If it were only the other way!

di JulieDashwood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il desiderio ***
Capitolo 2: *** Nuova vita. ***
Capitolo 3: *** Cambiamenti ***
Capitolo 4: *** A scuola ***
Capitolo 5: *** Heidi ***
Capitolo 6: *** Domenica Mattina ***



Capitolo 1
*** Il desiderio ***


1 Capitolo

 

Il desiderio.

 

Era un’afosa notte di agosto.

Il cielo era nero come la pece e le stelle splendevano come da tanto non facevano.

Bill Kaulitz, il frontman della band più famosa degli ultimi anni, osservava sospirando quei lumi.

Era stanco, molto stanco.

Il mattino aveva dovuto fuggire da una folla di fans urlanti che lo avevano sorpreso mentre usciva dall’hotel, il pomeriggio aveva avuto un’intervista ad una radio: stesse domande, stesse risposte, stesse battute.

 Infine, la sera, si era rinchiuso in camera e così un’altra giornata simile a molte altre era passata.

Ora, con le braccia poggiate sulla ringhiera del balcone, ammirava le stelle; ad un tratto qualcosa attirò la sua attenzione: una stella cadente.

“ Voglio tornare indietro nel tempo, voglio una vita normale, voglio che nessuno si ricordi più dell’esistenza dei Tokio Hotel ” 

disse Bill, poi scoppiò in una risata. “  Quanto sono patetico. Meglio andare a dormire, domani mi attende una giornata impegnativa. ”

Detto questo il ragazzo esile dalla capigliatura stramba si gettò nel suo letto a due piazze, si mise nel centro, abbracciò il cuscino e si addormentò.

 

Il mattino seguente la sveglia suonò insolitamente alle 7:30 del mattino.  

“ Che cavolo…. ” mugugnò Bill cercando di colpire la sveglia con un pugno.

“  Bill! Svegliati! O farai tardi a scuola..! ” disse una voce familiare.

Bill si alzò di scatto.

“  CHI SEI? ” urlò Bill alla porta. “ D-dove sono?!? ” disse dopo essersi accorto che quella non era la porta della sua camera di albergo.

Si alzò in piedi e guardò il piccolo stanzino pieno di poster di Nena, dei Green Day e degli Aerosmith.  “  Questa.. è la mia camera. ”

 

“ Bill, sbrigati.. non vorrai fare tardi il primo giorno di scuola. ” disse un’altra voce familiare.

“ T-Tom sei tu?! ”disse Bill tremando.

“ No, tua nonna. ” disse Tom.

“ Entra ” sussurrò Bill.

La porta si aprì di scatto e un ragazzino con i dreadlocks biondi e una bandana in testa entrò.

Bill quasi svenì. Dopo qualche minuto di silenzio cominciò ad urlare.“ TOM!!!! COSA TI E’ SUCCESSO?!?! PERCHE’ SEI DIVENTATO…PICCOLO! ”

Tom lo guardò sbigottito, poi scoppiò in una fragorosa risata.

“ Bill.. devi aver fatto un brutto sogno.. ” disse Tom tra una risata all’altra, con le lacrime agli occhi.

“ Ascoltami.. ” disse Bill cercando di parlare con un tono di voce che non superasse i 100 Decibel.

“ Io…tu…noi… a quest’ora dovremmo essere pronti per un’intervista.. David ci ammazza.. dove cavolo siamo?! ”

Lo sguardo di Tom passò da divertito a perplesso.

“ Bill, perché noi due dovremmo fare un’intervista? ”

Bill cercò di rispondere senza guardare quel volto troppo piccolo da come l’aveva visto la sera prima.  “ Tom…Tokio Hotel ti dice niente..? ”

“ Cos’è un’agenzia di viaggi? ” disse Tom di nuovo con quel fastidioso tono divertito.

“ E’ una band, diamine! B-A-N-D! ” disse Bill arrabbiato.

“ Una band con un nome così ridicolo non può che fare musica ridicola..” disse Tom. “ Ora sbrigati, o faremo tardi a scuola.. ”

“ TOM! BASTA SCHERZARE! TOKIO HOTEL, SIAMO NOI I TOKIO HOTEL! IO, TU, GUSTAV, GEORG! ” Bill non riuscì più a trattenersi.

“ Bill, mi stai facendo preoccupare. Quanto a Georg e Gustav…non li sentiamo dal giorno del matrimonio di Karin e, cosa più importante.. Noi non suoniamo in nessuna band! Ora è davvero tardi per scuola.. io vado. Ci vediamo lì! ” disse Tom scocciato, e sbatté la porta dietro di se.

Bill girò un attimo per la stanza.

“ Sto sognando.. ” si ripeteva in mente. “ Però è piacevole tornare nella propria stanza…”

Decise di uscire dalla sua camera e godersi quel sogno fino alla fine.

Andò in bagno.

“ Che strano.. fare la pipì mentre si sogna.. ” pensò Bill, poi un pensiero gli balenò in mente. “ Cavolo! Quando mi sveglierò l’avrò fatta nel letto..!! ”

Smise subito di fare la pipì e andò verso lo specchio.

Urlò.

Aveva i capelli corti, con dei ciuffi rossi sparsi qua e là. Ma non era questa la cosa più sconvolgente.

Il suo volto, infatti, dimostrava non più di sedici anni.

Una donna entrò subito in bagno. “ BILL! COSA SUCCEDE? ”

Bill si girò lentamente verso la voce. “ M-mamma..? ”

“ Bill perché hai urlato?! ” disse la madre di Bill.

“ Le dico tutto? ” pensò Bill. “ Tanto è solo uno stupido sogno..”

“ Mamma, sto sognando. ” disse Bill convinto. “ Sto sognando e mi sono spaventato perché ho di nuovo il volto di un sedicenne.. ”

Simone lo guardò sconcertata. “ Bill, questa scusa mi è nuova. Eppure era Tom quello che inventava di tutto e di più per non andare a scuola.. ora sbrigati. Sogni…? Pff, ti do una mazzata in testa e vediamo se sogni.. ”

Bill rimase sbigottito.

Quando Simone uscì dal bagno, diede un pugno al muro.

“ AHIA! ” urlò scuotendo la mano. “ Non sto sognando.. ”  sussurrò al riflesso del ragazzino nello specchio.

 

 

Ehi! Spero vi piaccia questa mia nuova FF! Se avete voglia, recensite, mi fa sempre molto piacere sapere come la pensate. (: Baci! Giù;

 

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Capitolo 2
*** Nuova vita. ***


2 Capitolo.

 

Nuova vita.

 

In qualche modo Bill era riuscito ad infilare una di quelle felpe di seconda mano che usava quand’era piccolo.

Come faceva a sapere che erano di seconda mano? Lo sapeva.  

Odoravano di quel negozio dov’era solito comprarle in passato. Era un odore misto di incenso e fumo che si impregnava al tessuto e che, anche dopo tanti lavaggi, non andava via del tutto.

Quella felpa doveva essere appena acquistata, perché aveva ancora un odore forte.

 

Mentre stava cercando di sistemare quei capelli ridicoli i suoi occhi ricaddero sulle proprie mani.

Un gridolino gli uscì dalla bocca senza rendersene conto.

Le sue mani erano bianche e un po’ ruvide. Le dita leggermente tozze, le unghie pitturate di nero, ma .. quando aveva messo lo smalto? Forse qualche settimana prima, perché più che smalto sembravano spruzzi di nero di seppia.

La cosa più terribile, però, erano le pellicine vicino alle unghie e.. i tagli irregolari delle unghie stesse. Sembravano come.. mangiucchiate.

Mise i primi guanti che trovò in quella camera, non voleva guardare l’orrore delle sue mani, poi uscì di casa, senza salutare nessuno.

“ Ciao Bill. Non essere arrabbiato con me, almeno salutami..! Buona scuola! ” disse Simone affacciandosi dalla finestra che dava sul cortile.

Bill si girò. “ Ciao..mamma..! ” disse sforzando un sorriso, poi s’incamminò verso il vialetto.

 

Finalmente era solo. Ora poteva pensare..doveva capire..

“ Perché questo sogno è così reale? ” pensò Bill mentre percorreva quel vialetto.

Poi si ricordò improvvisamente della sera prima.

“ Io.. ho espresso quel desiderio.. ” disse Bill fermandosi di colpo e parlando da solo. “ Ma.. non può essere! Ho espresso talmente tanti di quei desideri in tutta la mia vita, e giusto questo avrebbe dovuto avverarsi? ”

Bill cercava di auto convincersi che quella non poteva essere la ragione di tutto ciò che gli stava accadendo, ma non c’era altra spiegazione e dovette accettare l’unica che aveva.  

 

Cominciò così la nuova vita di Bill Kaulitz, frontman di una band sconosciuta ed inesistente, vent’enne rinchiuso nel corpo di un sedicenne e popolare come lo sfigato della scuola.

 

“ Chi si vede.. ” borbottò Tom quando, dopo essere uscito da scuola, incontrò un Bill indeciso su quale strada prendere.

“ Scusa..Tom..si, perché tu sei.. Tom.. ” disse Bill più a se stesso che a suo fratello.

“ Bill, cos’hai oggi? Perché sei così strano? ” disse Tom preoccupato.

“ Non mi crederesti se te lo raccontassi.. ” disse Bill assumendo l’espressione avvilita che faceva sempre sentire in colpa Tom.

“ Tu raccontami. ” disse Tom con tono fermo, sperando di riuscire a capire cosa tormentasse il suo fastidioso, paranoico, autocommiserante.. ma tanto adorato fratellino.

 

Bill non sapeva da dove cominciare, così stette per qualche minuto in silenzio, poi prese un profondo respiro e raccontò di quando avevano deciso di formare una band, degli anni passati in giro per il mondo, di quella sera, del desiderio espresso.. e del suo risveglio in quella dimensione a cui non apparteneva.

Lo sguardo di Tom, durante il racconto, era passato da comprensivo a divertito, da divertito ad esterrefatto, da esterrefatto a preoccupato.

“ Non mi credi.. ” disse Bill alla fine del suo racconto.

Tom non rispose.

“ So che può sembrare assurdo… pensa a me! Tutto ciò non ha senso.. io non ho sedici anni! Io sono famoso, tu sei famoso!! Dovremmo essere in uno studio di un programma americano, seduti su delle comode sedie a parlare del nostro nuovo cd.. ” disse Bill gesticolando esageratamente.

Tom lo fissò dritto negli occhi. “ Giurami di dire la verità. ” disse freddamente.

Bill sostenne lo sguardo e rispose “ Potrei mai mentirti su qualcosa del genere? Potrei mai inventarmi tutto questo? ”

Tom leggeva la sincerità negli occhi di Bill. Conosceva bene lo sguardo di suo fratello quando mentiva.. non era mai stato bravo a dire bugie.

Ma ora i suoi occhi erano lucidi, l’espressione seria.. non poteva mentire con tale destrezza.

 

“ Ti credo. ” concluse Tom. “ Ma se dovessi mai scoprire che questo è uno scherzo.. faresti brutta fine. ”

Si guardarono per un attimo negli occhi e poi scoppiarono a ridere.

 

“ Quindi non sai nulla di questa tua vita.. ” disse Tom.

“ So solo che tu sei mio fratello, che Simone è nostra madre e che Gordon è suo marito. ” disse Bill.

“ Gordon non è sposato con mamma! ” esclamò Tom.

“ Ora so una cosa in più.. ” disse Bill con un tono a metà tra l’esaurito e il disperato. “ quante cose ancora non so? ”

Tom lo guardò con l’aria di uno a cui è appena venuta un’idea brillante.

“ Oh, tante tante cose..! ” disse Tom divertito. “ Per esempio.. tu hai una ragazza. ”

Bill quasi cadde dagli scalini che lo portavano nel suo cortile. “ C-cosa? Io avrei cosa? ” disse deglutendo. 

“ Una ragazza.. ” disse Tom ancora più divertito. “ Si chiama Karin, domani la vedrai a scuola.. cerca di comportarti come farebbe il vero Bill. ”

“ Ma io sono il vero Bill! ” ribatté Bill. “ Solo che per qualche scherzo del destino, mi ritrovo indietro nel tempo con una vita che mi è del tutto sconosciuta. ”

Tom lo tirò per un braccio. “ Stai tranquillo.. non è poi così male la vita qui. Ora sbrighiamoci ad entrare a casa, perché ho una fame bestiale. ”

Bill si lasciò trascinare dentro e cercò di annullare tutti i suoi pensieri.

 

Hey! So che questi primi capitolli sono noiosi, spero davvero di non deludere le vostre aspettative! Grazie per le recensioni, come sempre, siete troppo gentili ** GRAZIE! Giù;

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Capitolo 3
*** Cambiamenti ***


3 Capitolo  

 

Cambiamenti.

 

 

“ Su, Bill.. fatti forza.. è lei la tua ragazza..l’hai scelta tu.. ” disse Tom fingendo un tono comprensivo e sforzandosi di non ridere.

Bill stava per svenire quando vide la sua ragazza.

“ Non può essere.. ” continuava a ripetere Bill a mo di cantilena. “ Non solo una nuova vita.. ma una ragazza così.. ”

Tom gli diede una pacca sulla spalla, gli rifilò il foglietto con le indicazioni per raggiungere la sua classe e corse dritto tra le braccia, o meglio dire, tra il davanzale di una biondona platinata.

 

Bill si avvicinò tremante alla ragazza alta e brufolosa che doveva essere la sua fidanzata.

“ K-Karin.. ” sussurrò Bill.

La ragazza si voltò.

“ Bill… tu, m-mi rivolgi la parola..credevo che dopo l’altro giorno non mi avresti più parlato.. ” disse Karin diventando rossa e balbettando un pochino.

“ Oh..no.. ” disse Bill confuso. “ C-cos’è che sarebbe successo? ”

La ragazza lo fissò un attimo, poi gli rispose.

“ Bill, sai che ho da sempre una cotta per te, l-l’altro giorno mi sono dichiarata ed ecco.. tu sei scappato via dicendomi che non ero il tuo tipo.. ” disse Karin, mentre il suo volto passava da rosso a violaceo.

 

“ Maledetto Tom.. ” pensò Bill sentendosi davvero sollevato.  “ Gliela farò pagare! ”

“ Karin, ora mi ricordo..! ” disse Bill cercando di nascondere il sorriso che gli si era stampato in faccia da quando aveva ricapito di non essere il ragazzo di quella specie di babbuino brufoloso.

“ Mi dispiace davvero, fra noi non potrà mai esserci nulla. Spero tu non te la prenda per questo. ”

Karin scoppiò a piangere e corse via.

   “ Direi.. che l’ha presa piuttosto bene.. ” pensò Bill e si avviò verso la classe.

 

 

“ Bill, chi cavolo credi di essere. ” disse Tom stupito quando aveva visto Bill che camminava con aria altezzosa per i corridoi, sotto lo sguardo divertito di tutto il liceo.

“ Perché mi parli così..? ” chiese Bill sorpreso.

“ Non ti accorgi di come ti comporti, di come..ti atteggi? Non rivolgi la parola a nessuno, guardi le ragazze come se dovessero tutte stare ai tuoi piedi.. ” rispose Tom.

 

Bill capì che doveva cambiare tutte le sue abitudini, i suoi atteggiamenti, doveva cambiare modo di vivere… ma forse poteva anche cambiare lui quel Bill ragazzino  che ormai non gli apparteneva più da anni.

 

Lo stesso pomeriggio andò dal parrucchiere e si tinse i capelli completamente di nero, li tagliò più corti e aggiusto il ciuffo che ricadeva sull’occhio destro.

Comprò nuovi vestiti, non poteva permettersi quelli costosi che ormai era abituato ad avere, ma quantomeno quelli che aveva preso non odoravano di fumo e incenso.

 

“ Sopporta tutto questo Bill.. sopporta.. devi solo aspettare la prossima stella per esprimere un altro desiderio.. ” si ripeté Bill più volte mentre selezionava gli unici capi decenti di quel piccolo negozio di abbigliamento vicino casa.

 

Verso il crepuscolo Bill fece ritorno a casa.

“ Ciao ma.. ” disse Bill distrattamente poi, dopo qualche secondo, si fermò.

“ Eppure è bello tornare a casa e trovare mia madre con il viso macchiato di pittura intenta a cucinare..” pensò Bill sorridendo, e corse in cucina ad abbracciare Simone.

“ Ti voglio bene, mamma! ” disse Bill stringendola fortemente.

Simone sorrise e strinse suo figlio. “ Ti voglio bene anche io, Bill. ”

    

Quella fu la cena più bella di tutti gli ultimi anni.

Tutto era così normale, nessuno si preoccupava di stalkers, ladri, interviste da fare…

Tom era lo stesso Tom di sempre, il suo livello di maturità non cambiava di molto da sedicenne a ventenne!

Bill aveva le persone che più amava vicino, cosa poteva desiderare di più?

Quella sera non pensò neanche minimamente agli strani eventi che avevano sconvolto la sua vita.

 

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Capitolo 4
*** A scuola ***


 

 4 Capitolo.

A scuola

 

“ Bill! Come mai in piedi così presto..e… come ti sei vestito?? ” disse Simone vedendo entrare Bill in cucina.

“ Ho deciso di rinnovare un po’ il mio look! ” disse Bill allegramente, fiero dei suoi nuovi vestiti.

Simone lo guardò teneramente. “ Il mio Bill cresce.. ” pensò.

Quella era una tiepida mattina autunnale.

Bill e Tom camminavano nel viale alberato che conduceva a scuola.

“ Sono meravigliosi i colori in questo periodo.. ” disse Bill sognante, ammirando le foglie rosse e marroni portate dal vento.

“ Si..certo.. ” disse Tom distrattamente. “ Io preferisco il nuovo colore di capelli di Anna.. ”

“ Sei un bambino.. ” ribattè Bill contrariato. “ Sempre a pensare alle ragazze.. ”

“ Scusa.. non ho mica vent’anni come te! ” disse Tom facendo spallucce.

“ Oh, Tom. Posso dirti con certezza che anche a vent’anni sarai lo stesso. ” disse Bill ridendo, Tom lo imitò.

 

“ Perchè dobbiamo andare in classi diverse? ” disse Bill tristemente. “ Non conosco nessuno..ieri non ho nemmeno guardato in faccia i miei compagni.. ”

“ Bill..ci hanno separato al primo anno perché facevamo troppo casino.. ” disse Tom con l’espressione di uno che ricordava imprese gloriose.

“ Sono uno che fa casini? ” chiese Bill.

“ In realtà ero solo io, tu eri il mio aiutante.. di solito sei un ragazzo molto timido, impacciato e sfigato con le ragazze.. ” rispose in tutta sincerità Tom.

“ Grazie Tom, sai davvero consolarmi. Comunque, ho deciso! Perché devo cambiare io? Cambierà questo Bill. L’essere famoso mi ha reso più sicuro di me, più aperto con la gente.. e.. avessi visto tutte le ragazze che morivano per noi! Soprattutto per me! ” disse Bill ridendo.

“ Immagino che tu sia stato con molte ragazze.. ” disse Tom con gli occhi sognanti.

“ A dire il vero, neanche una. ” ammise Bill. “ La fama condiziona le relazioni. Non sono mai riuscito ad avere un rapporto serio con una ragazza.. a differenza di te! ”

“ Immagino.. ” disse Tom sognando ad occhi aperti.

“ Ma quanto immagini, Tom? ” disse Bill ridendo.

“ Vorrei davvero essere famoso.. ” disse Tom.. poi, come risvegliandosi da un sogno, esclamò “ Bill, mi sa proprio che dobbiamo entrare. ”

Bill osservò il cortile della scuola. Una folata di vento trascinò un foglietto di carta.

Silenzio.

“ CORRI! Oggi ho il test di matematica! ” disse Bill in preda al panico, trascinando Tom dentro l’edificio scolastico.

 

Quando Bill arrivò in classe, i compagni erano tutti intenti a compilare un foglio pieno di scritte incomprensibili.

“ Non si smentisce mai, Kaulitz. ” disse il professore di matematica.

“ mi scusi professor ” iniziò a dire Bill, ma poi si fermò quando si rese conto di non sapere il cognome del professore. “. ..professore. ” concluse, e si andò a sedere nel suo banco.

 

Il test non era poi così difficile come pensava. Ricordava ancora qualcosa dei corsi per corrispondenza che aveva fatto nella sua “ altra vita ”, alla fine poteva ritenersi fiero delle sue risposte.

 

Suonò la seconda ora.

 

“  Ragazzi.. ” disse la vicepreside entrando nella classe. “ Voglio che diate il benvenuto a questa ragazza. E’ nuova qui, non è entrata prima perché stavate facendo il test. ”

Dette queste poche parole, la vicepreside si dileguò, lasciando la nuova arrivata sola sulla soglia della classe.

 

Bill si alzò dal banco e, sotto lo sguardo attonito e incuriosito di tutta la classe, diede il benvenuto alla ragazza.

“ Ciao! Io mi chiamo Bill Kaulitz, ho vent’.. sedici anni .. benvenuta in questa classe! ” disse Bill allegramente stringendole la mano.

La nuova arrivata lo guardò freddamente e, mollando la presa, disse un secco “ Piacere, Heidi. ”

Bill rimase scioccato dalla freddezza di quella ragazza e, silenziosamente, andò a sedersi.

Per tutto il resto della mattinata continuò ad osservare la nuova compagna, seduta qualche fila più avanti di lui.

Osservò come il castano dei suoi capelli rifletteva i raggi del sole, come le sue dita bianche continuassero a tamburellare nel banco, come i suoi denti continuassero a torturare il labbro inferiore.

“ Perché mi ha trattata così. ” pensava Bill senza riuscire a smettere di guardarla. “ Chi si crede di essere. C’erano ragazze ben più belle completamente innamorate di me quando …ero famoso. ”

Quando suonò l’ultima campanella Bill, stizzito, corse verso l’uscita.

 

“ Ho visto come la guardavi.. ” disse Tom quando vide Bill uscire dalla sua classe. “ Ho sbirciato dal finestrino lassù! ”

“ Con odio. ” disse Bill freddamente. “ Non mi ha neanche calcolato.. mi ha trattato come se fossi.. ”

“ Abbassa la cresta, fratellino. ” disse Tom seriamente. “ Non sei più il cantante famoso. Non crederti chissà chi. Può essere stata maleducata.. ma ad una come quella io le perdonerei tutto. ” concluse con una nota di malizia nelle ultime tre parole.

Bill gli assestò un pugno in testa. “ E’ ora che la smetti di pensare in quel modo alle ragazze. ”

Ci fu silenzio.

I due cominciarono a ridere.

 

 

 

“ Sai Bill.. ” disse Tom mentre scarabocchiava due numeri nel suo quaderno di aritmetica. “ Oggi Sabine, quella ragazza che ti piaceva tanto, o meglio, piaceva tanto al vecchio Bill.. mi ha detto che ti trova davvero carino. ”

“ Non so chi sia. ” disse Bill seccamente, non riusciva a togliersi dalla testa quella Heidi.

“ E’ una..bomba! ” disse Tom.

“ Non voglio una bomba io, io voglio una ragazza con un po’ di cervello in testa. ” disse Bill con lo stesso tono di prima.

Tom sembrava deluso.

“ Rivoglio il mio Bill, quello vero.. ” disse fra sé e sé.

Quelle parole ferirono Bill.

“ MA GRAZIE TOM! TU RIVUOI IL TUO BILL..? IO RIVOGLIO LA MIA VITA. NON SEI TU A TROVARTI IN UNA VITA A TE SCONOSCIUTA!!! ” disse Bill scoppiando a piangere.

“ Tu non sei mio fratello, sei solo un estraneo. ” detto questo si alzò e sbatté dietro di se la porta.

 

Ciao a tutte! (: Grazie davvero per le recensioni,non sapete quanto mi rendano felice *___* Grazie, grazie grazie!!!

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Capitolo 5
*** Heidi ***


5 Capitolo

Heidi

 

“ Quante volte devo ripetertelo.. ” disse Tom esasperato. “ Scusami fratellino, scusami.. ”
Bill uscì dalla sua stanza.
Tom trattenne a stento una risata.
“ Cosa c’è..? ” sussurrò Bill a mezza voce.
“ Dovresti guardarti allo specchio.. ” disse Tom cercando di mantenere un tono serio.
Bill prese il telefonino e si specchiò nello schermo spento: era tutto macchiato di nero.
Con la manica della felpa cominciò ad asciugarsi il viso, poi sorrise a Tom.
“ Facciamo finta che non sia successo niente. ” disse secco Bill.
Tom lo abbracciò e poi gli diede una pacca affettuosa nella spalla.

“ Bill, dimmi.. ti piace quella ragazza nuova, non è vero? ” disse Tom.
“ No, non mi piace.. ” disse Bill arrossendo violentemente. “ E poi.. io sono alla ricerca dell’anima gemella. Sono assolutamente convinto che quando incontrerò la ragazza giusta, sia in me che in lei, scatterà quella scintilla che accenderà il nostro amore. ”
“ ..e a quanto vedo in te è scattata. ” disse Tom sorridendo.
“ Ti sbagli.. non è scattato un bel niente. ” disse Bill evitando lo sguardo del fratello.
“ Lascia che ti dia un consiglio.. ” cominciò a dire Tom, con l’aria di un uomo vissuto. “ Non esiste l’anima gemella. Non esiste amore a prima vista. Esiste l’amore per cui si deve lottare, l’amore pieno di difetti, l’amore che all’inizio può essere odio. Questo è l’amore vero, Bill. Non vivi in una favola, sia in questa tua vita che in quella vecchia, l’amore va conquistato, non atteso. ”
Bill rimase senza parole.
“ Non mi hai mai fatto un discorso del genere, tu sei il ragazzo più superficiale che conosca. ” disse Bill. “ E’ bello vedere che un po’ di sale in zucca, in fondo in fondo.. ce l’hai! ”
“ Devo prenderlo come un complimento..? ” disse Tom inarcando il sopracciglio.
“ Sì! ” disse Bill sorridendo. “ .. forse hai ragione. Ma Heidi è comunque fuori discussione. ”
“ Certo Bill.. certo.. ” disse Tom sarcasticamente.

Il giorno seguente Bill fu il primo ad arrivare nella classe.
Sistemò con cura il portapenne e il diario nel banco, e cominciò a pensare.
“ E’ pur vero che posso cambiare questo Bill ragazzino, ma è anche giusto che mi comporti come un ragazzo normale.. non posso pretendere che le ragazze svengano al solo guardarmi..io non sono più nessuno ormai. ”
Una voce melodiosa interruppe i suoi pensieri.
“ Buongiorno Bill! Come mai qui così presto? ” disse una ragazzina dallo sguardo vivace.
“ Buongiorno … ” disse Bill esitando sfoderando un sorriso sghembo, non ricordava il nome della ragazza.
“ Hannabeth, ma tutti mi chiamano Hanna. ” disse la ragazza sconsolatamente. “ Possibile che andiamo insieme in classe da anni, e non ti ricordi nemmeno il mio nome? ”
Bill cominciò a grattarsi nervosamente l’angolo dietro l’orecchio.
“ Come posso farmi perdonare? ” disse Bill sorridendo più sinceramente.
Hanna sorrise. “ Dammi il tuo numero. ”
Bill sgranò gli occhi, poi strappò un pezzettino di carta e, in bella calligrafia, scrisse dei piccoli numeri.
“ Ecco. ” Bill le porse il fogliettino, e Hanna lo prese.
“ Grazie! ” disse Hannabeth trattenendo un gridolino di esultanza, poi si voltò e prese il suo posto.
Bill inspirò profondamente il profumo che emanavano i riccioli ebano di quella ragazza.

“ Buongiorno ragazzi. ” disse un grosso professore senza capelli. “ Avete studiato le caratteristiche dei templi greci? ”
Bill sbuffò.
“ Signor Kaulitz.. vuole forse illuminarci..? ” disse il professore sarcasticamente, ma fu interrotto dal rumore di una porta sbattuta.
“ ‘giorno.. ” disse Heidi abbassando il cappuccio della sua felpa nera.
“ Signorina Maier, a cosa dobbiamo l’onore della sua presenza? ” disse il professore con la rabbia dipinta in volto.
Heidi inarcò il sopracciglio con disappunto e senza rispondere prese posto, scaraventando lo zaino per terra.
Il professore diventò paonazzo. “ B-b-ene, signor Kaulitz… stavamo dicendo? ”
Bill rispose brillantemente, aveva avuto il tempo di leggere il breve trafiletto sul libro.

“ Il cocco del professore. ” disse Heidi sarcasticamente.
Bill la guardò con stupore, non riusciva a capacitarsi di cosa, quella ragazza, avesse contro di lui.
Al suono della campanella dell’intervallo Bill si decise a parlare con quella ragazza scorbutica.
Si diresse nel cortile, dove Heidi distesa nell’erba stava ascoltando la musica.
“ Posso..? ” disse Bill indicando lo spazio vicino ad Heidi.
Lei non rispose.
“ Vuoi dirmi perché non mi rispondi? ” disse Bill spazientito.
Heidi tolse violentemente le cuffie dalle sue orecchie.
“ Che cavolo vuoi? ” disse freddamente.
“ Voglio che tu mi spieghi perché mi tratti in questo modo.. ” disse Bill cercando di mantenere l’autocontrollo.
“ Perché sei un cretino senza personalità. ” disse Heidi senza scomporsi.
Bill rimase sinceramente sorpreso. “ Davvero pensi questo di me? ”
Heidi si limito ad annuire.
“ Bene, molto..bene. Si vede che non mi conosci. ” disse Bill usando lo stesso tono freddo della compagna. “ Ci vediamo. ”

Se Bill non si fosse dileguato così velocemente, forse, sarebbe riuscito a scorgere le lacrime che rigavano il volto di Heidi.

“ Non può succedere a me.. non può succedere un’altra volta.. ” disse la ragazza nascondendo il viso tra i capelli dai riflessi dorati.

 

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Capitolo 6
*** Domenica Mattina ***


6 capitolo

 

Domenica mattina

 

“ Così oggi hai rimorchiato una ragazza! ” disse Tom sinceramente emozionato, era la prima volta che una ragazza si comportava in quel modo con il suo fratellino.

Bill diede un pugno affettuoso alla spalla di Tom.

“ Cosa credi? Che solo tu ci sappia fare con le donne? ” disse Bill ridendo.

Tom sorrise. “ Allora ti piace questa Hannabeth.. “

“ Può darsi.. ” disse Bill con un sorriso sghembo, Tom non si accorse che il suo volto si era rabbuiato.

“ Beh, menomale! ” disse Tom. “ Quella Heidi non ti filava nemmeno un po’.. ”

“ Eh già.. ” disse Bill con un risolino isterico.

 

La sera, dopo cena, Tom raggiunse la camera di Bill.

 

“ Bì.. Domani è Domenica.. sai che mamma e Gordon vanno via per quel pranzo.. ” cominciò a dire Tom.  “Ehm..ecco.. domani esco con una ragazza…perciò per non lasciarti solo ho invitato Hanna qui a casa! ”

“ TU COSA - COME - DOVE - QUANDO? ” esclamò Bill. “ N-non puoi farmi questo…s-senza chiedere prima il mio parere… ! ”

Tom diede una cuscinata in faccia a Bill. “Dov’è finito tutto il tuo coraggio..? La tua spavalderia..? Comincio a credere che la storia del cambiamento di vita sia tutta una balla..”

“ Tu come OSI? ” disse Bill saltando in aria e tirando una cuscinata in faccia al fratello. “ Vuoi vedere che non sono il fragile-  slash -cretino Bill di prima? ”

Tom saltò nel letto di Bill e si buttò addosso a lui.

Cominciò a solleticarlo, fino ad obbligare il fratello a ringraziarlo per la magnifica idea avuta.

 

 

Il rumore assordante della sveglia buttò giù dal letto Bill.

“ Chi cavolo ha puntato la sveglia? ” borbottò ancora con gli occhi semichiusi.

Quando fu in grado di tenere un occhio aperto, afferrò quello strano pezzettino di carta vicino alla sveglia.

“ Bill, io sono già uscito con quella bomba di Jenny…

Ho puntato io la sveglia, nella speranza che Hanna non ti trovi con

il pigiama e… con l’alito pesante! Ti voglio bene fratellino!

Tom. ” 

Bill sbuffò annoiato. Non aveva molta voglia di vedere quella ragazza.

Era carina...niente di più, ma non poteva permettersi di darla vinta a Tom.

Infastidito per la sua Domenica mattina così bruscamente incominciata, Bill, si diresse in bagno.

 

Alle 11:30 in punto una testolina nera sbucò nel vialetto.

“ Perché le ragazze devono essere così puntuali… ” Disse Bill sconsolato.

Suono il campanello.

“ Buongiorno Bill! “ disse pimpante Hanna. “ Spero di non essere in ritardo..! ”

Bill sorrise meglio che potè. “ Per niente! Sei in perfetto orario..! ”

“ Grazie per l’invito..non ci speravo più.. ” disse la ragazza porgendo un sacchettino contenente dei biscotti.

“ A dire il vero è stato Tom.. ” disse Bill, ma si pentì subito di quella frase.

“ Se vuoi che vada..se sono un disturbo.. ” disse Hannabeth con tono acido.

“ NO! ” disse Bill cercando di sembrare più realistico possibile. “ L'ha  fatto lui..perchè io non avrei mai avuto il coraggio.. ”

Gli riusciva bene mentire.

Il sorriso della ragazza si allargò spropositatamente.  

“ Non entri? ” disse Bill con il suo solito fare da gentiluomo.

 

 

“ Fortuna che almeno uno dei due sa cucinare.. ” disse Hanna. “ Non credevo tu sapessi farlo.. ”

“ Aspetta di mangiare questa roba.. ” disse Bill ridendo.  “ Te l’ho detto che sarebbe stato meglio ordinare una pizza o che so io.. ”

“ Volevo assaggiare qualcosa preparato da te..! ” disse Hanna scostando un riccio nero dal viso. “ Anche se in teoria dovrei essere io a cucinare.. ”

“ Secondo me saresti molto più brava.. ” disse Bill convinto.

“ Credimi se ti dico che il piccolo incendio a casa mia, l’altro giorno, è stato a causa del mio pessimo rapporto con i fornelli… ” disse Hanna sconsolata.

 

Aveva un viso davvero carino quando assumeva quell’espressione sconfortata.

“ Sei davvero bella.. ” disse Bill innocentemente.

Ad Hanna si illuminarono gli occhi. “ Se me lo dici tu..non posso che esserne felice.. ”

“ Perché ti rende così felice? ” disse Bill incuriosito, mentre finiva di affettare il peperone.

“ Perché un complimento, se detto dalla persona che ti piace, non può che renderti felice.. ” disse Hanna arrossendo violentemente.

“ E’ davvero così? “ disse Bill.

“ Certo.. così come le parole brutte.. è come se ti squarciassero il cuore.. ” disse Hanna, un po’ delusa dalla reazione di Bill.

 

Bill rimase come impietrito.

 

Aveva scritto tanto sull’amore, ma erano tutte cose astratte.  Lui non aveva mai provato vero amore, lui non si era mai innamorato, lui non sapeva cosa comportasse l’amore.

 

Troppo preso dai suoi pensieri, non si era reso conto che il volto della ragazza di fronte a lui era in lacrime.

 

“ Hanna! Cosa..perchè..piangi? ” disse Bill come risvegliatosi da uno stato di trance.

“ E’..evidente.. io n-non ti piaccio.. ” disse Hanna singhiozzando.

 Bill non poteva sopportare quella vista, perciò fece la cosa più sbagliata nel momento più sbagliato,ma soprattutto.. con la persona più sbagliata.

Baciò Hanna.  

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