Day’s Moment. Fragment Of Life

di Ninjaistinct
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Alba: Miracle of Love ***
Capitolo 2: *** 2.Pomeriggio: Working Of Love ***
Capitolo 3: *** 3.Tramonto: Sacrifice Of Love ***
Capitolo 4: *** 4.Sera: Triumph of Love ***



Capitolo 1
*** 1.Alba: Miracle of Love ***


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Day’s Moment. Fragment Of Life

 

1.Alba: Miracle of Love

 

 

 

 

“Hai riavuto la tua anima. Perché?”

 “Mi meraviglio di te. Perché un uomo fa quello che non deve?

Per lei. Per essere suo.

Per essere quel tipo di uomo che non farebbe.. .

per essere quel tipo di uomo.

Così lei lo guarderà con perdono, e tutti perdoneranno e ameranno.

E lui sarà amato. E tutto si risolverà, giusto? Possiamo riposarci ora?

(Spike- episodio 4x6 di Buffy the Vampire Slayers)

 

Il sole stava facendo un timido capolino, nell’inizio di una giornata estiva di Tokyo.
Tutto si stava preparando per iniziare una consueta giornata lavorativa e scolastica.
La città si stava destando.
Però nessuno si era svegliato tanto da accorgersi dell’evento strano che stava accadendo
nel parco centrale della città.

Un fascio di luce di una calda e vivida, su una tonalità azzurra si stava concentrando nel bel mezzo della vegetazione del parco.

Lo scintillio esplose, facendosi man mano più tenue.
La calda luce fece posto gradualmente ad una strana e sconcertante visione.

Un giovane si era materializzato dal nulla in corrispondenza del fascio luminoso.
Egli stesso non riusciva a capire il perché.
Ci vollero alcuni minuti prima che potesse realizzare il fatto che lui era vivo.

Fino a pochi minuti prima lui stesso, privo di forze, si era spento fra le braccia della ragazzina che, nonostante i mille tentativi di rinnegamento, non si era nemmeno reso conto di amare.

Intontito e a dir poco sconcertato pensò che forse si trattava di qualche sogno, qualche ennesima maledizione del regno delle tenebre, forse un suo desiderio inconscio di tornare in vita.

Pensò che non poteva essere possibile.

Mentre pensava all’accaduto, iniziò a sentire fitte di dolore ovunque e notò il taglio fatto per salvare Naru.

Iniziò allora a credere che non si non si trattasse di una maledizione o quant’ altro.
Cercò di riflettere ed un’idea dentro di lui incominciò a farsi strada.

Improvvisamente capì che questo strano evento non era stato un qualche sortilegio, tutt’altro.
Era l’amore che lo aveva aiutato.

Naru lo aveva salvato, in tutti i modi in cui una creatura come lui poteva essere salvato.

Per la seconda volta in quel giorno sorrise.

Sapeva che dopo tutte le bugie raccontate non poteva presentarsi a casa di Naru così.

La madre l’avrebbe certamente cacciato via e con ragione.

Con un entusiasmo che non aveva mai provato trovò una soluzione.

 Decise perciò di andare a cercarla, ovunque lei fosse.

Era certo che probabilmente sarebbe svenuta non appena l’avesse visto, incredula ma felice.

A volte era proprio vero che se si amava, un rimedio a qualsiasi problema lo si trovava sempre.

 

Era stata una delle settimane più difficili e tristi della sua giovane vita.
Non riusciva a fare più nulla, a volte non trovava nemmeno le energie per scendere dal letto.
Non mangiava nemmeno più.
Mancava da scuola già da sette giorni.

A volte provava a risollevarsi ma quel ricordo la tormentava sempre come se fosse stata lei la colpevole.
Anzi lo era.
Poteva proteggerlo, e di ciò si sentiva terribilmente in colpa.
Alla fine si era vista morire davanti a sé la persona che amava più della sua vita.

 Naru pensava ciò mentre stava passeggiando con Usagi e Umino.
Erano bizzarri quei due insieme, uno più imbranato dell’altro ma allo stesso tempo il loro modo di fare buffo le aveva di nuovo fatto venire voglia di uscire un po’ di casa.

Sembravano cane e gatto.
Usagi era come sempre adorabile, era andata a trovarla per vedere come stava ed Umino le aveva portato i compiti.
Erano proprio due veri amici.
Con loro poteva sempre farsi una risata.

Mentre si recavano al Quartiere Cinese si resero conto di passare davanti ad un cimitero a metà strada dal posto dove erano diretti.

Lì riaffiorarono i suoi tristi ricordi e della prima volta da quando lo conosceva che lo aveva visto sorridere.
Le aveva promesso ingenuamente che sarebbe andato con lei a mangiarsi un pezzo di torta al cioccolato quando poteva.

Naru si rese conto che quella promessa era una sorta di preludio ad una serenità ed a un periodo felice che non si sarebbe mai avverato.
Del suo ricordo aveva solo quel pezzo di stoffa che gli aveva legato intorno al braccio ferito.
Di quella promessa era rimasto solo quello?
Le lacrime iniziarono di nuovo a rigarle le guance.
D’impulso si allontanò dai suoi amici, che in quel momento non le bastavano.
Voleva del conforto, si sentiva persa e sola, anche se avessero voluto i suoi amici non l’avrebbero mai capita.
Mentre andava in cerca di conforto dal giovane prete che stava passeggiando fra le tombe sentì
una sensazione strana, come di due braccia stringerla da dietro.

Le venne paura pensando che potessero essere dei nemici, quei mostri che avevano preso l’abitudine di attaccarla, ma quando si voltò ebbe una sorta di shock, sentì cedere le sue gambe.
Forse era un sogno.

Vide quegli occhi.
Pensò di star sognando ma quando sentì il suo profumo e percepito sulla sua pelle la stretta gentile del suo corpo, non ebbe dubbi.

Lui era tornato.

Si convinse sempre di più in un miracolo quando udì la sua voce.

“ Naru, sono io”

Le lacrime le stavano uscendo dagli occhi come piccole gocce di una incredula felicità che si stava
materializzando piano come tutte le sue speranze.

“ C-come è possibile? ”

La guardò intensamente con quei suoi occhi color del cielo mattutino d’estate.

“ Non lo so, mi sono semplicemente svegliato” le sfiorò gli occhi con un dito

“Le tue lacrime di dolore hanno reagito con il cristallo nero… generando la mia rinascita.
Ti ho cercata dappertutto”

“ Potevi venire da me… Perché non lo hai fatto?.. Sapessi come mi sentivo colpevole ”

Lo strinse ancora più forte scoppiando in lacrime.
“ Dopo tutte le bugie che ti ho raccontato, sei ancora sicura di volermi? Sono rinato e voglio rimediare a tutto, dimenticando chi sono stato, per te... Guardami ”

Le sollevò delicatamente il mento con due dita.

Lei non ci pensò due volte e si buttò fra le sue braccia.

Il bacio che seguì fu carico di dolcezza ma anche avidità di un amore che si credeva perduto.

Quando si staccarono lui, teneramente ma allo stesso tempo con un tono furbesco, la sorprese con una richiesta che la fece sorridere.

“Visto che il tempo ora lo abbiamo, perché non andiamo a mangiarci quella famosa fetta di torta al cioccolato?”

Mai richiesta fu tanto attesa come quella.

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Capitolo 2
*** 2.Pomeriggio: Working Of Love ***


2.Pomeriggio: Working Of Love  ( Partecipante alla One Hundred Prompt Challenge)










Fissava il foglio di giornale che aveva davanti a sè.
Erano ore che cercava un annuncio di lavoro congeniale alle sue capacità, ma non trovava nulla ed oramai si erano fatte le cinque di pomeriggio...
Sentiva la testa pesante e le righe stampate sulla carta bianca iniziavano ad assomigliarsi a piccole macchie nere.
Avrebbe voluto utilizzare il telefono ma non poteva. Siccome era ospite in casa di un amico di Usagi, Mamoru, non sarebbe stato molto cortese comportarsi come fosse a casa sua.
Non gli pareva il caso, ora che aveva avuto una seconda possibilità, di abusare dell’enorme aiuto dato da Usagi.
 Avrebbe dovuto prima trovare una sistemazione,insomma doveva cercare di reinventarsi.
 
Era stupito dall’insperato appoggio datogli dalle guerriere Sailor,  nonostante tutte le malefatte da lui combinate.
Si sentiva spiazzato dal modo di perdonare dei terrestri, infatti lui doveva ancora abituarsi a questo modo di vivere.
Delle volte ne rimaneva ancora turbato, nonostante stesse cercando di cambiare per Naru. Era dura fare il confronto con la gelida freddezza degli abitanti del Regno delle tenebre e il calore degli esseri umani.
 
A volte sapeva di essere duro con la sua ragazza e di peccare di una quantità spropositata di orgoglio.
Vivere come un umano mentre lui con il suo potere poteva permettersi di fare qualunque cosa era stato spiazzante,dal momento che comportarsi da terrestre richiedeva molte più energie di quante lui ne utilizzasse con la magia.
Ma tuttavia era intenzionato a cambiare come sfida a sè stesso e specialmente per lei, visto aveva sempre creduto in lui, vedendo ciò che gli altri e specialmente se stesso non pensava di possedere.
 Voleva mettersi alla prova per cercare di migliorare.
 
Accese il televisore , tuttavia  non vi era proprio nulla degno di essere visto e con fare annoiato pensò a due sere prima ed il modo in cui aveva trattato Naru.
Dentro di se si sentiva terribilmente in colpa, eppure finché lui non avesse trovato la sua nuova strada, non sarebbe tornato sui suoi passi.
 
 
 Un ragazzo dai lunghi capelli bruni stava aspettando la fidanzata per una passeggiata ed un gelato nel piazzale di fronte alla gioielleria della madre di lei e residenza della ragazza.
Si erano accordati per le otto, inotre dovevano  stare poco in giro, siccome lei il giorno dopo aveva delle ore di lezione particolarmente pesanti.
Lei stava iniziando a tardare, e dentro di lui stava provando
 uno strano sentimento chiamato angoscia, cosa che prima era impensabile per uno come lui abituato a pensare a nient’altro all’ infuori di se stesso.
Guardò l’orologio.
Erano le 8.20.
Non era da lei arrivare così in ritardo.
Stava iniziando a pensare che forse poteva esserle capitato qualcosa: che uno youma l’avesse rapita un’altra volta, siccome lui  non era stato avvisato del ritardo della fidanzata.
 Nephrite decise di andare a vedere se forse i suoi sospetti stavano per avere un fondamento.
 
Si avvicinò alla porta di casa e mentre stava per suonare il campanello udì delle voci di tonalità abbastanza agitata.
Stava per prepararsi a degli scontri con qualche youma  particolarmente incattivito, quando realizzò che le due voci si stavano scontrando una contro l’altra.
Naru e sua mamma stavano litigando.
Il tono della discussione si alzò ulteriormente e lui riuscì a capire il motivo per cui stavano confrontandosi così animatamente.
Naru ma ti è dato di volta il cervello,ma ti rendi conto con chi stai uscendo? Con quell’ essere  che ti faceva uscire di casa alle ore beate, che ti ha fatto rubare un gioiello dal negozio?
 Senza contare che ti fa fatto cambiare! Non riconosco più la mia bambina, sei diventata una
ribelle!”
“Andiamo mamma,  tu non lo conosci e non sai che persona è in realtà e non ti permetto di parlare così di lui!”
“Ed io non ti permetto di parlare così a me!Ringrazia il cielo che non lo conosco, perché così non gli dico tutto quello che penso di lui, cioè che è un essere inaffidabile.”
“Come fai a saperlo, possibile che tu non riesca mai ad andare oltre alle apparenze ed a cercare di capire? Perché, sei sempre così piena di paure e pregiudizi, me lo spieghi?!”
“Naru tu con lui non ci uscirai né stasera né mai.
Ma non capisci:non sai nemmeno che lavoro fa, è sicuramente un fannullone che vive solo di espedienti e tu ti ostini a vederci del buono! Io non ti permetto di prendere brutte strade, non finché vivi in questo tetto!”
“Mamma allora vedi che io vado bene solo per studiare e  seguire le regole?
Per quello sono matura, però per decidere con chi uscire no, vero? Ti sforzassi di cercare di conoscerlo, cambieresti idea!  Invece no, hai sempre  tue solite idee perbeniste!  Non sai  quanto  io ti detesti quando fai così, tu e il tuo egoismo!”
Detto ciò la ragazza andò dalla porta facendo il gesto di andarsene e nel mentre vide il ragazzo con un ’ espressione strano.
Aveva sentito tutto il litigio.
Lui si era visto toccare nel suo orgoglio, aveva sempre pensato di combattere per il giusto nella sua causa e quando si era reso conto di provare qualcosa per Naru, aveva finalmente anche compreso che tipo di reputazione che si era costruito.
Di un delinquente, di un fallito.
 
Nel periodo in cui combatteva dalla parte del male non gliene sarebbe importato nulla, ma vedere la madre di lei proibire alla figlia di uscire con lui gli aveva aperto gli occhi.
Non lo avrebbe mai dimostrato ,ma il discorso della madre di Naru lo aveva colpito nel profondo, nella parte più sensibile di lui.
Riusciva nelle cose tramite la magia, ma per il resto cosa sapeva fare con le sue capacità, senza trucchi?
Praticamente nulla.
 
Fece per andarsene via e ritornarsene a casa, mentre Naru lo stava rincorrendo con una faccia corrucciata e sorpresa allo stesso tempo perchè sapeva che lui, avendo sentito la scenata, si sarebbe allontanato da lei.
Infatti il giovane stava per andarsene via, in modo freddo ed assente e sembrava essere ritornato quello dei vecchi tempi.
“Naru, vai a casa. Non mi sembra il caso di uscire insieme”
“Ma cosa dici?Solo per quello che hai sentito? Mia madre non capisce nulla ,non sa quello che abbiamo passato insieme , ti prego usciamo, non fare caso a quello che ha detto lei!”
Lui si girò di scatto in modo rabbioso, forse anche più di quanto lui stesso avesse voluto.
“Naru sei tu che non capisci! Vattene a casa!!!”
Vide il viso di lei riempirsi di lacrime silenziose ma non si girò indietro,  poiché sapeva che se lo avesse fatto sarebbe andato da lei ad abbracciarla, ma sapendo come stavano le cose, non poteva.
Non avrebbe potuto stare con lei se non avesse cercato di migliorare lui stesso.
Non era giusto che lei continuasse a difenderlo sempre ed a proteggerlo se non era il primo che avesse cercato di fare qualcosa per cambiare le cose.
 
 Il telefono stava squillando interrompendolo dai suoi ricordi.
Sapeva perfettamente che era Naru.
Le aveva dato il recapito dell’abitazione di Mamoru in caso avesse dovuto cercarlo, ma ora come ora non voleva risponderle fino a che lui non  avesse risolto qualcosa.
In realtà gli mancava più dell’aria che respirava  ma non voleva costringerla a litigare di nuovo con sua madre a causa sua.
In questo momento le uniche cose che avrebbero risolto la situazione non erano parole, ma fatti concreti.
Lui era sempre stato più portato per i secondi.
La ricerca di lavoro era più dura del previsto, ma gli serviva andarsene anche perché non poteva accamparsi tutta la vita da Mamoru, per quanto iniziasse ad andarci d’accordo.
Era un ragazzo di poche parole ma doveva ammettere che era molto maturo per la sua giovane età.
 Aveva finito per essergli amico, perché comprendeva i suoi silenzi senza opprimerlo e proprio per questo la sera prima, Nephrite gli aveva confidato il motivo per cui aveva litigato con Naru.
L’amico gli aveva consigliato di trovarsi un lavoro congeniale alle sue capacità.
 
La testa gli stava scoppiando e lui stesso decise di andare a fare una passeggiata per cercare di pensare ad altro.
 
Ripensò mentalmente cosa fosse capace a fare senza magia e concluse che non era  stato buono a fare niente se non ingannare e mentire al prossimo.
Andò nel parco dove si vedevano spesso con Naru, sedendosi su una panchina e realizzò che lei le stava mancando più di quel che pensava.
Guardò le foglie degli alberi staccarsi come farfalle senza ali e pensò che non poteva stare con lei se lui stesso non aveva più certezze sulle sue capacità.
Non doveva solo saperla proteggere ma anche mantenerla e garantirle un futuro se voleva averla sempre al suoi fianco.
 
Preso dai suoi pensieri non si accorse che un bambino con i capelli rossicci e le lentiggini si era seduto vicino a lui.
Avrà avuto ad occhio e croce sui dieci anni,e lo stava guardando con curiosità decidendo tutto ad un tratto di attaccare bottone con lui.
Doveva essere un simpatico discolo dal modo diretto con cui gli si rivolse.
“Scusa ,ma tu sei un po’ arrabbiato,vero? Veramente anche io lo sono. Uffa,anche il mio papà oggi è tanto arrabbiato.
Lo siamo tutti oggi!” E il bambino scoppiò a piangere.
Il tono con cui il bimbo aveva detto quelle cose lo aveva involontariamente fatto sorridere,gli ricordava per certi versi Naru.
“Mio papà e vuole aprire un parco giochi col cielo intorno. Non so come si chiama.  Insomma di quelli per cui bambini possano giocare e divertirsi..Il mio papà è un eroe, giochiamo sempre insieme.
Però non so come aiutarlo.”
Tutto un tratto il bimbo stava per mettersi a piangere.
“Non trova nessuno che possa aiutarlo, lo prendono tutti per pazzo.”
Lo stava colpendo il modo di parlare di quel bimbo così allegro e maturo allo stesso tempo.
Stava per dirgli qualcosa  per consolarlo quando in  lontananza la voce di un adulto che stava  chiamando qualcuno.
“Toshihiko, dove ti sei cacciato? Se non vieni non ti compro gli Onigiri per cena.!”
Il bimbo alzò gli occhi ed andò incontro all’uomo che lo stava chiamando.
 
“Papà  papà, sono qui!Sei arrabbiato con me? Sto cercando qualcuno che possa aiutarti!”
 
L’uomo sorrise e si rivolse a Nephrite con un’aria incredibilmente cordiale e tranquilla.
“Oh mi scusi,non volevo che mio figlio la importunasse, lo sa come sono i bambini.
 Quando si mettono in testa qualcosa, non li ferma  più nessuno!”
Aveva i capelli rossi come il figlio e occhi verdi particolarmente vivaci e profondi.
Nephrite fu colpito dal modo di fare dell’uomo: intelligente ma tutto fuorché  presuntuoso.
 
 
“Immagino che mio figlio abbia detto del mio progetto di aprire un planetario,sta facendo una testa così anche alle persone che non conosce…Le chiedo scusa da parte mia.”
 
“Stia tranquillo,mi ha fatto compagnia,anzi mi sembra che si preoccupi molto per lei”
Si stupì lui stesso di quello che stava dicendo,ma quell’uomo gli ispirava una fiducia incredibile benché lo conoscesse da pochi minuti.
 
“Lo so, è  difficile. Un professore di lettere come me che ha conoscenze sporadiche di costellazioni e  via lattea che si lancia in bizzarri progetti  come aprire planetari deve fare ridere un po’ mezza città, ma è la cosa che amo di più fare ed è quella a me più congeniale, ho sempre amato l’astrologia ed i bambini.
Scusi se le dico queste cose , non la conosco nemmeno.”
 
Le parole del professore lo colpirono molto, stava affrontando le chiacchiere della gente sul suo conto con una grande serenità ed era intenzionato a fare ciò che amava di più.
Doveva ammettere che era una persona affascinante, benché quasi sconosciuto.
 Si rese conto di colpo che lui amava le costellazioni da sempre, era l’astrologo del gruppo ed era forse  la cosa a in cui riusciva a fare meglio.
“Io  da sempre studio  l’astrologia e ho sempre amato le costellazioni ed io sinceramente non la reputo una brutta idea, anzi e poi  ognuno ha il diritto di fare ciò in cui riesce meglio”
 
Gli occhi del professore si illuminarono e gli fece una proposta alquanto inaspettata.
 
“Potrebbe passare dal mio studio domani mattina?
Lei mi sembra un giovanotto in gamba, è  l’unico che non ha riso della mia proposta e siccome lei dice di avere esperienza in astrologia sono quasi certo che potrebbe aiutarmi.
Mi serve un astrologo che sappia riprodurre la struttura della via lattea e dei pianeti in modo da creare il progetto del planetario e poi spiegare ai visitatori la  disposizione dei pianeti.
Io sono Reichiro Daisuke e qui c’è il mio indirizzo.
Venga domani mattina. Per sicurezza, le faccio un colloquio, l’aspetto”
 
Gli diede un biglietto da visita e con un caloroso saluto si allontanò con suo figlio che pure lui lo salutò con altrettanto calore.
 
Mentre incredulo, si stava rigirando il pezzo di carta fra le mani, pensò
Che nemmeno lui stesso era riuscito a capacitarsi di questa occasione che gli si era proposta.
Era stata così improvvisa,non sapeva a dire il vero come aveva fatto.
La sua innata passione per l’astrologia lo aveva portato ad ottenere ciò.
Non avrebbe mai creduto che il mezzo che lo aveva portato a danneggiare gli umani ovvero la consultazione delle stelle, potesse poi aiutarlo ad integrarsi ad esso.
Era una buffa ironia.
Finalmente si rese conto di poter valere qualcosa nel mondo degli umani.
 
Pensò che forse ora sarebbe anche potuto andare da Naru.
Certamente gli avrebbe tenuto i musi,visto il comportamento tenuto due giorni prima,  ma era ben certo che nessun’altra parola gli sarebbe servita se non dirle che finalmente lui aveva trovato il suo posto nel mondo.

Nota dell'autrice: Dopo mesi, sono riuscita finalmente a pubblicarla.L'avevo nel computer da quasi un anno, a dire il vero. Ma per i vari problemi che ho avuto, non sono riuscita a pubblicare.Quindi ho deciso in un momento di tranquillità (L'aveva rivista già la mia beta Selhin), di cambiare alcune cose e di pubblicarla.


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Capitolo 3
*** 3.Tramonto: Sacrifice Of Love ***


 

3.Tramonto: Sacrifice of Love.






Sapeva che era una situazione davvero  complicata
Era di fronte a una scelta davvero ostica: di quelle che si fanno una sola volta nella vita.
Percorrendo tutte le strade che la vita da umano gli metteva davanti,
 si era ritrovato sulla cima di questa tortuosa via.
 
Stava guidando la macchina mentre aveva imboccato l'autostrada
 che l'avrebbe portato in qualche cittadina marittima.
 
Quella mattina aveva detto a Naru che doveva fare una cosa importante e
non sarebbe venuto a trovarla a casa la sera.
Aveva tutto ciò che poteva desiderare ora:un lavoro che lo soddisfaceva, una fidanzata amorevole e degli amici comprensivi.
 
Molte volte si era trovato a collaborare con le Sailor ed aiutarle nelle loro battaglie contro gli youma,  però
capitava sempre che Naru venisse attaccata quasi tutti i giorni e lui
sinceramente iniziava ad essere stanco di combattere.
 
Non aveva rinunciato al suo ruolo di generale per una vita più serena?
Aveva sempre dentro di sé quell'atavico istinto di combattere, del resto era ancora un generale.
Però aveva cercato di rinunciarvi e oramai essendo dalla parte degli umani,
comprendeva quanto si poteva essere stanchi sempre di venire attaccati tutti i santi giorni.
 
I fari dell'automobile gli stavano accecando gli occhi  color dell'ossidiana e pensò alla sera prima.
 
                                                                                .....
 
 
Era nella sua biblioteca e preso dalla spasmodica voglia di capire come poter fermare
nel suo piccolo quell'orda di mostri, si era rinchiuso lì dentro ed aveva divorato vari libri: dalle mitologie all'alchimia.
Voleva comprendere come si poteva fare e invece non riuscì ad ottenere risultati, solo un po' di mal di testa in più.
Sapeva perfettamente che se fosse ritornato nel Regno delle Tenebre, sarebbe stato ucciso barbaramente.
Infatti comprendeva che il motivo per cui sia lui che Naru venivano attaccati sempre,
era il bruciante risentimento che Zoisite provava nei suoi confronti.
Una volta aveva tentato di dire alle Sailor e a Naru stessa di voler ritornare nel regno delle tenebre per provare a combattere, da solo.
Ma davanti al secco rifiuto delle guerriere e soprattutto alle lacrime della sua ragazza, aveva deciso di desistere dal suo intento.
Mentre sfogliava da circa due ore i libri,aveva attratto la sua attenzione una pagina in cui si parlava proprio della nephrite, la pietra di cui lui portava il nome.
 
E allora ebbe un colpo d'intuito, un sesto senso che avvertì dentro di sé, come se la pietra avrebbe potuto risolvere tutti i suoi problemi.
Decise di consultare le stelle.  Era da molto che non lo faceva ma gli serviva farlo.
Dalla sua casa vicino alle montagne poteva usare questo suo potere.
Quindi chiese l'aiuto alle stelle e vide pezzi di nephrite sparsi in acqua e successiva scena di un frammento conficcato nel dito.
 
In fondo al cuore
comprese cosa significasse quella scena e capì che l'unico per liberarsi degli youma e di togliere Naru dai pericoli...era trasformarsi in un vero umano.
 
Ciò avrebbe comportato il cessare di pericoli, la sua aura non sarebbe più stata avvertita dagli youma perché confusa con quella degli umani.
 Però sapeva anche che era egoistico da parte sua abbandonare le Sailor proprio in mezzo alla battaglia,
non dopo tutto quello che aveva fatto per lui.
Non sapeva che fare, era una sorta di vicolo cieco: da un lato le Sailor, dall'altro Naru.
 
Continuò con questi pensieri fino alla alba, quando si rese conto si era addormentato
ed un timido raggio di sole colpì la sua fronte svegliandolo.
 
Si dice che la notte porti consiglio e per lui fu proprio così.
Si ricordò le parole di Usagi che gli aveva rivolto dopo una battaglia:
 
"Se ami qualcuno, devi fare dei sacrifici e a volte rinunciare a combattere...
Perché la pace a volte si ottiene proprio così, credendo fermamente nell'amore che hai dentro."
 
Decise che la vita di Naru era la cosa più importante:
 chi l'avrebbe mai detto che un giorno uno youma non avrebbe davvero potuto farle del male?
Era stanco  di tutte queste guerre e già da tempo dentro di sé vi era la convinzione di fare questo passo, già prima delle estenuanti battaglie.
Lui era fatto così: se le cose dovevano essere fatte, dovevano essere portate fino in fondo. Né più né meno.
Ed era una cosa in cui voleva coinvolgere nessuno. Era la sua prima battaglia contro se stesso.
Rinunciare ad una parte importante di sé stesso era una guerra che doveva vincere da solo.
Voleva poter fare una passeggiata, chiacchierare placidamente con Naru
 senza avere sempre la sgradevole sensazione che qualcosa di spiacevole dovesse accadere.
 
Sorrise, decise che non era poi così confuso come lui stesso pensava.
Usagi era certo, lo avrebbe capito prima di tutte, e Ami,Rei, Makoto e Minako  forse in maniera meno veloce di lei, avrebbero accettato.
 
Prese dal suo cassetto il pezzo di nephrite che le aveva regalato Naru per affettuoso canzonamento in riferimento al nome.
Sorrise una seconda volta pensando che Naru non si immaginava lontanamente l'utilità di quel minerale, ora.
                                                                 
                                                                         ................
 
Stava arrivando, vedeva il lontananza il tramonto che oramai stava facendo capolino fra i flutti dell'acqua.
 
Era il momento di fare il grande passo.
Fermò un attimo la macchina e raggiunse la spiaggia.
Mentre pestava la bianca e soffice sabbia di quella piccola, pietrosa località si rese conto che
la decisione non contava solamente per la questione dei mostri, era perché così sarebbe anche finalmente riuscito
 a fare qualcosa senza nemmeno un briciolo di potere.
Avrebbe quindi dovuto dire addio anche alle proiezioni astrali, non avrebbe più potuto
consultare le stelle in cerca di qualche soluzione riguardo alle varie problematiche,si sarebbe
 dovuto affidare a il suo solo ingegno.
 
Quella di ieri sarebbe stata l'ultima volta.
 
Prese in mano il pezzo di nephrite ed iniziò a rigirarlo di parte in parte.
Decretò che era ora di mettere in pratica quel rituale.
 
Anche se titubante,decise che per aiutarsi avrebbe trovato via via una motivazione per continuare.
 
Concentrò tutto il potere che aveva dentro di sé, lo mise dentro a quel piccolo frammento...
Il cristallo iniziò gradualmente a prendere una colorazione azzurrina,mano a mano che Nephrite concentrava al suo interno tutto il suo potere.
Pensò all’affabilità del suo datore di lavoro e suo figlio che ogni mattina fra battute scherzose e piccoli buffi rituali quotidiani,gli portava una brioche o un
caffè per una complicità affettuosa che andava aldilà di una rapporto datore lavoro-dipendente.
 
Prese il pezzo di pietra e con l'ultimo barlume di potere rimasto, lo ruppe in mille pezzi.
 
Pensò ai visi degli amici che aveva trovato qui, al viso di Usagi e  la silenziosa complicità di Mamoru.
 Anche se lui non lo diceva mai, lo confortavano.
Raccolse il frammento più grosso e si punse un dito e successivamente prese tutti i frammenti ,lanciandoli in acqua.
Pensò al calore e alle carezze di quella ragazzina con il fiocco color petrolio,alle sue risate, ai suoi canti e alle sue espressioni  pensierose.
Il sorriso di Naru valeva tutto questo e ancora di più.
E richiamando alla sua mente quel dolce pensiero, vide i minuscoli frammenti di nephrite sprigionare piccoli bagliori di  energia dall’acqua come stelle comete che attraversavano il cielo.
Si godette quello spettacolo inaspettato fino a quando il cielo divenne quasi buio e gradualmente le piccole comete cessarono di emanare luce.
Controllò il pollice e vide che il sangue verde che caratterizzava ogni creatura delle tenebre era diventato… rosso.
Si  rese conto che d’ora in poi sarebbe invecchiato col passare degli anni. Il suo fisico e i suoi capelli bruni col tempo sarebbero cambiati.
Però si disse che il valore del  tempo  questa volta, lo avrebbe dato lui stesso. La vita terrestre gli aveva fatto capire quanto la vita fosse grigia e vuota nel mondo delle tenebre. Se l’arricchirsi di esperienza e di affetti avesse avuto il prezzo del suo cambiamento fisico, lo avrebbe pagato con piacere.
Se le rughe sul suo viso, erano i segni della bellezza della vita che gli stava prospettando, era decisione migliore che avesse mai preso.
Non gli importava vivere molto meno di cent’anni, perché finalmente aveva trovato i colori per dipingere la sua vita,quei colori  che nemmeno lui pensava che esistessero.  Ed erano state le persone intorno a lui a fornirglieli. Voleva provare a cogliere quelle sfumature di felicità a pennellate lente, ma intense.
Non avrebbe più lasciato che la sua storia passata avrebbe influenzato le pagine di un futuro che poteva essere scritto e questa volta l’autore di quella storia sarebbe stato soltanto lui stesso.
A volte avrebbe guardato il cielo con malinconia e avrebbe desiderato ritornare indietro, ma sapeva anche che la vita non ti permette di farlo, che le pagine passate possono solo essere rimirate e quelle presenti scritte al meglio, in modo da potersi guardare indietro senza il vento del rimpianto.
Decise di voltare le spalle alla spiaggia, ai rimasugli di quel potere che invece di dargli gioia, gli aveva solo dato un fastello di problemi e così al suo passato.
L’espiazione dei  suoi peccati era terminata, ora.
 
Si incamminò per andare da Naru, non gli importava di arrivare a casa sua tardi, le avrebbe fatto una sorpresa, insieme a quella che sapeva già fosse la migliore di tutte.
Una vita senza più paure.



Nota dell'Autrice:  La prima stesura di questo capitolo non mi è piaciuta un granchè,per questo l'ho cancellata. quindi ho cercato di fare del mio meglio per migliorare questa shot.
Spero che possa piacervi molto e ringrazio molto  le persone che mi recensiscono.


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Capitolo 4
*** 4.Sera: Triumph of Love ***


4.Sera: Triumph of Love








 
 
 
Naru,era seduta sul sedile del passeggero,perplessamente assorta nei suo pensieri,mentre la macchina,guidata da Nephrite stava viaggiando a velocità discretamente elevata.
Non riusciva a comprendere il perché dell'improvvisata del suo fidanzato.
Non sapeva che ore erano,ma a giudicare dal progressivo calo di luce che filtrava dalla benda che aveva legata intorno agli occhi,avrebbe pensato che fosse appena passato il tramonto.
Sospirò forte,almeno quanto le poteva essere permesso dalla benda che le copriva,oltre agli occhi, parzialmente il naso.
Udiva intorno l'impercettibile rombo della Jaguar e dentro di sé nacque una strana e remota sensazione d'incertezza.
Pensare che lui un'ora prima le aveva messo una benda intorno agli occhi adducendo la scusa di una "sorpresa" la inquietava, ma allo stesso tempo le faceva scappare un sorriso , trovando una nota di grottesco  a questa situazione.
Lei sapeva di potersi fidare di lui,ma dentro di sé, seppur in modo subdolo, vi era radicato il piccolo germoglio del sospetto.
"Naru, è una sorpresa . Diciamo solo che è un'occasione speciale e non voglio rovinare  questo momento dandoti indizi,che sono certo che la tua testolina arguta potrebbe criptare."
Ma a ripensare al modo fintamente serio e al risolino trattenuto di lui, quando le aveva detto quelle parole,ogni piccolo segnale di dubbio che aveva dentro di sé era svanito. Le ritornò in mente quando lui diede un taglio al suo passato pieno di inganni e perfidie e improvvisamente ricordò che quel giorno era un anno esatto da quando lui se lo era lasciato alle spalle.
Iniziò a comprendere il motivo dell'atteggiamento di lui e quasi fanciullescamente si appoggiò alla spalla di lui.
E quando lui,aprendo il finestrino, lasciò entrare un inebriante  profumo di fiori e vaniglia, non chiese più nulla.
Il suo istinto e le sue supposizioni erano già pienamente soddisfatte e con un sorriso si sdraiò comoda sul sedile del passeggero.
                                                                   

                        .........


Erano oramai arrivati.
Nephrite spense la macchina e guardò Naru.Aveva un'espressione assorta. Naru raramente assumeva quell’espressione e per un attimo lui pensò che lei non si fidasse ancora di lui.
Lei non aveva aperto bocca durante tutto il viaggio di andata.
Del resto non poteva biasimarla: era piombato a casa sua all'ora di cena e mettendole una benda negli occhi, l'aveva portata via .
Aveva notato in lei una certa lieve tensione.
Era un anno che le loro strade si erano di nuovo incontrate e la loro relazione era sbocciata. Oramai l'aveva imparata a conoscere ed a capire dalle sue espressioni e dai suoi gesti, perfino dalla sua alzata di sopracciglia,quali pensieri aveva dentro di sè.
Proprio in quel momento senti la voce timorosa di Naru.
“Nephite, dove stiamo andando?Domani ho lezione tutto il giorno. ”
Lui selezionò molto bene le sue parole,in modo da non svelarle troppo e per ribadirle che lei si poteva fidare di lui.
Voleva  tranquillizzarla e allo stesso tempo stuzzicarla e fare leva sul loro rapporto fatto di punzecchiamento giocoso.
Non le aveva detto troppo perché sapeva perfettamente che  benché avesse solo sedici anni, Naru non era una ragazza come tutte le altre.
Constatava ogni giorno che lei era arguta e quindi per stimolare la sua curiosità aveva detto quelle parole che non rivelavano molto, ma che a lei avrebbero fatto capire che poteva fidarsi e che anzi, lui si era ricordato benissimo del tempo che era trascorso e dell’anno che era passato da quando lui rinunciò ai suoi poteri.
Era consapevole che i pezzi del suo passato erano ancora presenti dentro Naru. Anche se cercava di non farglielo vedere e di rassicurarlo sempre ,il suo atteggiamento teso in macchina glielo aveva dimostrato.
Siccome lui con le parole non era mai stato un campione, ogni giorno con un gesto diverso
tentava di mostrarle che il puzzle della sua nuova vita si stava mettendo a posto, rinunciando anche al suo potere,per lei,anche se a volte le nubi del passato facevano la loro comparsa.
Molto cavallerescamente le aprì la portiera della macchina e con gesti gentili ma risoluti, le prese la mano guidandola verso il luogo che lui aveva scelto personalmente per la serata.
 
                                                                                    ……


Ad ogni passo che stavano facendo, Naru notò il profumo sempre più intenso di vaniglia mischiato al profumo di salsedine, poco lontano dove avevano parcheggiato la macchina.
Si fece guidare da un silenzioso e premuroso Nephrite.
Non riusciva a farsi venire in mente il motivo per cui lui aveva organizzato questo blitz un poco atipico.
.
Ogni passo che lei faceva cercava di richiamare alla mente un dettaglio, un particolare,un’occorrenza  che potesse collegare il fatto che lei con una benda intorno agli occhi stesse seguendo ciecamente Nephrite.
Certamente non poteva essere un anno insieme perché l’avevano festeggiato insieme, circa sei mesi fa.
L’aveva portata in un posto piccolo e tranquillo dove si suonava il pianoforte e lei aveva apprezzato l’aria intima e tranquilla che quel piccolo locale un po’ rustico, ispirava ad entrambi.  Alla fine della cena, senza troppe
parole , Nephrite aveva chiesto al proprietario, fratello del suo datore di lavoro , di poter suonare un brano composto da lui.
In quelle note Naru trovò tutte le parole che lui abitualmente non le diceva, per il suo temperamento perennemente schivo.
Lui del resto era fatto così: snocciolava poche parole,ma tanti gesti pieni di significato. Certo lei gli rimproverava sempre di non essere molto espansivo, ma dentro di sé le andava bene così.
Nonostante i suoi silenzi non le faceva mancare di coinvolgerla nella sua vita, portandola sempre con sé.
Naru sentì sotto le sue scarpe dei piccoli sassi e poco dopo le parve di sentire sotto le sue scarpe con il tacco,i qualcosa di simile alla sabbia.
Nel constatare ciò, inciampò e mentre era sospesa in aria in attesa di una sonora caduta sentì intorno alla sua vita le mani di Neprite,  che per un pelo le aveva evitato un ruzzolone di dimensioni bibliche.
Guardò Neprite con un gesto pieno di gratitudine e mentre si rese conto che la benda che aveva intorno agli occhi si era sfilata.
Si guardò intorno e vide una distesa enorme di stranissimi fiori blu che emanavano quel profumo di vaniglia.La cosa più assurda  era che erano cresciuti a pochi centimetri dal bagnasciuga, sulla sabbia.
Era uno spettacolo estremamente irreale,ma allo stesso tempo incantevole,  di quelli che si pensa solo di vedere nelle favole.
Con un sorriso che le nasceva dentro di sé, comprese il motivo per cui Nephrite le aveva tenuto nascosto
Il motivo di quel viaggio.
Che forse quel posto volesse simboleggiare una tappa importante,forse alla pari di quella del loro anniversario?
E pensare che stava iniziando a dubitare di lui.
Naru si guardò intorno,battendosi una mano sulla testa, dandosi della sciocca per non aver compreso subito.
Con il sorriso più radioso che lei riuscì a fare si avvicinò a lui e con un’immotivata euforia,  gli mise le braccia intorno al collo.
                     
                                                                     
                                                                ………..


 
Mentre le piccole braccia di Naru  gli stavano circondando la vita si rese conto che i fiori laddove i frammenti del suo potere erano stati gettati sulla sabbia, erano ancora cresciuti dall’ultima volta
che vi era stato.
In un momento in cui sentì la mancanza dei suoi poteri, decise di andare in quel luogo,senza farlo sapere a Naru e vide dei piccoli fiori blu,del colore uguale alla sua aura di potere.
La sua rinuncia aveva dunque  portato ad un frutto e al vedere quello splendore e a quel rigoglioso trionfo di fiori,si rese conto che il suo potere aveva dato dei frutti.
Senza la sua rinuncia,quella visione carica di grazia e bellezza, non sarebbe mai esistita.
Voleva mostrare a Naru quel trionfo di colori e profumi.
Voleva farle capire che la bellezza del loro amore aveva generato delle scelte che avevano portato splendore e
vita intorno a loro.
Naru, ovviamente aveva capito subito ,appena le si era accidentalmente sfilata la benda negli occhi.
Sapeva che Naru era sagace ma non credette che lo fosse a quel punto. Mentre lo stringeva forte Naru gli disse:
“Hai visto che ci sono arrivata ?”
“Spiegami una cosa Naru ,da cosa lo hai compreso,senza che io ti dessi alcun minimo indizio?”
“Avevi la stessa espressione di quando tu ti presentasti a casa mia,quando tu rinunciasti ai poter per me”
“Già, volevo condividere con te i frutti di quella scelta.”
“Certi momenti credo che non si possano descrivere, e credo che questo momento non vada più rovinato con delle parole. Perchè ogni gesto che tu fai, sostituisce mille parole scritte su un foglio.”
Si strinsero sempre più forte,mentre le stelle cadenti della sera, si riflettevano in quei strani fiori carichi di potere.
Il potere di un amore che forse si sarebbe sbiadito con il tempo o forse no, sicuramente
avrebbe sprigionato il suo potere,nella semplicità della vita di tutti i giorni.



 
Nota dell’autrice: Questa shot  si collega molto alla  precedente.
Inizialmente era concepita come una lemon o lime qualsivoglia, ma poi capendo che fra Naru e Nephrite ci sono molti anni di differenza, non volevo scadere sul volgare.
Ringrazio molto tutte quelle persone che hanno letto e stanno seguendo le mie storie, la mia promessa di aggiornare più spesso sta cercando di avere un rincontro concreto, ovviamente con i limiti imposti dalla mia vita universitaria.
Spero che possa piacervi e vi auguro una buona serata.
 
 

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