Bello come il sole di Elee90 (/viewuser.php?uid=87000)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il matrimonio ***
Capitolo 2: *** Un nuovo giorno arriverà ***
Capitolo 3: *** Sarà colpa del Whisky ***
Capitolo 1 *** Il matrimonio ***
Il matrimonioMi alzai a malavoglia, con le urla di mia madre.
“Gaia, Gaia muoviti, noi incominciamo ad andare! Non fare tardi per favore”
“Si mamma, tranquilla” le risposi, ma ero lenta e insonnolita. Alle
10.30 dovevamo già essere in chiesa per attendere la sposa, ma alle
9.45 ero ancora in pigiama e senza essermi fatta la doccia. Andai in
bagno, mi lavai e mi preparai bene per un giorno cosi importante per
mia cugina. Scelsi un abito elegante, un vestito nero che mostrava bene
il mio corpo, non era troppo corto ma neanche troppo lungo, le scarpe a
stacco, le mie preferite; mi misi un po’ di matita nera per risaltare i
miei occhi verde-grigio, ombretto, fard; i miei capelli biondi e lisci
come sempre non volevano sistemarsi. Dopo vari tentativi decisi di
prendere una pinza e li attorcigliai, li sistemai con delle forcine, e
lasciai il ciuffo a un lato del viso. Ero pronta, presi la mia 500
nuova di zecca, ma come al solito arrivai in ritardo.
Alla chiesa di San Lorenzo, Mia era di uno splendore mai visto prima.
Aveva un abito bianco ma con un corpetto blu scuro, i capelli neri
boccolati raccolti; quando passò nella navata era raggiante, con un
sorriso mai visto prima, e io glielo ricambiai. Alla fine della
cerimonia, Mia e il marito Stefano, avevano organizzato un ricevimento
per gli ospiti. A malavoglia ci andai.
“Mirko alzati!! E’ possibile che anche il giorno che si sposa il tuo amico sei sempre il solito ritardatario??”
“Si maa, mi sto alzando stai tranquilla”
Andai a farmi la doccia, e mi preparai. Stefano il mio amico, aveva
scelto l’abito che dovevo indossare per il suo matrimonio in quanto suo
testimone di nozze. Era uno smoking nero, non ce lo vedevo addosso a me
una roba del genere, troppo elegante, e io non sono una persona del
genere. Sistemai i capelli in modo perfetto, piastra e lacca e li alzai
un poco, erano belli come sempre, d'altronde. Presi tutto quello che mi
occorreva, e uscii di casa, salii sulla mia Alfa Mito nera e mi
precipitai in chiesa in perfetto orario.
Sull’altare mi sistemai vicino a Leo e Marco, gli altri due testimoni.
Mia era di una bellezza inimmaginabile, era perfetta. Dopo la cerimonia
eravamo tutti invitati al ricevimento.
Il ristorante era uno dei classici, un grande salone per contenere
tutta la gente, e pieno di cianfrusaglie appese qua e là. Mi sedetti
affianco ai miei genitori, ancora nervosi per il mio leggero ritardo,
ma io feci finta di nulla. A metà pranzo mi alzai e andai fuori a
fumare una sigaretta, e lo vidi per la prima volta. Era alto, capelli
biondi e occhi verdi, smoking nero, toglieva il fiato. Rimasi a bocca
aperta per alcuni secondi, poi mi ricomposi, sempre facendo finta di
niente continuai a fumare, ad un tratto però…
“Ehii, scusa.. non è che hai un accendino?”
Rimasi scioccata: era lui, quel ragazzo affascinante, stava dicendo a me! Dopo qualche istante di scena muta gli risposi:
“Si, ecco tieni...” dissi, e sorrisi.
“Grazie mille… comunque non mi sono presentato. Mi chiamo Mirko” sorrise.
“Di niente. Piacere Gaia”
“Sei qualche parente o amica degli sposi?” mi chiese.
In quell’istante non potevo credere ai miei occhi, il ragazzo con gli occhi verdi, Mirko, stava parlando con me.
“Sono la cugina di Mia. Tu invece?” gli domandai.
“Un amico di Stefano. A dir la verità non avevo neanche gran voglia di
venire, ma purtroppo ero costretto, il testimone non poteva assentarsi”
Sorrise di nuovo.
E quando sorrise non capii più niente, un abbaglio. Mi ripetei nella mente “RIPRENDITI GAIA, NEANCHE LO CONOSCI.”
Parlammo un poco di tutto, era simpatico ed estremamente bello. Ogni
tanto durante il pranzo mi fece dei segni per indicarmi di uscire fuori
e stare un po’ insieme. Si era instaurato un rapporto strano, ma
interessante, non pensavo che con un ragazzo appena conosciuto si
potesse parlare di tutto così, con tranquillità.
“Sei fidanzata?” mi chiese a un certo punto.
“No, stavo uscendo con un ragazzo ma poi è sparito nel nulla.” Feci una faccia triste.
“Come può aver fatto una cosa del genere? Non ti merita allora. Sei bellissima, Gaia”
Arrossii. “Grazie”
“Se vuoi…. Beh, potremo sentirci qualche volta”
Non ci volevo credere. Gli risposi subito “Con molto piacere!” e gli
feci un sorriso che lui ricambiò. Ci scambiammo i numeri di telefono.
Stavamo per andarcene, Mirko se ne accorse e si avvicinò a me, mi cinse
i fianchi e mi sussurrò “Non essere più triste, hai un sorriso
bellissimo Gaia. Ci sentiamo presto!” mi diede un bacio nella guancia,
e andò via in mezzo alla folla. In quell’istante dopo lunghi mesi mi
sentii finalmente felice.
Il ristorante non era un granché, non mi piacevano molto i pranzi dei
matrimoni. Vabbè il casino si faceva e io ero sempre presente, ma
non ero in vena di divertimento. Uscii a fumare una sigaretta, e vidi
una ragazza con un vestito nero, fantasticamente bella. Cercai una
scusa per potermi avvicinare a lei, e poi mi accorsi che stava fumando.
“Ehii, scusa.. non è che hai un accendino?”
Mi guardò stupita.
“Si, ecco tieni…” mi sorrise. Un sorriso splendido, che tutti invidierebbero.
“Grazie mille… comunque non mi sono presentato. Mi chiamo Mirko” gli sorrisi, imbarazzato.
“Di niente. Piacere Gaia”
“Sei qualche parente o amica degli sposi?” domandai.
“Sono la cugina di Mia. Tu invece?”
Bellissimo, pensai.
“Un amico di Stefano. A dir la verità non avevo neanche gran voglia di
venire, ma purtroppo ero costretto, il testimone non poteva assentarsi”
sorrisi, ed era la verità, non avevo proprio voglia.
Rimanemmo a parlare per un po’ di tempo, si stava bene in sua
compagnia. Mi parlò di varie cose, le piaceva tanto la musica. Durante
il pranzo le feci dei segni in maniera che uscisse fuori per stare
ancora un po’ insieme. Era molto timida, ma piano piano incominciò a
scherzare e stare al gioco. Era bella, simpatica e ci si poteva parlare
tranquillamente. Non era una snob come tutte le altre che conoscevo,
era una ragazza semplice, forse è questo che mi attirava di lei. E cosi
non ci pensai due volte.
“Sei fidanzata?” gli chiesi.
Dimmi di no, dimmi di no!! Pensai.
“No, stavo uscendo con un ragazzo ma poi è sparito nel nulla”
Il suo viso si rattristò, e mi sentii un colpo nel petto: non sopportavo il suo sguardo spento.
“Come può aver fatto una cosa del genere? Non ti merita allora. Sei bellissima Gaia” le dissi sincero, senza esitazioni.
“Grazie” lei arrossì e abbassò lo sguardo.
“Se vuoi…. Beh, potremo sentirci qualche volta”
“Con molto piacere!” mi sorrise, e ricambiai. Non pensavo fosse cosi
facile, non lo era mai stato, anche perché beh, non ero mai io a
provarci con una ragazza, di solito sono sempre loro a fare la prima
mossa. Ci scambiammo i numeri di telefono.
La serata stava andando a buon fine, non mi ubriacai ad un matrimonio
per la prima volta in vita mia. Avevo altro a cui pensare. La vidi
vicino all’ingresso, e mi precipitai all’istante. Mi sorrise vedendomi
arrivare. La cinsi nei fianchi e le sussurrai all’orecchio.
“Non essere più triste, hai un sorriso bellissimo, Gaia. Ci sentiamo
presto!” Le diedi un bacio nella guancia, e me ne andai di nuovo in
mezzo alla folla che stava danzando, con un sorriso che non avevo mai
avuto prima.
Nel tragitto per tornare a casa, avevo la testa tra nuvole. Se non
facevo attenzione, avrei causato qualche incidente. Nello stereo una
canzone, cominciai a canticchiarla – E’ questo il senso di un momento
già perfetto. E’ questo il punto da cui inizia tutto quanto. Arrivi
tu!! – sorrisi, non c’era canzone più adatta in quel momento. Arrivai a
casa, mi cambiai e mangiai qualcosa. Guardavo il telefono sperando che
arrivasse un messaggio. Il suo. Ma niente, in fondo cosa potevo
pretendere, l’avevo appena conosciuto e sicuramente era ancora lì a
festeggiare. Mi coricai nel divano a guardare la tv, e invece mi
addormentai di botto. Ed ecco il telefono che vibrò, un SMS.
In mezzo alla folla si soffocava. Una ragazza con i capelli neri si
avvicinò e incominciò a ballarmi affianco, di fronte, dietro. Mi guardò
con occhi accattivanti, facendomi capire che intenzioni aveva. Si
avvicinò e mi sussurrò:
“Andiamo in bagno Mirko, li non ci vedrà nessuno”
Rimasi sbalordito. Era bella si, niente in contrario, ma non ce la facevo. Il mio unico pensiero era Gaia in quel momento.
“No mi dispiace, Laura. Non sei tu, sei bellissima lo sai. Ma non mi va, ho altro per la testa.”
Mi guardò male, e se ne andò cosi come ne era arrivata. Decisi di
tornare a casa, salutai Mia e Stefano e partii a tutta velocità. Il
viaggio durò pochi minuti, sarà che stavo correndo, o la mia testa era
altrove che non mi accorsi del tempo che passò. Mi feci una doccia, e
pensai a tutto ciò che era successo, io che non volevo neanche andarci
a momenti al matrimonio e poi… lei, bellissima, raggiante, un sole. Il
mio sole. Decisi di uscire un po’ e chiamai Luca.
“Ohi scemo! Dove cazzo sei?” gli feci, appena rispose.
“Sono con Sara, perché?”
“Accompagnala a casa, e muoviti. Devo raccontarti una cosa incredibile”
“Proprio ora Bro? No sai perché. È da un po’ che non… Sai… capiscimi!!”
“Non mi rompere i coglioni, Lu. Sono troppo felice per stare in casa, e
devo parlare con il mio amico. Quindi muovi il culo o sto venendo a
prenderti personalmente, tanto so dove andate. Se aspetti un altro
giorno non succederà nulla. Muoviti, tra 10 minuti sto passando a casa
tua, usciamo con la mia macchina.” Attaccai.
Quando arrivai a casa sua, il viso era tranquillo. In fondo la facevamo
sempre questa cosa, al primo posto stavamo sempre noi due. Amici per le
pelle da quando eravamo alle medie, cresciuti insieme, ci conoscevamo
perfettamente e l’uno si fidava ciecamente dell’altro, se uno aveva
bisogno dell’altro ci catapultavamo, anche se per una sola cazzata.
Ecco perché certe ragazze si incazzavano sempre, ci chiamavano i
“fidanzatini” sempre insieme, sempre complici per qualunque cosa.
Eravamo fratelli, anche se non di sangue.
Salì in macchina, e mi fece:
“Ora puoi spiegarmi perché mi hai fatto accompagnare Sara a casa,
quando eravamo pronti per scopare, bro??? Cos’è questa cosa urgente che
devi dirmi sennò morivi?” Era incazzato, altroché. Gli sarebbe passato
tra 5 minuti, lo conoscevo troppo bene.
“Beh, ho conosciuto una tipa al matrimonio di Ste. Penso di essermi preso una cotta.”
“Non scherzare, bro. Tu che ti prendi una cotta appena conosci una
ragazza è il massimo. Smettila di dire minchiate e dimmi il vero motivo”
“Quello è il vero motivo. Lu, ti giuro. È bellissima, ha i capelli
biondi, un viso angelico, gli occhi color verde-grigio. No Lu, devi
conoscerla, il più presto possibile. Poi è simpatica, non è la classica
tipa con cui ho sempre a che fare, non se la tira, è una ragazza
semplice. Fai tu che neanche mi conosce per la fama che ho.”
“Wow, e meno male sennò ti avrebbe mandato a fanculo da subito!”
Incominciò a ridere.
“Oggi proprio non ne hai voglia eh, Lu?”
“Scusa, hai ragione bro, ora farò il serio. Mmm… come si chiama?”
“Gaia.”
“E quanti anni ha?”
Lo guardai allibito. “Non lo so!”
Come avevo potuto trascurare una cosa cosi importante? Cazzo.
“Bene.. di dov’è?”
“Non lo so”
Merda non sapevo neanche di dov’era. Che palle!
“Siamo apposto, eh. Come ti chiami almeno lo sai?” Rise.
“Scemo.” Lo guardai male.
“Bravoo.. risposta esatta: Scemo!!” rise ancora.
“Lu, dai. Sono serio cazzo, per la prima volta in vita mia, questa
ragazza devo conoscerla meglio. E se farà, vorrei averci una storia
seria”
“Stai parlando seriamente Mii?”
“Si bro. Ho 22 anni, e scopo da quando ne avevo 15 anni con tutte le
ragazze che me la danno, ho spezzato il cuore a tante, e non ho mai
provato niente di serio con nessuna. Lei la conosco da mezza giornata e
mi manda in tilt. Ha qualcosa che mi attira, ma non so cosa.”
“Ehehe io lo so bro… altroché se lo so!!” rise. Lo guardai male, di nuovo.
“Va benee.. scusami! È che non mi sembra vero quello che mi stai
dicendo. Sei per caso ubriaco? Eppure non sembra. Va beh, cmq come
possiamo rintracciarla? Chiediamo a Stefano il favore?”
“Non sono ubriaco. Non mi riconosco nemmeno. Comunque ho il suo numero!”
Mi guardò male. “Ma allora sei proprio scemo! Mandarle un sms invece di spaccare le palle a me no, eh?”
“Avevo bisogno di un consiglio. Sono in tilt bro! Mi vediii… e che
faccio? Le mando un sms? E che le scrivo? E se la disturbo? E se non
vuole sentirmi?”
“Non rompere i cogones, bro! Sembra che non hai mai cercato una tipa per uscirci. Mandale quel cazzo di sms.”
“Sii.. ma che minchia le scrivo?”
Ci pensammo un po’, e ci venne in mente qualcosa.
Ciao
bellissima, spero di non disturbarti. Mi ha fatto piacere parlare con
te, magari possiamo sentirci e conoscerci un po’ meglio. Parlando di
altro non ti ho chiesto nemmeno di dove sei. Spero che tu non sia
lontana da dove sono io, ma anche se fosse non ci sarebbero problemi.
Un bacione, piccola ragazza dallo sguardo triste! ;)
“Che smielato che sei!” mi fece Luca.
“Non rompere” gli sorrisi.
“Dai, vado a dormire se non hai più bisogno di me. O ne avrai nel caso rispondesse?”
“Penso di si, ma saprò arrangiarmi. Grazie di tutto bro. A domani, e chiedi scusa a Sara da parte mia.”
“Va bene bro. Buonanotte, e non fare il boscaiolo stanotte pensando a lei” rise e si allontanò.
“Fottiti scemo pagliaccio!” gli urlai dal finestrino della macchina. Mi
ghignò. Me ne tornai a casa. Controllai il telefono, ma nessuna
risposta. Mi coricai nel letto e accesi la tv. Aspettavo, ma di lei
ancora niente. Alla fine mi addormentai con il telefono in mano.
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Capitolo 2 *** Un nuovo giorno arriverà ***
Un nuovo giorno arriveràMi svegliai di soprassalto nel cuore della notte, sul divano. Guardai il telefono, un sms. Mirko.
Feci un sorriso enorme, contenta di quel messaggio ricevuto. Decisi di
non rispondergli per il momento, l’avrei fatto domani mattina appena mi
fossi svegliata. Andai in camera mia, mi misi nel letto, e mi
riaddormentai, incontrando nei sogni un ragazzo biondo con gli occhi
verdi.
La mattina le urla di mia madre mi svegliarono. Mi alzai di malavoglia,
e andai in cucina, portando con me il telefono. Mi sedetti nella
poltrona e pensai a cosa rispondere.
Heii,
ciao bello! Ieri dormivo già, scusami. Cmq che scemi non ci siamo
neanche detti di dove eravamo…cmq sono di Sarroch. Tu invece? Un bacio..
Mi si strinse lo stomaco. Andava bene come messaggio? Speriamo. Dovevo
solo attendere che rispondesse. Mi misi a fare le pulizie in casa per
passare il tempo. Ed ecco di nuovo quella canzone alla radio.
Alessandra Amoroso ne sai troppo! pensai.
Mi svegliò mia sorella. Seduta nel mio letto, che mi guardava strano.
“Cosa vuoi Giò? Vattene, è presto!” le feci, girandomi nel letto.
“Sei tornato presto ieri. E sei andato a letto presto! Stai male?” era preoccupata.
“Ma dai, non posso essere solamente stanco?” le risposi, acido.
“No. Mio fratello non è mai stanco. Cos’hai?”
“Niente Giò. Vai via. Ho sonno”
“Sono quasi le 11.30. Ti conviene alzarti”
E se ne andò sbattendo la porta.
Mia sorella, Giorgia, ha 17 anni ed è la più rompicoglioni del mondo.
Ma le voglio un gran bene, è l’unica ragazza con cui posso essere me
stesso, non mi giudica e ha sempre un consiglio pronto. Si comporta
come se fosse mia madre.
Guardai il telefono. Un sms. Gaia. Sorrisi.
Buongiorno piccola. Siamo vicini, quindi. Io sono di Pula. :D possiamo anche vederci se vuoi un giorno.
Perfetto, è a massimo 20 minuti da qua. Ce l’avrei fatta. Dovevo
impegnarmi, con lei niente cazzate. Andai in cucina a fare colazione, e
trovai Giò seduta nel divano. Mi guardò strano.
“Ancora?” le feci.
“Sei strano. Tutto qua!”
“Strano. Che palle Giò. Qui se qualcuno è strana sei tu.”
“Staremo a vedere. Mi nascondi qualcosa. Stai sorridendo guardando il
telefono. Cosa che non fai mai. Chi è questa ragazza?” mi provocò.
“Non è nessuno Giò. Finiscila.”
“Va bene, che misterioso che sei!” Se ne andò via, e mi lasciò da solo
nel divano a guardare la tv. Mandai subito un messaggio a Luca.
Bro, mi
ha risposto!! È di Sarroch. Perfetto! E cmq, non ho fatto il boscaiolo
per tua informazione. Tu invece scometto di si!! Ahahhaha a dopo.
Continuai a sentire Gaia per tutto il giorno. Era simpatica, e volevo vederla. Ma era ancora troppo presto. Un sms di Luca.
Scemo pagliaccio, non ho fatto il boscaiolo!! Il falegname!! Ahahah... Cmq perfetto bro. A momenti sto passando da te.
Sorrisi alla battuta di Luca. Sempre il solito. Mi feci una doccia e mi preparai. A momenti significava tra un’ora.
Finii di pulire all’ora di pranzo. Mia madre rientrava da lavoro verso
l’1 e qualcosa. Stavo sentendo Mirko tutta la mattina, era simpatico.
Mi ha detto che ci saremo potuti vedere un giorno. Pensai che quel
giorno per me poteva anche essere oggi, ma non volevo affrettare le
cose. Mandai un messaggio a Stella. La mia migliore amica.
Sister. Devo aggiornarti su cosa è successo ieri al matrimonio di mia cugina!!! Ci vediamo stasera?
Nell’attesa, incominciai ad apparecchiare. Un sms. Mirko. Un altro. Stella.
Che è successo? Dimmi qui. Non posso stasera, devo uscire con Alex.
Che palle!! Va beh, gliene parlo per via sms.
Ho
conosciuto un ragazzo! Bellissimo. È di Pula. Ha sui 22 anni, biondo,
occhi verdi. Forse ci dobbiamo vedere uno di questi giorni. :D
Sono contenta! Come si chiama?
Mirko. :D
Mmm.. poi mi racconti tutto a voce! Ed escici, SUBITO!!
Stella aveva ragione. Dovevo uscirci. Ma avevo vergogna a chiederglielo. E poi doveva essere lui a farlo.
Lo sentii per tutta la sera. Mandai un messaggio a Birba. L’altra mia amica.
Usciamo? Non volevi andare a Pula tu? :D
Aspettai un po’. Birba avrebbe risposto velocissima.
Stai scherzando? Andiamo veramente? A che ora?
Verso le 17.30… passo a prenderti?
Perfetto tesò. A dopo!! :D
Avvisai Stella. Doveva sapere sempre tutto. Era il mio punto di riferimento. Un’amica fantastica. Una sorella per me.
Mi preparai. Un paio di jeans chiari stretti, converse basse bianche, e
magliettina scollata color panna. I capelli tirati su con una coda e
occhiali neri Prada. Andai a prendere la mia amica. Alle 17.30 ero
sotto casa di Birba. Andammo a Pula. Spiegai tutto a Birba, fiera di
essere la mia complice in questo piano. Non avvisai Mirko.
Andammo in giro per i negozi, guardammo vetrine, commentavamo la gente
che passava. Una bella serata con la mia amica. E a un certo punto ecco
che vidi quel ragazzo, non vestito elegante questa volta. Non penso che
mi avrebbe riconosciuto vestita cosi. Passò e mi sorrise, l’amico alto,
moro, il classico fighetto, mi guardò e mi sorrise pure lui. Ricambiai,
e feci finta di nulla. Continuai a messaggiare con Mirko, senza dirgli
che ero li e che l’avevo visto, gliel’avrei detto più tardi magari. Gli
scrissi che stava facendo. E lui rispose.
Sono in giro. Non c’è un cazzo! Tu?
Birba mi consigliò di dirgli che ero io, e che l’avevo visto.
Si anch’io sono in giro. Carino il tuo amico, si veste molto bene! Come si chiama? :P
Ero in ansia, sapevo che con una risposta del genere, dopo avrebbe fatto di tutto per vedermi. Un sms. Stella.
DIGLI CHE SEI LI SCEMA!!
Sorrisi. Un altro sms. Questa volta era il suo.
Il mio amico? Come sai che… merda! Dove sei?
Mi scappò un sorriso. E nello stomaco sentivo farfalle.
Ehehe… vorresti saperlo dove sono vero? Cercami. Se mi riconosci. Ti sono passata affianco prima. Mi hai pure sorriso.
Altre farfalle.
Eri tu
quella ragazza con la coda, e gli occhiali da sole! Era un viso
familiare. Dove sei? Ti prego dimmelo. Pula è grande, non riesco a
trovarti senza un suggerimento.
Farfalle, il mio stomaco ne era invaso.
Ahahah.. si esatto ero io!! mm.. vediamo un po’.. sono vicino a una chiesa!
Il quel momento sperai che ci arrivasse, senza altri indizi.
Arrivo!
Aveva capito. Oddio, ansia, farfalle. A momenti mi veniva da vomitare.
E dopo 10 minuti eccolo, scrutando tutte le persone che c’erano nella
piazza. E poi un sorriso smagliante.
Luca arrivò a casa alle 17. Uscimmo subito, dovevamo raggiungere gli
altri. Passammo nella via principale per fare prima, a piedi. La
macchina era in riserva e non avevo soldi. Luca mi parlava di Sara, di
come gli stesse incominciando a stare sul culo. Erano 2 mesi che
uscivano insieme, e lei stava già diventando troppo morbosa, lo
controllava, ed era gelosa di me. Ma per Luca ero io il primo pensiero.
E lui era il mio. O almeno, lo era, prima di aver conosciuto Gaia.
Camminammo, guardando ogni ragazza che passava a fianco a noi. Una
ragazzina bionda, vestita molto bene, con gli occhiali da sole veniva
verso noi. Carina, pensai che avesse qualcosa di familiare, le sorrisi.
Luca mi diede una gomitata e le sorrise pure lui. Superate ci girammo
tutti e due.
“Cazzo! Bona la biondina!” fece Luca.
“Già” risposi.
Continuammo a camminare, un sms. Gaia. Mi fermai di botto. Guardai Luca.
“E qui. Da qualche parte, e ci ha visto!”
Incominciammo a guardarci intorno. Nessuna traccia di lei. Mi provocava. E poi…
“E in piazza di chiesa. Andiamo!”
Luca mi seguì senza dire niente. Era curioso di vedere la tipa che mi
aveva mandato in tilt. Arrivammo in piazza, scrutai tutte le persone
che c’erano. E poi eccola li. Seduta in un muretto, fumando, con
affianco un’amica. Le sorrisi e andai verso di lei.
“Ma è la tipa bona di prima!!”
“Esatto” sorrisi.
Si avvicinarono a noi. Ero nervosa, in ansia. Lui bellissimo come il
sole. Aveva dei jeans scuri, e una camicia a righe bianca e blu.
Occhiali da sole, e i capelli biondi alzati e tutti scompigliati dal
vento. L’amico pure lui in jeans, e una maglietta blu scura, i capelli
neri alzati a mò di crestino. Carino. Ma non quanto Mirko.
“Ehi” mi sorrise, e si inchinò a darmi un bacio nella guancia.
“Ciao” gli sorrisi. E ricambiai il bacio.
“Lei e Birba. Una mia amica”
“Piacere Mirko. Lui invece è Luca”
“Piacere” gli facemmo in coro con Birba. Lui sorrise.
Si sedettero affianco a noi. Eravamo tutti in imbarazzo. Io più di tutti.
“Perché non mi hai detto che scendevi?” mi fece Mirko.
“Ho deciso all’ultimo momento. Poi lei voleva venire per andare a comprare vestiti.”
“Mmm.. non avete comprato niente però!”
“Non c’era un granché” rispose Birba.
“Ma come siete venute qua?” chiese Luca.
“In macchina. L’ho parcheggiata nella via principale”
“Wow. Hai la patente! Che macchina hai?” chiese Luca.
“Una 500, nuova.”
“Carina. Adattissima per una ragazza” mi sorrise.
“Si, infatti. Avrei voluto la Mito. Ma i miei purtroppo erano contrari.”
“Io ho la Mito” fece Mirko sorridente.
“Non ci credo! Me la farai provare quindi?” risi.
Luca incominciò a ridere. “Fidati. Non la lascia a me a momenti” e continuò a ridere.
“Certo. Un giorno te la farò provare” mi disse Mirko.
Luca rimase a bocca aperta. E scosse la testa. Chissà cosa stava
pensando. Mirko era troppo carino. Passammo un’oretta a parlare. Luca
era simpatico, sparava una cazzata dopo l’altra. Ci stavamo divertendo.
Mirko mi guardava con occhi dolcissimi, e quando arrivava l’occasione
per toccarmi anche solo un braccio non se lo lasciava scappare. Ci
portarono in giro per il paese, io affianco a Mirko e Birba con Luca.
Delle ragazzine ci guardarono male, non capii il motivo. Si vede che
Mirko e Luca erano i fighi e impossibili del paese. Ci accompagnarono
dentro i negozi, dandoci consigli e portandoci vestiti assurdi, troppo
brutti. E ridevamo, come dei pazzi, tutti e quattro insieme. Mirko mi
portò un vestito rosso, con spalle e schiena fuori, e me lo fece
provare. Mi stava bene, ma avevo vergogna di farmi vedere in quella
maniera. Uscii dal camerino con indosso quel vestito e le Converse.
Mirko rimase a bocca aperta, e Luca incominciò a ridere e a prendermi
per il culo per le scarpe. Cosi mi portò un paio di decolté rosse. Me
le infilai. Tutti e tre fecero una faccia sbalordita.
“Sei bellissima more” mi disse Birba.
Arrossii.
“Ecco, cosi va decisamente meglio” disse Luca.
A Mirko non uscirono parole. Mi guardava con una faccia da ebete, immobile.
Arrossii ancora di più, ero quasi del colore del vestito.
Mi cambiai, e riposi il vestito da una parte. Costava troppo, e non
potevo permettermelo. Poi era solo un gioco che stavamo facendo.
Stavamo uscendo dal negozio quando Mirko mi prese il braccio e mi
trattenne li. Rimasi immobile a due centimetri da lui. Sospirai, e mi
allontanai di un poco.
“Devo prendere una cosa. Ci aspettate fuori?”
“Ok!” e uscimmo fuori con Birba.
Mi fumai una sigaretta. E parlai con Birba della serata passata. Ci
eravamo divertite troppissimo. Luca e Mirko finalmente uscirono dal
negozio, con una busta. Ci accompagnarono alla macchina. Luca ci salutò
con un due baci nella guancia, e ci disse di tornare più spesso. Mirko
si avvicinò a me, mi abbracciò e mi diede un bacio nella guancia. E mi
porse la busta che aveva in mano. Non capii.
“Lo indosserai quando usciremo insieme… da soli” arrossì nel dirlo.
“Non dovevi! Non posso accettarlo” Capii che era il vestito rosso che mi ero provata.
“Un regalo è un regalo. Mi offendo se non lo prendi”
Non sapevo che fare. Lo guardai dritto negli occhi. Mi avvicinai e gli
diedi un bacio nella guancia. “Grazie”. Salimmo in macchina, e ci
avviammo verso Sarroch. Con le farfalle nello stomaco ancora peggio di
prima.
Ci avvicinammo. Era bellissima. L’amica, era bassottina, capelli castani meshati. Carina pure lei.
“Ehi” sorrisi, e le diedi un bacio nella guancia.
Mi presentò l’amica. Birba. Che nome strano! Sicuramente era un
soprannome. Le chiesi il motivo per cui erano qui. Dissero che dovevano
fare compere. Ma sapevo bene che non era assolutamente vero. Luca
chiese come fossero arrivate qui, cosi in base alla risposta avremmo
saputo l’età.
“In macchina. L’ho parcheggiata nella via principale” fece Gaia.
Bene, quindi aveva sui 18-19 anni se aveva la patente. Era perfetto.
Rimasi a guardarla, non sentendo che cosa stessero dicendo con Luca.
Ero perso nei suoi occhi.
“Si, infatti. Avrei voluto la Mito. Ma i miei purtroppo erano contrari”
La Mito. La mia macchina. Era la sua preferita. Se prima era perfetta,
adesso lo era ancora di più. Non c’è niente di meglio che una ragazza a
cui piacciono le macchine. Soprattutto se è la tua quella che le piace.
“Io ho la Mito” feci.
“Non ci credo! Me la farai provare quindi?” rise, oddio com’era bella quando sorrideva.
Luca incominciò a ridere. “Fidati. Non la lascia a me a momenti” e continuò a ridere.
“Certo. Un giorno te la farò provare” le dissi senza pensarci, guardando il suo bellissimo sorriso.
Luca rimase scioccato. Lo conoscevo, dopo mi avrebbe fatto un cazzettone. Ma chi se ne frega!! Quella ragazza mi ha stregato.
Parlammo per un po’, ridemmo, scherzammo. Si stava bene in loro
compagnia, anche Birba era simpatica. Le facemmo compagnia nei negozi,
portando loro roba orribile, ma era divertente, restavano al gioco.
Ridevano, e Gaia era bellissima con qualunque cosa addosso. Le portai
un vestito rosso, che lasciava le spalle e la schiena scoperte, la
costrinsi a provarselo. Ne uscì pochi istanti dopo, rimasi a bocca
aperta per tale bellezza. Era con le converse ma sembrasse avesse delle
scarpe di diamanti ai piedi. Luca cominciò a ridere, per le scarpe che
aveva. E le portò delle decolté rosse. Era perfetta, non riuscivo a
trovare delle parole adatte in quel momento. Feci la figura dell’ebete.
Si cambiò e appoggiò il vestito da una parte. Era pronta a uscire dal
negozio, le presi il braccio e si fermò li. Eravamo a due centimetri,
sentivo il suo respiro, eravamo immobili. Sospirò e si allontanò di un
passo.
“Devo prendere una cosa. Ci aspettate fuori?” le chiesi.
“Ok!” e uscirono fuori con Birba.
Presi Luca per il braccio e lo portai alla ricerca del vestito che
aveva appoggiato da qualche parte. Lo presi, costava 80€, era tanto ma
ne valeva la pena. Chiesi a Luca dove aveva riportato le scarpe e presi
pure quelle. 50€. Stavo facendo una pazzia, lo sapevo, ma era quello
che mi sentivo di fare. I miei mi avrebbero capito. Luca mi guardò a
bocca aperta.
“Ma tu sei uscito veramente fuori di testa Bro…”
“Non è vero” ero in imbarazzo. Per la prima volta.
Pagai con la carta di credito che mi avevano regalato i miei, c’erano
2000€ dentro. Presi la busta e uscimmo fuori. Gaia e Birba ci stavano
aspettando. Le accompagnammo alla macchina. Avevo l’istinto e il
desiderio di prenderla per mano, ma non lo feci. Era troppo presto.
Come lo era averle preso un vestito, ma mi andava cosi. Luca le salutò,
mi avvicinai a Gaia, la abbracciai forte, non volevo mollarla, le diedi
un bacio nella guancia. Anche se non era li che volevo darglielo. Le
porsi la busta e rimase sorpresa.
“Lo indosserai quando usciremo insieme… da soli” arrossii.
“Non dovevi! Non posso accettarlo”
“Un regalo è un regalo. Mi offendo se non lo prendi”
Mi guardò negli occhi, lucenti, imbarazzati. Si avvicinò e mi diede un
bacio nella guancia. Era un bacio diverso da quello del saluto.
“Grazie”. Salì in macchina e partì via. Rimasi immobile finché la
macchina non girò l’angolo. Era l’inizio di qualcosa di nuovo.
Finalmente un nuovo giorno era arrivato!
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Capitolo 3 *** Sarà colpa del Whisky ***
Sarà colpa del WhiskyAccompagnai
Birba a casa. Ancora non ci volevo credere, aprii la busta e presi il
vestito rosso che mi aveva comprato, e notai che c’erano anche le
decolté che mi aveva portato Luca. Quello è tutto matto! Gli mandai un
messaggio.
Sei
pazzo!! Non bastava il vestito, addirittura le scarpe! Non dovevi. Sono
in imbarazzo! Cmq, grazie mille. Per tutto quanto! Sono stata bene con
voi. Siete dei matti scatenati. Saluta Luca se sei ancora con lui. Un
bacio.
Andai in camera mia, e provai subito il vestito con le scarpe. In quel
momento entrò mia madre. Mi guardò dalla testa ai piedi, e le venne un
momento di crisi.
“Ma santo cielo, Gaia. Non abbiamo soldi e vai a comprarti una cosa del genere? Stai impazzendo?” mi urlò contro.
“No mamma. Non l’ho comprato io! È.. un regalo!” le dissi imbarazzata.
“Ah, si? E di chi? Di mago Merlino?”
Era veramente arrabbiata.
“No. Di Mirko” arrossii, ero in tinta con il vestito. Ormai ci stavo facendo l’abitudine.
“Mirko? È chi è?”
“Il ragazzo con cui stavo parlando ieri al matrimonio di Mia”
Ero troppo imbarazzata. E non volevo dare spiegazioni a mia madre. Non
volevo ancora parlarle di lui, lo conoscevo da un giorno. E cosa più
assurda mi aveva già fatto un regalo.
“Si, e quel ragazzo ha pensato bene di regalarti un vestito e delle scarpe. Ma per piacere, chi vuoi prendere in giro?”
Non mi credette. Eppure ero sincera, almeno per una volta!
“Ci stavamo sentendo. Oggi sono andata a Pula con Birba. E l’ho
incontrato. Ha visto che mi piaceva questo vestito e me l’ha comprato.
Io non volevo. Ma lui… Credimi mamma, io non ho speso veramente niente.
Non ti sto dicendo bugie. Controlla pure il mio portafoglio se vuoi.
C’erano 40€ e ci sono ancora tutti!”
Mi fece una faccia strana. E uscì dalla stanza. Sicuramente non mi credeva ancora.
Mi tolsi il vestito e lo misi dentro l’armadio. Chiamai subito Stella. Uno, due, tre squilli, al quarto rispose.
“Pronto?”
“Tesoro. Sono sconvolta!!”
“Che cos’è successo? Racconta tutto, ogni dettaglio, ogni particolare” mi fece tutta contenta.
“Niente di che, ci hanno raggiunto in una piazzetta. Abbiamo conosciuto
l’amico, Luca. Poi abbiamo parlato un po’ di tutto. E ci hanno
accompagnato per i negozi. Ci portavano vestiti di ogni genere, troppo
osceniiii… però era divertente, ridevamo come degli scemi! Poi ad un
certo punto, Mirko mi porta un vestito rosso elegante. Troppo bello!
Beh… Ce l’ho qua tra le mani e non l’ho pagato io” l’ultimo pezzo lo
dissi a bassa voce, intimidita.
“No, aspe. Mi stai dicendo che ti ha comprato un vestito?”
Sprizzava felicità la voce.
“Già. Che vergogna!!”
“O mio dio!! Domani more vengo a casa tua. E mi racconti tutto alla
perfezione, senza lasciare nessun dettaglio. Sono troppo felice”
“Va bene. Dai, vado a sotterrarmi adesso che mamma ha visto il vestito
e gli ho dovuto dire la verità. Ci sentiamo, saluta Alex.”
“Ahahahah. Che fortuna! Saluta tutti. Ciao tesoro” chiuse.
Mi cambiai, e scesi giù in cucina. Mamma mi teneva il broncio, non
aveva creduto a niente. Fanculo. Io ero sincera. Mangiai, e più tardi
sentii il telefono vibrare. Un sms di Mirko. L’avrei letto dopo. Lo
sguardo di mia madre era già incavolato cosi, non volevo peggiorare la
situazione.
Restai ancora in giro con Luca. Raggiungemmo il gruppo. Nel nostro
angolo dei giardini c’erano tutti. Michele, Roberta, Tommy, Elisa,
Andrea, Gimmy, Sofia, Silvia, Alessandro, Sara (la ragazza di Lu) e
Monica. Li salutammo. E Luca non perse occasione per spifferare tutto
agli altri.
“Ragazzi. Sta per morire qualcuno ne sono certo” incominciò a ridere e si sedette accanto a Sara.
“Perché??” risposero tutti.
“Mirko.. si è preso una cotta” e rise ancora di più.
L’avrei ammazzato in quel momento. Però era la verità. Non potevo farci nulla.
“Cos’è la cazzata delle 20.30 questa?” fece Michi.
“No no. Guardatelo, è rincoglionito!” rispose Luca.
“Uff.. e smettila!” rimasi in piedi, come un deficiente e camminai avanti e indietro. Stavo veramente andando fuori di testa.
“Ci mangiamo una pizza in giro stanotte? Non ho voglia di tornare a casa” fece Andrea.
“Si, ok” risposero tutti.
Mandai un messaggio a Giò. Mia sorella.
Avvisa in casa che non rientro per cena. A domani.
Cominciai a sparare cazzate con gli altri, come facevamo ogni
santissimo giorno da 5 anni. C’erano solo tre coppie nel gruppo, Michi
con Robi, Tommy con Eli e poi Luca con Sara. Robi era con noi da quasi
un anno, mentre Eli da circa 4 o 5 mesi, e Sara da 1 mesetto, doveva
ancora ambientarsi bene con il gruppo intero.
Mi arrivò un sms. Pensai fosse mia sorella e sbuffai nel prenderlo.
“Questa è Giò sicuramente” mi sbagliai. Era Gaia, mi uscì un sorriso senza neanche volerlo. Le risposi.
Ti stava
troppo bene quel vestito, non ho resistito. So che forse è stato un
passo che non dovevo fare, ma non sono riuscito a fermarmi. Grazie a
voi per la bellissima serata, scendete più spesso, almeno cosi ho
l’occasione di vederti! Ti saluta Luca. Un bacione piccolina. Buona
cena!
“Oh oh.. missà che non era la sorellina al telefono, eh?” mi fece Luca ridendo.
Gli sorrisi imbarazzato. “Direi di no, bro”. Gli altri erano curiosi ma
non chiesero nulla, almeno per il momento. Sapevano che si trattava di
qualche ragazza, ma erano abituati, per la fama che avevo era normale
che mi cercassero ragazze. Ma non ero mai stato cosi rintontito quando
mi mandavano messaggi. Andammo a prendere le pizze con Michi e Luca e
tornammo al solito posto. Di Gaia ancora nessun messaggio. Passammo una
serata tranquilla, tra una birra e l’altra, tornai a casa verso 00.30
troppo presto per come ero abituato. Di lei, ancora nessun messaggio.
Passarono delle settimane. A volte scendevo io a Pula con Birba e
Stella per uscire con Mirko e Luca, e a volte scendevano loro a
Sarroch. Stavo diventando la ragazza più invidiata di Pula, perché ero
riuscita a far mettere la testa più o meno apposto a Mirko. Con lui
andava tutto bene, non eravamo ancora usciti da soli, e non c’era mai
stato niente di più che un abbraccio e un bacio nella guancia. Ma
qualcosa tra noi si stava creando. Mi parlava di lui, dei suoi
problemi, delle cazzate che ha fatto e della sua voglia di cambiare.
Anch’io con lui riuscivo a essere me stessa, stavo bene. Luca e Birba
ci lasciarono da soli per un paio di minuti, una volta, perché dovevano
andare a prendere le sigarette, ma sapevamo entrambi che era una scusa
tanto per lasciarci un po’ soli.
Appoggiai la testa nella sua spalla, e gli presi il braccio per fargli
i grattini. Ne andava matto. Mi diede un bacio nella fronte. Dio come
stavo bene con lui.
Tornarono Luca con Birba, con un foglio in mano.
“Che cos’avete preso? Carta per fare filtrini?” fece Mirko.
“No bro, questa non fa.. mi dispiace!” disse scherzando Luca.
“C’è una serata karaoke stanotte al Piper” rispose Birba.
“Figo. Ci andiamo?” Mirko era contento della sua idea. Ma c’era un problema. La ragazza di Luca, era gelosa di Birba.
“Bro, sai che io e il karaoke siamo una cosa sola soprattutto se prima
bevo. Ma Sara mi ucciderà. Se vengo devo portare anche lei. Ma non mi
piace che Chiuaua faccia la candela” era triste Luca nel dire questo.
Chiuaua era il soprannome Luca aveva dato a Birba.
“Cazzo. Devi esserci Lu”
“Oh, ascò. Fanculo. Ma chi si fotta Sara. Chiuaua è una mia amica, mica l’amante. Andiamo!”
Luca era felice, noi pure. Questo contava.
Avvisammo i nostri che per cena avremo mangiato una pizza, e che avremo
fatto tardi che andavamo a fare karaoke in un locale. Tutto apposto!
Arrivammo al Piper verso le 22.30, tutte le ragazze si girarono per
vedere Mirko. Mi sentii osservata e fuori luogo, avrei voluto
scomparire. Lui se ne accorse, mi prese per mano ed attraversò la folla
che ci guardava in cerca di un tavolo libero. Ordinammo da bere, io un
Long Island, Birba un mirto, Luca una tequila boom boom, Mirko una
birra che doveva dividere poi con Luca. A un certo punto Mirko si alzò
dal tavolo, e andò verso il tipo del karaoke. Iniziai a urlare “Vai
Mirkoo, uooo”. Si girò e mi fece la lingua seguito da un sorriso. Era
bello. Bello come il sole.
Iniziò la canzone. Mi venne una terribile voglia di nascondermi sotto
il tavolo. Arrossii, forse ero peggio di un peperone arrostito.
“Sarà colpa del whisky, o sarà colpa del caffè. Ma non mi ricordo più di te..
Sarà che questa sera fa un freddo micidiale, sarà che non ho neanche voglia
di parlare.. Ma no non andartene adesso non andartene rimani.. Dimmi almeno
dimmi almeno come ti chiami.. Ma dài scherzavo dài.. Ma cosa ti salta in mente
ricordo il tuo nome perfettamente.. - Mi sorrise- Ce
l'ho stampato in testa fin da quando t'ho veduto. L'amavo già da prima,
prima ancora d'averti conosciuto.. Mi piaci tu, Mi piaci tu, Mi piaci
tu.. Ma come te lo devo dire.. Mi piaci tu Mi piaci tu mi piaci solo
tu.. Ma come te lo devo dire!! Mi piace proprio come sei e anche quella che vuoi sembrare.. Mi piace perché non ce la fai e allora ti lasci andare.. Mi piaci quando fai l'amore e al buio ti sento respirare.. - rise-
Mi piaci quando riapri gli occhi e dici di vedere il mare.. Mi piaci tu
Mi piaci tu Mi piaci tu.. Ma come te lo devo dire! Mi piaci tu Mi piaci
tu mi piaci solo tu.. Ma come te lo devo dire!!”
Mi guardò dritto negli occhi mentre cantava. E mi faceva le facce in
ogni parola che per lui era importante. Ero imbarazzata. Avevo gli
occhi di tutte le ragazze puntati addosso, gelose del fatto che Mirko
mi aveva appena dedicato una canzone. Non me l’aspettavo. Non una
canzone del genere. Luca era senza parole, Birba a momenti piangeva al
posto mio. Quando finì di cantare, tornò al tavolo. Mi alzai e gli
andai in contro. Questa canzone, questo gesto, era la cosa più bella
che potesse fare. Lo baciai. Un bacio lento, con passione, gli passai
la mano tra i capelli e lo strinsi forte a me. In quell’istante non
desideravo altro che lui.
Passai le settimane seguenti a conoscere bene Gaia. Scesero parecchie
volte insieme e Birba, e con Stella. Marti era simpaticissima, oltre
che bellissima. Con Gaia erano molto affiatate, d'altronde le capivo
bene, avevano lo stesso rapporto che ho io con Luca. Una sera che
scesero, Birba e Luca ci lasciarono da soli per un paio di minuti. Gaia
appoggiò la testa nella mia spalla, e incominciò a farmi i grattini nel
braccio. Mi rilassavano troppo, poi da lei mi sarei fatto fare di
tutto, anche se non mi piaceva. Le diedi un bacio nella fronte per
ringraziarla.
Arrivarono Luca con Birba, con in mano un foglio. Era una serata
karaoke al Piper. Volevo andarci, ma la ragazza di Lu era contraria.
Dopo vari tentativi riuscì a convincerlo.
Al Piper c'erano un casino di ragazze, e molte delle quali con cui ero
uscito e avevo scopato. Le salutai per educazione, ma vidi Gaia un po'
in imbarazzo, sicuramente aveva notato le tipe che mi squadravano e poi
parlavano tra di loro. Decisi di prenderle la mano, passai in mezzo
alla folla cercando un tavolo libero, e lo trovai. Ordinammo da bere, e
poi andai verso il tipo del karaoke.
“Ehi, mi scusi. Dovrei fare una dedica a una ragazza. Che canzone mi consiglia?” feci al tipo.
“Dipende da che tipo di ragazza è. Quanto è importante per te” rispose.
“Mm. È molto importante. E devo farglielo capire”
“Allora penso andrà bene, Sarà colpa del whisky”. Esatto era perfetta!
Presi il microfono, e sentii Gaia urlare. Le feci una linguaccia e
sorrisi. Cominciai a cantare. Ogni parola di quella canzone era
perfetta per lei. Sapevo che si sarebbe vergognata da morire dopo
questa pazzia e Luca mi avrebbe preso per culo per tutta la vita.
Mentre cantavo la guardai dritta negli occhi, ero emozionato. Come
finii tutti mi applaudirono. Vidi molti sguardi delle tipe con cui
avevo avuto a che fare incavolati, ma non m'importava di niente. Il
messaggio che dovevo trasmettere a quella persona gli era arrivato
forte e chiaro. Stavo tornando dal tavolo, quando vidi che Gaia si era
alzata dalla sedia. Pensai se ne stesse andando, invece venne verso di
me. Mi prese il viso e cominciò a baciarmi. Un bacio lento, pieno di
passione, le nostre lingue andarono in sincronia, come se fossero
adatte l'una all'altra. Notai che mi strinse forte a sè, e lo feci pure
io. Le misi una mano nel viso, e con l'altra le toccai la schiena, non
volevo lasciarla, non m'importava di dov'ero, se stavo facendo
scandalo, se era troppo provocatorio quel bacio. In fondo ero Mirko, io
potevo fare di tutto. E continuai a baciare Gaia, l'unica cosa di cui
m'importava veramente.
Spero che la mia storia vi stia incuriosendo! Lasciatemi un commentino se vi va!! Un bacio :) Elee90
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