Heart: i poteri del cuore.

di kikka97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Una normale giornata di lavoro. ***
Capitolo 3: *** Settimo senso ***
Capitolo 4: *** Sorpresa ***
Capitolo 5: *** Prime lezioni. ***
Capitolo 6: *** Stranezze. ***
Capitolo 7: *** Prima ipotesi ***
Capitolo 8: *** Amare decisioni. ***
Capitolo 9: *** Piste. ***
Capitolo 10: *** Rinforzi ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Ciao a tutti!
Ecco qua la seconda serie, spero che il prologo vi piacerà, racconta la una della parti più importanti della storia e credo sia abbastanza intrigante, ma sta a voi giudicare, mi raccomando commentate!!


Prologo.

 
Un boato, l’ennesimo e una sadica risata ricca di odio e vendetta.
Arkan e Temptel sanguinanti a terra e privi di forze, Michele, nonostante l’età, cercava di rialzarsi, di combattere ancora: illuso. Sulfus, ormai privo di sensi, rimaneva ferito e immobile al suolo, circondato da polvere e detriti, mentre Raf, in ginocchio, guardava la sua nemica dritta negli occhi, senza la certezza che l’amore della sua vita fosse ancora in vita, senza la certezza che alcune tra le persone a cui teneva di più fossero ancora in questo mondo, ma sicura nel suo intendo di proteggere la vita del piccolo che portava nel grembo, di quel piccolo di cui identità aveva tenuto nascosta a tutti, compreso Sulfus, solo Michele, veggente, l’aveva previsto, ma non aveva proferito parola.
Portò le mani al ventre sussurrando dolcemente al suo bambino, mentre Sulfus, riprendendo lentamente conoscenza, osservava la scena stranito.
Davanti a loro la neutra rideva compiaciuta della splendida opera.
-è questo quello che vorrebbe Tayco? Vederti ucciderci tutti in questo modo?-
Una domanda carica di dolore, una domanda compiuta da chi ha visto spezzarsi la sua vita sotto gli occhi. 

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Capitolo 2
*** Una normale giornata di lavoro. ***


Ciao a tutti!!!!
Sono contenta che il prologo vi sia piaciuto, ed ecco a voi il primo capitolo! è ambientato sei mesi prima circa, spero proprio che vi piaccia! Mi raccomando, commentate!!
Un bacio,
Kikka97.
 
      

Una normale giornata di lavoro.

 
7:00. La sveglia suonò per annunciare ai due sempiterni l’inizio della loro prima giornata di Angel e Devil heart.
-Dai amore è ora di alzarsi.- Disse Raf ancora mezza addormentata, ma più che dirlo a Sulfus, tentava di convincere se stessa. La ragazza si alzò dal letto, si stiracchiò per bene e lanciò un’occhiata al fidanzato, che dormiva ancora.
-Dai! Su svegliati!- Gli ripeté alzando la voce.
-Cavolo! Resta ancora cinque minuti, chi se ne frega se ritardiamo!- Gli rispose lui prendendola dolcemente per un braccio e portandola vicino a se.
- Noo. - Disse ridendo e facendo la cantilena. –Non vorrai mica ritardare il primo giorno!- Gli diede un leggero bacio sulle labbra, si alzò in piedi e raccolse intimo e camicetta che la sera prima erano volati sul pavimento.
- Io vado a cambiarmi, tu fatti una doccia ok?-
Sulfus mugugnò un “ok” e si alzò strisciando fino all’armadio per prendere i vestiti e scendere nel bagno del piano inferiore.
Raf prese degli abiti per la prima giornata di lavoro: pantacollant bianchi, mini gonna di jeans, maglietta azzurra con una stella bianca sul petto dello stesso colore della stretta cintura e All-Star azzurre. Andò in bagno e si fece una doccia. Si insaponò per bene e levò tutto il torpore del sonno, era pronta per affrontare questa giornata “speciale”.
Si risciacquò e uscì avvolta da un morbido e candido asciugamano. Prima asciugò con il fono i capelli, che lasciò sciolti come sempre, e dopo sì vestì.
Andò in cucina, dove la aspettava Sulfus che aveva già accesso i fornelli per preparare il caffè.
-Ciao, finalmente ti sei svegliato!- Lo salutò Raf regalandogli un bellissimo sorriso.
-Ciao! Però che scatole alzarsi alle sette per fare cosa? Lavorare. Fantastico.- Ironizzò lui.
-Perché scusa? A che ora ti alzavi allo stage?- Chiese lei abbracciandolo.
-Quando ne avevo voglia, più tardi meglio era.-
-Beato te!- Disse poi baciandolo.
-Però tu lo prendi troppo sul serio questo affare del lavoro.-
-Perché? È il primo giorno, e siamo gli unici a farlo. Sono un po’ agitata, tu no?-
-No, dovrei?-
-Dovresti.- Disse ridendo. Ma furono interrotti dal rumore della moca. Raf mise nel microonde le due tazze di latte per circa un minuto poi gli versò il caffè e le mise in tavola.
-Grazie.-
- Prego. -
Iniziarono a mangiare in silenzio, che fu presto interrotto dall’angel.
-Sulfus, stavo pensando. Ti ricordi quei sogni che avevamo fatto?-
-Quelli uguali?-
-Sì. Ti ricordi che non capivamo il significato di quelle ali?-
-è vero! Sono le ali dei poteri dell’amore. Questo vuol dire che il nostro settimo senso aveva già previsto tutto? Wow!-
-Infatti. Non pensavo che si potesse arrivare a fare addirittura previsioni del futuro, chissà allenandosi un po’ dove si potrebbe arrivare!-
-Già.- Si limitò a dire pensierosa Raf. L’idea di allenarsi a usare il settimo senso la affascinava molto. Però non aveva la minima idea di come si potesse fare.
Finirono la colazione in silenzio e sistemarono tutto velocemente.
-7:50, è ora di partire.-
- Vabbè andiamo, prima arriviamo prima torniamo.-
Sì incamminarono sul sentiero fino ad arrivare alla porta nel giardino. Era proprio particolare: si ergeva sull’erba senza bisogno di muri. Potevi vederla davanti o girarci dietro, era una magia molto particolare.
I due varcarono la soglia e scesero vari piani fino ad arrivare all’ufficio di Arkan alle otto in punto. Bussarono e furono accolti subito.
-Buongiorno. - Dissero i due all’unisono.
- Buongiorno, prima di portarvi dalla vostra coppia, vi spiego come lavorano i sempiterni Heart. Voi avrete due nuovi poteri, io però non so quali siano, dovrete scoprirlo voi. Allora, dovrete fare in modo che quei due rimangano insieme, si dovranno fidanzare, dovrete riparare a tutti i loro litigi, il vostro compito finirà tra dieci, dodici e forse più anni, quando si sposeranno, allora vi sarà assegnata un’altra coppia. Tu Raf avrai Ginevra mentre tu Sulfus Andrea, per ora sono solo una coppietta, a diciotto anni dovrete farli fidanzare ufficialmente e a ventotto si sposeranno, tutto chiaro?-
-Sì, ma come facciamo a farli stare insieme scusi?- Chiese Raf agitata per l’inizio del suo nuovo lavoro.
-Dovrete riparare a tutti i loro litigi, o meglio evitare che ci siano, ok?-
-Questo l’avevamo capito, come facciamo a riparare intendeva Raf. -
-Io questo non lo so. Non ho i poteri dell’amore, quindi ve la caverete da soli, mi dispiace, ora andate da Andrea e Ginevra, ci vediamo dopo.- Li salutò frettoloso Arkan.
Raf e Sulfus volarono fino alla classe dei due terreni, le lezioni erano appena incominciate, e non sembrava una delle mattinate più divertenti della vita dei due sempiterni.
“Che noia mortale!” Parlò telepaticamente Sulfus.
“Mi duole ammetterlo ma è vero, nessun bigliettino, nessun’occhiata, niente di niente!”
“E intanto che si fa?”
“Non lo so, dovremmo aspettare il cambio dell’ora.”
“Ma intanto che passa l’ora cosa facciamo? Mi sto annoiando a morte!” Disse Sulfus, che furbo, aveva già in mente qualcosa.
“Non lo so, vediamo se si guardano o se si lanciano bigliettini.”
“Io avrei un’idea migliore.” Disse telepaticamente abbracciando la fidanzata e dandole un bacio sulla guancia.
“Non possiamo baciarci anche al lavoro!”
“Che scatole! Ti ascolto solo perché sei tu a dirmelo. Vabbè, guardiamo meglio questi ragazzi.”
Si avvicinarono ai due ragazzi per osservarli, ma sembrava che non accadesse proprio niente, finché Andrea non fece un colpo di tosse. Ginevra si girò e lui con la mano gli fece segno di “dopo”, lei gli sorrise e continuarono il loro lavoro.
“Hai visto Sulfus?”
“Sì, possiamo aspettare il cambio dell’ora.”
“Chissà cosa le dovrà dire.”
I due aspettarono pazientemente fino alla prima campanella. Quando la professoressa di lettere uscì Ginevra andò dal ragazzo per chiedergli cosa le voleva dire.
-Ciao Andrea! Cosa mi volevi dire?-
-Ciao, ecco, volevo chiederti se volevi uscire con me oggi pomeriggio. Non ci sono tanti compiti per domani, e allora mi chiedevo, visto che fa ancora caldo, se venivi con me in spiaggia.- Rispose Andrea un po’ in imbarazzo.
“Hai visto come sono carini, spero che Ginevra accetti.”
“Troppo sdolcinati.”
“Per te sono tutti sdolcinati tranne noi.”
“Ma è vero!”
“Ecco, ti pareva!”
Raf sorrise e continuò ad ascoltare la conversazione dei due ragazzi.
-Sì! Mi piacerebbe molto! A che ora?-
-Che ne dici dalle tre alle sette?-
-Perfetto! Sarò puntualissima!-
Disse lei abbracciandolo. Andrea arrossì di colpo e le restituì l’abbraccio.
Poco dopo entrò in classe la professoressa di Aritmetica e per i due sempiterni si preannunciavano altre noiosissime ore.
“Bene, ora possiamo andare no?” Chiese Sulfus stufo.
“No, dobbiamo aspettare la fine della scuola. Dopo andremo a mangiare e alle 14:30 tu vai da Andrea e io da Ginevra. Ci terremo informati telepaticamente.”
“Che scatole!” Fu l’unico commento di Sulfus.
La mattina passò piuttosto in fretta. Andrea e Ginevra avevano parlato ancora un po’, ma non del loro appuntamento. Raf e Sulfus tornarono a casa per il pranzo. L’angel preparò degli ottimi spaghetti al ragù, e come secondo carote, insalata e bistecca.
-Sai che sei proprio brava a cucinare! Fai piatti semplici ma deliziosi. Sono le ricette dei terreni giusto?-
-Sì. Ora che viviamo sulla Terra dobbiamo imparare bene la loro cultura.-
-Ma guarda come è intelligente il mio angelo!-
Raf non poté fare a meno di sorridere a quell’affermazione.
-Grazie. Ma, stavo pensando alle parole di Arkan. Ti ricordi quando ha detto che avremo nuovi poteri?-
-Ah sì! Meglio! Chissà come li scopriremo.-
-Infatti.-
Quando ebbero finito di mangiare sparecchiarono il tavolo e misero piatti, bicchieri e posate nella lavastoviglie. Dopo di che si stesero sul divano una tra le braccia dell’altro a guardare la tv.
-Secondo te dovrei allenare il mio settimo senso?- Iniziò il discorso Raf.
-Non lo so, perché questa domanda?-
-Quando ne abbiamo parlato stamattina la cosa mi ha incuriosita. Se lo allenassi potrei addirittura fare previsioni, non credi?- Disse guardandolo seria.
-Sì, ma forse ci hanno già provato altri sempiterni e non si può “allenare”, ma è una cosa che viene e che và. -
-Probabile.-
-Domani mattina parlane con Arkan.- Le disse vedendo l’importanza che dava Raf a quest’argomento. A lui non glie ne poteva proprio fregare niente. Era felice, aveva Raf, un lavoro, una bella casa, non desiderava altro, soprattutto prevedere il futuro.
-Ok. Ma ora sono le due e mezza, è meglio se andiamo.-
-Ok.- Spensero la tv e si avviarono uno da Andrea e l’altra da Ginevra.
Quando Raf arrivò nella camera della ragazza, la trovò davanti allo specchio mentre indossava un bichini verde. Aveva due fiocchi sui fianchi e uno sulla schiena. Era semplice e le donava molto.
-Questo o quello arancione?- La sentì dire ad alta voce.
L’angel guardò sul letto della ragazza, dove era appoggiato un altro bichini arancio con i bordi rossi.
Si stava facendo in quattro per sembrare carina, anche se era perfetta così com’era. Alla fine scelse il costume verde, che, in effetti era quello che le stava meglio e come abbigliamento scelse degli shorts bianchi e una magliettina dello stesso colore del bikini. Sostituì il cerchietto giallo con uno più piccolo e in tinta con costume e maglia. Si mise hai piedi delle infradito bianche e preparò il suo borsone.
Intanto Andrea si incamminava verso la casa della persona che amava seguito da Sulfus. Non si era messo niente di speciale, non è che gliene importasse molto. Suonò il campanello. Ginevra scese subito e aprì la porta sperando di piacergli. Raf sentì i suoi pensieri e chissà come chissà perché disse:
-Brilians Fly!- Drizzò le ali e mise le mani in avanti. La scia di luce che uscì dai suoi palmi colpì Ginevra e un dolce profumo di rose invase la soglia.
Sulfus guardò stranito l’angel che si guardava le anche lei senza capire bene quello che era appena successo.
-Credo che sia il tuo nuovo potere.-
-Vero! Guardiamo i suoi effetti.-
Infatti Raf aveva appena usato il Brilliant Fly, che ha reso luminosa e profumata come un fiore Ginevra. Tutto ciò non era scappato agli occhi di Andrea che la guardava imbambolato. Il ragazzo si ricompose in fretta e le disse tentando di nascondere l’imbarazzo:
-Hai messo il profumo?-
-Ehm, veramente no. -
-Ah, strano, profumi di rose. –
Ginevra arrossì e si incamminò con lui verso la spiaggia.
-Come facevi a sapere come si chiamava il tuo nuovo potere?- Chiese ad un tratto Sulfus.
-Non lo so, istinto.- Chiuse lei il discorso.
Quando arrivarono sulla spiaggia Andrea e Ginevra sistemarono i salviettoni e si buttarono subito in acqua.
-Che ne dici di dare uno strappo alla regola? Io mi sto stufando!-
-Cosa intendi Sulfus per uno strappo alla regola?-
-Trasformiamoci in terreni e facciamoci un bel bagno!-
-Ok, non posso resistere! Cox, attiva metamorfosi! Con l’amore, con l’onestà, con il giudizio e la sincerità, lo spirito lascio, e divento terrena!-
Quando si trasformò, indossava un bichini fucsia con delle infradito in tinta. Sottobraccio portava un salviettone azzurro e per riparare gli occhi degli occhiali da sole.
-Ora tocca a me! Basilisco attiva metamorfosi! Con l’inganno e con l’astuzia, con l’ingegno e la furbizia, lo spirito lascio e divento terreno!-
Sulfus invece indossava un costume fino alle ginocchia rosso scuro. Aveva delle infradito nere come il salviettone, e aveva degli occhiali da sole.
I due sistemarono le loro cose sulla spiaggia e si buttarono in acqua. Passarono il pomeriggio tra schizzi e giochi di qualsiasi tipo, divertendosi come matti, stando comunque attenti al comportamento dei due terreni, che alle sette puntuali tornarono a casa divertiti per la splendida giornata.
Così fecero anche i due sempiterni. Prima però, dovevano andare a fare rapporto ad Arkan e alla Temptel:
-Bene, devo dire che come inizio non è niente male, Raf ha scoperto subito il suo nuovo potere, ora toccherà a Sulfus. Però avete fatto un grosso errore.-
-E cioè?- Chiese Raf un po’ impaurita.
-Non dovevate assolutamente perdere l’attenzione! Questa volta vi è andata bene che non è successo niente di grave mentre vi divertivate ma la prossima volta state più attenti, soprattutto tu Raf, non devi più cedere alle tentazioni di un devil!-
-Scusi professor Arkan se la interrompo! Ma credo che sia normale, no? Sulfus avrà anche questi poteri sdolcinati, ma è pur sempre un devil! –
Lo interruppe Temptel fiera del suo ex alunno.
-Ma Raf non dovrebbe cascarci!-
-Scusi prof, ora possiamo andare?- Chiese il devil spazientito.
-Andate pure. Temptel lei resti qua, dobbiamo risolvere quelle questioni sui nuovi stagisti.-
I due sempiterni varcarono la porta e Sulfus subito si scusò:
-Perdonami, dovevo pensarci prima.-
-Non fa niente, è stato divertente. Arkan è troppo severo, è alla fine non è accaduto niente di male.-
I due si camminarono in silenzio fino a casa.
- Raf, dai, ora mi sento in colpa, c’è qualcosa che posso fare?-
L’angel gli sorrise maliziosa e si avvicinò seducente a lui. Con un dito iniziò ad accarezzare il suo splendido, coperto solo da un’aderente maglietta.
-Mh, non saprei…-
Sulfus, non resistendo alle tentazioni di Raf la strinse per i fianchi e la baciò con passione, ma lei voleva continuare il suo gioco così si staccò togliendogli la maglietta ripercorrendo il suo magnifico petto.
-In effetti, avrei una certa voglia.-
Ma Sulfus non cedette facilmente, avrebbe giocato anche lui, così, continuando a bearsi delle sue carezze, iniziò a baciarle il collo.
-Una certa voglia…mh, vediamo come ti posso accontentare.-
E con un abile gesto la fece sdraiare sul divano, dove conclusero in bellezza la splendida giornata

 

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Capitolo 3
*** Settimo senso ***



Ciao a tutti!
Eccomi qua con il secondo capitolo. Vi avverto che sarà un pò noiso, ma non preoccupatevi, ancora poco e si entra nel vivo della storia!
Mi raccomando recensite, senza di voi non avrei la forza di scrivere! Vi voglio bene! Ciao ciao,
Kikka97.


Settimo senso.




  Era mattina presto, per i due sempiterni era ora di svegliarsi. Si alzarono sbadigliando a malavoglia dal letto e andarono entrambi in bagno per lavarsi e cambiarsi. L’Angel prese dei jeans corti fino al ginocchio, una maglietta e una cintura rosa con le ballerine in tinta. Andò in bagno con un pensiero che la tormentava, ormai da tutta la notte. Quella storia del settimo senso l’aveva proprio confusa. Non sapeva nemmeno lei il perché, ma la attirava, come se ci fosse dietro qualcosa d’altro. Voleva a tutti i costi parlarne con Arkan, e se possibile iniziare subito gli allenamenti, la cosa era risolta qui, ma allora perché continuava a pensarci?
Si lavò e scese a fare colazione con questo tormento che le pesava sulle spalle.
“Perché continuo a pensarci? Perché?”
Preparò il caffèlatte e fece colazione con il fidanzato.
Sulfus aveva notato subito che qualcosa non andava, e dopo un po’ di esitazione glielo chiese:
- Raf, cos’hai? Sei un po’ strana oggi?-
-No, niente, tranquillo.-Mentì lei.
-Ok, se lo dici tu. Ma per qualsiasi cosa io sono qui.-La rassicurò lui.
-Grazie.-Disse dolcemente lei accarezzandogli la mano.
Finirono la colazione in fretta e si avviarono verso l’ufficio di Arkan.
- Buongiorno.- Li salutò il professore.
- Buongiorno.- Risposero i due.
-Pronti per il vostro secondo giorno?-
-Sì, andiamo, faremo del nostro meglio.- Disse Sulfus avviandosi verso la porta.
- Ok. - Disse velocemente lui mentre il devil stava già uscendo dalla stanza.
-No, devo chiederle una cosa. –Li interruppe Raf.
-A cosa ti riferisci Raf?- Chiese prima il Devil.
-Al settimo senso.-
-Dimmi pure. - La incitò Arkan.
-Prima di finire lo stage, sia io sia Sulfus abbiamo fatto un sogno dove entrambi avevamo già i poteri Heart, e abbiamo immaginato che sia stato il nostro settimo senso a farci fare questo sogno. Però, non pensavo che potessimo addirittura prevedere il futuro.-
Arkan restò per un po’ in silenzio.
-Mh…la cosa mi incuriosisce molto. Pochi sempiterni hanno queste caratteristiche. Farò una ricerca e ti farò sapere, ok?-
-No aspetti.- Lo interruppe lei.- In un altro sogno, mi sembrava di essere in un’altra dimensione. Le pareti erano del colore dell’arcobaleno ed erano molto luminose. Faceva piuttosto caldo ma un’aria fresca e un profumo di fiori mi rilassavano. Poi una voce femminile mi ha detto di sperare. Le ho chiesto chi era e lei mi ha risposto che era me, o per essere più precisi era il mio settimo senso.-
Arkan la fissò sbalordito, poi riprendendo lucidità chiese:
-Sei riuscita a entrare nel tuo io?-
-Be, la voce mi ha detto che ero dentro di me. -
-Pochissimi sempiterni ci sono riusciti! Alcuni con duri allenamenti, e tu invece, che eri anche nata terrena ci riesci così per caso!-
-Bhe, ecco, forse quello non era proprio il mio io, posso anche essermi sbagliata, però, a me sembrava…-
-Non aggiungere altro, hai delle capacità fantastiche! Ne parlerò con le alte sfere! Mi dai il permesso?-
L’entusiasmo di Arkan stupì molto l’angel. Non pensava di avere queste rarissime capacità.
-Ehm, certo! Ma le ho raccontato tutto questo per chiederle se si può allenare il settimo senso. Cioè, se sono riuscita a fare delle previsioni chissà cosa potrei riuscire a fare se lo alleno, no?-
-Mi sembra un’idea fantastica! Avviserò le alte sfere, stasera vieni nel mio ufficio, ti farò un colloquio con loro. Tu invece?-Domandò a Sulfus.
-Io cosa?- Chiese il giovane.
-Anche tu hai previsto il futuro, se vuoi, dirò alla Temptel di parlarne con le basse sfere.-
-No, grazie, non mi interessano questi allenamenti.- Disse lui senza interesse.
-Un talento così è sprecato!-
-Non mi interessa!-
-Sicuro Sulfus?- Gli chiese Raf.
-Sicuro.- Le rispose.
- Ok, come vuoi tu. - Disse Arkan sconcertato dallo spreco di un simile talento. Non riusciva proprio a capire come mai, Sulfus, un devil, non volesse coltivare un così grande talento, aveva un motivo un più per vantarsi, è per i devil questa era una grande occasione. Ma lui invece non voleva, perché dovrebbe prevedere il futuro? Non c’era motivo, cosa gliene importava? Niente! Stava bene così.
I due sempiterni uscirono dalla stanza per andare nella classe di Andrea e Ginevra in un assoluto silenzio. La prima a rompere il ghiaccio fu Raf, che decise di liberare la sua curiosità.
- Sulfus…perché non vuoi farlo sapere alle basse sfere?  Che male c’è? È un peccato sprecare un talento così. -
-Perché non mi serve Raf. Ho un lavoro, una splendida fidanzata che amo, una casa fantastica, prevedere il futuro è l’ultima cosa che desidero, non mi serve proprio.-
-Ma potrai aiutare la gente!- Disse lei per fargli cambiare idea, come se i diavoli aiutassero!
-Non è proprio un comportamento tipico di noi diavoli.-
-Giusto.- Chiuse infine il discorso.
Arrivati in classe, i due poterono notare subito l’arrivo di una nuova compagna. Era alta e aveva lisci capelli biondi, i suoi occhi azzurri sembravano tratti di cielo. Era pesantemente truccata e i vestiti attillati le segnavano le forme. Sembrava una top model, dal quel che i due avevano capito si chiamava Jessica. Sembrava aver stretto subito amicizia con le badgirlz, mentre non sembrava essere “miss simpatia” secondo le altre ragazze.
-Hai visto Sulfus, cosa ne pensi?-
-Sarebbe una fantastica devil, sia come carattere sia come aspetto. Dovrebbero starle lontano.-
-è vero, da anche a me quest’impressione. Sono curiosa di scoprire chi sono i sempiterni che la consigliano.-
Poi, l’inizio dei problemi. Quella ragazza lanciò un’occhiata provocante al povero Andrea, che come incantato non poté fare a meno di sorriderle. Tutto questo però non sfuggì a Ginevra: iniziò così la gelosia della rossa.
-No!- Urlò Raf sentendo i pensieri della ragazza.
-Iniziano i guai!- Commentò senza tanto entusiasmo Sulfus.
La professoressa entrò in aula, almeno la povera Ginevra aveva un’ora per sbollirsi, anche se non servì a molto. Infatti, durante il cambio dell’ora sembrava che la famosa Jessica avesse preso di mira Andrea. Sì, era un ragazzo carino, ma per niente adatto a lei!
-Non devono litigare! Quella serpe deve starsene lontana da Andrea!- Disse irritato Sulfus.
Nel cambio dell’ora fu ancora peggio. La bionda si era avvicinata pericolosamente ad Andrea, e giochicchiava con lui sforandogli la mano. Il povero ragazzo non sapeva come reagire alle provocazioni di Jessica, così al suo posto, parlò Ginevra:
-Tira via quelle brutte manacce dal mio ragazzo!- Urlò in faccia alla biondina.
-Scusami, ma non potevo immaginare che un ragazzo così carino potesse stare con una come te. Ciao ciao.-
Disse con un tono talmente irritante, da tirarle un pugno e spaccarle il naso. Un misto tra superiorità e disprezzo.
-Non c’era bisogno, non stava facendo niente di male.- Disse il ragazzo, attivando la bomba.
-Non stava facendo niente di male?! Ma se ti stava accarezzando la mano! E la conosci da solo un’ora! Sarà anche più carina di me, ma se ti sei preso la cotta per un’altra almeno non farti vedere a fare certe cose-
Ginevra non ce la faceva più! Prima la topmodel che le frega il ragazzo, poi si permette anche di insultarla, e adesso, lui le dice che non è successo niente di male! Si girò senza degnarlo di uno sguardo, ma le lacrime volevano uscire, e prima che una di loro riesca a fuggire, la ragazza scappò in bagno, dove poteva piangere senza essere vista.
 “Dopotutto è vero! Lei è una bella ragazza, e lo è anche Andrea. Io sono solo una povera sfigata che non segue la moda e fa di testa sua! Lui non mi merita, che vada pure con quella serpe! Se è felice così, io sarò felice per lui, dopotutto, anche questo vuol dire amare, no?”
Pensava la ragazza con il cuore a pezzi immaginando la persona che amava tra le braccia della prima ragazza di turno.
Quando finì di versare le amare lacrime ritornò in classe. Non degnò i due di uno sguardo e si sedette al suo posto per l’inizio della lezione.
Andrea però era preoccupato per lei. Aveva inteso male, cosa gliene poteva interessare a lui di una come Jessica, una da botta e via. Quando invece aveva con sé la ragazza che amava!
-Fantastico!- Urlò Sulfus seccato.
-E ora come facciamo?!- Disse Raf tentando di mantenere la calma.-Allora, Ginevra ha capito male. Certo, Andrea poteva comportarsi meglio, ma si tratta solo di un malinteso, poteva accadere anche di peggio.-
-In effetti.- Commentò il Devil. - Andrea poteva anche invaghirsi di quella ragazza, ma non è successo, per ora…- Disse le ultime due parole abbassando la voce.
Le ore successive passarono molto lentamente. Ginevra non degnava il ragazzo nemmeno di uno sguardo, lui invece cercava continuamente di attirare la sua attenzione per riuscire a parlarle, ma niente. Alla fine rinunciò, e tornò a casa abbattuto.
“Forse è meglio lasciare le cose come stanno. Jessica è una bella ragazza, e forse le piaccio, avrei comunque lei, ma non è la stessa cosa.” Pensava mentre entrava nella sua stanza seguito dai due sempiterni.
-No Andrea! Non puoi neanche pensare una cosa simile, tu ami Ginevra!- Raf era furibonda. L’amore sulla Terra non era preso seriamente. Lei aveva sofferto tantissimo per restare con Sulfus, mentre qui si danno solo botte e via, se ci si stufa la storia e finita: non è vero amore quello!
Sulfus invece taceva, si concentrava, ma nemmeno lui sapeva su cosa, poi all’improvviso:
- Dream Power!- Le sue ali crearono una polverina grigia, ma allo stesso tempo luminosa, che fece addormentare Andrea. Poi le richiuse in avanti e infine le spiegò all’indietro. Come per magia si creò l’immagine del volto di Ginevra che levitò fino al ragazzo e sparì vicino alla sua testa. Il devil restò con volto chino e gli occhi chiusi, come se stesse pensando intensamente o comandando qualcosa con la forza della mente.
- Sulfus!- Urlò Raf come per svegliarlo dal suo trans, ma niente, non rispondeva ne muoveva un muscolo.
- Sulfus! - Ripeté.
Il Devil stava usando il suo nuovo potere, cioè, stava facendo sognare ad Andrea Ginevra, le stava tentando di far capire la giusta via da prendere, anche se non era un comportamento proprio da devil.
Il ragazzo steso sul letto iniziò a pronunciare il nome di lei per una buona decina di minuti, sotto lo sguardo spaventato di Raf. Finché, sia lui che Sulfus riaprirono gli occhi di scatto.
- Sulfus cos’è successo?- Chiese Raf con un tono preoccupato.
-Gli ho appena fatto sognare Ginevra, ora sa cosa deve fare.- Rispose ghignando soddisfatto per la sua bravura.
-Come hai fatto?- Chiese curiosa.
-Con il Dream Power, il potere dei sogni. Non chiedermi come ho fatto a scoprirlo perché proprio non lo so. -
-Wow! Speriamo solo che faccia effetto-
-Adesso so come farle capire la verità!- Urlò felice Andrea interrompendo la loro conversazione. –Le farò capire tutto, è lei che amo, non la devo perdere!- Sì disse determinato.- Domani mattina sistemerò tutto, anche quella brutta serpe di Jessica!-
-Strabiliante!- Commentò Raf entusiasta del potere del suo fidanzato.
Lui sorrise soddisfatto prima di vantarsi dicendo- Visto che roba! Con un solo battito d’ali, ho quasi risolto il problema.-
-Ma che modesto!- Lo prese in giro lei. –Ma è anche per questo che ti amo!- Disse prima di baciarlo con passione.
Rimasero un po’ l’una tra le braccia dell’altro baciandosi, ma non durò a lungo, era ora di fare rapporto, avrebbero continuato a casa.
Arrivarono nell’ufficio di Arkan e bussarono.
- Buonasera. - Lo salutarono.
-Buonasera!- Risposero lui e la Temptel.
-Complimenti Sulfus, il tuo potere è stato molto utile, ora Andrea sa cosa fare.-
-So fare di meglio.- Disse vantandosi, ogni occasione era buona per lui.
-Il lupo perde il pelo ma non il vizio, vero Sulfus?-
-Vero professoressa Temptel.-
-Sì sì, ma andiamo oltre.- Disse Arkan senza dare molto peso al vanto del devil.
- Raf, ho avvisato le alte sfere. Domani avrete la giornata libera. E alle dieci avrai un colloquio con i serafini per la storia del settimo senso. Se vuoi, apriremo un corso per imparare a utilizzarlo meglio, ma discutine domani con loro, non ne so molto io. -
-Ok, grazie Arkan, sarò puntuale, arrivederci.-
- Arrivederci.-
I due sempiterni uscirono dall’ufficio per dirigersi a casa. Dopo cena si sdraiarono accoccolati sul divano a vedere dei programmi terreni alla tv.
-Hey! Sai cosa mi è venuto in mente?- Disse allegra Raf.
-Cosa?-
-Tra due giorni compio 17 anni! Me ne ero quasi scordata!-
-Ma non me ne avevi mai parlato! Quindi, tu compi gli anni il 16 settembre.-
-Esattamente, tu invece?-
-31 Luglio 18.-
-Questo vuol dire che quando ne hai compiuti 17 eravamo già insieme! E per di più non mi hai detto niente!-
Disse Raf facendo la finta offesa.
-Hey, non ti sarai mica offesa vero?-
-Sì, e ora ti tocca inventarti un modo per riparare.-
-Mh…un modo per riparare è? Credo di avere in mente qualcosa.-
E mentre gli abiti iniziavano a volare sul pavimento, Sulfus stava iniziando a ideare una cosa che avrebbe fatto Raf felicissima, ora, non rimaneva che contattare le persone giuste e organizzare il tutto.

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Capitolo 4
*** Sorpresa ***


Ciao a tutti! Scusate per l'immenso ritardo ma ho avuto un pò di problemi con la scuola. Spero che mi potrete perdonare, intanto vi lascio il nuovo capitolo, ciao!

Sorpresa.


 
Era mattina e Raf si stava preparando per l’importante colloquio con i Serafini. Aveva deciso di indossare un abito piuttosto elegante, così, optò per un vestito azzurro che le arrivava fino alle ginocchia, con le maniche corte, e una fascia blu alla vita. Calzava delle ballerine con un leggero tacco sempre blu e aveva lasciato i capelli sciolti come sempre. Si era messa del lucidalabbra e un po’ di ombretto celeste come tocco finale. Dopo aver fatto colazione salutò Sulfus e uscì. Arrivò alle dieci in punto davanti all’ufficio di Arkan, bussò e fu accolta subito. Nella stanza, oltre che lei e Arkan, c’erano anche tre serafini vestiti con una candida veste. I tre rimasero sorpresi nel vederla, sapevano che era un angel heart, però vedere questa nuova “specie” per la prima volta faceva un certo effetto, soprattutto perché avevano già visto Raf.
-Accomodati pure. – Le disse Arkan indicandole una sedia.
- Buongiorno. - La salutarono i serafini.-è un onore conoscere un angel Heart.-
-Salve, l’onore è mio.-
-Bene.- Iniziò Arkan.- Siamo qui per parlare del settimo senso di Raf, la sua innata potenza mi ha stupito molto come vi ho già detto.-
-Sì Arkan, vorrei iniziare a fare qualche domanda alla giovane angel.-
-Certo, chieda pure.- Lo invitò cordialmente Raf.
Il serafino prese una biro e un blocchetto degli appunti.
-Bene, iniziamo con la prima domanda, quando le è successo di entrare così profondamente in se stessa?-
-Ehm, più o meno quattro mesi fa. –
-Era in circostanze importanti?-
- Be, stavo per diventare Guardian Angel, e per lasciare per sempre la persona che amavo.- Rispose Raf con un leggero rossore in viso.
-E come si sentiva?-
-Male, molto male. Piangevo spesso e non riuscivo a non pensarci.-
-I sogni fatti erano due se non sbaglio.-
-Si infatti.-
-Me li descriva.-
-Nel primo mi sono sentita avvolgere da una forte luce, e poi sono arrivata in una casa, identica a quella che ho adesso per giunta, ero sposata con Sulfus e avevamo due figli. La cosa particolare però, erano le ali, uguali a quelle degli angel e devil Heart, eppure io non sapevo dell’esistenza di queste due specie di sempiterni.-
-Questo è molto interessante signorina, mi dica, le forme e i colori ero sfocati o sbiaditi?-
-No, non mi pare.-
-Mh…interessante.-
Il serafino continuava a scrivere appunti e i suoi occhi tradivano molta curiosità.
-Nel secondo?-
-Sono arrivata, ehm, in un’altra dimensione credo, si stava benissimo lì, mi ricordo che vedevo solo delle scie dei colori dell’arcobaleno. Poi ho sentito una voce che mi diceva di essere il mio settimo senso e che ero dentro di me. Mi ha fatto vedere delle immagini famigliari, poi mi sono svegliata.
-Interessante. Non c’è dubbio che tu abbia un talento innato, Arkan mi ha detto che lo vuoi allenare, giusto?-
-Giusto.-
-Visto che non potrai andare ad AngieTown a fare dei corsi, porteremo qui un insegnante. –
-Ok. Quanto potreste riuscire a farlo trasferire qui per un periodo?-
-Per ora non lo sappiamo, abbiamo un paio di insegnanti ma dobbiamo ancora contattarli, ti faremo sapere ok?-
-Ok. E per il costo?-
-Ti faremo sapere anche per quello, credo che per oggi pomeriggio sarà tutto stabilito.-
-Perfetto, verrò nell’ufficio alle diciotto, ve bene Arkan?-
- Sì. -
-Allora io posso andare?-
-Certo Raf, va pure.-
- Arrivederci.-
-Arrivederci Raf. –
L’angel tornò a casa, dove sul divano l’aspettava il suo fidanzato.
-Ciao amore sono tornata!- Lo salutò lei appena varcò la soglia.
-Ciao! È durato poco il colloquio allora.- Le disse prima di baciarla.
-Sì, dovrò ritornare alle sei, per sapere se arriverà un insegnante e quanto dovrò pagare.-
-Alle sei.- Ripeté lui. Era un orario perfetto per mettere in atto il suo piano.
-Vado a preparare il pranzo.-
-Ok. Sai che stai proprio bene con quel vestito.-
-Ehm, grazie.- Rispose lei imbarazzata.
-Cosa farai?-
-Una carbonara, ho comprato ieri gli ingredienti. Mi fai un favore?-
-Cioè?-
-Mi prepari il tavolo intanto che cucino?-
- Ok. - Disse senza molto entusiasmo. L’avrebbe fatto, solo perché glielo aveva chiesto lei.
Mangiarono e passarono il pomeriggio tra coccole e TV.
Arrivarono e sei e Raf dovette uscire per il colloquio, e appena varcò la porta Sulfus iniziò con le telefonate.
Compose il primo numero e rispose Kabalè.
-Ciao Kabalè sono Sulfus.-
-A Ciao Sulfus, allora, a che ora possiamo venire?-
-Il prima possibile, Raf è appena andata via, ma tornerà tra poco. Tu chiama Cabiria e Gas io penserò alle angel.-
-Ok, ci vediamo tra poco.-
- Ciao. -
“Bene, ora tocca alle angel.”
Compose il numero di Uriè e attese in linea.
-Pronto.-
- Uriè sono Sulfus.-
- Ah, ciao Sulfus.-
-Siete pronte?-
-Prontissime.-
-Bene, allora venite qui il prima possibile, io stamattina ho comprato un regalo, la torta e i festoni.-
-Perfetto, ci vediamo tra poco Sulfus.-
-Ciao!-
Mise giù il telefono e iniziò ad addobbare la sala, preparare gli stuzzichini e decorare la torta con diciassette candeline.
Raf intanto, ignara della sorpresa, stava discutendo con Arkan il prezzo e l’ora di arrivò dell’insegnante.
-Il prezzo lo deciderà lui Raf, non dovrebbe essere una cosa troppo alta, anche perché aiuterai tutta la società degli angeli in questo modo. -
-Perfetto.-
-L’arcangelo Michele Seraficini sarà qui la prossima settimana. Abbiamo già scelto la sua stanza, e ci ha detto che sarà disposto di farti delle lezioni sei volte alla settimana, quindi senza Domenica, per un anno. -
- Be, mi sembra perfetto.-
-Sono le diciotto e trenta, puoi andare Raf. –
-Ok, arrivederci.-
-Arrivederci Raf. -
L’angel cominciò la strada di ritornò, passando dai corridoi poco illuminati della Golden School. Arrivò fino alla porta di casa ed entrò. Le luci erano tutte spente, che Sulfus si fosse addormentato? Impossibile, ma allora perché era tutto completamente buio? Camminò lentamente toccando il muro finché non raggiunse l’interruttore. Quando le luci si accesero lo spettacolo che trovò davanti a se la stupì e l’agitò allo stesso tempo: un’enorme pacco regalo rosa e bianco,  alto come il loro tavolo e largo circa un metro. Tra il divano e l’enorme pacco c’era un tavolo imbandito dalle pietanze più buone di AngieTown e Zolfanello City, e anche qualche stuzzichino terreno. Improvvisamente partì una dolce musica angelica, la sua preferita, la ascoltava sempre ad AngieTown. Come poteva saperlo Sulfus? Si avvicinò ancora sorpresa al pacco quando all’improvviso due figure, una gialla e una rosa, saltarono fuori urlando: -Sorpresa!-
-Dolce? Ur…- Non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò un bignè alla crema ben spalmato in faccia. La tirò via con la mano e si guardò intorno finché vide Kabiria, Kabalè e Gas con quei dolcetti in mano. Dietro di loro, per cercare di fermarli c’era la povera Miki, che però non riuscì a fare molto perché altri due bignè partirono e colpirono in pieno Uriè e Dolce. L’angel non fece a meno di ridere, le avevano fatto proprio una bella sorpresa!
- Miki!- Urlò abbracciandola. –Kabalè, Kabiria, Gas! Cosa ci fate qui?-
Ad un certo punto si unì a loro un devil che noi tutti conosciamo bene, e che intanto era rimasto nascosto in cucina.
-Opera mia, angioletto!- Le disse da dietro le spalle.
 - Sulfus?! Hai organizzato tu tutto questo?- Sulfus, un devil, che organizzava una festa di compleanno!? Tra poco finisce il mondo!
-Si angelo mio, buon compleanno!- Le disse sorridendo.
L’angel non sì trattenne più dalla felicità così lo gli saltò addosso baciandolo.
- Raf, così mi uccidi!-
-Grazie grazie grazie!!!-
E dopo aver finito di strozzare il suo fidanzato corse ad abbracciare tutte le sue amiche, e perfino i devil, tanto per lei ora il veto non era più una regola.
-Grazie mille!- Ripeté quasi in lacrime.
-Adesso se non ti dispiace.- Disse Kabiria alla Angel Heart –Vorrei metter su della musica decente, posso?-
-Sì certo, come vuoi.-
E così al posto della dolce musica di AngieTown, mise una scatenata musica da discoteca.
-Che ne dite di ballare un po’? Tanto in questa villa c’è ne di spazio.- Propose Kabalè.
-Dico che è una splendida idea. - Rispose Kabiria, e le due devil insieme a Gas iniziarono a scatenarsi.
- Eddai, anche se è musica devil si può fare, no?- Propose Dolce a Uriè e Miki.
-Io ci sto.- Rispose la blu. –Anche io. – Disse la mora.
-Dai Raf, scateniamoci anche noi!- Disse Sulfus prendendo l’angel per un braccio e tirandola in pista.
Così tutti, iniziarono a ballare per una buona parte della serata. A volte si fermavano per rinfrescarsi con le bibite, oppure, come Gas, passavano il tempo ad assaggiare stuzzichini su stuzzichini. Verso le nove e mezza però, Sulfus smise di ballare e abbassò la musica.
- Sulfus! Alza subito il volume!- Sbraitò Kabalè.
-Altrimenti che mi fai?- La provocò lui. La devil rimase in silenzio, possibile che doveva avere sempre lui l’ultima parola!
-Credo che sia ora di mangiare la torta, no?-
-Giusto! Ho portato la miglior torta di AngieTown, aspettate che vado a prenderla e metto le candeline!- Urlò in preda all’eccitazione la golosa Uriè.
-Ma, non vorrete mica cantare quella lagnosa canzoncina?- Urlò stupida Kabiria.
-Perché stupida? Cosa c’è di male nel cantare tanti auguri a te?- Chiese ingenuamente la rosa.
-Lascia perdere, ma ti ricordo solo che abbiamo diciassette anni, non dieci!-
-E allora?- Disse Miki -A AngieTown si fa così!-
-O-cavolo!- Questa volta fu Kabalè a parlare. Cantare “tanti auguri a te” per i devil era una cosa da poppanti, per di più cantarla a diciassette anni!
-Ecco qua, ho già acceso le candeline!- Annunciò la mora entrando nella sala e appoggiando la torta sul tavolo.
Le angel iniziarono subito a cantare mentre i devil se ne stavano disgustati ad ascoltare.
-E ora esprimi un desiderio!- Ordinò la rosa a Raf. L’angel fece come le era stato detto, non sapeva però, che quel desiderio si sarebbe avverato presto, molto, troppo presto.
Intanto Kabiria diede una bella gomitata a Sulfus, che imbarazzato, invitò Raf e uscire con lui sul balcone, mentre angel e devil ridacchiavano nel vedere le sue gote ormai bordò.
-Allora? Di che cosa dovevi parlarmi? E perché sei rosso come un pomodoro?- Disse l’angel in tono scherzoso.
-Ti prego non scherzare, per me è difficile.- La supplicò il devil. Così Raf, comprendendo il suo imbarazzo decise di voltarsi e di posare lo sguardo da un’altra parte, immaginando che la pressione dei suoi occhi celesti poteva imbarazzarlo ancora di più. Poi l’Angel, sentendo una sensazione di freddo vicino al collo abbassò lo sguardo è vide un ciondolo fantastico a forma di cuore.
-Volevo che il colore rosso all’esterno mi simboleggiasse, mentre lo zaffiro saresti tu. Significa che sarai per sempre al centro del mio cuore.-
Una dolce lacrima di gioia fuggì dagli occhi celesti di Raf. Si girò verso di lui e a fior di labbra gli sussurrò un “Grazie”, prima di baciarlo romanticamente.
Tornarono sorridenti nel salone, complici di quei pochi attimi d’amore, e continuarono a ballare insieme ai loro più cari amici. 

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Capitolo 5
*** Prime lezioni. ***


Buon giorno a tutti! Scusate l'immenso ritardo, ma questo capitolo sarà ricco di sorprese! Iniierò a rispondere ai vostri dubbi, tipo:
Chi è Michele?
Chi è il nemico di Raf?
Bene, scopritelo!
Buona lettura!



Prime lezioni.

 
Erano passati due giorni dalla festa.
L’insegnante di Raf era stato avvisato e oggi sarebbe venuto sulla Terra per le lezioni. Arkan aveva fissato l’incontro per le quattro in punto, mentre la mattina Raf e Sulfus avrebbero agito sulla loro coppia di terreni. Più ore passavano più l’angel si agitava. Pensava di non essere all’altezza o che sarebbe stata trattata male per i suoi poteri d’amore. Sulfus, esasperato, continuava però a cercare di calmarla, se ci sarebbero stati problemi avrebbero parlato telepaticamente senza che nessuno se ne potesse accorgere, e se la situazione diventasse grave, sarebbe intervenuto.
-Tutto tranquillo anche oggi, inizio a stufarmi di questo lavoro!-
- Sulfus!-
-Va bene, va bene, me ne sto zitto e ascolto i loro pensieri, che scatole!-
La storia tra Andrea e Ginevra andava a gonfie vele, questo però implicava che nessun’azione sarebbe stata fatta sui due da parte dei sempiterni, che passavano le mattinate ad ascoltare i loro pensieri senza mai agire.
L’ora di pranzo giungeva lentamente ed era sempre attesa con ansia dai due. Sulfus, avrebbe preferito “fare altro” e non stare attento a ogni singolo pensiero del protetto, ma Raf, dopo la strigliata ricevuta pochi giorni prima da Arkan, non si permetteva nessuna distrazione.
Tornavano però a casa felici, almeno la parte più complicata e noiosa della giornata era terminata. Ora potevano passare tutto il tempo insieme, e tra coccole, baci bollenti, passioni e amore non ci si stufa mai!
Peccato per Sulfus però, che questo pomeriggio Raf era leggermente,e dicoleggermente agitata. Malediva quel dannato sesto senso e quel bignè alato del professore.
-Dici che mi devo mettere il vestito azzurro o bianco?-
-…-
 Da Sulfus non c’era risposta. Era sdraiato sul letto a fissare la sua fidanzata, in intimo per di più, che stravolgeva l’armadio.
- Sulfus mi stai ascoltando?-
-Ehm, si certo.-
-Ah! Voi maschi non capite niente.-
Il devil sbuffò, l’ennesima volta. Stramaledettissima lezione del cavolo!
-Dai aiutami! Mi sta meglio il vestito bianco con la gonna a palloncino oppure quello azzurro dell’altro ieri?-
-Dico che ti sta meglio quello rosso con il pizzo nero, molto corto e attillato.-
- Sulfus!-
-Che c’è? Datti una calmata!-
Raf si lasciò andare in ginocchio sul pavimento freddo con lo sguardo basso. Temeva di non essere all’altezza, di non essere più degna di essere un’angel, dopotutto si era unita per l’eternità con un devil, che razza di angel farebbe una cosa del genere, che razza di angel si innamorerebbe del suo più acerrimo nemico?!
Sulfus andò verso di lei e la cinse in braccio, la accomodò sul letto e le diede un dolce bacio sulla fronte.
-Cosa ti preoccupa? Cosa può esserci di male in una semplice lezione?-
-Il mio insegnante sarà un serafino, una persona molto importante, che va ad incontrare una traditrice.-
-Traditrice?- Ripetè con voce roca, intrisa anche un po’ dalla rabbia.
- Sulfus, io ti amo, sono innamorata di un mio rivale. Se non fosse per le mie origini terrene adesso nessuno di noi sarebbe qui.-
-Abbiamo rischiato, ma siamo ancora in vita, abbiamo liberato una neutra, ma l’abbiamo sconfitta, dovevamo separarci, ma siamo rimasti insieme. Abbiamo affrontato moltissime avventure per amore, Raf, te ne sei pentita?-
Il suo discorso era molto serio, ma era appeso ad un filo molto sottile. La risposta di Raf l’avrebbe reso il devil più felice o più triste del mondo intero, ma il punto è: se ne è pentita?
No!
-No, non mi pentirò mai di questa scelta!-
Lo disse con sincerità guardandolo negli occhi, questa risposta racchiudeva tutto l’amore che provava per lui.
Sulfus le accarezzò il viso, bello è delicato come i petali di una rosa.
-E allora cosa ti preoccupa?-
-Io…-
Cosa la preoccupava veramente?
-Ho paura del suo giudizio, e con il suo, anche quello delle Alte sfere.-
Il devil rimase silenziose per un po’, ma poi aggiunse:
-Il loro giudizio influenzerà la tua vita? La nostra vita?-
Raf non si sarebbe mai aspettata un pensiero così profondo da parte di Sulfus, sinceramente lei non ci aveva mai pensato. Le faceva molto piacere anche il termine con cui l’aveva espresso:”…la tua vita? La nostra vita?”
Significava che per Sulfus ormai, loro erano legati per l’eternità, che lei gli apparteneva e che aveva unito la vita alla sua.
-No, non influenzerà la nostra vita. -
-Allora devi stare tranquilla, e soprattutto devi essere fiera di quello che sei diventata.-
-Grazie…- Gli sussurrò a fior di labbra prima di baciarlo dolcemente.
- Prego.- Rispose lui dopo che il contatto fu terminato. –E comunque, anche se stai meglio con l’abito rosso e nero, mettiti quello bianco, sei più angelica e quindi apparirai meglio a quel bignè.-
Raf non riuscì a trattenere una risata.
-Quello rosso e nero lo metto quando torno, ok?-
-E me lo chiedi!- Scoppiarono tutti e due in una fragorosa risata famigliare.
 
                                                                                       ****
 
-Ci vediamo dopo!-
-Ciao e buona fortuna.-
L’angel gli diede un piccolo bacio sulle labbra ed uscì di casa.
Ora era sicura di potercela fare, grazie a Sulfus tutti i dubbi e le preoccupazioni erano sparite. Grazie a lui aveva anche scelto l’abito perfetto per la lezione, lungo fino alle ginocchia con la gonna a palloncino, bianco con ricamate delle roselline azzurre, come le ballerine. Non era certo il suo look ideale, ma tentava di essere il più angelica possibile per fare una buona impressione al nuovo professore.
Camminò per i corridoi più bui e sconosciuti della Golden, scese scale oramai diventate case per i ragni, arrivando finalmente nella parte viva della scuola.
Fu velocemente davanti all’ufficio di Arkan alle quattro giuste giuste, e bussò alla porta.
- Raf, entra pure.-
L’angel aprì timida la porta, e una volta entrata guardò con timore il suo insegnante di sesto senso.
Era un serafino di duecento anni circa. Gli occhiali, dalle lenti molto spesse, gli coprivano i piccolissimi occhi che somigliavano a delle fessure. Era quasi calvo, quasi perché una lunga chioma bianca gli scendeva dalla nuca lasciando “nudo” però il resto della testa. Indossava un abito candido e celestiale che gli copriva i piedi, le ali e l’aureola brillavano di una luce argentata e rendevano l’aria stranamente angelica ma severa.
Sembrava l’angel più severo che Raf avesse mai visto, e per l’agitazione instaurò il contatto mentale con Sulfus.
“Non ho mai visto un angel così, così orribile e severo, non so, è strano, Sulfus, non so cosa fare!”
“Ormai non hai altra scelta, cerca di dargli una buona impressione, perciò inchinati.”
-Buongiorno professor Arkan. Buongiorno professor Seraficini.- Salutò garbata facendo un lieve inchino, come Sulfus gli aveva suggerito.
-Buongiorno Raf. Il serafino Seraficini Michele ti farà da insegnante sul sesto senso per tutto questo anno. -
-Ne sono onorata.-
“Brava Raf, continua così.”
-Quindi tu saresti Raf, la famosa sacrilega, figlia di Malachia e Angeline. È strano che una terrena abbia questi poteri.-
L’angel dovette contare fino a dieci per non tirargli una sberla.
-Sì, proprio strano il destino.-
-Le Alte sfere hanno avuto troppo pietà con te, dovresti essere nel limbo a quest’ora, te e il tuo devil, sappiamo benissimo tutti e tre che lo ami e che la neutra ha solo velocizzato le cose. -
Raf abbassò lo sguardo. Sulfus aveva sentito tutto e la rabbia si impossessò anche di lui.
-Sono stata graziata. Ma le do la mia parola che non creerò altri problemi.-
-Lo spero Raf, perché se commetterai ancora un errore, le Alte sfere non saranno così buone questa volta.-
-Non sbaglierò- Disse lentamente scandendo bene le parole. Ora era giunta al limite della pazienza!
-Io non credo Raf, il tempo è vicino, io l’ho vista, ho visto colei che scatenerà una guerra.-
“Non dargli retta, forse vuole vedere la tua pazienza.”
“Lo spero Sulfus, lo spero.”
-Scusi se la contraddico signor Seraficini, ma io e Sulfus non scateneremo nessuna guerra, con i nostri poteri non possiamo più commettere nessun sacrilegio di questo genere.-
-Basta così Michele, Raf è stata fin troppo paziente.- Arkan interruppe il discorso bruscamente rivolgendo un’occhiata a Seraficini.
-Come vuole Arkan. Raf, ho testato le tue abilità angeliche, soprattutto la pazienza, ma questo non vuol dire che quello che ho detto non sia vero.-
-Bene, staremo attenti, glielo assicuro.- Rispose solenne rilassandosi.
-Passando al vero motivo per cui sono qui. Mi hanno spiegato le tue capacità, e ammetto che sono colpito. Io sono il migliore nel dominare queste abilità, ma quando ho iniziato a studiare, non mi è mai capitato di vedere cose come le hai viste tu, diventerai brava Raf, supererai addirittura me, se seguirai ogni mio consiglio.-
-I suoi commenti mi onorano professore, seguirò ogni compito che mi sarà affidato.-
-Perfetto, allora noi andiamo in aula. Arrivederci Arkan.-
- Arrivederci.-
Raf seguì il suo nuovo professore. Camminarono nei corridoi del sognatorio, dove molti stagisti la guardavano stupiti. Si sentiva in imbarazzo sotto tutte quelle occhiate, anche perché ogni angel conosceva la sua storia, ormai era diventata popolare in tutta AngieTown. Alla fine del corridoio era stato costruito un ascensore oro e bianco. Entrarono e Seraficini impostò il terzo piano: quello delle camere da letto e degli uffici dei professori angelici. Arrivarono a destinazione ed entrarono in una stanza piuttosto piccola, completamente bianca, le pareti però erano coperte completamente da scaffali di libri molto voluminosi e al centro si presentava un tavolo circolare dove era appoggiato un mazzo di carte.
-Siediti pure Raf. -
Fece come le aveva detto.
-Ho preferito venire qui per spiegarti le cose essenziali sulle nostra capacità, cosa che Arkan non dovrà sapere. Prima che inizi, devi giurarmi che una volta scelta questa strada non tornerai più indietro.-
-Lo giuro.-
-Bene. Devi sapere che il sesto senso è posseduto da ogni sempiterno, ma solo pochi di questi lo hanno talmente sviluppato che possano arrivare a prevedere il futuro in ogni circostanza, in questo caso l’angel o il devil che sia, non sarà più solo un angel o devil che sa dominare il suo senso, ma sarà un angel o devil veggente.-
-Quindi…-
I veggenti sono sempre stati una leggenda metropolitana, sentita soprattutto sulla Terra, Raf non si sarebbe mai aspettata una simile rivelazione. Anche perché immaginava i veggenti come delle signora anziane vestite come mendicanti con una sfera in mano.
-Esistono i veggenti?!-
-Certo Raf, i veggenti come me, possono guardare il futuro per questo io ti ho avvisata. La maggior parte dei veggenti riesce a vedere il futuro di AngieTown e Zolfanello City, ma non della Terra o del Limbo, cioè di altri mondi. Le visioni di tutti i veggenti saranno sfuocate e non si mostreranno i minimi dettagli, come però è accaduto a te. Un’altra cosa è che i veggenti, rispetto alla loro bravura, possono vedere più o meno nel tempo. Il mio massimo sono cento anni, alcuni rarissimi sempiterni, oramai defunti per i lori millenni d’età, sono riusciti a farne centodieci, ma non di più. Tu varcherai il limite, le tue visioni sono troppo precise, sarai una straordinaria veggente.-
-Grazie professore.- Raf era lusingata e stranita allo stesso tempo. Non si immaginava proprio di diventare una persona così importante.
-Prima di tutto, per affinarlo un po’, faremo dei semplicissimi esercizi. Io prenderò una carta da questo mazzo e la terrò girata, tu dovrai indovinare qual è. -
-Ok, sono pronta.-
Michele prese una carta, la guardò e la mise sul tavolo. Sinceramente Raf non aveva la più pallida idea per capire che carta fosse, quindi, andò a intuito.
-Asse di cuori?-
Il professore la guardò severo, i suoi occhi diventarono due fessure.
-Raf, Raf stai scherzando spero?! L’asse di cuori! Qui non si va a intuito! Qui tu devi attivare il tuo sesto senso, devi vedere il futuro, se proverai le giuste emozioni lui te lo mostrerà! Ma tu non puoi! Non devi mai più fare così!-
Stava sbraitando, non era certo il modo per tranquillizzarla e farle capire come fare.
-Devi vedermi girare la carta, solo allora capirai che qual è!-
-Ho capito ho capito! Ora ci riprovo!-
Esasperata ritentò, ma niente. Come poteva provare le giuste emozioni!? Immaginò quel pazzo angel girare la carta un po’ di volte, ma ogni volta era diversa dalla precedente! Doveva concentrarsi.
Chiuse gli occhi, doveva farlo per Sulfus, se ci fosse riuscita, poteva capire come attivare le abilità e scoprire cosa avrebbe fatto scoppiare la guerra, se, fosse scoppiata una guerra.
Questa volta lo vide! Stava girando la carta, era una donna di fiori! Vide quel simbolo moltiplicarsi all’infinito nella sua mente. Un dolore atroce la colpì in fronte. Riaprì gli occhi di scatto urlando.
- Raf! Raf stai bene?-
Respirò profondamente, il dolore era passato, però aveva capito come fare.
-Sì, sto bene, è una donna di fiori, giusto?-
-Giusto.-
-Cosa hai visto di preciso?-
-Lei stava alzando la carta, era una donna di fiori, il simbolo continuava a ripetersi nella mia mente, però dopo mi è venuto un mal di testa incredibile.-
-L’immagine era nitida?-
-Sì, credo di sì.-
-Perfetto, prova di nuovo.-
-Ok.-
Prese un’altra carta, si concentrò e chiuse gli occhi. Pensò a Sulfus, doveva imparare al meglio per lui, poi, lo vide di nuovo: era un due di quadri.
-AH!- Lo stesso dolore però la colpì ancora, e anche la volta dopo, e la volta dopo ancora!
-La prego basta, non ce la faccio più!-
-Ok, abbiamo passato qui due ore, può bastare, domani lo rifaremo, però con più carte, dovrai resistere di più, finché non sarai capace di dirmi l’ordine esatto dell’intero mazzo.-
-Ok.-
-Ora puoi andare, dirò tutto io ad Arkan, tu va a riposare.-
-Ok, grazie e arrivederci!-
Nell’alzarsi in piedi le girò violentemente la testa e tornò a casa lentamente attaccandosi al muro. La testa le doleva molto e si sentiva stanchissima.
“Sulfus aiutami, non mi reggo più in piedi!”
La sua voce giunse come un sospiro alla mente del devil.
“Raf? Raf che succede?”
Continuava a cercare di instaurare un contatto con la mente dell’angel, ma non riusciva, Raf era troppo debole. Volò il più velocemente possibile fuori dalla casa e ripercorse a ritroso la strada compiuta da Raf. La trovo sovra una rampa di scale, sdraiata a terra che si teneva fortemente la testa.
-Raf!-
Le corse a fianco e la cinse in braccio.
-Raf, Raf sta tranquilla, ora ti porterò a casa. –
Il devil volò il più velocemente possibile verso la loro stanza, la fece sdraiare sul letto e la coprì. Rimase tutta la notte ad osservarla. Sembrava un incubo. Raf si teneva continuamente la testa, sembrava che stesse per scoppiare da un momento all’altro. A volte urlava disperata, ma alla fine, dopo ora di agonia, si tranquillizzò.
Ma, erano questi gli effetti di una lezione? Oppure…?
 
                                                                                                       ****
 
-Sì! C’è l’ho fatta finalmente! Le sue difese sono crollate, ora non mi potrà più prevedere! Devo solo trovare le video finestre di Reina amore mio, e poi avremo la nostra vendetta!-
Una creatura malvagia vagava nella mente dell’angel, per fargli perdere tutti i poteri della previsione, in modo da non essere vista. 

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Capitolo 6
*** Stranezze. ***


Ciao a tutti!
Scusate l'immenso ritardo, ma ho avuto dei contrattempi e non potevo stare al computer, poi ho dovuto modificare la trama e riscrivere da capo un capitolo ma ora, dopo quasi un mese, riesco a postare.
Vi auguro buona lettura e mi raccomando recensite!
Ciao!
Kikka97.



Stranezze.


 
Aveva passato tutta la notte a osservarla, movimento per movimento, preoccupato che una nuova crisi la prendesse, ma sfinito, verso le luci dell’alba, si addormentò, tenendola stretta a se per proteggerla da ogni male. Dimenticatosi del lavoro di Heart, dormì finché Raf non aprì gli occhi.
Si ritrovò accoccolata tra le forti braccia del devil senza ricordare precisamente cosa fosse successo. Così si avvicinò ancor di più a Sulfus, attendendo il suo risveglio e accarezzandogli i morbidi capelli blu notte. Solo verso le dieci, anche gli occhi color ambra del devil riuscirono a vedere la luce del giorno. Subito le sorrise e unì dolcemente le labbra a quelle dell’angel.
-Come stai?-
-Bene, credo…-
-Ti fa ancora male la testa?-
-No…però non ricordo molto.-
-Sei andata alla lezione di sesto senso.-
-Sì, poi mi è venuto un mal di testa incredibile, e poi…-
-Ti ho portata qui, era ancora in te, credo.-
-Non penso, non ricordo nulla, vuoto, non…non riesco a ricordare.-
Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio, ma niente le veniva alla mente, buio assoluto.
-Non riuscivi a reggerti in piedi, sei riuscita comunque a mandarmi un messaggio telepaticamente, quando sono arrivato stavi svenendo. Hai urlato tutta la notte tenendoti la testa.-
Mentre lo diceva, le carezzava dolcemente la fronte, mentre lei tentava di ricordare, almeno un piccolo particolare di quella terribile nottata.
-è strano.- Soggiunse Raf dopo qualche minuto di silenzio.
-Come?-
- Michele non mi aveva detto che sarebbe successo così…-
Raf lo guardò negli occhi con un velo di preoccupazione.
-Cosa c’è?-
-Dovrò chiedere, questa storia non mi piace.-
-Fai bene, è stato…orribile.-
Raf sospirò, ma riprendendo la grinta di sempre aggiunse:
-Dai, su in piedi! È ora di cambiarsi, dobbiamo andare al lavoro, che ora son…?-
Rimase immobile a guardare spaventata l’orologio.
-Sulfus! Ti rendi conto che…-
-Sono le dieci! Siamo in ritardo di due ore, e allora?-
-Come e allora? Devo darmi una mossa, non voglio peggiorare ulteriormente la situazione.-
-Calmati, ormai non possiamo far più niente, tanto vale prendercela comoda, no?-
-Calmati!? Arkan mi ucciderà! Un angel in ritardo un angel in ritardo! Non si è mai visto un angel in ritardo!-
Raf continuava a correre avanti e indietro, frugando negli armadi e scegliendo rapida i vestiti.
-Raf?-
Nessuna risposta, solo un continuo avanti e indietro.
-Raf?-
Niente.
-Cavolo Raf! Sei stata male, abbiamo una buona motivazione!-
Lei si girò, lo guardò e poi sollevata si avviò verso il bagno urlando:
-Che sciocca che sono! Tutta l’agitazione di ieri mi ha dato alla testa!-
Sulfus sorrise, era fantastica nella sua ingenuità, nella sua bontà, nell’allegria che sapeva trasmettere a chiunque, e nella sua dannatissima sensualità.
-Forse è meglio se vado a lavarmi anche io.- E con un sorriso malizioso sul volto si spogliò in camera e raggiunse Raf, che stava facendo la doccia.
Sotto il getto dell’acqua, e immersa nei suoi pensieri, l’angel non si accorse della presenza del devil che era appena entrato nel bagno, finché non sentì le porte scorrevoli della doccia aprirsi e le forti braccia del devil cingerla.
-Ho pensato, visto che ieri sei stata male, che ti servisse aiuto a lavarti.-
L’angel sorrise maliziosa e scherzando rispose:
-in effetti mi fa un po’ male la testa ad abbassarmi per prendere il bagno schiuma, potresti raccoglierlo e massaggiarmi tu.-
Senza esitazioni Sulfus accettò la proposta e iniziò a massaggiarla sensualmente.
Quando uscirono per vestirsi e fare colazione le ore di ritardo era ben tre.
 
                                                                                          ****
 
-Raf! Ma ti sembra questo il modo di svolgere un compito! Ti ho dato la mia fiducia e ti avevo già avvisata una volta!-
Sbraitò Arkan quando i due entrarono nel suo ufficio.
-Ma, Arkan…-
-Niente ma Raf, io cosa dovrei fare ora?!-
-Ma mi ascolti…-
-Che dovrei ascoltare, prima non svolgi con la giusta attenzione il tuo lavoro, poi arrivi con ben TRE ore di ritardo, dimmi te cosa dovrei farti!-
-Ma…-
-No Raf…-
Sulfus spazientito del comportamento dell’angel usò le sue “buone maniere” per farlo tacere:
-ma vuole stare un attimo zitto ad ascoltare vecchio!-
Temptel, che era nell’ufficio, sogghigno alla reazione del devil, dopotutto, era rimasto tale e quale a quando affrontava lo stage.
-Volevo dire Arkan, che dopo la lezione di sesto senso sono svenuta, e da quello che Sulfus mi ha raccontato, ho urlato tutta la notte. Mi sono ripresa la mattina tardi.-
-Fregato Arkan! A che figura!-
Si intromise Temptel.
-Ah, scusami Raf.-
-Volevo parlare con il professor Michele, quello che mi è successo mi pare un po’ strano, e non mi ha raccontato niente di tutto ciò durante la lezione.-
-Scelta saggia, te lo chiamo subito.-
Arkan prese il telefono e compose il numero della stanza di Michele.
-Buon giorno Michele…Raf voleva chiederle una cosa al riguardo della lezione…lo sò, ma è molto urgente…no, ha avuto degli, ehm , effetti collaterali…non esistono…solo stanchezza?...no, mal di testa molto forte, svenimento…non sono i sintomi…lei è diversa…lo so…ok, perfetto, arrivederci.-
-Allora, cosa ha detto?- Intervenì frettoloso Sulfus.
-è preoccupato, non è mai capitata a nessuno una cosa simile, e per di più, se fosse normale l’avrebbe predetto e avrebbe avuto una visione, ma niente.-
Raf si fece cupa, questo cosa poteva significare?
“Raf, stai tranquilla, ci sarà una spiegazione, non preoccuparti.“
“E quale sarebbe scusa? Non ha senso!”
“E io come faccio a saperlo scusa, chiedilo a quel bignè del tuo professore!”
“A meno che…”
“A meno che?”
“Michele mi ha detto che i veggenti, tranne me che ho capacità superiori, possono prevedere il futuro solo di AngieTown, Zolfanello City, e anche della Terra visto che i sempiterni sono condizionati dai terreni, ma non di altre dimensioni.”
“Cosa vuoi dire Raf?”
“Temo che il mio dolore sia stato scatenato da qualcosa di un'altra dimensione. Tipo Reina…”
“Lei non può tornare! Tu l’avresti vista con le tue abilità.”
“Ma allora che altre spiegazioni abbiamo?”
Improvvisamente la porta si aprì e Michele entrò nell’ufficio.
- Raf, andiamo nell’aula degli allenamenti.-
-Subito.-
Salutai Sulfus con un veloce bacio a stampo e uscii dalla stanza con il professore.
“Ti racconterò tutto.”
“Ci conto, ciao angelo.”
“Ciao!”
Arrivammo velocemente nella stanza e Michele iniziò subito a parlare.
-è strano, troppo strano. Certo, tu sei un caso più unico che raro, ma questo non spiega niente, in nessuno dei miei libri è citata una cosa simile.-
E camminando da uno scaffale all’altro, leggeva piccole citazioni di alcuni volumi polverosi.
-Professor Michele, la prego, parli più lentamente non capisco.-
-Nemmeno io Raf, nemmeno io!-
-Professor Michele si calmi!- Raf spazientita alzò la voce e il professore di fermò all’istante, e alzando un sopraciglio per la sorpresa della reazione dell’angel aggiunse -Raf, quello che è successo non ha senso, e quando le cosa non hanno senso non ci sono spiegazioni per provarle, ma questo è impossibile! Lo so che è difficile da capire, ma è una cosa che non sta ne in cielo ne in terra!-
-Ne in cielo ne in terra…- Ripeté l’angel sospirando.
-O Raf ora non metterti a fare la misteriosa!-
-Ma se davvero non sta ne in cielo ne in terra…-
-Raf di cosa…-
-Il cielo e la terra, voi riuscite a prevedere solo questo, ma non altro appunto, e se questa cosa non fosse ne in cielo ne in terra? A meno che, non sia solo un effetto collaterale per la mia forza.-
-Non penso, quelle piccole previsione riuscivano a farle anche alcuni terreni nei tempi antichi, e da ciò che si conosce, nessuno di loro ha avuto dolori o notti incoscienti per la predizione.-
-Questo vuol dire che si tratta della prima ipotesi…-
-Forse, ma chi o che cosa di un’altra dimensione ti farebbe questo…-
-Reina è nella sfera nera, che però si trova sulla terra, lei quindi non centra.-
-E tu non hai altri nemici.-
-Infatti, dobbiamo scartare anche questa ipotesi, si tratta di qualcos’altro.-
-Ma cosa?-
Raf rimase in silenzio, dopotutto che poteva dire. Non ci sono soluzioni quando non si hanno prove materiali.
-Io potrei vedere?-
-Vedere che?-
-La soluzione.-
-No, ma sei ancora troppo inesperta, e per questo dobbiamo intensificare gli allenamenti.-
-Ok, sono pronta.-
-Ecco le carte, dimmi tutto l’ordine!-
-Ma…-
-Niente ma, dimmi tutto l’ordine.-
L’angel si concentrò al massimo e vide la mano del professore prendere una carta, poi un’altra, e un’altra ancora, iniziò a dirle senza esitare, funzionava molto meglio rispetto a ieri.
-Asse di fiori, donna di cuore, due di picche, tre di quadri, jack di cuori, cinque di fiori, re di quadri…-
-Perfetto, continua.-
-Nove di picche, asse di cuori, tre di fiori, nove di quadri, dieci di fiori…-
Disse tutto il mazzo, ma la stanchezza bussò subito alla porta, e con lei anche il dolore, forte quando un’emicrania. Raf non poté evitare di portare una mano alla fronte, cercando di alleviare la lenta tortura.
-Perfetto, ma dobbiamo continuare, mi dispiace. -Devi predirmi le lezioni che faranno Temptel e Arkan dopo la ricreazione agli stagisti.-
L’angel in quel momento avrebbe voluto sopra ogni cosa incenerirlo fino a lasciare solo la polvere. Lui non si rendeva conto di quello che la povera Heart stava passando! Però dovette rispondergli gentilmente nonostante tutta la sua rabbia.
-Certo, ora ci provo.-
Si concentrò, molto di più di prima, e immaginò quello che potevano fare i due professori dopo averla incontrata. Andare a intuito era molto facile, e sfuggire da questa soluzione molto più difficile.
-Dai Raf!-
Respirò profondamente, cosa potevano fare i due? Un altro respiro. Doveva farlo per Sulfus, dolore o non dolore.

Passo lento,
urla di terreni e sempiterni,
erano gaie, allegre,
il suono di una campanella.
I passi continuano,
leggeri,
attraverso corridoi celesti:
Angel’s classroom.
Angels,
silenziosi,
prendono i libri per l’ora seguente:
storia angelica medievale.

Raf ritorno con il fiatone alla realtà, si premeva la fronte con forza la fronte. Le pareva che le potesse scoppiare la testa da un momento all’altro.
-Storia angelica medievale.-
-E per i devil?-
-Aspetti, la prego.-
-Ti lascio trenta secondi, non di più-
-Raf approfittò di quei pochi attimi per recuperare almeno un po’ delle forze. Ma il suo riposo fu vano, la lancinante tortura che le dominava la testa era presenta tanto quanto prima.
-Continua.-
-O…ok.-
Richiuse gli occhi e prese un respiro profondo, doveva fare esattamente come prima, per lei, per Sulfus.

Tacchi,
svelti,
urla di devil irritati,
litigi,
una campana,
“che palle è già ora!”
Stagisti, devil,
“datevi una mossa, non ho voglia di sprecare altro tempo con voi!”
Spiegazioni,
nessun ascolto,
regole per confondere i terreni.

Un dolore alla testa, più forte del precedente la colpì.
-Basta la prego…-
La sua voce giunse bassa, talmente bassa che Seraficini faticò a comprenderne il significato.
-Sai cosa faranno?- Dovette comunque chiedere, per quanto le dispiaceva, doveva continuare.
-Regole di confusione terrena, ma adesso basta, non ce la faccio più!-
Continuava a tenere la testa tra le mani, ma questa volta la voce giunse più forte e disperata.
-Sei stata brava lo ammetto, il tuo talento è notevole, ma ora devi dirmi, il dolore che senti ora, e lo stesso di ieri?-
-Non proprio, era nello stesso punto, ma quello di ieri era molto più forte, pian piano sembrava farsi più interno.-
L’angel rimase silenzioso per un po’, ma successivamente aggiunse –Questo significa che qualsiasi cosa ti sia successo ieri, non ti sta capitando ora. E questo non è affatto positivo.-
-Come…perché?-
-Perché questo aumenta le probabilità che la soluzione sia quella della creatura di un’altra dimensione, e come prova, abbiamo la descrizione del tuo dolore. Sono rimasto sorpreso quando prima mi hai raccontato tutto nei minimi particolari, perché quando il dolore è alle tempie e alla fronte, significa che sta accadendo qualcosa nella parte celebrale dei sempiterni addetta alla predizione, e un dolore che si fa sempre più interno, è...è…è segno di controllo mentale.-

 

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Capitolo 7
*** Prima ipotesi ***


Ciao a tutti!
Ok, è inutile fare finta di niente, questa volta sono imperdonabile, scusate scusate scusate!!
Visto che oggi è S.Valentino dedico questo cappy a tutti gli innamorati, in modo particolare alla mia amica Marty.
Buona lettura!
Kikka97.



Prima ipotesi.




Sulfus, dopo un breve colloquio con la Temptel era tornato a casa aspettando l’arrivo di Raf. Più tempo passava più l’ansia si prendeva gioco di lui, se le fosse accaduto qualcosa di male quel vecchietto poteva considerarsi già all’altro mondo.

Dopo poche ore si ritrovò a camminare avanti e indietro per la sala guardando l’orologio. Raf però non arrivava, e ormai l’ora di pranzo era vicina. Così, per passare il tempo, il devil cercò di preparare qualcosa da mangiare. Il risultato fu un’intera pentola di spaghetti bruciati e da un odore terribile.

“O ma è mai possibile che senza di lei non riesco a fare niente!”

Così, adirato, con il firefly incenerì ulteriormente gli spaghetti e buttò la pentola nel lavandino. Si limitò a preparare il tavolo e a pulire il disastro che aveva combinato, almeno non era stato con le mani in mano durante l’attesa.



                                                                                    ***



-C..come controllo mentale?- Chiese terrorizzata Raf, che quasi non riuscì nemmeno a formulare la domanda.

-Il controllo mentale è una magia molto potente, che se usata in modo sbagliato porta a conseguenze disastrose. Non solo per l’individuo a cui viene sottoposto l’incantesimo, ma anche per chi pratica questa magia.

È suddiviso in tre fasi principali: entrata, navigazione e azione, ma alcune volte può esserci anche la fase di controllo, ma raramente, perché l’energia che richiede è immensa.

Se è vero che hai urlato tutta la notte, penso che l’individuo in questione non sia riuscito nemmeno a fare la seconda fase, cioè quella di navigazione.-

-N…non capisco.-

-Ok, ti spiego tutto dall’inizio. Per il controllo mentale si richiede un’enorme quantità di energia, e fin qua hai capito penso. La maggior parte di essa viene spesa nella prima fase, quella di entrata, in cui l’individuo cerca abbattere tutte le protezioni mentali della vittima, per poi inserirsi in lui. Quando si compie questa azione, la mente della vittima cerca automaticamente di espellere l’individuo dal cervello, e questo causa molto dolore, che probabilmente è lo stesso dolore che hai provato tu.

Dopo di che la vittima sviene, e viene tormentata da incubi, mentre l’individuo vaga nella sua mente fino a trovare le informazioni che gli servono nella fase di navigazione, oppure gli cancella la memoria o crea ricordi falsi nella fase di azione, oppure, nei casi più estremi, gli ordina ciò che deve fare e la vittima si comporta come una macchina, ma per compiere questo, è necessario avere grandi dispense di energia.-

Raf rimase paralizzata dalle sue affermazioni, ora le era tutto chiaro.



                                                                                   ***



-Ma dove sarà!-

Avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro

“Ora basta! Devo parlarle telepaticamente!”



                                                                                      ***



-Q…q…quindi, nella mia m…mente…?-

L’angel non si era ancora del tutto ripresa dallo schoc. Prima la scoperta dell’esistenza dei veggenti, e poi quella del comando mentale! Non si sarebbe mai aspettata che una persona che non avesse i poteri del think fly si potesse intrufolare nella sua mente, cancellarla o modificarla, o addirittura usare come un giocattolo, un robot, ma dove siamo? In un film di fantascienza!?

-No, da quello che mi hai raccontato no. Hai urlato per troppe ore, le hai tenuto resistenza, dopotutto, è molto difficile entrare nella menta di un sempiterno con capacità psichiche come te, che per di più ha ricevuto degli allenamenti alla veggenza!-

Un sospiro di sollievo riecheggiò nella piccola stanza.

-Ma è solo una teoria, ci potrebbe essere dell’altro dietro.-

-E quindi?-

-Quindi qualsiasi sogno tu faccia, me lo devi dire. Non dobbiamo scordare che se questa “cosa” fa parte del mondo sempiterno o terreno io la posso vedere, per altro dobbiamo affidarci al tuo settimo senso e alle tue nuove capacità.-

-Come si manifesta una visione?-

-L’hai sperimentato tu stessa, nelle prime fasi è come un sogno, o un incubo. Poi c’è uno stato di potenza media del veggente, dove la visione si può manifestare come un improvviso flash-back, il tempo si ferma, e l’energia dell’individuo cala, capitano svenimenti o semplici cadute. Mentre per i più esperti, possono avvenire entrambe le cose, e in più, le visioni si possono ricercare, ed è proprio quello che ti sto insegnando a fare.-

-Ok, tutto chiaro. Le riferirò ogni cosa.-

-Perfetto. Ora goditi del meritato riposo, Sulfus ti starà aspettando.-

-Bene. Grazie e arrivederci.-

-Arrivederci Raf.-

L’angel uscì un po’ pallida dalla stanza. Inutile dire che avevo fatto scoperte strabilianti!



                                                                                     ***



“Raf! Raf!” La chiamò il devil.

Però dall’angel non ci fu nessuna risposta.

Riprovò una seconda volta, e una terza, ma niente.

Preso dall’ansia abbandonò la casa e si diresse alla massima velocità verso la stanza degli allenamenti di settimo senso, se le fosse accaduto qualcosa di male, il primo a pagarne sarebbe stato quel maledetto insegnante!



                                                                                    ***


Raf chiuse delicatamente la porta e traballante per la stanchezza si diresse verso le scale. Il dolore alle tempie non era per niente passato, e doleva tanto e quanto a prima. Face per fare un passo che un improvviso giramento di testa la fece cadere al suolo. Una strana e inaspettata nausea la colse allo stomaco, dove portò una mano per provare a lenire la fastidiosa sensazione. Respirò profondamente e tentò di rialzarsi, senza successo però, perché le pareva di vedere il pavimento e le mura della Golden ruotare vorticosamente attorno a lei per confonderla. Chiuse gli occhi e si portò una mano alle tempie, dove il dolore per l’allenamento non era passato, mentre l’altra stava sullo stomaco.

“Raf! Raf!”

Sentì la voce di Sulfus chiamarla telepaticamente ma non riuscì a rispondere, era troppo stanca.

“Raf! Raf!”

“Di nuovo la sua voce…” Pensò l’angel. Voleva rispondergli, ma la sua mente era troppo occupata dal dolore per poter riuscire a instaurare un contatto.

“Raf!!!”

La voce del devil la chiamò un’ultima volta prima che accadde, fu come un rapido spostamento d’aria, passò talmente veloce che lo si poteva scambiare per semplice vento, entrato da una finestra aperta, l’unica cosa a distinguerlo, la leggera scia rossa che si intravedeva al suo passaggio. Si bloccò di colpo e dopo essersi reso conto della presenza di Raf, corse da lei per cingerla in braccio.

-Ora sta tranquilla, poi ci penserò io a quel vecchio, non ti farà più del male, tornerai al lavoro di prima.-

-No, io devo…-

Il devil ricominciò a volare, rapido tanto quanto prima. In un baleno furono a casa, percorse velocemente le scale e la portò nella camera da letto. Lì la fece sdraiare, la coprì e si sedette accanto a lei, pronto alle urla, come la notte prima, però non accadde niente di tutto ciò. Raf era ancora sveglia e guardava con occhi stanchi Sulfus.

-Domani quell’angel tornerà ad AngieTown, non gli posso permettere di farti una cosa simile!-

Le accarezzò una guancia e Raf si affrettò a rispondere.

-No, no Sulfus. Ti sbagli, lui mi sta solo aiutando.-

-Aiutandoti facendoti urlare di dolore le notti?! Facendoti svenire!?-

La voce alta del devil le causò un dolore ancora più forte che le rimbombava in testa. Si portò gemendo le mani alle tempie e pregando il devil di abbassare il tono, cercò si spiegargli quel che in realtà stava succedendo.

-Non-è-come-pensi.- Lo disse scandendo bene le parole, non ammetteva obbiezioni di nessun genere da parte del devil.

-C’è qualcosa, che voleva entrare nella mia testa l’altra notte, però essendo addestrata alla veggenza, le mie difese mentali erano alte, e quella “cosa” ha fallito.-

-E come fai ad esserne sicura?-

-Michele mi ha fatto un’analisi del dolore rispetto a questo che provo ora. Il dolore di ieri aveva i classici sintomi del controllo mentale, ma questa è solo un’ipotesi. Noi sappiamo solo che il dolore che ho avuto ieri non è stato provocato dall’allenamento, ma da altro, potrebbe essere anche stato un indebolimento fisico, insieme alle lezioni e allo stress del lavoro, ma è molto improbabile, perché Michele l’avrebbe predetto essendo un fatto accaduto a un sempiterno sulla Terra, lui non riesce a vedere solo i fatti provenienti da altre dimensioni, tipo…il limbo…- Lasciò la frase in sospeso, entrambi sapevano chi era la peggiore creatura del limbo, e sapevano anche che era solo lei che aveva qualche motivo per vendicarsi di loro.

-Cosa vuoi insinuare Raf?-

-Reina.- Disse semplicemente.

-Reina non è più nel limbo, ma nella sfera nera. Non conosciamo nessuno che sia in quella dimensione.-

-Non conoscevamo nemmeno Reina se è per questo.-

Sulfus non riuscì a controbattere, Raf aveva vinto, avevano un nemico.

Non riuscì nemmeno ad accettare questo nuovo problema. Non era nemmeno passato un anno, e già i guai erano ricominciati, ci sarebbe stata pace per loro prima o poi?

-Quindi si ricomincia?- Chiese il devil a voce bassa.

-Cosa intendi?- Raf non aveva ancora afferrato il concetto, come non aveva nemmeno immaginato quello che sarebbe successo d’ora in poi: nuove visioni, sogni, atroci dolori, lezioni stancanti, allenamenti e per ultimo il probabile scontro.

-Si ricomincia con le indagini, con l’ansia di essere attaccati all’improvviso, con la consapevolezza di essere braccati, giusto?-

Raf non rispose subito, dopotutto, c’era anche la misera possibilità che si trattasse di altro, qualcosa di meglio, o forse qualcosa di peggio.

-Ehm…è probabile. Ma noi non sappiamo…-

-Alla fine è sempre così.- La interruppe bruscamente il devil.

-C’è sempre qualcuno che deve stare contro di noi, è un reato chiedere di stare insieme in pace senza nessuna guerra di mezzo!-

No, chiedere di stare insieme a qualcuno non è un reato, ma chiedere che un devil stia insieme ad un angel, si, lo è.

Raf gli carezzò dolcemente una guancia e a fior di labbra gli disse:

-Anche se dovesse esserci uno scontro come dici tu, noi resteremo insieme comunque, sia se dovessimo vincere, che se dovessimo morire.-

E subito dopo, lo baciò. Speranza, molta speranza, ma soprattutto tanto amore, ecco quali erano i sentimenti celati in quel naturale gesto.

Ora le indagini stavano per iniziare, e gli stessi sentimenti provati durante la battaglia con Reina stavano nascendo nei loro cuori, ma di una cosa erano certi, se avrebbero combattuto, se avrebbero vinto, se avrebbero perso, o se avrebbero incontrato la morte, l’avrebbero fatto insieme.

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Capitolo 8
*** Amare decisioni. ***


Ehm...ciao a tutti....
Scusate l'immenso ritardo ragazze!!!!!!
Mi dispiace moltissimo!!!!!!!!!!!!
Però sono sicura che questo capitolo vi piacerà parecchio, qui c'è una bella novità! Una di quelle che voi aspettavate. Vi dico subito che i pensieri di Raf saranno abbastanza tristi e visto che odio scrivere cose tristi ho fatto fatica nel crearlo.
Vi ho già ringraziate tutte con i messaggi, quindi ora vi lascio alla lettura.
Ciao a tutte!!!!
Baci,
Kikka97.


Amare decisioni.
 

 


Raf si girò nelle coperte in cerca del corpo caldo del devil. Era passata una settimana dall’ipotesi del nemico ma niente era cambiato: allenamenti tutto il giorno per Raf e sorveglianze su Andrea e Ginevra per Sulfus. Il dolore che l’angel provava alla testa a ogni lezione si attenuava, mentre i suoi poteri erano sempre più forti.
Allungò una mano ma l’unico ostacolo che trovò furono le coperte appena tiepide del letto. Si tirò velocemente a sedere e con lo sguardo percorse ogni centimetro della stanza in cerca di Sulfus. Niente, il devil non era lì. In un baleno le parole che le aveva detto la sera prima le tornarono alla mente “Temptel vuole che  venga da lei in classe per una lezione agli stagisti. Vuole mostrare come sono i devil heart e vuole che io racconti com’è stato il mio stage. Non ammette repliche. Domani mi dovrò svegliare prima, tornerò alle 18:00.” Raf sospirò. Avrebbe passato una noiosissima giornata.
Si alzò di malavoglia e prese dei vestiti a caso dall’armadio, tra cui Jeans, maglietta e felpa. Velocemente si gettò sotto il getto tiepido dell’acqua della doccia e in poco tutto il torpore del sonno si dissolse. Quando usci dal bagno si sentì come rigenerata e a passo di carica si diresse in cucina per preparare la colazione. Prese una tazza di latte in cui versò del caffè e una deliziosa brioche alla marmellata. Guardò di sfuggita l’orologio, erano le 7:30, aveva ancora una buona mezzora a disposizione prima di andare ad allenarsi con Michele, che avrebbe fatto in tutto questo tempo?
Fu quando riabbassò lo sguardo verso la tazza che un’improvvisa nausea la colse. Corse velocemente in bagno e si inginocchio al water in preda a forti conati. Poi, spaventata, si appoggiò al muro e respirò affannosamente.
Era capitato così all’improvviso, ormai non reggeva più questo brutto scherzo, visto che era circa una settimana che le capitava, per non parlare delle nausee improvvise e dei giramenti di testa. Aveva deciso di non proferire parola con Sulfus, dicendosi come scusa di avere solo un po’ di mal di male. In realtà era tutt’altro che le attanagliava il cuore. Era un po’ di tempo che guardava la confezione degli assorbenti piuttosto preoccupata, certo, un ritardo di un mese può anche capitare, ma non sommato a giramenti di testa e nausea. Il cuore le si strinse come in una morsa e lentamente strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche, tutto portava ad un’unica soluzione, ma non poteva, non ora, per di più con un nemico che tramava alla sue spalle! Si abbracciò le gambe e appoggiò sconsolata la testa sulle ginocchia.
Sulfus aveva spesso accennato di voler avere dei figli da lei, ma averli in una così giovane età era tutta un’altra cosa! Dopotutto lui era un devil, e ai sempiterni della sua stessa razza i figli non interessano molto, figurati a diciotto anni!
E se non l’avesse più accettata? Lei sarebbe rimasta sola con il bimbo, cosa avrebbe fatto? Sarebbe riuscita a sopravvivere al dolore?
Si alzò lentamente da terra e si lavò per bene i denti, doveva risolvere questa questione subito!
Diede un ultimo e rapido sguardo all’orologio: 7:35. Aveva venticinque minuti per andare in farmacia, comprare il test, tornare a casa, farlo e dirigersi per l’allenamento da Michele. Poteva, anzi, doveva farcela!
Attivò lo speed fly e volò via a tutta velocità.
Come prima sfida, doveva attraversare la Golden school senza farsi notare. Essendo un’angel Heart non sarebbe passata di certo inosservata, questo portava a sguardi indagatori, e nel caso ci fosse stato il professor Arkan, la classica domanda “come mai sei da queste parti Raf?” non le avrebbe lasciato via di scampo, poiché in questo momento non aveva una scusa plausibile per la sua fuga mattutina.  Così decise di aggirarsi furtivamente nella scuola finché sarebbe arrivata all’uscita. In quel momento sarebbe volata in città al massimo della velocità concessa dalle sue ali fino alla farmacia.  
Dopo aver percorso i piani più alti, dovette superare i corridoi vicino all’aula sfida, dove gruppi di sempiterni parlavano animatamente, se avesse avuto il potere dell’invisibilità come Kabalè a quest’ora sarebbe già fuori!
Con il cuore che le batteva a mille aspettò che l’ultimo gruppetto passasse per fiondarsi verso le scale che conducono alle classi dei terreni, lì i sempiterni erano di meno rispetto a prima, e fu molto più facile volare da un’aula all’altra fino all’uscita.
Quando superò la porta si sentì finalmente libera e al sicuro, nessuno l’aveva notata, e quindi nessuno poteva seguirla o semplicemente sospettare dove stesse andando.
Si librò in cielo a tutta velocità, il freddo vento di dicembre le pungeva le guance e si ritrovò a pensare che tra poco sarebbe iniziato un anno tutto nuovo e pieno di sorprese, chissà, magari lei e Sulfus avrebbero organizzato una festa e invitato i loro amici da Zolfanello City e AngieTown.
Trovare una farmacia aperta fu abbastanza difficile ma dopo una decina di minuti di ricerca riuscì nel suo intento. Si trasformò in terrena in un vicolo vicino e a passo svelto entrò nell’edificio. Non si sorprese di non trovare una fila di terreni alla cassa, dopotutto non erano ancora le otto.
-Un test di gravidanza per favore.-
La commessa la guardò di sottecchi, dopotutto era una ragazza di diciassette anni in una farmacia alle 7:45 per un test di gravidanza, non doveva pensare poi così bene di lei visto che una normale terrena in questo momento sarebbe a scuola.
-Ecco a lei, sono 12 €.-
-Tenga, grazie e arrivederci.-
Raf uscì velocemente dal negozio e si ritrasformò nel vicolo. Ora doveva ripercorrere la strada a ritroso e restare attenta tanto quanto prima.
Volò a tutta velocità verso la Golden, ignorando l’aria fredda che le pungeva su tutto il corpo. Entrò in un lampo e si guardò attorno furtiva: non c’era nessuno, proprio come prima, ora arrivava la parte più difficile. Si intrufolò nelle aule terrene che sorpassò velocemente e poi salì  piano le scale. Non era nemmeno riuscita a percorrere la seconda rampa che un improvviso chiacchiericcio la fece sobbalzare, un gruppetto di devil si stava avvicinando: era in trappola.
Rapida come un fulmine volò verso il soffitto, cessò di respirare tentò di rimanere immobile. Il cuore le batteva mille e la paura di essere scoperta l’aveva invasa da capo a piedi. Immaginò con orrore di essere scoperta e di dover assistere agli urletti di sdegno e sorpresa di quel gruppo di oche.
Fortunatamente le devil passarono chiacchierando sotto di lei e non la notarono. Si concesse un sospiro di sollievo quasi impercettibile e, passato il momento di pericolo, salì le scale e attraversò gli ultimi corridoi abitati della Golden School.
Arrivò poi all’ultimo ostacolo, l’ultimo piano da superare, ma fortunatamente anche il più facile. Volò su per le scale inabitate e dai muri pendenti di ragnatele fino alla magica porta che conduceva a casa sua. Quando finalmente superò la soglia dell’abitazione si sentì al sicuro. Senza nemmeno guardare l’orologio si fiondò in bagno dove attentamente seguì tutte le istruzioni del test, ora doveva solo aspettare. Con una salvietta si asciugò il sudore della fronte causato dalla grande emozione, quel test avrebbe cambiato radicalmente la vita non solo sua, ma anche di Sulfus.
Uscì dal bagno pallida e in preda da un leggero tremore, e guardò l’orologio: 8:00. La lezione doveva iniziare in questo momento: era in ritardo.
Raf però non si fece prendere da quest’ansia sciocca, aveva ben altro cui pensare, nella camera a fianco uno stick stava scrivendo sulle pagine del fato il suo destino. Rientrò rapida in bagno e afferrò preoccupata il test. Il cuore iniziò a batterle come non aveva mai fatto, le ginocchia diventarono molli e si lasciarono dolcemente andare sul pavimento, il suo corpo fu pervaso da forti singhiozzi mentre gli occhi sbarrati e increduli fissavano la linea rosea e perfetta formatasi sul test: incinta.
Calde e amare lacrime solcarono le guance dell’angel che non sapeva se essere triste o felice, se dovesse piangere o ridere. Solo ora riusciva a pensare veramente alla gravità della situazione: stava per avere un figlio da Sulfus, lui era un devil mentre lei un’angel, che creatura sarebbe nata dalla loro unione? Per di più c’era ancora il dubbio sul probabile nemico nell’ombra, come poteva combattere con un figlio nel grembo? Poi, per ultimo problema, c’era l’età: Sulfus, di soli diciotto anni, avrebbe accettato un bimbo da lei, di diciassette?  Quindi, doveva parlarne con lui o aspettare e godere degli ultimi istanti della sua compagnia?
Tutte domande cui la povera Raf non sapeva dare risposta. Quanti altri misteri intricati e tranelli nascosti celava il destino per lei?
L’angel si lasciò andare singhiozzando fortemente. Il cuore le batteva nel petto a una velocità che non pensava potesse arrivare e le lacrime le avevano ormai sfigurato il viso.
-Aspetto un figlio da Sulfus…- Però non era poi così male. Se il devil l’avesse accettato, il suo sogno si sarebbe realizzato proprio come aveva chiesto quando doveva esprimere un desiderio il giorno del suo compleanno.
-Aspetto un figlio da Sulfus…- Sorridente lo ripeté piano, come un sospiro che si perdeva nell’aria, che solo lei e una persona ben nascosta potevano udire. Una persona magica che poteva vedere passato e futuro, una persona fredda e schiva, una persona di cui poco conosciamo, solo l’aspetto esteriore, una persona che sa risolvere i misteri più intricati e scovare i tranelli più nascosti.
 
                                                                                                 ****
 
Raf percorse volando a tutta velocità i corridoi e le scale inabitate della Golden fino alla sala degli allenamenti. Bussò piano alla porta: era in ritardo.
-Avanti.-
-B..buon giorno.- Salutò timidamente facendo capolino dalla soglia. Gli occhi erano ancora rossi dal pianto e il colore del suo viso aveva assunto un colore pallido.
-Sei in ritardo.-
-Mi scusi io…ho avuto…un….un contrattempo.- Cercò di inventare una scusa plausibile, ma senza successo, anche perché come si fa a mentire a un veggente? Scoprirebbe anche il più bugiardo e furbo dei devil. Non ci sono speranze, si perde in partenza.
-Non c’è bisogno di scusarti, il tuo “contrattempo” giustifica il ritardo.-
Raf rimase interdetta. Sapeva tutto? Sì, SICURAMENTE. Come poteva non averci pensato!? L’aveva previsto, forse anche prima che lei l’avesse scoperto…
-Tu…tu sai che…?- Cercò di chiedere timida.
-Certo, so da molto che sei incinta.- Rispose lui sicuro guardandola dritta negli occhi.
-C…come?- Raf si sentì piccola davanti a quello sguardo. Lui tutto vede e tutto sa, quello che si pensa, quello che si dice, ciò che si sogna e ciò che si teme: non c’è via di scampo.
-Lo so da molto.-
-Ma…ma non potevi avvisarmi? Io non so chi nascerà, io e Sulfus siamo troppo diversi e…-
-IO HO PROVATO!-
L’urlo di Michele sorpassò tutti i rumori, era infuriato, e non poco! Le sue guance avevano assunto un colore rosso, gli occhi erano spalancati e accusatori.
-Io ho tentato di avvisarti! Ma tu no, non mi davi ascolto! Tu è Sulfus sarete stati attenti! Dove attenti!?-
Come in un flash pack si ricordò della prima volta che aveva incontrato Michele e di quello che le aveva detto. All’inizio aveva creduto che fosse solo un grande antipatico che si divertiva a complicarle la vita e a insultarla, in verità tutte quelle accuse, tutte quelle avvertenze avevano un unico obbiettivo: avvisarla della sua gravidanza, della sua SBAGLIATA gravidanza.
 
-Quindi tu saresti Raf, la famosa sacrilega, figlia di Malachia e Angeline. È strano che una terrena abbia questi poteri.-
L’angel dovette contare fino a dieci per non tirargli una sberla.
-Sì, proprio strano il destino.-
-Le Alte sfere hanno avuto troppo pietà con te, dovresti essere nel limbo a quest’ora, te e il tuo devil, sappiamo benissimo tutti e tre che lo ami e che la neutra ha solo velocizzato le cose. -
Raf abbassò lo sguardo. Sulfus aveva sentito tutto e la rabbia si impossessò anche di lui.
-Sono stata graziata, ma le do la mia parola che non creerò altri problemi.-
-Lo spero Raf, perché se commetterai ancora un errore le Alte sfere non saranno così gentili con te questa volta.-
-Non sbaglierò- Disse lentamente scandendo bene le parole. Ora era giunta al limite della pazienza!
-Io non credo Raf, il tempo è vicino, io l’ho vista, ho visto colei che scatenerà una guerra.-

 
-Ho cercato di avvisarti della sua nascita! “Ho visto colei che scatenerà una guerra”, ti ricordi? Avevo detto proprio così! Ti ricordi? Rispondi! Ti ho fatto una domanda Raf!-
Amare lacrime iniziarono a solcare le guance dell’angel. Michele stava esagerando, come poteva capire allora, era felice, aveva tutto ciò che aveva sempre desiderato, niente e nessuno tramava alle sue spalle, non avrebbe mai capito.
-Sì, ricordo…- Ammise singhiozzando.
-è inutile che piangi!- Sbraitò lui –Ormai quell’abominio maledetto cresce dentro di te e ci ucciderà tutti! Vedrai! Vedrai se non sarà così!-
“Abominio” così aveva definito suo figlio, una creatura innocente di cui l’unica colpa era l’esistenza.
-Ti odierà! Ti odierà a tal punto di ucciderti perché hai avuto l’egoismo di far nascere una creatura che non ha posto in nessun mondo! Diventerà un demone assetato di sangue, del TUO sangue!-
“Abominio maledetto…”
La rabbia più nera e profonda invase l’angel. Sentì che non poteva odiare nessuno più di lui in quel momento. Aveva definito suo figlio un abominio, un demone che conosceva solo odio, la doveva pagare!
-Non osare mai più chiamare mio figlio in quel modo.- Disse a denti stretti, talmente silenziosamente che si faticava a udirla.
-Come scusa?- Chiese lui, forse con ironia, o forse non aveva proprio sentito, ma quella domanda scatenò una reazione che Raf non si aspettava di fare, ma quando si è posseduti dalla rabbia, si possono commettere errori che non ci si può nemmeno immaginare.
Arrivò sonoro e doloroso, ben mirato alla guancia del serafino, uno schiaffo accompagnato da un urlo di rancore e tristezza uniti in una sola emozione –NON OSARE Più CHIAMARE MIO FIGLIO IN QUEL MODO!!-
Solo quando Michele si portò una mano alla guancia e la guardò scandalizzato, Raf si rese conto di quello che aveva appena fatto.
-Io…mi scusi…- Non riuscì a dire altro. Sbatté la porta e corse disperata fuori dalla stanza. Le lacrime scendevano copiose dal suo volto rigando le rosee e morbide guance e arrossando sempre più i suoi occhi celesti, il corpo era percosso da forti singhiozzi che ormai non riusciva a frenare.
Entrò rapidamente in casa e si gettò a peso morto sul divano, dove pianse tutto il suo rancore, il suo odio e la sua tristezza.
Non poteva credere alle parole di quell’angel: –Ormai quell’abominio maledetto cresce dentro di te e ci ucciderà tutti! Vedrai! Vedrai se non sarà così! Ti odierà! Ti odierà a tal punto di ucciderti perché hai avuto l’egoismo di far nascere una creatura che non ha posto in nessun mondo! Diventerà un demone assetato di sangue, del TUO sangue!!- Cosa intendeva dannazione?! Perché suo figlio dovrebbe ucciderla? Non avrebbe senso! O era solo una provocazione scappata all’autocontrollo del serafino?
Ogni convinzione e certezza erano cedute, se doveva pensare al futuro, davanti a lei si presentava un unico sentiero oscuro, dove giunta alla meta avrebbe trovato suo figlio. Con gli stessi occhi del devil che tanto amava l’avrebbe guardata, e l’avrebbe subito odiata per aver avuto l’egoismo di far nascere una creatura che non è ne angel ne devil ne terrena. L’avrebbe uccisa e avrebbe distrutto ogni persona e ogni cosa cui lei era legata, proprio come le aveva detto Michele. Ma, dopotutto, lei non sarebbe mai riuscita ad odiare quella creatura, sarebbe stata solo colpa sua, non del piccolo. L’avrebbe guardato e avrebbe sorriso, avrebbe sperato in un futuro migliore per lui, o per lei, però non l’avrebbe mai accusato, qualsiasi cosa avrebbe fatto.
Si accarezzò lentamente il ventre, cercando di trasmettere al bimbo tutto l’amore che gli voleva. –Ti voglio bene piccolo mio, e giuro che non permetterò che uno stupido angel ti critichi, ne lui ne nessun altro, perché tu sei speciale.-
Convinta di ciò che aveva giurato, si alzò per andare in cucina e preparare il pranzo.
-Diventerai forte come il tuo papà, ne sono sicura, ora dobbiamo solo decidere quando dirglielo.- Si sentì sciocca nel parlare con chi non la poteva udire, ma non le importava, ora contava solo l’amore che provava per lui e che avrebbe  sempre provato, qualsiasi cosa sarebbe accaduto.
 
                                                                                                        ****
 
-Ah! Sono sicura che gli piaceranno!- Disse Raf Appoggiando sul piano della cucina dei cartoni con due pizze appena fatte. Le aveva comprate in un negozio terreno vicino a casa e l’idea le era venuta sentendo parlare Andrea e Ginevra di quel luogo; da Sergio si chiamava, ed era un pizzeria d’asporto.
Camminò fino a un cassetto per prendere la tovaglia, ma improvvisamente un giramento di testa la face cadere. Fu rapida ad allungare le mani e ad afferrare il bordo del piano da cucina in modo da rimanere in piedi.
-Certo che tu mi stai proprio facendo diventare matta! Non ti posso scordare un secondo ed ecco che ti fai sentire!-
Esclamò sorridente accarezzandosi la pancia. -Ma dopotutto hai ragione, devo prendere una decisione.- Infatti Raf non aveva ancora deciso se dirlo o no a Sulfus. Non voleva rischiare di perderlo ora che finalmente viveva con lui, ma doveva dirgli la verità. Ipotizzando che glielo dicesse, Sulfus aveva tre motivi per lasciarla: la giovane età, il rischio del nuovo nemico e tutte le avvertenze e minacce di Michele, bhè, non sono motivi da poco. Invece quanti motivi aveva per dirle sì, solo uno: l’amava. Che fare?
-Maledetta situazione!- Esclamò appoggiando un piatto sul tavolo ormai completamente apparecchiato. Sì, la sua era proprio una maledetta situazione.
-Ciao Raf! Sono a casa!- La voce del devil le fece perdere un battito, come poteva non essersene accorta prima?! Doveva usare il suo potere per prevedere quando sarebbe arrivato in modo da non sparare cavolate come “maledetta situazione!” proprio mentre lui entrava. Scacciò questi pensieri e si diresse da lui.
-Ciao! Come è andata la giornata?- Disse accompagnando il saluto con un bacio a stampo.
-Noiosa, mi sei mancata molto.- Le disse dolcemente accarezzandole una guancia. I suoi occhi ambra le scioglievano il cuore e con dolore provò ad immaginare quegli stessi occhi che con disprezzo l’abbandonavano per sempre. Scacciò via certi pensieri e sorridendo rispose -Anche tu mi sei mancato.-
-è successo qualcosa oggi?-
Dirgli la verità o aspettare? Dirgli la verità o aspettare? Rimase per pochi attimi, che però le parevano decenni, a pensare alla sua decisione, e alla fine scelse.
-No, solite lezioni. Poi sono uscita in centro città e ho comprato due pizze, una margherita e un’americana, i gusti preferiti da Andrea e Ginevra, sinceramente non so se siano buone visto che non le ho mai assaggiate, ma i terreni le adorano.-
-Non ci resta che provare.- Sorrise lui.
Alla fine Raf aveva deciso di aspettare, ma per quanto tempo gli avrebbe nascosto la verità? Alla fin fine lo avrebbe scoperto anche da solo, non poteva tacere tanto a lungo. Però immaginare i suoi dolci occhi diventare freddi e accusatori le spezzava il cuore. Che fare? 

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Capitolo 9
*** Piste. ***


Ciao a tutti! Scusate il ritardo, lo so, questa volta e troppo, però, prima di uccidermi a sassate vi dico la causa del mio ritardo. Se fosse stato per me, a un mese dallo scorso capitolo, avrei postato, anche perchè il cappy è già pronto da un pezzo. Io stavo aspettando delle recensioni, a me sembrava bello lo scorso cappy, il migliore, invece è quello che ha ottenuto meno recensioni. Vedo alcuni capitoli di passaggio con otto recensioni, mentre quello, che era uno dei cappy più importanti ne aveva solo quattro...uffa.....
Ringrazio moltissimo chi non ha mai smesso di seguire la storia, vi voglio un casino di bene e spero di non deludervi più.
Baci,
Kikka97.


Piste…
 


Concentrazione:
luce viola brilla nella sfera comandata da abili mani, una stella rossa è ben visibile sulla sinistra.
Concentrazione:
gli occhi chiusi, il corpo rigido, i detti stretti.
Concentrazione,
movimenti rapidi delle labbra nel recitare la litania.
Concentrazione,
la mente fissa nel VEDERE.
Concentrazione,
svelare arcani e maligni segreti.
Riposo,
un sorriso si fa largo su diaboliche labbra.
Riposo,
gli occhi si aprono e brillano di luce nuova.
Riposo,
il corpo si rilassa.
Riposo,
le mani si distendono sui fianchi.
Riposo,
la neutra si alza con COSTRETTO pensiero alla mente: vendetta.
-Ce l’ho fatta amore mio, tra poco saremo liberi.-
Le sue labbra si posano avide su quelle dolci del compagno.
-Ma sei sicura che sia la cosa giusta? Loro sono innocenti.-
-Sh.-
Lo zitti dolcemente lei, posandogli l’indice sulle labbra.
-Tu pensa solo alla nostra libertà.-
-Sì…-
 
-AHH!!- Un urlo nella notte.
Le sue mani si posarono sul cuore che palpitava all’impazzata. Il sudore le colava dalla fronte e il respiro era affannato proprio come dopo una lunga corsa. Solo dopo aver sentito le forti braccia del devil cingerla si calmò, ora era al sicuro.
-Angelo mio che succede?-
-Io, io…io non lo so.-
Raf lo abbracciò forte e seppellì la testa nel suo petto. Inspirò il suo forte profumo come se la sua intera esistenza dipendesse ormai soltanto da  lui.
-Tranquilla, è stato solo un brutto sogno.- Le sussurrò lui all’orecchio con voce dolce e rassicurante dopo averle carezzato il viso.
-Quanto vorrei che lo fosse davvero.- Rispose spaventata Raf.
-Calmati , spiegati meglio.- Continuò lui con lo stesso tono.
-Credo di averla vista, la neutra…- A questo punto Sulfus capì: Raf aveva previsto tutto e ciò che li aspettava nel loro futuro era a dir poco spaventoso. Ripensò un attimo alla situazione: Raf tremava tra le sue braccia, non era ancora pronta per un colloquio con Michele e in questo momento non era abbastanza lucida per ragionare sulla loro prossima mossa, si, prossima mossa, era arrivato il momento di agire e non di stare a guardare mentre una neutra tenta in tutti modi di rovinare la loro vita. Aveva preso una decisione, l’unica cosa che doveva fare ora era rassicurare l’angel, mentre la mattina avrebbero avuto un colloquio con Michele e Arkan.
-Quale neutra Raf?-
-Il nostro nuovo nemico.- Rispose seccata, la domanda era fin troppo ovvia.
-Raf non farti montare troppo la testa da quell’angelo da quattro soldi. Ne abbiamo affrontati di pericoli, di minacce, di ostacoli, ma ormai è tutto finito, Reina è stata sconfitta e noi ora stiamo insieme, perché devi pensare al peggio? Cosa ci deve succedere ancora?-
-Io, io non lo so. Non ne posso più Sulfus! Michele ha intensificato fin troppo gli allenamenti e quando mi concede qualche minuto di pausa non facciamo altro che parlare di questo nemico, mi sento braccata come se lui mi seguisse sempre, sono arrivata all’orlo Sulfus! Non reggo più!-
Avrebbe voluto dire molto altro, ma tacque, avrebbe voluto raccontargli dello stress della gravidanza, del litigio con l’insegnante, dello schiaffo e del futuro del loro bambino ma nessuna ma non proferì parola.
-Dopo la pioggia arriva sempre il sereno.-
-Lo spero tanto.-
Il devil sorrise dolcemente, sentiva il battito di Raf rallentare poco a poco, finalmente si stava tranquillizzando.
-Ora torniamo a dormire.-
-Ok.- Rispose lei rimanendo abbracciata al corpo caldo di Sulfus.
 
                                                                                                       ****
 
Il suono della sveglia riecheggiò nella stanza, per poco tempo però, perché Sulfus, seccato dal suo acuto suono, la spedì a terra con un pugno.
-Sulfus.-
Da parte del devil nessuna risposta, era chiaro che volesse restare ancora per un po’ nel mondo dei sogni.
-Sulfus, quella è la sveglia?-
-No, ti sarà parso, torna a dormire.- Disse con la voce impastata dal sonno.
Raf si alzò a sedere e osservò la sveglia rotta sul pavimento. Alzando un sopracciglio si rivolse al devil dicendo sarcastica
-No, non è la sveglia, ERA la sveglia, visto che ora è diventata un ammasso di rottami.-
Sentendo il tono irritato di Raf aprì un occhio e le rispose pacato-che c’è? Ti sei svegliata con la luna storta?-
-Non mi sento molto bene.- Disse lasciando un po’ in sospeso la frase. Stava mentendo, questo è certo, perché in realtà una forte e fastidiosa nausea l’aveva colta già alle prime luci dell’alba e sappiamo tutti molto bene ormai che non è il mal di male a causarle questo problema.
-Vuoi farti visitare da un’infermiera della Golden?-  Le chiese Sulfus.
-No no tranquillo, passerà.- Rispose lei in tono tutt’altro che credibile, dopotutto si sa, gli angel non sanno mentire.
-Ok.-  Il devil decise di lasciar perdere, non si aspettava di certo una causa così importante dietro al malessere dell’amata.
-Forza! Andiamo a prepararci, non vorremo mica arrivare in ritardo!- Esclamò lei tentando di riprendere il sorriso.
 
                                                                                                  ****
 
Raf stava scendendo lentamente le scale. Si, lentamente, non solo stando attenta a non scivolare per qualche improvviso giramento di testa, ma anche per ritardare il più possibile l’ingresso nell’aula delle lezioni di settimo senso. Dopo la sfuriata con Michele non sapeva proprio con che faccia presentarsi.  L’aveva picchiato. Lei, un’angel, aveva osato colpire un nobile serafino, con che coraggio aveva compiuto un atto del genere? Non era grave, di più! E si maledisse milioni e milioni di volte quando si ritrovò in piedi davanti alla porta di quella determinata aula, ma non poteva aspettare immobile davanti all’ingresso, anche perché non bisogna scordarsi che Michele con il suo potere sapeva già che lei era lì. Doveva farsi forza e bussare, senza esitazioni, avrebbe pagato per ciò che aveva fatto, ma non se ne sarebbe mai vergognata, aveva difeso il suo bambino, e qualsiasi madre l’avrebbe fatto. Decisa bussò alla porta, si aspettava un –chi è?- ma nessuna risposta arrivò da oltre la soglia, se non dei passi troppo leggeri per essere quelli di Michele. Vide la maniglia abbassarsi e con enorme sorpresa il sempiterno che la fece entrare non fu il serafino, bensì un devil alto e forte, dai capelli blu notte e gli occhi d’oro, dal carattere dolce ma allo stesso tempo aggressivo, il devil fu Sulfus. Come mai era lì? Che l’insegnate gli avesse svelato tutto? Mille dubbi si insinuarono uno dietro l’altro nella mente di Raf che in quel momento le pareva di avere uno sciame d’api in testa. Non riusciva a trovare una soluzione plausibile  e continuava a immaginare e scartare senza alcun ordine logico tutte le motivazioni che avevano spinto il devil ad entrare in quell’aula.
Una strana sensazione la prese alla stomaco, e fu così forte e travolgente da colpirle anche il cuore. Lei sapeva bene di che cosa si trattava, capita a tutti gli angel ed è comunemente chiamato senso di colpa.
Dopo qualche secondo riuscì finalmente a sbiascicare un –ciao- e Sulfus con un amaro sorriso la fece entrare e la presentò ad Arkan, Temptel e naturalmente Michele.
“Come mai sono tutti riuniti qui?”  Si chiese Raf con la preoccupazione alle stelle, era ormai chiaro: la situazione stava precipitando.
-Buon giorno Raf.- La salutarono gli insegnanti.
-Buon giorno.- Rispose lei con voce bassa che tradiva tutta la sua agitazione.
-Sulfus ci ha raccontato del sogno, sembrava al quanto preoccupato.- Iniziò Arkan.
Raf fece molta fatica a trattenere l’immenso sospiro di sollievo, era per l’incubo di quella notte che erano lì, non per il bimbo, ma non c’era comunque da festeggiare, i guai non sono passati e la situazione era grave tanto quanto prima.
-Ehm…sì, non è stata una bella esperienza…-
-Posso immaginarlo, viste le condizioni in cui sei…- Si lasciò sfuggire Michele, forse apposta per farla irritare, evidentemente non aveva mandato ancora giù lo schiaffo del giorno prima, e come dargli torto?
Raf però rimase paralizzata a quell’affermazione, notò con chiarezza l’intesa tra gli sguardi dei tre professori, lo sapevo tutti e tre, Sulfus invece?
-Raf, c’è qualcosa che non va?-
-No Sulfus, solo un po’ di stanchezza, per le visioni si spende un bel po’ di energia-
Lui la guardò dolce e lei rispose con quello che doveva essere un sorriso, doveva, perché in realtà Raf fece una smorfia colma di dolore, senso di colpa e amore allo stesso tempo.
-Comunque, ci puoi descrivere questo incubo?- Chiese la Temptel.
-Certo.- Rispose convinta l’angel, era vicina alla soluzione del mistero, ne era sicura.
-Bianco, era tutto stranamente calmo, soffuso, il pavimento si univa al soffitto con dolci colonne di marmo. Una nebbia grigia regnava sovrana, era tutto così…così sfuocato.
Al centro, avvolta dagli strani fumi di quel regno, c’era una donna vestita da un lungo abito nero e di bianco, che teneva le mani sollevata in prossimità di una sfera viola. Non sono riuscita a vederla in volto, ma mi sembrava che avesse una maschera, come quella che aveva Reina quando stava nel limbo.-
-Su una cosa siamo certi almeno.- La interruppe il professor Arkan. –Non è Reina quella donna, lei non può uscire dalla sfera nera, nessuno può, a meno che qualcuno abbia rotto la sfera, ma con lei non si trova nessuno.-
-Possiamo anche affermare.- Continuò Michele. –Che quella creatura si trova nel limbo, le tue descrizione sono molto precise Raf, e solo un luogo è simile a quello che tu ci hai raccontato. Questo spiega anche il perché io non possa predire niente su di lei.-
-Ma allora queste sono solo buone notizie! Ci stiamo avvicinando alla soluzione! Ma…allora perché eri così preoccupata questa notte?- A Sulfus la domanda sorse spontanea e con ingenuità si immaginava una risposta –perché è la prima volta che faccio una visione del genere- oppure –perché la visione di una seconda neutra mi ha fatto gelare il sangue nelle vene- . Ma la risposta fu molto diversa dalle aspettative del devil:
-Perché tutti voi state immaginando una sola neutra. Ebbene, quando lei ha finito l’incantesimo con la sfera viola…si è avvicinata a un sempiterno, anch’essa una creatura neutra.-
I cuori dei suoi ascoltatori iniziarono a palpitare velocemente mentre tutti i loro sguardi erano puntati verso di lei. Due nemici, non avevano mai preso in considerazione questa eventualità. Michele stava per parlare ma le parole gli morirono in bocca: la situazione stava diventando più grave del previsto.
-Ma non ho finito, le ricordo bene le loro parole, sono rimaste impresse nella mia mente come inchiostro sulla carta, erano:-Ce l’ho fatta amore mio, tra poco saremo liberi.-
-Ma sei sicura che sia la cosa giusta? Loro sono… innocenti.-
-Sh.-
-Tu pensa solo alla nostra libertà.-
-Sì…-
Questa nuova persona non è contro di noi, è però comandata da lei. Si amano, e molto, li ho visti baciarsi.
-Erano due sempiterni della stessa specie quindi….- Iniziò Temptel.
-O due angel, o due devil.- Finì Sulfus per lei.
-Ma che motivo avrebbero di farci del male?- Chiese Sulfus.
-Vendetta.- Concluse semplicemente Raf.
La Temptel alzandosi e picchiando un pugno sul tavole urlò –Non ha senso! Per quale motivo qualcuno, che non è Reina specifichiamo, dovrebbe vendicarsi di voi? Non conoscete altri sempiterni al di fuori dei vostri amici e parenti, noi e quella strega!-
-A meno che non sia un suo compagno di cella.-
-No, non lo è.- Un’altra risposta secca da parte di Raf. Perché questo comportamento? Semplice, lei sapeva tutto ormai, aveva visto il particolare che conduceva alla soluzione del mistero.
-Come puoi esserne sicura?- Le chiese Michele?
-Reina era una neutra molto pericolosa, aveva commesso uno dei più terribile sacrilegi, se viene messa in una cella del limbo, per sicurezza dovrebbe stare sola.-
-Ma questa è una tua ipotesi.- Disse Sulfus.
-Si, lo è.- Aggiunse Arkan. –Ma è vera. Io e Temptel siamo stati nella sua cella, e se avesse avuto dei compagni: o sarebbero usciti con lei, cosa che non è accaduta, o sarebbero rimasti lì, ma non abbiamo trovato altro che Pherox e distruzione, e nel racconto di Raf la cella di quei due neutri è totalmente in ordine, o sbaglio?-
-No, non sbaglia professor Arkan.-  Rispose nuovamente seccata e con tono autoritario l’angel dai capelli biondi.
-O almeno non sbaglia su questo.- Continuò guardando tutti quanti negli occhi, in quel momento, guardando la sua espressione, capirono che lei sapeva, e la verità non era facile da accettare.
-Raf, che altro sai?- Continuò Sulfus con voce flebile.
-Se voi mi avreste lasciato finire ve lo avrei detto subito, ma non fate altro che commentare ogni cosa che dico arrivando a soluzioni scontate. La verità invece non è affatto scontata, tutt’altro!-
-Raf, dove vuoi arrivare?- Chiese seriamente preoccupato Arkan pulendosi lentamente gli occhiali.
-Sono sicura di averla vista, era come la nostra Sulfus, sulla mano sinistra…-
-Cosa? Non può essere!- Urlò alzandosi, aveva capito, mentre tutti gli altri lo guardavano allibiti anche lui era arrivato alla soluzione.
-Si invece, sulla mano sinistra della neutra era ben visibile un simbolo rosso simile a una stella.- Affermò lei sospirando.
-E anche se fosse?- Domandò ingenuamente Michele.
-Ma professore non capisce! La stella rossa si forma quando un angel e un devil violano il veto toccandosi! Non so perché a me e a Sulfus è sparito presto, forse perché non sono completamente angel, ma quella neutra l’ha ancora! Questo vuol dire che non sono due sempiterni della stessa specie come Arkan e Temptel affermavano, sono un angel e un devil! E se non ricordate bene, vi rinfresco la memoria io, ho detto poco fa che si sono baciati, e ora, oltre a me e a Sulfus, qual è l’altra coppia di sempiterni che amandosi hanno causato un’onda sacrilega?-
-Non ci posso credere…- Disse quasi sospirando Arkan.
-Ma, perché dovrebbero vendicarsi di voi?- Chiese ancora un po’ stranita Temptel.
-Appunto, non ci sono ragioni!- Sbraitò Sulfus.
Raf smise di ascoltare le loro lamentele e si concentrò per instaurare un contatto mentale con Michele:
“Professore, mi scusi ancora per ieri…”
“Passa a sodo Raf, di questo ne parliamo domani.”
“Ok. Ho preferito dirlo solo a lei perché mi ha detto di non condividere con nessun esterno il sapere dei veggenti.”
“Si, hai fatto bene.”
“Come hanno detto gli altri non hanno alcun motivo di vendicarsi, e anche se ci sarebbe, entrambi vorrebbero farci del male e non solo la donna.”
“In effetti il tuo ragionamento è corretto.”
“E volevo anche chiederle se loro hanno qualche possibilità di appendere il controllo mentale?”
“No, se non hanno contatti con l’esterno nessuna, hanno l’1% di possibilità di sapere di cosa si tratta.”
“Appunto, e come hanno fatto allora a cercare di entrare nella mia mente?”
A questo punto Michele tacque. La soluzione non erano più i due amanti, ma qualcuno di più potente che tramava alle spalle di tutti. 

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Capitolo 10
*** Rinforzi ***


Ciao,
non ho idea di quanti mesi siano passatti dall'ultimo capitolo postato, e mi scuso, anche se ormai sono imperdonabile. Ringrazio comunque tutti quelli che hanno recensito, siete magnifici, come sempre! Un bacio, perchè senza di voi questa storia non sarebbe esistita. Ora vi lascio alla lettura, fatemi sapere cosa ne pensate, ormai siamo quasi alla fine ve lo dico, due, massimo tre capitoli e heart i poteri del cuore potrà definirsi una storia completa, dopo ci sarà il seguito, ma per quello ci vorrà un bel pò....
Buona lettura!


PS: ho provato ha cambiare il congnome di Raf per non fare sempre lo stesso che c'è.nelle altre ficcy.



Rinforzi.




Un tiepido raggio di sole le illuminò il volto. Lentamente l'angel aprì gli occhi e stiracchiandosi si porto a sedere. Spostò lo sguardo verso la finestra, che, anche se chiusa, lasciava una piccola scia luminosa. Calzò le ciabatte e aprì le ante bianche mentre la luce del mattino la inondava. Guardò incantata il paesaggio circostante: la neve che era scesa durante la notte aveva trasformato il colorato paesaggio autunnale in uno invernale, candido e natalizio. Chiuse accuratamente i vetri della finestra e prese dall'armadio un paio di jeans, una maglietta bianca e una felpa d'orata. Si lavò e cambiò velocemente, ricordandosi dell'appuntamento con Miki e Dolce.
-Ciao mamma!- Salutò l'angel quando entrò in cucina.
La madre di Uriè era pressoché la copia della figlia. Anch’essa infatti aveva carnagione scura, occhi grandi e viola e lunghi capelli neri e ricci, che a differenza della figlia, teneva sciolti sulle spalle.
-Ciao Uriè, hai dormito bene?-
-Benissimo, tu?-
-Bene, grazie cara. Ora io vado al lavoro, tu devi fare qualcosa di particolare oggi?-
-Mi devo vedere con Dolce e Miki al bar-caffè in centro, oggi pomeriggio mi metto a studiare algebra e se riesco a finire inizio anche storia angelica.-
-Brava, a, dimenticavo!- Esclamò la madre di Uriè portandosi una mano alla fronte e poi afferrando una busta sul tavolo- è passato il postino, c’è una lettera dalla Golden School. Ora vado, ciao e buona giornata!-
-Ciao!- La salutò la figlia che poco dopo si avviò nuovamente in stanza per mettersi un paio di stivali, un cappotto beige, sciarpa e cappello, era finalmente pronta per uscire.
Scese di corsa le scale, fece per prendere le chiavi di casa ma un piccolo dettaglio sul tavolo la bloccò. La busta che prima le aveva dato sua madre era lì, vicino al piccolo vaso di fiori, pronta per essere aperta e letta.
Appoggiò il mazzo di chiavi e si sedette per leggerla. Prima riguardò il mittente, c’era scritto solo Golden School, lei si aspettava fosse una lettera di Raf, in tal caso dovevano scrivere Raf De Angeli. Aprì la busta e ne estrasse un sottile foglio bianco che tenne ben saldo tra le mani. Era scritto in nero da una calligrafia minuta e ordinata, di un angel sicuro. Iniziò a leggere attentamente il contenuto della busta, non ancora conscia del gravante significato di quelle parole:
 
Salve signorina Uriè,
le scriviamo per chiederle l’adesione al corpo di protezione della Terra per la critica situazione che stiamo affrontando. Non siamo tenuti a spiegarle ora i dettagli o specificare i particolari degli avvenimenti che ci spingono a chiederle la sua adesione, questo avverrà solo ed esclusivamente se lei accetterà l’incarico di protezione della Terra, e con essa, di tutti i terreni e i sempiterni che ci vivono. Non nascondiamo che mette in gioco la sua vita se accetterà l’incarico, ma non le negheremo l’onore di essersi sacrificata nel tentativo di salvare l’umanità. L’adesione è libera.
Michele Seraficini.
 
Una goccia di sudore calò sulla fronte della giovane che con un rapido gesto della mano scacciò. Rilesse molte volte quella lettera mentre il cuore aumentava sempre più i suoi battiti. Lascio scivolare il foglio che cadde dolcemente sul tavolo portandosi poi le mani al viso. Quelle parole erano così chiare e precise ma allo stesso tempo così cariche di dubbi e domande. Cosa stava succedendo sulla Terra? E chi era quel Michele Seraficini? Perché non era stata informata da Raf e Sulfus oppure dal professor Arkan? E poi perché serviva proprio il suo aiuto? C’erano gli stagisti che potevano combattere, dopotutto anche lei l’anno scorso l’aveva fatto con Reina. E sa gli stagisti non fossero bastati, perché non avevano avvisato dei veri guerrieri? E le sue amiche? Saranno state informate? Come si doveva comportare? Dire tutto a Miki e Dolce o tacere finché loro non avrebbero toccato l’argomento?
-Ma cosa sta succedendo!?- Urlò improvvisamente portandosi le mani alle tempie e massaggiandole, e mentre cercava di versarsi un bicchiere d’acqua fresca, un improvviso suono la fece sobbalzare. Si girò di scattò osservando il telefonino sul tavolo che continuava a vibrare con una scritta bene in vista sullo schermo: Dolce.
Si precipitò per rispondere e lanciando un’occhiata all’orologio: era in ritardo di dieci minuti e Dolce non poteva ritardare una mattinata di shopping, questo si sa.
-Pronto Dolce.-
-Uriè, ma dove sei finita? Sono ben dieci minuti che io e Miki ti aspettiamo davanti al bar, dai che dobbiamo andare a fare shopping!-
-Scusami Dolce, ho avuto un piccolo … ehm … contrattempo, arrivo subito!-
-Perfetto! Ci divertiremo un mondo, sicuro!-
-A presto.-
Uriè chiuse in fretta la chiamata, infilò cellulare e lettera nella borsa e afferrò le chiavi. Dopo aver chiuso casa si diresse a passo spedito verso il centro, dove Miki e Dolce l’aspettavano. Il bar-caffè distava circa 5 minuti da lì, minuti però che Dolce non le avrebbe perdonato, doveva volare. L’angel spalancò le grandi ali bianche e stando attenta ad evitare il traffico volò sino al luogo dell’incontro. Quando vide le sue migliori amiche ritornò a terra e corse verso di loro.
-Miki! Dolce! Che bello rivedervi!- Le salutò lei abbracciandole.
Il lavoro di Guardian angel non permetteva alle tre ragazze di incontrarsi molto spesso, infatti era da qualche settimana che non si vedevano.
Dolce era impeccabile come sempre. Indossava un cappotto rosa chiaro, dei jeans blu con degli stivali bianchi che le arrivavano poco sotto il ginocchio, dello stesso colore della sciarpa e del cappello.
Miki invece era più sportiva e portava un bomber blu scuro, degli stivali marroni che le arrivavano sino alla caviglia, un paio di jeans, sciarpa e berretto rossi, insomma, la prima cosa comoda che aveva trovato nell’armadio.
-Tu come stai Uriè?-
A quella domanda la mora si chiese se doveva raccontare loro della lettera, ma poi preferì tacere.
-Bene grazie. Però non capisco, siamo guardian angel, ma alla fine alcune delle materie che studiamo sono le stesse che c’erano alla Golden, che per di più sono orrende!-
-Come algebra! Io non capisco a cosa ci possa servire con i terreni quella materia!- Si lamentò Dolce.
-è un vero mistero Dolce!- Ammise Miki mettendole una mano sulla spalla.
-Dai ragazze, entriamo a fare colazione e poi via di corsa al centro commerciale!- Disse Uriè entusiasta.
Le tre entrarono nel bar e tutte ordinarono un cappuccino, accompagnato nel caso di Miki da una brioche al cioccolato, per Dolce da qualche pasticcino mentre per Uriè da una ciotola di macedonia.
-Hey Miki, guarda un po’ chi c’è!- Squittì improvvisamente Dolce.
Miki si girò di scatto e successivamente ritornò a fissare il suo cappuccino rossa come un pomodoro. Poco dietro di loro un giovane Guardian Angel stava ordinando il suo pasto al bancone. Come non riconoscerlo! Alto, di un biondo scuro, e semplicemente stupendo.
-E così ti piace Gabi!- Esclamò ridendo Uriè facendo arrossire ulteriormente l’angel dai capelli blu.
-Non è vero, lo trovo carino e basta.- Ribatté lei in tono poco convincente.
-Gli angeli non mentono cara, ihih.-
-E va bene! Però abbassate la voce!-
-Ih ih.- La risata acuta di Dolce però sovrastò ogni rumore del locale e Gabi accorgendosi di loro si avvicinò con un sorriso che fece sciogliere l’agitatissima Miki.
-Ragazze! Che piacere vedervi qui ad Angie Town! Vedo che siete diventate tutte Guardian Angel!-
-Ciao Gabi! - Lo salutarono in coro le tre. –Già, siamo state tutte promosse, alla faccia di quei devil!- Aggiunse Uriè.
-Ma … Raf? Non sarà mica stata …?-
-Bocciata? No! Lei, ha avuto un incarico un po’ particolare, è un po’ lunga la storia da spiegare.-
-Scusate ragazze, facciamo una chiacchierata un’altra volta, ora il lavoro chiama, scusatemi tanto, ci vediamo!-
E così l’angel volò rapido fuori dal locale, lasciando una Miki sognante e Uriè e Dolce sbalordite dalla velocità con cui era uscito.
Quando tutte e tre ebbero finito si diressero svolazzando fino al centro commerciale.  Era una struttura candida, imponente e moderna. Tra le grandi finestre blu spiccava in oro la parola francese Anges.
Si può immaginare ciò che accadde durante la mattinata. Una Dolce più pazza che mai che scattava da un negozio di nuovi occhiali da sole a uno di costumi all’ultima moda scontati al 30%, rincorsa dalle povere Miki e Uriè che faticavano a starle dietro. Tra centinaia di vestiti provati e decine di negozi svaligiati arrivò mezzogiorno e le angels decisero di fermarsi per il pranzo in una pizzeria nel centro. Era da parecchio tempo che le tre non si cimentavano in spese folli come quel giorno, più precisamente da circa un anno, quando Raf aveva un appuntamento con Sulfus e Dolce decise di vestirla a nuovo.
Durante il pranzo commentarono ognuna i nuovi abiti comprati e le occasioni in cui li avrebbero sfoggiati. Dolce fece ancora qualche allusione a Gabi, cosa che fece infuriare Miki e divertire Uriè.
-Bene ragazze.- Iniziò Uriè dopo aver finito la sua pizza –che si fa ora?-
-Che ne dici se portiamo a casa le borse e andiamo a fare un giro al parco?- Propose Miki.
-Sarebbe un’idea. -
-Andiamo allora.-
Le tre si alzarono e presero ognuna le proprie borse con tutti i vestiti e gli accessori appena comprati. Proprio in quel momento accadde quello che Uriè non si sarebbe mai aspettata, ma dopotutto, non si poteva evitare, la verità sarebbe venuta a galla, prima o poi. Nel portarsi la borsa alla spalla, la lettera dalla Golden School scivolò e cadde sul pavimento.
-Uriè! Ti è caduto qualcosa, aspetta che lo raccolgo.- E così Dolce si chinò per afferrare la busta lasciando cadere lo sguardo sul mittente, appena capì di cosa si trattava sul suo volto si disegnò una O.
-U-Uriè…ma questa viene dalla Golden…- Balbettò la rosa.
Allora Miki si avvicinò e lesse ciò che era scritto sulla busta bianca che conteneva la lettera di Seraficini Michele, anche lei rimase stupita e guardò Uriè con aria interrogativa.
-Ehm … ragazze, io volevo dirvelo però … non sapevo come fare … -
Cercò di scusarsi Uriè. Lo sapeva! Doveva dirglielo subito e non fare finta di niente. A cosa sarebbe servito tacere? Se fosse andata sulla Terra l’avrebbero scoperto comunque.
-Non è di Arkan giusto?- Chiese Miki.
-Come … come fai a saperlo?-
-Semplice, l’hanno inviata anche a me. -  Confessò la blu guardandola negli occhi leggermente preoccupata del contenuto, anche lei quindi non sapeva se agire o se rimanere a Angie Town.
-è di un certo Serafico, no no, Seraficino, no no … - Disse Dolce.
-Seraficini, Michele Seraficini.- Concluse Uriè. -Quindi...è arrivata anche a voi?-
-Già, stamattina. E non so che fare, il significato è chiaro, se va bene si torna a casa, se va male … ehm … -
-si lascia la pelle.- concluse la mora. Dolce decise di non proferire parola. L’argomento era estremamente serio e così irreale! L’ultima visita alla scuola l’avevano fatta al compleanno di Raf, pochi mesi prima, e pareva che tutto andasse a gonfie vele. Ora invece che stava accadendo sulla terra? Raf e Sulfus stavano bene? I devil ne sapevano qualcosa?
-Voi avete accettato?-Chiese timidamente Uriè.
-Io vado!- Fu Dolce a parlare attirando lo sguardo della altre due. –Non mi importa se è pericoloso, se è per Raf si fa!- I suoi occhi non la tradivano, erano sicuri, decisi, determinati. Mentre Uriè e Miki parlavano aveva preferito tacere ascoltando le loro ipotesi. La rosa durante il discorso delle amiche arrivò alla soluzione che se loro rischiavano la vita, l’avrebbe rischiata anche Raf, e restare con le mani in mano mentre un’amica era in pericolo era una cosa che Dolce proprio non sopportava.
-Dolce, qua si parla di mettere in gioco la nostra vita, non dovremmo decidere con calma?- Suggerì Uriè, cosa che fece andare leggermente su di giri la rosa, che ribatté
-Ma si parla anche della vita di Raf! Nella lettera non lo dice quello, ma è ovvio! Se c’è qualcuno che minaccia la Terra tutti i suoi abitanti sono in pericolo, compresi i nostri amici! E stare qua a vedere le persone a cui tengo che soffrono senza alzare un dito è una cosa spregevole!-
Uriè e Miki abbassarono la testa qualche secondo. Dolce aveva perfettamente ragione, come potevano essere state così egoiste? Dovevano agire, come ogni angel avrebbe fatto nel loro caso. Non ci fu bisogno di altre riflessioni, le due alzarono la testa e dissero:
-IO CI STO, ANDIAMO!-
Non sapevano ancora che la stessa decisione era stata presa dai tre devil che tutti conosciamo bene: Gas, Cabiria e Kabalè. Con lo stesso ragionamento i sei sempiterni scrissero una lettera di risposta alla Golden School, erano pronti a proteggere la Terra, i suoi abitanti e i loro amici, a qualsiasi costo.
                                                                            
                                                                                        ****
 
I rapidi passi risuonavano nel lungo corridoio, l'angel bussò timidamente aspettando la voce del collega che gli dava il permesso per entrare.
-Avanti.- Michele Seraficini si trovava alla scrivania del suo ufficio stringendo tra le mani sei lettere. Posò i foglio e fissò Arkan.
-Buonasera.-
-Buonasera Michele, mi ha chiamato? –
-Si, volevo darle della notizie. Si accomodi pure.-
-Grazie, di che si tratta?-
-Dei suoi ex studenti. Ho chiesto il loro aiuto stamattina.-
-O, bhè, è una decisione importante, dovranno prendersi un po’ di tempo per fare la scelta giusta…-
-In realtà, Arkan.- Lo interruppe Michele –Hanno già scelto, tutti e sei sono pronti, verranno quando chiederemo loro aiuto. Non userò la posta, bensì un messaggio vocale di emergenza, loro potranno riceverlo tramite una nuova tecnologia che gli ho inviato poco fa insieme a tutti i dettagli.-
-Benissimo ma…- Arkan non era sicuro di dover parlare o meno, mettere in dubbio la parola di un veggente come Michele non rientrava nell’educazione di un angel del suo rango, ma domandò lo stesso –Ma è sicuro che sia necessario? Io non ho mai visto niente, stiamo facendo ipotesi e…-
-è necessario, e le visioni di Raf non sono ipotesi! Non lo sente anche lei quel brivido? Non si sente spesso inquieto? Non penserà mica che il settimo senso si attivi così per caso? E io e Raf ne abbiamo la prova! Anzi, Raf stessa ne è la prova!-
-Ma…ma lei sa chi c’è dietro a tutto questo? Sono Tayco e Sai, giusto?-
Michele sogghignò, aveva riflettuto molto insieme a Raf, Tayco e Sai non erano di certo la chiave del mistero, bensì una creatura molto potente in grado di instaurare un controllo mentale. –Non sono loro come si immagina Arkan, bensì, credo che sia lei … di nuovo … -

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