Angeli del Fato

di Lightning Rory
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Noia e Novità ***
Capitolo 2: *** Raines, Il Vicepreside ***
Capitolo 3: *** Vanille Oerba, Confessioni e Chiarimenti ***



Capitolo 1
*** Noia e Novità ***


Era mattina, il suono della campana della scuola fece i suoi rintocchi come ogni giorno alla solita ora, gli studenti iniziarono ad entrare nell'istituto i primi con calma e lentamente senza preoccuparsi di fare alcun ritardo, gli ultimi invece correndo a rotta di collo per non rimanere chiusi fuori dal grosso cancello di metallo...
 
Ecco come iniziava ogni mattina la giornata, la solita routine, il solito lavoro, le solite facce, la solita vita...
 
Lightning stava alla finestra come ogni mattina, osservava i suoi studenti fare il loro ingresso nell'istituto per poi arrivare con calma in classe e in quell'attesa lei tornava alla cattedra, sistemava i fogli e preparava le pagine per l'argomento della lezione del giorno e attendeva, la matematica non era un opinione e lei lo sapeva bene visto che la doveva insegnare alle giovani menti che le si presentavano davanti, equazioni, disequazioni e molte altre cose, le era stata affidata una classe del biennio per precisione una prima e i suoi primi studenti sembravano ben propensi allo studio, quello fu subito un buon presupposto per iniziare l'anno ma ben presto quella "perfezione" le portò anche molta noia.
 
Le giornate si erano accorciate parecchio rispetto a qualche giorno prima, stava per arrivare novembre e con quello il consiglio dei genitori, presto avrebbe fatto conoscenza con i genitori dei suoi studenti e la cosa non era poco, forse non lo dava a vedere ma era molto preoccupata per l'impressione che avrebbe potuto dare, cosa un po' inutile visto che era sempre perfetta nel vestire e pacata nel parlare, intelligente e bellissima, non avrebbe dovuto preoccuparsi eppure c'era qualcosa che le si muoveva dentro, come se tutto quello che faceva non fosse stato abbastanza, come se avesse fallito miseramente nel suo intento.
Il suo sogno era sempre stato quello di insegnare e dopo essere stata promossa ed essere uscita a pieni voti dalle superiori aveva deciso che sarebbe diventata una professoressa, fece solo i primi due anni di università ma alla fine si stufò di stare ferma ad aspettare e iniziò ad inviare il suo curriculum nelle varie scuole, l'aveva fatto presente negli istituti della zona ma alla fine ebbe risposta solo da un istituto di Tokyo così prese baracche e burattini salì sul primo treno e partì per la grande metropoli, quando mise piede sulla nuova città si sentì piccola non era mai stata abituata a così tanta gente tutta insieme e la cosa la confuse parecchio soprattuto nel primo periodo nel quale iniziò ad ambientarsi con la nuova vita, non ebbe problemi per l'abitazione, l'istituto aveva degli appartamenti per i professori in un palazzo, sarebbe stato meglio dire dormitorio ma tutti li chiamavano così, rispetto alla cittadina in cui abitava prima Tokyo era molto caotica e rumorosa, per le premi notti non riuscì a dormire per colpa delle macchine che continuavano a girare a qualsiasi orario, avrebbe preferito avere un bell'appartamento in qualche quartiere periferico ma ben presto si abituò e iniziò a lavorare come insegnante di matematica, diversamente da come si aspettava la scuola non era di basso livello anzi, forse una delle migiori, aveva una bella struttura, grande con immensi giardini, palestre interne ed esterne, piscine e molto altro, proprio un paradiso ma lei sapeva bene che in tutto quel lusso le persone erano marce, la brama di potere logorava dentro e i soldi venivano usati come giocattoli, l'unica cosa sana in tutto quello era l'uso della divisa per gli studenti, almeno tra di loro sarebbero stati tutti uguali, non erano tanto gli alunni la causa delle sue preoccupazioni quanto i genitori, erano loro i prima a pretendere l'impossibile e quando ne avevano la possibilità sborsare denaro per avere in ogni caso ciò che desiderano, la cosa non le andava proprio a genio ma era il suo lavoro e a testa bassa doveva accettarlo.
 
Un altro giorno, come sempre la solita giornata o almeno così sembrava, quel giorno le avevano chiesto di fare da supplenza alla sua classe nell'ora prima dell'intervallo, anche se avrebbe dovuto farli lezione dell'ora dopo alla pausa per due ore era arrivata a scuola al solito orario, un po' per abitudine un po' perché il suo posto non era ancora fisso e ogni volta che c'erano ore buche avrebbero potuto mandarla a coprire i turni, non poteva prendersela comoda per niente al mondo.
Si diresse nella classe, appena entrò gli studenti si alzarono in piedi in segno di rispetto poi al suo segnale tornarono seduti, chiuse la porta dietro di se e si avvicinò alla cattedra, i suoi capelli rosa ondeggiarono ad ogni passo fino a quando non si mise seduta, come sempre i suoi vestiti erano perfetti, la camicetta bianca sempre chiusa e ben stirata, la gonna nera che le disegnava le cosce e le collant marroni che al contrario di come sarebbero state addosso a molte altre donne su di lei donavano molto fascino e femminilità, ai piedi alla fine un paio di scarpe col tacco nere, non troppo alte ma giuste per farla risaltare, il suo viso era sempre calmo, serio e imperturbabile.
La lezione iniziò subito, non voleva farli lavorare quindi li diede solo qualche esercizio facoltativo a patto che non facessero troppo fracasso nel frattempo lei leggeva la teoria dei suoi argomenti, c'erano cose nuove anche per lei quindi molto probabilmente avrebbe dovuto mettersi a studiare durante l'anno ma per ora non era una cosa di cui doveva preoccuparsi, era ancora presto e di tempo a disposizione ne avrebbe avuto abbastanza.
La campanella che segnava l'inizio dell'intervallo suonò, i giovani studenti si alzarono e poco alla volta l'aula si svuotò, solo in pochi rimasero e anche Light rimase seduta alla cattedra, osservò l'aula e i pochi ragazzi che erano rimasti, c'era un gruppo di ragazze e un paio di ragazzi che parlavano tra di loro e alla fine, nelle ultime file vicino alla finestra una ragazza, aveva i capelli rossicci e aveva un bel viso, i suo occhi verdi erano rapiti dal paesaggio che si poteva vedere fuori dalle finestre della classe, il suo primo pensiero fu subito che la situazione era strana, una ragazza dal viso così simpatico lasciata sola, forse era una sua decisione o forse meno, lentamente fece scivolare la mano sul registro di classe, lo aprì e con l'indice passò sull'elenco, alla fine riuscì a ricollegare il viso al suo nome, quella ragazza era "Oerba Dia Vanille" un nome particolare ma molto azzeccato per l'aspetto della giovane, sorrise rimettendo a posto l'oggetto e anche lei si mise a guardare fuori, il grigio dell'inverno stava iniziando a oscurare i cieli di Tokyo.
Il resto della mattinata procedette normalmente, per quanto ancora cercasse di tranquillizzarsi non ci riusciva, il solito pensiero le saltava alla testa senza lasciarla tranquilla, doveva rilassarsi o avrebbe dato fuori di matto, percorse le poche vie fino al palazzo, entrò aprendo il portone con il mazzo che le era stato consegnato e prese l'ascensore, il suo appartamento era al quinto piano e ci mise un po' ad arrivare, entrò e chiuse a chiave la porta, appese la giacca nera all'appendino e si tolse le scarpe per infilarsi un paio di ciabatte comode, si diresse in camera da letto e si spogliò, prese quello che le serviva e entrò nel bagno, poco dopo fece scendere l'acqua della doccia, mise gli indumenti su un tavolino ed entrò nella doccia, l'acqua le bagnò i capelli e lei rimase ferma sotto il getto per qualche secondo, ancora i soliti pensieri che le affollavano la mente, ormai era un ossessione, non voleva aver alcun fallimento, non quella volta almeno...
Rimase chiusa nel bagno per circa un ora alla fine dopo essersi lavata, asciugata e vestita ne uscì in pigiama, andò in salotto si mise seduta sul divano per guardare un po' di tele, doveva tirare l'ora di cena e rilassarsi allo stesso tempo e quello era sicuramente un buon metodo per farlo, si distese mettendosi il braccio sinistro dietro al collo e voltando il viso verso il televisore mentre con la mano destra teneva il telecomando e faceva un po' di zapping.
 
La serata passò veloce e subito dopo cena si coricò, non aveva voglia di stare alzata e comunque aveva sonno, si mise sotto le coperte e spense la luce, il buio calò nella camera, lei da sola su un letto matrimoniale, in una casa che poteva essere quella per altre due persone volendo, un terribile senso di slitudine la iniziò ad opprimere, si voltò da un lato e si rannicchiò su se stessa, nel suo vecchio paese aveva lasciato tutto e perfino sua sorella anche se aveva sempre il fidanzato a proteggerla, l'ultimo pensiero della giornata fu rivolto a loro "Snow devi trattarla bene, se le succede qualcosa ti rompo il collo e tu Serah, fai la brava...ti voglio bene lo sai..." chiuse gli occhi, il sorriso del biondino le passò nella mente così come il dolce sguardo della sua sorella, poi più nulla, solo il buio e la notte...

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Capitolo 2
*** Raines, Il Vicepreside ***


I giorni continuarono a rilento, più si avvicinava il fatidico giorno più i giorni sembravano non voler passare e Lightning ne sembrava abbastanza compiaciuta, più tempo sarebbe passato più avrebbe potuto maturare l'idea che sarebbe andato tutto bene ma pensava anche al fatto che se quella maledetta assemblea fosse arrivata subito si sarebbe tolta il problema...

 

Anche quella mattina si sveglio presto, si preparò e si mise in ordine come suo solito mentre in cucina la caffettiera era sulla fiamma e preparava il caffè, fece un veloce salto in bagno giusto per pettinare i lunghi capelli rosa, aprì lo sportellino accanto allo specchio e vi frugò dentro poi ne estrasse una scatolina bianca e l'aprì ma non vi trovò quello che stava cercando.
-Accidenti, le lenti...-
Fece un piccola smorfia buttando la confezione nel cestino, si era dimenticata di passare a comprare delle nuove lenti e ora non ne aveva più nemmeno una, così il giorno avrebbe dovuto usare gli occhiali per leggere, rassegnata si diresse in cucina, tolse la caffettiera dal fuoco e versò il contenuto in una tazzina, rimise l'oggetto sul fornello e si alzò sulle punte per prendere dallo sportello al ripiano più alto lo zucchero, lo riuscì ad afferrare senza fatica lamentandosi per averlo messo così in alto poi si versò due cucchiaini nel liquido e lo ripose, stavolta lo mise nel primo ripiano poi tornò a terra sbuffando, ultimamente era così distratta, forse per il troppo lavoro e per i troppi pensieri però la cosa non le andava troppo bene, per quel giorno aveva programmato una verifica in classe e doveva essere attenta e lucida per ogni evenienza.
Finì di bere velocemente il suo caffè e mise la tazzina nel lavandino, fece scendere un po' l'acqua poi la chiuse e si asciugò le mani con un telo da cucina, recuperò il cappotto e la borsa poi si infilò le scarpe, il giorno decise di mettere un paio di ballerine visto e considerato che l'altezza non era un suo problema e finalmente lasciò l'appartamento chiudendo la porta dietro di se con le solite chiavi...

La scuola era desolata ma non rimase stupita di ciò era normale visto che erano appena le sette e mezza del mattino, gli studenti non erano ancora arrivati e i pochi professori mattinieri si fermavano in mensa a fare colazione, il giorno però appena messo piede nell'istituto il bidello l'accolse con un sorriso insolito, lei rispose cordialmente con un "buongiorno" e questo le si avvicinò di qualche passo, era già pronta a reagire al minimo segno di violenza ma questo le annunciò velocemente che era richiesta in sala professori, per un attimo la giovane insegnante rimase immobile poi sorrise dolcemente e si congedò per dirigersi nella stanza dove i professori si riunivano solitamente per discutere di tutto ciò che riguardava professori-famiglia-studenti.
Quando arrivò davanti alla sala la porta era già aperta, dovette solo entrare ma al suo interno sembrava non esserci nessuno, forse chi doveva parlarle era andato un secondo in bagno si avvicinò ad una delle sedie e vi poggiò la borsa ma appena fece il gesto la porta si chiuse alle sue spalle, la giovane con prontezza scattò e guardò dietro di se, nella stanza era appena entrato un uomo alto e ben piazzato dai capelli neri di media lunghezza, aveva un portamento elegante ed era vestito in giacca e cravatta entrambi blu e alle gambe dei pantaloni grigi e calzava scarpe classiche nere.
-Oh, mi scusi signorina Farron! Non volevo spaventarla!-
Light si calmò e si ricompose in poco tempo, l'uomo non aveva brutte intenzione da qual che sembrava quindi poteva rilassarsi.
-No, non si preoccupi, non è nulla.-
L'uomo la guardò e sorrise rammaricato, fece qualche passo in avanti e chinò la testa in segno di scuse ma anche per anticipare la sua presentazione.
-Piacere. Io sono Raines Cid, sono il Vicepreside dell'istituto Sanctum.-
Si rialzò dal suo inchino e guardò il viso della giovane, la ragazza sorrise, finalmente poteva conoscere il famoso uomo che stava mantenendo il sistema nell'attesa del ritorno del preside.
-Piacere mio, Claire Farron.-Non amava dire il suo vero nome o essere chiamata con esso ma era doveroso in quel momento dirlo, dopo tutto non era una persona come un altra, lui era il suo superiore e gli doveva rispetto, la cosa strana fu che in quei mesi che era lì non lo incontrò mai.
-Bene! Finalmente ti conosco Farron! Era da tanto che volevo conoscere questa nuova insegnante, a quanto pare le voci che mi sono giunte erano vere! Sei davvero una bellissima donna!-
Il moro la guardò sorridendo come un ebete per un attimo le sembrò di avere Snow di fronte, avrebbe voluto tirarli un pugno.
-Da quanto so sei anche molto intelligente, sei giovanissima per essere un insegnante...-
Osservò bene la giovane studiandola con lo sguardo, dal canto suo Light lo guardò pensando che nemmeno lui era così vecchio dopotutto o forse era solo una sua impressione.
-Mi scusi ma lei non è molto più anziano di me.-
Disse ridacchiando, non le piaceva molto stare in certe situazioni per di più con un uomo così, quel tipo di persona le facevano andare il sangue al cervello ma dovette trattenere il suo istinto e ragionare, doveva conoscerlo prima di giudicarlo.
Reines cominciò a ridere a crepapelle poi si avvicinò a Lightning e le mise una mano sulla spalla cercando di trattenere le risate, a quanto pare le parole della ragazza avevano causato grande ilarità nel giovane tanto da non riuscire quasi più a respirare.
Quando finalmente riuscì a riprendere fiato Cid sorrise e si allontanò da lei dirigendosi verso le finestre, il silenzio riempì la stanza e Light si voltò verso l'uomo, ora era lui a darle le spalle, questo fece un respiro profondo poi iniziò a parlare mentre la giovane lo ascoltava senza interrompere.
-Mia cara, ti ho convocata qui perché devo parlarti di due cose...-
Raines si voltò e Lightning ebbe per un attimo timore, forse aveva fatto qualcosa e ora la voleva cacciare.
-Allora...presto ma non si sa quando, probabilmente dopo le vacanze natalizie ma comunque arriverà, verrà messo nella tua classe un nuovo studente, e ti pregheremmo di tenerlo sotto controllo, è orfano di madre quindi fai attenzione a come parli e controlla le sue reazioni, il suo nome è Hope Einstein viene dall'america ma ha vissuto in Giappone, il padre è Americano ed è uno scienziato, quando Hope era piccolo poi il padre per motivi di lavoro si dovette tornare in patria e si portò dietro la sua famiglia...però...qualche hanno fa la madre venne a mancare...-
Fece una breve pausa, i loro occhi si incontrarono nuovamente e la Farron sembrò un po' turbata, non era difficile immaginare ciò che le passava per la mente, il pensiero di quel ragazzo le stava attanagliando il cuore in una presa malinconica, di certo il Vice non poteva nemmeno lontanamente immaginare i ricordi che riaffiorarono nella mente della giovane.
-Ok, questa era la prima cosa, la seconda questione è la signorina Oerba.-
A quel nome l'attenzione di Lightning tornò alle parole dell'uomo, per qualche strano motivo le tornò in mente la ragazza che guardava con uno strano sguardo vuoto fuori dalla finestra dell'aula, il dolce e triste viso della ragazza le ricordò lei quando era più giovane.
-Devi sapere che quella ragazza a più o meno lo stesso problema di Hope, anche lei ha perso i genitori...-
Un altro colpo. Gli occhi di Lightning si sgranarono, il cuore si fermò di colpo e si sentì come paralizzata, Raines se ne accorse e fece un passo verso di lei, allungò la mano destra verso il suo corpo ma in quel piccolo arco di tempo lei arretrò e scosse la testa.
-Non è successo nulla. Continui la prego...-
Voleva sapere, non poteva aspettare ora lo sentiva nella pelle, quella ragazza...doveva conoscere qualcosa di più su di lei.
Cid annuì e tornò sul suo posto, si schiarì la voce e chiudendo gli occhi riprese il filo del discorso.
-I suoi genitori sono morti durante l'estate passata, nonostante tutto lei ha continuato gli studi...la cugina divenne il suo tutore ma Vanille rimase costantemente chiusa...ora ti dico questo perché entrambi i caratteri dei due ragazzi sono simili...molto simili e vorrei che tu almeno dove puoi...li facessi trovare...-
Finito di parlare riaprì gli occhi e sul viso di Lightning notò uno strano sorrisetto, non capì il perché ma sorrise anche lui, confidava in lei e nelle sue capacità nonostante non la conoscesse minimamente.
-Non si preoccupi...penso che non ci sarà bisogno di alcun aiuto...quei due prima o poi si troveranno da soli...-
Disse solo quello poi con un piccolo inchino salutò il suo capo, prese la borsa e lasciò la stanza, mentre percorreva il corridoio per l'aula la campanella suonò, il sorriso pian piano sparì mentre scacciò qualunque pensiero dalla testa, era meglio non pensare a tutto ciò, l'unica cosa che doveva fare era continuare a vivere per vedere come sarebbe andata a finire.

Entrò nella sua aula, tutto era al suo posto come sempre, i banchi divisi l'uno dall'altro e il tutto pulito alla perfezione, adorava entrare in aula e sentire il profumo delle pulizie che venivano fatte a turno dagli studenti della classe, le dava una strana sensazione e comunque era sempre bello lavorare in un ambiente pulito.
Si diresse alla cattedra e vi mise la borsa sopra, l'aprì e vi estrasse una cartelletta trasparente contenente dei fogli bianchi poi prese una scatoletta e l'aprì, tirò fuori gli occhiali e gli diede una pulita con il fazzoletto apposta poi se li mise e ripose la scatola nella borsa, subito dopo iniziò a girare per i banchi e a posare le verifiche a seconda della fila, per evitare copiature aveva deciso di fare due tipi diversi di verifiche, forse era eccessivo ma era meglio che lasciarsi prendere per il naso da un gruppo di mocciosi.
Arrivò all'ultimo baco sulla fila a sinistra, era quello di Vanille. Vi mise sopra la sua verifica e la osservò quasi persa con lo sguardo nei numeri, chissà se aveva studiato e come le sarebbe andata, sperava in un risultato positivo per essere la prima verifica ma quello si sarebbe visto in seguito.
Si diede una piccola sistemata agli occhiali dalla montatura leggera color bianca poi tornò a girare tra i banchi e a depositare le verifiche su di essi, appena finito il suo compito tornò alla cattedra e vi lasciò i test rimanenti, prese un gessetto e scrisse alla lavagna delle raccomandazioni per gli alunni, il giorno, l'orario in cui si sarebbe svolta e come avrebbe diviso le valutazioni, appena finì i primi studenti entrarono in classe e tra di loro c'era anche la giovane Oerba, come d'abitudine era sola dietro a tutti gli altri e camminava con lo sguardo vuoto verso la propria meta, appena vide il foglio coperto sul banco sbuffò appena e Lightning ci rimase un po' male ma non lo diede a vedere.
Appena suonò la campanella delle otto il test ebbe iniziò...


Buonasera a tutti! ^^ Sono Rory, nel primo capitolo avevo perfino dimenticato di presentarmi e chiedo perdono per ciò! Anche se non è molto seguita ho deciso di continuare la stesura della storia, noto solo ora che forse la mia Lightning lascia filtrare troppo le sue emozioni o almeno in questo capitolo Raines coglie a pieno quando è turbata ma vabbhe ormai. Mi piace com'è scritto il capitolo e non ho intenzione di cambiarlo! ^^ Bhe che dire, un Grazie a Shunid per la recensione al primo capitolo e a presto a tutti gli altri! Il prossimo capitolo a breve... Baci Rory

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Capitolo 3
*** Vanille Oerba, Confessioni e Chiarimenti ***


Passarono pochi giorni prima che Lightning correggesse le verifiche che aveva dato alla classe, con quelle verifiche avrebbe potuto verificare il loro livello di preparazione e decidere come muoversi, certo era ormai passato un bel po' di tempo dall'inizio dell'anno scolastico ma visto che la classe era una prima poteva fare con calma e poi avrebbe voluto che tutti fossero passati all'anno successivo.
Si mise seduta al tavolo della cucina e posò il blocco di fogli davanti ad essa, prese il primo e il foglio con tutte le operazioni già corrette, iniziò a comparare una ad uno le operazioni segnando con la penna rossa gli errori e alla fine dopo aver fatto un breve calcolo dei punti mise il voto al testo, continuò così per un bel pezzo visto che le verifiche non erano poco e verso la fine le capitò fra le mani quella di Vanille, sorrise inconsciamente ma quest'espressione scomparve poco dopo. La ragazza aveva consegnato il foglio con solo alcuni esercizi svolti e di quelli molti non erano corretti, il voto non raggiunse la sufficienza e ne rimase rattristata, la mattina dopo avrebbe dovuto riconsegnare i testi le dispiaceva che proprio quella ragazza non avesse avuto nemmeno il voto minimo.
Si rassegnò e finito di correggere gli ultimi compiti li infilò nella cartelletta, la chiuse e la mise in borsa, guardò l'orario e decise di andare a letto, sarebbe stata una lunga giornata...
 
Attese che tutti fossero in classe e che si sedessero prima di tirare fuori dalla borsa la cartelletta ed estrarne i fogli delle verifiche, tirò fuori anche gli occhiali da vista e li pulì prima di indossarli poi si schiarì la voce e lesse il primo nome sul foglio, lo studente si alzò con un sorrisetto sfacciato e si avvicinò alla cattedra, Lightning consegnò il test e questo sorrise ancora di più vedendo il voto, aveva preso un sette e mezzo nulla di speciale ma a loro bastava avere la sufficienza per essere felice, tanto al resto ci pensavano i genitori con i soldi, era risaputo che per prendere un sei nelle materie in cui erano insufficienti bastava un piccolo "regalo" al prof e se non bastava anche al preside.
*stupidi bambini con la puzza sotto il naso...vi accorgerete quando uscirete da qui che la vita è tutt'altra cosa.*
Il pensiero le passò per la mente come un lampo poi tornò a consegnare le verifiche, quando toccò a quella della giovane Oerba cercò di mantenere la sua espressione seria ma appena vide la ragazza sbuffare alla vista del voto si fece scappare una piccola smorfia di dispiacere, la ragazza se ne accorse e divenne un po' triste poi congedandosi tornò al posto.
Concluso di consegnare i fogli li fece firmare dagli studenti poi se li fece riconsegnare e li ripose, come primo test era nella norma molte sufficienze poche insufficienze e pochi voti al di sopra del sei, nulla di cui lamentarsi ma non era troppo convinta del voto di Vanille, prima di quell'anno era una ragazza molto dotata soprattutto in matematica, certo prima erano le medie ma non hanno fatto cose molto diverse da quelle degli anni precedenti, forse il fatto dei genitori...molto probabilmente era quella la vera causa della sua mancanza d'attenzione.
Iniziò la correzione della verifica alla lavagna per spiegare alle giovani menti gli errori ma la ragazza era persa con lo sguardo fuori dalla finestra, ormai era sempre così, passava le ore li a guardare il paesaggio con lo sguardo perso, Light continuò la lezioni fino al suono della campanella, gli studenti si alzarono e uscirono dall'aula visto che vi era l'intervallo, anche l'insegnante si alzò e sistemò le cose nella borsa poi fece per andarsene ma si accorse che Vanille non era più in aula, incuriosita guardò fuori e la vide dirigersi in cortile, fuori non c'era per niente caldo e la ragazza era vestita molto leggera e Lightning senza pensarci la inseguì fino al luogo in cui si era fermata.
Vanille era ferma in piedi con le mani unite dietro la schiena ad osservare gli alberi di ciliegio ormai privi di foglie, osservò la giovane incuriosita poi si avvicinò a lei.
-Non hai freddo?-
La ragazza la guardò sorridendo, ma era un sorriso finto e la donna se ne accorse subito, anche lei all'inizio per far felice Serah sorrideva in quel modo.
-No, sto bene così.-
Disse semplicemente osservando l'insegnante.
-Sicura? Guarda che ti prendi un malanno se non ti copri.-
Continuò con un pizzico di insistenza poi appoggiò a terra la borsa e si tolse il giubbotto, lo mise sulle spalle dell'Oerba e sorrise sincera sistemandolo bene, la ragazza la guardò stupita poi abbassò lo sguardo rattristata.
-Tutto bene?-
Chiese Lightning guardandole il viso, la ragazza annuì e sospirò.
-La verifica è andata male...-
La professoressa sorrise dolcemente e le accarezzò la testa.
-La prossima volta andrà meglio...devi solo stare più attenta...-
Si voltò anche lei a guardare i ciliegi e capì cosa la ragazza guardasse con tanta insistenza dalla finestra dell'aula.
-Come mai i ciliegi?-
Chiese a bruciapelo così che la giovane la guardò in volto ma Lightning non la guardò e rimase ad ammirare gli alberi, dopo un po' Vanille voltò anche lei il viso verso le piante.
-Mi ricordano i miei genitori...quando ero piccola mi portavano sempre a vedere i ciliegi in un parchetto in periferia..-
ora era Lightning a guardarla, non si aspettava una confidenza del genere.
-Non si preoccupi, voi professori solitamente sapete tutto di noi studenti...e...molti di voi si lasciano "comprare" facilmente dai genitori di alcuni individui...molti ci mangiano in quel piatto.-
Light rimase spiazzata da quelle parole, perché Vanille le diceva certe cose? Non riusciva a capire il suo comportamento, era talmente tranquilla la ragazza nel parlare che le faceva quasi paura, sapeva quello che diceva e lo diceva con una tranquillità fin troppo tagliente.
-Ma lei non è così, vero? Lei ha i suoi principi, è una persona tutta d'un pezzo.-
Guardò l'insegnante sorridendo e si avvicinò al tavolino tra le piante, Lightning prese la borsa e la raggiunse, appoggiò la borsa sul tavolo e si appoggiò al tavolino mentre Vanille si mise seduta sulla panca.
-Io ho le mie convinzioni.-
Disse solo quello Lightning.
-Penso le abbiano tutti ma il denaro corrompe...beh, i testi che leggiamo anche in classe c'è lo insegnano però i primi a farsi girare e rigirare da esso sono proprio quei professori che cercano di insegnarci la vita...forse perché si sentono in colpa oppure semplicemente perché sono pagati per quello...-
La giovane si stava dilungando in discorsi al di fuori della sua portata, alla sua età non avrebbe dovuto parlare di certe cose ma svagarsi, essere una ragazza di quindici anni come le altre, anche se non lo sarà mai almeno tentarci. Essere Felice e vivere tranquilla dovrebbe essere un aspirazione comune...
Lightning si perse nei ricordi, lei per qualche strano motivo era riuscita ad andare avanti nonostante gli avvenimenti, era riuscita ad avere una vita relativamente "tranquilla" ma anche lei infondo aveva una voragine ed è proprio per quella voragine che aveva cambiato nome, che aveva deciso di essere un'altra persona. Una persona forte per proteggere se stessa e chi le sta intorno, troppo per una ragazza di appena quindici anni qua l'era.
-Come sono morti?-
La domanda le uscì spontanea, mentre i ricordi di quella notte iniziarono a farsi più intensi...
Vanille si morse il labbro inferiore, ricordarsi quell'episodio le causava un immenso dolore avrebbe preferito dimenticare ma le era impossibile, quel passato che cercava di tenere lontano in una piccola camera della sua mente era il suo presente, ancora adesso stava vivendo il frutto di quello che era successo, un frutto amaro.
-E-era l'estate passata...uno dei primi giorni estivi...i miei ricevettero a casa un uomo, non..non era una cattiva persona anzi era uno dalla faccia simpatica e i miei lo accolsero in casa con felicità...a quanto pare era un loro amico di vecchia data...-
Prese un attimo di respiro.
-Si misero a parlare nel salotto di casa...la sera saremmo dovuti partire per andare a casa di alcuni miei zii quindi io giravo per casa in cerca delle cose da mettere in valigia...passando di fianco alla porta del garage sentì qualche rumore ma pensai fosse solo qualche animale che si era intrufolato dentro e che non riusciva più ad uscire...prima di entrare a vedere decisi di finire di sistemare le mie cose ma guardando dalla finestra della cameretta vidi un uomo allontanarsi dal garage ed entrare in una macchina posteggiata li...non partì subito...scesi per andare a controllare nel posto macchina cosa era successo...non trovai nulla di strano così uscì per andare in salotto dai miei...a quel punto arrivò un messaggio all'uomo che si alzò e salutò tutti...lo salutai anche io poi tornai di corsa in camera...giusto il tempo di vedere quell'uomo salire nella stessa macchina di quello precedente...-
Chiuse gli occhi cercando di ricordare le scene di quel pomeriggio.
-Non so il perché ma non dissi nulla visto che non mi sembrava nulla di che...quella volta sono stata troppo ingenua...la sera partimmo...in poco tempo ci trovammo fuori città...stavamo percorrendo una strada che costeggiava il mare, precisamente uno strapiombo sul mare...mia cugina con i suoi abitava in un piccolo villaggio non troppo distante che dava sull'oceano...stavamo per percorrere una curva e mio padre doveva rallentare...si lamentò che la macchina non stava rispondendo bene ma anche se invadendo l'altra corsia riuscì a superare la curva poi ve n'era una che dava verso la parete rocciosa...la macchina non frenò...in men che non si dica la vettura andò a sbattere con il muso contro la parete...non ricordo molto...solo che il giorno dopo mi svegliai in ospedale...mia cugina era seduta accanto al letto che mi teneva la mano...quando mi vide sveglia scattò in piedi ad abbracciarmi...non capivo il perché di quella reazione...io stavo bene...passarono pochi minuti prima che la scena mi tornasse in mente...chiesi dei miei genitori ma l'infermiera che era venuta a farmi degli accertamenti mi disse che non erano sopravvissuti...piansi...piansi per tutto il giorno tanto che le lacrime finirono e gli occhi mi bruciarono da impazzire...poi più nulla...solo freddo...non riuscivo a provare più alcuna emozione...pochi giorni dopo ci fu il funerale...quando vidi le due salme sentì un immenso senso di colpa e rabbia aumentare in me...mi sentivo la causa...avrei dovuto dirlo a mio padre...quando la polizia mi venne a cercare mi disse che i freni erano stati manomessi...spiegai quello che era successo ma anche dopo giorni di ricerche non trovarono nulla...quegli uomini erano come svaniti nel nulla...anzi...come se non fossero mai esistiti...-
Finì il suo racconto e riaprì gli occhi, guardò il cielo e sorrise amaramente, chissà perché si stava confidando con quella sconosciuta non era altro che una professoressa, niente di così importante da rivelarle la sua storia.
-Capisco...e ora? Con chi vivi?-
Lightning voleva mettere insieme le idee e visto che la ragazza sembrava propensa a parlarle ne approfittò.
-Ora abito qui in città nella villa dei miei insieme a mia cugina...le devo molto...si è trasferita qui solo per tenermi compagnia...per fortuna ha trovato un lavoretto in una palestra che non le occupa troppo tempo così stiamo molto tempo insieme...per me è molto di più che una sorella...è davvero importantissima...-
Confessò mentre le guance candide diventarono rossicce, Light sorrise vedendo la sua dolce espressione poi si tirò su aveva passato tutto l'intervallo a parlare e la campanella probabilmente era già suonata.
-Beh, sono felice per te...che ne dici se torniamo dentro? Sicuramente l'insegnante che veniva dopo di me sarà in pensiero...-
La giovane annuì e si alzò, l'insegnante prese la sua borsa e a passo lento tornarono verso l'istituto, quando furono dentro la Oerba ridiede il cappotto alla professoressa e la ringraziò.
Lightning la accompagnò in classe scusandosi con la prof e dicendo che la giovane era rimasta con lei fino a quel momento, si scusò per averla messa in pensiero e quando Vanille si mise seduta lasciò la classe per andare in aula professori, si mise seduta su una sedia e rimase con lo sguardo perso a pensare a quello che aveva appena saputo dalla giovane, tra i ricordi della ragazza si unì anche quello dei suoi genitori, chissà come se la passava Serah in quel momento...




Dopo un periodo di assenza rieccomi a scrivere, non ho molto tempo per farlo e appena ho idee le butto giù, probabilmente se i personaggi avessero altri nomi sarebbe uscita una bella storia a se stante ma vabbhe, nessuna recensione ma non mi arrendo e continuo a scrivere u.u Ciau Ciau ^^ P.s: Proverò a migliorare le descrizioni...

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