Come what may

di Elelovett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1- Dove Alice trova a Singapore qualcosa di alquanto bizzarro ***
Capitolo 2: *** Cap.2- Dove il Cappellaio è romantico per la prima volta in vita sua ***
Capitolo 3: *** Cap.3- Dove si annuncia un matrimonio e nessuno si fa i fatti suoi ***
Capitolo 4: *** Cap.4- Dove Alice e Stayne fanno una chiacchierata ***
Capitolo 5: *** Cap.5- Dove ci si bacia <3 ***
Capitolo 6: *** Cap.6- Dove la dura realtà piomba addosso come un fulmine ***
Capitolo 7: *** Cap.7- Dove Alice mente spudoratamente ***
Capitolo 8: *** Cap.8- Dove il Cappellaio entra in azione ***
Capitolo 9: *** Cap.9- Dove Alice e Tarrant fanno un ultimo viaggio ***



Capitolo 1
*** Cap.1- Dove Alice trova a Singapore qualcosa di alquanto bizzarro ***


La nave approdò al porto in perfetto orario. Subito Alice Kingsleigh scese, il vento che le scompigliava i lunghi e ricciuti capelli biondi. La giornata era bellissima e compensava il lunghissimo viaggio che la ragazza aveva affrontato fino a Singapore.

Insieme a lei scese anche Lord Ascot che, gettata un’occhiata intorno, esclamò:

- Proprio come me l’ero sempre immaginata! Un porto davvero eccezionale, sono certo che qui concluderemo tutti i nostri affari alla perfezione! I primi commerci con Singapore…Un’altra brillante idea Alice, e la devo sempre a te!

La ragazza sorrise ma non disse nulla. Trascorsero tutto il giorno a contrattare con i commercianti che li attendevano e quando uscirono con i documenti firmati e tremila casse di spezie e sete pregiate pronte ad essere imbarcate sulla Legacy si strinsero la mano.

- Ottimo lavoro signore!- si complimentò Alice.

- Grazie mia cara. Credo che per oggi abbiamo finito…Ho preso in affitto delle stanze in quella locanda.

Quello che Lord Ascot chiamava locanda era un palazzo dall’aspetto decadente che puzzava di pesce marcio, alle cui finestre mancavano parecchi vetri e sulla cui soglia li aspettava una donna anziana dall’aria ostile. Non parlava una parola d’inglese, ma aveva riconosciuto il nobiluomo che l’aveva pagata quella mattina e fece strada ai due ospiti. Lord Ascot aveva occupato un piano intero, e una volta che Alice si fu chiusa in camera sospirò e si gettò sul letto.

Era passato un anno dalla sua visita a Wonderland ma non aveva dimenticato quel luogo un solo istante. E dire che di luoghi strani ed esotici ne aveva visti molti da quel giorno, ma nessuno si avvicinava anche solo remotamente a Sottomondo. Dal suo ritorno si era messa in affari con Lord Ascot prendendo il posto di suo padre Charles, e come aveva preannunciato era riuscita ad allargare la rete commerciale inglese spingendola fino alla Cina. Il suo ultimo progetto era quello di raggiungere anche Singapore e ci era appena riuscita. Però, pensava stesa sul letto, era stato più difficile uccidere il Ciciarampa. Sorrise. Stava calando la notte, e la ragazza si annoiava terribilmente. Quel posto non le piaceva, ma anche la città non doveva essere più accogliente dalle poche strade che aveva visto durante la giornata. Eppure si era accorta che in un vicolo poco lontano stavano allestendo delle bancarelle da mercato e stavano aprendo alcuni negozi. A quale scopo allestire un mercato di notte? Chissà che brutti ceffi lo frequentavano…E nonostante questi pensieri la curiosità di Alice, come al solito, ebbe il sopravvento. Sapendo che Lord Ascot non l’avrebbe disturbata fino alla mattina seguente sgattaiolò fuori dal palazzo munita di una pesante mantella e una borsa piena di monete. Se avessero tentato di aggredirla si sarebbe saputa difendere.

Raggiunse il vicolo non senza difficoltà, e si strinse più forte nella mantella quando si vide circondata da tipi poco raccomandabili che parlavano in una lingua a lei incomprensibile. Capì perché quel piccolo mercatino era stato allestito di notte: non si vendeva merce normale, ma spezie dai mille colori e strani oggetti, alcuni scaccia-pensieri tintinnanti, ossa e denti di animali feroci, unguenti "miracolosi", strumenti musicali di legno, coltelli e spade intarsiati, topolini bianchi, strani barattoli pieni di frattaglie essiccate. Ad Alice vennero i brividi, e ad un tratto fu attirata da una bancarella più insolita delle altre: sul legno era inciso un enorme drago e gli oggetti venduti luccicavano nel buio. La ragazza si avvicinò e il venditore, un omino sdentato di mezza età, le venne incontro dicendo cose incomprensibili e indicandole delle sfere di vetro. Doveva averle fatto una domanda perché si zittì all’improvviso fissandola, e la ragazza non seppe cosa dire. Non aveva capito assolutamente niente di ciò che le era stato detto.

- Ah, tu essere straniera!- esclamò l’omino sorprendendo Alice.

Quell’uomo allora conosceva l’inglese!

- Vuoi vedere la mia merce? Sì, è molto rara- proseguì lui- non la troverai nelle altre bancarelle…Guarda mie sfere! Dicono il futuro, e queste mostrare te il posto dove più vorresti essere!

Le porse una piccola sfera verde che brillava di luce propria e Alice vi guardò dentro istintivamente. All’inizio non vide nulla, ma in un lampo il materiale torbido che vi era all’interno scomparve per lasciare il posto ad una visione. Era come affacciarsi ad una piccola finestra su qualunque posto nel mondo. Alice osservò meglio ed il cuore cominciò a batterle più forte: nella sfera vedeva chiaramente il Cappellaio seduto al suo tavolo da the, mentre rideva e scherzava con Mallymkun e la Lepre Marzolina. La visione durò solo un minuto, poi la sfera tornò a brillare vuota. Alice era allibita. Esclamò all’uomo che la guardava sorridendo:

- Non è possibile!

- Lo è- disse lui alzando le spalle- allora, tu comprare?

- E vedrò sempre quello che ho visto?

- Se è quello che vuoi.

Alice pagò la sfera senza esitare. Si infilò la sfera nella borsa ma non se ne andò. Continuava a guardare le sfere senza riuscire a capire come quell’uomo avesse quel potere…E le sembrava che conoscesse Sottomondo…Non era rimasto colpito dalla visione! Il venditore notò la sua espressione triste e assorta e sussurrò:

- Tu non soddisfatta. Io so cosa vuoi.

Alice alzò gli occhi su di lui. L’uomo le fece cenno di venire dietro al bancone senza farsi vedere, e lei obbedì. Sotto al tavolo di legno il venditore teneva in una scatola diverse boccette piene di liquido colorato.

- Sai- spiegò- non le metto mai in mostra, le vendo solo ai clienti che più intrepidi sembrare a me…Credo che tu hai bisogno di questa.

Le fece vedere una fiala piena di denso liquido viola. Alice sussultò e la prese in mano. No, non poteva essere!

- Il sangue…- mormorò.

- …Di Ciciarampa.- completò l’uomo.

A quel punto Alice balzò in piedi sconvolta, esclamando:

- E lei come fa a sapere…?!

L’uomo disse solo:

- Una semplice leggenda metropolitana, una storia per bambini, qui a Singapore. Ma io credo che quello vero sangue di drago. Non è quello che a te serve, se vuoi tornare?

Alice era ancora sconvolta per tutto ciò che sapeva quell’uomo, ma l’emozione di avere un’altra fiala di sangue di Ciciarampa sovrastava qualsiasi cosa.

L’uomo sorrise malizioso:

- Mezza boccetta andata, mezza boccetta ritorno.

La ragazza fissò il liquido viola pensando quanto fosse stata stupida e avventata ad addentrarsi in un simile mercato di notte. Che ci faceva là una boccetta di Ciciarampa? Era davvero la chiave a tutti i suoi problemi? Poteva essere un astuto imbroglio…Ma l’uomo sapeva tutto con troppa precisione, e la sfera aveva funzionato. Alice non era famosa per il suo buon senso, e non se n’era mai pentita.

- Quante ne ha?- chiese furtiva.

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Recensite, mi raccomando!!!! By Elelovett

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Capitolo 2
*** Cap.2- Dove il Cappellaio è romantico per la prima volta in vita sua ***


Era la quinta volta che Alice tornava a Sottomondo dal giorno in cui era stata a Singapore e aveva comprato il sangue di Ciciarampa. Lo aveva provato appena tornata a Londra. Con che gioia e stupore l’avevano accolta tutti i suoi vecchi amici! Il Cappellaio era addirittura scoppiato a piangere dicendo che aveva temuto di non vederla mai più.

- Ti avevo detto che sarei tornata prima che tu te ne accorgessi…- disse Alice prendendogli il viso tra le mani.

Aveva comprato sei boccette di sangue di drago, sei come le cose impossibili, e adesso gliene restava soltanto una completamente intera. Intanto era trascorso quasi un altro anno e Alice si era fatta veramente graziosa.

Quella era la sua penultima sosta a Sottomondo, anche se la ragazza confidava di tornare a Singapore e procurarsi nuove boccette. Nelle sue precedenti visite tra lei e il Cappellaio si era instaurato un rapporto particolare: non si vedevano più come fratello e sorella, ma Tarrant si era accorto che provava per lei qualcosa di più e lo stesso Alice. In realtà lui lo sapeva da sempre, lei se n’era accorta durante la sua lunga assenza. L’unico problema era che uno era troppo matto per dichiararsi, l’altra troppo timida e orgogliosa.

Spesso i due passeggiavano nella foresta mano nella mano, ma il Cappellaio aveva strambi modi per dichiarare il suo amore e quando Alice era pronta a farsi avanti arrivava lo Stregatto a interromperli sul più bello. Persino la Regina Bianca sembrava non capire cosa stava nascendo tra i due, perché Alice non aveva confessato a nessuno i suoi sentimenti. La nuova sovrana di Sottomondo aveva regalato ad Alice la Rocca Tetra, che ora era meno tetra ma che conservava ancora il suo vecchio nome, come accade a molti palazzi di oggi, affinché la ragazza potesse viverci durante i suoi soggiorni, ma Alice si sentiva sola in quelle immense stanzone vuote e preferiva vivere da Mirana. La regina non si era offesa, si limitava a scuotere la testa sperando che un giorno Alice avrebbe accettato la sua proposta.

Come dicevamo, era la penultima visita di Alice ed il Cappellaio aveva organizzato un romantico pic-nic nella radura al limitare del bosco, deciso in tutti i modi a dichiararsi. Non osava chiedere ad Alice di restare, gli bastava farle sapere che l’amava e che sperava di essere ricambiato. Mentre calava la sera Tarrant e la ragazza percorrevano il sentiero fra gli alberi.

- Davvero è una sorpresa? Che bello!

- Sì, per questo non ti dirò nulla finché non saremo arrivati.

- Però così mi incuriosisci.

- Bene, è quello che volevo!

- Non dirmi che Mally e il Leprotto sono nascosti da qualche parte!

Tarrant si fermò dubbioso. Sperava tanto che i suoi amici non l’avessero seguito, perché non sapevano niente e l’avrebbero preso in giro! Forse Mally sarebbe stata perfino gelosa…

- Qualcosa non va?- chiese Alice temendo che fosse partito un altro flashback.

Il Cappellaio sorrise spalancando gli occhi verdissimi:

- Tutto bene, tutto bene. Mi accertavo che non ci avessero seguiti.

Proseguirono senza parlare, finché la foresta finì e davanti a loro comparve la radura deserta ad eccezione della piccola tovaglia illuminata da candele sulla quale Tarrant aveva adagiato un paniere. Alice sorrise ed esclamò stupita:

- Non posso credere che sia stato tu!

Lo guardò e lui arrossì, girandosi il cappello fra le mani. Disse solo:

- Volevo festeggiare il tuo ritorno a Wonderland.

- Per la quinta volta?- chiese Alice ridendo, avviandosi verso il pic-nic.

Colto in fallo, Tarrant biascicò un sì. Tutto il suo coraggio era andato a farsi benedire. Non si era mai sentito così impacciato di fronte ad Alice; confuso, al massimo. La ragazza si sedette sulla tovaglia e notò che accanto al paniere c’era una teiera bollente. Il Cappellaio si accomodò accanto a lei e tirò fuori dal cestino due pasticci di carne, spiegando che venivano dalle cucine reali. Mentre Alice mangiava Tarrant cercava un modo per cominciare il discorso provato e riprovato specchiandosi nel cucchiaino quel pomeriggio. Aveva la testa piena di indovinelli e non riusciva a concentrarsi.

- HaiideadelperchéAliceassomigliapropostauncorvoscrivania?- se ne uscì all’improvviso.

Alice lo guardò con tanto d’occhi e prima che potesse ribattere qualcosa il Cappellaio si schiarì la voce:

- Scusa, un attimo di svista. Volevo chiederti se ti piace il pasticcio.

- Oh, sì…- rispose la ragazza poco convinta.

Tarrant era molto strano, sembrava nervoso, come se dovesse confessarle qualche brutta notizia. Così gli chiese di nuovo se qualcosa non andava, e di nuovo lui rispose che andava tutto bene. Alice abbassò lo sguardo e pensò che quella cenetta romantica non fosse nello stile di Tarrant…Questo, ovviamente, lo rendeva ai suoi occhi ancora più dolce e imbranato. Alla fine il Cappellaio si decise:

- Spero che ti abbia fatto piacere la mia sorpresa, sai, non è da me fare…Queste cose. Così poco matte!

Alice rise ma disse che le aveva fatto molto piacere. Tarrant proseguì:

- Quando sono con te mi sento un po’ meno matto…Non è buffo?

- Sì, perché con te io mi sento più matta.

I loro sguardi si incrociarono e Tarrant perse di nuovo il filo del discorso. Era dunque lei che aveva sconfitto il Ciciarampa nella sua armatura splendente? Lei che da bambina si era seduta al suo tavolo? Lei che alla Rocca Tetra l’aveva consolato dicendogli che tutti i migliori sono matti? Adesso, seduta al lume di candela di fronte a lui, sembrava quasi un’altra persona. Avrebbe potuto un cappellaio anche solo sognare di meritarsela?

- Alice, tu hai sconvolto tutta Sottomondo. E hai sconvolto me.

Lei arrossì, e dopo una pausa mormorò:

- Mi sei mancato, Cappellaio. Tutte le volte che sono tornata su.

Tarrant le prese le mani e trovò la forza di guardarla negli occhi:

- Ora che sei molto più moltosa…E sei anche della statura giusta…Vorrei veramente che io e te…

- Alice!!! Cappellaio!!!- la voce di McTwisp li raggiunse come il botto di uno sparo.

Tarrant si bloccò e le lasciò le mani in preda al panico, mentre Alice, rossa come un peperone, desiderò con tutto il cuore che il coniglio precipitasse inghiottito dalla sua stessa tana. Il Cappellaio stava per dirle qualcosa che forse le sarebbe piaciuto.

McTwisp li guardò per un istante, sorpreso dalle candele romantiche, poi si riprese:

- Allora siete qui! Sua Maestà deve fare un annuncio molto importante e vuole che siate presenti!

- Adesso???- sfuggì a Tarrant.

Alice si alzò e seguì il coniglio:

- A quanto pare sì. Rimanderemo alla prossima volta, Cappellaio. A meno che quello che devi dirmi sia importante…Che cos’era?

Si voltò verso di lui sperando che la raggiungesse, si inginocchiasse ai suoi piedi e lo gridasse al mondo intero. Ma non era Amish Ascot, era Tarrant. Così il Cappellaio, abbattuto, fece cenno di no con la testa e si mise a mettere a posto il piccolo banchetto.

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Vorrei ringraziare innanzitutto chiunque abbia messo la storia tra le preferite o le seguite. Poi ovviamente ringrazio chi ha recensito.

Per Ghirigoro: sono contenta che l'inizio ti faccia presagire una bella storia, e ti ringrazio dei complimenti sulla descrizione di Singapore...(Pirati dei Caraibiiii *_*). Tutti vorremmo quella boccetta credo...

Per Girl95Devil: mi serviva la suspance...Ma come vedi sono tornata con un nuovo capitolo! Grazie dei complimenti!

Per PikkolaBimbaSognatrice: come vedi Alice è tornata dal suo Cappellaio, e tra poco ne vedrai delle belle!

Continuate a seguirmi, mi raccomando! ^_^     by Elelovett

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Capitolo 3
*** Cap.3- Dove si annuncia un matrimonio e nessuno si fa i fatti suoi ***


Quando arrivarono a Marmoreal la Regina Bianca li accolse con un grande sorriso:

- Non potevate mancare, cari!

Di fronte a lei c’era già un ampio gruppo di persone: tutti i cortigiani, Pinco Panco e Panco Pinco, il Leprotto e Mally, Bayard, lo Stregatto, il dodo e le guardie che una volta servivano la Regina Rossa. McTwisp, Alice e Tarrant si unirono alla folla ma i due innamorati non riuscivano a prestare attenzione alle parole della sovrana. Il Cappellaio si sentiva un idiota e avrebbe voluto non cominciare mai quel discorso, Alice era tormentata da mille dubbi: e se non era quello che Tarrant voleva dirle? Eppure con quelle premesse…Un attimo…Mirana aveva appena detto nozze?

Esplose un boato di applausi e grida gioiose mentre uno dei cortigiani avanzava verso la regina e la prendeva per mano. Alice chiese incredula:

- Che cosa hai detto?

- Alice, mi sposo. Avremo un re che governerà Sottomondo!- rispose la regina baciando il cortigiano, a quanto pare il suo nuovo amore.

La ragazza applaudì felice esclamando:

- Oh, è meraviglioso!

E lo era veramente. Alice era felice per lei, e in cuor suo sperava che un giorno sarebbe stato così anche per lei e Tarrant. Arrossì al suo stesso pensiero.

- Io ed Alexander ci sposeremo tra due giorni e ovviamente tutto il regno è invitato alla cerimonia e al banchetto che seguirà nei saloni di Marmoreal!- annunciò la sovrana.

Festeggiarono tutta la notte solo per l’annuncio della notizia: la festa delle nozze sarebbe stata cento volte più grande e più sfarzosa, sarebbe durata una settimana intera. Alice sapeva che non sarebbe potuta restare tanto dal momento che era a Sottomondo da già sei giorni, ma contava di assistere alla cerimonia. Sentiva che si stavano per accorgere della sua assenza nel mondo di sopra. Quando era tornata a Wonderland per la prima volta bevendo il sangue di Ciciarampa era stata via un mese, sicura che non sarebbe passato neanche un istante; invece al suo ritorno aveva trovato sua madre molto preoccupata perché erano passati due giorni senza che della ragazza si avesse alcuna notizia. Da quel momento si era ripromessa di star via al massimo due settimane e non di più.

Il giorno seguente iniziarono i preparativi ed il Cappellaio, incaricato di preparare the e pasticcini per il banchetto, si mise subito all’opera. Lo aiutavano Mally e il Leprotto, che ogni tanto si scambiavano un’occhiata d’intesa e sembravano nascondere qualcosa all’amico. Dopo l’ennesimo strano sospiro del Leprotto, Tarrant smise di infornare pasticcini e, con le mani sui fianchi, esclamò:

- D’accordo, ora mi dite che sta succedendo!

- Dove eravate tu e Alice ieri sera?- chiese a bruciapelo Mally, visibilmente scocciata.

Tarrant arrossì e fece una risatina nervosa, poi rispose:

- Nella foresta, come al solito. Perché siete così curiosi?

Il Leprotto mormorò sornione:

- Il Cappellaio è innamorato di Alice…

- Chi ti ha messo in testa certe idee?!- tuonò Tarrant, i cui occhi si erano fatti di un arancione acceso quanto i suoi capelli.

Il ghiro continuò a preparare pasticcini mentre si lamentava:

- Tutti eravamo felici che fosse tornata, ma tu sei cambiato notevolmente. Quando è con noi non ridi e non scherzi più, sembri sempre imbarazzato. Accidenti, nemmeno di fronte a quella megera della Regina Rossa eri così impacciato!

Il Cappellaio non sapeva come difendersi, così si limitò a dire piano:

- Alice è la nostra salvatrice. È sempre stata una ragazza in gamba, speciale. Non esiste nessuno come lei, né nel mondo di sopra, né a Wonderland.

Mentre parlava non sapeva che Alice, senza farsi vedere, si era avvicinata ai tre e notando un albero ricurvo con un ramo che sporgeva proprio sopra di loro si era arrampicata fino a raggiungerlo. Ora si teneva stretta al ramo cercando di non cadere, ma facendolo scricchiolare con il suo peso. Non aveva distinto una sola parola dei loro discorsi, ma da lassù aveva sentito l’ultima frase di Tarrant. Mentre arrossiva e si sporgeva un po’ di più sentì uno strano rumore alle sue spalle.

- Alice!- esclamò la testa di Stregatto dietro di lei.

La ragazza, che non se l’aspettava, cacciò un urlo, si mosse bruscamente e fece spezzare il ramo. Alice precipitò giù, finendo proprio fra le braccia del Cappellaio.

Il ghiro bofonchiò:

- Ecco, appunto.

Tarrant sorrise ed esclamò:

- Alice! Va bene che hai sempre la testa tra le nuvole, ma questo mi sembra un po’ troppo, non trovi?

La ragazza rise e si fece mettere giù, mentre Mally diceva:

- La domanda giusta è cosa ci faceva lassù!

La sua gelosia le si leggeva in faccia, ma nessuno ci faceva caso. Lo Stregatto si materializzò fra loro:

- Mi dispiace di averti spaventata. Ti avevo vista sul ramo e ho pensato di salutarti.

- Stavo…Avevo visto qualcosa che luccicava e così mi sono incuriosita…- spiegò Alice senza trovare una scusa migliore.

Guardò il Cappellaio ma lui distolse lo sguardo imbarazzato, così la ragazza balbettò delle scuse e se ne andò. Il Leprotto non poté fare a meno di ridacchiare, subito zittito da uno sguardo fulminante di Tarrant.

Mentre camminava nel bosco, ancora rossa per la brutta figura, Alice sentì lo Stregatto materializzarsi dietro di lei. Ma non la coglieva impreparata.

- Mi hai seguita Stregatto?- chiese con noncuranza.

Il gatto evaporò di fronte a lei esclamando:

- Mi hai scoperto!

Per un po’ svolazzò accanto alla ragazza, ma dato che lei non sembrava aver molta voglia di fare conversazione fu lui a cominciare:

- Allora…Me lo vuoi dire perché ti eri arrampicata fin lassù?

- Ve l’ho spiegato.

- Sì, l’ho sentito, ma io vorrei la versione giusta della storia, se non ti dispiace.

Alice si bloccò e lo guardò severa:

- Stregatto, perché insinui che ti abbia mentito? E perché avete tutti quest’aria strana? Lasciatemi in pace!

La verità era che il vedere Tarrant arrivare insieme ad Alice la sera prima, unito al racconto di ciò che aveva visto McTwisp, aveva destato un certo scalpore a Sottomondo, e giravano voci e pettegolezzi sul possibile amore fra i due. Lo Stregatto, curioso com’era, voleva scoprire tutto di persona.

- Non volevo farti arrabbiare, scusa. Però mi sembra che tu mi nasconda qualcosa…- disse.

- Sciocchezze!- sbuffò Alice lasciandolo indietro.

Lo Stregatto sorrise malizioso:

- Lo sai che oltre ad avere proprietà evaporatrici leggo anche nel pensiero?

La ragazza sussultò e arrossì violentemente. Chiese:

- Dimmi che non è vero! Quindi…?

- …Quindi dato che stavo scherzando ma tu ci sei cascata, qualcosa c’è sotto!- esclamò il gatto sorridendo, felice del tranello.

Alice, furiosa, tentò di colpirlo con un sasso, ma lui scomparve per materializzarsi su un ramo di fronte a lei.

- Allora, non si tratterà del nostro Cappellaio?

- Ma di che cosa parli?

- Coraggio Alice, ne parlano tutti…

- Non so dove vuoi arrivare ma preferirei che tu non ascoltassi le malelingue! E per me il discorso è concluso.

Detto questo Alice si avviò a grandi passi verso l’uscita della foresta. In una radura che dava su un laghetto si mise a lanciare sassolini, cercando di farli rimbalzare sul pelo dell’acqua. Era così evidente ormai che si era innamorata? E perché Tarrant non continuava il discorso che aveva interrotto? Mentre era assorta nei suoi pensieri le si avvicinò il Grafobrancio, che le strofinò il braccio con l’enorme muso umido. Alice lo carezzò, poi lo abbracciò. Disse solo:

- Oh Grafobrancio, beato te che non soffri le pene d’amore…

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Veniamo a voi lettori/lettrici...Beh, più lettrici che lettori credo.

Per Euridice Volturi: Grazie di avermi aggiunto tra gli autori preferiti e di averci inserito anche questa storia. Per scoprire se il nostro Cappellaio ce la farà basta che continui a seguirmi! ^_^ Cercherò di aggiornare il più possibile, scrivo ogni volta che ho un po' di tempo!

Per amelia spicer: Capisco il tuo punto di vista, però non è che Alice vada e venga come se uscisse per andare dietro l'angolo...Non ha infinite fiale e deve stare attenta a come usarle. Singapore l'ho preso dai Pirati dei Caraibi solo come idea, l'ambientazione è più che altro ispirata a posti dove sono stata e ad alcuni libri letti di recente. Comunque grazie! :)

Per ghirigoro: Grazie!!! Sono contenta che continui a piacerti! Mi serviva un intoppo, non potevo risolvere tutta la love story al secondo capitolo! ;) Stai parlando con la regina dei miopi, quindi ho aumentato il carattere...Ma ora non è troppo grosso? :O

Per PikkolaBimbaSognatrice: la stampi e incolli addirittura??? 0__0 Tanto di cappello (cappello di Cappellaio) mi sento lusingata! Grazie davvero!!! Continua a seguirmi...Ma quale ansia? XD Io lo dicevo in senso buono!

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Capitolo 4
*** Cap.4- Dove Alice e Stayne fanno una chiacchierata ***


Ed il grande giorno arrivò. Marmoreal non era mai stata così sfarzosa: dovunque, dal ponte levatoio alla torre più alta, potevi vedere festoni e ghirlande blu e argento, e gli alberi erano fioriti in anticipo regalando milioni di dolci petali rosa. Nel salone del castello era stato allestito un banchetto come non se n’era mai visti e come non se ne vide più per anni e anni. La Regina Bianca splendeva come una stella: avevano apportato delle modifiche al suo abito bianco ornandolo di piume che la facevano assomigliare ad un angelo, e dalla corona scendeva un lungo velo trasparente. Al collo portava una collana di diamanti delle Valli di Snud molto pregiati. Il futuro sposo aveva un lungo mantello di pelliccia bianca e già indossava una corona.

Poco prima della cerimonia il Cappellaio fece cenno ad Alice di seguirlo, e la ragazza, pensando che il momento fosse arrivato, obbedì col cuore a mille. Ma Tarrant non accennò al discorso, le porse semplicemente un pacco incartato con una sottile carta a pois. Alice lo guardò con aria interrogativa.

- Un piccolo regalo per te- disse lui- per indossarlo al matrimonio.

La ragazza aprì il pacco e ne tirò fuori un abito fatto su misura per lei, argento come la luna che si rifletteva nel lago di Wonderland. Aveva dei riflessi bellissimi e la stoffa era morbida e leggera, per non parlare del taglio che metteva in risalto tutta la bellezza di Alice. Lei guardò Tarrant con occhi luccicanti:

- Ma è…Bellissimo! Sono senza parole, l’hai fatto tu, vero?

- Sì, mentre preparavo tè e pasticcini mi sono ritrovato questa stoffa fra le mani e ho pensato che forse non avevi un abito adatto per la festa nuziale, quindi…Mi sono messo a cucire per te.- spiegò il Cappellaio.

Alice lo abbracciò riempendolo di grazie, poi corse ad indossare il nuovo regalo. Le stava d’incanto e le dava un non so che di elegante. Restò ad ammirare come il tessuto le scendeva modellandole i fianchi e come ricadeva sulle spalle, pensando a quanto Tarrant fosse bravo. Poi Mirana la chiamò per la cerimonia e la ragazza la seguì. Il salone era gremito di gente, e altra ne stava arrivando dal portone.

Il fatto che destò un tale scalpore dal cancellare dalla memoria di tutti Tarrant e Alice fu l’arrivo della Regina Rossa. Mirana aveva insistito affinché la sorella fosse presente alle sue nozze, ma nessuno sapeva se Iracebeth avesse accettato oppure fosse stata costretta dalle guardie che l’avevano prelevata dall’Aldilande. In ogni caso stava varcando la soglia con aria austera, misurando tutta la sala con i suoi occhietti, scortata da due guardie. Aveva ancora le manette e dietro di lei, o meglio, legato a lei, veniva il fante di Cuori, un’ombra alta e nera in quel salone immacolato. Per un attimo tutti gli sguardi furono rivolti alla ex sovrana di Wonderland, e un brivido corse lungo la schiena di tutti i suoi ex sudditi. La osservarono attraversare a passo lento il salone, mentre tutti si scansavano per farla passare. Si stava dirigendo verso la sorella, che l’aspettava con un gran sorriso. Sapeva benissimo di essere venuta meno all’ordine con il quale bandiva Iracebeth in isolamento per sempre, ma quella era un’occasione straordinaria; dopo la festa la regina sarebbe tornata col suo fante nell’Aldilande. Iracebeth era finalmente al cospetto di Mirana, ma non s’inchinò. Fu l’altra a parlare, non senza nervosismo:

- Sorellona, sono felicissima che tu sia partecipe a questo evento…

Iracebeth non aveva un’aria allegra né riposata: i suoi abiti erano laceri e il viso era sporco, ma tutta la sua figura, e soprattutto l’enorme testone, le conferivano una maestosità che la Regina Bianca non avrebbe mai raggiunto. Squadrò la sorella come se stesse osservando una carcassa di mucca, poi disse lentamente:

- Felicitazioni, Mirana. Che tu possa avere delle nozze felici.

Più che un augurio pareva un sermone, e si intuiva che i pensieri della Regina Rossa erano ben diversi, ma la Regina Bianca sospirò allegra ed abbracciò la sorella. Poi si accorse di Stayne ed esclamò:

- Benvenuto anche a te, Ilosovic Stayne!

Lui si inchinò mentre Iracebeth lo guardava con disprezzo:

- Un onore, Maestà.

Sebbene Mirana esalasse amore da tutti i pori non le venne mai in mente di ordinare di spezzare le manette per quella giornata, e superati i convenevoli con la sorella tornò dal futuro sposo. Iracebeth e Stayne furono trascinati in un angolo dal quale non si mossero più. Dagli occhi della Regina Rossa non si potevano leggere né rabbia né invidia, solo un odio cieco e profondo ormai consumato ed elaborato per anni, e che quindi faceva solo sembrare Iracebeth persa in un pensiero lontano. Alice cercò di non guardare mai verso di loro, ma sapeva che l’avevano vista. La cerimonia fu incantevole, come previsto. Quando diedero inizio al banchetto la sala piombò nel caos più totale: tutti gridavano per farsi sentire dal vicino, i tavoli del buffet erano affollati e in un angolo suonavano dei musicisti. Il cibo era squisito, peccato che nessuno degli ospiti riuscì mai ad arrivare al budino di gelatina, sul quale si erano avventati e avevano preso possesso Pinco Panco e Panco Pinco. Il Cappellaio si divertiva, ma non riusciva a smettere di pensare ad Alice e a come avrebbe trovato il coraggio di proseguire il discorso. La ragazza invece non sapeva se avrebbe dovuto fare lei il primo passo, e si tormentava le punte dei capelli in un angolo. Fu allora che sentì su di lei uno sguardo pungente, sguardo che aveva sentito molte altre volte, e con un brivido si voltò: Stayne la stava fissando e non distolse lo sguardo quando si accorse di essere stato scoperto. Pensando a cosa le aveva detto quando credeva che lei fosse Em di Fandonia, Alice rabbrividì. Eppure sentiva di dover parlare con lui, come se dovesse regolare un debito e trovare una parte di sé. Senza quasi rendersene conto Alice si incamminò verso di lui. Era pericolosamente vicina alla Regina Rossa, ma lei non la guardava, anzi, cercava in tutti i modi di dare le spalle al fante. Alice si ritrovò di fronte a lui e lo salutò:

- Stayne, quanto tempo.

Non era un saluto allegro. Il fante sorrise beffardo e disse:

- Chi si rivede…Alice! Sei tornata a Sottomondo?

- A dir la verità è la quinta volta che torno qui dopo…Dopo il Giorno Gioiglorioso.

- Davvero? Bene, una visita di cortesia spero.

- Sì, certo…Non potevo rinunciare a Sottomondo.

- Lo immaginavo.

A quel punto calò il silenzio: lei non gli chiese perché la stava fissando, lui non glielo spiegò. Ma in fondo lo sapevano. Per tutto il dialogo la regina non si era mossa. Alice si voltò verso la folla e vide il Cappellaio da lontano; l’aveva persa di vista. Alice sospirò e tornò a guardare Stayne, che a sua volta fissava Tarrant.

- Ti piace davvero?- chiese il fante con un misto di disprezzo e gelosia.

- Chi?- chiese Alice conoscendo già la risposta.

Stayne disse come se stesse masticando foglie velenose:

- Tarrant Altocilindro.

La ragazza non rispose, si limitò a guardare il Cappellaio.

- Lo guardi così intensamente- riprese Stayne- come tanto tempo fa avrei voluto…Che tu guardassi me.

Movimento impercettibile da parte di Iracebeth. Alice tornò a fissare il suo interlocutore senza un briciolo di compassione negli occhi. Stayne ne parve all’improvviso ferito.

- Lo ami veramente?- chiese triste.

Alice non si stupì più di tanto di confessare proprio a Stayne, l’ultima persona possibile in tutta Wonderland, i sentimenti che aveva nascosto a tutti:

- Sì, lo amo con tutta me stessa.

Il fante sorrise, ma un sorriso triste, come se la sua mente fosse lontana anni luce. Disse solo:

- Allora dovresti dirglielo. Dirglielo e basta.

Alice lo guardò come se le avesse svelato un grande segreto, guardò Tarrant e poi ancora Stayne.

- Grazie.- mormorò infine.

Sparì tra la folla senza voltarsi, mentre Stayne abbassava lo sguardo richiudendosi nei suoi pensieri.

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Ok devo ammettere che, tra tutti i capitoli scritti finora, questo è il mio preferito. :P  Ma sta a voi dirmi che cosa ne pensate!

Per Euridice Volturi: Grazie di avermi messo tra gli autori perferiti!!! L'idea del matrimonio mi è venuta un po' così, spero di averla sviluppata bene.

Per PikkolaBimbaSognatrice: Cerco di aggiornare spesso ma tra tre giorni parto, quindi pubblicherò tra un bel po'! Ma cerco di sbrigarmi ok?^^ I videomentali sono richiesti in certi casi, io prima di scrivere fic me ne sono fatti sai quanti!!!

Per Ghirigoro: Team Grafobrancio 4ever!!! XD Ora che la storia è della giusta grandezza e moltosa, che dire? La lascio così! Ammiro molto i tuoi commenti sclerosi e li aspetto sempre! Contenta che la storia continui a piacerti!

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Capitolo 5
*** Cap.5- Dove ci si bacia <3 ***


Alice lasciò la sala, uscì nel cortile e aggirò il palazzo fino ad arrivare alla terrazza porticata sulla quale un tempo aveva versato tante lacrime pensando al destino che l’attendeva, e dove il Brucaliffo le aveva aperto gli occhi. Anche adesso il sole irradiava una piacevole luce rosea che avvolgeva Marmoreal e le cascate su cui quell’ala del castello si affacciava. La ragazza camminava su e giù, proprio come quella volta, sperando che l’edera rampicante le suggerisse qualche idea su come comunicare a Tarrant i suoi sentimenti. Stayne aveva ragione, aspettare avrebbe solo complicato le cose. Alice fece un bel respiro e si voltò per tornare nella sala, ma quale fu la sua meraviglia quando si vide davanti il Cappellaio; doveva averla seguita, e adesso la guardava fin troppo serio.

- Cappellaio, eccoti qui. Volevo proprio parlare con te.- disse riuscendo a stento a credere che fosse la sua voce a parlare.

Tarrant, che a suo modo si era fatto coraggio nella sala, la interruppe:

- No Alice, vorrei parlare prima io. Devo finire il discorso dell’altra sera.

Le si avvicinò, e la ragazza continuò a fissare quegli immensi occhi verdi senza dire una parola. Il cuore le martellava in petto e qualcosa le solleticava i polpacci.

Tarrant, con la gola secca per l’emozione, parlò:

- Purtroppo ci hanno interrotti e non ho potuto più dirtelo…Ma credo che aspettare anche un solo secondo di più mi farebbe esplodere. Quello che volevo dirti è che mi sentivo perso quando tu non eri a Sottomondo, e se prima credevo che fosse perché eri una bambina dolce e divertente, adesso so che è perché sei speciale e non posso fare a meno di guardarti ogni volta e pensare a quanto sono fortunato a riaverti con me. Ma anche se tu decidessi di non tornare più, vorrei lasciarti andare sapendo che per me sei importante e penserò a te ogni giorno.

Alice lo guardava con gli occhi sgranati, non perché fosse scandalizzata, ma per l’emozione. Tarrant non capiva, e aggiunse con una risatina:

- Sono matto, lo so.

Alice scosse la testa e sorrise. Mormorò:

- Matto o non matto sono innamorata di te, Cappellaio.

Tutta la persona di Tarrant parve rianimarsi e risplendere, dai capelli rossicci al fiocco a pois:

- Anche io sono innamorato di te. Questo cercavo di dirti da non so quanto tempo.

Alice si alzò in punta di piedi, esitò un attimo e poi avvicinò le sue labbra a quelle del Cappellaio, che di certo non oppose resistenza; al contrario le cinse i fianchi con le braccia e ricambiò il bacio. Rimasero lì fusi l’uno nell’altra per diverso tempo, mentre il sole calava facendo risplendere il vestito di Alice di riflessi argentei. Quando si guardarono di nuovo negli occhi Alice assaporava ancora quel dolce sapore di the zuccherato, e il Cappellaio ancora non riusciva a credere di stringerla fra le sue braccia. Nello stesso istante, nella sala grande, la Regina Bianca baciava lo sposo di fronte ad una gigantesca torta nuziale a forma di regina degli scacchi.

- Dobbiamo proprio rientrare?- chiese Tarrant ormai alla pallida luce della luna.

Alice si strinse di più a lui e gli appoggiò la testa sul petto:

- Perché rovinare questo momento?

Le rispose solo l’eco lontana dello scroscio d’acqua delle cascate, costante e rassicurante. Il Cappellaio prese ad accarezzare i capelli della ragazza lentamente, canticchiando piano:

- …Adesso era il suo cor, che a casa riportava galonfando…

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Allora? Vi è piaciuto il grande momento? ^^ So che tutti lo aspettavate con ansia, ma ho deciso di pubblicarlo oggi perché domani parto e starò via per un po'...:(

Dovrò rimandare gli altri capitoli a settembre, spero che mi seguirete comunque!

Per ghirigoro: Grazie!!! ^^ In effetti Stayne se l'è meritato, però mi fanno pena quei due legati insieme...(e dire che, essendo l'autrice, potrei liberarli quando voglio) (ma non credo che lo farò :P).

Per PikkolaBimbaSognatrice: Spero che ti sia piaciuta la dichiarazione moltosa!

Per Euridice Volturi: Grazie 1000! Ho cercato di far vedere un lato nascosto di Stayne...Perché credo che comunque sia rimasto ferito da tutta la faccenda di Em, sebbene sia cattivo...

Per BriGi_ChAN: Grazie, sono molto contenta che la fic ti piaccia!^^ E' proprio per tutti coloro che alla fine del film si aspettavano qualcosa di più.

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Capitolo 6
*** Cap.6- Dove la dura realtà piomba addosso come un fulmine ***


Ehilààà!!! Pensate il fato...Grazie alla nostra macchina che si è rotta posso deliziarvi con un altro capitolo prima di partire domani mattina fuori programma...^^

La notizia che tra Alice ed il Cappellaio c’era del tenero non stupì più di tanto, dato che tutti dal famoso pic-nic sospettavano qualcosa. La ragazza però dovette lasciare Wonderland due giorni dopo, sempre per paura che a Londra si accorgessero della sua mancanza. Promise a Tarrant che sarebbe tornata presto e che avrebbe organizzato un nuovo viaggio a Singapore per ottenere altre bottiglie di sangue di Ciciarampa. Il Cappellaio aveva fiducia in lei, e subito prima di partire le diede un lungo bacio di buonviaggioavederci.

Alice si ritrovò nella sua stanza, seduta sul letto, lo stesso posto in cui aveva bevuto la boccetta per andare a Sottomondo. Notò che era passata solo qualche ora. La porta si aprì di botto e la ragazza sussultò.

- Alice, è un sacco che ti cerco, dov’eri? Sono entrata prima e non c’eri!- si lamentò sua madre, la signora Kingsleigh.

- Scusa, ero in giardino a fare una passeggiata…Davvero non ti ho sentita chiamare.

- Mio Dio, Alice, è successa una cosa terribile…

La donna si sedette sul letto di fianco alla figlia che era impallidita. Spiegò:

- È appena arrivata la notizia che la nave di tessuti che la vostra compagnia ha inviato ad Hong Kong è affondata in una tempesta sulle coste africane. Lord Ascot ci ha inviato una lettera ed è preoccupatissimo, immaginati quale perdita avete subito!

- Oh mio Dio, è terribile mamma!

- Lo so, Alice…

- Però gli affari andavano bene, non credo che la perdita potrebbe danneggiarci fino a portarci al fallimento!

- Dalle parole di Lord Ascot temo invece che la perdita sia stata immensa. Quasi tutti gli uomini sono morti o dispersi, una tragedia…La merce è persa.

- L’affare è fallito…

Alice non ci poteva credere, la invasero la paura e la preoccupazione. Se la perdita era veramente grande come diceva Lord Ascot non era sicura che la compagnia se la sarebbe cavata con poco: oltre al denaro perso nell’accordo ormai andato a monte dovevano risarcire gli impiegati superstiti e la compagnia non navigava nell’oro; in poche parole il rischio di fallimento era alto. Mentre la ragazza pensava freneticamente ad una soluzione la madre disse seria:

- Però sono riuscita a risolvere tutta la questione, Alice. Sai che da tempo, e non mi dire che ne abbiamo già discusso, insisto perché tu trovi marito…Una signorina della tua età senza marito è uno scandalo, e il tuo povero padre non l’avrebbe certo voluto! Così ho unito l’utile al dilettevole: ti ho trovato un pretendente estremamente ricco, il cui padre lavora nel commercio del tabacco della Virginia. Vedrai, Lord Omberton sarà un ottimo compagno e unendo la vostra compagnia alla sua riuscirà a risarcire ogni danno e a sollevare l’impresa dal fallimento. Il vostro matrimonio vi salverà, cara!

Alice non credeva alle proprie orecchie, mentre sentiva rimbombare in testa la voce di Tarrant, e l’immagine del Cappellaio si faceva sempre più nitida. Disse solo:

- No, non posso!

La madre la guardò severa:

- Alice, non ricominciamo.

- Tu mi hai già promessa ad un uomo che per giunta non ho mai sentito nominare? Ancora peggio di quando mi hai promessa ad Amish Ascot…

- Non usare quel tono con me! Sai bene che ne abbiamo parlato, non puoi morire zitella Alice! E che ne sarà della compagnia? Non vi riprendereste più!

- Non è vero…

- Allora è così? Vuoi abbandonare la compagnia che tuo padre ha sempre sostenuto, con anni e anni di duro lavoro e fatica? Getti tutto alle ortiche per un capriccio?!

- Non è un capriccio, è la mia vita mamma!

- Te lo ripeto, se non sposi Lord Omberton la compagnia fallirà. Solo il vostro matrimonio può risarcire le perdite ed aggiustare ogni cosa!

A quel punto Alice tentò di trattenere le lacrime senza riuscirci; sua madre aveva ragione, l’impresa era in pericolo e l’unica soluzione era sposare quel ricco uomo d’affari. Ma come poteva sposare un altro quando il suo cuore apparteneva al Cappellaio di Sottomondo? Odiava trovarsi di nuovo in quella situazione: un matrimonio combinato. Ma stavolta aveva tutta la responsabilità sulle spalle.

- Io non lo amo…- mormorò fra le lacrime.

A quel punto la signora Kingsleigh si addolcì e le posò una mano sulla spalla:

- Mi dispiace di essere stata dura, ma non hai altra scelta, tesoro. Se davvero tieni a tutto il tuo lavoro, allora devi andare fino in fondo.

La ragazza continuava a guardarsi in grembo singhiozzando. Non poteva dire a sua madre che amava Tarrant!

- Quando sposai tuo padre- raccontò sua madre- l’avevo visto occasionalmente a qualche festa ma niente di più. Ero promessa a lui ed ero spaventatissima, ma sapevo che era il mio destino, da quando i miei genitori si erano accordati con i suoi. E sai una cosa? Quando stavo avanzando all’altare tutta la mia paura è sparita. Perché lui era là, e mi guardava sorridendo e rassicurandomi. Da quel momento ho capito che eravamo destinati ad amarci, e non perché ci avevano promessi, ma perché lui era fatto per me ed io per lui. Da quel momento ho imparato ad amarlo, e non è stato affatto difficile perché ci appartenevamo per natura. Non avrei potuto desiderare compagno migliore. Te lo dico, Alice, per farti capire che il matrimonio combinato non è un giogo crudele ma un’occasione, l’occasione di trovare la persona con cui passare il resto della tua vita.

Alice alzò gli occhi arrossati e disse:

- Può darsi che sia andata così per te e papà, può darsi che tu abbia avuto fortuna e che ti saresti innamorata di lui in ogni caso, ma dubito che imparerò ad amare una persona solo perché passerà al mio fianco tutto il resto della mia vita…Potrò rispettarlo e ammirarlo, ma non gli cederò il mio cuore. Specie se l’ho promesso a un altro…

La madre sgranò gli occhi:

- Ma che cosa stai dicendo? A chi hai promesso cosa?

Alice preferì lasciar perdere:

- A nessuno. Nessuno di questo mondo.

La signora Kingsleigh sospirò rassegnata e baciò la figlia sulla fronte:

- Cara, è la cosa giusta da fare.

- Lo so, mamma. Lo so…

Il giorno seguente la signora Kingsleigh scrisse al padre di lord Omberton che non ci sarebbero stati problemi e che Alice sarebbe andata in sposa al suo promesso la settimana seguente, coronando il sogno del nobiluomo di unire la sua impresa alla compagnia di Lord Ascot. La nobildonna scrisse anche a lui, annunciandogli il matrimonio e la pronta soluzione del problema. I giorni passavano, gli inviti scritti in elegante calligrafia obliqua venivano inviati e Alice si sentiva sprofondare giorno dopo giorno in un pozzo oscuro. Passava giornate intere a fissare l’ultima fiala di sangue di Ciciarampa chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare, e piangeva sapendo la risposta. Non poteva mollare tutto e fuggire a Sottomondo: questo sarebbe stato abbandonare la compagnia del padre e il povero Lord Ascot. Ma non poteva lasciare la persona che più amava…Oh, se il Brucaliffo fosse stato lì a consigliarla! Immersa in una cupa tristezza, Alice decise che la cosa giusta era lasciare Tarrant per sempre, senza dimenticarlo mai. Non aveva alternativa, ma non si aspettava che il Cappellaio avrebbe capito e per non ferirlo doveva mentire. Mentire spudoratamente, dirgli che quella sarebbe stata la sua ultima visita a Sottomondo, che il suo posto era tra la gente di sopra e che non sarebbe mai più tornata per coronare il loro sogno d’amore. Doveva tener nascosto il matrimonio, perché Tarrant, sapendola costretta e infelice, avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarla senza capire che avrebbe distrutto la compagnia. Sì, doveva sparire per sempre, e lui l’avrebbe pensata felice da qualche parte. Se solo lui avesse saputo che stava per sposarsi e che avrebbe passato una vita grigia lontana da Sottomondo…

Armata di coraggio, la sera della vigilia delle nozze, Alice bevve mezza boccetta di sangue di Ciciarampa e si preparò alla più grande menzogna della sua vita.

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Veniamo alle recensioni...

Per Alice_in_Realityland: Sono contenta che la scena del bacio ti sia piaciuta e che aspetti gli altri capitoli!^^ Come ho detto questo sarà l'ultimo per un bel po' di tempo, ma appena torno aggiornerò di sicuro! Tu non perdere d'occhio il sito... ;)

Per ghirigoro: "io galonferò al tuo fianco" è una frase da incorniciare! XDXDXD Davvero, sono contentissima che il capitolo sia stato di tuo gradimento, ero nervosa perché non sapevo proprio come scriverlo! Ma allora è andato bene! :P

Per Euridice Volturi: Bene, allora il bacio ti è piaciuto!!! ^_^ Aspetta e vedrai, la storia diventerà ancora più moltosa...

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Capitolo 7
*** Cap.7- Dove Alice mente spudoratamente ***


Eccomi tornataaaa!!! Non vedevo l'ora di pubblicare questo nuovo capitolo...E' il capitolo che dà il titolo alla fic perché "come what may" per chi non lo sapesse vuol dire "comunque vada"...Enjoy! XD

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Appena ricomparve il Cappellaio le saltò al collo e la baciò. Rimase stupito che Alice non rispondesse al bacio e restasse fredda e pensierosa, ma cercò di ignorare questo piccolo particolare e le offrì subito una tazza di tè. La ragazza la bevve a piccoli sorsi e poi espresse il desiderio di andare in giro per Sottomondo a visitare tutti i suoi luoghi preferiti. Sapeva che era l’ultima volta che li avrebbe visti e voleva che le restassero impressi nella memoria.

Così, entrambi sulla groppa del Grafobrancio, Tarrant e la ragazza perlustrarono Sottomondo, galopparono per tutto il deserto di Crims, salutarono Mirana e il suo nuovo consorte, si fermarono un po’ alle cascate, raggiunsero la Rocca Tetra e giocarono a scacchi sulla terrazza che dava sul mare, passarono di nuovo sul campo del Giorno Gioiglorioso, rividero tutta la foresta e la famosa radura del pic-nic, per non parlare del giardino dei funghi dove un tempo viveva il Brucaliffo. Alice guardava tutto con intensa passione, e ogni volta chiedeva al Cappellaio di potersi fermare ancora un attimo. Lui non capiva il perché di tanto affanno, ma obbediva leggendo nell’ombra profonda sul volto di Alice qualcosa di importante. Al tramonto di quella lunga giornata il Grafobrancio li riportò a casa del Leprotto, dove Tarrant si accomodò al tavolo del the. A quanto pareva il padrone di casa era in giro con Mallymkun.

- Be’, sembra che tu abbia voluto fare la visita guidata di tutta Sottomondo!- esclamò divertito il Cappellaio per rompere il silenzio.

La ragazza si sedette cupa:

- Sì, volevo vederli un’ultima volta…

- Ultima?- il Cappellaio si sporse un po’ più avanti.

Dato che Alice non ribatteva, con una risata nervosa Tarrant chiese:

- Cosa vuoi dire? Non esiste altro sangue di Ciciarampa?

- Oh, credo di sì. Ma non lo saprò mai.- rispose la ragazza.

Il Cappellaio si alzò e le andò vicino, sussurrando:

- Ma cosa è successo?

Alice stava per scoppiare a piangere e dirgli tutta la verità, ma non poteva: l’avrebbe ferito, lei avrebbe confessato che sposava un altro e lui sarebbe impazzito più di quanto già non fosse matto. Non poteva fargli questo, e poi lui doveva dimenticarla, o chissà che cosa avrebbe combinato per aiutarla…Aiutarla…Nessuno poteva aiutarla.

La ragazza lo guardò fingendo sicurezza:

- Cappellaio, è stato veramente bello passare queste settimane qui con te. Amo Sottomondo e ho amato te. Sei un buon amico, ma davvero, ci ho pensato, e non è giusto che passi più tempo qui che lassù.

- Ma…Cosa stai dicendo Alice?

- Sto dicendo che è meglio per me e per te che io torni al mondo di sopra e non mi faccia più vedere.

- È uno scherzo?

- No. No non lo è.

- Io…Non so cosa dire…Alice, è meglio in che senso?! Per tutti i cappelli, ma chi starà meglio se tu te ne vai? Non mi dirai che adesso vuoi vivere per sempre lassù…

- Sì invece!

Le costò caro dirlo, e ancora più caro le costò vedere l’espressione disorientata e spaventata di Tarrant. Gli stava facendo del male, ma gli avrebbe fatto più male rivelandogli del matrimonio. Se gli fosse sembrato che Alice se ne stava andando di sua spontanea volontà forse se ne sarebbe fatto una ragione.

- Credevo che tu mi amassi- disse Tarrant con un fil di voce, tremando- credevo che avessi scelto…

- Mi hai detto tu che anche se avessi scelto di andare via per sempre lo avresti accettato…

- Sì, ma sapendo che tu mi ami! E come potresti voler andare via se tu mi amassi? Se tu fossi innamorata di me non te ne andresti mai!

Alice non disse nulla, trattenendo le lacrime. Il Cappellaio passò dal triste all’arrabbiato. Disse severo:

- Ah, allora è così. Tu non mi ami più.

- Dimenticati di me, Cappellaio.- disse Alice senza trovare il coraggio di guardarlo.

Tarrant la prese per le spalle:

- Come puoi chiedermi una cosa simile? Sai cosa provo per te! Ma mi chiedo se tu l’abbia mai provato per me…

Detto questo la lasciò e le voltò le spalle. La ragazza si alzò e riprese la borsa con la quale viaggiava e che aveva lasciato su una sedia. Qualcosa di piccolo e lucente rotolò fuori e si perse sotto il tavolo, ma nessuno dei due se ne accorse. Alice disse:

- Mi dispiace Cappellaio. Io non appartengo a Sottomondo, noi due siamo troppo diversi. Grazie di essere stato un buon amico.

Lui non rispose e non mosse un muscolo. Alice prese l’ultima boccetta di Ciciarampa, ormai piena a metà, guardò per l’ultima volta l’amore della sua vita e pensò dentro di sé " comunque vada, Cappellaio, io ti amerò. Per sempre…Comunque vada…". Poi represse un singhiozzo e bevve. Quando Tarrant si voltò la ragazza era scomparsa, eppure il suo profumo era ancora nell’aria. Il Cappellaio rimase immobile mentre i suoi occhi diventavano rossi, poi afferrò una teiera e la scaraventò contro un albero con tutta la sua forza, fracassandola in mille pezzi. Si accasciò a terra e scoppiò a piangere.

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Non piangete cari/e fan!!! Vedrete che tutto andrà beneeee!!! (O forse no muhahahaa) (Ok, ignorate la parentesi precedente)...Meglio passare alle recensioni...

Per BriGi_ChAN: non posso certo svelarti il finale ma quando due innamorati sono sinceri e poi uno mente all'improvviso alla fine l'altro viene sempre a scoprire tutta la verità...E il nostro Tarrant non se ne starà con le mani in mano!

Per PikkolaBimbaSognatrice: mi hai trovata anche sul Tubo! Bene bene...Spero che il capitolo, anche se molto triste, ti sia piaciuto!

Per ghirigoro: "galonf" è perfetto...XD Sì, la madre di Alice si annoia spesso sola in casa e colleziona pretendenti per la figlia come si collezionano figurine...Povera donna, che ti posso dire, si diverte!

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Capitolo 8
*** Cap.8- Dove il Cappellaio entra in azione ***


Comunque vada, comunque vada…

Queste parole ancora ronzavano nella testa di Alice mentre sedeva a tavola con la madre, che ciarlava amabilmente con la signora Derville, una vicina invitata occasionalmente per discutere gli ultimi particolari del corredo di nozze e degli invitati. La ragazza non sentiva una sola parola, né osava mangiare. Aveva fatto una cosa terribile, e anche se si ripeteva che era stato per il bene del povero Cappellaio non riusciva a convincersene. Quando la signora Kingsleigh le chiese se preferiva il vestito da sposa di Margaret, Alice fece cenno di sì con la testa meccanicamente. Le sue nozze sarebbero state ben diverse da quelle di Mirana…

La mattina dopo fu svegliata molto presto da sua madre: la cerimonia avrebbe avuto luogo all’ora di pranzo nel cortile dell’immensa villa Omberton, vicino alla cappella di famiglia. Alice fu vestita, truccata e pettinata per almeno quattro ore, mentre di fronte a lei sfilavano dozzine di damigelle d’onore mai viste prima, tranne ovviamente sua sorella. Margaret non faceva altro che sorridere e dire:

- Il mio vestito ti sta d’incanto Alice, sei bellissima!

Ma la ragazza faticava a sorridere e avrebbe tanto voluto che la terra la inghiottisse. Una carrozza la portò alla villa, dove fu accolta calorosamente da Lady Omberton e le fu riservata una stanza in attesa della cerimonia. Alice chiese di poter restare sola e così si ritrovò in quell’immensa sala senza nessuno attorno. Dal caos più totale piombò nel silenzio. Fece qualche passo e si guardò intorno: la stanza era grande, piena di tappeti rossi e molto sfarzosa; un enorme specchio con cornice dorata sovrastava il caminetto, su un’altra parete era appeso un ritratto di Lord Omberton padre e al centro della stanza c’era un divano beige, molto vicino ad un tavolo di mogano. Era una stanza molto luminosa: Alice si avvicinò alle finestre di vetro e notò che davano proprio sul cortile dove era stato allestito l’altare all’aperto e dove stavano prendendo posto centinaia di ospiti dai vestiti svolazzanti. Le venne un groppo allo stomaco, si era sempre sentita nervosa in pubblico. Notò vicino all’altare il pastore, e al suo fianco un giovane che non aveva nulla da invidiare ad Amish Ascot: Auguste Omberton era alto e impettito nel suo doppio petto bianco, gli ondulati capelli neri impomatati di recente. Tra il pubblico sedevano la signora Kingsleigh e tutta la famiglia Ascot, sulla stessa panca. Alice si allontanò alla finestra disgustata, pensando al padre e alla compagnia. Lo faceva soprattutto per lui.

Si sedette sul divano e fece un respiro profondo, poi non si trattenne più e scoppiò in lacrime.

- Oh, Cappellaio! Cappellaio!- singhiozzava con la testa tra le mani.

 

A Sottomondo Tarrant sedeva sulla sedia al tavolo del Leprotto, dove per anni aveva atteso Alice. Non si muoveva più e aveva lo sguardo fisso, cosa che preoccupava molto i suoi due amici. Ma alla fine tutti lo avevano lasciato solo a meditare, non sapendo più come tirarlo su. La fuga di Alice era stata un duro colpo per tutti e nessuno riusciva a spiegarsi il brusco cambiamento di carattere della ragazza: Mirana aveva capito che qualcosa non quadrava. Da ore ormai il Cappellaio sedeva solo fissando davanti a sé; all’improvviso si materializzò lo Stregatto:

- Ehilà Tarrant, hai deciso di mettere radici qui?

Silenzio. Il gatto non si diede per vinto e fluttuò di fronte al Cappellaio.

- Senti- disse con voce suadente- tutti siamo sconvolti da quello che è successo, e so come ti senti…Ma non credi che sia un po’ strano?

Tarrant mantenne il suo sguardo fisso, ma rispose gelido:

- Strano? Non direi: lei non mi amava…Io sono stato uno stupido.

Da arrabbiato si fece improvvisamente malinconico e si tolse lentamente il cappello.

- Che senso ha vivere qui- mormorò con la memoria che correva ai giorni felici passati con Alice- se non c’è più lei? Senza Alice io non sono niente.

Lo Stregatto si strusciò al gomito di Tarrant:

- Non dire così…Vedrai che tornerà da te!

- Ne dubito fortemente, tu non l’hai sentita. E ora vattene, voglio restare solo!- esclamò il Cappellaio, ma dalla sua voce era sparita ogni sfumatura di amarezza, sembrava solo depresso.

Muovendo la mano per cacciare l’animale Tarrant fece cadere il piatto delle zollette di zucchero, che si misero a rotolare di qua e di là sul prato. Vedendo che il Cappellaio non batteva ciglio lo Stregatto annunciò sarcastico:

- Lascia stare, faccio io…

Fluttuò sotto il tavolo alla ricerca delle zollette e di colpo si fermò. Tarrant sentì solo dire:

- Ehi, e questa cos’è?

Lo Stregatto riemerse con una piccola sfera verdastra luminosa tra le zampe. A quel punto il Cappellaio si mostrò interessato e la soppesò sul palmo della mano.

- Ma guarda, è la sfera che Alice porta sempre con sé. La deve aver persa…Ricordo che da quando fece male i calcoli e si assentò per molto tempo da casa, spesso la guardava per sapere se a Londra la stavano cercando. Le bastava pensare a ciò che voleva vedere…- spiegò.

L’idea gli trapassò la mente in meno di un attimo, e anche lo Stregatto doveva aver pensato la stessa cosa. Tarrant mormorò:

- Voglio vedere Alice…Un’ultima volta…

Fissò la sfera che cominciò a brillare più forte, mentre il liquido torbido all’interno sembrava rischiararsi; all’improvviso vide nitida come se fosse stata rinchiusa nel piccolo oggetto Alice: era bellissima, vestita di bianco e con un elaborato chignon, ma piangeva disperata seduta su un divano. Tarrant poté sentire quello che diceva: singhiozzava, chiamava lui e si malediceva per avergli nascosto che era stata costretta a sposarsi. La visione scomparve mentre la sfera scivolava dalle mani del Cappellaio, i cui occhi erano diventati verde smeraldo dalla gioia:

- Lo sapevo! La mia Alice mi ama! Mi ha mentito perché non voleva rivelarmi che era stata costretta a sposarsi! Non voleva ferirmi, si stava sacrificando per me…Oh povero amore mio, chissà come ha sofferto…Ma perché tutti questi segreti? Non permetterò che sposi chissà chi e rinunci alla felicità per sempre!

Lo Stregatto sorrise sornione:

- Visto? Te l’avevo detto che c’era qualcosa sotto!

Tarrant si mise a correre, mentre il gatto gridava:

- Ehi, ma dove vai?!

- A trovare qualcuno che mi aiuterà!- rispose di rimando l’altro.

 

- Alice, insomma sei pronta?- chiese Margaret da dietro la porta.

La ragazza tentò di asciugarsi le lacrime e frenare i singhiozzi, rispondendo con voce flebile:

- Solo un momento…

Si guardò allo specchio: era un mostro. Con un fazzoletto si pulì il viso e cercò di ravvivare il pallore dandosi dei buffetti sulle guance, sperando con tutto il cuore che nessuno notasse gli occhi rossi. Uscì dalla stanza e Margaret sorrise nervosa:

- Ti aspettano tutti. Cerca di sorridere almeno oggi…

 

- Che bello rivederti sorridere, Tarrant!- esclamò la Regina Bianca scendendo dal suo cavallo bianco.

Il Cappellaio l’aveva incontrata nella foresta, mentre cavalcava col re, e le aveva raccontato tutto.

- Mi serve il vostro aiuto- disse- devo in tutti i modi andare su!

- Ma Tarrant- spiegò Mirana- nessuno di noi è mai andato su, è sempre arrivata lei qui! Solo chi proviene dal mondo di sopra, se trova il sangue di drago, può andare e venire come vuole. Noi restiamo qui.

Il Cappellaio si illuminò:

- McTwisp! Lui è sempre salito, lui sì che va e viene come vuole!

- Oh, giusto, dimenticavo McTwisp…In quanto coniglio lui dispone della sua tana, un passaggio ideale…Ma è l’unico, e solo lui può usarla!- spiegò la regina.

Il caso volle che McTwisp gironzolasse nei paraggi, e appena si sentì chiamato in causa si avvicinò e chiese in che cosa poteva essere utile.

- Devo andare su! So che tu puoi farlo!- esclamò Tarrant ansioso.

Il coniglio si mostrò contrariato:

- Hai perso qualche altro venerdì? Solo io posso passare dalla tana in quanto solo io sono della misura giusta! Hai visto che ha combinato quella ragazza quando è caduta qui? Un macello! Ho dovuto rimettere tutto in ordine…

Il Cappellaio lo supplicò:

- Ti prego, è una questione molto importante! Ne va della vita di Alice!

- Se tutti potessero usare la mia tana a quest’ora ogni abitante di Sottomondo potrebbe esplorare indisturbato il mondo di sopra! No, è fatta perché solo io possa usarla!

- Ma Alice ci è caduta più di una volta! E ora che ci penso come mai non l’ha usata per tornare e andare via da qui in tutti questi mesi?

- Caderci è un conto mio caro, ma solo gli abitanti di Sottomondo, primo fra tutti io, possono fare il percorso inverso e risalirla. Un umano che capiti qui può solo usare il sangue di Ciciarampa per tornare indietro!

- Ma io sono un abitante di Sottomondo! Fai un’eccezione e lasciamela usare, ho poco tempo! Che vuoi che sia un po’ di disordine quando puoi salvare Alice?

- Anche se te la lasciassi usare, devi sapere che qualsiasi abitante di Sottomondo che non sia io, sebbene possa fare il percorso inverso e risalire la tana fino al mondo di lassù, non potrà mai più tornare indietro!

- Correrò questo rischio!

Vedendo che era molto testardo McTwisp scosse la testa e fece cenno a Tarrant di seguirlo. La Regina Bianca lo salutò:

- Addio amico mio, abbi cura della nostra Alice!

- Cercherò di tornare e portarla con me…Chissà che il sangue di drago non possa riportare anche me!- rispose Tarrant con un inchino.

 

Come aveva intravisto Alice dalla finestra il giardino era pieno di gente, tutti sistemati sulle panche. L’altare addobbato con fiori di tutti i colori l’attendeva apparendo ai suoi occhi come una forca piuttosto che il coronamento dei suoi sogni matrimoniali. Fu Lord Omberton Senior ad accompagnarla a braccetto dal futuro sposo, mentre seguiva il corteo delle damigelle con Margaret in testa; la signora Kingsleigh si asciugava una lacrimuccia, Lord Ascot sorrideva entusiasta ed Amish guardava Alice dall’alto in basso. La ragazza arrivò finalmente di fronte al sacerdote ed ebbe il coraggio di voltarsi verso il suo futuro marito: Lord Omberton Junior la guardava con un sorriso spavaldo, come se l’avesse voluta divorare. Alice deglutì e pensò intensamente a Tarrant.

- Siamo qui riuniti oggi per unire quest’uomo e questa donna in matrimonio…

 

- Quanto manca?- chiese il Cappellaio nervoso.

Per tutta risposta McTwisp scostò un cespuglio e mostrò un buco profondo nella corteccia di un albero:

- Questo è uno dei passaggi. Credo che ti porterà vicino ad Alice, di solito funziona, ti riporta dove vuoi…

Tarrant abbracciò la bestiola che, scandalizzata, cercò di scrollarselo di dosso.

- Grazie di tutto!- esclamò il Cappellaio.

Prima di entrare si voltò a dare un’ultima occhiata a Sottomondo e si pentì di non aver salutato i suoi due migliori amici, ma davvero non c’era tempo. Si infilò nella tana, dove passava a malapena urtando le pareti e facendole sgretolare dove emergevano le radici, e camminò a tentoni il più velocemente possibile. Dopo un po’ video una luce lontana e capì di essere arrivato. Uscì all’aria aperta e si stiracchiò dando un’occhiata intorno: era quello il mondo di sopra? Com’era buffo, o forse non era affatto buffo, non sapeva decidere. Una cosa sola era certa: era molto diverso da Sottomondo. Mentre osservava i prati verdi notò in lontananza una villa lussuosa e poté scorgere una specie di ricevimento nell’immenso giardino.

- Alice dev’essere lì!- esclamò mettendosi a correre in quella direzione.

 

Il sacerdote disse serio:

- Adesso scambiatevi i reciproci giuramenti.

- Io prendo voi, Alice Kingsleigh, come mia legittima sposa, per amarvi e onorarvi nel sacro vincolo del matrimonio finché la morte non ci separerà.- disse Lord Omberton sorridendo ad Alice, che stava di nuovo per piangere.

Tutti gli invitati pensarono che le lacrime che sembrava in procinto di versare fossero di gioia. La ragazza si asciugò gli occhi col dorso della mano cercando di darsi un contegno e pensando alla compagnia. Il prete chiese:

- Miss Kingsleigh…?

Alice fece un bel respiro e recitò con voce spezzata:

- Io prendo voi…Tarrant Altocilindro

Si alzò un mormorio dagli invitati. La madre di Alice sembrava confusa e stupita, Lord Omberton scandalizzato, le sorelle Chattaway divertite. Alice si accorse di ciò che aveva detto e arrossì, mentre il futuro sposo esclamava:

- Come?

- Scusate- disse la ragazza- sono un po’ nervosa. Io prendo voi, Auguste Omberton, come mio legittimo sposo…

 

Tarrant correva e vedeva la villa sempre più vicina. Se non fosse stato il posto dove aveva visto Alice avrebbe comunque potuto chiedere là se la conoscevano e dove poteva trovarla. Avrebbe fatto di tutto per impedire quel matrimonio…Continuò a correre finché non s’imbatté nel grande cancello dell’entrata dove due maggiordomi lo fermarono.

- Signore, è in corso un matrimonio!- esclamò uno di loro squadrando Tarrant scandalizzato.

Il suo abbigliamento risultava strano e inadeguato. Il Cappellaio intravide da lontano l’altare con Alice e, non vedendoci più, superò i due maggiordomi ignorando le loro proteste.

 

- Allora- dichiarò il sacerdote- vi dichiaro marito e…

- Alice, non farlo!!!!!

Il prete si bloccò, gli invitati trasalirono e si voltarono colpiti, alcune signore svennero, Margaret si lasciò scappare un oh, Lord Omberton, già con le labbra increspate verso Alice, si voltò infuriato e la ragazza, col cuore che batteva a mille, non credette ai propri occhi. Con lacrime di gioia esclamò:

- Oh Cappellaio, sei qui!

Tarrant sorrise ansimante, riprendendosi dalla corsa. La signora Kingsleigh sgranò gli occhi e cercò di chiedere spiegazioni, ma le mancò il fiato e si limitò ad alzare gli occhi al cielo. Alice corse verso il Cappellaio e lo abbracciò facendolo quasi cadere, circondata da un mormorio scandalizzato. Lord Omberton era paonazzo:

- Scusate signore, ma chi vi credete di essere per venire qui e interrompere le nostre nozze importunando la mia futura sposa?

Alice rimase aggrappata a Tarrant senza osar dire una parola, mentre il Cappellaio guardava il lord con aria di sfida e diceva:

- Sono il Cappellaio di Sottomondo e sono venuto qui per riprendermi la ragazza che amo.

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Allora? Avete visto che rimonta il nostro Tarrant? XD

Scusate il mio lungo silenzio ma spero di aver compensato con questo capitolo un po' più lungo e movimentato! E, ve lo devo dire, è il penultimo signori! ^^  Ma ora passiamo alle recensioni...

Per PikkolaBimbaSognatrice: Sì che mi puoi chiamare El! ^^ Hai visto cos'era la cosa luccicante? Come vedi è stata molto utile per il Cappellaio...Spero che la storia continui a piacerti!

Per Euridice Volturi: La storia come vedi ha preso un'altra svolta! Spero che ti sia piaciuto questo chappy!

Per ghirigoro: Non volevo farti galonfare curiosa ma il tempo è stato quel che è stato e solo ora sono riuscita a postare! Perdonoooo! :(  Comunque il team Aliciappellaio trionfa! XD

Per Alice_In_Realityland: contenta che ti sia piaciuta la parte struggente, spero che ti piaccia anche questo capitolo "colpo di scena"! ^^

Alla prossima!

Mad Elelovett

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Capitolo 9
*** Cap.9- Dove Alice e Tarrant fanno un ultimo viaggio ***


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A quel punto il mormorio si trasformò in un forte vociare scandalizzato: la signora Kingsleigh dovette sorreggersi al braccio di Lord Ascot, Amish si mise a parlottare con Fiona Chattaway e Lord Omberton Senior si mise a sbraitare come una cornacchia. Alice sorrise a Tarrant mentre il suo futuro sposo esclamava:

- Come osate! Lasciate subito questa casa e restituitemi la signorina Kingsleigh!

- Si tratta di certo di un poveraccio scappato da uno di quei manicomi…- commentò acida la signora Ascot.

Il Cappellaio strinse più forte Alice:

- Mai! Ho fatto un lungo viaggio per arrivare fin qui, un viaggio che non mi permetterà di tornare indietro, quindi non me ne vado senza Alice!

Lord Omberton gridò alla ragazza:

- Siete tutti e due matti?!

Lei sorrise e rispose tranquilla:

- Come tutti i migliori!

Il ragazzo barcollò come se stesse disperatamente cercando qualcosa a cui appoggiarsi, poi sospirò e tornò in sé:

- Dobbiamo sposarci, finiamola con le pagliacciate!

- Io non ti amo- esclamò Alice- non ho neanche la più pallida idea di chi tu sia e non intendo sposarti! Sono innamorata di lui, di Tarrant, e solo ora capisco che non posso sacrificarmi perché non sarei mai più felice! Sono certa che per la compagnia troveremo un’altra soluzione!

- Che cosa?!?- Lord Omberton aveva tutta l’aria di aver visto giorni migliori.

Il Cappellaio disse con occhi che splendevano come rubini:

- Avete sentito la signorina? Questo matrimonio è annullato!

Lady Omberton perse i sensi mentre la signora Kingsliegh esclamava:

- Alice!

La ragazza si rivolse a lei:

- Mamma, come ti ho detto molte volte questa è la mia vita e ho deciso di viverla così. Proprio non potrei sposare Auguste, come non avrei potuto sposare Amish, perché sono innamorata di Tarrant Altocilindro…E…

Guardò entusiasta il Cappellaio che le sorrise infondendole gioia e sicurezza.

- …E lui mi ama! Non si può essere più felici di così!- completò.

Lord Omberton calciò rabbiosamente il panchetto di legno che fungeva da leggio per il pastore:

- Molto bene allora!

Il sant’uomo si fece il segno della croce e molti invitati emisero grida spaventate, mentre il signorotto se ne andava urtando volontariamente Alice ed il Cappellaio al suo passaggio.

- Non posso crederci…- sospirò la signora Kingsleigh sventolandosi più forte.

Intanto Tarrant e Alice parlavano quasi in un sussurro:

- Come hai saputo…?

- La tua sfera mi ha mostrato che stavi per sposarti ed eri infelice. È bastato questo per farmi venire da te. Non ti lascerò mai più…

- Oh, Tarrant! Io ti ho mentito, e non sai quanto sono stata male. Ma non volevo che tu rimanessi ferito pensando che mi sposavo con un altro…E avevo paura che facessi qualche pazzia, che in effetti hai fatto!

- Ma vedi che alla fine non è stata una cosa tanto brutta? E poi che ti aspettavi da un Cappellaio Matto?

Alice sorrise sfiorandogli una guancia. Poi si rabbuiò e guardò Lord Ascot:

- Mi dispiace signore…So che questo matrimonio significava molto per la compagnia…Ma non potevo rinunciare a tutta la mia vita solo per questo. Spero che possiate perdonarmi.

L’uomo si alzò in piedi e le andò vicino dicendo:

- Alice, se sei felice hai fatto la scelta giusta. Chiunque sia questo giovanotto…E da dove venga…Mi auguro che ti renda felice, come tuo padre avrebbe voluto.

Alice gli sorrise mentre Tarrant si levava il cappello in segno di ammirazione. Lord Ascot guardò furtivo verso suo figlio che conversava con Fiona Chattaway nella panca accanto, dicendo piano:

- E qualcosa mi dice che la compagnia non è perduta…Dopotutto Lord Omberton non è l’unico al mondo che possa finanziarci. Ho notato che Amish ama particolarmente la compagnia della signorina Chattaway e so che la famiglia della ragazza è benestante…

Ammiccò ad Alice che lo guardò fingendosi severa:

- Non vorrete costringere Amish a sposarsi, non è vero?

- Oh fidati mia cara, sarà lui a implorarmi di dargliela in moglie…- rispose ridendo Lord Ascot, mentre guardava suo figlio che, intuiti i loro discorsi, arrossì.

Il Cappellaio esclamò:

- Bene, sembra che la tua compagnia sarà salva anche senza che tu sposi un lord pomposo!

Alice sorrise:

- Vero, gli affari sono sistemati. Non posso credere che sarà una delle Chattaway a salvarci! Ma tutto è bene quel che finisce bene…

Dato che l’altro non aggiungeva nulla, la ragazza chiese:

- Che volevi dire con quella storia che non potrai tornare indietro?

- Sono passato dalla tana di McTwisp, e qualunque abitante di Sottomondo lo faccia non può più tornare. Starò con te per sempre!- spiegò il Cappellaio, però malinconico.

Alice capì che gli sarebbe mancata la sua terra, e che quello non era il posto per lui. Ma in fondo neanche per lei, non lo era mai stato.

- Cappellaio- disse- ora che gli affari sono sistemati non c’è motivo che rimanga. So che la compagnia è in buone mani, Amish e il signor Ascot, con il contributo dei Chattaway, porteranno avanti l’impresa come mio padre avrebbe voluto. Non ho più niente da sistemare: ci siamo solo io e te, ed il nostro posto non è qui.

- A Sottomondo?- chiese Tarrant prendendola a braccetto e conducendola verso il prato oltre la villa.

Alice appoggiò la testa sulla sua spalla, camminando:

- Esatto. Mia madre se ne farà una ragione…Ho lasciato le cose in modo che tutti stiano bene, e potrò finalmente passare il resto della mia vita con te.

- Con un Cappellaio Matto? È questa la tua grande aspirazione?

- Sono sempre stata una ragazza di larghe vedute…

- Ragazza di larghe vedute, dimentichi che anche se tutto questo è bellissimo io non posso tornare.

- …Non è detto. Ti va di fare un viaggetto?

Il mese successivo, dopo il matrimonio di Amish Ascot con Fiona Chattaway, Alice e il Cappellaio si imbarcarono sulla nave dell’impresa Ascot diretti a Singapore, in un luogo che Alice conosceva molto bene. Comprarono una sola bottiglia di sangue di Ciciarampa, metà per ciascuno, decisi a raggiungere Wonderland per rimanervi per sempre. Come la ragazza aveva previsto, la madre fece un sacco di storie ma acconsentì sapendo che la figlia era felice, anche se non aveva ancora capito dove fosse questa famosa terra natale del genero. Lord Ascot fu molto dispiaciuto che Alice lasciasse la compagnia, ma si lasciò convincere che anche Amish sarebbe stato un ottimo commerciante e se ne fece una ragione. Era un bel giorno di maggio quando Alice e il Cappellaio, seduti al St. James Park, bevvero a turno dalla boccetta, salutando per l’ultima volta quel mondo tanto colorato quanto prevedibile.

- Comunque vada…- mormorò Tarrant.

- …Sempre insieme.- completò Alice.

Furono accolti da grida di gioia e festeggiamenti da parte di tutti gli abitanti di Sottomondo che li davano per dispersi. Una settimana dopo Tarrant chiese ad Alice di sposarlo, nascondendo l’anello di fidanzamento sotto una tazza; inutile dire che la ragazza accettò, e le nozze si celebrarono nei giardini di Marmoreal, secondo la cerimonia degli Altocilindro. Ancora adesso Alice e il Cappellaio vivono tranquilli in una casetta nel bosco, vicino a quella del Leprotto, sorseggiando the ed inventando nuovi indovinelli, e rievocando quei giorni lontani in cui una bambina impaurita si era seduta alla tavola di uno strambo ma dolcissimo cappellaio matto.

 

Fine

 

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Siamo arrivati alla fine!!!! Mamma mia non mi sembra vero! ç___ç  Esitavo a pubblicare questo capitolo proprio per non scrivere la parola fine.
E pensare che ho cominciato a scrivere questa fic un po' per caso...Sono contentissima che mi abbiate seguita e recensita, siete stati tutti grandiosi e vi ringrazio infinitamente per il sostegno!!!!!

Per LetMeRock: Grazie davvero, ho adorato le tue recensioni! *_* Spero di galonfare ancora con te qualora decida di scrivere un'altra fic su Alice...

Per Alice_In_Realityland: Sì, Lord Omberton è un po' un Amish...xD Grazie davvero per le tue recensioni positive!!!

Per PikkolaBimbaSognatrice: Hai visto? Ho finalmente pubblicatooo! E sono giunta alla fine...   Grazie veramente tanto per il sostegno, anche extra efp, e per la carica che mi hai dato sempre...

Per LazioNelCuore 1711: Grazie delle recensioni e sono stra-contenta che la fic ti sia piaciuta!!! Continua a seguirmi!!!

Per Euridice Volturi: Grazie di seguirmi sempre, ormai sei una veterana, mi hai dato un sacco di sostegno! ^_^

E un grazie a tutti quelli che non hanno commentato ma hanno letto!!! Spero di risentirvi presto, magari in una nuova fic moltosa, scuola permettendo...Baciiii!!!

Mad Elelovett

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