Apatia

di alinah
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a Forks ***
Capitolo 2: *** Light ***



Capitolo 1
*** Ritorno a Forks ***


Capitolo 1

Quattro anni.
Quattro lunghi anni.
Esattamente il 12 settembre del 2006, giorno in più, giorno in meno, era scappato via da Forks.
Edward Cullen, studente di medicina o meglio, ex-studente dell’università di Boston , aspettava da ormai mezz’ora il suo turno infilatosi in una fila scomposta ed irregolare all’ingresso dell’aeroporto.
Con un sorriso, lo stesso che ormai riusciva a celare le sue emozioni, attendeva paziente il suo turno per il check-in.
Cercava di non pensare ai bambini che gli correvano attorno, usandolo come palo, o a quell’anziana signora che blaterava e blaterava sulla sporcizia degli alberghi in città. Ma soprattutto cercava di tener lontana la mente dal ragazzo che, circa dieci minuti prima, gli aveva fatto una corte spietata e che, suo malgrado, avrebbe avuto come vicino di posto in aereo.
Il ritorno a casa non avrebbe potuto iniziare in modo peggiore, si ritrovò a pensare non appena arrivò il suo turno.
< Un biglietto per Seattle. >
La ragazza dietro il vetro, forse poco più grande di lui, alzò immediatamente lo sguardo.
La sua voce.
Avete presente quelle pubblicità di profumi dove la voce maschile dall’accento francese ti fa eccitare nonostante dica due sillabe?! Beh. Quella di Edward Cullen era di più. Molto di più.

< Oh certo. Le faccio anche quello di ritorno? >
Fu il suo turno di incrociare lo sguardo.
Gli occhi azzurri della ragazza non lo mollavano per un istante e lui, vittima di un’infanzia passata tra le braccia della madre, non poté che sentirsi in imbarazzo.
< No grazie. > Eppure avrebbe voluto tanto averla quella scappatoia.
Con un sospiro pagò il biglietto e uscì dalla fila.
- Pronti, partenza, via. –

 

Forks non era cambiata di una virgola.
L’aria sapeva sempre di muschio verde e ad ogni bivio si intravedeva la fanghiglia tipica del bosco poco lontano.
L’odore di campagna, mischiato a quella che a lui piaceva definire ‘finta innovazione’, gli riportò alla mente fugaci momenti della sua infanzia.
Apatico.
Molti lo definivano così.

 

L'apatia (dal greco "a-pathos", letteralmente "senza emozione") è una riduzione dei comportamenti finalizzati, dovuta a mancanza di motivazione. Si distingue dalla depressione in quanto il paziente apatico non prova disagio per la sua condizione, mentre la depressione correla con stati ansiosi e provoca un tono negativo dell'umore che può arrivare fino al desiderio di morire.

Nah. Lui non era apatico.

Provava emozioni, solo non le rendeva visibili agli altri.
E poi si era legato a molte persone nella sua vita. A Carlisle, il suo padre adottivo, tanto per fare un esempio. E ad Emmett.
Inoltre non era depresso, o almeno non così tanto da far presagire un suicidio.
Edward scosse la testa divertito e infastidito al tempo stesso dai suoi pensieri.
Se fosse stato affetto dall’apatia non sarebbe andato a Forks con un volo di seconda mano, solo perché Carlisle lo aveva implorato di tornare.
< Mi sto giustificando da solo!? > Borbottò svoltando verso sinistra tenendo il manubrio con una sola mano.
Non sapeva il perché ma spesso le donne, vedendolo al volante con un braccio fuori dal finestrino, impazzivano.
< Ben arrivato a casa Edward > Sussurrò gettando la sigaretta che aveva tra le labbra sul prato dei Cullen.
Dopo aver richiuso la portiera inspirò a pieni polmoni l’aria attorno alla villa.
< Edward Cullen? Sei proprio tu!? > Ancora ad occhi chiusi il ragazzo sorrise riconoscendo il tono burbero dell’interlocutore.
< No. Hai fumato troppa roba ieri, io sono semplicemente una visione > Si guardarono per qualche istante prima che il più grande non lo stritolò in un abbraccio.
< Oh fratellino non hai idea di come mi sei mancato. Lì nel North Carolina sono sempre così allegri!! Avevo proprio bisogno di una sana dose di depressione! >
Edward sorrise colpito nel vivo.
Sapeva di non essere mai stato un ragazzo felice.
Apatico, sussurrò una vocina nella sua testa.
Ma quasi fosse un brutto pensiero, lo scacciò via veloce come era arrivato.
< Oh certo! Lo posso capire! > Scherzò sorridendo.
Edward sapeva scherzare, ridere, divertirsi.
Aveva davvero tantissimi amici.
L’unica cosa che gli mancava era la serenità.
Più di una volta si era ritrovato ad immaginare le vite degli altri, bianchi abiti lucenti e limpidi, senza ombre.
Mentre la sua.. era bianca, certo. E anche candida e pulita. Ma aveva una macchia, a differenza delle altre. Una minuscola ombra scura che, neanche dopo l’ennesimo lavaggio, riusciva ad eclissarsi.
In quel momento Edward non poté non ammettere che Forks non gli faceva affatto bene.
Quale persona sana di mente avrebbe paragonato la propria vita ad una stoffa?!
Apatico.

 

< Allora tesoro. Come ti sei trovato a Boston? >
Le domande inutili.
Edward odiava coloro che prendevano fiato solo per sparare cazzate. Li odiava. Non poteva far altro.
Certo, pur non essendo Esme una di quelle persone, la sua domanda lo infastidì comunque.
Non riusciva a capire l’utilità del conoscere la risposta quando, ormai, era costretto a stare a Forks.
< Bene mamma. Il cibo non era dei migliori, ma dopo un po’ ne ho fatto l’abitudine. E la scuola era fantastica. Ora salgo un po’ su a riposarmi. Ci vediamo domattina. >
E in un silenzio imbarazzato i tre membri Cullen rimasti, ripresero la conversazione indirizzandola a toni lievemente più leggeri.

Edward intanto era entrato nella sua stanza.
La sua vecchia stanza.
Il rifugio nel quale si ritirava dopo le partite di baseball. La zona vietata alle ragazze con cui si era fidanzato.
Mai nessuna aveva potuto toccare le sue coperte. Erano quasi sacre per lui.
E si ritrovò di nuovo a sorridere quando, seduto sul suo vecchio materasso, si sentì di nuovo adolescente.
Dopo essersi concesso una doccia rilassante e rigenerante, ed aver asciugato la folta chioma bronzea, il ragazzo decise di dormire, con la vana speranza di trovare la sua tanto agognata spensieratezza almeno nel sonno.
Non ricordava che il suo vecchio letto potesse essere tanto comodo.
Forse per quello non lo aveva mai condiviso con nessuno.

< Hei ciao Edward >
Fortuna che era ancora sveglio.
Il ragazzo si girò dall’altro lato, in direzione della porta socchiusa.
Dei capelli corti e sbarazzini fuoriuscivano dalla soglia. Edward sorrise nuovamente, notando che un’altra cosa a non essere cambiata era l’altezza della sorella.
< Ciao Alice. >
La ragazzina entrò con un sorriso sulle labbra.
< Sono felice che tu sia venuto qui. > Sussurrò in imbarazzo.
Alice si era sempre sentita in colpa per non aver istaurato nessun rapporto con il fratello acquisito.
Stava male ogni giorno per questo.
Ed ora, sapendolo a non più di qualche metro di distanza, sperava, con tutto il cuore, di poter rimediare. Edward tenendo fissi gli occhi nei suoi, nel frattempo, si era alzato per metà appoggiando il busto alla testiera.
< Beh sono passata a salutarti.. >
A differenza della sorella, era raro per lui sentirsi in imbarazzo.
Ma non gradiva ugualmente vedere le persone che lo facevano alla sua presenza.
< Oh certo. Dove sei stata fino a quest’ora? >
Alice sorrise, contenta della sua curiosità. < A casa di Bella. Isabella Swan, la mia migliore amica, non so se te la ricordi. >
Edward ripercorse con la mente gli anni passati a Forks. Ricordava una bambina accanto ad Alice. Ricordava perfino il colore dei suoi capelli. Ma per il resto era solo un’ombra confusa in mezzo ai suoi familiari.
In ogni caso, confessare ad Alice che in realtà ricordava poco e niente dell’amica non gli  sembrò una buona idea per cui si limitò ad aggrottare le sopracciglia e a fare un’espressione perplessa, annuendo.
< Che avete fatto? >
L’accentuazione del sorriso della sorella gli provocò uno strano calore all’altezza del petto.
Era così facile farla sorridere. Perché non lo aveva mai fatto?!
< Oh niente di che. Un giretto per i negozi nel pomeriggio e la sera al pub di Mike. >
Il pub di Mike era l’attrattiva di Forks.
Edward lo ricordava perfettamente : il lungo bancone lucido che percorreva un’intera parete, il lato per ballare e i divanetti dalla parte opposta.
Ci sarebbe voluto riandare, un giorno.
< E come sta Mike? >
Mike Newton era molto conosciuto in paese.
Certo, la sua attività gli aveva fruttato parecchia notorietà, ma, quando era ancora al liceo, insieme ad Edward, era anche il capitano della squadra di football.
E sono cose che, in un paese di pochi abitanti, non si dimenticano.
< Tutto ok. > Sospirò Alice con un’espressione indecifrabile in viso.
Edward non era mai stato un ragazzo curioso, e neanche in quel momento mostrò segni di interesse troppo evidenti.
< E’ il ragazzo di Bella, adesso. Qualche volta ci invita entrambe a dare una mano per servire ai tavoli. >
Il fratello annuì pensieroso.
E così il suo ex- migliore amico stava con la migliore amica di sua sorella.
Chissà se lo avrebbe riconosciuto.
D’altronde, era cambiato parecchio in questi tre anni.
< Gli farebbe piacere rivederti. A Mike, intendo. Lavora ogni sera, se ti va di rincontrarlo. > Sussurrò delicata Alice.
Conosceva bene la storia dei due amici.
E avrebbe compreso bene Edward semmai non fosse voluto  andare.
Il fratello alzò le spalle e lei capì che il discorso sarebbe finito lì.
< Ok. Allora io vado al mio piano. A domani. > E con un movimento svelto si ritrovò già fuori la porta.

Non si sa mai il perché un sogno finisca.
Né come quella magia, quel clima annebbiato ed irreale, ad un tratto possa venire spezzato. Come se non fosse mai esistito.
Edward, superstite ad un ennesimo vivido incubo, si trovava ansante e sudato seduto sul suo letto, a rimuginare sulla sostanza dei sogni.
In molte avrebbero trovato questa scena erotica, o eccitante, benché non ci fosse niente di erotico o eccitante. Bastava solo la sua presenza a renderla tale.
Ed era anche abbastanza.
Stanco psicologicamente, il ragazzo decise di entrare nella sua doccia e, dopo aver capito che l’acqua era finita, nudo e nervoso, optò di andare nel bagno della sorella, visto e considerato che Emmett aveva chiuso la sua stanza.
Per fortuna Alice non c’era, era uscita con i genitori a fare la spesa, o almeno così aveva scritto sopra un biglietto attaccato alla doccia, in prossimità dello shampoo.
Staccando il post-it dal ripiano, Edward entrò nel vano e, aprendo l’acqua fredda, senza nemmeno essersi abituato al clima, si godette la sua tanto agognata pace.

Non sapeva quanto fosse passato.
Forse qualche ora.
Fatto sta che, dopo aver pulito via dal suo bellissimo corpo le ultime tracce di nervosismo, uscì dalla doccia gocciolante, alla ricerca di un accappatoio quanto meno decente.
Non trovandolo da nessuna parte preferì legarsi un asciugamano non troppo piccolo alla vita e prenderne un altro per asciugarsi i capelli.
Un borbottio indistinto, qualche nota più alta del normale, lo ridestò dalla sua inerzia mattutina.
Interessato, come ogni uomo che si rispetti, aprì la porta del bagno e fu lì che la vide per la prima, o almeno non tecnicamente, volta.
Una ragazza castana era appena entrata dalla porta di Alice e urlava qualcosa di incomprensibile.
Non si era ancora accorta di Edward e questo stranamente non gli diede fastidio, anzi.
I capelli, come aveva notato, erano scuri, dai riflessi leggermente rossi. Li portava scomposti sulla schiena tenuti in alto da un paio di occhiali, i quali, nonostante a Forks non fosse presente il sole, le stavano d’incanto.
Tra le mani aveva un telefonino fucsia e, con non poca rabbia, tentava in tutti i modi di farlo funzionare, pigiando la punta delle dita qua e la.
< Maledetto coso touch. > Borbottò tra sé e sé girandosi di spalle.
< Alice Cullen mi spieghi dove cazzo sei finita?! >
Edward trattenne un sorriso dimenticandosi del suo nascondiglio per un momento.
Il suo sguardo era stato catturato dalla figura sottile e sensuale della ragazza. I pantaloni neri le ricoprivano il fondoschiena in modo perfetto, o forse, era lo stesso fondoschiena ad essere perfetto. Più il ragazzo ci pensava, più non riusciva a capirlo.
Da sempre era stato un amante del lato B e quello che aveva davanti a sé era uno dei più belli che avesse mai visto.
Se la ragazza non si fosse girata, avrebbe giurato di essersi invaghito all’istante.
Ma non appena si voltò verso di lui, il suo sedere passò in secondo ordine.
La prima cosa ad attirarlo, dovette ammetterlo, furono le sue labbra.
Invitanti e carnose labbra rosse. Ed ora, mutate in una ‘O’ silenziosa, sembravano quasi sussurrare ‘Edward’.
In una posizione leggermente inferiore i suoi occhi a mandorla.
Parevano fatti della sostanza delle barrette Kinder. Cioccolato puro e finissimo al latte.
Il naso invece.. adorabile. Ecco l’unica parola che gli veniva in mente.
Leggermente all’insù e dall’aspetto così delicato che sembrava quasi appartenere ad una bambola di porcellana.
< O mio dio. Scusa. Scusa, scusa, scusa!! Non pensavo che tu fossi qui. O.. forse devo darti del lei!? > Edward ci provò. Eccome se ci provò.
Iniziò a pensare alla voce femminile e scampanellante della ragazza, ma fu tutto inutile.
Le scoppiò a ridere in faccia.
< No ti prego. Diamoci del tu. > Disse, ancora scosso per l’eco risuonato dopo la sua risata.
La ragazza sorrise riconoscente e solo allora si accorse dello stato del ragazzo.
Piccole gocce d’acqua scendevano pigre dalle spalle,percorrevano lente il suo petto non troppo muscoloso scivolando come olio, inoltrandosi poi nella ‘V’ disegnata poco sopra l’asciugamano.
E all’improvviso lei, che mai nella sua vita era stata una persona indiscreta, desiderò conoscere la meta in cui si erano andate a posare.
Rialzò lo sguardo rossa dall’imbarazzo e cercò di non balbettare mentre, finalmente, si presentava.
< Piacere. Sono Isabella Swan, ma puoi chiamarmi Bella. >
Edward non fece una piega.
Aveva capito da subito chi fosse. Capelli scuri, carnagione alabastrina.
< Piacere > Le porse una mano, dopo essersela asciugata sull’asciugamano ancora asciutto che avrebbe dovuto usare per i capelli. < Edward. Edward Cullen.>
A differenza del ragazzo Bella sgranò gli occhi dilatando così tanto le pupille che Edward quasi si meravigliò di non trovarsi in un cartone animato.
< Oh beh. Oddio! Che figura! Io non credevo che tu fossi già arrivato! Cioè.. Alice mi aveva avvisato del tuo ritorno ma io.. >
Era adorabile. Tutto di lei era stranamente adorabile.
Il modo in cui spostava il peso dalla gamba destra alla sinistra.
Oppure come gesticolava con le mani, enfatizzando i suoi concetti che, nonostante l’applicazione, divenivano ancora più intricati.
< Non preoccuparti. Neanche io sapevo della tua visita. >
Bella sorrise, grata a quello sconosciuto ragazzo che l’aveva appena salvata da un esaurimento nervoso.
< Oh beh. Fino a qualche ora fa neanche io l’avrei programmata. >
Edward non era mai stata un ragazzo curioso, eppure quella volta non sembrò così.
Passarono pochi minuti, ma bastò quel tempo per studiarsi reciprocamente.
Bella sembrò sorpresa di rivedere dopo tanto tempo il ragazzo. O per meglio dire, l’uomo.
L’aveva lasciato adolescente e lo ritrovava con la barba!
Pensiero idiota, certo, ma per Isabella un uomo senza un accenno di barba non si poteva considerare tale.
< Bene. Mi ha fatto piacere rivederti.> Iniziò teso. < Ma è meglio se io vada adesso. Con permesso. >
Bella sorrise imbarazzata e si scostò dalla porta portando le braccia dietro la schiena.

Giunto fuori la porta di Alice, Edward prese un sonoro respiro e si diresse con una apparente tranquillità in camera.
Poco prima di aprire la porta Emmett schiuse la sua.
< Hei fratello! > Il bruno gli fece solo un cenno del capo, forse troppo assonnato per rispondergli lucidamente.
< Non è che hai preparato una bella colazione?>
Edward gli lanciò un’occhiata più eloquente di mille parole e, non sapeva nemmeno lui con quale spirito, decise di ribattere. < Beh. L’unica cosa ‘bella’ qui dentro, sta sopra. >
Ci vollero due minuti buoni ad Emmett per capire la battuta, per di più pessima, del fratello.
Al termine del tempo, esplose in una fragorosa risata ed uscì dalla sua camera. In boxer.
Camminò velocemente fino alle scale del piano di Alice e si appostò sotto.
< Hei Newton! >
Probabilmente lo avrebbero sentito anche i vicini se non fossero stati praticamente sordi.
La ragazza corse veloce fino a catapultarsi sull’orso che ridendo fragorosamente l’abbracciava stretta.
Edward nel frattempo guardava la scena con un sopracciglio alzato.
< Stupido di un Cullen! > Gridò felice Bella mentre si staccava dal suo abbraccio stampandogli un bacio sulla guancia.
< Non ti fai mai sentire! Devo sapere tutto da Alice, ti rendi conto?! > Gracchiò fintamente offesa mentre Emmett le dava un tenero schiaffetto sul naso.
< Hai ragione scimmietta, ma sono stato così occupato.. >
Bastò uno sguardo per scoppiare in un’altra fragorosa risata.
Ma che avevano tanto da ridere? si domandò Edward, mentre con la mano stringeva ancora la maniglia della porta.
< Certo immagino.. con la tua splendida Rosalie. > Emmett sorrise.
Era quello lo sguardo degli innamorati?! Era la prima volta che Edward se lo chiedeva.
Se si, non lo avrebbe mai voluto avere. Mai. Per nessun motivo.
Occhi luccicanti, sorriso da idiota. Un leggero brivido gli percorse la schiena, facendogli improvvisamente ricordare di essere ancora mezzo nudo.
< Oh Bella. Devi conoscerla! > Continuò il ragazzo emozionato.
La ragazza annuì sinceramente felice e, dopo un altro urletto, abbracciò nuovamente Emmett.
Fu allora che, dopo l’ennesima giravolta, il ragazzo intravide Edward ancora appoggiato allo stipite.
< Hei fratellino. L’hai conosciuta questa meraviglia?! >
Bella si voltò verso di lui ed arrossì imbarazzata.
< Si certo. A dopo. Isabella, Emmett. > Li salutò con un cenno del capo e rientrò in camera.

***

 

< Tesoro mi passi la birra? >
Edward non si voltò nemmeno. Sapeva che non era lui il tesoro della frase.
Mai nessuno l’aveva o l’avrebbe chiamato così. Ne era certo.
E, a differenza di altri, non era scalfito affatto da questa alquanto tetra prospettiva.
Bella invece, era molto più degna di lui per essere chiamata tesoro.
Ma naturalmente era solo una sua supposizione.
La ragazza, seduta sopra una sdraio identica alla sua, porse la Heineken ad Alice con aria leggermente disgustata.
Non aveva mai tollerato la birra. Le dava un forte senso di vuoto e di nausea, e la costringeva ad ore ed ore di voltastomaco distesa sul suo letto.
< Beh dicevi? >
Edward stava ascoltando di sfuggita il discorso delle ragazze.
Era uscito fuori in terrazza per godersi i pochi raggi di sole presenti,ed aveva trovato loro che, per non lasciarlo solo, si erano avvicinate.
< Mike. Quel testa di cazzo di Mike. > Iniziò infuriata Bella impugnando stretta il bracciolo della sdraio, tanto che le nocche persero colore.
Alice girò leggermente la testa, assumendo la stessa espressione di un cucciolo di cane inetto.
< Bella quando ti deciderai a.. > Borbottò nervosa.
Alice sospirò rassegnata e le fece segno di proseguire.
< Ero al pub, come al solito, e stavo pulendo lo scaffale dei drink.. >
Edward non poté far altro che tendere leggermente l’orecchio, tentando di capire dove volesse andare a parare quella strana ragazza.
Non era curiosità. Si giustificò. E anche se lo fosse stata, sarebbe svanita in poco tempo, così com’era arrivata. E soprattutto senza lasciare tracce.
Tranquillizzato dalla sua interpretazione continuò ad origliare indisturbato.
< E quello stronzo, viscido e deficiente del mio ragazzo ha toccato il culo a Jessica! Cioè! Davanti a me!! Ti rendi conto!? >
Edward sgranò gli occhi e sperò con tutto il cuore che non stesse parlando della stessa Jessica Stanley con il quale, anni prima, aveva perso la verginità.
Bel corpo, non c’è che dire, ma cavolo.. se anche non l’avesse ricordata avrebbe trovato discutibile il fatto che Bella fosse meno .. sexy.
Alice ebbe la reazione opposta. Inarcò un sopracciglio, dopo un attimo di sconcerto e la guardò schifata. < Scusa. Non credo di aver sentito bene. Jessica? La Stanley?! E davanti a te!??! >
Bella sospirò e si mosse irrequieta sulla sedia.
< Se non mi fossi girata un attimo per dare uno sguardo al mio ragazzo, probabilmente sarei rimasta all’oscuro per sempre! > Sbraitò incazzata come poche altre volte.
Alice le poggiò una mano sulla testa, accarezzando dolcemente i capelli.
Sapeva quanto la calmasse in momenti simili.
< Beh Bella. Non vorrei giustificare il tuo ragazzo o cose simili. > Iniziò mettendo su una faccia palesemente disgustata. < Ma sei sicura? Cioè. Non è che è stato uno sfioramento involontario. >
Fu il turno della castana di inarcare un sopracciglio. < Certo Alice. Sai in quasi diciotto anni di vita non ho ancora chiaro il senso di toccare il sedere. Grazie per avermi illuminato. >
Edward rilassò le spalle.
< Scusa Bells.. solo.. mi sembra così strano! Andiamo lui sta con te! E poi Jessica.. beh. E’ una troia! E tu, mia cara amica, hai un sedere cento volte migliore, fidati. >
Bella mise su il broncio e si accoccolò sulla sdraio.
< Non dire stronzate Alice. Jessica è molto meglio per Mike. > Sussurrò sconfortata.
< Oh certo. Per Mike sarebbe meglio anche una scrofa. Anzi. Andrebbe di lusso con una scrofa! Sei tu che, forse per un’opera di carità, te lo sei preso. >
Edward distese una parte delle labbra in un provocatorio sorriso sexy, a quelle parole.
< Ma almeno l’hai picchiato!? >
< Se l’ho picchiato!? Credo che lui abbia ancora il livido del mio calcio nelle palle. Quello schifoso .> Edward ed Alice scoppiarono contemporaneamente a ridere a quelle parole.
< In ogni caso Bella, fidati se ti dico che sei di un altro genere. >
Bella le rivolse uno sguardo scettico ed Alice sbuffò. < Edward! >
Il ragazzo sobbalzò. < Tu che conosci bene la Stanley.. >
< Conosci la Stanley? > Domandò di conseguenza Bella.
< Si. Ci ha perso la verginità con lei. >
Bella diventò inspiegabilmente rossa e in tal modo riuscì a salvare Edward da una strana imbarazzante situazione.
< Comunque. > Riprese Alice. < Devi essere sincero, ho bisogno di un parere di un uomo:secondo te, il sedere di Bella è meglio di quello della Stanley? >
Edward arrossì leggermente, cosa che, per fortuna, si vide poco sotto la sua leggera barba.
Avrebbe risposto ad occhi chiusi.
Avrebbe risposto senza neanche aver sentito il secondo nome.
Senza neanche esser costretto a rispondere.
< Oh andiamo! Non può giudicare! Il mio non l’ha visto come lo ha visto Mike e quello di Jessica l’avrà probabilmente dimenticato! >  Bella si agitò sul posto e, riportandosi i capelli sfuggiti dalla coda alta dietro l’orecchio, si rimise seduta.
Edward si limitò ad alzare le spalle ed Alice sbuffò contrariata e si alzò per portare le bottiglie di birra scolate da lei e dal fratello in cucina.
Il silenzio tra Edward e Bella non era imbarazzante. E se ne accorse perfino lei che, stando stesa nella sua identica posizione, riusciva perfino a percepirne il respiro.
< Quindi conosci la Stanley.. >
Edward sorrise sghembo lasciando intravedere i suoi denti bianchissimi.
< Diciamo di si.. > Sussurrò girando la testa verso la ragazza che lo guardava incantata.
< Wow. La dovevi amare proprio tanto per aver perso la tua verginità con lei. >
La guardò per un istante. La piccola rughetta tra le sopracciglia, quel tenerissimo broncio di disappunto. Perfetta.
< Oh ehm. Diciamo che.. No. Non l’amavo. Per niente. Ma sai come siamo noi ragazzi.. >
Si sentiva in soggezione.
Oddio, dire ‘in soggezione’ forse era un po' troppo.
Bella sorrise furba. < Certo. Scusa. Per un attimo ho dimenticato che tu fossi un ragazzo. > E concluse il tutto con una linguaccia divertita.
Il ragazzo ridacchiò punto nel vivo e scosse leggermente la testa.
< Anche Mike è un ragazzo però.. > Cercò di rendere la domanda più scherzosa possibile e, per sua fortuna, Bella sghignazzò annuendo.
< Lui è il più.. ‘ ragazzo ’ tra i ragazzi. Sicuramente! >
E giù con altre risate.
< Mike mi ha detto che vi conoscevate. Che .. beh, eravate amici, un tempo. >
Edward non levò il sorriso dalle labbra, ma la sua espressione si fece piuttosto vacua.
Ricordava perfettamente l’ultima volta che aveva visto il suo migliore amico.
< Un tempo > Mormorò tra sé e sé mentre Bella involontariamente gli si fece più vicino.
< Che è successo? >
Non voleva essere invadente. Non avrebbe mai domandato una cosa simile ad un altro estraneo. Eppure il non conoscere la verità era un tarlo che non riusciva a levarsi.
Edward la guardò per una frazione di secondo. < Beh. Diciamo che.. ha preferito altre compagnie.>
Bella inarcò un sopracciglio.
< Ma lui non te le ha raccontate queste cose, vero? > Era retorica come domanda. Lo sentiva bene.
Eppure non riusciva a dargli torto.
Scosse il capo con leggerezza, il che rese molto più pesante il suo gesto. Ed Edward capì tutto.
< Bella. Se lui non vuole dire delle cose del suo passato, ok. Non sarò certo io a spifferare i suoi segreti al vento. > Era stato stranamente dolce con lei. Tanto che  Bella non poté evitare di arrossire, facendolo sghignazzare divertito.
< Io non sono il vento > Sputò offesa, provocandogli un altro singhiozzo di risate.
< Oh no, certo. Non lo sei affatto. >
Si sorrisero prima che Alice tornò a riprendersi l’amica.
< Beh e tu che fai Edward, vieni con noi? >
Bella si sorprese. Di solito Alice era estroversa ed esuberante anche con gli estranei e, se ci fosse stato Emmett davanti a lei, ora sarebbe stato catapultato in camera sua a prepararsi.
Edward invece la guardò per nulla meravigliato leggendo nei suoi occhi una piccola speranza, unita al desiderio di tornare nel pub che aveva tanto frequentato anni prima, annuì senza far trasparire troppe emozioni.
Alice invece evitò a stento di fare il suo solito gridolino di gioia e con un sorriso rientrò in casa.


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Ok. Lo ammetto.
Sono un po’ nel panico! E’ la prima volta che pubblico una mia storia, e sinceramente non so neanche perché proprio stasera mi è venuta quest’ispirazione..

.. sarà la fine di questi giorni di ‘vacanza’..
In ogni caso: Sono una ragazza 17ennee questa è la mia prima storia.
Adoro scrivere, ma adoro ancor di più leggere, ed eccomi perciò tra i mille fan di Efp. =)

Apatia è nata all’improvviso. Qualche giorno fa.
Non so dirvi il perché. So solo che un giorno mi sono svegliata, ho aperto Word, e dopo qualche ora scrivevo la parola fine al secondo capitolo.
So che probabilmente pubblicarla è stata una pessima idea, ma sono sempre stata incline alle figuracce, per cui .. =P

Beh. Quasi certamente vi sto annoiando ancora di più con tutte queste chiacchiere, per cui la finisco qui =)
Mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto e sarei felice, ma che dico, felicissima, se qualche angelo lasciasse una piccola recensione =P
Non avete idea di quanto mi farebbe piacere. (Naturalmente, se non lo fate avete la mia completa comprensione =P )

Grazie per la pazienza.
A presto.


La vostra Alinah.

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Capitolo 2
*** Light ***


Capitolo 2



< Avanti ragazze salite >
Bella si diresse a piccoli passi verso il sedile posteriore della Volvo argentata, in evidente imbarazzo.
La mano che non era impegnata a reggere una piccola borsetta nera, era ben fissa sul suo fondoschiena, cercando invano di abbassare il sottile strato del vestitino che aveva indossato per gentile concessione di Alice.
Cercava di non pensare a come l’avrebbero guardata fuori al locale, e in quale altro ingegnoso piano avrebbe dovuto cimentarsi per nascondersi da occhi troppo indiscreti.
E mentre delle brevi immagini di fuggifuggi e nascondigli si alternavano nella sua testa, Edward.. beh.. Edward non la pensava esattamente allo stesso modo.
< Bene. Credo di ricordare la strada, ma se sbaglio datemi una dritta voi. >
Bella annuì pensierosa.
Qualcuno, guardandola attraverso il finestrino, avrebbe potuto fantasticare sulle sue riflessioni.
Chissà se pensava alla vita, a dove andrà, alla ricerca di un amore.
In realtà i suoi pensieri gravitavano altrove. Completamente altrove.
Basti sapere che al termine delle sue lunghe meditazioni arrivò alla inevitabile conclusione che il ragazzo non poteva essere così naturalmente perfetto senza farlo apposta.
Andiamo! Solo Chuck Bass riusciva a fare quella voce senza applicarsi!

Il pub di Mike si chiamava ‘Light’.
La luce bluastra delle lettere che ne componevano il nome, proprio sopra al tappeto che ne indicava l’entrata, conferivano all'ambiente un aspetto elegante,  esclusivo.
Il buttafuori non era da meno.< Ciao Laurent. Siamo tre oggi. > Lo salutò Bella con un bacio sulla guancia. Per quanto fosse grande la sua stazza, il ragazzo si sciolse davanti alla sua figura e con un sorriso imbarazzato li fece passare.

Ricordi.
Stralci di momenti trascorsi.
Pezzi di vita passata.
Ovunque Edward si girasse ecco che alla mente gli tornavano quei giorni di spensieratezza e di sconsideratezza che credeva di aver ormai rimosso.
Ne aveva passate tante in quel bar. Certo, allora non era ancora così sofisticato, ma per il resto, tutto era rimasto uguale.
Al bancone quattro o cinque baristi si muovevano indaffarati, mescolando le bevande, preparando il ghiaccio e riempiendo quegli stessi bicchieri che puntualmente finivano per svuotarsi in pochi minuti.
In pista c’erano invece coloro che, troppo ubriachi per fare altro, o semplicemente per divertirsi si muovevano a tempo di musica.
Ai divanetti, dal lato opposto, invece, ecco quelli che innamorati, arrabbiati, pensierosi, vogliosi, stanchi, trascorrevano un po’ di tempo estraniandosi dal mondo.
< Bene io vado di là a vedere se c’è Mike. Ci vediamo tra poco. > Annunciò Bella infilandosi dentro un ammasso di gente e arrivando dietro al bancone.
Salutò tutti con un accenno della testa ed entrò nello stanzino leggermente in penombra.

Mike era lì a raccogliere delle birre e nemmeno si era accorto dell’entrata della ragazza.
La musica da discoteca rimbombava tra le pareti di quel piccolissimo ambiente, e l’eco del vetro delle bottiglie che si sfioravano era l’unico rumore che si riusciva a distinguere.
< Che fai? >
Bella detestava il fatto di non riuscire mai a tenere la bocca chiusa.
Il biondo fece cadere un paio di bottiglie per la sorpresa e, impacciato, si girò verso la fonte del suono.
< Bella! > Poco ci mancava che lei sbuffasse.
Non ricordava la voce del ragazzo .. così.
A dir la verità era un tono di voce come un altro, a tratti perfino piacevole..
-Ma neanche lontanamente paragonabile a quella di Chuck Bass -
Bella scosse la testa stizzita dai suoi stessi pensieri.
< Mike. > Rispose atona guardandolo grattarsi nervosamente i capelli.
Anche i suoi capelli erano capelli come altri: Biondo cenere, spettinati al punto giusto.
Fino a quella sera aveva adorato quella chioma. Amava rilassarsi accarezzandogli dolcemente i ciuffi chiari alla base del collo.. eppure in quel momento, non riusciva a provare verso loro alcuna.. attrazione... 
< Che balsamo hai usato stasera? >
Mike sorrise aggrottando le sopracciglia. < C-cosa? >
Con un sospiro la ragazza gli fece cenno di lasciar perdere.
Quella sera non era proprio in vena.
< Sei ancora arrabbiata, non è così? > Domandò il ragazzo posando le birre e avvicinandosi cauto a lei, appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate.
< Bella davvero. Non so come farti capire che non c’è motivo di esserlo. Non ho toccato il sedere a Jessica!>
Mancava tanto così a farle alzare gli occhi al cielo.
Immediatamente Bella fece partire il countdown delle giustificazioni di Mike.
4 minuti e mezzo, gli concedeva quattro minuti e mezzo per chiarirsi. Non di più.
< Ah no? Io c’ero mister : non-ho-nulla-da-farmi-perdonare. >
Il biondo alzò lo sguardo verso il soffitto mal celando la sua agitazione. < Sarà stato un contatto involontario Bella, davvero! Io amo solo te. Solo ed unicamente te. >
Quando Mike le accarezzò dolcemente il viso, la ragazza si morse il labbro, stoppando il conto alla rovescia.
Alla fine ogni discussione finiva sempre così.
Uno a zero per Newton.
Nessuna ragazza, innamorata, cinica, menefreghista, o, come Bella, semplicemente fiduciosa, sarebbe stata in grado di resistere allo sguardo sincero del ragazzo o a quei magnifici occhi azzurri, troppo seri su quel viso da perenne bambino.
Una ragazza, una qualsiasi ragazza, avrebbe risposto a quel bacio che ne seguì.
Improvvisamente Bella si sentì in colpa per gli stupidi pensieri di poco prima, e decise di sorvolare sul fatto che la voce di Mike non fosse come quella di Chuck o che i suoi capelli non fossero belli come al solito.
Se lui l’amava allora andava bene così.
Il biondo la tenne stretta per qualche minuto baciandola leggermente sulle labbra, con una strana, insolita calma.
< Bene amore io vado a gestire il pub. Metti questa e mi dai una mano, vero? >
Avete presente uno stuzzicadenti che lentamente si avvicina ad un pallone trasparente colmo di aria, e lo buca, così, all’improvviso, tanto da farvi saltare sul posto?
Ecco il modo in cui Mike Newton era in grado di rovinare ogni bel momento trascorso insieme.
La castana sbuffò dandosi uno sguardo. Il vestitino era scomodo, certo. Ma la divisa degli impiegati era davvero improponibile.
Il top, se proprio doveva dargli un nome, non era altro che un copri-reggiseno nero a fascia e al di sotto, nonostante la pancia completamente scoperta, avrebbe dovuto indossare anche una minigonna dello stesso colore che, forse per la crisi che aveva colpito le industrie di stoffa, le arrivava sotto il sedere.
Proprio sotto. Non un centimetro di più.
Sopprimendo un urlo, Bella si cambiò in silenzio e insieme a Mike uscì a servire ai tavolini.

Nel frattempo Edward aveva preso posto in un tavolino.
Il suo tavolino. Se si impegnava riusciva perfino a sentire con le dita i leggeri solchi sulla panca di legno dove era seduto.
Da ragazzi avevano inciso talmente tanti nomi e date che avevano tappezzato l’intera superficie.
< Cullen. Edward Cullen. Non posso crederci! >
Edward sorrise prima di ricambiare il caloroso abbraccio di Tyler Crowley.
< Come stai amico?? > Senza essere invitato prese posto accanto al rosso che, sorpreso, guardava il suo aspetto ormai irriconoscibile.
Lo ricordava riccio, dalla pelle scura, e perennemente sorridente. Ma con tutta quella barba ora era praticamente un’altra persona. < Come sempre. Tu?? >
Tyler era una delle pochissime persone che provava simpatia per Edward, l’unico forse, oltre Mike, con cui riuscisse ad essere se stesso.
Molti del loro gruppo, cercavano di evitare il ragazzo, tenendosi a debita distanza.
Era come se incutesse timore, con quello sguardo profondo e quella mascella squadrata.
Sinceramente divertito, Tyler si rese improvvisamente conto che non era affatto cambiato da allora.
 < Tutto ok. >
Edward si trovò a sospirare di malinconia.
Un po’ gli mancavano i suoi amici. Le vecchie scorribande alle 4 di notte, il fumare segretamente, il comprare bottiglie di vodka senza neanche sapere dove nasconderle.
< Già. Mancano anche a me. >
La testa scattò per reazione involontaria.
Edward non si sorprese affatto in realtà. Tyler era sempre stato un ottimo osservatore.
Talmente in sintonia con le persone da riuscire quasi a leggere i loro pensieri.
Non per altri motivi aveva deciso di intraprendere gli studi di psicologia.
Quel breve minuto di silenzio fu troncato dal bruno che, con un sorriso raggiante si rivolse nuovamente ad Edward.
Dichiarò ridacchiando.
< Sono davvero felice per te. >
E lo era davvero.

La serata del giovane passò tra chiacchiere e birre quando, stanco di quell’atmosfera, si diresse insieme al suo ritrovato amico a fumare una sigaretta.
< E quindi hai intrapreso la carriera di medico eh? > Chiese interessato il bruno accendendo la sua Marlboro light.
Edward annuì sorridendo sghembo e ripose il suo accendino nella tasca posteriore dei jeans.
< Sai. Ti ci vedo benissimo nei panni del dottore. D’altronde, sei praticamente identico a Carlisle! >
Edward alzò le labbra da un lato, in un’espressione che rasentava lo scherno.
< Tu dici? >
Tyler annuì convinto, aspirando la sigaretta. < Certo! Se non sapessi per certo che non è il tuo vero padre, stenterei a crederlo!! >
Il rosso sghignazzò scuotendo la testa.
Ma proprio mentre stava per gettare il mozzicone di quella che una volta era assomigliata ad una sigaretta, sentì delle voci poco lontano.
< Che succede?? >
Tyler aggrottò le sopracciglia ed alzò le spalle.
< Forse Mike sta avendo qualche problema a gestire il locale, stasera. Sai, c’è sempre qualcuno che dà fastidio. >
Edward annuì e spegnendo la sigaretta, si diresse insieme a Tyler verso la fonte del rumore.
Mike stava parlando animatamente con qualcuno.
Le braccia si agitavano frenetiche, segno di quando era in imbarazzo o in difficoltà, e ogni pochi minuti si aggiustava i capelli.
Il giovane non si accorse che, a pochi metri da lui, il suo ex-migliore amico lo stava guardando.
Ai suoi occhi il biondo non era affatto cambiato.
Certo, l’altezza e la statura erano leggermente diversi e l’accenno di barba evidente, ma per il resto, lo sguardo timido e l’aria da finto spavaldo, erano completamente identici a come li ricordava.
< Hei Mike! >
Il biondo si girò verso Tyler che scuotendo una mano gli si avvicinava.
Dietro di lui, a qualche passo di distanza, Edward camminava lento, senza alcuna fretta.
< Non posso crederci, Cullen! >
Il ragazzo, chiamato in causa, si trovò ad alzare il capo verso la sua direzione.
Ciò che lo aveva reso perplesso era il suo tono, non certo da amico d’infanzia, ma non così rancoroso come l’aveva immaginato.
< Qual buon vento ti porta qui? >
Edward raggiunse Mike e vide con la coda dell’occhio un ombra seduta accanto al bidone dell’immondizia. < La famiglia richiama. > Si ritrovò a spiegare evasivo.
Il biondino sorrise. < Avremo il piacere di chiacchierare più tardi, purtroppo ora devo sbrigare un affare. >
Continuò indicando l’ombra che, lentamente, si alzò in piedi.
< Io non sono l’affare di nessuno, Newton. >
Isabella Swan guardava con astio il ragazzo che, cercando di fare il duro davanti agli occhi del suo più vecchio amico, l’aveva accidentalmente offesa.
< No certo, Bella. Non intendevo te come persona.. > Bella sbraitò arrabbiata ed uscì dal nascondiglio mostrandosi nella sua incredibile bellezza agli occhi degli altri due spettatori.
< Ciao Tyler > Salutò poco calorosamente, mentre il bruno le posava un leggero bacio sui capelli.
< L’affare torna dentro. Con permesso > soffiò la ragazza allontanandosi dai tre.
Fu allora che Edward notò per la prima volta il modo in cui era vestita.
Volgare. Non c’erano dubbi. E il ragazzo odiava le ragazze che svendevano così il proprio corpo.
Ma allora perché non riusciva a fare quel ragionamento anche con Bella?!
Forse era troppo concentrato ad analizzare la distanza delle gambe di Bella dal suolo per concentrarsi..
Con un movimento repentino della testa si riscosse dai suoi pensieri e tornò a prestare attenzione a Mike che ora lo guardava con un’espressione divertita.
< Sei tornato per davvero? >  Gli domandò con un ghigno.
Il ragazzo si limitò ad allargare le braccia e ad alzare le spalle, mentre il biondo annuiva.
< Beh. Io torno ai tavoli, se non vi dispiace. >

La serata passò in modo estremamente lento.
Bella non riusciva più a sostenere gli sguardi affamati dei clienti e quando ormai erano rimasti solo in pochi, decise di riprendere il suo vestitino e di uscire dal locale.
L’aria gelida di Forks sembrava penetrare nella sua pelle e non poté impedire a un sospiro ghiacciato di fuoriuscire dalle sue labbra rese ancora più rosse dal vento che le aveva fatto diventare i capelli una massa irriconoscibile.
< Hei amore. Tra una mezz’oretta chiudo e torniamo a casa. Ok? >
Bella si girò leggermente verso il ragazzo che si puliva le mani con uno straccio sull’uscio della porta.
< Bella! > Alice corse verso di lei piombandole di fronte. < Vieni a dormire da me? >
Mike si avvicinò guardingo e squadrò divertito la ragazzina.
< Mi spiace ma io e Bella torniamo tra un po'. >
La brunetta fece un occhiolino all’amica e si diresse verso Edward che aveva acceso il motore dell’auto.
< Alice!> Gridò Bella girandosi verso di lei.
< Vengo con te, aspetta! > Si girò velocemente posando un bacio sulle labbra a Mike che perplesso osservava la scena.
Appena salite, Edward fece scattare la sicura e partì.






Buona seraaa :)
E non potrebbe essere altrimenti..
.. certo, il pessimo compito di filosofia e l’imminente interrogazione di letteratura latina domani, non prevedono nulla di buono, ma grazie alle vostre recensioni e alla vostra presenza non potrei essere più contenta =)
Non riesco ancora a credere di aver ricevuto ben 7 recensioni solo per il primo capitolo!!
Perciò grazie. Davvero.
Mi avete reso felicissima!

Apatia’ come ho già detto è nata da un’ispirazione momentanea, e sta prendendo lentamente forma, passo dopo passo, virgola dopo virgola..
Ed è davvero inutile dirvi quanto voi siate fondamentali per me nel portare avanti questa fan fiction.. =)


Parlando della storia..
.. Ecco che compare
Mike.
Il famoso ‘fidanzato’.
Il citato ‘ex – migliore amico’.
Inutile confessarvi che sarà una figura di rilievo, almeno per i primi capitoli. (Purtroppo =P)

Prima che le mie mani prendano possesso autonomo della tastiera, rivelando a tutte voi lo svolgimento della storia, mi fermo qui, svelandovi solo un piccolissimo spoiler riguardante il prossimo capitolo: Vi pre-annuncio solo che Edward e Bella avranno occasione di conoscersi meglio.. molto meglio.. 
=P


Nonostante tutto ci terrei però a fare i miei personali ringraziamenti ad ognuno di voi e soprattutto a rispondere alle vostre bellissime recensioni:



Grazie alle 4 persone che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite

1 -
A l y s s a [Contatta]
2 - Betta_Masen [Contatta]
3 - fracullen [Contatta]
4 - mory_ [Contatta]


Grazie mille alle 15 persone che invece seguono la mia ff !


1 -
19sunflower88 [Contatta]
2 - aleda776 [Contatta]
3 - champagnesupernova [Contatta]
4 - isabellacullen [Contatta]
5 - June1992 [Contatta]
6 - kiakki94 [Contatta]
7 - Lully Cullen [Contatta]
8 - mine [Contatta]
9 - Miyakochan_89 [Contatta]
10 - Moon Light [Contatta]
11 - mux [Contatta]
12 - noemi s [Contatta]
13 - TakeAPictureL [Contatta]
14 - Tokiotwilighters [Contatta]
15 - _blacksea_ [Contatta]


Grazie, ancora, enormemente alle 2 persone che hanno inserito ‘apatia’ tra le storie da ricordare. =)

1 -
champagnesupernova [Contatta]
2 - kikagen [Contatta]


Ma un grazie particolare ai 7 angeli che hanno recensito lo scorso capitolo.



Dark night: Heiiii =)
Finalmente ho letto la tua e-mail!! =)=) Allora non sono proprio un caso disperato -.- =P
Ti ringrazio.
Per tutto. In primis, per aver dato un’occhiata al primo capitolo di questa ‘storia’, se può essere chiamata tale (: , e naturalmente per avermi scelto come Beta..
.. Comunque non preoccuparti di niente. Organizzeremo domani tutto. Ti mando un messaggio dopo pranzo :)

..In ogni caso spero che questo capitolo ti sia piaciuto! :)
Sarei davvero felice di poter rileggere una tua recensione :)
1Bacione Giulia!
La tua Alinah.



SSSmileee: Buonaseraa!! :)
Grazie, grazie, grazie.
Dico sul serio.
Non mi aspettavo di ricevere tanti complimenti, né d’altra parte che la mia ff potesse piacere a qualcuno =P
Te l’ho già detto grazie?! (=P)

Beh.
Sarei curiosa di sapere cosa pensi del secondo capitolo! =)
A presto, spero.
Alinah <3

 

chi61:  Ammetto che dopo aver letto la tua recensione non riuscivo a non sorridere.
Ti ringrazio.
Ho iniziato a scrivere questa storia senza neanche immaginare che pochi giorni dopo sarebbe stata letta da ragazze e ragazzi di tutta Italia, e devo ammettere che ogni giorno sono sempre più agitata =P
Ti ringrazio soprattutto per avermi fatto notare l’errore di grammatica =) E naturalmente ti invito con piacere a farmeli notare ogni qual volta mi distraggo =P Ne sarei felice..

Sono molto contenta che questa storia ti inizi a coinvolgere.. Il personaggio di Edward è sicuramente il più complesso tra quelli che ho inserito..
.. Sinceramente non so il perché di questa mia decisione. Forse mi ero un po’ stancata di leggere sempre di un ‘Edward’ stronzo e menefreghista nei confronti di Bella.. Questo ‘Edward’ non è cattivo, affatto. È semplicemente un ragazzo che non riesce a trovare interesse verso nessuna delle cose che gli sta attorno..
A volte me lo immagino sopra un divano, con lo sguardo perso nel vuoto e con mille pensieri che gli affollano la testa.. lo immagino profondo e sensibile, eppure mai troppo esposto agli altri..

Ok. Lo so. Probabilmente ti starò annoiando, ma sono affetta dalla sindrome di ‘loquacità- interattiva’ ( O.o)
 Perciò la smetto.
Sarei molto felice di sapere cosa pensi di questo secondo capitolo. :) Mi auguro di risentirti presto.
Un bacio.
La tua Alinah.



giuly97: Saaalve!! :)
Sono molto, molto felice che la mia storia ti incuriosisca..  e ti ringrazio per le belle parole :)
Spero che questo nuovo capitolo non ti abbia deluso! Lo spero davvero!!
Mi farebbe piacere poter leggere una tua recensione!!
Un grandissimo bacio!
Alinah



essebi: Wow. Ammetto che mi è preso un colpo nel leggere il nome di una delle mie scrittrici preferite di Efp tra le recensioni!! =)
Prima di ringraziarti (Perché si, scoccerò anche te con i miei lunghissimi ringraziamenti =P )
vorrei iniziare con il dirti che ricevere un commento così bello dall’autrice di due delle storie che più mi sono piaciute in questo sito, mi ha reso davvero felice :)

Ti ringrazio per i complimenti. E’ la mia prima storia, è vero, e non riesco ancora a credere di stare per pubblicare questo secondo capitolo =P.
Il titolo di questa ff rappresenta in pieno il personaggio di Edward, e mi trovo perfettamente d’accordo con te sul fatto che rischi di ripercorrere vecchi cliché, ma sto cercando in tutti i modi di non far ricadere il personaggio in prototipi già usati o monotoni .. Spero davvero di riuscirci.. =P

Finisco con il dirti ancora un’ennesima volta Grazie.
Spero di risentirti presto, e soprattutto che il nuovo capitolo ti sia piaciuto!! :)
1Bacione. La tua Alinah.



fracullen: Wow. Grazie!! Addirittura tra le preferite :D
Sono davvero molto, molto felice che questa storia ti piaccia!
Mi auguro di non aver deluso le tue aspettative :)
A presto, spero.
Alinah.


_blacksea_ : Prima di perdermi in qualsiasi altro discorso vorrei dirti una cosa:
Quando ho iniziato ‘Apatia’ ero confusa. Non sapevo se pubblicarla o meno. Se reputarla un semplice passatempo nei momenti liberi. Se premere quella X rossa sulla destra e lasciare tutto così..
Ma poi mi sono detta: Pubblicherò il primo capitolo. Se piacerà allora avrò fatto qualcosa di buono, soprattutto per me stessa.
E ti ringrazio, perché grazie alla tua recensione le paure sono quasi del tutto scivolate via :)

Sono felice che il primo capitolo di questa storia ti sia piaciuto =)
Devo ammettere che non credevo che un personaggio come Edward né un titolo simile potesse attirare l’attenzione di qualcuno..
D’altronde è difficile anche per me entrare completamente nei panni di questo personaggio.. probabilmente mi sono cacciata in un guaio da sola =P
Beh. Che altro dire..
Sarei davvero felice di poter leggere un tuo prossimo commento su questo nuovo capitolo :)
A presto,
La tua Alinah.

 

Alinah               

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