Un nuovo inizio

di CUCCIOLA_83
(/viewuser.php?uid=2622)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Il viaggio sul nottetempo si rivelò una pessima scelta, ma dato che la metropolvere e le passaporte erano strettamente controllate dal ministero, Tonks e Remus preferirono evitarle. Ormai il ministero era consapevole del pericolo che incombeva sul mondo magico ma nonostante questo Remus, essendo un lupo mannaro era ancora guardato con sospetto, ecco il perché della scelta più o meno obbligata del nottetempo.

Tonks era più agitata del solito, non vedeva l’ora di arrivare, Remus dal canto suo cercava di concentrarsi il più possibile sul libro che teneva in mano, cosa non facile dato che Tonks lo tempestava di domande dal momento esatto della partenza «ma si può sapere quanto manca? Ho l’impressione che questo coso non sia veloce come una volta, prende solo un sacco di buche e basta..Remus vuoi staccarti da quel libro per un secondo? Tu che sai sempre tutto mi vuoi dire quanto manca?», «più o meno due minuti in meno dell’ultima volta che me lo hai chiesto. Cosa ne diresti di calmarti? In fondo stiamo solo andando a Hogwarts mica a trovare la regina dei babbani» disse Remus tranquillamente dopo l’ennesima richiesta di Tonks, «tu forse sarai abituato, in fondo è la seconda volta che ci vai in veste d’insegnante per me invece è la prima volta. Quindi ho tutte le ragioni di essere agitata non trovi?» disse lei quasi offesa, «si certo, ma ora cosa ne diresti di lasciarmi finire il capitolo?» disse Remus, «ok, ok finisci pure il tuo stupidissimo capitolo se ci tieni tanto» rispose Tonks sbuffato e incrociando le braccia. Vedendola reagire così Remus non poté fare a meno di sorridere, sembrava quasi una bambina.

Era passata quasi mezz’ora da quella sorta di battibecco quando il nottetempo si fermò davanti al cancello del castello. Quando i due nuovi arrivati scesero si ritrovarono davanti un comitato di benvenuto composto da ragazzi e professori. Harry, Ron e Hermione furono i primi a farsi avanti per salutarli «Lupin finalmente! È bello riaverti qui a Hogwarts!» disse Harry stringendogli la mano «è vero, tu qui e Piton lontano, meglio di così non potrebbe essere!» disse Ron ancora euforico per la partenza del professore di pozioni, «anche io sono contento di essere qui, mi mancava questo posto» rispose Remus guardandosi intorno. Silente si fece avanti per salutarli «benvenuti ragazzi, Il vostro arrivo è provvidenziale ci serviva proprio un aiuto per tenere a bada tutti i ragazzi.. Ora se volete andare a riposare un po’ prima di pranzo, le vostre camere sono già pronte al sesto piano» disse il preside facendosi largo tra gli studenti «grazie preside, un po’ di riposo è quello che ci vuole dopo un viaggio sul nottetempo» disse Tonks.

*****

Il pranzo, o per meglio dire il banchetto di benvenuto, fu davvero ottimo. Quando tutti ebbero terminato di mangiare i piatti si ripulirono in un attimo e Silente si alzò per fare un piccolo annuncio «bene ragazzi, visto il successo di queste vacanze a scuola, ho deciso di far arrivare due nuovi..professori estivi che resteranno con noi per le prossime settimane il professor Lupin, che molti di voi gia conosceranno, e la professoressa Tonks. Come molti di voi sapranno il professor Lupin è un lupo mannaro quindi nei giorni di luna piena è proibito andare a disturbarlo nonostante prenda la pozione che lo rende mansueto. Per quanto riguarda la professoressa Tonks posso solo dirvi di non preoccuparvi se la vedrete cambiare spesso, lei è una mutaforma, cioè può cambiare il suo aspetto a suo piacimento. Ora possiamo tornare alle nostre attività pomeridiane» dopo queste parole i ragazzi si alzarono e si diressero chi verso il giardino chi, invece, nelle rispettive sale comuni.

Silente decise di accompagnare personalmente Remus e Tonks nei rispettivi gruppi di lavoro. La prima “fermata” fu quella di Tonks «bene questo è il tuo gruppo di lavoro Tonks, con il professor Vitius e la professoressa McGranitt terrete delle mini lezioni/esibizioni di trasfigurazione animale e umana. Naturalmente quella umana sarà affidata a te viste le tue doti. O ecco il primo gruppo di ragazzi, primo e secondo anno.. venite, venite ragazzi. Bene vi lascio lavorare, vieni Remus il tuo gruppo si trova già vicino al lago» disse Silente congedandosi dai presenti «grazie preside non la deluderò» disse Tonks in direzione del preside, «so per certo che sarai un’ottima insegnante» disse in risposta Silente.

Come aveva detto Silente, il gruppo di “alunni” di Remus attendeva, impaziente, l’arrivo del nuovo professore. Si trattava per lo più di ragazzi del sesto e del settimo anno che avevano alcune lacune in alcune materie, «bene Remus, ecco il tuo primo gruppo. Presto questi ragazzi dovranno affrontare il M.A.G.O. è quindi necessario cercare di colmare quelle piccole lacune che ancora hanno» disse il preside «bene farò del mio meglio. Oh ciao Neville è bello rivederti, fammi indovinare.. problemi con pozioni?» chiese Remus sorridendo, Neville annuì timidamente «non ti preoccupare, vedrai che recupererai in fretta ne sono sicuro» gli disse rassicurante Remus, sentendo quelle parole il ragazzo sorrise speranzoso. Silente si congedò anche da lui e si diresse fischiettando verso il lago, dove dei tritoni erano sbucati in superficie per scambiare quattro chiacchiere con il preside.

Mentre i due nuovi arrivati si cimentavano con la loro nuova avventura, Harry, Ron e Hermione se ne stavano sotto un albero un po’ isolato a confabulare, «secondo me sono venuti qui per evitare che io mi metta nei guai» disse pensieroso Harry, «Harry non ti sembra di essere un pochino ossessionato da questa storia?» chiese Hermione «no per niente, scusate chi mai verrebbe a Hogwarts per rilassarsi? Soprattutto con centinaia di ragazzini in giro» disse convinto Harry, «beh io dico che invece è proprio così, cioè qui almeno c’è un po’ di vita, è sicuramente più allegro del quartier generale. Credo sia più che logico che si vogliano distrarre dai problemi che ci sono al di fuori di Hogwarts» disse Ron, «Ron ha ragione. E’ sicuramente così. Smettila di pensarci e goditi questi giorni perché il prossimo anno ci saranno i M.A.G.O.» disse Hermione con aria severa, «ti prego Hermione non farmìci pensare. Siamo in vacanza!» la rimproverò Ron. Harry dal canto suo non era ancora del tutto convito che Remus e Tonks fossero lì solo per rilassarsi, ma in ogni modo decise di seguire i suoi amici che si diressero verso il lago dove Remus stava tenendo la sua lezione.

Remus se la cavava davvero molto bene come professore, orami era una cosa risaputa, ma nessuno si aspettava che fosse così preparato in così tante materie, dopo la lezione di pozione, tenne altre due lezioni rispettivamente di trasfigurazione e incantesimi, naturalmente Neville partecipò a tutte. Anche Harry e gli altri decisero di assistere alle sue lezioni anche se in qualità di osservatori esterni. «bene ragazzi, riepilogando, per eseguire alla perfezione gli incantesimi senza parlare dovrete scandire bene le parole nella vostra mente, e poi dovrete puntare la bacchetta nella direzione in cui volete scagliare l’incantesimo. Ricordate soprattutto le prime volte dovrete concentrarvi al massimo per far sì che il vostro incantesimo abbia il giusto effetto. Bene, ora potete provare a fare qualche piccolo incantesimo» così dicendo fece cenno ai ragazzi presenti di alzarsi ma in quel momento un’abbondante quantità d’acqua lo colpì in testa. Quatta quatta Tonks si era avvicinata alle sue spalle, facendo cenno ai ragazzi di non dire niente, tenendo tra le mani una bacinella piena d’acqua e al momento opportuno la rovesciò in testa a Remus, il quale però non restò con le mani in mano con un colpo di bacchetta riempì di nuovo la bacinella di acqua e sempre con la bacchetta la scagliò in direzione di Tonks, che nel frattempo stava scappando, appena la bacinella la raggiunse si rovesciò bagnandola completamente, «ecco ragazzi questo è un esempio di come utilizzare gli incantesimi silenziosi. Lei non ha avuto sentore di quello stava per succederle e così si è ritrovata bagnata dalla testa ai pedi» disse ridendo Remus, anche tutti i presenti stavano ridendo, compresa Tonks.

Durante la cena tutti stavano ancora parlando dei fatti avvenuti in riva al lago quel pomeriggio, ma come al solito più la notizia passava di bocca in bocca più si ingrandiva, alla fine sembrava che Remus avesse rovesciato sulla testa di Tonks l’intero lago.

Quasi a fine cena Silente ricordò a tutti che le iscrizioni per il torneo estivo di Quidditch si sarebbero chiuse quella sera quindi chi voleva partecipare doveva rivolgersi a Madama Bumb. Tutti i ragazzi sembravano davvero eccitati per questa faccenda della coppa estiva, per la prima volta le squadre sarebbero state miste, cioè composte da ragazzi membri delle quattro case.

La giornata era stata intensa, ma non era ancora finita, infatti, terminata la cena la sala grande era stata liberata dai tavoli lasciando al centro solo le sedie e alcune panche. Quando tutti si furono accomodati lo spettacolo ebbe inizio. Il professor Vitius con la collaborazione di alcuni ragazzi aveva organizzato uno spettacolo di giochi d’acqua luminosi, tutti rimasero a bocca aperta, il professore aveva davvero superato se stesso. Subito dopo lo spettacolo di Vitius ci fu un mini concerto del coro della scuola, il quale si esibì in numerose canzoni comprese le più trasmesse da Radio Strega Network. Per quanto tutto fosse estremamente bello e interessante Tonks non riuscì a rimanere sveglia e appoggiò la testa sulla spalla di Remus, negli ultimi mesi aveva lavorato tantissimo sia per il ministero che per l’ordine della fenice, e ora tutta la stanchezza stava venendo fuori. Remus si propose di accompagnarla in camera, salutò tutti e si congedò.

La stanza di Tonks era vicina a quella di Remus al sesto piano, una volta entrati l’adagiò sul letto, le tolse scarpe e la coprì con una coperta. Se ne stava per andare quando Tonks parlò nel sonno «no, ti prego Sirius torna indietro!» sentendole pronunciare il nome dell’amico Remus si bloccò di colpo, per mesi aveva evitato di parlarne, ma era logico che anche lei ne sentisse la mancanza in fondo erano cugini. Le si avvicinò, e si sedette sul letto e un po’ titubante cominciò ad accarezzarle la testa, sembrava così giovane e indifesa. D’un tratto Tonks si girò verso di lui e lo abbracciò nel sonno. Remus era stupito, sentendo il corpo di lei così vicino al suo, si sentì sopraffare da delle emozioni che raramente aveva provato, il suo cuore cominciò a battere forte forte, ma cosa gli stava succedendo? Non è che forse… cercò di allontanare questi pensieri dalla sua mente, non poteva essere, No.

*****

Il sole non era ancora sorto quando Remus si svegliò. La notte precedente si era probabilmente addormentato nella stanza di Tonks che ora dormiva tranquilla tra le sue braccia. Ma lei non doveva trovarlo lì al suo risveglio, allora cerando di fare più attenzione possibile la staccò da lui e l’appoggiò delicatamente sul cuscino, si alzò e tornò nella sua camera. Nella fretta di lasciare la stanza di Tonks però lasciò sul letto un fazzoletto ancora ripiegato con le sue iniziali.

Quando Tonks si svegliò si sentì stranamente riposata, ormai erano mesi che non riusciva più a dormire decentemente, soprattutto dopo la morte di Sirius. Si guardò allo specchio e notò che era ancora vestita come la sera precedente allora capì che si doveva essere addormentata durante lo spettacolo, un po’ imbarazzata per questo fatto cominciò a darsi una sistemata, proprio in quel momento girandosi verso il letto notò un fazzoletto, lo prese in mano credendo che fosse suo ma controllando in un angolo vide le iniziali R.J.L. «e questo cosa ci fa qui?» osservando meglio il letto notò che era più disfatto del solito come se un’altra persona, oltre a lei, ci avesse dormito, in quel momento capì, e arrossì vistosamente tanto che anche i capelli diventarono di un bel rosso brillante.

Il colore dei suoi capelli non cambiò nemmeno quando scese nella sala grande per la colazione, nessuno si stupì nel vederla così…rossa, in fondo erano abituati a vederla con le pettinature e i colori più strani. I due non si scambiarono molte parole, anzi cercarono in ogni modo di evitare di parlarsi, cercando di conversare con le altre persone che avevano vicino. Per fortuna la mattinata prevedeva diverse attività tra cui una gara d’incantesimi.

La gara in questione fu suddivisa in diverse categoria a seconda degli anni d’appartenenza dei ragazzi. I primi a cominciare furono i ragazzi del primo anno, la loro gara consisteva nell’effettuare piccoli incantesimi come “Accio” e “vingardium Leviosa”, «bene ragazzi, al mio tre dovrete attirare a verso di voi l’oggetto che troverete scritto nella pergamena che avete scelto. Pronti? Uno.. due… tre!» al tre di Remus una serie di “Accio” vennero pronunciati dai ragazzi partecipanti, vari aggetti cominciarono a volare da tutte le parti, libri, manici di scopa, pluffe, orologi e persino una piccola bilancia. Molti spettatori rischiarono di essere colpiti dai vari oggetti ma si dimostrarono particolarmente abili a schivarli. La seconda manche, invece, consisteva nel far levitare in più in alto possibile un libro «bene, i ragazzi che hanno superato la prima prova ora dovranno cimentarsi con l’incantesimo “Vingardium Leviosa”. Chi farà levitare più in alto il libro davanti a sé vincerà. Pronti? Uno… due…tre!» a queste parole di Remus seguirono, come prima, una serie di Vingardium Leviosa pronunciato più o meno correttamente. Alcuni ragazzi però non riuscirono a tenere in aria il proprio libro il tempo necessario per la misurazione, così i libri continuavano a cadere con dei gran tonfi.

Terminata la gara del primo anno, del secondo, del terzo, del quarto e del quinto anno, dove Ginny si distinse particolarmente con un perfetto patronus. In fine ci fu la gara del sesto anno, il settimo non partecipò perché i ragazzi di quell’anno avevano deciso di dare una mano all’organizzazione. Alla gara del sesto anno parteciparono anche Harry, Ron,Hermione e persino Neville, che dopo le lezioni di Harry e Hermione prima e di Remus poi, era migliorato tantissimo in incantesimi. Come prevedibile Hermione vinse la gara, ma anche gli altri si classificarono molto bene, Harry terzo, dietro ad una ragazza di corvonero, Ron quarto, e Neville sesto «bravo Neville, sono molto fiero di te. Devo dire che sei migliorato tantissimo in incantesimi» disse Remus, «grazie professore, ma devo ringraziare soprattutto Harry, Hermione e anche lei. Siete stati tutti molto pazienti con me» Rispose timidamente il ragazzo, «no Neville, non devi ringraziare noi, ti sei impegnato tantissimo e questi sono i risultati, devi esserne felice» rispose Remus appoggiandogli una mano sulla spalla, Neville annuì.

Tonks allontanatasi dal luogo delle gare osservava Remus e pensava. Non riusciva a togliersi dalla mente il fatto che aveva passato la notte in camera sua. In quel momento il suo cuore cominciò a battere all’impazzata.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Erano passati un paio di giorni da quella strana notte, ma entrambi continuavano a pensarci. Remus non faceva che darsi dello stupido, come aveva potuto addormentarsi nella stanza di Tonks? Per fortuna sembrava che lei non se ne fosse accorta altrimenti sarebbe finita male. Naturalmente Remus ignorava che lei sapeva tutto, ma come lui, cercava di non farlo capire. Entrambi quindi cercavano di concentrarsi il più possibile sulle varie attività della scuola.

Quella mattina, infatti, il tempo era stupendo e quindi molti ragazzi decisero di organizzare dei giochi in acqua. Tonks decise di unirsi a loro in uno strano gioco babbano chiamato “pallanuoto”. Dei ragazzi di origine babbana l’avevano insegnato agli altri e si stava diffondendo velocemente. Altri ragazzi, invece, se ne stavano tranquillamente sulla riva a chiacchierare oppure a giocare a gobbiglie e scacchi magici come Harry e Ron.

Remus, seduto all’ombra di un grande albero vicino al lago, stava discutendo con dei ragazzi del settimo anno sui loro progetti futuri «si devo dire che la carriera di Guaritore è molto interessante, Clarence, ma spero che tu sappia che hai un lungo cammino davanti a te, ci voglio anni e anni di studio e di duro lavoro» disse Remus «sì certo professore, lo so. Ma sono certo di potercela fare» rispose il ragazzo «ne sono sicuro. E tu invece Jane? Ho sentito che il corso per Auror ti ha accettata, mi fa molto piacere. Dovresti parlare con Tonks credo che ti potrà dare degli ottimi consigli» disse ancora Remus «grazie professore, lo farò».

La partita di pallanuoto era appena finita ma Tonks non aveva voglia di uscire dall’acqua, si stava così bene lì. Guardò verso la riva e vide Remus parlare con un gruppetto di ragazzi, non riuscì a resistere, prese la sua bacchetta e si mise a fare dei piccoli cerchi sulla superficie dell’acqua, pian piano si formò un piccolo vortice. Alzò la bacchetta e il vortice la seguì, con un rapido gesto spostò la bacchetta in direzione di Remus, in quel momento il vortice d’acqua si scagliò nella sua direzione. Remus lo vide, ma non fece in tempo a scansarsi. Il vortice lo colpi in pieno viso. Quando si riprese dal colpo fu troppo tardi per reagire, Tonks si era gia allontanata a nuoto, ridendo. A Remus non rimase altro da fare che asciugarsi con un rapido gesto della bacchetta, sorridendo tra sé e sé.

Al castello non c’era mai un attimo di tregua, finita un’attività ne cominciava subito un’altra, Tonks era sempre indaffarata ad accontentare i ragazzi, soprattutto quelli del primo e del secondo anno, che le chiedevano in continuazione di cambiare qualcosa nel suo aspetto «dai Tonks, fatti i capelli azzurri» «no dai falli Giallo limone» «allungati il naso», a lei non scocciava, anzi si divertiva tantissimo, quindi accontentava sempre ogni richiesta che gli veniva fatta. Remus spesso si fermava ad osservarla, era sempre così allegra, piena di energia, era una vera a propria forza della natura. Spesso si metteva a fare dei paragoni con lui che invece era introverso, solitario e silenzioso. Questo gli dava sempre più la convinzione che mai una ragazza come Tonks si sarebbe interessata a lui.

Quello che Remus non sapeva era che anche lei spesso si fermava ad osservalo. Adorava la sua aria misteriosa, i suoi modi di fare gentili e il suo metodo d’insegnamento era davvero eccezionale. Ormai erano mesi, se non anni, che provava qualcosa per lui, ma non aveva mai trovato il coraggio di confessarglielo, si limitava ad osservarlo, a punzecchiarlo e a stargli vicina il più possibile. Questo spesso la faceva stare male ma lo conosceva abbastanza bene per sapere che per lei non provava altro che un semplice affetto come quello che si prova per una sorella minore.

*****

L’aspetto di Hermione peggiorava a vista d’occhio, i lividi che la ricoprivano diventavano ogni giorno più grandi e i suoi capelli erano sempre più difficili da domare. Insospettita da tutti questi elementi Tonks, quella sera, decise di seguirla per scoprire cosa nascondeva.

Quando Hermione dopo cena si allontanò dalla tavolata al centro della sala grande, Tonks, che non aveva fatto altro che osservarla tutta la sera, fece lo stesso. Solo una persona si era accorta di tutto questo, Remus, che però preferì evitare di parlarne con Tonks, sapendo gia la risposta che gli avrebbe dato.

Fuori, nell’oscurità del giardino, alcune figure si muovevano velocemente. Dopo qualche istante anche Tonks si mosse nella loro stessa direzione, camminarono per qualche minuto poi capì dove stavano andando, al campo di Quidditch. Ma cosa ci andavano a fare? Hermione odiava volare. Appena arrivarono al campo Tonks si nascose tra le gradinate, quando vide quello che stava succedendo rimase a dir poco sorpresa, Hermione e altri ragazzi si stavano allenando sotto la guida di madama Bumb. In quel momento decise di uscire allo scoperto «ciao ragazzi, salve madama Bumb. Allora Hermione è questa la ragione dei tuoi lividi?» chiese mentre tutti la guardavano stupiti, «Tonks cosa ci fai qui? Ci hai spaventati a morte!» disse Hermione, «mi dispiace, ero solo preoccupata per te. Ok, ok lo ammetto ero anche curiosa di sapere cosa stavi nascondendo. Ma la curiosità fa parte del mio lavoro.» rispose leggermente imbarazzata «ok va bene, ti racconteremo tutto ma devi promettere di non dire niente a nessuno.» disse con aria severa Hermione, «va bene lo prometto» disse solennemente Tonks. Hermione le raccontò tutto del loro progetto di creare una squadra di Quidditch per il torneo estivo, era stanca di sentire sempre parlare Harry e Ron di quanto fossero bravi, e così con la complicità di madama Bumb aveva radunato alcuni ragazzi delle diverse case che per anni erano stati rifiutati dalla squadre “ufficiali”. Così nacquero i dilettanti alati. «devo dire che siamo migliorati molto anche se dobbiamo ancora mettere a punto alcune cosine», disse guardando due ragazzi vestiti da battitori, Colin Canon di grifondoro e Alex Jerris di corvonero, i quali dovevano ancora perfezionare la mira con cui rilanciavano i bolidi.

Tonks l’ascoltò molto attentamente ma non poté fare a meno di ammirarla per tutto quello che aveva messo in atto in così poco tempo, «capisci perché non voglio che Harry e Ron sappiano di questa cosa? Ci prenderebbero solo in giro. Come anche il resto della scuola» disse Hermione abbassando lo sguardo «sì capisco benissimo, e ti assicuro che con me il vostro segreto sarà al sicuro, ma se vi serve una mano io sono disponibile. E comunque cerca di fare qualcosa per quei lividi ok?» disse Tonks con un sorriso «Davvero vuoi darci una mano? Sarebbe fantastico! Beh si in effetti i lividi sono un pochino vistosi. Domani andrò da madama Chips per sistemarli». Così dicendo si rimisero tutti al lavoro, compresa Tonks che, preso un manico di scopa si mise a volteggiare tra i vari ragazzi della squadra per insegnare loro qualche trucco che si usavano spesso quando lei andava a scuola.

In quello stesso momento al castello, Remus andò nella sua vecchia aula di difesa contro le arti oscure, quanti ricordi in quel luogo. Passeggiando tra i banchi non poté fare a meno che ripensare a quando era stato un professore a tutti gli effetti, quante cose erano successe quell’anno. Aveva rivisto Harry, aveva avuto la conferma che Sirius non aveva affatto ucciso James e Lily. Proprio come allora dentro di sé sapeva che Sirius era innocente, ora aveva la sensazione che non fosse morto, solo non sapeva come tornare indietro, e questo era una pensiero fisso nella sua mente e nel suo cuore.

A distrarlo dai suoi pensieri furono Harry e Ron «Lupin..Professor Lupin?» disse Harry titubante «chiamami pure Lupin, non sono un vero e proprio professore. Come avete fatto a trovarmi» rispose Remus, poi si girò e vide che teneva in mando la mappa del malandrino «a capisco..» disse abbozzando un sorriso «Lupin come mai sei qui?» chiese incuriosito Ron «vecchi ricordi. Piuttosto voi perché mi cercavate?» chiese loro, i due amici si guardarono imbarazzati, poi Harry parlò «vedi, non per mettere in dubbio le tue parole ma.. ma secondo me c’è dell’altro.. perché tu e Tonks siete venuti qui? Cioè Hogwarts non mi sembra il posto ideale per trascorrere una vacanza..» disse tutto d’un fiato «sospettavo che tu non fossi ancora del tutto tranquillo su questo punto. Mi dispiace deluderti ma il motivo del nostro arrivo qui è proprio una vacanza. Non starò qui a spiegarvi i motivi per cui siamo venuti qui, vi basti sapere che una vacanza era necessaria per entrambi per evitare di compromettere il nostro lavoro per l’ordine. Non nego che la situazione fuori dalle mura del castello è preoccupante e di sicuro due paia di occhi in più anche qui sono sempre utili. Ma voi non dovete assolutamente preoccuparvi, pensate solo a divertivi, ne avete tutti i diritti dopo tutto quello che è successo…» disse voltandosi e dando loro le spalle naturalmente alludeva alla scomparsa di Sirius ma non voleva far vedere a Harry e Ron quanto gli facesse male ripensarci. «capisco Lupin. Mi dispiace d’aver dubitato delle tue parole è solo che mi sembrava così strano… vedervi qui e pensando a quello che succede fuori dal castello.. mi sembrava tutto troppo sospetto» disse Harry mortificato per aver dubitato così di lui, «lo capisco Harry, anche io avrei reagito come te. Ma ora ditemi come procedono gli allenamenti per il torneo? Siete pronti a dare battaglia alle altre squadre?» disse Remus cercando di alleggerire l’atmosfera che si era creata, «certo! Siamo davvero una grande squadra e ci sono ragazzi di tutte le case compresa serpeverde, ci avresti mai creduto?» disse Ron «dici davvero? Grifondoro e serpeverde che giocano nella stessa squadra? Wow sarà da scrivere negli annali della scuola» disse ridendo Remus «è vero ma devo ammettere che Toyron se la cava bene come cacciatore» disse a sua volta Harry, «mi fa piacere sentirti dire queste cose, devo dire che Silente ha avuto una gran bella idea» disse Remus «sì, hai ragione, ora però non ci resta che vincere il torneo» disse Ron «ben detto Ron» disse Harry «vedo che siete agguerriti allora non mi resta che dire vinca il migliore, sapete mi hanno nominato giudice di gara devo essere imparziale» disse Remus «davvero sarai tu il giudice? Io pensavo che fosse Madama Bumb» disse stupito Harry «lo pensavo anche io. Si vede che avrà da fare altre cose» rispose Remus, «già, sarà così..» disse ancora Harry.

Remus, Harry e Ron rimasero per circa due ore nell’aula di difesa contro le arti oscure a parlare di strategie di gioco e dei possibili avversari. Quando si lasciarono per andare a letto ormai si era fatto piuttosto tardi.

Mentre saliva tranquillamente le scale Remus si scontrò con Tonks che invece andava piuttosto di fretta «ehi dove corri così di fretta?» disse Remus mentre cercava di rialzarsi dopo che Tonks l’aveva urtato facendolo cadere «oddio scusami Remus non ti avevo proprio visto. Sai che io di solito vado sempre di fretta anche senza motivo» disse Tonks «sì lo so bene, peccato che poi arrivi lo stesso in ritardo..» disse sorridendo Remus, «spiritoso..» disse Tonks mentre lo aiutava a rialzarsi. Quando Remus fu di nuovo in piedi si guardarono negli occhi, in quel momento Tonks pensò che Remus avesse dei bellissimi occhi, ma resasi conto di fissarlo un pochino troppo intensamente distolse lo sguardo «bene vedo che sei ancora tutto intero. Dove stavi andando?» disse cercando di distogliere i suoi pensieri dagli occhi di Remus «veramente stavo andando in camera mia, ho appena affrontato un lungo discorso con Harry e Ron. Veramente all’inizio sembrava più un interrogatorio, sai non erano convinti che fossimo qui solo per una vacanza» disse ripensando a quello che si erano detti due ore prima, «ci avrei scommesso, ormai lo sappiamo bene com’è fatto. Ma spero che ora si sia convinto» chiese speranzosa, «sì certo. Pensa che per il resto del tempo ci siamo messi a parlare di Quidditch e del torneo estivo. Credo che abbiano buone possibilità di vincere» disse mentre insieme si dirigevano verso le rispettive camere, «non ne sarei così sicura..» disse quasi bisbigliando Tonks, «cosa vorresti dire? Hai sbirciato le altre squadre mentre eri fuori?» chiese incuriosito Remus, «no, assolutamente, è solo che in queste cose non si sa mai, il Quidditch è un gioco imprevedibile. Ma piuttosto come fai a sapere che sono uscita questa sera?» chiese sospettosa, «beh ecco, a fine cena sei sparita, non sei tornata nemmeno per i giochi serali, ho pensato che fossi uscita dal castello» disse Remus cercando di dare alla sua voce un tono convincente, «sì in effetti sono uscita per fare quattro passi, mi è sempre piaciuto girare per il parco di notte anche se era proibito» disse Tonks, anche lei cercava di dare alla sua voce un tono convincente, «sì ti capisco benissimo». Erano ormai giunti davanti alle rispettive camere ma nessuno dei due sembrava intenzionato ad entrare, In quel momento Remus si ricordò delle strane sensazioni che l’avevano assalito quando si era svegliato abbracciato a Tonks quella famosa mattina. Non si era mai sentito così bene, avrebbe voluto stringerla a sé ancora una volta, e poi un'altra ancora. D’un tratto tornò in sé, non sarebbe mai accaduta una cosa simile, doveva smettere di pensarci «beh si è fatto tardi. Domani sarà una giornata impegnativa, meglio andare a dormire» disse poco convinto, «sì hai ragione. Beh allora.. Buonanotte Remus» disse poco convinta anche lei «buonanotte Tonks» ed entrambi entrarono nelle rispettive camere.

Nessuno dei due quella notte dormì molto, i loro pensieri erano rivolti l’uno all’altra, come ormai accadeva sempre più spesso. Ormai era chiaro che non si trattava di semplici cotte, ma di qualcosa di più profondo, anche se ne Remus ne Tonks volevano ammetterlo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Il grande giorno era ormai arrivato, il torneo estivo stava per avere inizio. Tutti i ragazzi erano rimasti sorpresi nel venire a sapere che Hermione aveva organizzato una squadra per partecipare al torneo, ma nonostante questo nessuno avrebbe scommesso uno zellino sulla sua squadra.

Quella mattina a colazione non si parlava d’altro, ormai mancavano meno di due ore alla prima partita e già si facevano pronostici sulla squadra vincitrice, «secondo me vinceranno i Tornado d’oro»disse una ragazza di tassorosso, «no ti sbagli i Fantasmagorici sette sono i favoriti» disse un ragazzo di serpeverde, «vi sbagliate entrambi, ma vi rendete conto o no magnifici fulmini hanno Harry Potter come cercatore.. scusate se è poco» disse una ragazza di grifondoro. Ormai da giorni erano questi i discorsi che si sentivano tra i corridoi e in giro per tutto il castello.

Tonks sembrava pensierosa, Hermione se ne accorse «cosa c’è Tonks? Non ti senti bene?» le chiese, «cosa? No, no, è tutto ok, pensavo solo a quando ero anche io un’alunna, ricordo bene l’eccitazione prima di una partita. Però nella squadra della mia casa non mi hanno mai presa, c’era sempre qualcuno più bravo di me» disse mentendo, in verità la sua mente non era così lontana. Non molto distante da loro anche qualcun altro era pensieroso, Remus, infatti, era preoccupato per quello che lo attendeva, non gli era mai capitato di dover arbitrare una vera e propria partita di Quidditch, durante gli anni passati a Hogwarts al massimo gli era capitato di fare da giudice tra James e Sirius ma da lì ad arbitrare una partita ce ne passa, ma ormai non poteva più tirarsi in dietro.

Era l’ora, tutta la scuola si ritrovava al campo di Quidditch. Lee Jordan, era arrivato appositamente da Londra dove lavorava, per commentare il torneo estivo, «signori e signore, ragazzi e ragazze, e chi ne ha più ne metta, benvenuti al primo torneo estivo di Quidditch della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Chi vi parla è il vostro, spero non dimenticato, commentatore ufficiale Lee Jordan, tornato appositamente dietro a questo microfono su richiesta della professoressa McGranitt, lo ammetta professoressa le manco, vero? Non può vivere senza me, lo confessi.. ok, ok scherzavo non mi guardi così la prego» le radio cronache di Jordan erano passate alla storia, tanto quanto le sue sfrecciatine rivolte alla professoressa McGranitt la quale, anche se non l’avrebbe mai ammesso, si divertiva molto ad ascoltarlo. La radiocronaca riprese con l’annuncio delle prime due squadre che si sarebbero scontrate, «Ma ecco che le se squadre stanno entrando in campo, per i tornado d’oro, in divisa grigio oro con dei manici di scopa avvolti in un tornado, abbiamo i battitori Borton e Roggus di serpeverde, i cacciatori Mcloid, Roger e Percylon i corvonero, di tassorosso e grifondoro, il portiere Lonty di corvonero e il cercatore Feiting sempre di corvonero» l’entrata in campo dei tornado d’oro fu seguita da un lungo e fragoroso applauso, «sì, sì bene, per i magnifici fulmini in divisa arancione e gialla con dei fulmini intrecciati, i battitori Teylor e Jonson di corvonero, i cacciatori Rainols e Geraining di tassorosso e Toyron di serpeverde, il portiere Weasley e il cercatore Potter entrambi di grifondoro» quando anche i magnifici fulmini entrarono in campo il pubblicò applaudì entusiasta, «ad arbitrare questo grande incontro ci sarà il professor Lupin, ex professore di difesa contro le arti oscure, ehi professore le hanno mai detto che lei è stato il miglior professore di difesa contro le arti oscure che questa scuola abbia mai avuto da molto tempo? È vero lei non mi può più dare voti, faccia pure come se non avessi detto niente» disse Jordan rivolto a Remus, il quale lo salutò ridendo.

La partita si rivelò particolarmente avvincente e senza esclusione di colpi, durò circa un’ora e mezza, e si concluse con la vittoria dei magnifici fulmini grazie ad una spettacolare lotta per la conquista del boccino d’oro.

La seconda partita che si disputo subito dopo fu “schegge d’argento/dilettanti alati”, la squadra dei dilettanti alati era particolarmente nervosa, quindi Hermione decise di fare un piccolo discorso d’incoraggiamento, «bene ragazzi, lo so benissimo che siete nervosi, anche io lo sono. Questa è la nostra prima partita e dobbiamo dare il massimo. Molti si aspettano che noi facciamo una figuraccia, dobbiamo fargli vedere di che stoffa siamo fatti. Quindi ragazzi, testa alta, scope alla mano e giocate come vi ho visto fare in allenamento!» entrarono in capo decisamente più sereni, forse anche per questo giocarono splendidamente «i dilettanti alati sono ancora in possesso della pluffa con Paciock che si dirige verso la porta, tenta il tiro e Segna!! È una cosa incredibile vero professoressa? Professoressa McGranitt si sente bene? Oddio è svenuta..e ora che faccio? Su, su non faccia così.. ok si sta riprendendo, credo che per lei sia stato uno shock, ma cosa succede.. Ginny Weasley è partita a tutta velocità per recuperare il boccino d’oro, anche Kingout l’ha visto. Entrambi si buttano all’inseguimento. Splendido scatto di Weasley.. Preso!! Fantastico davvero fantastico! I Dilettanti alati si aggiudicano la vittoria! Chi l’avrebbe mai detto.. per oggi è tutto, vi aspettiamo numerosi domani per le prossime partite, dal vostro caro Lee Jordan buon proseguimento di giornata».

*****

La giornata si rivelò particolarmente stancante per Remus, non era più abituato a tutto questo, così a pomeriggio inoltrato uscì nel parco con un libro sotto mano. Trovò un bel posticino tranquillo in riva al lago, l’ideale per rilassarsi.

Tonks continuava a guardarsi in torno in cerca di Remus, non trovandolo decise di uscire a cercarlo. Girò tutto il parco prima di trovarlo seduto vicino al lago intento a leggere un grosso libro, ma come fare per avvicinarsi? Doveva inventarsi una qualsiasi scusa, ma quale? Rimase per qualche minuto ad osservarlo, sembrava che non si fosse accorto della sua presenza, non poteva indugiare oltre, doveva, voleva avvicinarsi a lui, poi le venne un’idea. Fece apparire un bicchiere e lo riempì d’acqua, si avvicinò pian piano, cercando di fare il minor rumore possibile.. Eccola, si trovava proprio dietro di lui, allungò la mano nella quale stringeva il bicchiere e.. glielo rovesciò proprio sulla testa « dai Remus è estate. Questa stagione è fatta per divertirsi, non per buttarsi sui libri» disse, «Ninfadora, questa me la paghi. Se ti prendo di butto nel lago» disse cercando di dare un tono tranquillo alla sua voce, si girò di scatto, ma Tonks si era già messa a correre, «Non chiamarmi Ninfadora o ti trasformo in un criceto !!» urlò mentre correva, a questo punto a Remus non restò altro da fare che inseguirla. Continuarono a ricorrersi e a minacciarsi scherzosamente per un quarto d’ora prima che Remus con un ultimo scatto riuscisse ad afferrarla. Si ritrovarono così l’uno sopra l’altra. Si fissarono negli occhi come non avevano mai fatto fino a quel momento, poi d’un tratto « Remus ti hanno mai detto che hai dei begli occhi?» disse Tonks, «c.. cosa?» Remus non capiva il perché di quella frase, non fece in tempo a trovare altre parole perché nel giro di pochi secondi si ritrovò le labbra di lei sulle sue. Quando Tonks si staccò da lui disse « oh Finalmente!! Era da molto tempo che volevo farlo», questa frase lo lasciò ancora più spiazzato «cosa vuoi dire?» le chiese, « beh sai, credo che…vedi è da un po’ di tempo che non faccio altro che pensare a te. Spero che non ti abbia dato fastidio il mio gesto, ma non potevo più resistere» rispose arrossendo, «no ma cosa vai a pensare? Vedi…anche io, cioè sì..no cioè..insomma anche io ho pensato molto a te in questo periodo, ma credevo che, sai il segreto con cui convivo, pensavo che mai ti saresti interessata ad uno come me» disse arrossendo a sua volta Remus, in quel momento lei gli diede un altro bacio ancora più intenso del precedente.

Quando si decisero a rientrare al castello erano entrambi frastornati ed imbarazzati, ma si rivelarono decisamente abili a nasconderlo, così nessuno dei presenti riuscì a capire quello che era effettivamente successo tra loro, quel pomeriggio.

Ma una volta solo, nella sua camera nella mente di Remus cominciano a girare molti pensieri, pensieri che non promettono niente di buono, ma che comunque non poteva evitare di prendere in considerazione « cosa le posso offrire io? Un lupo mannaro senza il becco di un quattrino? Sono troppo vecchio per lei.. Per di più non ho un lavoro, a parte quello che svolgo per l’ordine della fenice, ecco, l’ordine della fenice, se mi dovesse succedere qualcosa? E se dovesse succederle qualcosa? No, ma come ho potuto lasciarmi andare così? Non posso, non posso.. meglio troncarla qui, sul nascere.. E’ inutile cominciare qualcosa che so già che non ha futuro» ormai Remus ne è sempre più convinto, queste voci nella sua testa hanno ragione, non può, non può cominciare una storia con Tonks, e lei dovrà accettarla, ma lui, riuscirà a fare altrettanto? Doveva farcela, ma allora perché ci stava così male?

Nella stanza accanto, invece Tonks sembrava estremamente felice. Finalmente era riuscita a confessare quello che provava a Remus, ma la cosa più bella era che anche lui provava qualcosa per lei, semplicemente fantastico! Quella notte si addormentò felice, ignara di quello che sarebbe accaduto di lì a qualche ora.

*****

Il giorno seguente si rivelò particolarmente duro per Remus, oltre ad arbitrare le due partite di Quidditch in programma, dovette anche cercare di evitare d’incontrare Tonks. Aveva persino pensato di chiedere a Harry la vecchia mappa del Malandrino per il suo scopo, ma poi capì che non poteva continuare così, in fondo era un uomo adulto, non era più un ragazzino, doveva affrontarla anche era difficile, non doveva e non poteva illuderla.

Nonostante i buoni propositi la serata fu davvero difficile, vederla lì, seduta al suo stesso tavolo mentre chiacchierava tranquillamente con la McGranitt, gli faceva male, dover rinunciare a lei era difficile ma doveva farlo. Si alzò senza farsi notare e tornò in camera sua, aveva bisogno di stare solo.

Tonks, da parte sua era tranquilla, anche se avrebbe voluto trascorrere tutta la giornata con Remus, ma sapeva che non era i caso di sbandierare a tutti i loro sentimenti, probabilmente si sarebbero visti dopo cena. Ma questo non accadde, Remus se ne andò presto, o così suppose lei. Chiese a molte persone ma nessuno gli seppe dire dove si trovava Remus. Cominciava a preoccuparsi. Perché si comportava così? Dipendeva forse dall’avvicinarsi della luna piena? Alla fine un ragazzo del 5° anno gli disse che l’aveva incrociato sulle scale del sesto piano «probabilmente sarà andato in camera. Grazie mille. Ciao» salutò il ragazzo e si avviò verso il sesto piano. Arrivata davanti alla camera di Remus esitò molto prima di bussare, quando lo fece però non ebbe nessuna risposta, riprovò una, due, tre volte, ma nessuno gli rispose «Remus, sei qui? Rispondi» dopo qualche istante la serratura della porta scattò e la porta si aprì.

Remus se ne stava in piedi davanti alla finestra, guardando un panorama che in realtà non guardava «non mi hai sentita bussare?» gli chiese, ma in realtà avrebbe voluto digli “perché ti comporti così? Cosa ti succede?” «scusa, probabilmente ero assorto nei miei pensieri e non ti ho sentita» rispose lui come se la sua voce venisse da molto lontano, «mi hai fatto preoccupare» disse avvicinandosi a lui e abbracciandolo. Sentendo il suo corpo stretto a sé ebbe quasi l’istinto di non lasciarla più andare, come poteva farle questo? Come poteva spezzarle il cuore così? Ma le risposte risuonarono nella sua mente, “sei vecchio, sei povero, sei un lupo mannaro, non hai niente da offrirle”, si girò verso di lei, e l’allontanò dal suo corpo. Tonks non riusciva a capire il perché di quel gesto «Remus cosa succede?» gli chiede con voce tremante, «Non possiamo Tonks» cominciò «cosa non possiamo? Spiegati» chiese sulla difensiva, «tutto questo, non possiamo. Non possiamo stare insieme» disse con un filo di voce «perché mi dici queste cose? Cos’è cambiato da ieri?» «ieri è stato un errore da parte mia. Non lo capisci? Io non ho niente da offrirti, non ho un soldo, non potrei mai renderti felice come meriti» dice abbassando lo sguardo, «Ma non lo capisci che a me queste cose non interessano? Io voglio solo stare con te, è l’unica cosa che conta!» risponde alzando la voce Tonks, «ora non t’interessano ma col passare del tempo potresti..» «No, questo non te lo permetto, non puoi sapere quello che potrebbe succedere da qui a due anni o più» lo interrompe, «due anni, non è detto nemmeno che io ci sia ancora tra due anni, sai bene il tipo di lavoro che svolgo per l’ordine, potrei anche morire da un giorno all’altro e tu lo sai» gli risponde tetro, «non devi dire certe cose, tu non…» «io non cosa? Non morirò? Sei sempre così ottimista, ma i tempi che ci aspettano sono incerti e quindi anche la nostra stessa vita è incerta» «basta smettila! Questo non centra con la nostra storia, devi, anzi, dobbiamo pensare al presente al nostro presente!» disse sull’orlo delle lacrime «il nostro presente non esiste, non può esistere» «perché non può esistere?» insiste lei, «perché è giusto così non puoi legarti ad un uomo come me» «giusto per chi? Per te forse, ma quello che voglio io non conta? Io non ho voce in capitolo?» «non ho detto questo, è solo che..» «è solo che hai deciso tutto tu. Tu non sai tutto Remus, so che questa notizia ti sconvolge ma tu non puoi sapere tutto e soprattutto non puoi sapere quello che è giusto per me! Io voglio solo stare con te perché sei importante per me, perché ti voglio bene.. ma forse sei tu che non tieni a me..» disse infine Tonks con un filo di voce, «no questo non è vero! Io tengo tantissimo a te è solo che..» tentò di dire, «stai zitto! Non ti voglio più ascoltare!!» urlò Tonks piangendo, in quello stesso istante, senza che se ne rendesse conto, alzò con un scatto la mano, la quale si schiantò sonoramente sulla guancia sinistra di Remus.

Subito dopo avergli dato uno schiaffo, Tonks aprì la porta e corse fuori dalla stanza, sbattendo la porta dietro di sé. Rimasto solo Remus, cadde in ginocchio, la sua guancia bruciava ma lui non se ne rese nemmeno conto nemmeno quando silenziose lacrime gli rigarono viso.

*****

Il giorno seguente Tonks non si fece vedere, nessuno riuscì spiegarsi il perché, «magari è malata» cominciano a dire alcuni ragazzi, «sì probabile, oppure il ministero le ha affidato una super missione segretissima» dice qualcun altro. L’unico tranquillo era Silente, ogni tanto lanciava delle occhiate a Remus, il quale fece finta di non accorgersene, ma lo sguardo di Silente era difficile da ignorare «Remus, tu sai cos’è successo a Tonks?» chiese tranquillamente il preside, «mi scusi preside, ma preferirei non parlarne ora. Devo andare a cercare la professoressa Caporal, le devo chiedere di sostituirmi per le partite di oggi, sinceramente non me la sento di arbitrare, probabilmente dipende dalla luna piena. Con permesso» disse Remus congedandosi per evitare altre domande, «va bene come vuoi. Sì forse è meglio che qualcuno ti sostituisca, vai pure, ma ricordati di passare nel mio ufficio per la pozione» disse Silente, osservandolo attentamente capì che non era solo a causa della luna piena se era in quelle condizioni, ma preferì non dire nulla, «va bene, a dopo» e se ne andò.

Tutti i ragazzi sentirono la mancanza di Remus durante la partita, ma la versione che era stata diffusa era che il professor Lupin non si sentiva bene a causa della luna piena quindi nessuno fece molte domande. Solo quattro ragazzi non sembravano convinti, «prima Tonks che non si fa vedere per la colazione e per il pranzo, ora Remus che si rifiuta di arbitrare le partite, la luna piena non centra niente deve essere successo qualcosa, ne sono sicuro» disse Harry, «sì, hai ragione, ma cosa? Io sinceramente non me la sento di andare a parlare con Lupin, prima l’ho osservato da lontano, sembrava decisamente nervoso, non l’ho mai visto in queste condizioni, nemmeno prima della luna piena. Se volete provo ad andare a cercare Tonks, magari lei parlerà» disse Hermione, «ne sei davvero sicura Hermione? Secondo me lei si comporterà esattamente come Lupin» disse Ginny, «e allora cosa suggerisci di fare?» le chiese Ron, «ora come ora niente. Probabilmente hanno solo bisogno di stare da soli. Si chiariranno ne sono sicura » rispose con un mezzo sorriso Ginny «cosa vuoi dire con “si chiariranno?» le chiese ancora Harry, «ma come non l’avete ancora capito??» chiese a sua volta Ginny, decisamente stupita che i suoi amici non se ne fossero ancora accorti, i presenti fecero segno di no «tra Remus e Tonks c’è qualcosa, ne sono praticamente certa» disse con una nota quasi trionfante nella voce, «cosa??» dissero in coro, Ginny fece segno di sì con la testa «avete capito bene, provano qualcosa l’uno per l’alta. Ma ieri sera subito dopo cena, deve essere successo qualcosa. E’ questo che dobbiamo scoprire» rispose, «Remus e Tonks innamorati? Non mi sembra possibile» disse leggermente sconcertato Harry, «perché in fondo sono due persone come tutte le altre. Cosa credete, che solo perché Remus è un lupo mannaro non sia capace di amare?» chiese Hermione, in fondo Ginny poteva avere anche ragione, «no, non ho detto questo, è solo che…sembrano così diversi, cioè li avete visti? Sembrano il giorno e la notte..» Disse Ron, «beh questo non vuol dire niente, un detto babbano dice “gli opposti si attraggono” potrebbe essere il loro caso» continuò Hermione, «ok supponiamo che sia così, cosa possiamo fare noi?» chiese ancora Harry, «assolutamente niente, non sono affari nostri, non possiamo intervenire nelle loro questioni di cuore, non credi?» disse Ginny con fermezza, «ma non possiamo non fare niente? Li hai visti? Cioè hai visto in che condizioni è Remus?» insisté Harry, «sì l’ho visto, ma di certo non sono affari nostri, deve fare da solo. In fondo è la sua vita, non la nostra» disse ancora Ginny, «ok, però non mi sembra giusto..» disse infine Harry, «bene, quindi nessuno farà niente, al massimo possiamo dire a Dobby di portare qualcosa da mangiare a Tonks» disse Ginny, «ok va bene andiamo nelle cucine. Dato che non possiamo intervenire, possiamo almeno evitare che Tonks muoia di fame» disse Ron.

I quattro ragazzi si diressero verso le cucine, Dobby si rivelò particolarmente contento di vedere Harry e i suoi amici, e fu ancora più contento di esaudire le loro richieste. Preparò un vassoio con alcune cose da mangiare e si diresse a gran velocità verso la camera di Tonks «speriamo che almeno mangi qualcosa..» disse pensierosa Hermione, tutti gli altri annuirono.

Nel frattempo, Remus, s’incamminò nella foresta proibita. In quel momento era l’unico posto dove era sicuro che nessuno l’avrebbe cercato, erano tutti intenti a seguire le partite del torneo, così lui avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per restare da solo. Camminò ancora e ancora, nonostante fosse ancora giorno sentiva dentro di sé la presenza della luna che si faceva sempre più opprimente nel suo cuore. Si sedette su un grande sasso e cominciò a mangiucchiare un panino che si era fatto preparare da alcuni elfi domestici, ma si rese conto di non aver particolarmente fame, così lo lasciò cadere a terra, magari alcuni animali l’avrebbero gradito più di lui.

Dopo alcune ore decise di tornare al castello per prendere la pozione. Arrivato davanti all’ufficio di Silente esitò per qualche istante, di sicuro il preside gli avrebbe fatto un sacco di domande a cui lui non se la sentiva di rispondere. Bussò, la voce del preside lo invitò ad entrare «ben arrivato Remus, accomodati pure. Ti ho già preparato la pozione che Piton mi ha lasciato» disse tranquillamente Silente seduto sulla sua grande poltrona dietro alla scrivania, «grazie. E’ stato molto gentile Severus a lasciarmi una scorta di pozione» disse cercando di evitare di guardare Silente, «sì, è vero» concordò. Remus bevve tutta la pozione contenuta nel calice, il sapore era disgustoso come sempre, «bene Remus, ora vuoi dirmi cos’è successo tra te e Tonks?» chiese osservandolo attentamente «niente preside. È stato solo un errore tutto qui. Si risolverà glielo assicuro» disse Remus cercando di dare alla sua voce un tono tranquillo, senza grande successo però «Remus, credo di poter dire di conoscerti abbastanza bene. So cosa vuol dire quello sguardo. È lo stesso che avevi da piccolo, quando cercavi in tutti i modi di allontanare le persone da te per che scoprissero il tuo segreto. Ma non credo che sia questo il problema, vero? Lei lo sa che sei un lupo mannaro. Nonostante questo però l’hai allontanata da te. Perché?» chiese ancora Silente senza scomporsi «non è questo il punto. Lei merita molto di più» rispose abbassando lo sguardo «ma non puoi decidere tu per lei non credi? Non è più una bambina» insistette il preside «lo so. Ma lei continuava ad insistere.. ho dovuto farlo, ho dovuto rinunciare a lei, anche se è stato difficile, è stato meglio così» disse ancora Remus, «ne sei davvero sicuro?» chiese ancora Silente, Remus fece segno di sì con la testa senza molta convinzione, «va bene Remus. Ma nel profondo del cuore spero che tu un giorno possa cambiare idea, sareste davvero una bella coppia» disse sorridendo, «cosa? No, preside non accadrà. Non posso rovinarle la vita così, l’ho gia fatto con troppe persone» disse alzandosi in piedi, «tu non hai rovinato la vita di nessuno Remus, ne hai tuoi genitori né a James né a Sirius e prima lo capirai prima potrai finalmente andare avanti con la tua vita» disse con un tono fermo nella voce «ne è davvero sicuro? Io non credo..tutte le persone a cui ho voluto bene se ne sono andate, non voglio che succeda anche a lei.. e ora mi scusi, ma è meglio che vada a rintanarmi nel mio vecchio ufficio ad aspettare il sorgere della luna.» disse infine Remus, voleva concludere quella conversazione al più presto «sì, buona idea, lì nessuno verrà a disturbarti. A domani Remus» lo congedò.

Uscito dall’ufficio di Silente, Remus si rese conto di essere stato davvero scortese con lui, ma tutte quelle domande l’avevano scosso, “sareste davvero una bella coppia”, queste parole gli rigirarono nella testa. Ma cosa ne poteva sapere Silente? Arrivato nel suo vecchio ufficio si sedette a terra fissando la finestra. Il cielo era limpido nell’bagliore arancione del tramonto, tra poche ore avrebbe smesso di pensare come un essere umano, quella forse era la prima volta nella sua vita di lupo mannaro che non vedeva l’ora che sorgesse la luna.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Pensando che ormai tutti fossero nella sala grande per la cena, Tonks decise di uscire dalla sua stanza per fare una passeggiata. La giornata era stata lunga e solitaria ma a lei questo non importava. Quello che le aveva fatto Remus la sera prima era stato davvero orribile, con poche semplici parole le aveva spezzato il cuore in mille pezzi, voleva odiarlo con ogni fibra del suo essere, ma allora perché non ci riusciva? Perché provava tutto quell’affetto per lui, che l’aveva rifiutata così? Doveva smettere di pensare a lui, a tutti i costi.

Girava senza meta per il castello da quasi venti minuti quando incontrò, nel corridoio del terzo piano, Silente «salve Tonks, vedo che ora ti senti meglio. Eravamo tutti molto preoccupati per te» le disse, «Salve preside, meglio non direi, diciamo che volevo prendere un po’ d’aria. Mi dispiace che vi siate preoccupati per me» disse in segno di scusa, «non fa niente. L’importate che tu ti rimetta al meglio. Sono tutti nella sala grande per la cena se vuoi raggiungerli» le disse fissandola con il suo solito sguardo indagatore «tutti? Proprio tutti?» chiese sulla difensiva «no non tutti, Remus è nel suo vecchio studio ad aspettare che sorga la luna piena» sentendo quelle parole Tonks sentì come una morsa al cuore, si era quasi dimenticava che era giorno di luna piena, «ha già è vero, oggi c’è luna piena. Comunque no, non ho molta fame ora come ora» disse abbassando lo sguardo, «capisco. Allora cosa ne diresti di accompagnarmi nel mio ufficio così potremmo parlare più comodamente. Credo che potrebbe esserti d’aiuto parlare di quello che succede» lì per lì Tonks fu tentata di rifiutare, come poteva Silente sapere quello che la tormentava? La curiosità fu più forte e decise di accompagnarlo.

L’ufficio di Silente era illuminato dalla luce del tramonto quando entrarono «prego accomodati pure. Gradisci una tazza di tè?» le chiese gentilmente «no grazie. In questo momento sento che il mio stomaco rifiuta qualsiasi cosa» rispose sinceramente, cosa stava facendo in questo momento Remus? Pensò «capisco. Allora, Tonks, le cose con Remus non sono andate proprio come ti aspettavi giusto?» le chiese «ma come fa a..» Balbettò lei «beh vedi, non è stato difficile intuire i vostri sentimenti reciproci» ammise Silente, «non credo affatto che siano reciproci, non si sarebbe comportato così se lo fossero stati» disse con una nota d’amarezza nella voce, «oh invece è così. Conosco Remus da molti anni e credo di capire perché si sia comportato così. Lui nella sua vita è sempre stato guardato con sospetto, tutti lo trattavano come un appestato, le uniche persone che gli volevano bene per quello che era veramente sono quasi tutte morte. Secondo me ha paura che questo succeda anche con te, non vuole affezionarsi troppo a te perché ha paura che tu un giorno lo possa abbandonare. Ed è del tutto comprensibile, non credi? Ormai si sta riabituando alla solitudine interiore da cui con tanta fatica James e Sirius erano riusciti a farlo uscire da piccolo. Ora tocca a te. Ti avverto non sarà semplice ma ho buone ragioni di credere che tu avrai successo in quest’impresa» le disse, «e cosa glielo fa pensare? Ieri sera è stato molto chiaro, non vuole avere una relazione con me, né ora né mai» disse ripensando ancora una volta alla discussione avuta con Remus la sera prima, «te l’ho detto, non sarà semplice. Lui tiene tantissimo a te, e questo lo spaventa a morte, sta a te cercare di fargli capire che sbaglia a chiudere il suo cuore all’amore», «e come dovrei fare? A volte è davvero impossibile parlare con lui, è molto, molto testardo quando vuole» disse Tonks abbandonandosi sulla sedia, «sì lo so bene, è sempre stato testardo, ma sono più che certo che troverai il modo migliore per convincerlo» disse ancora Silente, « vorrei tanto crederle preside, ma… ok ci proverò, ma non prometto niente. Spero sono che Remus mi lascia almeno cominciare a parlare prima di zittirmi» disse cercando di abbozzare un sorriso al preside, «non lo farà» disse infine Silente.

Averne parlato con Silente le fu davvero d’aiuto, ora si sentiva più forte, e in grado di affrontare Remus il giorno seguente. Decise quindi di unirsi al resto della scuola per la cena. Appena entrata nella sala grande fu accolta da grandi cori di saluti «ben tornata Tonks! Oggi si sei mancata!» le dissero alcuni ragazzi del primo anno, «ciao Tonks tutto bene? Eravamo tutti preoccupatissimi per te» le disse Hermione, «mi dispiace di avervi fatto preoccupare, è solo che avevo un gran mal di testa. Credo di aver esagerato con i miei poteri in questi giorni, ma ora va molto meglio. Ah dimenticavo, grazie per il pranzo che mi avete fatto portare, Dobby mi ha detto che è stato merito vostro» li ringraziò e si sedette vicino a lei Harry, Ginny e Ron.

La serata si rivelò particolarmente lunga, Tonks non era in vena di assistere ai giochi serali, ma vista l’alternativa, restare in camera a torturarsi su Remus, decise di rimanere. Il programma della serata consisteva in uno spettacolo acrobatico dei fantasmi del castello, tutto sommato fu molto divertente assistere alla prova di recitazione della Dama Grigia che si cimentò, supportata da Nick – Quasi – Senza – Testa, in Romeo e Giulietta. Tornata nella sua stanza però i soliti pensieri si fecero di nuovo strada nella sua mente, le parole di Silente si sovrapposero a quelle di Remus, aveva senso, cioè anche lei, forse, nei panni di Remus sarebbe spaventata, ma perché allora non gli aveva detto niente al riguardo? Era anche vero che non era nel carattere di Remus confidarsi così con qualcuno. Si avvicinò alla finestra, la luna piena se ne stava pallida lì in mezzo a cielo, ignara forse della sofferenza che causava a Remus. Per qualche istante Tonks la odiò per questo.

*****

Col sorgere del sole, la trasformazione di Remus terminò. Quando si alzò, a fatica, da terra si accorsero che le sue mani e le sue braccia erano ricoperte di graffi sanguinanti, si stupì molto di questo fatto, succedeva raramente che inveisse contro se stesso sotto l’effetto della pozione antilupo. Si vestì e andò in infermeria da Madama Chips, «Remus ma come hai fatto a ridurti così? Non hai preso la pozione ieri sera?» gli chiese l’infermiera mentre disinfettava e medicava le ferite, «sì che l’ho presa. Magari mi prudevano le zampe a causa delle pulci» tentò di scherzare Remus, «pulci, si come no.. va bene ho finito. Ritorna qui dopo pranzo va bene?» «va benissimo, grazie. A più tardi» disse Remus congedandosi dall’infermiera e dirigendosi verso la sala grande per la colazione.

Quando entrò nella sala da pranzo, tutti lo salutarono con entusiasmo cercando di non fare troppo caso al suo aspetto piuttosto malandato e alle vistose bende che gli coprivano le mani «ben arrivato Remus, come ti senti» gli domandò Silente, «tutto bene grazie, però devo ammettere che sto morendo di fame, ieri sera ho dimenticato di portarmi dietro qualcosa da mangiare per la notte» gli disse, l’ultima parte la sussurrò in modo che solo il preside potesse sentirlo, Silente annuì e lo fece accomodare vicino a lui, Remus cominciò subito a mangiare.

Dall’altra parte del tavolo Tonks l’osservò, era felice di vedere che stava bene. Remus alzò lo sguardo e la vide, lei gli sorrise senza sapere il perché, quando incrociò il suo sguardo sentì un tuffo al cuore, avrebbe voluto correre da lei, ma non lo fece, si limitò a ricambiare il sorriso e riabbassò lo sguardo sulla sua colazione.

Anche quel giorno Remus si fece sostituire come arbitro, aveva bisogno di assoluto riposo per almeno un altro giorno. Per rilassarsi decise di fare una piccola passeggiata nel parco, ma Tonks decise d’inseguirlo doveva parlargli, «Remus aspetta!» gli disse correndogli in contro, «hem, ciao Tonks..» Disse imbarazzato, «ciao, volevo dirti.. no, volevo chiederti.. se magari più tardi potevo parlarti. So che sei molto provato a causa della nottataccia che hai passato ma.. dobbiamo assolutamente parlare..» Gli disse, «capisco, beh sì. L’ultima volta che abbiamo parlato la conversazione è degenerata e mi dispiace per questo. Va bene allora ci vediamo più tardi ora vorrei andare a sdraiarmi, sono piuttosto stanco» disse Remus, «si credo che sia meglio, cosa ne diresti di trovarci..in camera mia dopo cena?» chiese titubante, «in camera tua? Ok va bene. A più tardi» così dicendo si diresse verso il castello.

La fase più difficile era fatta, pensò Tonks, ora non restava che preparare mentalmente le cose da dire a Remus, doveva fargli cambiare idea a tutti i costi, teneva troppo a lui per rinunciarci così senza lottare.

*****

Tonks era tesa come una corda di violino, per tutta la giornata non fece che pensare a quello che avrebbe voluto o dovuto dire a Remus. Non poteva nemmeno chiedere consiglio a Hermione, nessuno sapeva cos’era successo tra loro a parte Silente, e forse, vedendo com’erano andate le cose fino a quel momento era meglio così.

Quella sera a cena Tonks non riuscì a mangiare, aveva lo stomaco completamente chiuso per l’agitazione. E se Remus non avesse voluto sentire le sue ragioni? Lei cos’avrebbe fatto? L’osservò dall’altra parte, anche lui sembrava non aver particolare appetito, come mai? Lo guardò ancora per qualche istante poi distolse lo sguardo quando anche lui la guardò. Perché doveva essere tutto così complicato pensò lei, sembravano due ragazzini.

Subito dopo cena Tonks si congedò dai presenti «scusate ma non credo di essermi ancora del tutto ripresa. È meglio che vada a riposarmi, ci vediamo domani. Buona serata a tutti» così dicendo se ne andò. Arrivata nella sua stanza ormai l’agitazione era alle stelle, cosa doveva fare? Aspettare? Sì ecco doveva aspettare Remus. E nel frattempo? Si guardò allo specchio, il suo aspetto, pensò, non era certo dei migliori, spalancò l’armadio e cominciò a frugare tra i vestiti, alla fine decise per un vestito in stile “strega moderna” color azzurro chiaro, e per i capelli? Pensò e ripensò, viola? No non s’intonavano al vestito? Blu La facevano sembrare troppo pallida, rosa chiaro? Sì poteva andare, un’allungatina fino alle spalle e fu davvero pronta.

Fece giusto in tempo a risistemare la stanza con un, beh forse qualcuno di più, colpo di bacchetta, quando Remus bussò alla porta. Quando aprì la porta notò che anche lui rispetto alla cena si era cambiato, mamma mia quant’era bello vestito così, quella camicia e quei jeans gli stavano davvero bene pensò. Resasi conto di non averlo fatto accomodare subito arrossì e rimedio immediatamente «scusa entra pure. Ero soprappensiero» gli disse, «non ti preoccupare» rispose lui, aveva un tono di voce piuttosto imbarazzato ma cercò di nasconderlo meglio che poté.

Una volta entrato si sedette su una sedia vicino ad un tavolino dov’erano appoggiate due tazze di tè e una teiera, «hem, gradisci del tè?» gli chiese dopo essersi seduta su una sedia dall’altra parte del tavolo, «per ora no, grazie» disse lui abbozzando un sorriso. L’imbarazzo era palpabile, ma nonostante questo in un modo o nell’altro avrebbero dovuto chiarirsi una volta per tutte. «Remus, mi dispiace per l’altra sera, non averi dovuto darti quello schiaffo» disse lei in tono di scuse, «no, non devi scusarti. Io sono stato troppo duro con te, avrei dovuto pesare meglio le parole» disse a sua volta Remus, «è proprio di questo che volevo parlarti. Remus, perché non provi a ripensarci, facciamo almeno un tentativo» cominciò a dire, «Tonks ci ho pensato anche io, ma so che non funzionerebbe. Pensaci, ho tredici anni più di te, sono troppo vecchio per te, non puoi legarti ad uno come me» le rispose, «ma a me non importa questo. L’una cosa che importa è che io tengo a te, e credevo che anche tu tenessi a me» disse abbassano un poco lo sguardo «io tengo a te, ed è proprio per questo che non voglio che tu ti leghi a me, meriti di meglio. Meriti qualcuno che possa darti tutto quello di cui hai bisogno» le disse cercando di non far capire quanto dire quelle parole gli facesse male «ma Remus, guarda Arthur e Molly, di certo non vivono nel lusso più sfrenato eppure sono felici, molto felici» gli disse, «sì lo so bene. Ma loro sono diversi, Arthur non è un lupo mannaro, lui può lavorare. Io fino a quando non decideranno di abolire la legge che vieta a quelli come me di lavorare non posso pensare di dividere la mia vita con nessuno» disse Remus stringendo i pugni sulle gambe, «ma al ministero in molti concordano sul fatto che quella legge sia ingiusta, presto l’aboliranno ne sono certa» disse con tono speranzoso, «e fino ad allora cosa faremmo?» chiese lui guardandola negli occhi, «qualcosa faremmo, non ha importanza, potremmo anche vivere sotto i ponti ma almeno saremmo insieme» disse lei ricambiando lo sguardo, «vivere sotto i ponti? Beh si credo che potrebbe succedere..» «Remus lo sai cosa voglio dire. E poi praticamente orami viviamo solo al quartier generale. Quindi per ora il problema non si pone.. e poi mica dobbiamo decidere ora non trovi?» disse Tonks, «Poi che faremmo? Se fossimo ancora insieme alla fine di tutta questa storia? Cosa faremmo..» chiese ancora Remus, «e poi, e poi, non lo so, qualcosa ci verrà in mente» rispose, in quel momento Remus si alzò e si diresse verso la finestra, «Tonks, lo sai bene che non potrà mai funzionare. Non ti lascerò commettere un errore simile. Anche se questo vuol dire rinunciare a te» disse fissando la luna calante. In quel momento Tonks capì che Remus di lì a poco se ne sarebbe andato lasciandola sola, probabilmente per sempre. Non avrebbe mai più avuto un’occasione del genere, doveva fare qualcosa. Subito.

Si alzò e si diresse verso di lui. Lo prese per un braccio e lo fece girare verso di lei, e lo baciò «non ti lascerò scappare da me, non te lo permetterò, fosse l’ultima cosa che faccio» gli sussurrò quando si staccò da lui «no, non posso Tonks, non puoi legarti a me.. io…» lo zittì con un dito e lo baciò un’altra volta. Continuò così fino a quando Remus non smise di opporre resistenza, dalla bocca poi passo a baciargli il collo. Sì fermò per qualche istante e lo guardò negli occhi, il suo sguardo esprimeva tutto l’amore e il desiderio che aveva per lui. Senza parlare gli prese la mano e lo condusse verso il letto «Tonks no, non…» lo zittì con un altro bacio, ormai era decisa non avrebbe accettato un no da parte sua, né ora né mai. Si sedettero sul letto e lei continuò a baciarlo, alla fine Remus si arrese, la voleva l’aveva sempre voluta. Continuarono a baciarsi e ad abbracciarsi mentre si sdraiavano sul letto, fu solo quando Tonks provò a sbottonargli la camicia che Remus s’irrigidì e la bloccò con una mano, «no ti prego.. non guardare…» tentò di dire, ma con molta gentilezza Tonks gli spostò la mano e gli sbottonò tutta la camicia scoprendo così il petto ricoperto di cicatrici di Remus «non guardarle.. sono orribili…» disse girando la testa da una parte per non incrociare lo sguardo di Tonks, lei in tutta risposta le sfiorò delicatamente con le dita e poi cominciò a baciarle una a una, Remus si stupì molto di questo gesto «queste cicatrici sono parte di te Remus, non te ne devi vergognare, soprattutto davanti a me. Se io le accetto perché non dovresti farlo tu?» gli chiese. Remus non rispose, la fissò per qualche istante poi la baciò, ancora e ancora. Cominciò a toglierle i vestiti con infinita dolcezza. Il corpo di Tonks tremava di piacere al tocco leggero delle grandi mani di Remus. Si desideravano, l’eccitazione sui loro corpi ormai era più che visibile, la voleva, ora più che mai, entrò in lei con tutta la dolcezza e la delicatezza di cui era capace, Tonks si aggrappò a corpo di Remus come se non lo volesse più lasciar andare, la sincronia dei loro corpi era perfetta. Quando raggiunsero entrambi l’apice del piacere erano esausti, Tonks fissò Remus per qualche istante «non è che ora te ne andrai e mi lascerai sola, vero?» gli chiese con due occhi allarmati, lui per tutta risposta la baciò, «no, non ci penso nemmeno. Potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto passare in questi giorni?» le chiese a sua volta, «lo ammetto sono stata davvero male, ma poi..poi ho capito il perché del tuo comportamento» rispose, «già, ormai mi sento come un lupo solitario, ti avverto non sarà sempre facile starmi vicino..» disse lui in tono d’avvertimento, «correrò il rischio..» e lo baciò.

Quella sera fecero ancora l’amore, il bisogno l’uno dell’atra era fortissimo e insaziabile. Solo a notte inoltrata si addormentarono l’una nelle braccia dell’altro finalmente sereni.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


La mattina seguente Tonks fu la prima a svegliarsi. Dopo un primo momento di smarrimento capì che quello che le circondava la vita era il braccio di Remus, il quale dormiva ancora profondamente. Richiuse gli occhi ancora per qualche istante, ripensò a tutto quello che era successo la notte precedente, sorrise tra sé e sé.

Anche Remus appena sveglio non capì bene dove si trovava, poi però guardò Tonks che se ne stava tranquilla tra le sue braccia, non era stato solo un bellissimo sogno, era la realtà. Senza nemmeno rendersi conto le baciò la schiena, sentendo il tocco leggero delle sue labbra, Tonks si voltò verso di lui, «buongiorno. Dormito bene?» gli chiese, «buongiorno, scusa non volevo svegliarti. Comunque si ho dormito benissimo e tu?» chiese a sua volta, «non ti preoccupare ero già sveglia. Anche io ho dormito benissimo. Non immagini quanto» e gli sorrise, Remus ricambiò il sorriso poi la baciò, in quel momento pensò che non si sarebbe mai stancato di baciarla.

Rimasero a letto ancora per molto tempo, nessuno dei due aveva voglia di lasciare l’altro. D’un tratto Tonks si ricordò del fazzoletto che aveva trovato qualche mattina prima, si voltò verso il comodino, prese il fazzoletto che aveva messo in un cassetto e lo diede a Remus, «credo che questo sia tuo..» gli disse con finta non curanza, Remus guardò il fazzoletto e sgranò gli occhi, «ma dove l’hai trovato??» le chiese stupito, «qualche mattina fa l’ho trovato sul mio letto, pensavo fosse mio ma poi ho visto le iniziali e ho capito che doveva essere tuo» gli rispose facendo una sorta di sorriso malizioso, Remus capì che doveva averlo perso quella notte che si era addormentato accidentalmente vicino a lei, «hem, si è mio. Scusa avrei dovuto dirtelo che mi ero addormentato qui.. ma sai ero molto stanco anche io e.. ma aspetta un attimo.. quindi, sapevi tutto.. e non mi hai detto niente..» disse facendo una finta faccia arrabbiata, «sì, ma sinceramente non sapevo proprio come cominciare il discorso.. “ciao Remus, hai presente quella notte che ti sei addormentato in camera mia, sul mio letto? Ecco hai dimenticato questo..” sinceramente non mi sembrava proprio il caso, non trovi?» gli disse ridendo, «beh sì hai ragione» e anche lui si mise a ridere. Remus guardò distrattamente l’orologio «oddio, è tardi! Si staranno chiedendo tutti che fine abbiamo fatto!» disse sedendosi di scatto sul letto, «facciamo finta di essere malati, non mi va di scendere.. voglio restare qui tutta la mattina con te.. anzi tutto il giorno..» disse lei facendolo sdraiare di nuovo, «piacerebbe anche a me. Ma ho preso un impegno con il torneo estivo, non posso farmi sostituire un’altra volta dalla Caporal..» disse non molto convito «uffa.. ok, ok.. andiamo.. però non è giusto..» sbuffò Tonks, «dai non fare così, ti ricordo che oggi giocano anche i dilettanti alati, Hermione avrà bisogno anche del tuo sostegno, non trovi?» le disse cercando di convincerla, «sì, hai ragione. Va bene andiamo…» disse alzandosi, Remus la guardò mentre avvolgeva il suo corpo nudo nella vestaglia, «non smetterei mai di guardarti, lo sai?» disse, Tonks arrossì. Anche Remus, si alzò e si vestì, «credo che sia meglio che vada nella mia stanza per darmi una sistemata prima di scendere per la colazione..» disse avviandosi verso la porta, «ok, va bene. Se vuoi ti aspetto così scendiamo insieme» gli disse, «va bene» le rispose sorridendo, e se ne andò.

Arrivati quasi davanti alla porta della sala grande, si resero conto che si tenevano per mano, «credo che sia meglio evitare di entrare così, non trivi?» le chiese Remus, «sì, hai ragione, comincerebbero tutti fare mille domande..» così dicendo, riluttante, lasciò la mano di Remus.

Nessuno dei presenti fece molto caso al fatto che erano arrivati contemporaneamente. Solo cinque persone lì guardarono incuriositi, Ginny e Hermione sorrisero nel vederli insieme, mentre Harry e Ron si guardarono stupiti forse, in fondo, Ginny aveva ragione, tra di loro c’era davvero qualcosa. Anche un'altra persona, però, li osservò avanzare verso il tavolo centrale, Silente guardò Tonks e le fece l’occhiolino, lei gli rispose con un sorriso, ancora una volta il preside aveva avuto ragione.

*****

Come promesso Remus, arbitrò le due partite di quel giorno, entrambe si rivelarono molto combattute e avvincenti. La prima partita, svoltasi nella mattinata proclamò vincitori I bolidi scattanti che giocarono contro I fantasmagorici sette, la seconda, invece, disputatasi nel pomeriggio, “ bolidi scattanti / dilettanti alati” si concluse con la vittoria dei bolidi scattanti per un soffio.

Hermione era giù di corda, quindi Tonks decise di tirarle un po’ su il morale «dai Hermione, è solo una partita. Ce ne saranno altre. Siete messi bene in classifica» le disse, «sì, Tonks ha ragione, possiamo ancora farcela» disse Ginny unendosi alla conversazione, «avete ragione, è solo che.. mancava così poco» disse Hermione ripensando a quell’ultimo tiro che non era riuscita a parare con un poco d’amarezza nella voce, «la colpa è stata mia, avrei dovuto rischiare per prendere quel boccino» disse Ginny «non dirlo nemmeno per scherzo, ci servi tutta intera per la prossima partita. Ci tenevi così tanto a finire in infermeria?» le disse Tonks, «no certo che no.. è solo che..» tentò di dire, «è solo che niente, è andata così punto e basta. Dopo domani giocherete ancora e sono sicura che andrà meglio» disse sorridendo alle due ragazze «hai ragione, la prossima partita sarà nostra!» disse Ginny, Hermione sorrise ad entrambe e annuì. «Tu piuttosto…non ci devi raccontare niente?» chiese Hermione fissando Tonks con uno sguardo ammiccante, a lei si unì anche Ginny «allora Tonks, hai qualcosa da dirci di molto, molto, molto importante?» Tonks le guardò stupefatta ma che volevano queste due ora? «si può sapere cosa di cosa state parlando?» chiese, «avanti Tonks non fare finta di niente, cosa c’è tra te e Lupin?» chiese senza mezzi termini Hermione, «ma cosa.. ma come fate a sapere…» balbettò Tonks, «non è stato difficile, è da quando siete arrivati che vi osservo.. anzi, forse da molto prima. È fin troppo evidente che tra voi c’è del tenero» disse Ginny con una strana faccia di chi la sa lunga, «Ginny, e da quando anche tu fai parte della squadra dei giovani detective? Comunque… sì è vero c’è qualcosa tra noi, ma non è ancora ben definito, cioè.. è una cosa così recente.. non saprei definire bene il nostro rapporto… » il discorso di Tonks si rivelò piuttosto confuso ma, si rese conto anche lei, definire un rapporto che durava di sì e no da un paio di giorni non era facile, «ci sei già andata a letto?» chiese Ginny «Ginny!!» dissero in coro Tonks e Hermione, «cos’ho detto?? È una cosa normalissima non trovate? Non fate tanto le scandalizzate» rispose tranquillamente Ginny, «va beh è una cosa normale ma non mi sembrano cose da chiedere così a bruciapelo… non trovi?» la rimproverò Hermione, «Hermione ha ragione, non sta bene fare queste domande..» disse Tonks tentando di evitare di rispondere, «ok va bene, comunque dalla tua faccia è facile dedurre che ho ragione io…» concluse Ginny alzandosi e sorridendo compiaciuta delle sue doti indagatorie, Tonks arrossì vistosamente, Hermione guardandola rimase a bocca aperta.

*****

Poco lontano da dove si trovavano Tonks, Hermione e Ginny, Remus stava sistemando i bolidi, la pluffa e il boccino d’oro, nell’apposita baule, un bolide, però tentò la fuga, per fortuna Harry lo prese a volo e, a fatica, lo riconsegnò a Remus, «grazie mille Harry, non mi andava di essere preso di mira da questo coso» disse chiudendo il baule, «di niente. Belle partite oggi vero? Mi dispiace per la squadra di Hermione..» disse Harry, «già, si sarebbero meritati la vittoria.. ah ops, io dovrei essere imparziale..» disse Remus sorridendo, «tranquillo non lo diremo a nessuno» gli rispose Ron.

Sia Ron che Harry lo aiutarono a sistemare alcuni manici di scopa, il baule delle palle e altri oggetti nel capanno degli attrezzi, «grazie mille ragazzi, mi siete stati di grande aiuto. Ma cosa succede? Perché quelle facce così strane?» chiese incuriosito, e in parte anche preoccupato, «no niente di particolare, è solo che volevamo chiederti.. cioè no Ginny ci ha detto una cosa e volevamo sapere se… ecco… lei sostiene, anzi ne è praticamente certa… che tra te e Tonks ci sia qualcosa.. no cioè dice che c’è del tenero tra voi.. » Harry riuscì a fatica a terminare la frase, ma doveva sapere se Ginny aveva ragione oppure no. Remus guardò stupefatto i due ragazzi, «credo che Ginny potrebbe avere un gran bella carriera tra i detective del ministero, non ci sono dubbi» disse sorridendo, «cosa?? Vuoi dire che…» disse Ron, «sì Ron, Ginny ha ragione. Credo che ormai sia inutile negare non trovate? L’ho già fatto per troppo tempo con me stesso» rispose Remus. I due ragazzi si guardarono increduli, «ma come? Quando?? Perché noi non ce ne siamo accorti?» chiese Harry, «probabilmente perché eri troppo occupato a pensare che noi fossimo qui per controllarti» rispose semplicemente, «stai dicendo che siete qui per una vacanza romantica?» chiese Ron, «no assolutamente no. Siamo venuti qui per riposarci. Soprattutto Tonks aveva bisogno di una pausa, allora mi è stato chiesto di accompagnarla. Quello che c’è ora tra noi è nato qui» Rispose Remus, «capisco, beh che dire, è bellissimo davvero. Sono contento per voi..» Disse Harry, anche se non era del tutto sicuro che quelle fossero le parole giuste per la circostanza, «grazie Harry. Si è fatto tardi credo che sia meglio tornare al castello, Hagrid vi starà aspettando. Ho sentito che il suo spettacolo sarà come dire.. scoppiettante» disse divertito, «non mi ci far pensare, tremo all’idea di sapere quello che ha escogitato».

Tutti e tre insieme si diressero verso il castello, spaventati ma allo stesso tempo incuriositi da quello che li attendeva.

*****

Lo spettacolo di Hagrid si rivelò davvero scoppiettante, i suoi schiopodi sparacoda addestrati avevano quasi fatto saltare per aria la sala grande. Nonostante questo però tutti si divertirono molto, tranne la professoressa McGranitt che lanciò a Hagrid uno dei suoi soliti sguardi ammonitori.

Terminato lo spettacolo Remus e Tonks uscirono nel parco, avevano davvero voglia di starsene un po’ da soli «finalmente un po’ di tranquillità. Oggi mi sei mancato..» Disse Tonks mentre camminavano mano nella mano, «anche tu mi sei mancata. Nonostante siamo stati nello stesso posto tutto il giorno non siamo mai stati veramente insieme. In più ci si sono messi pure i detective ufficiali di Hogwarts. Lo sapevi che la piccola Ginny sapeva gia di noi ancor prima di noi?» chiese, «sì, l’ho scoperto oggi, lei e Hermione mi hanno fatto il terzo grado prima di rientrare al castello. Ma Ginny è stata quella che mi ha stupito di più, pensa che con uno sguardo tranquillissimo mi ha chiesto “ci sei già andata a letto?”» disse, «cosa? No, non ci credo. E tu cosa le hai risposto?» le chiese a sua volta, «sinceramente lì per lì ero abbastanza sconvolta, e non sono riuscita a dire niente. Devo ammettere che è cresciuta molto, molto in fretta..» Disse pensierosa, sembrava ieri che l’aveva conosciuta mentre giocava con Grattastinchi e dei tappi di burrobirra, «sì hai ragione, quando l’ho vista per la prima volta era una ragazzina timida del secondo anno. Ora invece è quasi una piccola donna. Comunque immagino già la faccia scandalizzata di Hermione» disse ridendo, «scandalizzata è poco.. non credeva alle sue orecchie.. è rimasta per quasi dieci minuti con la bocca aperta senza riuscire a parlare» rise a sua volta.

Stavano ancora ridendo pensando alla faccia di Hermione, quando si sedettero sul prato a guardare il sole che tramontava lento dietro alle colline. Poco lontano da loro, quattro figure nascoste tra i cespugli, osservavano attentamente quello che succede «ma sono troppo carini insieme» disse Hermione, «Hermione non stai parlando di due cuccioli. Però devo ammettere che hai ragione sono una bella coppia» disse Harry, «io dico che sono gia andati a letto insieme, è palese..» Disse soprappensiero Ginny, «Ginny!!» dissero in coro Harry Hermione e Ron, «cosa?? Ma mi spiegate perché vi scandalizzate così?» chiese Ginny, «non permetto che la mia sorellina dica certe cose!» le rispose Ron, «non fare tanto il puritano fratellino. So cosa nascondi sotto il letto a casa, spera solo che la mamma non ci guardi» disse, Hermione lanciò un’occhiata infuocata a Ron, il quale si affrettò a rispondere alla sorella «quelle non sono mie! Sono stati Fred e Gorge a nasconderli» Harry scoppiò a ridere, «sì certo Ron, come no..» Disse ancora Ginny, Hermione nel frattempo continuava a lanciare Sguardi omicidi in direzione di Ron.

Qualcuno si avvicinò ai quattro ragazzi, «perso qualcosa?» chiese Silente, Harry, Ginny, Ron e Hermione s’irrigidirono «hem, salve preside… cosa? Oh sì certo.. oggi pomeriggio…ho perso il mio…» iniziò a dire Harry, «ah sì vero, stavamo cercando il suo..orologio…» continuò Ron, «beh vedo che lo hai trovato dato che si trova al tuo polso..» Disse Silente sorridendo leggermente, «hem, sì giusto ora. Ce ne stavamo andando… vero ragazzi?» disse rivolto agli amici i quali annuirono. Si stavano per alzare quando «che strana coincidenza. Avete visto chi c’è lì vicino al lago? Sono davvero contento per loro, non trovate che stiano bene insieme?» disse guardando Remus e Tonks che parlavano tranquillamente «cosa? Ha sì, davvero una bella coppia» disse Hermione, in quel momento Remus smise di parlare per un attimo «cosa succede?» chiese Tonks, «non ti senti osservata? Ho come una strana sensazione dietro al collo» rispose, «sì, anche io avevo questa strana sensazione, dici che…» Remus capì al volo quello che Tonks stava per dire e annuì, «io direi di dargli qualcosa da guardare non trovi?» gli disse, Remus le sorrise e la baciò. «Hem… bene ragazzi, dato che avete trovato l’orologio di Harry possiamo tornare al castello cosa né dite?» disse Silente, i ragazzi, che stavano ancora guardando la coppia che si baciava in riva al lago, annuirono leggermente, «bene andiamo allora» Disse ancora Silente, un po’ riluttanti lo seguirono.

Tonks e Remus restarono ancora a lungo lì seduti a parlare, «erano mesi che Sirius cercava di fare colpo su quella ragazza del sesto anno di corvonero, ma lei non se lo filava proprio, quando mai si era vista una ragazza del sesto anno con ragazzino del secondo? Fatto sta che un giorno di maggio tentò il tutto per tutto, prese il suo manico di scopa e ci legò un sacco di polvere colorata, si alzò in volo e cominciò a scrivere il nome di questa ragazza seguito da alcune frasi “alla Sirius” in cielo proprio sopra al lago. Devo dire che la ragazza rimase abbastanza colpita da quel gesto, un po’ meno la McGranitt, Sirius ebbe tutte le serate piene “d’impegni” in infermeria, da quel giorno fino alla fine del l’anno..» disse ridendo, «devo dire che non si smentisce mai» disse Tonks, «no, infatti, Sirius è sempre stato così..pensa che molti si chiedevano come facevo ad essere amico suo e di James, prima fra tutti la McGranitt» disse Remus, «capisco.. ti mancano molto non è vero?» chiese Tonks, Remus stette in silenzio per un po’, poi annuì «non immagini quanto. Ci sono voluti 13 anni per ritrovare Sirius, e ora nel giro di un secondo l’ho perso di nuovo. Diciassette anni fa nessuno mi voleva dare retta, ero l’unico, senza contare Silente, che credeva nell’innocenza di Sirius. Ora sono l’unico che crede che sia ancora vivo. Tutti di cono che quel velo sia senza ritorno, ma il mio cuore sa che è ancora vivo, solo non sa come tornare indietro» disse Remus quasi senza pensare, quello che si era tenuto dentro per mesi e mesi era finalmente uscito. Tonks lo guardò stupefatta, «vuoi dire che Sirius è ancora vivo? Ma come..» disse, «so che può sembrare assurdo, e forse è così. Ma vedi quando James e Lily sono morti l’avevo avvertito subito, come una sorta di colpo al cuore. Mentre con Sirius non è successo, ho sentito solo come una piccola morsa allo stomaco. È ancora vivo, ne sono sicuro… ma probabilmente non mi credi vero? Ne avresti tutte le ragioni…» disse guardando in un punto imprecisato oltre il lago, «quello che ti legava, anzi che ti lega ai tuoi amici è qualcosa di straordinario, una persona “normale” non può comprendere a pieno il vostro legame, credo che nemmeno Silente ci possa riuscire. Quindi, solo tu puoi sapere se Sirius è ancora vivo o meno. Spero solo che tu abbia ragione.. lo spero dal più profondo del cuore..» disse infine Tonks, «grazie per le tue parole di comprensione» le disse Remus, e la strinse a sé, lei lo guardò, gli sorrise e lo baciò.

Sirius era davvero ancora vivo? Solo tra qualche mese si sarebbe scoperto se Remus aveva davvero ragione. Ma questa, è un’altra storia.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=58732