ali scarlatte, ali nere

di angiebear_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** un angelo non molto angelico... ***
Capitolo 3: *** messa alla prova ***
Capitolo 4: *** una serata al bar ***
Capitolo 5: *** un nuovo importante incarico ***
Capitolo 6: *** nella tana del diavolo ***
Capitolo 7: *** un nuovo giorno ***
Capitolo 8: *** il ricevimento... ***
Capitolo 9: *** un mattino movimentato ***
Capitolo 10: *** una notte troppo calda ***
Capitolo 11: *** un veloce ritorno in paradiso... ***
Capitolo 12: *** finalmente soli ***
Capitolo 13: *** Non si smette mai di imparare... ***
Capitolo 14: *** una proposta di gita... ***
Capitolo 15: *** un dolce calore... ***
Capitolo 16: *** ''intermezzo'' al museo... ***
Capitolo 17: *** guai in vista e torte al cioccolato ***
Capitolo 18: *** colpo di scena... ***
Capitolo 19: *** dolore ***
Capitolo 20: *** rapimento e voglia di vivere... ***
Capitolo 21: *** la fine?? ***
Capitolo 22: *** extra: le sette sorelle ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


allora volevo dire che gli angeli di questa storia, così come i demoni, vivono in un mondo tale e quale a quello umano e si comportano come qualsiasi essere umano... quindi non stupitevi se leggete di angeli che usano parolacce o cose simili... comunque spero che la storia vi piaccia e vi prego di recensire in molti... anche per critiche costruttive ok? tanti saluti Angiebear_chan

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Capitolo 2
*** un angelo non molto angelico... ***


Salomè portava un nome terribile per i suoi simili: Salomè era la donna che aveva fatto decapitare Giovanni il Battista e si era fatta portare la sua testa su un vassoio d'argento... era più che ovvio quindi che gli angeli che la circondavano preferissero starle alla larga e non amassero la sua compagnia. Come se non bastasse Salomè aveva un'altra caratteristica che la differenziava dalle altre creature angeliche: le sue ali, invece che essere di un bianco puro ed accecante, erano rosse, di un rosso scuro simile al colore del sangue venoso.

Sin da piccola era sempre stata emarginata, additata, allontanata ed odiata senza un motivo preciso... era nata con un cuore sostanzialmente buono, come quello di tutti gli altri angeli ma, a causa delle cattiverie ricevute e della più totale mancanza di affetto da parte di chiunque, aveva finito per chiudere il suo cuore al mondo divenendo cinica ed acida verso il prossimo, rifiutandosi di affezionarsi a chicchessia.

Si era più volte trasferita, i suoi genitori non la degnavano della minima attenzione; anzi, erano sollevati quando lei era lontana da casa... cercava città in cui nessuno avesse mai sentito parlare di lei come dell'angelo dalle ali scarlatte; in quel modo era anche riuscita, nei primi tempi, a trovare delle amiche e qualche fidanzato ma, inevitabilmente, incuriositi dai suoi capelli corvini e dai suoi occhi viola (gli angeli hanno tutti capelli biondi e caldi occhi color nocciola), le chiedevano sempre di mostrare le ali e, dopo averne visto il colore, non si facevano più sentire...

-'fanculo- disse svegliandosi al mattino a causa dello squillo assordante e ripetitivo del telefono...

si alzò con gli occhi ancora socchiusi a causa del sonno e andò a rispondere...

-Pronto...- disse con voce arrochita ma rabbiosa -chi è? -

-Sono Gabriel... il capo ti ha convocata... ha un lavoro per te...-

Salomè, dopo tutti gli studi che un angelo deve obbligatoriamente seguire nel corso della sua esistenza, aveva scoperto una grande passione per il combattimento ed era divenuta esperta in ogni lotta che fosse a mani nude, con armi bianche, a distanza o da fuoco... sapeva maneggiare qualsiasi arma, dalla cerbottana al carro-armato. Aveva quindi deciso di divenire una mercenaria al servizio del corpo angelico dei combattenti che aveva il compito di impedire intrusioni dei loro nemici, i demoni.

Era infatti dal giorno della cacciata di Lucifero dal Paradiso che angeli e demoni si combattevano fra di loro senza sosta... e Salomè, grazie alle sue capacità combattive e al suo sangue freddo, era divenuta in poco tempo il mercenario più apprezzato e richiesto in battaglia, oltre che il più odiato ed evitato naturalmente.

Il capo era il comandante supremo delle forze armate e il lavoro che le voleva appioppare era questo:

-Tu dovrai infiltrarti fra le file dei demoni-

-Che?!?-

-Mi hai sentito bene: tu ti infiltrerai tra i demoni e ci trasmetterai notizie importanti su Lucifero e la loro organizzazione militare...-

-Ma... ma che diavolo vi salta in mente all'improvviso?!? Io non ho la minima intenzione di cacciarmi in una situazione simile!-

-Non hai scelta Salomè... questa non era una richiesta o una proposta... era un Ordine! E tu sei l'unica che possa eseguirlo dato il colore delle tue ali... in più un'ordine simile potrebbe venire rifiutato solo da qualcuno con qualcosa da perdere e tu non hai nulla: non hai amici, non hai un fidanzato, non hai famiglia dal momento che i tuoi genitori ti hanno ripudiata... tu hai solo i soldi che ti diamo noi... soldi che smetterai di guadagnare se ti rifiuterai di svolgere questo incarico.-

-Ma che diavolo di angelo sei tu? Altro che angeli puri dalle ali bianche... 'fanculo... - disse Salomè infuriata sbattendo un pugno sulla scrivania dell'uomo che la osservava con un espressione di rabbiosa superiorità...

-Okay adesso ascoltami, e ascoltami bene Salomè: tu sei soltanto un dannato mercenario... anche se le tue ali avessero un colore accettabile, non dico normale, anche solo accettabile, tu saresti lo stesso considerata feccia perché hai un carattere dannatamente difficile ed irritante e svolgi un lavoro disgustoso: uccidi in cambio di denaro! Offri i tuoi servigi al miglior offerente! I mercenari come te sono soltanto le meretrici dell'esercito! Quindi adesso vai a casa, prepari le valige, lucidi le tue dannatissime spade e ti infiltri tra quei dannatissimi demoni okay?- disse il suo capo visibilmente arrabbiato e con una vena che gli pulsava pericolosamente sulla fronte... -Hai capito o te lo devo ripetere?-

-Ho capito, ho capito, stia tranquillo... io non ho nulla e sono obbligata ad andare a farmi ammazzare... ho capito... come volete!- disse allora Salomè alzandosi e dirigendosi verso la porta che sbatté uscendo...

'il primo che mi rivolge la parola lo ammazzo...' pensò tra sé...

-Hey Mortisia! Ho sentito che ti mandano a fare una missione fra i tuoi simili!- disse un angelo stravaccato sulla sedia con i piedi allungati sulla scrivania... Salomè lo fulminò con lo sguardo ma continuò a camminare sforzandosi di trattenere la rabbia che aveva in corpo... -Chissà... magari il colore delle tue ali darà il voltastomaco anche ai demoni... poverini... sono quasi in pena per loro!- seguitò lo stesso provocando le risate dei suoi amici... a quel punto Salomè si girò, andò verso di lui, lo afferrò per i capelli che il tizio portava abbastanza lunghi e gli sbatté la testa sul legno della scrivania... le risate si fermarono immediatamente ma nessuno intervenne ad aiutare l'amico: erano tutti paralizzati dal terrore, la fama di Salomè sul campo di battaglia non era certo cosa da poco e con lei, quando era arrabbiata, bisognava andarci molto ma molto cauti... l'uomo risollevò la testa ma non fece in tempo a dire una sola parola che Salomè lo aveva afferrato ancora per i capelli e aveva ricominciato a sbattergli la testa sulla scrivania e lo fece ancora e ancora e ancora finché non avvertì il sonoro 'crack' del naso del tizio che si rompeva e il suo urlo di dolore... a quel punto gli sollevò la testa obbligandolo a guardarla e disse:

-'fanculo!- assestandogli un pugno e colpendolo sullo zigomo perfetto tipico delle creature angeliche rompendoglielo... quindi voltò le spalle al gruppo attonito degli angeli ed uscì dalla porta; tutti si scostavano al suo passaggio percependo quasi a livello fisico la potenza della sua rabbia...

sapeva che, nonostante quella 'rissa unilaterale', non le avrebbero revocato l'incarico... lei era perfetta per missioni suicide come queste... qualche scazzottata non le avrebbe minimamente rovinato la 'carriera' … andò a casa e comincio a prepararsi per il viaggio che avrebbe dovuto compiere... chissà il futuro cosa le riservava...

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Capitolo 3
*** messa alla prova ***


E così Salomè fece le valige e si recò all'inferno; grazie ad un contatto gli angeli le avevano già procurato una casa ed un lavoro nell'esercito... ovviamente sarebbe spettato a lei il compito di farsi riconoscere ed apprezzare come combattente; ma di questo non si preoccupava.
Arrivata a casa sua, un edificio a due piani non grandissimo ma abbastanza accogliente, Salomè disfece le valige e andò al quartier generale delle forze armate infernali... era un enorme edificio con porte e mobili d'ebano, poche finestre e tinte scure sulle pareti... Salomè lo adorò non appena lo vide: aveva sempre detestato i colori chiari tipici degli edifici angelici.
Non appena entrò venne avvicinata da un uomo piuttosto alto con lunghi capelli neri e freddi occhi grigio chiaro che le disse:
-nome, cognome e motivo della sua presenza qui prego...-
-Salomè Black, sono il nuovo mercenario dell'esercito...-
-Aaaaaah Salomè che nome bellissimo hai! Ma è davvero raro trovare mercenari di sesso femminile...- disse lui facendole cenno di seguirlo e cominciando ad attraversale svariate sale -spero che tu sia brava a combattere come dicono perché ti metteranno subito alla prova... e non ci andranno certo leggeri! Oh, approposito... il mio nome è Felix... lieto di conoscerti- disse poi facendole il baciamano... - e questo è il luogo in cui dovrai provare le tue capacità combattive...-
i due erano giunti in una palestra enorme in cui risuonavano le urla e i gemiti dei soldati intenti ad allenarsi duramente...
-buona fortuna!- disse spingendola nella mischia... poi urlò: -HEY RAGAZZI!!!! È ARRIVATO IL NUOVO MERCENARIO! IL CAPO HA DETTO DI METTERLO ALLA PROVA, CI PENSATE VOI VERO?- e si sedette comodamente su una panca preparandosi ad osservare la scena...
Salomè venne subito circondata da diverse persone che presero a girarle intorno mormorando ed osservandola... aveva i nervi a fior di pelle ed era prontissima ad evitare ogni loro attacco... scansò un pugno, un calcio, un calcio rotante, una ginocchiata nella schiena... una freccia, un attacco con la spada...
'qui ci vanno giù pesanti eh? Mi sa tanto che per superare la prova dovrò restare viva...'
-Hey hey hey ragazzi... ho capito la bella novità, ma uno per volta!!- disse lei sfoderando un sorriso strafottente e sollevando un sopracciglio... i demoni ridacchiarono... e la attaccarono, tutti insieme...
a quel punto Salomè sfoderò le due spade che portava appese sulla schiena e partì all'attacco... le sue erano spade speciali, uniche: erano fatte da uno speciale metallo nero che non arrugginiva e non perdeva mai il filo quindi, anche se non venivano lucidate o affilate, erano comunque in condizioni perfette. Moltissimi sul campo di battaglia, sia demoni che angeli, avevano provato a rubargliele anche a causa dei due rubini incastonati nelle impugnature; ma nessuno c'era mai riuscito... e aveva pagato con la vita il tentativo di furto...
lo scontro durò mezz'ora; alla fine tutti i demoni che si erano lanciati all'attacco giacevano sulla schiena, Salomè aveva fatto in modo di non infliggere gravi ferite a nessuno quindi erano ancora tutti vivi, ma molto sofferenti...
-Molto molto brava, complimenti!- disse Felix battendo le mani e guardandola ammirato; Salomè si inchinò in una risposta scherzosa ai suoi complimenti... -non immaginavo che una donna fosse in grado di combattere così bene; fantastica davvero!- al suo applauso si unirono diversi demoni che avevano assistito al combattimento...
-Mostraci le tue ali... - disse ad un certo punto qualcuno...
-Si, si, le ali! Vogliamo vedere le tue ali! - dissero in coro tutti gli altri... Salomè si sentì perduta... le piaceva la compagnia dei demoni e, se avesse mostrato loro il colore delle due ali, sarebbe stata di sicuro emarginata dal momento che le ali dei demoni erano nere...
-Avanti Salomè, mostraci le tue ali, vogliamo vederle!- disse Felix avvicinandosi...
Salomè chiuse gli occhi e rese visibili  le ali che, solitamente, erano invisibili ed impalpabili... attese il suono dei sussulti disgustati dei demoni che però non vennero... incuriosita aprì gli occhi trovandosi davanti le facce ammirate di tutti i demoni che osservavano meravigliati le sua ali scarlatte.
-Bellissime!- disse Felix a nome di tutti -davvero stupende! Hanno il colore del sangue venoso e al tocco sono lisce, quasi impalpabili come la seta o l'acqua... ricordano il mercurio... meravigliose! Se io avessi delle ali come le tue non le nasconderei di sicuro! Andrei in giro mostrandole con orgoglio! È davvero stupendo che io sia riuscito a vedere una bellezza simile nel corso della mia esistenza!- disse ancora sfiorandole con mani tremanti...
-Davvero vi piacciono? - disse Salomè stupita
Per tutta risposta Felix deglutì rumorosamente fissando con sguardo incantato la curva delle ali...
-Stupefacente...- riprese lei colpita scuotendo la testa...
-Salomè... tu mi piaci, e sono sicuro che piacerai anche ai miei amici... che ne dici di venire con noi a bere qualcosa questa sera?- disse Felix riprendendosi e dandole una pacca sulla spalla.
-Davvero posso?- disse Salomè ancor più meravigliata...
-Ma certo ma certo! Anzi, mi faresti un bel torto a non venire! Io non invito mai persone a vuoto! Se ti ho invitata vuol dire che gradisco la tua compagnia quindi tu devi accettare...-  disse lui osservandola con sguardo serio...
-Okay... allora verrò... -
-Perfetto! Siccome sei nuova ti passerò a prendere io questa sera... l'indirizzo lo so già; era scritto sulla tua scheda di ammissione quindi stai tranquilla e fatti trovare pronta per le... otto?-
-Va bene, perfetto... - accettò lei ancora attonita per la sorpresa...
-Bene bene- annui Felix dandole un'altra pacca sulla spalla...
In quello stesso momento, in un'altra sala dell'edificio, un uomo dai folti capelli neri e con bellissimi occhi verdi stava guardando la scena attraverso un video trasmesso da delle telecamere di sorveglianza...
-Bene bene bene... una bellissima mercenaria con le ali scarlatte ed un nome stupendo... ho proprio molta voglia di conoscerla... chissà... giocare con lei potrebbe essere molto divertente ed eccitante-
e i suoi denti bianchi brillarono mentre l'uomo sfoderava un sorriso pericoloso e strafottente...

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Capitolo 4
*** una serata al bar ***


Quella sera Salomè indossò una camicia bordeaux e dei comodi pantaloni neri, un nastro di velluto nero al collo, orecchini con una pietra nera, stivali neri col tacco e lasciò i lunghi capelli corvini sciolti in modo che le ricadessero sulle spalle in morbide curve... ben conscia dell'usanza infernale di portare sempre e comunque armi si mise un pugnale, forgiato utilizzando lo stesso materiale delle sue spade, alla cintura...

Sentendo il campanello si guardò un ultimo momento allo specchio, mormorò un

-Perfetto...-

ed andò ad aprire... era la prima volta che usciva con qualcuno dopo avergli mostrato le ali... ma sapeva di non dover essere tesa: i demoni l'avevano già accettata come una di loro e lei ne era felicissima...

Aprendo la porta non poté fare a meno di notare che Felix somigliava straordinariamente ad un attore del mondo umano... un certo Brandon Lee... le erano sempre piaciuti i suoi film...

-Ciao Felix! Sei in perfetto orario!-

-Sempre quando si tratta di andare a prendere una bella mercenaria come te!- disse lui facendole l'occhiolino e facendola ridere...

-Dove andiamo ora?- chiese lei curiosa...

-Oh, in un locale che frequentiamo io ed i miei amici... vedrai, piacerai a loro come già piaci a me...-

-Grazie Felix... non sapevo che bastasse combattere bene per farti una buona impressione...- disse lei ridacchiando e salendo sull'auto nera dell'uomo...

-Ah non è solo il tuo stile nel combattere che mi ha colpito... certo sei bravissima ma, più che altro, mi ha colpito lo sguardo che avevi mentre combattevi... avevi un sguardo di una intensità ed una forza uniche... e poi hai davvero degli occhi bellissimi... non mi è mai capitato di incontrare qualcuno con occhi viola... -

-Se stai cercando di rimorchiarmi ti assicuro che non sei il mio tipo... ti potrei considerare al massimo come un amico...-

-Oh tranquilla tranquilla! È la stessa cosa per me! Mi farebbe piacere averti come amica ma nulla di più... al massimo come amante per una notte o due...- scherzò lui...

-Hahaha certo... prenderò in considerazione la tua offerta nelle mie fredde notti solitarie...-

-E fai bene! Nessuna delle mie amanti si è mai lamentata per il freddo in mia presenza...- disse lui ridendo e parcheggiando davanti all'entrata di un bar... i due scesero ed entrarono; vennero praticamente travolti da della musica sparata a livello altissimo proveniente da ogni angolo del locale e da un'atmosfera resa quasi nebbiosa dal fumo delle sigarette dei clienti.

Felix le mise una mano sulla schiena e la guidò ad un tavolo occupato da due uomini: uno aveva dei folti capelli rossi e occhi azzurro ghiaccio, l'altro lunghi capelli castani e lisci e occhi color miele... entrambi, come Felix, avevano il fisico asciutto e scattante dei combattenti e fissarono incuriositi Salomè quando si avvicinò al loro tavolo assieme a quest'ultimo...

-Salomè loro sono Adam – indicando il rosso- e Nicolas -indicando il tizio dai lunghi capelli castani che chinò leggermente la testa in segno di saluto... -ragazzi lei è Salomè, la nuova migliore mercenaria dell'esercito!-

-Ma dai! Un mercenario di sesso femminile? Questo sì che è raro... solitamente le donne non smaniano per combattere ed uccidere... a quello ci pensano gli uomini... - disse Adam...

-Beh ma avreste dovuto vederla combattere oggi ragazzi! Ha messo al tappeto un bel po' di soldati, anche i veterani più esperti! - disse Felix facendo cenno alla cameriera che si era avvicinata di portare un bel po' di birra...

-Adam è un nome molto insolito per un demone...- intervenne Salomè con un sorrisino irriverente...

-È più adatto ad un angioletto con morbidi boccoli biondi... sicuro che quella non sia una parrucca?-

un silenzio di tomba accolse le sue parole... Salomè aveva il cuore che batteva forte... sarebbero stati al gioco?...

-Hahahahahah! È vero! L'ho sempre pensata anch'io questa cosa! Sicuro di non essere un candido angioletto?- rise Nicolas dando pacche sulle spalle al povero Adam che, però, stava per scoppiare a ridere...

-Un candido angioletto eh? Te lo faccio vedere io il candido angioletto!- disse poi afferrando Nicolas e sfregandogli le nocche del pugno chiuso sulla testa...

-Hey hey ragazzi! Abbiamo una bella fanciulla qui! Andateci piano!- ridacchiò Felix... -Come non detto...- disse poi vedendola che si scolava un boccale di birra come e meglio di un 'vero uomo'

-Hey Salomè... se io sono un angelo, tu sei sicura di non essere un uomo?- disse Adam strabiliato...

-Ti sembro un uomo?- Disse Salomè conscia del fatto che la camicia le fasciava le morbide curve del seno mettendogliele in evidenza...

-Ehm... decisamente no...- disse lui

-Allora non chiederlo a priori...- rise Salomè che sentiva la una sensazione di calore che si spandeva pian piano nel suo petto... erano moltissimi anni che non passava una serata in compagnia di qualcuno ridendo come stava facendo ora... si accorse che era piacevole... incredibilmente piacevole... 'perché non sono nata demone?' si chiese improvvisamente... il corso della sua vita sarebbe stato sicuramente diverso in quel caso...

Ore dopo lei e Felix uscirono barcollanti dal bar... soprattutto Salomè che aveva bevuto come una spugna... lui la riaccompagnò a casa e la aiutò a salire le scale... una volta entrati la fece stendere sul divano ritrovandosi a pochi centimetri dal suo viso...

Salomè fissò Felix con i suoi straordinari occhi viola e gli cinse le spalle con un braccio... lui si avvicinò lentamente e la baciò... la lingua di lui le sfiorò le labbra socchiuse per poi penetrarle ed esplorare la sua bocca... ma nessun brivido pervase i due che si staccarono e si osservarono negli occhi...

-Tu hai sentito qualcosa?- chiese Felix osservandola...

-Mmmmh no, in effetti non ho sentito nulla... tu?-

-Nemmeno io... te l'avevo detto che potevi essere solo un'amica...-

-Già... beh, sono cose che capitano...- disse Salomè lasciandolo andare e girandosi su un fianco...

-Spero che non ci sia nulla che non va in me... voglio dire... non desiderare una così bella donna!- mormorò lui scuotendo la testa...

-Ah, non ti preoccupare Felix... ti assicuro che come uomo sei perfetto...- disse Salomè che cominciava ad addormentarsi...

-Bene allora... sogni d'oro amica mia!-

-Dormi bene Felix, ci vediamo domani!-

E finalmente le braccia di Morfeo la accolsero e la cullarono dolcemente...

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Capitolo 5
*** un nuovo importante incarico ***


La mattina dopo, svegliandosi, Salomè non sentì la minima traccia di mal di testa... era tipico suo: la sera prima beveva come una spugna e la mattina dopo era fresca come una rosellina appena sbocciata.
Dopo essersi opportunamente preparata ed aver fatto colazione Salomè si recò al lavoro; probabilmente non ci sarebbe stato ancora nessun incarico e sarebbe rimasta tutta la giornata in palestra ma, poco male, si sarebbe allenata...
invece, non appena varcò la soglia del grosso edificio venne avvicinata da Felix, il quale aveva un'aria piuttosto sbattuta, che le disse:
-Salomè... com'è possibile? Io ho bevuto la metà di quello che hai bevuto tu e guarda come sono ridotto! Tu invece sei fresca come una rosa!-
-Ah, per me è normale Felix, non ho mai sofferto dei postumi di una sbornia in tutta la mia vita...-
-Salomè... sono talmente invidioso che ti ucciderei...- biascicò lui guardandola male e passandole un braccio attorno alle spalle... -ma... si da il caso che tu abbia appena fatto bingo!-
-Che vuoi dire?- chiese Salomè confusa...
-Voglio dire che il Grande Capo in persona ti ha convocata! Pare che ieri ti abbia vista combattere e sia rimasto colpito dalle tue abilità!-
-Il Grande Capo? Vuoi dire...-
-Lucifero! Lucifero in persona ti ha convocata al suo cospetto! Capitano molto raramente delle occasioni simili ai novellini come te; io ho dovuto aspettare un bel po' di anni prima di essere convocato... -
Salomè fu presa dal panico: Lucifero in persona l'aveva chiamata? Aveva chiesto di lei? Possibile che la sua vera identità fosse già stata svelata? No, non era possibile! Non aveva fatto o detto nulla che avrebbe potuto tradirla... no no no, doveva stare tranquilla... non c'era nulla, assolutamente nulla di cui preoccuparsi... fece un respiro profondo e chiese:
-Per quando è previsto l'incontro?-
-Mmmmh... vediamo l'incontro è stato fissato per... ora!-  disse Felix che l'aveva accompagnata sino ad una enorme porta d'ebano... si avvicinò e bussò...
-Avanti- disse una voce profonda all'interno...
Felix, con evidente sforzo, aprì la pesantissima porta e fece cenno a Salomè di entrare... si ritrovarono in una sala piuttosto grande... sulla parete destra c'era una enorme finestra da cui si vedeva il cortile pieno di giovani soldati intenti ad allenarsi... il pavimento era ricoperto da una folta moquette color amarena e, al centro della sala, troneggiava una gigantesca scrivania d'ebano dietro alla quale c'era lo schienale di una poltrona girata in modo che la persona che vi era seduta sopra desse le spalle alla porta...
-Signore avevate chiesto un'udienza con Salomè Black, la nuova mercenaria al vostro servizio...-
-Ah! Salomè! Certo certo... vai pure Felix, lasciaci soli...- disse l'uomo seguitando a dare le spalle ai due.
Il cuore di Salomè batteva fortissimo... era tremendamente eccitata, l'adrenalina le scorreva nelle vene come fuoco, come lava incandescente... chissà com'era l'angelo Lucifero... colui il quale era stato scacciato dal paradiso a causa della sua superbia...
all'improvviso lui si alzò... Salomè poté ammirare la schiena bellissima di un uomo dal fisico asciutto e muscoloso con folti capelli neri... l'uomo indossava una camicia nera e dei pantaloni eleganti dello stesso colore... quando lui si voltò Salomè fu colpita dalla straordinaria bellezza dei suoi occhi: verdi, bellissimi... somigliavano a quelli dei gatti... avevano lo stesso colore delle foglie della camelia; quegli occhi in quel momento la fissavano divertiti 'faceva bene a darsi delle arie!' pensò Salomè affascinata dalla felina bellezza predatrice dell'uomo...
-E così tu sei Salomè...-
-Sì signore... - disse lei inchinandosi
-Oh niente formalismi per favore! Mi danno sui nervi...-
-Oh, certo, come desiderate...-
-Dammi del tu...-disse ancora lui osservandola
-Ne siete sicuro?-
-Certo certo Salomè! Rilassati! Non ti mangia nessuno!-
-Bene allora...- disse lei rilassandosi un poco e sciogliendosi i muscoli contratti per l'agitazione...
lui le si avvicinò lentamente...
-Ti ho vista combattere ieri...- disse osservandola con attenzione...
-Spero che ti sia piaciuto come combattimento...-
-Indubbiamente – disse lui socchiudendo gli occhi – erano parecchi anni... anzi che dico, secoli, che non vedevo un combattimento tanto eccitante ed emozionante...-
-Mi fa piacere che ti sia piaciuto – disse lei chiedendosi dove volesse arrivare e mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio...
-Immagino che tu ti stia chiedendo dove voglio arrivare giusto?-
-Ehm... in effetti... me lo stavo chiedendo proprio ora...- disse lei ridacchiando nervosamente...
-Salomè... voglio che tu diventi una delle mie guardie del corpo...- disse allora lui spiazzandola completamente...
-Come?!?-
-Mi hai sentito... ultimamente ho subito parecchi attentati... la guerra contro gli angeli si fa di giorno in giorno più aspra... ovviamente io so combattere ma se ad attaccarmi fosse un piccolo esercito? Alcuni riuscirei ad ucciderli senza problemi ma, per la differenza di numero, verrei senza dubbio sconfitto quindi è qui che entri in scena tu; ti ho osservata, sei perfetta per questo ruolo... perfetta.- concluse annuendo convinto
-M-ma io...-
-Salomè... non era una richiesta... e, ricordati... - le sussurrò all'orecchio con voce calda... - io so essere molto persuasivo...-
-D'accordo... disse lei allontanandosi di scatto col cuore che batteva all'impazzata... -quando comincio?-
-Anche domani... ti consiglio di fare le valige: come mia guardia del corpo verrai a vivere con me... in casa non saremo soli ovviamente: ho numerose cameriere, maggiordomi, i cuochi eccetera eccetera... però se ne vanno tutti la notte... spero che non sia un problema...- disse sfoderando un sorriso accattivante... - in ogni caso ti sai difendere no? E poi io non metterei mai le mani addosso ad una combattente tanto esperta... a meno che lei stessa non sia consenziente... è chiaro...- continuò ridacchiando...-
-Non sono consenziente!- disse lei in tono secco facendolo scoppiare a ridere...
-Molto bene allora... puoi andare... hai il resto della giornata libero... ti consiglio di andare a casa tua a fare le valige... puoi portarle direttamente qui... ci penserò io poi a farle trasportare fino a casa... tutto chiaro?-
-Sì signore...- disse lei
-Allora puoi andare-
Salomè chinò leggermente la testa in segno di saluto e si diresse verso la porta...
-Ah Salomè!- la chiamò lui improvvisamente...
-Sì?-
-Chiamami Lux... - le disse lui facendole l'occhiolino...
ridacchiando Salomè uscì e tornò a casa dove, per l'ennesima volta in tre giorni, fece le valige...
-Chissà che succederà adesso... - mormorò guardandosi allo specchio... - certo però che è davvero un bell'uomo...-  disse poi toccando l'orecchio che lui aveva sfiorato con le labbra poco prima...
-Davvero... chissà cosa succederà...-

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Capitolo 6
*** nella tana del diavolo ***


E così Salomè si trasferì nella villa di Lucifero, un enorme edificio dalle tinte scure e con grandi finestre. La casa era circondata da un enorme giardino ricco di bellissimi fiori che spandevano un buonissimo ed inebriante profumo e che nascondevano un bellissimo gazebo in stile gotico con il pavimento di pietra vulcanica nera con sfumature iridescenti rosse...
Non appena suonò alla porta Salomè venne accolta da una vecchia matrona che la guidò, sbuffando a causa delle scale, sino alla porta della sua nuova camera: era una grande stanza dalle pareti rosse, su quella di destra si apriva una grande porta-finestra che in quel momento era spalancata e  da cui entrava il dolce profumo dei fiori portato da una brezza leggera che agitava le tende bordeaux... in fondo alla stanza, poggiato alla parete c'era un enorme letto con la testiera d'ebano e lenzuola rosse ricoperte da un morbido piumone nero; di fianco al letto c'era una porta che portava al bagno... e sulla parete sinistra un'altra porta portava alla cabina armadio...
-Credo ci sia un problema...- disse Salomè rivolgendosi alla vecchia che si era affaticata non poco salendo le varie rampe...
-Uff... a che cosa si riferisce?-
-Ecco... vede... io non ho abbastanza vestiti per una cabina armadio; questa stanza poi è davvero enorme... non ce ne sarebbe magari una un po' più piccola e con un semplice armadio?-
-Ci sarebbe ma il signore ha dato ordine di sistemarla in questa specifica stanza... inoltre ha già provveduto lui stesso a riempire un poco la cabina armadio... lei dovrà solo sistemarci gli abiti che si è portata...-
-Ma... ma come ha già provveduto lui a riempirla?-
La donna andò verso la porta e la spalancò facendole cenno di entrare... Salomè, varcata la soglia, vide che in effetti gli scaffali e le grucce erano già occupati da numerosi vestiti femminili dal taglio elegante, tutti sui toni del nero, rosso, bordeaux... colori caldi e scuri; c'erano poi tantissime scarpe e stivali col tacco e, in una piccola cassaforte,  erano custoditi astucci contenenti gioielli ornati da pietre preziose...
-Ma non è possibile! Non possono essere mie tutte queste cose!- disse sbalordita
-Eppure il signore le ha comprate apposta per lei... il suo dev'essere proprio un lavoro ben fatto per meritare tutti questi regali così preziosi...- disse con voce carica di sottintesi
-Si sbaglia di grosso! Il mio lavoro non è...-
-Sesese- la interruppe la matrona... -senta non è affar mio quello che lei e il padrone fate sotto o sopra le coperte... o quanto lei sia brava... questa è la sua stanza, questa la sua cabina-armadio e lei dovrà soggiornare qui... -
'vorrà dire che non indosserò i vestiti, i gioielli e le scarpe che mi ha comprato... questa sera chiederò spiegazioni...'  pensò Salomè
In preda alla confusione si sedette un momento sul letto... era così comodo, così morbido... si sdraiò completamente saggiando la morbidezza dei cuscini... e, ovviamente, si addormentò profondamente...
-...mè... lomè! Salomè svegliati!-
-Mmmmh che c'è...- borbottò lei rigirandosi... aprì gli occhi e... si ritrovò a pochi  centimetri dal viso di Lucifero...
-Oddio!- sobbalzò...
-Così mi aduli mia cara... sono stato cacciato dal paradiso per essermi ritenuto tale...- disse lui ridacchiando
-Signore... io le volevo...- cominciò lei ma venne subito interrotta da Lucifero che le disse:
-Mi sembra di averti già detto di darmi del tu...-
-Volevo parlarti dei vestiti, delle scarpe e dei gioielli che hai fatto mettere nella cabina-armadio... sono assolutamente eccessivi!-
-Ma perché scusa? Non ti piacciono? Se non ti piacciono possiamo farli cambiare...-
-No... sono bellissimi ma...-
-Ma...?-
-La signora Mendez, la governante, è convinta che io sia la tua amante! E che tutti quei capi siano una ricompensa per le mie 'capacità!!' -
-Ma cosa ti importa di quello che pensa la signora Mendez! Noi due sappiamo la verità e questo basta e avanza... inoltre... se proprio insisti... possiamo fare in modo che le fantasie della mia cara governante non siano più solo tali...- disse sfoderando un sorriso sornione...
-Non credo proprio... riprenditi i vestiti e basta!-
-No... questo è fuori questione... essendo la mia guardia del corpo dovrai seguirmi ad ogni riunione che avrò e dovrai essere opportunamente vestita per l'occasione... in quanto mia accompagnatrice ti saranno richiesti abiti eleganti e costosi gioielli... quindi io ho provveduto a procurarteli...- disse lui raddrizzandosi...
-Ho capito ma non mi sembra giusto...-
-Vorrà dire che me li ripagherai lavorando...-
-Ma... e la Mendez?- chiese lei ancora dubbiosa...
-Se proprio insisti provvederò io stesso a chiarire la situazione con lei... ma indubbiamente mi piaceva l'idea che si era fatta... siamo ancora in tempo per farla diventare realtà... - disse poi facendole l'occhiolino e avvicinandosi pericolosamente...
-Non ci provare...- disse lei mettendogli una mano sul petto per tenerlo a distanza...
-Uff come vuoi, come vuoi...  - disse lui sorridendole e fingendo di essere abbattuto... -ma io non mi arrendo!- continuò alzandosi dal letto...
-Un'altra cosa... - disse allora Salomè...
-Cosa c'è mia cara?-
-Come facevi a sapere la taglia per i vestiti?-
-Beh sai... ho una certa esperienza per quanto riguarda i corpi delle belle donne... - disse facendo scorrere lo sguardo sul suo corpo... poi, notando l'espressione stupita e imbarazzata di Salomè, oltre al suo rossore, si voltò ed uscì dalla stanza ridacchiando...
-La cena è alle otto... quando siamo solo noi puoi anche evitare di indossare vestiti eleganti... quelli che porti di solito vanno più che bene...- disse prima di chiudere la porta alle sue spalle...
-Va bene...- mormorò Salomè in risposta...
La faccenda cominciava ad essere complicata: durante quei pochi minuti si era fatta più volte incantare dagli occhi dell'uomo e quando aveva posato la mano sul suo petto e aveva sentito i suoi muscoli guizzare sotto la pelle e il cuore che batteva... aveva avuto una voglia pazzesca di lasciarlo fare...
-Basta... devo controllarmi!- disse dandosi un piccolo schiaffo... non gli avrebbe più permesso di stregarla coi suoi occhi da gatto!

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Capitolo 7
*** un nuovo giorno ***


Il mattino dopo quando si svegliò Salomè fece mentalmente un piccolo riepilogo di quanto accaduto nei giorni precedenti: era stata mandata ad infiltrarsi fra i demoni con cui aveva subito fatto amicizia, era diventata prima la nuova mercenaria dell'esercito e poi era stata assunta come guardia del corpo di Lucifero in persona...  si era trasferita nella sua villa, era stata scambiata per un 'oggetto di piacere' dalla sua governante, aveva ricevuto in dono scarpe, vestiti e gioielli preziosissimi gioielli... in più la sera prima aveva cenato insieme a Lucifero... era stata tesissima per tutta la serata, anche perché lui era terribilmente affascinante con la sua camicia viola scuro e la cravatta nera.
Richiamando alla mente la figura mozzafiato del suo nuovo datore di lavoro Salomè andò in bagno e si preparò per la giornata... dopo aver fatto la doccia, con ancora indosso l'accappatoio, andò sul balconcino che dava sulla piscina e appoggiò i gomiti sulla ringhiera con lo sguardo perso nel vuoto inspirando il profumo dolce ed inebriante dei fiori...
-Buongiorno Salomè!- disse una voce profonda sotto di lei...
La ragazza abbassò lo sguardo e vide Lucifero che doveva essere appena uscito dalla piscina... aveva indosso solo un asciugamano sui fianchi e, fra i capelli, luccicavano le gocce d'acqua che gli scendevano anche lungo il corpo asciutto e muscoloso...
-Ehm... buongiorno...- disse Salomè fissando una goccia che gli stava scivolando lungo il collo, i pettorali, gli addominali... per poi perdersi nell'asciugamano...
-Dormito bene?- chiese lui frizionandosi i capelli con un altro asciugamano...
-S-sì benissimo grazie!- balbettò lei...
-Il letto era abbastanza morbido?-
-Sì grazie, né troppo morbido né troppo duro... anche il cuscino era perfetto...-
-Bene bene mi fa piacere; tra un'oretta dovremo andare al lavoro... credi di riuscire ad essere pronta?- disse guardandole i capelli bagnati e il corpo morbidamente avvolto dall'accappatoio...
-Sì, tranquillo... sarò prontissima in meno di mezz'ora...- disse lei rizzandosi e rientrando nella stanza... infatti, tempo quaranta minuti, era già pronta ed era scesa in cucina a fare colazione... si stava preparando una tazza di caffellatte quando sentì il corpo di qualcuno appoggiarsi al suo spingendola verso il ripiano della cucina... si voltò e venne avvolta dal profumo di Lucifero che, asciugatosi, aveva indossato i suoi soliti abiti eleganti... lui la fissò sorridendole maliziosamente per poi protendersi a prendere una tazza e la caffettiera...
La mente di Salomè partì praticamente in quarta... era avvolta dal profumo di Lucifero, sentiva il suo corpo e le sue braccia muscolose che la avvolgevano, i suoi capelli avevano ancora un leggero profumo di cloro... e intanto lui la fissava con sguardo irriverente...
All'improvviso lui si scostò smettendo di premere il corpo su quello di lei ed andò a sedersi... Salomè chiuse gli occhi e tossicchiò dandosi della sciocca: il loro contatto era durato sì e no qualche secondo... eppure lei era stata praticamente sul punto di saltargli addosso...
-Calmati, calmati, calmati...- si sussurrò in una sorta di training autogeno andandosi a sedere.
Mezz'ora dopo erano al lavoro: Lucifero le aveva dato un passaggio sulla sua auto sportiva nera... bellissima... salendovi Salomè aveva sentito la testa che le girava in quanto aveva potuto sentire ancor più intensamente il profumo avvolgente e mascolino dell'uomo... ora, al lavoro, Salomè andò innanzitutto a salutare Felix che la accolse dandole una forte pacca sulla spalla...
-Allora... com'è andata la prima notte a casa del demonio?- disse ridacchiando
-Non è successo nulla di quello che stai pensando: io sono solo ed esclusivamente la sua guardia del corpo... il mio lavoro di notte consiste solo nel dormire okay?-
-Okay okay tranquilla! È davvero un peccato però... povero Lucifero...-
-Che vuoi dire scusa?-
-Beh... se fossi in lui non riuscirei a dormire sapendo che nella mia stessa casa sta dormendo una ragazza con un corpo così dannatamente sensuale... che magari dorme con addosso solo le lenzuola...-
-Idiota!- disse lei dandogli uno schiaffo sulla nuca...
-Ahahahah che c'è scusa?- rise lui
-Io dormo con indosso un pigiama come tutte le persone normali! Non è certo colpa mia se questo posto è abitato da maniaci pervertiti!-
-Ahahahah ammettilo però... la cosa è intrigante eh?- disse lui dandole una leggera gomitata...
-Idiota...- sbuffò lei ridendo suo malgrado...
Passò il pomeriggio in palestra ad allenarsi... come la volta precedente mise  al tappeto tutti i suoi avversari... poi venne mandata a chiamare da Lucifero il quale non appena la vide disse:
-Questa sera sono stato invitato ad un ricevimento... so che la cosa non ti va a genio ma dovrai indossare uno dei vestiti che ti ho regalato, come anche i gioielli... avrai l'occasione di conoscere tutti i maggiori demoni dell'inferno... devi esserne onorata: sono cose che capitano molto raramente...-
-Certo... ci sono richieste sul modello?- scherzò Salomè avvertendo i primi crampi allo stomaco dovuti al nervosismo...
-Mmmmh... gli altri demoni potrebbero non essere galantuomini come me quindi ti consiglio di non mettere abiti troppo scollati...- ridacchiò lui... - a meno che tu non voglia passare la serata prendendo un demone a calci nel sedere solo perché ti ha fatto la mano morta... -
-Va bene... mi vestirò poco scollata...- disse Salomè leggermente seccata...
-Credo che tu possa andare ora...- disse lui sorridendole maliziosamente...
'alla faccia del galantuomo!' pensò lei uscendo 'se lui è un galantuomo io sono un delfino! Certo però...' pensò poi... 'che era davvero seducente con quella camicia...'
-Oooooh basta!- disse pestando un piede per terra... -Farò meglio ad andare a farmi una bella doccia fredda!-

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Capitolo 8
*** il ricevimento... ***


-Okay- disse Salomè entrando nella cabina-armadio per cercare un abito adatto a quella sera...
-cerchiamo il meno scollato...-
… qualche minuto di esplorazione dopo...
-Dannato maniaco! Qui non c'è un solo abito che non sia scollato! Alcuni hanno anche lo spacco sulla coscia! Alla faccia del galantuomo!!!- sbottò esasperata passandosi una mano fra i capelli...
alla fine optò per un abito rosso scuro senza spalline che le arrivava poco sotto il ginocchio, scarpe  col tacco nere e mezzi-guanti di pizzo nero; poi si legò i capelli in uno chignon che tenne fermo con delle mollettine in cui erano incastonati dei rubini, al collo indossò un collier di diamanti neri e alle orecchie degli orecchini a forma di goccia con un rubino sangue di piccione...
-Mi sento un catalogo di gioielli...- borbottò guardandosi allo specchio... -però devo ammettere che hanno proprio dei colori bellissimi...-
-Come diceva quell'attrice umana? 'Diamonds are a girl's best friends...' in questo caso jewels are Salomè's best friends...- disse una voce profonda dietro di lei...
Salomè si voltò e, appoggiato allo stipite della porta, vide Lucifero che la fissava con sguardo strafottente ed un sorrisino ironico sulle labbra... lo guardò... e, per pochissimo, non gli saltò addosso: lui indossava uno bellissimo smoking nero chiaramente fatto su misura; i capelli neri, solitamente lasciati spettinati, erano stati pettinati ordinatamente indietro... e nella stanza cominciavano già ad aleggiare le prime note del suo profumo... Salomè inspirò profondamente e deglutì, poi tossicchiò...
-Sei pronta mia cara?-
-Ehm... sì... sono pronta...- rispose avvicinandosi a lui che si era piazzato proprio davanti alla porta... - ho cercato un vestito meno scollato ma...-
-Beh, sì immagino di aver esagerato con le scollature...- la interruppe lui ancora immobile davanti all'uscita facendo scorrere lo sguardo sulla figura della donna...
-...e con gli spacchi sulle cosce- continuò lei
-E gli spacchi giusto...-
Salomè si fermò: non poteva andare avanti perché lui le bloccava l'uscita e non accennava minimamente a spostarsi...
-Ehm... io dovrei...- cominciò leggermente stordita dalla sua vicinanza...
all'improvviso lui le circondò la vita con un braccio e se la tirò vicina... le sfiorò il collo con la punta del naso quasi volesse in qualche modo respirarla; in quella posizione anche Salomè poté respirare profondamente l'odore della sua pelle che, mischiato a quello del profumo e del dopobarba, creò un cocktail esplosivo che le fece perdere la testa... gli passò le mani sulle spalle larghe e muscolose ed espirò profondamente... poi chinò le testa e sfiorò a sua volta, con la punta del naso, le orecchie ed il collo di lui...
Le mani di Lucifero scesero, leggere e delicate, lungo i fianchi della donna sino alle cosce dove lei aveva fissato sotto il vestito, secondo l'usanza infernale, il suo pugnale...
-Ah bene... vedo che hai ben presente i rischi che potresti correre durante la serata- le sussurrò all'orecchio... il corpo della donna venne percorso da migliaia di brividi sentendo il suo respiro caldo che la accarezzava... -non capita molto spesso che ci siano donne così belle ai nostri ricevimenti...- continuò lui sempre sussurrando... - credo proprio che renderai felici molti vecchi demoni...- disse poi ridacchiando
all'improvviso si allontanò di scatto, le sorrise maliziosamente, e disse:
-Sarà meglio che mi allontani... non sono sicuro di riuscire a tenere le mani al loro posto... e sono ancor meno sicuro che tu sia in grado di oppormi resistenza...-
Salomè si raddrizzò un po' barcollante e disse:
-Sarà meglio andare... siamo già in ritardo...-
il sorriso di Lucifero si spense momentaneamente ma, subito, tornò a scintillare pericoloso...
-Certo... sarà meglio andare...- disse facendosi da parte e lasciandola passare posandole poi la mano sulla schiena...
Salirono sulla sua bellissima auto sportiva nera, Salomè era ancora sulle nuvole, e si diressero verso il ricevimento che si teneva nella villa di Asmodeo.*
La cena fu buonissima ricca di pietanze delicate ma gustose accompagnate da vini che, Salomè ci avrebbe scommesso, avevano un'altissima gradazione alcolica...
Lucifero e Salomè, essendo venuti assieme erano seduti l'uno di fronte all'altra come richiedeva (forse) una  delle tante leggi del galateo...
Finita la cena Lucifero presentò la sua accompagnatrice-guardia del corpo alla gran parte degli invitati tra cui anche alcuni dei demoni più importanti: Mefistofele, Abaddon, Belzebù, Belial, Belfagor, Astarotte**... le presentò anche Lilith*** la quale era una donna bionda piuttosto alta con freddi occhi color ghiaccio ed una voce acuta e sgradevole...
Tutti, come Lucifero aveva previsto, rimasero molto colpiti da Salomè, dal suo nome e dal suo lavoro... ma nessuno, dopo aver saputo che viveva nella stessa casa dell'uomo ebbe il coraggio di farle la mano morta...
Qualche ora dopo, quando Salomè e Lucifero erano appena arrivati davanti a casa, lei dovette pagare le spese per il troppo vino bevuto: uscendo dalla macchina, mentre Lucifero le teneva elegantemente aperta la portiera, lei quasi cadde a faccia in giù per terra... dovette ringraziare solo i riflessi pronti dell'uomo che la accolse fra le su braccia pochi secondi prima che si sfracellasse davvero poco elegantemente...
-Hey hey piccola stai più attenta...- le sussurrò gentilmente all'orecchio
-Mmmmh quei vini erano davvero molto alcolici- biascicò Salomè appoggiando la testa sulla spalla di lui
-Non erano i vini ad essere molto alcolici... sei tu che ti sei scolata l'intera cantina!- disse lui ridendo e prendendola in braccio
-Mmmmmh va al diavolo...- bofonchiò la donna nell'incavo del suo collo
-Ahahahah tesoro, io SONO il diavolo...-
-Bah... pignolo...-
La trasportò su per le scale sino alla camera di lei... poi entrò e la adagiò sul letto scostandole una ciocca di capelli che le era sfuggita dallo chignon e che ora le copriva il volto...
-Sarà meglio toglierti questi gioielli... non vorrei che ti strozzassi con il collier- disse lui ridacchiando e cominciando a scioglierle lo chignon liberando la massa di capelli corvini della ragazza dalla morsa delle mollettine...
lei aprì gli occhi e lo fissò con sguardo annebbiato... lui intanto le tolse il collier e gli orecchini poggiandoli sul comodino... poi si chinò leggermente verso di lei sorridendole...
portò il viso a pochi centimetri da quello di lei...
-Mmmmh mi piace il tuo profumo...- disse lei alzandosi sui gomiti e avvicinando, involontariamente, le labbra a quelle di lui...
-Di me ti piace solo il profumo?- le chiese lui...
-Anche lo smoking... è fatto su misura?-
-Sì, esatto... ma nient'altro?-
-Mmmmh i capelli...- disse lei scompigliandoglieli con la mano...
-E poi?-
-... gli occhi...- sfiorandogli uno zigomo con le dita fresche...
-E poi?- sussurrò lui con gli occhi resi più scuri dall'eccitazione...
-... basta credo...- disse lei annebbiata dall'alcol...
-Sai cosa mi piace di te?-
-No... cosa?-
-Mi piacciono le tue orecchie piccole e delicate... - disse sfiorandogliele con le labbra...
-Mmmmh e poi?-
-I tuoi occhi...- baciandole lo zigomo
-Poi?-
-Il tuo collo...- disse baciandolo e mordendoglielo leggermente
-Mmmmh... e poi?- gemette lei passandogli le mani sulle spalle...
-Adoro le tue labbra...- disse lui baciandola appassionatamente, Salomè le schiuse in un muto invito e lui gliele carezzò con la punta della lingua...
-Mmmmmh- ansimò lei graffiandogli la nuca
-Basta così tesoro...- disse lui scostandosi lentamente...
-Ma perché?- si lamentò lei come una bimba...
-Perché domani mattina non ti ricorderesti nulla e io non voglio che la nostra prima notte finisca nell'oblio...- disse baciandole il collo e scendendo sino all'incavo tra i seni...
poi si alzò, andò verso la porta e, prima di chiuderla alle sue spalle riuscì a sentire il:
-Al diavolo!- borbottato da Salomè... poi, ridacchiando come un bimbo, andò a prepararsi per la notte che avrebbe, purtroppo, passato da solo...
-Se solo non avesse bevuto così tanto!- disse scuotendo la testa


*Asmodeo è il nome di un demone
** altri demoni
*** Lilith è il nome della donna che, secondo la mitologia, fu la prima moglie di Adamo ma venne ripudiata per la sua superbia...

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Capitolo 9
*** un mattino movimentato ***


Il mattino dopo, svegliandosi, Salomè venne investita dai ricordi della sera precedente... non erano vividi poiché tutto l'alcol che li aveva accompagnati li aveva anche offuscati, ma si ricordava abbastanza cose da desiderare di scomparire...
-Oh merda...- disse seppellendo la testa sotto il cuscino... -si può sapere che diavolo mi salta in mente?!?-
in quel momento si rese conto che, tutt'intorno a lei, il mondo era sepolto nel più completo mutismo...
-Strano: di solito ci sono gli uccellini che mi svegliano... e poi non soffia nemmeno un alito di vento...-  disse alzandosi ed avvicinandosi alla finestra.
Improvvisamente sentì un urlo provenire dal piano inferiore...
-Signora Mendez!- disse correndo verso la porta e spalancandola -signora Mendez che succede?- urlò scendendo le scale... il suo istinto di mercenario le diceva che c'era qualcosa che non andava, qualcosa di terribilmente strano.
-Signora Mendez!- disse poi entrando in cucina che si rivelò essere desolatamente vuota... andò in salotto: vuoto... in biblioteca: vuota...
-Dannazione!- imprecò guardandosi intorno.
All'improvviso percepì una presenza alle sue spalle e si girò di scatto pronta a difendersi da qualsiasi attacco...
-Hey, calma calma sono io!- disse Lucifero comparendo da dietro il muro
-Hai sentito anche tu quell'urlo?- gli chiese Salomè
-Sì, certo che l'ho sentito... hai visto la signora Mendez?-
-No, la sto cercando ma sembra scomparsa nel nulla... -
-Merda... giuro che se me la ammazzano, chiunque siano, me la pagheranno cara! Quella donna fa la torta di mele più buona di tutto l'inferno!-
-Ti sembra il momento di parlare di torte di mele?!?-
-Perché no scusa? È mattina e io ho fame... voglio fare colazione e non carburo bene se non mi mangio almeno due fette di torta di mele...- disse lui stringendosi nelle spalle
In quel momento sentirono dei rumori provenire dall'esterno... uno dopo l'altro si precipitarono fuori ma, anche lì, nessuna traccia della signora Mendez...
-Hai idea di dove possa essere?- chiese Salomè
-Non lo so... proviamo ad andare nella serra...- disse Lucifero facendole cenno di seguirla...
Infatti, non appena aprì la porta della serra, Lucifero venne letteralmente travolto dalla signora Mendez che, strillando come un'aquila, gli saltò praticamente in braccio nonostante la mole mastodontica... anche in quella situazione Salomè non poté fare a meno di ammirare la sua atleticità...
-Oh signore! Signore! Finalmente è arrivato! Avevo tanta paura! Non voglio morire così giovane! Ma signore stia attento è una trappola!- disse abbracciandolo senza rendersi conto che, così facendo, rischiava in primo luogo di farlo morire stritolato e soffocato e che, in secondo luogo, gli impediva di muoversi per difendersi...
Anche in mezzo a quella confusione Salomè percepì un movimento alle sue spalle; si voltò e vide un soldato correrle incontro... allora estrasse il pugnale che portava fissato alla coscia con una cinghia e lo lanciò colpendo l'uomo dritto nel petto...
-Signora Mendez, quanti uomini erano?- chiese cercando di farsi sentire tra gli starnazzi della vecchia... -SIGNORA MENDEZ!- urlò ancora... la vecchia si zittì ma, invece che risponderle, si limitò a fissarla in malo modo con gli occhi ridotti a fessure...
-Signora Mendez, mia cara -intervenne Lucifero con voce suadente -Signora Mendez la prego, mi dica... quanti erano gli uomini che l'hanno rapita?-
-Solo uno...- rispose la donna guardandolo con  espressione adorante... -solo quello lì- continuò indicando il cadavere che giaceva tra i fiori della serra...
-Signora mia, la vedo molto agitata ed è più che naturale...- disse poi Lucifero carezzandole una spalla... -sa cosa sarebbe l'ideale per calmarsi un po' i nervi?-
-Cosa?- chiese la vecchia
-Cucinare! Cucinare è la cosa migliore per calmare i nervi! Come non lo sapeva? Soprattutto dolci... la torta di mele in particolare ha qualcosa, nel suo profumo, che calma le persone ancor più che una sana dormita...- disse lui con fare convinto
-Se lo dice lei... allora vado subito a preparare una bella torta- disse la signora annuendo e dirigendosi verso casa.
Lucifero ridacchiò come un bimbo soddisfatto.
-Ma non ti vergogni?- chiese Salomè scioccata
-E perché dovrei scusa? Dopotutto era me che cercavano di uccidere... me la merito una bella fetta di torta!-
Salomè scosse la testa e si volse a guardare il cadavere...
-E di lui che ne facciamo?- chiese
-Semplice: scopriamo il mittente e glielo rispediamo...- disse Lucifero avvicinandosi -ma prima dobbiamo scoprire se si tratta di un angelo o di un demone...-
-Non sapevo che subissi attentati anche da parte di demoni...- disse Salomè stupita
-Sì beh... sono parecchi quelli che mi portano rancore per la Cacciata...-
-La Cacciata dal Paradiso? Ma è colpa loro... se non si fossero schierati dalla tua parte e ti avessero lasciato annegare nel tuo brodo senza cercare di aiutarti a quest'ora sarebbero ancora angeli...-
-Grazie Salomè... vedo che il tuo istinto di aiutare gli altri è davvero sviluppato...- disse Lucifero sarcasticamente
-Beh? Che c'è? È la legge del più forte e io sono una che sopravvive!-
A quel punto Lucifero voltò il corpo dell'uomo mettendolo a pancia in giù, poi gli passò la mano fra le scapole premendo leggermente; tempo qualche secondo e le ali dell'uomo erano apparse: bianche... bianche come il latte...
-Beh, almeno non devo guardarmi anche dai miei simili per il momento- borbottò Lucifero -sei stata molto brava, ottimi riflessi- disse poi volgendosi verso Salomè e guardandola dal sotto in su essendo ancora accovacciato... all'improvviso sorrise maliziosamente...
Salomè si rese conto di essere in controluce e, in quella posizione, la camicia da notte che la signora Mendez le aveva messo la sera prima mentre lei era ancora in preda all'alcol, diventava quasi trasparente lasciando intravedere le forme del suo corpo...
-Ti conviene girarti se non vuoi che ti cavi gli occhi- gli disse minacciosamente
-Ma come? Eppure non sembravo dispiacerti ieri sera...-
-Ieri sera ero molto ma molto ubriaca... non conta!- disse Salomè arrossendo al ricordo
-Ah è così allora?- le ribatté lui alzandosi di scatto e imprigionandola fra le sue braccia spingendola contro un tavolo
-Mmmmh lasciami!- disse lei tentando inutilmente di divincolarsi: lui era più forte...
Lucifero allora le afferrò i capelli tenendole ferma la testa e premette le labbra su quelle di lei, la obbligò a dischiuderle, gliele morse delicatamente per poi accarezzarle con la lingua... con la bocca scese poi a sfiorarle il collo lasciandole scie di fuoco sulla pelle con la lingua e premendole le dita nei fianchi
Nell'impeto della passione spinse ancor più il bacino verso di lei schiacciandola completamente contro il bordo del tavolo...
-Mmmmmh- gemette lei passandogli le mani fra i capelli, gli conficcò le unghie nella nuca quando lui le sfiorò i seni con le labbra e  la lingua...
Lui fece un sorriso trionfante, sollevò la testa e le sussurrò all'orecchio:
-Di' un po'... sei ancora ubriaca per caso?- mordendole poi il lobo
-Evidentemente sì...- rispose lei
-Ah sì eh?- disse lui facendole un pizzicotto sulla schiena
-Ahi!-
-Ripetilo se ne hai il coraggio!-
-Sono ancora ubriaca...-
Lui le morse il collo
-Sono ancora ubriaca...-
Lui le morse la spalla e le abbassò la spallina della camicia da notte
-Sono ancora ubriaca...-
-Signore la sua torta è pronta!- disse la signore Mendez irrompendo nella serra... -signo...- si interruppe non appena li vide
-Ehm... grazie signora Mendez- disse lui sorridendole imbarazzato
Lei rimase sulla porta con le braccia incrociate guardandoli minacciosamente e ai due non restò altra scelta che risistemarsi e rientrare in casa

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Capitolo 10
*** una notte troppo calda ***


Salomè era tranquillamente immersa nel sonno quando sentì, attraverso i sensi ovattati, le mani di qualcuno che le sfioravano il corpo esplorandolo con lunghe carezze... aprì gli occhi e si trovò davanti Lucifero che le sorrideva maliziosamente, le iridi rese più scure dal desiderio...
-Che stai facendo?- chiese confusa
-Una cosa che desideriamo entrambi...- le sussurrò lui all'orecchio
-N-no! Fermati!- provò ad opporsi lei senza successo
-Salomè... è da quando ti ho vista per la prima volta che ti desidero! Non impedirmelo ancora! Non riesco più a dormire la notte a causa del desiderio che mi tormenta! Per me è terribile sapere che dormi a pochi metri da me ma che non ti posso toccare- le sussurrò mordendole delicatamente il lobo dell'orecchio, poi si sdraiò completamente su di lei schiacciandola col suo peso e facendo aderire perfettamente il bacino a quello di lei...
Salomè, sentendo quelle parole, smise completamente di opporsi e gli passò le mani sulla schiena nuda e muscolosa.
Lucifero intanto continuava ad accarezzarle languidamente il corpo sfiorando con mani delicate la sua pelle di seta... cominciò a baciarle il collo mordendole delicatamente la pelle e sfiorandola poi con la punta della lingua... con le mani le scostò la camicia da notte e premette le dita sulle cosce di lei; poi le abbassò le spalline e cominciò a baciare la base del collo scendendo poi, pian piano, con la lingua fin nell'incavo del seno...
-Mmmmmh- gemette lei graffiandogli le spalle -non capisco più niente!-
A quel punto lui le tolse del tutto la camicia e cominciò a posare baci bollenti su tutto il corpo della donna che, a causa dell'emozione e dell'eccitazione, tremava scosso dai brividi... poi la fece voltare e cominciò a baciarle anche la schiena e la zona fra le scapole in cui c'era l'attaccatura delle ali.
-Ah!- sussultò Salomè quando lui le morse una spalla
Le mani di Lucifero continuavano ad accarezzarla febbrilmente come onde se fosse stata immersa nell'oceano... non capiva più nulla: i suoi pensieri erano obnubilati dal piacere e non era più in grado di fare pensieri lineari... sapeva solo che lei desiderava Lucifero e che per lui era lo stesso... sentiva il bisogno di farlo suo divenendo sua a sua volta...
Lui la fece mettere di nuovo supina e la guardò con occhi scintillanti di passione e desiderio.
-Salomè... il tuo corpo è fatto per dare piacere ad un demone... è in momenti come questi che sono contento della Cacciata, un angelo non sarebbe mai in grado di apprezzarti e di farti provare tutto il piacere di questo mondo... io invece, io sarò in grado di farti provare sensazioni che prima non hai mai nemmeno immaginato; dopotutto io sono il Diavolo no?-
Lei lo guardò con occhi velati dal piacere e gli passò le mani fra i capelli nerissimi...
Alla fine lui si chinò su di lei e i due divennero una cosa sola...
Salomè si sentì sciogliere nel profondo, dentro di lei sentiva un calore spandersi come lava incandescente, conficcò le unghie nelle spalle di Lucifero che aveva i muscoli tesi a causa del desiderio, della passione e del piacere che, infine, stava provando assieme a quella donna fantastica, enigmatica che lo riempiva di dubbi ed eccitazione ogni volta che la guardava...
-Salomè, tu sarai mia per sempre...- le sussurrò languidamente all'orecchio.
Salomè si svegliò di colpo con il corpo ricoperto da un leggero strato di sudore... non era possibile che avesse  fatto un sogno simile! Non poteva essere!
-È il caldo, questa sera fa un caldo terribile... dev'essere per questo... - disse passandosi una mano fra i capelli e cercando di azzerare l'eccitazione che, nonostante tutto, la attraversava ancora come fuoco liquido.
Andò in bagno e si fece una doccia fredda; poi scese in cucina, ancora in vestaglia e con i capelli bagnati, a prendersi un bicchiere di latte... voltandosi vide davanti a sé Lucifero che la osservava...
-Mio dio! Mi hai fatto venire un infarto!- disse chiedendosi come mai non era riuscita ad avvertire la sua presenza... doveva essere ancora troppo turbata dal sogno per prestare attenzione al mondo reale...
-Tesoro ti ho già detto che per essermi ritenuto simile a lui sono stato duramente castigato...- disse lui sorridendo
-Come mai sei sveglio a quest'ora?- chiese lei agitata: solo guardarlo le riportava alla mente il sogno nei suoi dettagli più vividi...
-Ho sentito dei rumori e sono venuto a controllare- rispose lui avvicinandosi... -stai male?-
-N-no... sto benissimo...- balbettò lei indietreggiando
Lui allungò la mano e le afferrò una ciocca di capelli...
-Hai i capelli bagnati... avevi caldo?-
-In effetti sì...-
-Effettivamente fa molto caldo questa notte... con questa temperatura di solito anche i sogni si fanno più spinti – disse lui con occhi scuri e un'espressione indecifrabile -a te non è mai successo?-
-N-no... non ancora ahahahah- rispose lei ridendo nervosamente
-Peccato- disse lui sorridendole maliziosamente
-Ehm... ecco io adesso tornerei a dormire...- disse lei allontanandosi e dirigendosi nella sua stanza...
-Buona notte Salomè- disse lui senza voltarsi... e lei non poté notare il sorriso malizioso, sensuale e pericoloso che si dipinse sulle labbra dell'uomo né del brillare dei suoi occhi da gatto...

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Capitolo 11
*** un veloce ritorno in paradiso... ***


Quella mattina cominciò male: Salomè venne strappata dalle braccia di Morfeo a causa dello sbattere della sua porta e da due mani che la scuotevano con forza...
-Salomè! Salomè svegliati dannazione!- le disse Lucifero
-Che c'è? Che c'è? Sono sveglia!- biascicò lei sbadigliando...
-Ho appena ricevuto un messaggio dal paradiso... mi hanno convocato... vogliono discutere su un eventuale accordo di pace... tu ovviamente mi dovrai accompagnare...-
-In paradiso? Io?!?-
-Beh perché no? Sei la mia guardia del corpo e devi seguirmi sempre e comunque...-
-E per quando è stato fissato questo incontro?-
-Per oggi... sicuramente lo hanno fatto per mettermi in difficoltà e farmi stare con l'acqua alla gola ma evidentemente non sanno con chi hanno a  che fare!- disse lui con gli occhi che scintillavano a causa dell'ira...
-Quindi...?-
-Quindi adesso ti alzi, ti prepari e poi andiamo a fare una gitarella in paradiso...-
-Perfetto, dammi venti minuti...- disse lei alzandosi... quegli idioti non sarebbero stati così imbecilli da mandare a quel paese la sua copertura vero? In effetti era da tempo che non si metteva in contatto con gli angeli, anzi, da quando era arrivata all'inferno non l'aveva mai fatto... probabilmente la credevano morta... ma non per questo avrebbero mandato all'aria l'unica possibilità di porre fine alla sanguinosa guerra tra inferno e paradiso... forse.
Con la mente confusa da migliaia di pensieri Salomè si lavò, si pettinò, si vestì... indossò, come Lucifero le aveva suggerito, un tailleur nero sotto il quale mise una camicia rossa e delle scarpe col tacco...
-Ho un'aria dannatamente professionale...- borbottò emergendo dalla cabina-armadio...
-No, hai un'aria dannatamente sensuale...- disse Lucifero facendole scorrere lo sguardo sulle gambe e mangiandosela con gli occhi... -se non stessimo facendo tutto di fretta...- disse poi scuotendo la testa
-Cosa faresti? - disse lei mentre indossava degli orecchini d'argento con incastonati dei diamanti neri... al collo indossò un nastro di pizzo nero tenuto fermo da un cammeo e legò i capelli in uno chignon
-Una cosa che non potrei sicuramente fare in paradiso, bigotti come sono...- disse lui sorridendole malizioso e con un lampo divertito negli occhi verdi...
-Bene, sono pronta!- disse lei dandosi un'ultima sistemata
-Perfetto... allora andiamo in paradiso!-

qualche ora dopo

Salomè e Lucifero si avviarono tra le due ali di angeli che li circondavano... lei stava appena dietro di lui con il cuore che batteva a mille frugando la folla in cerca di volti conosciuti che avrebbero potuto tradirla... non provava la  minima gioia anche se era tornata a 'casa' anzi: non vedeva l'ora di tornare all'inferno da Felix e da tutti i suoi amici, i suoi  primi veri amici...
-Ehi! Guarda quello...- le disse Lucifero ridacchiando -non sapevo che anche in paradiso ci si potessero procurare danni simili... è proprio cambiato da quando io non ci sono più...- continuò indicando con un cenno del mento qualcuno tra la folla...
Salomè seguì il suo sguardo... 'lui invece è come un bambino... come fa ad essere tanto rilassato?' pensò fugando fra i vari volti in cerca di quello segnalatole da Lucifero
-O cazzo...- mormorò quando vide di chi si trattava: tra la folla, guardandola sgomento con gli occhi spalancati, c'era l'angelo cui lei aveva rotto il naso e lo zigomo proprio prima di partire per gli inferi...
-Cos'hai detto Salomè?- chiese Lucifero guardandola con aria interrogativa
-Ho detto... o cazzo com'è ridotto male... chissà chi sarà stato a ridurlo così...- disse lei distogliendo lo sguardo...
-Beh, in effetti... tra gli angeli non ho mai trovato nessuno in grado di rompere un naso in modo tanto magistrale... tranne me... mi piacerebbe davvero incontrarlo... - disse con espressione ammirata
-Lucifero! - disse una profonda voce maschile...
I due guardarono davanti a loro e videro un uomo alto con folti boccoli biondi e occhi color ambra che veniva loro incontro a braccia aperte...
-Gabriele! Quanto tempo!- disse Lucifero sfoderando un finto sorriso di gioia
-Davvero, è passato troppo troppo tempo... mi ero quasi dimenticato la tu faccia- disse l'arcangelo con un sorriso altrettanto fasullo -e questa ragazza?- continuò guardando Salomè...
-Lei è Salomè, verrà con me durante tutti questi incontri... - disse Lucifero mettendole un braccio sulle spalle
-Salomè... un nome davvero originale qui in paradiso...-
-Non ne dubito...- rispose il demone con un sorriso di superiorità sulle labbra...
Gabriele si voltò e fece cenno di seguirlo, mentre camminavano Salomè guardò Lucifero e, a bassa voce, sbottò...
-Di' la verità: hai scelto me soprattutto per il mio nome vero? Dubito che ci siano possibilità di attentati durante simili incontri...-
-Solo un pochino... la cosa ti offende?-
-Per niente- disse Salomè con un sorriso malvagiamente felice dipinto sul volto
-Hahaha Salomè, sto scoprendo un lato di te che nemmeno immaginavo... devo dire che mi piace davvero davvero molto... - ribatté lui con un'espressione maliziosa negli occhi
-Oh grazie, ne sono lusingata- rispose lei facendogli l'occhiolino
-Mi spiace Lucifero ma Salomè dovrà attendere qui... non può presenziare alla riunione... - disse Gabriele indicando delle poltrone in una sala poco distante da quella fissata per l'incontro
-E va bene... Salomè... cercherò di non metterci troppo tempo- disse Lucifero guardandola
Per tutta risposta lei annuì e si andò a sedere su una delle comode poltrone mentre lui seguiva Gabriele all'interno della sala d'udienza... improvvisamente le si avvicinò il comandante supremo dell'esercito che, subito, l'aggredì dicendo:
-Tu! Dannata! Lo sai per quanto tempo abbiamo aspettato un tuo messaggio?!?-
-Eravate preoccupati per me?- chiese lei con voce atona guardandosi le unghie con un sopracciglio leggermente sollevato
-Quelle informazioni ci servivano per far concludere la guerra il prima possibile vincendola! Perché non ce le hai inviate?-
-Perché avrei dovuto? Cosa hanno mai fatto gli angeli per me? Solo cattiverie! Perché io avrei dovuto aiutarvi a vincere la guerra?- sbottò lei fissandolo negli occhi
-Perché tu  sei una di no! Anche tu sei un angelo!-
-Non mi sembrava così quando venivo emarginata, ripudiata ed evitata da tutti voi bastardi! Non mi sembrava quando passavo le serate a casa mia da sola perché tutti mi odiavano per motivi inesistenti! Non mi sembrava di essere una di voi quando sono stata mandata all'inferno! Anche se per questo devo ringraziarvi perché lì ho finalmente trovato qualcuno che mi abbia trattato con gentilezza!-
-Salomè ma che diamine vai blaterando?- le chiese il comandante supremo con espressione incredula
-Cosa ti stupisce così tanto? Che qualcuno mi tratti con gentilezza o che siano i demoni i primi in grado di farlo?- disse lei alzandosi di scatto con gli occhi che lanciavano lampi
-Salomè!!- urlò Lucifero precipitandosi nella sala... -vieni: ce ne andiamo!-
-Ma... ma Lucifero che diamine succede?-
-Quei dannati bastardi volevano fregarmi! Hanno preteso delle mie rese assurde sull'umanità!- disse lui visibilmente infuriato
-Non capisco... cosa intendi dire?- rispose lei confusamente
-Te lo spiegherò mentre torniamo a casa...- disse lui prendendola per un braccio e trascinandola via...
Mentre tornavano negli inferi Lucifero si allentò la cravatta e disse:
-Per portare la pace pretendono che io rinunci al mio diritto di avere ascendente sugli esseri umani... pretendono che io rinunci ai sette peccati capitali, soprattutto alla Lussuria, poi dovrei chiedere ufficialmente perdono e rientrare fra le schiere degli angeli... col cavolo! Sono il re di un nuovo regno, non mi abbasserò così tanto per venirgli incontro... anche loro dovranno rinunciare a qualcosa!-
-Capisco, quindi l'accordo di pace non c'è stato...-
-Certo che no! Dannati bastardi... si aspettavano davvero che io cedessi alle loro richieste???-
poi la guardò negli occhi e sfoderò un sorriso malizioso...
-Come avrei potuto rinunciare alla Lussuria e vivere sotto il tuo stesso tetto? Sarebbe stata la morte per me...- disse poi ridacchiando
Lei fece per tirargli una gomitata ma lui la afferrò per il braccio e la fece stendere sui sedili di pelle della macchina guidata da autista che li stava riportando a casa...
-Adesso non siamo più con l'acqua alla gola...- le disse sorridendole
-Quindi?-
-Quindi ho in mente un ideuzza davvero piacevole... -
Poi si chinò su di lei e la baciò facendo intanto scorrere le mani sul suo corpo, sfiorando soprattutto le cosce coperte dalla gonna e il seno che si alzava e si abbassava al ritmo del respiro affettato di lei... le fece scorrere la lingua sul collo seguendo i contorni del nastro di pizzo che lei aveva indossato, poi tornò a baciarle la bocca sfiorandole le labbra con la punta della lingua; lei rispose al bacio con passione passandogli le mani fra i capelli, sulla nuca, sulle spalle...
-Salomè... ti prego sii mia almeno questa volta!- le sussurrò lui all'orecchio prima di sfiorarle il lobo con la lingua per poi morderglielo...
-Se proprio insisti...- scherzò lei in risposta seguendo con le labbra la linea della mandibola
-Finalmente!- esultò lui con voce roca chinandosi definitivamente su di lei la quale affondò il volto nell'incavo del collo di quell'uomo così straordinariamente sensuale respirando il suo profumo...
-Signore! Com'è andato l'incontro?- chiese la signora Mendez aprendo la portiera: erano arrivati a casa...

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Capitolo 12
*** finalmente soli ***


allora... questo è un po' corto come capitolo ma ho voluto raccontare solo del loro primo momento insieme... spero che vi piaccia...



-Mmmmmh che meraviglia...- disse Salomè sulla sedia a dondolo del gazebo respirando profondamente il profumo dei fiori che la circondavano mentre Lucifero, in piscina, la osservava appoggiato sul bordo.
-Non vuoi venire a nuotare?-
-Magari dopo che sarai uscito- disse lei chiudendo gli occhi...
-Ma perché? Non ti fidi di me?- disse lui con gli occhi che brillavano di malizia
-No- rispose lei aprendo gli occhi e fissandolo con sorriso ironico
Lui per tutta risposta si mise a ridere allegramente, fece un'ultima vasca ed uscì... Salomè si stava piacevolmente addormentando immersa in quel dolce profumo quando sentì delle gocce d'acqua caderle sul collo... aprì gli occhi e si trovò a pochi centimetri dal viso di Lucifero che la fissava con quei suoi bellissimi occhi verdi...
-Che stai facendo?- gli chiese
-Ti osservo... quando dormi sembri così delicata... e invece...-
-E invece...?-
-E invece sei una donna terribilmente forte, passionale, orgogliosa, enigmatica, piena di sorprese...-
disse lui fissandola negli occhi e afferrandola per le spalle avvicinando il suo volto a quello di lei...
-Eheheh sono una donna misteriosa?-
-Terribilmente- disse
Poi la baciò... le morse il labbro inferiore ed introdusse la lingua nella sua bocca, Salomè rispose al bacio con passione posandogli le mani sulle spalle e tirandoselo più vicino...
Poi lui le baciò il collo seguendo con la lingua la linea della giugulare e slacciandole intanto la camicia...
-Salomè... hai il corpo perfetto per me...- le sussurrò facendole scorrere le mani sul seno...
lei mise la testa nell'incavo del collo di lui e glielo morse leggermente.
Le mani di Lucifero la accarezzavano sfiorandole il corpo e la pelle che, al suo tocco, sembrava diventare di fuoco, le sue mani le incendiavano la pelle e l'incendio scendeva nel profondo di lei, le entrava nelle vene, diventava un tutt'uno col sangue e le scorreva nel corpo scaldandola tutta, le sembrava di sciogliersi, di smettere di esistere ma di non essere mai stata così viva nello stesso momento...
-Dov'è la signora Mendez?- mormorò Salomè baciandogli le spalle
-L'ho mandata a comprare mele per la torta... poi le ho dato il pomeriggio libero... per un po' non ci sarà...- rispose Lucifero seguitando a baciarle il seno sfiorandolo, di tanto in tanto, con la lingua...
-Bene...-
-Io imparo dai miei errori mia cara... ci ha già interrotti due volte... non permetterò che succeda di nuovo!- detto questo la prese in braccio e la portò in casa, nella camera di lei, dove la sbatté abbastanza rudemente contro il muro...
-Ora sei mia...- disse baciandole il collo, le spalle, il seno, il ventre... i suoi baci erano come piume incandescenti leggeri ma le lasciavano una sensazione di calore sulla pelle che si arrossava leggermente dove lui posava quelle sue labbra perfette...
-Non avevo intenzione di fuggire...- mormorò Salomè passandogli le mani sulle spalle nude e ancora bagnate per la nuotata in piscina
-Bene allora!-
Si abbassò finendo di spogliarla, poi la prese in braccio e la adagiò sulle coperte...
-Queste lenzuola sembrano fatte apposta per accogliere il tuo corpo nudo...- disse guardandola con eccitazione e ammirazione -i tuoi capelli sparsi sulle federe... la tua pelle liscia quanto la seta... sono sicuro che quest'immagine non abbandonerà mai la mia mente... sei davvero bellissima...-
Poi si chinò su di lei e seguì con le labbra e la lingua le curve che prima aveva ammirato con lo sguardo... Salomè gemeva per il desiderio ed il piacere, stava benissimo fra le sue braccia... si sentiva ammirata, desiderata, amata, protetta... lì nessuno avrebbe più potuto farle del male...
'finché rimarrò fra le sue braccia, finché verrò cullata dal battito del suo cuore, accarezzata dalle sue labbra, non mi succederà nulla... andrà tutto bene, tutto benissimo... 'pensò col cuore colmo di gioia e di speranza... 'andrà tutto bene...'
Lucifero si chinò ancor più su di lei sovrastandola col suo corpo dal fisico asciutto e dai muscoli tesi per l'eccitazione... poi entrò in lei sospirando per il piacere...
-Fantastico...- gemette Salomè graffiandogli le spalle...

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Capitolo 13
*** Non si smette mai di imparare... ***


-Mmmmh- bofonchiò Salomè girandosi... così facendo allungò un braccio che però, invece di ricadere sul materasso vuoto come al solito, toccò un corpo caldo che le stava vicino...
-Ma che dia...- disse aprendo gli occhi colta momentaneamente di sorpresa; vedendo Lucifero sdraiato al suo fianco che dormiva, le tornò in mente tutto e arrossì di piacere anche solo al ricordo di quello che lui le aveva fatto provare la sera prima...
Lucifero gemette un po' nel sonno e sollevò leggermente la testa... Salomè si fermò e ammirò in silenzio le linee del suo volto... avrebbe voluto vedere anche i suoi occhi che però, in quel momento, erano chiusi... come se le avesse letto nel pensiero lui si svegliò e la fissò con sguardo sorprendentemente sveglio...
-Che fai Salomè?-
-N-n-niente... stavo, stavo solo... andando a prendermi un bicchiere di latte; tu vuoi qualcosa?- chiese alzandosi, Lucifero però la afferrò per un polso e se la tirò vicino...
-Sì, voglio qualcosa, voglio te!-
-Ma non mi avevi detto che senza torta di mele non carburi?-
-Mmmmh -mormorò lui baciandole le spalle e il seno... -con te non ho bisogno della torta di mele...-

Qualche ora dopo i due andarono al lavoro; come prima cosa Salomè si recò a far visita a Felix e agli altri:
-Hey Salomè! Era da parecchio che non ti vedevamo! Dove sei stata?- la accolsero infatti questi ultimi
-In paradiso...- rispose Salomè...
-Ma dai?! È così bravo?- chiese Adam con un chiaro sottinteso erotico
-Idiota! Sono stata nel vero paradiso! Lucifero ha voluto che lo accompagnassi...- rispose Salomè non aggiungendo che, effettivamente, era andata con lui in paradiso anche in un altro modo; esattamente quello inteso da Adam...
-Ma dai?- disse Felix stupito -io non sono mai stato in paradiso, ovviamente... com'è?-
-Bah... troppo bianco e puro per i miei gusti... e comunque gli angeli non sono così casti, puri e gentili come si pensa... anzi, sono dei gran bastardi!- disse lei ricordando i suoi anni passati
-Wow... è raro accumulare tanto astio in una gitarella di una giornata... verso individui che nemmeno i conoscono poi!- commentò Felix con occhi sbarrati ma con un sorriso che comunicava che era d'accordo con quanto affermato dalla donna.
-Hey, che ne dite di andare al bar a festeggiare questa sera?-
-Festeggiare cosa?-
-Il ritorno di Salomè dall'inferno dei demoni!- disse Felix ridacchiando
-Hahaha certo! Chiedo al mio capo il permesso per una serata libera okay?- disse Salomè avviandosi verso l'ufficio di Lucifero
-Salomè! Cara! Avevo giusto bisogno della mia torta di mele personale- disse lui appena la vide facendole segno di avvicinarsi, lei obbedì, lui la afferrò e se la mise sulle ginocchia cominciando a baciarla con passione...
-Mmmmh Lucifero...- mormorò Salomè passandogli le mani fra i capelli e sulle spalle
La bocca di lui le scese lungo il collo che sfiorò con la lingua...
-Lucifero...-
-Che c'è? Vuoi che mi fermi?- disse lui con sguardo malizioso
-No... non ti fermare... h-hai impegni per questa sera?- gli chiese fra un bacio e l'altro
-Mmmmh no perché?- bofonchiò lui in risposta con la testa nell'incavo del collo di lei
-Mi hanno invitata ad uscire e volevo sapere il tuo parere in proposito... voglio dire, se hai bisogno di me per qualcosa non vado...-
Lucifero non si mosse tenendo la testa sulla spalla di lei ma mormorò:
-Chi ti ha invitato?-
-Mmmh Felix, Adam e Nicolas... -
-Non verrà nessun altro?-
-No, non credo... comunque non è la prima volta che usciamo assieme... sono davvero molto gentili e simpatici... allora? Hai qualcosa da farmi fare questa sera?-
-No no, stai tranquilla... puoi uscire tranquillamente con i tuoi amici...- disse con voce bassa e leggermente scocciata; poi la sollevò e la poggiò rudemente sul piano della scrivania...
-Lucifero, che vuoi fare?-
-Nulla di brutto mia cara -disse sfoderando un sorriso malizioso -ti prometto che ti piacerà- poi si chinò su di lei e la fece sua rudemente, con forza e passione...


-Oh merda!- disse Salomè guardandosi allo specchio; Lucifero quel pomeriggio le era praticamente saltato addosso, non che lei si lamentasse ma, nell'impeto, le aveva lasciato il segno di un morso sul collo...
-Dannazione! Sarò costretta a tenere i capelli sciolti o tutti potranno vederlo senza problemi... uff...-
Borbottando scese le scale e andò in salotto dove vide Lucifero che, appoggiato al caminetto, la aspettava con lo sguardo leggermente scocciato...
-Allora, come sto?- chiese Salomè; aveva indossato un maglioncino rosso che poi sfumava sino a diventare nero, dei jeans scuri e scarpe col tacco nere...
-Perché hai lasciato i capelli sciolti?- chiese lui con finta innocenza
-Forse perché qualcuno mi ha lasciato un morso sul collo!- rispose lei
-Quello non è un morso, è un avvertimento...- borbottò lui avvicinandosi
-Un avvertimento? E per cosa?- chiese lei
-Per tutti i demoni cretini che incontrerai questa sera e che non esiteranno ad avvicinarsi e farti la corte più o meno sfacciatamente: tu sei già mia...- disse lui baciandole con passione e prepotenza la bocca e mordendole leggermente il labbro...
-Guarda che so difendermi anche da sola...- replicò lei cingendogli il collo con le braccia
-Un aiutino non guasta mai...- disse lui finalmente ridacchiando
-Lucifero geloso... non me lo sarei mai aspettato... non si smette mai di imparare eh?-

La serata con Felix, Adam e Nicolas andò fantasticamente: Salomè si divertì un mondo, rise moltissimo e bevve ancor di più... come la volta precedente Felix la accompagnò sino alla porta di casa dove fu Lucifero in persona, che l'aveva aspettata, a prenderla in consegna: la prese in braccio e la portò al piano di sopra e la poggiò sul letto... lei si mise a sedere e lo guardò con occhi luccicanti...
-Lucifero... il segno è andato via!-
Lui sorrise capendo alla perfezione dove lei volesse arrivare e disse:
-Sarà il caso di rifarlo allora...- e si chinò su di lei...

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Capitolo 14
*** una proposta di gita... ***


-Ti avevo chiesto di rifarmi UN segno, non cinque!- disse Salomè guardando allo specchio la sua impressionante collezione di morsi e succhiotti su tutto il corpo...
-Dai almeno te li ho fatti in posti che si coprono con i vestiti... sono stato bravo eh?- ridacchiò Lucifero prendendola in giro...
-Se se se, bravissimo complimenti...-
Lui la afferrò e la ributtò sul letto sdraiandosi poi sopra di lei...
-Che c'è, non ti sei divertita stanotte?-
-Eheheh cosa faresti se ti dicessi di no?-
Gli occhi di Lucifero si fecero più scuri per ' l'affronto ' subito... poi la sua espressione si schiarì alla vista del sorriso di scherno di Salomè e disse chinandosi su di lei:
-Cercherei di fartela pagare...-
-E come?-
-Lasciandosi qualche altro bel segnetto... ma questa volta sul collo, sulle spalle... sulle cosce...-
-Mmmmh sei un diavolo...- gemette lei
-Mi lusinghi tesoro...-


-Salomè mia cara, sai cosa pensavo?- fece Lucifero carezzandole dolcemente una spalla nuda
-Mmmmh cosa?- chiese lei
-Tu non sei mai stata sulla Terra vero? Voglio dire, nel mondo degli umani... ci sono moltissime cose che qui non esistono e che vale la pena di vedere...-
-Tu ci sei già stato?-
-Ma certo cara! Un giorno ci sono andato per cercare di aiutare un poveretto che stava digiunando da quaranta giorni e quaranta notti... ma lui mi ha praticamente mandato al diavolo...  poi ci sono tornato svariate volte... alcune mi hanno trattato bene, altre mi sono trovato malissimo ma l'umanità è fatta così: è in continuo mutamento, non sai mai cosa aspettarti...-
-Non sembra poi così bello come posto... ho sentito che gli uomini sanno essere molto cattivi... che non hanno rispetto per nessuno, nemmeno per il pianeta in cui vivono...-
-Ovviamente cara anche loro hanno aspetti negativi e positivi... come noi sono in grado di fare cose terribili o bellissime, sagge o molto stupide... con le stesse mani con cui uccidono, picchiano e stuprano i loro simili sono in grado di fare statue, quadri, musiche, dipinti, affreschi, monumenti ed edifici di indicibile grazia e bellezza... io stesso sono rimasto colpito e commosso quando mi sono trovato dinnanzi a simili bellezze...-
-Sono davvero curiosa di vedere cosa sanno fare gli umani... possibile che siano stati capaci di commuovere Lucifero in persona?- lo canzonò lei baciandolo dolcemente
-Vedrai tesoro; anche il loro pianeta, nonostante gli abusi subiti, conserva ancora gran parte della sua bellezza...-
-Eh di' un po'... le donne umane coma sono? Io ho sentito di certe streghe che se la facevano col diavolo in persona... tu ne sai qualcosa?-
-Ehm... no... -
Salomè sollevò un sopracciglio con aria scettica...
-Ok ok... ne ho conosciuta qualcuna ma, sicuramente, non sono belle come la mia Salomè... anzi, quasi quasi non ti faccio venire sulla terra...- borbottò lui baciandole e mordendole la pelle liscia del ventre....
-E perché?- chiese lei stupita
-Perché scendendo sulla terra saremo costretti a rinunciare a parte di quella che gli umani definiscono 'bellezza ultraterrena'... loro non la possiedono... ma... -
-Quindi tu non vuoi vedere come sarei se fossi umana perché temi che potrei essere brutta?- lo interruppe lei con sguardo minaccioso
-No no tesoro! Non l'ho mai pensato! Volevo solo dire che anche se rinunciassi a tutta la tua bellezza saresti di sicuro più bella, elegante e affascinante delle donne umane... non vorrei che qualche scimmione ti portasse via da me...- disse lui con lo sguardo reso più scuro dalla rabbia e dalla gelosia...
-Quindi tu sei geloso non solo dei demoni, ma anche degli esseri umani eh?- fece lei sorridendo lusingata
-Non sono geloso...-
-Oh bene perché Felix mi aveva chiesto se ero disponibile per una serata di divertimenti 'alternativi'... visto che non sei geloso posso dire di sì senza ripensamenti...- lo prese in giro lei in una performance da perfetta attrice...
Lui la spinse rudemente sul materasso e le salì sopra con occhi pericolosamente scintillanti...
-Non deve nemmeno immaginare una cosa simile...-
-E come mai?-
-Perché tu puoi giocare solo con me... non lo sai?- mormorò baciandole le spalle, il collo, il seno... -e poi il mio corpo può reggere meglio le tue fantasie... scommetto che nemmeno un demone di ordine elevato come lui può farlo...- disse poi ridacchiando e prendendola in giro...
-Mmmmh okay, allora gli risponderò che non se ne fa niente...-
-Brava brava... - disse lui continuando a baciarla e accarezzarla... la cosa proseguì sino a che i due non furono nuovamente travolti dalla passione e si strinsero l'uno fra le braccia dell'altro divenendo una cosa sola...
-Salomè...- mormorò lui all'improvviso
-Mmmmh? Che c'è?-
-Quella cosa di Felix... non è vera vero?-
-Eheheh gelosone... no che non è vera!-
-Bene... ma meriti una punizione per questo scherzo meschino...-
-Cos'hai in mente?-
-Lo vedrai...- disse lui mordendole una spalla...

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Capitolo 15
*** un dolce calore... ***


Salomè e Lucifero erano stesi su un prato a guardare il cielo tenendosi felicemente per mano...
-Allora, ti piace il 'pianeta azzurro'?- chiese Lucifero
-Tantissimo! È stato davvero bellissimo sorvolare quegli oceani immensi! E i ghiacciai! E tutti gli animali  che ci sono! Mi sono divertita tantissimo giocando con quel... come hai detto che lo chiamano gli umani?- chiese Salomè con gli occhi che brillavano, era completamente, intimamente, pienamente, serenamente felice come non le succedeva da... forse non le era mai successo.
-Tesoro, gli umani lo chiamano Grizzly... ma non voleva giocare, stava cercando di ucciderti... -
-Ahahahah che caro animaletto...  aveva un pelo così morbido e caldo...-
Lucifero sorrise dolcemente e si chinò su di lei baciandola; il caldo tocco delle sue labbra si unì a quello dei raggi del sole sulla sua pelle e Salomè si sentì avvolta in un bozzolo di caldo, soffice, dolce relax... avrebbe voluto rimanere lì per sempre... lì sarebbe stata felice.
-Goditi queste bellezze tesoro, tra poco andremo a vedere quelle create da mani umane... ne rimarrai colpita, fidati...-
-Va bene, ma non subito... voglio crogiolarmi ancora un po' sotto il sole...-  disse fissandone direttamente i raggi che non la accecavano minimamente...
-Mmmmh – mormorò Lucifero fissandola...
-Cosa c'è?-
-Mi piace il colore dei tuoi occhi quando fissi il sole...-
-Perché? Cos'hanno di diverso?-
-Solitamente sono come una pietra preziosa viola... duri, freddi, che scagliano lampi ghiacciati... trasmettono un po' di solitudine e quando sei felice sembrano dei diamanti attraversati dalla luce di una lampada: pur brillando magnificamente e come non mai mantengono sempre la loro durezza... ora invece sembra come se quella pietra si fosse sciolta... i tuoi occhi sembrano una distesa di un qualche liquido, sembrano lava viola... trasmettono calore e avvolgono tutto... sono bellissimi...-

Lei lo guardò, sorpresa... nessuno le aveva mai detto cose simili;  certo i suoi occhi, nel bene e nel male, non erano mai passati inosservati... ma nessuno li aveva mai paragonati a nulla di simile...
Lucifero la osservava: quando lui finì di parlare Salomè, inizialmente, arrossì leggermente; poi sorrise deliziata e il fuoco nei suoi occhi si scaldò ancora di più... quella donna lo affascinava terribilmente: nel suo cuore c'era un lato freddo che le impediva di abbandonarsi completamente alle altre persone ma lui sentiva che, in fondo, Salomè desiderava amare ed essere amata a sua volta, racchiudeva in sé una miriade di sentimenti profondi e bellissimi; il punto era quando e per chi li avrebbe lasciati uscire... lui, per il momento, poteva solo accontentarsi di ammirarli attraverso i suoi occhi...
All'improvviso Salomè si sporse verso di lui e lo baciò... le sue labbra avevano un gusto molto particolare... sapevano di un misto fra nocciola e cannella... dolci ma non troppo, come sapeva essere lei...
Lui si sdraiò schiacciandola contro il terreno e le fece scorrere una mano sul fianco... sentiva il respiro e il battito di lei che aumentavano di intensità, vedeva la sua pelle arrossarsi per il calore dell'eccitazione che le si spargeva dentro... le labbra erano socchiuse, calde e morbide... gliele morse leggermente rendendole ancora più rosse...
-Salomè...- le sussurrò all'orecchio... le desiderava, la desiderava come non mai, come non aveva mai desiderato nessuna donna in vita sua... non sapeva perché proprio lei gli avesse lanciato questo incantesimo... perché lei fosse stata la prima ad entrare nel suo cuore, ad importare così tanto per lui...
-Perché?- chiese al cielo
-Cosa? Cosa c'è?- gli sussurrò lei all'orecchio baciandogli il collo...
-Nulla cara, nulla... - disse slacciandole i primi bottoni della camicetta e baciandole la pelle liscia e vellutata del seno e del collo, con la lingua seguì la linea della giugulare e si sentì attraversare dal battito continuo, veloce e confuso del cuore di lei... chiuse gli occhi e si fece travolgere dalle sensazioni che quella donna era in grado di dargli col solo tocco delle sue mani, delle sue labbra, col solo suono della voce...

Gli occhi di Lucifero erano come il muschio che cresce sulle rocce nelle sorgenti di alta montagna... di un verde puro e bellissimo. Salomè sapeva che gli umani, la notte di Natale, usavano il muschio per una cosa chiamata 'presepe' lei non l'aveva mai fatto ma gli occhi di Lucifero le trasmettevano lo stesso avvolgente calore che regalano le serate di festa passate in famiglia facendo qualcosa tutti insieme... le mani di lui le regalavano un piacere straordinario come la sua bocca e la sua lingua... avrebbe voluto fermare il tempo per poter vivere in eterno quelle sensazioni...
Quando lui la abbracciò si sentì invincibile e sicura, il fiato di Lucifero le sfiorava il collo e il lobo dell'orecchio... sentiva che il calore del suo tocco stava sciogliendo qualcosa dentro di lei... si sentiva improvvisamente viva, completa, felice e rilassata...
-Salomè... - disse Lucifero all'improvviso -tu sei mia...-
-Sì, sono tua...- rispose lei posandogli le mani sulla nuca e baciandolo dolcemente sulle labbra... -e tu sei mio...-
Lui le sorrise e la baciò nuovamente...
-Lucifero...?-
-Mmmmh sì?-
-Sono felice...-
-Anch'io tesoro, anch'io...-

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Capitolo 16
*** ''intermezzo'' al museo... ***


-È semplicemente stupendo!- mormorò Salomè a bocca aperta...
-Già... guarda le labbra... sono magnifiche, così dolcemente socchiuse, invitanti... sembrano la porta per un mondo sconosciuto ma che promette un'infinita dolcezza... e guarda il punto di luce sulla perla... e gli occhi, così grandi e dolci... meravigliosa!-
I due erano in completa ed estasiata ammirazione del famosissimo quadro del pittore olandese Vermeer: 'Ragazza con orecchino di perla'...
-Sono colpita... possibile che mani umane possano creare simili bellezze?- chiese Salomè meravigliata... erano già stati in parecchi musei del mondo e avevano visto numerose opere: naturalmente erano partiti dall'Italia, patria in cui si racchiude la più alta percentuale di opere d'arte e da cui provengono i più famosi artisti, in ogni campo... avevano visto l'Ultima Cena di Leonardo, il David di Michelangelo, numerosi quadri del Caravaggio, la Cappella degli Scrovegni, svariati monasteri noti per i loro affreschi, ovviamente Roma, la Città del Vaticano, Venezia, Firenze, il Piemonte con il bellissimo Palazzo di Moncalieri e molte altre meraviglie... poi erano andati in Francia ad ammirare le splendide opere contenute nel Louvre, poi in Inghilterra, Grecia, Egitto.
Il loro viaggio si faceva di giorno in giorno più lungo ma i due erano più che felici di poter passare il tempo a godere della reciproca compagnia e della bellezza di tutte quelle opere d'arte.
Salomè era sbalordita: aveva visto gli umani fare cose terribili, aveva visto le loro mani lordarsi di sangue ma le aveva viste anche sporche d'inchiostro e di colori mentre creavano musiche o quadri, le aveva viste sporche di polvere o fango mentre scolpivano la pietra dando vita ad opere meravigliose...
-Gli esseri umani sono davvero pieni di contraddizioni... non pensavo che fossero così complessi... gli angeli e i demoni in un certo senso sono semplici da capire: un angelo sin da quando nasce si comporta in un certo modo, pensa in un certo modo, fa certe cose e ne condanna certe altre... non va mai contro la sua natura che è sempre, puramente angelica... e lo stesso i demoni che affrontano la situazione opposta; ma gli umani... loro racchiudono entrambe le nature: sono sia angeli che demoni, possono uccidere ma possono comporre musiche che ti strappano l'anima per la loro bellezza, stuprano ma dipingono quadri meravigliosi, costruiscono macchine di guerra con cui portare morte, distruzione e disperazione ma le loro mani sono in grado di donare la gioia grazie alla bellezza che sono in grado di creare... è meraviglioso... è tutto semplicemente meraviglioso...-
-Sono felice che ti piaccia tutto questo... io adoro gli esseri umani, sono così deboli ma lottano strenuamente pur di rimanere attaccati alla vita il più possibile... un attimo prima uccidono una persona e un attimo dopo vanno a fare beneficenza... li trovo... come dire... magnificamente complessi-
-Ti capisco... ti capisco perfettamente- disse lei continuando a fissare il quadro... ne era stregata: gli occhi della ragazza l'avevano catturata, avvinta, incatenata con la loro dolcezza e la loro curiosità... le labbra, come aveva detto Lucifero, erano socchiuse ed invitanti; Salomè riusciva quasi a sentire il respiro caldo di quella ragazza che, uscendo, sfiorava quelle labbra meravigliose... riusciva quasi a vedere le palpebre dalle lunghe ciglia che si chiudevano languidamente su quei bellissimi occhioni... riusciva quasi a percepire sotto le dita il calore della pelle, liscia, calda, setosa, morbida... trasmetteva tanta innocenza, ma anche tanta voglia di scoprire... le labbra socchiuse trasmettevano una maliziosa dolcezza nascosta.
-Davvero stupenda...- ripeté... -potrei rimanere qui ore ed ore a fissarla...-
-Tesoro, inizio a preoccuparmi di un paio  di cosette...-
-Mmmmh? Di cosa ti preoccupi?-
-Beh, come prima cosa mi chiedo se non ti stai innamorando della ragazza nel dipinto... non che io abbia qualcosa in contrario a vederti assieme ad un'altra ragazza... anzi, prima o poi bisognerà provare...- schivò il calcio negli stinchi e riprese -in secondo luogo ho una certa paura che tu ti metta a sgraffignare quadri... non voglio finire in una prigione umana e di certo non farò l'amore con una ladra... forse-
-Idiota... ovvio che non mi metto a rubare quadri... ne voglio solo trovare una copia... voglio portarmela a casa come ricordo...-
-Non ti sembra di averne presi già abbastanza di ricordi?- chiese Lucifero scettico -hai voluto prenderti una copia di ogni singolo quadro, statua o affresco che abbiamo visto sinora... senza contare quelli di fontane, chiese, torri o palazzi!-
-Beh?! A te che ti frega?!? Non siamo mica soggetti alla regola umana dello spendere poco, spendere bene... noi i soldi possiamo fabbricarli sul momento con delle semplici foglie o fogliettini di carta... -
-Lo so, ma poi dove la metterai tutta questa roba?-
-Uff, vorrà dire che mi darai un'altra stanza dove poter sistemare tutte queste cose... oppure mi costruisci un piccolo padiglione tutto per me...-
-E perché dovrei farlo?- chiese lui rizzandosi in tutta la sua statura...
-Perché sennò...- mormorò lei languidamente strusciandosi contro di lui...
-Sennò...?- disse lui fissandole le labbra...  
-Sennò...- fece lei avvicinandole a quelle di lui...
-Se- sennò?- sussurrò lui deglutendo... le labbra di Salomè erano solo a qualche millimetro dalle sue, riusciva a sentire il suo respiro caldo...
-Sennò questo te lo sogni!- fece lei allontanandosi di scatto... Lucifero barcollò come in preda a vertigini, poi la guardò malissimo e fece per afferrarla ma lei fece un piccolo saltello all'indietro sfuggendogli e scoppiando a ridere come una bimba...
-Maledetta! Non mi sfuggirai!- disse lui cominciando ad inseguirla...
-Ehm... signori... vi prego di smetterla... siamo in un museo, bisogna fare silenzio!- disse un'anziana signora aggiustandosi gli occhiali sul naso con espressione arrogantemente saccente...
-Pff... lei non sa chi sono io!- sussurrò per scherzo Lucifero senza però farsi sentire dalla signora... Salomè scoppiò a ridere ma poi si calmò e gli diede una gomitata nelle costole...
-Idiota! Lo vedi che figure mi fai fare? Sei peggio di un bambino!-
-Ah sì eh? Vedrai stanotte di cosa è capace questo bambinone...-
-Mmmmh non vedo l'ora...- mormorò lei gettandogli le braccia al collo e baciandolo dolcemente...

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Capitolo 17
*** guai in vista e torte al cioccolato ***


-Dobbiamo riportarla qui... e anche subito!-
-Ma, signore, Salomè è in missione segreta... non c'è modo di recuperarla senza farsi scoprire...-
-Non mi importa! Quella donna è a conoscenza di ogni nostro segreto militare! Potrebbe rivelare tutto ai demoni o a Lucifero in persona! Dobbiamo riportarla subito qui mi avete capito?!?-
-Signorsi signore!-
-Signore, cosa ne faremo dopo che l'avremo riportata a casa?-
-Quella donna è una traditrice... l'abbiamo mandata negli inferi perché portasse a termine una missione di spionaggio ma è finita col diventare l'amante del diavolo... per un angelo non c'è pena più grave... probabilmente anzi, sicuramente, verrà processata e condannata per i suoi peccati...-



-Oh Lucifero! È stato il viaggio più bello che abbia mai fatto in tutta la mia vita! Ma sono comunque felicissima di essere tornata a casa...-
-Beh, sai come si dice: 'casa mia, casa mia, per piccina che tu sia tu mi sembri una badia'...   certo questa non è una casina piccina ma...- disse Lucifero ridacchiando e abbracciando Salomè da dietro...
Erano appena rientrati a casa dopo il loro lunghissimo viaggio sulla Terra, la signora Mendez era andata a casa di una sua parente e loro erano a casa tutti soli...
-Mmmmh decisamente non è piccola...- mormorò lei girandosi e gettandogli le braccia al collo
-Ma è accogliente- disse lui avvicinando il volto e carezzandole una guancia...
-Intima-
-Calda...- disse lui prima di baciarla... prima le sfiorò le labbra, poi gliele morsicchiò leggermente sfiorandogliele con la punta della lingua...
-Lucifero... - mormorò lei passandogli le mani fra i capelli...
lui la prese in braccio e la fece sedere sul tavolo della cucina, poi chinò la testa e cominciò a baciarle il collo... sfiorandole la pelle con la lingua, le afferrò i capelli e glieli tirò leggermente per farle alzare la testa, esponendole bene il collo che poi morse e baciò con trasporto... sotto le sue labbra, i suoi denti e la sua lingua la pelle di Salomè si arrossava...
-Oh Salomè, Salomè, sii mia per sempre!-
-Lucifero... abbracciami, toccami, baciami... non riesco a stare lontana da te... sei un diavolo!-
Lui sorrise con malizia e la baciò con passione, poi le tolse il maglioncino lasciandola solo con il reggiseno, poi si chinò posando la bocca sull'incavo dei seni, poi le passò le mani sulla schiena, Salomè si inarcò graffiandogli le spalle e gemendo per il piacere...
-Salomè... non sai quanto ti adoro! Non puoi nemmeno immaginare quanto ti  desidero, quanto sei importante per me... amo tutto di te! Tutto!-
-Amor mio... stringimi forte, fammi tua... voglio starti per sempre accanto!-


-Mmmmh non vedo l'ora che ritorni la signora Mendez...- disse Lucifero baciando la spalla nuda di Salomè e circondandole la vita con un braccio...
Erano stesi nel letto di lui e avevano una fame terribile...
-Tesoro, non è una bella cosa dire alla donna con cui hai appena fatto l'amore che speri nel ritorno della grassa governante che vi interrompe sempre...-
-Lo so ma sono in carenza da torta di mele! Sono in riserva! Ho al più presto bisogno di una nuova trasfusione o rischio di spegnermi!-
-Quando torna la signora Mendez?-
-Tra quattro o cinque giorni purtroppo...-
-Pensi di resistere sino ad allora?-
-No... morirò nell'attesa, anche perché con te vicino non riesco proprio a conservare le energie... se capisci cosa intendo...- mormorò con malizia mordendole la pelle sulla nuca
-Ho capito, ho capito...- disse lei alzandosi e mettendosi una vestaglia
-Hey, dove vai?- chiese lui mettendosi a sedere e guardandola attraversare la stanza
-Vado a preparare una torta...- rispose lei uscendo
-Che cosa?! E tu da quand'è che sai cucinare?- chiese ancora lui alzandosi e seguendola
-Da sempre... è solo che la signora Mendez mi ha sempre ringhiato addosso ogni volta che entravo in cucina...-
-Ma quando hai imparato?-
-Sin da piccola... i miei genitori non... non si occupavano... molto di me ed io ho imparato a cavarmela da sola, alimenti compresi-  disse lei andando in cucina e cominciando a raccogliere gli ingredienti necessari per l'impasto...
-Farai una torta di mele?-
-No, non ce la faccio più a mangiare torta di mele... voglio farne una al cioccolato...-
-Al cioccolato? Mmmh sei brava a prepararle?-
-Molto, davvero davvero molto brava...-
-Aaaaaah!! Questa è superbia!-
-Certo, parla mister Lussuria, gola, superbia, accidia e chi più ne ha più ne metta-
-Beh, almeno non sono né invidioso né irascibile...-
-Mmmmh- mormorò lei cominciando a mescolare gli ingredienti...

Qualche tempo dopo Salomè estrasse dal forno una bellissima e riuscitissima torta al cioccolato ancora calda che ricoprì con un leggero strato di marmellata di lamponi, calda anche quella, a mo' di decorazione...
-Okay, ora assaggiala e dimmi che ne pensi-  disse poi tagliandone una fetta e porgendola a Lucifero assieme ad un bicchiere di latte...
-Mmmmh... oh mio dio! È buonissima!- fece lui stupito guardandola con gli occhi spalancati per la sorpresa...
-Hey hey! Stai forse cercando di dirmi che credevi che avrebbe fatto schifo?-
-Beh... sì... per me la signora Mendez è sempre stata l'unica in grado di fare delle torte decenti...- scherzò lui
-Idiota!- fece lei lanciandogli il sacchetto della farina e cominciando ad inseguirlo per tutta la cucina...

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Capitolo 18
*** colpo di scena... ***


-Mmmmmh tesoro... ho passato una giornata fantastica; e ho anche fatto il pieno di energie grazie alla tua torta squisita- mormorò Lucifero abbracciandola dolcemente
-Sentilo... quello che credeva che avrebbe fatto schifo, quello che aveva dei dubbi sulle mie capacità come cuoca...-
-Eheheh sai, la prima volta che si mangia qualcosa si hanno sempre dei dubbi... avresti potuto avvelenarmi-
-Sì, certo... con troppo cioccolato-
Erano stesi davanti al caminetto del salotto nel quale scoppiettava un caldo ed allegro fuocherello...
-Non si può mai sapere...- sussurrò lui facendola sdraiare e salendole sopra schiacciandola con il suo peso...
-Mmmmh allora farò bene a stare attenta se dovessi essere tu a cucinare...- borbottò lei
Lui rise e la baciò esplorandole la bocca con la lingua, le morse le labbra e poi scese, dolcemente lungo la linea del collo, delle spalle, sui seni...
-Non mi serve il veleno per farti morire...-
-Mmmmh  Aaaaaah...-


-Signore! Abbiamo predisposto un piano per il ritorno a casa di Salomè...-
-Molto bene... ricordatevi: potrebbe avere qualche contatto da queste parti quindi mantenete tutto nel più completo silenzio... ricevuto?-
-Sissignore! Ricevuto signore! Manterremo il più assoluto silenzio sulla faccenda-
-Molto bene, molto bene... e quando avverrà il recupero?-
-Tra qualche giorno... stiamo rifinendo gli ultimi dettagli... -
-Perfetto... e ricordate la sua capacità bellica... non è un angelo qualsiasi, se non farete attenzione allora tutto il nostro piano andrà a a farsi benedire e non avremo mai più l'occasione di coglierla completamente di sorpresa!-
-Ma prima, secondo la legge, dobbiamo offrirle un'ultima possibilità di redimersi, quindi dovremo prima inviare qualcuno...-


Il giorno dopo Salomè e Lucifero si recarono al lavoro felici, soddisfatti e... sazi, in tutti i sensi.
Salomè, ovviamente, andò subito a trovare Felix, che non vedeva da un sacco di tempo...
-Salomè!!- gridò quest'ultimo non appena la vide abbracciandola con trasporto -Da quanto tempo è che non ti fai vedere? Credevamo che il capo ti avesse messa sotto chiave o che ti avesse ammanettata alla testiera del letto per qualche giochino e che poi avesse perso la chiave...-
-Ah certo... allora è così che mi accogli dopo tanto tempo? Con delle battutine a sfondo sessuale? Ma non ti vergogni razza di pervertito della malora?-
-Mmmmh se mi vergogno? Mmmmh fammici pensare... NO! Ahahahah- fece lui dandole una pacca sulle spalle...
Mentre camminavano incontrarono Adam, il demone dai capelli rossi con cui Salomè era uscita a festeggiare il suo nuovo incarico assieme a Nicolas ed a Felix; Adam, non appena vide Salomè, le disse:
-Salomè! Mia cara, allora... dove le aveva ficcate le chiavi delle manette questa volta?-
-Ma non è possibile! Anche tu!?- chiese lei esasperata...
-Tesoro, ogni singolo demone con cui hai parlato è a conoscenza di questa 'teoria' ovviamente nessuno la prende sul serio... puoi stare tranquilla...-
-Lo so, ma è umiliante!-
-Uff, vorrà dire che se ti diranno qualcosa saremo io e Felix a sistemarli... - disse Adam con fare cospiratorio
-Ma certo! Noi la proteggiamo la nostra cara sorellina dolce dolce, piccola piccola e indifesa!- la prese in giro Felix ridacchiando
-Razza di ritardati! Ve la faccio vedere io la sorellina indifesa!- rispose lei cominciando ad inseguirli lungo il corridoio...
All'improvviso, girato l'angolo, si trovarono davanti ad un ragazzo piuttosto alto con folti capelli biondo-rossicci e occhi castani che però, al contrario degli altri occhi di un simile colore, non esprimevano il minimo calore; ma anzi, una freddezza ed una malvagità mal celate...
-Hey ragazzo! Cerchi qualcuno?- chiese Felix assumendo subito un tono professionale
-Sì- rispose il giovane con voce atona sollevando leggermente un sopracciglio -sto cercando Salomè Black... - riprese poi fissando lo sguardo grondante superiorità sulla donna...
-Sono io- disse lei guardandolo fisso... quell'espressione... era sicura di averla già vista: era la stessa espressione con cui la fissavano gli angeli quando scoprivano chi era... esprimeva superiorità, disprezzo, disgusto, odio...
-In privato...- aggiunse il giovane
Salomè si irrigidì e così anche Felix ed Adam che sentivano la tensione e la rabbia dell'amica
-Molto bene...- disse Salomè facendo un passo in avanti e sfidandolo con lo sguardo come a dire: 'non ho paura di te bastardo!'
-Mi segua...- riprese poi guidandolo verso una stanza che sapeva essere deserta e senza telecamere di sorveglianza...


-Quel tizio non mi piace per niente...- mormorò Adam rivolto a Felix... -Sarò sicuro lasciarlo da solo con Salomè?-
-Sisi, tranquillo... Salomè è perfettamente in grado di difendersi da sola, soprattutto contro un pallone gonfiato come quello...-
-Molto bene allora, se ne sei convinto...-
-Ne sono convinto-
-... okay, allora io vado, ho del lavoro da sbrigare-
-Okay, vai pure, e non ci pensare-
Dopo essersi assicurato che Adam si fosse allontanato Felix raggiunse la porta dietro alla quale erano spariti Salomè ed il tizio sconosciuto e si mise in ascolto... origliare era sbagliato, soprattutto se si trattava di vicende private di un'amica ma era preoccupato, non gli era piaciuta per niente l'espressione tesa di Salomè... ma quello che sentì gli ghiacciò il sangue nelle vene:

-Chi sei? Che ci fai qui? Non sei di certo un demone... solo un angelo potrebbe avere quello sguardo da bastardo con la puzza sotto il naso...- disse Salomè al ragazzo che la fissava con sguardo colmo di divertito disprezzo.
Per tutta risposta il giovane fece un sorrisino somigliante, più che altro, ad una smorfia di disgusto e disse:
-Te la fai con i demoni adesso? Sai, lassù in Paradiso corre voce che tu sia diventata la sgualdrina personale di Lucifero... dimmi, ti paga? O lo fai gratis?-
-Dannato bastardo... - ringhiò lei mettendo la mano sull'impugnatura della spada; negli occhi del giovane comparve un'ombra di paura e fece un passo indietro... Salomè sorrise soddisfatta: non avevano ancora scordato quello di cui era capace allora...
-Calma calma Salomè, non sono venuto qui per combattere contro di te... sono qui per passarti un messaggio del comandante supremo: da quando sei partita non abbiamo più avuto tue notizie... prima di dichiararti traditrice siamo costretti a darti un'ultima possibilità: sei qui da parecchio tempo, devi aver scoperto parecchie cose su questo posto... sei disposta a condividerle con noi come prevedeva il piano originario?-
-Mi stai chiedendo di fare la spia? Di tradire gli unici amici che io abbia mai avuto?-
-Sì, esatto... ti chiediamo proprio questo...-
Salomè arretrò leggermente avvertendo un piccolo capogiro, ma poi le montò subito dentro una rabbia enorme, distruttiva...
-Allora, che rispondi?- la incalzò il giovane
-Che puoi allegramente andare a farti fottere!-
L'angelo scoppiò in una risata di scherno e disse:
-Te la sei cercata... trasmetterò la tua risposta al comandante supremo... non credo che sarà molto felice di sentirla... -
-che si fotta!- sbottò Salomè girandosi verso la finestra e dando le spalle al giovane; credendo che se ne fosse andato si immerse nei suoi pensieri perdendo completamente il contatto con la realtà... non udì quindi il sibilo prodotto da un pugnale che veniva estratto alle sue spalle... non udì il ridacchiare del giovane angelo che le si avvicinava brandendo un pugnale con la lama cosparsa di una veleno potentissimo... non vide nemmeno la porta che si apriva e la figura di Felix entrare nella stanza con la spada sguainata; sentì solo un urlo ed un gorgoglio che aveva sentito molte volte in battaglia... si girò, pallidissima: Felix le stava di fronte, la spada piantata nella gola del giovane angelo che la fissava con occhi vitrei spalancati stringendo ancora in mano il pugnale...
-Tu, tu sei un angelo?- le chiese Felix guardandola con gli occhi spalancati
-Sì...- rispose lei fissandolo... lo vide mentre estraeva la spada dal corpo esanime del ragazzo, lo vide che la sollevava sopra la testa pronto a sferrare un nuovo colpo... solo che questa volta, la vittima designata era lei...
Salomè non fece nulla: non gridò, non si mosse, non cercò in nessun modo di difendersi: chiuse gli occhi e attese il colpo di spada che avrebbe segnato la fine della sua misera esistenza...



note dell'autrice: la storia non è ancora finita eh! Aspettate e vedrete cosa succederà alla nostra Salomè... vi aspetto numerosi per la lettura del prossimo capitolo ;-)

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Capitolo 19
*** dolore ***


Salomè, ad occhi chiusi, aspettò il colpo che avrebbe stroncato la sua esistenza; emise un sospiro di rassegnazione ma, all'improvviso, sentì un altro sospiro più profondo del suo; e il colpo non arrivava... riaprì gli occhi e vide che Felix aveva abbassato la spada e la fissava con sguardo disperato
-Non posso... non posso ucciderti! Sei mia amica, ti sei rifiutata di tradirci, hai rischiato la tua vita per noi... non posso ripagarti uccidendoti- disse abbassando lo sguardo e lasciando cadere la spada
-Felix io...-
-Salomè... se vuoi dirmi che non è colpa tua, che tu non volevi o che non avevi mai avuto intenzione di collaborare o, peggio ancora, che è stata tutta una manovra per incastrarti allora puoi anche evitare- disse lui fulminandola con lo sguardo
-Ma è vero! Io, da quando mi hanno dato l'incarico di venire qui a spiarvi, non ho mai avuto la minima intenzione di collaborare con gli angeli!-
-E perché non avresti dovuto? Tu sei una di loro!- e la fissò con disprezzo... quel disprezzo Salomè lo conosceva bene: tutti sin da quando era nata l'avevano guardata con la stessa espressione, anche i suoi genitori... la fissavano facendole capire a chiare lettere quello che pensavano di lei:

'Non sei una di noi, finirai per tradirci, noi siamo superiori, noi siamo puri, tu sei sporca, sei sporca! Sei una traditrice, tu non sei una di noi, non sei una di noi e non lo sarai mai! Nemmeno se ti sforzi di diventarlo con tutta te stessa!'

E ora Felix la guardava con la stessa identica espressione...
-Non guardarmi così, ti prego!- mormorò barcollando, se Felix avesse continuato a guardarla in quel modo sarebbe sicuramente svenuta... non le era mai successo ma tutte quelle emozioni e il disgusto che leggeva negli occhi del suo primo vero amico minacciavano di schiacciarla
-Perché scusa, come ti starei guardando?- chiese Felix con voce atona senza il minimo mutamento nell'espressione
-Con odio, disprezzo, disgusto...-
-Non è vero!- cercò di difendersi Felix
-Sì che è vero! Io conosco bene questo sguardo... lo vedo da quando sono nata- disse abbassando gli occhi
-Che intendi dire?- chiese Felix strizzando gli occhi con aria sospettosa
-Che è da quando sono nata che le persone con cui vivo mi rivolgono sguardi simili! Hai visto le mie ali no? Riesci ad immaginarti la reazione degli angeli al mio nome e al colore delle mie stramaledette ali?-
Stava crollando, ancora poco e si sarebbe messa a piangere...
-È vero... sono un angelo, sono stata mandata qui come spia ma il colore delle mie ali è assolutamente vero, com'è vero che questo per me è il paradiso e che voi siete i  miei angeli... voi siete stati i primi in tutta la mia vita che mi hanno accettata così come sono; siete stati i primi ad avermi trattata come una vostra pari e siete stati i primi a non guardarmi con sguardo carico di disgusto... lo stesso sguardo che ora mi stai rivolgendo...-
-Salomè...-
-Sai cosa vuol dire essere guardata sempre dall'alto in basso? Sai cosa vuol dire essere odiati da persone che nemmeno conosci? Sai cosa significa sapere che tutti hanno dei pregiudizi malvagi su di te anche se non ti hanno mai nemmeno parlato? Sai cosa vuol dire dover seguire la carriera militare perché è l'unico modo che hai per sfogare la rabbia che ti porta dentro in modo da evitare di impazzire? Sai cosa si prova quando i tuoi meriti in battaglia vengono assegnati a qualcun altro solo perché tu non hai le ali bianche? Sai cosa significa essere definiti 'sgualdrine dell'esercito' solo per il lavoro che fai? Sai cosa significa essere mandati in un paese nemico per fare la spia solo perché la tua vita fa talmente schifo che non hai niente e nessuno da perdere? Lo sai?- sbottò scoppiando a piangere...
-Salomè, mi... mi dispiace! Io non credevo... non sapevo...- mormorò Felix guardandola con occhi tristi
-Non preoccuparti Felix, ci sono abituata... tutti dopo aver scoperto la mia identità finiscono per odiarmi ed abbandonarmi... ormai non soffro nemmeno più, me la caverò...-
-Ma Salomè io... io non avevo intenzione di...- si interruppe e la guardò
-Non avevo intenzione di farti soffrire così tanto... tu ormai sei una di noi... ormai sei un demone... poco importa dove tu sia nata, in fondo al cuore sei sempre stata una di noi-
-Sono... sono una di voi?-
-Sì, esatto... una di noi-
Salomè sentì il cuore scaldarsi, ingrandirsi come se qualcosa di ghiacciato al suo interno si stesse sciogliendo, calde lacrime le rigarono il volto... all'improvviso perse le forze e cadde in ginocchio con le mani sul viso singhiozzando...
-Hey Salomè, ma adesso perché piangi?- chiese Felix chinandosi e mettendole una mano sulla testa...  lei sollevò lo sguardo e lo fissò con occhi brillanti e pieni di lacrime
-Io... io sono così dannatamente felice! Non puoi nemmeno immaginarlo... è la prima volta che... o mio dio, una di voi!-
-Su su, non siamo poi così speciali... anzi... no, hai ragione a piangere dalla gioia... siamo fantastici!- ridacchiò Felix
Salomè scoppiò a ridere con ancora il volto inondato di lacrime, ma la tempesta si stava placando... sarebbe andato tutto bene... tutto si sarebbe sistemato...
-Bene, ed ora occupiamoci di questo piccolo ricattatore-assassino a tradimento... - disse Felix fissando il cadavere dell'angelo che giaceva ancora nella stanza poco distante da loro... si portò la mano alla bocca e si morse un dito sino a farlo sanguinare; poi, col sangue, disegnò uno strano simbolo sulla fronte del giovane... immediatamente il cadavere prese fuoco, scompare in pochi secondi in una fiammata inodore e che non trasmetteva minimamente calore... anche il sangue che era stato versato scomparve senza lasciare traccia...
-Ecco... ora è tutto finito... - disse poi tirando un sospiro di sollievo...
-Ne sono felice- mormorò Salomè fissandolo negli occhi
Lui si avvicinò lentamente e la circondò con le braccia... Salomè, travolta dal calore di quell'abbraccio premuroso ed affettuoso, abbandonò la testa sul suo petto sospirando e chiuse gli occhi... era così stanca...
All'improvviso però la porta venne spalancata... Salomè e Felix, ancora abbracciati, si voltarono per vedere chi fosse l'intruso:
-Lucifero!- disse Salomè sbarrando gli occhi per la sorpresa: che ci faceva lui in quella stanza?
-Capo!- disse Felix nello stesso momento, poi, notando l'espressione del nuovo arrivato, i due si separarono... evidentemente Lucifero aveva frainteso il significato del loro abbraccio.
Improvvisamente si girò ed uscì dalla stanza, senza dire una parola ma incenerendoli con uno sguardo carico di odio e rabbia omicida...
-Lucifero!- gridò Salomè seguendolo e facendo cenno a Felix di non intervenire
-Lucifero!- gridò ancora senza riuscire a fermarlo...
Lui continuava ad andare avanti, senza voltarsi, senza degnarla della minima attenzione... Possibile che fosse in qualche modo venuto a conoscenza della vera identità di Salomè?
Lei riuscì a raggiungerlo solo dopo che Lucifero era già rientrato nel suo ufficio; in silenzio chiuse la porta e si avvicinò alla figura muscolosa di quell'uomo che amava ma che in quel momento le dava le spalle e sembrava odiarla...
-Lucifero... amore mio...-
Lui si girò di scatto e la fissò con occhi fiammeggianti d'ira... per la prima volta da quando lo conosceva  Salomè ne ebbe paura... per la prima volta capì il perché della sua fama sanguinaria...
-Non osare chiamarmi per nome, e non osare nemmeno chiamarmi 'amore'... mi sembra chiaro che sia una cazzata bella e buona!-
-Ma che stai dicendo?-
-Che tu non mi hai mai amato ed è per questo che non devi chiamarmi 'amore'!-
-Ma chi ti dice che non ti ho mai amato?! Io ti amo Lucifero! Ti amo! Perché non dovresti credere alle mie parole!?-
-Perché tu stessa, poco fa, mi hai mostrato chi ami veramente!-
-Che cosa... non capisco...- mormorò Salomè confusa
-Quel dannato demone ecco a cosa, o meglio, a chi mi riferisco!-
-Chi, Felix? Ma lui è solo un mio amico!-
-Ah... e ti aspetti anche che ci creda?-
-Ma... ma è la verità!-
-Non raccontarmi simili stronzate! Cosa ci facevi nell'unica stanza senza telecamere di sorveglianza se non per amoreggiare con quel dannato tizio!?-
-Non stavamo amoreggiando!- urlò Salomè sull'orlo di una crisi di nervi... la rabbia la riempiva a ondate, alternandosi alla disperazione...
-E allora cosa diavolo stavate facendo?- chiese urlando Lucifero che, invece, sembrava pieno solo e soltanto di rabbia...
-Beh... ecco... noi...- balbettò Salomè... non poteva certo raccontargli la verità! Ma non le veniva in mente nulla!
Lucifero la guardava con un sopracciglio alzato e lo sguardo carico di rabbia... dopo qualche secondo di silenzio, osservando Salomè che aveva distolto lo sguardo sbuffò e scoppiò a ridere voltandole le spalle...
-Che c'è? E adesso perché ridi?-
-Non c'è minimamente bisogno che ti scervelli così tanto... non me ne importa un fico secco sai? Tutto questo per me, noi due, il nostro viaggio... i nostri momenti insieme, sono stati solo un gioco, un passatempo... di te non me ne è mai importato nulla... se tu te ne andassi tornerei semplicemente a vivere la vita che vivevo prima... per me tu non vali nulla- sussurrò piegandosi verso di lei con gli occhi malignamente socchiusi...
Salomè vacillò... per lei era stato come ricevere un colpo nello stomaco... il colpo di grazia che Felix non le aveva inferto...
-Che c'è Salomè? Ti vedo pallida, stai male?- chiese Lucifero fingendosi malamente preoccupato...
-N-no... sto benissimo grazie...- rispose lei appoggiandosi alla scrivania e facendo un mezzo sorriso... mai, mai si sarebbe mostrata debole davanti a quel dannato bastardo!
-Bene allora... lasciami solo... devo lavorare- disse Lucifero sorridendo felicemente... con lo stesso sorriso stampato in faccia l'accompagnò fino alla porta, fece uscire Salomè, e la richiuse alle spalle della donna... non appena la porta si fu richiusa il sorriso scomparve sostituito da un'espressione di profonda sofferenza... si passò una mano fra i capelli, barcollò sino alla scrivania e si accasciò sulla poltrona...
-Salomè...- mormorò con voce rotta dal dolore -Perché? Perché?-

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Capitolo 20
*** rapimento e voglia di vivere... ***


Dunque... voglio ringraziare innanzitutto tutti coloro che seguono questa storia, coloro che l'hanno inserita tra i preferiti e, soprattutto, coloro che la recensiscono in modo tanto entusiasta... credo che questa storia sta volgendo al termine, non so ancora quanti capitoli mi ci vorranno per finire ma spero che continuerete a seguire le vicende di Salomè come avete fatto sinora... tanti saluti, mille grazie Angiebear_chan ^_^



Salomè, barcollante, uscì dal quartier generale... sentiva le lacrime che, con insistenza,  le pungevano gli occhi cercando una via d'uscita ma lei si rifiutava di mettersi a piangere per l'ennesima volta in una giornata; il colpo che Lucifero le aveva inferto era stato davvero disastroso per lei: non riusciva a respirare, le tremava tutto il corpo e la vista era appannata... ma si sarebbe ripresa, si disse fiduciosa, certo ora stava male come non le era mai successo in tutta la sua vita ma tutto si sarebbe sistemato, tutto sarebbe tornato come prima... la sua vita sarebbe tornata com'era prima di conoscere Lucifero... tutto sarebbe tornato al suo posto... tutto...
-Ma non voglio...- mormorò mentre una piccola lacrima le scivolava lentamente lungo la guancia...
-Non voglio...!-
Si coprì il volto con le mani cercando, invano, di trattenere le lacrime...


-Eccola... non credevo che fosse anche in grado di piangere... -
-Già... guardala, sembra così fragile...-
-Ricordati: quella non è una donna! È una dannatissima macchina per uccidere!-
-Sisi, hai ragione... avanti, prepara il necessario-
-Sì, va bene...-
Gli uomini estrassero un sottilissimo pugnale e si avvicinarono di soppiatto a Salomè che, nel frattempo, era caduta in ginocchio continuando a piangere disperatamente...


Salomè stava piangendo... non si accorse dei sue che le si avvicinavano... sentì solo la leggera puntura del pugnale sul collo; velocemente si tolse le mani dal volto ma, con lo sguardo confuso dalle lacrime, vide solo confusamente il volto dei due uomini; ebbe solo il tempo di realizzare quello che stava accadendo, poi lo sguardo le si confuse e svenne...


-Ecco! Ce l'abbiamo fatta! Te l'avevo detto che ci saremmo riusciti!-
-Non raccontare cagate! Eri tu il primo a dire che ci avrebbe ammazzati!-
-Ehm... no! Non è vero!-
-Bugiardo...-
-Bugiardo sarai tu!-
-Aaaaaah!!-
I due cominciarono ad accapigliarsi ma, ricordando la loro missione, si fermarono, afferrarono Salomè e corsero verso l'uscita... nessuno sembrava aver visto quello che era successo... nessuno tranne un uomo, che da una finestra dell'edificio, aveva visto tutto ciò che era successo... l'uomo si passò una mano fra i lunghi capelli neri e chiuse gli occhi grigi...
-E ora che faccio?!- mormorò


Quando si svegliò Salomè era legata, le mani le erano state ammanettate sopra la testa e sentiva dolori terribili ogni volta che provava a muoversi... si guardò intorno: era in una stanza piccola, buia ed umida... non c'erano finestre; solo una parete di vetro che le permetteva di vedere un corridoio apparentemente interminabile...
-Oh merda... - credeva di sapere dove si trovava: le prigioni del paradiso... le aveva visitate moltissime volte a causa del suo lavoro... le aveva sempre trovate disgustosamente squallide...
-Ti sei svegliata!- disse una voce poco lontano da lei; aguzzando gli occhi Salomè notò una figura che le si avvicinava... quando fu abbastanza vicina Salomè poté riconoscere l'uomo che le aveva parlato: il comandante supremo.
-Che ci faccio io qui?-
-Molto semplice: non riveli i nostri piani e le nostre informazioni più segrete al nemico... -
-Dannato bastardo come hai osato rapirmi? Non appena mi libererò te la farò vedere molto ma molto cara!-
-Mi spiace, tu non verrai mai liberata... a meno che il Santo Tribunale non ti dichiari colpevole di tradimento e, come tale, ti condanni a morte...-
-Ti sbagli! I miei amici vedranno subito che sono scomparsa!-
-Impossibile... -
-No! Loro mi conoscono! E poi tutte le mie cose sono rimaste là...-
-Ti sbagli, abbiamo provveduto a farle prendere... sono in un magazzino al piano di sopra... tutto tranne... queste...- disse mostrando le sue spade ed i suoi pugnali
-Era un sacco di tempo che sognavo di possederle... ho sempre trovato orribile che dei simili capolavori finissero nelle mani di una dannata sgualdrina come te... ma ora, ora sono mie!-
-Dannato figlio di puttana! Non osare toccare le mie spade!-
Il comandante supremo le sorrise malvagiamente e si fissò le spade ed i pugnali addosso...
-Si accorgeranno tutti di quello che è successo! Verranno a cercarmi!-
-E chi? Lucifero? Lui ti odia... ti ha usata solo per placare la sua lussuria... non gliene frega nulla di te, si limiterà a trovarsi un'altra sgualdrina... non sarà né grave né difficile per lui...-
Salomè non rispose: su questo il comandante aveva perfettamente ragione... Lucifero non si sarebbe di sicuro mobilitato per cercarla... e Felix, Adam e Nicolas avrebbero potuto far ben poco se avessero saputo tutto quello che era successo, ma purtroppo lo ignoravano...
-Dannazione!- imprecò
-Te ne sei resa conto eh? Nessuno verrà a salvarti; e sai perché? Perché nessuno ti ama né potrà mai amarti! Non ti si può nemmeno considerare un rifiuto della società perché anche un rifiuto un tempo è stato utile... se tu non fossi mai nata la vita sarebbe stata migliore per moltissime persone!-
-Dannato bastardo! Sei solo un maledetto stronzo!- urlò Salomè
-Mmmmh vedo che ancora non sei convinta della veridicità delle mie parole... ci penseremo noi a toglierti la voglia di ribattere... schioccò le dita e, all'improvviso comparvero due enormi guardie che entrarono nella cella, slegarono Salomè e se la caricarono in spalla... lei non riusciva a muoversi: probabilmente le avevano iniettato una sostanza immobilizzante...
-Dove volete portarmi?-
-Sai... alla fine ci sarai in un certo senso utile... farai da cavia per questo nostro nuovo macchinario...- disse il comandante ignorando la domanda di Salomè e spalancando una porta del corridoio che conduceva in una stanza completamente vuota se si escludeva una sorta di poltrona al centro di essa collegata ad un mucchio di fili e di computer
-Che cosa volete farmi dannati bastardi!?- urlò Salomè tentando inutilmente di muoversi...
I due scimmioni la scaricarono assai poco garbatamente sulla poltrona alla quale la legarono con delle cinghie...
Nessuno ascoltava le proteste, le urla o gli insulti che Salomè rivolgeva loro...
-Molto bene... - disse il comandante -diamo inizio all'esperimento...-


Lucifero richiuse dietro di sé la porta di casa... a lavoro non aveva più avuto notizie di Salomè; non che si aspettasse di riceverle... ma una piccola parte di lui aveva sperato che lei cercasse almeno di discolparsi, di riconquistarlo... ancora non poteva credere che Salomè fosse stata in grado di tradirlo... probabilmente era stato tutto un malinteso!
-Ma sì, sarà così! Deve essere così! Deve!-
Così dicendo si precipitò su per le scale... probabilmente Salomè era nella sua stanza... poco importava la sua reazione quando l'avesse visto comparire... lo poteva insultare, maledire, picchiare ma lui non si sarebbe arreso! L'amava! L'amava troppo per rinunciare a lei!
-SALOMÈ!- gridò aprendo la porta della stanza della ragazza...



Felix attraversava, con fare agitato, la stanza; davanti a lui Adam e Nicolas lo fissavano a bocca aperta, l'espressione a dir poco sconcertata...
-Tu ci stai raccontando una bellissima e fantasiosissima cazzata...- mormorò Adam, alle sue parole Nicolas annuì convinto
-Vi dico che è tutto vero! Dovete credermi!- disse Felix passandosi una mano fra i capelli
-Cioè, tu ci stai dicendo che in realtà Salomè, la nostra Salomè, è un angelo... che è stata mandata qui per spiarci ma lei si è affezionata talmente tanto a noi che non ci ha mai tradito... e che ora è stata rapita? Da due angeli? Subito dopo che un altro angelo aveva tentato di ucciderla? Ma sei impazzito?!-
-No! Vi giuro che è tutto vero! Dobbiamo andare a salvarla! In paradiso come all'inferno i traditori vengono puniti con la pena di morte! La uccideranno!-
-E Lucifero?-
-Pensa che Salomè lo abbia tradito, credo proprio che non interverrà a meno che noi non gli raccontiamo tutta la verità... avanti ragazzi! Come potrei scherzare su una cosa simile?-
-Ci stai davvero dicendo la verità?-
-Si! Si! E da due ore che cerco di farvelo capire!-
-Beh... allora la cosa è una sola... alziamo il culo da qui e andiamo a salvare la nostra mascotte!-


...Vuota... la stanza era vuota; di Salomè nessuna traccia: il letto era fatto, le finestre chiuse, le tende tirate... in casa regnava il più assoluto silenzio...
-No no no no no no no no non può essere!- mormorò Lucifero entrando nella stanza e guardandosi intorno... si diresse verso la cabina armadio e la spalancò... era piena dei vestiti, dei gioielli e delle scarpe che lui le aveva comprato ma le cose con cui lei si era trasferita erano scomparse... erano rimasti lì anche tutti i souvenir della loro gita sulla Terra...
-No... - disse cadendo in ginocchio sul pavimento... -No...-
Lei se ne era andata, se ne era andata forse per sempre...


-Ecco, questa è la casa di Lucifero...- mormorò Felix mentre si avvicinavano alla porta e bussavano delicatamente... la porta venne aperta da un Lucifero alquanto sciupato e dall'espressione abbattuta... non li degnò nemmeno di uno sguardo, si girò lasciando aperta la porta e disse:
-Se volete entrare entrate... Salomè se n'è andata... se non avete qualcosa di importantissimo da dirmi potete anche andarvene...-
-Abbiamo una cosa importantissima da dirvi signore... riguarda Salomè... è stata rapita-
Lucifero si voltò di scatto verso di loro, gli occhi brillavano di una luce scura...
-Raccontatemi tutto quello che sapete...- mormorò con voce incupita dalla rabbia...


-Maledetti bastardi lasciatemi andare!- urlò Salomè... nessuno la ascoltava...
'Come sempre' pensò d'un tratto 'nessuno mi ha mai ascoltata, nessuno mi ha mai apprezzata, nessuno mi ha mai voluto bene... mi faccio schifo, sono un essere inutile... sarebbe stato meglio se non fossi mai nata' … smise di urlare e di divincolarsi lasciandosi travolgere da quei pensieri...
-Ecco... la nostra macchina è entrata in funzione- mormorò il comandante supremo osservandola soddisfatto...
-Grazie a quel capolavoro d'ingegneria tra poco quella dannata e comune sgualdrina non avrà più la minima voglia di vivere... -
Una lacrima scivolò leggera sul volto pallido e tirato della donna...
-Non essere mai nata...- mormorò...

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Capitolo 21
*** la fine?? ***


'Non essere mai nata... se non fossi mai nata la vita di tutti sarebbe stata migliore... tutti sarebbero stati più felici... se anche morissi adesso non importerebbe a nessuno, anzi, tutti sarebbero più felici, più sereni... '
Salomè era ancora nelle mani degli angeli che le stavano facendo un lavaggio del cervello per convincerla a smettere di combattere... e ci stavano riuscendo... all'improvviso però Salomè sentì qualcosa che si agitava dentro di lei... come un urlo che lottava disperatamente per uscire, la graffiava, la mordeva, la divorava dall'interno per cercare di uscire ed evitare di finire annegato da tutte quelle lacrime, da quel mare di tristezza...
'No! Io non sono inutile! Non è vero che nessuno mi ama! Non è vero! Qualcuno c'è che mi vuole bene, che mi apprezza, che sentirebbe la mia mancanza... qualcuno c'è! C'è qualcuno che lotterà per me, qualcuno che sentirà la mia mancanza... qualcuno a cui importa di me! E io non mi lascerò sconfiggere da una dannata macchina! Non dopo tutte le battaglie che ho combattuto, non dopo tutte le persone che ho ucciso e che hanno tentato di uccidermi! Ho sempre combattuto e non smetterò di farlo proprio adesso!!'


-Signore, c'è un problema: la ragazza sta combattendo, si ribella ai pensieri imposti dalla macchina...-
-Maledetta! Combatte anche in queste situazioni! Ma dove la trova quella stramaledetta forza di volontà?!-
-Signore, la macchina non ha effetto su di lei... almeno non a questa potenza...-
-E allora aumentatela no?-
-Ma signore, rischiamo di danneggiare Salomè a livello celebrale! Potrebbe cadere in stato vegetativo e non risvegliarsi più...-
-Non me ne frega niente! Aumentate la potenza! Voglio proprio vedere se combatterà fino a ridursi ad un maledetto vegetale!-
-Ma signore...-
-Niente ma! Io sono il comandante supremo e voi dovete obbedire ai miei ordini! E questo è un ordine!-
-Sissignore! Aumentate il voltaggio!-


-Quindi mi stai dicendo che Salomè è in realtà un angelo?- disse Lucifero con espressione pensosa
-Sissignore, in realtà era stata mandata qui per spiarci...- mormorò Felix
-Mmmmh e tu come fai a saperlo?-
-Ho ascoltato una conversazione con un angelo che aveva tentato di ricattarla e poi di ucciderla-
-Quando?-
-Oggi stesso signore... poco prima che lei...-
-Che io entrassi nella stanza e facessi la mia scenata?-
-Sissignore, cioè... volevo dire...-
-No, stai tranquillo... mi rendo conto di essermi comportato da idiota... ma adesso non è importante... la faccenda adesso è scoprire che fine ha fatto Salomè... mi puoi assicurare che lei non se ne è andata di sua spontanea volontà?-
-Sissignore, ne sono più che sicuro-
-E come fai ad esserne così sicuro?-
-Li ho visti... li ho visti mentre la portavano via-
-Com'è successo?-
-Beh, ecco... Salomè era in cortile, due uomini... credo che fossero angeli... si sono avvicinati, l'hanno punta con un piccolo pugnale, credo le abbiano iniettato qualcosa... lei è svenuta e loro l'hanno portata via...-
-Ma lei non se ne è accorta?- intervenne Adam
-Già, è vero... Salomè non è certo il tipo che si fa cogliere di sorpresa...- aggiunse Nicolas
-Beh... ecco... Salomè stava piangendo... piangeva talmente che non si è accorta di nulla fino all'ultimo momento...-
-Piangeva?- mormorò Lucifero con sguardo carico di dolore
-Sissignore... l'ho vista piangere e poi accasciarsi a terra mentre si copriva il volto...-
-Dobbiamo salvarla... dobbiamo riportarla a casa al più presto!- disse Lucifero balzando in piedi


-Signore, continua ad opporre resistenza... non cede...-
-Aumentate ancora il voltaggio! Inserite anche delle immagini visive!-


'Non sono sola, non sono sola, non sono sola!!'
Salomè combatteva, non si sarebbe arresa... non era sola... ad un certo punto vide un immagine... un ricordo... era un ricordo della sua infanzia che lei aveva rinchiuso... che aveva cercato di non rivivere mai più, era troppo doloroso... rivide sua madre mentre le voltava le spalle e si allontanava non dando retta ai suoi richiami, era caduta, si era fatta male... ma sua madre si era allontanata non offrendole nessun aiuto. Poi suo padre, tutti i suoi parenti... tutte le persone che aveva conosciuto prima o poi le avevano voltato le spalle rifiutandosi di aiutarla... finché aveva smesso di chiamare aiuto, aveva smesso di piangere e di tendere la mano in cerca di un qualsiasi soccorso; aveva cominciato a risollevarsi da sola, con le sue forze... era tutto  molto più facile... non si soffriva...
'Tutti, tutti mi voltano le spalle... prima o poi tutti mi abbandonano... sono sola...'
'NO! Non lo sono! Non sono sola!...'
'Lo sono, tutti mi abbandonano... tutti...'
'Ma Felix? Lui mi ha accettata per quello che sono! Lui non mi ha voltato le spalle!'
'E dov'è adesso? Dove sono lui, Adam e Nicolas? Non ci sono vero?'
'No, non ci sono... ma verranno, verranno...'
'No, non verranno... sono sola'
'Sono sola...'
'Sono sola...'
-Sono sola-


-Signore, la situazione è diventata critica... se continuiamo così i danni saranno molto più gravi di quanto ci possiamo aspettare, dobbiamo interrompere il trattamento...-
-Il primo di voi che si muove verrà processato per alto tradimento! Dobbiamo continuare!-
-Ma signore! I danni diventeranno gravissimi!-
-Se continuiamo lei non sentirà più il dolore fisico?-
-No signore, lei continuerà a sentirlo...-
-Molto bene allora, continuiamo...-


Salomè smise di combattere... era la prima volta che accadeva, la prima volta che si arrendeva e gettava le armi... ma stava succedendo... smise di ribellarsi e si arrese all'idea di essere sola... dopotutto era la verità... nessuno sarebbe mai venuto ad aiutarla e lei non era in grado di liberarsi con le sue sole forze... era sola.


-Signore, si è arresa, ha smesso di combattere; abbiamo vinto...-
-Molto bene; allora adesso potete spegnere il macchinario...-
I macchinari vennero spenti e i due angeli si avvicinarono alla poltrona, slegarono Salomè e se la caricarono, inerme, sulle spalle...
-Signore, abbiamo esagerato: ha perso i sensi; potrebbe non risvegliarsi più...-


-Eccoci, questo è il quartier generale del paradiso...- disse Lucifero mentre si dirigeva verso l'entrata seguito da Adam, Felix e Nicolas
-Cosa facciamo adesso?-
-Non possiamo chiedere qualcosa ai 'piani alti'... non collaboreranno sicuramente... ma comunque non credo che loro abbiano direttamente pianificato il tutto... penso che dovremmo richiedere l'attenzione del comandante supremo... lo conosco... è un maledetto bastardo-


-Signore, signore... la richiedono al piano superiore-
-Ditegli che al momento sono occupato...-
-Signore, si tratta di Lucifero in persona...-
-Lucifero? Ma che diavolo ci fa qui?-
-Non saprei signore, ma non è solo... richiede urgentemente la sua presenza...-
-Va bene, ho capito... vado subito-


-Eccolo, sta arrivando... ma quelle...- mormorò Felix osservando le spade nuove del comandante...
-Già, quelle sono le spade di Salomè...- confermò Adam
-Bingo!- sussurrò Lucifero
-Signore- disse il comandante avvicinandosi -A cosa devo la sua presenza qui?-
-Spero di non averla disturbata in un momento delicato...-
-No signore, non mi disturba...-
-Cosa stava facendo?-
-Un piccolo esperimento per assicurare la pace...-
-Mmmmh la pace... mi farebbe piacere vedere questo esperimento...-
-Ma signore... -
-No, niente ma... voglio vedere questo esperimento...- mormorò Lucifero con voce minacciosa posando una mano sull'elsa della spada imitato da Adam,  Nicolas e Felix...
Il comandante deglutì e fece un piccolo passo indietro con sguardo preoccupato...
-Subito- ordinò ancora Lucifero
-Molto bene... - disse il comandante -un NOSTRO uomo ci sta aiutando a sperimentare un nuovo macchinario... credo che ne rimarrà molto colpito signore-
-Questo sta a me deciderlo... avanti, mi faccia strada...-
I quattro uomini si diressero verso le prigioni... e arrivarono alla cella di Salomè dove lei giaceva, priva di sensi, sul pavimento... i capelli erano scompigliati e le coprivano il volto pallido e tirato...
-Mio dio!- mormorò Felix
-Cosa le avete fatto bastardi?!- ruggì Adam afferrando il comandante per il colletto della camicia e sbattendolo contro il muro mentre Lucifero si precipitava nella cella con espressione ansiosa e prendeva in braccio Salomè scuotendola leggermente...
-Salomè! Salomè, amore mio svegliati! Sono qui, sono qui! Svegliati amore mio, svegliati!-
Ma lei non si svegliava, non riapriva gli occhi...


'Qualcuno mi chiama... ma chi è? Conosco questa voce... e c'è anche qualcun altro... ma chi?'


-Salomè! Amore mio, svegliati ti prego!-
-È inutile... si è ribellata al macchinario... non si sveglierà più; al 99% dei casi ha subito dei danni a livello celebrale...  rimarrà un vegetale per il resto della sua vita.-
-Figlio di puttana!- urlò Felix prendendolo a pugni...
-Salomè!- sussurrò Lucifero accarezzandole la fronte... -Non puoi abbandonarmi così! Non puoi farmi questo!-
-Signore... ci deve essere un modo per curarla! Magari i demoni scienziati saranno in grado di curarla... dobbiamo riportarla subito a casa!-
-Non c'è tempo... se la riportassi sino negli inferi perderei tempo prezioso... dobbiamo provare ad intervenire qui...-
-Ma signore, nessuno di noi è in grado di curare ferite fisiche; tanto meno ferite a livello psicologico!- mormorò Nicolas


'Sento delle voci... sono amici o nemici? Non mi ricordo... non ricordo chi sono... ma saranno sicuramente nemici... nessuno è mio amico... nessuno si preoccupa per me...'



Lucifero chiuse gli occhi, concentrandosi... in un istante sulle sue spalle comparvero due bellissime ali nere... erano ampie, stupende, lisce, lucide... meravigliose... stese una mano posandola sulla fronte di Salomè e cominciò a sussurrare una litania ondeggiando lentamente avanti e indietro...


'Sento... caldo... sento caldo... aaaaah... questo tepore lo conosco... ma... ma chi è?'


-Ecco... di più non posso fare... sono riuscito a curare i danni celebrali che aveva... ora sta a lei svegliarsi...- mormorò Lucifero -Avanti amore mio, svegliati... torna da me... perdonami e torna da me! Ti amo, ti amo... non ho mai amato nessun'altra come te! Nessuno... ti  prego Salomè, svegliati...-


'Questa voce... sembra preoccupata... ma perché? Non per me... nessuno si preoccupa per me... nessuno... probabilmente è preoccupata per qualcun altro... aaaaah voglio dormire... voglio dormire per sempre... non voglio più svegliarmi...'


-Salomè! Salomè! Per favore non mi abbandonare! Non posso vivere senza di te! Salomè!-


'Salomè... è il mio nome! Quindi si stanno preoccupando per me... ma no, non è possibile... nessuno mi ama... mi odiano tutti, mi abbandonano tutti...'


-Salomè...- mormorò Lucifero con voce rotta... una lacrima, la sua primissima lacrima, gli scivolò lungo il volto sino a cadere sullo zigomo di Salomè dove brillò come un diamante purissimo... poi scivolò giù, sempre più vicina alle labbra della donna...


'Che cos'è? Qualcosa mi scivola sul volto... cosa? Cos'è?'


La lacrima si perse tra le sue labbra socchiuse...


'Sale... sa di sale... una... lacrima? Possibile? Possibile che qualcuno stia piangendo per me?'


-Salomè... amami, torna da me, per favore!-



'Sì, è per me... sta piangendo per me... ma chi è? Io... io lo conosco? Non... non ricordo...'


-SALOMÈ!!! Ti prego! Ti prego torna da me! Torna tra le mie braccia!-


'Lucifero... Lucifero... ecco come si chiama... e io... io... cosa provo per lui? Io... ho sofferto... mi ha fatto soffrire... ma perché? Io... io lo amo! Ma lui... lui mi ha abbandonata... come tutti... come tutti... voglio dormire... se dormo non soffrirò più...'


-Salomè... ti amo, ti amo! Non mi lasciare!-


'Lui... lui mi ama? No, non è possibile... '


-Ti amo!-


'Mi ama? Mi ama! Mi ama! Lucifero!'
-Lucifero...-
-Salomè! Sì, sì Salomè... svegliati amore mio, torna da me!-
-Lucifero...-
Salomè finalmente aprì gli occhi e lo fissò...
-Salomè...- sussurrò Lucifero sollevato -ti sei svegliata...-
-Lucifero... ti amo...-
-Anch'io tesoro, anch'io... torniamo a casa... non sarai mai più sola...-
-Non sarò più sola... ci sarai tu... ci sarete voi...- sussurrò Salomè guardando Felix, Adam e Nicolas che si sforzavano in ogni modo di non piangere; poi il suo sguardo si posò sul comandante supremo e si indurì all'istante... si alzò barcollante e si diresse verso di lui...
-Se mi riconsegni subito le mie spade non ti ucciderò...-
-Maledetta sgualdrina! Ma perché, perché non muori mai?-
-Bastardo!- urlò Felix tirandogli un calcio sul volto... nel corridoio risuonò il sonoro 'crac' del naso che si spezzava...
-Non voglio sporcarmi le mani, quindi non ti ucciderò... ma voglio fartela pagare... quindi... -
Salomè afferrò uno dei suoi pugnali che, immediatamente, divenne incandescente... poi lo avvicinò al volto dell'uomo e, sulla fronte, incise una 'S'
-Ora ti ricorderai per sempre di me... -
Poi recuperò le sue spade e si voltò verso Lucifero...
-Torniamo  a casa?-
Lui le si avvicinò, la baciò e poi disse...
-Sì, torniamo a casa...-
 



note dell'autrice: tra poco, non appena ce la farò, inserirò anche un capitolo extra... spero che ve lo godrete ^-^ tanti saluti Angiebear_chan

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Capitolo 22
*** extra: le sette sorelle ***


-Salomè...- mormorò Lucifero un mattino sfiorando con le labbra la spalla nuda della donna che giaceva di fianco a lui nel letto...
-Che c'è Lucifero?-
-Beh... ecco... le nostre avventure non si sono ancora concluse del tutto... -
-Che vuoi dire? Ormai io non ho più segreti... di cosa stai parlando?- chiese lei sollevandosi sui gomiti e guardandolo dritto negli occhi
-Tu... devi ancora conoscere i sette demoni più potenti dell'inferno... -
-Ah sì? E chi sono? Credevo di aver conosciuto tutti i demoni...-
-Beh... ce ne sono ancora... ovviamente sono alle mie dipendenze... anzi, si potrebbe dire che sono quasi nati da me...-
-Come scusa??- chiese Salomè fulminandolo con lo sguardo
-No! No! Non pensare male! Io non ho figli! Ma loro sono... come dire... discesi da me... beh... capirai meglio quando te li presenterò...-
-E quando succederà?-
-Ehm... oggi...-


-Bene tesoro... siamo arrivati...- mormorò Lucifero qualche ora dopo... erano davanti ad una enorme villa... la cosa strana della costruzione era che era in un certo senso divisa in sette parti: l'edificio era unico ma era colorato in sette colori diversi e le finestre (una per ogni colore) erano di sette differenti stili... appena suonarono al cancello vennero circondati da sette cani, ognuno di una razza diversa, che saltarono loro addosso, chi leccando e chi cercando di mordere... poi si diressero verso l'entrata (unica fortunatamente) ed entrarono...
Salomè sbarrò gli occhi: davanti a lei c'erano sette ragazze, tutte perfettamente identiche se si escludevano le pettinature e gli abiti...
-Tesoro, ti presento le Sette Sorelle... - disse Lucifero indicandogliele
-Salve...- mormorò Salomè cercando di non farsi intimorire da tutti quei cloni...
Le ragazze avevano i capelli neri, mossi, anzi, cespugliosi... e occhi color nocciola... le pettinature, come già detto, cambiavano; alcune si erano anche tinte i capelli... ma si poteva ben immaginare come doveva essere 'l'originale'...
-Ecco.. lei...- disse Lucifero indicando la prima ragazza che indossava un abito color cioccolato -è Gola...- la ragazza ingoiò velocemente un cioccolatino che aveva in mano e strinse la mano appiccicosiccia a quella di Salomè...
-Lei...- indicandone una con un abito estivo color verde acido -è Invidia...- la ragazza sfoderò un sorriso falso e le strinse la mano mormorando:
-Che bei capelli...-
-Lei...- indicandone una con una sorta di tunica grigia -è Accidia, o Pigrizia...- la ragazza sbadigliò e le strinse una mano borbottando:
-Cheppalle... io voglio tornare a dormire!-
Poi Lucifero indicò una ragazza con i capelli tinti di rosso che indossava un abito in pelle dello stesso colore...
-Lei è Rabbia...-
-'Fanculo! Mi chiamo Ira non rabbia! Razza di cretino!-
-Certo... scusami... - poi indicò una con un tailleur blu scuro e disse: -Lei è Superbia...- la ragazza si spinse gli occhiali sul naso con un dito, sfoderò un espressione saccente, squadrò Salomè da capo a piedi e non si degnò minimamente di stringerle la meno...
Poi ne indicò una che indossava un sacco di iuta e disse:
-Ecco... lei è Avarizia...-
Salomè le tese la mano... la ragazza la guardò e le disse:
-Quanto mi dai se te la stringo?-
-Ehm... vieni cara, ne manca solo una... - mormorò Lucifero spingendola verso l'ultima...
Salomè sbarrò gli occhi scioccata: davanti a lei stava la creatura più bizzarra che avesse mai visto... la ragazza aveva i capelli molto corti, tagliati poco sopra le orecchie e tenuti appiccicati alla testa con il gel... erano rosa... indossava poi un completino osè da cameriera... anch'esso rosa  brillante, dei vistosi orecchini a forma di cuore rosa, scarpe col tacco rosa, calze a rete rosa ed un cerchietto di pizzo rosa sui capelli...
-Ecco... lei è Lussuria...-
-Ciao tesoro!- urlò quest'ultima con voce acuta masticando una cicca... rosa e saltando praticamente al collo di Lucifero -è da tanto tempo che non vieni a trovarci! Di'... almeno per questa volta hai voglia di divertirti con me?-
-Ehm... no, Lussy... sono qui solo per presentarvi la mia amata... ragazze lei è Salomè...-
Tutte e sette la guardarono con attenzione... Lussuria sbuffò, guardò Lucifero con grossi occhioni lacrimosi e disse:
-Preferisci questa qui a me?-
-Brutta... - mormorò minacciosa Salomè scrocchiandosi le dita... -Io ho un nome sai??? E comunque se Lucifero ha scelto me un motivo ci sarà razza di maledetta cicca gigante!!-
-Vai sorella!- gridò Ira da in fondo alla sala... Accidia si limitò a sbuffare e sbadigliare, Gola ingoiò un cioccolatino, Superbia scosse la testa con disappunto, Invidia invece si mordicchiava le dita fissando gli stivali di Salomè...
-A chi hai dato della cicca gigante? Tu, razza di spaventapasseri!!-
-Maledetta!!-
-Maledetta sarai tu! Io non posso essere maledetta con un corpo così bello!-
-Ma stai zitta che non hai un briciolo di seno! Lì c'è una retromarcia altro che una prima!!-
-Che cosa?!?-
-Ehm... Salomè... calmati per favore!- disse Lucifero suo malgrado divertito
-Ahahah sicura di non essere tu l'invidiosa qui? Sai che a Lucifero piacciono le mie curve? Eh? Eh? Ci sarà un motivo se non ti ha mai degnata di uno sguardo!!-
-Salomè! Basta!- disse Lucifero cercando di calmarla... senza successo... -ho capito...- mormorò ancora... -so io come zittirti... - e la baciò con passione... ma non vide il dito medio che Salomè mostrò a Lussuria come segno di vittoria...


-Uff... finalmente è finita...- mormorò Lucifero lasciandosi cadere su una poltrona... erano appena tornati a casa dopo un estenuante pomeriggio a casa delle Sette Sorelle... Salomè era riuscita a fare amicizia un po' con tutte, tranne che con Lussuria... ma ne era felice...
-Tesoro...- mormorò Salomè guardandolo con espressione seria...
-Che c'è amor mio?-
-Non hai più demoni da presentarmi vero?-
-Ahahah no... son finiti...-
-Bene... ah tesoro?-
-Sì?-
-Andiamo a letto... - disse dirigendosi verso le scale, Lucifero sogghignò e la seguì con sguardo carico di malizia...

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