*Baby,
it's cold outside*
Sono
le 20.30 (lo ammetto, sono un po' in ritardo, ma non si mette alla
perfezione) e io sono davanti ad una bellissima villetta, con mio
padre parcheggiato in fondo al vialetto coperto di neve. E' in
macchina e non mi scolla gli occhi di dosso: vuole dare una
sbirciatina al padrone di casa. Non ci abbiamo messo molto ad
arrivare: incredibilmente, la casa di Blaine non è molto
lontana
dalla mia...
Io,
fermo davanti alla porta, mi guardo intorno.
La
via è quella giusta, il numero pure. Dall'interno provengono
voci,
risate, musica. Dalle finestre con le tende tirate si vedono luci e
movimento.
Fisso
terrorizzato il campanello. Oddio, è terrificante... Ok, non
mi
morderà mica, ce la posso fare. Allungo una mano guantata e
e con
tutto il coraggio che ho premo quel bottoncino. Aspetto col fiato
sospeso, poi sento girare il chiavistello. La porta si apre e mi
torvo davanti un Blaine con un sorriso a 32 denti.
E'...
fantastico: un maglione che ispira molto Natale, di un caldo
bordeaux, dei jeans scuri che mi fanno tornare in mente la prima
canzone che gli ho sentito cantare, i capelli scompigliati, quei
fantastici, luminosissimi occhi.
“Sei
arrivato!” Niente rimproveri sul fatto che sono in ritardo.
“Già...
Ho portato questo come ringraziamento” dico sorridendo,
mentre gli
porgo una bottiglia di sidro frizzante.
“Ma
non hai portato nessuno?” chiede notando che sono solo.
“Ehmm...
storia lunga. Comunque sì, sono solo, mi dispiace.”
“Ma
dai, non ti preoccupare!”
Un
paio di secondi e Blaine sposta gli occhi sul vialetto e nota la
macchina.
“E'
tuo padre?” “Sì” dico
voltandomi anch'io verso la strada.
“Se
vuole entrare...” “No, meglio di no” gli
sorrido. Non riesco a
farne a meno.
Sento
il finestrino che si abbassa e poi la voce di papà:
“Bè, vedo che
sei in buone mani, figliolo, quindi vado. Divertitevi!”
“Ok,
ciao papà!” rispondo, mentre Blaine dice:
“Grazie signor
Hummel!”
Ci
guardiamo e scoppiamo a ridere. Non appena la macchina scompare oltre
la curva sento di nuovo la sua voce: “Entriamo, fa freddo
qui...
Credo che poco nevicherà di nuovo.”
Mi
mette una mano sulla schiena e mi spinge delicatamente oltre la
soglia. Quel contatto, breve e lievissimo, mi lascia senza parole, in
balìa dei brividi.
Mi
riprendo solo quando il padrone di casa mi dice: “Se vuoi
appendere
la giacca...”
Ancora
leggermente sconvolto mi sfilo il giubbotto, un po' troppo leggero
per la verità, e lo appendo ad un gancio. Mentre mi libero
di
guanti, cappello, sciarpa e mi giro verso la parete per metterli a
posto me ne esco con la banalissima “Che bella
casa!”; c'è un
attimo di silenzio di troppo e quando mi volto verso Blaine noto che
mi fissa. Quando se ne accorge mi guarda negli occhi e risponde con
un semplice “Grazie”.
“Almeno”
penso con un sorriso “non passo
inosservato!”
Ci
avevo messo quasi 40 minuti per decidere cosa mettere e per pensare,
alla fine, che, sì, quei pantaloni rossi e quel maglione
grigio
scuro mi stavano davvero bene.
Passa
ancora qualche lunghissimo secondo e quando ce ne rendiamo conto
è
lui il primo a parlare: “Bè, che la festa cominci!
Vieni, ti
presento gli altri!”
Il
salotto in cui si svolge la festa è magnifico: un grande
albero di
Natale domina la stanza, illuminata da un lampadario di cristallo
dall'aria costosissima e dal fuoco che scoppietta nel grande camino.
Davanti ad esso ci sono una decina di ragazzi e e qualche ragazza,
seduti sul tappeto, sui cuscini, sul divano: alcuni sono concentrati
su un gioco di società, altri sulle carte, altri ancora
parlano. Uno
è in un angolo e ci dà le spalle mentre traffica
con qualcosa che
si rivela essere un magnifico juke-box.
Devo
avere gli occhi fuori dalle orbite, lo so.
Blaine
mi guarda e sorride: “Allora, che te ne pare?”
“Wow,
è tutto bellissimo!”
“Grazie!
E ora le presentazioni!”
Mi
sento una trottola quando ci sediamo per la cena: non ci saranno
più
di venti persone, ma tutti quei nomi e quei volti in un colpo solo mi
hanno scombussolato.
Sono
a destra del capotavola, al posto d'onore, e non appena vedo Blaine
uscire dalla cucina con un tacchino fumante in mano scoppio a ridere
insieme agli altri: ha
un cappello da chef in testa e un grembiule con la scritta
“KISS
THE COOK”.
Un
vero spettacolo!
Si
mette al suo posto e comincia ad affettare, mentre le risate, i
fischi d'approvazione e i commenti tipo “Wow
Blaine!” “Bel
completino!!” non accennano a diminuire.
La
cena è favolosa, non smettiamo un attimo di parlare e di
ridere.
Quando ci accorgiamo che ha ricominciato a nevicare, non impieghiamo
più di cinque secondi a vestirci per andare a giocare a
palle di
neve. Mentre siamo fuori alcuni degli invitati si avvicinano a Blaine
per dirgli che stanno andando via: i ragazzi se vanno schiamazzando,
le coppie strette strette per combattere il freddo.
Sono
le undici quando rientriamo e ci piazziamo davanti al camino, le mani
tese verso le fiamme per scaldarci. Siamo rimasti solo io e Blaine,
nella grande casa in cui si sente solo lo scoppiettio del fuoco e la
musica del juke-box in sottofondo. Sento il cellulare che squilla e
mentre rispondo mi alzo in piedi: è mio papà e di
sicuro è qua
fuori. Riesco solo a pensare con tristezza che questa splendida
serata è finita.
“Sì,
papà?”
“Ciao
Kurt, come va?”
“Tutto
bene, perché?”
Mentre
cammino mi avvicino alla porta d'ingresso.
“Non
posso venirti a prendere per ora... Devo accompagnare Carole a casa e
prima devo togliere un po' di neve dal vialetto... Potrebbe volerci
un po'... ” dice lui.
Mi
appoggio allo stipite e, dopo averci pensato un momento, rispondo:
“Posso tornare a casa a piedi fra un po'... Hai visto anche
tu che
non sono poi così lontano”
C'è
un attimo di silenzio dall'altra parte, poi mi padre replica:
“Ok,
ma torna solo quando la neve si calma un po'”
“Ok,
a dopo papà”
Stacco
il telefono con un sorriso e torno in salotto.
“Qualche
problema?” chiede Blaine.
“C'è
ancora un po' di tempo” riesco a pensare.
“No,
non ti preoccupare” rispondo sedendomi accanto a lui sul
divano,
davanti al fuoco scoppiettante.
Parliamo
ancora tanto, ma tutti e due lasciamo perdere l'argomento scuola: io
non voglio parlare della mia, e non voglio sentire com'è
stare in
una scuola che non sia incredibilmente simile al set di un film
dell'orrore.
Parliamo
di noi, di cosa ci piace, di cosa odiamo.
Parliamo
dei nostri sogni, di quello che vorremmo fare.
Mi
sento così bene, con Blaine vicino a me, a guardarci e a
sorridere
che non me ne vorrei mai andare. Quando però lancio
un'occhiata
all'orologio l'unica cosa che mi esce dalle labbra è un
sospiro
sconsolato: sono le 23.30... magari dovrei andare.
“Cosa
c'è?”
“Devo
andare... si è fatto tardi...” dico tristemente.
Non
ho ancora finito di parlare che dal juke-box comincia a diffondersi
le note di una canzone che conosco molto bene. Anche Blaine la
riconosce: ci guardiamo e sorridiamo.
“Bè,
è perfetta, no?” afferma mentre “Baby
it's cold outside”
riempie l'aria del salotto.
“I
really can't stay” “But, baby, it's cold
outside”
“I've
got to go away” “Ah, baby, it's cold
outside”
“This
evening has been” “Been hoping that you'd drop
in”
“So
very nice” “I'll hold your hands, they're just like
ice”
Già,
ma io devo andare... Sul serio!” dico con un mezzo sorriso.
“Ma
fa troppo freddo lì fuori” replica seriamente, gli
occhi puntati
nei miei.
Sento
le parole della canzone così lontane, ovattate...
Io
sono in una bolla.. Noi siamo in una bolla...
“Mi
sono divertito moltissimo stasera... E' stata una Vigilia
stupenda”
“Non
ho aspettato altri che te... Ho continuato a sperare fino alla fine
che saresti passato” dice prendendomi le mani e continuando
con un
sorrisetto: “Anche tu hai le mani ghiacciate”
Abbasso
gli occhi per guardare le nostre dita intrecciate e mi manca il
fiato: “Ci credo... Abbiamo giocato nella neve prima,
ricordi?”
“My
mother will start to worry” “Beautiful, what's your
hurry”
“And
father will be pacing the floor” “Listen to the
fireplace
roar”
“So really I'd better scurry” “Beautiful,
please
don't hurry “
Sento
una fitta mentre la canzone va avanti, e penso a mia mamma, a quanto
mi manca, ogni giorno.
E
penso anche che di sicuro mio padre sarà in ansia, e magari
avrà
anche contagiato Carole che probabilmente proverà a
rassicurarlo.
Blaine
deve avere notato il fatto che mi sono incupito e catturando di nuovo
il mio sguardo chiede in un sussurro: “C'è
qualcosa che non va?”
Lo
guardo intensamente... So di potermi fidare, lo sento, ma sento anche
che è ancora presto. Apro bocca per parlare, ma lui alza una
mano
per zittirmi: “No, non servono spiegazioni... Se è
una storia
lunga, me la racconterai quando ci sarà più
tempo” conclude
sfiorandomi la guancia e sorridendo.
Muovo
le labbra in un muto grazie e
alzo la mano
per stringerla
ancora alla sua. Il calore che irradia è indescrivibilmente
bello e
piacevole.
“Hey,
ma c'è ancora il tuo sidro... Ne vuoi un po'?”
“Sì
grazie” rispondo, per poi pentirmi del fatto che deve
staccarsi da
me. Incrocio le braccia e fisso le fiamme e le scintille che salgono
verso l'alto, imbambolato.
“Ecco
tieni” dice porgendomi un bicchiere di vetro pieno di liquido
ambrato.
“Grazie”
mi riscuoto. Prendo il bicchiere e le nostre dita si sfiorano di
nuovo, e di nuovo sento i brividi giù per la schiena.
“I
wish I knew how... to break the spell...”
Assaggiamo
il sidro: è buonissimo, ma dobbiamo andarci piano ed evitare
che ci
vada alla testa. Quasi non mi accorgo della canzone che va avanti e
del fatto che Blaine la
sta canticchiando.
“Mind
if I move
a
little closer?”
sussurra, mettendomi una mano sul fianco e stringendomi un po' a
sé.
Riesco solo a scuotere la testa prima di ritrovarmi a ballare
lentamente con lui. C'è una vocina nella mia testa che
continua a
dirmi “no, no, no, è tardi, devi
andare!”: vorrei ignorarla del
tutto, ma è ancora lì.
“Davvero,
devo andare...” la convinzione scarseggia.
“Sicuramente
non adesso, fuori c'è una mezza bufera!” ribatte
compiaciuto. Con
una mezza piroetta mi permette di vedere la grande finestra, fuori
dalla quale cadono e turbinano tantissimi fiocchi di neve.
“Gosh,
your lips
look so
delicious”
A
sentire queste parole mi giro di nuovo verso Blaine,
non sapendo se sta semplicemente cantando o se lo pensa davvero.
Quando vedo il suo viso che si avvicina al mio riesco solo a pensare
che forse la seconda opzione è quella giusta. Chiudo gli
occhi e
quando le nostre labbra si sfiorano sento una scarica elettrica. La
mia testa è leggerissima e l'unica cosa che riesco a fare
è
aggrapparmi al suo maglione. Quando ci stacchiamo (fin troppo presto
per i miei gusti) io sono senza fiato, ma scoppio a ridere mentre lui
canticchia: “Ooh
your
lips are delicious”
“Ma
davvero?” chiedo ridendo.
“Sì
davvero...” risponde appoggiando la fronte alla mia.
“Avrei
dovuto farlo quel giorno” continua con un tono serio.
“No,
è meglio così. Almeno non dovrò
chiedermi se l'hai fatto per
tirarmi su di morale o perché lo volevi veramente”
“Ora
l'ho fatto solo per tenerti ancora qui con me” dice con un
sorriso
furbo per risollevare il morale. Balliamo ancora un po', stretti
l'uno all'altro, illuminati dalle fiamme, incuranti del mondo.
“E'
veramente tardi Blaine, devo incamminarmi...”
“Incamminarti?
Vuoi tornare a casa a piedi?” mi interrompe sconvolto.
“Sì,
non abito poi molto lontano da qui”
“Non
posso farti uscire con questo tempo! Congelerai!” il tono
è carico
di preoccupazione.
“Ma
mio padre non può venire a prendermi... quindi l'unica
alternativa è
andare a casa a piedi. Non ti preoccupare” dico avvolgendo le
braccia attorno al suo collo e reclamando un altro bacio.
“Non
ti preoccupare?” ripete “E se ti ammalassi? Non
potremmo vederci
per un sacco di tempo! O peggio, se...”
“Shhh!”
lo zittisco ridendo “Non ti libererai tanto facilmente di me!
Una
nevicata non mi metterà di certo fuori
combattimento”
I
nostri respiri si mescolano, il bacio si fa più profondo. E'
qualcosa di così magnifico che vorrei durasse all'infinito.
“There's
bound to be talk tomorrow...At least there will plenty
implied”
Guardo
Blaine negli occhi mentre queste parole mi entrano nel cervello e nel
cuore, e l'unica cosa giusta da fare mi sembra canticchiare:
“Oooh,
but it's cold outside”.
“Già,
lo penso anch'io” mi dice sorridendo, prima di baciarmi di
nuovo.
Siamo
accoccolati sul divano con i bicchieri di sidro in mano quando la mia
suoneria rompe il silenzio. Guardo lo schermo, l'orologio che mi
avverte che manca un quarto d'ora a mezzanotte e poi avvicino il
cellulare all'orecchio.
“Papà?”
“Sì,
Kurt. Sono qua fuori. Ho accompagnato Carole e non volevo che
tornassi a casa a piedi così sono passato a prenderti. Sei
pronto?”
“Sì,
il tempo di prendere le mie cose ed esco” dico riattaccando.
Blaine
avvicina il viso al mio: “Stavo per dirti di andare... Sai si
è
fatto davvero tardi” commenta pensieroso.
“Ah,
ma davvero?” chiedo.
“Sì”
mormora prima dell'ennesimo bacio. Ora non ho per niente voglia di
andare via.
“Dai,
padrone di casa, accompagnami alla porta” dico ridendo mentre
gli
tendo la mano per farlo alzare da quel comodissimo divano.
“Tutto
quello che vuoi” sussurra schioccandomi un bacio sulla fronte
e
andando nell'atrio. Quando lo raggiungo lui mi porge le mie cose. Mi
vesto in silenzio, mentre ci guardiamo sorridendo in silenzio. E'
incredibile il fatto che non posso proprio farne a meno: non posso
non guardare quegli occhi incredibilmente belli, non posso non
donargli ogni sorriso di cui sono capace.
"Siamo
proprio alla fine” è
l'unico pensiero che mi attraversa la mente mentre Blaine mi aiuta a
mettere il cappotto e ne approfitta per stringermi in un abbraccio.
“Bè,
grazie di tutto” dico in un soffio.
Sento
il suo respiro caldo fra i capelli nonostante il cappello.
“E
di cosa? E' stato un piacere”; il tono è serio e
sincero, ma ha
anche una sfumatura divertita.
“Sarà
meglio andare, mio padre sta aspettando”
“Già...
Buonanotte” mormora sciogliendo l'abbraccio.
“Buonanotte”
dico io. Apro un po' la porta e mi sporgo per dargli un bacio sulla
guancia, per poi uscire e correre verso la macchina.
Una
volta salito vedo Blaine ancora sulla soglia, che mi saluta. Mentre
ricambio sento gli occhi di mio padre su di me.
“E'
stata una bella serata?”
“Sì
molto bella.” rispondo “E la tua? Com'è
andata?”
“Tutto
bene” dice partendo.
Scocca
un'occhiata veloce all'orologio per poi continuare con un:
“Buon
Natale figliolo”
“Buon
Natale papà” gli auguro con calore, pensando con
un sorrisetto
“Sarà
davvero
un Buon Natale”.
Ecco
qui!! Trovando spazio fra un esame e l'altro
sono
riuscita ad aggiornare ^^
Non
ho molto da dire, se non ringraziare
SavetheFrog
e
kura4ever
per
i commenti:
alla
prima posso parlare ogni giorno in giro per casa,
alla
seconda dico solo “Grazie mille! La tua è stata la
mia prima vera
recensione
(senza offesa SaveTheFrog)
e mi ha fatto un immenso piacere!
Spero
che anche questo capitolo ti piaccia :)”
Questa
sarebbe la fine, ma se la Divina Ispirazione vorrà aiutarmi
ancora
potrei aggiungere un capitolo bonus ^^
Fatemi
sapere cosa ne pensate, e, se necessario, bacchettatemi! XD
Ora
stacco, credo di avervi assillato abbastanza!
Besos,
Maryella
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