Quando una rosa sboccia

di Blu Notte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1° ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2° ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3° ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4° ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5° ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6° ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7° ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8° ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9° ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10° ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Me lo ricordo bene quell'attimo.. Ho avuto paura, tanta paura.

Ho allungato la mano verso di lui, che però non ha afferrato.

Ho urlato. Ho supplicato.

-Non mi lasciate cadere!- Continuavo a strillare, precipitando.

Lui mi ha solo guardata, impassibile, come al solito. Il suo sguardo non tradiva alcuna emozione.. Come se stesse guardando cadere un lurido animale.

Già, probabilmente per lui è quel che ero..

Il lato buffo della faccenda è che me ne rendo conto solo ora.

In quell'attimo, mi sono sentita tradita.. eppure non lo potevo odiare per avermi lasciata cadere.. io.. non potevo! Era più forte di me, sentivo qualcosa che me lo impediva. Ma ora le cose sono cambiate. Ora posso.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1° ***


Capitolo 1


Apro gli occhi lentamente... la luce prepotente che filtra dalla finestra mi spinge a richiuderli subito. Qualcuno ha scostato le tende..

Maledizione! Sanno che non mi piace svegliarmi col sole in faccia.. Amo essere circondata dal buio per qualche minuto prima di alzarmi.

Già, lo sanno benissimo. Per questo non lo fanno mai!

-Alzati, vuoi che ti tira su io?!-

Ah, che bel risveglio! La sua voce gracchiante, mi entra nelle orecchie e mi stordisce per alcuni istanti.

Stupida oca senza cervello!

Non vedo l'ora che si sposi, così almeno sloggerà da qui! Se ne andrà con suo marito chissà dove e prego affinché non la debba vedere mai più!

-Muoviti!- Continua ancora l'oca -La colazione è pronta da mezz'ora e papà ha bisogno del tuo aiuto!-

-E perché non lo aiuti tu?!- Ribatto.

Mi guarda con un sorrisetto malizioso -Perché a differenza di te, io ho altro da fare.- E se ne va sculettando.

L'avevo detto che è un'oca senza cervello.

Mi tiro su di mala voglia e prendo il mio kimono.

9 anni fa mi hanno detto che la dovevo chiamare “sorella”. Bah!

Lei non è mia sorella, come non lo è Megumi , e neanche quella mocciosetta viziata di Chiaki. Teoricamente, neanche “papà” è il mio vero padre.. però è l'unico di questa odiosa famiglia a cui sento di essere grata.

Non ha esitato quando, 9 anni fa, mi ha trovata sulla riva del lago in cui sono precipitata.

Hai fatto un bel volo.” Mi ha detto “è un miracolo che tu sia ancora viva.”

Da quel momento, ho iniziato a vivere qui, in questa locanda sperduta sui monti.. Dimenticandomi di tutto il mio passato.

O meglio, mi hanno imposto di dimenticare.

Dopo essermi vestita, attraverso frettolosamente il cortile che separa la mia stanza dalla locanda, e vi entro.

Sono solo le 6 di mattina, ma c'è già alcuna gente seduta ai tavoli. Dopotutto, questo è una specie di rifugio.. ma molto probabilmente sono qui da ieri sera, non hanno l'aria molto sveglia..

Uno di loro, mi guarda il culo.

Papà dice che sono diventata una bella ragazza.. Sarà, non è che passi molto tempo davanti allo specchio.. non sono come Mariko, l'oca sculettante, che si guarda 20 volte al giorno e si mette ad urlare se le è comparso un nuovo brufolo..

La gente deve piacere per quello che è, questo è il mio pensiero.

-Rin!- Esclama papà vedendomi -Meno male che sei arrivata, avevo bisogno del tuo aiuto!-

Non posso fare a meno di sorridere, il suo calore e il suo affetto mi contagiano subito, come sempre -Buongiorno padre! Vuoi che ti do una mano a servire ai tavoli?-

Padre.. ogni mattina lo saluto così, non posso non farlo, non sopporterei i suoi occhi tristi e pieni di dolore. Forse lui è l'unico a volermi realmente bene..

E, seppure i miei genitori siano stati uccisi ormai molto tempo fa, credo che quello che provo per lui sia l'affetto di una figlia.

-No, ai tavoli lascia che me ne occupi io. Tu potresti per favore dedicarti ai conti visto che sei brava con i numeri? Sai, non vorrei che qualcuno mi avesse fregato..-

-Brava..- Ripeto sarcastica, avvicinandomi alla pergamena contenente i pagamenti dell'ultima settimana -Me la cavo! Però è anche vero che tu ti fai imbrogliare spesso..-

-Proprio per questo ho bisogno di te, Rin. E scusami se ti faccio alzare così presto, ma il tuo aiuto qui mi serve davvero..-

-Non importa. E poi mi piace dare una mano.- Mi trattengo dal dire che anche Mariko però potrebbe fare qualcosa, ogni tanto.

-Grazie. Sei una brava figlia!-

Mi metto a fare i conti, in silenzio. Si, papà si è fatto fregare da qualcuno anche sta volta!

Ci metto circa un'ora per finirli tutti. Poi mi siedo su una sedia e guardo Megumi e Mariko cucinare.

Megumi è la maggiore, 20 anni, con la paura per qualsiasi cosa che si sappia muovere.

Mariko invece, è la classica gallina del pollaio.. 18 anni, bella e vanitosa. è raro che sprechi il suo tempo a dare una mano alla locanda.

Mi chiedo cos' abbia fatto quel povero uomo per meritarsi una figlia del genere..

Nella sua vita passata doveva proprio essere stato cattivo!

Ma ne manca all'appello una! La minore, Chiaki, 14 anni, dire che è insopportabile è veramente minimizzare.

Convivo con loro da 9 anni, 9 lunghi anni passati a fare qualche bevanda forte ai lupi di montagna che si avventurano fin qua su. 9 lunghi anni a cercare di dimenticare. 9 lunghi anni passati a pensare.. a riflettere.. è possibile che la mia vita diventi di colpo quella di una normale ragazza di 16 anni? è possibile che io.. smetta di essere per sempre, la piccola Rin, che seguiva ovunque il suo signor...

Blocco immediatamente i miei pensieri. Non voglio ricordare il nome di quel bastardo! Sono anni, che combatto contro me stessa per dimenticare quell'odiosa faccia impassibile e superiore. Sono anni che cerco di vivere come una comune ragazza.. E ora che ce l'ho finalmente fatta non posso mollare!

Questa ormai è la mia vita.. e probabilmente.. sarà così per sempre.

Ma di una cosa sono certa. Della piccola Rin, di quella ragazzina ingenua e gentile, che con un suo sorriso sapeva scaldare molti cuori, non c'è realmente più traccia.

Io sono cambiata.


Attraverso il piccolo boschetto guardandomi attorno.

L'odore dell'erba bagnata mi giunge subito alle narici, probabilmente durante la notte ha piovuto..

Ebbene si, nonostante mi sia riabituata a vivere fra gli esseri umani, cerco sempre luoghi di completa solitudine. Per riflettere, per pensare sulla mia vita che da parecchi anni mi pare priva di senso..

Quel luogo non ci ho messo molto a trovarlo, è senza dubbio il mio preferito! L'ho scoperto subito, appena arrivata. E mi è piaciuto.

Incomincio a sentire l'acqua delle due cascate..

Mi fermo un attimo, il vento mi scompiglia i capelli. Annuso l'aria del bosco.

Eccola la mia vera casa, la natura. è solo con lei che mi sento bene, lontana da occhi indiscreti e da qualsiasi cattiveria, protetta da un mondo che non mi piace.

Tempo fa, ho vissuto a lungo fra la natura..

Che cosa? Perché ora mi viene da piangere?

I miei pensieri vengono trasportati lontano.. chissà perché poi, mi torna in mente questo ricordo..

Ero bambina ed ero stata rapita da un demone insieme ad altri ragazzini.. Ma sapevo che lui mi avrebbe salvata!

Sono arrivati dei monaci.. ci hanno portati in salvo.. e poi è arrivato lui. La sua figura elegante, il suo sguardo impassibile.. non posso più fingere di non ricordarlo.

I monaci lo hanno attaccato, ma lui si è limitato a difendersi. Poi si è voltato e mi ha detto che la scelta, era soltanto mia..

Sapevo cosa intendeva, ma non potevo, non mi immaginavo neppure una vita con degli esseri umani.. io lo volevo seguire per sempre, volevo stare al suo fianco..

Così l'ho rincorso e sono tornata tra lui e jaken..

Poi dopo gli ho chiesto, se quando sarò morta, si ricorderà di me.. E in quel momento è successa una cosa strana, che neanche oggi riesco a spiegare..

Il suo sguardo si è fatto quasi stupito.. Ma è durato un attimo.

-Non dire sciocchezze.- Mi ha risposto...

Con molta fatica, scaccio dalla testa questi fastidiosi ricordi e mi concentro sul presente.

Eccomi qui, 9 anni dopo, totalmente cambiata in ogni cosa se non in una: la voglia di solitudine.

Così di solito vago fra la natura senza uno scopo ben preciso.. Quasi sempre è così.. ma oggi no.

Arrivo alle cascate e mi guardo intorno, possibile che sia in ritardo?

Mi sporgo, guardo a destra e a sinistra.. ma di lui non c'è traccia.. Che strano, di solito è sempre puntuale!

Sento il rumore dell'aria tagliata alle mie spalle.. Senza pensarci salto, e evito l'arma che cade poco più lontano.

-Complimenti, hai degli ottimi riflessi come sempre, Rin!-

Mi volto sorridente -Ah, ma allora ci sei!-

Il demone scende agilmente dall'albero e mi si avvicina.

-E poi..- Continuo -Se li ho è solo merito tuo.. maestro.- Aggiungo con una smorfia divertita.

-Anche questo è vero!-

è incredibile come in soli 9 anni, fosse cambiato così tanto! Mi ricordo benissimo quando era ancora un cucciolo.. E adesso, vederlo così alto, slanciato, e soprattutto affascinante, non lo posso negare, fa un certo effetto!

Raccolgo l'arma che ha lanciato.

-Allora, Shippo..- Inizio facendo girare il Nunchaku -Sei pronto?-

-Prontissimo.- Risponde guardandomi col suo solito sorriso di sfida.

-Bene! Allora prendi!!-

Mollo la mia arma, che prende a roteare nella sua direzione.

Lui salta e scatta pronto a colpirmi, io invece corro e afferro il Nunchaku prima che cada a terra.

Con la catena, mi proteggo dai suoi artigli e cerco di sorprenderlo con alcuni attacchi che però evita.

Salta indietro, prende fiato, e riscatta rapidamente avanti, e sta volta, attacca lui.

Io evito agilmente e, mentre mi porto indietro con una ruota, rilancio la mia arma che lo prende di striscio.

Mi guarda stupito -Brava! Migliori di giorno in giorno!-

-Grazie, troppo buono!-

-Ma ora sei disarmata! Hai perso!- Riscatta nella mia direzione.

-Non ci contare, volpacchiotto!-

E mentre evito i suoi attacchi, mi rendo conto che è solo grazie a questo se sono riuscita a sopravvivere tutti questi anni qui.. e se sopravvivo ancora oggi.


Mangiamo in silenzio, oggi gli ho portato un piatto fatto esclusivamente da me.. ma a giudicare dalla lentezza con cui mangia forse non è di suo gradimento..

-Non ti piace?- Chiedo sconsolata.

Lui mi guarda per un attimo stralunato, poi mi sorride -No, è squisito. è solo che stavo pensando..-

-A cosa?-

-A te. Incominci a stare bene alla locanda? Voglio dire.. la senti come casa tua?-

-Non ti devi preoccupare per me.. Sto benissimo!- Mento -Sono passati molti anni da quando sono arrivata qui..-

-Sono contento!-

Sorrido anche io -E tu?- Inizio sperando che la risposta sia positiva -Intendi allenarti fra queste montagne ancora a lungo?-

Abbassa gli occhi -Non so neppure io..- Sussurra.

Per un attimo mi sembra che cerchi di evitare il mio sguardo..

No.. impossibile! Noi due abbiamo un rapporto molto profondo.. se c'è qualcosa che non va me lo direbbe subito!

Mi ficco in bocca del riso e lo mando giù.

-Sai una cosa?- Mi fa lui, ad un tratto.

-Che cosa?-

-Quando combatti.. mi ricordi una persona, che non vedo da tanto..-

-Chi?!- Cerco di riesplorare il passato.. e mi viene in mente solo una persona che combatteva in un modo simile al mio -Ti ricordo...- Inizio stupita -Ti ricordo forse Sango?!-

Annuisce -Esatto.-

Non ho avuto modo di vedere molte volte quella giovane e fiera sterminatrice di demoni.. Eppure alcuni suoi ricordi mi rimango. Mi ricordo di lei, agile e sveglia, della sua arma, l'enorme boomerang Hiraikostu, e di Kirara, la sua fedelissima demone gatto.

Faceva parte del gruppo di Shippo, ai tempi in cui Naraku era ancora vivo e la sfera dei quattro spiriti ancora esistente..

-Ti ricordo veramente lei?- Chiedo, non trovando nessun fattore comune.. Lei era così leggera ed aggraziata... Mentre io sono solo una ragazzina che sa combattere per modo di dire!

Perde lo sguardo fra glia alberi -Già..-

Sento una lama trafiggermi il cuore quando noto i suoi occhi, velati da una profonda tristezza.. Per la prima volta, mi rendo conto di quanto gli manchino i suoi amici.

-Senti..- Inizio -Perché.. Perché non torni da loro?-

Non sa ovviamente quanto mi costi dire queste parole.. ma è giusto così!

A differenza di me, lui non è condannato alla solitudine eterna..

Ma a mia sorpresa scuote la testa -Il mio tempo con loro è finito. Sono stati la mia famiglia, quando la vera non esisteva più.. Ma ora è giunto il momento che impari a cavarmela da solo.-

-Perché dici così? Io penso che sarebbero felici di rivederti..-

-Probabilmente.. ma non sarebbe giusto.-

-Se lo dici tu..-

Mi ficco in bocca dell'altro riso.. Forse Shippo pensa che dopo la sconfitta di Naraku, il gruppo non abbia più motivo di esistere.. Be', riflettendoci avrebbe senso. Ma sarebbe triste.

In quel momento la sento, la squillante voce di una ragazzina, che sta urlando il mio nome!

Salto in piedi -Maledizione! Chiaki mi è venuta a cercare.-

-Tranquilla non mi vedrà..-

-Va bene, la porto via allora!- Inizio a correre piuttosto irritata verso mia sorella -Ci vediamo domani, Shippo!-

Lui mi saluta con la mano.. e mentre mi volto, scorgo passare sui suoi occhi un altro sguardo triste..

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Capitolo 3
*** Capitolo 2° ***


Salve a tutti, ecco il secondo capitolo.. spero sia di vostro gradimento.Intanto vi svelo due cose su questa storia. Non è recente: l'ho iniziata a scrivere due anni fa e l'ho terminata l'anno scorso. Quindi noterete una specie di evoluzione di stile. =) La seconda cosa è che ho scritto questa ff con il preciso scopo di collegarla a quella che sto scrivendo adesso (anzi, "quando una rosa sboccia" sarebbe solo una sorta di prologo). La protagonista della mia prossima storia appare per poco proprio in questo capitolo. Vediamo chi capisce ^^
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Capitolo 2


-Allora, che stavi facendo?!-

Alzo gli occhi al cielo -Non credo siano fatti tuoi.-

-Sparisci in quel bosco ogni giorno!- Continua la mocciosa -è ovvio che stai combinando qualcosa!-

Sbuffo, ma non ribatto, sarebbe del tutto inutile.

Esatto, quella ragazzina rompiscatole è Chiaki.. abbastanza carina e aggraziata, non c'è che dire.. ma simpatica quanto una spina in un occhio!

Credo che pensi di essere intelligente.. poverina, come si sopravvaluta!

O forse sono io che da 9 anni vedo tutti i lati negativi della gente? Questa domanda me la pongo spesso ultimamente.. mi accorgo da sola di essere scontrosa e irascibile. Forse è colpa mia se le mie sorelle sono così antipatiche nei miei confronti..

-Se vuoi sparire, almeno fallo quando io non ci sono! Così papà non mi obbliga ad andarti a cercare!-

No.. non credo sia colpa mia!

Arriviamo alla locanda verso le 2 di pomeriggio, mi infilo il camice senza dire una parola e inizio a prendere le ordinazioni.

Shippo è proprio strano.. gli mancano, ma non vuole tornare da loro! Io credo che non sia un male tornare al proprio passato.. Mi rendo subito che non dovrei permettermi di pensare certe cose.

Verso le 4, prendono il mio posto Megumi e Mariko mentre io mi siedo su una sedia e mi riposo un po'.

La vita qui scorre così lenta..

Mi metto comoda e chiudo gli occhi. Ma si, penso proprio che recupererò le ore di sonno perse questa mattina..



Mi sveglio di soprassalto, sentendo della strana agitazione in cucina.

Vedo Mariko complottare qualcosa con Chiaki, e Megumi mangiarsi le unghie più nervosa che mai. Di solito lo fa quanto ha fifa, in pratica, quasi in ogni momento!

Mi stiracchio -Che succede?- Chiedo curiosa.

Non capita tutti i giorni che la tranquillità demoralizzante della locanda venga scossa da qualcosa.

-Dei demoni!- Strilla Megumi, che evidentemente non è più riuscita a trattenersi dal farlo -Si sono seduti ai tavoli di fuori! Come degli normali esseri umani!-

Sento una scossa percorrermi la colonna vertebrale.. Demoni?!

-Adesso si aspetteranno di essere serviti!! Che facciamo?! Che facciamo?!-

-Stai calma, Megumi..- Cerca di consolarla Chiaki -Adesso vado a chiamare papà, sono sicura che lui ha una soluzione!-

-Ma non serve papà!- Mi intrometto io, cercando di mantenere un tono impassibile.

La mocciosetta, mi guarda sarcastica -Perché, tu avresti un'idea?-

-Se si sono seduti ai tavoli vuol dire che non sono demoni cattivi. Quindi basta che noi li serviamo, e vedrete che se ne andranno..-

-Ma sei impazzita?!- Strilla ancora mia sorella -Chi te lo dice che non sono cattivi?! Ci potrebbero rapire, o addirittura uccidere!!-

-Maledizione Megumi..- Sussurro stringendo i pugni -NON URLARE IN QUEL MODO!-

Le tre sobbalzano, e mi fissano impaurite.

Chiudo gli occhi e respiro. Non so perché, ma mi fa andare in bestia il panico!

-Andrò io a prendere le loro ordinazioni.-

-Aspetta.. Rin!- Mariko mi corre dietro, e mi mette una mano sulla spalla per fermarmi.

-Che c'è?-

Lei si gira verso le sorelle, come per assicurarsi che non stiano ascoltando.. poi torna a guardarmi -Ti senti ancora attratta da.. loro. Non è vero?-

-Ma di che stai..-

-Quando papà ti ha trovata nel lago, 9 anni fa..- Mi interrompe -Io ero dietro alla porta.. e ho ascoltato la tua storia, quella che gli hai raccontato! Di quel tizio.. del signor Sesshomaru e di un certo Jaken.. Della tua vita passata in mezzo ai demoni.-

-E faresti bene a dimenticartela al più presto, Mariko.- Ringhio in risposta.

-Io non so se sia la verità oppure ti sei sognata tutto.. Ma quel che so è che ora la tua vita è qui. Che tu torni dal quel Sesshomaru o no, non mi interessa, ma non ho intenzione di vedere soffrire papà per causa tua, che ti ama come una figlia!-

Scosto violentemente la sua mano dalla mia spalla -Non ti devi preoccupare, sorella!- Ribatto sottolineando l'ultima parola con acidità -Sesshomaru non mi verrà più a prendere, sarò costretta a rimanere in questa prigione per il resto della mia vita! Quindi lasciami in pace!-

Inizio a correre. Non di fuori, a prendere le ordinazioni di quei misteriosi demoni.. ma nella mia stanza, a piangere.

Che strano.. sono 9 anni che non piango.. Mi sono persino scordata del sapore salato delle lacrime.. Perché ora tutto ad un tratto cambia tutto?

Sarà perché, per la prima volta in tutti questi anni, ho pronunciato il suo nome?



Mi asciugo gli occhi e torno alla locanda dopo pochi minuti, non sono mai stata il tipo a cui piace tenere i bronci.

E poi, quel che ha detto Mariko è vero. Papà soffrirebbe moltissimo se tentassi di riprendere contatti col mondo demoniaco.. Se solo sapesse che mi alleno con Shippo tutti i giorni..

-Rin!- Esclama Mariko stupita.

-I demoni sono ancora là?-

Annuisce.

-Allora vado io.-

-Non serve.. è già andata Chiaki.-

Alzo un sopracciglio -Quella ragazzina mi sorprende. E Megumi dov'è?-

-Ehm.. nascosta in bagno.-

Non posso fare a meno di ridacchiare.

Lei invece sorride titubante.. -Senti, Rin..- Inizia giocherellando con uno spago -Io.. ti chiedo scusa.-

-E perché?- Rispondo distrattamente.

-Perché probabilmente non mi sarei dovuta impicciare nei fatti tuoi.. Però non mi rimangio quel che ho detto.-

-Neanche io.-

è la prima volta che io e Mariko riusciamo ad avere un dialogo quasi normale.. Di solito lei inizia a darsi arie, e io ad ignorarla.. Non immaginavo nemmeno che avesse un cervello pensante.. né che le importasse così tanto di suo padre...

Così, la solita domanda riprende a farmi capolino nella testa.

Mi accorgo solo dopo un po' di avere i suoi occhi addosso.

-Rin?-

-Si?-

-Tu consideri veramente questo luogo come una prigione?-

Esito per qualche attimo.. ma poi annuisco -Non lo dire a papà.-

-Certo che no..- Risponde tornando a giocare col suo spago -Puoi non crederci ma.. mi dispiace.-

-Ti ringrazio.-

Sento le tende dell'ingresso scostarsi, e quando mi volto vedo Chiaki.

-Allora?!- Le chiede subito Mariko.

Alza le spalle -Forse Rin non aveva torto marcio. Sono stati piuttosto gentili.-

Sospira -In quanti sono?-

-Tre.. Un demone, un essere umano e una bambina.-

-Sia ringraziato il cielo..-

-Rin!- Mi porge una pergamena -Queste sono le loro ordinazioni, potresti portargliele tu mentre io vado a rassicurare Megumi?-

-Certo.-

Hanno ordinato tutti piatti già pronti, probabilmente hanno fretta.. oppure non gli piace creare scompiglio mangiando in una locanda umana. Già, probabilmente si sono immaginati una simile reazione a quella di Megumi.

Sorrido. Che brava gente..

Preparo in fretta il tutto e lo verso nelle ciotole. Mariko mi passa i bastoncini.

-Posso farti una domanda un po' personale?-

-Tu prova.-

-Questo Sesshomaru.. a cui sembravi così legata.. chi è?-

-Una brutta malattia, a cui sto cercando da anni di guarire.. Ma che non se ne va mai del tutto.-

Annuisce poco soddisfatta, ma non aggiunge nulla.

Afferro le tre ciotole e scosto con la testa le tende che danno sul cortile. Sono seduti al tavolo più lontano..

Cerco di mettere a fuoco, ma sono troppo distanti per capire bene di che demoni si tratta. Così mi avvicino preparando un sorriso cordiale.

Poi è diventato tutto sfocato.

Ho sentito il mio cuore perdere almeno tre colpi.

Credo che due delle ciotole mi siano sfuggite di mano, ho visto distrattamente la bambina scattare in avanti, mi ha raggiunta subito..

E adesso me la trovo davanti, con un sorrisetto stampato in faccia e le due ciotole in mano.

La guardo sbalordita.

-Tutto bene?- I genitori si sono alzati..

Decido di far finta di niente, e sorrido -Si.. tutto a posto! Ho avuto solo un piccolo calo di pressione.. Qua ci sono le vostre ordinazioni.-

-Ah, meno male! Ci siamo presi un bello spavento.- Mi risponde Kagome. Non mi hanno riconosciuta? Quanti anni sono passati?

9.. io ho 16 anni, no infatti.. impossibile che qualcuno mi riconosca. Ma lei? Lei è cambiata, è diventata bellissima..

E Inuyasha! Lui è sempre uguale.. Devo dirgli di Shippo!

Ma se glielo dico.. devo svelargli anche la mia identità. E farlo vorrebbe dire ricostruire i ponti con il mio passato..

-C-come si chiama?- Chiedo guardando la piccola.

è quasi identica al padre.. con quelle simpatiche orecchie da cane, i capelli argentei e gli occhi marrone chiaro. Ma il viso.. ricorda tantissimo quello della madre! Sembra sveglia.

-Hi.- Mi risponde sempre Kagome -Hi Houseki per la precisione.-

-Gemma di fuoco..- Ripeto quasi con ammirazione.

Mi sorride. Probabilmente non è abituata ad avere un dialogo con gli umani, benché lei lo sia. Stando con un mezzo demone è inevitabile venire indicati dalla gente.. Quanta cattiveria, mi spiace molto per loro..

Poso l'unica ciotola che mi rimane in mano sul tavolino -Offre la casa.-

-No.. non serve.-

-Ma si! Non ti preoccupare!- è incredibile come sto bene con quella gente, senza neanche rendermene conto.. Vorrei restare lì con loro per sempre.

-Sei gentile.. Come ti chiami?-

-... Megumi.-

-Ti ringrazio Megumi.- è sincera.

Faccio un inchino -Buon appetito.- Poi mi volto e mi fiondo nella locanda.

-Allora, come andata?- Mi chiede subito Mariko.

Ma io non ho tempo per parlare con lei, esco dalla locanda e corro verso il bosco.

-Rin!- Mi urla dietro -Ehi!!-

Devo farcela. Mi trovo a evitare confusamente alberi e radici inzuppandomi gli zori.

Raggiungo in pochi minuti la cascata.

-SHIPPO!!- Ma dov'è?! -SHIPPO!! ACCIDENTI RISPONDI.. NON TI IMMAGINI NEPPURE CHI C'È ALLA LOCANDA.. SHIP..-

Noto qualcosa attaccata all'albero di fronte a me.

Una lettera. La prendo.

-Cara Rin.. Ho deciso di fare ciò che dovevo fare da molto tempo..- Mi siedo su una pietra -Devo viaggiare, vedere il mondo in cerca di un obbiettivo. E se mi capiterà di incontrare Inuyasha e gli altri, lo ammetto, ne sarei felice. Mi spiace lasciarti da sola.. Sei stata una buona amica. Ma è ora che anche tu decida cosa fare. Con affetto.. Shippo.-

Sospiro -Ma Shippo.. non ne azzecchi una.-

Sto per qualche minuto con quella lettera in mano, poi me la infilo in una tasca.

Poco lontano ha lasciato il mio Nunchaku.. ma a cosa mi serve adesso?

Mi prendo la testa fra le mani, improvvisamente mi sembra pesante.

Ormai mi devo arrendere. Sono sola.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3° ***


Capitolo 3


Nascondo la lettera e il Nunchaku sotto il materasso, poi chiudo la porta e torno alla locanda. Probabilmente la vera Megumi sta andando in crisi isterica.

Infatti, entrando in cucina scopro il caos più totale.

Mi siedo e guardo la scena.

-Se ne sono andati?- Chiede Megumi mordicchiandosi un' unghia.

-Si!- La voce di Mariko assomiglia al cinguettio di una cornacchia -Ma si può sapere chi gli ha detto di non pagare?!-

Mi scappa una risata.

Lei si volta con sguardo omicida -R-Rin.. Tu sei matta da legare! Hai qualcosa in quel cervello che proprio non ce la fa! E cos'hai da sorridere tanto?! Sei malata, i-io l'ho sempre detto!-

-Mariko, non dire così a nostra sorella.-

-Oh Megumi! Non ti ci mettere anche tu! Non vedi com'è affezionata a quei dannati demoni?!- Alzo gli occhi al cielo -Non vedo l'ora di andarmene da questa dannata locanda!-

Da un calcio al tavolo, mi guarda, pesta i piedi ed esce dalla stanza.

È troppo ridicola quando si arrabbia.

-Ma Rin.. cosa hai fatto?- Chiede Chiaki.

Non rispondo.

-è vero che non gli hai fatti pagare?!-

-Ma non eravate voi quelle che volevano se ne andassero al più presto?! Non mi sembra che per una volta il guadagno di questa locanda ne risenta molto..-

-Ma come puoi dire una cosa simile?!- Mi fa con il solito tono da sapientella -Hai visto come l'ha presa Mariko? Lei si che si preoccupa per questa locanda!-

-Ah già, Mariko.. Si alza tutti i giorni alle 5 per aiutare suo padre, ma poi le si parano davanti i contrattempi con il suo nuovo fidanzato, e non trova più il tempo per dare una mano. Come la compatisco.-

-Non ti permetto di dire così su mia sorella!-

-Ma che succede qui?-

Nessuno risponde alla domanda di papà, appena entrato dalla porta sul retro.

-Ragazze..- Lo dice con un tono sconsolato -Lo sapete che non mi piace quando litigate.-

-è colpa di Rin!- Dice la ragazzina puntandomi un dito contro -Da quando c'è lei succedono sempre disastri!-

-Cosa?!-

-Chiaki!- La rimprovera.

Lei si siede imbronciata.

-Rin ti posso parlare?-

Alzo la testa sorpresa -D'accordo.-

Mi fa segno di seguirlo fino a fuori dalla locanda.

-Allora? Cosa.. mi volevi dire?- Chiedo sforzandomi di sorridere.

-Uscendo ho incontrato Mariko.-

Il mio finto sorriso svanisce subito -Cosa ti ha detto?- Mi esce un tono impaurito.

-Be'..- Si siede per terra con un piccolo gemito -Mi ha raccontato dell'episodio dei demoni. Di come sei stata coraggiosa. Ma poi mi ha anche raccontato del dialogo che avete avuto prima.-

Mi mordicchio le labbra.

-Siediti, figlia mia.-

Obbedisco, nervosa.

-Vorrei che mi rispondessi sinceramente. Tu non ti trovi bene con noi, vero?-

Perché? Perché è arrivato quel momento? -No.- Sussurro -Ma la colpa non è vostra.. è mia.-

Vedo i suoi occhi farsi lucidi -Io non credo.-

-No, invece si!- Gli prendo le mani -Lascia che ti racconti! La mia famiglia è stata uccisa dai briganti, hanno ucciso mia madre, mio padre e mio fratello proprio sotto i miei occhi. Per molto tempo sono rimasta sotto shok.. poi piano piano sono guarita. Ma non riuscirò mai più a fidarmi degli esseri umani.. Capisci?- Anche i miei occhi si sono fatti lucidi, sento le lacrime pizzicarmi le guance.

-Oh, Rin.- Mi guarda. Uno sguardo paterno, e colmo d'amore – In questi anni ti se fatta proprio bella. Tuttavia non sono mai riuscito a guarire quel tuo sguardo triste.. Se tu vuoi andartene, fai pure. Purché mi prometti che sarai di nuovo felice..-

-Ma padre.. dove dovrei andare?-

-Da quel demone. Lui ti rendeva felice.-

-Ah certo.- Rido, nervosamente -Però mi ha lasciata qui.-

-Rin..-

Gli lascio le mani e mi alzo -Non preoccuparti per me.. Lasciami ancora un po' di tempo. Poi vedrai che mi abituerò a stare con voi. Vedrai..- Me ne vado, altrimenti avrebbe notato la menzogna che ho stampata in faccia.

Attraverso il cortile lentamente, ho bisogno di una bella dormita, ecco di cosa. Oggi sono successe troppe cose..

-Megumi!- Ci metto qualche secondo per capire che stanno chiamando me. Mi volto.

Sono ancora qui?

Kagome mi si avvicina -Siamo venuti a salutarti, partiamo subito. Ma perché stai piangendo?-

-Sto piangendo?- Mi passo una mano sugli occhi. È proprio vero..

-Che è successo?-

-Nulla.. Sono solo un po' emotiva.-

Mi accarezza i capelli -Stammi bene.-

-S-si.-

-Ciao Megumi.- Squilla una vocina.

-Ciao piccola Hi.- Mi inginocchio per essere alla sua altezza -Sono sicura che diventerai molto forte, sei già velocissima.-

Mi sorride, e raggiunge i genitori.

Sto per qualche attimo a guardare la piccola famiglia andare via. Indicati dalle persone, guardati male, evitati.. Ma felici, felici perché sono con le persone che amano.

Mi passo un po' le mani sul viso per togliere le lacrime, poi entro nella mia stanza.


Mi svegliano dei rumori, ho l'udito abbastanza sensibile anche quando dormo..

Li esamino per un secondo. Alla locanda ci sono tanti tipi di rumori, a volte nostro padre scarica botti di alcolici, altre volte i lupi di montagna ubriachi scelgono il cortile davanti alla mia stanza per divertirsi con le loro donne, solitamente non riesco a dormire e vorrei proprio uscire a dirgliene un po'.. ma papà non vuole litigare con i clienti.

Ma in questo caso i suoni non corrispondono..

Sono andata a dormire con il kimono addosso, così mi infilo velocemente gli zori ed esco per vedere cosa succede. Oltrepasso il cortile di corsa. Fa un freddo cane!

Devono essere le 10.. o le 11.. Non tanto tardi comunque, le stelle non sono ancora al loro massimo splendore. Di solito questa è l'ora calma della giornata per noi..

Scosto le tende, la mia famiglia è tutta radunata attorno a uno strano vecchietto.

Ha dei lunghi capelli bianchi, gli occhi attenti e vivaci e una sacca più grossa di lui. Chissà come fa a portarla!

Il suo aspetto in generale è piuttosto buffo, nonostante sia un anziano è molto più basso di Chiaki!

-Che succede?- Chiedo divertita.

-Non c'è nulla da sorridere, Rin..- Urlacchia Megumi prima di scoppiare a piangere.

Mariko le da un colpetto sulla spalla, poi si rivolge a me -Il gentile Lee-Choo è un indovino..-

-E ha predetto che fra pochi giorni dei demoni ci attaccheranno!- Conclude l'altra disperata, non conoscendola si penserebbe che stia facendo la caricatura di qualcuno.. Ma lei non se ne rende proprio conto di essere ridicola.

Cerco di trattenermi dal ridere, davanti a nostro padre non sarebbe educato..

Mi esce un sorrisetto che tento di soffocare subito -Ma davvero?-

-Si!- Mi risponde Chiaki, con il tono di una che sta pensando sul da farsi -E si impadroniranno della locanda!-

-Mi sembra ovvio.-

Mi rendo subito conto che era meglio se stavo zitta.

-Insinui che non è così?!- Mi fa Mariko - Il nobile Lee-Choo è un indovino che proviene dal continente, molto famoso in Cina!-

-Io letto questo nella tazza di tè bevuta da tua solella. Vedi?-

Alzo gli occhi al cielo -Vedo vedo.-

-Tazza dice che tellibile sventula piombelà su voi. Eh, mi spiace figliola ma questa è la vita. A volte succedono cose belle, a volte cose blutte. Ma voi fate in tempo a scappare ola che io avvisato voi.-

-Ah-ah.. E, per curiosità, quanto verrebbe a costare questo suo.. avviso?-

-Oh, be'.. Io potere fare cifra lagionevole... Voi potete dare me gli ultimi incassi della settimana!-

-Gl..gli... ult..- Balbetta Chiaki -Ma lei è un ladro!-

-Brava genietto.-

-Io non essere ladro! Io essere..-

-Padre.- Mi avvicino a lui, ha la faccia di chi non sa cosa fare -è ovvio che ci sta truffando. Non gli dare nulla.. e non lasciare la locanda, dove abbiamo sempre vissuto! Te ne prego, padre.. Non farti raggirare così facilmente. I demoni fin qua su non arrivano, e poi non avrebbero motivo per prendersela con noi.-

-E se invece fosse vero?- Singhiozza Megumi -E SE VENISSERO VERAMENTE?!?-

-Shh, stai calma..- Le sussurra Mariko accarezzandole i capelli.

-Demoni vellanno fra 2 giorni, tazza di tè dice questo..-

-Stia zitto! .. Padre..-

Mi guarda, poi prende fiato e si rivolge alle altre -Ragazze non dovete temere. Rin ha chiaramente ragione. In 3 generazioni mai dei demoni si sono avventurati fin qua su. Non ne hanno ragione. Quindi cara Megumi, smetti di piangere. Fallo per me.-

Sorrido.

-Voi state sbagliando di glosso, voi pentirete di questo..-

Afferro la sacca e la lancio nel cortile, poi gli do una piccola spintarella -Faccia buon viaggio.-

-M-ma io pensavo di potel rimanere qui pel notte..-

-Salve!- Chiudo la porta.

Megumi ha continuato a singhiozzare per un paio di minuti, poi ha smesso e sono andate tutte a dormire.

Io invece ho approfittato dell'occasione per pulire il retro della locanda, erano mesi che lo dovevo fare.. Alla fine credo di essermi addormentata su una sedia, perché al mattino mi sono ritrovata qui, con una tazza di tè fumante davanti al viso.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4° ***


Grazie a tutti per le recensioni =)  Dioni.. sinceramente quando l'ho scritto non ci ho pensato xD .. immagino che volesse fare una scampagnata! Spero che questo capitolo vi piaccia, perché è proprio da questo che prendono il via gli eventi.. Buona lettura ^^
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Capitolo 4


La afferro sorridendo. Il profumo del tè mi riempie piacevolmente le narici.

Mi rendo conto che mio padre è seduto di fronte a me.. Mi fissa con interesse.

-Buon giorno, Rin. Sono le undici passate.-

Sgrano gli occhi -Le undici? Accidenti.. Perché non mi hai svegliata? Avevo un sacco di cose da fare prima che arrivassero i clienti. Volevo pulire la stalla.. fare un bagno al cane che puzza terribilmente.. e poi volevo lavare la mansarda, sono anni che non ci entra più nessuno ma siccome i clienti stanno aumentando dovremmo depositare lì le casse di alcolico, nel retro non ci stanno più..-

Mi fa segno di smettere di parlare -Non serve che ti affatichi così tanto. Fai già molto per la locanda.. E ti ringrazio per la mano che mi hai dato ieri sera con quel vecchietto.. Probabilmente io ci sarei cascato, vedere Megumi piangere in quel modo..-

-Padre, se vedessi tutte le volte in cui Megumi piange..-

-Non giudicare il mondo secondo il tuo metro di coraggio, Rin. Tu hai passato cose che le tue sorelle non possono comprendere.-

Annuisco, in fondo non ha tutti i torti.

Sembra soddisfatto, si alza in piedi e guarda fuori dalla finestra. -A volte mi chiedo cosa farei se tu non fossi qui. Sei sempre stata così furba, non è vero?-

-A dire la verità no. Quando ero piccola ero abbastanza ingenua..-Mi mordicchio il labbro -A dirla tutta lo ero molto.-

-Ecco, ti ho di nuovo portata a ricordi spiacevoli. Mi spiace.-

-Non fa nulla, davvero.-

Stiamo per qualche secondo in silenzio, io sorseggio il tè. è caldo e mi scotta la lingua.. Ma profuma di lavanda.

-Rin?-

-Si?-

Esita. Poi scuote la testa -Nulla. Sarà meglio mettersi a lavoro adesso, fra poco arriveranno i clienti.-

Guardo fuori dalla finestra, l'inverno se n'è andato completamente e oggi il sole ha cominciato a brillare.

-Sta arrivando la primavera.- Mi alzo -Si prospetta una giornata di duro lavoro.-



I giorni successivi – come previsto – li passo a pulire, lavare i cani, servire i tavoli e fare il bucato. Mai ho visto tanta gente arrivare fin in alta montagna.

-Sta arrivando la primavera.- Ci dicono gli scalatori -Non abbiamo resistito un attimo di più.-

Anche gli alloggi stanno iniziando a scarseggiare, non siamo un albergo! Così molta gente è costretta a dormire ai tavoli.. Solitamente a me tocca dormire senza cuscino, o senza coperta! A volte non dormo neanche, o se dormo sono proprio le poche ore prima di sentire una voce che chiede dov'è il bagno, o se posso portargli un bicchiere d'acqua perché ha avuto un incubo. Ovviamente, le sorelline di alzarsi non ce l'hanno nemmeno per l'anima.

Oggi l'umore di Megumi è migliorato, perché sono passati tre giorni dalla fatidica profezia e nessun demone ha fatto capolino.

Chiaki si da arie dicendo di averlo sempre saputo, che era solo un vecchio ladro!

Ma il fatto più eccitante per tutti, salvo che per me, è che si stanno inevitabilmente avvicinando le nozze di Mariko.

Scorrazza qua e là, cantilenando l'ultima frase d'amore che le ha detto il suo Shiro, talmente fragile da non poterla venire nemmeno a trovare. Ma questo non glielo voglio dire, ho ancora un cuore.

Io mi stacco spesso da tutti questi discorsi, e sto in giardino a disegnare fiori su una vecchia tela, facendomi i fatti miei. Disegno piuttosto bene, e ritrarre la natura mi piace.

Sto pitturando una violetta solitaria con sfondo un allegro ruscello quando sento Mariko avvicinarsi.

-Ciao.- Le dico senza voltarmi.

Ho imparato a riconoscere la camminata di tutti. Quella di Megumi è incerta, quella di Chiaki è rapida ma rumorosa. Quella di Mariko si riconosce subito dallo scricchiolare dei suoi vecchi zori.

-Che bello!-

-Grazie. Sei venuta a chiedermi se posso dipingere te e il tuo futuro sposo alle nozze?-

-No.. Ma ci sei quasi arrivata. Ti volevo chiedere un altro favore.-

Mi volto, sorpresa. -E cioè?-

-Mi puoi accompagnare dalla sarta questo pomeriggio?.. Sai.. devo farmi cucire un kimono adatto, quelli che ho sono tutti stretti o strappati..-

-Vuoi che lo vada a ritirare?- Chiedo, perché mi sembra impossibile di aver capito bene.

-No! Non sono ancora stata al paese.. Vorrei che tu mi aiutassi a scegliere la stoffa giusta, la forma.. Insomma quelle cose lì. Non farla difficile, Rin!-

Stento a crederci. -Megumi e Chiaki..?-

-Vorrei che mi accompagnasse.. un'amica. E non una che vede con gli occhi di sorella.- Dice, ma poi si affretta ad aggiungere -P-perché le sorelle ti vedono tutto magnifico addosso, anche quando ti fanno i fianchi larghi.. Mentre tu non hai problemi a criticare le cose che non ti piacciono!-

-Lo prendo come un complimento. Comunque va bene.- Credo di fare un mezzo sorriso -Ti accompagno volentieri.-

Lei invece non si fa problemi, e si apre in uno largo e splendente. -Allora d'accordo.-

La guardo allontanarsi, ho ancora in mano la tavolozza di legno con i colori disciolti.

Che strana sensazione che si prova a sentirsi in famiglia.



Nel pomeriggio presto io e Mariko iniziamo la nostra discesa. Il villaggio più vicino si trova a non meno di 3 ore di marcia.

Lei sembra raggiante. Ha perfino rinunciato ad essere tutta in tiro, si è messa un kimono color fango e un paio di zori comodi.

La prima mezz'ora la passa a raccontarmi del suo Shiro, di quando sono andati a cavallo insieme e di quando sono caduti nel fiume. Io la sto a sentire, con un sorrisetto stampato in faccia.

Chissà perché ma non mi dispiace che mi racconti di queste cose. è una sensazione strana, visto che non me n'è mai importato niente.. A dirla tutta non vedevo l'ora che se ne andasse!

Anche se il kimono che porta fa schifo, e mi compiaccio del fatto che sia stata così intelligente da mettersene uno che si possa sporcare, il suo sorriso sembra illuminarla. Di solito è seria, con espressione da ochetta che mi fa venire il volta stomaco.. Oggi è diversa.

Alla fine della seconda ora siamo costrette a fermarci. Siamo sudate dalla testa ai piedi.. proprio oggi il sole deve picchiare con tale forza?!

-Sai Rin?- Mi fa mentre riprende fiato -Sono proprio contenta di essere riuscita a stabilire un contatto con te, alla fine.-

Non rispondo. Ma è inutile negare che le sue parole mi facciano piacere.

Prosegue, senza aspettare una risposta ben precisa -Mi sei sempre sembrata una tipa un po' strana, ma anche saggia. Non sapevo come trattarti, non sapevo cosa ti aspettavi. Se volevi essere nostra amica, o se volevi essere lasciata sola. Devi ammettere che in 9 anni non hai fatto mai sforzi per farcelo capire.. Ma ora credo di averti capita almeno un pochino. Provi rancore all'interno del tuo cuore, per questo spesso sei scontrosa e irascibile.. Però mi sono capitate volte in cui ho visto il tuo animo placato, e ho visto che sei gentile, altruista.. Non aver paura di esserlo ancora.-

Resto praticamente a bocca aperta. Chi l'avrebbe mai immaginato?

Lei mi fissa per qualche istante, poi parla in tono seccato -Oh, ma insomma! Cos'è quell'espressione idiota?! Non credevi che fossi capace di dire certe cose?!-

-Di pensare piuttosto.- Rispondo -Ma mi fa piacere constatare che ho sbagliato.-

Mariko è combattuta tra il ridere e l'arrabbiarsi. Così emette un grugnito accompagnato da un sorrisetto e riprende la discesa.

Infondo ogni persona ha una parte nascosta, che non ama mostrare alla gente. Nel nostro animo convivono più personalità, che si manifestano in diverse occasioni.

Per Mariko è così. Per me anche. E tal volta queste personalità sono talmente differenti tra loro.. che magari Megumi potrebbe essere anche coraggiosa!



Il villaggio di Tenpi non è a valle, siamo ancora in alta montagna. Qui, come dice il nome, il sole batte veramente forte e le scottature sono assicurate.

Tenpi non è grande, ma le persone che vi abitano fabbricano tutto senza aiuti esterni. Infatti a causa dell'alta quota è assai difficile per un mercante arrivare fin qua..

La stoffa che fabbricano a Tenpi è molto rara, è ricavata dalle foglie di particolari alberelli che crescono attorno al fiume che sfocia in prossimità della valle al Lago Biwa.

C'è un'unica persona in tutto il Giappone che è in grado di fabbricare kimoni con quella stoffa. Ed è la vecchia Vedova.

-Oh, si si.- Ci dice la vecchietta dopo che Mariko le ha spiegato quello che all'incirca vuole -Dunque tu ti sposi.. Congratulazioni!-

-La ringrazio..- Risponde mia sorella esitante.

Io ridacchio. Mandano sempre me a ritirare i loro ordini, quindi si può dire che ormai conosco la vecchia Vedova molto bene.

Apparentemente può sembrare rimbambita e con un po' di artrosi, ma in realtà è una vecchietta molto sveglia.

Si mormora che sia in grado di capire il kimono adatto ad una persona solo guardandola negli occhi. Io non ne dubito.

Una volta, quando ero piccola, mi ha detto che non è l'aspetto esteriore che determina la bellezza di un vestito, ma quello interiore. Ovvero come lo porti. Sinceramente non l'ho capito e non lo capisco nemmeno adesso, però la frase mi è piaciuta.

-Il tuo colore preferito è il rosso.- Dice a Mariko, e non è una domanda.

-Io.. ma lei come lo sa?!- Chiede guardandomi, in cerca di aiuto.

-Oh è molto semplice figliola. Si vede da come ti comporti. Sei una tipa passionale, ma che nasconde i propri sentimenti. Ti piacciono le emozioni forti, quelle che rimangono impresse nel tuo animo. Ami vivere la tua vita con decisione. Oh si, si vede dal tuo portamento.-

Mariko è allibita.

-Deduco..- Prosegue la vecchia Vedova girando intorno a mia sorella, e non le arriva neppure alle spalle -Che sei stufa dei vestiti attillati, vero? Si vede da come hai cercato di allargare questo kimono. Quindi presumo che tu voglia un vestito a maniche ampie, ma con un giro vita stretto. Te lo consiglio vivamente perché hai dei bei fianchi. Mi ricordo quando li avevo anche io, prima che la cellulite avesse il sopravvento.. Oh che bei tempi. Spero che non succeda lo stesso a te, figliola.-

Mi mordo due dita per non scoppiare a ridere. La faccia di Mariko è troppo spassosa.

Alla fine la vecchia Vedova decide di fabbricarle un bel kimono rosso dai fiori di pesca bianchi. Ci dice che sarà pronto per domani mattina, così io e mia sorella ci fermiamo per la notte nella locanda di Tenpi.

Non abbiamo prenotato, e quindi ci affidano una stanza squallida con un solo letto.

-Mi dispiace molto, graziose signorine.- Il padrone si gratta la testa, squadrando la stanza -Ma è l'unica che ci rimane libera.-

-Non si preoccupi. Mia sorella dormirà a terra.-

Alzo gli occhi al cielo.

-Oh be'.. Mi spiace.- Fa per uscire, ma poi si volta di nuovo -Se non avete sonno recatevi pure giù.- Noto un cenno di malizia nei suoi occhi.

-Ci piacerebbe.- Ribatto -Ma non credo che i nostri mariti sarebbero d'accordo.-

Il suo mezzo sorriso svanisce subito -Oh, be', certo. Allora buona notte.- E chiude la porta.

Aspetto di sentire i suoi passi scendere la scala prima di parlare. -Penso sia meglio fare i turni di guardia, questi qua mi danno l'idea di non essere abituati ad avere una clientela femminile.-

-Credo anche io.- Sbadiglia -Mi piacerebbe arrivare vergine al mio matrimonio. Dunque facciamo in questo modo.. Mentre dormo io fai la guardia tu, e mentre fai la guardia tu dormo io.-

-Contaci.-

Mariko si accoccola nel letto e lancia un ultimo sbadiglio, prima di rispondermi -Notte Rin.-

-Notte Mariko.-

E come previsto, la guardia alla fine la faccio solo io.



Quando vedo il sole sorgere tento di recuperare qualche ora di sonno. Ovviamente senza alcun successo.

Iniziando la salita verso casa mi sento come ubriaca. Tanto che Mariko ogni tanto mi sorregge per non farmi cadere.

-Ma insomma, che hai?- Sbotta ad un certo punto.

-Che ho?! Carina, mi hai fatto stare sveglia tutta la notte! Ho-sonno! Ecco che ho!-

Gli occhi mi si chiudono, e la luce del sole li colpisce violentemente facendoli bruciare. Non ho nemmeno fatto colazione! Mi sento lo stomaco sottosopra e le gambe molli. Chissà se mi sorreggeranno ancora per molto..

Alla fine della prima ora sono distrutta e convinco Mariko a fermarsi.

-Uhm.. effettivamente avrei dovuto fare qualche oretta anche io..-

-Non mi dire.-

-Il lato positivo è che il kimono è venuto benissimo.. Guarda!- Lo estrae dalla sacca. Un bellissimo abito color rosso sangue, ornato da fiori banchi dai riflessi rosa.. Si, è proprio stupendo.

-La vecchia Vedova si è data da fare. Sono contenta per te..- Non me n'è mai importato molto del vestiario, e questa credo sia la prima volta in cui desidero possedere un abito. No, non un abito. Quell'abito.

Mi sento stupida. Cos'è un vestito? Solo un pezzo di stoffa. La bellezza non dipende dalla stoffa di quello che porti, ma dalla tua. Dal tuo aspetto esteriore e dal tuo modo di essere. Per questo non me n'è mai importato di sporcarmi, o di bagnarmi, o spettinarmi i capelli al vento.

Mariko sembra accorgersi del mio sguardo colmo di desiderio -Ehi, lo vuoi provare? Sono sicura che ti starebbe d' incanto.-

-Ma che vai dicendo? Non mi confondere con te per favore.-

Mi guarda con aria vissuta -Senti, non c'è nulla di male per una ragazza di 16 anni desiderare qualcosa di più. Non è un peccato. Non è una cosa di cui vergognarsi. Chiaro? è una cosa che ti rende felice. Se ti renderebbe felice provare quest'abito fallo.-

-Ma perché dovrebbe rendermi felice provare un vestito?-

Sbuffa -Sei impossibile. Proprio non capisci?- Mi osserva ancora per un attimo, come sperando che ci possa arrivare da sola. Poi scuote la testa con fare infastidito -A noi donne un bell'abito fa sentire preziose, Rin. In se non vale niente, ma quando lo indossiamo noi assume valore. Una donna ha bisogno di sentirsi importante, perché è lei che ha i compiti più duri. Una donna ha bisogno di sentirsi in risalto.. Arriverà il momento in cui lo capirai anche tu.-

Chissà se anche io voglio essere messa in risalto.. Mi sembra una cosa tanto assurda.

-Dai, rimettiamoci in cammino.- Sbotta Mariko dopo un po' -Ho bisogno di fare un bagno al fiume.-

Così come quelle della vecchia Vedova, anche le parole di Mariko relative al vestiario di una donna mi rimangono impresse.

Me lo chiedo a volte, io posso essere considerata una donna? O sono solo una ragazzina? E se è così.. quand'è che potrò essere considerata cresciuta?

Durante il resto del tragitto io e mia sorella non parliamo molto. è quasi mezzogiorno quando inizio a scorgere il rumore della cascata.. L'acqua che cade, urta rocce, si disperde.. Per poi tornare al suo elemento con un delicato clop.

Però c'è qualcosa di diverso questa volta. Questo rumore non è delicato.. è accompagnato da qualcosa di pesante.

Schiocchi più assordanti, vibrazioni più potenti..

-Ma che cos'è?- Chiede Mariko, cercando di scrutare l'orizzonte alzandosi sulle punte.

Senza neanche pensare la prendo per la manica e la spingo fuori dal sentiero, dietro un albero.

-Ma che fai?!- Strilla lei.

-Shh!- Sbotto. Poi torno a fissare da dietro il tronco il sentiero. -Stanno arrivando dei cavalli.- Sussurro.

Anche Mariko porta lo sguardo di fronte a noi. Questa volta attenta a non fare rumore.

Pochi istanti dopo vediamo passare degli uomini. Una decina di uomini a cavallo.

Portano spade legate alla cintura, e coltelli nei taschini dell'abito. Il loro aspetto è logoro, sporco e malaticcio. Anche da qui riesco a sentire l'odore di alcol..

Questo sta a significare che non sono samurai. Ma allora..

Il mio cuore perde un colpo.

Briganti..

E la via da dove sono arrivati porta in un unico luogo..

Mariko deve aver letto la paura nei miei occhi, perché comincia a bisbigliare i nomi delle sue sorelle. Mi guarda sconvolta, come se potessi fare qualcosa..

No. Non permetto un'altra volta a degli umani di distruggere tutto quello che ho.

-Mariko!- La prendo sotto le ascelle e la alzo a forza -Sono convinta che tutti stanno bene. Quei briganti volevano solo denaro! Mi hai capita?! Denaro! Quindi adesso andiamo alla locanda, e troveremo tutti sani e salvi!-

Mentre la trascino su per la salita, mi chiedo se le parole che le ho urlato in faccia poco fa non siano servite a convincere me, piuttosto.

La salita sta per finire. Vedo già i fiori viola che amo dipingere.

-Forza, Mariko.- Ma lei non sembra sentirmi, ha l'aria di disanimata.

Non ci presto molta attenzione. Dobbiamo verificare se tutti stanno bene.

I briganti volevano solo denaro, solo soldi. Non gli interessavano le loro vite. Non avevano motivo di fare loro del male.. Non avrebbe senso..

La prima cosa che vedo è rosso, tanto rosso. Forse uno dei briganti è tornato indietro, mi ha uccisa e ora sono all'inferno.

Ma la mia mente non è abbastanza confusa da permettermi simili fantasticherie. C'è un'ipotesi molto più probabile.

C'è un'ipotesi secondo la quale, i campi, la foresta, il lago, la locanda.. Siano stati tutti dati in pasto al fuoco.

La foresta dove mi allenavo con Shippo.. La mia camera.. Il lago dove quel gentile signore che ho chiamato padre mi ha trovata.. C'è qualcosa di impossibile al pensare che non esistano più. Come possono non esistere più se un giorno fa c'erano? Un mese fa, 9 anni fa, prima che nascessi.. Com'è possibile che ora non ci siano più? Non ha senso..

E loro?

Dov'è Megumi? Perché non la sento strillare per la fifa? Dovrebbe farlo.. lei strilla sempre.. E mio padre? Perché non ci chiama? Dov'è andato?

-Tutti morti.- Sussurra Mariko al mio fianco. è accasciata a terra, ma stringe ancora la mia mano -Doveva essere uno dei giorni più felici della mia vita..-

Mi sembra di essere ricaduta in un incubo.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5° ***


Ok, eccomi di nuovo qui. Grazie per i commenti  =)  lollyna, la protagonista della mia prossima ff (che sto scrivendo adesso) è proprio la figlia di Inuyasha e Kagome, ma non solo. Tra qualche capitolo appariranno anche gli altri due protagonisti. Intanto godetevi questo che dovrebbe piacervi (la fine soprattutto ^.^)
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Capitolo 5


La vita è così fragile. Basta un non nulla per spezzarla, come un ramoscello secco..

Continuo a sfregare le due pietre, finché non noto piccole scintille prendere forma e cadere sulla legna.. Ed ecco che un piccolo fuocherello comincia a scoppiettare.

Che strano pensare che quell'innocuo sfavillio di luce possa portare ad un simile disastro.

Soffia una leggera brezza di vento, il fuocherello sembra nutrirsi. E cresce. Sta arrivando fino ai bordi dei rami, e pensare che prima era così piccolo..

Chissà se con altre piccole brezze non crescerà ancora. Magari si alzerà, come un orribile mostro rosso, e mi abbraccerà con il suo mantello. Magari si nutrirà anche di me, e di Mariko. E poi di tutto il mondo.

Un enorme mostro dal mantello rosso, che non si ferma davanti a nulla e a nessuno. Mai sazio. Vagherà fino alla fine dei tempi nei villaggi, lasciando dovunque cadaveri secchi e neri.

Magari ci sarà anche il mio. Un cadavere nero, con gli occhi aperti, che scrutano il vuoto..

-Rin.-

Sobbalzo.

Mariko lascia cadere le coperte che ha in mano e si inginocchia vicino a me. Mi prende il viso fra le mani. Ha gli occhi rossi, e la faccia stanca dal troppo pianto. Tuttavia nelle ultime ore ha dimostrato coraggio, dopo la batosta iniziale ha reagito brillantemente. Forse più lei di me.. Le persone non finiscono mai di stupire.

-Rin, hai l'aria sconvolta.- Segue il mio sguardo -Il fuoco ti fa paura, non è vero? Ne fa tanta anche a me.-

-è solo che.. sono stufa di vedere cadaveri..- Mormoro. Un po' mi vergogno.. Bisogna farsi forza, non lamentarsi. è una delle cose che mi ha insegnato, mentre viaggiavo con lui.

Certo.. facile parlare, lui non teneva a nulla e a nessuno. Solo al suo potere.

Io invece.. per una sola volta vorrei solamente che qualcun altro pensasse alla mia vita, la lascerei volentieri in mano sua!

Ma questo qualcun altro non arriva.. Dunque, cosa dovrei fare adesso?

-Sai, tra neanche una settimana mi sarei dovuta sposare.-

La guardo. Si è cinta le gambe con le braccia, e se le tiene strette. Fissa il fuoco, che ricambia lo sguardo. Lo sfavillio arancione scompare e riappare nei suoi occhi color nocciola..

-Avevo fantasticato tanto su quel giorno. Avevo deciso che sarebbe stato il più bello di tutta la mia vita.. Avevo progettato tutto.. Ma ora..- Si lascia scappare un singhiozzo -..ora quel tutto è andato perso.-

Passano alcuni minuti, i cui unici rumori sono lo scoppiettio del fuoco e i singhiozzi soffocati di Mariko.

Il suo matrimonio non mi è mai interessato, mentre ora assume una nuova importanza. Perché non si può sposare? Questa vita è così ingiusta.. Non solo ti ruba i tuoi cari, ma anche l'amore, la felicità, la gioia di vivere..

-Mariko.. sposati lo stesso.-

Alza lo sguardo su di me. Io lo abbasso.

-Shiro è vivo.- Proseguo -E ti ama. Da quanto ho capito amare significa condividere, e lui sarebbe felice di condividere il tuo dolore.. Lascia che plachi il tuo animo, sorella. Affidati a lui, visto che hai la fortuna di avere qualcuno a cui puoi affidarti..-

Esita -E tu.. che farai?-

Si preoccupa per me? Lei.. proprio lei. Con cui io passavo pomeriggi interi a litigare. Gli ordini delle cose si sono ribaltati? Oppure c'è dell'altro? E se noi avessimo iniziato a considerarci sorelle, e se questi pochi giorni passati fuori dalla locanda ci avessero unite?

Comunque è vero.. che farò io dopo?

Cerco invano di sorridere -Non ti preoccupare per me. Me la cavo, me la sono sempre cavata più che bene. Pensa alla tua felicità.-

-Mi.. mi accompagni tu a valle?- La sua voce trema leggermente.

-Si.-

-Ma ci vorranno giorni.. E noi non abbiamo cibo, né acqua..-

-Vorrà dire che ruberemo. Possiamo dire che su questo fronte me ne intendo. Tu sposerai Shiro, Mariko. Sono stata chiara?-

Annuisce -Dopo non ti abbandonerò, sorella.- Dice, non so se per placare i suoi sensi di colpa o per porsi una condizione in caso di successo.. O forse perché mi vuole realmente bene?




Ci siamo messe in marcia il giorno seguente, che senso aveva rimanere ancora lì?

Abbiamo preso tutto ciò che ci occorreva.. Volevamo seppellire i corpi delle nostre sorelle e di nostro padre.. ma non li abbiamo trovati. Probabilmente il fuoco si è nutrito anche di loro..

Alzando lo sguardo sul cielo blu non posso fare a meno di chiedermi come mai il sole brilla anche quando sono successe cose terribili. Non dovrebbe essere in lutto? Non dovrebbe avere almeno un po' di rispetto?

La risposta che mi do è che forse brilla per tenere alto il morale dei vivi.

Ci accampiamo all'aperto, fuori dal sentiero ovviamente. Non vogliamo correre il rischio di essere uccise anche noi dai briganti.

Quando arriviamo a Tenpi facciamo scorta di cibo e acqua, ma non ci fermiamo un minuto in più del necessario.

Come me, Mariko non riesce a stare ferma. Vuole arrivare a destinazione il più presto possibile, come se qualcosa di invisibile la inseguisse.

Al terzo giorno di marcia, per la notte ci appostiamo su una roccia a strapiombo che da sul sentiero. In questo modo noi vediamo la gente che passa ma loro non vedono noi.

è il mio turno di guardia, saranno più o meno le due o le tre.. Mariko è sveglia, lo sento dal suo respiro falsamente addormentato.

Io passo il tempo a giocherellare con uno spago blu che ho trovato per terra..

Improvvisamente sento un gran vociare sul sentiero. Vedo gli arti di Mariko irrigidirsi.

-Sta calma.- Le sussurro così piano che la mia voce può essere presa per un alito di vento.

Lascio cadere lo spago e striscio fino allo strapiombo. Cautamente guardo giù.

Banditi. Questo è sicuro.. Forse anche quelli che hanno ucciso la nostra famiglia, ma non posso esserne certa.

Scruto nell'oscurità per vedere meglio.

-Ehi capo!- Urla uno con voce rude, rivolto ad un uomo su un cavallo -Guarda cosa abbiamo trovato!-

Lo noto ora, l'uomo stringe i capelli di una ragazza in lacrime. Non la conosco, ma mi fa tanta pena..

-Vi prego, vi prego.. lasciatemi andare.. v-vi prego..- Mormora lei.

Mi piacerebbe andare là a prenderla.. Infondo ho il mio Nunchaku..

Mi persuado subito a non farlo.. Rin, penso chiudendo gli occhi a quella scena, la tua vita e quella di Mariko hanno un prezzo.

Apro gli occhi lentamente, convinta a strisciare indietro, prendere mia sorella e correre nella boscaglia fino al prossimo sentiero. Ma la vista del capo dei briganti mi pietrifica.

Ha degli occhi grandi, troppo per essere giapponese, sul rossastro. Capelli lunghi di, si lo è, un verde particolarmente scuro.

Il volto è biancastro, rigato da una lunga cicatrice e da un ghigno malvagio..

Un demone.

Si avvicina alla ragazza, ma io non bado molto alle sue mosse. La mia mente lavora velocemente.

Ora è sicuramente distratto, ma non ci metterà molto per identificare il nostro odore.. Dobbiamo scappare prima che se ne accorga. Non ci deve prendere!

-Mariko..- Bisbiglio più piano che posso -Dobbiamo andarcene, subito.-

Lei annuisce, era dietro di me e fissava la scena, non me n'ero neppure accorta. Cautamente striscia indietro e afferra la sacca contenente il cibo. Io prendo le coperte e inizio a gattonare giù dalla roccia, verso la boscaglia.

-Aspettate, sento qualcosa.. Andate a vedere branco di incapaci, lì c'è qualcuno.-

Mi volto, Mariko ha gli occhi sgranati dal terrore.

Sento i passi degli uomini rimbombare sul terreno..

-Corri..- Bisbiglio.

Con uno scatto fulmineo ci infiliamo nella boscaglia, verso l'oscurità più totale. Penseremo dopo a come ritrovare il sentiero, penseremo dopo a come uscire dalla foresta. Ora bisogna pensare solo a correre!

I rami mi graffiano il viso, ma d'altronde non faccio un grande sforzo per evitarli. Sento la voce di due briganti dietro di noi -Sono lì!- Mi sembra che dicano -Sono due donne!-

Ringrazio la buona dose di adrenalina che mi permette di non sentire il dolore acuto alla milza.

Sento Mariko urlare, e contro la mia volontà mi fermo. è caduta. Come si può cadere in un momento simile?!

-Mariko!- La tiro su di peso. Lei mi ringrazia, poi si volta indietro e lancia di nuovo uno strillo. Capisco presto la ragione.. I briganti ci hanno raggiunte, non abbiamo scampo.. Sono troppo vicini..

Mariko si aggrappa alle mie spalle, e mi stringe il kimono. La sento tremare.

-Bene, bene. Ci avete fatto proprio sudare, eh?- Borbotta l'omaccione che ho visto prima.

L'altro è più magro, e prima di parlare tenta di riprendere fiato -Il nostro padrone vi vuole vedere.- Annuncia poco dopo con voce nasale -Fareste bene a accettare l'invito.-

Lentamente, infilo la mano sotto il kimono, alla ricerca del Nunchaku.

-Allora?- Ci incalza quello dalla voce nasale -Vi hanno mozzato la lingua?!-

La mia mano si chiude attorno all'arma.

-Siete stati voi a dare fuoco alla locanda a cinque ore di marcia dal picco della montagna, 3 giorni fa?!- La mia voce è inespressiva. Tento contemporaneamente di nascondere sia paura che rabbia.

L'omaccione ridacchia -Sicuro. Chi altro potrebbe farlo?! Col nostro capo che sputa fuoco siamo imbattibili! Ehi..- Ride sguaiatamente -Non ditemi che abitavate lì.-

-Indovinato.- Tiro fuori il Nunchaku, e lo stringo così forte da farmi male alle dita -E adesso inizierete a pagare per le colpe che avete commesso, sudici bastardi!-

Ma che sto facendo? Questa domanda mi riempe la testa, non lascia spazio ad altri pensieri.

Gli uomini scoppiano a ridere sguaiatamente -Che cos'è quello? Un attrezzo da giardinaggio?!- Mi schernisce quello magro. Estraggono due katane. Mariko geme.

Che sto facendo?

La spingo indietro, poi salto in avanti, come mi ha insegnato a fare Shippo. Do un giro all'arma, poi la mollo. La catena si avvolge alle spade, i bastoni di legno colpiscono gli uomini in faccia.

Un sonoro crak mi annuncia che i nasi si sono rotti.. Mi avvicino per prendere il Nunchaku.

-No, Rin! Sono ancora vivi!-

Forse Mariko intendeva dire svenuti, ma in questo momento mi sembra troppo terrorizzata anche solo per poter parlare.

Comunque capisco il suo avvertimento, e mi sposto appena in tempo per evitare la sciabolata dell'omaccione. L'altro deve essere svenuto sul serio.

Indietreggio.

-Ma che brava, signorina..- Noto con piacere, sebbene sia terrorizzata, che la voce beffarda di prima gli è scomparsa -La violenza non si addice alle donnette come te, sai?- Ha il naso insanguinato, nella spada è ancora arrotolato il mio Nunchaku. Lui deve aver seguito il mio sguardo, perché alza la lama e guarda con finto divertimento la mia arma -Vorresti questo? be', ma è chiaro. Vorresti difenderti, vero, stupida ragazzina?-

Faccio per indietreggiare ancora, ma con uno scatto lui mi afferra i capelli e mi tira a se. Io urlo, non so se per il dolore o per la paura.

Mi punta la lama fredda alla gola -Non fai più tanto la spiritosa, adesso, eh?- Sento il suo alito in faccia. Bel modo di andarsene, lasciare la terra accompagnata da quest'odore schifoso..

Ma in quel momento sento la sua presa sulla spada indebolirsi. L'arma cade a terra con un suono metallico, lui invece mi cade addosso.

Quando la guardo, Mariko ha ancora in mano il grosso sasso pieno di sangue.

Le sorrido, mentre il mio cuore ricomincia a battere regolarmente -Bel lavoro.- Mi sento i nervi facciali come addormentati.. Questa volta me la sono davvero cavata per un soffio.

-Grazie.- Risponde, ha il fiatone. Molla il sasso.

Io invece mi scosto da dosso quella carcassa puzzolente, sembra ancora vivo.. Mi riprendo il Nunchaku e lancio la sua spada a Mariko, che la afferra con uno strilletto.

-Queste ci serviranno.- Mormoro pensierosa, prendendo quella dell'altro uomo.

Lei annuisce.

Ci affrettiamo a mettere un po' di distanza tra noi e quei banditi prima di ricominciare a parlare sul da farsi.

è strano. Ho avuto la meglio su dei banditi, gli abbiamo sconfitti.. Ho avuto la meglio su coloro che per due volte hanno ucciso le persone che amo.

Non ho mai provato forti desideri di vendetta, infatti mi ha fatto quasi piacere che quei due uomini non siano morti.. Però adesso mi sento libera da un peso, appagata.

Forse sconfiggendoli ho avuto anche la meglio su una delle mie peggiori paure.

-Che facciamo adesso, Rin?-

Mi guardo intorno, solo alberi immersi nell'oscurità. E silenzio totale, spezzato solo dal soffiare del vento e dal tubare dei gufi.

-Sicuramente il loro capo gli verrà a cercare.- Ho un leggero brivido quando una forte raffica mi colpisce -Mettiamo più distanza possibile fra noi e loro, aspettiamo che sorga l'alba e procediamo verso est. Vedrai che ci ritroveremo su un sentiero..-




Le mie previsioni si rivelano molto presto sbagliate. O meglio, se c'era un sentiero noi non l'abbiamo visto, perse come eravamo nel buio della notte.

Ringrazio il cielo, qualche ora più tardi, alla vista dell'alba..

La luce del sole mi permette di osservare con chiarezza cose che prima non ho notato. Per esempio che il bosco non è ancora molto fitto, quindi probabilmente qualche possibilità di uscirne ci rimane.

E, oltre al grosso ragno proprio a fianco alla testa di Mariko, che la boscaglia brulica di animali di tutti i tipi.

Non posso fingere di non pensarlo: essere di nuovo una vagabonda fra gli alberi mi fa sentire quasi felice.

Sono un'idiota.. Una brutta egoista, crudele..

Ora sono libera dalla mia prigione. Sono contenta?

Che pensieri assurdi! Prigione..

Avevo un tetto, persone che mi volevano bene, persone che mi sorridevano, persone che sapevano essere tristi per me.. Ora cos'ho?

Padre mio, perdonami se puoi. Tua figlia adottiva è diventata un mostro.. è persino felice adesso. Perché non l'hai lasciata in quel lago ad affogare? Sarebbe stata contenta di morire fra la natura, è quello che ha sempre voluto.

La tua morte non le impedisce di essere felice..

-Rin, che cos'hai?- Mi chiede Mariko, chissà che faccia ho.. Il ragno sta cercando di allungare la sua tela, muove freneticamente le zampe.

-Nulla.- Mento.

Per farsi perdonare, lei porterà tua figlia dal suo futuro sposo.. Sana e salva.

-Guarda, il sole è ormai alto.- Mi fa notare dopo alcuni attimi di silenzio -Forse è meglio proseguire la nostra ricerca.-

Mi alzo dal masso su cui mi ero seduta. Ci siamo fermate giusto qualche minuto, ormai i briganti non devono più essere alle nostre calcagna.. -Si, penso anche io.- Le rispondo -Continuiamo a procedere verso est.-

Annuisce, e si carica in spalla la sacca.

-Vuoi che la porto io?-

-No, non sono stanca..-

Sono sicura che è una bugia. Prima della morte dei suoi famigliari me l'avrebbe rifilata senza pensarci due volte.. Povera ragazza..

Ogni tanto socchiudo gli occhi, quando il sole mi colpisce in pieno viso. Ma a quanto pare oggi delle nuvolacce particolarmente dense hanno deciso di salvarmi la vista.

-Guarda, Rin!- Mi volto verso la direzione indicata da Mariko -Quella non è una piccola radura?-

Ha ragione. Appena visibile dietro a una serie di cespugli d'ortica si apre una distesa pianeggiante priva di alberi. Il profumo dei fiori mi arriva alle narici anche da quella distanza.

Probabilmente qui vicino scorre un fiume!

Prima solo un raggio si libera dalle nuvole. Poi nel cielo riappare tutto il sole. Ed ecco che mi tocca di nuovo socchiudere gli occhi, abbagliata dalla troppa luce..

Attraverso faticosamente i cespugli di ortiche, cercando di vedere qualcosa. Entro nella radura, e mi attraversa subito il pensiero di averla già vista.

Forse.. No, non è la stessa. Da bambina non sono mai stata in questi luoghi. Eppure ci assomiglia così tanto..

Noto qualcosa all'estremità opposta, proprio dove rinizia il bosco. Qualcosa di bianco, di vivo..

Strizzo gli occhi, non sarà il demone di prima? No, non credo proprio.

I miei occhi si stanno abituando al picchiare insistente della luce, e cominciano a distinguerne i contorni. Un essere umano? No..

Troppo strano per essere un essere umano.

I contorni si fanno via a via più definiti, fino a lasciare intorno a lui solo un alone di luce solare.

Un'allucinazione.

Quel luogo mi ha fatto tornare in mente tanti, troppi ricordi.. E con tutte le vicende che mi sono capitate in questo periodo, è quasi normale che mi torni in mente lui.

Insomma, tutto sembra essere successo in un deja-vu.. La morte della mia famiglia per mano dei briganti, quella pianura così somigliante.. La mia mente è stanca, e ha iniziato a farmi un po' di scherzi. Tutto qui.

Eppure non ho mai creduto che avesse conservato una sua visione così realistica.

L'allucinazione si fa sempre più nitida..

Che stupida che sono. Non è il caso che il mio cuore si metta a battere così.

Il mio inconscio lo ricorda perfettamente.. I suoi capelli argentei, il fisico scolpito, persino la veste! Lo ricorda esattamente come la prima volta che l'ho visto.. Appoggiato ad un tronco, gli occhi chiusi, ferite su tutto il corpo..

Mi rendo conto solo dopo qualche istante, solo dopo che mi sono decisa a voltare le spalle all'allucinazione, che Mariko si è fermata.

Ha l'aria spaventata. Mormora il mio nome.

-Che hai?- Chiedo.

Una nuvola copre ancora una volta il sole. Sbatto le palpebre un paio di volte, vedo dappertutto piccole macchie colorate.

-Andiamocene, presto..-

La guardo senza capire -E perché?-

-Il.. il demone..-

Sobbalzo, e allo stesso tempo porto la mano sulla spada del brigante -Dove?!- Mi guardo intorno. Nulla..

Poi capisco.

Abbasso lentamente gli occhi sull'allucinazione. Che non è ancora scomparsa.

-Dobbiamo andarcene..- Mormora ancora Mariko -Se.. se si sveglia siamo morte.-

è un'assurdità.. Non ci voglio credere..

Sesshomaru è qui.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6° ***


Eccomi qua, contenta che la storia vi prenda =) Lagadema: no, nella prossima storia non apparirà direttamente né Rin né Sesshomaru. Solo tramite i ricordi dei protagonisti e varie citazioni (comunque spero che la leggerete e che vi piaccia, perché ci sto mettendo tutta me stessa >< ).. intanto godetevi questo capitolo, tutto Sesshy e Rin =)
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Capitolo 6


-Cosa stai aspettando? Andiamocene!- La sua voce comincia a farsi terrorizzata.

Ma lei non capisce.. Io non mi posso muovere, gli arti non mi obbediscono. Come fossero fatti di pietra!

Sento la gola secca..

Quando ero bambina, appena arrivata alla locanda, facevo sogni simili. Sognavo di rincontrarlo..

Ma poi mi sono arresa alla realtà che non l'avrei mai più rivisto.

Perché proprio ora che ho accettato questo fatto.. lui..

-Ehi, voi due! Allontanatevi immediatamente dal mio padrone!-

Mariko urla. Io mi limito a sobbalzare.. Conosco questa voce gracchiante.

Voltando la testa vedo Jaken.. Il rospo verde servitore di Sesshomaru, accompagnato come sempre da quel bastone più alto di lui.

Anche Jaken?

-Non mi avete sentito?!- Gracchia ancora -Allontanatevi!- E punta il bastone con le due teste verso di noi.

Il viso di Mariko è una porta aperta ai suoi pensieri. In che incubo sono capitata?! , sono sicura che è questo che sta pensando.

Però in questo momento io non posso provare paura. Come faccio a essere spaventata dalle persone con cui ho viaggiato per mesi?

Sempre che persone si possano chiamare..

-Jaken.- A parlare non sono stata né io né Mariko. Ma una voce fredda e inespressiva proveniente dal fondo della radura -Lasciali stare. Sono solamente essere umani.-

Ha parlato. E il fatto che abbia parlato rende estremamente realistica quest'assurda scena..

-Come volete, mio signore Sesshomaru.- Risponde in tono ossequioso Jaken, abbassando il bastone.

Mariko abbandona per un istante il suo sguardo spaventato, e mi guarda -Sesshomaru?- Ripete in un bisbiglio.

Io non rispondo. Che dovrei dirle?

-Andatevene.- Prosegue Sesshomaru, senza neppure aprire gli occhi. Senza degnarci di uno sguardo..

Ritrovo il controllo sul mio corpo. Senza dire una parola afferro bruscamente la mano di mia sorella e la conduco all'inizio della radura.

Non mi hanno riconosciuta. La cosa mi da sollievo e mi innervosisce allo stesso tempo.

Se non altro siamo salve..

Capisco di aver tratto le mie conclusioni troppo presto quando guardo avanti.

Sento le gambe di Mariko farsi molli.

-Bene bene..- Bisbiglia il capo dei briganti -Vi ho trovato, ragazzine.-

Indietreggio. Dò uno strattone alla mano di Mariko e la faccio scorrere dietro di me. Sta per svenire, glielo leggo negli occhi..

-Siete pronte a morire?-

Io so solo una cosa: sono stanca. Sono stanca di essere sul punto di morte, stanca di essere seguita ovunque dal mio passato.

Sì, sarei pronta a morire. Ma devo proteggere Mariko. è quello che ho promesso a mio padre.

Il demone apre la bocca, la lingua si allunga.

Spingo il corpo quasi incosciente di mia sorella da una parte, e io mi getto dall'altra.

La lingua serpentesca del demone si incastra in un albero.

Lui la libera facilmente. Si volta verso Mariko.

Prima che io capisca quello che vuole fare, mia sorella viene avvolta da quell'ammasso viscido di carne.

-Mariko, no!- Urlo. Ma lei quasi non mi sente, è terrorizzata. Non ho mai visto il suo viso così pallido..

Non lo posso sopportare. Estraggo la spada del brigante.

La lingua la trascina verso il suo possessore. Io mi alzo e corro.

Con una sciabolata la taglio a metà.

Il demone urla di dolore, Mariko cade a terra..

Io sono sul punto di vomitare.

-Tu..- Ringhia il demone, con sguardo rabbioso. Ha la bocca piena di sangue..

Piega le ginocchia e in un attimo me lo trovo davanti.

Mi tira un pugno. Sento tutti i nervi facciali urlare di dolore.

Poi, la confusione più totale.

Credo di venire spinta da quel pugno dentro la radura, e di venire schiantata contro un albero.

Quello che è sicuro è che non ho più la forza di alzarmi..

Vedo il demone avvicinarsi, con un ghigno stampato in faccia -Adesso diventerai il mio cibo.-

I suoi occhi si fanno rossi. Il suo corpo si tramuta in quello di un grosso serpente.

è finita. Questa volta è finita veramente.

-RIN!- è un urlo disperato. è Mariko.

Spero che il demone almeno lei risparmi.. Si deve sposare, accidenti!

Voglio che corra. Che si metta in salvo, invece di strillare.

Perché non lo fa?!

L'ultima cosa che vedo prima di perdere i sensi, è una bellissima ed elegante figura che sconfigge il serpente con un colpo di artigli.



Socchiudo gli occhi.

Vedo le stelle e la via lattea..

Dev'essere notte fonda.

Ma dove sono? Cos'è successo?

Ci metto qualche istante per ricordare tutto. Sesshomaru mi ha salvata, ancora una volta!

Mi sembra una cosa talmente assurda.. Una settimana fa ero nella locanda, con mio padre, Mariko, Megumi, Chiaki.. E ora tutto è cambiato.

Anzi no, tutto è tornato come prima! Non ci posso credere..

-Non ti muovere, Rin.- Jaken è vicino a me.. -Hai preso una bella botta, è un miracolo che tu ne sia uscita incolume.-

Ho quasi sperato che non capissero chi sono.. Ma Mariko deve avere raccontato loro tutto. Infondo, lei mi ha chiamata per nome prima.

Richiudo gli occhi con un gemito.

Sono stufa di dover la vita a Sesshomaru! Evidentemente il fatto di avermela ridata lo ha portato a credere che sia di sua appartenenza, per questo mi ha abbandonata quella volta!

-Dov'è Mariko?!- Chiedo subito. I ricordi stanno tornando poco a poco, anche lei è stata vittima del demone..

-Non ti preoccupare, sta bene. Grazie al mio signore Sesshomaru, ovviamente. Lui vi ha salvate tutte e due.. è stato davvero magnifico. Quando ha sentito il tuo nome è scattato in piedi benché fosse ferito gravemente.. Oh, con questo non voglio insinuare che il mio padrone sia un debole, lui si rialza sempre! Però questa volta è stato davvero meraviglioso. Un demone comune avrebbe tirato le cuoia con quelle ferite, mentre lui ha...-

-Dimmi una cosa, Jaken..- Lo interrompo -Perché il tuo magnifico padrone mi ha salvato la vita, dopo che mi ha buttata in un lago a morire?-

Sgrana gli occhi -Non usare quel tono insolente quando parli di padron Sesshomaru, Rin. Ma insomma, che ti sal... cosa stai facendo?! Ti ho detto di stare ferma..-

Mi rimetto in piedi a fatica. Sento tutte le ossa gemere per lo sforzo.

Prendo un po' di fiato prima di tornare a parlare -Non hai risposto alla mia domanda.-

-Ma Rin, ma che ti...-

-Lo chiederò a lui!- Sbotto - Dov'è?!- Mi guardo attorno. Siamo nella radura di prima, ma di mia sorella e di quel demone pomposo non c'è traccia -E dove diavolo è Mariko?-

-Non lo so, io non mi faccio gli affari di padron..-

-Ah no, eh?! Bene, allora faresti meglio a farteli. Perché io lo voglio sapere subito, è chiaro?!-

Sento la rabbia che ho covato per tutti questi anni esplodere. Voglio urlare, voglio prendere a calci Jaken, che ora mi guarda con quella faccia da idiota.

Ma che si aspettano tutti?! Che sia rimasta la piccola, dolce, innocente Rin?!

Sento dei rumori dietro i cespugli di ortiche, dopo pochi istanti spunta Mariko.

-Rin.. - Tiene in mano dell'erba medicinale -Ma che ci fai in piedi?-

Mi morsico le labbra per non urlarle in faccia. Non mi sembra il caso.

Che ci faccio in piedi, mi chiede.

Ma non era lei quella che detestava i demoni?! Adesso si è coalizzata con loro?!

Mi si avvicina -Coraggio, mettiti giù.-

Scuoto la testa. Mariko mi prende un polso e mi spinge verso il basso.. purtroppo per lei però ho abbastanza forza fisica da resisterle senza sforzo.

-Rin!- Mi ammonisce dopo un po'.

-Voglio vedere Sesshomaru!-

Lei allenta la presa sul polso. Mi fissa per un attimo negli occhi, come se cercasse di capire quello che penso. Poi sospira -Proprio adesso? Ti dovresti riposare ancora un po'..-

-Adesso. Tu sai dov'è?-

-No, ma ho parlato con lui un momento fa..- Ha lo sguardo colpevole -Be'.. Io.. Gli ho detto.. tutto..-

Come immaginavo.

Annuisco.

-è stato abbastanza gentile.. Ha detto che ci può portare lui a valle..-

-No!- Grido, senza nemmeno volerlo -.. Ce la caveremo da sole!-

-Ma Rin, tu sei..-

-Io sto benissimo, Mariko. Non ti ci mettere anche tu.-

Deve aver capito dal tono che a quest'affermazione non ammetto repliche, perché non risponde.

Stiamo per qualche minuto in quella posizione, senza dire una parola.

Poi Mariko mi persuade a sedermi, mentre aspettiamo l'arrivo del grande demone..

Qualche minuto dopo sentiamo dei passi pesanti, e dei ruggiti famigliari. Chissà se è possibile..

-Ah-Un?- Chiedo a Jaken, stupita.

Come risposta, dai cespugli di ortiche fa la sua comparsa un grosso cavallo a due teste.

Quando mi vede, lancia un ruggito e galoppa nella mia direzione.

Mi scappa un risolino. Mariko mi guarda, basita.

Ah-Un mi lecca la faccia, e pesta le zampe sul terreno producendo un gran baccano. Sembra matto, però mi fa piacere quell'accoglienza..

-Anche tu mi sei mancato!- Dico, accarezzandogli le criniere.

Dietro l'enorme corpo di Ah-Un, riesco a scorgere l'elegante figura di Sesshomaru..

-Padron Sesshomaru!- Strilla Jaken -Come mai siete andato a riprendere Ah-Un?-

Lui sembra non sentirlo.. -Mi sembrava di aver capito che mi volessi parlare, Rin.-

-Infatti.- Rispondo debolmente.

Faccio un'ultima carezza ad Ah-Un e mi avvicino a lui.

Provo una fitta alla pancia a rivedere il suo viso, ma do la colpa alla botta di prima.

Sesshomaru si volta, elegante come sempre, e inizia a camminare a passo umano fuori dalla radura.

Ha capito che gli voglio parlare in privato. Lo seguo..

Che dirgli adesso?

Tutta la mia determinazione di prima sembra svanita..

Perdo lo sguardo nei suoi lunghi capelli argentei, che ondeggiano a tempo ai suoi passi.

La luce della luna rende l'ambientazione ancora più irreale. Tanto che mi chiedo se stia succedendo veramente, se proprio ora mi sveglierò nella locanda.

E scopro le mie sorelle ancora vive. Mio padre ancora lì, a sorridermi..

-Ho sentito tutto il tuo strillare di prima.- Mi dice. Vorrei sprofondare.. -Così sono andato a prendere Ah-Un. Vi porterà lui a valle.-

-Bene.- Ribatto.

Ci siamo fermati ai piedi di un'antica quercia. La luce lunare filtra attraverso i rami, donando strane sfumature agli occhi castano chiari del demone.. Io cerco in tutti i modi di non guardarli.

A interrompere il silenzio è un gufo, che si mette a tubare proprio sopra il mio orecchio.

Vedo Sesshomaru accennare ad un sorrisetto ironico. O meglio, a increspare la sua bocca perfetta, lui non sorride mai. -E così..- Inizia, sempre mantenendo quel tono acidamente divertito -Tu pensi che io abbia voluto liberarmi di te.-

Ci metto qualche istante per capire a cosa si stia riferendo. E in un attimo sento tutta la mia rabbia, per quanto sia possibile in sua presenza, avvampare.

-E che cosa dovrei pensare, sentiamo?! Mi lasci come un'idiota, senza preavviso! Quando prima mi hai abituata a viaggiare con te.. e mi avevi anche detto che la scelta riguardava me, me soltanto! Che centravi.. Che diritto avevi?!.. Sarai anche un grande demone, ma non ti saresti dovuto permettere di decidere così, senza richiedere la mia opinione a riguardo!.. Se mi consideravi solo uno schifoso essere umano, perché accidenti mi hai ridato la vita?!- Mi accorgo di balbettare un pochino. Come cavolo faccio a concentrarmi sulle mie parole quando sento il suo sguardo bruciarmi sulla testa?

Tengo gli occhi ben saldi a terra anche quando finisco di urlare, e riprendo rumorosamente fiato.

Mi sento patetica. Una ragazzina patetica. Perché non riesco a esprimere la mia rabbia con parole mature? Perché non riesco a dimostrargli di essere cresciuta?!

Anche urlandogli in faccia, mi sento la stessa bambina di 9 anni fa..

Gli istanti che trascorrono prima della sua risposta sono una vera tortura. Non lo guardo, ma credo che mi stia studiando. Con la sua solita aria impassibile.

-Speravo che saresti riuscita a rispondere da sola a queste domande.- Non è arrabbiato, ma ha abbandonato il tono ironico.

Alzo lentamente la testa. E senza volerlo incrocio il suo sguardo.

-E come? Forse mi hai sopravvalutata, Sesshomaru.- Pronuncio il suo nome con più rabbia che posso, per dimostrargli di non aver paura a non portargli rispetto. Ma è davvero molto difficile, se devi parlare e allo stesso tempo lottare contro il suo sguardo!

Con mio stupore, il demone bianco si volta in un movimento rapido ed elegante.

-Torna a casa, Rin.- Mi dice, iniziando a camminare.

-A casa?- Ripeto in un sussurro.

-Si. Nella locanda dove ti ho lasciato.. è lì che tu devi vivere.-

-Devo?- Serro un pugno, fino ad affondare le unghie nella carne -E chi sei tu per dire cosa devo fare? Guardami!- Le parole mi escono di bocca prima che posso fermarle.

Sesshomaru smette di camminare, e si volta. La sua solita espressione impassibile venata da una ruga di stupore.

-Sono morti. Sono tutti morti! Mariko non te l'ha detto?! Chiaki, Megumi e mio padre non esistono più!- Sputo fuori quelle parole, come se fosse colpa sua -Uccisi dai briganti! Come animali! Come è successo quando ero bambina.. E la parte peggiore è che sei stato tu a guarirmi.. Dannazione!-

Sento le gambe molli e le prime lacrime sgorgare.

No.. non voglio piangere di fronte a lui.. Però a ben pensare, non ho versato nemmeno una lacrima per la morte della mia famiglia. Anche se dentro avevo l'inferno..

Perché proprio in sua presenza devo scoppiare?

Lascio che le gambe si affloscino. Mi copro il viso con le mani per soffocare i violenti singhiozzi e nascondere le lacrime.

Che vergogna..

Però ora voglio solo piangere, piangere finché ho fiato.

Sesshomaru non se ne va. Né fa commenti. Resta semplicemente lì in silenzio fin quando anche la mia ultima lacrima non cade.



La criniera di Ah-Un è morbida proprio come la ricordavo.

Chiudo gli occhi e mi appoggio a una delle sue teste, cercando di svuotare la mente dalla confusione totale che mi pervade. Le lacrime mi lasciano sempre un po' intontita..

La brezza del vento mi scompiglia dolcemente i capelli e mi aiuta a rilassarmi. Dalla faccia tesa di Mariko intuisco che a lei, viaggiare su Ah-Un non fa lo stesso effetto.

-Stai tranquilla.- Le dico ancora una volta, accennando ad un mezzo sorriso -Non ci farà cadere.-

Annuisce, ma non smette di guardare giù.

Ah-Un ruggisce e prende velocità. Mariko sobbalza.

Aguzzando la vista si può già scorgere la valle ai piedi della montagna. Le orecchie mi si tappano producendo un gran mal di testa. Se non altro mi aiuterà a non pensare..

Ah-Un inizia a scendere.

Scopro che i paesani si sono radunati sul luogo del nostro atterraggio, spaventati, stupiti e ammirati allo stesso tempo da due umane che viaggiano su un demone.

Il demone cavallo si posa rumorosamente sul terreno, lanciando un ultimo ruggito. La gente arretra spaventata, e io noto gli occhi di mia sorella ridursi a due fessure.

Scendo dalla groppa di Ah-Un con un piccolo gemito, nonostante le erbe medicinali che mi ha dato Mariko le ossa mi fanno ancora male.. Gli do un ultima carezza sussurrando un “addio”. Anche se ho la netta sensazione che non sarà proprio così.. Ma mi sforzo a non pensarci.

A questo punto, succeda quel che vuole succedere.

Dopo aver aiutato Mariko a scendere, mi inchino e sorrido alle espressioni buffe dei paesani.

-Salve..- Mormoro con fare colpevole.

Ah-Un, con mio grande dispiacere, produce lo stesso baccano che ha fatto atterrando per riprendere quota.

Dal cielo mi lancia un ultimo ruggito di saluto, che fa arretrare ancora una volta la gente e sobbalzare Mariko.

Dopo di che, gli occhi tornano a puntarsi nuovamente su di noi.. Non so se essere irritata o imbarazzata.

Prima che possa dire qualunque cosa per uscire da quella strana situazione, un grido mi coglie di sorpresa.

-MARIKO!-

Mia sorella si volta, e posso notare il suo cambiamento d'espressione. -Shiro!-

Corre ad abbracciare un ragazzo spuntato dalla folla.

La guardo. Ora sembra felice, nonostante tutto quello che le è capitato.

Quindi avevo ragione, si deve sposare.

La invidio un po'.. Lei ha trovato con così facilità la sua strada..

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Capitolo 8
*** Capitolo 7° ***


Ciao a tutti.. Intanto mi scuso per avervi fatto aspettare così tanto. Il fatto che negli ultimi tempi sono stata abbastanza impegnata e... ma no, non ci sono scuse -.- Spero che questo mio ultimo capitolo vi soddisfi e vi faccia dimenticare il mio ritardone =) Sono contenta che abbiate recensito lo scorso capitolo, mi avete fatto piacere! Lagadema: chi te lo dice che la realtà di rin e sesshy sia triste? =) Mi attengo alla realtà (non vedrai mai sesshomaru con un mazzo di rose in mano in ginocchio davanti a rin xD ) .. però.. entro i  confini del realismo dei personaggi posso fare quello che voglio, no? ;)
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Capitolo 7


La famiglia di Shiro ci ha ospitate per tutta la settimana. Sono realmente dispiaciuti per tutto quello che ci è successo..

La cosa fastidiosa è che Mariko è andata a raccontare le nostre avventure in giro per il paese. E questo vuole dire essere trattate come martiri di guerra.

A lei farà piacere.. non lo metto in dubbio! Ma io vorrei poter andare al fiume a prendere una brocca d'acqua senza avere troppa gente intorno.

Comunque quelle distrazioni mi fanno comodo.

è tutta la settimana che lavoro senza sosta – benché mi abbiano pregata più volte di fermarmi – fino ad andare a dormire stanca morta, per evitare i possibili sogni che potrebbero intasare la mia mente.

Il fatto è che non voglio avere un attimo di tregua. Non voglio aver tempo per riflettere su tutto quello che mi è successo..

Sto cercando di tenere la mente più occupata possibile.. ma è difficile! Anche mentre lavoro le domande non smettono di fare capolino.

Appendo un altro lenzuolo bagnato allo spago, per farlo asciugare.

Sfortunatamente, me ne accorgo quando ormai è troppo tardi, il fratellino di Shiro – 8 anni appena compiuti – corre nella mia direzione, e con una sterzata troppo violenta fa saltare del fango sul lenzuolo appena lavato.

Mi metto una mano davanti alla bocca e rido.

Lui sembra lusingato dalla mia reazione.. non sono in molti in effetti che considerano quella piccola peste divertente.

-La cena è pronta, Rin.- Squittisce.

-Arrivo subito.- Rispondo, levando il lenzuolo sporco e gettandolo nella brocca d'acqua che 5 minuti fa ho usato per lavarlo.

Lo seguo all'interno della piccola abitazione.

Le ciotole di riso sono già sul tavolo, e tutta la famiglia è radunata attorno.

Non è per niente come sono abituata.. Alla locanda c'era molto più spazio, mentre lì ci sono poche e piccole stanze. Però mi piace, dona alla casa un atmosfera intima.

Mi inginocchio vicino a Mariko e mangio in silenzio.

La famiglia si Shiro non è grande.. C'è la madre, la nonna, e la piccola peste.

Sono tutte brave persone.. Forse è la nonna quella che mi da qualche noia. Mi sta appiccicata tutto il giorno dicendo che non dovrei lavorare così tanto, e che lei conosce un bel ragazzo nel villaggio qua vicino che sarebbe disposto a prendermi come moglie.

Non sono bene riuscita a farle capire che non mi interessa sposarmi.

Secondo mia sorella sono un po' strana.. A suo parere non è normale che alla mia età io non sia particolarmente interessata agli uomini.

In effetti me ne rendo conto da sola, non c'è nessuno che mi attragga.. Neppure Shiro, che è un gran bel ragazzo. Mariko c'è rimasta malissimo quando gliel'ho detto.

Credo che rimarrò zitella. Infondo non è che mi spiaccia più di tanto! Ho ancora la solita sensazione.. Quella secondo la quale io non potrò mai essere felice fra gli esseri umani.

-Rin, vieni a fare due passi con me?- Mi sussurra Mariko, finito di mangiare -Ti devo mostrare una cosa.-

Sorrido -D'accordo. Andiamo!-

Mi conduce fuori dall'abitazione, sotto il sole cocente.

La casa di Shiro è situata proprio davanti al centro abitato del piccolo villaggio. Mentre dietro si estendono i campi di riso.. Quella posizione è comoda per la famiglia.

Shiro lavora nei campi, suo padre è morto in guerra e siccome piccola peste è ancora troppo piccolo tocca a lui portare avanti la famiglia.

Sua madre invece è una curatrice. Non essendoci sacerdotesse al villaggio il suo ruolo è molto importante, anche se non viene pagata bene.

In teoria la nonna dovrebbe sbrigare le faccende di casa.. ma non ne ha mai voglia.

-Cos'è che ti rende così di buon umore?- Mi chiede Mariko con fare sospettoso. Senza accorgermene abbiamo già percorso la strada principale del villaggio..

Alzo le spalle -Non so..- Ed è vero. Ultimamente non c'è niente che mi provochi fastidio o mi faccia arrabbiare.. Nemmeno le insistenze della nonna a proposito del mio matrimonio mi sfiorano. Normalmente tutte queste cose mi farebbero andare in bestia..

Be', meglio. è da tanto che non mi sento così raggiante!.. anche se riflettendoci non ho alcun motivo particolare per esserlo..

Mariko mi studia per un attimo con espressione saggia. Poi distoglie lo sguardo, sembra pensierosa..

-Che c'è?- Le chiedo.

Si affretta a sorridere -Niente, niente!-

Non ci casco. Però non ho nessuna voglia di capire il motivo del suo comportamento, così guardo di fronte a me.

Siamo arrivate al basso strapiombo che da sul piccolo lago.

A guardarlo da questa prospettiva sembra che il lago sia rinchiuso in una conca, che scende al suo livello fino ai pressi di una pineta.

Vedo Mariko assorta..

-Cosa mi volevi mostrare?- Le domando dopo un po', vedendo che non si risveglia dai suoi pensieri.

Lei mi guarda stralunata -Ah, si.- Dice dopo qualche istante, e tira fuori dalla tasca del kimono un oggetto -Questo me l'ha regalato oggi Shiro.. Ti piace?-

è una bellissima spilla intagliata nel legno, e ha la forma di un fiore di loto.

-è stupenda!-

-Già..-

-Sono contenta per te.- Ma lei non sembra affatto felice.

Che non voglia più sposare Shiro? Mi sembra troppo strano.. E poi la strozzerei se dopo tutta la fatica che abbiamo fatto cambia idea!

-C'è qualcosa che non va?- Chiedo ancora.

Esita.. -Sono preoccupata per te, Rin.- Ammette poi.

-E perché?- Non ho fatto niente di particolarmente strano ultimamente.. -Se è perché non mi interessa nessun ragazzo ti dico già che..-

-Ma no, che centra?!- Mi interrompe -è che ti vedo. Sei.. raggiante.-

-Mi fa piacere che ti dispiaccia vedermi felice.-

-Uffa.. Lo sai bene perché sei così felice, l'ho capito cosa credi?!-

-In realtà non lo so.- Ribatto, cercando di mantenere calma la voce, se continuiamo così il mio buon umore rischia di abbandonarmi.

-Sta dicendo sul serio o mi stai.. auch!- Mariko viene spinta avanti, io l'afferro poco prima che cada nel lago.. ma la spilla le sfugge di mano.

La guardo cadere, e perdersi nelle acque..

Mariko si volta con uno scatto d'ira -Piccolo.. deficiente!-

-Mi dispiace..- Ribatte la piccola peste arretrando -Non l'ho fatto apposta.-

-Non l'hai fatto apposta a spingermi?!-

è sbucato dal nulla.. Se solo l'avessi visto ora la spilla non sarebbe andata perduta.

Vedo Mariko serrare i pugni per non prenderlo a sberle. Le stanno venendo gli occhi lucidi.. Naturale, per lei quella spilla era importante.

Però forse c'è il modo per recuperarla.

-Mi dispiace.- Ripete ancora una volta il bambino.

-Non me ne faccio niente del tuo dispiacere.. Perché devi sempre combinare casini?! Non puoi stare fermo per una volta?! Tuo fratello l'ha pagata quella spilla.. tu non sarai mai alla sua altezza, razza di moccioso!-

Il viso della peste si oscura. Evidentemente ha toccato un tasto sbagliato.

Chissà quanto è costata a Shiro.. Potrei andarla a cercare ma nel tempo che scendo al lago il legno sarà già marcito.

-Che ne sai tu?- Borbotta il bambino.

Arretro di qualche passo. Massì, una soluzione c'è.

E poi mi devo levare questa sensazione di stress che mi è venuta parlando con mia sorella.

-So quel che basta! Devi crescere! Sei solamente un ragazzino viziato!-

Ancora qualche passo, poi mi fermo.

Il sole scotta.. Inspiro ed espiro.

-Non sono un ragazzino viziato!-

-Ah no? E uno che si comporta così come lo chiameresti?!... Rin?- Mariko si è accorta che non sono più accanto a lei.

Inspiro ed espiro ancora un paio di volte.

Lei capisce, e sgrana gli occhi. -Non farlo.. Per favore.-

Sorrido divertita.

-Rin! TI PUOI SPACCARE L'OSSO DEL COLLO!-

Ma io sono già partita, superando di corsa i pochi metri che mi separano dallo strapiombo.

Quando salto, prendo un'ultima, grossa boccata d'aria.

Poi mi sento cadere, con un vuoto alla pancia famigliare.. Mi metto in modo di entrare di testa in acqua.

Il mio cuore batte, la cauta continua in una sensazione bellissima.

Il rumore dell'acqua che mi schiaffeggia quando entro nel lago è musica.. L'acqua fresca mi raggiunge ogni parte del corpo. Sento i capelli bagnati, gli occhi bruciare leggermente e le orecchie tapparsi.

Questa è felicità!

Stupido essere felici per così poco?

Strabuzzo gli occhi, il fondo del lago è sporco..

Non la vedo.. Eppure sono sicura che sia caduta qui..

Mi sposto e scruto in ogni direzione. I miei occhi vengono attratti da un bagliore. Ed ecco che la vedo, nascosta tra la sabbia friabile.. La spilla di Mariko!

Nuoto velocemente, l'afferro e riemergo, prima che mi incominci a mancare ossigeno.

Respiro.

Sento confusamente la voce di mia sorella che strilla nevrastenica il mio nome. E che c'è da essere così agitati? Ho fatto un tuffo.

Premo le dita sulle orecchie per far uscire l'acqua che me le ha tappate.. E torno a sentire bene.

Mariko mi sta urlando che le ho fatto venire un colpo, e che sono una brutta idiota. Sono tentata di immergermi ancora senza risponderle.

-Sto bene!- Protesto a mezza voce.

-Non mi interessa se stai bene!! Con tutto quello che ho passato.. te vai a fare cose simili?! Sei una brutta egoista senza cervello! Chi se ne frega della spilla! Accidenti, sei proprio scema! Non cambierai mai!!-

Ridacchio. La piccola peste, a differenza della futura moglie di suo fratello, sembra euforico. -Sei un portento, Rin!- Mi urla con la sua vocetta infantile.

Nuoto verso la pineta, sorridendo.

Quando esco mi accorgo che il kimono bianco che ho indosso è marcio e quasi trasparente.. Mi strizzo i capelli emettendo un piccolo sbuffo. Non voglio entrare al villaggio così! Dovrò chiedere a Mariko di portarmi un kimono asciutto..

Faccio per voltarmi nella sua direzione, quando sento qualcosa.

Proveniva dalla pineta.

Nonostante sia una giornata incantevole e gli uccellini cantino, il bosco è buio. Buio come se fosse notte. E silenzioso come se fosse addormentato.

Scruto fra i rami, e sento un piccolo brivido corrermi lungo la schiena. Non si vede nulla.

Solamente oscurità..

Mi sento stranamente in pericolo.

Me lo sarò immaginata? Si, è probabile.

Ma cos'era? Un sibilo credo. Ma talmente basso che mi pare impossibile averlo sentito.. quasi fosse nella mia testa.

Voglio andarmene. Ma non posso staccare gli occhi dalla pineta..

-Rin!- La voce di Mariko mi fa sobbalzare, sebbene sia distante. Sento i battiti del cuore accelerare..

-Che stai aspettando?!- Urla ancora dallo strapiombo -Vieni su!-

Ma non mi volto verso di lei, non posso staccare gli occhi dalla pineta.

Me ne accorgo ora. Il bosco è troppo buio, come se i raggi del sole non lo sfiorassero. Non è normale.

Il battito cardiaco accelera ancora.

Per quale motivo adesso ho paura?

Poi lo sento ancora, e il cuore si ferma. Forse per farmelo ascoltare bene..

Sta volta le parole sono più chiare..

Vieni.” Sussurra. Il battito riprende.

Devo andare.

-Rin.. Dove vai?!-

Come dove vado? Non capisce.. Chi sono io per disobbedire?

Mi muovo lentamente verso la foresta innaturale.

L'ho desiderato per tutta la vita.. Che senso avrebbe se ora non entrassi? Mi sento pervadere da un senso di euforia.

Attraverso distrattamente i primi alberi, per poi inoltrarmi sempre di più.

Continuo a camminare. Non so verso dove, ma allo stesso tempo lo so bene.

Ad un certo punto l'euforia si fa talmente forte che ho l'impulso di urlare e ballare. Mi abbandono a questa sensazione, senza preoccuparmi di nient'altro se non di camminare..

Questo bosco è meraviglioso. Quello a cui sto andando incontro sarà meraviglioso.

Mi fermo. Mi ha distratta un pino dalla forma innaturale.

Guardandomi attorno scopro che ci sono tanti alberi innaturali. E il sole non si riesce a vedere.. eppure la vegetazione non è così fitta..

Ma chi se ne importa! Io devo andare avanti, devo andare da chi mi ha chiamato. Non posso farla aspettare.. Quindi ora devo riprendere a camminare..

No, un attimo.. perché?

La sensazione d'estasi mi abbandona. E vengo pervasa dal terrore.

Ma che stavo facendo?

Mi sento in trappola.. perché sono entrata?!

Gli alberi, gli alberi.. sono orribili! Hanno delle forme inquietanti..

E il buio è fitto. Non c'è luce, ne vento..

Dove sono? Che posto è mai questo?

-Ma che brava. Riesci ad opporti al mia magia.-

Mi volto con un gemito.

Vedo una ragazza bianca. è appoggiata ad un albero e mi sta sorridendo amaramente.

-Non è da tutti.- Parla lentamente.. come se avesse a che fare con un matto.

-C..chi sei?- La mia voce trema.. Non ci posso fare niente.

-Non osare farmi domande, sudicia umana.- Sibila.

è lei che ha parlato nella mia testa prima, ne sono sicura.

Mi ha chiamata sudicia umana.. Ma certo, lei è un demone.

Non può esistere un umano con quelle sembianze.

Sembra una bambola di porcellana. I suoi capelli sono bianchi, con striature nere. Gli occhi neri come la pece.

Il volto è affilato, bellissimo, irreale. Mi fa paura. Non ho mai visto un essere con un volto così inespressivo.. Le labbra sottili sembrano prendersi beffe di me.

-Tu sei Rin, dico bene?- La sua voce è squillante, quasi infantile.

-Perché..- ho la voce roca -Perché un demone come te utilizza una simile magia per attirare una semplice umana?-

Sto cercando di metterla sul diplomatico.. So come ragionano i demoni.. Però lei mi da l'idea di non essere un demone normale.

Ha manipolato la mia volontà, come fossi un burattino!

Sembra riflettere sulla risposta -Volevo conoscerti.- Dice poi -Volevo sapere perché un' umana mi ha portato via ciò che mi appartiene.-

-Di che cosa stai parlando? Io sono sicura di non averti mai vista prima d'ora.. Se mi dici di cosa si tratta te lo posso restituire.- Tento.

Per un momento infinito, temo che si tratti della spilla di Mariko. Che per altro ho ancora stretta in pugno.

Ma lei sorride. Magari non l'avesse fatto. Sento il mio cuore gemere con me alla vista delle sue zanne affilate.

-No, mi spiace. Ma ormai è tardi, non me lo puoi restituire. L'unica possibilità che ho di riappropriarmi di ciò che mi appartiene, è di ucciderti.-

L'ha detto con un tono beffardo, come se stesse scherzando.

Mi sento debole, soffocata dal peso di quella frase.

-Quindi..- I suoi occhi si sgranano in una maniera innaturale, e si fanno rossi -Preparati a morire.-

So bene quello che sta succedendo.

La sua aura demoniaca, prima invisibile per i miei occhi, si colora di blu. Il suo corpo inizia a mutare in quello di un enorme cane bianco, dalle striature scure.

Voglio scappare, voglio urlare il mio terrore.

Ma non riesco a muovermi di un passo. Mi sento di piombo.

Non ho scampo.. Questo è ovvio.

Se corro verso al villaggio porto alla morte Mariko, Shiro e tutta la sua famiglia, e alla fine ammazzerà anche me.. Se corro verso il fitto del bosco mi prenderà subito.. dopotutto questo è il suo territorio.

Oltre al fatto che è in grado di manipolare la volontà altrui..

Quindi.. quindi non ho scelta. Devo morire.

Dopotutto non è la prima volta che muoio.

Forse esiste davvero un posto migliore.. Si, un magnifico prato verde, ornato da tanti fiori colorati..

E un sole che non smetterà mai di splendere. E con me papà, Megumi e Chiaki.

Ci sarà anche la mia vera famiglia, quella uccisa quando ero ancora una bambina.. Mi sorrideranno tutti. Ci vorremmo bene..

Ma chi voglio prendere in giro?

Dopo non c'è niente, me lo ricordo.. Anzi, non me lo ricordo.

Ricordo solo il dolore che ho provato venendo sbranata viva dai lupi. E poi il sollievo quando sono finalmente morta.

Non c'è stato nulla, dopo.

è passato meno che un istante, da quando ho riaperto gli occhi e mi sono ritrovata in braccio a Sesshomaru. Che non mi aveva salvato la vita, me l'aveva ridata.

Mi scende una lacrima.

La ragazza bianca ha lasciato il posto ad un enorme cane.

Ho il forte impulso di provarci almeno, di provare a scappare e a urlare.

Ma sto ferma.

A che servirebbe? Voglio che finisca subito, non voglio più provare quel dolore.

Chiudo gli occhi.

Si.. così è infinitamente più facile.

Ordino ai miei battiti del cuore di rallentare. Voglio una morte dolce, una che non rimpiangerò.

Andrà bene, Rin. Mi dico Stai calma.

Sento il respiro pesante della belva sul collo.

E mi viene in mente una persona.. Ma si. Visto che sono in punto di morte posso permettermi di pensarlo un' ultima volta.

Lascio correre la mia mente verso di lui.. E mi sento in pace.

La ragazza bianca è solo un ricordo lontano, di fronte al suo splendore..

Sento un ringhio. Mi gela il sangue nelle vene.. E anche se di malavoglia decido di aprire gli occhi.

L'oscurità riesce, chissà come, a colpirmi come una luce accecante. Un altro cane bianco si staglia fra le ombre nere.

Piegato leggermente, a zanne scoperte. Gli occhi furiosi puntati sul demone.

E anche se non sentissi distrattamente Jaken che mi urla di mettermi al riparo, capirei comunque di chi si tratta.

è stato richiamato dai miei pensieri?

I momenti seguenti sono di confusione.

Jaken mi ha strattonata distante, e poi mi ha costretta a nascondermi dietro un masso. Io non ho dato segni di resistenza.

Capto qualche parola qua e là -Sta volta il padrone mi uccide-, -Rin, ti cacci sempre nei guai! non sei cambiata per niente-, -Ehi, mi stai ascoltando?!-

E a volte sento lontanamente i rumori dello scontro. Ringhi, morsi, guaiti.

L'unico pensiero lucido che provo è la voglia incontrollata di tapparmi le orecchie come una bambina.

Mi cingo le gambe con le braccia, e vi poso la testa.

Non so quanto tempo passa.

Però ad un certo punto, sento un braccio che mi solleva delicatamente, e una mano che mi alza leggermente la testa da sotto il mento.

Non voglio fissarlo negli occhi.. sento l'impulso di urlare e prenderlo a pugni, ma anche volendo non ce la farei..

Credo di tremare.

-Sei sotto shok.- Negli occhi corre un'ombra di preoccupazione. Poi si rivolge a qualcuno alle mie spalle, ma non stacca gli occhi dai miei -Jaken, tira fuori un po' di quell'infuso di erbe.-

Ma anche senza l'infuso, il terrore inizia ad abbandonarmi lentamente. Permettendomi di capire tutto quello che mi è successo.



Bevo lentamente.

Sono sempre nella foresta buia, seduta per terra e appoggiata ad un albero, ma più tranquilla di prima.

Il liquido è caldo e sa di rosmarino, mi lascio pervadere i sensi da quel profumo intenso..

Sesshomaru mi ha salvata. Sai che novità.. Ormai ho perso il conto di tutte le volte che lo ha fatto!

E io che mi ero illusa di non avere più bisogno del suo aiuto..

Comunque sono contenta che sia tornato così presto, la sua presenza mi tranquillizza.. E non c'entra niente il fatto che sia un demone potentissimo.

Sta retto. Fissa il bosco con aria assorta, e mi da le spalle. Jaken invece mi guarda sospettoso.

-Chi era quel demone?- Chiedo ad un certo punto.

-Il suo nome è Ksunade.- Mi risponde, senza staccare gli occhi dall'oscurità.

-L'hai uccisa?-

-è riuscita a scappare.-

Annuisco, senza una parola. Finisco in un sorso la bevanda calda e poso il bicchiere sul terreno.

Mi alzo lentamente, non sono affatto sicura di non tremare più abbastanza da cadere.

Mi avvicino al suo corpo immobile, fino ad essere a fianco a lui.

-Non credi che dovrei sapere qualcosa?- Mormoro.

Lui stacca gli occhi dall'oscurità per guardarmi. Mi studia per un attimo, ma io non faccio trapelare più alcun accenno di paura o di indecisione.

Passa qualche istante.. poi sembra decidersi.

-Jaken.- Ordina.

-Oh, si, eccomi padron Sesshomaru.-

-Racconta a Rin tutto.-

-Tutto padrone?-

-Cos'ho detto?- Risponde glaciale, come al solito.

Jaken sembra vagamente confuso, come se raccontarmi tutto quello che lui e il suo padrone hanno passato in questi anni sia un insulto alla sua persona.

Sesshomaru non commenta, ma si sposta sinuosamente sino al punto dov'ero seduta un attimo fa e si appoggia al tronco dell'albero.

Lo osservo per qualche istante, poi Jaken attrae la mia attenzione tossendo.

-Allora Rin, se ti devo raccontare tutto gradirei che mi stessi a sentire.- Non rispondo, ma mi faccio attenta.

-Tutto è iniziato con la morte di Naraku. Padron Sesshomaru era alla ricerca di nuovi potenti avversari con cui combattere..

Ha combattuto contro draghi, demoni di ogni clan.. Ma nessun avversario lo soddisfaceva!- Cantilena Jaken. -Finché abbiamo incontrato qualcuno. Il suo nome era Hirotsugu.-

-E chi era?- Chiedo, adagiandomi sul terreno.

-Un demone cane. Anzi, un grande demone cane! Devi sapere che il Generale Cane, padre del padrone, ha regnato qui a est, mentre ha esiliato i sostenitori di Hirotsugu a ovest.. In realtà non so bene cosa sia successo tra loro due, so solo che il Grande Generale è stato tradito e non l'ha voluto mai più rivedere.. Ma allo stesso tempo non se la sentiva di uccidere suo fratello! .. Così si è limitato ad esiliarlo.-

-Era suo fratello?!-

-Si, proprio così. Padron Sesshomaru si è imbattuto in lui per caso, non aveva alcuna intenzione di sfidarlo..

Ma Hirostugu non è stato felice di vedere il figlio di colui che l'ha esiliato dall'impero del clan dei cani.

Così di è trasformato e ha sfidato padron Sesshomaru.

Per il mio padrone si è dimostrato un avversario ostico. Hirostugu possedeva molti anni d'esperienza, e poteva contare su un incredibile velocità.

Ma alla fine padron Sesshomaru è riuscito ad ucciderlo.

Tuttavia era ferito, temevo al peggio. Non avevo mai visto padron Sesshomaru perdere tanto sangue!-

Sesshomaru lancia a Jaken un'occhiata di disprezzo, ma lui per fortuna non la nota.

-Fu allora che è intervenuta Ksunade.-

-Il demone che mi ha attaccato prima! Era la figlia di questo Hirostugu, non è vero?-

Mi guarda stupito -E tu come fai a saperlo?-

Alzo le spalle -Be', era un demone cane anche lei..-

Sesshomaru sorride.. Sembra divertito. Chissà perché! Che ho detto?

-Comunque si.- Riprende Jaken -Era la figlia di Hirostugu. Però lei non ci ha attaccati, al contrario. Ha ringraziato padron Sesshomaru per avere ucciso suo padre!-

-Che cosa?! ..Ma..-

-Devi capire, Rin..- Mi interrompe -Che non tutti i demoni sono dotati di buon cuore come il padrone. E credo che rimarrai molto più stupita quando ti racconterò cosa era solita fare.-

Lancio un occhiata a Sesshomaru. Può dirsi un demone di buon cuore?

be'.. proprio cattivo cattivo.. direi di no!

-Ehi ma mi stai ascoltando?!-

-Oh, si, certo Jaken. Vai avanti!-

Mi guarda di traverso, prima di proseguire -Ksunade ci ha accolti nel suo palazzo. Benché padron Sesshomaru non fosse ben disposto ad entrare in un castello di rinnegati, in quel momento era ferito gravemente. Ksunade gli ha promesso cure, e inoltre non credevamo che ci avrebbero attaccati. Ksunade infatti sembrava parecchio interessata a padron Sesshomaru.-

-Interessata?-

-Mio dio Rin. Quando crescerai?-

-Lo so che vuol dire!- Ribatto irritata. E non tanto per la risposta di Jaken.

-Ksunade era una specie di regina per i rinnegati dell'ovest. E presto comprendemmo i suoi enormi poteri.

Non era tanto abile nella lotta, diversamente da suo padre. Era un incantatrice. Manipolava la volontà della gente a suo piacimento, e creava illusioni. Come quel palazzo.. e questo bosco..-

-Siamo in un illusione?- Chiedo, guardandomi attorno.

Anche sapendo che nulla è reale, mi parte ancora una volta un brivido lungo la schiena.

-Certamente. Lei adorava usare queste sue doti per piegare il nemico. Ma soprattutto le piaceva utilizzarle per un altro scopo..-

Capisco immediatamente dal tono a cosa si riferisce -Oh.-

-Non che ne avesse bisogno.. voglio dire, l'hai vista. è una gran bella donna!-

E capisco anche che ha incantato pure lui.. Con la differenza avrà preferito non portarselo a letto.

Solo dopo alcuni istanti mi corre alla mente un pensiero.

-Anche Sesshomaru è stato.. incantato?- Chissà se la mia voce è uscita nervosa come mi sento.. E perché mai poi?

Infondo è libero di fare quello che vuole!

-Non dire sciocchezze.- Sto attenta a non sospirare rumorosamente -Padron Sesshomaru non è un burattino nelle mani di quella strega. Anzi, anche lei ne è rimasta stupita. è stato l'unico che fin dall'inizio ha resistito alla sua magia, come se su di lui non avesse alcun effetto.

Credo che sia anche questa sua particolarità che la attraeva. Vedi, per un demone che è abituata ad avere tutti gli uomini che desidera, padron Sesshomaru rappresenta qualcosa che bisogna vincere con le proprie forze. Qualcosa di diverso.

Presto per Ksunade il padrone è diventato un'ossessione!-

-Ossessione?- Ripeto. Con che razza di pazza maniaca ho avuto a che fare?

-Si, non smetteva di pensare a lui giorno e notte. Anche quando le sue ferite sono iniziate a guarire lei ha preteso che rimanesse, nel disperato tentativo di riuscire a sottometterlo nel suo incantesimo.

Ma padron Sesshomaru non si è mai fatto vincere da quella magia. Come ti ho già detto, era come se su di lui non avesse effetto. La sua volontà restava invariata. No.. il padrone non è tipo da farsi sottomettere da una schifosa rinnegata. Ha giaciuto con lei di sua iniziativa.-

Silenzio.

Sesshomaru alza lo sguardo.

-..Eh?- Faccio dopo qualche istante.

-Be', sai..- inizia Jaken, evidentemente si è fatto sfuggire troppo -Aveva bisogno di eredi.-

-E tu..- Inizio in tono piatto, rivolgendomi al demone -..vai a sbandierare in giro in questo modo le tue questioni personali?-

Sesshomaru si alza e mi si avvicina. Tanto da trovarmelo di fronte..

Ma io non voglio guardarlo, ho troppa vergogna..

-Rin. Avevo bisogno di eredi.- Mi dice, in tono piatto. Ma gli occhi stanno cercando di capire qualcosa della mia espressione.. Evidentemente oggi non è l'unico a sembrare tanto impassibile.

-Lo fanno anche i vostri grandi imperatori umani. Quando hanno bisogno di discendenti della propria stirpe che portino avanti la propria casata..-

-Guarda che non mi devi dare alcuna giustificazione..- Lo interrompo. E in effetti è vero.

Però adesso mi sento male.

Vorrei dare per la millesima volta la colpa a lui.. ma cos'ha fatto? Nulla. è libero di fare ciò che vuole.. Io non posso avere nessuna pretesa..

Ma a che accidenti sto pensando?

Che stupida che sono. Sono una stupida ragazzina.

Lui non mi risponde. Così rompo io il silenzio -Posso.. posso sapere il resto della storia per favore?- Chiedo con un mezzo sorriso.. Ma non sono sicura che il risultato sia buono.

Jaken fa per parlare, ma Sesshomaru lo precede. -Ho avuto due eredi.- Ah ecco. Ovviamente.. -E gli ho lasciati dalla madre. Ma dopo aver saputo cosa faceva sono andato a riprenderli.-

-Cosa faceva?- Non sono sicura di volerlo sapere però.

-I loro fratellastri, quelli formati dall'accoppiamento di lei e demoni caduti nel suo incantesimo..- Dall'accoppiamento?! -Venivano trattati come vermi. Mentre i miei due discendenti, come dei re.-

-E non sei contento?-

Il suo sguardo si fa duro -Credi che permetterei alla mia generazione di vivere appresso a tale idiozia?-

-Ma scusa- Dico, non riuscendo a trattenermi -Non è quello che succede tra te e Inuyasha?-

-Rin, non parlare di ciò che non conosci!- Gracchia Jaken

Ma Sesshomaru non sembra arrabbiato -Non ho mai costretto mio fratello ad inginocchiarsi al mio cospetto e a baciare il terreno dove cammino, né l'ho mai provato della sua libertà tenendolo chiuso in celle da prigioniero. Non l'ho mai costretto a servirmi, mai ho usato la mia influenza demoniaca per rovinargli la vita.

Benché odi Inuyasha, l'ho lasciato vivere una vita libera. Quando lo incontravo desideravo solo ucciderlo, e lui desiderava fare lo stesso con me.

Forse sono stato fin troppo clemente con lui. Ma non mi sarei mai potuto abbassare a tale livello.-

Rimango stupita. Ksunade poteva veramente fare quelle cose ai propri figli?

-è orribile.- Sussurro.

-proprio così.-

-E poi? Cos' è successo dopo?- Inizio a provare una certa curiosità.

-Ksunade ovviamente ha cercato di riappropriarsi dei suoi eredi preferiti. Io gliel'ho impedito. Il giorno in cui mi hai visto ferito, era a causa dello scontro che avevo appena avuto con quel demone.-

Giusto, era ferito. Me n'ero scordata, tanto sono presa da me stessa..

Aveva ferite in tutto il corpo..

-E ora come va?-

-..Non hai domande più intelligenti?- Sembra leggermente divertito.

-Uff.- E pensare che volevo solo essere gentile. Poi però mi viene in mente una cosa -Cos'ho rubato a Ksunade? Sembra che sia questo il motivo per cui mi ha attaccata..-

Jaken mi guarda -Ma sei stupida o lo fai apposta?-

-Scusa?-

-è ovvio. Tu sei l'unica ragazza che importa veramente a padron Sesshomaru. Secondo la mente perversa di Ksunade eliminandoti riuscirà a conquistare il mio padrone..-

Io.. sarei l'unica ragazza che importa a Sesshomaru?

-Be' allora basterà spiegarle lo sbaglio.- Ribatto, incrociando le braccia.

-Che sbaglio?- Chiede Jaken.

-Quello secondo il quale io sarei l'unica ragazza che importa a Sesshomaru.-

-Non c'è alcun..-

-Sta zitto!- Punto un dito contro Sesshomaru -Allora dì al tuo padrone se per cortesia può spiegarmi come mai mi ha abbandonata in quel lago 9 anni fa! Perché proprio non ci arrivo!-

Non so perché ad un tratto mi sento così nervosa..

Sono successe troppe cose. Ho il cervello che mi esplode!

Prima un terrore da mozzare il fiato, poi quella pazza sta per farmi a fette. E adesso arrivano queste scottanti rivelazioni!

Non ce la faccio più di tutto questo!

Non appena chiudo gli occhi mi raggiunge il perverso pensiero di Sesshomaru e Ksunade che si impegnano per generare un erede!

Il che è ridicolo, perché dopo essere stata in punto di morte dovrei preoccuparmi di altre cose!

Sento qualcuno afferrarmi un braccio e trascinarmi verso il fitto del bosco.

-Lasciami!- Strillo, cercando inutilmente di liberarmi. Ma la presa di Sesshomaru è solida.. e non da nemmeno segno di avermi sentita. Dio, che rabbia!

Guardo indietro. Jaken se ne sta lì impietrito dalla poca considerazione che il suo padrone ha nei suoi riguardi.

Ma dove mi sta portando adesso questo?!

Sobbalzo. La figura di Jaken inizia ad essere immersa nell'oscurità.

Sesshomaru mi trascina ancora in avanti e lui scompare definitivamente..

è un illusione. Solo un illusione.

Ma l'adrenalina inizia a salire ugualmente e il terrore che mi ha pervasa prima si fa risentire.

Sesshomaru non da segno di volersi fermare.

Mi sta trascinando in quella foresta buia..

Chiudo gli occhi -Basta, basta! Ho paura!- Credo di avere ripreso a tremare..

A quelle parole si ferma.

-Non ti succederà niente.- Lo sento dire.

Ma non voglio aprire gli occhi.

-Adesso stammi a sentire. Ti ho lasciata in quel lago per il tuo bene.-

-Il mio bene. Tu si che hai le idee chiare sul mio bene.- Riesco a dire.

-Un umano non può vivere con un demone.-

-Perché?-

Sento la sua presa irrigidirsi. Il tono si fa acido -Non vuoi capire allora.-

-Io capisco benissimo!- Mi divincolo con tutta la mia forza dalla presa e apro gli occhi -Capisco che non mi volevi tra i piedi!-

Il suo sguardo in quel momento è impassibile come al solito, ma solcato da una ruga di frustrazione.

-Esattamente. Ma non nel senso che intendi tu.-

-E quanti sensi ci sono, scusa?!-

-Tu eri soltanto una bambina. Il tuo posto era con gli esseri umani, non con i demoni. Per questo ti ho lasciata. Ma non ho mai detto che mi abbia fatto piacere.-

Capisco..

Dunque è questa la verità.. Come ho fatto a non arrivarci da sola? Come ho fatto a dubitare tanto di lui? Proprio lui, che ha rischiato la sua vita per me così tante volte..

Sto in silenzio per alcuni istanti.

-Te l'avevo già detto.- Abbasso la testa.

Non capisce, perciò proseguo -Ti avevo già detto quella volta che non volevo vivere con gli esseri umani. Hai detto che la scelta era la mia.-

-Eri solamente una bambina.-

-Ma sapevo ciò che dicevo.. Da quando Sesshomaru nega la libertà altrui e si fa venire simili complessi?-

La mia risposta sembra prenderlo in contropiede.

Si volta.

-Ksunade tornerà a cercarti.- Mi dice ad un tratto.

Ci metto qualche istante per elaborare.

Mi tornerà a cercare. Questo significa che non solo io.. ma anche Mariko e tutto il villaggio saranno in pericolo! No.. non lo posso permettere.

Non ora che Mariko è finalmente felice!

-So che non sono fatti tuoi! Ma non posso rimanere qui! .. per favore, accompagnami in un altro villaggio! Il più distante possibile da questo.. io ho promesso al padre di Mariko che si sarebbe sposata!- Mi mangio alcune parole. Ma spero che abbia capito..

Ma certo, è ovvio che Ksunade tornerà a cercarmi. Come ho fatto a non arrivarci da sola? Di certo non è il tipo che si arrende alla prima difficoltà..

Sesshomaru si volta, la sua espressione di stupore mi sorprende.

-Rin, tu verrai con me e Jaken.-

Ecco, questa si che è una cosa strana..

-Ma se hai appena detto che il mio posto non è tra i demoni.-

-Ho anche detto che voglio il tuo bene. E non posso saltare di villaggio in villaggio per proteggerti. Quindi muoviti. Partiamo fra pochi minuti, prendi solo quello che ti serve.- E inizia a camminare.

Rimango sbigottita per qualche istante. Apro la bocca per dire qualcosa, poi la richiudo.

-Cosa stai aspettando?-

-Ehm..- Gli corro dietro. Le sue falcate sono lunghe quattro miei passi..

Ho mille domande.

Per quanto tempo devo stare con loro? Con Mariko che faccio? E come diavolo si permette lui per trattarmi come un bambolotto?!

Deve aver notato il mio sguardo indeciso, perché ad un certo punto dice -Questa volta non hai scelta.-

-Come se l'altra volta l'avessi avuta.- Sbotto.

Esita -La prossima volta l'avrai.-

Lo guardo con la coda degli occhi.

Perché ci tiene tanto a me? Da quello che dice Jaken lui ha sempre detestato gli esseri umani.

Perché desidera proteggermi.. ma allo stesso tempo vuole starmi lontano?

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Capitolo 9
*** Capitolo 8° ***


Ciao a tutti e grazie per le recensioni =) Soprattutto a Lagadema che ha avuto la pazienza di scrivermi una di quelle recensionone che non si scordano! Allura, che dire? Per gli errori concordo con te. Questa ff l'ho scritta due anni fa, e rileggendola adesso anche io trovo qualche errore. Però ho deciso di non fare troppe correzioni... non so, non mi piace correggere quello che ho scritto in passato, forse perché in futuro voglio confrontare i miei scritti vecchi con quelli nuovi, e vedere come il mio stile è cambiato o (si spera) migliorato. Se faccio correzioni non avrò più un termine di paragone.. Sul fatto che sesshomaru è poco credibile in alcune situazioni.. confesso che è stato il mio terrore più grande mentre scrivevo questa ff =( non essendo un personaggio che ho inventato io non ne conosco tutte le sfumature di carattere... Mentre scrivevo cercavo di chiedermi "qui cosa direbbe sesshomaru" "qui come si comporterebbe?" .. però non sempre ci sono riuscita! .. Invece per quanto riguarda i suoi eredi.. dovrai solo aspettare qualche capitolo prima di vederli =)  
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Capitolo 8


La fresca aria mattutina mi colpisce in pieno viso, donandomi una sensazione di benessere.

Mi reggo saldamente ad Ah-Un quando inizia a prendere velocità nell'inutile tentativo di raggiungere Sesshomaru, ormai scomparso all'orizzonte.

Intanto poi si ferma ad aspettarci.

-Ah-Un, stupido demone.. vai più piano!!- Strilla Jaken dietro di me.

Io rido -Avanti, Ah-Un. Dritto così!-

Il demone mi lancia un ruggito di approvazione.

Stiamo oltrepassando una vallata verde, priva di villaggi e di persone. Le montagne corrono sullo sfondo, incantandomi con la loro bellezza..

Da quant'è che non vedo simili paesaggi?

Scommetto che Mariko darebbe il suo Shiro per poterli ammirare..

I miei pensieri vengono ancora una volta trascinati al villaggio, e mi rattristo. Come inevitabilmente ho fatto durante tutte queste ore di viaggio..

Non è stato facile entrare nella casa di Shiro.

La gente si era radunata intorno al bosco. Evidentemente Ksunade aveva creato una barriera che impediva loro di entrarvi.

Mi chiamavano, e cercavano una via secondaria d'accesso alla foresta. Mariko aveva le lacrime agli occhi..

Quella vista mi ha spezzato il cuore. è stata una fatica sgusciare tra l'erba fino al villaggio vuoto, senza voltarmi e urlare a tutti che stavo bene.

Una volta in casa, ho raccolto la sacca che io e mia sorella avevamo usato per viaggiare e ci ho infilato dentro un abito di riserva, il nunchaku, qualche uova e del pane.

Mi sono cambiata velocemente, rubando dall'armadio di Mariko il suo kimono color fango. Il mio era diventato, con mio sommo imbarazzo, quasi trasparente. Non era assolutamente adatto ad un viaggio in cui mi sarei bagnata parecchio.

Ho sperato che l'incanto di Ksunade avesse reso il bosco tanto buio da aver oscurato quella vista a Sesshomaru.. Dopo qualche istante ho deciso di rimuovere dalla mia mente quella spiacevole situazione. Di sicuro non glielo avrei chiesto!

Dopo di che, ho scritto una breve lettera a Mariko, dove le ho raccontato a grandi linee quello che era successo.

Le ho ripetuto più volte che dovevo partite, ma che ora stavo bene. E le ho augurato tutta la felicità.

Poi ho lasciato la lettera nella sua stanza e sono uscita dal retro.

Lì ho trovato Sesshomaru ad attendermi, insieme a Jaken e a Ah-Un..

Sospiro. A quest'ora Mariko dovrebbe già aver trovato la lettera. Chissà come l'ha presa. Spero che capisca che l'ho fatto per il suo bene..

-Dimmi, Rin. Cosa hai fatto in tutti questi anni?-

La voce di Jaken mi sorprende. Mi ero scordata di avercelo dietro.

-Oh be'.. in confronto a voi nulla di particolarmente interessante. Ho lavorato alla locanda, e.. ah, si. Ti ricordi Shippo?-

-Shippo?- Si fa pensieroso -Dove ho già sentito questo nome?-

-è il cucciolo di demone volpe che faceva parte del gruppo di Inuyasha un po' di tempo fa.-

-Ah, si si! Mi ricordo! Praticamente inutile, devo dire.-

Gli lancio un'occhiata irritata -A suo tempo sarà stato anche inutile, come dici tu. Ma ora è diventato adulto. E mi ha allenata!-

-Ti ha allenata?- Ripete -Rin, sei soltanto una bambina. Potevi farti male! è mai possibile che tu ti comporta sempre da incosciente?!-

Quando alza gli occhi sul mio viso, con aria di chi la sa lunga, cambia subito espressione. Con mio grande piacere devo dire!

Chissà che faccia ho.

Respiro, e cerco di calmarmi. Ma non ottengo buoni risultati.

Così lo spingo.

In un primo momento sembra riuscire a rimanere in equilibrio, poi lo vedo stramazzare per terra.

-Ti aspettiamo più avanti, da Sesshomaru.- Gli dico calma, mentre Ah-Un prosegue la sua corsa.

Sento Jaken urlare il mio nome.

Guardo il cielo, è limpido come non lo vedo da tanto tempo! Non c'è una nuvola..

-Forza, Ah-Un.- Il demone volta una testa verso di me -Andiamo più veloce, voglio riuscire a farmi un bagno.-


è sera. E Jaken è ancora arrabbiato con me.

Si continua a lamentare perché gli ho fatto fare 2 ore a piedi.. E che sarà mai!

Allora io e mia sorella, che abbiamo ridisceso una montagna?

Accendo un fuoco. Di Sesshomaru neanche l'ombra.. Ma io ho fame.

E poi mi ricordo bene che a volte spariva per un po'.

La notte è calma, mi lascio trasportare dal tiepido venticello estivo.

Come si sta bene..

La voce di Jaken è una specie di sottofondo.

Quando fa delle pause sto attenta ad annuire, oppure a dire “si”.. ma non ho idea di quello che mi stia dicendo.

Bah, lui intanto non sembra accorgersene.

Il fuoco guizza sui ramoscelli e si accende quasi subito.. Come se avesse aspettando con impazienza di essere liberato.

-Jaken.- Faccio ad un certo punto, non curandomi del fatto di averlo interrotto mentre, con tutta probabilità, mi stava ancora rimproverando.

-Si?- Risponde leggermente stupito.

Mi alzo -Va a cercare della legna. Il fuoco è ancora troppo piccolo.-

Faccio per voltarmi, ho visto un fiume qui vicino e voglio cucinare dei pesci. Ma mi fermo. Jaken mi sta fissando sbattendo ripetutamente le palpebre..

Ricambio lo sguardo, incuriosita -Uh? Cosa c'è?-

Si gratta la testa -Ma tu.. sei proprio sicura di essere Rin?-

Alzo il mento, in un goffo tentativo di apparire minacciosa -E con questo che vorresti dire?!- Se n'è reso conto solo ora che sono alquanto cresciuta?

-Perché certe volte mi ricordi una persona.-

Continuo a non capire il suo sbigottimento.

-Una persona?- Ripeto, e la voce che mi esce è più incuriosita che arrabbiata.

A quel punto Jaken fissa un punto dietro di me. E noto improvvisamente i suoi occhi illuminarsi -Ah! Padron Sesshomaru!-

Ma non si rende conto di essere patetico?! Sembra un cagnolino!

Mi volto. Come al solito Sesshomaru non lo degna di uno sguardo.

Si rivolge a me -Cucini, Rin?-

Mah.. contento Jaken..

-Ah-ah.- Annuisco -Faccio del pesce, lo vuoi anche tu?-

-Ma almeno sai cucinare?-

Il suo tono falsamente scettico mi diverte -Naturalmente! Ho passato l'adolescenza in una famosa locanda! E per la cronaca, dopo Megumi ero considerata io la cuoca più abile!-

-Allora va bene.-

-Padron Sesshomaru! Dove siete stato?- Gracchia Jaken. Io rovisto nella sacca.. da qualche parte ci devono essere dei guanti di pelle.. -Il vostro umile servitore era molto preoccupato. E in più Rin non si è comportata affatto bene!- Ahah, eccoli! Ero sicura che ci fossero, li ha comprati Mariko.. Perfetti per pescare! -Bisognerà insegnarle di nuovo l'educazione, a questa qua. Insomma, mi sembra che col tempo si sia dimenticata un po' di cose.. è già tanto che la teniamo qui con noi e le salviamo la vita tutte le volte.. ma se si comporta così noi non..-

-Jaken.- Lo interrompe. Dal tono capisco che non lo è stato a sentire nemmeno per un attimo -Vai a prendere Ah-Un. Ho intenzione di ripartire sta notte.-

Mi metto i guanti e mi alzo.

Vedo distrattamente Jaken fissare prima me, poi Sesshomaru.

Scuote la testa e sospira. Poi si volta e si dirige verso la radura dove abbiamo lasciato pascolare Ah-Un.

Ma.. che avrà mai quel rospo?


Incrocio le braccia, e fisso ostinatamente i due demoni.

Passano alcuni istanti, ma loro non accennano a dire niente.

Sesshomaru guarda il fuoco scoppiettante, cosa ci trovi di tanto interessante lo sa solo lui. L'altro è concentrato sul suo pesce.

Cerco di mantenere quella posizione per alcuni minuti, ma poi non ce la faccio più -Allora?!-

I due alzano lo sguardo su di me.

-Allora cosa?- Mi chiede Jaken.

-Allora hai perso! La mia cucina è buonissima, non puoi negarlo. Dove sono i mei yen?!-

-Il giudice è padron Sesshomaru!- Ribatte.

Sisi, che cerchi pure di sviare il discorso. Ma i soldi li voglio!

Porto lo sguardo sul demone bianco -è buono.- Dice, per poi tornare a fissare il fuoco.

A Jaken esce un urlo strozzato.

Io credo di fare un mezzo ghigno. -Bene bene bene..- Tendo una mano.

-Ehm.. non ho i soldi qui con me.-

-Che cosa?! E tu avresti fatto una scommessa senza avere i soldi?-

-Il fatto è che..-

-Pensavi che io avessi perso!-

-Non sei mai stata brava a cucinare!-

-E allora mi volevi fregare, non è vero? ma non ci sei riuscito!-

-Ma cosa te ne fai di quei soldi?-

-Mi compro un kimono, va bene? Un kimono!-

-Ma ce l'hai già!-

-Ma questo fa schifo! E poi non è mio, è di Mariko!-

-Da quand'è che ti è venuta la mania per i kimoni?!-

-Ehm..- Credo di arrossire un poco, quindi volto la testa di lato -è per una cosa che ha detto Mariko..-

-Cos'ha detto?-

-Ehm.. be'.. che quando una ragazza matura tende a.. oh ma insomma, che ti interessa?! Sono cose da ragazze, tu non puoi capire!-

-E da quand'è che sei..-

-Non lo dire!- Lo prendo per il collo e lo scuoto, ignorando le sue suppliche.

Non sopporto quando mi tratta da bambina! Mi da un fastidio incredibile!

Uffa, però in effetti è strano. Le parole di mia sorella relative all'abbigliamento di una donna non se ne vogliono andare. Come se le avesse scritte nella mia testa con inchiostro indelebile!

E io sembro da un po' di giorni avere il disperato, e assurdo, desiderio di essere considerata una donna.

Non so bene perché, ma ho il sospetto che centri la storia tra Sesshomaru e Ksunade..

è.. come se volessi dimostrargli qualcosa. Forse di essere cresciuta..

La verità è che mi sento ancora una ragazzina!

Mah, mi rendo conto da sola di essere una tale stranezza..

Jaken finisce di mangiare, sotto i miei costanti sguardi torvi.

Gli conviene racimolare qualche yen entro pochi giorni! Perché io non sono una tipa paziente!

Dopo qualche minuto lo sento russare.

Appoggio la testa a una roccia e chiudo gli occhi, proverò a dormire anche io..

-Rin, sei felice?-

Li apro di scatto, il mio cuore perde un colpo.

Annuisco piano, ma senza guardarlo in faccia.

Non so perché, ma ho l'impressione che quella domanda sia carica di significati.

-Non va bene.-

-Perché no?- Chiedo debolmente.

-Perché sei circondata da demoni, quando dovresti essere con quelli della tua specie.-

Sbuffo. -Ancora con questa storia?- Mi metto seduta, a gambe incrociate -Sono fatti miei.-

Guardandolo con la coda dell'occhio, scopro che il suo sguardo si è fatto diffidente -Questo non è vero.-

-Cosa?-

Si alza, noto nel suo atteggiamento un briciolo di irritazione -Questi non sono solo fatti tuoi.- Risponde. E incomincia a camminare.

Perché accidenti vuole sempre avere l'ultima parola su tutto?!

Dopo qualche istante mi alzo anche io. Non sopporto quella situazione! Cerco di raggiungerlo, ma inciampo e cado sull'erba.

-ahi..- Mi lamento, notando un gomito sbucciato.

Alzo la testa, Sesshomaru mi sta osservando inespressivo.

Ovviamente. Le parti migliori non se le perde mai.

Sospiro -Mi consideri patetica, non è vero?- Non avrei mai immaginato di avere il coraggio di fargli quella domanda. Ho troppa paura della risposta che mi può dare..

Il suo volto si tende -Si.- Risponde -Odio i goffi movimenti di voi altri esseri umani. Detesto i vostri sentimenti, deboli e poco dignitosi. Le vostre piccole paranoie inutili, come le tue ad esempio. Sono ore che ti chiedi se provo qualcosa per quella rinnegata. La risposta è no, Rin. E odio anche la vostra prevedibilità, a volte è così facile capire quello che pensate.. e altre volte così tremendamente complicato. Perché è questo che siete, esseri contorti. Senza alcuna logica.-

Abbasso la testa, sotto il peso di tutte quelle accuse.

Vuole farmi vergognare di essere umana? Questo mai. Mi posso vergognare di molte cose, ma non di questa.

E allora lui? Lui sarebbe logico? Che salva la vita ad una semplice umana per poi dirle quelle cose?!

-Ma con te è diverso.-

Sobbalzo.

-Considero delle nullità demoni contro cui tu non avresti alcuno scampo. Di livello nettamente inferiore uomini che ti potrebbero piegare con un solo braccio.

Eppure non riesco a considerarti inferiore.. Tu, che sei la più strana tra tutti gli umani con cui ho avuto a che fare.

Che ti sei rifugiata da un demone, quando degli esseri umani ti facevano paura.

Proprio tu che mi dai tremendamente fastidio, perché in un certo senso riesci a scrutare nel mio animo e a capire chi sono veramente.

Provo il desiderio di proteggerti, e questo mi da altrettanta frustrazione. Tu non ti immagini quanta.

Da quando Lord Sesshomaru prova tali sentimenti umanoidi per una semplice femmina?

Io ti considero al mio livello. E probabilmente anche mio padre la considerava nella stessa maniera.-

Capisco di chi sta parlando. Si sta riferendo alla madre di Inuyasha.

Ha paragonato me, alla donna di cui suo padre si è innamorato.

Non capisco..

Mi alzo. Lui non mi sta più guardando in faccia.. Ho la sensazione che il suo discorso fosse più rivolto a se stesso, che a me. Probabilmente anche lui non capisce.

Non oso avvicinarmi più di tanto. Forse gli darebbe fastidio.

-Ti posso fare una domanda?- Chiedo.

Lo vedo annuire.

-Avresti ridato la vita a un qualsiasi umano, quel giorno.. con Tenseiga.. Oppure solo a me?-

-Non so risponderti.- Fa una pausa -Probabilmente se avessi ridato la vita ad un normale umano non lo avrei tenuto con me.-

-Capisco.-

Dopo qualche istante sorrido. Lui si volta, leggermente stupito.

-è il discorso più lungo che ti ho sentito fare.- Commento.

Mi guarda con espressione indecifrabile. Poi il suo volto si indurisce. Volta la testa di scatto, e fissa un punto davanti a se.

Seguo lo sguardo.. Vedo solo la pianura verdeggiante coperta dal calmo mantello notturno..

-è qui.- Mi dice.

Sbatto le palpebre -Chi?-

-Ksunade. Non siamo partiti in tempo.-

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Capitolo 10
*** Capitolo 9° ***


Ciao a tutti e grazie per aver commentato =) allora.. mi avete fatto delle domande e io da brava rispondo U.U  visbs88: per certi atteggiamenti a jaken rin ricorda sesshomaru. Volevo mettere in risalto il fatto che rin e sesshomaru nel profondo sono molto simili come persone =) Lagadema: ti ringrazio soprattutto per avermi fatto notare che è improbabile la scena dove rin spinge jaken. Ho sbagliato io, perché non avevo specificato che volavano a un metro da terra..  e voi di certo non ve lo potevate sognare! Purtroppo dare per scontato qualcosa è un errore che si rischia di fare spesso quando si scrive. Quindi grazie =)  Buon 9° capitolo.. ci avviciniamo alla conclusione!
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Capitolo 9


All'inizio non vedo nulla.

Poi scorgo un'elegante figura che avanza a ritmo lento. Una figura bianca, così bella da sembrare irreale.

Solo una persona può sperare di competere con lei in fatto di classe.. Solamente una può sembrare altrettanto glaciale, da far apparire la notte e il buio insignificanti a suo confronto.

E quella persona è di fianco a me.

Porto lo sguardo sul suo viso. Lui non ricambia.

Non stacca gli occhi dalla ragazza bianca, e non sono così stupida da pensare che sia per via della sua bellezza.

No.. Quello sguardo Sesshomaru lo dedica solo ai suoi avversari, quelli potenti. Quelli contro cui sa che sarebbe un imprudenza distrarsi.

Jaken si sveglia di soprassalto, probabilmente per via dell'aura di Ksunade.

Balbetta qualcosa, è spaventato. Anche io lo sono.

Infondo perché non dovrei? Quella donna è convinta che uccidendo me riuscirà ad ottenere l'uomo che ama.

è buffo il fatto che un demone si senta così minacciato da un'umana.

Lentamente, volto la testa verso di lei. E intravedo un sorriso beffardo spuntarle sulle labbra sottili.

Rabbrividisco.

-Vai da Jaken.- Mi sussurra Sesshomaru.

-Hai intenzione di sfidarla?-

-Vedi altre prospettive?-

Scuoto la testa, ma non mi muovo.

Vedo con la coda dell'occhio il suo sguardo farsi irritato. -Allora?-

-Io.. volevo dirti che mi dispiace.-

Alza un sopracciglio e io abbasso la testa. Ci tengo a dirglielo, anche se probabilmente mi prenderà per stupida.

-Mi dispiace se per colpa mia devi combattere contro la madre dei tuoi figli.- Spiego a bassa voce.

Sesshomaru all'inizio non risponde.

-Stai dicendo delle assurdità.- Dice ad un certo punto.

Mi aspettavo una risposta simile.. Assurdità.. Combattere con lei è un'assurdità per lui..

Mi volto e raggiungo Jaken.

Come può essere così? Come può volerla uccidere?

Mi ha spiegato quello che lei è solita fare ai propri eredi considerati immeritevoli. Roba da far inorridire anche il più coraggioso.

Ma non riesco a non sentirmi in colpa. E se per colpa mia, i figli di Sesshomaru restassero senza madre?

Il mio flusso di pensieri viene interrotto dalla voce leggera di Ksunade.. e di conseguenza vengo ricatapultata nella realtà. Per il momento forse è sufficiente preoccuparmi solo per me.

-Certo che tu e quella femmina siete un quadretto proprio divertente.- Commenta lei, inclinando leggermente la testa. è a pochi metri da Sesshomaru.

Avverto la minaccia in quella vicinanza, in qualsiasi momento può decidere di attaccarlo.. e lui non ha ancora estratto Tokijin.

Non le risponde, tutte le accuse sotto intese presenti in quella frase sembrano scivolargli addosso.

Ma Ksunade non sembra delusa, anzi.. il suo sorriso si allarga.

-Sesshomaru, Sesshomaru, Sesshomaru..- Mormora. E inizia a girargli attorno. -Certo che sei davvero caduto in basso. Chi se lo sarebbe mai aspettato da te? Com'è che si dice? Ah, si.. Tale padre, tale figlio.-

-Che cosa vuoi, Ksunade?- Chiede freddo, portando la mano sull'elsa di Tokijin -Punti ancora alla vita di Rin?-

-Rin!- Ripete con vigore. Sento un brivido corrermi lungo la spina dorsale -Proprio lei, quell'assurdo essere umano che ti porti dietro. Ma così di fai del male da solo, Sesshomaru.-

Senza preavviso, Ksunade scatta. Così rapida che ne vedo solo i contorni.

Con un artiglio punta al fianco di Sesshomaru.

-NO!- Strillo, ma poi mi accorgo che lui non si è mosso di un centimetro. Come se non gli interessasse..

Sento il rumore metallico di una spada caduta a terra.

E Sesshomaru è ancora lì, senza alcuna ferita, che fissa imperturbabile Ksunade raccogliere Tenseiga.

-Il tuo gesto non ha senso.- L'avverte -Quella spada non ha alcun potere offensivo.-

-So bene che poteri ha.- Replica, osservandola. -E non me ne voglio servire.. Volevo solo privartene.-

Sesshomaru corruga la fronte.

Ksunade sorride, e sia affretta a spiegare -Quando la tua cara, dolce Rin morirà per mano mia, non avrai più alcun mezzo per riportarla da te.-

Quella frase sembra per la prima volta riuscire a far scattare qualcosa dentro di lui. Il suo sguardo si oscura, gli arti si tendono.. -Pensi davvero che te lo lascerò fare?-

Scatta, senza aspettare una risposta ben precisa. Con un solo movimento fulmineo ed elegante, scompare dalla mia visuale per riapparire di fronte a lei. Una lei compiaciuta..

In quel momento succede qualcosa. Sento qualcosa..

Suoni amplificati. Come il bisbiglio di Ksunade.. -Oh, tu no di certo.- Ha detto proprio così.. O il rumore tagliente dei loro artigli velenosi che si scontrano.

Suoni muti, come le parole che mi sta dicendo Jaken.. ma che io non riesco a sentire.

E la certezza di un'unica cosa: la voglia incontrollabile di avvicinarmi al luogo dello scontro.

Prima avanzo lentamente. Poi aumento il passo. Infine corro, presa da un'irrefrenabile fretta.

I due non mi prestano attenzione, presi come sono dal loro combattimento. Non so come stia andando la battaglia, io devo solo correre. E non ho voglia di fare nient'altro!

Senza accorgermene mi trovo a pochi metri da Ksunade. Lei mi guarda vittoriosa, e abbassa gli artigli.

Sesshomaru invece sembra furioso. -Che stai facendo?!- Mi chiede, glaciale -Vattene!-

E perché? Perché dovrei fare una cosa simile?

Non voglio obbedirgli..

-Rin!- Mi urla ancora, ma questa volta la sua voce fredda ha una nota diversa.. La colgo, ma non riesco a capire cosa sia.

Abbandona il mio sguardo, per concentrarsi sulla ragazza bianca, che osserva la scena con evidente divertimento.

-Stai usando il tuo potere.-

-Ah-ah.- Annuisce.

Io non capisco.. ma d'altronde non ho alcuna voglia di capire.

-Lei è forte.- Ribatte Sesshomaru -Non l'avrai mai.-

-So che è forte. Ma questa volta sono preparata.-

L'espressione di Sesshomaru non cambia, sembra sicuro di qualcosa. -Rin..- Mi dice senza guardarmi -Falle vedere di cosa sei capace.-

Ma che vuole? è da quando lo conosco che si aspetta sempre qualcosa da me. Ma io non ho più alcuna intenzione di stare a sentire le sue assurdità!

Voglio stare qui! è giusto così. Ksunade mi farà del male, ma non mi importa.

-No.-

Sesshomaru mi guarda, stupito.

-No.- Ripeto, leggermente più forte.

-Sentito?- Chiede Ksunade, sembra dover scoppiare a ridere da un momento all'altro -..no!-

Prima che entrambi abbiamo il tempo di fare qualsiasi cosa, lei stende un braccio.

Vedo un luccicore abbagliante, e senza pensarci mi copro gli occhi con le mani. Dalle fessure create dalle mie dita, riesco ad accorgermi di una sfera d'energia pura che punta dritta verso di me..

Sento l'incantesimo di Ksunade dissolversi sotto l'onda di terrore che mi avvolge.

Non ho tempo di ripensare a niente. Questo mi sconvolge.

Tengo le mani premute contro la pelle, non voglio vedere. Le premo così forte da graffiarmi la faccia.

Addio.

Passano i secondo, sento un groppo alla gola. Ne passano molti, forse sono già morta. Ne passano troppi, apro gli occhi. E il dolore mi travolge.

No, non quello fisico. Peggio. Un tipo di dolore a cui so di non sapere resistere.

-No..- Mi esce un sussurro appena percettibile, che poi si alza di parecchie ottave -No. No! NO!-

Ci sono io, ferma, che grido. C'è Ksunade, sta trattenendo il respiro, scossa. E soprattutto c'è lui, disteso a terra, sanguinante, gli occhi chiusi. è proprio ad alcuni passi da me.

Quello che è successo è fin troppo evidente.

Sento le gambe tremarmi.

Non doveva farlo. Non ne valeva la pena..

Sento le guance bruciare.. E solo quando noto il sangue gocciolare sul kimono mi accorgo di essermi procurata tagli profondi con le unghie.

è morto.. Lui è morto. Le mie certezze sono morte. Io sono morta.

Volto violentemente la testa. Non riesco a vedere il suo cadavere. Mi sento male..

E mentre, la mia mente cerca qualcosa. Qualsiasi cosa che possa bloccare quel dolore insopportabile, che sia una medicina o buttarmi giù dal primo ponte che trovo, lo sento.

Il respirare rauco di un essere che non ha ancora intenzione di morire.

Vengo avvolta da una nuova speranza.. E senza accorgermene ne faccio la mia unica ragione di vita.

Mi getto al suo fianco con foga.

-Sei vivo?- Chiedo, senza fiato.

In risposta, annuisce piano. Sento le prime lacrime sgorgare.

La felicità che provo è paragonabile solo ad un arcobaleno innalzatosi dopo una violenta tempesta. Non so perché, ma quest'immagine mi riempe la testa.

è vivo. Per la prima volta la morte che mi porto dietro dovunque vada ha risparmiato qualcuno.

Ma la paura è ancora grande..

Ho la paura immotivata di perderlo.. Fatico a respirare, forse è una conseguenza..

Senza pensarci troppo, mi getto al suo collo..

-P-per favore. Non morire.- Lo supplico, la voce rotta dai singhiozzi.

Non lo dovevo fare, ne sono consapevole. Da un momento all'altro mi spingerà via, infuriato.. Pazienza, ne vale la pena.

Il suo profumo mi riempie le narici, e in questo modo ho la stupida certezza che resterà con me.

A mia sorpresa, sento il suo braccio stringermi a se.

Sgrano gli occhi, ma poi sorrido. Pervasa da un senso di dolcezza.

Sfuggo dalla sua presa e mi alzo. A questo punto, niente e nessuno me l'avrebbe più portato via.

Mi volto verso Ksunade. Non mi sono scordata della sua presenza, tutt'altro.

Sta fissando Sesshomaru, sconvolta. Quell'espressione non mi intenerisce, sento invece un carico di rabbia salirmi dallo stomaco.

Non ho smesso né di tremare, né di piangere e né di sanguinare. Ma non mi interessa, potrei essere la persona più patetica del mondo in questo momento..

Sarei comunque pervasa da questa piacevole sensazione, provata così poche volte nella mia vita.

-Vattene immediatamente.- Sibilo, e mi stupisco di quanto la mia voce risulti acida e sicura.

Alza gli occhi su di me -No.. è stata tutta colpa tua. Lui non..-

-ZITTA!-

La vedo sobbalzare. Non mi interessa. Non me ne frega nulla del fatto che lei sia un demone e io no. Che lei sia potente e io no. Che lei sia bellissima e spietata e io no.

Adesso è tutto irrilevante.

Le punto il dito contro -So cosa sei. Una ragazzina viziata, abituata ad avere tutto quello che desidera! Sesso, potere, uomini! Almeno finché non ti si è parata davanti una cosa che non riesci ad avere. Una cosa che non puoi avere! E l'hai desiderata, l'hai desiderata a tal punto che tu stessa l'hai scambiata per amore. Mi fai schifo!- Non vedo bene il suo viso, le lacrime rimaste mi oscurano la visuale. Ma posso provare ad immaginarmelo.. e il pensiero mi dona sicurezza.

-Adesso sparisci.- Le dico infine, la voce di nuovo rotta dai singhiozzi -Non ti voglio rivedere mai più! Vai dove ti pare ma non farti mai più rivedere!-

Silenzio..

-Mi.. dispiace.- La sento dire infine. Poi mi obbedisce.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10° ***


Ciao a tutti =) Kagomina Innamorata: dopo questo capitolo manca ancora l'epilogo, poi la storia si concluderà. Allura.. prima di lasciarvi in pace a leggere questo 10° cap vi devo dire alcune cosette =) Intanto questo è un capitolo che contiene informazioni fondamentali non per questa ff ma per la mia prossima storia (se qualcuno avrà la pazienza di leggerla.)  Poi.. premetto che tra poco avrete l'onore di vedere gli eredi di sesshomaru xD  Anche loro saranno indispensabili per la mia prossima storia.. Spero di avervi incuriosito almeno un pochino =) Un bacio!
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Capitolo 10


Un petalo di ciliegio mi sfiora la guancia, ancora dolorante.

Quel tocco mi dona serenità..

Lo afferro prima che cada terra, e lo uso per accarezzarmi il viso.

Sfioro la fronte, le palpebre chiuse, il naso, le labbra, il mento..

Quanto tempo è passato?

Una settimana? Due? Un mese?

Ho smesso da un po' di contare i giorni.. Perché ogni giorno che passa senza sue notizie equivale ad una pugnalata in pieno cuore.

Cerco di respirare, confortata da quel dolce profumo.

Le parole di Jaken mi riempiono la testa..

Sacrificio. Ferite gravi. Curare. Nichihostu.

Chi è poi questo tizio? è davvero in grado di curare Sesshomaru?

Non sapere nulla mi fa star male..

Non mi sono ancora arrivate notizie.. Forse perché non c'è nulla da sapere.

O forse perché hanno paura di darmi un dispiacere dicendomi che..

Scuoto la testa. No! Non ci voglio nemmeno pensare.

Non devo dimenticare che Sesshomaru è pur sempre Sesshomaru. Anche se mi ha svelato quel suo lato.. diverso.. rimane lui!

Lui freddo, glaciale, impassibile.. Lui, disposto a sacrificare la sua vita per la mia.

-Rin.- Il petalo mi sfugge di mano, colpito da una folata di vento. Galleggia sinuoso nell'aria, per poi posarsi dolcemente sul terreno.

Apro gli occhi e volto la testa verso il ragazzo. è qualche hanno più grande di me. è una brava persona.

Lo saluto, sforzandomi di sorridere.

Gli sono grata per avermi ospitata, qui mi trattano bene..

Ma perché non ho potuto andare con lui? Mi sento come se l'avessi tradito..

Dovevo insistere.. Dovevo convincere Jaken a portarmi. Dovevo fargli in qualche modo capire che sarei impazzita, restandomene in attesa in un villaggio umano!

Sento gli occhi farsi umidi. Non ci posso fare niente, ma mi sforzo di non piangere.

Il ragazzo si precipita al mio fianco, si siede su quella panchina naturale, formata dalle radici di un albero di ciliegio.

Leggermente imbarazzato, mi cinge le spalle e spinge delicatamente la testa sulla sua spalla.

Chissà quanto gli è costato quel gesto, non ho bisogno di guardarlo per sapere che è rosso come un peperone.

Ma io non posso dargli ciò che cerca.. Potrebbe quella ragazza, che lo guarda da lontano, sospirando. Potrebbe quella smorfiosetta della figlia del capo villaggio, che si è messa in testa di conquistarlo.. Si, anche lei potrebbe.

Ma non io. Perché io appartengo già a qualcun altro.

Me ne sono resa conto quando è quasi morto. Il dolore che ho sentito vedendolo disteso a terra, pieno di sangue.. Rabbrividisco.. Nessuna sensazione che ho mai provato è stata tanto intensa.

Il ragazzo, che peraltro non ne ricordo il nome, stringe l'abbraccio pensando che abbia freddo.

Non voglio che fraintenda, ma non riesco a spezzare anche il suo cuore. Per oggi basta il mio..

-Mi puoi dire perché sei tanto triste?- Mi chiede con voce dolce.

Alzo le spalle.

-Da quando sei arrivata hai aperto bocca poche volte.- Mi fa notare.

-Già.-

Perché? Perché si sente attratto da me?

Proprio io, che sono riuscita a fare scappare tutti quelli che hanno cercato di attaccare bottone con il mio sguardo disanimato.

Ho bisogno di solitudine. Ma sono troppo stanca perché la sua presenza riesca a irritarmi.

Esita un secondo, forse i miei pensieri sono fin troppo chiari -Vuoi che ti lascio sola?-

-Si, per favore.-

Lui sospira. Scioglie l'abbraccio e si alza. Prima di andarsene mi sorride, un sorriso di incoraggiamento.

Già.. è una brava persona..

Chiudo di nuovo gli occhi, e assaporo l'aria. Il silenzio assoluto è proprio quello che ci vuole.

Mi piacerebbe addormentarmi, per sfuggire a quest'angoscia. Ma anche il mondo dei sogni non mi lascia tregua..

Soffia una folata di vento. Sento i miei capelli scompigliarsi.

Un'altra folata, e l'aria mi schiaffeggia in pieno viso.. C'è qualcosa nell'aria. Qualcosa di diverso.. Un qualche profumo, una qualche presenza.

Sobbalzo e apro gli occhi.

Il battito cardiaco accelera..

Sesshomaru è a qualche passo da me. E sta bene.

Mi sta guardando, e non riesco proprio a immaginarmi quello che stia pensando.

Per qualche momento sto zitta, travolta dal sollievo.

-Respira, Rin.- Mi ordina.

Io cerco di obbedire. Non mi sono nemmeno resa conto di avere trattenuto il fiato, vedendolo.

Avanza lentamente, e si siede vicino a me. Io abbasso la testa.

-Come stai?- Mi chiede.

-Tu piuttosto.- Rispondo, sempre senza guardarlo negli occhi. Codarda.

Percepisco il suo sguardo indagatore, e chiedo piano -Perché l'hai fatto?- Mi costringo a guardarlo -Ti sei comportato da idiota.-

Il suo sguardo mi pietrifica prima che possa dire altro.

-Dovresti ringraziarmi.- Dice, nella sua voce non è presente nessun tono d'accusa -Sei viva.-

-Pensi davvero che mi sarebbe importato qualcosa di essere viva, se tu fossi morto?-

Mi continua a fissare per alcuni istanti, poi porta lo sguardo sul cielo -Questa è una delle cose che avrei voluto non si verificassero.-

Capisco immediatamente a cosa si riferisce.

Deglutisco, per rendere la voce un po' meno roca -Ma ormai non ci puoi fare più niente. è successo. Ti amo.-

-Già, anche io.- Il suo sguardo è sereno, sempre perso nell'orizzonte.

Poi, a mia sorpresa, si alza così velocemente che i miei occhi umani non riescono a metterlo a fuoco.

-Ti voglio mostrare una cosa.- Mi tende una mano -Ma faremo prima viaggiando a velocità demoniaca.-

L'afferro, leggermente stupita. Quel contatto mi da una sensazione strana..

Poche volte ho avuto un contatto fisico con lui. Non ama essere toccato.

Eppure la sua mano si chiude delicata intorno alla mia.. Come se stringere un'immonda e inferiore mano umana fosse per lui la cosa più naturale al mondo.

Lo vedo tenere gli artigli ben distanti dalla mia pelle.

-Dove andiamo?- Riesco finalmente a chiedere.

Evita la risposta, -Chiudi gli occhi.- Mi dice.

Sospiro e obbedisco. La curiosità ha preso il sopravvento..

Sento qualcosa di terribilmente.. strano. Non doloroso, ma strano.

Come se venissi risucchiata in avanti ad una velocità mostruosa, rinchiusa in un barattolo senz'aria e avvolta da un accecante fascio di luce.

Mi sento tutta indolenzita quando, alcuni minuti dopo, percepisco di nuovo la terra sotto i piedi.

Apro gli occhi esitante. Noi due siamo ancora mano nella mano, ma il posto è diverso.

-Cos'era?- Chiedo, e mi esce una voce buffa.

-Il mio modo di percorrere le grandi distanze.- Lascia la mia mano -Da qui in poi dovremmo proseguire a piedi.-

Ci troviamo in una foresta poco fitta. Il sole filtra con facilità attraverso i rami.

Vicino a noi scorre un piccolo ruscello.. Lo scrosciare dell'acqua è famigliare e rassicurante.

Camminando avverto il piacevole tepore del sole sulla pelle.

Ora che so che sta bene, ora che è vicino a me.. il dolore si attenua.

Per qualche istante, durante questi giorni, ho davvero temuto al peggio..

-Chi è Nichihostu?- Chiedo ad un certo punto, per spezzare il silenzio.

Non che mi importi veramente. Sta bene, è questo l'importante.

Tutto il resto viene dopo.

-è il re dei demoni.-

Quelle cinque parole mi prendono in contro piede. -A questa domanda non ti è concesso rispondere con due parole.-

Esiste un re dei demoni? Mi stupisco per la curiosità che provo..

-Vuoi sentire tutta la storia?-

Annuisco.

-Anche noi demoni siamo governati.- Spiega, inespressivo -E abbiamo delle regole d' onore.

Le regole furono stipulate dai demoni più potenti del periodo, prima ancora che mio padre nascesse. Ma esseri di particolare infimità non ne tennero conto.

Così nel periodo antico fu scelto un demone come re e fu stabilito che i suoi discendenti avrebbero preso il suo posto, per stabilire un po' di controllo su tutti i demoni che si spartivano il territorio.

Ma presto incominciarono a sorgere dei problemi. Nel resto del mondo i demoni maggiori aumentarono sempre di numero, e non conoscendo nessuna autorità si comportavano come meglio credevano..

Inoltre molti demoni di qui cominciarono a considerare troppo piccola l'isola. Volevano ampliare i loro territori.

Ci fu un emigrazione di massa.

Dopo di che, la situazione nel resto del mondo si aggravò sempre di più. Si scatenarono violente guerre, si crearono clan di soli mezzo demoni. Senza contare poi delle violente sommosse dei freddi presenti già da prima nella zona.-

Vorrei chiedere chi fossero i freddi, ma non ho alcuna intenzione di interrompere la storia. Non pensavo che il mondo demoniaco fosse così organizzato..

-La famiglia reale decise così di trasferirsi fuori dall'isola. Confidarono nel fatto che i vari clan rimasti in Giappone avrebbero mantenuto i loro territori, impedendo ai nemici di ampliarli. Per un po' fu così, come ad esempio tra il clan di mio padre e quello delle pantere. Ma poi la situazione degenerò..-

-Con la comparsa della sfera dei quattro spiriti.- Concludo io.

La storia mi ha veramente affascinata, ho tante domande da fargli.. Chissà se mi è permesso sapere più di tanto.

-Nichihostu è il re?-

Annuisce.

-Quindi tu sei stato nel suo palazzo?-

-Suo padre e il mio si conoscevano. è stato.. contento di vedermi.- La sua voce continua a essere totalmente inespressiva, tanto che mi chiedo se lui invece non nutra sentimenti diversi da quelli di Nichihostu.

Poi capisco, e mi scappa un sorriso.

Ma certo.. Sesshomaru inferiore a qualcuno? Sesshomaru non al gradino più alto della scala?

Gli darebbe troppo fastidio. Del resto è un tipo ambizioso..

Decido che è meglio lasciar perdere il discorso Nichihostu, anche se mi incuriosisce tanto. Di sicuro mi risponderebbe, ma non con particolare entusiasmo.

-è ancora distante il luogo in cui dobbiamo andare?- Chiedo.

-Non molto.-

Continuiamo a camminare per qualche minuto, in silenzio.

Non è imbarazzante stare in silenzio con lui..

Nel mio petto batte un cuore caldo e umano, nel suo uno freddo e demoniaco.

Eppure ci intendiamo alla perfezione.. Chissà, forse insieme ci sentiamo completi.


Ci mettiamo circa un quarto d'ora per arrivare.

è una specie di radura scavata nel cuore della foresta.. Come su un'impronta di un enorme bestia, ci troviamo più in basso del livello terreno su cui abbiamo camminato sino a poco fa.

Nel lato est della radura scorre un ruscelletto. Prende velocità nel tratto in discesa.. insinuandosi agilmente fra le rocce.. Poi si addentra nella foresta, nel punto dove il dislivello è più basso.

Al centro della radura torreggia un'enorme quercia.

C'è un senso di pace in quel luogo. Un non so che di magico..

Sesshomaru punta verso la quercia, io lo seguo.

Ci fermiamo a pochi metri dall'albero. Quella vicinanza mi è sufficiente per coglierne parecchi particolari..

Dev'essere antico.. La corteccia è scalfita e rugosa, come la pelle decadente di un anziano.

I rami però sembrano non percepire la sua vecchiaia, e si innalzano fino a toccare il cielo..

Due rami robusti si intrecciano, formando una piattaforma naturale..non riesco a scorgerla bene però.. è protetta da troppe foglie.

Senza pensarci, allungo una mano fino a sfiorare la corteccia.

Calda.

Poggio la mano e trattengo il respiro per alcuni istanti.

-Questa quercia è viva.. non è vero?-

Come risposta, da quello che si può definire il centro del tronco, le rughe della corteccia si fanno via via più calcate.. Fino a formare una sagoma.

Il volto di una vecchia donna.

Lo spirito non sembra minimamente infastidito dal mio contatto..

Guarda Sesshomaru, e gli indica con gli occhi la piattaforma naturale che ho notato prima.

Lui annuisce, poi si rivolge a me -Questa è Furora, la quercia secolare che protegge i figli di chi non può prendersene cura.-

La mano mi cade lungo un fianco. Perché? Perché mi fa questo?

Alzo uno sguardo implorante sul suo volto.

-Mi hai portata dai figli di Ksunade.- La mia voce sa più di una debole constatazione, che di un'accusa.

Esita.. -Non vedrai lei riflessa nei loro occhi.-

Non rispondo e avanzo lentamente verso la piattaforma creata dai rami. Non sono realmente sicura di quello che sto facendo.. Sesshomaru mi segue.

Scosto le foglie.

Sui rami ci sono due angeli.

L'angelo più piccolo è addormentato.. Il suo petto si muove a intervalli di un secondo.

Ha una minuscola mezza luna sulla fronte, come quella del padre. I capelli argentei curiosamente sparati all' insù.

Il volto è dolce, come quello di ogni bambino di pochi mesi.. Ma ha allo stesso tempo qualcosa di affascinante che mi colpisce..

Le orecchie sono lunghe, una caratteristica che accomuna la maggior parte dei demoni. Le manine infantili, incurvate sulla corteccia, possiedono già artigli affilati.. A ogni respiro dischiude leggermente le labbra rosee, permettendomi così di intravedere i canini.

Il bambino è coperto da un tessuto che sembra seta azzurra..

Un angelo distruttore.

L'altro angelo è seduto, appoggiato alla corteccia.

Dimostra al massimo tre anni..

La prima cosa che mi colpisce di lui è lo sguardo.. Gli occhi del bel marroncino chiaro del padre, della stessa forma di quelli di Ksunade.

Ma Sesshomaru aveva ragione. Lei non c'è.

Gli occhi sono attenti, intelligenti.. quasi umani. Non c'è traccia di disprezzo, o cattiveria.

-Ciao..- Gli dico, improvvisamente colta da un attacco di felicità.

L'insicurezza di prima di scioglie davanti a quello sguardo.

-Ciao.- Risponde, incurvando le labbra all'insù.

La sua voce ha un timbro infantile, ma qualcosa di indefinibile me la fa sembrare già adulta..

Sento il bisogno irresistibile di allungare la mano e di toccare la sua.

Lo faccio, e allo stesso tempo, l'angelo allunga anche il suo braccio.

La sua manina si poggia delicatamente sulla mia. Gli artigli sono già tanto affilati da potermi uccidere senza sforzo..

Sento la voce di Sesshomaru dietro di me -Ha la stessa abilità di Ksunade.- Pronuncia il suo nome con freddezza -Spinge gli altri a fare quello che lui desidera. Non la sa ancora controllare.-

Ora capisco. L'angelo desiderava toccarmi.

Sorrido.

Anche lui ha le orecchie appuntite, e i capelli argentei. Le ciocche cresciute sopra le orecchie cadono elegantemente sulle spalle, mentre gli altri capelli rimangono curiosamente corti, come quelli del fratello.

Il suo viso è spoglio da ogni simbolo.. Anche le labbra sottili sono quelle della madre.

Porta già una piccola veste, di color smeraldo. Come il padre, ha avvolto intorno al corpo quello che si può definire un pellicciotto.

Mi sono sempre chiesta cosa sia. Forse una coda?

Non ha nulla da invidiare al fratello, in fatto di artigli o zanne. Però su di lui fanno un effetto diverso..

Un angelo gentile.

Mi ricordo solo dopo qualche istante che dietro di me c'è ancora Sesshomaru.

-Non ho mai visto niente di tanto meraviglioso.- Rispondo alla sua domanda silenziosa.

Lui non risponde. Chissà a cosa sta pensando.. Impossibile dirlo.

Comunque io non mi sforzo di capirlo, sono totalmente rapita dal quel piccolo essere angelico che mi continua a guardare.

Leggo curiosità nei suoi occhi..

Cosa avrò poi di tanto interessante? Sono l'unica cosa banale in questo luogo.

-Perché mi hai portata qui?- Chiedo, senza staccare gli occhi dal piccolo.

Quanto vorrei poterlo prendere in braccio, e stringerlo forte a me.

Potrei farlo?

Con la coda dell'occhio, vedo Sesshomaru voltarsi.

-Insegna loro quello che hai insegnato a me.- Mi dice.

Sento il battito del mio cuore rimbombare nella cassa toracica.

-Mi stai chiedendo di..-

-Esatto.- Risponde, senza aspettare che finisca di parlare.

Una sensazione di ardente felicità mi invade. La sento bruciare in ogni singola parte del corpo.

Non riesco a rispondere. Come potrei definire a parole quello che sto provando? Non capirebbe..

-Non sei obbligata a fare niente, Rin.- Evidentemente ha preso il mio silenzio come un rifiuto. -Se te ne vuoi andare sei libera di farlo.-

Inizia a camminare, e io lo seguo.

-Non capisco che vuoi dire con.. insegna loro quello che hai insegnato a me.- Dico, con voce calma -Io non ti ho insegnato niente. Quello che adesso vedi era già dentro di te..-

Passo le mani sull'erba bagnata dal sole, che mi sta iniziando a sfiorare il bacino.

I miei passi provocano un fruscio leggero..Che in qualche modo va ad inserirsi allo scrosciare del ruscello e al canto degli uccellini in quest'attimo di pace assoluta.

-E allora fallo capire anche a loro.-

-Perché?- è pura curiosità.

-Perché non voglio che commettano i miei stessi errori.-

Mai, e dico mai, prima d'ora ho sentito Sesshomaru ammettere di aver sbagliato in qualcosa.

-..Va bene.- Accetto.

Lui si ferma, ma non mi guarda.

Non credo che abbia intenzione di parlare.. Un passero fischia ripetutamente su un albero, vicino a noi.

Non servono a granché le parole in attimi come questo.

-Come si chiamano?- Chiedo. Sento trasparire nella mia voce un po' della felicità che sta rischiando di accecarmi.

Vorrei urlarlo al mondo intero: sono tremendamente felice!

Felice per aver trovato finalmente il mio posto. Felice perché d'ora in poi non dovrò mai più fingere.

-Non lo so.-

Ci metto qualche secondo per realizzare -Non hai dato un nome ai tuoi figli?-

-Daglielo tu.- Mi risponde.

Questo è un bel dilemma.

Come si possono chiamare i figli di un demone elegante, silenzioso e solitario?

Di sicuro non Shiro. Ci vorrebbe qualcosa di sofisticato. Di diverso, che renda l'idea.

-Che ne dici di.. Koori e Aisu?-

-Se proprio non hai niente di meglio..- Sembra divertito.

Ah, ma certo! Lui vuole dei nomi più maestosi. Più lunghi, e più difficili da ricordare.

Come.. Sesshomaru! O.. Inuyasha!

Non gli vanno bene nomi semplici, che ti saltano subito alla mente, come.. Rin!

Poi, dal nulla, ecco che mi viene un'illuminazione.

-Che ne dici se il primogenito lo chiamiamo Koori Houseki?- Mi rendo conto solo dopo aver parlato di cosa comportano queste parole.

-Va meglio.- Dice.

Houseki.. La figlia di Inuyasha si chiama Hi Houseki, che significa gemma di fuoco.

Mentre il figlio di Sesshomaru, si chiamerebbe Koori Houseki. Ovvero, gemma di ghiaccio.

Per rendere l'idea, la rende. Ma è giusto?

Chissà perché, l'uguaglianza fra questi due nomi mi suona come una profezia. Come un filo, che lega i figli di due fratelli che si detestano..

Quindi.. è giusto legarli? Oppure il loro destino non è fatto per incrociarsi?

I due cugini sono forse destinati ad odiarsi.. come i genitori?

Sento qualcuno che mi tira per il polso e sobbalzo. Non mi sono minimamente accorta che Sesshomaru si è avvicinato così tanto..

La sua stretta mi trascina verso il basso, e io non oppongo resistenza.

Sesshomaru si corica a terra, fra l'erba incolta. E io appoggio la testa al suo petto.

Mi azzardo a dare un'occhiata al suo volto. Sembra rilassato, in pace con se stesso.

Sospiro. -L'idea del nome non è stata la mia. Hai più visto Inuyasha ultimamente?-

-No.- La sua voce è perfettamente incolore.

Riesco a capire molte cose di lui. Ma non cosa prova esattamente nei confronti del fratello.

-Be', ha una figlia. È molto bella.. avrà più o meno l'età di Koori. Si chiama Hi.. Hi Houseki.-

Niente di lui, si muove. Né il suo corpo, né il suo viso fanno una piega..

In questo momento darei tutto quello che ho per sapere a cosa pensa..

-Quindi?- Chiede dopo un po'.

-Per te va bene? Hanno lo stesso nome.-

-Un nome non significa niente.-

Annuisco. So che razionalmente ha ragione. Però..

Però niente, mi dico. Ficcati in testa che Sesshomaru e Inuyasha non si possono vedere. E così sarà anche per la loro discendenza.

Ma è mai possibile che sia veramente così?

Cerco di riscuotermi da quei pensieri. Infondo, non sono affari che mi riguardano.

-E il secondogenito?-

-Va bene Aisu.- Capisco che vuole chiudere il discorso dei nomi.

Alzo gli occhi. Lo vedo pensieroso..

Il sole caldo brilla tra i suoi capelli.

Chiudo gli occhi, e assaporo quel momento di beatitudine.

Non so quanto tempo passa.. Mi sento piacevolmente assonnata. Il suo petto si alza, a intervalli di pochi secondi. La luce calda del sole mi coccola. Sento la sua mano accarezzarmi distrattamente i capelli..

Vorrei che durasse in eterno. Vorrei che questo momento si protendesse all'infinito.

Ad un certo punto sento la sua voce, bassa. È quasi un sussurro -Sono contento che tu abbia accettato di accudire Koori e Aisu.-

-Anche io.- Rispondo, senza aprire gli occhi -D'altronde sono sterile.-

Lo sento alzare la testa all'improvviso. Come se la rivelazione lo scioccasse.

Io invece non faccio una piega.

-Me l'ha detto il dottore. Avevo 13 anni.- Spiego.

Dopo quella rivelazione, avevo passato una settimana orribile. Ma adesso non mi sembra più poi tanto importante.

-Non me l'avevi detto.-

-Oh, andiamo.- Sorrido, malinconica -Non dirmi che ti sarebbe piaciuto avere un figlio da me. Tu odi i mezzo demoni.-

-.. Non credo che lo odierei, se fosse figlio mio.-

A quelle parole apro gli occhi, stupita.

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


Epilogo


-Ti sta d'incanto.-

-La ringrazio.-

-Il rosso si accosta divinamente con la tua carnagione.-

-Grazie..-

Mariko è abituata a ricevere complimenti, questo lo so bene. Probabilmente è da quando è nata che la gente le dice “oh, ma che capelli setosi!”, “che profilo dolce”, “che bel fisico”..

Però non posso fare a meno di chiedermi se lei, tutte le volte che fanno simili commenti, si senta così piacevolmente compiaciuta.

A me non hanno mai fatto quei gran bei complimenti, a parte ovviamente mio padre adottivo..

Da piccola avevo sempre qualcosa di rotto, ed ero infangata dalla testa ai piedi.

Non mi interessava l'aspetto esteriore, e di conseguenza la gente mi guardava come si guarda un animale.

Certi dicevano che avevo subito un trauma troppo grosso con la morte dei miei genitori.. Così mi picchiavano e mi sgridavano, per scuotermi.

Ma io non ce la facevo. Mi mancavano le carezze della mamma, la voce del papà, e i giochi con mio fratello.

Non volevo più parlare con nessuno, e così ho smesso di parlare.

Non volevo più piangere per nessuno che non fossero loro, così ho smesso di piangere.

Quando i bambini del mio villaggio mi vedevano, tutta sporca e con i capelli arruffati, si nascondevano dietro le loro mamme. Avrei desiderato imitarli, ma io non ce l'avevo più una mamma dietro cui nascondermi..

Nessuno sembrò desideroso di salvarmi da quella solitudine. Tutti mi consideravano “ormai perduta”. Alcuni dicevano che non avrei mai più riacquistato la parola. Ero diventata matta. Non avrei mai trovato il mio posto nel mondo..

Si sbagliavano.

Ora parlo. Ora sono felice. Ora, con il mio kimono nuovo addosso, mi sento brillare.

E mentre mi guardo allo specchio penso, sono bellissima. Ma questo non mi impedisce di voler giocare nell'acqua e di scompigliarmi i capelli nel vento.

Anche il mio posto l'ho trovato. Magari non è esattamente quello che si dice “consueto”, ma è comunque mio.

L'ho trovato proprio quando non ci speravo più.

-Quanto le devo?-

-Non essere sciocca, figliola.-

-Ma l'ha cucito lei!-

-Il prossimo abito che ti farò lo pagherai.-

Sorrido -Ne è sicura?-

-Altrimenti non te l'avrei detto.-

-Allora grazie.- Faccio un inchino e esco dalla sartoria.

La luce del sole mi colpisce in pieno viso. Ho la sensazione che brilli solo per me.

Imbocco la stradina di terra battuta del piccolo villaggio guardandomi attorno.

C'è gente felice.. Una donna culla il suo bambino canticchiando a bassa voce una canzone. Una giovane sposa accoglie il marito in casa, -Ti ho preparato il pranzo.- la sento dire.

E ancora, delle bambine giocano per strada con delle bamboline di pezza.

Ma ci sono anche persone tristi. Un uomo senza una gamba, con gli evidenti segni della guerra sul volto, si volta a guardarmi quando gli passo davanti.

Due uomini seppelliscono il cadavere di un ragazzo della mia età. Vicino a loro una donna piange, con una mano premuta davanti alla bocca per soffocare i singhiozzi.

Volto la testa a quella scena, e continuo a percorrere la stradina cotta dal sole.

È come se ne fossi fuori. Come se vivessi in un'altra dimensione..

Quando faccio le mie solite visite al villaggio, mi sento come se avessi attraversato un portale magico che mi riporta alla vita consueta.

Lo riattraverso, ed eccomi di nuovo nella mia dimensione.. Fatata, angelica.. Assolutamente troppo splendida per essere vera.

Mi accorgo di essere uscita dal villaggio solo quando gli alberi iniziano a coprire il sole, e il sentiero lascia il posto a lunga erba incolta.

Proseguo verso il fitto della foresta. Ormai la strada la conosco così bene che non mi serve più neanche guardarmi intorno per orientarmi.

Dev'essere qui da qualche parte, quel portale. Non lo vedo, ma sono sicura che sia qui.

Cammino.. per quanto? Mezz'ora? Un'ora?

Il tempo scivola via come l'acqua sulle rocce..

So che ad un certo punto sento la terra inclinarsi gradualmente, e infine mi trovo nella famigliare radura incolta. Dove al centro si erge la quercia secolare Furora.

Ai suoi piedi, Aisu sta giocando distrattamente con dei fili d'erba.

Non appena mi vede alza lo sguardo e allunga le braccine.

Io mi avvicino sorridendo e lo prendo in braccio.

I suoi occhietti marrone chiaro mi osservano attentamente, vagamente incuriositi. Probabilmente si chiede come mai oggi sembro ancora più felice del solito.

Ebbene, non c'è una spiegazione razionale. So solo che centra con il kimono e ciò che Mariko mi aveva detto, un po' di tempo fa.

-Dov'è papà?- Chiedo a Aisu.

Lui volta la testa e io seguo il suo sguardo.

Sesshomaru è seduto sotto un alberello, alla riva del torrente dove sta giocando Koori.

La luce del sole fa splendere i suoi lunghi capelli argentei e il suo volto in maniera quasi innaturale.

Ecco, forse questo rende meglio l'idea di cosa intendo per dimensione parallela.

Mi avvicino a lui. Ha gli occhi chiusi ma sono sicura che non stia dormendo, ha detto che mi aspettava.

Infatti non appena mi siedo al suo fianco, apre gli occhi.

-Bentornata.- Mi dice.

Aisu si libera dal mio abbraccio e raggiunge il fratello.

Fino a un attimo fa, Koori stava giocando con l'acqua. Voleva capire perché quando la prendeva in mano sfuggiva via..

Aisu sembra trovare questo gioco noioso. Lancia un'occhiata torva al fratello maggiore, ma lui non se ne cura.

Aisu volta la testa e guarda in alto. Che si sia arreso dal persuadere Koori dalla sua occupazione?

Poi però vedo la cosa che ha attratto la sua attenzione.

Una farfalla svolazza a qualche metro sopra di lui, che la sta fissando con espressione indecifrabile.

All'improvviso la farfalla splende. Lancia bagliori colorati per tutta la radura.. Anche se non sembra accorgersene, perché continua a svolazzare tranquilla.

Koori alza la testa per guardare la farfalla.

Anche io e Sesshomaru la stiamo guardando.. Lui totalmente impassibile, io un po' affascinata, ma per nulla sorpresa.

Dopo un po', Aisu pare stufarsi. Non appena distoglie lo sguardo da lei, la farfalla smette di splendere e l'illusione si dissolve.

-Sesshomaru..- Dico, guardando Aisu sfiorare la superficie dell'acqua con la punta delle dita -Mi puoi dare un attimo Tenseiga?-

Avverto il suo sguardo addosso, ma non fa domande. Sfila il fodero di Tenseiga e me la passa.

La prendo in mano, e dopo qualche istante estraggo la spada. Avverto ancora il suo sguardo addosso.

Tenseiga non ha alcun potere offensivo, e se non fosse per lei io adesso non sarei qui.

Come Tessaiga, la spada di Inuyasha, è in grado di uccidere cento individui, Tenseiga ne è in grado di ricongiungere alla vita cento.

Si potrebbe dire che sono l'esatto opposto. Una uccide, e l'altra guarisce.

In un epoca di guerra come la nostra Tenseiga potrebbe essere molto utile, ma Sesshomaru preferirebbe che suo padre gli avesse lasciato Tessaiga.

Credo che sia uno dei motivi per cui ce l'ha tanto con suo fratello.. Credo che si chieda cos'abbia in più di lui.

Perché suo padre ha lasciato a lui Tenseiga e a Inuyasha la zanna più potente?

Il problema di Sesshomaru è che non riesce a vedere.

Io penso di capire suo padre..

Tessaiga placa l'indole demoniaca di Inuyasha, che rischierebbe altrimenti di avere il sopravvento. E lo aiuta, lo protegge. Perché Inuyasha non ha i poteri di un demone completo. Infondo lui è un mezzo demone..

Mentre Tenseiga è l'esatto contrario. Essa cerca di aumentare l'indole umana di Sesshomaru.

Solo una persona che ha veramente a cuore gli esseri umani può usare Tenseiga. E Sesshomaru riesce a usarla.

Senza Tenseiga dubito che si sarebbe accorto di non avere il cuore di duro ghiaccio, come lui stesso pensava. Non sarebbe mai venuta fuori la sua parte più umana e lui sarebbe diventato solo un mostro avido di potere, nato solo per uccidere.

Come suo padre voleva evitare questa sorte ad Inuyasha, desiderava fare lo stesso per Sesshomaru.

Si, lui ha capito molto bene i suoi due figli.

E chissà che non abbia previsto anche me.

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Fine =) Ringrazio veramente tutti quanti per avere recensito, o per avere solo letto. Mi avete fatto veramente molto piacere. Voglio che sappiate che comunque la storia non è finita.. In questi giorni posterò "silvery sentinels" una ff dove mi sono impegnata parecchio. Curiosi? =) Vi posso dire che Silvery Sentinels vede come protagonisti Hi, Koori e Aisu, ed è molto più dettata dalla mia fantasia che dall'anime, lo ammetto. è la loro storia.. Mi sono detta: cosa potrebbe succedere ai figli di sesshomaru e inuyasha? Che carattere potrebbero avere? Che esperienze potrebbero fare? E dal nulla mi è uscita questa storia.. Se qualcuno è incuriosito e vuole provare a seguirla, lo ringrazio =) 

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