Cuori in tempesta

di ary_gg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Si viene e si va ***
Capitolo 3: *** Scomoda-mente ***
Capitolo 4: *** Identità svelate ***
Capitolo 5: *** Certe notti ***
Capitolo 6: *** Ehy soul sister ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Feci un respiro profondo. Un altro calcio.
"Tutto ok?"
"Si, è solo che questo bambino sembra molto vivace."
"Ci darà molto da fare allora."
"Che ti aspettavi Bass...è figlio tuo!"
"Anche se fosse stata una bambina non sarebbe stata una santa."
"Sempre simpatico, amore." Mi guardò con quel suo ghigno adorabile e mi posò un lieve bacio sulle labbra.
"Ce la caveremo Blair, vedrai non sarà così terribile."

 

18 anni dopo...

"Ahi! Matt sei impazzito?!"
"Avanti sis non lagnarti come sempre, non l'ho fatto apposta!"
"Al solito...state già litigando?"
"Buongiorno papà!". Lauren baciò il padre sulla guancia e si sedette al suo posto.
"La mamma?"
"Di sopra, non si sentiva molto bene, per cui evitate di strillare per casa, almeno per oggi."
"Si sarebbe un gran sollievo!"
"Blair, che ci fai alzata!"
"Chuck, per favore, non posso stare a letto tutto il giorno, ho un lavoro!"
"Un giorno metterai prima la tua salute e poi il lavoro?"
"Oh su non è niente di grave..."
"Cerca di tornare prima però, almeno quello. Devo scappare è tardi. E mi raccomando voi...soprattutto tu Matt."
Lauren guardò il fratello divertita e salutò allegramente suo padre. Matt la guardò di traverso:
"Togliti quel sorrisino 'Due facce'! Prima o poi vedrà crollare il mito della figlia perfetta."
"Smettila di chiamarmi così! Oddio, ma come hai fatto a trovare quei vecchi film! E' diventata un'ossessione Batman!"
"Non lui, ma 'Due facce' è affascinante devo dire, ha un fare così cinico, possibile che non ti ci ritrovi? E poi è colpa di Alan"
Lauren roteò gli occhi infastidita "Ti odio!"
"Ehi! Siete ancora qui a litigare? Matt non provocare tua sorella, e tu Lauren, per favore non essere così acida. Muovetevi o farete tardi, un altro richiamo e giuro che vi faccio anche dormire a scuola!"
"Stavo giusto andando. La limo aspetta."
"Ehi! Matt aspetta, non voglio andare a piedi!"
Blair sospirò vedendo i due che ripresero a punzecchiarsi entrando in ascensore. "Sono proprio le nostre fotocopie..."
 Ebbene si, Lauren Eleonor Bass occhi grandi color cioccolato, adeguatamente coordinati a capelli dai boccoli perfetti dello stesso colore, pelle candida e un carattere assolutamente in contrasto con l'aspetto da angelo immacolato. Matthew Edward Bass capelli e occhi scuri, battuta sempre pronta e ghigno fastidiosamente insolente e affascinante, più uno stuolo di ragazze pronte a fare qualsiasi cosa pur di conquistarlo, inutile dire, senza successo. Assolutamente i degni figli di Blair Waldorf (ora Bass) e Chuck Bass.

 

Spazio autrice.

Allora che dire? Rieccomi prima di tutto :) AVVISO IMPORTANTE per correttezza vorrei dire che l'ispirazione per questa fanfic l'ho presa leggendo PERFECTION di Ray08...non centra NULLA con la storia, i personaggi sono TOTALMENTE DIVERSI e il corso della storia DIFFERENTE. Avrei potuto far finta di nulla, ma non vorrei che si dicesse poi che la storia è stata copiata perchè non è così, anche perchè come ho detto è assolutamente diversa. L'unica cosa per la quale scrivo questo avviso è perchè in questa fanfic i protagonisti saranno i figli di Chuck e Blair più altri due personaggi che incontrerete se la storia avrà seguito. Poichè anche Ray08 ha usato i figli di C e B nella sua storia se dovesse passare di qui, vorrei che se le dovesse dispiacere il fatto che io abbia usato la sua idea, me lo faccia presente ed eliminerò la storia. Ripeto, è TOTALMENTE diversa, dai personaggi al corso della storia, però davvero non vorrei che magari ci fosse qualche problema.
Detto questo vi presento Lauren e Matt Bass...tali e quali a mamma e papà, ma con dei genitori che tengono ai loro figli facendoglielo anche presente. Si sa genitori e figli non hanno mai un rapporto rose e fiori, ma il bene incondizionato c'è sempre. Se la storia vi interessa commentate e io posterò il primo capitolo che è quasi completamente finito. Non mi piace pubblicare storie che non ho finito di scrivere, questa è la prima volta, spero solo di non avere mancanza di ispirazione e mi scuso se cadrò nel banale se la storia avrà seguito. Il titolo è tratto dalla canzone Cuori in tempesta di Nek, anche se in realtà il contenuto della canzone non è proprio la storia che ho intenzione di scrivere, ma la metafora di un cuore in tempesta mi piace, e si sa l'amore provoca tempesta in tutti i cuori...mi piacerebbe dare un titolo di canzone per ogni cap se ci riesco, ma non è detto :) lo so le note sono più lunghe del capitolo, ma dovevo necessariamente dire queste cose. Spero in qualche vostro parere se vi va e spero tanto che Ray08 possa leggerlo e darmi un suo consenso :) scusate per il poema!!! xo xo A.<3



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Capitolo 2
*** Si viene e si va ***


 

CAP.1 SI VIENE E SI VA

                                                                                                      "Si viene e si va per sempre
                                                                              fra gusto e dolore più o meno 
                                                                             venendo nel mondo più o meno"

 

"Non capisco perchè ti ostini a non voler prendere in considerazione l'idea del college. E' assurdo, per studiare ci metti la metà del tempo che una persona normale ci impiegherebbe, e tu, che fai? Con una media da far invidia a chiunque e tutti i college che fanno a gara per averti, tu vuoi lasciare gli studi!"
"Faccio invidia anche a te sis?"
"Matt!!! Sto cercando di fare un discorso serio! E poi ho una media perfetta anch'io, anche se, lo ammetto, io devo studiare il doppio di te, e ti invidio per questo."
"L, non ti ci mettere anche tu, c'è già papà che mi assilla con questa storia."
"E fa bene..." Lauren si rabbuiò durante la conversazione e Matt se ne accorse.
"Sono fieri di te Lay, è fiero di te, vedrai che quest'anno andrà bene con l'Ivy League, e poi non è niente di così speciale, l'anno scorso è stato molto noioso."
"Già immagino, avrai fatto un'ulteriore brillante figura..." Matt sospirò assumendo un'aria scocciata e pronto a mordere. Non sopportava quando sua sorella si comportava così, era una ragazza bella, intelligente, brillante, ma proprio non le entrava in quella testolina perfettamente acconciata.
"Lauren mi dici qual'è il tuo problema? La smetti di fare la vittima di qualunque cosa?!"
Lauren guardò male il fratello e con le lacrime agli occhi, si avviò verso il cancello della Costance-Sant'Jude.
"Non dovresti trattare così male tua sorella." Matt si girò verso il suo migliore amico. Alan Archibald.
"E tu non dovresti mangiartela con gli occhi. Smettila prima di ritrovarti con qualche organo in meno."
Alan sorrise appena con aria di sufficienza. "Tranquillo Bass so che tua sorella e off limits per chiunque."
"No Alan è off limits soprattutto  per te. Sei l'ultima persona con cui vorrei vederla."
"Non hai stima di me, amico."
"Archibald, seriamente. Togliti dalla testa Lauren, non è una delle tante da portarsi a letto!"
"Oh, oh calma Matt, lo so. Sei piuttosto nervoso stamattina."
"E tu più idiota del solito, stai rischiando davvero oggi. Perchè mai non hai preso da tuo padre io non lo so!"
"Ma se siamo uguali a parte per il colore di capelli!"
"Si certo, dimentichi il fatto che sei praticamente inaffidabile e un donnaiolo incallito."
"Esattamente come te."
"Si ma io non voglio fami tua sorella!"
"Bè considerando che non ne ho..." Il viso di Matt si tese e assunse un'espressione paurosa e Alan capì che era ora di darci un taglio. E' vero Alan non assomigliava a suo padre se non per l'aspetto fisico, ma Matt di certo si discostava dal padre in fatto di ginnastica e palestra...era sicuramente un Chuck Bass in miniatura, ma un pò più allenato.
"Ok, dai Matt ho capito l'andazzo. La smetto. Andiamo o arriveremo tardi."


"L! L! Lauren, aspettami! Ehi!" Una bellissima bionda mozzafiato dagli occhi di ghiaccio, le si accostò improvvisamente.
"Denise, scusa non ti avevo vista."
"Ti corro dietro, per giunta urlando, dal cortile! Non è molto chic!"
Lauren abbozzò un sorriso. "Ahi, farti sorridere è difficile stamattina. Cos'è successo?"
"Niente D, devo solo uccidere mio fratello."
"Oh L, ignoralo. E' un'idiota, così come Alan."
"Che centra Alan adesso?"
"Niente, era per dire."
Lauren afferrò la migliore amica per un polso per fermarla. "Deny, che diavolo stai combinando? Dimentica Alan, non ha la testa per stare con qualcuno!"
"E chi dice che io cel'abbia."
"Cara Denise, sappiamo tutti delle tue mille avventure amorose, ma so anche che Alan è stato il primo, e non l'hai mai scordato."
"Ma dai, non è così."
"Oh no, è vero, e com'è? Oh si ci sono, praticamente uno da scoparti quando hai voglia."
"Lauren! Odio quando parli così!" Lauren la guardò di traverso.
"Non è questo che dovrebbe infastidirti Denise, ma quello che ho detto, questo dimostra che non ho tutti i torti." Detto ciò Denise si bloccò senza più seguire l'amica, un pò per l'imbarazzo, un pò per la rabbia.
"Oh, Denise Lilian Van Der Woodsen!"
"Hunphry Alan, Humphry. Quello è il cognome di mia madre."
"Fossi in te utilizzerei quello della cara Serena, ha una certa storia."
"Ah ancora con la storia di Brooklyn?? Direi che è superata visto che mio padre è uno dei più importanti giornalisti di New York e mia zia è una stilista a livello mondiale."
"Infatti Alan non intendeva storia di classi D, ma di reputazione di tua madre. Visto che siete praticamente uguali...un cognome una garanzia."
"Sei un idiota! Invece di perder tempo con me Matt, chiedi scusa a tua sorella!"
"Si Matt, va pure, ci penso io a Deny...". Sul volto di Denise si dipinse un'espressione disgustata, mentre Matt sorrise beffardamente.
"Siete proprio una bella coppia di stronzi, vado in classe prima di vomitare, dovreste tornare nella vostra ala."

 

"Ehi L, aspetta."
"D! Mi chiedevo dove fossi, queste qui sono un pò noiose."
Denise sorrise. "Sh! Non farti sentire."
"Che sentano pure, possono solo sottostare. Claire attenta! Non mi stare così addosso." Le ragazze si sedettero sui gradini del MET e cominciarono a chiacchierare.
"Lay, è venerdì che facciamo questo pomeriggio?"
"Non so Denise, qualche idea? Oh comunque stasera ceniamo tutti a casa mia, ti ricordi vero?"
"Oh no! Volevo uscire! Abbiamo diciassette anni ci lasceranno prima o poi non partecipare a queste cene?"
"Avanti Deny, non fare storie c'è sempre il dopo cena, sono queste le condizioni ricordi? Una volta al mese...e poi non sperare nella libertà. Se anche Matt e Alan sono costretti pur avendo diciotto anni, non c'è speranza per noi."
"Sono un tantino opprimenti non credi Lay?"
Lauren scoccò uno sguardo di sfida in direzione della brunetta che aveva parlato. "E tu sei un pò troppo inopportuna per i miei gusti Claire, sta al tuo posto. Ah, nessuno mi chiama Lay a parte gli amici intimi e la famiglia. Fattelo entrare in quella testolina vuota."
Denise cercò di riportare la situazione alla calma, proprio non sopportava quando Lauren si comportava da stronza, ma era nel suo DNA e l'adorava nonostante tutto. Sin da piccole erano sempre insieme. Certo inevitabile visto che sua madre e Blair erano amiche da quando...bè da sempre. Per non parlare del fatto che Chuck e sua madre erano fratellastri e di conseguenza, i genitori di Lauren erano degli zii per lei, una sorta di secondi genitori. Lauren era fatta così e Denise sapeva come prenderla. Spesso suo padre le raccontava delle stupidissime liti di Blair e Serena e di quell'agitarsi per una fantomatica corona inesistente, solo per avere una certa popolarità a scuola. E lui continuava ad andar fiero della sua scarsa popolarità scolastica e questo Denise proprio non lo capiva. A lei piaceva stare al centro dell'attenzione, in questo era sicuramente come Serena, ma non era così stupida da mettersi contro Lauren, come sua madre aveva fatto con Blair. Certo Lauren era, non solo una Waldorf, ma anche una Bass, e questo in un certo modo la giustificava dal non volerla contro. E poi, il bene per lei, superava anche quel poco di fastidio che poteva causarle. Era come una sorella a tutti gli effetti.
"Ok L, allora verrò da te verso le cinque, il tempo di togliermi la divisa, tanto la cena è alle sette come sempre no?"
Lauren non accennava a togliere lo sguardo fulminante dalla brunetta, poi, dopo qualche secondo che sembrò durare un'eternità, sfoderò uno dei suoi sorrisi falsi, usati per celare l'irritazione, e si voltò verso l'amica. "Ok, ti aspetto per le cinque e non esagerare come al solito nel vestito." Lauren le sorrise di nuovo, ma stavolta sinceramente, si alzò e scese i gradini per andare via, quando si sentì qualcuno venirle addosso.
"L!" Denise non riuscì a fermarla in tempo, mentre Lauren, prima ringraziò mentalmente di avere un equilibrio da far invidia a chiunque, poi si preparò alla sfuriata che avrebbe riservato a chiunque non avesse prestato l'attenzione dovuta, andandole addosso.
"Sta attento idiota!" Alzò gli occhi e si ritrovò di fronte un ragazzo alto, occhi verdi, capelli corti di un indefinito colore tra il biondo scuro e il castano e un sorriso beffardo sul viso. Lauren rimase per un momento ad osservarlo come incantata, poi si svegliò al suono delle sue parole.
"Svegliati principessina sei tu che mi sei venuta addosso!" Non ricevendo risposta il ragazzo fece un mezzo sorriso. "Un'altra che cade preda del mio fascino."
Lauren ritornò in sè. "Co-cosa? Non montarti la testa, stavo solo pensando come fare per non scendere al tuo stesso livello."
"Si dì pure così se ti va, tanto so che ho ragione io. Ora se vuoi chiedermi scusa...così posso andarmene, ho di meglio da fare."
"Se credi che ti chiederò scusa, puoi scordartelo, sei tu che mi sei venuto addosso!"
"Oddio no, non dirmelo, Lauren Bass giusto?" Intanto Denise si avvicinò ai due. "Salve bellezza".
"Addio cretino. Lauren avanti andiamo, lascia perdere."
"Oh no non disturbatevi signore, vado io. Ci vediamo principessina."
Lauren spalancò la bocca e strinse gli occhi in segno di irritazione. "Spero proprio di no! Andiamo D!"

 

Spazio autrice
Bene...bè insomma...spero che il primo capitolo vi interessi più del prologo che non è andato troppo bene :)...vi sto facendo conoscere i personaggi, o meglio li stiamo conoscendo, me compresa, vi ho detto non ho la storia ben delineata, quindi sono anche io allo scuro di tutto...vi presento altri due personaggi: Alan e Denise. Precisiamo relazioni figli-genitori. Alan è figlio di Nate sposato con una donna che nel telefilm non esiste e ha la stessa età di Matt (18 anni), mentre Denise è figlia di Serena e Dan...io non sono una fan della coppia, nella prima serie mi piacevano, poi hanno perso, ma per forza di cose nella fanfic dovevo distruggere la coppia Nate-Serena (che mi piace già un pò di più), e ha l'età di Lauren (17 anni). Alan è nettamente diverso dal padre, come avete notato, ma assomiglia più all'amico Bass, mentre Denise assomiglia molto più a Serena...e ora veniamo ai fratellini, siccome sono dell'idea che per ogni Blair c'è un Chuck , così come per ogni Chuck c'è una Blair, ho voluto costruire un altro genere di rapporto. In quanto fratello e sorella, ho voluto creare un sentimento forte fra i due, anche perchè comunque li separa un solo anno di differenza. Sono abbastanza uniti anche se si punzecchiano sempre, come appunto facevano i genitori, e Matt è molto protettivo verso Lauren, della serie io mi faccio chi voglio, ma mia sorella non la deve toccare nessuno.
Il titolo è preso dalla canzone "Si viene e si va" di Ligabue...appunto si viene e si va, e via con il cambio generazionale :). Queste note mi vengono sempre infinite...spero che il capitolo attragga un pò di più...fatemi sapere. A presto xo xo A.<3

D_Love: sei stata gentilissima a commentare! davvero grazie mille! *.* e bene si uguali ma non troppo come puoi notare...vedi Matt, un genio della scuola, ma senza applicarsi...Ho sempre invidiato quelli così, io devo sgobbare perennemente per dei risultati nella media! E va bè...ho pensato che, con una madre come Blair, non esiste che uno dei figli sia un fannullone a scuola, e siccome B e C sono comunque intelligenti, astuti e furbi, ecco che il figlio viene un piccolo genio ;), anche perchè secondo me se C si fosse applicato all'epoca a scuola anche un minimo, avrebbe bruciato tutti...anche Lauren ovviamente non è da meno...bene basta così direi che ho già chiacchierato abbastanza...spero ti piaccia il capitolo, fammi sapere ;) xo xo A.<3



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Capitolo 3
*** Scomoda-mente ***


CAP.2   SCOMODA-MENTE

                                                                          "Dimmi perchè t'agiti
                                                                                      perchè sudi ancora
                                                                                        basta così poco
                                                                                          a disilluderti"

 

"Dove diavolo sei! Se non arrivi entro due secondi ti lascio a piedi...Lay, Lay! Pronto!! Mi ha chiuso il telefono in faccia." 
"Bè considerando che è arrivata..."
Lauren si avvicinò a grandi falcate sui suoi tacchi dodici verso il fratello e Alan.
"Matt sei insopportabile, se ti dico che arrivo, arrivo."
"Certo sis, peccato che so che non è esattamente così."
"Lui  viene con noi?"

"Ciao anche a te Lay."
"Al."
"Mi spiegherai poi perchè non mi sopporti più."
"Ti salvi solo perchè sei figlio di Nate! Altrimenti ti avrei mandato in un posto molto lontano da un bel pezzo."
"Lauren! Che ne dici di darci un taglio? Sali."
"Andiamo tra un'ora arriva Deny, devo prepararmi." Matt la guardò con aria di sfida.
"Pomeriggio interessante."
"State alla larga...entrambi!"

 

"Oh siete qui."
"Ciao mamma!" Lauren baciò la madre sulla guancia, poi si diresse verso le scale. "Vado a prepararmi, appena arriva Denise mandatela di sopra!"
"Ciao Blair."
"Ciao Alan. Tua madre ti ha mandato il cambio per stasera sapendo che non saresti tornato a casa."
"Grazie."
"Mamma come stai?"

"Matt non fare tuo padre, sto bene. So che ti scoccia che te lo dica, ma anche Harvard ti ha mandato l'invito per il week-end universitario."
Matt sospirò. "Sai che non mi va di andarci. A nessuno."
"Potresti almeno provare per il week-end non credi?"
"Mamma..."
"Ok, ok non mi va di parlarne ora, ma sai che non mi arrenderò no? E nemmeno tuo padre."
"Si si...andiamo di sopra."
"Matt..."
Matt e Alan si diressero di sopra in camera del primo. "Non hanno intenzione di mollare eh?"
"No...ma nemmeno io."
"Sei proprio sicuro di non voler andare al college?"
"No, voglio iniziare a lavorare."
"Il fatto di avere un'azienda di famiglia, non toglie il fatto che una laurea, non sarebbe poi un'idea così assurda. Sai quanti problemi ha avuto tuo padre per questo con il passare del tempo."
"Ma che vi è preso oggi, tutti a fare prediche!"
"Era solo una considerazione Matt, smettila di stare sulla difensiva!"

"Non sto sulla difensiva, sono solo seccato. Vediamo di rendere questa giornata un pò più interessante,  almeno per dopo cena."

 

"Lauren!" Denise entrò in camera di Lauren in tutto il suo splendore, avvolta in un abito nero con fili d'argento, rigorosamente a tubino ed esageratamente corto, giusto per far risaltare le già ben prosperose curve, il tutto corredato da un insieme di accessori e pochette perfettamente abbinati.
"Della serie giusto per esagerare..." Lauren guardò l'amica e poi il suo riflesso allo specchio. Non poteva lamentarsi, questo era certo, ma il suo vestito fuxia stile impero, con le spalline argento e la sua laboriosa acconciatura, sembravano nulla in confronto a ciò che le si era presentato di fronte.
"Lay che c'è!" Lauren la guardò irritata.
 "Oh Denise! Ma possibile che non te ne accorgi! Sembri una ventenne! Con te al fianco si sfigura, nient'altro."
"Ma dai Lauren sei perfetta."
"Lo so, ma tu più di me."
"Smettila avanti, piuttosto prestami uno smalto non ho avuto il tempo di metterlo."

"Vieni..." Lauren afferrò l'amica e la trascinò fuori dalla stanza, poi bussò alla porta del fratello. "Matt posso?"
"Si Lay..." Appena aprì la porta Lauren fece entrare prima Denise, lasciando Matt e Alan inebetiti per qualche secondo.
"Ti offri come dessert stasera Deny?" Matt ridacchiò alla battuta di Alan, mentre Denise gli riservò una delle sue espressioni peggiori.
"Alan sei disgustoso."
"Sempre che Lauren non voglia proporsi al posto tuo." A quel punto Matt gli fece piombare un cuscino sulla faccia, mentre Denise uscì nervosamente dalla stanza portando con sè Lauren.
"Archibald, è la seconda volta che oggi ti riprendo su Lay!"
"Oh avanti amico, non farla lunga, ma l'hai vista?"
"Non mi interessa Alan, è mia sorella, stalle alla larga."
"E' difficile visto che siamo tutti così amici."
"Non fare l'idiota, hai capito in che senso."
"Si, si lo so, lo so."

"Odio quando fa così."

"Alan è così Denise, mettitelo in testa...comunque ho avvalorato la mia tesi visto?"
"Ma smettila L, se non fosse per Matt, Alan ti sarebbe già saltato addosso."

Lauren fece una faccia inorridita. "D, ti prego non rovinarmi l'appetito, Alan non è il mio tipo."
"Anche se lo fosse Matt non ti lascia respirare, per cui...è assillante non credi?"
"Lo so Deny, ma che ci posso fare? Lo fa solo perchè è geloso..."
"Si comporta come tuo padre, o come il tuo fidanzato!"
Lauren rise divertita. "Lo so glielo dico sempre anche io, ma non riesco a prendermela più di tanto, è mio fratello e gli voglio bene, non posso tenergli il muso più di 24 ore...anche perchè poi fa gli occhi da cucciolo bastonato e proprio non è possibile avercela con lui."
Denise sorrise. "L, avete un rapporto bellissimo nonostante tutto. Vi invidio."
"Già...ma se continua così il prossimo ragazzo che avrò sarà a trent'anni!"
"Hai più sentito David?"
Lauren si irrigidì. "No D. Ormai è finita. E comunque non poteva andare avanti così. Si è trasferito, non potevamo fare altrimenti."
"Lay, mi dispiace, so che stavi pensando di...bè si insomma che fosse quello giusto."
Lauren arrossì. Odiava parlare di quell'argomento. "E' meglio così davvero...visto come poi si è comportato, sono contenta di non aver ceduto." Denise vide Lauren ancora un pò in imbarazzo e decise di darle un pò di spazio.
"Vado in bagno L, torno subito."

Uscì dalla stanza e si diresse nel bagno, ma aprendo la porta, sentì delle mani che le cinsero i fianchi e la condussero in bagno richiudendo la porta dietro di loro. Alan le baciò il collo facendola rabbrividire.
"Alan...non mi pare il caso."
"Sei bellissima" Il suo respiro le sfiorò il collo facendole venire i brividi, si volto e lo baciò con impeto affondando le mani nei suoi capelli, mentre lui faceva scivolare le mani lungo i fianchi e le gambe scomponendole il vestito. Poi Denise tornò in sè.
"Alan mi rovini il vestito." Si staccò da lui a fatica con il cuore a mille.
"Ti fai troppi problemi."
"Modalità dolce off, modalità stronzo on!" Alan sorrise appena.
"Scusa Deny...mi sei mancata."
"Si immagino...vado che è meglio."
"Aspetta..." Alan afferrò Denise per un braccio.
"Che..."
"Sh! Chuck, senti?"
Denise udì la voce di Chuck che veniva dal corridoio.
"Se ci becca insieme è la fine, è protettivo con te come se fossi sua figlia."
"Sai com'è, è mio zio!"

"Non urlare!"
"Tanto che siamo bloccati qui, dimmi, la smetterai di fare il cretino con L?"
"Gelosa?" Alan sorrise sbeffeggiandola, mentre Denise arrossiva indignata.
"No che non sono gelosa, lo dico per la tua vita, rischi molto con Matt così."
"Non preoccuparti di questo, so come gestirlo."
"Oh, davvero?"
"Ok, d'accordo, oggi ho rischiato un pò, ma stavo solo giocando, non mi permetterei mai..."
"Meglio per te o la nostra relazione finisce qui."
"E dai smettila di fare la gel..."
"Non sono gelosa! Lauren non è quel tipo di ragazza, per lei ci sono sempre coinvolgimenti sentimentali in tutto, anche nella più stupida delle situazioni e poi...forse potrebbe anche darmi leggermente fastidio!"
Alan sorrise. "Ho vinto...avevo ragione. Ora usciamo da qui, è quasi ora di cena."

 

La cena trascorse tranquillamente, con i ragazzi che continuavano a punzecchiarsi e i genitori che discutevano di argomenti più o meno importanti. Dopo cena Lauren, Matt, Alan e Denise si ritrovarono in salotto.
"D, usciamo?"
"Dove si va?"
"Alan non sei invitato."
"Avanti sis, non essere antipatica, tanto andiamo come al solito tutti nello stesso locale." Lauren alzò gli occhi al cielo infastidita, sapendo di doversi arrendere
"Ok, andiamo."
Si ritrovarono tutti nel solito locale, il tempo trascorse per Lauren e Denise, tra saluti più o meno calorosi e qualche occhiataccia a delle ragazze della west side che si trovavano dalla loro parte, mentre Matt e Alan, riuscirono a rimorchiare due belle ragazze, ma poco loquaci. Mentre Lauren beveva il suo Martini bianco, si sentì urtare da qualcuno, che gli fece riversare il drink sul suo adorato vestito. Denise e le altre la guardarono impietrite, sapendo che in quel momento, quella persona aveva segnato inevitabilmente la sua condanna a morte. Lauren chiuse gli occhi sospirando, quasi a voler riprendere il controllo, poi si voltò aggredendo la sua vittima.
"Dì, ma sei impazzito?! Ma dove ce li hai gli occhi!"
"Oh no! Guarda un pò, ciao principessina!"

"Tu! E' la seconda volta oggi! Hai visto cosa hai combinato al mio vestito?!"
"Seconda? Veramente è stata colpa tua questa mattina, a proposito, mi devi ancora delle scuse." Lauren colse il tono ironico e vagamente sensuale che il tipo di fronte a lei cercava di ostentare, e probabilmente stava anche avendo l'effetto desiderato.
"Co-come?"
"Di nuovo incantata principessina?" Il ragazzo si era avvicinato ancora di più e Lauren poteva sentire il suo respiro sul viso.
"Problemi Lay?"
Le ragazze si voltarono vedendo Matt che era alle spalle del ragazzo e guardava Lauren. Il ragazzo si allontanò da lei e sorridendo si voltò appena verso Matt.
"No Matt, non preoccuparti."
"Ciao Lauren." Il ragazzo si avviò verso l'uscita del locale, lasciando Lauren interdetta, poi Denise le si avvicinò.
"Come fa a sapere il tuo nome?"
"Non ne ho idea D, anche stamattina mi ha chiamato per nome...e comunque ho tutta l'intenzione di scoprirlo."

 

spazio autrice

Bene eccoci di nuovo qui...purtroppo non sono riuscita a mettere i vestiti di Lauren e Denise...sono un disastro in queste cose....tra l'altro le modelle sono anche abbastanza vicine fisicamente all'idea che ho di L e D e mi dispiace non poterveli mostrare...bene credo di essermi messa nei guai da sola con questo cap...come si dice, certi vizi sono duri a morire e, ovviamente, con chi poteva finire Denise, ma con Alan ovviamente...è un Archibald! :). Effettivamente non c'è un granchè in questo capitolo...a parte qualcosa che preannuncia quello che succederà...oggi sono più breve! Fatemi sapere! xo xo A.<3
ps. la canzone è scomoda-mente dei negramaro!

 

Ray08              grazie mille...no davvero ho voluto specificare per correttezza...mmm spero proprio di riuscire a continuare purtroppo a volte ho mancanza di ispirazione! A presto!

cherol     grazie mille per la recensione...fammi sapere che ne pensi! :)



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Capitolo 4
*** Identità svelate ***


CAP.3 IDENTITA' SVELATA

 

"Buongiorno Lay!"
"D, perchè mi chiami a quest'ora di lunedì mattina visto che ci vedremo esattamente fra...circa tre quarti d'ora?"
"E tu perchè sei sempre così acida?"
"Sputa il rospo D."
"Volevo solo sapere se avevi scoperto qualcosa su quel tizio carino del locale".
"Quel tizio irritante vorrai dire. Comunque no, ieri sembravano tutti troppo impegnati per darmi una mano..."
"Oh è per questo che cel'hai con me stamattina?"
"Non per quello, ma perchè ogni tanto sparisci e non mi dici che fine fai! Zia Serena ha chiamato la mamma ieri sera lo sai?"
"Cosa?!"
"Se dici che sei qui, e vuoi che ti copra, avvisami per lo meno."
"Che cosa hai detto a tua madre?"
"Ero con le altre a cena e le ho detto che eri con me, stamattina sono andata via prima che potesse vedermi, in teoria hai dormito qui, anche se nessuno ti ha vista, ma non hanno visto nemmeno me, quindi..."
"Ti devo un favore!"
"Bene, allora puoi dirmi dov'eri."
"Magari un'altra volta ok? Ci vediamo tra poco!"
"Denise! Non mi freghi, aspetta!"
Denise riattaccò il telefono e sospirò.
"Problemi?"
"No Al, ma perchè anche se voi sparite per la notte, non trovate centinaia di chiamate perse e altrettanti messaggi in segreteria, da parte di madri e migliori amiche nevrotiche??"
"Con voi ti riferisci a me?"
"Vedi qualcun'altro qui? E comunque era una considerazione generalizzata a voi ragazzi."
"Non è ho idea...penso solo che si tenda ad essere un pò più protettivi nei confronti di voi donne."
"Idea comune e, a mio parere, discriminatoria."
"Sei troppo agitata, non  ti sei fermata un attimo da che ti sei svegliata."
"Sai com'è fra circa quindici minuti devo essere in classe. Tu piuttosto? Non ti sbrighi?"
"Non per allarmarti ancora di più Denise, ma noi dell'ultimo anno siamo esonerati dall'assemblea che preannuncia l'inizio dell'Ivy League."
Denise si bloccò all'istante, facendosi prendere letteralmente dal panico.
"Ivy League?? Oddio, me ne sono dimenticata, Lay non mi ha detto nulla, strega! E tu, potevi ricordarmelo! Oh no,no, no! Farò tardi!" Denise uscì dalla stanza sbattendo la porta.
"Non correre D!"

Denise salì le scale di fretta pensando che, se non si fosse spezzata l'osso del collo quel giorno, non sarebbe mai più successo. Appena raggiunse l'aula magna vide gli studenti uscire e adocchiò Lauren, che, appena la vide, la scrutò con espressione dura e di rimprovero.
"Oh no, me la sono persa!" Lauren guardò Denise ancora un pò, poi le sorrise vivacemente.
"La storia si ripete! Sei proprio come la zia."
"Senti chi parla! Sembri tua madre in versione miniatura."
"Fiera di esserlo D"
"E comunque non ho nessuna intenzione di fare come la mamma, so cosa voglio. E comunque per me l'Ivy League è una perdita di tempo, andrò alla Columbia, non ho nessuna intenzione di lasciare New York."
"Si si, lo so, lo dici da quando avevamo dieci anni."
"Tu piuttosto, su quale facoltosa università hai deciso di puntare?"
Lauren alzò gli occhi al cielo. "Non ne ho idea, manca ancora un anno."
"Che fine ha fatto la ragazza che programma gli eventi almeno dieci anni prima?"
Lauren continuò a camminare per i corridoi della scuola senza rispondere. Denise la bloccò.
"L, che c'è?"
Lauren sospirò. "Non lo so, è che..."
"Ehi sis, Ivy League iniziata, immagino sarai elettrizzata."
"Matt, non è giornata, disturba qualcun'altro."
Lauren si allontanò lasciando Matt e Denise interdetti.
"Ma che ha?"
"Se non fossi piombato così all'improvviso lo avrei scoperto!"

Lauren si diresse a passo spedito verso l'aula, ma la sua attenzione fu attratta da qualcun'altro. "Oh no, è un incubo."
Il ragazzo si voltò verso di lei e sorrise. "Guarda chi c'è"
"Ti prego, dimmi che hai la divisa del Sant Jude, solo perchè volevi intrufolarti nel corridoio della Costance!"
"Mi dispiace deluderti tesoro, ma sono uno studente nuovo di zecca."
"Oddio, vedo che ormai accettano tutti in questa scuola, magari imparerai cos'è l'educazione. Mi perdonerai per l'interruzione di questa, esaltante, conversazione, ma ho lezione."
"Prego, avremo sicuramente modo di rivederci Lauren."
Lauren lo guardò seccata e lo superò per raggiungere la sua aula, appena dentro, prese il telefono e mandò un messaggio alle sue dame di corte:
ENTRO LA FINE DELLA PROSSIMA ORA, ESIGO SAPERE IL NOME DEL NUOVO STUDENTE DEL S.JUDE.
Lauren si sedette al suo posto aspettando, o meglio esigendo notizie sul misterioso ragazzo, quando vide entrare una ragazza molto bella, che si scrutò intorno, per cercare un posto vuoto.
La guardò meglio, aveva anche lei la divisa, ovviamente, ma indossava un paio di Laboutien e aveva l'ultimo modello di borsa Praga. Le fece segno indicandole il posto davanti al suo e le sorrise. La ragazza prese posto e Lauren si presentò. "Lauren Bass".
La ragazza la guardò con quegli occhi verdi enormi, le sorrise e si presentò. "Alice Rinaldi."
"Non sei americana."
"No Italiana. SI sente molto?"
Lauren le sorrise. "No, l'ho dedotto dal nome e cognome. Hai un accento molto buono."
La discussione si fermò lì a causa dell'arrivo dell'insegnante e, soprattutto, dall'arrivo dell'informazione che Lauren aspettava. CRISTOPHER ANDERSON.

"Cristopher Anderson."
"Prego?" Denise guardò Lauren che era appena piombata davanti a lei.
"Quell'idiota che mi ha versato il martini sul vestito, lo stesso che mi è venuto addosso venerdì al MET."
"Oh si, certo. Hai scoperto solo il nome?"
"Sai com'è non ho investigatrici molto in gamba, a volte ho dei seri dubbi sulla loro intelligenza. Comunque, questa mattina, me lo sono ritrovata, in tutto il suo antipatico splendore, qui a scuola con la divisa del Sant'Jude."
"Nuovo studente?"
"A quanto pare...Oh sembra essere la giornata dei nuovi arrivi. C'è anche una nuova studentessa, Alice Rinaldi."
"Non è un nome americano."
"Infatti è italiana, sembra carina, ma non ho avuto modo di approfondire."
"Quante novità!"
"Già, hai visto Matt?"
"No, a parte stamattina."
"Ok, vado a casa a scoprire qualcos'altro, ti chiamo più tardi!"

"Lay, Matt?"
"Mamma? Come mai a casa."
"Ciao tesoro, abbiamo ospiti a cena." Lauren e Matt la guardarono interdetti.
"Di lunedì?"
"Si caro, e a vostro padre, non dispiacerebbe se ci foste anche voi."
"Ti prego, non contare su di me, mi vedo con Alan."
Blair guardò il figlio con aria innocente.
"Di lunedì?"
Matt sorrise. "Touchè"
Lauren alzò gli occhi al cielo "Almeno inventati qualche scusa migliore per..."
"Lauren!" Blair riprese la figlia.
"Che c'è non mi hai nemmeno fatto finire di parlare."
"Oh ti prego, conosco i miei figli come le mie tasche, non ci vuole un genio per capire che il signorino qui, ha di meglio da fare e che tu, stavi per rimarcarlo in termini coloriti. Chiedi a tuo padre prima di uscire."
"Posso essere esonerata anche io?"
"Assolutamente no, a cena ci sarà la figliastra del nostro ospite con la moglie novella, mi sembra scortese farla stare sola in mezzo a noi."
Lauren guardò la madre annoiata. "Lungi da me provocare tale disagio". Detto ciò sfoderò uno dei suoi sorrisi di circostanza e salì in camera sua e si preparò per la cena, indossando un Waldorf nero originale adatto alla circostanza. Uscì dalla sua stanza e incontrò con Matt, che stava per svignarsela.
"Non capisco perchè tu hai il permesso di saltare questa, interessantissima cena, mentre, io, devo restare qui."
"Perchè ho cose più interessanti da fare."
"Bè certo, scoparsi una biondina, che non sa usare il cervello, è sicuramente qualcosa di più interessante."
"L'importante è che sappia usare qualcos'altro."
Lauren guardò il fratello disgustata dandogli una botta sul braccio.
"Oh, avanti sis, sei tu che hai cominciato con il linguaggio colorito."
"Ovviamente...scendo gli ospiti sono arrivati."
"Allora è meglio che mi defili, prima che papà mi incastri."
Scendendo Lauren rimase piacevolmente sorpresa, scoprendo che, la famosa figliastra, non era altro che la ragazza che aveva attirato la sua attenzione a scuola. Di certo Alice, attirò anche l'attenzione di qualcun'altro.
"Se avessi saputo della brunetta sarei rimasto."
Lauren lo fulminò con lo sguardo. "Va a farti una gallinella, Alice sembra a posto."
"Alice? L'hai già conosciuta?"
"Stamattina in classe, si è appena trasferita dall'Italia, smettila di guardarla così, vai!"
"Vado, vado, notte sis".
"Oh tesoro, sei qui. Lei è..."
"Alice, lo so, ci siamo conosciute questa mattina a lezione di letteratura."
"Perfetto, lei é Sara Rinaldi, la madre di Alice, mentre lui è Alec Anderson."
Dal viso di Lauren sparì improvvisamente il sorriso. "Anderson...è, è un piacere."
Lauren continuò a chiedersi se fosse una coincidenza, se quel ragazzo potesse essere il figlio di quell'uomo, intenta a scoprirlo, cominciò a chiacchierare con Alice.
"Come ti trovi a New York?"
"Bè sono qui solo da 48 ore, è un pò difficile fare un resoconto, senza contare che sento ancora il fuso orario, mi sarei potuta addormentare da un momento all'altro a lezione stamattina."
"Oh, allora non è il fuso orario, sono solo le lezioni della Signora Bennett."
"Perfetto, mi aspettano lezioni interessantissime allora."
"Tua madre e il tuo patrigno si conoscono da molto?"
"Un anno, si sono frequentati da subito. Serge aveva degli affari in Italia, a Milano, tornava in America di rado in quell'anno, ma poi doveva ritornare qui definitivamente e ha chiesto a mia madre di seguirlo e di sposarlo e...bè eccomi qui."
"Non sembri molto entusiasta."
"Bè ho lasciato i miei amici, i miei parenti, il mio ragazzo, la mia scuola, Milano, la mia vita, sfido chiunque ad esserne entusiasti. Niente contro New York, l'ho sempre vista come una meta da sognare, ma quando poi ti ci ritrovi è tutta un'altra cosa. Avrei solo voluto poter scegliere."
"Perdona la mia indiscrezione, non potevi restare con tuo padre? Insomma se fossi in tua madre avrei capito."
"Mio, mio padre è morto tre anni fa."
Lauren arrossì di colpo. "Perdonami, io...sono stata indiscreta."
"Figurati. Dopo la sua morte, ho visto mia madre sorridere solo quando ha conosciuto Serge. Non avevo il coraggio di dirle che non volevo lasciare Milano."
Lauren le sorrise. "Serge è mai stato sposato prima?"
"Si, ha divorziato da sua moglie circa otto anni fa, ha anche un figlio un anno più grande di noi."
Bingo. Lauren si accorse di aver fatto centro, Christopher era suo figlio, non che fratellastro di Alice.
"E come ti trovi con lui?"
"Oh bè non lo conosco abbastanza però è stato molto gentile, ha accolto me e mia madre molto bene, insomma non ha dato nessun genere di problema. Comunque non ci ho parlato granchè, sembra un ragazzo molto schivo."
"E' normale anche io ho un fratello, è difficile trovare un punto d'incontro."
"Già, ma non mi preoccupo, se deve nascere un rapporto, nascerà col tempo."
Lauren rimase colpita dalla personalità di Alice, era molto forte, ma dolce e soprattutto molto assennata e razionale. Lauren capì che, forse, aveva trovato una potenziale amica.

 

angolo autrice

Bene Lauren ha scoperto il nome del ragazzo che la tormenta, ma anche qualcos'altro, forse ha trovato un'amica. Lauren considera Denise la sua unica amica, così come Blair faceva con Serena. Le altre erano solo delle conoscenti, delle tirapiedi, ed un pò la stessa cosa qui, ma in Alice, Lauren, vede qualcosa di diverso. Poco da dire anche qui. Alla prossima. Xo xo A.<3
P.S. per questa volta non sono riuscita a trovare un titolo di canzone adatto, quindi ho inventato un titolo :)

giulina    grazie mille per la recensione e i complimenti. PIccolo segreto svelato, il nome del ragazzo e la sua mezza parentela! dimmi che te ne pare! grazie ancora!

mimi 96    grazie per la recensione, spero ti piaccia questo cap!



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Capitolo 5
*** Certe notti ***


CAP 4   CERTE NOTTI
                                                                                "Certe notti ti senti padrone
                                                                       di un posto che tanto di giorno non c'è"
"Dai papà! Ti prego!"
"No"
"Ma dai ti pregooo"
"Non fare gli occhi dolci non mi incanti signorina, conosco quello sguardo, sei uguale a tua madre."
"E allora?" Blair irruppe nella stanza sorridendo al marito per la sua osservazione.
"Non preoccuparti Blair non ho niente da ridire, è solo che non mi faccio prendere in giro da tua figlia, con te almeno era volontario il cedimento alle richieste."
"Posso sapere almeno di cosa state discutendo?"
"Mamma ti prego! Convincilo! Non posso non andarci!"
"Andare dove?"
"Io e le ragazze..."
"Oh ti prego Lay, "io e le ragazze"? Ho avuto diciassette anni prima di te, come minimo si presenteranno lì un bel pò di ragazzi, compreso tuo fratello e Alan, il che, mi tiene sempre più saldo sulla mia posizione, resterai a casa."
Lauren alzò gli occhi al cielo, mentre Blair continuava ad avere un'espressione accigliata, non capendo ancora bene le dinamiche della questione.
"Posso sapere cosa avete organizzato per cortesia?" Chuck la fulminò con lo sguardo. "Bass, non guardarmi così, vorrei almeno essere informata di quale grande evento si tratta. Lauren parla."
"Claire ci ha invitate a passare il week-end nella sua casa in campagna."
"Invitate?"
"Si, il solito gruppo, e Denise ovviamente, puoi chiamare la zia se vuoi."
"Oh si, sono sicura che Serena è al corrente della stessa storia, ma dubito che Dan sarà molto d'accordo."
"Già, ma sicuramente zia Serena lo convincerà."
"Se è un messaggio per fare in modo che io convinca tuo padre, non ci contare, nemmeno io mi faccio incantare, e poi, dobbiamo ancora parlare dell'Ivy League, o meglio della NON Ivy League."
Lauren impallidì. "Cosa?"
"Pensavi che la preside non mi avrebbe chiamata? Perchè non ti sei presentata? Non ti sei occupata dell'associazione per la beneficienza, li hai lasciati senza discorso finale, perchè non hai almeno incaricato qualcun'altro?"
"Parli sul serio Blair?"
Blair si rese conto di aver fatto un passo falso, sapeva quanto Lauren teneva al fatto che suo padre fosse fiero di lei, almeno sotto il punto di vista scolastico, e si era ripromessa, proprio per questo, di parlare con Lauren in privato, ma in quel momento le era sfuggito tutto, e vide Lauren spaesata e senza parole guardando verso il padre.
"Cos'è questa storia?"
"Oh perfetto, non sono la figlia perfetta, scordatevi la principessina perfezione! Io me ne vado!"
"Signorina torna subito qui!"
"Scordatelo"
"Lay non parlare così a tua madre!"
"Non mi interessa! Io faccio ciò che mi pare, mia madre non si dovrebbe comportare così, dovrebbe aiutarmi, non so che farmene di una madre così!"
Matt arrivò in quel momento con Alan, trovandosi davanti una ragazzina che non riconosceva, sua madre con una maschera di rigidità e distacco, e suo padre ancora incredulo.
Chuck afferrò Lauren per un polso. "Lauren Eleonor Bass, scordati qualsiasi tipo di uscita da questa casa per i prossimi mesi, potrai andare solo a scuola. Se ti becco in ritardo anche di soli trenta secondi, vedrai cosa significa non avere dei genitori. Va di sopra, ora!"
"Meglio se sparisco, ci sentiamo più tardi." Alan si precipitò in ascensore, mentre Matt cercava di capire la situazione.
"Ma che succede?"
"Non sfidare la mia pazienza anche tu oggi, ti conviene dileguarti in camera tua finchè sei in tempo."
"Chuck..."
"Non importa mamma, è tutto ok." Matt guardò di rimando il padre e si diresse su per le scale per raggiungere la sua stanza.
 
 
"Ma che diavolo è successo Lay?"
Lauren sbuffò alzando gli occhi dal suo libro, e mettendosi a sedere sul suo grande letto.
"Non sono affari tuoi, sparisci!"
"Sis, ti ho dato ben tre ore per sbollire, ora potresti spiegarmi?"
"No, scusa devo prepararmi." Lauren si alzò e si diresse verso il vestito che aveva già scelto e che era appeso fuori dal suo armadio.
"Prepararti per dove Lauren, non sfidare papà. Sai che quando usa il nome completo per rimproverarci, significa che è davvero grave." Matt si sedette sul letto, mentre Lauren lo ignorava sperando che se ne andasse.
"Lauren sto aspettando."
"Matt, io uscirò stasera, non posso andare da Claire, perfetto, io esco, sono stanca, mi sento incatenata, papà non può controllarmi per sempre!"
"Lauren, che ti succede? Ma che ti prende? Tu non sei così, che fine ha fatto la vera te."
"Matt, mi sono stancata ok? Non sono la ragazza perfezione, non mi interessa più esserlo. Devo vestire perfettamente, devo avere una condotta impeccabile, devo essere la prima del mio corso, devo portare rispetto, devo aspettare il grande amore della mia vita. No, sono stanca, non voglio vivere in un mondo di cristallo, tanto prima o poi si rompe, quindi, meglio farlo prima."
"Lay, gli passerà, non fare idiozie, vuoi essere un pò più libera? Bene, non hai che da chiedere, ti sei guadagnata la fiducia di mamma e papà in diciassette anni, non te lo negherebbero mai, non perdere così la loro fiducia, solo per uno stupido litigio."
"Matt, non me ne faccio niente della loro fiducia ok!"
Lauren prese la borsa e si precipitò per le scale raggiungendo l'ascensore.
"Lauren, non te ne andare, papà lo scoprirà in mezzo secondo."
"Non aspetto altro." Detto ciò si introdusse nell'ascensore. Dopo poco, Chuck arrivò nel grande salone.
"Ti prego, dimmi che non era tua sorella, dimmi che non è uscita nonostante le avessi palesemente detto di non farlo!"
"Se vuoi te lo dico, ma non sarebbe la verità."
Chuck assunse un'espressione irritata sul volto e si spostò in cucina raggiungendo Blair. Intanto Matt, prese il cellulare scorrendo la rubrica.
"Pronto?"
"Finalmente! Ti chiamo da un quarto d'ora."
"So-sono in ritardo? Che ore sono?"
"Archibald? Che succede?"
"Nulla, nulla, tu piuttosto perchè mi chiami a quest'ora, non dovevamo vederci tra un'ora."
"Ho bisogno di una mano, devo trovare Lauren prima che faccia qualche cavolata, ma non riesco a contattare Denise, ha il telefono staccato."
"E' successo qualcosa di grave?"
"Non ne sono certo, ma devo trovare Lauren, tra dieci minuti sono da te."
"Non sono a casa, ci troviamo davanti al Rox tra un quarto d'ora, sicuramente sarà andata in qualche locale."
"Non me la racconti giusta Archibald..." Matt non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Alan gli chiuse il telefono.

"Che succede?!"
"Denise, hai sentito Matt, non so, so solo che siamo alla ricerca di Lauren, hai il telefono ancora spento?"
"Si, lo accendo...oh no...Lauren mi ha lasciato un sacco di messaggi in segreteria."
"Bene, tu ascoltali, io vado al Rox da Matt e ci raggiungi dicendo che hai appena sentito i messaggi di Lauren."
"Alan, non esiste, vengo con te." Denise si infilò la giacca mentre ascoltava il quarto messaggio di Lauren.
"Avanti Deny, non..."
"Al, non è una cavolata, andiamo, i messaggi non sono dei migliori."

"Archibald, ti avevo chiesto di sbrigarti...Denise?"
"Si, sono riuscito a contattarla." Matt guardò Alan senza credere ad una sola parola di quello che Alan gli aveva detto. "Si, certo, ora come ora ho altro a cui pensare..."
"Matt ho appena finito di ascoltare i messaggi di Lauren, ma che gli è preso? Non ho ben capito cosa sia successo..."
"Lite in famiglia, e Lauren non litiga con mio padre, non gli urla contro, non lo farebbe mai, c'è qualcosa che non va, mi ha fatto un discorso strano, e da quello che ho capito ha voglia di fare qualcosa."
"Credo che abbia voglia di dare spettacolo stasera Matt, questo ho capito dai messaggi, e per questo credo dovremmo cominciare a girare qualche locale..."
"Bene cominciamo da qui allora..." Alan, Denise e Matt, si diressero verso l'entrata del Rox.
 
Lauren entrò nell'ennesimo locale, dirigendosi verso l'ennesimo bar. "Martini! Anzi no penso che potrei passare alla Tequila!"
Lauren cominciò ad agitarsi in giro per il locale, avvicinandosi soprattutto ai ragazzi, sperando di trovarne qualcuno che non temesse ripercussioni da parte di suo fratello.
"Ehi brunetta non ti pare di aver bevuto un pò troppo?"
"No non credo."
"Bene allora posso offrirti qualcos'altro." Lauren lo guardò bene: carino, disinvolto e soprattutto sembrava non conoscere nè lei, nè Matt.
"Perchè no..." Lauren bevve un bel quantitativo di alcool nell'ora successiva, alcool che le veniva continuamente offerto da quel ragazzo, lo stesso ragazzo che piano piano, cominciava ad avvicinarsi e a farsi più sfrontato, e Lauren cominciò a pentirsi di avergli dato una certa idea di sè, cominciò infatti ad essere inquieta e a voler andarsene.
"Bene...bè non mi ricordo esattamente il tuo nome in questo momento, ma credo che sia ora di andare via..."
Il ragazzo le si parò davanti. "Di già?"
Lauren lo guardò un pò spaventata. "Si, decisamente, ora se non ti spiace, preferirei ti spostassi." Il ragazzo le bloccò nuovamente il passaggio.
"Non hai sentito la signora. Spostati e lasciala passare."
Il ragazzo si voltò verso il giovane che lo guardava duramente. Lauren si sporse e vide Christopher di fronte a lei.
"Oh no..."
Christopher spostò lo sguardo verso Lauren e le sorrise appena.
"Lauren? Andiamo?"
Lauren si precipitò a passo sostenuto fuori dal locale, passando davanti a Christopher senza neppure degnarlo di uno sguardo, inducendo il ragazzo a corrergli dietro.
"Lauren aspetta!"
"Non ho bisogno di te" Lauren non finì nemmeno di parlare, che si trovò a barcollare sui suoi tacchi alti a causa dell'ingente quantità di alcool ingerita. Si senti sostenere però da due braccia molto più forti di quel che avrebbe mai potuto immaginare.
"Lasciami!"
"Avanti Lauren, fatti accompagnare a casa"
"Non ho nessuna intenzione di tornare a casa!"
"Lauren! Avanti è l'una e mezza della notte, dove vuoi andare ancora? Sei abbastanza sbronza!"
"Non sono affari tuoi Christopher Anderson."
Il ragazzo rimase stupito.
"Oh vedo che hai scoperto come mi chiamo."
"Già...veramente ho anche conosciuto la tua sorellastra, la tua matrigna e tuo padre."
"Perfetto vorrà dire che quando ti innamorerai di me, risparmieremo i convenevoli con la mia famiglia."
Lauren lo guardò in modo truce.
"Illuso, non mi innamorerei mai di te!"
"Vedremo...quando poi lo farai, non dirmi di non averti avvertito..."
"Avvertito di cosa?" Lauren sentì il tacco cedere e se Christopher non l'avesse afferrata in tempo si sarebbe ritrovata a contatto con il freddo asfalto della strada. Forse però sarebbe stato meglio l'asfalto che il contatto così ravvicinato con quel ragazzo, di cui non sapeva assolutamente nulla, che la irritava, ma da cui era inspiegabilmente attratta, cosa che non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura.
"Di non innamorarti di me..." Le parole uscirono dalla bocca di Christopher in un soffio che la fece rabbrividire, senza contare, la distanza ormai nulla tra i due. Lauren lo guardò negli occhi, troppo vicini ai suoi, ma non riuscì a ribattere dicendo niente di quello che avrebbe voluto.
"Io...non...non mi sento molto bene."
La ragazza si scostò bruscamente da quella presa trovandosi a vomitare anche l'anima nel bel mezzo della strada.
 
Lauren lasciò cadere la testa all'indietro sul sedile della limousine, appena senti il cellulare suonare di nuovo.
"Fatelo smettere, sembra un martello che mi massacra la testa!"
"Domani sarà anche peggio Lauren." La ragazza si voltò verso Christopher guardandolo di traverso.
"Ho accettato il passaggio solo perchè avevi giurato di non giudicare Anderson!"
Christopher le sorrise. "Ti conviene rispondere, non credo che si arrenderanno."
Lauren sbuffò e prese il cellulare dalla sua borsa, vide il nome sul display e rispose.
"D?"
"Lauren!!! Ma sei pazza? Dove sei! Sono ore che ti cerchiamo!"
"TI cerchiamo??"
"Passamela! Lauren! Maledizione dove sei!"
"Matt...non strillare...sono quasi sotto casa."
"Ti aspetto lì allora...e prega che papà sia a letto!"
Lauren alzò gli occhi al cielo e buttò il telefono in borsa. Dopo un pò sentì la limousine fermarsi, guardò fuori e si accorse di essere arrivata sotto casa sua. Prima di uscire guardò il ragazzo accanto a lei che guardava fuori dal finestrino.
"Christopher...io..." Il ragazzo si voltò a guardarla e Lauren arrossì violentemente abbassando lo sguardo.
"Volevo solo ringraziarti...non sapevo davvero come togliermelo di torno quel ragazzo...e grazie anche per il passaggio..."
"Prego...oh, comunque, puoi chiamarmi Chris, solo mio padre mi chiama Christopher e non mi piace un granchè..."
Lauren lo guardò di sfuggita, poi aprì la portiera della limo e prima di uscire si rigirò verso il ragazzo. "Buona notte Chris."
"Buona notte Lauren."
 
Denise la vide scendere dalla limousine e fece segno a Matt ed Alan, che si voltarono verso di lei.
"Lauren!"
"Il terzetto al completo..."
"L, non fare la sarcastica, eravamo preoccupati..."
Si, si, immagino, io vado di sopra..."
"Aspetta, sei ubriaca...salgo con te."
"No ti sbagli Matt, ero ubriaca, ora sono solo un pò brilla..."
Matt scosse la testa, accennando un saluto ad Alan e Denise. "Intanto continui a straparlare..."
"Matt ti prego, voglio solo andare a dormire." Le porte dell'ascensore si aprirono e Matt e Lauren si trovarono in una attico ancora illuminato, nonostante fosse notte fonda. Chuck si avvicinò ai figli.
"Matt, puoi andare a dormire, è molto tardi." Matt guardò il padre, poi osservò la sorella che guardava il padre impassibile e si diresse verso le scale.
"Sono le tre, non solo ti dico di non uscire, ma ti presenti a casa a quest'ora." Lauren rimase impassibile senza rispondere.
"Lauren? Non hai niente da dire?"
Lauren continuò a non parlare. Chuck sospirò pesantemente e mentre parlava si diresse verso la sua camera da letto.
"Va a dormire Lauren, ne parliamo domani."
 
Chuck entrò nella sua camera buia e vide la figura di Blair distesa sul letto.
"Blair? Sei sveglia?"
"Si..."
"Stai bene?"
"Cos'è che ho sbagliato Chuck? Mi ero ripromessa di non farmi odiare dai miei figli! Ho passato talmente tanto tempo ad avercela con mia madre, da aver giurato a me stessa che non mi sarei mai e poi mai messa in una situazione del genere! E ora? Mi ritrovo in una situazione peggiore!" Blair scoppiò a piangere e Chuck la strinse a sè.
"Blair, tua figlia non ti odia, è solo una ribellione adolescenziale, vedrai che si sistemerà tutto..."
"Avevi detto che ce la saremmo cavata ricordi? Che non sarebbe stato così terribile...e se invece non ci riuscissimo?"
"Blair, ti prego. Ritorna in te, tira fuori le unghie, non lasciarti abbattere, io sono qui con te, lo sarò sempre, te l'ho giurato su quell'altare, quando sono nati i ragazzi, ma ti prego, dobbiamo farlo insieme ok?"
 





spazio autrice
Olaaaaaaaaaaaaaaaaaaa prima devo dire una cosa importante!!!!!!!!! Allora probabilmente non lo avrete notato, ma se qualcuno lo avesse notato, ho fatto un casotto con i nomi il capitolo scorso. Il papà di Chris lo chiamo prima Alec e poi Serge, scusate, il nome è Serge...prima era Alec poi ho cambiato idea, ma mi deve essere sfuggito di cambiarlo all'inizio :) Bene, ora Lauren è in crisi totale...da qui cominciano a delinearsi un pò di differenze, ma anche somiglianze con Blair...voglio sottolineare che la crisi di Lauren, potrebbe non essere finita qui, potrebbe anche protrarsi ancora un pò...o forse no! Chi lo sa!!! questo cap è dedicato molto, anzi esclusivamente a lei, ma non preoccupatevi, approfondirò anche gli altri personaggi, non ho intenzione di dimenticare nessuno ;) Poi vorrei anche avvertire, che purtroppo la storia potrebbe anche andare a rilento, ma purtroppo vado ad ispirazione e soprattutto sono impegnata ahimè...ho appena finito gli esami dell'uni, ma da lunedì iniziano le lezioni, perciò...ma cercherò di non farvi aspettare molto, soprattutto per quelle persone che hanno espresso piacere nel leggere la storia...grazie...comunque mi piacerebbe sapere che ve ne pare :) alla prossima xo xo A.<3
PS il titolo della canzone è certe notti di liga...e penso si spieghi da sola...arrendetevi sono una sua fan per cui non vi stupite se i titoli spesso deriveranno da sue canzoni
 
giulina:      certo che mi fa piacere scherzi?? Almeno così mi sento un pò meglio...so che non sto scrivendo a vuoto ma che invece a qualcuno piace ciò che scrivo! :) bene vedi Chris in veste di salvatore stasera, ma insomma tutto può essere il contrario di tutto e i miei personaggi vengono fuori ogni giorno con dei lati nuovi...li conosco con voi insomma...dimmi cosa te ne pare di questo capitolo! A presto!
 
Gnam_Gnam:     ahahhahaah sei simpatica! Grazie per i complimenti e non pensavo che a qlcn potesse piacere tanto una mia ff! *.* grazie :) fammi sapere cosa pensi di questo capitolo e come ti sembrano i personaggi :) a presto!
 
sasyherm:      ovviamente è bella come la mamma e matt bello cm il papà...anzi nella mia testa anche di più perchè con due genitori così i figli non possono che essere bellissimi ahahah grazie per la tua recensione ci tenevo tanto visto che ADORO i tuoi tributi :) fammi sapere che ne pensi! a presto!

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Capitolo 6
*** Ehy soul sister ***


CAP 5     EHY SOUL SISTER

 

"Buongiorno raggio di sole!"
"Mmmm..."
"Forse meglio raggio di luna?? Ok eliminiamo il raggio va, sei un disastro."
"Eliminiamo anche il buongiorno e passiamo alla buonanotte!" Lauren si nascose sotto il pesante piumone indaco nella speranza di essere lasciata in pace.
"Su L! Sono le undici! Tu non dormi fino a tardi...certo, ieri eri sbronza, ma..."
"Ero lucidissima..." Lauren si alzò controvoglia mettendosi a sedere a gambe incrociate sul letto.
"Certo...parliamo seriamente...gli è presa davvero male ai tuoi, non volevano farmi salire, Matt mi ha fatta entrare di nascosto, il che significa che fra tipo cinque minuti devo sparire da questa casa!"
"Perchè non volevano farti salire scusa?"
"Tu padre ha detto: 'Puoi anche tornare a casa, la tua amica sarà in isolamento per un pò.' Al che mi sono spaventata perchè aveva la faccia seria e arrabbiata! Lo zio? Seriamente, anche quando è arrabbiato non è serio, piuttosto è sarcastico!"
"D, ti prego rallenta, ho mal di testa..."
"Che ti aspettavi? Di alzarti fresca come una rosa? Ti prego...ah chi è che ti ha accompagnato ieri sera?"
"Mmm..."
"Non mugugnare e dimmi subito c..."
"Ti conviene andare Denise papà come minimo mi sfonda la porta se non scendo. Ieri non ho risposto a nessuna delle sue domande."
Denise sospirò, si alzò dal letto e si diresse verso la porta.
"Va bè...aspetterò domani a scuola per sapere...è inutile che provo a chiamarti più tardi sono certa che ti elimineranno anche i contatti tecnologici con il mondo esterno"
"La prossima volta porta delle arance e nascondici una lametta dentro..."
"Scherza pure Lay, tuo padre non mi sembrava che avesse voglia di giocare...a domani."

 

Lauren scese le scale silenziosamente, quasi terrorizzata dal poter incontrare qualcuno.
"Oh, buongiorno...Denise se n'è andata?"
Lauren si pietrificò sul posto nell'udire le parole del padre.
"Denise?"
"Lauren, non sei nella posizione di coprire niente o nessuno, nè tantomeno di mentirmi."
Lauren alzò gli occhi al cielo e si diresse verso la sala da pranzo, sperando in un pò di caffè avanzato. Lì trovò sua madre che le riservò una fredda e sfuggente occhiata.
"Vado, Serena mi aspetta, sicuro che posso lasciarti qui?"
"Certo, tanto Lauren non andrà da nessuna parte, non sarò solo, vero tesoro?" Chuck parlò in tono retorico e senza nemmeno degnare Lauren di uno sguardo, mentre Blair si diresse verso l'ascensore con aria severa. Lauren cominciò ad irritarsi ed era lì da soli cinque minuti, pensando poi che era in punizione fino a contro ordine, si sentì soffocare, non desiderava altro che scappare. Rimase lì nel mezzo della sala, valutando la scelta migliore: sedersi e bere un pò di quella sostanza liquida miracolosa alias caffè, o ritornare a gambe levate in camera sua e chiudercisi fino al mattino seguente, quando, per grazia divina, sarebbe andata a scuola.
"Che fai? Non ti siedi?" Chuck parlò alla figlia con un fare di finta innocenza. Lauren recepì il messaggio del padre come un ordine e si sedette di fronte a lui, preparandosi una tazza di caffè.
"Allora?"
Lauren alzò lo sguardo verso il padre interdetta "Allora cosa?"
"Che ti è preso?"
Lauren sospirò pesantemente dicendo addio al suo amato caffè. "Niente."
"Niente? Mi rispondi male, disobbedisci, mandi all'aria tutti i tuoi progetti, torni a casa ubriaca e offendi tua madre, ti sembra niente?"
"Si considerando che ho diciassette anni."
"Avanti Lauren! Cos'è un modo per metterti nei guai, per distrarci da qualcos'altro? Davvero non capisco! Non ti sei mai comportata così!"
"C'è sempre una prima volta."
"Lauren non essere così sfrontata!"
Lauren alzò gli occhi al cielo con indifferenza, quasi fosse annoiata dalla discussione.
"Oh mi perdoni signorina, non era mia intenzione annoiarla, può congedarsi in camera sua se le è più conveniente!"
La ragazza guardò di traverso il padre, alzandosi di scatto e dirigendosi verso le scale.
"Ah, magari cerca anche di chiedere scusa a tua madre, non le ha fatto molto piacere il modo in cui ti sei rivolta a lei."
"Non mi pare di aver fatto niente di male."
"Ok ora basta signorina." Chuck raggiunse sua figlia e le si parò davanti.
"Non ho idea di cosa ti stia succedendo, ma devi rispetto a me e a tua madre, chiaro? Abbiamo cercato di darvi una certa educazione e di starvi vicino senza soffocarvi, e, sinceramente, fino ad oggi, mi sembrava di aver fatto un buon lavoro, ma so per certo che tua madre ha fatto un OTTIMO lavoro con voi, e non si merita un tale trattamento, non da te Lauren. Ti ha voluta più di ogni altra cosa al mondo, e il minimo che le devi, è il tuo rispetto nei suoi confronti."
Lauren si precipitò in camera sentendosi in colpa, ma non demordeva, non voleva cedere.

 

"Allora? Com'è la situazione in casa?"
"Tesa..."
"Mi sembri preoccupato..."
"Non è da Lauren comportarsi così."
"Magari si è davvero stancata di fare la brava ragazza."
"Alan, per favore, risparmiami."
"Ok, ok. Hai provato a parlare con lei? O con Denise?"
"Denise non sa niente, stamattina mio padre le ha vietato di vedere Lay, ma l'ho fatta entrare di nascosto nella speranza che scoprisse qualcosa, ma niente."
"Cosa vorresti sapere?"
"Tu che dici Archibald? A volte fai domande inutili."
"Matt parlo sul serio, cosa ti aspetti che ti dica? E' tua sorella, non si confiderà."
"E' su questo che ti sbagli, lo abbiamo sempre fatto."
"No Matt, lo facevate, ma negli ultimi tre anni, vi siete allontanati, e tu, più che altro, hai cercato di tenerla lontana dai ragazzi o per lo meno da certi tipi di ragazzi, certo ti è sfuggito David, però..."
"Non parlarmi di David, fortunatamente per lui si è trasferito, sfortunatamente per me però..."
Alan sorrise divertito. "Oh avanti, non puoi tenere Lauren lontana dai ragazzi per tutta la vita."
"Ora come ora mi interessa tenerla lontana dal tipo che l'ha riaccompagnata a casa..."
"Ecco, figurati. Sentiamo, sono sicuro che sai anche chi è."
"Christopher Anderson."
"Non l'ho mai sentito."
"E' lo studente nuovo del Sant Jude  Alan..."
"Non mi ero nemmeno accorto di un nuovo studente."
"Archibald ma dove diavolo hai la testa?"
"Sul collo?"
"Il tuo sarcasmo è pessimo...sicuro che non centri qualche ragazza no?"
"Ovviamente no..."
"Sicuro? Magari bionda, molto formosa, un pò con la testa fra le nuvole..."
"Alice nel paese delle meraviglie è il personaggio di una favola Matt."
"A proposito di Alice..."
"Che?"
"No niente...non dovevi andare o sbaglio?"
"Si! Accidenti mia madre mi ucciderà!"
"Muoviti..." Matt tornò a posare lo sguardo sulla 'sua' Alice, che aveva visto seduta su una panchina, lì a Central Park che sorseggiava un caffè. Alice sentendosi osservata, alzò lo sguardo e incrociò quello di Matt, che le si avvicinò.
"Cosa ci fa una bella ragazza sola di domenica."
Alice sorrise . "Mi aspettavo questo genere di battuta."
"Mi sa che allora i pettegolezzi viaggiano più veloci di me."
"Forse..."
"Matt, piacere."
"So chi sei, e non accompagnando il nome con il cognome, come è tuo solito, non mi farà cambiare idea circa le voci che sento in giro."
"E' un pò prevenuto da parte tua non credi?"
"Forse...ma non mi fido facilmente della gente..."
"Ma dai credito alle dicerie però." Alice si trovò spiazzata.
"Touchè..."
"Ti arrendi così facilmente?"
"No, è che magari ho qualcosa di più interessante da fare."
"Tipo sorseggiare un caffè da sola?"
"Ora sei tu che sei prevenuto..."
"Alice? Scusami..." Alice si voltò verso il ragazzo e Matt rimase sorpreso nel rendersi conto di chi fosse.
"Non preoccuparti Chris. Andiamo?"
Chris guardò Matt a lungo sostenendo il suo sguardo di sfida. Alice li guardò annoiata.
"Oh vi prego, addio Matt!"


Alice e Chris camminarono per un pò in silenzio poi, una volta arrivati in un ristorante e aver ordinato, Alice ruppe quel disagio.
"Mi dispiace che Serge ti abbia costretto a pranzare con me..."
"Non preoccuparti Alice, tanto sarei stato solo anch'io. Almeno così, magari, ci conosciamo meglio..."
"Non c'è granchè da sapere, credimi..."
"Ti è dispiaciuto venire qui suppongo..."
"Un pò...ok, un pò più di un pò, però è anche una bella opportunità."
"Bè, scusa se mi permetto, ma me ne fregherei della 'bella opportunità' se questo comportasse mandare all'aria tutta la mia vita."
"Non quando non hai scelta..."
"Ok, ok..."
"Bè non mi sembra che tu abbia fatto diversamente."
"Io non avevo niente da perdere."
"Oh dai Chris! Vieni da Los Angeles, non dirmi che non è vera la storia della rivalità Los Angeles-New York."
Chris rise scuotendo la testa.
"Non dirmi che questa storia la sa anche l'Italia!"
"Colpa dei telefilm." Alice rise assieme al ragazzo.
"Ok, ok, vero, ma non mi riguarda...e poi ho cercato di convincere mia madre a lasciarmi lì, ma proprio non voleva, lei sarebbe andata in Australia, e io avrei potuto passare un pò di tempo con il mio 'adorato' paparino...e comunque fino a quando i miei sono stati insieme ho vissuto qui."
"Oh, davvero? Non lo sapevo."
"Si, poi io e mia madre ci siamo trasferiti a Los Angeles."
"Capisco..." I due ragazzi mangiarono in silenzio per un pò.
"Alice...meglio che tu non dia confidenza a quel ragazzo..."
"Come mai me lo dici?"
"Non fraintendermi Ali...io, io non ho sorelle o fratelli, sono sempre stato abituato a pensare a me, e non voglio certo improvvisarmi tuo fratello solo perchè i nostri genitori si sono sposati, ma, bè ecco, io ho solo voluto dirtelo..."
"Chris, non agitarti, non ti stavo attaccando, apprezzo, e comunque ho già avuto le mie informazioni su Matt, e, inoltre, non ho bisogno di frequentare ragazzi, visto che non ho esattamente 'chiuso' con il mio..."
"Meglio così allora..."

 

Lauren sentì bussare alla sua porta.
"Avanti..."
"Ehi...hai mangiato? Ti ho portato qualcosa..."
"Grazie Matt, ma non mi va..."
"Tutto ok?"
"Certamente, sono solo rinchiusa qui da questa mattina..."
"Lay, è solo la conseguenza alle tue azioni."
"Matt, se vuoi farmi la predica, puoi anche uscire da qui."
"Voglio solo capire cos'è che non va. Avanti, che ti succede?!"
"Da quando in qua ti interessa?"
"Senti, so che ci siamo allontanati, ma..."
"Ma cosa? Sei tu che mi hai tagliato fuori dalla tua vita e hai cominciato a controllarmi, non bastavano mamma e papà!"
"Lauren sto solo cercando di starti vicino!"
"Non ne ho bisogno!"
"Perfetto allora!" Matt se ne andò dalla stanza arrabbiato e Lauren si sentiva solo sempre più irritata, aveva bisogno di uscire e decise che lo avrebbe fatto. Si vestì velocemente, poi fece attenzione a non farsi sentire aspettando l'ascensore.
"Dove pensi di andare?"
Lauren si girò verso la madre e la guardò a fondo.
"Esco."
"Mi prendi in giro?"
"No."
"Lauren! Non..."
"Ciao mamma." Blair rimase lì ferma senza sapere che fare, sentendosi inutile, non capendo cosa stesse succedendo a sua figlia, e non capendo che fine avesse fatto la sua autorità.

 

Lauren passeggiò un pò in giro, voleva chiamare Denise, ma sapeva che poi sia lei, che suo fratello, o Alan l'avrebbero riportata a casa.
"Lauren!"
La ragazza si voltò e sorrise, non capendo però, per quale delle due persone che si ritrovò di fronte.
"Ciao Alice! Fai un giro per New York?"
"Si, Chris mi fa vedere un pò la città, non ho avuto molto tempo per vederla davvero."
"Principessina..."
"Anderson..."
"Vi conoscete?"
"Si, mi è venuta addosso..." Lauren strinse gli occhi a due fessure in segno di irritazione.
"Io? E' stata colpa tua."
"Si certo, sto ancora aspettando le tue scuse..."
"Ok, ok calmatevi..."
"Bene, penso che Lauren potrà farti da guida meglio di me, sempre che tu non abbia altro da fare..."
Lauren gli sorrise fintamente, per poi rivolgersi ad Alice "Assolutamente, almeno possiamo conoscerci meglio."
"Sicura che per te non sia un problema?"
"No Alice, scherzi? Tanto sarei stata comunque un pò in giro."
"Perfetto allora. Ali ci vediamo a casa stasera...principessina..."
Lauren alzò gli occhi al cielo irritata "Anderson..."
Chris si allontanò con un sorriso beffardo sul volto, poi si voltò in direzione delle due ragazze, le vide allontanarsi insieme e continuò a sorridere riprendendo la sua strada.
"Scusalo, di solito non è così antipatico..."
"Ne sono certa..."
"Davvero, cioè lo conosco poco effettivamente, ma con me è sempre stato molto gentile..."
"Non preoccuparti davvero..."
"Come mai in giro da sola?"
"Oh, bè, non mi andava di stare a casa, ma Denise era occupata quindi..."
"Denise?"
"Oh si, scusa, non la conosci, sai, domani dovresti pranzare con noi, così ti presento qualcuno, ti va?"
"Certo, grazie...questa settimana non ho stretto molte amicizie..."
"Avrei voluto cercarti, ma purtroppo c'è stata la settimana dell'Ivy League, a scuola era un delirio..."
"Non...non ti ho vista alla giornata finale..."
"Si, io...bè...non ero molto in forma, quindi sono rimasta a casa..."
"Capisco..."
Le due ragazze continuarono a passeggiare per le strade di New York, parlando del più e del meno, finchè non decisero di tornare a casa.
"Finalmente..."
"Papà."
"Non fare la faccia scocciata signorina! Forse non ti stai rendendo conto del modo in cui ti stai comportando..."
"Me ne rendo conto benissimo invece."
"Lauren, smettila ok? Fare la dura non ti porterà da nessuna parte."
"Posso andare ora?"
"Io davvero non capisco, non prenderti gioco di me ragazzina!"
"E tu non urlare!"
"Non parlarmi così!"
Lauren superò il padre e salì le scale, senza che si accorgesse che il padre la seguiva.
"Lauren!"
"Papà perchè non mi lasci in pace?" La ragazza si barricò in camera chiudendosi a chiave.
"Lauren maledizione!"
Intanto arrivò anche Matt. "Papà...non urlare."
"Che fai? Ora anche tu mi dai ordini?"
"Papà...non era questo che..."
"Si certo...oh comunque la settimana prossima andrai in visita ad uno dei college da cui hai ricevuto l'invito...decidi tu quale, non mi interessa."
"Cosa?"
"Mi hai sentito. Buonanotte."


"Non mi saluti nemmeno?"

"Perchè dovrei?"
"Per averti portata sana e salva a casa?"
Lauren sorrise ironicamente. "Oh certo, che sciocca, eppure ieri non mi pare tu sia stato tanto cordiale."
"Faccio bene allora a chiamarti principessina."
"Smettila ok?! Odio questo appellativo! Non sono una principessina."
"No?"
"No!"
"Vieni con me allora."
"Prego?"
"Non mi va di seguire le lezioni stamattina. Le belle giornate finiranno presto. Sai sono abituato al clima di Los Angeles."
"Oh no, è da li che vieni? Odio i californiani" Lauren lo guardò con aria di sfida.
"Già, ma almeno non sono così...rigidi."
"Non sono rigida."
"Perchè ti senti chiamata in causa ogni volta?"
"Ok, addio Chr...Idiota."
"Mi piace più Chris, principessina."
Lauren si bloccò e si voltò verso il ragazzo.
"Ok, ora basta. Andiamo?" La ragazza lo superò in un baleno avvicinandosi all'uscita della scuola."
"Aspetta."
Chris le corse dietro, per poi chiamare un taxi e perdersi con lei nel traffico di New York.
"Oh no...no, Lauren!" Denise corse inutilmente dietro l'amica, ma non faceva altro che trovare ostacoli di fronte a sè, non riuscendo a raggiungerla e a fermarla.
"Che diavolo fa!"
"Matt! Da dove sei sbucato?"
"Non è rilevante, la cosa importante è che non sono riuscita a fermare mia sorella. Quell'idiota deve starle alla larga."
"Matt, aspetta. Non credere che sia lui il problema!"
"Vedremo."

 

spazio autrice

non sono per niente soddisfatta di questo capitolo, non mi piace nemmeno un pò...ma non volevo continuare a rimandare la pubblicazione...almeno per quelli a cui la storia piace...ora, non so bene come procederanno le situazioni, e vorrei anche cercare di far venire fuori meglio gli altri personaggi. Mah vedremo...fatemi sapere che ne pensate, sono pronta a tutto!

Nicosia        grazie per la recensione e i complimenti, fammi sapere che ne pensi di questo ORRIBILE capitolo.


Gnam_Gnam        io adoro le recensioni lunghe :) ahahahah tranquilla anche io li amo tutti! Bè diciamo che Chris non è proprio come Chuck ecco, si può sembrare, ma nella mia mente è diverso...poi, ti svelo un segreto, per parlare di lui, mi ispiro ad una persona reale, certo, qui è in maniera più esagerata e ho calcato la mano, ma diciamo che, lo scheletro appartiene ad una persona reale ;) fammi sapere che ne pensi, pessimo capitolo lo so!



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