Premessa: Mi elogiano per la tragicità con cui scrivo e dato che la musica ed i sentimenti sono sintonizzati su ‘angoscia’ ho deciso di fare una piccola raccolta con capitoli di varie lunghezze sui tristi ricordi dei membri della ciurma, quelli che hanno segnato la loro vita. Inizio con Brook e difficilmente seguirò l'ordine d'entrata dei membri, ma posterò in base a quella estratta
(assegno un numero e pubblico, perché ho già scritto ogni storia)…
Vorrei aggiungere una cosa: se i brutti ricordi vi fanno sentir male, cambiate fan fiction.
Ho posto un frammento del filosofo ‘Oscuro’, ossia Eraclito, prima di ogni capitolo; perché? Potrei raccontarvi qualcosa di poetico, ma avrebbe il gusto amaro della bugia, infatti li ho posti semplicemente per il modo tragico che vedo leggendo e riflettendo su questi brevi saggi di vita di un vecchio filosofo, che spero gusterete anche voi senza giudicarmi male.
Ovviamente ogni frammento l'ho scelto con criterio, provate a ragionare sul suo significato e vedrete la relazione tra il componente della ciurma citato ed il fremmento.
Grazie a tutti per il tempo che mi concedete.
Aspetto delle recensioni… ; )

Creepy memories

frammento n°23: ”Morte è quanto desti vediamo e quanto dormienti è Sonno”.

Rumbar’s Requiem

Scivolava dolcemente il crine tinto di 'pece' dell’archetto.
Le corde vibravano melodiche al suo passaggio.
Poetiche le note cantavano e colmavano il vuoto freddo attorno al musicista.
Le dita scheletriche della mano sinistra si muovevano rapide sulle corde che tese venivano accarezzate dall’archetto.
Il musicista dalle ossa bianche godeva della sua arte che prendeva forma nel gelido vento notturno.
Quelle note erano i corpi invisibili dei suoi sogni.
Suonava per gli unici spettatori che risplendevano nel cielo.
Suonava e un brivido piacevole penetrava le sue ossa, poiché di carne non ne aveva più.
Suonava con l’amico ligneo e lucido che aveva colmato la sua tetra solitudine degli anni passati a versare lacrime sugli scheletri immobili dei suoi compagni.
La carne che incatenava le loro anime l’aveva consumata il tempo, e le ossa, bianche e cave, riposavano sul ponte della loro amata nave.
La solitudine che aveva provato nel contemplare quel cimitero marino era insopportabile per qualsiasi cuore, anche per chi non lo aveva più.
Le note stridettero al quel tenebroso ricordo.



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Achamo & il suo inutile monologo
”…ho descritto (con troppa enfasi –_-°) ciò che secondo me prova Brook nel suonare il suo amato violino. Sicuramente gli ricorda i compagni che ormai ha perso da anni e questo non può che riempirgli il 'cuore' di tristezza, ma contemporaneamente di gioia nel ricordare i momenti felici e spensierati di quando aveva ancora della carne attorno alle ossa.
Poiché è un personaggio simpaticissimo, ma sottovalutato, ho deciso d'iniziare da lui.
Spero vi sia piaciuta, di non avervi spaventato troppo con questa terribile freddezza e di avervi avvicinato alla filosofia, una materia che stimola il pensiero e, secondo me, il carattere.
^^ Grazie per aver letto”.

p.s. Non preoccupatevi, queste storie le ho già scritte ed in poco tempo aggiornerò le altre in corso... ^^°

frammento n° 62: “L’io credo è morbo sacro”.

Hilk’s Requiem

Il suo sapere vacillava.
Tutto ciò che quell’amico gli aveva insegnato possedeva il gusto amaro della vergogna.
In realtà conosceva il nulla.
L’euforia che, ricca di rimproveri, aveva assaporato accarezzando il delicato libro medico del mentore lo aveva reso cieco.
Gelida, Lei, scorreva nel sangue dell’amico.
Sciocche voci e mente stupida. Queste le basi di un farmaco letale.
La convinzione che quel simbolo, quasi divinizzato dal suo mentore, potesse allontanare la scheletrica mano della Morte, amica di ogni medico e promessa sposa delle anime.
Il rimedio velenoso e ricco di spore che, come benedetto dalla Morte stessa, poteva curare ogni male.
Le lacrime terse e calde di un uomo che conosceva il suo amaro destino, segnato anche dall’amico che vedeva né come apprendista né come orfano, ma come figlio.
Tutto ciò vacillava, come i petali che danzano con il vento nel cielo etereo e prossimi a cadere sulla terra nera.

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Achamo & il suo inutile monologo…
”Allora, vi sono venuti i brividi? Questa volta è uscito Chopper… credo che il piccolo cucciolo, che tanto adoro, soffra per il suo passato ogni volta che posa un cerotto sulla pelle di qualcuno.
Povero piccolo ç_ç.
Allora, per concludere il monologo, vorrei ringraziare _AZRAEL_ con tutto il cuore per aver aggiunto la storia tra le segnalate nel ‘Programma recensioni’. Quale onore! ^^ Grazie mille!
Passiamo alle risposte (che troverete anche in fondo alla vostra recensione):

_AZRAEL_: Come ho scritto poche righe fa, GRAZIE di tutto cuore! ^^ Ho compreso benissimo quello che volevi dire con la recensione, ma non credere ti cederò tanto facilmente d’inchinarti, perché è compito dello scrittore ringraziare i lettori e l’inchino è segno di rispetto verso la loro enorme pazienza… XD Ecco, un altro discorso perso nel vuoto… XD comunque, grazie ancora, io non so veramente come farò a sdebitarmi… Spero apprezzerai il capitolo su Chopper… Grazie e alla prossima! ;D

Lillajada: Ciao! Accidenti! Non azzecco mai la risposta giusta ç_ç …indovinelli, sono un mio difetto enorme, proprio come le scadenze… Mh, i cattivi hanno un fascino che i buoni non possiedono eheh… dunque i tuoi preferiti sono Nami e Franky, bhè la cara navigatrice è stata la protagonista del capitolo precedente, chissà quando toccherà a Franky? XD (sorteggio sul serio il capitolo… U_U). Mi auguro comunque che Chopper sia di tuo gradimento ^^ …S.Cielo, sembra che l’abbia cucinato O_O… Ciao e al prossimo! :D

_Yuuki_: Ecco un nuovo capitolo cara mia filosofa! XD Ed ecco anche la tua nuova interpretazione. All’inizio ero un po’ scettica su quale frammento porre, ma leggendo ed interpretando quello ho avuto un illuminazione (nonostante non paghi la bolletta della luce da un po’ XD)… comunque, tornando alla tua interpretazione: Eraclito era un uomo dalla mentalità ferrea, che sembra completamente opporsi a questo frammento. Infatti era di origini nobili e voleva un governo diverso da quello ateniese… insomma da lui una frase del genere non s’addice proprio, eppure sosteneva che ogni uomo dovesse ‘svegliarsi’ (dormienti e svegli), quindi ragionare con la propria testa e sfumare rapidamente i ‘sogni’. In sintesi la tua interpretazione è correttissima! Ottima! Tanto di berretto (eh si, porto il berretto in quest’istante perché la luce del lampadario mi da leggermente fastidio… sono senza speranze XD) e spero di sentirti presto. Grazie ancora per i punti e ciao!!! ^o^

Ohara’s Requiem

Fiamme.
Ardevano con violenza.
Fiamme.
I venti ne spargevano le ceneri.
Fiamme.
Il fumo tetro le avvolgeva mentre s’innalzavano in un canto di morte al cielo divino.
Le fiamme ardevano rosse nell’acqua zaffirea dell’oceano.
Scintille e vampate brillavano e divoravano ciò che respirava, assaporando anche il suo tenero cuore.
Il calore le asciugava la gola, mentre l’aria veniva a mancare.
Le urla e l’odore di coloro le quali carni venivano bramate e strappate dalle fiamme la fecero rabbrividire.
Strinse gli occhi lacrimanti e con le manine si coprì le orecchie.
Non voleva che quel dolore s’aggiungesse alla sofferenza che provava in quegli istanti di tenebrosa angoscia.
Uomini della marina, rappresentanti della giustizia, avevano fatto ciò che non osava guardare per la troppa violenza.
Eppure, uno di loro l’aveva lasciata fuggire, perché?


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Achamo & il suo inutile monologo…
”Eccomi di nuovo con un’altra angosciante storia… Lo so che dovevo postarla ieri, ma il tempo è venuto meno, comunque la prossima pubblicazione sarà il 23 di questo mese.
Vi ringrazio per le vostre recensioni ^^ Non immaginate quanto piacere mi facciano... :3
Oggi è Robin la protagonista...
Credo che vedere la propria città (isola) avvolta da un'incendio nato dalle mani di chi dovrebbe rappresentare la giustizia e l'ordine, faccia sorgere dubbi, oltre che dolore....
Non avendo molto tempo chiudo subito il mio monologo e passo alle risposte...

frammento n°126: “Ho indagato me stesso”.

Kuina’s Requiem



Non doveva piangere. Aveva ormai dimenticato il gusto amaro di una lacrima, che lenta solca le guance ed infine sfiora le labbra.
Non doveva pregare di rivedere i suoi occhi ammirarlo con speranza e gioia d’affrontarlo.
Non doveva assaporare il suo grazioso sorriso e la sua ferrea determinazione.
Doveva mantenere una promessa, che con rancore tramandava ogni istante alla sua coscienza.
Dolore, ansimante, attanagliava i suo ricordi.
Livore, spettrale, divorava la sua mente.
Sangue, cocente, placava il suo cuore.
I suoi occhi funerei e profondi di nero lo accusavano della sua stessa esistenza.
Li percepiva ad ogni fremito dei suoi muscoli, ad ogni respiro, ad ogni pensiero.
Flebile, un alone plumbeo forgiava lacrime scarlatte.
Ricordi amari di sangue e colpe spettrali di morte, questi non riusciva a dimenticarli.

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Achamo & il suo inutile monologo…
”Credo che Zoro, che è troppo introverso, si senta in colpa della sua stessa esistenza. Insomma, Kuina era decisamente migliore di lui e credo che le amare parole che gli disse e quello che le successe l’abbiano portato anche a credere questo, che ha tentato di soffocare dimostrando con il sangue, in primis, a se stesso e agli altri di non sapere il significato di ‘lacrima’ … insomma, dietro un cuore di marmo c’è sempre qualcosa di tragico; per tutto ciò ho deciso di scrivere ‘doveva’ , perché è qualcosa che s’impone lui stesso… perché ho fatto una digressione del genere? O_O Mha!
Spero di sentire presto chi ha lasciato in precedenza le recensioni ^^
Passiamo ora alle risposte, che per questo capitolo sono proprio poche.... XD

frammento n°74: “Uno solo è per me diecimila se ottimo”.

Tom’s Requiem

Vibrava il ferro sospeso tra le onde.
Il sangue era cocente, la rabbia lo scaldava.
Una colonna di fumo tetro e dal capitello polveroso sosteneva il cielo.
Il cuore palpitava pavido e furente.
Sentiva le ruote metalliche che s’avvicinavano seguendo le rotaie ferree.
Vibrava il mondo meccanico su cui poggiava i piedi nudi.
L’acqua che fredda gli seppelliva le caviglie s’increspava e la sua rabbia cresceva.
L’opera che aveva costruito e reso celebre il suo maestro, portava con se, verso la giustizia, il suo stesso creatore.
Quando vide il mostro metallico che violento uccideva le onde, il suo cuore pompò ira e dolore.
Urlava stridente mentre rapido correva verso di lui, semplice ed imperfetta carne.
Tese le braccia e puntò i piedi.
Paura.
S’avvicinava avvolto dal fumo oscuro.
Dolore.
Chiuse gli occhi.
Violento lo travolse.
Sangue.
Il mare abbracciò un colore a lui ignoto.

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Achamo & il suo inutile monologo…
”Ecco Franky che lotta contro il treno marino… e già, Zoro gli ha rubato la scena XD
Comunque la storia di Franky è intrisa di sangue e disperazione, qualcosa di struggente... povero ragazzo.
Allora, poiché il tempo m'abbandona, passo immediatamente alle risposte.