Princess of Pain - Escape

di Valerie_Laichettes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Princess of Pain
- Escape -



Capitolo 1
A shadow of a man
I'm nothing less
I am holding on, still holding on...
And every now and then life begins again
I am holding on, still holding on...
I'm not like you
Your faceless lies
Your weak, dead heart
Your black, dead eyes
I'll make it through, but not this time
Your hope is gone, and so is mine...

Buio.
Inondava la casa dappertutto.
Lo sentivo dietro di me, davanti a me.
Mi avvolgeva.
Come il dolore.
Dolore in quel momento, dolore sempre.
Sentivo anche qualcosa di bagnato sul viso.
Lacrime.
Live, Fight
       Crawl back inside

Non piangevo spesso. Non ci ero abituata.
Eppure, quella volta non riuscivo a trattenermi.
Eris mi aveva picchiato in modo troppo crudele.
Sick, Blind
Love left behind

Non riuscivo a scagliare bene quella lancia
Eris mi prese il braccio
Afferrò la lancia
Colpì il mio braccio
Non voleva smettere.
And I won't live,
your weak wicked lie

Avevo dei lividi molto grandi, ora. E per un bel po' di giorni non avrei potuto più lanciare nulla. Mi faceva male quel dannato braccio, quasi non riuscivo a muoverlo.
Non volevo piangere. Nemmeno davanti a Eris.
Quando vide quelle lacrime, buttò a terra la lancia. Mi urlò che non ero degna di essere chiamata Ashura, che non potevo in alcun modo permettermi di piangere.
Mi mandò via, non voleva più vedermi.
E ora ero qui, nella mia stanza. Dalla finestra si poteva vedere il palazzo dove mi allenavo.
Lo odiavo.
Dodici anni di allenamenti, senza sosta.
A un anno assistevo a quelli dei miei genitori.
A due anni finalmente capivo cos'erano le armi.
A tre facevo arti marziali.

E ora, a tredici anni, mi allenavo undici ore al giorno.
La mia vita non era come quella delle mie coetanee.

You pull me in,
I'm one step behind

Mi chiamavo Daruma Ashura.
Odiavo il mio nome. Significa "bambola".
Infatti io ero solo una marionetta.

La mia famiglia non aveva un vero e proprio cognome. "Ashura" è quello che adottavano tutti quelli come noi, sin dalla nascita.
E per "quelli come noi", io intendo i clan di Arashi Ashura. Il demone più potente di tutti, ma soprattutto il più terribile e temuto.
Arashi aveva il corpo da donna, ma non possedeva nulla di umano. Tantomeno il cuore.

Iniziava tutto centinaia di anni fa.
Sette sacerdotesse, le Signore della Luce, intrappolarono dentro di loro il Potere Hi, quello del Sole. Un potere straordinario, a quanto mi insegnarono. L'intento delle sacerdotesse era di custodirlo al fine di impedire ai malintenzionati di impossessarsene. Perché se fosse caduto nelle mani sbagliate, sarebbero stati guai.
In particolar modo, se i demoni più potenti avessero potuto usufruire dell'Hi, avrebbero spadroneggiato ovunque. E uno di questi demoni era Arashi.
Le Signore della Luce sconfissero molti demoni, anche i più potenti.
Ma Arashi no.

Prima di morire, le sacerdotesse fecero un rito. In questo modo, una volta defunte, il Potere Hi si sarebbe liberato dal loro corpo, per poi reincarnarsi in quello di altre sette donne, trasformandole in semi-umane e conferendo loro una potenza straordinaria. E alla loro morte, il potere Hi si sarebbe nuovamente stabilito in altre sette giovani, in un ciclo continuo.
Perché l'Hi non muore mai.
Così, ogni cento anni, sette ragazze acquisivano un potere enorme, continuando a proteggerlo e a combattere contro chi voleva impossessarsene.
E Arashi ci ha sempre provato.
Ogni cento anni, ha sempre aspettato le nuove reincarnazioni, per ucciderle.
Perché chi riusciva ad ammazzare anche solo una delle sette reincarnazioni, si appropriava di una parte dell'Hi, diventando sempre più potente.
E chi le assassinava tutte e sette, riceveva l'intero potere, diventando imbattibile. Ma ucciderle era un'impresa quasi impossibile, perfino per Arashi.
Ci ha tentato per centinaia di anni. Ha combattuto con dozzine di reincarnazioni, ma non le ha mai battute. Ognuna di loro ha fatto in tempo a morire di morte naturale, lasciando Arashi a mani vuote.
Finché non si organizzò in modo diverso.
Trecento anni fa, infatti, riuscì a unire la maggior parte dei demoni del mondo, creando una società intricata, composta da centinaia di creature maligne, distribuite in tutta la terra.
Tutto ciò era in suo comando. Ogni demone pendeva dalle sue labbra, ma in realtà tutti loro miravano a ricevere l'Hi, una volta uccise le reincarnazioni.
Gli umani tremavano al sol pensiero di Arashi e della sua potenza. Ma Arashi non controllava anche loro, perché erano difesi costantemente dalle reincarnazioni attuali delle Signore della Luce e dai loro collaboratori, dei saggi e dei maestri molto potenti.
Eppure, non tutte le persone sono buone.
Molte famiglie di umani si allearono ad Arashi, in particolar modo malviventi.
Inutile dire che ora, la società di Arashi comprendeva clan di demoni e anche di persone comuni.
Ma molti di loro non avevano ancora capito di essere l'ultima ruota del carro, in tutta la società Ashura.
Secondo Arashi, gli umani dovevano provocare scompiglio tra le città, attirando l'attenzione delle reincarnazioni, che sarebbero giunte a riportare l'ordine. A quel punto, qualche demone doveva cercare di ucciderle.
Spesso e volentieri, i demoni andavano anche a caccia di queste donne, ma non potevano attaccare la loro sede: il potere dell'Hi era utilizzato anche per difendere il territorio dove vivevano le reincarnazioni. Nemmeno Arashi poteva avvicinarsi, senza un livello adeguato di potere - che ancora non era riuscita a possedere.

In tutto questo, le famiglie di umani alleati ad Arashi non dovevano fare altro che condurre una vita malfamata, completamente sotto il controllo dei demoni.
E i miei parenti non erano da meno.
Ognuno di noi era destinato a seguire un'infanzia - se così si può chiamare - di duro allenamento, sotto la supervisione di demoni spesso troppo severi.

E a vent'anni, si iniziava a uccidere.
Superata quella soglia d'età, i giovani Ashura si recavano in missione nelle città, per rapinare, gestire affari illegali, ma soprattutto per ammazzare persone innocenti.
Agli occhi di molti, quest'attività rappresentava una consuetudine, un divertimento quotidiano.
D'altronde, eravamo tutti abituati a questo.
Uccidere.
Show me where it hurts
And I will make it worse

C'era solo odio.
L'amore non si accompagnava bene al nome Ashura.
Nessuno di noi riceveva affetto.
 Are you holding on? Keep holding on

I miei genitori mi educarono a rigare dritto, picchiandomi.
Se da piccola piangevo, loro non si facevano impietosire.
E a tre anni, quando nelle mie giornate era più presente la mia allenatrice Eris piuttosto che loro, ho capito che la mia vita era impregnata di qualcosa di amaro, di triste.
La mia vita era in mano di Arashi.
Dilated eyes shine for one last time
Are you holding on? Keep holding on
Daruma Ashura.
La sua marionetta.
You're not like me
Your faceless lies

Non avevo neanche la possibilità di conoscere ragazzi della mia età: vivevo da sempre in un palazzo situato su una piccola isola, assieme ai miei genitori e i miei nonni. Ma non stavo quasi mai coi miei parenti.
La nostra casa era circondata da quelle di molti demoni, che ci tenevano sotto controllo.
E in particolar modo, Eris. Lei era la più terribile.
Your weak, dead heart
Your black, dead eyes

Sono sempre stata vittima delle sue terribili punizioni, spesso ingiuste, spesso troppo crudeli.
Eris mi torturava.
I'll break you in,
and let this die

Mi sottoponeva ad esercizi che erano alla portata di un demone. E io ero solo una semplice bambina.
Ogni giorno, per undici ore, dovevo maneggiare armi e combattere contro di lei.
Ogni giorno, Eris, sotto ordine di Arashi, mi addestrava ad essere spietata.
Ogni giorno, mi insegnava a uccidere.
Ma io non volevo.
Your hope is gone
And so is mine

E ora ero in camera mia, a piangere come una stupida.
Come una che non sa ribellarsi.
O meglio, che non può ribellarsi.

 I'm becoming a monster,
Just like YOU

E in quel momento, la cosa migliore da fare era rimanere in quella stanza buia, in silenzio, mentre mi passavo due dita sopra il livido più gonfio.
L'oscurità mi impediva di vederlo. Tanto meglio, perché evitavo di guardare anche quella camera malinconica che mi circondava.
Assomigliava tanto a una prigione.

 After it all
you'll try to break me too

Non c'era molto, lì intorno. Solo due letti, un piccolo armadio e qualche scaffale impolverato, il tutto attorniato da quattro pareti grigie e sudice. Era presente un'unica finestra, da cui si poteva vedere il mare che circondava la mia isola, e poco lontano si scorgeva la terraferma: Moon, la città dove il mio clan compieva le sue subdole missioni. In quel momento, non potevo vedere nulla di tutto quel panorama: una pesante tenda impediva a ogni singolo raggio di luce di filtrare.   
Per il resto, nella mia camera erano due le cose che più saltavano all'occhio.
Una la odiavo, l'altra l'amavo.
La prima: un quadro. Vecchio, sporco, cupo.
Raffigurava un uomo, lo sguardo severo e terrificante, illuminato dalla macabra consapevolezza di essere una persona temuta, rispettata dai suoi simili e soprattutto, macchiata di numerosi crimini.
Era il mio bisnonno.

Dire che quel dipinto mi incuteva terrore era poco. I miei genitori l'avevano appeso proprio davanti ai due letti: secondo loro, quando mi addormentavo, l'ultima cosa che dovevo vedere erano quegli occhi gelidi.
Ma io dormivo a pancia in giù.

L'altro oggetto era decisamente meglio.
Una katana.
Bella, luminosa e potente.
Hito no Shi, questo era il suo nome.
Non l'avevo mai toccata in vita mia, ma l'amavo profondamente.
E il motivo di questo mio affetto per un'arma era molto semplice.

Apparteneva a lui.
La persona che più adoravo in tutta la mia vita, e quella che amo ancora adesso.
Mio fratello.
Hidari Ashura.
Il mio unico affetto, la ragione che mi spingeva a continuare a vivere.
Era la mia speranza.

Hidari mi trasmetteva quella tenerezza che mi faceva amare la vita, nonostante tutto.
Mi aveva sempre regalato tanto affetto, sin da quando avevo iniziato a imparare a camminare.
Quando ci allenavamo insieme, era lui che mi aiutava ad alzarmi se cadevo, impedendo a Eris di punirmi per la mia debolezza.
Quando io sbagliavo qualcosa, lui si assumeva le mie colpe.
E quando piangevo, lui mi asciugava le lacrime.

Ma in quegli ultimi anni era cambiato tutto.
Hidari aveva compiuto vent'anni già da un pezzo.
E da più di un anno, era obbligato a uccidere.

Andava per le città con i nostri genitori e vari demoni, organizzando diversi attentati.
Inutile dire che Hidari non voleva fare niente di tutto ciò.
Inutile dire che era colui che uccideva meno innocenti di tutti gli altri, ma se lo avessero scoperto avrebbe potuto rischiare grosso.
Inutile dire che Hidari piangeva ogni notte, prima di addormentarsi, perché nel buio rivedeva i volti senza vita dei cadaveri di decine di creature umane.

Falling forever,
chasing dreams

Mio fratello mi diceva sempre di meritarsi l'Inferno, e nient'altro. Ma ogni volta aggiungeva che la sua soddisfazione, quando brucerà tra le fiamme, sarà quella di sentire le urla disumane emesse da coloro che si sono macchiati del suo medesimo reato.
E io la pensavo come lui.

I brought you to life
 so I can hear you scream

Hidari era un ribelle. Voleva trovare una soluzione a quel travaglio, per me e per lui.
Non si dava pace.
La sua incredibile sensibilità gli faceva capire che la vita era importante, che nessuno poteva rubarla a qualcun altro. E lui sapeva che doveva scampare al più presto da quell'ambiente, dove questi valori non erano rispettati.
E sempre la sua enorme sensibilità lo induceva a non uccidere i nostri familiari.
Diceva di non averne diritto, perché era compito di qualcun altro, lassù, che avrebbe fatto giustizia.
Hidari voleva scampare a quel supplizio in un altro modo.
Ma ancora non aveva capito come.

And I won't live
 your weak wicked lie

In quel momento, il pensiero di mio fratello era l'unico che poteva farmi trovare un po' di serenità, tra quelle mura ghiacciate. E avrei continuato a sfiorare quei lividi pensando a lui, se non avessi sentito improvvisamente dei passi avvicinarsi alla porta.
Cavolo.
Balzai in piedi, impietrita dal terrore.
Se chi stava per entrare era Eris, potevo considerarmi finita.

Non potevo nascondermi: quella demone mi avrebbe di certo trovata, avendo dei sensi molto sviluppati. Ma non potevo nemmeno fuggire, perché non c'era un'altra porta. Tantomeno sarei stata in grado di buttarmi dalla finestra senza morire o farmi male, visto che ero al terzo piano.
Fantastico.
Non mi restava che asciugarmi alla meglio le lacrime, sopprimendo il dolore che ancora voleva uscire dal mio corpo.
I passi si facevano sempre più vicini. Ormai era sicuro che la persona dietro la porta voleva entrare nella mia stanza. Mi sedetti sul mio letto, cercando di fare finta di nulla.
Finalmente, la porta si aprì.
Una figura di uomo, alto e snello, comparve all'ingresso. Alla sua vista, i miei occhi si illuminarono di gioia: una sensazione istintiva, che non potevo evitare di provare, ogni volta che lo guardavo.
Hidari stava entrando.

Malgrado il dolore che ancora mi perseguitava, gli sorrisi immediatamente. Ma allo stesso tempo, nascosi le braccia dietro la schiena: Hidari non sapeva che Eris mi aveva punito, e se fosse venuto a conoscenza del modo esagerato con cui mi aveva picchiata, avrebbe potuto reagire in modo troppo impulsivo.
E questo era un rischio che non poteva correre, per il suo bene.

- Ehi, Hime mia! Non pensavo di trovarti qui!
Il tono del mio adorato fratello, con quella sua voce non troppo profonda, era straordinariamente sereno. Era normale per lui: ogni volta che parlava con me, si sforzava sempre di apparire felice, anche se non lo era. E il motivo lo potevo intuire.
Hidari cercava di trasmettermi quella tranquillità, quella illusione che mi avrebbe concesso di provare a vivere in un mondo che non era poi così triste e drammatico come sembrava. Il più delle volte ci riusciva, ma l'effetto dei suoi sforzi s'interrompeva nel momento stesso in cui mio fratello si allontanava da me.
Però, quando mi chiamava in quel modo...adoravo quel soprannome che mi aveva dato. Anzi, ormai era diventato il mio vero nome. Hime, Principessa. Ero la sua principessa, il suo piccolo tesoro. Il mio cuore si riempiva di gioia solamente sentendo che Hidari mi chiamava in quel modo. Nessun altro conosceva quel mio nome. Era come una sorta di parola segreta che solo io e lui condividevamo.

- Hidari! Che bello vederti!
Nelle mie parole, non potevo trattenere la felicità che provavo di fronte al mio fratellone. Senza pensarci troppo, lo abbracciai per qualche secondo, ma subito dopo ritirai di nuovo le braccia dietro la schiena, per evitare che si accorgesse dei lividi. Hidari non ci fece caso, forse perché troppo intento ad accarezzarmi la testa spettinata.
Lo osservai, guardandolo negli occhi. Lui continuava a sorridermi, nascondendo con grande abilità lo sforzo immane che gli costava.
E nulla era più bello di mio fratello, quando assumeva quell'espressione serena.
Hidari era un giovane stupendo, a mio parere. Tutto il contrario di me: io, coi miei tredici anni, ero una ragazzina pallidissima, dalla corporatura incredibilmente magra e poco sviluppata. Il mio viso era scarno e i miei occhi, di un nero intenso, non si illuminavano mai. Solo i miei capelli, corti che a mala pena arrivavano alle spalle, erano di un rosso non molto scuro; ma non avevo il tempo di curarli: rimanevano sempre spettinati, conferendomi un aspetto più maschile che femminile. Nell'insieme, ero convinta di essere una ragazza il cui aspetto, prevalentemente nero e rosa pallido (senza contare i miei vestiti, che difficilmente non erano neri, grigi o viola scuro), comunicava solo malinconia.
Hidari era diverso. Il suo volto era magro ma incredibilmente affascinante, circondato da dei capelli castani e continuamente in disordine, la cui frangia lunga e spettinata copriva parte degli occhi. E forse era meglio così, perché erano proprio i suoi occhi a tradire la finta espressione di felicità che cercava di assumere.
Lo sguardo del mio amato fratello era perennemente triste e malinconico, ma poteva capitare che i suoi occhi castano chiaro brillassero di una luce ribelle, coraggiosa.
Per il resto, Hidari aveva un corpo magro ma muscoloso, a prova della sua grande forza. Era molto alto, a dispetto della mia statura minuscola: gli arrivavo poco sopra l'ombelico.

- Vedo che sei particolarmente contenta di vedermi, vero Hime? Ma come mai sei in camera tua? Pensavo che a quest'ora ti stessi ancora allenando...

Oh no. Non mi ero preparata una scusa per questa domanda.
- Eh, vedi... - risposi, tentando di non guardarlo negli occhi (non ero brava a mentire, specialmente a lui) - Eris ha detto che voleva allenarsi da sola, così ha deciso di mandarmi via...
Che scusa idiota. Hidari sapeva perfettamente che i demoni si allenavano sempre la notte, dal momento che pochi di loro avevano bisogno di dormire. Inoltre, Eris tendeva sempre a prolungare le ore di allenamento con me, e non di concludere prima.
- Davvero? E perché questa decisione improvvisa?
Era chiarissimo che Hidari sospettasse già qualcosa. Prese a osservarmi con aria indagatrice e io entrai nel panico.
- N-non lo so perché... - balbettai - Ha detto che la facevo innervosire e mi ha cacciato...
Quella scusa era in parte vera, ma la mia voce tremante e insicura fece capire a mio fratello che nascondevo qualcosa. E proprio in quel momento il suo sguardo si spostò verso le mie braccia, ancora nascoste dietro la schiena.
- Hime, fammi vedere le braccia. - disse, con tono grave e preoccupato.
Inutile continuare a fingere. Hidari avrebbe scoperto i lividi, ma speravo con tutto il cuore che non si sarebbe arrabbiato, reagendo in modo troppo impulsivo verso Eris e mettendo a rischio la sua salute.
Lentamente, portai le braccia davanti a me. Mio fratello, vedendo quelle numerose botte, iniziò a tremare dalla collera. Le sue mani si raccolsero formando dei pugni, e dai muscoli contratti delle braccia erano chiaramente visibili le vene. Io abbassai gli occhi, incapace di dire qualcosa. Hidari, invece, continuava a guardare le mie braccia, cercando di controllare l'ira improvvisa che lo assaliva.
Sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male. Ma se il mio adorato fratello avesse provato a scaricare quella rabbia contro Eris, l'avrebbe pagata cara: la sua forza non eguagliava quella di un demone così potente. E la stessa Eris non si sarebbe fatta problemi a ucciderlo...e questo non doveva accadere. Non concepivo nemmeno un'idea simile.
Ma Hidari non riusciva a reprimere quella collera.
- Eris... - mormorò - ti ha fatto questo?
Non potevo mentire, era evidente quale fosse la mia risposta. Così annuii, ma tentai di calmarlo.
- Ti prego, Hidari...lascia perdere...non le permetterò più di picchiarmi così...
Fu allora che distolse lo sguardo dalle mie braccia, che avevo riposto lungo i fianchi.
- No, Hime. Nessuno può farti questo. Deve pagarla...
I suoi pugni si strinsero talmente forte che le vene parevano quasi scoppiare. Ma io dovevo impedirgli di compiere qualche gesto sfrontato, dovevo calmarlo e farlo rimanere qui.
- Hidari, ti prego, fallo per me...lascia perdere...
Mio fratello rimaneva impassibile.
- Non posso lasciargliela passare, Hime.
D'un tratto, aprì una mano e mi accarezzò uno dei lividi. Io rimasi immobile, agitata. Riuscivo a intravedere i suoi occhi: ora trasmettevano un'enorme tristezza.
Subito dopo, mio fratello mi guardò, ormai deciso a vendicarsi.
- Hidari, rimani qui, non fare nulla di impulsivo... - mormorai, implorandolo.
- Non posso. Ora devo andare, sorellina. Tu rimani qui e cerca di riposarti.
E detto questo, mi baciò sulla fronte e uscì dalla stanza, con passo deciso.

You pull me in,
I'm one step behind
I'm one step behind
I'm one step behind






*** Spazio dell'autrice ***

Allora, intanto un grande GRAZIE a tutti coloro che, anche per un attimo, hanno letto questa storia. Grazie mille, spero vi sia piaciuta! Riconosco che questo primo capitolo possa essere un po' pesante e noioso, forse troppo lungo, ma spero comunque che trasmetta qualcosa. Ci tengo moltissimo a questa storia, quindi siate clementi! ^^''
La canzone che ho usato per questo capitolo è "Crawl" dei Breaking Benjamin, vi consiglio di ascoltarla. =)
Vi chiedo ancora una volta di recensire, se potete =) Ve ne sarò molto grata. :)
Cercherò di pubblicare un capitolo ogni settimana o poco più e spero che, a poco a poco, qualcuno di voi si possa appassionare a questa storia! =) Ah, il secondo capitolo non sarà così lungo, quindi non preoccupatevi! ;-)
Grazie ancora a tutti voi!! =)

Valerie


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Here I stand, helpless and left for dead...

Close your eyes, so many days go by
Easy to find what's wrong
Harder to find what's right

I believe in you
I can show you that, I can see right through
All your empty lies, I won't stay long
In this world so wrong...


Hidari era davvero un ragazzo ribelle.
Era nato in un ambiente oscuro, tra gente malvagia e abituata solo a uccidere.
Eppure lui, per qualche strana ragione, era cresciuto con una mentalità diversa.
Era come un fiore nel deserto.

Say goodbye,
As we dance with the devil tonight

Ed era proprio per questo motivo che non voleva lasciarsi sottomettere da quella gente.
La nostra famiglia, Eris e gli altri abitanti di quell'isola potevano anche obbligarlo a stare dalla parte dei cattivi, ma nessuno poteva dissuaderlo dal ribellarsi.
Hidari non pensava ad altro, ormai. Ogni giorno, ogni attimo lo vedevo assorto nei suoi pensieri.
E sapevo che meditava su quanto quella vita fosse ingiusta, su quanto era necessario opporsi ad essa.
Hidari si sarebbe ribellato, prima o poi. Ma con cautela, senza agire d'impulso, perché era ben consapevole di avere a che fare con uomini e demoni molto più potenti di lui.
 
Don't you dare look at him in the eye
As we dance with the devil tonight

Non avrebbe potuto combattere da solo contro di loro, né sarebbe potuto fuggire: c'erano decine di guardie sulle coste di quella piccola isola, la maggior parte di queste erano demoni.
Per di più, l'unica possibilità per un uomo di lasciare l'isola era quella di utilizzare una barca, un motoscafo o una piccola nave: durante le missioni gli umani si recavano a Moon sempre in questo modo.
E ovviamente, con dei demoni all'erta su tutta la costa, fuggire in barca era impossibile.
Hidari - come anche il resto degli umani - aveva il permesso di lasciare l'isola solo durante le missioni. In quelle occasioni era in compagnia della mia famiglia e di altri demoni, che non l'avrebbero lasciato scappare.
Ma anche se Hidari fosse riuscito a fuggire durante una missione, io sarei rimasta sull'isola.
Non potevo andare a Moon. Non facevo missioni, quindi non avevo scuse valide per allontanarmi da quella insulsa prigione dove vivevo.
Hidari non mi avrebbe mai abbandonata, non sarebbe scappato senza di me, ne ero certa.

Di fronte a questi ostacoli, il mio adorato fratello non sapeva come scampare a quella vita.
E intanto, era costretto a vivere come il resto della sua famiglia: allenamenti di giorno, missioni a Moon di sera. Per fortuna, avendo nemmeno ventun'anni, Hidari non partecipava ogni giorno a una missione. Perciò, non erano rare le sere in cui rimaneva sull'isola.
Ma purtroppo, altre volte era obbligato a recarsi in città.
Di solito, durante le missioni, la nostra famiglia e i demoni gestivano traffici di armi o di droghe, ma quello era il minimo. In altre occasioni si organizzavano riunioni con i vari clan che vivevano nei dintorni. Ma alcune volte accadeva il peggio: si distruggeva la città. E i suoi abitanti.

Trembling, crawling across my skin
Feeling your cold, dead eyes

A Moon vigeva una regola. Di giorno, quella città era abbastanza tranquilla; ma di notte, dopo le dieci, la gente doveva tornare a casa, se ci teneva alla vita.
Da quell'ora e per tutta la notte, fino alle prime luci dell'alba, i demoni e i vari clan Ashura erano liberi di fare ciò che più desideravano. Non potevano entrare nelle case abitate, né nei vari negozi o edifici, ma potevano spadroneggiare per le strade e uccidere chiunque si trovasse lì.
Questa assurda regola era ormai diventata legge. Le reincarnazioni delle Signore della Luce e i loro collaboratori non potevano opporsi: sapevo che, a quei tempi, il potere Hi non si era incarnato in tutte e sette le ragazze prescelte. Le reincarnazioni erano ancora poche e troppo giovani per essere sufficientemente abili a sconfiggere tutti quei demoni e per mantenere l'ordine completo a Moon.
D'altronde, il potere Hi si stabiliva nelle sette prescelte a intervalli di circa cento anni e in mesi diversi a seconda delle varie ragazze. Durante il periodo in assenza delle reincarnazioni, chi combatteva contro i demoni di Arashi erano solo alcuni saggi e guerrieri. Era chiaro, quindi, che i clan Ashura avessero quasi sempre la meglio. Inoltre, Arashi risiedeva spesso in un'isola nei pressi di Moon: ciò rendeva quella città la più pericolosa di tutto il mondo.
E proprio negli ultimi cento anni, Moon era talmente pullulante di demoni - molti dei quali stretti collaboratori di Arashi - che i guerrieri e i saggi furono costretti a concedere ai clan campo libero tutte le notti. Dopo un vero e proprio accordo, i difensori di Moon promisero di non ostacolare nessun demone dalle ore ventidue all'alba. In cambio, i demoni assicurarono di non intromettersi o danneggiare gli edifici dove risiedevano gli umani, e soprattutto giurarono di non minacciare la città durante il giorno.  
Inutile dire che i seguaci di Arashi non rispettavano sempre questa legge. Grazie ad essa, durante le varie missioni dei clan, i malviventi si sentivano liberi di scatenarsi.

Hidari non sopportava tutto questo. La malvagità di Arashi e dei suoi demoni non poteva continuare a dominare in quel modo. Le vite di troppe persone continuavano ad essere stroncate ingiustamente. E non si trattava solo di quelle degli innocenti che venivano assassinati.
I malviventi dei clan erano i primi ad essere privati della vita.
Io, Hidari e tutti gli altri, perfino chi non se ne rendeva conto, perfino chi era felice di essere un Ashura: le nostre vite erano perdute sin dalla nascita.
Eravamo solo delle macchine, tutto qua. Bastava il mio nome a provarlo.
Il nostro compito era solo ed esclusivamente quello di uccidere. Ma la cosa più assurda era che i clan Ashura si rallegravano di questo. Si sentivano potenti.

Stealing the life of mine...

Hidari non voleva essere come loro. Non desiderava essere potente o imbattibile. E sperava con tutto il cuore che qualcuno, prima o poi, potesse fermare tutta quella follia.

I believe in you
I can show you that

Finora si era limitato a sopportare quel mondo in cui eravamo intrappolati. Sapeva di non poter ribellarsi, in quel momento.
Aveva trattenuto la sua ira per la nostra famiglia, per Eris, per tutti. Aveva resistito, senza agire d'impulso. Si era allenato senza sosta, come volevano loro. Aveva ucciso, come volevano loro.
Ma nessuno, nessuno poteva toccarmi.
Hidari sopportava tutto, ma non questo.

E in quel momento, desiderava ardentemente fare ciò che, in precedenza, non avrebbe mai voluto.
Uccidere.
Eris la doveva pagare cara.

I can see right through
All your empty lies

-ERIS! DOVE SEI, BASTARDA!?
Mio fratello era appena entrato nella palestra dove mi allenavo. Un posto squallido, tetro e spesso troppo freddo. La sua voce rimbombò per tutta la sala, facendo vibrare le pareti.
Eris era lì.
Non sembrava sorpresa, né spaventata. Tipico di lei.
Eris non mostrava mai la sua paura, non svelava mai i suoi sentimenti. Sul suo volto era dipinto solo l'odio.
E il suo volto era indescrivibile.
A quei tempi non avevo mai visto Arashi, ed Eris rappresentava per me il demone dall'aspetto più gelido di tutti.
La mia allenatrice aveva due occhi piccoli, rosso chiaro, che risaltavano sulla carnagione pallidissima, quasi livida come quella di un cadavere. Sostenere il suo sguardo mi era impossibile.
Il suo corpo aveva le sembianze di una donna, ma i muscoli, l'altezza esagerata e la divisa da combattimento le conferivano un aspetto poco femminile. Solo i capelli, lunghi e castano scuro, potevano provare che era di sesso femminile; ma essendo perennemente raccolti, assomigliavano più a quelli di un uomo.
In natura di demone, Eris possedeva una forza molto superiore a quella umana. In alcune occasioni, era anche capace di lanciare attacchi spirituali. I più terribili.

- Hidari, ma qual buon vento...
La voce di Eris era fredda, sottile e maligna. E la maggior parte delle volte - come in quel momento - suonava profondamente sarcastica.
Il mio adorato fratello non voleva trattenersi. Senza risponderle, avanzò deciso verso di lei, con l'espressione più minacciosa che poteva assumere.
Bastò qualche attimo, e Hidari scaricò tutta la forza che aveva in corpo, afferrando la demone per il collo e schiantandola al muro lì vicino.
Eris non era impressionata.
Hidari la teneva stretta con due mani, premendola contro il muro, ma lei rimase impassibile.
Mio fratello stringeva talmente forte che un qualsiasi umano avrebbe smesso di respirare. Ma l'indifferenza di Eris era sconcertante, e non fece altro che agitare ulteriormente Hidari. Il suo cuore batteva all'impazzata, quasi volesse uscire dal petto.
Ma non ottenne nulla.

I won't last long
In this world so wrong

- Cosa credi di fare? - sibilò la demone, in una breve risatina.
Hidari le si avvicinò ulteriormente, tremando di rabbia.
- Come hai osato punirla in quel modo... - sussurrò, quasi facendo fatica a parlare, tanta era la collera.
- Dovevo. Tua sorella non è capace di combattere.
Mio fratello strinse ancora più forte, furioso.
- Eris, non devi toccarla...
La demone rise di nuovo.
- Altrimenti? - rispose, quasi divertita.
- Altrimenti ti uccido...
Ormai Hidari non riusciva a stringerla più forte di come stava già facendo.
- Cosa credi, Hidari? - ribatté Eris - Credi di fare la cosa giusta, uccidendomi? Sei sempre stato un ribelle. Se io morissi, tutti sospetterebbero di te. Dovrai pagare un prezzo molto caro.  
La demone fissò il mio adorato fratello, con aria di sfida.
- E lo sai che la tua dolce sorellina non potrebbe sopravvivere senza di te... - aggiunse.
Bastò quell'ultima frase perché il sangue di mio fratello si gelasse improvvisamente.
Per lui, il mio bene era fondamentale. E Hidari sapeva perfettamente che senza di lui, nessuno si sarebbe curato di me.
Non ce l'avrei fatta da sola.
Avrei preferito morire nel più terribile dei modi, piuttosto che vivere senza il mio amato fratello.
Hidari, che metteva in primo piano la mia vita piuttosto che la sua, sapeva di non poter rischiare di essere ucciso.
Perché senza di lui, io non esistevo.
Ed era proprio per questo che mio fratello mollò la presa, lasciando libera Eris.
- E va bene, bastarda. Per questa volta l'hai scampata... ma non osare più toccare Daruma. Altrimenti non rispondo delle mie azioni.
Hidari tremava ancora di rabbia, ma stavolta, con uno sforzo immane, cercò di trattenersi.
- Non sarai certo tu a convincermi a cambiare i miei metodi di insegnamento. - sentenziò la demone, secca.
Hidari abbassò lo sguardo. Non riusciva a fissarla negli occhi, perché alla sola vista di quell'essere crudele, sarebbe stato colto da un forte impulso omicida. Quella risposta lo fece imbestialire, ma nonostante tutto cercò di calmarsi, fissando il pavimento. Non doveva attaccarla. Non poteva rischiare, per il mio bene. E per il suo.

Hold on,
Hold on...

- Non finisce qui, Eris... - mormorò. In quel momento, la sua voce avrebbe fatto rabbrividire chiunque.
La demone non rispose. Si limitò a sorridere, soddisfatta.
Il mio adorato fratello non avrebbe trattenuto ancora a lungo la collera.
Con l'espressione più feroce che avesse mai assunto, uscì dall'edificio.

Say goodbye,
As we dance with the devil tonight

***

In quello stesso istante, io mi stavo dirigendo alla palestra. Non erano passati nemmeno cinque minuti da quando mio fratello mi aveva lasciato in camera nostra. Non sapevo se seguirlo o meno.
Non ero riuscita a calmarlo, e mai avrei potuto. Ma dopo un attimo di indecisione, capii che forse era meglio ritentare. Hidari era furioso, ma non volevo che si mettesse nei guai.
Uscii velocemente di casa, ma nonostante ciò lo trovai ormai fuori dalla palestra. Intuii che doveva aver già incontrato Eris, ma per fortuna non gli era accaduto niente di male.
- Hidari!
Non aggiunsi altro, e corsi verso di lui.
Mio fratello aveva uno sguardo profondamente amareggiato. Ancora tremava di rabbia, e il cuore pulsava forte per l'agitazione.
- Hime, vieni qui... - mi sussurrò.
Si chinò verso di me e mi abbracciò. La sua stretta, adesso, era incredibilmente delicata.
- Cos'è successo, Hidari? - mormorai, preoccupata.    
- Niente, piccola, stai tranquilla. Lo sai com'è Eris, purtroppo. Ma ora mi sono calmato.
Mentre mi abbracciava, il suo cuore riprese a battere più lentamente. Avrei voluto che si rasserenasse. E invece, i suoi occhi si fecero lucidi.

Don't you dare look at him in the eye
As we dance with the devil tonight

- Fratellone, non ti preoccupare, Eris la pagherà, un giorno... - sussurrai, ma sapevo che ciò che avevo detto era molto improbabile.
Dalla finestra della palestra poco distante comparve la figura della mia allenatrice. Ci guardava, con quel suo sorrisetto gelido. Ma noi non le badammo.
- Lo spero, Hime... e vedrai, un giorno ti libererò da questo supplizio.

 Hold on,
  Hold on...

Goodbye


***Spazio dell'autrice***

Ebbene, rieccomi qui! ^^ Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, e ovviamente GRAZIE a tutti coloro che l'hanno letto o anche recensito!! =D
La canzone che ho usato stavolta è sempre dei Breaking Benjamin e si chiama "Dance with the devil". =)
Questo capitolo è un po' più corto del primo, ma almeno c'è un po' di azione...spero che non sia troppo noioso! XD
Ah, volevo aggiungere una piccola nota: il nome "Hidari" significa, in giapponese, "a sinistra" o "sinistra" (a quanto dice il vocabolario O.o) e quindi volevo far notare che non è un caso se Hime è mancina =)
Per quanto riguarda il terzo capitolo, l'ho finito di scrivere poco fa e lo posterò tra qualche giorno...forse venerdì =D
Vi anticipo già che nel terzo c'è più azione, decisamente XD Odierete Eris. U.U O almeno spero O.o
Ma intanto, dedico questo capitolo a Chandrajak (la cara Kei XD) che mi ha aiutato a postare la storia, e ovviamente anche a _Angel Black_, che ha recensito per prima!
E grazie infinite ancora a tutti quelli che hanno recensito! Ora vi risponderò XD

_Angel Black_: grazie ancora per la recensione! Sono diventata euforica quando l'ho letta XDXD Grazie mille dei complimenti!! *__* Sono contenta che la storia ti piaccia, spero che ti appassionerà anche il seguito! =) Per il carattere della scrittura, sul mio pc si vede Baskerville Old Face ed Estrangelo Edessa, ma usando il pc di mio padre si vedono altri caratteri O.o Quindi può essere che nel tuo si veda quello O.o E perciò ho seguito il tuo consiglio e ho usato Arial, ma anche Book Antigua =) Ah, tranquilla, il terzo capitolo l'ho scritto lungo!! ^^
Poi, bè, per ciò che succederà a Hidari ed Eris...cercherò di accontentarti, ma non so se potrò farlo del tutto XD Vedremo XD
Ne approfitto per dirti che anche la tua storia è bellissima, tranquilla che le emozioni le hai sapute suscitare anche tu, nella tua storia *__* Ti consiglio di continuarla XD

Thoas Pensiero: grazie infinite anche a te per la recensione!! *___* Sono felice che ti piaccia l'ambientazione, e spero che anche questo capitolo possa piacerti =) Ho messo un po' di azione, ma nel terzo ce n'è un po' di più =) Quindi spero di aver seguito bene il tuo consiglio =)
Aspetto di leggere il seguito della tua storia, mi raccomando! XDXD

pillo: eheh, a te e a Kei ho già risposto a voce, ma comunque lo farò anche qui. Grazie anche a te per la recensione! Ottima l'espressione del principe azzurro per Hidari XDXD E per Daruma, grazie milleee! Non sai quanto mi fa piacere sapere che ti piaccia come personaggio *___* Spero di riuscire a renderla "viva" (figo O.o) anche nei prossimi capitoli =) Per l'ambientazione, ehh lo so che c'è troppa distinzione tra buoni e cattivi, ma forse più avanti la situazione cambierà O.o Speriamo XD Per il resto, ti ringrazierò meglio a voce! Grazie donna!! =D

Chandrajak: grazie per i saluti stile albergo!! ^^ E per la recensione XDXD A parte quello che ti ho già detto a voce, volevo dirti che sono contenta che ti piaccia il nome XD Anche se, a quanto ho capito, Daruma è il nome di solo un tipo di bambola giapponese, ma ceste suvvia XD E' particolare lo stesso =)
Eccoti accontentata col secondo capitolo, anche se l'avevi già letto ;) E io aspetto il seguito della tua storia! =)

Beene, ora non mi resta che salutarvi e augurarvi buona lettura! =D

Valerie



 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Fall

Now the dark begins to rise
Save your breath, it's far from over
Leave the lost and dead behind
Now's your chance to run for cover

I don't wanna change the world
I just wanna leave it colder
Light the fuse and burn it up
Take the path that leads to nowhere

All is lost again
But I'm not giving in...


Alla fine, Hidari si era calmato.
Aveva passato tutta la sera ad allenarsi in una palestra poco distante dalla mia, sfogandosi come poteva. Non mi aveva lasciato assistere al suo allenamento: voleva stare da solo, per scaricare la sua rabbia. Io lo accontentai, e ritornai a casa.
Mi fidavo di lui, sapevo che non avrebbe agito di nuovo d'impulso. Aveva solo bisogno di sfogare tutta la sua collera, e il modo migliore per farlo era di certo un allenamento: nessuno, nemmeno Eris gli avrebbe impedito di esercitarsi con le armi, dato che quello era il nostro compito principale.
E così, mentre mi avviavo verso casa, iniziai a sentire degli spari. Continui, decisi.
Era Hidari, che si allenava con le sue pistole.
Non era difficile immaginarsi ciò che mio fratello stesse pensando, in quel momento.
Il bersaglio - una delle sagome a forma di uomo disposte davanti a un muro della palestra - appariva ora così simile a Eris. Hidari la vedeva benissimo, disegnata su quella figura nera, con quei suoi occhi piccoli e rossi, con quel suo sorriso sarcastico.
E senza esitare premeva il grilletto, mirando al volto.
Una, due, tre volte. Finché la collera non evaporò del tutto dal suo corpo.

I will not bow,
I will not break

Continuai a sentire l'eco degli spari anche quando, dopo pochi metri, arrivai a casa.
Entrai in una saletta buia e fredda: era il nostro soggiorno, ma non lo trovavo accogliente. Neanche un po'.
Non era molto arredato, a parte un grande divano, alcuni scaffali e molti quadri. La mia famiglia non era povera, perché i miei genitori guadagnavano abbastanza durante alcune missioni. Eppure, tutta la casa mi sembrava sudicia e quasi del tutto deserta. Certo, nessuno si curava di pulire o di sistemare qualcosa, visto che i miei parenti stavano raramente a casa. Ma nonostante questo, sentivo che quell'ambiente, quella casa mi parevano freddi e malinconici per un unico motivo: tutto, sin dalle fondamenta, era stato comprato o costruito grazie ai guadagni della mia orrenda famiglia. E ovviamente, si trattava di guadagni sporchi.

Avanzai lungo la stanza, camminando quasi a ritmo degli spari. In casa non c'era anima viva: inutile dire che i miei parenti sparivano tutti alle prime luci dell'alba, tornando poi a sera molto tarda, dopo aver preso parte alle loro amate missioni a Moon.
Mi diressi in cucina e cenai con una minestra ormai fredda che aveva preparato mia madre quella mattina. Era lei che, prima degli allenamenti quotidiani, preparava spesso qualcosa da mangiare, ma sempre malvolentieri: fosse stato per lei, avrebbe con piacere evitato di cucinare. Ma uno dei suoi doveri era quello di far crescere me e Hidari in modo tale che fossimo forti e in forma per gli allenamenti.
E finché si trattava di combattere, finché si trattava di crescere bene per poi essere forti a sufficienza per uccidere tutte le vittime che i demoni desideravano, nessuno obbiettava.
Mia madre provvedeva al nostro nutrimento solo per questo motivo.

I will shut the world away

Finita la cena, mi stesi sul mio letto, sfinita. I lividi erano ancora gonfi, ma facevano meno male di prima. Almeno quella giornata non era stata pesante come le altre.
Nonostante fosse ormai tardi, non riuscii ad addormentarmi subito. Dovettero passare due lunghe ore, quando finalmente, in uno stato di dormiveglia, non sentii più l'eco degli spari. Poco dopo, mi accorsi che Hidari era entrato in camera e mi aveva baciato la testa.
- Buonanotte, piccola Hime. - aveva sussurrato.
Gli risposi mormorando qualcosa, ma ero troppo intontita per farmi capire. Poi, subito dopo, mi addormentai.

I will not fall,
I will not fade

***

La mattina dopo la sveglia suonò alle sette, come di consueto.
Hidari era già andato in palestra. Una volta, io e lui ci allenavamo sempre insieme, sotto la supervisione di Eris. Ma da quando il mio adorato fratello aveva compiuto vent'anni, eravamo costretti ad esercitarci in palestre diverse, lui da solo o con qualche demone, io perennemente con Eris.
E anche quel giorno dovevo passarlo con lei.
Alle otto, mi avviai di malavoglia verso la palestra dove mi allenavo, ma sentii un brivido freddo corrermi lungo la schiena quando mi accorsi che i lividi mi facevano ancora male. Passai la mano sul braccio e mi assicurai che la felpa lo coprisse bene. Ero terrorizzata, perché sapevo che se Eris avesse notato quelle botte, ne avrebbe approfittato per colpirmi negli stessi punti, facendomi ancora più male.
Fortunatamente, i demoni non avevano il permesso di ucciderci o mutilarci durante un allenamento. Potevano solo picchiarci o punirci. Naturalmente, era chiaro il motivo: ai clan di Arashi servivano persone dal fisico sano, ma addestrate abbastanza severamente da essere spietati quasi quanto i loro allenatori.

I will take your breath away

- Chiudi la porta.
Sobbalzai, quando mi accorsi che Eris mi aveva rivolto la parola, appena entrai in palestra. Non si era nemmeno voltata a guardarmi: sembrava invece interessata ad ammirare alcune spade appese a una parete.
Quando quella demone guardava un'arma, pareva illuminarsi. Il suo volto bianco cadaverico acquisiva un po' di colore, assumendo un'espressione quasi adorante. Erano gli unici momenti in cui Eris appariva felice.
La odiavo anche per quello. La mia allenatrice viveva solo per combattere, per distruggere. Le sue uniche passioni erano le armi e le battaglie. Ed era così che dovevano comportarsi gli Ashura.

Fall...

Alla fine, Eris si voltò verso di me.
- Come sta la mia piccola ragazzina, oggi? - sibilò, in tono profondamente sarcastico - Ieri il tuo fratellino ha alzato un po' troppo la cresta, non ti pare?
Tremai. Non potevo rimanere indifferente di fronte a tanta perfidia.
- Lascia perdere Hidari. - mormorai, cercando di reprimere la paura.
Eris mi osservò, con un mezzo sorrisetto dipinto in volto, e io non riuscii a guardarla negli occhi.
- Giusto. Lasciamolo perdere. Pensiamo piuttosto a te.
Stavolta, il suo sorriso si allargò, scoprendo i denti.
- Vieni qui, Daruma.
Avanzai. Il mio cuore batteva a mille.
Di solito non ero così terrorizzata. In fondo, mi ero abituata a sottopormi ai duri allenamenti di quella demone. Ma quella volta avevo un brutto presentimento.
Quella volta, avevo paura che Eris mi avrebbe fatto davvero male. Ultimamente era più feroce durante gli allenamenti, e ora che Hidari l'aveva provocata, poteva vendicarsi su di me.

In quel momento, vidi che la demone prese un bastone da un angolo. Era un semplice bastone di legno, lungo circa un metro e un po' scheggiato, ma abbastanza robusto da resistere anche a quasi tutti gli attacchi di Eris. L'avevo usato pochissimo, in tutti i miei dieci anni di allenamenti.
- Tieni. Oggi ti eserciti con questo. - sentenziò Eris.
Presi il bastone e lo strinsi forte. Pregai con tutta me stessa che la mia allenatrice non si armasse di una spada, una katana, una lancia o una qualsiasi altra arma più potente di un'innocua asta di legno.
E infatti rimase a mani nude.
- Questa mattina voglio vedere come ti difendi. Il mio compito sarà quello di attaccarti, mentre tu dovrai schivarmi o bloccarmi. Non dovrai fare nient'altro.
Sgranai gli occhi. Mi stava proponendo un suicidio.
- Nient'altro? - ribattei - Come, non posso attaccarti?
Eris scosse la testa, ridendo.
- Assolutamente no. Ho detto che voglio vedere come ti difendi, non come attacchi. Sei lenta di comprendonio, eh?
Ignorai l'offesa e abbassai lo sguardo, cercando di capire come fare a respingere la forza di Eris. Lei non avrebbe moderato di molto la sua potenza: non si faceva certo problemi. Doveva solo evitare di uccidermi.
Per la mia allenatrice, farmi male non era un semplice rischio. Era un obbiettivo che doveva raggiungere.

Watch the end through dying eyes
Now the dark is taking over

- Quanto dura quest'allenamento? - mormorai, preoccupata.
- E quanto vuoi che duri? - ribatté Eris, spazientita, sistemandosi la divisa da combattimento - Due ore va bene. Poi ti eserciterai con le pistole fino alle quattordici.
Sentii il latte alle ginocchia. Dovevo resistere due ore.
Le altre volte era diverso: o combattevamo a mani nude, o con un'arma. Ma io ero sempre libera di attaccare. E già in quelle occasioni trovavo difficoltà. Figurarsi ora.
La forza di un demone non è nulla in confronto a quella di un uomo. Certo, tutti i demoni sono mortali, nonostante abbiano una durata di vita decisamente più lunga di quella di una persona.
Ucciderli è difficile, ma non impossibile. Basterebbe trafiggerli con una spada, o sparare nel punto giusto. Ma non è così scontato. I demoni non si lasciano prendere da dei semplici umani.
E una tredicenne impaurita non avrebbe potuto nulla contro una demone come Eris.

Show me where forever dies
Take the fall and run to Heaven

- Bé, possiamo iniziare? - riprese la mia allenatrice, ancora più impaziente.
Era una domanda retorica. Non ebbi il tempo di annuire, che lei si preparò ad attaccare.
Successe tutto in un attimo. Implorai la mia mente affinché restasse lucida.
Eris mi si scagliò addosso. Io stringevo il bastone con tutte le mie forze, ma capii che non ce l'avrei fatta a bloccarla. Così, in un gesto istintivo, la schivai.
A quei tempi non lo sapevo, ma rispetto a una comune persona umana, io ero piuttosto veloce ed agile. Nonostante questo, in quella condizione mi sentivo come una pulce di fronte a un elefante.

All is lost again,
But I'm not giving in

Eris non si lasciò minimamente impressionare. La sentii ridere, e subito si voltò verso di me. Mi si scagliò nuovamente addosso, allungando un pugno. Questa volta, non avevo il tempo di schivarla.
Cercai di proteggermi col bastone, e il pugno della mia allenatrice colpì proprio quello. Non si fece male. Anzi, stavolta mi sferrò una serie di pugni, veloci e terribili.
Io cercavo di indietreggiare. O meglio, avrei voluto scappare. Ma non potevo, mi sarei messa ancora di più nei guai.
E così, tentai di difendermi da Eris, muovendo velocemente il bastone. Ma non durò molto.
La demone mi stava attaccando vicino al viso, ma improvvisamente uno dei suoi pugni si abbassò, colpendomi al torace. Mi piegai in due dal dolore.
Naturalmente, la mia allenatrice ne approfittò per darmi un calcio sul fianco.
Detestavo quando me ne dava uno. Ogni volta, mi scaraventava per terra. E anche in questa occasione fu così.
Sentivo il sudiciume del pavimento sul mio viso e i dolori al torace e al fianco non volevano smettere. Fu un miracolo se non mollai il bastone. Grazie al cielo lo tenevo ancora stretto in una mano, mentre con l'altra mi premevo il torace.
Riuscii ad alzarmi in poco tempo, ma mi accorsi che Eris si era fermata. Stava ridendo.
Afferrai il bastone con le due mani e la guardai con aria feroce. La odiavo.

I will not bow,
I will not break

- Impegnati, a quest'ora ti avrei già uccisa! - esclamò, tra una risatina e l'altra.
Poi, si scagliò di nuovo addosso a me.
Continuò per una buona mezzora a sferrarmi delle serie di pugni, colpendomi solo a volte. Riuscii a proteggere sempre il mio viso, ma non fu altrettanto per la pancia e le gambe. Caddi a terra un altro paio di volte, e ovviamente Eris non evitò di ridere.
Anche durante questo allenamento, le si era illuminato il viso.

I will shut the world away

La terza volta che mi rialzai da terra, la demone mi attaccò più forte. Schivai due pugni e ne bloccai un altro. Ma Eris non si accontentò, e mi sorprese con una ginocchiata dritta in pancia. Ancora peggio del torace e dei colpi di prima.
Mi lasciai sfuggire un gemito.
- Incapace... - sibilò l'allenatrice.
Le sue offese nei miei confronti non mi scalfivano più di tanto. Specialmente in quel momento, quando i suoi cazzotti facevano più male delle parole.
Eris mi guardò, con gli occhi più rossi del solito. Fece finta di scagliarmi un altro pugno, e io, seppur intontita dal dolore, mi mossi per schivarlo.
Poi rise di nuovo, ed ecco un'altra ginocchiata.
Ma stavolta la bloccai, spostando velocemente il bastone in basso, stringendolo forte con le due mani. Grosso errore.
I lividi che ricoprivano braccio sinistro mi dolevano ancora molto. Muovendomi così velocemente e bloccando quel colpo molto forte, mi feci ancora più male proprio dove avevo ancora le botte.
Maledizione.
Non potei fare a meno di gemere di nuovo dal dolore. Eris capì il perché.
E per tutta risposta, mi dette un pugno proprio sul braccio sinistro. Lo fece di proposito, quasi con soddisfazione.
Non riusciva a nascondere quel suo sorriso sadico.
Gemetti di nuovo, trattenendo le lacrime a stento.
Ahia.
Maledetta Eris, se solo avessi potuto attaccarla...
E invece, la demone mi afferrò il polso, e io lasciai cadere il bastone.
- Ti fa ancora male da ieri, vero? - esclamò, innervosita.
Non risposi. La demone mi strinse più forte.
- SEI UN'INCAPACE! - urlò.
Dovevo trattenere le lacrime. Non potevo piangere come ieri.
Eris mi sferrò un calcio, sempre sul fianco, e io caddi a terra a pochi metri di distanza da lei.
Rimasi lì, rannicchiata. Non sapevo che fare.
Non avrei mai voluto che Hidari mi vedesse così.

I will not fall,
I will not fade

- DARUMA ASHURA! ALZATI!
Eris era furiosa. Sembrava quasi che fosse nervosa perché io, rimanendo a terra, le impedivo di continuare a combattere.
Mi alzai. Avevo la nausea.
- Vieni qui. - ordinò la demone.
La guardai, ma anche questa volta sostenere il suo sguardo era impossibile.
Mi avvicinai lentamente, barcollando un po'. Spazientita, lei mi prese per il polso e mi trascinò vicino a sé.
- E va bene, Daruma. Sei un'incompetente? D'accordo. Giochiamo al tuo gioco.
Sentii il sangue gelarsi.
- Ti concedo un attacco. Solo uno. Se mi colpisci, l'allenamento col bastone termina qua. Se non mi colpisci, lo continuiamo un'altra ora.
Stavolta, la guardai negli occhi.
Potevo attaccarla. Potevo provarci.
Potevo, dovevo spaccarle la faccia.

I will take your breath AWAY

- Allora, Daruma? Quando vuoi.
Continuai a guardarla. Raccolsi il bastone: volevo colpirla con quello.
Con tutta la forza e la velocità che mi erano concesse, mirai al volto della mia allenatrice.

Non la colpii.
Eris era troppo veloce, talmente tanto che, in pochi istanti, si era spostata di due metri senza che nemmeno la vedessi. Era semplicemente sparita e riapparsa.
Che stupida.
Dovevo immaginarmelo.

And I'll survive, paranoid
I have lost the will to change

Ovviamente, Eris rise. Di cuore.
- Voi umani siete come le formiche... stupidi voi, che vi siete alleati ai grandi Ashura!
Già, eravamo degli stupidi. E ora io e Hidari dovevamo pagare gli errori di tutti i miei antenati.
Tremai ancora, mentre attesi la prossima mossa della mia allenatrice. Non avevo mollato il bastone.
Eris mi attaccò con un'altra serie di pugni, sempre più veloci. Avevo male, un male cane, ma non volevo che lei me ne facesse ancora.
E schivai tutti i colpi, finché la demone non si fermò, un quarto d'ora dopo.
- Basta. - annunciò - Mi sono stufata.
Sentii il cuore farsi tre volte più leggero. Di solito gli esercizi terminavano con quella frase.
- Metti via il bastone. Sono le nove e qualcosa: facciamo cinque ore di allenamento con le pistole.
Cinque ore erano improponibili, ma non era una novità, per me. Ero più che felice di non dovermi battere ancora con lei, per quella mattina. Le pistole andavano benissimo: come Hidari la sera prima, dovevo colpire alcune sagome dalla forma umana. Era uno dei meno peggio, tra tutti gli esercizi che potevo fare.
Per fortuna, gli allenamenti con le pistole erano i più gettonati. Non a caso, le armi che gli uomini usavano di più durante le missioni erano quelle.

Tuttavia, ero dolorante, stavolta non solo a causa dei lividi del giorno prima. Tendere il braccio per sparare mi faceva male, inutile dirlo. Essendo mancina, dovevo sforzare di più proprio quello pieno di lividi.
Dovevo resistere per cinque ore. Eris lo sapeva, e non nascondeva il suo gradimento.
Ma nonostante tutto, la mattinata passò in fretta. Bastò agire come mio fratello la sera prima: sparavo in continuazione alle sagome, ma davanti a me vedevo solo la mia allenatrice.
E nemmeno io nascondevo il mio gradimento.

And I'm not proud, cold-blooded fate
I will shut the world away...

***

L'allenamento mattutino si concluse alle quattordici, come previsto.
Pranzai da sola, a casa, con qualche avanzo cucinato qualche ora prima. Purtroppo Hidari si allenava fino all'una, e alle due era di nuovo in palestra. Così, non potevamo vederci.

Alle quindici dovevo iniziare gli allenamenti del pomeriggio, che si sarebbero conclusi alle diciotto. Stavolta, Eris mi fece tirare con l'arco. Non era una scelta casuale: anche in questo caso avrei dovuto sforzare le braccia.
Ma il trucco di poco prima funzionò anche in quest'occasione. Il bersaglio, ai miei occhi, sembrava sempre la demone, e in questo modo riuscii a scaricare un po' di rabbia.
Eris non rinunciava a rimproverarmi e strattonarmi ogniqualvolta lo ritenesse opportuno, eppure, nonostante questo, le sei di sera giunsero in fretta.
Finalmente, uscii dalla palestra. Per quel giorno non era finita: dovevo allenarmi anche di sera, dalle sette alle nove, ma non ero più preoccupata.

E il motivo era uno.
Alle sei di sera, io e Hidari ci davamo sempre appuntamento in un posto tutto nostro.
Alle sei di sera e per un'ora intera, nessuno ci avrebbe disturbati.
Alle sei di sera, io e il mio adorato fratello avevamo l'illusione di non vivere in una prigione.
Era l'unico momento della giornata che adoravo.

Sin da bambini, io e Hidari ci eravamo sempre ritagliati questa breve oretta per stare insieme.
Ci rifugiavamo in una piccolissima radura del boschetto che si estendeva a qualche metro dalla nostra casa e dalle palestre. E poi stavamo lì, a parlare.
Insieme.

I demoni ci permettevano di andare in quella radura, poiché sapevano che non avevamo modo di fuggire.
E così, senza preoccupazioni, mi addentrai nel boschetto.

Ero felice.
Ma non sapevo per quanto ancora.

Fall...




*** Angolo dell'autrice ***

Allooora, intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto. =) Non avevo mai descritto una scena di combattimento prima di questo capitolo (o meglio, una volta ci avevo provato, ma ho scritto poco e non molto bene XD), quindi non so se sia venuta molto bene... O.o
La canzone che ho usato stavolta è sempre dei grandi Breaking Benjamin e s'intitola "I will not bow". Mi sembrava una delle più adatte per questo capitolo XDXD
Vi anticipo che il quarto capitolo sarà un po' più corto, ma in compenso sarà costituito soprattutto da dialoghi... Spero che non sarà troppo noioso =( Però è importante per la storia, almeno l'ultima parte. =)
Intanto, in questo terzo cappy, suppongo che abbiate capito che tipa è la carissima Eris U.U Mi auguro che la odierete, ora. XD
Ah, dedico questo capitolo alla mia amica pillo, che mi consiglia sempre per questa storia! ^^

Ringrazio tutti coloro che hanno letto e tutti coloro che hanno anche recensito! Sono davvero felicissima di aver ricevuto tutte queste recensioni =D =D Thanksssssssss!!! *___*
Ora rispondo alle recensioni =)

Pillo: bè, ti ho già risposto a voce, ma comunqueee... sono contenta che ti piaccia Hidari! ^^ Spero solo che non appaia troppo debole, perché in realtà non lo è XD Per Eris...bè, diciamo che hai capito. E' esattamente una vecchia megera XDXD Eheh, ok ti farò il disegno ;);) Per Dance with the devil, inutile dire che l'ho messa anche xk piace a te XDXD
Thoas Pensiero: grazie anche per questa recensione!!! Ehhh già, a Eris le serve proprio molta, molta paura. Ma non preoccuparti, prima o poi ne avrà parecchia! ;) Diciamo che Hidari per ora si è solo trattenuto XD Bè, per il fatto di fuggire...ancora non posso dirti nulla, vedrai però tra qualche capitolo! =)
Raukath: grazie infinite anche a te!!! Sono contenta che ti sia piaciuto l'inizio. =) Eheh già, Hidari è proprio uno dei personaggi fondamentali =) Sono felice che ti piaccia anche l'ambiente della storia, spero non appaia troppo confuso!! XDXD Grazie ancora per i tuoi complimenti!! Ah, domani mattina inizio a leggere I figli del Re. Ho visto che è un po' lunga, ma intanto la inizio a leggere! =)
Dust_and_Diesel: molte molte molte grazie anche a te!!! Mi ha fatto molto piacere ricevere anche le tue recensioni! =D=D Eh già, ho scelto il nome "Eris" proprio per questo motivo. =) Per la verità all'inizio si chiamava Amaterasu, che è il nome di una dea del sole, ma poi una mia amica mi ha consigliato questo nome decisamente molto più appropriato. =) Sono contenta che ti piaccia come scrivo! Io personalmente ho sempre paura di scrivere male O.o Boo XDXD Sono felice anche che ti piaccia il mondo in cui è ambientata la mia storia. Più avanti descriverò anche altre cose che lo illustreranno meglio XD

Ebbene, ora vi saluto!! ^^ Grazie ancora delle recensioni. =) Ah, scusate il ritardo di due giorni ^^'''

Valerie =)



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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4



I have fallen to my knees
As I sing a lullaby of pain
I'm feeling broken in my melody
As I sing to help the tears go away

Then I remember the pledge you made to me...


Il sole non era ancora tramontato, quando arrivai nella piccola radura.
Hidari era già lì. Non potei fare a meno di sorridere, appena lo vidi.
Era disteso sull'erba, le mani dietro la nuca, a guardare il cielo. Intorno a lui si estendeva un modesto prato, ampio neanche una trentina di metri quadrati. Qua e là c'era anche qualche fiore.
Dietro di lui, invece, si ergeva un grande salice piangente. A parer mio, era l'albero più bello di tutta la foresta.
Hidari non si era ancora accorto del mio arrivo: sembrava particolarmente assorto nei suoi pensieri. Così lo osservai per un minuto, mentre stavo in piedi, immobile sul confine tra il boschetto e la radura.
Era come se un frammento di Paradiso fosse appena apparso lì, davanti a me.
Mio fratello pareva un angelo tranquillo e sereno, che si rilassava in un prato inondato dai raggi del sole.
Hidari sembrava davvero calmo e felice.
Sentivo che il cuore mi si riempiva di gioia, spazzando via il dolore che perseguitava così tanto le nostre vite.
Ringraziavo il Cielo perché ogni giorno, salvo rare eccezioni, potevo passare quell'oretta con mio fratello.
Solo in quei momenti vivevo davvero. Sentivo che quella gioia, quella contentezza che provavo in quella radura erano i veri sentimenti che la vita riservava.
E sapevo che i demoni di Arashi non erano riusciti a privarmi del tutto della mia esistenza. Sapevo che, almeno per un'ora al giorno, potevo essere me stessa e riappropriarmi della mia anima.
Riuscivo persino a dimenticarmi di Eris. I lividi sul braccio e quelli che mi ero fatta la mattina non mi facevano più tanto male. O meglio, non ci badavo.
Perché il mio cuore era talmente felice, che non volevo preoccuparmi di nulla.
Tra tutto quel buio, finalmente ora c'era un po' di luce.

Avrei voluto restare lì e non abbandonare mai più quel momento della giornata. Ma non potevo.
Sapevo che Hidari, in realtà, non era tranquillo e sereno. Sapevo che guardava il cielo perché voleva fare come gli uccelli, e volare via insieme a me.
Eppure, non sapevo come aiutarlo a realizzare quel suo desiderio. Ma volevo consolarlo, volevo stargli vicina e fargli capire che, durante quella prigionia, io non l'avrei abbandonato.

 I know you're always there
To hear my every prayer inside

Mi avvicinai lentamente a lui, e Hidari si voltò verso di me.
- Hime! - esclamò, con un grande sorriso - Sei già arrivata!
Mio fratello si mise a sedere, aspettando che io facessi lo stesso.
- Ciao, fratellone! - gli risposi, piena di felicità. Subito mi sedetti e lo abbracciai più forte che potevo. Hidari ricambiò, accarezzandomi la testa.
- Aspettavi da tanto? - gli chiesi.
Mio fratello scosse la testa.
- Non preoccuparti, sono qui solo da cinque minuti. Com'è andato l'allenamento, piccola? Quel rifiuto di demone ti ha fatto qualcos'altro?
Stavo per rispondergli, ma il mio sguardo si posò su un oggetto. Non l'avevo notato prima, perché era dietro a mio fratello, poggiato sull'erba.
Hito no Shi, la katana di Hidari.
Era dentro il suo fodero, nero e lucente.
Non sapevo bene da dove provenisse quell'arma. Probabilmente mio padre se l'era procurata da qualche parte a Moon, ma poi si era accorto di non usarla praticamente mai. Quando mio fratello, ancora piccolo, aveva iniziato ad allenarsi con le spade, gliel'aveva regalata, non sapendo che altro farsene.
Hidari l'aveva usata per parecchi anni, finché non iniziò a partecipare alle missioni. Da quel momento in poi fu obbligato a usare le pistole.

I'm clinging to the promise of a lifetime

In genere, odiavo le armi: ero costretta a usarle ogni giorno e prima o poi, con una di quelle, avrei dovuto uccidere. Ma Hito no Shi era diversa. Con quella katana, il mio adorato fratello non aveva mai fatto del male a nessuno. L'aveva utilizzata solo ed esclusivamente durante gli allenamenti.
Forse era proprio per quello che amavo così tanto quell'arma.
Era quasi sacra per me, perché appena la guardavo, subito mi veniva in mente Hidari. Solo lui l'aveva usata, io non l'avevo mai neppure toccata.

- Hai... hai portato qui Hito no Shi? - balbettai, sorpresa.
Hidari mi sorrise compiaciuto.
- Indovinato. - si limitò a rispondermi, senza smettere di sorridere.
Da quando Eris e gli altri demoni avevano obbligato Hidari ad adoperare solo le pistole, mio fratello - seppur con amarezza - aveva abbandonato la sua katana in camera nostra, e non l'aveva più ripresa in mano. Fino ad ora, almeno.
- Ma... perché?
Hidari mi accarezzò la testa, dolcemente.
- Vedi Hime, era da tanto che non mi allenavo con questa katana.
Sgranai gli occhi.
- Come? - chiesi, incredula - L'hai ripresa per allenarti anche durante quest'ora di riposo?
- Bé, forse... non so perché l'ho ripresa, Hime.
Era raro che mio fratello rispondesse in modo così vago, specialmente a me.
Abbassai lo sguardo e guardai la katana. Perché mai Hidari avrebbe dovuto continuare ad allenarsi anche quando potevamo evitarlo? Odiava combattere, non c'era dubbio. Ma non riuscivo a spiegarmi quel suo gesto.
- Perché hai quello sguardo triste, piccola?
Hidari sapeva che cosa mi stavo chiedendo in quel momento. Mi conosceva troppo bene. Così, non aspettò la mia risposta, e aggiunse:
- Non voglio esercitarmi per essere più abile negli allenamenti, sorellina. Ma dopo l'episodio di ieri ho capito una cosa.
Il mio amato fratello s'incupì. Dietro la frangia spettinata intravidi i suoi occhi infelici.
- Cos'hai capito, Hidari? - sussurrai.
- Sono troppo debole. Questo ho capito. - mormorò, in modo che solo io lo potessi sentire - E in compenso Eris è troppo forte. Se continuiamo così, non potremo mai ribellarci. Non potremo mai scappare.
Mio fratello stringeva i pugni, quasi facesse fatica a pronunciare quelle ultime frasi. Provai un grande dolore al cuore, nel vederlo così amareggiato.
- Non dire così. Sei forte, fratellone. Sei potentissimo, credimi...
Non potevo consolarlo. Non c'erano parole per provargli che, forse, saremo potuti fuggire.
Hidari non mi credeva. Non credeva nemmeno a una parola.
Scosse la testa, deluso. Eppure io pensavo sul serio ciò che gli avevo appena detto.
Ma, nel contempo, sapevo che i demoni erano molto, molto più potenti di lui.
- Hime, ieri ho visto quanto Eris è diventata potente. Non sono nemmeno riuscito a torcerle un capello. Come speriamo di fuggire, in queste condizioni?
Le parole di mio fratello erano impregnate di delusione. Ma nonostante quello, sentivo che non si sarebbe arreso. Non volevo nemmeno pensarlo.
Non saremmo rimasti per sempre lì, ad obbedire al Male.

I hear the words you say
To never walk away from me and leave behind

Guardai mio fratello, senza riuscire a rispondergli. Anche quella volta, lui mi lesse nel pensiero.
- Non temere, piccola. Non per questo mi tirerò indietro.
Si voltò verso Hito no Shi e la estrasse dal fodero.
La katana era affilata e splendente, quasi ci si poteva specchiare con la lama. Sembrava appena forgiata. Era l'arma più bella che io avessi mai visto.
- Voglio allenarmi con questa, per diventare più forte. Non c'è altro modo.
Hidari sussurrava, per evitare che qualcuno potesse sentirci. Ma io potevo cogliere, nel suo tono di voce, una certa sicurezza e fiducia verso quella katana.
Gli sorrisi. Mio fratello possedeva un enorme coraggio. Non avevo mai incontrato, e mai incontrerò, qualcuno più determinato di lui.

The promise of a lifetime...

- Grazie, fratellone. - gli sussurrai.
Mio fratello si alzò, con la katana in mano. Mi rivolse uno sguardo interrogativo.
- Perché mi ringrazi?
- Bé, perché senza di te non avrei alcuna speranza di scappare. Sei la mia salvezza...
Stavo arrossendo e me ne rendevo conto, ma volevo far capire a mio fratello quando lo amassi.
Hidari mi baciò la testa. Sapeva di essere fondamentale, per me.
- E ora ti salverò, Hime. Ci salveremo.
Mio fratello teneva stretta Hito no Shi con la sinistra. Anche lui era mancino.
- Allora, vuoi vedere come mi alleno? - mi chiese, riacquistando il sorriso.
Mi alzai ed annuii.
Per la prima volta, mentre si esercitava, Hidari mi mostrò come combattere con una katana. Mi svelò ogni trucco che conosceva e mi spiegò come sorprendere l'avversario.
Ignoravo il fatto che la maggior parte di quello che mio fratello sapeva gli era stato insegnato da Eris o da altri demoni. Ciò che mi importava, in quel momento, era vederlo così abile e forte.
Era molto migliorato da quando ci allenavamo insieme. La sua potenza non era assolutamente comparabile alla mia. Mi sentivo debole, ma non m'interessava.

Will you help me fall apart
Pick me up, take me in your arms

Hidari si allenò da solo per una quarantina di minuti, mentre io lo guardavo, ammirata. Non rinunciò a illustrarmi ogni sua mossa, in ogni momento.
Era di gran lunga più abile di un comune essere umano. Il modo in cui teneva la katana, il modo in cui simulava gli attacchi... non c'era dubbio che fosse un professionista.
Inutile dire che il tempo volò via molto in fretta.
Ma alla fine dell'allenamento, mio fratello riuscì davvero a sorprendermi.
- Hime, vuoi provare anche tu a usarla? - mi chiese, con un grande sorriso stampato in volto.
Mi si illuminarono gli occhi. Per la prima volta in assoluto potevo usare Hito no Shi, la katana destinata solo ed esclusivamente al mio amato fratello.
Annuii, ancora incredula, e mi avvicinai a Hidari.
- Tieni. - mi sussurrò con dolcezza.
Finalmente, presi in mano la katana. Sarà stata solo una mia impressione, ma quell'arma mi trasmetteva una sensazione di sicurezza, di potenza.
Hidari mi allenò per dieci minuti, con pazienza e delicatezza. Non mi sottopose ad alcun esercizio e io non faticai nemmeno per un secondo. Né il torace, né la pancia o i lividi mi facevano male.
Mio fratello si limitò unicamente a farmi provare alcune mosse che aveva imparato.
Quell'allenamento fu di certo il migliore a cui mi sottoposi.

Find my way back from the storm
And you show me how to grow
Through the change

Dopo i dieci minuti, consapevoli che a momenti saremmo dovuti tornare in palestra, ci sedemmo sull'erba a riposarci.
- Brava, piccola. Ti sei allenata davvero bene.
Hidari mi accarezzò la testa. Sembrava davvero fiero di me.
Io arrossii e lo abbracciai. Mi sentivo davvero in Paradiso.
Ma mio fratello rimaneva comunque triste, e non poteva nasconderlo.
- Sai Hime, stasera ho un'altra missione a Moon...
D'un tratto, quel Paradiso si trasformò in Inferno, e ritornammo alla realtà.
- Mi dispiace... - mormorai. Non riuscivo ad aggiungere altro.
Odiavo vedere mio fratello così infelice, ma detestavo ancora di più non poterlo consolare.

I still remember the pledge you made to me

- Sai che cos'è successo, qualche giorno fa? - mi chiese, con un fil di voce.
Scossi la testa, in attesa di una risposta.
- Durante una missione - proseguì mio fratello - nostro padre e alcuni demoni hanno trovato un barbone per strada.
Deglutii.
- Stavamo andando a una riunione con un altro clan, non ricordo nemmeno quale. So solo che nostro padre e tutti gli altri erano particolarmente agitati, quella notte. E quando hanno visto quel barbone si sono scatenati.
Mio fratello fece una smorfia, disgustato.
- Quel poveraccio non aveva nemmeno un tetto su cui riposare. - continuò - Era piuttosto vecchio, debole e particolarmente impaurito. Non immagini come ci ha guardato, appena si è accorto di noi. Si è messo a urlare, cercando di scappare. Ma ovviamente gli altri lo hanno preso.
Strinsi involontariamente i pugni, sentendo le parole di Hidari. Sapevo come si sarebbe concluso il suo racconto. Non era una novità.
- Ricordo ancora la sua espressione terrorizzata. Ci implorava di lasciarlo libero. E invece gli altri hanno iniziato a picchiarlo. Ridevano, felici. Erano cinque contro uno, di cui quattro demoni. Anzi, non sono riusciti a ucciderlo subito. Credimi, non sapevo cosa fare. Stavo lì davanti, impalato, mentre chiamavo gli altri e cercavo di convincerli a smettere. Dicevo loro che saremmo arrivati in ritardo alla riunione, che uccidere quel barbone non ci avrebbe cambiato la vita. Ma non mi ha risposto nessuno. Erano troppo concentrati a picchiare quel poveretto.
Hidari si toccò la fronte con una mano. Io stavo in silenzio, incapace di interromperlo.
- Alla fine non mi sono più trattenuto. Ho preso il braccio di nostro padre e l'ho fermato, chiedendogli di lasciare stare quel barbone. Sai, ho sbagliato di grosso ad agire in quel modo. Davanti al mio gesto, anche i demoni hanno smesso di picchiarlo. Ma in compenso, mi hanno ordinato di sparargli.
Sentii un tuffo al cuore, nonostante mi aspettassi quella frase.
- Mi sono rifiutato. Ma, come sai, è inutile opporsi in questi casi. Dopo vari minuti, un demone mi ha puntato una pistola addosso. Mi ha ordinato nuovamente di ucciderlo. Anche quella volta mi sono rifiutato, ma nostro padre mi si è avvicinato e mi ha urlato di eseguire i comandi. Sono rimasto impassibile. Ma poi un altro demone ha sfoderato la sua spada, minacciandomi. Non ci crederai, ma alla fine anche il barbone mi ha implorato di ucciderlo. Era talmente pieno di botte e dolorante, che voleva smettere di soffrire.
Mi morsi il labbro inferiore.
- Sai Hime, quel poveraccio non aveva una casa, una famiglia e in quel momento non era neppure in grado di camminare. Lo capisco, se voleva morire. Ma mi ci è voluto qualche altro minuto per prendere in mano la pistola. Lo guardavo, rannicchiato sul marciapiede e dolorante. Continuava a chiedermi di sparargli.
Il mio amato fratello abbassò lo sguardo. Grazie al Cielo la sua frangia mi impediva di vedere i suoi occhi.
- L'ho ucciso. Mi è bastata una pallottola. - sussurrò, con la voce rotta.
Avevo gli occhi lucidi, ma non volevo piangere. Non volevo peggiorare la situazione.
Stavolta Hidari posò entrambe le mani sulla fronte. Sapevo che in quel momento stava rivedendo, nella sua mente, il volto di quel povero barbone.
Sì, eravamo davvero ritornati nell'Inferno.

Tremavo pensando che anche io ero destinata a subire tutto quello. E mi si spezzava il cuore vedendo quanto soffriva il mio amato fratello. Non ribellarsi significava continuare a vivere in quel modo.
Soffrendo. E facendo soffrire gli innocenti.

Non sapevo cosa dire. Mi limitai ad abbracciare Hidari, più forte che potevo. Lui ricambiò.
Rimanemmo in quel modo per un paio di minuti, immobili.
Quell'abbraccio bastò a consolare entrambi. Mentre stringevo mio fratello, sentivo che lui era lì, vicino a me, sempre pronto ad aiutarmi e a sostenermi. E speravo che anche Hidari, abbracciandomi, si rendesse conto che io sarei rimasta sempre con lui, e che ancora avevamo una ragione per vivere ed andare avanti.

I am holding on to the hope I have inside...
With you I will stay through every day
Putting my understanding aside

- Ti voglio bene, Hidari. - fu tutto quello che riuscii a mormorare.
- Anche io ti voglio bene, piccola Hime.

Looking back at me
I know that you can see my heart
is holding to the promise of a lifetime




*** Spazio dell'autrice ***

Rieccomi col quarto capitolo! ^^ Mi auguro che non sia troppo noioso, perché è in gran parte costituito da dialoghi... Ma almeno, leggendo la parte finale, spero che abbiate capito cosa si fa in alcune missioni a Moon... <.<** Vi dico subito che non è facile per me descrivere la morte di qualcuno X.x
Stavolta la canzone che ho usato è "Promise of a lifetime" dei Kutless, perché ha una melodia più dolce e lenta e penso che ci stia meglio con l'atmosfera dell'inizio del capitolo XD
Dedico questo capitolo al mio ragazzo, che anche se vive a 1200 km di distanza da me, mi dà sempre ottimi consigli per questa storia! :D
Ah, tranquilli: dal prossimo capitolo iniziano a succedere alcune cose! :)

Ringrazio tantissimo coloro che hanno letto la mia storia e che l'hanno recensita, mi fate davvero un grande piacere!! :D :D

hope52: grazie anche a te della recensione, sono contenta che la storia ti piaccia! =D Grazie anche per averla aggiunta tra le seguite! ;) Tranquilla, commenta con calma e spero che continuerai a leggerla volentieri, anche se magari alcuni capitoli sono un po' lunghi e pesanti O.o XD Grazie ancora!! :D
raukath: grazie mille anche a te! ^^ Sono felice che ti siano piaciuti Hidari e la scena di combattimento. Spero che ti piaccia anche questo capitolo, nonostante non ci sia molta azione! ^^''' Eheh, tranquillo, prima o poi Eris avrà quello che merita, e qualcuno la prenderà davvero a calci!! ;) ;)
Chandrajak: grazie anche a te Kei!! ^^ Ehh lo so che ti piace quel particolare ;) Anche se me l'ha suggerito francy XD A parte questo, spero che ti piaccia anche questo capitolo e vedi di andare avanti anche tu con la tua storia!! E grazie di aver scritto quella spin off coi miei personaggi ;)
Thoas Pensiero: sono felice che Eris ti stia antipatica ;) ;) vedrai che se la prende, la bastonata! E non preoccuparti, prima o poi Daruma starà meglio, vedrai :) E non avrà più la minestra fredda ;) Spero che ti piaccia anche questo capitolo, cercherò di alternare azione e dialoghi come hai detto tu!! ^^ e grazie delle recensioni!! ;)
pillo: ehh, a te e a Kei ho già risposto a voce ;) Ma comunque sì, hai ragione: Eris è un'elefanta ;) Bè, se vuoi lo facciamo santo Hidari!! E non preoccuparti, che ora stai scrivendo una nuova storia e non dovrai fare alcun ritardo!! Mi raccomando ;)
Iolyna92: grazie mille anche a te!! :D Sono felice che ti piacciano questi tre capitoli ;) Spero che ti piaccia anche questo =) E spero anche che più avanti la storia non ti deluderà!! ^^ Per i nomi inveceee...sono in gran parte giapponesi, a parte qualcuno ^^'' Il motivo è che a me piace molto la lingua giapponese, così molti dei miei personaggi hanno nomi di questa lingua ;) Ah, non preoccuparti, Eris avrà quel che si merita ;)

Al prossimo capitolo! :)

Valerie

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5




I'm cold and broken...

It's over, I didn't want to see it come to this
I wonder if I will ever see your face again
And I know that I will find a way to shed my skin
It's simple, I know that I will suffer in the end...



Quella sera, in cielo, non si vedeva nessuna stella.
Ero appena uscita dalla palestra, reduce dall'allenamento con Eris. Dovevano essere le nove o poco più.
Mi ero esercitata di nuovo con le pistole, tra un insulto e l'altro della mia allenatrice.
Ma ora ero libera.
Potevo tranquillamente tornare a casa, a dormire. Mi avrebbe aspettato un'altra giornata come quella, ma almeno potevo riposarmi.
Mi diressi verso casa con passo veloce, nella speranza di riuscire a salutare mio fratello, prima che si recasse a Moon con gli altri.
Entrai in soggiorno. Sentivo dei rumori provenienti dalla cucina: forse Hidari non era ancora partito.
E invece, mi sbagliavo.
In cucina c'era tutt'altro che mio fratello.
Una donna anziana, dai capelli rossi ormai striati di bianco, stava aprendo il frigorifero.

- Nonna... - mormorai, stupita.
- Ciao Daruma. - rispose, con indifferenza.
Non si voltò a guardarmi. Era troppo presa ad ispezionare il frigo.
- Hai finito l'allenamento? - chiese, mentre posava del cibo sulla tavola.
La voce di mia nonna era fredda e disinteressata: non serviva un genio per capire che la mia compagnia le importava ben poco.
- Sì, ho finito poco fa.
Mia nonna prese un piatto dal mobile ed apparecchiò solo per uno. Poi si sedette e iniziò a mangiare.
Ignorai la sua gentilezza e apparecchiai anche per me.
- In cosa ti sei esercitata? - domandò ancora.
Gli allenamenti sembravano l'unico argomento che le interessava chiedermi. E non c'era da stupirsi, visto che quasi tutti i discorsi con i miei familiari riguardavano quello.
Anzi, mia nonna era colei con cui avevo più occasione di parlare, ovviamente escludendo Hidari.
- Con le pistole. Nel pomeriggio ho tirato con l'arco. - risposi, senza mostrare alcun entusiasmo.
Presi un po' di carne e la misi nel piatto. Era stata cucinata parecchie ore fa, e ormai aveva perso quasi tutto il suo sapore.
- Ottimo, vedo che Eris sa come prepararti adeguatamente. D'altronde, ormai sei entrata nell'adolescenza: tra pochi anni anche tu potrai partecipare alle missioni, e dovrai essere addestrata bene.
Cercai di non badare molto a quella risposta. Non volevo immaginare un futuro simile, per me. In quel momento, era già troppo pensare che il mio amato fratello si trovava a Moon, costretto a compiere chissà quale altro crimine.

Fast I fade away
It's almost over


- A mio parere, Eris è una brava insegnante. - proseguì mia nonna - E se lo dico io, che sono stata sua allieva, puoi star certa che è vero. E' severa, ma sa allenare molto bene.
Mia nonna stimava molto quella demone. Non rinunciava mai ad elogiarla, per farmi capire quanto fossi fortunata ad avere un'allenatrice come lei.
Come tutti i suoi simili, Eris viveva parecchi secoli in più di noi. Per questo motivo, Arashi l'aveva incaricata di allenare quasi tutta la nostra famiglia: mia nonna, mio padre, Hidari ed io.
Non riuscivo a capire come i miei parenti potessero essere grati a quella demone per averli allenati durante la loro giovinezza. Probabilmente, era grazie a lei che erano diventati degli assassini senza molti scrupoli.
Forse eravamo io e Hidari ad essere strani. E forse soffrivamo tanto perché, a differenza di tutti gli altri, non ignoravamo l'esistenza di una vita più onesta.
- Perché non sei andata a Moon stasera? - chiesi a mia nonna, cercando di cambiare argomento. Non avevo assolutamente voglia di parlare di Eris.
- Tuo nonno dice che sono solo una vecchia lenta e ritardata, che sono un ostacolo per le missioni. Così, non mi ha permesso di venire. Peccato che non capisca di essere lui a rappresentare un impiccio per tutti gli altri.
Mia nonna si morse il labbro inferiore, facendo una smorfia. Sembrava piuttosto arrabbiata col marito.
- Almeno al mio posto hanno mandato Hidari. - concluse, un po' più calma.
Abbassai lo sguardo. Cercavo di non pensare al dolore di mio fratello, in quel momento.
Pregai perché, quella sera, non dovesse uccidere nessuno.
Non risposi a mia nonna. Non trovavo le parole.

Hold on...



La cena non durò ancora molto. Dopo cinque minuti, mia nonna si alzò.
- Credo che per stavolta andrò a dormire. - annunciò - Forse sono davvero vecchia e lenta.
La guardai. Aveva più rughe del solito, sul volto. Solo i suoi occhi azzurri brillavano ancora.
Era davvero così cattiva?
Non lo sapevo. I miei genitori ricordavano con orgoglio quanto mia nonna fosse stata spietata, da giovane. Era un'assassina professionista, di quelle che non esitavano a uccidere nessuno, con o senza armi. Per fortuna, io non l'avevo mai vista all'opera.
Ma sapevo che, grosso modo, anche mio nonno e i miei genitori erano così.
Eppure, a volte mia nonna pareva più affettuosa di loro.
- Non sei vecchia... - mormorai, poco convinta.
Per un attimo, mia nonna mi sorrise. Poi uscì dalla cucina, lasciandomi sola.

Finita la cena, andai anche io a dormire. Avrei voluto aspettare il ritorno di Hidari, ma sapevo che sarebbe tornato parecchie ore più tardi. Così, vinta dal sonno, mi addormentai.

Slow I suffocate
I'm cold and broken


Quella notte, grazie al Cielo, il mio adorato fratello non dovette uccidere nessuno.

 Alone

 

***


Passò circa una settimana e mezzo con la solita routine.
Eris continuava a farmi usare le pistole, fino a che non si accorse che i lividi al braccio, ormai, non mi facevano più tanto male. Così, mio malgrado, tornai ad allenarmi anche con i combattimenti corpo a corpo e con le spade.
Hidari, invece, era sempre più infelice. Alla radura ci esercitavamo ogni pomeriggio con Hito no Shi. A volte, in queste occasioni, lo vedevo sorridere. Ma più passavano i giorni, più era raro che accadesse.
Non partecipava sempre alle missioni, ma ciò non serviva a migliorare il suo umore.

It's hopeless,
the end will come and wash it all away


Una mattina, però, mio fratello si comportò in modo diverso dal solito.
- Ciao, piccola Hime - mi sussurrò, appena mi svegliai.
Hidari era già in piedi, pronto per andare in palestra, nonostante avesse partecipato a una missione la sera prima.
- Ciao fratellone... - gli mormorai, ancora intontita, mentre mi alzavo dal letto.
Lui mi si avvicinò e mi baciò la fronte.
Lo guardai negli occhi: brillavano. Nemmeno la frangia mi impediva di notarlo.
- Sei già pronto? - gli chiesi.
Hidari annuì.
- Stavo per andare ad allenarmi. - rispose, con un grande sorriso.
Non riuscivo a capire il motivo della sua allegria. Di solito, la mattina dopo essere andato a una missione a Moon, mio fratello era di tutt'altro umore.
- Ci vediamo alle sei, ok piccola?
Io annuii, ricambiando il sorriso. Hidari mi abbracciò forte e se ne andò.

Da quella mattina in poi, gli occhi del mio adorato fratello brillarono sempre di più. Ogni volta che lo incontravo, mi sembrava felice.
Non me lo spiegavo.
Quando ci allenavamo con Hito no Shi, lui si mostrava sempre più determinato ad aumentare la sua forza e la sua abilità.
Ma se fosse stato solo quello, non mi sarei preoccupata.
Il guaio era che Hidari partecipava ogni sera alle missioni a Moon.
E lo faceva di sua spontanea volontà.

Forsaken,
I live for those I lost along the way


Cercavo di capire il motivo di quel suo comportamento.
Un giorno, alla radura, gli chiesi perché partecipasse così spesso alle missioni.
- Non c'è un motivo, Hime. Purtroppo devo abituarmi ad andare ogni sera a Moon. Così dicono gli altri. Se rifiutassi ogni volta di partecipare alle missioni, sospetterebbero qualcosa. - mi rispose, accarezzandomi la testa.
- Non preoccuparti, piccola. - mi sussurrò poco dopo, baciandomi la fronte.
Ma io non riuscivo a tranquillizzarmi.

And I can't remember how it all began to break


La mia più grande paura, nel vederlo così, era che Hidari si stesse lentamente adeguando a quella vita.
La stessa vita che conduceva la mia famiglia, e la stessa che li rendeva così crudeli.
Non avrei mai voluto che l'unica luce in tutte quelle tenebre si spegnesse.
Hidari era un ribelle, non poteva inchinarsi di fronte a quelle ingiustizie.
Aveva sofferto tanto, per colpa di quel mondo in cui eravamo intrappolati.
E ora non poteva diventare come tutti gli altri Ashura, non sarebbe stato un altro servo di Arashi.

Conoscevo mio fratello. Non si sarebbe arreso.
Ma avevo paura lo stesso.

You suffer,
I live to fight and die another day

 

***


Erano passati nove giorni, dalla mattina in cui Hidari aveva iniziato ad essere felice.
Come al solito, nella radura, ci esercitammo con Hito no Shi.
- Sai, piccola Hime, ti voglio un mondo di bene. - mi sussurrò, a fine allenamento.
Io lo abbracciai, ricambiando il suo affetto.
Ma stavolta, le sue parole non mi rassicuravano completamente.
- Stasera vai di nuovo a Moon? - gli chiesi poco dopo.
- Sì, sorellina. Ma non preoccuparti: so cosa faccio. - mi rispose, con dolcezza.
- Ma ormai ci vai ogni sera... fino a pochi giorni fa non era così... - mormorai. Ero triste.
Hidari si rendeva conto del mio stato d'animo. Sapeva perfettamente come mi sentivo e quali erano le mie preoccupazioni.
- Hime, ti fidi di quello che faccio?
Il mio adorato fratello mi guardava negli occhi, sicuro di quello che stava dicendo.
- Sì, Hidari. Mi fido, ma sono solo preoccupata...
- Non c'è bisogno di preoccuparsi. Continua a fidarti, piccola Hime. Fidati di tuo fratello.

***


Quella sera stessa, Hidari e i miei genitori partirono presto per Moon. Avevano stabilito da tempo di fare una riunione con un clan di un'altra isola lì vicino.
Quando uscii dalla palestra alle nove, vidi che mio fratello era venuto lì davanti per salutarmi.
- Stiamo andando a Moon, ma non so a che ora torneremo. Di solito le riunioni durano parecchio.
Hidari mi sorrideva, con gli occhi che brillavano più che mai.
- Ti volevo salutare, prima di andare. - mi sussurrò.
Gli sorrisi, incerta.
- Al massimo ci vediamo domani mattina, ok fratellone? - cercavo di apparire serena, ma non lo ero.
Hidari sembrava contento. Eppure stava per prendere parte a una missione.
- Ok... - mi sussurrò, ancora più piano.
Il mio amato fratello mi abbracciò. Mi strinse più forte che poteva.

Fast I fade away
It's almost over


Pochi minuti dopo ero già in cucina. Cenai coi miei due nonni, che per quella sera erano rimasti sull'isola. Mangiammo silenziosamente, scambiandoci solo qualche parola.
Poco più tardi ero già a letto.
Avrei voluto dormire sonni tranquilli. Ma non fu così.
Alle due di notte fui svegliata dalle urla di mia nonna.

Hold on...


- COSA? COSA SIGNIFICA? - gridava. Non l'avevo mai sentita così agitata.
Mi alzai dal letto, senza capire cosa stesse accadendo.
Al piano di sotto si udivano i passi dei miei nonni, che correvano verso l'ingresso.  Mi affacciai alla finestra: vicino a casa mia si erano riuniti alcuni demoni.
Scesi in fretta le scale e uscii di casa.
I miei nonni avevano già raggiunto il gruppo di demoni.
Non erano in molti: riuscivo a riconoscere Eris, insieme ad altri quattro che abitavano sull'isola.
Ma due di loro avevano le ali spiegate.
Riuscii a raggiungerli proprio mentre stavano entrando nella palestra dove mi allenavo.  

- Cos'è successo? - chiedeva mio nonno, con voce tuonante.
Entrai anche io nella palestra. I demoni con le ali spiegate erano seduti.
Solo in quel momento mi accorsi delle numerose ferite che ricoprivano i loro corpi.
Uno di loro non aveva le pupille. Era il più terrificante dell'isola.
Ma in quel momento sembrava debole e quasi impaurito.
L'altro, dall'aspetto apparentemente umano, aveva le braccia insanguinate.
- Hanno... hanno attaccato... - mormorò il demone senza pupille.
Gli occhi di Eris diventarono fessure.
- CHI? - urlò. Sembrava aver già capito tutto.
- L'agenzia... - sussurrò di nuovo il demone senza pupille.
- L'agenzia Hope... - completò l'altro, con un po' più di forza.
I miei nonni si guardarono. Mia nonna si portò una mano alla bocca, terrorizzata.
Eris tremava di rabbia. Gli altri due demoni di fianco a lei, che conoscevo solo di sfuggita, mormorarono qualcosa.
Sapevo cos'era l'agenzia Hope.
Aveva sede su un'isola di Moon, ma piuttosto distante dalla nostra. Lì vivevano numerosi guerrieri e maestri che combattevano contro gli Ashura.
Era quella la casa delle reincarnazioni delle Signore della Luce.
- Bastardi... - sibilò Eris.
- Ci... ci hanno attaccato mentre eravamo alla riunione... sono entrati nell'edificio dove stavamo...
Il demone senza pupille non riusciva a continuare. Si premeva il torace con una mano, dolorante.
- Eravamo nemmeno una ventina... loro invece erano in sessanta... - continuò l'altro.
- Si sono organizzati... maledetti... - sussurrò mio nonno. Era furente.
Io stavo lì, senza sapere cosa dire.
Poi sentii un grande dolore al cuore.
Hidari era con loro, durante l'attacco.

Slow I suffocate
I'm cold and broken


- Che fine hanno fatto gli altri? - chiese mia nonna, angosciata.
Il demone con le mani insanguinate sorrise sarcasticamente. Non riusciva nemmeno a muovere le sue ali nere e lucide.
- Secondo te? - rispose, maligno - Hanno catturato tutti gli umani... i demoni li hanno uccisi.
Eris dette un pugno alla parete.
Sobbalzai.
Il cuore mi batteva a mille.
Allora avevano catturato anche Hidari?
- Siamo riusciti a fuggire solo noi due... - continuò il demone con le mani insanguinate - siamo scappati da una finestra, volando.
Un demone dietro a Eris imprecò.
- Bastardi... come facevano a sapere dove vi trovavate? - chiese mio nonno, rosso in faccia.
Il demone con le mani insanguinate sorrise di nuovo. Ma stavolta, sul suo viso si dipinse chiaramente un'espressione di profondo odio.
- Prova a indovinare... - sibilò.
Tremavo. La sua voce, in quel momento, era più gelida di quella di Eris.
Poi, quello che disse non lo dimenticai mai.
Le sue parole mi scoppiarono in testa.
- E' stato Hidari.

Mia nonna si appoggiò alle spalle del marito, incapace di reggersi in piedi. Per la prima volta vidi delle lacrime rigarle il volto.
Mio nonno stava immobile, stringendo i pugni, incapace di reagire.
Gli occhi di Eris divennero più rossi che mai.
- Maledetto... lurido bastardo... - ringhiò.
Io guardavo il vuoto. Ancora non ci credevo.
- Hidari ha tradito. Si è alleato con l'agenzia Hope. - continuò il demone dalle mani insanguinate.
- Ha... ha combattuto contro i suoi stessi compagni... - aggiunse l'altro, con un fil di voce.
- E contro i suoi genitori. - completò mio nonno, fuori di sé dalla rabbia.
Eris sputò sul pavimento.
- La deve pagare... - mormorò, insieme ai due demoni dietro di lei.
Poi mi guardò, lanciandomi lo sguardo più gelido del mondo.
Io continuavo a tremare. Non sapevo che fare.
- Daruma, vai subito a dormire! Dobbiamo parlare tra di noi! - tuonò mio nonno.
Sobbalzai di nuovo. Il tono di mio nonno era terrificante.
Corsi a casa, incapace di fare altro.

Ero in camera mia.
Avevo gli occhi lucidi, ma non sapevo se per la gioia o per lo sconforto.
Non mi importava nulla dei miei genitori. Se in quel momento erano in carcere, se lo meritavano.
Ma non sapevo dove fosse Hidari, in quel momento.
Probabilmente era sano e salvo, assieme all'agenzia Hope. Ma questo non riusciva a tranquillizzarmi.

Alone


Ora capivo perché Hidari era stato così felice, in quegli ultimi giorni.
Ora capivo perché voleva che mi fidassi di lui.
Ora capivo perché, prima di partire per Moon, era venuto a salutarmi.
Ma una cosa non capivo.

Hidari si era ribellato.
Ma mi aveva lasciato sull'isola.

I'm cold and broken...

*** Angolo dell'autrice ***

Rieccomi qui, col quinto capitolo! ^^ Spero vi sia piaciuto. So che la storia è un tantino cupa, ma mi auguro che possa trasmettervi lo stesso qualche emozione. :)
La canzone che ho usato in questo capitolo è "Fade away" dei Breaking Benjamin, mi sembrava adatta per il testo. XD
Ah, colgo l'occasione per precisare una cosuccia... questa storia non sarà molto lunga, perché è il prologo di un'altra storia che forse, se Dio vuole, prima o poi scriverò (anzi riscriverò XD). Però devo dire che ci tengo davvero moltissimo a Princess of Pain, e specialmente a Hime. =)

Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa storia, e grazie infinite soprattutto a chi l'ha recensita!! :D

Hope52:
sono felice che ti piaccia come scrivo! *__* Sono lusingata XD Spero che la storia continuerà a incuriosirti! :) , forse questo capitolo ti avrà lasciato un po' attonita O.o Comunque sì, ho usato di proposito il nome di Eris, proprio perché è il nome della dea della discordia. Però me l'ha consigliato una mia amica, quindi non è farina del mio sacco! ^^'''
Pillo: che dirti, donna, ti ho già risposto a voce! ^^ Eh già, la scuola ci riempiva di compiti...ma per fortuna ora ne approfitto! ^^ Spero che ti piacerà anche questo cappy =) , sì, effettivamente ha fatto pena anche a me il barbone :S E' proprio difficile per me scrivere scene di questo genere! X.x
Thoas Pensiero: sono contenta che la scena della morte del barbone ti sia piaciuta. Menomale! XDXD Eh sì, Hidari a volte decide di fare delle cose un po' strane O.o ma non è pazzo, tranquillo! ;) In ogni caso sono solo lui e Daruma che vogliono ribellarsi =) Gli altri si adeguano più semplicemente a quella vita... mah X.x Ehh sì, Hime prima o poi le farà una sorpresa ;) ;)
Raukath: ebbene sì, il padre di Hime e Hidari è addirittura più orribile dei demoni! X.x Ma in questo capitolo ha fatto la fine che meritava. U.u Purtroppo lo stato di disperazione continua anche in questo capitolo, ma spero di non deprimervi! X.x Eh già, hai ragione: usare una katana è davvero molto più bello ;) E proprio quell'arma avrà un ruolo importante nella storia :D

Grazie ancora a tutti!!! Al prossimo capitolo! ;)

Valerie



 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6



Screaming on the inside
I am frail and withered
Cover up the wounds
That I can't hide
Walls that lie between us
The saint within the sinner
I have lost the nerve,
But it's all right

Carry the wounded and shut your eyes
All will be forgiven,
None will rise
Bury the fallen and lead the blind
I will find the lost
Dead inside...


Mi svegliai di soprassalto, dopo una notte senza sogni. Non ero riuscita a dormire molto.
Sentivo il peso delle coperte sopra di me, ma avevo comunque freddo.
Mi voltai verso il letto di Hidari.
Vuoto.
Le lenzuola erano intatte, non avevano una piega.
Chiusi gli occhi. Sentivo i battiti accelerati del mio cuore.
Non volevo alzarmi. Non volevo nemmeno allenarmi con Eris.
Quella mattina volevo solo nascondermi sotto le coperte.

Into the nothing
Faded and weary
I won't leave and let you fall behind

Ma ovviamente, non potevo. Non avevo altra scelta: dovevo prepararmi per gli allenamenti.
Mi alzai dal letto e mi preparai. In casa non c'era anima viva, a parte me. Non sapevo dove fossero i miei nonni, né mi interessava.
Mentre mi vestivo, notai una cosa. Un attimo dopo sentii un tuffo al cuore.
Hito no Shi non c'era più. La parete dov'era appesa era rimasta spoglia.

Poco dopo stavo già entrando in palestra. Come sempre, Eris era già lì, ad aspettarmi.
Non appena udì i miei passi, si voltò verso di me. Mi squadrò e mormorò qualcosa che non riuscii a capire. Non potei fare a meno di tremare.
Avevo un orrendo presentimento.
- Avvicinati. Subito.
Era furente. E io sapevo che avrebbe sfogato tutta la sua rabbia su di me.
Mi avvicinai lentamente, senza osare guardarla negli occhi.
- Sarai contenta. In famiglia hai un traditore.
Stavolta, il suo tono non era sarcastico. Eris mi parlava con voce severa e maligna.
Sapevo che il tradimento di Hidari l'aveva colpita nell'orgoglio: un semplice ragazzo di vent'anni era riuscito a fregare lei e tutti gli altri, senza che nessuno si accorgesse di ciò che stava architettando. E ora non avrebbe potuto fargliela pagare, perché nemmeno sapeva dove trovarlo.
Ma una cosa poteva fare: prendersela con me.
E ciò non le dispiaceva.
- Allora, non dici niente? - mi chiese, nervosa.
Io guardavo per terra, incapace di trovare una risposta adeguata.
Che cosa avrei potuto dirle? Io ne sapevo quanto lei.
Hidari non mi aveva mai parlato del suo tradimento. Erano anni che si confidava con me, promettendomi che insieme ci saremmo ribellati. Appunto, insieme.
E invece ora io ero lì, che stavo per allenarmi con Eris, mentre lui era riuscito a scappare.
Senza il mio adorato fratello, mi sentivo smarrita. Non avevo un punto di riferimento.
Hidari rappresentava il mio unico affetto. E se lui mancava, io non esistevo.

Live for the dying
Heaven, hear me
I know we can make it out alive

- Daruma Ashura, ti sto parlando.
Eris si morse le labbra. La stavo facendo innervosire ulteriormente.
- Io... non lo so...
La mia allenatrice digrignò i denti. In un attimo, sentii le sue dita fredde sulla mia guancia.
Mi sfuggì un gemito. Eris mi aveva appena dato uno schiaffo.
Sentivo che il viso pulsava e bruciava talmente tanto che trattenni a stento le lacrime. Ma sapevo che quello era solo l'inizio.
- NON FARE FINTA DI NIENTE!  
La demone mi prese per i capelli e si chinò verso di me. Chiusi gli occhi.
- Ti prego... non ho fatto niente... - mormoravo, ma lei non mi voleva ascoltare.
- TU LO SAPEVI! LO SAPEVI, MALEDETTA!
Era fuori di sé. Avrebbe voluto uccidermi nel peggiore dei modi.
Ma se avesse osato farlo, Arashi le avrebbe destinato una punizione esemplare.
Non ero felice, per questo: Eris mi avrebbe fatto soffrire in mille altri modi, senza togliermi la vita.
- No... non sapevo niente... - stavo per piangere davvero.
La demone mi afferrò il mento con due dita, strattonandomi.
- Oh sì che lo sapevi, piccola bastarda... A te Hidari dice tutto... - sibilò.
Quella frase mi fece più male dello schiaffo.
- Invece no... non mi aveva mai parlato di questo... - mormorai, facendo fatica a parlare.
- Ah no? Non prendermi in giro.
- Ti prego, Eris... se me lo avesse detto, non mi avrebbe lasciato qui...
Mi scesero due lacrime.
- Hidari se n'è andato senza di me... io non ne sapevo nulla... - singhiozzai.
Eris mi scrutava, cercando di capire se stessi dicendo la verità.
Ora piangevo sul serio. Vedendomi in quello stato, la mia allenatrice mi lasciò, buttandomi a terra.
Ero rannicchiata sul pavimento, cosa che accadeva quasi ogni giorno. Ma stavolta rimasi lì, a piangere. Mi coprii il viso con le mani. Volevo scomparire.

Leave me at the bottom
I am lost forever

Eris mi fissava.
- Che ragazzino insulso... ha tradito anche te... - sussurrò.
Era felice di vedermi in quello stato, ma ciò non placò la sua rabbia.
Io continuavo a singhiozzare. Non avevo mai osato piangere in quel modo, davanti a lei.
- Alzati. - mi ordinò, afferrandomi un braccio - Dobbiamo allenarci.
Cercai di calmarmi, per evitare di peggiorare le cose.
Nessuna delle mie lacrime poteva impietosire Eris.
- Stamattina ti eserciti con le pistole. Ne userai due contemporaneamente, e guai a te se non colpisci il bersaglio.
Respirai lentamente e mi asciugai il viso con le mani. Se non altro, non avrei dovuto combattere contro di lei.

Letters from the dead
Say goodbye

***

Le due del pomeriggio giunsero molto lentamente. Eris continuava a strattonarmi, anche quando riuscivo a centrare il bersaglio. Ma l'allenamento pomeridiano fu ancora peggio, perché mi allenai nelle arti marziali, naturalmente contro di lei.
Mi fece male, inutile dirlo.
Quando uscii dalla palestra alle sei, avevo varie botte su tutto il corpo. Cercai di non farci caso.
D'altronde, l'assenza di Hidari mi faceva più male di tutte le ferite del mondo. E in quel momento ancora di più.

Sorrow falls upon us
This will be the last time

Esattamente un giorno prima io e il mio adorato fratello eravamo nella radura, insieme.
Ora, invece, ero rimasta da sola.
Ma nonostante questo, mi diressi lo stesso verso il bosco.
Dentro di me nutrivo una piccola speranza: chissà, magari Hidari mi sarebbe venuto a prendere proprio lì, dove ci incontravamo sempre. Nel nostro luogo preferito.
Ma sapevo che era impossibile. Mio fratello non aveva modo di arrivare fino alla radura senza essere visto.
E lui non doveva essere visto. Perché altrimenti l'avrebbero ucciso.

Days begin to end
But I'll get by

Guardai il prato dove, fino a un giorno prima, io e Hidari ci allenavamo con la katana.
Deserto.
Non vedevo nulla. Non m'importava di niente, lì intorno, se non c'era il mio amato fratello.
Desolazione più totale.
Mi buttai sull'erba fresca, e piansi fino ad esaurire le lacrime.

Follow the hopeless
And shut your eyes

***

Trascorsero dodici giorni.
I pochi demoni rimasti sull'isola, assieme ai miei nonni, si recavano ogni sera a Moon, alla ricerca di mio fratello. Nessuno riuscì a trovarlo.
In compenso, tutti lo volevano morto. Era questa la pena riservata ai traditori dei clan di Arashi.
Dovevano essere uccisi, senza pietà.

Ogni mattina, quando mi svegliavo, guardavo il letto di Hidari.
Ero completamente sola. I miei nonni non rientravano quasi mai a casa, e nelle mie giornate esisteva unicamente Eris. Solo alle sei del pomeriggio mi rifugiavo nella radura, a piangere.
Più passavano i giorni, più avevo paura che il mio adorato fratello non sarebbe venuto a prendermi.

 All will be abandoned,
None will shine

Anche quel giorno ero andata nella radura. Appena arrivata, mi sedetti sul prato.
Una farfalla bianca si posò su un fiore davanti a me. Sorrisi amaramente, mentre vedevo che volava via.
In quel momento, non potei fare a meno di pensare.
Mi chiedevo dove fosse mio fratello. Chissà se era preoccupato per me.
Una cosa era certa: non ce l'avevo con lui.
Continuavo ad amare Hidari come sempre, nonostante mi sentissi abbandonata.
E in fondo sentivo che prima o poi sarebbe tornato da me, per portarmi via.

Gather the broken and leave this life
Lying in the earth,
Side by side

Chiusi gli occhi. Riuscivo a immaginarmi mio fratello, che mi sorrideva.
E a poco a poco, nella mia mente riaffiorarono alcuni ricordi.

- Sai, fratellone, sei il mio migliore amico...
Una bambina sedeva sull'erba, sorridendo a un ragazzino. Un attimo dopo, lo abbracciò.
Ero io.
Non li dimostravo nemmeno, i miei cinque anni. Navigavo nelle magliette, troppo grandi per il mio corpicino gracile. Ma vicino a lui, vicino a Hidari, io mi sentivo forte.
- E tu sei la mia migliore amica, piccola.
Anche mio fratello sorrideva. Ma già a dodici anni, i suoi occhi erano tristi e malinconici.
- Grazie per avermi difeso, oggi - gli sussurrai.
Hidari mi baciò sulla fronte e mi accarezzò.
- Eris non ti sfiorerà mai, finché ci sarò io a proteggerti.
Mi sentivo bene. Mi sentivo al sicuro.

I'll keep you inside
Where I lead you cannot follow

- Sai, Daruma... sono come il tuo principe azzurro.
Mi si illuminarono gli occhi.
- Davvero? Che bello!
La mia voce suonava un po' squillante e infantile.
Ero ingenua. Ma il dolore lo conoscevo, eccome.
Anche se non come ora, perché a quei tempi non mi rendevo davvero conto di vivere in un mondo come quello.
- Sapevo che ti sarebbe piaciuta l'idea.
Hidari continuava a sorridere.
Già allora mi sembrava un bel ragazzo: era magro e slanciato, perfino un po' muscoloso, con i capelli arruffati e la frangia, che cadeva sempre sugli occhi.
- E io? Io cosa sono? - chiesi, impaziente.
- Bé, se io sono il principe... tu sei la principessa. La mia principessa.
Sorrisi, entusiasta.
- Sì, la principessa! - esclamai, felice.
Mio fratello guardò il cielo per un attimo, pensando.
Poi annunciò, con aria soddisfatta:
- Ho deciso. Non mi piace chiamarti Daruma, come fanno tutti gli altri. Mi hai sempre detto che questo nome non ti va a genio. Perciò, da ora in poi ti chiamerò in un altro modo.
Lo guardai sgranando gli occhi.
- Come mi chiamerai? Eh? Come? - domandai ansiosa.
- Hime. - rispose, fiero della sua decisione.
Quel nome mi piaceva, aveva un bel suono.
- Che bello! Ma... che significa?
Il mio adorato fratello rise, accarezzandomi la testa.
- Ovvio, significa "principessa".
Sorrisi, col cuore che a poco a poco si riempiva di gioia, e abbracciai Hidari più forte che potevo.
- E siccome tu sei la mia principessa, - continuò poco dopo - io ti porterò in salvo.
- Davvero?
- Certo, Hime. Un giorno ce ne andremo da qui. - sussurrò, per evitare che qualcuno lo sentisse.
Continuai a stringere mio fratello, poggiando la testa sul suo torace.
- Non vedo l'ora che arrivi quel giorno, fratellone! - esclamai.
Sentivo che sarebbe arrivato presto. Da bambina ero piuttosto ottimista.
- Arriverà, vedrai. - mi rispose, dolcemente - Te lo prometto.

Straight into the light
As my breath grows still and shallow

Riaprii gli occhi. Una lacrima mi stava rigando la guancia.
Abbassai lo sguardo e fissai l'erba.
Non ce l'avrei fatta ad andare avanti così.
Rivolevo mio fratello.

Stay with me,
You're all I have left...
I know we can make it out alive

- Hidari... - sussurrai, guardando il cielo.
Non c'era una nuvola. Il sole splendeva, ma tra poco tempo sarebbe tramontato.
- Hidari... - ripetei, mentre un'altra lacrima scendeva.

Stay with me,
You're all I have left...

- Hime...
Sussultai.
L'avevo sentita davvero. Non era la mia immaginazione.
Era un suono dolce, il più dolce che avessi mai udito.
Era la voce di Hidari.

Mi alzai di scatto e mi voltai.
Era lì. Era davvero lì.
Il mio adorato fratello era ritornato a prendermi.

I know we can make it out alive





*** Spazio autrice ***

Eccomi qui col sesto capitolo! =) Spero che vi sia piaciuto. Ripeto che la storia è malinconica, e non vorrei annoiarvi troppo. :-S
Stavolta ho utilizzato la canzone "Into the nothing", sempre dei Breaking Benjamin. E' una delle mie preferite ;)
Ah, volevo segnalarvi una cosa. La mia amica Chandrajak ha scritto una crossover con alcuni personaggi di questa storia (Hime ed Eris), quindi se vi piacerebbe leggerla la trovate sempre in questa sezione. :) Si chiama "Princess of pain: before we dared the storm".

Ringrazio tutti coloro che leggono e/o recensiscono la mia storia, mi rendete davvero felice! ^^
Kiriri93: grazie per le tue recensioni, Bea!! E grazie anche di avermi fatto notare gli errori ;) ;) Bè, diciamo che Hime ha fiducia in suo fratello, ma crede anche che lui non abbia modo di tornare a prenderla (perché effettivamente non ci sono molti modi, a meno che non voglia farsi beccare dai demoni rimasti sull'isola ^^''). E poi si sente completamente abbandonata, perché deve affrontare Eris e gli altri da sola... sai che gioia O.o Ehh sono contenta che ti sia piaciuto l'attacco (anche se non l'ho descritto XD). Ebbene sì, Eris mi serve ancora e non la posso fare uccidere durante una missione, purtroppo! ^^'''
Raukath: ehh già, i nonni non sono proprio dolci e gentili ^^''' Però Hidari ha fegato, eh? XD Non preoccuparti, come si legge in questo capitolo non ha abbandonato Hime! :) Non lo farebbe mai XD Sono felicissima che ti piaccia come ho inserito i versi della canzone. Devo dire che mi aiuta molto a scrivere i capitoli, mi danno l'ispirazione! ;) Non preoccuparti, di capitoli ce ne saranno ancora. Non siamo arrivati nemmeno a metà ;) Però, secondo me, la storia rimane ancora un po' corta... è sempre questa la mia preoccupazione X.x
Pillo: strano che la nonna ti sia simpatica, però come hai detto almeno è più gentile degli altri. XD Ehehh, era inevitabile che Hidari passasse dalla parte dei buoni ;) Quella frase l'ho messa apposta, cercando di darle un po' di effetto. Vedo che con te ha funzionato! *__* Sono lusingata :P
Chandrajak: lo sapevo che la nonna sarebbe piaciuta anche a te XD. Spero di non darti troppe mazzate, però! :( ma non preoccuparti, prima o poi la situazione si risolverà (come tu ben sai). :) E grazie per la spin-off!! :D
Thoas Pensiero: eehh già, Eris si roderà per un po' XDXD. Hidari è stato piuttosto furbo. =) Tranquillo, come si legge in questo capitolo è tornato, anche perché, proprio come hai detto, Hime da sola non potrebbe farcela. :(
Dust_and_Diesel: tranquilla, recensisci pure quando vuoi! ;) Anzi, grazie per aver commentato tutti i capitoli! ^^ Sono felice che ti piacciano le scene della buonanotte e del combattimento. Hime e Hidari sono molto legati fra loro, mi fa piacere sapere che sono riuscita a farti capire ciò che provano. :) Per quanto riguarda la scena del barbone, ho cercato di renderla il più drammatica possibile, nonostante fosse narrata sottoforma di dialogo. Ebbene sì, Hime e suo fratello non assomigliano molto ai loro parenti XD E' un miracolo che siano nati loro. ;) Diciamo che Hidari e Hime sono semplicemente più intelligenti e sensibili dei genitori e dei nonni. La loro famiglia guarda più che altro il fatto di essere più potenti di chi non è alleato di Arashi, che non può niente contro di loro. Ma la nonna, nella sua vecchiaia, si rende conto che - almeno coi nipoti - potrebbe essere un po' più gentile. XD Hai ragione, ha dei lati buoni di cui si vergogna ;) Sono felice di averti sorpreso!! ^^ Spero che ti piaccia anche questo capitolo. :)

Grazie ancora a tutti quanti! ^^ A presto, col prossimo capitolo. ;)

Valerie









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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7



Search for the answers I knew all along
I lost myself, we all fall down
Never the wiser of what I've become
Alone I stand - a broken man

All I have is one last chance
I won't turn my back on you
Take my hand, drag me down
If you fall then I will too
And I can't save what's left of you...


In un istante, il mio cuore si riempì di felicità. Sentii il sangue scorrermi nelle vene, e capii di essere finalmente ritornata in vita.
Hidari era di nuovo lì, di fronte a me.
Mi avrebbe portata via con lui. Ce l'avremmo fatta, me lo sentivo.

Sing something new,
I have nothing left
I can't face the dark without you

- Hime, piccola mia... stai bene? - sussurrò.
Avevo le lacrime agli occhi. Non riuscivo nemmeno a parlare.
Ma non m'importava: corsi immediatamente dal mio amato fratello, finendo tra le sue braccia.
Mi sentivo di nuovo al sicuro.
Hidari mi strinse talmente forte che per un attimo non riuscii a respirare.
- Piccola, mi dispiace... mi dispiace... - parlava a stento.
In quel momento, stavo già piangendo. Le lacrime scendevano copiose, bagnando la camicia di mio fratello.
Per la prima volta nella mia vita, si trattava di lacrime di gioia.
- Non piangere, Hime... non piangere...
Lo guardai, stringendolo con tutte le mie forze. Mentre mi accorgevo che il mio viso era a pochi centimetri dal suo, sentivo che tutto il dolore provato finora, tutto il male che mi avevano fatto Eris e gli altri, stava scomparendo.
Hidari mi asciugò le lacrime con le dita, mentre a poco a poco riacquistava il sorriso. Mi accorsi che anche lui stava piangendo.
- Hidari, sei tornato... - mormorai infine, con la voce rotta.
- Certo, piccola... come potevo abbandonarti, sei tu la mia unica ragione di vita...
Il mio adorato fratello si abbassò ancora di più verso di me e prese a baciarmi le guance.
- Scusami... scusami, Hime... mi dispiace... - ripeteva, dopo ogni bacio.
- Non devi scusarti, non ne hai motivo... - gli sussurrai, ma lui non si convinse.
- Invece sì. Ti ho lasciata senza una spiegazione, in balìa di Eris e degli altri demoni rimasti... non oso immaginare che giorni hai passato. Perdonami, sorellina. Perdonami, ti prego, ma era l'unico modo per scappare.
Hidari era piuttosto agitato, nonostante fosse incredibilmente sollevato dal vedermi lì, sana e salva.
Se io avevo passato quegli ultimi dodici giorni a piangere, lui li aveva trascorsi in uno stato di completa agonia.
- Fratellone, stai tranquillo. Non importa ciò che è successo. Ora mi interessa solo starti vicino.
Ero sincera e Hidari lo sapeva. Mi sorrise, mentre altre due lacrime gli rigavano il volto.
- Non piangere nemmeno tu, fratellone... - gli sussurrai dolcemente.
Hidari mi baciò sulla fronte, sorridendo.
- Ok piccola, non piango. - mi rispose - Ma ora ti chiedo di ascoltarmi attentamente.
Smisi di abbracciarlo e lo guardai negli occhi, pronta a sentire tutto ciò che mi avrebbe detto.
- Dobbiamo fuggire, Hime. Dobbiamo farlo subito. - mormorò a denti stretti.
Annuii debolmente.
Mi batteva forte il cuore. Ero agitata.
Riuscivo a percepire la tensione di mio fratello.
- Ascoltami bene: sono riuscito a venire fin qui grazie a queste.
In quell'istante, prese dalla tasca due oggetti minuscoli. Poi tese la mano verso di me e la aprì.
Avevo davanti due pietruzze, grandi nemmeno due centimetri. Se non fosse stato per l'intenso colore ocra, le avrei scambiate per due comunissimi sassi.
Guardai Hidari con aria interrogativa. Non riuscivo a capire cosa c'entrassero.
- Le hanno create all'agenzia Hope, sono opera di alcuni maestri molto potenti. Non ne so molto, ma mi hanno spiegato che possono teletrasportare al massimo due persone.
Sgranai gli occhi.
- Vedi, Hime... è grazie al potere Hi che le hanno create.
Mio fratello mi rivolse uno sguardo che non riuscii a decifrare.
- Queste due pietre sono state programmate per fare andata e ritorno dall'agenzia fino a qui e viceversa. Per teletrasportarsi basta farle scontrare l'una con l'altra, una sola volta. E' così che ho fatto io, per venire da te.
Ero sbalordita: nell'isola dove vivevo i demoni possedevano abilità di gran lunga superiori all'uomo, ma mai avrei pensato che dei comuni mortali potessero utilizzare il potere Hi per creare oggetti del genere.  
Ancora non sapevo di cosa fossero capaci, all'agenzia Hope.
- Ma... tu come hai fatto a procurartele? - gli chiesi, ancora incredula.
- In questi dodici giorni sono stato sempre all'agenzia. Mi hanno nascosto lì e insieme abbiamo trovato un modo per venirti a prendere.
Hidari mi strinse la mano, mentre con l'altra teneva le pietre.
- Hime, c'è una cosa che non sai. Ma non posso spiegartela ora, non c'è tempo. Dobbiamo scappare prima che ci trovino.
Lo guardai, senza capire che cosa mi nascondesse.
- Non preoccuparti, piccola. E' una bella notizia.
Gli occhi di mio fratello si illuminarono.
- Ora andiamo, coraggio. Stringi forte la mia mano. - continuò, senza lasciarmi il tempo di rispondere.
Cercai di reprimere la curiosità, e mi limitai ad annuire.
Hidari mi baciò sulla guancia, dolcemente. Mi teneva stretta la mano.
- Prendi una pietra. Al mio via le facciamo scontrare, e in quel momento ci teletrasporteremo.
- Ok, fratellone. - sussurrai.
Era tutto pronto. Tra meno di un secondo ci saremmo potuti teletrasportare.
Il mio adorato fratello mi guardò, tenendo la sua pietra con due dita. Io lo imitai.

There's nothing left to lose
The fight never ends
I can't face the dark without you

Ci sarebbe bastato un altro istante. Uno solo.
Ma in quel momento, Hidari fece cadere la pietra.
Alzai di scatto la testa verso di lui, per capire il motivo di quel gesto.
Mio fratello non mi guardava. Stava fissando un albero, alla sua sinistra.

Accadde tutto in un attimo. Quell'attimo che ci sarebbe servito per scappare.
- No... - mormorò mio fratello. Riuscii a mala pena a sentirlo.
Poi me ne accorsi.
Eris era lì, in piedi su un ramo di un albero.

Swallow me under and pull me apart
I understand there's nothing left

Mi sentii svenire. Tremavo.
Tremava anche Hidari.

Pain so familiar and close to the heart
No more, no less, I won't forget

- Bene, vedo che il nostro paladino della giustizia è tornato a farci visita. - sibilò la demone, con un sorriso di pura soddisfazione.
Sentivo che la mano di mio fratello, ancora stretta nella mia, era fredda.
- Hime, ora! - esclamò improvvisamente, mente raccoglieva con rapidità la pietra.
Sussultai, ma non mi lasciai cogliere di sorpresa. Ero pronta a teletrasportarmi, in quell'istante.
Con una velocità impressionante, io e Hidari avvicinammo le pietre.

Come back down,
Save yourself

Ma non bastò.
Anche quella volta, Eris fu più veloce.
Quando toccai la pietra di Hidari, mi accorsi di non avere più in mano la mia.
Sentii un tuffo al cuore. Non riuscivo nemmeno a respirare.
Mio fratello mi guardò, terrorizzato.
- NO! - urlò, voltandosi indietro.
Eris era lontana da noi una decina di metri. Mi voltai anche io, e la vidi mostrare con orgoglio la mia pietruzza.
- Hai davvero creduto di poter giocare con noi, Hidari? - esclamò - E va bene, se proprio insisti... giochiamo.
Era furiosa e la presenza di mio fratello aveva scatenato in lei un istinto sadico.
In un attimo la vidi scagliare in aria la pietra, che atterrò una ventina di metri davanti a noi. Era finita nella foresta.
- Brutta... bastarda... - ringhiò Hidari.
Eris sorrise. Era felice.
Non si mosse: sembrava voler rimanere lì a guardarci, per capire cosa avremmo fatto in quel momento. Quasi come se si stesse godendo uno spettacolo teatrale.
- Hidari... che facciamo? - mormorai, mentre le labbra mi tremavano.
Mio fratello mi strinse ancora più forte la mano, digrignando i denti.
- Non lo so...
Eris si lasciò sfuggire una risata. Dietro di lei stavano arrivando altri quattro demoni.
- Maledizione... - sussurrò Hidari.
Eravamo in trappola.
- Te la faremo pagare cara, traditore! Pensavi di farcela sotto il naso? E ora vedrai... - sibilò Eris, leccandosi le labbra.
Mio fratello era impietrito. Non sapeva come fuggire.
L'unico modo sarebbe stato quello di correre a riprendere la pietra, per poi teletrasportarsi. Ma i demoni erano molto più veloci di noi, e ci avrebbero raggiunti dopo un solo passo.
- Scappa... - mi sussurrò Hidari.
Aveva gli occhi lucidi.
Avvertii un nodo allo stomaco. Non riuscivo a credere a ciò che avevo sentito.
Quella parola mi colpì come un pugnale.  
- Cosa? No... non senza di te. - ribattei, decisa.
Non avrei ascoltato il mio amato fratello, stavolta. Non sarei fuggita da sola.

I can't find my way to you
And I can't bear to face the truth

- Scappa, Hime. Ti prego, fai quel che ti ho detto. - gli scese una lacrima.
- No, Hidari. Non ti lascio qui.
Lo guardai negli occhi.
- Rimango con te, fratello mio. Non ti abbandono.
Anche a me scese una lacrima.
Hidari si morse le labbra.
- Hime, ti prego, scappa. Salvati.
Stavo iniziando a piangere di nuovo, mentre sentivo un forte dolore al cuore.

I wanted to forget,
I'm trying to forget

- Devi vivere, sorellina. Vivi, fallo per me.
Scossi la testa, rifiutando di capire.
- No! No, Hidari! Io sto con te, non ti lascio, non voglio!
Lo stavo implorando.

Don't leave me here again

Eris e gli altri erano ancora fermi, a dieci metri di distanza. La demone sorrideva.
Volevano vedere cosa avrebbe fatto mio fratello, prima di raggiungerci.
- Hime, tu hai bisogno di vivere. Ascoltami, ti prego. Credimi, devi salvarti. - stava piangendo.
Scossi di nuovo la testa, mentre altre due lacrime mi rigavano il volto.
- Scappa, piccola Hime - singhiozzò il mio amato fratello - Corri a prendere la pietra che è caduta e teletrasportati. Salvati, sorellina mia.
Le mie gambe non volevano muoversi.
I demoni si erano spazientiti: iniziarono a camminare verso di noi. Eris continuava a leccarsi le labbra, pregustando quel momento che tanto desiderava.
Ma io non volevo muovermi.
- SCAPPA, HIME! - mi urlò Hidari - SCAPPA!
Non feci in tempo a ribattere. Mio fratello mi dette la sua pietra e mi spinse in avanti.
Sentii che le nostre mani, strette fino a quel momento, si stavano separando.
- NO! - gridai, ma stavo già correndo.
Il cuore mi batteva forte, lo udivo rimbombare nella mia mente.
Riuscivo a vedere solo gli alberi, che a poco a poco si stavano avvicinando.
La pietra luccicava su alcune radici poco più avanti. C'ero quasi.
Ma un rumore improvviso mi fece fermare.

I am with you forever, the end

Mi voltai. Il mio amato fratello era caduto a terra, legato dal torace fino alle caviglie. Due demoni tenevano strette alcune corde. Eris lo guardava, ridendo.
Impallidii.
- HIDARI! - gridai.
Volevo tornare da lui, ma non ci riuscii.
Avvertii una folata di vento, e in un istante un demone apparve alle mie spalle, afferrandomi.
- HIDARI! - ripetei, cercando di liberarmi.
Ma ero immobile. Le mani ruvide del demone non mi lasciavano via di scampo.
Mio fratello mi sentì, e cercò di girarsi verso di me. Ma nemmeno lui ne fu capace.

Holding the hand that holds me down
I forgive you, forget you, the end

Un attimo dopo il demone mi lasciò.
Provai un dolore lancinante al retro del collo. Mi aveva colpito.
Non riuscivo a vedere più nulla. La radura, Eris, Hidari: tutto appariva sempre più sfocato.
Stavo cadendo in avanti, ma non avevo forze per parare l'impatto con il suolo.
Udii un urlo. Non sapevo se provenisse da mio fratello o da me stessa.
L'odore dell'erba mescolata alla terra mi invase le narici.

Holding the hand that holds me down

E poi, nient'altro.
Solo buio.

I forgive you, forget you,
the end...





***Spazio dell'autrice***

Salve a tutti! ^^ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Sì lo so, la storia si è rifatta cupa... :( Ma mi auguro che continuiate lo stesso a leggerla! O.o E mi raccomando, se trovate qualcosa che non vi piace segnalatemelo pure! :)
Vi anticipo una cosa molto importante. Domani vado in vacanza, quindi non ci sarò fino al 12 agosto. Ma spero che, quando tornerò, riprenderete lo stesso a leggere questa storia, mi farebbe molto piacere! :D
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e tutti quelli che hanno anche recensito! :D Grazie davvero, mi fate davvero tanto piacere!! *__*

Raukath: sono contenta che ti siano piaciuti il sesto capitolo e il flashback! :D :D Però spero che questo settimo capitolo non ti abbia deluso troppo! :( Mi auguro che continuerai lo stesso ad andare avanti a leggere, e aspetto presto anche il seguito della tua storia! :D
Iolyna92: grazie anche a te per i complimenti, sono lusingata! *__* spero che anche il finale di questo capitolo ti possa lasciare sulle spine ;) eheh XD aspetto il seguito anche della tua storia! ^^
Dust_and_Diesel: grazie! ^^ Ehhh, purtroppo non ho dei tempi di aggiornamento molto brevi ultimamente O.o però cerco lo stesso di fare abbastanza presto :) spero che il racconto di Hidari in questo capitolo non ti abbia lasciato delusa. In effetti c'è ancora una cosa che deve dire a Hime... ma questo si scoprirà più avanti ;) Sono felice che ti sia piaciuto anche il flashback! ^^
Thoas Pensiero: grazie anche a te! :) Eh già, la situazione di Daruma stava proprio peggiorando :( Ma almeno, fino a poche righe fa, era migliorata. Non preoccuparti, che prima o poi Eris avrà ciò che si merita ;) Questa storia è triste, ma non significa che lo sia fino alla fine! ^^
Pillo: donna, grazie! ^^ A te rispondo brevemente, tanto l'ho già fatto a voce XD Poi domani mattina parto, quindi devo sbrigarmi O.o quindii... sono felice che il flashback sia una delle tua parti preferite! ^^ E Eris... bè, hai colto in pieno ciò che è: deficiente fino a quel punto. Almeno ora si è presa una bella steccata! ;) E se la riprenderà, prima o poi! U.U
Kiriri93: grazie anche a te Bea! ^^ Ehhh già, la scena della farfalla in realtà contiene alcuni significati. Anche per quella ti ho risposto sul forum, quindi non sto a ripeterli XD Sono felice che tu l'abbia colta eheheh ;) Tranquilla, recensisci pure i capitoli qui! ^^
ndrew7: wowww 6 recensioni tutte in un colpo! *__* Ti ho già detto quanto mi hai fatto felice! XDXD Sono proprio contenta che la storia ti piaccia, mi ha lusingato il modo in cui l'hai descritta! *__* E tranquillo per la lunghezza, capisco che il primo capitolo possa spaventare O.o XD. E' curioso che ti affascini la figura di Arashi O.o Ma vedo che Eris non è tra le tue preferite ;) Però ti svelo che Arashi non entrerà in gioco in questa storia, purtroppo! :( Lei è l'antagonista della storia che viene dopo di questa (non è proprio un seguito, ma tra i protagonisti c'è anche Hime). Qui mi concentro di più su Eris e sulla "bella" fine che le voglio far fare ;) ;) Spero che non rimarrai deluso per questo O.o eheheh e non sai quanto mi fa piacere sentire che ti piace Hidari :) E' uno dei miei personaggi preferiti, assieme a Hime :) ah, e il nome Hope per l'agenzia piace anche a me. Forse è troppo scontato, ma non importa XD. Infine, spero che questo settimo capitolo non ti deluderà (anche se non ci metterei la mano sul fuoco, visto che c'è di nuovo una ricaduta X.x). Grazie ancora per tutti i tuoi complimenti!!! *__*

Ebbene, ci rivedremo dopo il 12 agosto! ^^ Vi ringrazio ancora tutti quanti, le vostre recensioni mi incoraggiano a scrivere ancora! :D

Valerie

 



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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8



White walls surround us
No light will touch your face again
Rain taps the window
As we sleep among the dead

Days go on forever
But I have not left your side
We can chase the dark together
If you go then so will I...


Nessuno era in grado di capire l'affetto che legava me e Hidari.
Vivevo in un mondo maligno, circondata dall'oscurità, ma accanto a lui era tutto diverso.
Accanto a lui, io imparavo a conoscere l'amore e la speranza.
Accanto a lui, il buio non esisteva.  
Volevo continuare a vivere, ma solo perché sapevo che ci sarebbe stato lui al mio fianco.  
Mio fratello era tutto ciò che avevo.

There is nothing left of you
I can see it in your eyes

Quando mi risvegliai, il sole stava tramontando.
Faceva freddo.
Il retro del collo pulsava ancora dal dolore, ma non fu quella la mia prima preoccupazione.
- Si è svegliata... che ne facciamo di lei ora?
Quella voce mi fece tremare. Era tetra, fin troppo. Proveniva da dietro di me, era talmente vicina che mi rimbombò in testa.
Solo allora mi accorsi delle braccia robuste che mi tenevano ferma. Appartenevano al demone che mi aveva tramortito poco prima.
Parevano marmo. Non riuscivo nemmeno a muovermi.
Capii di essere stata lì, stretta al petto di quel demone viscido per tutto il tempo. La testa mi scoppiava per il male e la schiena era a pezzi.
E poi, come un fulmine mi ritornarono alla mente alcune immagini.

Hidari mi aveva urlato di scappare.
Eris e gli altri l'avevano preso.
Mio fratello era a terra.
Legato. Inerme.

Sussultai, mentre il mio sangue si trasformava in ghiaccio.
- Mi pare che la risposta sia ovvia. Tienila ancora lì, per adesso abbiamo una cosa più importante da fare.
Riconobbi immediatamente quel tono.
Alzai la testa, sopportando il dolore, e vidi Eris avvicinarsi.
- Allora, piccolina? Ti sei svegliata alla fine, eh?
Sentii lo stomaco rivoltarsi per la nausea, di fronte a quelle parole ricche di sarcasmo.
- Eris... - mormorai, ancora intontita - tu...
Lei mi rivolse un sorriso maligno.
- Cosa gli hai fatto? - proseguii, il tono carico d'odio - Non osare toccarlo...
La mia allenatrice e l'altro demone si lasciarono sfuggire una risata.
- Non temere, tu stessa potrai notare che non abbiamo nemmeno sfiorato il tuo caro fratellino.
Le parole di Eris non mi rassicurarono.
Il demone che mi teneva stretta si girò dalla parte opposta, trascinandomi con sé.
Fu allora che lo vidi.

Hidari era in piedi davanti a me, distante qualche metro.
Due demoni ai suoi fianchi reggevano delle corde molto lunghe, che lo stringevano dalle spalle alle ginocchia.
Il mio adorato fratello era immobile, con la testa rivolta verso il basso.
Era debole.
Era sconfitto.

Sing the anthem of the angels
And say the last goodbye

In quel momento, sentii che il mio cuore si rifiutò di battere.
Non volevo credere a quella visione.
- Visto? Non l'abbiamo toccato.
Eris mi sorrise, ma io ormai non la ascoltavo più.
- Hidari... - mormorai, con la voce rotta.
Lui riuscì a sentirmi. Alzò di colpo la testa e la volse verso di me.
- Hime... ti sei svegliata...
La sua voce era impregnata di dolore.
Avvertii una fitta al petto, quando notai che nei suoi occhi si leggeva una tristezza che mai aveva provato prima.
Il mio adorato fratello era consapevole di ciò che stava per accadere. Ma non aveva paura per sé stesso.
Sapevo che il suo rammarico più grande era quello di vedermi ancora lì, intrappolata tra le braccia nerborute di uno dei pochi demoni rimasti sull'isola.
L'intento di Hidari era quello di salvarmi. Voleva che anche io scappassi, come aveva fatto lui.
Era tornato sull'isola solo per me. E ora l'avevano preso. Per colpa mia.
Avrei voluto uccidermi nel peggiore dei modi. Se non fosse stato per me, Hidari sarebbe rimasto all'agenzia Hope. Avrei preferito essere abbandonata, piuttosto che vederlo in quello stato.

Cold light above us
Hope fills the heart
And fades away

Ma mio fratello era coraggioso. Mio fratello mi amava.
Sarebbe stato addirittura felice, se Eris e gli altri avessero preso solo lui.
E io intanto sarei morta di dolore.

Skin white as winter
As the sky returns to grey

Hidari era un pezzo della mia anima. Se lui soffriva, soffrivo anche io.
Non ero in grado di respirare, vedendolo in quello stato.
Iniziai a piangere silenziosamente, mentre mio fratello mi parlava.
- Piccola, non essere triste...
- Zitto, Hidari! Risparmia il fiato per dopo. - sibilò Eris mentre gli si avvicinava, raggiungendo un altro demone lì vicino.
Nutrii un forte impulso omicida verso di lei. Provai a muovermi, ma ero bloccata: il demone che mi teneva ferma rimaneva impassibile. Era troppo forte, per me.
- Non osare rivolgermi la parola, lurida bastarda... - sputò Hidari.
Eris si morse le labbra con violenza, cercando di reprimere la collera. Mio fratello le teneva testa in una maniera impressionante.
- Oh, lo sai che te ne pentirai, traditore...
- Credi che me ne importi qualcosa? Potete farmi quello che volete, ma non potrete mai negare che sono riuscito a fregarvi, tutti quanti.
Ogni demone lì intorno emise un ringhio acuto. Quello che mi tratteneva strinse ancora più forte, facendomi male.
- Ma guardatevi, - continuò mio fratello - siete rimasti in cinque. Vi siete fatti ingannare da un ragazzino.
Gli occhi di Eris si fecero ancora più rossi. Avanzò di qualche passo verso mio fratello, fino a che i loro visi non furono distanti pochi centimetri.
- Ti giuro... - sibilò - che te la farò pagare...
Gli altri demoni digrignarono i denti. Io rabbrividii.
- Puoi anche farmela pagare, ma ti assicuro che non avrai vita facile...
Il tono di Hidari era diventato straordinariamente calmo.

- SPORCO TRADITORE!
Trasalii, nell'udire all'improvviso quella voce tuonante.
Solo allora mi accorsi della presenza dei miei due nonni. Erano poco più avanti di Eris.
Mio nonno era rosso in volto e fremeva di rabbia. Avrebbe voluto scagliarsi contro mio fratello, ma sua moglie lo tratteneva per una manica, piangendo amaramente.
Hidari cercò di ignorare l'accusa di nostro nonno. Si voltò verso di me, guardandomi intensamente.
Io stavo ancora piangendo, sperando con tutte le mie forze che lo avrebbero liberato.
- Hime, piccola... stai tranquilla, ok? Non piangere... - mi sussurrò lui, dolcemente.
Il demone che mi teneva ferma sputò a terra.
Io non riuscivo a parlare. In compenso, tremavo sempre più forte.
- Ti avevo detto di stare zitto, traditore! - urlò Eris, mentre il demone che le stava accanto stringeva i pugni.
Hidari non si girò verso di lei: continuò a guardarmi, ignorandola.
Cercai di reprimere le lacrime. Non volevo rattristarlo ancora di più.
Ma era inutile. Avevo paura per il mio amato fratello.

Days go on forever
But I have not left your side

In quell'istante Eris digrignò i denti, indietreggiando di qualche passo.
- Sorrow, ora! Iniziamo. - esclamò al demone vicino a lei.
Sorrise, leccandosi le labbra.
Sentii un tuffo al cuore.

We can chase the dark together
If you go then so will I

Sorrow aveva sembianze umane, ma era spregevole quasi quanto Eris.
- Bene, si dia inizio alle danze. - mormorò, gelido.
Hidari continuava a guardarmi. Dietro la frangia, i suoi occhi grandi divennero lucidi.
Era chiaro ciò che stava per accadere.

There is nothing left of you
I can see it in your eyes

Tremai violentemente, mentre sentivo di cadere a pezzi.
- Hidari... - sussurrai, senza forza.
Le mie labbra si colorarono di bianco.
Mio fratello tentava di rimanere calmo, senza smettere di fissarmi.
Sorrow era davanti a lui. Lo vidi allungare un braccio, irrigidendo la mano.
I due demoni ai fianchi di mio fratello fecero due passi indietro.
- HIDARI! NO! - gridai, disperata.
- Non urlare, mocciosa!  - esclamò il demone dietro di me, stringendomi ancora più forte.
Non volevo ascoltarlo. Poteva stritolarmi quanto desiderava, ma non sarei stata zitta.
- LASCIATELO, LASCIATELO! - gridai di nuovo.
Ma nessuno mi ascoltò.

Sing the anthem of the angels
And say the last goodbye

Sorrow mosse leggermente la mano che aveva irrigidito. Immediatamente, dal suo polso uscì un lampo di luce.
Era un attacco spirituale.
- Chiudi gli occhi, Hime... - sentii sussurrare il mio amato fratello.
Un attimo dopo, il lampo di luce lo raggiunse, colpendogli la pancia.
Il mio adorato fratello gemette dal dolore.
- NO! LASCIATELO! - urlai.
Il mio petto pareva voler scoppiare.
Eris mi guardava. Rideva.
Gridai un'altra volta, mentre il demone dietro di me continuava a stringermi.
Hidari era ancora vivo. Quell'attacco non era stato lanciato per uccidere, ma solo per far soffrire.
E in quel momento, il mio amato fratello iniziò a provare un dolore lancinante dentro il suo corpo.
Cercò di trattenere un urlo, ma a stento. Si morse a sangue il labbro inferiore, chiudendo gli occhi.
- ERIS! ERIS, LASCIALO! LASCIALO!
Sentii il cuore spezzarsi in due parti.
- Stai zitta, non hai voce in capitolo. - sibilò la demone.
Mia nonna singhiozzò, coprendosi il volto con le mani. Suo marito strinse i pugni, e decise di portarla a casa.
Se ne andarono, rifiutandosi di assistere a quello spettacolo.
Non mossero un dito per difendere il loro nipote.

- Ancora uno, Sorrow.
Eris si leccò di nuovo le labbra, con aria soddisfatta.
- ERIS, TI PREGO, LIBERALO!
Non avevo più voce per urlare. Ma non m'importava.
- Hi-hime... non preoccuparti... - balbettò Hidari, dolorante - chi-chiudi gli occhi...
Gridai. Mio fratello non doveva soffrire.
- Ora capisci cosa significa tradire il tuo clan? - gli domandò Eris, maligna.
Sorrow allungò di nuovo il braccio, irrigidì la mano e la mosse lievemente.
Un altro lampo di luce colpì il mio amato fratello.
Stavolta, Hidari urlò di dolore.
- HIDARI! HIDARI! LASCIATELO!
Il demone dietro di me tentò di coprirmi la bocca con la mano, ma io gridai lo stesso.
Un attimo dopo, la luce svanì. Hidari riprese a guardarmi.
Era sudato e a stento teneva gli occhi aperti.
- Hime... t-tu... tu ri-ricordati di... vivere...
Dalla bocca del mio adorato fratello uscì un rivolo di sangue. Era pallido.
Gridai di nuovo, nonostante la mano del demone attutisse il suono.
Il mio cuore si spezzò un'altra volta.

I keep holding onto you
But I can't bring you back to life

- Ottimo lavoro.
Eris sorrise a Sorrow, malefica.
- E ora, te la faccio pagare io. - sibilò lentamente.
Il mio stomaco si annodò. Avevo il viso coperto di lacrime.
Il demone che mi bloccava abbassò la mano e mi strinse il torace anche con quella. Urlai di nuovo.
- NO, ERIS! PRENDITELA CON ME, LUI LASCIALO STARE!
I demoni con le corde risero fragorosamente. Eris li imitò.
- Secondo te io catturo un pesciolino, quando ho davanti uno squalo?
- Sei... sei u-una bastarda, Eris... - mormorò Hidari.
Non ho mai incontrato qualcuno più coraggioso di lui.
- Tu non azzardarti a parlare. Adesso vedrai.
Mio fratello la ignorò, voltandosi verso di me.
- Hi-hime, tu... tu devi sopravvivere… ti prego, fa-fallo per me...
Altre due lacrime mi rigarono il viso.
- No, no... - gli mormorai, con la voce tremante - Hidari, fratello mio... Hidari...
 Non riuscivo più a ragionare. Volevo salvarlo. Dovevo salvarlo.
- Che commozione. Un addio tra fratelli, interessante. Non ne avevo mai visto uno.
Ormai né io né Hidari ascoltavamo più Eris.
- Hime, ti... ti starò se-sempre accanto…
Scossi velocemente la testa. Dovevo fare immediatamente qualcosa.
Con tutta la forza che possedevo in corpo, tentai di liberarmi dalle braccia del demone.
Ma nulla.
Fu tutto inutile.
- LIBERATELO! - presi di nuovo a urlare, in preda al panico - VI PREGO, LASCIATELO!
- Ora basta. - sussurrò Eris - Mi fai venire il mal di testa.
Poi, si volse verso il mio amato fratello.
- Ti farò assaporare la mia vendetta, traditore.
Cominciai a singhiozzare, consapevole che non sarei mai riuscita a liberarmi dalla stretta di quel maledetto demone.
Non sarei mai riuscita a salvare mio fratello.
Non l'avrei mai slegato e mai sarei stata capace di portarlo via con me.

Sing the anthem of the angels
Then say the last goodbye

- Hime, vi-vivi anche per me...
Il mio amato fratello non smise di guardarmi. Il mio cuore si spezzò una terza volta.
Eris si portò le mani davanti al viso. Chiuse gli occhi.
- Ti… ti amo, sorellina... - sussurrò Hidari.
E in quell'istante, la demone rivolse i palmi delle mani verso il mio adorato fratello.
Un lampo lo colpì al petto, e tutto il suo corpo fu avvolto da una luce bianca.

You're dead alive

Gridai. Gridai più forte che potevo, svuotando i polmoni di tutta l'aria che mi era concessa.
Gridai il suo nome.

You're dead alive

Poi, la luce svanì.
Il corpo di mio fratello era intatto, ma i suoi occhi non erano più rivolti verso di me.
I demoni dietro di lui lasciarono le corde.
Hidari cadde a terra.

You're dead alive

Urlai ancora, ma non sentivo più alcun suono.
Non vedevo più Eris, né gli altri demoni.
Non esisteva più nulla. Niente, nessuno.
Cercai di vomitare l'anima, mentre urlavo. Ma i miei sforzi non valsero a nulla.

You're dead alive

A un tratto, il demone mi lasciò.
Senza rendermi conto di ciò che aveva appena fatto, corsi verso il mio adorato fratello.
Quando lo raggiunsi, mi inginocchiai e lo abbracciai.
Ma stavolta, le sue braccia non fecero altrettanto.

There is nothing left of you
I can see it in your eyes

- HIDARI! HIDARI, FRATELLO MIO!
Aveva gli occhi chiusi e la bocca aperta. Le mie lacrime gli bagnarono il volto.
- RISPONDIMI, TI PREGO! RISPONDIMI!
Gli presi il viso e lo strinsi forte al mio petto.
Mi sarei strappata il cuore, pur di donarlo a lui.
- Hidari, Hidari, - gli sussurrai improvvisamente, singhiozzando - ti amo anche io, Hidari... ti prego, ti prego, torna in vita... non esisto senza di te... ti prego, fratello mio...
Poi, gridai ancora. Il dolore sembrava aver attaccato ogni parte della mia anima.

Sing the anthem of the angels
And say the last goodbye

Un attimo dopo, qualcuno mi afferrò per le braccia.
- Smettila, Daruma! Vieni qui!
Eris e un altro demone mi strattonarono, ma io non volevo abbandonare il mio amato fratello.
Urlai ancora, ma non ottenni nulla.
Dopo poco, i due demoni riuscirono a separarmi da Hidari.
- Non pensare che ti risparmierò una bella punizione. - ringhiò Eris - E non cercare di ribellarti.
L'altro demone mi prese per la pancia e mi sollevò, portandomi poco lontano.
Ero bloccata.
Arrivammo davanti alla palestra. Accanto, c'era la porta del ripostiglio.
Eris la aprì con impeto.
Un istante più tardi, il demone mi scaraventò dentro la stanza.
Gridai e singhiozzai ancora, mentre richiuse a chiave la porta.

I keep holding onto you
But I can't bring you back to life

E di nuovo il buio mi avvolse.
Ma questa volta, non m'importava.

Sing the anthem of the angels
And say the last goodbye

Perché Hidari era morto, e io non volevo più esistere.

Sing the anthem of the angels...



*** Spazio dell'autrice ***

Sì, lo so cosa state pensando... ma vi prego, non uccidetemi! X.x
Forse questo capitolo vi avrà un po' deluso, ma purtroppo la morte di Hidari è collegata con la trama di questa storia e con quella del suo seguito. Scrivere questo capitolo mi ha fatto venire gli occhi lucidi. E' brutto narrare la morte di un tuo personaggio, specialmente se questa provoca molta sofferenza a qualcun altro. Ma posso assicurarvi una cosa: non riesco a liberarmi di Hidari, è un personaggio che a me piace davvero molto, ed è ovvio che comparirà ancora, in seguito. Non sarà certo come nei capitoli precedenti, ma starà sempre al fianco di sua sorella, come lui stesso le aveva promesso.  Vedrete che la aiuterà. :)
Bè, a questo punto... chi vuole dare un calcio al fondoschiena di Eris? ^^ Io volentieri U.U
Ah, c'è un piccolo appunto che volevo farvi presente. Hidari ha detto a Hime che la ama, ma il suo è un amore puramente fraterno. Non vorrei che cadiate in equivoci! ^^ Scrivere un "ti voglio bene" mi sembrava troppo riduttivo in quel momento. D'altronde, l'affetto che li lega (e che continuerà a legarli) è pur sempre amore, no? :)
Spero che questo ritardo non vi abbia fatto perdere la voglia di continuare a leggere Princess of Pain. Colgo l'occasione per chiedervi ancora scusa. Nelle settimane precedenti ho avuto un motivo molto importante per non scrivere, ma da adesso ho di nuovo la possibilità di andare più spesso su efp, scuola permettendo!
Ritornando al capitolo, in questo ho inserito la canzone "Anthem of the angels", sempre dei miei amati Breaking Benjamin. Adoro questa canzone, ve la consiglio. Credo che si accompagni bene al capitolo.
Vi chiedo, se volete, di segnalarmi qualsiasi errore che trovate, o comunque qualcosa (o più di qualcosa XD) che non vi piace. E poi, ovviamente, vi ringrazio tantissimo per le bellissime recensioni!! :D :D Ve ne sono davvero grata. Rispondo subito a quelle del capitolo 7. :D

Raukath: ciao! ^^ sono molto felice che il cap. 7 sia quello che ti sia piaciuto di più. Eh sì, purtroppo Hime e Hidari non sono riusciti a scappare, e ci sono state delle brutte conseguenze. Ma non tutto è perduto. :) Riguardo a te, spero che tu possa passare il periodo burrascoso, in ogni caso continuerò a seguire la tua storia! ^^
Chandrajak: kei! Ieri ti ho assillato abbastanza raccontandoti il seguito della storia, grazie della pazienza! ^^ Grazie anche dei tuoi complimenti, la tua partecipazione al capitolo è una grande soddisfazione per me. Mi dispiace che tu abbia pianto, però! :( Mi fai sentire in colpa O.o
Ndrew: grazie, grazie del tuo sostegno! ^^ La tua recensione mi ha lusingato. :D Spero di non deluderti riguardo ad Arashi, se mai scriverò il seguito. Ti rivelo che un anno fa l'avevo già iniziato e avevo scritto lo storyboard, ma preferisco finire prima questa storia e poi dedicarmi al seguito, sistemandolo per bene (o almeno spero O.o). Per me sarebbe già un traguardo finire questa! XD Comunque credo che, a questo punto della storia, potresti avere qualche istinto omicida nei confronti di Eris, proprio come Hime... O.o E riguardo al suo amore per Hidari, spero di non averti deluso con questo capitolo. Ti assicuro che l'affetto che li lega non si ferma alla morte. :) Ah, presto conto di mettermi in pari con la tua storia!! Perdonami, ma come ho scritto prima non ho avuto molto tempo in precedenza. :) Grazie ancora dei tuoi complimeti! :D
Dust_and_Diesel: wow, hai davvero colto il succo del capitolo 7!! E hai anche colto dei passaggi significativi, come quello di "ritornare in vita" per Hime, o il fatto che tutta la tensione culmini nel momento in cui le mani dei due fratelli si lasciano. Ho insistito su quell'istante anche perché è l'ultima volta in cui si tengono per mano. :) Cerco sempre di inserire alcuni particolari con un significato, come ad esempio il sole che tramonta in questo capitolo o che sta per tramontare nei precedenti, che sta a simboleggiare - avrai già capito - la morte di Hidari. Spero, a proposito, che questo capitolo non ti deluda. :( In ogni caso, ti ringrazio davvero per il tuo sostegno e i tuoi complimenti. Grazie mille!! :D
Kiriri93: grazie Bea, mi lusinghi!!! :D Sei troppo gentile. :D :D Sapere che tu, che leggi tantissimo, mi fai questi complimenti è davvero bellissimo! :) Conto su di te per capire se in questo capitolo c'è qualcosa che non va, ok? ;) E sappi che prima o poi dovrai scrivere qualcosuccia anche tu! U.u
Andreea: una nuova lettrice!! *__* Ma salve! ^^ Bè, ehm... ehm... ti ho delusa, vero? X.x Ti chiedo anticipatamente scusa :( Purtroppo non potevo fare a meno di scrivere questo capitolo! X.x Ma Hidari non scomparirà del tutto, promesso! Sono davvero felice che tu abbia tutta questa ammirazione per lui. Lo adoro anche io, ma sapere che fa questo effetto anche a te mi lusinga molto. :D Ah, comunque ho qualche sospetto che la tua teoria sia giusta... se è così, ne avrai conferma il prossimo capitolo!! ;) Sempre che continuerai a seguirmi, se la storia non ti ha troppo delusa O.o Poi, che altro dire... come vedi, Eris è una che si merita un'infinità di insulti per ogni capitolo. Ho cercato di renderla più viscida del solito, in questo capitolo. Ma un giorno se ne pentirà! ^^ Ah, riguardo a Fantazia, conto di mettermi in pari anche con la tua storia. Al più presto, visto che la adoro! ^^
Thoas Pensiero: hai ragione, Hidari avrebbe dovuto riservare i saluti per dopo! X.x Ma che ci vuoi fare... era un momento un po' particolare! Comunque, non preoccuparti per aver inserito lì la recensione. Credimi, sono molto molto più maldestra di te! XD E tranquillo per gli errori, so che sono solo sviste! ^^
Hope52: grazie anche a te dei complimenti! :D Sei molto gentile. :) Spero che anche questo capitolo ti faccia lo stesso effetto! Ma soprattutto spero di non deludere nemmeno te... O.o lo so, sono ripetitiva, ma sono anche preoccupata per le vostre opinioni! X.x Comunque, grazie davvero per i complimenti alla storia. :D

Ringrazio anche Angel_Black, che continua a seguirmi, Iolyna92 e yami no tenshi (a proposito, bel nome, se non erro significa "angelo dell'oscurità" XD), che ha aggiunto questa storia tra le seguite.
Grazie anche a chi l'ha messa nei preferiti e a chi l'ha ricordata! ^^ Non sapete quanto mi rendete felice, col vostro sostegno. :)

Alla prossima, sperando che la scuola mi lasci una via di scampo! O.o

Valerie :D






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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9



Crowded streets are cleared away
One by one
Hollow heroes separate
As they run

You're so cold
Keep your hand in mine
Wise men wonder while
Strong men die


- Hidari…
Piangevo, mentre sussurravo il suo nome.
- Hidari, Hidari…
Il buio era una coperta impercettibile, che m'impediva di vedere qualsiasi cosa.
- Hidari, fratello mio, vieni a prendermi…
Sentivo il cuore sanguinare dal dolore, mentre l'oscurità mi dava l'illusione di non essere più in vita.

Era morto. Morto.

Ed io ero rimasta sola, inghiottita da quell'Inferno che mi circondava.
Non trovavo più la forza per respirare, né avvertivo il battito del mio cuore.
Non riuscivo più a reagire.
Ora l'unico desiderio, l'unico barlume che illuminava ancora la mia esistenza era quello di raggiungere il mio amato fratello. Solo al suo fianco avrei potuto vivere.

Show me how it ends it's alright
Show me how defenseless you really are

Hidari voleva ribellarsi. Voleva semplicemente fuggire da quella prigione di odio e sofferenza che ci opprimeva.
Hidari voleva vivere, nulla di più.
E la vita, per lui, non era stata creata per stroncare quella degli altri.
Ma in quel mondo di ciechi e di sordi, nessuno era riuscito a capirlo.
In quel mondo di ciechi e di sordi, gli uomini dovevano essere educati a uccidere altri uomini, i bambini dovevano imparare a essere crudeli come i loro allenatori e l'amore doveva essere rimosso definitivamente.
Ma che cosa chiedeva di così straordinario mio fratello, quando diceva che desiderava esistere?
Per quale ragione doveva essere accusato?
Tradire un clan di assassini era un crimine tanto grave quanto quello di vivere per distruggere il prossimo?
Singhiozzai, mentre le mie labbra sussurravano un'unica parola: innocente.
Hidari lo era sempre stato.
La sua anima si era macchiata del sangue di molte vittime, ma mio fratello aveva già scontato una pena per questo.
La vita che gli era stata imposta aveva rappresentato la sua unica e terribile condanna.

- Fratello mio, portami via…
Ma sapevo che Hidari non sarebbe tornato a prendermi. Non stavolta.
Non sarei più stata avvolta dal suo calore.
Ma forse, forse la colpa di tutto questo era mia.
Forse ero io a dover scontare quel supplizio.
Forse avrei dovuto essere più forte.
E di certo, avrei dovuto essere come il mio amato fratello. Ma non ci ero riuscita.
Ed ero stata punita.

Satisfy an empty inside
Well, that's alright, let's give this another try

Gridai, sopraffatta dal dolore. La morte di mio fratello era la condanna più atroce che avrei dovuto subire. Nessuno, fuori da quello sgabuzzino, sembrava voler udire le mie urla. Nessuno mi avrebbe liberata.
Da quando mi avevano rinchiuso lì dentro, ero rimasta immobile, sdraiata sul pavimento bagnato di lacrime. Come una ragazzina inerme e annientata.
Solo dopo due interminabili ore cercai di alzarmi da terra, lentamente.

E fu proprio in quel momento che accadde.

Una fitta alla schiena, all'altezza della scapola. Forte, terribile, infernale.
Urlai involontariamente, incapace di capire cosa stesse succedendo.
Sentii le ossa muoversi lievemente e qualcosa premere sotto la mia pelle.
Qualcosa che voleva uscire.
Urlai ancora, mentre le ginocchia non riuscivano più a reggere il peso del mio corpo. Caddi a terra e riuscii a malapena ad evitare che il mio viso si schiantasse contro il pavimento.
Poi, una seconda fitta. Il dolore si stava lentamente espandendo lungo tutta la schiena. Strinsi i pugni e chiusi gli occhi, tentando invano di non gridare.
- Hi-Hidari… - mormorai poi, respirando a fatica.
Non riuscivo a pronunciare altro.
La spalla pulsava ed io avvertii chiaramente la pressione di quel qualcosa sotto a essa. Provai un orrendo senso di nausea.
Non avevo mai sofferto così durante gli allenamenti con Eris.
Rimasi rannicchiata a terra, consapevole di non potermi alzare.
Cosa mi stava accadendo?
La mia mente non era capace di trovare una risposta, in quel momento.
Il qualcosa sotto la spalla continuava a premere. Tentai di toccare quel punto con la mano, ma il dolore ostacolava ogni movimento.
E, a poco a poco, si faceva sempre più atroce.

If you find your family, don't you cry
In this land of make-believe, dead and dry

Il mio cuore pulsava con talmente tanta potenza da non permettermi di udire nulla, se non i suoi battiti insistenti.
Poco dopo, una terza scarica di dolore m'impedì di trattenere un altro urlo. Graffiai il pavimento, mentre nuove lacrime lo bagnavano.
Stava davvero uscendo qualcosa dalla spalla.
- Aiuto… - ansimai, ma l'oscurità soffocava anche le mie parole.
La nausea stava aumentando. Avevo bisogno di uscire da quella prigione.
Trascorsi due eterni minuti di agonia, prima che il qualcosa lacerasse parte della mia carne.
Fu come uno strappo, forte e deciso. Dopodiché si aprì un ampio taglio lungo tutta la spalla e parte della schiena sottostante. Quasi non lo avvertii: il dolore era provocato da ben altro.
Sotto la carne, sentii scorrere lentamente qualcosa di caldo. E non era sangue.  
Rimasi immobile, completamente incapace di reagire.
Solo quando il qualcosa cessò di uscire dal mio corpo, iniziai a comprendere.
Un osso tutt'altro che sottile aveva appena strappato parte della mia pelle, fuoriuscendo quasi interamente.
Ma il dolore non si era attenuato.
Un'altra terribile fitta colpì la spalla opposta. Stava per succedere di nuovo.

Tremai, terrorizzata. Chiusi gli occhi e aspettai, distesa a pancia in giù su un pavimento fin troppo freddo.
Un altro osso lacerò la mia carne, uscendo altrettanto dolorosamente.
Stavolta non urlai, ma sfogai tutta la mia sofferenza attraverso le lacrime. E in quel momento, l'immagine della mia allenatrice apparve nitida nella mia mente.  
Non volevo dare ulteriore soddisfazione a Eris. Non volevo che mi sentisse gridare.
Non volevo che si avvicinasse al ripostiglio, sorridendo mentre le mie urla raggiungevano le sue orecchie.
Ma intanto, aveva vinto lei.
Intanto, il mio cuore e il mio corpo si stavano distruggendo, senza impedirmi di rimanere in una vita crudele e meschina.

You're so cold, but you feel alive
Lay your hand on me one last time

Riaprii gli occhi solo quando entrambe le ossa cessarono di muoversi. Con un po' di sollievo, mi accorsi che la nausea pareva scomparire a poco a poco.
Un brivido gelido mi percorse la schiena e dedussi che parte della maglietta si era strappata.
Non sapevo se avevo perso molto sangue. Non sapevo nemmeno come fossero quelle maledette ossa.
E non sapevo cosa diamine mi fosse successo.

Show me how it ends it's alright
Show me how defenseless you really are

I miei muscoli si rifiutavano di rispondere ai comandi. Rimasi senza forze per quasi mezzora, dopodiché un fruscio inquietante raggiunse le mie orecchie, accelerando nuovamente i battiti del mio cuore.
Non potevo sopportare altra sofferenza, ma quel rumore non prometteva nulla di buono.
Chiusi gli occhi per la terza volta, preparandomi al peggio.
Ma non arrivò niente. Me ne resi conto quando qualcosa di soffice mi sfiorò un braccio, facendomi sobbalzare.

E poi nulla. Era sparito completamente.
Il dolore aveva finalmente abbandonato il mio corpo - o quello che ne restava. Si dissolse con la medesima rapidità con cui mi aveva travolta.
Lentamente, mi riappropriai delle mie forze. Mi alzai adagio e presto mi accorsi che le ginocchia riuscivano di nuovo a sostenermi. Ma mentre mi levavo da terra, mossi involontariamente una parte quasi del tutto sconosciuta del mio fisico.
Le ossa che erano appena fuoriuscite dalla schiena sembrarono vibrare, mentre il fruscio di poco prima aumentò.
Stavolta, quel qualcosa di morbido accarezzò entrambe le mie braccia, in una sensazione quasi piacevole.
Fui percorsa da un tremito. E all'improvviso, un orribile presentimento affollò la mia mente.

Di demoni alati ne avevo visti fin troppi, per non sospettarlo. Sapevo com'era il loro aspetto.
E quel maledetto fruscio non mi era nuovo. Per niente.

Il mio stomaco si attorcigliò.
No.
Non poteva accadere. Non aveva alcuna logica.
Non ero un demone, io. E mai avrei potuto esserlo.
Io appartenevo al genere umano, come il mio amato fratello.
Non ero un demone, diamine. Non potevo assomigliare all'assassina di Hidari. Non volevo.
Sarei per sempre rimasta un'umana, simile all'unico uomo che aveva riscaldato la mia anima. Non potevo essere altro.
Scossi la testa, decisa.
Ma in che altro modo potevo spiegarmi cos'era avvenuto?

Satisfy an empty inside
Well, that's alright, let's give this another try

- Hidari… - sussurrai, senza rendermene conto - dimmi che succede… aiutami, fratello mio…
Sfiorai la fronte con una mano e mi accorsi che era imperlata di sudore.
- Aiutami…
Altre lacrime mi rigarono il volto, mentre il dolore al cuore - quel dolore che non mi aveva abbandonato - sembrava amplificarsi ulteriormente.

E in quell'istante, persi completamente il controllo di me stessa.
Fu come se una scossa avesse attraversato tutto il mio corpo, facendomi barcollare.  
Istintivamente, avanzai di qualche passo, per cercare un appoggio. Le pareti, però, erano occupate da decine di armi diverse, e forse fermarsi era la scelta migliore.
Ma il mio corpo non si arrestò.
Senza volerlo, mi voltai e presi a camminare. Ero intenzionata ad aprire la porta del ripostiglio, a tutti i costi.
O almeno, il mio fisico lo pretendeva.
Tentai di ribellarmi, ma fu tutto inutile. Mi era unicamente concesso di guardare, come se assistessi a un macabro spettacolo.
Ansimai, completamente inerme.
E anche stavolta, non capivo cosa stesse accadendo.

  Show me how it ends it's alright
Show me how defenseless you really are

Continuai ad avanzare, decisa.
La porta era lì, a qualche centimetro da me.
Per un istante, il mio cuore fu investito da un odio profondo e violento. Strinsi automaticamente i pugni, mentre le unghie incidevano dei segni sul palmo delle mani.
Le mie labbra si dischiusero, liberando un flebile suono.
- Li ucciderò. - mormorai, ma quella voce non mi apparteneva - Con le mie mani, li ucciderò tutti.
Tremai. Come poteva albergare tanto odio dentro di me?
E nonostante tutto, sentivo di averlo sempre provato.

Satisfy an empty inside
Well, that's alright, let's give this another try

In quel momento, alzai i pugni.
Non sapevo cosa stessi per fare. E non sapevo il perché.
Ma un attimo più tardi colpii la porta con tutta la potenza che avevo.
E la ridussi in mille pezzi.

It's alright

Fui investita da un soffio di aria ghiacciata.
Doveva essere sera tarda, perché il cielo non rivelava più alcuna traccia di luce.
Il mio sguardo si posò sul prato davanti alla palestra.
Hidari era morto lì, a qualche metro da me.
E ora quel posto era deserto.

Una lacrima riscaldò improvvisamente il mio viso.
- Vi ucciderò, maledetti bastardi.

Non ebbi il tempo di chiedermi dove fosse il cadavere del mio amato fratello. Non ne ebbi il coraggio.
Nel frattempo, tre demoni stavano correndo verso di me.
- Chiamate gli altri! Veloci! - urlò uno di loro.
Un altro si bloccò all'improvviso. Il buio m'impediva di riconoscere i tratti del volto, ma percepii il suo orrore.
- Maledizione, che cosa diavolo sei? - esclamò, rivolto a me.
- Eris! ERIS! - gridò il terzo.
Trasalii. Avrei voluto fuggire, ma il mio corpo decise di sorprendermi.
In quell'istante, i tre demoni ripresero a correre verso di me, ringhiando. Più indietro, altri due li stavano imitando. Uno di loro doveva essere Eris.
Per tutta risposta, le mie gambe avanzarono in direzione del prato, acquisendo sempre più velocità.
- Non fatevela scappare, bastardi! - urlò uno dei demoni.
Mi avevano quasi raggiunta, ma il mio corpo non si arrendeva.
Quando arrivai al centro del prato, le mie gambe saltarono, con tutta la forza che era loro concessa.

E un attimo dopo, non toccavo più terra.
Stavo volando.

It's alright

Soffocai un urlo, quando mi resi conto di ciò che era appena avvenuto.
E con un tuffo al cuore, capii che i miei sospetti erano fondati.
Il dolore di poco prima era stato causato dalla comparsa di due ali, grandi a tal punto da poter sostenere il peso del mio corpo.
Sentivo contrarsi i muscoli del dorso, mentre l'aria gelida mi graffiava il viso.
Non provai a riprendere il controllo del mio fisico, consapevole che sarebbe stato inutile: mi lasciai trasportare, troppo esausta per capire dove.
Abbassai lo sguardo, incurante delle vertigini: stavo volando ad alcuni metri d'altezza, mentre l'isola - quell'isola che per tredici anni era stata la mia prigione - sembrava rimpicciolirsi sempre di più.
Respirai a fondo, e per la prima volta mi sentii libera.
Udii urlare i cinque demoni rimasti a terra, e con mio grande conforto mi ricordai che nessuno di loro era dotato delle ali. Gli unici che avrebbero potuto volare erano i due sopravvissuti all'attacco dell'agenzia Hope, ma rimanevano ancora in condizioni tali da non poter nemmeno camminare. I restanti cinque, ancora illesi, erano i soli a essere rimasti sull'isola, la sera del tradimento del mio amato fratello. E ognuno di loro aveva contribuito all'uccisione di Hidari.

Continuai a volare, mentre le catene che mi avevano da sempre legato all'isola si frantumavano.
Quel momento avrebbe potuto rappresentare la realizzazione del mio più grande desiderio, se solo mio fratello fosse stato al mio fianco.
Dopo tanta angoscia, avremmo potuto essere davvero felici.

It's alright

Abbassai nuovamente lo sguardo e contemplai il mare, nero e solitario quanto la vita che sembrava attendermi.
E fu allora che capii davvero tutto.

It's alright

Avvolta dall'aria gelata, ricordai le parole del mio amato fratello.
Hime, c'è una cosa che non sai. Ma non posso spiegartela ora, non c'è tempo. Dobbiamo scappare prima che ci trovino.
Sussultai. Hidari non aveva potuto rivelarmi ciò che sapeva.
Hime, tu hai bisogno di vivere. Ascoltami, ti prego. Credimi, devi salvarti.
Secondo lui, io dovevo vivere. A tutti i costi.
E mentre moriva, non mi aveva ripetuto altro.

It's alright

Udii il fruscio delle mie ali, e tutti i pezzi del puzzle trovarono il loro posto.
Mi ero trasformata. E Hidari sapeva che sarebbe successo.
Gliel'aveva rivelato l'agenzia Hope.

It's alright

Il mio cuore prese a battere insistentemente, mentre giungevo alla soluzione.

L'avevano predetto. E ora era accaduto.
Nel mio corpo si era insediato il potere Hi.

It's alright





***Spazio dell'autrice***

Dopo tanto tempo, rieccomi qui, con un nuovo capitolo! :)
Mi scuso per il ritardo, ma con la scuola ho poco tempo per scrivere. :-S Spero che, nonostante i ritardi, continuerete lo stesso a seguire la mia storia. :)
Il capitolo precedente è finito in maniera piuttosto drammatica, ma in questo, per lo meno, è racchiusa una piccola speranza. Sono stata costretta a far soffrire la povera Hime, e non è stato piacevole. Però ora entriamo nella seconda parte della storia, dove le cose cambieranno.
Spero che non abbiate trovato pesante la descrizione della formazione delle ali, per la quale mi ci è voluta un bel po' di pazienza! Ah, una piccola precisazione: le due ossa che sono fuoriuscite non erano già all'interno della schiena di Hime, ma si sono formate grazie al potere Hi. Comunque, se trovate qualche errore in questa descrizione (e non intendo unicamente quelli grammaticali, ma anche sviste o imprecisioni), non abbiate problemi a farmelo notare! ^^
In questo capitolo ho usato molto anche il carattere corsivo, ma spero che non possa risultare eccessivo. In caso contrario fatemelo sapere, ok? :) Provvederò a sistemare. ^^
La canzone che ho inserito è "So cold" sempre dei mitici Breaking Benjamin. Se devo essere sincera, l'ho conosciuta da poco, ma me ne sono subito innamorata. Ve la consiglio! :) Spero solo che la frase finale, "It's alright", non sia troppo pesante (nella canzone il cantante la ripete nove volte, qui l'ho messa sette), ma penso che si accompagni bene al finale della storia.
Comunque, se qualsiasi cosa non vi piace (anche tutto il capitolo, in caso XD) ditemelo senza problemi. :) E' stato piuttosto difficile scriverlo: Hime è rinchiusa in una stanza buia per gran parte del capitolo, quindi non può vedere niente; è disperata per la morte del fratello, ma non potevo soffermarmi troppo a descrivere questo dolore, né troppo poco; infine descrivere qualcosa come la formazione delle ali era cosa del tutto nuova, per me. Insomma, è stato un casino. U.U Il prossimo sarà un po' più dinamico, ma spero di non scriverlo troppo tardi. :)

Vi ringrazio immensamente delle recensioni, siete sempre molto gentili e mi incoraggiate a continuare a scrivere! :D

Meiou Hades: ciao! ^^ Sono felice che l'ottavo sia uno dei tuoi capitoli preferiti. Ci tengo molto anche io, perché è fondamentale per la storia. E... sì, è terribile ciò che succede. Ma non temere, Eris la pagherà, prima o poi. U.U Spero che con questo capitolo Hime sia riuscita a farsi valere, proprio come dicevi tu. :)
Dust_and_Diesel: grazie infinite anche a te! :D Già, ormai il destino di Hidari era segnato, ma sono felice che la scena ti sia piaciuta. Ci ho pensato molto, prima di scriverla, continuavo a immaginarmela... comunque, hai ragione: è più efficace un "ti amo", spero solo che non venga frainteso da qualcuno. O.o
andreea: lo so, lo so, sono orrenda. Sei libera di tirarmi dietro qualcosa! Ma tranquilla, puoi continuare ad amare Hidari quanto vuoi, perché non sarà del tutto assente dalla storia. :) Per quanto riguarda Hime, ora sembra che la sua situazione sia leggermente migliorata, ma il dolore per la perdita del fratello rimane, giustamente, grande. Spero solo che questo capitolo ti piaccia, anche se il tuo amato Hidari non c'è! :(
Chandrajak: ciao, kei! ^^ Nooo, non volevo che piangessi... :'( suvvia, ora sai come andranno le cose, perciò asciugati le lacrime. :) Ti ringrazio tantissimo dei consigli che mi dai (te l'ho già detto ieri, sei un pozzo di idee u.u) e se c'è qualche errore in questo capitolo, fammelo sapere! U.u
Hope52: eheh, il calcio alla caaara Eris l'ho appena dato! ^^ E con molto piacere. :) Almeno, in questo capitolo, è stata del tutto inutile e incapace! U.u comunque, capisco benissimo quello che intendi: non sai quante volte ho pensato a quella scena, e a tutta la storia in generale, e scriverne una così terribile è molto brutto. Anche eliminare un personaggio così caro come Hidari non è una cosa piacevole, però spero che il seguito della storia non ti deluderà. E grazie dei tuoi complimenti! :D
Pillo: donna, credevo che l'odio per l'elefanta sia cresciuto già abbastanza vedendo la sua musa ispiratrice (e sai di chi parlo XD)! Comunque non preoccuparti, recensisci quando vuoi. Grazie dei complimenti, e menomale per la storia delle battute. Sai, non volevo scrivere qualcosa di inadeguato, mettendo alcune frasi in maiuscolo. E quali antidepressivi, suu! XD
Kiriri: beaaa! Grazie per la tua splendida recensione! Però io so che anche tu sai scrivere muy bien, e presto dovrai metterti alla prova anche tu! Ti obbligo U.u XD Comunque, ora provvedo subito a correggere l'errore, grazie infinite per avermelo fatto notare. :) Spero che ti piaccia anche questo capitolo!!
Iolyna92: ciao! :) Spero di essermi fatta perdonare per il ritardo, visto che mi avevo detto di aggiornare presto! X.x comunque mi dispiace che tu abbia pianto :( Ma come hai detto tu, mi fa capire che ti ha trasmesso qualcosa. :) E tranquilla, che Hime cambierà, ma non in peggio! ^^
Gio26: ciao anche a te! ^^ Anche se non sei arrivata fin qui nella lettura, e ti ho già risposto via e-mail, ti ringrazio anche qui per le tue recensioni. Sono felice che la storia ti piaccia, anche perché ti soffermi capitolo per capitolo a commentare! :) Comunque, vai avanti con calma nella lettura, che non c'è fretta! E spero che il quarto capitolo possa piacerti. A proposito, qui ho usato "So cold", una delle tue canzoni preferite! :D

Ringrazio anche gli altri lettori che seguono la mia storia o che l'hanno messa tra le preferite! ^^
Un saluto a tutti voi,

Valerie :)

 



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