La Bambola Spezzata

di Isyde
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Bambola Spezzata ***
Capitolo 2: *** Ti Sento ***
Capitolo 3: *** Piove ***
Capitolo 4: *** Attesa ***
Capitolo 5: *** Stringere ***
Capitolo 6: *** Tre ***
Capitolo 7: *** Specchio ***



Capitolo 1
*** La Bambola Spezzata ***


 

La Bambola Spezzata.

 

 

 

Si può essere spezzati a metà?

 

Si può vivere in un limbo terrestre fatto di fragili maschere di carta?

Si può osservare l'uomo che di fronte a te, ti guarda con brama, convinto che tra poco riscalderai il suo letto, rinnovando così un'antico patto?

 

Si può.

 

Basta seppellire il proprio cuore sotto una coltre spettrale di ghiaccio, foglie morte e nuda terra.

Basta alzarsi ogni mattino e scordarsi dei sogni.

Sembra complesso.

Sembra falso.

Sembra orribile.

 

In realtà è tutto maledettamente facile.

 

Accetto ciò che mi viene dato, senza fare domande.

Una carezza, un bacio rubato, uno sguardo.

Non oso riflettermi nelle sue iridi e scoprire la mia immagine, la vera Astoria, che mi fissa sbigottita mentre pesanti catene la tengono legata in fondo alla mia coscienza.

 

L'unico mio obiettivo è quello di andare avanti.

 

Di risollevarmi dal fango e di proseguire, anche se questo vuol dire imparare a trovarmelo accanto come un cane famelico in cerca di affetto.

I segni della guerra saranno spazzati via da quelli della maternità.

Le cicatrici delle maledizioni silenziose che hanno scavato profonde ferite nel mio animo verranno sostituite dalle trasformazioni del mio corpo, della mia anima, da quel cuore che batte contro il mio ventre, reclamando attenzione.

 

Egocentrico come suo padre.

 

Eppure un tempo, sognavo di vedere il mio viso deturpato dalle pene d'amore, dalle risate che escono dal cuore, da sentimenti indistruttibili.

 

 

Ora sono qui, come una bambola spezzata, che gira intorno alle sue quattro mura di purissimo cristallo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_______

In attesa di ritrovare l'ispirazione e la giusta concentrazione per iniziare a concludere qualcosa all'università, eccovi una serie di flashfiction su Astoria e Draco.

Più amara e triste del solito.

Spero vi piaccia.

Baci, Isy.

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Capitolo 2
*** Ti Sento ***


 

 

 

Ti Sento.

 

 

 

 

 

 

 

E' straordinario come sei riuscito a rendermi dipendente da te.

 

Ogni mio respiro è dedicato a te, il mio crudele carceriere.

 

Come ogni sera mi ritrovo sola, rinchiusa nel mio silenzio ed osservo quel poco di solido che insieme siamo riusciti a costruire.

 

Sopra il camino, hai insistito per mettere quelle foto, testimonianza di una felicità mai respirata.

 

Sempre negata.

 

Sempre farcita da sguardi infuocati di rabbia celati da una maschera di pacata indifferenza.

 

La tua.

 

E tu mi hai contagiato.

 

Come un virus, ti sei appropiato delle mie volontà.

 

Ed ora, sono sola seduta in quella casa che mi dona un falso senso di calore umano mentre ti guardo andare via.


Ti sento, Draco.

 

Ti sento ovunque.

 

Sei una droga che mi annebbia i sensi, che m'incatena a sè.

 

Ti Respiro.

 

Ogni profumo è il tuo.

 

Ogni fraganza mi ricorda la tua pelle.

 

Persino quelle sigarette che tanto ho odiato, sono diventate un tuo segno che mi colpisce in continuazione, come un pugno nello stomaco.

 

Violento e preciso.

 

Nonostante tutto, ti sento.

 

 

 

 

Ti respiro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_______________

 

 

 

Nata pochi minuti fa, spero vi piaccia e che vi possa interessare in qualche modo.

Mi piacerebbe sapere le vostre opinioni/impressioni, soprattutto chi l'ha messa fra le "seguite".

Non siate timidi!

 

 

Panty!: Rieccoti, mi ha fatto piacere leggere questo bellissimo commento! La tua descrizione di Astoria coincide con l'idea che ho di lei. Una donna all'apparenza dura e indifferente che in realtà è forse più sensibile e sentimentale di quanto si possa pensare.

Draco non è tipo da "matrimonio fedele", almeno il mio, più che altro rispetta l'importanza di avere una compagna ufficiale che possa dargli un erede leggittimi, nulla di più.

Un po' cattiva,eh?

Un bacione e grazie mille per il commento. Mi fa un piacere enorme.

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Capitolo 3
*** Piove ***


 
Piove.


Oggi piove, Draco.


E' il nostro segnale, è la retta costante che ci unisce, la pioggia.


La prima volta che ti baciai, fu una sera gelida di tre anni fa.


Avevi insistito ad accompagnarmi durante la mia passeggiata serale per i corridoi oscuri del settimo piano.


Parlammo del futuro, delle novità della nostra casa, della vita in generale con quella serenità che riusci a tratti a tirare fuori e che illuminava il tuo viso sempre cupo.


Hai riso a lungo sulla mia aspirazione di diventare una apicultrice.


E io risi con te.


Pioveva quando tu avvicinasti il tuo viso al mio ed incollasti le tue labbre sottili alle mie.


Anche oggi piove.


Sebbene oggi sia domenica, hai lasciato il nostro letto e te ne sei andato.


Mi hai salutato con un frettoloso bacio sulla guancia che percepì appena e sei scomparso.


Ho sperato in un tuo veloce ritorno, invece eccomi qui.


Sola, nella veranda, ad osservare un bellissimo giardino che accoglie la pioggia violenta di una Scozia addormentata.


Ti vedo arrivare verso casa, mentre i tuoni cominciano a farsi sentire, vorrei correre a toccarti, a baciarti.

 

Ma da tempo qualcosa me lo impedisce.
 

Qual'è il confine fra l'amore e l''abitudine?

 
Me lo chiedo spesso, Draco.
 
Cerco una risposta fra i tuoi occhi grigi che troppe volte mi fissano seri, mi ricordano perchè non siamo più legati da quel sentimento adolescenziale che ci colpì anni fa.
 
Cerco risposte tra le tue parole, tra i tuoi eccessi di rabbia contro te stesso, durante quelle sere malincoliche in cui ricordi le tue scelte passate.
 
Io ho provato a rimanerti accanto. A dimostrare quanto tu possa essere capace di amare.
 
Perchè, lo so che mi ami.
 
A me rivolgi quello sguardo preoccupato la sera, a me dici cosa ti tormenta, non con le parole, ma con i gesti.
 
Lasci che io possa vedere quella parte di te che da tempo tieni nascosta.
 
Indossi la divisa verde-argento da Quidditch e stringi la tua fidata scopa.
 
Sorridi appena, mi saluti con un semplice "Ciao", quando siamo a pochi centimetri di distanza.
 
Ti inginocchi a me e deponi una carezza al mio ventre e un bacio a quella parte del mio corpo, rigonfia.
 
Gocce di pioggia scivolano dai tuoi capelli biondi e bagnano la mia camica, piccole macchie incolore bombordano il mio ventre.
 

Piove, e ti vivo di nuovo.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 _____________==_____________
 
 
 
Scusate per l'attesa, causa esami in arrivo, i primi aiuto!!, sono sempre con il naso fra tomi di diritto ed economia.
Ma sono riuscita almeno ad aggiornare questa raccolta.
 
Confettina: Le tue parole riescono sempre ad emozionarmi e a far tornare l'entusiasmo per le storie che scrivo su D/A. Questa volta mi sono buttata sul drammatico facendomi la domanda: E se non si amassero, veramente? Nel senso più tradizionale del termine.
Ed eccomi qua. Sono sempre contenta di sentirti e anche se non ci si sentiva da un po', ho iniziato la lettura di qualche tua storia, a breve aspettati una e più recensione da parte mia. XD
Sto pensando in più, in questi giorni, di scrivere una storia su Draco e un Personaggio originale...ma ci vorrà un po'.
Un bacione grande e grazie per seguirmi sempre in queste storie. Mi sei sempre d'aiuto e d'appoggio.
 
Panty!: Hola, scusa per l'imperdonabile ritardo, ma è un periodo un po' frenetico. L'uni lasci poco tempo, ma non mi lamento. Non ho una idea precisa di Malfoy, forse è veramente donnaiolo, ma lo vedo come un uomo impulsivo che affoga nei piaceri carnali e non, per non affrontare la realtà. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione grande! P.S. ho già una ff su di loro, ma mi sono bloccata dopo pochi capitoli, in futuro, nn molto lontano, la risistemerò e la continuerò, si chiama "Parola D'Onore" e altre ff con Malfoy protagonista come "Benvenuto, Scorpius", "Insperata Realtà", "Le Stranezze della Vita". Se vuoi puoi lasciare una recensione, mi farebbe molto piacere!!Un bacione, cara!!
 
Jules_Black: Prima di tutto di ringrazio per la recensione. Sono felice che tu mi abbia lasciato un commento anche se questa storia non coincide con la tua idea di Draco ed Astoria. Partendo dal fatto che nemmeno io penso che lui sia il classico donnaiolo e lei la bellissima donna che gli sbava sempre e comunque dietro. In questa raccolta ho voluto sperimentare il mio lato drammatico e triste. Diciamo che i primi che mi sono venuti in mente, sono stati loro due. E' solo che io adoro cimentarmi in cose un po' assurde. Per dirti, ho scritto una storia "romantica" dove una dei protagonisti era morta. Quindi, puoi capire che spesso sfuggo dalle "concezioni" sia di Hp, sia di altri generi e fandom. Con questo, sono contentissima che tu abbia recensito e mi abbia sia fatto i complimenti per lo stile, sia per sottilneare la tua idea di questa coppia. Spero di rivederti nel prossimo capitolo e di leggere una tua recensioni. Un bacione!

 

 

 

Isy91.

 

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Capitolo 4
*** Attesa ***


Attesa

 

 

Mi sento strana.

 

Come svuotata di ogni energia.

 

Eternamente sdraiata a letto in compagnia di un libro.

 

Passo le mie giornate ranicchiata fra le fresce coperte, aspettando il grande evento.

 

Lui è eccitato e in perenne agitazione.

 

Come una mina vagante, salta dai suoi uffici a casa, molto più spesso degli ultimi mesi.

 

Nonostante passi molto tempo con me, non siamo riusciti a trovargli un nome.

 

Ad ogni mia proposta rispondeva con una scrollata di spalle, sibilando un "Non mi piace".

 

Ad ogni suo rifiuto si creava una voragine dentro di me.

 

Voragini di preoccupazione per il suo volto che diventeva serio improvvisamente e che fissava truce l'arazzo della sua famiglia soffermandosi fin troppo su "Lucius Malfoy".

 

Una sera di settembre lo vidi tornare tardi, ormai l'ansia e l'attesa non riusciva a farmi addormentare prima dell'alba.

 

La paura di ritrovarmi in una pozza di sangue, la paura di perdere ciò che avevo costruito con difficoltà.

 

Lui era arrivato all'improvvisamente, togliendomi da un abisso di sentimenti negativi e di una vita grigia fatta di routine.

 

Lui mi ha colorato la vita.

 

Persino lui è cambiato.

 

Lo vedo da come cammina, a testa alta, con le spalle rilassate.

 

Ha perso l'abitudine di gettare sguardi fugaci sguardo dietro di sè.

 

Ha perso l'abitudine di voltarsi e sorridere al suo fianco.

 

Lui. Loro non ci sono più.

 

E' strano ritrovarmi a pensare a quanto Greg e Vincent manchino a mio marito.

 

Ignora il dolore e va avanti, lui.

 

Ricordo la ferocia con cui rifiutò la mia proposta: Vincent Malfoy. Un nome che racchiudeva le sofferenze del passato e che doveva dargli speranza.

 

Invece...

 

Invece Draco non vuole ricordare, vuole dimenticare.

 

Attende una svolta che non arriva.


Attende il vento giusto per spiccare lontano dalla sfinge dei ricordi.

 

Un'attesa lunga una vita.

 

 

 

 

:::::::::::

 

Grazie per l'attenzione.

Purtroppo non sono soddisfatta di questo capitolo, ma lo pubblico comunque.

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Stringere ***


Stringere.

 

 

Una mano tesa di fronte a lui e l'impressione di essere obbligato a stringerla.

 

Curata e delicata.

 

Di donna.

 

La sua.

 

-Pansy?-

 

Che domanda inutile.

 

Quella donna non può essere altro che la tua Pansy Parkinson.

 

Quella che si ostinava a tagliarsi i capelli a caschetto.

 

Quella che scherzava sempre con lui e gli altri nella Sala Comune.

 

Quella che giocava a Quidditch solo se ricattata.

 

Quella Pansy alla quale potevi confidare tutto.

 

Quella ragazza che non aveva fiatato quando ti ha trovato alle prese con quel maledetto armadio.

 

Quella, che, nonostante tutto aveva combattuto al tuo fianco, al fianco di tutti gli altri.

 

-Ciao.- risponde, stringendoti la mano. -Quanto tempo, eh?-

 

Lei non perde tempo in chiacchere, in sorrisi di circostanza, in falsità, va dritta al punto e m'ignora.

 

Sfoglia la cartella e tira fuori un plico di fogli dove noto il nome mia moglie in grassetto.

 

-Astoria è in una stanza privata, la 398. Devi andare nella terza ala, quinto piano. Per ora di guardia ci sono io, quindi puoi chiedere di me.- mi sorride appena prima di andarsene.

 

E solo oggi ho capito quanto sia stato stupido.

 

In fondo, non ero mai stato solo.

 

 

 

Non riesco nemmeno ad aprire gli occhi.

 

Sembra che tutto il mio corpo sia bloccato in un assurdo stato di dormiveglia, eppure le fitte diventano sempre più intense e lunghe.

 

Qualcuno apre la porta e la richiude delicatamente.

 

Posso sentire i passi leggeri sul pavimento grigio dell'ospedale. Si avvicina e mi stringe l'unica mano libera dalle flebo di pozione calmante.

 

E' una stretta delicata, calda e gentile.

 

La sua mano.

 

Provo a parlare, ma la gola secca e bruciante m'impedisce di parlare, così come quelle contrazioni che m'impongono di stritolare le coperte del letto.

 

-Non ti preoccupare, stringi la mia di mano, Astoria.-

 

E un'altra fitte zittisce quel cervello che vuole parlare a tutti i costi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno...

 

Respirare ed inspirare.

 

Spingere e stringere.

 

 

 

Due...

 

Stringere e spingere per dieci secondi.

 

Farsi forza, sentire delle labbra che ti baciano la tempia e che incitano a continuare.

 

 

 

Tre...

 

Un pianto lungo un'eternità.

 

E sorrisi misti a pianti.

 

 

 

 

 

 

 

____

Ecco a voi, è stato quasi un parto scriverla...

Spero vi sia piaciuto.

Un bacio!

 

 

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Capitolo 6
*** Tre ***


Tre

 

 

 

 

Dormiva.

 

Dopo ore passate in quella stanza incolore a fissare la porta, ora poteva sedersi al suo fianco e guardarla.

 

Se non fosse per le guance arrossate e i capelli scompigliati nessuno avrebbe detto che poche ore prima fosse in pieno travaglio.

 

E il frutto di quello sforzo, giaceva in una piccola culla accanto a lei.

 

Si avvicinò, slacciò la giacca e la posò su una sedia.

 

Eccolo, lui era lì.

 

Nove mesi di gestazione, di lento lavoro per creare un raffinato prodotto di carne, capelli e cuore.

 

Inconsiamente si chinò su di lui, sfiorandolo con un dito che si appoggiò sulla guancia paffuta e leggermente bluastra del bambino.

 

Percorse in lungo e in largo il suo viso soffermandosi su quel naso che sembrava identico a quello di Astoria.

 

-Ciao...- sussurrò vedendo gli occhi aprirsi e sbattere più volte.

 

Il neonato chiuse le dita in due piccoli pugni, li alzò verso il cielo e tentò di afferrare qualcosa.

 

Per un attimo Draco pensò che forse voleva giocare con la sua cravatta, ma si ricordò di aver sentito da sua moglie che i bambini non riuscivano a vedere chiaramente.

 

-Ehi...- mormorò ma il neonato parve non capire a cominciò ad agitarsi fino a gridare.

 

Astoria si svegliò di sorpassalto, scattando a sedere, per poi pentirsene visto le fitte alla schiena e alle gambe.

 

-Si è svegliato?- domandò.

 

-Sì.- rispose Draco guardandola. Sembrava piuttosto preoccupata.

 

-Riesci...Riesci a prenderlo in braccio?- domandò Astoria. Rammentava di come suo padre amasse ripetere che non aveva mai preso in braccio "quelle orribili pesti", così aveva definito più di una volta le sue figlie, e alla sola idea che anche suo marito potessere pensare a qualcosa del genere, stette male.

 

Invece Draco raccolse le coperte intorno al neonato e sistemò con una delicatezza che non gli apparteneva il braccio intorno al collo del bambino, sollevandolo.

 

Fece qualche passo e si bloccò nel bel mezzo della stanza.

 

Non distolse gli occhi dal bambino quando parlò.

 

-Hai scelto un nome?- chiese improvvisamente, il tono di voce era basso, quasi emozionato.

 

Astoria si passò una mano fra i capelli.

 

Aveva pensato a centinaia di nomi, ma c'era sempre qualcosa che non andava.

 

Come se fossero sempre e comunque sbagliati.

 

-Che ne dici di...Scorpius?- continuò Draco interprentando a suo piacimento il silenzio della moglie.

 

-Io...-cominciò Astoria ma il marito bloccò ogni suo pensiero quando depose il migliore frutto che potessero mai produrre fra le sue braccia.

 

-Pensaci almeno. E' bello e adatto al suo cognome.-

 

-E si porta avanti le tradizioni della famiglia di tua madre, vero?-

 

Un silenzio accolse le sue parole.

 

-Dov'è Narcissa?- domandò. -So che non la vorresti qui, ma è tua madre.-

 

-Allora dove sono i tuoi genitori, Astoria? Perchè non hai mandato un gufo come fece Daphne?- rispose lui allontandosi da loro. -Non rendere le cose più difficili di quanto non lo siano già.-

 

-E dovrei quindi stare zitta e dimenticare che comunque saremo sempre noi contro tutti.-

 

Lui le accarezzò i capelli e posò un bacio sulla sua fronte.

 

-Ora siamo in tre.-

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Specchio ***


Specchio

Specchio.

Ecco cosa odiava da anni.

Gli specchi, quelle lisce lastre di vetro che avevano il potere di riflettere.

Non temeva incantesimi o minacce, nemmeno la disgrazia e la prigione, solo gli specchi.

E quel mattino, un freddo mattino di dicembre, trovò il coraggio di specchiare la sua anima.

Dov'era il Draco sedicenne con la bacchetta puntata contro l'unica persona che lo aveva compreso veramente?

I capelli erano ancora biondi.

Gli occhi grigi e screziati di nero.

Eppure c'era qualcosa di nuovo in lui.

Forse era quella ruga sulla guancia, incarcata verso l'alto, quasi come se volesse ricordargli di sorridere ancora.

Forse era quella cicatrice poco lontana dall'orecchio, l'ultimo ricordo della guerra.

Non fece in tempo a pensare ad altro che lo specchio cominciò a riflettere anche l'immagine di una donna bionda.

-Siamo decisamente in ritardo, oggi.- disse lei sorridendogli.

Ma la sua allegria si bloccò.

Fissò anche lei lo specchio, lo sguardo improvvisamente serio.

Astoria la ragazzina spaventata ed incapace di lottare per ciò che voleva, era scomparsa.

Entrambi erano cresciuti, entrambi erano maturati.

Forse uno prima dell'altro, ma in modi diversi.

-Draco...- lo chiamò lei, avvicinandosi al marito. -Ti amo qualunque cosa succeda.-

Lui sorrise appena. -Lo so. L'ho sempre saputo.-

Non avevano bisogno di altre parole, anche perchè furono interrotte dal pianto di un bambino.

Astoria baciò velocemente proprio quella ruga sulla guancia di Draco, lasciandolo solo in quel bagno con la cravatta penzolante e gli occhi ancora fissi sullo specchio.

Quell'immagine non era nemmeno lontanamente simile a quella che vedeva quando aveva sedici anni.

Lui era diverso.

Tutto era diverso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_____

 

 

Io non so come scusarmi per questa lentezza nell'aggiornare questa raccolta, che io adoro scrivere. [Una specie di paradosso]

Diciamo che l'ispirazione latitante, gli esami universitari e altre storie che ho frettolosamente cominciato mi ha reso difficile ritrovare la giusta dose di concentrazione e creatività.

Spero che questo capitolo non vi risulti troppo diverso rispetto agli altri.

Persino io lo trovo un po' differente.

Comunque sia, vi mando un grosso bacione e un buon lunedì.

Isy

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