Ragazzina

di petitfraise
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Strana apertura ***
Capitolo 3: *** Bacio ***
Capitolo 4: *** Non mi ama ***
Capitolo 5: *** Come due gocce di sangue sulla neve candida ***
Capitolo 6: *** Esserci e non esserci. ***
Capitolo 7: *** Metropolitana ***
Capitolo 8: *** *Spoiler* ***
Capitolo 9: *** Destino ***
Capitolo 10: *** Non posso reggerlo ***
Capitolo 11: *** Screzi di luce in un freddo buio totale. ***
Capitolo 12: *** Verso il buio ***
Capitolo 13: *** Altruismo ***
Capitolo 14: *** Hurt ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


ragazzina 1

Piccolo delirio. OOC. Non dirò i nomi dei personaggi così che voi possiate immaginare chi preferite nel mio racconto.

Commentate!

 

 

 

Ragazzina

 Prologo

 

Lei lo vide nella stanza di sua sorella. Senza parlare corse e lo afferrò. Lo fermò contro la parete, stupendolo.

Sono troppo piccola, però farsi mia sorella gli va bene! Pensò lei.

“Te l’ho detto. Sei una ragazzina. Lasciami andare adesso” sussurrò lui contro il corpo per niente immaturo di lei.

“E chi lo dice?” rispose la ragazzina.

“Lo dico io.”

Si guardarono in cagnesco, i corpi troppo vicini e troppo diversi.

“Oh, avanti! Sono il ragazzo di tua sorella! Ho diciannove anni!”

“E io quindici”

Il ragazzo rispose dimenandosi inutilmente tra la parete e il corpo di lei. Rivolse un’ occhiata terrorizzata verso la porta, temendo il ritorno della sua fidanzata. Della sorella di lei.

“Fammi passare, se ci vede siamo morti”

“Sai quanto mene frega?” rispose lei. Poi continuò senza dargli tempo di parlare.

“Zero.” E baciò il ragazzo con una tenerezza mai avuta. Lui non la rifiutò e la accolse tra le sue braccia, dimenticando l’età e la fidanzata.

“Sono ancora troppo piccola?” chiese lei baciando la mascella del ragazzo.

“Direi che sei cresciuta in pochissimo tempo, non sei più la bambina di un tempo.” Si affannò a rispondere in fretta lui.

Lei rise di buon gusto e lo lasciò lì, contro la parete, assuefatto dall’infantile.

Infondo… sono solo una ragazzina no? pensò lei.

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Capitolo 2
*** Strana apertura ***


ragazzina 2 CHIARIMENTO: il capitolo precedente non riassume la storia come un inizio ma è un Prologo cioè un momento preciso nella storia che può stuzzicarvi. Quindi non partite immaginando la storia a quel punto ma a questo (capitolo). GRAZIE E BUONA LETTURA.

(Edward-Bella)

Ragazzina

 Prologo



NOTE DI ISABELLA SWAN
Ho quindici anni, ha diciannove anni.
Vado al liceo, va all'università.
Sono una ragazzina, è quasi un uomo.
Io mi chiamo Bella e questa è la mia storia.
Sono una stupida innamorata che non ha dato nemmeno il suo primo bacio.
Lui si chiama Edward, è il ragazzo più bello e buono d'animo che abbia mai visto... Ma non mi vede come "ragazza". E' un amico di mio fratello e mi vede come una bambina.
Si capisce che ne sono innamorata fin dai tempi delle medie? Quando lui era alle superiori e mi aveva regalato un ciondolo che tengo ancora vicino al cuore? Quella fù la prima e l'ultima volta che ci parlammo seriamente. Adesso si limita a dei: oh! guarda quanto sei cresciuta!
Vorrei che mi considerasse come una ragazza, capace di sedurre e di capire con la stessa se non maggiore maturità delle ochette universitarie.
Lo so, sembro proprio una stupida. E ammetto di esserlo. Ma ho smesso di sperare, perchè sono solo una ragazzina, e lui non farà mai parte del mio mondo come vorrei io.


**********


UNA SETTIMANA DOPO, NELLA STANZA DI BELLA
"Cosa leggi??" chiede qualcuno. Alzo lo sguardo dal libro e vedo Edward. E' chinato su di me e qualche ciuffo bronzeo e ribelle ricade fuori dal suo berretto nero.
Aspettate un attimo! E' Edward! 
"Attenzione, potrebbe vederti qualcuno! non dovresti frequentare le ragazzine, lo sai?" ridacchio facendogli posto sul letto e posando il libro.
Lui si siede e si accende una sigaretta.
"Non m'importa, se la ragazzina sei tu" mi dice e io quasi penso di aver bisogno di un apparecchio acustico. Ragazze, ma l'ha detto sul serio??
"Ehii! Terra chiama Bella"
"Ti odio quando fai così"
"Lo so" ridacchia e uno sbuffo di fumo si espande nella cameretta candida.
"Ma non eri con mio fratello?"
"Ma non ti fai mai i cavoli tuoi?!" sbuffa e si guadagna un ceffone scherzoso.
Restiamo qualche minuto in silenzio a guardare le nuvole di fumo spargersi tossiche per l'atmosfera creando strani giochi.
E' strano che lui venga qui. Certo, siamo abbastanza amici anche se non stretti ma non ha motivo di entrare nella mia stanza. Non ha mai avuto interesse per me. Almeno quanto riguarda fino quattro anni fa.
"Edward, cosa vuoi?" chiedo sicura che dietro c'è qualche scherzo di brutto gusto.
"Parlare, solo parlare".
Rimango stupita dalla sua richiesta ma accetto. Parliamo di cose non particolarmente interessanti, cose giornaliere e monotone. Ma dopo qualche minuto mi distendo sul letto ascoltandolo e beandomi del suono della sua voce così vicina. Edward si corica accanto a me e qualche volta ridiamo raccontandoci brutte figure passate.
Ma ad un certo punto la sua voce si fa seria. Comincia a raccontarmi i suoi problemi, quello che lo preoccupa. E così scopro molte altre cose di lui. Sta lottando contro la droga, fa sesso con ragazze che non ama, ha rapporti difficili con i suoi parenti ecc.
Ed io non mi limito ad ascoltare. Rispondo e lo consiglio, da brava amica. Gli dico che deve farcela e che si può cambiare sempre. Parlo anche di me, dei miei problemi e desideri. Per un attimo sento un legame nuovo. Un bel legame che ha avuto inizio tanto tempo fa, ma che è stato interrotto dall'età e dalla sua differenza tra di noi.
Non mi accorgo nemmeno che è passata un ora, ma lui deve andare ed io non voglio dar chiacchiere gratuite alla mia famiglia.
"Posso... posso venire domani?" chiede prima di salutarmi. Io annuisco e lo vedo allontanarsi con mio fratello ed i suoi amici.



NOTE DI ISABELLA SWAN
Gli servirò come psicologo... o come amica? Forse mi usa... Forse non c'è nessuno che lo ascolta e che lo fa sentire al sicuro. Sono solo un oggetto per i suoi interessi... o c'è qualcosa di più?







Vi spiego:  le NOTE DI ISABELLA SWAN sono i suoi pensieri. In mezzo ad essi vi è la storia. Mi scuso per il capitolo corto. Nei prossimi ci saranno più accaduti.
Commentate per favore!!


 


*SPOILER PROSSIMO CAPITOLO*
(...)"Io non sono un bravo ragazzo, Bella" afferma e inspira nella sua sigaretta.
Gira il capo verso la mia figura e continua: "Lo sai."
"Cosa?"
(...)"Tu seconda media. Io secondo liceo. Ti ho regalato quel ciondolo"
"Pensavo te lo fossi dimenticato..." sospiro e lui ride scompigliandosi i capelli.





!Mi sa che ho spoilerato troppo!! Vi ricordo un ultima cosa: per qualsiasi domanda o curiosità o dubbio fatevi sentire qui(Avrete un nuovo spoiler entro stasera [una foto] se riceverò almeno due domande): http://www.formspring.me/domandeconpetit 


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Capitolo 3
*** Bacio ***


ragazzina 3 (Edward-Bella)

Ragazzina

Sono due settimane che non si fa vivo. Non lo vedo da troppo tempo.

Ho paura che non mi parli più. Ho paura di perdere quel poco che mi ha dato.

Sto andando al concerto di una band locale e poco conosciuta. Ci saranno mille ragazzi ubriachi che balleranno il rock-alternative sotto le stelle, sotto gli alberi secolari del parco.

Sarà fantastico.

Indosso l’abitino bordeaux più corto che ho e allaccio le All Star blu ai piedi. Un po’ di schiuma ai capelli lunghi e un filo di matita blu agli occhi.

Esco di casa senza nemmeno salutare e salgo sul motore. Mi aspetta Alice.

 

 

Riesco a malapena a trovare un posto per lo scoter. Si sente già da qui la musica assordante e le urla di ragazzine stupide.

“Aliceeeee!!” urlo sbracciandomi tra la folla scatenata.

“Bellaaaaaaa!!” cinguetta prima di saltarmi addosso.

“Forks è rinata!! Wooooow!!” dice e poi ricomincia a ballare come una pazza.

Avrà bevuto vodka, ne sono sicura. Le fa sballare la testa in un secondo.

Mi guardo attorno un po’ spaesata. Non riconosco nessuno, perciò mi unisco ad Alice. Ballare è fantastico. Ancheggio i fianchi e scuoto i capelli velocemente, poi ridacchio insieme alla mia amica.

Mi fermo solo qualche volta per abbassare il mini-vestito che è arrivato ai glutei e ricomincio.

In qualche minuto ci accerchiano dei ragazzi. Sono fatti ed hanno circa diciassette anni.

Cominciano a strusciarsi addosso a noi e lancio un occhiata ad Alice.

Tutt’e due ci spostiamo ma niente da fare, ci hanno accerchiate.

E’ fastidiosissimo. Ti guardano come se volessero mangiarti e attirano a loro prendendoci per i fianchi. Uno arriva addirittura a toccarmi il sedere ed io mi fermo e mi giro verso di lui.

“che problema hai?” urlo ma la musica è così alta da soffocarmi.

Alice si ferma irritatissima e mi affianca.

Il ragazzo smette di ballare e mi urla un “scherzavo bambola!”.

Fa per attirarmi di nuovo a sé con fare viscido ma prima che possa fermarlo spunta Edward dalla folla.

“lasciala stare” sibila. Il ragazzo ed i suoi quattro amici indietreggiano un po’.

“che problema hai amico?” chiede uno improvvisandosi sfacciato ma Edward non risponde.

Il ragazzo ha paura, lo si legge negli occhi. Anch’io ce l’avrei. Edward è più alto e muscoloso, ha diciannove anni ed è famoso per le sue risse… sempre vinte.

Spuntano accanto a lui Emmett, mio fratello e Jasper, suo amico.

Edward mi sposta con un braccio e si mette al mio posto, faccia a faccia con il mio disturbatore.

“avvicinati di nuovo a lei e sei morto” dice.

Sembra anche che voglia dargli un pugno ma non lo fa. Forse per Emmett.

“tranquillo fratello, ce ne andiamo. James!” richiama un ragazzo e colui che sembra chiamarsi James indietreggia per poi scomparire con i suoi amici tra la folla.

Il braccio di Edward sfiora ancora la mia spalla, convulsivamente.

Poi si rilassa.

“scusa” dico.

Ma lui non risponde. Forse non mi ha sentito. Infondo c’è davvero troppo baccano.

“ti va di ballare?” chiedo quando una cover acustica di Te amo si espande in tutto il parco.

Lui annuisce e mi tiene stretta per i fianchi, abbracciandomi.

Io mi avvicino e intreccio le mani dietro la sua nuca.

Balliamo questo lento così. Senza parlare. Attaccati l’uno all’altra.

E’ una bella sensazione poggiare il capo sul suo petto e sentire il suo respiro caldo nel collo.

Ad un certo momento mi stupisco. Sento le frasi della canzone sussurrate da Edward ad un orecchio.

Ho i brividi.

Te amo, te amo, she say's to me.
I hear the pain in her voice.
Then we danced underneath the candleabra, she takes the lead.
That's when i saw it in her eyes, it's over.

Then she said Te amo, then she put her hand around me waist.
I told her no she cried Te amo,
i told her i'm not gonna run away, but let me go.
My soul has arrived, without asking why.
I said Te amo, wish somebody would tell me what she said.
Don't it mean I love you.
I think it means I love you.
Don't it mean I love you

Non credo a quello che sento. Sembra che tutta la folla urlante e  impazzita sia scomparsa.

Non c’è più nessuno. C’è solo la voce di Edward. Non mi accorgo nemmeno che la musica è finita e che è meglio allontanarmi ad Edward.

“Vieni” sussurra e mi prende per mano. Lo seguo senza fare domande e ritrovo addosso gli occhi di tutti.

Alice ridacchia, Emmett è serio, Jasper… bhe lui guarda Alice.

Sconosciuti ci fanno spazio e si sussurrano disprezzi.

Io seguo Edward un po’ imbarazzata.

Passeggiamo in silenzio fino a ritrovarci ai piedi di un’albero secolare, una quercia forse. E’ imponente e sono attaccati ai rami delle luci bianche. Attorno a noi buio e silenzio.

Lui si siede e si accende una sigaretta. Portandola alla bocca noto un tatuaggio alla gola. E’ una scritta in greco se non sbaglio ma non riesco a decifrarla.

“vuoi sederti?” chiede.

Annuisco e mi fa spazio ai piedi dell’albero imponente.

Mi chiedo come sia fumare, come sia baciare un ragazzo che fuma.

"Io non sono un bravo ragazzo, Bella" afferma tutto d’un tratto e inspira nella sua sigaretta. Rimango stupita dalle sue parole.
Gira il capo verso la mia figura e continua: "Lo sai".

Uno sbuffo di fumo.
"Cosa?"

“che ho occhi solo per te”

L’ha detto sul serio?

D’un tratto fissa il mio collo, poi con la sigaretta ne indica un punto.
"Tu seconda media. Io secondo liceo. Ti ho regalato quel ciondolo"
"Pensavo te lo fossi dimenticato..." sospiro e lui ride passando una mano tra i capelli.

“No…” sussurra.

“Non ti avrei mai tagliato fuori dalla mia vita”

“Non ero in me. Ero un povero sbandato”

“e chi mi assicura che non lo sei più?” dico.

Lui ridacchia, poi mi fissa serio.

“Bella ho smesso!”

“fumi come un dannato” borbotto.

“dovrai accettarmi”
“dovrò?!” chiedo altezzosa.

“certo! Oppure…” dice e in un attimo mi ritrovo tra l’erba del parco, coricata.

Edward è sopra di me e sigilla i miei polsi.

Mi dimeno come una matta.

“lasciamiiiiii!”

Lui se la ride di gusto e lancio un occhiata al vestitino. E’ in pessime condizioni ed in più si intravede la stoffa delle mutandine.

“No… il vestito!” e automaticamente il suo sguardo va sul posto. Le sue risate si fanno ancora più grosse e mi lascia i polsi subito.

Velocemente sistemo il vestito verso il basso con pochi risultati e guardo male Edward mentre mi metto in piedi.

“se gli sguardi potessero uccidere a quest’ora sarei già morto” ridacchia.

“sicuro” affermo e faccio per andare verso il concerto.

Ma lui mi ferma con una mano sul fianco e quando mi giro di scatto trovo le sue labbra sulle mie. Il mio bacino combacia con il suo e la sua lingua cerca la mia. Ci baciamo lenti ma passionali. Noto con gusto che il fumo danno un buon sapore alle labbra di Edward. Le mordicchio e le lecco per poi inseguirci di nuovo. Noto anche che ha un piercing sulla lingua, e mi piace.

Mi stacco da lui quando penso che Alice mi abbia già dato per dispersa e sorrido quando subito mi attira in un altro bacio. Lo accontento con uno a fior di labbra e corro verso il concerto. Edward rimane lì, sorridente e pensieroso.



*SPOILER PROSSIMO CAPITOLO*

(...)"Nooo! Con Jaspeeeer??"

"Si! E' stato troppo sfrenato!!"

(...)"Posso provare a fare una cosa?" e senza dargli il tempo di rispondere mi butto sul letto trascinandolo.

Per qualsiasi domanda o curiosità o dubbio fatevi sentire qui:http://www.formspring.me/domandeconpetit 

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Capitolo 4
*** Non mi ama ***


ragazzina 4 (Edward-Bella)

Musica

Ragazzina

"Bellaaaa" urla qualcuno.

E' Alice. In un balzo mi salta addosso abbracciandomi. 

"Non c'è bisogno che urli ogni volta che mi vedi Aly!" la rimprovero e lei fa una smorfia buffa.

Fino a due secondi fa stavo nella mia camera con Edward bella accoccolata tra le sue braccia tatuate e il letto, poi ho aperto la porta a questa pazza e la magia è sparita.

La faccio entrare senza esitazioni.

"Disturbo??" ridacchia lei quando si accorge che non sono sola in casa. Mi guarda un secondo, poi saltella gridolando verso la mia stanza.

"Aliceeee! Ma cosa ti prende!?" le dico sbarrandole la strada.

Lei ridacchia nuovamente.

Lancia uno sguardo a destra ed uno a sinistra con fare cospiratorio e poi sussurra eccitatissima. 

"l'ho fatto con Jasper!!" dice ed io rimango interdetta.

"Nooo! Con Jaspeeeer??"

"Si! E' stato troppo sfrenato!!"

"O mio Dio!!!" urlo e la abbraccio. Saltelliamo come due pazze ma infondo abbiamo solo quindici anni, consentitecelo.

Sono stupita! Chi se lo sarebbe immaginato! 

"Devi raccontarmi tutto...." comincio a dire ma noto che Edward è uscito dalla mia stanza e ci guarda sorridente.

"Oh... Alice, Edward..."

Lei rimane un attimo interdetta, poi ridacchia.

"Beh... io vado"

"Si" dice lui sorridendo.

Alice esce veloce dall'appartamento e sussurra un "ti chiamo io" prima di chiudere la porta d'ingresso.

Trovo le braccio di Edward stringermi contro di lui.

"Che fai?"

"respiro il tuo profumo"

"è buono?"

"certo" risponde e mi attira in un bacio, poi un altro ed un altro ancora.

Una mano passa tra i suoi capelli bronzei e un'altra finisce sul suo collo.

Scendo a baciare il suo pomo d'adamo e lo sento gorgogliare di piacere.

"Adoro quando fai così..." geme e mi cinge i fianchi. In un attimo siamo nella mia stanza, mi butta sul letto e mi riempie di baci sulle spalle e sul collo.

Ridacchio e lo abbraccio stringendolo a me più che posso.

Un altro bacio crescente.

Non mi accorgo nemmeno che una sua mano è sotto la mia maglietta. Mi irriggidisco di colpo e lo fermo prendendogli il viso tra le mani.

Mi specchio nell'oro dei suoi per qualche momento. 

"Edward..." sussurro.

"Ho capito" risponde e si sposta, si siede sul letto accanto a me e sbuffa.

Ha il fiatone. "Non me la sento, ci frequentiamo da poco e non siamo mai usciti insieme. Voglio essere la tua ragazza ma devi dimostrarmi di volerlo davvero" sussurro e prendo fiato.

"Cosa posso fare?" dice e si accende una sigaretta.

"Smettila di fumare..." prendo la sigaretta dalla sua bocca e dopo un leggero bacio sulle labbra di Edward la spengo sul pavimento "è un buon inizio"

Lui ridacchia e mi attira a sè. Reclama un altro bacio.

"Va bene... E cos'altro?"

"Dimmi che mi ami" rispondo e lo guardo.

Ma lui non apre bocca ed evita il mio sguardo.

Non mi ama, non mi ama.

"Tu non mi ami" affermo.

"Bella... senti..."

Non lo faccio nemmeno finire. Apro la porta della mia camera e faccio cenno di uscire. Quanto sono stupida!! 

Lui non risponde ed esce lentamente. La mia mano passa sul mio collo con violenza e mi fa male, ma strappo quel maledetto ciondolo dal collo e lo tiro per terra con forza.

Perchè piango? Che strazio!!

Edward mi guarda qualche secondo, prende il ciondolo dai suoi piedi ed esce da casa ad occhi bassi. Chiudo la porta alle mie spalle e sento un grosso groppo in gola. Scoppio a piangere.

Non mi accorgo nemmeno del tempo che passa, vedo solo i miei familiari entrare ed uscire di porta in porta. Sono seduta per terra e piango in silenzio. Ma poi entra Emmett e mi solleva senza parole fino alla mia camera, stendendomi sul letto e restandomi accanto per non so quanto tempo, ma so che resterà con me finchè non smetterò di piangere, cosa che non accadrà presto.

Triiiin!

Oh, Alice al telefono. Non è il momento. Spengo il cellulare e mi accoccolo ancor più sul letto, le lacrime spezzate dai singhiozzi.

 


Sniff... Sniff.... Che capitoletto triste :( Voi date ragione ad Ed o a Bells? Io a Edward *-*

Per tanti spoilerini gustosi e per qualsiasi domanda seguitemi qui= www.formspring.me/domandeconpetit

Ecco il ciondolo

A PRESTO!

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Capitolo 5
*** Come due gocce di sangue sulla neve candida ***


ragazzina 4
(Edward-Bella)

Musica

Ragazzina


"Non ti fa bene stare rinchiusa nella tua stanza a piangere" mi rimprovera Alice. Chiude la porta della mia camera e si siede ai piedi del letto. Io mi sono ficcata sotto le coperte come una stupida.

“Usciamo?” chiede.

Scosto la trapunta dagli occhi per gettarle un’occhiataccia. Gli occhi mi bruciano. E’ da ieri pomeriggio che sono rinchiusa qui. La luce improvvisa mi chiude gli occhi. Emmett ha chiamato Alice e lei è corsa qui. Non capiscono che voglio stare sola.

“Sei proprio infantile” dice.

“Sta zitta” mugulo. “Ci conosciamo da anni. Mi pare di avergli lasciato troppo tempo”

“Sai che è sempre stato una frana con le parole e poi... Stavate veramente insieme da pochissimo” continua e mi fa male il cuore. “Non puoi pretendere che un diciannovenne ti dica che ti ama. Non siamo in un romanzo della Meyer. Questa è la vita reale, fattene una ragione.” 

Di colpo sento Alice singhiozzare. Mi tolgo di dosso le coperte e noto che è seduta in posizione fetale. Lacrime brillanti ricadono frenetiche dalle guancie.

La abbraccio costringendola a coricarsi con me sul letto, la sua guancia sul mio petto. Altre lacrime bagnano la mia camicia ma non me ne frega niente.

“Alice, cosa c’è?” chiedo disperata. Mi fa un male cane vederla così e devo pensare a lei, invece di piangere sul mio latte versato.

Mi sembra così piccola e insignificante su questo letto, in questa stanza.

Lei porta il palmo della mia mano al suo stomaco e singhiozza un ultima volta.

“Sono incinta” come due gocce di sangue sulla neve candida.

Alice, incinta. Alice, una piccola anima dentro il suo corpo da 15enne.

Non so cosa dire, un po’ per lo stupore ed un po’ per paura di ferirla.

“Compreremo vestitini rosa e scarpette microscopiche” sussurro quasi a me stessa.

Lei scoppia nuovamente in lacrime e la stringo a me con forza. Ce la faremo.

°*°*°*°

“Ho fatto il test dopo essere passata da casa tua. E’ di Jasper, ne sono sicura. Quindi ha due settimane” sussurra. Le sto stringendo la mano e Alice si sta sfogando.

“E’ una cosa bellissima” le dico e annuisce.

“Non voglio abortire. Ma devo dirlo ai miei e a Jasper”

“Ci sono io”.

Mi alzo dal letto e vado in cucina a prendere altro gelato al cioccolato in vaschetta.

“Grazie” dice quando torno e le porgo il cucchiaio.

“Di cosa?”

“Di esserci”

Le sorrido. “Avresti fatto la stessa cosa”

°*°*°*°

Emmett entra in camera senza nemmeno bussare. “Dovresti farti il giro della città sorellina!!” dice.

“Cosa??”

Ma lui non risponde e ridacchiando esce dalla stanza.

Io e Alice ci guardiamo incuriosite, poi usciamo di casa.

Di fronte la mia casa una scritta nera e di enormi dimensioni imbratta le altre villette.

‘Bella’ c’è scritto.

Alice ridacchia accanto a me. “E’ proprio impazzito”

Io sono senza parole, davvero.

C’è il mio nome dappertutto. Sulla strada, sulle villette, sulle macchine.

“Prendiamo un taxi” mi dice Alice.

Eccomi sulle vetrine dei negozi. Sulla strada del centro. Sui palazzi della periferia.

“Si fermi!!” urlo al tassista. Eccolo al centro della piazza principale.

“Corri!!” urla Alice in preda all’entusiasmo.

Ringrazio Dio per essermi ricordata di aver messo le converse e mi scaglio verso Edward con un sorriso stampato in faccia.

Mi fermo davanti alla sua splendida figura e ci guardiamo per istanti interminabili.

“Ti amo” sussurra.

Scoppio a piangere dalla felicità e mi ritrovo tra le sue braccia.

“Ti amo anch’io” singhiozzo.

 




Che ne pensate??

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Capitolo 6
*** Esserci e non esserci. ***


asrftgh

(Edward-Bella)

Musica

Ragazzina

Non ho parole per descrivervi come mi senta. Sono riapparsa al pc, dopo mesi di vuoto e di buio infinito sia nella scrittura che nella vita personale, ho riaperto efp. Ho immaginato infinità di brutte parole. Ho immaginato che mi avreste abbandonato. E invece eccovi qui. Tutte nell’attesa di un nuovo capitolo.

Ho pianto per la gioia scoprendo che non mi avete abbandonato, nonostante non ci siano parole abbastanza grandi per scusarmi. Faccio schifo, lo so.

Eppure ci siete ancora. Eppure amate ancora le mie storie come io faccio.

Quello che è appena passato è stato un brutto momento. Un momento di “blocco”, di crisi infinita che sembrava essersi impiantato nel profondo della mia anima. Ma questo orribile momento è andato via. Adesso sto scrivendo con vigore, quasi fretta di finire e darvi notizia.

Vi dico Grazie.

Il fatto che mi ha portato ad oggi e stato uno.

Sul sito http://www.formspring.me/domandeconpetit, dove potete chiedermi la qualsiasi, ho trovato dei commenti negativi ed offensivi (potete leggerli tutti). Non mi sono arrabbiata. Penso che ognuno debba avere il diritto di dire la sua, di avere una propria impressione. Penso che non ci sia niente di male nel discuterne. Ma penso anche che trasformare una critica in un offesa non sia giusto. Le parole pesanti e che mi hanno sinceramente deluso hanno anche portatomi ad una svolta. E ad oggi ringrazio la persona che le ha scritte. Adesso so che nonostante le cadute ci si rialza sempre. Che siamo forti, anche se non sembra. Perciò desidero esservi di esempio. Tutto si supera, sempre.

 

Ringrazio anche la musica, la mia ispiratrice, per la quale nutro un profondo e sincero amore.

Artisti quali Yiruma, Muse, Loredana Errore, Mina, Yann Tiersen, Paramore. Ve li consiglio davvero tutti.

 

Bene, vi lascio al capitolo. Spero che possiate perdonarmi. E ancora grazie di tutto, per tutto.

 

 

 

 

 

 

 


“ho deciso, abortisco” mi ha detto Alice con un tono di voce che mi faceva paura. Un tono di voce flebile e spezzato. Neanche lei sapeva a cosa andava incontro.

“mi odi per questo?”

Potrei, ho pensato.

No, ho detto.

Si, ho mentito.

Non riesco ad immaginare il piccolo che pian piano cresce e si definisce dolcemente dentro Alice come un problema, qualcosa di scomodo da eliminare.

So che tanto tempo fa anch’io ero come lui. Tutti eravamo come lui. Teneri e piccoli, felici di stare al sicuro, amanti incondizionati della propria madre. Anche i dottori che spegneranno il suo cuore erano come lui. Non so se ne sono coscienti.

Ci ho pensato a lungo. Alice è viva. Dentro lei vi è qualcosa di vivo. Fra poche ore non ci sarà più.

Gia immaginavo il piccolo che adesso fa girar la testa alla madre, che la porta a mangiare tantissimo ed a dormire sempre. Me lo immaginavo paffutello e dalla pelle candida, che sa di latte e di vita. Immaginavo un brontolone che ti guarda e sorride perché ti ama così come sei, e tu sai che hai la pelle piena di smagliature e il trucco sbavato e i capelli spettinati.

Decido di cancellare questa piccola visione. Perché morirà presto. E non voglio illudermi di poterlo tenere in braccio un giorno.

Adesso io ed Alice siamo dentro una stanza con poltroncine bordeaux e finestre chiuse. Le pareti sono di uno strano giallino immaturo. Di fronte a me, dentro riviste patinate, modelle anoressiche sorridono perché indossano borse e accessori firmati. Ma quanto può contare? Il loro sorriso sembra la smorfia di uno scheletro. Mi chiedo se questa è vita.

Siamo in sala d’attesa. Alice accanto a me legge un’articolo di giornale su qualcosa che non è abbastanza importante per avere il diritto di essere scritto. Di fronte a me c’è una porta. E dentro quella porta un’ora fa è entrata una ragazzina di circa la nostra età. È entrata con una vita. Adesso la stanno uccidendo. Ed io non posso far niente.

“Sei sicura? Voglio dire… non è che poi te ne penti?” le dico. Spero di uscire presto da questa stanza. Spero che Alice esca con ancora una vita nel grembo.

Ma lei non risponde alla mia domanda. Fissa la rivista, ma i suoi occhi la tradiscono. Sono impauriti.

“Jasper che ti ha detto?”

“Non l’ho ancora sentito.” Le tremola la voce.

“Come no? Non puoi abortire! Il figlio è per metà suo!”

Lei alza lo sguardo sul mio.

“Aiutami” dice.

“Non farlo”

Ma lei distoglie lo sguardo scuotendo la testa. Torna alla sua rivista.

La ragazza che prima era entrata nella stanza adesso ne sta uscendo. E’ accompagnata dalla madre. La ragazzina piange con una mano sulla bocca. La madre continua a ripetere che è stata la cosa migliore. La madre non la abbraccia. La madre è felice.

Vorrei farle capire cosa significa esserci e non esserci.

Vorrei farle capire che ha sbagliato. Che non ha il diritto di uccidere.

Ma la madre sorride.

Anche Alice si è accorta dell’accaduto.

Esce un infermiera. Ha i guanti sporchi di sangue. Le mani di un assassina.

“Alice Cullen” dice annoiata.

“No” risponde lei.

Mi prende per mano, afferra il giubbotto di pelle nera, e via da qui.

“Io non ti lascio” dice quando siamo fuori.

Ma quando la guardo mi accorgo che non parla con me. Ha la mano sul ventre.

 

 

 

 

Jasper si presenta a casa mia in pochi minuti. Ha lo sguardo allarmato e l’espressione tesa.

Gli abbiamo detto di venire al più presto.

Con lui si è presentato anche Edward.

Lui mi prende per mano, mi guarda interrogativo.

Io non spiffero niente. Porto Jasper nella mia stanza, lì lo aspetta Alice.

Appena si chiude la porta alle spalle, abbraccio Edward. E’ caldo e sicuro.

“Cosa succede?” mi chiede.

Io gli dico tutto.

Pensavo che si sarebbe arrabbiato. Pensavo che avrebbe reagito male. Invece mi guarda e sorride.

“E’ una cosa meravigliosa. Voglio dire…” gesticola con la mano, incapace di trovare le parole adatte.

“ti amo” gli sussurro all’orecchio. Lui ricambia. Poi lo bacio.

Veniamo interrotti quando la porta si apre. Il primo ad uscire fuori è Jasper. Ha un sorriso smagliante sul volto e tiene per mano Alice.

Lei ha la stessa espressione ebete.

E’ proprio lei a parlare per prima. “lo teniamo” dice.

E l’espressione ebete mi contagia.

La abbraccio, le dico che ha fatto la scelta giusta. Jasper ed Edward fanno lo stesso. Edward si congratula, poi lo chiama papà.

Jasper sorride e il suo sguardo incontra quello di Alice. E’ così infuocato d’amore da trasmetterci una strana serenità. Questo può definirsi vero? Decisamente sì.

 

 

 

 

La sera Edward, Alice e Jasper rimangono a casa per festeggiare.

Mangiamo pop corn e guardiamo una commedia tutti appollaiati sul divano della mia camera.

Quando Emmett torna dalla partita si siede con noi. Quando annunciamo la notizia, stritola Alice e da una pacca sulla spalla a Jasper che sorride smagliante.

“Edward”  dico dopo.

Lui si gira verso me, mi sorride, mi da un bacio casto.

Nel film il protagonista fa una battuta sporca. Ridiamo tutti. Il suono è piacevole, tranquillo. Guardo Edward ridere. Ha una bella bocca. Mi piace osservarlo.

Adesso capisco cosa significa amare. Significa vedere lui ovunque. Significa aver bisogno di lui ovunque. Significa che ogni volta che lo vedi, anche se ogni giorno da anni stai con lui, il cuore ti batte così forte che ti senti volare. Significa che quando ti bacia ti gira la testa. Significa che se il mondo finisse e ci foste solo voi due, il nulla e la disperazione, saresti felice.

“Edward” lo chiamo.

Lui si china verso me, lo sguardo addolcito dalla mia visione.

Mi porgo sul suo orecchio.

E sussurro qualcosa che stupisce perfino lui.

“Voglio fare l’amore con te”

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Metropolitana ***


aaaaaaa

Scusate per il ritardissimo, ho avuto un bel da fare con la mia nuova ff: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=517588

Vi lascio al capitolo, sperando in una Buona lettura.

 

 

Musica

Ragazzina

“Edward” lo chiamo.

Lui si china verso me, lo sguardo addolcito dalla mia visione.

Mi porgo sul suo orecchio.

E sussurro qualcosa che stupisce perfino lui.

“Voglio fare l’amore con te”

Edward mi guarda stupito, non sa cosa dire.

“sei sicura?” dice dopo qualche secondo.

Annuisco. “Voglio che la mia prima volta sia con te. Tu sei tutto per me. Sei la mia vita”

Sorride dolcemente.

“Tu non sai quanto io ti amo” sussurra ad un centimetro dalle mie labbra. Mi da un bacio casto, poi un altro ed un altro ancora. Piccoli baci pieni d’amore.

Il suo respiro è freddo sulle mie guancie. Il suo profumo è un miscuglio tra lillà e sole, non so descriverlo.

I suoi baci mi fanno ridere di gioia. Quella sensazione stupenda che ti fa sentire amata. E’ qualcosa che ti scuote dentro, che ti porta ad essere euforica senza senso.

Come una scossa elettrica, ma meno dolorosa e più significativa.

Quando cerco di approfondire il bacio, Edward si ritira.

Lo fisso, confusa.

“Sei troppo piccola” sorride mesto.

Per un attimo penso al fatto che ho quindici anni. Penso che i peluches e le barbie le ho sepolte nella spazzatura anni fa. Penso che questa sia solo una cazzata per evitargli il dovere.

“peccato che lo pensi solo tu” rispondo. Proprio in quel preciso istante il film finisce. Una grossa scritta “The End” infuoca lo schermo al plasma.

Quella scritta mi sembra più che appropriata.

Tutti si sono accorti del nostro improvviso battibecco.

Edward mi fissa infuriato. E ci credo.

“ciao ciao” faccio prendendo il suo giubbotto e scappando di casa.

Trattieni le lacrime, trattieni le lacrime.

Metropolitana, aspettami.

 

 

Edward Pov

“Allora?? Dove sta andando??” chiedo ad Alice che ha appena telefonato Bella.

Mi guarda preoccupata. “Alla Metropolitana”

“Cazzo!”

Prendo le chiavi dal mobile dell’ingresso ed esco di corsa da casa.

“Cosa credi di fare??” urla Alice dietro me. Jasper e Emmett la seguono interrogativi.

“la salvo da quello schifo”

Alice si ferma di colpo e mi guarda come se fossi pazzo.

“Ormai è troppo oltre. Non arriverai in tempo”

“Tu non capisci, Alice! Non posso permetterle di farle fare il più grande sbaglio della sua vita”

“si, ma non sei tu a deciderla. Quindi aspetta che torni e calmati”

Ma non posso, non posso.

Entro in macchina e do gas violentemente, prima di sparire nel buio della notte.

 

 

Uau! Che capitoletto! Le domande alle quali voglio che rispondiate sono:

Cos’è la metropolitana??

Cosa farà Bella una volta lì?

Perché Edward non vuole che lei ci vada??

A domani con gli indizi. A presto con il nuovo capitolo.

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** *Spoiler* ***


1 Vi avevo promesso lo spoiler perciò... Ecco tre foto:
 


Spoilero anche tre parole:  DROGA . SESSO . DIVERTIMENTO


Lascio a voi le deduzioni...

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Capitolo 9
*** Destino ***


2

Ecco il nuovo Chap!! Moooolto veloce perchè appassionata!! vi prego di commentare!!!! Ed ecco il capitolo che cambierà tutto. Ecco due nuovi personaggi....

Musica

Ragazzina

La Metropolitana è piena di ventenni. Ci sono ragazze con gonne minuscole e capelli lunghi. Ci sono ragazzi atterriti dalla droga, accasciati sul marciapiede di cemento.

Qualche decina di metri dopo me una ragazza sale su un auto.

Questo posto lo chiamano uno “sballo totale”. E’ una metropolitana, e la notte si anima di ragazzi. Qui ci si droga, si beve, si spaccia, si fa sesso nei bagni pubblici, si balla e ci si diverte.

Più vicini a me, un gruppo di ragazzi metallari sono seduti per terra, alcuni ridono spesso, altri sembra che dormano.

Mi avvicino ad uno di questi. Ha la chioma chiarissima e corta in un ciuffo all’insù. E’ davvero un bel ragazzo. Ha lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi verdi sono costeggiati da enormi pupille nere. Sotto essi si vedono chiaramente delle occhiaie. Ha le orecchie piene di piercings, in contrasto con il viso d’angelo. Accanto al suo corpo c’è una bottiglia quasi vuota di Jack Daniels. Ha una canna tra le mani.

Mi siedo accanto a lui. Quando lo chiamo si meraviglia. Non mi aveva notato.

“Hai qualcosa?” gli chiedo.

Lui gira il capo verso me, mi guarda bene. Poi infila la mano nella tasca del suo pantalone nero.

Esce una bustina trasparente. La apre. Dentro c’è una polverina bianca. Sembra eroina.

Di scatto si alza e mi fa un cenno. Poi s’incammina dritto nei bagni pubblici.

Io lo seguo.

Quando siamo dentro il bagno prende un po della polverina che ha nel sacchetto. La sistema su un pezzetto di vetro, la mette in fila con una carta di credito rubata.

Fa tutto con estrema meticolosità. Non dev’essere la sua prima sniffata.

Arrotola un foglietto di carta preso dalla tasca del pantalone. Poi me lo passa.

Io non so esattamente cosa fare ma ci provo comunque.

L’effetto è invisibile. Mi accorgo di avere gli occhi del ragazzo biondo addosso. Appena finisco sorride. Poi fa per tornare alla metropolitana.

Improvvisamente lo fermo.

“grazie” gli dico.

Lui mi guarda, i suoi occhi si scontrano con i miei.

“come ti chiami?” gli chiedo.

Quando mi risponde vedo tutto un po’ addolcito. “Adam” dice ed è come se fosse estremamente importante.

“io mi chiamo Bella”

Annuisce.

Quando torna con i suoi amici ed io lo seguo mi sembra tutto più difficile. Camminare, parlare, guardare, concentrarsi su qualcosa.

Ma lo faccio lo stesso. Ne rimango così sorpresa da riderne per minuti interi.

Quando Adam si siede per terra, lo imito. Accanto a lui mi sento meglio. Dimentico che non lo conosco, che sono fatta e che ho una tremenda voglia di vendicarmi.

“secondo te sono desiderabile?” chiedo ad Adam.

Lui mi guarda e sorride. “si” risponde. Poi attacca a ridere. Mi sembra bello farlo perciò lo seguo.

Però poi vengo bloccata quando poggia le labbra sulle mie. E’ un bacio a stampo, dolce, tenero e lungo.

E stranamente non mi da fastidio.

Quando ci stacchiamo si mette le mani in testa e mugula qualcosa.

“cosa c’è?”

“comincia a fare effetto…” sussurra. La voce è calda ma preoccupata. Mi fa piangere.

Ecco la parte dura dell’eroina. Dopo un po’ cominciano gli effetti negativi. Potresti vomitare o addirittura morire. Tutto per non vedere le cose.

E io non ci capisco più niente.

E rido con le lacrime agli occhi.

“quando smette?” chiedo quando mi accorgo che mi gira la testa ed ho un attacco improvviso di adrenalina.

“mai” risponde.

“ciao” dico e sembra così fantastico!

Mi incammino per la metropolitana. Perché ho visto una cosa che luccica e che mi sembra importantissima e ho voglia di seguire e mi sembra di volare e… e poi non so cosa.

Tutto d’un tratto mi sento tristissima. Penso a quello che mi ha detto Edward. A quello che avrei voluto dirgli.

E di colpo sento il rombo della sua Volvo.

La vedo alla fine della strada. Con una sbandata micidiale si ferma. Lui mi avrà visto. Cazzo.

Lo sportello si apre e scende Edward. La sua espressione è tristissima. Mi viene da piangere. Ma resto impassibile.

Fuma una sigaretta e viene a passo veloce verso me.

“Bella” dice quando siamo ad un metro di distanza.

Mi sento un po’ male a guardarlo così. Mi sembra un piccolo cucciolo abbandonato.

“l’hai fatto davvero??”

“cosa” rispondo in un mugolo.

“sesso”

L’ho fatto davvero?? No.

“Si” rispondo invece.

Mentire non è mai stato il mio forte. Ma lui ci crede. Abbassa gli occhi e una lacrima scende dalla sua guancia.

“Stasera avrei voluto darti la tua collana, il tuo cuore spezzato…” sussurra e me la porge. Luccica di morte. Ho una nausea tremenda.

Si avvicina a me quando vede che non rispondo, si accorge di qualcosa.

“Dio, che pupille! Che hai preso?!” sbraita.

Io lo ignoro.

Prendo la collana dalla sua mano. E con un colpo finisce scaraventata sul marciapiede freddo. Edward guarda quello che ho combinato. Sembra come se gli avessi mollato un pugno.

“Con te finisce adesso. Perché non te ne torni da dove sei venuto?”

“vuoi davvero lasciarmi?”

“l’ho gia fatto” rispondo. Fa male al cuore. Fa male al cuore. Fa male al cuore.

Lui annuisce con lo sguardo ferito.

“e’ stata solo una cazzata, io non…. Senti Bella, io ti amo davvero! Ma sei troppo piccola, sei troppo… infantile e io allora…”

“ma vaffanculo Edward”. E giro i tacchi verso la metropolitana.

 

 

Più avanti, un ragazzo biondo seduto su una panchina fuma una sigaretta. Mi guarda e io guardo lui, poi sorride. E' Adam.

 

 

Oltre la notte, la mattina seguente, qualcosa che non posso immaginare. Nello stesso letto dove dormo due persone fanno l’amore. La prima è accecata dalla depressione e vuole dimenticare. La seconda si vanta del fatto di aver fatto un torto alla propria sorellina, che invidia da troppo tempo. Accanto ai due, qualche pasticca di eroina, che ha reso lui ceco e disgraziatamente vittima di una donna che porta troppo rancore. La cosa peggiore, e che io ancora non so, è che lui è Edward e lei abita accanto a me, a separarci solo un sottile muro.

Adesso il prologo si capisce abbastanza?? commenti please! qui su efp e su www.formspring.me/domandeconpetit

ADAM E' TOBY HEMINGWAY > FOTO E FOTO.

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Capitolo 10
*** Non posso reggerlo ***


3

Per ora posto come un razzo! Me commossa da me stessa XD 

Ecco il capitolo, e' più introspettivo. Mi è costato molto scriverlo.

Se avete dubbi, domande, chiarimenti o altro contattatemi su www.formspring.me/domandeconpetit dopo avermi fatto le vostre domande tenete d'occhio il sito, perchè vi risponderò subito.

Buona lettura amisci.

Musica

Ragazzina

Non avevo mai passato la nottata fuori. Non avevo mai visto l’alba così vicina da toccarla con un dito, seduta su una panchina con ragazzi mai conosciuti che hanno passato fin troppo per meritarsi un altro giorno, un’altra alba.

Fuori dalla mia casa c’è un mondo nuovo, un mondo mai conosciuto prima. Sembra tutto più facile. La mattina si dorme, il pomeriggio in giro per la città, la sera nei pub, la notte alla Metropolitana o magari a casa di qualcuno.

Sono le cinque e mezza ed io devo proprio tornare a casa se non voglio una rimproverata da Charlie.

Adam è accanto a me, silenzioso, fissa il paesaggio davanti a noi. Ogni tanto fuma una sigaretta. Questa notte ho scoperto molto su di lui. I suoi sono morti, adesso vive da solo, di lavorare o studiare non se ne parla e quando serve ruba per vivere.

Lui e i suoi amici non sono esattamente dei bravi ragazzi, ma se la sanno cavare nella vita. Sono indipendenti. Li ammiro per questo.

Adam non ha più cercato di baciarmi. Forse lo ha fatto solo perché era fuori, forse perché lo ero io oppure perché un po’ di affetto ogni tanto non fa male.

“devo andare” esordisco.

Mi alzo, comincio ad incamminarmi a piedi. Sono senza scarpe. Il fatto è che mi piace sentire il cemento freddo di Forks.

“ti accompagno?” dice Adam.

“meglio di no, voglio evitare casini a casa”

Lui annuisce. Mi fa un cenno col mento, poi si rilassa sulla panchina.

Mi fa tenerezza. Non ha nessuno che lo cerchi, nessuno che gli ponga delle regole, nessuno che lo aspetti a casa.

Da fuori la mia casa sembra inabitata. Dormono tutti di sicuro.

Mi chiedo se Alice sia rimasta o se se ne sia andata con Edward e Jasper.

Entro dentro casa in punta di piedi, cercando di non fare casino. E invece mi ritrovo davanti Charlie, in pigiama con l’aria assonnata.

“vai a dormire papà” gli dico.

“dove sei stata” dice. E’ paonazzo. Mi fa ridere.

Scoppio fragorosamente davanti a lui. E per tutta risposta sbuffa.

“sono stata in giro”

“Mamma mia che puzza di Alcool! E di qualcos’altro…” mi guarda di sottecchi.

La mia espressione di colpo cambia. Passa dalla divertita alla scioccata. Ma che vuole?!

“ti sei drogata??” urla di colpo.

“lasciami in pace!” sibilo prima di chiudermi la porta della mia camera alle spalle.

Subito vengo inondata da odore di fumo, sole e lillà.

Mi giro verso il mio letto.

E improvvisamente il mondo mi cade a pezzi.

E’ indescrivibile.

E’ indescrivibile il dolore, il disgusto, lo schifo che mi assale.

E’ sconcertante.

Tanya è coricata sul mio letto, i seni scoperti. Accanto a lei dorme Edward, a coprirli il mio lenzuolo viola. O meglio, dormiva.

Ha l’espressione di uno che ha fatto un casino.

Mi guarda, boccheggia.

“tu” sibilo.

Saranno sicuramente nudi sotto quel lenzuolo.

Avranno fatto sesso sfrenato. Nel mio letto. Tanya avrà sicuramente goduto nel farlo con il mio ragazzo. Adesso si appartengono. Edward ha fatto l’amore con lei, semplice conoscente, che con me, la sua ragazza. Ha preferito così.

Mi appoggio al mobile accanto alla porta perché ho dimenticato di respirare e traballa un po’ tutto.

Edward si alza, il lenzuolo attorno la vita. Ovviamente è bellissimo, e non è più mio perché ha preferito fare la cosa più intima e stupenda, che leghi fisicamente e spiritualmente anima e corpo, con Tanya invece che con me.

Diceva che sono troppo piccola. Ma farsi mia sorella gli va benissimo. Quanti anni ci separano? Solo due. Solo per due miseri anni ha preferito lei.

Per così poco ha scelto lei e non me.

Mi avvicino alla sua faccia e gli mollo uno schiaffo in pieno volto.

“tu sei un bastardo! Tu devi andare via da questa stanza, dalla mia vita! L’hai fatto con mia sorella, nella mia stanza! Ma come cazzo sei!? Io ti odio! E’ questo l’amore che provi per me??” sibilo a raffica, ad un centimetro di distanza da lui.

Mi sento malissimo. Mi sento come se ti hanno detto che tra poco morirai, e tu non sai cosa fare perché è scioccante e sai di non poter evitare la morte ma hai ancora così tanto da fare che alla fine muori per il dolore, e chi ti ha detto che stavi per morire era il male e scherzava.

“l’ho fatto per dimenticarti… avevo preso dell’ero! Non sapevo quello che facevo!!”

“con mia sorella? Proprio nella mia stanza?”

Sono indignata.

Tanya dorme beata. La trascino fino fuori dal letto. Sbatte la testa per terra, sgrana gli occhi per il dolore.

“buongiorno” le dico. Poi la trascino fuori dalla stanza per i capelli. Lei si dibatte e urlicchia dei “lasciami” troppo acuti.

“TROIA” le urlo in faccia. Poi chiudo la porta e via fuori dalla stanza.

La lascio là, nuda, davanti Charlie. E subito partono le sue grida di rimprovero.

La mia vendetta arriverà, Tanya.

“Hai ammazzato tutto, Edward” e con tutto mi riferisco all’amore, alla passione, al legame stupendo che ci lega da anni.

Lui si siede sul letto e scoppia a piangere.

“non mi intenerisci” gli dico.

Lo lascio così, davanti ai miei occhi severi mentre piange e non sa come rimediare al “tradimento”.

Penso che lasciarlo nudo psicologicamente come un verme sia abbastanza. Ma non è vero. Fa malissimo al cuore. Non posso reggerlo.

“tu mi avevi lasciato, mi avevi detto che avevi fatto sesso con un altro…” mugula.

“mentivo!”

“ma io non lo sapevo!!”

“e allora per ogni litigata devi farmela pagare?? Io stavo e sto di merda per colpa tua e tu non hai mosso e non stai muovendo un dito per cercare di salvare me, al posto di salvare te. Questo non si chiama amore. Questo è fin troppo facile”

Poi qualcosa dentro me. Un dolore al petto, uno strano strappo. Qualcosa di denso e troppo scuro ricopre il mio cuore. Piano piano, ma è così pesante che non puoi ribellarti, perché sai che sarà solo peggio. Come le sabbie mobili. Come della vernice che ricopre lentamente una figura. Mi sento soffocare, non riesco a ribellarmi. Non riesco a…

Finisco per terra, svenuta.

E Edward non se n’è ancora accorto. E’ troppo preso a piangere sul latte versato.

Lo ha fatto troppo tardi, non se n’è accorto abbastanza in tempo per fermarmi.

E cado nel buio… Sempre più giù.

Uuuuuh! Cosa è successo??

Vi annuncio a breve uno scontro violento fra Tanya-troia e Bella-cattiva.ragazza!

In quanti siete a seguirmi?? Vi piace come si sta evolvendo la storia?

Siamo quasi alla fine, perchè intendo dividerla in due ff. 

Un'altra domanda. Che ne pensate del personaggio Adam? E con chi lo vedete? Io ora come ora non riesco a perdonare Eddy per quello che ha fatto!  I tradimenti proprio non li sopporto! Per me in questi casi il perdono non esiste!! =P Povero Adam... Solo soletto =( cerca in Bella del conforto... Nient'altro. E' un modo molto timido per scongiurare Bella di salvarlo da questo schifo.

Un messaggio per tutti: La droga e tutto il resto fa schifo, svuota la mente, ti uccide pian piano. Non mettetevi in casini più grandi di voi e che di sicuro non saprete gestire.

Commenti plissssss!

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Capitolo 11
*** Screzi di luce in un freddo buio totale. ***


4

Per prima cosa: sono felicissima che abbiate capito il personaggio di Adam. Bella e lui vedono questo legame come un rapporto di fratellanza molto acuta e sensibile. E nel corso della storia si evolverà.

Vi capisco tutte. In questo momento odiate tutti i miei protagonisti. E fate bene, anch’io qualche volta li odio. Ma serve per evolverli, per maturarli e farli diventare un esempio per voi, per tutti.

Vi ricordo ancora una volta www.formspring.me/domandeconpetit per qualsiasi domanda.

Bon, ecco il capitolo.

 

 

Musica

Ragazzina

 

“Come ti sembrano queste?” Alice ha in mano due graziose scarpette rosa piccolissime e contornate da dolci fiocchetti di raso.

Sono passate due settimane da quando mi sono lasciata con Edward. Alice è il mio unico sostentamento. Ha già un bel pancione e riesce a farmi dimenticare. A rendermi partecipe della sua gravidanza. Ma non riesce ancora a farmi ridere. A quello ci pensa Adam. Le poche volte che usciamo assieme, che Charlie o Emmett me lo permettono, mi fa ridere continuamente. L’ho soprannominato ‘fratellone’. Gli ho raccontato la storia di Edward, di Tanya e persino quella di Alice e Jasper. Non so come mi è venuto, ma ho avuto voglia di renderlo partecipe, non di tenermi tutto per me. E’ stato un bene. Con lui non tocco mai argomenti che mi rendano triste, invece ci tiene a scoprire un lato dei ragazzi di Forks che non avevo mai visto. La spensieratezza, la libertà e la felicità per un nulla.

Con lui è tutto più salutare. La notte non vuole portarmi alla Metropolitana. Mi tiene fuori dalla droga. Lui è ormai nel giro, non posso salvarlo. Ci vorrebbe  veramente qualcosa di forte come l’Amore per lasciare quello schifo.

Adesso sono con la mia migliore amica in un grande centro commerciale di Port Angeles. Scegliamo vestitini, culle e varie per la piccola. Si, la piccola, perché il bambino è una femminuccia.

“Bella?” dice Alice all’improvviso.

Adesso tiene in mano due paia di minuscole scarpette.

“quelle” dico indicando con un dito il secondo paio. Sono lilla e ricoperti di ricami raffiguranti dei piccoli fiorellini leggermente più chiari.

Lei annuisce. E via dentro il carrello.

I genitori di Alice le hanno dato tutto il supporto che le serviva. Una carta di credito per le compere e un appoggio per tutta la durata del parto. Per il ‘dopo’ lei ha scelto di andare a vivere da Jasper. Dopo i suoi diciott’anni si sposeranno. Mi chiedo se tutta questa fretta sia dovuta al bambino. Se non ci fosse stato, forse Jasper non si sarebbe fatto più vedere. Magari mi sbaglio. Magari gli si è aperta una nuova realtà che gli piace. Magari metterà la testa a posto. E basta discoteche e una ragazza alla settimana. Magari ama realmente Alice. Lo spero.

Lei è davvero fortunatissima. Ha tutto. Una piccolina presto in arrivo, un posto tranquillo dove stare, l’amore di Jasper e l’appoggio dei genitori con tanto di soldi a palate per il mantenimento della piccola.

“Che nome hai scelto?”

“eh?” risponde lei. E’ presa dalla ricerca di una nuova tutina.

“il nome della bambina” ripeto.

Lei si ferma e mi guarda, nei suoi occhi verdi la luce. Mi rassicura. Mi rassicura il fatto che attorno a me non sia tutto buio, che dopo il buio ci sia la luce ad attendermi. Ma il buio resta ancora negli angoli più profondi del mio cuore, e riaffiorano taglienti anche quando ci sono Adam e Alice. Mi chiedo se riuscirò ad uscirne un giorno.

“A Jasper piace Christine, io invece sono fissata per April”

“Uau! Che bei nomi! April è bellissimo”

Lei sorride, proiettata in un futuro molto prossimo. Lei, April e Jasper in una villa vicino il bosco di Forks, una fede al dito e magari una nuova gravidanza. Ogni tanto i nonni vanno a salutare la nuova famiglia, portano dolci ipercalorici e liquore al cioccolato. Giocano a carte nella veranda, assaporando la tranquillità di Forks.

Sospiriamo nello stesso istante.

“Sarai una madre perfetta” la rassicuro. Perché Alice riuscirà a farcela. Almeno di questo sono sicura.

 

 

 

Piccolo sketch con Alice. Il capitolo è così breve per sottolineare il buio psicologico quando per Bella non ci sono Alice e/o Adam.

Bella sta ancora malissimo per Edward. E Edward come starà?  

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Capitolo 12
*** Verso il buio ***


sfghj

Musica

Ragazzina

 

 

Disegno ombre scure ed irrequiete. Disegno tempeste. Disegno squarci di buio. Disegno vuoto. Disegno nero. Disegno con forza come a cancellare, invece di scrivere. Disegno quello che non ho mai disegnato. Disegno ciò che non ho mai provato. Disegno nell’angolo più buio della stanza. “possiamo parlare?” la voce di Tanya è scombussolata, intrisa di dolore. Si piega fino a rendersi visibile, sbucando nello screzio aperto della porta della mia camera.

La odio. Ha il viso livido, le labbra serrate, il trucco sbavato che copre malamente le occhiaie scure. Odio la sua maschera distrutta, che dovrei indossare io al posto suo. Odio tutto di lei. I capelli rame che spiccano nella fioca luce della stanza, che brillano di vergogna in ogni suo riccio capriccioso, per esempio.

“cosa” sibilo.

“ho bisogno di dirti la verità…” ha gli occhi lucidi, lo sguardo afflitto e perso nel vuoto “sai perché l’ho fatto, Bella?”

Perché forse sei una stupida stronza?

Mi limito a fissarla malamente.

“io ero invidiosa di te” confessa ed abbassa lo sguardo a terra.

Invidiosa? Di me?

“che cosa stai dicendo? Menti” sussurro.

“No! Te lo giuro. Ero invidiosa della tua felicità, del fatto che la tua vita fosse perfetta”

Perfetta? Non direi.

Guardo la figura di Tanya con disprezzo. Lei è bellissima. Corpo stupendo, viso perfetto.

“questo non ti giustifica” sibilo.

“aspetta, lasci che ti racconti tutto…” la sua voce è spezzata dal silenzio circostante e dalla tristezza.

“io vedevo te, felice, con tanti amici veri accanto, il tuo fidanzato ed un talento per l’arte. Poi vedevo me... triste, passiva, con un ragazzo a settimana e amici falsi. Così ero invidiosa di te. E così ho pensato malignamente che rubando quello che ti rendeva felice lo sarei diventata anch’io. Ho iniziato dalla parte più facile… ho… ho sedotto Edward dopo averlo visto distrutto dalla vostra litigata. Lui non demordeva, perciò ho dovuto farlo ubriacare e drogarlo. Lui… lui mi ha detto che l’avevi tradito, che voleva morire perché non eri più sua. Mi sono approfittata di lui.”

Scuoto la testa, ansimante. Tante immagini si riflettono cupe nella mia mente.

“ma questo non cambia niente. Lui ti ha baciata, toccata, ha goduto con te…” inspiro profondamente, la rabbia e la delusione in un blocco nella gola.

“no. Lui non ha fatto niente. Ho fatto in modo che non potesse accorgersi di quello che gli stava succedendo per evitare che mi respingesse. Ho fatto tutto io, Bella. Lui stava lì e ripeteva il tuo nome piangendo”

E come uno specchio riflettente, succede la stessa cosa a me. E grosse lacrime cadono pesanti e silenziose sulle mie guancie.

“adesso sai tutto. Ti chiedo solo un favore. So che non perdonerai mai me, ed è giusto. Ma perdona lui. Tecnicamente non ha fatto niente.”

“mi chiedi troppo, Tanya”

Lei sorride amaramente, il capo lievemente inclinato a destra.

Quando penso che la conversazione sia finita lei rimane lì, a pochi centimetri di distanza, il corpo fermo.

“dopo questa esperienza ho capito che la tua felicità non è la mia. Ma dopo essere stata con Edward sono felice. Edward mi porta felicità”

Provo tenerezza per lei. Infelice e triste ragazza che prova di tutto per avere il suo lieto fine, che non si accorge dell’orrore che commette pur di esaudire il suo piu grande desiderio.

Molti mi hanno accusato di essere troppo altruista, quasi masochista.

Non ho mai saputo essere egoista quanto basta.

“il danno è stato fatto. Ormai la mia relazione con Edward è finita, non può guarire da una ferita così profonda come se non fosse successo niente. Perciò, se la tua felicità è data da lui, puoi provarci, almeno una delle due sarà felice. Tanto anche se le cose si aggiustassero fra me e lui non potrebbe resuscitare la gioia di un tempo”

Tanya è felicissima.

Glielo leggo in faccia.

Io invece ho appena consentito alla mia uccisione.

E quando lei esce dalla stanza, scoppio a piangere di nuovo. E mi addormento tra le coperte del mio letto, bagnato di dolore.

 

 

   

Musica

“Ehi, dormigliona…” una voce mi risveglia dal sonno. E’ una bella voce, un po’ arrochita dal fumo.

“ehi” sussurro. Mi esce duro, quindi sorrido scusandomi.

E’ Adam.

Il biondo cenere dei suoi capelli è splendente.

Gli occhi smeraldo sono chiari e limpidi. Non si è drogato. Questo mi fa diventare tutto ad un tratto felice.

Seduto accanto a me, sul letto, mi porge un pacchetto rosso.

“è una cazzata… l’ho visto e mi è sembrato carino… davvero…” abbassa gli occhi, imbarazzato. Io ne rido, coinvolgendo anche lui. E noto il suo sguardo su di me quando sorrido.

Dentro il pacchetto c’è una catenina  argentata molto fine. Da essa pende un ciondolo. Raffigura una piccola rosa dal gambo spinoso e i petali leggeri e distesi.

E’ bellissima.

“wow…” sussurro, sfiorando con le dita il ciondolo in argento.

Lui sorride. Dio, quanto mi piace quel sorrisetto imbarazzato e pieno di luce.

“le rose sono i più bei fiori che esistano, e sono contornate da spine, per la loro preziosità” dice e mi guarda.

“mi piace un sacco”

“dai, girati che te la metto”

Quando le sue dita scorrono sul mio collo sento un brivido.

E’ piacevole.

Avvicina il suo capo al mio collo e sussurra al mio orecchio “per la rosa più bella”. Il suo respiro mi solletica.

Sorrido. E vengo presa da un pensiero. E quel pensiero mi acceca.

E subito diventa realtà.

Mi volto, veloce e poggio le mie labbra sulle sue, baciandolo.

Sa di cioccolato, dolce, caldo, perfetto.

Lui è sorpreso, ma mi asseconda dischiudendo le labbra.

E ci ritroviamo a baciarci, nessun pensiero per la mente.

Dimentico tutto, persino Edward e Tanya.

Il bacio si fa più dolce, Adam ha le mani tra i miei capelli, io lo stringo forte al mio petto.

Non andartene, non andartene.

Non andartene mai.

E proprio in questo momento, un rumore. Una voce femminile, la voce di mia sorella.

“No Edward, non andare… non è sola!”

E in un istante la porta si spalanca.

Ma non vedo chi entra, perché Adam è davanti me. E mi accoccolo sul suo petto, sperando di non vedere chi so che sia. Il bacio continua dolce, infine lui si accorge della porta e mi lascia dolcemente.

Poi si gira verso Edward. E’ proprio lui, e guarda Adam come se volesse ucciderlo.

“vattene” dico. E mi riferisco ad Edward.

Lui mi guarda tristissimo.

“lascia stare, me ne vado” sussurra Adam.

No, no!

“no! Non andartene, ti prego”

E mi alzo prendendolo per un braccio. Lui si ferma, mi guarda. Poi cade su di me, sorpreso.

Edward gli ha mollato un pugno.

Ma Adam si rialza veloce e subito la sua mano finisce alla gola di lui.

Lo sbatte a muro, stringe la mano facendo tossire Edward.

“basta! Smettetela!” urlo e mi metto in mezzo a loro.

Adam lo lascia subito, lasciandosi spingere lontano da Edward. Lui tentenna paonazzo in viso, poi si calma.

Li guardo per istanti interminabili, severa.

Loro hanno lo sguardo a terra.

Triin-triin!

Il cellulare squilla.

E mi decido a rispondere solo quando mi sembra che la situazione si sia calmata.

La voce è di Alice. E’ roca e spezzata.

“B… Bella… la… la bambina… Apr… April è…. April è morta”

Come un eclisse, verso il buio.



 

Vi ricordo ancora una volta www.formspring.me/domandeconpetit per qualsiasi domanda.
Siete Team Adam o Team Edward?
Aspetto commenti!!!

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Capitolo 13
*** Altruismo ***



Musica

Ragazzina

La luce del sole mi acceca. La sento invadere il mio corpo. La mia pelle pallida, i miei occhi cioccolato, le labbra rosso vermiglio.

Mi rilassa, la mattina.

Aiuta ad allontanare i cattivi pensieri… di solito.

Invece niente. Questa volta non riesco a calmarmi.

Amo Edward. Lui ama me, ma in modo contorto.

Mi attrae Adam, il suo passato difficile ed il presente distrutto.

E’ più di un attrazione. Quando lo vedo lo abbraccio e gli sorrido, felice. Mi piace. Mi piace il suo carattere, il suo corpo, il suo profumo di sigarette e qualcosa di dolce e innocente, la sua indole da bambino abbandonato.

E adesso un'altra notizia. Qualcosa che mi fa piangere, che mi fa sentire sola.

Alice è caduta dalle scale. E’ svenuta e Jasper l’ha portata al pronto soccorso. Una caduta da niente, per una persona normale. Ma lei era incinta. Sì, era.

La bambina è morta. April non c’è più. E Alice è distrutta. Alterna pianti a urla e a crisi respiratorie. Siamo tutti accanto a lei, accecati dal sole mattutino.

Io, Edward, Adam, Jasper, Emmett.

Ma non so cosa fare.

Non sono una buona consigliatrice, perciò mi limito a starle accanto e ad abbracciarla.

Non so cosa fare, mi sento vuota, mentre Edward mi guarda. Mentre Adam mi tiene per mano, come sempre.

Hanno la stessa età e si drogano tutti e due. Ma dentro di loro niente combacia, niente è perfetto.

Hanno bisogno d’amore. Di un appiglio per la salvezza.

E per quanto riguarda me la parola perdono non esiste.

Edward ha avuto la sua possibilità. L’ha sprecata. Adesso lui ha fatto l’amore con un'altra. Non ha fatto niente per farsi perdonare, anche se probabilmente sa che non sono così buona.

Adam invece è dentro il giro della droga e ho paura.

Ho paura della sua morte. Ho paura di non averlo più accanto a me, nella mia mano.

Posso decidere.

Ma l’ho già fatto.

Alice si blocca di colpo, lo sguardo perso nel vuoto del silenzio vergine.

Non piange più, non ha più forze.

Finisce tra le braccia di Jasper, assonnata.

“Ne avremo un altro, e un altro ed un altro ancora. Quanti ne vuoi, amore mio. Tutto quello che ti fa star bene” sussurra lui. Un ultima lacrime cade dall’occhio sinistro di lei, ormai addormentata.

Voglio un amore così. Non voglio essere presa più in giro. Voglio questo. Voglio puro amore.

“Lasciamoli soli” sussurro spingendo tutti fuori dalla mia stanza.

Le vetrate di essa brillano per l’ultima volta di sole oro, poi il buio. Ancora.

“Mi sarai sempre accanto. Non mi lascerai mai” sussurro ad Adam.

Lui mi guarda intensamente, tenendomi stretta e calda la mano.

“Io ci sarò sempre per te, anche quando non mi vorrai più”

Il suo sguardo è su Edward. Lui è in silenzio, la sigaretta in bocca e grandi occhiaie nere sotto gli occhi.

“Chiarisci, poi se vuoi, torna da me.” Dice prima di uscire di casa.

“Adam!” urlo seguendolo.

“Tu lo ami, và da lui. Noto benissimo il tuo sguardo sul suo.” La voce gli si spezza, triste.

“Non ti drogare più, ti prego”

Lui fa spallucce e sorride angelicamente, ma una lacrima scende sulla sua guancia. Vorrei leccare quel sale sprecato.

“Voglio che resti”

“No, non è vero” e sorride mesto mentre un’altra lacrima scende silenziosa fino al suo collo, frettolosa e appena nata.

Resto immobile perché non so più cosa dire. Così Adam se ne và, e il sole mi acceca l’anima.

Ovunque vada, chiunque incontri, provoco male. Non ne combino mai una giusta.

I miei occhi vanno al cielo terso e sereno, azzurro vita.

Vita, quella che Alice ha cercato di togliersi dopo la morte di April.

Sangue, quello che sgorga dal taglio netto sul suo braccio, sulle vene.

Capelli, quelli che ha strappato per disperazione.

Droga, quella che ucciderà Adam.

Vita, quella vicinissima alla morte.

“Rientra dentro, sta piovendo”

Un sussurro, Edward. Sento quasi il suo profumo.

“Ti ammalerai, Bella”

Sono già malata, di te.

“Ecco, tieni”

Si avvicina, mi porge la sua giacca, mi aiuta ad indossarla, mi dice che mi ama, mi abbraccia forte per tanto tempo. Piove, su tutto. Su tutto.

Là dentro Alice e Jasper stanno coccolati a parlare di un nuovo futuro, di buono.

Qua fuori c’è la tempesta ma nessuno se n’è ancora accorto.

Ed io sono attaccata al mio appiglio. Lui mi protegge, in silenzio, si prende tutta la pioggia per sé. Lui si chiama Edward.

Ferisco tutte le persone a cui voglio bene… Prima lui, poi Adam.

Ma non so rimediare.

“Vattene” urlo e lo spingo via.

“io ti amo. Ti amo tanto”

“Non basta”

“Non posso vivere se non ho te accanto”

“Non basta”

Guarda i miei occhi, si riavvicina e mi abbraccia, piangendo.

Ed io resto a guardarlo.

Ma non ci riesco. Vorrei tanto ma non posso.

Stringo l’abbraccio e lo cullo.

Adam mi ha sempre detto che preferisco il bene degli altri al mio. Questo mi fa onore, ma mi ucciderà.

Mi ha già ucciso, ma non importa. Io ci sarò sempre per lui, gliel’ho promesso. Anche se lui non c’è mai stato.

“Dammi un’ultima opportunità” singhiozza.

Lasciamo andare i pensieri, lasciamoli andare tutti.







Che ve ne pare?

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Capitolo 14
*** Hurt ***


Musica

Ragazzina
 





Troppe volte ho deciso. Troppe volte ho scelto qualcosa di sbagliato. Troppe volte ne ho pagato le conseguenze.
Ma non c’è altra via d’uscita. Non c’è altra ragione.
 
Patologia
 
Io non posso fare a meno di tutto quello che c’è stato, anche se vorrei dimenticarlo.
So che sembra così stupido e semplice, ma non riesco a concludere il peso delle mie azioni.
Mi schiaccia, mi ferisce e fa male al cuore. Ma brucia di più ogni parola dolce detta e ogni emozione provata.
Mi accorgo che nella mia vita non ho mai detto parole più poetiche. Vorrei riderne. Vorrei. Potrei. Ma no, non lo faccio.
 
Depressione
 
E’ ancora troppo presto. Ma poi mi chiedo se lo è davvero o sono io che ho paura e non voglio soffrire di nuovo.
Sbuffo sperando di portare in un soffio via i pensieri. Ma si accumulano ancora di più.
E’ da tre settimane che non sento Adam. Non risponde ai messaggi né alle chiamate. Ho paura di perderlo, di non sentire più la sua voce.
 
Dolore acuto
 
L’ultima volta che ho sentito Edward è stato due giorni fa. Mi ha chiamato al cellulare. Dopo tanti squilli assordanti ho risposto. Non pensavo di poterlo accettare. Ma ce l’ho fatta. E risentire la sua voce non mi ha fatto piangere. Per la prima volta.
Mi ha detto che non mi abbandonerà come ha fatto Adam. Ma lui non sa di averlo già fatto.
Mi ha detto che mi ama. Ogni giorno di più.
Mi ha ripetuto che non fuma e beve più. Ma so che ogni tanto si droga. Me lo ha detto Tanya. Lei ci ha provato con lui, dopo la nostra chiacchierata. Ma lui non la guarda nemmeno. Tanya mi ha sempre detto che le cose più importanti per lui sono io e la droga. L’ero, per tutta precisione. Io l’ho provata una sola volta. E fa proprio schifo. Ti fa stare bene, ti soddisfa. Ma alla fine ti deprime, alla fine ti fa tornare nel mondo reale. In quello malvagio. E finisce il giro. Tutto qua. Ma quando non hai niente di meglio questa sembra essere la soluzione.
E così, come per Adam, ho paura di perderlo.
 
Vedere in modo distorto dalla normale concezione delle cose
 
La droga uccide. E io non sono abbastanza forte per tutto questo.
Vorrei poterli salvare tutti e due. Vorrei fare qualcosa di giusto, una buona volta.
Ma questo non basta.
Adesso Alice sta cominciando a star meglio. Sta ricominciando a sognare. Una casa, tanti bambini, Jasper. Ma prima finirà gli studi. Infondo ha solo sedici anni. Vuole essere un medico. Un medico che permetta a tanti piccolini di nascere e vivere. Questo le fa onore. Sono fiera di lei.
Lei è forte. Lei è buona. Lei fa scelte giuste. Lei sa cosa vuole, sa come sarà il suo futuro. Lei vivrà.
Io no. Forse è per questo che sono qui, sul tetto di questo enorme palazzo.
Il vento che strugge i miei capelli. Il cuore che pompa il sangue all’impazzata. Il rumore del traffico sotto i miei piedi.
Basterà un attimo. E non esisterò più. Una caduta nel vuoto. E volerò. Potrei volare. Se solo non fossi così pesantemente ancorata a questo mondo da non schiacciarmi contro la strada scura e fredda e dura.
Addio problemi, addio mondo. Addio me, le mie scelte sbagliate, il pericolo che porto.
Giù, oltre sessanta metri sotto, la polizia con le sue lancinanti sirene offusca un po’ la mia pelle. Ma non basterà.
 
Pazzia
 
Non basterà a fermare tutto.
Chi è che muore giorno dopo giorno, papà? Chi è?
Nemmeno tu potrai fermarmi. Tu sei vecchio, fragile. E non voglio diventarlo anch’ io.
La verità è che… Io non voglio esistere più.
Spicco il volo, lasciandomi andare, cadendo a braccia aperte.
Il vuoto mi sovrasta, lo so. Il vento mi investe. Il viso è libero. Sorrido, sto volando. Silenzio. La folla che urla. Qualcuno mi prende in tempo. O forse no. Un’altra folata gelida di vento. E con me anche lui. Mani nelle mani. Sorrido. Nessuno riuscirà a salvarmi. Nessuno.
Ormai è troppo tardi. Ormai sto volando. Con il fuoco dentro e il gelo fuori. Un sorriso. Le braccia aperte. Il vento che mi strazia. E nella mano lui. Caldo, impaurito. E’ così bello. Mi fa ridere.
Ma sono attimi. E il nero freddo e duro della strada si avvicina forte. Ma non ho paura. Accanto ho il mio appiglio.
Accanto a noi, il primo schiantarsi per terra, il ciondolo di Edward, il nostro ciondolo per anni al collo. Il mio è da qualche parte alla metropolitana, il suo mezzo cuore si spezza prima di noi.







A voi i commenti. Questa non è la fine di Ragazzina. Non deprimetevi ;)

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