Se è come il fratello…sarà l’ennesima ‘perfettina montata’. Lo ribadisco: merda.”
 
 
*   *   *
 
 
Condominio del Colonnello Katsuragi (attico).Stessa ora.
 
Naruto finì di masticare la sua ‘gomma americana’, sfilandola dalla bocca e schiacciandola al suolo.
 
Volse il viso al cielo, chiudendo gli occhi e assaporando quei caldi raggi che iniziavano a predire l’avvento del periodo primaverile.
 
Rimase ancora un poco nel vento leggero, lasciando che la brezza gli spettinasse leggermente i capelli.
Poi…un suono, quasi un sibilo, in lontananza.
Ora era più simile al verso acuto di un’aquila.
Infine…aprì le palpebre.
 
….
 
Il ragazzo arrossì improvvisamente e sul suo volto si dipinse un’espressione di sgomento e imbarazzante sorpresa:
 
Precariamente assicurata, tramite delle bretelle, ad un ampio paracadute verde, una ragazza precipitava verso di lui, gridando a squarciagola:
“Levatilevatilevati!”
 
Lui non ebbe nemmeno il tempo di mettere a fuoco la situazione…che si ritrovò con il volto tra le cosce della ragazza, venendo scaraventato al suolo insieme alla stramba figura.
 
Il paracadute verde si afflosciò sul muretto di protezione del terrazzo e le cinghie di sicurezza vennero strappate via con forza dal busto della giovane.
 
Lei sollevò appena il seno dal viso di Naruto, essendogli scivolata sopra con tutto il corpo, reggendosi la testa dolorante per l’urto.
Poi, lo guardò sbigottita per un breve momento e poi, allarmata, si mise a sedere sul suo torace.
Portò istintivamente le mani alla tempia, come per afferrare qualcosa, ma le sue dita non incrociarono nulla.
Preoccupata, si scostò dallo sterno del ragazzo, permettendogli di riprendere fiato, iniziando a cercare freneticamente sul pavimento dell’attico.
 
“I miei occhiali…i miei occhiali! Dove sono?!” -continuava a ripetere, trascinandosi carponi.
 
Naruto si sollevò a sedere con fatica, indolenzito.
Sebbene frastornato dalla rapidità dell’azione, tentò di inquadrare meglio quella giovane letteralmente caduta dal cielo:
 
Indossava una gonnellina con ricami scozzesi; le eleganti e lunghe gambe erano fasciate da calze violette lacerate dall’impatto al suolo.
Sulla sua camicetta a maniche corte -stretta al collo da una cravatta smeraldina- risaltava uno stemma verde, recante un complicato arabesco dorato, formando la dicitura: ‘MARDUK U.K.’.
 
Anche se concentrato su ben altri pensieri, Naruto non poté trattenersi dal calare il suo sguardo sui glutei perfetti e involontariamente maliziosi di lei, così esposti e sollevati a pochi metri da lui.
 
La ragazza sembrava aver trovato l’oggetto della sua ricerca: inforcò gli occhiali miracolosamente illesi e si voltò con espressione innocentemente sorpresa; le sue  due lunghe code di cavallo le ricaddero lateralmente alla mascella:
“Ah, scusa. Tutto ok?”
 
Lui si limitò ad un’espressione di vago sconcerto.
Poi, la ragazza incrociò i suo sguardo, seguendolo fino alle sue natiche.
Improvvisamente imbarazzata e inquietata, tirò il più possibile la gonna verso il basso e lanciò un acuto gridolino:
Ah! Non guardare! Maniaco!”
Con tanta grazia quanta forza, scalciò con una gamba, colpendolo.
Incassò il colpo e ricadde sulla schiena; quindi, massaggiandosi una guancia, sbraitò:
Ahia! Ma sei matta?! Mi hai fatto male!”
 
Un trillo soffocato le impose di rispondere.
 
La ragazza tirò a sé il grosso zaino mimetico ammucchiato al suolo, sfoderandone un quanto mai obsoleto cellulare satellitare.
Rispose in Inglese:
Hi, Mari here…Oh, Teru!...Yes, I seem to have landed off target…It look like I’m on a house of some sort!...What?! Well, you told me to enter into Italy covertly, don’t you?”
 
Continuò a parlare come nulla fosse al telefono, reggendolo su una spalla, mentre ripiegava accuratamente il telo del paracadute:
Can’t your people to work this out?! Anyway…where’s Eva Unit 05?...In three days time?! Oh, it’s too late!...Oh…okay: I’ve understood! Okay, Okay, do not get mad! You’re so harsh, brother! Just be there for my extraction, later, okay? Thanks!”
 
Per tutto il dialogo, Mari non aveva fatto altro che compiere gesti teatrali con le braccia e ed il corpo, parlando a qualcuno che, evidentemente, doveva risultarle molto familiare.
Aveva citato un’estrazione e di dover entrare in Italia sotto copertura, ma con scarsi risultati.
Naruto non colse il significato di quelle parole pronunciate con foga, ma la sua attenzione fu certamente attratta da un “Eva Unit 05” pronunciato di sfuggita.
Sempre più perplesso, fissò la misteriosa ragazza britannica.
 
Lei si voltò, chiudendo il grosso cellulare, squadrando di sbieco il ragazzo dietro di lei con i sottili occhi azzurri.
Per un attimo, Naruto credette che avesse intenzione di picchiarlo ancora.
E invece, cambiò radicalmente espressione, sorridendogli:
“Scusa per prima: a volte non riesco a trattenermi!” -ammise, con candore innaturale- “Cerco di mantenere la calma, di solito. Anzi, devo dire che questa volta mi è riuscito proprio bene!”
“Pensa se non ti riusciv…!” -Naruto si interruppe:
 
Ancora una volta, lei gli si fece vicino strisciando sulle ginocchia.
Sconcertato ed imbarazzato, Naruto osservò con occhi sgranati il volto della giovane farsi sempre più prossimo al suo, fino poter avvertire il suo respiro sul collo.
Lui ingoiò un groppo.
Lei annusò un paio di volta l’aria vicino al bavero del second, poi si scostò leggermente, sussurrandogli nell’orecchio:
“Tu hai un buon odore. Che sia quello dell’L.C.L.?”
Non ripose, seguendo con lo sguardo Mari rialzarsi.
 
Lei lo esaminò ancora una volta oltre le luccicanti lenti degli occhiali rossi; le lunghe trecce modellate dal vento leggero:
“Tu sei un tipo…interessante.” -poi sorrise nuovamente, strizzandogli l’occhio- “Beh’, questo sarà il nostro piccolo segreto. Ci vediamo…cagnolino della NERV.”
 
Senza degnarlo di una sola altra parola, afferrò il suo zaino ed il paracadute, scappando verso la piccola porta dell’attico d’accesso alla tromba delle scale condominiali.
 
Naruto le gridò dietro: “Aspetta, quella è casa mia!”
Lei continuò imperterrita, schiamazzando di rimando:
“Allora vorrà dire che troverò l’uscita…!”
Rimasto infine solo, Naruto borbottò confuso:
“Che ragazza stramba!”
 
 
*   *   *
 
 
Cinque minuti dopo. Settore 1 (ingresso principale). NERV.
 
Teru oltrepassò l’immenso varco a vetrata della NERV, ritrovandosi nella immensa hall di vetro, acciaio e marmi smaltati.
Davanti a lui, Misato, Ritsuko e Leon formavano il comitato ufficiale d’accoglienza.
 
Sebbene fosse un gruppo davvero esiguo, sarebbe certamente stata la scelta più appropriata: il Sovrintendente Ufficiale avrebbe dovuto da subito notare il rigore del personale restante, al lavoro anche in quell’occasione.
Tuttavia…:
 
“Tutto qui? Dove sono gli Ufficiali in Seconda?” -senza nemmeno salutare, Illustrious si presentò con la prima di una lunga serie di ammonizioni.
Leon trasalì, mentre Ritsuko tentava di mantenere un contegno.
Misato balbettò una scusa:
Beh, vede…i nostri uomini sono sempre alle loro postazioni. Sa…per qualsiasi evenienza. Pensavamo…”
“Taccia, Colonnello Katsuragi.” -l’uomo la zittì, immediatamente- “Mi risparmi le sue giustificazioni. Lei credeva solo di poter rimediare alla disorganizzazione del personale inscenando una loro qualsivoglia sorta di dedizione al lavoro.”
Misato, più che replicare alla provocazione, chiese imbarazzata:
“Scusi, mi spiega come fa a conoscere il nome’”
“Semplice:” -rispose lui, inforcando gli occhiali da vista- “io so TUTTO. Voi, invece, mi a pare non abbiate ancora ben chiaro il mio ruolo.”
Sfoderò dal sotto la sua giacca a doppio petto nera un taccuino  rosso sul quale spiccava il logo di un’Eva stilizzato, attorniato da due corone d’alloro. Scribacchiando qualcosa con la sua penna, Teru mormorò tra sé:
“Segnerò: noncuranza delle formalità basilari e sottovalutazione del sottoscritto…
 
Leon tentò di fermarlo, preoccupato:
“No, un attimo! Non scriva…!”
“Silenzio.” -ancora una volta, Teru li zittì.
Ritsuko si morse un labbro, nel tentativo di mantenere la calma, almeno lei.
L’uomo sospirò rassegnato, si aggiustò il nodo della cravatta lucida e parlò con tono rigorosamente ufficiale:
“Cerchiamo di ricominciare da capo…mi presento: sono il Sovrintendente Generale dell’I.P.E.A., deputato alla commissione critico-burocratica dell’Agenzia Speciale NERV, in quanto sede delle Nazioni Unite  e sotto diretta giurisdizione della suddetta filiale. Inoltre, come Ispettore Speciale della Fondazione SEELE, sarà mio preciso dovere giudicare la qualità del servizio offerto dalla Filiale italiana, influendo -ovviamente- anche sulla vostra remunerazione fiscale. Da questo momento, parlerete solo se interpellati e sarete tenuti a rispondere delle vostre azioni o dell’efficienza di quanto sarà mio compito valutare. Detto questo, piacere e procediamo.”
 
Prima di scortarlo per l’imponente NERV, Ritsuko sussurrò all’orecchio di Leon:
“Diciamo pure addio allo stipendio di questo mese…”
 
 
L’ispezione impegnò tutto il pomeriggio:
Per tutto l’accertamento, il Sovrintendente non fece altro che rimanere in silente osservazione, appuntando di tanto in tanto veloci annotazioni e didascalie sulla sua agenda d’ordinanza.
Alle orecchie del personale a dir poco paralizzato dall’ansia, il frusciò della penna di Teru sulla carta era come lame sulla carne o unghia su di una lavagna: ogni segno era un brivido lungo la schiena.
Chi avrebbe mai detto che un uomo, addirittura più giovane della maggior parte degli addetti, così posato ed educato potesse incutere tanto timore?
Misato sentì -sconsolata- non poche volte passarle davanti agli occhi la busta paga mensile, lontana anni luce.
Ma le note peggiori arrivarono quando…
 
“E mi ha anche dato un calcio, capito?! Quella è tutta fuori!”
La voce squillante di un ragazzo alquanto irritato distrasse il quartetto di rappresentanza  verso la centotreesima entrata esterna:
Naruto, Thomas e Michael avevano raggiunto i tornelli automatici.
Un omone robusto in divisa salutò affettuosamente il trio, armeggiando sul computer della reception d’ingresso:
“Buon pomeriggio, ragazzi! Vi apro subito il cancello…”
“Ok…”
“Comunque speriamo oggi non ci facciano fare altre simulazioni motorie, di questi tempi sento il mio 03 un po’ duro…”
“Sì, anche lo 02 non è lo stesso! Basta: voglio andarmene in vacanza!”
 
Misato rabbrividì segretamente, nell’osservare i children entrare senza nemmeno timbrare la giornata.
Fu per pronunciare qualcosa, quando Teru estrasse di nuovo la sua stilografica:
“I children, I suppose…prenderò nota anche di questo. Credo che di questo passo, vi ritroverò ben presto a fare il pieno di benzina alla mia auto…”
Ritsuko sentì il bisogno di intervenire, forse troppo animatamente del solito:
“Mi ascolti bene: i nostri piloti sono tra i migliori in assoluto e lo stesso vale per il resto del personale! Non resterò un solo minuto di più a sorbirmi i suoi insulti: se ci vuole rovinare faccia pure, ma almeno si tenga per sé le sue misere e superflue pignolerie!”
 
Per un attimo, la donna non credette alla sua stessa reazione, mentre gli altri la fissarono attoniti.
Illustrious si calcò il bavero della giacca, sfilandosi gli occhiali:
“Molto bene. Questo va decisamente meglio: sicurezza e fiducia nel corpo operativo. Potrebbe essere una nota positiva; credo che la citerò nel verbale.”
Leon si lasciò sfuggire un fischio; Akagi si rivolse alla donna in rosso:
“Avrò esagerato?”
Misato trattenne a stento una sonora risata, sussurrandole:
“Non lo so, ma una cosa è certa: sei stata grande! Brava Rit-chan!”
“Ed ora che abbiamo concluso la visita giornaliera,” -riprese Teru- “suppongo debba interloquire con le massime autorità.”
Prima di obiettare, Leon chiese non poco preoccupato:
Giornaliera? Scusi, ma quante ispezioni ha in programma?”
Oh, non lo sapevate?” -l’ufficiale britannico rispose con una seconda domanda, non troppo velata di ironia- “Sono stato incaricato di salvaguardare l’operato della NERV fino a nuovo ordine. Per il momento, credo che troverò un buon albergo e resterò a Neo-Roma 2 a tempo indeterminato.”
Misato, voltandosi di spalle, borbottò: “Ma che fortuna…!”
 
 
*   *   *
 
 
Dieci minuti dopo. Ufficio del Comandante Gendo Ikari. NERV.
 
“Dunque…benvenuto, Ispettore Makinami.” -pronunciò lento Ikari- “Noto con piacere che è sopravvissuto all’incidente di Betania.”
“Evidentemente sì; si è trattato di un incarico piuttosto semplice: quel problematico Dodicesimo Angelo è stato distrutto come programmato. Inoltre, l’Unità 05 ha sopportato l’esplosone meglio delle aspettative. Tuttavia, continuo nel dire che si è trattato solo di un incidente, un caso fortuito; tutto qui.”
“Sono stato informato.” -rispose il Comandante- “Quanto tempo ci vorrà per il trasporto?”
“Tre giorni al massimo; la sixth children è già…atterrata, anche se in modo poco ortodosso. Tuttavia, credo lei sappia che dovrete sigillare almeno una delle Unità. Nonostante il Trattato del Vaticano sia stato abolito, la commissione dell’I.P.E.A. ritiene che sei Eva in mano ad una sola nazione sia eccessivo. ”
“Ne sono al corrente. Ho già pensato all’Eva 01: da tempo, il Progetto di Sviluppo richiedeva soggetti qualificabili. Verrà spedito al CERN di Genéva domani stesso.”
“L’importante è che abbiate deciso.” -concluse distaccato Teru- “Con questo, il Progetto Marduk riprenderà il suo corso: tutto sta seguendo i vostri piani.”
Poi, il giovane Sovrintendente volse lo sguardo oltre le gigantesche vetrate della sala:
“Dal mio canto, ho prelevato le informazioni ed il materiale della SEELE. Credo che troverà molto interessanti quelle riguardanti la costruzione del Mark 07…”
“Lo credo anch’io…” -sul volto di Ikari si dipinse un sorriso sardonico- “…procediamo.”
 
Teru pose sulla scrivania -unica decorazione dell’immenso locale-  la valigetta ermeticamente sigillata, estraendone il contenuto:
“Questo è l’oggetto che avevate richiesto…il Lost Number per il ‘piano d’emergenza’.”
 
Gendo fissò per un istante il cofanetto recante l’avvertenza di radioattività, poi allungò le mani guantate sulla chiusura codificata.
Digitò rapidamente un codice alfa-numerico, sbloccandola.
Assaporando ogni attimo di quel gesto, sollevò con accurata lentezza il coperchio:
 
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Al suo interno, un minuscolo apparato circolatorio risaltava inquietantemente affascinante, sospeso in un composto giallastro dalla composizione plastica; una minuscola etichetta indicava: SUBJECT-000.
 
Makinami scrutò oltre le lenti dei suoi occhiali l’uomo difronte a sé:
“L’anello mancante che unirà l’Uomo al Dio…ciò che aprirà la Porta per il Perfezionamento dell’Uomo...”
“…è la Chiave di Nabucodonosor.” -il Comandante terminò la frase, lasciando che le sue labbra si incurvassero in una smorfia di autocompiacimento.
 
Dopodiché, Teru si voltò, spiccio:
“Posso dire di aver concluso il mio compito. Per un po’ di tempo, vorrei avere carta bianca…”
Quindi si avviò verso l’uscita, aggiungendo infine un divertito:
“Ad ogni modo…la qualità della NERV italo-giapponese è piuttosto buona, ma ammetto di trovare molto divertente l’imbarazzo del personale…arrivederci.”
 
Dopo che l’uomo ebbe abbandonato il locale, Fuyutsuki -sin ora rimasto in contemplativo silenzio, alle spalle del suo Comandante- mormorò:
“L’Ispettore Teru Illustrious Makinami…sarà degno della nostra fiducia?”
L’altro non rispose.
 
 
*   *   *
 
 
Sabato 11 Febbraio. Ore 17:00 A.M. Campagna romana. Periferia di Neo-R2.
 
Un XB-49 dall’immensa apertura alare tese i robusti cavi d’acciaio rinforzato, sollevando a stento l’ingombrante mole dello 01 per gli avambracci.
L’addome e la gambe dell’Eva erano state ricoperte da uno spesso telo di gomma e le cavità oculari del casco otturate da due piastre striate di arancione e nero.
Il laboratorio da campo della NERV  dominava la campagna a chiazze, trafficato da tecnici meccanici, mezzi bellici e grandi camion attrezzati con enormi solenoidi ed Umbilical Cable.
 
Ritsuko dovette coprirsi il volto con un braccio, per evitare che lo spostamento d’aria generato dalle turbine del velivolo le bruciasse gli occhi.
Misato le si avvicinò, coprendo la testa con un faldone lavorativo.
Benché stesse gridando, la sua voce era appena udibile nel frastuono provocato dal jet:
“Dove hai detto che lo porteranno?!”
“Al Centro di Ricerca e Sviluppo in Svizzera!” -rispose la Akagi, tentando di superare con la voce il chiasso infernale.
“Non sono quelli che hanno anche assemblato lo 02?!” -chiese Misato.
“Si! Non che io sia molto propensa nell’effettuare test sperimentali a bordo dello 01, ma sono davvero curiosa di vedere se riusciranno a terminare l’equipaggiamento di Tipo Combattimento!”
“Intendi quella specie di armatura?!”
“Esatto! Stando a quanto dicono, dovrebbe sostituire alla perfezione l’equipaggiamento Tipo-B! Con la nuova corazza, un Eva dovrebbe addirittura essere in grado di eseguire teletrasporti per lunghe distanze e usufruirebbe di armi incorporate!”
“Sul serio?!” -Misato sembrava non essere del tutto al corrente del progetto- “Sembra una cosa grossa! Per quanto lo terranno lì?!”
 
Ritsuko schiuse le labbra per rispondere, ma il baccano dell’aeromobile militare in decollo glielo impedì.
Finalmente, il bombardiere modificato della NERV si librò completamente in aria, sorreggendo lo 01 tramite una struttura metallica crociforme.
 
Quando la scia dell’aereo fu lontana, nel cielo, ed il suo rombo risuonò lontano, Ritsuko poté terminare la frase:
“Non so, potrebbero volerci anche mesi. Ikari non mi ha detto altro. Senza contare che la Farnesina mi ha informato dell’arrivo dell’Unità 05. Le componenti atterreranno domani stesso, quindi non  ci convien smontare il campo-base per stanotte.”
Misato si accese una sigaretta, affranta:
“Altri problemi…!” -poi sollevò lo sguardo dolce e profondo oltre le nuvole ovattate- “Così niente 01, eh? Chissà…forse, per Naruto, sarà meglio così…”
 
 
 
*   *   *
 
 
Domenica 12 Febbraio. Stesso luogo. Ore 07:15 A.M.
 
Con un lamento, il Colonnello si trascinò a fatica fori dalla tenda d’ordinanza, mettendosi a sedere sul prato umido di rugiada mattutina, come una bambina.
“Sembri stanca, Katsuragi.” -Leon le si avvicinò, sedendole accanto.
“Lasciamo perdere…” -biascicò, disarticolando le parole- “…ho dormito pochissimo e mi sono svegliata all’alba! Voglio una birra…”
 
“La birra te le prenderai dopo!” -la voce di una perentoria Ritsuko si udì alle spalle dei due- “Non vorrai mica farti vedere sbronza sul lavoro, vero Misato?”
“E chi mi vedrebbe, si può sapere?”
“Lui ad esempio…” -la bionda indicò con il capo l’Ispettore Makinami, prendere nota di tutto accuratamente, a poche decine di metri di distanza.
“Comincio ad odiarlo…”
“Allora siamo in due!” -esclamò Leon, ironico- “Comunque…guarda lassù. Sembra siano arrivati…”
 
I tre sollevarono gli occhi al cielo:
Un gruppo di cinque enormi aerei-cargo volavano poco al di sotto delle nubi, in direzione del campo.
Sui container metallici le iscrizioni:
‘EVA-05-PROVISIONAL’; ‘U.K’; ‘LEG-1’, ‘NERV’; ‘RX-LANCE’
 
La Dottoressa sbuffò:
“Così sono quelle le componenti dello 05…gli Inglesi e i Russi hanno addirittura preteso riparazione e settaggio del sistema! Che ignominia!”
Misato si limitò ad un:
“Altro lavoro…”
 
 
*   *   *
 
 
Martedì 14 Febbraio. Ore 19:01. Quartieri suburbani. Neo-R2.
 
Un lampo accecante precipitò nel centro dell’incrocio stradario.
I pedoni, atterriti, tentarono la fuga in direzione dei rifugi designati, evitando goffi le auto frenate improvvisamente.
Con un fragore assordante, il suolo esplose in migliaia di frammenti, lasciando che una figura altissima e slanciata emergesse tra la fuliggine.
Un gruppo di aerei militari a repulsione fece fuoco tra la cortina di polvere ancora aleggiante.
Con un gesto fulmineo, una sorta di lunga sta bianca piroettò oltre la nube di fumo, urtando e distruggendo la flottiglia.
Diversi megafoni annunciavano già lo l’emergenza governativa.
 
*   *   *
 
Contemporaneamente. Central dogma. NERV.
 
Aoba agganciò il telefono cordless sulla sua scrivani intelligente, rivolgendosi ad alta voce al Colonnello alle sue spalle
“Lo Stato ha dichiarato def-con 1! Passo sullo schermo principale le telecamere da Ground Zero!”
 
Al centro del vuoto antistante il Ponte di Comando, un gigantesco ologramma mostrò il quartiere dall’asfalto lacerato.
Al centro della scena, attorniato da veicoli militari dagli sforzi inutili, torreggiava un mostro longilineo, immobile.
 
“Rilevata Reazione A.T.Field!”
“Un Angelo…” -mormorò Misato con un sorrisetto smaliziato sulle labbra, quasi ovvio.
“Nossignora!” -Makoto la contraddisse, allarmato- “Il MAGI non riesce a formulare un Diagramma d’Onda: non possiamo essere certi di cosa sia il nostro nemico!”
“Ma come…!” -balbettò Akagi- “Non è possibile!”
“Se non è un Angelo, allora…con che diavolo abbiamo a che fare?!”
 
Prima che  qualcuno potesse rispondere al Colonnello, la voce del comandante Ikari tuonò dall’alto:
La postazione mobile di Ikari e Fuyutsuki stava emergendo dalla piattaforma superiore del Central Dogma:
“A tutto il personale bellico: postazioni di combattimento di Primo Grado! Situazione: A! Mobilitazione di tutte le Unità Eva, dalla numero 00 alla 04!”
“Comandante…non sappiamo nemmeno se…!”
Hyuga stentò una scusa, ma venne interrotto:
“Ho detto: Situazione: A! Eseguite!”
 
Anche se poco convinta, Misato si rivolse a Maya:
“Lo stato dei children?”
“Sono arrivati e pronti alle Gabbie! Second children in stato di wait , causa assenza dell’Eva 01! I percorsi d’uscita sono ALL GREEN!”
“Bene così: Unità Evangelion in rampa di lancio!”
 
I cinque automi salirono oltre il bordo superiore dei rispettivi cilindri di vetro nell’hangar.
 
“Massima priorità all’Eva 00 ed allo 04! Ed ora, LANCIARE!”
 
 
*   *   *
 
 
Campo di battaglia. Cinque minuti dopo.
 
Le botole di passaggio dal Geofront si aprirono, rigettando le Unità.
I supporti traenti si retrassero, sganciando i robot.
 
All’interno del suo Eva, Thomas si stiracchiò vistosamente.
Ah, endlich! Era da un po’ che non mi sgranchivo le gambe!”- poi notò il mostro il lontananza- “sarebbe quello il nostro nemico?”
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“Non sembra aggressivo…” -Michael inarcò un sopracciglio, in una smorfia confusa.
Cris mormorò a mezza voce:
“Quell’essere…che sia…?”
“Che strategia propone, Colonnello Katsuragi?” -chiese Alexander.
 
“Non saprei davvero…” -per la prima volta, Misato non sapeva dove metter mano- “…se non riusciamo nemmeno a capire se davvero è un Angelo, non ho idea di cosa inventarmi! Improvvisate!”
“Ma quanta leggerezza, Colonnello…!” -una voce di giovane uomo riprese la donna con durezza.
Misato si voltò: Teru era ritto ed impassibile poco dietro di lei.
Decise che non avrebbe lasciato che quello sconosciuto la redarguisse anche sul suo unico scopo di vita:
“Mi ascolti Ispettore: da questo momento in poi, la situazione passa sotto il controllo diretto della NERV e della sottoscritta. Lei si limiti a guardare, ma non le permetto di contestare le mie decisioni.
Makinami storse le labbra in una lazzo di disprezzo, ma tacque.
 
A bordo dello 04, oltre il collegamento video, Winchester notò il commissario britannico:
“Ma guarda chi si rivede! Teru, se sei qui suppongo lei sia venuta con te…”
 
“Per tuo sommo piacere…” -rispose, sottilmente velenoso.
 
Poi, il mostro ruppe l’attesa:
Volse il suo volto inespressivo verso la squadra di giganteschi robot; poi, la sua picca si inspessì fino a raggiungere la larghezza di una quercia secolare.
La creatura scheletrica eseguì una sorta di aggraziato passo di danza, lasciando il suo bastone roteare follemente, per poi percuotere il suolo.
Un’onda d’urto -simile ad un complicato ricamo floreale dalle tonalità cangianti- si propagò lungo il terreno, raggiungendo i piedi degli Eva.
Senza nemmeno avere il tempo di portarsi  a distanza di sicurezza, le cinque Unità vennero investite dall’attacco, barcollando e ricadendo rovinosamente.
 
“Dannazione!” -imprecò l’Americano- “Non me ne sono nemmeno accorto!”
 
Hyuga confrontò le analisi eseguite prima e dopo il colpo, poi proferì:
“Il nemico utilizza l’A.T.Field sotto forma di impulsi tellurici! Sembra che quell’arma funga come un qualche tipo di tramite per le vibrazioni sismiche! Inoltre le scosse tendono a raggiunger il centro di massa degli Eva: sta sfruttando il  loro  stesso baricentro !”
“Eccomi!” -una seconda voce maschile si aggiunse al Ponte di comando: Leon aveva raggiunto la sala, seguito dal second- “La situazione?!”
Ritsuko ripose:
“Non sappiamo con chi abbiamo a che fare ma sappiamo che modula gli Spazi di Fase in base ai suoi avversari…non ho idea di cosa fare…”
 
“Stupido ‘grissino’ che non sei altro, vediamo se riesci anche a scuotere l’aria!” -Thomas corse in direzione del mostro, saltando in lungo.
Con un sibilo acuto, l’essere si scostò di lato.
Lo 02 cadde a vuoto ma, prima di toccare il suolo, fu investito in pieno addome dallo spesso bastone della creatura scheletriforme, venendo respinto.
“Bastardo!” -imprecò il Tedesco.
Afferrando un Pallet Gun, lo 00 fece fuoco ma un rapido movimento rotatorio dell’asta marmorea deviò i proiettili in modo sorprendente.
Lo 03 approfittò contemporaneamente della distrazione avversaria per issarsi su un palazzo più alto.
Raggiungendolo alle spalle, il mecha nero voltò le spalle del mostro, sguainando il pugnale nascosto e piantandolo con forza nel nucleo, insolitamente, verde.
Infine, l’Eva britannico dalle tinte cromate sferrò un calcio alla schiena dell’entità ignota.
Un rumore di ossa rotte si udì ed un fiotto di sangue bluastro spruzzò dalla ferita all’addome.
 
“L’hanno colpito!” -esclamò Naruto, alla Base.
In totale riservatezza, Ikari produsse uno sbuffo di diniego,  quasi sapesse cosa aspettarsi.
 
Il nuovo avversario sembrò paralizzarsi, poi sollevò di scatto la testa.
Posizionò le mani sui fianchi, grufolando come in segno di soddisfatta superiorità: le vertebre dorsali si ricomposero ed il  nucleo rosso esplose in mille frammenti; sotto di esso uno identico, seppur dell’usuale color vermiglio.
I children sgranarono gli occhi, a metà tra il confuso ed il terrorizzato.
In ultimo, l’essere deforme scalciò lontano da sé le Unità americane e batté nuovamente il terreno, impedendo ai restanti Eva di rialzarsi.
 
“Il nemico…ha sviluppato un secondo nucleo?!” -Misato  boccheggiò incredula quelle parole.
“Questo Angelo è diverso dagli altri…” -Leon si morse un labbro- “…ammesso che possa essere definito tale!”
“Più che le abilità fisiche, è il suo A.T.Field a preoccuparmi…” -mormorò la Akagi- “…il baricentro degli Eva è troppo alto: di questo passo non riusciremo nemmeno ad avvicinarci!”
Misato si resse il mento con un pugno, ponderando la situazione:
“Avremmo bisogno di un’Unità dal baricentro più basso…se solo potessimo utilizzare lo 05!”
Fu Maya a sincerarla dello stato del robot:
“Le riparazioni dell’Eva sono state ultimate solo mezz’ora fa! Sarebbe pronto, in teoria, ma…”
“Salirò io a bordo dello 05!” -improvvisamente, Naruto intervenne- “Non posso restarmene qui con le mani in mano! Posso combattere anche senza lo 01!”
“Resta al tuo posto, ragazzino!” -il Comandante stroncò sul nascere ogni sua iniziativa.
Lui strinse i pugni, tentando di mantenere la calma; Ritsuko gli spiegò con maggior tatto le motivazioni di quel divieto:
“Senza nemmeno una prova di sincronizzazione, pilotare un’Eva tanto differente potrebbe essere rischioso. Per il momento possiamo solo…”
 
Credo sia il momento…-accennando un ghigno divertito, Teru digitò rapidamente una frase sul suo palmare.



*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Gabbia n.6 (Alloggiamento dell’Unità 05).
 
Brrr…che freddo pazzesco!”
 
Con un fremito delle spalle, Mari infilò le gambe nella porzione inferiore della sua tuta elasticizzata, gelida a causa dell’eccessiva ventilazione dell’hangar.
“Certo che infiltrarsi alla NERV italiana è un vero gioco da ragazzi! Speravo i divertirmi di più…”
Volse lo sguardo il lontananza, verso i corpi  accasciati di due meccanici, tramortiti.
Poi, lo squillò lieve di un telefonino risuonò su una panchina poco distante.
Lei scostò i vestiti vecchi di tre giorni dalla sedia, afferrando il cellulare.
Visualizzò rapidamente il messaggio inviatole e poi sbuffò:
Ah! Certo che è arrivato il momento, altrimenti perché sarei qui?”
 
Ancora in reggiseno, tirò sulle spalle il busto della  nuova plug suit rosa e sottile; attivando il meccanismo sul polso, la decompressurizzò.
La ragazza scosse il torso, esclamando soddisfatta:
“Si vede che è il nuovo modello di plug suit: è comoda ed aderisce perfettamente anche al seno!”
 
Infine fissò l’enorme volto meccanico innanzi a lei:
“E tu che vuoi?! Mi guardi le tette?! Oh, beh…infondo te lo avevo detto, Eva 05, che ci saremo rivisti presto, no?”
 
 
*   *   *
 
 
“Colonnello Katsuragi!”
“Che succede ora?!”
“La Gabbia n.6…è stata aperta!”
“Cosa?! E lo 05?!”
“E’ sul binario n.123 in direzione del campo di battaglia!”
“Chi è il pilota?!”
“Non lo sappiamo: non è stato dato nessun ordine di sortita e le comunicazioni sono state bloccate dall’interno!”
“Ma allora…vuol fare proprio tutto da solo…”
Teru si lasciò sfuggire uno sbuffo rassegnato:
Mari…sei sempre la solita!
 
 
*   *   *
 
 
Il mostruoso alabardiere dalla copertura ossea si avvicinò allo 00, sul punto di colpirlo con la lunga e -ora- appuntita pertica, quando il suono meccanico di un ascensore per Eva attirò la sua attenzione:
 
Una piattaforma mobile nera ancorava gli spallacci di un gigante meccanico; quattro robusti snodi della passerella creavano dei tubi neri, bloccanti altrettante lunghe gambe meccaniche.
La versione ultimata dell’Unità 05 non differiva molto  dalla precedente: la colorazione era ora i un verde più brillante e caratterizzata da alcuni inserti in rosso ed arancio lungo le zampe; il visore ottico riluceva di un barlume rosso intenso anziché giallo e la lunga lancia da giostra del braccio destro era ora nera e non più rossa, terminante in un piccolo oro simile alla cruna di un ago.
Per il resto, l’Eva era identico.
 
“Quella roba sarebbe…un’Eva?!” -chiese Thomas, più diffidente che incuriosito.
“Dunque è quello lo 05…” -Cris fissò con stupore la nuova Unità.
Alex, per quanto le condizioni fisiche lo permettessero, sorrise a stento, conscio del pilota dietro quel volto metallico:
“Ma tu guarda che razza di incosciente!”
 
Mari, dal canto suo, fissò il suo avversario, per nulla intimorita:
“Ah…eccoti! Mi sei simpatico, amico…ma il copione prevede che sia tu a perdere!”
La ragazza strinse un pugno; l’Eva mimò il movimento.
serrando la tenaglia sinistra.
“Bene…facciamola finita!”
 
Con un movimento incredibilmente repentino, lo 05 si slanciò in avanti; i cingoli in rapida rotazione.
Lo 00 e lo 02 dovettero scansarsi, per evitare di essere travolti.
Il mostro sollevò una gamba in aria, quindi compì una rapida successione di ruote e sviluppò il suo A.T.Field.
 
Le l’anello di luce policromo investì le articolazioni meccaniche dell’Eva che, seppur con un piccolo sobbalzo, proseguì incurante.
Uhuuu! Mi sento tutta scombussolata!” -Mari si aggiustò gli occhiali sul naso, per evitare che fluttuassero liberi nell’L.C.L.
 
L’Evangelion anglo-russo divaricò le quattro appendici, acquattandosi e schiacciando le decine di autovetture abbandonate; la lunga lanci nera ben protesa dietro di sé.
Il suo deforme avversario scivolò rapido sull’aria, sferrandogli un fendente con la lunga asta.
 
“Con me non funziona!”
Mari eseguì un ampio movimento con il braccio; l’Eva parò il colpo nemico con la lancia-trivella.
Le due armi affilate cozzarono, lanciando scintile  ovunque.
Lo 05 retrasse il braccio, tentando un affondo nel nucleo, ma venne schivato e respinto da un seconda sferzata.
Il robot rispose con una serie veemente di staffilate, facendo arretrare il nemico.
Infine, la sua arma venne bloccata dal bastone bianco, improvvisamente irrobustito.
 
Tsk!” -Mari lasciò andare ad una gesto di disprezzo- “Guarda che anch’io ho un asso nella…manica!”
La pinza meccanica ghermì il braccio ossuto, elettrificandosi ed inviandogli dolorose scariche per tutto il corpo.
L’aggraziato abominio lasciò andare la sua arma.
Il mech piantò con violenza la punta dell’alabarda nell’addome e strinse la chela meccanica intorno al collo.
 
“E adesso…SPARISCI!!!”
Gli otto reattori dello 05 avvamparono di un fulgore violaceo, sospingendo i due contendenti in aria.
 
All’interno dello 03, Crow si sentì bruciare d’invidia:
“Quell’Eva…può anche volare?!”
 
Mari tirò a sé la gola del mostro con maggior forza, piantando la sua arma sempre più in profondità.
Si librarono fino a non poter quasi più essere scorti.
Infine, la lancia nera dell’Unità verde sfondò completamente l’Elemento S2, trapassandolo da parte a parte.
Con un urlo stridulo, la creatura esplose in alta quota con una croce di luce a sviluppo orizzontale.
Un arcobaleno si levò oltre le nubi.
 
Lo 05 riatterrò su quattro edifici, sfondandone i tetti, il braccio armato ritto verticalmente.
Una cascata di sangue bluastro lo inondò, defluendo attraverso il piccolo foro della lancia.
L’Eva sollevò il capo; il lungo visore ottico brillò di una tonalità di rosso quasi compiaciuta.
I children, al suolo, fissarono increduli quella nuova comparsa.
 
 
*   *   *
 
 
Hangar principale. Ore 22:00 A.M. NERV.
 
I cinque piloti attendevano, accompagnati dal Colonnello, dalla Ricercatrice, dall’Ispettore e dall’Inviato Speciale che il misterioso pilota dell’Unità salvifica si rivelasse.
 
Quando l’Entry Plug dalla tinta verde fosforescente sollevò la sua copertura, Thomas esclamò sconcertato:

“Coooosa?! Una…fraulein?!”
  

 

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Capitolo 22
*** Episodio 21: NERV: il Cantiere degli Incubi/Requiem ***


Angolino dei commenti
 

ryuzaki01: beh, mi pare di aver già risposto, al meglio delle mie possibilità, ai tuoi commenti: gli Angeli sono tutti di origini fondate, presi dai testi religiosi della cultura cristiana ed ebraica. Rinnovo i  miei ringraziamenti e la mia grande soddisfazione nel vedere tra le mia ‘fila’ (*risata malvagia*) un nuovo recensore e spero di poter sollecitare sempre la vostra attenzione e curiosità con tanti piccoli fili narratici che vedrete un giorno risolversi….
duboius3: Il mio primo e fedelissimo recensore! Vedo con piacere che il capitolo è stato di tuo gradimento, meno male visto il tempo che ci ho speso! Effettivamente Teru e Mari nascondono molto più di qualche gaffe ironica….leggi questo capitolo e vedrai….
KiKaTze: rieccoti di nuovo! Mi sei mancato, eh! XD anche tu hai notato l’evidente ambiguità di Teru ed infatti….spero di quietare la vostra insanabile sete di gossip con questo capitolo! Penso sia la prima che volta che qualcuno azzarda una ff si EVANGELION senza lo 01…sarà difficile per me tenerlo lontano per un po’! Tornerà….tornerà….
Per quanto riguarda il nuovo nemico…anche lui troverà risposta in questo capitolo, leggi e vedi tu stesso! Comunque sì: Mari è un po’ paranoica….poverina non sa ancora che cavolo fare in EVANGELION 3.0….è naturale…..e intanto si sfoga!
sghirian: anche su sembri aver apprezzato la ventata di humor dello scorso capitolo…sennò sai che palle tutti depressi! (e comunque il tempo dei piagnistei è MOLTO più vicino di quello che pensi….), per quanto riguarda il nuovo mostro cerca: AQUARION        ep.4 e vedrai….capirai anche perché ho deciso di introdurlo proprio ora….anche per te: attendi lo 01….attendilo speranzoso che prima o poi torna….!XD
 
Ed ora, allacciate le cinture perché in questo capitolo ci sarà da prendere appunti! L’emozione continua! (oddio quanto mi piace dirlo…)

 

NERV: il Cantiere degli Incubi/Requiem
 

 
 
“Cooosa?! Una…fraulein?!”
 
Alla vista della giovane ed attraente ragazza in plug suit rosa, Thomas assunse un’espressione di stupore misto a, quasi, sconcertato imbarazzo.

Lei scese rapidamente dalla sua Entry Plug, dirigendosi a passi svelti verso il comitato d’accoglienza.

Senza nemmeno degnarsi di salutare i presenti, si fiondò a braccia spalancate verso il fourth children:
Whaaaa!!! Alex! Ti ho preso, alla fine, hottie-boy!”
Saltandogli al collo, strinse al seno il giovane pilota, con eccessiva teatralità.
Le mani del ragazzo annasparono in aria, divincolandosi:
“Mari...ahia!...Mari…mi fai male!”
Alle sue resistenza, lei non attardò a scansarsi:
“Oh, scusa hottie-boy! E’ che sono così felice di vederti! Ti sei fatto male? Eh, se non ci fossi qua io…!” -le parole uscivano incontrollate dalla bocca della ragazza, ammiccante oltre le lenti degli occhiali dalla sottile montatura rossa.
“E SMETTILA DI CHIAMARMI HOTTIE-BOY!” -sbraitò lui, aggiustandosi il colletto della plug suit, ora sgualcito.
“D’accordo, hottie…”
Ehm-ehm!” -un allusivo colpo di tosse interruppe la ragazza.
Lei si voltò:
Ah, Teru! Anche tu…”
Prima che venisse aggredito a sua volta, la bloccò:
“Per favore…sono in veste ufficiale!”
Lei si ricompose, poco soddisfatta, voltandosi verso il resto del gruppo:
Mpf! Beh…eccomi, no?! Allora?! Tutto qui?! Un po’ di entusiasmo per favore!”
Leon trattenne a stento un colpo di tosse nervosa.
Ritsuko si calcò gli occhiali sul naso, indignata, ma non proferì parola.
Misato, in difficoltà, azzardò un saluto con un mezzo sorriso, davvero poco convinto:
“Allora…ciao, Mari Illustrious Makinami! Io sono il Colonnello Mi…!”
“Lo so chi sei!” -la interruppe lei, dispotica- “Ti ho sentito sbraitare lassù, sul Ponte di comando: quanto chiasso per un semplice nemico! Se non fossi intervenuta io chissà cosa avreste combinato!”
Sbraitare?! Mi dai del tu?! Ehi, ma chi ti credi…?!”
 
La ragazza sembrò non sentirla; passò in rassegna con lo sguardo i ragazzini intorno a lei, prorompendo:
“E voi sareste i children? Nome appropriato, siete proprio dei ragazzini!”
 
Thomas soffocò una risatina, bisbigliando tra sé:
Ja…und du bist eine schӧne Hundin!”
 
“CHI SAREBBE UNA PUTTANELLA?!”
Lei lo afferrò per il bavero della tuta, mentre una sua mano scivolava verso il suo inguine, quasi volesse evirarlo.
Il tredicenne la fissò pietrificato, spostando freneticamente lo sguardo dal volto di lei alle sue parti basse.
Ritsuko sentì il bisogno di intervenire:
“Per favore!”
Lei la fissò di sbieco, sorridendo maliziosa:
“Va bene…comunque non ti stanno per niente ben quegli occhiali! Dovresti cambiarli, nonnetta…”
Nonnetta a me?!” -la Dottoressa dovette artigliarsi il camice, per evitare di allungare un ceffone a quella nuova e così insolente pilota.
 
Infine, senza badarle, Mari incrociò lo sguardo dell’unico ragazzo in camicia bianca a mezze maniche: Naruto.
Puntandogli un dito contro, inveì:
“E tu dove diavolo eri, si può sapere?!”
Eh?! Io…ecco…”
Senza lasciarlo terminare, protese un gamba verso i suoi polpacci, facendogli perdere l’equilibrio; quindi si piazzò a gambe large difronte a lui, piantandogli un piede sullo stomaco:
“Peccato…hai perso un’occasione per pilotare l’Eva 05! Ma d’altronde sei solo un moccioso…”
 
Lui la fissava con occhi sgranati, boccheggiante.
 
Poi lei aguzzò la vista oltre le lenti:
“Aspetta…ci siamo già visti da qualche parte? Ma certo, tu sei il…”
Senza volerlo, lo sguardo di lui salì lungo le cosce fasciate di tessuto aderente di lei, fino alla zona pelvica.
Con un gridolino acuto, gli allungò un pestone sulla faccia:
“…MANIACO!!”
Gli altri sobbalzarono, atterriti.
Lei si gettò tra le braccia del suo elegante fourth:
Oh, Alex, proteggimi tu…!”
 
Mentre Michael e Cris aiutavano Naruto a sollevarsi, quest’ultimo si lamentò, sottomesso, con un rivolo di sangue dal naso:
“Perché sempre a me…?!”
 
Misato sbuffò, rassegnata.
Teru ammise suo malgrado:
“Abituatevi: vi darà problemi…”
 
 
*   *   *
 
 
Martedì 15 Aprile. Ore 12:00. P.M. Istituto Scolastico Internazionale Marduk (piscina). Neo-R2.
 
Con un rinfrescante suono d’acqua spruzzata, Cris penetrò nella piscina come una lama: il suo corpo solo leggermente curvo attraversò la cristallina superficie liquida, immergendosi come un proiettile.
Il ragazzo sorpassò i primi cinque metri della piscina olimpionica all’aperto con il solo tuffo; poi riemerse, iniziando la sua vasca con ampie ed armoniche bracciate in stile.
Poco dopo, il fourth eseguì il suo ingresso in acqua da un trampolino sopraelevato, nella corsia opposta
Le sue spalle ampie e muscolose quasi stonavano col volto sottile e raffinato; il suo tuffo fu perfetto: una doppia capriola carpiata eseguita quasi immediatamente dopo lo slancio iniziale, per poi concludere con un’entrata di testa da manuale.
 
Poco distante dalla riva della piscina, Mari lo seguiva con lo sguardo, incantata.
Vicine a lei, un gruppo di ragazze in costume rideva sonoramente, bisbigliando maliziosamente:
Ah…che bello che è Winchester!”
“Lascia perdere! Non sei al suo livello!”
“E perché?”
“E’ troppo ricco per te! E poi sembra che qualcuna se lo stia già mangiando con gli occhi…”
 
Le tre ragazzine spostarono lo sguardo sulla sixth, sorridendole.
Lei fece lo stesso, indossando la sua cuffia di gomma e preparandosi al tuffo.
Poi, loro ripresero i loro gossip:
 
“Com’è fortunata…!”
“A proposito di intrighi…” -la studentessa con le trecce cercò con lo sguardo la pianista bionda- “…dicono che Chevalier ‘limoni’ con Uzumaki!”
“Ma chi? Quello sfigatello di Terza-A?!”
“Sì! Ma come fa a provare interesse?! Lei è così colta, così bella!”
“Già, secondo me lui nemmeno se ne rende conto!”
“Certi ragazzi non sanno proprio quanto sono fortunati…!”
“Però, dai ragazze, bisogna ammettere che è carino…!”
Mhmm…passabile!”
 
Poi, le tre Allegre Comari di Windsor portarono i loro occhi assetati di scandali poco oltre la rete di recinzione del campetto sportivo, sorridendo viziose ai tre ragazzi in costume seduti sul prato.
 
Thomas, ingenuo, le salutò a sua volta, sfoggiando un sorriso infantilmente largo.
Mike gli tirò un orecchio:
“Tieni a freno gli ormoni, tu…”
Poi, strisciarono sul praticello curato fino ad avvicinare i loro volti a quello di Naruto, concentrato sui nuotatori:
Ehi, dicci un po’…cosa staresti guardando con così tanto interesse?!”
“Io?!”
Thomas gli si fece ancora più vicino, fissandolo con occhi perversi:
“Magari…Ginevra?!”
Eh?!”
Mike gli diede un colpetto col gomito:
“Sì...le gambe di Ginevra…”
“Le tettine di Ginevra…”
“E Ginevra ha un bel…” -i due pronunciarono quella frase all’unisono, prima di venir allontanati da una mano del ragazzo- “…CULETTO!”
“Ma dai…!” -lui gli rispose con un sorriso imbarazzato, contemplando poi la ragazza in piedi, oltre la rete metallica.
 
Lei sembrava così distante da tutti e tutto: se ne stava lì, in piedi e di schiena, con un braccio dietro la cintola ricoperta dal tessuto elastico del suo costume blu monopezzo.
 
Naruto pensò tra sé:
Vorrei solo che lei…sopravvivesse.
 
 
*   *   *
 
 
Stesso giorno. Ore 15:00 A.M. Stesso Istituto (auditorium).
 
Ginevra poggiò su una delle tante sedie pieghevoli dell’auditorium scolastico la sua tracolla.
La ragazza dai lunghi capelli biondi avanzò a passi lenti e lievi nella grandissima aula meravigliosamente illuminata dal caldo ed accecante sole primaverile.
Sul parquet dell’auditorio, i raffinati stivali neri produssero un leggero suono  di gomma su legno.
Con grazia serafica, Ginevra salì sull’ampio palco sopraelevato, affollato di strumenti musicali e leggii.
 
L’orchestra scolastica comprendeva un quintetto d’archi, due pianoforti, una costosa arpa d’antiquariato, quattro grancasse, due flauti ed un oboe, oltre ad una batteria rock ed una chitarra elettrica.
 
Lei si sedette sul morbido sgabello d’ebano; sistemò i libri sulla plancia del piano a coda e poggiò le sottili dita marmoree sui tasti di avorite.
Suonò un La.
Alzò la mano sinistra, per iniziare l’Accompagnamento, ma il cigolìo della porta del grande salone glielo impedì.
 
“Ciao, sapevo di trovarti qui.” -Naruto, sull’uscio delle due grandi porte-vetrate, entrò timidamente nel teatro.
 
Oh, sei venuto.” -notò lei, con piacere- “Scusa ma oggi vado di fretta, devo finire di esercitarmi per il saggio di fine anno.”
“Sì, scusa. Volevo passare un po’ di tempo qui, è una bella giornata. Ti dispiace?”
“No, fa pure!” -ancora un volta, lei gli sorrise con quel sorriso che metteva allegria, ma che nascondeva qualcosa dietro.
“Allora,” -le chiese- “cosa si suona oggi?”
“Il Canone di Pachelbel.”
“Credo di conoscerlo…”
“Meglio così, almeno mi dirai se stono!”
 
Poi, senza aggiungere altro, suonò con decisone il primo accordo. http://www.youtube.com/watch?v=OiFhOW9a5Ng
 

-ACCORDATURA-

 
Poi un altro ed uno subito dopo.
Una serie continua e crescente di scale ed arpeggi, mitigate dalla passione della ragazza.
 

-ACCELERANDO-

 
Le sue dita fluivano come acqua sulla tastiera, evocando sensazioni, suggestioni sensoriali, senza smettere di disseminare l’esecuzione di quell’innumerevole serie di pause e note trattenute, in un quello che suonò come un’intera orchestra.
 

-CRESCENDO-

 
Presto, la musica si fuse con la stessa con l’aia stessa; lo strumento: solo un’appendice della musicista.
In un ultima frase musicale, la melodia raggiunse picchi paradisiaci, per poi spegnersi con una scala decrescente talmente rapida ed eterea da risultare inconsistente, lasciando il pezzo quasi incompiuto.
 
Lei staccò con decisone i polpastrelli dalla tastiera, espirando come se avesse compiuto uno sforzo fisico.
Si voltò verso il ragazzo in platea:
“Posso dire di essere stata…”
“…fenomenale.” -terminò lui.
Lei socchiuse quegli occhi di zaffiro, chiedendo:
“E tu? Oggi non provi nemmeno a toccarlo, il pianoforte?”
Beh…avrei qualcosa in mente, ma non so…”
“L’ultima volta che hai fatto tanti compimenti ti sei scoperto pianista: suona!” -lei lo incitò affettuosamente, anche se venata di un tono quasi dittatoriale.
Lui si alzò dalla sedia, arreso all’idea che avrebbe, per forza di cose, suonare un pezzo.
Salì sul palco; lei si scostò dallo sgabello.
Si sedette; inspirò profondamente.
Infine, premette un Mi-diesis.
 
Eseguì una piccola ed incerta strofa, a memoria.
Poi un’altra identica, più lieve.
Si fermò: aveva paura di sbagliare.
“Continua…” -sussurrò lei, con un leggero cenno del capo dalla fluente capigliatura.
Così, lui chiuse gli occhi e -come faceva sempre quando voleva improvvisare un pezzo- tentò di risalire con la memoria a semplici melodia dell’infanzia.
Una in particolare gli sovveniva alla mente: era qualcosa di ripetitivo e semplice, molto intuitivo. Tuttavia, si ricordava di averla ascoltata più volte e ricordava il senso di pace e gioia che sapeva trasmettergli.
Un senso di calore che gli era sempre stato negato dalla vita…
Strinse un pugno, poi lo rilassò…e suonò ciò che sentiva. http://www.youtube.com/watch?v=ZOqUFqF_ZwM&feature=related
La musica vibrò incerta, dapprima, per poi prendere sempre più forma e consistenza, tra diminuzioni ed aumenti tonici.
Iniziava sempre con leggerezza, quasi avesse timore del suo
pianoforte, per poi farsi forza con battute più passionali.
 
Stava facendo qualcosa di più della mera improvvisazione: stava componendo, rielaborando, ricordando e vivendo.
Aveva fatto sua quella musica di cui non era rimasto quasi più nulla deli ricordi originari, per far posto ad un melodia calda e commovente, eppure vitale e piena di forza.
 
Continuò per poco più di due minuti…poi smise.
Deglutì.
Lei parlò per prima, indugiando su quelle lettere:
“A cosa hai pensato?”
“A te.” -lo aveva detto, ormai. Non gli importava più nulla di quello che lei avrebbe pensato: doveva dirle che pensava a lei ogni singolo secondo della sua esistenza.
Lei non riuscì a capire, subito:
Me? E a cosa di me?”
 
Il cuore di lui batté all’impazzata: doveva dirle tutto, DOVEVA!
Sentiva che non avrebbe avuto più molto tempo in vita sua, e non poteva permettersi di avere rimorsi sulla coscienza.
 
Si fece forza e pronunciò quella frase come se qualcuno gli stesse premendo un macigno sullo stomaco:
“Al fatto che…c’è un Fiume che Scorre in Te.”
Lei fu lì per replicare qualcosa, con le sue gote arrossate, ma lo scampanellìo del cercapersone di Naruto la azzittì: era Misato.
Ricordava al ragazzo la sua sessione giornaliera di test alla NERV, visto il suo ritardo.
 
Così, senza rivolgerle più alcuna parola, lui si alzò di scatto dalla sedia, corse giù dal palco, afferrò il suo zaino e fuggì oltre l’immensa vetrata d’accesso dell’auditorio; i capelli calati sugli occhi, quasi a voler nascondere uno sguardo stravolto.
Lei, ora sola, lo fissò in silenzio, poi si rimise a suonare.
 
 
*   *   *
 
 
Venerdì 3 Giugno. Ore 19:00. A.M. Sala test (esterno). NERV. Neo-R2.
 
“Allora ciao e a domani!”
Mike salutò fugacemente il gruppo dei children al completo, mentre Leon lasciava le ultime diposizioni a Ritsuko:
“E questo è tutto quello che ti serve, per oggi. I risultati a domani.”
“Perfetto, Leon. Accompagni Michael a casa?”
“Sì. E tu, Katsuragi?”
“Io devo restare ancora un po’ con Ritsuko, per controllare delle carte.” -poi, il Colonnello si voltò verso il second children- “Naruto, Thomas, voi tornate all’appartamento come al solito. Ci vediamo stasera.”
“Ok.”
Mari si strinse nelle spalle, chiedendosi dell’assenza del fratello maggiore:
“Chissà che fine ha fatto Teru…”
“Beh, ad ogni modo è meglio che ci diamo una mossa a cambiarci.” -concluse Alex, drastico; poi aggiunse con maggior classe e charm- “Vogliamo consumare il repasso in qualche ristorante, milady?”
Mari si calcò gli occhiali, prendendolo sottobraccio:
Oh, yes, milord!”
 
Sottobraccio, i children più anziani si allontanarono, seguiti dall’Inviato e dal fifth.
Misato consegnò le chiavi a Thomas, quindi tornò al lavoro con Ritsuko.
I due si diressero verso lo spogliatoio.
 
 
*   *   *
 
 
Spogliatoion.15. Quarantacinque minuti dopo. NERV.
 
Naruto uscì infine dalla doccia, dopo un bagno lungo e caldo.
Sia avvolse un asciugamano intorno la cintola, senza preoccuparsi troppo di sguardi indiscreti; Thomas aveva lasciato la Base da più di quindici muniti.
Il ragazzo si rivestì rapidamente, dopo essersi frizionato i capelli, lasciandoli appena umidi, per quella calda serata pre-estiva.
Ripiegò la sua plug suit nera e arancio come meglio poté, lasciandola nella cassetta sterile che avrebbero successivamente prelevato gli inservienti tecnici.
Infine, lasciò il lungo bagno dalle piastrelle immacolate.
 
Dopo che la porta meccanica dello spogliatoio si richiuse dietro alle sua spalle, si fermò per un momento a riflettere su quanto accaduto fino ad allora:
 
Molti mesi prima, in una torrida giornata settembrina, aveva raggiunto quella città così affascinante e misteriosa, catapultato in un nuovo mondo ed in una nuova esistenza.
Non si era mai fatto domande, innaturalmente, non aveva replicato.
Certamente, la sconvolgente serie di rivelazioni che si offrirono a lui non poté non destare insicurezza e timore nel suo animo, ma quella che gli era parsa un’apparente voglia di vita, ora iniziava a mostrarsi alla sua coscienza come una sorta di obbligo, di scelta forzata…quadi non avesse voglia di sopravvivere.
Piuttosto, il suo obiettivo brillava di luce riflessa:
 
La Signorina Misato…Cris…Ginevra…forse è per loro che vivo.
Non ho quasi mai avuto paura di morire, sull’Eva…è una strana sensazione: è come se mi sentissi perennemente osservato e protetto. Eppure…non credo, che mi importi molto della mia vita, a questo punto. E’ passato così tanto tempo, sono successe così tante cose…non capisco quando finirà, non riesco a vedere nessuna luce in lontananza. Nonostante questo, non morirò. Non fin quando coloro che amo saranno in pericolo.
 
Camminava con gli occhi rivolti verso il bianco soffitto del corridoio del Settore 3, illuminato dalle lampade al neon.
In una mano, legato all’indice, teneva un piccolo yo-yo rosso, lasciandolo andare mollemente per poi tirarlo nuovamente a sé.
Ancora assorto nei suoi pensieri, il filo ormai usurato del giocattolo si staccò definitivamente e il doppio disco rosso rotolò via sul pavimento.
Lui se ne accorse, fermandosi:
 “Oh, no…si è rotto.”
 
Quel piccolo gingillo correva lineare sul lucido pavimento, senza fermarsi.
Naruto sbuffò, avvicinandosi per raccoglierlo, ma non vi riuscì:
Lo yo-yo continuò ad allontanarsi, fin quando non imbucò casualmente un’apertura laterale, perdendosi in quella che sembrava una lunga scalinata in penombra.
 
Naruto si affacciò sulla porta spalancata, ma non scorse null’altro che il buio, mitigato dalla luce esterna del corridoio.
“Cavolo, non si vede nulla!” -mormorò, poi si diede un’occhiata alle spalle- “Speriamo che nessuno se ne accorga…”
Ed iniziò a discendere l’interminabile gradinata metallica, richiudendosi dietro la porta blindata.
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Ufficio del Comandante Ikari.
 
Fuyutsuki fissava le luci di palazzi pensili nel Geofront, mentre l’Uomo Con Gli Occhiali scrutava con apprensione il la Chiave di Nabucodonosor, illuminata dalla teca di vetro, sulla sua scrivania.
L’uomo dai capelli corvini parlò, dopo molto riflettere:
“Così la SEELE ha giocato la sua ultima carta. Il Soldato Cherubin Berith rappresentava il Patto. La sua comparsa ha determinato la fine degli Angeli Maggiori e la sua distruzione…la definitiva rottura tra la NERV e la SEELE.”
“Hai scelto tu di combatterlo, Ikari.  Te ne rammarichi?”
“No. L’eliminazione degli Angeli è il nostro obiettivo principale. La SEELE ha tradito le sue intenzioni con il solo inviarlo.”
“Questo significa…che siamo giunti all’inizio della Fine?”
“Sì…” -la voce di Ikari, per una volta, si venò di timore- “…ormai è solo questione di tempo.”
“Hai intenzione di conferire ancora con i Membri?”
“Se lo vorranno, sì. Non credo che questo cambi il sentiero ormai tracciato affondo nel nostro destino.”
“Cosa proponi di fare?”
“Li combatteremo, se necessario. Tuttavia…credo che la SEELE       stessa sia conscia di non avere possibilità contro di noi.”
“Ma certo…” -il volto sottile di Fuyutsuki si contrasse in una smorfia di amara consapevolezza- “…la Guerra Santa inizierà ufficialmente solo quando l’Antico Traditore condurrà le Razze Ancestrali dai Lilim.”
“Per ora…” -Gendo si alzò in piedi- “…attendiamo il Risveglio.”
 
 
*   *   *
 
 
Naruto scese a stento le interminabili scale per le quali si era perso il suo giocattolo, dato ormai per perso dal ragazzo.
Tuttavia, ormai lì, era più la curiosità a spingerlo che il desiderio di ritrovarlo.
 
Giunto al termine della predella metallica, si era ritrovato in quello che poteva essere definito uno sconfinato archivio digitale:
Decine e decine di alte scaffalature contenevano diversi milioni di CD e file multimediali di incomprensibile contenuto.
Di tanto in tanto, delle torrette illuminate di deboli luci azzurre si innalzavano tra una corsia e l’altra.
 
Il ragazzo procedeva boccheggiando, perdendo la concezione del tempo.
In quel gigantesco archivio polveroso i secondi sembravano non passare mai, ripetendosi inesorabilmente fissi.
La suola delle sue scarpe da tennis faceva quel tanto rumore che bastava per essere sicuro di possedere ancora una qualche parvenza di concretezza.
 
Poi, d’un tratto, una serie veloce e leggera di ticchettii ruppe l’innaturale silenzio.
Proveniva da dietro l’ennesimo muro-database nero, dal cui retro proveniva una soffusa luce fredda.
 
Naruto, con quanta più delicatezza possibile, si avvicinò a quella struttura.
Sporse il viso poco oltre lo stipite. Ciò che vide lo lasciò più sconcertato che spaventato:
Affaccendato su un computer portatile, l’Ispettore Makinami batteva con incredibile rapidità sulla tastiera con la mano destra, mentre  la sinistra faceva scorrere compulsivamente il mouse analogico.
 
Ansiosamente ma sottovoce, Teru sibilava continuamente:
“Dov’è?! Davo diavolo è?! Avanti…dev’essere pure da qualche parte!”
 
Naruto notò che il portatile dell’uomo era collegato ad una delle tante torrette tramite cinque differenti cavi, deviati in un modem esterno.
Rimase in ascolto.
 
“Eccoti, ti ho trovato!” -esulto inaspettatamente l’Ispettore- “’Schema mentale del second children’!”
Poi, infilò una pen-drive nell’alloggiamento USB, premendo un tasto d’invio:
Download di tutte ole tracce sinaptiche dalla 001 alla 999: scarica.”
L’uomo controllava ripetutamente con spasmodica tensione il suo orologio da polso.
 
Naruto, dalla sua postazione appartata, sussurrò:
“I miei schemi mentali? Ma che diavolo…?”
 
Poi, Makinami batté con rabbia un pugno sul computer, imprecando:
“Dannazione! Procedura interrotta! E adesso che c’è che non va?! Non è possibile: tutti i codici dal 666 al 999 sono bloccati dal server centrale! Non posso hackerarli senza venire intercettato dal MAGI…”
 
Naruto non capiva cosa potesse trovare di così interessante quell’individuo nelle sue curve sinaptiche.
Poi, un piccolo, silenzioso ragnetto si arrampicò sul colletto della T-shirt del ragazzino.
Lui, accortosene, fu sul punto di urlare dalla paura ma dovette trattenersi, per evitare di essere scoperto.
“Via bestiaccia!” -sibilò tra i denti, scacciandolo schifato.
Benché tentasse di trattenersi, non riuscì a rimanere composto, urtando con la schiena il muro.
 
Teru si voltò di scatto.
 
Naruto lo sentì smettere di armeggiare al portatile, tappandosi la bocca per evitare anche di respirare.
 
Senza dare nell’occhio, Teru aguzzò la vista, individuando la punta delle scarpe da tennis bianche del ragazzo.
 
Tsk!-pensò con disappunto- Dev’essere quel piccolo bastardo che pilota lo 01…non posso permettermi che mandi tutto a monte! Però, forse, può tornarmi utile…
Si alzò infine dalla sedia, spegnendo il computer staccando l’USB e scollegando i fili d’interconnessione.
 
Naruto capì di essere stato scoperto: mettendo da parte la delicatezza, iniziò a correre versò l’uscita, nonostante ora sembrasse praticamente inarrivabile in quel labirinto digitale.
 
Corse il più possibile, guardandosi le spalle
Infine, una voce maschile lo precedette:
Second children!!”
Naruto si immobilizzò, pietrificato dalla paura: a pochi metri da lui, su di una predella metallica, Teru lo fissava immobile; un barlume di cupa soddisfazione oltre le sottili lenti da vista.
Senza altro aggiungere, l’uomo lo esortò:
“Vieni un attimo con me…”
 
 
*   *   *
 
 
Una grande porta blindata, inserita ina una larga piastra metallica rossa crociforme, impediva il passaggio al Settore successivo.
 
“C-che cos’è questo, signor Makinami’?” –balbettò un incerto Naruto, condotto in totale silenzio oltre l’archivio segreto della NERV.
“Prego, chiamami pure per nome…visto che abbiamo molte cose da dirci.” -iniziò lui, con tono insolitamente affabile; quindi, si spiegò- “Sai…sono contento di averti trovato qui, avevo proprio voglia di mostrarti alcune cose.”
“D-davvero? E cosa?”
“Vedi questa porta? Scommetto che non puoi nemmeno immaginare cosa si cela dietro.”
“T-Teru...non credo sia permesso stare qui…”
Oh, no problem.” –arrivò subito al dunque- “Dimmi, Naruto, da quando tempo lavori per la NERV?”
Beh…più o meno…nove mesi.”
“E, dimmi, in tutto questo tempo il Colonnello Katsuragi o la dottoressa Akagi ti hanno mai portato qui’”
“A dire il vero…no.”
“Lo immaginavo..-” -l’uomo sorrise, malevolo- “…non è una novità che la NERV mistifichi la verità ai suoi piloti.”
Mistificare…la verità?!”
Makinami non diede una seconda risposta, ma si limitò a digitare un codice pass-par-tout sulla chiusura alfanumerica della porta rinforzata.
Con un sibilo, le due metà d’accesso si divisero, rientrando nelle mura. Oltre di esse solo il buio.
“Seguimi…” -Teru si avviò all’interno.
Tastò con una mano la parete alla sua destra, cercano e attivando un interruttore: centinaia di lampade al neon si illuminarono sul soffitto ed ai lati di quello che appariva come una lunghissima passerella di ferro, sospesa nel vuoto.
 
Naruto lo seguì, esitante.
Non ci volle molto prima che le sue narici iniziassero a percepire una tanfo disgustoso e mortifero.
“Cos’è questa puzza?!” -chiese il ragazzino.
“Puzza già…puro marciume rivoltante.” -mormorò Teru, con una smorfia di disprezzo ad increspare il suo bel giovane volto- “Vuoi davvero saperlo? Allora guarda poco più in là…”
Naruto procedette ancora per pochi passi, prima che i suoi occhi mettessero a fuoco una visione inaspettatamente macabra: Image and video hosting by TinyPic
 
 
Decine e decine di enormi crani semi-ossei e colonne vertebrali affioravano da una pozza di liquido scuro, sul fondo della sala: vecchi teschi in decomposizione di passati Eva 00.
 
“Ma cosa diavolo…?!”
“Questi sono Eva. O meglio:  gli scarti, le versioni incomplete.” –spiegò l’uomo- “Questo puzzo marcescente deriva dalla loro stessa carne, o quel poco che ne resta.”
Il ragazzino sentì le sua gambe tremare incontrollate, mentre un’oscura consapevolezza iniziava a farsi strada nel suo animo.
 “Credi che sia tutto qui ciò che nascondono gli Eva? Allora dovresti vedere il resto…vieni.”
Lo tirò per un braccio, conducendolo attraverso la lunga sala cosparsa di vecchie orribili teste.
Teru fece scorrere la sua tessera SEELE sulla chiusura digitale della porta infondo la passerella, sbloccando il settore successivo.
 
I due si ritrovarono su un secondo ponte, sospeso su quello che poteva essere definito come una gigantesco diagramma Sephiroth scavato nel terreno.
Poi, l’odore di putrefazione di prima tornò a colpire le narici dl ragazzo, più forte.
Con un senso di disgusto, Naruto prese atto di ciò che gli si offriva innanzi:
 Image and video hosting by TinyPic
 
In decine di fosse, imputridivano centinaia di vuoti involucri metallici e gabbie toraciche. Nelle cavità più lontane si intravedevano braccia ed organi in avanzato stadio di decomposizione.
Il ragazzo dovette portare una mano alla bocca, inginocchiandosi a terra, per trattenere un conato di vomito.
Makinami lo osservò con la coda dell’occhio:
“Sì, Naruto…anch’io lo trovo semplicemente nauseabondo. Eppure questo è l’odore delle creature in disfacimento…la testimonianza che un tempo erano vive.”
Sollevando lo sguardo a fatica, l’altro ripeté confuso:
Vive?”
“Esatto. Gli Eva sono creature viventi.”
“Allora…cosa diavolo piloto?! Una specie di cyborg?!”
“No. E’ più corretto affermare che si tratta di biomeccanoidi, esseri in carne ed ossa integrati a strutture meccaniche e controllati da un computer di bordo.”
“Io…io non capisco!” -il ragazzino si artigliò la testa con le dita, urlando dal terrore- “Come….come diavolo fanno ed esistere?!”
“Devi sapere, Naruto, che la materia organica degli Eva deriva direttamente da Adam: il Primo Angelo.”
“Quindi…sarebbero degli…Angeli?!”
“In un certo senso, sì. Ma ora smettila di fare domande: abbiamo poco tempo e ci sono ancora un paio di cose che devo mostrarti.
 
Ancora una volta, percorsero in lungo il Cimitero degli Eva, imboccando una seconda rampa di scale discendente: passo dopo passo, stavano raggiungendo i più remoti recessi della NERV, sorpassando decine di enormi cadaveri dai quali affioravano apparati meccanici semi-distrutti: un vero Cantiere degli Incubi.
 
I due si fermarono innanzi una piccola porta metallica; sul battente un cartello arrugginito recante l’avvertimento ‘NO ANHOUTORIZED ALLOWED ENTRY’
Nonostante questo, Teru sfruttò il la sua tessera di sblocco, lasciando che la porta si aprisse verso l’interno con un poco incoraggiante cigolìo.
“Ora, Naruto Uzumaki…preparati a veder qualcosa che va oltre ogni tua immaginazione.”
 
Il Sovrintendente Makinami cedette il passo al ragazzo, il quale oltrepassò la soglia:
Il locale era piccolo (non più di un 6x7); una sola fonte di luce diffondeva un barlume dorato…una vasca a parete contenente un’enorme embrione: la creatura primitiva era lunga più di cinque metri, galleggiante in un liquido giallastro (probabilmente L.C.L).
La finestra nella parete della piccola stanza dava quindi su una piscina molto più grande, adiacente, nel quale era posta la cosa.
 
Distinta la forma del feto, Naruto lanciò un urlo atterrito, indietreggiando:
“E questo…c-che cosa sarebbe?!”
“Quello che hai davanti…è l’embrione di un Evangelion.”
“Quello sarebbe…un Eva?!”
“Lo diventerà presto: è già alla quarta settimana di vita. Entro meno di quattro mesi il suo sviluppo sarà completo. A dire il vero…è più di un normale Evangelion: è un Super-Eva. Quando avrà raggiunto lo stadio ‘adulto’ potrebbe essere lungo più di novecento metri.”
N-novecento?! E  a cosa dovrebbe servire?!”
Makinami non rispose; le lenti dei suoi occhiali riflettevano il lume giallastro della vasca contenitiva.
Naruto deglutì, poi parlò piano:
“Se questo è davvero un Evangelion, allora…”
“…proveniamo dalla stessa razza.” -concluse Teru.
Uzumaki si sentì improvvisamente male; il cuore che batteva a mille:
“Gli Eva…sono esseri umani?!”
“Esattamente.” -rispose l’altro, freddo- “Devi sapere, Naruto, che noi tutti discendiamo da un essere chiamato Lilith, il Secondo Angelo. Lilith fu la moglie di Adam, prima di tradire l’Eden, con il quale originò la razza umana…i Lilim. Noi siamo…l’Ultimo Angelo.”
Il ragazzo sentì il suo udito affievolirsi e la vista annebbiarsi, crollando al suolo, boccheggiante.
Tuttavia, il pungolo sul fianco delle scarpe di pelle lucida di Teru lo costrinse a ridestarsi:
“Non voglio che svieni proprio ora…avrai tempo tra poco.”
Con una certa malagrazia, lo ritirò su per un braccio, senza rivolgergli altre parole.
Infine, lo condusse in una scura apertura in un angolod ella stanza.
 
Il pavimento della nicchia si abbassò di colpo, sotto il peso dei due: un ascensore nascosto.
Il condotto era largo non più di un metro e i binari dell’ascensore correvano sul cemento nudo.
 
Quando l’elevatore si arrestò, erano ormai giunti all’interno di un ampio e lungo corridoio immacolato; infondo ad esso l’ultima, enorme cancellata in lucido titanio, completamente meccanizzata.
 
“Questo sarà interessante, per te…”
L’uomo trascinò di peso il ragazzo fino alla chiusura automatica della struttura, quindi pose il palmo del ragazzo sul sensore digitale, sbloccandolo.
“Un attimo come ho…?!” -Naruto non terminò la frase che la porta si divise in due; gli enormi pistoni interni si ritrassero nell’intercapedine della parete.
 
Senza altro attendere, Teru spinse Naruto all’interno della sala successiva:
Un’ampissima sala circolare, totalmente bianca e spoglia.
Al centro, una lunga seduta lucida e bianca, reclinata di 45 gradi.
 
“Dove siamo?” -chiese l’ormai sconvolto quindicenne.
“Questo…è ANIMUS: il sistema centrale della NERV, il punto nevralgico di tutto il database del quartier generale. Siamo giunti infine al Settore terminale di tutto il Geofront: siamo a 6 kilometri sotto Roma.”
“Cosa ci faccio qui, io?”
Makinami non rispose subito, ma cambiò argomento, fissando con occhi vacui il nulla davanti a sé:
“Naruto…vorresti conoscere i tuoi genitori?”
Il ragazzo sgranò gli occhi.
 
I suoi genitori…coloro che non aveva mai incontrato, che si vociferava fossero morti durante il Second Impact…come potevano essere lì?
 
Le sue labbra tremarono, incerte:
“Loro…posso davvero…?”
“Siediti.”
Senza protestare, Naruto si sistemò supino sulla lunga sdraio imbottita di un tessuto simile a quello della plug suit.
L’uomo gli sollevò con un gesto deciso la maglietta.
“Ehi, ma che…’!?”
“Sta’ fermo.”
Teru estrasse da un piccolo computer posto vicino alla macchina due elettrodi, posizionandoli sul petto nudo del ragazzo.
Poi, aprendo un cofanetto sterile posto accanto, estrasse un siringa colma di liquido aranciato.
“Cosa vuoi farmi?!” -Naruto tentò di divincolarsi, ma l’uomo glielo impedì.
“Questa è una soluzione di L.C.L ed endorfine: una volta che sarà entrata in circolo, produrrà un effetto più forte delle sollecitazioni mentali dell’Entry Plug.”
Con una leggera pressione, Teru infilò l’ago della siringa nel braccio del ragazzo, riversandone il contenuto nel suo organismo.
 
“Io ricorderò…?” -non fece in tempo a pronunciare le ultime parole che un sonno innaturalmente profondo lo colse.
Teru mormorò:
“Da bravo, ragazzino…ora mi darai ciò di cui ho bisogno.”
Collegò ad un uscita USB la pen-drive.
 
 
*   *   *
 
 
Stesso giorno. Appartamento del Colonnello Katsuragi. Ore 22:30.
 
La donna entrò in casa, sfilandosi gli stivali stretti scomodi, infilandosi un paio di pantofole rosa.
Saul divano del soggiorno, Thomas guardava oziosamente un film in televisione, grattando la pancia al godurioso pinguino sulle sue ginocchia.
“Ciao, Thomas, sono tornata!”
Guten Abend!”
“Hai fatto bene ad rimanere qui, ti  saresti annoiato tutto solo! Ma…dov’è Naruto?”
“Non ne ho idea…” -rispose il Tedesco, senza nemmeno voltarsi- “…non è ancora tornato.”
“Davvero?! Dove si sarà cacciato?!”
*   *   *
 
 
La mente del second children viaggiò a ritroso, in un vortice confuso di frammenti mentali e ricordi ormai perduti.
Un caos di voci indistinte e flash oltraggiava gli ‘occhi mentali’ del ragazzo.
Poi, quel mare astratto di assurde immagini sembrò rallentare e solo una luce bianca e gelida lo uniformò.
Infine, poche ed eteree sagome si delinearono.
I colori si fecero più vividi.
Un fitto reticolato si allungò all’orizzonte, creando edifici e suggerendo persone dai volti sconosciuti…quasi un esperto architetto stesso disegnando il sogno del ragazzino.
 
Una prima sollecitazione visiva:
In un quello che sembrava un laboratorio militare, un uomo in camice bianco discute animatamente con dei colleghi, dietro di lui una sagoma antropomorfa di grandi dimensioni, ma il ricordo è troppo sfocato per distinguerne i contorni con precisone.
 
Quell’uomo è bello: alto, giovane, sorriso smagliante e denti bianchissimi, capelli biondi e folti, due occhi azzurri come il cielo.
Ai suoi piedi, a terra, c’è un bambino che ha i suoi stessi occhi; sta giocando con dei mostriciattoli di plastica.
 
Una giovane donna in abiti scientifici gli si avvicina, sgridando l’uomo affettuosamente:
“Minato…guarda che è anche figlio tuo, eh! Così si sporca tutto…”
La donna prende in braccio il bambino, abbracciandolo.
 
Quel pargoletto avrà si e no tre anni, è biondo come il padre e ha una faccetta tonda e solare.
Anche lei è molto bella: con quei capelli rossi lunghi e serici, gli occhi di un verde acqua cangiante.
 
Da un piccolo bacio sulla fronte del bambino:
“Allora, Naruto…adesso la mamma ti porta a fare la pappa e poi andiamo a casa!”
Lui fa’ una buffa faccina compiaciuta ed esclama:
“Pappa! Pappa!”
Lei si volt verso il ricercatore biondo:
“Senti, quanti ti manca?”
“Non so…” -sembra stanco- “…le richieste per il Mark 07 sono troppo rigide. Di questo passo ci vorranno anni a finirlo! In compenso, lo 00 è quasi ultimato.”
Lei sbuffa contrariata:
“Già! Non capisco che diamine vogliano quelli della SEELE: come possono pretendere la costruzione di un Eva così complicato, se a malapena riusciamo a concludere il Prototipo!”
“Non so davvero…”
Lei lo guarda con apprensione, poi lo rassicura:
“Cerca di non strafare…”
“Tu ti preoccupi sempre troppo, Kushina.”
“E’ che non voglio perdere il mio ‘scienziato pazzo’…”
Fanno come per baciarsi, ma un colpo di tosse della donna la fa arretrare.
“Tesoro, stai bene?!” -le chiede preoccupato- “Quante volte ti ho detto che se ti senti affaticata devi smettere prima?! Kushina, tu stai male…”
“E io ti ho già detto che non ho nulla!” –ribatte lei, decisa.
“Mamma…bene?” -balbetta il bimbo.
“Si, piccolo, la mamma sta bene: è solo un po’ stanca! Ora andiamo, perché abbiamo tanta fame noi, vero?” -gli sorride lei.
Infine, la donna si allontana con il pargolo in braccio.
 
La visione si sfoca, poi cambia:
E’ una camera da letto, semplice ma ben arredata.
La donna chiamata Kushina riposa sotto le coperte; il suo viso è pallido e stanco ma pieno d’amore.
Il bambino è cresciuto, ora ha circa sei anni.
Il presunto marito è al capezzale.
Un medico gli sussurra all’orecchio:
“Tre mesi…non di più. Il cancro è già molto avanzato: le ovaie si sfalderanno e daranno luogo ad un’emorragia.”
“Capisco.” -risponde.
Il medico esce dalla stanza, concedendo una carezza veloce al bambino.
Minato gli sui avvicina:
“Vai a letto, Naruto…la mamma deve riposare.”
“Hai detto la stessa cosa ieri!” -protesta lui- “Ma guarirà?”
Il padre non risponde.
 
Dopo che piccolo è uscito, si avvicina alla donna…e piange:
“Ti prego…ti prego, amore mio, non abbandonarmi…”
Lei sorride e gli accarezza il volto:
“Perché piangi? Ormai dovresti sapere che esiste un Paradiso…starò bene, lassù.”
Lui incrocia i suoi occhi verdi, esausto.
Lei, prima di chiudere le palpebre, gli sussurra:
“Caro…abbi cura di Naruto.”
Lui le fa cenno di sì…poi piange ancora.
 
Ancora altre immagini, altre storie:
Un grande campo d’erba.
Molte persone in abiti scuri.
Decine di statue d’angeli e pietre intagliate. Lapidi funebri.
Un prete recita l’estremo addio, mentre un bara viene calata in una fossa.
Minato è ritto sul bordo della fossa, impassibile.
Accanto a lui, suo figlio, confuso.
Chiede al padre:
“Papà…perché mammina è lì?”
“Sta dormendo…” -risponde con un fil di voce.
“Forse ora sta bene…era sempre così stanca. Si sveglierà?” –pensa il bambino, ingenuo.
“Naruto…la mamma ora è diventata un angelo. Un bellissimo angelo che ti proteggerà.”
Lui non capisce, domanda ancora: “Si sveglierà?”
“No.”
 
Il mondo si sfumo per l’ennesima volta: i prati svaniscono, le persone scompaiono, il lungo cappotto nero dell’uomo si trasforma in un camicie da laboratorio.
C’è una lunga capsula metallica davanti a lui; sulla carena la scritta:
‘ENTRY PLUG-NERV. 2009’
 
L’uomo ora porta la donna tra le sue forti braccia.
La depone nella capsula, collegata tramite spesse tubature a quello che sembra il cervello di un gigantesco essere organico alle spalle.
Lui le fa un promessa inascoltata:
“Kushina…non ti lascerò morire.”
Attiva una serie di funzioni, regolando la pressione di un liquido giallo che puzza di sangue e che lambisce la donna.
I tubi sembrano quasi pulsare.
Il gigante nudo definito ‘Eva’ ruta gli occhi verdi smeraldo verso i due coniugi, ora separati dalla morte.
Il piccolo Naruto osserva il padre trasferire le funzioni vitali della dolce Kushina all’interno del biomeccanoide.
Minato si volge a rincuorare il bambino:
“Piccolo mio…la mamma sarà sempre con te.”
 
Poi, uno sparo.
Il proiettile ferisce lo scienziato al braccio e rimbalza sull’Entry Plug.
Il bambino scoppia a piangere, gettandosi a terra.
Un gruppo di uomini in nero prorompono nel laboratorio.
Tar loro ce n’è uno dallo sguardo più severo: ha guanti bianchissimi e occhiali oscurati. Si ferma e proferisce:
“Dottor Namikaze…lei è colpevole di occultazione circa gli sviluppi del Progetto E ed appropriazione indebita dell’Eva. Come si difende?”
“In nessun modo. Ho solo agito come un amante folle. Mi dichiaro incapace di intendere e di volere.”
“Non mi tenti di muovermi a compassione.”
“No di certo. ma lei cosa farà, Ikari…mentirà a mio figlio così come ha fatto col suo?”
“La sua competenza ingegneristica è seconda solo alla sua ingenuità. A questo punto…”
“Lo so. Sono pronto. Ho un solo una richiesta.”
“Parli.”
“Date a Naruto il cognome di mia moglie.”
“Si può fare. Ed ora, arrivederci, dottor Minato Namikaze; porti i miei saluti alla dottoressa Uzumaki.”
“Forse incontrerò Yui…”
Il Comandante fece una smorfia di disgusto.
Con un gesto della mano, ordinò ad un ragazzo di non più di 22 anni –sul suo distintivo il nome: ‘Marshall Leon’- di scortare via il bambino.
L’uomo lo allontanò dal laboratorio, delicatamente, mentre il piccolo rivolse l’ultimo sguardo a suo padre:
“Non temere, Naruto. Mamma e papà ti saranno sempre vicini…”
Poi, si accovacciò accanto a lui, estraendo una sorta di penna luminosa:
“Scusa, piccolo. A volte, non ricordare è meno doloroso…”
Un flash baluginò dai quattro led del bizzarro oggetto oblungo.
 
La visione della scena passò agli occhi dello stesso bimbo.
 
Prima che ogni sagoma di quel mondo virtuale affogasse nella luce, l’ultimo suono udibile fu quello di uno sparo di pistola.
 
 
*   *   *
 
 
Con un grido di disperazione, il second children si risvegliò dalla trance.
Constatò di essere vivo, poi le lacrime ed i singhiozzi presero il sopravvento.
 
Accanto a lui, Teru reggeva in mano la pen-drive contenente le ora complete curve psico-grafiche del ragazzo, sorridendo maliziosamente compiaciuto:
“Dolore, sì…cordoglio, disperazione, abbandono! Naruto, sono questi i sentimenti che permeano ogni viscida cellula di questo mondo in disfacimento! Questa è la maledizione della NERV!”
Lui sollevò appena il viso dai grandi occhi lucidi, balbettando:
“Ma-mma…pa-pà…”
L’Ispettore, ferocemente, lo afferrò per le guance, sibilandogli parole velenose:
“Hai capito, ora?! Capisci questo mondo di menzogne?! Svegliati, ragazzino! Cresci! Ho provato le tue stesse amare lacrime, quando mi ritrovai a badare a Mari, appena tredicenne! Per colpa loro! Grazie a te, oggi, porterò a compimento il mio sogno! Grazie ai tuoi schemi mentali, la costruzione del Mark 07 troverà conclusione e Dio purificherà questa sporca realtà! Questo, Naruto Uzumaki, sarà il trionfo della SEELE: IL ‘TRONO DELL’ANIMA’!”
 
  

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Capitolo 23
*** Episodio 22: Il Fondo del Solipsismo/Lamento ***


Angolino dei commenti

 

ryuzaki01: Allora ti ho proprio preso! Questo mi fa grande piacere: sai, riuscire ad inserire Naruto in un contesto ampio come EVA non è facile, pur essendo (come ho scritto nel mio libro) molto simili, non fosse altro per il binomio Naruto-Shinji. Da ora la storia sarà ogni capitolo più difficile da gestire: i misteri si infittiscono e si svelano, i personaggi riveleranno i loro complessi e retroscena e le tesi cospirazioniste porteranno lentamente alla fine della mia prima seri (26 episodi, poi passerò ad una seconda serie dove i cross-over si sprecheranno XD)
dubious3: visto che bestia la nostra Kushina? Eh, si: il corpo dell’Eva-madre sarebbe quello di Naruto, ma credo di dover fare una precisazione: innanzitutto gli Eva NON sono donne: sono esseri asessuati contenenti anime umane, di solito donne (nel caso dello 01 sono 2, una è di Kushina l’altra è di….non dico niente!) ma comunque asessuati…lo 01 di Naruto non è lo stesso di Shinji: il corpo organico del nuovo 01 era stato studiato e costruito sotto la supervisione di Minato e Kushina, prima che venissero ultimati tutti gli altri….è per questo segreto che Minato è stato assassinato T.T

 

KiKaTze: mamma mia che recensione! Fatico a risponderti! Il tuo commento mi ha fatto arrossire *.*! Per quanto riguarda i coniugi Namikaze, credo di averti risposto con il commento di sopra e comunque ha i ragione: sento il dover di specificare che facevano parte del GEHIRN e non della NERV, dato che è stata fondata dopo. Ottima osservazione! Per il Mark 07, era un’Unità segreta commissionata dalla SEELE prima ancora dello 00 di Rei, ma non ancora ultimata data la sua complessità. Farà la sua comparsa…e anche i Super-Eva la faranno, ma su loro non ti svelo nulla, c’è tempo….
sghirian: Wow ti sei davvero impegnato, a recensire! E sei stato il primo! Grazie infinite! Vedo che il cap è stato di tuo gradimento, anche se non ho ben chiaro cosa tu non abbia apprezzato di quella presa in giro: forse era stupida, ma non mi sembrava fuori luogo! Anyway…anch’io adoro Ginevra; è un personaggio dolce ed affascinante da approfondire e anche lei merita un posto di rispetto nel Progetto Marduk…
 
Con questo capitolo entriamo ufficialmente nel clue della storia! Allacciate le cinture: l’emozione continua!

 

Il Fondo del Solipsismo/Lamento
 

 
Terminal n.9. Ore 23:55 P.M. Geofront. Neo-R2.
 
In un mare di luci, si estendeva la foresta di grattacieli pensili di Neo-R2, rientrati per metà all’interno del Geofront.
Un supertreno percorreva lentamente le rotaie perimetrali dei megaschermi sotterranei, riproducenti lo stellato cielo notturno.
Due fari posizionali verdi e rossi lampeggiano ad intermittenza negli spigoli di una torre metallica più lunga delle altre.
 
Oltre le vetrate dell’edificio-varco della NERV -la fronte poggiata contro il freddo vetro- un ragazzo scruta il panorama, muto.
Alle sue spalle, un giovane uomo dai fluenti capelli corvini gli poggia una mano sulla spalla, ma la sua stretta è così vigorosa da risultare, più che affettuosa, maligna.
L’uomo gli si rivolge:
“Come vedi, Naruto, questo nostro mondo non è altro che un velo atto a mascherare la realtà che vi si cela dietro. Tuttavia, questa è la nostra vita…almeno fino a che non rinasceremo.”
Il ragazzino abbassa i grandi occhi azzurri, mentre la sua fronte si corruga nel tentativo di trattenere amare lacrime di solitudine e tradimento:
“Non sono sicuro di volere questa vita…”
“Il dubbio non è piacevole…” -gli risponde, mentre i ricordi di una giovinezza bruciata gli scorrono innanzi a gli occhi- “…ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono o vogliono.”
“Credi che non si possa volere qualcosa, a questo mondo?”
“No, io credo di no. Ciò che piace all’umanità è breve sogno, e molto spesso non lo accontenta. La cosa migliore è partire con dei dubbi, in modo che le tue aspettative non vengano tradite, ma che al massimo tu possa trovarvi piacevole sorpresa.”
“Allora cosa dovrei fare?”
“Allontanati da tutto questo: fuggi. Questa realtà non vale la pena di essere rischiata.”
Fuggire?” -Naruto stringe un pugno, grattando con le unghie sulla grande finestra- “Posso davvero permettermelo, sapendo che i miei amici rischiano la vita per un codardo come me?”
Amici, dici? Credi davvero che siano degni di tale epiteto?”
Lui non risponde.
“La condizione umana è quella di una guerra contro tutti: non esistono amici. Coloro che ritenevi tuoi alleati, presto ti abbandoneranno, nella loro paura di comprenderti.”
“Quindi io…non esisto, per loro?”
“Tu non esisti per nessuno, tranne che per te stesso. Il nostro ego è certo solo a noi stessi: ci differenzia, affermando il nostro personalissimo senso del …è la nostra morale. Eppure possiamo confutare la nostra stessa esistenza, accorgendoci di come la nostra visione del mondo cambi per ciascuno di noi, annullandosi di volta in volta. In pratica, io non sono ciò che sono per te e viceversa.
“Capisco…” -il giovane carica di mesta consapevolezza le sue parole- “…dunque dovrò combattere contro tutto ciò che si afferma di esistere.”
“Questa è una tua scelta…questo è il fondo del Solipsismo.”
“Ho capito.”
 
Naruto volge lo sguardo oltre i tornelli del terminal, sopra i quali scorrono impassibili le indicazioni per i bus-navetta del Geofront.
Il ragazzino muove un passo in direzione dell’uscita:
“Arrivederci, signor Makinami. Se lavorerà ancora per la NERV…allora credo che non ci rivedremo mai più.”
Lui sorride compiaciuto; le lenti dei suoi sottili occhiali neri rilucono di un riflesso abbagliante:
“Addio, Naruto Namikaze.”
 
 
*   *   *
 
 
Cinque minuti dopo. Appartamento del Colonnello Katsuragi. Neo-R2.
 
“Ma insomma, è Mezzanotte passata! Dove diavolo si sarà cacciato?!”
Misato vagava per il locale, irrequieta.
 
Sul divano del soggiorno russava buffamente il pinguino delle sorgenti termali; Thomas era tornato nel suo appartamento -al piano superiore- da più di mezz’ora.
 
La donna, in canottiera -i capelli legati con un fiocco, alla meglio-, afferrò inquieta il cordless domestico, componendo rapidamente un numero:
Il telefono squillò a lungo, mentre la donna tamburellava con le dita sul mobile d’ingresso, poi il brusìo di autovetture ed un vociare indistinto si sostituì al monotono suono d’attesa.
Lei rimase in ascolto, mentre i rumori risuonavano lontani nella cornetta; nessuno che rispondesse.
La sua voce vibrò incerta:
“N-Naruto…?”
L’interlocutore ripose un atonico: “Sì.”
Lei avvampò:
“Naruto! Dove…dove sei?! Sono ORE che ti aspetto! Mi hai fatto preoccupare! Per favore…”
“Io non tornerò.” -la anticipò, la voce venata di odio represso.
“Come…?!”
“Per favore, signorina Misato, taccia. Non mi chieda altro. Questo è un ‘addio’.”
Il telefono tornò silente.
 
Sollevò appena la nuca, ricadendo mollemente a terra.
“Possibile…che non sia capace di proteggere nessuno?”
 
Nella sua mente, la calda e sensuale voce del fu Rioji Kaji risuonò paterna e severa:
Chi non conosce la storia è costretto a riviverla…
 
Lei, gli occhi ormai vacui, sussurra:
“Allora…deve aver capito tutto.”
 
 
*   *   *
 
 
Quartiere Coppedè. Ore 01:30 A.M. Neo-R2.
 
Naruto premette il campanello della grande casa in stile Liberty; sul foglietto del citofono il cognome: ‘Chevalier’.
 
Passò lungo tempo.
La pioggia batteva incessante, mentre lui indugiava sotto di essa, lasciano che lo investisse di un bagno gelido e solitario.
 
Infine, l’uscio dell’abitazione si aprì un poco verso l’interno; un caldo spiraglio di luce artificiale squarciò le lugubri tenebre del quartiere dalle bizzarre e grottesche case.
 
Il volto delicato di una ragazza diafana, dai lunghi capelli di seta dorata, si affacciò.
La sua espressione mutò da stupore a trepidazione:
“Naruto! C-che ci fai qui, tu?!”
Lui la fissò con suoi occhi lucidi, senza risponderle; i capelli color granturco tanto zuppi d’acqua da appiccicarglisi sul viso.
Lei spalancò il portone:
“Avanti, entra!”
Lui obbedì.
 
“Sei fradicio! Ma…a quest’ora! Meno male che mio padre è fuori per lavoro…”
“Lo so. E’ per questo che sono qui. Scusa per l’orario.”
Lei boccheggiò, esitante: non lo aveva mai visto in quello stato così avvilente:
 
La T-shirt estiva era ridotta quasi ad una seconda pelle, per quanto intrisa di pioggia; i pantaloni al ginocchio erano in uno stato passabile ma le scarpe ed i calzini erano inzuppati d’acqua piovana.
 
Beh, comunque sia, ora è meglio che ti dai una cambiata: togliti le scarpe e mettiti in camera mia, ti cerco un pigiama pesante.”
“No, non devi scomodarti…”
“Sta’ zitto e fa’ come ti dico!” -la voce della ragazza non era mai stata così fervida- “Ormai mi è passato il sonno…mettiti in uno stato decente e poi mi racconterai tutto.”
 
Dieci minuti dopo, Naruto era seduto sul tappeto della piccola e accogliente camera della ragazza; la schiena contro il muro ed il viso affondato sulle ginocchia.
La ragazza gli aveva rimediato un largo pigiama del padre, di quasi tre misure più largo.
 
Quella stanza gli piaceva: il tappeto era morbido e caldo; alle pareti erano appesi quadri impressionisti dai colori vivaci sulla scrivania bianca erano ordinatamente accatastati libri di piccolo formato, spartiti musicali e materiale scolastico.
In tutta la camera predominavano i colori bianco e rosa.
 
Lei, nel suo sottile pigiama di seta, le si sedette difronte.
Lui tentò di non fissarla negli occhi, ma la ragazza decise di prendere la parola per prima:
“Allora, adesso che sei guardabile dimmi che è successo.”
“Io…” -il quindicenne uggiolò sommessamente- “…mi dispiace…mi dispiace…”
“Di avermi svegliata? Fa’ niente, soffro di insonnia!” -lei sorrise leggiadra, ma stavolta la sua euforia non sortì effetto.
“Credo di essere la persona più stupida al mondo…” -sussurrò lui.
“Ma che dici?! Perché dovresti essere stupido?”
“Come definiresti qualcuno che non riesce a decidersi su nulla, che non si accorge nemmeno di cosa davvero è il mondo intorno a lui?”
“Naruto, io non capisco che ti succede! Non hai mai parlato così…”
“Vedi?!” -la sua voce si incrinò per il pianto- “Per il mio egoismo, sono venuto a disturbarti! Non sono davvero capace di niente…”
Lei assunse un tono indispettito:
“Effettivamente, per una volta che dormivo, avresti anche potuto startene a casa…” -poi cambiò  atteggiamento, in uno più affettuoso e appassionato- “…ma non c’è nulla di te che mi disturbi.”
Lui tirò su la testa bagnata quel tanto che bastava per incrociare gli occhi argentei di Ginevra:
“Dici…sul serio?”
“Ma certo! Dimmi che hai e proverò a…”
“No. Non puoi capirmi. Nessuno può.”
Lei, nel tentativo di allungargli una carezza, si tirò indietro:
“Allora perché sei venuto qui?”
“Io…non lo so.”
“Ascoltami, non ho intenzione di scoprire nulla che tu non voglia dirmi, ma sappi una cosa: in qualsiasi genere di vita, troverai diletti, svaghi e piaceri…se saprai rendere leggeri i tuoi mali, invece che renderli odiosi.”
“Il fatto è che…nessun piacere è di per sé un male; però i mezzi per procurarsi certi piaceri può arrecare molto danno.”
“Cosa desideri?”
“Desidero…che coloro che amo sopravvivano. Ma, forse, ciò che desidero di più è di sentirmi apprezzato…”
Lei capì, alzandosi in piedi e ammirando la pioggia battente, fuori dalla finestra:
“Sai…in questi mesi ho provato la paura della morte. Non credevo di poterla conoscere, non così giovane, almeno. Eppure, quei…quei mostri! Quelle cose che ci attaccano…”
Naruto conosceva il nome di quelle entità che la ragazza faticava a definire; la afferrò per quei cinque centimetri di caviglia nuda che le spuntavano dai pantaloni di raso bianchi:
“Ginevra io…non lascerò che ti succeda nulla!”
Lei lo fisso con un’espressione di stupore sul viso angelico, poi si rasserenò:
“Naruto…neanch’io lascerò mai che nessuno tocchi te o i miei. Però non devi preoccuparti! Quei tizi di quel luogo -com’è che si chiama? Ah, sì, mi pare NERV!- sembrano a posto! Ci hanno sempre difeso, fin ora!”
“NO, NON E’ VERO!” -il ragazzino urlò, colmo di collera; lasciò andare la gamba di Ginevra- “Quei…bastardi! Sono loro il vero morbo! Ed io…io sono così stupido!”
Lasciando di stucco la giovane pianista, si rincantucciò, tremante, in un angolo della camera, ripetendo frenetico:
“Così stupido…un codardo, un buono-a-nulla…”
La fanciulla gli si fece vicina, passandogli una mano tra i capelli:
“Tu sei…il ragazzo più coraggioso ed intelligente che abbia mai conosciuto. Qualsiasi cosa tu abbia fatto, non sarai mai definibile come ‘codardo’ o…”
“Però, anche se dici così, io non riesco ad essere felice…”
“Non è felice chi non pensa di esserlo.”
Pensare?” -le lacrime del ragazzo smisero di sgorgare.
“Sì. Nulla è in nostro completo possesso se non il pensiero, ed il pensare è uno dei massimi piaceri concessi all’uomo. Chi pensa è immortale, chi non lo fa muore.”
“Io potrei essere felice…solo pensando di esserlo?”
“Ma certo!” -lei, ancora, gli regalò il suo sorriso- “I nostri desideri cambiano il mondo. Non credi che abbia ragione?”
Lui sembrò non esserne certo; tutto quello che disse fu:
“Non so…però di una cosa sono certo: il cuore ha ragioni che la ragione non conosce…”
 
Naruto le si avvicinò carponi sul pavimento:
“Cos’è la giovinezza?” -le chiese.
“Un sogno.” -rispose lei, rifacendosi a Kirkegaard.
“E cos’è l’Amore?”
Lei, sempre più convinta dei desideri di quel bambino ora più simile ad un pulcino giallo bagnato, sussurrò:
“Il contenuto del sogno.”
 
Infine, lui le passò una mano sul seno perfetto, avvicinando le labbra al collo statuario della bella.
“Naruto…non…!”
“Per favore…per favore…”
 
E l’amò fino all’alba.
 
 
*   *   *
 
 
Giorno seguente. Ore 07:35. A.M. Appartamento della famiglia Chevalier.
 
Ginevra finì di abbottonarsi la sua camicetta, lasciando un Naruto ancora molto assonnato e scapigliato dal sonno.
“Senti, mio padre torna stasera, quindi ti conviene trovare un buon posto per trascorrere la nottata; papà fa il banchiere ma è un ex-pugile -non che questo dica molto, vista la sua forma fisica non proprio smagliante- ma non vorrei che il suo ‘senso protettivo paterno’  si risvegli proprio oggi…”
Lui emise un brontolio indistinto, ingoiando il suo caffellatte :
“Tranquilla…non ho intenzione di farmi pestare da quello a cui ho bagnato la moquette…”
Lei sembrava quasi infastidita: per essere la mattina dopo il suo primo rapporto non sembrava troppo euforica.
Poi guardò il ragazzo in pigiama seduto sulla sedia della cucina, e lo abbracciò improvvisamente:
“Ti prego…dimmi che non mi abbandonerai mai…”
Tutto quello che lui ripose fu:
“Io…ho paura.”
 
 
*   *   *
 
 
Mezz’ora dopo. Istituto Scolastico Internazionale Marduk.
 
La professoressa del terzo liceo scorreva rapidamente la lista degli alunni, prendendo nota degli assenti.
“U: Ulrich…Urdène…Uzumaki. Uzumaki è assente, oggi? Strano, di solito non fa assenze.”
Una ragazza in ultima fila alzò una mano.
“Dimmi, Chevalier.”
“Professoressa, personalmente credo che Uzumaki non frequenterà più le lezioni.”
Ah, sì? Peccato. Per quale motivo?”
 
In prima fila, accanto alla finestra, un alunno dai fluenti capelli neri (tra i quali risaltava una vistosa ciocca blu elettrico) serrò i denti, in silenzio:
 
Siamo giunti alla resa dei conti…?
 
 
*   *   *
 
 
Ore 17:00 P.M. Ufficio del Gran Maestro Lorenz Keel. Neue-Zurich. Svizzera.
 
L’immenso pendolo dorato oscillava periodicamente lento nella grande sala riccamente illuminata da una parete-finestre alta oltre sei metri.
Un maggiordomo entrò educatamente nello studio dell’Uomo col Visore, eseguendo un garbato inchino.
 
Mein Herr, è arrivata la comunicazione da Makinami.”
L’uomo -lo schienale dell’ampia poltrona di pelle nera rivolto verso l’interlocutore- posò i gomiti sui braccioli della seduta, proferendo flemmaticamente solenne:
“I Confratelli sono stati avvisati?”
Natürlich, Herr Keel. Zakarovski ha accettato di fondere la NERV di Roma a quella russa, dopo che sarà stata espugnata.”
“No…meglio di no: i russi avrebbero troppa giurisdizione…affidatela a Du Champ, la Francia ci favorirà.”
“Riferirò il vostro responso.”
“Allora permettimi, mio fidato servo, di conferire un’ultima volta con lui.”
“Come desidera.” -poi, il Butler azzardò una domanda- “Se mi permette una domanda; cosa ha intenzione di fare una volta che avrete il controllo di Roma?”
“Accederemo infine al Terminal Dogma, aprendo la Heaven’s Door. Il Progetto per il Perfezionamento dell’Uomo non avrà più alcun impedimento.”
“Desidera così ardentemente la fine dei Tempi?”
“Il mio obiettivo trascende il materialismo. Devi sapere, caro Sebastian, che c’è nelle cose umane una marea che, colta al flusso, mena alla fortuna; perduta, l’intero viaggio della nostra umile vita si arena su fondali di miserie: l’Uomo è un’inutile passione.”
“Comprendo.” -il giovane servo si inchinò, congedandosi- “Non le arrecherò più disturbo: io, Sebastian Michaelis, sarò sempre al suo servizio. D’altronde…sono solo un diavolo di maggiordomo.”
Lorenz Keel si alzò dalla poltrona, lentamente:
“Si proceda…”
 
 
*   *   *
 
 
Quindici minuti dopo. Settore 9. NERV.
 
“Il momento promesso è giunto.”
Senza alcun motto, lo SEELE-01 diede inizio all’ultimo colloquio.
 
Il Consiglio al completo attorniava il Comandante, alle cui spalle indugiava impassibile Fuyutsuki.
 
Il Gran Maestro proseguì:
“L’ora in cui Dio, l’Uomo ed ogni creatura vivente si fonderanno è ormai prossima. Il Geofront assolverà alla sua vera funzione, e presto Lilith vedrà nuova luce. Desistete dall’opporvi.”
“Chiede lo stesso a voi.” -rispose Ikari, imperscrutabile- “Per secoli, l’Umanità ha opposto sé stessa ad un vano destino, celebrando il dono della vita.”
“Quello degli umani è stato solo un gioco di specchi!” -lo redarguì la n.12- “Non potendo sconfiggere la morte, le carestie, la sofferenza, il dolore…l’Uomo ha semplicemente pattuito di non pensarvi. Il Fato è già scritto.”
“Le Pergamene del Mar Morto si scioglieranno al nostro volere e tutto tornerà all’Origine.” -predisse la lastra marchiata ‘SEELE-15’.
Gendo prese la parola, seppur mitigando i toni:
“Gli Esseri Umani hanno sempre tentato di evolvere nella loro esistenza, anelando ad una condizione migliore. E’ per questo che sono stati ideati gli Eva: gli Evangelion, i Vangeli, rappresentano un nuovo modo di evolversi dell’Uomo.”
“Non intendiamo rifugiarci nella presunta Arca chiamata ‘Eva’! La loro esistenza è connessa a quella di questo mondo imperfetto! Accettarli equivarrebbe ad un secondo Peccato!”
 
Ikari restò ancora in silenzio, meditando.
Per la prima volta in vita sua, il peso della morte si faceva sempre più prossimo al suo animo.
Infine parlò, debolmente:
“La Morte non può generare altra vita…”
“La Morte è ciò che avrete.”
 
Questa fu l’ultima frase che Lorenz Keel pronunciò in presenza di Gendo Ikari.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma. Ore 17:30. NERV.
 
Makoto sedeva svogliatamente sulla sua sedia girevole, sorseggiando una tazza di caffè:
“Certo che è strano: sono quattro mesi, ormai, che non subiamo un attacco. Quell’Angelo…che fosse l’ultimo?”
“Non so, ma oggi non sono in vena di combattere!” -sospirò Maya, stringendo il suo cuscino rosa ortopedico- “La schiena non mi ha fatto chiudere occhio, stanotte! Se proprio deve succedere qualcosa, che almeno avvenga da domani in poi!”
La Akagi posò su una scrivania gli occhiali tondi:
“Hai ragione: credo che la NERV sia l’unica a non prendersi mai una vacanza! Ma che vuoi farci? Il lavoro serve a guadagnarsi il tempo libero, no?”
“Sarà…” -un annoiato Shigeru Aoba allungò le gambe sulla plancia davanti a sé.
Makoto fu per parlare ancora quando un allarme assordante invase il Central Dogma, riempendone le pareti-schermo di grandi esagoni rossi.
“Che cosa succede?!” -chiese allarmata Ritsuko- “Un Angelo?!”
“Negativo signora! Non abbiamo ricevuto alcuna allerta governativa e i MAGI non rilevano Diagrammi D’Onda blu in tutta la città!”
Senpai Akagi!” -Maya attirò l’attenzione della donna, preoccupata- “Il MAGI Melchior…sta subendo un hacking!”
“Cosa?! E da chi?!”
“L’attacco è perpetrato da terminali esterni, presumibilmente da MAGI-2 della Germania e da MAGI-3, America!”
“Non è possibile! Allora…devono aver deciso!”
“La contaminazione è rapidissima! Melchior è quasi completamente corrotto, inoltre Casper e Balthasar stanno subendo un’aggressione simultanea!”
“Di questo passo ci annulleranno ogni sistema difensivo! Qual è il loro obiettivo?!”
Fu Aoba a rispondere:
Melchior è il responsabile delle telecomunicazioni: così è quasi impossibile restare aggiornati! Da quel poco che vedo…sembra ci sia un grande traffico aereo non autorizzato nella zona aviaria costiera e dal Nord!”
“Ho capito…devono essere loro.” -la Dottoressa sapeva cosa aspettarsi- “Vogliono immobilizzarci e poi ci sferreranno il colpo di grazia! Tenetevi aggiornati, mentre aspettate il Comandante…io vado a sbrigare una faccenda.”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Settore 1. Archivio Strategico della NERV.
 
 
Il Colonello Katsuragi sedeva a gambe incrociate sul suolo della stretta intercapedine segreta del Settore; il pavimento e le pareti brulicanti di spesse tubature e cavi elettrici.
La donna reggeva sule ginocchia un portatile, sul quale scorrevano rapide delle citazioni in brillanti caratteri gialli.
I suoi occhi si posarono su una precisa dicitura:

Projekt Instrumentalität der Menschheit

 
“Il Progetto per il Perfezionamento dell’Uomo, eh? Allora era questo il vero obiettivo della SEELE…”
La donna scorse ancora le pagine digitali, fino a soffermarsi su una foto in particolare: un uomo giovane, dal volto virile e ben impostato; una coda di cavallo ed una barba incolta.
Mormorò:
“Kaji…perché sei sempre stato così cocciuto…?”
Poi, la porta segreta del nascondiglio si aprì, cigolando.
Misato sobbalzò, ma si rilassò immediatamente alla vista della collega bionda.
“Tranquilla, Misato, sono io. Sono venuta per prendere il backup di Casper.”
Misato le rivolse un sorriso maliziosamente consapevole, osservandola cercare esperta tra le carte e gli archivi:
“Sono anni che non lo cerchi più…allora, dev’essere iniziato.”
“Sì.” -Ritsuko sembrava aver trovato l’antiquato floppy- “Hanno cominciato con un’infiltrazione hacker. Inutile.”
Misato si tirò su, quasi annoiata:
“Suppongo debba prepararmi…”
 
Il Colonnello la lasciò sola.
La Akagi contemplò il disco rigido, quindi mormorò compassionevole:
“Mi aiuterai…madre mia?”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Appartamento della famiglia Chevalier.
 
Naruto si sollevò dalla poltrona, spegnendo il televisore e l’inutile marea di programmi in esso trasmessi.
“Che palle…”
Poi, fissò l’orizzonte prossimo al tramonto, fuori le vetrate arabescate del salotto:
“Che cosa staranno facendo loro…e Ginevra?”
Prima di poter trovare risposta, il rumore assordante di quattro spari diretti al portone principale lo fece accovacciare istintivamente al suolo.
 
La serratura della porta esplose letteralmente, mentre i battenti vennero sradicati con un calcio.
 
Un uomo, armato di una Beretta metallizzata, irruppe nel locale: Leon.
 
Naruto si rialzò, gridandogli:
“T-Tu?! Che cavolo ci fai qui?! E perché hai distrutto la…?!”
Ah, sei qui! Tu, piuttosto, perché diamine non rispondi al telefono?! Misato era…!”
“Vattene.”
La tanto lapidale quanto inaspettata frase del ragazzo lasciò per qualche istante l’Inviato Speciale attonito.
Poi, si riprese, scuotendo la testa:
“Ma insomma! Che ti prende?! Avanti, non ho tempo di…!”
“Ho detto di andartene…se non vuoi che ti uccida.”
Quelle parole sgorgarono minacciosamente pacate dalla bocca di Naruto.
Uccidermi?! Di’ un po’, ragazzino, ti sei impazzito?!”
“E tu, allora? O il Comandante Ikari o qualsiasi altro verme della NERV? Come vi definireste?”
Leon lo fissò incredulo:
“Ma che…?!” -poi, tagliò corto, afferrando il ragazzo per un braccio- “Senti, non capisco cosa stai insinuando ma…!”
“LASCIAMI!!”
Con un violento strattone che lo fece inciampare, Naruto tirò via il braccio, ritraendosi:
“Non osare toccarmi…non ne hai il diritto. So tutto…ora vattene.”
L’uomo si scostò un poco, squadrandolo con una smorfia:
“Non è come credi…”
“E COME SAREBBE, ALLORA?! Voi…voi mi avete mentito!”
Si rialzò, appoggiandosi ad un tavolo.
“Mi avete mentito…perché?! Rispondimi, rispondimi! Così finirete per uccidermi!!”
In un impeto d’ira, Naruto ribaltò completamente la tavolata.
Leon era impassibile, quasi lo ritenesse un patetico spettacolo teatrale.
Il ragazzino, arrancando, gli si avvicinò, afferrandolo per la collottola:
“PERCHE’, MALEDIZIONE?! IO…IO…NON…uff!”
Con un gemito soffocato, il ragazzino abbassò lo sguardo, boccheggiante: Leon gli aveva sferrato un pugno diretto allo stomaco.
Ricadde in ginocchio, portando le braccia al ventre.
L’uomo lo tirò per un braccio, sul pavimento:
“Muoviti. Non ho tempo da perdere. Dobbiamo andarcene prima che…”
 
In lontananza, si udirono i rumori di molteplici rotori d’elicottero e turbine a reazione ottundere il cielo.
Un altoparlante dichiarava ben udibile def-con zero: il grado d’allerta massimo, la Mezzanotte della Guerra, il codice militare da dichiararsi solo in situazioni di estrema gravità.
 
“Sono qui ormai…vieni, non ci resta molto tempo.”
Lui sibilò a fatica, remissivo:
“Un Angelo…”
“No: è te che vogliono. Stavolta i nostri nemici sono…degli uomini. Ci restano meno di quindici minuti per rifugiarci nel Geofront.”
“Ginevra…”-mormorò Naruto.
“Se ora si trova in gruppo, probabilmente si salverà: la polizia sta scortano la popolazione all’interno del Rifugio. Altrimenti…”
“Ho capito.”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Central Dogma.
 
“Com’è la situazione?!” -Misato accedette trafelata al Ponte.
“L’infiltrazione digitale è stata congelata per le prossime 68 ore.” -rispose Ritsuko.
“La senpai Akagi è stata formidabile nel bloccare gli hacker! Ora abbiamo di nuovo il controllo!” -esultò Maya, colma di ammirazione.
Aoba si voltò verso le donne:
“Sto ricevendo delle comunicazioni dalle Forze dell’Ordine: sembra che un’intera squadra di caccia abbia raggiunto i quartieri moderni!”
“Vogliono penetrare direttamente nel Geofront…!” -Misato si morse un labbro.
“Inoltre sono segnalati cinque ‘Globemaster VI McDouglas’!”
“Hanno i Globe?! Quegli aerei sono giganteschi! Questo sarà un ultimatum!” -Ritsuko sembrava inaspettatamente sprovveduta, davanti alla possanza dell’armamento nemico.
“La popolazione?” -chiese il Colonnello, a braccia conserte, torva.
Ripose Makoto:
“Attualmente è stato sgomberato il 60% dell’aerea urbana! Il Vaticano sui rifiuta di collaborare: dice che resisteranno qualsiasi cosa accada!”
“Che razza di testardi!” -sbuffò Katsuragi.
“Lo stato dei children?!” -chiese la Dottoressa.
“Sono salvi: i piloti dello 00 e dello 05 si trovano già qui; tutti gli altri ci hanno informato della loro incolumità: ci raggiungeranno tra poco.”
“Continuate l’evacuazione per tutto il tempo possibile e assicuratevi che le autorità politiche restino vive!”
Aoba sorrise malizioso:
“Di questo non dobbiamo preoccuparci: i funzionari governativi staranno già facendo a gara per abbandonare la città…”
 
 
*   *   *
 
 
Un minuto dopo. Bunker auto-sigillante B-147. Geofront.
 
La folla scomposta di civili tremanti riempiva il locale di titanio rinforzato, sebbene la moltitudine faticasse ad essere contenuta, data l’eccessivo numero.
 
“E’ così buio…”
“Mamma! Mamma, dove sei?!”
“E’ questo il Geofront…?”
“…dicono sia il posto più sicuro al mondo…”
“…che cosa sta succedendo…?!”
 
Il vociare appena distinguibile di migliaia di persone frusciava nel bunker inferiore al suolo boscoso del Geofront.
I militari della NERV stentavano nel reprimere i rifugiati più irrequieti, fornendo solo le informazioni strettamente necessarie e mantenendoli all’oscuro della guerra che, in superfice, era prossima all’esplosione.
 
Una ragazza sedeva rannicchiata, tremante:
“Papà…perché non sei qui? Mamma…proteggimi tu…”
Un’anziana signora le si fece vicina, avvolgendole un telo nero attorno:
“Ecco piccola…sta tranquilla.”
Lei sollevò appena il piccolo capo coperto di capelli biondi come il platino:
“Grazie…”
“Dove sono i tuoi genitori?”
“M-mio padre è in viaggio…sarebbe dovuto tornare oggi, ma…oddio! Mia madre è morta quando avevo…”
Poi i singhiozzi presero il sopravvento, impedendole di rispondere.
“Non importa…” -la vecchina la strinse a sé- “Dimmi, bambina mia, come ti chiami?”
Lei soppresse uno sfogo, sputando tutto d’un fiato il nome:
“Ginevra.”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Central Dogma.
 
“Colonnello Katsuragi!” -Hyuga arretrò sulla sua sedia, sgomento- “I…i Russi!”
“Come sarebbe?!”
“Abbiamo intercettato un XB-49 della NERV russa…è di manifattura dell’IPEA!”
“Così…sono tutti contro di noi!” -Misato fece una smorfia di disprezzo.
Ritsuko sentì la sua sottile fronte imperlarsi di sudore:
“Se anche la Russia è tra gli schieramenti…non avranno per caso intenzione di usare le Testate a N2, vero?!”
 
 
*   *   *
 
 
Trenta secondi dopo. Esterno (area urbana).
 
La Corvette Stingray di Leon imboccò un condotto sotterraneo, poco prima che si richiudesse a scatto.
 
L’uomo si rivolse all’ex-second children, seduto accanto a lui:
“Ecco fatto. Questo passaggio è uno dei più interni: non dovremmo venire investiti dall’esplosione.”
Il ragazzino ripeté atterrito:
Esplosione?!”
 
All’esterno, il limpido cielo pomeridiano era ora solo una massa d’acciaio volante a reazione.
Gli aerei a repulsione indugiavano quasi immobili, in attesa dell’ordine.
Poi, l’XB-49 si posizionò perpendicolarmente alla punto designato.
La pancia dell’aeromobile si spalancò.
Un grande Torpedo Bomber a N2 venne portato all’esterno tramite un sistema meccanico a molla.
Quindi, la Testata Non-Nucleare venne rilasciata a peso libero.
 
Il siluro precipitò in picchiata.
Sfiorò il suolo.
Un rapido bagliore lampeggiò su una vastissima area.
Infine un’esplosione accecante scaturì dalla bomba, espandendosi ad incredibile velocità, disintegrando i palazzi in un’immensa cupola di luce blu, attorniata da archi elettrici.
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Geofront.
 
 
I palazzi pensili della cavità sotterranea si incurvarono verso il basso; alla loro base un bagliore luminoso.
Il fragore assordante che ne seguì accompagnò una semisfera esplosiva di proporzioni inimmaginabili.
 
Il rigonfiamento non-nucleare si inturgidì, espandendosi per tutto il Geofront, fino a sfiorare la cuspide della piramide nera sul fondo.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
L’Intero quartier generale tremò veementemente; mentre l’allarme risuonava più forte che mai.
Molti addetti ricaddero sul pavimento; altri si rintanarono sotto le scrivanie e le sporgenze.
I monitor del Central Dogma lampeggiarono freneticamente per i danni riportati.
 
Maya gridò terrorizzata:
“6 kilometri è il diametro dell’esplosione! Siamo rimasti scoperti!”
Misato si rialzò con non poco sforzo:
“Maledizione, lo immaginavo!”
Makoto sorresse, fissando il megaschermo, riportante il risultato dell’esplosione:
Image and video hosting by TinyPic Un’immane voragine nel cielo artificiale, oltre al quale le vere nuvole veleggiavano alte e placide.
L’addetto al MAGI borbottò:
“Usare le mine a NN: non conoscono davvero limiti!”
Ritsuko sentì mancarsi il fiato:
“A questo punto è chiaro il loro obiettivo: vogliono distruggerci letteralmente!”
“No…” -Misato mormorò conscia della situazione- “…questo è un diversivo. Quello che davvero bramano è…”
 
“A tutti gli Operatori Bellici di Primo Grado: prepararsi ad ingaggiare la battaglia! Livello di sicurezza def-con zero! Mobilitazione completa di tutte le Unità Evangelion! Dispiegamento totale di tutte le strutture anti-sommossa sotterranee!”
Una potente e risoluta voce d’uomo risuonò dall’alto della Sala di Controllo:
La torretta centrale di Comando emergeva lentamente sullo spalto, al centro dei tre MAGI.
 
“Il Comandante Ikari?!” -balbettò Maya, a metà tra lo stupore e l’ammirazione.
 
L’Uomo con Gli Occhiali, le mani giunte sulla scrivania, declamò a gran voce:
“L’Agenzia Speciale NERV è preposta alla salvaguardia della città e dell’Umanità intera! Secondo il Trattato delle Nazioni Unite, in caso di alto tradimento la NERV è libera di sciogliersi da qualsiasi restrizione marziale e guadagnare il totale controllo della difesa. Oggi, l’IPEA ha violato l’accordo di indipendenza, abusando del suo potere e la Fondazione SEELE ha liberamente agito senza alcun consenso!”
Fuyutsuki, alle sue spalle, si passò un amano tra i fluenti capelli argentei:
“Che enorme assurdità…”
 
Gli addetti militari intuirono che avrebbero presto dovuto affrontare la più violenta battaglia sino ad allora perpetrata…contro delle persone.
Eppure, la profonda e dura voce -seppur raramente udibile- del Comandante Supremo Gendo Ikari aveva sempre saputo temprare i loro animi.
I cuori di tutti pulsarono di risolutezza.
 
Ikari proseguì:
“In virtù dei privilegi concessi e sotto diretta ordinanza del Capo del Governo e del Presidente in persona, acquisiamo la facoltà di mobilitare gli Eva in assoluta autodeterminazione! DA QUESTO MOMENTO LA NERV OPERA IN TOTALE AUTONOMIA!!”
 
Un coro esultante si levò dagli operatori.
Misato si fece coraggio:
 
Tutto questo…è assolutamente sbagliato: stiamo per coinvolgere dei bambini in un bisticcio tra adulti…imperdonabile! Tuttavia…noi tutti sopravvivremo!
 
Infine, eresse il busto, batté i tacchi ed eseguì un saluto marziale.
“Perfetto. Con il suo consenso, Comandante…

…iniziamo.” 
 

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Capitolo 24
*** Episodio 23: La Decisione Finale Che Dobbiamo Tutti Prendere/Fuga ***


Angolino dei commenti
 

 
KiKaTze: il tuo commento mi ha davvero reso felice! Quella citaione effettivamente la adoro anch’io: ero particolarmente ispirato, mi sembrava adatta. Spiacente che ti abbia fatto star male O.O, ma forse è (permettimi) meglio così, dato che doveva essere qualcosa di tombale. Per quanto riguarda Teru mi piace come sta emergendo ed è un personaggio affascinante anche per me che lo ho ideato, sono contento faccia colpo anche su qualcun altro! =3 Su Roma…poverina, hai ragione, sono un bastardo! Ma comunque non preoccupati, ti faccio compagnia con la casa….io sono di Roma! Anzi: IO SO’ DE’ ROMA! XD
ryuzaki01:eheh, è vero: certi ragazzi hanno tutte le fortune! Ho pensato che Naruto è un personaggio troppo fiacco: ha la vita sessuale di un paguro (senza offesa del paguro…)! Era ora che facesse vedere se quel coso che ha tra le gambe è solo per bellezza o magari lo contraddistingue in quanto ‘essere sessuato’….XD Effettivamente, credo di aver scritto un capitolo dove NERV e SEELE se le danno di santa ragione (come dici tu XDD), ma comunque leggi un po’ più in basso e giudica tu! Anche il colpo di scena  dovrebbe essere di vostro gradimento….
sghirian:la tua recensione è molto gradita perché è stata davvero utile: fai benissimo a segnalarmi gli errori e tutto ciò che non va…specie se mi dici che il testo fa un po’ acqua dal punto di vista delle tempistiche…le critiche, se motivate, sono sempre ben accette! Vedo comunque che il capitolo ti è piaciuto e anche di questo me ne compiaccio (il sig. Kaji e PenPen ringraziano.) Sappi comunque, per ciò che riguarda la coppietta ‘NaruGine’ (XD) che sono pur sempre passati OTTO mesi da quando si sono conosciuti nell’aula di musica , e nello scorso cap ho fatto un salto di quattro mesi (sicuramente la loro relazione sarà cresciuta…altrimenti fossi stato Ginevra gli avrei ammollato due pizze a uno che mi si presenta fradicio a casa a quell’ora di notte….)
duboius3: oggi sei stato il primo a recensire! Il tuo commento mi ha fatto sorridere, è stato simpatico ma ho comunque capito ciò che ti ha copito del capitolo. Effettivamente è vero che con NaruNaru ci sono andato giù pesante con la filosofia ma che vuoi farci? Questo è EVA! Anche i quattordicenni giocano a fare i filosofoni….sulla parte del brano musicale mi hai fatto arrossire ! *.*! dire che i miei cpaitoli sono sull’epicissimo spinto come un brano musicale mi ha fatto gongolare per giorni! E sono anche orgoglioso di me stesso se ti ho ftto ragionare su un fatto fondamentale della fiction: spesso, gli adulti sono più infantili dei ragazzi. Con parolone e perifrasi nasondono la loro debolezza e la loro bramosia di qualcosa che ormai non torna più indietro poiché gli anni passano e gli uomini, per loro natura, sono sempre insoddisfatti.
 
Garzie anche a tuti coloro che seguono la storia, anche senza lasciare recensioni!
Ed ora, preparatevi ad un poo’ di botte e d azione vecchio stile: l’emozione continua!

 
 
La Decisione Finale Che Dobbiamo Tutti Prendere/Fuga
 
“Iniziamo!”
“Strutture anti-aree dalla B-110 alla E-21: stand up! Apertura totale della prima e terza linea simulativa ‘Primo Mobile’ e ‘Luna’. ”
Con un gesto esperto del polso, Makoto fece scorrere il palmo della mano sulla tavolata tattile, innescando le trappole del Geofront.
 
Decine di zolle di terra si sollevarono dalla boscaglia, lasciando emergere torrette lancia-razzi, batterie di granate e possenti pareti d’acciaio; due delle tre fasce che costituivano il cielo artificiale si sollevarono, rivelando una serie interminabile di bocche da fuoco: il Geofront si trasformò in qualcosa di appena definibile come ‘rifugio’.
 
“Priorità assoluta ai bunker sotterranei! Personale bellico di Primo Grado alle uscite principali!”
Status dei children?!” -chiese la Akagi, con le tempie pulsanti.
“Hanno raggiunto l’ala nord della NERV, sono salvi!”
“Perfetto. Preparare le Unità Eva disponibili all’uscita immediata: voglio un reset complessivo delle curve armoniche ed un armamento efficiente! Il lusso della superficialità non ci è concesso…”
“Sono già pronti degli Assault Rifle MM-99, dei Bazooka ed un Howitzer Cannon, calibro 600mm!”
“Va bene,” -asserì Misato- “ma vi voglio pronti a qualsiasi richiesta! Senza nemmeno lo 01 partiamo in svantaggio…”
 
Ikari socchiuse gli occhi, meditando.
Fissò il megaschermo del Central Dogma:
 
Dalla voragine aperta nell’esplosione, sciamarono gli Heavy Fighter VTOL della SEELE, attorniando i giganteschi Globemaster nella loro discesa.
I rilevatori del Geofront attivarono meccanicamente la prima contro-offensiva:
La fascia circolare definita Primo Mobile riversò una pioggia orizzontale di torpedini, distruggendo immediatamente cinque degli aerei a repulsione più esterni alla flotta.
I restanti si affrettarono a disperdersi verso il basso, in direzione del quartier generale.
Due Globe rilasciarono sei potenti granate a traiettoria incostante, tracciando lunghe scie di fumo e fiamme.
I dodici siluri colpirono in pieno altrettante aree del Primo Mobile, creando intense esplosioni, mettendo fuori gioco decine di boccaporti.
 
“I nemici hanno aperto il fuoco!” -esclamò Hyuga- “Si dirigono a grande velocità verso di noi!”
“Non c’è più tempo…” -sbuffò Misato, quasi infastidita più che preoccupata- “…dite ai children di sbrigarsi.”
 
Sul picco sopraelevato, Fuyutsuki sussurrò al Comandante:
“Tutto questo è solo una manovra fuorviante, non è così Ikari?”
“Sì...la SEELE sta cercando di metterci in ginocchio prima di mozzarci la testa…ma non è a noi che punta.”
“Il Mark 07, giusto? Tuttavia, senza nemmeno il ragazzo dalla loro parte, come potrebbero mai controllare quell’Unità?”
L’altro sibilò tra i denti:
“Makinami…”
 
 
*   *   *
 
 
Bagni femminili. Due minuti dopo.
 
La ragazza fissava il soffitto del bagno, immersa nelle acque calde di una piscina termale.
I fumi si innalzavano lenti, alieni al caos di fiamme e acciaio all’esterno.
Lei inclinò la testa; i lunghi capelli castani si allungarono sulla superficie dell’acqua.
Un paio di sottili occhiali appannati era poggiato sul bordo della vasca, dalle pareti piastrellate di mattonelle viola.
Con un lieve cigolio, una porta si aprì.
 
“Mari…è iniziato.” -disse l’uomo alle sue spalle.
“Lo so…ho sentito qualche rumore, lassù.”
“Sai cosa devi fare.”
Lei si voltò appena, torva.
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“Ma certo…”
Il giovane la fissò in silenzio, quindi le rivolse un’ultima parola:
“Mari, lo faccio anche per te.”
La ragazza si alzò in piedi, incurante della nudità:
“Come no. Sai bene come la penso al riguardo, Teru…”
“Sì, lo so. Ma quando tutto questo sarà finito, Dio mi ha promesso la felicità. Non soffriremo più, vedrai.”
La ragazza abbassò i suoi taglienti occhi cianotici.
Infine, Teru si congedò:
“Tieni a mente il piano…”
Mari non rispose.
 
 
*   *   *
 
 
Poco dopo. Hangar.
 
“Muoversi, muoversi, muoversi!”
“Unità Evangelion riparate al 100%!”
“Rimozione del quinto blocco!”
Umbilical Cable collegato!”
Entry Plug: inserimento!”
“Eva 04 pronto al lancio!”
“Eva 05 in arrivo in gabbia n.8!”
Linear barrel n.3 pronta al trasporto!”
“Eva 00: standby! Eva 02: standby!”
“Curve armoniche dell’Unità 03: rivedute e corrette!”
“Margine di errore 0,001%!”
“Nemici in avvicinamento alle coordinate 20-40-7!”
“Rimpiazzo istantaneo delle strutture belliche C-20 e D-09!”
 
Gli ordini concitati degli operatori risuonarono chiari ed emozionati nell’immensa sala di stazionamento.
Cinque bracci meccanici scorrevano rapidi sulle rastrelliere a scomparsa, selezionando ed inviando armi.
Le Unità attendevano maestose all’interno dei cilindri di vetro.
Quattro fari lampeggiavano ai limiti della sala, accompagnati da un allarme.
Grandi blindati attrezzati stazionavano nella rimessa, trasportando e collegando tubature alle fonti energetiche degli Eva.
Su decine di megaschermi correvano incomprensibili i codici di sistema dei robot e le proiezioni digitali dei percorsi strategici.
 
Thomas, dalla predella di ferro posta lungo il torace dello 02, si affrettò ad arrampicarsi su per il collo dell’automa, raggiungendo l’Entry Plug.
Si rivolse, impaziente, ai due ragazzi sulla passerella:
“Che ci fate ancora li?! Non abbiamo tutto il giorno! Raus!”
Prima di entrare nella sue Entry Plug, il tredicenne tedesco attese la riposta dei suoi interlocutori.
Il ragazzo dai capelli biondi come il grano -l’unico in abiti comuni- strinse un pugno fino ad conficcarsi le unghie nel palmo.
Sibilò in un misto di collera e frustrazione:
“Io…non ci riesco.”
 
Il pilota al suo fianco, Cris, lo fissò atonico.
 
Naruto e Leon avevano raggiunto l’hangar centrale attraverso le strette entrate/uscite d’emergenza, evitando miracolosamente di venire investiti dalla colossale esplosione.
Durante il tragitto, Naruto non aveva rivolto una singola parola al suo accompagnatore, limitandosi a venire trascinato come un corpo esanime da un punto all’altro.
Ora, nella gabbia dell’Eva 02, in quel posto da lui aberrato chiamato NERV, chiama a sé la sua coscienza per distruggere tutte le convenzioni morali da lui riconosciute.
 
Il Tedesco sembrò attonito:
“Ma che…?! Smettila di dire idiozie a va’ a metterti la plug suit!”
“Io…senza nemmeno lo 01…” -il ragazzo si morde un labbro; una lacrima di autodisprezzo abbandona le sue ciglia, cadendo a terra con un lieve suono- “…non sono assolutamente di nessun aiuto…”
Thomas si spazientì, infantile:
Tsk! Se è solo questo il problema, allora puoi sempre fare il pilota di riserva! Ma il mio 02 non si…”
“No.” -lo interrompe Naruto, con un fil di voce- “Io non metterò mai più piede a bordo dell’Eva.”
 
Un secondo allarme risuonò nella Base, ricordando l’emergenza.
Due gabbie più in là, si intravedevano lo 04 e lo 05 abbandonare l’hangar per allacciarsi sui binari di sortita.
 
Thomas perse la pazienza:
Ah! Al diavolo! Fa’ quello che ti pare!”
Il ragazzino entrò nella capsula, innestandosi nella cervice dell’Eva.
Con un leggero scossone, gli ancoraggi dello 02 si disinnescarono e l’Unità salì oltre il bordo della gabbia, pronta all’uscita.
 
Leon, a pochi metri da loro, li fissava in silenzio; le braccia conserte e la schiena contro la parete.
 
Cris si rivolse all’amico senza incrociare direttamente i suoi occhi:
“Così…hai deciso di mollare tutto, alla fine.”
“Non sono stato io a volerlo…” -il ragazzo pronunciò le parole con una smorfia di disgusto, trattenendo a stento l’impeto d’ira- “…mi avete costretto.”
Costretto, dici?” -Cris era in grado di mantenere il suo tono perfettamente apatico anche in quelle situazioni.
“Sì…mi avete mentito su ciò che sono e ciò che sono stato. Nessuno ha avuto pietà di un bambino così piccolo già orfano…”
Orfano? Bambino? Temo di non capire…”
“Io…i mei genitori…la NERV ha…”
Non riuscì a terminare la frase che i singhiozzi e le lacrime gli riempirono la gola.
 
Leon, in disparte, guardò altrove.
 
Cris arrivò al dunque, seppur con poco tatto:
“E dunque ora vorresti fuggire?”
“Io…non sto fuggendo! Tutto questo…tutto questo mondo non mi appartiene, non lo voglio! Non l’ho mai voluto!”
 
“Naruto!”
Una voce di donna lo richiamò dall’altra parte della gabbia: Misato aveva raggiunto l’ex-second children.
 
Lui la riconobbe, ma si rifiutò di degnarla di un singolo sguardo.
Misato gli si avvicinò, poggiandogli una mano sulla spalla.
Lui scostò, con un brusco strattone.
Lei si ricompose, parlando intenerita:
“Sei arrivato fin qui…”
“Sono stato obbligato.”
Lei, avendo ascoltato le precedenti parole del ragazzo, si fece più seria:
“Ancora quella parola…perché? Continui a ripeterti che sei stato costretto o obbligato. Possibile che tu non sia stato capace di decidere nulla da solo, fin ad adesso?”
 
Lui sgranò gli occhi: l’idea che la sua volontà fosse tanto debole da essersi sottomessa per tutto quel tempo al voler di qualcun’altro era ridicolmente imbarazzante.
Deglutì:
“Io…non ho mai fatto domande. Forse ha ragione lei, signorina Misato: non sono capace di decidermi.” -poi la sua voce vibrò ancora di rabbia- “Però…ho deciso! Ho deciso…di non combattere mai più! Non posso vivere in un mondo fatto di menzogne, dove esistono Angeli ed Eva spaventosi! Non posso addossarmi il peso delle vite di milioni di individui, se non sono stato io a volerlo!”
Cris mutò espressione in un cipiglio inquisitorio mai dipinto sul suo bel viso, prima d’allora:
“Questo non cambia ciò che dicevo prima: hai deciso di rifuggire le tue responsabilità, per paura di ferire qualcuno che potresti non amare. Anzi, forse non vuoi ferire te stesso. Preferiresti forse una vita lontana da ogni dovere, un’Utopia?”
“E SE ANCHE FOSSE?!” -Naruto cade sulle ginocchia, tappandosi le orecchie- “CHE MALE C’E’?! I miei genitori sono morti…io non sono capace di nulla! E anche volendo combattere…senza lo 01 COME MAI POTREI ESSERE UTILE?!”
Cris continuò a fissarlo, imperscrutabile:
“Quindi, l’Eva è la tua realizzazione? Siamo forse più simili di quanto credi?”
“No...oppure sì…INSOMMA, NON LO SO!! Io sono stufo di sbattermi per te, Cris! Tu…tu credi di sapere sempre tutto, vero?!”
Naruto si rialzò, furente, afferrando per il bavero della tuta il ragazzino dai capelli blu e neri:
“Non sai niente, invece! Non puoi capire come mi sento! Essere tradito da tutti, vivere l’adolescenza nella dorata illusione di due genitori morti per caso…solo per scoprire la verità!”
Ancora una volta, pianse, lasciando andare quello che un tempo definiva ‘amico’:
“Non è giusto…”
“Il giusto non è che l’utile del più forte.” -replicò Cris.
Misato gli accarezzò la testa:
“Ascoltami, Naruto: quello che dici è vero, e non ti biasimerò se vorrai fuggire. Però sappi che se sei qui è perché sei vivo, perché hai combattuto per esserlo! E non solo per te stesso, ma anche per gli altri! Ricordi l’incidente dello 00? O le difficoltà di Cris a pilotare l’Eva mesi dopo? Ricordi la tua forza d’animo?! Tu sei stato l’unica luce nel buio! Con il tuo affetto, con il tuo coraggio hai trascinato nella tua enorme voglia di vivere anche coloro che sembravano perduti! Io stessa ti devo la vita…”
“Io…non sono felice. Ginevra mi ha detto che basta pensare di esserlo, eppure io…non ci riesco. Questa è la verità dei fatti.”
Cris fece qualcosa che fino ad allora non avrebbe nemmeno tentato: allungò un a mano e gli sfiorò la spalla…come un fratello maggiore:
“Chiediti se sei felice…e smetterai di esserlo. Ma sogna di esserlo e lo sarai. La verità è solo inerzia: l’ipotesi che ci rende insoddisfatti, il minimo dispendio di forza intellettuale. Ma la speranza, ciò che davvero ci permette di aspirare ad una condizione di amena esistenza, è il sogno di chi è sveglio. Forse è falsa, ma è solo inseguendola che diverrà reale.”
“Ma a quel punto…diverrà verità, rendendoci ancora una volta insoddisfatti.”
“Nulla ci è dato sapere per certo, Naruto.” -riprese Misato- “Possiamo solo avanzare nel mondo. Ginevra, quella ragazza, è per lei che vivi, no?! Allora non deluderla!”
 
Lui sentì mancarsi il terreno sotto i piedi: come poteva fuggire, lasciando quel diamante di rara bellezza che aveva nome ‘Ginevra’ in balìa di una sorta tutt’altro che gloriosa.
Doveva aiutarla, doveva combattere!
Però…
 
“Non ce la faccio. Non ne sono capace.”
Il ragazzo si rialzò, dirigendosi verso l’uscita- “Probabilmente le arrecherei solo danno.”
Misato non credeva a quelle parole.
Cris, in un impeto d’umanità, avvampò:
“Come puoi essere così vile?! Non c’è nulla in quella tua testa che funzioni?! Perché devi essere così rinunciatario, se puoi ancora sperare?!”
“Se c’è soluzione, perché ti preoccupi? Se non c’è, perché ti preoccupi?” -rispose l’altro, atono.
Cris rimase interdetto.
“Hai detto che posso essere libero di sognare. Bene. Questo è il mio sogno: vivere lontano da qui. Addio.”
Il first lo bloccò per l’ultima volta:
“Uzumaki Naruto!”
Si fermò.
Gli occhi oceanici del sedicenne rilucettero di scarlatto, insolitamente risoluto:
“Sai bene che disapprovo ciò che dici…”
Il children più giovane restò in ascolto.
“…ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di desiderarlo!”
Il cuore di Naruto ebbe un fremito, poi si calmò:
“Grazie…amico mio.”
Misato si avvicinò a Leon, sussurrandogli:
“Ti prego, ti prego portalo via…portalo lontano da qui! Non lasciare che lo prendano!”
“Farò come dici tu, Misato…” -acconsentì lui, chinando il capo.
 
Naruto oltrepassò l’uscita della gabbia.
Cris salì a bordo dello 00, venendo immediatamente espulso dal cilindro contenitivo.
Misato, inaspettatamente, prepotentemente, suadentemente, appassionatamente…baciò l’uomo sulle labbra.
Poi, si scostò un poco:
“Il resto te lo darò quando sarai tornato…”
Infine lo abbandonò, sparendo dietro le porte di un ascensore diretto al Ponte di Comando:
“Va’ ora!”
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
La porta automatica si sollevò di scatto.
Il Colonello Katsuragi accedette nuovamente al Ponte:
“Chiedo scusa per il ritardo! La situazione?!”
“Le difese del Geofront reggono bene.” -rispose Makoto- “Hanno rallentato l’avanzata fino al livello Luna, distruggendo dieci caccia.”
“Anche se li abbiamo intralciati non li abbiamo sconfitti, no?! Non abbiamo più tempo! Dischiudete tutti i passaggi: che le Unità Eva ingaggino la battaglia!”
Roger!”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Geofront.
 
Quattro settori quadrangolari del sottobosco si aprirono, mostrando le strutture meccanizzate e gli ingranaggi:
Le Unità dalla 00 alla 04 vennero espulse tramite i Parallel Lift.
I quattro spicchi triangolari (che costituivano il fondale a piramide rovesciata del laghetto adiacente alla NERV) si ritirarono nel terreno.
L’immane quantità d’acqua ricadde nella voragine, mentre L’Eva 05 veniva condotto in superficie.
 
Lo squadrone nemico azzardò una discesa più rapida delle altre, raggiungendo le poche decine di metri dal suolo.
I VTOL sciamarono come insetti nella sconfinata radura artificiale, mentre i bombardieri più grandi calavano pacatamente in perpendicolo.
 
“E così sono questi i nostri nemici, stavolta!” -Thomas, a bordo dello 02, sogghignò divertito- “Non sono molto propenso ad imbracciare le armi contro degli uomini, però…sarà divertente!”
“Non capisco!” -Michael si grattò un tempia- “Che cavolo vogliono da noi?! Chi sono?!”
 
La risposta giunse dall’interfono: Misato tentò di spiegare il più rapidamente possibile l’antefatto:
“Quelli che abbiamo davanti sono i soldati della SEELE: un’organizzazione segreta di origini medievali. Finora si era limitata a fornire i fondi necessari alla NERV, ma adesso…”
 
Alla Base, Misato si voltò verso il Comandante, diffidente:
“…ci sono altre questioni di mezzo.”
 
All’interno dell’Entry Plug, il fourth contemplò il viso distratto della giovane ragazza in plug suit rosa, in un video al suo fianco:
Mari…perché? E tu…cosa farai? Seguirai tuo fratello?
 
Lei incrociò per sbaglio il suo sguardo, arrossendo e distogliendolo immediatamente.
Lui fece un gesto di diniego.
 
Infine, Misato diede loro un ultimo incentivo:
“Ragazzi…oggi Naruto non sarà dei nostri. Per favore, combattete anche per lui…”
Cris strinse le leve d’accensione, indignato.
Thomas esclamò spavaldo:
Mpf! Lo sapevo che gli sarebbe mancato il coraggio!” -poi, aggiunse in soffio, infiammando i nemici con lo sguardo- “Però…è mio amico. Se questo è quello che desidera…allora MORITE TUTTI!”
 
Senza preavviso, lo 02 eseguì uno scatto fulmineo.
Lo spostamento d’aria compresse gli alberi al suolo.
Come un fulmine rosso, l’Eva attraversò la prima file di caccia, sfoderando in corsa i due Progressive Knife truccati.
Si arrestò con una derapata.
I fighters si immobilizzarono in aria.
Uno squarcio si aprì lentamente sulle carene, dividendoli completamente in linea sagittale.
I sei aerei da guerra esplosero, avvolgendo lo 02 nelle fiamme.
 
Il pilota mormorò compiaciuto:
Erste…!”
 
 
*   *   *
 
 
Due minuti prima. Bunker auto-sigillante B-147. Geofront (sottosuolo).
 
Gli scossoni delle esplosioni fecero tremare più volte il rifugio sotterraneo.
I presenti lanciarono urla di terrore.
Ginevra si strinse all’anziana donna accanto a lei.
Lei le passò una mano tra i lunghi capelli:
“Non temere, non ci succederà nulla. Sai, piccola, nella storia sono sempre accadute queste cose.” -la vecchina sembrava incurante, continuando a sorridere teneramente- “Io, vecchia come sono, ne ho vissute tante! La Guerra Fredda, Il Second Impact…però sono qui con te, vedi! Gli adulti sono sempre insoddisfatti! Se ne stanno lì, con quei musi lunghi, a rimuginare su gli errori del passato. E quando non sanno che fare, decidono di buttare qualche bomba qua e là; così, tanto per vedere che effetto fa! Ma ora che sono anziana mi sento di nuovo bambina e mi rendo conto di quanto il  tempo ci sfugga e ci ritorni tra le mani in continuazione.”
La ragazza sembrò calmarsi:
“Forse…ha ragione. Però…dove sarà lui?”
 
Poi, la porta di sicurezza sei aprì di scatto.
L’addetto alla sorveglianza sembrò impegnato nel trattenere qualcuno, che però gli sfuggì:
A fatica e sgomitando tra la calca, un ragazzo tentava di farsi strada il più rapidamente possibile, in cerca di qualcuno.
 
La bella ragazza sollevò i grandi occhi argentati:
“N-Naruto…?!”
“Ginevra!” -le urlò lui, di rimando.
Riuscì a raggiungerla:
“Ginevra! Vieni!”
“Cosa?! Come...?! Dove sei stato?! Credevo fossi morto! Qui è tutto così…!”
“Lo so! Seguimi, ti spiegherò tutto dopo!”
La vecchina lo guardò incuriosita, per nulla turbata.
Poi, una mano lo afferrò per una spalla, strattonandolo:
Ehi, ragazzino, che credevi di fare , si può sapere?!”
Il militare tentò di allontanarlo, data la ulteriore confusione generata, ma lui gli rispose con un calcio negli stinchi che lo fece arretrare.
Ginevra continuava a non capire, terrorizzata:
“Dov’è che vuoi andare?! Ti prego, dimmi che succede!”
“Ora non posso…! Ahia!”
Una seconda mano lo aveva ghermito per la collottola: Leon era entrato e lo stava richiamando all’ordine:
“Avanti, Naruto! Non c’è tempo!”
“Chi è quest’uomo?!” -chiese Ginevra, allarmata.
Naruto non rispose, ma si rivolse all’Inviato:
“Non me ne vado senza di lei!”
E afferrò un lembo del telo nero che ricopriva la Chevalier.
“Non posso portarvi tutti e due! A loro interessi solo tu, così c’è il rischio di coinvolgerla!”
A quelle parole, desistette, lasciandosi tirare verso l’uscita, facendo appena resistenza.
Lei lo fissò con occhi sgranati.
Venendo trascinato con forza, il ragazzino strappò accidentalmente un lungo lembo di coperta nera, stringendolo nel pugno.
Prima di essere sommerso nuovamente dalla folla, le mimò un parola con le labbra, ma lei non capì.
 
La ragazza rimase in ginocchio.
L’anziana signora le poggiò una mano sulla spalle, sussurrandole dolcemente:
“Ti sei scelta proprio un bel giovanotto, eh? Deve tenere molto a te…tornerà; vedrai.”
Ginevra tornò a sedersi, non completamente convinta.
 
 
*   *   *
 
 
Poco dopo. Parcheggio autorizzato n.25. NERV.
 
“Perché mi hai portato qui?!” -ringhiò Naruto- “Perché non mi hai fatto restare con lei?! Non c’è motivo per cui io debba andarmene! Non l’hai ancora capito?! Io non…!”
Non salirai mai più sull’Eva! Sì, l’ho già sentita questa storia.”
Leon sembrò incurante, aprendo la portiera della sua Corvette.
“Allora dove vuoi portarmi?!”
“Al CERN, dallo 01. Se abbiamo fortuna, arriveremo entro domani pomeriggio. Altrimenti…beh, intanto mettiamoci in marcia.”
“Cosa?! Ma non mi hai sentito?! Non voglio…”
L’uomo lo sgrullò per le spalle, fissandolo negli occhi:
“Ascoltami bene, adesso! Quando si è in difficoltà non si piange sulla propria storia, si cambia rotta! Adesso sei vivo, giusto?! Allora cerca di restarci per più tempo possibile; per morire hai sempre tempo dopo!”
Senza farsi troppi scrupoli, Leon lo infilò sul sedile accanto al posto di guida; accese il motore e filò oltre il garage semi-deserto.
 
Raggiunsero una paratia rinforzata, che si aprì autonomamente.
L’autovettura si collegò su dei morsetti e venne trascinata da un’interminabile scala mobile.
 
Pochi minuti…ed il percorso sfociò in qualcosa di mozzafiato:
Una rotaia circolare avvolgeva un cielo di metallo e vetro: il Geofront.
L’unico percorso ancora praticabile era un tracciato funicolare a strapiombo sulla vallata sotterranea.
L’immensa voragine inondava di abbagliante luce solare il campo di battaglia, vessato da esplosioni e spari.
In piedi, nella boscaglia, Naruto notò la serie degli Eva.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
“Sembra che Marshall ed il second children abbiano abbandonato la struttura! Si trovano sul binario n.3!”
La donna sollevò un cordless, rivolgendosi alla squadra dei piloti:
“Sentito?! Sono esposti: fate attenzione quando vi muovete!”
“Colonnello Katsuragi! Le videocamere hanno identificato una targa!”
“Sarà quella di Leon…”
“Nossignora, si tratta di una diversa: appartiene all’Ispettore Makinami!”
“Quel tipo! Ero sicura che nascondeva qualcosa! Ma la sorella…?”
Ritsuko la riprese:
“Misato a cosa stai pensando?! Concentrati!”
Lei scosse la testa.
“Sì, hai ragione! Piloti!”
 
I collegamenti audio si accesero.
 
“I nemici ci attaccano e Thomas ha appena riposto. Non potete più mantenere le vostre posizioni di riparo! A questo punto, tutto ciò che possiamo fare è difendere la nostra vita!”
La voce della coraggiosa donna si avvalse di una carica patriottica:
“Combattere e, forse, morire; o arrenderci e sperare che ci venga risparmiata la vita? Scappare, inseguendo un ideale; o combattere per la vita tutti, anche se ciò potrebbe comportare una sottomissione al volere altrui? Non ho la risposta, ragazzi. Ma certamente, questa è…La Decisone Finale Che Dobbiamo Tutti Prendere!”
 
 
*   *   *
 
Geofront.
 
Cris mosse un passo, facendo tremare il terreno sotto il peso dello 00:
“D’accordo…forse hai ragione tu, Thomas.”
Lo 00 sollevò la nuca; la lente ottica rossa si illuminò di un bagliore iridescente:
“Ora siamo qui…e allora facciamolo!”
 
Lo 00 si tuffò in direzione dei nemici, oltrepassando lo 02 con un salto.
Gli altri piloti rimasero sbigottiti.
Gli aerei a reazione fecero fuoco verso l’automa blu; l’Eva deviò i colpi con una barriera.
Un Globe Master rilasciò un enorme siluro verde.
L’Eva accelerò il passo, pronto a ricevere il colpo.
 
Il ragazzino alla guida mormorò:
“A.T.Field: sviluppo massimo…”
 
Il missile colpì in pieno volto lo 00, arrestandolo.
Un altro venne sparato da un aereo non identificato, puntandolo
Lo 00 -la testa ancora compressa dalla torpedine- sferrò un pugno alla cieca, centrando il razzo.
Le bombe esplosero simultaneamente, senza arrecare alcun danno all’Unità.
 
Cris si strinse nelle spalle, determinato
“Non avete ancora capito…? Io non mi lascerò sconfiggere!”
L’Eva si avvicinò al suo aggressore, piantando le mani nel muso dell’enorme aeromobile.
 
“Se Naruto non salirà più a bordo dell’Eva, allora…va bene anche così.”
 
Gli arti dello 00 affondarono nella carena fino ai gomiti.
 
“Perché io…” -Cris sollevò la testa, serrando i denti- “…io DARO’ TUTTO ME STESSO!”
 
Il braccio oltrepassò completamente l’aereo, distruggendolo.
 
“Così si fa!” -esultò l’Americano- “All right! Sembra che abbiamo iniziato ufficialmente! Quel tipo non piloterà più? Allora doppio divertimento!”
 
Senza ulteriori indugi, lo 03 part’ all’attacco:
Afferrò due fucili al suolo; raggiunse il folto gruppo di velivoli e premette i grilletti, aprendo un doppio fuoco orizzontale.
Tre fighters vennero polverizzati dalla poggia di proiettili.
 
Lo 04 indugiava alla mischia.
Alex fissò ancora per un attimo la sixth:
“Che cosa farai, ora?”
Lei gli concesse uno sguardo con la coda dell’occhio:
“Dimmi…tu…mi ami?”
“Ma che domande sono, in un momento come questo?! Certo che ti…!
“Allora…” -stentò un sorriso, mentre una lacrima le solcò il viso sottile- “…combatterò!”
 
Uno degli aerei più grandi aprì i boccaporti principali, scaricando i razzi incendiari verso le due Unità immobili.
 
Prima che i colpi urtassero lo 04, un A.T.Field si espanse lateralmente, proteggendolo.
Alex guardò alla sua destra: lo 05 tendeva il braccio sinistro meccanico verso di lui, generando la barriera dorata.
L’Eva anglo-russo si acquattò sulle quattro lunghe gambe.
Mari:
“Bene…ora basta piangersi addosso! Teru…mi spiace: sono stanca di aver paura di amare qualcuno. Forse, un giorno ci rivedremo…”
 
I cingoli dello 05 deraparono sul terreno, sollevando una gran quantità di polvere.
Una delle torrette di trasporto si spalancò lateralmente, espellendo una lunga canna di fucile a tre bocche.
L’Eva verde scollegò la lancia da giostra e inserì il braccio destro nella cavità posteriore del fucile.
Sul volto della sixth si allungò un sorriso beffardo:
“Fare fuoco contro una ragazza che apre il suo cuore…questi soldati della SEELE non sanno proprio cosa sia l’educazione! Beh…neanch’io! Tear Bullet!!!”
 
Tre puntatori luminosi centrarono la cabina di pilotaggio del Globe.
BANG!”
 
Una sfera di energia elettrica scaturì dal fucile laser, volando in direzione del bersaglio.
Il colpo investì il muso dell’aereo; poi, la sfera si espanse, travolgendo e vaporizzando l’aeromobile.
 
Alex la guardò compiaciuto:
“Che stupida…”
Lo 04 afferrò un Bazooka per spalla, caricando i bossoli:
Let’s have some fun!”
 
 
Molte decine di metri sopra di loro, due automobili sfrecciavano veloci sulle rotaie parallele del Geofront, diametralmente opposte.
Un colpo schizzò verso la parte alta della cupola, colpendo la strada immediatamente posteriore alla Corvette di Leon, risparmiando miracolosamente i due.
“Accidenti! C’è mancato poco!” -imprecò Leon, tentando di mantenere il controllo dell’auto, sull’orlo del precipizio- “Potrebbero fare più attenzione!”
Il ragazzino alla sua sinistra strinse il lembo di stoffa strappata che ancora teneva nel suo pugno, commentando:
“Già…che imbranati!”
L’uomo si infuriò, contrariamene al suo solito carattere:
“Come hai detto?! I tuoi amici hanno scelto di combattere, laggiù, e tu osi anche definirli ‘imbranati’?!”
Lui si strinse nelle spalle, affondando un poco nel sedile avvolgente; aggiunse rancoroso:
“Per quanto mi riguarda…non è certo per mia scelta che combatto!”
 
Il volto di Leon si deformò in un’espressione di silente furia:
Con un suono di pelle battuta, gli assestò il più doloroso manrovescio della sua vita.
 
Naruto sembrò immobilizzarsi, portandosi una mano alla guancia arrossata.
L’altro mise da parte qualsiasi scrupolo: lo afferrò per i capelli e gli sbatté la faccia sul finestrino di guida, verso lo spettacolo tragicamente maestoso:
In una landa verdeggiante, decine di velivoli roteavano isterici, cacciati e cacciatori di giganti meccanici dai colori appariscenti.
 
L’Inviato ruggì di collera, perdendo ogni traccia del suo vecchio carattere:
“Piccolo ingrato bastardo! Guarda lì! Come puoi essere così freddo?! Quei…quei bambini stanno rischiando la vita! Per te! E tu come li ripaghi?! Se proprio lo vuoi sapere NON ME NE FREGA UN CAZZO DI TE! Fosse per me saresti già crepato! Ringrazia Misato se ora sei qui…!”
Dall’occhio del quindicenne -sebbene fosse dolorosamente compresso contro il montante del finestrino- sgorgò una piccola lacrima.
Naruto emise un gemito uggiolante.
L’Inviato Speciale sembrò rilassarsi, allentando la presa e lasciando il ragazzino con il torace riverso sulle sue gambe.
Poi, guardò oltre i vetri laterali e, sebbene ne riconoscesse appena la sagoma, intuì la natura del piccolo oggetto nero sfrecciante dall’altro capo del rifugio: un’Audi R8 scintillante di cromature.
 
L’Ispettore cambiò la marcia, inserendo la quarta; accelerò pericolosamente lungo la rampa.
Allungò la vista sulla vallata, focalizzandosi sullo 05, intento nel abbattimento di un gruppo di stealth: l’Eva alternava armi da fuoco a lance da mischia, roteando a 360° agilmente sui quattro arti.
Teru corrugò la fronte, conscio dell’atteggiamento della sorella:
“Mari…perfino tu mi abbandoni? Capisco…ma non temere, ora non sei in grado di comprendere. Porterò a termine il mio compito e realizzerò i nostri desideri…”
                             
Quasi indotta da un legame psichico-naturale, i pensieri della ragazza si fusero ai suoi:
Teru…non sono chi tu credi. Non posso vivere senza amare qualcuno. Non ho un obiettivo, non ho nulla da perdere, nulla da guadagnare…a parte lui. Ti sei sempre preso cura di me, e per questo ti ringrazio. Qualsiasi cosa tu farai, sarai per sempre il mio adorato ‘fratellone rompiscatole’, ma per ora…
Mari strinse le leve del sedile fino a farsi dolere le dita:
…lasciami decidere del mio futuro!
 
Lo 05 piantò con veemenza la lancia nera nel penultimo Globe Master, causando un’esplosione orizzontale.
 
Infine, l’ultimo aereo-cargo si librò più in alto dei restanti, aprendo il portellone inferiore.
Una sagoma chiara ne fuoriuscì, atterrando rovinosamente.
 
Lo 02 si distaccò dal gruppo rotolando al suolo, imbracciando un enorme fucile.
Premette il grilletto e l’Howitzer Cannon bombardò il grande aeromobile con un proiettile incendiario di notevoli dimensioni, distruggendolo.
Poi, il pilota tedesco richiamò a sé il first:
“Cris, mi servi qui!”
“Per cosa?!”
“Facciamola finita con questi scocciatori…!”
 
Lo 00 si avvicinò più velocemente possibile.
L’Eva sollevò un’enorme canna di oltre 20 metri, collegandola alla bocca di fuoco dell’Howitzer, collegando il suo stesso Umbilical Cable al retro dell’arma:
“Mi spiace, caro 02…ma ho bisogno di un po’ della tua energia!”
Cris posizionò il cannone modificato sulla spalla destra.
“Inserimento fusibile a positroni n.1!”
“Stabilire contatto! Fascia nemica inquadrata! Modulo di estensione: 6 kilometri!”
 
L’Audi di Teru oltrepassò l’unico varco per l’esterno ancora intatto, abbandonando il Geofront.
Leon accelerò per quanto la precaria strada lo permettesse.
“Maledizione! Se usano quell’arma ci butteranno di sotto!”
Imboccò un passaggio secondario interno alla parete; conducendoli all’uscita d’emergenza del rifugio sotterraneo.
 
Alla Base, Misato esclamò più inquieta che esultante:
“Un momento, non avranno intenzione di usare il…?!”
 
Howitzer Positron Rifle!! FUOCO!”
Una croce di luce lampeggiò sull’imboccatura del cannone.
Due fasci di plasma vennero vomitati da due bocchettoni laterali.
Due archi elettrici si sprigionarono dal grilletto, passando attraverso i corpi metallici degli Eva e scaricandosi al suolo.
Con un rombo assordante, il fucile emise un fascio di luce accecante.
Il raggio oltrepassò -appena percettibile- l’intera area segreta, polverizzando tutti i cento caccia militari restanti e sfondando il cielo artificiale diametralmente opposto.
Lo spostamento d’aria allontanò le altre Unità fino ai limiti estremi del Geofront.
Il rinculo del gigantesco cannone fece affondare lo 00 nel terreno fino alla cintola, immobilizzandolo; lo 02 venne sospinto direttamente sopra la piramide nera.
 
La struttura della NERV tremò.
Nel Central Dogma, Ikari non si scompose, limitandosi ad un sottile sorriso di cinico compiacimento.
Maya, sebbene scossa dal fragore, analizzò rapidamente i dati sul MAGI Casper:
“Danno percentuale dello 00: 20%! Autonomia dell’Unità 02 terminata! Eva 03: danno superficiale del 15%; Umbilical Cable scollegato accidentalmente! Unità 04 e 05 ancora in funzione!”
Misato chiese allarmata:
“Marshall ed il second children?!”
“Hanno lasciato il Geofront; sono salvi! Ma, con loro, sembra sia fuggito anche Makinami!”
“Maledizione…” -Ritsuko si morse un labbro- “…ha le tracce sinaptiche di Uzumaki! Sono certa che a questo punto vorrà anche lui…”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Neo-R2.
 
Il cratere generato dall’esplosione era millimetricamente preciso: non una traccia di polvere, non una crepa, non un sasso fuori posto oltre il bordo del baratro catastrofico.
Tutt’intorno le strade erano deserte, costellate solo dalle decine di autovettura abbandonate, sebbene regnasse la pace apparente.
 
Dal varco n.115 ancora integro emerse l’Audi di Teru, inchiodando con una brusca frenata.
L’uomo si distese sul sedile:
“Che fastidiosa fatica…”
Si accorse di un aereo-cargo ancora stazionante poche centinaia di metri più lontano.
Ah…bene, sembra mi abbiano aspettato.”
 
Poi, il rombo di un’automobile da corsa attirò la sua attenzione:
Ad una cinquantina di metri, il bolide argentato dell’Inviato fuoriuscì in superficie, derapando.
 
“Merda…ancora loro! Mpf! Poco male…non arriveranno mai in tempo!”
Premette l’acceleratore e sfrecciò sull’asfalto, in direzione del jet.
 
“Cavolo! Ha anche gli ‘accompagnatori’…!” -Leon ingranò la quinta- “Così ce lo facciamo scappare!”
 
L’auto le ruote anteriori frizionarono sull’asfalto a vuoto, per poi mettere in marcia il veicolo, con un’accelerazione sorprendente.
 
Fu inutile, l’Ispettore raggiunse tra uno slalom e l’altro il grande VTOL, il quale portellone posteriore si sollevò, accogliendo l’auto in corsa.
Con un rombo assordante, l’aereo da combattimento si librò in aria, facendo fuoco con i mitragliatori in direzione della Stingray.
Leon dovette far affidamento sulle modifiche apportate all’auto per poter indietreggiare con scioltezza, schivando repentinamente l’aggressione.
Riuscì a rifugiarsi in un vicolo più stretto degli altri, lasciando che i proiettili devastassero la facciata anteriore dell’edificio.
In ultimo, il caccia si perse tra le nubi.
Marshall lasciò andare per un momento lo sterzo, sospirando:
“E’ già la seconda volta in un solo giorno che rischio la carrozzeria! Beh…l’importante è che siamo vivi, no?”
Guardò alla sua destra, in cerca di un volto speranzoso, ma tutto ciò che vide fu un patetico ragazzino rannicchiato su sé stesso in preda a spasmi di panico.
L’uomo sbuffò, disgustato:
“Moccioso viziato…”
 
 
*   *   *
 
 
Geofront.
 
Dopo che i fumi dell’esplosione si furono dissipati, solo una sagoma chiara e lucente risaltò al centro dell’area.
Un mech elegante e slanciato dalle finiture dorate in piedi, compostamente immoto.
 
All’interno della NERV, Maya urlò atterrita:
“Rilevato Diagramma D’Onda Arancione! C’è qualcuno, lì!”
“Arancione?!” -Misato era incredula- “Cioè meccanico? Non è uno dei nostri Eva…”
“Nossignora! E’ di fattura sconosciuta, non si tratta di un Evangelion!”
Ritsuko lo osservò meglio; poi, con una goccia di sudore ad imperlare la tempia, mormorò:
“Un Knightmare Frame…”
 
Fuyutsuki sussurrò al Comandante:
“Schierare addirittura una Macchina Umanoide da Combattimento...non hanno badato a spese.”
“Non importa chi o cosa abbiamo innanzi! Distruggere gli Angeli e qualsiasi forma di vita ostile è il nostro obiettivo: per questo esiste la NERV. Se non riusciremo a distruggerlo, probabilmente per noi ci sarà alcun futuro…”
 
Sulla prateria artificiale, lo 04 sui rialzò a fatica.
Lo 05, troppo distante per aiutarlo, restò steso al suolo mentre le altre Unità giacevano inermi.
 
Alex, lo sguardo placido e saggio, attivò il ripetitore esterno dell’Eva:
“Finalmente ti sei mostrato…Tybald.”
Sul monitor della capsula si aprì un collegamento video dall’Unità misteriosa:
Un uomo sulla trentina sedeva in una cabina di pilotaggio non molto dissimile da un’Entry Plug; i capelli corti e castani inquadravano un volto virile ma paterno; un occhio veniva ostentatamente tenuto chiuso, sulla cui palpebra risaltava una lunga e vistosa cicatrice.
L’uomo chiamato Tybald ripose:
“Sono felice di rivederla dopo tutto questo tempo, signorino Winchester.”
Il ragazzo ripose a testa alta:
“Anch’io sono onorato di rincontrarti, anche se avrai sperato ad una diversa occasione. E così hai preso l’Albion…”
Albion? Deve essere davvero cresciuto, signorino…quando era piccolo lo aveva sopranominato ‘Lancelot’.”
“i tempi cambiano…”
“Io mi accontento di un sostituto governativo…ma un giovane virtuoso come lei non poteva non guadagnarsi un posto di tutto rispetto nell’esercito, come il comando di un’Unità Evangelion.”
Alex tirò indietro il capo, lasciando che i folti capelli castani gli ricadessero su gli occhi:
“Senza un avversario la virtù marcisce…”
L’altro intuì l’antifona:
“La virtù non ha padroni: quanto più ciascuno la onora, tanto più ne avrà.”
Il fourth sfoggiò il suo più raffinato sorriso:
“Vogliamo…sincerarcene?”
 
Il Lancelot-Albion sfoderò con lentezza una spada dalla lunga rama di rubino, da un fodero posteriore.
Lo 04 spalancò il palmo della mano destra; meccanicamente, una porzione di suolo si retrasse, lasciando emergere una Megurox Sword pericolosamente affilata.
Senza altro attendere, i due giganti meccanici eseguirono uno scatto frontale alla velocità del suono, scontrandosi.
 
Le due lame cozzarono, producendo scintille incandescenti.
Alex perse il suo sorriso affabile:
“Come hai potuto?! Tradire il Regno di Britannia! E mia nonna! La Regina! Ti credevo l’uomo più valoroso al mondo! Invece sei solo un vile traditore…!”
“Mi spiace, signorino Winchester. Ma come ha detto lei: ‘i tempi sono cambiati’. Sa bene quanto me che ho una famiglia a cui badare. Mia moglie Amelia è gravemente malata e non posso crescere da solo a mia figlia. Se porterò a compimento la missione, la SEELE mi ha promesso un Paradiso eterno…”
“Che razza di menzogne sono queste?!
L’altro non ripose subito, serrando i denti:
“La prego di perdonarmi. Quando era bambino le ho insegnato tutto ciò che era in mia conoscenza: mi piacerebbe vederne i frutti. Ma comunque vada…temo che non uscirà vivo da qui. Io ho tutto da perdere.”
Senza indugi, le due Unità tornarono a duellare con violente grazia ed agilità, spandendo il clangore delle spade per tutto il Geofront.
Lo 04 eseguì un affondo, ma l’avversario lo schivò magistralmente.
Il mecha britannico disarmò l’Eva con una sferzata portata dal basso verso l’alto.
La spada a divisione molecolare della NERV volò molti metri più in là, conficcandosi nella terra umida.
L’Unità argentata, sebbene priva di armamento, scivolò serpentina oltre il nemico; ghermendo e sfoderando una spada gemella custodita nella faretra nemica.
Alex, voltandosi, esultò:
“Dimentichi forse che, prima dello 04, ero stato affidato all’Albion?! Conosco tutti i suoi segreti!”
Il Lancelot si voltò, sferrando un secondo fendente, che venne parato.
Poi, due strutture si snodarono sui polpacci del robot ostile, rivelando un paio di ruote.
Caricò un calcio grazie alla spinta degli pneumatici, puntando all’addome dell’Eva.
Quest’ultimo eseguì un agile balzo all’indietro, piroettando ed atterrando con grande leggiadria, per quanto un colosso di diverse decine di tonnellate lo permettesse.
“Piuttosto scarso, direi.” -si vantò il ragazzo.
“Potrei dire lo stesso di lei, signorino.”
Lasciandolo sgomento, Winchester vide il suo spallaccio destro andare in frantumi:
“Ma come…?!”
“Lezione n.1: mai abbassare la guardia.”
Ancora una volta, il Lancelot prese l’iniziativa: si avvicinò fulmineo, venendo bloccato dallo 04:
“Lezione n.2: mai sottovalutare l’avversario!”
Due sezioni sulle cosce e sui polsi si sollevarono leggermente, mentre quattro arpioni a morsetto si srotolarono, appigliandosi ai polsi e alle caviglie dell’Eva.
“Merda!” -imprecò il pilota- “Questi sono nuovi! Ma non mi freghi…!”
La copertura dello spallaccio sinistro saltò via, sputando fuori sei grossi aculei neri.
I proiettili affilati si conficcarono direttamente nel cranio dell’Albion, che lasciò andare la presa, mentre un fiotto di carburante nero spruzzò fuori dalle ferite.
Tybald si portò una mano al viso, sotto dolori lancinanti:
Aargh!! E va bene! Se non posso costringervi alla resa…ALLORA MORIRETE TUTTI!!”
 
Il robot si portò a distanza di sicurezza, poi si arrestò.
Con un agghiacciante stridore di acciaio, la corazza posteriore dell’automa si snodò, generando due ali stilizzate di luce.
Ascese rapidamente, raggiungendo i cinquecento metri di quota.
 
Nel Central Dogma, i megaschermi sfrigolarono e una fitta schiera i esagoni rossi riempì la sala, accompagnati da assordanti allarmi.
“Che succede ora?!” -urlò Misato.
Ritsuko balbettò agghiacciata:
“Questi codici…l’autodistruzione?!”
Un fremito frusciò tra gli operatori.
Maya controllò l’operatività del MAGI:
“I-impossibile! Quelle ali sono…onde alpha! Stanno completamente disturbando il server della Base: vuole farci saltare in aria con le nostre stesse mani!”
Il Comandante sibilò:
“E’ giunto il momento che il Guardiano adempia al suo ruolo…”
 
Il fourth aggrottò la fronte:
“Capisco…quindi sei pronto a rischiare il tutto e per tutto, non è così?”
Si rivolse al Colonnello Katsuragi:
“Per favore, ritirate le Unità Eva nella gabbie! A questo punto c’è solo una cosa che possa fare…”
Misato acconsentì, dubbiosa:
“D’accordo però…”
“Faccia come dico. Si fidi di me.”
“Va bene.”
 
Le botole nascoste inghiottirono gli Eva sconfitti, tranne l’Unità 05, volutamente allontanatasi.
“Che cosa fai, Mari?!” -le gridò Alex- “Se resterai nel raggio di 3 kilometri non posso assicurare la tua incolumità!”
“Non importa.” -rispose lei, atona- “Fin quando sono con te, mi sta bene.”
Lui strinse i denti:
“E va bene…”
Poi sospirò, tentando di rilassarsi:
“Coraggio, Eva 04…ora ho bisogno di te.” -sollevò gli occhi di un verde cangiante- “Rimozione del primo Sigillo Cromwell: passare a Gear First!”
 
Le luci della cabina di pilotaggio si spensero, per poi ricolorarsi di tonalità blu scure.
Alex serrò le palpebre; quindi, riaprendole, le sue iridi si imbrunirono fino a tingersi di nero, mentre la sua pupilla si restrinse fino a risultare inconsistente; sei spicchi rossi si allargarono sull’occhio.
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La piastra pettorale esplose, rivelando nucleo rosso e pulsante.
Una spia luminosa nell’Entry  Plug segnò i cinque minuti restanti di autonomia.
 
“Che sta succedendo allo 04?!” -chiese Misato, incredula.
Fu la Ibuki a rispondere:
“L’Elemento S2 dell’Eva ha invertito la sua funzione: sta potenziando le funzioni vitali dell’Eva, a scapito dell’energia elettrica! Sembra che il processa sia irreversibile.”
 
Tybald, all’interno del Lancelot-Albion, socchiuse l’unico occhio sano:
“Signorino, lei è davvero pieno di sorprese…ma è davvero disposto a sacrificare la sua vita, per questi sconosciuti?”
 
Il giovane pilota attivò un a seconda funzione, scorrendo sapientemente con le dita sulla strumentazione olografica di bordo:
“Portare la metamorfosi al velocità doppia; rimozione del secondo Sigillo Cromwell: Gear Second, attivazione!”
Il timer si dimezzò: poco più di due minuti e mezzo.
 
Sulle spalle dell’Eva si allungarono due squarci, provocando un’emorragia di sangue blu.
Due ali di simil-cristallo non dissimili da quelle del Lancelot si dispiegarono in aria.
“Le Ali della Redenzione…?” -mormorò l’ex-soldato di Britannia; poi, una lacrima sgorgò audace oltre la palpebra mutilata- “Troverò mai la pace, oltre la vita? Amelia, Clara…non sono riuscito a salvarvi, perdonatemi.”
 
L’Eva si sollevò a mezz’aria, mentre spesse nuvole si addensarono nello sconfinato Geofront.
 
Mari, a bordo dello 05, balbettò sgomenta:
“A-Alex…?! Perché…?”
 
Nella sua cabina, il diciassettenne pronunciò l’ultimo comando con una vena di rassegnazione:
“Ormai non posso più tirarmi indietro…il processo di autodistruzione dello 04 non può essere arrestato: meglio che lasciar distruggere la Base e con lei le uniche di salvezza dell’Umanità.” -spinse in avanti le leve d’accensione- “D’accordo: cerchiamo di sbrigarci, mio fedele servitore. RIMOZIONE DI TUTTI I SIGILLI CROMWELL: GEAR THIRD!! S2 ENGINE: FINAL SEAL!!”
 
Le piastre dorsali dello 04 si sollevarono, producendo un disgustoso rumore si ossa e metallo in frantumi.
La carne bianca dello 04 si gonfiò a dismisura, fuoriuscendo dalla corazza.
L’Eva si richiuse se sé stesso, in preda ad uno straziante dolore.
 
Misato non riuscì ad articolare bene quelle parole intrise di prondo orrore:
“Lo 04…sta esplodendo?!”
Fu Ritsuko a  rispondere:
“La materia organica di quell’Eva deriva direttamente dal Quarto Angelo Minore: Shamshel. Ora, l’Elemento S2 sta reagendo con quella stessa materia organica, violando forzatamente la Copertura Costrittiva che lo chiudeva!”
Makoto dovette reggersi gli occhiali sul naso, per impedire che gli cascassero:
“Il MAGI…s-sta segnando…Near Third Impact!”
La palpebra inferiore di Aoba vibrò isterica:
“Vuole innescare…il Third Impact?!”
“No, ti sbagli…” -Ritsuko non sapeva se gioire o piangere- “…vuole annullarlo!”
Maya annunciò angosciata:
“La profondità del Plug sta scendendo oltre i limiti consentiti! Così il pilota morirà!”
“Abbiamo ancora il controllo del sistema?!”
“Sì! Ma solo concernente alle manovra d’emergenza e l’Eva si rifiuta di disattivarsi!”
“Non importa! Priorità assoluta all’incolumità del pilota: espulsione immediata dell’Entry Plug!”
“Ricevuto!”
Hyuga batté con forza il pugno su un pannello di vetro, distruggendolo; tirò un lava rossa sotto di esso.
 
Il cockpit della capsula posto sulla cervice dell’Eva saltò via, espellendola.
Quattro piccoli propulsori spinsero via il cilindro d’acciaio a pericolosa velocità.
Lo 05 accorse sfruttando fino al limite consentito i quattro cingoli, afferrando la cabina tra le tenaglie, con attenzione.
 
La il terreno dell’aerea coperta dai due giganti meccanici tremò violentemente.
La schiena dello 04 -ora ridotta solo ad una massa informe di carne in eccesso- crebbe in altezza, creando una sorta di torre organica.
Sopra di essa si allungarono bizzarre e deformi sagome, quasi statue confuse di un folle artista in delirio:
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Gendo chinò il capo:
“La Torre dei Messaggeri Sacrificali: gli Angeli fin’ora abbattuti si radunano per assecondare il volere del Guardiano.”
 
Un vento impetuoso si levò con furia assordante.
Poi, ci fu un breve momento di silenzio.
La torre organica si ritirò istantaneamente nella schiena dello 04.
Tybald si sentì confuso:
“Cosa? E’ già tutto fini…?!”
II Lancelot venne investito da una luce di un nero abbagliante,
Il cono di luce si innalzò dal terreno, avvolgendo i due mech:
Creò una torre sproporzionatamente alta, allungandosi oltre il soffitto del Geofront e perdendosi tra le nubi.
La prigione nera terminava in una sommità frastagliata da picole croci nere.
 
“E quello cos’è?!” -Mari portò lo 05 di schiena, in un gesto protettivo per l’oggetto tra le sue mani.
 
Aoba rimosse le mani dalla sua plancia, in corto circuito:
“Onde gamma! Tutta la strumentazione finirà per danneggiarsi!”
Ritsuko ordinò repentina:
“Scollegare il MAGI SYSTEM e disattivare manualmente i Settori di classe ‘S’! Se perderemo accidentalmente i dati raccolti per noi sarà la fine!”
Backup eseguito! Recisione di tuti i circuiti della NERV dal 234 al 57589!”
Improvvisamente le luci si spensero, lasciano che le tenebre fossero squarciate solo dalle lampade di sicurezza.
 
La torre di luce nera si allargò, espandendosi in un raggio di oltre 3 kilometri, riempendo il Geofront.
Centinaia di alberi vennero spazzati via; l’acqua del lago artificiale sembrò quasi evaporare; i bunker sotterranei tremarono veementemente e la NERV fu totalmente attraversata dall’onda magnetica.
 
Gli effetti della deflagrazione durarono per oltre cinque minuti, fino a quando il nero abbagliante lasciò posto alle tenebre naturali.
Oltre la voragine causata dall’esplosione nemica, il più cielo stellato immaginabile sovrastava come un manto la città stuprata dalla guerra.
L’Unità 05 giaceva al suolo, disattivata, reggendo nelle fredde ma amorevoli tenaglie l’Entry Plug marchiata ‘04-U.K.’
 
Ripresasi dallo shock, Misato strinse il cuore con un mano, ansimando:
“E’ finita?”
Fuyutsuki tirò un insolito sospiro di sollievo.
Il Comandante si alzò in piedi:
“No…la SEELE non rimarrà in silenzio: è questione di poche ore. Tuttavia, per il momento…ottimo lavoro.”
 
 
*   *   *
 
 
Ore 00:00. Autogrill (parcheggio). Nuova Autostrada A-1.
 
Le porte scorrevoli del rifornitore no-stop si aprirono automaticamente, quando Leon abbandonò il negozio, recando in mano una busta di plastica bianca.
Raggiunse l’autovettura parcheggiata nello spiazzo antistante, l’unica a quell’ora.
Aprì la portiera e vi posò la busta con le vivande.
Sia accese una sigaretta, fissando il cielo stellato.
Sospirò:
“E’ così tardi…è tutta la notte la sera che guido, non ci vedo più!”
Poi si voltò indietro:
“Chissà come staranno, laggiù. Misato…”
Quella sigaretta, anziché rilassarlo, assunse un sapore amaro disgustoso.
Decise che sarebbe mai riuscito a terminarla; la gettò a terra, spegnendola.
Beh, rimettiamoci in marcia!”
Salì in macchina.
Accanto a lui, sul sedile di destra, un ragazzino dormiva profondamente, raggomitolato su un cappotto trovato sui sedili posteriori.
Leon lo guardò on occhi diversi, stavolta: più che un ‘bambino viziato’ ora gli sembrava solo un ‘bambino’.
Gli rimboccò la coperta di fortuna; infine lo fissò, con un mezzo sorriso:
“Però, infondo…non è mica colpa sua.” 

 

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Capitolo 25
*** Episodio 24: Hedgehog's Dilemma/ In My Spirit ***


Angolino dei commenti
 


Ryuzaki01: whaaaa *-*! I tuoi commenti mi mandano sempre in visibilio (*me gongolo*)! Sono felicissimo che ti sia piaciuto il cap, ma non abbatterti per come scrivi, non puoi mai saperlo! Anzi, perché non fai una bella fanfiction? Sarei il primo a recensirla! Le ff sono ottime per migliorare lo stile, io stesso devo la mia media scolastica a EFP ed EVA (lunga vita ad entrambi!)…sai, per scrivere una buona fic bisogna documentarsi su varie materie! Sono anche felice che tu abbai apprezzato le dediche alle altre serie manga/anime: mi piace fare tanti cross-overs, piccoli ma stuzzicanti^^!Hai visto che anche Alex sa darci dentro?! Hehe…te l’ho detto: certi ragazzi hanno tutte le fortune…
Per quanto riguarda il Third Impact, precisazione: si può avere in tre modi: Angelo-Lilith (attento, non Adam); Lilith-Eva (come in End of Evangelion) ; Eva-Angelo (come nel caso dello 01 e Zeruel nel 2.0)
Nel nostro caso, la materia organica dello 04 ed il suo S2 (che rappresenta il frutto della Vita) reagisce con l’Eva stesso (Frutto della Conoscenza), innescando il Third Impact. Ma il programma di autodistruzione dello 04 impedisce tutto questo….(e tutti vissero felici e contenti XD)
Spero di essere stato chiaro^^
dubious3: Aaaaah! Gli applausi! Inchino mio! A parte scherzi, direi che ti ho colpito, eh? Ho molto riflettuto sullo scorso cap, e sono felice a posteriori. I dialoghi erano, più che la lotta, la parte forte dell’episodio: quelli che dovevano spiegare i perché ed i per come.
La parte dei due robot ‘cavallereschi’ è stata divertente da ideare e mi fa piacere che tu l’abbia presa bene! Per le altre domande che mi hai fato, che dire? Leggi questo cap e scoprilo! ^^
sghirian: eccoti sempre per primo! Vedo che il cap è stato di tuo gradimento e me ne compiaccio (risata malefica).
Come hai detto tu, Thomas e Cris sono proprio POWA: il fucilone era uno sfizio che mi volevo togliere da tempo! Per quanto riguarda Mari è vero: forse è il pezzo più ‘ragionato’ della battaglia…lieto che tu l’abbia notato.
E sì, le parole di Misato erano per Leon.
Su Naruto, mi spiace non riuscire a farti capire bene la personalità T.T, mea culpa….gli altri non è che non sopportino; sono competitivi ed ognuno con la sua bella dose di problemi; spero di poterli approfondire meglio :-/
Carina l’idea dello ‘Zio’ dei children, non ci avevo pensato! XD
Per le altre domande, anche a te: leggi e vedrai!
 
Ed ora, basta con i preamboli e aggrappatevi bene alle vostre Entry Plug (XD): l’emozione continua! (eddaje con i crossover!)

  


Hedgehog’s Dilemma/ In My Spirit

 
Sabato 4 Giugno (giorno seguente). Ore 07:30. A.M. Ufficio del Comandante Gendo Ikari. NERV.
 
Con un gesto svogliato, il ragazzo sollevò la piccola figura di ebano nero, poggiandola poco più in là, su un riquadro bianco della grande scacchiera.
 
I pezzi erano ordinatamente disposti sul tavolo levigato, ripartito in caselle regolari di venato marmo nero e bianco.
Dalla situazione si poteva facilmente evincere che la controparte nera stava avendo la peggio.
Un doppio orologio da gara batteva flebilmente quei secondi tanto ripetitivi.
Il suono del cavallino nero, poggiato sulla gelida pietra, ruppe debolmente la fissità di quel silenzio.
 
Un guanto bianco si allungò sulla damiera, lasciando scorrere ampiamente un Alfiere dello stesso colore lungo gli estremi diagonali.
L’Uomo Dai Guanti Immacolati proferì lentamente:
“Sembra tu sia in difficoltà; non riesci a deciderti su quale passo compiere?”
Le dita eburnee del ragazzo afferrarono delicate un pedone, indugiando; poi, lo spostò di una singola casella, in avanti:
“Non è questo…il fatto è che non riesco ad intuire il suo passo. Senza degli schemi fissi, è quasi impossibile stabilire con certezza i risultati di congetture.”
 
Un raggio di luce acerba illuminò la lente destra degli occhiali oscurati dell’uomo.
Il raggio di luce si allungò poi -come dita scheletriche- sulle statuette di legno e avorio, creando alieni giochi di luce.
L’orologio segnò lo scadere del turno.
L’uomo avanzò una Torre bianca, mangiando il pedone nero:
“Così ritieni che quel ragazzino sia tanto imperfetto da poter eludere qualsiasi previsione?”
L’unica striatura blu elettrico tra il mare di capelli corvini del giovane si indorò dei primi raggi del Sole; i suoi occhi di cobalto fissarono la un pezzo in particolare: la Regina nera.
Con il dorso della mano a sorreggergli la piccola testa, rispose:
“Tutt’altro: è la sua perfezione a renderlo imprevedibile. Se non lo fosse, non potrei trovare tanta difficoltà nell’esprimerlo e nel prevederlo: un essere superiore è imperscrutabile.” -avvicinò la Regina fino innanzi al Re bianco avversario- “E lei, Comandante, cosa ne pensa al riguardo?”
 
Ikari, prima di rispondere, tentò di spostare il Re dalla sua posizione, ma si rese conto che la casella a fianco sarebbe stata facilmente raggiunta dall’Alfiere del suo giovane contendente.
 
Si trattenne e poi parlò:
“Ciò che dici non è corretto: solo l’impossibile non può essere pensato. Tutto ciò che è perfetto è immoto ed immutabile, per questo può essere meditato; ne consegue che tutto ciò che può essere pensato può anche essere ben espresso. Se non riesci a prevedere le sue mosse è certamente sintomo di imperfezione, Cristoforo.”
 
Alle orecchie del ragazzino, quel nome suonò freddo ed altisonante.
 
Il ticchettìo più vigoroso della sveglia fece ancora una volta scadere il tempo a diposizione del Comandante, senza aver effettuato alcuna mossa.
 
Il ragazzino strinse le spalle nella leggera maglietta a strisce bianche e nere; i suoi occhi di zaffiro si sfumarono nello scarlatto:
“Io…mi fido di lui.”
Ed avvicinò il suo Re in posizione e-6.
Ikari continuò:
“Fidarsi dell’incertezza è poca cosa: si rischia solo di rimanere delusi, impedendo ai nostri obiettivi di realizzarsi.”
Con un agile gesto del polso, il cavallo bianco del Comandante eseguì il suo spostamento a ‘L’ rovesciata, mangiando la Regina di Cris.
“Però, forse, è solo così che potremmo cambiare il nostro destino, evitando di arenarci su spiagge indesiderate ed invalicabili.” -riflettè ad alta voce l’uomo.
Cris sembrò cambiare discorso, mentre un piccolo sorriso malevolo si aprì sul suo volto, quasi come una ferita sfilacciata:
“Ritengo che lei sia più bravo a Majong che a Scacchi, Comandante Ikari…”
 
Il ragazzo strinse lentamente tra le dita il suo Re nero, puntando quello avversario, pericolosamente scoperto in diagonale; quel gesto lento sembrò durare in eterno, mentre il fruscio del legno sul marmo risuonò assordante come un’esplosione.
 
“…Scacco Matto.”
 
 
*   *   *
 
 
Ore 10:00 A.M. Ufficio del Comandante Fitzgerald. NERV-2. U.S.A.
 
L’Uomo dal naso aquilino accese un lungo sigaro, con il viso rivolto verso la grande parete di acciaio, le cui tubature e sporgenze ricreavano una sorta di quadro astratto futurista.
 
Con un soffio impercettibile, una grande lastra nera affiorò dal nulla, alle sua spalle.
Un’effige esoterica raffigurante un triangolo rovesciato a sette occhi ed un serpente sembrò sussurrare personalmente quelle parole:
“Ikari ha osato opporsi al nostro volere, rifiutando un destino prescritto. A questo punto, non possiamo permettere che le nostre ambizioni si spengano assieme a quella stessa cenere che ora marcisce nel Geofront.”
“Lo so, sono stato informato.” -ripose l’altro, scontroso- “Il Mondo di luce a cui aspiriamo non contempla violenza, ma vi faremo ricorso se necessario. Il programma di autodistruzione dello 04 ha frenato il Third Impact, però…”
“…c’è ancora margine per recuperare.”
La SEELE-01 concluse:
“Prima di sciogliere le catene del Profeta, dobbiamo compiere tutti i rituali necessari. Dio ci ha dato una seconda possibilità, concluderemo tutto e subito!”
“Come desiderate…Maestro Keel.”
Überm Sternenzelt richtet Gott, wie wir gerichtet!
 
Il monolite della SEELE scomparve con un leggero spostamento d’aria.
 
Il Comandante americano eseguì un ampio gesto della mano, oltre il bordo della sua avvolgente poltrona nera.
Un giovane uomo si scostò dall’ombra in cui era immerso, raggiungendo il centro della grande sala.
 
Fitzgerald, senza voltarsi, gli si rivolse:
“Vicecomandante Uchiha…conosce le disposizioni?”
“Certamente. I miei Metal Gear ed i TRIDENT aspettano solo i vostri ordini.”
“Ed il Susano’o?”
“Sono state apportate le ultime modifiche: è pronto al collaudo su campo.”
L’Americano sorrise divertito:
“La tua fedeltà, Itachi, è ragguardevole…sai bene che il suo utilizzo comporterà determinate conseguenze.”
“Sì. In quanto ideatore, sono al corrente di ogni suo aspetto. Tuttavia, non importa ciò che accadrà: la SEELE insegue un ideale di comune interesse; quando il mio compito sarà terminato, noi tutti ci fonderemmo in un apèiron di pace e perfezione.”
“Sicuro. E’ tuo preciso compito annientare la feccia Evangelion: gli Eva rappresentano il nostro principale ostacolo, la loro presenza è tanto superflua quanto fastidiosa!”
“Il Susano’o è un’entità pura, non intaccata dalla presunzione di elevarsi a surrogato di una divinità.”
“Per questo è stato ideato: per rappresentare il Frutto della Conoscenza ai suoi livelli più sublimi.”
Il Vice si strinse nel lungo capotto di pelle nera:
“Se me ne concede l’opportunità, mobiliterò le truppe.”
Fitzgerald schiacciò nel pugno il sigaro:
“Non fare prigionieri: CHE MUOIANO TUTTI!!”
 
 
*   *   *
 
 
Ore 13:21 P.M.
 
Quando la Corvette di Leon frenò, la frizione sollevo un piccola quantità do polvere.
Lo sportello del conducente si spalancò verso l’esterno.
L’Inviato smontò, andando ad aprire la portiera al suo fianco:
“Coraggio, siamo arrivati. Prendiamoci una pausa.”
 
Mentre il ragazzo aveva dormito per tuta la durata del viaggio in notturna, Leon non aveva smesso di guidare nemmeno per un momento, raggiungendo il Nord-Italia.
Ora aveva abbandonato la sua solita giacca grigia; la camicia blu era scompostamente tirata fuori dalla cinta dei pantaloni e la cravatta nera allentata all’altezza del collo; sul mento l’ombra di una barba incolta dalla mattina prima.
Nonostante questo, non sembrava minimamente provato dalla stanchezza, o almeno così si sforzava di apparire.
 
Naruto scese dall’autovettura a testa bassa, richiudendosi lo sportello alle spalle.
Leon sollevò il portabagagli, tirandone fuori le vettovaglie.
Stese una tovaglia a quadretti rossi e bianche sul terreno, poggiandovi sopra bibite, panini e patitine comperate la notte stessa:
“Avanti, si mangia!”
L’ex-second children si sedette titubante, allungando una mano incerta su un sandwich al formaggio e prosciutto.
Ah, che bel panorama! Non è vero, Naruto?” -Leon si tirò indietro, con il viso contro il venticello fresco e riposante.
 
Solo dopo che gli lo ebbe fatto notare, Naruto si accorse della vista che gli spalancava innanzi:
Una sconfinata vallata verde smeraldo, puntellata di margherite ed altri fiori dai colori sgargianti.
Oltre la distesa di fresca erba, si innalzavano immense dorsali montuose di nuda roccia frastagliata contro un cielo terso e luminoso.
 
Per un solo, breve momento, il cuore del ragazzo trovò quiete…solo per lasciare che dei dolorosi rimorsi lo attanagliassero subito dopo, chiudendogli la bocca dello stomaco.
“Non ho fame…” -mormorò ad occhi bassi.
Eh no!” -l’uomo gli mise una mano sulla testa, scuotendola forse più forte e meno amichevolmente di quello che avrebbe sperato- “Adesso non fare lo schizzinoso! Ieri a Mezzanotte non c’erano ristoranti pronti a sfornare escargot e lasagne!”
La buffa anche irruenta reazione strappò un debole sorriso al ragazzo, anche se -ancora una volta- lasciò presto posto ad un broncio di aridità interiore.
“Non è questo…” -sussurrò- “…il fatto è che…mi dispiace.”
“Perché?”
 
Perché? Quell’uomo chiedeva anche il perché di tanta afflizione?
Non era stato lui a picchiarlo come mai nessuno solo una decina di ore prima?
Per Naruto, quell’ottimismo era disarmante, oltre che ingiustificato.
Eppure…riuscì a farlo sentire ancora più male, ripensando a quanto fosse stato egoista e presuntuoso.
 
Lasciò cadere il panino e, istintivamente, si gettò tra le braccia dell’uomo, in lacrime:
“Io…io sono un idiota! Non merito di vivere! Dovevo essere con loro! Non avrebbero mai dovuto difendere un verme come me!”
Agli occhi di Leon, quel tipetto un po’ basso e spettinato ora appariva anche più piccolo del solito:
“Non è con me che devi scusarti, né con i tuoi amici: loro hanno scelto di combattere. Chiedi piuttosto scusa a te stesso per aver tentato di ingannarti.”
Naruto strinse la camicia di Marshall:
“Possibile che tutto questo dolore non abbai mai fine?”
Lui, sorridente, lo scostò un po’:
“Vieni qui.”
 
Leon si sedette sull’ampio cofano dell’automobile, invitando Naruto a seguirlo.
Quest’ultimo, seppur con difficoltà, si arrampicò sui fanali.
L’altro si accese una sigaretta; tirò una volta e poi lasciò che il fumo salisse sinuoso verso l’alto.
Infine parlò, fissando il sole:
Oh, no problem: a tutto c’è fine. Sai, Naruto, io credo che solo due cose siano infinite: l’Universo e la stupidità umana…e non sono sicuro della prima.”
Il ragazzino, finalmente, sorrise sinceramente divertito:
“Questo non lo dici tu; lo dice Einstein!”
Oh, mi hai scoperto!”
“Comunque…” -il volto del ragazzino si adombrò di nuovo- “…non capisco: come posso difendere qualcosa di bello come la vita, se non riesco nemmeno ad apprezzare me stesso? Tutto questo tempo…ho nascosto a me stesso ciò che davvero temevo e provavo, indossando una fragile maschera d’ottimismo. Ma ora che le cose si mostrano nella loro interezza…il mio mondo sembra cadermi addosso.”
“Allora ti dico come la penso davvero: per scoprire l'autentica oggettività del mondo, l'Uomo non deve pensare il mondo come una parte di sé ma deve sentire se stesso come una parte del mondo. Solo accettando il prossimo si potrà riconoscere il proprio ego. Vedi, ad un ragazzo buono e gentile tutta la Terra é aperta, perché la patria di un'anima bella é il mondo intero.”
“Io vorrei vivere accanto a qualcuno, non posso farne a meno. Però, ogni volta che mi avvicino…ne resto ferito, o rischio di tradire le aspettative di coloro che mi sono vicini. Allora…è meglio che me ne vada per sempre.”
“Certo che tu sei proprio un bel ‘Porcospino’, eh!”
“Come hai detto?”
“Dimmi, conosci per caso il ‘Dilemma del Porcospino’ ? Il porcospino voleva rimanere insieme alla sua compagna, ma quando le si avvicinò si punsero a vicenda con i loro aculei. Così, rimasero per sempre nel dubbio e nella paura del toccarsi.”
“E’ una storia molto triste. E io sarei il porcospino?”
“In un ceto senso, sì: fin quando tutto era volto a tuo favore, la tua parte ottimista emergeva; ma quando hai scoperto la verità, hai avuto paura di ferire -con le tue azioni- te stesso e gli altri. Ora ti chiedo: a cosa tieni di più? A te o a gli altri? Non ci sono risposte giuste.”
Naruto si morse un labbro:
“Fino a poco tempo fa avrei dato la vita per coloro a cui tenevo ma ora…mi sento terribilmente solo. Lo ammetto: non voglio perdermi. Non sono ottimista come dici.”
“Vedi? E’ questo il punto! L'essenza dell'ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi! Una forza che non lascia mai il futuro agli avversari: il futuro lo rivendica da sé! Non ti sto dando contro, sto solo dicendo che vivendo così non espanderai mai il tuo A.T.Field!”
“Espandere…il mio…A.T.Field?!”
“Sì! Non avrai mica creduto che l’A.T.Field fosse prerogativa esclusiva di Angeli ed Eva, vero?! L’A.T.Field è la nostra barriera dell’animo: quel quid che ci distingue l’uno dall’altro, che ci rende liberi di scegliere! Quando ci preoccupiamo per una persona, quando dimostriamo il nostro volere…ecco che l’A.T.Field si espande per assecondare i nostri desideri; ma quando ci chiudiamo in noi stessi, questa barriera si intensifica attorno al nostro cuore e ci impedisce di relazionarci! Cerca di aprire il tuo cuore, apri il tuo A.T.Field!”
“Io…non credo di capire…”
“Quello che voglio dire è che non devi temere il prossimo: fin quando non vivrai anche per qualcun altro, non riuscirai mai neanche a difendere te stesso.”
“E se non ci riuscissi? Non so se ne sarò in grado…”
“Di questo non puoi essere certo. L'Uomo é difficile da scoprire, ed egli é per se stesso la più difficile delle scoperte; anche se, nella sua arroganza, l'Uomo attribuisce la propria origine a un piano divino. Io credo più umile e verosimile vederci creati dagli animali…”
Ancora una volta, Naruto sorrise…di sottile ironia, ma sorrise.
Infine, Leon scese dal cofano:
“Bene, ci siamo riposati anche troppo! Se ci sbrighiamo, giungeremo al CERN entro questo stesso pomeriggio.”
 
 
*   *   *
 
 
Ore 17:25 P.M. Central Dogma NERV. Neo-R2.
 
L’allarme del temuto def-con zero risuonava ancora minaccioso nella NERV.
 
Il Colonnello Katsuragi sollevò con frenesia la cornetta telefonica rossa sulla sua scrivania, portandola all’orecchio sinistro; il destro era occupato già da una secondo telefono bianco:
“Cosa?! Hanno già raggiunto la costa?! Grazie della segnalazione! Ci prepariamo immediatamente!”
Passò al secondo terminale:
“Le condizioni dei civili nei bunker sotterranei?! Molto bene! Voglio una perlustrazione approfondita della città! Evacuazione totale anche delle aree limitrofe alla voragine: non abbiamo idea del loro piano d’attacco!”
Quindi abbassò il cordless, rivolgendosi alla donna bionda in camicie accanto a lei:
“Ritsuko, come procede la riparazione degli Eva?!”
“Lo 03 non ha riportato danno; lo 02 è perfettamente in grado di combattere e per lo 05 basterà solo una regolazione d’accertamento! I danni alla colonna vertebrale dello 00 non significativi, ma l’autorigenerazione procede con lentezza!”
“Fin quando è in grado di camminare può tornarci utile! Lo 01 è momentaneamente assente e lo 04 è rimasto coinvolto nell’esplosione: partiamo con due Unità Eva in meno.”
“Lo so, lo so…non ricordarmelo!”
Poi, si rivolse al Tenente Makoto Hyuga:
“E riguardo le condizioni del Geofront?”
“Ci restano ancora venti strutture anti-sommossa, ma il Primo Mobile è stato pesantemente danneggiato!”
“Non importa: anche se poco, tenterò di accontentarmi! Infondo, abbiamo pur sempre ben quattro Unità Eva ed un armamento più che sufficiente...quanto tempo ci resta?”
“I nemici viaggiano a grande velocità: raggiungeranno Neo-R2 in meno di due ore!”
“Abbiamo davvero poco tempo! I modelli coinvolti?!”
“Impossibili da stabilire!” -ripose Aoba- “Si muovono certamente via-etere, ma sembra che siano dotati di una tecnologia di deviazione magnetica: riusciamo a mala pena a seguirli con i radar!”
Ritsuko si calcò gli occhiali sul naso:
Tsk! Ancora una volta vogliono confonderci le acque: che patetici tentativi!”
Maya sembrava entusiasta:
“Con l’aiuto della sempai Akagi abbiamo re-installato il backup dei MAGI! C’è voluta tutta la notte, ma alla fine abbiamo di nuovo il controllo!”
Misato sospirò:
“D’accordo…meglio. Prepariamoci, questa volta non li voglio avere più tra i piedi!”
 
 
*   *   *
 
 
Un’ora e mezza dopo.
 
Con lentezza snervante, un gruppo di venti giganteschi container aeromobili si soffermarono sulla sconfinata voragine del Geofront esposto.
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Central Dogma.
 
“Colonello, sono qui!” -la informò Shigeru.
“Questo lo vedo anch’io! I piloti?!”
First e third children pronti alle gabbie! Fourth children in ambulatorio! Fifth childrenin arrivo!”
“E la sixth?!”
Ripose Ritsuko:
“L’ho lasciata in infermeria con il pilota dell’Unità 04: sembra gli sia molto legata…”
“Sarà, ma a me non piace affatto…!”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Ambulatorio (Primo Nervo Cranico).
 
La ragazza stringeva la mano di lui, sotto il lenzuolo immacolato.
Gli occhi di smeraldo del ragazzo erano insolitamente chiusi; una flebo collegata al braccio sinistro (il destro pesantemente fasciato); due tubicini inseriti nelle narici si allungavano verso un respiratore.
Nonostante lo stato moribondo, sul volto del giovane principe non si estendeva alcun ombra di sofferenza.
 
La ragazza dai sottili occhi azzurri ne stringeva la mano, riversa sul letto; i lunghi capelli a ricoprirle il volto.
 
Poi, uno scossone: la battaglia era sul punto di cominciare.
 
Lei protesse istintivamente il corpo del ragazzo con il suo, gemendo di paura.
Quando la struttura finì di tremare, riprese fiato.
Fissò il volto di lui e si commosse all’idea che quel giovane bello e seducente potesse dipendere da lei.
Lei: la reietta, la solitaria, cinica Mari.
Vissuta per anni senza genitori, abituata alla competizione, cresciuta da un fratello che in più di un occasione aveva sperato essere qualcosa in più…un amante.
Ma ora che finalmente aveva trovata un’anima la cui lunghezza d’onda si uniformasse alla sua, ecco che le corde di quel meraviglioso violino d’amore iniziavano ad allentarsi, producendo dissonanze.
 
Infine si mise in piedi, inforcando gli occhiali poggiati sul comodino dell’infermeria.
Deglutì:
“Bene. E’ giunto il momento. Da questo momento in poi, non posso permettermi di fallire: la sua vita dipende dalla mia.”
 
 
*   *   *
 
 
Geofront. Dieci minuti dopo.
 
L’imponente squadrone della SEELE calava rapidamente nel sottosuolo, ben sopportando la pioggia di proiettili vomitati dalle paratie nascoste.
 
Quattro condotti si spalancarono intorno la grande piramide nera.
Le Unità vennero espulse, in modo da proteggere il quartier generale.
 
Poi, gli aerei-cargo si immobilizzarono a mezz’aria.
Uno stridore di metallo:
Le loro carene si incrinarono, accartocciandosi.
Infine, esplosero.
Una decina di oggetti scuri di grosse dimensioni piombarono al suolo.
Una cascata di ‘ossa’ o strutture pseudo-organiche si riversò poco più in là.
 
A bordo dello 02, Thomas esclamò sgomento:
Was?! Cosa?! Si sono…fatti saltare in aria?!”
Cris serrò i denti:
“No…guarda.”
 
I fumi delle esplosioni si dissiparono, lasciando emergere cinque enormi entità nere.
 
“E quelli…cosa sarebbero?!”
Mike, sullo 03, corrugò la fronte:
“Quelli sono…Metal Gear…! La NERV americana li ha progettati insieme allo 03, ma non credevo  ne fossero già stati completati dieci!”
 
 
*   *   *
 
 
Misato notò inoltre un folto gruppo di giganti quadrupedi pesantemente corazzati
 
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“E quelli invece sono i TRIDENT! Da quando in qua’ l’IPEA ne può disporre?!”
Alla Base, Maya ne accertò la natura:
Diagramma d’Onda Arancione: sembrano meccanici!”
 
Fuyutsuki mormorò:
“Dunque NERV-2 era d’accordo con quelli della SEELE! Utilizzare tutti e venti i sostituti governativi degli Eva…mi sembra un po’ troppo eccessivo!”
Ikari si alzò in piedi:
“Davanti a noi si dispiegano gli armamenti migliori della SEELE: non possiamo permettere che superino le nostre difese! Oggi, in campo, si affrontano le nostre rispettive ultime risorse! Questo è un ultimatum! QUESTA E’ LA NOSTRA BATTAGLIA!”
 
 
*   *   *
 
 
Lo 02 imbracciò due fucili standard, facendo fuoco simultaneamente verso la squadra di robot zoomorfi in picchiata.
I proiettili colpirono la coriacea copertura dei Metal Gear, venendo deviati.
 
“Cavolo, è più resistente di quel che pensavo! E va bene…”
 
Gettò via i fucili.
Con un piede, attivò una leva nascosta nel terreno, lasciando che la copertura metallica si sollevasse, rivelando la Thunder Spear.
 
“…allora assaggia questo!”
 
La punta della baionetta si ripiegò, allungandosi ed illuminandosi di un alone rossastro.
 
Con un tremore, i giganteschi meccanoidi alati atterrarono, puntando minacciosi verso la piramide nera.
 
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Lo 03 sguainò due asce inserite nel terreno, incrociandole:
“Quei bestioni non mi spaventano! Ho sbirciato durante la fabbricazione: so esattamente dove colpire!”
 
Thomas collegò il cavo dell’alimentazione:
“Allora togliamoceli di mezzo!”
 
Lo 02 corse in direzione del primo nemico, saltando in alto.
Puntò la lama dell’arma verso lo sparviero metallico, urtandone la corazza dorsale:
“Cosa?! Non funziona?!”
 
Con un muggito inquietante, il Metal Gear spalancò quelle che potevano essere definite ‘fauci’, ruotando se stesso.
Con insospettata agilità, si voltò verso lo 02, colpendolo in pieno petto grazie agli enormi arti superiori.
L’Eva venne lanciato molti metri addietro.
L’Unità 03 si avvicinò di sordina, posizionandosi sotto le gambe dell’unità sostitutiva, troncandone le gambe con il filo delle scuri.
Il mostro si accasciò al suolo, immobilizzato.
Mike si rivolse al pilota Tedesco:
“Prima di attaccare, osservali, bamboccio! Hanno dei punti scoperti: punta al collo ed alle articolazioni!”
E ne mozzò di netto la testa, colpendolo all’altezza della cervice.
 
Lo 02, impavido, era tornato all’attacco.
“Lo so benissimo!” -gridò Thomas, mentendo; imbracciò più comodamente l’arma da taglio- “Non osare dirmi quello che devo fare!”
Raggiunse un secondo avversario; vi si arrampicò sulla testa, saltando in alto e piantando la punta della Thunder Spear nel ventre di gomma rinforzata di un’esemplare identico, ancora in volo sopra di esso.
Quindi -lasciando che il Metal Gear si gonfiasse fino ad esplodere- ricadde sulla schiena del precedente, ghermendone le clavicole a due mani:
“Devo puntare al collo, eh?! Accontentato!”
Sputò fuori dallo spallaccio sinistro sei proiettili neri, infilzandosi nel tronco cervicale: gli occhi luminescenti dell’automa nero-grigio si spensero automaticamente.
Lo 02 si rialzò, trionfante:
Zwei…!”
 
I TRIDENT avanzavano lenti, mantenendosi a debita distanza dalle macchine da guerra più grandi.
 
Ancora esitanti, lo 05 e lo 00 attendevano a difesa della Base.
 
Il pilota dell’Unità italo-giapponese aggrottò la fronte:
“I nemici si avvicinano: non c’è più tempo. Sixth children!”
Un video si aprì al suo fianco.
La ragazza nel riquadro gli sorrise di rimando:
“D’accordo! Noi pensiamo ai TRIDENT! Ragazzino: coprimi le spalle!”
 
Lo 00 sollevò due Gatling di grande calibro, le cui cinghie di bossoli pendevano fino al suolo; collegati ai mitragliatori, due enormi lancia-granate vennero posizionati sulle spalle dell’Eva.
 
Lo 05 derapò sul terreno, procedendo velocemente verso il branco di sauropodi meccanizzati.
L’Eva blu elettrico, faticando a reggere gli enormi fucili, riversò una raffica a ripetizione verso lo squadrone; due TRIDENT vennero crivellati di proiettili.
Lo 05 si allungò al suolo, caricando la lancia.
Un Land Cruiser diresse le larghe bocche da fuoco verso di esso…solo per ritrovarsi con una lancia da giostra piantata in mezzo ai sei occhi meccanici.
Due Unità Terrestri accerchiarono lo 05.
 
Le casse automatiche dello 00 si schiusero, vomitando una batteria di granate a lungo raggio.
Le bombe incendiarie si allontanarono, seguite da lunghe scie di fumo e fiamme, raggiungendo il gruppo di ‘walker machines’ ed esplodendo al contatto.
Infine, Mari -ora libera da pericoli circostanti- trafisse con più veemenza il corpo meccanico, lanciando scintille incandescenti; gli ingranaggi alla base della lancia sfrigolarono in modo preoccupante.
La ragazza ruggì un verso di incoraggiamento, mentre la lente sinistra dei suoi occhiali si incrinò sotto la pressione dell’L.C.L:
Aaaaaaahaa!”
La lancia sfondò totalmente il corpo nemico, penetrando nel successivo.
Lo 05 infilò l’intero braccio nella cavità, causando una doppia esplosione.
 
Cris esultò, anche se provato dallo sforzo fisico:
“E con questi sono quattro!”
 
Contemporaneamente, lo 03 raggiunse uno dei sette Metal Gear restanti.
L’enorme aeromobile senziente si sollevò in volo grazie ai potenti repulsori, indirizzando i fasci d’aria compressa contro l’Eva, atterrandolo.
Con lo sterno compresso dall’aria in eccesso, Mike sibilò:
“Bastardo…!”
Con non poco sforzo, lo 03 sollevò un Pallet Gun, scaricando una raffica di proiettili sotto il mento del gigantesco simil-volatile, trapanandone il cranio.
Il mostro ricadde al suolo; l’Unità americana dovette scostarsi rapidamente, per evitare di venire travolta:
“Quei due hanno già fatto fuori quattro TRIDENT?! Allora, mi conviene rimontare!”
 
Lo 02 afferrò in corsa un Sonic Rifle: il fucile sfruttò l’A.T.Field stesso dell’Eva come propellente per il proiettile elettrostatico.
Il colpo oltrepassò le fila dei TRIDENT, colpendo i sensori di movimento di un Metal Gear: la scarica di corrente azzurra si propagò rapidamente nel corpo meccanico, mandandolo in corto circuito.
Il mecha volante piombò su un’Unità TRIDENT, schiacciandola.
 
Thomas sfoderò due Progressive Knife, verso l’ennesimo ‘carro armato bipede’, conficcandolo con forza nella fronte:
“Sei una testa dura, nicht whar?!”
Tirando a sé i coltelli, lo 02 spinse con un piede sul muso del RAY.
Quando riuscì ad estrarre le lame, la scatola cranica si frantumò, tirando fuori tubatura e circuiti ad algoritmi circostanziali.
Per il rinculo, l’Eva tedesco barcollò all’indietro…venendo investito da un triplo raggio di energia lattescente.
Lo 02 rotolò al suolo, sollevando la testa: un TRIDENT -annientato subito dopo dallo 00- lo aveva colpito di soppiatto.
Thomas si portò una mano alle tempie doloranti, sollevando gli occhi.
“Cavolo! C’è mancato poco! Eh…?!”
Il suo sguardo ricadde accidentalmente a destra: un rottame accartocciato di TRIDENT giaceva al suolo.
Il sistema visivo intelligente dello 02 riconobbe e zoomò un’iscrizione sulla fiancata lacerata del mostro robotico: GNAISENAU INC.
 
Improvvisamente, il cuore di Thomas iniziò a battere freneticamente.
I suoni si ovattarono; solo il tonfo sordo dei suoi battiti rimase udibile.
Sgranò gli occhi.
Quella scritta…quella marca...l’azienda di famiglia.
Come poteva centrare lui con la progettazione di quegli strumenti da guerra?
Con un fil di voce, balbettò:
Vater…du…hast…?!”
 
Davanti agli occhi gli scorsero rapidamente le immagini della sua infanzia, come in un fiume in piena.
Quell’uomo così freddo, distante…la madre morta al suo posto.
I pomeriggi passati nell’attesa che quell’ingegnere ed architetto ritornasse a casa dal lavoro…solo l’indomani.
Stark Hansel Zeppelin Gnaisenau…quel nome risuonò orribilmente familiare: suo padre aveva direttamente finanziato e preso parte alla costruzione di quei robot terrificanti che ora attentavano alla sua vita.
Gli sembrò di svenire:
L’unica voce che udì, nel buio dell’inconscio, fu quella di una donna:
Una voce calda, affettuosa…materna.
Per un momento, a Thomas sembrò quasi di vederne la fonte.
Una luce in lontananza, piccolissima ed irraggiungibile.
Lui protese una mano, nel tentativo di afferrarla.
Un raggio si allungò da quel punto lattescente, incontrando le sue dita ricoperte dalla plug suit rossa.
Nel sogno interiore, gridò: “Mutter!”
 
Lo 00 atterrò con un colpo di Bazooka il terzultimo Metal Gear.
Un mugghìo in lontananza distolse l’attenzione degli Eva dagli invasori.
Cri si voltò di spalle, esterrefatto:
“Lo 02…?!”
 
L’Eva scarlatto si sollevò in piedi; la maschera aperta in due fessure a lascia scoperti i quattro occhi minacciosi.
All’interno dell’Entry Plug, il pilota serrò i denti, stringendo le leve:
Vater...du…tu…mi ha tradito! HAI TRADITO LA MAMMA!!”
Quattro VTOL della SEELE -finora rimasti in disparte- planarono rapidamente sulla boscaglia, verso l’automa tedesco.
Quest’ultimo si voltò, distruggendone uno con un calcio portato in rotazione.
 
Il pilota ringhiò:
“Maledetti!”
Atterrò il secondo con il solo palmo della mano.
“Non ho paura di voi!”
Afferrò il terzo a due mani, voltandosi.
“NON HO PAURA DI NESSUNO!!”
Lo scagliò vero il quarto, facendoli collidere ed esplodere.
Quindi, furente, si getto verso il penultimo TRIDENT, ghermendone il collo nella morsa invalicabile delle sue dita:
“NON CON LA MAMMA CHE MI GUARDA!”
Con un gesto più violento degli avambracci, torse e sradicò il setto giugulare del Land Cruiser, mettendolo fuori gioco.
 
“Che cavolo gli è preso?!” -Mike sembrava attonito.
Cris mormorò:
“Ho capito! Quegli affari…sono della…”
 
 
*   *   *
 
 
A molte centinaia di metri di distanza, un elicottero a deviazione radar aprì il portellone.
 
Con innaturale calma e lentezza, un uomo avvolto in un pesante e lungo cappotto nero scese dal velivolo, lasciando che abbandonasse il Geofront; sul suo mantello di pelle risaltava la targhetta nera: Co-Commander Uchiha Itachi. NERV-2. U.S.A.
 
Si avvicinò all’ammasso informe di ossa metalliche precedentemente abbandonate al suolo:
“E’ giunto il momento…”
Con un unico, deciso gesto, strappò via la cappa, rivelando un torso nudo, sul quale affiorava un congegno meccanico simile ad un pacemaker, le cui tubature si innestavano all’altezza del cuore e della cervice:
“Adesso, combattiamo insieme…SUSANO’O!”
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
Makoto esultò soddisfatto:
“Annientati 9 RAY su 10 e i TRIDENT sono meno della metà!”
Maya, invece, sembrava tutt’altro che compiaciuta:
“Sì, ma il livello di contaminazione mentale del third children sta per superare la soglia consentita! Così c’è il rischio che perda il controllo dell’Eva!”
Ritsuko fissò il megaschermo:
“Capisco…dunque l’IPEA era d’accordo con la GNAISENAU! Per quel ragazzino deve essere stato un shock…”
Misato si strinse nelle spalle.
“No…c’è di più: un odio profondo, un peso interiore…quel bambino non sta combattendo contro dei soldati…sta combattendo contro suo padre! Vuole difendere ciò che definisce ‘famiglia’…ciò che definisce ‘amore’…”
“Un Complesso Amletico di Edipo…?” -mormorò la Dottoressa.
Aoba esclamò terrorizzato:
“Colonnello Katsuragi…c’è qualcun altro nel Geofront!”
“Come sarebbe a dire?! Di chi si tratta?!”
“Diagramma d’Onda…impossibile da determinare! E’ qualcosa di assolutamente nuovo!”
 
Fuyutsuki riflettè ad alta voce:
“Dev’essere certamente lui. E così, alla fine, è pronto…”
 
 
*   *   *
Si voltò, furente, verso un punto all’estremità della cupola sotterranea:
Con un fruscio semi-organico, decine di spoglie scheletriche si sollevarono a fatica dal terreno, ammassate.
Poi, delle legature simili a fasce muscolari si districarono tra di esse, allontanandole e ricucendole.
Un’enorme gabbia toracica si issò sul terreno.
Una teschio dalle arcate occipitali vuote e nere venne si innestò sulla colonna vertebrale metallica.
Sollevò il volto spaventoso; i denti scoperti simile ad un ghigno famelico.
Con un’esplosione assordante, un’onda dalle tinte cangianti si sollevò dal terreno, avvolgendolo.
Infine, le fiamme translucide si modellarono sull’enorme scheletro, ricreando una sagoma appena definibile.
 
In mezzo ai pochi nemici rimanenti, lo 03 lasciò cadere mollemente le braccia.
Il pilota sussurrò:
“Non è possibile…il Vicecomandante Uchiha…?”
 
 
 
*   *   *
 
 
Ritsuko riuscì a malapena ad articolare le parole:
“Sarebbe quello il Susano’o di cui ci aveva parlato Leon? Si muove come un massa concentrata…di A.T.Field!”
 
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“Ma non è un Eva! Quello sarebbe…A.T.Field…artificiale?!”
 
 
*   *   *
 
 
Thomas calamitò l’attenzione verso il nuovo avversario:
“E così…ce n’è un altro...”
Serrò le dita sulla cloche.
“Non mi importa chi è…non mi importa perché è qui…!”
Si morse un labbro fino a farlo sanguinare:
“IO LO DISTRUGGERO’! Papà…è arrivato il momento di mostrarti il mio cuore! Hai sempre detto che ero diventato una ‘bestia’ vero?! Bene! Das…”
 
Le luci dell’Entry Plug si tinsero di rosso.
 
“…ist…”
 
Il cavo dell’alimentazione dello 02 si scollegò; il timer interno iniziò a scandire l’autonomia restante.
 
Beh, anche senza Umbilical Cable…mi restano per sempre 12.000 piastre corazzate, no?!”
 
Gli spallacci dell’Eva esplosero automaticamente.
 
“…THE BEAST!!!”
 
Il gigante rosso sollevò la testa; i quattro occhi verdi sfavillarono ferocemente.
L’Unità inarcò la schiena; la carne scura in espansione oltre le placche dell’armatura.
Diciotto grossi cilindri emersero dalle spalle e dalla colonna vertebrale del biomeccanoide.
Sollevò le mascelle, dischiudendole in un sorriso tagliente di decine di zanne affilate come rasoi.
L’Eva si acquattò come un felino, pronto all’aggressione.
 
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*   *   *
 
 
Makoto sgranò gli occhi, fissando stupefatto in MAGI:
“Non credevo che lo 02 nascondesse una modalità del genere!”
Maya ingrandì il diagramma 3D dell’Unità:
“Le restrizioni del potere dello 02 stanno venendo de-sigillate! Impossibile controllare la profondità del Plug! Incolumità del pilota a rischio!”
Ritsuko contemplò il mostruoso gigante rosso con una vane di scientifica apprensione:
“Come lo 03, anche lo 02 è in grado di innescare la Seconda Modalità Bestiale...ora, quell’Eva sta forzatamente rimuovendo le sue ‘catene’, abbandonando una qualsivoglia forma di umanità, per contrastare il suo nemico. La capsula ha raggiunto valori negativi: sta entrando nella zona ad alto rischio di contaminazione mentale!”
Misato deglutì:
“Quel bambino…ha così tanto rancore dentro di sé?!
 
 
*   *   *
 
 
Il pilota dello 03 si tirò in dietro sul sedile, quasi a voler osservare meglio la scena:
“Ha attivato la funzione segreta?! Stupido, lo 02 non è ancora pronto per quella trasformazione, così farà solo guai! Sarà in grado di controllarlo…?”
 
Per tutta risposta, il Tedesco sollevò una mano in aria, lasciandola ricadere rapidamente.
Lo spostamento d’aria si estese come artigli incorporei, sferzando gli ultimi TRIDENT, dividendoli in tre.
L’ultimo RAY planò in picchiata, travolgendo l’Eva.
Quest’ultimo si rialzò, afferrando la porzione inferiore del collo e la coda del mostro.
Premette gli estremi della spina dorsale fino a quando il corpo metallico non si sventrò, riversando una doccia di colloso liquido nero sulle spalle e testa dell’Eva.
 
Il third children si richiuse su sé stesso dallo sforzo:
“Avanti...Eva 02…mamma…tu sei il ‘Primo Altro’…anche se non ti vedo…RESTA CON ME!”
 
L’Unità eseguì uno scatto con tutti e quattro gli arti, rotolando sul terreno e sospingendosi in aria con una sola mano.
Oltrepassò centinaia di metri, in caduta libera.
 
Protetto nella gabbia toracica del Susano’o, Vicecomandante Uchiha protese un palmo innanzi.
Lo scudo del colosso si moltiplicò, generando una fitta schiera di barriera ad alta concentrazione di A.T.Field.
Lo 02 ne sfondò la metà piombando a peso morto.
Uno più resistente degli altri lo bloccò.
L’Eva eseguì un salto all’indietro; quindi, si tuffò nuovamente sul nemico, venendo parato da una secondo esagono di grande spessore.
L’Eva caricò un pugno, strappando barriere a mani nude.
 
“Ancora! Ancora! Ancora! Ancora!” -ripeteva freneticamente Thomas, mimando i movimenti dl robot con il suo stesso corpo; le iridi divenute di un verde fosforescente nell’oppressiva oscurità dell’abitacolo.
 
I due piccoli occhi luminescenti del Susano’o lampeggiarono, emettendo un doppio raggio rossastro.
 
Il pilota sgranò gli occhi, atterrito.
 
I due fasci investirono lo 02, catapultandolo lontano.
Un braccio si staccò, finendo nel lago artificiale.
Un fianco dell’Eva rimase gravemente sfregiato.
Una doppia emorragia di sangue scaturì dalle ferite.
 
Il ragazzino strinse l’articolazione del braccio, gemendo.
 
Lo 05 raggiunse il mostro luminescente, tentando un affondo con la Rusty Lancer, venne parato dalla sua frastagliata spada di luce.
L’Unità anglo-russa eseguì una rapida serie di staffilate, raggiungendo velocità appena percettibili.
Il contendente, per nulla turbato, rimase in posizione difensiva, parando i colpi.
In ultimo, con un solo movimento del polso, tagliò di netto la lancia dello 05, disarmandolo.
Poi, ne segò di netto le quattro gambe meccaniche.
Prima ancora che toccasse il suolo, lo 05 venne colpito di piatto con lo scudo del gigante di luce, scagliandolo nella radura.
 
Mari batté la testa sul montante del monitor a fianco, perdendo i sensi.
 
Incurante delle mutilazioni, lo 02 si rialzò, correndo verso la minaccia virtualmente invincibile; le spalle ed in ventre in perenne perdita di sangue; la mascella inferiore penzolava come slogata, mentre le corde vocali producevano brontolii disarticolati.
 
Ancora una volta, il Vicecomandante Itachi eseguì un ampio gesto della mano; l’esoscheletro copiò la mossa, lasciando saettare la lama luminosa.
Colpì direttamente il cranio dell’Eva.
Thomas portò istintivamente le mani agli occhi, mentre una profonda ferita si aprì sotto l’attaccatura dei capelli, sanguinando copiosamente. Urlò di dolore straziante.
 
Alla Base, Maya si coprì il volto, non reggendo la violenza della battaglia.
 
Lo 00 rimase steso al suolo, privo di armi.
Cris fremé di agitazione:
“Perfino abbandonando la sua umanità, l’Eva non è in grado di annientarlo! Che sia davvero indistruttibile…?!”
 
Lo 03 imbracciò un grande razzo a N2, rimasto inesploso.
 
Prima di attaccare, il pilota si fermò a riflettere, conficcandosi i canini nel labbro inferiore:
“E così…anche lei, Vicecomandante, si è venduto. Sembra proprio che io sia destinato a perdere tutti coloro di cui mi fido…”
 
Ancora una volta, furente e determinato, lo 02 si trascinò al suolo, azzannando lo scudo di A.T.Field del ciclope; il cervello semi-organico scoperto da un lato dell’elmetto sfondato dalla spada.
 
L’Eva nero si alzò, caricando il Torpedo Bomber sulla spalla destra:
“Forse quell’Uzumaki ha ragione: non c’è motivo di combattere, se non si ha più nessuna da perdere. Perché…perché sono sopravvissuto ai miei?! Se dovrò comunque morire…allora è meglio che lo faccia in modo che sia utile per qualcuno…”
 
L’Evangelion avvicinò l’orribile Susano’o a grandi falcate.
Indirizzò la punta del siluro contro il torace, nel tentativo di raggiungerne il controllore a distanza.
 
Thomas -la bocca contratta in un ringhio feroce e gli occhi brillanti come smeraldi inferociti- esclamò a metà tra lo stupore, il disprezzo e la speranza stessa:
“L’Americano?!”
Il Vice, dall’interno della sua inespugnabile difesa, si rivolse al fifth:
“Che cosa speri di fare, Mike?! Credi forse di poter combinare qualcosa di buono?! Ah! Non sei mai riuscito a fare nulla, senza il supporto degli altri! CREDI FORSE DI RENDERTI UTILE PROPRIO ORA, SU QUEL ROTTAME?!?!
 
Il pilota statunitense chiuse gli occhi, rassegnato:
“No…non credo. Ha ragione lei: non sono capace di aiutare queste persone. Però…ci proverò comunque!”
Premette l’estremità del razzo fino a comprimerla contro lo scudo rosso.
 
“E quella specie di giocattolo dovrebbe spaventarmi?!” -ghignò l’uomo.
 
“No…DOVREBBE DISTRUGGERTI!”
 
Thomas -le lacrime agli occhi per il dolore fisico- spinse le leve di accensione della cabina fino al limite consentito:
“02…questa è la tua ultima richiesta! Ancora un ultimo strato...UNO SOLO!”
 
L’Eva, carponi sul terrene, lacerò con i denti la sottile membrana di A.T.Field che ormai componeva lo scudo.
Il Torpedo Bomber si schiantò sul volto del demone artificiale.
Lo 03 afferrò per la collottola l’Unità rossa, scagliandola a distanza di sicurezza.
 
Il Tedesco fissò muto ed attonito la grande tesata missilistica esplodere, mentre le morbide e pacate parole del fifth risuonarono nella sua cabina:
“Vattene, pilota dell’Eva 02…grazie.”
 
Infine, la deflagrazione tuonò per la vallata sotterranea, investendo in un mare di luce e fiamme il Geofront.
 
 
*   *   *
Misato, nel Central Dogma, parlò solo dopo che le sue orecchie si fossero riprese dal boato frastornante:
“Lo abbiamo sconfitto…?”
 
Il sangue le i gelò nelle vene, fissando il monitor principale:
 
Il cielo artificiale era stato danneggiato a tal punto da fonderne i circuiti, lasciando il Geofront nella penombra, spessa e densa di nebbia.
Gli alberi erano completamente bruciati.
Lo 00 giaceva, assieme allo 05, accanto alla NERV stessa, immobilizzati.
Il deturpato 02 era stato allontanato in una zona più remota; la testa ed il torace si erano totalmente conficcati nel suolo, penetrando in uno dei rifugi sotterranei.
Lo 03 -la corazza quasi del tutto liquefatta- era ritto al centro della scena.
Tuttavia…un lume rosso intenso brillava ancora nelle tenebre:
Il Susano’o -ora ridotto ad una cupola protettiva- si ridistese, assumendo nuovamente il suo aspetto originario.
Sollevò lentamente la spada luminescente; poi la calò con forza.
La lama si estese a lungo, raggiungendo l’ormai inerme 03.
L’Entry Plug venne espulsa poco prima che l’arma di luce portasse via braccio e gamba sinistra all’Eva, mettendolo definitivamente al tappeto.
 
 
*   *   *
 
 
Due minuti prima. Bunker auto-sigillante B-147.
 
Il soffitto rinforzato crollò improvvisamente, travolgendo un folto gruppo di rifugiati: la testa sanguinante dello 02 sprofondò nel bunker.
Urla terrorizzate si levarono, mentre decine di individui tentavano di appiattirsi contro le pareti, fuggire in sale adiacenti o trascinare inutilmente fori coloro che erano stati schiacciati dall’enorme volto meccanico.
 
Il locale si svuotò presto di qualsiasi persona…viva.
 
Solo una ragazza, avvolta in un telo nero, rimase lì, in un angolo.
Davanti a lei, sotto un cumulo di macerie, si intravedeva il viso sorridente di un’anziana signora.
Lei portò il voto alle ginocchia, sconvolta.
Poi, le sue gambe vennero lambite dal sangue caldo dello 02.
Lanciò un urlo stridulo, disgustata dalla vista di fluidi organici non completamente umani.
Fissò la testa mostruosa, piangendo:
“Oddio…oddio…va’ via, per favore…per favore…”
 
Thomas, seppur ferito e moribondo, riconobbe tramite gli occhi dell’Eva la ragazza:
“C-cosa…? T-tu che ci fai…qui? Non sei con gli altri?”
 
Il ripetitore dello 02 amplificò le parole.
Lei sollevò lo sguardo scioccato; quella voce le suonò familiare, ma non la associò del tutto.
La risposta le tremò in gola:
“Io…io…voglio andarmene…non voglio più rimanere qui! Per favore…aiuto…”
 
Il ragazzino sbuffò infantile:
“Va’ bene, va bene! Però, se continui a comportarti a quel modo, non ti divertirai mai!”
 
Poi, allungò la grande mano all’interno del rifugio, chiudendoci delicatamente la ragazza:
“Vieni…ti darò…una mano!”
 
Prestando più attenzione possibile, la condusse all’esterno.
Protrasse il braccio in avanti, aprendo il palmo.
Lei si mise a sedere, osservando il panorama catastrofico.
Si voltò verso lo 02, ordinandogli priva di ripensamenti:
“Mettimi giù! Non posso rimanere qui, voglio raggiungere quella specie di piramide!”
 
Lui obbedì, posandola al suolo.
 
Le luci dell’Entry Plug si spensero definitivamente, al termine dei pochi secondi di autonomia residui.
Thomas, rassegnato e stanco di tanta violenza, sussurrò:
“Ecco fatto…spero sia riuscita ad andarsene…”
E, poggiando la testa sulla spalla, svenne.
 
 
 
*   *   *
 
 
Mezz’ora prima. CERN. Svizzera.
 
Il caldo Sole estivo era prossimo al tramonto, spandendo i suoi morbidi raggi sulla sconfinata vallata di sottile erba verde, prima di affogare completamente tra due picchi montuosi, cedendo il passo alla Luna.
 
L’auto sportiva di Leon frenò in corsa, inchiodando bruscamente.
 
L’Uomo spense l’auto. Studiò il panorama:
 
La cupola di legno del CERN si ergeva a poco distante da loro; oltre di essa, si allargava il lago cristallino del laboratorio, circondato dalle strutture di gelido metallo bianco.
A un centinaio di metri, si intravedeva una profondissima voragine artificiale, chiusa da alte impalcature d’acciaio; braccia meccaniche si immergevano nel cratere, bloccando qualcosa dal colore violaceo, non ben visibile.
 
“Però…sembra che non ci sia nessuno! Possibile che siamo davvero arrivati per primi?!”
Naruto, al suo fianco, cercò altri uomini in lontananza, riluttante all’idea di scendere dal mezzo.
 
Poi, il suono di molteplici canne di fucile caricate circondò il retro dell’auto.
Si voltarono, all’unisono:
Una decina di uomini in divisa militare nera li avevano accerchiati.
Leon si voltò ancora: la stessa scena , ora, si ripeteva anche davanti al loro.
Naruto mandò un gridolino di timore.
L’altro riuscì solo a bofonchiare un: “Merda.”
 
“No: non siete arrivate per primi.”
La voce proveniva da oltre la cerchia di militari.
La barricata umana anteriore si scostò leggermente, lasciando avanzare un giovane uomo in pastrano nero.
Si calcò gli occhiali lucenti sul naso:
“Benvenuti, vi aspettavamo con ansia. Sono certo che vi chiedete come era possibile, vero? Sapete com’è: con dei tipi così prevedibili come voi…”
Leon strinse il pugno sullo sterzo:
“Makinami…bastardo!”
“Oh, che modi poco educati! Non è bello ringraziare in questo modo coloro che vi hanno atteso con così tanta trepidazione!”
“Te la do io la trepidazione!”
E premette l’acceleratore.
 
Le ruote della Corvette grattarono il suolo e l’auto schizzò in avanti, travolgendo due uomini.
Glia altri si scansarono,  facendo fuoco contro la vettura, crivellandone la carrozzeria e scoppiandone gli pneumatici.
L’auto sgommò, fuori controllo, e si arrestò.
 
Quattro ufficiali forzarono le portiere, trascinando fuori l’Inviato ed il ragazzino.
Un soldato afferrò Naruto per la nuca, avvolgendogli un braccio intorno al collo.
“Lasciami! Lasciami!”
“Sta’ fermo, cretinetto!”
 
Due uomini immobilizzarono Leon per le braccia; un terzo gli sferrò un pugno nello stomaco, facendolo cadere alò suolo.
Quindi, gli torse un braccio dietro la schiena, bloccandolo.
“Pessima mossa, Marshall…pessima mossa.” -lo derise Teru.
“Adesso spiegami che diavolo volete tu e la SEELE!”
L’Ispettore si irrigidì, con una smorfia di disprezzo:
“Che cosa vuoi che ne capisca, uno come te! Voi non avete idea di cosa significhi crescere una sorella per quattordici anni! Sapete che per evitare di finire in orfanotrofio, o dovuto vincere una borsa di studio ad Oxford?! E sapete, per caso, quanto bisogna studiare, per frequentare gratis quell’Università?”
Le facce dei due prigioniere esprimevano il contrario.
“No? Beh, io sì! E mi sento anche dar contro! Senza contare che Mari ha preferito quel…quel…quel damerino a ME!”
Naruto replicò, ma il carceriere intensificò la presa:
“Q-quello che dici non ha senso! Lei è solo un ragazzina! C-che razza di paragoni fai?!”
 
“E perché, scusa? E’ forse ingiusto che un fratello desideri riconoscenza dalla propria sorella? Infondo, lei era troppo piccola per ricordarsi di mamma  e papà. Senza contare che ha conosciuto quel piccolo smorfioso di Winchester solo un anno fa! IO sono stato tutto per lei! IO l’ho consolata nelle notti in cui piangeva! IO l’ho amata molto di più di un padre o un fratello! Le ho voluto bene come un aman…oh, no!”
Teru si portò una mano alla bocca, rendendosi conto di ciò che stava per pronunciare.
Poi, cambiò discorso, livido di rabbia:
“Comunque sia mi sono stufato di voi! Finalmente, il mio sogno si realizzerà! La SEELE è nel giusto! La SEELE opera per volere di Dio! Dio mi ha promesso vita e gioia eterna per il mio lavoro!”
Il suo volto divenne il ritratto del fanatismo:
“Riattiveremo l’Unità 01…e subito dopo il Mark 07! Annienteremo i Profeti del Falso!” -la voce si rilassò- “E sarà per sempre…pace.”
 
Leon avvampò:
Pace?! Fondata sulla menzogna e la morte?! Anche se l’umanità dovesse regnare in armonia, non sarebbe corretto!”
“Ma è pace, nonostante ciò!” -poi si voltò altrove- “Ma adesso basta! Inserite il DUMMY nello 01 e preparate lo Zero Shift al teletrasporto! A proposito…uccideteli.”
Leon urlò al ragazzo:
“Scappa, Naruto, corri nell’Eva!”
“Io…lì dentro…?!”
“Per ora è il posto più sicuro al mondo! Sbrigati!”
 
Confuso, il ragazzino allungò una tallonata ai testicoli del suo aggressore, che lo mollò di riflesso:
“Piccolo bastardo!”
 
L’adrenalina nel copro del ragazzo causò un aumento di pressione, dilatando le via aeree e preparandolo all’azione improvvisa.
Riuscì ad oltrepassare il gruppo, correndo verso al voragine nel terreno.
I restanti si lanciarono al suo inseguimento.
Leon, ora libero, sfoderò la pistola, colpendo l’Ispettore ad una spalle.
Qualcuno si voltò, per aiutarlo, ma Makinami urlò da dietro:
“No! Non badate a me! Dovete impedirgli di prendere l’Evangelion!”
 
Naruto corse a perdifiato.
Raggiunto il ciglio della fossa artificiale guardò giù:
Appena riconoscibile, la testa dello 01 affiorava da una robusta struttura viola.
Un’Entry Plug era già inserita per metà nell’Eva.
Non badò alle piccolezze: scese rapidamente le scale d’accesso e si gettò alla meglio nella capsula, che si innestò automaticamente.
Sentì L.C.L. riempire l’abitacolo; lo inalò istintivamente.
 
Da quant’era che non provava quelle sensazioni?
Mesi ormai, eppure…non aveva dimenticato.
Che fosse davvero destinato a pilotare l’Eva?
O meglio, che quella sensazione di falso annegamento, quell’odore di sangue nella capsula gli fossero sempre appartenuti?
Quelle sensazioni primordiali…materne
 
Si afferrò la testa tra le mani:
“Non voglio morire…non voglio morire…non voglio morire…”
 
Il gruppo armato della SEELE scagliò una serie di grosse bombe sulla testa dello 01.
Esplosero, facendo tremare l’Entry Plug.
 
Naruto si strinse nel sedile, ripetendo freneticamente, tra un singhiozzo e l’altro:
“Nonvolgiomorirenonvogliomorirenonvogliomorire…”
 
Makinami estrasse la sua pistola, ferendo ad un fianco Marshall:
Lui cadde al suolo, sanguinante.
“Non c’è nulla che tu possa fare! Quel ragazzino non salverà mai nessuno! E’ un egoista…esattamente come tutti voi!”
Con la poca voce rimasta, Leon gridò esasperato:
“NARUTO! Ora smettila di fare il moccioso capriccioso e spingi quelle leve! Pensa a Ginevra! Pensa a coloro che ami! Non temere il prossimo…ESPANDI IL TUO A.T.FIELD!”
 
“Nonvogliomorirenonvogliomorirenon…cosa?”
Quelle parole lo ridestarono dalla crisi nervosa:
“G-Ginevra…?A.T.Field…? Nonvogliomorirenonvogliomorire…NON VOGLIO MORIRE!!”
 
Con un possente tremore, un braccio meccanico emerse dalla voragine.
Il palmo calò sul terreno, schiacciando gli uomini in divisa.
Una seconda mano artigliò il bordo, tirando su il resto del corpo.
 
Makinami sgranò gli occhi, in preda al panico.
Leon stentò un sorriso, molto poco riuscito.
 
Il gigante si alzò in piedi, schiuse le fauci e lanciò un terrificante ululato.
 
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A bordo dello 01 corazzato, Naruto fissò con decisone il drappello di uomini ai suoi piedi:
“Da qui…direi che siete voi…i ‘piccoli bastardi’!”
E scalciò via, senza pietà, la squadra.
 
Poi, tirò fuori qualcosa dalla tasca: si rese conto che aveva ancora con sé il lembo di tessuto nero strappato dal telo di Ginevra.
“E va bene…” -allacciò sulla fronte il pezzo di stoffa, a mo’ di coprifronte- “…andiamo!”
Guardò a fianco: un monitor indicava il 70% di neutrini usufruibili.
“Ho energia a malapena per un viaggio…non importa: o la va o la spacca! Acceleratore particellare: innesto! Reazione nucleare stabile! Contatto! Zero Shift: attivazione!”
 
Tre enormi strutture metalliche -finora rimaste stese al suolo- si sollevarono a mezz’aria, roteando vorticosamente intorno allo 01.
 
Teru cadde sulle ginocchia, il volto contratto in una smorfia irriconoscibile:
“No…NO! Dio…perché mi tradisci?!”
 
I tre modellatori ad anti-materia divennero un'unica macchia violacea.
Una luce, uno scintillio.
Con un leggero soffio di vento…lo 01 scomparve.
 
Leon, infine, si rialzò sulle gambe; la camicia sporca di sangue:
“Basta, Teru...è finita.”
 
L’altro si ricompose, alzandosi anch’esso.
Sfoderò la pistola e la puntò verso l’uomo ferito.
Quest’ultimo fece lo stesso.
Teru, le mani tremanti, parlò:
“Comunque vada…ho vinto io. Ho completato il trasferimento delle tracce sinaptiche del ragazzo: il Mark 07 ora ha un pilota.”
“Perché fai tutto questo?”
“Per mia sorella e per me: non ho mai vissuto per nessun’altro. Ora, qualunque cosa accadrà, posso morire felice: la SEELE mi ha promesso di tornare all’Eden.”
Leon lo fissò plastico:
“Teru Illustrious Makinami, in verità…”
Le ultime parole furono solo mimate, ma l’interlocutore lesse il, labiale.
Infine, alzando il capo in segno di disprezzo, il Britannico ripose:
Tsk! Sei un bugiardo…”
“Chi non conosce la verità é soltanto uno sciocco; ma chi, conoscendola, la chiama ‘bugia’, é un malfattore.”
Si congedarono all’unisono, puntando l’un l’altro le pistole:
“Addio.”
 
Uno sparo.
 
Teru Illustrious Makinami cadde al suolo.
Sotto la sua nuca si allargò una macchia di colore rosso; sulla sua tempia un foro di proiettile.
Nella sua destra, stringeva la sua rivoltella…sporca di sangue.
I suoi occhiali si incrinarono.
Nessuno farà mai visita alla sua tomba.
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Geofront.
 
Con un breve bagliore accecante, accompagnato da un suono sordo, l’Eva si materializzò a centinaia di metri dal suolo.
Naruto aprì gli occhi; le iridi ora dello stesso colore dorato di quelli del suo Eva; le pupille ridotte a due fessure orizzontali.
“Finiamola con questa guerra inutile…”
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
Maya stentò nel trovare le parole:
“Lo 01?!”
Ritsuko notò la nuova armatura:
“Ed indossa l’Equipaggiamento di Tipo Combattimento! Allora avevano davvero terminato lo Zero Shift per i salti a velocità-luce!”
Misato riuscì a pronunciare un solo nome:
“Naruto!”
 
 
*   *   *
 
 
Geofront.
 
Itachi guardò in alto, oltre la presenza semi-trasparente del Susano’o:
“Ti aspettavo: sapevo saresti arrivato. Hai ragione…cerchiamo di fare in fretta.”
 
Lo 01 atterrò pesantemente, penetrando fino ai polpacci.
Riemerse.
Lo sguardo di Naruto aveva perso ogni traccia di indecisione:
“Sì…finirà tutto in meno di 120 secondi.”
 
L’Eva 01 F-Type si avvicinò in un soffio, rimanendo schiena-a-schiena con il gigante di luce.
Sfoderò un Progressive Dagger dai grossi spallacci.
Si voltarono: la lama della spada Totsuka contro la daga a divisone molecolare.
Ancora una volta, gli occhi del Tengu artificiale emanarono un intenso raggio incandescente, allontanando lo 01.
 
L’Unità potenziata strusciò sul suolo, artigliandolo per bloccarsi.
 
Il giovane pilota consultò una finestra di dialogo ala sua sinistra:
“Vediamo che sai fare! Questo sembra interessante…Impact Bolt: Shock Beam!”
 
Due porzioni delle coperture clavicolari si snodarono, rivelando due minuscole bocche da fuoco.
Sfrigolarono, proiettando due sottili raggi ad alta concentrazione elettrica.
Raggiunsero e trapassarono da parte a parte il nemico.
 
Il Vice mosse un piccolo passo in avanti, sorridendo:
“Mi spiace, ma il mio Susano’o è di ben altra pasta!”
 
I fori si rigenerarono istantaneamente.
Ancora una volta, assestò un fendente al suolo, estendendo la Totsuka.
La punta si avvicinò fino a pochi millimetri del volto dell’Eva.
Generò un ampio A.T.Field, proteggendosi.
 
Quando la lama si retrasse, Naruto sibilò:
Avelcanine…”
 
Quasi smaterializzandosi, il potente Evangelion sfrecciò diritto, tendendo un braccio al fianco; le dita distese rigidamente come una lama.
Tutto l’avambraccio e la mano si elettrificarono.
Affondò le dita verso lo scudo avversario, che si dilatò a dismisura, nel tentativo di arginare l’aggressione.
La reciproca pressione generò un vuoto d’aria, estendendosi lateralmente e comprimendo totalmente il terreno in un cratere.
 
Il ragazzo produsse un ringhio di sforzo, calcando la presa sulle leve di guida.
 
La punta delle dita affilate dello 01 penetrarono nella difesa nemica, raggiungendo il corpo principale e squarciandone oltre la metà.
 
Il pilota in psico-collegamento avvertì dolori lancinanti in tuto il corpo.
Sputò un fiotto di sangue, portando una mano al pacemaker:
“Merda! Levati di mezzo!”
 
Lo allontanò con l’ennesima emissione luminosa.
 
Ormai allo stremo, Naruto provò l’ultima risorsa del nuovo equipaggiamento:
“D’accordo…ora sono disperato! Proviamoci! IMPACT BOLT: ZERO PROTON EXPLOSION!”
 
I due cannoni ad accelerazione particellare si rivestirono di archi di plasma bianco, concentrandolo nei palmi dell’Eva sotto forma di un ammasso globulare nero scintillante: antimateria.
“Non mi resta molto tempo…devo interrompere il contatto subito se non voglio causare un secondo Big-Bang!”
Lo 01 allargò i pugni.
La sfera di luce si sfaldò, tramutandosi in un bagliore crociforme.
Dal centro della radiazione luminosa, esplose un ampio raggio di plasma purissimo, polverizzando il suolo.
Il Susano’o piantò la spada al suolo:
“Il Geofront possiede anche delle strutture segrete! TRIPLA RASHOMON!”
 
Tre enormi muri rinforzati sorsero dal suolo, a distanze regolari.
 
Fu inutile: l’Impact Bolt raggiunse la prima lastra, concentrandosi in un punto.
Esplose in una miriade di scintille, seguita delle altre due.
Infine, la luce investì il Tengu di A.T.Field artificiale.
 
Prima di venire de-atomizzato, Itachi Uchiha sussurrò:
“Non vedo alcun Paradiso. Capisco…sono stato ingannato. Allora grazie, Naruto Uzumaki, pilota dell’Evangelion 01…finalmente mi hai aperto gli occhi.”
Poi, il suo mondo divenne pura luce.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
Quando il bagliore si affievolì, Ritsuko mormorò:
“Segnale assente: l’ha eliminato.”
Stranamente, nessuno esultò.
 
Poi, uno scossone.
Una videocamera riprese qualcosa di terrificante:
Lo 01 era ritto in piedi sulla piramide nera; i due occhi sottili riducevano di un inquietante sfumatura.
 
Naruto sibilò tra i denti:
“Ora tocca a voi…” 

 

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Capitolo 26
*** Episodio 25: Crimine d’Innocenza/ Dies Irae ***


 

 Angolino dei commenti

 

Un commento per tutti:
 
Mi scuso, ma stavolta credo che risponderò alle vostre gentilissime (come sempre) recensioni con un commento generale.
Ho notato, infatti, una certa vostra propensione per alcuni determinati punti della fiction, e ci terrei ad approfondirli meglio, visto che sono di comune interesse.
Innanzitutto, ho visto che avete tutti apprezzato la trovato del Susano’o, e questo mi rende felice^^ era uno sfizio che volevo togliermi da un po’.
Mi sembrava un ottimo modo per unire NARUTO a NGE, creando la giusta suspense azione, lasciando spazio per un minimo di riflessione da parte di Michael (che mi sono reso conto di non aver trattato affondo) e dando anche un background a Itachi ( per chi non lo ricorda, potete rileggerlo nell’Episodio 16).
Ad ogni modo, non era certo questo il punto forte del capitolo.
Come avete ben intuito, sono invece particolarmente fissato con i dialoghi filosofici: non c’è fiction di EVA  senza un po’ di sane pippe mentali XD.
Mi rendo conto che a volte il mio Naruto e compagnia bella appaiano parecchio OOC o melodrammatici, ma è ai fini della storia e sto cercando di puntare ad un ‘boy rising project’ differente –seppur ancora molto legato- a quello di Shinji: Naruto non è il solito indeciso alla Shinji né lo strafottente e spavaldo ninja di Kishimoto che tutti hanno in mente.
E’ ben diverso: è dotato –all’inizio- di una grande forza vitale, che va tuttavia scemando quando si rende conto che ha semplicemente pattuito di non pensare a ciò che gli accade intorno per evitare di rendersi conto che è ormai invischiato in faccende MOLTO pericolose e MOLTO più grandi di lui.
Così decide di scappare, senza rendersi conto che infondo non andrà da nessuna parte fin quando non avrà portato a termine il suo compito e fin quando non riuscirà a pensare qualcun’altro che non sia sé stesso.
Ho anche notato che Teru ha fatto breccia nei vostri DURI ANIMI DA RECENSORI….XD:
Beh, posso dire di esserne compiaciuto.
Teru, come tutti voi avete sottolineato, è un personaggio assai controverso:
Da una lato vorrebbe solo il bene della sorella; dall’altro non si rende conto che le esigenze di una ragazzina orfana di 16 anni sono ben diverse dalle sue. Crede di poter decidere del futuro di entrambi, nella sua presuntuosa convinzione di agire nel giusto. Dunque si vende alla SEELE, credendo di ricevere un Paradiso -passatemi il termine- ‘espresso senza schiuma’.
Esatto, come un caffè a cialde.
Qualcosa di istantaneo, che lo estranei da un mondo di solitudine in cui perfino i suoi rapporti amorosi con la stessa sorella sono fini a sé stessi…se lo sodisfassero non avrebbe bisogno di cercare questo fantomatico Paradiso.
Posso dire che Teru era un personaggio che anche a me è piaciuto trattare, peccato sia morto subito….T.T (e sì: Teru si è suicidato. Non l’ha ucciso Leon, ma se non si fosse tolto la vita da solo ci avrebbe certamente pensato lui.)
Ad ogni modo, i miei ‘parti’ preferiti sono Cris e Ginevra, peccato che talvolta passino inosservati: il mio cuore da fanfictioner batte solo per loro….(*me godurioso*)
 
Ad ogni modo…questo sarà il penultimo capitolo della prima serie, e introdurrà il prossimo.
Spero di conquistarvi anche stavolta…: l’emozione continua! (vediamo chi becca i due mini-crossover di oggi….)

   
Crimine d’Innocenza/ Dies Irae
 
“Ora tocca a voi…”
 
Con un violento pestone, lo 01 distrusse la cuspide superiore della gigantesca piramide nera.
Il tremore si propagò per l’intera struttura, raggiungendo il Central Dogma.
 
Gli schermi del Ponte di Comando sfrigolarono in modo preoccupante, sotto i colpi dell’Eva.
Gli addetti al MAGI si ritrovarono stesi al suolo, mentre le loro sedute girevoli scivolarono via per il fremito sismico.
 
Misato si resse con difficoltà ad una scrivania, gridando tanto agghiacciata quanto sgomenta:
“Naruto! Che cosa fai?!”
 
Dall’altro capo di un collegamento audio, giunse la voce inquietantemente pacata del pilota:
“Ha anche il coraggio di chiedermelo, signorina Misato?”
 
Lei rimase in silenzio; la bocca digrignata in una smorfia di terrore.
 
“Non avrà certo creduto che mi fossi dimenticato di quanto perpetrato dalla NERV, vero? O che fossi tornato qui per aiutare degli esseri meschini come voi?”
 
Misato strinse istintivamente il suo petto, quasi volesse proteggere il suo cuore.
Makoto, rialzandosi a fatica, si gli si rivolse, esitante:
“D-di cosa parli?! Che cosa è successo?!”
 
All’interno del suo Eva, il ragazzino strinse un pugno fino a piantarsi le unghie nella carne; mormorò colmo d’ira e disprezzo:
“E così non lo sa neanche lei, signor Hyuga? Suppongo non lo sappia quasi nessuno, tra i presenti…capisco: e così vi mentite perfino tra di voi, eh?”
In uno sfogo di nervi, percosse la cloche davanti a lui.
Lo 01 rispose con un secondo scalcio alla Base.
Lasciando da parte l’autocontrollo, ringhiò:
“Ve lo dico io cos’è successo! Il Comandante Ikari…quell’uomo…ha ucciso…mio padre! SOTTO I MIEI STESSI OCCHI!”
E allungò ancora un terzo colpo alla struttura.
Ed un altro ed uno ancora.
 
L’intero Quartier Generale sussultò violentemente, mentre anche sulle pareti più interne iniziavano ad allungarsi profonde venature.
 
Il personale si strinse intorno le tre colonne portanti dei MAGI, mentre Maya si voltò incredula verso il Comandante Supremo:
“C-Comandante Ikari…quello che dice è vero?!”
L’uomo non si scompose, limitandosi ad un freddo:
“Tuo padre era un criminale.”
 
“NON E’ VERO! LEI E’ UN BUGIARDO!”
L’Unità continuava a percuotere la piramide metallica, fino a quando la sua gamba non sfondò la copertura superiore, affondando fino alla caviglia.
 
Ritsuko trattenne a stento un grido, leggendo i dati in sovrimpressione dell’ampio schermo principale:
“E’ penetrato nell’interno! Siamo senza difese!”
Gendo, tentando di superare con la sua voce il frastuono dell’aggressione, continuò distaccato:
“Vorresti, ora, ripetere lo stesso crimine? Vuoi forse macchiarti della vita di centinaia di individui, solo per compensarne una?”
 
“Non è un crimine punire i criminali! E poi, uno per me può essere anche centomila, se è il migliore…”
 
“E cosa ti fa credere che sia il migliore? Esiste forse un metro di paragone?”
 
Naruto si tappò le orecchie, inamovibile:
“VOI NON CAPITE NIENTE!”
Sollevò un pugno metallico in aria, per poi artigliare la facciata anteriore della NERV, incidendo cinque lunghi solchi.
 
Maya cacciò un gridolino acuto:
“La Base è stata danneggiata per più del 30%! Così c’è il rischio che raggiunga il Central Dogma!”
Misato tentò disperatamente di farlo rinsavire:
“Per favore, adesso ascoltami! Quello che dici è vero, e nessuno potrà accusarti di egoismo! Ma…cerca di capire perché sei qui! E’ per quella ragazza, giusto?! Allora vuol dire che non puoi permetterti di distruggere tutto questo, se rappresenta un modo per difenderla!”
 
“Questo non centra assolutamente niente…”
 
“Ma il Colonello Katsuragi ha ragione!” -si oppose disperatamente Maya- “E’ un fatto incontestabile!”
 
“VI HO GIA’ DETTO CHE DI QUESTO NON MI IMPORTA NIENTE!!” -lo zittì- “Non azzardatevi ad alimentare ulteriormente la mia rabbia...”
Lo 01 dischiuse le fauci in un brontolio di diniego.
“La nuova armatura conferisce allo 01 energia illimitata…” -continuò con voce sottile- “…se lo volessi, potrei radere al suolo anche l’intera città.”
 
Aoba si voltò verso Misato:
“Nelle sue attuali condizioni psico-fisiche potrebbe anche esserne capace…”
La donna ingoiò un groppo amaro.
Poi, senza nemmeno sapere dove trare coraggio per quella parole, asserì:
“E va bene. Fa ciò che credi opportuno.”
Un brusio agitato si levò nella sala.
Ikari la fissò in silenzio.
“Misato, sei impazzita?! Così…!” -tentò di obiettare la Akagi.
“No. La verità è che abbiamo paura di questi ragazzi: siamo impotenti contro di loro ed in ogni caso…la nostra vita dipenderebbe comunque dalle loro scelte. Deve essere lui a decidere.”
 
Naruto la udì: per un momento, credette di poter essere compreso.
Ma poi, sentendosi stranamente spiazzato e disarmato, la collera pervase ogni fibra del suo corpo:
“NON MERITATE DI VIVERE!!”
E sferrò un pugno contro la grande effige rossa sulla facciata del palazzo, incrinandola.
“NON LO MERITATE, NON LO MERIATE!”
 
Ikari ordinò:
“Tagliate i collegamenti dell’Eva: non ho tempo da perdere con questo bambino capriccioso!”
“Impossibile: i codici di sicurezza dello 01 sono stati attivati dall’interno! Abbiamo perso il controllo del sistema!”
Inerme, il personale ella NERV rimase ad attendere la clemenza del ragazzo.
 
“NON LO MERITATE!”
Immerse un palmo nella Base, distruggendo il Settore mensa.
 
“Ora basta.”
Una voce calma, giovane, quasi rassicurante nella sua fermezza.
Un’enorme mano guantata sfiorò la spalla dello 01.
 
Il pilota si voltò appena, boccheggiando.
Gli angoli della bocca tremarono, mentre le pupille -ora trasformate dallo stesso Eva- si ridussero nuovamente a due piccoli punti neri.
 
Lo 00, in piedi, applicava la minima pressione possibile per tenerlo fermo.
Cris, senza batter ciglio, ripeté:
“Basta così, è sufficiente.”
 
Con un unico, rapido gesto, lo 00 afferrò e strappò via il cockpit dorsale dello 01, ghermendone e rimuovendone forzatamente l’Entry Plug.
 
Naruto avvertì un penetrante dolore allo sterno, lasciandolo senza fiato.
Prima che i monitor dell’abitacolo si disconnettessero dalla configurazione ottica del gigante biomeccanico, notò una piccolissima sagoma umana ai piedi della piramide semidistrutta:
Nel fitto della boscaglia, una giovanissima ragazza era riversa in ginocchio, tremante.
Lui la fissò con la coda dell’occhio:
“G-Gin…G-Gine…”
Lasciò che le sue palpebre calassero mollemente, gettandolo in un profondo oblio.
 
 
*   *   *
 
 
Plic…plic…
 
Le gocce d’acqua precipitano con delicatezza nel lago di liquido aranciato che lambisce il ragazzo.
 
C’è una musica, lì: un pianoforte senza gambe produce il suo canto di arrendevole riposo.
 
http://www.youtube.com/watch?v=OK4SKxU3CRQ

Quel lembo di tessuto strappato che porta a mo’ di coprifronte ora galleggia sulla superficie solo appena increspata da qualche riflusso, a pochi metri da lui.
 
Apre gli occhi, lentamente:
E’ riverso nell’acqua; lo sguardo rivolto verso un soffitto sconosciuto, ricoperto di grottesche tubature idrauliche, da cui -talvolta- cade coraggiosamente una goccia, infrangendosi sul suo viso.
 
Non deve essere molto profondo quello specchio d’acqua, al massimo un paio di metri.
 
Fluttua quasi immoto, mentre i capelli danzano nel liquame, scossi da impercettibili onde.
 
Infondo a quel lago sconfinato, si innalza una sorta di cancello dalle proporzioni colossali; oltre di esso il nero più assoluto.
 
Lentamente, percepisce la situazione con tutto il suo corpo:
Fa freddo, non indossa nemmeno una maglietta.
C’è uno strano odore: sangue, misto ad altri aromi dolciastri, quasi di pelle, latte e borotalco.
Si accorge che quella musica si propaga per la stessa acqua che lo avvolge.
Acqua?
No…è diverso: L.C.L.
Un’immensa, profonda, calma distesa di brodo primordiale.
Si rende conto del pianista, sino ad allora invisibile: è un ragazzo dai lineamenti sottili ed eleganti; i suoi capelli sono del nero più profondo, interrotto solo da una striatura blu elettrico, quasi una saetta in un cielo notturno.
 
Infine, sussurra:
“Dunque, non sono stato capace di realizzare ciò che desideravo?”
Senza smettere di suonare, il pianista domanda:
“Cos’è che desideravi? Uccidere quelle persone, forse?”
“Forse. Infondo, con le loro menzogne, stavano uccidendo me.”
“E per questo ritieni che porre fine alla loro esistenza possa terminare anche le tue pene?”
“Perché no? Se riesco a trovare la causa dei miei mali…non potrei rimediarvi eliminando il problema alla radice?”
“Probabilmente sì. Eppure ti sei trattenuto.”
Naruto serra i denti, senza cambiare posizione:
“No…tu me lo hai impedito!”
“Ti sbagli. Se davvero tu avessi voluto realizzare i tuoi desideri, non ti saresti certo fermato così. Ciò che ho fatto è stato solo sottolineare la tua insicurezza: non era quello il tuo vero obiettivo.”
Chiude ancora gli occhi, mentre una lacrima sgorga oltre le sue ciglia e si fonde nel liquido giallastro:
“Ho mentito ancora una volta a me stesso?”
 
“Forse, più che mentire, stai solo cercando una scusa per nascondere la reale paura di toccare il prossimo tuo.”
Una seconda voce si aggiunge: è femminile, lieve, argentina.
Lui si volta appena, affondano il viso per metà nel lago:
 
Lontanissima e irraggiungibile, una ragazza dai capelli d’oro indugia in piedi, completamente nuda.
 
Lui aggrotta la fronte:
“Ma io…ho tentato di reprimere la mia paura. Mi sono sforzato di capire gli altri. Allora perché ancora non va bene?! Possibile che io sia ancora così legato al mio essere?”
 
“L’uomo è nato libero ed ovunque è in catene.”
 
Quest’ultima voce lo fa rabbrividire: è doppia; no, tripla.
Proviene da quel nero vuoto che attanaglia lo spazio dietro le colossali sbarre di ferro arrugginito, oltre le quali -ora- scintillano due sottili occhi gialli, penetranti come una lama.
E’ insieme una soave voce di madre; una calda voce di padre; ed una stridente e grottesca voce di…qualcos’altro.
Qualcosa di grande, enorme, metallico eppure allo stesso tempo così umano.
 
Quando il riverbero della profonda voce svanisce, il giovane pianista asserisce:
“Nascere libero è nulla; divenirlo è cosa celeste.”
Quindi, Naruto torna a fissare il soffitto di quella caverna idraulica:
“Come posso divenire libero? Io credo…che si possa essere liberi solo quando tutti lo sono. Eppure…io mi sento così inadeguato: sono io il meschino, non loro. Per liberarmi delle mie vecchie spoglie, per meritare questo onore…dovrei forse essere un individuo migliore?”
 
La riposta giunge da una seconda voce femminile, più matura:
“L'uomo ha bisogno di quello che ha in sé di peggiore per raggiungere ciò che di migliore esiste in lui.”
Diametralmente opposta alla ragazza, una donna dai capelli di un rovente color prugna tergiversa nella medesima condizione.
 
Infine, un ultima figura si aggiunge alla scena:
E’ un ragazzino dal viso ingenuo ed innocuo, che però è contratto in un cipiglio adulto ed insoddisfatto.
Anche lui è ritto in quel liquore dall’odore pungente, vestito solo della sua pelle.
Tuttavia, è molto più vicino degli altri: è a pochi centimetri dal corpo del bambino adagiato mollemente nei flutti.
Il fatto è che…sono identici.
Il ‘doppio’ mormora a colui che giace ai suoi piedi, contemplandolo quasi con ribrezzo:
“Se ad un Dio si deve questo mondo, non ci terrei ad essere quel Dio: l'infelicità che vi regna mi strazierebbe il cuore. Sei un essere patetico. Sei inutile. Sei egoista. Mi disgusti.”
L’altro non batte ciglio, continuando a fissare un punto nel vuoto.
L’alter ego evapora e riappare seduto sul suo torace.
Avvicina le dita al suo collo e le serra con forza, in un tentativo di spietato soffocamento.
Tuttavia, l’originale (ammesso che due aspetti della stessa persona possano esser distinti tra ‘originale’ ed ‘ulteriore’) sembra non soffrire, limitandosi ad implorare:
“Allora prova ad essere gentile…”
Molla la presa e quel volto talmente simile da risultare il riflesso di uno specchio muta rapidamente, assumendo in una frazione di secondi i lineamenti completi dei presenti.
Sorride, con agghiacciante ingenuità:
“Ma io sono gentile!”
 
Infine, la sagoma effimera di donna più giovane lo redarguisce severamente, seppur mantenendo leggiadro il suo parlare:
“Chi è incapace di vivere in società o si crede sufficiente a sé stesso deve certamente essere una bestia o un dio.Riconoscere sé stessi come individui può essere facile, ma l’importante è riconoscere che sono individui anche gli altri.”
 
Con un urlo di lacerante dolore e solitudine, Naruto si ribella disperato:
“Ma io ho provato! Vi dico che ho provato! Perché anche voi non vi sforzate di capirmi?! PREOCCUPATEVI PER ME! PRENDETEVI CURA DI ME!!”
 
I fantasmi scompaiono.
La musica si dissolve in un mare di luce.
La sua voce si affievolisce e…
 
 
 
*   *   *
 
 
Con un gemito di panico, quasi come dovesse riprendere fiato, Naruto si ridestò di soprassalto.
 
Aveva la fronte imperlata di sudore ed ansimava profondamente, affaticato da un sonno tormentato.
Si concesse qualche istante per tranquillizzarsi, prima di mettere a fuoco l’ambiente:
 
Si trovava in un letto dalle lenzuola immacolate, fresche e profumavano di pulito; l’intelaiatura del mobile era essenziale e metallica, con dei supporti reclinabili.
Le sue braccia erano riverse mollemente su quest’ultime; legato al polso destro, portava un braccialetto blu da ambulatorio.
Indossava una sottile camicia bianca a mezze maniche clinica.
Strusciando leggermente le gambe sotto i lenzuoli, poteva avvertire anche un paio di pantaloni dello stesso tessuto.
La stanza era ampiamente illuminata dalle grande finestre laterali, dalle quali filtravano i raggi del Sole estivo, in tutta la loro pienezza.
In tutto il locale dominava un bianco sfumato di ombre cianotiche.
I suoi stessi capelli, del biondo più intenso, apparivano ora tendenti all’argento o al blu-grigio.
 
“Un altro soffitto sconosciuto…” -mormorò.
Poi, ruotò il capo di tre-quarti, guardando alla sua destra:
In un letto identico, riposava un ragazzo dai capelli ispidi e corvini, accanto al quale un elettrocardiogramma indicava segnali vitali positivi.
Infine, sentì tirarsi per un lembo del lenzuolo, verso il basso.
Allungò la vista oltre il bordo del letto e scorse un goffo e tozzo pinguino dalle creste rosse -al cui collo  pendeva una targhetta metallica con inciso: ‘PEN2- beccare l’angolo della coperta.
Il curioso volatile si accorse di essere osservato e frullò improvvisamente le ali:
Con un verso di eccitazione, si tuffò rapidamente sotto le lenzuola, lasciando sconcertato e sorpreso Naruto:
Whooo! Ehi, calma, calma! Anch’io sono contento di rivederti, PenPen!”
L’uccello lasciò sbucare la testa dalla trapunta, accomodandosi con corpicino paffuto tra le gambe e la pancia del ragazzino.
“Certo che tu sei il più duro di tutti! Si può sapere come avresti fatto a scampare quell’esplosione?!”
Per risposta, PenPen emise un versetto dubbioso.
 
Ah, ti sei svegliato, alla fine!”
Una giovane voce maschile, impastata dal sonno, calamitò la sua attenzione.
Si voltò:
Il compagno di stanza si era messo a sedere sul letto, sorridendogli il più bonariamente possibile, per quanto le condizioni lo permettessero.
“Mike! Quanto tempo! Scusami…forse ho alzato la voce.”
“No, figurati: ero solo in dormiveglia!”
“Per quanto ho dormito?”
“Sono già passati due giorni. Siamo gli ultimi due: lo snob e la ragazza sono stati dimessi ieri sera; il ragazzino che pilota lo 02 stamattina. Di quel tuo amico dai capelli blu non so nulla, invece.”
 
I due si fissarono in silenzio, pe un poco, poi il fifth prese la parola:
“Quindi, alla fine, hai deciso di tornare.”
L’amico abbassò lo sguardo:
“Già…”
“Però avresti preferito di no, giusto?”
Naruto lo guardò stupefatto:
“E tu come faresti a saperlo?”
“Te lo si legge in faccia!” -e Black gli sfoderò un sorriso scontato- “Si vede lontano un miglio che non hai nessuna intenzione di combattere!”
Ancora una volta, Naruto dovette annuire:
“E’ così evidente, eh?”
“Direi di sì.” -guardò altrove, senza perdere il suo sorriso affabile- “Sai…mi spiace che non ci siamo mai parlati molto, io e te. Eppure è molto tempo che ci conosciamo. Mi sei simpatico.”
“Grazie…anche se non capisco come un codardo come me possa venirti in simpatia.”
L’altro si ridistese, incrociando le braccai dietro la testa:
“Dimmi, Naruto, tu non sopporti proprio il dolore, vero?”
Beh, diciamo che non mi rende felice.”
“Allora sei proprio come me…”
Mike chiuse gli occhi ed il suo sorriso si venò di rassegnazione.
Naruto lo squadrò perplesso.
Il ‘Corvo’ continuò:
“Non sopporti l’idea di soffrire, né tantomeno che qualcuno soffra per causa tua. E’ una cosa normale, infondo.”
“E neanche tu?”
“No, lo ammetto. Passando ad altro…” -la sua voce sia affievolì-“…Naruto, tu ci pensi mai al suicidio?”
Sentì gelarsi il sangue nelle vene, socchiudendo la bocca in un’espressione di puro disorientamento:
“C-cosa…?!”
Mike si spiegò meglio, continuando a sorridere come se nulla fosse:
“Io ci penso un casino di volte. Ci sono giorni in cui, davvero, vorrei che tutto questo finisse. Non c’è motivo di continuare a soffrire, o sbaglio?”
Afferrò una piccola lametta sul comodino:
“Vedi, adesso, ad esempio…”
“No, aspetta!”
Naruto si alzò di scatto dal letto, facendo cascare PenPen, gettandosi sull’amico e bloccandogli il polso:
“Che diavolo ti salta in mente?! Così…”
“Visto? Non vuoi che gli altri soffrano.” -lo bloccò, quasi divertito.
“Ma io pensavo…”
“Tranquillo, non lo avrei fatto. E non perché non ne abbia il coraggio; semplicemente perché non sarebbe giusto.”
Giusto?”
“Ovvio. Vuoi sapere perché non mi sono ancora ammazzato? Semplice: perché io devo vivere. Molte volte ho pensato di togliermi la vita, di raggiungere i miei genitori e mio fratello…ma mi sono sempre fermato. Perché, vedi: non sarebbe corretto lasciarsi andare, se -tra tanti- ti è stato concesso il dono della vita proprio a te. E non solo di vivere, ma di lasciar vivere. Pilotare l’Eva…è qualcosa di così terribile, però…è utile, non trovi? Pensaci: quante vite si salveranno, grazie a noi?”
“Quindi io…non dovrei rammaricami di combattere?”
“Al contrario: riconoscere l’assurdità della violenza ti identifica come ‘umano’. Tuttavia, per chi intraprende cose belle è bello soffrire.”
“Non capisco…”
“Voglio dire che quello che ci è stato offerto è un dono, una possibilità. La possibilità di combattere per noi stessi…e per gli altri. La possibilità di divenire fautori del nostro destino.”
“Io non credo nella predestinazione!”
“No, infatti: ma il Destino può anche essere visto come le conseguenze più probabili ed immediate delle nostre azioni. Possiamo cambiarlo in ogni istante, semplicemente facendo la cosa che riteniamo più giusta.”
Naruto si sedette sul letto; un crampo allo stomaco gli ricordava il suo Solipsismo.
Mike strinse un pugno:
“Io…non sono intelligente come tutti voi. Non sono nemmeno un così bravo pilota. Non che i miei consigli valgano più di tanto, ma credo possano tirare u po’ su di morale. Non mi aspetto di essere capito: la chiarezza non è il mio forte!”
“Un grande uomo costringe gli altri a spiegarlo.” -lo rincuorò l’altro.
Si guardarono ancora un po’, sorridendosi.
PenPen si era già riaddormentato sul cuscino di Naruto.
 
Poi, il cigolìo della porta dell’infermeria li distrasse:
Il Colonnello Katsuragi -ancora indosso la divisa militare- entrò timidamente:
“Ciao, Naruto. Vedo che stai bene: sono contenta. Il Comandante Ikari vorrebbe parlarti…”
Lui non la salutò nemmeno; abbassò gli occhi, stringendo i denti:
“Come volete.”
 
 
*   *   *
 
 
Poco dopo. Ufficio del Comandante Gendo Ikari.
 
“Uzumaki Naruto, sei stato condotto qui perché hai abusato della libertà a te concessa di usufruire dell’Eva e tentati atti terroristici verso l’Agenzia Speciale NERV. Per questo sei sottoponibile a giudizio marziale; la tua pena potrebbe anche incorrere nella morte.”
L’Uomo Con Gli Occhiali introdusse così il ragazzo, ancora in abiti sanitari.
“Lo so; nonostante questo non mi importa. Se per lei questo è giusto, faccia come crede.”
Ikari non si scompose visibilmente, ma certamente la riposta dovette lasciarlo interdetto:
“Sebbene io sia tenuto a giustiziarti…non lo farò. Ti ho convocato per discutere: non voglio inutili spargimenti di sangue.”
“Come quello di mio padre?”
“Anche tuo padre ha agito senza consenso. Quello che ha fatto non ammette attenuanti: giustiziarlo all’interno delle mura della NERV è stata la cosa migliore da fare, evitando polemica e mass-media.”
“Capisco…d’altronde, anche per me è lo stesso: il supremo male che possa capitare è commettere ingiustizia; non vorrei né patirla né commetterla, ma, fra le due, preferirei la seconda. Accetterò qualsiasi vostra decisione.”
“Questo ti fa onore, ragazzino. Il tuo comportamento può essere stato anche motivato da rancori personali, ma hai messo in pericolo la vita di tutti solo per una tua passione sragionata.”
“Io ritengo che la ragione é -e deve solo essere- schiava delle passioni, senza rivendicare in nessun caso una funzione diversa da quella di obbedire e di servire ad esse. Nonostante questo, prendo atto dei miei errori. Tuttavia…io non la perdonerò mai per ciò che ha fatto, Comandante Ikari.”
“Immagino di no.” -la noncuranza con la quale Gendo Ikari si riferiva alle comuni persone era a dir poco fastidiosa- “Puoi andare.”
 
Naruto si voltò, senza rivolgergli una parola, allontanandosi.
Prima di abbandonare l’ufficio d’alto grado, chiese sottilmente ironico:
“Posso chiederle una cosa, Comandante Ikari? Lei, per caso, ha dei figli?”
L’uomo rimase a lungo in silenzio, mantenendo fissi quegli occhi magnetici oltre le lenti oscurate degli occhiali.
Infine rispose:
“No.”
 
 
*   *   *
 
 
Mezz’ora dopo. Hangar principale.
 
I ciclopici cilindri di vetro erano quasi totalmente vuoti; solo tre su otto accoglievano altrettante Unità Evangelion:
Il possente 01, ricoperto dalla nuova corazza, sostava nell’apposita gabbia; l’Unità 00 attendeva in un alloggiamento adiacente, mentre un braccio meccanico sigillava -tramite un’enorme fiamma ossidrica- le escoriazioni dell’armatura; l’Eva 02 stava subendo un trattamento alquanto invasivo, al fine di ricucirne le ferite, riattaccare l’arto strappato e ridistendere forzatamente la carne in eccesso, espansa dopo la modalità ‘BEAST’.
 
Un ampio schermo circolare riportava il grado di guasto:
 
Eva 00: standby
Eva 01: standby [F-Type]
Eva 02: riparazione [danno intensivo]
Eva 03: riparazione [danno critico]
Eva 04: annientato
Eva 05: riparazione [danno intensivo]
 
Seduto al centro dell’hangar, difronte al rispettivo automa, il giovanissimo pilota tedesco ne osservava le riparazioni.
Una benda bianca gli fasciava la fronte e l’occhio destro; sul suo viso un’espressione di rifiuto e onta.
 
A poche decine di metri, Misato e Ritsuko controllavano il tutto, in disparte.
“Due Unità Evangelion funzionanti, una distrutta e le altre sono in riparazione…praticamente siamo tornati all’inizio.” -rifletté la Akagi, sfilandosi gli occhiali da vista.
“Già…senza contare che abbiamo lasciato che dei bambini si ferissero: che vigliaccheria!” -Misato guardò altrove, disgustata perfino da sé stessa.
“E’ per questo che era stato ideato il DUMMY SYSTEM: per ovviare al problema sorto dalla scelta dei piloti.”
“Non nominarlo nemmeno, quel programma terrificante! Finora ha causato solo danni! E poi, anche con tutti gli accorgimenti possibili, non mi fido a lasciare la guida degli Eva ad un computer!”
“Trovi quindi che quei robot debbano essere pilotati solo da dei ragazzini?”
“L’dea non mi piace affatto. Se non fosse che sono gestibili esclusivamente dai children, prenderei volentieri il loro posto. Tuttavia, questo non è possibile: credo che qualcosa di creato dall’uomo debba essere controllata esclusivamente dall’uomo.”
“Eppure, sono spesso sfuggiti ai nostri mezzi.”
“Quel che dici è vero, ma è proprio per questo che gli Eva sono così strettamente legati a quei ragazzi: per via della loro anima.”
Soffermò il suo sguardo su Thomas:
“Quel bambino…deve essere legato molto allo 02, più di quanto lo potesse essere Asuka stessa.”
“Lo credi davvero?”
“Sì. D’altronde, quell’Eva contiene l’anima della madre defunta. Durante lo scontro, vi si è riferito definendolo il ‘Primo Altro’.”
“Ma certo! Per un bambino, la madre è il primo estraneo di cui fa la conoscenza, una volta nato.”
“Esatto. Credo che lo 02 compensi la sua mancanza affettiva; probabilmente è la cosa a cui tiene di più in assoluto. Perfino ora non se ne separa. Il suo profondo odio verso il padre deve averlo portato ad un’eccessiva rivalutazione della figura materna.”
“La visione amletica del Complesso di Edipo: non riuscendo a comprendere il rapporto amoroso dei due genitori -poiché ritiene il padre indegno dell’affetto di sua madre-, Thomas deve averlo rifiutato a priori, identificandolo con il puro sesso. Di solito, questi casi associano il sesso allo sporco e di conseguenza l’amore a qualcosa di sbagliato: quel ragazzino non imparerà mai ad amare.”
“E chi lo sa! Spero solo si renda conto che il mondo è pieno di cose meravigliose che attendono solo un cuore aperto all’amore.”
 
 
*   *   *
 
 
Stesso giorno. Appartamento del Colonnello Katsuragi. Ore 20:45. Neo-R2.
 
Naruto affondò ancora un po’ con il corpo nei soffici cuscini del sofà.
Strinse le spalle nel felpone grigio con cappuccio, ritrovato nell’armadio della sua camera, forse un po’ troppo pesante per una serata di inizio estate.
Come la mattina stessa, ai piedi della poltrona, dormiva il grosso pinguino termale.
 
Il portone d’ingresso al piccolo appartamento cigolò, aprendosi verso l’interno.
Misato rincasò, poggiando frettolosamente la borsa ed il cappotto militare sul mobile all’entrata. Quindi, salutò pacatamente il ragazzo disteso sul divano:
“Ciao. Vedo che non hai scordato la strada per casa, anche se, ovviamente, adesso è decisamente malridotta.”
Come benvenuto, lui le concesse solo un grugnito scocciato ed un: “Già.”
Lei sentì morirsi le parole in gola, trattenendo sia l’impulso di abbracciarlo che di prenderlo a pugni.
Sviò il discorso:
“Ad ogni modo…hai visite.”
Si fece da parte, mentre due ragazzini di età visibilmente differenti varcarono la soglia.
“Vi lascio soli…”
E si congedò, infilandosi in cucina.
 
Naruto si voltò appena, riconoscendoli con la coda dell’occhio:
“Cris, Thomas…che cosa siete venuti a fare?”
I due gli si avvicinarono, sedendosi sui due pouf adiacenti.
Il Tedesco portava ancora la sua fasciatura.
“Sapere delle tue condizioni mi pareva il minimo...” -rispose il first.
“Avevamo paura che ti fosse successo di grave, vista la caduta che ha fatto lo 01, dopo essersi spento.” -disse timidamente il pilota più giovane.
Naruto, invece, ne sembrò quasi infastidito:
Mpf! Dove la troverete tutta questa apprensione, poi! Guardati tu, Tommy: hai addirittura una ferita alla testa! Che avrete tanto da preoccuparvi, per me…!”
Beh, è così che fanno gli amici, no?”
Naruto ebbe un piccolo fremito:
“‘Amici’…ancora quella parola. La parola che da conforto; la parola il cui significato evapora col tempo; la parola che nasconde malvagità senza precedenti…posso davvero riconoscere gli amici, tra coloro che mi circondano?”
L’uomo è misura di tutte le cose.” -rispose Cris, sibillino- “Quelle che sono, per ciò che sono e quelle che non sono, per ciò che non sono. Sta solo a te decidere dove trovare la tua verità. Devi assumerti la responsabilità anche di questo tipo di scelte: selezionare coloro a cui tieni, per cui vuoi batterti e vivere.”
Il second children affondò ancora un po’ nel divano:
“Mi piacerebbe che fosse l’Amore a tenermi in vita…ma non è così. Sto cercando di sopravvivere per ovviare a questa mancanza, aspettandolo come riconoscimento delle mie azioni che mi arrecano tanta sofferenza. Però…ho paura che, quando tutto questa storia sarà finita, non troverò altro che solitudine.”
“E dunque…ritieni che si sbagliato pilotare l’Eva?”
“Sì, in un certo senso…ma Michael mi ha fatto riflettere sul fatto che potrebbe essere utile. Non so…in qualche modo, potrei anche accettarlo, dato che lo ho fatto sinora.”
“Allora il gioco è fatto, se consideri l’Eva qualcosa di giusto: la ricompensa per qualcosa di ben fatto è il fatto stesso di averla compiuta.”
Naruto si mise a sedere, fissando il pavimento; riuscì a pensare ad una sola persona, in quel momento:
“Ginevra…dove sarà, ora? L’ultima volta, io…”
Rispose il pilota dai capelli d’inchiostro:
“Ora è al sicuro, sta’ tranquillo. E’ stata fortunata: durante la caduta, lo 01 l’ha sfiorata di un soffio. Ad ogni modo, è stata subito allontanata e scortata dai rifugiati. Le Forze dell’Ordine stanno lentamente accompagnando la popolazione in superficie, per coloro che hanno ancora una casa. Se le previsioni sono giuste, dovrebbero tirarla fuori domani mattina.”
Poi, Thomas prese la parola:
“Ascoltami, Naruto: davvero tieni a quella ragazza?”
“Ma si…certo!”
“Credi davvero di amarla? Non hai paura che possa essere solo una tua cieca convinzione? Un ‘capro espiatorio’ sul quale riversare il tuo bisogno d’affetto?”
Beh, io non credo che…”
“Allora devi farmi una promessa.”
I grande ed espressivi occhi azzurri del bambino tedesco si inumidirono di lacrima, al ricordo di amori spezzati e volgarmente deturpati:
“Promettimi…che non ti mostrerai opportunista. Se davvero la ami, se davvero credi di esserne in grado…allora devi essere anche pronto a morire al suo posto! La sua vita deve valere più della tua stessa!”
Quelle parole colpirono il second più di una colpo di pistola.
 
Fu lì per replicare qualcosa, quando il campanello, all’ingresso, trillò.
Misato andò ad aprire, girando lentamente la chiave nella serratura.
Aprì il portone; sul suo volto si dipinse un’espressione di sofferenza mista a sorpresa.
Un giovane uomo entrò in casa:
Indossava una camicia blu macchiata di sangue, legata da una stretta fasciatura di rimedio; una cravatta slacciata e ed un distintivo spiegazzato.
 
I tre seduti in salotto balbettarono, increduli:
“S-signor Leon…?!”
Lui stentò un sorriso, dolorante per le ferite:
“Eccomi a casa, allora! Che c’è per cena?”
 
 
*   *   *
 
 
Due ore dopo. Stesso luogo.
 
Quando Misato spense le luci della camera da letto del suo giovane coinquilino, quest’ultimo afferrò un manga poggiato sul comodino, sollevandolo in aria e sfogliandolo senza troppa attenzione.
Poco dopo, la porta della stanza si schiuse leggermente, lasciando filtrare un taglio di luce.
Cris fece capolino.
Naruto gettò a terra il fumetto, scocciato:
“Non sei ancora andato a casa...che c’è? Non hai sonno?”
Invece di rispondere direttamente, l’altro si limitò a guardarsi intorno e a notare:
“Che buffo: eravamo in questa stessa posizione la prima volta che ci siamo incontrati.”
“Vuoi dire la seconda.”
 
Ricordava bene il suo risveglio in quell’angusto appartamento, dopo essere collassato alla vista di quel suo nuovo compagno di scuola, rivelatosi il pilota dell’Arma Decisiva Evangelion.
 
“E’ vero, quasi me ne dimenticavo. Ad ogni modo, sembra che noi due siamo destinati a parlarci solo dopo qualche incidente!”
Naruto restò per un momento in un contrito silenzio; poi si sedette, incrociando le gambe:
“Già. E sempre per causa tua…”
“Mi spiace darti tanti disturbi. Il fatto è che non so mai come comportarmi, in queste situazioni…”
“Perché lo hai fatto?”
“Cosa?”
“Perché mi hai bloccato, l’altro ieri?”
“Il mio è stato solo il sottolineare la tua indecisione ed insicurezza. Se avessi davvero voluto distruggere la NERV, lo avresti già fatto.”
Naruto sorrise, ironico:
“Che fai, ti ripeti?”
“Come dici?”
“Di nuovo quella ramanzina riguardo alla mia indecisione…dici sempre le stesse cose.”
“Non mi pareva di averne accennato, prima d’ora…”
“No…mi sono sbagliato.” -Naruto si ridistese- “Non lo ha detto questo modo di essere te. Credo di averlo sognato.”
Cris i voltò, mentre gli occhi di lapislazzuli luccicarono nell’oscurità:
“Sei molto assonnato: è meglio che me ne vada.”
E mise piede oltre lo stipite della porta.
Infine, Naruto ripeté la sua domanda:
“Perché lo hai fatto?”
Questa volta, il responso fu differente:
“Perché era la cosa giusta da fare.”
Per rimando, Naruto citò le sue stesse parole, di giorni addietro:
Il giusto non è che l’utile del più forte.”
“Esatto.”
E se ne andò.
 
Il ragazzo disteso supino sussurrò alle tenebre della notte:
“Che sia lui…il più forte?”
 
 
*   *   *
 
 
Giorno seguente. Ore 13:00 P.M. Ufficio del Gran Maestro Lorenz Keel. Neue-Zurich. Svizzera.
 
Il gigantesco orologio a pendolo segnò l’una.
 
L’Uomo col Visore sedeva come di consueto alla grande ed avvolgente poltrona rossa; le mani rugose e stanche poggiate su delle grandi fotografie a colori, raffiguranti primi piani di incomprensibili geroglifici di un alfabeto ormai dimenticato, incisi sulla nuda pietra.
A pochi metri dalla sua scrivania, il giovane e raffinato maggiordomo attendeva ordini; le braccia compostamente ripiegate dietro la schiena.
 
Keel gli si rivolse:
“Così la NERV ha osato nuovamente opporsi al nostro Progetto: quanta stupidità in un così esiguo drappello di uomini…”
Sebastian, cortesemente, disse la sua:
“Se posso esprimere un parere, credo che il loro Progetto abbia ben diverse finalità e motivazioni. Inoltre, credo che quei bambini siano capaci di grandi azioni, poiché motivati da obiettivi personali. In mani tanto piccole si annida un potere enorme.”
“Quei ragazzi sono solo pedine: la loro vita è esile e precaria; potremmo sbarazzarcene in qualsiasi momento.”
“Ma non sono pedine anche tutti gli esseri umani? Non sono anche loro deboli come fuscelli?”
“La razza umana è infima ed incompleta: l’unica specie animale in grado di provare odio tra individui della stessa è proprio quella umana. Tutto questo deve aver fine.”
Quindi, il maggiordomo nero estrasse dal taschino del frac un elegante e piccolo orologio, contemplandolo:
“Credo sia l’ora.”
 
Con un suono lievissimo, una piuma immacolata si adagiò morbidamente al centro della stanza.
 
Keel non si smosse:
“Capisco.”
 
Una seconda.
Una terza.
Una cascata appena mobile di un candore spettrale.
Qualcosa di diabolicamente paradisiaco.
Poi, una voce maschile si levò dall’indefinito biancore.
Profonda, decisa…eppure delicata, tagliente e cristallina allo stesso tempo, parlò:
“Ebbene, Keel…credo sia ormai giunto il momento degli addii.”
 
“Mio Dio, so bene ciò che state pensando…non posso sottrarmi al vostro giudizio inappellabile. La Morte arride a tutte le umane cose…noi uomini non possiamo far altro che sorriderle di rimando.”
Tra le piume discendenti da un punto nullo, si levò un braccio dalla mano bianchissima ed elegante, ricoperto da una larga toga nera dalle bordature dorate:
“La SEELE ha avuto il suo tempo. Il suo Progetto è fallito, avete perso.”
“Suppongo che porgervi le mie più umili scuse non sani il debito nei vostri confronti, Dio.”
“No; tuttavia il Contratto richiede un versamento.” -la testa (ricoperta da una mare informe di lunghi e setosi capelli bianchi come piume di cigno) del misterioso interlocutore si voltò verso il maggiordomo- “Sebastian…è arrivato finalmente il tuo agognato turno.”
Il giovane servo sorrise sottilmente, avvicinandosi all’anziano uomo seduto:
“Me ne compiaccio…”
 
Si portò alle sue spalle, allungando le dita ricoperte da guanti bianchissimi verso il visore rosso.
Lo sollevò delicatamente, scostandolo, rivelando i due vecchi e stanchi occhi del Presidente della Commissione per il Perfezionamento dell’Uomo: le iridi nere facevano da tela per due pentacoli viola luminescenti, circondanti al pupilla.
 
La Voce di Dio pronunciò il suo verdetto:
“La ringrazio per il suo contributo, Lorenz Keel…ma ora i suoi servigi non sono più richiesti.”
 
Con un sogghigno malizioso, Sebastian tirò via il guanto sinistro, scoprendo un marchio del tutto simile al suo padrone.
 
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“Addio…Longinus.” -mormorò colui che veniva definito ‘Dio’.
Il maggiordomo nero poggiò il palmo sulla spalla del Gran Maestro, leccandosi le lebbra:
“Un’anima antica di più di duemila anni…penso che mi sfamerà per il prossimo secolo.”
L’ultimo addio di Keel fu:
“Così, alla fine, il mio inizio e la mia fine coincidono nello stesso momento e tutto segue il giusto corso…”
 
Avvicinò le labbra al collo dell’uomo...e l’anziano Lorenz Keel si dissolse per sempre in una cascata di L.C.L, mentre una rete di organi meccanici si riversarono sulla scrivania.
 
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Infine, il diavolo di maggiordomo fissò soddisfatto il mucchio informe di resti:
“Il Contratto è chiuso.”
Il presunto Dio scomparve dissolvendosi, mentre la sua voce risuonò nell’etere:
“I rituali per la Venuta sono quasi terminati: da adesso, tutto subirà una svolta risolutiva…è il momento di risvegliare l’Ambasciatore di Dio.”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Laboratorio di Ricerca e Sviluppo segreto. Nuova Karnak. Artide.
 
Una capsula rossa venne calata all’interno di un alloggiamento ovoidale, posto tra due lunghe gambe meccaniche; sulla carena dell’Entry Plug sconosciuta era impressa, a caratteri cubitali, la scritta: UZUMAKI-DMY.SYS
 
Oltre un visore nero, due occhi di una grande testa meccanica si ravvivarono di una lugubre luminosità, sibilando meccanici.
 
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*   *   *
 
 
Ore 19:35. P.M. Vicinanze della Grande Voragine. Neo-R2.
 
Sebbene il Sole fosse ancora alto nel cielo, i suoi raggi iniziavano già ad inabissarsi all’orizzonte.
Il tramonto giungeva sempre prima dello scoccare della ventunesima ora, persino d’estate.
Dal Second Impact, la traiettoria della Terra era stata pesantemente deviata, influendo sul normale scorrere delle stagioni.
 
Naruto respirò a pieni polmoni l’aria ormai ripulita dai fumi della battaglia consumatasi giorni prima.
Voltò lo sguardo alle sue spalle: un cratere di diversi kilometri di diametro campeggiava al centro di quella che un tempo si sarebbe definita ‘città’.
Nonostante il danno catastrofico, i quartieri limitrofi erano rimasti miracolosamente illesi; i palazzi coinvolti solo per metà nell’esplosione lasciavano scoperte le camere e gli interni, i cui mobili erano rimasti nell’esatta posizione originale, nonostante fossero rimasti tagliati con millimetrica esattezza.
Tuttavia, nonostante quelle sensazioni di calma lo distraessero e calmassero, una percezione di disagio si insinuò in ogni suo capillare:
Era caldo, terribilmente caldo.
Non un caldo abituale…qualcosa di afoso, paralizzante, inebriante.
Una mistura di odori e sensazioni quasi inconsce.
Era certo di averlo provato più di una volta…ma dove?
Quanto spesso?
Erano giorni, settimane, forse mesi che non lo avvertiva più…ma c’era sempre stato.
Ormai era abituato.
Quella sensazione sulla pelle e nelle narici di ferro, zolfo, elettricità...
Doveva essere un…
 
Scorse, tra la folla di civili scortati in superficie dalla Polizia, una ragazza dagli abiti imbrattati di sangue:
“Ginevra!”
 
Correndole incontro, Naruto le si avvicinò, liberandola dalla calca.
La osservò per un breve istante:
 
Il suo bel viso era stravolto dalla paura e dalla fatica; i capelli scomposti; gli abiti macchiati di sangue non umano.
 
Lei dovette concedersi un momento, per riconoscerlo.
Poi, istintivamente, lo abbracciò con forza:
Oh, sei qui…oh Dio, grazie! Io…lì sotto…tutte quelle grida…e poi è arrivato un robot gigantesco e allora…!”
“Lo so…lo so.” -tentò di tranquillizzarla lui- “Non preoccuparti: da adesso ci sarò io, qui con te. Piuttosto, dove è tuo padre?”
“L-lui sta bene…ha saputo dei terroristi e voleva mie notizie, ma i voli per Roma sono tutti bloccati! Ma…tu! Tu…dove sei stato?! Io…morivo, senza sapere di te! Questo sangue…quella violenza…e poi le esplosioni e quella specie di piramide nera…! Dio mio, cosa si cela là sotto?!”
Lui ingoiò un groppo amaro.
La strinse ancora più forte e le sussurrò nell’orecchio:
“G-Ginevra…devi sapere che io…”
 
“Sono contenta che vi siate ritrovati.”
Una voce femminile gli impedì di rispondere.
 
Si voltarono: una donna, stretta nella sua divisa militare rossa, li osservava con fare pacato.
 
“M-Misato?!” -balbettò Naruto, arrossendo.
“Chi è questa donna?”
“Vedi, in realtà lei è…”
“Io sono la sua tutrice.” -lo interruppe lei- “Piacere: il mio nome è Misato Katsuragi.”
“P-piacere mio…” -Ginevra tese la mano, timidamente.
“Spero di non avervi disturbato. Ero venuta per assicurarmi che lui stesse bene. Tu devi essere Ginevra, giusto? Naruto mi ha parlato molto di te.”
“Davvero?” -la ragazzina lo guardò, imbarazzata- “Beh, ad ogni modo, lei sembra una donna molto sicura di sé…come mai non è nemmeno un po’ preoccupata? E perché indossa degli abiti così strani?”
Oh, ma quante domande!” -le sorrise Katsuragi- “Eviterei di risponderti, ti confonderei solo le idee. Il linguaggio è un labirinto di strade: vieni da una parte e ti sai orientare; giungi allo stesso punto da un'altra parte e non ti raccapezzi più.”
Oh…” -la giovane pianista rimase senza fiato, non riuscendo a replicare alcunché.
Naruto domandò, diffidente:
“Sul serio è venuta qui solo per sapere come stavo, signorina Misato?”
Lei puntò i suoi decisi (ma tuttavia materni) occhi coloro prugna su di lui:
“Certo. Tuttavia, sai perfettamente il motivo. Se ciò che Ikari si aspetta è giusto, non abbiamo molto tempo.”
Ginevra ripeté confusa:
Ikari? Chi è questo Ik…?”
 
Un coro di urla ed un rombo, in lontananza, la costrinsero ad il silenzio, mentre Misato cinse i due ragazzi in gesto protettivo.
Naruto gridò, portando le mani alle orecchie:
“Ed ora che diavolo succede?!”
Misato si tirò su, a fatica, stringendo i denti:
“Maledizione…! Non credevo così presto!”
Poi, notando la folla in fuga, si rivolse al second:
“Sbrigati, Naruto, dobbiamo prepararci!”
Lui, sul momento, sembrò accondiscendente, ma la mano delicata della Chevalier lo ghermì per la maglietta:
“NO, ASPETTA! Non puoi lasciarmi di nuovo sola! Dov’è che devi andare?! Perché scappi sempre?! RISPONDIMI!”
Il pilota si morse un labbro, indeciso se confessarle tutto o meno.
In sua vece, il Colonnello ripose con tono autoritario:
“Non c’è tempo per le spiegazioni! Ora come ora…mi pare ormai ovvio che siamo arrivati ad un punto critico! E va bene: ragazzina, ormai non raggiungerai più i rifugi in tempo! Seguici!”
“C-cosa…?!”
“Capirai dopo.”
 
 
*   *   *
 
 
Quindici minuti dopo. Central Dogma.
 
“Eccomi!” -Misato raggiunse il Ponte affollato di cartelli d’emergenza, trascinando per un braccio una ragazza..
Ginevra trattenne il respiro, alla vista della sala di comando:
“D-dove siamo? Siamo forse dentro quella roba chiamata ‘NERV’?!”
 
Ritsuko, accanto al MAGI, si voltò indignata:
“Misato! Non ti è concesso introdurre individui al di fuori del personale bellico! Chi è questa ragazzina?!”
“Una compagna di classe di Naruto: se non la avessi porta qui sarebbe morta di sicuro!”
 
Accanto alla dottoressa, un gruppo di quattro ragazzini in tute aderenti osservavano i megaschermi principali.
 
“Colonnello Katsuragi!”
Una voce d’uomo la richiamò all’ordine.
 
Lei si voltò verso la torretta centrale:
“Comandante Ikari…”
 
Il cuore di Ginevra ebbe un sussulto:
Questa donna…è un militare?! E quelli…non sono i miei compagni di classe?! Sono tutti soldati?!
 
Makoto Hyuga passò in sovrimpressione una ripresa video:
“Individuato nemico in coordinate 23-90-11! Si dirige verso i quartieri centrali storici!”
“Di chi si tratta?!”
“Impossibile da definire!” -Maya tentò disperatamente di tracciare di grafici di analisi- “Il suo Diagramma D’Onda varia costantemente dal Blu all’Arancio!”
“Ma non ha senso!” -Ritsuko batté un piede a terra- “Come può essere un Angelo ed un robot contemporaneamente?!”
Misato ordinò:
“Voglio un full-track delle sue onde! Passate la diretta al monitor: cerchiamo di capire chi o cosa abbiamo davanti!”
“Agli ordini!”
 
Con uno sfrigolìo, la ripresa dei maxischermi si spostò sull’obiettivo.
 
Leon, accanto ai children, sentì acutizzarsi le ferita al fianco, mentre la su ansia sfiorò i vertici massimi:
“Ma quello…è…UN EVA!”
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“Non è possibile! Non ero al corrente della costruzione di Unità successive alla 05! La SEELE è stata sconfitta, giusto?! Allora chi può mai averlo inviato?!” -protestò la Dottoressa.
 
“Quello è…” -Ikari si alzò in piedi, aggiustando la montatura degli occhiali oscurati- “…il Tredicesimo ed ultimo Angelo Maggiore: Jehuty, meglio noto come Evangelion Mark 07. La sua Sephiroth è Yessod: La Bocca Che Proferisce Il Giusto; la più vicina a Dio, dopo Malkhut.”
 
“Il nostro nemico è un Eva?!” -chiese  Mike, sbigottito.
 
“Non un comune Evangelion.” -rispose il Comandante- “L’Unità 07 è tra le più progredite: completamente dotata dell’Elemento S2, la sua spada esorcizza le anime e le sigilla per sempre in un Falso Paradiso! E’ venuto per Lilith…per il Third Impact! Se non lo sconfiggiamo, per l’umanità non ci sarà più un ‘domani’! Questa sarà…
 

…L’ULTIMA BATTAGLIA!”

 
  

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Capitolo 27
*** Episodio 26: Epilogo(?): Per te, tutto il mio essere…/Tsubasa wo Kudasai [Give me Wings] ***


Angolino dei commenti

 
ryuzaki01: figurati! Nessun problema! Mica si può stare sempre al computer! Rincuorante sapere che anche questo capitolo vi ha tenuto svegli, temevo di averlo reso troppo ‘filosofico-segamentalistico’ XD! Davvero ti chiami Sebastian? O.O Fichissimo! Comunque è un nome che mi piace moltissimo, fortunato tu a chiamarti così^^ Pensa che un mio compagno di scuola si chiama Sebastian, ma dubito che sia tu dato che lui non ha nemmeno IDEA di cosa sia ‘Evangelion’ -.-  Beh suppongo tu ti sia sentito chiamato in causa con lo scorso capitolo^^ E sì, Seby è un bastardo! Non ho ancora pensato a come inserirlo perfettamente nella seconda serie, ma credo tu abbia ragione: butterà un bel po’ di sangue e farà la sua porca figura da SUPERCATTIVONEDITURNO! Mi rende felice l’idea che tu ti sia già ‘condannato’ (già, con me siete tutti condannati, poveri i miei lettori….) come lettore delle prossima serie! E’ vero: ho interrotto il cap all’ultimo ma tutti i penultimi capitoli devono finire così, altrimenti che fine fa la suspance? XD
Spero di non deludere le tue aspettative con questo episodio!
KiKaTze:quel ‘NOOOOOO’ mi ha fatto ridere per cinque minuti abbondanti! O.O
Ed invece sì: questo è l’ultimo capitolo. Tranqui, come ho detto, ci sarà un seguito ma sarà parecchio incasinato…preparati!
Hai ragione: ormai contro il Jehuty se la vedranno solo 00 e 01, e riusciranno a….leggi e scopri! ^^ Lieto di sentirti definire ‘toccanti’ le sequenze filosofiche *-*, gongolo. Per quanto riguarda Tomah…chissà XD
sghirian: vedi che alla fine ce l’ho fatta a farti capire un po' del mio Naruto? XD finalmente hai detto che ti si cominciano a chiarire le idee! Effettivamente ho approfittato di questo capitolo più ‘piatto’ per approfondire meglio le psicologie dei vari personaggi, Naruto –ovviamente- per primo. Quanto a Ginevra…spiacente di non averla potuta ‘inficcare’ alla NERV prima, ma era per il bene della storia U__U Riusciranno a parlarsi lei e Naruto? Diciamo un NI. In questo capitolo avrai un assaggino ma credo che la mia malavagia e perversa vena di scrittore li terrà distanti ancora un bel po’ (*eccellente…*)
Anche per te vale lo stesso discorso: Tomah o non Tomah? Leggi leggi…
dubious3:…solvet saeclum in favilla, teste David cum Sybilla. Ho concluso la strofa che avevi iniziato XD. Scherzi a parte: non so se riuscirò ad eguagliare Oda con Marineford, ma certamente farò del mio meglio per creare qualcosa di sufficientemente ‘bastardo’ (ricordi l’esplosione di 6 kilometri a Roma, pochi capitoli fa? Quella è ancora lì, non dimenticarlo mai! XD) e POWA. Conosci Ronnie James Dio?! O.O Non credevo sentissi l’hard Rock! Bravo, bei gusti…hihihi. Magari non si lanceranno tornado e seghe elettriche (Gli Eva non lo farebbero mai U.U sono dei tipi di classe, loro…) ma avranno iloro bel daffare ;-) E per qunto riguarda ‘Dio’, ovviamente non è DIO (non quello cristiano, almeno…) ma un allegro signore che farà un bel po di guai d’ora in avanti…
 
Nota di servizio:partendo dal fatto che NON E’ obbligatorio, un mio piccolo capriccio: mi piacerebbe che questo capitolo avesse una sua colonna sonora, per lasciarvi qualcosa anche dopo aver letto il punto che lo chiuderà. Quindi, sarebbe carino che ascoltasse -verso la fine, dopo he lo 01 si è…leggerete XD- la canzone ‘Wings to Fly’ di Susan Boyle. Chi preferisse il buon vecchio giapponese, la versione corrente è Tsubasa wo Kudsai (sì, come il titolo del capitolo).
So che è lungo, ma fate uno sforzo per leggerlo tutto: è l’ultimo.
 
Ma ho parlato anche troppo; questa sarà l’ultima battaglia (citando Gendo), quindi che si aprano le danze: l’emozione continua!

 
Epilogo(?): Per te, tutto il mio essere…/Tsubasa wo Kudasai [Give me Wings]
 
Lui scese dal grande camion corazzato, adibito al trasporto energetico, ritrovandosi nell’immenso hangar principale.
 
Mentre su una ventina di schermi lampeggiarono segnali d’allarme e grafici, una serie di spessi blocchi d’ancoraggio si fissarono alle spalle di un enorme automa blu e grigio.
 
Naruto, con indecisa lentezza, mosse un passo in avanti, solo per scontrarsi con un addetto tecnico troppo di fretta.
Lui nemmeno ci fece caso: lo urtò con la spalla ed allungò un secondo passo, incurante di tutto.
 
Le braccia mollemente adagiate lungo i fianchi, procedette con meccanica sicurezza verso una lontana porta a scatto, con su scritto ‘CHANGEROOM-MEN’.
I suoi occhi non incrociarono alcuno sguardo, rimanendo sbarrati; fissi in un punto nel vuoto.
 
Non proferì parola, né si limitò a formulare alcun pensiero: tutto era di nuovo come sempre; il solito incubo formato da Angeli, Eva, urla di disperazione e uomini in divisa militare era ricominciato come già altre dodici volte.
Non c’era bisogno di lamentarsi o fare domande; non c’era motivo di chiedere spiegazioni o indicazioni per muoversi in quel posto; non c’era nemmeno ragione di preoccuparsi:
 
Come al solito sarebbe salito sull’Eva, avrebbe inalato quel liquido disgustoso, avrebbe combattuto, sofferto, gridato, maledetto sé stesso per non essersene rimasto a casa e poi avrebbe vinto.
O forse no.
Di tutte le battaglie sinora affrontate, quella gli apparve come la più insormontabile; un muro invalicabile cosparso d’olio al quale era impossibile perfino appoggiarsi.
Non avrebbe vinto: sarebbe morto.
E perché avrebbe dovuto?
Per quanto potente, quell’avversario non poteva certo essere così diverso da tutti gli altri.
Allora cosa si faceva strada nel suo giovane e fragile animo, oscurando i pensieri ed annebbiando il coraggio?
La consapevolezza di dover affrontare la ‘battaglia per il destino del mondo’, come la si sarebbe chiamata in un film di fantascienza di terza categoria?
L’onere di oltre sei miliardi di vite umane?
No…quelle erano cose degli altri.
Quelle erano tutte faccende estranee, esterne a lui.
Certo, sarebbe toccato a lui combattere…ma la battaglia non era la sua e -anche ammettendo che fosse questa a preoccuparlo- si trattava pur sempre di qualche elemento del mondo circostante.
No, ciò che davvero invadeva ogni fibra  del suo corpo era un germe interiore, un morbo venefico in grado di annichilire quel briciolo di forza che gli era rimasta, ottenebrare la vista e martellare i timpani.
Ciò che lo rendeva mortalmente inquieto era…
 
Un ragazzo uscì dallo spogliatoio; indosso una plug suit grigia e nera ancora floscia e larga.
Dirigendosi a passi svelti verso il centro della sala, attivò il meccanismo sul polso; la tuta si ritirò vero l’interno, modellandosi sul corpo come una seconda pelle.
Quando i due furono finalmente l’uno di fianco a l’altro, si fermarono.
 
Con un fil di voce, Naruto parlò:
“Come vedi…sono qui.”
“Sì, lo vedo. Sai bene come finirà.”
“No, non lo so…ma comunque finirà.”
“Non ti importa dunque di ciò che succederà a lei?”
Il second children si guardò le punte delle scarpe, in silenzio.
“Capisco.” -annuì Cris- “D’altronde, questa è una tua scelta: è il tuo mondo, la tua vita. Qualsiasi cosa tu farai ora andrà bene: tutto dipenderebbe comunque da noi. Scegli ciò che è giusto per te. Arrivederci, Naruto.”
E se ne andò, accedendo al cilindro contenitivo dello 00.
 
L’altro strinse un pugno…ed entrò nello spogliatoio.
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Central Dogma.
 
Ginevra si guardò attorno, confusa e stordita:
A-Angeli, avete detto?! Sono questi i nostri nemici?!”
Non ebbe risposta.
 
Misato chiese concitata agli operatori:
“L’attuale posizione dell’obiettivo?!”
“Avanza in direzione del Vaticano! E’ verosimile pensare che tenti di raggiungere il Terminal Dogma dalla Piazza!”
“Dobbiamo impedirlo a qualunque costo! Il Santo Padre?”
“Quelli di S.Pietro si rifiutano di abbandonare la zona: dicono che la loro presenza è fondamentale per la fede dei cittadini!”
Mpf! Testardi…se moriranno lì la loro presenza sarà utile solo per i becchini!” -borbottò la Akagi.
“Se ci sono ancora dei civili nell’area allora non possiamo permettergli di raggiungerli! Come procedono le riparazioni degli Eva?”
Ripose Maya:
“L’Unità 00 è pronta al lancio! I danni dello 03 e dello 05 sono troppo ingenti per consentir loro di combattere e le riparazioni del braccio e della piastra pettorale dello 02 sono al minimo! C’è pochissimo margine!”
“E lo 01?”
“Lo stiamo preparando per l’Impact Bolt e l’Avelcanine. Senza la carica speciale a neutrini, invece, non possiamo fare affidamento sullo Zero Shift.” -rispose Ritsuko, con una vena di tensione nella sua voce, ora non più così distaccata.
“Fate in fretta! Intanto invieremo lo 00…” -li esortò Misato; un cipiglio severo ad incurvarle le sopracciglia.
 
La ragazza dai capelli biondi si avvicinò, timidamente, al gruppo di piloti in plug suit, seppur feriti e fasciati in bendaggi di rimedio:
“V-voi…siete i miei compagni di scuola?! Eravate tutti a bordo di quei cosi?!”
Per tutta riposta, Thomas si voltò, squadrandola arcigno.
Lei si retrasse un poco -imbarazzata- e sussurrò:
“Però…che ne è di lui?”
 
 
*   *   *
 
 
Cinque minuti dopo. Spogliatoi. NERV.
 
Naruto si alzò in piedi dalla panchetta bianca, sollevando un pugno in aria.
Aprì lentamente il palmo coperto dalla tuta di pilotaggio, non ancora decompressurizzata.
Lasciò che la luce delle lampade da soffitto filtrasse tra le dita fasciate dalla gomma nera.
Quella luce artificiale era fastidiosa: lo colpì agli occhi, costringendolo a socchiuderli.
Infine abbassò il braccio, riflettendo:
 
E così sono di nuovo qui. Quella che, all’inizio, credevo fosse solo una lontana e tragica ipotesi si è di fatto tramutata in realtà: non sono stato capace di sottrarmi a tutto questo, accettando ancora una volta di pilotare l’Eva. Ma sono davvero stato obbligato? No…ho SCELTO di combattere, pur non volendo, pur odiando questa violenza. Devo vivere per lei…almeno quest’ultima volta. Ammesso anche che ne esca vincitore…non sono certo di trovare la giusta ricompensa, né la gioia verso la quale tento, giorno dopo giorno, di avvicinarmi.
 
Ricordò la sua insicurezza, la forza d’animo di un amico e le parole sussurrate agli invisibili e muti spettri della notte, il giorno prima:
Per chi intraprende cose belle è bello soffrire.”
Che sia lui…il più forte?”
 
Strinse nuovamente i pugni:
 
Però, se non ne fossi in grado? Non è forse Cris colui che è sempre sicuro di agire nel giusto? Che, nonostante sia stato ad un passo dalla morte, non si tira mai indietro? No…a questo punto non ha importanza: per quanto possa essere inutile, darò il mio contributo!
 
Attivò infine il meccanismo di restrizione della plug suit.
Uscì dallo spogliatoio:
L’Unita viola, dotata della nuova corazza, attendeva il suo pilota alle gabbie, muta.
 
Naruto la fissò diretto in quegli occhi sottili e minacciosi:
“Coraggio, 01…combattiamo insieme, ancora una volta!”
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
“Evacuazione completata!”
“Tutte le strutture belliche dispiegate per la controffensiva balistica!”
“Il Jehuty ha raggiunto la zona di non ritorno! Ha oltrepassato la voragine del Geofront senza colpirci!”
 
Fuyutsuki mormorò:
“Ormai è chiaro che l’unica cosa che gli interessa è Lilith…”
 
First children a bordo! La contaminazione mentale rientra nei livelli di default!”
“Unità 00 in rampa di lancio!”
“Percorsi d’uscita riveduti! Le Linear Lift sono ALL GREEN!”
Ormai priva di ripensamenti, Misato ordinò:
“Ora tutto passa nelle mani di due ragazzini…LANCIARE!”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Neo-R2.
 
L’enorme Mark 07 avanzava tra le macerie dei palazzi in fiamme, levitando sulle gambe tronche e sottili, sospinto dalle due piccole ali stilizzate:
 
Benché evitasse inutili sprechi di tempo contro obiettivi ed ostacoli di poco conto, il suo scopo non ammetteva impedimenti: gli inservibili palazzi-esca della NERV e gli sporadici blindati delle Forze dell’Ordine non valevano la pena di essere risparmiati.
 
Un automezzo di duro metallo nero inchiodò in prossimità dell’Eva, espellendo due razzi incendiari.
Le torpedini urtarono la corazza rinforzata, esplodendo con un misero nulla di fatto.
Le strutture militari contrassegnate dalla ‘E-47’ alla ‘F-70’ si sollevarono diagonalmente, riversando una serrata scarica orizzontale di granate incendiarie.
I bossoli, tracciando lunghe scie di fumo dietro di loro, viaggiarono in linea d’aria.
 
Finalmente pronta all’azione, l’Unità 07 si voltò verso di essi.
Oltre il visore inferiore baluginò un lampo biancastro:
Un lunghissimo raggio di energia rossastra si allungò nell’etere.
Eseguì un rapido semicerchio, passando tra la batteria volante di missili a ricezione calorifera.
Rallentarono fino ad immobilizzarsi, mentre il raggio si estinse.
Poi, uno sciame di esplosioni e fiamme prese il posto dei singoli proiettili, neutralizzandoli.
 
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Con un leggero brontolio, il Mark 07 indirizzò il campo visivo dei due occhi superiori verso lo squadrone militare in strada, ai piedi delle strutture offensive.
I sottili occhi verdi dell’Unità lampeggiarono frenetici, mentre due piccole croci di luce bianca estesero i loro bracci nella notte, illuminata dal rossore delle detonazioni:
 
Il terreno sotto la squadra si gonfiò, incandescente, esplodendo in una colossale colonna di fuoco violaceo che squarciò le dense nubi.
 
Poi, il suono meccanico di una paratia attirò la sua attenzione:
 
Ad un centinaio di metri di distanza, le fasce luminose di segnalazione circondarono una grande struttura di ancoraggio metallica fuoriuscire dal terreno.
Collegato con enormi blocchi, un gigante blu gli si parava innanzi; l’unico occhio rosso sfavillò audace.
 
 
*   *   *
 
 
Interno dell’Eva 00. Entry Plug.
 
Cris fissò il corpo luminescente dell’avversario:
 
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“Dunque…sarebbe questo il fantomatico Mark 07? Alla fine, l’Ultimo Angelo Maggiore fa la sua comparsa, dispensando miseria…”
Si voltò verso il fianco dell’Entry Plug, mentre una finestra di dialogo si sollevò nei monitor:
“Signorina Misato! E’ noto il pilota?!”
“Purtroppo no: stiamo cercando di tracciare un schema fisso delle onde, per renderci conto del suo modus operandi! Tuttavia, non abbiamo ancora dati sufficienti: cerca di prendere tempo, mentre il MAGI elabora un responso strategico!”
“Come vuole…e le condizioni dell’abitato?!”
Il volto teso del Colonnello, nel video, ripose:
“L’area è stata evacuata! Stiamo procedendo con i restanti quartieri!”
 
Senz’altro attendere, Cris inarcò tutto il torso; sul viso, dipinta un’espressione di totale convincimento e risoluta fatalità:
“Bene! Se anche i quartieri sono stati sistemati…posso combattere senza trattenermi!”
 
Le sue dita scorsero rapidamente su menù a cascata digitalizzati:
“Impostare le funzioni ad high ratio! Mantenimento del tasso di simbiosi standard oltre i livelli medi! Passaggio ad ‘alta sincronizzazione’: feedback di risposta dualistica in stato di open body! Codice acrobatico: VERTIGO! Unità Evangelion 00: lift-off!”
 
 
*   *   *
 
 
Campo di battaglia.
 
L’ascensore ad hoc retrasse le morse meccaniche, lasciando ridistendere il torace dell’Eva.
L’automa posò pesantemente un piede in strada; il tremore di centinaia di tonnellate di ferro e ossa fece infrangere i vetri della case circostanti.
 
Il Jehuty planò lentamente: le fiamme aliformi si estinsero e i loro proiettori si ripiegarono come arti meccanici.
Due piccole strutture si snodarono alla base dei moncherini costituenti le gambe, formando dei piccoli appoggi, simili a tacchi.
Il terreno si incrinò sotto il peso dell’Eva 07.
 
A bordo dello 00, Cris spinse le leve d’accensione:
“Senza nemmeno l’Umbilical Cable mi restano a malapena cinque minuti…! Arrivo!”
 
Con uno scatto felino, il gigante blu-grigio aprì ufficialmente il combattimento:
 
Correndo orizzontalmente su una serie di edifici -le facciate distrutte dall’impatto- raggiunse la giusta velocità di corsa.
Il suo contendente sembrò quasi sorpreso di tanta inaspettata aggressività, retrocedendo tramite i repulsori posti all’altezza delle ginocchia.
 
Nonostante la tentata fuga, lo 00 avvicinò l’Unità misteriosa:
Conficcando le mani in palazzo, lasciò allungare le gambe in avanti, percuotendo il volto del Jehuty.
 
 
*   *   *
 
Central Dogma.
 
Misato esultò, al primo colpo:
“Lo ha colpito in pieno!”
Thomas provò per un breve istante un senso di sollievo:
“Forse può farcela!”
 
 
*   *   *
 
 
Lo 00 ricadde al suolo; il mostro meccanico ancora frastornato.
Piantando i palmi al terreno, l’Unità si sollevò verticalmente:
 
A bordo, Cris si sentì completamente rovesciarsi; i capelli di un nero setoso a disperdersi nell’L.C.L.:
“Adesso!!”
 
Con una rapida serie di movimenti circolari, l’Eva della NERV roteò vorticosamente su sé stesso, mantenendo con difficoltà il contato palmo-asfalto.
Le sue gambe centrifugarono follemente, colpendo velocemente con i talloni la mascella dello 07.
 
“75…90…100 rotazioni al secondo! Assaggia questo!”
 
Con un movimento più lento ma più vigoroso, il robot italo-giapponese gli assestò uno scalcio alla base del collo.
 
Con un verso di apparente sofferenza, l’Ambasciatore di Dio cadde rovinosamente su un edificio, sfondandone il tetto.
 
“Non ho finito!” -l’Unità 00 ghermì a due mani la doppia sega circolare definita Dual Saw, alloggiata in un porto d’armi nascosto; contemporaneamente, un Heel Cutter si collegò alla caviglia.
 
Con un ampio sforzo del torso, indirizzò le due lame dentate verso il nemico.
Quest’ultimo si rialzò rapidamente, in un movimento innaturalmente dinoccolato:
La lunga lama bianca (sull’avambraccio destro) si snodò, portandosi in avanti.
 
I fili delle tre armi da taglio si scontrarono.
Lo 00 si allontanò istantaneamente, eseguendo un salto a mezz’aria:
Il proiettore meccanico si allungò sotto il tacco, modulando una lama laser dalla luminosità azzurra.
L’Evangelion effettuò un calcio a rivoluzione.
Ancora una volta, lo 07 deviò la nuova lama con la lunga spada immacolata.
 
Cris dovette ricorrere a tutti i suoi nervi d’acciaio per consentire allo 00 di attaccare, poggiando solo su una gamba e sulle mani.
 
Ancora una sferzata con la Dual Saw.
Il Mark 07 si rivelò più agile dl previsto: con un impossibile movimento della colonna vertebrale, piegò all’indietro il dorso, evitando il colpo; ripose con un movimento delle gambe affilate, lacerando superficialmente la piastra pettorale dello 00.
L’Eva blu elettrico piantò le lame della sega nel suolo, sollevandosi sulle braccia; tirò una seconda sferzata, che affettò di netto due palazzi limitrofi.
 
Le Unità combattevano in una danza dalle movenze taglienti, spandendo il clangore nella notte; le scie delle lame luminose disegnavano complicati nel vuoto.
 
“Due minuti e mezzo…! Proprio non molla, eh!” -ansimò Cris.
 
Lo 00 ritirò la lama dell’Heel Cutter, lasciando da parte la Dual Saw.
Con un movimento fluido e serpentino, scivolò tra le gambe del Jehuty, oltrepassandolo.
Il mostro si voltò, sferrandogli un calcio al volto.
L’Unità blu incassò il colpo, rotolò al suolo e si rialzò con una complicata ruota all’indietro.
Nello spostamento, le coperture degli spallacci dell’Eva saltarono via, vomitando dodici proiettili neri, affilati come aghi.
 
Con una semplice stoccata della lama bianca a divisione molecolare, il Mark 07 li sviò.
 
“Un minuto…! Adesso sono davvero al limite della pazienza!”
 
Cris estrasse i due pugnali a scatto, nascosti nei piloni clavicolari:
Saltò all’indietro, protendendo il torace verso l’avanti, con un intricato semi-avvitamento, scagliandoli.
Contemporaneamente, afferrò un piccolo disco nero, posato al suolo, il cui filo era in perpetua rotazione, attorniato da scintille bluastre.
In una frazione di secondo, lasciò schizzare il Progressive Disc.
Le tre diverse lame fendettero i vapori della battaglia, diretti verso le braccia e la giugulare dello 07.
 
Quest’ultimo ridistese gli arti, mentre un’enorme anello di luce si estese all’altezza della cintola.
 
Le armi anti-atomi rallentarono fino ad immobilizzarsi a mezz’aria.
 
“C-cosa?!” -boccheggiò il first children.
 
Quindi, tre piccole strutture meccaniche si disinstallarono dai fianchi del robot, turbinando impercettibilmente rapidi sul cerchio di luce.
Con un bagliore breve ma intenso, il Mark 07 si scompose e ricostituì molte centinaia di metri più in alto, tra gli spessi nembi di pioggia.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
Misato articolò con fatica le parole; la mascella in incontrollato palpitazione:
“Un aureola?!”
Hyuga tracciò rapidamente il diagramma di fase:
“Innescata reazione Zero Shift! Rilevato A.T.Field! Il Diagramma d’Onda è in stato di total-reverse! Analisi DNA: Blu! Obiettivo identificato come il Tredicesimo Angelo Maggiore!”
“Allora Ikari aveva ragione…” -Ritsuko squadrò il Comandante con la coda dell’occhio, mordendosi le labbra ben truccate dal rossetto.
Maya si tirò indietro sulla sua seduta, sgomenta:
“U-un momento! Pare che la modulazione del Diagramma abbia disattivato il blocco gravante sul sistema operativo!”
“Possiamo conoscere il pilota?!”
“Sì! Sembra che l’Unità sia sotto il controllo di un DUMMY PLUG SYSTEM! Tuttavia…l’Angelo ha preso il sopravvento: ha totale capacità decisionale sull’utilizzo del DUMMY!”
Misato chiese angustiata, mentre un dubbio in lei si faceva strada con sempre maggior vigore:
“Avete completato il full-track che avevo richiesto?!”
La Ibuki non volle credere alle sue parole:
“Sì, però…è impossibile! Lo schema sinaptico utilizzato è quello di…di Uzumaki!”
Perfino Aoba ne fu sconcertato:
“Il second children?!”
Ritsuko si accese una sigaretta; i nervi a mille:
“Come sospettavo! Ecco cosa aveva trafugato Makinami!”
 
In un angolo, Mari abbassò gli occhi, delusa:
“Mio fratello…nonostante gli abbia disobbedito…non sono riuscita a fermarlo in tempo.”
Ginevra portò una mano alla fronte, scossa:
“Uzumaki, avete detto? Naruto?!”
 
 
*   *   *
 
 
Campo di battaglia.
 
Il misterioso Eva della SEELE portò le mani dotate di due pollici opponibili al petto.
Rantolò come sotto uno sforzo fisico e ridistese le braccia, lateralmente:
Una miriade di fasci luminosi azzurri si dipartirono dai due palmi, allungandosi per centinaia di metri, fino ai limiti estremi della città.
 
Cris sgranò gli occhi, rendendosi conto dell’autonomia residua: poco più di cinquanta secondi.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
“Che cosa ha fatto?!” -chiese un insolitamente sorpreso Winchester.
Rispose la Katsuragi:
“Ha modulato il suo A.T.Field in modo da invertirne la funzione: è in grado di usarlo come un’arma!”
“L’algoritmo di estensione rivela che i vettori sono in grado di estendersi teoricamente all’infinito!”
 
Il Vicecomandante Fuyutsuki sussurrò alle orecchie di Gendo:
“Il Mark 07 costruito sotto la direzione del dottor Namikaze e della dottoressa Uzumaki…davvero un Eva portentoso.”
L’altro affondò il viso ancora un po’ sui suoi guanti:
“Solo il genio dell’uomo è in grado di generare prodigiosi disastri…”
 
 
*   *   *
 
 
Campo di battaglia.
 
I lunghi tentacoli di luce virarono bruscamente, piegandosi all’indietro.
Zigzagando isterici, tornarono indietro, trapassando qualsiasi ostacolo sul loro rapido incedere.
 
Disperatamente, lo 00 imbracciò un Riot Shield miracolosamente intatto, piazzare in posizione difensiva.
 
I trecento vettori colpirono simultaneamente lo scudo ad iper-resistenza calorica, intensificandosi in un punto dall’abbagliante luminosità.
Le estroflessioni scivolarono sulla lucida superfice della difesa, sviluppandosi a raggiera.
 
Cris si strinse nelle spalle:
“Espansione…dell’A.T.Field!”
 
Il campo anti-intrusione dell’Eva si dispiegò lungo i margini dello scudo, ampliandone l’estensione.
Solo venti secondi di autonomia.
 
Fu inutile: con un subdolo quanto inaspettato cambio di rotta, le estremità dipanate si incurvarono come dita malevole, oltrepassando le difese dello 00.
 
Alla Base, Misato ordinò terrorizzata, sebbene lucida e preparata:
“TAGLIATE I COLLEGAMENTI!!!”
 
Il Riot Shield si frantumò.
Una fascio concentrato di vettori perforarono l’addome dello 00.
Altri sette raggiunsero e oltrepassarono, da parte a parte, il corpo dell’Unità, crivellandolo.
 
Il pilota avvertì un’interminabile serie di fitte lancinanti.
I suoi occhi di cobalto si sbarrarono di riflesso.
Tuttavia, l’arresto forzato dell’Eva pose fine al travaglio, facendo piombare l’Entry Plug nella totale penombra.
Il first children perse i sensi.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
“Priorità all’incolumità del pilota! Espulsione del Plug!” -ordinò la Akagi.
“Subito!”
 
Un fruscio di timore sciamò sul Ponte.
Il megaschermo centrale riprese il gigantesco 07 spalancare le ali ossidriche e ridirigersi a grande velocità verso la sua meta di partenza.
 
Gendo tuonò:
“Tutto questo è ridicolo! La vostra incompetenza è imbarazzante! Non abbiamo altre possibilità: LANCIO IMMEDIATO DELL’EVA 01!”
 
“Ma signore…” -obiettò Maya, insicura- “…sebbene il pilota sia a bordo, la nuova corazza richiede procedure straordinarie! Senza un tuning completo delle funzioni…”
 
“Qualsiasi cosa sarà meglio di niente! Non c’è un’alternativa a parte la morte! Ora esegua, Colonnello Katsuragi!”
 
La donna aggrottò la fronte:
“Agli ordini…” -si voltò verso Makoto- “Verifica i tracciati di decollo! Eva 01: LANCIO!”
 
 
*   *   *
 
 
Interno dell’Entry Plug. Unità Eva 01.
 
Naruto sentì correre il gigante biomeccanico lungo gli interminabili condotti sotterranei, sferragliando.
 
Chiuse gli occhi:
“Ancora qui…anche se sono ancora qui…non devo fuggire!”
 
La visuale cambiò:
Il campo visivo dell’Eva mostrò l’uscita in superfice; l’accelerazione iniziale ridusse i palazzi in lontananza ad indistinte macchie di colore: era sul campo di battaglia.
 
Tra tanta devastazione, solo una figura si innalzava trionfante ed elegantemente diabolica: l’Unità 07.
 
Naruto rabbrividì:
“E’…è ancora in piedi! Questo vuol dire che Cris…”
“Lui sta bene! Ora concentrati!” -la voce di Misato, nell’ interfono a fianco, lo ridestò.
Lui si voltò verso il riquadro video:
“Sì, però…eh?!”
 
Il volto delicato di una ragazza dai capelli biondissimi attirò la sua attenzione:
“Ginevra…tu sei…lì?!”
 
 
*   *   *
 
 
“N-Naruto…?!” -la ragazza strinse un ciondolo al suo collo, quasi volesse esorcizzare la loro distanza con un feticcio- “T-tu sei…il pilota di quel…quel mostro?!”
Il volto del ragazzo ingigantito dal monitor principale si incupì di vergogna:
“Io…non sono stato onesto…”
 
Thomas, incurante delle ferite alla testa, sbraitò:
“Insomma! Che cavolo fate?! Non è il momento delle confessioni dell’ultima ora! Là fuori c’è un bestione di cinquanta metri che aspetta solo di farci saltare in aria con tutto l’universo! Muoviti, Naruto, invece di perdere tempo!”
 
“Ma io…” -la voce gli tremò in gola- “…Cris…non era lui il più forte?!”
Si artigliò la testa:
“Se neanche lui c’è riuscito…COME MAI POTREI FARCELA IO?!?! Se non sono nemmeno in grado di affrontare me stesso ed il prossimo…come posso sperare anche solo lontanamente di salvare il mondo?!”
 
“ORA SMETTILA!!” -il richiamo fu gridato da una voce acuta ma tuttavia vigorosa:
Ginevra -le lacrime agli occhi e la camicetta sgualcita- aveva piantato le unghie nella scrivania di Hyuga, lasciandolo più perplesso che intimorito.
“Devi piantarla di fare il bamboccio piagnone! Non sopporto vedere tanta pavidità in un ragazzo! Adesso ti conviene muovere quell’affare su cui ti ritrovi e combattere! Se non lo farai, allora ti conviene non sopravvivere…PERCHE’ NULLA MI IMPEDIRA’ DI RIEMPIRTI LA FACCIA DI CALCI! E NON CREDERE CHE NON NE SIA CAPACE!”
 
Lui si tirò indietro sullo schienale, socchiudendo la bocca in un’espressione di stupore:
“Tu…”
 
“Io non so nulla di quello che sta succedendo! Però di una cosa sono certa…” -le lacrime lasciarono posto ad un sorriso debole e rassegnato- “…non ho la minima intenzione di perderti!”
 
Misato sorrise, commossa.
Ritsuko, scettica, si aggiustò la montatura degli occhiali:
“Credo che il second children combatterà, viste le premesse…”
 
Fuyutsuki si passò una mano tra i lucidi capelli d’argento:
“Questi giovani d’oggi…hanno modi tutti loro di comunicare!”
 
Il pilota giapponese mutò espressione: sul suo volto spiccò ancora il fulgore della risolutezza:
“Sì! Hai ragione! D’ora in avanti…io farò in modo che non ti accada nulla! Questa è una promessa!”
 
Il Colonnello Katsuragi proruppe:
“Bene…sembra che ci siamo! Unità Evangelion 01 F-Type: attivazione!”
 
 
*   *   *
 
 
Campo di battaglia.
 
Il gigante viola venne liberato dai blocchi.
 
Il pilota pressò le leve d’accensione; le iridi si tinsero automaticamente di giallo e le pupille si allungarono:
“Arrivo!”
 
Lo 01 poggiò su un ginocchio, caricando i muscoli e scattando subito dopo.
 
L’asfalto si sollevò sotto lo spostamento cinetico, mentre la polvere si spiralizzò alle gambe dell’Eva, attratta dal vuoto d’aria compressa generato dalla velocità di movimento.
 
Riducendosi ad una scia luminosa rossa, l’Unità oltrepassò una distanza enorme in un lasso di tempo relativamente breve.
 
Molto distante, l’Ambasciatore di Dio si voltò di scatto.
La velocità con cui lo 01 lo investì e sospinse non gli diede tempo di  contrassalto:
L’Eva della NERV lo travolse di petto, inchiodandolo ad un palazzo che si sfondò in pochi secondi.
I corpi avviluppati dei giganti grattarono il suolo per centinaia di metri, capriolando rocambolescamente.
 
In un attimo di distanza, lo 07 vomitò una doppia croce di luce dagli occhi, investendo l’avversario.
Quest’ultimo schizzò rovinosamente via, abbattendo edifici, fin quando due alte torri d’acciaio non vennero sollevate dal Geofront.
 
Lo 01 afferrò in volta due maniglie sporgenti dalle colonne di metallo bianco, frenandosi; per inerzia, le gambe non riuscirono a toccare il suolo, sollevandosi a mezz’aria.
Prima ancora di riatterrare, Naruto -con un verso di estremo sforzo- impose quanta più forza possibile negli avambracci dell’Eva, tirandosi nuovamente in avanti.
 
Avvitandosi, lo 01 raggiunse orizzontalmente il mecha volante.
Ormai prossima all’impatto, l’Unità 01 finì miseramente al suolo: sfruttando lo Zero Shift, il Mark 07 si trasferì alle sue spalle, a distanza di sicurezza.
 
Naruto dovette massaggiarsi la tempia dolorante, prima di riprendersi:
“Merda…è dotato anche dello ZS Engine!”
 
Senza concedere tregua, il Jehuty indirizzò la lunga lama meccanica verso il suo contendente, venendo frenato –con incredibile fermezza- a due mani.
 
“Staccati da me!”
Con un poderoso calcio, allontanò lo 07.
L’equipaggiamento di tipo ‘Flight’ permise al Profeta di stabilizzarsi in volo, evitando ulteriori urti.
 
“Mi spiace per questa città…ma credo che dovrò usarlo! Impact Bolt!”
 
Come l’ultima volta, gli spallacci dell’armatura Tipo-F si sollevarono, sviluppando la sfera al plasma anti-materico, racchiudendola nelle mani.
 
“ADESSO!”
 
La croce di luce sfavillò tra i palmi del biomeccanoide; compì una piccola rotazione e si allungò in un fascio elettrico.
 
Nonostante la velocità di fuga del plasma sfiorasse i vertici del possibile, i salti a velocità-luce dello 07 furono ineguagliabili:
Nuovamente, l’Unità della SEELE scomparve sotto gli occhi increduli del ragazzo; il fascio di gas ionizzato oltrepassò totalmente la città, centrando un alto colle di periferia:
La montagna e l’area coperta dal raggio ai neutrini esplose in un’unica voragine incandescente semifusa.
 
“Non è possibile! Dove diavolo…?!”
 
Il Tredicesimo Angelo Maggiore si ricompose alle sue spalle.
Con prontezza, lo 01 si volse, preparando l’Avelcanine.
In maniera del tutto imprevedibile, il Mark 07 mimò la mossa:
Le unghie affilate delle due braccai elettrificate si avvicinarono; l’aria compressa nei reciproci Spazi di Fase impedì alle punte di toccarsi, ma l’ona d’urto si diramò orizzontalmente.
In una circonferenza perfetta, i palazzi circostanti collassarono, polverizzati dalla resistenza dei due giganti.
 
Naruto strinse istintivamente un occhio, come se l’aria esterna lo sferzasse:
“Dannazione! Allora è vero che utilizza il mio DUMMY: riesce a copiare perfettamente ed anticipare ogni attacco!”
 
Infine, con un gesto del polso, lo 07 piegò il suo muro d’aria, comprimendolo contro quello avversario.
Ora a contatto, i due fluidi di modo complementare si annullarono a  vicenda.
Per rinculo, lo 01 sobbalzò all’indietro.
Prima che potesse riprendersi…il misterioso Evangelion impose con forza il palmo sullo sterno.
 
Naruto avvertì un dolore acuto smorzargli il respiro.
 
Un secondo colpo, portato alle costole.
Un terzo.
Un quarto alla spalla.
Un quinto alla clavicola.
Dodici.
 
Tale fu la forza, che ogni percossa fece arretrare con maggior pinta e velocità lo 01.
Il pilota tentò di gridare, ma il suo organismo si rifiutò di sprecare fiato per l’iperventilazione.
 
Ventiquattro.
Trentadue.
Sessantatré fratture portate con sveltezza appena percettibile.
 
Ultima posizione di chiusura: la pacca venne assestata nel punto iniziale.
L’A.T.Field del Jehuty oltrepassò ogni singola molecola del corpo dello 01, trapassandolo, seppur mantenendo la sua forma completa.
La corazza rinforzata si sbriciolò in miliardi di frammenti, rivelando l’armatura standard di Tipo-B.
 
Il second children non trovò la forza per esprimere un solo segno di reale sofferenza; semplicemente si limitò ad un gemito soffocato.
Quasi come se un ultimo spintone fosse stato assestato da una mano invisibile, l’Eva schizzò lontano, rotolando al suolo, immobile.
 
L’Unità 07, ormai prossima alla maestosa Piazza S. Pietro, si portò al centro dell’immenso spiazzo.
Si sollevò in volo.
Uno scintillio nel palmo della mano.
Una gigantesca sfera di luce azzurra: l’asfalto saltò in aria, rivelando un interminabile tunnel sotterraneo, in verticale; il corpo centrale della Basilica rimase miracolosamente intatto.
 
Lentamente, discese nella voragine.
 
 
*   *   *
 
 
Interno della Basilica. Appartamenti del Santo Padre.
 
L’anziano Papa rimase seduto sulla sua avvolgente poltrona di broccato rosso, osservando dalla grande finestra la scena.
 
La porta dello studio si spalancò; entrò il Camerlengo:
“Eccellenza, dobbiamo fuggire!”
“No.” -replicò l’uomo- “Se questo è il destino che Dio ha scelto per noi…non possiamo fare altro che accettarlo di buon grado.”
“Ma come?! Non è stato lei ad insegnarmi che il Fato non è scritto?!”
“Già, ma il volere di entità superiori è simile ad esso, per potenza e valore: la fine dei tempi è forse giunta?”
“Non dica assurdità! Sua Santità deve vivere! Per il bene dei fedeli!”
“Può esserci altro bene se non quello di obbedire al volere divino?”
“Certo! Non è il nostro Dio che ha voluto tutto questo! Quale Dio caritatevole potrebbe volere tanta violenza?! Non c’è giudizio, non c’è clemenza! Tutto questo non ha alcun senso! Solo l’egoismo umano ha affretto i tempi! Ora mi segua!”
L’anziano Santo Padre si alzò con flemma esasperante:
“D’accordo, amico mio…fuggirò.”
Poi aggiunse tra sé:
“E così anche un uomo come me decide di rinnegare la Provvidenza per rendere onore al dono della vita e combattere per la propria sopravvivenza…”
 
Infine, i due abbandonarono –scortati da una drappello di Guardie Svizzere- l’edificio.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
Hyuga esclamò:
“Tutti i 24.000 strati di copertura sono saltati! Il condotto principale è esposto! L’obiettivo è appena entrato nell’Acheronte!”
“Dobbiamo impedirgli di raggiungere il Terminal Dogma! Attivare i sistemi anti-infiltrazione!” -ordinò la Akagi.
“Impossibile! Le onde del Jehuty sono di nuovo in full-reverse! Diagramma d’Onda Arancione: il MAGI lo identifica come l’Eva 07!”
Misato digrignò i denti, furibonda:
“CI HA FREGATI!”
 
Perfino Fuyutsuki perse la sua naturale compostezza, rivolgendosi agli operatori:
“Allora chiudete tutte le paratie dei livelli Malebolgia: anche se poco, dobbiamo guadagnare tempo!”
 
 
*   *   *
 
 
Lo 07 accelerò la discesa:
I reattori delle ali avvamparono; i vettori luminosi perforarono e fusero gli strati di metallo che si frapponevano tra il robot e l’ancora lontanissima Lilith.
 
La velocità di caduta raddoppiò; le punte delle gambe acuminate si arroventarono.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
“Pazzesco!” -balbettò Makoto- “Ha già bypassato il Flegetonte! E’ troppo veloce!”
 
Ikari tuonò d’ira:
“Così raggiungerà il Cocito in breve tempo! Dite ad Uzumaki di muoversi!”
 
Ritsuko si chinò su Maya:
“Lo 01 non si attiva?”
“Al contrario…si sta muovendo! Il pilota è cosciente!”
 
Ginevra ringraziò il Cielo di udire quelle parole.
 
 
*   *   *
 
 
Campo di battaglia.
 
A fatica, lo 01 si rialzò, correndo verso il condotto d’accesso:
“TORNA QUI!!”
 
Saltò all’interno, temerario, cadendo  nel buio più totale.
 
 
*   *   *
 
 
Terminal Dogma.
 
Il soffitto si incrinò, per poi esplodere in un nuvola di polvere e fiamme.
 
L’Unità 07 piombò pesantemente in quello che appariva come un lago di L.C.L. di proporzioni incalcolabili.
 
Infondo alla caverna sotterranea, un essere bianco e privo di gambe era inchiodato ad un gigantesco crocifisso rosso.
 
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*   *   *
 
Central Dogma.
 
“Il livello Cocito è stato violato! E’ penetrato nel Terminal Dogma!”
 
Kozo batté un pugno sulla scrivania:
“Non ci voleva! Ora è vicinissimo a Lilith…!”
 
 
*   *   *
 
 
Terminal Dogma.
 
Il Mark 07 scivolò silenziosamente a pelo d’acqua, verso la gigantesca creatura.
 
Poi, uno fragore assordante di uno scroscio d’acqua lo costrinse a voltarsi:
 
Lo 01 era atterrato nel Dogma.
 
Naruto, i polmoni al limite, ansimò:
“Ti ho trovato! Non ti lascerò fare un solo passo in più!”
 
Correndo goffamente nel lago profondo fino ai polpacci, l’Eva si avvicinò, azzardando un semplice pugno.
 
Ormai stufo di inutili sprechi di tempo, lo 07 compì la sua ultima mossa:
Si avvicinò rapido…e tagliò di netto il braccio del robot viola.
 
Il second gridò di dolore, mentre un’emorragia di sangue spruzzò dal moncherino sanguinante dell’Eva.
 
Infine, il Jehuty afferrò le piastre pettorali dello 01, tirandole fino a strapparle parzialmente.
 
Il pilota smise di urlare: l’autonomia era terminata ed il dolore sufficiente a farlo morire per shock.
 
Lo 01 si accasciò nel liquido giallastro.
 
 
*   *   *
 
 
Central Dogma.
 
Maya staccò le mani dal computer, terrorizzata:
“Autonomia dello 01 terminata! F-Type neutralizzato! Segnali vitali del children: assenti!”
 
La ragazza dai lunghissimi capelli biondi mormorò:
“No…no, ti prego…non puoi…”
 
Misato ordinò, allarmata:
“Dobbiamo intervenire prima che avvenga la morte celebrale: impostare le funzioni vitali della plug suit al massimo! Avvio defibrillazione!”
“Inutile! Il cuore non riesce a prendere il ritmo cardiaco!”
 
La ragazzina lanciò un grido acuto, cadendo sulle ginocchia.
“NARUTO! ALZATI! MI SENTI?! SVEGLIATI! NON PUOI ARRENDERTI COSI’!”
 
 
*   *   *
 
 
Interno dell’Eva 01.
 
Le luci dell’abitacolo si estinsero, affievolendosi.
 
Il liquido di connessione neurale si intorbidì, causa delle disfunzioni.
 
Naruto sentì il suo corpo sollevarsi dal sedile, esanime.
Dalle sue labbra fuoriuscì un piccola bolla d’aria.
Prima che le sue palpebre calassero pesantemente, ebbe il tempo di formulare il suo ultimo pensiero:
 
Non ho mai pensato al modo in cui sarei morto, però…morire per qualcuno che amo…mi sembra un buon modo per andarmene. Perdonatemi, Ginevra…Cris…non sono stato capace di nulla…di nuovo.
 
 
*   *   *
 
 
Ah!”
Con un verso soffocato, Naruto si ridestò, riprendendosi dal soffocamento.
 
Ansima affaticato, poi si guarda intorno.
E’ ancora quel posto:
 
Quella specie di grotta o camera blindata…ricoperte di tubi e d immersa nell’L.C.L.
Ancora quell’odore di sangue, pelle, latte e borotalco.
Ancora quel colossale cancello, ai limiti del lago…ora più simile al Terminal Dogma.
 
Ma una differenza c’è, rispetto all’ultima volta:
Due enormi specchi, posti ai suoi lati, creano infinite copie di sé stesso.
Ma sarebbe un fatto banale, se non fosse che ognuna di quelle copie agisce e lo guarda in modo diverso.
 
“Dove sono?” -chiede mollemente.
 
“Sei nel reame dei desideri: in tè stesso.” -risponde la voce del fantasma di quella non-ancora-donna che ama più di ogni altra cosa al mondo.
 
“Me stesso?”
 
“Me stesso.” -ripete uno dei riflessi.
“Me stesso.” -ripete ancora un altro.
“No: me stesso.” -dice un terzo.
 
Il ragazzo mormora:
Io sono me stesso.”
 
“Ma io sono te!” -ridono malevoli tutti gli altri io, all’unisono.
 
“No: vi sbagliate! Io sono unico! Ho i miei desideri, i miei progetti…”
 
“Noi siamo i tuoi progetti.”
“I tuoi desideri.”
“I tuoi sogni.”
“I tuoi segreti…” -le voci si fanno velate di malizia.
“Le tue manìe…”
“Le tue perversioni…”
“Noi siamo tutto e nulla di te: siamo diverse facce della stessa, orribile, ripugnante, odiosa moneta.”
 
“Sono davvero così disgustoso?”
 
“Sì.” -rispondono. Poi ridono ancora, sardonici.
 
“Forse è vero: opporsi al volere del Cielo…combattere esseri dai nomi celesti…non sono altro che un mostro blasfemo.”
 
“Perché guidi l’Eva?” -chiede lo spettro di una donna dai capelli di un viola caldo e lucido.
“Non lo so.”
 
“Perché sopravvivi?” -fa l’ombra di un ragazzo dai capelli neri e blu, in piedi e di spalle, accanto alla sua testa.
“Non lo so.”
 
“Mi ami?” -chiede la nebbia di forme femminili che taglia il silenzio con voce melliflua.
“Si.”
 
“Perché guidi l’Eva?”
“Per difenderla.”
 
“Per questo guida l’Eva…” -fa eco il giovane ragazzo ritto.
 
“Sei felice?”
“No.”
“Perché?”
“Non lo so.”
 
“Perché non riesci ad adempiere ad i tuoi desideri?” -questa volta la voce è di un uomo: un uomo giovane, alto, bello…lontanissimo e chiuso in una sfera trasparente rossa.
“Probabilmente sì.”
 
“Cosa desideri?” -chiede quella voce così dolce che lo accompagna in tutti i suoi sogni.
“Mamma…sei tu?”
“No…sono ciò che tu desideri vedere. Cos’altro desideri?”
Lui sorride e piange:
“Se i miei sogni potessero avverarsi, oggi, allora…vorrei un paio d’ali! Ti prego, metti un paio d’ali sulla mia schiena! Così potrò essere come un uccello! Voglio spiegare le mie ali e volare in questo cielo ampio ed aeroso! Voglio sbatterle e volare in un cielo pieno di felicità!”
“Per fuggire dalle tue responsabilità?”
“No…per vivere ciò che amo. Perfino ora, non ho bisogno di soldi né gloria…quello che voglio sono ali!”
 
Si alza in piedi; la bocca allargata nel sorriso più smagliante mai dipinto sul suo viso:
“Le cose che sognavo da bambino…”
 
“…continuo a sognarle ancora oggi.” -una voce di bimbo:
 
Quell’uomo prima irraggiungibile è diventato un bambino.
Sono molto simili, ma non sono la stessa persona.
No: ciò che vede Naruto è ciò che lui vuole…un’infanzia.
Ciò che gli è stato strappato, e che ora giace assieme ad un uomo conosciuto, amato e dimenticato.
 
“Rivoglio tutto…” -le lacrime sono copiose ma non sciupano il sorriso; sono di gioia- “…mamma, DAMMI LE ALI!”
 
 
*   *   *
 
 
Interno dello 01.
 
Nella penombra, due occhi si illuminano di un rosso rabbioso e selvaggio:
“Restituiscimi…LA MIA ANIMA!”
 
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*   *   *
 
 
Con un brontolio inquietante, lo 01 rialzò la testa, di scatto; gli occhi rossi come braci folli.
 
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Il Jehuty, ormai prossimo a Lilith, si voltò, con un gesto di sorpresa.
 
*   *   *
 
Central Dogma.
 
Maya fissò lo schermo del portatile:
“Lo 01…si è riattivato?!”
“Anche se ha raggiunto il limite di operatività?!” -Ritsuko sembrava incredula.
“E’ in Berserk…?!” -boccheggiò Misato.
“Non riesco a capire…che cosa sta succedendo all’Unità 01?!” -chiese Leon, con un fil di voce.
 
Le labbra di Ginevra tremarono incontrollate:
“N-Naruto…?!”
 
 
*   *   *
 
 
L’Eva si rialzò lentamente, sibilando.
Le finiture verdi fosforescenti sulla corazza si tinsero lentamente di rosso.
Spalancò le fauci…e lanciò un grido agghiacciante.
 
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All’interno dell’Entry Plug -le pareti ora ridotte solo ad una caos psichedelico di luci e flash- Naruto si sollevò dal sedile, carponi.
I vestiti si infiammarono.
La pelle si lacerò, lasciando posto ad un fluido rosso e nero, pulsante.
Il viso divenne il ritratto del Maligno:
 
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*   *   *
 
Lo 07 distolse l’attenzione dal Secondo Angelo, balzando veementemente verso il redivivo Evangelion.
 
Quest’ultimo spalancò il palmo della mano non staccata, generando un A.T.Field di proporzioni ciclopiche, dai colori cangianti.
Il Mark 07 cozzò contro la barriera, arrestandosi.
 
All’interno dell’Eva, sei estroflessioni sinuose si allungarono sulla schiena dell’ora non più definibile ‘ragazzo’.
 
Di riflesso, un braccio di luce purissima prese il posto del moncherino dello 01.
 
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Quindi, l’arto luminescente si aprì in sei punti, allargandosi fino a creare una sorta di esagono tridimensionale, cavo.
 
La barriera si divise ed estese in anelli concentrici minori, schizzando -come una molla- l’Unità 07 fuori dal Dogma.
 
 
*   *   *
 
Central Dogma.
 
Fuyutsuki proferì:
“E’ davvero stupefacente…lo 01 si è riattivato, ampliando i suoi poteri.”
Gendo sorrise:
“Abbiamo vinto…”
 
Misato pensò, più impaurita che esultante:
 
Di nuovo quegli occhi…era già successo, giusto? Ma adesso…
 
“Guardate!” Alex indicò lo schermo del Ponte di comando- “Lo 01…è emerso!
 
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In un turbinio di polvere e fiamme, due ali di apertura kilometrica risaltarono nell’oscurità, dorate.
 
“Quelle sono…le ali di luce dello 01?!”
 
*   *   *
 
 
Le ampie lai di luce si retrassero nel dorso dello 01, mentre un aureola si allargo istantaneamente dalla cuspide del corno.
Mosse pesantemente un passo; le auto abbandonate sobbalzarono.
 
 
*   *   *
 
 
Leon continuò a parlare, troppo scosso per  dare una qualche intonazione alle sue parole:
“Quel bambino nascondeva tanta potenza?”
Ritsuko si lasciò cadere su una sedia:
“L’Unità 01 sta trascendendo il limite umano…”
 
Ginevra si artigliò il cuore:
“Sei davvero…tu?!”
 
Maya sentì le sue mani tremare sulla plancia:
“La profondità del Plug è oltre 180: è entrato nel livello di Great Beyond Depth! Ormai è nella zona a rischio!”
“FERMATI NARUTO, NO!” -gridò disperata la Akagi- “COSI’ NON RIUSCIRAI A RECUPERARE AL TUA FORMA UMANA!”
 
 
*   *   *
 
 
“Non mi importa di quel che sarà di me!”
 
La copertura rossastra sul suo copro si squarciò a metà sul viso, rivelando un volto composto di purissima luce bianca.
 
“Non mi importa di quel che accadrà al mondo!”
 
Compiendo un secondo passo sulle ginocchia, anche il dorso ed un braccio rivelarono il corpo di luce del ragazzino, gemente.
 
“Ma Ginevra…almeno lei…” –la sua voce si ridusse ad un gridolino acuto e straziato, mentre la sua forma demoniaca si abbandonò per far posto all’ego di luce- “…IO LA SALVERO’ DI CERTO!!”
 
Lo 01 spalancò le fauci dai denti acuminati.
Gli occhi luccicarono, aggressivi, in ampie croci baluginanti; dai bulbi totalmente rossi vennero emessi due potenti fasci laser.
 
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Il raggio investì lo 07, lasciando un lungo sfregio incandescente sulla corazza e tagliando l’alloggiamento del DUMMY PLUG.
 
 
*   *   *
 
 
“Si, va’ avanti Naruto!” -li incalzò Misato.
“Ma…Misato!” –si oppose la collega bionda.
Incurante delle proteste, il Colonnello continuò:
“Non per qualcuno in particolare…FALLO SOLO PER ESAUDIRE IL TUO STESSO DESIDERIO!”
 
La Chevalier ebbe un sussulto, indecisa tra lacrime di cordoglio o gioia: in mezzo ad oltre 6 miliardi di individui, quel ragazzino stava cercando solo una persona: lei.
 
 
*   *   *
 
 
Nell’Entry Plug, una massa globulare di L.C.L ribollì nel palmo destro del pilota:
“Avanti, Eva 01…! Ancora...un ultimo sforzo! Ancora…UN ULTIMO ATTACCO!”
 
Una sfera ad iper-concentrazione di A.T.Field -plasmata da anelli in moto centrifugo- si formò tra le mani dell’Eva.
 
L’Unità viola e rossa collocò la bomba eliocentrica nel ventre del Jehuty, provocando una copiosa fuoriuscita di sangue e scintille.
Premette con maggior violenza e l’A.T.Field si dissociò, repellendo il Mark 07 a distanza, roteando su sé stesso.
L’Elemento S2 dell’Angelo rimase scoperto.
 
Si avvicinò ancora, calpestandone la testa fino a ridurla in una poltiglia di sangue e acciaio.-
Quindi, impose i palmi sul nucleo pulsante.
 
“PAPA’…DOVE SEI?!”
“Non posso…” -a rispondere fu l’ingannevole voce di quel bambino- “…ormai questo è l’unco luogo possibile che ho dove vivere.”
Naruto sgranò gli occhi, stupefatto; urlò ancora:
“PAPA’!!”
“Ve bene così, Naruto…” -la voce mutò, acutendosi fino ad assumere quella della sua amata-“…anche se non riuscirai a vincere ed io sparirò, tu potrai vivere comunque.”
 
Nel nucleo dello 07 si stagliarono decine di sagome umanoidi differenti, ripetendo:
“Mi sostituirà…”
 
“NON E’ VERO!” -gridò esasperato lui-“ NON C’E’ NESSUN’ALTRA COME TE! IO NON POSSO VIVERE SENZA DI TE! E POI…RIVOGLIO LA MIA ANIMA! PERCIO’ IO…VERRO’ A SALVARTI!”
 
Il frastuono si arrestò.
L’aureola bianca dello 01 si estese in cerchi concentrici rossi e neri, sprigionando una dolce melodia.
Le piastre pettorali dell’Eva scoppiarono, rivelando un nucleo rosso del tutto simile a quello dello 07.
 
I due corpi si sollevarono a mezz’aria, lentamente, mentre l’alone multicolore dell’Unità 01 si estese fino a raggiungere ala forma di un piccolo buco nero.
 
 
*   *   *
 
 
Maya chiuse il suo portatile, esausta:
“Non può essere…il limitatore di configurazione è svanito! Analisi impossibile!”
 
Mari si fece vicina alla pianista, rassicurandola:
“Non temere…non ti succederà nulla…”
 
Ritsuko si fissò la scena:
“L’Eva che volevamo imprigionare nei limiti umani sta ritornando al suo stato originario. Spezzando le catene che gli abbiamo imposto, sta mostrando una natura superumana vicina a quella di un dio. Collegando il Cielo, la Terra e il Creato entro gigantesche onde di complementarità, si trasforma…si trasforma ina una massa concentrata di pura energia! All’unico scopo di soddisfare un desiderio umano…solo per quello.”
 
 
*   *   *
 
 
Naruto -gli occhi rossi e rilucenti- gridò più forte.
 
Un campo di pressione sfondò il nucleo rosso dello 07 in una voragine perfettamente semisferica.
 
Gattonando con difficoltà sul sedile di guida, notò una piccola sagoma bianca sul fondo della capsula, rannicchiata:
“RAGAZZINO!”
 
Lo spettro di un uomo veleggiò intorno al bambino in posizione fetale, poi scomparve.
 
“RAGAZZINO!” –gridò di doloro fino a non avere più fiato, raggiungendola parte opposta dell’abitacolo.
Con tutte le sue forze –quasi fosse spinto indietro da un campo invisibile- immerse la mano nella parete, ora molle come liquido; senza smettere di gridare.
 
Ora passava in una sorta di mondo di pura tenebra, squarciato dalla luce del corpo di quel bambino solitario.
 
“TU! DAMMI LA MANO! VIENI!”
 
Nello sforzo estremo, la sua pelle lattescente si lacerò con dolore lancinante; sotto die essa ancora una volta il fluido rosso e nero, ma privo di quel volto mostruoso e bestiale.
 
Infine, la mano del bambino mutò in quella di un padre amorevole, e le dita dei due si incrociarono.
Naruto tirò a sé il fantasma carico d’amore.
 
L’Eva estrasse con forza il nucleo dall’Angelo.
 
Nella capsula, ciò che il pilota salvò non fu un uomo…ma una ragazza bellissima.
 
Il Jehuty esplose in un mare di sangue, immobilizzandosi a mezz’aria e ascendendo verso il buco nero dello 01.
 
 
In lontananza, Cris riaccese lo 00, osservando la scena.
Una lacrima sgorgò dagli occhi:
“Capisco…Naruto, allora eri tu…”
 
 
*   *   *
 
 
Leon si rivolse ad Ikari:
“Lo 01 ha rotto gli argini in anticipo rispetto a tutti gli altri Eva, compreso lo 00. Comandante Ikari…sa bene ciò che significa.”
 
Il volto di Fuyutsuki si contrasse in una smorfia di apprensione:
“Lo supponevo…grazie a quei ragazzini si è compiuto il Risveglio dello 01! Arrivare ad un tale livello di evoluzione che sfiora l'onnipotente...questo ragazzo è riuscito a superare perfino tuo figlio, Ikari!”
Gendo non riuscì a rimanere impassibile:
“Esatto. Ormai, alla realizzazione del nostro Progetto manca pochissimo…”
 
Ginevra chiuse gli occhi ed aprì il suo cuore…i suoi pensieri riuscirono a raggiungere il ragazzo che ora combatteva per lei.
 
 
*   *   *
 
 
Nell’Involucro dell’Anima -i monitor ridotti ad un’uniforme bagliore azzurro- Naruto strinse a sé lo spettro della ragazza:
“Ginevra…grazie per essermi stata vicina.”
“Mi spiace…non ho ottenuto nulla. Non sono riuscita a preservarti dalla guerra…”
Lui si lasciò andare:
“Ormai va bene anche così…va bene così…”
Un ultimo addio:
“Perché vedi: io offro, per te, tutto il essere…”
 
La città avvampò:
Un mare di luce rossa si innalzò dal suolo, spaccando il terreno in una colossale croce.
 
Ritsuko, alla NERV, rimirò ciò che ormai era divenuto l’Eva:
 
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“E’ nata una nuova vita…che trascende la ragione di questo mondo! Per compensazione le antiche esistenze e le forme di vita inferiori si estingueranno…”
 
Misato cercò con le dita il suo crocifisso, ma non lo trovò: lo aveva consegnato a Toji mesi addietro:
“Quei raggi di luce…le ALI! Proprio come diciannove anni fa…!”
 
L’amica sentì le gambe cedere, sotto l’ormai chiara consapevolezza:
“Esatto! La prosecuzione del Second Impact, condurrà a Third Impact…la FINE DEL MONDO!”
 
 
*   *   *
 
 
Un fulmine rosso piombò dal cielo, spazzando le nubi, fino al centro del buco nero.
 
Tutto si immobilizzò:
L’aureola si estine.
L’Eva riprese il suo spetto originario; un lancia bipunta conficcata nel cuore.
 
Ginevra gridò:
“Cosa succede?!”
 
Nel cielo notturno, un portale dai coloro iridescenti si aprì, lasciando emergere un uomo bellissimo e malevolentemente angelico:
 
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Il Vicecomandante Kozo Fuyutsuki aggrottò la fronte:
“E’ lui…!”
Ikari si alzò in piedi:
“Tomah…Lucifero!”
 
L’Angelo dell’Inferno schiuse le labbra, sussurrando pacatamente:
“Finalmente…il momento promesso è giunto.
Thanatos, anche per te arriverà un Paradiso. Ma per ora…”
 
Sollevò un palmo: una lunghissima croce di luce affilata si allungò dal nulla.
La scagliò, colpendo il petto dello 00, in lontananza, piantandolo al suolo.
 
Infine sorrise:
“Almeno questa volta, riuscirò a renderti felice…
 
…Naruto Uzumaki.”
 
Con tre bagliori accenti, il misterioso essere fatato, lo 01 e lo 00 scomparvero, lasciando la città ed i suoi abitanti nel silenzio più profondo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ecco fatto! Finito!
Kaputt!
Questo è tutto!
Eh, sì…tutto finisce, lo diche anche Harry Potter XD!
 
Con questo capitolo concludo ufficialmente la prima serie!
Un po’ mi spiace e ammetto d’essere sincerante commosso: ho appena portato a termine la mia prima long-fiction!
Ma non crediate di essere salvi…con la seconda mi impegnerò a farvi venire il mal di testa tra fantascienza e misteri!
Che dire? Boh…io chiuderei così, che ne dite?
Dilungarsi non servirebbe a niente.
Vorrei solo che, chiudendo questa pagina, qualcosa vi fosse rimasto.
Non so, un ricordo, un’emozione, una cosa qualsiasi!
 
Stavolta il richiamo è esplicito: se non vi rompe troppo, vi prego, lasciate un commento per ognuno di voi.
Non so se sono un bravo scrittore, non so se ho capito EVA, non so nemmeno se esisto in questo momento…però di una cosa sono certo: la vita vale la pena di essere rischiata.
E se qualcuno ti dicesse se l’hai rischiata bene o male, non dispiace ;-) (MESSAGGIO SUBLIMINALE: lasciate recensioni! XD)
 
Quindi, mentre leggete l’ultimo punto di questa storia, ricordatevi di un povero scemo che ci ha provato, a fare qualcosa di bello.
Che fate, ridete?! Vi mando lo 01 incazzato a casa, eh!
 
Beh, a questo punto direi che ci sta bene un trailer XD della seconda serie:

 

Il Risveglio del Mark.06 e dell’Unità 08!
Il gigantesco Vergil-Exelion che oscura i cieli!
Le Buster Machines della FRATERNITY!
La misteriosa DEAVA e l’Angelo Meccanico Aquarion!
La DAI-GURREN ed il profetico Tengen Toppa Gurren Lagann!
La Fondazione TERRA: le Agenzie degli universi paralleli finalmente riunite!
Come finirà la storia dei ragazzi dal destino designato?
La Fisica dell'impossbile è solo l'inizio!
 
Tutto questo ed altro ancora in :
 
NEON GENESIS EVANGELION A.F. : AFTERMATH
 
(e ancora molto altro fan-service!) 

 

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