Noi, Serpeverde

di MiaStonk
(/viewuser.php?uid=112385)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo io so chi sei ***
Capitolo 2: *** Chiacchiere sulla Serpe ***
Capitolo 3: *** Un meraviglioso e irrazionale sbaglio. ***
Capitolo 4: *** Scontri ***
Capitolo 5: *** Non so aiutarti ***
Capitolo 6: *** Tornando a casa ***
Capitolo 7: *** La ami Scorpius? ***
Capitolo 8: *** Basta poco ***
Capitolo 9: *** Rivoglio mia cugina ***
Capitolo 10: *** Quello che conta davvero ***



Capitolo 1
*** Solo io so chi sei ***


Ero diverso da mio padre. L’avevo sempre saputo così come a malincuore anche lui l’aveva accettato.  Non disprezzavo i babbani e nemmeno quelli che amavano definire ‘Mezzosangue’. E come avrei potuto visto che la mia migliore amica proveniva da una di quelle famiglie. Dai Weasley,che i Malfoy definivano ‘traditori del proprio sangue’. Non m’importava, noi eravamo semplicemente Rose e Scorpius. Ancora storcevano il naso quando camminavamo assieme nei corridoi di Hogwarts, sia i purosangue che i suoi cugini, ma io li ignoravo tranquillamente a differenza di Rose che quando aveva la luna storta,il che succedeva quasi ogni giorno, imprecava contro i malcapitati inducendoli alla fuga.
 
“Dopo sette anni non hanno ancora trovato un argomento di conversazione più stimolante.. “ Sbuffava,con la sua solita poca grazia. “Mi fanno pena!”
 
“Ignorali” Mi limitavo a risponderle ogni volta,abbracciandola e scompigliandole i capelli, cosa che sapevo bene odiasse. Ma amavo farla arrabbiare. Era talmente bella quando si indispettiva: il pallore del viso lasciava posto ad un violento rossore,simile a quello dei suoi capelli. Il blu dei suoi occhi pareva intensificarsi,e mordeva le labbra nervosamente fino a farsi male.
 
Anche se indisciplinati e pigri, non avevamo problemi alle lezioni. Rose aveva di certo ereditato il cervello di sua madre,riusciva in tutto e con poco sforzo ed io me la cavavo allo stesso modo.  Ammetto che qualche volta una o due pozioni sono esplose,ma visto il divertimento di Rose ero certo che l’avesse fatto apposta. Probabilmente per attirare l’attenzione di suo cugino Albus,e per confermare l’idea che secondo la ragazza, lui e la famiglia avevano di lei: una stupida e arrogante Serpeverde.  Combinava disastri sempre quando uno dei suoi cugini era nei paraggi e il più delle volte ne diventavano anche le vittime. Confesso di aver cercato di dissuaderla da questi ‘attentati’ ma in vita sua credo che non mi abbia mai dato retta,era tremendamente testarda. Non insistevo. Sapevo che per lei era necessario che loro la considerassero una persona forte. Rose Weasley ,ripeteva , non aveva bisogno di nessuno.  La conoscevo troppo bene per sapere che mentiva. Era fragile, estremamente fragile. Non capivo perché gli altri non se ne accorgessero. Bastava osservare quel velo di tristezza insito nel blu dei suoi occhi,lo sguardo perso nel vuoto e il fatto che fosse continuamente e dannatamente arrabbiata col mondo intero. E sapevo,cosa che non avrebbe mai ammesso, che sentiva la mancanza della sua famiglia. Troppe volte,durante i pasti volgeva lo sguardo verso il tavolo di Grifondoro, li osservava ridere e prendersi in giro,abbracciarsi e ignorarla completamente.  Guardavo il suo viso arrossato e sapevo che si sforzava di ricacciare le lacrime. Più di una volta credetti che stesse piangendo,ma Rose non avrebbe mai dato loro questa soddisfazione. Le prendevo la mano,sotto il tavolo e la stringevo forte. Lei si voltava,e mi sorrideva. Non c’era bisogno di parole tra noi, lo sapevamo bene. Un’amicizia diversa era la nostra. L’affetto che ci univa non era assolutamente messo in discussione,ma non vi erano parole gentili tra di noi o effusioni particolari. Litigavamo praticamente ogni giorno,volavano parole pesanti e l’attimo dopo eravamo insieme a ridere o a prenderci gioco di qualche sfortunato ragazzetto. Si vociferava che tra noi potesse esserci qualcosa che andasse oltre l’amicizia,e Rose si divertiva a farlo credere,soprattutto alla sua famiglia. Criticava le ragazze che frequentavo,ritenendo che nessuna di quelle ‘asine giulive’ come amava appellarle,fosse alla mia altezza. E io ammetto che consideravo allo stesso modo i suoi spasimanti o com’erano gentilmente definiti da Rose,le sue ‘distrazioni’.  Questo erano per noi gli altri,semplici distrazioni. Sembrava che entrambi aspettassimo qualcosa,ma era chiaro che nessuno dei due avesse la minima idea di cosa fosse.  
 
Entrambi eravamo nella squadra di Quidditch della nostra casa,e sebbene io avessi un debole per quello sport ero convinto che Rose ci giocasse solo per avere un occasione in più per umiliare i suoi cugini,quasi tutti appartenenti alla squadra di Grifondoro.  Quando giocava poteva definirsi una vera Serpeverde. Era famosa per il suo gioco poco corretto,che riservava solo per Albus o suo fratello o per le sue due cugine,Roxanne e Lily.  Quando, da capitano mi azzardavo a disapprovare il suo comportamento,lei mi lanciava una delle sue occhiate truci e mi canzonava.
 
“Malfoy,sei sicuro di essere una Serpe?”  Non pronunciava mai il mio nome quando mi prendeva in giro o soprattutto quando stavamo litigando. Sapeva che odiavo il mio cognome,ma amava stuzzicarmi su questo mio punto debole. Mi costringeva a tacere quando mi chiedeva se avessi preferito che mi appellasse come ‘Mangiamorte’. La odiavo quando palesava il suo lato da vera Serpe,perché sapevo bene che la sua era solo una maschera. Una stupida finzione. Ma temevo più di ogni altra cosa che col passare del tempo la sua vera indole venisse seppellita dall’idea che voleva che gli altri avessero di lei. Avevo paura che lei stessa arrivasse a credersi cattiva, quando solo io potevo sapere cosa avesse nel suo cuore.
 
Quella sera avevo lasciato la Sala Comun per intrattenermi con una ragazzina del quinto anno,eravamo ancora nei corridoi accanto ad una vetrata quando un’indisponente Rose mi si avvicina e senza curarsi minimamente della Corvonero mi impone di seguirla. Mi aveva già interrotto altre volte nei miei incontri clandestini, e spesso per delle sciocchezze,ma stavolta aveva uno sguardo diverso,estremamente serio. La fissai indeciso sul da farsi per qualche istante che contriubuì solo a spazientirla ulteriormente.
 
“Insomma Scorpius,copulerai un altro giorno!” Usò un tono di voce decisamente troppo alto,mi guardai intorno sperando che nessuno l’avesse udita. La ragazza difronte a noi parve seccata e sembrava dirmi con lo sguardo che se me ne fossi andato,non l’avrei più rivista. Bhè,era carina ma la cosa non mi toccava particolarmente. Mi rialzai dal davanzale su cui ero seduto,le mie mani sprofondarono nelle tasche e sospirando annui,incamminandomi nei corridoi, diretti come sapevo,alla Torre di Astronomia. Arrivati,lei si poggia alla balaustra e mi chiede una sigaretta.
 
“Non dovresti fumare..” Le dico contrariato,porgendogliene comunque una. La prende,gliel’accendo e dopo la prima boccata mi guarda,con un ghigno.
 
“Pensa agli affari tuoi ..”  Mi dice semplicemente,voltando il capo al meraviglioso paesaggio sotto di noi.
 
“Lo stavo facendo prima che qualcuno mi interrompesse..”
 
“Oh,non farla tanto lunga..  per farmi perdonare ,stasera potrei fare io un salto in camera tua!” Mi guarda,con quel sorriso malizioso e quello sguardo penetrante. Detesto queste sue mezze frasi, le battutine a sfondo sessuale ch mi rifila di tanto in tanto. La fulmino con un’occhiataccia,certo non paragonabile ad una delle sue ma sicuramente eloquente.
 
“Cosa vuoi?”  Mi avvicino,poggiandomi anch’io al parapetto e togliendole la sigaretta dalle mani per qualche tiro. Mi sorride, un sorriso che riconosco come il preludio di qualche azione sconsiderata. L’ultima volta che mi ha guardato a quel modo è stato prima di aver messo a soqquadro la biblioteca,cosa che ci ha procurato settimane di punizione. Tira fuori qualcosa da sotto la divisa,non riesco a capire cosa possa essere.
 
“E’ il mantello dell’invisibilità di Albus..”  Sgrano gli occhi,la sigaretta mi cade.
 
“Come hai fatto a prenderlo?”  Lei alza le spalle con noncuranza. Poi continua.
 
“Non ha importanza,quello che conta è che potremmo servircene noi d’ora in poi..” E’ radiosa, sorride ma il suo sguardo non promette nulla di buono.
 
“Cosa hai intenzione di fare?” Le chiedo,decisamente preoccupato. E’ vero che con quell’affare le possibilità di essere scoperti si riducevano ma temevo comunque i giorni di punizione.
 
“Faremo una piccola prova..un giretto nella Sala Comune dei Grifondoro..”  Lo dice come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Cerco di dissuaderla,ma io stesso sono consapevole che il mio è solo fiato sprecato. Lo ripeto,non mi ha mai dato retta ed è probabilmente la persona più testarda che io conosca.





 
 
 
Un’altra mia Fanfiction sulla nuova generazione,incentrata in particolare su Rose e Scorpius.  Ho voluto cimentarmi in qualcosa di molto diverso dalla mia storia precedente,chi mi ha seguito può ben capirlo. Mi auguro che possiate trovarla ‘passabile’..  e che mi illuminiate con le vostre opinioni !

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chiacchiere sulla Serpe ***


Mangio con apparente tranquillità il mio pezzetto di pollo,mi verso del succo di zucca e cerco di ignorare le tue occhiatacce. Non hai toccato cibo,cosa assurda per te e continui a fissarmi.
 
“Sei un vigliacco! Ora capisco perché non sei finito a Gifondoro!”  Sei acida,sprezzante e la cosa non mi sorprende.
 
“Nemmeno tu a quanto so…” Bevo il mio succo, fingendo indifferenza. Ho colpito il tuo punto debole,lo so bene.  Ma non me ne preoccupo,non ora.  Resti in silenzio, mi accorgo delle decine di tonalità di rosso che il tuo viso ha assunto,potrei anche pensare che da un momento all’altro tu muoia per autocombustione spontanea. Ti rialzi,incamminandoti verso l’uscita della Sala Grande non prima di avermi assestato un pugno sul braccio destro. Merlino,per essere esile picchi duro! Non ti seguo come sono abituato a fare,staolta non voglio essere tuo complice nella tua scorribanda tra i Grifondoro. Non mi bevo le tue ragioni,non vuoi spiarli per raccogliere informazioni e farti beffe di loro. Quello che desideri è ritrovarti con loro davanti al camino,ascoltarli ridere e chiacchierare,sentirti parte della famiglia anche sotto ad uno stupido mantello dell’invisibilità. Dannazione,dopo anni pensi ancora che io ti conosca così poco da non capirti con una sola occhiata. Ecco,mi hai tolto l’appettito.  Smetto di mangiare e rivolgo un cenno di saluto agli altri Serpeverde. L’unica cosa che desidero ora è andarmene a letto. Risalgo le scale del dormitorio,come caposcuola ho diritto ad una stanza tutta mia e mai come in questa sera ho gradito di più la cosa. Richiudo la porta alle mie spalle,tolgo la giacca e allento la cravatta. Mi fermo, ti vedo distesa sul mio letto a sfogliare un libro. Nemmeno mi presti attenzione,ti comporti come se non ci fossi,come se quello che occupi non fosse il mio letto. Sbuffo rumorosamente,accasciandomi accanto a te.  Non è la prima volta che dormiamo assieme. Anche quando condividevo la stanza con gli altri,ti intrufolavi nel mio letto e non mi hai mai chiesto il permesso. Ti rannicchiavi sotto le coperte,ricercando il calore del mio corpo. Si perché tu hai freddo praticamente anche ad agosto, i tuoi piedi,le tue mani sono sempre fredde.  Sembri esserti accorta della mia presenza,chiudi il libro riposandolo sul comodino. Ti rialzi e mi fai una smorfia. Togli la giacca,la cravatta,levi la camicia e poi la gonna. Infine sfili le calze. Io mi siedo sul letto,dandoti le spalle come sempre quando ti spogli senza il minimo pudore davanti a me. Mi svesto anch’io e ci mettiamo a letto finalmente. Non dici niente,ti limiti a fissarmi e io lo so,so bene che cederò anche stavolta.
Un’altra delle cose che detesto in lei è che non so dirle di no. Nonostante io riconosca l’assurdità del’impresa,nonostante io sia sicuro che le conseguenze non saranno piacevoli, mi faccio coinvolgere in ogni sua discutibile impresa. Il giorno successivo accucciati sotto il mantello dell’invisibilità, riusciti per un pelo ad attraversare il ritratto della Signora grassa prima che il passaggio si chiudesse, restiamo immobili accanto al camino,e naturalmete sulle poltrone vicine si ritrovano tutti i suoi cugini. So che è nervosa,lo avverto. Morde il labbro inferiore e tortura le sue affusolate dita. Probabilmente si è pentita ,forse teme di ascoltare qualcosa che non avrebbe voluto. Siamo vicini cosicchè il mantello possa coprire entrambi. Posso sentire il profumo della sua pelle,dei suoi capelli come di fiori di campo, di sole. Mi scopro a socchiudere gli occhi,lei si volta verso di me e le nostre bocche quasi si sfiorano. Posa il blu dei suoi occhi nel ghiaccio dei miei,resta a fissarmi per pochi secondi,ma che a me appaiono come secoli. E’strano,ma sento un bisogno insopportabile di posare le mie labbra sulle sue,di nutrirmi del suo sapore. Ma è un attimo,allontano quel pensiero e mi accorgo che la sua attenzione è nuovamente rivolta ai cugini.
 
“..e così papà ha offerto del thè a zio Percy, che solo dopo si è accorto che beveva dalle sue ‘tazze mordinaso’! “  Sua cugina Roxanne parlava di qualche episodio accaduto alla Tana. Noto che a Rose sfugge un sorriso che poche volte avevo vsto sulle sue labbra. Era pregno di amarezza e nostalgia.
 
“Credo che questo Natale ci penserà due volte prima di trascorrerlo con noi !” Riconosco la voce  di suo fratello,intento a ingurgitare qualcosa. Se non sapessi che sono parenti,me ne accorgerei dalla smisurata fame che li accomuna. Rose era capace di mangiare tanto da stare male,ad ogni ora del giorno e non aumentare di un etto,come lei anche i suoi parenti.
 
“Non sarà l’unico a non esserci,immagino..” E’ Albus a parlare stavolta. Guardo Rose,la vedo innervosirsi. Immagino che come me abbia capito che il cugino si riferisse a lei.
 
“Parli di Rose?”  Lily ha avuto la nostra stessa intuizione. Vedo Al annuire,scorgo un’espressione triste. Sapevo che prima di me lui era il suo migliore amico. Sapevo quanto lui ci tenesse,e che tra tutti sembrava l’unico a non essersi arreso a riprendersi l’affetto di sua cugina.
 
“Per quel che ce ne importa!”
 
“Lily!” Solo Albus sembra sconvolto da quelle parole,gli altri restano in silenzio, hanno gli occhi bassi. Vigliacchi penso.  E poi lo sento,è Hugo che rompe il silenzio.
 
“Lily ha ragione Al.. Rose ha fatto la sua scelta”
 
“Non ha scelto lei di essere smistata a Serpeverde!” Al intanto si è alzato,sposta lo sguardo su ognuno di loro.
 
“No.. ma è stata una sua decisione quella di allontanarsi da noi,dalla sua famiglia.. “ Non mi ero mai accorto che suo fratello parlasse tanto,forse perché erano anni che non le rivolgeva la parola.
 
“Ci ignora Al,lo sai bene.. “  E’ ancora Lily a parlare sebbene non riesca a vederla,il corpo di Al la nasconde. “Ci odia,e fa di tutto per dimostrarcelo.. “   Albus si accascia sulla poltrona,evidentemente non sa come controbbattere. Del resto ad uno spettatore esterno questa parrebbe la verità. E poi arriva quello che ritengo sia stato il colpo di grazia. Dominique si rialza,portando indietro i suoi capelli biondi e incamminandosi verso le scale del dormitorio femminile. Da le spalle a tutti,ma inizia a parlare.
 
“Per quanto ancora dobbiamo parlare di quella Serpe? Per anni il suo intento è stato quello di mostrarsi diversa da noi.. probabilmente si vergognava di essere una Weasley! Bhè Albus,ha ottenuto quello che voleva.. nessuno di noi qui la considera più parte della famiglia..”  Nessuno replica,dannazione nessuno sembra pensarla diversamente? Troppo preso dalla discussione,solo ora mi volto a guardare Rose. E’ pallida, nei suoi occhi non riesco a leggerci nulla e la cosa mi terrorizza. Il ritratto si apre e lei mi fa cenno di oltrepassarlo. Usciamo dalla sala Comune,si sfila il mantello e me lo lancia letteralmente addosso.
 
“Rose!”  Tento di fermarla,ma è già corsa via. Non so dove. Sento una rabbia incontrollabile farsi spazio nelle mie viscere, avverto l’impulso di ritornare là dentro e urlargli contro quanto non abbiano capito di lei. Non la conoscono,non come me ma la giudicano,la rifutano. Senza accorgermene il mio pugno colpisce il muro di pietra,non avverto nemmeno dolore.  Che vadano tutti al diavolo,mi prenderò io cura di lei lo farò finchè lei mi vorrà.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un meraviglioso e irrazionale sbaglio. ***


 
Quella sera stessa la cercai in tutti i posti dove eravamo soliti trascorre il nostro tempo libero o dove sapevo lei andasse ogni volta che aveva bisogno di stare da sola e urlava che non voleva avermi tra i piedi. Non era in nessuno di questi. Decisi di ritornarmene in camera e fu lì che la vidi. Dormiva sul mio letto,con ancora la divisa addosso. Mi sentii uno stupido per non aver pensato subito che lei potesse rifugiarsi qui,ma era strano credere che fosse corsa nella ‘mia’ stanza. Mi avvicinai,aveva il viso arrossato e ancora bagnato per le lacrime che aveva versato. Qualcuna di quelle era ancora imtrappolata tra le sue ciglia. Non avevo mai provato tanta tenerezza per lei prima d’ora,forse perché il più delle volte si mostrava come una pazza nevrastenica. Sospirai,avrei dovuto spogliarla. Le tolsi la giacca,allentai la sua cravatta sfilandogliela. Rose continuava a dormire apparentemente tranquilla,ero certo che nemmeno uno schiantesimo l’avrebbe ridestata. Presi a sbottonarle i bottoni della sua camicia,uno ad uno. Scoprii che mi tremavano le mani. Continuai,levandogliela così come la gonna e infine le calze. Sfiorai la pelle liscia delle sue gambe,sentì il cuore accellerare il suo battito,presi un grosso respiro,dovevo calmarmi. La coprii con la mia coperta e mi sedetti sulla poltrona accanto al letto,la osservai fin quando anch’io caddi in un sonno profondo.
 
Mi sveglio dopo poco,lei ha posato la mano sul mio braccio ridestandomi. Guardo fuori dalla finestra,è ancora notte fonda. Mi giro a guardarla,è bellissima. I boccoli rossi le incorniciano il viso ancora arrossato,i suoi meravigliosi occhi sono ancora lucidi. Senza pensarci allungo una mano a carezzarle una guancia,la vedo socchiudere gli occhi e piegare il capo,posando il viso nel mio palmo. Lo sento bagnarsi,altre lacrime scendono a rigarle il viso. Mi avvicino, e bacio le sue guance,voglio cancellare il suo dolore. Rose posa i suoi occhi nei miei, il blu dell’oceano incontra il ghiaccio di un iceberg e l’impatto è inevitabile. Sento le sue labbra bollenti sulle mie, le dischiude appena lasciando che le nostre lingue si incontrino,che danzino pretenziose. La sento allontanarsi,solo per sedersi a cavalcioni su di me. I boccoli le ricoprono parte del viso,con un gesto li porto dietro al suo orecchio. Mi sorride,poi una piccola smorfia. So quanto detesti i suoi capelli,hanno il colore dei Weasley e l’indomabilità dei Grenger. Anche le mie labbra si piegano in un sorriso,ci fissiamo carezzandoci con lo sguardo. Non c’è imbarazzo,non mi sento a disagio e avverto che per lei è lo stesso. Ha le mani sulle mie spalle,stringe il tessuto della mia camicia,poi si piega su di me,sulla mia bocca,sul mio collo. Sento le sue labbra baciarlo,morderlo o indugiare semplicemente sulla mia pelle. Potrei impazzire in questo momento. Afferro i suoi fianchi,spingendola contro il mio corpo. Poso il capo tra i suoi seni,lei porta le mani alla nuca afferrandomi i capelli. Mi rialzo tenendola stretta a me,la porto sul letto ed io sopra di lei. Divoro ogni centimentro della sua pelle,ne ho bisogno. E’ bollente,lei che è sempre gelida. La sento sfilare con impazienza la mia camicia,se ne libera gettandola ai piedi del letto. Osservo le sue mani che ora si posano sul mio patto, lo sfiorano con una dolcezza che poco le si addice. Mi sfugge un sorriso sornione e lei dev’essersene accorta perché mi spinge con violenza con la schiena sul letto,capovolgendo le posizioni e salendo su di me. Mi guarda,poi sfila la canotta che ancora aveva addosso rivelando il suo seno,è perfetto. Afferra i mie polsi,li porta dietro alla mia testa e continua a tenerli fermi con il suo tocco leggero. Se volessi potrei liberarmi di quella stretta facilmente,ma per ora non ho intenzione di farlo. La sento dedicarsi ancora al mio corpo,morde la mia pelle e mi guarda maliziosa,sto perdendo il controllo. Come in una lotta la riporto sotto di me,intrappolandola col mio peso. Mi sorride,dannazione. Quel sorriso che mi fa sciogliere. La bacio con foga,premo contro di lei la mia eccitazione. La desidero e i suoi gemiti mi costringono a liberarmi dei pantaloni,dei boxer e l’attimo dopo strappo via anche la sua coulotte. Mi accoglie tra le sue gambe ed entro in lei con facilità. So bene che ha avuto altri ragazzi prima di me e mai come in questo momento la cosa mi strazia. Mi spingo in lei con forza,quasi a voler sfogare la mia rabbia. Sento il suo respiro crescere,i gemiti mutarsi in grida. Affonda le sue unghie nella mia carne,posso sentirela bruciare,l’avverto anche sotto la mia pelle,dentro di me. La bacio ancora,non mi stanco di quella bocca. Sento le sue mani vagare senza meta sulla mia schiena,risalendo fino alla nuca. Affonda le dita nei miei capelli. Cinge il mio corpo con le sue gambe,mi perdo in lei. La sento gemere,sto perdendo la ragione. Spingo con più forza fino a raggiungerla nell’apice del piacere,esso ci avvolge, si impossessa di ogni lembo di pelle. La sento allentare la presa sul mio corpo,sfinita si abbandona sul letto ed io con lei. La guardo,non riesco a capire come possa diventare ogni secondo più bella ai miei occhi. Vorrei dirle qualcosa,ma sono solo i battiti del nostro cuore a riecheggiare nella stanza buia. La stringo a me,avvolgo il suo corpo nel mio abbraccio. Non voglio lasciarla andare.
 
La luce del mattino mi da noia,ma riapro ugualmente gli occhi. Resto a fissare  l’altra metà del letto. E’ vuota. Non ci sono nemmeno i suoi vestiti. Sospiro. Resto supino,disteso sul letto a guardare il soffitto. E penso che probabilmente avrei dovuto stringerla con più forza quella notte,è riuscita a scappare via.
 
Con aria annoiata,la camicia fuori dai pantaloni e i capelli arruffati entro in Sala Grande. Sento lo sguardo di parecchie ragazze su di me, ma la cosa quella mattina mi irrita solamente. La vedo,seduta al tavolo dei Serpeverde. E’ sempre sola,la sua bassissima tolleranza per la stupidità umana le ha provocato il vuoto intorno a sé. Mi avvicino,sedendole accanto. Si volta verso di me e mi sorride distrattamente. Mi versa del succo nel bicchiere e riprende a bere il suo,tranquilla. Sembra non voler parlare di quello che è successo la notte prima e mi convinco che anch’io la penso allo stesso modo. Per tutta la giornata ci comportiamo come al solito: litighiamo,ci burliamo degli altri e ridiamo senza motivo fino a sentirci male. La sera ci ritroviamo alla Torre,è poggiata alla balaustra e mi da le spalle. Io sono seduto a poca distanza da lei,sui gradini. Poco fa mi ha sfilato una sigaretta,e ora è intenta a giocare col fumo delle sue boccate. E’ una donna,cresciuta troppo in fretta lo so, ma ci sono dei momenti in cui ai miei occhi appare ancora come quella ragazzina di undici anni,impaurita e sola. Mi alzo,avvicinandomi a lei e prendendole la sigaretta dalle mani. Mi lancia un’occhiataccia,contorcendo il viso in una smorfia che la rende buffissima. Non riesco a trattenermi e inizio a ridere,lei sembra indispettita. Porta le mani ad incrociarsi al petto e tamburella il piede sul pavimento. L’attimo dopo si ritrova a sghignazzare con me,a tirarmi pugni e cercare di riprendersi la sigaretta.
 
Anche quella notte abbiamo dormito insieme,chissà se le sue compagne di stanza si chiedano dov’è che si intrattiene. E poi la risposta viene da sola,lei ha solo me. Non potrebbe trovarsi da nessun’altra parte. Non abbiamo fatto l’amore, non ci siamo sfiorati né baciati. Sapevo che non sarebbe accaduto una seconda volta,quello era stato un sbaglio. Un meraviglioso e irrazionale sbaglio.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Scontri ***


 
Rose era una Serpeverde,e su questo non v’era dubbio ma disprezzava ogni studente appartenente alla sua stessa casa. E non lo nascondeva,non riusciva a mentire anche su questo. Viveva continuamente nella menzogna,quella che rifilava ai cugini,alla famiglia e soprattutto a se stessa. Durante i pasti sedeva sempre al mio fianco come ora. E sebbene io conversassi con gli altri,Rose li ignorava completamente come se io e lei fossimo gli unici seduti allo stesso tavolo. Le verso un po’ di succo nel bicchiere,mi sorride prima di berlo.  Ci guardiamo,ridendo senza motivo. Difronte a me si ferma la sorella di Zabini,è bella non posso negarlo ma di una bellezza completamente diversa da quella di Rose.
 
“Tesoro Domani andiamo ad Hogsmeade insieme?” Ha una voce bassa e calda,sulle labbra non manca mai quel suo sorriso malizioso. Gli altri Serpeverde mi fissano,aspettando una mia replica,la maggior parte di loro ha perso la testa per quella ragazza e sono certo che in questo preciso istante vorrebbero schiantarmi. Prima che io apro bocca è Rose a parlare.
 
“Spiacente Zabini,domani Scorpius è impegnato”  Posa il bicchiere sul tavolo,rivolgendo un falso sorriso alla ragazza,senza mai distogliere lo sguardo. “Cercherò di non tenerlo occupato per il prossimo week end..così sarà tutto tuo!” Le fa l’occhiolino e riprende a mangiare come se nulla fosse. Io alterno lo sguardo sulle due,limitandomi ad annuire e tosscchiare. La serpeverde non aggiunge altro, si volta e va via,non prima di avermi fulminato con lo sguardo.  Dev’essere furiosa,nessuno l’ha mai rifiutata e nessuno le parla in quel modo eccetto Rose. In realtà avrebbe potuto replicare,insultarla ma nessuno ama mettersi contro Rose Weasley. La temono tutti e i motivi sono tra i più svariati. Sospiro,guardando la mia migliore amica con insistenza,è chiaro che pretendo una spiegazione. Lei si volta,inarca un sopracciglio e sbuffa.
 
“Ho bisogno che accompagni me ad Hogsmeade domani…Tesoro”.. Pone enfasi sull’appellativo,mostrando con una smorfia il suo disgusto. Non reisco a trattenere un sorriso. “Faremo un salto al negozio di zio George.. ho esaurito la mia scorta e ne ho bisogno!” Lo dice con un tono grave che non ammette repliche. E così l’indomani avrei dovuto,per l’ennesima volta sottostare ai suoi voleri. Probabilmente la cosa avrebbe dovuto infastidirmi,ma non era così. Sapevo bene che avrei scelto Rose tra chiunque.
 
Diecembre era arrivato,l’aria era fredda e le strada ghiacciate. Percorriamo i vialetti stretti di Hogsmeade,Rose ha dimenticato i guanti e tiene la mano nella mia,perché le dia un po’ del mio calore. Arrivati ai Tiri Vispy Weasley mi precede,entrando di corsa. Chiama a gran voce suo zio che sbuca da uno scaffale stracolmo di piccoli pacchetti contenenti chissà quali intrugli. George Weasley s’illumina,allargando le barccia perché sua nipote gli vada incontro. Lei non se lo fa ripetere due volte e lo abbraccia,la stringe quasi volesse stritolarla e lei lo stesso. Ho sempre saputo che tra tutti,all’interno della sua famiglia, lui era quello con cui il rapporto era rimasto immutato,neanche il suo smistamento a Serpeverde lo aveva scalfito. Lo vedevo dal modo in cui lo guardava,da come gli parlava che nutrisse per lui un affetto smisurato. Lui le scompiglia i capelli,spostastondo lo sguardo su di me,accenno ad un saluto col capo ma lui corre a stringermi la mano,entusiasta come un bambino. Non so se riuscirò mai ad abituarmi ai suoi slanci di affetto,ma gli sorrido ricambiando la sua stretta con vigore.
 
“Zio,ho esaurito la mia scorta! Mi conosci..sai quanto ne abbia bisogno!” Rose ci interrompe,impaziente. Suo zio ride,annuendo energicamente.
 
“Prendi tutto quello che vuoi,a patto che tu ne faccia buon uso..” Tossicchia,schiarendosi la voce. “Si deve condividere tutto con la propria famiglia..” Le strizza l’occhio,noto il suo sorriso furbo. Geroge sapeva chi erano le vittime dei suoi scherzi,ma la cosa non sembrava turbarlo anzi si direbbe che lo divertiva particolarmente. “Prima che andiate via voglio un altro abbraccio,eh?! “ Ci sorride,incamminandosi verso il bancone. Rose ride,correndo da uno scaffale all’altro. Sembra una bambina,la guardo estasiato e noto come il suo entusiasmo sia contagioso. Non posso far altro che unirmi a lei nella ricerca degli oggetti più strambi.
 
Odio il disordine,sia nel mio aspetto fisico che in quello che mi circonda. Ma da quando Rose Weasley è entrata a far parte della mia vita ho dovuto a malincuore adattarmi al caos. E’ seduta sul mio letto,su cui ha riversato tutti gli acquisti fatti solo un’ora prima. Li esamina con cura, forse pensando alla vittima da scegliere per quel particolare scherzo. Sono seduto sulla poltrona e la osservo,non ho intenzione di darle una mano. Un conto è accompagnarla a rifornire la sua scorta,tutt’altro è unirmi a lei nel suo utilizzo. Sono sempre un Caposcuola,dannazione. E per dirla tutta dovrei requisirglieli,non starmene qui a ‘coprirla’. Si approfitta troppo spesso del mio status o meglio non ci bada assolutamente. Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo volto: è radiosa,ride continuamente e il viso si contorce in smorfie pensierose e divertite. Adoro vederla ridere,perché per un attimo dimentico la sua costante sofferenza,il suo essere una Serpe anche se troppe volte mi sono sentito in colpa nell’essere grato che lei fosse stata smistata nella mia stessa casa. Non saremmo stati Rose e Scorpius altrimenti. Sono quasi certo che non mi avrebbe degnato nemmeno di uno sguardo o probabilmente ora sarei io la vittima delle sue burle e del suo risentimento.
 
Come promesso non l’aiutai nei suoi intenti,mi limitavo ad osservare la riuscita del suo piano. Così un giorno era Dominique che urlava dal bagno delle ragazze dopo aver ingerito inconsapevolmente l’intruglio de l’Avvista Foruncoli che per circa un’ora le aveva deturpato quel suo viso candido e perfetto. O era Albus che imprecava quando agitando la sua bacchetta durante l’ora di trasfigurazione,questa gli si rivoltò contro picchiandolo in testa: Rose l’aveva di certo sostituita con una ‘Bacchetta trabocchetto’. O Lily che durante una lezione di Lumacorno,creò una pozione completamente diversa da quella che le era stata assegnata,sotto lo sguardo allibito del professore che la considerava la sua alunna più brillante. Il suo calderone era stato certamente sostituito con uno ‘finto’ acquistato al negozio dei Tiry Vispi Weasley. Ma probabilmente fu Hugo che se la vide peggio: sua sorella aveva sostituito le cioccorane di cui andava ghiotto con quelle ‘scherzo’, col risultato che per circa due ore il ragazzo sentì una rana vera saltellare nel suo stomaco.  E io da bravo caposcuola,ignoravo tutto tranquillamente. Rose aveva scelto con cura i giorni in cui torturare i suoi cugini,l’indomani ci sarebbe stata la partita contro i Grifondoro e probabilmente voleva che loro fossero più arrabbiati che mai. La cosa mi preoccupava non poco,Rose ignorava le mie direttive da capitano e continuava nella sua imperterrita lotta contro la sua famiglia,anche sul campo di Quidditch. Con questi e mille pensieri che mi ronzavano in testa attraversai il corridoio deserto. Ma arrestai il passo quando la vidi. Era appoggiata al muro di pietra,davanti a lei Nott. Feci qualche passo in avanti e il mio sguardo si posò all’istante sulle dita di lui che sfioravano i bottoni della camicia di Rose. La stessa che pochi giorni prima ‘io’ avevo sflilato. Un senso di disgusto mi pervase. Voltai il capo,camminando spedito verso la mia sala comune. Tolsi la giacca,allentando la cravatta e mi distesi sul letto,supino. Portai il braccio a coprire gli occhi,sebbene fossi al buio. Mi addormentai.
 
Un rumore mi desta dal sonno tormentato in cui ero sprofondato.  Resto immobile,solo una persona può entrare nella mia stanza senza bussare,senza che io le abbia dato il mio permesso. La sento distendersi al mio fianco e poggiare una mano sul mio braccio, lo allontana dai miei occhi. La guardo,vedo che sorride.
 
“Sapevo che non stessi dormendo..” Mi parla a voce bassa,quasi il buio della stanza glielo suggerisse.
 
“Stavo dormendo prima che arrivassi.. mi hai svegliato tu..” Mi limito a risponderle,rialzandomi e togliendo la cravatta che butto sulla poltrona vicina.
 
“Allora sono contenta di averlo fatto..prima di metterci a letto mi aiuti a finirla?” Tira fuori dalle tasche della cioccolata,sparpagliandola sul letto. Le do le spalle,sospirando.
 
“Sono certo che tu possa finirla in pochi minuti,anche sola…” La rabbia e il disgusto che provo in questo momento si sciolgono nel mio tono sprezzante. “E poi vattene nel tuo letto..voglio dormire in pace una volta tanto..” Voglio ferirla è vero, tuttavia non mi volto. Credo che se guardassi i suoi occhi in questo momento,cederei. Mi sento afferrare per un braccio e sono costretto a girarmi,è davanti a me. Ha le palpebre semichiuse,sembra volermi scrutare nell’anima.
 
“Sei geloso Malfoy? “ Inutile dire che il suo tono sdegnoso supera di gran lunga il mio. “So che mi hai visto con Nott..” Lascia il mio braccio,facendo qualche passo indietro. Sorride,e la cosa mi spaventa. “Non dirmi che pensi io ti appartenga solo perché abbiamo sgualcito quelle lenzuala tra gemiti e sospiri..” Avverto una sfumatura di ironia nella sua voce e la rabbia che man mano cresce in me. Naturalmente non le rispondo,so bene che lei non mi appartiene,come non appartiene a nessuno. Rose Weasley non ha freni,non ha catene. Ride,avvicinandosi a me ancora una volta. “ Sei uno sciocco,Scorpius.. io non potrei mai innamorarmi di te..” Non sorride più,ha uno sguardo terribilmente serio. Sento il sangue gelarmi nelle vene, e nemmeno un muscolo sono capace di muovere. Mi limito a fissarla,a guardare quell’ammasso di carne e pelli che non riconosco come la mia migliore amica. La vedo accennare ad una smorfia e girare i tacchi. Ha aperto la porta,sta lasciando la mia camera.
 
“E così Rose Weasey ama con ogni anfratto del suo corpo tranne che col cuore..” Le parole escono dalla mia bocca senza controllo. Non sento replica,solo lo sbattere della porta.
 


 
 
Per Hermonie : Ammeto che aspettavo con ansia la tua recensione! Apprezzo,la tua opinione lo sai ! E’ vero,questa Rose/Scorpius è molto diversa dalla mia precedente,ho voluto provare a cimentarmi in qualcosa di nuovo che devo dire mi ha divertita parecchio! Riguardo Lily puoi stare tranquilla,nelle mie storie sarà sempre un personaggio marginale. Non è per niente tra i miei preferiti ! Qualcosa che non penso cambierà mai nelle mie storie,oltre all’amore di Rose e Scorpius è il legame tra lei e suo cugino Albus. Scriverò sempre del loro affetto,anche se a volte celato! Su Hugo,bhè.. ti consiglio di leggere i prossimi capitoli !  ;D   

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Non so aiutarti ***


 
Non ero dell’umore giusto per giocare una partita di Quidditch,soprattutto non lo ero per giocarne una contro i Grifondoro, nonostante questo dovetti incoraggiare i miei compagni di squadra,e beccarmi le occhiatacce truci di Rose. Le sue parole mi avevano tormentato per l’intera notte e ancora oggi riempivano la mia mente. “ Sei uno sciocco,Scorpius.. io non potrei mai innamorarmi di te..” 
 
Finalmente il fischio di Madame Bum segna l’inizio della partita. Non bado a nessuno,nemmeno a lei. Voglio solo prendere quello stramaledetto boccino. Ma dannazione,il gioco sporco di Rose continua a distrarmi. La richiamo più volte,lei mi ignora completamente. Imperterrita spintona prima Roxanne poi Lily,non riesce proprio a farne a meno. Afferra la pluffa lanciandola in uno degli anelli dove suo fratello,nel ruolo di portiere riesce a bloccarla,più e più volte. Pessima mossa. Rose Si scaglia contro Lily e tutto accade in un attimo: svolta troppo velocemente,colpendo la Firebolt della cugina che perde l’equilibrio. Vedo,probabilmente per la prima volta sul suo volto, paura. Si fionda su di lei ma prima che possa afferrarla, un incantesimo della preside riesce a rallentare il tempo cosicchè la Grifondoro cade al suolo incolume. Il boccino mi si para davanti,non penso a vincere ma solo a concludere questa stramaledetta partita,così lo afferro. Alle mie orecchie giunge la cronaca di Lorcan Scamander,annuncia la vittoria dei Serpeverde. Ci dirigiamo negli spogliatoi,Rose cammina davanti a me e affretto il passo nel tentativo di raggiungerla quando una voce blocca entrambi.
 
“Stavi cercando di ammazzarla?” E’ Hugo che si avvicina a noi minaccioso, seguito da Albus che in sette anni non avevo mai visto in quello stato. Il suo volto era contorto in una smorfia di rabbia mista a dolore. Rose si volta,guardandomi prima di replicare.
 
“Quante storie.. mi sembra che sia sana e salva,no?” Il suo tono sembra tranquillo,ma non mi sfugge una nota di nervosismo. Tuttavia non riesco a non biasimarla,ha esagerato e io stesso non saprei come giustificare il suo gesto. “Era assolutamente ovvio che la preside o gli altri professori non avrebbero permesso che la figlia di Harry Potter si schiantasse al suolo!” Cerca di ironizzare,accennando ad un sorriso che appare più come una smorfia. Vedo Hugo che scatta in avanti,e con la stessa rapidità mi porto davanti a lei. In questo momento sento di detestarla,ma non esiterei a prendermi un pugno per lei. Vedo Albus, che fino a quel momento era rimasto in silenzio,trattenere il cugino per un braccio.
 
“Hai vinto Rose.. “ So che con quelle poche parole ha espresso tutto il suo odio nei confronti della cugina. L’unico che ancora lottava per riavere il suo affetto si era appena arreso. Rivedo sul volto di Rose la stessa espressione che vi era quella sera in cui entrammo nella sala  Comune di Grifondoro.  Li osserviamo andare via,mi volto ma lei è già scomparsa.
 
Come pensavo non venne a cena,le sue compagne di stanza non avevano idea di dove fosse e ritornato in camera mia anche la speranza di trovarla lì svanì. Quella notte non riuscii a dormire che un sonno tormentato,troppo occupato a tenere a freno i miei pensieri,le mie emozioni. Una parte di me desiderava sapere dove fosse, ma l’altra non riusciva a perdonarla. Rose sapeva essere crudele,meschina ma quelle parole.. non riuscivo a credere che mi facessero così male. Continuavo a sentire la sua voce nella mia testa,pensavo di impazzire. Io non ne ero innamorato naturalmente, ma allora perché mi sentivo diverso? Come se qualcosa in me si fosse rotto,ma non riuscivo a capire bene cosa. E continuavo a scervellarmi,senza ottenre un bel nulla e fu così che mi addormentai. Solo dopo avrei saputo che ciò che lei aveva frantumato altro non era che il mio cuore.
 
La vedo il giorno dopo,seduta al tavolo dei Serpeverde. Indugio,non so se sederle accanto o meno,poi scelgo di non farlo. Mi avvio poco distante da lei,cercando di posare i miei occhi sulla sua figura il meno possibile ma i nostri sguardi si incrociano diverse volte senza che nessuno abbia il coraggio di rivolgere parola all’altro. Guardo il tuo piatto di porridge,è pieno. Non mangi nulla,ti limiti a fissarlo. Anche da lontano posso scorgere i tuoi occhi lucidi e gonfi,i capelli stretti in una treccia che ti ricade sulla spalla. Porti una mano a coprire il volto,sei sola,indifesa. Dannazione mi uccide il vederti in questo stato,vorrei solo stringerti e scacciare via il tuo dolore,ma come potrei avvicinarmi a te se mi consideri meno che niente? Come potrei solo sperare di farti stare meglio se anch’io sento di morire? Devo alzarmi da questa sedia e allontanarmi,andare il più possibile lontano da te. Dannazione Rose Weasley,mi stai annientando.
 
Dopo diversi giorni io e Rose continuavamo ad ignorare l’esistenza dell’altro. Mi sentivo disorientato,debole e sapevo che per lei era lo stesso. I suoi cugini si comportavano in egual modo con lei,non la consideravano degna nemmeno di un loro sguardo. E lei era incapace di reagire,nemmeno la riconoscevo. Era più pallida e fragile che mai. No,non era la Rose Weasley che conoscevo io,quella che persino le peggiori Serpi temevano,quella che lottava strenuamente per la sua libertà,per essere semplicemente se stessa sebbene il più delle volte lo faceva in modo estremo. Cercai più volte di avvicinarla,ma fallì e col passare del tempo mi era sempre più difficile,pensavo di averla persa per sempre. Era una situazione insostenibile per me,e tutto sembrava non voler cambiare finchè dopo una noiosa riunione tra Prefetti non fui fermato da Albus.
 
Sono sorpeso del fatto che mi abbia chiesto anche pochi minuti per ascoltarlo. Dev’essere qualcosa di importante,Al non si sarebbe mai sognato di pregarmi altrimenti. Sono davanti a lui,poggiato al muro di pietra e lo fisso con aria interrogativa attendendo che egli si decida a sputare il rospo. Non è agitato,più che altro mi pare di percepire angoscia,tristezza.
 
“Non te lo chiederei se non fosse di vitale importanza.. “ Prende un respiro profondo prima di continuare “Devi aiutarmi a convincere Rose a tornare a casa per Natale..”
Lo guardo perplesso,sgrano gli occhi chiedendomi se ho davvero sentito bene. La sua espressione seria mi suggerisce che si,non mi sbaglio. Distolgo lo sguardo,scuotendo il capo.
 
“Credimi,ti aiuterei.. ma io e tua cugina non ci parliamo dalla partita di Quidditch.. credo mi detesti,non sono la persona più adatta per…”  Non mi lascia finire,mi interrompe.
 
“Qualsiasi cosa sia successa tra voi,tu sei l’unico che può parlarle.. io potrei provarci,ma..” Lo vedo indugiare qualche istante,forse indeciso su cosa dire. “Non mi darebbe nemmeno l’occasione per spiegarle i motivi..” Mi guarda,nei suoi occhi verdi noto qualcosa che non gli avevo mai visto,ma che sapevo bene cosa fosse. Era la stessa sofferenza che ogni giorno,da sette anni vedevo negli occhi di sua cugina. Vorrei aiutarlo,ma non so come.
 
“Potter ascoltami..”
 
“No Malfoy,tu non capisci.. io non dovrei essere qui.. non dovrei fare in modo che Rose torni a casa,lei dovrebbe essere all’oscuro di tutto perché così hanno deciso tutti,ma io non sono d’accordo e sebbene sappia che niente tornerà come prima..io devo…” Ora invece lo sento agitarsi,cammina avanti e indietro portandosi le mani ai capelli.
 
“Al,si può sapere che succede?” Sto seriamente cominciando a preoccuparmi oltre che spazientirmi.
 
“Sua madre sta male.. Zia Hermione si è ammalata poco dopo l’inizio dell’anno scolastico.. ci hanno tenuti allo scuro di tutto,ma ora che la sua salute sembra peggiorare,mia madre ha voluto che lo sapessimo e mi ha pregato di riportare Rose a casa…”  Non riesco a crederci,altro dolore. Non c’è pace per lei, farei qualsiasi cosa pur di soffrire io al suo posto. Non voglio darle questa notizia,non voglio parlarle dopo settimane per dirle questo. Dannato Potter,doveva mettermi in questa situzione proprio ora? Non gli rispondo,fisso il suo sguardo implorante e so quanto gli debba costare ma so anche quanto sia importante per loro la famiglia e quanto anche lui tenga a sua zia.
 
“La porterò alla Torre di Astronomia questa sera,anche con la forza se necessario.. ma sarai tu a dirglielo,credo sia giusto così..”  Albus annuisce,ringraziandomi e dopo un cenno del capo ci incamminiamo ognuno nella parte opposta dello stesso corridoio.
 
Dopo aver camminato senza meta per il castello mi decido a tornare in Sala Comune e la vedo,seduta accanto al camino a leggere un libro. Rialza lo sguardo,posando quegli occhi meravigliosi nei miei,e ancora di più sono convinto di non farcela. Mi avvicino,lei si alza chiudendo il libro e posandolo sul tavolino basso accanto al divano. Continuiamo a fissarci,ho l’impressione di scorgere un lieve sorriso. Decido di non dirle niente,del resto non saprei come spiegarle di Albus,di sua madre. Le prendo una mano e la porto cn me fuori dalla Sala,camminiamo fino alla Torre e lei mi segue restando in silenzio. Mi sento un verme per quello che le sto facendo,quasi fossi io il responsabile di quello che le sue orecchie stanno per udire. Arrivati in cima la sento fermarsi e ritirare la mano. E rialzando lo sguardo capisco il perché,Albus è in piedi davanti a noi e se è possibile trovo il suo aspetto peggiorato. Rose alterna lo sguardo su entrambi,ha la fronte corrucciata e un’espressione perplessa. Nessuno sembra voler rompere il silenzio,quindi dopo un lungo respiro mi decido a parlare.
 
“Rose.. devi ascoltarlo,Albus deve dirti…” Come temevo non mi permette di continuare. Ha capito che l’ho portata qui,nel ‘nostro’ rifugio consapevole che ci fosse suo cugino. La vedo innervosirsi,il  viso assume la consueta tonalità rossastra. Sta per urlarmi tutto il suo disappunto.
 
“Tu sapevi che lui sarebbe stato qui? “ Alza un braccio,indicando Albus. “Mi hai portata da lui?” Non attende che io le risponda,la vedo già incamminarsi per lasciare la Torre. L’afferro tenendola stretta a me con non poca fatica. Mi tira calci,cerca di sferrarmi anche qualche pugno prima che riesca a bloccarle i polsi,dannazione se fa male. Guardo Albus,facendogli cenno di parlare. Lo vedo inspirare e passarsi una mano tra i capelli.
 
“Rose era l’unico modo per parlarti.. non mi avresti ascoltato se mi fossi avvicinato e..”
 
“Oh,chissà per quale ragione!”  Gli urla ironica. “L’hai detto tu.. ho vinto,ora lasciatemi in pace!”
 
“Questo ora non ha importanza..” Albus la imita nel tono di voce,i miei timpani ne stanno risentendo. E poi quando Rose mi assesta un pugno approfittando di un mio momento di distrazione e si svincola dalla mia presa,il cugino sputa il motivo per cui siamo lì,per cui lei è lì.  “Zia Hermione sta male Rose..devi tornare a casa con noi.. “ Lo sussurra quasi,ma so che lei ha sentito. Si era già voltata per andarsene,ma a quelle parole si blocca. Si volta di scatto verso Al,accigliata.
 
“Stai mentendo..”  Cerca di essere fredda,ma la voce tremante la tradisce. Vedo Al che scuote il capo,abbassando lo sguardo.
 
“Vorrei fosse così Rose..” Entrambi restano in silenzio per qualche minuto,mi sembrano secoli. Lei lo fissa,sul suo volto posso scorgere decine di emozioni diverse: collera,tristezza,perplessità,paura. Non so cosa diavolo fare,me ne resto immobile a fissarla, pronto a reggerla se dovesse cadere. Sarò sempre dietro di lei per risollevarla. D’un tratto sembra scuotersi dal turbinio di pensieri che l’avevano sommersa. La sento schiarirsi la voce prima di parlare.
 
“Bene.. tornerò a casa con Voi..” Non aggiunge altro,non mi degna di uno sguardo, gira i tacchi e va via. E ancora una volta non so cosa fare con lei,mi sento inutile e incapace di mantenere la promessa che feci molto tempo fa : “Che vadano tutti al diavolo,mi prenderò io cura di lei lo farò finchè lei mi vorrà.










Grazie per le vostre recensioni,ragazze!  :D

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Tornando a casa ***


 
Probabilmente le parole oramai sembrano superflue,o forse si è già detto tanto e così nemmeno io e Albus parliamo. Restiamo in silenzio ognuno catapultato nei propri pensieri. Rialzo lo sguardo su di lui,ha la testa bassa,le mani affondate nelle tasche dei pantaloni e la camicia fuori da questi. I capelli sono più arruffati del solito,ho l’impressione che sia totalmente assente. Non abbiamo mai avuto nessun tipo di rapporto io e lui,probabilmente anche se Rose non fosse stata una Serpeverde le cose non sarebbero state diverse. Eppure in molte occasioni mi era capitato di pensare che io e lui fossimo molto simili e non solo per l’affetto smisurato che provavamo per la stessa persona. Semplicemente mi sentivo vicino a quel ragazzo,legato a lui da qualcosa che nemmeno io sapevo spiegarmi.  Ma non è tempo di pensare a questo,ora. Gli rivolgo un saluto accennando ad un gesto del capo per poi lasciarlo lì,a tormentarsi e a chiedersi se avesse fatto la cosa giusta. Sento le palpebre appesantirsi mentre camminando nei corridoi deserti giungo finalmente in Sala Comune e quindi nella mia stanza. Sono stanco,non solo fisicamente. Nelle ultime settimane ho provato talmente tante emozioni tutte insieme che trovo assurdo il non essere impazzito,ma probabilmente il mio stato d’animo non è niente paragonato a quello della mia migliore amica. Ormai la speranza di trovarla nella mia camera come ogni sera era svanita da diversi giorni,per cui vederla seduta sul mio letto,rigida e con lo sguardo perso nel vuoto mi sorprende tanto che per diversi secondi ho l’impressione di immaginare tutto.  Faccio qualche passo e lei sembra accorgersi di me,rialza lo sguardo restando tuttavia in silenzio. No,non l’ho sognato,è qui. Mi avvicno,sedendole accanto. Restiamo in silenzio a lungo,mai come in questo giorno mi sono accorto che le parole possono essere inutili e mai come ora so che a lei così come a me basta la presenza dell’altro. Mi basta sapere che ha bisogno di me,sebbene io non possa fare molto per alleviare il suo dolore. Poggia la testa sulla mia spalla,rannicchiandosi nel mio abbraccio. Le accarezzo i capelli,poggiando le labbra sulla sua fronte. E’ piccola,la stringo piano quasi avessi paura di romperla.
 
“Non ce la farò Scorpius..” La sento sussurrare tra i singhiozzi  “ Cado..”
 
“Se anche cadessi,ci sarei sempre io a risollevarti Rose..” Le parole escono dalla mia bocca senza che io ne abbia controllo,così giuste e  così vere. Lei posa i suoi occhi nei miei,prima o poi morirò perso in quell’azzurro meraviglioso,e non m’importerebbe. Le porto le mani ai lati del viso,asciguando le sue lacrime. Sono troppo preziose perché le sprechi a quel modo,tutto di lei lo è,ogni lembo di pelle ogni centimentro del suo essere. Mi guarda con un’intensità che mi spaventa,sento le mie mani tremare a contatto con il calore del suo volto. Porta una mano alle mie labbra,le dischiude con l’indice prima di posarvi le sue. E’ un bacio leggero,mi sfiora appena. Sembra aver paura di approfondirlo,di perdere nuovamente il controllo probabilmente. Sento il suo respiro caldo inebriarmi i sensi,il mio cuore ha ripreso a battare dopo settimane. Lascio scivolare la mia mano nei suoi capelli,piego il capo e sono io ad approfondire il bacio. E lei non oppone resistenza,quasi aspettasse la mia reazione.  Poso l’altra mano sulla sua schiena e premo il suo corpo contro il mio: ho bisogno di sentirla,di averla. Le sue mani mi spingono su di lei,cadiamo tra le lenzuola,le stesse sgualcite dalla nostra passione poche settimane prima.
 
“Fai l’amore con me…” Lascia la mia bocca,mi guarda implorante. La osservo dall’alto,poggiando gli avambracci sul letto.  Studio ogni pezzetto del suo candido viso,ogni sua piccola lentiggine. Non so smettere,resterei a fissarla per sempre. Ha una luce diversa negli occhi,lei mi sembra diversa. Non mi chiede di fare sesso,ma mi implora di fare l’amore.  Quelle parole mi stringono il petto,dovrei sentirmi agitato,nervoso e invece avverto una strana quiete pervadermi. Un calore attraversare tutto il mio corpo. Decido di non dargli comunque peso,sono solo parole infondo. Ora non sapevo ciò che da lì a pochi giorni avrei capito. Rispondo con un bacio,stringendola ancora di più a me.
 
Quella notte facemmo l’amore,ci unimmo all’altro non come accadde la prima volta: non era la passione a guidarci ma qualcosa di completamente diverso che allora non sapevamo spiegarci. Col senno di poi avremmo capito che tra tutte,le parole che ci ferivano di più erano quelle che non riuscivamo a dirci.
 
Nei due giorni successivi non parlammo di quello che era successo quella notte,né di quelle precedenti al nostro allontanamento. Forse temevamo che una qualsiasi parola in più avrebbe cancellato quell’apparente calma che ora regnava tra di noi ,ed entrambi non potevamo permetterlo. Mi chiese di andare con lei,o meglio mi supplicò. Non era da lei pregare nessuno,non lo era mai stato. Ma era la seconda volta che lo faceva. Sapevo quanto le costasse e senza pensarci un secondo in più accettai.
 
Per questa ragione ora mi trovo accanto a lei ed Albus difronte casa sua da una mezz’ora buona. Né io né suo cugino le intimiamo di entrare,solo lei può sapere quando è il momento. La vedo inspirare,espirare a lungo prima di fare qualche passo avanti. Le stringo la mano un’ultima volta,mi sorride. Abbiamo concordato che per ora sia più appropriato che io non entri,mi limito a guardarli dirigersi verso la porta e poi oltrepassarla. Mi siedo ai piedi dell’imponente quercia e aspetto.
 
E’ la mia casa dannazione,eppure mi sento un’estranea in mezzo alla mia famiglia. Zia Ginny mi abbraccia come se non mi vedesse da secoli,Zio Harry mi sorride ma il suo è un riso malinconico,triste. Ci sono solo loro due in salotto,non vedo mio padre. Respiro profondamente,guardando su per le scale e senza che dicessi nulla mia zia mi parla.
 
“Sono di sopra.. va da lei Rose…”  Annuisco,continuando a restare in silenzio.  Prima di salire l’ultimo gradino mi volto e vedo lei stringere il braccio a suo marito che intanto posa una mano sulla testa di mio cugino,scompigliandogli i capelli così simili ai suoi. In pochi passi mi trovo difronte la camera da letto dei miei genitori,senza accorgermene mi ritrovo a sorridere. Penso ai giorni precedenti ad Hogwarts,quando ogni mattina io e Hugo li svegliavamo saltellando sul loro letto o quando la sera prima di addormentarci,mamma ci raccontava una favola babbana mentre papà insisteva perché leggessimo anche una delle sue,a volte pensavo con convinzione che tra me e mio fratello il bambino fosse lui. Era questo uno dei motivi che aveva spinto Hermione Granger ad innamorarsi di Ronald Weasley,la sua disarmante aria da bambino. La porta è socchiusa,la spingo entrando piano. Papà è seduto su una sedia accanto al letto,chino su questo e ha tra le sue enormi mani quella piccola e bianca di mamma. Lei sembra dormire. Faccio qualche passo,mi fermo subito. Un’improvvisa voglia di piangere mi assale,sapevo che sarebbe stata dura ritrovarmi lì ma avevo preferito non pensarci,scacciare quei pensieri. Ed ora eccomi qui,incapace di muovermi,di fare qualsiasi cosa. Papà si volta,dev’essersi accorto della mia presenza,forse ha udito i battiti del mio cuore che sembra volermi uscire dal petto o il respiro sempre più affannoso. Si rialza piano,fissandomi. Stento a riconoscerlo,lui è sempre stato un uomo alto e forte,merito dei duri allenamenti di Quidditch ma ora è eccessivamente magro,il viso pallido e pesanti occhiaie sotto a quegli occhi colmi di tristezza,così simili ai miei. Ho voglia di abbracciarlo,di accoccolarmi sulle sue ginocchia come facevo un tempo,voglio gridargli che mi è mancato più di quanto io stessa potessi ammettere e che gli voglio bene. E invece riesco solo a dire banalità.
 
“E’ stato Albus a dirmi della mamma.. come..come sta?”  Mi avvicino di qualche passo,posando lo sguardo sull’esile figura che giace nell’enorme letto,troppo grande per lei. E se papà mi sembra diverso,quella donna non riesco a credere sia la forte e coraggiosa Hermione Granger. La mamma è sempre stata fragile,sebbene avesse una notevole forza interiore,ma a guardarla sembrava che anche questa l’avesse abbandonata ed è per questa ragione forse, che mi sembra ancora più debole. Ecco che le lacrime lottano ancora per uscire,e io con uno sforzo immane cerco di ricacciarle. Dannazione mi sento morire,vorrei fuggire via lontano. Ovunque pur di non posare ancora una volta gli occhi sui miei genitori,così diversi,così infelici.
 
“Non voleva che né tu,né Hugo vi preoccupaste.. ha insistito perché non te ne parlassi..” La voce di mio padre mi distrare dai miei pensieri,è roca e stanca. Il suo sembra un tono di scuse. “Credo.. “  Lo vedo esitare,forse nemmeno lui sa darmi una risposta precisa come Albus. “Non mangia..non riesce a lavorare.. non ha energie,riesce a stento a camminare..si incolpa di ..” Rialzo improvvisamente lo sguardo su mio padre che intanto si passa una  mano sul volto,scuotendo il capo. Attendo che continui,ma non sembra intenzionato a farlo. Mi posa una mano sulla spalle e un bacio sulla tempia,poi lascia la stanza. Stava piangendo. E io non so a cosa pensare. Si sentiva in colpa per cosa? E’ a causa mia? Tutto questo è accaduto a causa della mia testardaggine? Sento il pavimento crollare sotto i miei piedi,la testa mi gira tanto che afferro lo schienale della sedia per non cadere. Torno a guardare mia madre,e stavolta non so trattenermi. Piango come una bambina accasciandomi ai piedi del letto,prendendole la mano e stringendola nelle mie. I miei lamenti la svegliano,mi guarda e vedo il viso distendersi in un sorriso. Rialza il braccio,accarezzando la mia testa con un tocco leggero della mano. E poi la posa sui miei capelli,infine sulle mie guance cercando di cancellare il mio dolore.
 
“La mia Rose..” Lo sussurra,credo che non abbia nemmeno la forza di parlare. Mi rialzo stendendomi accanto a lei come tante volte avevo fatto da bambina. Le accarezzo il viso pallido e sento che anche lei piange. Mi stringo nel suo abbraccio,e lo so.. so che sono stata una sciocca per tutto questo tempo. Ho sbagliato a intraprendere una guerra contro di loro,mi sono costretta ad odiarli anche se non ci sono mai riuscita davvero.  Rimpiango amaramente il tempo sprecato a mostrarmi diversa e ad allontanarli,anni di bugie e falsità. Ho capito ora ciò che in realtà ho sempre saputo.
 
Riscendo le scale,ritornando dagli altri solo dopo che la mamma si è riaddormentata.  Ha bisogno di riposo,lo so. Mi fermo sulla soglia posando lo sguardo prima sui miei zii,poi su mio padre rimasto in piedi accanto alla finestra.
 
“Sta dormendo.. ho pensato di lasciarla riposare..”  Riesco a dire in un sussurro. Mi guardo intorno,non vedo mio cugino. Mia zia mi sorride,avvicinandosi. Mi posa una mano sulla guancia,accarezzandomi prima di incamminarsi verso la cucina,co l’intenzione forse di prepararci qualcosa da mangiare. La seguo con lo sguardo,anche lei mi è mancata. Da piccola ricordo che passavamo ore a ridere,prendendoci gioco di papà e parlavamo per ore assieme a zio Harry. Mi raccontavano dei molti litigi dei miei genitori,di quanto fossero testardi e orgogliosi e poi di come capirono di amarsi. Io li ascoltavo rapita,sognando anch’io un amore simile al loro,immaginando che anch’io un giorno avrei guardato qualcuno nello stesso modo in cui Hermione guarda Ron.
 
“Quel ragazzo che parla con Al è Scorpius Malfoy,vero?”  La voce di mio padre,che ancora guarda fuori dalla finestra mi sottrae ai ricordi. Mi avvicino,volgendo lo sguardo alla quercia dove sono seduti e noto con stupere che parlano tranquillamente,non sembrano per niente discutere.
 
“Si,è lui..era con me quando Al me l’ha detto..io gli ho chiesto di..” Mi accorgo di balbettare,di torturare le dita, ansiosa. Ho sempre saputo che i Malfoy sono nemici dei Weasley e questa cosa per molto tempo ha giocato a mio favore perché,anche se me ne vergogno ho inizialmente usato Scorpius per far imbestialire ancora di più la mia famiglia.  Cosa in cui ero riuscita con successo,e per questa ragione ora l’avergli chiesto di accompagnarmi mi sembrava una pessima idea. Ora che avrei fatto di tutto per fare ammanda,ho commesso l’ennesimo sbaglio. Ma accade qualcosa che mi lascia senza fiato.
 
“Digli di entrare allora.. non credo voglia restare tutto il tempo al freddo sotto quel vecchio albero..” Sgrano gli occhi a quelle parole,sono stupefatta. Davvero mio padre ha invitato Scorpius Hyperion Malfoy,figlio del suo peggior nemico in casa sua? E con una naturalezza disarmante? Pichè non rispondo,ma resto imbambolata a fissarlo,egli sposta lo sguardo dalla finestra a me,facendomi cenno di muovermi.
 
“S..si..vado..” Lancio un’ultima occhiata a zio Harry prima di uscire in giardino.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La ami Scorpius? ***


 
Non era trascorso molto tempo da quando i due cugini avevano oltrepassato la soglia di casa,che vedo Albus camminare verso di me. Faccio per rialzarmi preoccupato,quando lui mi fa cenno di restar seduto,facendo lo stesso. Restiamo ai piedi della quercia,lo sguardo rivolto verso la dimora Weasley.
 
“Ho pensato di portarti qualcosa da sgranocchiare..” Il giovane Potter rompe il silenzio lanciandomi una cioccorana.  “In casa Weasley non mancano mai.. mio zio ne è ghiotto..”  fece una pausa,accennando ad un sorriso  “e da quel che ricordo,anche Rose..”  Mi guarda,nei suoi occhi la stessa nostalgia che da sette anni sono abituato a vedere in quelli della mia migliore amica. Annuisco,scartando la cioccorana che con un balzo si allontana. Afferro la figura,sorrido mostrandola ad Albus.
 
“Hermione Jane Granger! “ Ritorno a fissarla,la mia Rose le somiglia molto. Al sgrana gli occhi,agitando le mani.
 
“Zia Hermione! Sia lei che zio Ron e papà sono difficilissimi da trovare !”  Alterno lo sguardo dal giovane alla figurina. Non riesco a trattenere un sorriso nel constatare la sua aria fanciullesca,ora capisco che Rose non era l’unica ossessionata da queste cose. Sospiro,passando il piccolo ritratto di sua zia al nipotino.
 
“Tienila tu..”  Gli dico semplicemente,e vedo il suo viso distendersi in un sorriso sincero. E’ buffo,ha la stessa espressione di sua cugina davanti ad un banchetto ben assortito. Cala ancora il silenzio,io mi limito a fissare la casa davanti a me mentre Al rigira la figurina tra le mani osservando un Hermione Granger sorridere e salutarlo.
 
“Sai che Rose ti ha rubato il mantello di tuo padre da sotto il naso,vero?” Stavolta sono io a parlare per primo. Al non mi guarda,ma vedo che sorride.
 
“Si,ne avevo il sospetto”  Scrolla le spalle,facendomi l’occhiolino. Vorrei fargli mille domande,chiedergli degli  ultimi sette anni ma l’arrivo di Rose me lo impedisce. Mi rialzo,la osservo con attenzione. Ha qualcosa di diverso,qualcosa di impercettibile ma posso notarlo. Porta una mano a grattarsi la nuca,un gesto poco femminile ma che ho sempre trovato adorabile. Probabilmente deve averlo ereditato da Ronald Weasley.
 
“Papà mi ha chiesto di farti entrare.. dice che non puoi restare qui al ferddo..”  La fisso sgranando gli occhi,ed Albus sembra stupito quanto me. Cerco di obbiettare ma lei mi afferra per il polso facendo cenno al cugino di seguirci. Ecco che il coraggio comincia a mancarmi,non sono un Grifondoro dannazione! Una serpe,sono una serpe e quindi dovrei filarmela a gambe levate ora che mi stanno portando incontro a morte certa. Sospiro,spostando lo sguardo su quell’indomabile chioma rossa e penso che infondo se è Rose a condurmi,può portarmi anche all’inferno, io la seguirei ovunque.
 
La casa sembra calda,accogliente. Di certo completamente diversa dalla Malfoy Manor e dalle enormi e fredde stanze a cui sono abituato. C’è un odore buono,come di fiori , lo stesso che percepisco stando accanto a Rose. Mi conduce in salotto dove riconosco suo padre ed Harry Potter. Faccio qualche passo avanti salutando entrambi con un cenno del capo.
 
“Signor Weasley la ringrazio per l’ospitalità..”  Non so cos’altro aggiungere,lo vedo rialzarsi e venirmi incontro. Si sforza di sorridermi,ma più che altro mi mostra una smorfia.
 
“Non c’è problema ragazzo..” Mi posa una mano sulla spalla sebbene il tono mi appaia freddo,distaccato. Non posso pretendere qualcosa di diverso,del resto sono sempre il figlio di colui che è stato un Mangiamorte e credo che nessuno più dei Potter e dei Weasley abbiano sofferto a causa del mago che la mia famiglia serviva.
 
So che rientro nella categoria dell’ospite indesiderato,ma essere qui non mi dispiace affatto. C’è qualcosa tra queste mura che mi da quiete,tranquillità. Sebbene percepisca la sofferenza nel volto di tutti,allo stesso tempo avverto qualcosa di più forte dell’angoscia,della tristezza. E’ amore,qualcosa che raramente ho percepito a Malfoy Manor. Dopo qualche ora anche Hugo,accompagnato da Lily si unisce a noi. Nessuno dei due si preoccupa di rivolgere uno sguardo a me o a Rose. Solo dopo alcune ore in cui si è discusso della depressione di Hermione,in cui si è cenato, i Potter lasciano casa Weasley,ritornando alla loro dimora che è praticamente la casa vicina. Sia Hugo che suo padre ritornano alle rispettive stanze,solo dopo avermi indicato la camera degli ospiti subito dopo il salotto,ai piani inferiori.
 
E’ presto per me e Rose per andare al letto,siamo sulla veranda con in mano una tazza di cioccolata fumante,seduti su una panca bianca. Non parla,fissa un punto non precisato del giardino. Rispetto il suo silenzio,oggi dev’essere stata una giornata estenuante per lei.
 
“Mi sono mancati Scorp..” E poi mi parla, a voce bassa,in un sussurro. “Non sapevo quanto, fino a che non li ho rivisti..” Sospira abbassando la testa,osservando il contenuto della sua tazza. Lascio che si sfoghi, ne ha bisogno. “Ho sprecato così tanto tempo a ribellarmi, a costringermi ad essere una vera Serpe solo per rendere più difficile da accettare il mio smistamento.. sapevo che ne erano delusi e volevo che lo fossero di più..volevo che soffrissero..” Le trema la voce,stringe la tazza calda,ma non ne ha ancora bevuto un sorso. “ E all’inizio.. anche con te..” Deglutisce più volte,sposta lo sguardo su di me,poi lo distoglie.  “Io…”  Sospiro,prendendole una mano. So cosa vuole dirmi,l’ho sempre saputo così finisco io per lei.
 
“Tu ti sei avvicinata a me perchè sapevi che quest’amicizia li avrebbe resi furiosi..” Rialza il capo di scatto,guardandomi con quegli occhioni tristi e timorosi.
 
“Ora non è più così.. lo sai..” Le sorrido,voglio tranquillizzarla. So bene che le cose sono diverse ora. Un’amicizia nata per un motivo sbagliato non necessariamente è essa stessa un errore. Restiamo abbracciati per molto tempo,la cullo quasi fosse una neonata che non riesce a dormire.
 
I giorni successivi trascorrono apparentemente tranquilli,sembra assurdo ma anche la salute della madre di Rose sembra migliorare. So che ora riesce a mangiare qualcosina e non dormire tutto il giorno. Rose passa con lei gran parte della giornata,ed io resto con Albus e la cosa inaspettatamente non mi dispiace. La sensazione che ho sempre avuto nei suoi riguardi,il sentirmi legato a lui per qualche sconosciuta ragione sembra non essere stata solo una mia fantasia.  L’intera famiglia Weasley,così come i Potter si sono ormai abituati alla mia presenza accanto a Rose,o forse si sono rassegnati. Fatto sta che persino suo padre ha nei miei confronti un atteggiamento più disteso. Inutile dire che non mi sono mai trovato così a mio agio con delle persone. Solitamente sono schivo,freddo ma sembra una loro prerogativa tirar fuori il lato migliore e più nascosto dalle persone,così come ha sempre fatto Rose con me.
 
Uscito dal bagno ai piani superiori percorro il corridoio oltrepassando una porta semichiusa che immagino sia quella dei coniugi Weasley. Riprendo a camminare quando una voce mi chiama,mi volto accostandomi alla porta che piano apro. Hermione Granger è sola,poggiata con la schiena ad alcuni cuscini. Ha i capelli sciolti,simili a Rose tranne che nel colore. Il suo bel volto è ancora scarno e pallido,ma ha negli occhi una luce particolare. Mi avvicino al suo letto,lei mi fa cenno di sedermi sulla sedia accanto ad esso. Obbedisco,passando una mano nei capelli nervosamente.
 
“Sei cresciuto molto Scorpius..”  Ha una voce dolce,mi parla con un tono gentile non consono nemmeno a Rose. Non posso evitare di sorriderle,ed annuire piano.  “Ti ringrazio..”  Mi dice semplicemente dopo qualche attimo di silenzio. Resto a fissarla perplesso.
 
“Per cosa?” Glielo chiedo senza nemmeno pensarci,spinto dalla curiosità. Lei mi sorride,continuando a parlarmi.
 
“Per esserle stato accanto in questi sette anni,quando nessun altro l’ha fatto.. “
 
“Non avrei potuto fare diversamente.. è la mia migliore amica..” Senza rendermene conto arrossisco,e mi vedo costretto ad abbassare lo sguardo. Porto ancora una mano tra i capelli,maledetta Rose che mi ha abituato a questo viziaccio!
 
“La ami Scorpius?” Sgrano gli occhi,riportandoli ancora sull’esile figura che mi sorride con tenerezza. E’ così tranquilla che penso di aver sentito male. Non può avermi chiesto una cosa del genere senza provare un pizzico di disagio. Eppure,mi guarda con aria interrogativa in attesa che io le risponda. Credo che il mio viso pallido non abbia mai assunto tutte queste diverse tonalità di rosso,inizio a balbettare. Dannazione,devo sembrarle un idiota!
 
“Io.. noi..” Mi schiarisco la voce,distolgo lo sguardo precipitando nei ricordi. Rivedo quella bambina spaventata sedersi al tavolo dei Serpeverde circondata dal brontolio dei suoi compagni e la sorpresa di professori e Grifondoro. Rivedo la ragazzina ribelle che lotta per nascondere la sua vera natura e diventare una Serpe a tutti gli affetti. Rivedo una ragazza che fa di tutto per allontanare le persone che ama e che la amano,nonostante lei si convinca del contrario. Che fa del male alla sua famiglia,che vuole vederli soffrire quando la prima a starci male è proprio lei. Rivedo una piccola donna ribelle e bellissima,prepotente,acida e insopportabile. Estremamente goffa,e buffa sebbene sia una Serpeverde. Disordinata,mette sottosopra la mia camera in un pochi minuti,ritorvo sotto al letto carte di caramelle o di cioccolata o qualche suo libro lasciato in giro. Con la grazia di un troll,e un vocabolario fin troppo fornito di parolacce e imprecazioni,gene Weasley immagino.  Una figura esile che mangia quanto dieci ragazzi,e non mette un grammo. Il suo rossore,che ricopre prima le orecchie estendendosi poi all guance. Quegli occhi,grandi e meravigliosi,di quell’azzurro che mi fa dimenticare di respirare. E quei capelli,rossi come il fuoco,indomabili come lei.
 
“Si..io la amo..”  Senza che lo volessi,come arrivato ad una verità indiscutibile le rispondo. Piega il capo e mi guarda con estrema dolcezza,e assurdamente sono io quello più sorpreso dalla mia affermazione. Io sono innamorato della mia migliore amica. Da quanto? Probabilmente da sempre,eppure in questi sette anni non l’ho mai capito. Devo essere più stupido di un troll,si lo sono senza dubbio. Sette lunghi anni per dare un nome ai miei sentimenti,alle mie paure,alla mia perenne agonia. Sette anni per imparare a far crescere il cuore che fa sempre fatica ad andare pari passo con la testa.
 
 
 
 
 
Per Eveine:  Sono felice che sebbene questa storia sia un pochino diversa,ti piaccia ugualmente!  Forse non mi sono spiegata bene nei precedenti capitoli,per cui ti chiarisco il comportamento di Rose..  J
Il suo smistamento a Serpeverde ha inizialmente deluso suo padre. Ron è impulsivo,irrascibile e non ha mancato di esprimere il suo disappunto a sua figlia sebbene il suo affetto per lei fosse immutato,è pur sempre suo padre. Ma Rose ha sofferto per questa sua reazione,desiderando col passare del tempo di ‘confermare’ l’idea che secondo lei la sua famiglia avesse di lei. Arrendendosi e dargliela vinta. Loro pensavano che fosse una Serpe? E lei gli dimostrava che era così,allontanadosi da loro e ribellandosi. Arrivando lei stessa a credere di essere cattiva,di non aver meritato un posto tra i Grifondoro,dimentica del fatto che un semplice smistamento non l’avrebbe cambiata. Sono le nostre scelte,come Silente riferì ad Harry, a stabilire chi siamo.
Non c’è James in questa storia è vero,poiché ho deciso di concentrarmi solamente su Scorpius e Rose. Ma se mi seguirai ancora,vedrai che ho in progetto una nuova storia in cui saranno il primogenito dei Potter e Lisa Baston ad essere gli indiscussi protagonisti !  ;D 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Basta poco ***


Non ricordavo quanto profumassero le lenzuola del mio letto,quanto calda e accogliente fosse la mia piccola camera. Mi ero convinta che nessun posto fosse casa mia,nemmeno Hogwarts. Eppure queste mura mi proteggono,mi rassicurano. Guardo fuori dalla mia finestra,è buio pesto e sono ancora sveglia: mi rialzo,prendo una coperta e riscendo piano le scale. Adoro questo silenzio,ma darei qualsiasi cosa per risentire le risa e il caos che riempivano questa casa solo pochi anni prima. Sbircio fuori,c’è qualcuno in veranda. Esco per sincerarmi della figura a capo chino, seduto sulla panca bianca. E’ mio padre. Mi avvicino a lui lentamente,non voglio spaventarlo. Poso la coperta sulle sue spalle,accasciandomi e guardandolo dal basso,posando le mani sulle sue ginocchia. Posso scorgere il suo viso,contorto in una smorfia di dolore. I suoi occhi,i miei occhi sono colmi di tristezza. Rialza il capo,cerca di sorridermi ma so quanto debba costargli:non c’è niente per cui valga la pena ridere,non ora,non stanotte.
 
“Potrai mai perdonarmi,Rosie?” Sgrano appena gli occhi,non mi aspettavo che parlasse e di certo non credevo mi chiedesse una cosa simile. Lo fisso a lungo prima di replicare. Non mi chiamava a quel modo da prima dei miei undici anni,da prima che il mio smistamento e il mio conseguente comportamento lo ferissero tanto. In tutti questi anni è solo a me che ho pensato,solo ora mi rendo conto di essere stata tremendamente egoista. Non mi sono mai fermata a riflettere su cosa provassero tutti gli altri,sui loro timori,forse simili ai miei. E solo ora mi è tutto chiaro. Sono stata una stupida a non sentir ragione,a credere che fossero in collera per il semplice fatto che avessi rotto una tradizione di famiglia. C’era molto di più ed è guardando nei suoi occhi ora, che me ne rendo conto. L’astio per i Serpeverde non era qualcosa che si rifaceva alla semplice rivalità con un ragazzetto biondo,andava ben oltre il mio comprendonio di stupida ragazzina. Riguardava Voldemort e quello che i miei e zio Harry avevano dovuto affrontare,la guerra,il dolore che essa aveva lasciato. Riguardava la morte di zio Fred,dei loro più cari amici,di Sirius Black,di Remus Lupin e Tonks,di Albus Silente e Severus Piton,per non parlare dei genitori di mio zio. Riguardava la maledizione Cruciatus che Bellatrix Lastrange aveva inflitto a mia madre nella stessa casa in cui il mio migliore amico è cresciuto. Una tortura che l’aveva quasi uccisa. Riguardava gli orrori che li avevano segnati forse per sempre e che mai avrebbero potuto dimenticare. Mai prima d’ora ero stata tanto male. Senza che nemmeno me ne accorgessi, stavo piangendo. Singhiozzavo tra le forti e sicure braccia del mio papà. Voglio tornare indietro,voglio decine e decine di giratempo e cambiare le cose. Voglio dimenticare questi sette anni e soprattutto la mia stupidità. Voglio poter trascorrere in Natali e le estati alla Tana,con i miei nonni,i miei cugini,la mia famiglia. Voglio abbracciare i miei genitori fino a quando le braccia non faranno male e voglio litigare con il mio fratellino per assurdità,per poi fare pace e dividerci una cioccorana.
 
“Solo se tu perdonerai me..” E’ solo un sussurro,non riuscirei a fare di meglio. Ma la sua stretta aumenta, e so che ha capito,soprattutto so che mi ha perdonato. Restiamo abbracciati,avvolti dalla calda coperta per diverso tempo guardando la coltre di neve che copre tutto intorno a noi.
 
“Quel ragazzo.. Scorpius..” Rialzo il capo,guardando mio padre basita. Prego che non voglia imprecare su di lui o farmi qualche domanda imbarazzante. Non mi sorprenderebbe,nemmeno in un momento del genere. Ronald Weasley è famoso per il suo ‘poco’ tatto.   “Bhè.. mi piace..” Finisce la frase con un flebile sussurro,quasi non riuscisse ad ammetterlo nemmeno a se stesso. Gli sorrido,abbracciandolo ancora.
 
“Ti voglio bene,papà…”
 
La mattina dopo papà aveva consumato velocemente la sua colazione per poter tornare dalla mamma,lo vidi salire le scale con delle margheritine prese chissà dove. Lo trovai estremamente buffo,ma adorabile. Anche Scorpius doveva pensarla come me perché ci guardammo,ridendo. Eravamo seduti al tavolo di legno e con noi c’era Hugo. In effetti avrei anche potuto non accorgermi della sua presenza,non apriva bocca se non per ingurgitare il cibo e aveva la testa china. Scorpius si siede accanto a me,versandomi del succo di zucca, mi stringe la mano. Lo guardo,e so che senza di lui ora non sarei qui. Come ha fatto a sopportare la mia irritante persona per sette lunghi anni? In un mondo fatto di pregiudizi,quello odiato era lui. Eppure era così lontano dalla verità. In tutto questo tempo la vera Serpe sono stata io. Lui mi è stato accanto,inghiottendo più di un boccone amaro,sopportando i miei cambi d’umore repentini ma soprattutto comprendendo il mio dolore e cercando di alleviarlo. Ero stata egoista anche con lui,avevo solo preso e probabilmente non gli ho mai dato nulla.  Sarebbe sciocco ora,dirgli che mi dispiace o cercare un modo per rimediare. Del resto noi non ci siamo mai scusati l’uno con l’altro per nulla,la nostra non è un’amicizia comune. Amicizia? E’ davvero quello che c’è tra noi? E’ questo il sentimento che ci lega? E dopo quello che è successo.. dopo avergli chiesto di..    Scuoto il capo,allontanando quei pensieri e arrossendo visibilmente. Dannati geni Weasley. Nei miei vaneggiamenti non mi sono accorta che mio fratello è già andatao via,probabilmente in camera sua dove passa la maggior parte del tempo con la sola compagnia di nostra cugina. Già,Lily. Dovrei parlare anche con lei,scusarmi per averla praticamente quasi uccisa. Sbuffo rumorosamente,sentendo solo ora gli occhi del mio migliore amico su di me. Distolgo lo sguardo arrossendo,se è possibile ancora di più. Mi rialzo,prendendo dalla dispensa qualcosa e assicurandogli che sarei ritornata subito. Risalgo frettolosamente le scale e senza bussare, si è un vizio orribile ma le vecchie abitudini sono dure a morire, entro in camera di Hugo chiudendo la porta alle mie spalle. E’ seduto sul letto,i gomiti sulle ginocchia e il capo chino che rialza di scatto alla mia entrata.
 
“Non si bussa?”  Si rialza in piedi,non muovendo però un passo. E’ cresciuto molto,è più alto di me e ha il fisico snello e asciutto di papà. Merito del Quidditch immagino. Alzo al mano,in un gesto di noncuranza,lanciandogli una cioccorana. L’afferra guardandola e rigirandola tra le mani,decisamente confuso. Non trattengo un sorrisino,di certo starà pensando all’ultima che ha mangiato,quella comprata da zio George che io gli ho rifilato.
 
“Fidati..” Sorrido,indicando con un cenno del capo la cioccolata che ha tra le mani. Posa i suoi occhioni nei miei,sbattendo le palpebre più volte. Lo vedo indugiare,pensare sul da farsi. E’ così simile a nostro padre. Fa qualche passo verso di me,l’espressione perplessa lascia il posto ad una decisamente seria.
 
“Non lo so Rose…”  Stringe i pugni,deglutendo a fatica. Sembra stia lottando contro se stesso. E come me sa che le nostre parole non sono riferite semplicemente alla cioccorana.
 
“Puoi correre il rischio,Hugo.. o scegliere di non farlo..” Alzo le spalle,attenta a non distogliere lo sguardo da lui. Inspiro,mordendomi il labbro. “Ricordavo che ne andavi matto…”  Gli angoli della sua bocca si alzano,è un sorriso quello che vedo? Apre la sua cioccorana,che saltella da un angolo all’altro della stanza.
 
“Ricordo che era lo stesso per te”  Il tono di voce è cambiato,non c’è più il solito astio o rancore. E’ di nuovo il mio fratellino.
 
“E’ ancora così..’”  Mi avvicino e non ci penso due volte. Lo abbraccio,stritolandolo quasi. Un trattamento che ho riservato solo a zio George in questi lunghissimi sette anni. Lo sento ridere,e scompigliarmi i capelli. Pian piano riuscirò a rimediare a tutto il male che vi ho fatto,lo prometto.
 
Ritornando ai piani inferiori,sento delle risa soffocate provenire dal salotto. In pochi passi lo raggiungo e basita osservo Albus Severus Potter e Scorpius Malfoy chiacchierare come due vecchi amici. Si accorgono della mia presenza e devo avere una faccia decisamente buffa perché scoppiano a ridere nuovamente. Mi avvicino a loro,sprofondando in una delle poltrone e fissandoli torva.
 
“Cosa avete da ridere tanto?” Chiedo seccata,incrociando le braccia al petto e assumendo una posizione poco femminile. Entrambi scuotono il capo,riprendendo a blaterare sul Quidditch e sulle stramberie della vecchia Cooman.  Resto ferma ad osservarli a lungo. Bastava così poco perché tutto fosse diverso? Bastava ammettere di essere stata una stupida e chiedere perdono perché ritrovassi persone felici e sorridenti intorno a me? Bastava mettere da parte l’orgoglio per essere ancora felice? A quanto pare si. Avevo capito tanto solamente in pochi giorni,ma era qualcosa che non avrei potuto dimenticare facilmente. E ora so dov’è la mia casa. E’ con loro,con le persone che possiedono il mio cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Rivoglio mia cugina ***


 
Ormai mancava poco alla fine delle vacanze natalizie,e a breve saremmo dovuti ritornare ad Hogwarts. Solo pochi giorni prima avrei fatto qualsiasi cosa pur di non lasciare il castello,mentre ora darei tutto per non andarmene da casa mia. Avevo il timore che tutto ritornasse come prima,che i miei sforzi non fossero serviti ad un bel niente,che io sarei ritornata ad essere la crudele Serpe e i miei cugini,mio fratello i perfetti Grifondoro. Decidevo di non pensarci e occupare la mente con qualsiasi altro pensiero. La salute della mamma era ormai migliorata,riuscimmo addirittura a recarci alla Tana,dove trascorremmo il giorno di Natale. Era guarita per merito mio? Di conseguenza ero stata io,la mia testardaggine a farla ammalare? Ero stata il problema e la soluzione,la malattia e la cura. Non parlai con Lily o Dominique o Roxanne,questo l’avrei fatto poi,ora non era il momento. Non era tempo nemmeno di parlare con Al, sebbene riuscivamo a conversare tranquillamente assieme a Scorpius. Già il mio migliore amico che ora se ne sta in cucina,mi da le spalle aiutandomi a riordinare:ha insistito perché lo facessimo manualmente,senza utilizzare la magia. Assurdo. I lavori manuali non sono il mio forte,ma lui sembra cavarsela,del resto c’è qualcosa che lui non sappia fare? Fisso la sua nuca,i suoi capelli simili a raggi lunari,quel corpo snello ma forte che più di una volta mi ha stretto a sé. E ovviamente le mie guance si tingono di rosso. Io e papà abbiamo raggiunto un accordo,è vero ma in questo momento lo schianterei volentieri per quegli stramaledetti geni Weasley. Io non arrossisco,dannazione! Non davanti a lui,ma negli ultimi giorni sembra che io non faccia altro e non è stupido,deve essersene accorto. A pensarci sento un disagio nei suoi confronti da quella notte,dalla volta in cui gli ho chiesto di fare l’amore con me o meglio l’ho supplicato. Avevo un bisogno disperato di lui,un bisogno così urgente da stare male. Solo le sue carezze,i suoi baci avrebbero potuto alleviare la mia inquietudine. Già,ma perché? E perché non ero riuscita a ‘distrarmi’ con nessun altro? Mi ritorna in mente la sera della nostra discussione. Il perché non gli avessi detto la verità o il perché me ne fossi uscita con quelle parole così crudeli non riuscirò mai a capirlo. Volevo ferirlo? O era me stessa che volevo convincere? E non l’ho nemmeno ringraziato per quello che sta facendo. Sei un’ottima amica Rose,non c’è che dire!
 
“Non sono  stata con Nott quella sera…” Non so nemmeno perché glielo dico e soprattutto non capisco perché inizio una conversazione con un’affermazione simile. Lo vedo irrigidirsi,ma non si volta verso di me. Continua a trafficare con un canovaccio e una ciotola.
 
“Perché mi hai mentito?” Sapevo che me l’avrebbe chiesto,non potevo sperare diversamente.
 
“Tecnicamente non ti ho mentito…non ti ho mai detto che quella notte…insomma,sei stato tu a trarre le tue conclusioni !”  Sbotto seccata.
 
“Farmi credere di esserci stata equivale ad una bugia,Rose..”  Si gira,mi guarda negli occhi e non so reggere quello sguardo di ghiaccio. Mi ha colpita,non so come replicare per cui resto in silenzio.
 
“Perché?”  Mi chiede ancora,avvicinandosi e alzandomi il mento con un dito. Sono costretta a posare i miei occhi nei suoi,e dannazione arrossisco ancora.
 
“Non lo so…” Sembrerebbe che io non voglia rispondergli,ma questa è in assoluto la verità. Non conosco le ragioni che mi hanno spinto a mentirgli così come non riesco a  comprendere il caos che ho in testa in questo momento e del perché abbia solo voglia di baciare le sue labbra. Non sono in grado di cercare le risposte adesso,non voglio.
 
 
Mi allontano da lui e senza aggiungere altro lascio la cucina,correndo verso la mia camera. Richiudo la porta alle mie spalle,sospirando. Mi sento stranamente sollevata a non dover reggere quel suo sguardo di ghiaccio,almeno non ora. Mi avvicino al letto,sprofondando su di esso. Un rumore,un tonfo mi spaventano:mi rialzo di scatto,volgendo l’attenzione alla finestra. Roxanne è entrata con poca grazia,ancora la sua Firebolt stretta in una mano. Mi sorride,ed io la guardo sempre più stupita.
 
“Rox..cosa.. che ti salta in mente?” Scatto in piedi,urlandole il mio disappunto.
 
“Ho pensato che entrare dalla finestra della tua camera fosse più divertente..” Alza le spalle,posando la sua scopa alla parete e sedendosi sulla scrivania.  “Troppo scontato usare la porta,non trovi?”
 
Continuo a sbattere le palpebre,incredula. Non solo per la sua entrata insolita,ma perché vedere una delle mie cugine in camera mia è una cosa che non mi sarei di certo aspettata. Come non avrei pensato di vederla sorridermi a quel modo. Vedendo che non accenno a replicare,scuote il capo continuando.
 
“Volevo parlarti Rose.. in effetti è da un po’ che ne ho l’intenzione,ma anche alla Tana pochi giorni fa non ne ho avuto l’occasione..troppi cugini intorno!” Ride,dondolando le gambe e continuando a fissarmi con i suoi occhi vispi e allegri. Non scorgo rancore in essi,ma nemmeno capisco cosa vogliano dirmi. Mi risiedo sul letto,facendole cenno di continuare. La vedo prendere fiato e noto che il suo viso assume un’espressione decisamente più seria.
 
“Sono una Grifondoro,eppure in tutti questi anni non ho avuto il coraggio di parlarti,di prenderti a schiaffi o schiantarti..vedi tu..qualsiasi cosa per scuoterti dagli escrementi di ippogrifo in cui eri caduta! ”  Inarco un sopracciglio,ricordo che i discorsi di mia cugina sono sempre stati un pochino contorti,ma probabilmente questo li batte tutti.   “Ho sempre cercato un momento che fosse adatto,e col passare degli anni questo non è arrivato o forse io non l’ho colto.. “  No,decisamente li batte tutti,penso.  “Ma ora che sembra che tu riesca a stare nella stessa stanza con i tuoi cugini,la tua famiglia senza affatturarli o maledirli mi sono decisa a piombare qui !”  Il suo è un modo contorto per riappacificarci? Perché se lo è la ragazza sta messa peggio di me in questo genere di cose:è una Weasley anche lei dopotutto.  “Ci hai ferito Rose.. e noi abbiamo lasciato che tu lo facessi,e mossi dall’orgoglio che contraddistingue ogni Gryffindor non abbiamo mosso un dito per riprenderci il tuo affetto.. quello che ci limitavamo a fare era subire le tue beffe,sperare che un giorno sarebbe stato diverso o come facevano Lily e Dominique insultarti,denigrarti e poi piangere come due bambine nei loro letti..” L’ascolto e la guardo a bocca aperta:Lily e Dominique che piangevano per me? Le stesse che giorni fa mi avevano riservato parole di odio nella loro sala Comune,le stesse a cui non importava che io tornassi a casa per Natale o che non mi consideravano più una Weasley? Non le conoscevo per niente. Nel momento stesso in cui mi ero allontanata da loro avevo smesso di capirle. Mi risiedo sul letto,chino il capo trovando particolarmente interessanti i miei piedi. Dovrei replicare,lo so. Roxanne è venuta fin qui per parlare con me ed io non riesco ad aprir bocca. Se non la insulto non sono in grado di rivolgerle parola? Infondo dopo quasi sette anni di discussioni e indifferenza non è facile far finta di niente,scusarsi né tantomeno conversare tranquillamente.
 
“Sarà tremendamente difficile Rose..”  La sento scendere dalla scrivania con un agile saltello,e sedersi accanto a me.  “Ma io voglio riprendermi mia cugina.. e credimi,anche se Dom e Lily si ostinano a tenerti ancora il muso.,vogliono la stessa cosa.. ci metteranno solo più tempo a capirlo e a dimostrartelo” . 
 
Sento gli occhi pizzicare,le guance infiammarsi:ho una tremenda voglia di piangere. Mi vuole bene,tutti loro me ne vogliono. Perché ci ho messo tanto a capirlo? Perché ho sprecato anni a respingere il loro affetto e a costringermi di sopprimere il mio? Probabilmente sono domande a cui non riuscirò mai a dare una risposta e del resto in questo momento non m’importa. Ora è tutto diverso. Ora ho loro,di nuovo ..e tutta la vita per capirlo.
 
“E tu Rose..” Sento la sua voce incrinarsi lievemente,forse anche lei come me ha voglia di piangere. “Vuoi riprenderti i tuoi cugini?” Rialzo il capo,trovandomi faccia a faccia con lei. Avevo ragione,ha gli occhi lucidi e morde le labbra nervosamente:anche lei lotta per ricacciare le lacrime. Ma ora non è più tempo di fingere,io non voglio più farlo e nemmeno loro devono. L’abbraccio,sciogliendo il mio dolore,la mia felicità in calde lacrime. Lei mi stringe,mi scompiglia i capelli e piange con me per non so quanto tempo.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Quello che conta davvero ***


Eravamo tornati ad Hogwarts da qualche giorno ormai,da subito oggetto del vociare degli studenti che ci guardavano con sospetto non solo perché Rose ormai la si vedeva in compagnia dei suoi cugini,allegra e vivace ma anche perché io,una Serpe, mi accompagnavo fin troppo spesso con Albus Severus Potter. Nemmeno io so com’è nata questa amicizia,forse nel momento in cui gli ho regalato quella figurina,fatto sta che senza chiederci il motivo ci cerchiamo l’un l’altro e per la sorpresa di tutti non desideriamo schiantarci.  Fa scalpore anche il fatto che almeno durante un pasto della giornata due Serpeverde siedono in mezzo ai Grifondoro. Ma almeno io e Rose siamo immuni alle occhiatacce e ai borbottii alle nostre spalle: abbiamo convissuto con questi fin dal primo anno e ora è come se nemmeno ci badassimo.
 
Rose era diversa,pur essendo sempre la stessa. Aveva i suoi soliti attacchi nevrastenici,in cui la vittima designata ero pur sempre io, ma per la maggior parte del tempo  era tranquilla, felice. Era quello che aveva sempre desiderato,infondo:l’affetto dei suoi,nient’altro. Ed io dovevo gioire di questo,dovevo esserne contento eppure un peso all’altezza dello stomaco mi tormentava. Non volevo badarci,ma non avrei potuto ignorarlo a lungo,sapevo cosa significasse. Lei ora non aveva più bisogno di me. Per sette anni ero stato la sua àncora,semplicemente perché non aveva altri a cui appoggiarsi. Era sola,aveva solo me. Ora è diverso,con le centinaia di cugini che le girano intorno non potrebbe mai soffrire di solitudine. Ed io ora sono assolutamente inutile. Del resto me l’ha dimostrato,si serviva di me solo quando ne aveva bisogno per poi gettarmi via,incurante di quello che provavo. Infondo l’avevo sempre saputo,ma ora che sapevo di amarla,il mio dolore era troppo grande da sopportare. Turbarla con le mie paranoie era l’ultima cosa che avevo intenzione di fare,avevo deciso di mettermi da parte. Le sarei stato vicino,se mi avesse voluto ancora ma sarei stato solo un’ombra nella luce che aveva ripreso a brillare. Avevo preso la mia decisione,senza sapere che da lì a pochi giorni avrei completamente cambiato idea. Non sapevo che anch’io avrei fatto parte di quella luce.
 
                                                                                              ***
 
Stentavo a credere che quella che rideva al tavolo dei Grifondoro fossi io,attorniata dai miei cugini. Non m’importava che tutta Hogwarts ci lanciava occhiatacce curiose,che bisbigliasse al nostro passaggio. Io ero felice e niente avrebbe rovinato quello che ero riuscita,con fatica a capire. L’odio,l’indifferenza che ci avevano accompagnati per sette anni sembravano non essere mai esistiti: era come se avessi ancora dieci anni e stessimo giocando a Quidditch nel giardino della Tana,a catturare gnomi e ingozzarci con le torte di nonna Molly.  Ero ritornata me stessa,spoglia di quella maschera che mi ero costruita: un’apparenza di rancore e disprezzo.
 
“Insomma i tuoi capelli non riescono a trovare pace,eh Rose?”  Albus mi punzecchia dall’altro lato del tavolo mentre mastica rumorosamente pezzi di torta alle mele e ridacchia alle mie smorfie e linguacce cercando di evitare pezzetti di cibo che gli lancio.
 
“Potrei provare io a sistemarli..”  Ci voltiamo a guardare Dominique che ha appena parlato,mentre con la solita flemma consuma il suo piatto di porridge. Rialza il capo e incrociando il mio sguardo si appresta subito a precisare  “Non ti prometto niente.. sono orribili..” Gira il capo,a guardare altrove ma al mio ‘Grazie’ intravedo un sorriso sul suo volto. So bene che è il suo modo contorto per ricominciare,Roxanne aveva ragione,non era l’unica a volersi riprendere il mio affetto. Così come per Lily che solo il giorno prima aveva iniziato,senza preavviso,a parlarmi di Quidditch dandomi consigli e suggerimenti vari. Non avevo dubbi,le mie cugine erano più contorte e incapaci di me in questo genere di cose. Bhè,eravamo tutte Weasley infondo no?
 
Quella sera stessa ero alla Torre di Astronomia,uno dei nostri rifugi. Scorpius era diverso da quando avevamo lasciato la mia casa,era scostante e lo vedevo molto meno. Sapevo che aveva fatto già abbastanza per me e non volevo chiedergli di continuare a starmi vicino,se lui non voleva. Era ovvio che dopo avermi sopportato per sette anni avesse bisogno di starsene da solo,lontano da quel fardello che per così tanto tempo lo aveva tormentato. Come potevo sperare che lui volesse continuare ad essermi amico? Io per lui non sono mai stata una buona amica:l’ho usato,l’ho ferito più volte e non sono stata nemmeno in grado di ringraziarlo per quello che ha fatto per me. Era un disastro,lo sarei sempre stata anche se non mi costringevo più a comportarmi da Serpe,non sarei mai stata una coraggiosa Grifondoro.
 
“Speravo di trovarti qui..”  Mi giro di scatto,ma quello che mi trovo davanti non è lui,ma mio cugino. Sospiro ritornando a guardare al di là del parapetto,sentendomi terribilmente stupida.  Lui non sarebbe venuto.
 
“Cos’hai?”  Al mi si avvicina,chinando appena il capo per riuscire a guardare il mio viso. Ha un tono decisamente ansioso e questo mi rassicura. L’idea che si preoccupi per me mi rende felice. Alzo le spalle,sorridendogli e con un gesto di noncuranza gli spiego che non c’è da stare in pena.
 
“Mi dispiace Al..” Non lo guardo e so di essere arrossita. “Per questi anni.. per..per tutto.. non te l’ho ancora detto,ma..”  Alza la mano interrompendomi,mi costringo a guardare il suo viso:ha un’espressione tra le più dolci che abbia mai visto,mi ricorda tanto zia Ginny.
 
“Se non ne abbiamo ancora parlato una ragione c’è..” Si poggia anch’egli alla balaustra,non distogliendo i suoi occhi verdi dall’azzurro dei miei. “Non voglio farlo.. non ho bisogno di inutili parole,Rose e come me nemmeno gli altri.. mi basta essermi ripreso mia cugina..”  Non riesco a replicare,con le parole non sono mai stata brava,credo che ormai sia chiaro. Porto le braccia al collo,abbracciandolo forte e lui mi stringe con la stessa foga. A cosa servono le parole quando ci sono gli abbracci? Ci incamminiamo verso i nostri dormitori,ma prima di voltare l’angolo Al mi parla ancora.
 
“Vai da lui,Rose…”  Sorride,non aggiunge altro e va via lasciandomi sola nel corridoio che porta ai sotterranei.
 
Credo che in questo momento la mia stupidità superi di gran lunga quella di parecchi Tassorosso. E la mia indole da Serpe ritorna,dannazione! Cammino avanti e indietro di fronte alla sua porta e non mi decido ad entrare. Perché mai? Ho dormito con lui centinaia di volte,perché ora dovrebbe essere diverso? Ho paura che lui mi respinga o ho paura di me stessa? Non continuo nei miei vaneggiamenti perché la porta si spalanca e  Scorpius resta immobile sulla soglia a fissarmi con un sopracciglio alzato,palesemente perplesso.
 
“Ecco..io..ciao!”  E’ pur vero che non mi ritengo più una vera Serpe ma da quando mi sono rammollita a questo modo? Non ci parliamo davvero da giorni e io me ne esco con questa banalità. E come se non bastasse i geni di mio padre ritornano all’attacco:sento viso e orecchie in fiamme,mi stupisco che siano le uniche parti del mio corpo a risentirne,tanto è l’imbarazzo che dovrei essere rossa da capo a piedi.
 
“Ahm..ciao Rose”  Porta una mano tra i capelli,scompigliandoli e io sto per avere un arresto cardiaco. “Vuoi entrare?” Tiro un sospiro di sollievo,non mi chiede il motivo per cui mi aggiro come una pazza davanti alla sua porta,per fortuna. Entro e sento il rumore della porta che si chiude alle mie spalle,si avvicina, mi oltrepassa e si siede sul letto rialzando lo sguardo su di me che prontamente guardo altrove. Si,è assodato:sono una vigliacca. Dovrò supplicarlo ancora? Ma come si può pregare qualcuno di esserti amico? Non posso farlo,soprattutto perché non mi basterebbe. Io voglio di più da lui,voglio che mi stringa tutte le notti nel suo letto,voglio che i suoi sorrisi,i suoi sguardi siano solo per me,voglio che il suo cuore mi appartenga. Stringo i pugni,lo guardo con inaspettata fermezza sebbene la mia voce tremi.
 
“Non mandarmi via Scorpius.. sono una persona orribile lo so,ma io ho ancora bisogno di te.. ho tutti gli altri,ma non mi bastano..” Gli parlo tutto d’un fiato,ora che ho iniziato non posso smettere.  “Sono una ragazzina viziata,lo so e sono stata un peso per te in tutti questi anni.. ma non mandarmi via,non mandarmi via Scorpius..” Lo ripeto,ancora e ancora e piango silenziosamente. Abbasso lo sguardo,non riesco a reggere il suo. Ma lui non parla,resta immobile per troppo tempo,quant’è passato? Secondi,minuti,giorni,secoli? E poi mi parla,la sua voce è dolce ma il tono è ugualmente deciso.
 
“Sono innamorato di te,Rose..”  I nostri occhi si posano in quelli dell’altro,le lacrime continuano a rigare le mie guance,dono diventata una piagnona lo ammetto. Si avvicina a me,la sua mano cancella il mio dolore. Mi accarezza il viso,una Serpe può essere cosi tenera? Abbiamo fatto ammutolire troppe parole con i nostri voleri e le nostre paranoie,lasciamo che il silenzio scaldi la propria voce ed inizi a cantare. Lasciamo che siano i nostri sentimenti a parlare da ora in poi,basta bugie,basta mezze verità. Poso la mia bocca sulla sua,lambisco il suo labbro inferiore,stringendolo tra i denti,lo sento sorridere.
 
“Sei un rammollito Scorpius..”  Rido,mi solleva stringendomi tra le sue braccia e il suono della sua risata riempie il mio cuore. Due Serpi,due amici, due ragazzi che hanno capito dopo ‘soli’ sette anni che appartengono all’altro,che i loro cuori battono all’unisono e che i loro corpi vivono per unirsi,per danzare insieme senza mai riuscire a separarsi.
 
 
In pochi mesi ero riuscita a comprendere qualcosa che per troppi anni nascondevo dentro di me. Ero testarda e capricciosa,non riuscivo ad ammettere che avessi bisogno degli altri:della mia famiglia,ma soprattutto di lui.  Per anni avevo atteso qualcosa che in realtà avevo sempre posseduto,ma ero troppo sciocca per vederlo. Avrei dovuto rimpiangere quei momenti sprecati nel rancore,ma col senno di poi capii che mi sono serviti. Non ero propriamente una persona comune,ragion per cui sarei dovuta arrivare ad essere felice nel modo più assurdo e strambo che potesse esserci. Sarei dovuta arrivare all’amore attraverso l’odio e non mi pentivo di questo,anzi ne ero stranamente orgogliosa. Fiera del mio insidioso cammino che tra cadute e ostacoli mi ha portato fin qui. Sono innamorata del mio migliore amico,sono circondata dall’affetto fin troppo rumoroso della mia famiglia e non c’è altro che vorrei. Il mio comportamento in quest’ultimo periodo non è esattamente quello di una Serpe. Ma che importa? E’ decisamente un comportamento da Weasley e questo mi basta. Ora ho capito che non sono una Slytherin, e nemmeno una  Gryffindor,sono Rose Weasley e questo è quello che conta davvero.
 
 
 
 
 
 
Eccomi qui,a postare l’ultimo capitolo di questa storia!  Mi sono divertita da morire a scriverla,a descrivere una Rose diversa così come un Malfoy decisamente poco ‘Serpeverde’ ! Non importa se non ha riscosso un particolare successo.. ringrazio quelle poche che mi hanno recensito continuamente :HermioneSerpeverde,  alyce7, Hermonie,Eveine..   Spero che continuiate a seguire anche le mie future fanfic !  Vi abbraccio!  ;D

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=592632