Grande guaio a Fairy Tail! L'Incanto Cupidus! di TonyCocchi (/viewuser.php?uid=28966)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Errore d'ordinazione! ***
Capitolo 2: *** Gazille, l'uomo irresistibile! ***
Capitolo 3: *** Carpire l'incanto! Salviamo Gazille il seduttore! ***
Capitolo 4: *** I Raijinshuu ad Harujion! Ricerca ad alta voce! ***
Capitolo 5: *** Chi agisce e chi pensa: l'importante è ***
Capitolo 6: *** Assalto e reazione ***
Capitolo 7: *** Alla riscossa! A ciascuno la sua mossa! ***
Capitolo 8: *** Allarme sparizione! Unite per Gazille! ***
Capitolo 9: *** Permesso accordato: Tutti alla villa abbandonata! ***
Capitolo 10: *** Fangirl fuori, misteri dentro: la villa vuota! ***
Capitolo 11: *** Chi sparisce e chi appare! ***
Capitolo 12: *** Intrusi contro ladri di gatti ***
Capitolo 13: *** Cacciatori e prede: inganni e fughe! ***
Capitolo 14: *** Una scoperta da difendere: a spada tratta! ***
Capitolo 15: *** La battaglia gelida e quella infuocata! ***
Capitolo 16: *** Ghiaccio che scotta! ***
Capitolo 17: *** Chi ama non cede! ***
Capitolo 18: *** Battaglia in rosa, battaglia in riso! ***
Capitolo 19: *** Giù e di nuovo su! Riunioni inaspettate! ***
Capitolo 20: *** Levi a tutta forza! Il ruggito del Bookworm! ***
Capitolo 21: *** Non come appare! Fraternizzando col nemico... ***
Capitolo 22: *** Cuore rosso e cuore grigio ***
Capitolo 23: *** Maestro duro, lezione dura ***
Capitolo 24: *** Ritorno alla calma: una lettera per ricominciare ***
Capitolo 25: *** Sfida finale! Parte prima: Gazille non più single? ***
Capitolo 26: *** Sfida finale! Parte seconda: Vincitori ***
Capitolo 27: *** La meravigliosa fine dell'incanto ***
Capitolo 28: *** Saluti e baci! ***
Capitolo 29: *** Epilogo: Si riparte ***
Capitolo 1 *** Errore d'ordinazione! ***
fic fairy tail
Ciao a tutti cari lettori!
Mentre mi trovavo col libro di embriologia in mano ho iniziato a divagare. E
divagando mi è uscita fuori una storia! Una storia che forse, dopo parecchio
tempo, potrebbe darmi l’occasione di scrivere una long-fic!
Ancora una volta su Fairy Tail come potete vedere (Naruto è ancora fuori dal
mio circuito ispirativo): di sicuro questa serie offre molti spunti spassosi e
avventurosi, e quello che voglio regalarvi stavolta è per l’appunto spasso e
avventura!
Non voglio anticiparvi
nulla, per cui leggete questo primo capitolo e fatevi un’idea della storia e
dei personaggi principali! Buona lettura, commentate!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
NOTA: L’avviso SPOILER tra
gli avvisi si riferisce al fatto che io sono in pari col Giappone, ma non so il
manga italiano a che punto è, quindi occhio, potrebbero esserci dettagli
spoiler…
In una serena giornata di
primavera, un vecchietto, ma anche uno dei più potenti maghi al mando, percorre
a passo sostenuto, ma per nulla affrettato, la strada principale di Magnolia. È
molto basso, ma trasporta senza difficoltà una grossa sacca da viaggio su di
una spalla.
Il suo incedere è leggero
e per nulla faticoso, il suo viso è contento e soddisfatto, forse per il
contenuto del suo bagaglio, forse perché, in lontananza riesce già a vedere la
sua cara gilda. La sua Fairy Tail!
Non importava quanto si
assentasse, una settimana per qualche meeting, o un paio di giorni per una gita
di piacere come in quel caso; tornare lì, rivedere i suoi ragazzi, lo metteva
sempre di buon umore.
“Eccoci qua!” disse
Makarov tra sé e sé varcando il cancello.
Il portone del grande
edificio in pietra era come sempre spalancato, aperto a tutti, senza esclusioni
e distinzioni. Sfregò un paio di volte i suoi stivali sull’uscio ed entrò con
un piccolo balzo, pronto ad una calorosa accoglienza!
“Sono tornato!”
I maghi di Fairy Tail, in
qualunque cosa fossero impegnati in quel momento, una partita a carte o
un’accesa discussione, si fermarono tutti all’arrivo del loro Master,
salutandolo man mano che procedeva nella sala attraverso il corridoio centrale
tra i tavoli, diretto verso il bancone.
“Bentornato, Master!”
“Fatto buon viaggio?”
“Buongiorno Reedus! Ciao
Nab, sempre a ciondolare come tuo solito, eh? Wakaba e Macao, di nuovo a
discutere?”
Wakaba Mine mollò il
colletto della giacca bianca dell’amico, per voltarsi tutto sorridente. Il
tempo di un saluto e lo stava di nuovo strangolandolo con una faccia furiosa.
“Salve.” disse sorridendo
Gray Fullbuster.
“Un goccetto?” gli propose
Cana Alberona, rifiutando però con educazione.
“La vedo di buon umore,
master!” notò Lisanna.
“Bentornato, Master!
Felici di riaverla!” esclamò un grosso omone albino con una cicatrice in volto
con il braccio libero. L’altro era infatti già pronto ad una sfida a braccio di
ferro.
“Ehilà!” fece il suo
avversario, un ragazzo dai capelli rosa con una lunga sciarpa bianca al collo,
con ancora più entusiasmo.
“Natsu, Elfman, che sta
succedendo qui?” domandò il piccolo grande mago fermandosi.
“Umpf! Nulla di che,
questo moscerino sostiene di potermi battere a braccio di ferro! Eppure gli ho
spiegato che la sua virilità è almeno dieci anni dietro la mia per potermi sconfiggere!”
“Chiudi quella bocca, io
gli sbruffoni come te li infiammo e li mangio a colazione!”
Makarov sospirò: “Cercate
almeno di non farvi male… o di non sfasciare il tavolo.”
I due fecero una faccia
imbarazzata, come non potessero prometterlo con certezza…
Makarov si guardò intorno
in cerca di altri da salutare. “Ciao Gazille, vedo che hai appetito.”
Il nerboruto dragone
metallico rispose con un cenno della mano e un verso a bocca piena senza
neppure voltarsi, concentrato sul suo piatto preferito: schegge d’acciaio
spolverate allo zinco! Le adorava! E soprattutto alla fine adorava papparsi il
cucchiaio quando finiva!
Si risistemò il sacco
sulle spalle, salutò un altro po’, ed arrivò finalmente al bancone. Scagliò il
sacco su di esso e, con un balzo eccezionale per uno della sua statura e della
sua età, vi salì anche lui, trovando ad accoglierlo come sempre una ragazza dal
viso angelico.
“Buongiorno, Mira!”
“Eccola qui, master! Sembra che la vostra gita vi abbia messo di buon umore!”
Il vecchietto incrociò le
braccia esibendo un largo e compiaciuto sorriso: “Umpf, eccome! È stato un
viaggio speso bene! Il gran mercato della magia di Harujion si tiene solo tre
volte l’anno ed è in primavera che si può trovare la merce migliore!”
“Ed anche tanta
concorrenza.” fece una ragazza in armatura avvicinandosi.
Erza Scarlet, una delle
sue migliori scoperte, orgoglio della gilda, nonché qualcuna in grado di tenere
a freno l’idiozia dei compagni qualora iniziasse a dilagare. A meno che non
fosse lei a provocar danni, ma accadeva poco spesso per fortuna…
“Si, è vero. In primavera
il mercato è decisamente molto più affollato che in estate o in autunno: molti
maghi ricchi e potenti vi arrivano in cerca di pozioni, incantesimi, pergamene
e altri pezzi rari.” –disse il master, ma con un sorrisetto di superiorità,
come la cosa non lo riguardasse- “Per fortuna io ho il mio amico Rufus! È un
po’ duro d’orecchi e devo ripetergli le ordinazioni tre o quattro volte, ma
alla fine mi fa sempre trovare tutto quello che gli chiedo con puntualità! Così
c’è chi resta in mezzo alla folla per ore a cercare qualcosa d’interessante e
chi, come il sottoscritto va e torna come una semplice passeggiata! Ah ah ah!”
Mirajane, seduta sullo
sgabello dietro il banco, si esibì per lui in una delle sue più dolci risatine:
“E dica master, che cosa ha portato stavolta?”
“Oh, un bel po’ di roba
buona!”
<< Che buffo! >> pensò Mirajane
vedendo sbucare dal sacco solo un paio di stivali. Questo infatti era grosso
almeno il doppio del vecchio e per rovistarci ci si era infilato dentro.
Erza, incuriosita, si
avvicinò anch’essa.
Nella sala nel frattempo
gli altri maghi, meno interessati alle cianfrusaglie che il master si era
portato dietro, avevano ripreso le loro attività con rinnovato buonumore.
Macao e Wakaba
continuavano a discutere animosamente su quale delle loro mogli fosse la
peggiore: l’acida che aveva fatto pentire il primo o la cicciona che aveva
incastrato il secondo.
Gray recuperava un po’ di
sonno disteso su una tavola occupata tutta per sé, cercando di non pensare
troppo a Juvia che, seduta proprio lì, lo guardava trasognata sospirando...
Gazille continuava ad
accontentare il suo stomaco di ferro.
Jet provava a togliere un
po’ di soldi all’amico Droy con il giochino delle tre carte insegnatole da Cana.
Natsu e Elfman avevano
frattanto iniziato la loro sfida, arbitrata dal neutrale Warren.
“Gomiti sul tavolo… Pronti? VIA!”
“GNNNN! I MOSCERINI COME
TE NON SONO ABBASTANZA VIRILI PER QUESTO SPORT!”
“GNNNN! QUESTO NON è UNO SPORT, MA TANTO TI BATTO LO STESSO!”
“TSK! PRENDERAI FUOCO PRIMA! SEI GIà TUTTO ROSSO!”
“PENSA PER TE!”
“Forza fratellone!” gridò
Lisanna alle sue spalle!
“NON VALE, TI SEI PORTATO
DIETRO LA TIFOSERIA! BEH, HO ANCHE IO LA MIA! HAPPY, VIENI E SOSTIENIMI…
HAPPY?”
Happy, il suo gattino blu
parlante alato era al secondo piano, impegnato in un’attività più piacevole.
“Charle, guarda che bel
pesciolino!”
La gattina bianca non si
voltò nemmeno: “La vuoi piantare con queste ripetitive avances?”
“Stavolta ci ho messo un fiocchetto rosso! Guarda che bello!”
“Uh, allora devo
assolutamente guardarlo…” fece lei con sarcasmo.
“Allora perché non ti
volti?”
“… Sigh!”
Sotto di loro intanto,
Makarov stava facendosi bello davanti gli occhi di Mira e Erza mostrando le
meraviglie che aveva acquistato ad Harujion. Lo stupendo globo degli arcobaleni
vorticanti, colorata chicca da esibire in soggiorno, il raro sonaglio del
sorriso, capace di far ridere chiunque ascolti il suo suono, la dimenticata
maledizione del pollo in testa, da tenere rigorosamente sotto chiave,
l’utilissima pozione telomerasica, capace di far ricrescere i capelli (o così
lui sperava…), il cappello piumato appartenuto al mago Zurlinus di Caldia, il
libro di canzoni della strega stonata del Bosco delle Orecchie Tappate e tanto
altro ancora.
“Sono soprattutto
patacche.”
“Ma quali patacche!”
-protestò Makarov come punto nell’orgoglio- “Tutto ciò che vedi qui sono
oggetti magici e cimeli antichi per cui qualunque mago che si rispetti farebbe
i salti mortali pur di accaparrarsene! Guarda, questo è un dipinto originale di
un mago che cento anni fa apparteneva al Consiglio della Magia: esponilo in
soggiorno e sai quanto potrai vantarti coi tuoi ospiti? Eh eh!”
“Ma è uno sgorbio…”
commentò lei senza riserve e senza tatto.
“Beh, si… però è uno sgorbio
di cui puoi vantartene!”
“Ih ih ih!”
“Ad ogni modo ho preso
anche qualche regalo: tieni Erza.”
“OOOOH! Qu-quella è…”
Una spada sulla cui elsa era incisa una bocca spalancata.
“La Spada Canterina delle
Valchirie!” disse strappandogliela di mano con gli occhi sbrilluccicosi.
“E cosa fa di speciale?”
domandò Mira.
“Quando la sguaini canta!”
Eccitatissima, Erza la
provò subito, e un coro di potenti voci femminili si levò nell’aere, cambiando
intonazione man mano che la roteava in aria.
“Uh? Ma dove siamo, all’opera
lirica?” si domandò Elfman.
“Ehi, non osare
distrarti!”
“Umpf, scusa, fai così poca pressione…”
“AH, SI? GNNNN!”
“URYA!
“Magnifica! Grazie
master!”
“E che cosa te ne fai?” domandò ancora Mira.
“Nulla. È un pezzo da
collezione!”
<< E lei aveva da ridire sulle patacche…
>> pensarono nello stesso istante gli altri due.
“Per te Mira: sciroppo
musicale! Ti fa parlare come se fossi uno strumento musicale a tua scelta.
L’effetto sparisce se bevi qualcos’altro.”
Mira ne assaggiò un
sorsetto e provò a dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscirono invece le note di
un violino. Provò ancora ed uscì una soave melodia di pianoforte. Sorrise e
ringraziò con un fischio di flauto.
“Sai fare anche l’organo o
il corno da guerra?” domandò Erza.
Mirajane provò.
Natsu era ormai una
maschera di sudore: “Ah ah! Lo senti l’organo Elfman? Sta suonando il requiem
della la tua fine! Ormai sei affaticato!”
Elfman stringeva i denti,
stringendo la faccia in un esercito di rughe e nervi a fior di pelle: “Ma quale
affaticato! Tu piuttosto lo senti il corno? La mia carica sta per abbattersi
impetuosa sul tuo misero braccino!”
Warren sospirò: “Sigh,
perché non la dichiarate patta? Mi sto annoiando…”
“MAI!”
“Eh, si, se ne trova di
roba interessante al mercato di Harujion. Guardate qui ad esempio!”
Infilò una mano nel sacco,
cercò un po’, e mostrò, nel palmo della sua mano, un modellino che lo ritraeva
con l’indice sollevato e lo sguardo fiero.
Mira, fattasi tornare la voce con un sorso d’acqua: “Carino! È un suo action
figure?”
“Non un semplice action
figure! Guarda!”
Makarov toccò la testa del
modellino e questa prese a muoversi e rimbalzare.
“Uhm, è un movimento che
da assuefazione…” constatò Erza mentre osservandolo le veniva voglia di
dondolare anche lei la testa.
Makarov si sedette e prese
a colpirlo di nuovo: “Ah ah ah ah! Lo adoro! Lo adoro! Ah ah!”
Mira provò a dare anche
lei un’occhiatina in cerca di altro e l’occhio le cadde su una boccetta di
vetro con tappo contagocce. Conteneva uno scintillante liquido rosso.
“E questo? È un profumo?”
“Profumo?” -fece Makarov
sollevando un secondo gli occhi dal suo trastullante pupazzetto- “Ah, no, non è
un profumo. È una pozione: si chiama Incanto Ceruleus. Chi la beve può
dipingere qualsiasi cosa in qualsiasi tonalità di blu usando semplicemente le
dita della mano. Pensavo di regalarla a Reedus per i suoi quadri, così
risparmia sui colori… Strano però: dovrebbe essere azzurra, non rossa.”
Si alzò in piedi sul
bancone e prese la boccetta per leggerne l’etichetta. Forse Rufus si era
sbagliato.
?!?!?!?
Si! Si era sbagliato! E di
grosso anche!
“Master! Tutto bene? È
sbiancato all’improvviso!”
Non solo, aveva anche gli occhi strabuzzati! Improvvisamente quell’innocente
boccetta di liquido rosso lo stava facendo tremare tutto!
“Questo… questo…”
“Il suo amico non le ha
dato ciò che voleva?”
“Lui… lui… è un bel po’
duro d’orecchi… accidenti…”
Erza si accigliò: vedere un mago potente come il loro master preoccuparsi non
era certo un buon segno: “Insomma, che cos’è?”
“I-I-I… Incanto Cupidus! OH, NO!”
Il vecchietto si lanciò
subito in corsa verso il portone, lasciando sul posto le due allibite ragazze!
<< Maledetto Rufus, sordo come una campana!
Come ha potuto darmi sul serio una pozione simile? Devo liberarmene! Devo
liberarmene prima che provochi qualche grosso gua… >>
“URRYAAAAAAHHH!”
Facendo ricorso a tutte le
sue energie, il virilissimo Elfman aveva trionfato! Lui era caduto a terra
stremato e festeggiato dalla sorellina, il tavolo, come previsto, si era
sfasciato per la forza con cui ci aveva abbattuto Natsu, e quest’ultimo,
scagliato via, si sarebbe abbattuto sul primo malcapitato a passare lì vicino
quel tavolo.
Ossia il Master con la
boccetta di vetro tra le mani!
“URGH!”
“ARGH!”
Il drago di fuoco si
ritrovò così sconfitto e disteso a terra.
“Accidenti… Ho perso… Ma
che… ?”
C’era qualcosa che lo spingeva
da sotto la schiena…
“Natsu! Accidenti a te,
togliti di dosso!”
Poi si accorse di un
dettaglio molto importante.
“LA BOCCETTA! DOV’è LA
BOCCETTA?!?”
“Che boccetta? Quella lì?”
Makarov alzò gli occhi e
inorridì.
La boccetta dell’Incanto
Cupidus, di fragilissimo cristallo, stava volando, o meglio, precipitando,
verso un tavolo vicino.
Makarov (Rallentatore):
“NUUUUUOOOOOOOOOOOOOO!!!”
CRASH!
Gazille (Rallentatore):
“AHIOOOOOOOOOOOOO!!!”
Natsu (Rallentatore):
“EEEEEEEEEEHHH?”
Gli occhi del master si
erano svuotati per l’orrore. Gli scese anche una lacrimuccia.
Gazille invece si alzò
bruscamente massaggiandosi la testa: “Ehi, che scherzi sono questi? Chi mi ha
tirato un pezzo di vetro? E cos’è questa roba che ho addosso?”
Ringhiando si portò indietro
i capelli gocciolanti e squadrò Natsu: “Sei stato tu, vero?”
“Bah, non guardarmi così,
era solo una boccetta di vetro, figuriamoci se basta a far male a uno come te.”
“Allora lo ammetti, eh?”
“Ehi, è stato un
incidente!”
Mentre Gazille si faceva
avanti con una vena pulsante, il master Makarov, a gattoni sul pavimento,
osservava sconvolto i pezzetti di vetro sparsi a terra.
“No… no… no… noooo! Sigh! Sigh! Sigh!”
Natsu e Gazille stavano
ringhiandosi addosso: due draghi che battibeccano non sono una buona cosa, ma
Makarov sapeva che ora sarebbe sorto un problema ben più grande.
“Master, diglielo anche
tu, dai!”
“Ma che gli prende?”
Lo stava guardando a bocca
spalancata e con le mani tra i capelli.
Incerto, Gazille provò a
guardarsi addosso: non gli sembrava di avere nulla che non andasse, le schegge
di vetro non avevano neanche intaccato il suo corpo metallico, e i suoi vestiti
erano solo bagnati, non macchiati.
“Qualcosa non va,
vecchietto?”
“Oh, no… Poveri noi!
Poveri noi! Nasconditi Gazille!”
E urlando così scappò di
nuovo verso il bancone.
“Tu ci hai capito niente?
Ho per caso qualcosa che non va?”
“A parte essere un
attaccabrighe?”
“IO RISSOSO? SENTI CHI PARLA!”
Come era potuto accadere?
Quella mattina era tornato alla gilda così rilassato, ora doveva sbrigarsi a
prendere contromisure prima che il potere dell’Incanto Cupidus si manifestasse!
Della serie “Come rovinare una bella giornata”! Era mai possibile che alla sua
età dovesse tollerare ancora simili stress?
“Erza, presto! Prendi
tutte le ragazze e portale fuori! Non devono vedere Gazille! … Erza?”
“……”
Palpebre spalancate,
sguardo come sorpreso, immobilità pressoché totale.
Sembrava imbambolata, ma
purtroppo non era così.
Non stava fissando l’aria,
stava fissando qualcuno ben preciso.
“Oh, no!”
“Chiedimi scusa per aver disturbato
il mio pasto!”
Se c’era qualcosa che non
sopportava era essere interrotto mentre mangiava le schegge d’acciaio
spolverate allo zinco!
“Solo se mi batti a
braccio di ferro! Ma stavolta voglio una tifoseria!”
Il battito di alucce
piumate precedette il suo fraterno e felino amico: “Aye! Eccomi!”
“Ah, si? Anch’io ho una tifoseria! Lily!”
Un gattino nero in pantaloncini dall’aria marziale saltò pronto sulla sua
spalla: “Eccomi.”
“Accetto la sfida! Sfidare
a braccio di ferro me, devi essere
proprio…”
?!
“Eh?”
Qualcosa gli si era
abbracciato alla gamba… Ma cosa? O chi?”
Natsu inarcò un
sopracciglio: “Erza? Che stai facendo?”
“Giusta domanda! Che ti
prende? Scollati!”
Per tutta risposta la
rossa alzò gli occhi.
Uno sguardo che metteva
paura…
UNO SGUARDO LANGUIDO!
“Oh, Gazille…”
O__O “?!?!?!?”
°___° “?!?!?!?”
Makarov aveva osservato
tutta la scena.
Se i suoi capelli non
fossero stati già così pochi se li sarebbe strappati!
“OH, NO! HA COMINCIATO!”
Eh, si, si comincia, e non
nel migliore dei modi! Natsu è stato sconfitto, Gazille si è beccato un
boccetta di vetro in testa e Erza sembra improvvisamente impazzita!
La bella giornata del
master Makarov sembra ormai rovinata! Che cosa si può fare?
Riguardo questa storia,
come detto, cercherò di realizzarla come long-fic, anche se frequentando
l’università non potrà certo procedere a tempo spedito. Spero tuttavia di
riuscire almeno a completarla, anche scrivendo capitoli brevi! ^__^
Ed ora sotto coi commenti! L’incipit è una parte importante della storia e
voglio proprio sentire se sono riuscito ad acchiappare la vostra curiosità!
Al prossimo capitolo, con altre risate, altre botte e… vedrete!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Gazille, l'uomo irresistibile! ***
fairy tail fanfic
Ciao a tutti da NaruXHina!
Approfittando di un weekend ricco di tempo libero, ecco a voi, senza eccessiva
attesa, il secondo e già richiestissimo capitolo!
Mi sono arrivati dei bei
commenti e questo mi incoraggia e mi tira su di morale! Mi raccomando, se ci
sono altri appassionati di Fairy Tail qui intorno, consigliate loro la mia
storia, con l’augurio di un sano quarto d’ora di divertimento!
La conclusione dell’ultimo
capitolo ha lasciato molti lettori shockati e allettati! È ora di scoprire cosa
sta succedendo!
Buona lettura, spero vi
piaccia!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
GUIDA AI PERSONAGGI
SECONDARI (vedi anche Fairy Tail Wikia)
Visto che in Fairy Tail ce
ne sono molti, e a me piacciono e quindi cerco di inserirli, metto qui una
breve guida, così per aiutarvi a capire di chi si tratta (non sono tutti
presenti già in questo capitolo ma potrebbero uscire in seguito, chissà):
Macao: Il tizio divorziato
con un figlio a carico che Natsu salva nei primi capitoli.
Wakaba: L’amico di Macao
con la camicia verde e il ciuffo.
Reedus: Il grosso
mago-pittore con la pancia gigante.
Warren: Il telepate coi capelli
neri.
Nab: Quello che somiglia
ad un indiano americano e sta sempre a ciondolare.
Arzack: Il pistolero
innamorato di Bisca.
Bisca: La pistolera
innamorata di Arzack.
Ecor: Il tizio con la tuta
nera aderente che fa strane mosse.
Max Alors: Il tizio biondo
che vende agli stand e presenta il concorso Miss Fairy Tail
Laki Olietta: Una tipa con
gli occhiali
Erza Scarlet, eroica
paladina dall’armatura scintillante, persona integerrima, donna intrepida, maga
straordinaria… era caduta ai piedi di Gazille Reitfox! Avvinghiatasi alla sua
gamba sembrava un’innocua gattina in vena di fusa.
La scena aveva un che di
ridicolo e di terrorizzante nello stesso momento.
Dal canto suo il diretto
interessato non sapeva proprio come comportarsi. Erza non si era mai mostrata
tanto “affettuosa” con lui, anzi, in genere la maggior parte delle donne ci
pensava due volte prima di avvicinarglisi.
“Ehm… ti senti bene? Hai…
bisogno di qualcosa?” domandò scuotendo la gamba in modo da sembrare il più
infastidito possibile. Lui era uno che ai suoi spazi ci teneva!
Erza sollevò di nuovo gli
occhi: la sua carica che da sempre teneva in riga gli altri maghi si era persa
in un più femminile rossore e in una vocina suadente.
“Gazille… improvvisamente
ti trovo alquanto attraente… mascolino…”
“Anche più di me?” chiese
Elfman. Anche lui non ci stava capendo un tubo.
“Ora piantala Erza, mi
stai disgustando…” fece Natsu con la lingua da fuori.
“Aye!”
“Questo comportamento non
è decisamente normale.” ragionò Lily tra sé e sé. L’exsheed tra di loro era
quello che per primo aveva intuito che l’accaduto era cosa seria, prima di
tutti quei bellimbusti lì attorno. È proprio vero che le dimensioni non
contano!
Gazille sbuffò: “Ok, chi
ha dato da bere a Erza? Questa qui è ubriaca fradicia!” chiese ad alta voce
guardandosi attorno.
“Non attirare
l’attenzione!” gli gridò il master coi nervi a fior di pelle.
Il salone d’ingresso della
gilda era infatti vasto e non tutti i presenti si erano accorti dell’accaduto.
Per ora solo quelli seduti ai tavoli vicini all’incidente avevano avuto modo di
sgranare gli occhi dinanzi all’improvvisa stranezza di Erza, che perseverava a
starsene agganciata al dragone metallico prorompendo in dolci sospiri così poco
adatti a una come lei.
“Ubriaca? Impossibile! Non
ho mai visto Erza ubriaca in vita mia!” -fece Natsu osservandola, ma non
venendo in cambio degnato di uno sguardo- “Forse ha sbattuto la testa.”
Happy ridacchiò
svolazzando verso un tavolo vicino: “Forse Cana le ha offerto un bicchierino!
Che mi dici Cana, sei stata tu? … Cana?”
“……”
Le svolazzò davanti gli
occhi un paio di volte senza ottenere nessuna reazione apprezzabile.
“Cana? Stai dormendo con
gli occhi aperti?”
La reazione alla fine ci
fu: Cana scacciò via Happy con una mano spiaccicandolo contro una colonna e si
precipitò su Gazille, agguantandogli un braccio, cosa che non gli piacque per
niente stando lui ancora cercando di scollarsi di dosso la prima!
<< EH?! E ORA
QUEST’ALTRA CHE VUOLE?! >>
“Ehi, dolcezza!” –disse
facendogli un’occhiolino- “Ti andrebbe di bere qualcosa insieme?”
L’occhio di Gazille cadde
per una attimo sulla scollatura della ragazza, che come al solito di sopra
portava un bikini e nulla più… Poi arrossì e provò con un sorriso di
circostanza: “No, grazie… Insomma si può sapere che diavolo vogliono da me
queste invasate?!”
Makarov si decise
finalmente ad agire prima che la situazione precipitasse ancora di più, e fece
per lanciarsi verso il dragon slayer: “Mira! Per qualunque ragione, non devi
guardare Gazille! Mi sono spiegato?”
Si voltò, e dove doveva trovarsi Mira c’era invece… un bel niente!
“Mira?”
Si girò di nuovo e le
orbite gli schizzarono di fuori!
“Ok, ora basta! Non voglio
i tuoi complimenti su quanto sono figo e non voglio bere qualcosa!” fece
Gazille puntando i piedi e scollandosi di dosso prima l’una e poi l’altra.
“G-Gazille…” sentì una
vocina chiamarlo alle sue spalle.
“Eh?”
Mirajane, la tipa del bancone sempre gentilissima con tutti, gli si era
presentata con le mani dietro la schiena, le gote colorate di rosso e la testa
un tantino abbassata. Sembrava una bambina timida di fronte al suo fidanzatino!
“Non è… che ti andrebbe di
suonare insieme qualcosa… quando hai tempo?”
La bocca di Elfman si
spalancò tanto che la sua mandibola toccò il pavimento.
Era talmente carina che
persino Natsu e gli altri uomini presenti erano arrossiti!
“… Beh, si, questo mi
piacerebbe!” rispose Gazille mettendosi la chitarra a tracolla.
<< DA DOVE L’HA TIRATA FUORI?!?!? >>
si chiesero tutti vedendo il suo pacchianissimo strumento a corda apparso dal
nulla!
“Oh, Gazille… hai… hai
davvero accettato il mio invito? Sono così contenta!” disse lei arrossendo
ancora di più e stringendo la sua chitarra al petto, come volendo nascondercisi
dietro.
<< PURE LEI CON LA CHITARRA? MA DOVE LA TENEVA?
>>
Lisanna, sua sorella
minore la chiamò scuotendole il vestito: “Sorellona, ma che ti prende?”
“NO! ORA BASTA!”
La giacca in pelle e
pelliccia del master cadde pesantemente sulla testa di Lisanna coprendola del
tutto, dopodiché il vecchio afferrò la giovane e la girò in un’altra direzione
per ulteriore precauzione: “Lisanna, non toglierti questo coso dalla testa per
nessuna ragione, intesi?”
“Ehm, ok…” rispose Lisanna
da sotto la giacca.
Makarov saltò su di un
tavolo e inspirò a pieni polmoni affinché tutti sentissero!
“FATE IN MODO CHE NESSUNA RAGAZZA GUARDI PIù GAZILLE! È STATO COLPITO DA UNA
INTERA BOCCETTA DI INCANTO CUPIDUS!”
Gli fece eco un altro
grido. Un grido disperato!
“BISCA!”
“… Sigh! Cos’ho appena
detto?!”
Gazille, ancora confuso ma
allettato dall’opportunità di mettere mano al plettro con Mira, sentì un dito
bussargli dietro la spalla.
Sbuffò: “Che altro c’è?”
Una ragazza coi capelli
verdi vestita da cow-girl, con tanto di cappello a tesa larga, gli si avvicinò
tanto da pressare il suo copioso seno sui suoi forgiati pettorali.
“Ehilà, straniero! Sei in
cerca di compagnia?”
Gazille indietreggiò,
rosso e costipato: tutte quelle tette lo stavano mettendo in soggezione!
Un ragazzo dai capelli
neri avvolto in un drappo da cow-boy si stava avvicinando gattoni alle spalle
della cow-girl: “M-ma-ma… mia adorata Bisca, noi stavano parlando, ed eravamo
così affiatati e… e io stavo per dirti qualcosa di molto importante (o almeno
ci stavo provando un’altra volta…)…”
Ma Bisca non si degnò nemmeno di voltarsi, poggiò la suola del suo stivale
sulla sua faccia e lo sospinse via con mortificante leggerezza: “Fuori dai
piedi, schiappa.”
Un torrente di lacrime gli
straripò dalle orbite: “SCHIAPPA?!?!?!?”
CRASH!
“È il tuo cuore in
frantumi?” domandò Natsu.
“SI! SIGH!”
“No, a dire il vero sono
io che ho fatto cadere un bicchiere.” -ammise Macao- “Ad ogni modo, che diavolo
sta succedendo? Perché all’improvviso tutte fanno gli occhi dolci a Gazille?”
Elfman si sgranchì le nocche: “Giusta domanda! Qui la cosa comincia a puzzare!
Che hai fatto alla mia sorellina?”
Arzack si unì a lui…
pistola alla mano!
“Che cosa hai fatto alla
mia Bisca?!”
“E IO COME FACCIO A
SAPERLO?! Anzi, se voleste la cortesia di riprendervele…”
E dire che il suo piatto
di schegge d’acciaio spolverate allo zinco era ancora lì ad attenderlo! Come
avrebbe voluto non essere circondato per tornare di corsa da loro…
Il suono di una pentola a pressione richiamò l’attenzione di tutti (eccetto
delle ragazze, niente poteva distoglierle da quell’adone metallico!).
Era il master Makarov!
Saltava come un matto sul tavolo facendosi sempre più rosso e gettando sempre
più fumo dalle orecchie!
“NON FATE VEDERE GAZILLE
ALLE RAGAZZE! QUANTE VOLTE VE LO DEVO RIPETERE?!” scandì con furia, parola per
parola.
Repliche nemmeno a pagarle
quella volta! Non con un master tanto arrabbiato!
Solo il grosso e timoroso
Reedus provò ad abbozzare un insicuro “Ma perché?”.
“Per una disgraziata serie
di eventi una boccetta di Incanto Cupidus è finita addosso a Gazille.”
“Tsk, sei proprio un
piantagrane.” Mormorò Natsu, supportato da un “Aye!” di Happy.
“LA COLPA è STATA TUA!”
–gli urlò contro il master che ormai aveva un principio di mal di gola!- “Ad
ogni modo, ora se una ragazza guarda Gazille si innamorerà di lui!”
“SI FARà COSA DI
ME?!?!?!?!?”
Stavolta a gridare era
stato lo sconvolto dragon slayer, ma il suo urlo parve agire da calamita,
attirando tutte e quattro le ragazze che gli si avvinghiarono a tutti i suoi
arti disponibili!
“Un uomo tutto d’un pezzo
come te sarebbe l’uomo perfetto per una donna tutta d’un pezzo come la
sottoscritta!” propose Erza con determinazione.
“Oh, Gazille, non vedo
l’ora che le nostre voci e quelle delle nostre chitarre si fondano insieme in
un romantico duetto!” disse Mirajane con un tono in grado di sciogliere
qualunque cuore.
“Andiamo, sarebbe molto
scortese lasciare una donna a bere da sola!” incalzò Cana con un altro
occhiolino.
“Non credo di aver mai
visto un uomo più macho di te, straniero!” gli sussurrò sensualmente Bisca
all’orecchio.
“BISCAAAAAAAAAAAA!!!
SIGH!!!”
Ormai Arzack era annegato
in una valle di lacrime!
“Avete capito ora?”
Qualche tavolo più in là,
Juvia Loxar fece sentire la sua voce: “Non si preoccupi master, dal canto mio
potrei restare qui a guardare il magnifico Gray anche tutto il giorno!” disse
aggiungendoci un amoroso sospiro.
Gray invece si girò da
un'altra parte roteando gli occhi.
“I-innamorate?” balbettò
Natsu non riuscendo a “focalizzare” bene la cosa…
Happy corse
preoccupatissimo dalla sua adorata: “Ma allora anche tu mi vuoi tradire con
lui? Dimmi che non è vero!” pregò Charle con le lacrime agli occhi.
“Umpf! Ti sembra gli stia
sbavando addosso? Evidentemente non funziona perché sono una exsheed: riguarda
solo gli umani, non è ovvio?” disse con aria di superiorità.
“Ehm, che sta succedendo?”
“?!?!?!?”
La piccola Wendy, la
bambina che l’aveva trovata e allevata, assentatasi qualche minuto al piano
superiore, stava scendendo le scale, cercando di sbirciare con curiosità oltre
quella calca.
“Mi sono persa qualcosa?”
domandò in tutta la sua innocenza… in concreto pericolo!
Charle si attivò all’istante! Wendy era troppo giovane e troppo coccolosa anche
solo per immaginarla fare gli occhi dolci a un bruto borchiato!
“NOOOOOO! NON LO
PERMETTERÒÒÒÒÒ!!!”
La gattina volante si schiantò
sulla faccia della sua amica, coprendola tutta col proprio corpo!
“Ehi! Charle che cosa
fai?! Togliti dalla mia faccia! C-Charle! Per favore!” piagnucolò la ragazzina,
che a momenti rischiava pure di cadere dalla scalinata!
“Lo faccio per il tuo bene Wendy! Non permetterò mai che tu cada tra le grinfie
di quel mostro!”
“EHI! POTREI OFFENDERMI!!!” ruggì Gazille.
“Ti manterrò pura ad ogni
costo!”
“Ma di che stai parlando?
Mi fai cadere così!”
I presenti commentarono la
cosa con un grosso gocciolone dietro la nuca…
“Beh, Gazille, guarda il
lato positivo: hai più successo tu con le donne di chiunque altro!” fece Lily,
ancora sulla spalla del suo compagno, cercando di sdrammatizzare con una battuta.
Happy, tirato un sospiro
di sollievo per Charle, tentò anche lui di guardare il bicchiere mezzo pieno:
“Beh, in fondo potrebbe esserci di peggio…”
“Come fai a dirlo?” piagnucolò Arzack, steso rannicchiato sul pavimento con
indosso una coperta di depressione.
“Insomma, ci sono tante
pozioni pericolose al mondo, e questa fa solo innamorare la gente, che problema
c’è?”
Il master fu perentorio
nel contraddirlo: “Ti sbagli Happy, i veri problemi cominciano ora: guarda!”
Le quattro ragazze
incantate avevano infatti smesso, incredibile a dirsi, di guardare Gazille…
Infatti ora si guardavano l’un l’altra, come si guardano quattro cani che
competono per lo stesso osso! Ciascuna digrignava i denti, serrava gli occhi,
chi più chi meno, ma tutte avevano intorno un’aura verde di pura gelosia!
Gazille si guardò intorno:
<< Ahia… non mi piace come sta
andando a parare questa storia! >>
E aveva ragione: se c’è
qualcosa di più pericoloso di una donna innamorata è una donna innamorata e
gelosa!
“Umpf! Inutile che vi
affanniate ragazze!” –le provocò Cana, tirando la sua gamba- “Non ho bisogno di
mettere mano al mio mazzo di carte chiedendo di me e Gazille per sapere che
uscirebbe la carta degli amanti!”
Erza respinse il colpo al
mittente, tirando al contempo il suo braccio: “Sciocchezze! Non sono le carte
che decidono il destino di un amore, è l’affinità! E io e lui siamo molto compatibili!”
Anche Bisca mollò un
geloso strattone al braccio a cui si era attaccata: “Umpf, balle!”
“È vero invece! Io indosso
sempre armature, le armature sono di metallo, Gazille ha i poteri del metallo,
quindi…”
Mirajane, anche lei
avvinghiandosi all’ultima gamba rimasta suggerì una conclusione: “Gazille è
un’armatura?”
“No! È un segno che io e lui siamo fatti l’uno per l’altra!”
Mirajane rispose con dei grandi occhioni da pecorella: “Non è vero! Gazille
vuole una ragazza gentile che riempia d’amore la sua vita da duro! Non è così
Gazille? Avanti, diglielo!”
Gazille piuttosto pensava al suo piatto di schegge d’acciaio spolverate allo
zinco, rimasto sul suo tavolo ad attenderlo. Come avrebbe voluto tornarvi di
corsa!
“Per fortuna che oggi è il
giorno libero delle cameriere.” -Makarov si accese una pipa per tenere a freno
il nervosismo- “Chi manca all’appello?”
“Levi e Lucy.” –fece Droy,
compagno di team della prima- “Sono…”
“Siamo tornate!”
!!!
Lucy Heartphilia e Levi Mc
Garden stavano varcando in quel momento il portone d’ingresso, salutando con
una mano e con l’altra portavano alcune buste di cartone. Ogni tanto le due,
grandi amiche, andavano a fare compere insieme prima di recarsi alla gilda in
cerca di lavori.
La prima era carica di
vestiti e accessori, la seconda di libri e vestiti: gli acquisti di una
scrittrice amatoriale e una lettrice accanita.
Levi sorridendo abbozzò un
“Come va?” ma non ci riuscì: i suoi due amici e compagni di team si erano
lanciati su di lei coprendole ciascuno un occhio con una mano.
“Levi, sei in pericolo!” fece il biondo dal cappello alto un metro.
“Ma tranquilla, ci pensiamo noi!” aggiunse deciso il moro dal ciuffo
improponibile.
“Che succede?”
“Gazille si è attirato
addosso una maledizione o roba del genere, quindi ora se una lo guarda si
innamora di lui, anche se sembra assurdo.”
“CHE VORRESTI DIRE?!?!?” Il
dragone aveva un ottimo udito!
“Capito quindi? Non devi
guardare quel tipo, anche se comunque non vedo che motivo tu abbia per farlo.”
“Ma veramente…”
“VOLETE PROPRIO FARMI
ARRABBIARE, EH?”
Come si vedeva che quei
due, a differenza dell’amica, non lo avevano ancora perdonato del tutto per
quella brutta faccenda della guerra tra Fairy Tail e la trapassata Phantom
Lord!
“Erza, Cana, Bisca e Mira
sono già cadute vittima dell’incantesimo, non permetteremo succeda anche con
te!”
“Ehm, allora grazie…”
Due colpetti di tosse riportarono i due eroici salvatori coi piedi per terra.
“Scusate…” –cominciò Lucy-
“Com’è che nessuno si preoccupa che io guardi Gazille?”
I tre del team Shadow Gear
si guardarono tra loro un po’ imbarazzati.
Finalmente Happy e Natsu
si decisero ad andare da lei, anche se per nulla di fretta!
“Happy, perché non sei
andato a coprirle gli occhi?”
“Io pensavo ci saresti andato tu.”
Lucy aveva le lacrime agli
occhi: “Sniff… Perché ho dei compagni tanto scemi?”
“D-dai, non prendertela,
non lo hanno fatto con cattiveria!” -fece Levi, mettendole una mano sulla
spalla- “E poi ogni tanto anche Jet e Droy fanno i cretini.”
“CHEEEE?!?!” Non l’avevano presa affatto bene!
Il master osservata la
scena dal tavolo su cui era salito in piedi poté tirare un sospiro di sollievo.
“Ora, Gazille,
l’importante è che tu non… EHI! Ma dov’è finito?”
“Non lo so, era qui un
attimo fa.” fece Macao altrettanto sbigottito
“Non chiedetelo a me…”
fece Lisanna, che in tutto ciò era rimasta sotto il cappotto!
“Ehi, anche Mirajane è
scomparsa!” fece notare Elfman.
Ma le più preoccupate
erano le sue tre nuove improvvisate ammiratrici, le quali si guardavano intorno
freneticamente alla sua ricerca!
“Dov’è finito? Stavo
portando avanti la mia opera di seduzione!” fece Bisca scansando in malo modo
Arzack facendogli venire un altro coccolone.
“Eh, no! Sto aspettando un
uomo da troppo tempo per farmelo scappare!” obbiettò Cana sbirciando sotto un
tappeto!
“Gazille! Vieni fuori,
dobbiamo parlare di quanto saremo perfetti insieme!” lo chiamò Erza cercandolo
dietro una colonna.
Poi improvvisamente le
luci della sala si spensero di botto. E di solito quando succedeva altre
stavano per essere accese: quelle del palco!
I riflettori mostrarono
così alla gilda due musicisti su due sgabelli: Mirajane dalla voce celestiale e
Gazille in abito bianco, con la sua chitarra in metallo di dubbio gusto.
“Finalmente posso trarre
un po’ di vantaggio da questa situazione: qualcuno che riconosce finalmente il
mio talento.”
“Io l’ho sempre
riconosciuto, mio adorato!”
“Ih ih ih!”
SPLAT!
Il suono dello schiaffo
che l’esacerbato master si era dato in faccia a momenti aveva coperto anche le
loro voci nonostante i microfoni!
“Ma che cavolo combina
quello! Qualunque donna lo guardi si innamora di lui e lui cosa fa? SI ESIBISCE
SU UN PALCO?!?!? GRRRR!!!”
Gazille diede un paio di
colpi di plettro per accordare il suo strumento: “Allora, che cosa suoniamo?”
“Quello che vuoi tu,
Gazille… I-io cercherò di seguirti, anche se non sono brava quanto te!” disse
lei nascondendo pudicamente il volto.
“CHE CARINAAAAAA!!!”
fecero molti in sala con gli occhi a cuoricino, incuranti di un Elfman
incavolato che li avrebbe volentieri rasi al suolo!
“Molto bene allora! Stammi
dietro! Sarà un pezzo fantastico con un testo fantastico e pieno di Shooby-da
bop!”
Mira rise e, dopo che ebbe
dato la prima nota, fece per aggiungere le sue… Quando vide con orrore che la
sua chitarra di pregevole fattura era stata tranciata in due come dal colpo di
una spada!
Gazille si alzò subito in
piedi: “Ehi! Chi si è permesso di troncare il mio accompagnamento?”
Le luci tornarono in sala,
ma la colpevole non fece nulla per nascondersi. Qualcuno l’aveva già intuito.
Era stata Erza, e l’arma del misfatto era la spada che brandiva impunemente.
“Così impari Mira! Non
vale giocare sporco prendendoti Gazille tutto per te solo perché avete un hobby
in comune!”
Cana e Bisca, dietro di lei, le diedero ampiamente ragione: “Ben detto!”
“……”
“Ehi, voi tre! Non sapete che è maleducazione interrompere degli artisti che
stanno per esibirsi!” le rimbeccò Gazille.
“Ci hanno fatto un grande
favore invece!” gridò Natsu da ancora più dietro, il quale non aveva mai
apprezzato l’arte di Gazille né mai lo aveva nascosto.
“OSA RIPETERLO SE HAI IL
CORAGGIO!”
“Oh oh!”
L’ “Oh oh!” era stato di
Elfman.
Mirajane si era alzata
dallo sgabello a testa bassa, osservando i due pezzi della sua chitarra tremare
insieme alle sue mani.
“Che succede?” chiese
Lucy, che aveva gli occhi coperti.
“Succede che ora sono
cavoli amari!” le rispose Gray che indietreggiava, come già altri avevano
cominciato a fare!
“Non avresti dovuto farlo
Erza…” gli occhi di Mira, da grandi e acquosi, si erano fatti piccoli e
penetranti!
“Oh, non avresti dovuto
farlo!” disse di nuovo, badando di mettere in mostra le zanne!
Un secondo dopo la giovane
sparì in una nube purpurea, e qualche altro secondo dopo ne riemerse nella
forma della sua magia più potente: TAKE OVER SATAN SOUL!
Occhi dallo sguardo
tagliente, al posto della rassicurante gonna lunga un vestito succinto e
provocante, ali nere come quelle di un pipistrello, robusta coda come quella di
un coccodrillo, mani dotate di artigli taglienti rivestite da solide scaglie!
Una diavolessa in piena regola!
Davanti a quella
agghiacciante apparizione, malgrado l’ossessione per il dragon slayer, Cana e
Bisca indietreggiarono! Solo Erza rimase compatta al suo posto!
“Umpf! Non ho paura di te!
Per il sentimento che provo per Gazille sono pronta ad affrontare qualsiasi
avversario!”
Detto ciò attivò anche lei
la sua magia, rivestendosi di una bellissima armatura d’argento alata,
circondata da una decina di spade fluttuanti.
Cana tirando fuori il
coraggio puntò i piedi ed estrasse i suoi tarocchi magici: “Beh… anche io per
Gazille sono pronta a tutto! Solo perché siete dannatamente forti non mi darò
per vinta!”
Bisca si armò anch’essa,
facendo comparire tra le sue mani un poderoso mitragliatore vecchio stile,
annunciando di essere pronta alla sfida facendo risuonare il rumore del
caricatore: “Fuori dai piedi voialtre, sono armata d’amore e non ho nessuna
paura d’usarlo!”
“Ci siamo!” -fece
disperato il master vedendo i suoi peggiori timori divenire fondati- “Queste
qui mi sfasciano la gilda!”
“AL RIPARO!” urlò Gray! In
quel preciso istante Mirajane batté le ali e con urlo caricò Erza, la quale
brandì una spada e l’affrontò con coraggio.
La sola onda d’urto provocata
dal loro scontro fu sufficiente a far volare via il piccolo e leggero vecchio
mago e molti altri, oltre che a rovesciare una decina di tavoli!
Cana estrasse due carte
dal suo mazzo e da queste si sprigionarono delle piccole bombe azzurre che una
volta sul bersaglio esplodevano con gran fragore: peccato che più che Mirajane
o Erza si avvicinassero al pubblico in fuga facendolo letteralmente volare via
come tanti foglietti di carta!
“MA NOI CHE
CENTRIAMOOOOO?!?!?”
Come non bastasse Bisca
non si preoccupava di sprecare proiettili e le mura e le colonne si ritrovarono
presto decorate di tanti forellini.
Natsu osservava la scena
da dietro uno dei tavoli ribaltati: “Fighissimo! Voglio partecipare anch’io!”
Lucy e Gray lo afferrarono
per la sciarpa e gli diedero un paio di botte in testa per farlo desistere…
Il vecchio Makarov intanto
si risollevò da terra intontito da una caduta. Proiettili, raggi d’energia
oscura, fendenti e scintille piovevano da tutte le parti… anche vicino al
bancone!
“OH, NO!”
IL SUO SACCO! Quello con
tutta la roba che aveva acquistato ad Harujion! Era rimasto lì, incustodito, in
pericolo!
“Master, torni qui! È
pericoloso!” lo chiamò qualcuno, ma lui con sprezzo del pericolo attraversò il
campo di battaglia, salto sul bancone e se lo abbracciò, venendo subito colpito
da uno dei proiettili magici di Bisca sul sedere.
“Urgh! Non basterà una
semplice bruciacchiatura sulle chiappe per impedirmi di salvare questi preziosi
oggetti! Non dopo tutto il tempo che ho aspettato per ottenerli!”
I piatti e i boccali
dietro di lui cominciarono ad esplodere, colpiti dalle bombe magiche di Cana:
non c’era tempo da perdere! Si lanciò in corsa con l’obiettivo di tornare a
nascondersi dietro uno dei tavoli ribaltati che tutti gli altri stavano usando
come rifugio. Un’esplosione conseguente a una delle onde oscure di Mira gli
facilitò la cosa, facendolo volare e atterrare esattamente dove voleva!
Bruciacchiato e contuso,
almeno aveva salvato il suo sacco!
“Non permetterò loro di
distruggere anche solo uno dei miei preziosi ninnoli! Specie TE! Mio alter-ego
con la testa molleggiante!” –disse estraendo il suo pupazzo dal sacco e
colpendogli la testa- “Ah ah ah ah! Che sfizio! Mi fa sempre tornare il buon
umore!”
BOOOM!
Quell’esplosione glielo
aveva invece fatto passare!
“VENDICHERò LA MIA CHITARRA
E DOPO IO E GAZILLE FAREMO TANTA BELLISSIMA MUSICA INSIEME; SENZA
INTERRUZIONI!”
L’infuriata diavolessa lanciò
una sfera nera attorniata da fulmini viola, che però Erza riuscì a parare e
disperdere con fatica usando due spade: “Mi spiace per la tua chitarra, ma in
guerra e in amore tutto è lecito!”
Bisca cambiò arma,
passando ad un fucile di precisione: “Ve la tirate tanto solo perché avete
della magia potente! Non sarà per quello che Gazille sceglierà voi!”
Cana estrasse la carta
della Torre facendo comparire un quintale di pietre che tentò di far franare
addosso a Bisca, mancandola, ma provocando un bel cratere nel pavimento:
“Infatti, sceglierà me, è scritto: ho molto più fascino di tutte voi messe
insieme!”
“Non è vero!” –fece Bisca
stringendo il pugno- “Io ho più fascino! Ed anche le tette più grandi!”
“Io l’ho sempre pensato
Bisca! La superiorità del tuo seno è indiscussa!” fece la voce di Arzack dalle
retrovie.
“Cuciti il becco, pistolero
da quattro soldi!”
“BUAAAAAAAHHH!!! SIGH!!!”
Mira, Cana e Erza
passarono ad un rapido controllo dimensioni, prima di riprendere la battaglia
con ancora più vigore: ciascuna pensava che le sue fossero le migliori, ed ora
avevano un ulteriore motivo per battersi!
Erza caricò Mira, ma
questa si scansò all’ultimo istante, cosicché il colpo di spada, o meglio la
sua onda d’urto, si abbatté su di una colonna, rischiando di tranciarla di
netto!
“NOOOO! NON LA COLONNA
PORTANTE!” –urlò il vecchio tirandosi i baffi! Poi si volse verso il palco-
“Accidenti a te Gazille, stanno litigando per te! Fa qualcosa!”
“Shooby-du bop!”
“NON QUELLA COSAAAAAAAA!!!” urlarono tutti, ma proprio tutti!
A quel punto, come sempre
avviene, un eroe decise di prendere in mano la situazione. E, in quel caso,
l’eroe fu Gray Fullbuster.
“E va bene, è ora di
finirla! Ho un’idea!”
E per rendere chiaro quanto fosse risoluto basta dire che improvvisamente
indossava i soli boxer!
“Juvia, tu rimani qui al
sicuro dietro il tavolo!”
<< Oh! Gray si è preoccupato per me! Un punto
per te Juvia! >>
“Elfman, dammi una mano!
Seguimi!”
“D’accordo.”
E sotto gli occhi ammirati
degli altri maghi, i due presero a sgusciare attraverso la sala, nascondiglio
dopo nascondiglio, fino al palco.
Un lungo fischio attirò
l’attenzione delle contendenti che si girarono tutte verso il palco.
“Ehi, voi!” urlò Gray, che insieme ad Elfman teneva il chitarrista in bianco
per una spalla.
<< Ma perché oggi tutti hanno questo brutto
vizio di afferrarmi? >> si domandò l’irresistibile dragone.
“Lo volete vero? Allora
venite a prendervelo!”
“URRYA!!!” urlò il virile albino e i due, trascinandosi dietro Gazille, corsero
come fulmini verso l’uscita lasciandosi dietro un nuvoloso polverone.
“GAZILLE!”
“LO STANNO PORTANDO VIA!”
“FERMIAMOLI!”
Le tre, lanciandosi
all’inseguimento provocarono un nuovo spostamento d’aria che fece di nuovo
volare tavoli, persone ed exsheed, e alla fine sparirono oltre il grande
portone, cosicché una calma post-bellica tornò nella sconquassata Fairy Tail.
Piano, con circospezione,
ognuno uscì dal proprio rifugio o smise di stringere ciò o chi a cui si era
afferrato.
“Che sconquasso…” mormorò
la voce di Warren insieme a quelle di altri alla vista della loro sala grande
in disordine come raramente lo era stata. Insomma, loro dovevano proprio
impegnarsi per ridurla così!
Natsu balzò fuori: “Grande
mossa, Gray! È riuscito a salvare la situazione!”
“Ehm, master? Lei non mi
sembra molto contento.” Fece Lucy, spaventata dal modo in cui digrignava
nervosamente i denti.
“Che ti prende, vecchio?”
Makarov si girò verso la porta livido di collera: “Ma allora quei due non hanno
capito proprio nulla!”
“Posso correre con le mie
gambe!” ringhiò Gazille, stufo di essere toccato più del necessario.
“Ingrato! Non solo ti ho
salvato da quelle belve…” fece Gray, continuando a correre e a trascinarselo
dietro, supportato dai validi muscoli di Elfman.
I tre schizzavano veloci
come schegge tra le case e i giardini di Magnolia ai due lati della strada,
mettendo quanta più distanza possibile tra loro e le folli spasimanti.
“Tsk, dì piuttosto che hai
salvato la gilda e voialtri!”
“Umpf, ma le hai viste? E se quelle scalmanate si fossero accordate per
dividersi i pezzi del tuo corpo?”
“QUESTO NON POTREBBE SUCCEDERE!”
Però qualche piccolo
dubbio l’aveva!
“Che roba! Far innamorare
ogni ragazza che lo guarda…” –scosse il capo il mago albino, come fosse
un’azione meritevole di biasimo- “Questo non è affatto virile! Un vero uomo
conquista la propria donna con i pugni contro gli altri uomini! Da uomo a
uomo!”
“Si, si, uomo… Hai un vocabolario ridotto sai?” rispose Gazille con tono di
sufficienza.
“MA ALLORA NON AVETE
CAPITO NIENTE! RIPORTATELO INDIETRO, COPPIA DI TONTI!”
SCREEEEEEEK!
Quando la voce furibonda
del vecchio Makarov li raggiunse diedero una frenata storica. Dapprima confusi,
poi capirono.
Appena davanti a loro
stava la bottega di un parrucchiere, e, distratte dal raschiare acuto delle
loro suole sul selciato durante la frenata, alcune ragazze sedute sulle
panchine lì fuori si voltarono verso di loro.
Qualche istante, il tempo
di un’occhiata intensa e i loro occhi divennero a cuoricino!
“Guardate! Che bel tipo! E
che bei muscoli!”
“Che chioma folta e
ribelle! Mi da i brividi!”
“Chissà se è single!”
“Urgh! Oh, no! Altre!”
“Credo che portarlo fuori
non sia stata poi una buona idea…”
“Si, Elfman, me ne sono
accorto.”
“Smammiamo presto!”
–scalpitò Gazille, liberandosi dalla loro presa- “Quelle si avvicinano!”
Una volta Grey aveva
combattuto contro alcuni zombi durante una missione e ricordava una schiera di
esseri dallo sguardo vacuo avanzare verso di loro… La cosa era molto simile,
però almeno le creature erano di certo una presenza molto migliore!
“Sei stupendo!”
“Ti adoro!”
“Cerchi una ragazza?”
I tre si voltarono senza
indugi, ma avevano dimenticato un particolare…
?!?!?
Un particolare che stava
caricando dalla direzione opposta!
Una rossa in armatura
alata, un’albina alata armata d’artigli e zanne, una cow-girl con un arsenale a
carico, e una bevitrice incallita pronta a far sua la fontanella a cui tutte
volevano attingere!
“ECCOLI!”
Elfman, Gray e Gazille si
guardarono innanzi: almeno una decina di ragazze-zombi in assetto da flirt.
Si guardarono alle spalle:
le loro compagne che stavano per abbattersi su di loro.
“Fangirl davanti, Erza e
Mirajane dietro! Siamo fottuti!” gridò Gray con le mani tra i capelli.
“Io volevo solo suonare un
po’ la mia chitarra…” si lagnò sommessamente Gazille…
Prima di sentirsi
afferrare di nuovo le spalle…
<< Eh? Ancora? >>
“PRESO!” urlarono le fan
girl sbracciandosi.
“PRESO!” urlarono Erza e Mirajane, più svelte delle altre due, allungando
corazza e artigli su di loro!
“AAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!”
fecero Gray e Elfman, abbracciati per la paura in maniera molto poco virile!
L’urto avvenne con gran
fragore e gran dolore per loro due.
Gazille invece fu
risparmiato per il fatto di trovarsi con alcuni metri d’aria tra l’epicentro
delle due cariche e i suoi piedi…
“Ma cosa…”
“Non si ringrazia, playboy?”
disse una vocina sopra di lui.
“LILY!” –gridò piangendo
di gioia- “Lo sapevo che non mi avresti abbandonato! Sei davvero tu il gatto
migliore di tutti!”
Gazille era robusto e
pesante, ma gli exsheed possono sollevare in volo carichi molto più grandi di
loro, e Lily poi era molto più robusto di quanto sembrava, molto più di Happy e
Charle. Così, battendo le ali impetuosamente e tenendo l’amico per la giacca
nera con le sue zampette pelose, fece rotta di nuovo verso la gilda.
“Umpf! Dì un po’, una
fidanzata rientrava nei tuoi piani recenti prima che accadesse tutto ciò?”
“Che rottura di scatole!”
“Beh, sai, c’è chi venderebbe l’anima pur di avere ai propri piedi tutte le
donne che desidera.”
“Tsk! A momenti le avrei avute: molte più di quante ne desiderassi, ma coi loro
piedi sopra di me!”
Diede un’occhiata dietro: dal
punto in cui erano rimasti Gray e Elfman stava sollevandosi un gran polverone,
come quello successivo a un esplosione, ma sapeva che quei due erano tipi
tosti, inoltre era stata loro la malsana idea di farlo uscire allo scoperto.
Ben gli stava; l’unica cosa che avevano ottenuto era procurargli ancora più
ammiratrici!
<< Donne! Che seccatura! >>
Sull’uscio della gilda
stava ad attenderli il vecchio Makarov, scuro in volto.
Alle sue spalle Natsu e Happy
osservavano il piccolo Lily planare dolcemente verso di loro, appoggiando il
suo dragon slayer proprio davanti il master.
“Gazille.” –fece in tono d’autorità-
“Mi spiace, ma alla luce di questi fatti, mi trovo costretto a metterti sotto
quarantena.”
Lo sguardo dispiaciuto del
suo piccolo exsheed nero non lo fece affatto sentire meglio.
<< E in tutto questo
ormai le mie schegge spolverate allo zinco si saranno raffreddate… >>
Ammesso che fosse riuscito
a trovarle dopo che sulla sala era piombata tale calamità!
Niente più piatto
preferito, niente suonatina in duetto, solo un mucchio di pazze che non
vedevano l’ora di strusciarglisi addosso, ma soprattutto di afferrarlo.
Esteriormente incrociò le
braccia e diede un calcio al vuoto in segno di stizza. Ma dentro di sé il freddo
dragone d’acciaio era alquanto scalfito.
<< E dire che la giornata era cominciata così
bene… SIGH! >>
Accidenti, poverino!
E siamo solo all’inizio!
Il poverino non può uscire dalla gilda senza procurarsi un putiferio di nuove
aspiranti fidanzate, e dire che non ne vuole neanche una!
Il master ha stabilito la
quarantena ma le cose non possono restare così… anche perché le colonne
portanti non resisterebbero ad un nuovo battibecco in rosa! Urge una soluzione,
e nel prossimo capitolo si comincerà a cercarla.
Nel frattempo fatevi
sentire, cari lettori! Impressioni, commenti, e anche suggerimenti se ne avete;
sono tutto orecchi ^__^
Al prossimo capitolo!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Carpire l'incanto! Salviamo Gazille il seduttore! ***
fairy tail fanfic
Ehilà a tutti! Un capitolo
in appena un giorno! Queste tredici pagine che vi apprestate a leggere sono
state scritte interamente in un tranquillo venerdì, senza pensieri e ricco di
idee, come ai bei vecchi tempi! Ogni tanto mi ci vuole proprio tornare
indietro! Spero tanto di poter proseguire con il ritmo di un capitolo a
settimana (e conciliare il tutto con lo studio, non bisogna trascurare i propri
doveri, eh? ^_^”)
Nello scorso capitolo
abbiamo assistito ad una distruttiva battaglia tra quattro potenti e
determinate maghe per l’uomo del momento! Purtroppo costui è stato messo in
quarantena per impedirgli un ulteriore strage di cuori… Per quanto dovrà
restarci? Ma soprattutto che si può fare? Che si nasconde dietro questo Incanto
Cupidus? Preparatevi ad un bel po’ di spiegazioni, ma tutt’altro che noiose,
vedrete!
Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
La gilda Fairy Tail era
certamente un bel posto dove stare. Benché popolato da maghi e maghe di ogni
risma, tutti diversi e per certi versi assurdi, era un ambiente pieno di
calore, di comprensione, pronto ad accogliere chiunque lo desiderasse tra le
proprie fila.
Perché in fondo tutti, e
in special modo coloro che portano dentro pesi più o meno gravi, hanno bisogno
di un ambiente così, senza giudizi, senza prediche, dove tutti sono amici,
anche dopo essersi presi a pugni.
Era per questo che i
portoni della gilda restavano sempre aperti.
A differenza di altre
gilde più “professionali”, in cui solo i membri o coloro che vi lavoravano
erano autorizzati ad accedervi, o quantomeno agli estranei si chiedeva di
bussare.
Ciò non avveniva a Fairy
Tail, se non in pochi casi, e non erano mai dei bei casi.
Quella mattina, i portoni
di Fairy Tail erano purtroppo chiusi.
Avvenimenti gravi lo
richiedevano. Inoltre, vada per i visitatori, ma non era proprio il caso che
quella piccola folla di ragazze urlanti entrasse lì dentro!
“ESCI FUORI,
FUSTACCHIONE!”
Appena al di qua, nel
cortile interno della Gilda, a cui ancora si poteva accedere non essendo chiusa
la cancellata esterna, circa una quindicina di ragazze e donne, avvenenti e
bruttine, magre e rotondette, piatte e pettorute, era riunita a sventolare
striscioni decorati di cuoricini e a recitare dolci slogan per il mitico mago
che aveva fatto breccia nei loro cuori!
“AFFACCIATI ALLA FINESTRA,
AMORE MIO!”
“ANCHE SOLO UN SECONDO E
MI FARAI FELICE!”
“TI AMO, METALLICO ADONE
SENZA NOME!”
“SPOSAMI!”
“FAMMI FARE I TUOI
BAMBINI!”
Appena al di là, nella
sala grande, Gray scuoteva il capo a quelle urla sempre più accorate,
fantasiose e assurde. Ma soprattutto fastidiose!
“Senti quanto gridano
quelle oche scalmanate.”
Juvia sopraggiunse vicino
a lui, e non passava certo lì per caso!
“Oh, Gray, sono così
spaventata di finire anch’io come loro! Ma se Juvia si dimenticasse di te… ehm,
e degli altri certo… ti dispiacerebbe Gray?”
Curiosamente la prima
risposta che gli venne in mente era che avrebbe avuto più libertà di movimento…
“Beh, si, certo che mi
dispiacerebbe.”
Guardandola dopo che ebbe
udito quelle sue parole Gray notò ancora più somiglianza tra lei e le fangirl
fuori la porta.
<< Penso di poter comprendere un pochino
Gazille… >>
Lui però ne aveva una
sola, e non così pazza (forse…) come le tante la fuori, senza contare poi le
altre quattro dentro. Se la passava proprio malissimo, si disse Fullbuster!
La tenera e realmente
innamorata Juvia tornò alla carica, sollevata al settimo cielo da quella
risposta: “Gray, ti giuro che non avrai da me questo dispiacere! Pur di
salvarmi dall’incantesimo finito addosso a Gazille sono pronta ad andare in
giro bendata!”
“Non so quanto sia
necessario, e penso sia anche un po’ scomodo…” rispose il moro con la massima
naturalezza e sincerità.
“Ehi, voi due.” –li chiamò
Lucy interrompendoli- “Se avete finito di fare i piccioncini potreste tornare a
darci una mano? C’è un bel po’ da faticare qui!”
“Arriviamo.”
Juvia invece non si mosse:
restò sul posto a tenersi il viso rosso tra le mani ondulando tutta!
<< A Juvia piacerebbe tanto essere la
piccioncina di Gray! >>
Lucy si avvicinò passandosi
una mano sulla fronte; aveva un aria affaticata.
“Juvia, non è che ci
aiuteresti a spazzare un po’ per terra?”
Ma Juvia si voltò verso di
lei con gli occhi di ghiaccio: “RIVALE IN AMORE! E HA PURE INTERROTTO ME E
GRAY! ALLORA AVEVO RAGIONE!”
“Non è verooooo! Sigh!”
ribadì lei, provandolo con una cascata di lacrimoni.
Per fortuna arrivò in volo
Happy a toglierle la ramazza di saggina di mano: “Dai a me Lucy, faccio io!”
“Grazie Happy, sei un
angelo.”
“Aye! Ho anche le ali! Ih ih!”
Lucy approfittò della
gentilezza del gattino per sedersi un po’ a gambe incrociate sul pavimento,
sopra uno dei tappeti vicini all’ingresso.
La sala era un completo
disastro: per fortuna che la struttura era nuova e pronta a reggere ancora a
tante altre baruffe.
Fori nei muri e nelle
colonne, panche e tavoli rovesciati dappertutto, calcinacci, polvere e
sporcizia varia un po’ qui e un po’ là, piatti e bicchieri rotti, cianfrusaglie
in disordine, arazzi caduti giù dai muri, quadri appesi storti.
Per non parlare del loro
povero bar: cocci dappertutto, e benché alcune bibite e le botti di alcolici
fossero rimaste miracolosamente intatte (Cana non lo avrebbe mai tollerato!)
per bere bisognava arrangiarsi con le insalatiere o le tazze di terracotta
fatte artigianalmente da Nab.
Max aveva tentato di usare
la sua magia della sabbia e il fuoco di Natsu per creare dei bicchieri. Ma
sapere che per fare il vetro servono tra le altre cose silice e fuoco non basta
certo, e il povero Max se ne era uscito con le mani abbrustolite!
Laki Olietta si stava
dando da fare a sistemare con la sua magia deformante le assi di legno del
pavimento distrutte al centro della sala, dove si era formato un piccolo
cratere.
“Ho scelto proprio la
mattina giusta per prendermela comoda.” disse pensando ad alta voce al fatto
che se si fosse alzata presto, quella mattina sarebbe stata tra le quattro
ragazze che in quel momento, qualche passo più in là, attorniavano una
gigantografia di Gazille, fatta applicare dal master per tenerle buone.
Le quattro stavano lì
immobili già da un quarto d’ora, senza alzare neppure un dito per aiutare i
loro compagni a ripulire il disastro che loro stesse avevano causato. Non
facevano altro che lustrarsi e rilustrarsi gli occhi; ma almeno avevano smesso
di litigare.
“Ah, è così figo!” sospirò
Cana.
“Ah, è così prode!”
sospirò Erza.
“Ah, è così misterioso!”
sospirò Mira.
“Ah, è così virile!”
sospirò Bisca.
“Si sta parlando di me?”
domandò Elfman che passava di lì spostando una delle pietre evocate da Cana.
“NO!” fu la risposta
corale della quattro, che neppure si voltarono.
“Accidenti!” –borbottò
Wakaba massaggiandosi i muscoli stanchi di spostare pietre- “Ma come hanno
fatto a ridurre così la gilda? Noi per riuscirci dovremmo proprio impegnarci su
serio!”
“Indubbiamente!” disse
Ecor che passava un piumino per la polvere tra un passo di danza e l’altro
nella sua classica calzamaglia nera.
Anche Jet, impegnato a
coprire i fori di proiettile con dei cerotti (misura estetica provvisoria) si
mostrò d’accordo: “Già. E mentre noi siamo qui a sgobbare la vera origine di
tutto questo se ne sta di sopra a girarsi i pollici!”
“Lui non centra nulla.”
–fece Levi arrivando con un cerottone formato gigante per l’enorme taglio nella
colonna portante che aveva provocato Erza- “Poteva accadere a chiunque.”
“Piuttosto, siamo sicuri
che questi cosi servano?” fece Droy portando con fatica una scala.
“Preferisci malta,
cazzuola e vernice sin da subito?” gli rispose l’amico.
“Ok, lasciamo stare: vada
per i cerotti per ora.”
Levi guardò in su, verso
le scale e il secondo piano: “Poverino…”
Warren spalancò lentamente
la porta, facendosi poi da parte.
Il telepate gli fece
gentilmente segno di accomodarsi nella camera.
Una camera all’apparenza
innocente ma che per lui recava scritto sull’uscio la parola “Cella”.
Gazille vi entrò e guardò
un po’ il letto, un po’ i mobili, un po’ la finestra, con scarso interesse.
“Il master ha detto che
puoi restare qui fin quando la situazione non si risolve. Purtroppo, capirai,
dovrai cercare di uscire il meno possibile.”
“……”
Il silenzio, ma
soprattutto la rabbia sul viso del dragon slayer lo facevano sentire alquanto a
disagio. Era davvero dispiaciuto per lui, ma del resto accompagnator non porta
pena!
“Abbiamo subito portato
qui tutti i tuoi affetti. La stanza è comoda, soleggiata, e ha anche un proprio
piccolo bagno.”
“La pianti? Sembri un
consulente immobiliare.”
Warren si morse la lingua:
“Beh… Direi che il giro finisce qui! Eh eh eh!”
Gazille si sedette
pesantemente sul letto a una piazza posto sotto la finestra squadrata, badando
che le molle sotto di lui soffrissero per bene il suo peso.
Warren, come parecchi
altri, non aveva ancora legato molto con Gazille, ma nessun membro di Fairy
Tail resiste alla vista di un compagno in difficoltà: “Non preoccuparti, è solo
una cosa temporanea. Figuriamoci se un grande mago come il master non riesce a
superare questo inconveniente!”
“E ti ha detto quanto ci metterà?”
Tombola!
“Ehm… a dire il vero è
stato alquanto vago su questo punto! Eh eh eh!”
L’altro digrignò le zanne.
Anche se non ce l’aveva direttamente con lui, quel gesto lo fece avvicinare di
un passo verso la porta.
“Allora io vado! Se hai bisogno di qualcosa…”
“Ho bisogno che chiudi il becco.”
“Ecco… Ci vediamo.”
Come chiuse la porta,
Gazille prese a far più caso al silenzio della stanza e a quei pochi suoni che
lo spezzavano.
“VIENI FUORI!”
“FACCI CONTENTE!”
“Tsk! Si sentono fin
quassù!”
Del resto erano proprio
sotto la sua finestra.
Si distese sul letto e
perse i suoi occhi nel soffitto e la sua mente in quella ridicola situazione.
<< Non posso farmi vedere da una donna senza
che a quella venga in mente di strapparmi a morsi i pantaloni di dosso. Al
piano di sotto ci sono quattro maghe che hanno sfasciato la loro gilda e a
momenti anche me e la mia chitarra pur di avermi. Vorrei poter risolvere
personalmente il problema, ma non sono il tipo che NON picchia le donne… quindi
è meglio se sto fermo e non mi faccio saltare i nervi! >>
Eh, si. In quel momento
sul viso aspro e bullonato di Gazille non c’era ombra di buon umore.
Eppure quella stessa
espressione da duro tormentato sul poster di sotto stava raccogliendo fior di
sospiri!
“Ti prego, Erza, dacci
almeno una mano.”
“Non ora, sono in
meditazione.”
“Io direi piuttosto
contemplazione!”
Nulla: niente la smuoveva,
e c’erano i pesanti tavoli in quercia di rimettere dritti e al loro posto.
Qualcuno stava già
tentando di sollevarli, chiedendo uno sforzo in più alla propria schiena, ma
Lucy li fermò sul nascere: “Così ci vorrà una vita. Abbiamo bisogno di aiuto!”
Portò la mano alla cintura
e scelse una chiave d’oro.
“Apriti, porta del Palazzo
del Toro Dorato: TAURUS!”
Annunciato da un bagliore
e da un fiero mugghiato, un possente toro antropomorfo armato d’ascia comparì
tra gli stupefatti maghi di Fairy Tail.
“Taurus, li vedi questi
tavoli sottosopra? Bisogna raddrizzarli e riordinarli, ci puoi dare una mano?”
“Con muuuuuuolto piacere,
Lucy!” -rispose il toro col suo “accento bovino”- “… In cambio posso vedere le
tue mammelle?”
“MA SEI SEMPRE IL SOLITO?! NO!”
“Muuuuuuuffa!”
Coordinato da Gray, che
gli indicava dove spostarli, in pochi minuti il forzuto spirito stellare aveva
già quasi finito!
Nel frattempo il master
Makarov se ne stava seduto sul bancone a fumare; non certo in panciolle, ma a
riflettere.
Sbuffò un po’ di fumo e un
mormorio: “Ho pure dovuto concedere alle cameriere il resto della settimana
retribuito…”
Purtroppo la sua fumata
non poteva svolgersi in pace, né poteva dare un filo tranquillo ai suoi
pensieri visto che tutto intorno a lui si era radunato un chiassoso gruppetto.
Natsu era ovviamente uno
dei più accesi!: “Insomma, vecchio, ci vuoi spiegare? Che diavolo è successo?
L’effetto di quella roba è temporaneo non è vero? Erza e le altre non possono
mica restare così!”
“Ma ha visto? Sono
completamente impazzite!” sbraitò Macao.
“Non posso lasciare che
mia sorella si riduca così!” fece il grand’uomo Elfman.
“Non esiste un antidoto?”
aggiunse la più razionale sorellina.
Anche Arzack era bello
nervosetto!
“Forse era la volta buona
e invece ora Bisca mi da dello sfigato!”
“La prego!” –disse Juvia,
ultima ad aggiungersi- “Deve dirmi se devo bendarmi gli occhi per far sì che
restino solo di Gray!”
Finalmente, dopo aver
tollerato i loro sbraiti tutto il tempo, i suoi baffi si arricciarono: “Va
bene, ora basta, calmatevi e fate silenzio! Fate venire anche gli altri, in
questo modo dovrò spiegare la cosa una sola volta.”
Fu Elfman a richiamare
tutti: “Ehi, voi! Basta riordinare! Il master si è deciso a darci delle
spiegazioni!”
Il vecchietto sorrise:
“Si, ma potrebbe essere una cosa lunga e ho la gola secca. Mira, mi servi
qualcosa di fresco per favore?”
Si era dimenticato che
dietro di lui in quel momento non c’era nessuno.
“Ah! Come mi piacerebbe
bere con lui un cocktail su una calda spiaggia in costume da bagno!”
“M-MIRA! CONTEGNO!”
urlarono Lisanna e Elfman con gli occhi strabuzzati! Va bene essere innamorate,
ma risparmiati di dire certe cose con la voce seducente!
Quell’imprevisto
indispettì molto l’anziano e valente mago: “Mhmm, questo non va bene! Non va
affatto bene! Fairy Tail non può restare senza una dolce barista che risollevi
gli animi stanchi col suo sorriso. Ne serve un’altra.”
<< Eh, si, questo si che è un gran guaio…
>> pensò Gray, mica come il fatto che un loro membro era diventato una
calamita per donne gelose…
“Dunque…”
Vide Levi e Lucy procedere
in direzione del bancone.
“Lucy, ti nomino barista
sostitutiva di Fairy Tail!”
“Che cosa?!?!”
“Wow, è un incarico
importante!” si congratulò subito l’amica dai capelli turchesi, mentre gli
altri ebbero tutt’altra reazione…
<< Siamo sicuri abbia scelto in base al
“sorriso”? >>
Effettivamente sorgeva il
sospetto che la barista dovesse avere anche un’altra “evidente” qualità oltre
al bel sorriso.
“Su, avanti, prendi posto
dietro il bancone e versami un goccetto per favore!”
“Sigh! E va bene!”
Dopo il goccetto, e una
guardatina veloce alle cospicue sporgenze anteriori della maghetta, il master
fu pronto a parlare.
Natsu notò un’assenza:
“Dove sono finite Wendy e Charle?”
Happy si mostrò
dispiaciuto: “Aye! Purtroppo Charle l’ha riaccompagnata a casa: dice che la
gilda non è un luogo sicuro al momento.”
“Dunque ragazzi, a causa
di un errore di ordinazione, e aggiungerei di distrazione da parte mia che non
me ne sono accorto prima, mi sono portato dietro da Harujion una boccetta
intera di Incanto Cupidus, un potente filtro d’amore che ha la caratteristica
unica di funzionare sul serio!”
Juvia arrossì: << Come mi piacerebbe averne una goccia per me!
Potrei chiedere a Gray un appuntamento romantico! >>
“Juvia, so a che cosa stai
pensando, ma levatelo dalla testa.”
Rimproverata, la ragazza
rise imbarazzata grattandosi la nuca.
“Purtroppo, accortomi
dell’errore, non ho fatto in tempo a sbarazzarmi della pozione che è accaduta
un’altra disgrazia: la boccetta è finita addosso a Gazille, riversando su di
lui tutto il suo effetto.”
Natsu scosse il capo:
“Umpf, male; dovevi stare più attento vecchio.”
“SEI TU CHE MI SEI VENUTO
ADDOSSO!”
“È stata colpa di Elfman!
Non si è fatto battere!”
“Tsk! È perché non sei abbastanza virile.”
“Voglio la rivincita!”
“Si, così puoi rovesciare qualche altro intruglio addosso a noi, scemo!”
protestò Gray.
“Fratellone, Natsu,
smettetela! Dobbiamo pensare a Mira e alle altre!”
“Buoni ragazzi…” disse la
barista con gli occhi al cielo, pulendo un boccale con un bianco panno come
fanno appunto i baristi. Stava già calandosi bene nella parte.
Il master aprì bocca per
sedare quei due prima che scoppiasse una nuova baruffa, ma non ci fu bisogno
facesse nulla che una pallina nera rimbalzò sulle teste dei sue atterrando
agilmente sul bancone.
“AHIO!”
“In quanto exsheed di Gazille, è per me una priorità tenermi e tenerlo
aggiornato sulla situazione! Proceda master!”
“Molto bene Lily.
L’Incanto Cupidus funziona in modo molto semplice: chi se lo applica su di sé
può incantare le donne (o gli uomini nel caso sia una donna) che lo guardano e
queste sono costrette ad innamorarsi di lui. Per la precisione, una per ogni
goccia applicata.”
Lisanna restò a bocca
aperta: “Aspetti! Ha detto una PER OGNI GOCCIA?!?!”
“Esatto! E a Gazille gli
si è spaccata sulla zucca una boccetta intera! Ce n’è abbastanza per un
esercito di donne! E pensare che avevo chiesto un semplice incantesimo di dita
coloranti per Reedus…”
“Nyuuu…” fece con
tristezza il mago pittore.
“Non avevo mai sentito di
una simile magia.”
“Infatti è rara Gray, e per fortuna, o in questo caso purtroppo, il mio amico
Rufus è in grado di reperire di tutto. Questa magia risale a qualche tempo fa e
ormai la si credeva perduta, invece a quanto pare esistevano ancora uno o forse
più esemplari della pozione, e se è merce rara e la chiedi a Rufus, lui la
trova.”
Si udì una frase che
poteva preannunciare guai…
“Ma in tutto questo dov’è
quello vero?”
“Reedus, per favore, dipingi un altro poster, a quanto pare le ragazze si
stanno stancando di questo qui.”
“Si, master. Come lo faccio?”
“Mhmm… senza maglietta: così dovrebbe trattenerle più a lungo. Voialtre però
non andate tutte a guardarlo, eh? Ah ah ah!”
“MA CHE DICE?!?!?!?”
Lucy gli suonò in testa
una delle tazze di Nab!
“Vacci piano! Ne sono
rimaste poche, poi non potremo più bere!”
“Dicevo…” -fece il master
con un nuovo bernoccolo in testa- “Questo incantesimo, che a qualcuno di voi
sarà sembrato innocuo…”
“Aye!”
“O stuzzicante…”
“J-Juvia stava solo fantasticando un po’!”
“In realtà è doppiamente
orrendo e pericoloso. Non solo costringe le persone ad amare, un sentimento che
per sua natura non può che essere spontaneo e sincero, ma può causare, come
avete visto, terribili conseguenze se più di una ragazza cade nella magia. Ed è
anche per questo che il suo creatore è finito in rovina.”
“E chi era costui?” fece
Natsu appoggiandosi coi gomiti al bancone. I maghi lì intorno sembravano come
bambini riuniti intorno al nonno ad ascoltare le sue storie, e lui, Natsu, il
nipotino più irrequieto!
“Un certo mago Oliver D’Alambicco.
Una vecchia storia di quando ero un po’ più giovane.”
“C’erano ancora i
dinosauri in giro o cosa? Ih ih ih!”
Natsu venne ricompensato
dal master per la bella battuta con un ceffone a mano ingigantita!
“Si dice che questo mago
adorasse fare ricerche sulle pozioni: era affascinato dalla prospettiva di
conservare le varie magie per usarle al momento opportuno. In particolare il
suo interesse era concentrato sulle emozioni umane: pare avesse inventato una
pozione in grado di rallegrare gli ammalati, di dare calma agli ansiosi e cose
di questo genere. Purtroppo si spinse più in là del dovuto, producendo il primo
vero filtro dell’emozione che racchiude tutte le altre: l’amore. Mise in
circolazione alcune boccette dell’Incanto Cupidus credendo di fare del bene: in
fondo tutti hanno bisogno d’amore. L’amore piace a tutti…”
Posò la pipa sul bancone e
inspirò profondamente: “Sciocco. Sentimenti ed emozioni non si possono evocare
a comando o imporre, devono venire dal profondo di noi stessi. Questo mondo è
già pieno zeppo di persone che rinunciano a sé stessi e alla loro indole, come
spaventati di essere spontanei, come fosse necessario conformarsi a certi
modelli. Per questo adoro Fairy Tail, una gilda in cui nessuno deve tenersi
dentro nulla, in cui si realizza l’essenza stessa della vita e della magia:
esprimere sé stessi al mondo e agli altri senza paura. Malgrado le buone
intenzioni, Oliver stava sbagliando tutto.”
Il suo pubblico era rimasto
incantato dalle sue parole.
“Bel discorso!” fece Juvia
con gli occhioni luccicanti tentando di far partire un applauso.
“Certo che il master ci sa
fare con le parole!” ghignò Gray.
“Già, molto profondo!”
annuì Lucy pulendo un bicchiere.
“Lucy, ma non lo stai
strofinando un po’ troppo quel bicchiere?”
“Già, mi sa che ho preso
il tic del barista…” rispose lei con un sorriso nervosetto!
“E che fine ha fatto
questo mago?” chiese l’impaziente drago dai capelli rosa.
“Non fu una bella fine. Purtroppo
ci fu subito chi cominciò ad abusare della pozione, il cui potere non faceva
distinzione tra cuori liberi e cuori “occupati”. Mi pare che addirittura una
donna che doveva sposarsi il giorno dopo rinunciò a tutto per di stare con un
suo ammiratore, di punto in bianco: ovviamente c’era l’Incanto Cupidus di
mezzo. A quel punto lui e la sua pozione persero le simpatie della gente. Mi
pare che venne scacciato e da allora non si sa più nulla di lui. Nemmeno della
sua pozione purtroppo.”
Natsu però voleva arrivare
al punto: “Bella storia, ma in pratica ora che facciamo? Come si spezza questo
Incanto Cretinus?”
“Cupidus, Natsu. E la
risposta è…”
I presenti si avvicinarono
e tesero le orecchie.
“Non ne ho la minima
idea.”
SDONG!
“Come sarebbe a dire?!?!”
“Sarebbe a dire che tutto
ciò che so lo so per sentito dire. Non ho mai incontrato di persona questo Oliver,
so solo che era originario del nostro regno, ma non so dove, e, infine, non so
come si spezzi l’Incanto Cupidus, ammesso che si possa spezzare.”
Natsu strinse i pugni:
“Ehi, ora non scherziamo! Ci deve essere un modo per far tornare le ragazze
normali.”
“Purtroppo sappiamo ancora
ben poco della pozione e dei suoi effetti, a parte quelli più manifesti.
Potrebbe anche avere controindicazioni del tipo che se non si scioglie
l’incanto dopo un certo tempo questo diventa permanente.”
“Accidenti vecchio, un po’
di ottimismo!”
“Impossibile! Per quanto
tempo credete che Gazille possa restarsene in quarantena? E se lui resta in
quarantena anche io me ne resto a girarmi i pollici!” protestò Lily, seriamente
preoccupato per le sorti dell’amico.
“Per farla breve, dobbiamo raccogliere più informazioni.”
“Ho capito bene? C’è il
rischio che io non possa più mangiare in santa pace?”
?!?!?
Un fantasma?
No, era Gazille! Coperto
da un lenzuolo bianco con due fori per gli occhi!
“AAAAAHH! CHE CI FAI QUI!”
Juvia subito si legò una benda davanti gli occhi, mentre Jet e Droy erano
subito saltati addosso a Levi rischiandole di romperle l’osso del collo.
“AAAH! Non l’ho visto! Non
l’ho visto!” gridò Lucy spaventata, usando un panno per pulire i bicchieri come
tendina.
“Ma cosa fai?!?!” –ringhiò
Makarov, balzato subito in piedi- “Stiamo giusto dicendo che non sappiamo tutti
gli effetti che potrebbe avere l’incantesimo e tu ti fai vedere qui con delle
donne presenti!”
“Aye! Le vuole proprio tutte per sé! Sei incontentabile Gazille!”
“Sta zitto gattaccio! Io
sono il diretto interessato, non potete escludermi dal discorso!”
Non era quella
l’intenzione di Makarov: Lily o qualcun altro gli avrebbero senz’altro
riepilogato tutto. Ma purtroppo anche Gazille sapeva essere un tipo impaziente!
Sempre di magia si trattava, e magari l’effetto si verificava con o senza
lenzuolo, non potevano saperlo.
“Torna di sopra prima
che…”
“SHHHH!!! Ho messo questo coso anche per non attirare l’attenzione!”
Certo: quanta attenzione
può mai attirare un lenzuolo ambulante e parlante?
“?!”
Ma alla fine si erano
voltate!
“… Secondo voi sotto quel
lenzuolo c’è Gazille?” chiese Bisca.
“Beh, la fisionomia sembra
quella…” analizzò Erza con un’occhiata.
A quel punto Cana scattò in piedi: “Vale la pena di controllare!”
“Oh, no!” sobbalzò il
lenzuolo! Eccole di nuovo alla carica!
Solo un inaspettato gesto di coraggio poteva risolvere la situazione!
“Un istante, signore!
Guardate qui!”
Le quattro si voltarono
verso il buon Reedus e questo srotolò in un lampo un grosso poster appena
realizzato con protagonisti gli addominali di Gazille!
“KYAAAAAAAH! CHE FISICO
STATUARIO!”
Gray arrossì: “Erza ha di nuovo fatto “kyah”!”
L’ultima volta era stata
alla missione sull’isola di Galuna, quando era caduta nella buca di Lucy!
<< Forse dovrei
esercitarmi a fare anch’io quel verso. >> si disse Juvia.
“MAGNIFICO!”
“NYUUU!”
Lo travolsero come una
mandria impazzita e, preso il poster, lo lasciarono per terra senza pietà.
“Sei un grande Reedus!”
disse qualcuno dal bancone riconoscendogli il grande gesto, mentre altri
correvano a tirarlo su.
Intanto le quattro
pollastre innamorate avevano sostituito il poste ed avevano preso ad ammirare
quei muscoli con ancora più trasporto di prima!
“Via! Via! Sali su e non
scendere fino a nuovo ordine!”
“Bah! Ok, ok! Sto salendo!
Basta che non mi afferrate: ne ho abbastanza!”
Le mani giganti del master
avevano cercato di sospingerlo su per le scale, ma Gazille aveva dato da capire
che non ce n’era bisogno. Makarov però lo seguì con lo sguardo: gli dispiaceva
trattarlo così, sapeva bene che razza di momentaccio stesse passando.
“Va bene, le signorine
possono riaprire gli occhi.”
“Che succede qui? E chi è
quel fantasma che sta salendo le scale?”
La voce fu subito seguita
dal portone che veniva chiuso lentamente.
Tutti si voltarono verso
la porta.
Tre figure erano apparentemente
passate indenni attraverso la calca di fan girl ed erano riuscite ad entrare
senza neanche una piega sui vestiti.
Un elegante spadaccino dai
capelli verdi, un’affascinante bionda dagli esili occhiali e un gigante dal
volto coperto da un inquietante cappuccio che riproduceva la celata di un elmo.
Ecco arrivare i
Raijinshuu, la Guardia del Dio del Tuono, tre dei migliori elementi della
gilda!
“Freed, Bixlow, Evergreen!”
“Eh, no! Io
non rispiego tutto daccapo; ci pensi qualcun altro!”
Sennò perché Makarov avrebbe
aspettato che fossero tutti intorno a sé?
Fu Lucy la prima a venir
loro incontro.
“Meno male che siete
arrivati anche voi. In un pasticcio simile è rassicurante avervi qui!”
Il più caloroso dei tre
verso di lei fu Bixlow che la salutò con una linguaccia: “Ma guarda chi c’è
bambini miei! Lucy, la nostra simpatica cosplay!”
I “bambini” di Bixlow,
quattro bambole di legno animate che gli fluttuavano intorno risero in coro:
<< Cosplay-cosplay-cosplay!
>>
“Sigh! Bixlow, quante
volte te lo devo dire che non sono una cosplay!”
Bixlow alzò un mignolo:
“Come và con Loki?”
“E CHE NON SONO INNAMORATA
DI LOKI!”
Intanto, nel mondo degli Spiriti Stellari, “qualcuno” udiva la
conversazione…
“…… sigh!”
“Ma come avete fatto a
passare con quelle scalmanate che bloccavano l’ingresso?” domandò sorpreso
Gray.
“Bazzecole.” –fece
Evergreen riaggiustandosi gli occhiali con nonchalance- “Le ho trasformate in
statue e siamo passate.”
“EVERGREEN!”
Tutt’altro che toccata dal
rimprovero, si limitò a sbuffare e smuoversi i lunghi capelli: “Uffa, non c’era
altro modo. E comunque tra cinque minuti torneranno normali e potranno urlare
quanto vogliono.”
Freed, il più serio dei
tre, era rimasto sbigottito da quell’accoglienza, e il fatto che tutti fossero
riuniti al bancone e che Mira, Erza, Cana e Bisca stessero a fissare un poster
di Gazille a torso nudo non lasciava adito a dubbi: era successo qualcosa di
estremamente grave!
“Gradiremmo essere messi
al corrente se non vi spiace.”
Makarov si accese un’altra
pipa: “Pensateci voi. Io ho già dispensato abbastanza saggezza e di certo il
discorso non mi viene bello come quello di prima.”
<< Master, lei è un grande… >>
“Questa è la situazione.”
Lucy si era accomodata a
uno dei tavoli dinanzi i tre Raijinshuu, spiegando per filo e per segno quanto
sapevano, e di come, al momento, fossero impantanati.
“Scommetto che ti
piacerebbe avere un goccio della pozione, eh?” ridacchiò Bixlow.
“Come no…” disse la
maghetta degli spiriti stellari lasciando cadere un gocciolone di sudore. Al
pensiero di rischiare di avere NATSU a farle la corte le venivano i brividi!
“Umpf! Una pozione tanto
potente è sprecata per gente come Gazille o lei. Ma io si che me la meriterei.”
Freed la guardò di sbieco:
“Evergreen, hai sentito cosa ha causato, no?”
Evergreen si alzò in
piedi; le mani appoggiate ai fianchi e il petto in fuori.
“Ho sentito. È
assolutamente inaudito: tante donne passabili che si affannano dietro un bruto,
un bruto muscoloso e virile, ma pur sempre un bruto, con quegli orrendi
piercing poi.”
“Ho sentito dire la parola
“virile”?” fece Elfman che ancora una volta non centrava un emerito cavolo.
Lisanna lo prese per un braccio e lo trascinò via: “Sigh, vieni fratellone,
andiamo…”
“Evergreen vorresti dire
che useresti su di te l’Incanto Cupidus anche se poi ti ritroveresti circondata
da uomini?”
“Ovviamente la userei con
moderazione: quanto basta per quattro o cinque adoni che costituiscano un degno
seguito per uno splendore di donna quale la sottoscritta.”
Alzò gli occhi al vuoto della fantasia ed immaginò sé stessa
in abito sexy, su di un trono, con quattro bei ragazzoni in boxer che
strisciavano ai suoi piedi, servendola e riverendola!
“UH UH UH UH UH!”
“Perché è arrossita?” -si
chiese la biondina- “Non pensi a tutte le avance spudorate o… palpatine e robe
del genere?”
Evergreen si ricompose:
“Potrei sempre trasformarli in statue se solo si azzardano.”
Freed levò alta la voce:
“Evergreen! Che cosa ti ho detto riguardo il pietrificare?”
L’occhialuta si risedette
sospirando: “Che lo devo fare per un motivo sensato… Beh, se qualcuno mi tocca
senza permesso è più che sensato, no?”
“E tu Freed? Tu non le
vorresti due o tre belle presenze sempre al tuo fianco? Pensa che bella
figura!”
Freed arrossì e si girò altrove: “Non dire assurdità, Bixlow! Io ho il mio
charme se voglio una donna. Pensa a te piuttosto.”
Bixlow si avvicinò all’orecchio
della maghetta: “Non l’ho mai visto con una ragazza in vita mia, però forse gli
piace Mira, sai?”
“Qu-queste sono cose
private Bixlow! Comunque, è chiaro che, parlandone così, come semplice ipotesi,
a tutti potrebbe far piacere essere attorniati o attorniate di ammiratori o
ammiratrici, giusto Bixlow?”
“E a che mi servono? Io ho
già i miei bambini che mi ammirano, vero piccoli miei?”
<< Bixlow! Bixlow! Bixlow! >>
esultarono inquietanti i pupazzetti animati.
“Ih ih ih, troppo buoni!”
Lucy era un tantino meno
sicura di gradire la loro presenza lì…
Makarov saltò su uno dei
tavoli al centro della sala.
“Bene, ascoltatemi tutti!
Ora vi dirò le direttive per affrontare l’emergenza di Gazille il seduttore!”
Natsu saltò sul tavolo
accanto: “Evvai! Finalmente si passa all’azione!”
“Per prima cosa bisogna
sapere tutto il possibile sull’Incanto Cupidus, in particolare il modo di
cancellarlo. Poi penseremo a trovare ciò che occorre per farlo.”
Natsu abbassò le braccia:
“Ma questa azione non è divertente allora, uffa!”
Makarov proseguì: “Oggi mi
recherò alla biblioteca con qualcuno di voi per delle ricerche su Oliver e i
suoi esperimenti. Voi Raijinshuu vorrei che partiste seduta stante per Harujion
e il gran mercato della magia che non si è ancora concluso, e che cercaste il
mio amico Rufus: lui mi ha procurato per errore la boccetta e potrebbe essere
un’idea trovarlo e chiedergli a riguardo. So che non è il genere di missione a
cui siete abituati di solito ma…”
“Non tema master.” -lo
interruppe Freed- “La Guardia del Dio del Tuono è sempre pronta ad agire e
garantisce il massimo successo per qualsiasi incarico.”
“Giusto! E poi una
missione facile ogni tanto ci vuole.” esclamò Evergreen.
“Certo! Non lasceremo che
Fairy Tail diventi un covo di oche in amore!” sghignazzò Bixlow, tirandosi
addosso le occhiatacce di Erza e compagne!
“Lui non avrebbe gradito…”
aggiunse Freed abbassando il tono…
Bixlow chinò il capo: “Eh,
già…”
Evergreen imitò gli altri
due: “Lui voleva una Fairy Tail forte…”
Ovviamente parlavano
dell’espulso e rimpianto Laxus.
Sotto gli occhi di tutti,
i tre restarono in silenzio qualche attimo…
Poi li ritrovarono seduti
a una tavolo uno di fianco all’altro con la testa spiattellata sul legno.
“CI MANCA TANTO LAXUS!
SIGH”
A Lucy si strabuzzarono
gli occhi: “MA SONO SCHIZOFRENICI O COSA?!?!?!?”
“Ricordate che sono in
tante le persone potenzialmente in pericolo, e tante quelle già nei guai.”
–alzò il pugno in aria- “Nessun membro di Fairy Tail dovrà più soffrire per
questo folle incantesimo! Facciamo del nostro meglio per salvare Gazille e le
altre, anche in nome dell’amore, di quello vero!
“SI!”
Tanti pugni alzati, ognuno
pronto a fare la sua parte!
“Alè…” biascicò nella sua
stanza Gazille alzando anche lui il pugno con aria scocciata!
Su Gazille, animo! XD
La gilda al completo si
sta mobilitando per lui! La malattia d’amore sta per ricevere un bel vaccino
stile Fairy Tail! Prima però bisognerà capire come… Mi spiace molto che
Gazille, per quanto, in un certo senso, protagonista, stia comparendo e facendo
così poco. Ma tranquilli, rimedierò!
Questo capitolo ha visto
l’entrata in scena di tre personaggi a me molto cari, gli strepitosi
Raijinshuu, e vi comunico sin da ora che il prossimo capitolo verterà tutto su
di loro! Che informazioni riusciranno a racimolare ad Harujion? Non sarà
facile, ma sappiamo tutti che questo trio ci sa fare!
Mi raccomando, continuate
a commentare e farmi sapere se vi piace come procede la storia e quali parti vi
sono piaciute di più!
A presto!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** I Raijinshuu ad Harujion! Ricerca ad alta voce! ***
fairy tail fic raijinshuu
Ciao a tutti, cari
lettori! Innanzitutto un bel grazie a tutti voi, quelli che commentano e quelli
che non lo fanno, perché grazie a voi questa fic, coi suoi primi tre capitoli
ha già superato le 100 letture! Mi raccomando, consigliatela, o consigliate
Fairy Tail, così saranno ancora di più a potersi godere questo mio nuovo entusiasmante
lavoro!
Come preannunciato questo
capitolo tratterà principalmente dei Raijinshuu, Freed, Bixlow ed Evergreen (di
quest’ultima ho postato un mio OC, sua figlia, su deviantart, andate a vedere)!
Riusciranno a scovare
l’amico di Makarov che gli ha procurato l’origine della disgrazia del povero
Gazille, costretto in una stanza non insonorizzata dalle urla delle sue
ammiratrici? Vediamo un po’ cosa combinano!
Buona lettura, commentate!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Una città importante come
Magnolia non poteva non possedere una fornita e prestigiosa biblioteca. Questa
si trovava in una piccola piazza a metà strada tra la Gilda e la Cattedrale di
Caldia.
Makarov, portando con sé
Levi, Lucy, Wendy, Charle e Olietta vi giunse poco prima del calar del sole di
quello stesso giorno: malgrado la situazione fosse relativamente sotto
controllo, e nemmeno delle più gravi, il vecchio mago non aveva intenzione di
perdere tempo.
Era una bella struttura, i
cui colori e il cui stile architettonico non stonavano con quelli del resto
della città, ma anzi vi spiccavano per la bellezza dei dettagli. Il piccolo
gruppo di Fairy Tail trovava ad accoglierlo una scalinata di bassi gradini, al
termine della quale vi era un portone in legno ancora più maestoso di quello
della gilda, onorato ai due lati da alte colonne in marmo rosso. Le ragazze erano
strabiliate ed approfittavano della sosta del master per una lunga occhiata.
“Adoro venire qui!” rise
Levi, per la quale il posto era, più che familiare, praticamente una terza casa
(dopo la sua e Fairy Tail ovviamente!).
“Eppure, cara la mia Levi,
non siamo venuti qui per i soliti scaffali che consulti tu. Le informazioni che
cerchiamo si trovano, insieme ad altre sui maghi del passato ed incantesimi
ritenuti pericolosi o potenzialmente tali, in una sala al piano superiore, dove
solo a certi maghi è consentita la consultazione.”
“Wow! Quindi ci saranno
tanti scaffali zeppi che non ho ancora mai visto!” –fece strabiliata la
lettrice più appassionata e rapida di Fairy Tail alzando gli occhi ai
finestroni del secondo piano- “E non mi dica Master che lei è uno di quei maghi
a cui è permesso!”
“Umpf! Naturalmente!”
–disse rivolgendo un sorriso alle sue adepte- “Dopotutto sono uno dei Dieci
Maghi Saggi, per questo posseggo la tessera della biblioteca degli Arcani
Passati, dove solo maghi assolutamente fidati possono fare ricerche.”
“Ma sentite il master
quanto si vanta!” fece Olietta scherzosamente.
Il vecchietto allora
sdrammatizzò con una vocina scema e una faccia dello stesso tipo: “Oh, su, che
male c’è a darsi un po’ di ariette ogni tanto? Lo sapete che in fondo sono un
tipo modesto.”
Lucy, da dietro le sue
piccole spalle, gli lanciò un’occhiatina furba: “Sarà, ma non può negare la
gran bella figura che ci fa a farsi venire in giro circondato di ragazze belle
come noi!”
Un complimento alle amiche
e a sé stessa già che c’era.
Makarov diede due finti
colpi di tosse: “Ma perché dovete sempre pensare che io abbia secondi fini? Vi
ho portate con me perché ritengo possiate essere più al sicuro al mio fianco:
alla gilda c’è Gazille in quarantena, ma con lui non si può mai essere troppo
sicuri.”
“Dice benissimo!” fece la
gattina bianca annuendo vigorosamente.
La piccola Wendy alzò gli
occhi al cielo, ricordandosi di quando quella mattina la sua amica l’aveva
afferrata per un braccio e trascinata via per salvarla dall’Incanto Capidus. In
particolar modo ricordava una botta sulla testa che aveva preso mentre volavano
via: quell’insegna era nuova e il legno era ancora bello solido!
A volte ad essere troppo
premurosi si finisce con l’essere controproducenti!
“Inoltre così potrete
darmi una mano, specialmente tu Levi.”
Levi tirò fuori dalla
tasca un fodero bianco ed inforcò in un lampo i suoi occhiali da lettura, un
simpatico ed utile articolo magico che consentiva a chi li indossava di leggere
e assimilare ad altissima velocità. L’amore per la cultura della ragazza
avrebbe poi dato un’ulteriore spinta al loro lavoro, e forse, prima del calare
completo del sole, avrebbero trovato tutto ciò che c’era da sapere sull’Incanto
Cupidus.
“Sono pronta! Grazie di
avermi portata con sé Master, non vedo l’ora di visitare questa sala esclusiva
di cui parla!”
Makarov fece loro strada,
avviandosi con maestosità verso la porta di quel luogo dei mille saperi.
Due minuti dopo…
“COME SAREBBE A DIRE CHE
LA MIA TESSERA è SCADUTA?!?!?!?!?”
“Non urli in una
biblioteca, master!” pregò Wendy, intimorita da quell’escandescenza.
La bibliotecaria al
bancone, ultimo ostacolo tra loro e la sala con i tomi da consultare diede al
povero master il più brusco e il meno elegante degli stop!
“Mi spiace signore.”
–disse senza nemmeno guardarlo negli occhi, troppo occupata a trascrivere sul
suo registro- “A quanto ci risulta lei non richiede il rinnovo di questa
tessera al Consiglio della Magia da almeno sei anni. Di conseguenza lei può
essere un Mago Saggio, un santone, un sapiente senescente, un gran maestro
dall’attraente seguito o chi vuol lei, ma non posso farla entrare.”
L’altera bibliotecaria
dalla intellettuale crocchia mosse un dito e un cordone di pesante velluto magicamente
si sollevò e si agganciò al suo anello, sbarrando loro la via.
Come non bastasse la
superba figuraccia che già aveva fatto, per via della sua altezza era costretto
a restare aggrappato al bancone con i piedi che penzolavano a mezz’aria!
Il vecchio tappo
incavolato che digrignava i denti e la cui pelata pulsava di vene di rabbia, in
quelle condizioni poi, aveva del tutto cancellato il piccolo ma maestoso e
sicuro master di gilda agli occhi del suo femminile e ora sghignazzante
seguito!
“Ih ih ih! Sei anni? Lei
non è poi un tipo così acculturato come pensavo, eh Master?” scherzò Lucy
coprendosi un poco le labbra.
“NIENTE VERO! Io leggo
molto! Consulto poco questi libri: ho solo avuto altre cose per le mani e me ne
sono dimenticato!”
“Lasciatelo stare, alla
sua età qualcosa può sfuggire.”
Wendy lo aveva detto con
innocenza e in sua difesa, ma per lui non fu per niente gradevole sentirlo.
Levi smise si ridere: “Si,
però in questo modo io non posso leggere… cioè, non possiamo trovare le
informazioni che ci servono.”
“Faccia qualcosa, master!”
lo pungolò Olietta.
“CI STO PROVANDO!” gridò
istericamente il vecchio girandosi di botto, e rischiando anche di perdere la
presa e cascare col sedere per terra!
Purtroppo di fronte a sé
aveva una irreprensibile guardiana che recava scritto in fronte: << Niente eccezioni >>. Con l’aria
sprezzante con la quale continuava ad ignorare il celebre mago che aveva di
fronte trasudava intelletto e rispetto delle regole da tutti i pori!
“Grrr… Senta, signora…”
“Signorina.” corresse lei.
“Ci credo…”
“Come scusi?”
“Credo che quello che sto
cercando di dirle sia: come faccio a rinnovare la mia tessera cosicché io possa
consultare quei libri lì dentro?” bofonchiò Makarov nel tentativo di tenere
basso e calmo il tono di voce!
“Beh, tanto per cominciare
riempia questi.”
E come dal nulla fece
comparire alcuni moduli pronti per la combinazione. Makarov prese al volo una
penna lì a disposizione: “Bene, e poi?”
“E poi paghi la mora per i sei anni di ritardo nel rinnovo.”
Trattieniti, si disse,
trattieniti con tutte le tue forze: se spacchi la penna poi ci metterai ancora
più tempo!
“Beh, non ci resta che
aspettare.”
“Lucy, che stai facendo?”
La bionda inorridì vedendo
che le sue mani stavano “lucidando” un bicchiere invisibile!
Risolse tutto dandosi uno
schiaffetto sulle dita e rivolgendo all’amia un sorrisone: “N-niente!”
Charle sbuffò e unendosi
all’attesa si affacciò alla finestra. Il sole scendeva sempre più e l’atmosfera
fuori aveva già il calore del tramonto, mentre loro erano momentaneamente
bloccati. E dire che avrebbero dovuto sbrigarsi in fretta!
Rifletté un po’ tra sé e
sé: << Domani mattina quei tre che
chiamano Raijinshuu raggiungeranno Harujion. Chissà se per loro sarà più facile,
e speriamo che il loro non sia un viaggio a vuoto. >>
Mezza giornata di viaggio
per raggiungere Harujion, pernottamento in una pensione, sveglia presto, e
subito alla zona del porto, centro vitale della città, dove si svolgeva
l’evento che richiamava ogni volta centinaia e centinaia di maghi.
Malgrado la rapidità con
cui si erano mossi da Magnolia, i tre si ritrovarono di fronte una brutta
sorpresa.
“Oh, cielo…”
“Eppure ci siamo mossi di
primo mattino apposta!”
Certo è una buona pensata
quando si ha fretta o non si vuole restare immischiati nella ressa. Ma da quel
che vedevano quella pensata dovevano averla avuta tutti!
Qualche passo oltre i
colorati festoni dell’arco di benvenuto già partiva una distesa inaudita di
folla: chi si muoveva da uno stand all’altro, chi cercava di farsi largo per
accaparrarsi i pezzi migliori, chi semplicemente cercava di fuggire da quel
caos ritrovandosi però inesorabilmente circondato! A contribuire c’erano poi il
parlottio della folla e lo scalpiccio di migliaia di passi, le urla
promozionali dei venditori, gli schiamazzi delle contrattazioni, le urla
furiose di chi non vuole cedere a nessun costo un magnifico esemplare di
tappeto volante, anche se di seconda mano! E poi oggetti magici che si
attivavano volontariamente e non, palloncini sguinzagliati, piccole esplosioni
provenienti dalle mercanzie esposte…
Dal mare e le navi
attraccate alla loro sinistra fino alle case che delimitavano il porto alla
loro destra era quello che gli occhi e le orecchie offrivano alla loro
demoralizzante sconcerto.
E i tre osservavano, come
tuffatori da uno scoglio, quella tempesta in cui dovevano a malincuore
gettarsi.
“E… dove sarebbe di
preciso?” chiese Bixlow grattandosi il capo.
Free frugò nel taschino
della sua blusa: “Il master mi ha spiegato che la via principale del gran
mercato della magia di Harujion, quella cioè dove ci troviamo noi adesso che
siamo appena entrati, è tagliata da varie vie trasversali, lungo le quali sono
disposti gli stand dei vari mercanti. Queste vie sono denominate in base ai
colori, e il suo amico si trova nella via Rossa, che secondo questa piccola
mappa del mercato di quest’anno che mi ha dato dovrebbe essere…” –diede
un’occhiata al foglio, cercando poi riscontro nella realtà aguzzando la vista-
“A circa cento metri davanti a noi e poi a destra per un altro piccolo tratto.
Non è poi così lontano.”
“Cento metri, come no.” -ripeté
Evergreen- “Cento metri da percorrere su cinque centimetri calpestabili di
strada! Questa folla la copre praticamente tutta! C’è più gente qui che ai
saldi di fine stagione nel mio negozio d’abbigliamento preferito!”
Freed con noncuranza
arrotolò la mappa e la rimise in tasca: “Comunque sia dobbiamo farci largo e
trovare l’uomo che ha dato al master quella infausta pozione. Lui e la gilda
contano su di noi, e una volta che i Raijinshuu partono per una missione la
portano al termine alla perfezione, a qualunque costo.”
Bixlow chinò il capo:
“Già… A qualunque costo...”
Evergreen fece lo stesso:
“Era quello che diceva sempre lui…”
“……”
Dopo qualche attimo di
raccoglimento…
“CI MANCA TANTO LAXUS!
SIGH!” esplosero in coro!
Anche i “bambini” di
Bixlow si unirono in lacrime a loro: << Tanto-Tanto-Tanto! >>
Freed fu il primo a
tirarsi su: “Ragazzi, riprendiamoci!”
Bixlow si soffiò
sonoramente il naso e fece poi per restituire il fazzoletto alla compagna.
“Tienitelo!” rispose
prontamente lei allontanandosi disgustata!
“Muoviamoci!” disse Freed
volgendo una mano in avanti come un capitano alla sua truppa, pronta ad agire.
I tre Raijinshuu si
lasciarono inglobare da una risacca di maghi, maghe e sfortunati trascinati lì
a forza, avanzando incerti, cercando di aprirsi un varco con ripetuti “Permesso”, “Scusi” e simili, oltre che con qualche spintone.
Avanzando, Evergreen a
momenti venne colpita dalla gabbietta di un grosso lucertolone, scivolata ad un
piccolo avventore troppo carico per la sua stazza!
“Non faremmo prima se li
trasformassi tutti in statue? Proseguire sarebbe meno difficoltoso.”
“Evergreen, che cosa ti ho
detto riguardo il pietrificare?” la rimproverò lui, continuando a scostare
schiene e ad evitare di pestare piedi dinanzi a sé.
“Che devo farlo per un
buon motivo…” –sbuffò la donna- “A me questo sembra un buon motivo.”
“Le resse saranno
fastidiose, ma alla fine ce se ne esce sempre.” Ribatté il mago dai capelli
verdi.
“Non esserne troppo
sicuro.” –lo apostrofò un uomo dall’aria assonnata e dalla barba ispida- “Io
sono qui da ieri mattina e ancora non sono riuscito a tornare a casa! Sigh!”
Evergreen e Freed si
fermarono a guardarlo oltrepassarli stancamente…
“… Allora? Pietrifico
tutti?” domandò mettendo mano agli occhiali.
“Evitiamolo. Bixlow, tu che sei il più alto di noi dovresti riuscire a vedere
oltre la folla, dico bene?”
Immersi in una selva di
bordoni, alti cappelli a punta, cataste di pacchi, bandiere, tendoni e altro si
vedeva ben poco di ciò che c’era davanti.
“Bixlow?”
Anche Evergreen si accorse
finalmente della sua assenza: “Ma dov’è?”
Guardandosi intorno per
fortuna lo riconobbero subito intento a lustrarsi gli occhi davanti una
bancarella!
“UUUUH! Guardate bambini!
Quanti bei pupazzetti! Ci sono anche quelli con la testa molleggiante!”
<< Boing! Boing Boing! >>
“Ne vuole uno, signore?”
domandò la vecchia dietro il banco.
“Uno? Almeno tre! Così li
regalo anche ai miei compagni!”
“Bixlow!” gridò Evergreen facendolo voltare.
“Ma si può sapere che combini?” –lo guardò torvo Freed- “Non siamo qui per fare
compere!”
L’inquietante gigante si
sbrigò ad allungare le monete: “Scusatemi, è che non ho potuto non venire a
dare un’occhiata! Guardate! Ne ho presi anche per voi!”
Così i Raijinshuu
proseguirono in quella selva di gente arricchitisi di tre pupazzetti con la
testa a molla: un canarino per Evergreen, un camaleonte per Freed e un rospo
per Bixlow!
“Umpf, se non altro mi hai
scelto un animaletto esteticamente valido.” ridacchiò la ragazza dando un
colpetto alla testa del suo regalino.
“A te è piaciuto il tuo
Freed?”
“Bixlow, piantala! Questa
qui è una missione per conto della gilda: siamo qui solo per trovare quel tale Rufus,
non abbiamo tempo per le sciocchezze.”
Neanche un attimo dopo
aver finito di parlare: “Dov’è Evergreen?”
“?!?!?!?”
Lo spadaccino si squadrò
in tutte le direzioni: ora era sparita lei!
Per fortuna Bixlow, non
più distratto, ebbe modo di sfruttare la sua altezza considerevole: “Eccola!”
La raggiunsero che
trattava con un mercante l’acquisto di una scatolina.
“Questa polverina è quello
che fa per lei! Provare per credere!”
Evergreen ne lanciò un
pizzico in aria e si ritrovò attorniata da un persistente e incantevole
luccichio dai mille colori.
“Meraviglioso!”
“Altroché! Le sue entrate in scena faranno molto più effetto, risaltando fra
l’altro la sua bellezza! Una scatolina di Fairy Powder costa solo 1000 jewel!”
“Ne compro tre! È perfetta per una regina delle fate qual sono, ce l’ha anche
nel nome!”
“EVERGREEN!”
“Solo un secondo Freed, ho già fatto!”
Lo spadaccino si mollò uno
schiaffo in faccia e si disse di portare pazienza: se c’era caduto Bixlow
figurarsi se non succedeva anche a lei.
Lo slalom poté così
proseguire…
“Come ti sembro?”
Bixlow rispose con un
applauso: “Stupenda Evergreen: i luccichini ti donano parecchio!”
<< Brilla! Brilla! Brilla! >>
annuirono dietro di lui i bambini in coro.
Evergreen se la rise di
gusto e di vanto: “Umpf! Lo so! Riconoscerai anche tu che questo è un acquisto
azzeccato, giusto Freed?”
“… Dov’è?”
Il termine dell’effetto
luccichini intorno a Evergreen cessò in corrispondenza del suo stupore; prima
Freed faceva tanto il rigido ed ora era lui a sparire!
Fra l’altro lo ritrovarono
nell’ultimo posto che avrebbero mai potuto immaginare: fermo a pensare davanti
a un tavolino pieghevole su cui un tizio stava giostrando con delle carte: “Questa
vince, questa perde! Questa vince, questa perde! La mano è più svelta degli
occhi, fate il vostro gioco! Questa vince, questa perde…”
Il gioco consisteva
nell’indovinare la carta vincente tra le tre coperte che venivano poste davanti
e che il mazziere provvedeva a mischiare e confondere.
“Freed! Non lo avrei mai
creduto!” inorridì Evergreen, ma l’amico restò impassibile.
“Calmatevi voi due, non è come pensate. Sto solo ragionando un po’. Questo è un
classico trucco per spillare soldi alla gente; questo tizio ha persino un
complice che ogni tanto vince per dimostrare che è “facile”. Ma a me non la si
fa; basta capire che lui cerca di indirizzarti su una carta e puntare, per
esclusione a una delle altre due. State a vedere.” disse facendosi avanti
sicuro di sé, deponendo un piccolo sacchetto di monete sul tavolino.
“Bene signore! Questa vince, questa perde, questa vince, questa perde… A lei!”
“Umpf, è qui!”
“No, è qui!”
E nemmeno il tempo di
guardare la carta rivelata che il tipo aveva già preso i soldi, piegato il
tavolino, raccolto il complice e si era dileguato nella folla.
“……”
“Mpfff…”
“Non… ridete…”
Evergreen allora non rise,
ma non si risparmiò una frecciatina: “A te non la si fa, eh?”
“Quello imbroglia, è
ovvio! Volevo coglierlo sul fatto…”
“E lui ha colto i tuoi soldi!”
Punto una seconda volta,
riprese la marcia a grandi passi, spingendo via la gente con molta meno
cortesia: “Bah, non fa nulla! Erano spiccio letti! Basta perdere tempo e
muoviamoci!”
E gli altri due lo
seguirono, sorridendogli dietro!
“Lo stand di Rufus non è
più qui?!”
“Proprio così.” –rispose
un grasso mercante mentre risistemava i suoi articoli sui banchi- “Il vecchio
Rufus mi ha chiesto uno scambio di posti per tenersi più vicino alla sua nave,
è lì che tiene stoccata la sua roba.”
Sentire di aver fatto una
fatica inutile fino a quel momento li demoralizzò non poco.
“E dove si trova ora?”
“Alla fine della via
Gialla, proprio sul molo, non potete sbagliare.”
“Un’altra bella
scarpinata…” –brontolò Freed controllando il percorso sulla mappa-
“Muoviamoci.”
“Sigh! Sono stando di dovermi fare una sottiletta ogni volta che non ho lo
spazio per camminare!”
“Allora sbrighiamoci Bixlow, prima finiamo prima smetteremo di star qui a farci
spintonare e pestare i piedi. Ma mi raccomando, ora basta distrazioni, intesi?”
“D’accordo.” Risposero gli altri due.
Nel ripercorrere a ritroso
il corridoio Rosso, cercare il Giallo lungo la via principale ed attraversarlo
tutto ricevettero parecchie tentazioni circondati com’erano da venditori in
vena di affari d’oro, ma le superarono tutte con una flemma e una serietà da
veri Raijinshuu!
“Signorina, che ne dice di
questo stupendo scialle in velluto magico?”
“Vorrai dire velluto da
quattro soldi.” rispose sdegnosa dopo solo un’occhiata.
“Un pezzo da collezione!
La sfera di cristallo del mago veggente Orbonio a un prezzo eccezionale.”
Freed neanche rallentò il passo: “Spiacente, non ho dei pesci rossi da metterci
dentro.”
“Pop-corn! Pop-corn caldo!”
“Uh! Pop-corn!
“BIXLOW!”
“… Sigh…”
Anche i suoi bambini ci
erano rimasti male: niente pop-corn!
Freed scosse il capo: meno
male che c’era lui a tenere tutti in riga, salvo qualche piccolo incidente di
percorso. Mentre pensava così sentì una voce ripetere una certa formula, e le
sue ciocche a forma di saetta si drizzarono come antenne!
“Questa vince e questa
perde! Questa vince, questa perde!”
“?!?!?!?”
Evergreen e Bixlow si
fermarono con lui.
“Scusatemi un attimo…”
“Vuole riprovare?”
“Si!” disse il mago dai
capelli verdi con ancora più sicurezza della prima volta.
Posato il suo sacchetto di
monete, cominciò a tenere d’occhio le carte. Ovviamente non servì a nulla:
anche stavolta la carta non era quella giusta e lo svelto mazziere stava per
ripiegare il tavolo e svignarsela con complice. Tuttavia Freed si era premunito
piazzano una barriera magica intorno a loro con la seguente regola:
<< A chiunque imbrogli all’interno di
quest’aria spunterà un forte attacco di orticaria >>
I due imbroglioni,
ricoperti di bolle e piegati dal prurito, furono costretti a sventolare
bandiera bianca!
“Vergognatevi. Non solo ve
la svignate senza nemmeno dare il tempo di controbattere, ma usate persino
carte magiche che cambiano la figura a discrezione dell’utilizzatore, sicché
vincere è impossibile!”
Il Raijinshuu aveva fatto
inginocchiare i due bari in segno di scuse, sguainando la sciabola per
risultare più convincente.
“Sigh, ci perdoni
signore!” si inchinarono profondamente i due.
“Ma poi, usare carte
magiche in un mercato pieno zeppo di maghi; chi volete che ci caschi?”
“Se posso esprimermi…” –disse il complice alzando gli occhi- “In effetti
nessuno si è fermato a giocare… solo lei ci è cascato.”
“Ih ih ih!”
“Uh uh uh!”
<< Ah ah ah! >>
Freed arrossì quanto la
sua blusa: “Non ridete! L’ho fatto in segno di sfida e lo sapete! In quanto a
voi due, mi avete tediato anche abbastanza: restituitemi i miei soldi e non
chiamerò le autorità. Inoltre vi consiglio caldamente di eclissarvi
all’istante.”
“… Che?”
“Sparite prima che mi arrabbi sul serio!” si spiegò il mago in modo più chiaro,
sicché i due gli lanciarono il suo sacchetto di spicci e corsero più lontano
possibile!
Freed rimise la sottile ed
elegante spada nel fodero: “Bah! Brutti, imbroglioni e pure ignoranti.”
Come si faceva a sembrare
cool sfoggiando un forbito eloquio con certa gente?
“Beh, pure tu d’altronde, con certi paroloni… Tediato, eclissarsi…” scherzò
l’amica.
“Eclissarsi: forma
intransitiva di Eclissare, espressione in senso figurato che sta per persone
che svaniscono, si tolgono dalla circolazione, in questo caso usato in senso di
minaccia.”
“……”
Bixlow incrociò le
braccia: “Solo perché parlo con bambole e pupazzi non vuol dire che io sia
scemo o ignorante.”
<< No-no-no! >> confermarono gli
svolazzanti pargoli.
“Nessuno lo ha mai pensato
Bixlow. Dai, muoviamoci ora.” disse dandogli una pacca sul braccio.
Nel girarsi notò un uomo
provenire da dove stavano dirigendosi, ed anche se camminava normalmente
annaspava in maniera vistosa.
“Mi scusi, buon uomo, cosa
le è capitato?”
“Anf… anf… Non ho mai incontrato nessuno più sordo di quel tizio! Anf… anf… Per
comprare un paio di cose ho dovuto strillare in continuazione! Coff coff!
“Umpf, bene! Vuol dire che
siamo sulla strada giusta!” disse Freed per innalzare il morale del gruppo.
Bastava seguire quelli a
corto di fiato!
La via Gialla terminava su
uno dei moli del porto di Harujion. Lo stand che cercavano erano l’ultimo sulla
destra: era molto grande ed era coperto da un tendone verde, sotto il quale
c’era già una bella torma di avventori. E quelli che se ne andavano a mani
piene avevano tutti la lingua da fuori o una brutta tosse secca; non c’erano
dubbi.
“Guarda che fila. A quanto
pare questo Rufus vende della bella roba.”
“Si, Evergreen, ma se
dovessi rispettarla ci metteremo una vita, e ricordiamoci che la nostra è una
missione prioritaria. Dobbiamo parlare subito con questo amico del master.”
“Li pietrifico?”
“Evergreen…”
“Uffa! Allora che hai in mente?”
Sguainò la spada: la
mulinò rapidamente in aria, facendo attenzione a non colpire nessuno. Quando
ebbe finito, le persone davanti a loro sentirono come una forza invisibile
trascinarli indietro! Uno dopo l’altro vennero tutti sbalzati via verso gli
stand vicini!
“Umpf! Solo persone di nome Freed Justine, Evergreen,
Bixlow e Rufus possono entrare in quest’area; le altre verranno respinte.” recitò sprezzante.
Era la regola che aveva
usato in quel frangente per il suo incantesimo di barriera. In quel modo
inoltre potevano parlare liberamente e quanto volevano senza che nessuno
venisse a interromperli.
I tre Raijinshuu
penetrarono senza alcuna difficoltà attraverso l’area, mentre gli ultimi
clienti, sbalorditi, erano trascinati via lamentandosi dell’increscioso
trattamento!
“Tsk! Cosa non si fa al
giorno d’oggi per scavalcare in una fila!” mormorò sdegnata una grassa signora
mentre volava via come una piuma.
Il trio si diresse subito
verso il tendone, dove alcune casse poste in fila formavano come un bancone. Sugli
scaffali dietro di esso si poteva osservare ogni tipo di mercanzia, ma del
gestore neanche l’ombra.
I tre avanzarono con
circospezione tra gli articoli, guardandosi intorno, seguendo un rumore di
carabattole spostate, finché trovarono chi cercavano. L’amico di Makarov era un
vecchietto molto basso, ma all’apparenza anche energico per come si muoveva
senza sosta, apparentemente intento ad una specie di inventario di tutte le sue
cianfrusaglie. Aveva un paio di lunghi baffetti brizzolati e portava in testa
una grossa tuba verde molto consunta.
“Scusi, signore.”
Questi prese un piede di
porco da un sacco e cercò di adoperarlo per scoperchiare una cassa molto più
grossa di lui, ma la scarsa altezza e la poca forza gli rendevano le cose
difficili.
“Il signor Rufus, presumo.
Ci scusi se la disturbiamo ma dovremmo urgentemente parlare con lei.”
Il vecchio, dopo essersi
fatto rosso per lo sforzo, aveva aperto la cassa e ci si era infilato dentro
con in mano penna e cartella, controllando meticolosamente il contenuto e
tirando fuori le imbottiture in eccesso. Era così assorto nei suoi affari che
sembrava che per lui il mondo esterno non esistesse.
“Beh, sapevamo che era
duro d’orecchi.”
Evergreen, spavalda, lo
sospinse leggermente indietro: “Ci penso io ad attirare la sua attenzione:
sordo o non sordo è pur sempre un uomo, e io ho un certo fascino!”
Inoltre le dava occasione
di provare il suo acquisto: gettò in aria un pizzico della polverina, e così
avvolta da un pigolante luccichio, si mise in posa ed abbassò di un tono la
voce per renderla ancora più stuzzicante.
“Scusi, signore, non
avrebbe un minuto da dedicarmi?”
Il rumore delle
cianfrusaglie smosse dal vecchio fu l’unica risposta.
“……”
Bixlow e Freed si
guardarono preoccupati. Evergreen diventava pericolosa quando si sentiva
ignorata, e i suoi fatati luccichini stavano trasformandosi in fiamme!
“GRRRRR! NESSUNO HA MAI
OSATO TANTO!”
Aveva già sguainato il
ventaglio, ma Bixlow le acchiappò il braccio prima che facesse pazzie.
A Freed non restò che
andare a bussare direttamente sulla spalla del mercante.
“AAAAAAAH!”
Spaventato era caduto
dentro la sua stessa cassa!
“Mi scusino, signori
clienti, ma avreste potuto chiamarmi!”
“Ci abbiamo provato.”
“Trovato? Trovato cosa?
Ah, ho capito! Avete trovato me! Ma certo! Non siete gli unici che vengono di
lontano apposta per dare un’occhiata alle mie meraviglie! Le sto ancora finendo
da scaricare dalla mia nave, ma date pure un’occhiata.” disse, chiedendosi
contemporaneamente dove fossero finiti tutti gli altri clienti…
Freed capì che bisognava
prepararsi ad una lunga serie di fraintendimenti: “A dire il vero non siamo qui
per fare acquisti. Ci manda il suo amico Makarov” disse a voce alta, senza però
esagerare.
“Macaco? No, mi spiace,
per principio non vendo animali, mi fanno tanta pena nelle gabbie.”
“Ho detto Makarov!
Makarov!”
Vedendolo sbracciarsi
tanto, Rufus si mise in punte di piedi e gli porse un orecchio: “Che dice?”
“CI MANDA IL SUO AMICO
MAKAROV! E in quanto a voi due non pensate che dovrò essere io l’unico a
sgolarmi: faremo a turno!” disse, avendo già capito l’andazzo!
“Ah, ma certo! Makarov! È
venuto qui giusto l’altro ieri!”
“Si, lo sappiamo.”
“Lo amate? Beh, naturale,
è una gran brava persona!”
“Mi scusi.” –domandò
Bixlow gridando- “Ma perché non usa uno di quei cornetti acustici?”
“Mi hai preso per una
pasticceria ragazzo? Dubito che troverai dei cornetti qui al mercato, però ho
visto un venditore di pop-corn venendo qui…”
“CORNETTI ACUSTICI!”
<< Sordo! Sordo! Sordo! >> lo
aiutarono i bambini.
“Ah, quelli! No, figliolo,
quelli sono per i sordi.”
“……”
“Io sono solo un po’ duro d’orecchi!”
I tre Raijinshuu
capitombolarono con la schiena a terra!
Ci vollero cinque minuti
per convincerlo che non erano interessati proprio a nulla della sua roba, e
altri cinque per fargli capire che aveva commesso un errore nell’ordinazione
del loro master. Al termine di quei dieci minuti, i tre Raijinshuu erano già
stanchi nonostante gridassero a rotazione!
“Uh, capisco! Brutta roba…
Makarov è un buon cliente oltre che un buon amico, sono molto dispiaciuto,
credetemi. E che cosa gli avrei fornito per errore?” disse piazzando sulle
casse alcune pianticelle fiorite, una delle quali addentò la sua tuba
portandosene via un pezzo, mentre un’altra, buongustaia, stava dirigendosi verso
una pozione incustodita.
“Una boccetta di Incanto
Cupidus.” disse Freed, di cui era il turno.
“Incanto Pruritus? Uh uh
uh! Ora capisco! È da ieri che si gratta le chiappe, vero? Era molto in voga ai
nostri tempi per fare scherzi. Che strano però, non ricordo di averla avuta tra
le mani di recente.”
“No, Incanto Cupidus!”
“Stupido a me?! Ma come ti permetti!”
“CUPIDUS! CUPIDUS! HA PRESENTE L’ANGIOLETTO CHE VA IN GIRO A FARE INNAMORARE LA
GENTE?!?!?”
Bixlow, dietro di lui, lo
sostenne mimando un arciere e poi un tipo che si teneva il cuore sospirando.
“Ah, si, quella me la
ricordo! Così quell’articolo era un errore…”
Freed, contento che avesse capito, restava ugualmente oltraggiato dal fatto
che, per quanto sordo, Rufus non si fosse chiesto cosa se ne facesse il suo
amico di un intruglio tanto pericoloso: “Già, e così ora la nostra gilda è nel
caos. Ma lei, visto che conosce bene il master, perché gli ha fornito una
simile pozione?”
“Beh, effettivamente la
cosa mi ha stupito: Makarov non hai ricorso a mezzucci con le pollastrelle, eh
eh eh! Sinceramente, pensavo che un pezzo grosso della magia come lui, Maghi Saggi
e tutto, volesse quel raro esemplare per tenerlo sotto chiave per impedire
finisse in mani sbagliate o roba simile. So che è una magia pericolosa, ma con
le pozioni in fondo basta stare attenti che le boccette non finiscano dove non
dovrebbero.”
CHOMP!
Per l’appunto la piantina
che si era sbevazzata la boccetta incustodita di poco prima era cresciuta di un
metro in altezza ed aveva ingurgitato uno dei bambini di Bixlow!
“AAAAAARGH! SPUTALA
BEGONIA TROPPO CRESCIUTA! SPUTA IL MIO BAMBINO!”
<< Sputa! Sputa! Sputa! >>
Rufus, non desiderando che
la sua vegeta merce si rovinasse, provvide velocemente: con una semplice piuma
fece il solletico alla pianta facendola ridere finché il “bambino” non uscì
fuori, tornando tra le mani di un risollevatissimo Bixlow e tra le feste dei
suoi fratellini.
Come onesto venditore era
costernato: “Accidenti, ma come ho fatto a sbagliarmi così? Portategli le mie
scuse, e ditegli che vale la garanzia soddisfatti e rimborsati, è il minimo.”
Ora che si erano spiegati erano
riusciti a farlo stare fermo. Già ci sentiva poco, figuriamoci quanto capiva
facendo più cose contemporaneamente.
“Errare è umano.”
“UN NANO?!?!? Tsk! Come si sta lassù, “Perticone”? Si vedono bene i gabbiani?”
Bixlow alzò le mani in
segno di scuse: “Ma no, ha frainteso!”
Proprio come Makarov,
anche quel Rufus aveva un’insolita energia nonostante l’età.
“La prego, signor Rufus,
la situazione è seria: la pozione è finita tutta su un nostro compagno e alcune
nostre ragazze si sono innamorate di lui, e c’è il rischio serio che si facciano
a pezzi pur di ottenerlo. Deve dirci tutto ciò che può su quella pozione, da
come l’ha avuta a qualche effetto collaterale che conosce, o, se esiste, un
modo per cancellarne gli effetti.”
“…… eh?”
E qui le braccia di Freed
cascarono: “… Dimenticavo con chi è che sto parlando! Sigh! Ragazzi, datemi una
mano!”
Bixlow e Evergreen
tentarono allora ad accompagnarsi coi gesti e a scandire bene le parole.
“LEI…”
“DIRE…”
“NOI…”
“COSE SULLA POZIONE… GLU GLU! CAPITO?”
“CHE FA INNAMORARE…”
Sentendosi osservati i due
si girarono che ancora mimavano un angioletto arciere e una bevuta: il loro
tentativo di farsi comprendere aveva attirato un paio di curiosi che li stavano
guardando come si guardano dei clown fuori programma…
“……”
“……”
“… SPARITE! FAIRY MACHINE GUN:LEPRECHAUN!”
Le bombe scagliate dal
ventaglio della maga allontanarono gli spettatori, ma non il pesante senso di
figuraccia!
“Ehi, non spaventatemi i
possibili clienti! Piuttosto, non volete chiedermi cosa so su quella pozione?”
“CI STIAMO PROVANDO DA QUASI MEZZ’ORA!” gridarono i tre insieme con gli occhi
da fuori!
“Ehi, non gridate! Poi vi
viene la tosse, vi si alza la pressione e altre cose spiacevoli.”
“Infatti… Coff! Coff!
Coff!”
Rufus allora si mise
comodo sulle casse del bancone e cercò di accendersi una pipa, ma uno dei
bouquet viventi fu più rapido e si mangiò il sacchetto di tabacco mentre
parlava: “Beh, ho poco da dire su quella pozione, se non della fatica che ho
fatto per trovarla; per ragioni che potete immaginare, non ne esiste una gran
quantità. Tramite un contatto (ho parecchie conoscenze), ho saputo che c’era un
tizio che ne aveva una boccetta e voleva sbarazzarsene: ci siamo incontrati a
Oshibana una settimana fa, e alla faccia del volersene sbarazzare, quel
bellimbusto è riuscito a farmi scucire ben 30000 jewel! Tra l’altro c’era anche
un altro concorrente oltre a me che ha cercato di far partire un’asta; per
fortuna avendolo contattato io per primo, quel tipo si è quantomeno dimostrato
corretto vendendola a me (anche perché così aveva una scusa per alzare ancora
il prezzo!).”
“Ha idea da dove proveniva
l’uomo che gliel’ha venduta?” chiese Freed continuando a gesticolare.
“Di solito non mi
interesso molto delle vite di quelli con cui tratto, ma mi pare fosse
originario del sud del regno.”
La si poteva considerare
una mezza buona notizia: significava che la pozione non proveniva dall’estero,
ma dallo stesso regno di Fiore.
“Penso sia tutto qui.”
“Tutto qui?!” –la Raijinshuu
sobbalzò- “Questo è tutto quello che ci può dire? Praticamente è niente!”
“Eh, si, sono perle vere
quelle e se si rompe il filo si raccolgono da sole, le vuole? Posso farle uno
sconto!” disse avendo capito che quella tipa qualcosina la volesse acquistare.
Non una, ma ben due vene
pulsanti esplosero su Evergreen! I suoi compagni subito si attivarono per
provare a placarla.
“Calmati Evergreen, per
quanto poteva ci ha aiutati, se non sa nient’altro non possiamo certo…”
Evergreen si tolse in malo modo le loro mani dalle spalle: “Calmarmi?!?!? Siamo
venuti qui ad Harujion, ci siamo fatti una scarpinata in mezzo a una calca
immane in cui mi hanno pestato due volte le scarpette, facendo anche un giro a
vuoto, abbiamo trovato il tizio che dovevamo trovare, per farci capire da lui
ci siamo fatti venire il mal di gola e un travaso di bile, passando anche per
dei cretini, e tutto per niente?! Eh, no, non ci sto!”
“Si, penso di avere tutto
ciò che mi ha chiesto, aspetti che vado a prendere la roba! E comunque non si
preoccupi, io non discuto mai dei “gusti” dei clienti…”
Gli altri due maghi fecero
un passo indietro.
“Freed, penso dovremo portare via Evergreen prima che sia troppo tardi.”
“Temo sia già troppo
tardi, Bixlow…” ormai non gli restava che guardare!
“Non voglio acquistare
niente, accidenti a lei!”
“Denti? Ma certo, di che
le servono? Unicorno? Idra? Coccatrice? Sugli incisivi c’è lo sconto del 30%!”
“GRRR!”
I suoi amici non si aspettavano
altro che vederla strangolarlo, ma incredibilmente lei prese un respiro
profondo nel tentativo di calmarsi: più che per buone maniere lo faceva per i
suoi magnifici ondulati capelli. Si sa che quando ci si stressa cadono!
Si avvicinò ad un passò da
lui, facendogli segno di guardare le labbra e parlando più chiaro e scandito
possibile: “Dobbiamo capire se c’è un sistema per disincantare l’Incanto
Cupidus. Lei che sembra un tipo con le mani in pasta, per favore, cosa può
dirci al riguardo?”
Dopo qualche attimo di
incertezza Rufus si tolse la tuba, e si lisciò i capelli con una mano
insalivata: “Con molto piacere, signorina. E dove stasera?”
“……”
“……”
ZAP!
Non ce l’aveva fatta. Alla
fine si era tolta gli occhiali.
A pugni e denti stretti e
a passi marcati, quasi stesse sfogando la sua rabbia prendendo a calci il
terreno, cominciò ad avviarsi senza i suoi compagni.
“Ora è troppo! Ne ho
abbastanza di questo buco nell’acqua! Torniamocene alla gilda prima che mi
vengano le rughe!” biascicò istericamente tra i denti chiusissimi.
“Ma… Evergreen! Lo
lasciamo così?”
Sembrava un piccolo nano
da giardino: era anche carino con quel sorriso sornione e la tuba tenuta
signorilmente sul petto in fuori!
“Tra una mezz’ora tornerà
normale, e forse gli verrà anche la santa idea di usare un %!&!$!£!
cornetto acustico!”
“Evergreen! Ma cosa sono
queste parole! Non davanti ai bambini!”
<< Scostumata! Scostumata! Scostumata!
>>
Evergreen si girò, e
Bixlow saggiamente si ingoiò la sua lunga lingua tatuata.
E così i Raijinshuu si ritrovarono a farsi largo verso l’uscita, percorrendo il
cammino a ritroso, senza che il chiasso e la folla fossero diminuiti di un
nulla. Ma ormai il Gran Mercato della Magia di Harujion risultava loro così
indifferente: la loro missione aveva dato risultati scarsissimi, ed erano tutti
e tre demoralizzati.
“Chissà come faranno Mira
le altre a tornare normali, eh Freed?” disse il gigante sconfortato.
“Non ci resta che sperare che
il master abbia scoperto qualcosa di più utile.”
“Uh, già, il master! Non
vedo l’ora di vederlo e dirgli che cosa penso dei suoi amici!”
“Calmati, Evergreen, per
favore: ti ho anche concesso una pietrificazione.”
Evergreen incrociò le
braccia: “Umpf! Ma come fa a fare acquisti da quello lì? Rischia di venderti
una tarantola al posto di una lampada!”
“Bella battu… !!!”
Evergreen per poco non
urtò contro la sua schiena: “Ehi, Bixlow, perché ti fermi?! Non mi dire che
vuoi comprare altro perché voglio essere fuori di qui il prima possi… !!!”
“Ehi, che vi pre… !!!”
La folla cominciò a
scorrere intorno a loro come intorno a tre pesanti insensibili rocce nel greto
di un torrente.
Gli occhi fissi su una
bancarella, sulla quale, ai loro occhi, spiccava un oggetto che all’andata non
avevano notato!
Evergreen aprì bocca per
prima: “Quello… dobbiamo…”
“Comprarlo!” asserì deciso
Freed.
“Approvato!” disse Bixlow
richiudendosi la mandibola!
<< Compra! Compra! Compra! >>
E quando i bambini dicono
di comprare, si compra! XD
Purtroppo la gran fatica
dei nostri insoliti eroi, i temibili Raijinshuu, non ha prodotto grandi
risultati, almeno in apparenza. Il metodo per salvare Mira e le altre è ancora
sconosciuto. Non ci resta che attendere il prossimo capitolo e vedere cosa il
master è riuscito a cavare dalla mora per la tessera della biblioteca! XD
Un capitolo un po’ di
transizione, con la storia che avanza molto poco; in effetti, l’ho ideato
principalmente per dare risalto a dei personaggi che mi piacciono molto ma che
probabilmente compariranno poco nel seguito di questa storia.
Spero questo intermezzo vi
sia risultato spassoso, e che vi dia un bel po’ di appetito per il prossimo
tassello di questa storia, in cui torneranno Natsu, Gazille e gli altri! ^__^
Alla prossima!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Chi agisce e chi pensa: l'importante è ***
FT fanfic
Ciao a tutti cari lettori,
e bentornati all’appuntamento con la mia nuova long-fic!
Sembra che, nonostante
università, impegni e imprevisti, io riesca a reggere il ritmo di un
aggiornamento ogni settimana durante i weekend, anche se quest’ultimo capitolo
viene fuori di lunedì. Ne sono soddisfatto, temevo di far trascorrere molto più
tempo tra i vari tasselli della storia, invece così avanzo con regolarità e il
lettore non aspetta troppo! I commenti mi soddisfano, ma, se siete autori anche
voi lo sapete, non sono mai abbastanza *__* Spero di riceverne ancora, specie
di “istruttivi” ^__^
Ed ora sotto! Altro
divertimento in arrivo, perché è ora di scoprire come i nostri maghi stan
cercando di adattarsi a questo stravagante scenario di cuoricini che sprizzano
dappertutto e tutti per un solo grand’uomo! XD
Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Un nuovo giorno inizia a
Magnolia, con il prode Natsu e il fido Happy che si dirigono ancora una volta
alla loro amatissima gilda.
Ma il giovane e
ardimentoso draghetto dai capelli rosa non riesce a sfoderare il suo solito
entusiasmo e il suo solito buon umore, e dove passa lui l’aria si riempie di
borbottii.
“Che muso lungo, Natsu.”
A momenti toccava terra, pensava
Happy esagerando un po’.
“Bah! Guarda tu che roba!
Quel Gazille ha tutte le ragazze del mondo ai suoi piedi e la gilda intanto è
bloccata per cercare di risistemare tutto.”
“Ma non è stata colpa sua.
Anzi, ci hai messo anche tu il tuo zampino.”
“Bah! Lo so, non è che voglio incolparlo, però… Mi da fastidio questa storia,
specie per Erza! Non la riconosco più, non è più la stessa!”
E a lui i cambiamenti non andavano a genio, almeno non quando riguardavano cose
che gli piacevano: ci aveva messo un po’ di tempo ad abituarsi alla nuova
scintillante e più spaziosa gilda, e di sicuro non si sarebbe abituato alla sua
amica dai capelli scarlatti che faceva riempiva di smancerie un tipo
dimenticandosi di tutto il resto.
“Non è più lei…”
“Già…”
A lui i suoi amici
andavano bene così com’erano, coi loro pregi e i loro difetti: vederli
stravolti, diversi, gli faceva male. Specie quando a cambiare erano anche i
rapporti: da quando erano cadute nell’incantesimo, le quattro maghe non
facevano altro che pensare al loro amato, e tutto il resto, tutti i loro
compagni, si vedevano drasticamente tagliati fuori.
“Se quando uno si innamora
poi si dimentica di tutti gli altri spero di non innamorarmi mai.”
“Però non è che sia del
tutto irriconoscibile, no?”
Si riferiva chiaramente a
quel che era successo il pomeriggio del giorno prima, quando Natsu aveva
tentato invano di risvegliare la vecchia, solita Erza.
La magia di Erza Scarlet, lo Ex-Equip, le consentiva di
cambiare rapidamente il proprio vestiario, passando così, di volta in volta,
all’equipaggiamento o all’armatura più adatta al nemico che aveva di fronte.
Altre volte ne aveva fatto un uso non convenzionale, come ad esempio al
Concorso di Bellezza di Fairy Tail, ma mai ci si sarebbe aspettati di vederla
rimuginare sopra i tanti tipi di armature e vestiti come fa una cotta ragazzina
quando c’è imminente un appuntamento.
“Natsu, dammi un consiglio, quale di questi piacerà più a
Gazille? Il vestito da coniglietta o quello da Goth Loli? O forse dovrei
scegliere tra le mie armature? Dopotutto a lui il metallo piace, però così la
scelta si complica! Ne ho fin troppe! Come faccio?”
Eh, si, quello si che era un dubbio degno di un’oretta e più a
scervellarsi! E più interrogava uno specchio che si era evocata sul posto, più
Natsu, costretto a guardare, ribolliva!
“La smetti con queste cose da femminuccia?”
“Esatto!” –strillò Elfman- “Sii uomo!”
“……”
“……”
“… Scusate.” disse sparendo.
“L’Erza che conosco io non avrebbe mai perso tempo in simili
sciocchezza! L’Erza che io conosco si fa un solo problema: quante testate
occorrerà dare ai nemici sconfitti perché vuotino il sacco!”
“Umpf, sei sempre il solito ignorante Natsu, non sai che per
amore si può cambiare?” fece sospirando la rossa, che intanto si esibiva in un
vanesio giro davanti lo specchio per assicurarsi di essere bella in ogni
dettaglio. Solo la perfezione per il suo perfetto dragone!
“Ma quale amore! Ti è solo partito il cervello! Diglielo pure
tu, Happy!”
Il gattino blu mimò una faccia da scemo facendo il gesto di
“Hai perso qualche rotella!”.
“Mhmm… forse qualcosa con le borchie: si intonerebbero alla
perfezione coi suoi piercing.”
“Ora basta, Erza, ti farò tornare in te! Tanto lo so che sotto questa apparenza
da scemotta c’è ancora la dura guerriera che ci teneva tutti in riga, e te lo
dimostrerò: avanti, battiti con me!”
“Battermi? Ma sei impazzito? E se mi scombino i capelli?
Modestamente ho fiducia nella capacità seducenti della mia chioma rubino! Sono
certa che Gazille li noterà, forse anche più del metallo!”
Natsu sbuffò talmente tanto che Happy volò via: “Ora te ne
esci anche con questo linguaggio fri-fri! E poi basta con questo “Gazille di
qua”, “Gazille di là”! Non è poi questo granché!”
Erza si girò con occhi di fuoco: “Che cosa hai detto?”
“… Oh, cavolo!”
CRASH!
Avendo osato insinuare che Gazille non fosse nulla di
speciale, Erza l’aveva fatto volare via da una delle finestre, e le altre fan
girl, benché nemiche, l’applaudirono e l’approvarono. Il Master approvò un po’
meno…
“BUUAAAAAH! MA PERCHÈ QUELLE POVERE FINESTRE NON SOPRAVVIVONO PIÙ DI UNA
SETTIMANA?!?!? BUUUAAAAAHHH!”
Nonostante il trattamento
e la finestra in frantumi, quello era stato un comportamento degno della vera
Erza!
“È ancora lì dentro, ne
sono sicuro!”
“E noi la faremo tornare
com’era prima!” lo supportò l’amico peloso.
“Appena la vediamo
potremmo offrirle un po’ di cheesecake alla fragola: lei lo adora!”
“Grande idea!”
Pieni d’entusiasmo i due
accelerarono il passo e prima di accorgersene erano arrivati.
“AAAAAAAAAAAAAAHHH!!!”
Ma al loro arrivo, dopo lo
sforzo fatto per superare il tappo di fangirl riunitosi di nuovo davanti
l’ingresso principale, si trovarono davanti un’altra sconvolgente sorpresa!
Gazille! Del tutto
scoperto! In bella mostra al centro del salone! Seduto a un tavolo circondato
da tutte le sue incantate spasimanti! E SORRIDEVA A TUTTE!
Natsu mise subito in
mostra le zanne!
“Ma cosa fa quello?!?!?
Gli pare il momento di mettersi a fare il divo?!?!? Adesso lo aggiusto io!”
I suoi pugni si
circondarono di fiamme mentre si lanciava all’attacco!
“NON
DEVI FARTI VEDERE, LO CAPISCI O NO?! KARYUU NO…”
SDONG!
La sua furia e le sue
parole si fermarono di botto dinanzi un gelido muro di ghiaccio.
“Uhi…”
La faccia di Natsu ci
scivolò sopra lentamente fino al pavimento.
“Datti una calmata, testa
a fiammifero.” lo rimproverò Gray. Lì vicino c’erano seduti anche Nab e Elfman,
anche loro ad assistere impotenti.
“Calmarmi?! Ma lo vedi
Gazille cosa fa?! Perché nessuno di voi lo…”
“Ripeto: calmati, cretino! Quello non è il vero Gazille!”
Natsu, sconcertato, tornò
a guardare: effettivamente stava sorridendo alle sue fans, ma da quel sorriso
traspariva più che altro un forte imbarazzo. Per non parlare poi dell’atteggiamento,
palesemente a disagio. Non sembrava proprio lui a guardarlo più attentamente in
effetti.
“Ma allora chi è?” domandò
all’amico.
“Lisanna.”
“CHE?!?! E come ha fatto
Lisanna a ridursi così male?”
“MA DI CHE STAI PARLANDO, IDIOTA?! Ha usato la sua magia di trasformazione!”
“Gray, i tuoi vestiti.”
avvisò Happy.
Il moro si vide ridotto in boxer: “Un’altra volta? E quando?”
Tra l’altro, da un po’ di
tempo, quel curioso fenomeno che lo riguardava si associava sempre
immancabilmente alla sensazione di essere osservato…
<< A Juvia piacciono molto i vestiti di Gray:
si tolgono di torno più che volentieri! Uh uh uh! >>
Natsu stava per domandare
che ci facesse la sua amica Lisanna lì a sorbirsi quelle terribili quattro,
quando il campanello di una sveglia poggiata sul tavolo proprio davanti
“Gazille” suonò vigorosamente.
“Va bene Cana, i tuoi tre
minuti di attenzione sono finiti, adesso tocca a me!” disse Bisca sospingendo
via l’amica-rivale, che fino a un attimo prima leggeva sulla mano del finto
dragon slayer un futuro di coccole, bacetti e tanti marmocchi!
La cow-girl mostrò subito
un piatto pieno di ferraglie: “Tieni Gazille, l’ho fatto con le mie mani.”
Lisanna deglutì: il vero
lui mangiava metallo, e per arrivare al cuore di un uomo, si sa, si passa anche
per la gola! Purtroppo il suo stomaco, e la sua salute, non avrebbero
apprezzato granché quel luccicante menù!
“Ehm… a dire il vero non
ho fame!” disse la ragazza, imitando alla perfezione il vocione metallico di
Gazille.
“Suvvia, solo
un’assaggino: è un dessert di pistola con tanto di bossoli. L’ho smontata io
pezzo per pezzo apposta per te!”
Arzack diede un’occhiata
di sfuggita e purtroppo riconobbe un simbolo inciso su una delle parti della
canna: “ARGH! M-ma-ma-ma Bisca! Quella è la pistola Reninger da collezione che
ti ho regalato al tuo scorso compleanno: dicevi che era il regalo più bello che
potessi ricevere!”
“Cuciti quella bocca,
fessacchiotto!”
“NOOOOOOOOOO!” urlò accasciandosi in ginocchio con le mani in viso, cercando di
arginare una inondazione di lacrimoni.
“Sicuro di non volerne un
pezzetto?” disse sbilanciandosi su di lui, mettendogli, o meglio, mettendole
sotto gli occhi più che il piatto la procace scollatura.
“Ehm, si… magari dopo!”
disse Lisanna che al solo pensiero di ingurgitare quei pezzi di metallo si
sentiva lo stomaco pesante!
“Allora te lo incarto!”
Salva per un pelo!
Bisca si volse però con
aria infuriata contro il povero, innocente Arzack, ancora sul pavimento: “Tsk!
La tua pistola non è buona nemmeno come cibo! La prossima volta regalami
qualcosa che piaccia al mio adorato!”
Non poteva tollerare oltre! Ringhiando e piangendo insieme scattò in piedi
pistola alla mano!
“BASTA!
GIURO TREMENDA VENDETTA!”
“Acchiappatelo!”
Arzack si era lanciato di corsa verso le scale, ma subito in quattro si
fiondarono su di lui per trattenerlo!
“Lasciatemi! Lasciatemi
andare! Lo sistemo io quel ladro di quasi-fidanzate!”
In tutto questo Natsu ci
stava capendo anche meno di prima!
“Mi volete spiegare?”
In sintesi, ci si era resi
conto ben presto che la faccenda dell’Irresistibile Gazille poteva anche durare
a lungo, e che di certo Erza, Mira, Cana e Bisca non si sarebbero accontentate
per sempre di semplici poster. Così, per scongiurare l’eventualità che
mettessero di nuovo tutto e tutti sotto sopra per farsi dire dove fosse finito
l’originale, il master aveva chiesto la cortesia a Lisanna di usare la sua
magia di trasformazione, appresa dalla sorellona, per dare a quelle quattro
pericolose scalmanate ciò che volevano.
Era però subito sorto il
problema che quattro per uno sono troppe. Max e Warren avevano così avuto la
brillante idea, per non scontentare nessuna, di usare un timer: ognuna di loro
avrebbe avuto a disposizione tre minuti durante i quali avrebbero avuto Gazille
tutto per loro per fare quel che volevano, al termine dei quali avrebbero
dovuto passare il testimone.
“E mentre tocca a una le
altre tre che fanno?” disse il rosa.
Gray scrollò le spalle:
“Un po’ lo ammirano, un po’ sospirano, ma comunque restano lì azzeccate a lui:
almeno però rispettano le regole e non litigano più.”
Mentre infatti Bisca
disegnava cuoricini col dito sul temprato petto di “Lisazille”, le altre restavano
sedute allo stesso tavolo e si preparavano al loro prossimo turno; Cana ad
esempio controllava che le unghie fossero ben smaltate e in ordine, le gambe
ben depilate e le poppe bene in vista, Erza, più tecnica, scriveva con
trasporto su un taccino, forse appunti e tecniche infallibili di conquista,
Mira infine gorgheggiava una sdolcinata canzoncina per poterla dedicare qual
soave usignolo a un forte falcone.
Hoshi no kazu hodo no deai
ya wakare ya
Ushinaitakunai mono mo zenbu
Nanni mo iranai to omoeru yo ima!
(NDA: è una delle sigle dell’anime! XD
http://www.youtube.com/watch?v=ewoZKqEKp90)
“Bleah! Tutto questo romanticismo mi sta
dando il voltastomaco! Dobbiamo fare qualcosa!”
<< Ma che ci faccio io qui? Non ho mai neanche
desiderato di piacere a più di un ragazzo per volta! Sigh! >> Anche Lisanna aveva di che lamentarsi…
“Ma cosa? Ci abbiamo già
provato ieri, ma quelle sono proprio andate.” Disse lo sconfortato Nab. Finalmente
una scusa vera per starsene con le mani in mano!
“Forse non ci abbiamo
provato abbastanza!” ringhiò Natsu con un sorriso sgranchendosi le nocche
pensando di lanciarle una nuova sfida.
“O forse quella finestra
ieri non ti ha insegnato proprio nulla.” lo prese in giro il mago del ghiaccio.
“O forse è il momento che
il virile sottoscritto si faccia valere!” –disse Elfman alzandosi dal suo
sgabello- “Già una mia sorella è rimasta coinvolta, e come non avrei permesso a
dei ragazzi di girarle intorno, figuriamoci a delle ragazze!”
<< Che fratellone amorevole. >>
pensarono gli altri!
Ima kara koko kara
hajimeyou yo
Futari no ashita wo hajimeyou yo
Umareta mama no kimochi de iyou yo!
Raggiunse la canticchiante
sorella e gonfiò il petto: “Mira, ora devi darci un taglio! Sono io l’uomo di
questa famiglia e pertanto ti proibisco di…”
Il canto divenne una tetra
e sussurrata minaccia: “Tieni a freno
quella lingua o te la ficco giù in gola!”
“Sissignora!” scattò
sull’attenti Elfman facendo subito dietrofront.
Il campanello della
sveglia suonò proprio in quel momento e Mira si girò; nel voltarsi, il suo
volto si ritrasformò da diabolico ad angelico.
“Uh! È il mio turno!”
<< Non te la prendere fratellone: ci hai
provato, ma sappiamo entrambi che Mira sa essere convincente… >>
“Posso farti ascoltare una
canzone?”
“Ehm, ne sarei lieta… cioè lieto sorellona… cioè… buona… ehm…”
Fortunatamente non c’era
bisogno di impasticciarsi oltre visto che Mira si era nascosta il volto tra le
mani tutta contenta: “Balbetta! Allora sa essere timido anche lui! Che dolce!”
Cana decise di staccarsi
per un po’ da quel coccoloso quadretto per sedersi ad un altro tavolo:
“Accidenti: ora devo aspettare ben sei lunghi minuti prima di avere di nuovo
Gazille tutto per me!”
Juvia, che per puro caso
si trovava appena dietro di lei pensò di doversi impegnare anche lei con le
“incupidite” e le si sedette vicino.
“Cana, non vi rendete
conto che così state assillando la povera Li… Cioè, il povero Gazille?”
“Uh?”
Con coraggio prese le difese del suo amico di vecchia data e vecchia gilda: “Insomma,
sarete anche “innamorate” voialtre ma… insomma, in un rapporto si può aver
bisogno di un po’ di spazio, voi invece…”
Per l’appunto Lisanna si
trovava pressata e circondata senza via di fuga: il loro cieco amore non
guardava ad inezie come lo spazio vitale!
“Umpf, Juvia, tu sei
proprio l’ultima che potrebbe fare simili discorsi.”
“C-come?”
“Andiamo, tu stai
appiccicata a Gray ogni volta ne hai l’occasione!”
La maga dell’acqua si
dipinse di rosso che i suoi capelli blu intenso fecero risaltare ancora di più:
“M-ma non è vero! I-intendo, è vero che a me lui… Lui…”
Di questo passo sarebbe
evaporata si disse! Meglio aggiustare il tiro più in basso!
“Trovo che sia un ragazzo
piacevole, ecco! Però, non è vero che gli sto sempre intorno.” –disse ostentando
sicurezza- “Non è così Gray? Diglielo.”
Gray venne colto
nell’attimo in cui stava rimettendosi addosso una maglietta. La maghetta e Cana
lo squadravano e dovette pensarci un po’ su se assecondare gli occhietti dolci
dell’una o il sopracciglio inarcato dell’altra che prendeva a calci la sua
sincerità affinché uscisse fuori.
“Beh, dai, Juvia, un po’
in fondo è vero che sei… un po’ appiccicosa.”
CRASH!
“Qualcuno ha rotto un
bicchiere?”
Macao alzò le mani: “Stavolta non guardate me.”
Il che voleva dire che quel suono era stato proprio il cuoricino di Juvia che
andava in frantumi, colpito da un impietosa frecciata di verità.
Nello stesso momento fuori
iniziò a piovere, ma dentro nessuno ci fece caso, e le fangirl fuori avevano
giurato di inseguire Gazille con la pioggia, col vento o grandine che fosse.
Un attimo dopo Juvia
sparì: la si poté vedere seduta al bancone con la faccia nascosta su di questo
che chiedeva da bere a Lucy.
“Lascia la bottiglia, Lucy…”
“Ehm… ok…”
<< Appiccicosa… è vero… sono così appiccicosa che
la mia faccia non si stacca di questo bancone! Sigh! >>
In realtà era perché era
tropo depressa e abbacchiata per sollevare gli occhi, ma in sostanza poco
cambiava.
Intanto Cana se la rideva: incantata o meno, era un osso duro per tutti. Gray
se la rideva un po’ meno invece.
“……”
Gli dispiaceva per lei, ma
quando ci vuole ci vuole…
Nel frattempo i guai non
erano finiti, poiché era giunto il turno dei tre minuti di attenzione di Erza.
“Gazille, non sai quanto
mi piacerebbe ammirare i tuoi straordinari poteri all’opera.”
“Ah, i miei poteri
all’opera certo! … Come?”
La rossa diede un piccolo
pugno al suo forte braccio: “Pensavo che potresti darmi una dimostrazione del
tuo pugno d’acciaio.”
“Giusto!” –fece Bisca-
“Facci vedere come spacchi un tavolo, o come sfondi un muro con un colpo solo!”
“Ehi! Rispetta la fila: è il mio turno di attenzione esclusiva!”
“Umpf!”
“Però è una buona idea, io
pensavo piuttosto a colpirti con la mia spada e vedere che non ti fai nemmeno
un graffio, ma mi piace anche così!”
Sfondare muri con i pugni.
Lisanna non ne sarebbe stata mai capace; per inciso, era bastato il pugno di
Erza sui suoi “biciti d’acciaio” per indolenzirle tutto il braccio. Non che
l’idea originale di Erza sarebbe stata meglio!
“Ecco… non so se è il
caso, poi magari il master si arrabbia.”
“Che vuoi che sia, lo
risarcisco io. Ecco, ad esempio potresti imprimere le tue invincibili nocche su
quella colonna.”
<< Ma perché Erza ce l’ha tanto con
le colonne? >> si domandò qualcuno…
“Ecco…”
Erza lo squadrò bieca: “Oggi non mi sembri virile come al solito… Cosa
nascondi?”
Lisazille scattò in piedi:
“MA CERTO CHE SPACCO! E DI BRUTTO! MUAHAHAH!”
<< AIUTO! Cosa faccio adesso? >>
La colonna era davanti a
lei, in attesa della dimostrazione; gli altri maghi assistevano impotenti,
chiedendosi cosa potessero fare, come ingannare Erza ancora una volta!
“Allora… io vado, eh? Ehm…
o forse dovrei riscaldarmi prima…”
“URRYAAAAAAH!”
?!?!?!?
L’urlo di suo fratello le
aveva fatto salire il cuore in gola!
“E-Elfman?”
“Non ci vuol nulla a sfasciare
mobili e colonne, ma hai la forza di sfasciare un vero uomo? Avanti, facci
vedere quanto vali!” urlò, strappandosi fra l’altro la giacca in segno di sfida
(e per ribadire la sua superiorità in quanto a pettorali e addominali).
Ma soprattutto, e quello
fu il gesto più importante di tutti, diede un rapido occhiolino al suo
avversario.
Lisanna abbozzò un piccolo
colpo sul suo petto…
“WAAAAAAH! CHE
DOLOREEEEEE!”
Elfman al primo tocco saltò
indietro e andò a sbattersi da solo contro il muro!
“Ahi! Quel tipo ha davvero
i pugni d’acciaio!”
Erza non si mosse.
Qualcuno temette avesse mangiato la foglia, ma poi corse dal vincitore ad
afferrargli il bicipite: “Magnifico! Superbo! Stupendo! Adoro gli uomini che
tengono gli idioti al loro posto!”
Lisanna guardò il
fratello: per lei era stato capace di sacrificare anche la dignità, e di
restare lì a terra a farsi chiamare idiota mentre anche l’altra sorella non
pensava ad altro che a quanto stupendo fosse stato il vincitore. Non avrebbe
dovuto farlo, ma quello intanto già si rialzava e le sorrideva rassicurante.
Va bene un po’ di
orgoglio, ma un vero uomo pensa più ad agire che a fare bella figura!
“Bella mossa!” si
complimentò Gray!
“Che figuraccia!” lo
sfotterono apertamente Natsu e Gray, che ovviamente non avevano capito proprio
nulla!
“Che cretini.” li
apostrofò lui in risposta.
<< Grazie fratellone, ma non so per quanto ancora potrò resistere! E
se una di loro prova a baciarmi?! Come faccio, il mio primo bacio deve essere
con un ragazzo che mi piace, non una ragazza! E se ci prova Mira?! Oh, povera
me! >>
Anche quella soluzione era
tutt’altro che comoda; però, se da un lato fingersi Gazille comportava i suoi
problemi, non bisognava dimenticarsi che anche essere l’originale ne aveva.
Una manina nera attaccata un
braccio troppo corto per raggiungere il pomello bussò alla sua porta: “Gazille,
sono Lily, si può?”
Un grugnito affermativo
diede il via libera all’Exsheed che si mostrò al compagno con un sorriso
solidale: “Allora, come sta oggi il nostro casanova?”
“Giudica tu.” rispose il
dragon slayer, quello autentico, andando ad aprire la finestra.
“ECCOLO! SI è AFFACCIATO!”
“TI AMIAMO!”
“CHI È PIÙ BELLO DI TE SI TRUCCA!”
“Umpf! Non cedono, eh?”
“Non le sopporto più! Già
mi sento oppresso a starmene qua dentro a far nulla, ci si mettono pure loro!”
“Beh, però che ti costa
affacciarti di tanto in tanto: va bene farsi desiderare ma ogni tanto la star
deve anche concedersi alle ammiratrici.”
“La pianti?”
“D’accordo.”
Lily spiccò un balzo che,
facendogli attraversare mezza stanza, lo portò dritto sul letto. Da lì diede
un’occhiata alle pareti, che nel tempo della permanenza lì del drago di metallo
si erano decorate di graffiti.
Nel senso che erano veri e
propri graffi fatti con i suoi artigli d’acciaio! Pur non privi di un certo
valore artistico: draghi stilizzati, armi acuminate, autoritratti...
“Vedo che in qualche modo
ti tieni occupato.”
“Già. Se c’è una cosa che
non sopporto è il non poter agire! E se c’è una cosa che sopporto anche meno
sono i regali delle fans!”
In quel preciso momento un
pacchetto infiocchettato volò attraverso la finestra atterrando tra i suoi
piedi e il letto.
Gazille lo raccolse e lo
scartò senza troppi indugi: “Bah, di nuovo: pasticcini alla crema! Io non li
sopporto i dolci!”
“Ehi, un attimo: a me
piacciono i pasticcini alla crema.”
Gazille tirò in malo mado
il pacchetto al suo gatto prima di dirigersi alla finestra.
“Mhmm! Sono fatti in
casa!”
“Quante volte ve lo devo
ripetere che non mi piacciono i dolci?! Metallo! Metallo! È così difficile da
capi…”
Prima di finire di parlare
ebbe i riflessi abbastanza pronti da raccogliere al volo un ferro da stiro
prima che gli si spiattellasse sulla faccia. Il gesto, che chiunque avrebbe
inteso con chiari intenti omicidi, rimise invece di buon umore il dragon
slayer!
“Ah, adesso si che ci
siamo! Grazie!”
Richiuse la finestra ed
addentò il suo regalo, mentre la ragazza che glielo aveva lanciato, due piani
più sotto, sveniva per la gioia!
Gazille andò a sedersi
vicino a Lily e i due consumarono insieme quello spuntino fuori programma.
“Allora, che novità ci
sono?”
“Siamo in attesa di
sviluppi: i Raijinshuu sono tornati da Harujion, presto verranno qui alla gilda
a fare rapporto, forse sono già di sotto.” disse il gatto pulendosi via la
crema dai baffi con un fazzolettino, mentre il compagno non faceva niente per
non far stridere e crepitare il ferro sotto i suoi denti acuminati e
indistruttibili.
“Bene, mi ricordo di quei
tre. È gente che ci sa fare e non sembra idiota quanto gli altri: forse loro
avranno concluso qualcosa.”
Al piano di sotto i
Raijinshuu erano per l’appunto presenti e il master Makarov era con loro vicino
al bancone; tuttavia non stavano facendo rapporto, anzi, tra i tre e il vecchio
regnava un silenzio totale.
La loro attenzione era
concentrata tutta sull’oggettino che i tre avevano riportato da Harujion, e che
avevano adagiato sul bancone come una reliquia su un altare.
“……”
UN PUPAZZETTO DI LAXUS CON
LA TESTA MOLLEGGIATA!
Dietro il bancone, Lucy
osservava incuriosita quella scena muta eppure così intensa e carica d’emozioni…
lucidando a vuoto bicchieri già puliti ovviamente!
“Posso?” domandò il Mago
Saggio con palpabile esitazione.
“Dopo di lei master.”
rispose Freed con reverenza e con la massima serietà.
Makarov guardò il
pupazzetto del nipote e deglutì. Anche i Raijinshuu deglutirono!
Il dito dell’anziano si
mosse in avanti. Attese. Per far salire la suspance.
Poi gli toccò la testa!
BOING-BOING-BOING!
“CI MANCA TANTO LAXUS!!!
BUAAAAAAAHH!!!”
Alla fine tutti e quattro
erano esplosi in un calda pioggia di lacrimoni!
Lucy non poté che
commentare con un fievole “Oh, cielo…”. Tra l’altro ora stavano bagnando tutto
il bancone e gli schizzi delle loro lacrime bagnavano anche i bicchieri che
aveva già pulito una decina di volte!
Quella serie di pupazzi
dalla testa molleggiante raffigurava solo i maghi riconosciuti come più famosi
e potenti, ed anche Laxus, per quanto avesse combinato qualche marachella e
fosse ora chissà dove, se ne era meritato uno come il nonno!
“Avete fatto benissimo,
ragazzi! Questo è veramente un acquisto sensato! E pensare che io per una spesa
intera ho distrutto l’armonia della gilda!” piagnucolò soffiandosi sonoramente
il naso con un fazzolettone.
“Chiediamo il permesso di
esserne custodi, signore!” domandò Freed ponendosi su un attenti reso ridicolo
dalle lacrime e dal moccio al naso.
“Permesso accordato: eravate suoi amici dopotutto. E chissà che un giorno… un
giorno… un giorno faremo dondolare la testa al Laxus vero!”
“SPERIAMO!” urlarono i tre Guardiani del Dio del Tuono stringendo i pugni per
l’emozione!
<< Far dondolare la testa al vero Laxus? >>
Lucy ormai si chiedeva se, partito Laxus, anche i tre Raijinshuu non stessero
diventando degli idioti come i loro compagni. Non che il master fosse più
dritto degli altri.
Decise di richiamare la
loro attenzione prima che il dondolio del mini-Laxus li incantasse al punto di
stonarli del tutto: “Scusate, ma voi non eravate andati ad Harujion per altri
motivi?”
“Perbacco, ha ragione! Il
rapporto! Master, noi…”
Makarov si era distratto a
far molleggiare la testa del suo pupazzo, quello che lo raffigurava, insieme a
quella di Laxus: “Eh eh eh eh! Ehm, scusate, dicevate?”
Bixlow però incuriosito da
un dettaglio impedì di nuovo l’inizio di un discorso più serio: “Lucy, ma quei
bicchieri non sono già abbastanza puliti?”
<< Lindo! Lindo! Lindo! >>
Ormai passava da uno a un
altro senza nemmeno guardare: mentre parlava prendeva, puliva, posava,
prendeva, puliva, posava…
“Sigh, questo tic del barista mi segue anche a casa: ieri per aprire la porta
di casa ho lucidato due o tre volte il pomello…”
E quando era entrata aveva “lucidato” anche Happy e Natsu, così imparavano quei
due a irrompere da lei senza permesso!
La biondina sospirò: “Fare
la barista è un lavoro che ti prende sul serio: ormai non mi controllo più!”
“Vero.” –fece notare
Evergreen- “Infatti ora stai pulendo la pelata del master.”
“EH!?”
Makarov: -___-“
Lucy: ^__^” “M-mi scusi!”
A seguito di ciò, Makarov
accordò a Lucy un po’ di riposo, esonerandola momentaneamente dal servizio al
bancone. Così, mentre i Raijinshuu cominciavano a riferire a Makarov il
resoconto del loro viaggio da Rufus il mercante, la giovane maga degli spiriti
stellari, tenendosi ferma la mano in modo che capisse che doveva finirla, si
diresse al tavolo dove le sue amiche Levi e Wendy erano sedute.
“Sei molto tesa, Lucy.”
“Lo sono, Levi. E non mi
riferisco solo al mio tic: questa faccenda mi rende tesa.”
“Come mai?” chiese la candida dragon slayer, il drago più formato ridotto tra
gli adepti della gilda.
“Non vorrei sembrare
maleducata o insensibile ma…” –la biondina si strinse nelle spalle- “Il solo
pensiero che potrei innamorarmi di Gazille semplicemente guardandolo mi da i
brividi!”
“Ti capisco.” –disse
Wendy- “Anch’io sono tesa, ma piuttosto per Charle. Sta diventando paranoica:
per convincerla a lasciarmi venire qui stamattina ho dovuto rassicurarla un
centinaio di volte, inoltre si è messa lì davanti le scale e temo che se solo
mi avvicinassi mi prenderebbe per le orecchie per riportarmi subito a casa!
Sigh!”
Le tre si voltarono:
effettivamente la gattina bianca era in piantone sul primo gradino delle scala
armata di una grossa bacchetta, quasi fosse la vigile sentinella di un confine
invalicabile.
“Certo, essere costrette
ad innamorarsi di qualcuno è una cosa orribile.” disse Levi.
“Oh, io ne so qualcosa…”
A Lucy venivano i mente i
ricchi ma orrendi partiti con i quali suo padre aveva da sempre cercato di
piazzarla per assicurarle un futuro, a scapito della sua volontà e della sua
stessa felicità, ma lì almeno aveva avuto il coraggio di opporsi; qui, per
quanto coraggiose, non si scampava. Anche per questo non riusciva a sopportare
l’idea, e guardava le sue amiche cadute nell’Incanto Cupidus con una certa dose
di compassione.
Si mise le mani tra i
capelli: “Inoltre… Brrr! Ma vi immaginate essere la ragazza di Gazille? Di
Gazille, insomma!”
“Perché scusa?”
“PERCHÈ?! LEVI, MA
ANDIAMO!”
“Non capisco… Gazille,
Natsu, che differenza fa?” fece incerta la ragazza, intimorita dall’alzarsi
improvviso della voce dell’amica, quasi avesse detto qualcosa di assolutamente
impensabile.
“Ma un partito decente
come esempio no, eh?”
Natsu, in un'altra parte
della sala, starnutì.
“Voglio dire, sarebbe
peggio essere costrette ad innamorarsi di un proprio compagno di team: io ho
respinto sia Jet che Droy anche perché non volevo rovinare le cose all’interno
del nostro gruppo.”
I due da lei nominati si
sentirono stranamente abbacchiati tutto a un tratto…
“Come ho detto prima non
voglio essere maleducata ma… Gazille… Beh, mettiamola così, tipi come lui,
anche lontanamente simili, non sono mai rientrati nella mia lista dei fidanzati
ideali, eh eh eh!” ammise con imbarazzo.
Un improvviso pigolare di
stelle apparso al suo fianco preannunciò l’improvvisata di uno spirito stellare
ben noto alla gilda: Loki del Leone!
Questi, con la sua
indomita chioma chiara e i fascinosi occhiali colorati guardò la sua padrona
con un sorrisetto ammiccante: “Io invece ci sono rientrato eccome, non è così?”
“Vero. Però tranquillo,
adesso non ci sei più, anzi, se ricordi ti ho cancellato pochi secondi dopo che
ti ho visto dal vivo la prima volta.”
“……”
Un attimo dopo Loki aveva raggiunto Juvia su uno sgabello del bancone, pure lei
con la testa sbattuta sul tavolo per la depressione.
“SIGH! SIGH! SIGH!”
L’altra maga, solidale,
gli porse la bottiglia a cui lei stessa si era attaccata. Trattavasi per
l’esattezza di succo di frutta alla fragola e alla vaniglia dato che lei era
astemia (e dato che la barista Lucy aveva voluto risparmiarle una sbronza
triste), tuttavia a Loki andò bene lo stesso.
“Potevi essere più
gentile.”
Lucy scosse il capo guardandolo: “Lo so… sigh…”
“Ad ogni modo Lucy, non
penso ci sia il rischio che qualcuna di noi, anche se colpita dall’Incanto
Cupidus diventi la sua ragazza, semplicemente perché lui non è per nulla
interessato. Insomma, per un po’ di corteggiatrici non può farsi vedere in
pubblico, poverino…”
Alzò gli occhi al
soffitto: la sua stanza non era esattamente sopra di loro, ma era sinceramente
dispiaciuta per lui, e le sarebbe piaciuto almeno mostrarle un po’ di
solidarietà. Invece non era possibile poiché lei era una donna, e avrebbe
finito per aggiungersi alle rompiscatole che già lo vessavano.
Inoltre aveva il sospetto
che anche Jey e Droy si stessero facendo paranoici nei suoi confronti e non si
sarebbe meravigliata se si fossero uniti a Charle per fare la guardia sulle
scale!
“Ma vi immaginate come
sarebbe essere innamorate di Gazille?”
“O essere la sua ragazza?”
“O sua moglie?”
“Provate a pensarci…”
Quelle discorso portò
ciascuna di loro in un piccolo volo di fantasia: come sarebbe stato in effetti?
Lucy
“Ehi, ciao, posso chiederti che ore sono?”
“Certo, sono le…”
“EHI, TU! STAI ALLA LARGA DALLA MIA DONNA SE NON VUOI CHE TI FACCIA INGOIARE
TUTTI I DENTI!”
“AAAAAAAHHH!”
“M-ma-ma mi stava solo chiedendo l’ora!”
“Tsk, qui sono io l’unico degno di chiedere l’ora alla mia
donna!”
“Io non sono la tua donna!”
“Si che lo sei! E mi aspetto che in pubblico tu ti metta qualche vestito più
coprente, svergognata!”
“CHE COSA?! Ma a me piace come mi vesto, mette in risalto il
mio fascino!”
Ma Gazille non diceva quelle cose per moralismo: “Tranquilla,
quando saremo soli io e te ti darò io qualcosa da indossare che risalti il tuo
“fascino”! Ghi ih ih ih ih!”
Lucy (occhioni lacrimosi): “Maniaco! Aiuto…”
Wendy
“Tieni, Wendy, ti ho fatto un regalo di compleanno!”
“Uh, Gazille che dolce che sei! Io… Ehm… Sono dei begli
orecchini, ma…”
“Ma?”
“Ecco, io non ho i buchi agli orecchi…”
Le dita di Gazille si plasmarono in affilati aghi metallici: “Nessun problema!
Ghi ih ih ih!”
Wendy (occhioni lacrimosi): “Aiuto Charle!”
Levi
“Levi! Sono tornato!”
“Ah, eccoti, oggi ti ho preparato il tuo piatto preferito… Oh, no!”
“Che c’è?”
“Ti sei portato di nuovo il lavoro a casa!” fece mettendo
furiosa le mani sui fianchi.
Gazille lasciò cadere per terra due tizi tramortiti pieni di
lividi che si era portato sottobraccio fin lì e si grattò dietro la nuca.
“Così mi sporchi di sangue il pavimento!”
“Bah, che rottura, ora fammi mangiare, pulisco dopo!”
“Sigh! Barbaro…”
“……”
Le tre si guardarono tra loro.
“Impensabile!” mormorò
Lucy stringendo gli occhi.
“Spaventoso!” rabbrividì
Wendy abbassandosi sotto il tavolo.
“Inquietante!” concordò
Levi stringendosi nelle spalle.
Lucy sbuffò: “Se proprio
doveva succedere quella pozione poteva almeno finire addosso a qualcuno di più
carino o galantuomo…”
Leo si risollevò dal
bancone: “Come me?”
“Mi avvalgo della facoltà
di non rispondere!”
“Sigh!”
“Non hai certo una gran
considerazione di Gazille come ragazzo, eh?”
“Uh? Scusa Levi, stavi dicendo?”
“Oh, nulla di che.” rispose
alzando di nuovo gli occhi pensosamente.
“Va bene, tutti qui
adesso!”
I due pupazzetti
molleggiati erano spariti dal bancone, sul quale ora si stagliava solo il loro
master; comunicazioni importanti in arrivo.
Lisazille pensò di
approfittarne per scappare: “Ehm, io ora dovrei andare, ho un impegno urgente…”
“Bah! A chi interessano i
discorsi di quel vecchio rimbambito?” fece Bisca agguantandogli il braccio.
“RIMBAMBITO?! GRRR! RINGRAZIA CHE LO DICI PERCHÈ LA PRIMA RIMBAMBITA SEI TU!”
“Non vale! Io ho avuto un
turno in meno degli altri! Voglio i miei tre minuti!” contestò Cana!
Un fortissimo fischio da
pastore le fece girare come tante pecorelle verso un piccolo gattino nero:
“Ehi, chi di voi vuole questa giacca? Gazille cerca qualcuno che la sappia
lavare!”
“Una giacca…
“Indossata…”
“DA GAZILLE?!?!?!?”
Le quattro restarono
qualche secondo in sospeso a pensare a un qualcosa che rese le loro facce
alquanto rosse…
“A ME!”
Lily dovette davvero
mettersi le ali ai piedi per correre al portone, aprirlo, tirare via la giacca
in faccia alle fangirl esterne alla gilda e tenerla aperta giusto il tempo
necessario da far sì che Cana, in prima posizione, Erza, Bisca e Mira si
schiatassero su di loro dando il via ad una furibonda ressa, e infine sbattere
loro dietro la porta.
“Fiuuu…”
Un operazione che aveva
richiesto molto fiato e sangue freddo, ma dalla conclusione impeccabile che gli
valse anche un piccolo applauso.
Lisanna si ritrasformò:
“Uh, che sollievo! Grazie Lily, mi hai salvata. Ma quella giacca era veramente
di Gazille?”
“No a dire il vero: l’ho trovata per terra e ho avuto l’idea di usarla per
convincerle ad uscire.”
“EHI, QUELLA ERA LA MIA!” urlò Gray, che ascoltandolo si era reso conto che era
di nuovo a petto in fuori!
“Tsk! E poi si lamentano
che i miei vestiti spariscono!”
Stavolta però gli
occhietti scuri che sempre si voltavano come un girasole quando, volente e
nolente, si ritrovava svestito, non si affaticarono a voltarsi.
“Sigh… non avvicinarti troppo Loki: sono così appiccicosa che non riusciresti
più a staccarti… sigh!”
“Sigh… Quando fingevo di
essere un umano avevo così tante ragazze… adesso non riesco a conquistarne
nemmeno una.”
Almeno l’unica che gli
interessava sul serio…
“Ehi, voi due! Staccate
quelle facce dal bancone, sto parlando anche per voi.”
Makarov si schiarì la voce:
“Il tempo delle ricerche è
finito; dobbiamo passare all’azione quanto prima. Ora vi dirò cosa io, Lucy e
le altre abbiamo scoperto ieri in biblioteca sull’Incanto Cupidus e sul suo
creatore, e cosa possiamo fare per salvare le vittime innocenti del suo folle
incantesimo!”
Fairy Tail alla riscossa
dunque! La vita e i pensieri della gilda si sono complicati molto e questo non
piace a nessuno. Ma nelle parole così serie e determinate del master c’è dunque
la speranza di una cura all’Incanto Cupidus? Cosa è stato scoperto sulla
pozione? Dove andare a cercare? Una nuova avventura si accinge a partire nel
prossimo capitolo!
Anche questo, come il
precedente, ha fatto avanzare di poco, se non di nulla la storia, che spero non
vi stia risultando troppo lenta a prendere le mosse.
È che volevo anche
chiarire cosa ne pensano le ragazze “sopravvissute”, e come gli altri maghi
hanno cercato di adattarsi a questo sdolcinato inconveniente. Spero di rendere
le cose più appassionanti da questo punto! ^__^
Fatemi sapere cosa ne pensate!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Assalto e reazione ***
nuovocap fairytail
Ciao a tutti cari lettori!
Siamo ormai arrivati in periodo di feste! ^__^
Dal canto mio sto cercando
di riempirmi di spirito natalizio, e spero sia lo stesso per voi! Chissà che
non mi ispiri per un’altra piccola fic natalizia come la mia “Merry Naruto
Christmas” (chi non l’ha letta corra nella mia gallery che per questo periodo è
l’ideale), anche se questa fic mi tiene già abbastanza impegnato.
Ho notato che nonostante
le premesse questa storia stenta un po’ a decollare… O è solo una mia
impressione? °__° Forse è che non sono molto pratico di avventure vere e proprie,
ma mi auguro vogliate continuare a seguirmi anche se l’azione tarda a venire
(ma ci sarà, oh se ci sarà U__U).
Ed ora è il momento di un
po’ di spiegazioni, ma anche di organizzazione e piccoli incidenti! Buona
lettura e buone feste da NaruXHina!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Famosi attori o celebri
cantanti vantano, si fa per dire, schiere accanite di fans sempre pronte a
dimostrare la loro venerazione fino a comportamenti prossimi alla follia;
ragazze che esprimono il loro sostegno e compiacimento per ogni parola o gesto
del loro beniamino, che lo seguono ovunque, come tante piccole lune intorno al
sole della sua popolarità.
Più pragmaticamente,
ragazze con dei seri problemi psichici… almeno in certi casi.
E il caso attuale, una
rissa furibonda di sole donne nel cortile esterno della gilda Fairy Tail,
rientrava appunto negli estremi per un intervento del locale centro di igiene
mentale… Maghe e non maghe, in pieno giorno, sotto gli occhi attoniti dei
passanti, schiaffeggiavano, graffiavano, sibilavano, lottavano furiosamente
rivolgendosi astiose minacce ed invettive poco educate… E ancora tirate di
capelli, morsi alle caviglie, strappi ai vestiti, urti di seni, gonne
ribaltate, involontarie pose oscene…
A pensarci bene gli occhi
dei passanti, più che attoniti, potevano dirsi parecchio interessati!
“È la rissa più
accattivante che io mi ricordi!” esclamò uno spettatore tappandosi una narice
sanguinante con un fazzoletto arrotolato!
Tutto ciò per un motivo
stupido quanto di vitale importanza per le contendenti.
Una giacca indossata dal
loro idolo (o così si era detto…) che necessitava di una lavata; e nessuna di
loro voleva perdere quell’occasione di mostrarsi gentile e solerte servitrice
del più bello e irresistibile mago della città!
Per quel prezioso simulacro, i cartelli inneggianti al loro divo sarebbero stati
spaccati su delle teste, gli striscioni recanti “Sposami!” e varie sarebbero
stati usati per strangolare le rivali, le scarpette col tacco nuove indossate
per far colpo sarebbero diventate delle perfette munizioni da lancio, anche se
buona parte di esse si infilzò in faccia agli spettatori delle prime file!
“GLIELA LAVO IO!”
“L’HO DETTO PRIMA IO!”
“NON SGUALCIRLA!”
Le fan erano numerose e
tutte agguerrite, ma ben presto fatica e botte iniziarono a ridurne il numero,
e già si distinguevano coloro che avevano possibilità di vincerla, grazie
all’avvantaggio dello spirito indomito della gilda a cui appartenevano... e a
un po’ di devastante magia, che non guastava!
“Molla la giacca, cocca!”
“Dovrai passare sul mio
corpo!”
Bisca acconsentì stordendo la fangirl con una raffica di fucile, innocua, ma
molto convincente!
“Ma questa non è la giacca di Gazille! È una gonna!”
“EEEEEEEK! Chi mi ha strappato i vestiti di dosso?”
Un grido d’approvazione si
levò alto dalla strada dinanzi la gilda!
Purtroppo la distrazione
fu fatale a Bisca che sentì una mano stringerle dietro la clavicola e poi più
nulla…
“Meno male che mi ricordo
ancora questo vecchio trucchetto!” esclamò la perfida Mira contemplando
l’ex-amica svenuta: un avversario in meno!
Tuttavia anche lei cadde nello
stesso errore di Bisca: Cana si era sgolata il resto della sua boccia di saké…
e poi gliel’aveva rotta dietro la testa!
“I bernoccoli ti donano…”
Barcollando e carte alla
mano, Cana Alberona si girò, un occhio più chiuso dell’altro per l’alcol, pronta
ad un nuovo round: “Allora, sono sbronza e determinata! Sotto a chi tocca!”
Ma a risponderle fu un
fortissimo rumore, uno schianto, seguito da un polverone e una somma di grida
femminili. Erza si era messa a fare sul serio e aveva buttato all’aria le restanti
non-maghe. Ormai, di quel mucchio selvaggio, quasi tutte giacevano a terra.
“Arrenditi Cana, sono più
forte e lo sai.”
“Mai! L’amore che mi muove
per Gazille mi consentirà di sconfiggerti!”
“Guarda che io pure sono mossa dall’amore per lui.”
“… Beh, io di più!”
Mostrò tre carte: Gli
Amanti, Il Fulmine e La Torre al rovescio, le strinse nel palmo della mano e si
circondò di un’aura di fulmini.
“Fatti sotto allora.”
incitò Erza facendo crepitare il metallo dell’Armatura Ala Nera.
“NE RESTERÀ UNA SOLA!”
“E QUELLA SE LO CUCCHERÀ!”
“URRYAAAAA!”
“KYAAAAAAH!”
E mentre si piazzavano già
le puntate sulla vincitrice, dentro, dietro il portone oltre cui erano state
sbattute affinché anziché rompere le scatole si rompessero tra loro, si stava
discutendo dell’Incanto Cupidus già da un bel po’…
“Li fuori se le danno di
brutto.” commentò Natsu alle grida feroci che si udivano nonostante la porta e
le finestre sprangate.
“Aye!”
“… VOGLIO ANDARE ANCHE
IO!”
Lucy lo agguantò per il
collo e adoperò su di lui una nuova micidiale tecnica: la lucidata! Si trattava
semplicemente di passargli furiosamente la mano tra i capelli!
“AAAAARGH! BASTA! PIETÀ!”
Lucy lo lasciò: “Non
impari mai! Prego, master, parli pure.”
Molti membri della gilda
erano riuniti vicino al bancone, in piedi o sui tavoli vicini, dal quale Makarov,
seduto a gambe incrociate e bastone alla mano, come il giorno prima, li avrebbe
istruiti sulle ultime novità.
“Sigh… lo stand dei
souvenir è ancora là fuori!” sospirò triste Max, che vi lavorava.
“Era, vorrai dire.” lo
corresse solidale.
“Quelle scalmanate là
fuori che ci distruggono tavoli e souvenir e disturbano la quiete non sono il
nostro unico problema. Ora dobbiamo far fronte anche a queste accuse di furto.”
Natsu, e non solo,
restarono confusi a quella frase: “Furto?” Ma scusi, che avremmo rubato?”
Happy intanto, drizzate le
orecchie, era volato in alto fino ad una delle finestre che davano sul lato
dell’edificio ed era sobbalzato alla vista di un’altra piccola folla. Aveva
pensato dapprima ad un nuovo gruppo di fangirl alla carica, invece vide che
erano tutti uomini, ed anche loro organizzati con striscioni e cartelli
(qualcun altro con più mascolini randelli…).
“EHI, VOI DI FAIRY TAIL!
IL VOSTRO SCHERZO è DURATO ABBASTANZA!”
“RIDATECI LE NOSTRE
RAGAZZE!”
Makarov scosse il capo: “Furto
di fidanzate, no? Molte di quelle ragazze lì fuori uscivano già insieme con
qualcuno, e questi qualcuno non l’hanno presa molto bene.”
“IO E EVELYN STIAMO
INSIEME DA UN ANNO E IERI MI HA FATTO UN OCCHIO NERO!”
“CONSEGNATECI QUESTO GAZILLE!”
“VENGA A FARE I CONTI CON
NOI!” urlò quello col bastone.
“O SI ASSUMA LE SUE
RESPONSABILITÀ!” urlò il padre di un’altra delle ragazze, neanche a dirlo un
uomo “all’antica”…
“Io approvo:
consegniamolo!” disse una vocina ignota…
?!?!?
I membri della gilda si
guardarono tra loro. Poi si aprirono in due ali, e Arzack era capitato giusto
al centro.
“Ehm… Eh eh eh!”
Malgrado tutto Makarov ci
passò su, poiché comprendeva bene le ragioni del ragazzo, oltre che dei
manifestanti lì fuori: “Dunque, dovete sapere che…”
Lo stupore derivatogli da
un’improvvisa pioggia di segatura e truccioli però gli fece richiudere la
bocca. Guardò in alto: una sega stava disegnando un piccolo cerchio sul
soffitto.
Finito il disegno e
staccato via il cerchio, lentamente, i maghi di Fairy Tail videro calare verso
di loro un filo con un bicchiere legato all’estremità.
Questo bicchiere calò ad
appena qualche centimetro poco più in alto dalla spalla del master che portava
avanti un ribollente silenzio…
La voce di Gazille uscì allora
dall’improvvisato interfono: << Bene, parlate pure. >>
E il Master parlò, o
meglio, gridò: “MA CHE TI SALTA IN MENTE DI BUCARMI IL SOFFITTO?!?!? NON TI HO
FORSE RIBADITO CHE SARESTI STATO MESSO AL CORRENTE DI TUTTO?!”
Nell’ilarità di Natsu,
Lucy e qualcun altro, anche il bicchiere prese a gridare: “PREFERISCO LA PRESA
DIRETTA SE NON LE SPIACE! IL PROBLEMA è SOPRATTUTTO MIO!”
Pantherlily si affrettò a
tirare le briglie ai nervi del master: “Si calmi, questa storia lo sta seccando
non poco.”
“Finestre… tetto… anch’io
sono al limite della sopportazione!” disse il master, per la cui gilda,
ricostruita secondo i suoi progetti, aveva sviluppato una sorta di empatia!
“Basta perdere tempo ora!
Dunque, grazie all’aiuto delle nostre ragazze, Lucy, Levi, Wendy e Olietta…”
Le quattro furono molto
contente di essere nominate e riconosciute: “Abbiamo solo dato una mano!”
“… ieri siamo riusciti ad
acquisire un bel po’ di informazioni interessanti sulla storia del mago Oliver
e del suo Incanto Cupidus.”
Natsu imitò alla
perfezione uno sbuffare equino: “Che barba, già mi sto annoiando.”
“Come ho detto anche
l’altro ieri, Oliver D’Alambicco era un mago particolarmente interessato alle
magie riguardanti le varie emozioni umane, ed ora sappiamo anche che, pur non essendo
originario nostro paese, viveva nel sud del regno di Fiore, a Heartburg, un
paesino a qualche miglio dalla città di Hosenka dove lui si era costruito una
grande e lussuosa villa.”
“Hosenka la ricordo! Le
terme lì sono stupende!” intervenne Lucy ripensando ad una avventura passata.
“La ricordo anch’io: è lì
che ti ho salvato!” si sbracciò Loki avvicinatosi improvvisamente. Da lì aveva
avuto inizio una serie di eventi senza la quale forse Lucy non sarebbe riuscita
a intervenire per salvarlo dalla morte per esilio dal mondo delle stelle.
“È lì che tra di noi tutto
è iniziato.” disse guardandola in modo seducente a due centimetri dal suo viso.
“Ti ci ho anche dato uno
schiaffo poi, rammenti?”
Loki tornò a spiattellarsi
sul bancone…
“Scusa, ma tu te le
cerchi!”
“Oliver era un ricercatore
appassionato e aveva una mente brillante. Studiò molte magie e oggetti magici riguardanti
direttamente o indirettamente gli stati d’animo delle persone e trovò il modo
di “imbottigliarli”. Era animato da buone intenzioni: inventò subito una
pozione in grado di trasmettere gioia e buon umore e la mise in commercio,
distribuendola però gratuitamente a coloro troppo poveri per permettersela
quando ritenesse ne avessero bisogno: lutti, incidenti gravi, malattie e così
via.”
“Che bravo ragazzo.”
<< Eh, già, però se
si fosse fatto i fatti suoi io non sarei qui a parlare in un bicchiere!
>>
“Oliver continuò gli
esperimenti e puntò sempre più in alto: pozioni di attenzione per i distratti, pozioni
di ottimismo per chi non ha speranza e pozioni di pessimismo per chi sogna
troppo, pozioni di calma e pazienza per gli spiriti bollenti e pozioni di
energia e voglia di fare per gli spiriti insipidi.”
“Quella farebbe comodo a
te, Nab! Ah ah ah!”
“E così via. La sua fama e
le sue ricchezze crebbero sempre più nella regione: ampliò la sua villa e il
laboratorio in essa in cui conduceva, tutto solo, i suoi studi. Purtroppo il
crescente successo come inventore gli tolse ogni freno, fu così che arrivò a
pensare a un progetto utopico.”
“Pop-corn?” fece Bixlow
tornando dalla cucina con un vassoio da mezzo quintale di bianchi e salati
stuzzichini!
“Grande!”
“A me!”
Così ci si poteva godere
la storia ancora meglio.
“Voleva racchiudere in
pozione l’amore. Un’emozione, così pensava, tanto positiva da non poter mai
arrecare alcun danno, capace solo di creare felicità.”
“Certo, come no…” disse il
divorziato Macao, il cui amore non si era rivelato purtroppo gioioso troppo a
lungo.
“Arrivò addirittura a
pensare a un modo per diffonderlo in massa: se l’amore fosse dilagato, pensava,
non ci sarebbero state più guerre e contrasti, tutti avrebbero pensato
unicamente ad essere felici con le loro anime gemelle e a condurre con esse una
vita serena.”
“Un visionario in buona
fede, ma per sempre un visionario.” annuì Pantherlily.
Il sottofondo costituito
dalla lotta che si svolgeva fuori nel cortile stava aumentando d’intensità.
<< Accidenti, se le stanno dando proprio
pesante lì fuori. >>
“Senza contrasti dov’è il
divertimento?” –incrociò le braccia Natsu- “Senza una bella rissa ogni tanto
che vita sarebbe qui a Fairy Tail?”
Inaspettatamente, furono
in molti a trovarsi in accordo con Natsu, e Makarov sorrise intuendolo dalle
loro facce: “Sorpresi? Non dovreste. In fin dei conti rivalità, disaccordi,
dissapori, screzi, lotte sono insiti nella natura dell’uomo, e sono anch’essi
una valvola di sfogo possiamo dire. Il contrasto è insito anche nell’amore che
“non è bello se non è litigarello”, vero
Macao?”
“Già…” il divorziato
nascose il rossore chinando il capo…
“Fatto sta che finché ci
sarà amore, ci sarà anche guerra, inevitabilmente. Continuando il discorso,
Oliver studiò come non mai, sperimentò notte e giorno, e alla fine ci riuscì.
Creò l’Incanto Cupidus, il primo filtro d’amore che funzionasse sul serio (non
la solita baggianata da vendere alle fessacchiotte). Come per gli altri suoi
incantesimi, lo distribuì dapprima nelle zone vicine, per testarne gli effetti,
prima di rivelarne la formula e iniziare a diffonderlo il più lontano possibile
per coronare il suo sogno. All’inizio tutto andò bene, ma alla lunga tutti i
punti dolenti di una magia in grado di forzare l’amore messa a disposizione di
tutti senza freno vennero a galla. I matrimoni aumentarono, ma aumentarono
anche la rabbia di coloro che si vedevano tagliati fuori solo perché non
avevano speso fior di soldi per un intruglio, senza contare i parenti delle
“vittime”, che non erano certo contenti di vedere i loro cari sacrificare i
propri sentimenti autentici per altri artefatti. Certo, si usava la pozione col
contagocce come prescritto, il nostro è un caso particolare, ma di certo gli
effetti disastrosi che abbiamo visto si saranno verificati in parte anche
allora.
La situazione a Heartburg
e negli altri paesi della valle si fece intollerabile. Fu così che una sera,
dinanzi la sua villa-laboratorio, si radunò una folla inferocita, composta da
vari parenti ed ex degli uomini e delle donne caduti sotto il gioco
dell’Incanto Cupidus. Ovviamente gli intimarono di “guarirli” e di distruggere
quella dannata formula.”
Il chiasso là fuori
sembrava ormai esaurito frattanto…
“Oliver, solo contro
molti, accecato dalla sua utopia, difese con forza le sue posizioni, fermamente
convinto che la colpa era da attribuire a chi del suo Incanto aveva fatto un
uso sbagliato. Anche davanti l’odio della gente che voleva aiutare, restava
convinto di poter migliorare le vite di moltissime persone.”
Makarov fece un pausa,
subito interrotta da un “Allora?”, che gli testimoniò quanto avesse fatto presa
sul suo pubblico!
“A quanto riportato nel libro
che abbiamo consultato, la folla si apprestava a linciarlo e lui a reagire con
la sua magia. Fu allora che un giovane corse verso di lui prostrandosi ai suoi
piedi. Costui era stato, fino a pochi giorni prima, in procinto di sposarsi con
una ragazza che aveva conosciuto sin da bambino, con la quale aveva trascorso
negli anni numerosi momenti, belli e brutti, e che adesso lei, caduta
nell’Incanto Cupidus scagliatole con l’inganno da un ammiratore geloso, aveva
rinnegato.
Questi pregò Oliver fino
alle lacrime di restituirgli la sua amata, perché non riusciva a sopportare che
quanto avevano vissuto insieme, e che li aveva condotti a un passo dall’altare
si fosse azzerato. Non poteva tollerare che quanto loro due avessero
faticosamente conquistato venisse spazzato via.”
“Hai un fazzolettino?”
domandò Lucy a Levi, in lacrime come lei.
“Che triste!”
Natsu lanciò un fischio:
“Figo! Questa storia ha davvero tutto! Magia, un pazzo, una folla inferocita…”
“Una scena commovente!
Sniff!” concluse… Elfman!
“?!?!?!”
“Che c’è? Che avete da
guardare? Mi è entrata una bruschetta nell’occhio! Sigh!”
“Si dice “bruscolino”…”
“Com’è finita master?”
domandò Lucy ansiosa di conoscere un finale, e domandandosi se mai avesse
potuto rielaborare quella storia per uno dei suoi futuri libri: ne sarebbe
venuto fuori un successo!
“A quel punto Oliver,
impietositosi, si arrese. La sua capitolazione fu totale: non solo spezzò tutti
gli Incanto Cupidus lanciati, provocando una piccola ondata di divorzi e
schiaffi in faccia, ma abbandonò Heartburg per sempre.”
“Abbandonò?”
“Esatto. Due giorni dopo
partì a bordo di un carro lasciandosi dietro la sua casa con gran parte dei
suoi averi, oltre che il suo laboratorio, e non vi tornò mai più. Questa
storia, così come l’avete ascoltata, è stata riportata su un libro della
Biblioteca degli Arcani Passati dal figlio di Oliver, nato alcuni anni dopo
questi eventi, il quale ha riportato la storia del padre così come da lui gli è
stata raccontata.”
<< Bel mucchio di
chiacchiere, ma a noi che importa? >> brontolò il bicchiere.
“Gazille ha ragione, noi cosa ne ricaviamo? Non viene detto come Oliver ha
spezzato l’Incanto Cupidus.” domandò Lisanna.
“No, questo è vero, però
adesso sappiamo che è possibile! E sappiamo anche un’altra cosa, ci stavo
giusto arrivando: la villa di Oliver, con il suo laboratorio è ancora lì!
Oliver, prima di partire meditò di distruggere tutte le sue ricerche e le sue
formule che avevano causato tanti guai. Per fortuna non lo fece: non se la
sentiva, in fin dei conti erano sempre sue creazioni. Non avendo cuore di
distruggerle, le abbandonò lì, lanciando tuttavia un incantesimo di tipo
Script: tutte le sue carte, su cui erano recati i suoi diari di ricerca, nonché
le formule e i dettagli di tutte le sue pozioni vennero criptate, cosicché
nessuno, trovandole per caso, avrebbe potuto leggerle, poiché le avrebbe
trovate scritte con simboli incomprensibili. Abbiamo poi fatto delle ricerche
sulla città di Heartburg, scoprendo che la villa di Oliver D’Alambicco giace da
decenni in stato di abbandono. La gente del luogo non ama quel posto per via
del brutto ricordo legato all’Incanto Cupidus.”
“Ho capito!” sorrise Gray.
Il master gli sorrise di
rimando: “Dobbiamo recarci subito ad Heartburg, trovare la villa di Oliver e il
laboratorio al suo interno: se c’è un posto dove possiamo trovare la cura che
usò per l’Incanto Cupidus è certamente lì, tra le sue innumerevoli invenzioni!”
La battaglia per la giacca
si era conclusa. Alla fine, ne era rimasta una sola, per la gioia di chi aveva
scommesso su di lei.
Cana Alberona
Ansimante, con un livido
qui e uno là, ma con lo scuro tessuto, un po’ strappato, un po’ sporco di
rossetto e molto sgualcito, saldamente nella mano.
“CE L’HO FATTA! È MIA!”
Persino Erza era al
tappeto, cosciente ma rispettosa di colei che l’aveva sconfitta con scaltrezza
e forza insieme.
“Non puoi continuare Cana, arrenditi e forse ti permetterò di
fare le felicitazioni a Gazille quando ci sposeremo!”
Ma lei, ferita ma determinata, seppe ribaltare la situazione!
“GUARDA! UN CHEESECAKE ALLA FRAGOLA!”
“DOVE?!?!?!?”
CRASH!
Meno male che portava sempre una bottiglia di riserva, e meno
male che raramente le armature di Erza erano fornite di un elmo ben coprente!
“La giacca è mia: lui me
l’ha data e guai a chi me la tocca! Gliela laverò io e io gliela riporterò
conquistandomi la sua gratitudine; e quando l’avrà indossata… gliela toglierò
di nuovo! Uh uh uh!”
Così gioiva, saltava e
rideva Cana, ad onta delle sconfitte nella polvere. Ma una di loro, per quanto
battuta, sembrava da poco interessata a quello scontro; fin dall’inizio in
effetti.
“Ah…” –sospirò lei
guardando da tutt’altra parte con gli occhi a cuoricino- “Puoi pure tenertela
quella giacca, tanto ho fatto colpo su Gazille prima io! Mi ha detto anche
<< Grazie >>! Ah, sono la
donna più fortunata del mondo!”
“Come scusa? E quand’è che
l’avresti visto tu?”
“Quando si è affacciato
alla finestra, quella lassù, proprio quella: due cuori e un ferro da stiro!
L’amore è sbocciato me lo sento! Ah!” continuava a sospirare lei, mentre la
sospettosa Cana alzava gli occhi verso la finestra che le aveva indicato.
“Mhmm…” e d’un tratto quella giacca le interessava molto meno…
Mentre il master Makarov
si rinfrescava la gola dopo la lunga chiacchierata approfittando di trovarsi
con le bevande a portata di mano (o piuttosto di avere una mano dalla portata
estensibile), gli altri maghi davano ora fiato alla bocca in un acceso
parlottio.
“Si tratta quindi solo di
arrivare fin laggiù e trovare quelle carte.”
“Diciamo di si: sono
criptate come ho spiegato, ma un modo per decifrarle lo si potrà trovare anche
dopo, l’importante è portarle qui.”
“Non mi sembra molto
difficile!”
Poteva essere un occasione
per mettere un po’ in mostra il proprio valore senza correre troppi rischi,
oltre che di aiutare amici in difficoltà.
“Se è così potremmo anche…”
Ma la loro spavalderia
venne messa a tacere da Natsu, il quale, saltato in un lampo sul bancone
accanto al master (il quale venne sollevato a mezz’aria per un secondo ma
continuò a bere senza scomporsi), gridò: “CI PENSO IO!”
“……”
“Sarò io ad arrivare fino
a Harborg e a trovare quella cura: Erza è mia amica ed è anche un membro del
mio team, quindi è giusto che vada io!”
Un tono che non ammetteva
repliche, se non quella di un certo Fullbuster.
“Umpf! Se ci vai da solo
possiamo considerare Erza già spacciata: non sai nemmeno pronunciare il nome
della città correttamente!”
Saltò anch’egli sul
bancone: “Lo accompagno io: Erza è anche una mia compagna di team!”
“Ed anche una mia!” -fece Lucy alzando in aria il palmo tatuato col simbolo
della gilda- “E non mi dimentico nemmeno di Mira, Cana, Bisca e Gazille!”
Si avvicinò anche lei agli altri due, ma senza salire sul bancone, con tutto il
tempo che ci aveva speso a lucidarlo prima!- “Voglio andare anch’io!”
Happy svolazzò dritto
filato dall’amico dalla sciarpa bianca: “Ehi! E io?”
“Tu eri sottointeso,
Happy!” gli sorrise questi.
“YAHOOO!”
Ma l’ardimentoso team
Natsu stava facendo i conti senza l’oste!
<< EH, NO! FERMI TUTTI! >>
Si voltarono verso il
bicchiere parlante, che tremava come scosso da un sisma!
<< Qui l’unico che va sono IO! Io sono l’incantato, io mi disincanto!
>>
Lily ridacchiò, come se
non avesse aspettato altro che quel momento: ormai lo conosceva bene.
“Nemmeno per idea, Gazille!” -fece autoritario Makarov alzandosi in piedi e
puntando il bastone contro il suo raffazzonato interfono- “Tu devi cercare di
farti vedere il meno possibile, un viaggio è l’ultima cosa di cui hai bisogno:
potresti tornare qui con altre decine, forse centinaia di fangirl in più,
sempre che tu riesca a tornare e non ti sposi durante il tragitto.”
“Ah ah ah! Tranquillo
Gazille, noi bastiamo!” rise tronfio il drago rosa.
<< Oh, certo, e voi
pretenderete che io mi metta nelle mani di un idiota, un nudista e una bamboccia?
>>
“EHI!” urlarono furiosi i
tre soprannominati!
“Io non sono un nudista!”
sbottò Gray.
“Infatti, tu eri
l’”idiota”! Ih ih ih!”
“Tsk! Idiota era senza dubbio riferito a te! Re degli idioti!”
“Ah, si?”
“Si!”
E i due cominciarono a
ringhiare con le facce attaccate l’una a quella dell’altro.
“Ragazzi, calma, non c’è
tempo per i bisticci, ricordatevi di Erza…” cercava di calmarli la biondina
senza successo.
Il tentativo di Natsu, e
poi di tutto il suo team, di avere l’esclusiva in quel salvataggio non piacque
a tutti; Macao, Elfman, Freed, Pantherlily ed altri si proposero per dare un
mano, ma il vecchio mago li redarguì severamente.
“No! Troppe persone in una
missione generano solo confusione e problemi. Capisco che siate preoccupati per
le vostre amiche, ma chi parte va per tutti e quattro, non solo per i suoi
compagni di team.”
D’altro canto, era il caso
di ragionare bene su chi inviare. Makarov si grattò il mento: << Se vanno solo questi tre ed Happy, senza che
ci sia Erza a controllarli, di sicuro combineranno un mucchio di guai… Lei è
l’unica che li tiene un po’ a freno: così Gray e Natsu litigheranno per tutto
il viaggio e Lucy si stuferà e li pianterà per andare a spasso… Questo team
così non va bene, deve essere aggiunto qualche nuovo elemento. >>
“Ahem!”
Guardò in basso e vide un
musetto all’insù incorniciato da una morbida pelliccia bianca: “Io e Wendy
vorremmo partecipare alla spedizione.”
Happy diede subito segno
di approvare!
Wendy, entrata nella gilda
da poco, si mostrava volenterosa nel dimostrare l’attaccamento ai suoi nuovi
compagni: “Vogliamo dare una mano.”
Charle volò vicino
l’orecchio del master: “Inoltre in questo modo sarà al sicuro, lontana da
Gazille.”
“Dovevo aspettarmelo.” ridacchiò Makarov sotto i baffi.
Le magie di supporto della
dragon slayer potevano rivelarsi utili in svariate occasioni, ed era vero che
in quel modo la piccola non rischiava di guardare Gazille: ne sarebbe uscita
una coppia fin troppo esecrabile! Tuttavia, non era certo a lei che poteva
riferirsi per portare un po’ di senno a quella squadra sgangherata, era solo
una bambina. Serviva qualcuno di più maturo e coscienzioso.
Gazille stava facendosi
sempre più insofferente: << Oh, stupendo, non bastava la bamboccia, ora
pure la marmocchia! >>
“Se sei così contrario
perché non suggerisci tu qualcuno per la missione?” fece Makarov.
<< Certo che lo
suggerisco: IO! >>
Non lo ascoltò neanche;
scrutò invece i suoi maghi, i quali ricambiarono il suo sguardo pronti a
scattare se chiamati in causa.
“Che ne pensi di Levi?”
I capelli le si
drizzarono, scombinandole la fascia: “COME?!”
<< E perché lei?
>>
“È una persona affidabile
e seria, potrebbe compensare l’esuberanza gli altri.”
Gli “altri” si sentirono
parecchio offesi poiché significava che per lui non erano né affidabili né
seri!
“Inoltre usa la magia di
tipo Script: sarà in grado di destreggiarsi facilmente tra i quintali di
scartoffie da decifrare che troverete. Che ne dici?”
La ragazza, ancora un po’
stordita per l’inaspettata chiamata, era combattuta: una parte di sé, più
insicura, la spingeva a ribattere, un’altra, convinta di essere la persona
giusta al caso, ad ascoltare l’opinione del dragon slayer.
<< Bah… non è che
sia molto convinto… >>
Jet e Droy scattarono
subito: “Ma come ti permetti, buzzurro! Che vorresti dire?”
“Tu l’aiuto di Levi
nemmeno te lo meriti!”
Levi invece si dimostrò
accomodante: “Ecco, io spero di essere utile… Però se Gazille non vuole…”
Lily interruppe tutti: “Io
dico che dovrebbe partecipare anche lui. Basterebbe comporre una comitiva di
soli uomini.”
<< Ah, bravo Lily!
Finalmente un alleato fidato! >>
“Il rischio è troppo alto!
Se esci fuori avrai alle calcagna tutte le donne che incontrerai, se resti lì
invece né tu né nessun altro correte alcun…”
<< AH, ECCOTI!
>>
<< AAAAAAAAARGH! >>
“… rischio?”
“Cos’era?” -domandò Lucy-
“Sembrava la voce di Cana…”
Makarov si spiattellò un
ceffone sulla fronte: “Oh, no!” –afferrò il bicchiere e ci strillò dentro-
“Gazille! Mi ricevi? Che succede lassù?”
Gazille era stato beccato
da Cana seduto nel corridoio del piano di sopra a litigare con un bicchiere
vicino un buco del pavimento: il bar infatti, dove Makarov stava parlando, non
si trovava precisamente nella sua stanza, ma un po’ più in là.
“C-c-come sei arrivata
qui? Come hai fatto a trovarmi?”
Più indietreggiava, più
lei si avvicinava ancheggiando: “Oh, sapessi, ho scalato tutta la facciata
della gilda fino alla finestra della tua stanza pur di trovarti e restituirti
la tua giacca. Su, dillo, sei meravigliato che ho fatto tutto questo solo per
te?”
“La mia cosa?”
“A proposito, mi sono
presa un piccolo ricordino.” Disse mostrando un’altra giacca, una realmente
sua… che portò al viso per annusare intensamente!
“Aaaah! Non so perché ma quest’altra sa molto più di te!” sospirò lei
stringendosela al petto.
“TU SEI COMPLETAMENTE
FUORI!!!” -urlò il drago con le mani tra i capelli- “Che razza di modi sono
annusare i vestiti altrui?”
“I modi di chi è pazza di
te.” disse avanzando inesorabile, mentre Gazille teneva le mani avanti come per
intimarle l’alt!
“Ma ti rendi conto o no di
quello che fai? È da maniaci! E se io ti chiedessi di mostrarmi le tette lo
faresti?”
“… Mhmm… non so, non mi è
mai capitato… Vuoi che ti mostri le tette?”
“NO!” si sgolò Gazille
diventando rosso rame!
Cana iniziò a chiamarlo a
sé con il seducente dito indice: “Vieni qui Gazille, lascia che ti spieghi il
significato della parola << amore
>> con il mio corpo!”
“N-non è necessario!” ma
mentre lo diceva dovette saltare di lato per schivarla!
E frattanto, grazie ai
suoi bicchieri comunicanti, al piano di sotto stavano sentendo tutto!
<< Non scappare, mio adorato, ti affatichi:
vieni qui, riposa sul mio comodo e caldo petto! >>
L’intero piano inferiore
era popolato di facce rosse e occhi strabuzzati!
<< Suvvia, perché scappi? Uno come te non avrà mica
problemi di “autostima”? Uh uh uh! >>
“Ma non si possono dire
certe cose! Qualcuno pensi ai bambini!” protestò scandalizzando Elfman portando
le mani sulle orecchie di Lisanna!
Wendy era stata infatti
subito messa al riparo dalla sua exsheed, che saltata dietro le sue spalle le
aveva tappeto le orecchie con le zampette: “Charle! Non sento più nulla!”
“Molto meglio così,
credimi!”
“Questa sta diventando una gilda a luci rosse!” esclamò Lucy nascondendosi il
volto tra le mani.
“RAGAZZI LASSÙ, CONTEGNO
PREGO!” urlò il master nel suo bicchiere.
“Ragazzi, fazzoletti
prego!” domandò invece qualcun altro alla vista di piccoli torrenti rossi che
spuntavano tutto intorno dalle narici altrui!
Dal bicchiere continuavano
a giungere urla e rumori di passi e oggetti rotti o caduti a terra, come in una
fuga forsennata.
“Scappa, Gazille, scappa!”
tifava Natsu.
Makarov, allarmato da un
sospetto, deglutì: “Un momento, non è che…”
“FERMATE QUESTA
MATTAAAAAAAAAAAA!”
Sospetto fondato! Gazille
stava scappando al piano di sotto e stava ora volando sulle scale quattro
gradini alla volta con Cana alle calcagna!
“NON QUIIIIIIIIIIIIIII!”
Per fortuna che gli altri
ebbero i riflessi pronti: Jet e Droy saltarono subito addosso a Levi, Elfman
fece scudo a Lisanna col proprio enorme corpo, Olietta venne fatta voltare in
un istante, infine Lucy venne salvata dal prode Loki che le si gettò anche lui
addosso; il suo gesto venne però male interpretato e si beccò una sberla in
faccia che gli fece schizzare via gli occhiali.
Anche Gray si mostrò preoccupato
per qualcuno: “Juvia, copriti gli occhi, presto!”
“Sigh… non preoccuparti
sono troppo appiccicosa, non riesco nemmeno a staccarmi da questo tavolo!
Sniff…”
<< Accidenti quanto l’ha presa male!
>> pensò lui con un gocciolone dietro la testa.
“Charle! Ora non vedo
nemmeno più niente!” fece la povera Wendy, non più solo sorda ma anche cieca
per via della codina bianca che la furibonda Charle le aveva messo davanti gli
occhi!
“MALEDETTO GAZILLE! NON TI
DARò MAI WENDY!”
“EHI! NON è COLPA MIA SE
UNA SQUILIBRATA MI INSE…”
Fare i gradini delle scale
a quattro a quattro ovviamente quadruplica la possibilità di inciampo. Il
dragon slayer capitombolò dopo un volo di svariati metri su di un tavolo che si
sfracellò sotto il suo peso. Nemmeno il tempo di riprendersi dalla botta che si
vide oscurato da un’ombra: era l’ombra di Cana, che stava saltandogli addosso!
“MIO!”
“NOOOOOOO!”
Si rialzò più velocemente
che mai, ma non poté fare un passo che Cana lo placcò alle gambe e i due si
ritrovarono sul pavimento, lui sotto e lei sopra.
“Vieni Gazille, andiamo di
sopra, lontani da occhi mortali, a manifestarci il nostro divino amore… Ho
provato il tuo letto mentre ero nella tua stanza e trovo sia l’ideale per
concepirci un figlio!”
“Aiutatemi…” supplicò
Gazille, troppo a disagio in quella posizione per architettare alcunché. I tipi
duri come lui non erano fatti per le smancerie, figuriamoci per avance tanto
esplicite!
Qualcuno tentò di
avvicinarsi, ma Cana, utilizzando la carta del Sottosopra, li rovesciò e gli
fece dare una sonora zuccata al pavimento.
“Tornando a noi, a casa
mia ho un bel po’ di beveroni, magari qualcuno di quelli riuscirà ad accendere
la tua passione!”
Makarov strinse il
bastone: “Basta! Non tollererò oltre queste sconcezze! Gazille va riportato di
sopra e a Cana va lavata la bocca col sapone!”
“Aspettate!” –fece Lucy,
con gli occhi tenuti coperti da una mano- “Forse ho un’idea!”
Corse con la mano al
fianco, in cerca di una delle sue chiavi: “Apriti Porta dei Due Fratelli!
GEMINI! Ascoltate, dovete trasformarvi in Gazille, e subito!”
“Non ho ben capito…”
–rispose un uomo di colore armato di forbici- “Vuoi che ti acconci i capelli
come quelli di Gazille?”
“CANCER? No, non tu! Ho
sbagliato!” difficile distinguere le chiavi alla cieca!
“Personalmente non ritengo
ti stiano bene, ma se è ciò che desideri…”
Lucy ci mise un secondo ad
immaginarsi la sua chioma bionda divenire lunga, aculeata e funestata da selvagge
doppie punte!
“NOOOOOOO! VIA!”
“Ci penso io!”
Sparito Cancer, Loki prese
la chiave di Gemini dal cinturone consegnandola alla mano della sua padrona, e
il vero spirito stellare dei Gemelli, i due fratellini Gemi e Mini, fecero il
loro ingresso in campo.
“Ascoltate: trasformatevi
in Gazille e poi andate vicino a Cana, svelti!”
I due spiritelli si misero
sull’attenti da bravi soldatini e obbedirono, facendo comparire un secondo
Gazille. Dopodiché Lucy chiamò Cana, facendola girare verso di loro.
“COSA?!”
A quella volta mollò il
Gazille originale e indietreggiò di qualche passo per avere più chiara la
situazione: “Due? Due Gazille? Com’è possibile? Com’è successo? E adesso?”
“Bella mossa Lucy!” –si
complimentò lo spirito stellare del Leone- “Adesso non sa più che draghi
pigliare!”
<< Meno male che la biondina ha avuto una buona
idea. >> disse il Gemini-Gazille; quando infatti Gemini prendeva
l’aspetto di una persona né acquisiva anche ricordi e pensieri.
Lucy fu ancora una volta
contenta di sentirsi lodata: “Oh, grazie!”
<< Una volta tanto… >>
“EHI!”
Nel frattempo Cana era in
piena crisi esistenziale: “Come faccio? Da chi dei due devo andare? Oh, destino
crudele, scegliere tra l’uomo che amo e l’uomo che amo! È come scegliere tra
saké e saké, impossibile!”
Si voltò e si sedette a
terra, mormorando pensosamente. Nel frattempo, mentre lei ci ragionava su, gli
altri ebbero tutto il tempo di trascinare Gazille nuovamente sopra le scale e
di far tornare Gemi e Mini nel loro mondo.
Gazille saliva velocemente
quanto era sceso, ma non per la paura stavolta, bensì per la rabbia: ad ogni
falcata stringeva la ringhiera in legno quasi a lasciarvi i segni degli
artigli.
<< Ne ho abbastanza! Qui o
mi si tratta come un appestato o mi si soffoca! È ora che mi muova! >>
<< Povero Gazille… Forse se qualcuno lo
incoraggiasse un po’… >> -pensò Levi, che come altri lo seguiva con
gli occhi sparire di nuovo nella reclusione del piano superiore- << Però a pensarci bene, lui sembra proprio uno di quelli che non
sopportano la “pietà” altrui. Andare in missione con Natsu e gli altri sembra
l’unico modo in cui io possa aiutarlo, ma non so quanto potrò mai essere utile.
>>
Cana nel frattempo aveva
realizzato che più che un dilemma quella era una fortuna: “Beh, del resto due
sono meglio uno! Con due Gazille sarei invidiata il doppio! Uno per braccio ma
certo!”
Balzò in piedi e
voltandosi disse: “D’accordo, se ce ne sono due allora li sposo entrambi!”
Peccato lo disse al nulla!
“……… NOOOOOOOO! ORA NON CE
N’è Più NEMMENO UNO!!! SIGH!”
E in meno di un lampo
anche lei si ritrovò al bar a deprimersi.
“Sigh… e non c’è nemmeno
un barista a cui chiedere di lasciare la bottiglia! Sigh!”
“Se vuoi ti cedo la mia…” disse Juvia, ancora “appiccicata”.
“Uffa… Voglio un
uomoooooooo! Sigh!”
Gazille era di nuovo di
sopra; le terribili quattro “incupidite” giacevano tutte abbattute, chi
fisicamente, chi spiritualmente; i cortei fuori la gilda erano momentaneamente
cessati; le spiegazioni del caso erano state fornite, e il gruppo che sarebbe
partito alla riscossa era stato organizzato.
Makarov poteva finalmente
rilassarsi un po’ con una fumata, in compagnia del solo Freed.
“Sono desolato di non
essere riuscito a scoprire nulla di rilevante, master. Inoltre… ci siamo
dimenticati di chiedere della pozione per Reedus.”
Reedus, passando di lì,
fece spallucce: gli sarebbe andata meglio la volta successiva.
“Oh, non fartene una
colpa.” –lo rassicurò il vecchio sorridendogli benevolo- “Alla fine siete
riusciti a farvi dire da Rufus tutto quello che potevate sapere da lui, e visto
il tipo è già qualcosa: avete scoperto anche voi che la boccetta di Incanto
Cupidus proveniva dal nostro regno, come Oliver appunto.”
“Non è che lo dice solo
perché le abbiamo portato il pupazzetto di Laxus, vero?”
“Rilassati figliolo, non
era detto potesse aiutarci granché, lui è più un mercante che un mago, però
valeva la pena provare.”
Freed si sentì
risollevato. Makarov prese a mordicchiare il boccaglio della pipa.
“Inoltre, c’è un dettaglio
del vostro rapporto che potrebbe essere rilevante.”
“Signore?”
“C’era un altro tizio
interessato a quella pozione, non è così che hai riferito?”
“Certo.”
Il vecchio mago aggrottò
le ciglia: “Potrebbe non voler dire nulla, ma potrebbe anche voler dire che c’è
qualcuno in giro particolarmente interessato proprio a quell’incantesimo.”
Freed abbassò anch’egli il
capo, pensoso.
“Natsu è il solito
irruento, ma in un certo senso mi ha anticipato: questa missione potrebbe
essere un semplice recupero, ma sgradite sorprese possono sempre capitare.
Natsu, Gray, e anche Lucy sono forti: nel peggiore dei casi saranno in grado di
reagire adeguatamente. Wendy è stata un po’ inaspettata, ma le sue magie di
supporto possono sempre far comodo.”
Inoltre, se diceva di no a
Charle, quest’ultima lo avrebbe tormentato fino a fargli cambiare idea, e a lui
non andava proprio di sentirla!
“E riguardo Levi?” domandò
il mago spadaccino.
“Se si tratta di cercare
carte chi meglio di lei? Alla biblioteca mi è stata parecchio utile.”
Soffiò via un po’ di fumo,
che salito verso l’alto si racchiuse in una pallina che esplose silenziosamente
come un fuoco d’artificio: “E poi… Beh, lei è stata una delle prime persone qui
alla gilda ad accettare Gazille, nonostante dei pessimi precedenti: sono sicuro
si impegnerà.” concluse il vecchio sorridendo.
“Capisco.”
Makarov si stiracchiò, e
restò un po’ di tempo a respirare lentamente, guardando Natsu e Gray che
litigavano qualche tavolo più in là.
“Visto che non c’è Erza il
capo in questa missione devo essere io!”
“Tu? Tsk! Una testa di
fiammifero come te non è tagliata per fare il capo.”
“Non è vero, sono il più forte
tra noi!”
“Nemmeno questo è vero, e
poi per fare il capo ci vuole cervello e quello ti manca del tutto!”
“Aye, non è una cima in
effetti.”
“Happy! Ma da che parte
stai?”
“Umpf, e perché non
potrebbe essere Wendy il capo? Di certo è meno mocciosa di voi due!”
“Charle, per favore, non è importante chi è il capo, l’importante è curare
Gazille.”
Levi intervenne
timidamente: “A dire il vero il master ha detto che dovrei badare io a voi…
anche se non ne sono tanto sicura…”
“Rilassati Levi.” –fece l’amica bionda mettendole una mano sulla spalla- “Ti
darò una mano io!”
“Il capo è Levi.” confermò
calmo Makarov.
Figurarsi se Natsu non
aveva da ridire: “Ma come?! Per una volta che il capo potevo essere io!”
Ma il master stava già
dando un altro tiro di pipa: aveva strillato fin troppo fino a quel punto, ora
non voleva saperne che di rilassarsi un po’. Peccato che nella mente di un capo
sorge sempre un pensiero o un problema su cui confermarsi.
Mordicchiò ancora la pipa:
“Freed, vieni con me di sopra, dovrai mettere una barriera contro le ragazze
visto che ora sanno che Gazille ha una camera al piano di sopra.”
“Sissignore.”
Sbuffò: “Anzi, temo che la
barriera non sarà solo per loro.”
Finalmente questa storia
sta partendo! Ma forse voi vi aspettavate un po’ di azione già in questo
capitolo… Non so, spero di non starvi annoiando ^__^” A me piace fare le cose
con calma U_U Anche perché così ho più spunti per le gag! XD
Il team di salvataggio
anti-cupido è stato deciso, e la sua partenza è imminente! Cosa li attende? Una
semplice gitarella fuori porta, o i timori del master sono fondati? Restate con
me e lo saprete!
Gazille in questo capitolo
si è mostrato più intraprendente, anche se ancora costretto a subire, ma
tranquilli, prestò sarà alla ribalta anche lui! Intanto onore a Cana, la cui
determinazione le ha consentito di battere persino la famosa Titania. Viva i
personaggi secondari, che nelle fanfic possono avere i loro bei momenti di gloria!
^__^
Alla prossima cari
lettori, e mi raccomando, fate buone feste!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Alla riscossa! A ciascuno la sua mossa! ***
ft fanfic
Ehilà a tutti, cari
lettori! Innanzitutto, visti gli ultimi commenti che ho ricevuto, vi
tranquillizzo: non sono depresso, né demoralizzato! XD
La fic mi piace e piace a
voi; all’inizio riceveva più commenti ad ogni capitolo ed ora un po’ meno,
tutto qui: se siete autori anche voi sapete quanto noialtri siamo affamati di
commenti *__* Ma l’importante è continuare a scrivere e divertire, chi commenta
e chi no. Grazie del vostro sostegno ad ogni modo! ^__^
Ebbene si, l’avventura può
dunque partire! Il team Natsu è in partenza, allargato di qualche nuovo
innesto, ma altri ancora vorrebbero unirsi alla caccia anti Cupidus, anche se
qualcuno avrebbe da ridire. Riusciranno a farsi valere?
Buona lettura, e buone
feste da NaruXHina!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
“Figuriamoci se me ne
resto qui!”
Radunate un po’ di cose
sul suo letto, le ficcò senza troppi complimenti nella sua sacca da viaggio,
più simile a un fuggitivo che a un viaggiatore in partenza.
<< Mettermi nelle mani di Natsu, non
scherziamo! Loro si beccano tutta l’azione mentre io me ne resto qui; e a fare
che? A rischiare altre spregiudicate molestie sessuali? Ci penserò io a staccarmi quelle
rompiscatole di dosso! >>
Aprì l’armadio, vi frugò
dentro e vi trovò un pesante mantello nero munito di cappuccio: per certi versi
appariscente per l’aria inquietante che conferiva, ma almeno così riconoscerlo
sarebbe stato più difficile che passare un’altra giornata da recluso,
circondato da assatanate pronte a mostrarti le tette alla sola richiesta!
Qualcuno gli avrebbe
suggerito di approfittarsi della situazione… Ma lui non era il tipo, né da
smancerie, né da sconcezze. Mai avuta una donna tra i piedi fino a quel momento
e non ne sentiva l’esigenza: i suoi spazi prima di tutto!
Uscì dalla stanza e si
guardò intorno. Nessuno tra i piedi.
Attraversò a passo svelto
il corridoio del piano superiore, diretto verso le scale che davano sul retro,
da lì sarebbe uscito e si sarebbe diretto ad Heartburg per conto proprio:
sapeva già ciò che doveva sapere, dove e cosa cercare.
<< Ho lasciato sulla porta un biglietto per
avvisarli di non partire o non portare ragazze con sé nel caso mi vengano
dietro, spero solo qualcuno lo trovi prima che Natsu e gli altri lascino la
città. Tsk, guarda che roba, e poi la gente va dai ciarlatani a farsi fare i
filtri d’amore: si ricrederebbero se passassero ciò che sto passando io, è
peggio di una fattura… >>
SPLAT!
?!?!?
Il suo naso spiaccicato
contro il vuoto davanti a sé dapprima lo sconcertò. Poi gli ricordò di qualcosa
che aveva già visto e sperimentato.
Allungò la mano, e questa
si fermò di nuovo, come stesse appoggiandosi a un muro.
“Ma cosa…”
Alzò gli occhi. Una
scritta a caratteri arcani rossi recitava: << Nessuno può entrare o uscire da quest’area senza permesso >>.
Gazille impallidì. Poggiò
entrambe le mani sulla barriera e cominciò a spingere, ma era come lottare
contro una montagna invisibile. Al di là, nel frattempo, erano comparsi il
master e, al suo fianco, Freed.
“Mi rincresce Gazille…”
mormorò il vecchio a testa bassa.
“Che significa questo?!
Fatemi uscire subito! Non potete farlo!”
“Non rendermi le cose più
difficili!” –ribatté il vecchio, suo malgrado costretto a mostrarsi duro e
irreprensibile- “Comprendo le tue ragioni, ma non puoi avventurarti là fuori,
anche tutto ammantellato, il rischio è troppo grande.”
“Oh, certo, se resto qui
invece non rischio che Cana mi mostri il suo amore col suo corpo, o che Erza
non mi chieda di strapparmi un piercing come pegno d’amore…”
“Grazie a questa barriera
sia tu che loro sarete protetti.” intervenne Freed, il cui cuore saltò in gola
quando il dragon slayer batté furiosamente il pugno contro la sua barriera con
gli occhi iniettati di sangue.
“Protetto?!” –gridò, con
la frustrazione ben nascosta dietro l’impeto di rabbia- “Sono prigioniero!
Pretendete che io me ne stia buono ad aspettare che mi salvino? Per chi mi
avete preso?!”
Makarov sospirò: “Gazille,
impara ad avere fiducia nei tuoi compagni e pazienta un altro po’.”
“Oh, i miei compagni,
certo…” –mormorò con velenoso scetticismo- “Quelli non vanno certo per me;
vanno per Erza, Mira e le altre. Oggi vi ho ascoltato tutto il tempo e a
momenti mi dimenticavate!”
“Tu non sai ciò che dici.
Certo, possono fare qualche preferenza, ma è naturale per compagni che si
conoscono da più tempo; però hanno vissuto delle avventure anche con te e non
lo dimenticano. Accantona il tuo orgoglio, e accetta il loro aiuto: fidati di
loro e loro si fideranno di te, tieni a loro e loro terranno a te.”
Il dragon slayer chinò un
attimo il capo: “……”
“È tutto. Mi dispiace.
Andiamo Freed.”
“Sissignore.”
“Ehi, no! Non potete!
Lasciatemi andare! Ne ho diritto!” gridò battendo i pugni adamantini sempre più
forte, ma quell’invisibile muro continuava serafico a prendersi gioco di lui.
Sentì la forza, la rabbia e la determinazione mancargli tutte insieme, e i suoi
artigli, di nuovo calmi, si appoggiarono alla barriera come esausti.
<< È vero, sono con loro da meno tempo, e una
volta ero anche loro nemico. Senza contare che non sono il tipo che fa di tutto
per andare d’accordo con tutti. Ma non voglio essere loro di ulteriore peso,
non voglio più rappresentare un pericolo per loro! È anche per questo che
voglio andare, non lo capiscono? >>
Un altro pugno si abbatté
sulla barriera. Strinse i denti e i pugni.
Il dragone metallico era
rinchiuso, ingabbiato, inutile: la possibilità di rimediare ai guai che stava
causando, anche se involontariamente, gli veniva definitivamente preclusa da
quegli stessi compagni che voleva aiutare.
Disgustato si strappò di
dosso il mantello, sbattendolo a terra, e tornò a capo chino verso la sua
stanza.
Intanto, nascosto dietro
un angolo vicino le scale, oltre le mura magiche della sua spaziosa prigione,
l’intero piano superiore, una piccola figura tutta nera aveva assistito con
attenzione a tutta la scena…
Era ora di pranzo. Lucy,
accompagnata dal bianco e buffo Plue, evocato per avere un po’ di compagnia
lungo la via, tornava a casa: un veloce pasto, poi di corsa a preparare i
bagagli, e poi ancora dritti filati alla stazione di Fiore, da cui lei e il suo
team avrebbero preso il primo treno per Hosenka.
“Quando un giorno troverò
un ragazzo (un giorno…) mi ricorderò di lasciargli i suoi spazi.”
“Puuun?”
“Tranquillo, Plue!”
–sorrise lei al bizzarro cagnolino che le camminava accanto sul ciglio del
canale fluviale che passava dinanzi casa sua- “Non mi dimenticherò di te o
degli altri per stare solo con lui!”
“Puun!” gioì lo
spirituccio stellare.
Alla loro destra, l’acqua
azzurra e pulitissima era solcata da una lunga barca scoperta, dalla quale due
uomini sventolarono le mani verso di lei: “Fai attenzione, Lucy! Potresti…”
“Cadere, lo so!” –finì lei salutandoli di rimando- “Meno male che ci siete
sempre voi a ricordarmelo!”
Lucy aveva l’abitudine di
tornare a casa passeggiando sul muretto dell’argine anziché sulla strada, e
puntualmente gli uomini di quella barchetta erano lì a preoccuparsi per lei. Se
mai fosse caduta almeno sarebbe stata soccorsa da buone mani.
“Alla gilda il master ci
ha chiesto di partire il prima possibile. Non mi piace andare di fretta, ma
stavolta dobbiamo proprio sbrigarci.”
Accelerò il passo e prese
in braccio Plue, che aveva i passetti più piccoli dei suoi.
“Facciamo così: io
comincio a prepararmi i bagagli, tu invece vai in cucina e cominci a preparare
qualcosina da mangiare o da portare con noi per il viaggio, va bene?”
“Pu-puuun…” annuì Plue
mentre si accoccolava sul suo petto come tra due morbidi e amorevoli cuscini.
“Eccoci qua!”
“Eccoti qua!”
“LO SAPEVOOOOOOO!!!”
Era successo di nuovo:
rincasava, apriva la porta, e sbucati da chissà dove, quasi potessero passare
attraverso i muri, Natsu e Gray erano già lì, stravaccati nel suo salotto senza
far complimenti!
“Mi dovete dire come
diavolo fate! Non avete il minimo rimorso ad entrare in casa mia senza
permesso?”
Anche Plue di redarguì,
prima di mettersi a giocare allegramente con Happy, saltando per tutta la casa.
Gray, steso sul suo
divano, si stiracchiò rumorosamente: “Abbiamo pensato di accelerare la nostra
partenza ritrovandoci tutti qui.”
Lucy, ascoltandolo a
malapena si guardava intorno, aprendo ante e guardando dietro le tende nel caso
ci fosse qualcun altro, ed inevitabilmente, questa apparve dal corridoio, tanto
assorta che si accorse dell’arrivo della padrona di casa solo alzando un attimo
gli occhi.
“Anche tu, Levi! Amichetta
mia!”
“Uh! Ehm, ciao Lucy!
Questo…” –nascose in fretta la risma di fogli che aveva in mano dietro la
schiena, nella vana speranza l’amica non l’avesse notata, o che credesse alla
sua pietosa scusa- “Io… non stavo leggendo in anteprima l’ultimo capitolo del
tuo racconto…Beh, si, lo stavo facendo! Sigh, perdonami ti prego!”
Lucy sospirò abbattuta con
le braccia cascanti: “Non fa nulla Levi…”
Si avviò verso la sua camera borbottando: << Potevano almeno avvisarmi tutti quanti. Ed ora come faccio a cucinare
per tutte queste persone? E il mio bagaglio da preparare? Da dove comincio?
>>
Aprì la porta…
“YAHOOOO!”
“GUARDA CHARLE! VOLO COME TE!”
“AH AH AH!”
“……”
Wendy e Charle che
saltavano come bambine sulle molle del suo povero letto: certi colpi che non ti
aspetti sono quelli che ti affossano di più!
Le due atterrarono e
scesero dal suo letto tutte sudate.
Charle si schiarì la voce:
“N-non è come sembra!”
Lucy prima le guardò come
in trance, poi richiuse loro la porta in faccia.
“Basta! Qui non si ha il
minimo rispetto della proprietà altrui! Se ne compare anche solo un altro,
anche solo un altro, io… io… Lo picchio con questa ramazza!”
“Ehilà!”
SPLAT!
Un paio di occhiali
colorati cadde ticchettando sul pavimento in legno.
“Sigh… perché?” domandò
disperato il suo più potente spirito stellare.
“Scusami Loki! Scusami! Mi
hai preso in un momento di nervosismo!”
Siccome però teneva ancora in mano la ramazza di dorata saggina, il prode Leone
si allontanò da lei pieno di strizza!
Lucy gli corse dietro fino
in soggiorno: “Non comparire così d’improvviso, accidenti!”
“Guarda Happy!” –disse
Natsu puntando il dito- “Lucy ha in mano una scopa: vuol fare piazza pulita di
noi!”
“Aye! Crudele!”
“PIANTATELA!”
Wendy sopraggiunse
dall’altra stanza insieme alla sua principesca exsheed: ora tutto il gruppo era
riunito nella stessa stanza.
“Scusaci, Lucy.” -disse la
piccola dragon slayer- “Io ho provato a fermarli, ma loro mi hanno detto che
era una cosa normale tra voi e che non te la saresti presa.”
“Che è una cosa normale è
vero, purtroppo… Sigh!”
“Dai, non fare quella
faccia!” –disse Levi- “Non abbiamo pensato solo a noi stessi!”
La ragazza fece un cenno a
Natsu e questi corse in cucina, dalla quale tornò con alcuni piatti fumanti.
“Ta-daaa!”
“Abbiamo preparato il
pranzo, così possiamo mangiare tutti insieme!”
“Wendy prepara un ottima
zuppa!” confermò Charle col naso all’insù, facendo arrossire la modesta amica.
“Loki, se vuoi puoi
rimanere anche tu.”
“D’accordo, però io mi
siedo lontano dalla scopa…”
La padrona di casa ne
rimase scombussolata. Vero, avevano il brutto vizio dell’effrazione, ma almeno
ora poteva prepararsi alla missione con più calma, e mangiare in buona
compagnia!
Sorrise: “Grazie,
ragazzi!”
In fondo, se passava sopra
a qualche occasionale graffio sul muro o agli atti di ficcanasaggine
indesiderata, era bello ricevere un’improvvisata di amici a casa propria.
“Ce n’è anche per me?”
!!!
Con Erza appollaiata alla
finestra ora erano veramente al completo. La rossa con un saltello entrò e
salutò rapidamente tutti.
Lucy deglutì: l’intera
faccenda della ricerca della cura all’Incanto Cupidus doveva restare segreta
alle colpite, e ovviamente la sua presenza lì metteva tutti un po’ in
imbarazzo: “Ehm, Erza, non sarai mica arrabbiata perché non ti abbiamo
chiamata, vero?”
“Oh, no, tranquilli: è colpa mia, sono poco reperibile ultimamente, ma suppongo
sia normale quando si è innamorate!”
Natsu esternò il suo
disappunto con una disgustata linguaccia.
Happy ridacchiò: “A Natsu
dispiace un sacco che Erza sia poco reperibile: è geloso di Gazille! Ih ih ih!”
“Bah! Puoi dirlo in modo
che non sembri che lei mi piaccia?”
“Beh, allora accomodati,
ce n’è per tutti!” la invitò Levi, cercando di essere naturale.
“Con piacere. Voi due, via
i gomiti dal tavolo, spalle dritte.”
Gray e Natsu, come bravi
soldatini, scattarono incollandosi allo schienale delle sedie: “Sissignora!”
La zuppa di Wendy era
veramente buona. L’unico che ebbe da ridire fu Natsu a cui i sapori delicati
non piacevano: un pizzico di pepe, due di peperoncino e una fiammata per
riscaldare il tutto a 200 gradi servirono però a fargliela apprezzare di più.
“State partendo per una
missione dico bene? Lì vedo delle sacche da viaggio.”
Fu Lucy a farsi portavoce:
“Si. Scusaci se non sapevi nemmeno di questo, è che…”
Loki provò ad aiutarla:
“Si tratta di cosucce da nulla, non credevano che…”
“Oh, tranquilla, ho già
una “missione” al momento.”
“Lo immaginiamo.” disse
Lucy immaginando un Gazille che veniva preso al lazo e che tentava di tenersi
al terreno con le unghie mentre Erza lo trascinava in chiesa. La cosa le
provocò una piccola risata.
“Quindi non ti da fastidio
se non partecipi?” domandò ancora Wendy facendo agli altri un rapido
occhiolino.
“Dipende: viene Gazille?”
“Nononononononono!”
dissero tutti.
“Puun!” confermò Plue.
“Allora no, andate pure.”
Il successivo sospiro di
sollievo generale fu così forte che Natsu ebbe da lamentarsi che gli stavano
raffreddando la zuppa! Di nuovo rilassati, si ricominciò a mangiare con gusto,
finché Charle riaprì un discorso con una domanda.
“A che ora parte il
treno?”
Il cucchiaio di Natsu si
arrestò a metà percorso: “…… Treno?”
Gray scosse il capo: non
gli avevano ancora detto niente…
“Si, Natsu, treno. Andiamo
in treno.”
Il cucchiaio del dragon
slayer tintinnò nel piatto, ma sorprendentemente appariva calmo e comprensivo:
“Capisco.”
<< Natsu che non fa storie per un mezzo di
trasporto? Strano. Evidentemente sa che la situazione è grave. >>
pensò Lucy, che fu smentita subito dopo.
Natsu infatti si alzò in
piedi, tirandosi via la sciarpa dietro il collo: “Andiamo Happy, gambe in
spalla: avviamoci.”
“Aye?”
“E perché?” –chiese
l’amico a torso nudo- “Non hai nemmeno finito di mangiare.”
“Ci avviamo a destinazione adesso a piedi: per quando arriverete voi col treno
non dovrete aspettarci troppo a lungo.” spiegò avviandosi verso la porta.
Gray era già pronto ad
agire, ma Lucy lo precedette insieme alla sua fida ramazza: “NON DIRE IDIOZIE!”
SPLAT!
“Umpf!”
Loki, acquisita ormai la fobia alle ramazzate, prese a tremare più del piccolo
Plue, mentre Charle, alzati gli occhi al cielo, riprese subito a mangiare.
Loki salutò tutti tornando
al mondo degli spiriti stellari, tendendosi a disposizione di Lucy nel caso
capitasse qualcosa durante il viaggio. Dopodiché Natsu, Happy, Gray, Lucy,
Levi, Wendy e Charle si avviarono alla stazione di Fiore, accompagnati da Erza
che voleva salutarli.
Una volta lì, vicino il
binario del loro treno, un lungo e comodo convoglio passeggeri per Hosenka, trovarono
il master e altri amici della gilda venuti ad augurare loro buona fortuna.
In particolare Jet e Droy
si erano presentati con uno striscione inneggiante Levi, che in quell’occasione
avrebbe fatto, almeno formalmente, da capo spedizione.
“Mi raccomando, Levi,
metticela tutta!”
“Torna vincitrice!”
“Grazie ragazzi!”
“Salva mia sorella,
Natsu!” lo pregò Lisanna a mani giunte.
Questi, arrossendo, la
rassicurò col petto prodemente in fuori: “Ah ah, lascia fare a me!”
Poi udì il treno dietro le
spalle di lei fischiare e si sgonfiò come un palloncino bucato.
Gray fu invece sorpreso di
vedere lì Juvia, ma fu una sorpresa piacevole: finalmente si era scollata dal
bancone!
“Ciao allora, Juvia:
saremo di ritorno in un lampo, nel frattempo fate attenzione.”
“Gray, io…”
La ragazza restò qualche
attimo a testa bassa, con un dito sul labbro, pensando a cosa dire: “Volevo
dirti che avevi ragione: sono stata appiccicosa con te come Cana e le altre col
povero Gazille… Ti chiedo scusa.”
“Oh, dai, non è
necessario…”
“Invece si! Infatti sono qui per dirti che anche se volevo chiedere al master
di venire con voi… beh, non l’ho fatto! D-d’ora in poi non voglio più
soffocarti se ti da fastidio.”
Juvia, non sapendo bene
che risposta attendersi, preferì voltarsi, ma il tocco della mano di lui sulla
spalla la “congelò” in un battibaleno: “Eh eh! Un buona fortuna per il viaggio
non mi soffocherebbe certo, sai?”
Le ci volle qualche
secondo affinché il calore sortole nel petto la sciogliesse per farle
balbettare un timido: “Buona fortuna, Gray!”
Gray le sorrise, salutò
ancora e salì insieme agli altri sul suo vagone.
<< Forse… forse gli piacciono le ragazze
appiccicose? Oh, il mio cuoricino! >>
“Allora buon viaggio,
Lucy.” –disse Erza alla compagna di team- “Potresti farmi una piccola
cortesia?”
“Cioè?”
“Ho sentito che andate ad Hosenka e ho sentito che lì vendono dei sali termali
da bagno in grado di risvegliare la passione, potresti comprarmeli?”
“Risvegliare… la…
passione…?” ripetè lei arrossendo, immaginando involontariamente lei che lavava
la schiena a Gazille nella stessa vasca da bagno, immersi tra nuvolette di
vapori afrodisiaci.
“Magnifico: ecco qui dei
soldi e su questo bigliettino ho scritto il nome di questi sali, e anche
qualche altro piccolo regalino per Gazille. Grazie, sei un’amica.”
La poverina non riusciva a smetterla di fare pensieri imbarazzanti: “Ehm… farò
il possibile…”
“E visto che dovrebbe
essere una missione facile (anche se non ho ben capito di che si tratta…)
approfittane per conoscere un po’ meglio Gray e Natsu, chissà che non sbocci
qualcosa: devi darti da fare, l’amore rende le donne più belle, non lo sai?”
Meglio correre via:
“D-D-D-DEVO ANDARE!”
<< Che le prende a Juvia? >> si
domandò Lucy dandole un’occhiata prima di salire anche lei a bordo.
<< Uh, Juvia è così contenta! >> e lo
dimostrava lasciando sprizzare i suoi cuoricini fin sulle vetrate del soffitto
della stazione!
Il gruppetto si affacciò
alle finestrelle del vagone per gli ultimi saluti e le ultime raccomandazioni
del master: “Contiamo su di voi. Noi intanto cercheremo di coprirvi e di
proteggere Gazille.”
“Non dovrà aspettare
molto, riferiteglielo!” fece Levi mostrandosi audace almeno per una volta.
Un nuovo fischio
preannunciò la partenza.
“Buon viaggio!” augurarono
ancora gli altri maghi.
Fortunosamente, in quel
momento Wendy guardò gli altri affacciati ai finestrini insieme a lei, e poi
scrutò il loro vagone: “Ehi, ma Natsu dov’è? Il treno sta partendo ma lui non è
salito.”
Makarov e gli altri si
voltarono tutti verso la direzione da cui il rumore dei sandali del dragon
slayer si stava facendo sempre più lontano…
“ACCHIAPPATELO!” comandò
Makarov indicandolo.
“Ma è troppo distante, e
il treno sta già iniziando a muoversi.”
Al che il master capì che
gli toccava scomodarsi di persona: usando il suo potere, che gli consentiva di
modificare le dimensioni del corpo, allungò il suo braccio all’inverosimile ed
ingigantì la mano al punto che questa afferrò Natsu in corsa quasi fosse un
bastoncino…
“NOOOOOOOOO!”
E senza pietà alcuna lo
scaraventò dentro uno dei finestrini aperti del vagone appena a lato!
“Ecco fatto! Lo troverete
qualche carrozza più dietro. Ciao ragazzi, impegnatevi!”
“Povero Natsu, ci ha
provato.” disse Happy che si era subito accorto del suo tentativo di fuga ma
che aveva ovviamente coperto l’amico.
<< Poverino… >> -pensò Wendy- “Non ho
capito perché non volete che usi il Trojan per alleviargli il mal di treno.”
Il Trojan era la magia con
la quale Wendy riusciva momentaneamente a guarire Natsu dalla sua allergia ai
mezzi di trasporto. Tuttavia, Gray le spiegò di non usarlo se non a metà
percorso, in modo da farsi almeno parte del viaggio in santa pace. Proposta tra
l’altro avallata anche da Lucy e rafforzata da Charle che chiedeva di lasciarlo
così tutto il tempo.
I saluti proseguirono fin
quando il treno uscì dalla stazione, e i volti familiari non divennero che
puntini.
“Molto bene, ora non ci
resta che attenderli.” disse il master ai suoi ragazzi, voltandosi per far
strada nuovamente verso la loro gilda.
“Un secondo.”
Era stata Erza a chiedere
di aspettarla, e questa raggiunse il gruppetto con un ingombrante asta di
metallo tra le mani.
“Che cos’è quella?”
domandò il master.
“Uno spuntino per Gazille:
ho sentito dire che hanno ristrutturato i binari di recente e questo è metallo
di ottima fattura.”
“Cosa centra quel pezzo di
ferro con… ?!?!?!?”
Lo guardò meglio… ERA UN
PEZZO DI ROTAIA!
E proprio in quel momento
un altro treno stava entrando in stazione a velocità sostenuta viaggiando
proprio sul binario da cui lo aveva staccato.
“Perché quelle facce?”
“RIMETTILO SUBITO A
POSTOOOOOOOOO!” urlarono tutti gli altri maghi con le mani tra i capelli!
Alla fine, grazie alla
presenza sul posto della potente magia del master di Fairy Tail, oltre che di
quella dei suoi altri maghi, nessuno si fece male, ma i giornali fecero in
fretta a pubblicare la notizia di un disastro ferroviario mancato per un soffio
a causa di una maga di Fairy Tail.
La cosa ovviamente alzò un
ennesimo polverone sulla reputazione della gilda e provocò una ingente richiesta
di risarcimento per danni materiali e morali, oltre che per rallentamento di
servizio pubblico.
Interrogato al merito il
master Makarov rispose ai giornalisti dichiarando un forte e sconsolato pianto
a dirotto!
(Nda: Per chi non ha visto l’anime e non ha presente la città
di Hosenka, in questa pagina vi troverà un’immagine: http://images2.wikia.nocookie.net/__cb20100611165132/fairytail/images/thumb/7/76/Lc_Hosenka.jpg/669px-Lc_Hosenka.jpg )
Il treno arrivò ad Hosenka
poco dopo il tramonto e Natsu ringraziò la fine dell’incubo baciando la solida
e ferma terra. Riacquistato il suo solito entusiasmo, propose per dirigersi
dritto filato per “Hearzborg”, ma Levi, parlando anche per il resto del gruppo,
gli si oppose: se anche era vero che Heartburg non era troppo lontana da lì,
era meglio riposarsi prima e poi condurre con calma le ricerche la mattina
dopo. Almeno, in una città turistica come Hosenka non avrebbero corso il
rischio di non trovare un posto dove trascorrere la notte, e alla fine anche
Natsu si convinse ricordando quanto fossero divertenti gli hotel-terme di
quella città, e soprattutto come ci si mangiasse bene!
“Mi raccomando Gray, vedi
di non spogliarti prima di entrare nella zona maschile.” lo raccomandò la
compagna di team dopo aver lasciato la reception.
“Se fai qualcosa di
sconcio davanti a Wendy ti manderò in galera, esibizionista.” lo ammonì poi
Charle.
“Ma si può sapere che
avete contro di me?!”
Natsu gli rise dietro e
poi gli menò una spintarella: “Andiamo Gray, vediamo chi ha il coraggio di
tuffarsi direttamente nell’acqua bollente!”
“Solo tu potresti essere
tanto stupido da farlo!”
“Uh! Sono Gray Fullbuster e l’acqua è troppo calda! Non ci voglio entrare!”
Natsu stava dimenticando
che, potendo lui riempire l’acqua di pezzi di ghiaccio di oltre un quintale,
non era saggio provocarlo a quel modo, e infatti il Fullbuster stava già
riempiendo la mano di potere magico glaciale pregustando il momento.
“Cercate di non combinare guai voi due, ricordate che il master vi ha affidati
a me.”
“Tranquilla Levi, ci
penserò io a… raffreddare i suoi bollori!” e ridendo malvagiamente Gray seguì
il suo ardente amicone alle terme maschili…
Levi sospirò: << Sigh… non sono Erza, però almeno ci provo.
>>
Dopo il bagno, maschietti
e signorine si ritrovarono di nuovo nell’albergo per la cena, durante la quale
Natsu lasciò che fosse il freddoloso battere dei suoi denti a masticare per
lui! Quella volta era stato Gray a spuntarla!
Infine, il gruppetto si
suddivise di nuovo nelle due stanze vicine dove avrebbero passato la notte.
Levi, che per la prima
volta visitava quella famosa meta turistica, si spaparanzò sul suo futon tutta
contenta: “Che bello questo posto! Ed abbiamo una stanza enorme tutta per noi!
Sembra un pigiama party!”
Indossati i comodi kimono
da notte messi a disposizione degli ospiti dell’albergo (rosa visto che erano
tutte ragazze), le amiche si erano riunite al centro della stanza sedute sopra
un tappeto fatto unendo tutti i futon.
Wendy, entrata anche lei
nello spirito del pigiama party, si alzò in piedi sollevando sopra il capo un
grande e morbido cuscino bianco: “Che ne dite di una lotta con i cuscini?”
Ma Lucy non era entusiasta
quanto lei: “Per l’amor del cielo, posalo presto! Se ci mettiamo a lottare con
i cuscini e i ragazzi di là ci sentono verranno di qua per partecipare anche
loro, e sarà una cosa terribile!”
Lei ci era già passata,
proprio lì ad Hosenka qualche tempo prima; e in quel caso c’era addirittura
Erza! Si era ritrovata ko nel giardino sotto una tomba di cuscini prima ancora
di lanciarne anche solo uno.
“E allora cosa facciamo?”
–domandò Levi- “Al dormitorio femminile di Fairy Tail qualche volta chiacchieriamo
di ragazzi. Che hai da dire Lucy, come vanno le cose con Loki?”
“Perché invece non ci dici
come vanno le cose non Jet e Droy?” domandò l’altra, respingendo la palla al
balzo.
“Loro mi piacciono solo
come amici, altrimenti avrei detto si ad uno di loro.”
A Fiore, in quel momento,
due maghi si sentirono ancora una volta improvvisamente molto depressi senza
apparente motivo…
“E tu Wendy? Che ci
racconti?”
Charle incrociò le
braccia: “Umpf! Wendy è troppo piccola per pensare ai ragazzi.”
“Beh, in realtà…”
I baffi della gattina si
irrigidirono: “<< In realtà >>? << In realtà >>
cosa?!?!”
La Exsheed saltò subito
sulle ginocchia della bambina: “Wendy, c’è veramente? Chi è? Come hai potuto
non dirmi nulla? Come faccio a proteggerti se mi tieni nascoste certe cose? Ti
prego, non dirmi che è della gilda (non per essere cattiva, ma è popolata di
schizzati…)! Oh, povera me!”
“Ih ih ih! Rilassati
Charle, ti sto prendendo in giro, sapevo che avresti reagito così!”
Levi e Lucy scoppiarono a
ridere, affossando la fin troppo premurosa Charle in un mare di rossore:
“Wendy, sei stata molto… molto… Umpf!”
“Dai, non fare il
broncio.”
“Sigh! Per favore non prendermi in giro così: con tutta questa storia di
innamoramenti sto diventando stressata alquanto…”
“Ora che mi viene in
mente, anche Charle è una ragazza!” –disse Levi schioccando le dita- “Hai
qualcosa da dire? Happy ti ha fatto qualche altro regalino?”
La gatta sbuffò: “Ho di che aprire una pescheria. Odio i tipi insistenti, mi
sembra di essere Gazille.”
“Si, però Gazille deve
fare i conti con l’Incanto Cupidus, Happy ti regala il pesce perché gli piaci
sul serio.”
“Io non regalo pesce a chi
mi piace! Sono una exsheed, non un banale gatto io! Umpf!”
“E se ti facesse qualche
altro tipo di regalo? Usciresti con lui?”
“… Beh…”
SBAM!
“BATTAGLIA COI CUSCINI!”
urlarono Natsu e Gray gettandosi nella stanza con un balzo dopo aver spalancato
di botto le porte scorrevoli!
E c’era anche Happy
ovviamente, che svolazzando stava portando agli altri due nuove munizioni:
“Aye!”
Charle estrasse subito gli
artigli: “CHE MODI! E se le signorine qui stavano cambiandosi?”
“Oh, no! Le cuscinate ci
hanno raggiunto!” piagnucolò Lucy mettendosi le mani tra i capelli!
Levi scattò in piedi
cuscino alla mano: “Difendiamoci!”
E Wendy fu al suo fianco pronta: “Si!”
Lucy invece si rannicchiò
a terra: “È tutto inutile!”
E difatti, finito di
parlare, Levi cadde a terra vicino a lei frastornata dai colpi ricevuti!
“Indietro! Non vi
permetterò di cuscinare Wendy!”
Happy inaspettatamente cambiò bandiera: “Io combatterò dalla parte di Charle!”
Il gattino blu non fu il
solo cavaliere a giungere in soccorso delle donzelle, anche Loki fece la sua
bella comparsa: “Tranquilla Lucy, ci penserò io a proteggerti!”
“Meno male, hai visto
Lucy? I rinforzi!”
Alla fine gli invasori
furono cacciati e i cavalieri ricompensati.
“Hai visto Charle? Ti ho
difeso!”
“Molto coraggioso in
effetti. Si, questa volta ti sei fatto valere per quel che mi riguarda.” disse
con un sorriso.
“Vuoi questo pesciolino?
L’ho pescato nel laghetto là fuori!”
“QUESTO PESCE È
DELL’ALBERGO, ACCIDENTI A TE!”
Come rovinare tutto…
“Tutto bene Loki? I tuoi
occhiali sono un po’… storti…” un modo gentile per dire che sembravano un
quadro di arte moderna.
“Cosa sono gli occhiali se
posso salvarti dai pericoli, mia padrona?”
<< Pericoli? Si trattava solo di cuscinate… >>
Le fece l’occhiolino e spari.
Levi finì di spiumarsi i
capelli e le si avvicinò: “Come sei fortunata: non sarà il tuo ragazzo, ma è
pur sempre una specie di principe azzurro pronto a salvarti.”
“Eh, già! Ih ih!”
“Ne vorrei uno anch’io…” disse tra sé e sé, muovendo gli occhi per l’aria,
pensosa.
“Sei soddisfatto ora? Se non ti spiace avrei del lavoro da
fare...”
La ragazza alle sue spalle aveva letteralmente visto la morte
in faccia. Lui aveva fatto scudo col suo corpo ed ora stava andando via come
nulla fosse. Non poteva tollerarlo!
“Ehi, aspetta…”
“Lasciami stare…”
Quella volta si era sentita davvero mortificata da quelle
parole, ma ciò non aveva diminuito la sua gratitudine nei suoi confronti.
Ora però il salvatore era
nei guai, e la salvata in ballo.
<< Chissà, forse adesso potrò riuscire a ricambiarlo!
>>
Al vedere quello sguardo
trasognato Lucy si domandò, ridendo sotto i baffi, se Levi non avesse già
qualcuno in mente per quel ruolo!
Levi Mc Garden strinse il
cuscino, con determinazione.
Nella notte di Fiore, un
vecchio col cappotto di pelliccia e il bastone tornava alla sua casa,
canticchiando a bocca chiusa. Il fatto che i suoi ragazzi fossero partiti lo
rassicurava, e donava ai suoi passi una riacquistata serenità. Respirando
l’aria fresca della sera, nella strada solitaria, non vedeva l’ora di essere
nel suo letto a dimenticarsi per un po’ dei suoi guai, certo fra l’altro che in
breve sarebbero passati.
“Master!”
Una voce lo chiamò, e si
mise subito in allarme.
Si voltò. Era proprio
Erza, e con lei c’erano anche Cana, Bisca e Mirajane.
Le quattro ragazze si
stagliavano sulle loro slanciate gambe sullo sfondo di una luna piena che
rendeva le loro figure in controluce eleganti e minacciose.
“Oh, siete voi.”
“Ci dica dov’è Gazille,
master!” tuonò Erza, con un tono col quale mai si era permessa di rivolgersi a
lui.
Makarov non si scompose,
anzi, sogghignò e fece lo gnorri: “E io che ne so? Vista l’ora direi nel suo
letto: non mi sembra l’orario adatto per una visita. O forse volete intonargli
una serenata?”
“La pianti con questa
farsa!” fece Cana, anch’essa in tono irrispettoso.
“Sappiamo della barriera
che avete eretto intorno al secondo piano per non farci avvicinare a lui!”
disse Bisca poggiando le mani sui fianchi.
“Oh, beh, allora sapete già la risposta: è lì al secondo piano che si prende
una pausa da voi quattro.”
“Su questo vi sbagliate.”
disse Mira con un velo di tristezza.
“Come?”
L’albina proseguì: “Lui li
non c’era.”
?!?!?!?
Un agguato notturno per il
povero master Makarov; e come se non bastasse una notizia inaspettata lo coglie
come una secchiata gelida! Il gruppo anti-Cupidus è già in viaggio, ma i
problemi non devono ancora arrivare: sono già arrivati!
Natsu e gli altri si sono
lasciati dietro una situazione molto ingarbugliata, nella quale nessuno è
rimasto a guardare: ognuno ha fatto la sua mossa!
Spero che il finale, per
il quale ho dovuto pensarci a lungo (e che in parte è stato risolto grazie a un
trovata per la quale non ho dovuto pensare affatto), vi sia piaciuto ed abbia
risvegliato la vostra curiosità! Dopotutto in una fic d’avventura un po’ di
effetto sorpresa e di suspance ci vogliono!
L’unica nota dolente sono
i titoli del capitoli… Quello del precedente era alquanto raffazzonato, vedrò
di sostituirlo… Voi che ne dite?
Buon proseguimento di
feste, con l’augurio di tanto divertimento per questo bellissimo periodo! Alla
prossima settimana, commentate!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Allarme sparizione! Unite per Gazille! ***
Gazille Angels
Ciao a tutti da NaruXHina,
di ritorno dopo le feste! Spero abbiate fatto un buon Natale e un buon
Capodanno, e auguro a me a voi di partire col piede giusto in questo 2011!
Per quanto mi riguarda lo
si vedrà subito: tra pochi giorni ho un esame! SIGH!
Di conseguenza, dovendo io studiare parecchio, questo capitolo sarà un po’ più
corto degli altri, ma tranquilli, la fic proseguirà, più lentamente forse, ma
non vi lascerò a bocca asciutta! È dall’ultimo capitolo, un po’ di tempo fa,
che vi ho lasciati a bocca aperta, ed ora è giunto il momento di richiuderla!
Le ragazze mangiano la foglia e il master è alla berlina: cosa sta accadendo?
Leggete e divertitevi! Un’altra cosa: molti non se ne sono accorti per via
delle feste (poche letture e pochi commenti…), ma ho postato altre due fic
one-shot su Fairy Tail durante questo periodo!
Si intitolano “Merry Fairy Tail Christmas”, fic
natalizia, e “Figlia di drago”,
song-fic su un mio OC con un’altra delle mie rivisitazioni di canzoni Disney
(che su EFP hanno cancellato…)!
Mi raccomando, correte a
leggere anche quelle, e non scordatevi di commentare! ^__^
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
La partenza di quel pomeriggio di Natsu e il suo gruppo
avevano rinfrancato un po’ gli animi degli gildaioli. Tuttavia, malgrado
l’ottimismo, nemmeno loro potevano starsene in panciolle: Fairy Tail restava
comunque minacciata all’esterno dalle fangirl, senza contare poi le loro quattro
incupidite da tenere all’oscuro di tutto.
Riguardo il primo problema, quella sera stessa, constatata la
determinazione delle assedianti ad accamparsi nel cortile interno, venne
mandato Max a parlamentare un “cessate le avance”.
La trattativa proseguì a lungo, finché Macao, udendo bussare,
si avvicinò al portone con attenzione: “Max, sei tu?”
“Si, sono io, apri, presto!”
Macao, spalancati i battenti quanto bastava (poteva benissimo
essere uno stratagemma delle fangirl per entrare), restò un attimo sorpreso
quando anziché il biondo mago addetto allo stand dei souvenir si trovò di
fronte un grosso orsacchiotto sorridente.
Max Alors si fece largo a fatica e rientrò: non lo si vedeva
perché era oscurato dalla massa di pupazzetti, lettere improfumate, scatole di
cioccolatini e regalini vari (tra cui un reggiseno…) affidategli dalle fangirl
di Gazille!
“Alla fine le ho convinte a tornare a casa, ma hanno voluto a
tutti i costi che recapitassi questa roba a Gazille! Sapete, sto iniziando a
ripensarci sul mio desiderio di diventare un mago-imprenditore famoso…” disse
scaraventando tutto a terra, arrossendo notando il reggiseno con tanto di firma
e dedica!
“Vuoi che ti aiuti a portarglieli?”
“Francamente” –rispose il biondo- “eviterei di andare di sopra
a chiedere a Gazille di farci entrare solo per consegnargli questa
paccottiglia.”
Makarov a quel punto si era avvicinato ai due, come chiamato
in causa: “Saggia constatazione Max, più che tirarlo su di morale questi regali
lo farebbero infuriare ancora di più.”
Era stato costretto a bloccarlo, e sapeva che quella roba,
reggiseno incluso, non gli avrebbe addolcito la prigionia, e probabilmente,
incavolato com’era, una simile consegna avrebbe messo a repentaglio la salute
dei fattorini!
Max si passò una mano sulla fronte: “Beh, con quelle
rompiscatole fuori dai piedi direi che per stasera possiamo stare tranquilli.”
“Nessuno può dire che non tentino un assalto nottetempo.” -lo
rimbeccò il master- “Sarà meglio che qualcuno resti qui stanotte per
precauzione.”
Più tardi infatti, Bisca, che aveva aspettato che il master
andasse via per agire, si avviò con passo trascinato verso le scale. Il passo
più che trascinato in realtà doveva dirsi trascinante: Arzack, che guarda caso
aveva deciso di restare di guardia, le si era abbarbicato a una gamba e cercava
di impedirle di muoversi. Bisca, sbuffando, lo tollerò fino al primo gradino,
quando si accorse che salire con quella fastidiosa zavorra le avrebbe fatto
faticare parecchio.
“Va bene, questa storia è durata anche troppo. Mollami
subito.”
“Giammai!” –fece l’innamorato pistolero, stringendole la gamba
ancora di più- “Non hai nessun motivo per salire di sopra!”
Arzack udì forte e chiaro il rumore di un colpo che veniva
innestato in canna minacciosamente…
“Ad ogni modo sei libera di fare come vuoi…” disse innestando
la retromarcia, scollandosi da lei, e guardandola impotente lasciarlo al piano
terra come ci si lascia dietro un caricatore esaurito o un bossolo ormai vuoto.
“Sigh! Torna in te, Bisca!”
“Ma che fai? La lasci salire?” domandò Max, aiutandolo a
rialzarsi.
Arzack, demoralizzato, sbuffò: “Che importa? Tanto non andrà
troppo lontano.”
La cow-girl, giunta a destinazione, si guardò intorno. Il
pianerottolo del piano superiore era deserto e silenzioso. Vista la via libera,
in punta di stivali fece per entrare nell’ampio corridoio…
“Io non lo farei se fossi in te.”
Bisca mise mano al fucile in una frazione di secondo e lo
puntò verso una figura nascosta nell’ombra di un angolo.
“Fatti vedere!”
“Sono Cana.” disse la figura senza alcun timore.
“E così vuoi impedirmi di proseguire, eh? Allora facevo bene a
sospettare di te! Scommetto tutte le mie munizioni che Gazille è qui, ma tu lo
sapevi già e volevi tenertelo tutto per te, ammettilo!
“Hai ragione su tutto.” -disse l’altra, senza scomporsi-
“Tranne per una cosa: non voglio impedirti di proseguire. Semplicemente perché
non ce la faresti.” proseguì venendo allo scoperto.
“Che inte… ?!?!?”
La faccia di Cana Alberona, non più velata dalla penombra, era
addobbata da un naso rosso e livido!
“C’è una barriera… Ci sono andata a sbattere poco prima che
arrivassi…”
Bisca incredula volle controllare, ed effettivamente il palmo
della sua mano si fermò come davanti un muro invisibile laddove il corridoio,
che conduceva alle varie stanze del piano superiore, iniziava.
“Ma che roba è?!”
“Non lo vedi? È una spudorata macchinazione per impedirmi di
raggiungere Gazille! E dire che stasera gli avrei letto la mano…”
“Tsk! Ancora con questa storia? Come vuoi che lui, o chiunque altro, creda che
voi due siate destinati a restare insieme perché lo dicono le carte o la tua
mano? Ciarlatana!”
“Taci, ignorante! Guarda qui piuttosto: la mia linea
dell’amore è lunghissima!”
“Ma se te la sei allungata con la matita!”
“Menzogna!”
“Imbrogliona!”
Ciascuna allungò le mani sull’altra, pronta a ghermirle la
chioma per strapparla ed usarne i capelli come corda per strangolarla, quando
un perentorio “Basta così!” le bloccò entrambe.
Le due maghe ebbero un tuffo al cuore vedendo Erza che, a
braccia incrociate, le scrutava imperiosa… e con faccia rossa e dolente come
quella di Cana! Lei e Bisca notarono poi che in una mano teneva una bottiglia
di champagne (Cana capì ad occhio dalla bottiglia che era di buona qualità) e
nell’altra un paio di calici da brindisi.
Dunque aveva solo finto di tornarsene a casa, e non era difficile intuire come
fossero andate le cose!
“Quando…” domandò Cana indicandosi il naso gonfio che
l’accomunava alla rivale in amore.
“Più o meno quando sei arrivata tu credo, solo che io sono
salita da un’altra scala. Oggi ho giusto avuto l’impressione che gli altri
volessero impedire a me e a voi di salire quassù, e la cosa mi ha
insospettito.”
Arzack aggrappatosi alla gamba di Bisca non era stato un
episodio isolato quel giorno: Macao e Wakaba avevano trascinato Cana al bancone
per una consulenza cartomantica quando solo questa aveva dato l’impressione di
volersi avviare alle scale, e quando era stata la scarlatta a volersi avviare
di sopra Warren era corso da lei a dirle che Gazille stava prendendo il sole vicino
la piscina… ed ovviamente lei era corsa subito a controllare col bikini già
indosso!
“Da quel che hai detto prima, Cana, sembri essere parecchio
certa che il mio Gazille sia proprio su questo piano bloccato: questo conferma
le mie ipotesi.”
“Come osi dire “mio”?”
Erza la fulminò con lo sguardo: “Basta! La situazione è più
grave di quanto pensiate. Seguitemi!”
Cominciò a discendere le scale. Cana e Bisca, malgrado la
diffidenza visto che anche Erza era in corsa con loro per il cuore del drago
d’acciaio, rimandarono la loro discussione a dopo rivolgendosi un’occhiataccia,
dopodiché le corsero dietro.
La rossa le condusse fuori dalla gilda; passando per la sala,
non poterono non evitare di notare Max e Arzack appesi al muro grazie a delle
spade infilzate nei loro vestiti. Quando Erza era tornata alla carica dalla
scala interna non avevano certo potuto opporsi proprio a lei!
“L’avevo detto io a Macao che se ci teneva tanto a mettere
qualcuno di guardia poteva starci lui! Ma no, lui doveva badare al figlio! Bah,
bella scusa…” si lagnò il biondo.
“Biscaaaaaaa!” piagnucolò Arzack, ma sia la sua adorata che le
altre due erano troppo occupate anche solo per rivolgere un’occhiata a quei due
salami!
Arrivate fuori, nel cortile interno della gilda, Erza indicò
uno sgabello, sopra il quale stava seduta Mira, che elevava il suo canto e le
note della sua chitarra ad una delle finestre della facciata dell’edificio.
“Affacciati alla finestra amore mioooo! Affacciati alla
finestra amore mioooo…” –due colpi di tosse la troncarono di colpo- “Affacciati
alla finestra, Gazille, per favore! Sigh!” disse con la voce ormai roca.
“Ma che stai facendo?” domandò Cana, avvicinatasi insieme a
Erza e Bisca.
L’albina tossì ancora prima di rispondere: “Sto dedicando una
serenata al mio amorino Gazille…”
“Come fai ad essere sicura che si trovi proprio in quella
stanza?” domandò Erza, rivolgendo un’occhiata all’unica finestra con la luce
accesa, sotto la quale si era piazzata l’albina.
Mirajane si schiarì la gola e si spiegò loro a testa bassa:
“Ecco, quando Cana oggi ci ha messo al tappeto mi sono ripresa in tempo per
vederla scalare la parete ed entrare proprio in quella finestra, e poi mi hanno
raccontato di quando è piombata giù dalle scale mentre rincorreva Gazille, così
ho pensato potesse essere camera sua… Però sono qui già da un bel po’ e sono arrivata
alla fine del repertorio, ma lui non è venuto nemmeno a sbirciare, sigh!”
“Più che ovvio se vuoi il mio parere.” –fece Bisca altezzosa-
“Una bamboccia come te non ha speranza di conquistare un macho come lui con
delle canzoncine così stupide e sdolcinate.”
Il labbro di Mirajane prese a tremare e due secondi dopo la
poverina scoppiò a piangere.
“Buaaaah! Cattiva! Le mie canzoni d’amore sono bellissime!”
“Bisca! Non ti permettere di far piangere Mira! Dai, asciugati
le lacrime.”
“Sigh… sniff… grazie Cana!” mugolò accettando il fazzoletto
che le porgeva.
“Risparmiatele per quando io e lui ci sposeremo.” aggiunse con
tanta naturalezza subito dopo!
“BUAAAAAAHHH!”
A Bisca saltò la mosca al naso: “Chi è che lui dovrebbe
sposare?”
“ME!”
“AH, SI?”
“SI!”
“Buaaah! Sette note non bastano per cantarti il mio amore, Gazille!”
Tra urla, minacce e pianti, il livello di fastidio era ormai
salito ben oltre la soglia del sopportabile di Erza!
“STATE TUTTE ZITTE!”
Le urla di Erza, di comprovata efficacia, riportarono
finalmente la quiete.
“Non c’è tempo per piagnucolare o starnazzare. Forse non ve ne
siete accorte, ma qui la situazione è molto seria… E comunque quella che lo
sposerà qui sono io…”
Cana, Bisca e Mira aprirono bocca, ma un gesto della sua mano
corazzata impedì l’insorgere di un’altra inutile discussione (e le assicurò di
avere l’ultima parola in merito!).
“Tutte noi siamo venute qui per lo stesso motivo e siamo
rimaste a bocca asciutta.”
Mira tossì: specialmente nel suo caso era vero!
“Direi che è il caso di fermarsi a riflettere: non vi sembra
strano che improvvisamente il piano dove si suppone si trovi Gazille sia
diventato off-limits?”
Bisca guardò Cana con un ghigno: “Chissà, magari si è
rinchiuso per non venire più assillato da questa ciarlatana e dai suoi stupidi
tarocchi.”
“Come ti permetti?!”
“Vuoi litigare?”
Mira gongolo: “In fondo è un tipo riservato: forse voleva solo
un po’ di tempo per sé, per riflettere sui suoi sentimenti… Aah, che dolce!”
Erza roteò gli occhi al cielo: “Voi due siete state così
occupate a massaggiarvi la botta in faccia e a litigare che scommetto non
avrete fatto il minimo caso al testo della barriera, non è così?”
Cana e Bisca guardarono altrove, colpevoli.
“Io invece ci ho fatto caso. La barriera impedisce di entrare
al piano superiore senza permesso, ma anche di uscirvi.”
“Ma se è così vuol dire…”
“Che se veramente Gazille si trova al secondo piano, come ormai abbiamo capito
tutte…” –disse guardando Cana, imbronciata perché aveva creduto di poter avere
l’esclusiva di quella preziosa informazione- “… nemmeno lui può uscirne. Se
fosse stato Gazille a far innalzare quella barriera magica per starsene
tranquillo, non si sarebbe certo imprigionato da solo. Questo vuol dire…”
“Vuol dire che lo hanno rinchiuso!” concluse Cana sbalordita.
Mira portò subito le mani alla bocca: “Hanno imprigionato
Gazille! Il mio amato Gazille!”
Erza annuì col capo, contenta che quelle tre avessero
finalmente messo in moto il cervello: “Non solo ci vogliono impedire di
raggiungerlo, ma non contenti lo tengono prigioniero.”
“Ma chi? Chi può aver fatto qualcosa di così terribile?”
chiese Mira, tutta preoccupata, chiedendosi se lo trattassero bene, se gli
dessero da mangiare, se non gli avessero assegnato delle carceriere cattive con
la frusta pronte a molestarlo…
Cana digrignò i denti: “Freed, no? Questo tipo di incantesimi è
opera sua!”
“Certo, ma probabilmente lo avrà fatto su ordine del master.”
–chiarì Erza- “La nostra stessa gilda sta ostacolando il nostro sogno d’amore,
e Gazille ne sta subendo le conseguenze!”
“Gli farò recapitare una torta con una lima dentro, così potrà
fuggire!” esclamò Mira.
“La sua è una prigione magica, non ha sbarre…”
“Uh, peccato…”
“Sarà anche carina, ma in quanto a cervello…”
“Da che pulpito…”
“Grrr! Brutta…”
“Basta!” –urlò di nuovo Erza, con tutta l’autorità di cui
disponeva, ad era parecchia!- “Saremo anche rivali, ma Gazille è in pericolo e
l’ultima cosa che può aiutarlo sono i nostri litigi! Noi teniamo a lui più di
chiunque altro, perciò dobbiamo unirci per aiutarlo!”
“Unirci?”
“Esatto. Mettiamo da parte gli asti per un po’.”
“Una tregua insomma.”
“La priorità ora è salvare Gazille. Quando lo avremo tirato
fuori, decideremo una volta per tutte chi di noi quattro è degna di lui, ma per
il momento dobbiamo allearci per contrastare chiunque oserà frapporsi tra noi e
lui!”
Bisca guardò Cana, che guardò Mira, che guardò Erza, e poi ci
pensò su: “Beh… forse… forse si può! Che ne dite voi?”
Bisca e Cana si guardarono disgustate. Tuttavia, il discorso di
Erza non era campato per aria; l’unione fa la forza, e a volte anche i nemici
possono essere utili come alleati.
Erza allungò una mano tra le altre disposte in cerchio:
“Formiamo un’alleanza?”
Titubanti, prima Cana e poi Bisca posero la propria mano
destra su quella di Erza, infine si aggiunse anche Mira, sempre timida ed
emozionata, ma carica d’entusiasmo: “Noi saremo le Gazille’s Angels! Lo
salveremo a tutti i costi!”
Le quattro levarono le mani al cielo: il patto era suggellato!
“Gazille, stiamo arrivando!” urlò Erza, ormai condottiera,
incitando le sue nuove compagne.
“SI!”
Makarov aveva prestato scarsa
attenzione mentre gli avevano raccontato in breve della loro casuale riunione e
della loro momentanea unione di forze. A capo basso, con la fronte già
imperlata di sudore, aveva rimuginato a lungo, incredulo.
<< Gazille è scomparso? Com’è possibile? Come ha fatto a
oltrepassare la barriera di Freed? Ma soprattutto, come fanno loro a sapere che
è fuggito? >>
Significava dunque che
anche loro avevano oltrepassato la barriera?
Rialzò gli occhi, cercando
di domandare minaccioso: “Come avete fatto a…”
“A controllare di persona
che Gazille non era dentro la prigione in cui voi lo avevate vilmente
rinchiuso?” –lo anticipò Erza- “Era ovvio che quel muro invisibile era stato
piazzato lì da Freed, quindi siamo corse da lui e lo abbiamo… “convinto” a
darci una mano.”
“……”
“NON è QUELLO CHE STA
PENSANDO!!!” urlò Erza, scarlatta come i suoi capelli.
“Io non ho aperto bocca…”
rispose il vecchietto guardandola con aria di sufficienza, mentre alle sue
spalle Bisca la guardava come a dirle: “Per il modo in cui l’hai detto…”
“Che cosa gli avete
fatto?”
Cana smise di ridere e fu
lei a rispondergli: “Nulla di che, lo abbiamo persuaso a collaborare prima di
arrivare alle cattive!”
Freed era a letto. stava leggendo un libro alla luce della
lampada sul comodino. Leggere gli conciliava il sonno ed era diventata una sua
abitudine serale. Stava per voltare pagina quando lo colse una brutta
sensazione. Scagliò via il libro e sguainò la spada, che teneva sempre e
comunque vicina a sé, e fu pronto a scappare quando il muro della sua camera
prese a crepitare, annunziando l’imminente crollo.
Scattò in piedi puntando la spada verso la breccia nella
parete, sulla quale, diradatisi i detriti, apparvero le Gazille’s Angels in
tutta la loro sexy minacciosità.
“Credo di sapere perché siete qui.”
“Perché hai imprigionato Gazille, bastardo!?” ringhiò Cana,
con la quale, durante la battaglia di Fairy Tail, c’erano stati duri screzi.
“Temo proprio di non potervelo dire.” disse flemmatico,
incurante di loro, come del fatto di essere in camicia da notte.
“Umpf, non importa il perché. L’importante è che ora torni lì
e togli di mezzo quella stupida barriera!” attaccò Bisca, evocando il proprio
fucile.
La spada di Freed luccicante nella semioscurità restava
immobile e fredda puntata su di loro: “Non lo farò.”
Lui era un osso duro. Non solo era forte, ma era anche fedele
fino in fondo agli ordini e ai compiti ricevuti: anche in difficoltà numerica
non avrebbe indietreggiato, e anche sconfitto, non avrebbe mai ceduto. Proprio
per questo Mira pensò che per raggiungere il loro obiettivo, la sola forza
sarebbe stata inutile.
“Oh, io invece credo di sapere come fare a convincerti… Ih ih
ih!” disse la maga avvicinandosi a lui di parecchio con un sorriso malizioso e
le mani dietro la schiena.
Freed, vedendo che era stata proprio Mirajane a farsi avanti,
deglutì e fece un passo indietro: “D-dunque vorresti sedurmi per far sì che io
vi obbedisca? Oh, Mirajane, questo maledetto incantesimo ha dunque fatto si che
tu scendessi tanto in basso per l’uomo che ti ha costretto ad amare?” esclamò
Freed, con tono quasi da tragedia, mentre cercava di impedire ai suoi occhi di
abbassarsi sulla sua scollatura.
Mirajane rise ancora: “No, a dire il vero pensavo di
convincerti con… questo!”
“C-cosa?! T-tu-tu… No! NOOOOOOOOOO!!!”
<< Hanno avuto la meglio su Freed? >>
“Ehm, ragazze? Possiamo
tornare alle questioni importanti?” suggerì Mira, alzando timidamente la
manina.
“Che cosa? Ah, giusto!” –fece Erza battendo pugno su palmo- “Torniamo a noi,
master! Vogliamo sapere dov’è andato Gazille!”
Il vecchio fece spallucce: “E che ne so io?”
“Non faccia il finto
tonto. Dall’iscrizione di quella barriera e dalla sua fuga abbiamo capito che
volevate impedirgli di andare da qualche parte, e casualmente oggi Natsu e il
mio team sono partiti in tutta fretta guarda caso senza neanche pensare di
avvertirmi.”
Makarov strinse i denti:
purtroppo Erza non era solo forte, ma anche intelligente e perspicace.
“Dove erano diretti?”
incalzò Bisca.
“Sputi il rospo!” incalzò
Cana.
“Per… per favore…” chiese
infine Mira.
“E si ricordi che come
abbiamo “convinto” Freed possiamo convincere anche lei.”
Makarov restò immobile
come statua di granito, vedendole fare tutte un passo in avanti verso di lui.
Parve vacillare. Ma poi le squadrò dritte negli occhi, con un sorriso
sprezzante da rivolgere più agli avversari che ai propri compagni.
Ridacchiò: “Male, ragazze,
molto male. Cos’è questo atteggiamento? D’accordo, non sono uno di quei master
che pretendono il rispetto a tutti i costi, però così mi mettete in una brutta
situazione…”
Gettò a terra il bastone,
che certo non gli serviva per reggersi in piedi.
“Lo sanno tutti che le
donne non si toccano nemmeno con un fiore… Però un genitore ogni tanto deve
darla una sculacciata se le sue bambine si comportano male!”
E per nulla intimorito da
un ulteriore passo avanti delle quattro, diede subito fondo al suo potere
magico (senza esagerare), dotandosi in un attimo di un corpo prestante,
muscoloso e alto due metri.
Però, nemmeno le sue
“bambine” corsero via piagnucolando.
“Mira!”
L’albina fece qualche
passo in più, portandosi in testa al gruppo.
Makarov, incerto, inclinò
un sopracciglio: “Uh?”
Frugò nella sua tasca, e
sorridendogli gli mostrò il contenuto.
“EEEEEEEEH!?!?!?!?”
IL SUO BAMBOLOTTO DALLA
TESTA MOLLEGGIATA!!!
I due metri di
strabiliante magia e possenti muscoli si piegarono davanti a quella terribile
visione: Mira lo guardava, e il suo sorriso gentile in quel contesto appariva
ingiustificato, inquietante, spaventoso… sadico!
Erza rise compiaciuta nel
vedergli gli occhi strabuzzati e la bocca spalancata: “Abbiamo usato lo stesso
metodo con Freed, e non avevamo dubbi funzionasse anche con lei, master!”
Nel caso dello spadaccino
dai capelli verdi avevano usato invece il pupazzetto di Laxus, che Mira aveva
subito notato incustodito, e di cui si era impossessata in un lampo
approfittando della distrazione dello spadaccino.
Makarov aveva ormai
capito, eppure ciò che stava accadendo, ciò che avrebbero minacciato di fare,
rifiutava di focalizzarsi chiaramente in lui, come se fosse troppo orribile da
concepire! Meglio rifiutarsi di credere!
Mira afferrò delicatamente
con due dita la sua grossa testolina traballante… e tirò impercettibilmente:
“Master, se tirò in questa direzione la molla finirà con lo spezzarsi, giusto?
E se succede, non credo che questo bel cosino potrà far più dondolare la sua
testa nel modo che le piace tanto.”
Orrore! Miserabile
ricatto! Gazille o il suo alter-ego molleggino?
“N-n-n-n-no-no-no-no-no-non-non…
Non oserai, vero?!?!?”
“Ih ih…”
La mano di Mira si spostò leggermente, ma il suono finissimo della molla che
veniva stirata giunse alle orecchie del master come un grido lancinante di
dolore!
“NOOOOOOOOOO! VI DIRò
TUTTO! TUTTO! TUTTOOOOOOO! SIGH!”
Il colosso cascò a terra
ai loro piedi, di nuovo piccolo e ora sconfitto.
Le quattro si guardarono
tra loro compiaciute e complici: era bello sentirsi tutte alleate, tutte nella
squadra trionfante!
Qualcuno ha detto che
l’Inferno non è tremendo quanto una donna disprezzata.
Ma una ragazza innamorata
è capace di cose da far drizzare i capelli a una donna disprezzata… Figuriamoci
quattro!
Ora a sorridere sprezzante era Erza: “Avanti, parli. Dov’è andato Gazille?”
Che crudeltà…
E mentre il master cede a
questo inumano ricatto di Mira (che l’amore sembra in grado di far tornare ai
vecchi tempi di quando era una “amorevole” ragazzina…), i nostri pensieri
vanno, oltre al povero pupazzetto molleggino in ostaggio, a Gazille…
Come caspita ha fatto a fuggire?!?!?
Che ruolo avrà in questa
storia? Riuscirà a tenersi fuori dai guai, o ne creerà altri? Mi raccomando,
continuate a seguirmi! E nel frattempo commentate, voglio sapere se la trovata
per far capitolare Makarov vi è piaciuta! XD
Buon 2011 da NaruXHina!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Permesso accordato: Tutti alla villa abbandonata! ***
fairytail cupidus
Ehilà a tutti cari
lettori! ^__^
L’esame è ormai alle mie spalle
e dentro la mia sacca! Ce ne sono ancora tra questo mese e il prossimo, ma ora
posso godermi nuovamente una pausa di tranquillità, in cui lasciarmi andare
all’ispirazione e alla produzione! Così ecco a voi un nuovo capitolo, in cui
l’avventura prosegue con tanto di colpi di scena! Non ho ricevuto che un
commento con lo scorso aggiornamento… I calciatori al ritorno delle feste hanno
un calo di prestazioni d’accordo, ma agli scrittori un calo di commenti? XD
Che dire, spero vi stia
piacendo, e di riceverne qualcuno in più con questo capitolo! ^_^
Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Natsu tirò su un bel
respiro, chiudendo gli occhi per ascoltare il cinguettio delle decine e decine
di uccelli sugli alberi tutto intorno il sentiero.
“Ah! Che bell’aria! Una
bella camminata a piedi di mattina in un bel posto come questo fa solo bene
alla salute!”
Poi si voltò verso i
compagni: “Di certo se avessimo preso quella corriera non avremmo potuto
goderci tutto questo!”
“Probabilmente no…” –disse
Gray asciugandosi la fronte- “Ma non avremmo dovuto nemmeno faticare tanto!”
Dietro di lui il resto del
gruppo esprimeva come lui il proprio disappunto sfaldandosi un po’ qui un po’
là, un po’ per terra, un po’ appoggiato ad un albero!
“Sono stanca!” piagnucolò
Lucy.
“Ma questa salita non
finisce mai?” domandò Wendy, che seduta su una pietra si lasciava massaggiare i
piedini da Charle.
“Natsu, mi sa che la bella
passeggiata te la stai godendo solo tu.” fece saggiamente notare Happy
svolazzandogli attorno.
Il rosa per tutta
risposta, colmo di menefreghismo, sbuffò: “Quante storie! C’è un bel sole, aria
fresca, tanto verde, e la destinazione è vicina. Siete delle vere mammolette.”
“NOI?!” –fece Lucy
imbestialita- “Chi è che si è praticamente incollato a quel palo pur di non farci
usare la corriera?”
Levi sospirò. Quel mattino
avevano scoperto che si poteva arrivare a Heartburg da Hosenka grazie ad una
corriera, una carrozza a cavalli, che passava due volte al giorno. Purtroppo
non avevano fatto i conti con l’insofferenza di Natsu ai mezzi di trasporto.
Questi si era abbracciato ad un lampione e nonostante i loro sforzi coraggiosi
per tirarlo via, non erano riusciti a staccarlo. Alla fine era stata proprio
lei, in quanto capo spedizione, a rinunciare al trasporto per raggiungere il
villaggio a piedi, dopotutto le avevano detto che ci sarebbe voluta un’oretta
appena…
Non le avevano detto che
una buona parte dell’oretta era in salita!
“Su, facciamo un ultimo
sforzo, ormai siamo qui.” disse un po’ titubante, stanca com’era pure lei,
cercando di rimettere in sesto i suoi. Nel suo gruppo con Jet e Droy di solito
non aveva questi problemi di morale basso: bastava la sua presenza a motivarli
a non sfigurarle davanti, e qualche volta a farli scannare l’uno con l’altro…
Con Natsu in testa, il
gruppetto di Fairy Tail percorse ancora alcune centinaia di metri, accorgendosi
nel mentre, con gran sollievo, che la pendenza diminuiva. Dopo che la salita fu
sparita, voltarono una curva dietro una macchia di alberi, e finalmente
comparve loro un basso muro di cinta merlato, nel quale il sentiero che
seguivano andava a finire con un arco di pietra.
“Ci siamo! Heartburg!”
L’arco non era bloccato da
alcun portale. Sulla sommità di esso si notava uno stemma scolpito nel marmo,
rappresentante uno scudo con all’interno tre cuori disposti a triangolo.
Levi lo seguì con gli
occhi mentre entrava nel paesino insieme agli altri. Quando poi riabbassò il
capo, notò che, nonostante la bellezza dell’ingresso, Heartburg era un posto
dall’aspetto semplice e umile.
Ai due lati della strada
che si apriva dinanzi a loro le case, bianche a due piani, si susseguivano a
destra e sinistra tutte uguali e tutte in ordine, coi loro balconi colorati di
fiori in vaso. Spingendo lo sguardo oltre la vista era occupata da una vicina
montagna. Appena alla loro destra poi si apriva una piazzetta, con qualche
albero e una specie di chiosco, sul cui piccolo bancone l’addetto poltriva
tranquillamente.
A parte lui, non si vedeva
quasi nessuno in giro.
“Bah, ha tutta l’aria di
essere un posto palloso…” disse Natsu.
Lucy scosse il capo:
“Sempre il solito tu. E comunque, non siamo mica venuti qui per fare turismo.”
“Meno male!” -ribatté lui
ironico- “Ok! Non perdiamo altro tempo: troviamo quella stupida villa di quello
stupido mago e cancelliamo il suo stupido incantesimo!”
“E dove ti avvii se non
sai neanche dov’è?” fece notare Charle.
“… Beh…”
L’unico stupido qui sei
tu, pensò la gattina, continuano poi a parlare: “Considerando che ci hai fatto
fare una sfacchinata fin quassù, suggerisco di riprendere le forze su quella
panchina. Nel frattempo qualcuno andrà a domandare a quel tipo addormentato
come si arriva alla villa del mago Oliver.”
“Sono d’accordissimo con
te!” esclamò Happy, sempre pronto a supportarla.
Levi e Lucy raggiunsero il
chiosco, che si rivelò essere, guarda caso, una specie di stand per i
visitatori!
“Mi scusi…”
L’uomo, magro, sulla
trentina, rassomigliava vagamente a Max, diede un forte sbadiglio, tuttavia il
suo risveglio ebbe una brusca accelerata quando si accorse che erano
forestiere, oltre che belle ragazze!
“Benvenute ad Heartburg
signorine! Prego, prendete pure una guida turistica gratuita!”
Levi la sfogliò con un
dito non mettendoci che un attimo! Erano cinque paginette appena!
“Paesino piccolo, eh?”
constatò ridacchiando, mettendo così in imbarazzo il loro sonnacchioso comitato
d’accoglienza.
“Sa, mi aspettavo tutto
meno che uno stand per turisti in questo posto.” disse Lucy guardandosi
attorno.
Con l’attivissima Hosenka
così vicina, non vedeva chi mai potesse accorgersi di quel paesotto, che non
pareva offrire nessuna attrattiva in particolare. Il fatto poi che il tipo
della proloco stesse dormendo della grossa al loro arrivo stava certamente a
significare che i turisti lì erano appunto specie rara!
“Beh, non dico che siamo
una meta molto ambita, ma abbiamo anche noi le nostre attrattive, per esempio…”
“La villa del mago
Oliver?” lo troncò Levi.
Il venditore reagì come
gli avessero dato una martellata sulla zucca: “Sigh! Niente da fare! Qui i
forestieri non vengono quasi mai e quando vengono sembra proprio che del nostro
rispettabile paese conoscano solo quella brutta storia!”
Levi controllò:
effettivamente della follia di Oliver D’Alambicco non c’era traccia in quello
striminzito opuscolo che le aveva regalato, né si menzionava la villa che
cercavano. Non bastasse questo ad incuriosirla, c’era la reazione di quel tipo
quando aveva solo nominato Oliver: chiaramente per i locali ciò che accadde
allora non doveva essere un ricordo piacevole.
“Suvvia, signorine, dimenticate
quello che avete sentito. Come ho detto questo è un paesino rispettabile e i
maghi strambi non sono più di casa qui!”
Il rutto con fiammata di
Natsu, seduto sulla panchina qualche metro più in là, sembrò voler dissentire
quella sua ultima affermazione. Non gli sfuggirono poi due gatti parlanti, di
cui una col vestitino, una bambina che si divertiva a smuovere le foglie degli
alberi solo soffiando, e un tizio in boxer che aggiungeva del ghiaccio dalla
sua mano (dove era apparso dal nulla) alla sua borraccia…
“… Dicevo, date
un’occhiata allo stand! Può interessarvi questo orsacchiotto di pezza col
cuoricino ricamato? O questi lecca-lecca a forma di cuore? Abbiamo cuori per
tutti i gusti, sono il simbolo della città!”
Lucy declinò con quanta
più gentilezza potesse: “Ci dispiace, i cuori ci piacciono ma vede noi siamo
venute qui apposta per la villa di Oliver.”
“Può dirci come ci si
arriva?”
Il loro interesse per
quella maledetta villa piuttosto che per i suoi souvenir lo contrariarono
visibilmente: “Sigh! Ma perché mai volete recarvi proprio lì? Nessuno se ne
occupa da decenni, tutti noi ci giriamo a largo, sarà tutta infestata di
erbacce…”
“È una lunga storia.” –gli
disse il mago dai capelli scuri, avvicinandosi insieme alla bambina, al
ruttafiamme e ai due mici parlanti- “Ed erbacce o non erbacce dobbiamo proprio
arrivarci.”
“Ci penso io a liberare il
percorso! Ih ih!” ridacchiò Natsu facendo avvampare fiamme intorno la mano
destra.
“Delle nostre amiche sono
finite nei guai, e forse lì troveremo come aiutarle. Ci dica come raggiungerla,
per favore.” pregò Wendy, ottenendo risposta da una voce alle loro spalle.
“Arrivarci è semplice
piccina. Basta attraversare il paese e prendere la via sulla destra che entra
nel bosco. Pochi minuti a piedi e sarete arrivati.”
I maghi di Fairy Tail
videro una vecchina venir loro incontro picchiettando un bastone da passeggio
sul selciato ad ogni passo.
“Dite un po’, non ci sarà mica
di mezzo l’Incanto Cupidus?” disse poi, lasciando tutti loro sbalorditi.
All’udire il nome di quella magia invece il tizio che li aveva accolti in paese
fece una smorfia.
“Conosce l’Incanto
Cupidus? Ne sa qualcosa?” si affrettò a chiederle Levi.
“Voi quanto sapete?”
domandò lei di rimando.
“Conosciamo la storia di quel che è successo qui, e di come sia finita.”
“Purtroppo…” aggiunse
l’uomo dello stand alzando gli occhi al cielo, come fosse quello il motivo per
cui non compravano i suoi souvenir!
“Dovete sapere allora che
il giovane che supplicò il mago Oliver lo fece perché io le venissi restituita.
Ero io la ragazza che amava e lui divenne mio marito.”
“WOW! COLPO DI SCENA!”
urlò Natsu.
Levi e Lucy congiunsero le
mani e sospirarono all’unisono: “Ah! Com’è fortunata lei!”
Il romanticismo di
quell’episodio le aveva toccate profondamente! Ciò non valeva però di certo per
Natsu!
“Ma allora se quel tipo è
suo marito può aver visto come si fa a cancellare l’Incanto Cupidus! Può dirci
dov’è ora, nonnina?”
“Al cimitero. Già da
qualche anno ormai.” disse la vecchia con serena rassegnazione.
Gray menò a Natsu un pugno
dietro la nuca: “I miei complimenti Mister Tatto e Delicatezza!”
I maghi invitarono
l’anziana a sedersi sulla panchina per non affaticarla, anche non sembrava poi
troppo acciaccata; mentre Gray, Natsu, Happy, Wendy e Charle parlavano con lei,
Lucy e Levi avevano ridonato il buonumore all’uomo dello stand comprando
qualcosina, un po’ per simpatia, un po’ per compassione!
“Mi dispiace, ma non so
come si neutralizza l’incantesimo. Non so nulla di magia.”
“Ma forse ricorda come
l’hanno liberata: magari facendole bere una pozione, o recitando una formula…”
“No, mi spiace.
Semplicemente mi svegliai una mattina di nuovo in me, ricordando perfettamente
ciò che avevo fatto durante il mio innamoramento magico; mi sentii malissimo,
in colpa, arrabbiata con me stessa per come avevo trattato l’uomo che amavo. Ma
lui era lì, ad attendere il mio risveglio col sorriso sulle labbra, a
rassicurarmi e a perdonarmi di tutto. Pochi giorni dopo ci sposammo.”
Wendy e Charle sospirarono
cuoricini: “Ah! Che cosa romantica!”
“Charle, che faresti se aprendo
gli occhi al risveglio trovassi me ad aspettarti con un sorriso?” domandò
Happy, quasi sperando nello stesso finale.
“Tornerei a dormire.”
Lo sconvolto Happy si
ritrovò rinchiuso in un blocco di ghiaccio: “Crudele…”
“Avete detto che la
pozione è finita addosso a un vostro amico?”
Wendy annuì: “Si, e alcune
nostre amiche si sono innamorate di lui ed hanno messo a soqquadro la gilda.”
“Tsk, maghi!” borbottò
l’uomo dello stand sfogliando un giornale.
“Il nostro master è stato
costretto a metterlo in “quarantena” per non fargli causare altri danni.
Praticamente lo ha recluso.” aggiunse Levi.
“Poverino… Mi spiace, ma
tutto quello che posso fare oltre a indicarvi la strada è augurarvi buona fortuna.
Anch’io sono stata costretta ad innamorarmi, e non è stato bello dopo rendermi
conto di ciò che stavo facendo, ciò a cui stavo rinunciando.” –disse con uno
sguardo trasognato al cielo- “Mi auguro riusciate a guarire le vostre amiche
prima che facciano qualche sciocchezza di cui rimproverarsi.”
“Può giurarci!”
Poco dopo, Natsu richiamò
tutti a sé levando alto il pugno: “Bene! Ora che siamo tutti riposati, gambe in
spalla!”
“Uh? Ma Gray?” domandò la
capogruppo Levi cercandolo fra i suoi.
Fullbuster tornò da loro, nuovamente vestito e con un foglietto in mano:
“Eccomi qui.”
“Che roba è quella?”
chiese Lucy.
“Un multa per atti osceni
in luogo pubblico…” si costrinse a dire seccato!
Qualche decina di metri
dietro di lui, vicino la piazzetta, un gendarme ancora lo guardava storto
battendo il piede in terra in segno di rimprovero!
La biondina non perse
occasione di bacchettarlo duramente: “Accidenti alla tua stupida mania di
esibizionismo! Puoi girare in mutande alla gilda, tanto ci siamo abituati
ormai, ma addirittura in mezzo alla strada!”
“Ehi, la salita mi ha
fatto sudare parecchio! Prenditela con Natsu!”
Non ebbe però il tempo di
indicarlo che fece finalmente caso a un vocina cantilenante che gli sparlava
dietro, come un malefico sibilo accusatorio…
“Maniaco… maniaco…
maniaco… maniaco… maniaco…”
Il mago si voltò
sventolando un braccio per scacciare via Charle che gli stava svolazzando
dietro l’orecchio!
“PIANTALA! Non sono un
maniaco!”
Wendy però accorse in
difesa di Charle stringendosela al petto: “Lascia stare Charle, maniaco!”
“WENDY, ORA ANCHE TU!”
“I-io… mi metto in
imbarazzo facilmente lo sai…”
“Maniaco!” annuì Charle,
determinata ora e sempre ad opporsi alle sue inclinazioni da stripper per
preservare l’innocenza della sua Wendy!
“E voi, smettetela di
sfottere!” urlò il mago del ghiaccio rivolto a Natsu, Lucy ed Happy che
scuotevano la testa con l’aria di chi la sa lunga.
“Per favore, non potremmo
metterci in cammino adesso?” domandò Levi risistemandosi lo zaino in spalla.
“Aye! Altrimenti Gray si
spoglia di nuovo e deve pagare un’altra multa!”
“Se ti acchiappo!”
Fu così che Gray diede ad
Happy l’incentivo che portò subito il gattino volante blu davanti il resto del
gruppo!
Dietro di loro, l’uomo
dello stand dei souvenir e la vecchia li osservavano allontanarsi. Anche lui
mentalmente augurava loro buona fortuna, ma era dai tempi di Oliver che non si
vedevano maghi in giro per quella zona, e non poteva non chiedersi se anche
questi non avrebbero potuto causare altri guai.
“Su, non fare quella
faccia.” –gli disse lei sorridendogli come a un nipote- “Non volevi che di qui
passasse un po’ più di gente?”
“Beh, si… almeno di quella
che acquista qualcosa.”
Percorrevano nuovamente un
sentiero racchiuso tra alberi a destra e sinistra, sebbene non in salita e meno
tortuoso. Le chiome degli alberi si sporgevano audaci sui viaggiatori, quasi a
voler impedire al sole di raggiungerli, l’erba e le piante che crescevano ai
margini e a chiazza sul percorso stesso ne rendevano i contorni meno definiti:
rispetto alla via che li aveva condotti ad Heartburg aveva tutta l’aria di un
sentiero poco battuto o comunque abbandonato, e la ragione la conoscevano. A
conferma di ciò ogni tanto si imbattevano in dei ceppi di marmo bianco, ormai
avvolto dall’edera, del tipo di quelli che fanno da sostegno a decorazioni come
vasi o statue, ma di queste nessuna traccia.
Mentre Gray e Natsu
facevano poco caso a tutto ciò, le ragazze, smesso di guardare intorno,
cercavano di sgomberare la mente da quell’ambiente a tratti selvaggio e
inquietante chiacchierando tra di loro.
“Tu cos’hai comprato?”
“Un agendina.” –di colore
rosa a cuoricini rossi, con le pagine improfumate addirittura- “Tu? Un
portachiavi?”
“Già.” annuì la biondina
mostrandoglielo, nemmeno a dirlo a forma di cuore rosso.
“In quel posto sono
veramente fissati coi cuori.” disse Happy.
“Già, e guarda caso proprio
qui da loro è stato inventato l’unico filtro d’amore che funziona davvero,
anche se non ne vanno affatto fieri.” disse Wendy.
“Del resto saresti fiera
se il posto dove vivi fosse conosciuto solo per un mago mezzo scemo?”
intervenne Gray.
“No, non direi.”
Natsu fece spallucce: “Se
proprio vogliono più turisti questa del mago pazzo non sarebbe male come
trovata pubblicitaria, ma la fanno così tragica…” intervenne Natsu.
“Ti ricordo che la nostra
gilda ha rischiato di essere demolita per colpa di quel mago pazzo e della sua
pozione!”
“Beh, da un certo punto di
vista siamo stati fortunati che sia finita alla nostra gilda, nonostante ciò
che è successo: pensate se quella boccetta fosse capitata in mani sbagliate.”
Lucy immaginò Juvia ridere
malvagiamente guardando Gray, con la pozione di Incanto Cupidus in una mano e
l’altra che la carezzava!
<<
MUAHAHAHAHAHAHA!!! >>
“Che c’è Lucy?” domandò il
mago del ghiaccio.
“Nulla!” rispose scuotendo
le mani.
“Ci siamo!” urlò Natsu.
Levi fece due veloci passi
avanti: dritto dinanzi a loro, ancora parzialmente coperti dagli alberi si
poteva vedere quelli che sembravano una cancellata, e, dietro ancora, la sagoma
di un edificio.
Il gruppetto accelerò il
passo.
“Quel posto mi mette i
brividi ancora più di questa brutta foresta! Se questo tipo era così romantico
poteva vivere in un posto più carino!” piagnucolò Lucy man mano che la villa
abbandonata di Oliver D’Alambicco si rivelava un dettaglio dopo l’altro mentre
si avvicinavano.
“Cosa ti aspettavi, non ci
vive nessuno da decenni.”
Anche Wendy però lo
trovava strano: il paese era tranquillo ed accogliente, chissà come mai quel
mago aveva deciso invece di costruirsi una casa in mezzo al bosco, come a
volersene stare lontano dal mondo, pensò la maghetta.
Natsu, approfittò di un
momento di silenzio per una innocente presa in giro: “Multa per atti osceni in
luogo pubblico! Ah ah! Ovunque vai ti fai sempre riconoscere, Gray!”
“E tu allora che rutti
fuoco in pieno giorno? Avrebbe dovuto multare anche te!”
“E per cosa?”
“Per piromania! E per
manifesta maleducazione!”
Il loro litigio finì per
rallentare tutto il gruppo fino ad arrestarlo del tutto.
“Ragazzi, per favore! Non
potremmo…” cercò di scuoterli Levi, senza successo.
Ognuno si era già
afferrato al bavero dell’altro.
“Nudista impenitente!”
“Buzzurro d’un fiammifero
ambulante!”
“Vai Natsu! Rispondi a
tono!” tifava Happy.
“Umpf!” sbuffava Charle.
“Maniaco!”
“Demente!”
“Tsk! Se avete fatto
questo tutto il viaggio non mi stupisce sia arrivato prima io di voi!”
?!?!?!?
Si voltarono tutti di
scatto verso le fronde di un albero sul lato destro della via, da cui era
arrivata quella voce. Fecero appena in tempo a vedere una figura scura balzare
via ed atterrare atleticamente sul sentiero, frapponendosi tra loro e la villa
di Oliver, ormai a pochi passi.
Su col morale, si disse: ci sono prigioni peggiori. Ben più
strette. Lui invece aveva un intero piano tutto per lui, in confronto ad altri
gli era andata di lusso.
Gazille aprì la finestra. L’aria della tarda sera spirava
nella sua stanza, rinfrescandogli il viso, smuovendogli lievemente i capelli.
Una nottata serena, piene di stelle ma con poca luna calante lo attendeva lì
fuori: una nottata ideale per fuggire.
Allungò la mano, come a voler afferrare un po’ di quella notte
e farla propria, ma sebbene i vetri fossero spalancati, la sua mano si fermò,
sull’uscio di quello spiraglio, come fossero chiusi.
L’aria entrava liberamente, ma lui non poteva uscire: la
barriera di Freed era estesa a tutte le uscite dal piano, finestre incluse.
Guardò per un attimo la sua mano, impotente davanti
quell’invisibile ostacolo, sbeffeggiata dal fresco vento che invece entrava
come natura esigeva. Non pensò a nulla nel mentre, e alla fine si voltò e si
gettò sul suo letto, con le braccia incrociate dietro la testa.
<< Mi tengono rinchiuso come un animale pericoloso. Beh,
pericoloso lo sono, Incanto Cupidus o meno. Proprio quando pensavo di essere
riuscito a farmi un etichetta diversa guarda un po’ che mi doveva capitare!
>>
Ripercorse mentalmente quella vicenda, che lo riguardava in
prima persona e che nonostante questo fino a quel momento sembrava non
riguardargli affatto: dal suo inizio a quella ingiuriosa fine in quella calda e
amichevole prigione non aveva fatto altro che subire passivamente i colpi di
quel destino burlone, sballottato qua e là a districarsi tra ammiratrici
moleste e molestatrici ammiranti.
Ripensò alla cocente determinazione dei suoi compagni di
partire alla riscossa, di salvare Erza, e Mira, e Cana, e Bisca… E lui?
Avevano citato anche lui… dopo le altre… Almeno questo. Non se
lo nascondeva: a parte per uno o due di loro, lui quasi non era considerato
vittima allo stesso livello delle ragazze che si erano innamorate di lui.
<< Se non faccio qualcosa sarà così per sempre. Un
compagno di serie B: un nuovo entrato dal brutto carattere di cui a momenti ci
si dimentica pure. >>
Si rialzò e si mise seduto. Stava già diventando insofferente:
si muoveva per la sua stanza, si sdraiava, cambiava posizione, si rialzava… Lo
sguardo perennemente imbronciato, perennemente senza pace, pieno di pensieri
per la testa.
<< Di sotto si saranno ormai messi l’animo in pace, ma
io no. Ci deve pur essere un modo per uscire di qui. >>
Il suono di una bussata alla finestra aperta recise il filo
dei suoi pensieri.
?!
Pantherlily lo guardava sornione dal piccolo davanzale di
pietra, abbastanza esteso al di là della barriera di Freed da permettergli di
starci comodamente all’inpiedi.
“Cos’è, l’orario delle visite?” chiese avvicinandosi.
“Come andiamo?” chiese il gatto facendo sparire le ali che lo
avevano portato lassù.
“C’è bisogno di chiederlo?” rispose lui furioso.
“Seccante essere lasciati dietro, eh?”
“Senti, Lily, se sei venuto qui a rompere ti consiglio di
sparire prima che ti inserisca nella lista nera di tutti quelli a cui la farò
pagare quando uscirò finalmente da qui!”
“Il che potrebbe essere tra un paio di giorni, se tutto va
bene.”
“Accidenti! A saperlo avrei chiesto a Levi di prestarmi
qualche libro!”
“Ti piace leggere?”
“No. Ma visto come sono ridotto…”
“E se ti dicessi che sono qui per farti uscire adesso, in
questo preciso istante, in modo da avere la tua giusta parte in questa
avventura, bruceresti questa tua lista nera?”
“……”
Gazille prima strabuzzò gli occhi. Poi lo guardò con sospetto.
“Questa gilda non ti ha voltato le spalle, e, credimi nemmeno
a loro piace tenerti qui. Io però sono dell’opinione che se il problema sei tu,
devi fare qualcosa per risolverlo; e io voglio dartene l’occasione!”
“E sentiamo, come faresti?”
Lily diede un colpetto alla barriera, sulla quale comparvero
le lettere arcane che ne specificavano le regole.
<< Nessuno può entrare o uscire da quest’area senza
permesso. >>
Gazille fu costretto ad osservarle per l’ennesima volta, ormai
gli dava il disgusto: “E con questo?”
“Bussa.”
“… Come prego?”
“Avanti, bussa!”
Bussare ad una finestra aperta: un’assurdità dopo l’altra!
Picchiettò due colpetti sotto il naso del suo gatto, il quale
con un inchino scherzoso rispose: “Avanti, prego!”
Gazille pensò di aver capito, ma non gli parve possibile:
“Andiamo! Non può mica essere una cosa tanto stu… ?!?!?”
La sua mano, che ora si sporgeva fuori, oltre la finestra,
nella notte che invano aveva cercato di afferrare, dimostrava che invece era
proprio così!
“Questa barriera è stata concepita per impedirti colpi di
testa come questo.” –iniziò a spiegare Lily- “Ma è fatta anche in modo da non
isolarti del tutto, portarti quello che ti serve, o farti compagnia.
Probabilmente per ottenere ciò è stata costruita con dei limiti, ma del resto
il master avrà pensato che nessuno sarebbe mai stato tanto pazzo da lasciarti
libero.”
Gazille non riusciva a dire una parola, guardava fuori, con
una mano sulla fronte, stentando a capire che era fatta, era libero, e tutto
era pronto per lui!
“Allora?”
“… Ghi ih ih ih!”
Gazille aprì le ante dell’armadio tanto forte da scardinarle,
sbatté sul letto la sua sacca e ci ficcò dentro alla svelta quel poco di cui
avrebbe avuto bisogno fino ad Heartburg, dal sacco a pelo agli avanzi della
cena! Se la caricò a tracolla, e si volse nuovamente verso Lily, contentissimo
di vedergli stampato in faccia quel ghigno affilato, carico di furia ed
entusiasmo.
Si appoggiò a un lato della finestra, come a lasciar libero il
passaggio: “Avanti, vai e scollatele di dosso!”
Furono però proprio quel gesto e quelle parole di
incoraggiamento a calmarlo. Guardò Pantherlily: da quando la sua vita era
cambiata entrando in Fairy Tail, lui era stato l’ultimo acquisto nella sua nuova
schiera di compagni.
Un nuovo arrivato proprio come lui, e come lui anche un
ex-nemico della gilda, eppure a differenza sua non aveva avuto alcun problema
ad ambientarsi: appena arrivato aveva trovato un dragon slayer invidioso dei
gatti altrui, pronto ad accoglierlo, a volerlo al suo fianco, come suo
affiatato compare.
Ed ora quel micio nero di ardore e capacità insospettabili
dietro la sua apparenza coccolosa era lì a toglierlo dai guai.
<< Se vuoi dei buoni compagni, sii tu un buon compagno!
>> si disse il dragone.
“Dov’è finita la tua fretta?”
“Dì un po’, cialtrone, non starai pensando di bigiare, eh?”
“……”
“Tu vieni con me! Sei il mio gatto no?”
Stavolta fu Lily a guardarlo sorpreso. Credeva che una volta
liberatolo, Gazille non si sarebbe lasciato fermare da niente e da nessuno.
“Umpf!”
Che sciocco! Arrivato a quel punto, nemmeno lui voleva tirarsi
indietro!
“Molto bene allora!”
Spiegò le ali e con un battito vigoroso si lanciò nell’aria.
Il dragone, ridendo a crepapelle saltò sul davanzale e con un
altro balzo si gettò nel vuoto, allargando le braccia nella caduta libera, come
a voler finalmente acchiappare con esse la libertà e l’avventura che la
barriera aveva negato alla sua sola mano.
Qualche istante di picchiata dopo riaprì gli occhi, e si vide
di nuovo in alto, molto più in alto, planare via, lasciandosi la sua cella alle
spalle e i tetti di Magnolia sotto di sé.
“Complimenti per l’uscita ad effetto!” scherzò Lily che lo
teneva per il colletto.
Potendo diventare di metallo la caduta non gli avrebbe fatto
nulla, ma essendoci Lily, perché non approfittarne per qualcosa di più discreto
e figo?
“Non avrai mica intenzione di farti portare per tutto il viaggio
ora?”
“Macché! Finora non ho fatto nulla e ho bisogno di moto! Raggiungiamo la
stazione e becchiamo il primo treno che si avvicini ad Hosenka, dopodiché
marciamo verso Heartburg di volata!”
“Agli ordini!”
A differenza di quelle mammolette partite col proposito di
salvarlo (che ridere!), lui, Gazille Reitfox, il dragon slayer d’acciaio, non
si faceva problemi a muoversi di notte, o di riposare all’aperto, altro che
albergo! Lo stesso valeva poi per Lily; non ci avrebbero messo nulla a
raggiungerli!
“Ed è così che sono
riuscito a fuggire, e tra l’altro sono pure arrivato prima! Umpf! Se lasciavo
fare a voi…” –finì di raccontare incrociando le braccia.
Rivolse a tutti un sorriso
determinato e con aria altezzosa disse: “Questo è quanto: sono qui e vi do una
mano a “salvarmi”. Sentiamo un po’ che avete da dire!”
“Idiota!”
“?!?!?”
Certo non si aspettava
facessero i salti di gioia, però…
“Idiota!” riconfermò
Charle, con gli occhi iniettati di sangue e non una ma ben due vene pulsanti
sulla testa!
“Tu sei un idiota epocale!
Guarda cos’hai combinato!”
Lucy stava guardando
Gazille…
“……”
Anche Wendy stava
guardando Gazille…
“……”
E anche Levi…
“……”
E Gray, Natsu e Happy guardavano
impotenti l’atmosfera tingersi di rosa sbrilluccicante e lo spuntare di
cuoricini al posto degli occhi fugare ogni dubbio!
“Aaah…”
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”
urlò Charle, facendosi sentire fin quasi ad Heartburg!
“Ops…” fece il dragon
slayer, senza farsi sentire per il suo bene…
Ahi ahi ahi, Gazille!
Avresti dovuto pensare meno a vantarti e più ad osservare i presenti!
L’Incanto Cupidus non
perdona e miete altre vittime! Il gruppo dei soccorritori si appesantisce ora
di una zavorra di fungirl! La missione potrà completarsi lo stesso?
Quali difficoltà e quali
insidie si celano all’interno della villa diroccata del mago Oliver?
Per la risposta,
continuate a seguire la mia storia ^__^
Spero vi stia piacendo! X3
Ormai stiamo entrando nel vivo dell’azione! Preparatevi a nuove sorprese!
Commentate!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Fangirl fuori, misteri dentro: la villa vuota! ***
OCappearsfairytail
Ciao a tutti cari lettori,
e benvenuti al consueto appuntamento con le fanfic del vostro NaruXHina! Ma lo
sapete che ridendo e scrivendo ho superato le cinquanta fanfic pubblicate?
Questa infatti è la numero 51! Ad accorgermene prima… avrei potuto fare
qualcosa di più commemorativo! XD
Un ringraziamento quindi a
tutti coloro che hanno letto anche una sola delle mie storie, e spero che
questo numero possa accrescersi ancora, il più possibile, sempre sostenuto da
impegno ed entusiasmo! Ed ora avanti con la storia! I problemi sono cominciati
già sull’uscio della misteriosa villa di Oliver… Ce ne saranno altri
all’interno? Cosa dovete aspettarvi da questo capitolo?
Una parola sola: sorprese!
Buona lettura, commentate!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Gray alzò gli occhi al
cielo, e poi la mano a coprirsi la faccia: “Natsu, dimmi che non è successo.”
“Purtroppo… è successo.”
rispose assistendo impotente al tristo spettacolo della loro amica che stava
come squagliandosi alla vista del loro inaspettato amico.
“Aaah… Credo sia finalmente
giunto il momento che mi trovi un fidanzato!” balbettò Lucy con le gambe molli,
quasi fosse ebbra!
Allo stesso modo anche
Wendy manifestava tutti i sintomi da Incanto Cupidus, in maniera più timida:
“Che sensazione strana… Dev’essere la mia prima cotta! Oh, cielo, che emozione!
Aaah…”
“Com’è cariiiiiina!” notò
Happy sdrammatizzando.
“Effettivamente…” fece
Gray, anch’esso abbagliato da tanta coccolosità e carineria in quella maghetta
innamorata, che gli ricordava il femminile “Kyah!” di Erza quando a Galuna
cadde in quella buca!
“Ma quale carina?!”
protestò vibratamente Charle, che reagì prontamente quando la sua Wendy fece un
passo avanti verso il suo nuovo splendente principe azzurro metallizzato!
“Vieni via!” le disse
afferrandola per un braccio, ma il suo scarso peso le impedì di essere una
zavorra efficace, e Wendy si fermò ad un passo dall’ancora inebetito dragon
slayer.
La piccina lo guardò un
attimo, poi abbassò il capo e disegnò un cerchietto a terra col piedino…
A Gazille venne uno
spontaneo rossore e la voglia di coccolarla, ma fece invece un passo indietro:
malgrado l’innocenza e la timidezza, Wendy non doveva avere più di dieci anni e
la cosa non avrebbe certo potuto funzionare!
Lucy invece, più
cresciutella, non si fece remore a farsi avanti, riaggiustatasi velocemente i
capelli e il vestito per scoprire un po’ le spalle: “È già da un po’ che
aspetto l’arrivo del mio “uomo del destino”, non ti andrebbe di esserlo tu,
Gazille?” domandò appoggiandosi sul suo petto.
“No, grazie!” -Gazille si
voltò verso Natsu e Gray- “E voi, piantatela di stare lì impalati, è la vostra
compagna di team, no?”
Natsu provò ad
avvicinarsi: “Lucy, devi reagire!”
“E a cosa di grazia?”
“All’incantesimo, no?”
“Ah… in effetti Gazille è
proprio un partito… incantevole!”
Il rosa guardò l’altro
dragon slayer con espressione sufficiente, se non dubbiosa: “Mah, sarà…”
“Aye!”
“CHE VORRESTE DIRE?!?!?”
Natsu si fece una
risatella e poi proseguì: “Sveglia! Ti è partito il cervello! Il tuo “uomo del
destino” non può essere Gazille!”
“Umpf! Vorresti per caso
insinuare che lo sei tu?” disse squadrandolo sprezzante.
“Ma che dici?!”
“Sei arrossito.” gli fece
notare Happy.
“Anche se fosse io ora
voglio solo Gazille!” disse abbracciandolo con un sorriso.
Natsu si grattò il capo:
“Accidenti, questa cosa non piacerà a…”
“Purtroppo è già qui.”
concluse Gray, avvertendolo che Loki, in stato di shock. era appena comparso di
fianco a lui!
Lo spirito del Leone si
gettò subito ai piedi della biondina: “Lucy! Mia diletta padrona! Com’è potuto
accadere?”
“Perché Gazille è scemo.”
fece Happy beccandosi in risposta un feroce ringhio.
“Non permetterò che
accada! Lucy, ti libererò io da questo maleficio! Abbi fede!”
Lucy, senza smettere di
sorridere a Gazille, non si scomodò neppure a rivolgergli un’occhiata:
“Chiusura forzata!” ridacchiò.
“NOOOOOoooo…” e il povero Loki tornò a disperarsi nel mondo degli spiriti
stellati!
Subito dopo la sua
sparizione, un fruscio annunciò l’ingresso in scena di Pantherlily: “Cos’è
questo trambusto? MA CHE… ?!?!?”
“Wow! C’è anche Lily!”
–urlò Natsu- “Meglio, più siamo più ci divertiamo!”
“Ma quale divertirsi?! Lo
vuoi capire che la faccenda è tragica?!”
“Beh, ormai è successo, perché non guardare ai lati positivi a questo punto?”
disse Natsu indicandogli l’effettivamente comicissima scena di Lily che,
saltato addosso a Gazille e tenendosi al bavero della sua giacca, lo
rimproverava, scuotendolo tutto, con occhi di fuoco!
“Ti lascio solo per un
paio di minuti e tu…”
“Ehi! Gli ho solo
spiattellato in faccia che siamo arrivati prima noi anche partendo dopo di
loro! Ci stava eccome!”
“Tu e queste tue maledette
fisime! Passi per la fuga in volo, ma questo…”
“Ma se anche tu eri
d’accordo nel farlo!” urlò lui in rimando.
“Si, ma che ti costava
controllare prima?” –continuò a sbraitare il gatto nero-“Lo sai che alle donne
fai un brutto effetto!”
“Ma mica me l’hai detto
che ci sarebbero state Levi, la coniglietta e la marmocchia!”
“Urgh!” Lily fece una
smorfia da colpito e affondato!
“E poi dì la verità, ci
sei rimasto male perché è successo mentre eri andato in bagno, eh?”
“URGH!” Doppiamente
colpito e affondato!
“C-che… che bel micetto!”
Gazille e Lily, ancora
agguantato al suo collo, abbassarono lo sguardo. Wendy si era fatta coraggio e
gli aveva rivolto la parola: “Anche a te piacciono i gatti, giusto? Io ho una
gattina, sai? Abbiamo tante cose in comune, vero?”
“Ehm… già… tantissime…”
rispose incerto Gazille guardando un po’ lei, e il suo goffo tentativo di
abbordaggio, un po’ Lily sostenendo con lui un duello all’ultima occhiataccia!
Charle tornò alla carica,
afferrando la colorata gonna di Wendy e dando qualche innocuo ma deciso
strattone: “Wendy, esistono cose come la differenza di età che vanno tenute in
considerazione! In altissima considerazione! Vieni via, ci sarà tutto il tempo
di parlare di cotte e di ragazzi quando sarai un po’ più alta! Un bel po’ più
alta!”
Wendy però si voltò come
nulla fosse, e sorridendole le fece pat-pat
sulla testa: “Buona, palletta di pelo, non lo vedi che sto cercando di parlare
un po’ col ragazzo che mi piace? E forse ha anche un amichetto per te, ih ih!”
Happy guardò storto Lily:
“Amichetto?”
“Ma perché mi guardi
così?! Sta facendo tutto lei!”
“Wendy, tu non sai quello
che dici!” piagnucolò ancora Charle, tirandole la gonnellina.
“Ah… che bella la prima
cotta!”
E prima ancora che si
voltasse, Charle, vistasi ignorata e denigrata una seconda volta, era già in
stato di shock profondo!
La luce si spende, e
Charle rimase sotto un riflettore, a quattro zampe, con la testa abbassata al
terreno: “Non sono stata degna di proteggerti, Wendy! Sigh! Ho fallito… Ho
fallito miseramente!”
Nel buio, un po’ più in
là, si accese un secondo riflettore, sotto il quale, nella sua stessa posizione
si disperava invece Lily: “La colpa è mia! Solo mia! Io sapevo che ci sarebbero
state delle ragazze, ma mi sono dimenticato di avvertire Gazille! Mi sono
lasciato prendere dall’entusiasmo dell’avventura! E sono andato in bagno nel
momento sbagliato… Sono imperdonabile! Sigh! Ho fallito!””
Un terzo riflettore si
accese…
“Ho fallito! Sigh!”
mormorò Happy.
“Ma tu che centri?” gli
domandò la depressa Charle.
“Mi sembrava divertente e
volevo unirmi a voi!”
La depressione le si
trasformò in ira funesta!
“QUESTO A TE SEMBRA
DIVERTENTE?!?!?!?”
“Pesciolino?”
“……”
Charle tornò nel buio
sotto al suo riflettore, doppiamente depressa: “Fallimento… Disperazione…
Perdonami, Wendy! Sigh!”
“I nostri micini fanno
proprio una bella coppia, vero?”
Gazille alzò gli occhi su
Charle e Lily lì a terra che si disperavano… E Happy, anche lui un po’ triste,
che si domandava come il suo pesciolino avesse potuto fallire!
Wendy lo stuzzicò ancora: “Tu
pensi… che anche i loro padroncini… potrebbero…”
“No! Non penso!”
Si allontanò di un passo,
ma subito Lucy gli agguantò il braccio: “Piccola, vai a giocare da un’altra
parte, io e Gazille vogliamo starcene un po’ da soli!”
“Ehi!” protestò Wendy vendendo Lucy portarglielo via, ma non andò lontano.
“SCOLLATI!” –scansò un
nuovo assalto di Wendy ed allontanatosi abbastanza da quelle due prese un po’
di fiato- “Ora aprite le orecchie, teste bacate! Voi non riuscirete a fermarmi!
Non sono arrivato fin qui per procurarmi altre fangirl, ma per liberare me, le
nostre amiche (e già che ci siamo voi…) da questo stupido incantesimo!”
“Grande! Cantagliele,
Gazille!” lo incoraggiò Natsu.
“Aye!”
“Pertanto ora entriamo in
questa dannata villa e mettiamo fine a questa storia!”
“Umpf, sarebbe ora!” fece
Gray, contagiato dalla sua carica!
“Quindi, per concludere…
Tu! scordati che ti prenda in considerazione!” –fece puntando il dito contro
Wendy- “Non ho intenzione di finire in galera per colpa tua!”
“Eh?” domandò lei con fare
innocente…
“Tu! Se cerchi il tuo
“uomo del destino” rivolgiti a una cartomante!”
“Già fatto…” rispose Lucy. Era stata Cana per l’appunto, un po’ di tempo prima,
a farle quella predizione.
“E tu! So che stai
pensando a io e te che leggiamo insieme libri romantici davanti un tramonto; ho
una sola parola per te: scordatelo!”
“… Ok…”
“……”
Gli occhi di tutti
(eccetto quelli di Lucy e Wendy, che non si scollavano più dal dragon slayer
ormai...) puntarono allora verso una persona fino a quel momento trascurata…
Gazille inarcò un
sopracciglio vedendo Levi, ferma al suo posto, che lo guardava sì, ma con
l’aria di chi non sa cosa fare.
“Che strano…” –esordì la
ragazza- “Sto guardando Gazille… però… non sento nulla di diverso dall’ultima
volta che l’ho visto.”
“Levi, tu… Non sei
innamorata di lui?!” disse Gray, i cui vestiti, per la sorpresa, gli erano
saltati di nuovo via di dosso; tanto lì intorno non c’erano vigili in grado di
multarlo.
Gazille si sentì
disorientato, ma poi proruppe in un lungo sospiro di sollievo, come già da un
po’ sperava di soffiarne!
“Ecco…” –tentò di
proseguire Levi, ancora più sorpresa di lui- “Non è che lui non mi piaccia…
C-cioé, come persona e come compagno voglio dire!!!” –si corresse arrossendo-
“Però, ehm… Io… Non lo so… Non ne sono innamorata… N-non che la cosa mi
dispiaccia! Cioè, lo dico per Gazille!!! Perché per lui è una gran rottura di
scatole, si sa, non perché non vorrei mai e poi mai… Ehm… Vabbé, ci siamo
capiti, no?”
Lucy la fulminò con lo
sguardo: “Come sarebbe? Cosa vorresti dire? Che Gazille non è alla tua
altezza?”
“No, io…”
“Cattiva!” –l’accusò anche
Wendy- “Come puoi non voler bene a Gazille?”
“Tsk! Mi hai proprio
deluso, Levi! Lasciala perdere, Gazille, lei non ti merita: io si che ti
apprezzo!” disse abbracciandolo.
Lui la spinse a terra in
malo modo senza guardarlo.
E Lucy, caduta a terra,
non trovò altro da fare che arrossire e ridacchiare: “Ah, l’uomo rude…”
Gazille le rivolse
un’occhiata schifata…
Levi si guardò come non
riconoscendosi. Appena Gazille le si era parato davanti, nell’arco di un
istante si era preparata al peggio. Ma poi, non capendo, era rimasta ferma e
zitta al suo posto, come ad aspettare che l’Incanto Cupidus si impossessasse di
lei, e che si unisse a Wendy e Lucy nel loro civettare intorno il dragone.
Ma nulla.
“Mhmm, spiegazioni
plausibili?” chiese Lily, che guardava sia l’uno che l’altra con sospetto.
Gray azzardò un’ipotesi:
“Può darsi che l’effetto sia finito. Se non sbaglio il master aveva detto che
ogni tanto di pozione bastava per una donna.”
“Si, ma gli si è spaccata
sulla zucca tutta la boccetta: ha davvero attratto tutte le donne disponibili?”
si chiese Natsu grattandosi il capo.
In tutto ciò Levi si
sentiva strana, e si guardava come se avesse qualcosa che non andava: “Non
capisco…”
“Oh, ma chi se ne frega di
capire!” –irruppe Gazille alzando le braccia al cielo- “Finalmente una ragazza
il cui pensiero fisso non sia maritarmi o molestarmi! Alleluia!”
Levi sorrise, contenta di
non rappresentare per lui una seccatura come tutte le altre che avevano avuto
la sfortuna di adocchiarlo. In compenso, ora Lucy e Wendy le stavano mandando
verdi strali con gli occhi!
Imbarazzata, provò a
sorridere anche a loro, come a rassicurarle, ma lo sguardo dei due si fece così
freddo, acido e insostenibile che preferì voltarsi!
“L’hai capita? Prima fa la
difficile e poi…” accusò Lucy con lo sguardo ridotto una fessura di gelosia.
“Uffa, se solo non fossi
così piccola…”
Wendy si girò versò
Gazille col labbro tremolo e gli occhi lucidi: “Gazille, io sono piccola, ma il
mio amore per te è grande… mi aspetterai, vero?”
“Aspettare? Non se ne
parla!”
Wendy si sentì il cuore
scoppiare di gioia!
Gazille fece il gesto di
gambe in spalla e si avviò verso il cancello della villa che fin troppo era
stata lì ad attenderli!
“Entriamo! E poniamo fine
a questa idiozia!”
Cuore in frantumi per la
draghetta: “Sigh…”
“Eccomi! Ti seguirò
ovunque tu andrai!” lo seguì subito Lucy, dando una spintarella a Levi per
rallentarla.
Natsu, Gray e gli exsheed
la stavano ora guardando, dopotutto il capo era lei, ed ora era anche l’unica
ragazza immune al superlativo fascino del dragone metallico, normale la
squadrassero come una meraviglia della natura. La maga lettrice si sentì
addosso quegli occhi curiosi e in un certo senso ammirati, e, ancora confusa
per l’accaduto, provò soggezione, ma poi guardò Gazille avviarsi e si
ricompose: “Gazille ha ragione! Qualunque cosa sia successa con me, Lucy, Wendy,
e quindi anche le altre sono ancora incantate. Non perdiamo altro tempo.”
“Umpf! Hai ragionissima!”
annuì Natsu, raggiungendo Gazille ad ampi passi, mentre il resto del gruppo
seguiva con più calma, ma col morale alto.
Se si escludevano i tre
exsheed in coda…
“Sigh! Ho fallito!”
“Sigh! E tutto perché sono
andato in bagno nel momento sbagliato!”
“Sigh! Ero sicuro che il
mio pesciolino riuscisse a risollevarle il morale…”
Sin dalla cancellata,
quella dimora dichiarava che i suoi tempi migliori erano già passati da un
pezzo.
I cinque maghi e i tre
gatti di Fairy Tail si ritrovarono davanti a una fila di sbarre ferro quasi del
tutto arrugginite; in alto terminavano con delle punte, ormai smussate dal
tempo. Per terra stavano una catena e un lucchetto, anch’essi in pessimo stato.
In alto, sui due battenti, si notavano, a mò di decorazione, due pannelli di
bronzo, ciascuno con uno stemma forgiato a bassorilievo, uno con tre cuori,
simbolo di Heartburg, l’altro con un’ampolla circondata da quattro stelle,
forse il simbolo dei D’Alambicco.
Gazille sospinse un
battente e i cardini salutarono con voce incrinata e arrugginita quelli che
dovevano essere i primi visitatori dopo tanti anni.
“Manutenzione no, eh?”
disse Happy.
“Come si vede che in paese
nessuno è affezionato a questo posto.” commentò Gray.
Gazille staccò un pezzo di
metallo dall’inferriata e lo scrutò: “Bah! Questo come minimo mi provocherà un
indigestione.”
Senza ulteriori indugi
entrò dunque nel giardino anteriore della villa. Questo era suddiviso in due
parti dal percorso ricoperto di brecciolato che stavano ora percorrendo, e in
ciascuna parte si notava una fontana circolare. Di certo un tempo il colpo
d’occhio doveva essere stupendo, con quel giardino potato e decorato da alberi
e siepi in fiore, ma ora l’erba era e folta, i fiori avevano abbandonato le
siepi per spargersi un po’ dove gli pareva, e le fontane erano più asciutte
della gola di Cana in un bar per astemi.
“Questo tizio doveva
essere pieno di soldi. Le pozioni gli rendevano bene.”
“So io cosa gli renderei
se mi capitasse davanti!” brontolò il dragon slayer di metallo grattandosi le
nocche.
“Questo posto mette i
brividi, vero Wendy? Wendy?”
Charle si girò e vide la
sua amica che avanzava prudentemente nascosta dietro Gazille: “Q-questo posto
mi mette i brividi! P-posso restarti vicina?”
Gazille sbuffò un “Va
bene…”, e Wendy, nella sua mente, esultò un << Che dolce! >>
Ma Lucy di certo non
sarebbe rimasta a guardare! Si incollò a Gazille dal lato opposto rispetto a
Wendy, anch’essa tutta tremante: “Ho tanta paura! Per fortuna starti vicino mi
da tanta sicurezza…”
“A me di più!” fece Wendy
La biondina la guardò come
una zecca fastidiosa attaccata al suo stesso cagnone: “Guarda, bimba, laggiù un
tipo regala caramelle!”
Natsu ed Happy presero a guardarsi
intorno: “DOVE?!”
Gray diede una pedata ad
uno, tirò la coda all’altro, e quali ebeti completi li trascinò fino all’uscio
della magione. Questo si trovava in cima di una bassa scalinata in marmo
ingrigito, delimitata da due corrimano anch’essi in marmo.
Ai piedi dei gradini,
Gazille si scrollò di dosso le due timorose: “Sciò! Non penserete di aver paura
tutto il tempo?”
Wendy e Lucy lo guardarono
con occhioni lacrimosi…
Gazille si ritrovò
indeciso tra la pietà e le maniere forti, ma per fortuna la sua unica alleata
lo tolse d’impiccio!
“Ho sentito dire che a
Gazille piacciono le donne forti e coraggiose… Mi domando se sarà vero!”
“SONO FORTISSIMA!” urlò
Lucy!
“SONO CORAGGIOSISSIMA!”
urlò Wendy!
“Avanti, stupida villa,
noi siamo qui! Fai del tuo peggio, non ci spaventi mica!”
“Si!”
Levi con un sorrisetto
furbo se le lasciò dietro, raggiungendo Gazille dinanzi la porta in legno
massiccio di villa D’Alambicco.
“Bell’idea!” –si
complimentò Gazille- “Avrei dovuto pensarci io.”
“Ih ih ih!”
“Tu stammi vicina.”
“Eh?”
“Francamente, sei l’unica
qui di cui mi fido almeno un po’.”
“Ah, perché sono l’unica
ragazza che non è innamorata di te, giusto?”
“No, sto parlando in
generale.” spiegò Gazille, indicando Lucy e Wendy che litigavano su chi delle
due avrebbe dovuto salire per prima i gradini dimostrandosi così la più
coraggiosa agli occhi del loro amato, Charle che si disperava ed Happy che le
dava solidali pacche sulla spalla con una mano, e serbava (sorpresa!) un
pesciolino nell’altra dietro la schiena, e, ultimi ma non meno importanti, Gray
e Natsu che litigavano a due passi da loro!
“Girati e fatti dare un
calcio!”
“Te lo sei meritato! Si
può mai essere così fessi da…”
“Guarda! Una maglietta che vola!”
“Dove?”
“AH! TI SEI GIRATO!”
“BRUTTO…”
“…… Dai, avremo bisogno
anche del loro aiuto!” cercò di difenderli Levi.
Si udì un colpetto di
tosse e i due abbassarono gli occhi su Lily: “Non ti sei dimenticato di
qualcuno?”
“Francamente non so se
inserirti tra quelli buoni: se te la fossi tenuta cinque minuti in più…”
“Se avessi visto prima di fare lo sborone…”
“Pari?”
“D’accordo.”
Lily saltò sulla spalla
dell’amico: “Avanti, muoviamoci.”
“SIIIII!” alla fine,
sincronizzate alla perfezione, le due innamorate balzarono sul pianerottolo e
assistettero estasiate al semplice gesto di Gazille di aprire la porta.
Era aperta. Entrando
dentro gli occhi di tutti spaziarono su un immenso salone. Tre grandi
finestroni, in alto dinanzi a loro, riempivano la stanza di luce, e due curve rampe
di scale, una a destra e una a sinistra, si innalzavano sul fondo della sala. Alla
loro destra e alla loro sinistra si aprivano poi due ampi corridoi. La villa
aveva due ali, una destra e una sinistra, ciascuna con un piano superiore a cui
si accedeva attraverso quelle scale che avevano dinanzi.
Anche in quel caso sarebbe
stata un’accoglienza da mozzare il fiato ai tempi d’oro di quel posto, quando
tutto quel vuoto era probabilmente colmato da mobili, soprammobili,
decorazioni, arazzi, tappeti, e quant’altro, e la tappezzeria alle pareti aveva
ancora colori vivaci.
“Senti che eco…”
“Qui non c’è rimasto praticamente nulla.”
Il pavimento, fatta
eccezione per polvere, sporcizia e qualche calcinaccio sparso, era
completamente sgombro.
Levi fece un rapido
ragionamento: “Sicuramente dopo il suo abbandono questa villa è stata
svaligiata. Se Oliver era così ricco e se dopo quella brutta faccenda
dell’Incanto Cupidus è sparito così di fretta, è probabile che la sua villa
abbia fatto presto ad attirare i ladri.”
“Però lassù qualcosa ci è
rimasto.” disse Natsu indicando un quadro appeso sulla parete destra.
Incuriositi, gli altri si avvicinarono tutti.
Annerito dalla polvere e
dall’incuria, si poteva riconoscere un ritratto. Un uomo di circa quarant’anni,
con gli occhiali tondi, il naso leggermente all’insù, capelli chiari, giusto un
po’ stempiato, e con un lungo pizzetto riccioluto, quasi una virgola sulla
punta del suo mento. Il suo sorriso era fiero, ma contenuto, né troppo
altezzoso, né troppo allegro. Happy svolazzò fino a raggiungerlo e con un forte
soffio fece volar via la polvere dalla targa inserita nella cornice.
Oliver Lorenzus Valentino Erasmus D’Alambicco
“Siamo sicuri non aver
sbagliato villa? Noi cercavamo “Oliver” e basta…” disse Natsu, e gli altri non
capirono se stesse scherzando o facendo sul serio.
Gazille lo guardò torvo!
Eccolo! Il volto del mago a cui doveva le sue disgrazie.
“Tsk! Sorridi, eh? Sei
fortunato che sei un quadro o te la farei passare io la voglia di giocare con i
cuori altrui e farci andare di mezzo me!”
Un grosso topo squittì
spaventato dagli intrusi mentre tornava alla sua tana. La dragon slayer però si
spaventò quanto lui e tornò a stringersi al suo possente principe.
“Visto? Sei troppo piccola
e bambina per essere la ragazza di Gazille.” –la derise Lucy.
Wendy non si lasciò
mettere i piedi in testa: “E tu allora?”
Lucy era saltata addosso a
Natsu, il quale afferratala al volo, si trovava adesso col suo generoso seno a
un centimetro dalla faccia!
La biondina non tardò ad
accorgersi della figuraccia: “Via di lì! Queste non sono per te!”
E non contenta gli mollò
un sonoro schiaffo in faccia!
“Questo posto è enorme.”
–disse Lily, interrompendo il nuovo siparietto- “Cosa dobbiamo cercare
esattamente?”
“Dunque…” –cominciò Levi,
pensandoci su- “Il master ci ha detto che probabilmente troveremo la formula
dell’Incanto Cupidus e la sua cura, debitamente criptate, tra le carte del mago
Oliver; forse un’agenda, o qualche rotolo di pergamena.”
“Ma la villa è stata
praticamente ripulita. E se si fossero portati via anche i suoi scritti?” domandò
Lily preoccupato.
“Non credo. Sono stati
portati via molti oggetti, ma dubito che dei comuni ladri potessero essere
interessati a dei semplici fogli di formule magiche, tanto più che Oliver li ha
resi incomprensibili.”
“Sei ottimista su questo
punto, però non penso troveremo ugualmente ciò che cerchiamo a portata di
mano.” –intervenne Gray- “Ricordiamoci che Oliver era una specie di mago
scienziato, un ricercatore, e di solito questo tipo di maghi ha un laboratorio,
e di certo fa in modo di tenerselo caro, magari nascondendolo o difendendolo
con sistemi di sicurezza.”
Intanto Natsu e Gazille
sbadigliavano: dei ragionamenti a loro interessava poco!
Levi, da buon capo, prese
nuovamente l’iniziativa: “Io direi di dividerci e perlustrare la villa: se qualcuno
trova qualcosa di interessante avvisa gli altri.”
Wendy e Lucy alzarono lo
sguardo pensose…
Dividersi = Possibilità di
restare sole solette con Gazille!
“IO VADO CON GAZILLE!”
–dissero all’unisono!- “L’HO DETTO PRIMA IO!” ridissero urlandosi in faccia!
“IO NON VADO CON NESSUNA
DI VOI DUE!” -le zittì entrambe l’interessato, ignorando i successivi lamenti
delusi. A onor del vero nemmeno agli altri andava di sobbaccarsele: purtroppo
erano diventate più un fastidio che un aiuto.
Ancora una volta Levi si assunse
il compito di sbrogliare la matassa: “Dunque, possiamo fare così, io andrò
con…”
Prima che finisse di
parlare, le altre due le furono subito addosso inquisitorie: “Con chi? Gazille,
forse?”
“N-n-no, a dire il vero
pensavo con voi due!”
“Vuole tenerci d’occhio!”,
“Subdola!”, si dissero tra loro continuando a guardarla torve.
“Sei sicura?” -le domandò
Gray- “Forse sarebbe meglio separarle: Lucy con Natsu ed Happy e Wendy e Charle
con me.”
“Io non voglio stare da
sola con quello scemo e il suo gatto rompiscatole! Voglio Gazille, uffa!”
“Mi oppongo anch’io!”
–alzò la mano Charle- “Wendy non può andare con qualcuno che espone il suo
corpo senza vergogna!”
Wendy portò le mani sulle
gote, divenute rosso rovente: “Gazille… che espone il suo corpo… Oh, cielo! Oh,
mammina…”
“TI PROIBISCO DI PENSARE A
QUELLO CHE STAI PENSANDO!”
“Sentite, dobbiamo per
forza scontentarle tutte e due, così nessuna avrà da ridire: se le separiamo,
daranno fastidio a due gruppi anziché uno solo. Ci penso io: le terrò d’occhio
ed impedirò che si scannino tra loro.”
“E se uniscono le forze
per scannare te?” chiese Happy con la solita delicatezza di un elefante.
“S-spero non succeda!”
rispose la ragazza sudando freddo!
“Rivale in amore! Rivale
in amore! Rivale in amore!” continuavano intanto a bisbigliare malevole alle
sue spalle la maga degli spiriti stellari e la dragon slayer! Levi si ricordò
di quando Lucy le aveva raccontato dell’ossessione di Juvia nei suoi confronti
per il cuore di Gray, ed ora riusciva a comprendere meglio cosa significasse!
“Charle verrà nel nostro
gruppo.” continuò la maga lettrice.
“Io prendo Lily!” si
assicurò subito Gazille, mentre Lily, già al suo fianco, gli rivolgeva un’occhiata
d’intesa. A rigor di logica quindi, l’ultimo gruppo sarebbe stata composto dai
due cane e gatto più conosciuti della gilda…
“Voi due, per favore,
cercate di andare d’accordo.”
Natsu e Gray sospirarono
guardandosi l’un l’altro: “Ci proveremo…”
“Impresa impossibile.”
fece Happy svolazzando sulle loro teste.
“Bene, allora gambe in
spalla! Noi andiamo da questa parte, voi dividetevi un po’ come vi pare, e
tenete d’occhio quelle due, o va a finire che vi piantano in asso per venirmi
dietro.”
“Gazille, sii prudente!”
gridò Levi alle sue spalle.
Quell’avvertimento gli
riportò alla mente il discorso sull’essere un buon compagno. Senza fermare il
passo, annuì con un cenno della mano e rispose: “State attenti anche voi.”
I due si allontanarono nel
corridoio di destra. Levi, Lucy, Wendy e Charle salirono le scale di sinistra
(meglio puntare dalla parte opposta rispetto a loro). Infine Natsu, Gray ed
Happy imboccarono il corridoio di sinistra.
Il ritratto di Oliver
restò nuovamente solo, e il topo, tornata la quiete, scorrazzò veloce da un
capo all’altro della sala.
Le ragazze esploravano un
corridoio del piano superiore. Alla loro destra le alte finestre chiuse si
affacciavano su un giardino posteriore, anch’esso nella più completa incuria.
Alla loro sinistra si aprivano delle porte, sui cui pomelli ragnatele in
abbondanza dissuadevano dall’aprirle, se non per ribrezzo, per rispetto dei
ragnetti che ci abitavano.
<< L’abbandono di questo posto mette dentro un
po’ di tristezza… >> -pensava Levi, l’unica delle quattro che si
guardava intorno con un po’ più di interesse- << Quest’atmosfera potrebbe essere perfetta per un bel romanzo di mistero.
Peccato che la nostra scrittrice di fiducia al momento abbia un solo pensiero
in testa… >>
“Quando io e Gazille ci
sposeremo andremo a vivere in una villa enorme come questa, anzi, forse più
grande! Avremo un sacco di servitori e non ci mancherà mai nulla: saremo come
il re e la regina di un castello!”
“Quando diventerò grande e
Gazille mi chiederà di sposarlo andremo a vivere in una bella e accogliente
casetta in periferia, piccola ma piena di calore, e vivremo felici e contenti
con i nostri micini e i loro cuccioli!”
Charle pensò ai cuccioli
suoi e di Lily e si sentì mancare il fiato!
Levi sospirò. Da prima
ancora che finissero di salire i gradini quelle due non stavano facendo altro
che parlare di Gazille e del loro immancabile futuro felice insieme a lui. Che
monotonia!
<< E dire che anche io ho rischiato di essere
così… >>
Già, si disse. Perché lei
si era salvata? Perché mai lei era stata l’unica delle tre a non innamorarsi
del loro compagno?
<< L’effetto è davvero finito? Mi sembra strano, un’intera boccetta… Che la
pozione abbia perso efficacia con gli anni? O forse sono io? Che cos’ho io di
diverso? Forse non recettiva all’amore? >>
Sobbalzò! Ma che stava
dicendo?!
<< Oh, cielo, che mi prende? Sembra quasi che
io sia scontenta di non essere impazzita d’amore per lui! Calmati, Levi, tutta
questa faccenda ti sta stressando! >>
Meglio smettere di
pensarci: non faceva altro che mettersi in difficoltà e in imbarazzo da sola.
“Come speri di
conquistarlo tu? Sei così piccola…”
“L-l’età non conta! È… è la purezza del sentimento che conta!”
La povera Charle si sbatté
le zampette in faccia: “Sentimenti certo… e cosa dirà la gente? Non hai idea di
quanto sparleranno! Ma che sto facendo?! È una cosa che non dovrei nemmeno
prendere in considerazione!!!”
“Povera Charle, vorresti
un ragazzo anche tu, vero? Il gattino di Gazille è single. Magari tramite lui
potresti mettere anche una buona parolina per me…”
“SIGH!” frignò lei,
abbassandosi le orecchie pelose per cercare di non sentire.
Intanto, sotto di loro, il
gruppetto dei ragazzi si perdeva in un piccolo labirinto di corridoi,
ripostigli, stanze e stanzoni.
Vista la monotonia di quel
susseguirsi di spazi vuoti, Natsu e il suo amico blu si intrattenevano
fischiettando: “Fi-fi-fi-fi-fi Fi-fi-fi-fi-fi Fifu-fifu-fifi fi-fi-fi-fi-fi…”
(NDA: Immaginatevi il motivetto della colonna sonora
dell’anime! http://www.youtube.com/watch?v=aMuDVwWtAHw )
“E piantala di fischiare!
Con quest’eco mi distruggi le orecchie!” li zittì il mago del ghiaccio.
C’era ben poco da vedere.
Gli sciacalli avevano lasciato dietro poche cose. Ogni tanto per terra si
vedeva un tavolino con un gamba rotta, cocci di vasi da fiori, gingilli,
cianfrusaglie, topini che Happy si divertiva a spaventare… in generale nulla di
interessante.
“Ho fame…” disse Happy
dopo qualche attimo di silenzio in seguito all’abolizione del fischiettare.
“Mangiati il pesciolino
che ti sei portato appresso, no?”
“E se dopo Charle cambia
idea e lo vuole?”
Un vero corteggiatore non
resta mai sprovvisto di pesciolino!
“Fame…”
“Uffa… Comincio ad avere
fame anch’io…”
“Ma che avete voi due?
Pensate piuttosto a cercare qualcosa che possa aiutarci. Che so, un pezzo di
carta, una stanza diversa dalle altre…”
“Ehi, guarda lì!”
Gray vide Natsu correre
verso la stanza accanto e lo seguì. Sperava il suo amico avesse trovato
qualcosa, ma anche quell’ambiente si presentò spoglio come tutti gli altri,
fatta eccezione per un bellissimo, ma pericolante lampadaio in ottone pendente
dal soffitto.
Il rosa si chinò a terra a
raccogliere qualcosa: “Le tue preghiere sono state esaudite, Happy: un panino!”
“Aye! Bel colpo, Natsu!”
“Ehi, voi due, fermi! Ma
che fate?! Trovi un panino in una villa abbandonata da decenni e magari
vorresti pure mangiartelo?”
“Perché no?” –disse Natsu
rimuovendo l’incarto, annusandolo, e poi avvicinandolo al naso del compagno- “È
ancora buono, vedi? Ed è anche di quelli che piacciono ad Happy: tonno e
maionese!”
“Wow! Che fortuna! Gnam…”
“Se solo qui intorno ci
fosse qualcosa da bruciare per fare un po’ di fuoco…”
“Non dire bestialità!”
Gray si grattò il capo,
sgomento da quella gustosa apparizione: “Non capisco. Che ci fa un panino qui?”
“Bah, quante storie era
detto che qui ti fai: non si ci sono venuti i ladri? Forse si saranno portati
uno spuntino sul lavoro.”
“Beh…”
Natsu gli diede una pacca
sulla spalla, invitandolo a muoversi: “Dai, vediamo che altro riusciamo a
trovare.” disse, sperando con tutto il cuore in una cascina piena di legna da
ardere!
Happy fece per dare un
altro morso al panino, ma le sue orecchie si drizzarono.
Si voltò. Gli era parso di
sentire come un rumore, poi soffocato. Vide che la parete a un certo punto si
interrompeva aprendosi in un corridoio, e pensò di sporgersi oltre l’angolo per
controllare.
“Happy? Ti muovi?”
“Arrivo Natsu!”
Addentò di nuovo il panino
e uscì: probabilmente era stato solo il lampadario traballante.
Mentre i tre vagavano a
caso nell’ala est, nell’ala ovest, Gazille e Lily si muovevano cauti e
scrutavano concentrati, disegnando nella loro mente una mappa approssimativa di
quei corridoi e di tutte quelle stanze comunicanti.
A un certo punto i due
sbucarono in un salone, anche più grande di quello che li aveva accolti appena
entrati dalla porta.
Anche lì, come nel resto
del loro percorso, non sembrava esserci alcunché di interessante. Le tre grandi
vetrate deposte all’illuminazione erano in frantumi e formavano arcipelaghi di
cocci di vetro a ridosso del muro. Sulla parete opposta stava un grosso camino,
ampio almeno alcuni metri. Sul fondo della sala rispetto a loro videro due
porte, di cui una aperta, o meglio, scardinata e abbandonata sul pavimento.
Entrarono in quella stanza,
che aveva l’aspetto di uno studio. Era quadrata, anch’essa dotata di un piccolo
camino e di una scala a chiocciola per salire al piano superiore. Notarono
subito che lì era rimasta un po’ più di roba: una scrivania e un’alta libreria
addossata alla parete vicino a questa.
“Qui non è rimasto quasi
nulla: una villa di lusso per a completa disposizione di chiunque arrivi, una chicca
per i ladri.” -disse Gazille aprendo un cassetto dalla scrivania, ma trovandolo
vuoto e tarlato- “Come si vede che hanno agito indisturbati: più che un furto
qui sembra sia avvenuto un trasloco.”
Aprì il secondo cassetto,
ma questo, oltre che vuoto, gli si sbriciolo in mano trasformandosi in un
mucchietto di segatura: “Bah!”
Si ripulì le mani
battendosele e raggiunse Lily, che nel frattempo stava ispezionando la
libreria. Alcuni dei ripiani avevano ancora su di essi file ordinate di volumi,
alcuni di questi invece stavano sparsi per terra, forse lasciati lì da qualche
malvivente incapace di dar loro la giusta importanza e il dovuto rispetto.
Lily aprì un tomo, ma una nuvoletta di polvere lo investì, facendolo tossire.
“Ghi ih ih!”
Quando Lily riuscì a
riaprire gli occhi diede una rapida lettura: “Un romanzo. I libri normali non
sono stati criptati.”
Lanciò il volumetto a
Gazille, che lo raccolse al volo e lo sfogliò distrattamente: Levi di certo
avrebbe gradito molto di più l’imbattersi in quello studio. Lo mise in tasca,
magari le sarebbe piaciuto.
Fece poi caso al fatto che
Lily aveva preso e aperto un altro dei volumi.
Accigliato, si avvicinò.
Niente sbuffo di polvere?
“Che ti prende?”
“Hai notato come è
distribuita la polvere sui libri e sui ripiani? Sembra come se qualcuno ci
abbia lasciato le impronte.”
Lily scrollò le spalle:
“Può essere stato benissimo un topo o un qualche altro animale randagio a
lasciarcele.”
La pulce del sospetto
aveva però morso il dragon slayer, che si voltò allora verso il camino. Lily lo
vide avvicinarsi ad esso, muto, e si mise anche lui sull’attenti. Posò il libro
dove l’aveva preso e lo raggiunse mentre, inginocchiatosi, poggiava la mano
sulle ceneri.
“Sono ancora tiepide…”
“… Capisco.”
Si rialzò, i muscoli del
volto e del corpo tesi e pronti: “Qui c’è stato qualcuno. Non è passato molto
tempo.”
“Ed è probabile sia ancora
qui.” concluse l’amico exsheed.
Ecco che il loro giretto alla
villa si faceva meno rilassante.
“Andiamo ad avvertire gli
altri.”
Uscendo dalla stanza, uno
dei due rivolse uno sguardo alla tromba della scala a chiocciola, nel momento
stesso in cui, in cima ad essa, un’ombra si allontanava appena in tempo da non
farsi scoprire.
Il lungo codino della
ragazza svolazzò sinuosamente durante la sua silenziosa corsa in punta di
piedi; il collo ed il volto fino al dorso del naso erano coperti da una
maschera di calzamaglia nera, al di sopra della quale brillavano due occhi
grigi.
Si tuffò in un corridoio buio,
raggiungendo una stanza anch’essa oscura, per via degli scudi alle finestre
completamente chiusi. L’unica fonte di luce era il camino sulla sinistra,
acceso, davanti il quale era posizionata una poltrona, che nascondeva quasi del
tutto alla sua vista la figura seduta su di essa.
Nella stanza, intorno a
lui, nella penombra, c’erano altre tre persone.
“Ci sono visite.”
“Lo so.” –disse la giovane
voce maschile dalla poltrona, divertita più che intimorita o sconcertata- “I
nostri amici qui ci hanno appena messi al corrente.”
La figura tarchiata nell’ombra
alla sua sinistra non mostrò il suo identico buon umore: “SI SONO MANGIATI IL
MIO PANINO!”
“E allora? Ne hai portati
così tanti…” fece notare la ragazza dal volto coperto.
“Ma quello era tonno e
maionese! Un’accoppiata vincente, ma che dico, divina!”
La figura alta e snella
accanto a lui, più alta e snella, si mostrò ancora meno tranquillo: “E-e-e tu a
momenti ti ci gettavi addosso e ti facevi scoprire, eh? Per un panino, eh? Ma
come puoi essere così ingordo?! N-n-non ti smentisci mai! Se non ti fermavo io
chissà che succedeva! E a momenti quel gatto volante ci beccava! Ma da quando i
gatti volano? E parlano? Oh, ma che importa? Piuttosto! C-che-che saranno
venuti a fare qui? Che vogliono? Chi sono? E se interferissero con le nostre
ricerche? Accidenti! Accidenti! Accidenti! Lo sapevo, non si è mai al sicuro!
Era troppo semplice! Accidenti!”
“Ehm, Henry?”
“Accidenti! Sigh! E se
anche loro sanno di noi? Oh, cielo! Gli imprevisti non mi sono mai piaciuti! E
dire che sembrava una passeggiata! Perché? Chi? Come? Cosa?”
“Henry!” –lo richiamò di
nuovo gentilmente l’uomo seduto- “Calma.”
Henry portò la mano alla
cintura, alla quale erano agganciate numerose boccette di liquido blu. Ne
stappò una e la bevve fino all’ultima goccia.
“Dunque.” –riprese lo
snello- “Prima quel vecchio mezzo sordo ci fa concorrenza per quella presunta
boccetta di Incanto Cupidus, ora questo gruppetto che arriva qui a ficcare il
naso. Visti gli sviluppi, direi non ci siano più dubbi sul fatto che ci sia
qualcun altro oltre a noi interessato ad Oliver e alle sue magie.”
“Mi da i brividi quando lo
fa…” disse l’ultima delle figure nella stanza, una sagoma slanciata, formosa, il
rosso delle cui labbra carnose e della cui vaporosa chioma rispondeva ardendo ai
bagliori del fuoco del camino ogniqualvolta questi la lambivano.
“Cosa ne pensi?” chiese
ancora colui che di apparenze e di fatto era il loro capo.
“Quei due che ho
incontrato io, e il loro gatto parlante, stavano di sicuro cercando qualcosa, e
dubito fossero solo due ragazzini curiosi affascinati da una villa abbandonata,
non ne avevano né l’età, né l’aspetto, anche se sulla maturità di un paio di
loro avrei delle riserve.”
“Il tipo che ho incontrato
io aveva anche lui un gatto parlante, e anche loro erano alla ricerca di
qualcosa, anche se non si sono detti molto e non ho potuto scoprire altro.”
“Chissà come sarebbe avere
in casa un gattino parlante!” -disse la donna formosa, avanzando ancheggiando
sui tacchi fino alla poltrona- “Tu che ne pensi Oberon? Non ti piacerebbe?”
“Ne parliamo dopo, la
questione più urgente è un’altra.”
“Uffa!” fece la donna per
tutta risposta, delusa da tutto quel parlare serio! Quando facevano così non
riusciva mai ad inserirsi nella discussione in modo decente.
“Con tutta probabilità
cercano anche loro le magie che Oliver si è lasciato dietro, il che li pone
dunque sulla nostra strada.” proseguì il flemmatico Henry, calando minacciosamente
il tono alla fine della frase.
La ragazza dal volto
coperto, il tarchiato e la donna attraente si guardarono tra loro, tra il
preoccupato, l’infuriato e l’impassibile.
Il capo si alzò dalla
poltrona. Si avvicinò alla fiamma e si sgranchì il collo, facendo ondeggiare i
bellissimi capelli biondi.
“Oberon” –lo chiamò Henry-
“Che cosa facciamo?”
Questi rivolse ai suoi
collaboratori un sorriso rassicurante: “Certo, l’arrivo di questi ficcanaso non
era previsto né richiesto, ma stiamo a vedere. Vediamo cosa fanno, scopriamo le
loro intenzioni, cosa li ha portati qui. Potrebbero anche risultarci utili a
trovare ciò che stiamo cercando.”
“Sei così intelligente!”
gongolò la bella (ma chiaramente scemotta…) donna battendo le mani inguantate.
“Inutile precipitare le
cose: restiamo saldi e aspettiamo.” annuì Henry.
“Il mio panino… Gliela
farò pagare!” continuava a lamentarsi il tarchiato.
“……” commentò la ragazza
mascherata.
“Dopotutto, di cosa
dovremmo avere paura?”
Oberon aprì gli scudi
delle finestre, riempiendo di luce la stanza. Una folata d’aria sollevò i lembi
della lunga giacca, rivelando, al suo fianco destro, il sottile fodero del
fioretto che pareva fremere.
(NDA: Il fioretto è un tipo moderno di spada, immaginatevela
come una di quelle di Zorro o dei tre moschettieri)
Sorrise al giardino
posteriore della villa e poi si voltò verso il resto del gruppo.
I suoi occhi verdi riempirono tutti, chi più chi meno, di inquietudine,
nonostante sapessero che non erano loro a doverli temere.
“Non siamo arrivati fin
qui per lasciarci intralciare. Se ci provano… li spazziamo via senza indugi!”
Credevate forse che vi
avrei proposto un noioso giro turistico in una villa abbandonata? Vi
sbagliavate di grosso!
Cinque strani nemici, ma
molto sicuri di sé, hanno anticipato i nostri sgangherati eroi! Quanto gli
obiettivi di questi due gruppi coincidono? Quanto sarà difficile trovare ciò
che cercano? La misteriosa villa di Oliver potrebbe non essere solo il terreno
di una caccia al tesoro, ma anche un pericolo campo di battaglia! Restate con la
mia fic per altre risate, altri misteri, altri fatti inspiegabili e botte da
orbi!
Mi raccomando, commentate,
soprattutto in quest’arco di capitoli così denso di avvenimenti voglio sentire
le impressioni del pubblico! ^___^
Alla prossima, che
potrebbe tardare visto che ci sono altri esami in questo periodo… Ciao da
NaruXHina!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Chi sparisce e chi appare! ***
FT fanfic
Ciao a tutti cari lettori!
Scusate il ritardo per questo capitolo, come detto sono in tempo d’esami ed è
dura trovare il tempo… Tuttavia, quando ho finito di battere sui tasti, mi sono
accorto che è venuto anche più lungo degli altri! Evidentemente l’università
influisce sui tempi, ma non sul rendimento quantitativo! XD
Ma che dire della qualità?
Fatemi sapere, perché molti voi birboni hanno smesso di commentare U__U In
questi capitoli mi cimenterò più spesso nelle descrizioni, e spero di creare
degli ambienti suggestivi e realistici in cui possiate immergervi, quindi
fatemi sapere, anche con qualche consiglio! ^__^
Buona lettura a tutti!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Gazille e Lily tornarono
con circospezione sui loro passi. Malgrado la quasi totale assenza di mobili o
suppellettili rendeva stanze e corridoi pressoché tutti uguali, avevano trovato
comunque dei dettagli distintivi con cui orientarsi, oltre ad aver prestato
attenzione ad ogni passo.
In poco tempo, i due
tornarono nel salone d’ingresso della villa, dove il dragon slayer non mancò di
riservare un’altra occhiataccia al ritratto del fu padrone di casa. Non
gliel’avrebbe perdonata facilmente quella cavolata della pozione per far
innamorare la gente! E a i single incalliti come lui non ci pensava?
“Lily, tu corri di sopra e
trova le ragazze: se vado io da loro si faranno subito strane idee e a me non
va proprio.”
“Oh, ma loro sarebbero
così contente di vederti arrivare! Eh eh!”
“Spiritoso… Io vado di là
e cerco di trovare Gray e i due testoni con lui.”
“Sei sicuro valga la pena
di avvertirli? Sanno badare a loro stessi.”
“Meglio non farsi cogliere
di sorpresa, qualunque cosa vogliano costoro.”
Non si sapeva se anche
loro avessero mangiato la foglia: bisognava essere prudenti.
“Umpf! Hai pensato a come
Natsu potrebbe prendere la notizia? Potrebbe fare qualche cretinata.”
“Tipo sfondare pareti per
cercarli o urlare per farli venire allo scoperto rendendo così manifesta la
nostra presenza qui.” –fece lui, confermando i timori dell’exsheed- “Se ci
prova il becco glielo chiudo io.”
Tu guarda che roba. I suoi
compagni erano venuti lì per salvarlo e a momenti era lui a tirarli fuori
dall’impiccio.
Si divisero. Lily saltando
lungo il corrimano della scalinata giunse al camminamento sopraelevato che
univa le due ali della magione; affacciandosi da lì, oltre un raffinato
parapetto in legno, si dominava tutto il salone. L’exsheed da lì poteva poi
ammirare da più vicino il ritratto del mago Oliver. Gli rivolse una lunga
occhiata: aveva letto e sentito di trucchi del tipo fori nei dipinti
all’altezza degli occhi per poter osservare di nascosto gli ospiti.
Ma gli occhi del ritratto,
per quanto li fissasse, restavano sempre fermi, immobili sulla tavolozza.
Scacciato di mente quel pensiero imboccò il percorso che aveva preso prima il
gruppo di Levi e delle incantate.
Certo, quello degli occhi
del ritratto che spiano era un classico. Ma perché rovinare un bel quadro
quando puoi semplicemente tenere d’occhio la situazione appostato dietro un
angolino?
Così, mentre Lily si
allontanava, dalla parte opposta, nel corridoio superiore dell’ala destra, gli
occhi dei misteriosi tipi che li avevano anticipati erano puntati su di lui.
“Non dovremo fermarli
prima che avvertano gli altri?” domandò la ragazza dalla maschera nera, il cui
abbigliamento ed equipaggiamento sembravano fatti per passare inosservati e
agire silenziosamente.
“No, Sibylle.” –scosse il
capo il biondo Oberon, alle sue spalle con il resto del gruppo- “Loro sanno che
siamo qui, ma non sanno che noi sappiamo che sono qui e che loro sanno che
siamo qui. Non lasciamo che mangino il resto della foglia, e vediamo se
riescono a condurci dove vogliamo andare.”
Il ciccione cominciò a
ripercorrere il ragionamento: “Vediamo: loro sanno che noi sappiamo… No… noi
sappiamo che…”
La donna attraente provò
anche lei, aiutandosi con le dita: “Ma no, non è così! Noi sappiamo che loro
sanno che noi sappiamo ciò che sanno… No, che ho detto? Uh, che mal di testa!”
“Mi aspettavo questa
reazione da voi due…” commentò flemmatico il loro capo.
“Beh, però ammetterai di
essere stato un po’ contorto.” –gli fece notare Henry il calmo- “Giusto?” disse
poi questi rivolgendosi a Sybille, che si limitò a scrollare le spalle
disinteressata, come al solito…
Oberon aveva tutt’altri pensieri per la testa. Il discorsetto tra quell’intruso
e il suo gatto parlante lo incuriosiva…
“Lily, tu corri di sopra e trova le ragazze: se vado io da
loro si faranno subito strane idee e a me non va proprio.”
“Oh, ma loro sarebbero così contente di vederti arrivare! Eh
eh!”
“Spiritoso…”
Un gruppo di curiosi. La
villa di un inventore di pozioni. Un incantesimo su cui lui era ansioso di
posare le mani… Alcune ragazze ansiose di vedere un bullo metallizzato…
Nell’ombra in cui erano
appostati il suo inquietante sorriso brillò rischiarandola cupamente: “E se
lui… Il metallaro lo terrò d’occhio personalmente! Uh uh!”
Chi invece, gettatosi a
capofitto nella ricerca, il senso dell’orientamento non si era preoccupato di
scomodarlo, ovvero il trio cane e gatto e gatto volante, anche volendo non
avrebbe saputo tornare al salone d’ingresso prima di fare altre tre volte un
giro a vuoto negli ampi e vuoti spazi della villa!
“Non ci siamo già passati
di qui?” domandò Happy notando su un muro la macchia che aveva lasciato Natsu
asciugandosi la mano sporca di moccio dopo un forte starnuto. L’aria umida non
si addice ai draghi, e un tipico aroma di ragnatele, polvere e di stantio si
sentiva un po’ ovunque. L’odore di chiuso era mitigato dal ricambio d’aria
offerto da alcune finestre rotte, che poteva diffondersi abbastanza bene per la
quasi totale assenza di ostacoli attraverso le porte divelte e i lunghi
corridoi, producendo di tanto in tanto degli spifferi che rompevano non poco le
scatole al dragon slayer, che sopra non aveva altro che il solito gilet nero e
l’immancabile sciarpa.
“Si.”- rispose Gray,
sedendosi su un grosso blocco di pietra, che altro non era che un voluminoso
pezzo di soffitto crollato chissà quanto tempo fa, ma che lui aveva già avuto
occasione di vedere qualche minuto prima- “Fermiamoci a riposare a schiarirci
le idee.”
“Chissà se gli altri hanno
trovato qualcosa.” si domandò Natsu appoggiandosi al muro.
“Aye! Magari la cucina!”
Gray posò una mano sul
mento, pensoso: “Continuo a pensare che troveremo ciò che cerchiamo in qualche
stanza nascosta. Se Oliver era così dispiaciuto di ciò che aveva combinato e ci
teneva tanto affinché nessuno trovasse le sue ricerche, avrà sicuramente
escogitato qualche modo per nasconderle. Un passaggio segreto magari.”
“Mhmm, se io volessi nascondere la cucina, dove la metterei?”
“La pianti con questa
storia della cucina?! Cosa speri di trovarci di ancora commestibile?!”
“E il panino di prima cos’era, Signor So Tutto Io?” fece Natsu strafottente.
“Pensa piuttosto a trovare
passaggi segreti piuttosto che panini, imbecille!”
“E come dovrei fare? Che
cosa dovrei cercare?”
Gray sbuffando si alzò in
piedi: “Beh… Qualche mattonella in rilievo sul pavimento, una parete che suona
cava all’interno, oppure…”
Natsu allora guardò la parete su cui era appoggiato con un lampo negli occhi:
“Ma certo! È sempre così che succede!”
“… Cosa?”
“Cercare è inutile: cose
di questo genere si scoprono sempre senza volerlo! Uno sta lì ad arrovellarsi
il cervello, poi fa qualcosa senza pensarci e ci azzecca! Tipo, adesso mi
sposto un po’ più in là, mi riappoggio alla parete e scatta qualche meccanismo
strano: tombola!”
“…… Da dove li tiri fuori certi ragionamenti?”
Natsu intanto aveva già
messo in pratica quanto detto, ma il muro alle sue spalle non si mosse: poté
solo apprezzare la morbidezza della
rosso schiarito (per la polvere) dietro la schiena: “Uhm, no…”
Fece qualche altro passo,
si riappoggiò al muro fingendo indifferenza… e non successe nulla!
“Niente… Forse manca qualcosa… << Mi
domando se gli altri abbiano scoperto qualcosa… >> “ -ripeté come
rivolgendosi allo stesso passaggio segreto che cercava di attivare. Ovviamente
i risultati non si videro nemmeno quella volta- “Accidenti, è più furbo di
quanto pensassi.”
“Aye…”
Gray fece un gesto di
stizza e si allontanò: “Basta è troppo, io me ne vado…”
“Tsk! Non vuoi riconoscere
che la mia idea è giusta, eh?”
“Giusta?! Cosa vuoi fare, appoggiarti a tutti i muri della villa fino a quando
non trovi quello giusto?”
“Se può servire… Magari se
lo dico con più convinzione…”
Dopo molti altri
tentativi, Natsu si decise a desistere vedendo che a furia di appoggiarsi alla
moquette impolverata il suo gilet nero si era fatto bianco su tutta la schiena!
I tre si spostarono in un altro corridoio, non molto lungo, ma ampio, forse tre
metri, dove su di un lato avevano notato una lunga fila di candelabri infissi
nel muro. Su qualcuno era rimasta ancora una candela muffita. Alcuni mostravano
ancora a sprazzi quella che era stata una sfavillante doratura.
“Forse uno di questi è una
leva dissimulata. Proviamo a tirarli.” suggerì il mago dei ghiacci.
“Ok.” –fece Natsu
prontamente, afferrandone uno…
CRUSH!
… e abbassandolo di colpo,
staccandolo così dal muro in cui era fissato!
“Razza di barbaro! Che
bisogno c’era di tirarlo così forte?”
Natsu arrossì: “E se gli ingranaggi si sono arrugginiti? Se sono bloccati
bisognerà fare un po’ più di forza, no?”
Il dragon slayer passò al
successivo candelabro, anche questo brutalmente estirpato dalla parete.
CRUSH!
“Niente…”
CRUSH!
“Niente..”
CRUSH!
“Niente…”
CRUSH!
“Niente…”
Gray si posò una mano sul
volto e lo fermò: “Lasciamo perdere è meglio…” disse con voce incrinata dal
nervosismo.
“Peccato, stavo iniziando a divertirmi!”
“Se il padrone di casa
fosse ancora qui ti manderebbe via a pedate!”
“Ih ih ih! Voglio provare
anch’io!” disse Happy, afferrando il candelabro successivo che purtroppo non si
era salvato come pensava!
“Potremmo cercare vicino
il camino che abbiamo visto…”
TLACK!
Natsu e Gray si voltarono
di botto: “Tlack?!”
Fortunatamente per il
povero candelabro, il micio blu aveva la mano molto più leggera del suo focoso
compagno.
Li guardò con un sorriso
imbarazzato: “Ho fatto male?”
Il candelabro che aveva
tirato sparì ritirandosi in una fessura apertasi nella parete, dopodiché un
frammento di questa lungo circa un paio di metri iniziò a scorrere verso
l’alto, come fosse un pannello mobile, rivelando una grata oltre il quale si
apriva un altro piccolo stanzino.
“Male? Hai fatto centro,
Happy!” gridò Natsu battendo il cinque con lui.
“Che strano… Perché
nascondere uno sgabuzzino vuoto?” si chiese Gray osservando ciò che il loro
amico blu aveva fortunosamente scovato.
Come solo Gray si avvicinò
le grate si spalancarono da sole, probabilmente per qualche meccanismo magico,
accogliendoli in un ridotto spazio quadrato. I tre entrarono con circospezione
nonostante fosse del tutto vuoto, ad eccezione di una lampada sul soffitto e un
pannello con sopra alcuni pulsanti.
“Strano; a che serve
questo stanzino? Non ci sono mensole, né tavoli, né armadi, ed è così piccolo…”
“Quale premiamo?”
Gray si voltò di botto!
Natsu e Happy stavano adocchiando il quadro coi pulsanti: “Fermi voi due,
incoscienti! Non sappiamo che cosa significhino!”
Natsu si voltò con un largo sorriso: “E come facciamo a scoprirlo se non
premiamo? A te l’onore Happy!”
“Aye!”
Il gatto poggiò la zampa
su uno dei bottoni di forma circolare e su di questo si accese una luce a forma
di freccia rivolta verso l’alto. Le grate si richiusero di colpo.
“Bravi! E adesso?”
Gray fece per avvicinarsi
alla grata e riaprirla, con la magia se necessario, ma dopo un passo si fermò
per la sorpresa. Lo stanzino aveva preso a vibrare, a muoversi!
“Stiamo salendo?” -si
domandò intuendo la direzione del movimento- “Una stanza segreta in grado di
muoversi tra i piani della casa, ingegnoso, vero Na… ?!?!?”
Il suo amico era per terra
con la bava alla bocca!
“Si… si… si… si muooooooooveee… URGH!”
Una stanza-mezzo di
trasporto? Beh, perché no, contro gli Oraciòn Sèis non avevano forse combattuto
su una città semovente? Ed anche lì lo stomaco di Natsu aveva alzato bandiera bianca!
Fortunatamente durò poco:
suonò un campanellino e le grate si riaprirono, concedendo loro di uscire.
Natsu non aspettò certo che la stanzetta mobile gli stendesse il tappeto rosso
per farlo!
“Anf… anf… anf… Mai più!”
Gray ed Happy uscirono e
la grata si richiuse dietro di loro. Anche lì l’ingresso alla stanza era un
interruzione nella normale parete, questa dipinta di verde chiaro, che era
scorsa in alto rivelandone l’accesso.
Si trovavano ora sul lato
posteriore della magione, come potevano vedere dagli alti finestroni che si
susseguivano di fronte a loro e alla loro destra. A sinistra il corridoio si
fermava davanti una parete a conca. Giusto davanti a loro si apriva, oltre una
bellissima porta ad arco dagli usci vetrati (in frantumi…) spalancati, quella
che pareva una terrazza.
I tre uscirono così su
quell’ampio balcone rettangolare, con il parapetto in marmo ancora in buono
stato, affacciandosi sul giardino posteriore, ridotto ormai a un mare di erba
alta e cespugliosa. Voltandosi alla loro destra potevano osservare come anche
l’altra ala della villa avesse il suo balcone, esattamente identico a quello.
“Siamo saliti al secondo
piano. Non è quello che cercavamo, però così abbiamo scoperto un bel sistema
per evitare le scale!”
“Farei centomila gradini
in salita piuttosto che un nuovo giro in quello sgabuzzino degli orrori!” fece
Natsu, ancora molto provato.
I tre tornarono dentro, e
Natsu rivolse un’occhiata incenerente alle grate della stanza mobile, che nella
sua immaginazione ancora crepitavano, ridendo di lui con il loro cigolio!
“Se siamo al secondo piano
può darsi che incontreremo Lucy e le altre.” –fece Gray- “Avviamoci.”
Dopo pochi passi, Happy si
fece spuntare le ali e si sollevò vicino la parete alla loro destra: “Guarda!
Altri candelabri! Proviamo a tirarli?”
CRUSH!
“Niente…”
Natsu era giù partito in
quinta!
CRUSH!
“Niente…”
CRUSH!
“Niente…”
“Piantatela voi due! Non dobbiamo distruggere ogni singolo candelabro ogni
volta che ne incontriamo uno! Muoviamoci!”
Natsu ridacchiò e gettò
per terra l’ultimo pezzo di metallo indorato che aveva sottratto alla parete:
“Ih ih! Vieni, Happy!”
“Aye!”
Dopo due battiti d’ala però, il gioviale gattino si fermò davanti il candelabro
appena successivo, tentato di provare per vedere se la fortuna era ancora con
lui.
Lo abbassò…
Da un’altra parte di
quello stesso piano, la povera Levi doveva fare i conti con il ritrovarsi come
compagne due petulanti passerotte in amore!
“Il fattore corpo è più
importante di quanto credi!” attaccò Lucy.
“Non è vero! È quello che si
ha dentro che conta!” alzò lo scudo Wendy.
Levi, che camminava
davanti a loro aveva le mani sulle orecchie: “Sigh…”
“Tipica risposta di chi sa
di non poter competere con me su questo punto di vista! Guarda qui!”
La biondina si poggiò le
mani sulle tette e con crudele intento provocatorio iniziò a premere, sbattendo
la loro grandezza e morbidezza sotto il naso dell’invece piccola (molto
piccola…) draghetta, che distolse lo sguardo!
“Tu queste non ce le hai!
E probabilmente non le avrai mai!”
“Non è vero! Non è vero!”
“Fattore corpo, baby! Io ne ho da vendere e Gazille lo noterà eccome!”
Wendy optò per la tattica del trinceramento: si tappò le orecchie e cominciò ad
urlare: “NON ASCOLTO! NON ASCOLTO! BLABLABLA!”
Chi invece era costretta
ad ascoltare era la povera Levi, che perennemente distratta dal loro
battibeccare aveva anche lei difficoltà ad orientarsi.
<< Lucy è sempre stata orgogliosa del proprio
fascino, però non l’ho mai vista così cattiva e spudorata, povera Wendy…
>>
“Le tette grandi non
servono! Non quando ho un visino dolce e carino come il mio!” disse sorridendo
vanitosa, eppur sempre coccolosa!
<< Con tutto questo parlare di tette mi
meraviglio che Charle non sia già diventata isterica… Meglio così, urla
risparmiate… >>
Ma che stava dicendo? Altro
che meno tortura per le sue orecchie: era fin troppo strano! A momenti
incarcerava Gray come maniaco ed ora non diceva una parola per sviare il
discorso da simili “argomenti delicati”?
Si voltò e strabuzzò gli
occhi: “Dov’è Charle?”
Le due contendenti
ingoiarono le loro parole e si voltarono.
Della gattina bianca nessuna traccia!
“CHARLE!” gridò Wendy. La
scomparsa dell’inseparabile amica sembrò aver cancellato di colpo in lei
l’Incanto Cupidus… per un po’…
“Charle? Charle? Dove sei?
Dai, non fare scherzi! Se è per quelle cose che ho detto su te e il gattino di
Gazille ti chiedo scusa: potete anche solo essere amici!”
A Levi scappò una
risatina, ma si ricompose subito: Charle non era la tipa da allontanarsi senza
motivo (perlomeno non una sua improbabile storiella combinata con Pantherlily…),
e se anche avesse scovato qualcosa, qualunque cosa di interessante, le avrebbe
sicuramente avvertite.
Vide Wendy aprire di colpo
le varie porte che avevano da poco oltrepassato, non avendo però nessun dubbio
che non vi avrebbe trovato niente, meno di qualunque altra cosa Charle.
“Umpf, non sei nemmeno in
grado di tenere a bada i tuoi animaletti…” la schernì Lucy con l’antipatia di
una vipera.
“Rimangiatelo subito!”
Levi si frappose subito
tra le due: “Calme voi due! Non dobbiamo litigare tra noi: dobbiamo unire le
forze per scoprire che fine ha fatto Charle!”
“Potrebbe essere caduta in un trabocchetto!” suggerì apprensiva Wendy.
“Potrebbe essere stata
mangiata dai topi…” suggerì indifferente Lucy.
“WAAAAAH! LA MIA AMICHETTA!”
“LUCY!” la redarguì Levi!
“Eh eh eh… scusa, non
volevo essere così cattiva…”
Ma ormai la preoccupazione
traboccava dalla dragon slayer, e il pensiero di Charle circondata da topi
cattivi che la prendevano in giro in un angolino buio, indifesa, le squarciava
il cuoricino! Purtroppo trovò proprio nel suo cuoricino una possibile
soluzione…
“Devo trovare Gazille! Lui
saprà aiutarmi! Lui troverà senz’altro la mia povera gattina!”
E senza dire nient’altro, leggera come l’aria
che lei dominava, corse via alla ricerca del principe che sarebbe accorso in
suo aiuto!
“No, Wendy! Non essere
precipitosa!”
“Eh, no! Mi spiace ma Charle, ma tu vuoi approfittarne! A me non la si fa!
Gazille, sto arrivando!”
“No, Lucy! Ferma!”
Tutto inutile! Dopo
qualche passo le fu chiaro che cercare di fermarle sarebbe stato impossibile!
“CHARLE!” provò ad urlare
Happy quando la prima cosa che vide al momento in cui la parete dinanzi a lui
scorse via fu la micia bianca del suo cuore, legata, imbavagliata e tenuta
bloccata da un braccio.
Ma quel nome non riuscì ad
uscire tutto dalle sue labbra.
Prima di riuscirci, un
altro braccio lo agguantò e lo portò con sé all’interno della parete, che si
richiuse subito dopo. Alle spalle degli ignari Natsu e Gray che si
allontanavano sempre di più, una risata femminile spari lentamente all’interno
della parete.
Levi fermò la sua corsa e
si piegò sulle ginocchia, ansante.
<< Me le sono fatte scappare… E Charle è
scomparsa… E dire che avrei dovuto tenerle d’occhio! >>
Si risollevò. La stanchezza
era sparita, ma il senso di colpa no.
“Devo ritrovarle!”
Se fosse stata certa non
avessero corso pericoli avrebbe anche potuto lasciarle andare. Ma se in quel
posto una loro amica poteva sparire nel nulla le cose cambiavano!
Ricominciò a correre, ma
si fermò di botto davanti una porta spalancata, dalla quale faceva capolino una
grossa forma, che all’andata non aveva notato (per forza, con quelle due dietro
le spalle che non stavano mai zitte…).
Entrata nella stanza tirò
fuori dalla tasca un tacquino e la sua penna magica: “Solid Script: LIGHT!”
Grazie alla sua magia, una
scritta luminosa (“Light” appunto!) comparve e prese a fluttuare a mezz’aria al
centro della stanza semioscura, rivelando così un grosso pianoforte a coda.
Troppo grosso per uscire dalla porta e troppa fatica a smontarlo, anche per dei
ladri che hanno tutto il tempo che vogliono.
Più che quello, notò varie
carte sparse sul pavimento. Alcune erano spartiti, altre però erano qualcosa di
molto più interessante.
“Le lettere qui formano
parole inesistenti, e sono sparse in modo irregolare su tutto il foglio. Se è
uno dei fogli criptati da Oliver, potrebbe contenere qualche informazione
utile!”
Raccolse tutti i fogli di
quel tipo, li arrotolò e li fece entrare nella sacca che portava alla tracolla…
“Chi c’è?!”
La sua immaginazione?
Qualcun altro lì aveva prodotto quel rumore o era stato semplicemente lo
strusciare dei fogli nella sua sacca? Senza chiederselo ulteriormente, uscì
dalla stanza e riprese a correre per il corridoio, incentivata da un pizzico di
paura…
<< Questo posto comincia a darmi i brividi!
Quasi quasi faccio come Lucy e Wendy e vado anch’io in cerca di Gazille…
>>
L’importante era trovare
qualcuno, lui o chiunque altro del gruppo: d’un tratto la villa non sembrava
più tanto abbandonata!
“HAPPY! HAPPYYYY!”
Gray strinse il pugno:
“Dannazione! Come abbiamo fatto a non accorgerci subito che era sparito?”
Natsu urlò il suo nome
altre due volte, ma i suoi appelli si persero nell’eco che rimbalzava tra le
pareti spoglie.
“Maledizione…”
Gray e Natsu tornarono sui
loro passi. Gray, malgrado l’agitazione, riusciva a ragionare a mente fresca,
cercando di tenere separati i vari accidenti sul loro percorso: il panino
ancora buono, i candelabri, la stanza mobile, la sparizione di Happy, cercando di
capirci qualcosa.
Natsu invece non aveva che
un pensiero in testa: gli inseparabili erano stati separati, e se quella villa
non glielo avrebbe restituito in fretta sarebbero stati guai!
“Forse ha scoperto qualche
altro passaggio segreto e ci si è ritrovato dentro.”
“Stavolta non te la
caverai con qualche stupido candelabro! Prima mi annoi a morte, poi ti prendi
gioco di me con quella orrenda stanza che si muove e ora fai sparire il mio
migliore amico!”
Chiuse il pugno e lo fece
avvampare: “Ridacci Happy!”
La furia di Natsu si
abbatté sulla prima parete a portata di pugno. L’unico suo risultato fu quello
di scoprire un bagno, dalla cui vasca una decina di sorci uscì terrorizzata:
d’ora in poi, solo vacanze in soffitta!
“Calmati Natsu, non è
facendo a pezzi le pareti che troveremo Happy.”
“E allora che facciamo?”
“Innanzitutto troviamo gli
altri: assicuriamoci che non sia successo qualcosa anche a loro. Se ti fermi un
attimo sono certo ti renderai conto che non sei preoccupato solo per Happy.”
“……”
Le fiamme si spensero.
“Scendiamo di sotto, forse
sono tornati all’ingresso.”
Natsu lo agguantò costringendolo a fermarsi: “Andiamo di là…”
Gray capì in un lampo: voleva risparmiarsi un altro giretto sulla stanza
mobile, anche a costo di perdersi nel tentativo di ritrovare le scale!
<< Mai più là dentro! Mai più! >>
“Levi!”
Le preghiere della ragazza
di non restare più sola furono, con suo gran sollievo, esaudite dall’arrivo di
Lily, tutto trafelato.
“Lily, meno male… Per caso
hai visto Wendy e Lucy?”
“Certo che le ho viste, ma
loro non hanno visto me! A momenti mi calpestavano!”
Va bene che da quando era
arrivato in quel mondo era alto quanto un tappo di sughero la gran parte del tempo, però anche nella sua
forma di tappetto aveva una dignità!
“Non sono riuscito a
fermarle. Cos’è, non hanno resistito lontano dal loro amato?”
“Non proprio… Charle è
sparita!”
Quello era peggio che
rischiare di essere calpestati!
“Allora dobbiamo
agguantare quelle due prima che facciano sparire anche loro.”
“Un attimo, di chi parli?”
“Non lo so, ma non siamo soli…”
Levi ripensò alla
sensazione di poco prima, e fu contentissima di essere stata trovata da Lily.
Si guardò alle spalle.
Niente in vista e nessun rumore. Ma cercare guai non era la loro priorità.
“Andiamo, Lily! Riuniamo
gli altri!”
“Di corsa!”
“Almeno adesso sappiamo
che potrebbero esserci altre stanze segrete. E in una di queste ci sarà di
sicuro un laboratorio… Che stai facendo?!”
Ad ogni passo Natsu
staccava candelabri, pestava mattonelle, bussava sulle pareti, ispezionava
porte, chiedeva indicazione ai residenti (topi e ragni…), determinato a non
farsi scappare nulla.
“Ora non esagerare…”
Fece tanto trambusto che
svegliò una famigliola di barbagianni dal proprio sonno, ma questi non furono
entusiasti di aiutarli e li scacciarono via a beccate!
“Guarda, una scala a
chiocciola.”
“Siamo sicuri che non sia
una scala… mobile?” disse Natsu deglutendo per la paura!
Gray nell’atto di scendere
il primo gradino poggiò la mano sul pomello d’ottone all’inizio del corrimano…
e questo girò!
“EH!?”
“AH AH! Visto? I passaggi segreti li scopri sempre senza volerlo!”
“Per quanto sia un’idea
ridicola… sembra sia vero…”
La pareti intorno la scala
a chiocciola formavano una conca di mattoni scuri. Come avevano già visto,
anche qui la muratura cominciò a scorrere via, come su dei binari, formando
così un’apertura a semicerchio dinanzi a loro. I due lasciarono perdere la
scala a chiocciola ed entrarono attraverso la fessura nella parete in una
stanza segreta circolare, non molto ampia, ma dalle pareti molto alte.
“Wow… Questa si che è una
bella scoperta!”
Anche perché non si
muoveva!
Le pareti erano ricoperte
da grandi scaffali incastonati nella parete, lungo i quali erano schierate
centinaia a e centinaia di boccette, piene di liquidi di tutti i colori! Al
centro della stanza stava un grosso tavolo circolare, su cui erano ammucchiate
carte e pesanti tomi. I ripiani più alti potevano essere raggiunti tramite una
scala scorrevole che arrivava quasi a lambire il soffitto, dove alcuni
pipistrelli avevano nidificato e stavano ora scuotendo il capo dinanzi a quei
turisti disturbatori del loro quieto sonnecchiare! Almeno loro, a differenza
dei barbagianni, ripresero subito il sonno!
“Abbiamo trovato il
laboratorio!”
“Questo non è un
laboratorio Natsu; ha tutt’al più l’aria di un… magazzino. Un archivio per le
pozioni.”
Natsu si avvicinò alla
scrivania ed aprì uno dei libroni, ma ebbe una brutta sorpresa: “Ma che roba è?
Da che parte si guarda? Ho visto degli abbozzi di Reedus molto più belli!”
Gray prese una delle
boccette dallo scaffale all’altezza dei suoi occhi e vide che, sebbene avesse
incollata un’etichetta, su questa le lettere erano poste in modo disordinato,
confuso, a volte non erano nemmeno lettere autentiche ma segni scarabocchiati
di varie dimensioni, senza alcun ordine preciso. Era così per tutte le
boccette.
“Oliver ha fatto proprio un bel lavoro per evitare qualcuno si servisse delle
sue invenzioni: sono tutte irriconoscibili. Non ne caveremo un ragno dal buco.
STAP!
?!?!?!?
Un ragno, sgomento quanto
lui, si sporse per l’appunto dal suo buco per guardare anche lui! Gray si voltò
lentamente, sperando non fosse così evidente come sembrava…
“Proviamo un po’…”
“MA SEI SCEMO DAVVERO ALLORA!!! Ho appena finito di dire che queste boccette
potrebbero contenere praticamente qualsiasi cosa e tu che fai? Ne stappi una?!”
“Solo una prova. Magari
sono scadute e non sono più buone.”
“Oh, certo, o sono pozioni
magiche (potenzialmente pericolose) o pozioni magiche scadute: in nessuno dei
due casi possono farti male, vero?”
“E se tra queste c’è una
pozione per guarire dall’Incanto Cupidus? O qualcosa per trovare Happy?”
“Ma saranno centinaia!
Come speri di fare se non puoi leggere le etichette?”
“Intuizione… Andiamo! Ad
ascoltare te non avremmo dovuto nemmeno tirare i candelabri! L’hai visto anche
tu che ciò che cerchi ti viene sempre per caso, no? Eh eh! Alla salute!”
Gray incrociò le dita.
Aveva scelto una boccetta
di colore blu, come Happy, e se l’era sgolata facendosi i migliori auguri.
“Non sa di nulla… e non mi
ha fatto nemmeno nulla.”
“Qualcosa si: stai
diventando blu.”
“CHE?!”
E non solo la sua pelle,
ma anche i suoi capelli e i suoi vestiti! Natsu era una macchia di azzurro tra
colonne di vetri colorati d’arcobaleno!
“ARGH! La mia sciarpa!”
“Ora che ci penso, sei
dello stesso colore di Happy…”
“Rivoglio la mia sciarpa
del suo colore!”
E Natsu, dalla punta dei
capelli a quella dei sandali si fece tutto bianco!
“… Figo! Sembro un
fantasma!”
“Probabilmente ti fa cambiare colore in base a ciò che pensi.”
Natsu si fece grigio: “Ah, ma davvero? Non c’ero arrivato…”
“Umpf!”
Nulla di che;
l’incantesimo per cambiare i colori ai vestiti a seconda dell’umore era
comunissimo, quello era solo un po’ più potente e l’effetto riguardava anche i
pensieri.
<< Se è solo questo ci è andata bene finora
>>
“Invece si sbuffare,
bevine una anche tu.”
Afferrò una nuova boccetta
e gliela passò al volo: “Non credo che…”
“Pollo! Pollo! Pollo!” sghignazzò Natsu mentre i capelli gli diventavano rossi,
le labbra e le gambe gialle e il resto del corpo bianco!
“Tsk! Solo un goccio…” lo
accomodò Fullbuster, preso dalla curiosità di quella lotteria.
“Sa di… di… zucolante…”
“Che?”
Gray rispose al “Che?” con
una pernacchia e cominciò a rotolarsi a terra dal ridere: “AH AH AH! CI SEI
CASCATO!”
“………”
Gray rotolò fino al
tavolo, dopodiché tentò a fatica di issarsi di nuovo in piedi appoggiandosi ad
esso, stravolto dalle risate: “Uh, che spasso! Non so perché rido… Allora rido
perché rido! Ah ah ah! Dai, cambia di nuovo colore! Pensa a qualcosa! Pensa ad
Erza!”
Natsu lo fece
istintivamente, facendosi tutto scarlatto!
“AH AH AH! Sei lei
sputato! Ah ah! Non riesco a fermarmi! Fammi Lucy!”
Natsu prima di rendersene
conto pensò ai suoi capelli biondi e si fece giallo.
“AH AH AH!” –non riuscendo
a contenersi ricadde a terra- “Passabile! Fatti crescere le tette e sei a
posto! Ah ah ah!”
Per niente divertito,
Natsu afferrò un’altra boccetta, la stappò e gli riversò in gola un liquido dal
gusto aspro, simile al limone. L’essere ingozzato lo fece ridere e per poco
soffocare, ma l’attacco di ridarella si fermò.
“Cielo… Che idiota che ero…
Perché ti ho dato retta? Meno male che mi hai visto solo tu… Un attimo, che
cosa mi hai dato?!”
“Boh! Pensavo che magari un nuovo effetto avrebbe cancellato quello vecchio e
così è stato.”
“Si, ma io adesso cosa…” –ruttò alcune bollicine gialle e i suoi occhi si
inumidirono- “Oh… Happy… Happy!”
Si rialzò appoggiandosi a
Natsu: “Oh, petulante amico alato mio! Dove sarai mai finito, adorabile
rompiscatole? Ti prego, torna! Pensa al povero Natsu! Pensa a me! Sigh! Mi
manca così tanto! Sono così preoccupato!”
“Questa deve essere la
pozione dell’apprensione…”
“Ah, davvero? Non c’ero
arrivato!” –fece Gray tornando in sé per un secondo, per poi ricominciare ad
arrovellarsi- “Ecco che ritorna l’effetto… Sigh! Ti rivedrò mai? Oh, non avrei
dovuto trattarti così duramente! Non avrei mai dovuto dire che sei scemo! Ma se
mi senti sappi che ho sempre pensato che Natsu fosse molto più scemo!”
“EHI!”
“Come mi pento di tutte
quelle brutte cose che gli ho detto… Torna da me angioletto sorridente e io ti
prometto… ti prometto di comprarti tutto il pesce che vuoi! Te lo surgelo anche,
così sarà fresco quando lo vorrai, non ci sono problemi!”
“A me non hai mai chiesto
se volevo surgelare un po’ di fiamme per tenerle come provvista!”
Gray tornò di nuovo in sé
per un istante: “Ma come pensi che si possano surgelare delle fiamme?!?!? Sigh!
Torna, Happy! Mi preoccupa saperti solo e sparito!”
E lo preoccupava anche
stare da solo con quello scemo dai capelli rosa!
Subito dopo l’effetto
scomparve.
“Che diavolo…”
“Sono io il migliore amico di Happy! Io sono molto più preoccupato di te per
lui! Lo vedi come sono blu? Io lo penso molto più di te!”
“Non è mica una gara a chi
sta più in pensiero!”
Gray si avvicinò agli
scaffali e guardò le pozioni ai suoi piedi e quelle sopra la sua testa.
Affascinante, pensò. Chissà quante altre sensazioni ed emozioni erano stipate
lì, in quei liquidi multicolori e multisapori.
La ridarella,
l’apprensione, e forse la gioia, la commozione, la rabbia, la comprensività…
Tutto a portata di bocca.
Quelle boccette, quelle
formule magiche, avevano fatto la fortuna del mago che le aveva imbottigliate.
Saper evocare in sé l’emozione giusta a seconda della circostanza; a chi non
piacerebbe? Che creazioni superbe riunite lì!
Eppure, quel mago errò e
cadde in disgrazia.
<< Le sue pozioni sembrano buone, ma ti
costringono nello stato d’animo che evocano. Ti rubano la personalità, ti
rendono un altro. >>
Ripensò a tutti coloro che
avevano usufruito di quelle pozioni, Oliver in primis, e si domandò che razza
di persone fossero state. Se non hai di che essere felice perché costringerti?
Se non riesci a preoccuparti tanto per qualcuno, perché vergognarsene? Forse
per non sembrare insensibile? Perché no, fare bella figura mostrando il proprio
trasporto per l’amico scomparso.
Ma se non è una cosa
spontanea, che senso ha?
Gray storse il naso, e
dall’ammirazione con cui inizialmente aveva ammirato quel luogo, passò ad un
forte senso di riprovazione, di antipatia.
“Prima di andare voglio
provarne ancora una!”
“Basta adesso! Pensiamo
piuttosto a prendere qualcosa da portarci dietro: forse Levi sa come decifrare
le etichette su queste pozioni.”
Ma ancora una volta era
troppo tardi: Gray gli staccò la boccetta dalle labbra ma l’amico aveva già
dato un paio di sorsate. I suoi occhi si fecero verdi per un istante.
“Grrr! Ma perché tu sei
sempre a torso nudo? Che comodità, voglio starci anch’io!”
“Io non sono a torso… Oh…”
Lo era: per l’ennesima
volta aveva tardato ad accorgersene!
Natsu scaraventò a terra
il proprio gilet e cominciò a guardarsi intorno, rivolgendo occhiate incavolate
a tutto ciò su cui posava gli occhi.
“Uffa! Questo tavolo è
così… piatto! Voglio esserlo anch’io!”
E detto così si spalmò a
terra, cercando di spiaccicarsi il più possibile sul pavimento.
“Questa dev’essere la
pozione dell’invidia.”
“Ah, davvero? Non me n’ero accorto! Credevo di comportarmi in modo ridicolo
perché mi andava!” rispose il dragon slayer con la faccia tutt’uno col pavimento.
“Voglio ritrovare Happy…
sono invidioso delle sue ali! Voglio volare anch’io! Uffa!”
Gray lo sollevò
bruscamente da terra e gli porse il gilet: “Cerca di riprenderti!”
Natsu lo rindossò: “Grrr!
Voglio una stanza segreta come questa! Voglio anch’io un passaggio segreto figo
in casa mia! Anzi, voglio una casa gigantesca come questa, così la gente ci si
perde!”
“Per quanto è disordinata
casa tua ci si perde anche così.”
“Che sta blaterando?”
Natsu e Gray sobbalzarono,
ma non avevano nulla di che preoccuparsi. A raggiungerli nell’archivio pozioni
era stata una faccia amica: il dragon slayer di metallo.
“Questo scemo si è bevuto
una pozione senza sapere cosa fosse.” disse a Gazille mentre questi si guardava
intorno, nascondendogli il fatto di non aver resistito alla tentazione di fare
lo stesso!
Natsu guardò l’altro
dragone e prese subito a rosicare: “Grrr! Che bei piercing! Sono così fighi!
Voglio essere figo anch’io! Dammeli! Non hai mica l’esclusiva sui bulloni in
faccia!”
Provò ad allungargli le
mani al viso, come volesse veramente staccarglieli, ma Gazille gli mise una
mano in faccia e lo trattenne lontano con una superiore noncuranza.
“Dammeli! Dammeli!
Dammeli! Sono invidioso!” continuava a sbracciarsi Natsu con una mano in
faccia, mulinando le mani nel tentativo di acchiapparli! Intanto Gazille non se
ne importava minimamente e parlava con l’altro compagno.
“Come ci hai trovati?”
chiese il mago dei ghiacci.
“Seguendo le vostre urla…
e una scia di candelabri divelti dal muro: siete stati voi per caso?”
Gray si affrettò a puntare
il dito su Natsu, il quale si liberò dalla morsa della mano di Gazille: “Li
voglio anch’io quei candelabri! Li voglio sulle pareti di casa mia, così li
stacco ogni volta che mi va! Ora li vado a prendere!”
“Che vandali…” commentò
tra sé e sé Gazille, afferrando Natsu per la sciarpa impedendogli di andar via.
Gray incrociò le braccia
infastidito: “Parla al singolare per favore…”
“Grrr! Beati voi che non
siete così invidiosi come me! Non vedo l’ora che finisca: sto cominciando ad invidiare
i pipistrelli là in alto perché dormono a testa in giù! Voglio riuscirci
anch’io! Chi si credono di essere quei topi-uccello da quattro soldi?”
Gray aggiornò rapidamente
Gazille su quella stanza, le pozioni che avevano provato e i pesanti registri
ammucchiati sulla grande tavola rotonda, impossibili da leggere.
“Tsk! Ma dico io, l’unica
pozione i cui effetti non spariscono dovevo beccarmela io?”
“Mi dispiace.” fece Gray,
che insieme a Natsu aveva apprezzato sulla sua pelle com’è trasformarsi in un altro.
Non era bello, e neanche ci facevi bella figura!
Gazille strinse il pugno e
questo, insieme con l’avambraccio si trasformò in una pesante sbarra d’acciaio
che puntò minaccioso verso i grandi scaffali che lo circondavano: “Mi viene la
tentazione di sfasciare tutto! Così queste dannate pozioni smetteranno una
volta per tutte di causare problemi!”
“Stai calmo, Gazille! Per
quanto ne sappiamo la cura all’Incanto Cupidus potrebbe essere proprio qui tra
queste boccette.”
Gazille ebbe un tremito.
Gli risultò difficile contenersi: qualcuna di quelle pozioni, cadutagli addosso
gli avrebbe provocato al massimo qualche minuto di follia, ma poi nulla di più.
Invece aveva ancora decine di ammiratrici sulle spalle da cui girare alla
larga: la sua libertà e la sua identità, il modo in cui lui si riconosceva ed
era riconosciuto dagli altri, ne avevano pagato il fio e lo stavano ancora
pagando.
A malincuore plasmò
l’acciaio del suo braccio facendolo tornare umano.
“Bah…”
Natsu cadde allora dal soffitto a un passo da loro.
“E tu dov’eri?”
“Volevo dimostrare a
quegli scherzi della natura che so dormire a testa in giù!”
Gazille e Gray alzarono
gli occhi e le risate a crepapelle dei pipistrelli dal soffitto li raggiunsero.
“Come li invidio! Quando
torno a casa mi faccio legare al soffitto!”
Gray fu di nuovo costretto
a rialzarlo da terra in malo modo: “Sono stufo di queste tue idiozie! Fatti
passare in fretta l’effetto della pozione e usciamo da qui!”
“Prendiamo questi libri.”
–fece Gazille ammucchiandoseli sulle possenti braccia come fossero cuscini- “Se
sono un catalogo, Levi riuscirà a decifrarlo e a farci trovare quella che ci
serve.”
“Mi rincresce, ma non
posso lasciarvi portar via alcunché.”
?!?!?
Prima di abbozzare una
qualunque reazione all’udire quella voce estranea, il pavimento li colse di
sorpresa, modificando la propria forma: sotto i loro piedi questo si sollevò
generando una gobba, una gobba che si fece sempre più alta e più ripida. I tre
persero l’equilibrio, e Gazille fra l’altro perse di mano i tomi criptati.
I tre maghi rotolarono giù
per quell’innaturale discesa fin fuori la stanza. Natsu fece appena in tempo a
voltarsi per vedere il pavimento tornare piatto, e la parete scorrere e
richiudersi dietro di loro.
“Ma che diavolo…”
Gazille e Gray intanto,
scrollatisi dopo il ruzzolone alzarono anch’essi lo sguardo, ma riuscirono solo
a vedere, in lontananza, un paio di stivali, e una sottile lama infilarsi nel
pavimento, producendo una crepa che viaggiò rapidissima fino al punto in cui si
trovavano.
I tre udirono un rumore di
crepe diffondersi nel pavimento, ma non poterono reagire in tempo nemmeno
stavolta.
“CAVOLO!”
CRUSH!
Un triplo urlo accompagnò
il roboare del crollo fino allo schianto al piano inferiore.
Levi e Lily interruppero
la loro corsa.
“Cos’è stato?” disse Levi
quando il sordo rumore, sebbene attenuato dalla distanza, li raggiunse.
“Forse nulla…”
“Dobbiamo andare a
vedere!”
“Levi, lì ci sono Natsu,
Gray e Gazille: direi che sanno badare a loro stessi. Dall’altra parte ci sono
due povere rimbambite che potrebbero facilmente cadere in qualche trappola.
Anch’io vorrei andare a controllare, ma fidati: faremmo meglio a trovare Wendy
e Lucy prima.”
Levi si voltò, lentamente,
e i due ricominciarono a cercare.
Gray fu il primo a
sbucare, tossendo e spolverandosi via i capelli dai calcinacci. Sia lui che
Natsu avevano preso una bella botta. Gazille invece era riuscito a non farsi
cascare nulla in testa, anche se era ancora mezzo stordito per la caduta.
“Cavoli! Me ne sono dimenticato…”
L’idiozia di Natsu e la
sua rabbia verso le pozioni gli avevano fatto passare di mente il suo
messaggio.
“Urgh! Di cosa?” chiese
Natsu massaggiandosi la spalla.
“Ci sono…”
“Ci siamo noi!”
I tre maghi, dal loro
letto di macerie, alzarono gli occhi e finalmente li videro, affacciati al
pavimento del secondo piano come su di un piedistallo, come a sbeffeggiarli.
Anche loro erano in tre.
A destra un uomo sulla
trentina, tarchiato e tozzo. Malgrado la ciccia, che si notava specialmente sul
viso, flaccido e rubicondo, l’abbigliamento, giacca, mocassini e pantaloni
neri, camicia bianca e cravattino rosso, gli dava un’aria elegante e pareva
snellirlo. I suoi capelli erano scuri, impomatati e gettati tutti all’indietro,
alzandosi leggermente alla fine in piccoli ciuffi. Quel piccolo e cicciotto
damerino teneva le braccia incrociate e rivolgeva occhiate da duro verso i tre
di Fairy Tail. In particolare verso uno di essi.
A sinistra c’era un altro
uomo, questo invece alto e longilineo. Ciò che colpiva subito la vista erano i
suoi atteggiamenti: aveva un tic ad un occhio e tremava leggermente. Continuava
a strusciarsi le mani, rivestite di guanti bianchi di cuoio, con fare nervoso.
Li guardava e distoglieva lo sguardo. A volte minaccioso a volte timoroso. I suoi
capelli erano castano chiaro e qui e là sulla sua testa dei singoli capelli
disordinati si alzavano ribelli, attorcigliati, tremando insieme a lui.
Al centro c’era quello che
aveva parlato e che aveva, con la spada che teneva al fianco, fatto crollare il
pavimento. Era biondo con gli occhi verdi, giovane e affascinante. Fisico
snello e atletico, sguardo sicuro e magnetico, un soffio d’aria gli
scompigliava la chioma dorata. Indossava una giacca marrone, tanto lunga da
sembrare un mantello, chiusa sul davanti da grandi bottoni.
Bello, armato e sicuro di
sé… Magari anche Lucy e Wendy a vederlo ne sarebbero state tentate.
Natsu gli ringhiò contro:
“Grrr! Ma perché lui è così figo? Ti credi figo, eh? Posso essere figo anch’io!
Aspetta che mi tinga di biondo e ti faccio vedere io!”
“Piantala…”
“Secondo te chi sono?”
“Se qui sono nascoste
pozioni potenti come l’Incanto Cupidus, non mi meraviglio che qualche mago
voglia impossessarsene. Se sono stati loro a far sparire Charle, vuol dire che
ci vedono come concorrenza e vogliono sbarazzarsi di noi.” rispose l’exsheed
nero.
“Ma come hanno fatto a farla sparire nel nulla?”
Anche Lily se lo chiedeva.
Sembravano muoversi bene e silenziosamente in quella vasta magione, a loro del
tutto sconosciuta. Forse erano venuti lì altre volte. Forse in qualche modo
erano già a conoscenza dei suoi segreti…
Natsu si diede uno
schiaffone: “Ok… ora sto meglio…”
Gray e Gazille gliene
mollarono un altro ciascuno per maggiore sicurezza.
“Non sono più invidioso,
basta!!!”
“Meglio così.” –fece Gray
sollevandosi in piedi sui resti del soffitto crollato prima degli altri due-
“Abbiamo guai più grossi da affrontare.”
Il grassottello era gonfio
come un rospo arrabbiato: “Lui… è quello lì che ha trovato il mio panino!”
–gridò indicando il rosa- “E l’ha dato in pasto al suo gatto parlante!
Maledetto! Mi vendicherò!”
Il biondo al suo fianco
sorrise e roteò gli occhi, divertito, ma comprensivo.
Sentendolo parlare, Natsu
si ricordò subito dell’amico sparito: “Ehi! Che cosa ne avete fatto di Happy?
Restituitemelo!”
“E tu restituiscimi il mio
panino! Ladro!”
Oberon sospirò: “Lionel, per favore, lascia parlare me. Il tuo panino sarà
vendicato più tardi.”
“Sigh…”
Il terzo intanto era
visibilmente angustiato: “Sono qui… siamo qui… Oh, cielo… Oh, l’ansia… Oh,
cavolo… E se ci attaccano? E se sono più forti? Oh, mamma…”
Gazille levò il pugno
minaccioso: “Ehi, tu con quell’aria da fotomodello, sputa il rospo! Chi diavolo
sei, e che diavolo vuoi?”
“Umpf! Tranquillo, non ho intenzione di dimostrarvi la stessa scortesia che
avete mostrato voi entrando di straforo in questo luogo.”
“E tu allora?!”
“Io ho tutto il diritto di
essere qui.” –disse senza scomporsi- “Permettete che mi presenti?”
“Sono Oberon. Il mio nome
completo è Oberon Elliot Laudano Valerius D’Alambicco!”
“CHE?!?!”
“Il mago Oliver
D’Alambicco era il mio geniale nonno!”
TA-DAAA! Ed ora ne
sappiamo qualcosa in più sui nostri nuovi avversari!
Quanto mi piacciono, non
vedo l’ora di farvi conoscere più cose su di loro! Per chi ricorda i miei
precedenti OC nelle mie precedenti fanfic sa quanto voglio loro bene: spero
anche voi riuscirete ad appassionarvi a loro!
Che ne pensate della
trovata dell'ascensore? Simpatica? ^_^
La faccenda si complica,
il mistero di infittisce e l’avventura mi da parecchi grattacapi! Sapete, non
sono molto abituato a scrivere scene d’azione, ma farò del mio meglio! Ditemi
che ne pensate finora, e tenete a mente che il bello deve ancora venire!
Che fine avranno fatto
Lucy e Wendy? E Happy e Charle da chi sono stati rapiti? Al prossimo capitolo
cari lettori, nella speranza che non tardi troppo!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Intrusi contro ladri di gatti ***
Fairy Tail nuovocapitolo
Ciao a tutti cari lettori!
Oggi è San Valentino… Di questi tempi una volta avrei fatto almeno un
pensierino su una fic romantica… Invece sembra proprio quel periodo sia passato
(almeno in apparenza visto il soggetto di questa storia XD), e così eccomi qui
con la mia long-fic avventurosa, che per la verità molti si dimenticano di
commentare… Confrontando con le mie fic amorose, i lettori romanticoni invece
sono più propensi a lasciare due righe ho notato! XD
Dai, specie voi di EFP, un
po’ più di sostegno mi fa piacere U__U
La storia va avanti
comunque! I nostri antagonisti si sono rivelati, e vediamo ora di scoprire
qualcos’altro su di loro e sulle loro intenzioni!
Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Sei persone, tre maghi per
parte. Da un lato tre agguerriti membri di un’inguaiata Fairy Tail, dall’altro
tre nemici imprevisti che li scrutavano dall’alto in basso, apparentemente
molto sicuri di sé: chiunque fossero, non sembravano tipi da prendere alla
leggera.
Uno di loro era
addirittura l’erede della villa, il che in un certo senso li faceva cadere nel
torto: del resto, se ti entrassero degli sconosciuti in una casa di lusso già
bella che spolpata da ladri, ladruncoli e lazzaroni, ti verrebbe appunto voglia
di far crollar loro un pavimento sotto i piedi!
“Tu sei il nipote del mago
Oliver?”
“Non mi hai sentito? È ciò
che ho appena detto.”
Fece subito seguito il suono del pugno di Gazille che batteva forte sul suo
palmo con fare minaccioso: “Oh, bene! Mi fa molto piacere saperlo!”
Fece un passo avanti sul
cumulo di macerie con cui lui e gli altri due erano crollati, ed affrontò con
rabbia lo sguardo sbruffone di quel belloccio biondino: parentele a parte, già
gli stava antipatico!
“E così Oliver era il tuo
“geniale” nonno, eh? Beh, sappi allora che per colpa di quel “genio” è da
giorni che non ho pace! Mi dispiaceva non potermela prendere con lui e ora mi
capita davanti il nipote, che fortuna, eh?”
Oberon non restò
impressionato da quelle minacce: “Oh, quindi ce l’hai con il nonno e ti sei
portato dietro questa banda di vandali per vendicarti sulla sua un tempo
gloriosa villa?”
“Noi non siamo la sua
banda!” fece Natsu agitando il pugno.
Gray fece spallucce e lo
indico: “Però lui vandalo lo è.”
“EHI!”
“Si, confermo.” disse
Oberon.
“EHI!”
“Sappi che vi teniamo
d’occhio da un po’, e in particolare non mi è sfuggito un teppista dai capelli
rosa che si è divertito a staccare dal muro i preziosi candelabri del nonno!”
disse mantenendo una certa compostezza nonostante la voce chiaramente incrinata
dalla rabbia!
“Ad ogni modo, perché non
vi presentate voi ora?”
“Perché dovremmo? Tu hai
rapito il mio migliore amico Happy!”
“Chi?”
“Il gatto blu parlante!”
“Io non so nulla del tuo gatto.”
Se non che è uno scherzo
della natura, finì nella sua mente Oberon!
“Restituiscicelo!”
Oberon sbuffò: “Te lo
ripeto, non so nulla del tuo gatto. Lionel, tu sai qualcosa di questa storia?”
Il pingue mostrò le mani
facendo segno di non capire cosa centrassero i gatti parlanti tutto a un
tratto, e lo stesso fece l’altro compagno.
“Smettetela di fare i
finti tonti, con me non attacca!” urlò ancora Natsu agitando il pugno in aria,
ma Gray lo fermò sbarrandogli il petto con un braccio.
Vero che quei tre li
avevano spiati e poi attaccati, ma se quel tipo era davvero il nipote del mago
Oliver, forse sarebbe stato più utile per loro ingraziarselo. Magari, chiarita
la situazione, avrebbe anche potuto aiutarli con l’affare Incanto Cupidus.
Gray voleva tentare, ma
agire diplomaticamente si sarebbe certo rivelato difficile tra Natsu e Gazille
già pronti a menare le mani.
“Siamo maghi di Fairy
Tail, stiamo cercando una pozione. Ci dispiace per l’intrusione, ma per noi è
molto importante.”
Il tipo nervosetto deglutì
e cominciò a parlare in maniera veloce e a scatti: “F-F-Fairy T-Tail? La
conosco! È una gilda famosa! Ci sono parecchi maghi fortissimi! Oh, poveri noi!”
Natsu si passò un dito
sotto il naso: “Eh eh eh, sentito ragazzi? La nostra fama ci precede!”
Il cicciotto Lionel, li guardò come se non gli sembrassero così in gamba: “Io
invece ho sentito dire che i maghi di Fairy Tail sono dei mezzi pazzi che si
divertono a sfasciare e demolire ovunque vadano.”
“Anche quello!” annuì il
nervosetto mettendosi le mani tra i capelli.
Natsu, Gray rannicchiarono
la testa nelle spalle: “Eh, si… siamo proprio ben conosciuti…”
<< E io che pensavo che quella di Phantom Lord
fosse una brutta reputazione… >> -pensò Gazille guardandoli con un
gocciolone dietro la testa!- << Non
ditemi allora che è così che a breve cominceranno a conoscermi! >>
Nel frattempo il presunto
legittimo padrone di casa si era messo in allarme: dei vandali risaputi (e
manifesti nel caso di Natsu…) nella preziosa villa del suo illustre nonno, non
gli piaceva affatto!
“F-Fairy Tail! Una gilda! Con dei maghi forti! Poveri noi! E se fossero più
forti di noi? Oh, ecco che arriva l’iperventilazione! Aiuto! Anf… Anf… Anf…”
“Henry!” sbraitò Lionel intimandogli di darsi un contegno.
“Calma.” aggiunse Oberon
con uno strano tone di voce, come se più che un tranquillizzare il suo fosse un
consiglio da applicare.
Natsu, Gray e Gazille
videro allora il fragile Henry tirar fuori una boccetta, stapparla e berla
tutta. Sotto i loro occhi sbigottiti, l’uomo diede un sospiro, rilassò ogni
muscolo e si passò una mano tra i capelli che da scompigliati e pieni di ciuffi
divennero subito ordinati.
“Chiedo venia.” –disse con
una flemma che superava quella del suo capo- “Ad ogni modo rinnovo il mio
consiglio a non sottovalutare i nostri avversari. Anche noi siamo qui per le
pozioni di tuo nonno, il che ne fa dei pericolosi concorrenti.”
<< E saremmo noi i mezzi pazzi? >>
pensarono Natsu e Gazille guardando quella buffa trasformazione.
“Non siamo qui per cercare
guai!” –ribadì Gray, ancora propenso ad evitare lo scontro- “Né vogliamo rubare
alcunché. Il nostro amico qui ha un problema e crediamo che qui si trovi la
soluzione.”
“Ah, giusto, non mi hai
ancora detto perché ce l’hai col mio sublime antenato.”
“Bravo, continua ad
elogiarlo, così mi cresce la voglia di rifarmi su di te!” –esclamò il drago
d’acciaio- “Se tuo nonno non si metteva a giocare al piccolo chimico ora non
dovrei stare in guardia ogni volta una donna passa dove passo io! Credi sia
divertente quando ti si incollano addosso come zecche, quando ti assillano
tutto il giorno per sposarle o, nel peggiore dei casi, quando provano a
molestarti? Se proprio non ti va che stiamo qui, dammi una mano a trovare la
cura per l’Incanto Cupidus e togliamo subito il disturbo!”
Oberon l’aveva già capito
quando aveva cominciato a parlare, ma allorché il dragone aveva nominato
l’incantesimo ragione dei suoi guai fu percorso da un tremito, e i suoi occhi
brillarono: “Allora avevo ragione! Quindi tu sei stato benedetto dal capolavoro
di mio nonno, l’Incanto Cupidus!”
“BENEDETTO?!?! Ma allora
non mi stai ascoltando!”
L’altezzosità negli occhi
di Oberon era addirittura aumentata; sembrava si stesse rivolgendo al più basso
dei barbari: “Tsk, che razza di ingrato. Hai idea di quante persone sole al
mondo darebbero tutto pur di essere riconosciute e amate? Non ti vergogni a
rifiutare tanto sdegnosamente ciò che altri agognano? Cos’è forse non hai attirato
la ragazza che speravi?”
“Ma chi voleva attirare
nulla?! È successo per caso!”
“Tsk, quella pozione è
sprecata con gente come te. Ma quando la troveremo noi, sapremo di certo usarla
come si conviene.”
Gray, malgrado il suo
iniziale approccio diplomatico, cominciava anche lui ad infastidirsi: “Come fai
a pensare che costringere qualcuno ad amare possa essere giusto?”
Oberon sorrise: “L’amore è
un sentimento stupendo, divino, ma purtroppo il nostro mondo è fin troppo
gretto e semplicista, incapace di dare il giusto peso alle giuste qualità delle
persone. Spesso chi lo meriterebbe non riesce a trovarlo, o gli immeritevoli lo
conquistano a discapito dei primi. Io e i miei compagni siamo qui perché siamo
interessati a varie scoperte del nonno, e tra queste, all’Incanto Cupidus.
Grazie ad esso daremo la possibilità a persone che per l’amore hanno sofferto
di essere finalmente accontentate.”
“Quante sciocchezze!”
sbraitò Gazille.
“Umpf, ma perché ti
lamenti tanto? Per me avresti fatto meglio a sfruttare la fortuna che ti è
toccata per trovarti una bella fidanzata e riempire così la tua vita.
Francamente, con quei bulloni in faccia, non sembri proprio il tipo che una
ragazza prenderebbe in considerazione.”
“Adesso sfotte pure!”
“Un po’ è vero, ha pure un
brutto carattere…”
Gazille fulminò Natsu con
lo sguardo!
Gray, memore dell’accaduto
nella stanza delle pozioni, più che a un accordo pensava ormai più a ribattere
a quelle umanitarie quanto inaccettabili e ancora poco chiare motivazioni:
“Andiamo, quanto pensi che possa valere un amore imposto? O una felicità
imposta, o una commozione che non si sente dentro? Prima nel magazzino delle
pozioni siamo stati privati della nostra vera personalità. Sarà anche utile o
divertente, ma io se fossi in te mi farei qualche scrupolo morale in più.”
Oberon roteò gli occhi,
facendo segno di non dargli il minimo peso: “Forse se tu e il tuo amico anziché
tracannare a caso aveste rispettato le dosi prescritte non vi sareste stravolti
tanto.”
Gray arrosì: “Ehm… dosi?”
“Se mandi il doppio del
necessario di pozione di senso dell’umorismo è ovvio che poi cominci a sparar
battute come un cretino.”
“Ah ah ah! Ti ha visto anche lui!” lo canzonò Natsu.
“… Tsk… Comunque non
cambia che emozioni imposte siano senza alcun valore.”
“Vogliamo parlare di dosi,
razza di bellimbusto? Mi si è rovesciata addosso un intera boccetta del tuo
adorato Incanto Cupidus, prova a farti due conti!”
Oberon, che a quanto
pareva doveva essere anche lui un ferrato alchimista di pozioni come il nonno,
visualizzò mentalmente l’effetto di una simile quantità di quell’incantesimo e,
doverosamente, si lasciò scappare un “Capperi!”
Persino il calmissimo
Henry accusò il colpo: “Accidenti, si è trasformato in un magnete irresistibile
per praticamente qualunque donna. Invero, Oberon, capisco un po’ meglio il suo
stato d’animo ora.”
Il biondo si rivolse
allora al pingue compagno alla sua sinistra: “Lionel, corri a cercare Evelyn.
Avvisala di fare molta attenzione con gli intrusi, uno di loro potrebbe
colpirla con l’Incanto Cupidus.”
Lionel batté il tacco del
mocassino sul pavimento come un soldato sull’attenti, ma prima di voltarsi del
tutto tornò sui suoi passi: “Ne sei sicuro? Ce la farete contro loro due?”
“Non preoccuparti e vai.
Dopotutto, non sarebbe terribile se la nostra Evelyn si innamorasse
perdutamente di quel tipaccio?” disse il biondo, battendo su un tasto sicuro.
La ciccia di Lionel tremò
tutta come un budino: “Certo che sarebbe terribile! Volo a salvarla!”
Prima di sparire agli
occhi dei tre maghi, rivolse ancora un’occhiata truce a Natsu: “Non mi
dimenticherò del panino!”
“……”
Natsu continuava a pensare
che, malgrado le arie che si davano, quei tizi potessero essere anche più
strani di loro!
Henry guardò Oberon
esprimendogli una certa preoccupazione, ma questi lo rassicurò con un cenno
della mano.
“Ti darò una chance,
damerino!” –fece Gazille tramutando il proprio braccio in una spada di acciaio
grigio scuro- “Se mi dai una mano a togliermi di dosso questa maledizione, me
ne andrò il prima possibile da questa dannata villa.”
Oberon per tutta risposta
gli rise in faccia: “Umpf! Voi venite qui, insultate mio nonno e le sue opere,
tra cui il suo capolavoro su cui tu, colmo di ingratitudine, sputi sopra,
cercate di impadronirvi di conoscenze che a voi spetterebbero pochissimo,
STACCATE I CANDELABRI DALLE PARETI…”
Il dragon slayer di fuoco
gli fece una pernacchia: “Uffa, quante storie! E tu allora che rubi il mio
gatto?”
“Ancora una volta ti
ripetiamo che non sappiamo assolutamente nulla di questo tuo gatto.” gli
rispose Henry impettito.
“… In sostanza, vi ho
alquanto in antipatia, e non ho la minima intenzione di aiutarvi. Tutto ciò che
qui si trova è di mia proprietà, e sono venuto fin qui apposta a reclamarlo per
me e i miei compagni.”
Gray scosse il capo:
<< Direi che le trattative
diplomatiche sono ormai state accantonate. >>
In effetti era già tanto
se Natsu e Gazille avevano resistito fino a quel momento dal saltar loro
addosso.
Natsu finalmente infiammò
il pugno: “E così non ti piace che stacchi i candelabri, eh? Vediamo se ti
piace di più se appicco qualche fuocherello!”
Gray si unì a loro; formò
la sua classica posa da combattimento e l’aria intorno le sue mai prese subito
a gelare.
“Poi non dite che non
abbiamo provato ad andare d’accordo.”
Eppure, nemmeno
quell’impressionante approntarsi alla battaglia riuscì a smuoverli, né Oberon,
né il suo gregario due-in-uno.
“Signori, vi consiglio di
ascoltare un altro po’ prima di dar fuoco alle polveri.”
“Fuoco alle polveri? Mi
stai invitando a un party, eh eh!” scherzò Natsu.
“Vi interesserà sapere che
non siamo venuti ad affrontarvi senza garanzie.”
Gray spalancò gli occhi e
l’aria intorno a lui tornò tiepida: “Che intendi dire?”
“Che in questo preciso
momento alcuni nostri compagni tengono in ostaggio le vostre amichette!”
!?!?!
“Quindi anche tu hai
trovato dei fogli criptati?”
“Si.”
Lily fermò il passo. Tirò
fuori dalla tasca un pezzo di carta ripiegato più e più volte che con pochi
gesti ritrasformò in un foglio per porgerlo a Levi.
“Era un foglio
svolazzante, mi è capitato davanti per caso.”
Levi lo analizzò: “Sembra
che come tutte le menti geniali, Oliver fosse un po’ disordinato. O forse
quando gli veniva un’idea per una pozione prendeva appunti.”
“Sei in grado di decodificarlo?”
“Oliver era un mago potente… Potrebbe volerci tempo…”
E vista la situazione,
mettersi comoda da qualche parte a studiare un modo per capirci qualcosa le
sarebbe risultato molto difficile. I due così ripresero a passo svelto la
ricerca delle smarrite; preferivano evitare di chiamarle a gran voce e rischiare
di attirare l’attenzione. Ammesso che non li stessero già spiando in quel
preciso momento…
Magari da una ragazza dal
visto coperto vestita da ninja.
Le fiamme brillavano nel
pugno di Natsu, ma lui era come paralizzato, rinchiuso in un guscio di rocciosa
preoccupazione: << Ha preso in
ostaggio le altre? >>
Anche la spada di Gazille
perse molta dell’iniziale determinazione: “Come facciamo a sapere che non state
mentendo?”
A quel punto fu Henry ad
affrontarlo: “Proprio tu dubiti? Loro invece non vedono l’ora che il loro
adorato corra a salvarle, non fanno altro che invocarlo. Com’è che si
chiamava?”
“Gazille…” fece Natsu
quasi automaticamente.
“Ecco, precisamente!”
annuì Henry come un giocatore di scacchi che aveva appena incastrato il proprio
avversario.
“Tsk! Dannazione!” imprecò
Gray.
Natsu menò un pugno al
terreno: “Grrr! Non ti bastava Happy! Hai rapito anche loro!”
Henry e Oberon si
guardarono come per dirsi: << Ma
che vuole questo con sto suo gatto?! >>
“Tranquilli stanno bene. E
continueranno a star bene se ci darete una mano.”
“Fermi tutti!” –irruppe Gazille- “Dovremmo essere noi ad aiutarvi?”
“Esatto. Siamo qui da più
di tempo di voi, ma non siamo ancora riusciti a trovare traccia del laboratorio
di Oliver.” –disse Henry, raccogliendo da Gray il ruolo di diplomatico della
situazione- “Visto che in parte i nostri scopi coincidono, direi che potreste
esserci molto utili. Continuate a cercare, fate come non ci aveste mai
incontrati. Magari troverete il laboratorio, e anche ciò che cercate.”
“Sempre che poi riusciate
a tenervelo.” scherzò diabolicamente Oberon poggiando la mano sul elsa della
spada.
I tre al piano inferiore
non poterono fare altro che guardarlo storto.
“Fate conto di giocare a
una caccia al tesoro, cari intrusi di Fairy Tail: dateci una mano e vi
lasceremo andare tutti via senza un graffio.”
Fece per voltarsi…
“Ah, un’altra cosa… Prova
a staccare anche solo un altro candelabro e sarà peggio per te!”
“Tsk!”
Fece un cenno al compare e
i due, senza degnarli di altri sguardi, sparirono veloci nel piano superiore,
lasciandoli con un bel po’ di rabbia da sbollire e un bel po’ di riflessioni da
fare.
La loro praticità del
posto permetteva loro di dileguarsi in fretta. Se anche i tre fossero balzati
di sopra al loro inseguimento non sarebbero riusciti a trovarli, semplicemente
perché non si erano nascosti dove occhio poteva vedere o sospettare.
Molte delle pareti della
villa erano di uno spessore considerevole, abbastanza da nascondervi
all’interno un sistema di stretti corridoi con i quali muoversi invisibili
attraverso le stanze.
Era lì dentro che Oberon e
Henry stavano ora allontanandosi.
I corridoi nelle pareti
erano percorribili facilmente in fila indiana, ma anche due persone affiancate
potevano muoversi pur non al massimo della comodità. Erano molto bui, e a parte
qualche lampada magica ogni tanto, un po’ di luce traspariva solo da qualche
fessura. Vari spioncini nascosti permettevano di tenere sotto controllo, anche
se non tutti, buona parte degli ambienti della villa.
“Non male il tuo bluff.”
commentò Henry.
“Non male anche come mi
hai retto il gioco.”
“Quel tipo coi capelli
rosa è ardimentoso ma poco sveglio: gli ho lanciato l’esca e lui ci ha detto il
nome del tizio con l’Incanto Cupidus addosso.”
“E la cosa ha aggiunto
realismo all’inganno.”
Aveva dovuto mantenersi
vago per non tradirsi, ma con le ragazze incantate invocanti “Gazille” forse
avrebbero fatto meno fatica a cascarci.
Malgrado l’inganno potesse
averli posti in una posizione di vantaggio e controllo, l’incontro con i maghi
di Fairy Tail non li aveva lasciati indifferenti come sembrava.
“Oberon, il vandalo sa
usare la magia del fuoco, quel Gazille ha trasformato il suo braccio in una
spada, e anche il terzo era più che pronto ad affrontarci. Se anche trovano il
laboratorio al posto nostro, non è detto che si faranno da parte senza reagire.
Chissà, alla fine potremmo anche essere noi quelli che rimarranno a bocca asciutta.”
disse dimostrando un cervello finissimo… a mente tranquilla.
“Hai ragione, amico mio,
sarà meglio consolidare il nostro vantaggio su di loro. Sybille sta ancora
sorvegliando le altre del loro gruppo, vero?”
“Si, dovrebbe.”
“Allora le diremo di
prenderle in ostaggio sul serio.”
“A proposito di ostaggi…”
“Uh?”
“…… Quel tipo coi capelli
rosa ci ha assillato col suo gatto blu, ma nessuno di noi ne sapeva nulla.”
Oberon si grattò la testa:
“Io non ho ordinato di rapire nessuno (per il momento…), figuriamoci un… gatto
blu… parlante…” mormorò ancora stupito da quegli strani esseri che si erano
portati dietro!
“A meno che…”
“Uaaaaah! Gazille, dove
sei?”
Il pianto sconsolato di
Wendy restò però inascoltato. Intorno a lei tutto taceva, o almeno avrebbe
sperato fosse così: rumorini di cui avrebbe fatto volentieri a meno, zampettii,
crepitii, squittii, purtroppo li sentiva eccome.
Si era smarrita nel piano
superiore dell’ala destra. Ora davanti a sé aveva un bivio, ma purtroppo, con
la sua fuga forsennata in cerca d’aiuto non aveva minimamente fatto caso a dove
andasse, ed ora aveva completamente perso la bussola.
“Sigh… mi sono persa! Volevo
trovare Gazille per trovare Charle, ma ora chi trova me?”
La testolina bionda di
Lucy sbucò oltre l’angolo di sinistra colma di speranza, ma si smontò subito:
“Oh! Uffa! Speravo fosse Gazille!”
“Lucy! Mi sei venuta dietro?”
“Umpf! Credevi ti avrei
lasciato Gazille tutto per te con la scusa di chiedergli aiuto per trovare la
tua gattina?”
“Non è una scusa! Io sono veramente preoccupata per Charle!”
Lucy la guardò supponente.
“…… A parte quello, era
una buona idea per stare un po’ con lui, lo ammetto.”
“Già, ehm… Senti Wendy, tu
sai dove ci troviamo giusto? O come tornare a trovarci in un posto in cui
possano trovarci?”
“Lucy, ti sei persa anche tu?”
“… Si! Sigh!”
Anche lei aveva pensato
più a correre che a dove stesse andando. Dopo aver perso Wendy (la piccoletta
era veloce, neanche volasse, e dopotutto era il drago dell’aria!), ed essersi
persa lei stessa, si era poi imbattuta per caso nuovamente nella rivale in
amore.
Ora le due innamorate, gli
elementi al momento più vulnerabili della compagnia di Fairy Tail, erano
smarrite, separate dal gruppo, e presto sarebbero state anche l’obiettivo dei
nemici.
“Perché dovevi essere tu?
Non potevi essere Gazille invece?”
Wendy si voltò dall’altra
parte: “Beh, scusa tanto; potrei dirti la stessa cosa.”
Lucy si guardò intorno. Il
corridoio a destra portava su un ampio balcone che dava sul giardino sul retro
della magione, a sinistra tornava da dove era venuta, l’ultimo corridoio
portava ad una serie di stanze, ma prima di queste, dietro una grossa asse
crollata dal soffitto, c’era una fatiscente scala a chiocciola.
“Se solo ci fosse qui
Gazille!” –fece Lucy stringendosi nelle spalle- “Lui saprebbe cosa fare, e ci
proteggerebbe.”
“Già, perché questo posto mette…”
“I brividi!”
Fu Lucy a finire la frase,
spaventata da un uccello svolazzatole all’improvviso sulla testa. Le due,
divise dall’amore per lo stesso uomo, ma unite da una certa dose di fifa, si
abbracciarono l’un l’altra.
“Ma perché siamo venute in questo posto?”
“Non ricordi? Dobbiamo
trovare la cura all’incantesimo che fa innamorare le ragazze di Gazille.”
“Sicuro! In questo modo
avremo meno avversarie.”
Lucy ripensò a tipi come
Erza e Mira: contendersi Gazille con loro sarebbe stato fin troppo arduo! Però,
se fossero riuscite a trovare il modo di sbarazzarsi di loro, disinnamorandole,
ci sarebbero state molte più chance!
“Dai, Wendy, facciamoci
coraggio: se troviamo la cura all’Incanto Cupidus ce ne potremo andare. E
potremo anche usarla sulle altre a casa! In questo modo alla fine ce la
giocheremo solo noi due, ci stai?”
“Beh… si, mi sembra un
buon accordo!”
Le due strinsero un patto
col mignolo.
<< Ih ih, povera nanerottola! Quando avrò la
cura la userò anche su di te, così Gazille sarà solo mio! >>
<< Cerca di fregarmi: vuole usarmi per avere la
cura e poi togliermi il mio amore per il mio adorato, ma io sarò più svelta di
lei e non glielo permetterò! >>
Non esistono più i patti
col mignolo di una volta…
“Su, proviamo a tornare
sui nostri passi, per quanto ci ricordiamo…”
Wendy però sollevò una nuova questione degna di dibattito: “Ehi, ma Levi?”
“Boh? Era dietro di me all’inizio. Ma che ti importa?” –domandò la maga degli
spiriti stellari- “Lei non è mica innamorata di Gazille.”
“E se avesse solo finto?”
“Dici?”
“E se fosse stata lei a
nascondere la mia Charle mentre eravamo occupate a litigare?”
L’Incanto Cupidus era
capace di rendere diffidente e sospettosa persino una ragazzina a modo come
Wendy.
“Ci ha fatto correre via,
e non sappiamo cosa abbia fatto nel frattempo, o dove sia andata!”
Lucy volò un secondo con
la fantasia, immaginando Levi che, dopo che loro due erano scappate via,
iniziava a ridere perfidamente, per poi andare da Gazille e mettergli due
braccia attorno al collo, guardandolo tutta ammiccante.
Lucy sbiancò: “Diabolica!
Levi, come hai potuto?”
Ma certo! Dopotutto come
era possibile che qualcuna resistesse al fascino da cattivo ragazzo di Gazille,
alla sua tempra, ai suoi piercing, ai suoi denti affilati come rasoi? Non
provava nulla… si, come no! Levi era una volpe!
“Torniamo indietro!”
“Non ci lasceremo
fregare!”
“CARICA!” urlò la
draghetta, e le due si lanciarono di nuovo in corsa.
Di nuovo a caso.
Di nuovo senza riflettere.
Inutile dire che le
innamorate perse sarebbero rimaste tali… in tutti i sensi!
Nel frattempo, qualche
muro più in là, un pingue elegantone dai capelli impomatati attraversava i
corridoi celati della villa di Oliver… con qualche difficoltà!
“Gnnn! Quell’Oliver doveva
pensare anche a noi sovrappeso quando ha fatto costruire questi passaggi
segreti!”
Malgrado la fretta di
eseguire il compito affidatogli, il suo fisico ben piazzato gli dava qualche
difficoltà, specie quando il passaggio si restringeva.
“Anf… anf… mi sta venendo
fame… Per fortuna dovrei avere un po’ di cioccolata in tasca… Se riesco ad
arrivarci, accidenti!”
Ti pareva: si era bloccato
di nuovo! Il suo braccio corto e le sue dita a salsicciotto non arrivavano alla
tasca della giacca.
“Sigh… questo mi fa venire
ancora più fame!”
Ma subito dopo tentò di
scrollarsi: “No! Se mangio allora resterò bloccato sul serio! Devo insistere!
Devo raggiungere Evelyn!”
Se anche solo per sbaglio
avesse posato gli occhi su quel tipo non se lo sarebbe mai perdonato! Tirò su
quando più fiato e con esso quanta più pancia potesse, riuscendo infine a
passare la strettoia! Si risistemò in fretta la giacchetta e il cravattino e
proseguì fino a un segno rosso sulla parete.
Tirò una leva,
corrispondente a un candelabro dall’altra parte della parete e questa, come un
sipario, si alzò, consentendogli di uscire dal muro ed entrare in una delle
stanze collegate tramite quell’ingegnoso sistema.
“Evel… ?!?!?”
Il cicciotto si era
bloccato nel vedere, oltre alla procace compagna, due gatti!
La donna aveva una chioma
rosso acceso, vaporosa, che scendeva anche sulle spalle e che davanti calava
sul sopracciglio destro, allungando una leggera ombra sul suo viso giovane e
fascinoso che più che oscurarlo lo esaltava. Indossava un vestito rosso che
lasciava scoperte le spalle e scendeva giù per tutto il corpo, con uno spacco
sulla gamba sinistra. Sul fianco era raffigurata una rosa bianca. Portava poi
scarpe coi tacchi e guanti dello stesso colore del vestito lunghi fin quasi al
gomito.
E questo schianto di
donna…
“COME SIETE CARINI!”
Stava giocherellando con
Happy e Charle, legati e messi a sedere sopra un comodino!
“Hai visto, Charle? Ti ho
procurato un amichetto, così non ti sentirai più sola e non terrai sempre quel
brutto broncetto! Andiamo, dì qualcosa, dai!”
“……”
Disgustoso, pensò Charle.
Fu invece Happy a parlare:
“Mi spiace Charle, se non mi avesse preso avrei potuto salvarti!”
Charle lo guardò come la
goccia che faceva traboccare il vaso, già riempito per bene da quella cretina
che la stava trattando come una bambola: “… ne dubito…”
Ecco perché quel tizio coi
capelli rosa si stava lamentando, e non aveva torto: i colpevoli erano loro, o
meglio, una di loro!
“Ehm, Evelyn…”
“Chi? Oh, sei tu…” disse, tornando subito ad ammirare i suoi nuovi graziosi
micetti parlanti.
“Allora, hai detto che ti
chiami Happy, eh?”
“Aye!”
“Ah! Quanto sei carino quando fai questo verso!”
“Lo sono, Charle?”
“La pianti di
fraternizzare?! Ci ha rapito, lo capisci?”
“Però è simpatica!”
La donna arrossì e prese a
saltellare per la stanza con fare infantile: “Uh, che bello! Il mio gattino
parlante mi ha fatto un complimento! Che bello! Che bello!”
“Ehm, Evelyn?” riprovò
Lionel.
<< Avrà pure l’aspetto di una bomba sexy… ma è
una tale scema! >> pensava Charle.
<< Chissà, se gli faccio un altro complimento
magari ci darà qualche pesciolino! >> pensava Happy!
“Evelyn?”
“Uffa! Quanto scocci! Cosa
c’è?” sbuffò la donna, degnando finalmente uno sguardo a quell’uomo, tanto più
basso di lei, con o senza tacchi, che gli faceva ombra.
“Io, Oberon e Henry siamo
andati ad affrontare gli intrusi.”
“Ce n’è qualcuno carino?”
“Ehm, il tipo a torso nudo
sembrava raccomandabile… Comunque, non è questo l’importante!”
“Uh, certo, non è mai importante quello che interessa a me…”
E di solito era così, come
quando Oberon e gli altri stavano cercando di decifrare, senza successo,
qualcuno dei cartigli di Oliver, e lei invece li disturbava scarabocchiando su
quegli stessi fogli o chiedendo di riattivare la fontana decorativa al piano di
sotto per lo sfizio di vederla zampillare!
Lionel si grattò la
guancia: “Ecco… sono qui per metterti in guardia, uno di loro ha su di sé
l’Incanto Cupidus!”
“Sul serio? Beato lui…”
“Non devi assolutamente guardarlo!” –fece lui, apprensivo- “Dove va lui, tu vai
dalla parte opposta, chiaro?”
“Com’è? È carino?”
“…… No, ha un sacco di
piercing in faccia, un grosso foruncolo sul naso a patata, e la pancia da
birra!”
“Tu invece hai la pancia
da ciccia, ih ih ih!”
Lionel abbassò la testa…
Lei si coprì la bocca con
una mano inguantata: “Ops, scusa! Lo sai che a volte parlo senza ragionare, ah
ah! Tanto tu non te la prendi, no? Ti hanno preso in giro così tante di quelle
volte… Ops!”
“Non… fa nulla,
tranquilla, sul serio.”
Anche per aiutare lei,
decise di sviare il discorso su quei due piccoli pelosi problemi che erano lì a
guardarli su un vecchio, impolverato comodino: “Ma quei due?”
“Ecco… Non dirlo ad
Oberon! È solo che… quando ho sentito di gattini parlanti io non ho saputo
resistere!”
A molti piacciono gli
animali domestici. Ma un animale domestico con cui chiacchierare o in grado di
ringraziare quando gli dai la pappa o po’ di coccole? Non era certo roba di
tutti i giorni.
“Ma perché li hai legati?”
“Ho scoperto che sanno
farsi spuntare le ali e non volevo prendessero il volo come il mio canarino!”
“Gatti parlanti e
volanti…” ripeté incredulo lui tra sé e sé…
Ma chi stavano
affrontando?! E se quella gilda Fairy Tail fosse davvero così temibile? Persino
i loro animali erano straordinari!
Evelyn agguantò Charle a
la coccolò, stringendola sul proprio copioso seno: “Spero tanto si affezionino
presto a me! Gatti parlanti con le alucce, che sogno! Sarò invidiata da tutte!”
Lionel sospirò:
“Dimenticavo la tua passione per gli animaletti coccolosi.”
“E questi due lo sono!
Peccato che Charle sia un po’ freddina…”
“Umpf!” fece la exsheed voltandosi altrove.
“Sigh… Saprò dimostrarmi una buona padroncina vedrai!”
“… Eh eh!”
Lionel rise, ma poi si
rese conto che non c’era molto da ridere: non dovevano preoccuparsi solo di
Oberon, che odiava risaputamente gli imprevisti, ma anche del padrone del gatto
blu!
“Ascolta, capisco che ti
piacciano, ma hanno già dei padroncini! E quello del gatto blu sembra
pericoloso!”
“Natsu!”
“Forse sarebbe meglio se…”
“No! Mi piacciono! Non
voglio separarmene! Sei cattivo!”
“Ma no! Io lo dico per il tuo bene!”
“Allora per il mio bene non dirlo ad Oberon, dai!”
Non poteva resistere ai
suoi begli occhi preganti: “… D’accordo…”
“Grazie! Lo sapevo che eri ciccione ma non cattivo!”
Abbacchiato, gli spuntò un
gocciolone dietro la testa: “Eh, già…”
Evelyn tornò allora dai
suoi due pucciosi gatti parlanti: “Il tuo vestitino è proprio bello Charle,
sai?”
“Uffa… Quando Wendy e gli
altri ci troveranno sarai nei guai!”
A Evelyn uscirono gli
occhi lucidi: “Uaaah! Perché mi tratti così male? Non ti trovi bene qui con me?
Non ti farò mancare nulla! Ti ho anche portato un compagno di giochi… o forse è
qualcosa di più, eh? Ih ih!” ammiccò l’umana.
“Aye!”
“MA QUALE “AYE”?!?!?!?”
“Ih ih ih, Charle è
timida!”
“Aye!”
“PIANTATELAAAAAAAA!!!”
<< Sigh! Ti prego Wendy, vieni a salvarmi
presto! Non ce la faccio con questi due! >>
Evelyn rivolse allora la
sua attenzione a Happy, cominciando a carezzargli il nasino col polpastrello,
mentre dietro di lei Lionel, benché ignorato, continuava ad osservarla mentre
si prendeva amorevolmente cura dei suoi nuovi cuccioli.
“Se non sbaglio Sybille
all’inizio aveva parlato anche di un gatto nero. Che bel colore! C’è chi dice
porti sfortuna, ma io lo trovo molto elegante! Mi farebbe piacere avere qui
anche il vostro amichetto.”
Fu allora che in Lionel si
fece largo un’idea che ebbe subito ragione del suo pur buon raziocinio.
“Mhmm… Evelyn, tu resta
qui allora, ti prometto che non dirò nulla ad Oberon e che tornerò presto…”
disse attivando il meccanismo celato nel candelabro.
“D’accordissimo!”
“… presto, e forse con un
regalo per te…” aggiunse a sé stesso mentre tornava a sparire nel corridoio
murato…
“Avete fame?”
“Siiiii!” esultò Happy.
Charle alzò gli occhi al
cielo.
Ciaff!
“AHIO!”
“Dovevi proprio rompergli
i suoi preziosi candelabri, eh?” si spiegò Gazille mentre Natsu si massaggiava
la nuca, colpita da un sonoro scozzetto!
“Tsk!”
Per non parlare poi della
brutta faccenda del panino. Di certo i loro inizi non erano stati dei migliori.
I tre maghi, incerti sul
da farsi, spolveratisi i vestiti, si erano ora chiusi in una stanzetta
semivuota, probabilmente un ripostiglio. Quell’incontro aveva lasciato loro il
bruciore di una beffa: si erano riempiti la bocca di parole e alla fine non
avevano concluso nulla, se non farsi mettere i piedi in testa, e questo non si
addiceva certo a dei maghi di Fairy Tail.
Natsu era seduto a gambe
incrociate per terra, e faceva luce nella stanza con l’indice destro acceso a
mò di torcia. Gazille si era seduto su una cassa a ridosso del muro colonizzata
dai ratti, Gray si era messo comodo su una pila di sacchi di farina ormai
andata a male.
“Sentite, non so voi, ma
io non ho intenzione di fare il loro gioco!” disse deciso il dragon slayer
d’acciaio.
“Gazille ha ragione!
Quello lì ha intenzione di usarci!”
“Nemmeno io ci sto a farmi
trattare così.” –fece Gray- “Ma se
davvero hanno preso Lucy, Wendy, o anche Levi, dobbiamo essere cauti.”
“Potrebbero anche aver
mentito.”
Il mago dei ghiacci si
mordicchiò con stizza un polpastrello: “Ma non possiamo saperlo, mentre loro sembrano
avere tutto sotto controllo. Magari ci stanno spiando anche adesso.”
“Oh, beh, nel caso sia
così…”
Natsu si alzò in piedi e
gonfiò il petto: “Se tu non rilasci le nostre amiche, io prendo in ostaggio
tutti i candelabri di questa stupidissima villa! Mi hai sentito? Li sentirai
soffrire per mano mia!”
Gazille gli afferrò un
braccio e con uno strattone lo riportò a terra. Non che anche lui ora non
stesse rivolgendo occhiatacce a quelle pareti.
“Così non si va da nessuna
parte…”
Gray smise di mordersi il
dito: “Riflettiamo. Vuole che continuiamo la nostra ricerca del laboratorio di
Oliver, e su questo possiamo anche essere d’accordo, in fondo è il nostro
obiettivo fin dall’inizio. Il vero problema sono le ragazze.”
Una frase che Gazille
trovò molto adatta a sé. Rimuginò un attimo, e poi si alzò in piedi, imitato
dagli altri due: “Va bene, allora voi cercate questo laboratorio, io andrò a
cercare Levi e le altre.”
“Come?”
“Forse le hanno prese o
forse no, forse ci stanno ancora spiando o forse no… E tutti questi forse mi
hanno proprio rotto. Siamo venuti qui per salvare le nostre compagne alla
gilda, e forse ora altre qui sono nei guai per causa mia: non posso starmene
con le mani in mano.”
Gray scosse il capo: “Ma…”
“A me piace questo piano.” Natsu invece non aveva il minimo dubbio, e non tanto
per la sua impulsività, ma per la fiducia che gli aveva trasmesso con quel
discorso.
“Usciamo da qui.” –li
incitò Gazille- “Io mi dirigo di sopra a vedere se riesco a trovare qualcuna di
loro.”
“Gazille.” lo chiamò Natsu
facendolo voltare.
“Uh?”
“Siamo venuti qui per
salvare anche te.”
“……”
Gray e Natsu gli
sorrisero.
Il dragon slayer sostenne
il loro sguardo e poi rispose: “Tsk! Come se avessi bisogno del vostro aiuto!”
Ma la sua vera risposta fu
un energico sorriso troppo grande da trattenere!
Basta nascondersi.
Reagire! Obbedire ai ricatti? Nemmeno per sogno!
“Facciamo vedere a quelli
là cosa si guadagna a cercare guai con Fairy Tail!” gridò Natsu uscendo subito
dopo che Gazille ebbe aperto di botto la porta.
“Guai, no? Ghi hi hi hi!”
Sopra di loro, un po’ più
in là, un duo insolito affrontava la situazione con maggiore cautela.
“Hai detto che Charle è
scomparsa all’improvviso, giusto?”
“Senza lasciare traccia.
Eravamo tutte troppo distratte per accorgerci di alcunché.” disse triste Levi
appoggiandosi al davanzale di una finestra chiusa, scaldandosi un po’ le
braccia al sole.
Lily intanto aveva
l’occasione di farsi detective: “Un bel lavoro non c’è che dire: se non hanno
fatto troppo rumore e lei non ha avuto modo di urlare l’hanno colta di
sorpresa, e Charle è una tipa sveglia.”
Vero, ma anche la poverina
era troppo stressata per far caso ad alcunché di sospetto: ogni suo tentativo
di ravvedere Wendy era stato rispedito al mittente, e l’ultima volta che Levi
l’aveva vista camminava depressa a capo chino in fondo alla fila immersa nei
suoi pensieri!
“Questa gente conosce
molto bene il posto. Ci saranno sicuramente dei passaggi segreti da cui possono
comparire all’improvviso.”
Levi deglutì: “E noi come
li troviamo?”
“Ci sarà un qualcosa per
rivelarli.”
“Tutto questo mi fa ricordare
alcuni libri di avventura e dell’orrore che ho letto. In uno c’erano delle leve
nascoste nei candelabri.”
E lì vicino ce ne era
giusto una fila.
Lily si mostrò dubbioso:
“I libri non sono la realtà.”
Levi si avvicinò ad
esaminarne uno e tastò attentamente la parete: “Strano, sembra quasi che…”
Effettivamente tirandolo
si era abbassato; la parete invece si era alzata, rivelando, come fosse un
quadro, un tizio panciuto che li fissava paralizzato dalla sorpresa…
“......”
“……”
Finché…
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!”
urlò lui terrorizzato!
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!” urlarono il gatto e la ragazza rendendosi
finalmente conto di lui!
Lionel approfittò subito
di quell’attimo di smarrimento per agire! Rapidissimo menò uno spintone a Levi,
e con l’altra mano si avventò sul gatto nero in pantaloncini e lo agguantò
sottobraccio.
Levi si rialzò subito:
“Ehi!”
Vide la parete che era
scorsa verso l’alto tornare giù, occultando nuovamente il corridoio segreto. Si
rialzò ma non fece in tempo e dovette rallentare per evitare un forte urto con
la parete.
Senza pensarci su due
volte afferrò il candelabro, ma Lionel era stato più veloce di lei. Non appena
la parete si era richiusa aveva afferrato la leva corrispondente al candelabro
dal suo lato del muro e con un fortissimo strattone l’aveva spezzata: per
quanto ora Levi tentasse, il candelabro non scorreva nel meccanismo, e la
parete restava chiusa.
“LILY!”
Levi affondò le unghie
nella parete: “Accidenti… Accidenti!”
Lionel si passò una mano
sulla fronte sudaticcia: ce l’aveva fatta!
Prese subito a correre nel
corridoio, tutto ansante per la bella scarica d’adrenalina che ancora lo
attraversava.
“Lionel, vecchio mio, un successo strepitoso!”
“Ehi, tu!” –protestò
l’exsheed che teneva sotto l’ascella- “Dove mi stai portando?”
“Stai tranquillo micetto,
non ti farò del male: una donna molto bella ha espresso il desiderio di
conoscerti. Ti tratterà bene vedrai, lì da lei ci sono anche i tuoi due
amichetti!”
Lily smise di dibattersi:
“Ah si, eh? Va bene, mi hai convinto, portami da lei.”
<< Che fortuna, non oppone resistenza! Evelyn
di sicuro apprezzerà il rischio che ho corso solo per lei! >> pensava
Lionel, accelerando il passo, non più preoccupato delle strettoie ma del suo
cuore che batteva all’impazzata.
Il nostro Lily non è mica
uno sprovveduto! Forse le cose non andranno poi così bene come ora Lionel se le
immagina…
Un capitolo di suspance e
leggerezza alternate: spero vi sia riuscito gradevole da leggere. Questi
avversari sono furbi e scaltri (e inquietanti…), ma Fairy Tail è determinata, e
il saldo legame che unisce i cuori dei suoi maghi dà loro una spinta in più!
Chi troverà per primo questo fantomatico laboratorio? E una volta trovato, ci
sarà ciò che stanno cercando? Restate con NaruXHina per il seguito!
Piccolo avviso: c’è un
esame questa settimana, quindi mi sa dovrete ancora una volta aspettare un po’…
Alla prossima!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Cacciatori e prede: inganni e fughe! ***
Fairy Tail immunologia
Salve a tutti cari
lettori! L’esame è alle porte, ma questo non mi impedisce di lavorare a questa
fanfic (sarà che il prof è un bonaccione dicono… X3)! Sono rimasto un po’ scontento
dai pochi commenti ricevuti di recente, ma noto che comunque le letture
aumentano, quindi so di non essere stato abbandonato. Se comunque avete
ramanzine da farmi sulla storia, magari su come la sto sviluppando, se vado
troppo a rilento ecc… fatemelo sapere, ci tengo ^__^
Ci siamo lasciati col
rapimento dei nostri adorati exsheed da parte della seducente Evelyn all’insaputa
degli altri suoi compari. Lily riuscirà a liberarli? E cosa succederà agli
altri? Wendy e Lucy saranno al sicuro? E quando cominceranno le botte?
Adesso!
Buona lettura, spero vi
piaccia!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
“Vieni Gray, ho trovato
qualcosa!”
Natsu e Gray avevano
deciso di ricominciare le loro ricerche dalla sala grande dell’ala sinistra:
doveva essere stata una sala importante, e molto probabilmente anche lì
avrebbero trovato qualche meccanismo, una qualche stanza segreta, o un modo per
raggiungerla.
Natsu credeva così di aver
fatto centro quando mostrò a Gray, scostato un mantello di polvere, un panello
scorrevole nella parete.
“Guarda: sembra una
versione miniaturizzata di quella orripilante stanza coi bottoni. Forse era una
specie di cassaforte, o un passaggio per persone formato mini!”
“Idiota, è solo un
passavivande…”
“Un che?”
“Vedi? Quando era pronto
qualcosa in cucina questa luce si illuminava e da lì salivano in salone i
piatti pronti. Ingegnoso ma nulla di che.”
Natsu però trovò la cosa
ugualmente molto interessante: “Mhmm… quindi stai dicendo che se riesco a
infilarmi qui dentro posso scendere fino alla cucina, giusto?” chiese con lo
stomaco speranzosamente brontolante.
Gray sbuffò e fece segno
di lasciar perdere. Ma almeno Natsu aveva di che essere contento: ora sapeva
che una cucina c’era!
“Questo è tutto.” disse
Sybille rialzandosi dopo essersi inginocchiata per fare rapporto.
Oberon e Henry si
lanciarono una rapida occhiata interrogativa. Nella stanza semioscura c’erano
solo loro tre: era uno dei loro punti di ritrovo, accessibili dai corridoi
segreti, nel quale avevano trovato la loro compagna mascherata, lì ad
aspettarli mimetizzata sotto il soffitto.
“Fammi capire…” –cominciò
il biondo- “I gatti di quei tipi li ha presi Evelyn?”
“Tenevo d’occhio gli
intrusi come hai ordinato, e l’ho vista venire fuori dai muri e agguantare quei
loro animaletti: un lavoro rapido e silenzioso, quasi la invidio.” spiegò lei
puntuale e rigorosa, sempre con lo stesso tono di voce.
Oberon fece una smorfia di
stizza: “Ed ora che fine ha fatto?”
“È in una stanza su questo
piano a giocarci.”
“E tu lo sapevi? Anzi, lo
sai che è lì e non fai nulla?”
La ragazza dal volto
celato inclinò la testa su di una spalla: “Dovevo?”
“Quante volte vi ho detto
di impedire ad Evelyn di fare di testa sua!”
Sybille non sembrò affatto
contrita dinanzi a quel rimprovero, né preoccupata dalla situazione: “Non
sapevo come comportarmi. Per questo non ho fermato nemmeno Lionel.”
“Cosa? Che c’entra Lionel
adesso?”
“Ha rubato anche lui uno
dei gatti, quello nero, anche se lui non è stato bravo quanto Evelyn.” –disse
Sybille, rammentando quella scena ridicola, da lei osservata al riparo di una
tenda di una finestra poco distante.
Nel frattempo…
“ETCIÚ!”
“Salute.” fece Lily.
“Grazie.”
“E dimmi…” –ricominciò
l’exsheed, mentre il tarchiato lo portava ancora a spasso sottobraccio- “Che
tipo è questa donna?”
“Oh, una tipa stupenda a
dir poco! Qualcuno dice che è sciocca, e anche che è un po’ svampita… ma tanto bella e tanto socievole,
loquace…”
“Bene.”
“Come dici?”
“Se è una a cui piace
parlare non vedo l’ora di scambiarci due chiacchiere…”
“Sembra impazzi una mania
felina; francamente, come animali non mi dicono molto.” aggiunse poi la ninja
facendo spallucce.
“Che se ne fa Lionel di un
gatto?”
“Lui nulla, ma a Evelyn
piacciono.” disse Henry con un sorrisetto.
“Capisco…”
“Scusatemi, sta finendo
l’effetto della mia pozione; continuate voi, non vorrei essere di disturbo. Con
permesso.”
Così garbatamente dicendo
si allontanò in un angolino, mentre già qualche piccolo tic cominciava a
manifestarsi.
“Sybille, devi avere più
iniziativa!”
Solo allora la fredda
ninja mostrò una reazione un po’ più sentita… appena appena: “Non lamentarti
della mia piattezza: è in primo luogo per quella che sono qui.”
Oberon annuì: “Ad ogni
modo, cerchiamo di sfruttare questa birichinata: voglio che ci catturi un
ostaggio, una delle ragazze.”
“Quale? Quella col
cervello ancora in testa o una di quelle due mezze rimbambite con la cotta?”
“Anche tutte e tre se ci
riesci, l’importante è prenderne almeno una in modo da tenere sotto controllo
questi maghi di Fairy.”
“Ho sentito parlare di
questa gilda.” –mormorò Sybille pensosa- “Sono famosi, ma a me la cosa non fa
né caldo né freddo.”
“Lo immaginavo… Vai da
Evelyn e prendi uno di questi gatti: potrai usarlo come esca. Mi raccomando,
sii efficace ma non meccanica. Io e Henry torneremo a spiare gli altri.”
In particolare a lui
interessava Gazille. Dopo decenni dalla caduta di suo nonno, lo straordinario
potere dell’Incanto Cupidus tornava a manifestarsi in una persona: forse
sarebbe stato interessante chiedergli aiuto per i suoi studi se fosse riuscito
a convincerlo, con le buone o con le cattive.
Henry il nervoso, tornato
alla ribalta, lì rannicchiato nel suo angolino, non condivideva il suo stesso
spirito d’iniziativa: “Questa cosa mi sta facendo salire il cuore il gola!
Sigh! Troppi ragionamenti! Troppe preoccupazioni! Se avessi saputo che c’era da
eccitarsi tanto ti avrei fatto preparare più pozione! Sigh!”
“……”
Che seccatura, pensò
Oberon: non fosse stato per il fatto che le loro ricerche erano a un punto
morto non si sarebbe fatto troppi problemi ad attaccarli.
Sybille riaprì bocca sotto
la calzamaglia: “Forse è meglio così: sarà emozionante con un po’ di movimento
in più.”
Henry e Oberon la
fissarono sbigottiti.
“… O anche no, non che mi
importi.”
Tutto normale, si dissero.
Lionel si fermò ad un
bivio: “E ora da che parte era? Questi corridoi sono tutti uguali! E io sono
pure stanco: tutto questo correre mette appetito! Senti, nella mia tasca c’è un
pacchetto di snack, me lo prenderesti per favore?”
Allungò l’exsheed verso la
tasca della giacca nera che aveva indosso, e questi ebbe l’imbarazzo della
scelta: lì dentro era strapieno di snack! Aprì una busta di salatini al
formaggio e gliela porse già aperta: avendo una sola mano a disposizione,
Lionel li lasciò cadere in bocca tutti in una volta, gonfiando le guance come
un pallone.
“Sigh, lo so, faccio
schifo…” biascicò al suo prigioniero come ad un confidente. Meno male che
Evelyn non poteva vederlo.
<< Questo tipo ha evidenti problemi di
autocontrollo col cibo… >>
Toltosi in fretta le
briciole dalle labbra col pollice, e trattenuto il desiderio di un altro
stuzzichino, Lionel proseguì, riuscendo infine a ricordarsi la giusta strada.
“Come sto?”
Lily gli indicò una
briciola incollata al mento.
“Uh! Grazie!”
Evelyn, felice come una
bimba il giorno del suo compleanno, era ancora tutta assorta dai suoi due nuovi
cuccioli: ci parlava, ci giocava, spazzolava loro il pelo, dava loro da
mangiare e, visto che erano degli specialissimi gatti parlanti, si preoccupava
anche del loro vestiario.
Finì di canticchiare e
guardò il risultato: “Ecco! Sei carinissimo!”
“Guarda Charle!” –fece
Happy, ancora legato e prigioniero insieme a lei- “Ho un vestito nuovo!”
“È un vestito da donna,
deficiente!”
Più precisamente un
vestito da bambola, che però si adattava perfettamente alla taglia del gattino
blu.
“Aye, ed è anche più bello
del tuo!”
“Tranquilla Charle, ho un
vestitino nuovo anche per te!”
Charle avrebbe dato
volentieri una testata al muro…
Un forte “Sorpresa!”
giunse improvviso alle sue spalle.
“AAAAH! Brutto ciccione! Vuoi farmi prendere un colpo?”
L’entusiasmo di Lionel si
smorzò subito dinanzi il suo sguardo imbestialito: “Ehm, ecco, io…”
Ma lei fece in fretta a dimenticarsi dello spavento: “Uh! Ma quello è…”
Lionel capì che stava
indicando il suo micio nero, così si ricompose e le porse il suo dono: “Per te,
Evelyn!”
Saltellando tutta
contenta, Evelyn si avvicinò per rimirarlo meglio: “Lionel Grazie! Proprio
quello che volevo!”
Lily afferrò una delle
mani della donna e si presentò con un baciamano: “Pantherlily, o anche solo
Lily, incantato.”
“KYAAAAAH! È GALANTE! MI
FA IMPAZZIRE!”
Non dovette certo farsi
pregare perché lo strappasse di mano al suo cicciuto compagno.
<< Quando l’ho conosciuta e le ho dato il
baciamano non ha avuto questa stessa reazione… >>
Ma la gioia e la
riconoscenza di lei gli fecero subito dimenticare quel dettaglio!
“Vieni Lily, ti porto dai
tuoi amichetti!”
“Oh, no, anche Lily è
stato catturato!” disse Charle scorgendo il loro simile.
Prima ancora però che
Evelyn giungesse ad appoggiarlo sul comodino dove li aveva bloccati, Lily
rivolse loro un furbo, rassicurante, occhiolino.
“So che ti puoi far uscire
le ali, quindi spero tu non voglia scappar via come un passerotto alla prima
occasione, sennò devo legarti.” minacciò gentilmente col largo sorriso sulle
labbra.
“Non penso ce ne sia
bisogno, Evelyn: questo sembra contento di essere qui con te.”
“Ma certo! Come faccio a
non essere contento di stare in compagnia di una donna così meravigliosa?”
colse la palla al balzo Lily.
“Sai, gli ho parlato un
po’ di te…”
Ma Evelyn ormai già non lo
ascoltava più: “Oh, così mi fai arrossire! Sai, sei sulla buona strada per
diventare il mio preferito!”
“Se Lily diventa il tuo
preferito posso continuare ad avere dei pesciolini?”
“Ma certo Happy, voglio
bene anche a te! Lionel, dai un pesciolino ad Happy, su.”
“Io?”
“Chi altri qui ha le
tasche che traboccano di calorie?”
“M-m-ma-ma…”
Si voltò con uno sguardo
di ghiaccio: “Lionel… non fare l’ingordo come tuo solito e dai da mangiare al
mio gattino!”
“… Agli ordini!”
Mestamente, mentre gli
occhi della bella in rosso erano tutti per il nuovo arrivo, Lionel, ignorato e
beffato, era costretto a tirar fuori dalla tasca la sua scatoletta di sardine
per la merenda pomeridiana prima del tempo, per riempire uno stomaco non suo…
Happy deglutì: quel
ciccione lo stava guardando con uno sguardo che metteva i brividi!
“Io lo so chi sei… Sei
quel maledetto che si è mangiato il mio panino al tonno!”
Happy rise imbarazzato.
“Non ti è bastato rubarmi
il cibo prima, eh? Ti piace farti coccolare da Evelyn, vero? Se non fosse che
le piaci io ti…”
“Gli stai dando la pappa?”
domandò lei senza voltarsi.
Lionel ficcò in bocca ad
Happy una sardina, con tanta rapidità da rischiare di strafogarlo: rischio che
corse ben volentieri.
“Ma certo! Sta anche
gradendo!”
Happy ingoiò a forza e
tossì. Riaprì gli occhi e il faccione rubicondo di Lionel lo fissava omicida,
anzi, gatticida!
“Vero che gradisci?”
“… Aye…”
<< Che tipo… >> pensò Charle,
tornando poi a interessarsi a Lily, curiosa e fiduciosa.
“Allora, perché non mi
parli un po’ di te, bambola?”
La rossa batté le mani
contenta: “Uh, volentieri! Mi piace parlare di me! Io mi chiamo Evelyn Bonnie,
e mi piacciono tanto gli animaletti deliziosi come voi! E voi mi piacete ancora
di più perché parlate! Che meraviglia!”
“E cosa ha mai portato una
così avvenente signorina in questo posto così fuori mano?”
“Oh, anche a me non mi
piace questa stamberga, però è qui che Oberon ha detto troveremo ciò che
cerchiamo.”
Gli occhi di Lily si illuminarono. Si voltò un attimo verso Charle che ricambiò
il suo sguardo furbetto… Happy invece era troppo occupato a non farsi uccidere
da quel gustoso pasto gentilmente offertogli dal rotondetto cameriere.
<< Grrr! Maledetti gatti! Evelyn pensa solo a
loro! E io allora, che ho corso dei rischi e ho preso una paura mortale per
fargli avere quel farfallone nero? Uffa! Non era così che me l’ero immaginata…
>>
Evelyn si inginocchiò e
appoggiò le mani sul comodino, in modo da trovarsi all’altezza dei suoi
occhietti: “Va bene te lo dico: siamo in cerca di pozioni!”
“Ehm, Evelyn, io non credo
che…”
L’intervento di Lionel fu
subito messo a tacere da un gesto della sua mano: “Shhh! Non vedi sto parlando
con Lily?”
“Cercate qualcosa in particolare?”
“Beh, ognuno di noi ha un motivo per essere qui. Però c’è qualcosina… Conosci
l’Incanto Cupidus?”
“Di nome…”
“Beh, noi lo conosciamo, e
non vediamo l’ora di ottenerlo!”
Lionel smise di ingozzare
Happy, che per la prima volta in vita sua avrebbe rifiutato del pesce se glielo
avessero offerto!
“E dite un po’, quanti è
che siete?”
“Cinque! Io però sono la più simpatica!”
L’altro umano si risistemò
la cravatta e si frappose tra Lily e la donna: “Ehi, non stai facendo un po’
troppe domande?”
“Lionel! Ma che modi sono!
Sei un bruto!”
“N-non è così! È solo…”
“Ti ho già ringraziato per
Lily, un regalo stupendo, ora perché non ci lasci un po’ in pace?”
Lionel si sentì montare
dentro rabbia e delusione… e una gran fame! Forse un altro stuzzichino
l’avrebbe calmato…
“Torniamo a noi piccolo
Lily, ti va di diventare anche tu un mio animaletto? Saresti il mio preferito,
ti tratterò bene, ti darò tanto da mangiare e ti prenderò anche un bel
vestitino nuovo! Quei pantaloni sono così retrò…”
<< Che c’è che non va nei miei pantaloni?
>>
“Che cosa ne dici?”
“Mi spiace, cara Evelyn,
ma credo rifiuterò la tua gentile offerta.”
“EEEEH?! Ma come?!” esclamò lei delusa.
“Non serve una padroncina
quando si ha un amico vero, e ce l’hanno anche Happy e Charle. Quindi ora, col
tuo permesso (o anche senza), noi tre togliamo le tende.”
“CHE?!”
Lionel mandò giù di botto
il boccone e corse ad afferrare Lily per la coda, tenendolo a testa in giù:
“Senti un po’, piccoletto…”
“AAAAH! MOSTRO! Lascia stare il mio piccolino! Forse se lo lego come gli altri
riesco a convincere anche lui!”
“Ma se non hai nemmeno
convinto noi…” mormorò Charle.
Lionel punzecchiò il
pancino di Lily con un dito accusatore: “A che gioco stai giocando? Prima non
vedi l’ora di venire qui da Evelyn e poi dici di volertene andare coi tuoi
amichetti. Allora prima mi hai solo fregato, eh?”
“Eh eh…”
Senza aggiungere altro,
Lily si trasformò: il suo corpo, piccolo e coccoloso, si espanse, si gonfiò di
muscoli, si arricchì di fierezza e possanza.
In pochi secondi, Lionel,
con gli occhi fuori dalle orbite si ritrovò a tenere per la coda un nerboruto
uomo-pantera alto quasi due metri e largo come un armadio.
“……”
“……”
“Mi lasceresti?”
Troppo sbigottito per dire
alcunché, Lionel aprì la mano e la coda di Pantherlily tornò libera. Il micio
che poco prima teneva per coda adesso lo sovrastava in altezza di più di due
teste!
Scrutò sia lui che lei,
impietrita, dall’alto in basso e poi digrignò le zanne: “Allora?”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!”
Fuggirono nel corridoio
fuori la stanza in un batter d’occhio.
“Umpf!”
“Mitico!” esclamò Happy.
Senza perdere tempo, Lily
liberò dalle corde i suoi due simili.
Happy si tolse il suo
vestitino: “Lo vuoi? Te lo regalo!”
“Forse dopo lo provo…”
“Aye!” e lo rimise nel suo
fagotto.
L’exsheed nero non volle
sprecare ulteriori energie e tornò nella sua forma rimpicciolita: “State bene?”
“Se non fossi arrivato tu probabilmente avrei rischiato un esaurimento, ma… si,
sto bene.”
“Aye!”
“Sono riuscito a raccogliere
un po’ di informazioni sui nostri nemici. Non sappiamo quali siano le loro
abilità, ma in compenso sappiamo che sono solo cinque: li superiamo in numero.”
“Inoltre sappiamo anche l’Incanto Cupidus è un loro obiettivo. Mi domando cosa
vogliano farsene.”
Happy sorrise: “Beh, è
semplice invece: vogliono trovarsi delle fidanzate!”
Charle fece spallucce:
“Andiamo, quella tipa bella e giovane com’era avrebbe bisogno dell’Incanto
Cupidus per trovare un fidanzato? Casomai il ciccione…”
“Vorranno rimetterlo in
commercio e guadagnarci mucchi di soldi.” –suggerì Lily- “Comunque sia, la
prima cosa da fare ora è volare dai nostri amici ed avvisarli: dobbiamo
riunirci.”
“Ma se usciamo allo
scoperto quei due potrebbero cercare di riacciuffarci.”
Lily per tutta risposta si
avvicinò alla parete, e tornò nella sua forma originale giusto il tempo di
tirare il candelabro sulla parete, rivelando il corridoio nel quale Lionel
l’aveva condotto: “Useremo i loro stessi metodi: così faremo prima, passeremo
inosservati e raggiungeremo tutti.”
Detto ciò, i tre exsheed
si fecero spuntare le ali e veloci come rondini ansiose di raggiungere i climi
caldi imboccarono i corridoi segreti, ognuno coi suoi pensieri.
<< In fin dei conti non ci hanno trattato male,
ed ora ho un vestitino da regalare a Charle. >>
<< Mai più… Mai più prigioniera con Happy!
>>
<< Ognuno di loro è qui con uno scopo… Mi
chiedo cosa cerchino… Povero Lionel, alla fine mi è dispiaciuto un po’ per lui…
>>
Mentre erano già lontani,
la parete da cui erano usciti si richiuse dietro di loro, e la misteriosa
Sybille fece capolino nella stanza.
Le esche avevano appena
preso il volo. Avrebbe dovuto agire senza.
“Come hai potuto?!”
Lionel si prostrò a terra
e cominciò ad inchinarsi ripetutamente: “Perdonami! Perdonami! Perdonami! Non
potevo sapere!”
Il peggio cominciava solo
adesso, e al pensiero sentiva già l’appetito crescere; ma se avesse addentato
qualcosina in quel momento l’avrebbe fatta arrabbiare ancora di più.
“I-io l’ho fatto per te:
lo desideravi tanto, e…”
“E adesso io non ho più nessun gattino! Sigh! Sei il peggiore!”
La parola peggiore gli
trapassò il petto come una spada, facendolo afflosciare a terra con gli occhi
lacrimosi: “Sigh!”
Si trovavano ora in una
sala al piano inferiore, quella che era stata la fornita biblioteca di Oliver,
e che ora, sopra i libri rimasti, esponeva un’interessante varietà di muffe e
polveri.
Finito lo shock e con esso
l’istinto di correre il più lontano possibile, era subito partita la lagnosa
ramanzina della donna, che ora impietosa batteva a terra la punta della sua
scarpetta col tacco, osservando imbufalita quel sacco ambulante di spuntini
dolersi e struggersi per il suo perdono.
“Oh, Happy, Charle…
proprio quando cominciavamo ad andare d’accordo… sniff… Poverini, scommetto che
sentono la mia mancanza.”
“Assolutamente.”
“Zitto.”
“Va bene…”
“Uuuuh! Non posso stare
senza i miei tesorini! Li rivoglio! E tu farai qualcosa in proposito, non è
così?”
“C-certo, certo! Te li riporto tutti e tre.”
“No! Mi bastano Happy e
Charle. Non voglio più vedere quell’ignobile Lily: mi ha spezzato il cuore!
Fingeva di essere carino e coccoloso, faceva tanto il galante e poi… si è
trasformato in quel mostro pompato, che shock… Anche se devo dire che i suoi
addominali non erano niente male…”
Di riflesso, Lionel si
tastò la pancia flaccida e sospirò!
“Se troverò Happy e
Charle, mi perdonerai?”
Lei lo guardò altezzosa:
“Mhmm… Beh, forse, vedremo…”
Lionel si rimise in piedi,
il più velocemente che il suo sovrappeso gli consentisse: “Allora lo farò! Ti
riporterò i tuoi adorati gatti a costo della vita!”
“AH AH!”
I loro cuori saltarono
fino in gola! Si girarono e videro che nel salone in cui si erano rintanati
erano appena entrati Natsu e Gray: il profumo e lo sbraitare di Evelyn non
avevano che potuto condurli lì! E il primo dei due puntava loro il dito contro,
come un investigatore che ha appena beccato il colpevole con le mani nel sacco!
“Vi ho sentito bene:
stavate parlando di gatti, non osate negarlo! Credevate di farmela dicendo di
non saperne niente? Siete voi che avete rapito Happy!”
“Ci hanno beccati!”
–Evelyn si tappò la bocca, ma era troppo tardi- “Volevo dire… Chi è Happy? Io
non lo conosco…”
Lionel deglutì e senza
pensarci si fece avanti (giusto due passi) per fronteggiarli.
“Ditemi dov’è il mio
amico, forza!”
“Natsu, stai calmo!” cercò
di trattenerlo Gray. Quando aveva udito in lontananza le loro voci si aspettava
di ascoltare qualcosa di utile, invece era venuto fuori che quei due centravano
qualcosa con la sparizione di Happy, e Natsu già non ci vedeva più.
Lionel guardò prima loro e
poi Evelyn, poi di nuovo i due maghi e poi ancora la donna, che non vedeva
l’ora di togliersi dai piedi e ricongiungersi ai suoi adorati cuccioli.
In un lampo capì che
doveva fare. Si erse in tutta la sua tracagnotta altezza e a petto in fuori
esclamò: “Esattissimo! Ce l’ho io il tuo gatto! Solo io so dov’è e tu non lo
rivedrai mai! Ah ah ah ah!”
“Maledetto!”
Nell’istante stesso in cui
si vide caricato dal dragon slayer, Lionel mormorò tra i denti un: “Corri via!”
ad Evelyn e fece lo stesso, infilandosi alla porta sul lato opposto rispetto a
quella da cui avevano fatto irruzione i due di Fairy Tail.
“Natsu, fermati!”
“RIDAMMI HAPPYYYYY!!!”
Inutile, era già sparito
alle calcagna di quello strano ciccione.
Nella stanza rimasero solo
Gray e Evelyn a guardarsi stralunati.
“… Ehm, devo andare!”
“Ferma lì!”
La ragazza puntò anche lei
alla porta e Gray le fu subito dietro. Ma non appena questa fu oltre, Gray si
vide costretto a rallentare, perché gli stipiti della porta, come deformati da
una forza invisibile, si piegarono l’uno verso l’altro, sbarrandogli di fatto
la strada, ma lasciandogli uno spiraglio per guardare oltre, anche se non
abbastanza ampio per farlo passare.
Con sua gran sorpresa,
Gray vide che non solo non c’era traccia di Natsu e del ciccione rapitore di
gatti, ma nemmeno della donna: possibile che con quei tacchi alti si fosse
dileguata tanto in fretta.
Quasi involontariamente
notò che, nel corridoio che andava sinistra oltre la porta c’erano dei
candelabri…
Ma non era il caso di star
lì a ragionarci su: il passaggio non si era certo sbarrato da solo. Si voltò.
La poltrona da lettura stava vistosamente tremando.
“Ti ho visto…”
“IH!”
Malfermo sulle gambe, quel
tipo strambo, quello che diventava calmo a comando, gli si mostrò. Era di certo
stato lui a fermarlo.
“N-non-non si era detto
che avreste dovuto cercare il laboratorio? Eh? Eh? Allora? N-n-n-noi abbiamo
ancora in ostaggio le vostre amiche!”
“Umpf, purtroppo Natsu non
è un tipo molto facile da contenere. E riguardo questa storia degli ostaggi,
sappi che non ci avete convinti del tutto.”
Intorno ai piedi di Henry
cominciò a piovere: più che sudando stava zampillando.
“Vuoi correre il rischio?
I-io non lo correrei!”
<< Sigh! Accidenti a quei due cretini! Vedi tu
se per degli stupidi gatti devono mettere in pericolo i nostri piani! Povero
me! Che stress! Speriamo che Sybille abbia maggiore fortuna. >>
Nell’altra ala della villa
in effetti Lucy e Wendy erano ancora a piede libero, e apparentemente al
sicuro.
Mentre percorrevano un
corridoio soleggiato dalle finestre rivolte a oriente, sentirono un rumore
metallico dietro le loro spalle.
“Guarda!” fece Wendy
indicando un oggetto sul pavimento.
Corse a raccoglierlo: era
una specie di stella di metallo, con un foro al centro. Non aveva idea di cosa
servisse, però era curioso, ben fatto, affilato…
“Il tipo di oggetto che
può piacere a Gazille come regalino!” pensò a voce alta la bambina.
Lucy si trovò d’accordo
con lei al punto di toglierglielo di mano con gesto scaltro: “Proprio così!”
“Ehi! Ridammelo! L’ho
trovato io!”
“Ma io l’ho sentito cadere a terra prima di te!”
“Ma che stai dicendo?! Ridammelo, imbrogliona!”
Come era facile causare un
litigio tra quelle due…
La furba Sybille, che le
osservava alcuni metri sopra le loro teste, aggrappata alla catena di un
lampadario, osservò la sua esca sostitutiva fare un effetto anche migliore del
previsto. Seminascosta, dietro le catene e i fregi, non l’avrebbero mai vista,
anche perché troppo impegnate a contendersi una delle sue stelle rotanti.
Avute dove le voleva,
entrò subito in azione. Frugò in una tasca dietro la schiena e tirò fuori una
sfera. La scagliò poco distante le due maghe e questa rilasciò in un’esplosione
una nube di fumo violaceo.
“Ehi!”
“Che succede?”
<< Perfetto: aspetterò che escano dal banco di
fumo e le stordirò con un colpo sulla nuca. >>
Si sollevò leggermente,
aspettandosi di vederle venir fuori dalla nube a tentoni e tossendo, invece
questa cominciò a diradarsi da sola, sospinta via come da un inspiegabile vento.
Quando fu tutta spazzata, vide la bambina che soffiava, e quel soffio era come
un forte brezza!
<< Questo mi sorprende… un pochino…
>>
Finito di soffiare, Wendy
tornò a puntare Lucy, approfittando del suo smarrimento per riprendersi la
stella di metallo: “Adesso usi anche simili trucchi?”
“Io? Ma che centro?”
Litigavano ancora, e non sospettavano ancora minimamente di essere sotto
attacco. Malgrado l’avessero sorpresa, Sybille volle arrischiarsi ad
approfittare ugualmente del loro battibeccare. Spiccò un balzo, pronta a
scendere su di loro con un calcio: avrebbe atterrato prima l’una e poi l’altra.
Fu solo per puro caso che
Lucy alzò il naso per aria per ribadire di essere troppo superiore per volgari
giochetti di quel genere, che si accorse del pericolo.
“ATTENTA!”
Spinse via Wendy e poi
subito balzò all’indietro, scansando il colpo.
Wendy e Lucy d’istinto si
avvicinarono l’una all’altra per fronteggiare l’attacco.
“E quella chi è?”
“E se fosse una delle
ammiratrici di Gazille?”
“No, non sono molto ricettiva
ai ragazzi. Non lo sono a parecchie cose comunque…”
Lucy e Wendy si misero in
guardia: meglio accantonare le discussioni!
“Vi spiacerebbe arrendervi
e seguirmi senza fare storie? Non vorrei combattere, ma se è necessario lo
farò, non che comunque mi diverta, ma gli ordini sono ordini.”
Lucy inarcò un
sopracciglio, e nel frattempo mise mano alla frusta: “Mi sembri un tantino…
indifferente…”
“Un momento… guardala, è
una tipa sospetta… E se fosse stata lei a rapire Charle?”
Sybille connesse subito
con la gattina bianca che aveva visto catturare e poi fuggire: “Ora è nelle
nostre mani, ma ti porterò da lei se accetterai di farti catturare senza
storie.” le propose con voce impassibile.
Wendy portò le mani alla
bocca: “Non farle del male!”
“Beh, a me non importa
molto di Charle ad essere sincera… Non so chi tu sia, né cosa voglia, ma se
cerchi guai, sappi che ho un ragazzo coi muscoli di ferro che te la farà
pagare.”
“Non è il tuo ragazzo!”
<< Oberon vuole che sia più partecipe di ciò
che mi circonda, ma non mi và di starle a sentire… Credo che stordirle potrebbe
essere una buona idea, almeno per me. >>
Si mise in posa da
combattimento, mettendo sull’attenti le due disunite avversarie.
“EX-EQUIP: SCIABOLA!”
Nelle mani della ninja
comparve una scintillante spada dalla lama ricurva.
“Ex-Equip?”
“La stessa magia di Erza…”
Sybille scattò in avanti,
e Lucy reagì tirando di frusta: mirava alla mano che brandiva la spada,
cercando di bloccargliela, ma lei diede prova di riflessi eccezionali,
schivando lo schiocco e tagliando la frusta con un preciso fendente.
“Oh, mammina!”
Con la coda dell’occhio
vide Wendy che, giratagli intorno, stava gonfiando le guance. Usò di nuovo
l’Ex-Equip per far comparire quattro stelle rotanti tra le dita della mano
libera, e le scagliò contro la dragon slayer. Come lame taglienti queste,
roteando, sibilarono affilate verso di lei, ma con il suo soffio di drago non
solo le fermò, ma le respinse via… contro Lucy!
“AAAAH!”
Le scansò abbassandosi, ma
giratasi, non poté non rabbrividire nel vederle conficcate nel muro dietro di
sé: “Ecco a cosa servivano… E tu, stai più attenta!”
“Scusa…”
Senza perdersi d’animo,
Lucy cercò il suo portachiavi: “APRITI PORTA DELLO SCOPRIONE! SCOPRIO!”
“ECCOCI QUA!” urlò il
caricatissimo spirito stellare dello Scoprione, frapponendosi tra la sua
padrona e la ninja.
Questi parò un primo colpo
di spada con la coda metallica, ma la sua avversaria fu rapidissima e di
ritorno dal colpo menò un secondo fendente che lo ferì di striscio sul petto,
scoperto da qualunque vestito o corazza.
“Scorpio, stai bene?”
“Si, Lucy, tranquilla, mi ha solo graffia… UGH!”
La sua baldanza fece
presto a cascare: prima di accorgersene si era ritrovato in ginocchio coi
muscoli tutti indolenziti.
“Scorpio!”
“Questa lama è rivestita
di una delle pozioni magiche di Oberon, di fatto un veleno paralizzante.”
“Non posso… più muovermi…”
Lucy seppe subito cosa
fare: “Tranquillo, non importa: torna indietro.”
Forzò la chiusura della
sua porta e Scoprio, deluso dalla scarsa performance, fece ritorno al suo
mondo.
Wendy e Lucy alzarono di
nuovo lo sguardo su Sybille, e restarono paralizzate per quanto in fretta e
quanto velocemente si fosse avvicinata a loro. Aveva le braccia allargate, ed
ora due spade, una per mano, una lama davanti a ciascuna di esse.
<< Le ferirò superficialmente, ma basterà a
metterle fuori gioco entrambe in un colpo solo. >>
!!!
Le due lame cominciarono a
convergere al centro, disegnando l’arco della loro sconfitta…
“FERMO LÌ!”
“NON MI PRENDERAI MAI!”
Come fa un ciccione a
correre così veloce, si domandava Natsu, restando incollato a lui? Non che
fosse riuscito a distanziarlo, ma si era aspettato di vederlo crollare
spiattellato al suolo dopo qualche decina di metri, invece stava dimostrando
una buona resistenza…
“Devo alleggerirmi!”
A malincuore, Lionel mise
le mani in tasca e cominciò a tirar contro l’inseguitore i suoi vari spuntini,
snack e merende: “Non posso guardare, sigh!”
“Ehi!” –sbraitò Natsu
parandosi dalle cibarie che gli piovevano addosso- “Ma che stai facendo?
Combatti da uomo!”
Acchiappò al volo un
pacchetto di patatine e vide che erano al peperoncino: “Buone!”
Rifocillatosi senza
smettere di correre, e infuocato dal gusto del piccante, Natsu accelerò il
passo: “SEI MIO!”
<< Non posso gettare anche il mio ultimo panino
al tonno! Il mio cuore non lo sopporterebbe! >>
Già gli era difficile
sopportare quel ritmo di corsa… era spacciato.
“Dimmi dov’è Happy, o io
ti…”
SBAM!
Una delle porte del
corridoio si era aperta di botto e lui non aveva potuto far altro che prenderla
di piena faccia!
“Ohi… Ahi…”
Lionel si girò, pronto a ringraziare il suo salvatore, ma la sua vista invece
lo fece rabbrividire.
“O-Oberon?!”
Il biondo richiuse la
porta e lo guardò severo: “So che hai combinato insieme a Evelyn.”
“I-i-io…”
“Ne riparleremo. Ora fila, me la sbrigo io.”
“Agli ordini, capo!”
“Ehi, fermo!”
Massaggiandosi il naso,
Natsu si rimise in piedi, ma l’apri-porte a tradimento era intenzionato a
coprire la fuga del suo corpulento sottoposto.
“Vi avevo dato una
possibilità per andare d’accordo mi pare. Avevamo ottenuto una tregua.” disse
senza rabbia.
“Ricattandoci? Puoi tenertela la tua tregua! Fairy Tail proteggerà i suoi
compagni a tutti i costi.”
Se non altro quel tipo era
uno di quelli che facevano lo stesso: i nemici che odiava di più erano quelli
che non davano di nessun conto i propri alleati.
“Ammirevole. Tieni molto a
questo Happy, vero? Te lo restituirei subito se accettaste di fare quel che
diciamo.”
Natsu rispose accendendo i pugni: “Facciamo che invece ce lo ridai subito!”
“Umpf!”
“Si può sapere che vuoi?
Non siamo venuti qui per combattere!”
“Nemmeno io ho portato i miei amici qui per battersi, anzi, sono qui perché ho
promesso loro di aiutarli. Ma tutti noi siamo pronti a farlo per i nostri
obiettivi.” disse spostandosi con fare indifferente, seguito dallo sguardo
pronto del rosa.
“Tutta questa storia per
un po’ di boccette colorate.”
“Quelle boccette colorate
contengono poteri magici che non puoi nemmeno sognare. Il potere di gestire le
emozioni, proprie e altrui. Il potere di compensare alle proprie mancanze. Di
essere chi desideriamo essere nel profondo del cuore.”
“E l’ottenere questi
poteri giustificherebbe il vostro atteggiamento?”
“Come voi non vi fidate di
noi, così non ci fidiamo di voi. Io non sono disposto a rischiare condividendo
ciò che mi spetta di diritto con dei perfetti sconosciuti. Diciamo che, almeno
per quanto mi riguarda è anche una questione di principio.”
“Uh, quanto parli… Mi
restituisci Happy, o no?”
“No.”
“Allora…”
Come un toro caricò testa
in avanti, i suoi pugni fiammeggianti lo seguivano pronti a colpire.
Oberon rise del suo
attacco: con una mano nascosta dietro la schiena tirò uno dei candelabri,
dopodiché si scansò, sicché l’unica cosa che investì Natsu furono i lembi
svolazzanti della sua lunga giacca, superati i quali inciampò e sbatté contro
una parete.
“Bah! Bel trucchetto
complimenti, ma se credi che basti…”
“Uh uh… Guarda dove sei.”
“Uh?... ?!?!?!”
Pareti ravvicinate
intorno… Lampada a luce soffusa sopra… quadro comandi con dei bottoni… grate
pronte a chiudersi!
LA STANZA MOBILE!
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!”
“Eh eh eh!”
Completamente nel sacco.
L’urlo giunse alle
orecchie del mago di ghiaccio: “Uh? Natsu?”
Henry sobbalzò: << È il momento buono! >>
Gray, preoccupatissimo, si
era girato di scatto verso la direzione dell’urlo, e in quel frangente il
nervosetto aveva subito agito. Puntò una mano verso l’alto e poi la fece
scendere giù, e il soffitto cominciò a deformarsi, a sprofondare, come al piano
superiore si fosse seduto un qualcosa di gigantesco e molto pesante!
La conca scese veloce
verso il basso, piombando su Gray, che fece in tempo ad abbassarsi, ma il
soffitto piegato lo seguì fin sul pavimento. Si ritrovò così costretto prono
come dal soffitto come da un dito gigante, impossibilitato ad alzarsi, mentre
Henry, tutto ansante per l’emozione, se la squagliava.
“Tsk! Accidenti!”
Fece per tentare di
liberarsi con la sua magia, ma poco dopo che il suo avversario sparì fuori
dalla stanza, il soffitto deformato tornò al suo posto e lui poté rialzarsi e
inseguirlo.
CLANG!
?!?!?
Due braccia nude erano
bastate a fermare le sue spade: una bazzecola quando sono rivestite di scaglie
di puro acciaio.
Sybille non ci pensò
minimamente a mettere quanta più distanza possibile tra lei e il nuovo arrivato
con una capriola all’indietro.
Gazille si voltò
leggermente: “Tutto a posto?”
Lucy e Wendy per tutta
risposta gli urlarono in faccia: “KYAAAAAAAAAHHH! MI HA SALVATO!”
Poi si guardarono…
“Ha salvato ME!” si
dissero l’un l’altra, mentre Gazille si sentiva pervadere di uno strano
pensiero di… pentimento!
“MIO EROE!” dissero
abbracciandosi a lui.
“Ehi! Giù le mani!”
Col loro romantico
quadretto avevano dato tutto il tempo a Sybille di riflettere. Doveva
combattere? La maggior parte dei suoi attacchi si basavano su armi, e Gazille
aveva appena dato prova di non temerle. Inoltre l’effetto sorpresa era andato
perduto. E non solo quello: l’inganno di Oberon era venuto definitivamente
meno.
Non era il caso di restare
lì. Doveva subito avvisare i suoi compagni ed elaborare un nuovo piano. Così,
mentre Lucy e Wendy riempivano il loro salvatore di coccole, balzò sulla parete
e da essa sul lampadario, poi a quello successivo e così via, fino a sparire
oltre un angolo.
“Ferma! Accidenti! Mollatemi!”
Zavorrato com’era non
l’avrebbe mai raggiunta.
“Bah…”
Non gli restava che
accogliere i plausi delle sue ammiratrici.
“Non lasciarmi mai più!”
“No, non lasciare mai più me!”
<< Queste le tengo al sicuro io. Speriamo anche
Levi stia bene… >>
“Fermi!”
Lily procedeva, per
precauzione in quanto più portato al combattimento dei tre, dinanzi Charle ed
Happy, e fu pronto ad ordinare l’alt quando vide, oltre una svolta ad angolo,
il bagliore di una luce, forse una lanterna.
I nemici usavano quei
passaggi da prima di loro ed avendo deciso di servirsene Lily aveva calcolato
il rischio di incontrarne percorrendoli.
Lily passò subito alla sua
forma forzuta.
Charle non indietreggiò di
un millimetro, ma era visibilmente spaventata.
<< Charle, se avessi saputo che ti avevano
catturata prima di finire acchiappato anch’io sarei corso a salvarti e sarei
stato il tuo eroe… Forse però adesso ce l’ho una nuova occasione di fare colpo
su di te! >>
L’amore lo armò di tutto
il coraggio che disponeva, e senza consultarsi, né con lei né con Lily, lanciò
un urlo e si gettò all’attacco.
“Fermo, stupido!”
“CARICAAAAAAAAA!!!”
SPLAT!
Poteva andargli peggio in
fin dei conti: si era solo beccato una poderosa librata, finendo spiaccicato
contro il muro come una mosca.
“Happy?!” esclamò Levi
mettendo subito via il libro.
Lily stacco la frittella
blu dal muro e ne consegnò i resti alla maga che dispiaciuta tentò di farlo
riprendere con qualche carezza: “Mi dispiace! Mi sono spaventata e ho agito
d’impulso!”
“Sono… il tuo eroe… Charle?” chiese alle stelle che gli giravano intorno alla
testa.
Benone! Sembra proprio i
nostri stiano tutti bene! Beh, ora come ora, Happy un po’ meno… XD
Il gruppetto di Fairy Tail
e il la combriccola di Oberon hanno per la prima volta incrociato i guantoni, e
finora entrambe le parti hanno dato prova di non essere degli sprovveduti! Ci
sono ancora molte frecce agli archi da scagliare, molte battaglie da affrontare
e un laboratorio che nessuno riesce a trovare! Un gran casino, del resto è
scritto anche nel titolo della fic! XD
Non perdetevi il seguito,
pian piano i segreti della villa e di questi misteriosi concorrenti verranno
svelati! Non dimenticate poi di commentare ^__^
Alla prossima!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Una scoperta da difendere: a spada tratta! ***
14 Fairy Tail fic
Ciao a tutti cari lettori
da NaruXHina e dal suo periodo magico!
Mi va davvero tutto bene
per ora: buoni esami, una ragazza, inizio a capirci qualcosa di Photoshop, un
articolo della settimana su nonciclopedia (“Dialetto napoletano”, correte a
leggere! XD)… Se solo questa fanfic avesse più commenti potrei davvero dire che
mi va tutto benissimo… =(
So che ci siete anche se
non vi fate sentire, ma, almeno per quanto riguarda EFP, sono tre capitoli che
non ricevo commenti e la cosa mi intristisce un po’ T__T
La storia forse sta
risultando noiosa? Sotto le aspettative? Spero qualcuno mi faccia sapere…
Intanto, eccovi il nuovo capitolo ricco di movimento e azione che ho sfornato
per voi! Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Lionel si spiattellò a
terra dinanzi al suo insoddisfatto capo: “Chiedo perdono!”
Oberon, salvatolo da
Natsu, l’aveva raggiunto in fretta e subito l’aveva sottoposto ad un
inevitabile rimprovero.
“Come ti è saltato in mente di assecondare Evelyn nella sua pazza trovata? La
tua birbonata poteva costarti caro. Potrebbe costarci caro.”
“Pensavo che dopotutto
fossero solo gatti…”
“Solo gatti? Dopo quel teppista con la sciarpa ha fatto tutto quel casino sul
suo gatto tu sei andato a rapirne un altro?”
“Sigh! Sono così affamato
di dispiacere, credimi Oberon…”
Anche perché gli era
tornata in mente la scatoletta di sardine rimasta nelle zampe di quello sbafone
blu coi baffetti!
“Almeno prima potevamo
dire di avere un qualche tipo di ostaggio, ora nemmeno quelli. Come avete fatto
a lasciarveli scappare così?”
“Non potevamo prevedere…
Che potevamo fare?”
“Combattere magari? Siete
maghi, no?” suggerì il biondo con tutta l’ovvietà del mondo.
“……”
Il cicciottello arrossì:
“Ehm, Evelyn era troppo scioccata per reagire. Quanto a me…”
“Non sei mai stato un cuor
di leone, lo so… Lasciamo perdere.”
Lionel chinò ancora la
testa, non per scusarsi, ma per il semplice peso di quelle parole. Cos’era
peggio? Che il tuo capo ti rimproveri, o che smetta di farlo facendoti capire
che non pensa di potersi aspettare poi molto da te?
Lo sventolare delle tende
alle spalle del biondo gli annunciarono il silenzioso arrivo di Sybille, e
anche Lionel interruppe il filo dei suoi foschi pensieri per ascoltarla.
“Non sono riuscito a
catturarle: Gazille le ha protette.”
Nonostante la reazione in
apparenza blanda a quell’ulteriore notizia storta, anche Oberon ora cominciava
a spazientirsi.
“Il nostro inganno è
svelato. Non abbiamo nessuna garanzia, nessun ostaggio, nemmeno un gatto…”
disse rifilando un’occhiata storta a Lionel che tornò velocemente col muso per
terra.
“In tutto questo neanche
sappiamo che fine abbiano fatto Henry e Evelyn.”
Sybille si inchinò
rispettosamente: “Sono costernata, Oberon… credo… Un po’ mi dispiace in fondo,
ma del resto…”
“Lo so, lo so…”
Fintanto che Henry aveva
ancora della pozione con sé non si preoccupava molto di lui, anche se avrebbe
preferito comunque avere il suo compagno più fidato accanto a sé in quel
momento; la situazione stava precipitando.
<< Di questo passo non ce ne verrà nulla di
buono. Bisogna agire. >>
“Mi occuperò io
personalmente di questi rompiscatole. Sybille, tu cerca di trovare Henry ed
Evelyn e se potete, cercate di evitare altri scontri.”
“Va bene.”
Oberon fece per uscire
dalla stanza e Lionel si rimise in piedi: “Ehi, e io?”
Il biondo restò a pensarci
come colto da una domanda difficile: “Tu… Fatti uno spuntino. E cerca di non
metterti nei guai, mi raccomando.”
“……”
Sybille sparì subito dopo,
lasciandolo tutto solo.
Sospirò amaramente. In
altre occasioni avrebbe adorato ricevere quell’ordine, ma di fatto significava
che Oberon e il gruppo non avevano bisogno di lui; e Lionel cominciò subito ad
avvertire le sue merende pesargli nelle tasche, ansiose di consolarlo.
<< Sigh… Ho fatto arrabbiare Evelyn e ho deluso
Oberon a distanza di pochissimo… Che giornata storta… Ed ora eccomi qui, senza nulla da fare e con un sacco di cose da
mangiare, di questo passo non riuscirò mai a dimagrire. >>
Si sedette a gambe
incrociate sul pavimento e cominciò a toglier via l’incarto a un panino
imbottito: per quanto poco gratificanti, erano sempre ordini quelli di Oberon…
<< No, un momento! >>
Il pingue damerino
realizzò qualcosa che allontanò rapidamente il cibo dalla sua bocca, e che gli
diede la forza di rialzarsi: << Io
ce l’ho qualcosa da fare! Ce l’ho una missione! Evelyn rivuole i suoi gattini e
io le ho detto che li avrei trovati, no? Oberon mi ha lasciato qui a riscaldarmi
le mandibole, ma non vuol dire che sia una cosa negativa! Di fatto posso fare
quello che voglio! >>
Ripensò al viso di Evelyn
quando le aveva portato Lily e all’occhiataccia con cui l’aveva trafitto mentre
umilmente si proponeva di rimediare al suo involontario ma tremendo sbaglio. Se
alla compagnia al momento non serviva, peggio per loro: far contenta Evelyn
contava anche di più!
<< Ritroverò Happy e Charle e mi riscatterò ai
suoi occhi! È vero, non sono mai stato un cuor di leone, e preferisco fuggire
davanti i nemici… ma per lei uno sforzo posso farlo! Devo farlo! >>
Così pensando non ci fu
più lui tutto solo in una stanza senza nulla di fare, ma il suo abbandonato
panino.
Dopo che Lily era stato
rapito sotto i suoi occhi, Levi, malgrado il brutto colpo, non si era persa
d’animo. Aveva subito cominciato ad ispezionare i vari candelabri lungo il
corridoio, trovandone finalmente uno funzionante.
Purtroppo non aveva idea
di in quale direzione il rapitore fosse fuggito, e, guarda caso, aveva scelto
quella opposta. Stava girando per i corridoi celati già da un po’, indecisa se
restarci o uscire appena possibile; non sapeva con precisione dove sarebbe potuta
uscire, e c’era sempre il rischio di incontrare dei nemici e ritrovarsi ad
affrontarli tutti da sola. Ora però sola non era più per fortuna.
Lei e i tre exsheed
proseguirono cercando di allontanarsi il più possibile, arrivando fin
nell’altra ala, e solo allora uscirono fuori dalla parete per trovare infine
rifugio in una stanza rettangolare.
“Qui saremo al sicuro.”
disse Lily.
“Come mai così convinto?”
domandò Levi, sedendosi per terra a riposare insieme a Charle ed Happy.
“Questa stanza ha le
pareti completamente spoglie: niente candelabri, quadri, fori o fessure nei
muri, dai quali non credo rischieremo brutte sorprese. Inoltre c’è un'unica
porta dalla quale uscire o entrare. Le possibilità che ci colgano di sorpresa
sono pochissime.”
Per maggiore sicurezza
però, tutti badavano di non avvicinarsi troppo ai muri.
Approfittando di quel
momento di calma, Levi aprì la sua sacca, spargendo sul pavimento i vari fogli
che aveva arrotolato e raccolto girando nelle stanze del piano superiore. I
gatti si avvicinarono tutti con curiosità.
“Non so quanto questa
stanza possa essere sicura, ma voglio approfittarne.”
“Cosa fai?” domandò Charle
mentre la ragazza inforcava gli occhiali e sfoderava la sua penna magica.
“Voglio decifrare questi
fogli che ho raccolto. È un incantesimo criptante molto complesso, ma non mi
tirerò indietro: magari troveremo informazioni interessanti.”
“Incrociamo le dita
allora.”
“Forza Levi, siamo tutti
con te!”
Li ringraziò con un
sorriso e subito chinò il capo. Non sarebbe stato facile cavar fuori da
quell’ammasso confusionario di lettere e segni dei periodi di senso compiuto.
Almeno avrebbe avuto l’occasione di provare i suoi nuovi occhiali “8 X”, che
aumentavano la sua velocità di lettura di ben otto volte.
“Charle, Happy, mentre
Levi lavora sarà meglio che montiamo di guardia.”
Ma i suoi due simili gli
fecero capire dalle loro espressioni di non essere molto d’accordo.
“Che c’è?”
“Ecco, io veramente vorrei
andare a cercare Natsu…”
“Wendy sarà certamente
preoccupata e anch’io sono preoccupata per lei.”
Lily scosse il capo
marziale: “Non se ne parla! Capisco il vostro stato d’animo, ma come vi viene
in mente di andarvene in giro da soli dopo che vi hanno rapito già una volta?
Siete degli imprudenti.”
Levi alzò lo sguardo e
sollevò gli occhiali sopra la testa: “Suvvia Lily, prima potevano coglierci
impreparati, ora sappiamo che possiamo aspettarci degli agguati. Natsu,
Gazille, Gray, Lucy e Wendy vanno trovati e avvisati di quello che avete
scoperto.”
La conoscenza del nemico è
il primo passo verso la sua sconfitta dopotutto.
Lily non fu contento di
vedere Levi schierarsi con Happy e Charle: “Forse si, ma…”
“Ci terremo lontani dalle
pareti e baderemo di fare attenzione.” disse Charle.
“Non ci faremo acchiappare di nuovo!” -fece Happy balzando avanti- “E poi Lily
tu sei più forte di noi: proteggeresti Levi molto meglio.”
Lily incrociò le braccia:
“Fa comodo non sapersi trasformare in possente guerriero exsheed, vero? Bel
modo di scaricarmi tutto il lavoro, Happy!”
Charle sbuffò e poi scrutò
Lily negli occhi con fare imperativo: “Lasciaci andare, ok?” disse scandendo
ogni parola.
“Non sapete dove possono
essere. Se vi mettete a gironzolare là fuori sarete entrambi in pericolo.”
Davanti a
quell’inoppugnabile argomento, Happy smorzò l’impeto e rifletté un istante.
“Allora vado solo io.”
“Che cosa?!”
“Te la trovo io Wendy!
Così non ti metterai in pericolo anche tu.” la rassicurò Happy con un sorriso.
“Non ho bisogno di te a
proteggermi.”
“Non ne ho dubbi.” –disse
Happy ripensando a con quanta grinta si era opposta prima allo sbarramento di
Lily- “Ma permettimi di farlo lo stesso, per favore.”
“……”
Alle solite. Quante volte
doveva fargli capire che non le interessava minimamente per fargli smettere di
fare sciocchezze solo per far colpo? Eccolo lì, ancora una volta, a guardarlo
con quei suoi occhioni, davanti ai quali cresceva in lei la voglia di
accontentare i suoi capricci di eroismo. Sarà perché il modo in cui la stava
guardando ora aveva quello stesso ardore che già aveva visto ad Edolas, quella
stessa volontà incedibile di proteggerla.
“… D’accordo.”
“Tieni!”
“Uh?”
Le porse una scatola di
sardine ancora mezza piena.
“Ma non sei mai sprovvisto
tu?”
“Il servizio faceva pena,
ma il pesce era buonissimo, così le ho prese!”
Lionel era scappato via
così in fretta da essersi dimenticato l’arma con la quale aveva cercato di
strangolarlo! Probabilmente il suo stomaco se ne stava già pentendo.
Charle sbuffò e accettò la
scatola anche se non aveva fame.
Lily guardò Levi, la quale
annuì: “… E va bene, vai, cerca solo di non farti notare.”
“Aye! Agli ordini! Troverò
in un baleno Wendy e Natsu e li riporterò qui!”
Ad ali spiegate corse ad
adempiere all’impegno preso.
La gattina, rimasta
imbambolata con le sardine in mano, si avvicinò riflettendo a Levi che nel
frattempo era tornata al lavoro.
“Posso… aiutarti in qualche modo, Levi?”
“Forse si: cerchia con questo pastello tutte le vocali che trovi.”
Lily intanto stazionava
attento vicino la porta: “Io sarò qui a fuori di guardia a controllare che
tutto sia tranquillo, per qualunque cosa chiamatemi.
<< Wendy… Se anche Happy non riesce a trovarti
spero tu sia ugualmente al sicuro. Non vedo l’ora di riaverti vicino… >>
L’ansia di Charle era più
che naturale. In realtà però non c’era da preoccuparsi troppo per Wendy, quanto
piuttosto per Gazille. Era lui che in quel momento aveva urgentemente bisogno
di soccorso!
I suoi tentativi di
isolare la mente risultavano vani. Il dragon slayer di metallo camminava
leggermente curvo in avanti, circondato, senza un secondo di tregua, dalle voci
delle sue protette.
“E poi ho usato il mio
soffio di drago e ho respinto quelle armi a stella! Sono stata fantastica! Non
l’avresti mai detto per una della mia età, vero? Sono piccola ma sono anche
forte, non è vero?”
Gazille annuì
distrattamente con un mormorio a bocca chiusa.
Lucy, che quelle buffe
armi a stella se le era viste venire contro spinte proprio da lei ribatté
subito: “Tipico dei piccoletti volersi fare grandi! Ti ricordo che a momenti
col tuo soffio mi stavi uccidendo!”
“Sei tu che stavi dove non
dovevi!”
<< Che rompiscatole! Quasi quasi era meglio se
lasciavo le mettessero ko prima di salvarle! >>
“Gazille, tesoro mio, non
vuoi sapere di come ho evocato meravigliosamente Scorpio?”
“Non è durato un minuto…”
“Zitta, piccola biscia! È stato solo sfortunato! E attenta a come parli di lui,
se la sua ragazza si arrabbia sei finita!”
“Almeno quando io combatto
lo faccio da me, non chiamo altri in aiuto.”
“Argh! Come ti permetti?!
Ci vuole tanto potere magico per gestire gli spiriti stellari, tu non ci
riusciresti mai! Io sono una maga fortissima con degli spiriti fortissimi,
perché dovrei starti a sentire? Umpf!”
Il suo spirito più potente,
ancora una volta non richiesto, apparve come chiamato in causa: “Lucy, ma
perché non hai evocato me? Voglio dire, Scorpio è forte, ma io sono il più
forte, lo dicono tutti!”
<< Ecco che ne arriva un altro…
>> se non altro, pensò poi Gazille, in questo modo distoglieva
l’attenzione da lui… Almeno quella di Lucy, l’altra stava ancora tenendogli il
braccio come stessero passeggiando romanticamente nel parco!
“Tsk! Se non ti ho evocato
è perché sapevo che ti saresti messo a fare lo scemo con me.”
“Ma è ovvio!” –disse Loki-
“Sei costretta ad amare lui anziché me! Senza offesa, Gazille.”
“Figurati.”
“Io non sono costretta:
semplicemente Gazille è molto meglio di te!”
“Ma lui non è il tuo tipo!
Io lo sono! Tutto quello che c’è stato tra di noi dove lo metti?!”
“A cuccia…” e tirò fuori
la sua chiave per farlo sparire.
“NOOOOoooo…”
Gazille staccatosi con
delicatezza Wendy dal braccio si voltò verso la biondina: “Quel tipo non ha
tutti i torti: è un figo, siete molto legati e lui è uno che le donne le sa
trattare. Perché non lo prendi in considerazione?”
“No! No! No e no! Io non voglio lui, voglio solo te, il mio Gazillino d’acciaio
adorato!”
“Bah! Ma che ho di tanto
speciale, si può sapere?
Lucy gli si gettò tra le
braccia, e Gazille la prese in braccio al volo: “Oh, Gazille, pensavo non me
l’avresti mai chiesto!” disse carezzandogli i capelli.
<< Sigh! Perché lei si e io no? Anch’io voglio
essere presa in braccio da Gazille! Sono più piccola e leggera, faticherebbe di
meno! >>
Gazille la scaricò a
terra, intanto aveva già cominciato a tessere le sue lodi: “L’uomo perfetto per
me ha finalmente un nome: Gazille Reitfox! Perché? Perché sei così forte,
muscoloso, rude, maschio! Cosa c’è di più virile di un uomo di ferro che si
nutre di ferro? Alla gilda non c’è nessun’altro come te! Sei unico e speciale!
Hai un passato burrascoso alle spalle poi, come dimenticarlo?”
Lucy continuò a decantarlo,
saltellandogli intorno: “Alle donne piacciono tanto i tipi “cattivi”! E chi è
più cattivello di te? Con quella chioma, quei vestiti trasgressivi…”
<< Trasgressivi? >>
“E quei piercing sono
così… ribelli! Mi fanno impazzire!”
Loki le riapparve accanto:
“Vuoi dire che se mi faccio anch’io mettere delle ferraglie in faccia tornerò a
piacerti?”
<< Quando mai le sei piaciuto? >>
pensò il dragon slayer.
Lucy lo squadrò obliqua:
“Al massimo ti cederò a Wendy, così avrà anche lei il suo Gazille e smetterà di
scocciare me e il mio adorato.”
Wendy non approvò: “Io non
voglio un Gazille finto che si mette gli occhiali da fighetto, voglio quello
vero!”
Loki tornò nel firmamento
con un “Sigh…”
Gazille ne aveva
approfittato per distanziarle di qualche passo, ma quelle due lo raggiunsero
subito. Non c’era scampo!
<< Se almeno ci fosse qualche altro nemico da
affrontare piuttosto che queste due fanatiche! >>
“Natsuuu… Grayyyy…
Qualcunooooo?” sussurrava Happy ogni
volta che faceva capolino in una stanza.
“È difficile cercare gli
altri chiamandoli a bassa voce, quasi non mi sento nemmeno io…”
Lily però aveva detto di non farsi notare e se poi lo catturavano di nuovo sai
che scenata quando l’avrebbe rivisto!
<< Devo trovare Wendy e riportarla da Charle,
così non sarà più preoccupata. Anche se io vorrei trovare Natsu… >>
Happy svoltò,
affacciandosi prima sull’angolo, su un lungo corridoio che ben poco aveva di
che risultargli più familiare di altri, spogli com’erano.
Lo attraversò più veloce
che poteva, badando bene di stare giusto al centro, il più lontano possibile
dalle pareti. Se anche gli avessero teso un agguato, agile com’era gli sarebbe
riuscito più facile sgusciare via.
Ogni tanto, per maggiore
sicurezza, rivolgeva comunque una rapida occhiatina a destra e a sinistra, passando
così in rassegna candelabri fortunatamente immobili, strappi nella tappezzeria,
macchie d’umidità, cornici di quadri vuote, Natsu che sbavava per terra in
preda a un attacco da allergia ai trasporti…
“?!?!?”
Happy innestò subito la
retromarcia! Non si era sbagliato! Era proprio Natsu, steso a terra in un
incavo della parete che altro non era che quella malefica stanza mobile,
intenta a torturarlo senza pietà!
“NATSU!”
Sentendo la sua voce, quell’essere molliccio provò ad articolare dei suoni: “Haaaaappyyyy…”
“Ma come hai fatto a
finire lì dentro?” gridò il gatto alato, rabbrividendo per lo stato in cui
versava!
“Happyyyy… aiutamiiii…”
“Resisti, Natsu! Ora ti tiro fuori io!”
Atterrò e accorse:
agguantò il suo amico per la collottola e lo trascinò fuori dallo stanzino,
lasciandosi dietro una scia di bava! Non appena però i piedi di Natsu tornarono
sul pavimento del corridoio, la debolezza svanì dalle sue draconiche membra, e
agguantato l’amico balzò in piedi stringendolo forte!
“HAPPY!”
“NATSU!”
“Sono così contento di rivederti
tutto intero, ah ah! Grazie per avermi salvato!”
“Nessuna stanza da trasporto ti farà del male senza fare i conti con me!”
gongolò lui stringendosi alla sua sciarpa.
“E poi la signorina
gentile mi ha anche dato un vestitino nuovo, di un bellissimo colore. Anche se
credo lo regalerò a Charle.”
“Accidenti, Happy, e io
che mi sono preoccupato! Cibo, carezze, vestitini… Se tutti i rapimenti fossero
così mi farei rapire anch’io… Tranne per i vestitini.”
Natsu ed Happy procedevano
nuovamente fianco a fianco, l’uno a piedi, con le mani dietro la testa, l’altro
in volo. Il prossimo passo sarebbe stato riunirsi con gli altri, in particolare
con Gray, che doveva essere ancora da quelle parti dopo che il rosa l’aveva
piantato in asso per correre dietro quel ciccione, ma soprattutto con Wendy.
Happy non dimenticava
l’implicita promessa fatta a Charle di farla ricongiungere con l’amica.
Purtroppo nemmeno Natsu l’aveva vista, anche se lui si era subito detto pronto
ad aiutarlo (aggiungendoci un mignolino alzato in segno di intesa!).
“Quindi da come ho capito,
qui intorno ci sono cinque tizi, tra cui quell’Oberon, che stanno cercando
ognuno qualcosa?”
“Così ha detto la
signorina Evelyn a Lily. Secondo te che significa?”
“In questa casa l’unica
cosa interessante sono le pozioni.” –disse Natsu dandosi arie da investigatore-
“E qui le pozioni riguardano soprattutto i sentimenti e le emozioni.”
Ripensò a Gray che si
scompisciava a terra senza motivo…
“Eh eh eh!”
Che ridicolo! Forse poteva
rubacchiare qualche pozioncina anche lui per fargli degli scherzi una volta
tornati a casa!
“Ma certo! Ad esempio
prima c’era un tipo strambo, non faceva che parlare a scatti e tremare, ma poi
quando beveva una pozione diventata tutto calmo e rilassato.”
“Ma se ha già la pozione
che gli serve cosa vuole allora? Evelyn ha detto che non vedono l’ora di
trovare la formula dell’Incanto Cupidus.”
“Si, lo sapevo, ho
incontrato Oberon di persona che ce l’ha detto” -Natsu ridacchiò- “Forse sono a
corto di ragazze!”
“È quello che ho pensato
anch’io! Lily però non è tanto d’accordo.”
“Vorranno venderla a chi
non ce l’ha per fare un sacco di soldi!”
“Tu la compreresti?”
“Bleah! Che me ne faccio? Forse
il ciccione potrebbe essere più interessato. Anche se gli consiglierei
piuttosto una pozione dimagrante, ih ih!”
“Ma dimagrire non è una
emozione, Natsu.”
“Oh, è vero… E l’ultimo
invece chi è? Che pozione vuole?”
“Boh, non l’ho mai visto…”
Stettero un secondo in
silenzio.
“Che strani che sono
questi nostri avversari.”
“Eh?”
“Insomma, le emozioni le hanno tutti dentro, non capisco perché cercarle fuori.”
<< Sono
qui perché ho promesso loro di aiutarli. >>
<< Il potere di gestire le emozioni, proprie e
altrui. Il potere di compensare alle proprie mancanze. Di essere chi
desideriamo essere nel profondo del cuore. >>
In quelle parole aveva sentito
una folle ambizione, ma anche intravisto una nota di tristezza.
“Non vedo l’ora di
affrontarli, ma mi piacerebbe anche scoprire chi sono in realtà.”
Tornò il silenzio. Si
sentivano solo l’eco dei passi del dragon slayer e quello del battito d’ali
dell’exsheed.
“Natsu, sei riuscito a
scoprire qualcosa anche tu?”
“Certo che si, qualcosa di
molto interessante.”
“Davvero? Tipo?”
“Tipo che qui da qualche parte c’è una cucina.”
“Wow! Dopo la cerchiamo?”
“Perché, no?”
“Aye!”
Levi rimescolò la penna
nel calamaio come fosse un cucchiaio in una tazza di latte, dopodiché la
sollevò sul foglio che Charle provvedeva a tenere ben steso. La ragazza fece
gocciolare la punta intinta d’inchiostro ai quattro angoli del foglio, e assistettero
allora al successo della procedura, scoperta non subito e non senza difficoltà.
“Ecco!” –fece Levi
indicando il via vai grafico sotto i loro occhi- “Le lettere tornano al loro
posto e della loro grandezza originale.”
Non era stata un’impresa
facile, anche per una maga esperta nel decifrare come Levi: aveva tentato vari
metodi di decifrazione, sia logica che magica, prima di riuscire a trarne dei
risultati.
Senza aspettare che le
lettere e i punti finissero di disporsi, la ragazza riunì i tutti i fogli che
avevano raccolto in una risma sotto quello su cui avevano appena operato, e il
processo di riordinamento si estese a ciascuno di essi.
“Complimenti Levi!”
“Andiamo, in fondo è
proprio per questo che il master mi ha raccomandata per la missione.”
“Brava lo stesso.” incalzò Charle facendola arrossire.
Levi si disfò di
contentezza e imbarazzo ritornando con professionalità ai fogli che aveva tra
le mani: “Ci vorrà un po’ di tempo prima che tutti i fogli siano risistemati.
Ma forse si può già cominciare a leggere qualcosa.”
Incrociò le dita: non
erano che carte raccogliticce, che potevano come non potevano essere loro di
qualche utilità, ma sperar non nuoce!
“Mi fai vedere?” chiese Charle alzandosi in punta di piedi cercando di
sbirciare.
“Posso vedere anch’io?”
Non era la voce di Lily!
Col cuore in gola, le due
scattarono in piedi e fecero un passo indietro.
“Suvvia, mica faccio così
paura.” fece Oberon mostrando il bel sorriso lucente, senza fare un altro passo
avanti per il momento.
Quel biondino dall’aspetto
affascinante e dai modi educati era il primo nemico che Levi aveva occasione di
incontrare. Raccolse con uno scatto la sua sacca, senza arrischiarsi a
distogliere ulteriormente lo sguardo dal mago dai capelli dorati per
raccogliere il resto delle cose che aveva sparpagliato a terra durante la
decifrazione. Ripose velocemente i fogli all’interno di essa e stringendo i
pugni per farsi coraggio fronteggiò quell’improvvisa e garbata minaccia.
“Dov’è Lily?” riuscì a
dire.
“Tranquilla, non gli ho
fatto molto male, si riprenderà.”
L’exsheed nero, contuso,
indolenzito e appoggiato ad una parete era ancora cosciente, ma ritornava,
ansante e sconfitto, alla sua forma minuta.
Charle e Levi avevano i
nervi a fior di pelle. Era il momento di tirar fuori le unghie, ma un po’ lo
shock dell’attacco inaspettato, un po’ il pensiero che Lily era stato sconfitto
le scombussolavano e immobilizzavano.
“Innanzitutto lasciamelo
dire, tu coi capelli azzurri sei stata veramente strepitosa a riuscire a
scoprire come decriptare le carte del nonno.”
<< Nonno? >>
“Forse avrei dovuto tenere
d’occhio te sin dall’inizio.”
“Che facciamo?” domandò
con un sussurro Charle, abbozzando uno sguardo minaccioso verso di lui.
Oberon si decise allora a
farsi avanti: “Non vi preoccupate, io non picchio le ragazze. Voglio solo
quelle carte che dite di aver decifrato. Se me le darete, prometto di lasciarvi
in pace.”
<< Questo tipo non sembra come gli altri due.
Dev’essere quell’Oberon di cui ha accennato Evelyn, il loro capo… L’unica
uscita da questa stanza è la porta e tra noi e lei c’è lui. >> -pensava
velocemente la exsheed- << Se Levi
non tira fuori un asso dalla manica è finita… >>
Le loro carte. Non le
avevano ancora lette, ma nello stallo in cui si ritrovavano sia loro di Fairy
Tail che quei nemici, potevano rappresentare finalmente una chance per orientare
le loro ricerche. Se gliele avesse consegnate sarebbero state salve, ma se ciò
che entrambi cercavano fosse stato proprio su di esse?
Oberon tese la mano.
Levi aggrottò le ciglia.
Le tornò in mente Gazille, che finora non era riuscita ad aiutare in nessun
modo se non resistendo chissà come all’Incanto Cupidus. Ora per lui aveva una
speranza, o quantomeno un’illusione. Non si sarebbe lasciata piegare! Lui non
l’avrebbe fatto!
“SEGUIMI CHARLE!” gridò, e
l’altra le obbedì automaticamente, correndo insieme a lei verso la parete
dietro di loro.
Levi mise mano alla penna
e scrisse nell’aria dinanzi a sé la parola: “DOOR”
Sul cammino delle due,
dove prima vi era un solido muro apparve un arco, un passaggio, nel quale si
gettarono in corsa, purtroppo già con Oberon alle costole, e che si richiuse
solo subito dopo che anch’esso l’ebbe adoperato.
“FERME! HO DETTO CHE NON
VOGLIO FARVI DEL MALE!”
Levi stringeva forte la
sacca contenente le carte, determinata a difenderla, ma sentì il suo gesto
farsi inutile avvertendolo guadagnare terreno. Fu allora che si sentì i piedi
sollevati da terra e la velocità aumentare; Charle stava usando l’Aera per
trasportarla, e la velocità di fuga della exsheed era sorprendente.
“Voglio solo quelle carte!
Mi appartengono!” continuava ad urlare Oberon dietro di loro, che pensavano unicamente
a correre, non importava in che direzione.
“Charle rallenta!” gridò
Levi, e la gattina ancora una volta si fidò.
Levi scrisse di nuovo la
parola “Door”, stavolta sul muro alla loro destra e Charle subito vi si buttò.
Levi sperava, cambiando bruscamente di direzione, di staccarlo abbastanza da
far sì che il passaggio magico generato dalla sua magia si richiudesse alle sue
spalle, ma Oberon lanciatosi in avanti come un felino riuscì a spuntarla di
nuovo, rialzandosi poi con una capriola e riprendendo la corsa.
Di male in peggio erano
finite in un'altra stanza, sul fondo della quale Levi dovette ripetere
l’incantesimo per generare un uscita, perdendo così altro tempo e riducendo il
loro vantaggio. La maga cerco di pensare, di farsi venire un’idea, qualunque
idea, non importava se azzardata: quando la situazione peggiora a volte sono
proprio le trovate improvvise a salvarti. Fu così che Levi scrisse di nuovo,
stavolta però verso il basso, generando così un ampio spiraglio circolare nel
pavimento, nel quale Charle si gettò in picchiata.
STUMP!
Charle riaprì gli occhi;
il fatto di aver urtato qualcosa inizialmente le fece temere che presto il loro
inseguitore le avrebbe raggiunte, ma poi non poté essere che felice vedendo di
chi si trattava.
“WENDY!”
“CHARLE!”
Per l’urto la bambina era
capitombolata a terra, ma le bastò riveder la sua candida amichetta che smise
di chiedersi cosa fosse successo, pensando unicamente ad abbracciarla forte.
“Ero così in pensiero!”
“Charle, so che ti avevano
catturato, ho avuto tantalo IH!”
“Uh?”
Charle buttò un occhiata
per capire perché nel bel mezzo di quel loro commovente momento lei si fosse
improvvisamente irrigidita.
E vide che anche Levi, col
loro piombare dall’alto all’improvviso, era finita addosso a qualcuno. Questa
infatti nel rialzarsi vide che poggiava le mani sul petto di Gazille, che per
la botta aveva steso di lungo a terra sulla schiena.
Questi scrollò il capo per
riprendersi e sbigottito si trovò di fronte i suoi occhioni castani a fissarlo.
“… Ehilà!” sdrammatizzò lui aggiungendoci un ghigno.
Colta da imbarazzo Levi
gli si tolse subito di dosso: “Scusami, non volevo…”
Sentì piombarsi addosso una
pesante cappa che la fece rabbrividire.
Si girò: c’erano Lucy e
Wendy, in piedi, che la fissavano circondate da un’aura oscura!
Intanto Charle, due passi
più in là, era ricaduta in depressione: “Mi ha snobbato di nuovo per lui…
Finalmente ci riabbracciamo e lei mi snobba! Sigh!”
“Ehm… ciao! Sono contenta
di sapere che siete salve!”
“AVEVAMO RAGIONE SU DI TE, LEVI!”
“SEI UN’IMBROGLIONA!”
Levi si chiese se forse
non fosse stato meglio lasciarsi acchiappare piuttosto che finire lì, in quel
preciso momento, su quel preciso dragon slayer.
“Ma no! N-non è come
pensate!”
“Ah, si? E allora perché sbuchi dal soffitto e finisci guarda caso proprio
addosso a Gazille? Allora?” domandò Lucy, che pareva pronta ad attaccarla!
“È stato un caso, lo
giuro!”
Gazille sbuffò: “Ti aiuto
a rialzarti.”
“AAAAAAAAHH!” –urlarono le
due fangirl- “LO STA MONOPOLIZZANDO!”
“No! Vi prego, non fatevi
strane idee!”
“Bah, lasciale stare,
piuttosto, si può sapere che stavate facendo?”
“Scappavamo…” rispose lei senza pensarci troppo.
“Da chi?”
Il primo a rispondergli fu
il soffitto da cui Levi e Charle erano venute fuori, riapertosi ancora
fragorosamente in un piccolo e controllato crollo.
“Da me.”
Alzarono tutti gli occhi. Oberon,
comparendo sulla breccia in una nuvola di polveri, stavolta si presentava loro
ben più minaccioso, e con la sottile spada fuori dal fodero, ben in vista nella
sua mano destra. Nessun sorriso, né vero, né falso, né rassicurante, né di
scherno. I suoi occhi li puntavano con la serietà di chi è stufo di giocare.
Anche perché lo avevano
costretto a fare un buco tra primo e secondo piano; in quanto futuro padrone di
quel luogo ciò lo infastidiva e a ragione.
Balzò giù, atterrando in
piedi a qualche passo da loro.
Dal canto suo Gazille non
ci pensò un secondo a frapporsi tra lui e le ragazze, col braccio trasformato
in spada. Levi, Lucy, Wendy e Charle erano riunite dietro le sue spalle, e
fissavano anche loro l’avversario.
“Chi è quel brutto ceffo?”
chiese Wendy stringendosi a Gazille.
“Beh, “brutto” non direi…”
disse Charle tanto per dire.
“Non sarà mai bello come
Gazille però, ih ih!” disse Lucy carezzandogli i capelli, senza che questi si
muovesse di un millimetro.
“Ci rincontriamo, Gazille.
Con tanto di seguito vedo.”
“Se hai intenzione di
prendertela con Gazille sappi che caschi male!” -gli levò contro il pugno Lucy-
“Lui non teme nessuno e ti ridurrà in poltiglia.”
“Deve aver rapito lui la
mia povera Charle! Fagliela vedere, Gazille”
“Avrei preferito rivederti
da solo ad essere sincero…”
Charle si avvicinò al
drago di metallo: “Lo conosci già?”
“Ho già avuto questo dispiacere. È il capo dei nostri “concorrenti”, oltre che
il nipote del mago Oliver.”
“Oh, bene!” –fece Charle-
“Visto che sei parente mi permetto di esprimere le mie lamentele sui vostri
prodotti di famiglia! Guarda la mia amica Wendy: per colpa tua desidera una
relazione con un uomo molto più vecchio di lei!”
“Ehi! Non esageriamo con
questa storia della differenza d’età!” sbraitò il non poi così “vecchio”
Gazille.
“Wendy è troppo giovane,
dorme ancora con i peluche!”
“Charle! Non mettermi in
imbarazzo!” si fece piccolissima Wendy sentendosi addosso gli occhi di Levi e
Lucy, quest’ultima crudelmente divertita.
“E tu vorresti stare con
lui? Fai prima pratica con qualche tuo pupazzetto.”
“Non può assolutamente
avere già un ragazzo, invece già pensa a sposarsi!”
“Mia cara signorina
l’amore non ha confini di alcun genere, nemmeno d’età.”
Wendy arrossì e strinse
forte il suo amato: “Ah, che belle parole!”
“La vedi? Falla subito
tornare sana di mente, romanticone dei miei stivali!”
“Spiacente, non sono in
grado di dissolvere il capolavoro di mio nonno. Se tiene tanto alla sua
amichetta convinca Gazille a cedere al potere e alla dolcezza dei suoi
sentimenti, magari scoprirebbero entrambi una nuova felicità insieme.”
“EHI, E IO?!” pianse
amaramente Lucy, tagliata fuori dal bel discorso di quel cupido biondo. Levi
provò a metterle una mano sulla spalla, ma la biondina la respinse con un
sibilo.
Gazille tagliò corto:
“Piantiamola ora coi discorsi inutili, specie i tuoi, dispensario di frasi da
ciccolattino! Non sono interessato alla felicità che dici; io mi basto da me.”
“Umpf! Con certa gente è
impossibile esporre il mio punto di vista. Meriteresti di restare solo a vita e
di rimpiangerlo quando sarai vecchio.”
Se c’era una cosa in quel
tipo che lo faceva uscire fuori dai gangheri ancora più del fatto li stesse combattendo
era quella sua sfacciata convinzione di essere nel giusto; chi si credeva di
essere, un paladino dell’amore? Se gli piaceva tanto se lo tenesse! Non poteva
imporgli alcunché, nemmeno il sentimento più bello del mondo. E malgrado la
rabbia che riusciva ad esprimere, quel biondo sembrava proprio non riuscire a capire!
“Gazille!”
“Uh?” chiamandolo, Levi
fermò il suo ribollire.
“Sono riuscita a decifrare
l’incantesimo che rendeva illeggibili tutte le carte riguardanti le pozioni.”
“In gamba come sempre, eh
Levi?” ridacchiò lui, voltandosi leggermente per vederla.
Levi rispose con un
sorrisetto, contenta di cominciare a rivelarsi utile per lui.
“Ascolta Gazille,
piantiamola di giocare a nascondino e acchiapparello.Tu e io cerchiamo la
stessa cosa, e forse la tua amica sa come avvicinarcisi.”
Levi riprese a sussurrare
al metallico: “Non ho ancora avuto il tempo di leggerli, ma sono riuscita a
decifrare alcuni fogli, forse hanno degli indizi su come arrivare al
laboratorio. Purtroppo ci ha scoperte e ha cercato di prenderli. Lily ha provato
a fermarlo, ma è stato battuto…”
“……”
Gazille continuava a controllare con un occhio Oberon e con l’altro le prestava
attenzione.
Oberon allungò il braccio
verso di loro: “Dì alla tua amichetta di consegnarmi i fogli che ha nella sacca,
e di insegnarmi il metodo per decifrare l’incantesimo occultante. Quando
troverò il laboratorio, visto che ci tieni tanto, toglierò l’Incanto Cupidus da
quelle due, così saremo contenti tutti. Uno come te non merita l’Incanto
Cupidus, lo ribadisco.”
“Sembra una buona
offerta…” mormorò al suo orecchio Charle.
“Pensaci pure.” concesse
il biondo, rinfoderando nuovamente la spada.
Gazille si voltò e scrutò
le ragazze, o meglio, l’unica il cui parere potesse interessarle. Levi non
apriva bocca se non per respirare, ma nei suoi occhi gli parve di leggere del
rimorso. Lei e Charle se l’erano vista brutta per proteggere quel loro piccolo
passo avanti, ed ora stava a lui decidere se rendere vano tutto ciò accettando
quel pur ragionevole patto.
Ma che valore poteva
avere? Quel tipo non si era limitato a dargli sui nervi da quando si erano
incontrati: aveva cercato di ingannarli con quella storia degli ostaggi per
strappar loro una tregua, per poi mandare quella tipa in maschera ad attaccare
Lucy e Wendy per prenderle in ostaggio sul serio, aveva fatto del male al suo
amico Lily, aveva inseguito Levi e Charle, e chissà quei suoi compari che altro
avevano combinato, o che stavano combinando proprio in quel momento.
Ricordò il momento in cui
lui, Natsu e Gray si era lasciati ripromettendosi di non cedere. Nessuno cerca
guai con Fairy Tail senza trovarli.
“Levi, corri via.” ordinò
a bassa voce.
“Come?!”
“Corri via! Vai nell’altra
ala della villa e trova Natsu e Gray; con loro sarete al sicuro e potrete
andare a cercare il laboratorio.”
“Tu vuoi…”
“Esatto, lo trattengo io!”
Compito che avrebbe svolto
con smodato piacere!
Levi cercò di ribattere ma
non trovò le parole lì per lì. Anche le altre tre avevano porto gli orecchi per
sentire, e due di loro non erano affatto contente di quel piano.
“Io non ti lascio qui,
Gazille! Combatterò al tuo fianco!” disse Lucy.
“Anch’io! Sono piccola ma ti darò tutto l’aiuto che posso per dimostrarti il
mio amore!”
“Nemmeno per sogno,
smammate!”
“Ma Gazille…” fecero le due in coro.
Gazille strinse i denti
guardando al cielo; poi gli venne un’idea.
Si girò, rivolgendo loro uno sguardo da rubacuori e tirando fuori una voce da
play boy: “Dovete farlo, pupe: per me.”
“AGLI ORDINI!” risposero
le due con le mani giunte e gli occhi a cuoricino.
Gazille incrociò lo
sguardo di Levi ridacchiando divertito, ma questa continuava a guardarlo
preoccupata.
“Levi, mi fido di te, ce
la puoi fare; hai anche loro tre a darti una mano.”
“… Gazille…”
“La tua risposta?” li interruppe lo spazientito Oberon, portando la mano al
fodero.
“Andate!”
Levi fissò nella sua mente
le parole che le aveva detto, affinché la riempissero della sua forza e del suo
coraggio che tanto ammirava.
<< Levi, mi fido di te. >>
“ANDIAMO!”
Lucy, Wendy e Charle
corsero e volarono subito dietro di lei.
“Nemmeno per sogno!” gridò
Oberon che se l’era aspettato.
Scattò in avanti e fu ben
più veloce dei riflessi di Gazille, che prima ancora di mettersi in guardia si
vide superato.
<< Accidenti! >>
Ma anche Levi si era
premunita. Senza interrompere la corsa, si girò e scrisse.
“SOLID SCRIPT: WALL!”
Un muro magico di colore
grigio chiaro apparve tra il suo gruppetto e il biondo, frapponendosi per tutta
l’ampiezza e l’altezza di quel corridoio. Oberon fu costretto a fermarsi,
mentre al di là di esso, il gruppetto tutto in rosa dava fondo a tutte le sue
energie per allontanarsi sempre di più.
Oberon ne prese atto. Si
limitò ad una smorfia seccata; non c’era tempo per arrabbiarsi o cercare di
sfondare quella barriera con un nemico ansioso alle spalle.
“Finalmente soli,
ghihihihi!”
“Umpf!”
Oberon sollevò l’esile
lama, rivolgendo la punta contro di lui con aria altera. Soffiò via una ciocca
di capelli dagli occhi e con movenze fluide si sgranchì collo e polso
roteandoli, preparandoli alla battaglia.
Gazille mostrò il petto
spavaldo: un pugno d’acciaio nella mano sinistra, una lama molto più ampia,
lunga e pesante della sua alla fine del braccio destro.
“Tu lo sai che ci sono
altri quattro in questa magione pronti a prendersi cura delle tue amichette?”
“Per il momento mi occupo di te, poi corro da loro.”
“Sarebbe stato meglio se
avessi accettato.”
“La fiducia si conquista,
e tu hai fatto del male al mio gatto!”
“Siete proprio fissati con questi gatti voialtri…”
Gazille e Oberon non
restarono ad esaminarsi che pochi attimi, poi si caricarono. A metà della
distanza che li separava, le loro spade vennero a contatto una prima volta, cui
seguirono molte altre.
Dal primo scambio di
colpi, il Fairy Tail capì subito che l’avversario aveva uno stile di
combattimento totalmente diverso dal suo.
<< Sa che la mia spada è più potente e quando
para fa in modo che scivoli sulla sua in modo da disperdere la forza. Questo
tipo è bravo nella scherma; e con quello stecchino può attaccare anche molto
velocemente. >>
Gazille tentò un affondo,
ma Oberon scansò di lato e tentò una stoccata, che lui riuscì a respingere
facendo tornare il braccio-spada a proteggerlo. I movimenti di Gazille erano
ampi e potenti, e le dimensioni dell’arma incutevano timore, ciononostante, lo
spadaccino rispondeva alla sua prorompente forza con un’abilità straordinaria.
Gazille fece roteare il
braccio dietro la testa e poi in basso davanti a sé, puntando alle sue gambe.
Oberon rispose saltando. Ora Gazille era scoperto, e con due rapidi passi gli
arrivò abbastanza vicino da rifilargli una stoccata. Il dragon slayer si scansò
leggermente di istinto e venne colpito di striscio tra la spalla destra e il
collo. Senza avvertire nulla.
Oberon fece un passo
indietro e si fermò.
Gazille si guardò il punto
colpito con noncuranza e poi gli rise in faccia.
“Sei fatto tutto di
metallo. Dovevo immaginarmelo.”
“Avanti, colpiscimi pure
tutte le volte che vuoi: con quello stuzzicadenti mi fai un baffo.”
“Credi di intimorirmi?”
Oberon portò una mano in
una tasca interna del pastrano andando a prendere una fiala. Tolse il tappo di
sughero e sparse il liquido grigiastro che conteneva lungo tutta la lama.
“Devi sapere che io sono
un combattente molto… versatile.”
Gazille inarcò un
sopracciglio, immaginando una pozione in grado di rendere la sua spada più grande.
Invece le dimensioni restarono le stesse, ciò che ora cambiava era che la lama
appariva stranamente sfocata, e cosa ancora più strana, emetteva un forte
rumore, simile ad un risucchio. La stessa aria intorno alla lama si muoveva
vorticosamente intorno ad essa, distorcendo le immagini.
“Pronto?”
Gazille strinse i denti ed
attaccò, e questa volta Oberon non si fece scrupolo a parare di piena forza.
Nel punto in cui le due lame cozzarono si produsse uno stridore acutissimo e
scintille rosse sprizzarono in ogni direzione.
“Ma che diavolo…”
Il dragon slayer si vide attaccato. Non se l’era aspettato: credeva che con la
sua forza bruta sarebbe stato lui a condurre le danze in uno scontro contro una
lama tanto esile. Ora invece era lui a doversi parare e a indietreggiare.
Gazille sollevò il braccio
e colpì dall’alto verso il basso, producendo una gran lunga crepa nel
pavimento, senza riuscire a colpirlo. Si rese conto di non fare in tempo a
tornare in guardia prima di un nuovo attacco, ma aveva ancora le scaglie su cui
fare affidamento.
Alla nuova stoccata,
Gazille rispose trasformandosi in un grigio uomo corazzato, una impenetrabile
difesa vivente.
Prese il colpo nello
stesso punto del precedente, ma stavolta un dolore lancinante lo indusse ad
allontanarsi alla svelta. Il forte rumore sfrigolante aveva coperto il suo
gemito.
Si guardò e vide che le
scaglie sopra la spalla destra erano state come consumate e divelte e perdeva
sangue.
Guardò la spada di Oberon
e capì: roteava! L’intera lama, dall’elsa alla punta, girava su sé stessa a
velocità vorticosa!
“Il potere di penetrazione
di questa lama è abbastanza per la tua pelle sembra!”
Gazille si leccò via il
sangue dalla spalla: “Tsk! A quanto pare sei un avversario tosto.”
“Tu non hai visto ancora
nulla!”
Alzò la spada e tirò un
fendente a vuoto: Gazille si vide arrivare contro una specie di onda d’urto,
come una mezzaluna tagliente che nel tragitto verso di lui frantumava le
mattonelle del pavimento!
Si lanciò a sinistra
scansando, per poi lanciarsi di nuovo a destra evitando una seconda onda
tagliente. Punto nell’orgoglio, Gazille volle a tutti i costi tornare
all’attacco e si lanciò contro di lui.
Si vide arrivare contro
una nuova mezzaluna tagliente alla quale oppose il suo possente braccio-spada,
riuscendo così a dissiparla.
“Prendi questo!”
Ancora una volta le lame
cozzarono. Il dragon slayer sembrò in vantaggio: il suo peso stava costringendo
Oberon ad abbassare il braccio.
!!!
La risata del biondo di
mescolò al suono di un trapano che stava scavando, inesorabile, verso il centro
della lama.
Gazille ritrasformò il braccio
e fece un balzo all’indietro. Per fortuna il taglio sul braccio destronon era
profondo, ma restava il fatto che quella punta rotante aveva avuto ragione del
metallo del suo corpo.
“Cominci a perdere la tua
spavalderia, vero?”
“……”
Stavolta entrambe le
braccia di Gazille divennero due lunghe spade nere, con la lama larga due
braccia.
Gazille attaccò con
rinnovata furia, una furia che, malgrado la pericolosità della spada che gli si
contrapponeva, lasciò bruciare, spingendo fino a soppiantarlo. Oberon riusciva
a fermare i suoi attacchi, ma con difficoltà, anche perché ora aveva due lame a
cui pensare: ogni volta che si scontravano sprizzavano scintille, ma il dragone
non dava alcun segno di accusare.
<< Mi limiterò a scaricare tutta la mia forza
in colpi secchi. Non cascherò di nuovo nella stessa trappola: se il contatto
con la tua lama rotante non è troppo prolungato, il mio metallo resiste!
>>
<< Che energia e che resistenza! Sarà davvero
un semplice essere umano? >>
Gazille gridò, e anche il
sempre controllato Oberon stavolta lanciò il suo urlo di battaglia, e alle loro
voci risposero di nuovo un forte stridore, e scintille di fuoco accecanti i
loro volti.
Il rumore dei suoi passi,
giunta la sua corsa nella sala grande dell’ala sinistra, aumentò e si fece
riecheggiante, per poi lentamente spegnersi del tutto: l’aveva ormai raggiunto,
anzi, si era lasciato raggiungere.
“Finalmente hai smesso di
scappare.” disse Gray Fullbuster, avvicinandosi all’esile figura che solitaria
si stagliava con aria fragile in quell’immenso spazio vuoto, come un ramoscello
pronto a spezzarsi.
“S-se sei così determinato
a-ad intralciarci allora… allora mi costringi a farmi avanti.”
Il nervosetto si voltò:
era leggermente ingobbito, come avesse freddo e cercasse di rannicchiarsi per
non disperdere il suo calore, la sua energia, le sue forze. Sfregava tra loro
le mani, e lo osservava coi suoi occhietti azzurri, piccoli ma pieni di vita,
capaci di mettere soggezione nonostante l’apparenza debole dell’insieme: come
un animale ferito messo all’angolo, ma pronto a lottare, a dare il tutto per
tutto.
“T-troverai pane per i
tuoi denti! T-ti pentirai di averci infastidito!”
Mostrò cosa aveva tra le
mani: una delle sue boccette. La stappò e la bevve tutta d’un fiato, scagliando
poi la boccetta nel camino ad alcuni metri alla sua sinistra, dove andò in
frantumi fumosamente.
Gray lo vide ispirare
profondamente e riaggiustarsi gli scuri capelli sudaticci tirandoseli all’indietro:
davanti a lui ora vi era un nemico completamente differente.
“Il mio nome è Henry
Shakeill, al tuo servizio!”
Gli eventi si accavallano,
le battaglie si accendono, i nemici non sono più tanto misteriosi, e la strada verso
il laboratorio e i suoi segreti sta per essere disvelata!
Gazille ha un avversario
tosto di fronte a sé, ed anche per Gray è giunto il momento di combattere: ce
la faranno? Auguriamo loro buona fortuna… ed anche al caro Lionel, dai, non mi
dite non vi è simpatico! XD
Se avete visto del Gazille
X Levi in questo capitolo… potreste aver visto giusto XD
Chiudo avvisando che
ricominciano i corsi all’università, e che il mio tempo si ridurrà
drasticamente… Cercherò comunque, se possibile, di mantenere questa cadenza di
aggiornamenti “più o meno” settimanale. Alla prossima!
(Nota: Il cognome di Henry
si legge “Shékill” … Qualcuno ha idea di a chi mi sono ispirato? Chissà se
qualcuno di voi se ne accorge ^__^)
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** La battaglia gelida e quella infuocata! ***
Quindicesimo capitolo FT
Ehilà a tutti dall’infaticabile
NaruXHina! Con questo capitolo, il 15° ho superato il triste limite stabilito
con “Tutta un’altra musica”, interrotta bruscamente dopo 14 capitoli appunto…
Simbolicamente voglio contare questo capitolo come la prova tangibile di
essermi lasciato alle spalle il precedente brutto periodo (non solo scrittorio,
ma brutto in generale) da me vissuto tra 2009 e 2010.
Grazie quindi a tutti voi
che mi seguite e mi incoraggiate a continuare ^__^ Porterò questa fic alla
conclusione a tutti i costi! In questo capitolo vedremo ancora altre battaglie
emozionanti, e un nuovo passo avanti verrà segnato!
Riguardo i nuovi nemici
sembra stiano piacendo, anche se sono ancora un po’ oscuri… Ho pensato quindi,
dai prossimi capitoli, di inserire oltre alla storia una piccola scheda sul
personaggio, con nomi, caratteristiche e fonti di ispirazione… Che ne dite?
^__^
Intanto, buona lettura a
tutti!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
“Anf… anf… anf… Stiamo
correndo troppo oggi!” disse Lucy, tra un respiro pesante e l’altro.
Obbedendo a Gazille, le
ragazze del gruppetto e la bianca exsheed erano fuggite lontano dal luogo del
suo scontro con Oberon.
Si erano fermate a
riposare sotto delle finestre che davano sul giardino posteriore della villa,
sedute a terra e poggiate al muro, con sommo piacere delle loro gambe.
Ansimavano tutte, ma le
più affaticate erano certamente Lucy e Wendy, che erano state prontissime a
farsi centometriste quando Charle era scomparsa prima, e quando erano tornare
sui loro passi per impedire alla subdola Levi di approfittarsi della loro
assenza poi! Indubbiamente quell’amore le teneva bene in allenamento!
“Avremo fatto bene a
lasciare Gazille tutto solo con quello lì?” chiese apprensiva Wendy.
“Gazille è tosto, lo
suonerà per bene… vero?” domandò Lucy.
Levi si mostrò meno
preoccupata: “Ce la farà. Ha fiducia in noi, perché non dovremmo avere fiducia
in lui?”
Wendy e Lucy la guardarono storto: “Noi ci fidiamo di lui, è di te che non ci
fidiamo!”
“Ancora con questa
storia?! Se fosse così, perché allora sono stata io a dirvi di correre via?”
“Diccelo tu! Qui la
perfida sei tu, mica noi!”
“Wendy! Smettila di
rivolgerti così alla povera Levi!” –la redarguì Charle- “Ti chiedo scusa per
lei.” Fece poi inchinandosi rispettosamente.
“Lascia stare Charle, non
importa.”
“Importa sì! Va bene che
non sono al loro stato normale, ma ci vuole educazione.”
“Uff… Che stanchezza.”
–sbuffò Lucy- “Quanto vorrei che Gazille mi facesse un bel massaggio ai
piedini…”
“Posso provvedere io?” domandò Loki.
“Sparisci…”
“Sigh…”
<< Le apparizioni di Loki si fanno
sempre più brevi… >> pensò Levi.
“Non c’è tempo per i
massaggini.” –disse Charle- “Dobbiamo trovare Natsu e Gray.”
Lucy attaccò con la lagna: “Uffa! Che me ne importa di quei due? Si può sapere
che c’è su quelle carte di tanto importante?”
“A pensarci bene, visto
che siamo qui a riposare potremo anche dare un’occhiata finalmente.” disse Levi
tirandole fuori. Non ne avevano ancora avuto il tempo con tutte le cose che
erano successe.
Levi le distribuì a tutte:
dividendosi i compiti avrebbero finito prima e sarebbero potute andare in cerca
di quei due.
Gray assunse una posizione
da combattimento, scrutando Henry con attenzione dopo la sua trasformazione;
buffa vero, ma di sicuro da non sottovalutare.
Il tremolante stecchino
che aveva avuto dinanzi a sé fino a pochi secondi prima era diventato ben
dritto con la schiera e sicuro nelle proprie parole e nei propri gesti.
“Anche se siamo avversari
spero tu abbia la cortesia di dirmi il tuo nome.”
“Gray Fullbuster. Dicesti
di aver sentito parlare di Fairy Tail, il mio nome ti dice niente?”
Henry ripeté quel nome a
fior di labbra: “Fullbuster… si, lo ricordo…”
<< Umpf! A quanto pare ho una certa fama… Del resto
sono considerato uno dei maghi più promettenti della gilda! >>
Henry fece schioccare le
dita e poi parlò, in maniera molto contenuta: “Certo. Ricordo il tuo nome: l’ho
visto su un volantino in cui era raccomandato di denunciarti a vista alle forze
dell’ordine in quanto reo di << Atti osceni in luogo pubblico >>.”
SDONG!
Sicuramente un piccolo
contrattempo in qualche sua precedente missione. Gray non fu capace di
mantenere un’espressione spavalda, o perlomeno dignitosa!
<< Questa storia dello spogliarellista maniaco
comincia ad annoiare! >>
“Chiudi la bocca, ci
entrano le mosche…”
Gray si diede una
scrollata e poggiò il suo pugno chiuso sull’altro palmo: “È proprio necessario
batterci? Sai, ho l’impressione che con qualche sforzo in più da parte di entrambi,
avremmo potuto anche andare d’accordo.”
“Non devi dirlo a me, Fullbuster, ma ad Oberon. Lui è il nostro capo, e tutto
ciò che c’è qui in questa casa è suo. Lui sta facendo tutto il possibile per
raggiungere i suoi scopi, e io sono pronto a fare di tutto per sostenerlo.”
“Umpf, e come mai? Voglio
dire, lui è l’erede di Oliver e tutto, ma tu e i suoi altri sgherri?”
“Non siamo sgherri!” –stavolta, malgrado la pozione della calma costante, la
sua reazione fu ugualmente concitata, come non avesse gradito il vocabolo- “Noi
siamo suoi… compagni.”
“E cosa ci guadagnate ad
esserlo?”
Henry sollevò le braccia
in una posa di combattimento simile a quella del pugilato però con le mani
aperte: “Sono fatti miei.”
Fine della conversazione, intese Gray.
“ICE MAKER!”
L’aria intorno le sue
braccia si raffreddò, e l’acqua in essa contenuta gelò in istanti. Gray modellò
il ghiaccio nella forma di uno spuntone prima e poi di una lancia, che scagliò
contro il distaccato Henry dopo due passi di rincorsa.
Henry aspettò pazientemente
che l’aguzza lancia glaciale gli arrivasse vicinissimo, e Gray pensò di averlo
preso in pieno. Ma all’ultimo istante invece vide la mano inguantata di bianco
dell’avversario tendersi, e la sua arma di ghiaccio virare bruscamente e
abbattersi a terra alcuni metri più in là alla sua sinistra.
“Cosa?”
Gray notò che la lancia,
ora immobile e innocua sul pavimento, non era più dritta, ma piegata poco sotto
l’inizio della lama, come fosse stata, anziché scolpita dal solido ghiaccio, fatta
di pasta modellabile.
Henry Shakeill cominciò ad
avanzargli incontro, togliendosi il guanto destro e sfoderando dalla cintola un
pugnale.
Gray creò altre due lance
che provvide subito a scagliargli contro.
Henry neanche alzò un
sopracciglio: allungò in avanti una mano, e la lancia di Gray si piegò
nuovamente, deviando la sua traiettoria, abbassandosi contemporaneamente per
evitare la seconda. Dopodiché fu lui a scagliare il suo pugnale contro il petto
nudo dell’avversario.
Gray lo scansò compiendo
una capriola che lo portò però ad avvicinarsi ad una delle pareti.
Henry tese la mano verso
di lui, e prima che potesse accorgersene ricevette un colpo alle spalle, come
una forte spinta. Ricadendo in avanti, riuscendo ad atterrare inginocchiato,
Gray riuscì a vedere cosa l’aveva colpito: il muro stesso!
Si era piegato di botto, come una carta da gioco premuta sui bordi!
<< Pazzesco! >>
Henry tese di nuovo il
palmo aperto, e Gray si preparò, senza sapere bene a cosa. Su cosa stava
puntando ora?
Solo all’ultimo istante si
ricordo del pugnale che aveva lanciato prima: fortuna e rapidità fecero sì che
si ferisse solo di striscio al fianco sinistro quando la lama, piegata con un
certo angolo, era tornata indietro roteando su sé stessa, fino a tornare nella
mano del suo lanciatore.
Henry lo guardava dritto
negli occhi, ed ora quella sua totale sicurezza, quell’impassibile
concentrazione, gli incutevano timore. Allungò il palmo verso il pavimento e
Gray ebbe l’impressione che questo vibrasse. Subito dopo, una gobba si sollevò
dalle mattonelle davanti i suoi piedi mollandogli una forte spinta al torace
che lo fece cadere a terra di schiena, mentre la gobba ridiventava parte del
ben piatto pavimento.
Il mago dei ghiacci
stringendo i denti, rialzò prima la testa e poi, piano, si sollevò sulle braccia,
dovendo subire l’onta di essere guardato, da quello strabiliante e
imperturbabile nemico, dall’alto in basso.
E dire che prima qualunque
cosa lo mandava nel pallone…
Non poteva permetterlo!
Gli avrebbe strappato quella maschera di impassibilità dalla faccia a tutti i
costi!
“ICE MAKER! ICE HAMMER!”
urlò mentre si trovava ancora a terra.
Henry lo guardò
interrogativo e poi notò un ombra crescere sotto i suoi piedi, diventando un
cerchio capace di inghiottirlo tutto.
Il Fairy Tail si sentì
ampiamente ripagato quando lo vide, a bocca aperta, contemplare l’enorme
martello di ghiaccio che gli stava piombando addosso!
Si schiantò al suolo con
un rumore forte come un esplosione, ma acuto e armonioso come una campana di
cristallo.
CLANG!
“Hai sentito?” fece Natsu
voltandosi di botto.
“Aye! Forse qualcuno sta
combattendo!” disse Happy planando tra le morbide spire bianche della sua
sciarpa.
I muri intorno tremavano, facendo
piovere dal soffitto intorno a loro piccoli starnuti di polvere e calcinacci.
Ai loro piedi intanto bacherozzi e topolini si allontanavano il più velocemente
possibile, approfittando della loro distrazione.
“Andiamo Happy, chiunque
sia dobbiamo aiutarlo!”
“E se è Gray?”
“Ancora meglio! Entreremo
in gioco noi e gli ruberemo la scena! E quando avremo sconfitto il nemico lo
prenderemo in giro!”
“Come sei cattivo certe volte…”
“FERMI DOVE SIETE!”
?!?!?!
Si voltarono in tempo per
vedere un pezzo di parete sollevarsi e Lionel uscire fuori!
“AH AH! VI HO BECCATI!”
“È quel bombolone che
diceva di averti rapito, Happy!”
Il cicciottello si sistemò
la cravatta sbruffone, e gonfiò il petto a voler sembrare, se non più grosso
(lo era già a sufficienza), almeno un pochino più alto…
“Pensavate forse di
sfuggirmi? Mi rivolgo in particolar modo a te, piccolo sbafone blu!”
“Ma che sta dicendo?”
“Ce l’ha con me per quel
panino che hai trovato, era suo.”
“E TE LO SEI MANGIATO TU!”
“MA ERA BUONO!”
Diede un colpetto di
tosse: “Comunque… Se tu e il tuo amico furbacchione Lily pensavate di far fesso
me avete fatto male i conti! Avanti, fai il bravo e consegnati spontaneamente o
io, Lionel Clyde, ti riporterò da Evelyn volente o nolente!”
“……”
“……”
Nastu fece avvampare i
pugni…
La gocciolona dietro la
nuca di Lionel non sarebbe stata certo sufficiente a spegnerli!
“… NON MI PRENDERETE MAI!”
“Ma non era lui che doveva
prendere me?” si chiese Happy vedendolo fare dietro front e correre via a tutta
birra.
“Umpf! Tutto lardo e
niente arrosto! Avanti, Happy, prendiamolo!”
“AYE!”
Gray sorrise e si passò un
braccio sulla fronte. Seduto sul pavimento, appoggiato sulle braccia, tese
dietro di sé, osservava l’enorme testa di martello che aveva spiaccicato il suo
nemico. Forse così si sarebbe ficcato in testa che Gray Fullbuster non era un
esibizionista, ma un mago da ricordare.
“Questo Henry è l’esatto
opposto di Natsu come avversario: Natsu è odiosamente irrequieto, lui
odiosamente tranquillo. Se non altro alla fine gli ho dato la scossa che
meritava… ?!”
La scossa fu lui ad averla
quando vide, attraverso la lucente massa di ghiaccio, un qualcosa muoversi
all’interno, un’immagine confusa, come vista attraverso vetro traslucido e
deformante. Un uomo in piedi.
“Come… come fa a stare
dentro il ghiaccio?”
Vide la figura chinarsi
verso il basso, e il pavimento sotto i suoi piedi si deformò verso il basso,
abbassandosi in una conca, che poi non dovette far altro che risalire.
Henry, uscito dal martello
di ghiaccio come nulla fosse, fece sparire la conca e poi sollevare leggermente
il pavimento in modo rovesciasse il martello di ghiaccio.
Fu allora che vide che la
faccia della testa, con la quale credeva di averlo colpito, non era piatta, ma
aveva un’ampia rientranza all’interno, abbastanza grande da contenere un uomo
in piedi!
“La mia magia mi permette
di piegare qualunque cosa.”
“Accidenti…” biascicò Gray
tra sé e sé, rialzandosi in piedi.
Ecco come aveva fatto!
Prima che il martello lo schiacciasse si era “scavato” una nicchia per sé
stesso al suo interno “piegando” la superficie a mò di cupola.
“Qualunque cosa” –ripeté-
“Anche la più solida e resistente deve piegarsi alla mia magia. E presto,
grazie ad essa, piegherò anche te, Gray Fullbuster, mago della famosa Fairy
Tail.”
Intanto l’impavido Lionel
meditava sull’eventualità in futuro di vestire calzature più confacenti alla
corsa dei suoi attuali mocassini neri! Dannata la sua passione per il nero e
l’eleganza!
“FERMATI, RAPITORE DI
AMICI! DEVI VEDERTELA CON ME!”
<< Povero me! Ma che mi è saltato in mente?! …
Aspetta! Saltato? >>
Mentre Natsu già allungava
le falcate in un ultimo sforzo prima del bersaglio, lo vide fare un saltello e
rannicchiarsi su sé stesso fino a diventare incredibilmente sferico!
La sfera rimbalzò sul
pavimento col rumore di un budino che si schianta sul piatto, e Lionel cominciò
a rotolare come un masso in discesa, mettendo buona distanza tra sé e gli
inseguitori!
“Ehi, non giocare sporco!
Fermati e affrontami!
<< Sigh! Non demorde! Non dovevo attaccarli
senza un piano… >> -Evidentemente la sua visione non era così
inquietante come credeva! Non basta essere grossi se si hanno delle morbide
guanciotte tutte da acchiappare!-<<
Devo cercare di prenderli di sorpresa! >>
Diede un forte colpo al
terreno, rimbalzò su un muro e si lanciò in direzione opposta, imboccando un
nuovo corridoio. Natsu ripeté i suoi movimento saltando sullo stesso muro e non
lo perse di vista. Pochi metri dopo, la sfera andò ad imbucarsi in una
scalinata in pietra che scendeva verso il basso.
“È sceso per di qua!”
La scala, a chiocciola,
non aveva corrimano, quindi Natsu avanzò più lentamente, tenendosi con un mano
appoggiata alle pietre rettangolari squadrate che componevano la muratura. Happy
lo seguiva, facendo attenzione anche lui. Al loro passaggio, delle torce
magiche agganciate in degli interstizi tra le pietre si accendevano
automaticamente.
Natsu ne assaggiò una:
“Bleah! Sa di vecchio!”
Al termine della
scalinata, Natsu e il compagno si trovarono al buio, ma solo per pochi secondi:
poi le torce magiche si accesero tutte rivelando un largo spazio dal soffitto
più basso rispetto al resto della casa, che altro non era che…
“LA CUCINA!”
“YAHOOO! L’ABBIAMO TROVATA!”
La scala di pietra dalla
quale vi si accedeva si trovava in uno degli angoli di un lungo sotterraneo
che, al di là dell’odore di chiuso e dell’assenza di finestre, aveva ben poco
di angusto.
Si susseguivano quattro piani
da lavoro lunghi quasi quanto la stanza, con vari lavelli, angoli cottura con
cappe fumarie, tanti cassetti per i vari utensili, alcuni appesi a ganci, altri
ancora in vista, abbandonati lì fuori posto insieme alla villa. Dava quasi
l’impressione che fosse ancora in uso visto il modo in cui era stata lasciata.
Sui muri vi erano poi larghe dispense, grembiuli appesi o caduti a terra, fasci
di ortaggi (cipolle, peperoncini, piante aromatiche...) prese d’aria, lo
sportello di un passavivande (quello che Natsu aveva trovato nel salone di
sopra), cascine di legna e in un altro angolo anche un grosso forno con ancora
la cenere delle ultime cotture.
Natsu si guardava intorno
e lo stesso faceva Happy, badando però di tenersi vicino l’amico dragon slayer.
“Che cucina enorme! Di
certo a Oliver piaceva mangiare bene!”
Aprì una dispensa e un
grosso pipistrello uscì gridando dallo spavento e confuso dalle luci accese,
riuscendo però a mettersi al riparo nel buio del sottoscala.
“Guarda quanta roba!”
“Non credo ci possa essere ancora qualcosa di buono dopo tanto tempo, Natsu.”
“Dici? Sennò che ci siamo
venuti a fare qui?” -fece l’altro, aprendo a caso un barattolo ed annusandolo-
“BLEAH! Spero non siano tutti così!”
“Temo di si invece.”
“Che cucina inutile! Pensavo di trovare almeno uno spuntino, giusto per
masticare un po’.”
“Vediamo che altro c’è
allora!”
Natsu si avvicinò ad un
mazzetto di peperoncini piccanti allettato, ma erano tutti secchi e marci.
Happy aprì un cassetto trovandoci posate da pesce, ma niente pesce. Salì su uno
dei tavoli da cucina e ci passeggiò sopra senza però trovare nulla di buono,
tranne uno scolapasta, che si mise in testa a mò di elmo così per giocare.
“Guarda Natsu!”
“Ah, si? Guarda tu allora!”
Natsu si infilò in testa
una pentola: “Il mio elmo è più bello, non mi fa bagnare la testa quando piove,
ed è anche più resistente del tuo!”
E per provarlo diede una
testata contro il muro!
“Ih ih ih! Però la mia
tiene fresco quando è estate!”
“Ah ah ah!”
Se non c’era da mangiare…
non mancava di che giocare almeno!
Erano così impegnati ad
aprire dappertutto e a scherzare che si erano dimenticati che qualcuno,
nascosto dietro un altro dei tavoli da cucina li osservava!
“Sono distratti… Se faccio
in fretta riuscirò ad agguantare Happy e a filarmela!”
Gattonando, in modo che
non potessero vederlo, cominciò ad avvicinarsi, rischiando di tradirsi quando
poggiò la mano sui denti di una forchetta!
<< Non urlare! Ci sei quasi ormai! >>
Happy stava giocherellando
coi rubinetti di un lavello, facendoli girare più velocemente che poteva anche
se non usciva acqua, quando Lionel era ormai arrivato alle sue spalle. Gli
sarebbe bastato sollevarsi sulle ginocchia, allungare le mani e acciuffarlo!
<< Speriamo l’altro non mi becchi! Ti prego,
fortuna, assistimi! >>
“Ehi, Natsu!”
Il cuore di Lionel mancò
un battito: << Urgh! Mi ha
scoperto?! >>
“Che c’è Happy?”
“Guarda che ho trovato, biscotti secchi! Questi sembrano ancora buoni!”
Una manona con le dita
tozze gli tolse il pacchetto dalle zampette.
“Eh?!”
Con gli occhi sgranati,
Happy e Natsu si accorsero di Lionel, che a quattro zampe sul pavimento si
stava strafogando con le gallette che avevano trovato!
“Chomp! Si, sono ancora
buone! Chomp!” –biascicò a bocca piena- “Un po’ secche… chomp! Ma buone!”
“……”
“…… Lo so, chiedo scusa! È
che quando sono nervoso mangio! Chomp! Non ci posso far niente!”
“Adesso siamo pari
allora?” domandò Happy, pensando che, furto per furto…
“NEMMENO PER SOGNO! UN PANINO AL TONNO E MAIONESE VALE MOLTO PIÙ DELLE GALLETTE!”
“UAAAAH! NATSU, AIUTO!”
piagnucolò Happy portandosi al rassicurante fianco dell’amico.
Lionel deglutì l’ultimo
boccone e li guardò pronti a combatterlo: “Accidenti a me!”
“Basta scappare e
nascondersi! Avanti, affrontami se ne hai il coraggio! Non ho paura né di te,
né dei tuoi compagni, né di quell’Oberon con la sua puzza sotto il naso!”
Il cicciotto scattò in
piedi, ma per sicurezza si tenne a distanza e dietro il lavello: “Che grinta…
Tu devi certamente essere uno di quei tipi stile protagonista di fumetti:
coraggioso, sicuro si sé, testa calda, sempre pronto a battersi… come vorrei
essere almeno un po’ simile!”
“Si, qualcuno mi ha detto
che sembro un protagonista dei fumetti…” ammise il drago.
<< Invece sono solo un grassottello fifone…
>>
Lionel sospirò: “Allora…
Non ti va di arrenderti e darmi Happy, vero?”
“Niente affatto! Fatti sotto.”
“……”
Forse gli sarebbe
convenuto fuggire di nuovo: quel tipo aveva i pugni incandescenti…
Ma poi le tornò in mente
il perfetto visino di Evelyn… che lo rimproverava e gli dava del ciccione.
<< Se non le riporto Happy non avrò più il
coraggio di farmi veder da lei! >>
Strinse le mani intorno un
tagliere per il pane lì vicino e gonfiò nuovamente petto e panza: “L’hai voluto
tu!”
“Bene, ciccione, quando
vuoi!”
“Io non sono un ciccione! Cioè, non sono “solo” un ciccione! Sono Lionel Clyde,
e per la mia bella combatterò!”
Lionel corse via
attraverso il corridoio tra i due tavoli dove si era rintanato e quando ebbe
spazio si raggomitolò come già aveva fatto prima quando era corso via.
“FLIPPER-CANNON ATTACK!”
La sfera in cui si era
trasformato fece il rumore di una molla colpendo il pavimento e poi si lanciò
su Natsu ed Happy ad una velocità che non si sarebbero mai aspettati!
“Giù!”
Natsu afferrò Happy e i
due si abbassarono in tempo. Si voltarono e videro il Lionel-pallone rimbalzare
su una parete e tornare indietro!
“Accidenti!”
Balzarono via, saltando in
un altro degli spazi tra le cucine, e Lionel si schiantò nel punto esatto in
cui si trovavano l’attimo prima, rimbalzando poi di nuovo su una parete, poi su
un'altra parete e poi ancora sul soffitto, scendendo infine in picchiata su di
loro!
“Attento!” gridò Happy
volando via a nascondersi sotto il suo scolapasta, mentre Natsu, buttandosi a
terra.
“AH AH AH! Ora non mi
chiami più “ciccione”, eh?”
“Che razza di magia è?” domandò il dragone, cercando di non confondersi a
seguire tutti i tuoi rimbalzi.
Un attimo prima si
schiantava su una credenza rovesciando a terra cibarie muffite, l’attimo dopo,
con rumore fragoroso rompeva una pila di piatti rimbalzandoci vicino!
“La mia magia rende la mia
massa e la mia “morbidezza” funzionali al combattimento! Posso rimbalzare su
qualunque superficie senza subire nessun danno!”
Happy, dandosi arie da
forzuto, sollevò un mattarello, tirandoglielo contro: “Prendi questo!”
“Volentieri!”
Lionel si fermò e da palla
tornò espanso e di forma umana. Rivolse la pancia al matterello e si lasciò
colpire: il duro pezzo di legno affondò nel suo lardo e poi rimbalzò via di
nuovo su Happy, facendogli saltar via dalla testa il suo elmetto scolapasta (e
facendogli prendere una grandissima paura!).
“Posso assorbire qualunque
urto… al contrario di voi! Tutti i miei chili, e sono tanti…”
“Lo immaginavo…” intercalò Natsu.
“Vi piomberanno addosso a
gran velocità, e vi assicurò farà male! AH AH!”
BOING!
Ritrasformatosi, riprese
nuovamente a rimbalzare tutto intorno: Natsu ed Happy non sapevano dove
guardare.
“A meno che ovviamente non
decidi di consegnarmi Happy!”
“Natsu, non consegnarmi!
Troverò altre gallette!”
“Ah ah, ma andiamo, col cavolo che ti consegno!”
“Peggio per voi! ARRIVO!”
Lionel rimbalzò sulla
muratura della canna fumaria del forno a legna dritto su Natsu; questi,
agilissimo, saltò, agguantò Happy e si rannicchiò dietro un mobiletto per
posate e stoviglie.
La calma irreale in cui
pareva galleggiare il suo avversario aveva contagiato tutto l’ambiente.
Erano rimasti in silenzio
a fronteggiarsi da parecchio tempo, e malgrado tutto, nessuno dei due si
azzardava a fare una mossa. Regnava il silenzio e la stasi, una stasi che
tendeva Gray come la pelle di un tamburo.
<< Possibile che grazie a quella pozione non
abbia un briciolo di adrenalina in corpo? Ho già visto nemici molto sicuri di
sé, ma questo li batte tutti! Forse sta aspettando la mia prossima mossa?
>>
Il suo respiro era
regolare, i suoi occhi attenti non tradivano alcun pensiero; non sembrava
trovarsi lì, era troppo a suo agio. Gray approfittava del fatto non avesse
fretta per riflettere sui poteri di cui aveva dato prova finora. Quale poteva
essere il punto debole di avversario tanto sveglio quanto rilassato?
<< Forse con tutta questa storia della calma il
suo punto debole sono i riflessi? Ad ogni modo, se non lo attacco non si
scoprirà mai. Devo impegnarlo se voglio capirci qualcosa. >>
“Se permetti, io
riprenderei.”
“Stavo giusto aspettandoti.”
“ICE MAKER! ICE LONGBOW!”
Nella mano destra di Gray
comparve un arco di ghiaccio alto quasi quanto lui. Nella sinistra fece
spuntare una freccia e tese la corda.
“Prendi questo!”
La freccia viaggiava molto
più velocemente della lancia, pensò. Avrebbe atteso anche stavolta che si
avvicinasse?
Henry rispose piegando il
pavimento dinanzi a sé in modo da innalzare un parapetto contro il quale la
freccia di ghiaccio andò in frantumi. Gray tese l’arco, caricandolo con due
frecce contemporaneamente, anche se non l’aveva mai fatto prima.
Le scoccò insieme non
appena vide Henry sbucare oltre il suo riparo. Tese la mano e la prima freccia,
piegata in modo che rivolgesse la punta verso il soffitto deviò verso l’alto,
mentre scansò la seconda abbassandosi. Intanto il pavimento-parapetto era
tornato normale.
“Via quell’arma.” mormorò
puntando l’arco di Gray che nelle sue mani accentuò la sua curvatura fino a
diventare una inservibile “U”.
“Tsk! Vediamo come te la
cavi con questo allora!”
Poggiò entrambe le mani
sul pavimento e questo, a partire da esse prese a gelare. Il ghiaccio si spanse
trasformando la sala in un’immensa pista di pattinaggio.
Henry divaricò le gambe,
cercando di tenersi in equilibrio sulla lastra scivolosa che aveva sotto i
piedi, ma tenendo gli occhi fissi su Gray.
Non appena lo vide
ricreare nelle sue mani un arco di ghiaccio mosse il piede, lasciandosi
scivolare.
<< Beccato! >> pensò Gray.
Invece Henry cadde
toccando col palmo il terreno che istantaneamente cominciò a piegarsi! A
partire dal centro della sala sprofondò in basso, trasformando la pista di
pattinaggio in un ben levigato cratere.
Nonostante l’affinità per
il suo elemento, nemmeno Gray riusciva a tenersi in piedi sul ghiaccio, figuriamoci
quando questo è in discesa.
I due avversari, come
bambini su uno scivolo, schizzavano ora, sedere a terra, verso il fondo del
pavimento “piegato”, dove si sarebbero inevitabilmente incontrati.
Gray non mancò di notare
il pugnale che Henry teneva pronto nella mano destra e si premunì generando una
spada di ghiaccio.
Quando si incrociarono al
termine dello scivolone, Henry levò il suo pugnale, ma Gray lo parò con la sua
gelida lama.
Il Fairy Tail lanciò un
piccolo grido e prima di qualunque altra cosa, approfittando della velocità
fornitagli dallo scivolone tentò di colpirlo con un pugno, anche se
l’equilibrio precario non facilitava le cose.
Malgrado tutto riuscì a
colpirlo sulla guancia.
“KYAH!”
Incoraggiato, provò di
nuovo, ma stavolta Henry fermò il pugno con una mano e poi adottò la sua
contromisura: far tornare il pavimento orizzontale.
“Urgh!”
La risalita improvvisa
spiazzò Gray facendogli perdere l’equilibrio, e Henry ne approfittò per dargli
uno spintone: il ghiaccio contribuì ad allontanarlo di molto.
Henry scagliò il suo
coltello contro l’altro mago, certo di colpirlo essendo lui a terra, ma Gray
all’ultimo istante si rifugiò dietro un piccolo scudo di ghiaccio creato sul
suo avambraccio. Il pugnale, infrantosi su quella difesa, rimbalzò via, lontano
da entrambi.
Il mago del ghiaccio
scongelò il pavimento: in quelle condizioni era difficile combattere anche per
lui. I due contendenti si rialzarono.
“Che mi dici ora, mister
“Relax”?”
Henry si massaggiò la
guancia: “Notevole…”
“Anche tu lo sei:
mantenere la calma ti consente di adottare presto ottime contromisure. Hai
sabotato subito il mio arco, e hai rivoltato il mio scherzetto del ghiaccio
sotto i piedi contro di me.”
Mentre parlava, Henry
piegò il pavimento vicino il suo coltello e questo, grazie alla pendenza
generatasi, scivolò verso di lui. Lo stesso sistema che aveva usato per
cacciarli dall’archivio pozioni, si rese conto Gray.
“E vedo che hai calcolato
anche di poter rischiare che il tuo pugnale non vada a bersaglio.”
“Non mi piace correre
rischi.”
Finita la frase, tirò
fuori una nuova boccetta e bevve due sorsi.
“Vedo…” disse piano
Fullbuster.
Mentre al primo piano la
situazione era gelida, sotto i loro piedi, nelle cucine, Natsu stava per
renderla incandescente!
“Che facciamo, Natsu?”
“Eh eh, tranquillo Happy,
questo combattimento mi sta divertendo, e tra poco ci divertiremo tutti e due.”
“E come?” si domandò
Happy, mentre oltre il bordo del mobiletto si sentiva l’assordante rimbalzare
da tutte le parti della palla di cannone umana.
“Dimmi… sai giocare a
palla?”
Senza dire altro, Natsu si
alzò in piedi: “Ehi, ciccione! Sono qui!”
“SEI MIO!”
Ma che combinava, pensava
il gattino: esporsi così, a braccia aperte…
“Natsu, attento!”
“Ih ih!”
Happy si coprì gli occhi
con le orecchie un attimo prima che Lionel gli finisse addosso…
Nonostante ciò riuscì a
sentirlo dire: “PRESO!”
“… Eh?”
Happy alzò lo sguardo e
vide Natsu che, sghignazzando, teneva il Lionel-pallone alto sulla testa, come
un trofeo.
“Maledetto, lasciami andare!”
“Oh, suvvia, facci giocare
prima un po’! Sei pronto Happy?”
“Giocare?!” disse
sbigottito Lionel.
Happy volò in alto vicino
la parete e mostrò le zampe: “Passa, Natsu!”
“PASSA?!”
“ECCOTELA!”
“EHI!”
Natsu lo lanciò in aria,
spiccò un balzo e…
“SCHIACCIATA!”
Colpita la “palla” a mano
aperta, questa volò da Happy che la prese al volo nonostante fosse molto più
grossa di lui: “Presa!”
“Bel colpo!”
“EHI! SMETTETELA! NON POTETE TRATTARMI COSÌ!”
“Ehm, Natsu… non lo
reggerò per molto…”
“Tieni duro ancora un
secondo, Happy!”
Natsu prese una padella e
si posizionò: “Batti!”
“Eccola!”
“BATTI COSA?!”
Il pallone, tirato da
Happy più forte possibile, finì a Natsu che lo prese al volo con una padellata,
che lo sviò verso una muro, dal quale rimbalzò su Happy che lo alzò a Natsu che
schiacciò di nuovo sul pavimento, sul quale molleggiò un paio di volte per poi
essere di nuovo colpito da un calcio di Natsu che fece strike contro una pila
di zuppiere!
Infine, il pallone tornò,
umiliato, tra le zampette di Happy: “Hai ragione Natsu, è divertentissimo!”
Dall’altro lato del
pallone, la faccia di Lionel, tutta rossa di rabbia e vergogna, non la smetteva
di piagnucolare: “Maledetti! Non prendetemi in giro!”
“Che ti prende in giro?”
–fece Natsu- “Stiamo solo giocando, ah ah!”
“Basta!”
Happy lo mollò, lasciandolo
cadere sul pavimento. Qui non rimbalzò ma si lasciò spiaccicare, per poi
tornare nella sua forma normale: “Non osate prendere in giro la mia magia! Con
essa posso battervi, anzi, vi batterò sicuramente e mi prenderò Happy!”
Il fatto che, anche dopo
l’innocua lezioncina, perseverasse a voler rapire il suo migliore amico, face saltare
a Natsu la mosca al naso. Smise di ridere e aggrottò le ciglia, più aggressivo
che mai.
“Piantala. Mi stai
simpatico, ma se dici così mi costringi a fare sul serio.”
Lionel strinse i pugni: “Credi… credi di farmi paura? N-niente può farmi male!”
Al massimo gli sfottò
altrui…
“Ti ricordo che la mia
“morbidezza” assorbe qualunque urto!”
“Questo lo ricordo, ma…”
Natsu ancora una volta
creò fiamme dal nulla intorno le sue mani, e stavolta ci aggiunse un piccolo
sbuffo di fuoco dalla bocca che riaccese il forno a legna.
“Sei anche ignifugo?”
“…… no! SIGH!”
“SOFFIO DEL DRAGO DI
FUOCO!”
“AAAAAAAAARGH!”
Oh, l’onorevole ritirata
strategica! La schiena che si porge al nemico è solo il preludio al proprio trionfale
ritorno… o no?
“AIUTOOOOO!”
Lionel corse sentendo il
calore delle fiamme di Natsu avvicinarsi e friggergli i mocassini ai piedi!
Arrivato ad uno dei lunghi piani da cucina, spiccò un saltello (la paura lo
faceva praticamente volare!) e ci si rannicchiò dietro, mentre la fiammata di
Natsu ardeva giusto sopra la sua testa.
Il dragon slayer, finito
lo sputa fiamme, saltò anche lui, ma non lo trovò. Si era nascosto di nuovo e
anche velocissimamente.
“Dov’è?” disse Happy raggiungendolo
camminando (aveva usato troppo l’Aera e ora era a corto di energia).
“Qui intorno, il fifone.
Restami vicino Happy, ora lo cerchiamo.”
“E grosso com’è sarà
facile trovarlo.”
Era lì intorno. Piccolo
piccolo. Spaventato e battuto, nascosto seduto dietro uno dei tavoli come in
trincea.
Per quanto stringesse i
pugni, non riusciva a smettere di tremare… e di avere fame.
“Maledizione…”
Dietro la sua testa il
nemico si muoveva, presto l’avrebbe scovato, e lui era ancora capace di aver
fame.
Una fame insopportabile.
Una fame odiosa.
Tutto ciò per cui era
buono era avere fame.
“Maledizione!” sussurrò tra gli spazi dei suoi denti stretti.
“Avanti, vieni fuori!”
Inutile star lì. Lo
avrebbe trovato e l’avrebbe arrostito come i polli che a lui piacevano tanto…
Che brutta fine! Come aveva fatto a cacciarcisi? Oberon gli aveva promesso una
pozione, non dei combattimenti.
Del resto, se ora si
trovava in quelle condizioni, non ci si era cacciato per la causa di Oberon,
per ottenere una semplice pozione. Non per la magia che desiderava; ma per
colei per cui la desiderava.
“Evelyn…”
“Qui si capisce che il
piatto preferito di Oberon erano gli spaghetti… Interessante…” sbadigliò la
maga degli spiriti stellari.
Il loro tentativo si
rivelò meno entusiasmante di quanto si erano aspettate.
“Niente nemmeno qui.”
–fece Levi rimettendo un foglio in borsa- “Oliver si dice contento per aver
inventato l’Incanto Cupidus, ma niente sulla formula o che ci aiuti a trovarla.
Ah, pensava anche di far installare una fontana a forma di Cupido nel salone di
quest’ala.”
Wendy mise da parte un
altro foglio: “C’era scritto solo che l’ultima modifica alla pozione della
rabbia per migliorarne il sapore provoca l’ulcera allo stomaco e l’orticaria
sul sedere…”
“Poverino, a quanto pare
le pozioni le provava su sé stesso. Niente da dire, come scienziato era preciso
e coraggioso.” disse Levi dando un’occhiata al cartiglio che Wendy aveva
esaminato.
Il processo di traduzione
aveva rimesso le lettere più o meno al loro posto, ma le carte restavano
malridotte e a volte difficili da capire. Nel complesso però, erano appunti o
annotazioni giornaliere di poco interesse.
Charle lesse ad alta voce:
“<< Ho provato la pozione della
pigrizia sul gatto di casa per testarne il funzionamento sugli animali. Funziona:
in tre giorni tutto il formaggio è sparito dalla dispensa. Da ciò che si evince
che il mio ritrovato è innocuo e funzionante sugli animali, felini perlomeno, e
che in questa casa ci sono molti più topi di quel che pensassi… >>”
Charle fece spallucce e
lanciò il foglio dietro di sé con noncuranza.
“Come ogni scienziato,
Oliver annotava minuziosamente i fatti rilevanti (più o meno…) che gli
capitavano e le idee che gli venivano ogni giorno.”
“Si, ma tutto questo a noi
non è d’aiuto.” fece notare Charle, riempiendole d’amarezza.
Lucy raccolse un altro
foglio: “Vediamo questo… << 19
Maggio >>… ” –cominciò a leggere ad alta voce- “<< Mentre salivo al terzo piano per i nuovi
esperimenti il tetto dell’ascensore mi è caduto sulla testa. Credo sia il caso
di imparare un po’ di “fai da te” per brutte esperienze come questa…
>> Bah! Ma a noi che ci frega se il 19 maggio gli è venuto un
bernoccolo?”
“Fermi tutti!” -gridò
Levi- “Rileggi!”
“Perché? Mah… << Mentre salivo al terzo piano… >>”
“Terzo piano?” chiese Charle.
Levi batté pugno su palmo: “Bingo! Questa casa ha solo due piani!”
“Beh, si, da fuori sembra così.”
“Ma a quanto pare ne ha un
altro! Ed è lì che Oliver stava salendo per i suoi “esperimenti”. Siamo sulla
pista giusta!”
“Si, ma come ci si arriva?” -chiese Wendy guardando il soffitto- “Noi siamo
state al piano superiore e non abbiamo visto nessuna scala che portasse di
sopra, solo di sotto.”
“Beh…”
L’entusiasmo di Levi si smorzò. Prese a pensarci.
“Non diceva di un “ascensore”?”
“E che roba è?” chiese Lucy.
“Sembra qualcosa che
sale.” disse Charle.
“E dove sarebbe questo coso?”
“Forse Natsu o Gray avrà
visto qualcosa di simile. Mettiamoci in marcia e troviamoli. Muoviamoci!” fece
Levi, con tono da vero leader.
“Uffa!” –Lucy si alzò di malincuore- “Forse era meglio se non trovavamo
niente!”
“TROVATA!”
Tutte si girarono verso quella donna in vestito rosso, ma solo Charle seppe da
subito come reagire…
“AAAAAAAAAAAHHH! NON DI NUOVO!”
Cari lettori la tensione
aumenta! L’avversario “double-face” di Gray è stato capace di costringerlo a
terra ben due volte, sebbene si sia sempre rialzato finora; Evelyn torna
sfacciatamente alla carica per ricongiungersi all’adorata Charle; per Natsu ed
Happy le cose sembrano invece andare meglio, ma il povero grassottello Lionel è
davvero pronto a gettare la spugna? Senza contare lo scontro tra pesi massimi
tra Gazille ed Oberon, che in questo capitolo si è preso una pausa… Spero che
questa escalation di incontri vi stia risultando appassionante e divertente, e
che questi nemici che ho creato vi stiano risultando interessanti e azzeccati!
Al prossimo capitolo
(fatemi sapere per le schede ^__^)!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS:GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Ghiaccio che scotta! ***
Fairy Tail unità d'Italia
Ciao a tutti cari lettori!
Innanzitutto mi scuso per il ritardo con cui vi giunge il capitolo… ^__^”
La cadenza settimanale
questa volta è stata infranta visto che questo weekend vi ho lasciati a bocca
asciutta… Ad ogni modo, alla fine eccolo qui, bello che pronto il giorno del
compleanno della patria! VIVA L’ITALIA!
Per inciso, ho scritto due piccoli componimenti ispirati a questo importante
avvenimento, dai toni molto patriottici. Li trovate nella mia gallery sia su
Manga.it che su EFP, mi auguro li leggiate e vi sentiate anche voi contenti e
fieri di essere italiani! ^__^
Ed ora tutti seduti e
pop-corn alla mano: la storia ricomincia e promette molte scene mozzafiato!
Buona lettura, commentate!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Al gruppetto di sole
ragazze se ne era ora aggiunta a sorpresa un’altra. Era chiaro a tutte che si
trattava di una nemica, anche se non pareva proprio comportarsi come tale…
“Oh, Charle, eccoti qui! Sapessi come sono stata in pensiero…” disse con le
mani sul cuore.
<< Non sembra poi così aggressiva… >>
I tacchi alti della rossa
cominciarono a battere verso di loro: “Avanti, vieni a farti coccolare!”
“ARGH! NON TI AVVICINARE!”
le urlò contrò la exsheed, nascondendosi dietro Wendy.
Lei, Lucy e Levi erano
pronte e in guardia, ma Charle più di tutte!
“Charle, stai tremando… È
così forte?” chiese l’impressionata Wendy.
“Ma quale forte?!” –sbraitò
Charle tirando il gonnellino di Wendy- “Quella è la tipa che mi ha rapito, e
non avete idea di cosa ho dovuto passare!”
Wendy passò subito dalla
sorpresa alla rabbia: “Che cosa hai fatto a Charle?”
“Mi voleva far mettere un vestitino!”
“… Questo non mi sembra
tanto terribile.”
“Ne ha dato uno anche ad
Happy, quello si che era terribile…” –rispose subito con un pizzico di ironia-
“E comunque non è mica solo questo! Voleva convincermi a diventare un suo
animaletto domestico! Non ha fatto altro che carezzarmi, farmi mille smancerie,
con quella sua vocetta ridicola e quei suoi atteggiamenti, i bacetti… Pensavo
di impazzire!”
Sembrò le si fosse
spezzato il cuore: “Ma Charle! Io ho fatto del mio meglio per piacerti…”
“La vuoi lasciar stare?
Lei non vuole essere un tuo animaletto!”
Evelyn sbuffò: “Si può
sapere chi diavolo è questa tappetta fastidiosa?”
“Una tappetta fastidiosa.” rispose Lucy.
“EHI!”
“Lei è Wendy, la mia
migliore amica, e scordati che io la lasci per te!”
“Già! Lei sta con me!”
Evelyn la squadrò con
superiorità: “E cosa avrebbe quella mocciosa di tanto speciale? Non può certo
darti la classe che meriti, e non ci fai mica bella figura standole vicino.”
disse con molta sicurezza, tenendo il nasino all’insù.
Levi, nonostante si fosse
ripromessa di fare attenzione a qualunque ostacolo fosse loro capitato davanti,
iniziava ad abbassare la guardia; quella tipa sembrava venuta lì apposta per
l’exsheed e solo per quello… Apparteneva davvero al gruppo di Oberon?
“Andiamo, Charluccia,
vieni con me!” continuò la rossa con un sorriso da bimba più che da
ammaliatrice.
“No! Niente diminutivi ti
prego!” si lagnò lei, tappandosi le orecchie.
“Non te ne pentirai,
vedrai! Non ti farò mancare nulla di quello di cui una vera signorina ha
bisogno: vestitini, scarpette, cibo per gatti di prima qualità, profumo… Sarai
bellissima, anzi, saremo bellissime! Con te al mio fianco risplenderemo come
stelle gemelle!” fantasticò Evelyn, immaginandosi tutto nella sua testa mentre
parlava, come indicavano chiaramente gli occhioni sbrilluccicanti.
“Che quadro orribile…”
mormorò tra sé e sé la exsheed…
“Ovviamente non sarai
sola: prenderò anche Happy con me, e potrete sposarvi!”
SDONG!
“Immagina: quando avremo
finito qui ciascuna di noi due avrà il suo principe azzurro… Specialmente tu:
Happy è azzurro, l’hai notato? Ah ah! Come sono spiritosa!”
“……...”
La battuta non aveva
convinto nessuna di loro…
“… Come vi avevo detto, è
tutta bellezza, ma è una scema patentata.” disse Charle, continuando a tenersi
nascosta dietro Wendy, la quale, messa al corrente della situazione, era più
combattiva che mai.
“Non puoi costringerla a
sposare Happy se non vuole!”
“Ah, grazie Wendy, meno
male che…”
“Lei al massimo si sposerà con Lily e saremo io e Gazille l’altra coppia
felice!”
SDONG!
Charle affondò la sua
faccia in lacrime nel suo gonnellino blu: “Aiutatemi…”
“Ma cosa dici, Charlina?!
Io non sono affatto stupida! Perché dici che io… UH!” –si fiondò a carezzare la
parete, attratta dalla tappezzeria come una gazza da un luccichio- “Che bella
carta da parati! Che bel motivo! È così fashion! Lo voglio a casa, a tutti i
costi! Aaaaah! … Uh! Scusate mi ero distratta, ah ah!” –disse tornando a loro
con una risatina acuta e forzata, irritante all’udito- “Che stavo dicendo?”
Nelle Fairy Tail si
verificò un classico fenomeno di pensiero all’unisono: << Si, è proprio scema… >>
“Mhmm…” -Lucy intanto
stava spremendosi le meningi, messa sull’attenti da una frase che non le
piaceva- “Avrà un principe azzurro << quando
avranno finito qui >>, eh?”
“Che c’è Lucy?” le chiese
Wendy.
La biondina si abbassò
vicino il suo orecchio: “Questa tipa è proprio bella, vero?”
“E allora?”
“E allora? E se stesse puntando Gazille? Ha detto che quando avrà finito qui
avrà un principe azzurro, e se avesse messo gli occhi su di lui? Vero, è scema;
ma bella e sexy com’è Gazille potrebbe lasciarsi ammaliare!”
“EH?! Potresti aver
ragione!”
A Levi uscì un gocciolone: “Ma voi due vedete complotti ovunque?”
Wendy fece un passo avanti
e puntò il dito. Evelyn arricciò il labbro, guardandola come uno fosse un
moscerino troppo altezzoso per la sua stazza.
“Ehi, tu! Non è che oltre
alla mia amica sei interessata anche al mio amato?”
“Chi?”
Lucy puntò anche lei il
dito, momentaneamente alleata della draghetta: “Non fare la finta tonta,
parliamo di Gazille, l’uomo più sexy e accattivante del secolo!”
Evelyn poggiò un dito
sulle labbra carnose: “Uh, si, il tipo da cui mi han detto di stare alla larga.
Tranquille: nonostante col mio fascino sia decisamente molto più competitiva di
voi sciacquette senza arte né parte lui non mi interessa affatto.”
“EHI! SCIACQUETTE A CHI!?!?!?” urlarono tutte! Persino Levi se l’era presa!
“Quello che voglio è
l’Incanto Cupidus! Ah ah ah! Non vedo l’ora di averne un po’ per me!”
Sempre che Oberon non
cambiasse idea dopo quello che aveva combinato…
“Questo non cambia le
cose: se si prende l’Incanto Cupidus potrebbe far innamorare Gazille di lei per
sbaglio!”
“Se non lo sai tu…”
aggiunse Levi in sordina.
Lucy non riusciva a
pensare ad altro, e figurarsi se Wendy non si univa a quel geloso treno di
pensieri!
Evelyn intanto aveva smesso di essere arrembante e sembrava essersi chiusa in
una momentanea pausa di riflessione, sussurrando tra sé e sé, dando
incoscientemente le spalle alle sue nemiche, anche se queste non l’avrebbero
attaccata in modo vigliacco.
“Charle non vuole venire,
ma io la voglio, a tutti i costi! Però loro sono tante e io una sola… Però
Oberon può essersi arrabbiato con me perché ho agito senza chiedergli il
permesso, sigh!” –si era raccomandato tante di quelle volte nel tragitto fino
ad Heartburg…- “Quindi… se ora combatto contro di loro e le vinco, magari
Oberon sarà contento e chiuderà un occhio! Inoltre, se stiamo combattendo
contro di loro un motivo ci sarà… forse vogliono impedirci di arrivare
all’Incanto Cupidus, e questo non va mica bene…”
Si voltò, togliendosi
alcune ciocche rosse dall’occhio, badando di far notare loro quanto i suoi
capelli fossero morbidi, setosi e luminosi; incommensurabilmente più belli dei
loro!
“Ho deciso! Vi batto,
prendo Charle, e così forse la passerò liscia con Oberon!”
<< Poi mi rimarrà solo di acchiappare anche
Happy: non starò certo ad aspettare quel cioccione codardo… >>
Wendy di solito era la
meno propensa a farsi avanti in qualunque scontro, anche perché le sue erano
magie prevalentemente di supporto. Ma davanti alla rapitrice di Charle, che,
sorda a ciò che non voleva sentire, continuava a minacciare di portarla via (e
che a sentire Lucy insidiava anche il drago del suo cuore), si decise ad
attaccare per prima.
“Non farai niente di tutto
questo!”
Aprì bocca e cominciò a
succhiare l’aria tutto intorno a sé.
“Umpf! Sembri il bue della
favola, quello che voleva gonfiarsi d’aria per sembrare più grande della rana…
O era il contrario? Cavoli, non sono mai stata brava nei riassunti… beh,
nemmeno nei temi o nella grammatica… Oh, beh, rana, bue o toporagno ha fatto
una brutta fine sai…”
“SOFFIO DEL DRAGO
DELL’ARIA!”
“Bel colpo!”
Un onda d’urto partì dalla
bocca spalancata della dragon slayer e si espanse a tutto il corridoio: Evelyn
vedeva arrivare di fronte a sé praticamente un muro d’aria, pronto a
travolgerla senza lasciarle nessuna via di fuga!
“… Uh uh uh!”
Schioccò le labbra in un
bacetto sul palmo della mano, distese le dita con gesto elegante e soffiò…
?!?!?
Il colpo d’aria si era
fermato!
“Oh oh…” fece Lucy
preparandosi al peggio.
Evelyn soffiò il suo bacio,
come si vede fare a due innamorati che si salutano a distanza, e tanto bastò
perché il soffio di Wendy tornasse indietro verso di loro… con la stessa
identica potenza!
“ATTENTE!”
Il muro d’aria copriva l’intero corridoio, dal pavimento al tetto, da una
parete all’altra: come per Evelyn prima, ora per loro non c’erano vie di fuga!
Il fragore del tifone
impedì loro di sentire la risatina di Evelyn, fattasi adulta e crudele, mentre
venivano spazzate via come fuscelli.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!”
Charle tentò di usare l’Aera
per raggiungere una delle compagne, o quantomeno resistere, ma contro il soffio
di drago non c’era niente da fare.
L’onda d’aria, portando
via con sé le quattro Fairy Tail viaggiò attraverso la magione vuota, alzando
nuvole di polvere, sballottandole per molti metri (insieme a malcapitati ratti),
facendo esplodere finestre lungo il tragitto, fino ad entrare nel grande salone
di quell’ala.
Qui, il soffio di Wendy in
parte si diffuse nell’ambiente, ripulendolo meglio e più velocemente di quanto
una qualsiasi ditta di pulizie potesse mai fare, e, in parte, si schiantò
contro la parete alla sinistra del camino, abbattendola…
Il rumore del vento e del
forte crollo non poterono non giungere agli orecchi di chi altri combatteva su
quel piano.
“UH?!”
Gazille evase dallo
scontro schivando un attacco e si fermò, ma voltarsi era inutile: non aveva il
dono di vedere attraverso le pareti. L’unica cosa che poteva fare era
preoccuparsi, e approfittarne per riprendere fiato.
“Sembra proprio che le tue
amiche siano state raggiunte da uno dei miei!”
Gazille si voltò a denti
di stretti verso di lui, che di rimando sorrideva.
“Eh eh!”
“Cos’è quel risolino?
Credi forse che loro non sappiano come trattare quelli come voi?”
“Tsk, quando le vedrai
sconfitte ti pentirai di non averle tenute con te per difenderle meglio!”
E se avesse ragione, si
disse Gazille? Se le avesse tenute vicino a sé gli sarebbero state d’intralcio,
ma almeno le avrebbe tenuto sotto controllo…
“ANDIAMO!”
Così aveva urlato Levi
facendo come aveva detto. E mentre urlava si era voltata per iniziare a
correre, ma continuando a fissarlo con la coda dell’occhio finché poteva farlo.
Non sapeva dire il perché,
ma poteva dire di averla capita al volo: << Non ti deluderò! >>
Uno scricciolo, vero, ma
uno scricciolo coraggioso quando voleva!
“… Tu hai fiducia nei tuoi
compagni?”
“Ovviamente.” rispose subito l’altro.
“Allora permetterai che l’abbia anch’io, no? Sono solo ragazzine ma… faranno il
culo a strisce a chiunque osi mettersi contro di loro!”
“Complimenti per
l’espressione: un po’ bassa, ma d’effetto e carica di sicurezza. Mi auguro non
vada loro troppo male.”
“Pensa a te piuttosto!”
Si accese tra i due un
nuovo scambio di colpi.
La lama-vortice di Oberon
era riuscita a sorprenderlo all’inizio, ma ora che aveva elaborato una tattica
per limitarne gli effetti, per lui non rappresentava che un fastidio minore: contro
il drago di metallo, il suo spadino rotante era solo un giocattolo!
Malgrado ciò, il
giocattolo reggeva bene ai colpi, merito certamente di chi ci giocava… Lo
scontro era praticamente pari: il primo attaccava, il secondo rispondeva a
tono, e poi ancora il primo…
Oberon era molto agile, e
se la difesa della sua lama a volte non era sufficiente, sapeva evitare gli
attacchi del metallico… sebbene a un prezzo molto alto…
CRASH!
A pagarlo erano i muri
della casa…
“Tsk!” –sbottò Oberon
guardando la nuova crepa orizzontale apertasi in una parete- “Ti spiacerebbe
non distruggere la mia proprietà? Sai, ho intenzione di farla restaurare.”
“Oh, suvvia, basterà una
mano di intonaco per quello, ghi hi hi hi!”
Oberon non gradì… Non aveva digerito i candelabri staccati, figurarsi tutte le
crepe e le brecce, per ora ancora piccole, che stavano aprendo col loro
scontro.
Si lanciò fieramente
all’attacco, e mille guizzi di scintille esplosero come fuochi d’artificio,
dando però solo un po’ di fastidio ad entrambi, costretti a socchiudere gli
occhi.
Poi, durante l’attacco,
Oberon vide le scintille diminuire gradualmente…
“Hop!”
Balzò all’indietro e
controllò la sua spada; come aveva intuito, la velocità di rotazione andava
scemando.
Era tornata normale.
“Umpf! A quanto pare
l’effetto della tua pozione è finito.”
“Già, un peccato dici?”
Oberon si sbottonò il
bottone più alto del pastrano, l’unico abbottonato e lo aprì.
Gazille si accorse allora
che sopra le vesti che indossava, sul suo petto, correvano incrociandosi due
lunghe cartucciere contenenti ciascuna non proiettili, ma una fila di fialette
riempite di liquidi di diversi colori.
“Come vedi sono ben rifornito, e non sono nemmeno tutte qui…”
Grazie al magazzino delle
pozioni che i suoi avversari gli avevano gentilmente indicato aveva potuto fare
il pieno di munizioni: aveva di che affrontare un esercito e mille modi diversi
per farlo.
Gazille si sgranchì il collo: “Bah, fai del tuo peggio con la tua collezione di
intrugli, mago di brodaglie.”
“La qualifica corretta è “mago alchimista di pozioni”.”
“Quello che è… Alla fine
la tua spada rotante non mi ha fatto nulla: il metallo del drago di metallo non
teme nulla! Avanti, con cosa vorresti rispondere ora al mio acciaio?”
Oberon non si scompose.
Prese senza nemmeno
guardare una fialetta rossa dalla cartucciera e ancora una volta cosparse la
pozione lungo tutta la lama, e questa scorse, bagnandola tutta, dalla punta
alla guardia.
“Uh? … ?!”
Il colore della spada
divenne sempre più chiaro, sempre più luminoso, fino a diventare rosso e poi insopportabilmente
bianco…
L’aria intorno era
distorta dal calore…
La spada di Oberon era
diventata un ferro arroventato!
“Il metallo si
ammorbidisce e fonde col calore, giusto?”
“…… Ok, quello potrebbe
farmi male…”
Mentre la sfida di Gazille
contro alchimista-fotomodello si faceva incandescente, e mentre Evelyn si faceva spassionatamente avanti,
nonostante il numero degli avversari, per riprendersi il “suo” bianco
animaletto da coccolare, Henry, nell’altra ala del primo piano continuava a
condurre la sua battaglia con la stessa freddezza che lo aveva contraddistinto
fino a quel momento.
Tre modi di combattere
molto diversi: difficile dire quale fosse il più temibile. Il gettarsi nella
battaglia con tutta la propria rabbia e determinazione, l’avere a cuore un qualcuno
per il quale affrontare qualunque pericolo, l’impassibile serietà di chi ha un
compito da portare a termine e lo farà costi quel che costi.
Senza batter ciglio, senza
alcun gesto o espressione di troppo, alzò la mano in alto, come fosse cosa
naturalissima.
<< Vuole usare il soffitto. >> capì
subito Gray.
Come quel solido cielo di
pietra e malta fosse stato invece di gomma, da esso si originò una protrusione,
come una stalattite, un dito che scese rapidissimo su Gray.
Il mago saltò, e lì dove
il soffitto era piombato, le quadrate mattonelle color verdino del pavimento
andarono sonoramente in frantumi, e subito una nuova piega stava scendendo,
diretta a gran velocità verso il punto in cui si era spostato Gray.
Per sette volte, una dopo
l’altra, il soffitto picchiettò sul pavimento, frantumandolo, come un bambino
che prova a schiacciare un insetto. Ma tutte le volte, Gray riuscì a non farsi
beccare. Stare col naso all’insù però lo esponeva inevitabilmente a ciò che era
in basso.
Henry, continuando a
distrarlo con quei colpi, aveva potuto avvicinarsi di moltissimo, al punto che
ciascuno vedeva il bianco degli occhi degli occhi dell’altro.
Ma Gray pensava piuttosto
allo scintillio del suo pugnale.
“ICE SHIELD!”
La punta affilata fermò la
sua corsa contro quel solido riparo di ghiaccio di forma esagonale. Tuttavia,
contrariamente alle previsioni di Gray, Henry non si fermò, ma proseguì col suo
attacco.
<< Continua a colpire col pugnale nonostante la
mia difesa… Che stia cedendo alla foga dello scontro? >>
Gray capì troppo tardi che
anche quella era una distrazione.
Prima di affondare un
altro colpo, Henry levò la sua mano, e lo scudo di Gray si piegò vigliaccamente
in avanti, lasciando il suo padrone del tutto scoperto.
<< Dannazione! >>
Stavolta il colpo andò a
segno, ferendo Gray con un profondo taglio nel petto, che saliva in alto fino
alla clavicola.
Henry non si mostrò
minimamente contento del colpo che era riuscito ad infliggergli: stava già
pensando solo ad attaccare ancora. Doveva fare qualcosa o le cose si sarebbero
messe malissimo.
“ICE MAKER! ICE WALL!”
Dal pavimento si alzò un
poderoso muro scintillante, alto il doppio di lui e lungo diversi metri. La
barriera era sbucata esattamente davanti il piede di Henry, costringendolo a
fare d’istinto un passo indietro per non restarne a sua volta incluso.
In quel caso Gray lo vide
chiaramente tirare un sospiro di sollievo per il pericolo scampato, anche se
non era esattamente così!
“PRENDI QUESTO!”
Il muro di Gray era come
composto da tanti blocchi irregolari sovrapposti, e sulla faccia che
rivolgevano al nemico avevano ciascuno una punta abbozzata. Gray fece un gesto
e i vari pezzi del muro si staccarono gli uni dagli altri, iniziando a
fluttuare.
Durò solo qualche istante,
che bastò ad Henry per capire cosa sarebbe successo: aveva trasformato il muro
in tanti proiettili di ghiaccio, e anche di grosso calibro.
Si guardò intorno. L’unica
scelta che aveva era il camino: era molto largo e molto capiente, messo lì
apposta per salvarlo. Rivolse una rapida occhiata a Gray e vi si gettò, mentre
il blocchi di ghiaccio, scattati verso di lui, sibilavano nell’aria alle sue
spalle, fuori da quel riparo improvvisato.
<< Proprio dove ti volevo! >>
Gray allungò il braccio
verso il grande camino ed utilizzò di nuovo l’Ice Maker, stavolta per far
comparire una solida lastra di ghiaccio che bloccasse Henry nel buio del riparo
in cui si era gettato per scansare il suo precedente attacco.
Murato nel camino, Henry
non vi restò a lungo: gli bastò piegare la lastra che bloccava l’uscita verso
il fuori, ricavandosi così uno spazio dal quale non si limitò semplicemente ad
uscire fuori.
Si lanciò, in avanti, come
un felino all’attacco, e compì una capriola sul pavimento, alla quale, prima
ancora di rialzarsi in piedi, unì il lancio del suo coltello, piegato affinché
avesse quella rotazione che Gray aveva già visto riportarlo poi fedele nelle
mani del suo avversario.
Gray riuscì a schivare
anche questo attacco nonostante la ferita.
“Hya!”
Rapidamente si voltò e
allungò la mano aperta verso il pugnale che ancora si librava in aria: in pochi
secondi, prima che invertisse la rotta, l’arma si ritrovò racchiusa in un
blocco di ghiaccio, che ricadde a terra schiantandosi come un piccolo
meteorite.
Stavolta di certo non
sarebbe tornato dal suo proprietario.
Questi commentò la bella
mossa con uno sguardo eloquente.
“Umpf!”
“Molto bravo.”
“Anche tu: difficile
coglierti di sorpresa. Sapevi che ero in grado di difendermi dai tuoi colpi
creando uno scudo e mi hai spinto ad usarlo per poi ritorcermelo contro. Poi
quando ti ho lanciato i pezzi del muro di ghiaccio ti sei gettato nel camino
senza nessuna esitazione… anche se sapevi che era esattamente lì che volevo
condurti, non è vero?”
Henry abbozzò un sorriso e
annuì silenziosamente.
“Del resto, sapevi
benissimo come uscirne. I miei complimenti: riesci sempre ad essere un passo
avanti al tuo avversario… almeno quando sei in questa forma.”
“Come si suol dire: la
calma è la virtù dei forti. Ecco perché ho intenzione di sbarazzarmi di
quell’assurda ansiosità che mi contraddistingue.”
Il pensiero lo fece
sorridere apertamente.
“Questo è colui che sono
realmente: ne sono convinto.” –continuò il magro- “Al di sotto delle mie ansie
e delle mie paure si nasconde questo abile mago, pronto ad affrontare ogni
avversario senza timori con la sua capacità di ragionamento.”
“Allora è per questo che
sei qui? Per sbarazzarti di quella parte di te?”
“Ammetterai anche tu che è
una parte di cui fare volentieri a meno.” aggiunse con disprezzo, anche se
rivolto verso sé stesso, o piuttosto un sé stesso.
Henry ridacchiò: “Ma tu
guarda: non avevo alcuna intenzione di rivelarti i miei obiettivi e a momenti
mi spingi a parlarne apertamente.”
“Perché non dovresti? I miei,
o meglio i nostri, li conosci già: uno come te dovrebbe capire bene la
sofferenza di non comportarsi come ciò che si è realmente.” disse pensando a
tutte le sue amiche colpite dal diabolico incantesimo d’amore.
“Taci.”
“Ammesso che sia veramente
come dici: che tu sia realmente così, o piuttosto preferisci semplicemente essere
così.”
“Ne sono convintissimo.” ribadì lui, con lo sguardo oscurato.
Gray, davanti quella
reazione restò zitto e immobile, come a riflettere. Poi si disse che era giunto
infine il momento di scoprire la carte, e ribaltare la situazione!
“Permetti che io esprima
un piccolo parere?”
“Sentiamo.” disse con gentilezza, nonostante sotto sotto iniziasse a
spazientirsi.
“Ti ho visto in entrambe
le tue “forme”, e posso capire tu preferisca questa. Però sai, prendersela con
calma, non sempre va bene.” disse ridacchiando.
<< Si è fatto parecchio loquace. Vorrebbe
criticarmi anche se sono io in vantaggio? >>
“A volte c’è bisogno di
mettersi fretta, stare sulle spine e lasciarsi pungere: per godere dei brividi
che la vita ci offre, arrivare in tempo a un appuntamento… O almeno per
impedire che l’avversario che hai di fronte scopra tutto sulle tue magie!”
“……”
“Eh eh eh, con tutta la calma che ti sei messo in corpo con quella pozione
sembri colpito ora, ho ragione?”
<< È solo un bluff… >>
“Credi che menta? Anch’io
sono uno che bada bene alle mosse dei suoi avversari, al contrario di certi
altri miei compagni.” –disse, togliendosi dalla posa di combattimento e
mettendo le mani in tasca, come per imitare la sua tranquillità da superiore-
“Come è evidente piega gli oggetti: qualunque bersaglio solido, eccetto gli
esseri viventi, altrimenti l’avresti usato anche su di me. Piega con un
qualsiasi angolo a partire da qualsiasi punto dell’oggetto, e può deviare la
traiettoria dei proiettili che ti vengono lanciati.”
“Questo risulta abbastanza
evidente.” ribattè facendo spallucce.
“Infatti, poi vedendola più volte escono pian piano fuori i dettagli:
innanzitutto, ciò che pieghi ritorna alla sua forma originale poco dopo, in
secondo luogo, cosa molto più interessante… puoi usarlo su un solo bersaglio
alla volta!
“!?”
“Eh eh eh, ora non sei più
tanto calmo, eh?”
Per la prima volta dall’inizio
dello scontro, Henry iniziò ad avvertire la tensione nell’aria tipica di un
campo da battaglia, quando fino a quel momento gli era parso di trovarsi
semplicemente nel salotto di casa.
“Quando ti ho lanciato due
frecce con l’arco di ghiaccio ho avuto la conferma delle mie intuizioni: una
l’hai deviata col tuo potere, ma l’altra ti sei limitato a schivarla. Anche
quando mi hai attaccato usando il soffitto questo attaccava solo con una
“piegatura” alla volta: se avessi potuto piegare più volte contemporaneamente uno
stesso oggetto, o più oggetti, mi avresti attaccato da molte più direzioni e
non avrei avuto scampo. Io ritengo inoltre che la tua tecnica funzioni a
seconda della tua concentrazione: quando in biblioteca mi hai impedito di
correre dietro la tua compagna col vestito rosso mi hai spiccicato contro il
pavimento e te ne sei scappato, e dopo un po’ il soffitto è tornato al suo
posto da solo lasciandomi libero. Il che vuol dire che puoi mantenere il tuo
bersaglio piegato fintanto che ti concentri su di lui: se smetti di
concentrarti, dopo un po’ torna della sua forma originaria.”
“……”
Gray non gli diede tregua: “Come devo interpretare il tuo silenzio?”
“Non basta capire una
tecnica per riuscire a contrastarla: conoscevi queste cose anche prima, e sono
comunque riuscito a ferirti…” disse con voce più bassa di un tono. Il suo volto
si ridistese però subito dopo, come avesse colto solo un attimo dopo il senso
di ciò che aveva detto.
“Non c’è alcuna differenza tra prima che me lo dicessi e adesso.”
“Una c’è: posso usare queste conoscenze per innervosirti, come sto facendo
ora.”
“Innervosirmi? Non credere di riuscirci facilmente: le pozioni di Oberon sono
molto potenti.”
“Allora perché prima ne hai bevuta un’altra sorsata? Avevi il perfetto
controllo della situazione, e non stavi tornando alla tua forma “stressata”.”
“Semplice precauzione.”
“O forse preoccupazione
invece? Forse non te ne accorgi, ma il tuo modo di fare ed esprimerti è già
diverso, lo si vede dalle risposte affrettate che dai, quando prima parlavi
lentamente e a lungo. Perché hai bevuto quella pozione allora se l’effetto
della prima non era ancora finito?”
Henry estrasse un secondo
pugnale.
Gray fece qualche passo: “Anche il fatto che tu abbia tirato fuori una nuova
arma, e la voglia che hai di riprendere al più presto lo scontro tradiscono il
fatto che quella pozione ha i suoi limiti. E ora magari li testeremo, che
dici?”
L’altro digrignò i denti. A
quanto pare sapeva davvero troppo, e stava anche diventando insopportabile con
tutte quelle sue supposizioni; non gli restava che attaccare.
<< Non c’è nulla di diverso rispetto a prima!
Nulla di diverso! Io sono sempre un passo avanti a lui, l’ha ammesso lui
stesso! Se non mi lascio confondere vincerò senz’altro. >>
Era ormai vicinissimo,
pronto a colpirlo di nuovo, e stavolta l’avrebbe messo ko il più in fretta
possibile, visto che ci teneva.
Ma perché restava
immobile?
Perché?
Voleva continuare a
confondergli le idee?
Il fatto che si stesse
facendo tutte quelle domande, purtroppo per lui, dava ragione al Fullbuster.
Il Fairy Tail si abbassò e
toccò con le palme delle mani il pavimento.
Henry arrestò la sua corsa
quando vide apparire un cerchio luminoso di bianco e azzurro tutto intorno a
sé.
“Cosa?!”
Dal cerchio si
materializzarono lunghi spuntoni di ghiaccio disposti su due file: tutti
puntati contro di lui.
“Sei caduto nella mia
trappola.”
Henry però diede segno di
essere sorpreso: “Umpf! E questa la chiami trappola? D’accordo mi hai
circondato, ma posso aprirmi facilmente la strada con la mia magia.” disse
preparandosi a farlo allungando la mano libera dal pugnale.
Gray sollevò l’indice
puntando il soffitto: “Guarda in alto.”
“Che trucco stupido… ?!?!?!?”
Alla faccia del trucco
stupido!
Sopra di lui, come tante
spade, pendevano, sospese a mezz’aria dal potere magico di Gray, degli spuntoni
di ghiaccio identici a quelli che lo circondavano.
Le loro punte affilate
brillavano come lance minacciose, appese al soffitto da fili invisibili, pronti
a spezzarsi!
“Ma… ma… Ma quando le hai
create?! Io non ti ho visto usare l’Ice Maker…”
“Semplice, mentre eri nel
camino!”
“EH?!?!?”
Gli occhi di Henry si
spalancarono come fari; erano proprio come quelli che aveva quando si erano
incontrati la prima volta.
“Ho di fronte a me un
avversario in grado di mantenere sempre un gran sangue freddo e di pensare
efficacemente a come contrastare ogni mossa dell’avversario. Ho semplicemente
capito che proprio questo è il tuo punto debole: il fatto che ragioni, anche
troppo per una battaglia corpo a corpo.”
Gray sapeva benissimo che
Henry non si sarebbe lasciato intrappolare nel camino; ma in quel modo gli
avrebbe lasciato credere di continuare ad avere la situazione sotto controllo,
ignaro che stavolta era stato lui ad anticiparlo!
“Per piegarti mi basterà
far leva sulla tua incapacità di gestire il nervosismo, facendo in modo che la
tua calma non ti serva assolutamente a nulla.”
“Che… che stai
farneticando? Se mantengo la calma posso uscire da qualunque situazione.”
“Ancora non hai capito, vero? Guardati bene intorno. Tu puoi scegliere solo un
bersaglio alla volta per il tuo potere piegante. Ora ti chiedo, quali delle
punte di ghiaccio sceglierai? Quelle sulla tua testa, o quelle intorno a te?”
scandì bene Gray, rendendo quelle domande un’autentica tortura.
“Se scegli di piegare le
lame di ghiaccio intorno a te, quelle dall’alto scenderanno e ti infilzeranno.
Se provi con quelle in alto, saranno le lame intorno a te a venirti addosso!”
“M… m… maledizione!”
I tremori erano
ricominciati…
“Eh, si, c’è di che essere
proprio indecisi.”
Bevve un altro po’ di
pozione, ma servì solo a fermare il tremore; non a cavarlo fuori d’impiccio.
“Sme… smettila! Sto…”
“Pensando? È questo il tuo guaio: io potrei far scattare gli spuntoni da un
momento all’altro sai? Mi basta un gesto! Eh eh!”
Gli scherni di Gray non
avevano l’intento di deriderlo, erano anch’essi un’arma. Lo stress era la sua
debolezza, l’aveva detto lui stesso, quindi lui avrebbe fatto di tutto pen NON
metterlo a suo agio!
Lo sguardo di Henry si
muoveva freneticamente da una all’altra di quelle punte aguzze. Quelle in alto
gli facevano impressione, precarie com’erano: quasi potessero piombare giù da
un momento all’altro. Ma se le avesse deviate, le altre lo avrebbero attaccato
da tutti i lati! Piegando il pavimento poteva trovare un modo per neutralizzare
le lame che li circondavano, ma quelle in alto poi? E non sapeva nemmeno quanto
Gray era in grado di controllarle, a quale velocità sarebbero arrivate, se
sarebbero partite tutte nello stesso istante o meno…
Le domande si
accavallavano nella sua testa, che già cominciava a venire abbandonata da
alcuni capelli…
“Maledizione… Maledizione…”
“Malgrado tu abbia bevuto
altra pozione, vedo che continui a tornare ad atteggiamenti della tua forma
“stressata”. Forse la sua durata si riduce a seconda di quanto ti senti teso?”
<< Ha capito anche questo?! >>
<< Ho indovinato: questo tipo è così
trasparente quando reagisce… >>
Aveva svelato un altro dei
suoi punti deboli: la pozione offriva si una pace e una tranquillità quasi
assoluti, ma i suoi effetti e la sua durata venivano comunque intaccati se chi
la beveva veniva sottoposto a uno stress
molto forte.
La domande. I tremori. Il
non saper dove guardare. La risatina di Gray, che chiaramente agiva per
infastidirlo ulteriormente riuscendoci benissimo…
Era il momento del tocco
finale, si disse: la fretta!
“Sai, rendo la cosa più
divertente: un bel conto alla rovescia!”
“C-c-cosa?!?!?”
“Conto fino a dieci e al
dieci faccio partire i miei spuntoni di ghiaccio. Prendi una decisione entro
allora. Ah, un appunto, io conto molto veloce!”
“Dannazione! Dannazione! Dannazione!”
“Bisogna essere sempre
pronti ad ogni evenienza, e avere non solo il sangue freddo per non lasciarsi
andare alla disperazione, ma anche l’istinto e il coraggio per decidere in
fretta, anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita con le
conseguenze della propria decisione.”
I loro sguardi si
incrociarono.
“Tu manchi di entrambe.”
I denti di Henry
cominciarono a battere. Il suo volto era tornato una corrugata maschera di angoscia.
“Dieci… nove…”
Mise le mani tra i capelli
e gemette forte.
“Otto… sette… sei…”
incalzò lui.
Con le lacrime agli occhi
e gli effetti della pozione ormai scomparsi, Henry, in vantaggio fino a pochi
minuti prima, era in crisi totale: il suo potere era parzialmente inutile, la
sua capacità di ragionare offuscata dal contare di Gray e dai mille pensieri
che era riuscito sapientemente ad ammassargli nel cervello.
E più che la paura, a
demolirlo era il senso atroce del dubbio, l’incombenza del pericolo pronto a
piombare su un individuo in quel momento assolutamente incapace di fare una
scelta senza vagliare i pro, i contro, senza il coraggio di accettarla.
“Cinque… quattro… tre…”
<< Che faccio? Che faccio? CHE
FACCIO?! >>
“Due…”
Henry emise un verso stridulo, come un animale ferito…
Gray strinse i denti,
furibondo: “DECIDITI, IMBECILLE!”
L’urlo si sostituì per un
attimo a tutto il resto.
“UNO!”
È terribile essere me!
Ci sono persone che di carattere sono ansiose e apprensive. Ma
dubito che ce ne siano altre in giro come il sottoscritto…
Sin da piccolo sono sempre stato così, timoroso di tutto,
delle conseguenze delle mie scelte e di quelle altrui, di ciò che mi poteva
accadere. È normale aver paura che dall’armadio o dal buio possa uscire un
mostro quando sei un bambino. Ma non è normale a vent’anni non riuscire a
dormire la notte per timore di aver lasciato aperto il rubinetto: una volta mi
alzai per controllarlo per 46 volte in una notte sola!
La mia vita è uno stress continuo. Questa mia indole mi
impedisce di conquistare la considerazione altrui, di realizzare gli obiettivi
che mi pongo!
A scuola tutti mi prendevano in giro spaventandomi
all’improvviso per vedere come sobbalzavo e correvo a nascondermi
nell’armadietto… Quando sono cresciuto hanno cominciato a sfottermi dicendo che
se non mi calmavo sarei rimasto calvo in fretta… Quando ho cercato di entrare
alla scuola di medicina mi hanno rifiutato: chi mai vorrebbe farsi fare un
iniezione da uno a cui trema la mano anche quando firma per paura di uscire
fuori dai bordi?
Quando allora provai ad entrare in una gilda, grazie alla mia
magia, venni cacciato via a pedate: non c’era missione in cui non mi rivelassi
inutile. Ogni volta c’era da combattere o da elaborare piani andavo nel pallone,
e a farne le spese erano anche i compagni.
Quando mi sono dichiarato alla ragazza che mi piaceva… ho
avuto un collasso e sono svenuto… Ovviamente non ha più voluto vedermi: troppo
schizzato, e aveva ragione…
Non è colpa mia! È questa la mia natura! Che colpa ne ho io?
Poi Oberon ha iniziato a imparare l’arte delle pozioni, e da
buon amico pensò subito a me.
Senza pretendere nulla in cambio, iniziò a fornirmi alcune
boccette alla settimana di pozione calmante. Ero entusiasta: scoprì un lato di
me stesso che mi piaceva! Che poteva avere successo!
Purtroppo gli effetti della pozione erano solo temporanei,
come mi accorsi quando tentai nuovamente di dimostrare di essere in grado di
fare un’iniziezione… Oberon purtroppo non poté fare più di così. Si sentì molto
frustrato, ma io lo ringraziai comunque per i momentanei periodi di pace che
grazie a lui potevo godermi.
Poi, un giorno, mi disse che aveva intenzione di mettersi
sulle tracce delle pozioni di suo nonno, il geniale mago alchimista Oliver, e
mi chiese di aiutarlo.
In cambio, mi giurò che, con le conoscenze che avrebbe
acquisito, avrebbe fatto in modo da rendere gli effetti della mia pozione
permanenti.
In quel modo non sarei mai più stato stressato! Addio tic!
Addio tremori! Benvenute pace, serenità, rispetto, donne, sogni! Sarei stato
finalmente la persona che avevo dentro di me! Il mio vero me! Senza contare che
i miei capelli avrebbero finalmente smesso di cadere così numerosi!
Quest’avventura era la mia occasione.
Per non sbagliare mi sono portato dietro una buona scorta di
pozione (anche se ne ho bevuta parecchia durante il viaggio per il timore che
il treno deragliasse e altre piccole cose…); se ci sarebbe stato da combattere,
lo avrei fatto, sicuro che se fossi stato il me stesso tranquillo e razionale,
sarei riuscito a farmi valere.
Invece ho finito col farmi mettere nel sacco, e a farmi sbeffeggiare dal mio
avversario, tutto perché gli ho concesso troppo…
E perché ora, accidenti a me, sto ancora pensando a tutte
queste cose, e non riesco a capire cosa fare, a chi dei due me devo rivolgermi…
Tutto quello che volevo era smettere di tremare, per vivere in
maniera almeno decente…
Ma se ora non mi scuoto come si deve, non vivrò oltre…
Henry gridò.
Una mano scattò.
Inclinò gli spuntoni che
aveva giusto dinanzi a sé affinché sporgessero all’infuori.
Saltò su di essi, come su
di un trampolino di lancio e saltò con tutta la disperazione che aveva in
corpo, mentre il fortissimo rumore delle lance di ghiaccio che cadevano nel
punto dove era stato fino a un attimo prima gli squarciò i timpani.
All’apice del salto il suo
cuore batteva all’impazzata, il tempo sembrava essersi fermato! Ma ce l’aveva
fatta!
Il tempo di abbassare gli
occhi, umidi per lo spavento, e poté vedere il pugno chiuso di Gray, balzatogli
incontro, un attimo prima che si schiantasse sul suo naso, colpendolo al volo!
“URRRRRRRRRRRYA!” gridò il
Fairy Tail affondando le sue nocche nel suo viso già scavato dalla magrezza.
Henry fece un lungo volo,
evitando le migliaia di frantumi di ghiaccio prodotti dallo scattare della
trappola di Gray: il nervosetto finì il suo volo infinito contro la parete alle
sue spalle. Il pugnale, che fino a quel momento era rimasto nella sua mano,
volò via anch’esso, lontano da lui, col manico totalmente fradicio del suo
sudore freddo.
Gray atterrò in piedi e
sospirò.
“Urgh…” Henry tentava di
risollevarsi, facendo leva sui gomiti e aiutandosi col muro dietro la schiena,
ma il colpo era stato fortissimo: sanguinava dal naso ed era frastornato.
Gray gli arrivò a un metro
di distanza, sovrastandolo: i suoi pettorali scoperti si gonfiavano al ritmo
del suo respiro affaticato, facendolo sembrare ancora più inquietante.
Henry lo fissava, ansante
anche lui e più di lui; stringeva i pugni, le labbra leggermente aperte e
scosse da tremiti non articolavano suono, si sentiva solo il sibilare e
rantolare del suo respiro veloce.
“Visto? Hai agito di
scatto e sei riuscito a salvarti… Anf… Avere tanta adrenalina in corpo e
preoccuparsi per le cose non è un male.. Anf… se ti aiuta a decidere in
fretta.”
“Anf… anf… anf…”
Gray ripensò
all’avversario che era stato e a come lo aveva ridotto. Sorrise pensando di
essere riuscito a togliergli l’arroganza, tra l’altro non sua, che quella calma
innaturale dovuta alla pozione gli faceva trasmettere.
Ci pensò un attimo, poi
disse, non come scherno a uno sconfitto, ma come vivo consiglio: “Pensare
troppo e prendersela comoda può far molto male.”
Si conclude così la
battaglia tra due campioni di scaltrezza e sangue freddo, che vede come
vincitore il nostro Gray. Malgrado il carattere dei due, il finale è stato
proprio al cardiopalma, vero? XD
Per uno scontro così
ragionato e organizzato ho pensato bene di dare una risoluzione che facesse
battere il cuore a mille! Spero vi sia piaciuta! ^__^
Prima di salutarvi e darvi
appuntamento alle prossime entusiasmanti battaglie, vi do da leggere la prima
delle schede che vi ho promesso sui miei OC di questa fic.
La prima è proprio sul nostro illustre sconfitto Henry, che spero sia entrato
un po’ più nel vostro cuore ora che molto di lui e delle sue ragioni è stato
svelato.
LE SCHEDE DEGLI OC DI QUESTA FIC!
Nome: Henry Shakeill
Derivato da: Per
il suo nome mi sono ispirato al famoso Dottor
Henry Jekyll del romanzo di Stevenson, come richiamo alla sua
“doppia”
personalità. Il suo cognome (pronunciato “Shékill)
è ovviamente rielaborato:
“Shake” è l’inglese per “tremare”,
“scuotersi”, mentre “Ill” vuol dire
malato…
Insomma, malato di tremolio! XD Ovviamente un accenno al suo non saper
controllare il proprio nervosismo e ai suoi tic.
Età: 20 (ma ne dimostra di più perché a causa dello stress se li
porta male…)
Capelli: Castano chiaro (più qualcuno ingrigito o in caduta per motivi
già citati…)
Occhi: Blu
Descrizione fisica: Alto e longilineo, molto slanciato, faccia alta e
allungata. Non ha molti muscoli, ma in compenso è agile e veloce. Il volto è
leggermente scavato, e solcato da occhiaie nella forma “stressata”. Nella forma
“rilassata” i capelli sono ordinati, il viso più disteso e gli occhi meno
strabuzzati, più socchiusi, seri e determinati.
Vestiario: Indossa guanti bianchi alle mani (richiamo ai
dottori come il personaggio a cui è ispirato, anche se non sono quelli di
lattice dei dottori veri), una camicia bianca con le maniche sbottonate (trema
troppo per abbottonarsele), un fazzoletto di seta intorno al collo a mò di
bavero, un pantalone nero, una cintura in cui ripone coltelli e pozioni.
Magia: Il nome della sua magia è “Stressor”, derivante dalla parola
“stress”, che forse non tutti sanno è un termine che originariamente indicava
la capacità di un metallo di resistere a una sollecitazione prima di spezzarsi,
e che ancora oggi può significare “sottoporre a tensione”, “piegare”… E piegare
è appunto ciò che fa la sua magia! È in grado di rendere flessibile qualunque
oggetto (non gli esseri viventi), e tutto ciò che piega non si spezza per
quanto rigido sia (lui invece, nervoso com’è, si spezza di frequente!). Può
deviare con tale potere i colpi diretti verso di lui o trasformare gli oggetti
che lancia (entro certi limiti) in dei veri e propri boomerang. Tuttavia, come
avete visto nel capitolo, questo grande potere ha anche dei punti deboli, ma
chissà che un giorno lui non riesca a svilupparlo e rendere la sua magia ancora
più micidiale!
Background: Amico di vecchia data di Oberon: gli ha promesso
che renderà la sua pozione calmante (che già lui gli prepara) permanente negli
effetti, in modo da poter vivere in ogni momento nella sua forma tranquilla,
che lui ritiene essere la sua vera personalità. Desiderava fare il medico o il
mago o entrambe le cose, ma il suo carattere timoroso lo hanno allontanato da
tutti i suoi sogni: conta di realizzarli non appena Oberon manterrà la sua
promessa, cosa di cui è assolutamente certo. Il rapporto con gli altri membri
del gruppo è ugualmente buono, in particolare invidia un po’ Sybille per il suo
zelo incrollabile… Visto il suo rapporto stresso con Oberon si considera alla
stregua di un vice capo e si rapporta agli altri, che gli riconoscono comunque
un ruolo preminente nel gruppo, come fosse un superiore, più evidentemente
nella forma “rilassata”.
Gli piace: La musica classica, i sonniferi, la medicina
Non gli piace: Gli spaventi improvvisi, i rumori forti, i fuochi
d’artificio (teme possano nascondere eventuali vere esplosioni…)
Curiosità: Nella fic è il primo nemico che viene visto in
azione quando caccia Natsu, Gray e Gazille dall’archivio pozioni piegando il
pavimento tanto da farli rotolare fuori.
Piaciuta la scheda? Se
avete altre domande su di lui fatemi sapere pure! XD Se riesco a disegnare
qualcuno di questi OC non mancherò di farveli vedere! ^__^
Al prossimo capitolo e alla prossima scheda!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPPS: VIVA L’ITALIA ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Chi ama non cede! ***
Lionel
Ancora una volta ciao a
tutti, cari lettori! ^__^ E ancora una volta scusate il ritardo! XP
Con i corsi, se prima
riuscivo bene o male a rispettare la scadenza autoimpostami di un capitolo al
week-end, ora mi riesce un pochino più difficile… Spero solo che questi ritardi
non mi facciano perdere letture XP Non mi dimenticate, cari lettori, che se
smetto di aggiornare ve lo dico, quindi tenetemi d’occhio! XD
Avanti ora col nuovo
capitolo! I combattimenti vi stanno piacendo? Perché ne sono in arrivo altri,
però non sono quelli, e credo questo che state per leggere soddisferà anche
quelli di voi più sentimentali! ^__^ Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
La pace regnava di nuovo
sovrana nel grande salone, che malgrado la battaglia non aveva quasi subito
danneggiamenti.
Il silenzio e il vasto
ambiente vuoto facevano sì che i forti e ravvicinati respiri dello sconfitto si
sentissero fin all’altro capo della stanza.
Henry Shakeill era seduto
a terra, spiaccicato contro la parete, e Gray, a due passi da lui lo fissava
dritto negli occhi, vitrei e irrequieti. Il finale dello scontro aveva svuotato
la sua mente per qualche istante, ma ora si sentiva la testa pulsare
ferocemente. Mentre il vincitore lo soverchiava con lo sguardo, nella sua mente
si stringevano il dolore del colpo subito, il bruciore della sconfitta,
l’angoscia di essere alla mercé del nemico e l’attesa snervante della sua
prossima mossa, la vaga speranza di riuscire ancora a cavarsela, a continuare a
battersi in qualche modo.
“Anf! Anf! Anf! Anf!”
Continuando ad ansimare
come un cane affaticato, frugò freneticamente la sua cintura e il marsupio, in
cerca di altra pozione.
“Anf! Anf! No…”
Percepì al semplice tatto
la vuotezza delle ampolle di vetro che gli erano rimaste: erano vuote, si erano
frantumate nella caduta; e lui, per lo shock, neanche si era reso conto degli
schizzi di liquido che macchiavano pavimento, camicia e pantaloni. Perlomeno
non si era ferito coi cocci.
“Anf! No! No! No!”
“Sei rimasto senza scorte?
Non è il caso di farne un dramma comunque. Allora, ti arrendi?” domandò Gray
Fullbuster.
Henry si voltò di scatto
verso di lui. Che altro gli restava da fare in quella situazione pietosa? Se al
massimo delle sue capacità non ce l’aveva fatta, che speranze aveva ora che a
malapena riusciva a respirare in maniera decente? Forse, per essersi fatto
fregare così, meritava di trovarsi lì, col sedere per terra.
“Anf! Anf! Anf! Anf…”
“T-t-t-ti aiuterò! Ti aiuterò senz’altro!”
Oberon appoggiò entrambe le mani sulle sue spalle: “ Ah ah!
Grazie! Sapevo l’avresti fatto!”
“C-c-c-così sarò in grado di ripagarti!”
Oberon restò spiazzato: “Ripagarmi? Ti sbagli, Henry: potrai
ringraziarmi davvero quando ti avrò liberato completamente dal tuo stress
incontrollabile.”
“N-non importa se la tua pozione è permanente o no, hai
comunque fatto tanto per me! Stavolta… stavolta ti aiuto io, si! Così anche i
tuoi guai saranno risolti! I guai di entrambi saranno risolti!”
Henry inspirò fortissimo e
ingoiò l’aria.
Gray si mise subito sul
chi vive.
Henry si mosse velocissimo
e accompagnò quel lancio disperato con un grido, affinché gli desse forza.
Gray creò velocemente un
Ice Shield senza sprecarsi a chiamare il nome della magia.
CRASH!
<< Che roba è? >> si domandò Gray,
udendo l’impatto contro il suo scudo come di un qualcosa di frangibile. Alcuni
schizzi di liquido erano finiti sui suoi pantaloni e sulle sue spalle.
Riaprì gli occhi: vide a
terra dei frammenti di vetro, e la faccia dello scudo rivolta al nemico
macchiata della sua pozione azzurrina, che ora stava lentamente colando a
terra, mentre questi, ancora col braccio allungato lo fissava coi denti bene in
vista, sebbene ancora un poco ansante.
“E così ne avevi
dell’altra.” mormorò facendo scomparire lo scudo.
“Anf! Anf! Anf! Non mi
arrendo! Come avrai capito…”
L’ultima pozione
rimastagli, stavolta per davvero, l’aveva appena utilizzata: della boccetta che
aveva aperto a metà dello scontro, e alla quale aveva ancora attinto quando si
era ritrovato nella trappola degli spuntoni di ghiaccio, era rimasta ancora una
piccola quantità, poco meno della metà; ed era ancora intatta, perché dopo
averla stappata non l’aveva riposta alla cintola, ma in una tasca interna della
sua camicia, in modo da poterne attingere più velocemente..
Henry se ne era ricordato,
e di getto aveva pensato di riporre in lei le sue ultime speranze di sconfiggerlo.
Gray si sentì sopraffare
come da un leggero senso di sonnolenza: << È la stanchezza? O forse è quel poco di pozione rilassante che mi è
finito addosso? Forse entrambe le cose… Se mi fossi lasciato prendere in pieno mi
sarei disteso a tal punto da non riuscire più a combattere. >>
Invece gli era andata
tutto sommato bene. Il povero Henry aveva invece fallito col suo ultimo improvvisato
asso nella manica.
“Complimenti… stavolta hai
agito di puro istinto, e a momenti mi prendevi. Ora però, da bravo, metti da
parte lo spirito combattivo, questo scontro è già finito.”
“N-n-no! No, e no!”
Il gracile stecchino si
rimise in piedi, gonfiando il petto ad ogni respiro, facendosi grande e
minaccioso. I tremori erano spariti… al massimo qualche piccolo tic all’occhio!
“Dipendesse da me, a
questo punto potrei anche andarmene…”
Pazienza per la sua
pozione della calma dagli effetti infiniti. Dopotutto non gli era servito tutto
quel bel sangue freddo per battere il suo avversario, anzi, gli si era anche
rivoltato contro.
“Ma Oberon deve ottenere
ciò che cerca! Per lui… devo continuare a combattere!”
La prima cosa che Gray
notò in lui fu, sorprendentemente, la genuinità di quelle parole; proprio perché
venute fuori dalle sue labbra senza un attimo di esitazione, senza pensarci.
Semplici e temerarie,
persino folli viste le condizioni in cui versava. Finalmente quel tipo si
decideva a fare di testa sua, liberamente!
“Umpf! Bene allora.”
“Eh?”
Gray gli diede le spalle e
fece qualche passo. Poi lo fronteggiò di nuovo, ponendosi nella sua classica
posa.
“Fatti sotto allora. E non
starci a pensare troppo.”
“……”
La combattività sparì
qualche secondo dal volto teso di Henry.
Poi scosse il capo, smise
di pensare, e, semplicemente, esplose!
“GYAH!”
Estrasse un coltello e si
lanciò contro il mago dei ghiacci, che lo aspettava immobile e pronto; era
l’ultimo che gli era rimasto.
Con un grugnito, Henry
cercò subito di colpirlo come lo ebbe a portata, e Gray si difese generando una
spada di ghiaccio.
In un attimo Henry aprì il
palmo della mano libera, piegando la spada di Gray in fuori, scoprendolo
completamente.
Gray fece un passo
indietro, mentre Henry, ancora senza pensarci, richiuse il pugno dell’altra
mano e fece partire un gancio di pura furia.
“GRRRRAH!”
Una sensazione nuova: la
battaglia vera, che ti stressa, ti sveglia, ti scuote, ti rende spaventato, ti
rende rabbioso, ti annulla i pensieri, ti stressa, ma è per il tuo bene.
Ti fa solo andare avanti,
e colpire!
Il pugno di Henry venne
parato da Gray con una mano aperta.
Un attimo dopo, davanti il
palmo del Fairy Tail c’era un grosso blocco di ghiaccio rettangolare, e il suo
nemico congelato all’interno.
Aveva avuto un attimo per
restare sbigottito, a giudicare dall’espressione che aveva in quel gelido fermo
immagine del momento in cui si era lasciato trascinare anziché frenarsi: col
pugnale stretto nella destra, e col pugno sinistro che ancora puntava il nemico
che né da calmo né da teso era riuscito a sopraffare.
Gray fece un passo
indietro, ammirò un attimo il risultato e tirò un sospiro di sollievo.
“Bella mossa comunque.”
Avvertì un leggero torpore alle gambe, come se lo stessero gentilmente
invitando a prendersi un po’ di riposo.
Le ascoltò, sedendosi per
terra menando un secondo sospiro. Anche lui ora aveva un bel fiatone: malgrado
non fosse stato colpito quasi mai aveva dovuto usare parecchia magia.
“Beh, credo mi riposerò un
po’ anch’io… uff… Tu raffredda i bollenti spiriti intanto che sei lì dentro,
ok?”
“………”
Nell’ala opposta,
nell’altro salone grande, una parte di muro alla destra del camino, era da poco
fragorosamente venuta giù. L’onda d’aria era passata dal corridoio alla porta
sul lato sinistro della sala, ed entrata era corsa dritta dinanzi a sé fino al
primo ostacolo. L’urto aveva provocato un’apertura nel muro alta più di tre
metri e anche parecchio larga, parzialmente coperta dai detriti, dalla quale si
arrivava direttamente nel giardino posteriore.
La luce del sole penetrava
forte dall’esterno, appoggiandosi un po’ qui un po’ là sui volti e sui corpi
delle tre maghe e della exsheed bianca. Quei bagliori in poco tempo fecero loro
riaprire gli occhi.
“State tutte bene?” chiese
Levi quando si fu tirata un po’ su sulle braccia.
Lucy si tolse via alcuni
pezzi d’intonaco dai capelli: “Io sto abbastanza ok…”
Poco più in là sul cumulo
di macerie, anche Wendy e Charle stavano riprendendosi: “Stiamo bene… Nonostante
la botta stiamo bene.”
Levi guardò il giardino
inselvatichito attraverso la breccia, facendosi abbagliare dal sole: l’attacco
di Wendy era stato rigettato loro contro abbastanza forte da demolire un muro,
ma alla fine nessuna di loro si era ferita.
“L’aria avrà colpito la
parete prima di noi e poi avrà fatto come da cuscino.” –provò a spiegare Wendy-
“Per questo non siamo state scagliate là fuori e non ci siamo fatte male…
troppo male, ohi…” finì carezzandosi un braccino.
Lucy diede una mano a
Levi, aiutandola a rialzarsi.
“Ma perché?” chiese la
maga lettrice.
“Già, avrebbe potuto
metterci tutte ko facilmente.”
“Uh uh uh! Avrei potuto
effettivamente!”
Le quattro scattarono
verso la porta da cui erano entrate, o meglio, volate, dalla quale Evelyn stava
sfilando trionfante, come su una passerella di alta moda, ancheggiando e
ridacchiando.
“Ma non potevo certo
permettere che la mia piccola Charle si facesse male. Visto come mi preoccupo
per te, Charluccia?”
Wendy subito fece scudo a
Charle col proprio corpo.
“Dai, lasciale perdere e
vieni con me. Io non sono mica cattiva: se ci tieni tanto, se ti arrendi e
vieni qui dalla sottoscritta lascerò andare via quelle tre mocciosette senza
infierire su quanto siano infantili e demodé loro vestiti.”
La prima reazione di Lucy,
Wendy e Levi fu quella di controllare il proprio abbigliamento… Poi si resero
conto che non era il momento e tornarono a guardar storto Evelyn.
“Ehi, brutta antipatica,
abbassa la cresta! Per questo bel visino anche i draghi cadono ai miei piedi!”
gridò Lucy.
“Ti piacerebbe!” ringhiò
Wendy tirandole un calcetto dietro la caviglia!
“E per inciso i miei
vestiti sono splendidi!” disse Lucy, che vestiva una maglietta senza maniche
azzurra e bianca che lasciava scoperto l’ombelico e un jeans corto.
“Umpf, cresci! Porti
ancora un fiocco rosso tra i capelli, ma quanti anni hai?”
“GRRRR! E tu allora? Te ne
vai in missione coi tacchi alti e in abito da sera, sei qui per combattere o
per fare salotto?”
“Ignorante! Questo è un
capo firmato e ho tutto il diritto di sfoggiarlo quando mi pare, specie per
rimettere al loro posto le marmocchie ochette come te!”
Levi e le altre tre
intanto passavano con la testa dall’una all’altra, assistendo silenziose a quel
siparietto.
“Sei tu che devi stare al
tuo posto, smorfiosa! Non ho nulla da invidiarti!”
“Eccetto i capelli, le labbra, il viso, gli occhi, i vestiti, il potere magico,
lo charme e tutto il resto!”
“Basta così! Ti faccio vedere io!”
Levi le prese un braccio:
“Aspetta Lucy! Hai visto prima cos’ha fatto con Wendy! Dovremmo…”
La biondina però, con
l’altra mano andò subito al suo fido portachiavi: “Tranquilla, Levi, me ne
sbarazzo io!”
Fece un saltello,
scendendo giù dalla montagnola su cui si trovava per atterrare su una più
bassa, con Levi dietro che inutilmente cercava di trattenerla!
“Apriti, porta del Palazzo
del Toro Dorato! TAURUS!”
Dal nulla, davanti le due,
comparve, pronto come sempre, lo spirito stellare della seconda costellazione
dello zodiaco!
Evelyn si portò le mani
sulle guance, scherzosa: “Uh, una mucca! E che mi farà? Mi tirerà addosso
secchiate di latte?”
“Sono un toro, non una
mucca!” –rispose lo spirito- “Tra parentesi… belle mammelle…”
Lucy sospirò: “Uff… Si,
Taurus, lo so, ma non è il momento, ok?”
Taurus mandò un imbarazzato colpetto di tosse per interromperla e poi indicò
Evelyn.
“Veramente, parlavo di quelle mammelle.”
Evelyn rise a crepapelle:
“Ti si è già rivoltato contro prima ancora di iniziare!”
Lucy arrossì… di rabbia!
“QUESTO È VERAMENTE
TROPPO!”
Persino lo spirito più maniaco
in suo possesso, della cui passione per le mammelle si era sempre lamentata…
Ora le preferiva quella smorfiosa in abito rosso?! Era una faccenda personale
ormai!
“Taurus, all’attacco!”
“Agli ordini!”
Il toro imbracciò l’ascia
e iniziò a coprire di corsa i metri che separavano la breccia dalla metà del
salone, dove Evelyn si era fermata, tenendosi a distanza.
“Ora Taurus ti farà
passare la voglia di vantarti!”
“MUUUUUUHHH!!!”
“… Umpf!”
Socchiuse gli occhi,
poggiò le mani sui fianchi, inclinandoli un po’ in maniera caliente… e poi
rivolse allo spirito un occhiolino.
“MUH?!”
Taurus si frenò con gli
zoccoli sul pavimento e lasciò cadere l’ascia.
“SIETE VERAMENTE
MUUUUUUUUOLTO BELLA, SIGNORINA!” esclamò con gli occhi a cuoricino.
“Taurus, ma che
combini?!?! Basta coi complimenti, attaccala!” strillò Lucy con le mani tra i
capelli.
“Temo che non si tratti di
quello stavolta…” disse Levi al suo fianco.
Evelyn, ammiccante, si
avvicinò al toro, immobile a guardarla con gli occhi a cuoricino, indicando con
elegante nonchalance le due ragazze con gli occhi sgranati dietro di lui
ordinò: “Sbarazzati di loro, per favore.”
“CON MUUUUUUOLTO PIACERE!”
Raccolse l’ascia e caricò
in direzione opposta!
“Di nuovo?!” esclamò
Charle, che seguiva da più dietro la scena insieme a Wendy.
Levi e Lucy sbiancarono:
“AAAAAAAAAAHHH!”
Le due si lanciarono a
terra, una a destra e l’altra a sinistra, mentre il filo dell’ascia di Taurus
piombava di netto tra loro due!
“Lucy, attenta!”
Lucy alzò gli occhi e vide
Taurus, gigantesco sopra di lei, levare in alto l’ascia gigantesca sopra la
testa.
“Apriti, porta del Leone!
LEO!” urlò come una preghiera agitando una seconda chiave d’oro.
L’ascia stava già
cominciando a scendere quando incontrò sul suo cammino una luce fortissima,
come un piccolo sole ardente apparso dal nulla. La piccola stella si frammentò
in un esplosione di luce e Taurus venne fatto volare via come una piuma.
Loki, vedendo che era
stato capace di atterrare in piedi, compì uno scatto e provvide infine a
stenderlo ko con un secondo pugno.
“Scusa, amico.” fece il
leone, contento che finalmente la sua amata padrona l’avesse evocato di sua
spontanea iniziativa!
Il toro guerriero, urtata
la parete, iniziò a scomparire, rivolgendo intanto un salutino alla rossa:
“Arrivederciiiiii…”
“Ciao ciao!” rispose
quest’ultima con un sorrisino.
Levi si rialzò: “Ha
rivoltato contro anche Taurus.”
Loki galantemente aiutò la
propria padrona, la quale si mostrò scettica: “Mah, francamente Taurus, mi
sembra capace di una cosa del genere…”
Dopotutto non era un
mistero per nessuno la sua passione per le mammelle grandi…
“Ma vediamo come te la
cavi con Loki! Dacci dentro!”
“Si!”
“No, aspetta!” gridò Levi,
ancora una volta inascoltata.
“Non so che hai fatto a
Taurus, ma su di me non funzionerà!”
Nel pugno destro si formò una piccola
aura a forma di leone ruggente, potente ma contenuta (era pur sempre una
signora…).
“Uh, quest’altro spirito
invece è carino…”
Si chinò leggermente e
sollevò un poco un lembo dello spacco del suo vestito, facendo ammirare una
sottile, slanciata, ed estremamente sexy gamba allo spirito stellare.
Loki piantò i piedi come
su una zattera di colla…
“Non farmi del male,
carino…” –pregò la rossa con finta paura- “Attacca loro piuttosto.”
Si girò…
Lucy restò a bocca aperta:
“Ha gli occhi a cuoricino anche lui!”
“Ogni tuo desiderio è un
ordine!” disse con un sorriso e uno sguardo scimunito.
Charle si sbatté una
zampetta in fronte: “Magnifico, ora abbiamo contro Loki!”
“Ti avevo detto di
aspettare!” la rimproverò Levi.
“Umpf, zitta, tu vuoi
rubarmi Gazille!”
“Non è vero! Sigh! Sapevi che poteva in qualche modo rivoltare gli attacchi:
affrontarla senza un piano o frettolosamente ci avrebbe solo provocato altri
guai… e infatti è stato così purtroppo…”
“Uh uh uh! Ho vinto! Ho
vinto! Ho vinto un bel figo in giacca e cravatta: adoro gli uomini col buon
gusto!”
Anche Lionel ce l’aveva a
onor del vero… ma per via della linea a Leo-Loki quell’abbigliamento donava
molto di più!
“Se posso esprimermi,
madame, lo possedete anche voi: il vostro vestito è superbo!” si complimentò lo
spirito con una mano sul cuore.
“Kyaaaaah! Già lo adoro
questo tipo!”
Lucy deglutì. Prima Taurus
e ora Leo: gli spiriti che, chi in un modo, chi in un altro, erano i suoi fans
più accaniti erano passati da Evelyn senza un attimo di esitazione. Proprio
loro... Quel tradimento le fece sentire una stretta al cuore.
<< E tutto perché quella maledetta ha fatto un
occhiolino o ha mostrato un po’ di coscia? >> pensava Lucy tremando,
non riuscendo a capacitarsene.
Se solo avesse dato retta
a Levi; si sarebbe risparmiata un simile strazio.
Evelyn, tutta gongolante,
saltellava e batteva le mani: “Adesso è arrivato il momento in cui spiego il
mio potere, vero?”
“… Beh…”
Batté le mani e saltellò
ancora più allegramente: “Uh! Che bello! Che bello! Che bello! Finalmente tocca
anche a me questa parte!”
<< Ma contro chi stiamo combattendo?
>> pensarono le Fairy Tail.
“Che emozione, mi sembra
di stare in un film, e poi mi piace tanto parlare di me, veramente tanto!”
“Eh, già…” fecero le altre
in coro…
“Dovete sapere che la mia
magia è una variante dell’incantesimo Charme, che come sapete è in grado di
affascinare le menti e i cuori delle altre persone, rendendole ben disposte nei
nostri confronti. Ebbene, la mia magia di Charme non funziona sulle persone, ma
sugli incantesimi altrui!”
“Sicura che con Taurus non
siano bastate le mammelle?” intramezzò Lucy con scetticismo…
Il soffio di drago di
Wendy, gli spiriti stellari di Lucy… Qualunque cosa le venisse lanciata contro
poteva essere da lei riusata e manipolata a piacimento.
“Umpf, del resto, a che mi
serve usare lo charme sulle persone? È come lo avessi incorporato visto quanto
sono bella e brava, no?”
Ogni occasione era buona
per vantarsi, e a loro toccava pure starla a sentire!
Evelyn guardò Loki con un
sorrisetto: “Chissà, magari sarei riuscita a portare questo fotomodello dalla
mia parte anche ricorrendo soltanto al mio fascino!”
“NON DIRE IDIOZIE! Non l’avrebbe mai fatto!”
Evelyn fece spallucce: “Come si vede che sei piccola e ingenua: è un maschio.
Va dove sta la bellezza, e io sono più bella di te. Non è vero?”
“Verissimo.” annuì Loki
con sicurezza..
“Anche ammesso che fosse
vero (e non lo è!) se davvero pensi che senza i tuoi trucchi avresti potuto
irretirlo sei completamente tonta!”
“Eh?! Ma come osi?! Leo, Loki, o come cavolo ti chiami, spazzala via!”
“Con piacere, madame.”
Lucy non si mosse dal suo
posto anche vedendo Loki far rilucere i pugni e guardarla minaccioso di sbieco
agli occhiali da sole.
“Lui non mi abbandonerebbe
mai per te! Lui mi… Lui mi…”
Leo si fermò, come interessato a sentire il resto.
Evelyn restò sbalordita.
Lucy ci pensò su,
guardandosi intorno nervosamente, poi riuscì a dire: “Lui tiene a me.”
Evelyn cambiò del tutto
espressione: “… Per caso siete innamorati?”
Levi alzò gli occhi: “Beh…”
“ZITTA, LEVI! IO AMO SOLO
GAZILE!”
Lucy si abbassò un attimo
dopo per evitare il gancio di Loki.
“AAAAAHH!”
<< Non ha gradito… >>
Aveva le lacrime agli
occhi dal forte spavento, ma i pugni di Loki non brillavano più e sembrava si
muovesse con difficoltà, controvoglia.
“Lucy… Chiudi la mia
porta… Chiudila, presto!”
“S-si!”
La bionda agitò la sua
chiave e Loki iniziò a dissolversi, salutandola con un: “Buona fortuna!”
<< Incredibile! È la prima volta che un
incantesimo su cui ho usato lo Charme fa resistenza. E poi era ancora sotto il
mio controllo, ma l’ha fatto sparire: chissà che tipo di incantesimo era quel
tipo? >>
Evidentemente, uno
spirito, per quanto controllato, aveva comunque un proprietario, e se questi lo
richiamava indietro forzatamente, non c’era incantesimo di Charme che tenesse.
Tuttavia questo significava che tutti gli spiriti di Lucy erano inutilizzabili,
e non solo loro, ma tutte le magie di cui disponevano!
“Beh, almeno non abbiamo
più Leo contro.” disse Wendy, avvicinandosi alla biondina.
Le quattro di Fairy Tail,
scese dalle macerie, col sole a brillare alla loro spalle, si disposero di
fronte ad Evelyn, tenendosi comunque a distanza.
“Per caso tu piaci a quel
tipo?” chiese Evelyn curiosa.
“Si, ma… non mi importa. È Gazille che amo!”
“Ma io lo amo di più!”
“Wendy, ti prego…”
“Ah, certo, l’Incanto
Cupidus. Quindi sei qui per averne un po’ da usare su di lui e farlo innamorare
di te, dico bene? Ti capisco, anch’io ne voglio.”
“Posso conquistarlo benissimo
senza. Non dicevi anche tu che col fascino si può tutto?”
“A parte che tu non ce l’hai…”
“MALEDETTAAAAAAAA!!!”
“Tsk! Sciocca! Col fascino
si conquistano gli uomini, ma non il loro amore!” disse, per la prima volta con
un tono serio.
Abbassò gli occhi: “Di
bellezza ne posseggo, e la bellezza riguarda anche i miei poteri magici in un
certo senso… Si, lo so che mi invidiate…”
<< Ma quando mai?! >>
pensarono le ragazze gonfiando la bocca arrabbiate.
“Ma sapete come si suol
dire, << La bellezza è una
maledizione >>, e nel mio caso è molto vero…”
“Tsk! Visto che sei
<< maledettamente bella
>>?” provò ad indovinare Lucy con sarcasmo.
Evelyn si accigliò: “Ti
dirò una cosa biondina, tu potrai pure essere innamorata, ma senza l’Incanto
Cupidus che garanzie avrai che quel Gazille ti amerà davvero?”
“Stai cercando di
convincerla a scegliere Loki perché già è innamorato?” –chiese Wendy- “Se è
così ti ringrazio!”
“Bah, lo stesso discorso
vale anche per lui!”
“Ma si può sapere di che
stai parlando?”
“Della storia della mia vita, sigh! È vero che di solito mi piace parlare di
me, però questa cosa mi rende tanto triste…”
“……”
Evelyn cambiò di botto,
tornando smorfiosa e ridanciana: “Ah! Quindi torniamo a noi! Mi date Charle?
Per favore!”
“TE LO SOGNI!” gridò
Wendy.
“Allora vi batto tutte e
me la prendo lo stesso, ih ih ih!”
“Evelyn…”
“YAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!” urlò la rossa quando Sybille, accanto a lei da
un attimo appena, l’aveva chiamata.
“?!?!?!?”
“Sy… Sy… Sybille!
Accidenti a te!” –sbraitò la fascinosa- “Quante volte ti ho detto che non devi
comparire così silenziosamente e così improvviso?! Mi spaventi, lo vuoi capire?!”
Sybille fece spallucce,
come gliene importasse poco.
Evelyn intanto tirò fuori
uno specchietto col portacipria e si passò in rassegna: “Sigh! Mi verranno le rughe,
povera me!”
“Ma chi è quella?” chiese
Levi.
“Io e Wendy la conosciamo!
È quella che ci ha attaccate!”
“E che stava per batterci… prima che Gazille arrivasse a salvarci.”
Le due, perfettamente
sincronizzate, chiusero gli occhi e sospirarono: “Ah, che fusto!”
“Wendy, per l’ultima
volta, Gazille non è un fusto! E devi stargli alla larga!”
“Tranquilla Charle, ci sposeremo solo quando sarò maggiorenne, va bene?”
“No!”
“Sei incontentabile, uffa!”
Levi intanto non perdeva
d’occhio Evelyn e Sybille approfittando del fatto che stessero perdevano tempo
in convenevoli; l’ultima arrivata in particolare era ferma a sorbirsi in
silenzio le frigne della compagna…
“E non fare quell’aria
strafottente come tuo solito! Nemmeno a te piacerebbe essere una rugosa!”
“Direi di no… Credo… Alla fine non penso sarebbe poi così importante…”
“Uff…” –sospirò Evelyn passandosi un po’ di cipria in volto- “Se solo ti
riguardassi un po’ più avresti molti più appuntamenti, sai?”
<< Quella tipa col codino è comparsa
praticamente all’improvviso. Avevamo gli occhi puntati su Evelyn eppure è stato
capace di arrivarle vicino silenziosamente e senza farsi vedere… >>
Lucy e Wendy avevano già
passato un brutto quarto d’ora contro di lei. Senza contare che quest’altra,
come avversario, sembrava decisamente più seria e temibile di Evelyn.
Stavolta non se la
sarebbero cavata in poca azione e tante chiacchiere…
Levi deglutì: “Accidenti!”
Quando sei nei guai sembra
che il tempo si dilati. L’attesa del fatidico momento in cui ti troveranno e ti
faranno al girarrosto dura un’eternità… A volte perché quelli impegnati a
cercarti si mettono a perder tempo nei modi più cretini!
Happy infatti, adocchiato
un mestolo, era saltato giù dalla spalla di Natsu e si era messo a
specchiarcisi e a ridere del suo stesso riflesso distorto.
“Bleaaaahh! Gnnnn!”
Non contento, prese anche
a vedere quanto buffa poteva venire la sua faccia se si metteva a fare le
smorfie!
Natsu ovviamente gli dava
corda!
“Ah ah ah, aspetta, provo
anch’io!”
Prese la prima pentola che
gli capitò a tiro, soffiò via la polvere, la lucidò col fiato e prese anche lui
ad offendere il tegame con le più variegate boccacce e pernacchie.
“Guarda questa Happy!
Bluaaaahh!”
La faccia di Natsu sulla
pentola si restrinse e si allungò, diventando come un lungo cetriolo! Poi si
fece largo, poi ancora lungo, e poi piatto, con una maestria frutto del tanto
allenamento coi cucchiai della gilda.
“Ah ah ah! Che buffo!”
rise il gatto rotolandosi su un tagliere per le verdure.
In tutto questo Lionel,
nascosto ormai a due passi da loro, si sentiva ancora peggio!
<< MA COME?! Si mettono a giocare invece di
venire a scovarmi?! Mi sottovalutano fino a questo punto?! >>
Va bene che ormai si era
rassegnato, ma così era troppo!
<< Sigh, come dargli torto? Coi miei poteri
magici ci ha giocato a palla! Oberon
ed Henry rideranno di me fino a spanzarsi quando lo sapranno, ammesso che
riesco a uscirne vivo… E tutto per fare colpo su Evelyn? Che mi è venuto in
mente?”
Che fame che aveva! Non si
era arrischiato ad aprire i grissini al sesamo per il timore di far chiasso
aprendo la bustina o masticandoli, ma oramai che gli importava? Per quanto ne
sapeva poteva essere l’ultima mangiata della sua vita…
Aprì il pacchetto. Mandò
giù un mezzo salatino con aria rassegnata, e prese a guardarsi lo stomaco, come
volesse seguirne il percorso dentro di sé.
<< Io non sono degno di lei, è proprio per
riuscire ad esserlo che sono venuto fin qui… >>
“Sono contento anche tu abbia deciso di essere dei nostri.”
–gli aveva detto rivolgendogli uno scintillante sorriso- “Quando troveremo
l’Incanto Cupidus potrai…”
“NO!”
Primo ed unico caso in cui aveva, seppur senza pensarci,
alzato la voce con Oberon.
“Io… non voglio l’Incanto Cupidus…” gli disse guardando
altrove, come imbarazzato, o come l’eventualità gli desse ribrezzo.
“E cosa vuoi allora?”
“Voglio solo… forza… forza di volontà! Solo quella, non voglio
nient’altro.”
“Se è ciò che ritieni ti serva d’accordo. Nella villa di mio
nonno troverò la formula e te la preparerò, hai la mia parola.”
“Grazie, Oberon! Grazie!”
Solo quella. Ciò che aveva
sempre desiderato.
La forza di non
arrendersi, di portare a termine i propri obiettivi, di far sì che le cose
vadano come vuoi tu, e che di certo quel Natsu aveva da vendere. Come invidiava
i tipi come lui!
Una pozione che gli desse
la determinazione di seguire finalmente una dieta senza sbandamenti o curve
troppo larghe, fermate al pit-stop o impantanamenti…
Sarebbe riuscito a
dimagrire, almeno un po’, e allora, e solo allora, sarebbe corso da lei a
dichiararsi.
Come avrebbe potuto
altrimenti? Riveriva troppo a quella meraviglia della natura per offenderla con
la dichiarazione di un arrendevole grassone fallito.
Assolutamente no. Sarebbe
andato da lei con qualche chilo in meno, e come qualcuno in grado, almeno una
volta nella vita, di raggiungere una meta.
E se avesse rifiutato, pazienza,
l’avrebbe capita, l’avrebbe accettato. Almeno come consolazione ci avrebbe
guadagnato un po’ di spina dorsale.
<< Bel programmino, si. Peccato sia saltato.
Spiacente Evelyn, mi sa tanto che
quei gatti dovrai andarteli a prendere da soli. >>
Ci sarebbe riuscita poi? Era
forte, ma i nemici che avevano di fronte erano straordinari. Se lei avesse
affrontato Natsu, come sarebbe finita?
“……”
Non voleva che i suoi
stupendi capelli rubino divenissero nero carbone…
Gli passò la fame.
Si guardò intorno e sentì
quella padella, sola da anni lì per terra, chiamarlo.
L’afferrò: << Al diavolo! Non avrò mai la forza di seguire
una dieta e non sarò mai degno di osare di dichiararmi a te, ma… al diavolo!
Finché posso, ci provo! >>
“Hop!”
Natsu saltò oltre uno dei
tavoli e, raggiunto da Happy, tornò ad ispezionare possibili nascondigli.
“Di sicuro è qui vicino.”
Vicinissimo. Lionel era
rannicchiato appena oltre il tavolato successivo, con una padella stretta forte
vicino il cuore; li sentiva muoversi, a momenti respirare, avvertiva la loro
sicurezza, provando invidia, rabbia… e preoccupazione, non più per sé stesso
però…
Erano vicinissimi. Appena
oltre, giusto lì dietro, a un passo.
Si alzò di botto!
“BANZAAAAAAAIIII!!!”
“EH!?”
“AYE?!?!?”
Saltò sul tavolo dietro cui era nascosto e poi saltò ancora, più alto di quanto
un sovrappeso possa mai sognare, levando alto lo spirito e la lucente padella.
Natsu aveva gli occhi
sgranati: sembrava volasse! Era davvero quello l’avversario di poco prima?
Il tempo di dilatò mentre,
sollevato da ali invisibili, il pallone-umano in giacca e cravattino giungeva
all’apice del balzo, pronto alla picchiata, atteso a terra dallo stupore dei
nemici pietrificati…
Ecco la gravità fare il
suo dovere, eccola sospingerlo nella battaglia ancora una volta, con tutto il
peso in eccesso che lui avrebbe fatto arma…
Eccolo arrivare, quando
fino a poco consumava piegato l’ultimo pasto!
Poi Natsu si scansò di un
passo a destra…
<< …… Oh, no… >>
SPLAT!
Il suo momento di gloria
si concluse col rumore di una torta caduta sul pavimento, sul quale era rimasto
impresso uno strano tatuaggio a forma di uomo grasso con una padella in alto
sopra la testa!
“……”
“… SIGH! SIGH! SIGH!”
Lionel Clyde si aiutò con
una mano per darsi la forza necessaria a scollare la faccia indolenzita dalle
dure pietre del pavimento.
<< Non posso arrendermi per così poco!
>>
Natsu
ed Happy lo aspettarono, facendosi un attimo da parte.
Rimessosi in piedi si
guardò intorno, giusto per rendersi un attimo conto di dove fosse il nemico, trovandolo
infine dietro di sé.
“Avanti! Ditelo!” –urlò lui quando li ebbe giusto dinanzi a sé, brandendo senza
meno la sua improvvisata arma, insicuro e pronto insieme- “So che state
pensando! << Che mai vorrà fare
questo stupido ciccione buono a nulla? >>! Beh, sarò anche un buono a
nulla, e avrò appena fatto l’ennesima figuraccia, ma non mi frega! Fatti sotto!
Consegnami Happy o con te non ci andrò piano!” disse col fiatone che gli era
venuto per le troppe emozioni.
“Buono a nulla?” -ripetè
Natsu confuso- “Amico… tu sei mitico!”
“……” –il suo affanno sparì
per un istante- “Come?”
“Sono contento tu abbia
deciso di tornare a combattere, altrimenti non mi diverto!”
“Gli avversari scarsi a
Natsu non piacciono!” soggiunse Happy.
“… Mi state prendendo in
giro, vero?!”
“Ma chi ti prende in giro!
Stai combattendo contro un nemico che sputa fiamme e che ti ha usato per
giocare a palla e tu salti fuori ad affrontarlo solo con una padella!”
“Aye! E quel volo di prima… Wow! È stato fighissimo! Ih ih!”
I tre restarono qualche
attimo sospesi, ad ascoltare Lionel respirare rumorosamente, a guardarlo
minacciarli goffamente, un po’ minaccioso, un po’ timoroso, del tutto stordito.
“Che… Che avete da
sorridere? È tanto ridicolo un tipo che affronta uno sputafiamme con una
padella?”
“Non penso tu sia
ridicolo, anzi, credo tu sia dannatamente coraggioso!”
“C-C-CORAGGIOSO?!” riuscì
a dire, quasi soffocando del tentativo.
Happy e Natsu annuirono
insieme: “Aye!”
“……”
La padella cominciò ad
abbassarsi, e gli occhi di Lionel la seguirono, lasciando che Natsu ed Happy
sparissero per un pò.
<< Coraggioso… Nessuno mi ha mai chiamato così…
>>
Chi, nella sua cerchia di parenti, amici, o semplici
conoscenti, può dire di non aver mai conosciuto un “ciccione”? Qualcuno sui cui
difettucci trovar sempre lo spunto per una risatina, qualcuno del cui appetito
onnipresente mai dubitare.
Si, posso dire con certezza di appartenere a questa categoria,
e di aver avuto la vita tipo di un classico ciccione di turno.
A scuola da piccolo feci presto conoscenza della miriade di
modi in cui si prendono i giro gli involtini come me. Piangevo, correvo a
nascondermi, e mangiavo. Poi come tutti alle battute sul mio aspetto ho fatto
il callo: non piangevo più né correvo a nascondermi… a mangiare invece
continuavo.
Non sono mai stato un tipo brillante in alcunché e col mio
fisico parlare di sport era una barzelletta annunciata; anche a casa ero solo
il cicciottello della famiglia, che annunciava nuove diete ogni settimana e non
era in grado di portarne a termine nemmeno mezza… Ormai nessuno ci sperava più
di vedermi dimagrire, e a me non restava altro che mangiare…
Lavoro come impiegato in una gilda commerciale, e la solfa è
sempre la stessa. I colleghi più belli, intelligenti e intraprendenti si
cuccano le promozioni, e io a venir sempre rimproverato dal capo per la mia
lentezza e la mia mania di fare fuori pasto durante il mio turno…
Non che non avessi ambizioni… ma di costanza non ne ho mai
avuta, nemmeno per cercare di ottenere un posto migliore: ci provavo, fallivo,
e tornavo a mangiare.
Per quanto riguarda le ragazze, perché parlarne? Chi vuole
come fidanzato uno che va in giro con le tasche piene di panini imbottiti?
Senza contare che non sono un cuor di leone, e chissà se anche volendo ci sarei
mai riuscito a dichiararmi…
Tutto nella norma fino a quel momento.
Poi formammo il nostro gruppo, e io commisi lo sbaglio
grossissimo di innamorarmi della più bella donna che avessi mai visto.
Anche per Evelyn ovviamente ero sono un ciccione incapace e
arrendevole (l’unica cosa che mi ha sempre riconosciuto è l’eleganza del mio
vestiario…), non certo un buon partito, al massimo qualcuno da sfruttare per le
commissioni, o per ottenere quei deliziosi gattini parlanti di cui si è
infatuata… Eppure… a tutt’oggi lei è l’unica cosa alla quale non abbia subito
rinunciato.
Per lei, per i miei vecchi compagni di classe, i miei
colleghi, anche per i miei attuali compagni, sono sempre stato il ciccione di
turno, sempre pronto a fuggire in qualche posticino sicuro in cui rimpinzarsi.
Codardo, mangione, fifone, senza carattere, rinunciatario…
Ed ora, questi due, i miei peggiori nemici (specie quello
piccolo blu…), mi vengono a dire che sono coraggioso. Tutto perché sono stato
così pazzo da affrontarli a colpi di pentolame? Perché dicono così? Gli faccio
pena, o lo pensano sul serio?
Fu allora che si sentì
come preso e fatto volare, via da quel torrente di incredulità, trascinato dolcemente
da una mano invisibile verso un ricordo molto recente…
Lionel aveva guardato prima loro e poi Evelyn, poi di nuovo i
due maghi e poi ancora la donna,
In un lampo aveva capito cosa doveva fare…
“Esattissimo! Ce l’ho io il tuo gatto! Solo io so dov’è e tu
non lo rivedrai mai! Ah ah ah ah!”
Nell’istante stesso in cui si vide caricato dal dragon slayer, aveva incrociato
il suo bellissimo sguardo, preoccupato dal pericolo incombente, e con tutto
l’amore del mondo le aveva sussurrato tra i denti un: “Corri via!”
<< Io… Volevo
salvarla… Non volevo quei due le facessero del male, anche a costo di
prenderle, anche se avevo paura… >>
E quello non era coraggio?
“So che tu e quegli altri
siete qui ognuno per un certo motivo…” –riprese Natsu- “Del tipo che vi manca
qualche…”
“Qualche rotella!” scherzò Happy
“Qualcosa” –corresse
Natsu- “che voi volete ottenere qui, ma…”
“Proprio non capisco che
cosa tu ci sia venuto a fare qui!” ridacchiò il drago.
Sgranò gli occhi.
Lionel era immobile come
una statua, una statua che ha appena realizzato di essere qualcos’altro.
Tutti quanti avevano sempre
e solo visto in lui il ciccione di turno: pavido e affamato.
E purtroppo aveva finito
col credergli, anche se non era vero.
“Già…” –sussurrò guardando
il suo riflesso sulla padella- “Che cosa sono venuto a fare qui?”
Ora capiva.
Non gli sarebbe importato
di non finire mai una dieta, e di tutti gli sfottò ai ciccioni mai pensati al
mondo, e sono tantissimi, pur di stare con colei che amava.
“Eh? Ehm… è per qualcosa
che ho detto?” chiese Natsu, imbarazzandosi un poco di fronte ai suoi occhi
umidi.
“Si…” annuì lui, alzando
il faccione rubicondo, solcato da cascate di lacrimoni dagli occhi e dalle
narici… stava persino bagnandosi le scarpe!
Tirò forte su col naso un
paio di volte, facendo far buffamente su e giù un gocciolone di moccio, prima
di riuscire a urlare di nuovo.
“GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
(SNIFF!)”
“……”
Natsu ed Happy si
guardarono sorpresi: non era il finale che si erano aspettati per quello
scontro, ma era anche meglio!
“Eh eh!”
“Ih ih!”
Lionel si soffiò il naso rumorosamente.
Dedico questo capitolo a
tutti i cicciotti e i cicciottelli del mondo, che spesso non volano perché si
lasciano appesantire da qualcosa che non è certo il semplice lardo. ^__^
So di essermi dilungato
molto con i flashback di Lionel, ma questo combattimento è uno tra i miei
preferiti di quelli ideati, e Lionel stesso devo ammettere è uno dei miei
favoriti! XD
Fatemi sapere cosa ne
pensate di lui, rotondo come un pallone, coraggioso come un leone, e innamorato
come un tenerone! ^__^
Priva di salutarvi e darvi
appuntamento alla prossima, ecco un’altra scheda!
LE SCHEDE DEGLI OC DI QUESTA FIC!
Nome: Sybille
Derivato da: Solitamente cerco per i miei OC dei nomi con
qualche significato o richiamo particolare, questo però non è uno di questi
casi, semplicemente mi piaceva come suonava! Avevo scelto di utilizzare un nome
tedesco per lei, così ho sbirciato in una lista su internet, optando per la “S”
come iniziale in quanto sarebbe suonato più “tagliente”… Altre opzioni erano
Saphira, Selene, ed anche Andrea, ed è stata dura decidersi… Si, do sempre
molta importanza alla scelta e alla costruzione dei nomi XD
Età: 19
Capelli: Neri
Occhi: Blu zaffiro
Descrizione fisica: Appare come una ragazza snella ed atletica, i suoi
muscoli sono ben sviluppati ed è più forte di quanto possa apparire. Molto
veloce e sciolta nei movimenti, si mantiene sempre in perfetta forma con
costanti allenamenti per svolgere sempre al meglio i suoi compiti. I capelli
corvini sono tirati all’indietro, acconciati in un codino molto lungo e fine
che svolazza ogni volta corre o salta.
Vestiario: Per chi ricorda una vecchia scena del manga, Natsu
la definirebbe “Nin-Nin”! XD Indossa una maschera nera sul volto, che le copre
tutto il collo, il naso e finisce sugli zigomi, facendo risaltare i suoi occhi
taglienti e colorati. Questa caratteristica del suo abbigliamento ricorda
Kakashi di Naruto, ed è diciamo un piccolo omaggio nei suoi confronti ^__^
Per il resto indossa una
calzamaglia nera per confondersi meglio nelle ombre, una giubbetto-gilet grigio
chiaro, che porta sempre sbottonato, guanti da combattimento neri, scarpette
scure senza lacci, un marsupio alla vita tenuto dietro la schiena in cui tiene
fumogeni e altri piccoli e utili utensili.
Magia: Utilizza lo stesso incantesimo di Erza e Bisca, ovvero
l’Ex-Equip, che le permette di evocare rapidamente moltissimi tipi di
equipaggiamento; questo è anche il motivo per cui non porta con sé alcun fodero
o arma vistosa. È in grado di evocare moltissime armi dall’aspetto esotico per
il mondo di Fairy Tail, tipiche dei ninja: shuriken di varie dimensioni,
pugnali da lancio, senbom, cerbottane ad aghi, katana, spade corte, kusari-gama
(falce-catena), mazze ferrate, asce, fionde con biglie di ferro, ma anche cuscini,
cesoie da giardinaggio, scope, sturalavandini… le piace rendersi utile, ed
infatti il gruppo può fare affidamento su di lei in parecchie occasioni, sia
quando c’è da battersi, sia quando c’è da pulire!
Background: Per i suoi stessi compagni, Sybille è un
personaggio alquanto misterioso. Non parla quasi mai del suo passato, del quale
si conoscono pochi dettagli. Le sue abilità fanno supporre sia stata addestrata
in qualche gilda specializzata in missioni segrete, come di spionaggio o di
infiltrazione. Ciò che invece è ben chiaro al resto del suo gruppo sono le sue
difficoltà espressive…
Malgrado la sua apparente
freddezza nei confronti di chiunque e qualunque cosa, Sybille è comunque molto
legata al gruppo e fedele alla sua causa; dal canto loro, gli altri quattro
vedono in lei qualcuno messo anche peggio di loro, e contano di riuscire al più
presto a risolvere questa sua indifferenza sempiterna… Magari così averci a che
fare sarà anche più piacevole…
Le piace: Nessuna preferenza: in genere riserva la stessa distanza
emotiva per un sasso incrociato per strada o un abito firmato impreziosito da
un maxi-sconto.
Non le piace: Idem come sopra…
Curiosità: La sua frase ricorrente è << Non mi fa né caldo né freddo >>,
fate un po’ voi…
Forse vi aspettavate
Lionel, invece l’ordine è misto! XD Spero di avervi fatto incuriosire su di
lei, perché nei prossimi capitoli la vedremo molto in azione!
Alla prossima, commentate!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Battaglia in rosa, battaglia in riso! ***
fairy tail fanfic
Ciao a tutti da NaruXHina,
ancora una volta con una settimana di ritardo! XD
Beh, come si suol dire,
meglio tardi che mai! Ad ogni modo, non dubitate mai che questa fic continui,
eh? U__U
Spero questi rallentamenti
non diventino prassi, non vorrei la storia si trascinasse troppo nel tempo,
anche perché ci sono ancora diversi capitoli da scrivere, spero non venga
eccessivamente lunga…
Nello scorso capitolo lo
scontro tra Natsu e Lionel ha avuto un finale toccante, apprezzato dal
sottoscritto e da voi ^__^
In questo nuovo capitolo
ci attendono altre batoste: sarà tutto azione! Spero di non rendervi indigesta
la fic con tutti questi scontri (non ne descrivo mai, sarà che ora voglio
recuperare? XD), che comunque cercherò sempre di alleggerire!
Buona lettura, commentate!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
“GRAAAAAAAAAAZIE!”
Lionel si sbatté a terra
con un maxi inchino ai piedi di Natsu ed Happy.
“Grazie! Grazie! Grazie!
Grazie! Grazie!” ripeté ancora, alzando e riabbassando la fronte ogni volta!
“Non c’è di che!” rise
Happy.
“CHE COSA CENTRI TU?!?” sbraitò guardandolo con gli occhi in fuori, facendolo
correre via al riparo dietro le gambe di Natsu.
“Uaaah!”
“Al massimo posso
ringraziarti per avermi impedito di gustare quel panino tonno e maionese,
sbafone!”
Natsu annuì: “Sei stato
molto cattivo Happy.”
“MA TE LO SEI ASSAGGIATO ANCHE TU!” piagnucolò il gattino con due cascate di
lacrime dagli occhi.
“Tu invece…” iniziò il
pingue in giacchetta, alzando gli occhi su Natsu.
Niente più terrore, né
invidia: il suo faccione era tornato a trasmettere felicità, come quello che
ogni cicciottello di buon umore dovrebbe fare.
“Tu mi hai aperto gli
occhi e chiuso lo stomaco! Non ho più bisogno di riempirlo per compensare la
mia inadeguatezza… d’ora in poi lo riempirò solo perché mi piace mangiare! E lo
devo tutto a te!”
“E dei tuoi propositi di
dieta che mi dici?”
“AL DIAVOLO!”
Lionel balzò in piedi:
“Non ho più bisogno di finire una dieta!”
“Anche se ti farebbe bene…” sibilò Happy.
“Approvo...” assentì
Natsu.
L’altro si voltò per
nascondere il rossore, aggiustandosi con nonchalance il cravattino: “Ehm…
quello che cercavo di dire è che non aspetterò di dimagrire qualche chiletto
per sentirmi degno di Evelyn, perché… Perché io la amo!” -ammise sprizzando
cuoricini e sollevandosi sulle punte lieve come una piuma- “E grazie a Natsu mi
sento coraggioso quanto un leone, ma che dico, cento leoni! Abbastanza da
dichiararmi senza remora alcuna!”
“Lei ti piaaaaace!” ghignò
Happy come era solito fare per sfottere Lucy e vederla affannarsi a dire di no.
“Già, proprio così!”
“… Ah, giusto… Che cosa
cariiiiina!”
“Eh eh!”
Dopo quel combattimento il
rosa aveva fatto presto a riconquistare il buon umore, vedendo Lionel sospirare
e sprizzare cuori, fantasticare e saltellare come se la ciccia non lo
appesantisse o si scuotesse tutta sul suo faccione rubicondo.
In tutta quella brutta
storia venuta fuori da un filtro d’amore, il sentimento di Lionel per quella
tipa era un vero toccasana!
Questo doveva fare
l’amore: mettere le ali ai piedi e il carbone della fornace, farti ardere al
punto che non c’è drago che tenga! Erano entrambi vincitori in quello scontro,
e forse lui anche di più!
“Ora che si fa?” domandò
Happy.
Natsu e Lionel si posero
ciascuno quella stessa domanda! Mentre loro perdevano tempo chissà che altro
era successo o stava succedendo nella villa!
“Lionel, come sono i tuoi
compagni? Intendo, c’è qualcuno di molto forte?”
“Oberon è molto forte, è
un alchimista di prim’ordine! Però anche Sybille ed Henry sono parecchio in
gamba. Ah, e poi c’è Evelyn, non dimentichiamola: non vorrei mai essere un suo
nemico, innamorato o meno che io sia.”
Happy lo interruppe: “Quindi l’unico scarso sei tu?”
Il povero Lionel corse a
piangere in un lavandino: “BUAAAAHHH! MA CHE MODI SONO?! Non sono scarso!”
Natsu batté pugno su
palmo: “Allora coraggio Happy! Andiamo a cercare gli altri!”
“Aye!”
“E tu che farai ora? Passi dalla nostra parte?”
“Non posso! Dalla mia
parte c’è la mia amata!”
“Però ora hai detto di non aver più motivo di partecipare alla ricerca delle
pozioni perdute.”
“Si, è vero, ma di certo non combatterò coi miei amici! Mi hai preso per un
voltagabbana?”
“Eh eh, scusa!” fece Natsu
grattandosi la nuca.
“Intanto verrò con te,
così magari troverò Evelyn o qualcuno degli altri.”
Forse anche loro avrebbero
avuto modo di capire che le pozioni che cercavano non erano forse l’unica soluzione.
In questo modo se non altro si sarebbero evitati altri scontri con i Fairy
Tail: non erano mica cattive persone quei ragazzi.
<< Evelyn, non hai bisogno dell’Incanto
Cupidus! Tu hai me! Ti farò ricredere sugli uomini e sul mio conto! Se ho fatto
capire quanto valgo a quel vandalo ci riuscirò anche con te! Aspettami, amore
mio! >>
Anche perché, se con
l’Incanto Cupidus si procurava un partito più attraente di lui allora erano
cavoli amari…
Si era già avviato di tre
passi verso gli scalini in pietra che riportavano di sopra, quando un gorgoglio
lo fermò…
Poi vi fu un secondo
gorgoglio, e poi due insieme!
Si girò e vide Natsu ed
Happy con le mani sulla pancia.
“Fame?”
“Sigh! Per essere una
cucina non c’era nulla di buono!”
“Aye! Che delusione!”
Ridendo, scherzando e
combattendo si era quasi arrivati all’ora di pranzo…
“Un momento! Lionel,
sbaglio o tu hai le tasche piene di roba da mangiare?”
“Beh, si… Dovrei avere
ancora qualcosina…”
Cominciò ad ammonticchiare
a terra quel qualcosina che gli era rimasto: salatini salati, biscotti pepati,
taralli quadrati, brioche farcite, cioccolata per pan-carré e pan-carré alla
cioccolata, carne secca e frutta fresca, formaggio spalmabile e torrone
infrangibile , pesce secco e patate in umido, e anche le patatine al
peperoncino che Natsu aveva già avuto modo di gradire…
La prima reazione di Natsu
ed Happy fu domandarsi se le tasche di Lionel non fossero magiche o lui fosse
semplicemente un genio nello stipare. Poi si fiondarono sul cibo!
“Ma… vi mettete a
mangiare?”
E dire che prima il rosa
sembrava così ansioso di correre di nuovo nella mischia dai suoi compagni!
“Ah, scusa… ne vuoi un
po’?”
“Favorisci pure!” fece Happy.
Lionel lo fulminò con lo sguardo: “Non devi dirmelo, è roba mia! … Beh, dopo
tanta fatica un po’ di energia ci vuole!”
E così, dopo tanti,
tantissimi anni, nella cucina del mago Oliver tornò a sentirsi odore di cibo e
rumore di mandibole in azione!
“Sei nei guai adesso.”
Levi, Lucy, Wendy e Charle
in quel momento si sarebbero aspettate di sentirsi rivolgere una frase del
genere…
Invece la misteriosa nuova
arrivata in stile agente segreto stava minacciando Evelyn anziché loro!
“C-che vorresti dire?” fece Evelyn facendosi un passetto indietro, col la
parola “colpevole” scritta in fronte.
Sybille era più bassa di
lei, con o senza tacchi alti, ma il tono di voce e il portamento trasmettevano
professionalità ed affidabilità; che differenza con la compagna, lei tutta
velata e lei così provocante. L’una fatta per passare inosservata, l’altra per
farsi guardare. Una differenza da pugno in un occhio, nel carattere come
nell’aspetto!
“Lo sai bene.” –fece la
tipa col codino e la maschera incrociando le braccia davanti al petto- “Hai
agito di testa tua un’altra volta e oserei dire hai compromesso tutta
l’operazione per un paio di gattini.”
“Gattini parlanti con le alucce bianche prego!”
“… Non mi sembrano poi
così speciali.”
“Sybille, sai bene che le
tue opinioni sono sempre le stesse e fanno poco testo.”
“Direi di si. Ad ogni modo, quando Oberon lo saprà sarai nei guai. Già gli ha
dato fastidio la prima volta che hai rapito i tre gatti, adesso hai addirittura
attaccato senza il suo permesso.”
“Argh!”
“Chissà, forse ti caccerà dal gruppo.”
“Nooo! Non può cacciarmi dal gruppo! Si fa un figurone ad essere in un gruppo!
Voglio continuare a far parte del gruppo! Non farmi uscire dal gruppo, ti
prego!”
“Dovresti chiedere ad
Oberon, non a me.”
<< Non so quale delle due sia più strana…
>> si disse Charle ascoltandole.
“Cosa ne è di un gruppo
senza una bambola da paura quale la sottoscritta? Quando c’è è molto più figo e
alla moda! Senza di me diventereste proprio quelli là, che devono compensare l’assenza
di una pupa autentica col numero!” disse indicando le Fairy Tail, irritandole
per l’ennesima volta!
“Forse un po’ mi
dispiacerebbe non averti con noi, ma resta il fatto che hai sbagliato.”
Evelyn si strinse al suo
braccio e iniziò a sussurrarle parole dolci all’orecchio: “Andiamo, Sybillina!
Amichetta mia…”
Sybille roteò gli occhi.
“Non è poi così necessario
che Oberon lo venga a sapere! E in ogni caso ormai la frittata è fatta: ormai
siamo qui con loro, e loro sono nostre nemiche, giusto?”
“Giusto. E allora?”
“E allora dammi una mano a combatterle! Quando le battiamo io dirò ad Oberon
che hai svolto tutto il lavoro da sola e sarà certamente molto contento di te!
In cambio tu mi lasci tenere i miei gattini e chiudi un occhio sul resto! Che
ne dici?”
Sybille si grattò il mento
e poi scrollò le spalle.
“Se faccio bella figura o
meno, Oberon mi aiuterà lo stesso…”
“Ti darò uno dei micetti
(quello nero e cattivo)!”
“Non mi interessano molto…”
“Quella coi capelli biondi
ha detto che sei piatta!”
“……”
Convincerla era cosa
difficile visto che praticamente nulla riusciva a smuoverla: ad Evelyn non
restava che incrociare forte le dita e chiudere gli occhi, preparandosi alla
risposta.
“E va bene, ti aiuto.”
“EVVIVA!”
Lucy restò a bocca aperta: “IO NON HO DETTO NULLA!”
“Non è per quello.” –si
chiarì Sybille- “A me le provocazioni non fanno effetto.”
“Non ti fa effetto proprio nulla sembra…”
“Do una mano ad Evelyn
così la pianta di piagnucolare… e poi perché grazie a lei giusto prima ho
provato un briciolo d’emozione.”
“Wow, magnifico!” –batté le mani Evelyn- “Che cosa hai sentito?”
“Credo si chiamino superiorità e compassione… nei tuoi confronti.”
“SAREBBE A DIRE CHE TI FACCIO PENA?!?!?!” ruggì Evelyn!
<< Ma con chi stiamo combattendo? >>
si domandò Levi con un gocciolone.
Aveva cercato di
sdrammatizzare, lasciandosi scappare un sorrisetto, ma adesso le due le
puntavano, e avevano uno sguardo completamente diverso.
A quanto pareva ora
avrebbero fatto sul serio.
Le quattro Fairy Tail si
misero sull’attenti: Lucy mise mano alla frusta, Charle attivò l’aera e si mise
dietro le spalle di Wendy, Levi prese carta e penna.
<< In questo combattimento dimostrerò quanto
valgo e metterò definitivamente in ombra Lucy! Gazille riconoscerà la mia
bravura! >>
<< Ridi, ridi, piccola sciocca! Ti farai
mettere ko in un istante e in quel momento sarò io a prendere in mano la
situazione! Gazille non mi resisterà più quando saprà che posso anche essere
una brava combattente! >>
Le altre due parimenti si
prepararono allo scontro.
La misteriosa Sybille fece
comparire nelle sue mani una catena, ai cui estremi erano agganciati una falce
e un pesetto di ferro.
“Quella è in grado di
evocare armi come Erza, fate attenzione!” spiegò Wendy.
La fascinosa Evelyn, con
gesto plateale, sollevò il lembo del vestito, scoprendo la gamba che non veniva
normalmente rivelata dallo spacco. Lì, fermato da una fascia, era nascosto un
pugnale tridente.
“Umpf!”
Iniziò a giostare con la sua arma, muovendola rapidamente con un sinuoso gioco
di polso, facendo sibilare i bordi affilati delle tre lame…
<< È brava… >>
“AHIA! MI SONO TAGLIATA! UAAAAH!”
“……”
Passò il pugnale
nell’altra mano e cominciò a succhiare l’indice ferito; tra l’altro si era
anche strappata il guanto.
Sybille scosse il capo e
sospirò: “Senti Evelyn, ci penso io ad attaccare, va bene? Tu vienimi solo in
supporto.”
“Agli ordini… Uh, che dolore, il mio ditino!”
Sybille iniziò a far
roteare il capo della catena con la falce: il suono solo di quel micidiale
strumento da battaglia bastava a confondere e disorientare i nemici,
solitamente basiti da quell’arma insolita e imprevedibile.
“Mi spiace farvi questo,
d’altro canto siete nostri nemici e non dovrei aver pena per voi, e forse non
ce l’ho… Ma abbiamo parlato anche troppo.”
Un secondo dopo, tutte e
quattro la persero di vista.
!?!?!
Come un fulmine a ciel
sereno, Sybille era piombata, abbassata su un ginocchio, a un passo da loro, avendole
a portata utile per la sua micidiale arma. Rialzandosi la fece ruotare sopra la
testa, ma fortunatamente nessuna di loro si lasciò colpire, in particolare
Charle si sollevò in un attimo con un forte colpo d’ali e dall’alto Wendy puntò
subito il nemico.
“Wendy… non riuscirò a
usare l’Aera troppo a lungo…” disse con voce affaticata. Per quel giorno aveva svolazzato
abbastanza.
“Non ti preoccupare
Charle, sganciami!”
Charle lasciò la presa,
trasformando Wendy in un aquila in picchiata.
“SOFFIO DEL DRAGO
DELL’ARIA!”
“Adesso Evelyn!”
“Detto fatto!”
La rossa allungò la mano come in segno di stop e il colpo d’aria si fermò a
poca distanza dal muso di Sybille. Dopodiché poggiò l’indice sul pollice e tirò
una schicchera…
“VAI!”
Il colpo d’aria tornò
indietro investendo Wendy in pieno.
“YAAAAAHHH!”
Charle riuscì ad
intervenire per tempo, afferrandola a mezz’aria prima che si schiantasse contro
il camino, ma, ormai raggiunto il limite, si affrettò ad atterrare.
“Lucy, occupati di lei!”
gridò Levi.
“Taci, rivale in amore! Ho
già capito!”
Lucy corse spedita contro
Evelyn, mentre Levi si adoperava a tenere occupata Sybille.
“Solid Script! FIRE!”
Dal foglio apparirono
delle lingue di fuoco che cercarono di lambire la ninja, ma questa sgusciò tra
di essere come un serpente dopodiché con un colpo del falcetto all’estremo
della catena strappò in due di netto la pergamena su cui Levi aveva scritto
l’incantesimo.
<< Accidenti! Posso usare il Solid Script anche
con le sole dita, ma quando sono inchiostro su carta i miei incantesimi sono più
potenti! >>
Ne aveva altri fogli nella
sacca, ma non era il caso di prenderli subito con un’avversaria tanto veloce e
letale, meglio preoccuparsi delle sue mosse…
“Avanti, fatti sotto,
biondina! Qualunque incantesimo userai te lo ritorcerò contro!” sghignazzò la
rossa sicura di sé.
“Eh eh, allora mi basterà
non usare incantesimi, dico bene?” rispose Lucy, tendendo rumorosamente la
forte frusta.
“… Oh oh!”
Lucy si portò avanti con
un saltello e schioccò la sua arma, facendola attorcigliare intorno al manico
del pugnale-tridente di Evelyn, rubandoglielo poi con uno strattone!
“Che mi dici adesso?”
“Umpf? Che ti dico? … SYBILLE AIUTAMI!”
“Uff…”
Disimpegnatasi da Levi,
Sybille usò la sua catena allo stesso modo della frusta di Lucy, aggrappando il
pugnale della compagna tramite il falcetto, togliendolo così dalle mani di
Lucy.
“Tieni, e non perderlo
più.” disse poi tirandologlielo…
STAB!
Per fortuna non aveva
beccato lei, ma il muro alle sue spalle!
“UAAAAHHH! MA SEI PAZZA?!”
Sybille, cogliendo di
sorpresa Levi, iniziò a correre contro Lucy.
“N-non ho paura! Kya!”
Sybille fece sparire la
catena e lasciò che il colpo di frusta si abbattesse sul suo braccio destro
sollevato. Dopodiché evocò una spada e con un colpo rapidissimo tagliò in due
la frusta.
“Oh, no…” constatò Lucy.
“Oh, si!” festeggiò Evelyn.
“SOLID SCRIPT! FIRE!”
<< Se la colpisco alle spalle non schiverà di
certo. >>
Sybille non si girò
neanche, fece solo un segno a Evelyn.
“CHARME!”
Le lingue di fuoco
balzarono tutte sull’attenti.
<< Non sono stata abbastanza veloce
>>
“Frusta o non frusta io
vi…”
Lucy aveva provato a
muoversi, ma Sybille l’aveva afferrata per un braccio, e portatoglielo verso
l’alto per scoprirla, la colpì con un forte calcio al fianco, scagliandola come
un fuscello fino ai piedi dell’amica dai capelli turchesi.
“Lucy!”
“Adesso?” chiese sadica Evelyn.
“Direi di si.” rispose
atona Sybille.
Le
lingue di fuoco che aveva bloccato, al suo semplice gesto, partirono dritte
come saette ardenti contro le due.
!!!
Il
calore era insopportabile. Neanche arrivava a toccarlo, eppure, ogni volta si
avvicinava, sentiva le sue impenetrabili scaglie sudare dalla paura
ogniqualvolta la spada arroventata dell’avversario rasentava a raggiungerle.
Gazille
si era intelligentemente passato sulla difensiva: il calore sprigionato
dall’arma di Oberon, con la miglioria della pozione dell’incandescenza, era di
sicuro in grado di ferirlo, e la prima cosa da fare era starne alla larga.
Tuttavia gli sarebbe seccato attendere semplicemente che l’effetto sparisse, e
dopotutto, non era detto riuscisse a schivare i suoi fendenti e le sue stoccate
fino a quel momento.
“Eh
eh eh!”
Senza contare che la sua risata gli dava una gran voglia di farlo a pezzi!
Gazille
scardinò una porta senza sforzi e gliela scagliò contro, ma Oberon la tagliò di
netto, e le due metà, coi lembi che avevano preso fuoco, ricaddero a terra alle
sue spalle senza nuocergli.
Gazille
allora trasformò il braccio in un bastone di ferro, ma non lo indirizzò contro
di lui, bensì contro il candelabro in bronzo sulla sua testa, frantumandone la
catena.
“Hop!”
Oberon
scansò, e durante il salto mosse la spada a vuoto; in realtà aveva scagliato
contro Gazille alcune gocce di metallo infuocato, come fossero stati degli
schizzi provenienti da una lama bagnata da ripulire.
<<
Anche questa ora? >>
Mollò
una spallata al muro più vicino, frantumandolo e rifugiandosi così in una nuova
stanza. Oberon lo raggiunse tramite la breccia, l’ennesima, rivolgendole
un’occhiata infastidita…
Puntò
con un braccio teso la punta rovente contro il dragone, fermo al centro della
stanza: “Per quanto ancora vuoi correre via? Non sarebbe più facile
arrenderti?”
“…
Ghihihi! Ghihihihihi!”
Una
risata troppo forte e troppo spaventosa per non iniziare a preoccuparsi: quando
si è in vantaggio è sempre un brutto segno!
“Arrendermi?
Correre via? Tu non sai chi hai di fronte! Io sono un dragon slayer! La mia
magia mi è stata insegnata direttamente da una creatura il cui potere va ben
oltre quello dei maghi più potenti! Semplicemente mi andava di divertirmi e di
non farla finire in fretta, ma visto che insisti, ti butto giù io dal
piedistallo!”
Pose
le mani davanti alla bocca, come stessero reggendo un’immaginaria tromba.
Oberon
cominciò ad indietreggiare con prudenza.
“SOFFIO DEL DRAGO DI METALLO!”
Anziché
uno squillo, dalle mani di Gazille uscì un fragoroso turbine di aria, polveri e
scaglie metalliche aguzze. Un turbine triturante contro cui ogni spada è
inutile.
Almeno
se non debitamente potenziata.
Oberon
aveva già un attimo prima dell’attacco portato la mano alla cartucciera, per
una pozione in grado di offrirgli una qualche difesa. Stappò la fiala con la
bocca e con ancora il tappo di sughero tra i denti cosparse la sua lama,
ponendola poi dinanzi a sé, con la punta orientata verso il basso.
Era
una magia d’aria, che fece sì che dalla lama si producesse un turbine alto fino
al soffitto, una colonna nella quale Oberon attese nascosto l’impatto.
I
due turbini si incontrarono, con una forza tale da strappare con violenza lembi
di carta da parati dai muri circostanti.
“Gn!”
Gazille
allora inspirò e soffiò ancora, dando nuova potenza al suo attacco, rendendolo
tanto devastante da inglobare del tutto al suo interno Oberon!
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAGH!!!”
La
centrifuga metallica allora schizzò verso l’alto, sfondando il soffitto.
“Ghihihi!”
Cos’è un drago senza il suo soffio? Una
bruttissima gatta da pelare, figuriamoci quando lo usa!
“SOFFIO
DEL DRAGO DELL’ARIA!”
Per
fortuna che le fiamme generate da Levi non erano forti come quelle di Natsu,
altrimenti non sarebbe stato così facile fermarle e dissiparle.
Wendy
e Charle raggiunsero di corsa Levi, china ad accertarsi delle condizioni della
dolente maga degli spiriti stellari.
“Non
sono ancora ko.” rassicurò la maghetta.
“Meno
male…”
“Ouch…”
Charle
alzò gli occhi. La fulmineità di Sybille compensava largamente le scarse
abilità offensive di Evelyn, ed Evelyn, col supporto della sua magia,
proteggeva Sybille, consentendole di portare a termine indisturbata i suoi
micidiali attacchi, nonostante fossero in inferiorità numerica.
Wendy
guardò Lucy sorniona: “Ti fa tanto male? Perché non ti riposi?”
“Balle! Io sto benissimo! Io sono di ferro, come il mio amato Gazille!”
“Puoi
guarirla?”
“Beh, potrei… se ammettesse che sono un partito migliore di lei per Gazille,
allora magari…”
“SCORDATELO!”
Evelyn
intanto le stava osservando.
“Mi
chiedo se questo Gazille sia davvero così bello... Potrei farci un pensierino.”
“TI
ABBIAMO SENTITO!”
“Io
no.” le rassicurò Sybille.
“Già
ti detestiamo perché sei antipatica e te la tiri un sacco” –continuò Lucy- “Se
adesso osi concorrere per Gazille ti ridurremo in briciole!”
“Tanto tu non gli piaceresti mai: ti vesti troppo sfrontata, sei scema e
antipatica!”
“Attenta a te, non farmi arrabbiare, sai?!”
“Tsk!
Rabbia, invidia, gelosia, rivalità… Anche se a volte vorrei arrivare a sentirle
anch’io, in una battaglia non c’è posto per le emozioni. Se vuoi vincere devi
restare fredda e concentrata.”
Si
voltò e vide Evelyn da un lato e Lucy e Wendy da un altro che si lanciavano
reciprocamente pernacchie e insulti.
“SVERGOGNATA DI UNA SEXY!”
“INDECENTI
POPPANTI INVIDIOSE!”
“Come
non detto.”
Lucy
e Wendy iniziarono a caricare a viso aperto!
“Fatti
da parte, attacco io! Apriti porta dell’Arciere: SAGGITTARIUS!”
“Fatti
da parte tu! Tornado del Drago dell’Aria!”
Wendy
sbuffò forte sul pavimento e da lì l’aria si innalzò vorticante in un tornado
formato-mini.
“Pronto!”
contemporaneamente, un uomo in costume da cavallo mise mano alla faretra!
Charle
si tirò le orecchie: “CHE COMBINATE?! Evelyn può rivoltarvele contro!”
“Forse
stanno collaborando cercando di metterla in difficoltà scagliando due magie
contemporaneamente?” azzardò Levi.
In
realtà ci aveva azzeccato solo per metà.
<<
Controlla la magia di Lucy! >>
<<
Prendi il controllo della magia di Wendy,
dai! >>
Evelyn,
abbassandosi leggermente una spallina del vestito, bloccò entrambe!
“P-p-p-prontissimo!”
urlò Sagittarius con gli occhi a cuoricino.
“Perché
con me “Pronto” e con lei “Prontissimo”?! Sigh!”
Charle
e Levi si batterono la mano sulla fronte, mentre Lucy e Wendy scappavano via a
gambe levate dal mini-tornado e dalle frecce scagliate da Saggittarius.
“WAAAAAH!
PERCHé HAI AVUTO UN’IDEA COSì CRETINA?”
“SEI TU CHE MI SEI VENUTA DIETRO!”
“DOVEVO!
TU AVRESTI COMBINATO UN CASINO!
“ORA
INFATTI IL CASINO è DOPPIO!”
Mentre
accadeva ciò, anche Levi e Sybille proseguivano lo scontro fra loro.
“Ex-Equip:
Tempesta di Stelle Rotanti!”
Decine
di taglienti lame a forma di stella apparvero, sospese a mezz’aria dinanzi la
ninja; questa girò su sé stessa, ponendo le mani come nell’atto di lanciarle, e
tutte contemporaneamente partirono su Levi e Charle.
Prontamente,
la ragazza estrasse dalla tasca un calamaio e vi intinse la penna.
“Solid
Script: Ink Bullet!”
Dalla
punta della penna, come tante palle da cannone, cominciarono a venire fuori
gocce d’inchiostro dall’apparente consistenza gommosa. Quando le stelle rotanti
si scontravano con quei neri proiettili, questi si rivelavano viscosi e
fermavano la rotazione, sicché le stelle rotanti cadevano immobili a terra con
suono metallico.
Malgrado
non stesse combattendo contro di lei, quello scambio di colpi preoccupò
seriamente Evelyn! Quando shuriken e bolle d’inchiostro si scontravano, alcuni
schizzi finivano troppo vicini a lei!
“Occhio a dove tiri quell’inchiostro! Non voglio macchiarmi il vestito! Tu, con
quel costume idiota, vieni qui e fammi da scudo!”
“Agli ordini!” rispose Sagittarius smettendo di scoccare.
Alle
altre due restava però il problema di quella mini-tromba d’aria con cui stavano
giocando all’acchiapparello…
“Anf…
anf… Ci prenderà! Ci prenderà!”
“Non
ti lagnare, Wendy! Tu puoi mangiare l’aria, no? Perché non te lo rimangi?”
“Non ci ho mai provato…”
La
stanchezza nelle gambe convinse Wendy a rischiare una centrifugata: si fermò e
aprì la bocca, succhiando nuovamente l’aria del piccolo tornado dentro di sé.
“Visto,
ci è andata bene!”
Wendy
però si teneva il pancino con le mani: sembrava appena alzatasi da tavola dopo
un’abbuffata: “Uuuuh… non mi sento tanto bene…”
Dopodiché
fece un ruttino.
“Le
vere signorine non ruttano.” la rimproverò Evelyn.
“Sono
d’accordo.” intercalò Charle.
“Charlina!”
“NON
TI AVVICINARE!”
“Sigh…”
fece Wendy nascondendo il visino.
Sybille
guardò la sua collezione di Shuriken impantanata nell’inchiostro di Levi.
Quest’ultima però, nonostante si fosse opposta validamente, ne era uscita provata:
rispondere a tono a quella scarica di lame aveva richiesto parecchie energie.
Anche
il povero Sagittarius ne era uscito provato: aveva dovuto difendere col corpo
la sua nuova padrona, rimediandosi orripilanti macchie nere sull’adorato
costume da cavallo!
Lucy
tirò fuori la sua chiave, facendolo sparire via: “Vatti a smacchiare su.”
“Perché
non l’hai fatto prima?” l’attaccò Wendy.
“Perché
ero impegnata a fuggire dal tuo stupidissimo ventilatore ambulante!”
“Non
litigate voi due!” –gridò loro Levi, distante alcuni metri insieme a Charle-
“Dobbiamo collaborare se vogliamo batterle!”
Lucy
e Wendy si voltarono in due direzioni opposte: “Collaborare? Con lei? Mai!”
La
futura ragazza di Gazille non aveva bisogno di nessuno, se non di Gazille!
<<
Siamo messe male… >>
<<
Quelle due ochette non sono un pericolo,
e la gatta ha finito la magia, quindi potrei concentrarmi sull’unica di loro
sana di mente. Però non voglio rischiare mi tiri qualche altro tiro mancino
come con le mie stelle rotanti… >>
Sybille
sparì di nuovo sotto gli occhi di Levi, e questa la ritrovò che atterrava con
una capriola all’indietro vicino la rossa.
“Evelyn,
stai indietro.”
“Ma
così non mi si vedrà!”
Il
suo pubblico l’adorava, non avrebbe resistito!
“…
Uff… Allora non restare dietro di me, basta che ti abbassi.”
“Perché?”
“EX-EQUIP! SFERA
DEMOLITRICE!”
La spada di Evelyn sparì
in una nuvoletta. Il fumo celò per qualche attimo le sue mani, sicché le Fairy
Tail non riuscirono a scorgere che arma avesse evocato… Poi fu proprio questa a
venire da loro! Come nata dal fumo stesso, un palla di ferro nera, agganciata
ad una catena gigantesca quanto lei, iniziò a venire verso di loro, tanto
veloce che non capirono subito l’entità delle sue dimensioni!
Sybille reggeva con le
mani l’altra estremità dell’arma, e malgrado le proporzioni grottesche, riuscì
a farla roteare dietro la testa e a scagliarla con ancora più forza contro le
avversarie.
Evelyn si abbassò come caldamente
consigliato, schivando di un soffio la catena: “WAAAH!”
“GAZILLE SALVACIIIIII!!!”
“Etciù!”
Gazille si ripulì il naso
con una manica.
“Bah…”
Alzò gli occhi sul grosso
foro nel soffitto, e tramite esso salì al piano superiore. Si guardò intorno
finché non trovò Oberon per terra contro un muro, col capo chino, privo di
sensi.
“Allora, signor
versatilità, che ne è delle tue pozioni? Che peccato. Forse hai sopravvalutato
te e i tuoi intru…”
SPLASH
“ARGH!”
Gazille portò d’istinto le
mani al volto zuppo e agli occhi, inzaccherati all’improvviso. Fortunatamente,
qualunque liquido gli avesse tirato, non bruciava.
“Umpf, non credo.”
“Tsk!” –riaprì un occhio
per metà- “Come diavolo hai fatto?”
“Il tuo potere è
straordinario, ho dovuto ricorrere a un azzardo: sono saltato io stesso
all’interno di quel tuo tornado, mentre ero ancora protetto dal mio ovviamente.
Come saprai, nell’occhio d’un ciclone c’è calma piatta: è stato un piacevole
volo.”
Aveva risentito ovviamente
del forte sballottolamento e dell’urto contro il soffitto, ma di certo non
quanto ricevere un soffio di drago senza alcuna difesa.
“Bastardo…” ringhiò aprendo l’altro occhio, notandolo mentre gettava a terra
una fiala di pozione vuota.
“Che termini, si è
trattato solo di un innocente scherzetto. Hai presente tipo quando i clown si
buttano l’acqua in faccia col fiore all’occhiello? Non lo trovi divertente.”
“Mf! Ci mancherebbe… Mpf…
Io i clown li trov… Mf… veramente ridicoli!”
Gazille si coprì la bocca,
mentre le sue guance si sgonfiavano e si rigonfiavano.
“Altro che… Mf! Eh eh!
Divertente! Ghihi!”
“Invece a me sembra tu ti stia divertendo parecchio!”
Gazille serrò le mascelle:
“Che… cavolo… mi hai fatto?” disse a denti stretti.
“Andiamo che ti viene in
mente! Ricordi quel tuo amico senza maglietta?”
!!!
La pozione dello humor!
“Ghihi! Porca miseria!”
“Quella pozione è stata
pensata per i depressi e i seriosi, ma a grandi dosi può essere utile anche in
combattimento.”
“Ah ah ah! Che cretinate!
Ghihihihi! E come?”
Piegato in due dalle
risate, Gazille lo vide sollevare la spada e bagnarla con altra pozione…
“Oh, cazzo! Ghihihi!”
Oberon attaccò, e Gazille
trasformò il suo braccio in spada, ma il riso incontrollabile ostacolava i suoi
riflessi e i suoi movimenti; Oberon invece sembrava stesse giocando, e riuscì a
colpirlo un paio di volte.
“La stai prendendo
piuttosto bene, complimenti!”
“Col cavolo! Ghihihi!”
Si coprì la bocca con le
mani. In quelle condizioni combattere era impossibile: gli era difficoltoso
muoversi, respirare bene, e come non bastasse, con le lacrime agli occhi, ci
vedeva anche sfocato!
Non gli restava che una
sgradevole, per quanto inevitabile, soluzione d’emergenza.
“GUARDA LÀ!”
Oberon si girò, e Gazille
gli mollò un gestaccio, scappando poi via nel corridoio ridendo come un pazzo!
“CI SEI CASCATO! UAHAHAHAHAHAHAH!”
Oberon si fece anche lui una
risatina e prese ad inseguirlo.
“Ghihihihi!” –continuava a
ridere Gazille, mentre correva a gambe levate- “Sono messo male! Ghihihihi!”
Il dragone si disonorava
con la fuga… Almeno lo faceva col sorriso sulle labbra!
Con la tragicomica ritirata
di Gazille si conclude così questo capitolo intenso, ricco di colpi e colpi di
scena! Devo dire che inventare nuovi colpi e farli utilizzare dai personaggi mi
piace!
Riguardo lo scontro delle
ragazze ho il timore sia stato un po’ troppo confusionario, che ne dite? Spero
di averlo descritto bene: il campo di battaglia è vasto, e i personaggi
parecchi… Sybille e Levi intanto, quali uniche “sane di mente” si stanno
proprio dando da fare, eh? XD
Passiamo ora alla scheda,
in cui si parla del normalissimo e coraggiosissimo Lionel!
LE SCHEDE DEGLI OC DI QUESTA FIC!
Nome: Lionel Clyde
Derivato da: Il nome Lionel mi piaceva, il suo suono lo rende adatto ad
un personaggio in qualche modo chic, e il nostro cicciotto ha appunto uno stile
da far invidia. Inoltre può anche essere inteso come un gioco sul fatto che
lui, almeno a prima vista, non è certo qualcuno che definireste cuor di “leone”!
Riguardo il cognome, va in coppia con quello di Evelyn…
Età: 29 (membro più
anziano del gruppo)
Capelli: Neri
Occhi: Castano scuro
Descrizione fisica: Lionel è un uomo tracagnotto, sovrappeso e dalla statura non
certo alta, cosa che rende la sua sagoma ancora più tondeggiante. Ha mani
grandi e tozze e anche una buona misura di piede. Il volto è paffuto, ma per
niente sgradevole, solcato da poche rughe e fornito di due guance morbide e di
un nasone a patata. Porta i capelli impomatati tutti gettati all’indietro, dove
si alzano in una specie di cresta (un po’ come Sasuke, ma non così a punta).
Vestiario: Lo stile di Lionel è invidiato dagli altri membri del
gruppo. Nonostante la corporatura, riesce a non sfigurare in un completo giacca
e pantalone nero, mocassini neri, camicia bianca e cravatta, che anzi, a detta
di Evelyn, lo snellisce parecchio. Dopo aver sentito ciò la prima volta,
Lionel, già appassionato di completi, ha iniziato ad indossarlo praticamente
ovunque andasse, specie quando c’è Evelyn…
Magia: A dispetto di quanto potrebbe sembrare, la magia di Lionel
non richiede necessariamente una corporatura grassoccia. “Rebound” (“Rimbalzo”)
consente all’utilizzatore di avere un corpo capace di assorbire gli urti e
dotato di una maggiore elasticità. Lionel può così trasformarsi in una palla da
cannone umana, rimbalzare su qualunque superficie senza subire danni, piombare
di colpo addosso al nemico, e resistere ai suoi colpi (fintanto si tratti di
semplice forza bruta).
Background: Modesto impiegato in una gilda commerciale, Lionel vive i
suoi anni migliori sottovalutato e inespresso, confinato nel guscio del tipico
“ciccione di turno”, che col tempo l’ha reso pigro e rinunciatario. A causa di
questo suo carattere, non riesce a fare carriera, e ogni suo tentativo di dimagrire
con diete sempre più elaborate, o di fare qualche passo avanti, a lavoro, come
in palestra, come in amore, si risolve in un buco nell’acqua e in un giro al
frigorifero.
Conosce per caso Oberon e gli altri che diventeranno il
gruppetto di cercatori di pozioni di cui entrerà a far parte; in particolare
conoscerà Evelyn, e scatterà subito il colpo di fulmine.
Chiaramente innamorato di lei per gli altri compagni di
squadra (e per i lettori), non si è invece mai dichiarato ad Evelyn per via delle
sue insicurezze, e per il fatto che, come dice lui stesso, una donna così bella
non merita un ciccione codardo… Senza contare tutte le bacchettate e le
frecciate di lei, sempre pronta a criticarlo o sfruttarlo, come si è visto in
occasione del rapimento degli exsheed. Per tali motivi, decise che si sarebbe
fatto avanti solo una volta dimagrito (grazie all’aiuto della pozione della
forza di volontà promessagli da Oberon), cercando nel frattempo, per quanto
possibile di farsi notare e ottenere maggior lustro ai suoi begli occhioni…
Tuttavia, recentemente grazie a Natsu è riuscito ad
acquisire una maggiore considerazione di sé stesso, e ha realizzare che il
grasso in eccesso non pesa poi tanto, specie quando si ha il coraggio di
rischiare la vita per la persona amata.
Chissà che molto presto non si presenti dinanzi ad Evelyn
con qualcosa da dirle…
Staremo a vedere!
Gli piace: I completi giacca e cravatta, il cibo, Evelyn (non
necessariamente in quest’ordine)
Non gli piace: Le t-shirt, quelli che deridono i grassi, scaricare il
proprio nervosismo sul cibo
Curiosità: Nonostante affermi che il suo completo non abbia alcunché di
magico, le sue tasche possono contenere una spropositata quantità di cibo, che
non sembra neppure appesantirlo o intralciarlo quando corre o combatte…
Mistero! Teorie?
Al prossimo capitolo, cari lettori! Commentate! ^__°
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Giù e di nuovo su! Riunioni inaspettate! ***
nuovo ft fic
Ciao a tutti, cari
lettori! ^__^
Dai che questa volta il ritardo è poco… XD
Ultimamente dal punto di
vista artistico sono molto attivo… Se mi cercate su Deviantart (il mio account
è “Tonycocchi”) vedrete un po’ delle cosette che sto sfornando! Non
dimentichiamoci poi la scrittura: ho postato in questi giorni una piccola fic
comica sui Cavalieri dello Zodiaco che consiglio a tutti gli appassionati, e a
coloro che hanno già letto altre mie fic comiche! XD
L’ultima volta ci siamo
salutati con il volgersi della situazione in favore dei cacciatori di pozioni,
ma per questo capitolo nuove sorprese e nuovi ribaltamenti sono in arrivo! E a
proposito di ribaltamenti… preparatevi a salti, urla, e a tante rocambolesche
sequenze! Buon divertimento!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
L’Ex-Equip è una magia
portentosa per certi versi: il potere di avere, direttamente nelle proprie mani
e in meno di un attimo, un qualunque pezzo del proprio arsenale, sia esso un
coltello o una spada, uno scudo o un’armatura, anche conservato a miglia e
miglia di distanza.
Una volta Lucy aveva visto
Erza utilizzarlo con i costumi da bagno o per far comparire un barbecue…
Ma una palla da
demolizione era decisamente più di quanto potesse mai aspettarsi… Non fosse
stata tanto spaventata da quell’enorme massa nera e pesante pronta a
sfracellarla da non riuscire ad articolare le parole, più che un semplice urlo
le sarebbe venuto da chiedere…
<< MA DOVE CAVOLO SE LA TIENE UNA ROBA DEL
GENERE?!?!?!? >>
Al confronto la catena
della sua precedente arma sembrava una collanina! E dire che già in quel caso erano
rimaste sgomente a vederla… Di sicuro Sybille possedeva delle armi veramente
originali.
Ovviamente questi pensieri
erano alquanto frammentari e disordinati nelle menti di Lucy e compagne, le
quali non pensavano ad altro che a schivare ed urlare.
“WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!”
Prima la palla e poi la
catena volarono sopra le loro teste, futilmente riparate sotto le mani per
istinto.
“Mf!”
Sybille piantò bene i
piedi e, reggendo l’altra estremità dell’arma, una sorta di impugnatura grossa
quanto il tronco di un piccolo albero, fece leva su di essi per roteare l’arma.
Questa si alzò in aria,
coprendo per un attimo con la sua ombra Evelyn.
“UAH! FAI ATTENZIONE!”
Dopodiché, descritto
l’arco, la palla tornò roboante verso di loro.
“GAMBE!” urlò Charle.
CRASH!
Lasciando un cratere,
l’arma si abbatté a terra, massacrando decine di mattonelle innocenti.
Sybille si passò una mano
sulla fronte: “Rialzarla ora sarà una faticaccia.”
“Meno male…” sospirò
Wendy.
“Evelyn?”
“Uh uh uh! Le schiaccio io
quelle piccole pulci.”
“Non siamo pulci!”
protestò Wendy.
“Tu sei la più pulce di
tutti. Allontanati dalla mia Charle, non osare saltarle addosso, eh?”
Charle tirò fuori gli artigli: “Ehi! Non parlarle in quel modo! E sappi che
preferirei avere Wendy per pulce piuttosto che te come padrona!”
“NUUUUUUUUUUOOOOOOO!!!”
urlò Evelyn, divenuta per lo shock flessibile e bianca come uno spettro.
La rossa si gettò a terra
sulle ginocchia: “Come hai potuto dire una cattiveria simile, Charle? Sigh…”
Poi rialzò di botto uno
sguardo infuocato: “Come tua futura padroncina è anche mio compito educarti! Mi
spiace Charle se mi costringi ad essere dura, ma sappi che il mio cuore piange
nel farlo!”
Le crepe intorno alla
palla da demolizione cominciarono a far rumore.
“Eh?!”
Le Fairy Tail, che
pensavano ormai fosse finita, restarono impotenti a guardarla sollevata come da
una forza invisibile: sembrava diventata viva.
La mano di Evelyn era
altresì sollevata.
“Sigh! Non oso guardare!”
E girandosi dall’altro
lato, compì un gesto della mano e la catena scattò in avanti!
“WAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!”
La palla roteò in aria,
sfiorando Levi e Wendy, poi si alzò e poi infine ricascò a terra provocando un
nuovo cratere a due passi dalla codina di Charle.
“Oh, cielo, mi sento
male…” fece la gatta al sopraggiungere di un leggero giramento di testa… Ma dovette
farselo passare in fretta: la palla si stava già rialzando, mentre, il cratere
che aveva provocato un attimo prima, iniziava ad allagarsi: evidentemente aveva
colpito una tubatura sotto il pavimento nella quale, malgrado gli anni passati,
era rimasta ancora dell’acqua.
“Evelyn controlla le
magie, e siccome le mie armi sono evocate tramite magia, può appunto
controllarle.” disse tra sé e sé Sybille, che neutra come al solito si godeva
pacatamente il risibile spettacolino di quattro moscerini in fuga da uno
scacciamosche gigante.
CRASH!
La sfera di metallo si
schiantò contro il fondo della sala, provocando un foro circolare nel muro, per
poi tornare indietro, rialzarsi e roteare, puntando su Levi.
Quest’ultima spiccò un
balzo felino in avanti, mentre la demolitrice passava giusto dietro di lei,
spaccando una parete e poi continuando l’opera con la catena, quando questa
seguì come una frusta il suo movimento.
Non le avrebbero schivate
per sempre: già stavano iniziando a stancarsi.
“HO UN’IDEA!” urlò Lucy,
facendo segno alle altre tre di venire verso di lei.
“Sarebbe?” fece in tempo a
chiedere Levi, prima che una brutta, bruttissima sensazione le costringesse a
voltarsi tutte da un lato… quello da cui stava tornando la palla!
“SALTATE!” fece Lucy
agendo…
“MA CHE?!?!” esclamò Levi,
imitandola incredula…
“SEI PAZZA?!” miagolò esasperata Charle, seguendole controvoglia…
“AAAAAHHH!” obbedì spaventata Wendy…
“Io non ne avrei avuto il coraggio…”
disse Evelyn quando vide che si erano lanciate sulla catena, afferrandosi ai
suoi anelli…
La catena continuava a
muoversi, descrivendo larghi archi, e, come puntini su di essa (o come appunto
pulci sulla schiena di un serpentone), le Fairy Tail restavano avvinghiate, malferme,
ma almeno al sicuro come su un vagone delle montagne russe!
Charle aveva il sangue
agli occhi e una stretta allo stomaco: “SAREBBE QUESTA LA TUA IDEA?!?!?”
“MI SENTO MALE!” pianse la
piccola draghetta.
“RESISTETE!” –le incitò
Levi- “In questo modo siamo al sicuro dalla sfera! O preferite vi schiacci?”
“AIUTOOOOO! GAZIIIIILLE!
VIENI A FARMI SCENDEREEEEE!”
A Levi uscirono gli occhi
dalle orbite: “LUCY! MA SE L’HAI PROPOSTO TU DI SALIRE!”
Ma mica lo sapeva che
sarebbe stato così… Se almeno ci fosse stato anche Gazille a partecipare al
giro per potersi abbracciare a lui e sentirsi al sicuro tra le sue braccia!
“Strepitoso!” -sbalordì
Evelyn guardandole- “Io non l’avrei fatto mai e poi mai!”
Anche perché si sarebbe di
certo rovinata il vestito!
“Non siamo qui per fare
complimenti.” la redarguì Sybille.
“Oh, andiamo! Non si vede
mica tutti i giorni, potresti scioglierti un pochino!”
“Pensa a liberartene.”
“Uffa, va bene…”
La sfera roteò e si
diresse verso la parete lunga della sala rettangolare, quella con il camino e,
un po’ più in là, con la breccia nel muro che aveva provocato usando il soffio
di Wendy.
“Le farò schiantare!”
La canna del grande
camino, che si innalzava fino al soffitto in rilievo rispetto alla parete,
venne colpita di striscio e perse un pezzo, facendo volare via mattoni e
detriti a destra e a manca, che per miracolo non fecero male a Levi e le altre.
Ora però era la catena, il loro “luogo sicuro”, a strusciare contro la parete,
e sarebbero finite schiacciate se fossero rimaste ferme.
Wendy e Charle si
nascosero dentro uno degli anelli, approfittando delle ridotte dimensioni di
entrambe, evitarono lo schianto.
“Lucy! Fa come me!”
Come la catena fu
abbastanza vicina al muro, Levi allungò le gambe e cominciò a camminare su di
esso, continuando a tenersi aggrappata con le braccia al proprio anello.
Lucy, pur gridando dalla
paura, riuscì a fare lo stesso.
“Però, che atletiche,
sembra una mossa degna di me…” fece Sybille ponendo le mani ai fianchi.
“Certo che quando si
tratta di metterti in luce diventi più recettiva, eh?” la punzecchiò Evelyn.”
“Senti chi parla di
mettersi in luce…”
Evelyn a quel punto fermò
la catena, che restò come un serpente ipnotizzato, sollevata a mezz’aria al
centro della stanza.
“Charle! Per favore, scendi giù di lì!”
“No!”
Meglio schiantarsi che
prendere un tè vestita da bambolina con quella signorina così irritante!
“Sigh, non mi lasci altra
scelta… Mi raccomando non farti troppo male… Voi invece potete farvene!”
“Ma che…”
Sfera schizzò verso il
soffitto, e le Fairy Tail con lei! A quella velocità e con quell’ angolo
d’impatto non sarebbe bastato improvvisarsi acrobate!
“LASCIATE!”
Le Fairy Tail allora,
prima che la sfera impattasse il soffitto, si sollevarono sul proprio anello,
approfittando del fatto che la catena non correva esattamente verticale, ma
come una discesa molto ripida. Fecero un passo in equilibrio da un anello
all’altro per darsi la spinta e poi si lanciarono nel vuoto.
Non era certo una bella
soluzione: ora anziché del soffitto dovevano preoccuparsi del pavimento, che
stavano per raggiungere altrettanto velocemente!
“È la fine! E non ho
neanche mai baciato Gazille!” pianse Lucy.
“Non conoscerò mai le
dolcezze dell’amore!” si unì a lei Wendy.
“SOLID SCRIPT! MATTRESS!”
Levi riuscì all’ultimo
istante a far comparire una specie di grosso cuscino blu di forma quadrata
sotto di loro: atterrandovi sopra, le quattro rimbalzarono in varie direzioni,
ma tutte più o meno incolumi, salvo Charle che finì in una pozzanghera: lì il
pavimento era stato bagnato dalla tubatura sfondata che, riempito il cratere,
continuava a zampillare.
Charle si strizzò la
codina, mentre Evelyn, impietosita voleva correre da lei a soccorrerla: nulla è
più pietoso di una micetta bagnata. Purtroppo Sybille stava già correndo verso
di loro, tutte e quattro a terra, e di certo con intenzioni meno amichevoli.
“Siete mie.” Annunciò
brandendo la sua sciabola, parlando senza rabbia né ostilità, come stesse per
fare cosa semplice e naturalissima.
“Oh, no!”
CRUMBLE…
In sala tutti alzarono gli
occhi all’udire quel rombo. La sfera demolitrice di Sybille giaceva ora a terra
incontrollata, dopo essere ridiscesa giù dal buco nel soffitto che aveva
provocato. Purtroppo non puoi sfondare e creare crepe di tali dimensioni nel
soffitto di una casa vecchia e fatiscente senza aspettarti un bel fragoroso
crollo.
Sybille si fece indietro,
visto che minacciava di cadere proprio tra lei e le quattro Fairy Tail. Ancora
una volta, mantenendo neutralità e distacco aveva evitato una sciocca
complicazione, anche se era un po’ curiosa di sapere di chi fossero quelle urla
che si sentivano…
“Gazille! Levi! C’è
nessuno?”
Pantherlily stava
perlustrando il piano superiore, ma inutilmente. Nella stanza abbandonata
frettolosamente da Levi e Charle una volta scoperte da Oberon, non aveva
trovato tracce da seguire. Sembrava quasi che le sue amiche fossero fuggite
attraverso i muri, e forse era anche possibile.
“Accidenti, ci ho messo
troppo per riprendermi. Devo trovarle alla svelta.”
In cuor suo poteva solo
sperare quel tipo non le avesse raggiunte: era un avversario più che ostico,
capace di stenderlo al tappeto in meno di un minuto.
“Tsk!” –si guardò intorno-
“Dannato labirinto.”
A un certo punto credette
di udire un rumore, ma pensò di essersi sbagliato visto che somigliava a una
risata… Poi però lo sentì di nuovo e, pur stranito, prese a seguirlo, anche se
sembrava gli si stesse già avvicinando.
“GHIHIHIHI! CHE
SECCATURA!”
A poche lunghezza di
distanza, Oberon lo seguiva, ridendo pure lui, solo che lui alle risate non era
obbligato e quindi il bastardo se le stava godendo anche di più.
“Avanti, vieni qui, non
scappare!” lo provocava il biondino mulinando la sua spada.
Gazille, davanti a lui,
non poteva non notare i tagli che comparivano ai lati sulle pareti e sul
pavimento, alcuni passando particolarmente vicini alle sue orecchie o ai suoi
piedi!
Quel dannato stava
praticamente giocando!
SLASH!
Come non detto,
quest’attacco tagliente a distanza gli aveva portato via una ciocca di capelli!
“GHIHIHI! ASPETTA CHE
FINISCA… IH IH… DI RIDERE… IH IH… E TI FACCIO PASSARE LA VOGLIA DI SCHERZARE!”
“Eppure mi sembri così in
vena di scherzi. Senti questa: << Un tizio entra in un caffè… SPLASH!
>> Ah ah! Che te ne pare?”
“FA SCHIFO! AH AH AH AH!”
“A me sembra ti diverta.”
Gazille si tappò le bocca con
le mani: << Oh, come mi divertirò a
farti a pezzi! >>
Nel frattempo Oberon
continuava a far sibilare i suoi colpi d’aria taglienti tutto intorno a lui,
che li evitava come poteva, saltellando o abbassando la testa. Il ridente
dragone, esasperato vide una porta e ci si rintanò dentro.
Contemporaneamente,
un’altra porta, sul lato opposto della stanza (si trattava di un bagno), si
aprì.
“Gazille?!”
Il dragone, richiusa di
botto la porta e messosi a bloccarla con la schiena, fu molto felice di vedere
di chi si trattava: “Lily! Ghihihihi! Come sono contento di vederti! Ah ah ah!”
“Ehm… vedo…”
Si, proprio molto felice!
“Ti senti bene?”
Per tutta risposta, preso da un attacco di ridarella, Gazille si piegò in due e
fu costretto ad appoggiarsi al lavandino: “Non farci caso! Ah ah ah! È una
pozione di quel bastardo! Ah ah ah! E le sue battute fanno schifo! Ah ah ah!”
L’exsheed lo guardò con
aria di sufficienza: così non faceva più paura a nessuno!
“Che ne è delle altre?”
“Ih ih ih! Ci siamo
divisi! Io ora sono inseguito da Oberon! Ah ah ah ah! E le altre… Ih ih! Non so
dove sono! Ah ah ah! Per quanto ne so potrebbero averle già prese di brutto! Ah
ah ah! E in tutto questo non riesco a smettere di ridere! Ih ih ih ih! Che
situazione del cavolo! Ghihihihi!”
“Oh,
fantastico… “Ih ih
ih”…” –lo imitò l’exsheed per
alleggerire la tragicità della situazione- “Se è
stato in grado di ridurti così e dici che ti è dietro
forse è meglio ritirarci
a cercare le altre.”
“Ih ih, dammi un istante…
e mi riprendo………… AH AH AH AH!”
CRASH!!!
?!?!?!?
D’improvviso tra i due un
qualcosa di grosso e nero era venuto su dalle piastrelle verde acqua del
pavimento schizzando verso l’alto, facendo prendere ad entrambi una paura boia.
“E quella che diavolo
era?!” esclamò il gatto nero.
“Una palla da demolizioni! Ah ah ah ah! Che ridere!”
La palla tornò di nuovo
giù, ripassando dal buco con cui si era fatta strada, e che ora divideva Lily
da Gazille, il quale continuava imperterrito a singhiozzare e ghignare.
“Ehm, Gazille…”
“Ih ih ih! Dai, vedi il lato positivo, ci ha mancati! Ah ah ah! A momenti ci
uccideva! Ah ah! Che ridere! Ah ah ah!”
Lily gli fece segno di
guardare ai suoi piedi, e, implicitamente, di rendersi conto di quel rumore di
crepe che si faceva sempre più forte.
Il pavimento del bagno
rimasto, quello sotto i loro piedi, stava cedendo…
“… Ok, ora non mi diverto
più…”
CRASH!!!
Sgomente e un po’
spaventate dall’urlo, Levi, Lucy, Wendy e Charle puntarono gli occhi verso
l’alto e videro un nuvolone di polvere, pietre, pietruzze, piastrelle venire
giù insieme a una vasca, un lavandino, confezioni di sali da bagno, e, nascoste
in quel casino, parve loro di scorgere due figure.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!”
Persino Sybille aveva gli
occhi sgranati!
Lo schianto avvenne nel
poco spazio tra di lei e le quattro Fairy Tail, mettendo così a loro
disposizione una barricata di detriti, sormontata da una scintillante vasca da
bagno con rubinetti dorati. Da questa uscivano la testolina di Lily, appeso al
bordo con una bruttissima cera, e una indomita criniera nera che fu subito
riconosciuta da Lucy e Wendy.
“GAZILLE!”
Sybille si attivò
all’istante: “EVELYN! COPRITI GLI OCCHI!”
“AAAH! SUBITO!”
Gazille si sollevò e si
massaggiò la testa.
“Bene, non ci trovo nulla da ridere: l’effetto della pozione è finito.”
“Ottimo.” –scherzò Lily- “Così non sfigurerai dinanzi le tue fans.”
“Eh?”
Gazille si girò nella
direzione indicatagli e vide, ai piedi della montagnola su cui si trovava, Lucy
e Wendy che lo guardavano con occhi a cuoricino.
“Sigh…”
Perlomeno erano salve, e
così anche Levi e la gatta bianca.
“Evelyn, tu stai indietro
e non guardare, di loro me ne occupo io.”
“Non mi suona bene…”
commentò Lily, vedendo per la prima volta quella nemica mascherata.
“EX-EQUIP!”
Tutto intorno a lei
comparvero dei piccoli sbuffi di fumo, dai quali apparirono e restarono sospese
volteggiando, decine di sfere nere, simili alla palla demolitrice, anche se
molto più piccole: non avevano catene, ma in compenso erano puntute!
“ASSALTO SPINATO!”
Indicò con indice e medio
uniti la direzione e le sfere chiodate si diressero verso di loro.
“Attente!”
Gazille con un braccio
solo afferrò la vasca da bagno, che per sua fortuna, vista la ricchezza di
Oliver, era molto lunga e ampia, oltre che di buona qualità, usandola a mò di
scudo per ripararcisi dietro insieme a Lily.
Reggendo quella difesa
improvvisata, Gazille saltò giù dal cumulo, raggiunse le ragazze, e queste con
lui si acquattarono dietro la barricata improvvisata. Prima di abbassarsi,
Gazille riuscì ad afferrare al volo una delle sfere: “Grazie!”
Dopodiché, scansandone
altre due, che andarono a schiantarsi contro il fondo della stanza, si abbassò
e prese a sgranocchiare: ridere tanto lo aveva proprio affaticato.
Purtroppo per lui, se
poteva tollerare di restarsene in trincea sotto un bombardamento letale di
ferraglie che si schiantavano giusto oltre la sua testa, la presenza lì di due
certe ragazze non gli consentiva di consumare il suo pasto in pace!
“Ah, Gazille, mi sei
mancato tanto!”
“Ah, Gazille, sei tornato a salvarmi!”
Una per braccio, come al
solito.
“Piantatela! Non vedete
che sto mangiando?”
Mai disturbare un uomo
impegnato col suo piatto preferito!
Lily e Charle erano seduti
un po’ più in là, con la testa al riparo tra le mani: “Charle, quella non era
la tipa che ti voleva adottare?”
Uno schianto dietro le
loro teste interruppe momentaneamente la loro conversazione, facendo piovere
sulle loro testoline pelose alcuni pezzi di intonaco.
“Ci sta ancora provando! Sigh! Comunque sono contenta di sapere che stai bene.”
Levi, gattonando senza
alzarsi troppo per paura del bombardamento a cui Sybille li stava sottoponendo,
riuscì ad arrivare da Gazille, sebbene Lucy e Wendy se lo tirarono subito a sé:
“Stai indietro, subdola!”
“Gazille, stai bene?”
chiese la ragazza con la bandana.
“Già, Gazille, stai bene?”
si affettò a chiedere Lucy, cercando di apparire il più preoccupata dell’altra
con un paio di occhioni luccicanti.
“Più o meno. Quell’Oberon
malgrado l’aria da fighetto è un osso duro.”
CRASH!
“Tsk, che casino…” commentò
perfettamente tranquillo, mentre le altre tre erano sobbalzate.
“Questo riparo non reggerà ancora a lungo!”
“Levi, avete trovato
qualcuno degli altri?”
“Nessuno, però siamo riuscite a controllare le carte e abbiamo scoperto dove si
trova il laboratorio!”
Più o meno
contemporaneamente, Oberon, con un agile salto dal soffitto perforato,
atterrava nel salone, notando alla sua destra, Evelyn con una benda sugli
occhi, e alla sua sinistra Sybille che seguitava a scagliare palle ferrate
contro un mucchio di macerie.
“Evelyn, che stai
facendo?” domandò lo spadaccino a primo acchito.
“Mi proteggo da Gazille.”
–rispose sorridendo la donna, rassicurata di sentire la voce del loro boss- “In
questo modo non vengo colpita dall’Incanto Cupidus.”
“Bella mossa… E tu Sybille che combi… ?!?!?”
Perché riusciva a vedere
il giardino posteriore da lì?
Non ci sarebbe dovuto essere un pezzo di parete lì in quel punto?
Perché lì il pavimento era
in frantumi?
Perché alla cappa del camino mancava un pezzo?
Perché i muri erano pieni di crepe e enormi fori circolari?
Doveva aspettarselo: uno
non entra in un salone dal soffitto come se nulla fosse se qualcuno non ci ha
provocato un buco grosso quanto un bagno!
“CHE COSA STATE COMBINANDO?!?!?”
L’urlo barbaro del biondo
atterrì le due e stoppò il furioso bombardamento di sfere puntute.
“Sy-Sy-Sybille! Che cos’è
quello?”
“Un buco nel muro?”
“SI!” –ruggì Oberon, più
scomposto che mai- “Che cosa vi avevo detto riguardo i miei futuri progetti su
questa casa?”
“Sono costernata, Oberon.
Ho dato la priorità a combattere in maniera decisa ed efficace contro le nostre
nemiche.”
“A parte il fatto che io
avevo detto che era meglio che voialtri evitaste altri scontri diretti…”
Sybille lanciò
un’occhiataccia ad Evelyn; lei non poté vederla, ma la sua coda di paglia prese
subito fuoco!
“Non voglio che provochi
altre inutili distruzioni, intesi? Ora vi aiuto io a metterli al tappeto!”
“E come ci si arriva a
questo terzo piano?”
“Non lo sappiamo.”
“Fantastico…”
“Ehi, voi due…” –li apostrofò Lily, che insospettito dalla fine degli schianti
si era sporto oltre il ciglio della barricata- “Siamo nei guai, Gazille si è
portato dietro il biondino e qui le cose si complicano.”
Gazille strinse i pugni:
“Tsk!”
Levi, Lucy e Wendy avevano
tutta l’aria di essersela vista brutta: se ora ci si aggiungeva anche Oberon
non sarebbero durate a lungo.
“Gazille, devi cercare di
raggiungere il laboratorio: qui possiamo tenere duro.”
Sgranò gli occhi; era come
se Levi gli avesse praticamente letto nel pensiero. Tuttavia non poteva essere
così facile.
“Oh, no, Gazille, non ci
lasciare!” fece Wendy stringendolo, ma questi la staccò via con un pezzo di
scotch.
“Sei sicura?”
“Si!” ribadì Levi.
<< Cattivo! >> -pensò Wendy in
lacrime- << Pensa più a Levi, non è
giusto! Cattiva anche lei! >>
Gazille voleva
controbattere, ma per qualche motivo non ci riuscì. Sbuffò.
“Non c’è un indizio su
come arrivare a questo maledetto piano segreto?”
La voce di Oberon sovrastò la barricata in un tentativo di negoziato: “Gazille!
Venite fuori e lasceremo incolumi le tue amichette. Noi vogliamo solo sapere
dov’è il laboratorio. Vuoi mettere a repentaglio le loro vite?”
Gazille guardò i suoi
compagni uno per uno, riflettendo su quella domanda tanto inquietante.
Ma Levi seguitò a
rispondere, come quelle parole le fossero uscite dall’altro orecchio così come
erano entrate: “C’è un qualche meccanismo segreto chiamato “ascensore”. Devi
trovarlo, probabilmente è nascosto dietro una delle pareti mobili. Non so come
sia fatto, ma di sicuro è un qualche macchinario in grado di muoversi su e giù
tra i piani.”
“Va bene, vedrò cosa
trovo… E intanto mi porterò dietro quel belloccio.”
“Non potresti portarti via
la belloccia in rosso invece?” scherzò Charle.
Lucy gli si avvicinò a un
palmo dal volto: “L’unico belloccio qui sei tu, Gazillino mio!”
Wendy rispose tirandola
via per i capelli.
“Lily, tu resta qui a dare
manforte.”
“Va bene.”
Gli dispiaceva separarsi
nuovamente dall’amico, ma con uno sguardo marziale si disse pronto a fare del
suo meglio.
Fece per sollevarsi, ma
poi si riabbassò: “Ah, prima che me ne dimentichi…”
Prese a frugare nella
sacca bianca che aveva portava dietro la schiena e vi tirò fuori un libro.
“L’ho trovato per caso in
una stanza e te l’ho preso.” disse lui semplicemente.
“Oh, grazie…” disse Levi, piacevolmente sorpresa da quell’immotivato regalo.
“Riserbatelo per quando i
casini saranno finiti.”
“EHI! MA NOI?! NIENTE
REGALINO?!?!?” piansero Lucy e Wendy, guardando lui preganti e lei con gelosia.
“Fate le brave, state a sentire
Levi, e al ritorno vi do una carezzina in testa.” rispose sbrigativo il dragone
guardando da un’altra parte.
“LO FAREMO!”
Cosa non si fa per una carezzina in testa?
Finito il commiato,
Gazille saltò spavaldo sulla vasca da bagno ribaltata e piena di ammaccature
che aveva contribuito a difenderli.
“Ehi, testa di paglia!”
“Uh?”
“Io so dove cercare l’Incanto Cupidus, e tu no!”
Oberon aggrottò le ciglia: “Tsk!”
“Sai cosa faccio? Ora ci
vado e già che ci sono vedo di sfasciare un po’ di roba che non mi serve giusto
per il gusto di farlo che dici?”
Sybille si avvicinò al suo
boss: “Oberon?”
“Potrebbe essere un
bluff…” –però aveva avuto tutto il tempo di consultarsi con le sue amichette,
che sapeva aver carpito il segreto- “Ma non voglio rischiare.”
Gazille imboccò la porta
più vicina disponibile, una delle due che davano nel salone, e Oberon gli si
lanciò dietro: “Io lo seguo, voi chiudete la storia qui… E non distruggete più
nulla intesi?”
“Si, si…” fece neutra Sybille.
“Agli ordini…” pigolò con reverenza la rossa.
“Il mio capo si è appena
arrabbiato con me, come dovrei sentirmi?” domandò la ninja.
“Triste e in colpa, ma con
la voglia di fare del tuo meglio per rifarti.”
“Ora come ora non me ne
frega niente…”
“Beh, fregatene allora e facciamo come ci ha detto.”
“Va bene. Spero di sentirmi peggio alla prossima ramanzina.”
La sexy ondeggiò sui
tacchi con aria combattiva: “Avanti ora, riprendiamoci Charle!”
“Evelyn, sono dall’altra
parte: guarda che la benda puoi togliertela ora.”
“Ops…”
“Che le prende a quella
con la maschera?” –chiese Lily sbirciando- “Mi sembra un tantino… grigia…”
“Sembra sia il suo
carattere quello di… non avere carattere. Non è ricettiva alle normali
sensazioni ed emozioni di tutti.” rispose l’altra exsheed.
“Un bel frullatone di pozioni magari?” suggerì Lily.
SDENG!
Il bombardamento era
ricominciato; Sybille però, per fare meno danni era passata dalle sfere
aculeate alle lance… E una di queste aveva trapassato la vasca da bagno da
parte a parte e Lily aveva avvertito la punta a pochi centimetri dalle sue
spalle!
“Ci serve un piano e alla
svelta!”
“Corriamo dietro Gazille!”
“No!” –la sgridò Levi- “Penserò a un piano, ma mi serve più tempo!”
Charle alzò la zampetta: “Mhmm… ci penso io!”
Sventolando la codina
bianca in segno di tregua, Charle esordì verso le avversarie come se nulla
fosse: “Avrei una domanda per la tipa con la maschera. Come mai alla tua amica
hai fatto coprire gli occhi mentre tu l’hai visto e non ti sei innamorata?”
Le testoline di Lucy e
Wendy comparirono accanto alla sua.
“Ehi, è vero!”
“Come hai fatto? Siamo curiose!”
“A me lui non interessa…
non mi fa né caldo né freddo.”
“Ma sei una ragazza anche tu giusto?” –chiese ancora la draghetta dell’aria-
“L’Incanto Cupidus dovrebbe farti innamorare di lui volente o nolente.”
“Oberon mi ha rassicurato che su di me non funziona.”
“Come mai?”
“Sono lesbica.”
“Ah, capisco…”
“……”
“……”
Lucy e Wendy iniziarono a
guardare Levi…
“!?!?!?”
Si guardarono… e poi le
mostrarono un sorrisone: “Ah, ora si spiega.”
Levi cambiò istantaneamente di colore: “MA NO! NON È COSÌ!”
“Wow, non me l’aspettavo…”
mormorò Lily tra sé e sé.
Lucy e Wendy le si misero
una da un lato e una dall’altro, ma con aria stavolta più rilassata.
“Altro che immune al suo
fascino! Sapevo era impossibile resistere a Gazille.”
“Mi sembrava strano che
l’Incanto Cupidus facesse cilecca solo con te.”
“N-n-non sono
omosessuale!”
Lucy le poggiò una mano
sulla spalla in modo amichevole, ora che le era tornata simpatica in quanto non
più possibile rivale in amore: “Suvvia Levi, nessuna di noi qui ha pregiudizi.
Anzi, quando mi sposerò con lui ti farò essere comunque la mia testimone di
nozze.”
“Davvero vuoi che io sia la tua testimone di nozze? Oh, Lucy, grazie…” –si
commosse Levi…- “MA NON È VERO COMUNQUE!”
Evelyn scosse il capo: “A
questo punto vi renderete conto di quanto sia tragica la situazione di Sybille:
è lesbica e con una meraviglia come la sottoscritta al suo fianco non mi ha mai
fatto delle avance (che avrei rifiutato sia chiaro), o non le è mai venuto
nemmeno l’idea di sbriciarmi quando siamo state alle terme insieme.”
Sybille fece spallucce:
“Non so… non sento granché…”
“L’importante è che siano gli uomini a notare la mia bellezza, umpf!”
“Ma allora come lo sai che
sei lesbica?” chiese ancora Lucy.
“Boh, lo so e basta…”
Detto ciò, Sybille afferrò
una delle lance.
“Beh, ti abbiamo dato
tempo Levi… pensato a niente?” domandò Charle.
“Qualcosa, ma mi dovrete stare a sentire, tutti voi.”
Lucy e Wendy portarono una mano alla fronte come delle brave soldatine: “Nessun
problema!”
<< Ora che mi credono lesbica tornano a fidarsi
di me! SIGH! >>
<< Detesto dare le spalle al mio avversario…
Almeno ora non ride più. >>
Oberon gli era abbastanza
distante, ma era ancora a portata dei suoi attacchi taglienti.
“Fermati! Fermo ho detto!”
Gazille rifletté: non
poteva correre a vuoto per sempre. Se almeno ci fosse stato qualcuno a cui
chiedere informazioni…
Alla fine del corridoio sbucò
nel salone d’ingresso, rivolgendo un fugace sguardo al soffitto. Come faceva a
salirci?
“Ho detto fermo!”
Oberon tracciò un arco furioso
con lo stelo acuminato del suo spadino e Gazille percepì che quello non era
certo un colpo menato per gioco. Si voltò, facendosi scudo con un braccio, ma
si vide la mezzaluna tagliente tanto vicina da fargli temere il peggio.
“Tsk!”
CRASH!
Oberon si bloccò: “Ma che…?!”
Il suo colpo non era arrivato
a colpire il dragone: un solido muro di ghiaccio era comparso sulla sua strada,
e ancora si stagliava, malgrado pesantemente scheggiato, a sua difesa.
“Gray!”
Comparsogli alle spalle,
il mago del ghiaccio lo salutava con un cenno del capo.
“Come mai da queste parti?”
“Potrei farti la stessa
domanda…”
Un caso fortuito. Gray,
lasciato Henry nel congelatore, si era diretto là dove lo conducevano i rumori
degli scontri, e Gazille, che da lì proveniva, gli era venuto incontro.
Si mise al suo fianco e
squadrò Oberon combattivo, ma il suo viso tradiva un certo affaticamento.
“Ehi, tu, ho lasciato uno
dei tuoi di là, però tranquillo sta bene. Se l’è cavata, però alla fine di
questa storia per premiarlo offrigli qualcosa di caldo, mi raccomando.”
<< Sicuramente è Henry, accidenti… >>
Gazille ridacchiò, ma si
sentiva come degli spilli sotto i piedi: forse era davvero vicinissimo alla
chiave per guarire sé stesso e tutte le altre.
“Senti, avrei fretta di
raggiungere un certo posto, puoi trattenerlo?”
“Umpf, e me lo chiedi?”
“Se permetti ti do una
mano.”
Gazille e Gray si
voltarono: “Na… ?!?!”
In cuor loro si erano
sentiti rassicurati dal sentire l’arrivo del loro infiammabile compagno, ma il
loro entusiasmo era svanito quando videro lui e quel ciccione in giacca e
cravatta trascinarsi gattoni verso di loro con una mano sullo stomaco.
Oberon batté le palpebre
confuso: “Lionel?”
“Natsu! Ma che ti prende?”
Il rosa rispose in malo
modo: “Umpf, che mi prende cosa?... URGH!” sussultando si era portato una mano
alla bocca, mentre la faccia gli si era tinta di verde.
“Uhi uhi…” anche il
ciccione non aveva una bella cera.
Happy, passeggiando
tranquillamente, sbucò dietro di loro: “Dopo la battaglia ci siamo presi una
pausa merenda, ma devono aver mangiato qualcosa di guasto.”
“Uuuuhhh… saranno stati i
peperoni?” si domandò Lionel rotolando sulla schiena.
A quanto pare non tutto si
può conservare nelle tasche troppo a lungo…
“E tu dopo aver sconfitto
un nemico fai merenda con lui?!” sobbalzò il mago glaciale.
Gazille si batté una mano
in faccia: “Idiota…”
Nemmeno a Oberon andava a fagiolo quella fraternizzazione: “Lionel, mi
spiegheresti che succede?”
“Dammi un attimo, Oberon… avrei una cosuccia importante da dirti…”
Tenendosi la pancia, il
tarchiato prese qualche respiro per riprendersi, e poi guardò il suo capo
dritto negli occhi: “Io mi tiro fuori…”
Il biondo sgranò gli occhi: “Che cosa?!”
“Non voglio più combattere
contro di loro, sia perché mi hanno sconfitto, sia perché non mi interessa più
quella pozione che ti ho chiesto... Io… penso di poterne fare a meno…”
“……”
“N-non mi far male, ti
prego!”
Sorprendentemente, quando
Oberon riacquistò la facoltà di parlare, non fu poi così terribile.
“Tsk! Sei padrone di fare
ciò che ti pare Lionel.” si sbrigò a dire, come non gli importasse affatto.
“N-non significa che passo
dalla loro parte!” –lo rassicurò- “Però mi sono reso conto che il modo in cui
cercavo di risolvere i miei guai non era esattamente il massimo… Anzi, forse di
guai non ne ho mai avuti. È stato il vandalo a farmene accorgere.”
“Di che sta parlando?”
domandò Gray all’ameba verde dai capelli rosa, avvicinandosi insieme all’altro
dragon slayer.
“Del fatto che è un
ciccione e la cosa gli sta anche bene o roba simile… Ad ogni modo ho fatto un
ottimo lavoro, ringraziatemi.”
“Aye! Meglio di uno
psicologo!”
Intanto il dialogo tra
Oberon e il disertore proseguiva.
“Sai che questo non andrà
a genio ad Evelyn e agli altri, vero?”
Effettivamente non aveva
tenuto in conto di dover affrontare le loro reazioni, e la cosa poteva
rivelarsi spinosa…
“Però forse anche loro potrebbero arrivare alla mia stessa conclusione… Oberon,
forse non sono le pozioni che ci servono! Forse se anche tu ci pensi bene…”
“Ne abbiamo già parlato Lionel.” –lo troncò severamente il belloccio- “Sai bene
le varie motivazioni che mi spingono.”
“Si, però…”
“Sai anche tu perché sono
arrivato fino a questo punto, e nulla mi fermerà. Mi hai parecchio deluso col
tuo tirarti indietro: che dire, hai deciso di fare da te, ti auguro ti vada
bene.”
Lionel rintanò dispiaciuto
il collo nelle spalle: “Oberon… non prenderla male…”
“Del resto sei sempre
stato privo di determinazione…” fece guardandolo dall’alto in basso.
“Ti sbagli! Ora come ora non sono mai stato tanto sicuro di ciò che sto facendo,
anche se ho rinunciato al motivo per cui sono venuto qui!”
Oberon non riconobbe più
in lui il solito Lionel… Improvvisamente, era come si sentisse indietro
rispetto a lui. E guardò i maghi di Fairy Tail, come fossero colpevoli.
“Oberon, farsi in quattro
per risolvere i propri problemi va bene, ma forse non ce n’è poi tanto bisogno.”
Oberon lo ignorò.
“Sentite, avete idea di un
coso chiamato “ascensore” qui da queste parti?” domandò di fretta Gazille.
“Forse è quel coso che ha
fatto venire la nausea a Natsu, perché…”
“Non c’è tempo! Ditemi dov’è!”
Natsu emise un rantolo provando a sollevarsi, salvo poi ricascare a terra coi
crampi alla pancia: “Boh…”
Non bastava il cibo
guasto, se ci si metteva anche il pensiero di quegli orribili giri si sentiva
peggio che a una mostra di treni!
“Io me lo ricordo!” alzò la zampa Happy- “Era di là!”
Happy indicò il corridoio
da cui lui, Natsu e Lionel erano appena tornati. Gazille allora lo afferrò e se
lo mise dietro il collo, iniziando subito a correre: per lo meno aveva
imboccato la direzione giusta sin dall’inizio!
“Allora indicami la
strada! Natsu, prendo il tuo gatto in prestito!”
Oberon gli corse dietro,
ma passando qualche passo di fianco il suo ormai ex-compagno Lionel, si fermò a
guardarlo. Prima con la rabbia di chi ha tradito, poi con la comprensione di
chi non vuole provare risentimento.
“Lionel… sappi che Evelyn
sta combattendo insieme a Sybille nel salone dell’altra ala contro le altre
Fairy Tail.”
“Evelyn!”
Indugiò un attimo, e poi, reggendosi la ciccia, si avviò il più velocemente
possibile: “Natsu, scusami, ma io devo raggiungerla!”
“Urgh… fai pure…”
Gray lo guardò storto, ma
Natsu lo bloccò afferrandogli la caviglia: non avrebbe torto neanche un capello
a Lucy e le altre.
Oberon lo seguì per un po’
con lo sguardo, poi si ricordò di Gazille.
Ma girandosi, si vide la
strada bloccata.
Gray era nella sua posa da
combattimento…
Natsu nella sua posa da scombussolamento gastroenterico!
<< La soluzione al mio problema… è solo l’Incanto
Cupidus! >>
Oberon puntò la spada, ostentando
le cartucciere da pozioni sotto il pastrano: “Toglietevi di mezzo.”
“Natsu, ce la fai?”
“A te sembra che non ce la
faccia?”
“Si… Ad ogni modo vedi di
tirarti su! Gazille aveva fretta, no? Sicuramente sapeva dove dirigersi…”
E anche Oberon se prima lo
rincorreva con una tale voglia di fermarlo.
“Cerchiamo di dargli più
tempo possibile!”
“Si! … Urgh…”
Il terzo piano e i suoi
segreti stanno per essere scovati, ma i due gruppi sono entrambi ancora in
gara. Guidato da Happy, Gazille riuscirà a raggiungere il laboratorio segreto e
a trovarvi il modo per scollarsi da dosso il fastidioso incantesimo innamorante
prima di Oberon? Gray e Natsu cercano di dargli tempo, ma nessuno dei due è in
ottimo stato (Natsu ha scelto il momento sbagliato per accettare chicche dagli
estranei…)…
Lionel ha deciso di
percorrere la sua strada abbandonando i cacciatori di pozioni e corre dalla sua
amata per salvarla e per parlarle: che cosa troverà ad attenderlo nell’altro
salone, dove la battaglia è al suo culmine?
Nella scene del crollo del
soffitto e della “trincea” volevo rendere un po’ al modo di un film d’azione,
rapido, rocambolesco e a tratti sdrammatizzato, spero di avervi dato quest’impressione!
Restate col sottoscritto
che non mancherà di raccontarvelo! ^__^
Alla prossima!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: L’appuntamento con le
schede sui miei OC è rimandato al prossimo capitolo! ^__^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Levi a tutta forza! Il ruggito del Bookworm! ***
Bookworm
Ciao a tutti cari lettori,
e, anche se con ritardo, auguri di buona Pasqua e buona Pasquetta! Quest’anno
non sono riuscito a postare prima per farvi gli auguri in tempo, ma mi auguro
comunque che abbiate vissuto delle belle festività! ^___^
Ora si riparte con la fic,
con un capitolo lungo e pieno di emozioni e avvenimenti! Reggetevi forte perché
molti degli avvenimenti descritti li avevo in mente da un sacco di tempo e ora
che è arrivato il momento di scriverli sento di aver dato il massimo!
Buona lettura, commentate
numerosi! ^__^
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Happy aggrappato dietro le
spalle di Gazille, anziché insieme all’inseparabile Natsu, era uno spettacolo
insolito: a volte dalle situazioni di emergenza possono nascere accoppiate
davvero strane.
“Quindi, ricapitolando…”
–fece Gazille, senza fermarsi- “L’ascensore è una specie di sgabuzzino
semovente coi bottoni…”
“Aye!”
“E Natsu quando ci è
finito dentro lo ha identificato come mezzo di trasporto e si è sentito male…”
“Aye! E quel tizio figo ce l’ha anche sbattuto dentro una seconda volta.”
“Ghi hi hi!” –ridacchiò sornione al ripensarci- “E si è pure fatto venire il
mal di pancia; certo che questa villa non gli sta portando tanta fortuna, eh?”
“Ih ih ih!”
“Ora posso farti un’altra
domanda?”
“Che c’è Gazille?”
“Tu sai dove mi stai portando, giusto?”
“……”
Gazille frenò bruscamente!
“AAAAH!”
SPLAT!
Happy, dopo un piccolo
volo, era schizzato come un proiettile fino alla prima parete davanti il
dragone, stampandocisi contro.
“Ohi…”
Ringhiando, Gazille lo afferrò per la codina e lo staccò dal muro come un
adesivo: “Senti un po’, vuoi dire che mi hai fatto girare a vuoto finora?!”
“N-no, non è così! Sono sicuro che è in questa parte della villa, dove abbiamo
cercato io, Natsu e Gray quando siamo arrivati! Solo… non ricordo precisamente
dove…”
Sbuffando, il dragon slayer lo lasciò cadere per terra.
<< Sigh, che male! Di questo passo la mia
faccia diventerà piatta come una sottiletta… >>
Gazille menò un calcio al
vuoto, spazzando un po’ di polvere dal pavimento: era bastato questo per
tornare a sentire il fiato di Oberon sul collo.
“Ohi… Eh?!”
Happy, ancora appiattito a
terra su di un fianco, spalancò gli occhietti. Nel corridoio verso cui guardava,
c’era qualcosa di parecchio interessante.
“Gazille!”
“Che c’è?”
“Guarda!”
Gazille osservò la
direzione che gli indicava: “Ti sei ricordato?”
“Guarda per terra: candelabri staccati!”
“E allora?”
“Sono quelli che ha staccato Natsu in cerca di un passaggio segreto!”
Quelle per cui ora Oberon
gli dava del “vandalo”.
Sulle sue zampette, corse
fino all’unico rimasto attaccato.
“Li tirava e venivano giù;
in questo modo!”
Saltò fino al candelabro, aggrappandosi ad esso, e poi, con un po’ di sforzo
usando il suo solo peso, lo trascinò giù, facendo scorrere il meccanismo.
Lo stupefatto dragon
slayer vide così la parete scorrere verso l’alto, e lo stanzino descrittogli
dall’exsheed rivelarsi!
“Te l’avevo detto io che
era da queste parti!”
“Umpf, la prossima volta che ti offri da guida vedi di essere più sicuro. Ad
ogni modo grazie.”
“Aye!”
Gazille ci entrò dentro, senza però prendersi alcuna libertà di curiosare e
guardarsi intorno, senza togliersi di mente il da farsi: “Come funziona?”
“Devi schiacciare uno dei bottoni e quello parte.”
Gazille aguzzò la vista sul quadro comando: “È una parola… qui dentro c’è poca
luce e sono pure rovinati!”
Ma perché mai poi si
faceva tutte quelle domande? Premere a caso: quale migliore strategia?
“Vediamo un po’…”
Premette e le grate
metalliche si chiusero, lasciando fuori però Happy.
“Ehi…”
“Tranquillo, faccio da solo, tu raggiungi Natsu, o Charle, o chi ti pare.”
Ora che gliel’aveva consigliato lui stesso, lo avrebbe mollato più che
volentieri: “Charle! Aye!”
Subito dopo, l’ascensore
cominciò a muoversi… in orizzontale!
“EHI! IO VOLEVO ANDARE SU! HAPPY, CHE SCHERZO è QUESTO?!?!” gridò Gazille dalla
tromba dell’ascensore, mentre questo vi si allontanava, veloce, nel buio del
muro.
“Io non lo so…”
La parete si richiuse subito dopo.
“… Oh, beh…”
E il micio iniziò a
tornare sui suoi passi.
Lanciò un sospiro: come
quando si finisce il sorso o la battaglia ha termine.
Oberon rinfoderò la spada
e osservò ciò che lasciava sul campo.
Gray era prostrato in
ginocchio.
Natsu, faccia a terra.
“Tsk!” -imprecò Gray a
denti stretti- “Non riesco… più a muovermi!”
Il suo corpo era percorso
come da spasmi, nel tentativo di muovere forzatamente quelle membra che non gli
rispondevano più.
Un fiotto di sangue usciva
lento da una lunga, ma poco profonda, ferita sull’addome.
“Ho bagnato la mia lama di
una pozione paralizzante. I tuoi muscoli saranno indolenziti e impossibilitati
a risponderti per un po’ di tempo.”
Quella si che faceva
sempre comodo averne un po’.
Gray gemette di rabbia, ma
le sue ginocchia ignorarono il suo desiderio di alzarsi e continuare la lotta.
La stanchezza del
precedente scontro ancora gli pesava: l’abilità e le mille risorse di Oberon
avevano fatto il resto.
A lui sembrava giusto: Gray
aveva congelato il suo amico Henry, e quindi ora se ne sarebbe stato fermo lì
per un po’.
In quanto a Natsu, per
ardore non era secondo a nessuno, anche con la nausea e i crampi allo stomaco…
Lui era stato decisamente più difficile da piegare: di solito la sua spada
potenziata dalla pozione dell’Idrotuono era sufficiente contro qualsiasi fiamma
o incendio, ma quelle che era riuscito a sputare sembrava non ne volessero
sapere di quietarsi…
Se non altro dalla sua
bocca erano uscite solo fiamme e non anche vomito visto il suo stato!
Passando oltre Gray,
ridotto ormai a un comodino, mosse alcuni passi verso la fine del salone, lì
dove Gazille si era diretto.
Malgrado la sua intenzione
di non perdere altro tempo, afferrato ad una caviglia, non poté far altro che
fermarsi e stupire.
“Fermo lì… tu e le tue
pozioni non andate da nessuna parte!”
Tirando forte a sé la gamba, Oberon riuscì a liberarsi; nonostante
l’indigestione, nonostante l’avesse ferito più volte, nonostante avesse
sconfitto in poco tempo sia lui che il suo amico ghiacciolo, il vandalo non
aveva perso un briciolo di volontà di combattere.
Che anche lui, come
Gazille, non fosse un mago come tutti gli altri? La sua magia e la sua
resistenza avevano un che di speciale, e i suoi occhi, anche quando guardavano
dal basso verso l’alto, come in quel momento, gli facevano sentire come lo
stesse schiacciando. I dragon slayer erano veramente straordinari.
“Ma come fai a non
arrenderti?”
“Umpf! Quella parola non è nel suo vocabolario!” scherzò Gray.
Per la prima volta, il
biondo provò paura, e ammirazione, di un semplice ragazzino che, a fatica,
cercava di sollevarsi sulle quattro zampe.
Oberon colpì Natsu sulla
schiena con il tacco dello stivale schiacciandolo di nuovo a terra. Dopodiché,
con un altro calcio, lo fece rotolare più in là sul pavimento.
E anche così, gli occhi
del dragon slayer lo fissavano stretti, minacciosi.
Oberon corse via: non
aveva tempo, Gazille stava per raggiungere il laboratorio. Mica stava
allontanandosi per paura…
“Eh eh eh… scappa… tanto
ti ritrovo! …… Gray?”
“Che c’è?”
“Mi sa che sto per
vomitare sul serio…”
“Natsu, io non posso spostarmi! Voltati, voltati, voltati, voltati, voltati,
voltati!”
Le guance di Natsu si gonfiarono come mongolfiere…
“… Falso allarme…”
“Fiuuu…”
“Maledizione stupido
sgabuzzino, fermati!”
Gazille cominciò a menare manate a caso sul quadro comandi, ma i bottoni, una
volta premuti, non si illuminavano, come era successo all’inizio. Gazille
continuò comunque a provarci, fino alla fine della corsa.
Le grate di ferro si
riaprirono di botto, e Gazille, finendo di percuotere i pulsanti, si affacciò
in un grosso salone in cui i segni di una battaglia lì avvenuta da poco non si
facevano notare per via del tipo congelato a mò di merluzzo in un blocco di
ghiaccio che saltava fin troppo nell’occhio.
“……”
“…… No, mi sa che non è
qui.”
Premette un altro pulsante
a caso, le grate si richiusero e l’ascensore tornò sui suoi passi.
“Voglio andare su, capito?
Su!”
Trasformò il suo braccio
in un martello: “Ora ascoltami bene: o tu mi porti al terzo piano o ti
schiaccio i tuoi pulsanti ad uno ad uno…”
Non era granché come
minaccia, se ne rendeva conto: i pulsanti sono fatti per essere schiacciati…
L’ascensore fatto sta che
si fermò di botto.
“Oh, così ci siamo!”
Non proprio: le grate non
si aprivano… lo aveva fatto bloccare dentro il muro! Lui non aveva mai sofferto
di claustrofobia, ma non voleva imparare adesso!
“Riparti! Riparti! Per
favore!”
Premuto un nuovo bottone,
l’ascensore scorse di nuovo in orizzontale, lento come un treno sulle ultime
rotaie prima della stazione, fino a fermarsi nuovamente e a riaprire le grate
al punto di partenza.
“… Riproviamo, con calma…
SALI, MALEDETTO!!!”
Pigiò con l’indice il
pulsante centrale della fila più alta, tenendolo premuto con forza per diversi
secondi, come volesse trapassarlo. Le pareti iniziarono a tremare: tutto l’ascensore
sembrava la molla tesa di una fionda, tirata fino allo stremo e pronta a
lanciare.
“Fa che sia la volta
buona…”
Effettivamente l’ascensore prese a muoversi in verticale… ma alla velocità tale
da schiacciarlo sul pavimento. Qualche attimo dopo, al termine della corsa, la
riduzione di velocità troppo repentina gli fece menare una testata al soffitto,
imprimendogli un’indelebile impronta…
Mentre seduto a terra si
massaggiava il bernoccolo, le grate si riaprirono su quello che non sembrava né
il primo piano né il piano superiore…
“Oh, beh, se non altro…”
Non poteva sapere che il
tempo in cui si manteneva premuto corrispondeva alla velocità desiderata!
Le grate gli si richiusero
dietro come fu uscito.
Si trovava in una specie di soffitta, ma per niente angusta, anzi, tanto grande
che ci si sarebbe potuta ricavare una nuova sala, anche più grande di quelle ai
piani inferiori.
Quello sulla sua testa era
il tetto della villa, lo si capiva dall’inclinazione e dalle imponenti travate
di legno tese da una parte all’altra, trasversali alla lunghezza della soffitta.
Dinanzi a sé, tre grandi finestroni rotondi dalle grate ancora intatte,
affacciati sul retro, emanavano netti fasci di luce all’interno, facendo
risplendere la polvere che intercettavano come piccoli diamanti impegnati in un
disordinato volteggio.
Gazille si voltò e vide
che l’ascensore sbucava lì in quel soffitto senza continuarsi oltre, come un
piccolo cubo all’interno di una scatola più grande.
A distanza regolare, dal
fondo dello spazio, rettangolare, erano disposte delle grandi colonne di pietra
circolari, come gli alberi di una nave.
“Qui è tutto vuoto…”
Però c’era tutto lo spazio
per allestirvi un laboratorio. Voltatosi a destra, camminò verso quella
direzione, verso cioè il centro della magione, e alcune colonne dopo, quello
che sembrava il fondo della stanza si rivelò essere una parete che saliva fino
al soffitto, con due finestre simili a oblò rivolte verso di lui, e una grossa
porta squadrata di legno massiccio.
Sembrava la facciata di
una cattedrale, anche se non eccessivamente decorata.
Gazille avviandosi, notò
la solidità del luogo: le travate, le colonne, il legno della porta ancora così
solido e robusto dopo tanti anni di abbandono… Il padrone di casa, come tutti
gli scienziati, gli alchimisti o i fissati in genere, si era costruito il suo
luogo prediletto con tanta cura.
Salendo con l’ascensore
dell’altra ala della magione, ci si sarebbe ritrovati in uno spazio come quello
esattamente identico, e, dirigendosi verso la parte centrale dell’edificio, ci
si sarebbe trovati di fronte un’altra parete come quella, a delimitare, anche
da quel lato, il laboratorio segreto del mago Oliver D’Alambicco.
Sulla porta, tra gli
svariati fregi incisi, si ritrovavano le sue iniziali. Gazille fu però
incuriosito da un piccolo altare di marmo a sinistra di essa, su cui poggiavano
cinque boccette, con dentro cinque pozioni di cinque colori diversi.
La porta non aveva alcuna
serratura: né una leva, né un buco per una chiave, e neanche i cardini
sembrava. Sicuramente il modo per aprirla aveva a che fare con quelle cinque
pozioni.
<< Devo berle? Devo bagnarci la porta? E se le
sposto esce fuori un trabocchetto? E se ne bevo una… non è che poi mi rimetto a
ridere come prima, giusto? Sarebbe più onorevole venire avvelenato, e magari mi
capita sul serio se mando giù quella sbagliata… Forse centra coi colori? Devo
pensarci un po’… >>
E così fece. Pensò e
ripensò, mentre tastava la porta, senza serratura e senza leve, pensò e ripensò
guardando le cinque pozioni…
“………”
Ma chi glielo faceva fare?
CRASH!
Le due porte di legno
massiccio volarono via, e Gazille entrò baciandosi il pugno-ariete da
sfondamento.
Come nell’anticamera,
finestrone rotonde affacciate sul lato posteriore illuminavano la stanza
rettangolare che gli si stendeva davanti.
“Ghihihi! Finalmente!
Finalmente ho trovato questo dannatissimo laboratorio!”
La sua esultanza
riecheggiò d’intorno, suscitando ancora una volta cori di proteste da parte
degli animaletti che, per usucapione, erano ormai da anni proprietari della
villa e delle sue sale. Uno di essi, un piccolo gufo, gli si gettò addirittura
addosso a penne arruffate, ma lui lo cacciò via distrattamente (senza fargli
alcun male).
Come ogni laboratorio che
si rispettasse, era confuso, ma ordinato. L’occhio si perdeva sulla miriade di
oggetti, oggettini, mobili e strumenti che vi si trovavano, ma nulla era fuori
posto: il tempo e la segretezza del luogo non avevano intaccato la precisione e
l’ordine in cui Oliver l’aveva tenuto da vivo.
Lunghi tavoli al centro,
armadi e ripiani alle pareti, una lunga lavagna a muro pulita che sembrava mai
usata, dal soffitto pendevano cordicelle per tirare giù grafici arrotolati, e
quella che sembrava una scultura in metallo di un cuore stilizzato, poco più in
là di uno dei lampadari.
La polvere si stendeva a
lenzuolo su libri, pergamene e fogli recanti formule che gli sarebbero state
già incomprensibili senza l’incantesimo criptante. Sui tavoli, piazze vuote per
appoggiarsi a scrivere o lavorare si inframezzavano tra pile di tomi,
contenitori, apparecchi centrifuga-provette, alambicchi di ogni tipo e
dimensione, larghi o stretti, corti o lunghi, dritti o tortuosi, che al suo
passaggio riflettevano la sua immagine distorta nelle forme più buffe.
Uno scaffale era
interamente dedicato a quelli che sembravano ingredienti, raccolte in tante
variegate boccette, e poco distante, su una scrivania, c’erano gli strumenti
per lavorarli: forbici, pinzette, contagocce, pestelli, marchingegni per
triturare, , fondere, affumicare, aromatizzare…
Passando vicino un
fornellino, questo magicamente riaccese in automatico la sua fiamma per riscaldare
un’ampolla ormai vuota. Un’altra pozione, in un recipiente dosato, iniziò a far
bolle quando gli passò accanto il dragon slayer, che però non le rivolse più
che un rapido sguardo curioso.
“Così è qui che quel matto
preparava i suoi inutili intrugli per lunatici…”
Su uno scaffale alcune
pozioni erano ordinate in fila, come nell’archivio al piano inferiore, recanti
come etichette degli adesivi gialli rappresentanti faccine con vari stati
d’animo che ne rendevano facile l’identificazione.
Gazille istintivamente
guardò disgustato quello con la faccina ridente!
“…… E ora dove cavolo lo
cerco quello stupido incantesimo?”
L’Incanto Cupidus!
L’origine dei suoi mali! Con tutta l’azione che c’era stata aveva finito per
dimenticarsene più e più volte, ma adesso un solo pensiero occupava la sua
mente: trovarlo!
Magari ce n’era ancora un
campione, magari un foglio con su scritta la formula, magari direttamente uno
con sopra il suo antidoto… Qualunque cosa gli sarebbe bastata! Poi ci avrebbero
pensato il master, o chi per lui… Magari, una volta suonatele ad Oberon poteva
costringere lui a curare la sua irresistibilità!
Quel bel programmino lo
fece sghignazzare!
Iniziò così frenetico a
muoversi a destra e a manca, a guardare sopra ogni piano e sotto ogni anfratto,
in cerca di qualunque tipo di indizio.
“Andiamo, Incanto Cupidus!
Vieni fuori! Questa storia è durata anche troppo! Sappi che non tornerò a casa
dal mio fan club senza sapere come annullarti!”
E mentre cercava, tornava
a salirgli in corpo l’anima per quello che considerava l’unico imperdonabile
responsabile.
“Maledetto Oliver! Avevi
proprio una bella casa e un gran laboratorio, eh? Però hai dovuto abbandonare
tutto, vero? Beh, ben ti sta! Tsk! Magari ti credevi anche un filantropo, come
quel cretino di tuo nipote! Mi auguro tu sia finito in rovina a sbevazzarti da
solo le tue schifezze, mago da strapa…”
Si fermò e tornò a
guardare sulla scrivania che aveva appena sorpassato.
Vi erano poggiati, in
verticale, gruppi di fogli riuniti insieme e arrotolati, tenuti insieme da
sigilli di ceralacca, sui quali erano riportate scritte o disegnati simboli.
Uno di questi
rappresentava una faccina felice con tanti cuoricini sprizzanti attorno.
“… Più semplice di così…”
Ridacchiò. Era stato più
facile del previsto!
Aprì il sigillo e svolse i
vari fogli che racchiudeva, ma sapeva già che non avrebbe capito un acca di
quei segni criptati.
Se almeno ci fosse stata
Levi lì con lui: sarebbe stata capace di dirgli cosa c’era scritto, sarebbe
stata capace di dirgli cosa fare per togliersi di dosso quella buffa
maledizione.
Si ricordò di Levi, che in
quel momento stava combattendo, o forse il suo scontro era già finito. Si
scoprì pentito di non essere rimasto ad aiutarla, ma del resto quello
scricciolo, da quando l’avventura era iniziata, stava facendo di tutto per
rendersi utile, mostrandosi molto più coraggiosa di quanto pensasse.
Raccolse un piccolo
contenitore portarotoli cilindrico, anch’esso disposto ordinatamente insieme ad
altri suoi fratelli lì vicino, e ci infilò i fogli nuovamente arrotolati.
Si sentiva elettrizzato:
non vedeva l’ora di tradurli!
“Bene, per sicurezza
vediamo se trovo altri cuoricini…” –disse facendo per mettere il tubo in una
tasca- “… Uh?”
Posò il tubo di nuovo
sulla scrivania. Così come in quella stanzetta al piano di sotto aveva notato i
segni di un passaggio recente, così adesso notava che, in quell’intoccato
laboratorio, sulla scrivania dove aveva trovato il rotolo c’era un foglio
fuoriposto, fermato da un calamaio lasciato aperto con ancora la penna d’oca
intinta al suo interno.
Ma la cosa che lo lasciò
più interdetto era il fatto che riconosceva perfettamente ciò che c’era scritto
sopra! Erano lettere comprensibili in lingua comprensibile!
Spostò lentamente il
calamaio e la sollevò.
“Eh? Una lettera?
Dimenticando i propri
obiettivi e la propria fretta, Gazille cominciò a leggere.
“Tutto chiaro?” chiese
Levi.
Lucy e Wendy si guardarono
con complicità.
“Se è tutto qui quello che
dobbiamo fare…”
“Svolgeremo questo compito
con piacere!”
“Puoi scommetterci!”
“E io vi do una mano!”
fece Charle sghignazzando a sua volta, allettata.
“Bene, allora
sbrighiamoci!”
“Non battiamo il cinque
prima?”
Sentirono uno spostamento
d’aria, e le ragazze, acquattate a confabulare, alzando gli occhi videro
l’inconfondibile sagoma nera di Sybille che, spiccato un agilissimo salto oltre
la loro barricata, sembrava un aquila pronta a ghermirli.
In una mano teneva una
lancia dalla lunga punta ricurva!
(NDA: Immaginatevi una naginata)
“Non c’è tempo!” ruggì
l’exsheed nero, richiamando le forze per ritornare nella sua forma originaria.
Trasformatosi nuovamente
nell’ex-generale di Edolas, Pantherlily saltò a sua volta fuori dal rifugio,
estrasse fulmineo una delle lance che la ninja aveva scagliato loro contro,
infilzatasi nella vasca da bagno, e mentre ancora le sue compagne si rendevano
conto di che stesse succedendo, si lanciò contro il falco, cozzando la lancia
con la sua, respingendola.
Atterrati di nuovo sul
pavimento sgombero, Pantherlily e Sybille diedero vita a un veloce scambio di
colpi, parate, rotazioni, schivate, entrambi mostrando una tecnica di lotta
impeccabile, utilizzando tanto la lama quanto il bastone. Tale era la loro
bravura che era difficile seguirli, più che per la velocità, per la meraviglia.
Cercarono di respingersi
reciprocamente, e il legno delle armi cozzò, incrociandosi e dando inizio a una
prova di forza.
Ma in quel momento, Lily avvertì una forza invisibile far scorrere la lancia
tra le sue mani, fino a togliergliela.
“Ma cosa… ?!?!?”
Come fosse animata, la
lancia traditrice volò via da lui; l’exsheed la seguì con gli occhi arrivare
obbediente nel palmo della mano di Evelyn.
“Ih ih ih, no no!” –rise, deridendolo facendo di “no” col dito- “Non puoi mica
usare le armi della mia amica!”
Che soddisfazione lasciare
a becco asciutto quell’antipatico imbroglione! Non gli aveva certo perdonato di
essersi trasformato in un esserino coccoloso come Happy e Charle per ingannarla
quando in realtà era così grosso e brutto (anche se in realtà era esattamente
in contrario…)!
“Tsk!”
La lama di Sybille sibilò
molto vicino il suo corpo. Lily, riuscito a scansare, afferrò l’asta e dandovi
un colpo col taglio della mano la spezzò: se non poteva usare le sue armi
poteva sempre distruggergliele!
Non fosse per il fatto che
se a Sybille si distruggeva una lancia, poteva farsene ricomparire subito
un'altra. Evocatala, velocissima, la ragazza colpì Lily allo stomaco con
l’estremità in legno, bloccandone il respiro e la capacità di reagire.
<< Conosco molte tecniche marziali per sottrarre
l’arma all’avversario, ma con la sua amica non posso usarle, maledizione! >>
Sybille sapeva che grazie
alla sua rapidità poteva far fronte anche a tutti loro, e non le era sfuggito
quel trio che, uscito allo scoperto, cercava di sgattaiolare più in là. Un
bersaglio facile!
“Piano, che ora non pensa
a noi…” sussurrò Lucy, che si muoveva davanti le altre due in punta di piedini.
“Vi penso eccome!”
Charle saltò tra le braccia di Wendy che a sua volta saltò tra le braccia di
Lucy che a sua volta non trovo nessuno a cui saltare addosso:
“AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!”
Tre piccole bombe di fuoco
piovvero davanti Sybille costringendola a fermarsi. Subito dopo, venne
afferrata per la caviglia da una muscoloso braccio di colore nero!
“Tu lasciale stare!” ruggì
l’uomo-pantera, roteandola sopra la testa e scagliandola via.
Si aspettava di procurarle
una bella botta in quel modo, ma anche Sybille aveva un che di “felino” se era
capace di riacquisire l’equilibrio necessario a ricascare in piedi anche in
quelle condizioni.
La ninja lo pugnalò con
gli occhi, mentre Levi, penna e fogli alla mano lo raggiungeva spavalda: “I
tuoi avversari siamo noi!”
“Tsk!”
“Sentito? Scendetemi di
dosso!” disse Lucy scaricandole.
“Oh, non ti preoccupare,
Sybille!”
Evelyn roteò il polso,
facendo girare minacciosamente la lancia dalla punta simile a una sciabola che
si era procurata: ancheggiando, badando bene che il sole proveniente dalla
breccia nel muro alla sua sinistra le facesse risaltare i capelli e mettesse in
ombra l’occhio un po’ coperto (per risultare più spaventosa), si avvicinò al
gruppetto delle tre.
“Di loro me ne occupo io!”
“Non chiediamo di meglio!”
ribatté Lucy.
“Fa attenzione… non che
sia preoccupata più di tanto, ma gradirei che vincessi.” disse con tanta
normalità la mascherata, rivolgendosi di nuovo verso i due che volevano
vedersela con lei.
Levi guardò il muscoloso
Lily con preoccupazione: era già stato messo al tappeto una volta da Oberon,
senza contare il brutto colpo ricevuto prima, e tutta l’energia magica da lui
perduta con l’Aera.
“Ce la fai?” gli sussurrò.
“Tu devi pensare solo al
tuo piano.” mormorò velocemente Lily.
Era proprio il gatto di Gazille: anche ridotto uno straccio pensava solo a
combattere, che sia per fare il suo dovere come da ordini, che sia per spaccare
la faccia a qualche antipatico.
Sybille sollevò la lancia
e assunse un’elegante posa da combattimento
Lily digrignò le zanne
fieramente e mostrò pettorali e bicipiti.
Lei trovò così il pretesto
per una battutina (detta ovviamente senza alcun umorismo nel tono di voce): “Lo
ripeto, a me piacciono le donne… come alla tua amica.”
“NON È VERO!”
Intendendo lo sfuriare di Levi come un “via”, Lily si lanciò in avanti sulle
quattro zampe per darsi lo slancio necessario all’attacco, annunciato da un
forte ruggire.
Bloccò l’attacco di lancia
di Sybille deviando l’asta con il braccio, e bloccò anche i colpi successivi,
che con continue rotazioni e archi l’avversaria riusciva a portare.
Lily resisteva, ma lo
svantaggio di dover combattere a mani nude contro una maga Ex-Equip, che
disponeva di un arsenale richiamabile in uno schiocco di dita, non avrebbe
tardato a farsi sentire.
Intanto, Levi, nelle
retrovie, aperto un libro, vi scriveva sopra freneticamente.
Nel frattempo, più in là
nella sala, lungo la parete brecciata da Evelyn durante il primo round, la
rossa ammaliatrice si ritrovava faccia a faccia con le due cotte e la bianca
gattina dei suoi desideri.
<< Ah, Charle, perché stai rendendo le cose
così difficili? Ora però posso concentrarmi su di te, acchiapparti e finalmente
scappar via con te al sicuro! Poi lascerò tutto il resto a Sybille, tanto lei è
forte, ce la farà senz’altro! >>
Fu proprio Charle a
rivolgersi a lei per prima: “Ehi, Evelyn? Abbiamo qualcosa da dirti!”
“Eh?”
Le Fairy Tail si
guardarono complici, poi Charle portò il conto con le dita: tre, due, uno…
“SEI FUORI MODA!”
“CHE COOOOOOSA?!?!?”
“Il tuo vestito ti sta
malissimo!”
“Le tue scarpette si
portavano da prima che io nascessi!”
“E ti trucchi anche male!”
Ah, la capacità delle
donne di infuriarsi dinanzi a considerazioni poco gentili sull’aspetto o sull’abbigliamento!
La bella in rosso sembrava
una polveriera sul punto di saltare in aria!
“Voi… Voi mi state insultando?!”
“L’hai capito solo
adesso?” sghignazzò Wendy.
“Giusto, come dimenticare
di aggiungere che sei anche un po’ tarda?”
“TARDA IO?!”
Charle incrociò le
braccine: “E la tua lista di difetti non si ferma mica qui!”
Evelyn tirò la lancia
contro di loro: questa mancò il bersaglio, ma visto che poteva controllarla,
l’animò in modo che inseguisse quelle tre screanzate!
“Ve ne pentirete!!!”
continuava a strillare, acuta e isterica.
Eppure loro, anziché avere
paura… ridevano! Una lancia affilata rischiava di farle a fettine sottile e
loro ridevano! E non solo: continuavano a punzecchiarla!
“Che avete da ridere,
brutte marmocchie?”
Del resto si sa che un
eccesso di reazione più che minaccioso può risultare ridicolo…
Lucy si riparò da un colpo di lancia, nascondendosi dietro uno spigolo del
grande camino: “Noi saremo anche delle marmocchie, ma tu invece sei decisamente
avanti con gli anni!”
“!!!” dopo ciò gli occhi a
momenti le erano usciti dalle orbite!
“Eh, già! Noi tra qualche
anno saremo anche più splendide di te.” –fece Wendy, messasi al sicuro con
Charle dietro un mucchietto di mattoni crollati: “Scommetto che ti trucchi e
fai tanta attenzione al tuo aspetto perché vuoi sembrare ancora giovane e
bella, ma magari sei una maschera di rughe!”
Scagliato il “sassolino”, la draghetta si abbassò in tempo per evitare la
lancia arrivatale addosso a tutta velocità.
Wendy risbucò fuori: “Da
questa reazione posso dire di averci azzeccato? Quanti anni hai in realtà?”
“NON SI CHIEDE L’ETÀ A UNA SIGNORINA!”
Evelyn mosse un braccio,
ed ebbe tutte le lance scagliate in precedenza da Sybille sotto il suo
controllo, cominciando subito a tirargliele contro una dopo l’altro, a Lucy, a
Wendy, anche a Charle, a chiunque le capitasse di adocchiare al momento.
Charle pensò fosse il suo
turno: “Secondo me ha ragione!”
“Anche tu?!”
Quando era Charle a
venirle contro faceva ancora più male!
“Cos’è questa tua mania
per i gatti? A parte il fatto che io non lo sono (ci somiglio soltanto), non lo
sai che come animali da compagnia andavano di moda anni fa?”
“C-come?!”
“Non lo sapevi? Oggi sono i cani che vanno per la maggiore!”
“E io ne ho uno!” fece
Lucy uscendo dal suo nascondiglio ed esibendo a riprova Plue, stretto tra le
sue braccia e il seno morbidoso.
“Ammira, io si che ho un
animaletto di cui andar fiera: tu non ne hai nemmeno uno e corri dietro a
quello sbagliato!”
“Ben detto!” asserì Charle.
“Pu-puuun!” disse Plue.
“…… Ma quello non è un
cane! È… una specie di pupazzo di neve. Ha pure il naso a carota!”
Lucy restò sorpresa: “Ma
dai, oltre ad essere vecchia e demodé ci vedi anche poco? Non sai più
riconoscere un cane quando ne vedi uno?”
“Puun!”
“…… QUELLO NON è UN CANE!
E DEMODÉ LO DICI A TUA SORELLA!”
Lucy si guadagnò in tal
modo ben tre lance tutte per sé: “KYAAAAHHH!”
“PUUUUUN!”
Plue, non abituato a tali
forti emozioni, si accoccolò più stretto nel generoso riparo offertogli sua
padroncina…
Approfittando della rabbia
che la accecava, Charle era riuscita persino a sgattaiolare dietro le donna:
“Ma queste sono inezie! Vogliamo parlare dei tuoi difetti peggiori?”
“C-che cosa?”
“Sei stupida, ti comporti
come una ragazzina, pensi a cretinate quando bisogna essere seri…”
“Sei superficiale e pensi
solo al tuo aspetto e ai tuoi bisogni…” si inframezzò Wendy.
“E sei così odiosa che
nessuno mai e poi mai ti vorrebbe per padroncina!” concluse la exsheed
facendole il verso.
“……”
Lucy alle sue spalle,
volle affondare di più il coltello nella piaga: “E in quanto a ragazzi? Bella
come sei ne avrai avuti parecchi… prima di farli scappare tutti, ih ih ih!”
“… sniff…”
?!
Le tre si fermarono quando
videro i suoi occhi inumidirsi…
“Non avresti dovuto dire
così, Charle…”
Estrasse un fazzoletto, si
asciugò lentamente gli occhi, splendida e drammatica nei gesti e nell’aspetto…
“IO VI DISTRUGGO!!!”
… per poi esplodere in un
nuovo urlo stridulo, insieme al quale tutte le lance a sua disposizione si
levarono, turbinando tutto intorno!
Ora si che non ridevano più!
“Che ne sapete voialtre,
stupide villane invidiose?!” –urlava fino a sgolarsi, con gli occhi infuocati e
i capelli fluttuanti come quelli di un demone infuriato- “Come vi permettete di
prendermi in giro?! Sono stupida e frivola? Lo so benissimo, senza che siate
voi a sfottermi per questo! Credete ne vada fiera? Non sarò la ragazza migliore
del mondo ma anche io ho il diritto di desiderare un cucciolo da amare… o un
ragazzo che mi ami anche se ho solo da offrire un bellissimo corpo e ben poco
dentro!”
“Bellissimo corpo,
sentitela… Ti è proprio difficile smetterla di vantarti, eh?”
Una lancia si abbatté nel
muro a due centimetri dalla testa di Lucy, la quale decise, con approvazione di
Plue, che forse con la strategia del farla arrabbiare poteva bastare così…
Non li ho fatti scappare… Erano loro ad andarsene…
Fin da piccola sono stata una tipa vanitosa… Del resto ne
avevo i motivi: ero la più carina della classe, quella coi vestiti più belli,
quella che tutti volevano come fidanzatina.
Crescendo sono diventata sempre più bella e affascinante, e
anche famosa. Una donna giovane, elegante, dal fisico sexy, una fotomodella di
successo: quale uomo non desidererebbe avermi accanto?
Uomini ricchi, belli, famosi come me: quanti ne volevo! E ne
ho avuti tanti…
E ce ne fosse stato uno che mi abbia mai apprezzato per
qualcosa che non fosse la mia apparenza…
Alle cene di gala, alle inaugurazioni, davanti i fotografi, mi
volevano sempre accanto.
Quando mi sentivo triste, quando avevo bisogno di compagnia,
quando mi andava di restare a casa in bigodini a parlare un po’ insieme,
nessuno di loro sapeva o voleva darmi ciò che cercavo.
Alla fine cercavano sempre di andare “fino in fondo” con me…
per fortuna riuscivo a mollarli o a farmi scaricare prima: almeno non mi sono
fatta usare fino a quel punto…
Non sono mai stata amata sul serio, in nessuna delle storie
che ho avuto. Erano tutti interessati al guadagno della loro immagine, al sentirsi
fieri di avere una bomba come me al proprio fianco, a soddisfare il loro
egocentrismo maschile.
Ma del resto, di cosa dovrebbero innamorarsi? Sono poco
sveglia e poco brillante…
Se l’argomento non sono vestiti o scarpette, ogni volta provo
a intervenire dico stupidate… In vita mia ho letto solo riviste e quando ho
provato coi libri mi è venuto sono alla quinta pagina…
Il pensiero più profondo che abbia mai fatto è stato chiedermi
perché non so nuotare anche se sono del segno dei Pesci…
C’è una parte di me che può piacere agli uomini che non siano
le mie tette o le mie gambe sinuose? Francamente non ne sono sicura.
Ma l’Incanto Cupidus potrà aiutarmi! Non saranno queste
maleducate a fermarmi: è giunto il momento che la pupa senza cervello tiri
fuori le unghie colorate di smalto profumato alla rosa e si faccia valere!
“Voi avete ferito i miei
sentimenti, ed è in assoluto la cosa peggiore! Anche dei capelli crespi al
mattino! Anche delle calze smagliate! Anche delle rughe… E chissà quante me ne
avrete fatte venire adesso! Ora assaggerete la mia ira!”
Sybille, parando i colpi
di Lily con nonchalance, attirata da quelle urla, seguiva con la coda di un
occhio l’altro scontro.
<< Tsk, Evelyn è sempre la solita: volevano
farle perdere le staffe ed ovviamente ci sono riusciti. È troppo facile
deconcentrarla con le provocazioni, ma figurati se lei se ne rende conto.
>>
<< Ma com’è possibile? Io la colpisco e lei
sembra quasi pensi ad altro?! >>
Sferrò due pugni uno di
seguito all’altro, sventole micidiali da mettere al tappeto un orso, e la
ragazza li scansò entrambi, bloccando poi con l’avambraccio il terzo colpo per
poi contrattaccare con un calcio basso alle sue gambe.
Era una combattente
formidabile.
“LASCIATEVI AFFETTARE!
PICCOLE PESTI! Vi faccio vedere io cosa sa fare una ragazza superficiale quando
si incavola di brutto!”
<< Che lagna… Però così non la batteranno di certo… >>
Evelyn, malgrado fumasse
come una ciminiera aveva ancora la situazione in pugno. Come speravano di
vincere senza attaccarla? C’era qualcosa sotto.
<< Come immaginavo… >> si disse
Sybille mentre incrociava le braccia davanti il corpo per parare il calcio
laterale di Pantherlily.
L’exsheed la sorprese
ancora distratta, ma stavolta era più preoccupante.
Sybille puntava Levi; al
sicuro nelle retrovie, stava scrivendo freneticamente su un libro aperto.
<< Ecco il loro piano: quella tipa sta
preparando un qualche incantesimo… >>
Lily le si gettò addosso,
ma a lei bastò abbassarsi e usare la sua stessa forza per scaraventarlo dietro
di sé nel risollevarsi!
<< Ed Evelyn, troppo occupata a vendicarsi
degli insulti, non controllerà con la sua magia questo nuovo attacco, col quale
evidentemente pensano di riuscire a spuntarla. Qualunque cosa sia, deve essere
certamente roba potente. Questo scontro deve finire qui e adesso. >>
Il ferino ruggire del suo
avversario la chiamò alle spalle.
“Umpf!”
Lily tirò un diretto.
Sybille afferrò il suo braccio, tenendolo lo colpì con una spallata e poi,
tirandolo, lo mandò schiena a terra.
Lily tossì forte per il
colpo subito; stringendo i denti si risollevò, ed attaccò ancora. Stavolta la
guerriera mascherata fermò il pugno con un braccio, scansando a lato. Poi,
usando la gamba dello stesso Lily, un po’ piegata in avanti, come trampolino, saltò
fino ad arrivargli dietro e, con un braccio stretto sotto il mento per tenersi,
lo colpì al volo al collo col taglio della mano.
“URGH!”
Il suo ritorno alla forma
mini, come un pallone bucato che si sgonfia, testimoniò il suo definitivo ko.
“Levi… muoviti…”
Levi alzò lo sguardo e inorridì!
La sua calligrafia
testimoniava sul foglio la disperata velocità con cui procedeva, il suo timore,
il cappio che avvertiva al collo.
Rialzò ancora gli occhi
dal libro. Sybille le era ad un palmo dal naso, la sciabola alta sopra la
testa.
“KYAH!”
Levi non ci pensò due
volte a gettarsi a terra, ma il libro finì tagliato di netto in due parti e
spaginato prima ancora di ricadere a terra. Le erano rimaste tra le mani solo
la penna e una pagina.
“Bel tentativo.”
Levi si domandò se avesse
senso rialzarsi: Sybille era in piedi, armata, e pronta a sfoderare ancora
quella straordinaria rapidità che aveva incantato tutti. Forse era la fine…
“APRITI, PORTA DEL MUSICO!
LYRA!”
POFF!
“?!?”
“Uh?”
Sybille si voltò alla sua
sinistra: era apparsa dal nulla una ragazzina vestita d’azzurro cielo con una
cuffietta in testa e un arpa tra le mani. Non sembrava pericolosa, ma nemmeno
la incuriosiva.
“S-salve!” –balbettò
sprizzando goccioline di sudore freddo- “Permette che la intrattenga con una
mia melodia?”
“……”
Senza aspettare risposta,
cominciò a carezzare le corde.
“A me la musica non piace.”
“N-non dica così: questa melodia è in grado di rilassare e sciogliere i cuori
astiosi.”
“No, è che anche volendo
non mi farebbe effetto…”
“Puuun!”
Il piccolo Plue era
arrivato anche lui e si era messo a saltellare al ritmo dell’arpa.
“……”: una specie pupazzo
di neve che balla… Quello era un pochino più interessante.
Lucy aveva un braccio teso
verso la loro direzione, e reggeva tra le dita la chiave d’argento dello
spirito stellare appena apparso.
“Eh eh!”
“LUCY ATTENTA!”
Evelyn, che fino a quel
momento si era guardata dal corpo al corpo, a seguito dell’increscioso
trattamento non disdegnò una forte ginocchiata nel fianco della biondina che
ricadde a terra semi-incosciente.
“Come vedi mi sono fatta
insegnare qualcosina da Sybille!”
Con uno schiocco di dita,
la rossa richiamò a sé una lancia, puntandone il filo alla gola della dolorante
maghetta.
“Uh uh uh, non sfotti più ora!”
Wendy le si aggrappò alla
vita: “Lasciala stare!”
Ad Evelyn bastò spingerla
via con una manata per buttarla a terra.
“WENDY!”
A quel punto fu Charle a
saltarle in testa e a mettersi a tirare colpetti: “Lascia stare Wendy o ti
scompiglio tutti i capelli!”
Nemmeno finì di parlare
che venne afferrata per la coda e si ritrovò così a testa in giù davanti gli
occhi indemoniati della ferita dai capelli rossi: “Tu cosa ai miei capelli?”
“I-i-io…”
“Ti avrei amata come
animale da compagnia… ma forse da te posso ricavare un bel paio di guanti
bianchi.”
“Preferivo l’animaletto da
compagnia!”
Plin-plin-plin-plon-plon…
“Ehm, il mio tempo è
scaduto…” –mormorò la piccola musicista sentendo sparire le forze della sua
evocatrice- “Spero abbia gradito la mia esibizione, arrivederci!” detto ciò,
sparì insieme con Plue.
“Umpf, anche le melodie più struggenti non mi fanno né caldo né freddo…”
Levi aveva capito al volo,
non appena aveva visto apparire lo spirito stellare di Lucy: si era subito
rimessa in piedi e allontanata di qualche passo.
Sarebbe stato bello per
una volta combattere dando tutto e più di tutto, come facevano i suoi amici,
come faceva Natsu, come faceva Gazille… Senza pensare a quanto la situazione
fosse disperata… Ma nel suo caso lo era davvero; come fare a non pensarci?
<< Che faccio? L’incantesimo è pronto, ma senza
un libro per substrato non posso usarlo! Lily e Lucy sono finiti ko apposta per
me e io non sono in grado di far nulla! Che
vergogna: una maga della scrittura senza un… libro?! >>
“L’ho trovato per caso in una stanza e te l’ho preso.” disse
lui semplicemente.
“Oh, grazie…” disse Levi, piacevolmente sorpresa da quell’immotivato regalo.
“Riserbatelo per quando i casini saranno finiti.”
Invece quel libro di
casini ne avrebbe combinati parecchi… per i loro avversari!
Sorrise: << Grazie, Gazille! Grazie se stavolta non mi
sono arresa: per avermi dato modo di combattere con tutte le mie forze e anche
più, fino alla fine! >>
Sybille si girò verso di
lei: “Eh?!”
Con gli occhi stretti,
Levi fronteggiò il nemico, aprendo il libro regalatole da Gazille, e sollevando
nell’altra mano il foglio recante sopra la formula magica che aveva scritto.
<< Dunque non stava scrivendo sul libro!
>> -capì la ninja- << È
il foglio quindi la chiave! >>
<< Gazille… è la prima volta che uso questa
magia, non posso fare cilecca! Questo è per te! >>
Levi posò il foglio sulla
controcopertina del tomo, il foglio bianco che riveste il lato interno della
copertina, e una volta fatto questo si illuminò.
“NO!” gridò Sybille
correndo verso di lei.
Ma stavolta Levi non si
lasciò spaventare.
“ADVANCED SOLID SCRIPT: BOOKWORM!”
Uno spostamento d’aria
fermò la corsa di Sybille.
Il libro emanò strie
luminose di verde e di azzurro che composero strani simboli e sigilli arcani.
Brillando in tal modo, levitò via dalla mano di levi, e le pagine, come
sfogliate da una mano invisibile, presero a scorrere velocissime.
Mentre questo accadeva,
Sybille osservò le lettere del libro venire fuori e divenire solide e
tridimensionali. Dapprima singolarmente, poi a flussi, fino a divenire un
autentico torrente, un fiume di simboli che, vorticando in circolo, formavano
come una specie di lungo verme.
Un capo del verme era nel
libro, verso cui Levi tendeva il palmo della mano, l’altro capo ondeggiava
nell’aria, aumentando di lunghezza e mutando di forma, assumendo l’aspetto di
una testa di drago!
Un drago, senza ali e
senza zampe. Con delle “O” maiuscole come occhi e delle “W” capovolte come
zanne acuminate! Un drago con delle “A” come orecchie, e una fila di “T” lungo
la schiena come una fila di spuntoni.
Un drago letterario, il
cui corpo era un vortice di “b”, “c,” “d”, “e”… E non solo lettere! Anche
virgole e punteggiatura varia ne facevano parte, e al centro del vortice
brillava una striscia lucente di bianco, una specie di anima di potere magico.
Un drago come colui che
aveva reso possibile l’uso della magia più potente che avesse mai utilizzato, e
che, puntata Sybille, come un’insignificante topolino lì a terra, le ruggì
contro a momenti sollevandola da terra.
“Oh, no…”
“All’attacco!”
“Tsk!”
Il verme di lettere scattò
come un serpente provocando un forte schianto e distruggendo una parte di
pavimento; Sybille si era salvata saltando via.
Evocate due stelle
taglienti dorate di grandi dimensioni le scagliò contro, ma entrambi rimbalzarono
sulle scaglie alfabetiche del mostro, ricadendo a terra.
“Si mette male! EVELYN!
Prendi il controllo di questo incantesimo!”
La sua amica era però
girata dall’altra parte: con una mano teneva Charle per la coda, mentre l’altra
era piazzata sulla fronte di Wendy che cercava inutilmente, viste le piccole
dimensioni, di raggiungerla per colpirla!
“Solo un momento Evelyn! Ho quasi finito di fargliela pagare a queste qui!”
“Non c’è tempo! Guarda da
questa parte!”
“GROOOOOOAAAARRRRR!”
Saltò di nuovo, evitando
un altro morso. La ninja (che malgrado l’indifferenza di cui era afflitta pensò
che menare quella cretina di Evelyn l’avrebbe fatta sentire meglio in quel
preciso istante…) si evocò due spade e si lanciò lei stessa contro il Bookworm.
Lanciò un grido di
battaglia e si abbatté con entrambe le spade contro di esso. Ma quando ricadde
a terra non poté non “emozionarsi” al vedere che entrambe le sue armi avevano
la lama spezzata a metà.
E il Bookworm, coi suoi
occhi-vocale senza pupille, continuava a puntarla. Scattò a fauci spalancate,
ma la mancò di nuovo.
<< Sembra sia meno
veloce… >>
Levi ansimava
pesantemente…
<< Ho usato troppa magia oggi… Non ricordo di
averne mai usata così tanta… >>
“Francamente, sei l’unica qui di cui mi fido almeno un po’.”
Doveva dimostrare che non
era così solo perché era una delle poche non lesbiche lì intorno a non volerlo
sposare!
<< CE LA FARÒ! >>
Il Bookworm riprese vigore
e velocità, e Sybille, sprecate contro di esso altre due spade più grandi e un
insetticida (si trattava di un “worm” dopotutto…), perse speranze e
spavalderia!
“EVELYN! CONTROLLA QUESTO
COSO, PRESTO!”
“Uffa, quanto urli! Ma si può sapere che succede?”
Wendy non perse un attimo:
“Ehi, Evelyn, è vero che non sei una rossa naturale e che hai tutti i capelli
grigi sotto?”
Stava per girarsi, ma cambiò idea: “PICCOLA MOSTRICIATTOLA, CONSIDERATI
PELATA!” urlò iniziando ad inseguiva , scagliata Charle per terra, con il
preciso scopo di accanirsi sui suoi capelli.
“AAAAAAHHH!” fuggì via con le mani sulla testa.
“EVELYN!” urlò di nuovo la ninja!
“VIENI SUBITO QUI,
TAPPETTA!”
Il Bookworm da un lato… Quella fessacchiotta di Evelyn dall’altro… Ora si che
sentiva di incavolarsi!
“BRUTTA SCEMA!!! GUARDA DA
QUESTA PARTE!!! EVELYN!!!”
Il mostro di lettere si
schiantò a un metro da lei facendola cadere a terra! Si sollevò sulle braccia,
e si accorse che era troppo tardi.
“GRRRROAR!!!
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!”
La ingoiò in un sol
boccone!
“Ed ora il colpo finale!”
gridò Levi, mentre Lily, pensò che quello fosse veramente un bel risveglio dopo
le tante botte prese!
Sybille urlò forte mentre
precipitava nel corpo allungato del drago di Levi. Lì le lettere cominciarono
ad aggredirla e a centrifugarla: roteava fortissimo, mentre le “I” la
bacchettavano, le “P” la bastonavano, le “S” la stiracchiavano, e gli accenti e
gli apostrofi le piovevano addosso da tutte le parti anche non richiesti…
Il Bookworm ruggì ancora,
e poi esplose!
Tutte le lettere,
ridiventate piatte ed innocue, ripresero il loro posto nelle pagine del libro
di Levi. Invece Sybille, diventata incosciente e piena di lividi, schizzò via,
roteando come le pale di un frullatore, per poi schiantarsi sul cumuletto di
macerie formatosi dal crollo del tetto.
Alla fine di quello
spettacolo, tutti erano senza fiato (anche Evelyn che almeno si era decisa a
girarsi, anche se troppo tardi…), tranne Levi, che trovò comunque la forza di
esultare con una risatina: “Eh eh!”
“…… Forse avrei dovuto
girarmi!”
E approfittando del suo
essersi imbambolata, Wendy stava già da qualche secondo guarendo Lucy, giusto
quel poco affinché potesse riprendersi e rimettersi in piedi.
Evelyn lasciò cadere la
lancia e la mandibola!
“N-non è possibile!!!
S-Sybille era fortissima! Fortissima! Tu! Tu coi capelli azzurri! Come sei
riuscita a batterla?!?!”
Levi sollevò la penna,
tracciò velocemente una parola e fece comparire una bolla trasparente grande
quanto il palmo di una mano: “Ho usato questa! Sembra una banale bolla di
sapone, ma se la tiri contro un nemico fa uno sfacelo!”
“I-incredibile, Sybille
battuta…… Ih ih ih!”
Fece volare un bacetto
verso la bolla e questa schizzò fino alle sue mani: “Ah ah ah! Mia! Con questa
vi metto tutte al tappeto.”
Nessuno si spaventò, anzi,
tutti la guardarono divertiti!
Lucy scosse il capo: era
proprio cretina!
Con una mano bloccò Wendy
prima che si apprestasse a fare alcunché: il fianco dolorante voleva fosse lei
a chiudere la partita!
Non le era sfuggita la
pozza piena d’acqua che si era creata a seguito di uno dei tanti sfondamenti
del pavimento del salone (ormai quasi completamente devastato): era il momento
di utilizzarla.
Prese QUELLA chiave d’oro
dal portachiavi e la tirò nell’acqua. Questa, anziché affondare, galleggiò,
illuminandosi come una stella!
“APRITI, PORTA DEL
PORTATORE DI ACQUA! ACQUARIUS!”
Ed ecco fare il suo
trionfale ingresso in campo la sirena dai capelli azzurri, recante tra le mani
la sua inseparabile brocca dorata!
Evelyn deglutì: “Che bel
costume da bagno… Ad ogni modo non funzionerà! Vai, bollicina! Fai sfaceli!”
La bollicina caricò con
tutto l’entusiasmo trasmessole dalla rossa!
<< Plic >>
… ed esplose sulla faccia
di Acquarius che restò perfettamente immobile…
“…… Mi sa che mi sono fatta
gabbare di nuovo…”
Acquarius la guardò schifata: << Ma
chi è questa scema? >>
Dopodiché non pensò ad
altro che ad agire!
“URYAAAAAAAHHH!”
L’acqua della pozza da cui
era stata evocata si sollevò in una mini onda anomala!
“NO! L’ACQUA NO! MI ROVINERÀ IL VESTITOOOOOOOO… BLUB! BLUB! GLUB!”
Nessuna pietà!
La piccola marea investì
Evelyn, la sciacquò, la centrifugò, la risciacquò e la buttò via come una pezza
usata verso Sybille che intanto si stava riprendendo…
SPLASH!
L’acqua in faccia la aiutò
a risvegliarsi del tutto…
Evelyn si sollevò… I
capelli zuppi le ricascavano in faccia, il trucco le si era tutto sciolto, un
tacco si era rotto, e dulcis in fundo per via dell’acqua la polvere e i
calcinacci al momento dello schianto le si erano azzeccate addosso, rovinandone
definitivamente l’estetica e sporcandola tutta.
“UAAAAAAAAHHH! CATTIVE! Sigh!
Guardate come mi avete ridotta! Sono un pulcino bagnato! Sigh! UAAAAH!”
“……”
La compagna al suo fianco,
sentendone la lagna, pensò di fingersi svenuta…
Lily, Charle, Wendy, Lucy
e Levi poterono finalmente farlo: cascare a terra esausti e felici!
“ABBIAMO VINTO!”
Finalmente ho scritto la
scena del Bookworm! X3 Da quanto la aspettavo: il cruccio di uno scrittore è
quando vuoi scrivere una parte che hai pensato a lungo ma il momento di farlo
tarda a venire! XD
Riguardo questa magia
usata da Levi, è ovviamente da me inventata: il suo nome deriva dall’espressione
inglese “Bookworm”, letteralmente “Verme dei libri”, che equivale all’italiano “Topo
di biblioteca”… come “topina” lo è appunto Levi! ^__^ Personalmente lo ritengo
un incantesimo adattissimo a lei, nel nome quanto nel design!
Sybille e Evelyn sono
finite ko, e Gazille ha raggiunto il suo obiettivo… è l’inizio della vittoria
per i Fairy Tail… o dello scontro finale?
Prima di concludere coi
saluti, ecco che ritorna l’appuntamento, dopo una pausa di un capitolo, con le
schede dei miei OC (leggete anche quello che c’è scritto dopo, mi raccomando…)!
LE SCHEDE DEGLI OC DI
QUESTA FIC!
Nome: Evelyn Bonnie
Derivato da: Avendo il mente il personaggio, cercavo un nome che stesse
bene ad una autentica “pupa”, una cattivona affascinante e pericolosa (ma a suo
modo simpatica): Evelyn mi è venuto praticamente subito e mi è anche piaciuto,
con lei quindi non ho dovuto faticare molto. Riguardo il cognome è in coppia
con quello di Lionel, che come ricorderete è Clyde: Evelyn e Lionel quindi sono
un piccolo omaggio a un’altra coppia di cattivoni, Bonnie e Clyde. Non sono una
vera coppia come lo erano loro, ma diamo tempo al tempo…
Età: 27 (portati benissimo)
Capelli: Rosso acceso
Occhi: Castano nocciola
Descrizione fisica: Evelyn è una donna dal fisico slanciato, alta anche
senza i tacchi, ha la vita sottile, i fianchi ampi e quello che si suol
definire “un bel davanzale”, fatto risaltare da un abbigliamento provocante ed
elegante al contempo. Il viso è fine, le labbra carnose, i capelli lunghi rosso
acceso che ricadono lievemente sul sopracciglio destro proiettandovi un po’ d’ombra.
Sa far buon uso dell’arsenale cosmetico messo a disposizione alle donne, dal
rossetto al fondotinta, dalla cipria ai profumi, di cui si bagna prima di
andare da qualunque parte, anche a far la spesa. È un emblema della bellezza
femminile fatto e finito!
Vestiario: Veste scarpette rosse, un abito da sera rosso lungo con le
spalle scoperte, lo spacco sulla gamba sinistra e una rosa bianca ricamata sul
fianco, guanti rossi lunghi quasi fino al gomito. Questo è il suo vestiario
nella fic, ma da frivola spendacciona che si rispetti ha un guardaroba molto
fornito, capi firmati e non, che la costringe a lunghe meditazioni ogni volta
apre le ante dell’armadio… Mancano però capi blu, in quanto considera tale
colore il peggior nemico del rosso, il suo preferito!
Magia: Evelyn utilizza poco la magia in quanto è più fotomodella e donna
immagine che maga, nonostante ciò ha una gran quantità di potere magico e un
incantesimo temibile. Si tratta di una particolare forma di charme che anziché
influenzare persone o animali (per quelli c’è già la sua bellezza dice lei!)
funziona sugli incantesimi altrui. Nella villa abbandonata ha dato prova di
poter comandare a suo completo piacimento qualunque magia scagliale contro,
inclusi gli spiriti stellari di Lucy. Tale potere si estende a tutto ciò che è
evocato tramite magia, come appunto le armi di Sybille, anche se queste non
sono propriamente “magia”. Questo charme funziona anche su più bersagli
contemporaneamente, ma vista la scarsa capacità di concentrazione della donna,
le è difficile gestire al maglio più incantesimi nello stesso tempo. In
generale si può dire che la sua magia ha ben pochi punti deboli, e uno di
questi è proprio la sua indole!
Background: Evelyn è, a prima vista ma anche un po’ a ragione, la
rappresentazione dello stereotipo della donna modaiola e frivola (in
combattimento e fuori fa spesso commenti fuori luogo o pensa ad altro), bella,
ma ben poco sveglia e per nulla saggia, egoista e capricciosa, pronta a fare di
tutto per accontentare sé stessa, anche passando sopra i desideri altrui. È anche
alquanto manipolatrice visto che sfrutta il debole che Lionel ha per lei per
far sì lo aiuti a rapire gli exsheed del gruppo di Fairy Tail.
In realtà, malgrado non se
ne renda conto, a suo modo anche lei è un personaggio complesso.
Nata in una famiglia
agiata, sin da piccola si è ritenuta un principessa, supportata dall’ammirazione
di familiari e compagni di scuola che di certo ha contribuito a darle un’autostima
fin troppo alta... Malgrado i brutti voti a scuola, grazie alla sua bellezza si
fa notare come fotomodella e raggiunge in breve una discreta fama (anche se non
è ancora comparsa in un servizio insieme a Mirajane, cosa gli piacerebbe
moltissimo fare… per eclissarla!) Frequenta quindi, per diversi anni, gli
ambienti mondani del regno di Fiore, comparendo su molte riviste scandalistiche
e divenendo una richiestissima donna-immagine.
Pian piano però si rende conto della falsità di quel mondo e delle attenzioni
che le sono rivolte dagli uomini, tanto dagli ammiratori, tanto dai suoi
occasionali fidanzati, più preoccupati di farsi vedere insieme a lei ai party
piuttosto che a consolarla nei momenti di sconforto o a condividere con lei
momenti realmente “romantici”.
La poveretta si convince
così di non essere mai stata amata sul serio, e di non poterlo essere visto il
suo carattere e la sua scarsa personalità.
Sconfortata, lascia il
mondo del gossip e per un breve periodo si lascia andare alla noia e alla
disoccupazione.
Con l’incontro con Oberon
e il formarsi del gruppetto dei cacciatori di pozioni, riacquista una speranza:
l’Incanto Cupidus, grazie al quale conta di far sì che un uomo la ami sul serio
come abbia sempre desiderato, più per il cuore che per le tette davanti ad esso…
Purtroppo, sconfitta da
Lucy, Wendy e Charle, vede il suo sogno in frantumi e si abbandona a un pianto
a dirotto… Ma è davvero tutto perduto?
Gli piace: Gli animali da compagnia, la “coccolosità”, il rosso, le rose, l'amore
Non gli piace: Le unghie spezzate, le cyclette, gli uomini superficiali,
il blu
Curiosità:
*Evelyn malgrado le tante
attenzioni ricevute è ancora… “illibata”, poiché è sempre riuscita a scampare
la cosa rendendosi conto di aver di nuovo beccato un uomo che non vede in lei
che un bella donna con un cervello da gallina.
*Evelyn, fra i tanti
animali che adora, ha un debole per i pesci rossi, ma ha paura di comprarne
perché, svogliata com’è, ha paura di farli morire dimenticandosi di curarsi di
loro!
Questo personaggio è
scaturito nella mia mente in parte dagli incresciosi episodi di escort che
hanno visto protagonista il nostro paese. Inviterei quindi voi lettori ad una
riflessione sull’argomento: le ragazze andrebbero educate a diventare
innanzitutto donne sagge e oneste, non arrampicatrici sociali materialiste, che
guardino al “Grande Fratello” più agli studi per diventare note, ricche,
felici... Solo l’onesta d’animo può rendere una persona fiera di sé, e solo l’amore
e ciò che da esso nasce è veramente importante…
Al prossimo capitolo, con
l’inizio di un’aspra resa dei conti!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Non come appare! Fraternizzando col nemico... ***
fairy tail oberon
Ciao a tutti cari lettori!
Siete fortunati questa settimana, il nuovo capitolo arriva nel weekend
regolarmente, visto? ^__^
Preavviso però che si tratterà di un capitolo bello lungo e ricco di
avvenimenti. Ma spero che abbiate la pazienza di leggerlo tutto fino alla fine,
visto che ci sarà una colossale sorpresa che potrebbe cambiare del tutto il
modo in cui vedete questa storia… XD
Che ne sarà ora degli
sconfitti? Guai ai vinti? Ma i nostri eroi non sono certo tipi da infierire!
Buona lettura a tutti, e commentate! ^__^
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPPS: Piccolo avviso… Per
tutti quelli che ricordano una mia vecchia storia su Naruto lasciata incompleta
“Tutta un’altra musica” (Shikamaru x Tayuya), sappiate che da questa settimana
non è più tale. Spero darete un’occhiata! ^__^
Gazille abbassò la lettera,
continuando tuttavia a fissarla, pensieroso.
La ripercorse tutta con
uno sguardo.
“Ma allora Oliver…”
Un rumore improvviso mise
in allerta tutti i suoi sensi. Si girò, e vide la porta in legno massiccio in
fondo al laboratorio (l’altra, non quella che aveva provveduto a sfondare…)
aprirsi verso l’interno, come le ante di un armadio.
D’istinto, riarrotolò la
lettera velocemente e se la nascose in tasca.
Mentre, con un rumore cupo
ma non strascicato, i battenti finivano di aprirsi, Oberon faceva i suoi primi
passi nel laboratorio.
“Le fiale ai due ingressi
del laboratorio contengono gli ingredienti della pozione che consente
l’accesso: un esperto in pozioni è facilmente in grado di distinguerli e
mescolarli secondo il giusto ordine. Bagnato il piedistallo in marmo con la
miscela ottenuta, il meccanismo magico si attiva e le porte si aprono.” –spiegò
mentre entrava, sicuro di trovar già lì l’altro concorrente- “Ovviamente vedo
che non essendo tu un esperto in pozioni hai trovato un modo per entrare al livello
delle conoscenze.”
“Insinui che sono un ignorante?”
“Scommetto che non hai
neanche provato qualcosa che non fosse il ricorso alla semplice forza bruta.”
“Ehi! Per quanto ne sapevo poteva anche essere qualcosa del tipo che avrei
dovuto bere quella giusta. Perché rischiare? E se avessi sbagliato e fosse
stato un veleno?”
“Non avresti corso poi
grandi rischi: prese singolarmente hanno tutte effetti innocui, dolcificante,
abbronzante... E la combinazione più rischiosa che puoi trarne è un medicinale
dagli effetti lassativi.”
Il buon vecchio Oliver,
come ogni scienziato, aveva escogitato un modo per difendere le sue scoperte da
eventuali intrusi, ma neanche voleva che questi si facessero troppo male…
“Ad ogni modo non mi
sarebbe piaciuto.”
Oberon ridacchiò, poi
mettendo da parte Gazille, si guardò intorno, e più cose passavano davanti i
suoi occhi, più il suo sorriso si allargava: “Finalmente!”
Il dragon slayer per
precauzione si teneva in guardia, ma si rese conto che al biondino, della sua
presenza in quel momento non poteva fregargliene meno.
“Il laboratorio del nonno!
Finalmente l’ho trovato!”
Si udivano solo i passi
dei suoi stivali sul pavimento in legno e il suo respiro eccitato; si muoveva
di qua e di là, come un bimbo in un negozio di caramelle, allibito dalle
meraviglie che lo circondano, che non sa dove guardare, cosa provare per prima.
Carezzava i tavoli da lavoro, contemplava meravigliato le lavagne, afferrava
una boccetta per poi rimetterla subito giù per prenderne un’altra, o srotolare
una pergamena, o aprire un libro.
Anche non potendo
leggerne, per via dell’incantesimo criptante, li sfogliava con avidità,
ridendo, con la pelle d’oca.
“È tutto qui! Tutto il suo
genio, tutte le sue scoperte! E io sono il nipote di un tale genio! Chissà cosa
avrai provato ad inventare formule una dopo l’altra, nonno!”
Gazille sbadigliò: lui lì
vedeva solo paccottiglia e ammennicoli, e anche poco metallo buono da
sgranocchiare.
“Ah ah ah, si! Henry,
Oberon, Sybille, Evelyn, ce l’abbiamo fatta! Qui fra queste carte e questi
alambicchi c’è ciò che cerco! L’Incanto Cupidus è qui, e tra poco sarà mio!
L’amore, ciò che tutti al mondo desiderano, potrà essere mio, potrà essere di
tutti! Anche a costo di star qui per giorni lo troverò!”
Gazille lo chiamò battendo
il tacco a terra, come bussando a una porta.
Aperto il tubo in cui li
aveva conservati, Gazille gli mostrò i fogli arrotolati, mettendo in bella
vista il sigillo rosso a forma di cuore che li teneva fermi.
“Io l’ho trovato in
qualche minuto, ma se vuoi che ti lasci solo con le pozioni per un po’… solo
non esagerare, eh?”
“……”
Oberon fece due passi
nella sua direzione e sguainò la spada, la quale provocò il dragone con un
acuminato sibilo.
“È quella la formula? È
l’Incanto Cupidus?”
Gazille gonfiò il petto e
gli mostrò il simbolo del cuore sul “Sembrerebbe… perché non vieni a
togliermela dalle mani, così ne siamo certi! Ghi hi hi hi!”
“Come sei riuscito a
trovarla?”
“Non ci capirò nulla di pozioni, ma in certi casi basta un po’ di fortuna.”
Infatti, si disse Oberon:
Oliver per precauzione aveva tentato di distruggere tutti gli esemplari del suo
preparato dell’innamoramento. Alcune boccette gli erano sfuggite, ma di sicuro
non potevano essersene salvate nel suo laboratorio: dell’Incanto Cupidus lì non
era rimasta che la formula.
“Dammela Gazille.” tagliò
corto Oberon, senza ombra di voglia di ridere.
“Mhmm, non saprei…” ghignò
rigirandosi la formula nella mano.
“Ascolta, Gazille, sono
venuto fin qui appositamente per quell’incantesimo.” –oltre che per aiutare i
suoi amici- “A te non interessa: ti importa solo di togliertelo di dosso. La
tua amica sarà anche in grado di decifrare quelle carte, ma qui l’unico
competente di pozioni sono io. Dai a me la formula Gazille: ti prometto
sull’onore di mio nonno che la prima cosa che farò sarà guarire te e le tue
amiche, così questa storia avrà termine, potrete tornarvene alla vostra gilda e
saremo soddisfatti entrambi.”
“Solo un momento,
biondino, sto pensando all’ultima volta che ti sei detto disposto a trattare
con noi…”
Si era nascosto dietro
degli ostaggi inesistenti per poi cercare di catturarne sul serio nonostante
sorrisi e disponibilità. E neanche i suoi tentativi successivi erano riusciti
ad evitare uno scontro tra i suoi cacciatori di pozioni e i Fairy Tail (anche
se un po’ per colpa dell’insubordinazione di alcuni suoi compagni… e anche un
po’ per la testa calda degli stessi gildaioli!).
Oberon strinse le labbra:
con simili precedenti… Ora era sincero, ma si ritrovava a pagare della slealtà
dimostrata all’inizio.
“Stavolta è vero Gazille:
ce ne siamo già date abbastanza e a dirla tutta sono stufo di te e dei tuoi.”
“Ma dai, anche io sono
stufo di te, ed è per questo che non ti darò l’Incanto Cupidus.” disse
richiudendolo nel tubo e mettendo poi questo nella sacca che teneva a tracolla,
ben stretta e fissata, dietro la schiena.
“Gazille!”
“Troverò da me un modo per liberarmi dell’Incanto Cupidus: ad esempio
costringendoti dopo averti sconfitto!”
“Cerchi a tutti i costi la
lite.” constatò squadrandolo con rabbia.
“E che ti aspettavi? Ti
avevo già avvertito di quanto mi stessi sulle scatole, ed hai avuto pure il
coraggio di farmi fare una figuraccia con quella pozione della ridarella. E,
cosa non certo da poco, hai fatto del male ai miei compagni; e ora ti aspetti
di mettere le cose a posto con me?”
Si sgranchì le nocche:
“Nossignore: il nostro scontro non finirà prima che ti abbia dato un bella…
lezioncina!” sussurrò calcando l’ultima parola.
Oberon strinse
nervosamente il manico della spada: “Te ne pentirai amaramente!”
Al contrario Gazille aveva
la faccia di chi non aveva dubbi su cosa stava facendo, e di chi sa che
facendola si divertirà moltissimo!
Il loro incontro doveva
continuare fino alla fine, altro che contrattazione! Ne aveva di motivi per
farlo, e anche non li avesse avuti… era pur sempre un dragon slayer! Che ne
sarebbe stato del suo orgoglio in quanto tale?
<< Inoltre se è qui vuol dire che ha pestato
sia Natsu che Gray: se lo batto poi li prenderò per il culo fino a stancarmi
dal ridere! Ghi hi hi! >>
Sollevò il braccio destro
e lo trasformò in un largo spadone.
“Allora?”
“Aspetta.” –disse Oberon,
senza abbassare l’arma- “Non vorrai mica combattere qui…”
Gazille sorrise: “Sapevo
che avresti fatto storie. Ma tranquillo: mi interessa solo combattere, non
distruggere questa roba. Poi se ti viene un esaurimento nervoso non è mica un
bello spettacolo, mister “Finalmente ho trovato il laboratorio di mio nonno!”!
Ghi hi hi!”
“Umpf!” sbuffò lui, non sentendosi adeguatamente rappresentato in
quell’imitazione.
Gazille indicò col pollice
dietro le sue spalle: “Andiamo di là: tuo nonno aveva un solaio davvero enorme,
sarebbe un peccato non sfruttarlo.”
Oberon si avvicinò di
qualche passo.
“Dopo di te.”
“Preferisco tenerti
d’occhio.” ribatté il biondo.
“Qui non sono io quello che
ha cercato di far fesso l’altro.”
“Senti, ero sincero a dire che ti avrei tolto l’Incanto Cupidus: se non ti vuoi
fidare peggio per te. Non venirti a lamentare se sarai costretto a portarlo per
sempre.”
Il piccolo botta e
risposta si svolse mentre i due camminavano affiancati fino al fondo del
laboratorio. Gazille non vedeva l’ora di uscirne per iniziare, Oberon invece
lanciava occhiate a destra e a manca, dispiaciuto sia di dover lasciare così
presto quel luogo così significativo e affascinante, e anche all’idea di
doversi confrontare ancora; combattere a lui non piaceva.
Il mastro di pozioni
attraversò l’uscio sfondato con preoccupazione: incrociò le dita sperando che,
se la lotta si fosse fatta particolarmente accesa, nulla all’interno andasse
danneggiato… ma visto il soggetto, come poteva garantirlo?
Gazille si addentrò nella
vasta anticamera, mentre Oberon si attardò all’ingresso del laboratorio. Con
perizia mescolò le cinque pozioni che Gazille aveva lasciato perdere, e,
bagnato il piedistallo di marmo su cui poggiavano con una goccia del composto
ottenuto, le porte divelte dalla draconica forza del mago metallico volarono di
nuovo al loro posto, anche se tutte ammaccate e rovinate. Poi la miscela si
ridivise nelle sue componenti, che tornarono ciascuna nel proprio alambicco.
Completata l’opera, Oberon
si diresse verso Gazille, che si era allontanato di parecchi metri per fortuna.
Si guardò dietro: <<
Ti ho cercato a lungo e non gli
permetterò di rovinare i miei sogni… e i sogni degli altri… >>
Il sole brillava alto nel
cielo: si era vicini all’ora di pranzo.
I finestroni circolari,
come riflettori, proiettavano sul pavimento tra i due contendenti dei cerchi
luminosissimi: attraverso quei raggi, Gazille e Oberon si scrutavano pronti a
decidere le sorti della battaglia della villa di Oliver, sfidando sia l’altro,
sia la forte luce del sole, saldi, imponenti entrambi.
Un grande spazio vuoto li
circondava, a tratti ombroso, a tratti luminosissimo laddove i raggi
trapassavano i finestroni, interrotto unicamente dalle grandi colonne.
“Ti sconfiggerò e mi
riprenderò l’Incanto Cupidus, mio di diritto.”
“E ai diritti delle vittime non ci pensi, cretinetto?”
Oberon stappò una pozione
e bagnò la sua lama e parlò come sentendosi insultato: “La vittima sono io!”
“Non farmi ridere!” gridò
Gazille caricandolo senza preavviso!
Nel frattempo, molti metri
più sotto… e un ala più lontano, una povera donna piangeva sconsolata.
“Uaaaaah! Sigh! Sigh!
Sigh!”
Wendy, e Charle in piedi sulle sue spalle, si erano tappate le orecchie a
vicenda!
“Oh, me misera! Oh, me
disperata!”
<< E lei avrebbe stile? >> -pensò la
exsheed- << Gli altri cattivi che
abbiamo sconfitto mica facevano tante scene una volta finito con loro… >>
Lily, che zoppicava
vistosamente per le tante botte prese ne ebbe invece pietà: “Non riesco a veder
piangere così una donna. Vuoi un fazzoletto?” disse tirandolo fuori da una
tasca dei pantaloncini
“Sparisci tu! Vuoi di
nuovo ingannarmi fingendoti gentile per poi trasformarti in un mostro
culturista, ammettilo! Sigh!”
“……” scrollando le spalle dinanzi la gentilezza rifiutata, non gli restò che
usarlo lui per asciugarsi sudore e graffi.
Se voleva che a offrirle
il fazzoletto fosse direttamente un “mostro culturista” bastava chiedere…
Intanto Sybille
fortunatamente si limitava a giacere immobile sulla schiena, con gli occhi
vacui rivolti al soffitto. Non pareva neanche avesse appena finito di
combattere: più che alla sconfitta sembrava pensare semplicemente a riposarsi.
Qualche passo un po’ più
in là, anche un’altra signora, Acquarius stava piantando una lagna, in quel
caso con Lucy; solo che quando lei si lamentava mica piangeva… si limitava ad
affogarti!
“Che razza di modo era
quello per evocarmi?! Ora ci mettiamo anche a tirare le chiavi, eh? Pensavi di
essere acrobatica, figa o cos’altro? Ora ti do una lezione che…”
“Zzz… zzz… zzz…”
“…… Ma che fa questa?”
“Dorme.” disse Levi,
avvicinandosi alle spalle dello spirito, che teneva la maghetta bionda
sollevata da terra a forza di braccia.
Questa però, una volta
afferrata, era caduta subito in catalessi.
“Penso sia la fatica: oggi
ha evocato quasi tutti gli spiriti stellari che possiede, troppi in un solo
giorno. Deve riprendersi.” seguitò la turchina.
Anche lei aveva bisogno di
riprendersi, come testimoniava il suo inseparabile nastro tutto zuppo di
sudore.
“Tsk!” –Acquarius fece una
smorfia schifata- “Pappamolla! Così che gusto c’è a prendermela con una che
dorme? Niente urla, niente scuse, niente paura… Bah, per questa volta ti è
andata bene.”
Poggiò piano la padroncina
a terra, cosicché Levi potesse sollevarle un po’ il capo e sincerarsi delle sue
condizioni.
“Ecco brava, bada tu a
lei: io devo tornare dal mio amoroso Scoprio, che è ancora acciaccato per colpa
del veleno che si è preso per difendere Lucy… Ma proprio lui doveva evocare in
quel momento? Il mio povero fidanzato…”
E con le mani sul cuore,
lo spirito che un secondo prima minacciava tuoni e maremoti alla sua stessa
padrona scomparve in una nuvoletta brillante.
“Brava Lucy, tu e Wendy
siete state bravissime.” disse Levi al corpo incosciente.
“Di nulla.”
“AAAAAAHHH!”
“Ssssh! Non urlare! Acquarius potrebbe essere ancora nei paraggi!”
“Ma… ma tu non eri svenuta
per tutti gli spiriti che hai evocato?!”
“Beh, in realtà ci sono
vicina…” –fece con un’affaticata vocina flebile- “Ma visto cosa rischiavo con
Acquarius, ho pensato che un sonnellino non potesse che farmi bene.”
“Eh eh eh, bel colpo!”
Levi sollevò l’amica e la
portò vicino il cumulo dove si erano riuniti tutti, amici e nemici, per farla
guarire da Wendy.
Fatta distendere Lucy
davanti a lei, impose le mani, ma non era ferita, piuttosto spossata, quindi
passò subito ad occuparsi di Pantherlily, ben più contuso.
<< Sono molto stanca anch’io… ma almeno un po’
dovrei riuscirci… >>
“Levi, tu tieni d’occhio
queste due.” –fece Charle all’unica ancora in piedi- “Non vorremo mica
rischiare ci facciano qualche altro scherzo!”
“BUAAAAAHHH! Sniff…”
“…… Uff…”
La ninja, immobile con
braccia e gambe divaricate sul fianco del cumulo, come paralizzata su di un
divano, reclinò il capo verso di lei: “Francamente… continuare a combattervi
non mi interessa poi tanto.”
“Non devi essere molto
popolare alle feste.”
“In genere non mi ci
diverto… ma neanche mi annoiano…”
<< Questa qui fa impressione! >>
L’unica meno acciaccata
era decisamente Evelyn vista la tanta forza che metteva nel frignare! In
realtà, per una tipa come lei, rovinarsi il look con un bagno fuori programma
era un autentico shock!
“È la fine! La fine dei
miei sogni… come della mia avvenenza, dissoltasi come il mio trucco nell’acqua di
una brutalizzante alluvione bruttificante!”
“Uh, e quanto la fai
lunga!”
Evelyn si strizzò i
guanti: “Ma guardatemi! Sono brutta come un gattino bagnato!”
“Si dice << pulcino bagnato >>…” la corresse
Charle.
“Di certo anche tu nella
mia situazione non saresti uno splendore.”
“Io non sono un gatto,
sono una exsheed! E quando mi bagno non sono brutta, precisiamolo!”
Evelyn però aveva già
smesso di ascoltarla: lei stessa in quel momento era si meritava certo più
attenzione: “È la fine… Non avrò mai l’Incanto Cupidus… Ci hanno battute e
forse anche gli altri a quest’ora sono stati sconfitti… Non troverò mai un uomo
che mi apprezzi per quello che sono!”
Fece un pausa, il cui
silenzio venne rispettato dagli altri presenti… forse più per empatia che per
assaporare finalmente un po’ di calma dal suo strazio!
“E come se non bastasse…
Non sono riuscita ad avere nemmeno la mia gattina bianca parlante! Sigh!”
“Ma se qualche minuto fa volevi farmi la pelle!”
Evelyn arrossì: “Oh, non
ci badare, ero solo un po’ fuori di me, lo sai che ti strapazzerei di coccole…
Vuoi che ti strapazzi di coccole?”
“No, grazie.”
“Sicura?”
“Si.”
“SIGH!”
Wendy teneva le mani,
illuminate di verde per l’esecuzione del suo incantesimo, sul corpo di Lily,
distesosi a terra per lasciarsi riparare un po’; intanto ascoltava (non
sentirla era difficile…), e almeno lei, a differenza dell’amichetta pelosa,
provava un po’ più di compassione.
“Perché dici che non
troverai mai nessun uomo che ti apprezzi per ciò che sei? Non sei un po’ troppo
pessimista?”
“Non cercare di consolarmi, tappetta, perché è inutile!” –disse tirando su col
naso in un suo proprio fazzoletto (già bagnato)- “Sennò perché avrei fatto un
simile viaggio scalcinato per trovare quella pozione?”
“Cos’è questa storia?”
domandò Lucy, girando appena la testa per non doversi rialzare.
Evelyn sospirò (e intanto, si immaginò sé stessa sotto la luce di un
riflettore): “Va anti così da tempo: ogni volta che si fa avanti un nuovo
corteggiatore finisco per credere sia la volta buona, che sia diverso dagli
altri, che a lui non interessi solo il mio aspetto… E poi ovviamente finisce
male! Non ho mai avuto una storia d’amore vera, come quella delle favole! Ormai
mi ero convinta che fosse impossibile qualcuno si innamorasse di me per quello
che ho dentro, poi Oberon mi ha ridato la speranza. Se solo avessi avuto un po’
di Incanto Cupidus… Avrei potuto finalmente avere un fidanzato che mi
riverisse, mi ascoltasse, mi consolasse, riversasse tutte le attenzioni su di
me, che facesse tutto quello che dico io… senza che dovessi richiederglielo io,
soltanto perché mi volesse bene.”
“Beh, tutte noi ci
auguriamo di trovare qualcuno così (anche se forse un po’ meno schiavo di come
lo vuoi tu…)”
“E allora ci saremmo
sposati e saremmo andati a vivere in una bella casetta in campagna, con
piscina, idromassaggio, tanti bei lussi e avremmo trascorso le nostre serate in
giardino a coccolare la nostra micetta parlante col vestitino e i suoi
cuccioletti.”
A Charle gli occhi
strabordarono dalle orbite: << Cielo
ti ringrazio, cosa ho scampato! >>
“Ma suvvia, una non può
mica essere bella e basta.” disse Lucy, lasciatasi coinvolgere anche lei nel
discorso.
“No, infatti, come avete
detto sono anche scema… Non so fare discorsi interessanti, quando le cose vanno
male faccio capricci a non finire… Sono antipatica! Non sono brava in cucina,
non sono brava a combattere senza qualcuno che mi aiuti… Chiedo sempre e non do
quasi nulla… Dentro di me non ho assolutamente nessun lato positivo.”
“Impossibile.” protestò la
bambina.
“Ditemene uno…”
“Ehm…”
“Sigh!”
“Ehi, mica dobbiamo essere
noi a dirteli, no?” -Wendy si rimise in piedi e le si avvicinò- “Ascolta, non
devi credere di non aver nessun lato positivo. Forse per le tante delusioni che
hai avuto semplicemente non ci pensi; ma tutti ne hanno. Guarda Lucy.”
“Eh?”
“Ha più seno che cervello
certe volte…”
<< BRUTTA PICCOLA… SEI FORTUNATA CHE SONO
TROPPO STANCA PER DISINTEGRARTI >>
“Però in combattimento ce
la mette tutta, tratta i suoi spiriti con gentilezza quando per gli altri sono
solo oggetti, e anche se è un po’ vanitosa è sempre pronta ad aiutare i suoi
amici e ad accoglierli in casa propria.”
“Quest’ultima affermazione è un po’ forzata… ma grazie…”
Lucy, piegandosi su un
ginocchio, si tirò su rivolgendosi verso la sconsolata: “Non sei messa poi così
male; conoscere ed ammettere i propri difetti come fai tu non è da tutti, io ad
esempio ha la “carissima” Wendy a ricordarmeli… Ti confesso che a causa loro
sotto sotto temevo, e temo ancora, di non piacere a Gazille quanto lei, ma non
ci rinuncio mica: semplicemente cerco di tirare fuori la parte migliore di me.
Qualunque persona ha di che essere fiero: prendi Wendy per esempio.”
“Eh?”
“È una nanerottola che combina poco o niente tanto è timida e scarsa…”
<< VIPERA! COME HAI POTUTO?! SE ORA
NON PASSI ANCHE TU A PARLARE BENE DI ME NON TI RIVOLGERò MAI Più LA PAROLA!
SIGH! >>
“Però anche se piccola è
già molto matura, se la sa cavare sempre ed è così dolce che decine di persone
alla gilda stanno aspettando che cresca per fare un tentativo.”
Charle, avvoltasi in un
aura oscura, sguainò gli artigli: << Decine
di persone da aggiungere alla lista nera… >>
“Anche lui quindi alla
fine ha tutti i requisiti per far sì che Gazille si innamori di lei, e
doverosamente lo ammetto.”
Evelyn le guardò triste: “Beh… ma tutto questo che ha a che fare con me? A me
questo Gazille non interessa (ed interessa a voi solo per l’incantesimo che vi
ha colpito…).”
“Il punto è, a volte qualcun
altro da fuori i punti forti di una ragazza li nota e li tiene a mente anche
più della ragazza stessa.”
<< Che belle parole. >> -pensò Lily-
<< Non sembrano neanche loro; l’Incanto Cupidus non solo provoca colpo di
fulmine, ma sembra risvegliare il lato romantico delle persone. >>
Wendy sorrise all’ex
odiosa avversaria: “Un giorno troverai qualcuno che conosce tante cose belle su
di te che tu ignori. Aspetta e vedrai!”
“……”
Levi si fece passare di
nascosto il fazzoletto asciutto da Lily e lo passò alla rossa: da lei lo
avrebbe accettato, e così fu.
Anziché asciugarsi un po’,
la donna coi tacchi l’adoperò per soffiarsi il naso: “Sono le più belle parole
che mi abbiamo mai rivolto! Vi ringrazio!”
Le Fairy Tail le sorrisero
in coro.
“A quanto pare non è poi
detto che due “incupidite” dello stesso ragazzo non possano andare d’accordo.”
osservò Levi guardando Wendy e Lucy battere il cinque e scambiarsi complimenti a
vicenda per il bel lavoro svolto.
“Eh, mi sa proprio che
alla fine Gazille sceglierà te.” disse Lucy facendo spallucce.
“Naaa, sei tu che lo
conquisterai per prima.” fece Wendy scuotendo una mano.
“Vedrai, alla fine si
metterà insieme a te.” sorrise l’una.
“No, si metterà con te.” sorrise l’altra.
“No, con te.”
“No, con te.”
“No, con te.”
“Ok, con me!” esultò
Wendy!
Lucy ci pensò su…
“…… EHI, NO! LUI SI
METTERÀ SOLO CON ME!”
“MANCO PER SOGNO!”
“GRRR!”
“GRRR!”
Quando si dice parlare troppo presto…
“Ora mi sento molto
meglio, grazie.”
“Figurati!”
Come si pentiva di averle
trattate così duramente e di aver detto loro che erano senza classe: anziché
ridere del nemico sconfitto l’avevano aiutato senza alcun motivo per farlo,
altro che moda e bellezza!
“…… Allora… posso avere anche Charle adesso?”
Non solo la exsheed, ma anche Wendy, Lucy, Lily e Levi si unirono alla
risposta: “NO CHE NON PUOI!”
Evelyn, imbarazzata, scosse
la mano e cacciò una risatina: “Eh eh eh, scherzavo, scherzavo!”
Evelyn tirò un altro
sospiro: addio per sempre, gattina da compagnia parlante con cui far morire
d’invidia gli ospiti a casa!
<< Ora sono meno triste… ma succederà come
hanno detto loro? Ci sarà davvero quest’uomo che troverà i miei pregi nascosti?
>>
Nessuno glielo assicurava…
Ma l’idea che qualcuno conoscesse meglio di lei ciò che avesse di bello e
venisse a dirglielo col cuore in mano ora gli piaceva di più e gli faceva
completamente dimenticare l’Incanto Cupidus!
Come si sul dire: la donna
è volubile!
Evelyn aprì una piccola
trousse, desiderosa di risistemarsi un pochino.
“Devo dire che siete state
proprio brave, meglio di una seduta di psicodialisi.”
“Si dice << psicanalisi
>>…”
“Quello che è…” –la rossa
si voltò alla sua sinistra, verso la compagna cacciatrice- “Chissà, forse
potreste riuscire a fare qualcosa anche con Sybille.”
Levi guardò la ninja che
aveva sconfitto con un misto di orgoglio per sé stessa (non vedeva l’ora di
raccontare a Jet e Droy quanto era stata fantastica!) e di curiosità. Alla fine
Lucy e Wendy avevano accantonato i rancori e, ascoltata la storia di Evelyn,
era venuta fuori una piccola intesa, sufficiente a placare lo straziante pianto
della rossa.
Lei invece di pianto
neanche l’ombra, né un gemito, né una parola; il che incuriosiva molto più del
banale, umanissimo pianto di Evelyn. Che anche lei, sotto quella placca
d’indifferenza, scalpitasse per aprirsi, narrare la sua storia?
“E tu, che mi dici?”
Sybille la guardò
blandamente: “Cosa? È venuto il mio turno di far sapere a tutti il mio passato
tragico cosicché possiate sentirvi in pena e cacciare qualche altro bel
discorsetto per provare a “salvarmi”? Francamente, la trovo una cosa inutile.
Non c’è nulla che possiate dire che possa avere effetto su di me.”
“Suvvia, Sybille, di loro
ci si può fidare…” –la incoraggiò Evelyn- “L’hai visto anche tu che ci sanno
fare. Prova, cosa ti costa?”
“Ascoltala, Sybille!” disse una voce appena entrata nella stanza.
Lily saltò all’impiedi e
rese truce il suo visino, ma il nuovo arrivato si rivelò un volto conosciuto e
certo non minaccioso.
“Oh, sei tu Lionel.” –fece
la rossa nel vederlo trascinarsi dentro verso di loro- “Ti hanno battuto, non è
vero?”
“Ecco… diciamo di si”
“Chissà perché me lo
sentivo…”
SDONG!
“Pe-però ho avuto una
menzione d’onore!”
Pollice alto da Natsu: forse
non era un riconoscimento poi così importante, ma tanto gli era bastato per
sentire di poter dare finalmente una svolta!
Lionel camminava con una
mano perennemente sullo stomaco. Passando vicino Lily si ritrasse leggermente:
“Eh eh, buono! Non sono qui per combattere!”
Poi si rivolse all’apatica
compagna di banda: “Di questi tipi ci si può fidare, ci si poteva fidare sin
dall’inizio, ma non ce ne siamo accorti. Giusto poco fa, uno di loro, che
avrebbe dovuto combattermi, mi ha aiutato molto, anche se senza volerlo: e ora
non avete davanti il solito vecchio Lionel ve lo garantisco!”
Si voltò poi verso la sua amata, colorandosi dello stesso colore dei suoi stoppacciosi
capelli bagnati: “Ho cambiato idea: non voglio più quella pozione per riuscire
in una dieta, anzi, non voglio più nessuna pozione. F-forse anche tu
cambieresti idea se… se lasci che ti dica due parole. I-io non penso tu abbia
bisogno dell’Incanto Cupidus per avere ciò che cerchi.”
Evelyn alzò una mano: “Grazie, ma arrivi tardi, ci hanno già pensato loro.”
“…… davvero?”
“Si, e poi visto e
considerato che siamo già stati battuti in tre non è che abbia molta scelta.”
“Oh… ehm, bene…”
“Se stavo ad aspettare te…”
SLASH!
Trafitto al cuore
dall’impietosa daga della sottovalutazione, Lionel prima si accasciò al suolo e
poi andò ad affondare la faccia sulle gambe isolato in un limbo di depressione.
“Sigh! Sigh! Sigh! Tutta
colpa di questo stupido mal di pancia! Se solo non mi fossi attardato lì dentro…”
Mentre arrivava lì, dopo
essersi lasciato alle spalle Oberon, Natsu e Gray, aveva avuto la fortuna di
trovare un gabinetto ancora funzionante: una sosta che allora gli era sembrata
provvidenziale e che ora malediceva!
<< Sigh! E mi ero anche preparato cosa dirle! Potevo
fare una così bella figura! >>
I Fairy Tail rivolgevano
intanto occhiate stranite alla donna inzuppata, ma questa, sempre seduta sul
suo pezzo di tetto crollato, accavallò le cosce e guardò da un’altra parte
emettendo un “Umpf!”…
Visto che Lionel,
affranto, non sembrava voler essere di compagnia, Levi tornò al discorso da lui
interrotto: “Ecco… capisco sia parecchio strano mettersi a fraternizzare dopo
essercele date di santa ragione… Però, come hai visto, sembra che non sia così
difficile per i nostri due gruppi andare d’accordo; quindi… non so, se ti va di
parlare...”
“Io sarei proprio curiosa
di sentire che storia ha dietro questa qui.” –fece Charle- “Una tizia senza
emozioni non si incontra tutti i giorni.”
“Non è che non ne ho, ogni
tanto sento qualcosina, ma dura poco ed è quasi niente.”
“Oh, anch’io sono curiosa se è per questo: Sybille non ci ha detto poi molto
del suo passato.”
Sybille sbuffò sotto il velo nero della maschera: “Come si vede che il
combattimento è finito e non c’è più granché da fare.”
Nel frattempo che arrivasse qualcun altro o si sapesse qualcosa di più della
situazione, tanto valeva intrattenersi un po’ visto che erano tutti troppo
stanchi per il momento…
Levi le mise una mano
sulla spalla, anche se l’altra reagì a malapena: “Sybille, giusto? Dicci di te.
Dopotutto… suppongo non ti faccia “né caldo né freddo”, vero?”
“…… Questa mi è piaciuta.”
ammise Sybille.
Evelyn attirò a sé Lucy:
“Secondo me la tua amica ci sta provando con la mia.”
“Dici? Sarebbe bello si
mettessero insieme!”
“Già!” –batté le mani Evelyn- “Forse in questo modo quel ghiacciolo umano si
scioglierà un poco!”
Levi intanto era tutta rossa e tutta disperata: “Non ci sto provando! Se
l’Incanto Cupidus su di me non funziona non è per quel motivo!”
<< Forse dice il vero… >> -pensò
allora Evelyn- << Del resto, se
come dice non è lesbica, c’è una ragione per cui non straveda… per me che son
così bella! >>
Così, Sybille dall’umore
grigio iniziò a raccontare la sua grigia storia.
Sono orfana. Non ho mai conosciuto i miei genitori: sono stata
adottata prima del mio primo ricordo.
Chi mi ha adottato è stato il master di una gilda di maghi, ma
forse è più corretto dire delinquenti. Era una gilda piccola e segreta, specializzata
in missioni che appunto richiedono segretezza: lavori silenziosi, rapidi, senza
lasciare traccia.
Di certo non venni adottata per desiderio d’affetto o per
rallegrare l’ambiente. Il master, visti gli ultimi insuccessi, voleva tentare
un investimento a lungo termine: mi prese con sé per allenarmi e farmi
diventare l’agente segreto perfetto, il più freddo, distaccato, spietato e
professionale ladro-sicario-scassinatore-sabotatore-eccetera che fosse mai
esistito…”
“Come
definizione è un po’ lunga…” interruppe Lucy.
“C’è anche l’”eccetera”…”
fece notare Wendy.
“All’inizio il master non
conosceva la parola “ninja”; quando seppe che poteva riassumerci tutto fu
contento di dover sprecare meno fiato.”
“Prosegui…”
La gilda, per riuscire nel suo intento, mi prese con sé da
piccolissima proprio per potermi plasmare al meglio.
L’addestramento fu basato, più che sulle normali abilità
richieste per quei lavori, alla soppressione delle emozioni: solo così si
pensava ne sarebbe uscito un mago capace di non fermarsi mai dinanzi a nulla.
Sin da bambina mi venne insegnato a non ridere agli spettacoli
dei comici, a non piangere quando il gelato cadeva a terra dal cono, a non
disgustare quando mi servivano la pasta scotta, a non sorprendermi quando al
mio compleanno organizzavano feste a sorpresa…
“Che mostri!”
Felicità, divertimento, ribrezzo, sorpresa, e poi odio, noia,
paura… tutto sacrificato e messo da parte, in nome di un controllo perfetto e
razionale sui propri sensi in ogni momento. A conclusione dell’addestramento,
per dimostrare che ero diventata completamente libera dagli ostacoli delle
emozioni, costrinsero ad uccidere…
“!!!!”
Il mio pupazzo di peluche preferito aprendogli il pancino.
“Fiuuu…”
“E ovviamente l’ho fatto,
senza rimorsi, né allora né adesso… Sarà che ormai ero diventata cresciutella
ormai… E ormai la mia vita era già diventata grigia, perché non potevo più
apprezzarla intorno a me in nessun modo.”
“A quanto sembra
l’esperimento ha avuto successo.”
“Anche troppo se è per questo.”
Come risultato divenni apatica e tanto seccante che non
riuscivo ad appassionarmi più a nulla… manco alle missioni che mi assegnavano…
Ero diventata indifferente a tal punto che nemmeno la gilda mi
interessava più: completare la missione non mi allettava e spesso me ne tornavo
a casa, oppure la portavo a termine alla perfezione per poi andarmene senza
ritirare il compenso perché non mi faceva né caldo né freddo.
Ovviamente fui cacciata via a pedate… e la cosa non importò granché.
Tutto questo è successo più o meno un anno fa. Da allora mi
sono mantenuta con piccoli lavoretti che riuscivo a trovare grazie alle mie
doti atletiche, acrobata, pedinatrice per conto di investigatori privati, o
altri grazie alla mia apatia, come ad esempio il cartellone pubblicitario; e in
quello stesso periodo incontrai Oberon e gli altri.
“Cartellone
pubblicitario?”
“In pratica restava ferma
immobile a lato della strada con un manifesto incollato addosso.” –spiegò
Evelyn- “Questo perché non provando niente non si annoiava nemmeno a stare
tutta una giornata in piedi e non si imbarazzava quando la gente la guardava
confusa…”
Senza emozioni, i miei giorni sono trascorsi pallidi l’uno
dopo l’altro, senza mai grandi differenze, migliorando giusto un po’ quando ho
conosciuto i miei primi amici.
Ovviamente Oberon non ci pensò due volte ad offrirmi le sue
pozioni. Effettivamente, con quelle le mie capacità ricettive aumentano del 10,4%,
ma dopo aver provato ho rinunciato subito.
Vedendo Henry e la sua dipendenza dalla pozione calmante, mi
sono resa conto di non volermi ridurre anch’io così (senza offesa per Henry…),
costretta di volta in volta a bere la pozione giusta per entrare nello stato
d’animo giusto. Purtroppo Oberon non era abbastanza esperto da trovare una
pozione per guarirmi e rendermi come chiunque altro, ma mi disse che forse, con
le conoscenze di suo nonno ce l’avrebbe potuta fare.
Quando mi chiese di seguirlo, per una volta, risposi subito
affermativamente: la cosa mi faceva solo caldo.
Il pensiero che forse sarei diventata una persona normalmente
emozionabile mi piaceva, riuscivo a sentirlo chiaramente; in fondo, tanto era
bastato per farmi provare qualcosa, chissà cosa avrei sentito se la missione
fosse riuscita. Non avevo poi nulla da perdere.
Tutti al guardarla
parlare, avevano assunto un’aria triste, compassionevole, che però, neanche
stavolta, riuscì a sfiorare la poverina che restava sempre dell’identica
espressione. Finito di parlare, Sybille con un verso affaticato si sollevò
sulle braccia, mettendosi seduta; poi afferrò il lembo della maschera sopra il
suo naso e l’abbassò, rivelando il suo volto, così giovane, dell’età che la
vita non puoi non sentirla, eppure così spento.
Prese un bel respiro
d’aria fresca: “E questo è tutto.”
“Anche adesso nella
sconfitta” –proseguì alzando gli occhi al soffitto- “Non avverto né
umiliazione, né rabbia, né sconforto, né voglia di rivalsa, anche se forse con
essa le speranze che avevo riposto in me si spengono del tutto. Ormai l’avrete
capito anche voi: sono un caso unico e disperato, che però di disperazione non
ne sente manco un po’.”
Lily e Charle, e anche gli
altri, abbassarono il capo, come sentendosi colpevoli di non poter fare nulla
per lei.
Evelyn scosse il capo.
Lionel si era depresso
ancora di più…
<< Ti sbagli secondo me… >> -pensava
Levi- << Anche con tutta la
freddezza con cui hai raccontato, sei riuscita ad esprimere la tua malinconia;
non le vedi le nostre facce? Siamo tristi perché è triste la tua storia e lo
sei anche tu. Dev’essere terribile non potersi sentire né bene né male: anche
solo ad immaginarlo viene un nodo allo stomaco. >>
Sybille incrociò il suo
sguardo: “Allora? Ho raccontato, no? Adesso vuoi provare a consolarmi, a dirmi
che c’è speranza, che è impossibile non avvertire emozioni come avete detto ad
Evelyn che è impossibile non avere delle qualità?”
Levi si grattò la testa:
“Beh…”
Effettivamente il caso di
Sybille era così paradossale… Tutta colpa di uno stupido lavaggio del cervello
di una stupida gilda, che se non altro se n’era uscita con le pive nel sacco.
Gli altri si guardavano
intorno, come a volerle scaricare la patata bollente, che comunque lei stessa
aveva provato a togliere dalla pentola…
“Senti, io non penso di
poterti dire qualcosa che risolva questo tuo guaio in uno schiocco di dita…”
“Fai bene.”
“Però… Qualcosina la senti già, no? Forse dovresti lavorarci su…”
“E come? Le emozioni o le hai o non le hai, non puoi mica esercitarle.”
Già vero, ma da brava lettrice, a Levi venne a mente che possono anche essere
vissute, se non direttamente, tramite quel meraviglioso filtro che è la
letteratura.
Tirò fuori dalla tasca il
libro regalatole da Gazille.
“Ascolta, non so se possa
servire, ma… Prendilo.”
Sybille batté le palpebre: “… perché?”
“Io adoro leggere. Ci si
può immedesimare nei protagonisti, sentire quello che sentono loro, entrare
nella storia tanto da chiedersi ad ogni pagina << Chissà come continua! >>, << Chissà cosa farà ora il personaggio! >>… Ovviamente dipende
anche da quanto è bravo lo scrittore, e questo non l’ho ancora letto, ma tu fai
una prova.”
“……”
“Hai mai letto?”
“I libri non mi interessano molto…”
“Ma neanche ti spiacciono suppongo.”
“Beh, no…” mormorò la
corvina scostando il capo dal regalo che le stava porgendo.
“Secondo me, per via del
tuo addestramento, semplicemente non sei abituata a sentire la realtà attorno a
te, ma magari puoi pensare al leggere come a un nuovo addestramento. Vivendo le
emozioni tramite i libri, forse saprai recepirle anche al di fuori.”
Evelyn e gli altri
incrociarono le dita.
“Prova, e se il libro non
ti appassiona corri a prenderne un altro, e poi un altro ancora, e vedi se
riescono a suscitare qualcosa in te. Il resto verrà da sé.”
“E se nessuna storia mi
appassionerà?”
“Allora vorrà dire che
sarai perfetta come critico letterario, eh eh!”
Sybille lasciò che il
volumetto scivolasse dalle dita della turchina nelle sue.
“Proverò... a provare qualcosa.”
“Eh eh!”
Evelyn tornò a bisbigliare
all’orecchio di Lucy e Wendy: “Meno male che non l’ha regalato a me il libro,
io li tengo in casa solo per non far traballare il tavolo o per dare un senso
alla libreria… Un momento, voi non mi avete fatto nessun regalino!”
Wendy e Lucy la guardarono con sufficienza: “E dove sta scritto che dovevamo
fartene?”
“Voglio un regalino, uffi! … Perché non mi regalate…”
Charle l’anticipò: “NO!”
Evelyn attaccò col labbro
tremolo e gli occhioni da barboncina triste! Temendo un altro pianto a dirotto,
Charle le regalò il proprio fiocco rosso che teneva al collo.
“Tieni, però promettimi
che d’ora in poi prenderai solo gattini che stiano zitti (e che non assillerai
anche loro!)!”
“Va benissimo, Charle!” e
improvvisò un forte abbraccio, strusciando la sua guancia con quella della
exsheed, paralizzata da quella smanceria!
“Restiamo amiche?”
Wendy fece all’amica un
gesto incoraggiante: “Va-va bene… solo amiche, ok?” disse sperando di metterci
una pietra sopra!
Oberon si lanciò sulla
colonna più vicina, e battendo il piede su di essa compì un alto balzo verso il
nemico. Questi lo attese senza farsi troppi problemi, era una mossa stupida
attaccare in salto quando non lo si fa di sorpresa; non bisogna far altro che
aspettare che la gravità ti porti il nemico a portata.
Purtroppo questo lo sapeva
anche Oberon. Infatti Gazille non dovette aspettare molto… fu la sua spada ad
arrivare da lui!
“Urgh!”
La lama si era allungata,
incurvata e poi era schioccata in avanti, colpendolo a una guancia. Non era
stato sufficiente a graffiarlo, ma un po’ più in alto ci avrebbe rimesso un
occhio!
Il metallo della spada era
diventato come vivo: quando Gazille si mosse a parare il nuovo colpo con il
braccio-spadone, questo si piegava per eludere il blocco e poi con un guizzo si
lanciava all’attacco; quando fu lui ad attaccare, la spada si avvolse a spirale
tutto intorno al suo braccio in forma normale per poi ritrarsi, strusciando
l’affilatura lungo la pelle corazzata. Non lo feriva, ma faceva male.
Gazille si distanziò e si
carezzò il braccio, sorridendo sornione.
“GROAR!”
Il braccio-spadone di
Gazille mancò il bersaglio ed affondò nella pietra della colonna, il che offrì
ad Oberon un buono spunto per attaccare. Le dimensioni abnormi della lama
lasciavano spiazzati, ma forse potevano tornare a suo vantaggio; agilissimo,
saltò su di essa, approfittando del blocco in cui si era ritrovata.
Gazille tentò di sfilarla,
ma nel tempo che ci riuscì, Oberon aveva corso su di essa come su una
passerella, e avuto Gazille a portata gli aveva sferrato un calcione in pieno
volto. Disorientato, Gazille fece tornare il suo braccio normale, ma prima di
riprendersi, la suola dello stivale di Oberon colpì nuovamente la sua faccia,
scagliandolo alcuni passi indietro.
“Tsk! E così ti va il
corpo a corpo, eh?”
Tolse i guanti, strinse i
pugni, e questi si fecero grigi, rilucenti e scagliosi!
Vedendolo avvicinarsi in
un battibaleno, il biondo provò a riacquistare spazio colpendo con un altro
calcio diretto al petto del dragone… col risultato di essere lui a spostarsi
indietro con la gamba tutta indolenzita.
<< Tsk, che mi è mai venuto in mente? Il suo
corpo è metallo. >>
E in quel momento era
anche più resistente del solito!
Gazille gli fece una
piccola dimostrazione colpendo di tibia la stessa colonna di poco prima,
lasciandoci una profonda impronta!
<< È un mostro! >>
“Preoccupato, eh? Naturale
farsela addosso quando si affronta uno come me!”
Si diede dello stupido… Perché
ci stava andando piano? Perché giocava sulla difensiva? D’accordo, ora anche la
sua spada era in parte plasmabile, ma non era certo un potenziamento col quale
affrontarlo: metallo contro metallo avrebbe sempre vinto lui.
“Barbaro… Non credere di
spaventarmi!” gridò mettendo mano alla cartucciera.
“Su, fai pure, cambia
pozione, ti lascio fare… altrimenti non c’è gusto.”
Semplice, perché lui aveva
addosso l’Incanto Cupidus: non voleva correre il rischio di danneggiare anche
la preziosa magia del nonno.
Però, contro un dragon
slayer, non aveva senso avere tanta premura: meglio andarci giù pesante e
rischiare piuttosto che farsi battere sicuramente.
Gazille restò ad attendere
mentre lui bagnava ancora la lama.
Stavolta, il nuovo potenziamento
iniziò con un rumore di scintille farsi sempre più forte, finché l’arma non fu
circondata da una crepitante aura elettrica.
“KYAH!”
Allungando il braccio,
produsse un piccolo fulmine che esplose a un passo dai piedi di Gazille,
producendo uno spostamento d’aria, tale da sollevarlo e schiantarlo contro una
colonna!
Il drago, staccatosi da
lì, guardò l’avversario, spavaldo come sempre: “Ora mi piaci!”
Quello si che poteva
essere l’arma migliore contro di lui.
“Non capisco come tu faccia a divertirti tanto con la violenza e mettendo a
rischio la vita. È solo per questo che hai deciso di continuare la nostra
sfida? Possibile?”
“In effetti… no!”
Oberon sgranò gli occhi.
“C’è dell’altro per cui voglio approfondire un po’ su di te, pagliaccio.”
Oberon si ritrasse,
guardandolo guardingo, sebbene fosse abbastanza distante da reagire in tempo.
“Tu non me la conti
giusta!”
“Che vuoi dire?”
“Tutta questa tua mania dell’Incanto Cupidus… Si, d’accordo, per me è solo la
più grossa cazzata di tuo nonno, per te che sei il suo degno erede è il suo più
grande capolavoro eccetera eccetera… Però mi sembri anche troppo ansioso di
averlo tra le mani, così sto cominciando a chiedermi se non ci sia altro, o
cosa tu voglia farne.”
Oberon lo ascoltava in
silenzio, apparentemente indifferente, in realtà chiuso a riflettere.
“All’inizio pensavo che
volessi semplicemente rimetterlo in commercio, farci un mucchio di soldi e
riabilitare il vegliardo, poi ascoltandoti mi è parso quasi tu ne abbia bisogno
per te.”
Gazille si spostò a passo
lento e verso la parete con le finestre, sentendosi un po’ investigatore: “Il
punto è che non mi sembri proprio il genere di persona che abbia bisogno di un
filtro d’amore per rimorchiare.”
Il biondo abbassò un
istante gli occhi.
“A meno che non ci sia
sotto altro.”
“…… umpf!”
“EHILÀ! SIAMO ARRIVATI!”
“AYE!”
“Dove cavolo siete stati tutto questo tempo?” –fece Lucy, non sprecandosi in
gentilezze al veder comparire quei tre- “Qui abbiamo finito da un po’!”
Happy, lasciando dietro
Gray, che aiutava Natsu tenendolo per una spalla, corse velocissimo fino alla
bianca pellicciotta del suo cuoricino!
“Charle, eccomi! Sono
venuto a salvarti!”
“Salvarmi? Vuoi dire dal farmi adottare coattamente da quella abbracciona
indefessa di Evelyn?”
<< Quante parole difficili... starà parlando
bene o male di me? >>
“Vediamo un po’… posso
dire che Wendy, Lucy, Levi e Lily mi abbiamo decisamente dato una mano… In
quanto a te non direi proprio.”
SDONG!
Happy si accasciò a terra:
“Come sono triste!”
“Come ti capisco, piccolo sbafone!” piagnucolò Lionel avvicinandosi solidale al
gattino, attratto dal rumore di un altro cuore spezzato!
“State bene?” chiese
Wendy.
“Benone!”
“Ecco, allora cammina da te!”
“Umpf! Sei tu che non mi mollavi!”
Gray rivolse un’occhiata a Sybille ed Evelyn. Quest’ultima lo salutò con la
manina. La prima invece sfogliava distrattamente il suo regalo, senza curarsi
dei nuovi arrivi.
“E loro?”
“Tutto a posto! Ci siamo riappacificate per così dire.”
“Davvero?”
Natsu rise e diede una pacca sulla spalla di Lionel: “Io invece non ne sono
sorpreso! In fondo loro non sono poi così cattivi come poteva sembrare, e io i
farabutti li so riconoscere a pelle!”
“Oh, beh, lieti di non
rientrare nella categoria allora!” rispose Lionel riaggiustandosi la giacca.
Sybille sollevò allora una
nuova questione: “Che ne è di Henry e di Oberon?”
Plic… plic…
Henry Shakeill stava bene:
tranquillo e al sicuro come in una camera a cinque stelle e un sacco di gradi
sotto zero!
“……”
“Eh? Ma come, Lionel non vi
ha messi al corrente?”
“No, se n’è stato zitto a intristirsi la maggior parte del tempo.” spiegò Lucy.
“Però non ho toccato cibo
nonostante il brutto colpo!” si affrettò a precisare il tarchiato.
“In effetti è strano…”
Evelyn gli rivolse uno sguardo sorpreso, che lui, arrossendo, interpretò come
positivo.
Gray raccontò così in
breve del suo scontro con Henry, e poi della battaglia insieme a Natsu contro
Oberon, nella quale non erano riusciti a fermarlo.
“In questo momento i due
si stanno certamente battendo.”
“Aye! Dopo aver accompagnato Gazille all’ascensore, mentre tornavo indietro, mi
sono imbattuto in quel figo biondo! Per fortuna mi sono nascosto e non mi ha
visto! Stava esaminando una parete e poi a un certo punto è riuscito a trovare
anche lui un passaggio in cui richiamare l’ascensore e con un sorrisone tutto
tenebroso ci è salito dentro! Mi
dispiace se non l’ho fermato…”
Natsu gli menò una gentile schicchera dietro la testolina: “Naaa, andiamo! Non
saresti stato un avversario al suo livello tu da solo, non serve che ti scusi!”
Lionel deglutì: “Gazille
contro Oberon: fa tremare solo il pensiero!”
“Ehi, perché io non faccio
tremare? Sono anche più forte di Gazille!” si lagnò Natsu in un impeto di
protagonismo.
“Ma se ti sei fatto
battere!”
“È colpa di Lionel! Mi ha dato degli snack guasti!”
“Sei stato tu a chiedermi di darti da mangiare! Non mettermi in cattiva luce
davanti ad Ev… davanti ai miei compagni!”
Evelyn lo guardò con
sufficienza: “Dì un po’, Lionel, non è che prima non hai mangiato semplicemente
perché hai finito la roba?”
Lionel si inondò di sudore: “No… credo ci sia ancora qualcosina…”
“Non dovremmo salire a
fare il tifo per Gazille?”
Lily si affrettò a
dissuadere la piccola dragon slayer: “È il suo scontro, dobbiamo lasciarglielo
concludere.”
“Non siate troppo fiduciosi.” –riprese la parola Sybille, dopo aver staccato
gli occhi dalla copertina del libro- “Oberon farà di tutto per recuperare
l’Incanto Cupidus, nessuno lo fermerà.”
“Se fa del male al mio
Gazillino se la vedrà con me!” esclamò Lucy mostrando i bicipiti, che però
riusciva a sollevare a malapena tanto era stanca!
Si risedette: “Uff… tante storie solo per un filtro d’amore!”
<< Ma se anche tu lo vuoi usare! >>
pensò l’altra incupidita.
“Se vuole una fidanzata
perché non se la cerca da sé anziché pestare i futuri fidanzati altrui.”
Gray ridacchiò: “Non penso
proprio che sia per quello che lui voglia quella pozione, dico bene?”
Lionel, Evelyn e Sybille
concordarono un breve silenzio imbarazzante…
“…… O no?”
Prese una delle sue
ciocche d’oro e se la risistemò dietro l’orecchio: “Quindi la perspicacia non
ti è del tutto estranea.”
“Tsk!”
Oberon raccolse qualcosa da una tasca del pastrano e poi, toltoselo, lo scagliò
via.
“Vista la tua
determinazione e il tuo coraggio, penso proprio accontenterò la tua curiosità.
Si, io voglio usare l’Incanto Cupidus anche su di me. In quanto al motivo,
sentiti onorato, perché solo i miei amici lo conoscono!”
Rimise la spada nel fodero
e poi si passò la mano davanti al volto, come passando una pezza su un vetro
impolverato.
L’altro pensò che i suoi
occhi gli stessero giocando uno scherzetto, quando i suoi lineamenti presero farsi
sfumati, e poi confondersi.
“In realtà Oberon non è
quello che sembra.” disse allora Sybille.
“Beh, ognuno ha il suo
lato oscuro: anche noi credevamo Levi fosse etero.” ridacchiò Lucy.
Levi gonfiò la bocca: “Ora basta! Come devo fare per farvi togliere di testa
questa storia?!”
“LEVI è COSA?!?!?” le
urlarono Gray, Natsu ed Happy nell’orecchio, ancora all’oscuro dell’ultima
novità.
“Noooooo… sigh!”
“In che senso non è quello
che sembra?” domandò Lily.
“Nel senso più radicale
del termine.” rispose Lionel asciugandosi la fronte sudata.
Natsu schioccò: “Ah, ho
capito! Volete dire che non è poi così cattivo come sembra, un po’ come voi.”
In effetti si era fatto
una buona idea anche su di lui da certi suoi atteggiamenti.
“Anche quello.”
–intervenne la ragazza dal codino nero- “Ma lui non è quello che sembra anche
in senso letterale.”
“Che intendi?”
“Quello non è il suo vero
aspetto.” –rise Evelyn- “È un tipo di tecnica della trasformazione.”
“Cosa?!” -sussultò Natsu- “Ma perché…”
“Perché anche lui come noi
ha i suoi problemi. Oserei dire, per via del suo carattere e delle sue idee,
che forse è quello che ne soffre di più.”
Gray alzò un sopracciglio:
“In che senso? Per quel poco che l’ho visto, non mi sembra gli manchi qualcosa,
anzi, sembra alquanto forte e sicuro di sé.”
Sybille, Lionel ed Evelyn
si scambiarono un’altra occhiata. A quel punto, tanto valeva rivelare tutto.
“Beh…”
“Ecco…”
Charle sbottò: “Oh, insomma! Vogliamo venire al dunque?”
Evelyn bloccò Sybille con
un braccio: voleva essere lei al centro dell’attenzione!
“Oberon non è quello che
sembra né fuori né dentro. In realtà è quello che voi definireste…”
Gazille restò senza
parole.
Esaminò la cosa poco alla
volta…
Capelli paglierini a
caschetto con qualche ciuffo alzato dietro in prossimità di una vertigine.
Lentigini in abbondanza.
Incisivi da coniglio
leggermente visibili.
La cartucciera che ora gli
calzava leggermente larga…
Braccine esili e pallide
oltre le maniche di una maglietta.
Occhiali rotondi e spessi;
quelli che aveva tirato fuori dalla tasca prima di gettare il pastrano.
Forse si era anche un po’
accorciato di statura!
“… Una schiappa!” finì
Evelyn stringendosi nelle spalle.
“……”
“……”
“… Mpffff!”
“NON RIDERE O TI AMMAZZO SUL SERIO!!! GRRRRRR!!!”
…
Quanti di voi ci sono
rimasti come Gazille?
Spero parecchi, perché avevo
in serbo questa sorpresa da taaaaaaaanto tempo! XD
Come promesso, un capitolo
lungo, pieno zeppo di avvenimenti e scoperte incredibili, la più sorprendente è
però quella sul fighissimo Oberon… che conforme allo spirito di questo
gruppetto si è rivelato poi un bel po’ diverso da quel che sembrava!
E nel prossimo capitolo su
di lui si saprà moltissimo altro! Restate in attesa: lo scontro finale entra
nel vivo!
Non arrivi mai alla verità
su una persona senza prima conoscerla bene! Direi che il senso di questo
capitolo, e uno dei temi della fic possa essere questo, poi vi dirò anche gli
altri ^__^
Fatemi sapere se vi sono
piaciute anche le scene riguardanti la “psicodialisi” di Evelyn e Sybille, mi
raccomando!
Al prossimo capitolo, che porterà con sé l’ultima scheda, quella di Oberon!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Cuore rosso e cuore grigio ***
Oberon FT
Salve a tutti lettori
carissimi! Come stanno le vostre mandibole? Ancora slogate? XD
Sono molto contento dei
commenti ricevuti: la sorpresona del capitolo precedente è stata accolta con
simpatia e curiosità, molto bene! In questo capitolo sarete esauditi, visto che
si saprà molto di più sul retroscena del passionale Oberon! Sono proprio
curioso di sapete che penserete di lui dopo averlo conosciuto (se vogliamo,
possiamo dire che in questo capitolo, il sottoscritta torna a parlare di
romanticismo come ai vecchi tempi)… Per quanto riguarda il nostro eroe Gazille
sappiate che in questo scontro resterà molto… “colpito”…
Buona lettura, commentate!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
Il tuo avversario.
Si frappone dinanzi a te.
Ti sbarra la strada.
Vuole arrestare il tuo
percorso.
Colui con cui devi misurarti,
e colui che va battuto dando tutto.
A volte incute timore.
A volte reverenza.
A volte ti mette in
agitazione.
A volte ti elettrizza.
E a volte…
“<< Snort! >> Ghi hi hi… Hi!”
Ti fa ridere!
Oberon intanto rosicava,
ignorato pur minaccioso quanto e più uno del suo aspetto potesse aspirare ad
essere!
Perlomeno si metteva la
mano davanti la bocca!
“Ecco, lo sapevo! Tu provi
ad onorare il tuo avversario con un segno di riconoscimento per il suo valore,
nel mio caso mostrandogli il mio vero volto, e cosa ne ricavi? Che quello ti
ride in faccia! Con certi screanzati mostrarsi rispettosi è uno spreco!”
“Ghi hi, scusa, non
volevo, dico sul serio… Umpf!”
Si asciugò una lacrimuccia
e tornò a guardarlo: “Sai, è solo che… non mi aspettavo proprio una roba del
genere! Ghi hi hi!”
Aveva sopportato anche troppo.
“SMETTILA!”
ZAP!
La risata di Gazille si
attorciglio in una smorfia contratta.
Dalla punta della spada
aveva fatto partire un piccolo, velocissimo fulmine che aveva colpito in pieno
il dragone tra spalla e collo, per poi abbattersi rumorosamente sul muro in
fondo alla stanza.
“Tsk!”
Gazille guardò la
bruciatura che si era procurato, oltre al grosso strappo nel suo vestito nero.
Non gli restò che strapparsi via la manica e gettarla via: sperava di non
ritrovarsi a dover combattere a torso nudo, anche se, non essendoci lì le sue
fan, poteva permetterselo senza scatenare putiferi!
“Ok.” –fece, stavolta più
che serio- “Messaggio recepito.”
Più esauriente di così:
nonostante il cambio d’aspetto, nonostante non fosse più alto né figo, era
sempre il nemico che fino a quel momento l’aveva messo in difficoltà, e che
come non aveva fatto fino a quel momento, non doveva assolutamente
sottovalutare!
“Te lo riconosco, quando
vuoi sai farti valere. Del resto poi, con un nome altisonante come Oberon,
quell’aspetto di prima ci stava più che bene.”
Oberon tossì: “Ecco… a
onor del vero, “Oberon” è solo il mio soprannome. In realtà il mio vero nome
completo è Ovidio Elliot Lawrence Valerianus D’Alambicco.”
“… Ovidio?”
Oberon si riaggiustò gli
occhiali sul naso: “Ora non dirmi che ce l’hai anche col mio nome! Come se poi
“Gazille” fosse meglio!”
“Ehi! Che hai contro “Gazille”?”
“Umpf, vuoi che sia
sincero?” domandò alzando il capo.
“Sputa!”
“HA UN SUONO FEMMINILE
SECONDO ME!”
“ORA TE LO DO IO IL FEMMINILE!”
Attaccò! Potevano
criticare il suo stile “bullonato”, ma non certo il suo nome!
Ma stavolta Oberon fece
qualcosa che non aveva mai fatto prima: parare direttamente, senza mezzi
termini, il brutale colpo di spadone del drago di metallo.
Il colpo produsse un fortissimo
ronzio, un crepitare elettrico, che fece tremare tutto l’adamantino braccio del
Fairy Tail! La spada di Oberon, potenziata con la magia del fulmine, era tanto
potente da bloccarlo?!
“Hai mai studiato la
fisica?”
“La che?”
“Cariche con polarità
uguali si respingono!”
Detto questo, la spada
elettrificata ebbe un sussulto, e Gazille, avvolto da piccole scariche, volò
via per diversi metri, col corpo che sussultava e soffriva per le scosse che lo
percorrevano.
Restò tuttavia cosciente,
e una volta ricascato giù, si vede costretto ad ammettere che quel quattrocchi
era riuscito, per la prima volta, a metterlo al tappeto.
“La pozione del Fulmine Plasmabile
è la più potente che ho in dotazione: speravo di non doverci ricorrere, ma non
ho avuto scelta. Sembra che alla fine abbia trovato l’arma giusta per oppormi a
te!”
“Tsk!”
“Non mi fermerai… Non
rovinerai i miei sogni! Se non mi consegnerai l’Incanto Cupidus di tua
iniziativa… non avrò pietà!”
“È una persona tranquilla
e ben educata.” disse Lionel.
“Intelligente.” disse Evelyn.
“E anche molto sensibile.”
disse Sybille.
“Non è cattivo!” sentenziò
il grassottello.
“È solo un tantinello frustrato, ecco.” alzò le mani la pupa da schianto.
“…… Non so che altro dire.” finì la ninja.
Gray Fullbuster, mani ai
fianchi, si guardava intorno sospirando: “Eh, non esistono più i cattivi di una
volta.”
Wendy e Lucy annuirono:
“Questi di figo hanno solo l’apparenza… Non come Gazille! Lui figo lo è fino al
midollo! Ahhh…”
“Me lo sentivo! Era troppo
perfettino per essere vero!” fece Happy sorridendo sicuro di sé.
“Si, come no…” fece
sarcastica Charle.
“Però tranquilla, io sono
bello come mi vedi!” -fece ancora il gattino blu con un paio di dolcissimi
occhioni- “E so che lo sei anche tu!” aggiunse, facendola arrossire!
Natsu fece il gesto del
time-out: “Un momento! Volete dire quindi che fa tutto questo solamente per
trovarsi una fidanzata?”
“Un po’ come me insomma…”
–assentì Evelyn, proseguendo poi con fare orgoglioso- “Con la differenza che io
posso trovarne quanti ne voglio anche senza Incanto Cupidus...”
Lionel si raggiustò subito
il colletto della camicia: “A questo proposito…”
“Solo che fanno tutti pena.”
Era proprio il caso di
dire che alla fine si era “rimangiato” le parole, purtroppo!
“A me pare un pochino
esagerato…” - mormorò grattandosi i capelli rosati- “Io non mi sono preso mai
una cotta, ma sto bene così come sono.”
“Lisannaaaaaaaaa…”
sussurrò piano Happy al suo orecchio.
“AAAAH! NON È VERO! STA ZITTO!”
Sybille si rimise in
piedi: “Bisogna comprenderlo, dopotutto lui…”
“NON HO MAI AVUTO UNA
RAGAZZA! VA BENE! L’HO DETTO! PRENDIMI PURE IN GIRO!”
CRASH! TUMP! CRACK! ZAP!
La loro conversazione
proseguiva scorrevole anche mentre se le davano di santa ragione, saltando qua
e là, attaccando e difendendo, sbraitando e commentando…
“Niente?”
“Niente! Neanche un bacio!
Neanche un appuntamento! Al massimo qualche << Ti farò sapere >>… E vuoi sapere come è finita?”
“E di << Restiamo amici? >>?”
“ANCHE TROPPI!”
Con un fulmine costrinse
Gazille a ripararsi dietro l’ascensore,; su questi cadde ugualmente qualche
pietruzza in testa prodotta dalla piccola esplosione.
“Andiamo! Cosa vuoi che
sia? Le ragazze rompono solo le scatole, è quello che ho imparato da
quest’esperienza!”
“Ma allora mi prendi in
giro?! Per uno straccio di ragazza sto qui a farmi venire il sangue agli occhi
e tu me le disprezzi?!” sbottò il biondo, nascondendosi dietro una colonna per
evitare che un’asta metallica gli impattasse contro.
“Ok, è bello avere una
ragazza, come vuoi… Ma datti un po’ di tempo, cavolo! Ora sei corto e immaturo,
ma magari quando crescerai un altro po’ diventerai sul serio popolare con le
ragazze.”
“Guarda che ho 25 ANNI!”
“… Ma che cavolo!”
Venticinque senza una donna
erano lunghi anche per lui che non se ne interessava…
“… Beh, te ne davo di
meno.”
“Oh, grazie, questa si che
è una consolazione…”
“AH AH AH AH! 25 ANNI
SENZA UNA RAGAZZA? IH iH IH!” rideva Lucy della grossa, facendo storcere il
naso ai tre ex-nemici…
“Poverino, questo però
spiega molte cose.”
Wendy rivolse un
occhiolino agli altri, compagni e non: “Dì un po’, tu quanti ragazzi hai avuto
in vita tua?”
“……… SIGH!”
“Ih ih ih!”
Figurarsi se al suon di
quel sospiro Loki non compariva!
Abbassò gli occhiali da
sole con sguardo intrigante: “Lucy, una sola parola e segnerai una tacchetta
nel tuo conteggio!”
“Vattene o ti
accartoccio!”
“Queste sono quattro
parole…” sentenzio, sparendo ovviamente in quattro e quattr’otto!
Intanto Lionel prese
appunti sulla bella frase usata dallo spirito del Leone: magari con Evelyn,
riveduta e corretta, poteva funzionare!
Levi fece ripartire il
discorso: “Certo che le motivazioni di Oberon sono proprio… inaspettate.”
Come potevano aspettarsi
una cosa simile da uno che si era presentato in maniera così sgargiante?
Sybille scosse il capo:
“Forse a voi sembreranno sciocchezze, ma vi assicuro che per lui non lo sono.
Se Henry fosse qui vi potrebbe spiegare meglio, lui è suo amico da molto più
tempo di noi.”
Gray tossì imbarazzato…
“Beh, anche quelle di noialtri erano originali, in un modo o nell’altro.”
–rispose il tarchiato- “Ma lui non ci ha giudicati, come noi non abbiamo
giudicato lui: da quando ci siamo conosciuti l’unico problema che si è posto è stato quello di aiutarci. Sente su di sé anche
la responsabilità di trovare le pozioni che gli abbiamo chiesto, per questo
siamo sicuri non si risparmierà.”
Gray sbuffò una risatina: “Il
vostro capo vi vuole proprio bene, eh?”
“In realtà lui non è
propriamente un “capo”… Siamo solo cinque amici come tanti: quando le sue
ricerche dell’Incanto Cupidus lo hanno condotto qui, gli siamo venuti dietro, è
per questo che ci sta facendo da leader, non è che lo sia sempre, eh eh!”
“Ma allora perché quella sceneggiata del falso
aspetto?”
Fu Evelyn a rispondere:
“Vedete, non si sa mai chi puoi incontrare in certi viaggi…”
“Ok, ragazzi, il nostro gruppo è formato da un mingherlino coi tic, una
apatica in costume, una pupa molto sexy e poco sveglia, un sovrappeso e un
secchione… Se dobbiamo andare, meglio renderci un tantino più minacciosi…”
Evelyn alzò la mano: “Perché?”
“Ho c-capito! In questo modo potremmo sembrare un serissimo
gruppo di maghi erranti, e gli altri pensando che potremmo essere cattivi e
pericolosi ci tratteranno con più riguardo! Vero? Vero? Vero?”
“Bravo Henry! Precisamente! Siate più fighi e sicuri di voi
che potete, e non dite mai e poi mai che
la magia la praticate per hobby… Magari così non ci tocca picchiare nessuno.”
“L’ipotesi non mi spaventa”. fece Sybille.
“A me si! Mi scompiglio tutta se combatto!”
“A m-m-m-m-m-m-m-me spaventa un sacco!”
“A me fa venire fame!”
“Ehi, contenetevi! Non è mica detto ci sarà da combattere per forza, però
saremo degli avventurieri a tutti gli effetti! L’importante è che se capita,
dobbiamo darci dentro, anche se non ci siamo abituati, altrimenti sarà stato
tutto inutile! Forza e coraggio!”
Evelyn, Lionel ed Henry levarono in alto i pugni: “SI!”
Sybille tenne le braccia incrociate; lì dopotutto era lei
l’unica maga professionista visto che proveniva da una gilda vera: “Io so già
essere minacciosa.”
“Minacciosa come un asse di legno.” commentò la rossa.
Oberon storse il naso: “Forse se facessi una faccia più
incavolata…”
“È questa la mia faccia incavolata.” fece lei, perfettamente
uguale a sé stessa…
Oberon la guardò qualche attimo: “Lasciamo stare, tu vai
benissimo così… Ora, pensiamo a cambiarmi un po’!”
“Quindi diciamo che si è
dato un aspetto che consentisse al nostro gruppo di fare un’impressione
migliore: con gli occhiali spessi e i capelli a caschetto non avrebbe certo
impressionato nessuno.”
“Confermo, non esistono
più i cattivi di una volta.” ridisse Gray.
Natsu invece non se ne
faceva un problema: “Meglio così! Ih ih ih!”
Una misura precauzionale
insomma, utile per dissuadere avversari, come per ottenere informazioni, come
anche per sembrare (ancora di più) un fighissimo gruppo di maghi che non hanno
nulla da invidiare a una vera gilda!
Sybille scrollò le spalle:
“Che male c’è ad avere i capelli a caschetto? A me non piacciono, ma neanche mi
dispiacciono.”
Evelyn le fece “pat pat”
sulla spalla: “Oh, povera sciocca Sybille, lascia le faccende di estetica a chi
ne capisce, ok?”
Natsu sorrise: “Mi piace
il vostro amico! Una pensata geniale!”
“Non dirai sul serio…” disse Lucy dubbiosa.
L’erede di Oliver si
muoveva silenzioso tra le colonne, cercando di individuare il nemico nascosto,
preparato ad un attacco a sorpresa.
Invece Gazille stesso si
scoprì parlando: “Dì un po’, se sai trasformarti in quella tua versione da fotomodello
da copertina, perché non usi quella per rimorchiare?”
Finita la domanda, non gli
restò che ripararsi dal fulmine dietro la colonna e attendere la risposta.
“Se voglio una relazione
stabile non posso mantenere quella forma per tutto il tempo: prima o poi lei
scoprirebbe che non sono fatto così e mi prenderebbe a ceffoni. Io invece
voglio essere amato genuinamente per quello che sono in realtà.”
“Tu che parli di essere genuino?” -fece Gazille lanciandosi con una capriola
dietro un’altra colonna, scansando un nuovo colpo di fulmine- “Se usi l’Incanto
Cupidus non ci sarà niente di genuino! Sarà solo un inganno!”
“Credi non lo sappia?”
-mormorò abbassando la spada- “So che non è il massimo forzare l’innamoramento,
ma mi hai visto no? Io sono senza speranza!”
“……”
“Non mi resta altro da
fare; so che non sarà un gesto molto da cavaliere, ma me ne prenderò le
responsabilità: lo userò su di una ragazza che mi piacerà davvero, e, quando si
sarà innamorata e si metterà insieme a me, farò di tutto per renderla felice,
le vorrò bene con tutto me stesso, sarò il miglior fidanzato possibile. Mi
meriterò il suo amore donandole il mio.”
Il suo amore sarebbe nato
artefatto, ma lui l’avrebbe fatto diventare vero e stupendo per entrambi. Un
piano sensato con buoni propositi, o una scusa per la sua coscienza?
“Senza offesa, resta pur
sempre una gran fregatura per quella ragazza!”
“Senza offesa, non me ne frega niente di quello che pensi!”
Calò allora, come decisa
da entrambi, una piccola pausa. Un po’ per riposare, ma, per uno dei due, anche
per riflettere un attimo.
“Tu… ti sei mai
innamorato?”
Non certo la domanda che
rivolgeresti al tuo avversario, figuriamoci con quel tono. Dove credeva di
trovarsi? I combattimenti non facevano proprio per lui pensò chi invece,
purtroppo, di esperienza ne aveva anche troppa a corazzarlo.
Gazille rispose seccamente:
“No. Ho avuto una vita già abbastanza piena. E poi ricordati che al momento lo
chiedi al tipo sbagliato.” finì rabbrividendo al pensiero di centinaia di
ragazze che gli si gettavano addosso.
Oberon rimasticò quelle
parole: “Vita piena, eh?”
Per lui era l’esatto
opposto: “Sai per me qual è la parte migliore della vita? Tutte quelle cose
meravigliose o tristi che senti dentro nei tanti momenti che ti capitano, nelle
esperienze che fai; e quale esperienza può essere più avvertita di quando baci
per la prima volta qualcuno, o quando anche la più sciocca delle attività
diventa speciale quando la fai con la tua anima gemella?”
Vivere è provare. Molto
bello e filosofico, ma su Gazille ebbe poca presa: “Senti bello, non puoi
pretendere che siano tutti fissati come te. E poi il mondo è ben più aspro di
come lo vorresti tu.”
“Umpf, vero… Quindi non
hai neanche mai pensato che l’avere qualcuno potesse rendere la tua vita un po’
migliore? O almeno renderti una persona migliore?”
Sarebbe stato tentato di
rispondere i suoi compagni di Fairy Tail, ma visto che lui intendeva in senso
romantico…
“Per ora proprio no…”
rispose ancora il drago di metallo, stavolta meno seccamente, ma comunque
domandandosi il perché tutte quelle domande.
“Io invece lo penso, o
almeno mi fa star bene pensare che sia così…” –disse abbassando la faccia al
terreno, pensoso- “Ma del resto, non pretendo che uno come te mi capisca.”
“Uno come me? Bah… A parte
il fatto che non mi conosci chissà quanto, se la pensi così che domandi a
fare?”
“Hai ragione…”
E ognuno venne fuori in quel
momento dal proprio riparo.
Natsu rise: “Ehi,
pensateci un attimo, anche il nonno era fissato con questa faccenda dell’amore:
si vede che è un vizio di famiglia, eh? Ih ih ih!”
Che stirpe di teneroni!
“Lui è fatto così: crede
nell’amore e lo desidera più di qualunque altra cosa.” disse Sybille.
“Il fatto che non lo abbia
mai ancora neanche sfiorato lo fa star male e lo rende fragile: tutto quello
che vuole è qualcuna accanto da poter coccolare.” spiegò poi il cicciottello
Lionel.
“Aaaahhh… che tipo romantico!”
sospirano tutte le ragazze in coro, meno che Sybille ovviamente!
“Se lo trovate tanto
romantico, perché non puntato un po’ più su di lui e un po’ meno su Gazille?”
chiese Lily alle incupidite cercando di andare in favore dell’amico.
“Mai!”
Nel frattempo, Oberon
dimostrava tutta la sua fragilità e sensibilità interiore martoriando Gazille
con attacchi taglienti arricchiti di 100.000 Volt di energia; riusciva a
schivarli a malapena…
Lionel incrociò le dita:
“Spero solo che il vostro Gazille non sia troppo duro…”
Levi colse l’occasione per manifestare a tutti l’inquietudine che già da un po’
si era impossessata di lei: “Anche io sono preoccupata… Credete che i due
possano trovare accordo come è successo tra noi?”
Il tarchiato bofonchiò
dubbioso: “Dipende da quanto Gazille saprà essere diplomatico e comprendere le
sue ragioni.”
Gray e Natsu si guardarono: “Gazille << diplomatico >>?”
Anche la turchina non ne
traeva che la conferma delle proprie paure: “Gazille non si è mai interessato
di ragazze. Più lo conosco e più mi sembra uno di quei tipi che stanno
benissimo bene anche senza.”
I due erano portatori di
ideali differenti in quell’ambito, due visioni completamente opposte: un
classico duro che non ha tempo per i legami, e un disperato sognatore alla loro
ricerca. Non poteva proprio funzionare.
“Allora temo saranno
scintille…”
Lionel aveva proprio usato
il termine adatto…
Levi si richiuse, portando
le mani sul cuore.
Riuscito ad avvicinarsi,
Gazille gli sferrò un calcio alle gambe; Oberon abbassò la spada appena in
tempo, e quell’esile filo di acciaio ben lavorato fu ancora una volta
sufficiente ad opporsi alla massa compatta che era il corpo di Gazille.
<< Mi sa che avrei dovuto studiare questa
faccenda delle cariche e dei poli… >> pensò volando via, ma ricadendo
bene sui propri piedi con una capriola!
“Ora che conosci la mia
storia, abbi la bontà di non resistere oltre, anche visto che sono chiaramente
in vantaggio. Voglio solo un po’ di felicità, è chiedere troppo?”
Gazille uscì allo scoperto
grattandosi una guancia.
I due stettero per un po’
in silenzio; il drago lo fissava con un sopracciglio inarcato, come pensieroso.
“… Umpf! Ghi hi!”
A quel ritorno alle
risate, Oberon strinse più forte l’impugnatura.
“Un po’ di felicità, eh? Cos’è, pensi che farti adorare risolva tutti i tuoi
guai? Tu potrai anche fare come dici tu, “meritarti il suo amore”, ma quella
poverina a cui vuoi fare il lavaggio del cervello di sicuro non si meriterebbe
uno come te.”
“……”
“Ghi hi hi, povero fesso!”
“Ora basta…”
E come colpo finale, il
verso: “Oh, povero me! Ho tanto amore da dare e nessuna lo vuole! Sarebbe un
peccato sprecalo! Ih ih ih ih!”
“GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!!!”
Oberon saltò che parve
volare. Impugnata la spada con due mani, la portò fin dietro la schiena, come
fosse un pesante martello. Dietro lo spessore degli occhiali trasparivano tutta
la sua furia e la voglia di rivalsa.
Tesi tutti i muscoli più
che poté, abbassò la spada ancora in volo, generando un attacco tagliente
simile a quelli che aveva lanciato in precedenza, ma molto più grande e
potente, e ovviamente corroborato dall’immenso potere dell’energia che squarcia
i cieli.
Gazille corse verso un
lato, poi, sfruttando lo stesso spostamento d’aria dell’esplosione che aveva
devastato il pavimento, saltò a sua volta con le mani portate alla bocca.
“SOFFIO DEL…”
ZAP!
Oberon aveva lanciato un
nuovo furibondo attacco. Gazille dovette desistere dal lanciare il soffio per
cercare di scansarlo, anche se essendo a mezz’aria era difficilissimo… Il
fulmine si abbatté contro uno dei finestroni alle spalle del dragone
distruggendolo. Gazille puntò verso terra: non era stato colpito in pieno per
fortuna, ma neanche aveva il tempo di pensare a quanto ci era andato vicino,
poiché gli occhiali di Oberon erano già lì a un palmo dal suo naso.
“STA ZITTO!”
Gazille si ritrovò così a
dover sostenere un attacco incessante, parando col proprio braccio metallico,
che ad ogni colpo subiva una forte scossa e gli faceva stringere i denti.
“Come ti permetti di
sparare giudizi su di me, eh?! È da quando sono piccolo che mi puntano il dito
e ridono! Non fate altro che giudicare, sentirvi superiori, solo perché sono
venuto fuori così! Non lo sopporto più!”
La punta della spada
arrivò dritta e implacabile sul torace di Gazille, tanto veloce che non era
stato in grado di schivarla né pararla.
La punta non penetrò nel
suo corpo, la spada era solo l’intermediaria: era la magia che vi era
instillata, controllata e amplificata da chi la impugnava, a occuparsi di
tutto.
“AAAAAAAAARGH!”
Si vedeva circondato da un
aura dorata, che lo scuoteva e gli faceva esplodere le orecchie col suo
incessante frastuono stridente. Poi, quando l’aura si dissolse, volò via, con
la giacca nera ormai tutta rovinata dall’elettricità.
“Urgh…”
Provò a risollevarsi su un
gomito… Il colpo era stato duro ed era difficile… Ma doveva farlo! Stava già
tornando all’attacco!
“Che cosa può saperne di
me uno come te… Cosa puoi saperne di che significa amare, o anche solo sognare
di essere amato? Ti diverti a combattere, respingi seccato quelle ragazze a cui
basta stare con te per sentirsi bene… Sei indegno!”
“Tsk!”
Opposero lama contro lama.
E ancora una volta vinse la pozione di Oberon.
“URGH!”
Ad ogni attacco, anche
meno forte degli altri, Gazille prendeva la scossa e veniva respinto, e Oberon
proseguiva senza un attimo di tregua.
“Non sai quanto sia
insopportabile portarsi dentro un mondo ed essere incapace di esprimerlo…”
Una storia già sentita. Da piccolo ero tranquillo, timido,
pauroso. Essere preso in giro dai compagni non ha fatto altro che aumentare la
mia insicurezza. Sono sempre stato imbranato coi lavori manuali, debole
fisicamente, scarso in tutti i giochi. L’unica cosa in cui mi sono sempre fatto
valere è lo studio, ma figurati se per gli altri ciò valga qualcosa.
Sapere di aver avuto un nonno inventore di pozioni mi rendeva
fiero e mi incoraggiava ad emularlo, ma per tutto ciò dovetti meritarmi
appellativi come “secchione” e “schiappa” da un branco di ignoranti!
Come non bastasse il carattere, ci si mise anche l’aspetto: occhiali
spessi, apparecchio ai denti, brufoli, capelli ridicoli, pelle pallida, muscoli
flaccidi… Qualcosa se n’è andata, qualcosa è rimasta, ma il risultato finale,
lo hai visto anche tu, fa proprio ridere!
Mi sono chiuso in me stesso… Uscivo pochissimo… Ho sempre
avuto difficoltà a farmi amici; anzi, direi che per la maggior parte della mia
vita ne ho avuto uno solo, Henry, e anche lui non è che fosse tenuto in gran
considerazione con tutti i suoi problemi…
Io però andai oltre, e divenni suo amico per quanto strano
fosse, e mi accorsi che con lui diventavo un’altra persona: più sicura, più
libera, più allegra… Riesco ad essere me stesso e ad esprimermi senza vergogna
solo con persone con cui entro in confidenza, cosa che mi riesce davvero
difficile.
Non ero una persona solitaria… ero soltanto… un po’ solo…
Cominciai presto a pensare che forse, l’amore di una ragazza
poteva essere la soluzione.
I D’Alambicco ce l’hanno dentro sembra: le storie romantiche
mi sono sempre piaciute, ne ho lette tantissime, ho ascoltato quelle degli
altri sempre col sorriso in volto, immaginando che un giorno sarebbe toccato a
me.
Invece quel giorno non è mai arrivato.
Per quanto immaginassi, nulla si avverava. Non riuscivo a
trovare un occasione, non riuscivo ad avvicinarmi a chi mi interessava…
Quando anche superai un po’ la timidezza, i miei tentativi
furono fallimentari. Nessuna voleva stare con uno come me: basso, flaccido e
solamente intelligente e gentile…
Ma sai quel’era la cosa peggiore?
Vedere quelle stesse ragazze che mi aveva rifiutato cascare ai piedi di
perfetti idioti! Erano solo apparenza, erano solo popolarità: campavano di
rendita di quello che la natura aveva dato a loro e non a me…
Ma erano degli autentici bastardi! Amore? A loro le ragazze
servivano per vantarsi, per soddisfare il proprio ego…
Eppure correvano tutte da loro, quando io, che volevo qualcuno per cui provare
qualcosa di vero e profondo, restavo a guardare!
E sai che succedeva? Che una volta stufatisi le scaricavano
senza ritegno… e quelle soffrivano pure! Ma figurarsi se di me si ricordavano!
ZAP!
“ARGH!”
“Questo mondo è ingiusto!
Chi non merita l’amore lo riceve, chi lo desidera viene respinto…
Tutto perché ho questo
carattere…
Tutto perché ho questo
aspetto…
Tutto perché non sono
bello né egoista!”
Colpì Gazille in pieno con
un altro fendente.
“Non è giusto!” gridò a
squarciagola.
“Sono anni che aspetto
qualcuna che mi accetti così come sono, qualcuna per cui vivere… Qualcuna con
cui essere me stesso, aprirmi al mondo, conoscere la vita, viverla sul serio… E
invece non capita mai! Agli altri si e a me no! PERSINO TU!”
Gazille non riusciva a far
fronte a quell’impeto. Oberon si sfogava, e i suoi colpi si facevano sempre più
forti: perché arriva sempre il momento in cui il povero fesso si arrabbia, e tutto
ciò che è rimasto dentro a macerare, esplode con forza inaudita in nome del suo
dolore, della sua voglia di rivincita!
“Ma ora non ci sto più! Io
voglio vivere! Io voglio un’occasione!
E se il mondo è stato così ingiusto, allora sarò ingiusto anch’io, e userò
l’Incanto Cupidus per ottenere ciò che cerco!”
Colpì di nuovo il nemico
in pieno petto, avvolgendolo di scariche; Gazille tentò di resistere al dolore,
lanciando un piccolo, roco, urlo solo raggiunto il limite.
CRASH!
Un polverone nascose alla
vista il dragon slayer dopo che si fu schiantato di schiena, a tutta velocità,
contro la parete al fondo del campo di battaglia.
La testa reclinata
indietro con la bocca semiaperta; il corpo del tutto immobile.
Oberon ansimava.
Prese a ridere: gliele
aveva fatte vedere! Quello aveva deriso i suoi puri desideri d’affetto, e lui
lo aveva infilato in un muro!
Ben gli stava.
“Eh… eh eh eh…”
Con un sorriso distorto, estasiato,
quasi inebetito, con negli occhi quella triste follia che hanno tutti gli
innamorati, si avvicinò a piccoli passi verso il nemico sconfitto.
“È il mio momento! Non
sarò più un imbranato... Non sarò più chiuso in me stesso… Mi innamorerò e farò
innamorare di me, e la mia vita avrà finalmente ciò che le manca! Eh eh eh!”
I suoi passi si interruppero
davanti i piedi di Gazille, che ora puntavano il soffitto. Gli ricordava un
piccione morto.
“……”
Si chinò su di lui e
allungò la mano verso la sacca, cadutagli vicino al fianco, rovinata, ma ancora
intatta.
“Hai finito?”
?!?!?!
Inspirando profondamente
con la bocca per lo shock, Oberon si ritrasse.
Gli occhiali erano cascati
fin sotto il naso; se li riaggiustò per istinto un attimo prima che cadessero.
Emettendo un sommesso
mormorio, come si stesse semplicemente alzando dal letto di primo mattino,
Gazille iniziò a muoversi, mettendosi prima seduto e poi rialzandosi piano in
piedi.
“Hai finito con questa
lagna?”
“Non… ci… credo…”
Sparita la collera, e
sparita l’euforia, era venuto il momento della paura!
Gazille tirò fuori dalla
sacca il tubo dell’Incanto Cupidus e lo mise nella tasca del pantalone;
dopodiché getto via sia la sacca con quel poco che conteneva, sia il resto
della giacca nera, ormai a brandelli.
Una massa palpitante di
muscoli d’acciaio, ecco cosa c’era sotto quegli stracci: al confronto lui era
un legnetto che pretendeva di farsi quercia con un paio di cartucciere a
tracolla.
“Ne ho combattuti di
avversari insopportabili…”
Fece un passo avanti, e
Oberon ne fece due indietro, ben nascosto dietro la sua spada.
“Gente che più combattevo
più mi veniva voglia di spezzarli in due… Ma tu…”
Si sgranchì il collo e poi
lo schiacciò sotto uno sguardo pesante come tonnellate.
“!!!”
“Tu che mi sei venuto a
dire questo mucchio di stronzate… TU MI HAI VERAMENTE ROTTO!”
Eh, Oberon, ora si che sei
proprio nei guai…
Mai svegliare il drago che
dorme! Gazille ne ha prese tante, anche troppe: ora è pronto a restituire con
tanto di interessi! Ma questi “interessi” saranno solo botte? O il dragone ha
in mente altro?
La sua risposta al lamento
del secchione incompreso e romanticone non si farà attendere!
Nel frattempo certo che al
piano di sotto son diventati tutti fancazzisti, eh? XD
Non è stato un capitolo
facile lasciatemelo dire… ^__^”
I temi che Oberon affronta
sono molteplici e importanti: l’amore che cambia e migliora le persone,
l’ingiustizia del sentirsi sottovalutati o inadeguati in qualcosa che
certamente qualcuno di voi avrà sentito vicina… Spero di essere riuscito a
rendere tutto al meglio ed averci riservato il giusto spazio, visto che mi accorgo
che il capitolo è un po’ più corto del solito… A voi la sentenza! XD
Ed ora la ciliegina sulla
torta! La scheda di Oberon! Ma fate attenzione, a un certo punto di essa vi
verrà rivolta una piccola sfida… Se la risolvete… beh, mi inventerò qualcosa!
XD
LE SCHEDE DEGLI OC DI
QUESTA FIC!
Nome: Oberon D’Alambicco
Nome vero: Ovidio Elliot Lawrence Valerianus D’Alambicco
Derivato da: Il soprannome Oberon deriva da “Sogno di una notte di mezza
estate”, la commedia di Shakespeare; lì, Oberon è il re delle fate, il quale
ordinerà al folletto Puck di far innamorare due giovani spremendo sugli occhi
di lui il succo di un frutto che, un po’ come l’Incanto Cupidus, fa innamorare
della prima persona che si guarda al risveglio (in realtà Puck sbaglierà
persona provocando un gran casino! XD). È stato molto difficile arrivarci:
trovare un nome che risultasse efficace per un cattivo ma al contempo collegato
all’amore non è un gioco… E qui ammetto che sono stato aiutato…
Riguardo il suo vero nome,
come anche il nonno, Oliver Lorenzus Valentino Erasmus D’Alambicco, di nomi ne
ha quattro, un po’ come si faceva in passato per i nobili (che ne avevano
parecchi), visto che un tempo la casata era discretamente ricca e importante.
Di per sé tutti questi
nomi non hanno grandi significati particolari, però…
Attenzione! Sia nel nome
completo di Oberon che in quello di Oliver c’è una sorta di “gioco”…
Età: 25 anni (nella forma
belloccia li dimostra, in quella reale sembra un po’ più giovane)
Capelli: Biondi. Nella forma normale sono lisci, lucenti e selvaggi,
nell’aspetto reale sono sottili, di un biondo meno lucente e alzati dietro in
una piccola vertigine!
Occhi: Verdi, in entrambe le forme.
Descrizione fisica:
-
Forma
“Belloccia”: Oberon è alto e longilineo, ben proporzionato e dal fisico da
fotomodello. Il suo volto ha lineamenti virili, ma non troppo duri e decisi. Il
taglio degli occhi dona al suo sguardo uno charme da vero attore! Il naso è
dritto e a punta, ben delineato.
-
Forma
Reale: Oberon è più basso, anche se non esageratamente, sempre intorno al metro
e settanta. Il suo volto ha lineamenti un po’ più rotondi e meno adulti, con
lentiggini e piccole imperfezioni sparse su zigomi e naso (un tempo c’erano
anche brufoli, meglio così!). I capelli, da indomiti, con ciocche che scendono
anche sugli occhi, si ordinano in un caschetto ben regolato anche se fuori
moda… Il caschetto contribuisce a rotondeggiargli il viso. I denti incisivi,
grandicelli, di tanto in tanto fanno capolino dal labbro superiore, anche se
senza influenzargli la parlata! Il naso cambia leggermente di forma, facendosi
un po’ più corto, appiattito, non più a punta.
Vestiario: Oberon, all’inizio della storia indossa un lungo pastrano
bruno che porta sempre aperto e col colletto alzato, e che fa sia da giacca che
da mantello (gli piacciono gli abiti che fluttuano, fanno più figo!). Sotto di
esso, sopra un gilet bruno e una camicia bianca, porta due cartucciere
incrociate in cui ripone le fiale delle pozioni più utili per i combattimenti.
Serba poi altre boccette in un marsupio che tiene alla cintola dietro il
fianco. Indossa stivali di pelle bruna, pantaloni in tono con pastrano e
stivali.
Malgrado con la magia di
trasformazione influenzi più il suo aspetto estetico, l’ha usata anche sul suo
vestiario anche se molto meno. Nell’aspetto reale, sotto il pastrano e le
cartucciere porta unicamente la camicia, con le maniche arrotolate al gomito, e
al posto degli stivali un paio di scarpe semplici. A lui piace vestirsi comodo…
Infine, quando torna
normale inforca un paio di occhiali dalla montatura nera rotonda spessa, come
anche spesse sono le lenti (immaginatevelo come quegli occhiali coi cerchi
dentro, tipici di alcuni anime e manga! XD); nella forma “Belloccia” porta le
lenti a contatto, ma in realtà non le sopporta ed è felice di sbarazzarsene
appena può (gli irritano gli occhi…)
Magia: Oberon, a parte la
semplice magia di trasformazione, non ha mai appreso dei veri incantesimi. La
sua magia è tutta concentrata nel vasto campionario di pozioni che è in grado
di creare, di cui abbiamo avuto dimostrazione lungo i vari capitoli di questa
storia. Alcune delle pozioni di Oberon funzionano anche gettandole direttamente
sul nemico, ma lui riesce a dare il meglio di sé abbinando i suoi ritrovati
magici alla sua spada. Quando non è potenziata, è una spada comunissima come
tutte le altre (è del tipo con la lama sottile e la guardia che copre la mano,
alla “Zorro” insomma, ed è così anche perché, essendo lui mingherlino, si trova
bene in quanto più leggera e maneggevole); tuttavia, basta cospargerne la lama
con poche gocce di pozione per renderla un’arma versatile e temibilissima.
Inoltre le pozioni di Oberon sono di alto livello, e lui non lesina certo a
gettare lungo il filo del suo spadino un’intera fiala!
Oberon è un ottimo schermagliatore
e possiede l’abilità e la concentrazione necessarie a controllare e sfruttare
al meglio le magie che imprime sulla lama, plasmandole, usandole in varie
forme, e adattandone l’intensità a seconda dei casi.
A ciò si unisce
un’insospettabile capacità atletica dovuta alla vita sana che conduce (è un
tipo intelligente, ma cura anche il corpo con intelligenza U_U), che lo rende,
se non certo forte, almeno agile, elastico e coi riflessi pronti.
Background: Figlio di Orfeus e
nipote di Oliver, Oberon-Ovidio è l’erede della casata di mastri di pozioni
D’Alambicco, attualmente molto lontana dalla fama passata per via
dell’insuccesso di suo nonno con l’Incanto Cupidus, che lo costrinse a lasciare
il paese d’origine Heartburg per un regione ben lontana.
Oberon venne presto a
sapere del genio del suo predecessore, anche se a lungo tempo la famiglia gli
tenne nascosto dell’incantesimo per il quale era caduto in disgrazia: egli
infatti aveva dato sin da subito l’impressione di voler seguire le sue orme, e si
temeva, come poi accadrà, che l’ammirazione per Oliver lo avrebbe portato a
commettere qualche altra follia…
Da sempre un ragazzo
studioso e a modo, ma purtroppo timido e riservato, ha trascorso la maggior
parte della sua giovinezza a diventare bravissimo con le pozioni, ma coltivando
pochi rapporti umani, tra cui quello di Henry, suo amico più fidato. Col
passare degli anni, malgrado riesca a maturare un po’, Oberon subisce continui
rifiuti da parte delle ragazze che gli piacciono, e, dotato di un animo sensibile
e tutto sommato affettuoso malgrado l’apparente freddezza, non riesce a
capacitarsene.
Molto idealista, ormai
convintosi che solo grazie all’amore la sua piatta vita potrà avere la scossa
che tanto desidera e trasformarlo in una persona nuova (famiglia di
romanticoni!), quando il padre decide di rivelargli dell’Incanto Cupidus, non
passa molto tempo prima che inizi a fare ricerche. Ricerche che lo porteranno
molto vicino ad una boccetta di autentico Incanto Cupidus, che però verrà
acquistata da un certo Rufus, molto duro d’orecchi, che batterà sul tempo lui e
i suoi amici (c’era la possibilità fosse un falso in ogni caso).
Senza demordere, Oberon
decide di cercare la soluzione alla radice del problema; dopo altre ricerche,
localizza la villa dell’avo nei pressi di Heartburg, e radunato un gruppo di
fidi amici, si reca lì.
Tutto concentrato sui suoi
obiettivi, non fa molto caso al paesino d’origine quando vi passa, scontentando
non poco l’addetto alla pro-loco locale non comprando nessuno dei suoi souvenir,
e dissuadendo Evelyn dal comprarne in quanto tutta paccottiglia…
L’arrivo di Oberon e i
suoi alla villa di Oliver precede di un giorno quello dei Fairy Tail, giorno
durante il quale hanno avuto il tempo di fare una prima perquisizione della
villa, pur non trovando ancora nulla di rilevante. L’arrivo del misterioso
gruppetto di cercatori coi gatti parlanti e volanti li costringerà a
interrompere momentaneamente le proprie ricerche…
Oberon si sente a suo agio
solo coi familiari e i suoi pochi amici; dinanzi ad estranei si mostra più
incerto, oppure si sforza di costruirsi una maschera di superiorità e sicurezza
per cercare di far fronte alle sfide. Questo lo si vede appunto nei primi
frangenti dello scontro coi Fairy Tail, in cui il pensiero di essere a un passo
dall’Incanto Cupidus, instillano in lui una determinazione tale che nessuno
degli avversari può sospettare chi si celi realmente dietro quell’altezzoso
biondino.
I suoi rapporti con gli
altri membri del gruppo oltre ad Henry variano a seconda della persona, ma sono
in generale buoni, anche se non si risparmia qualche criticuccia per cercare di
spronarli a migliorare le loro piccole pecche, anche se non lo fa mai per
cattiveria quanto piuttosto per premura. È determinato a risolvere i loro guai,
ma la prossima volta che li incontrerà potrà avere qualche bella sorpresa…
Gli piace: L’amore, le passioni
dell’animo umano, le storie romantiche
Non gli piace: Chi non crede all’amore,
il suo carattere, le storie horror, e, da un po’ di tempo a questa parte…
Gazille!
Curiosità: Il suo sogno nel cassetto è mettere su famiglia e, potendo,
riabilitare l’onore dei D’Alambicco proprio grazie all’Incanto Cupidus e
restaurare la tenuta del nonno (se non si rovinerà troppo entro la fine di
tutto ciò…).
Il suo passatempo
preferito è ritrovarsi con Henry, Sybille, Evelyn e Lionel alla taverna della
loro città in cui si sono conosciuti…
Cavoli che scheda
lunghissima! Beh, del resto lui è il capoccia ed è anche due persone in una…
Spero non vi abbia ammorbato, altrimenti ditemelo, eh? XD
Al prossimo capitolo, con
l’augurio che l’avvicinarsi degli esami non lo ritardi troppo…
Ciao ciao!
PS: NARUTO X HINATA
ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Maestro duro, lezione dura ***
Gazille Oberon fine scontro
Ehilà a tutti! Si, è come
sembra, stavolta sono in anticipo sulla tabella di marcia! Alleluia! XD
A cosa si deve quest’impeto
creativo? Ispirazione? Niente da fare (magari…)? O la voglia di sentirmi ancora
giovanotto prima di compiere gli anni dopodomani?… Sigh! Entrerò negli “enti”
T_T Mi son fatto vecchio anch’io…
Il tempo passa e passano
le fic, ma almeno sono ancora qui! Allegria! XD
Il momento è giunto
signori! È il momento che sia Gazille a farsi sentire, ed è il momento che
questa interminabile disputa sull’amore e sulla vita abbia un vincitore, o
perlomeno una fine!
Buona lettura a tutti!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTOX X HINATA ORA E SEMPRE!
PPPS: Ho postato sul sito
una breve “poesia”; il titolo è “Come perla nel ghiaccio”, se volete date un’occhiata.
^__^
Le scintille nell’aria ora
non erano solo quelle di Oberon.
Il ragazzo aveva sentito
parlare poco di dragon slayer: lì aveva avuto il privilegio di vederne tre e di
battersi con uno di essi.
Anche se, per tutta la
durata del combattimento, non aveva ancora compreso cosa volesse dire; fino a
quel momento.
Si dice che l’energia del
nemico o la volontà dell’avversario sono tali da conferirgli un aura; qualche
volta è autentica e si vede circondarlo, qualche volta è invisibile ma senti su
di te tutto il suo peso.
Gazille era pieno di
bruciature, di cui una grave al centro del petto, lì dove era stato colpito
d’affondo; era stato appena scagliato contro un muro e ci si era ritrovato
praticamente ficcato dentro. Ma era lì, con l’aria di chi ha visto anche
peggio.
Gli occhi erano quelli di
una belva, piccoli, fissi, impenetrabili al dubbio o alla paura o a ruggine
alcuna che potesse fargli chinare il capo.
Mostrò i denti, aguzzi, un
attimo prima di parlare: “Quelli come te sono i più seccanti di tutti! Fate le
vittime e pensate di giustificare le vostre azioni per via di quello che avete
passato… Beh, lascia che te lo dica, la vita è dura per tutti, pezzo d’asino!”
“Io… io non…”
Gazille batté pugno su
palmo e sgranchì polsi e nocche, girando anche il collo: “Tu hai bisogno
qualcuno che ti ficchi in testa un po’ di cosette… E sarò io a farlo!”
“N-non ti avvicinare!”
Figurarsi se lo stava a sentire!
<< Che sto facendo? Non si fermerà! Devo
attaccarlo per primo! >>
Oberon gridò forte fino a
seccarsi la gola, mentre dalla spada puntata fuoriuscivano, uno dopo l’altro,
come proiettili, piccoli fulmini, e prendevano tutti in pieno l’obiettivo,
respingendolo sempre più indietro.
ZAP! ZAP! ZAP! ZAP!
<< Te ne torni nel muro! >>
O almeno credeva di
riuscirci.
Invece Gazille tutto d’un
tratto scacciò via una scarica muovendo semplicemente il braccio, come per
scacciare una zanzara!
“E questi cosa sono, eeeh?”
gridò, facendogli saltare il cuore in gola.
Coprì con passi pesanti
quei metri in cui i fulmini l’avevano spinto indietro senza farlo crollare, tanto
pesanti che sembrava ancora più enorme.
“Io ho combattuto contro
Laxus di Fairy Tail!” –ringhiò gonfiando il petto, ad esporlo senza paura al
nemico- “I tuoi fulmini in confronto ai suoi non valgono nulla!”
Gli bastava ricordarsene
per non sentirli quasi più.
<< Non è possibile! Eppure li sentiva fino a un
attimo fa! >>
“Risparmiati questi
trucchetti per le lampadine a casa e fai di meglio, forza!”
“……”
“Avanti! Ghi hi hi!”
Continuava a provocarlo e
dileggiarlo, e Oberon sapeva che poteva permetterselo.
<< Non posso farmi spaventare da un mostro come
lui! Come ho combattuto prima continuerò adesso! Le mie ragioni sono più forti
delle sue! >>
“KYAAAH!”
Gazille rise apertamente alla sua carica: “GHI HI HI!”
Per evitare ulteriori
fastidi, Gazille pensò bene di agguantargli il polso che reggeva la spada.
“!!!”
Vistosi con la guardia aperta, Oberon agì subito, ricorrendo ad una sue fiale.
La gettò a terra prima che il mostro di metallo sferrasse il suo colpo: il
liquido diventava volatile all’aria, generando una densa nebbia viola, coperto
dalla quale pensò di ritirarsi.
Fatto sgusciare via il suo
polso da quella stretta indietreggiò lanciandosi indietro, sfortunatamente per
lui Gazille non era il tipo da farsi impressionare per un po’ di fumo, e ci si
sarebbe gettato dentro anche se oltre vi fosse stato un precipizio pur di
agguantarlo.
Vedendolo venir fuori
neanche il biondino ebbe il tempo di sbalordirsi; Gazille lo scagliò subito via
con uno spintone. Finito a terra, prese a subito a rialzarsi.
“E ho fatto piano, eh! Ghi
ih ih ih ih!”
“Sbruffone! Ti friggerò a
suon di fulmini!”
I due ripresero a lottare
in corpo a corpo, ma mentre Oberon doveva impegnarsi, Gazille si prendeva anche
il lusso di dar fiato alla bocca.
“Sei proprio una
delusione! E non dico per l’aspetto: alla fine ti sei rivelato solo un misero
codardo!”
“Sta zitto! A te dell’amore non frega niente, nel mio caso è diverso! Non sai
quanto ci sono rimasto male!
“Eh, già, proprio male:
nessuna ti fila e tu conti di uscirtene da tutto questo con la classica
<< Alle donne piacciono gli stronzi
>> facendo il bastardo a tua volta, ma per favore!”
Una sua ultima stoccata si
infisse in una colonna e oltre al taglio, le scariche vi provocarono una
ragnatela di spaccature. Estrasse la spada in un battito di ciglia e vide
Gazille fermo ad aspettarlo.
“È vero, io non ne so
nulla di questa sbobba, ma per come la vedo io… se tu vuoi bene a qualcuno non
gli faresti mai fare qualcosa che non vuole!”
“C’è di peggio a cui si
può costringere una persona! Lei da me sarebbe ricambiata!”
L’altro ferrò un pugno che
si infranse contro l’aura giallo oro della sua lama.
“Se ci tieni a farti
volere bene…” disse resistendo al dolore delle scosse.
“Senti Juvia, taglia corto!”
“Sto solo dicendo… Credo che dovresti provare ad andare più d’accordo con gli
altri… Almeno provaci.”
“……”
“Signore e signori, vi dedico ora questa canzone; il suo titolo è “Best
Friend”.”
“CHI SE NE FREGA?! RIDACCI MIRAJANE!!!”
“Se ci tieni ad ottenere
qualunque cosa dalla tua vita…”
“Unisciti a Fairy Tail.”
“Eh?!”
<< Non voglio
restare per sempre un compagno di serie B: un nuovo entrato dal brutto
carattere di cui a momenti ci si dimentica pure. >>
“TE LA DEVI SUDARE!”
E con la sola forza del
pugno lo spinse indietro, attaccando poi con un calcio e poi con un altro pugno,
mentre il biondo si difendeva come poteva.
Oberon continuava ad
opporglisi con tutte le sue energie: “Credi che non l’abbia fatto?!”
<< Ci siamo! Ora basta reclinare la testa un pochino da
un lato, chiudere gli occhi e… >>
E lei gira il capo da un’altra parte…
“Scusami.”
“Ma… ma… ma perché?”
“Senti, non riesco a vederti come un ragazzo va bene?”
“Ma io credevo…”
“Credevi male… Scusami, devo andare.”
Ed eccola fuggire via da quella che non è altro che una
situazione imbarazzante: chi importa cosa si lascia dietro.
“Credevo… Eravamo così vicini! Ci ero così vicino!”
Come non sentirsi preso in giro, specie se è l’ennesima volta
che la vita offre e poi, da ultimo, rimanda.
CLANG!
Prima il rumore del
metallo, poi il sottofondo immancabile delle scariche graffiava i loro timpani.
“Non è stata colpa mia se
nessuna mi ha mai accettato! Di occasioni ne ho avute, o almeno ho creduto di
averle!”
CLANG!
“Sono solo stufo di finire
illuso e deluso! Stufo!”
“Non ributtarla sulla
lagna adesso: sei insopportabile! Solo i vigliacchi non si danno nessuna colpa,
e solo i vigliacchi vanno dietro alla soluzione più comoda come vuoi fare tu!”
“Non sono un vigliacco!”
CLANG!
Il combattimento si
interruppe momentaneamente in una prova di forza tra le due spade. Con l’altra
mano, Gazille controllava il tubo con l’Incanto Cupidus nella tasca.
“Si lo sei! E della
peggiore specie! Ti riempi la bocca di buone parole, ma chiami “amore” un
qualcosa che ti guadagneresti con l’inganno! Sei spregevole!”
“Tu non puoi parlarmi
così!”
Gazille avvertì un forte
formicolio che dalla lama si irradiava al resto del braccio e che poi si faceva
pulsante; ci stava riprovando, voleva di nuovo usare quella faccenda dei poli
per farlo volare via.
Avere un fisico ferreo
(nel vero senso della parola) stava rivelandosi un problema!
L’occhialuto sorrise
sprezzante, pronto a far partire la scarica respingente…
Con perfetto tempismo il
dragon slayer gli afferrò la manica della camicia in prossimità della spalla.
“?!?!?!?”
Quando la sua spada
respinse il metallo del suo corpo, una volta rivestitolo di cariche di segno
uguale a quello della lama, Gazille schizzò si via verso l’altro, ma
portandoselo dietro!
“AAAAAAAAAAAAAHHH!”
CRASH!
I due trapassarono il
tetto, trovandosi così a sorvolare la villa, entrambi sospesi in aria sulla
schiena, circondati da tegole divelte.
“Argh!”
“Urgh!”
Due passeri rischiarono
l’infarto nel vedersi comparire davanti i strani esseri non alati che si
fossero mai librati in cielo in quella zona!
Tutti doloranti,
abbagliati dalla vista improvvisa del sole, dopo interminabili secondi cominciarono
a ricascare giù; un bel volo considerata già solo l’altezza della soffitta da
cui provenivano.
Il romanticone col
caschetto se la cavò rovesciando sotto di sé una fiala, il cui contenuto rese
morbido il pavimento su cui andò a precipitare. Gazille fece affidamento alla
sua buona corazza, imprimendo nelle spesse assi una profonda impronta della
forma dei suoi stivaloni borchiati.
<< Ouch… non è come tuffarsi di piedi in acqua,
il contraccolpo è tremendo… spero di non essermi accorciato di qualche
centimetro… >> pensò Gazille sentendo le ginocchia protestare.
Oberon si tirò su,
dolorante e confuso, che faceva fatica anche solo a sollevare la spada; le
scintille e il ronzio andavano scemando e riducendosi sempre più.
In pochi secondi, tornò un
normale pezzo di ferro.
<< Accidenti! L’effetto è finito! >>
E se alzava gli occhi, la
scura e possente figura del dragon slayer lo sovrastava, ancora col suo sguardo
da inquisitore imbestialito, e la luce del sole, proveniente dal lucernaio che
avevano appena “installato” ardeva sui suoi contorni abbagliandolo.
Emettendo un verso
spaventato, cominciò subito a passare in rassegna cartucciere e tasche: si
ricordava di aver preparato almeno un'altra pozione dell’incantesimo
elettrificante, doveva solo trovarla prima che quello lì gli fosse addosso.
Gazille fece un passo
avanti e riprese fiato: “Tu non mi ritieni degno di farti la predica, eh?”
Dopotutto lì quello con la
faccia da bravo ragazzo lì era lui; il dragon slayer a guardarlo veniva da
mettere a letto i bambini!
“Invece credo di avere già
capito che tipo sei!”
Oberon non lo ascoltava,
pensava solo a frugarsi addosso, il più in fretta possibile!
“Sei solo un inetto che
non si è mai impegnato veramente! Sei di quelli che la vogliono facile: perché
in fondo, se anche vorresti una ragazza, anche stare single ti va bene, perché
è meno complicato e non c’è il rischio di fallire ancora!”
“Come?!”
“Se sei così buono come
dici non avresti difficoltà… ad entrare nel cuore delle persone!”
Il fulmine di Laxus…
Come aveva detto prima, quelli che stava subendo ora non era
niente al confronto. Esperienze di cui uno farebbe volentieri a meno, ma il
primo che del primo che si ritrovò a subire, non avrebbe potuto proprio fare a
meno.
Ma avrebbe potuto permettere a quella tipa coi capelli azzurri
di andarci di mezzo al posto suo.
“Gazille!”
“L’ha protetta!”
Sentire il suo nome, pronunciato a quel modo, da una poverina
che poco tempo prima aveva picchiato e appeso ad un albero, distolse un secondo
la sua mente dagli spasmi di dolore al braccio; e fu allora che si rese conto
che tutto quel sacrificarsi pur di adattarsi avrebbe dato i suoi frutti…
“Levi, tu… Non sei innamorata di lui?!”
“Ecco… Non è che lui non mi piaccia… C-cioé, come persona e
come compagno voglio dire!!!”
“Farò del mio meglio!”
Chissà come si sarà sentito sollevato quel libricino a passare
dai suoi artigli a quelle dita così minute e rispettose: “Oh, grazie!”
E chissà come si sarà sentita lei.
Il suo sorrisetto.
“… Ci sono riuscito
persino io!”
“……”
“Figurati uno che ha tanto
cervello e sale in zucca come te. Ma tu scommetto pensavi ti fosse dovuto, o
che venisse da sé: scommetto che anziché scuoterti e cercare di farti conoscere
per ciò che eri sapevi solo lamentarti e rimandare! Tu non hai bisogno d’amore
più degli altri, ce l’hai come chiunque altro! La sola ragione per cui ci sei
così fissato è che ti serve per giustificare i tuoi difetti!”
Timidezza, insicurezza,
inesperienza, carattere… a volte, più che problemi, scuse.
Oberon, senza smettere di
cercare, alzò gli occhi su di lui, come imbambolato.
“Avanti, dimmi ancora che
non ho capito!”
Mentre si sgolava nel dire
quelle parole, roteò un braccio sopra il collo, e il suo pugno chiuso si
trasformò in una gigantesca testa di martello!
“NON HO RAGIONE A DIRE CHE SEI UN CODARDO,
EEEEH?”
Calò il colpo!
STUMP!
Al diavolo la pozione! Il
biondo, direttamente da terra, saltò via allontanandosi il più che poté.
I pochi passi di pavimento
tra i due però, dopo quell’impressionante prova di potenza, iniziarono a venire
giù! E tale era stato il colpo che tutto intorno tremava ancora per le onde
d’urto! Si trasmetteva alle colonne, al soffitto, ai loro piedi…
Gazille ritrasformò il suo
braccio: “Che cosa hai da dire ora?”
L’unica cosa che gli
riuscì, fu di stringersi nelle spalle e borbottare qualcosa tra i denti
stretti.
Le assi sotto di lui si
incrinavano, pronte ad allargare ancora di più la voragine.
<< Non è vero… Io non posso essere così!
>>
Ah, la bellezza di avere un classico, intramontabile ritrovo,
un luogo in cui alla sera ritrovarsi insieme ai propri amici a raccontarsi
delle ultime novità, a sentirsi in allegra compagnia!
“N-n-non è andata?” domandò Henry controllando per bene che il
bicchiere di birra non fosse scheggiato o sporco prima di berci; i tagli
portano infezioni, meglio non rischiare!
“No…” –rispose un abbacchiato quattrocchi con un caschetto
ridicolo dopo aver buttato giù una sorsata senza pensarci tanto quanto lui- “E
a te, per quel lavoro da barista?”
“La-la-la-lasciamo perdere…” balbettò ripensando a quella
bibita gassata esplosa addosso alla clientela tanto l’aveva scossa col suo
tremolio! Anche adesso stava rovesciando gocce e schizzi un po’ qui e un po’ là
ogni volta maneggiava il bicchiere (il barista, abituatosi, aspettava se ne
andasse per pulire, sennò era fatica sprecata…).
Un attimo di silenzio, e poi un bel “Sigh!” in coppia: scena
già vista.
Oberon spalmò la faccia sul bancone della taverna: “Ci ero
vicinissimo… Poteva diventare la mia prima ragazza! Sigh!”
“L-lasciala perdere! Quella non ti meritava!”
“Henry, me lo dici tutte le volte: che me ne importa se mi
meritava o no?! Perché deve sempre finire così?! Sigh!”
“… S-si vede non si è accorta di quello che stava perdendo.
L-la prossima volta, dai…”
“Anche questo me lo dici sempre…”
“Beh? Anche tu! Anche tu mi dici sempre che la prossima volta
avrò il lavoro, no? Eh? Eh?”
I due sbuffarono.
“Come siamo sfortunati!”
Sentirono il rumore di uno sgabello che accoglie un nuovo
cliente, un cliente triste quanto loro: “Cos’è una riunione di disperati? Se è
così mi unisco a vo!” borbottò un ometto con un muso lunghissimo e un lardo
larghissimo.
“La vita gira male anche a te?” chiese Oberon.
Lionel si sbottonò la camicia, si allentò la cravatta, lanciò
il cappello sull’appendiabiti e ordinò un succo di frutta, e, nel frattempo, attaccava
bottone: “Casomai è il “girovita” che mi va male! Sigh! Con questa trippa
niente rispetto e niente donne!”
“Unisci a noi allora!” disse subito Oberon, fattosi ancora più
compassionevole nell’udire quel “niente donne”…
I bicchieri tintinnarono.
“Salute.”
“Ti va di scherzare?”
<< Si sarà scheggiato? Sigh, non mi voglio tagliare,
però ho tanta sete! Sigh! >>
“Che ha il tuo amico?”
“Diciamo che il tremolio che vedi è l’equivalente della tua
trippa, senza offesa…”
“Figurati… Mi chiamo Lionel.”
“Ovi… Oberon.”
“Nome figo…”
“Già, anche troppo per uno con la faccia come la mia…”
“Beh, forse i capelli…” mormorò in risposta Lionel, senza
farsi sentire.
Dopo aver finito di bere, o di rovesciare sul bancone, il
duetto divenne un trio: “Sigh!”
“Voglio una ragazza!”
“Anch’io!”
“Anch’io!”
“Scusate…”
I tre si voltarono e strabuzzarono gli occhi: sexy dalla punta
dei piedi a quella dei capelli rosso fuoco! Sembrava uscita da un ricevimento
di gran classe ed era proprio così in effetti.
Lionel si gonfiò ancora di più!
“Io pure sono un po’ giù, posso sedermi con voi, così almeno
sarò più in tono con la serata?”
Oberon e Henry si guardarono tra loro, ma Lionel li anticipò:
“Prego!”
Fece per ordinare un drink analcolico, ma il cicciottello la
anticipò, offrendosi di pagarglielo. Senza ancora presentarsi, la donna lo
ringraziò, ma anziché berlo prese a soffiare nella cannuccia con aria annoiata.
Oberon la osservò: << Ora c’è una donna a farci
compagnia, ma non è il mio tipo, è anche troppo per me… >>
“O-O-Oberon, sono preoccupato! Che vorrà una così da tipi come
noi? E se è qui per prenderci in giro per tirarsi su di morale? Oh, io sono già
abbastanza depresso e assetato, tanto assetato!”
“Dai, Henry, sembra solo un po’ giù come noialtri... Comunque tieni, fatti
portare qualcos’altro (e con la cannuccia…).”
Almeno dal modo in cui si era presentata sembrava un po’
diversa dalle solite pupe inarrivabili: quelle non cercano di tirarsi su di
morale facendo le bollicine con la cannuccia!
“Posso sapere il vostro nome e il perché della vostra
mestizia?” biascicò Lionel, rimasto a bocca asciutta nell’averla affianco.
“La mia che?”
“Come gira?” riassunse Oberon.
“Male, non si vede? Il mondo è tutto ipocrisia! Almeno qui,
anche senza lusso, soldi e moda, le persone sono genuine e gentili, anche se
sono secchione, strambe o ciccione…”
<< SIGH! SECCHIONE! >>
<< SIGH! S-STRAMBO! >>
<< Per te sarò il più genuino e gentile che ci sia!
>>
“Ups… scusate, sapete… non me la cavo tanto a parlare…”
Lionel allargò il sorriso: “Non fa niente! Vero ragazzi? Mica
ci siamo offesi.”
“Nossignore…” fecero gli altri due a testa bassa.
“Come siete cari…”
Evelyn sollevò il bicchiere: “Ai compagni di tristezza!”
E così si arrivò ad un quartetto di “Sigh!”
“Come vi invidio…”
“?!?!?!?”
Sullo sgabello vicino a quello della rossa si era seduta,
senza che nessuno se ne fosse accorto, un’altra ragazza, coi capelli lunghi,
strani vestiti e il viso coperto da una mascherina.
“Almeno voi provate qualcosa, anche se è sentirvi uno schifo.
Cosa non darei per sentimi uno schifo anch’io.”
Evelyn guardando gli altri fece il gesto della rotella
mancante, ad Oberon invece bastò capire che fosse anche lei giù di tono
(difficile dirlo con certezza comunque vista la maschera e il tono di voce…)
per accoglierla: “Beh, se vuoi sentirti male questo è il posto giusto. Vuoi
qualcosa?”
“Boh. Ordinate voi, per me è tutto uguale.”
Henry infisse le unghie nel bancone: “O-O-Oberon, questa fa paura! È strana
forte!”
Lionel, sentendo vibrare anche il proprio succo insieme a lui,
si ritrasse: “Anche tu fai un po’ paura, sai?”
“Beh, anche tu…” –si aggiunse Evelyn- “La tua faccia sembra
una polpetta.”
“……” Lionel si avventò coi lacrimoni agli occhi sulle
noccioline in offerta!
“Mi chiamo Sybille, e non sento nulla.”
“ALLORA PARLEREMO PIÙ FORTE!” urlò Evelyn.
“Intendo di emozioni. Per questo mi fate invidia: voi sembrate
averne da vendere.”
“V-vu-vuoi un po’ della mia ansia? Te la do gratis!”
Oberon sospirò: “Sai Sybille, forse dovremmo invidiare noi te:
senza emozioni non saremmo qui a disperarci.”
Si discostava molto dalle sue vere idee, ma almeno in quel
momento si poteva far finta di crederci.
Evelyn guardò la nuova arrivata alla sua sinistra, e i tre
uomini alla sua destra: “Già… però nemmeno ci saremo conosciuti per disperarci
tutti insieme, dico bene?”
“……”
Evelyn sentendosi addosso tutti quegli sguardi pensò di aver detto una cavolata
e si era messa una mano davanti la bocca… Ma poi li vide sorridere e capì che
finalmente era stata in grado di dire una cosa sensata!
Persino quella Sybille così enigmatica, toltasi la maschera
per bere, mostrava chiaramente di essere d’accordo.
Oberon rise: meno male che le emozioni esistono!
I cinque alzarono i bicchieri: “Ai nostri guai e a quelli con
cui li condividiamo!”
E dopo un sorsetto…
“SIGH!”
Il quintetto era ormai completo!
Con loro aveva legato. Si
era fatto conoscere e volere bene come una brava persona.
Allora perché nessuna
ragazza se ne era mai accorta?
Chi era a sbagliare, lui,
le ragazze… o erano stati i suoi amici a sbagliarsi sul suo conto?
Perché il suo vero sé
stesso non aveva mai avuto successo oltre che con loro? Davvero non si era
impegnato? Di chi era la colpa?
Troppi tormenti, e così
poco tempo per darsi una risposta.
<< NON È COLPA MIA SE SONO COSÌ! >>
Mentre tutto crollava
sotto di loro, Oberon anziché spaventarsi o preoccuparsi, intravide un’apertura
e ci si gettò a capofitto per approfittarne.
Il mingherlino dei mille
intrugli gli si lanciò addosso, cercando di afferrarlo, non riuscendoci per via
della terra venuta ormai a mancare sotto i loro piedi che li fece volare giù
entrambi, incollati però l’uno all’altro in un furibondo azzuffarsi a
mezz’aria.
I rumori della frana
vennero sovrastati dalle sue urla: “DAMMI QUELLA FORMULA! DAMMELA HO DETTO!
DAMMELAAAAAA!”
Brandiva la spada come
fosse un bastone, colpendo più violentemente che poteva, anche alla cieca, alla
faccia di tutta la bella scherma mostrata fino a quel punto.
Gazille si difendeva come
poteva, anche lui muovendosi a caso: Oberon era più basso e più gracile di lui,
una zanzara che assale un cavallo da guerra, eppure per tutta quella interminabile,
rocambolesca caduta lo teneva praticamente alle corde!
Sembrava impazzito:
“DAMMELA!”
Gazille riuscì a
staccarselo di dosso spingendo violentemente col braccio, un attimo prima di
impattare contro il pavimento del piano sottostante e finire a terra ben
contuso dopo un rimbalzo. Oberon invece, rotolò in direzione opposta alla sua,
fino a sbattere con la spalla contro una parete; a seguito della caduta e della
spinta di Gazille, la spada gli era scappata di mano, il tutto mentre polvere e
pietre continuavano a cadere tutto intorno a loro.
Oberon sbiancò vedendosi
separato dalla sua arma.
Gazille, che moriva dalla
voglia di massaggiarsi la schiena, cambiò repentinamente idea non appena se ne
accorse!
“Urgh!”
“Tsk!”
Scattarono in piedi nello stesso momento, entrambi con qualche difficoltà, già
con le mani tese verso la spada, che rotolava sulla guardia prima un po’ verso
l’uno e poi un po’ verso l’alto, suddita delle scosse provocate dal crollo.
Erano pochissimi metri,
davvero pochissimo spazio, nel percorrere il quale Gazille si beccò anche una
pietrata sulla zucca, proprio mentre il crollo finiva.
Il colpo gli provocò come unico effetto un grugnito spazientito!
Oberon era in vantaggio su
di lui, ma non era un problema: poteva sistemare tutto con una bella spallata!
“ARGH!”
Troppo esile di
corporatura, e troppo sbilanciato in avanti per resistere, Oberon fu spazzato
via come una foglia al vento e tornò alla stessa parete da cui era partito,
colpendola in pieno con la schiena.
Il ragazzo portò una mano
alle costole e fu il suo unico pensiero in quel momento. Gazille invece non
perse tempo: afferrò la spada da terra e se ne occupò.
TLACK!
In due, come un grissino, col
rumore di quando si spezza la forza di volontà.
“Anf… anf… anf…”
“Anf… anf… anf…”
Gazille scagliò via con
stizza le due metà che rimbalzarono poco distanti dai piedi di Oberon, anche
lui in pezzi alla vista della fine della sua fedele arma, che gli aveva
permesso di battersi alla pari contro un dragon slayer.
“Ecco! Contento? Anf… È
finita ora! Anf…” gridò il drago dal crine nero, col resto del fiato che gli
rimaneva.
“Anf……”
Chinare il capo: era la
parte che il suo pubblico si aspettava, e ormai perché disattenderlo? Il timido
venticinquenne biondo obbedì al ruolo di antagonista sconfitto come da copione.
Nascosto dai suoi occhiali
e dai capelli cadenti, continuò a stringersi il fianco e a respirare meglio che
poteva, ma quello era l’ultimo dei suoi pensieri.
“Finita!” –ripeteva il
vincitore, muovendosi di qui e di là malgrado la stanchezza- “È finita la tua
spada, è finito il nostro combattimento ed hai finito di rompere col tuo Incanto
Cupidus del cavolo!”
<< Crumble… >>
“……”
<< Rumble… >>
Al secondo rombo alzò il naso all’insù, e la prima cosa che notò fu un
sassolino finirgli un occhio! E a quel sassolino ne fecero seguito molti altri,
e si facevano via via più massicci…
Il loro scontro nel piano
segreto aveva provocato più danni di quanti una struttura abbandonata a sé da
decenni potesse sostenere; ormai le crepe lasciate nelle due colonne più vicine
al punto in cui avevano sfondato il pavimento stavano allargandosi
inesorabilmente. Tra fulmini e colpi di spadone erano arrivate al limite, la
martellata di Gazille e i successivi crolli e tremori avevano fatto il resto.
“E mi sa che è finita
anche questa parte della casa…”
Detto ciò, spostò il piede
impedendo a un pezzo di pietra grosso quanto un melone di rendergli l’alluce
una sottiletta.
“Accidenti!” –imprecò
mentre sentiva un altro pietrone schiantarsi alle sue spalle- “Sembra un
terremoto!”
E purtroppo gli divenne
chiaro che nemmeno il pavimento del piano su cui si trovavano, vecchio come
tutto il resto, avrebbe retto a tutto ciò; già gli tremava sotto le suole.
Si girò, ma Oberon era
troppo abbattuto per rendersi conto che ormai avrebbe dovuto sborsare più di
una sola fortuna in restauri.
“Alzati, presto!” –gli
gridò riparandosi la testa sotto uno dei robusti avambracci- “Altrimenti
finiamo schiacciati!”
Da quel pelle e ossa con
gli occhiali, fuso lì col muro, uscì una voce da animale ferito: “Lasciami
qui…”
“EHI, ORA NON TE NE USCIRE
CON LA STORIA DEL “LASCIAMI QUI” CON ME, SCEMO, INTESI?!”
Oberon batté il pugno a
terra (come se il pavimento non avesse già abbastanza voglia di cedere da
solo!) “Sigh! L’hai anche tu che è finita! Lasciami in pace!”
“…… GRRRR! ACCIDENTI A
TE!”
Alzò gli occhi e vide
quanto restava delle colonne venire giù in buona compagnia di assi di legno,
tegole, mattoni e tutto il crollabile immaginabile.
Non ci pensò due volte a tendersi
in una prima, lunghissima falcata verso di lui.
“MA PERCHÈ DEVI ROMPERE FINO ALLA FINEEEEEEEEE?!?!?!?”
<< CRUMBLE!
>>
“Eh?!”
Tutti si girarono verso
quel rumore. Charle si spaventò ed Happy tentò di farle coraggio con un
abbraccio…
CIAFF!
Con risultati scarsi…
“Altro che andare
d’accordo!” -sbottò Gray- “Quei due buttano giù la casa!”
“Oh, no!” –fece Evelyn
mettendosi le mani in faccia- “Se distruggono la villa poi Oberon non potrà più
ristrutturarla e invitarci a passare i weekend!”
“……”
Si attirò addosso una
clamorosa ondata di sguardi di sufficienza…
“… Eh eh eh, scusate!”
Pantherlily si avviò senza aspettarli: “Forza, abbiamo fatto salotto
abbastanza: raggiungiamoli!”
Il buon vecchio Lily è
sempre in forma e sempre pronto!
Purtroppo né lui né gli
altri possono giungere in tempo: il combattimento è ormai finito, ma cosa
troveranno ad attenderli? Che ne sarà stato di Gazille ed Oberon, le due star
di questa fanfic, almeno dal punto di vista delle battaglie?
Per scoprirlo, non vi
resta che attendere un altro po’, fin quando arriverà finalmente un capitolo
tranquillo dopo tanti scossoni!
Tra questo e il precedente
ci sono un bel po’ di spunti di riflessione vero? Mi piacerebbe sapere la
vostra anche dopo la “risposta” del nostro dragone nero…
Restate con me e con loro
cari lettori, questa storia sembra sul finire, ma nel farlo vi regalerà altre
sorprese!
Alla prossima con un
NaruXHina ormai ventenne (o quattrenne se vogliamo considerare il mio esordio
nel mondo delle fanfic XD): credete che l’età gli stia arrugginendo la voglia
di sognare? Grazie al cielo no! ^___^
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** Ritorno alla calma: una lettera per ricominciare ***
Oliver
Ehilà a tutti da
NaruXHina! L’estate è alle porte! Gioiamo!
O almeno gioite voialtri
che non frequentate l’università… Sigh! Fossi ancora al liceo scriverei fanfic
con la pala! T__T Almeno credo, in fondo anch’io sono un perditempo, sapete? XD
Spero comunque che le mie
storie possano continuare a darvi allegria e atmosfera durante tutta la bella
stagione!
Ci eravamo lasciati con uno spettacolare crollo in cui i due contendenti
restano coinvolti. Dove finiranno? Si fermeranno? E cosa potrà mai avvenire ora
che ormai sembra tutto finito? Una voce dal passato giungerà a sciogliere gli
ultimi nodi! Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Plic… Plic… Plic…
Nella sala grande non
c’era anima viva, salvo quella immobilizzata nel blocco di ghiaccio più o meno
al centro del grande spazio vuoto.
Plic…
Ormai alla sua base si era
già formata una pozzanghera, e il gocciolare continuo si faceva sempre più
frequente e copioso.
Plic! Plic! Plic!
La “pausa rinfresco” a cui
Herny era stato obbligato da Gray stava per finire; il ghiaccio era fatto in
modo da sciogliersi via via più velocemente, indipendentemente dalla volontà
del suo creatore, che, in rispetto, e anche un po’ per simpatia, del suo
avversario aveva voluto andarci leggero.
Plic! Plic! Plic! Plic!
Plic…
CRASH!
Alle fine, il ghiaccio
spontaneamente si frantumò, per poi continuare a liquefarti velocemente.
Scombussolato e refrigerato,
Henry cascò in avanti sulle ginocchia al centro di un laghetto.
Gli sembrava di aver
dormito tutto il tempo. Batté le palpebre diverse volte finché non gli fu
chiaro il suo stesso riflesso nell’acqua davanti a sé…
“!!!”
Riflesso che lo spaventò e
lo fece saltare all’indietro.
Sbatté la testa in tutte
le direzioni cercando di capire, ma per fortuna mano a mano che ricordava gli
ultimi avvenimenti la sua paura andava scemando.
<< Ora ricordo… Ho perso… >>
Sospirò e si strizzò la
camicia.
Scosse la mano per
asciugarsela e poi la guardò, tutta coperta di goccioline. Sebbene fosse stata
ghiaccio fino a pochi secondi prima, quell’acqua non era gelata, al massimo
fresca. Il suo corpo non sembrava risentire di nessun segno di assideramento.
<< Spiacente Oberon, mi auguro tu abbia avuto
più fortuna… Lo spero tanto! E se non
l’avesse avuta? Sigh, ecco che ricomincio… Un momento… >>
La sua mano era ferma, il
suo respiro normale. L’ansia… c’era ancora, ma tutto sommato era sopportabile.
<< Forse è per il ghiaccio che mi ha avvolto
tutto questo tempo? Forse il freddo mi ha solo momentaneamente rallentato i
bollori, come voleva fare Gray? >>
Se anche era così, era una
sensazione da godersela tutta prima svanisse.
<< Chissà quanto durerà… Ma che faccio?
Continuo a farmi dubbi e domande! >>
Si rialzò: i suoi movimenti
erano lenti e impacciati per via della stasi e per i muscoli ancora tutti
infreddoliti. Dai finestroni in alto alla sua sinistra entrava un sacco di
luce, e lui ne poté approfittare per farsi panno al sole. Oltre al calore
entrava anche un canto di uccelli.
“Rilassante…”
Non gli faceva pensare che
tipo di uccelli fossero, o per quanto avrebbero cantato, se qualcuno di loro
fosse stonato…
Non gli faceva pensare a
niente.
“Pensare troppo e prendersela comoda può far molto male.”
E chi lo sapeva meglio di lui?
<< Non ha senso pensare a come ti potrebbe
andare, a quale sia la scelta più adatta… Ho sempre avuto paura di sbagliare o
di farmi male, ma alla fine non dipende mai solo da noi. Puoi fare un ottimo
combattimento, anticipare l’avversario e venire comunque sconfitto perché lui è
troppo forte per te. Devo smetterla di pretendere tutto possa filare alla
perfezione secondo i miei programmi e i miei desideri. >>
“Complimenti… stavolta hai agito di puro istinto, e a momenti
mi prendevi. Ora però, da bravo, metti da parte lo spirito combattivo, questo
scontro è già finito.”
“Oberon deve ottenere ciò che cerca! Per lui… devo continuare
a combattere!”
<< Ci sono un sacco di cose che si fanno senza pensare,
senza che ce ne sia bisogno, tanto senti che devi proprio farle, che vuoi
farle. >>
E come allora non aveva
pensato che a farsi avanti per il suo amico, in quel momento non voleva e non
doveva pensare a nient’altro che a riposarsi, ascoltando quegli uccellini,
anche continuando a sperare e a farsi domande.
<< Nonostante la sconfitta e l’incertezza di
ciò che sia accaduto mentre ero imprigionato, mi sento proprio bene… Forse da
questo combattimento ne verrà per me qualcosa di buono. Forse posso riuscire da
me a diventare meno nervoso! >>
“Aaaah…” sospirò ancora.
<< Crumble… >>
“Uh?”
<< Rumble… >>
D’altro canto, se inizi a
sentire dei rombi cupi dalle pareti o dal soffitto, almeno il diritto di alzare
gli occhi ce l’hai…
I rumori si facevano
sempre più forti!
“Ma che…”
CRASH!
Un pezzo di soffitto era
letteralmente esploso e stava ora venendo giù!
Henry reagì tirandosi i capelli: “AAAAAAAAAAAAAARGH! E QUELLO COS’È?! CHE C’È?!
SONO IN PERICOLO?! CHE SUCCEDE?!?! COME?!?!? PERCHÉ?!?!? AIUTOOOOOOOOOOO!!! ……”
Poi stramazzò al suolo
svenuto…
Fortunatamente il salone
era grande e lui non era sulla traiettoria di quel catastrofico crollo, che
portava con sé detriti provenienti dal piano superiore, le colonne del piano
segreto e persino alcune travi del tetto!
Quel pandemonio arrivò giù
a terra con la forza di un meteorite e sfondò anche quel pavimento, proseguendo
la sua caduta ancora per parecchi metri.
Poi, un altro rumore
simile ad una esplosione fece capire che la forza di gravità aveva fatto
abbastanza il suo dovere; dal grosso buco nel pavimento risalì un nuvolone di
polvere che smosse i capelli del catalessico Henry, senza riuscire a
svegliarlo.
Meglio così: anche se non
aveva fatto altro che riposare già da un po’, lui era uno che gli shock li
tollerava poco, come si era visto!
I rumori attorno andarono
attenuandosi sempre più, mentre la polvere si posava e gli ultimi detriti e
sassolini si spandevano lì intorno e laggiù sul fondo del cratere, fino a che
non tornò un silenzio assoluto.
Sotto la sala vi erano le
cantine. Grandi, e buie e umide come quelle di tutte le case, anche se, grazie
a Gazille e Oberon, come sotterranei potevano vantarsi di possedere un bel
lucernaio.
Infatti ora lo splendere
del sole poteva accedervi attraverso la continua serie di buchi che i due
avevano prodotto col loro scontro, che piano dopo piano, pavimento dopo pavimento,
giungeva fino al tetto.
Così, mentre per gran
parte restava ancora avvolto nell’ombra, nella quale si potevano giusto
intravedere grandi botti allineate, vecchi attrezzi e tantissime altre cose
messe da parte, lì dove avevano sfondato invece un cono di luce scendeva a
illuminare a mò di riflettore un inerte collina che si sollevava come a voler
tornare di sopra.
Ad uscire per prima da lì
sotto fu una mano; scostò via un grosso pietrone con ancora attaccate delle
mattonelle per darsi un altro po’ di spazio, e poi si tirò su.
Il dragon slayer restò
subito abbagliato e lasciò ai suoi occhi, appena disseppelliti, il tempo di abituarsi.
Fatto uscire anche il
resto del busto, Gazille si fece forza e tirò, fino a far uscire anche il
giovane rimasto tumulato insieme a lui. Lo aiutò a distendersi sul pendio del
cumulo, e poi lui stesso andò a mettersi seduto sulla cima di esso, con le
braccia, stanche, abbandonate sulle gambe incrociate.
Oberon, disteso a braccia
e gambe aperte, abbandonate a sé stesse, respirava affannosamente ed era pieno
di lividi, ma non era in pericolo di vita.
Figurarsi l’altro, che
invece si guardava intorno come si niente fosse, per capire dove fossero finiti
o se lì intorno ci fosse qualcosa di degno di nota, a parte il bel cielo
azzurro sopra la sua testa.
<< Spero che il tizio qui apprezzi la presa
d’aria per il tetto che gli ho procurato. >>
Accortosi che restava in
silenzio, come addormentato su un letto scomodo, il metallico prese a
guardarlo. Finalmente, si decise a girare il capo e a degnarlo di uno sguardo.
“Grazie per avermi
salvato.”
“Tsk, e tu che facevi
<< Lasciami qui >>… Bah,
era meglio se ti ascoltavo e lasciavo ti sfracellassi.”
“Eh eh…”
Una breve risatina, prima di tornare a più foschi pensieri.
“Per me è finita…”
“Ancora?”
“Intendo… le mie ambizioni… Alla fine avevi ragione tu… Su tutto… Alla fine,
anche se non l’ho ammesso, mentre combattevano, hai fatto centro su di me…”
Ripensò alla reazione che
aveva avuto quando tutto quel venir giù era cominciato: folle, indemoniata.
Come si suol dire, chi nega con troppa forza afferma…
Si tolse gli occhiali; le
asticelle si erano piegate e gli stavano male sugli occhi. Incurante della cosa,
li rinforcò.
“Ho usato l’amore come
scusa, attribuendo alla sua mancanza nella vita le mie vere mancanze… Sono la
vergogna dei D’Alambicco!”
Gazille sbuffò: “Quando la
pianterai di drammatizzare ogni cosa?”
Oberon ridacchiò, finendo
con un colpo di tosse per via di tutta la polvere lì intorno: “Almeno adesso
che sto così a terra lasciamelo fare, no?”
Gazille restò silenzioso.
Tornò
a guardare il vuoto
dinanzi a sé, mentre il sorriso a cui si era forzato spariva. La
sua voce si
incrinò: “… Non saprò mai cos’è
l’amore! È inutile illudersi ancora… Dopotutto,
se la mia unica speranza era solo uno sporco trucco, si vede che non
faceva
proprio per me…”
Si lasciò andare con un
lungo sospiro, per cercare di non risultare ancora più patetico.
“Non fa per te? Andiamo,
non dire idiozie, quello dovrei essere io.”
“Di certo te lo meriti più
di me… Io ormai ne ho perso il diritto.”
“Hai solo perso una
pozione (e se vuoi il mio parere ci hai solo guadagnato), e sei ancora qui, sembri
anche un po’ meno scemo di prima. Significa che puoi ritentare, anzi, tentare
finalmente come si deve.”
“Tentare come si deve non
ha funzionato, imbrogliare nemmeno… Che altro mi resta?”
“Ehi, chi ha detto che è una cosa facile? Certo è che ti poni anche degli
obiettivi belli alti, sai?”
“……”
Gazille alzò gli occhi al
cielo, immergendo il volto in quell’ampio sprazzo di sole che trapelava da così
in alto eppure sembrava così vicino.
“Sai, una volta anche io
ero come te.”
“……”
“Non in quel senso.” si
affrettò a chiarire.
“Ah… Cioè?”
Gazille riprese un attimo
fiato. Si era dovuto sorbire i comizi di quel tipo fin dal principio, ora però
toccava a lui lasciarsi un po’ andare.
“Senza speranze. Senza
nulla. Sono nato in un posto difficile, venuto su con la povertà… Per tirarmene
fuori mi sono aggrappato al primo che mi ha teso la mano, senza importarmi di
chi fosse o cosa facesse. Mi unii ad una gilda oscura: ne guadagnai fama,
cattiva, ma pur sempre fama, soldi, rispetto da parte dei compagni, se così si
potevano definire… Non era un ambiente popolato da brave persone, a parte il
timore che gli incutevo, ben poco li legava a me, salvo giusto un’eccezione; e
comunque, nemmeno io ero per nulla interessato a farmi degli amici. Però mi
stava bene anche così, non ci stavo male, perché lamentarmene?”
Ciò valeva anche per il
suo caso: senza una ragazza si campa comunque, lui, che sempre l’aveva
desiderata e mai l’aveva avuta, ne era paradossalmente la dimostrazione.
Vedendo che si era
interrotto, il ragazzo disteso sul pavimento sollevò di nuovo il capo, quel
poco che le forze rimaste gli consentivano: “E poi?”
“Poi feci una cretinata colossale. Accettai l’offerta di un vecchiaccio, e mi
unii alla gilda che nemmeno parecchio tempo prima avevo raso al suolo. Non sono
stati molti a prenderla bene.”
“Posso immaginarlo…”
“Però poi ho capito una
cosa. A differenza di dove stavo prima, quelle persone, se avessi voluto, mi
avrebbero dato qualcosa di nuovo: sostegno, amicizia, rispetto, e non di quello
che deriva dalla paura. Ma affinché mi dessero tutto ciò, dovevo meritarmelo:
se volevo che mi fossero amici, avrei dovuto almeno far qualcosa anch’io, avrei
dovuto permetterglielo.”
Gazille ricordò la prima
volta che si esibì con la sua chitarra dinanzi a loro, col suo pezzo “Best
friend”, mai giunto alla fine purtroppo… E rise. Lì non andò molto bene, ma
almeno aveva compiuto un primo passo!
“Ora le cose vanno meglio.
Non mi rispettano, non mi temono (non tanto), ma ne ho guadagnato: ora ho
compagni veri, compagni con cui vivere avventure e brindare quando si torna a
casa… e ho anche un gatto!”
“……”
“Festeggio con loro quando
c’è da festeggiare, combatto con loro quando c’è da combattere, litigo con
loro, ma alla fine ci si diverte tutti. E se è vero che stavo bene anche prima,
non ci metto un secondo a dire che ora sto molto meglio. Se con loro avessi
continuato a comportarmi come mi comportavo prima, non avrei fatto altro che
isolarmi di nuovo. L’ho capito da poco in realtà.”
Gli vennero in mente Lily,
complice fidato che lo liberava dalla sua stanza per consentirgli gli andare in
azione insieme, Lucy e Wendy che lo ringraziavano dopo averle salvate da
Sybille (senza Incanto Cupidus sarebbe stato meglio…), o Natsu e Gray, fattisi
avanti per rallentare la corsa di Oberon e consentirgli di allungare il suo
vantaggio, augurandogli, fiduciosi, buona fortuna.
E, perché no, poteva
starci anche un pensierino su Levi: con lei era bastato poco per farle cambiare
idea, e chi l’avrebbe mai detto con certi esordi?
“È così che mi sono
conquistato quello che ho ora, e continuerò, fino a quando anche l’ultimo di
loro avrà smesso di vedermi, anche solo con la coda dell’occhio, come un nemico
che ha fatto del male a loro e alla gilda.”
Si alzò in piedi,
ergendosi senza inciampo sul cumulo di calcinacci dove si era seduto a
riposare. Con lo sguardo ancora puntato al sole, Gazille poggiò una mano sulla
spalla, sul simbolo di Fairy Tail.
“Non avevo nulla. E non
avrei nulla nemmeno adesso se non avessi fatto qualcosa per ottenerlo. Solo
scegliendo e agendo si può cambiare il proprio destino.”
Oberon alzò gli occhi con
lui, ma il sole gli dava troppo fastidio e preferì tornare a guardarsi le punte
delle scarpe.
“Mi sa che avrei dovuto
provarci prima.”
“L’importante è arrivarci:
se prima non te ne rendi conto, poi non lo metti in pratica. È successo così
anche con tuo nonno.”
“…… cosa?”
Gazille svuotò le tasche.
Mise da parte il tubo con l’incantesimo origine di tutti i loro mali, e prese
invece un altro foglio.
“Tieni.” Disse
tirandogliela a pochi centimetri dalla mano.
Oberon allungò le dita
tremanti: “Cos’è?” chiese come non avesse mai visto una lettera.
“È di tuo nonno. Sembra
che prima di tirare le cuoia abbia voluto visitare questo posto ancora una
volta. Leggi.”
Al sentire quelle parole,
Oberon trovò la forza di mettersi seduto e senza indugi, ruppe il sigillo.
“Nonno…”
Un saluto a te che ora leggi queste righe
Sia che tu sia un mio discendente, qualcuno giunto qui dopo
tanto cercare, o anche che si è ritrovato per caso nel mio laboratorio.
Vi torno ora che sono passati tanti anni da quella brutta
storia per la quale dovetti abbandonare casa mia alla polvere e ai ladri, e che
probabilmente conoscerai già.
Ammirandone la rovina, che ha condiviso con me, non posso non
provare tenerezza. Malgrado tutto, non serbo rancore verso questo luogo dove ho
inventato e creato di tutto, anche ciò che ha arrecato un sacco di guai a me e
a tanti altri.
Non potrei dopo tutto quello che ci ho passato, dopo tutto il
sudore che vi ho versato, la gioia che mi prendeva quando il composto era
funzionante, o la tristezza di quando invece fallivo, e la voglia di
ricominciare che subito tornava a farmi ribollire.
Per questo nemmeno stavolta riuscirò a distruggerlo, malgrado
i segreti e i poteri pericolosi che vi si celano. Ma ciò che posso fare, è
metterti in guardia, lettore, narrandoti di ciò che ho imparato.
Curiosità ed interesse furono sempre rivolti da me verso il
mondo che mi circondava, e questa è caratteristica essenziale per uno
scienziato; e in particolare il campo che più mi affascinava era l’umanità, con
le sue paure, i suoi sogni, la sua razionalità contrapposta ai suoi istinti,
quel così vasto bagaglio di stati con cui la sua anima si esprime ogni giorno.
La mia passione fu lo studio delle passioni, e mi prese tanto
studiarle, analizzarle, e imbottigliarle, che rinchiuso qui in questa spaziosa
e vuota dimora mi dimenticai di viverle a mia volta.
Era veramente stata
scritta da suo nonno? L’aveva sempre osannato ed ammirato, quasi non gli
riusciva a credere potesse risultare così normale, così simile a lui.
Per fortuna, si può dire, arrivai a toccare il fondo, e ovviamente
successe quando creai l’Incanto Cupidus.
Come tanti altri bravi mastri di pozioni, sperimentavo sempre
su me medesimo ciò che creavo, e così feci. Gettai una singola goccia del mio
nuovo incantesimo sulla donna che da anni seguivo con lo sguardo quelle rare
volte che la incrociavo passeggiando per Heartburg, e sentì l’amore per lei
esplodere in me! Avevo creato il primo filtro d’amore che funzionava!
Lo diffusi per il paese e le zone vicine, giusto per
cominciare, e fui colmo d’orgoglio a vedere tante belle nuove coppie sbocciare,
e i buoni sentimenti trionfare su tutto!
Tutto mi arrideva, ed ero più che mai certo di star toccando
l’apice del successo come mago e come uomo; ma poi venni a sapere della donna
per cui avevo acceso la miccia del mio cuore, stava per andare in sposa ad un
altro.
Fu allora che commisi la mia più grande pazzia: usai l’Incanto
Cupidus su me medesimo, perché mi ricambiasse.
“Ma allora…!”
Forse l’avrai già capito: il giovane che quella sera,
frapponendosi tra me e quella folla inferocita contro cui mi accingevo a
battermi per difendere il mio idilliaco mondo, e che mi supplicò di
restituirgli l’amata, stava supplicando proprio colui che gliel’aveva tolta.
Obnubilato dall’effetto della pozione, tentai di scacciarlo,
ma lui non reagiva alle mie provocazioni e ai miei colpi d’avvertimento:
restava chino, supplicante, in lacrime, ad implorare di restituirgli ben più
che una ragazza. Rivoleva una parte della sua vita.
E lì compresi. Quei due si conoscevano da moltissimo tempo, e
a differenza mia, quel ragazzo non si era limitato ad ammirare nell’ombra. Io
non le avevo neanche mai parlato prima di farmi amare. Lui l’aveva conosciuta,
aveva riso con lei, consolato il suo pianto, camminato mano nella mano,
condiviso tutto, dalle cose più banali a quelle che più danno senso alla vita
di un uomo.
Come poteva non piangere e supplicare, dopo aver sentito dire
dalla donna che amava che non contava più nulla?
Poco prima che salendo all’altare portassero a compimento quel
loro cammino, io avevo mandato in frantumi ciò che in due avevano costruito. Se
fosse successo a me, cos’avrei avuto da soffrire, per aver perduto una donna
che conoscevo a malapena, con cui non avevo vissuto niente, di bello o di
brutto che fosse?
Aveva osato spezzare un amore vero, per uno che pesava meno di
un grammo. Avevo ricoperto di vergogna me stesso e i D’Alambicco, romantici
sognatori col batticuore da generazioni.
Distrutto dentro, non mi limitai a spezzare tutti i falsi
amori che avevo sparso in giro, ma feci ammenda auto-esiliandomi, lasciandomi
dietro quella vita ricca e illustre, ma trascorsa fermo a guardare da una
gabbia dorata. Nessuno ad Heartburg se ne dispiacque: non avevo fatto mai
granché per farli affezionare, e dopo aver combinato quel poco, furono contenti
di liberarsi di me.
Andandomene però, non ero triste, ma fiducioso. Perché ora
sapevo come ricominciare da capo.
L’amore, la rabbia, la gioia, la tristezza, l’invidia… Hanno
senso solo se c’è dietro qualcosa, così come il mio laboratorio ha senso per me
per tutto il tempo che vi ho trascorso.
Sono i momenti che scatenano le emozioni, ed è grazie a loro
che hanno un senso.
Momenti che puoi vivere da solo, come condividere con chi ti
sta attorno. Momenti ripensando ai quali rievocherai in te ciò che provasti, e
che grazie ai quali potrai dire di aver meritato ciò che tu hai ottenuto.
Perché questo non vale solo per l’amore o per le altre emozioni.
Qualunque obiettivo l’uomo si ponga deve essere pronto a
gettarvisi dentro con tutte le sue forze, ed essere disposto ad accettare senza
paura tutto ciò che ne verrà, fallimento come successo, gioia come dolore,
soddisfazione come angoscia.
Ora vivo in una casa che non è grande quanto un salone di
questa. Ma ho una moglie e un figlio. Chissà se vivrò abbastanza da vedere
qualche nipote…
Ancora si racconta che sarei “caduto in disgrazia”…
Ma adesso l’amore, la casa, quello che ho e quello che sento
dentro in questo momento, sono sicuro di essermeli guadagnati con le mie forze,
non imbottigliando, ma condividendo.
Ripensa bene a queste parole, te che leggi, apprestandoti ad
accedere alle mie conoscenze alchemiche.
E domandati se ciò che cerchi non possa essere altrove, o già
dentro di te.
Ti auguro di conquistare tutto ciò che desideri.
Oliver
Lorenzus Valentino Erasmo D’Alambicco
Le sue dita si strinsero,
stropicciando la carta in un abbraccio.
“Hai capito ora?”
“Quello che cerco… non me
lo darà nessuna pozione al mondo!” riuscì ad articolare tra un singhiozzo e
l’altro, mentre scostava la lettera per impedire alle lacrime di caderci sopra.
“Devo essere io… Devo
vivere io!”
Senza paura. Senza
arrendersi. Senza disperare. Senza sottovalutarsi.
E nascose il viso per
piangere quanto volesse (e non disturbare l’altro).
Ma Gazille invece lo
guarda soddisfatto del bel lavoro.
<< Forse ora sarai meno rompiscatole…
>>
Tornò a guardare verso la
breccia sopra di lui.
Natsu e Lily erano
affacciati e sorridevano sornioni.
Il suo piccolo compare in
pantaloncini gli mostrò il pollice in su.
Gazille rispose, mentre
tutti gli altri, amici e non più nemici, si affacciavano su di loro.
<< Ciò che ho ottenuto io e ciò che hai
ottenuto tu: non siamo messi poi così male noi due! >>
Gli diede una pacca bella
forte e lo tirò su.
Qualche nuvoletta sospinta
da un po’ di vento si era portata via un po’ di luce, ma aveva anche
rinfrescato l’atmosfera, già molto migliore di quando erano entrati.
All’esterno della villa di
Oliver, sul brecciolato giusto di fronte gli scalini dell’ingresso principale,
i nove Fairy Tail e i cinque cacciatori di pozioni si fronteggiavano, schierati
in fila gli uni davanti gli altri.
Oberon, Henry, Lionel,
Evelyn (con una benda sugli occhi) e Sybille.
Gli sguardi tra i due
gruppi erano intensi, l’aria satura d’attesa e tensione.
Poi Oberon, aggiustatisi
gli occhiali, si rivolse imperioso ai suoi: “Pronti?”
“Si!”
“Allora…”
I cinque, all’unisono si
sedettero sulle ginocchia, inchinandosi profondamente con la testa e le mani
sul terreno!
“SIAMO IMMENSAMENTE DISPIACIUTI!”
Levi si grattò dietro la
nuca. Gazille, a braccia incrociate scosse il capo.
Happy e Natsu invece
ridacchiavano, senza scherno però.
“Suvvia, non ce n’è
bisogno.” cercò di tranquillizzarli Gray.
“Invece si!” –fece Oberon
alzando gli occhi- “Ci siamo combattuti quando avremmo potuto essere amici fin
dall’inizio. E per cosa poi? Per delle sciocchezze…”
Lionel si rialzò parimenti: “Sciocchezze che però voi avete pure risolto!
Quindi, suggerisco un nuovo inchino di ringraziamento!”
Approvata la mozione
all’unanimità, i cinque si inchinarono di nuovo: “GRAZIE MOLTE!”
Oberon fu il primo a
rialzarsi: “Direi che siamo stati anche troppo fortunati.”
“G-già! Non oso pensare se
avessimo incontrato tipi più agguerriti, e non voglio farlo!” aggiunse Henry
mangiandosi le unghie.
Gray si sgranchì il collo:
“Beh, se ci tenete tanto…”
“Ci perdonate? A me
piacerebbe… un pochino.” chiese Sybille.
Natsu per tutta risposta diede al loro capo
una spintarella amichevole: “Ma andiamo! Certo che si! Io l’avevo capito sin da
subito che in fondo eravate dei bravi ragazzi!”
I cinque arrossirono tutti!
“Oh, grazie…” fecero in
coro!
“Sentite…” –fece invece Evelyn
alzando la manina- “Posso togliermi questa cosa ora?”
Evelyn infatti era stata
debitamente bendata con un fazzoletto scuro per impedirle di vedere chi non
doveva vedere.
“Te lo abbiamo già
spiegato Evelyn.” –disse Oberon- “Se guardi Gazille finisce che te ne innamori
anche tu.”
“Ma io sono curiosa! Sono l’unica che non l’ha ancora visto uffa!”
Lionel la rassicurò: “Oh, non ti perdi niente mia cara.”
“Ehi!” protestò Gazille,
mentre Natsu e Oberon gli facevano segno di lasciar correre. Invece Lucy e
Wendy accorsero a confermare che ai loro era bello come e più del solito!
“Mi raccomando Lionel,
visto che ti sei offerto di farmi da guida mentre ho questa cosa sugli occhi
sarà bene per te che non mi mandi a sbattere da qualche parte o che non mi fai
finire in qualche fosso, non voglio mica rompermi un tacco!”
Lionel fece il gesto dell’attenti e le prese la mano: “Non temere, Evelyn!”
“Ehi, sciò con quelle
mani! Chissà che roba unta hai mangiato!”
“Sigh… Ma tranquilla, da oggi mangerò solo quando avrò fame sul serio!”
“Cioè sempre?”
“No, intendevo che non mangerò più quando sono sconvolto… Ormai non ne ho più
bisogno, e non ho più bisogno nemmeno di una stupida dieta!”
“Falla, ciccio, altrimenti
nessuna ti si filerà.”
“SIGH!”
Natsu si rivolse
all’orecchio di Oberon: “Ha qualche speranza?”
“Io sono il tipo che non
mette limiti alla forza dell’amore!” rispose il quattrocchi, con un sorrisone e
un pollice all’insù.
<< Che faccia buffa che ha ora… >>
pensò il rosa storcendo un labbro.
Il piccoletto si sentì
bussare sull’altra spalla e voltandosi vide Levi, la tipa coi capelli azzurri;
che bello rivederla in circostanze migliori di quell’inseguimento.
“Senti, Oberon, posso
farti una domanda? Tu sai parecchio dell’Incanto Cupidus, giusto?”
“Abbastanza…”
“Beh, sapresti dirmi allora perché io…”
FIIIIUU-FI!
Gazille aveva richiamato
l’attenzione di tutti con un forte fischio da pastore. Evelyn, momentaneamente
cieca, si voltò nella direzione sbagliata, così Lionel provvide a raddrizzarla
verso il dragone.
“Desolato di interrompere
il bel momento, ma ora che finalmente abbiamo smesso di suonarcele, vi
spiacerebbe se ci occupassimo anche del mio problema?”
Era il minimo visto che
lui e i suoi si erano occupati dei loro!
“Senz’altro!” -fece Oberon
risoluto!- “Tira fuori la pozione del nonno e vediamo di capirci qualcosa.”
“Bene! Così finalmente mi
libererò di voi!”
Il suo sorriso sprezzante
ferì le sue povere fan che non risparmiarono gli occhioni lacrimosi!
Gazille tirò fuori il
tubo, e raccoltone il contenuto, tre fogli arrotolati e bloccati da un sigillo
di ceralacca con sopra un cuore, lo affidò alle mani di Levi.
“Dammi buone notizie.”
Levi gli sorrise: “Lascia
fare a me!”
Con l’assistenza di Oberon
e Charle, Levi, seduta sugli scalini dell’ingresso e usando il pianerottolo
davanti la porta come base, si mise subito al lavoro, mentre gli altri aspettavano
pazientemente, chi facendo due chiacchiere per conoscersi ancora meglio…
“Fighissimo! Se gli
stringo la mano vibro tutto anch’io!” gridò Natsu sbalordito.
“Questo è niente! Quando
ho paura vibro il doppio!” si vantò Henry!
“Posso farti paura?”
“No, grazie, sto cercando
di smettere…”
“Capisco…”
Natsu allora adocchiò
Sybille, che nell’attesa si era rimessa a leggere.
“BU!”
“……” Sybille voltò pagina.
“Non si è spaventata
minimamente… Allora è vero che non ha emozioni!”
“Urca!” fece Happy
imitando la sua bocca aperta!
“Natsu! Piantala di molestare i nostri ex-avversari con le tue cretinate!” lo
redarguì Gray.
“Lionel, ora che è tornata
la calma ti presento Lucy e Wendy!” fece Evelyn indicando invece un vaso da
fiori prima di essere raddrizzata dallo stesso cicciotto in giacchetta.
“Incantato!”
“Sono state loro a farmi
capire che… che… Ehm, qual’era la mia lezione? Suggerimento?”
Lucy si batté il palmo sulla fronte!
“Non dirmi che te ne sei scordata!”
“No no no! La ricordo! Era
incoraggiante… Qualcosa sui lati positivi, e del tipo un uomo che sa un sacco
di cose su di me… Sigh! Piuttosto Lionel quando cominci anche tu a cercare
qualcuna che sa un sacco di cose su di te?”
Lionel fece un respiro profondo: “A questo proposito…”
Le Fairy Tail gli fecero
dei gesti d’incoraggiamento!
“C’è una cosa di me che
vorrei sapessi… su di te. Cioè, che penso su di te… e me… e…”
“… Eh?”
Lionel vedendo che non aveva capito tirò il freno a mano: “NIENTE!”
Lucy e Wendy guardarono il
tizio con sufficienza, il quale non poté far altro che bisbigliare: “Scusate,
mi sono bloccato!”
“Ti piaaaaaaaaace!”
“Chiudi il becco, piccolo sbafone!”
Evelyn gli mollò uno
scozzetto dietro il collo taurino: “Non trattare male Happy!”
“SIGH!”
Chi infine camminando
avanti e indietro.
Quest’ultimo non era altri che Gazille. Lily, sedutosi anche lui su uno dei
gradini più bassi, lo incoraggiò invano a rilassarsi, ma sebbene avesse
sostenuto un combattimento furioso, al pensiero che mancasse poco alla fine di
quel supplizio aveva ritrovato mille energie.
“Tienili spianati.” chiese
la decifratrice al biondo secchione, che provvedeva a far sì che i fogli non si
arrotolassero mentre Levi ripeteva la procedura delle quattro gocce
d’inchiostro ai loro quattro angoli.
“Fatto!”
“Ghi hi!”
Con un gesto d’esultanza,
Gazille fu proprio il primo ad avvicinarsi, seguito poi da tutti gli altri.
“Beh, tutto è bene quel
che finisce bene.” disse Henry asciugandosi la fronte, già bagnata per
l’emozione.
“Aye!”
“Fatemi vedere, dai!”
“Henry, tu vacci piano con
la suspance!”
“Allora?”
“… Niente…”
“… Come niente?!”
Levi non poté far altro
che guardarlo negli occhi mentre gli dava quella grande delusione: “Mi
dispiace… Questo non è l’Incanto Cupidus…”
“Eh?”
“Eeeh?”
“EEEEH?!
L’ultimo “EEEH?!” era
stato del povero drago metallico: “Ma… ma non è possibile! Guarda: sul sigillo
c’è un cuore! Dev’essere per forza l’Incanto Cupidus!”
“No, ti sei sbagliato!” –rispose subito la ragazza, affrettandosi a spiegargli prendendo
il sigillo spezzato e ricomponendolo- “Questo qui non è un cuore…”
Gazille lo aveva guardato
al contrario, e Levi rese chiaramente visibile una specie di piccolo dal lato
opposto rispetto alla punta del presunto cuore: “È il simbolo delle picche
nelle carte da gioco…”
I presenti si guardarono
gli uni gli altri con gli occhi fuori dalle orbite.
Oberon poggiò una mano
sulla testa, appiattita dalla sua buffa acconciatura: “Ma… Che centrano le
carte da gioco ora? Mio nonno non si occupava di emozioni?”
“Infatti questa è per
impedire al volto di mostrarle: è la formula della pozione della perfetta
<< Faccia da poker >>…”
“………………”
Il vento si fece immancabilmente
sentire…
“Cioè… fammi capire… Io e
Gazille ce le siamo date di santa ragione avanti e indietro, sopra e sotto… Per
ritrovarci con la formula sbagliata?!”
“Aye!”
Gazille nascose la faccia
tra le mani e se la tirò: “Porca miseriaccia…”
“Beh…” –mormorò Oberon
portandosi una mano sul mento- “Dopotutto per un incantesimo complesso come l’Incanto
Cupidus erano strani così pochi fogli…”
“GRRR! E LO DICI ADESSO?!”
Oberon sobbalzò: “Ehi! E chi li ha visti prima che tu li tirassi fuori per
decifrarli?!”
Levi provò a mettergli una
mano sulla spalla: “Mi dispiace Gazi…”
Prima di finire la frase venne subito spinta via da Lucy e Wendy: “Anche a me
dispiace, Gazille!”
“Si, si! Anche a me dispiace, Gazille!”
Invece, nelle loro
testoline…
<< EVVIVA! NON TI LIBERERAI TANTO FACILMENTE DI
NOI, DRAGONCELLO AMOROSO! >>
“Sigh! Proprio di voi
avevo bisogno, grazie!” brontolò cercando allentare la loro presa come fossero
un paio di maniche troppo strette intorno le braccia!
Tutto quello sfondare e
bucare… Per niente! Era oltremodo demoralizzante. Non solo per lui, ma anche
per Oberon, che aveva fatto il pazzo per una pozione che non avrebbe mai
utilizzato: non era portato per il gioco d’azzardo!
“Beh, così scoprimmo l’interesse
del nonno per le carte…” provò a buttarla in battuta.
Del resto, tra i semi
c’erano anche i cuori…
Oberon si avvicinò cauto a
Gazille, consigliato dalla nuvoletta nera che gli usciva dalle orecchie a
parlargli con le dovute cautele: “Su col morale, Gazille, che vuoi che sia? Ti
ricordo che il laboratorio è ancora lassù, e noi sappiamo come arrivarci, no?”
Gazille scosse il capo e
ritrovò il buon umore insieme a tutti gli altri: “Hai ragione! Che me la prendo
a fare? L’Incanto Cupidus sarà comunque lì da qualche parte.”
E ora non c’era più
nessuno a frapporsi tra lui e la sua libertà!
Oberon sorrise e batté le
mani, cercando di risollevare lo spirito dei presenti: “Bene! Allora saliamo
tutti su e andiamo a cercarlo!”
“TROVATO!”
Oberon si girò, quando
Gray e Natsu l’avevano già fatto e si erano già messi le mani tra i capelli…
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!”
Poi si girò anche Gazille…
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!”
“?!?!?”
Un suono cupo di tamburi
sarebbe stato perfetto per quell’occasione…
Nel cielo rannuvolato, alcune
figure si stagliavano all’inizio del giardino, appena al di qua dell’arrugginito
cancello d’ingresso…
E tra queste, spiccava, condottiera, una coi capelli rossi e la scintillante
armatura.
ERZA SCARLET!
E con Mira, Bisca e Cana
al seguito!
Lucy e Wendy si
abbracciarono: “Oh, no! La concorrenza! Ci hanno beccato!”
Oberon si pulì gli
occhiali e tornò a guardare: “Ehm… e quelle chi sono? Vostre amiche?”
“SONO IL MIO PEGGIORE
INCUBOOOOOOOOO!” rispose il dragone, sentendosi accapponare le scaglie!
Il tuo peggior incubo che
ti ha raggiunto ad esser precisi, caro il mio Gazille! XD
Il titolo del capitolo
sembrava rassicurante, vero? E invece... Eccole qua! Il magnifico ritorno in
scena delle Gazille’s Angels!
Qualcuno di voi si stava
chiedendo dove fossero finite ed eccole qui! Qualcun altro invece suppongo se
ne fosse dimenticato dopo così tanto tempo e così tanti capitoli… Meglio così,
l’effetto sorpresa sarà stato anche migliore!
Oh, disperato Gazille!
Proprio quando tutto sembrava risolto, quando la via per l’Incanto Cupidus e i
suoi misteri si era ormai sgomberata, ecco che giungono dalle retrovie quattro
pericolosissime furie affamate…
Di cosa? Di lui
ovviamente!
La vera resa dei conti
arriva solo adesso!
Spero vi sia piaciuta
anche però la sincera lettera di Oberon, che guardacaso sembra scritta apposta
per il nipote, liberandolo dalla soggezione nei suoi confronti (anche lui si è
reso “indegno” dei D’Alambicco), e restituendogli la fede in sé stesso. Ditemi
un po’ che ne pensate! ^__^
Al prossimo capitolo! Commentate!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** Sfida finale! Parte prima: Gazille non più single? ***
sfida finale fairy tail
Ciao a tutti, cari
lettori! L’esame che segnerà le sorti di quest’estate si avvicina sempre di più
e le previsioni non sono rosee… Tuttavia, ho iniziato questa fic ben prima di
cominciare a prepararmi, ed è tempo che impieghi il resto delle mie energie per
portarla a conclusione! Preparatevi allora, perché i prossimi due capitoli
condurranno al finale, e non sarà certo una passeggiatina!
Con gente del calibro di
Erza e Mira non si scherza, ma quando si tratta di Gazille qualunque donna può
rivelarsi una tigre! Uno scontro tra titanesse è alle porte, tutto da seguire!
Ce la farà il nostro dragone ad uscirne? Buona lettura, commentate!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Alla fine tutto è bene
quel che finisce bene… Quando finisce però!
I Fairy Tail e i loro
nuovi amici si erano ormai già adagiati sugli allori sparsi sulla via in
discesa che conduce al lieto fine, quando, accompagnati da un calzante
peggioramento atmosferico, il fato lanciava contro di loro un nuovo strale.
A scoppio ritardato, o
ritardatario che dir si voglia, le quattro innamorate più pericolose del gilda
erano giunte, e ciascuna si portava dietro giorni di inseguimento in astinenza
da Gazille!
“Che succede? Perché avete
urlato?” –Evelyn, ancora costretta a giocare a mosca cieca, si girava confusa
reclamando spiegazioni- “È arrivato qualcuno?”
“Quelle sono le nostre
compagne che hanno visto Gazille subito dopo che l’Incanto Cupidus gli è caduto
in testa!” spiegò Levi alla platea ancora ignara.
Oberon annuì, guardandole con
preoccupazione: “Capisco… Quindi suppongo siano qui per…”
“VOI DUE!”
Erza a sorpresa anziché
Gazille aveva indicato i suoi due compagni di team che stavano letteralmente
sciogliendosi in sudore freddo!
Natsu e Gray tentarono di
fare gli gnorri!
“G-Gray secondo te che con
chi ce l’ha?”
“N-non ne ho idea…”
“NATSU E GRAY! VENITE
SUBITO QUI!” ruggì ancora la rossa, facendo segno loro di avvicinarsi puntando
vigorosamente l’indice davanti i suoi piedi
Gray allora pensò bene di
ripararsi dietro le spalle di Natsu e spingerlo avanti: “Erza! Che bella
sorpresa!”
Natsu scivolò via dalla sua presa e cominciò a spingere lui il compare: “Come
mai da queste parti? Fatto buon viaggio?”
Non finì di parlare che
l’altro mago aveva preso a tirarselo davanti! Era un tira e molla su chi doveva
fare da scudo umano a chi!
“Pensavate di fregarmi, eh?” disse con voce roca da giustiziere.
Natsu e Gray sorrisero più
che poterono: “A… A che ti riferisci?”
“Ve ne partite di fretta,
per una missione sulla quale non mi dite niente, lasciando il resto della gilda
a fare da carcerieri al povero Gazille, che guardacaso ritroviamo qui con voi!
Quando vi ho chiesto se sarebbe venuto anche lui mi avevate risposto di no!”
“N-non è come pensi! Lui è
qui perché…”
“L’avete sequestrato?”
“No! È venuto qui
spontaneamente!”
“Quindi andate con lui a
farvi le scampagnate senza dirmi nulla? A me, che lo adoro più di chiunque
altra?”
Gazille strabuzzò gli
occhi: << Scampagnate?!
>>
Visto che loro ad
avvicinarsi erano troppo lenti su quelle gambe mollicce da fifa, iniziò a
venire loro incontro; l’aria per quei due si fece ancora più pesante!
“Non so bene cosa sia
successo, ma in ogni caso quel giorno che pranzammo insieme da Lucy… Ve la stavate
ridendo dietro le mie spalle! Vergognatevi!”
“C-calmati!” fece Gray.
“Ma poi perché te la stai
prendendo solo con noi?! Prenditela anche con loro! Con Lucy appunto!”
“EH?!”
Happy cercò di aiutare il
suo migliore amico: “Aye! Non ti ha comprato i sali da bagno che le avevi
chiesto!”
“Poi farò i conti anche
con lei! Pugnalatrice alle spalle!”
“Ma perché mi avete messo
in mezzo?!?!?”
“In quanto a voi due…”
Natsu e Gray si
abbracciarono!
Erza abbassò la voce di un
altro tono: “MASSIMO DELLA PENA!”
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”
E con un unico uppercut li
fece volare via in aria entrambi (era Erza Scarlet dopotutto)!
Dopo essersi innalzati
oltre le cime degli alberi, scesero nuovamente giù a parabola discendente,
tornando al punto di partenza schiantati schiena all’aria, coi tipici occhi a
croce da ko.
“COSÌ DEBOLI?!?!?”
urlarono Henry e Lionel, con gli occhi da fuori, guardando scioccati i due
maghi ridotti a terra in forma di scamorze!
Oberon rimpianse di aver
perso la sua spada: “Ma quella Erza è così spaventosamente forte?”
Happy, a cui scendeva un grosso gocciolone, abbassò la testa: “In realtà anche
Gray e Natsu sono fortissimi… Ma in quanto a spavento, nessuno la batte!”
Henry e Lionel
continuavano a fissare i due che si fingevano ko per non averne ancora…
“Che squallore! Che
figura! Che roba!” sentenziò lo schizzato.
“E noi ci siamo fatti
battere da questi qui?” fece Lionel guardandoli dall’alto in basso.
“Beh, in realtà quei tre
hanno un rapporto un po’ strano…”
“Insomma! Qualcuno mi vuol
dire che sta succedendo?” starnazzò ancora Evelyn sbracciandosi!
Fu Sybille, con le sue
solite flemma e capacità di sintesi a spiegarle: “Siamo nei guai, pare.”
“Erza!” -chiamò Cana
Alberona- “Sei hai finito con le scemenze…”
Lasciata in sospeso la
frase, si incamminò, con le altre due che subito le vennero dietro.
Oberon ed Henry le
esaminarono una ad una…
Quella coi capelli castani
aveva un fisico stupendo, e stava bevendo a grossi sorsi da una borraccia dopo
aver staccato il tappo coi denti e averlo sputato per terra!
Quella coi capelli verdi
aveva un fisico meraviglioso, e faceva roteare in una mano sola un grosso
fucile di precisione come fosse una bacchetta!
Quella coi capelli bianchi
aveva un fisico incantevole, e un sorrisetto così dolce e innocente che era
impossibile non intenerirsi… Almeno quest’ultima sembrava meno battagliera
delle altre.
Se si aggiungevano Levi,
Lucy e Wendy, e l’autoritaria in armatura (bella anche lei), i due capirono
subito che, relativamente a donne, come gilda erano messi benissimo!
Le quattro nuove arrivate
si schierarono in fila davanti Gazille che rimase composto al proprio posto,
senza batter ciglio…
<< Che cavolo faccio ora? >>
Fu Cana a rompere il
ghiaccio: “Finalmente ti abbiamo trovato!”
Poi con un balzo Erza lo
strinse in un forte romantico abbraccio che fece schiumare di rabbia il 90% delle
ragazze presenti!
“ARGH!” reagì Gazille,
come se qualcuno lo stesse scuoiando!
“Oh, Gazille, ero così in
pena, ma sono riuscita a salvarti!”
“PERCHÉ PARLI AL SINGOLARE?!?!?” ruggirono Mira, Bisca e Cana!
“S-salvarmi?!”
“Certo! Dai tuoi…
sequestratori… ?”
Tra i quali figuravano
Natsu e Gray, ancora spalmati col sedere per aria, una donna col vestito rosso
e una benda sugli occhi che si girava in tutte le direzioni, e, più vicini a
lei in quel momento, un mingherlino con gli occhi vitrei che batteva i denti
come terrorizzato e un tipo con degli occhiali a fondo di bottiglia che, dopo
aver ricambiato il suo sguardo incerto per qualche secondo alzò la mano e le
rivolse un “Ciao” di circostanza…
<< Ma da chi si è fatto sequestrare?!
>>
Trattandosi di Gazille si
era aspettata di peggio!
“Non mi avevano
sequestrato! Mi avevano solo rinchiuso!”
“Appunto, tenuto lontano
da me, quindi per me eri “sequestrato”!”
“E poi lui se ne è
scappato da solo…” aggiunse Levi riguardo il “salvato”.
“Umpf! Ma chi è che l’ha
ritrovato?”
Si sentì tirare via per la
gorgiera dell’armatura! Le altre tre avevano unito le forze per scollarla e
farla cascare sedere a terra!
“Gazille! Amore mio!”
“Chi ti aveva rinchiuso
alla gilda? Fai il suo nome e lo impallino!”
“Mi devi una lettura della
mano, tesoruccio!”
“Oh, no, non cominciate!”
Inaspettatamente, tra lui
e le tre scalmanate si frapposero… altre due scalmanate!
Lucy e Wendy, con le
braccia allargate formavano come un cordone di sicurezza!
“Ha ragione, non
cominciate!” fece la piccoletta.
“State indietro!”
“Fiuuu… un po’ di sostegno
finalmente…”
“Non ti fidare…” lo ammonì
Lily…
“LUI È MIO!” urlarono le
due “sostenitrici” abbarbicandosi a lui come ormai ci si era abituato.
“Visto?”
“Bah!”
“Lionel, cosa aspetti?
Fammi un riassunto, no?” domandò impaziente la bendata.
“C’è un’adunata di
pollastre attraenti che si contendono Gazille!”
“Quanto attraenti?”
“Non tanto quanto te.”
“Oh, scommetto dici così a tutte quelle che incontri.”
<< E non funziona mai… Sigh! >>
Lucy e Wendy, malgrado
avessero di fronte il fior fiore femminile di Fairy Tail si presentavano a
testa alta e con decisione, decise ad esserne all’altezza!
“Non potete venire qui
come se niente fosse e gettarvi addosso a lui!” –fece la bionda- “Mentre voi
eravate ancora a passeggio noi qui lo aiutavamo sul serio, nella fattispecie lo
aiutavo io!”
“Io di più! Mentre eravamo
qui ho combattuto coraggiosamente per lui!”
“L’ho fatto anch’io!”
“A me però ha salvato la vita!” rilanciò Wendy.
“L’ha salvata anche a me
se è per questo!” pareggiò Lucy.
“Ehm, ragazze…” provò a
calmarle Levi.
“TU NON TI IMPICCIARE!”
<< Con le incupidite ragionare è impossibile,
come ho fatto a scordarmene? >>
Erza allarmata, e
spazientita, partì col terzo grado: “Di cosa parlate? Che c’è stato tra voi e
Gazille mentre eravate qui insieme?”
“Sputate il rospo!” le
“incoraggiò” anche Cana.
Wendy fece un passo
avanti: “Io… Io e lui…” –parve pensarci… poi si fece piccola piccola e rossa
rossa… “Lui è io siamo diventati molto… intimi…”
SDONG!
“………”
<< Ma che cavolo dice?!?!? >>
Erza guardò prima lui e
poi la piccola…
“Ehm, Gazille… Ti ho mai
fatto vedere il mio costume lolita gothic?”
Non poté rispondere con
veemenza come desiderava perché in quel momento Charle gli piombò addosso tra i
capelli prendendo a tirarli e a graffiarlo: “QUESTA VOLTA TI AMMAZZO SUL
SERIO!”
“MA CI CREDI PURE?!?!?”
No in realtà, ma sentire
simili cose da quella celeste boccuccia non poteva farle saltare i nervi, e
dopotutto il responsabile rimaneva lui!
“EHI!”
Fu Erza a salvarlo, anche se in modo alquanto brutale: afferrando Charle per la
coda e lanciandola via sugli scalini dell’ingresso: “Non ti permettere di
saltare addosso a Gazille in quel modo! Lascia che ti riaggiusti i capelli!”
Happy e Levi soccorsero
subito la piccola exsheed.
“Ehi! Erza ma cosa fai?
Potevi farle male!”
Si rendevano ora conto di a
quanto la follia di una incupidita per il suo amore fittizio potesse arrivare,
al punto da far del male senza un pensiero ai propri compagni.
Lucy scosse la testa: “Non
è successo niente tra lei e Gazille!”
Wendy chinò il capo: “Ok, è proprio così…”
“Tra me e lui invece si!
Mi ha chiesto la mano!”
“COSA?!?!”
“COOOOOOOOOOSA?!?!?!?!?”
Lucy incrociò le braccia:
“Precisamente! Quindi potete anche sloggiare!”
Happy volò alle sue
spalle: “Sei una bugiardona bugiarda che dice bugie!”
Con un sonoro e ben poco femminile pugno sulla zucca dall’alto in basso, Lucy
zittì l’assennato gatto parlante, spiaccicandolo a terra proprio accanto a Levi
e a Charle che si massaggiava la testolina.
Mira tirò fuori gli occhi
da cerbiatta affranta: “Gazille… come hai potuto?”
Cana strinse i pugni: “Non
è vero! Non ci credo!”
“E faresti bene…” disse Lily,
vendendo subito zittito da Lucy.
Bisca lanciò il cappello
per terra: “Accidenti! Questa è tutta colpa tua Erza!”
“Mia?!”
“Se ti fossi fermata a
chiedere indicazione come ti avevo detto avremmo fatto molto prima e tutto
questo non sarebbe successo!”
“È vero!” –anche Cana
puntò il suo indice- “Sei tu che hai insistito per guidarci e abbiamo
allungato! Chi ti ha nominato nostra guida, eh?”
“Forse il fatto che se non era per me nessuna di voi sarebbe qui adesso! Il
gruppo l’ho fondato io!”
“Ma sentitela il grande capo! E magari pensi anche di prenderti Gazille? Io
sono fuori!”
“Anch’io!”
“Gruppo sciolto!” finì Mira con un sorriso.
<< Le alleanza tra rivali in amore sono sempre
brevi… >> sentenziò Levi.
Gazille diede un colpetto
di tosse: “Ragazze! Vi prego!” –disse con voce accomodante, girando tra di loro
tranquillo, rivolgendo a ciascuna un sorriso finto- “Non litigate per me, non
ce n’è bisogno!”
“……”
“… PERCHÈ NON VI SOPPORTO
PIÙ! LO VOLETE CAPIRE O NO?”
Il tifone prodotto dalla
sua voce fece volteggiare le loro luccicanti chiome!
“Non è successo nulla né
con Lucy né con Wendy! Il motivo per cui loro sono qui era per aiutarmi, salvo
che poi sono diventate sceme come voi! E il motivo per cui io sono qui è
proprio per liberarmi di voi rompiscatole! L’unica cosa su cui avete fatto
centro è il fatto che mi avessero tappato in quella stanzetta al piano di sopra
per impedirvi di raggiungermi, e, sapete una cosa, non era poi tanto male come
idea! È tutto finto chiaro? Voi non mi amate, figuriamoci io! Ora, se veramente
come dite mi volete questo gran bene, statevene ferme e buone mentre io e il
tizio lì con gli occhiali da secchione…”
“Una descrizione meno
sprezzante no, eh? Bah!”
“… andiamo a cercare
l’incantesimo per il quale vi state comportando così tanto da deficienti! In
questo modo vi disinnamorerete e saremo tutti soli, ma felici e contenti,
specialmente IO!”
Non avendo quasi ripreso
fiato mentre chiariva le cose, lo faceva adesso, mentre tutte le ragazze lo
guardavano fisse e silenziose…
“…… Povero Gazille, deve
aver battuto la testa!”
“Non sa cosa sta dicendo!”
“Vuoi un sorso di tisana?” chiese Cana, mettendo mano a una borraccella di
sicuro tisana non conteneva…
Il morale di Gazille cascò
mille metri sotto terra.
Oberon sospirò: “È
inutile: le “incupidite” non si rendono conto di essere vittima di un
incantesimo, e per loro è impossibile credere che il loro grande amore sia finto
tanto ci tengono. Al massimo possono pensare che siano le altre ad essere state
vittima della pozione.”
“Ma certo che è vero! Il
mio è più vero di tutti!” fece Mira coprendosi le guance rosse.
Un po’ come Lucy e Wendy,
che erano state prese sul serio dall’idea di trovare l’Incanto Cupidus,
alleandosi per giunta, ma solo per cancellare l’incantesimo dell’altra e
levarsela di torno!
“Lucy, Wendy, meno male
che è rimasto con voi! Guardate come ce lo avete ridotto!” le rimproverò Erza!
“Non permetterò mai che
Gazille resti solo! Fuggi con me!” disse Bisca facendosi avanti, ma Cana le
sbarrò il passo e tra le due furono sguardi infuocati!
Oberon controllò la
sudorazione dell’impressionabile amico: era al livello “pioggia lieve”, si
metteva male!
CLAP! CLAP!
Mirajane battendo le mani
aveva richiamato tutta l’attenzione su di sé: “Ragazze insomma, Gazille ha
ragione è inutile litigare così, a vuoto. Risolviamo la questione una volta per
tutte, dai!” disse con dei modi stupendi.
“Una volta per tutte?”
“Beh, sarebbe ora in
effetti!”
Il quattrocchi e il
tremolante tirarono un sospiro di sollievo: meno male che c’era la tipa coi
capelli bianchi!
“Secondo te è libera? Che
faccio? Dopo ci provo?” fece Henry emozionato.
“Beh, perché no, sembra un
bel tipo.”
Mira aveva un sorrisetto
saccente e un dito alzato: “Il problema è chiaro, noi siamo in tante e Gazille
e uno solo, quindi l’unica soluzione è… litigare nel modo giusto.”
“Eh?”
SWAM!
Poi, da un momento
all’altro, la videro dotarsi di coda, costume provocante e artigli affilati…
“Eliminando la
concorrenza! L’ultima che resta in piedi lo avrà!” disse mostrando il
brevettato e decantato sorriso demoniaco!
<< MA DA DOVE SONO USCITE QUESTE?!?!?
>> pensarono allora i due, con la mandibola cascata!
“… Umpf!”
Erza si dotò della sua
armatura da battaglia e guardò Mira come era solita guardarla da bambine: “Come
ai vecchi tempi, eh?”
Natsu e Gray, avvertendo
qualcosa di cambiato nell’aria, si ridestarono!
Cana mise mano alle carte:
“Eh eh! Come abbiamo fatto a non pensarci subito? Ora che l’abbiamo trovato è
la cosa più logica!”
“Ma non vale! Io e Wendy
siamo già stanche!” protestò una delle due concorrenti spasimanti che aveva
sulle spalle recenti e faticosi scontri.
Con un brivido
d’eccitazione, la fiera Bisca innestò rumorosamente il caricatore e puntò:
“ALL’ATTACCOOOOOOO!”
“AL RIPAROOOOOOOOO!” urlò invece Natsu!
La battaglia per Gazille
aveva inizio!
Tutti si erano subito
gettati a terra! Ma da come lo scontro si era acceso ci si rese presto conto
che non sarebbe bastato così poco!
Tutti i non partecipanti,
incluso il premio in palio, indietreggiarono verso i gradini dell’ingresso
principale e sul patio. Il povero Henry si era semi-infartato per lo shock, per
fortuna Sybille se ne accorse e lo tirò via un attimo prima che una delle spade
volanti di Erza lo riducesse uno striminzito spiedino!
“Henry, svegliati! Ci
serve una barriera!” urlò la ninja tirandoselo dietro.
“S-si!” lo sballottio lo
aveva aiutato a riprendersi, inoltre non era il momento di essere il solito sé
ora che erano tutti in pericolo!
Quando tutti furono saliti
sul patio, Henry utilizzò subito lo “Stressor” sui gradini di marmo bianco: non
importava quanto fossero bassi, col suo strabiliante potere piegante potevano
deformarsi tanto da diventare un efficiente barriera!
“Aspettate!”
Henry fu costretto a ritardare
l’innalzamento per consentire a Lionel, che guidava la sua amata per una mano,
di capitombolare tra di loro!
Evelyn, al sicuro, ma
irritata dal malo modo in cui era stata trascinata, stufatasi, tolse la benda!
“Oh, finalmente! Così
capirò una volta per tutte che sta…”
Appena alzati gli occhi
oltre la difesa ammirò da vicino una terrificante esplosione nera dovuta a un
colpo di Mira Jane Satan Soul.
“AIUTO!” –fece
rannicchiandosi e nascondendosi la testa sotto le mani- “Donna molto bella in
pericolo! Soccorsi! Qualcuno faccia qualcosa!”
<< Sigh, e un ringraziamento? >>
Henry intanto veniva
premiato dagli altri compagni con delle pacche sulle spalle; il suo lavoro non
era finito però visto che c’era da tenerla su… Ogni volta che qualcuno provava
ad alzare un po’ la testa, ecco che pietre, frammenti di terreno o di vasi,
risultato delle continue esplosioni che picchiavano i loro timpani, o
addirittura colpi a tutti gli effetti, schizzavano veloci verso di loro!
In particolare, Bisca non risparmiava
munizioni, preferendo la potenza di fuoco alla precisione…
CRASHCRASHCRASHCRASH!
… A spese delle vetrate
della villa!
“NOOOOOO!” gridò disperato
Oberon tirandosi i capelli! Ogni tanto una raffica faceva piazza pulita di un
intera fila di vetri, e non c’erano nemmeno solo quelle! Anche tre spadoni di
Erza andarono a conficcarsi nel legno pregiato della porta d’ingresso, e le
carte di Cana ogni tanto facevano saltare per aria qualche fregio!
“Basta, vi prego! Così mi
distruggete la villa!” –strillò il proprietario alzandosi oltre il parapetto!-
“Ho ancora intenzione di farla ristrutturare!”
“STAI GIÚ!”
“O-O-Oberon! Ho paura! Di
questo passo… Ci restiamo secchi!” fece il tremebondo Henry.
“E non è una cosa
improbabile.” commentò Natsu che ben conosceva una delle contendenti.
In risposta i denti di
Henry presero a battere come una macchina da scrivere lanciata a tutta forza
dal campione dei dattilografi!
“Piantala! Se si
deconcentra addio barriera!” lo ammonì Sybille.
“Uaaaah! Sono troppo
nervoso per morire! Non ho nemmeno avuto ancora occasione di mettere in pratica
quello che ho imparato qui!”
Lionel si ritrovò ad
ascoltarlo e a pensare le stesse cose!
<< Accidenti! Nemmeno io ho fatto ancora
granché! >> pensò guardando Evelyn alla sua sinistra…
Guardò poi anche alla sua
destra, e c’era Oberon che agguantava Gazille per il bavero…
“Quelle se le danno per te! Fa qualcosa fintanto che ho ancora una villa da
ristrutturare! SIGH!”
Spaventato da un’altra
esplosione, Lionel si riappiattì alla parete di Henry.
<< Non ci lasceremo le penne sul serio, vero? Io
devo ancora… Devo… >>
Gazille, incurante di
Oberon che cercava di strangolarlo, tornò a guardare oltre la muraglia,
scoprendosi stupito di tanta rivalità. Tanta da sfociare nell’odio.
“Gazille!” -fece la voce
di Levi, che ebbe più effetto su di lui che tutta la forza delle mingherline
braccia di Oberon attorno al suo collo- “Devi fermarle! Si faranno male sul
serio così, e lì ci sono anche Lucy e Wendy che sono stremate.”
“……”
Charle, momentaneamente
dimenticata da tutti, eccetto che da Happy, sempre al suo fianco, guardava il
campo di battaglia con una morsa al cuore…
“Prova a parlarci! Se non
ascoltano te, chi allora?” disse Natsu che gli stava subito a sinistra.
“Tsk! Certo, mi hanno
davvero ascoltato prima! Quelle cocciute sentono solo ciò che vogliono
sentire!”
Lily si intromise,
facendosi voce della preoccupazione di tutti: “Beh, allora digli quello che
vogliono sentire, un modo ci sarà pure.”
Gazille aggiunse quelle
parole al suo riflettere.
“Sentito? Ascolta il tuo
amichetto nero e fa qualcosa!” –fece Oberon scuotendolo- “Ormai per il giardino
non c’è nulla da fare, ma voglio ricordarti che se quelle demoliscono la mia
villa demoliscono anche il laboratorio, e addio Incanto Cupidus!”
Un suono di vetri rotti e
pareti brutalizzate lo fece sussultare: “Fa qualcosa!”
A Gazille non restò altro da fare che spingerlo via a terra: “Zitto! Sto
pensando!”
“O-o-ok…”
Henry subito si girò verso
di lui: “Oberon! Non mettergli fretta, lo innervosisci!”
“……”
Levi e Lily si
avvicinarono sperando che dicesse qualcosa, ma dopo essersi spremuto un altro
po’ le meningi, riaprì gli occhi e con un balzo atletico superò la barriera!
“Ok, voi, basta, ferme!
Ferme!”
Malgrado il chiasso e
l’adrenalina, le sei contendenti si bloccarono tutte, senza che neanche lui
alzasse troppo la voce. Nessuna di loro si era ancora fatta male per fortuna.
“Statemi tutte a sentire!”
Mira gli planò vicino: “Che succede, Gazille?”
“Succede che ne ho le
tasche troppo piene! Mi arrendo!”
Lily inarcò un
sopracciglio: “Ma che sta dicendo?”
“Volete me? Ebbene, mi
avrete! O meglio, una di voi mi avrà!”
“V-vuoi dire che…”
“Esatto! Che sceglierò una
di voi come mia ragazza!”
SDONG!
Gray e Natsu urlarono:
“DAVVEROOOO?!?!?”
“Questa non me
l’aspettavo…” –fece Sybille- “Com’è che si dice per mostrare sorpresa? <<
Wow >>?”
“Non ti alzare, altrimenti
lo vedrai!”
“P-per chi mi hai preso?” fece Evelyn, arrossendo perché, non fosse stato per
il cicciotto, d’istinto stava alzandosi incuriosita da quel colpo di scena.
Il cuore delle spasimanti
saltò in gola, fece una capriola e tornando giù prese a sparare coriandoli!
“Finalmente! Il forte e
solitario dragone si è deciso ad consegnare le chiavi del suo cuore a una dolce
fanciulla!” esclamò Lucy con le mani giunte e gli occhietti a cuoricino.
“Sono io quella che fa per
te!”
“Scegli me!”
“No, me!”
“ALT!”
Il coro degli “Scegli me”
venne prontamente messo a tacere: “Mi metterò con una di voi, ma a due
condizioni!”
“Cioè?”
“Ho intenzione di
lanciarvi una sfida, e la vincitrice sarà colei che diverrà la mia ragazza.”
“E di che sfida si tratta?”
“Ghi hi hi hi… Un
combattimento contro di ME!”
?!?!?!?!?
“Esatto! Vi sfido a
sconfiggermi! Quella di voi che mi metterà al tappeto avrà dimostrato di essere
chiaramente più che degna di stare con me. È anche giusto, non vi pare?”
“Beh, in effetti…”
Happy aveva le orbite da
fuori: “M-ma-ma è matto?! Lui ha combattuto contro Oberon, e avrà di fronte
Erza e Mirajane!”
Come se i nomi delle
avversarie non fossero già abbastanza pesanti, loro due, come anche Bisca e
Cana, erano completamente fresche e piene d’energie.
Gray batté il pugno: “Ma
insomma! Che razza di idea sarebbe? Non è che vuole semplicemente approfittarne
per battersi con nemici forti?”
“Questa è la prima
condizione.” –continuò Gazille, scadendo bene le parole- “La seconda è che sarà
così solo se tutte le altre sono pronte ad accettare il risultato della sfida
come ultimo e definitivo! Niente recriminazioni, niente lamentele, niente!”
Avrebbero dovuto accettare
il risultato, qualunque fosse stato, e rassegnarsi per sempre a vedere Gazille
con un’altra in caso di sconfitta.
“Se non vi sta bene,
potete restare a scannarvi quanto volete, nessuna di voi sarà mai la mia
ragazza! Inteso? O questo, o nessuna di voi! Ne ora, né mai!”
“……”
“Cosa avete da dire?”
Dopo un po’ di silenzio,
Erza alzò la spada: “Gazille’s Angels, a me!”
“Il gruppo si è sciolto…”
“Fa niente! Tutte a consulto! Pure Lucy e Wendy!”
Le sei ragazze si
disposero in un cerchio strettissimo e presero a bisbigliare.
Lily si sollevò su uno dei
parapetti del patio: “Gazille, hai un piano non è vero?”
“Certo che c’e l’ho!”
“Allora ti darò una mano!”
Lily saltò giù nel giardino, atterrando su due muscolosissime gambe, ma, a sorpresa,
Gazille gli fece segno di tornare indietro.
“No, Lily, non voglio
aiuti. Tu poi stanco come sei non dureresti due minuti. Lasciate fare a me: se
vogliono menare le mani per me lo faranno contro di me. Sono io che devo
mettere fine a questa storia.”
Anche se avrebbe potuto
significare ritrovarsi a guardare i tramonti con Lucy, bere drink esotici in
spiaggia con Cana o duettare con Mira per il resto della vita!
Levi protestò: “Ma…”
“Ok!” –tagliò corto Natsu- “Voglio proprio vedere che hai in mente!”
“Ghi hi hi!”
Fu Erza a farsi portavoce: “Accettiamo!”
“Bene! Allora è deciso! Mi
metterò con la prima ragazza che mi manderà al tappeto!”
Evelyn, malgrado dovesse
restar nascosta, aveva sentito tutto: “Mhmm… Lionel, e se organizzassi un
torneo di boxe mettendo in palio la mia mano? Solo qualcuno che mi adora rischierebbe
tante botte per me.”
“Io parteciperei
senz’altro!”
“Tu? Ih ih ih, oh, beh, tutto può accadere!”
“Sigh!” non lo aveva preso minimamente sul serio!
Oberon storse il naso e si
rivolse agli altri Fairy Tail: “Sa quello che fa?”
“Forse…” disse Gray.
“Ma anche se non lo sa,
con quello sguardo che ha sono sicuro che questa volta sistemerà la faccenda!”
fece Natsu stringendo il pugno, riempiendo tutti d’ottimismo.
Lionel sospirò: << Come faccio a farmi venire anch’io “quello
sguardo”? … Quale sguardo poi? >>
L’unica che non sembrava
condividere quell’eccitazione generale era Levi, che pareva preoccupata, o
quantomeno rattristata: “Oh, Gazille, ma che mi combini?”
Le sei indietreggiarono,
disponendosi in un largo semicerchio, mentre Gazille, davanti a loro le
guardava provocatorio! Mentre si sgranchiva i muscoli si sentiva rinvigorito e
di nuovo pronto!
“Molto bene! Il dragon
slayer di metallo è qui per voi bambole!”
E richiamando a sé le
forze, ruggendo tra le zanne serrate, trasformò tutta la pelle del corpo in
scaglie grigie.
“Avanti, prima le signore!
Fatevi sotto! Anche tutte insieme!”
“……”
Dapprima l’unica reazione fu quella del vento…
Poi…
Bisca si riequipaggiò del
suo miglior pezzo: un mitra tanto grande che doveva reggerlo con entrambe le
mani, con tre grandi canne rotanti di grosso calibro! Più che un mitra sembrava
un cannone!
Cana si circondò di una
mistica luce che cambiava continuamente tonalità dal verde al blu, disegnandole
affascinanti ombre sul viso, mentre tutte le sue carte, come vive, svolazzavano
tutte intorno a lei, in complicate e inquietanti evoluzioni.
Mira aprì entrambi i palmi
delle mani artigliate, creando in ciascuno uno dei suoi distruttivi globi neri.
Erza si riequipaggiò anche
lei di gran classe… con l’Armatura del Purgatorio!
Wendy venne raggiunta da
Charle che le saltò in testa.
“Charle?”
“Non approvo che tu combatta per quel tipo... ma se combattendo per lui devi
combatterci contro è un’altra cosa! Inoltre è mio dovere proteggerti, sempre in
ogni caso!”
“Grazie!”
<< Ogni volta c’è da darle a Gazille si fa
avanti… >> notò Lily la coincidenza.
“Unite e pronte a
combattere!” alzarono il pugno le due.
Lucy tirò fuori la sua
migliore chiave!
“Leo, sai cosa fare!”
<< Ih ih, così non spreco energie battendomi
direttamente: lascerò che ci pensi lui e al massimo interverrò col colpo di
grazia! >>
Più o meno la tattica che
aveva adottato nella battaglia di poco prima: nascondersi, lasciar fare e
approfittare! Non era eroico, ma aveva la scusante stanchezza!
Leo non era per nulla
entusiasta: “Si, so cosa fare… Se ti rende felice, pesterò quel bastardo
cosicché possiate mettervi insieme… Perlomeno pestandolo mi si rialzerà il
morale almeno un po’! Grrr!”
Artiglieria, carte, armature,
diavolesse, draghette, gattine, spiriti stellari…
Davanti un simile
spiegamento di forze rosa, il grigio uomo di metallo sentì sbiadire la sua
spocchia…
“… Forse ho esagerato…”
“TUTTE ADDOSSO ALL’UOMO
CHE AMIAMO!”
Un controsenso? Ma d’altro
canto, per conquistare un uomo l’importante è fare… colpo!
Inaspettato! Gazille spera
di giocarsi la libertà in un’appassionante sfida finale; ma forse il nostro suo
malgrado eroe ha fatto male i suoi conti… Purtroppo, per impedire peggiori
conseguenze alle sue amiche non poteva restar fermo a guardare. Si salverà? O
sconfitto dovrà consegnare i polsi alle manette di una delle innamoratissime
sfidanti?
Ma la domanda che molti di
voi si pongono è un’altra… La villa del povero Oberon resterà in piedi per
essere ristrutturata e raccontare tutto questo? XD
Occhio cari lettori: il seguito di questo capitolo è già stato scritto! Infatti
è stato concepito inizialmente come unito al prossimo. In sintesi, non dovrete
aspettare molto per il continuo! A prestissimo, e non scordate i commenti! ^__^
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** Sfida finale! Parte seconda: Vincitori ***
sfida finale 2 fairy tail
Ehilà a tutti! Come
preannunciato, ecco qui la seconda parte, se vogliamo, del capitolo precedente!
La mossa di Gazille è parsa, a parere dei lettori, azzardata… diciamo pure
suicida và! XD
Però ammettetelo, un incontro simile non ve lo perdereste! Con questa fic mi
sto proprio abituando a scrivere di mazzate! Ma oltre a quelle qui ci sarà
molto altro!
Un’appassionante scontro
ricco di colpi di scena, dentro e anche fuori di esso! E alla fine… la
questione Gazille avrà finalmente termine?
Sotto con la lettura!
Spero vi piaccia! ^__^
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Le partecipanti alla sfida
non concessero la gentilezza di indossare il guanto di velluto, troppo gasate
dal premio e incuranti del resto, e chi ne restava fuori, tra esplosioni, onde
d’urto e colpi vaganti, era costretto a mettersi al riparo esattamente come
prima! Almeno adesso a rischiare di farsi male sul serio era uno solo…
Gazille venne subito
attaccato da Loki, ma si limitò a schivare i suoi Pugni di Regolo. Poi
quest’ultimo si ritirò spontaneamente quando vide, alle spalle di Gazille,
sopraggiungere la brutale potenza di Erza! Il dragon slayer evitò per un soffio
l’enorme clava di ferro in dotazione all’Armatura del Purgatorio e rispose
subito trasformando in spade le sue braccia.
Erza e Gazille presero a
scambiarsi colpi furiosi; per la grandezza e la portata delle loro armi nessuno
osava intromettersi. Alla fine l’ultimo colpo fu di Erza, che fece cascare la
sua enorme arma su Gazille come su un moscerino da schiacciare! Gazille tentò
di pararsi ponendo entrambe le spade sopra la testa a mò di scudo, ma la
potenza del colpo era tale che l’urto scavò sotto i suoi piedi una piccola
voragine con lui al centro!
“ARGH!”
Non bastasse ciò, qualcosa
di robusto ma sinuoso si avvinghiò intorno al suo collo e lo trascinò via
(almeno sottraendolo a un nuovo attacco della rossa)! Dopo essere stato tirato
da quel cappio per diversi metri, Mira gli comparì davanti e capì che l’aveva
avvolto con la sua coda. Continuando a tenerlo in quel modo, e pregustando la
vittoria, la diavolessa fece crepitare nella mano destra uno dei suoi globi
neri; Gazille a quel punto fu costretto a reagire nella misura più drastica.
Approfittando della poca
distanza, le sparò un soffio di drago dritto in faccia!
Riuscì così a liberarsi,
ma Mira, dopo essere stata scagliata contro una delle fontane del giardino,
stava già rialzandosi e dispiegando le ali.
Gazille provò a guardarsi
intorno per eventuali nuovi attacchi, ma questo arrivò troppo rapido per fare
alcunché! Centinaia di carte colorate vorticavano intorno a lui davanti i suoi
occhi, disorientandolo e abbagliandolo.
“Ma che diavolo… ?!”
Con Gazille che ancora si
affannava a cercare di vedere attraverso quel fastidioso e frusciante nugolo,
Cana, con tutta calma, a qualche metro di distanza, poté colpirlo in pieno con
la magia della carta della Forza: un pugno animato che scagliò Gazille verso
l’ingresso della magione.
CRASH!
Avvertito l’urto, Oberon e
gli altri si sollevarono oltre il ciglio della barriera e lo videro tutto
ansante e contuso: “Sei assolutamente sicuro di sapere ciò che fai?”
“A saperlo si… Anf… Solo
ho fatto un piccolo errore di calcolo ad affrontarle tutte insieme… Ma Levi
dove… !!!”
Si accorse di essere
spalle al muro con un arma puntata contro! Bisca, dopo aver buttato a terra
Cana con uno spintone per impedirle di proseguire con lui, era schierata a una
decina di metri di distanza come un plotone d’esecuzione davanti il
prigioniero!
Gazille saltò via e la
raffica partì, mettendo a dura prova la resistenza della protezione di gradini
piegati di Henry e quella del mago stesso, senza poi contare i proiettili
vaganti che lasciarono altri fori belli grossi nella un tempo sfarzosa
facciata!
Il biondo alchimista
guardò sconsolato i danni aumentare sempre di più: “SIGH! Questo non risolve un
bel niente! Buaaaaah!” frignò lui, sui cocci di vetro, stucco e ceramica sparsi
su tutto il patio!
Henry appoggiò entrambe le
mani sulla barriera che stava erigendo, come se il suo potere magico non
bastasse a tenerla su.
“Urgh… Non vorrei
preoccuparvi… Ma non so per quanto ancora…”
“È ancora alta la possibilità che ci lasciamo le penne?” chiese Sybille a Natsu
con nonchalance, cercando di “motivare” un po’ il suo compagno…
“Beh…”
Henry si tirò subito su: “Non dite così! Cattivi! Ho ancora tante cose da
fare!”
Oberon si unì a lui: “Anch’io! Sigh!”
“…… E anch’io.” si disse allora
Lionel, che gattonando tornò dalla rossa.
“Evelyn!”
Sentitasi chiamata sollevò
una delle mani che si era messa in testa, sbirciando così il faccione ansante
del suo elegante compagnotto: “Evelyn, devo parlarti!”
“Lionel, questo non è né il momento né il luogo!”
“Ascoltami, è importante!”
“Lionel! Ma ti rendi conto
che potremmo finire polverizzati da un momento all’altro? Sempre che la villa
non ci cada addosso prima!”
Spazientito, si giocò la carta del vero uomo: “LO SO! PER QUESTO DEVO PARLARTI!
QUINDI, DISTOGLI L’ATTENZIONE DA TE UN MOMENTO E STAMMI A SENTIRE!”
“………”
Evelyn lo agguantò per il
collo cicciotto e prese comprimerlo come un cornetto dal quale si vuol far
schizzar fuori tutta la crema!
“GRRRRRR!”
“Scusascusascusa… Perfavore, ascoltami un
attimo…” disse col filo di voce che gli concedeva.
“Umpf!”
Evelyn lo lasciò e
incrociò le braccia, in segno di sdegno. Ma Lionel, fregandosene dello sdegno,
sciolse quel nodo e prese una delle sue manine tra le sue paffute manone.
“Evelyn… Tu mi piaci
moltissimo!”
Vi fu in quel momento una grossa esplosione, ma Evelyn non la sentì. Prendeva
fiato, ma poi richiudeva la bocca, con l’aria imbarazzata di chi non vorrebbe
far star male qualcuno, ma è prontissima a farlo.
“Oh, cielo, dovevo
aspettarmi che sarebbe successo…” –disse guardando in un'altra direzione-
“Senti, Lionel, io ti voglio bene, ma tu…”
“Fammi continuare! Certo non sei intelligente, non fai pensieri profondi, sei
distratta, pensi a sciocchezze, giudichi tutti dalle apparenze, ti vanti un
sacco anche quando sai che non sei poi questo granché, sei egoista, arrivista e
preferisci si pensi prima a te che agli altri…”
Il colore di Evelyn era lo
stesso dei suoi capelli… rosso ira!
“Razza… di… ciccione…”
Lionel sbuffò: “Si, si,
sono un ciccione, lo dicono tutti, oh povero me, eccetera…”
Evelyn restò allibita: non
era mai stato così… sfrontato. La sua faccia budinosa ora si era fatta tosta
come i crostoni per la zuppa!
In fondo non se l’era
sempre un po’ augurato?
“Ma… Si può sapere perché
mi dici queste cose?”
“Perché non mi vergogno più di essere un ciccione, e tu non ti devi vergognare
per quelle cose che ho detto prima, perché tu mi piaci anche così!”
La voce della donna si
fece fievole come quella di una ragazzina alla prima dichiarazione.
“Anche così?”
“E mi piaci anche per
tutti tuoi lati positivi ovviamente!”
“Positivi?”
“Sei stupenda, hai stile,
hai fascino… Ma a parte questo c’è un sacco di bello anche dentro di te! Sei
buona, sei onesta, ti piace divertirti e stare in compagnia, ti piacciono gli
animali, li raccogli per strada quando sono feriti… Sei in grado di essere la
donna più dolce che abbia mai conosciuto!”
Pazzesco! Quando mai
qualcuno le aveva accreditato tutte quelle cose? Era così assurdo che non
sembrava nemmeno lei la donna a cui il cicciotto stavo dichiarandosi. Crederlo
però sarebbe stato bello…
“I-io!?...”
“E malgrado le apparenze hai
desideri semplicissimi e candidi: un uomo che ti ami, un matrimonio, una
casetta dove accogliere gli amici… e tanti gattini che ci gironzolano…”
BOOM!
Quel colpo fece saltare ad
entrambi il cuore in gola, e spezzò crudelmente il loro discorso. Per quegli
attimi che avevano parlato si erano sentiti al sicuro, perché era come fosse
sparito tutto eccetto loro due; ora invece quella pericolosa realtà era tornata
a rompere le scatole! Ma Lionel adesso ne aveva abbastanza! Non voleva permettere
più a nulla, né fuori né dentro di sé, di frapporsi tra lui e lei!
Se era vero che potevano
lasciarci la pelle, era giunto il momento di tirar fuori tutto il coraggio che
aveva dimostrato di possedere, e finalmente anche con lei!
“Per tutte queste…”
–ricominciò lui, e lei tornò a guardarlo e a non pensare ad altro- “Per tutte
queste cose, mi hai fatto innamorare, Evelyn! Senza pozioni e mezzi termini…
Evelyn…”
Strinse la sua mano, con la delicatezza con cui avrebbe accarezzato una rossa
gattina trovatella, coi dei meravigliosi occhi nocciola… o un delizioso gelato
alla fragola con panna!
“Evelyn… Evelyn io… io…”
Sollevò la sua mano più
alto, sollevandosi su una delle sue tozze ginocchia, e facendo sollevare un
poco anche lei.
“SPOSAMI!”
Natsu, Gray, Oberon,
Henry, Sybille, Happy e Lily si girarono tutti a sinistra!
Le ragazze si bloccarono
tutte con gli occhi puntati nella loro direzione, chi mentre stava per colpire,
chi mentre aveva un cazzotto a due centimetri dal viso… Quel “fermi tutti” colse
Gazille mentre incrociava le spade con Erza con Wendy e Charle che gli
picchiavano sulla testa!
“……”
Tutti tesero il collo per
ascoltare la risposta.
Henry per l’emozione si
sentiva svenire… un po’ come ad Evelyn insomma!
Un uomo che sapeva su di
lei tante cose stupende che lei stessa ignorava.
Eccolo!
“Oh, Lionel…”
Con gli occhi lucidi,
lasciò scivolare anche l’altra mano tra quelle di lui.
“Si che ti sposo!”
“… Eh eh!”
Oberon, da buon
D’Alambicco si sentiva galvanizzato!
“Oh, amor che a nullo
amato amar perdona!” declamò ruotando su un piede con aria trasognata,
contentissimo per i suoi amici.
“EVVAI! Lo dicevo che eri
un grande!” urlò Natsu più semplicemente!
“Aye!”
Sybille applaudì.
Erza e le altre lanciarono
un unico grande sospiro all’unisono: “Aaaaaahhh… CHE COSA ROMANTICA!”
Gazille intanto ne aveva
approfittato per portarsi a distanza di sicurezza…
“E sarà ancora più
romantica quando Gazille mi chiederà di sposarlo!” fece Cana.
“Ma che dici? Lo chiederà
a me!”
“A me!”
“Te lo sogni!”
Dopo essersi guardate
tutte tra loro, si girarono verso Gazille.
“Ci risiamo…”
“ADDOSSO!”
E mentre Gazille tornava a
combattere, Evelyn e Lionel erano di nuovo chiusi nel piccolo idillio che
avevano appena fatto sbocciare, e cascasse il mondo, o sola la villa di Oberon,
non ne sarebbero usciti tanto presto!
“Oh, Evelyn…” sprizzò
cuoricini lui…
“Oh, Lionel…” sprizzò
cuoricini lei…
E mentre quei due
ignoravano l’interno mondo esterno, da Gazille iniziò a sprizzare sangue dal
naso per via di una fortissima codata di Mira, che lo sollevò di parecchi metri
da terra! Mira aveva provato a stargli dietro, ma la piccola Wendy soffiandole
contro le ali le aveva impedito di librarsi in volo. Ciononostante non era
ancora finita!
Aprì gli occhi e vide
scendere dall’alto, in controsole, Loki, con il suo micidiale pugno: “Questo è
per aver fatto innamorare Lucy, bastardo!”
E colpito nuovamente allo stomaco, venne così da lui aiutato a tornare a terra
più in fretta!
Levi osservando quei due
colpi brutali uno dopo l’altro non riuscì più a contenersi! Saltò oltre la
barriera e corse da lui: “Gazille!”
“Levi, torna qui!”
Era ormai ad un passo da
lui, ma Cana non aveva gradito quell’intromissione: “Ehi, tu! Cos’è hai deciso
di partecipare?” chiese, pronta con una carta tra le dita a prendere tutti i
provvedimenti del caso.
“N-no! Io voglio solo…”
“Tranquilla Cana.”
–intervenne Lucy alle sue spalle- “A lei Gazille non può interessare, è
lesbica!”
Levi arrossì.
“Oh… non l’avrei mai
detto.”
“Infatti non è vero!”
“Non c’è mica da
vergognarsene.” fece Mira che planava sulle loro teste evitando la contraerea
della pistolera.
“Io non me ne vergogno!
Semplicemente non sono omosessuale!”
Che seccatura, le sembrava
di essere al centro di una gag ricorrente in qualche stupido fumetto!
“E allora dimostralo, no?”
“???”
Il malconcio dragone si
stava rialzando da solo, ignorando la mano che la letterata gli stava porgendo:
“Umpf!”
Guardò Levi con un sorriso
di sfida: “Avanti, competi anche tu. Cos’è non sono un bocconcino alla tua
altezza? O forse sei troppo codarda per metterti in gioco?”
Pur non capendo perché
facesse così, non seppe mostrarsi superiore a quel suo sfottò: “Non sono una
codarda!”
Cana stava per
approfittarne e colpirlo alle spalle, ma Lucy l’aveva prontamente placcata: in
fondo non c’era nessuna regola che impediva alle concorrenti di rendersi la
vita difficile l’un l’altra!
Gazille continuava a
squadrarla con sufficienza.
“I-io…”
“O magari sei lesbica veramente?”
Levi si gonfiò come una
rana arrabbiata: “Ora ti ci metti pure tu?”
Una spada volò vero di
loro, ma Gazille la prese al volo e l’addentò, piluccandosela in tre bocconi,
riprendendosi un po’ di energie, gli ci voleva.
“Muoviti e datti da fare
come tutte se hai un po’ d’orgoglio: sei l’unica della gilda che se ne sta con
le mani in mano!” disse a bocca piena.
E mentre si voltava verso
la Scarlet… Levi vide chiaramente un suo occhiolino!
“Eh?”
Il dragone non disse
altro, corse via, facendosi inseguire da Erza lontano da lì.
Nel frattempo, il resto
della compagnia aveva sentito tutto, visto che tra lì e le loro orecchie
c’erano solo tre passi.
Pur non capendo, la
ragazza pensò che un occhiolino di Gazille valesse bene rischiare. Dopotutto si
fidava di lui! E doveva essere così anche per lui: di chi altro poteva aver
fiducia Gazille?
Glielo doveva!
Tirò fuori la penna: “Va
bene! Allora parteciperò anch’io!”
Levi, malgrado la terra
tremasse e le onde d’urto che portavano con sé nuvoloni di polvere, prese un
bel respiro e cominciò a correre verso il dragone, circondato dalle sue incrollabili
ammiratrici.
Tanto bastò perché Cana la
inquadrasse: “Tsk! Altro che omosessuale! Sei come tutte le altre che vogliono
portarmi via Gazille! Fuori dai piedi!”
Da una delle sue carte
uscì una rete magica che volò dritta contro l’ignara Levi…
Quand’ecco che un ombra
nera indistinta passò davanti la maga scrittrice un attimo prima, finendo a
terra nella rete al posto suo.
<< Che velocità! >>
“Sybille!”
Quest’ultima si limitò a indicare con un braccio la direzione giusta: “Non
pensare a me. Muoviti e vai da Gazille.”
“Si!”
Fece altri tre passi, ma a
quel punto furono Wendy e Charle sulle sue spalle a cercare di fermarla! La
piccoletta inspirò e soffiò!
Levi provò a difendersi,
ma ecco che stavolta ben due scudi volarono via al posto loro!
“DACCI DENTRO LEVI!”
“SBRIGATI!”
“Grazie Natsu! Grazie Gray!”
Wendy la vide passarle
oltre e volle correrle dietro, ma Charle gridò per avvertirla che si erano
ritrovate sulla traiettoria di un’altra rete magica indirizzata contro di Levi!
Spaventata, Wendy chiuse gli occhi…
“AYE!”
Happy ci si era messo in
mezzo e si era fatto catturare al posto delle due!
“Stai bene Charle?”
“Fiuu… Grazie, Happy!”
“Ih ih!”
Cana batté stizzita i
piedi a terra! Com’era che a un tratto tutti avevano voglia di farsi prendere
eccetto le sue avversarie?
Nel frattempo Oberon e
Henry, ammirati da tali gesti si guardarono: “Pensi dovremmo andare anche noi?”
Oberon provò a controllare
se gli fosse rimasta qualche pozione integra, ma Natsu e Gray in quell’istante
si spiaccicarono sul tetto; scivolati su di esso come due frittelle unte su di
un vetro, ricaddero giù e si schiantarono dietro Evelyn e Lionel, che
imperterriti continuavano a guardarsi negli occhi e sprizzare cuoricini.
“…… No, meglio restare
qui.” si girò l’occhialuto.
“Approvo!” sussultò Henry!
<< Ci
sono quasi! >> strinse i denti l’ultima arrivata in quel caos. Il
giardino era ormai irriconoscibile: l’erba alta potata o bruciata, le fontane
distrutte, sassi e ghiaia sparsi ovunque…
Gazille, che resisteva
vicino un alberello ancora in piedi, la vide e, parando al contempo un colpo di
Erza, la chiamò: “Oh, adesso ti interesso, eh? Avanti allora, fammi vedere che
sai fare!”
“Solid Script!”
Comparve allora dal nulla
la scritta “IRON”, scolpita tutta nel metallo!
“PRENDI QUESTO!”
Scagliò il suo colpo e
chiuse gli occhi, sperando di non fargli troppo male.
Gazille, distanziatosi da
tutte le altre andò incontro la scritta volante e…
TOC
Questa sbatté contro il
suo mento, non più forte di una porta o di un’ansa della credenza.
“ARGH!”
“?!?!??”
Levi riaprì gli occhi: “…
Eh?”
“OUCH!”
Il dragone si contorceva
dal dolore, tenendosi la parte ferita e anche quelle parti che non lo erano,
emettendo versi disperati. Poi infine si schiantò faccia a terra.
“……”
“……”
“……”
Riaprì un occhietto: “Si,
mi ha battuto.”
E lo richiuse.
Le altre concorrenti c’erano
rimaste di gesso!
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
SIGH!”
Levi si guardò intorno:
“Ho… Ho vinto???”
In quel momento preciso,
Henry, stremato, lasciò che i gradini tornassero normali, ma tanto tutti si
erano già alzati in piedi!
“Umpf! Però, bella
trovata!” fece Gray.
Natsu saltò per
l’incredulità: “WOW! HA BATTUTO GAZILLE! Ma allora Levi è fortissima! Devo
sfidarla, assolutamente!”
“MA ALLORA NON HAI CAPITO
PROPRIO NIENTE?!?!?!??” fece Gray guardandolo con gli occhi da fuori!
Loki sorridendo e
scusandosi (solo mentalmente…) corse a consolare la povera Lucy: “Non è
giustooooo! Uaaaah!”
“Tranquilla, Lucy, ci sono
qui io per te ora.”
“UAAAAAAAAHHHH! SNIFF…”
“… Passerà vedrai…” disse
facendole “pat-pat” su una spalla!
Anche Wendy, traumatizzata
e afflitta stringeva forte Charle come un peluche: “Oh, Charle… Sniff! Sniff!
L’ho perso… Sniff… La mia prima cotta…”
“Non piangere Wendy, non si può vincere sempre…” –la consolava la sua exsheed,
mentre sorrideva sorniona come tutti- “Su su! Il mare è pieno di pesci se
capisci ciò che intendo! Se solo lo capisse anche questo qui…” disse
riferendosi a Happy, ancora chiuso nella rete.
“Oh, lo capisco!” disse
lui, divagando su oceano pieno zeppo di delizie ittiche tutte da assaggiare!
<< No che non lo capisci… Sigh! >>
D’altronde, i gatti
parlanti volanti erano rarità… forse di pesci c’e n’erano sul serio pochi in
quel caso. Però lei ne aveva beccato uno proprio coraggioso e affettuoso…
Meglio smetterla: tra Incanto Cupidus e matrimoni non era il momento opportuno
per pensare certe cose. Si limitò a guardare il gattino blu imprigionato nella
rete e a ridere.
Levi nel frattempo,
rimasta per un po’ frastornata, si decise a correre da Gazille, chiedendo
permesso tra le ragazze sedute a terra con una cappa di depressione in testa.
“Scu-scusate…”
Arrivata da lui si
inginocchiò per sincerarsi…
Chomp… Chomp… Gnam…
E lo trovò che, di
nascosto da tutti, rosicchiava con gusto la sua scritta metallica!
Non poté trattenersi dal
ridere per la gioia e il sollievo. Adesso chi avrebbe potuto dire che era tutto
muscoli e niente cervello?
Al massimo ne aveva poco
visto quello che si era dovuto inventare: a momenti ci rimaneva fidanzato per
davvero!
Gazille ingoiò e girò il
capo verso di lei, con un altro occhiolino: “Bel colpo Levi, grazie.”
“Di nulla!”
Di gran classe, il piccolo Lily arrivò dai due che si girarono: “Bene bene
bene! Congratulazioni Levi! A quanto pare, ora sei la nuova ragazza del
richiestissimo Gazille Reitfox!”
“EH?! N-no, io… io…”
Gazille si rialzò ridendo
del suo rossore.
I due si guardarono per un
attimo, poi si sentirono addosso gli occhi di tutti, in particolar modo delle
sconfitte.
“Sigh! Addio sogni
d’amore!” salutò Bisca.
“Addio uomo della mia
vita!” fece Mira, tornata normale.
“Sei la donna più fortunata del mondo renditene conto!” sbuffò Cana, già
attaccata alla bottiglia.
Erza, era quella che aveva
conservato relativamente più spirito: “Fallo soffrire e te la vedrai con me,
hai capito? Sigh!”
Levi alzò le mani
rassicurante: “Ma veramente…”
Le altre la guardarono con occhi speranzosi: “SIIIIIIIII???”
Perché non darsi un’ultima
speranza dopotutto?
“…… Sono la nuova ragazza
di Gazille.”
“SIGH!”
“Meglio se reggi il
gioco.” sussurrò Lily. Le altre non avrebbero esitato a sciamare di nuovo su di
lui se la vincitrice avesse voluto la faccia tosta di rinunciare a cotale
ambitissimo premio!
Levi abbassò la faccia
cremisi: “Qu-questo è proprio… imbarazzante…” fece Levi stringendosi nelle
spalle.
Gazille si mise una mano
dietro la testa: “Scusa se ti ho cacciato in quel bel pasticcio, eh…”
“T-tranquillo… Non
importa… Almeno ti ho aiutato… e ora nessuna avrà più dubbi su quella cosa!”
“Ghi hi hi!”
“Eh eh!”
“Lesbica, eh?” fece Cana,
menando uno schiaffetto dietro la testa a Lucy (schiaffetto che venne subito
guarito di Loki con un bacetto sulla bua!)
La scena era così bella
che Oberon non riusciva a contenersi: “Due coppie! A poca distanza l’una
dall’altra e giusto nel giardino di casa mia (che tra parentesi è
sopravvissuta!)!”
E non c’era stato bisogno
di alcun intruglio! Ecco il genere di romanticismo di cui un D’Alambicco può
giustamente gongolare e ringraziare il cielo che inventò l’amore!
“Due coppie! Che bella
giornata, dico, due coppie!”
Gazille con la sua faccia
terrorizzante mise il suo inopportuno romanticare a tacere.
“Tsk!”
Levi si strinse nelle
spalle.
Oberon intanto continuava
a canticchiare a voce bassa: “Due coppie! Due Coppie! E una si sposa pure! Due
coppie!”
Happy, appena liberato, si
avvicinò a Charle ammiccando con le sopracciglia: “Facciamo tre?”
“Facciamo un’altra volta?”
“NOOOOO! SIGH!”
Povero Happy… Beh, tieni
duro: Lionel ce l’ha fatta alla fine, no? ^__^
Evviva gli sposi!
E ce l’ha fatta anche il
nostro magnete per ragazze: dì pure addio ai tuoi giorni da single scapestrato!
E congratulazioni anche a Levi, l’unica che poteva salvarlo dal mettersi con
una compagna della gilda… paradossalmente vincendolo come ragazzo! XD
Però non sembra poi tanto
risentita, o no?
Tutto è bene quel che
finisce bene quindi? Al tempo! Non è mica finito! C’è ancora da disincantare un
perfido disincantamento!
Al prossimo capitolo
quindi, sperando che arrivi il più presto possibile! ^__^
E nel frattempo, un augurio di passare una buona, buonissima estate dal vostro
NaruXHina!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPPS: Attenzione cari
estivi lettori! Se non la conoscete ancora, correte nella mia gallery e cercate
la fanfic su Naruto dal titolo “Holidays!”!
Tanti capitoli di sole,
spiagge, mare, atmosfera e divertimento assicurato! Buona lettura!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** La meravigliosa fine dell'incanto ***
Fairy Incanto
Salve a tutti e buona
estate da NaruXHina!
Almeno a voi… A me la
stanno guastando due cose: il maltempo, che quando viene di giugno è un
abominio contro natura, e il pensiero dell’esamone alle porte… Sigh!
Le previsioni rassicurano
riguardo il primo problema (senza sole che estate è?), ma chi mi rassicura sul
secondo? Per fortuna ho la scrittura per tirarmi un po’ su… E spero tiri su
anche voi! ^__^
Abbiam riso molto finora
grazie alle mille peripezie scaturite da una boccetta in testa, ma è tempo
ormai che la faccenda si sistemi. Ma fate attenzione: le sorprese non sono
ancora finite!
Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Le nuvole si rivelarono
solo di passaggio, e quel pomeriggio il tempo si mantenne sereno, come la
situazione generale insomma.
Su suggerimento di Oberon,
si era deciso di tornare in paese e svolgere così il lavoro: in tal modo ci si
sarebbe potuti rifocillare (dopo tutto quel combattere ne avevano parecchio
bisogno), senza contare che la sua adorata villa, già abbastanza provata,
sarebbe stata al sicuro da eventuali altri vandalismi (magari c’erano altre fan
scatenate del drago di metallo in giro…)!
Da quel momento in poi
comunque non si verificarono altri incidenti o contrattempi, e il paesino di
Heartburg, da tempo per ragioni note guardingo nei confronti della categoria,
non subì alcuna spiacevole conseguenza da quell’insolito assembramento di maghi
e maghe nella sua piazzetta all’inizio dell’abitato.
L’unico a scomodarsi era
stato l’uomo che lavorava allo stand dei souvenir: i Fairy Tail e il gruppetto
di Oberon avevano inevitabilmente attratto l’attenzione dei passanti, e
qualcuno era andato ad avvertirlo di una comitiva di stranieri di passaggio.
Il poveretto però restò
enormemente deluso quando vide che non c’era nessun turista tra loro… e che per
giunta era tutta gente che già una volta aveva rifiutato i suoi articoli!
A quel punto però era lì,
tanto valeva riaprire il chioschetto, anche solo per tenerli d’occhio…
A parte Levi, Oberon e la
gattina con l’aria saccente che lavoravano su delle carte, c’era ben poco di
sospetto, e parecchio di strano.
A cominciare dal tizio che
se ne stava sotto un lenzuolo bianco con due buchi per gli occhi…
“C’è un modo per mettere gli altri al sicuro da te, Gazille!”
–aveva spiegato Oberon con l’indice all’insù- “Per innamorarsi bisogna guardare
in viso la persona che ha indosso l’Incanto, è il viso il centro focale! Quindi
se ti copri potrai girare liberamente!”
<< Liberamente? Io così non vorrei girare mai e
poi mai! >>
“Si può sapere che ha il
vostro amico?” domandò il tipo a Gray, seduto su una delle panchine vicine
all’ombra degli alberi.
“Ha un incantesimo molto
fastidioso addosso, questo è l’unico modo in cui può farsi vedere finché non
glielo togliamo.”
“Dimmi che non è QUELLO…”
“È quello.”
Solo a non sentirne il
nome gli si era accapponata la pelle: “SIGH! Non combinate altri guai!”
“Non è nostra intenzione.” rassicurò il mago dei ghiacci, guardando Levi
tradurre e Oberon esaminare. Intorno a loro erano sparsi fogli e foglietti,
libri e pergamene… un mucchio di materiale. Non bastava una panchina per
tenerlo tutto a disposizione, così stavano lavorando per terra, approfittando
della piazzetta riparata al lato della strada. Gazille, conciato come un
carnevalesco fantasma, si aggirava bianco un po’ qui un po’ là, sbirciando di
tanto in tanto il gruppetto al lavoro. Un altro gruppetto invece, meno
laborioso e più “contemplativo”, lo teneva costantemente d’occhio; un gruppo
tutto femminile…
“Levi! Stai trascurando il
povero Gazille! Guardalo com’è nervoso…” la redarguì Wendy guardando pietosa il
lenzuolo ambulante.
“Ricordati le mie parole,
eh?” –fece Erza minacciosa- “Ti conviene trattarcelo bene!”
“Veramente credo che a lui
faccia più piacere che io stia qui a cercare di “salvarlo”, ih ih!” rise
l’azzurrina, destreggiandosi tra tutte quelle scartoffie.
“Ricorda! Solo perché
abbiamo accettato che sia tu la ragazza di Gazille non significa che non teniamo
a lui!” disse Cana.
“E che non possiamo essere
premurose come sempre!”
Premurosissime in effetti:
venendo lì si erano preoccupate di portargli un pranzo al sacco e persino un
cambio d’abito, l’ideale visto che la sua giubba nera era andata distrutta.
Peccato che la sua nuova camicia a maniche corte stile mimetica verde pallido
non potesse vederla nessuno lì sotto: era ugualmente fighissimo!
“Non vorrai vietarcelo,
vero?”
“Oh, giammai, non sono la tipa “gelosa”, ih ih!” –scherzò l’intelligente
maghetta- “E poi Gazille ha bisogno di tutto il sostegno possibile.”
“Giusto! Noi saremo sempre
pronte ad aiutarti e sostenerti Gazille!” –fece Lucy, rivolgendogli, insieme a
tutte le altre, un sorrisone- “Tu dì come possiamo farti piacere e noi
eseguiremo!”
“State buone e lasciate
lavorare Levi.” disse il fantasma.
“AGLI ORDINI!” ribatterono
loro, convintissime di restare anche così in qualche modo nel cuoricino del
dragone!
<< Per certe donne è dura rassegnarsi alla fine
di una storia… >>
Il tipo dello stand, appiattito
sul bancone, guardò la scena scuotendo il capo: “Tsk… Maghi… Ma tu perché non
hai più la maglietta?” chiese tornando a rivolgersi a Gray (che non era stato
raggiunto da una certa ragazza, con lui particolarmente “premurosa”, con tanto
di rifornimenti…).
“L’ho… persa in
combattimento…”
“Oh, ma davvero?
Guardacaso io vendo anche magliette!” –esclamò col viso che si illuminava come
una lampadina- “Guarda! Ne ho un vasto assortimento! Magliette ricordo di
Heartburg!”
Ovviamente avevano tutte
un sacco di cuori stampati o cuciti sopra.
“Guarda questo modello! Al
centro del petto c’è un cuoricino pelosetto, morbido morbido! Le ragazze lo
adorano! Ti faccio uno sconto!”
Gray non provò a fingersi interessato: “No, grazie, sto bene anche così.”
“Tsk! Va bene…”
“Però… se passa un vigile…
avvisami per favore…”
“Maghi! Bah!”
Oltre a loro c’erano poi i
novelli sposi, isolati sulla panchina accanto a quella vicino cui lavoravano
Oberon e Levi. Visto che comunque non c’era nient’altro da fare, avevano tutto
il tempo del mondo per restare seduti vicini a guardarsi, mano nella mano.
Si erano adattati presto
al ruolo di piccioncini!
“Oh, Lionel, perché non me
ne sono accorta prima?”
“Perché ero solo un
ciccione tutto lardo e niente fegato.”
Ma che ora aveva imparato
a impegnarsi senza mai cedere, proprio come Natsu e i tipici protagonisti da
fumetto che in passato aveva sempre invidiato! E senza diventare anche scemo
come loro…
“Mi dispiace tanto per
tutte le volte che ti ho preso in giro per la tua ciccia.” disse sospirando un
cuoricino.
“Tranquilla, mia adorata,
è il destino di quelli della mia taglia; ma se vorrai ancora scherzare su
questo tasto, sappi che ti è concesso.”
“Sul serio? Non te la
prendi?”
“No, con te non me la prendo!”
“Quindi adesso posso anche
fare… così?”
La rossa afferrò le sue
grosse guance e cominciò a tirarle e smuoverle per vedere la ciccia ondulare
tutta!
“Tutte le volte che vuoi,
baby!” rispose lui, sorridendo con la bocca tutta tirata.
“Oh, Lionel…”
“Oh, Evelyn…”
L’uomo dello stand li
aveva già inquadrati, ma da buon Heartburg-ese non aveva la forza di
interrompere quel così bel quadretto solo per piazzare qualcuno dei suoi
souvenir… Quando avrebbero finito però si!
Infine c’era Sybille, che
si era seduta a gambe incrociate sul tetto del suo chioschetto a leggere un
libro… Con quei vestiti e la maschera quella si che pareva un tipo strano… ma
fintanto che non faceva altro che leggere gli stava anche bene!
Sybille girò pagina:
<< “E a quel punto lui la cinse
nelle sue forti braccia e le disse che non si sarebbero lasciati mai più,
mentre dietro di loro calava un caldo tramonto rosso d’amore” … “Non ci
lasceremo mai”… Si, come no, è un romanzo o una racconto da casalinghe da due
soldi? Questa parte è così trita e ritrita, e da pure il voltastomaco, bleah…
Però un momento… sento disgusto! Forse questa storia della lettura sta
iniziando a funzionare! >>
Tutto tranquillo quindi,
visto che l’elemento casinista per eccellenza, quello coi capelli rosa che
sputava fuoco, era momentaneamente assente.
“Ehi! Siamo tornati!”
Natsu, Henry e Pantherlily
erano tutti e tre belli carichi; anche Happy dava una mano con un paio di libri
anche più grossi di lui!
“Ancora altra roba? Questa
si chiama occupazione di suolo pubblico!” protestò il paesano.
Nessuno dei tre però lo
ascoltò, e Natsu meno di tutti: era stata una gran sfacchinata andare e tornare
da lì al laboratorio della villa con tutte quelle ingombranti carte in mano,
badando di non far volare via manco un foglio, e lui una volta arrivato non
vedeva l’ora di scaricare tutto per terra, senza quasi aspettare l’”Appogiali
là” di Levi! Subito dopo, provvide a togliere i libroni dalle zampe di Happy
prima che perdesse l’equilibrio e finisse schiacciato.
Per fortuna c’era anche
Henry, unitosi volontario a loro per fare qualcosa nell’attesa del tanto
agognato ritrovamento, che altrimenti lo avrebbe sicuramente stressato fino a
stenderlo!
“Com’è il libro Sybille?”
chiese all’amica, la quale, accortasi del loro ritorno saltò atleticamente giù.
“Non è un granché, però
anche così sto cominciando a capirci qualcosa di emozioni…”
“Oh, bene, almeno lei fa
progressi…” commentò il loro amico biondo.
“Novità?” chiese Natsu.
Levi abbassò la testa:
“Per ora nessuna… Abbiamo già trovato una decina di formule diverse, ma niente
di interessante per noi.”
Oberon, si alzò in piedi. Era
immerso nella lettura di una pergamena, e non si mostrò d’accordo con lei: “Se
non altro per me è di grande interesse e piacere riuscire a leggere queste
carte! Che genio! Che talento! Mio nonno avrà anche fatto degli errori, ma,
caspita, la sua grandezza in fatto di alchimia non è in discussione!”
Purtroppo a nessuno degli
altri poteva tirar su saperlo, specie a quelli che, visto che le carte che si
erano portati via quando avevano lasciato la villa stavano per essere tutte
tradotte, erano stati mandati di nuovo lì a prenderne altre!
Tra l’altro non avevano
neppure potuto farsi aiutare dal diretto interessato, Gazille, a cui Oberon
aveva imposto una distanza minima di 200 metri dalle sue proprietà immobili… E
poi, se ci fosse andato lui nel laboratorio, la sua schiera di fan avrebbe voluto
seguirlo: l’aveva appena trovato quel laboratorio, che gli durasse almeno un
po’!
Chi però era più
amareggiato di tutti era ovviamente Gazille.
“È proprio tanta roba…” constatò
Charle.
Lily tornò alla forma
normale: “E c’è n’è ancora un sacco lì alla villa: quel tipo lavorava davvero
sodo.”
Oberon si improvvisò
addetto all’ottimismo: “Beh, guardate il lato positivo: dovrà pur esserci tra
queste no?”
“Accidenti! Già quando siamo
saliti a prendere le prime carte mi dicesti che erano quelle che più
probabilmente potevano essere l’Incanto Cupidus, e invece niente… Dovremmo
avere più possibilità con roba presa a caso?”
Oberon, in imbarazzo, si
pulì gli occhiali con la maglia: “Non… Non so cosa dirti…”
Erza e le altre corsero
subito dietro Levi e la tempestarono di spintarelle e punzecchiature!
“Su avanti! Comportati da fidanzata e rassicurarlo!”
“Ci sto provand… Ahio! Gazille, non ti abbat… Ahia! La volete finire?”
Le altre sei si girano
altrove con aria da angiolette… Si preannunciava una convivenza difficile…
“E se non c’è?”
Oberon si affrettò a
scacciargli da mente i foschi pensieri: “C’è di sicuro! Non hai letto la
lettera? Il nonno non aveva cuore di distruggere una sua creazione! E se anche
non la troviamo, ti prometto che troverò io stesso un antidoto, costi quel che
costi. Non per vantarmi, io sono un ottimo alchimista!”
“Eri anche un figo,
biondo, alto e muscoloso se è per questo.”
Qualcuno ridacchiò!
“EHI! Non mettere in
dubbio le mie autentiche capacità! E se non lo vedi, biondo lo sono ancora!”
Fu in quel momento che una
voce estranea all’intero gruppo intervenne a soffiar via le nuvole sulla loro
testa.
Una voce gracchiante e
acuta, ma per niente deboluccia: “Ciao!”
“Uh!?”
Tutti si voltarono verso
la strada. Quando la vide avvicinarsi pian piano, l’uomo dello stand uscì saltò
subito il bancone per darle una mano, ma la vecchia, vedendolo arrivare, lo
quietò con un gesto della mano: ce la faceva benissimo col bastone.
“Ma lei…” esclamò il
giovane D’Alambicco insieme agli altri.
“La conosci anche tu?”
chiese Gray all’occhialuto vedendo la sua reazione.
“Beh, si, ci siamo
imbattuti in lei quando io e il mio gruppo siamo arrivati al paese…”
“Mi spiegate chi è?”
domandò Gazille, che viste le sue condizioni aveva saggiamente evitato di
passare dentro Heartburg.
“È la vecchia che abbiamo
incontrato quando siamo arrivati.” –lo accontentò Lucy, anche per le nuove
arrivate- “Quella il cui marito supplicò Oliver. Quella che Oliver aveva fatto
innamorare di sé…”
Oberon sbiancò! Era la
tipa della lettera!
“Oh, come l’avete saputo?
Si, esatto, e tu…” –disse guardando un lenzuolo bianco con due fori per gli
occhi- “Suppongo sia il loro amico a cui è finito addosso l’Incanto Cupidus!”
finì di dire ridacchiando.
Gazille fece spallucce:
come pretendere di non risultare comico conciato così?
“Precisamente. Quindi
capirà perché ho addosso questo coso…”
“Oh, tranquillo! L’Incanto Cupidus è già stato tolto dalla sottoscritta, quindi
ora sono immune.”
“Sentito? È come il
morbillo! Eh eh!” scherzò Natsu.
“Ma lei come fa a
saperlo?”
“Me l’ha detto Oliver in
persona!”
“Lo conoscevate?!”
Oberon si morse la lingua:
ovvio che si, visto che fu il suo uomo a supplicare il nonno per riaverla. Cadeva
dalle nubi, e ancora non aveva fatto propria la novità: quando l’aveva vista la
prima volta non lo sapeva… era solo una semplice vecchina curiosa…
“Si, e io ti ho subito
riconosciuto come un suo parente quando ieri sei arrivato insieme ai tuoi
amici… Solo che ti ricordavo un po’ più alto…”
<< SOLO UN PO’ PIÙ ALTO?!?!? È
COMPLETAMENTE DIVERSO!!! >>
Oberon arrossì e chinò il
capo, non potendo non essere in soggezione davanti la naturalezza di quella
signora: suo nonno l’aveva strappata al suo vero amore, e ora lei gli sorrideva
come nulla fosse. Fosse stata in lei avrebbe provato la resistenza del suo
bastone sulla sua zucca!
“Allora, è andata bene?”
chiese guardandoli.
Levi mostrò le tante
carte, tradotte a vuoto e ancora da tradurre, troppe per non abbattersi: “Insomma…”
“Come no.” –disse Sybille
tranquillamente- “Abbiamo avuto una proposta di matrimonio ad esito positivo, e
Gazille si è trovato anche lui la ragazza.”
“Oh, che bella gioventù!
Ne sono contenta!”
La temperatura di Levi si
alzò per la vergogna: “Ecco, ci terrei a chiarire che…”
Ma una voce più possente e
scocciata della sua la interruppe: “Io no! Non sono contento per niente! Va
bene cercare, sforzarsi, prenderle e darle… ma alla fine uno vorrebbe almeno
che sia servito a qualcosa!”
“Oh, povero Gazille!”
fecero in coro le sue fans.
“Le sentite? Sono ancora qui a pendere dalle mie labbra! E io sono ancora qui
sotto un lenzuolo! Quel dannato Incanto Cupidus non vuole saltare fuori!”
E invece saltavano fuori
vecchine che non aveva ben capito che ruolo avessero in tutto ciò che se ne
uscivano con frasi del tipo << È andata bene? >>!
“Gazille, un po’ di
rispetto, è pur sempre un’anziana!”
“Oh, già, quello sciocco
incantesimo…” -annuì la vecchina portando una mano alla sporta- “Eccolo qui.”
“Senta, non cerchi di…”
“… CHEEEEEEE?!?!?!?”
“?!?!?!?!?!?”
Il paesano dello stand, che stava accanto la vecchia, ebbe anche lui uno shock:
l’autentica pergamena della magia che aveva macchiato la buona nomea di
Heartburg a pochi centimetri da sé! Era saltato via e a momenti finiva addosso
a qualcuno.
Tra quelle cinque dita
rugose, quel rotolo di pergamena, che non aveva proprio nulla di speciale
rispetto ad altri se non il classico sigillo dei D’Alambicco, sembrava brillare
come il più prezioso dei tesori! Per forza, dopo tutte le loro fatiche una non
poteva mica mostrarglielo così come niente fosse!
“Ecco a voi l’Incanto
Cupidus!”
Natsu fu il primo a
riprendersi: “Ferma! U-un momento! Com’è possibile? Ce l’ha sempre avuto lei?!”
“Esatto!”
“SEMPRE?!” urlarono tutti,
alla faccia del rispetto per gli anziani che avevano invocato pochissimo prima!
“È stato Oliver in persona
ad affidarlo a me e a mio marito, poco prima di partire.”
Fu dura a quel punto
contenersi per il drago metallico, anche se si trattava di una vecchia con la
sporta e bastone da passeggio: sotto il lenzuolo stava fumando!
“Quindi… per tutto questo
tempo… Tutte le battaglie… In quella dannata villa...”
Oberon si mise le mani tra
i capelli! A saperlo le spese della ristrutturazione non sarebbero levitate tanto!
“Nonna! Come hai potuto?!?
Hai conservato quel malefico maleficio che ha distrutto la nostra amena
cittadina!” sbraitò l’uomo dello stand.
La vecchia sbuffò: “Oh,
falla finita, Bastiano! Se nessuno passa di qui a comprare i tuoi souvenir è
perché qui non c’è niente di turistico!”
“SIGH!”
Lily gli rise dietro: si
era trovato una bella scusa!
“Un momento! Lei ci deve
delle spiegazioni!”
“Aye! Perché quando noi siamo venuti qui e le abbiamo detto che i nostri amici
erano nei guai per colpa di quella pozione non ci ha detto nulla?”
“Giusto! Ci saremmo risparmiati un sacco di legnate!” disse Lucy massaggiandosi
un braccio.
“E la piccola Wendy non si
sarebbe innamorata di uno più anziano!” –puntò il dito Charle- “Guardatela
negli occhi e sappiate che ce l’avete sulla coscienza!”
<< Anziano?! >>
“Pretendevate quindi che
io dessi un incantesimo tanto pericoloso ai primi che passano?”
Happy abbassò la coda:
“Beh…”
D’altro canto, nessuno
dell’altro gruppo (forse un tantinello Oberon…), rimpiangeva di essersi scampati
quelle lezioncine in stile Fairy Tail.
“Dovevo prima accertarmi
delle vostre buone intenzioni. In effetti, dopo avervi parlato un po’, ho
capito che di voi potevo fidarmi.”
“Ma allora… perché non ci
ha mostrato la pergamena?” domandò Levi, anche lei saltata all’inpiedi e
riunitasi come tutti in semicerchio intorno l’anziana.
“L’avrei fatto, se il
giorno prima non fosse arrivato lui. Giusto… ti chiami Oberon, vero?”
Il secchione arrossì
nuovamente…
“Ora vi spiego.”
“Uh, guardate! Cuoricini molleggianti! Li compiamo, Oberon? Li
compriamo?” chiedeva la rossa saltellando come una bimba davanti la pro-loco di
Heartburg.
Bastiano intanto incrociava la dita!
“Evelyn, andiamo! Non abbiamo tempo per certe sciocchezze!” -la
redarguì severamente l’uomo alto, biondo e impettito che li guidava- “E
comunque non c’è niente che non sia paccottiglia”
“Uffi…”
L’”Uffi” del povero venditore fu molto più triste e sconsolato! Non solo non
avevano comprato niente… avevano anche insultato i suoi articoli!
“Maghi! Bah!”
“Fu allora che lo vidi. Il
mattino faccio sempre una passeggiata per il viale principale del paese, e
subito mi saltò all’occhio quel giovane che veniva dalla direzione opposta alla
mia.”
“Qu-qu-questa è Heartburg, vero? Siamo sicurissimi? Quindi non
è che abbiamo sbagliato strada all’ultimo incrocio? La tenevo io la cartina
allora! Ditemi che ci ho azzeccato!”
“Si, Henry, è Heartburg.” lo troncò Oberon, avviandosi prima
degli altri.
“Che ridente paesino!” fece Evelyn guardandosi intorno.
“Trovi? Molto a contatto con la natura.” commentò il
cicciotto.
“A me non fa né caldo né freddo.” li zittì Sybille.
“La natura, eh? Dici che
potrei lanciare un agriturismo?” domandò Bastiano a Lionel, ma i due vennero
zittiti da gli altri che volevano ascoltare il seguito!
“Non siamo qui per fare turismo, siamo qui per realizzare i
nostri sogni amici! Villa D’Alambicco è vicinissima!”
Sentendolo parlare così, lo fermai.
“Chiedo scusa. Avete intenzione di recarvi alla villa del mago
Oliver?”
“Precisamente.” rispose Oberon con l’educazione dovuta, ma anche con fretta.
“E posso chiedervi il perché? È abbandonata da decenni… Non
c’è niente lì…”
La lingualunga del gruppo non mancò di rivelarsi: “Oh, si che
c’è! Ci sono un sacco di pozioni interessanti! Tra cui una che fa innamorare la
gente e…”
“Evelyn!”
Sybille le aveva già mollato una gomitata con la tacita
approvazione del capo.
“Intendete trovare l’Incanto Cupidus? Ma perché?”
Oberon non volle perdere altro tempo: “Perché è una mia
eredità, e perché sono affari nostri. Se vuole scusarci…”
“Mi scusi per la
maleducazione dimostrata…”
“Umpf, non te le meriti!”
fece il nipote, ancora irritato per quel “paccottiglia”!
“Oliver affidandomi
l’Incanto Cupidus mi disse che se un giorno un qualche suo discendente sarebbe passato
a cercarlo avrei dovuto consegnarglielo. Ma solo e unicamente se mi fosse parso
opportuno. E con lui, non sembrava proprio il caso: aveva troppo l’aria di chi
voleva utilizzarlo.”
I cinque l’avevano già superata da alcuni passi, quando si
voltò.
“Ragazzo.”
“……”
“Ciò che insegui non è la felicità, né tua né di nessun altro.
Se conosci la storia del suo inventore dovresti capirlo. Pensa bene a quello
che stai facendo.”
Ma lui, che allora era ancora cieco, restò anche sordo e
proseguì, troppo convinto per qualcosa di cui non valeva la pena.
“Pensavo sarebbe finita
lì, con lui che avrebbe cercato a vuoto per giorni. Ma in cuor mio mi
dispiaceva per quel ragazzo: sulla scia del suo antenato, pronto a ripeterne
gli errori. Mi chiesi se forse non avessi dovuto far qualcosa per far sì che
anche lui aprisse gli occhi. Quand’ecco che stamane incontro altre persone in
cerca della pozione d’amore.”
“Noi di Fairy Tail!”
“Vi chiedo scusa, a voi
avrei potuto almeno mostrare l’Incanto Cupidus, per consentirvi di tradurlo e
“guarire” il vostro amico. Ma ho pensato che se vi foste recati alla villa e
avreste incontrato Oberon e i suoi sarebbe potuto venire fuori qualcosa di
buono. È stata una sorta di intuizione,
chiamiamola così. Sarà che avevate tutti delle facce da bravi ragazzi.”
“GRAZIE!” fece il
gruppetto di cercatori della gilda.
“E NOI NO? SIGH!”
“Ce le avete adesso.”
I cinque gongolarono in coro!
“Alla fine sono contenta
di aver rischiato. Sembra che tutti alla fine abbiano imparato qualcosa, e
naturalmente anche il nostro D’Alambicco! Eh eh!”
“Io… prometto di rifarmi!”
“Ci riuscirai, come ci è riuscito tuo nonno, vedrai! Se non sbattete un po’ la
testa non vi rendete conto, siete fatti così a quanto pare.”
E lui la testa contro
Gazille l’aveva battuta parecchio!
Gray si grattò in testa.
Intorno a sé c’era Henry che tremava molto meno, Sybille più espressiva, Lionel
e Evelyn promessi sposi, Oberon demolito e ricostruito molto meglio, Levi che
si era aggiudicata il dragon slayer col suo micidiale attacco, Gazille nemmeno
lui più single che in più occasioni si era dimostrato un prode compagno di
Fairy Tail…
“Caspita… Vi rendete conto
che se non fosse stato per questa vecchina non sarebbe successo praticamente
nulla?”
“Aye, è vero!”
I due allora immaginarono
la vecchietta che li muoveva dall’alto come tanti burattini ridendo
malvagiamente…
E a guardarla bene nella
realtà stava per l’appunto ridacchiando di nascosto: “Ih ih ih ih ih!”
Gray ed Happy si
guardarono: “Mai sottovalutare una vecchina.”
“Aye…”
“Ora però mi farò
perdonare di tutti questi disturbi. Oberon D’Alambicco, qui c’è l’eredità di
tuo nonno, e sarà tua a patto che la userai per liberare Gazille da tutte
queste ragazze soprannumerarie.”
“S-sarei anch’io tra
queste! È una lunga storia…” chiarì Levi, che ogni volta si sentiva
apostrofata, anche solo lontanamente, come la ragazza del dragone, aveva il
cuore che partiva come una locomotiva!”
Oberon prese il rotolo:
“Non si preoccupi, questo era già deciso! Forza allora Levi! Traduciamo!”
“SI!”
“Alleluia!” fece Gazille
lanciando in aria il lenzuolo!
“Cosa fai?! Vuoi che Evelyn…”
Evelyn era troppo impegnata a guardare Lionel!
“Tranquillo, ci penso io a
renderti invisibile ai suoi occhi!” lo rassicurò perso nei dettagli del suo
stupendo viso.
“Oh, beh…”
Levi tolse gli occhiali e
tutti trattennero il respiro. Anche la vecchina e il nipote erano rimasti con
loro a guardare. Lionel invece badava di tenere Evelyn con gli occhi incollati
su di sé (Gazille era stufo di fare il fantasma!)…
“Finito!”
“Sei grande!” esultò il drago, che non riuscendo a contenersi prese a saltare e
a gridare, battendo il cinque con Lily e Natsu!
“P-posso?” le chiese
Oberon, emozionatissimo dal poter leggere il controverso capolavoro!
“Senza rancore, vero?”
domandò la vecchina.
E come non perdonarla a
quel punto?
“Finalmente sarò libero!
Libero da tutte voi!”
Le altre lo guardarono
dispiaciute, al che Gazille abbassò un po’ il tono del festeggiamenti: “Ehm,
per voi va bene giusto?”
“E sia!” –fece Erza, in posa plastica col dorso della mano sulla fronte- “Se
dopotutto non posso avere Gazille allora non ha alcun senso soffrire per questo
amore non corrisposto! Rinuncio per sempre a te, nella speranza che il dolore
passi in fretta!”
“Erza ha ragione!”
“Fai pure. Almeno
smetteremo di invidiare Levi.”
“Così io e te torneremo amiche, Lucy!”
Oberon si sedette sulla
panchina, ma subito Gazille fu lì a mettergli fretta!
“Allora?”
“Mhmm… Bene, ecco qui il paragrafo relativo a come spezzare l’Incanto!”
“E allora che aspetti?
Leggi! Muoviti!”
“Dunque, a quanto pare ci
sono diversi modi. Ad esempio, l’effetto su coloro che ne sono rimasti colpiti
svanisce se chi l’ha usato su di sé passa a miglior vita.”
“Questo… io l’avrei
escluso a priori, ti pare?”
Oberon si riaggiustò gli
occhiali: “Certo, lo riportavo per motivi di precisione… Temo però che il tuo
caso sia un po’ più complicato.”
“Sigh! Ti pareva!”
“Per farla breve,
normalmente uno usa una goccia di Incanto Cupidus su di sé per far innamorare
una singola persona. A te invece si è rovesciata addosso un’intera boccetta,
quindi hai ancora abbastanza potere su di te da attirare decine e decine di
altre donne. Inoltre, se ti libero da questo potere attraente, non vuol dire
che anche tutte coloro che ne sono rimaste accalappiate “guariscano” di conseguenza.”
“Grandioso…”
“Tranquillo: per toglierti di dosso l’eccesso di Incanto Cupidus c’è una
pozione apposita! Qui ne è riportata la ricetta: te la preparerò appena
possibile col mio kit portatile!”
Poggiò una scatolina sulla
panchina, la toccò con l’indice e questa si ingrandì in una valigetta che si
aprì a scatto mostrando un alambicco già pronto su un fornello e alcuni
ingredienti basilari!
“Ma… riguardo loro?”
chiese indicando le incupidite, di cui sentiva ancora il fiato sul collo (per
la curiosità stavano tutte dietro le sue spalle!).
“Vediamo… per quello…
Mhmm… Interessante…”
“Allora? La piantiamo con la suspance?” –protestò Charle, anche lei impaziente
di far tornare Wendy normale- “Sputa il rospo.”
“Si tratta di una scelta.
O se vogliamo di una presa di coscienza. Vedete, l’Incanto Cupidus è fatto per
poter far innamorare qualcuno di sé, ma a volte la passione può svanire, o
possiamo trovare qualcun altro con cui sentiamo di avere ancora più cose in
comune. O semplicemente si è fatta innamorare la persona sbagliata, come in
questo caso.”
In cui le persone
sbagliate erano TUTTE!
“In questo caso, è
richiesta un’azione da parte dell’utilizzatore dell’Incanto Cupidus, che prende
appunto coscienza del suo “sbaglio”. Se la ragazza che l’Incanto gli ha procurato
non gli va bene, può togliere l’effetto da lei semplicemente baciando, in sua
presenza, un’altra ragazza.”
“Questo non è “semplice”!”
-protestò Gazille- “Se anche volessi dare un bacio a qualcuna non potrei! Ti
ricordo che se qualcuna mi vede si innamora, e diventa a sua volta una di
quelle da curare!”
“Si, è vero, ma… ci sarebbe una ragazza che non corre questo rischio.
“……”
“……”
“Vuoi dire…”
“Si, esatto. Levi… Levi?
Dov’è?”
Intuito dove stava andando
a parare il discorso, la ragazza stava fuggendo in punta di piedi verso
l’uscita dal paese.
“Prendetela!” intimò
Oberon, e subito venne placcata da tutte e sei le innamorate.
“Su, Levi, andiamo.”
Visto che faceva
resistenza passiva, Mira ed Erza l’afferrarono per le caviglie e presero a
tirarla.
“Noooooooo! Vi prego lasciatemi! Non posso farlo! Mi imbarazzo troppo!” fece
lei, cercando di tenersi alla strada con le mani!
“Dai, non fare così.”
–fece Mira accomodante- “Non sei forse la sua ragazza?”
“Si, ma… ma…”
“Ma niente! Noi qui
abbiamo tutte accettato di rinunciare a lui e tu che ci stai insieme non gli
vuoi dare nemmeno un bacio? Quando c’è gente come noi che venderebbe casa per
farlo? Vergognati! Sei un’egoista!”
“Ma io e lui…”
“Poche storie! Un rapporto
è fatto anche di questo! Se vuoi stare con Gazille dovrai pure baciarlo qualche
volta! Dico, bene Gazille?”
“Cerca ancora Oberon, magari c’è un altro modo…”
“……”
Oberon scorse il paragrafo
con l’indice: “No, non c’è.”
“E TU CERCA ANCORA!”
Troppo tardi, Levi era
stata trascinata fino ai suoi piedi. Si guardarono…
E poi si voltarono
altrove, tutti rossi!
Happy entrò subito in
scena: “Bacio! Bacio! Bacio!”
“Sigh!”
La ragazza si rialzò in
piedi. Dopotutto, non l’aveva aiutato fino a quel momento? Poteva mica tirarsi
indietro all’ultimo?
Certo però che tra diventare
la sua ragazza per far cessare le violente dispute tra spasimanti era un conto,
era un gioco… Ma così era troppo reale, e, partendo in missione, l’ultima cosa
che si sarebbe aspettata era finire ad aiutarlo in quella maniera!
Gli voleva bene, ma…
<< Aiuto! Non ho mai baciato nessuno!
>>
<< Porca vacca! Non ho mai baciato nessuna!
>>
“Daglielo anche da parte
nostra, mi raccomando!” incalzò Mira.
La vecchietta intanto
rideva: “Oh oh oh, questa è proprio bella. Quell’Oliver… romanticone fino in
fondo.”
Del resto aveva una sua
ragione come metodo: baciando una ragazza che piace sul serio si annullava la
ragazza fasulla dell’Incanto Cupidus. Il problema era che loro due non erano
esattamente una coppia… almeno non pensavano di doverlo essere sul serio!
Gazille la guardò e notò
come evitasse il suo sguardo. Bella roba, con tutte quelle attenzioni non
richieste intorno a sé, era arrivato a farsi evitare proprio dalla tipa che più
di tutti teneva a lui in maniera sincera. Ma come darle torto?
“Scusa Levi… Non pensavo
si arrivasse fin qui.”
“Nemmeno io…”
Oberon si aggiunse al coro
incitante: “Dai, non fare il timido!”
Ancora una volta Gazille
andò vicinissimo all’azzannarlo!
“Va bene, dai, non
facciamola tanto pesante. Dopotutto devi solo baciarla, non per forza sulle
labbra.”
Gazille sbuffò; ma in ogni
caso, non avrebbe fatto nulla senza il suo parere.
“Gazille…” disse lei
anticipandolo, e facendogli capire che alzava bandiera bianca…
Nel frattempo, a Fairy
Tail…
Jet e Droy drizzarono le
orecchie!
“…… Qualcosa di terribile
sta per accadere!”
“Scusa, eh?”
“V-vai pure!”
Chiuse gli occhi e si
irrigidì; era più rossa che mai.
Gazille la guardò: faceva
così tenerezza… Era ingiusto imbarazzarla così quella poveretta, solo perché
era l’unica su cui l’Incanto Cupidus aveva fatto cilecca.
I due erano così vicini da
sentirsi respirare.
Invece per le sei
incupidite di respirare non se ne parlava!
<< Dai che non la bacia! Dai che non la bacia!
>>
La speranza è proprio l’ultima a morire.
<< Non è giusto… In questa storia le persone
non fanno che essere forzate a far qualcosa: innamorarsi, restare chiusi in
camera, essere baciate controvoglia… >>
Il minimo che poteva fare
per lei, era togliersi il dente in fretta, e nel modo più dolce possibile.
Il dragone chiuse gli occhi,
e il suo tenero rossore gli rimase come impresso.
Si calò piano su di lei…
<< Smack! >>
“!”
E, scostato un po’ il suo bel fiocco, stampò un bacetto sulla sua fronte.
In quel momento, Evelyn si
girò…
“Uh, cielo! È veramente
inquietante quel Gazille, e che capelli! Oh, bene, ora l’ho visto, torniamo a
noi…” disse tornando a giocherellare con quelle guanciotte cicciotte ora tutte
sue.
La reazione delle sei fu
completamente opposta.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! SIGH!!!”
“Guardate!” sobbalzò Happy!
Le sei cominciarono ad
emanare ciascuna un filo di fumo. Questo fumo saliva sulle loro teste e lì
rimaneva, gonfiandosi in una nuvola color rosso a forma di cuoricino. Poi, col
rumore del vetro infranto, le nuvolette si ruppero in due, e il fumo svanì in pochi
attimi.
“……”
“Allora?”
Henry incrociò le dita.
“A me…” -balbettò Lucy- “A
me… NON PIACE GAZILLE! SONO TORNATA NORMALE!”
“ANCHE IO!”
“IO NON SOPPORTO I SUOI
MODI E COME SI VESTE!”
“E QUEI PIERCING SONO
ORRENDI!”
“YA-HOOOO!” esultò Bisca sparando un colpo in aria!
Gazille esplose: “EVVAI!
NON MI SOPPORTANO! NON MI SOPPORTANO!”
E l’unica ragazza che
l’aveva sopportato fino in fondo, sbloccatasi, iniziò a saltellare insieme a
lui: “Ce l’abbiamo fatta, Gazille!”
Visto lo spettacolo,
Bastiano del chiosco di souvenir disse la sua: “Maghi… Bah!”
Erza, la prima a
ricomporsi, si passò una mano sulla fronte: “Molto bene, i nostri incresciosi
comportamenti avranno finalmente termine!”
Cana stappò una bottiglia
e, cosa inusuale, prese a farla girare!
“Umpf! Addio Incanto
Cupidus, non sentiremo la tua mancanza.”
Al che però, Happy ebbe
voglia di parlare…
“Però vi ricordate ancora
tutto quello che è successo mentre eravate incupidite per Gazille, vero?”
“……”
Wendy corse ad abbracciare
Charle con gli occhi lacrimosi: “Perdonami!”
Obbiettivamente, la
exsheed ne aveva subite tante, dal punto di vista sia fisico che psicologico…
“Su su…”
Lucy, Erza, Bisca, Cana e
Mira ripercorsero mentalmente l’intera vicenda: dalle sdolcinatezze alle
efferatezze, dai progetti romantici ai pensieri sconci… E pensarono alla loro
reputazione macchiata, e al fatto che né loro né nessun altro se ne sarebbe
dimenticato tanto presto!
Diventate tutte paonazze
alzarono gli occhi al cielo: “OH, MAMMA!”
“Ih ih ih ih!”
Il perfido Happy aveva colpito
ancora!
Mentre tutti festeggiavano
e congratulavano, qualcuno sentì di avere qualcosa da fare.
Oberon si allontanò di
qualche passo, seguito solo dalla vecchia ex-custode. Prese una delle poche
fiale rimaste integre, che guardacaso faceva al caso suo.
La stappò e, tenendo la
pergamena dell’Incanto Cupidus nella sua mano, rovesciò il contenuto della
fiala su di essa.
Il liquido si trasformò in
una fiamma, il cui crepitare richiamò l’attenzione degli altri.
“Oberon! Che fai?!”
Henry, Sybille, Evelyn e
Lionel gli corsero vicino, mentre lui aveva già lasciato cadere a terra la
pergamena ormai in fiamme.
“Perché?” chiese Lionel.
“Per evitare che qualche
altro D’Alambicco o chiunque altro ne divenga vittima, ora che la faccenda è
definitivamente chiusa. Sono sicuro che il nonno approverebbe.”
La vecchina, dietro di
lui, lo guardava soddisfatta, e lui avvertì il suo orgoglio e la sua
gratitudine, insieme a quella delle altre “vittime”. Prima fra tutte, nonno
Oliver.
“Peccato però…” –fece
tristemente Evelyn- “Potevi tenerla come ricordo.”
“Ricordo?”
Ci pensò su. I ricordi
sono importanti. Per questo nonno Oliver non aveva mai avuto il coraggio di
distruggere nessuna delle sue opere.
Ogni cosa, materiale o
immateriale, una persona, un oggetto o un sentimento, ha il valore che tu gli
dai. Il valore dei ricordi, delle esperienze, delle compagnie, delle lezioni
che hai imparato.
E lui di lezioni ne aveva
imparate eccome.
“Sai, hai ragione! Credo
che lascerò qualcuno dei fori di proiettile sulla facciata della villa! Eh eh!”
Nel vederlo così maturo,
neppure Sybille seppe contenersi dal dargli una bella pacca sulle spalle!
Quella missione era stato
un vero successo per Fairy Tail, e non avevano causato che ingenti danni a un
villa e al suo giardino: un record!
Effettivamente, per i loro
soliti standard se la sono cavata egregiamente, anzi, forse è stata un’esperienza
più costruttiva che distruttiva! ^__^
E diciamo così tanti saluti all’Incanto Cupidus, la formula dal bel volto
attraente ma in realtà ipocrita e casinista. Certo però che ci ha regalato fino
alla fine dei momenti interessanti: Gazille che stampa un bacetto non è cosa da
tutti i giorni!
Il suo penare è giunto
alla fine, e possiamo dire che il suo obiettivo di farsi guardare dai compagni
con occhi diversi, sia stato centrato…
E anche il mio di
completare questa fic costi quel che costi, esami e non esami, visto che ormai
manca poco… Vi do quindi appuntamento ai prossimi capitoli (uno o due al
massimo), sperando di realizzare un finale a voi gradito e da voi ben
commentato!
E ricordate: non
sottovalutate mai le vecchine!
Buon proseguimento d’estate!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** Saluti e baci! ***
fairy tail saluti e baci
Ciao a tutti carissimi
lettori! Vi va bene l’estate? Qui da me è finalmente tornato il sole! Ed è con
spirito “solare” appunto che vi regalo questo nuovo capitolo, il penultimo!
Questa storia ha richiesto molto tempo e molte energie, e forse avrei anche
dovuto dedicarmici con maggior attenzione: l’avrei finita certo prima se avessi
perso meno tempo… ^__^”
Ora che finirà, e che
l’esame sarà dietro le spalle, mi auguro di regalarvi ancora altre belle fic
per questa estate, la stagione più mitica di tutte!
Nel frattempo, buona
lettura ancora una volta! Commentate! ^__^
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Malgrado il sentito invito
di Bastiano a provare l’ospitalità locale fermandosi lì ad Heartburg per la
notte, magari alla trattoria di suo cugino, i Fairy Tail, che avevano già preso
alloggio ad Hosenka, decisero di ripartire presto.
Sua nonna offrì ai
viaggiatori alcune merende per il viaggio (e si sa che le nonne cucinano
bene!), e questi, per sdebitarsi, comprarono ciascuno qualcosina allo stand del
nipote, in modo da toglierselo finalmente dalle scatole…
Nel tardo pomeriggio,
giunse il momento dei saluti. Sotto l’arco di pietra all’ingresso del paesotto,
non mancò nessuno.
Quella che era partita
come una disavventura, si era trasformata in un semplice viaggio come tanti
altri: coi suoi alti e i suoi bassi, i suoi momenti duri e quelli belli, con
scene da ricordare e da dimenticare, lezioni da tenere a mente, e facce amiche
da portare a casa con sé.
“Fate buon viaggio!”
“Sono sicuro sarà così,
giusto Gazille?” disse Lily sgomitandolo.
“Bleah! Quella pozione per
togliere l’effetto all’incantesimo era disgustosa! Ho ancora l’amaro in bocca!”
Oberon ridacchiò vedendo
come si passava con forza una mano sulla grossa lingua, sperando di smacchiarla
da quel saporaccio!
“Beh, sai com’è, se
l’amore è il dolce della vita, la pozione che vi mette fine non può che avere
un gusto amaro, no? Eh eh!”
“Spero solo che questo
amaro non mi resti per tutto il viaggio!”
“Tranquillo, tra qualche decina di minuti sparirà del tutto. Credo potrai
sopportare quest’ultima amarezza visto che ora non sei più costretto a
nasconderti quando vedi una donna.”
“Già, ora sono le donne
che preferirebbero nascondersi… Dovresti fare qualcosa per quei capelli ispidi,
e magari usare un po’ di creme…” suggerì spassionata Evelyn.
Gazille la guardò basito,
mentre i suoi amici gli ridevano dietro!
Evelyn però non diceva
questo con cattiveria, dopotutto alla fine aveva imparato che non si giudica
dalle apparenze… e magari anche lui, coi capelli e i vestiti in ordine come il
suo coccoloso Lionel sarebbe diventato bellissimo!
Gazille alla fine la prese
anche lui con un sorriso: “Scusa Evelyn, ma dopo quello che ho passato ho
proprio voglia che mi girino alla larga, capiscimi!” disse menando
un’occhiatina alle sue ex-fan che si strinsero nelle spalle!
“Stammi bene Henry.”
–disse Gray stringendogli la mano- “E mi raccomando, prenditela con più calma
d’ora in poi!”
La stretta di Henry fu
forte e ferma!
“T-Tranquillo! Lo farò!”
Gli sarebbe bastato aver
fiducia in sé stesso, e il resto sarebbe venuto da sé!
“Grazie del libro, Levi!”
“Di nulla, Sybille. Sta
funzionando?”
“Eccome, non te ne sei accorta?”
“Di cosa?”
“Prima quando ti ho detto grazie l’ho fatto col punto esclamativo.”
A Levi spuntò un
gocciolone: “…… Ah, non l’avevo notato… Eh eh! Continua così!”
“……”
Al che, dispiaciuta di non
vederla tanto convinta, la ragazza si tolse la maschera dal volto e sorrise.
Era stupenda.
Stupendamente sincera! E Levi ne fu molto contenta!
<< Alla fine non ti costa poi molto mostrare
ciò che hai dentro… >>
Wendy, Lucy, Natsu ed
Happy salutavano intanto i futuri coniugi Bonnie-Clyde (Evelyn voleva mantenere
il suo cognome, e Lionel, da bravo cavaliere, le aveva ceduto il posto
davanti!).
“Ancora congratulazioni,
voi due!” fece la draghetta.
“Aye!”
“Sempre in gamba,
panzarotto!”
“Certo!” rispose lui,
battendo il cinque col drago di fuoco!
Evelyn si era
inginocchiata per salutare la sua tanto desiderata elegante bianca damigella:
“Charle, mi spiace aver iniziato col piede sbagliato…” –fece Evelyn- “Ma sappi
che se mai verrai a trovarci a casa troverai un bel giardino pieno di gattini
con cui fare amicizia!”
“Io non sono una gattina,
sono una exsheed. Non parlo con gli altri gatti, o meglio, loro non parlano.”
“Beh… meglio così: se non
parlano criticano meno!” disse con un sorriso.
“Eh eh eh!”
Riappacificazione anche
tra loro quindi.
Il suo futuro marito si
avvicinò allora all’altro inafferrabile micio: “Ehi, Happy!”
“Oh? È la prima volta che non mi chiami “sbafone” o cose del genere.”
Per tutta risposta gli
diede una pacca sulla testa, che però le dimensioni della mano resero un
tantino pesante: “Sono troppo felice per continuare a portarti rancore!
Dopotutto anche tu fai parte di questa vicenda che ricorderò per sempre, perché
mi ha finalmente aperto gli occhi e il cuore…”
Sospirò e prese a frugarsi
nel taschino.
“Tieni Happy, accetta questo regalino da parte mia.”
Happy prese dalla sua
manona un cartellino, una specie di biglietto da visita; ma non era quello di
Lionel, bensì quello di un ristorante.
E come ristorante era molto promettente se
aveva due pesci incrociati sullo stemma!
“Questo è un buono coppia
per una cena al ristorante “Banchetto Oceanico”, ad Harujion. L’ho vinto tempo
fa, ma io e gli altri veniamo da un’altra regione di Fiore, e non ho mai il
tempo di andare così lontano, invece la tua gilda è a Magnolia, che è a un tiro
di sasso da Harujion, dico bene?”
“Si, è così… Quindi, se
mostro questo…”
“Tu e un’altra persona mangiate gratis! Un menù di pesce completo,
freschissimo, su una terrazza con vista lungomare a lume di candela!”
Il piccoletto blu non
trattenne un “WOW!” quando provò ad immaginare quella scena con dentro lui e
Charle! Gli occhietti gli brillavano tutti!
Lionel capì che stava
pensando e gli diede un’altra pacca.
Si avvicinò poi al suo
orecchio, ammiccando in direzione di Charle: “Continua a provare: forse anche
lei, come Evelyn, ha bisogno di un altro po’ di insistenza!”
Happy arrossì e rise!
Chi l’ha dura, la vince!
Oberon si inchinò di
fronte ad Erza e alle altre ragazze: “Ancora una volta scusa.”
“Ancora una volta non ce
n’è bisogno. Tutti sbagliamo. A volte ce ne accorgiamo, e se si hanno i numeri
giusti, non solo ci si rimette in carreggiata, ma ci si fa anche largamente
perdonare.”
Sentendosi addosso un bel
po’ di responsabilità, ma anche di fiducia, Oberon annuì vigoroso a quella
rossa così carismatica. Un vero leader: con lei al comando sarebbe stata tutta
un’altra battaglia contro Fairy Tail.
“Cosa farai ora, Oberon?”
domandò Levi.
“Ho deciso di stabilirmi
qui ad Heartburg: i D’Alambicco devono molto a questa città, quindi tornerò qui
e mi occuperò di valorizzarla e svilupparla. Ho un certo progetto in mente
sapete…”
“Qualunque cosa tu faccia,
tieniti lontano te e altri dai guai, o ti vengo a cercare.” sopraggiunse
Gazille con tono di minaccia.
“Tranquillo, l’unico guaio
che voglio cercarmi è una ragazza, capisci che intendo, eh? Eh eh eh… Chissà…”
Gazille fece spallucce:
“Perché no, ora hai le carte in regola.”
Oberon abbassò il capo
qualche istante, poi guardò negli occhi quell’umanissimo drago: “Grazie di
tutto.”
Sorrise: “Umpf! Grazie a te!”
Lionel e Evelyn si
soffiavano commossi il naso, mentre le schiene venivano voltate, i passi
intrapresi, e le mani sventolate in saluto.
“Buona fortuna a tutti
voi!”
“Buon viaggio!”
“Una domanda!” –fece Henry mentre si allontanavano fuori da Heartburg- “Ma
perché andate a piedi? Tra mezz’ora arriva la corriera per Hosenka…”
“Perché qui uno di noi ha
problemi con le corriere… e non solo con quelle, giusto?” rispose Lucy, lanciando
infine un’occhiatina a Natsu.
“Ih ih… Avanti,
muoviamoci! Prima che arrivi la corri… cioè, prima che tramonti il sole!”
“Natsu, aspettami!” urlò
Happy correndogli dietro dopo che questi aveva accelerato il passo.
Qualche passo e qualche
altro saluto dopo, i Fairy Tail sparirono oltre gli alberi della curva, oltre
la quale c’era la discesa che conduceva fino a Hosenka. All’andata Natsu li
aveva costretti a farsela tutta in saluta pur di non usare un mezzo di
trasporto!
Ma ora non c’era fretta e
anche i cuori erano leggeri: un’altra passeggiatina ci poteva anche stare.
I cinque erano rimasti
fermi vicino l’arco.
“Qui-quindi… resti qui?”
“Si.” –rispose il giovane
alchimista- “È da qui che ripartiranno i D’Alambicco, ed è da qui che ripartirò
io.”
Sybille, svelata, ostentò
gli angoli della bocca inclinati verso il basso: “Quindi… non torni a casa con
noi?”
Si voltò sorridente: “Ehi,
se volete potete restare anche voi e darmi una mano con la mia nuova attività.
Quando si mette su qualcosa bisogna circondarsi di gente fidata! Vi pagherò
bene.”
Henry alzò subito la mano:
“I-io ci sto! Ho bisogno di prendere più decisioni senza pensare! Ci sono
dentro fino all’osso!”
E magari avrebbe avuto più
fortuna che come medico o mago!
E i due suggellarono la
cosa con un abbraccio.
“E voi?” chiese Oberon fiducioso.
Sybille ripose il libro,
che aveva tenuto tra le mani tutto il tempo, di nuovo in borsa: “Credo che
andrò anch’io in cerca della mia strada. Intanto vedrò di migliorare le mie
abilità relazionali, poi si vedrà.”
Evelyn e Lionel,
guardandosi dispiaciuti, si presero mano nella mano.
“Oberon… Io ed Evelyn
abbiamo deciso di restare dove siamo: vogliamo prendere una casa che sia vicina
alle nostre famiglie, capisci?”
“Perfettamente!”
Alla fine, Henry aveva
accettato perché come lui era un single scapestrato: due amici in cerca di
fortuna, meraviglioso! Magari oltre alla fortuna avrebbero trovato anche tante
ragazze!
Per chi invece di cercare
non aveva più bisogno il discorso era diverso.
Ed anche Sybille in fondo,
così neutra, così grigia, aveva bisogno di trovare da sé il proprio autentico
colore.
Fu proprio lei a dirlo, e
la sua voce trasmise ciò che sentivano: “Mi sa che il nostro gruppo si scioglie
qui allora.”
Tutti abbassarono il capo,
come in un minuto di raccoglimento, che durò solo pochi secondi.
“Resteremo sempre amici,
eh?” disse Lionel, tirando su il morale a tutti.
“Ovvio!”
Oberon tolse gli occhiali
e strinse gli occhi umidi: “Ehm… posso venirvi a trovare anche dopo il
matrimonio?”
“Devi! Anzi, dovete!”
“BUAAAAAAHH!” esplose la
sensibilissima Evelyn!
E tutti, per consolarla,
si abbracciarono.
Gli amici vanno, gli amici
vengono. Solo i migliori restano, indipendentemente dalle scelte e dalle
distanze.
Perché ciò che l’avventura
della vita unisce, non può più essere sciolto!
I Fairy Tail arrivarono ad
Hosenka che i lampioni erano già tutti accesi.
Si diressero subito
all’albergo dove il gruppetto dei “soccorritori” aveva preso alloggio il giorno
prima, e presero camere anche per quelli che si erano aggiunti.
Solo Erza fece una breve
deviazione all’ufficio postale, commissionando un piccione viaggiatore espresso
per Magnolia con un messaggio per il master.
Tutto a posto, partiremo domani da Hosenka col primo treno per
Fiore
PS: A nome anche di Cana, Bisca e Mira, ci scusi per la
faccenda del pupazzetto molleggino…
Il mattino dopo, saldato
il conto, appesantito dalle decine di cuscini spiumati fino all’osso nelle
battaglie serali, ci si diresse tutti, alla svelta ma non troppo, alla
stazione. E a quel punto a nulla valse la proposta di Natsu di fare un’altra
passeggiata!
“Bleurgh! Presto
Wendy, il Trojan!” disse per la trentesima volta da quando erano partiti.
“No, Natsu, aspetta ancora
un po’! Se lo usi troppe volte l’effetto diminuisce lo sai: vuoi ritrovarti a
dovermi chiedere il Trojan ogni cinque minuti ogni volta che viaggi?”
“SI! SIGH!”
“Vacci
piano, con
l’assuefazione non c’è da scherzare…”
lo ammonì Cana… tirando giù poi un vorace
sorso di liquore!
Il treno massaggiava col
suo continuo vibrare le schiene stanche sui sedili dei passeggeri, e col suo ininterrotto
e cadenzato rumore cullava e rilassava le menti che avevano un gran voglia di
sgombrarsi.
Fu un viaggio tranquillo,
specie dopo che Wendy somministrò a Natsu la sua dose di Trojan anti-mezzo di
trasporto, e a parte Bisca che, per ingannare il tempo, aveva preso a giocare
al tiro al bersaglio fuori dai finestrini, non vi furono altri episodi,
danneggiamenti o ammonizioni da parte dal controllore degni di nota.
Qualcuno si sarebbe
aspettato qualcosa di più da Levi e Gazille però…
Ma la prima trascorse gran parte del viaggio a parlare e scherzare con la sua
migliore amica ritrovata, e la restante parte a leggere.
“Ci potresti scrivere un
libro con questa avventura, Lucy!”
“Secondo te anche la gag
della lesbica può funzionare?”
“Solo se non la usi troppo…”
“Ah ah ah, scherzo!”
“Ih ih!”
Il secondo passò il tempo
guardando fuori dal finestrino silenzioso, battibeccando con Natsu di tanto in
tanto giusto per rompere un po’ la monotonia.
“Alla fine tra quei due
non sembra ci sia proprio nulla.” sussurrò Mira all’orecchio di Erza.
“Che ti aspettavi? Il loro
mettersi insieme era tutto un piano: ora che non ce n’è più bisogno sono
tornati normali compagni.
“Sarà… eppure…”
“Ti riferisci a quando si
sono baciati? Si, è stata una bella scena, ma resta il fatto che era coppia
nata da un inganno in fin dei conti. Non puoi mica pretendere restino insieme,
di amori finti ne abbiamo già visti abbastanza.”
Con un inizio simile in effetti
sarebbe stata soltanto un’altra delle finzioni di cui si era reso colpevole l’Incanto
Cupidus.
Mira sbuffò: “Peccato…
Secondo me starebbero bene insieme…”
Ridendo e parlando,
qualche ora dopo, Natsu si sporse dal finestrino.
“ECCOLA! MAGNOLIA! SIAMO
QUASI A CASA! YAHOOOO!”
“YAHOOO!” urlò Happy con lui!
Gazille si stiracchiò:
“Bene, era ora. Tutto torna alla normalità: niente ragazze che ti corrono
dietro, di nuovo tutto per me stesso. Che si può chiedere di più?”
“Umpf! Non è strano? Alla
fine a farti così contento è qualcosa che rende tristi tanti altri: restare solo
soletto…” scherzò Gray…
Gazille aprì un occhietto…
Si sollevò in piedi,
appoggiandosi al sedile dinanzi: “Ehi, che ho essere triste a restare single?
Ho una gilda che è la migliore di tutte…”
“Puoi dirlo forte!” fece
Natsu
“Ho un mucchio di amici
che si sono fatti in quattro per tirarmi fuori da guai…”
Continuò guardando Levi,
che aveva chiuso il libro per ascoltarlo.
“Ai quali devo ricordarmi
di offrire un bicchiere…”
Cana, ridendo, se lo
impresse nella memoria.
“Ho un compagno gatto,
nero e tosto quanto il sottoscritto…”
“Umpf!”
“Un sacco di libertà… Chi
se ne frega se non ho una fidanzata? Per ora mi va benissimo così, poi si
vedrà!”
Natsu batté le mani: “Così
si parla! Urgh! Mi sta tornando il mal di viaggio!
“Saremo in stazione tra
pochi minuti, tranquillo!”
“E una volta lì
festeggeremo insieme a tutti gli altri!”
“Saranno contenti di
riaverti inoffensivo, Gazille.” disse Erza.
“Io credo saranno più
contenti per voialtre invece, ma tranquilla, non mi sfiora.”
Gazille si risedette:
<< Se vuoi che gli altri si
affezionino, tu permettiglielo… >>
“STAZIONE DI FIORE!” annunciò l’altoparlante.
E subito gli arrivò in
risposta un: “TERRAAAAAAAAA!”
“Guarda che non siamo su
una nave…” fece Gray, mentre l’amico, come solo il treno si era fermato, si gettava
direttamente fuori dal finestrino anziché scendere dal vagone come tutti gli
altri.
Decine di uomini, ma
soprattutto di donne, passavano… e nessuna faceva caso a lui!
“Finalmente! Non ne potevo
più.”
Gray, spogliatosi
improvvisamente (aveva resistito anche troppo!), scese subito dopo di lui:
“Dev’essere stata un’esperienza difficile, eh Gazille?”
“Figurati che sento ancora
le urla scatenate delle mie fans che mi rincorrono per saltarmi addosso e
abbracciarmi! Urgh! Che orrore!
“KYAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!”
“?!?!?!?!??!”
Il dragon era sbiancato:
“L’hai sentito?! Sono loro!!! Sono tornate!!!”
Il mago dei ghiacci non si
scompose, nonostante l’urlo si stesse avvicinando sempre più: “Credo proprio
che stavolta non sia per te…”
Infatti, un istante dopo,
li raggiunse un nuovo urlo…
“♥♥♥
GRAAAAAAAAAAAAAAYYYY!!!
♥♥♥”
I passanti e il
capostazione videro solo un veloce lampo blu e avvertirono uno spostamento
d’aria!
“È Juvia!”
“Perché ha una benda sugli occhi?”
La ragazza appena si sentì
qualcuno a portata di mano lo strinse forte in un caloroso bentornato!
“Ah, Gray! Ce l’avete fatta! Sono contentissima che tu sia tornato!”
“Ehm, Juvia… Io sono qui…”
“……”
Juvia si tolse la benda…
Aveva appena abbracciato
Gazille!
“AAAAAAAAAAAHHHH! NOOOO!
L’INCANTO CUPIDUS MI HA COLPITO LO STESSO!”
“……”
La maga si accasciò a
terra: “Sigh! Ora dovrò innamorarmi di Gazille! Quell’incantesimo malefico è
davvero potente, la mia benda non è stata sufficiente!”
“Juvia, non sei stata
colpita dall’incantesimo.”
“Ah, no? E come lo spieghi che ho abbracciato Gazille anziché Gray? SIGH!”
Gray si batté una mano in
fronte: “Ehm, Juvia…”
“Gray, prima che faccia effetto, Juvia deve dirti che tu…”
“L’Incanto Cupidus l’abbiamo debellato, Gazille non ce l’ha più ormai.” la
troncò lui prima che andasse oltre.
“Sicuri?”
“Sicurissimi.” –precisò
Erza- “Scusa, l’ho anche scritto nel messaggio, che bisogno c’era della benda?”
Juvia si alzò in piedi tutta rossa: “V-volevo prendere tutte le precauzioni
possibili, eh eh! Quindi… se ho abbracciato Gazille…”
“È stato un caso perché
correvi bendata; a proposito, evitalo, potresti sbattere.”
“Oh! Juvia è così
sollevata! È andato tutto bene quindi! Quando al master è arrivato il piccione
viaggiatore ha chiesto a qualcuno di noi di venirvi a prendere alla stazione, e
così…”
“Ti sei offerta volontaria.”
concluse il mago di ghiaccio.
<< Sigh… Alla fine non ci vediamo che da due
giorni e come si è presentata l’occasione sono corsa da lui… Sono
irrecuperabile! >>
Juvia si rimpicciolì:
“S-spero non ti spiaccia...”
“No, anzi, fa piacere
ricevere certe accoglienze ogni tanto, eh eh!”
“Eh eh!”
Dopotutto gli aveva promesso di essere meno appiccicosa quando era partito (e a
conti fatti, era stato un bene per lei non aver partecipato alla missione,
altrimenti anche lei sarebbe caduta vittima dell’idiozia di Gazille e della sua
appariscente entrata in scena!)…
Ma come resistere alla
tentazione di un bel reincontro in stazione col ragazzo del proprio cuore? Una
scena troppo ghiotta per non farla accadere!
Happy si avvicinò
all’orecchio di lei: “Ti pia…”
Ma prima di finire si
ritrovò chiuso in un cubetto di ghiaccio…
“Eh?”
“Oh, quello? Di sicuro per
dire qualcuna delle sue idiozie.”
<< CHE FIGO! >>
Risvegliata Juvia dal suo
stato beato-catatonico, il gruppo si mise in marcia, con Natsu e Gray che
improvvisarono un breve litigio (il rosa non aveva gradito l’improvviso
congelamento di Happy), prima che Erza stabilisse un indiscutibile pareggio!
“Allora Gazille” –domandò
la maga coi capelli color del mare- “Come stai adesso?”
“Magnificamente Juvia. Direi che col tuo abbraccio abbiamo messo finalmente una
pietra sopra agli assalti.”
“Ops! Ehm, a proposito di assalti…”
Gli altri fermarono il
passo.
“A dire la verità, alla
gilda la situazione è ancora un po’ complicata…”
“VOGLIAMO GAZILLE!
VOGLIAMO GAZILLE! VOGLIAMO GAZILLE!”
La folla inferocita aveva
portato addirittura i tamburi di guerra e, assiepata dinanzi il cancello
principale della gilda sembrava un esercito pronto ad attaccare!
Gazille fece cascare le
braccia: “Cavolo! Queste me le ero proprio scordate!”
Erano rimaste loro: tutte
le ragazze della città che casualmente lo avevano visto in quei pochi minuti
fuori dall’edificio quel disgraziato giorno della boccetta in testa!
Visto che Gazille aveva
cessato di comparire, avevano dato il via ad un sit-in di protesta affinché il
master glielo restituisse! In tutto ciò, il povero Makarov aveva anche dovuto
sorbirsi le continue lamentele dei loro fidanzati e parenti che pretendevano
una soluzione al problema!
Oltre il cancello, chiuso
e rinforzato da un paio di catene, il piccolo master aveva messo mano a un
megafono: “Ve lo ripeto, a breve il vostro beniamino sarà di nuovo qui, quindi
siete pregate di sgomberare!”
“Lei pensa di rabbonirci!”
“Sta cercando di speculare! Vuol farci pagare un tanto all’occhiatina e una
cifra per una sua ciocca di capelli, dica la verità!”
Il master roteò gli occhi.
“Dobbiamo sbrigarci!” urlò
Natsu.
“Ma come facciamo a
passare?” si chiese Mira.
“Ha ragione purtroppo…”
–fece Lucy rabbrividendo- “Se quelle vedono che Gazille è qui a portata di mano
chissà cosa gli faranno!”
“Sigh! Mi strapperanno ciocche dai capelli per ricordo fino a quando non sarò completamente
pelato!”
“Che ci provino con Gray!”
–fece Juvia roboante come un torrente- “Farò scudo col mio corpo!”
“Ma non è mica Gray che vogliono…”
“Aspettate!”
A chi poteva accendersi la
lampadina se non a Levi dal cervello fino?
“Juvia ha ragione! Scudo
col corpo! Per loro Gazille è una specie di star giusto? E allora non gli
daremo una star!”
“Cioè?”
L’urlare e l’agitare
cartelli proseguiva furioso…
“VOGLIAMO GAZILLE!
VOGLIAMO GA…”
Quando ecco una sola voce,
proveniente dall’ultima fila, fu sufficiente ad oscurare il coro!
“GUARDATE!”
Tutte si girarono e un
paio di loro svennero!
“Quello è… è…”
“GAZILLE!”
“Guardate che figo!”
“Ha pure le guardie del
corpo!”
“Ovvio che ce le ha! È un
grande!”
Ed eccolo arrivare, ma ben
protetto da Natsu, Gray, Lily e tutte le altre, che lo oscuravano quasi
completamente alla vista, sospingendo indietro le fans troppo vicine e
controllando professionalmente la sicurezza della zona!
E a renderli ancora più
guardie del corpo, ciascuno di loro portava dei fighissimi occhiali scuri… E
anche Happy e Charle ne avevano delle paia formato mini!
“Da dove sono usciti tutti
questi occhiali?” chiese la maga degli spiriti stellari, menando un paio di
schiaffetti su delle mani troppo vicine alla star.
“Ehi, non si possono fare
dei bodyguard senza occhiali da sole, no? Ih ih!” rispose Natsu come fosse
elementare!
Intanto Gray, come guardia
del corpo, si trovava a sua volta ad essere protetto…
“Tenete la distanza!”
intimava Juvia.
“Ehm, non dovresti pensare
più a Gazille?”
“Meglio che qualcuno pensi
anche a te. I tuoi capelli sono del suo stesso colore…”
“E quindi?”
<< ZAC! ZAC! >> fece un paio di
forbici a pochi centimetri dal suo orecchio!
“ARGH!”
“Quindi le tue fan
potrebbero scambiarti per lui o prendere i tuoi bellissimi capelli fingendo
siano i suoi!” spiegò la ragazza, respingendo l’attentatrice al suo Gray con un
getto d’acqua a mò d’idrante!
Poco più avanti era
successa una scena simile, e Lily, nel tentativo di sgomberare la strada, ne
era uscito con qualche decina di peli mancanti!
“Cavolo… sai, a ripensarci
a volte è bello avere qualcuna che sia tanto premurosa e “appiccicata”! Umpf!”
<< JUVIA È AL SETTIMO CIELO! >>
Forse l’avrebbe
conquistato anche così!
“Ci siamo quasi! Largo!
Largo!”
“Uh, quanto chiasso!”
brontolò Cana, tappandosi un orecchio.
“GAZILLE! AMORE MIO!
GUARDARMI!”
Gazille allora si girò
nella direzione della ragazza e guardandola dal basso verso l’alto…
“Shubi-doo-ba…” disse con
voce profonda.
E immancabilmente la tipa
svenne lanciando un: “KYAAAAAAAHHH!”
“Umpf, complimenti!” –fece
Lily- “Ti sei proprio calato nella parte.”
Spintonando e proteggendo,
arrivarono al cancello.
“Apra master! Siamo
tornati!”
“Mhmm… Erza, puoi
assicurarmi che tu e le altre siete guarite sul serio?”
E che non tenterete altre
cattiverie sul mio sosia molleggino, avrebbe voluto aggiungere.
“Ok.”
E, detto fatto, la rossa
menò un veloce pugno nello stomaco a Gazille!
Il master annuì: “Molto
bene! Entrate pure, e richiudete subito dopo!”
La codina di Happy passò
dentro e subito alcune braccia provarono a farsi largo! Solo con parecchie
difficoltà il master riuscì a sbattere il cancello senza far male nessuna di
loro!
“Fiuuu… è fatta…”
ZAC!
“EHI!” si girò di botto,
tenendosi i capelli!
“Mi scusi, ho sbagliato!” fece con aria innocente la fan con le forbici!
“LEVIIIIIIII!”
Jet e Droy furono i primi
a riabbracciarla!
“Sono pronto a scommettere
che senza di te non ce l’avrebbero mai fatta!” fece il biodo.
“Dì la verità, li hai tenuti a bacchetta tutto il tempo, eh?” fece il moro.
“Più o meno, eh eh! Anch’io
sono contenta di rivedervi ragazzi! Però così mi mettete in imbarazzo!”
“Tutto a posto quindi? Non
sei ferita, vero?”
“Oh, no, tranquilli!”
I due poi si avventarono
sul dragone: “Gazille, a te poi com’è saltato in mente di scappare?”
“Avresti potuto mettere
Levi in pericolo! Avrebbe potuto innamorarsi di te!”
“Ehm, non è successo vero
Levi? Ti prego, dimmi che non ti eri trasformata anche tu in una di quelle
zombi la fuori!”
“Oh, quello si che vi
sarebbe dispiaciuto…” fece il drago, fregandosi poco dei due, e ridendo
discretamente.
“Eh eh, no tranquilli!
L’Incanto Cupidus non ha mai avuto effetto su di me!”
“Straordinaria!”
“Lo stavo per dire io:
straordinaria!”
<< Ghi hi hi! Se solo sapessero… >>
“In compenso ha dovuto
baciare Gazille.”
SDONG!
?!?!?!?!?
<< Ti pareva! >>
A che serve non far sapere
una cosa se poi c’è Natsu che la spiaccica pubblicamente davanti a tutta la
gilda?
“CHE CAVOLO TI È SALTATO
IN MENTE?!?”
“Ah ah ah! Scusa amico! Volevo proprio vedere le facce che avrebbero fatto gli
altri.”
Delle più varie in
effetti; dal rossore incontenibile di Levi, all’ira funesta di Jet e Droy, i
cui faccioni, contratti e pieni di vene pulsanti piombarono a un centimetro dal
naso del povero dragone.
“TU COSA HAI
FATTO?!?!?!?!??”
“Ma quindi… state
insieme?” chiese Olietta.
“NO!” urlarono i due!
Che fortuna che c’erano
argomenti validi per chiuderla lì.
“Sentite, parleremo di
com’è andata la gita dopo! Ora dobbiamo fare qualcosa per quelle la fuori!
Tranquilli, si sistema in modo rapido e indolore.”
“Baciando Levi!” spiegò
Natsu.
“CHE COOOOOOOOOSA?!?!?”
Jet e Droy erano molto
vicini a menare Gazille, il quale invece ci si avvicinò ancor di più con Natsu,
menando sonoramente lui e la sua voglia di divertirsi!
Date le spiegazioni del
caso, e fatti stare finalmente zitti Jet e Droy, si uscì in cortile, dove si
poté procedere nuovamente alla de-cupidizzazione.
“Visto che Levi ci è già passata,
sarebbe ingiusto ci vada nuovamente di mezzo.”
“BEN DETTO!” fecero gli
altri due membri di Shadow Gear, schierati a protezione della dolce turchina.
“Quindi, la tipa che dovrà
essere baciata sulla guancia, e sottolineo sulla guancia con innocenza, verrà
estratta a sorte da questa scatola in cui ho messo dentro i nomi. Mi sembra
giusto no?”
“N-n-non c’è un altro
modo?” chiese qualcuna, imbarazzata dall’idea di un simile bacio in pubblico.
Juvia gli si avvicinò
all’orecchio: “Giusto, qualcosa per cui possa essere Juvia a baciare Gray
magari?”
“Desolato Juvia, te lo girerei volentieri, ma purtroppo sta a me.”
Nel frattempo, la folla,
avvertita dello spettacolo a cui avrebbero assistito, rumoreggiava timorosa,
sperando non fosse vero.
Il drago infilò la mano
nella scatola e le ragazze lì intorno presero a squagliarsi! L’unica rilassata
era Levi, già salva d’ufficio.
“Dunque, sembra che sarà
Bisca…”
Tla-Tlack…
Arzack gli aveva poggiato
la bocca di fuoco del suo revolver contro la nuca…
“……”
Gazille accartocciò il foglio e ricominciò a mescolare i bigliettini, mentre
Arzack, facendo di si con la testa, rimetteva il ferro nella fondina!
Gazille tirò di nuovo su
la mano: “Mira, sei uscita tu.”
Immediatamente, Elfman si
piazzò, grosso come una casa, dietro le sue spalle, con le braccia incrociate.
“Bah!”
Stracciò l’altro foglio.
Ne prese un altro e guardò Cana.
“… Spiacente, sono
sbronza.”
Prese una bottiglia, diede
un sorso e cascò a terra, imitando alla perfezione il sonnecchiamento post
alcolico.
“……”
Gazille provò ad estrarre un nuovo foglietto, e mentre cercava, posò gli occhi
su Erza…
“…… Oh, al diavolo!”
E buttò via la scatola
senza neanche provarci!
“Ah ah ah ah!” –Lily,
seduto su uno dei tavolini, rideva di gusto- “Ora ti spiace non avere una
ragazza a portata di mano, vero? Eh eh eh… EEEH?!”
All’improvviso si era
visto afferrato e sollevato.
“Ehi, voi!” –urlò Gazille-
“Guardate qui!”
“Che stai…”
Gli mollò un bacetto sulla testolina pelosa.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!”
A momenti un paio di torri
crollavano!
Nemmeno l’urlo delle fan
fu così forte: “NOOOOOO! SIGH!”
E le nuvolette a forma di
cuore sulle loro teste esplosero, facendole tornare in sé!
“Storia chiusa! Chi
schiaccia un cinque?”
Stavolta Arzack ed Elfman
si rivelarono più ben disposti!
“Ehm, Gazille?”
Datigli due colpetti sulla
spalla lo fece voltare.
Lily era in stato di shock:
“Ack… Argh… Ugh… Ack…”
Non riusciva ad articolare
bene i suoni per via della mandibola sbarrata… Inoltre aveva tutto il pelo
drizzato, come una pelle d’oca su tutto il corpo!
“Non mi sembra stia molto
bene…”
“Sta benissimo, anche se non penso mi parlerà per almeno un mese…”
Makarov soffiò in una
trombetta piena di festoni: “Allegria ragazzi! Le nostre amiche sono tutte
normali e non c’è ombra di contestazioni all’orizzonte!”
Le ragazze infatti erano
corse via a riappacificarsi coi propri magicamente scaricati ragazzi, o a
seppellire la testa sotto la sabbia per le figuracce fatte!
Il master allora alzò il
suo bastone col sorrisetto giallo e fece strada a tutti gli altri verso il
salone: “Su, torniamo dentro e godiamoci il resoconto di questa avventura!”
“Si, però che resoconti qualcun altro.” –disse Gazille- “Ora ho bisogno di
mangiare un bel po’ di metallo decente. A proposito, ora che non sono più al
centro dell’attenzione, festeggio la cosa offrendo un giro a tutti!”
“EVVIVA GAZILLE!”
“Però prima nessuno voleva che gli dessi un bacetto, eh?”
“Tienitelo!”
“Ma chi ve lo da?!”
E intanto Lily rimaneva
ancora lì fuori con gli occhi strabuzzati!
Torna così la normalità a
Fairy Tail, con la sola eccezione del povero Pantherlily, rinviato a data di
destinarsi fino a quando non gli passerà lo shock di un simile “tradimento” da
parte dell’amico! XD
Per ispirarmi ho ascoltato
la colonna sonora degli Hobbit de “Il Signore degli Anelli”, sa troppo di
ritorno a casa! ^__^
E col questo ritorno, va a
chiudersi così l’avventura, a cui si aggiungerà, nei prossimi giorni, un
epilogo da non perdere!
I nostri protagonisti
hanno avuto occasione di mettersi alla prova, di imparare e crescere; chissà se
qualcuno continuerà su questa strada… e cosa ne verrà fuori!
Se siete curiosi, alla
prossima!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA
SEMPRE!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** Epilogo: Si riparte ***
Fairy Tail Ultimo capitolo
Ehilà a tutti, e benvenuti
all’ultimo capitolo di questa fic di grandi guai, grandi sorprese, grandi
risate ed emozioni!
Era da un po’ che una fic
non mi teneva impegnato così a lungo, e mi tornano a mente gli altri momenti in
cui ho cominciato a scrivere gli altri finali: è sempre una soddisfazione, ed è
sempre una piccola agrodolce malinconia.
Per inciso, alla fine
l’esamone non è andato come speravo, ma avevo sperato anche di chiudere una
long-fic dopo che l’ultima è rimasta a lungo interrotta (“Tutta un’altra
musica”), e se non altro questa estate mi ha regalato questa soddisfazione.
Visto che dovrò continuare a studiare, forse non ci saranno altri miei
aggiornamenti estivi come avevo sperato; ma sapete come la penso, mai mettere
limiti alla provvidenza.
Vi lascio ora leggere e
salutare tutti, e ci vediamo alla fine per salutarvi e ringraziarvi! Buona
lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
Tempi tranquilli per
Magnolia e per Fairy Tail.
L’ultimo grande scossone si
era avuto quando il master era partito per l’edizione estiva del mercato della
magia di Harujion.
Memori di ciò che era
accaduto l’ultima volta che era tornato da lì con un sacco sulle spalle, a
momenti non lo lasciavano neppure entrare senza prima aver dichiarato tutto il
dichiarabile, come a un frontiera! A poco valsero le scuse del master sul fatto
che il sacco fosse molto più piccolo (meno articoli di interesse) e che non
avesse comprato alcuna pozione o sostanza liquida.
Makarov era in regola
comunque: era tornato con qualche libro, alcuni regalini, e un bruciore alla
gola per via della rimpatriata con l’amico Rufus.
Questi tra l’altro gli
aveva chiesto di una certa ragazza prosperosa con gli occhiali, chiedendogli di
riferirle che era ancora interessato a quell’appuntamento…
Evergreen smentì
vigorosamente ogni accusa chiamando i compagni Raijinshuu a testimoniare e
tutto fu risolto senza incidenti.
Era passato un altro po’
di tempo da allora.
Il master stava godendosi
una fumata seduto al suo posto preferito, il bancone del bar della gilda (per
la sua stazza era molto spazioso), osservando l’insieme di scherzi, lazzi,
risate e litigate che gli si parava davanti.
“I ragazzi sembrano molto
più quieti del solito, vero?” disse Mira, avviandosi con un vassoio in una mano,
per servire a un tavolo, e un unguento per Nab che aveva scommesso con Ecor di
saper imitare i suoi passi di danza (la caviglia aveva fatto cilecca dopo
cinque secondi, conseguenze del poco allenamento…).
Il master rise: “Si, si stanno
lasciando un po’ andare… Aspetta che dica loro che ho deciso la data per
l’esame di Classe-S e vedremo se non si danno una mossa!”
La faccenda Incanto
Cupidus aveva coinvolto poche persone direttamente, e la volontà di queste di
non rinvangare troppo certi avvenimenti aveva fatto si ce se ne dimenticasse
abbastanza in fretta (ogni tanto tornava loro in mente, come quando il master
era tornato a quell’infausto mercato, ma quella era una preoccupazione
legittima…).
Conseguenze però ce ne
erano state.
Il racconto di Natsu e
Gray fatti volare da Erza con un unico uppercut era ormai entrato nella
leggenda.
Juvia non si sarebbe più
fatta truffare da fasulli filtri d’amore, e questo significava per lei mettere
da parte i propri soldi in spese più sensate… Irresistibili bikini del colore
preferito di Gray ad esempio.
Happy aveva portato fuori
a cena Charle ed era stata una serata abbastanza riuscita. Peccato per la fuga
al momento del conto visto che il buono che Happy aveva sbandierato era scaduto
da sette ore e tredici minuti… Per un soffio! Da lì Happy ottenne il benestare
di Charle ad eventuali altri appuntamenti, e per premunirsi il micio si decise
a comprarsi un salvadanaio…
Jet e Droy, udito del
bookworm avevano preso ad allenarsi di più, sennò Elfman li avrebbe bacchettati
a vita come i più deboli del gruppo Shadow Gear…
Il pupazzetto-master con
la testolina molleggiante venne tenuto gelosamente conservato in una cassetta
di massima sicurezza, con divieto perenne per Mira e compagne di avvicinarcisi.
Quella mattina però, non
si pensava a nulla di tutto ciò nella sala. Né ci pensava Gazille, che in quel
momento rientrava da una breve missione.
“Ehilà.” cominciò
sbrigativamente a salutare, camminando fra i tavoli occupati.
“Ehilà.” gli rispose Nab
massaggiandosi la caviglia.
“Bentornato!” fece Ecor,
sciolto e sinuoso come sempre.
Mentre attraversava la
sala con la sacca dietro le spalle, venne notato da Jet.
“Ehi, Gazille! Dopo ti va
un’altra partita a freccette in sala hobby?”
“Cos’è, ora che hai
trovato qualcosa in cui sei in grado di battermi vuoi approfittarne il più
possibile?”
“Puoi dirlo forte! Ih ih!”
“Umpf!”
L’ultima volta l’aveva proprio distrutto! Una rivincita ci stava!
Passò vicino un tavolo non
occupato, salvo per Lily, al centro di esso, che sfogliava un giornale.
“Ciao Lily.” salutò lui.
“Ciao.” rispose il felino,
bagnandosi il dito e voltando pagina, apparentemente troppo assorto.
Qualche tavolo più in là,
una ragazza posava un libro per venirgli incontro.
“Beh, ci ha messo un po’
più di un mese, ma almeno ora mi parla.”
“Ne sono contenta vi stiate riappacificando!” disse Levi, accogliendolo col
sorriso.
“Anch’io, ma ce l’ha ancora un po’ con me.”
I due si girarono e Lily, che li stava spiando con la coda dell’occhio, tornò
di scatto a leggere: “Oh, non si vede tanto, ih ih!”
“Umpf!”
Il bacio a tradimento era
stato digerito molto piano: attualmente Lily non gli rivolgeva più di 30 parole
al giorno, per questo se le misurava attentamente. Magari un’altra settimana e
il duo si sarebbe ricomposto del tutto.
“Ha un orgoglio che sembra
non finire mai.”
“Perché tu no?” scherzò
lei.
Del resto Pantherlily era
un generale di Edolas, e quale generale di Edolas, anche se ex, si fa baciare
in testa, da un altro uomo per giunta!?
Gazille lanciò la sua
borsa su una panca vicina e si sedette per ordinare da mangiare. Sullo stesso
tavolo era adagiato il libro di Levi.
“Nuovo?” chiese lui.
“Si, molto avvincente! Tu hai letto quello che ti ho regalato?”
“Ehm… qualche pagina…”
disse con la faccia di chi se ne era scordato del tutto!
Mentre i due parlavano,
un’altra coppia li stava osservando.
I famigerati osservatori di
coppiette di Fairy Tail: Arzack e Bisca!
“Quei due hanno fatto
parecchi progressi…” commentò lei.
“Già…” annuì lui.
Alle loro spalle…
“Urgh! Ho provato ad
imitare uno dei passi di danza di Ecor e la caviglia mi fa un male cane!”
sbottò Gray.
Lucy si avvicinò:
“Aspetta, ti vado a prendere l’unguento…”
“FERMA LÌ!”
Juvia piombò come una diga
impedendole di avvicinarsi: “Ci penso io! Tu non sai niente di caviglie,
potresti peggiorare la situazione!”
<< Perché, tu quanto ne sai?
>>
“Una mossa sbagliata e
potrebbe non camminare mai più!” fece Juvia, con lacrime da scena madre!
<< Ma non è così grave! Non devi mica fare una
manovra ortopedica! >>
“Te lo applico io
l’unguento Gray! Aspetta che vado a…”
Si bloccò appena partita!
<< Ma che sto facendo?! Così mi dimostro
appiccicosa, e io ho promesso a Gray di esserlo di meno! E se fosse tutto un
piano di Lucy per indurmi in tentazione? >>
Guardò la biondina e le
mostrò una lingua da vipera: “Rivale!”
“Sei un caso perso…”
Juvia incrociò le braccia:
“Se vuoi l’unguento te lo vai a prendere da solo, capito Gray? Io non sono ai
tuoi comandi! Umpf!”
“Ehm… come preferisci…”
Al che Gray andò da solo a
prendersi l’unguento da Nab: per la sua caviglia erano dolori, ma forse era la
cosa migliore per la sua sicurezza!
“…………” –Juvia si mise le
mani tra i capelli!- << CHE COSA HO
DETTO?!?!? SIGH! >>
Arzack e Bisca, i
professionisti dell’osservazione rapporti di coppia, espressero allora il
proprio parere unanime.
“Questi due invece no…”
Tornarono a guardare
dall’altra parte. Gazille mangiava, Levi leggeva, ogni tanto dicevano due
parole. Per gli standard dei due, quelli precedenti all’avventura di Heartburg,
era un miglioramento immenso.
Anche Jet e Droy erano
migliorati visto che li lasciavano in pace: da un po’ di tempo quei due erano
meno combattivi nei confronti del dragone, forse perché si sfogavano con le
sfide contro di lui in sala hobby!
E anche il dragone, pur
mantenendosi schivo come sempre, riusciva a scambiare più chiacchiere lì alla
gilda… A parte con Lily, Levi era quella con cui lo si vedeva più spesso quando
non aveva missioni o non battibeccava per un cameo sul palco musicale ogni
tanto…
“Forse se anche io e te
andassimo in missione insieme…” provò a dire Arzack.
“C-come?!”
“N-niente! Non ho detto
niente! Eh eh eh!” e non era così…
“C-come io non ho sentito niente! Eh eh eh!” e non era affatto così…
Poi, i due espressero il
loro parere sulla “loro” relazione…
“SIGH!”
“EHI, RAGAZZI!”
Natsu era entrato dentro correndo,
tutto trafelato… Non era una novità di per sé, quindi di fatto nessuno si mosse
prima che parlasse.
“È arrivato un tizio in
città! Sembra un pezzo grosso! Viene da questa parte!”
Max Alors, abbandonato il
suo stand, prese parimenti a richiamare tutti: “È vero! Guardate qua fuori!”
Una carrozza senza
cavalli, di quelle che andavano ad energia magica del guidatore, stava
arrivando a tutta birra dalla strada di fronte l’edificio!
Non era come quella che
una volta Erza aveva guidato nella missione contro Eisenwald: era grande,
spaziosa, lussuosa, cromata e colorata! Un’ammiraglia!
“Wow, questo tipo deve
avere parecchi soldi.”
“E sta arrivando qui?”
Una bottiglia precedette
Cana che stava facendosi largo per guardare: “Tipo? Soldi? Qui?”
“DAVVERO?!” fecero Laki
Olietta e Mickey Chickentiger spingendo via tutti compresa lei.
“Ehi, voi due calme,
precedenza a chi è più grande di voi!”
Trovato il cancello aperto
e lo spazio disponibile, l’autista, chiaramente un professionista, entrò nel
cortile anteriore sgommando e fermando la vettura perfettamente orizzontale!
A quel punto dalle
portiere posteriori uscirono delle ragazze! Una, due, cinque, dieci, venti!
Tutte attraenti, sorridenti, bionde, rosse e castane, e tutte vestite uguali, con
una divisa bianca e rossa su cui erano ricamati gli stessi simboli della
fiancata della carrozza: cuori a volontà!
Wakaba e Macao, alla vista
delle pupe, diedero fiato ai fischi!
“Ha anche un’orda di
ragazze immagine!”
Parlando di ragazze,
parecchie di quelle di Fairy Tail osservavano la scena rapite ed entusiaste!
“Secondo voi chi è?”
“Auto di lusso, soldi, ragazze-immagine… E se fosse un qualche ricco uomo
d’affari?”
“Qui a Fairy Tail? Wow!”
“Se è anche bello è un sogno!”
E dal nulla cominciarono a
spuntare pettini e specchi!
Una delle ragazze strinse
la mano intorno la maniglia della portiera più grande e decorata: “Spostatevi
per favore!”
“Eh?”
“Ecco a voi, il
presidente!”
I Fairy Tail si aprirono
in due ali, e la porta si aprì, e prima che potessero vedere alcunché, qualcosa
venne lanciato fuori.
“Che roba è?”
Un tappeto enorme e rosso,
che velocemente andava svolgendosi, tanto lungo da entrare persino all’interno.
E visto che nell’abitacolo non sembrava esserci nessuno…
“È lì dentro!”
Tutti, a cominciare dalle ragazze interessate seguirono il tappeto di nuovo nel
salone, che rotolava e si svolgeva, mentre, man mano che si dispiegava, le
ragazze-immagine si disponevano ai due lati formando due file continue e mettendosi
in posa, come una ben riuscita coreografia.
Il master tornò dal bagno:
“Che succe…
“SHHHH!!!”
Il pubblico trattenne il
fiato, il tappeto era agli ultimi giri e le ragazze agli ultimi ritocchi!
Ed ecco che, approfittando
della rotazione, il tipo all’interno del tappeto fece una giravolta e atterrò
sui suoi piedi in posa plastica!
“EHILÀ!!!”
“……”
Scarpe nere.
Completo blu scuro.
Cravatta gialla.
Sorriso smagliante.
Occhiali tondi.
Lentiggini.
Immancabile caschetto
biondo.
“………”
Viste le belle premesse, i
più si erano aspettati ben altro e fu difficile nascondere, se non proprio
delusione, un minimo di incredulità e dubbio verso quel tipo basso con la
faccia da secchione e il completo sciccoso!
Cana sbuffò e si riattaccò
alla bottiglia.
“Non era un sogno quindi…”
“Non è poi questo
granché…” sussurrarono dalle retrovie…
“Però ha un seguito di
pupe… Uno non ha un seguito di pupe per nulla.” Fece Macao grattandosi la
testa.
L’amico Wakaba aveva gli
occhi strabuzzati: “Forse… dovrei mettermi gli occhiali tondi anch’io…”
Chi già lo conosceva
invece lo trovava parecchio migliorato!
“OBERON!”
L’abitudine di farsi
sovrastimare con apparenze classiche da figo gli era rimasta!
“In persona!”
“Accidenti, ma guardati!
Non sembri proprio tu!” si complimentò Erza.
“WOOOOOW!” esplicarono
meglio il concetto Natsu ed Happy…
“Ma guarda tu che roba!”
riuscì a dire Gazille, troppo a bocca aperta.
“Gazille, vecchio mio, ti
trovo bene!”
“Io? E tu?! Che mi
significano la carrozza di lusso, i vestiti nuovi, il caschetto che non ti sei
ancora tolto e… quelle?”
“Eh eh, si, anch’io sono
felice di vederti. A proposito, dove sono finite le mie buone maniere? Ragazze?
Salutate i miei amici di Fairy Tail!”
“Ciao, amici di Fairy
Tail!” fecero le pupe in coro muovendo le manine!
“Sei fidanzata?” domandò
Wakaba a una di loro prima di essere tratto via!
“Sorpresi? Ve l’avevo
detto che avevo un progetto in mente! Avete di fronte a voi il presidente della
D’Alambicco s.p.a.!”
Max drizzò le orecchi e si
avvicinò: “Tu sei Oberon D’Alambicco?! Ho letto di te sulla rivista per giovani
manager! Posso stringerti la mano?”
“Uh? Sono famoso e non lo sapevo?”
“Eccome! Hai messo su un’impresa di successo in pochi mesi, ti stimo! Spero che
un giorno anche il mio stand là fuori diventi un impero finanziario!”
<< Contaci! >>
“Eh eh, i D’Alambicco
tornano agli antichi fasti!”
“Sei diventato così ricco
in così poco tempo?” fece Levi, parlando per tutti gli strabiliati che lo
rivedevano in quello stato dopo solo alcuni mesi.
“Ecco…” –arrossì- “In
realtà non sono ancora poi questo pezzo grosso: la carrozza qui fuori è in
affitto, e anche le ragazze sono state pagate solo per l’occasione.”
“Ah…”
Quel tipo era
incorregibile… Provava ad affascinarti e ci riusciva benissimo, e poi,
inevitabilmente, scendeva da solo dal piedistallo su cui si era assiso; non
aveva paura di presentare la realtà per ciò che è, ma mai che lo facesse subito.
Almeno bisognava riconoscergli una certa, tardiva, sincerità…
“Ma secondo il mio
assistente, nonché socio, se i profitti continuano a salire, entro fine anno
potrò avere un macchinone tutto mio e divise ancora più belle per il mio
entourage!”
Wakaba alzò un sopracciglio: “Entu-cosa?”
“Le squinzie.” Spiegò
Macao.
“A proposito del mio
assistente, ve lo presento!” –batté le mani- “Ragazze, mandatemelo qui!”
“Si, signor presidente!”
“Ora arriva, eh…”
Ed ecco un altro tappeto
rosso venire srotolato. Lentamente si dispiegò fino a dove si trovavano e
svoltosi completamente ne uscì fuori un tizio magrolino che con calma si rimise
in piedi.
“Henry?!”
“Ciao a tutti.” salutò
lui, mostrando una mano, un sorriso, e un bel paio di palpebre cadenti.
Gray corse a stringergli
la mano: “Complimenti, vedo che hai fatto carriera anche tu. E ti trovo anche…
rilassato.”
“Già, lo sono…” –il suo
tono di voce era lento, quasi assonnato- “E niente più pozioni per me: solo…
tanta camomilla!”
E tirata fuori una
borraccella dalla tasca, la sgargarozzò tutta: “Mhmmm… buona la camomilla…”
“Accidenti come siete
cambiati tutti e due…”
“Fermi tutti!” –li interruppe Gazille- “Non ci hai ancora detto di che ti
occupi.”
Erza incrociò le braccia:
“Lasciaci indovinare: pozioni?”
Lucy si strinse nelle
braccia: “Spero non si tratti di nulla di pericoloso.”
“Tranquilli! Si, centrano
le pozioni, ed all’inizio si trattava principalmente di quello, ma ora non
più!”
“Abbiamo iniziato mettendo
su un laboratorio di pozioni, anche su ordinazione e a domicilio; le nostre specialità
sono ovviamente quelle emozionali marchio D’Alambicco. Ad esempio quella della
gioia incontenibile. Ricordi Gazille?”
“Ricordo eccome…”
Gray rise: “Eh eh!”
“Esatto Gray…” –disse
Henry piano piano- “Quella che ti ha fatto ridere come uno scemo dopo che l’hai
bevuta.”
E quella volta fu Natsu a ridersela!
“Il pubblico gradiva le
nostre creazioni, erano perfette per gli scherzi e andavano forte alle feste!
Ovviamente gli effetti erano ridotti, e davamo a tutti in omaggio una boccetta
d’antidoto: la sicurezza prima di tutto! Pian piano ci siamo espansi, vendendo
un sacco di generi diversi di pozioni, anche filtri d’amore…”
“!!!”
“Il cui NON funzionamento
è garantito al 100%!”
“Meno male…”
“Un attimo, vendete filtri d’amore che non funzionano e lo dite anche?”
“Certo! Alla gente non piace farsi gabbare su certe cose, quindi noi siamo
sinceri sin dall’inizio, e ha pure funzionato: molte coppie l’hanno trovata una
bella idea! Anche perché i nostri filtri d’amore non sono acqua colorata, sono
magici anch’essi: se li versi in un bicchiere fanno comparire una frase
romantica o un consiglio sulle relazioni! Fa vedere Henry!”
Versato un po’ di liquido
rosso in una tazzina, cominciarono a comparire delle letterine bianche: << Per farti volere bene bisogna fare passi
indietro ogni tanto: se tu vuoi bene a qualcuno non gli faresti mai fare
qualcosa che non vuole! >>
Gazille puntò il dito:
“Quelle sono le parole che ti ho detto!”
“Ehm, diciamo di si, spero
non ti spiaccia se ho “riproposto” qualcuna delle tue frasi…”
Si sentì bussare a una
spalla, e vide una ragazza dai capelli blu mare: “Ne compro una boccetta.”
“Oh, ok! Henry! Una boccetta alla ragazza, ovviamente scontata!”
Il pacato ne tirò fuori
un’altra dalla giacca e Juvia, pagatolo, se la coccolò tra le dita con aura
malvagia: “Uh uh uh uh! Filtro d’amore…”
“Ehm, Juvia, forse non hai capito il concetto…”
“Calma.” –la rassicurò
Henry- “Il filtro è totalmente innocuo.”
“E può generare centinaia
e centinaia di frasi di questo tipo, per conquistare, per riappacificarsi…
anche a richiesta dell’utilizzatore!” –proseguì il presidente- “È da qui siamo
partiti in un nuovo campo! La D’Alambicco s.p.a. è ora la prima (anche nel
senso di unica) industria del settore romantico!”
“Romantico?”
“Regali di San Valentino, bigliettini, cioccolatini, consulenze matrimoniali…
Noi ci occupiamo di tutto ciò che c’entra con le relazioni sentimentali!”
chiarì subito Henry.
“E di cos’altro potevo
occuparmi io? Eh eh eh!”
Oberon si riassettò la
giacchetta: la sua autostima era migliorata parecchio!
“Grazie agli sforzi della
mia società per far vincere l’amore ora e sempre abbiamo fatto la felicità di
un sacco di coppie e famiglie, non è così ragazze?”
“È così signor
presidente!” fecero in coro, mostrando con un occhiolino il cuore ricamato
sulle spalline delle loro uniformi.
Per sottolinearlo, aveva
voluto tutte tipe con una relazione stabile da almeno un anno! Quindi il povero
Wakaba avrebbe comunque trovato la strada sbarrata con tutte loro!
“E ho fatto anche la
fortuna di Heartburg! L’ho resa il “cuore” della mia società, l’ho
sponsorizzata ed espansa, costruendoci ristoranti romantici, agriturismi
romantici, posticini per appuntamenti…”
“Romantici…” finirono Lucy
e Levi.
“Addirittura un luna park
romantico, con sconti per coppiette e per famigliole con o senza figli! Inoltre
ho trasformato metà della mia villa (finalmente ristrutturata…) in un albergo
di lusso con tanto di giardino, parchi giochi e piscina! Heartburg sta
diventando una meta turistica molto richiesta sapete?”
In quel momento Bastiano
teneva nel palmo della mano i soldi della diciottesima vendita della mattinata,
e la gente, davvero tanta, che passeggiava per di là, gli faceva presagire
molti altri guadagni!
“IO ADORO I MAGHIIIIII!!!
AH AH AH!!!”
“Ed ora che siamo avviati
sulla via del successo e che abbiamo trovato un buco nella nostra agenda siamo venuti
qui per…”
“Spiattellarci in faccia il vostro successo?”
“M-ma no! Come ti viene in
mente, Gazille?! Volevo solo salutarvi! E io che mi sono affittato apposta
l’ultimo modello di carrozza e ci ho azzeccato personalmente gli adesivi col
mio stemma!” fece lui, triste e offeso.
“Ghi hi hi! Ma smettila,
sto scherzando! Sono contento di vedere che sei venuto su bene dopo la mia
ripassata!”
Happy alzò un mignolo:
“Suppongo che adesso una ragazza ce l’avete di sicuro, giusto?”
“………”
Henry e Oberon si
accasciarono a terra.
“Signor presidente!” fece
l’entourage preoccupato!
Si rialzò e si raddrizzò
gli occhiali: “Ecco… non ancora! Sapete siamo stati molto occupati a far
innamorare la gente nel modo giusto, e quindi…”
“Ah ah ah!”
“P-però non fa niente! Mi
basterà cercarla e impegnarmi un po’, giusto Henry?”
“Zzz… Zzz…”
La camomilla aveva fatto
effetto: si era accoccolato sul tappeto ed aveva già la bolla al naso. Dalla
dipendenza dalle pozioni a quella da camomilla, però almeno così restava sempre
sé stesso.
“Credo che stia cercando
di dire che ce la prendiamo con calma. Del resto, prima o poi capita a tutti!”
Affannarsi e struggersi
alla ricerca di qualcosa che viene da sé gli aveva solo procurato delusioni e
batoste. Da quando aveva smesso di importarsene così ossessionatamente invece
la vita era diventata come più leggera e facile da cavalcare!
“Il mio successo si deve a
questa gilda meravigliosa, quindi ho portato a voi e a tutti i vostri compagni
dei regali promozionali firmati D’Alambicco! Forza ragazze, iniziate a
distribuire!”
“Si, signor presidente!” e dalle tipe più vicine alla porta cominciarono ad
arrivare delle ceste, anch’esse firmate col cuoricino, con dentro gli omaggi
del loro capo.
Anche lui, con
l’entusiasmo di un bambino, o di un venditore porta al porta al primo incarico,
le aiutava a distribuire a tutti!
“Prendetene tutti forza!
Oracchiotti, scatole di cioccolatini a forma di cuore, gadget, filtri d’amore!
A voi la generosità di Oberon D’Alambicco, prodi maghi di Fairy Tail!”
A Bisca era capitato un ciondolo:
“Ehi, ma questo coso è rotto!”
“Anche il mio!” -sbottò
Arzack- “C’è solo mezzo cuore!”
Il gaudente Oberon arrivò
subito da loro: “Oh, non sono rotti! Sono due metà! Un modo per dire che metà
del proprio cuore appartiene all’altro!”
“……”
Si guardarono e arrossirono!
“T-tieni! Penso di aver
preso metà del tuo cuore per sbaglio!” fece Arzack con un sorriso forzato.
Bisca lo imitò:
“A-anch’io! Eh eh eh!”
“Oh, come siete deliziosi
voi due! Spero che un giorno vi mettiate insieme!”
“NON SONO AFFARI TUOI!!!” urlarono perfettamente sincronizzati!
“Oh, non vi arrabbiate! È
così bello stare insieme e voi due secondo me siete compatibili! Lo chiediamo
alla pozione?”
“NO!”
E ben conscio del detto
“Chi disprezza vuol comprare”, Oberon si allontanò dai due pistoleri!
Andò poi personalmente da
Max, il tipo che aveva espresso ammirazione per il suo successo, facendogli il
migliore dei regali che potesse ricevere: un suo autografo, e qualche buona
dritta sul lavoro duro e sul non demordere, fondamentali per portare in alto la
propria ditta! Subito dopo cercò di convincere Wakaba a portare il regalo alla
moglie piuttosto che usarlo per provarci con le tipe del suo staff,
consigliandogli anche una visita al consulente matrimoniale della sua ditta!
Gli si avvicinarono poi Wendy
e Charle: “Scusa, Oberon…”
“Si?”
“Come mai gli altri del
tuo gruppo non sono con te?”
“Ehi, ha ragione!” –disse
Natsu con la bocca sporca di cioccolatini a forma di cuore (e si era pure
mangiato i bigliettini con la frase romantica nascosti all’interno!)- “Che fine
hanno fatto Lionel ed Evelyn?”
“Oh, perdonatemi, mi è momentaneamente passato di mente, eh eh! Ovviamente i
due si sono sposati, e vi mandano anche loro i più affettuosi saluti.”
“Oh, che bello!”
“Ecco qui, questa è una
loro foto recente!”
Erza la prese e tutti si
accalcarono per vedere…
“EEEEEEEEHHH?!?!?
I due erano ritratti
davanti una bella casetta di campagna col giardino e la staccionata. Il
dettaglio che però spiccava di più, tra l’aiuola ben curata e i gattini ai loro
piedi, era una Evelyn incicciottata sollevata tra le cicciotte braccia del suo cicciotto
principe azzurro che sorrideva all’inquadratura insieme a lei!
“Ma… lei non era la tipa
fissata col bell’aspetto?”
“Infatti, ma abbiamo
scoperto che aveva da sempre una predilezioni per i pasticcini alla crema, ma
ci rinunciava sempre per mantenere la linea. Ora però che ha sposato Lionel, visto
che tipo è, può finalmente papparsi tutto quello che le piace!”
Come risultato le erano
venute anche lei delle guanciotte morbide da strapazzare! Inoltre così erano
simili; la cosa li rendeva ancora più carini e coccolosi!
“Sembra un marshmallow che
solleva un altro marshmallow…”
“Oh, beh… sembrano molto
felici insieme…”
“Lo sono!”
“E di Sybille? Che ne è stato di lei?” chiese ancora Wendy.
“Vi saluta anche lei
ovviamente! Sta bene, ha ancora qualche problema di comunicazione, ma ha
trovato una carriera come critica letteraria e recensore ai concorsi!”
“Lo so…”
Tutti si girarono verso
Lucy che aveva gli occhi lucidi e una risma di fogli in mano!
“Ho inviato il mio
racconto a un premio per scrittori emergenti e la sua recensione è stata…
gelida! Sigh!”
Il suo controllo sulle
emozioni le permetteva dei giudizi oggettivi e precisi, molto richiesti e
condivisi, ma non di rado difficili da digerire per l’autore!
“Dai, Lucy, non
prendertela.” –le disse Levi mettendole una mano sulla spalla- “Per me il tuo
racconto era strepitoso! Ti basterà rivederlo un po’!”
La bionda tirò su col
naso: “Sniff… Grazie Levi! Sigh!”
La ragazza però non sapeva
se meritava o no quel grazie… Dopotutto, chi è che le aveva messo per prima un
libro in mano?
“Ci avete cambiato la
vita, per questo vi ringrazio e vi ringrazierò sempre!”
Andò quindi a stringere la
mano al master Makarov: “Deve andare molto fiero dei suoi ragazzi.”
“Tranne quando mi
sfasciano la gilda.”
“Anche a me sono quasi
riusciti a sfasciare la mia povera villa!”
“Questo non me lo avevate
detto…”
Natsu, Happy, Gray, Lucy,
Wendy, Charle, Levi, Gazille, Lily, Erza, Bisca, Mira e Cana fischiettarono su
quelle parole!
In effetti Makarov aveva
avuto difficoltà a credere che per una volta non avessero creato danni!
Una delle ragazze si
avvicinò a Gazille con una delle ceste di gadget, per quanto a questi potessero
interessare. Avrebbe preso una cosa a caso giusto per non dare un dispiacere ad
Oberon e via.
“No, Gazille, tu no! Per
te c’è un regalo speciale! Avvicinati!”
Mentre c’era chi guardava
il proprio regalino pensando cosa farsene, o guardava la ragazze di Oberon
tentando di attaccare bottone, questi, parlava con Gazille a bassa voce.
“Tu sei quello che più di
tutti ho danneggiato e che più di tutti mi ha aiutato. Quindi spero gli altri
non se ne spiacciano se per te ho in mente qualcosa di speciale.”
“Non farmi preoccupare…”
“Oh, non c’è niente di cui
aver paura! Ecco, prendi questo!”
Un biglietto, si aspettava
di peggio.
“Come ti ho detto, la
nostra ditta ha messo su un bel po’ di bei posti lì ad Heartburg. Quindi per
sdebitarmi ti do un ingresso giornaliero gratuito in tutti i centri della
ditta, parco divertimenti incluso! E se sei stanco puoi riposarti all’albergo,
che è a due passi, con tutti i comfort, massaggi e piscina inclusi!”
“Controlla non sia
scaduto…” bisbigliò Happy.
“Non c’è scadenza, c’è il
mio sigillo sopra ed è sempre valido! C’è anche un ristorante nel parco, provalo!
la cucina è ottima, sai?
“Non lo metto in dubbio,
ma io…”
Ma Oberon continuò, come a
non volerlo sentire: “Goditi una bella giornata a spese del tuo amico Oberon,
ok? Puoi andare quando ti pare, non fare complimenti! Ah, aggiungo una cosa:
l’invito è estensibile a chiunque tu voglia portare con te. Oh, quindi non
dimenticare di passare alla pro-loco a prendere una cartina con tutti i posti
più romantici del borgo e dintorni, perfetti per passeggiatine in compagnia o
per osservare tramonti!”
“……”
E indicò Levi, che in quel
momento stava rassicurando una affranta Lucy sulle sue doti di scrittrice!
“Eh? Che ne dici? Eh? Eh?
Eh?” lo punzecchiò il biondo, un occhiolino dopo l’altro!
“Ma smamma!”
“Ah ah ah! Si hai ragione, in effetti è ora che io smammi: il tempo di affitto
della carrozza sta per scadere e non voglio pagare una penale! Mi raccomando,
usa bene il mio regalo capito? Usalo bene!”
Levi si avvicinò: “Di che
si tratta?”
Gazille d’istinto ritrasse
la mano col buono… ma tanto che aveva da nascondere?
“Mi ha invitato a provare
il suo parco divertimenti, l’albergo e tutto il resto.”
“Wow, che fortuna!”
La loro conversazione fu
interrotta dai saluti di Oberon D’Alambicco, emergente uomo d’affari e futuro
scapolo d’oro del regno di Fiore!
“Signore e signori il mio
tempo è scaduto! Sempre in gamba, gente! Forza Henry, saluta!”
“Yaaawn, ciao ciao!”
Il biondo lo avvolse col
lembo del tappeto e data una spinta, questo cominciò a riavvolgersi tutto da
solo col suo amico dentro (senza che il suo camomilloso sonno si
interrompesse!).
Poi si distese di traverso
sul suo tappeto e tirò a sua volta il lembo: “Ehi, chi mi da una spinta?”
Senza farselo ripetere, Gazille gli mollò un calcio al sedere!
“AHIO! UN Po’ Più PIANO
MAGARI!”
Almeno era servito a far partire il riarrotolamento! Tutti i maghi seguirono
strabiliati la sua testa che sbucava fuori dal tappeto uscire dalla loro gilda
continuando a salutarli. Ma come faceva a non farsi venire il mal di stomaco
con tutto quel girare?
“Allora ciao, eh? Mi
raccomando Gazille, vieni a farti una capatina da me, e porta chi sai tu!”
“Grazie per l’autografo!”
urlò Max.
“Di niente! Ciao gente! Ci
si vede! E ricordate: INNAMORATEVI! Innamorarsi è una cosa meravigliosa! Vi
auguro tanto amore e tanta felicità! Ciaoooooooo!”
E con quell’ultimo “ciao”,
il tappeto rosso rientrò nell’abitacolo, e la portiera si richiuse da sé. Nello
stesso istante, salite a bordo le ultime ragazze, l’autista ingranò la prima e
la carrozza uscì a tutta velocità, con Wakaba che aveva tentato di rincorrerla
per imbucarcisi come clandestino senza successo…
L’amico Macao gli mise una
mano sulla spalla invitandolo ad alzarsi da terra: “Su, andiamo.”
“Sigh!”
“E se li rincollassimo
assieme?” -suggerì Arzack, impalato insieme a Bisca ad osservare i due pezzi
del medaglione- “Così non saranno più metà cuore mio e metà cuore tuo, ma…”
“Un unico cuore?”
“N-no un cuore e basta!”
“Ma di chi poi?”
“Ehm…”
Accidenti a quel biondo
con gli occhiali e al suo regalo! Li stava proprio mettendo in difficoltà!
“Arzack… sei sicuro di…
non volere il mio mezzo cuore?”
“C-come?!”
“N-NIENTE! Non ho detto
niente! Eh eh eh!”
“Già! E io non ho sentito niente! Eh eh eh!”
“……”
“……”
“Se per te va bene…”
“Se va bene per te…”
E così ciascuno si tenne il mezzo cuore dell’altro! E poi era Juvia quella che
si perdeva in un bicchier d’acqua!
Oberon era risultato
simpatico a tutti, e i suoi regali, a chi più a chi meno, erano stati graditi.
Ora i maghi potevano gettare un sospiro e tornare alla vita di sempre, in attesa
della prossima sorpresa.
Lucy si appoggiò al
bancone: “Tu che hai ricevuto, Happy?”
“Ho scelto un fiocco che
regalerò a Charle!”
“Ma io non ho preso nulla
per te…” disse la gattina.
“Vedertelo indossare sarà
il regalo più bello!”
Colpita e arrossita!
“Però… bella frase…”
“Grazie Lucy, era in un
cioccolatino, ih ih! Mi domando se Natsu se ne sia accorto o se abbia pappato
anche quelli.”
Domandare. Se solo quel
verbo fosse saltato fuori con un po’ d’anticipo!
“Oh, no, accidenti!”
Makarov, vedendola, inarcò
le ciglia sorpreso: “Cosa c’è Lucy?”
“Mi sono ricordata solo
ora della domanda che volevo fargli. Accidenti, e dire che ci penso su da un
bel po’.”
“Di che si tratta?”
“Ecco, master… Ancora non riesco a spiegarmi perché Levi è stata l’unica tra di
noi a cui l’Incanto Cupidus non ha fatto mai nessun effetto. Volevo chiedergli
il perché non si è mai innamorata di Gazille pur avendolo avuto davanti tutto
il tempo, ma ho perso l’occasione…” concluse la giovane sbuffando.
“Uh? Eh eh, davvero non lo
immagini?” disse con un largo sorriso.
“Lei si?”
“L’Incanto Cupidus è un
incantesimo che costringe qualcuno ad innamorarsi di qualcun altro indipendentemente
dalla sua volontà, no? Nel caso di Levi, non c’era bisogno di costringerla ad
alcunché! Eh eh eh!”
“… Non potrebbe essere più
chiaro?”
“Uh uh uh! Lascia stare,
Lucy! In fondo è solo… una mia ipotesi…”
Un’ipotesi sicurissimo
della quale tornò a guardare quei due, come fossero il finale aperto di un
bellissimo libro.
“Quindi ecco come stanno
le cose.” –concluse lui la spiegazione- “Perciò… visto che non ti ho ancora
ripagata come si deve per quella… “brutta faccenda” del bacio…”
“Ih ih!”
“Se… se non hai niente di
meglio da fare questo fine settimana…”
Levi nascose la sua gioia
fingendo di pensarci su: “Beh, in effetti non mi vengono in mente altri impegni
perciò…”
“… Umpf!”
“Ih ih ih!”
Non sapendo che altro
dire, i due guardarono in due direzioni differenti, e, con la mente, l’uno
verso l’altro.
In fondo, se vuoi che
qualcuno ti ami, devi solo farglielo capire.
“Eh eh!”
Makarov li guardava come
fossero il finale aperto di un bellissimo libro… o la prima “incantevole”
strofa di una nuova magia!
Quando si tratta di
trovare la chiusa, l’ultima frase dell’ultimo capitolo, mi preoccupo sempre un
sacco. Invece ogni volta accade, come per magia, che le dita ne battano sempre
una tanto bella da soddisfarmi, come anche in questo caso!
Per la parte in cui Oberon
esce di scena salutando dentro il tappeto che si arrotola non so perché mi è
tornato in mente Benigni: molto eccentrici e gasati entrambi!
Alla fine, nessuna coppia
si è realizzata (tranne quella tra i miei OC), ma se volete vederla come il
master, il finale promette tutt’altro! Alla fine Gazille sta pian piano venendo
accettato, e Levi, pur senza aver chiesto nulla ad Oberon, si rende conto di un
certo incantesimo che l’aveva colpita sin da prima!
Con loro due, si conclude
questa storia d’avventura e d’amore con cui vi ho allietato in questi lunghi
mesi.
Ha trattato di molti temi,
che si sono aggiunti man mano che scrivevo: il valore delle esperienze e dei
sentimenti, l’amore che non cambia la vita ma che non può essere sottovalutato,
il conquistarsi da sé i propri successi, il permettere agli altri di entrare
nel nostro cuore, e a noi stessi di accettarli...
A volte mi domando se
qualche lettore fa caso a questi leitmotiv… spero di si! ^__^
E ora, mentre ascolto una
stupenda colonna sonora per calarmi nel momento ( http://www.youtube.com/watch?v=_pGaz_qN0cw ), passo ai saluti, che
sono anche ringraziamenti!
Innanzitutto complimenti a
Malandrino-ninja e a Franky9397 per aver capito per primi, rispettivamente su
Manga.it e su EFP, che le iniziali dei nomi completi di Oliver e Oberon
nascondevano la parola “LOVE”, cioè amore. ^__^
Mi spiace Darkshin, ti
andrà meglio la prossima! XD Grazie dei tanti commenti comunque!
Un ringraziamento va poi a
Kisame999, che commenta poco ma so che c’è, a rafxsulfusxsempre, a David
Fiddler, e ultima ma non meno importante, Black Star, che ringrazio di cuore per
gli appassionati commenti con cui mi ha dimostrato, capitolo dop capitolo, che
sono riuscito a regalarle un sacco di momenti di spasso col mio lavoro alla
tastiera! ^__^
Un saluto e un grazie ai
lettori commentanti qui tralasciati, e anche a tutti i lettori non commentanti,
perché ammetto di esserlo anch’io! XD
Mi auguro di regalarvi
presto nuovi bellissimi lavori, e vi ringrazio tutti per le soddisfazioni che
mi regalate sempre. E ora vi lascio al sole, al mare e alle vacanze!
Buona estate da NaruXHina!
^___________^
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
FINE
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=598394
|