Destiny -parte 1-

di Miyumi san
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il sogno ***
Capitolo 2: *** Le vacanze cominciano ***
Capitolo 3: *** Ryou ***
Capitolo 4: *** La seconda nottata ***
Capitolo 5: *** Il sogno si avvera ***



Capitolo 1
*** Il sogno ***


Passi veloci. Stava correndo. Ansimava. Qualcuno la inseguiva. Non sapeva chi, sapeva solo che doveva fuggire via. Qualcuno la afferrò per il polso e la costrinse a voltarsi. Non vide chi era. Aveva una presa forte. La costrinse al muro e iniziò a strapparle i vestiti di dosso. Ichigo si svegliò di soprassalto, la fronte imperlata di sudore. La prima cosa che vide fu il viso dell’ultima persona che avrebbe voluto con lei in quel momento. Si ritrasse, spaventata. –Kisch, che cosa ci fai tu qui?- chiese. -Facevi un brutto sogno?- la interrogò lui, con un sorriso quasi ebete (nn è ke poi sia così strano -.-‘’ Nda) -N-no!- balbettò lei, ritraendosi ancora di più. L’alieno era seduto sul suo letto e la fissava con il suo sguardo aureo. Ichigo arrossì, imbarazzata. –Stavo dicendo: stavi facendo un brutto sogno?- chiese di nuovo lui. Ichigo non rispose. –Avvertimi quando sarai rientrata nel mondo sociale, così potrai darmi una risposta…umana? Ma comunque…prenditela con comodo, posso stare qui quanto voglio- Ichigo si riscosse dai suoi pensieri. –No- disse freddamente. –Non so perché tu sia qui, ma te ne devi andare!- e così dicendo lo spinse bruscamente. Kisch non fu felice di questo e la afferrò per il polso. Ichigo, memore del sogno, prese a tremare. Questo fece apparire un sorriso cattivo sul volto dell’alieno. Ichigo si sentiva male. Coma faceva Kisch a divertirsi così del suo terrore? Non era lui che all’inizio di tutto l’aveva baciata (ok, era 1 bacio senza senso, ma poi le cose si evolvono, come ben sapete Nda)? Ichigo era spaventata, il cuore le martellava nel petto e nella sua mente balenavano le immagini del suo incubo. Desiderava ardentemente che fosse solo uno stupido incubo dovuto a conseguenze…quella settimana lei e le mew mew avevano dovuto combattere gli alieni quasi ogni giorno. Kisch naturalmente si accorse del suo terrore (stronzo, ma xspicace Nda): i suoi occhi erano sbarrati, il petto si alzava e si abbassava velocemente. Kisch scosse leggermente Ichigo, che tornò alla realtà con urlo di terrore soffocato da Kisch che le tappò la bocca con la mano. –Zitta, gattina, non vorrai che ci scoprano?- Ichigo si dimenò e riuscì a liberarsi. Si allontanò il più possibile. –Vattene- sussurrò, con un tono di voce minaccioso e scongiurante allo stesso tempo. Kisch sospirò e si alzò. –Peccato, speravo di divertirmi un po’ con te, ma evidentemente questa non è la serata adatta…tornerò domani- disse. –NO!- esclamò Ichigo, al culmine del panico. Si accasciò a terra. Le gambe non la sorreggevano più. Era a disagio e spaventata. Si toccò la fronte e scoprì di scottare. Aveva la febbre. Kisch restò in piedi ad osservarla. Ichigo non si aspettava che la aiutasse, voleva solo che se ne andasse. Ma sapeva che comunque non avrebbe ripreso sonno. -Hai la febbre?- chiese l’alieno, incuriosito. Ichigo si limitò a guardarlo debolmente. –Tu che dici?- -Bene!- esclamò lui, felice. –Così finalmente domani ti potrò far fuori!- Ichigo sprofondò. –Sei uno stronzo- disse. –Vattene- Kisch sospirò e si smaterializzò, ma Ichigo continuò a sentire la sua presenza fastidiosa per tutta la notte.

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Capitolo 2
*** Le vacanze cominciano ***


Il mattino dopo Ichigo si svegliò prestissimo. Quel giorno non andava a scuola perché erano cominciate le vacanze estive e non aveva neanche il turno al Caffè. Ma decise comunque di andarci perché aveva bisogno di stare in compagnia. Si lavò e si vestì, e, nonostante avesse ancora la febbre e un po’ di nausea, mangiò e uscì. –Ichigo- chiamò sua madre dalla porta, -ma oggi non era il tuo giorno libero al Caffè?- chiese. -Sì- rispose Ichigo, -ma mi va di stare un po’ con le mie amiche- si giustificò. –Ma, Ichigo, cos’è quel rossore in faccia? Stai male?- -No, mamma, sto benissimo. E’ il caldo- Infatti quel giorno faceva molto caldo, ma in ogni caso questo non migliorava di certo le condizioni di salute di Ichigo, che si avviò al Caffè a passi lenti. Quando ebbe svoltato l’angolo decise di prendere la scorciatoia: un vicolo buio frequentato solo dai gatti randagi, che portava direttamente davanti al caffè. Cominciò a percorrerlo, ma un momento dopo un rumore alle sue spalle la costrinse a fermarsi. Non fece in tempo a girarsi che Kisch l’aveva già abbracciata da dietro, tenendola stretta. Ichigo tentò di dimenarsi, ma era troppo debole per intraprendere una lotta contro un nemico così forte, perciò dovette arrendersi. –Hai ancora la febbre, eh?- esordì lui. Ichigo sentì le sue labbra sfiorarle il collo. Rabbrividì. –Sì, scotti come un bel falò- disse in tono divertito. Un attimo dopo le mise la mano sulla fronte. –Non toccarmi!- esclamò Ichigo, dimenandosi. Dove accidenti prendeva tutta quella confidenza? -Dai, quanto ti arrabbi!- disse lui, non lasciandola. -Si può sapere che cosa ti importa se sto male o no? Tanto tu devi uccidermi!- disse furibonda la ragazza. –Vero- ammise lui, -ma voglio assicurarmi che non debba fare tutto io! Devo divertirmi un po’, no?-Il cuore di Ichigo ebbe un balzo. Venne travolta da un attacco d’ira. –Sei un sadico bastardo!- esclamò, e riuscì a mollargli un calcio dove so io Nda. Grazie a quello si liberò e corse via. Raggiunse di corsa il Caffè e ci si barricò dentro, non accorgendosi che Minto, Retasu, Purin, Zakuro, Ryou e Keiichiro la fissavano sbalorditi. -Che ci fai qui?- chiese Ryou. –Oggi non era il tuo giorno libero?- Ichigo annuì. –Kisch mi ha presa di mira- annunciò. Nessuno ebbe una reazione particolare. –Beh, questo lo sapevamo già- disse Minto. -Sì, ma…mi è venuto a trovare ieri notte- precisò. Questo però scosse un po’ i presenti. –E per lo più anche prima, mentre venivo, mi è apparso dietro- La mew mew scosse la testa come x allontanare qui ricordi. Ryou sembrava pensieroso. –Ma in effetti anche questo è normale- disse. Ichigo sbuffò. Come odiava il suo modo di essere così diretto! -E poi…stanotte ho fatto un incubo- disse Ichigo, con la voce ridotta ad un sussurro. –E mi sono svegliata con la febbre- Ichigo esitò. Lo sguardo si stava appannando. Si strofinò gli occhi, ma non cambiò nulla. Le gambe le cedettero, e cadde a terra senza sensi. Ryou fu il primo a precipitarsi da lei (ovviamente, Nda). Le toccò la fronte e si ritrasse, scosso. –Ha la febbre altissima!- annunciò. –La porto subito in camera mia!- detto questo la prese in braccio e arrivato in camera sua la stese subito sul letto e la coprì con le lenzuola. Ichigo era rossa dalla febbre alta. Retasu portò subito una pezza imbevuta d’acqua e gliela mise sulla fronte. Restarono tutti a guardare. –Purin, Retasu, fate la guardia- ordinò Ryou. –Kei, per favore, vai in farmacia e compra qualcosa che la faccia star meglio, qualcosa contro la febbre- -E noi?- chiesero Minto e Zakuro. –Beh…voi chiudete il caffè e state attente, gli alieni potrebbero anche raggiungerci qui- disse Ryou. -E tu?- chiese Retasu. –Io andrò nel laboratorio a vedere se c’è qualche attacco alieno, e controllerò la casa di ichigo per rilevare se davvero ieri sera c’era un alieno in camera sua- disse Ryou, e si avviò subito. Purin e Retasu vigilarono su Ichigo e mentre Minto chiudeva il caffè, Zakuro spiò da tutte le finestre per vedere se per caso si vedeva qualcosa. Poco tempo dopo arrivò anche Keiichiro con la medicina per ichigo. Retasu svegliò dolcemente la mew mew e le somministrò il medicinale. Ichigo si riaddormentò quasi subito, ma tutti ebbero l’impressione che stesse meglio. Kei raggiunse Ryou nel laboratorio e così rimasero solo le 4 mew mew, che si riunirono nel Caffè per parlare. Improvvisamente si sentì bussare. Le ragazze si scambiarono sguardi sospetti e Zakuro andò a spiare dall’occhiello. Era Masaya. Zakuro lo fece entrare e Masaya disse: -Ho sentito che Ichigo sta male. Dov’è? Sta bene?- chiese con foga. Purin gli indicò la camera da letto di Ryou e lui ci si precipitò. Vegliò al capezzale di Ichigo finchè quest’ultima non si svegliò. –Masaya…-mormorò ichigo con un sorriso. –Non ti affaticare, Ichigo. Ora ci sono io- disse con dolcezza (cavolo, che fortuna sfacciata! Nda). Ichigo si riaddormentò più serenamente. Un’ora dopo Masaya se ne andò, proprio quando Ryou arrivò dal laboratorio. –Chi era?- chiese. –Masaya- rispose Minto. –Ma brave!- esplose il ragazzo, -avete fatto entrare qualcuno nel caffè!- le rimproverò. –Non fare lo stupido- disse Zakuro senza mezzi termini, -non sei certo tu l’unico a tenere a ichigo. Lui è il suo ragazzo- Lo sguardo di ryou si congelò. –Già- disse, e se ne andò nuovamente. Minto sospirò rumorosamente. –Ormai è evidente che ha un debole per ichigo- disse, -ma si manifesta troppo eccessivamente- -Il punto non è questo- disse Retasu. –manifesta i suoi sentimenti come se non la sopportasse- disse retasu. -E’ stupido, però!- intervenne purin. –così riuscirà a farsi odiare da ichigo!- -Dai, purin, non esagerare!- sorrise retasu.

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Capitolo 3
*** Ryou ***


Capitolo 3: Ryou Più tardi ichigo si svegliò. Ora stava bene. Si alzò barcollando dal letto e andò nel locale. –ichigo!- esclamarono tutte. –Come stai?- -bene- rispose lei, -ma vi devo dire una cosa- si riunirono tutte nella camera di Ryou, ma quando retasu fece per chiudere la porta spuntò Ryou. –NON ENTRARE, SONO COSE DA RAGAZZE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- esclamò Purin, e gli sbattè la porta in faccia. Ridacchiarono tutte sotto i baffi. Dall’altra parte della porta ryou emise un sospiro esasperato e se ne andò. -A proposito- intervenne Zakuro, -di che ci dovevi parlare?- Ichigo tremò per un attimo. –Del mio sogno- disse. Cominciò a raccontarlo con enfasi, e tutte rimasero colpite. –Io…temo che sia una specie di previsione- concluse. –Non dovremmo lasciarti sola- disse retasu sopprimendo un brivido. –Lo so, ma ora sto bene e credo di essere capace di difendermi- disse Ichigo. –Sì, ma se qualcuno…insomma…se qualcuno, e per essere precise Kisch ti fa qualcosa, io mi sentirò in colpa per sempre!- disse Minto. Ichigo abbracciò l’amica per confortarla. Purin intanto aveva capito che qualcuno avrebbe dovuto farle qualcosa, ma non si intendeva ancora di quel genere di cose, quindi chiese: -Ma, per l’esattezza, cos’è che le dovrebbero fare? Picchiarla? =3- chiese la più piccola delle mew mew. Minto rise senza divertimento. –No, Purin, mi sa che questo è peggio- disse. –Ah, sì? E in cosa consiste…=3- -Basta!- intervenne Ichigo. –Paddy, queste sono cose da ragazze grandi. Non puoi saperlo, sei ancora troppo piccola!- -Ho già 10 anni!- -Io a 10 anni non sapevo certe cose!- la informò Retasu. –E allora io lo vado a chiedere a Ryou!- esclamò la bambina, e se ne andò sbattendo la porta. Le ragazze si guardarono, non sapendo se divertirsi o preoccuparsi. Ryou non era il tipo da rivelare certe cose ad una bambina! In quel momento entrò Paddy, con aria trionfante. –Ryou mi ha detto tutto. Ora so anche io!- A tutte cadde la mascella. Ichigo si innervosì molto, perché quelli erano comunque fatti suoi, in un certo senso, quindi corse giù nel laboratorio, dove c’era solo Ryou, e chiese: -Ryou, puoi venire un momento?- Il ragazzo venne subito. –Che c’è?- le chiese, atono. Ichigo esplose: -Come hai potuto raccontare certe cose a Paddy?!! Lei è solo una bambina! E devi smetterla di farti gli affari degli altri!- Ryou non ebbe alcuna reazione (ma che novità Nda), ma in realtà era molto preoccupato per lei. –Io ho solo detto a Paddy che tu pensi che qualcuno ti picchierà. Lui si divertirà ma tu no. Non le ho spiegato le cose come stanno davvero- le disse Ryou. –Perché l’ho capito- disse dopo un attimo di silenzio. -Bene- disse Strawberry freddamente, facendo per andarsene. All’improvviso Ryou la afferrò per il braccio e la tirò a sé, abbracciandola. Ichigo tentò subito di separarsi da quel contatto, ma lui la tenne stretta. –Se qualcuno ti farà del male- mormorò, -le tue amiche ti aiuteranno. E anche io. Io darei la vita per vederti felice- -No!- Ichigo si liberò e corse via, rossa come un pomodoro. Ma che diavolo gli era preso a Ryou? Era scemo?!! Ichigo ritornò nel Caffè, dove ormai c’erano tutte le sue compagne. –Io vado a casa!- disse frettolosamente. Aprì la porta del bar e schizzò fuori. Per fortuna durante il tragitto Kisch non si fece vedere.

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Capitolo 4
*** La seconda nottata ***


Ichigo tornò a casa stanca morta. Era ora di cena. Sua madre le venne subito incontro. –Ichigo! Ma dove sei stata? Ci hai fatto preoccupare! Non credevamo che saresti tornata così tardi!- -Sono solo stata un po’ con le mie amiche, mamma- disse Ichigo, con un sorriso non del tutto convincente. Sua madre sorrise a sua volta. –Tra poco è pronto. Cambiati in camera tua e poi scendi- disse la donna, e rientrò in cucina. Ichigo corse su per le scale e si precipitò in camera sua, sbattendo la porta e chiudendo la porta a chiave (pessimo errore Nda). Poi si buttò sul letto, o perlomeno fece in modo di buttarsi sul letto. Perché Kisch (il solito Nda) l’aveva occupato. Ichigo indietreggiò. –Cosa ci fai qui?- disse in tono serio. Si guardò intorno per trovare la spilletta mew. -Cercavi questa?- chiese Kisch, reggendo tra due dita il ciondolo. Ichigo fece per afferrarlo, ma quasi gli cadde addosso. –Un altro errore del genere e mi renderai l’alieno più felice dell’universo!- disse in tono malizioso lui. –Smettila, cretino! Si può sapere cosa vuoi?- -Niente! Sono solo venuto a requisirti questa- disse facendo dondolare la spilletta mew, -e a salutarti. Oggi purtroppo sei stata tutto il tempo fuori portata…ma ora, incapace di trasformarti, chiusa a chiave qui, sei completamente in trappola. Potrei ucciderti- -Ma sì, uccidimi, tanto lo dici e lo dici che alla fine non lo fai mai!- disse Ichigo. Si morse la lingua. Brava idiota!! -Vuoi vedere?- disse lui. –Sì, fammi vedere come mi uccidi, sono proprio curiosa- disse Ichigo in tono di sfida. Sta zitta, scema! -Non i conviene sfidarmi, gattina. Mi stai facendo innervosire- disse Kisch. Quando perdeva la sua aria maliziosa e divertita era quasi spaventoso. Ichigo indietreggiò. –Comunque, non ho ancora intenzione di ucciderti! Io voglio portarti nel mio mondo! Aspetteremo insieme che Pai e Taruto si siano liberati di quelle altre tue amiche, e potrai ritornare nella tua adorata Terra! Non sei contenta?- Ichigo rabbrividì. –Non riuscirei a vivere sul mio pianeta invaso da voi! Questo ti importa?- -Per niente- Ichigo decise di ignorare il ragazzo. Si sedette sul letto e mise le gambe attorno alle ginocchia. Kisch prese a fissarla. Questo dopo un po’ innervosì la mew mew. –CHE CAVOLO VUOI? VATTENE!- gridò, sperando che i suoi al piano di sopra non avessero sentito! Kisch le mise la mano davanti alla bocca, avvicinandosi a lei. Si avvicinò così tanto che lei, per evitare un contatto troppo vicino, si ritrovò quasi stesa [;-)] Cercò di raddrizzarsi non appena se ne accorse, ma Kisch le rimaneva comunque molto vicino, e lei non voleva assolutamente trovarsi a faccia a faccia con l’alieno, quindi dovette restare in quella posizione. Siccome la sua schiena era piegata in modo sgradevole quindi lei faticava a tenersi in quella posizione, cedette e cadde sul letto. Guardò con terrore Kisch sopra di lei. Lui le liberò la bocca e la zittì con un sussurro, siccome lei aveva tutta l’aria di mettersi a gridare. –Non fare così, micetta mia, non ho intenzione di farti ancora quello che pensi tu!- disse dolcemente, togliendole un ciuffo di capelli dalla fronte. Si chinò su di lei, e Ichigo, convinta che l’avrebbe baciata, chiuse gli occhi. Potette sentire il suo calore e le sue labbra che sfioravano quelle di lei appena. Poi improvvisamente, tutto finì. Ichigo aprì gli occhi e scoprì con sua grande sorpresa che Kisch si era smaterializzato, e con grandissima preoccupazione si accorse che la spilletta mew non c’era in giro. Seppe quindi che l’alieno se l’era portata. Quando ichigo scese a cena era piuttosto scossa e in ansia. Che idiota che era stata! Così dava agli alieni un’altra arma per sconfiggere il genere umano! Si sentì a pezzi, anche se a cena c’era il suo piatto preferito, pesce. Lo mangiò con appetito ma di malavoglia, poi salì subito in camera sua, e si rannicchiò sul letto. Lì le venne un’idea terribile (e ci credo Nda) che la fece rabbrividire. Ricordò le parole i Kisch: “non ho intenzione di farti ancora quello che pensi tu”. In mezzo alla frase c’era un maledettissimo ‘ancora’. Ichigo si sentì morire. Dunque non era finita? Si mise subito in pigiama e si coprì fino alla bocca col lenzuolo, tremando come una foglia…come avrebbe voluto che Masaya fosse vicino a lei in quel momento! Tremava come una foglia. Sapeva che Kisch sarebbe ritornato quella notte, ma voleva addormentarsi e non svegliarsi fino a domattina. Invece, la notte, quando le pareva di essersi appena addormentata quando una voce dolce la svegliò. Ichigo però rimase del tutto immobile, sperando che Kisch la lasciasse in pace. Ma purtroppo Kisch non era stupido, e riconobbe subito che Ichigo mentiva. –Svegliati, piccola, lo so che sei sveglia- disse lui. -Cosa vuoi ancora?- chiese lei senza aprire gli occhi. –Io te l’avevo detto che ti sarei venuto a farti visita stanotte- disse lui. –Beh, grazie alle tue romantiche visite notturne io non riuscirò a sopravvivere neanche un’ora a scuola, domani- -Domani non andrai a scuola- disse Kisch. -Ma che cavolo stai…?- -Domani è festa, da voi- -Ma cosa..?- con un sussulto Ichigo si rese conto che quel giorno erano cominciate le vacanze estive. -Bene, allora fammi un bel regalo e vattene- disse con voce impastata dal sonno. Si era appena riassopita che Kisch la drizzò a sedere tirandola per le braccia. Dopodiché le immobilizzò i polsi e la spinse contro il muro, guardandola. Poi la baciò (Ichigo naturalmente nn gradì tt ciò, anke xkè il bacio durò diversi minuti [ke chorta *ç*] Nda). Ichigo cercò da subito di dimenarsi, ma dopo poco era già esausta. Poi Kisch si staccò, soddisfatto (magari te si, ma lei no! Nda). –Ci scommetto che adesso sei più sveglia di un gatto la notte…- sorrise al paragone che aveva appena fatto. Ichigo si pulì la bocca, disgustata. –Non so se da voi è così, ma da noi la notte si dorme!- -Ma le gattine come te non dormono- sussurrò Kisch. Il suo tono fece rabbrividire Ichigo. -A proposito…quel tuo sogno…di che cosa trattava?- chiese. Ichigo lo guardò in faccia, e sentì che lui sapeva cosa aveva sognato. Sapeva di essere lui… -Non è affar tuo!- rispose. –Non fa niente se non me lo vuoi dire- fece lui, -tanto io lo so già cos’è che hai sognato- -Dici sul serio?. Chiese Ichigo, spaventata. –Dico davvero! Vuoi che te lo racconti?- -No!- -Lo so che stai pensando che sono io quello del sogno. Intuizione esatta- A Ichigo parve di cadere in un abisso profondo, si irrigidì e prese a tremare. -E quel sogno si dovrà avverare- Ichigo esitò, i suoi occhi fissi in quelli aurei dell’alieno che la fissava malignamente, le mani ancora strette attorno ai polsi di lei. Poi a Ichigo venne in mente una cosa. –Io non so come finisce- disse. -Ah, ma lo so io. Diciamo in parole povere: il cattivo vince e ottiene quello che vuole- Ichigo si dimenò. Doveva liberarsi assolutamente. Poi però si bloccò: non doveva scappare da lui, avrebbe solo anticipato il sogno, quindi rimase quieta. –E allora?- chiese. –Cosa vuoi che faccia?- -Oh, niente, mi diverte solo starti a guardare- -Ma io mi sono stancata di stare così. Ho sonno e voglio dormire!!- Kisch allora la tirò a sé e poggiò il viso della ragazza sulla propria spalla, abbracciandola. (*ç* belloooooooooooooooo!!! Fossi al posto suo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!) Ichigo si rese vagamente conto di quello che accadeva attorno a sé, e si addormentò subito.

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Capitolo 5
*** Il sogno si avvera ***


Quando Ichigo si svegliò il mattino dopo, era stesa nel suo letto con le coperte rimboccate. Di Kisch nemmeno l’ombra. Nella navicella spaziale, a chilometri e chilometri di distanza, Kisch ripensava alla notte prima. Che stupido che era stato, a farsi di nuovo influenzare da quella ragazza umana! Kisch cominciò a sospettare che forse…forse si era innamorato di lei…no, impossibile! Ma allora perché l’aveva riposta nel suo letto? Perché non l’aveva uccisa quando doveva farlo? Doveva assolutamente rimettersi di nuovo in buona luce agli occhi di Profondo Blu. Con decisione, Kisch decise che avrebbe finalmente ucciso la mew neko. Si smaterializzò in un attimo. Ichigo entrò nel parco. Faceva caldo, ma non tanto da soffocarla. Si mise all’ombra di un albero, dove l’aria era piacevolmente fresca. Che bella che era, l’estate! Niente scuola, niente studio, solo relax! Chiuse gli occhi godendosi il fresco…quando qualcuno le punto un coltello alla gola. Ichigo aprì subito gli occhi. Era Kisch, e sembrava livido di rabbia. Lei cercò di raddrizzarsi, ma lui le intimò con voce tagliente: -Stai ferma- -Che cosa vuoi farmi?- chiese lei, preoccupata. –Voglio ucciderti. Sono stanco di non avere mai la forza per farlo!- Ichigo ammutolì. Chiuse gli occhi e sentì con suo grande sollievo che la lama affilata si allontanava dal suo collo. Si alzò e fece per scappare, ma Kisch la afferrò per il polso. –Io ti amo, Ichigo… e sono stanco di aspettare- (Uhm…ma kissà a ke si riferisce! Nda) Ichigo restò impietrita di fronte a quella affermazione. Poi, in un attimo, tutto sparì, e lei si ritrovò con Kisch in un corridoio poco illuminato. Sembrava non avesse fine. Ichigo rabbrividì. Kisch si avvicinò pericolosamente a lei, provocandole un attacco di nausea improvviso (no, nn gli vomita addosso XD Nda), e seppe che doveva correre via, anche se sapeva che lì si sarebbe svolto il suo incubo. Quindi, si chiese mentre correva: perché fuggire? Tanto, con o senza la sua volontà Kisch l’avrebbe presa lo stesso. Comunque accentuò la velocità. Passi veloci. Stava correndo. Ansimava. Qualcuno la inseguiva. Sapeva solo che doveva fuggire via. Qualcuno la afferrò per il polso e la costrinse a voltarsi. Aveva una presa forte. La costrinse al muro e iniziò a strapparle i vestiti di dosso. Ichigo si dimenò. –Nooooooo!- gridò, mentre i suoi vestiti venivano lacerati dall’alieno. Era stordita dalla paura. Vide solo che veniva portata in una stanza da letto. Si accorse di non avere nulla addosso. Strizzò gli occhi. Sentì il contatto della sua pelle con le lenzuola fresche, e il calore della carne, un calore che non proveniva dal suo corpo (nn vi sconvolgete, vero? Nda) Un dolore che non aveva mai provato prima la invase. Gridò. Poi, non vide più nulla. Non sentì più nulla. Ichigo si risvegliò nuovamente. Non aveva abiti addosso, e un dolore lancinante la divorava (capitemi Nda). Seppe che il suo incubo si era avverato, e scoppiò in lacrime, coprendosi con il lenzuolo. Pianse per molte ore, finchè la testa le fece male. Poi attese. Attese che lui venisse. Voleva odiarlo, gridargli contro. Era piena di un odio feroce contro di lui. Non l’avrebbe mai perdonato. Mai. Ore dopo, la porta si aprì. –Tu- sibilò Ichigo, gli occhi rossi di pianto ma pieni di un fuoco d’ira. Kisch non sapeva che dire. Quando si era accorto cos’aveva fatto aveva voluto lasciarla. Non credeva di aver mai potuto avere il coraggio di rivederla. Non dopo quello… -Vattene- disse lei. un ira profonda la invadeva, era stordita dal dolore e dalla rabbia. Si coprì più a fondo. Lui la fissò. Fissò il suo corpo, che aveva avuto per sé la notte prima. –Vattene!- esclamò la ragazza. Di nuovo le lacrime le riempirono gli occhi. –Ti odio. Tu…tu mi hai…- Si interruppe, singhiozzando. Kisch, intanto, si sentiva un mostro ( e in effetti lo è Nda). –Mi dispiace- disse con voce rotta. Ichigo si stupì di sentire queste parole. –Anche a me- disse. –Mi hai privata di qualcosa che non avevi il diritto di togliermi. Io non ti amo. E tu non ti arrendi mai. Pensavo che tu non potessi ottenere tutto quello che volevi. Ora invece so che mi sbaglio- disse la ragazza. –Ora voglio che te ne vai, e che mi porti i miei vestiti…no…quelli sono inutilizzabili, ormai, grazie a te. Voglio che mi porti qualcosa con cui coprirmi. Poi io me ne andrò, e io non voglio vederti mai più. Voglio cancellarti dalla mia memoria, per sempre. Kisch annuì. –I...Ichigo- mormorò. La mew mew lo guardò gelidamente. –C’è anche un’altra cosa. I miei dottori hanno compiuto degli studi su si te…- -Hanno…cosa?!!- -E hanno visto che…- Kisch si interruppe. –Non so come dirlo…in conseguenza di quello che ti ho fatto hanno visto che…che…- Ichigo cominciò a capire. –No- mormorò. -Ichigo, tu sei…- -No, no, no!- esclamò la ragazza, buttandosi contro l’alieno. Lui la coprì e la strinse al petto. –Non lo voglio! Voglio che muoia!!- gridò la ragazza. -Non lascerò che sia tu a lasciarla vivere. Non sarai tu a darla alla luce. Lascerò che sia una balia che farà nascere nostra figlia. L’intervento è oggi pomeriggio. Dopodiché te ne andrai via. Ma…- Kisch la allontanò da sé e la guardò, e Ichigo colse nel suo sguardo un vecchio bagliore di cattiveria. –Non potrai non vedermi. Io rimango tuo nemico- Ichigo si sentì sola e persa. Almeno avrebbe potuto convincere Pai e Taruto ad abbandonare quella missione assurda. –Anche se io ti amo- disse poi lui con un mormorio. Ichigo cadde riversa sul letto, gli occhi persi nel vuoto. Lui la coprì nuovamente, poi estrasse dalla tasca la spilletta mew e la poggiò su un tavolino accanto al letto, la baciò in fronte e lasciò la stanza. Il giorno dopo, un giorno e mezzo e un giorno dopo quei due eventi disgraziati, Ichigo ritornò sulla terra. Era il suo turno di pulizia al Caffè, perciò si recò lì. Tutti le si strinsero attorno, ma non osarono parlare. La ragazza restò silenziosa e persa nei suoi pensieri finchè Retasu le si avvicinò. –Ichigo- disse. Il suo tono era apprensivo, ma si capiva chiaramente che stava per scoppiare in lacrime. Tutte le altre si scambiarono sguardi cupi. Persino Paddy alla fine aveva compreso come stavano realmente le cose. Poi Zakuro le si avvicinò. –Vuoi parlarne con noi?- chiese piano ad Ichigo. Lei annuì. Si recarono tutte nello spogliatoio, chiusero la porta a chiave e Ichigo cominciò a raccontare. Alcune lacrime le rispuntarono dai suoi occhi color cioccolato. Le amiche la guardarono con ansia, preoccupazione e dolore per la loro amica e per quello che aveva dovuto subire. Poi arrivò al punto più difficile di cui parlare. –E lui mi ha parlato e mi ha detto che ero…- anche lei a questo punto si interruppe. Paddy completò. –Non aspetterai mica un bambino?- chiese, stupefatta. Ichigo annuì. –No!- esclamarono tutte, sconvolte. -Ma non è più…insomma, l’hanno come trasferito nel corpo di un’altra. Mia figlia vivrà- disse. Le mew mew chinarono il capo. -Mi chiedo solo…come farò a dirlo a Masaya?- gemette, e singhiozzò. -Lo so- disse una voce alle loro spalle. Masaya si avvicinò a Ichigo. –Non lascerò che ti tocchi mai più- disse. Ichigo scoppiò in singhiozzi. 9 mesi dopo: La guerra si era conclusa. Le mew mew avevano vinto, tutto sommato. Ghish guardò il cielo blu del suo pianeta, che la mew acqua aveva purificato. Una donna dai capelli biondi e gli occhi azzurri venne verso di lui. Portava in braccio un fagottino bianco. Lo tese a Kisch, e lui lo prese con delicatezza, guardandolo con occhi dolci. Nel fagottino era avvolta una neonata, con la carnagione chiara e le orecchie e punta. Alcuni ciuffi di capelli rossi spuntavano dalla sua piccola testa, ma i suoi occhi erano color dell’oro…come suo padre. La piccola aprì la bocca in un sorriso sdentato, e Kisch sorrise a sua volta a sua figlia. –Ti amo, Mika Ichigo- disse.

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