When I look into your eyes

di Mary_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Voci nella testa... ok, sono diventata pazza ***
Capitolo 2: *** Probabilmente il mondo gira al contrario... ***
Capitolo 3: *** Quando si è sconvolti non sempre basta la camomilla… ***
Capitolo 4: *** Senza troppa stupidità ***
Capitolo 5: *** Cappuccetto Rosso ***
Capitolo 6: *** Non mi piace la luna ***
Capitolo 7: *** Biscotti di mamma Reed: cattivi presagi ***
Capitolo 8: *** Trisettimanaversario della separazione ***
Capitolo 9: *** E' come bestemmiare ***
Capitolo 10: *** Che la Forza sia con te ***
Capitolo 11: *** Avviso ***
Capitolo 12: *** Tutto quello che è iniziato male finisce bene ***



Capitolo 1
*** Voci nella testa... ok, sono diventata pazza ***



            Voci nella testa... ok, sono diventata pazza


Mi voltai  per la millesima volta verso il banco accanto al mio.

Vuoto.

Sospirando guardai avanti, cercando di seguire la lezione.

I miei occhi si spostarono di nuovo alla mia destra.

Ok Kim, adesso basta! Non è che se continui a fissare questo cavolo di banco lui comparirà grazie ai tuoi potenti poteri di materializzazione!

La vocina nella mia testa mi rimproverava, facendomi capire quanto fossi ridicola.

Quella stupida vocina.

L’aveva sempre vinta lei.

Ok, ormai era definitivo. Ero diventata pazza.

Sbuffai scocciata e fissai il professore, seriamete intenzionata ad ascoltarlo.

Ma perché cavolo vedevo solo muovere le sue labbra e non sentivo niente di quello che diceva?

Due settimane.

Era da due dannatissime settimane che mancava da scuola.

In un certo senso mi sentivo tradita.

Non da lui certo. Probabilmente aveva l’influenza, o la sua casa era andata a fuoco, o magari aveva deciso di non venire più a scuola.

Mi sentivo tradita dalla mia suddetta migliore amica, Lucy, che esattamente un’ora fa mi aveva detto di averlo visto fuori da scuola.

Bene, era tornato a scuola. Ora veniva da porsi una domanda assolutamente lecita.

Dove cavolo era in quel momento, dopo mezz’ora dall’inizio delle lezioni!?!?

Jared…

Da un anno avevo una cotta per lui.

Da un anno era il mio vicino di banco.

Da un anno lui non mi considerava nemmeno.

Cercai di guardare il lato positivo. Da due settimane non mi considerava per un motivo ragionevole.

Per un anno Lucy mi aveva chiesto cosa ci trovavo in lui, visto che praticamente non avevamo nemmeno mai parlato, grazie alla mia timidezza.

Bella domanda.

Mi piaceva e basta non sapevo cosa farci.

Tutta presa dai miei pensieri mi accorsi solo di sfuggita dell’entrata di un ritardatario, il quale dopo aver borbottato delle scuse veloci si andò a sedere.

Mi resi conto dell’identità del mio compagno solo quando quest'ultimo mi passò davanti per poi sedersi nel banco accanto al mio.

Sgranai gli occhi mentre nella mia testa la vocina suonava un campanello d’allarme.

Oh cavolo!

Ti lamentavi della sua assenza? Ora eccoti accontentata!

Dedi un’occhiata furtiva nella sua direzione per essere sicura della veridicità della situazione.

Jared era proprio lì, accanto a me, che sistemava sul banco i libri.

Non era propriamente il Jared di qualche settimane fa.

Osservai stupita quanto era cambiato in quel piccolo arco di tempo, di quanto era diventato… enorme era la parola giusta.

Altissimo e incredibilmente muscoloso, aveva anche i capelli più corti rispetto a prima, ed era probabilmente anche più bello.

Ma come diavolo aveva fatto?

Si era preso dei giorni divacanza per fare palestra concentrata, o per iscriversi al corso “diventiamo grandi e pompati in poco tempo”?

Non che la cosa dispiacesse ai miei occhi.

La mia grande amica vocina continuava a incitarmi a parlare con lui, mentre io maledicevo il fatto di sentirmi così sicura nella mia testa, ma di essere incredibilmente timida nel mondo normale.

-Ciao Jared! Hem… se ti servono gli appunti delle lezioni che hai perso puoi chiedere a me…-

Farfugliai imbarazzata.

Ecco, appunto.Timida fino all’inverosimile.

Lui annuì leggermente, senza nemmeno voltarsi.

Demoralizzata abbassai lo sguardo sul mio libro, continuando a pensare che quella era sicuramente una delle giornate da registrare tra le peggiori della mia esistenza.

 

                                      ***

Sospirai sollevata quando la campanella segnò la fine della mia tortura.

Rimasi un istante a osservare Jared che con calma metteva via le sue cose totalmente preso dai suoi pensieri. Non si era nemmeno accorto che la sua compagna di banco era rimasta come un’idiota a fissarlo.

Quel pensiero mi riscosse e imbarazzata mi alzai per dirigermi velocemente verso la porta.

Ecco, troppo velocemente per le mie povere gambe, rese incerte dalla consapevolezza di essere ormai da sola in classe con Jared.

Inciampai ovviamente in un banco e volai per terra seguita dai miei libri.

E io che volevo inscenare un’uscita fiere ed elegante!

Promemoria per me: ricordarsi di essere un danno per la popolazione mondiale.

Mentalmente imprecai in tutte le lingue che conoscevo, non molte in effetti, e mi misi in ginocchio per raccogliere i fogli che mi circondavano.

Mentre continuavo a insultarmi, sprofondando nella vergogna, una mano grande raccolse gi ultimi fogli e me li porse.

Sgranai gli occhi non aappena mi resi conto di chi fosse il proprietario della mano, non che ci volesse un genio, essendoci solo noi due in classe.

Alzai lo sguardo imbarazzata e incontrai due occhi neri ed intensi, fissi nei miei.

Provai a leggere le emozioni che vi passavano. Stupore, sorpresa, consapevolezza … ammirazione?

Aprii la bocca per dire qualcosa di sensato, ma era un lavoraccio concentrarsi col suo viso a pochi centimetri di distanza.

-Hem… grazie Jared… io…-

Si avvicinò ancora di più, facendomi tacere dalla sorpesa.

Ma cosa diavolo gli prendeva così d’improvviso?

Cercavo di mettere le idee in ordine mentre dentro di me la vocina suggeriva di non farsi paranoie e godersi l’attimo. Del resto cosa avrei potuto desiderare di più?

-Kim, sei ancora qui? Ti ho cercata d’appertutt… oh…-

Mi voltai di scatto verso un’imbarazzatissima Lucy che ci fissava, gli occhi spalancati dalla sorpresa.

Jared non le fece minimamente caso e non si mosse, nemmeno quando io mi alzai, rossa di vergogna borbottando un “grazie ancora” per poi uscire dalla classe seguita dalla mia migliore amica, ancora allibita.

Per una volta, la vocina nella mia testa rimase zitta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* Angolo dell'autrice

 

A testimonianza del fatto che le idee non mi vengono mai in situazioni normali, questo capitolo l'ho scritto ieri, ovviamente di notte, aiutata dalla febbre.

E' da parecchio tempo che ci penso su, e grazie alla mia santa cugina mi sono finalmente decisa a scriverlo e, miracolo, a pubblicarlo.

Non ci posso fare niente, ho un debole per i personaggi marginali, mi sa che i protagonisti proprio non mi vanno giù.

Eccomi perciò a raccontare di una coppia che mi ha molto colpito. Stranamente una coppia del branco. Kim e Jared. Mi sembra che quasi nessuno abbia scritto qualcosa in merito e perciò eccomi qui a colmare questa lacuna.

Questa storia, il titolo tratto da una canzone, "When I look into your eyes" dei Firehouse, parla del loro amore, non solo dettato dall'imprinting.

Spero davvero tanto che la storia vi piaccia e che la recensiate e soprattutto la seguite. Nessuna pretesa, ma immagino capiate quanto sia importante per un autore.

E con ciò, vi saluto, sperando di vedervi anche nel prossimo capitolo.

Mary

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Capitolo 2
*** Probabilmente il mondo gira al contrario... ***


Lucy continuava a giocherellare con la sua ciocca viola, l’unica tra la sua massa di capelli ricci e neri. Diceva sempre che era un’artista, e che quella ciocca la rappresentava, e io non potevo che darle ragione.

-Fammi capire… vuoi davvero farmi credere che lui ti stava solamente aiutando a raccogliere i tuoi appunti?-

Esclamò sarcastica.

-Cosa credevi che facessimo scusa?-

-Dalle vostre facce lasciavate intendere ben altro, credimi.-

Mi buttai sul mio letto, affondando il viso nel cuscino.

-Non ci capisco niente.-

Mugugnai.

Lucy fece per aprire la bocca, ma fu interrotta dal campanello.

Mi fiondai giù per le scale, decisa a liquidare in fretta lo scocciatore. Nell’aprire la porta constatai che non era né un venditore di enciclopedie, né un vicino di casa seccante.

-Jared!-

Quasi urlai dalla sorpresa.

Da camera mia sentii un tonfo, segno che Lucy mi aveva sentito ed era caduta dalla poltrona per la sorpresa.

Analizzai la situazione in un millesimo di secondo.

Jared era lì, davanti alla mia porta, con un’espressione imbarazzata stampata in faccia.

Probabilmente stavo ancora sognando.

La verità era che non mi ero ancora svegliata e non era successo niente nemmeno quella mattina.

-Ciao Kim… Senti… Riguardo agli appunti. Mi servirebbero ancora se sei disposta.-

Decisi che se era un sogno decisamente non mi volevo svegliare.

-Oh, hem… certo. Te li prendo subito.-

Feci per voltarmi ma realizzai subito una cosa.

-Oh, cavolo, mi è appena venuto in mente che ce li ho ancora tutti incasinati. Sai stamattina…-

Arrossii pensando a quello che era successo poche ore fa.

-Non c’è problema. Se vuoi ti aiuto a metterli in ordine, così poi al massimo mi spieghi le cose principali.-

Rimasi spiazzata un attimo dalla sua proposta, poi senza nemmeno pensarci annuii.

-Ok! Entra pure, io salgo in camera a prenderli.-

 

Saliii in fretta le scale per poi precipitarmi in camera mia, dove la mia migliore amica mi guardava con gli occhi sgranati. Ovviamente aveva sentito tutto.

-Devi andartene! Ora!-

Esclamai allarmata.

-E da dove me ne vado? DA DOVE?-

Disse con voce stridula guardandosi nervosamente in giro.

-Dalla finestra!-

-COSA? Tu sei pazza! Io non esco da lì!-

-Siamo al primo piano Lucy! Non è una grande altezza e poi c’è l’albero, ti arrampichi lì!-

-Ma tu lo sai che soffro di vertigini!-

Dal salotto sentii la voce di Jared che mi chiamava.

-Daidaidai!-

Lucy si sporse dalla finestra e allungò terrorizzata il braccio verso il ramo, per poi abbarbicarvisi stile koala.

Quando fui certa che non sarebbe morta, presi al volo lo zaino e  corsi giù per le scale.

 

                                     ***

 

-T i prego, non dirmi che devo recuperare davvero tutta questa roba!-

Jared guardava sconvolto la montagna di appunti che per un’ora avevamo riordinato sul tavolo.

Un ora che, grazie alla mia fantasia discorsiva e alla mia nota facilità di aprirmi con chiunque, avevamo passato in religioso silenzio.

Gli fui grata per aver alleggerito almeno un po’ la tensione e mi intimai di fare uscire la vera Kim, quella che scherzava sempre con Lucy, non quella amorfa, quantomeno per riuscire a spiccicare parola.

-Mi dispiace, è che sei mancato davvero per tanto tempo. Che hai fatto?-

Eccola là la domanda da un milione di dollari che mi ero posta per due settimane e che mi era martellata in testa per tutta l’ora trascorsa insieme.

-Oh… hemm… Non mi sono sentito… molto bene. Influenza credo.-

Rispose improvvisamente impacciato.

I miei occhi si fissarono nuovamente sui suoi uscoli.

Allora la nonna diceva la verità quando mi diceva sempre che la febbre fa crescere la gente.

A giudicare dal suo aspetto, Jared doveva aver preso una febbre micidiale.

-Kim?-

Alzai la testa di scatto quando mi richiamò, rendendomi conto di essere rimasta troppo a lungo nei miei pensieri, ma soprattutto di averlo fissato un po’ troppo.

-Sì, scusa… Mi ero persa un attimo! Cosa stavi… ah, sì! Mi dispiace molto che tu sia stato male, adesso stai meglio, no?-

Parlai alla velocità della luce, ancora in imbarazzo.

Jared scoppiò a ridere, probabilmente per come a vevo parlato, o per quello che avevo detto, o perché ero diventata esageratamente rossa.

Accidenti, c’erano davvero tante cose di cui ridere!

-Si, adesso sto meglio, grazie…-

Rispose, ancora il sorriso sulle labbra.

Annuii, maledicendomi e giurando a me stessa che appena Jared se ne fosse andato mi sarei andata a iscrivere ad un corso per mantenere la calma.

-Vuoi qualcosa da bere? Non so, acqua o…-

Cercai di fare mente locale sul mio frigo. Cosa avevamo da bere? Ah, già… l’acqua e basta.

-Hem… acqua e basta direi-

-Credo che prenderò l’acqua.-

Ridacchiò appoggiando rilassato la schiena al divano.

-Il mio frigo ha la miglior acqua della riserva!-

Esclamai andando verso la cucina.

Non feci in tempo per vedere il suo sorriso, contenta di aver almeno detto qualcosa, invece di annuire e basta.

-Eecco qua…-

Tenevo gli occhi fissi sui bicchieri colmi d’acqua concentrata per non farli cadere. Un passo dopo l’altro…

Cosa stavo dicendo? Ah, sì. Non fare cadere i bicchieri. Esattamente quello che accadde un secondo dopo.

Inciampai in una piega del tappeto e caddi in avanti.

Il Santo protettore di povere ragazze tendenti a inciampare in situazioni imbarazzanti doveva essere in ferie quel giorno.

Jared mi afferrò prontamente evitando di farmi rovinare per terra. Forse era lui quel Santo. Non rimasi a pensarci, troppo impegnata a metabolizzare la scena.

Io, nel salotto di casa mia, avvolta dalle braccia calde di Jared, con il suo viso vicinissimo al mio.

Non sentii nemmeno il rumore dei bicchieri che si frantumavano sul pavimento.

-Riesco solo a inciampare oggi…-

Mormorai con un fil di voce imbarazzata.

-Dev’essere l’effetto che ti faccio.-

Rispose con un mezzo sorriso.

Non ebbi il tempo di ribattere –per dire cosa poi? Aveva ragione!-

Sentii le sue labbra calde, bollenti, posarsi sulle mie in un attimo.

 Furono irruente, passionali, come se da tempo aspettasse questo momento.

Mi sembrava che si fossero invertiti i ruoli. Non ero io quella che lo desiderava da tanto, troppo tempo?

Appunto.

Quindi tirarmi indietro solo perché mi sembrava tutta un’illusione era da codardi.

E pure da stupidi.

La mia mente, mentre si faceva queste insopportabili paranoie, si era totalmente scollegata dal corpo, che stava agendo nel modo che più gli sembrava giusto.

Senza quasi rendermene conto ricambiai il bacio di Jared.

Accettai l’intrusione delle sue labbra e della sua lingua, passionali e decise, che si impossessavano delle mie, più insicure.

-Maledizione!-

A riportarmi sulla terra fu il sibilo di Jared, che si staccò di scatto da me.

E ora cosa…

-Kim… ci vediamo domani a scuola. Grazie per gli appunti.-

Rimasi immobile, le guance in fiamme, mentre lo osservavo uscire di fretta di casa mia, sbattendo la porta.

Cosa diavolo era successo?

Mi abbandonai sul divano, fissando i cocci dei bicchieri sul pavimento.

Rividi la frustrazione negli occhi di Jared poco prima di uscire.

Ero io la causa della sua frustrazione? O era lui?

Ci vediamo domani a scuola

Sgranai gli occhi nel panico.

Avrei dovuto passare la giornata al suo fianco dopo quello che era successo?

No, probabilmente lui nemmeno sarebbe venuto dopo questa scena…

Del resto ormai saltare scuola era diventato il suo sport preferito.

Il pensiero che il giorno dopo non l’avrei rivisto mi tranquillizzò leggermente e mi permise di calmare i poveri neuroni che nel mio cervello stavano impazzendo.

Il mondo doveva girare al contrario.

Da quando l’idea di non vedere Jared mi faceva felice?

 

 

 

 

 

 

 

 

*Angolo dell'autrice

Buoongiorno... Rieccomi qua!

In effetti sono un pò in ritardo... chiedo perdono!! Ma avevo talmente tante cose da fare in questi giorni e scrivere questo capitolo è stato un parto... (e sono solo al secondo...)

Vorrei scusarmi anche per alcuni errori ortografici che ho fatto nello scorso capitolo, me ne sono accorta solo dopo averlo pubblicato. Se ne ho fatti anche qui, non esitate a dirmelo.

Questo capitolo non mi soddisfa pienamente. Non mi piacciono le storie in cui accade tutto troppo velocemente e in immediato, ma per essere attinente al libro non posso fare altro. Insomma, Jared è un lupo con l'imprinting, non credo che abbia molta pazienza, e in fondo Kim ha una cotta per lui da secoli, è quasi naturale che avvenga tutto in fretta, non so se mi sono spiegata.

Ad ogni modo non darò vita facile a questi due, niente di tragico eh, ma non ho intenzione di fare qualcosa di scontato.

Detto ciò, lascio a voi il compito di commentare e di farmi sapere cosa ve ne pare, mi fa davvero molto piacere e mi aiuta a capire cosa fare per migliorare. 

Passo a rispondere alle recensioni. (Sette??? Cioè, io vi adoro!!!)

 Kary_TomKaulitz    Grazie per aver commentato, come forse avrai capito, mi fa davvero molto piacere che lo facciate. (forse divento un pò petulante eh?? ^.^) Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo. P.S. Ti stimo per la tua recensione in viola! ;)

 

 kiish Ecco qua il secondo capitolo. Brava ragazza, che ti piace la coppia Kim/Jared. Ora dimmi cosa ne pensi di questo.

 

 Eyla Owen Mi sento onorata perchè questa è la recensione più lunga che tu abbia mai fatto. ^.^ Grassie per aver commentato cuginetta adorata, mi spiace che tu non abbia potuto fare la tua scenetta ben studiata... vorrà dire che pubblicherò una schifezza apposta per farti felice.  Comunque Maghella mi ha dato 7 nell'ultimo tema, quindi sono perdonata. Dimmelo se vedi altri errori eh. Grazie perchè mi appoggi, come hai fatto stasera. :) cercherò di non essere da meno ok? Dimmi con tutta la tua sincerità cosa pensi di sta roba qui ok?? ciao

 

 faitytale  uuuuuuuh, addirittura tra le preferite???? tu non hai idea di quanto sono contenta!!!! :D  cercherò di non deluderti ok?        Ho pensato alla coppia leggendo Eclipse, quando Bella li vede al falò. Il primo pensiero è stato:"MA che teneriii!!!!"  ed è stata una delle prime cose che ho scritto almeno su twilight.  Grazie mille anche per i complimenti. Non ho postato esattamente presto, scusa... ^.^"     conto di vedere la tua recensione, dimmi se il secondo capitolo ti è piaciuto come il primo. ciaoo

 

 Emily Cullen Ecco esaudito il tuo desiderio di leggere qualcosa su questi due! Mmmm... se devo essere sincera questa coppia in questa storia non sarà esattamente soggetta all'imprinting più semplice, spero comunque che continuerai a seguire lo stesso... Dimmi cosa ne pensi di questo, non farti scrupoli, va bene??

 

KatiaLee Buongiorno! Spero che questa Kim diversa da come la immaginavi non ti deluda. Io in realtà ammetto che non avevo un'idea precisa di come crearla. Ho iniziato a scrivere e lei ha deciso un pò per sè. Comunque ora non riesco a immaginarla in modo diverso, vedremo se continuerà a stupirti. La scena dell'imprinting è stata un pò dura. Cercare di far capire le emozioni di Jared senza che lui le raccontasse non era semplicissimo. In realtà avevo scritto un capitolo che raccontava il primo dal punto di vista di Jared, ma ho deciso di non pubblicarlo, perchè non mi piace ripetere le cose, mi sembra che distolga l'attenzione. pensavo di fare un missing moment al massimo, tu che dici? Fammi sapere cosa pensi di questo, mi fa davvero piacere. Ciao

 

 morgana92  Tu sei la prima brava ragazza che ha recensito, grazie mille!! spero di rivederti a commentare anche questo capitolo.     Mi fa piacere che ci siano persone che amano questa coppia, io ho un debole per i personaggi di sfondo, spesso sono i più particolari e intriganti. Anche tu immaginavi Kim imbranata?? Poveretta, così sembra proprio un'impedita... In realtà non è così male, è tutta colpa di Jared!!! Scusa se non ho aggiornato presto, spero di farcela prima, la prossima volta. Alla prossima.


Ecco qua, ci vediamo al prossimo capitolo allora, grazie anche ai lettori silenziosi e a chi ha messo tra le seguite.

Mary


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Capitolo 3
*** Quando si è sconvolti non sempre basta la camomilla… ***


 

Quando si è sconvolti non sempre basta la camomilla…

 

Concentrarmi, dovevo concentrarmi se volevo ottenere un buon risultato…

Masticai lentamente il biscotto, fissandomi sul suo sapore e sul suo aspetto.

La superficie dorata, ricoperta da gocce di cioccolata quasi nere, il sapore dolcissimo… come… come…

Eh, no! Non c’è assolutamente nessuna somiglianza tra questo semplice, semplicissimo biscotto e Jared! Capito?

Era davvero possibile arrivare a paragonare addirittura le gocce di cioccolato ai suoi occhi, il sapore del biscotto al suo? Evidentemente sì.

Appoggiai la testa esasperata al ripiano della cucina, guardando truce il biscotto che stavo riducendo in briciole con le dita.

-Stai vendicando la tua insonnia su un innocente biscotto?-

Alzai la testa i scatto.

-Mamma! Mi hai sentito stanotte?-

Lei sorrise lievemente prendendo un biscotto mentre si infilava la giacca.

-Kim, non sei stata ferma un attimo per tutta la notte, quando hai addirittura iniziato a far partire la centrifuga della lavatrice ho pensato seriamente di venirti a prendere a forza per farti ricoverare. Da quando fai il bucato di tua spontanea volontà?-

Ebbene sì. Quando ero agitata diventavo iperattiva.

E quella notte ero davvero, davvero agitata.

-E’ successo qualcosa?-

-No, no… non riuscivo a dormire…-

Sorrise, accarezzandomi i capelli.

-Sì, me ne ero accorta. Quello che vorrei sapere è perché.-

Scossi la testa arrossendo lievemente.

-Lascia perdere, mamma… il tuo lavoro non funziona con me.-

La psicologa Lee continuava a dimenticarsi che io non ero una delle sue pazienti paranoiche.

-Già, a volte mi chiedo se merito la laurea. Devo andare, non credere che sia tutto sistemato sai. Anche perché stanotte vorrei dormire, se non ti spiace. Ci vediamo stasera tesoro.-

Annuii, sospirando. Se fosse riuscita a dormire quella notte sarebbe dipeso solo da cosa sarebbe successo quel giorno.

Lo stomaco mi si attanagliò in una morsa soltanto a pensare che un’ora dopo l’avrei visto.

Panico, panico, panico…

Avevo bisogno d’aiuto!

Mi alzai facendo strusciare la sedia con violenza sul pavimento, lanciandomi sul telefono per comporre il numero ad una velocità sovrannaturale.

 

     ***

 

La gente quando è agitata di solito prende la camomilla. La gente normale per lo meno. Purtoppo io ho sempre odiato la camomilla, e mi sono dovuta arrangiare creandomi la mia camomilla personale in forma umana.

La camomilla in questione, seduta a gambe incrociate sul muretto della scuola, mi stava fissando con uno sguardo ancora reduce dal coma notturno, ma che riusciva perfettamente a lanciare lampi omicidi.

-Kimberlie. Ti prego. Dimmi che non mi sono alzata un’ora prima del solito e che non sono caduta dallo stupido albero di casa tua per niente. Ti prego.-

Guardai il cerotto che aveva sul braccio, sentendomi un po’ in colpa.

-Ti fa male?-

Chiesi con delicatezza, cercando di addolcirla. Probabilmente lei non aveva avuto il tempo di bere la camomilla…

-Kim, vai dritta al punto! Non è niente, il cerotto l’ho messo solo per farti sentire più in colpa. Allora mi dici cosa diavolo è successo?-

Presi un lungo respiro prima di dire le parole a cui ancora non credevo nemmeno io.

-Mi ha baciata. Dopo che gli sono caduta addosso rovesciando i bicchieri.-

Ma davvero avevo combinato questo casino?

A dirlo sembrava ancora più incredibile.

Lucy spalancò gli occhi, per poi assottigliarli in un sorrisetto malizioso.

-Senti senti… e come è stato?-

-Terribile.-

Ammisi demoralizzata.

-Bacia così male?-

-Cosa? No! Cioè… Il punto è che dopo poco se ne è uscito con un “maledizione” e mi ha mollato lì a casa.-

-Coosa? Ma è fuori?-

Gli occhi di Lucy si assottigliarono ancora di più, spostandosi oltre il mio viso.

-Vorrei davvero potergli spaccare un arto, o leggergli nella mente in questo momento.-

Voltai lo sguardo nella direzione in cui guardava e mi gelai sul posto.

Lucy fissava Jared che parecchi metri più dietro di noi parlava con un suo amico, enorme quasi quanto lui.

Ma non avevi detto che non sarebbe venuto?

Mai più fidarsi delle proprie supposizioni.

-Oddio… ODDIO LUCY! Cosa faccio adesso? Cosa faccio? Io devo stargli vicino per tutto il tempo oggi!-

La mia voce diventava più stridula ad ogni parola che usciva dalla mia bocca.

-Kim. Calmati. Sai cosa devi fare? Devi fargli vedere che non hai paura di lui, e che sai reagire da persona coraggiosa. Trattalo con naturalezza ok?-

-Lucy, ma io ho paura di lui!-

-Lo so, ma finta del contrario. Recita.-

Le cose si mettevano male. Molto male. Io facevo schifo a recitare. Soprattutto se il pubblico era Jared.

Lucy notò il panico nei miei occhi e sorrise.

-Tranquilla Kim. Non sei tu quella che deve avere paura ok? E’ lui che si è comportato come un idiota. Perciò stai tranquilla, in fin dei conti non hai nulla da perdere, no? Adesso fagli vedere che sei la mia amica Kim che non ha paura di niente, ok?-

-Di che amica stai parlando?-

Chiesi ironicamente un po’ più tranquilla.

Lei scosse la testa ridendo.

-Scema. Lo sai che sei così, almeno in fondo in fondo. Ora devo davvero andare, sappi che se vado male nel test di storia perché ho dormito poco darò la colpa a te!-

Disse facendomi la linguaccia e dirigendosi verso la sua classe.

Sorrisi e mi avviai verso la mia aula. Lucy aveva ragione. In fondo non avevo niente da perdere. Il peggio sarebbe stato che lui continuasse a ignorarmi come prima; sapevo gestire la cosa ormai.

Presa dai miei pensieri andai a sbattere contro lo stipite della porta.

Aspetta un secondo. Lo stipite della porta? E da quando lo stipite della porta indossava magliette blu e jeans?

Oh, cavolo.

Quello non era lo stipite della porta!

-Se non inciampi, finisci addosso alla gente eh?-

Jared ridacchiò, infilando le mani in tasca.

Avevo una dignità, e per mantenerla dovevo almeno dire qualcosa.

-Non sempre. Di solito sono meno catastrofica.-

Non era esattamente la risposta vincente che speravo, ma pazienza. Ora toccava a lui parlare.

E magari spiegare qualcosa di quello che era successo.

E magari dirmi perché agiva con tutta quella naturalezza.

E magari farmi sapere cosa cavolo aveva intenzione di fare adesso.

Non fece nessuna di queste cose.

-Il che mi fa pensare sempre di più che sia colpa mia.-

Disse entrando in classe e sedendosi al suo posto.

Grazie al cavolo che era colpa sua! Lo sapevo anch’io!

Quello che in quel momento non sapevo era perché si comportava così come se non fosse successo niente. Come se ci parlassimo da una vita, mentre lo facevamo solo dal giorno prima senza contare che non avevamo soltanto parlato.

Mi sedetti accanto a lui, decisa a chiarire.

Che fine aveva fatto la Kim timorosa? Beh, tanti saluti Kim timorosa, qui c’è la Kim decisa e vorrebbe sapere cosa diavolo succede!

-Senti… Jared. Io vorrei…-

Ci pensò lui a interrompere una Kim la cui decisione stava decisamente calando.

-Kim, vorrei  parlarti se non ti spiace.  Quando vuoi. A ricreazione, dopo scuola, durante la lezione, basta che mi lasci spiegare.-

Sorrisi lievemente, nervosa.

-Dopo scuola va benissimo.-

Dopo scuola.

Sette lunghe ore nelle quali continuai a muovermi nervosa sulla sedia, sotto lo sguardo fisso e penetrante del mio vicino di banco.

 

  ***

 

Mi torturavo le mani agitata mentre Jared si sedeva comodamente su una delle panchine del parco fuori da scuola.

Mi mossi esitante quando mi fece cenno di sedermi accanto a lui.

-Mi piacerebbe farti capire che non sono un maniaco o altro Kim.-

Arrossii di colpo e mi sedetti, non troppo vicina. Non credevo che fosse un maniaco o altro ma avevo lo stesso una paura tremenda. E non di lui, ma delle conseguenze che avrebbe avuto quello che stava per dirmi.

-Per come mi sono comportato ieri… mi dispiace. Non volevo assalirti, è che… non mi sono riuscito a controllare.-

Mi guardò di sottecchi imbarazzato.

-No, ok, non ci sono. Così sembro davvero un pazzo maniaco. Il fatto Kim è che io… -

Sospirò frustrato coprendosi il viso con una mano.

-Non so nemeno da cosa iniziare…-

Scostò lievemente le dita dal volto per incrociare i miei occhi.

-Hai presente le leggende della riserva?-

Annuii, non capendo.

Ricordavo alcune leggende. Non ero nata in quella riserva, ma quando io e mia madre ci eravamo trasferite, lasciando mio padre nella nostra vecchia casa, la nostra vicina di casa, la signora Ateara, si era presa l’incarico di trattarmi come una nipotina e mi aveva raccontato un po’ di storie della loro tribù.

-Sai di cosa parlano?-

-Di… guerrieri e… lupi se non sbaglio… giusto?-

-Giusto.-

Fece un sorriso amaro, distogliendo lo sguardo da me.

-Kim… non sono tutte solo leggende.-

Lo guardai negli occhi trovandone finalmente il coraggio.

Cosa voleva dire? Quello che diceva non aveva alcun senso. Mi stava prendendo in giro? Da un momento all’altro sarebbero saltati fuori degli uomini con la telecamera urlando “Ti abbiamo fregato ragazzina! Sorpresa!”?

-Non.. capisco.-

Diedi voce ai miei pensieri con voce timorosa, non ero certa di voler capire veramente.

-Sai quando si dice che le leggende hanno un fondo di verità? Ecco, in questo caso si può dire che il fondo di verità c’è eccome.-

Si voltò per guardarmi, per incatenare il suo sguardo al mio, come per cercare di controllare il mio corpo, la mia reazione a quello che stava per dire.

-Io sono un lupo. Mi trasformo in un lupo quando voglio, e lo faccio perché io e i miei amici, il mio… branco, dobbiamo difendere la riserva dai pericoli.-

Potrei dire che credetti subito alle sue parole e che accettai la verità tranquillamente, ma sarei una vera bigiarda e tra l’altro forse risulterei pure stupida e senza un istinto di sopravvivenza.

-Mi stai prendendo in giro.-

La mia voce tremava. I suoi occhi erano così seri che sembrava impossibile che mentisse, ma doveva farlo per forza, come poteva dire la verità?

Come poteva affermare una cosa così assurda?

Mi prese le mani, che si irrigidirono in un moto di paura, stringendole tra le sue.

-Senti? Sono caldo. Ti sembra una temperatura normale?-

Aveva ragione. Le sue mani scottavano, come se avesse la febbre alta. Sgranai gli occhi, nella mente una barlume di coscienza che mi diceva che forse il ragazzo davanti a me diceva la verità.

Prese in mano un sasso.

-Guarda, e dimmi se è normale, dimmi se ti sembra che io stia scherzando.-

Con una lieve pressione frantumò il sasso, mandandolo in briciole che ricaddero sulle mie gambe.

Mi ritrassi spaventata, staccando la mia mano dalla sua, gi occhi sbarrati dalla paura.

No, non era normale tutto questo, non lo era, e la certezza che non mentisse mi travolse quando guardai la sua mano forte ancora stretta nel pugno, leggermente imbiancata dalla polvere del sasso.

Non era normale, non era umano.

Mi raggomitolai e mi ritrassi ancora di più quando lo vidi avvicinarsi, la mano leggermente tesa.

-Kim, ascolta…-

-No! No, fammi… dammi un attimo, ti prego…-

Sussurrai.

Ero sconvolta.

La mia mente urlava di scappare, il mio istinto cercava di farmi andare via; ma mi accorsi in quei secondi di interminabile silenzio, che se la mente e l’istinto mi dicevano una cosa, io ne volevo un’altra.

Non volevo scappare. Volevo rimanere lì, volevo capire perché mi sembrava la cosa più giusta da fare.

Avevo paura di Jared.

Alzai lo sguardo e incontrai l’onice dei suoi occhi che mi fissava. Lessi il dolore e la tristezza che vi erano e realizzai una cosa.

Avevo paura.

Ma non avevo paura di Jared.

Non di lui, ma di quello che accadeva, del fatto che molte certezze non fossero più tali, del fatto che potessi rimanere in qualche modo ferita.

Lentamente mi avvicinai, cercando di non tremare.

-Perché… perché mi dici queste cose? Non è un segreto? I tuoi amici ti permettono di dirlo alla prima compagna di classe che passa? Perché?-

Già, perché io potevo sapere tutto questo, visto che mi donosceva da così poco tempo?

-Io… posso dirtelo perché… perché ho avuto l’imprinting con te.-

Imprinting?

-Cosa…?-

Sorrise nervoso.

-Non mi sto spiegando, vero?-

-No… non capisco. Cos’è… l’imprinting?-

-L’imprinting è una forza che mi lega a te, che mi impedisce di stare senza di te. Io ti amo Kim. Desidero e desidererò solo te, capisci? Tu ora sei… il centro della mia esistenza credo si possa dire.-

Lo fissai sconvolta.

Jared mi amava. Quante volte avevo sperato che mi dicesse quelle parole? Quante volte?

Eppure ora non potevo non trovare un gusto amaro a tutto questo.

Perché Jared non mi amava per quella che ero.

Mi amava perché i suoi sentimenti erano dettati da una strana forza sovrannaturale.

Perché lui era un lupo.

-E’… è successo ieri, quando sono caduta vero?-

Dissi debolmente, sentendo le lacrime pungermi gli occhi.

Annuì cauto, guardandomi intensamente.

-Ecco perché.-

Dissi quasi tra me e me.

-Tu mi ami. Non mi prendi in giro no?-

-No…-

Era ancora attento, misurava le parole per cercare di non dire la cosa sbagliata. Ma la cosa sbagliata ormai era stata detta, fin dalla prima spiegazione dei suoi sentimenti.

-Perché una strana forza da… lupo, ti obbliga ad amarmi, giusto?-

Mi dispiaceva quasi per lui.

Costretto ad amare una persona senza poter scegliere.

Il tono della mia voce lasciava trapelare senza riguardi la mia delusione, ma non me ne preoccupai.

Lessi nei suoi occhi la comprensione e la sorpresa.

-Kim, succede perché tu sei perfetta per me. Nessun’altra potrebbe esserlo. Tu sei l’unica di cui potrei mai innamorarmi, sei l’unica con cui potrei mai stare bene, per questo agisce l’imprinting. Sei, come dire, la mia anima gemella, la persona che posso amare di più, la persona più giusta da amare per me.-

Evitai il suo sguardo e mi alzai, barcollando leggermente.

-Non so cosa dirti Jared, davvero. C’è… così tanto. Non puoi aspettarti da me una risposta immediata, non ti sembra?-

Era già tanto se riuscivo a parlare in maniera coerente.

Abbassò la testa e si alzò, abbracciandomi di slancio.

Mi irrigidii, ma non ebbi la forza di staccarmi.

Peggio.

Non ebbi la volontà di staccarmi.

Perché nonostante tutta la paura e l’amarezza che mi attanagliavano, mi trovavo tremendamente ed ingiustamente bene tra quelle braccia, così calde e confortevoli.

-Mi dispiace Kim… io… Volevo solo farti capire in modo da sapere se tu mi avessi voluto accettare comunque. Non volevo che accadesse tutto così in fretta, ma tu non immagini quanto sia difficile per me… ti desidero così tanto Kim…-

Chiusi gli occhi, amareggiata e felice di quelle parole allo stesso tempo.

Perché il mio cuore non poteva che essere felice di avere quelle attenzioni così desiderate, ma la mia mente continuava a ricordarmi che non era merito mio, ma di quella strana forza che ormai odiavo… l’imprinting.

Mi staccai leggermente da lui, facendo pressione con le braccia contro il suo petto per fargli capire di lasciarmi andare.

-Jared ho… ho bisogno di pensare, almeno per un po’… per favore lasciami andare.-

Lui mi liberò dalla sua stretta, portando via con sé quel calore piacevole, e si voltò, senza guardarmi andare via, mentre il rumore dei miei passi rimbombava nella mia testa, scandendo il tempo dei pensieri che la riempivano.

E avrebbero continuato a riempirla finchè non avrei preso una decisione.

Visto lo stato in cui mi trovavo, probabilmente nemmeno quella notte la signora Lee sarebbe riuscita a dormire in pace.

 

 

 

 

 

 

 

 

* Spazio dell'autrice

Buonasera! Sorpresi di vedermi così presto???

Devo dire che lo sono anch'io. stamattina in classe il capitolo mi è comparso in testa, così, di punto in bianco, e l'ho scritto. E ora eccomi qua a pubblicarlo.                                                                                                                                                 Sinceramente non so cosa pensarne. Non so se è venuto bene o male, non so se sono soddisfatta o no. So che mi sono impegnata. Ho fatto di tutto per far intendere le emozioni di Kim, un pò meno ironica e sarcastica soprattutto verso la fine del capitolo, ma bisogna capirla, poveretta, con tutte quelle emozioni. so anche che è sicuramente più lungo degli altri capitoli, ma non mi andava di spezzare a metà il tutto.

Questa è la reazione che mi sono immaginata a una rivelazione come quella di Jared. Mi sembra come minimo doveroso rimanerne sconvolti, cioè, parliamoci chiaro, se domani un mio compagno di classe mi venisse a dire che è un lupo e che mi ama perchè ha avuto l'imprinting con me le mia prime reazioni sarebbero come minimo nascondermi dietro un banco e dire: "Imprinting?? E che è?? O.o"

In più la penso come Kim, lo ammetto... non mi piacerebbe essere amata solo a causa di una forza... lupesca.

Ora la situazione è un pò critica. Nessuno si aspetti scene strappalacrime e tentativi di conquista assurdi, non ce ne sarà bisogno. Kim anche se non lo sa ha già preso la sua scelta e se ne renderà conto nel prossimo capitolo. 

Il titolo del capitolo sembra un pò idiota! xD me ne rendo conto, ma mi è venuto in mente così e non sarei mai riuscita a cambiarlo, non so, mi piace. (ora starete tutti pensando "questa è pazza". Si, in effetti può essere.

Con questo spero davvero che voi mi facciate sapere cosa ne pensate. E' sicuramente il capitolo più difficile (non che ne abbia scritti tanti eh ^^), e vorrei sapere come l'avete trovato. spero di non averlo fatto troppo melenso o piagnucoloso. Spero soprattutto di avervi fatto capire le emozioni che volevo lasciare intendere.

Ora vi mollo giuro, la pianto coi miei monologhi, ma devo passare a ringraziare le meravigliose persone (ottoooo???? voi non avete idea di quanto stia gongolando!!!! ^^)  che hanno recensito.

 


Eyla Owen: Smettila di dire che poi non recensisco le tue storie! poi dopo mi fai passare per cattiva e io non lo sono! ù.ù xD  In caso di virus influenzale sarai la prima a sapere del mio malessere, prometto. manderò mia sorella dall'altra parte della piazza ad avvisarti di venire al mio capezzale. in caso di blocco dello scrittore dovrai sopportare le mie pare mentali temo, preparati! Prometto che sarò crudele e spietata con loro! xD poveretti... così sì che passo per cattiva. Tu, dimmi se questo capitolo ti sa di schifezza e io impareròc he non devo ascoltare le idee che mi vengono durante l'ora di chimica ok?

 

morgana92 Buona sera anche a te! non ti preoccupare se non sei la prima a recensire, a me importa che lo fai! perciò ora muoviti e preparati a scrivere una recensione degna di questo nome!!! no dai scherzo! e poi rimani comunque la prima coraggiosa che ha commentato la mia storia. devi essere fiera comunque di te. u.u    grazie davvero che continui a leggere la mia fic. è davvero importante per me perchè mi piace scrivere e commentando mi aiutate a capire se sono capace a farlo e se posso migliorare.   I personaggi secondari sono i più belli, concordo pienamente. e spesso vengono caratterizzati forse ancora meglio dei protagonisti, per il semplice fatto che sono tutti da scoprire ti mettono una curiosità incontrollabile. la "mia" storia su Kim e Jared?? *me che gonfia il petto d'orgoglio* grazie davvero!! grazie dell'opportunità che mi dai di farmi sapere cosa ne pensi di quello che scrivo. perciò ora dimmi cosa ne pensi di questo capitolo, i commenti su questo sono quelli che mi fanno più paura. alla prossima spero.

 

 

Emily Cullen  No no tranquilla, non vi liberate tanto facilmente di me, io continuo a postare... hai visto, stavolta sono stra in anticipo! aveva paura di metterci più della scorsa volta! mi fa davvero piacere sapere che ti ho fatto ridere, spesso il mio intento è quello. mi sento realizzata! :D La parte in cui Kim cade piace anche a me... (ah beh, sono molto modesta devo dire... xD) hai ragione, kim è semplice e dolce, piace anche a me. è così semplice che nella sua semplicità è fantastica! spero che questo capitolo non ti deluda, come avrai capito è uno dei più importanti per me, diciamo che è un test... spero di vedere la tua recensione. ciao!

 

Einys Uh, una nuova arrivata! sappi che ora che hai recensito hai firmato un patto col diavolo e sarai costretta a farlo finchè la storia non sarà finita! heheh, scherzo, dai, non ti obbligo mica. Ti ringrazio davvero tanto. avevo paura di correre un pò troppo ma vedo che capite e mi fa piacere sapere che consideri buone le mie spiegazioni. quando l'ho letto ero lì davanti al computer tutta gongolante. ora, senza farti scrupoli dimmi cosa pensi di questo. accetto anche un "datti all'ippica!" purchè sia detto con stile. ciao :)

 

Kary_TomKaulitz  Ti ho riconosciuto subito dalla stilosa recensione in viola! ;) come va??  che te ne pare di questo qui?? sono contenta di vedere tutto questo entusiasmo, mi hai fatto talmente tanti complimenti che il mio sorriso era chilometrico. ebbene sì, si sono baciati, e qui si vedono le conseguenze. un pò catastrofiche oserei dire, ma questione di punti di vista. spero di aver aggiornato abbastanza presto e mi farebbe davvero piacere sapere cosa pensi del capitolo. quindi mi aspetto di vedere la tua recensione viola ok? ;) (ora ti starai dicendo "ma sta qua è proprio fissata con il viola della mia recensione!" forse un pò sì, ma mi piace!) ci vediamo. :D

 

Kiish  Spero di non averti fatto aspettare troppo, ma come vedi non ci ho messo molto stavolta. :) dimmi osa ne pensi di questo capitolo mi raccomando! 

 

faitytale  se una mia amica mi avesse chiesto di scendere dalla finestra credo che probabilmente l'avrei mandata gentilmente a quel paese, perchè, come lucy, ho una terribile paura delle altezze! Come vedi mi sono già messa d'impegno per complicare le cose a questi poveretti. nel libro dice che kim era felicissima della notizia. ma mi sembra quasi innaturale che se uno ti dice che è un lupo e che ti a ma perchè ha l'imprinting con te tu risponda: "Oh, si che bello! che cosa figosa, sei un lupo! e mi ami! quando ci sposiamo???!?" cioè io ho dei seri dubbi su una risposta del genere... non so tu. tornando al capitolo... come ti sembra?? spero che non ti deluda, dimmi cosa te ne pare, per favore ok? ciao

 

KatiaLee  Heià! felice di sapere che la mia kim non ti delude. Per i missing moment vedrò, quando avrò tempo e mi sembrerà il punto giusto della storia li metterò... grazie di avermi fatto sapere la tua opinione :)  Sono felice di sapere che avete apprezzato la scena con lucy. è un personaggio che io già adoro e spero di personalizzarla come si deve.  io scrivo una meraviglia?? ooooooo... grazieee.... *me diventa tutta rossa*   ti ringrazio davvero tanto di tutti i complimenti che mi fai. e questo mattone di capitolo?? in effetti è un pò più lunghetto degli altri... com'è? fammi sapere eh, che ci conto. a presto :)



Ecco fatto. ora vi mollo davvero e vi lascio in pace... vi lascio andare a dormire... notte notte!!!


Mary

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Senza troppa stupidità ***


 

Senza troppa stupidità

 

Mi ricordo di quando, alle elementari, un bambino mi aveva detto di essere innamorato di me.

Mi aveva offerto un disegno che rappresentava noi due che ci tenevamo per mano, circondati da un enorme cuore.

Sorrisi.

Quando i bambini dicono “ti amo” spesso non sanno cosa vogliono dire veramente quelle parole, dette con leggerezza, eppure spesso nella loro innocenza sono quelli che sanno amare nel modo migliore.

Volevo tornare bambina.

Volevo tornare a quel giorno in cui avevo risposto, con un imbarazzo incredibile certo, ma senza troppa fatica, a quel bimbo che lui non mi piaceva, senza poi darmi troppe proccupazioni.

Guardai gli occhi neri che mi fissavano muti ma attenti.

-Oh, bè, alla fine non è che lui l’abbia presa tanto male. Il giorno dopo si è ripresentato con un disegno quasi uguale a Lucy!-

Il pastore tedesco che avevo davanti guaì leggermente, quasi a protestare per la poca gentilezza del bambino.

-Devo essere proprio diventata pazza, eh Tibet, per mettermi a parlare di queste cose con te, vero? Magari la mia vita amorosa non t’interessa nemmeno.-

Tibet strofinò il muso sulla mia mano, facendomi capire che pretendeva la sua razione di croccantini.

-Ma pensi solo a mangiare! Che razza di amico sei?-

Protestai dirigendomi verso il grande armadio appoggiato alla parete della grande stanza.

Altri guaiti mi seguirono mentre prendevo la confezione di croccantini.

-Siete tutti degli ingrati, ecco cosa siete! Io vengo qui quasi tutti i giorni e voi mi aspettate solo per mangiare! Ingrati!-

Nessuno di loro mi guardò colpevole, ma si avvicinarono tutti alla rete che ci separava per mangiare.

Li guardai uno per uno.

I cani del canile Spencer.

Tutti loro erano stati abbandonati, per poi essere trovati e portati qui, in cerca di una famiglia.

Per quanto mi riguardava loro lo erano per me.

Venivo lì quasi tutti i giorni, inizialmente per raccimolare qualche soldo, approfittando della mia passione sfrenata per gli animali e dei buoni rapporti che riuscivo a creare con loro. Poi mi ero affezionata davvero a tutti loro e alla famiglia Spencer, i proprietari del canile, che avevano sfruttato la loro vecchia ed enorme fattoria per farne un ritrovo per tutti i cani abbandonati.

Un’ora prima, quando ero uscita da quello stramaledettissimo parco della sventura, non avevo aspettato un solo istante per correre a casa, combiarmi mettendomi i miei vecchi jeans stracciati e la mia felpona formato maxi, per poi venire qui.

-Farti ascoltare da loro a quest’ora è impossibile sai? Pensano solo a mangiare!-

Ann Spencer, la figlia di vent’anni degli Spencer, un altro buon motivo per venire al canile.

-Me ne sono accorta. Nessuno di loro si degna di parlare un po’ con me… La prossima volta non gli do niente da mangiare se prima non mi hanno fatto un discorso di senso compiuto degno di essere chiamato tale.-

Esclamai guardando imbronciata quella decina di cani che avevano la testa infilata nella loro ciotola traditrice.

A volte mi dimenticavo che non erano persone.

Ann scoppiò a ridere sedendosi accanto a me.

-Non vorrei essere egocentrica, ma ci sono qui io se vuoi fare un discorso di senso compiuto senza ricevere in risposta solo sguardi bisognosi di coccole.-

Sospirai.

-Ann, qui la bisognosa di coccole sono io.-

Ann mi sorrise, dolce come solo lei poteva essere.

-Kim, mi dici che hai? E’ da parecchi giorni che mi sembri un po’ strana, distratta… no, aspetta, distratta lo sei sempre, ma mi sembri così… così distratta in senso negativo!-

Inarcai un sopracciglio.

-Distratta in senso negativo? Esiste un senso positivo della distrazione?-

-Certo che esiste! Il tuo essere distratta consueto è positivo.-

Ah, bè, si certo, ora era tutto chiaro, limpido!

-Ann, cosa cavolo stai cercando di dire? Guarda che oggi i miei neuroni hanno già funzionato abbastanza, non ho voglia di scervellarmi di fronte alle tue frasi da santone filosofico.-

Ann scosse la testa sorridendo e facendo ondeggiare la lunghissima treccia che teneva legati i suoi capelli neri.

-Quello che intendo dire è che… insomma di solito se sei distratta è perché stai pensando a cose positive e sei persa nei tuoi pensieri. Il punto, Kim, è che mi sembra che tu ultimamente sia distratta perché pensi a cose che ti preoccupano e che ti agitano. O sbaglio?-

La mia vita era infestata da psicologhe ed aspiranti psicologhe che mi perseguitavano, cercando di capire tutto di me.

La cosa peggiore era che ci azzeccavano quasi sempre.

Proprio come in quel momento.

-Non sono agitata…-

Risposta debole, molto debole. Troppo debole.

-Kim. Tu ti aspettavi che da un momento all’altro Tibet ti rassicurasse, facendosi una chiacchierata con te!-

Ann mi guardò inarcando un sopracciglio scettica, mentre il cane in questione tirava fuori per un attimo il muso dalla ciotola, per guardarmi con uno sguardo che dava ragione da vendere alla mia amica.

Quei cani erano suoi alleati solo perché ci abitava insieme.

Che cosa ingiusta.

Ann sospirò, vedendo che non spiccicavo parola, e si alzò, battendo le mani sui pantaloni per tirare via la terra.

-E va bene. Quando hai voglia di dirmi cosa succede mi trovi qui. Fai fare un giro a Tibet, deve muovere un po’ la caviglia, ora che sta guarendo.-

-Ok.-

Sorrise mentre si dirigeva verso l’uscita.

Sapeva che la mia risposta si riferiva alla sua offerta e non alla richiesta di portare fuori Tibet.

Mi volta nella direzione del diretto interessato.

-Non meriteresti tutte queste attenzioni da parte mia, lo sai?-

Lo guardai.

Somigliava tanto a un lupo.

Lui guardò me avvicinandosi e strofinando la testa contro la mia gamba.

Perché per essere amati dev’essere necessaria una forza sovrannaturale?

Sospirai alzandomi, cercandomi di non farmi assalire dalla rabbia.

Una forza sovrannaturale. Una stupida forza sovrannaturale.

Tibet trotterellò barcollando sulla caviglia malandata verso l’uscita, girandosi verso di me guaendo.

Voleva che lo seguissi.

Perché mi sembrava tutta una perfettissima e dannatissima metafora di quello che mi stava succedendo?

Perché lo era.

Mi diressi verso di lui, legando al collare il guinzaglio, disposta a seguirlo.

Perché, nonostante tutto, lo volevo.

Un lupo…

Accarezzai sorridendo il suo muso, sentendomi improvvisamente più leggera, e mi piegai sulle ginocchia per avvicinare la mia testa alla sua.

-Grazie Tibet, non dirò mai più che sei un ingrato.-

 

  ***

 

Stringevo nervosamente il pacco di fogli, le mani che tremavano. 

Forza Kim! Fai finta che al suo posto ci sia Tibet.

Storsi il naso. Nah, non poteva funzionare.

Mentre i miei piedi si stavano ormai decidendo a scappare da bravi codardi che erano, la mia mano, presa da un improvviso moto di coraggio –o di disperazione?- si posò sul campanello, facendo rimbombare nella mia testa quel suono, che al momento mi ricordava più una campanella d’allarme.

Mentre mi maledicevo per aver suonato, la porta si aprì, rivelando una donna alta con indosso un grembiule.

La classica figura casalinga insomma. Niente paura.

-Desiseri?-

Chiese perplessa notando che non dicevo niente.

-Hem… Sì, mi scusi! Sono una compagna di Jared. Dovrei dargli degli appu…-

-Jared non è in casa, scusa.-

Rimasi sorpresa dalla sua interruzione, fatta in un modo brusco. Nella mia mente la classica figura casalinga aveva un modo di fare gentile e dolce, e se dovevi aspettare il figlio ti faceva sedere in cucina, facendoti mangiare i biscotti al cioccolato appena sfornati.

O avevo una visione sbagliata delle casalinghe o la madre di Jared non ne faceva parte perché non fece nessuna di quelle cose; mi salutò quasi gentilmente e chiuse la porta, lasciandomi là davanti, ancora rossa in volto e con le mani strette intorno ai miei appunti.

Guardai in alto, verso il classico cielo grigio del posto, come per aspettare che un fulmine mi centrasse in pieno, o per chiedere come mai lassù mi volevano così male.

-Kim? Cosa..-

Sgranai gli occhi e mi voltai di scatto, trovandomi davanti il figliolo sopra citato della falsa classica casalinga.

Ancora non sapevo dire se lassù mi volevano effettivamente male o se mi stavano mandando un aiuto divino.

-Jared… ti ho… riportato gli appunti. Li hai dimenticati, hai presente..?-

Mi guardava fisso, uno sguardo stanco e meravigliato.

Il battito del mio cuore accellerò quando si avvicinò per prendere i fogli.

-Grazie… Sì, è vero me li ero dimenticati.-

Calò un silenzio imbarazzante che nessuno dei due aveva intenzione di spezzare.

È più corretto dire che nessune dei due ne aveva il coraggio.

Chiusi gli occhi.

Non potevo sempre aspettare che succedesse qualcosa senza che io facessi nulla, dovevo darmi una mossa, o avremmo passato entrambi la nostra vita in quella posizione.

-C’è… un’altra cosa di cui vorrei parlarti. Qualche ora fa…-

-Mi dispiace Kim… Sul serio. Io non volevo spaventarti. Volevo solo dirti tutto senza doverti nascondere qualcosa. Cancella tutto, ok?-

Non poteva chiedermelo seriamente.  

Non dopo che mi aveva detto tutte quelle cose, su cui avevo ragionato tutto il tempo… e che avevo imparato ad accettare.

Scossi la testa.

-Non crederai che anche se inciampo sempre in tua presenza e sembro sempre con la testa tra le nuvole, sia talmente stupida da dimenticare tutto. E anche se lo fossi… non voglio.-

Ecco, l’avevo detto. Non volevo dimenticare tutto. Volevo solo ricominciare, dando al tutto un aspetto meno confuso e più pacifico.

Jared mi guardò mentre nei suoi occhi passavano la sopresa e, ben nascosta, una traccia di speranza.

-Tu… mi credi stupida Jared?-

Chiesi, un lieve sorriso che si faceva spazio sulle mie labbra.

-No… credo di no…-

Si avvicinò leggermente, quel tanto che bastava per sovrastarmi con la sua incredibile altezza.

-Mi auguro allora che lo stupido non sia tu…-

Me lo auguravo davvero, perché la mia timidezza mi impediva di essere più chiara. Perché non mi ero preparata un discorso, tipo quelli elettorali?

Jared avvicinò lentamente il suo viso al mio, molto più timoroso del giorno prima, temendo la mia reazione.

-Dimmelo, se sono stupido.-

Sussurrò, a pochi centimetri dalle mie labbra.

-No… mi sembri piuttosto intelligente.-

Mi baciò.

Mi baciò in modo diverso dal giorno precedente, senza nessun equivoco, senza nessuna perplessità.

Sentii la sua gioia nel potermi stringere tra le sue braccia senza timore e decisi di esserne felice.

Decisi di farmelo bastare.

Decisi che ero felice anch’io e che lui non mi avrebbe fatto soffrire, e che, alla fine, quella forza sovrannaturale che ancora odiavo poteva essere il principio, ma che il continuo l’avrei deciso io, senza l’aiuto dei lupi o dell’imprinting.

Sorrisi sulle labbra di Jared.

Alla fine nessuno dei due era troppo stupido.








* Spazio dell'autrice


Ecco fatto!! E' finita la storia! ringrazio tutti quelli che hanno seguito, tanti saluti...

No, scherzo... la storia non è finita per niente. Anzi. Adesso comincerà ad evolversi e a diventare un pò più... non so... si staccherà un pò dal libro.

Come sempre non so bene giudicare quello che ho fatto, lascerò a voi il compito di farlo. Ho cercato di caratterizzare un pò di più il personaggio di Kim, avvicinandola di più alla ragazza che mi immagino, e non solo alla ragazza che inciampa sempre per colpa della presenza di Jared. La sua grande passione per gli animali ritornerà insieme alle varie caratteristiche che tirerà fuori con l'andare avanti della storia.

Ecco, sembra essersi risolta almeno un pò la situazione. Kim capisce che ci tiene a Jared e decide di dargli una possibilità. Dà una possibilità a lui, ma anche a sè stessa, per non essere solo il frutto dell'imprinting, ma anche per farsi conoscere meglio da lui e farsi amare per quello che è.

Rispondo qui alla domando di KatiaLee, in modo che se qualcuno se l'è posta può capire un pò le mie intenzioni. Ho deciso di far sapere tutto a Kim così in fretta principalmente perchè voglio essere il più fedele possibile a quello che la Meyer ha detto di questa coppia. Dice che la cosa è accaduta molto velocemente e che Jared le ha spiegato subito tutto e che lei ne era felicissima perchè aveva una cotta per lui da tantissimo tempo. Volevo perciò essere fedele al libro almeno sotto questo punto di vista. Inoltre, e lo dice anche Jared in questo capitolo, lui non vuole nasconderle niente e non la vuole illudere. Penso che lei ci sarebbe rimasta peggio se fosse stata convinta che lui fosse innamorato di lei per merito suo e poi scoprire che lo era solo per l'imprinting. credo che avrebbe avuto un impatto peggiore.     Spero di essermi spiegata.

Vorrei ritagliare un pò di spazio per i personaggi di sfondo (che io personalmente adoro!) per dire che sono dedicati a due persone che mi sono molto vicine fin da quando sono piccola, da cui ho preso anche ispirazione per i loro nomi. Lucy è un nome ispirato a mia cugina Lucia, la santa donna che mi ha convinto a pubblicare questa fic leggendola e dandomi delle dritte. Ann invece, il nuovo personaggio di questa storia, che mi auguro vi sia piaciuto, ha un nome preso da quello dell'altra mia cugina Anna (siamo in tanti), su EFP Eyla Owen. Le ringrazio per essermi vicine e per tenere più su che possono lamia scarsa autostima.

Per il caro Tibet invece ho usato il nome del cane di una mia amica.

Niente, mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto e che in caso me lo facciate sapere.

E ora ringrazio le otto meravigliose persone che hanno recensito (gente, io vi adoro sul serio!)

TheMadHatter16 Ciao! ^^ grazie davvero tanto per aver recensito e per aver messo tra le seguite! sono stra felice, siete in tanti a farmi sapere cosa ne pensate e a me serve molto. e poi mi aiuta a continuare. Diciamocelo, mi gaso un pò! XD Ora infatti sto gongolando all'idea che tu l'abbia letta tutta di un fiato perchè significa che almeno un pò ti è piaciuta! ^^  Eh, sì... i lupacchiotti sono davvero teneri e pelosoni!! *_* e a proposito di ciò... ho letto la tua storia su Quil e Clare e mi è piaciuta molto, comunque quando hai tempo puoi vedere che ho recensito. Mi faresti un favore enorme se mi dicessi cosa te ne pare di questo capitolo. non è stato difficile come quello prima, ma la parte finale è stata dura. non è semplice far dire qualcosa del genere a una timida come Kim... allora aspetto la tua recensione  ;) (sa un pò di obbligo... hum... prendilo come vuoi. XD) 


Eyla Owen  ooooh... carissima cugina! hai visto che come promesso ti ho citato??? dimmi cosa te e pare del personaggio che ti ho dedicato, anche se qui non si legge molto di lei. ecco ho "postato presto..." ma così non è carino da dire... ^^ Ebbene sì. Come ti ho già detto Kimberlie è un nome vero, infatti di solito Kim è solo un diminutivo. Lo so, lo so... ti capisco. anche io adoro davvero tanto Lucy! a parte il fatto che un pò mi ci rispecchio, (ciocca pure, visto che nelle vacanze ma la faccio. blu però), ma mi devo sforzare per non renderla più importante dei protagonisti. Lo so, sono pazza e si nota pure... pazienza. chi non mi ama non mi merita! ecco. ora tu ti metti al computer e mi fai felice e scrivi una recensione!!! ORA!!! ovviamente non sei obbligata tesoro... xD   ci vediamo, divertiti a fare i compiti, io li sto saltando apposta per voi! ^^


laura Pevensie  Laura!! ma se non mi dici che sei iscritta a EFP come cavolo faccio a sapere che sei tu a recensire??? comunque... sì. mi sono offesa da morire! ma come ti sei permessa??? heheheh... no scherzo, figurati se mi offendo. in effetti kim sotto questi aspetti ricorda Bella, ma sotto dei punti di vista è diversa. innanzitutto inciampa principalmente perchè è agitata per la presenza di Jared e poi è molto distratta perchè ha la testa tra le nuvole. comunque andando avanti come vedi la sto personalizzando. se vai avanti nella storia scoprirai tante cose su di lei... spero comunque che questo non ti fermi a leggere, lo sai che comunque mi importa di sapere cosa te ne pare. dimmi cosa ne pensi di questo, con una recensione, via fb, via telefono, come vuoi. ciao zia Laura! ;)


Abraxas  Innanzitutto devo assolutamente farti i complimenti per la tua immagine. tu hai tutta la mia stima! io sono stra fissata coi peanuts! li adoro! ti stimo davvero tanto ragazza mia... complimenti!!! :)  poi ti devo ringraziare per tutti i complimenti che mi hai fatto. mi fa piacere che apprezzi il mio stile, in effetti tendo un pò ad alleggerire la situazione alle volte, spero che non stoni. mi fa piacere anche che la trovi scorrevole perchè è una delle mie maggiori preoccupazioni. questo capitolo non è troppo lungo ma non è nemmeno una schitta, è una via di mezzo diciamo. in quanto alla frequenza a volte mi sorprendo da sola. credevo di metterci i mesi invece è più forte di me e parto a scrivere. beh, tanto meglio. ^^ dimmi cosa ti pare ok?? mi fa davvero piacere sentirti, ragazza stimabile che ha l'immagine di snoopy. ;)


Emily Cullen  Buonasera anche a te, fedele lettrice!! (sa un pò di inizio programma televisivo... O.o) Sono contenta che tu non ne abbia ancora abbastanza di me xD e che i miei capitoli non ti deludano. mi preoccupo molto di questo, sono un pò paranoica mi sa. in quanto al fatto che io non sia matta... purtroppo ti devo smentire perchè qua dicono tutti che sono pazza. spero almeno in senso positivo e artistico. xD  Davvero è quello che ti è piaciuto di più??? wow... (ora mi gaso sul serio! xD) e io che credevo di aver fatto una schifezza che faceva decadere tutta la storia! bene bene, sono soddisfatta! :D spero che questo capitolo ti piaccia quanto lo scorso o almeno che non ti faccia schifo. fammelo sapere. :) alla prossima, la scrittrice pazza.


morgana92  oh, eccoti qua! aspettavo la tua recensione. ragazza, a me piacciono da morire i tuoi commenti, non sto scherzando! :D mi fai sentire realizzata! e se lo vuoi sapere... sì, la tua recensione era davvero degna di quel nome! grazie mille sul serio! la scena del biscotto è venuta da sè, non so, come una lampadina, sono contenta che tu l'abbia apprezzata. no, non mi picchiare! se lo fai dopo io come farò a continuare?? ci hai pensato?? ;)  spero di non averti fatto soffrire troppo e di aver postato abbastanza presto. ora tu non far soffrire me e fammi un regalo di compleanno (ce tra l'altro non è molto lontano) recensendo con un'altra signora recensione! ;)  uhuu... la maturità! a me manca ancora un pò, ma è dal primo anno che la profe di arte ce ne parla. spero davvero che non esca arte agli esami così glielo rinfaccio per il resto della mia vita. che liceo fai tu?? ora ti saluto, ci "vediamo"!! :D


Kary_TomKaulitz la donna in viola!!! ormai è una tua caratteristica e sei bollata così, mi spiace! ;) non sono una vera e propria fissata col viola, il mio colore preferito è il blu, però mi piace come colore e poi ormai è il colore che associo a te e alla tua recensione.  sono simpaticissima?? Uh, ma grazie! anche tu!! mi ha fatto stra piacere leggerlo! spero di non deluderti e di rimanere sempre simpatica ;)  Insomma?? che hai fatto?? io sto... benino dai, la scuola è sempre un inferno, ma non mi posso lamentare troppo. comunque se hai voglia di sfogarti puoi, nelle risposte alle risposte delle recensioni se hai voglia io ci sono ok?  hahahahahh! mia ha fatto stra ridere la frase "l'amore trionferàààà!!" ecco, l'amore ha trionfato, hai visto?? sei contenta? adesso vediamo quanto dura! xD no, dai, non sono troppo sadica, li lascio in pace per un pò... non troppo però. xD sono contenta di aver trasmesso emozioni nello scorso capitolo, spero di vedere del viola nella casella recensioni, mi fa molto piacere come sai. :)


KatiaLee  ciao!!!! come hai visto ho risposto alla tua domanda sopra nello spazio autrice, spero di essere stata abbastanza esauriente e motivata. comunque se hai da ridire o da chiedere fai pure, io sono aperta a tutto. sono stra contenta che sia il tuo capitolo preferito, mi rassicura perchè credevo fosse uscito male. si, jared non ha perso tempo, però te l'ho detto, mi sembrava brutto che le nascondesse tutto. non so.. dimmi se ti piace questo capitolo, mi fa piacere che tu recensisca sempre così in fretta. :) ci vediamo alla prossima spero! :)



Ecco, grazie davvero a tutti, anche a chi segue in silenzio, sono contenta che leggiate! Al prossimo capitolo

Mary




 


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Capitolo 5
*** Cappuccetto Rosso ***


CAPPUCCETTO ROSSO

 

Senza fondo.

Jared era un pozzo senza fondo.

Lo avevo appurato nelle ultime due settimane, e ne avevo la conferma anche adesso, mentre lo osservavo ingoiare l’ennesima fetta di pizza.

-Hai finito?-

Chiesi con cautela, sperando che non avesse tanta fame da voler divorare anche me.

-Mmm… credo di sì. Non c’è altro, no?-

Alzai gli occhi al cielo, leggermente divertita, per poi guardare nel mobiletto a ridosso del muro che mi sovrastava.

-Direi di no, hai svaligiato la mia dispensa.-

I miei occhi si fermarono sui biscotti con le gocce al cioccolato. No, tra me e quei biscotti c’era un rapporto complicato da quando li avevo paragonati al ragazzo che mi sedeva davanti.

-No, direi che hai proprio finito tutto.-

Mi alzai raccogliendo i piatti.

-Sei arrabbiata?-

Mi girai trovandomelo a pochi centimetri di distanza che mi fissava con un’espressione dispiaciuta.

-Solo perché mi hai lasciato senza cibo? Nah, non sono così cattiva. Solo mi chiedo… come diavolo fai a farci entrare tutto senza nemmeno ingrassare?-

Questo in effetti mi irritava un po’. Non ero grassa, ma se avessi mangiato tanto quanto lui sarei diventata una mongolfiera. Lui invece rimaneva tranquillamente col suo fisico perfetto.

Non che la cosa mi dispiacesse del resto.

-Dote naturale.-

Affermò orgoglioso appoggiandosi al banconedi marmo della cucina.

-Se, come no… Se non fossi un licantropo chissà che razza di obeso saresti a quest’ora.-

Borbottai ammucchiando i piatti nel lavandino.

La parola giusta era: naturalezza.

Era quasi diventato naturale per me parlare del suo essere lupo senza provare strane sensazioni allo stomaco, senza spaventarmi e uscire di casa urlando “Aiuto! Al lupo!”.

Per quanto questo mi stupisse mi tranquillizzava anche, contenta del fatto che la situazione non mi stesse troppo stretta, che non mi facesse sentire a disagio.

-E ora che si fa?-

-Ora laviamo i piatti!-

Esclamai tranquillamente, aggiungendo poi nel vedere la sua faccia contrariata

-Esegui! Io lavo e tu asciughi!-

Sorrisi mentre le mie mani strusciavano la spugna sui piatti.

Incredibilmente Jared aveva la fantastica capacità di fare uscire la vera Kim, quella ironica e spiritosa, sempre accompagnata dalla sua leggera timidezza, certo, ma quantomeno non amorfa.

-Lascia fare a me…-

Borbottò occupando tutto il lavandino da quanto era grosso e iniziando a lavare ad una velocità tale che la povera Kim Lee non avrebbe raggiunto nemmeno facendo un corso aggiornato di lavaggio piatti.

Sperai vivamente che la sua presa forte non fosse tale da mandarmi in pezzi le stoviglie.

-Fatto! Che ne dici?-

Esclamò raggiante indicando la pila di piatti e posate scintillanti.

-Cerchi lavoro come donna delle pulizie?-

Sorrise ironico.

-Ammetti che avrei futuro. Jared Reed: casa pulita, casa splendente!-

Casa pulita, casa splendente? Ma cosa c’era nella pizza che aveva mangiato?

Scoppiai a ridere immaginando già il furgoncino con su critto il suo slogan guidato da lui per tutta la riserva.

La mia risata fu interrotta dalle sue labbra bollenti che si posavano sulle mie, facendomi dimenticare in un istante quel furgoncino.

Una sensazione di calore mi invase, come tutte le volte che stavo tra le sue braccia.

Mia mamma mi chiedeva spesso come mai d’improvviso fossi diventata così calorosa e mi mettessi vestiti più leggeri.

La risposta era semplice. Il mio ragazzo era un termosifone gratuito.

Il mio ragazzo era un termosifone ed era pure un lupo.

Cercai di impedire che quel pensiero mi rovinasse il momento.

Non mi dava fastidio che Jared fosse un lupo, affatto -Senza contare che avevo sempre avuto una passione sfrenata per gli animali-.

No, mi dava ancora un po’ fastidio che lui non mi amasse per merito mio, ma per colpa di quella stupida forza lupesca, l’imprinting.

Non ci dovevo pensare, avevo tutto il tempo per stare con lui, e con esso magari lui mi avrebbe amato anche per come ero.

-Sai cosa c’è domani?-

Mormorai sulle sue labbra.

-Cosa c’è domani?-

Mi divincolai dalle sue braccia di scatto saltellando verso il soggiorno.

-Il test di matematica! Bisogna studiare! Avanti!-

Mi sedetti sul divano godendomi la sua faccia contrariata mentre si avvicinava ai libri sparsi sul tavolo.

-Tu mi odii, vero?-

-Affatto, ma la matematica odia me, quindi…-

Afferrai il quaderno cominciando a leggere ben consapevole che nessuno dei due avrebbe studiato gran chè quel pomeriggio.

La cosa non mi dispiaceva troppo.

Alzai la testa, sorpresa dal sienzio innaturale che aveva avvolto la stanza.

Jared fissava il mio diario con gli occhi sgranati.

-Cosa..?-

-E questo cos’è?-

Spostai gli occhi dai suoi sulla pagina che mi mostrava.

No… non era possibile.

Rimasi con la bocca semi aperta e le guance in fiamme a fissare le le lettere scritte da me, in un momento di sconforto ed evidente infantilismo.

Kim Reed   Kim Reed   Kim Reed   Kim Reed   Kim Reed…

Una ragazzina di dodici, tredici anni al massimo è giustificata quando viene beccata a scrivere il suo nome accanto al cognome del ragazzo che le piace. Non c’è niente di male in fondo.

Grande umiliazione.

Io di anni ne avevo diciassette.

Scorgendo un ghigno sul suo volto cominciai a balbettare qualcosa di indefinito, diventando ogni secondo più paonazza.

-I… io… insomma mi annoiavo a morte… lezione di mate, sai… e tu nemmeno c’eri…-

Lui mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte stringendomi delicatamente.

-E io che credevo di essere il maniaco della situazione… Guarda un po’ cosa mi nascondevi tu.-

Arrossii ancora di più –non credevo fosse possibile-  nascondendo il viso nel suo petto.

-Hai… hai intenzione di rinfacciarmelo per molto tempo?-

-Mmmm… vedremo. Se si presenteranno le occasioni potrei approfittarne.-

Gli tirai un pugno sul braccio, pur essendo consapevole di fargli niente.

-Ahi…-

Ridacchiò infatti sarcastico.

 Rimasi ferma per un po’, godendomi il silenzio e il calore che mi avvolgeva.

Non avevo mai amato così tanto il caldo, di solito lo trovavo scomodo e fastidioso, ma da qualche tempo avevo cambiato la mia opinione.

 

                ***

 

-E allora, ti diverti? Dopo verrà il bello, vedrai!-

Esclamò Quil sedendosi con la sua innata grazia accanto a me.

Conoscevo Quil da parecchio tempo. Da quando ero venuta in questa riserva, da quando sua nonna aveva deciso di farmi compagnia e di farmi conoscere il suo amato nipotino.

Nipotino.

Come no.

Ora era gigantesco pure lui.

-Poche confidenze tu!-

Borbottò Jared fulminandolo e stringendomi di più contro il suo petto.

Ridacchiai della sua insensata gelosia e osservai il fuoco introno al quale eravamo seduti.

Quella sera si stava svolgendo la riunione del branco.

Avevo avuto l’occasione di conoscere i membri che mi mancavano, tra cui il piccolo Seth, che nonostante mi sovrastasse di molti, molti centimetri, non poteva che ispirarmi tenerezza, col carattere allegro e innocente che si ritrovava.

Era presente anche una ragazza chiamata Bella Swan, “la fonte di molti casini” – aveva detto Jared nel vederla.

Jacob, uno dei ragazzi del branco era palesemente innamorato di lei, nonostante non fosse il suo imprinting.

La ragazza però non lo ricambiava, da quanto avevo capito stava insieme a un vampiro.

Feci una smorfia. Vampiri?

E poi?

Di questo passo avrei revisionato anche le mie considerazioni sull’esistenza di Babbo Natale.

In fondo se esistevano loro perché lui no?

Alzai lo sguardo sul volto di Jared e arrossi nell’icontrare i suoi occhi.

Occhi caldi, appassionati e innamorati.

Non mi ero ancora abituata a quegli sguardi di pura adorazione che mi rivolgeva, non riuscivo ancora a credere che fossero dedicati a me.

Mi accoccolai di più sul suo petto caldo, mentre le leggende che conoscevo, raccontate da Billy Black cominciavano ad avere un senso.

 

    ***

 

Altra parola del giorno: finezza.

Esattamente quella che Paul non stava dimostrando esibendosi in un rigoroso rutto facendo svanire tutta l’atmosfera che si era creata.

Jared gli tirò un sasso in testa piuttosto grosso, poi si girò verso di me.

-Sei molto stanca?-

Scrollai le spalle e mi guardai intorno. Se ne erano andati quasi tutti, primi tra di loro la ragazza-vampiro – come la chiamava Embry, il compare di scommesse preferito di Jared – insieme a Jacob.

-No, non molto. Perché? –

-Vorrei… vorrei farti vedere una cosa…-

Era imbarazzato. Lo capivo dai suoi occhi agitati che si posavano ovunque tranne che sul mio viso e dalla sua mano che passava nervosamente tra i suoi capelli.

Inarcai un sopracciglio.

-Devo spaventarmi?-

-Non saprei…-

Si alzò prendendomi per mano e mi trascinò tra i primi alberi della foresta, lontano dal focolare.

-Senti… Ci tengo abbastanza a questa cosa e… diciamo che mi farebbe molto piacere se tu non scappassi via urlando, ma in caso contrario capirei, cioè…-

Non ci stavo capendo niente. Cosa diavolo…?

-Aspettami qui.-

Disse di colpo per poi girarsi bruscamente e sparire tra gli alberi.

Mi sentivo un po’ un’idiota.

Ferma davanti alla foresta ad aspettare il lupo.

C’era una strana ed ironica somiglianza con Cappuccetto Rosso.

E proprio mentre nella mia mente la bambina si aggirava nel bosco, dagli alberi comparve il lupo.

Sgranai gli occhi.

Il lupo era presente nel vero senso della parola.

Un gigantesco lupo alto più di due metri mi stava davanti, immobile in attesa della mia reazione.

Come Cappuccetto Rosso mi avvicinai, tendendo lentamente la mano destra che tremava leggermente, non di paura.

Come la bimba delle fiabe ne ero attratta.

Non era pericoloso.

Era Jared.

Lo capivo dagli occhi che mi fissavano, gli stessi occhi neri che avevo incontrato prima, davanti al fuoco.

Appoggiai la mano sul suo muso, sfiorando il pelo bruno scuro.

Si accovacciò davanti a me, permettendomi di carezzargli il dorso.

Mi sedetti vicino a lui, avvertendo il suo calore caratteristico.

-Sei… un mega pelushone di lupo versione vivente…-

Mormorai appoggiando la testa su di lui.

Avvertii il suo corpo tremare in una risata.

Sorrisi.

C’era ancora naturalezza.

Eravamo sempre noi.

Accidenti a me e a lui.

Soprattutto a lui.

Alla fine ce l’aveva fatta.

La mia cotta da adolescente se ne era andata, lasciando spazio a qualcosa di più profondo.

Dannazione.

Mi ero innamorata. Sul serio.

Mi ero innamorata di Jared; alla fine mi ero invischiata anche io in uno dei sentimenti più incasinati e difficili da gestire.

Pazienza.

Stavo bene così, pensai nell’osservare di nuovo il lupo gigantesco su cui ero appoggiata.

Alla fine il lupo non andò dalla nonna, ma rimase nella foresta con Cappuccetto Rosso.

 








* Spazio autrice


Buona giornata a tutti! :D

Vi stavate chiedendo se ero ancora viva?? ebbene sì! In effetti dopo quegli aggiornamenti razzo sono parecchio in ritardo, ma la scuola, gli impegni e questo periodo un pò no mi hanno fatto scrivere il capitolo solo ieri. Chiedo perdono!

Comunque eccolo qua, fresco fresco di giornata. E' da notare che è la prima volta nella mia vita che pubblico ad un'ora DIURNA decente.

Nello scorso capitolo ho detto una vaccata colossale, scusate. Ho detto che i capitoli successivi si sarebbero staccati dal libro. Scusatemi, ho detto una balla colossale!  Questo capitolo infatti, e forse anche qualche prossimo, sono un pò dei capitoli di transizione, in cui faccio conoscere un pò i protagonisti e mi lego ancora per un pò a quello che a scritto la Meyer.

L'inizio del capitolo infatti, la cosa della pagina di diario, è citata in Eclipse, quando Jacob parla dell'imprinting di Jared e Kim. Mi sembrava un aneddoto carino e ho deciso di metterlo. Così come la riunione serale. Non sapevo se descriverla o no, ma alla fine ho deciso di metterla, tanto per presentare anche alcuni lupi e pure il personaggio di Bella, anche se non mi sta troppo simpatica.

La parte finale è per me molto importante. Spero di non averla rappresentata in modo troppo sdolcinato e mieloso, spero di aver lasciato intendere quello che prova Kim e la conclusione importante a cui è giunta.

Prima lei non era innamorata di Jared, come avrebbe potuto visto che a malapena lo conosceva? La sua era semplicemente una cotta,ma adesso... adesso è tutto diverso, se ne è resa conto anche lei.

Ultima notizia e poi vi lascio in pace...

Sapete che giorno è oggi??? è il giorno in qui la sottoscritta Mary compie 16 anni!!!!!! Tanti auguri a me! Me lo fate un regalo e recensite almeno stavolta?? Un be regalo di compleanno e di natale, anche se un pò in ritardo. A proposito, avrei voluto pubblicare il 25 per farvi gli auguri ma la mia ispirazione era a secco e così ve li faccio adesso: BUON NATALE!

Passo a ringraziare:



sweetophelia:  Heylà salve! sei tornata da milano?? la tua famiglia mi ha mandato un sms di auguri che faceva morire dal ridere!!!! Strano eh, leggere qualcosa di mio senza avermi addosso come un avvoltoio, vero?? xD  Lucy, ho fatto la meches blu, è stra bella! è l'esatto colore che volevo, non troppo evidente, piuttosto discreto, ma presente! è una figata assoluta!   Mi piace proprio da morire, sono stra contenta. Comunque. eh lo so che mi sostieni nell'idea dell'imprinting, e sai anche cosa combinerò... sei spoilerata tu! Sì, la fine del capitolo è un pò amara, ma Kim è proprio decisa, quindi... Sono felice che la storia ti sembri più mia adesso, anche se mi sa che qui ti scadrò un pò. è che volevo citare un pò degli episodi letti. tra un capitolo inizierà il vero casino. u.u  Il cane è quello della Ele, hai presente? Hehe... per il bacio, non so se sarò sempre così poco diretta, vedremo, ma non credo che scriverò cose troppo oscene ok? al massimo salti il pezzo ;) Quando hai tempo, SE hai tempo, scrivimi ancora cosa te ne pare di questo capitolo, al massimo poi te lo farò leggere ok????? (con CINQUE punti di domanda xD) 


Abraxas:  Buona giornata anche a lei! Dato ai bagordi eh?? male, molto male... ma visto che hai recensito ti perdonerò u.u xD   Mi dispiace ancora per l'inconveniente eh... perdono! Grazie, grazie davvero perchè apprezzi la mia ironia. mi fa davvero piacere, credo che sia uno dei complimenti più belli che possa ricevere. a questo punto arrossisco...  Ti ripeto che la mia grande stima verso di te per amare i peanuts non finirà mai. Ti stimo troppo! I miei fratelli mi hanno regalato un'agenda con tutti i personaggi. Mooolto apprezzata devo dire. :)  Non so se questo capitolo sia molto ironico, dimmi tu. io sono quasi soddisfatta, perchè mi piace mostrare i due protagonisti con i loro veri caratteri, e mi piacciono insieme. beh, fammi sapere cosa mi dici tu. a presto. :)


Emily Cullen: Oh, eccoti qui! Avevo paura che non avessi più voglia di recensire. Ok, sono paranoica, lo ammetto. hahhaha, non credevo di suscitare tutto questo spavento con quella frase. se ci pensi però la storia poteva finire anche lì ;)   Mi fa davvero piacere sapere che tu non vorresti mai la sua fine :)  Spero allora che nemmeno questo capitolo ti deluda, sarebbe un dramma del resto, visto che è uno di quelli in cui si nota di più il rapporto che sta nascendo tra questi due. Fammi sapere ok? Alla prossima, sperando che tu non ti stanchi mai ;)


morgana92:  Eccola! come stai?? Sì. sì, mi piacciono proprio i tuoi deliri/recensioni. sono anche stra lunghe! io adoro le recensioni lunghe! ^^ No, non faccio l'artistico, faccio il terzo tragico anno di classico purtroppo, anche se a volte mi maledico proprio per non essere andata all'artistico. a disegnare non sono male, una rapa di fisso te la so fare ;) In realtà avevo fatto anche qualche disegno dei personaggi, ama non so bene se e come pubblicarli...   hahaha! la mamma di Jared è tutta da scoprire vedrai.. in questo capitolo no, perchè è dedicato principalmente a loro due, e forse anche il prossimo. non so, devo mettermi d'accordo con i miei neuroni. Tibet ha tutta la mia stima. u.u gli farò un altare.   Mi spiace perchè l'altra volta mi sono sbagliata, non si entra ancora nel vivo, dovrai aspettare un paio di capitoli... don't kill me! dimmelo se ti fa schifo questo ok??? mi importa parecchio!  il mio compleanno come forse avrai notato è oggi. perciò come regalo voglio che tu mi regali un tuo disegno di una rapa! Al lavoro signorina! xD  Alla prossima allora! :)


Eyla Owen:  Annaaaa! tu sei al campo e io no! e ho i capelli blu! non tutti, una ciocca eh... "Io?? parenti disuniti???? hahahahaha!" (altra citazione XD) huuahuhauhauha! ti sei spaventata? xD  Sono contenta che Ann ti stia simpatica, anche se qui non c'è, e nemmeno lucy! stiamo a lutto... ç.ç  Non c'è bisogno che ricambi comunque, anzi grazie a te, che sennò chissà quando lo trovavo un nome per sta qua.  stasera quando torni, oforse è meglio domani mattina, ti chiamo ok?? voglio sapere come è andato il campo!


laura Pevensie: Ebbene no. non è esattamente il coso di cogo, ma comunque mi fa pensare a lui...  Grazie grazie Laura! sono contenta che ti sia piaciuto il modo di parlare dei sentimenti di Kim. mi spiace ma qui Tibet non c'è... tornerà vedrai. :) (trona a casa tibet! ok, sto zitta ^^") com'è questo capitolo?? dimmi dimmi ok?


Kary_TomKaulitz:  Donna in viola! sto quasi imparando a scrivere a memoria il tuo nome, è un lavoraccio! :)  hahahaha! tranquilla a me piace un pò scemina! non so se hai notato, ma lo sono pure io! xD evvai siamo due pazze sclerotiche! il mondo ha bisogno di gente come noi u.u   felice che il capitolo ti sia piaciuto. e che la storia di per sè ti piaccia, mi auguro che mi farai sempre sapere cosa te ne pare. Qui si fa una bella full immersion in Kim e Jared! tanti cuoricini e confetti! alèè! (oddio il mio cervello sta partendo sul serio...)   E la scuola è finita!! siiiii! alleluja! e ho pubblicato! altro miracolo?? come regalo di compleanno mi lasci un commento?? ;) ci conto, mi piace il tocco viola tra le altre recensioni. ;)


TheMadHatter16:  Buongiorno! ti sono mancata??? Come ti va la vita?? sai, mi fa piacere di vederti anche fuori dalla mia storia, cioè anche nei capitoli delle tue. Mi stai simpatica. :)   La mamma di Jared è una scoperta. migliorerà vedrai...   Eh sì, Jared è puccioso! qui anche di più tra l'altro!  E kim alleluja si è svegliata! poveretta, non trattiamola male...  hahah, sapevo che avresti apprezzato la decisione! XD   Hai visto che qua ho citato Seth??? sei contenta?? Comunque io direi che di licantropi tu ti puoi tranquillamente prenotare lui, visto che hai pure scritto una storia (che mi piace davvero) sul piccoletto. perciò seth è tuo! :D Spero di vederti anche qui allora, alla prossima cara! :)


KatiaLee:   Sempre prima! complimenti! (e la medaglia d'oro va a...)  Tibet è ora stato santificato e se ne sta allegro in angolo con la sua aureola. xD  hehe, ci hai creduto?? nah, mi sto affezionando alla storia e non la chiuderei di già. spiacente, ma ti romperò le scatole ancora per un pò! :D  Eh già, chi non si prenderebbe un lupacchiotto?? parole sante! Io tengo Jared direi, o Embry.... u.u   Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero che anche questo ti piaccia, come dico sempre, non esitare a farmi sapere il contario. alla prossima!




Ecco qua! finito di ringraziare... no, non è vero. Voglio fare un ringraziamento generale perchè vedere che c'è gente che recensisce e che legge e segue mi fa sempre un piacere immenso. Poi quando sono un pò giù e sono scoraggiata voi mi aiutate a riciaparmi un pò (come diremmo noi)!! Perciò grazie mille davvero!

Spero di vedervi ancora


Mary

 

PS: Mi scuso per i possibile errori, è che ho usato una tastiera con i tasti durissimi, ed è possibile che abbia fatto un macello. perciò scusatemi in anticipo.

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Capitolo 6
*** Non mi piace la luna ***



NON MI PIACE LA LUNA

 

-Lui! Lui mi piace! -

I miei occhi si sgranarono e fissai il ragazzo scioccata.

-Lui? Cioè… proprio lui? Non quello accanto, non quello di fronte? Lui?-

La mia voce era leggermente stridula e il ragazzo davanti a me parve accorgersi del mio stato perché mi guardò come se fossi una pazza sclerotica.

Mentre il mio cervello elaborava ogni sorta di stratagemma per evitare il disastro la mia coscienza si fece viva.

Non dire scemenze Kim, e accontentalo! Non sei mica tu che devi scegliere! 

-Oh, sì… bè, certo. Lui. Allora… Si chiama Tibet, è un pastore tedesco, cinque anni e mezzo, ha qualche problema con la caviglia destra, ma sta guarendo. E adora questa marca di croccantini.-

Recitai meccanicamente facendogli vedere la confezione di cibo per cani.

Osservai il ragazzo davanti a me che annuiva concentrato cercando di ricordarsi quello che dicevo.

Non potei fare a meno di provare un istinto omicida verso di lui. Avrei potuto aizzargli contro Tibet stesso…

No!

Era un cliente e doveva essere accontentato, non dovevo farmi prendere dai sentimentalismi.

-Hemm… scusami ma…-

L’uomo ladro di cani mi risvegliò dalla battaglia mentale che avveniva dentro la mia testa.

-Sì, scusa! Senti non… non potresti darmi un momento? Intanto che lo tiro fuori e faccio un controllo puoi andare a regolarti con Ann, la ragazza nell’ufficio.-

-Sì, certo. Torno subito.-

Mettici tutto iltempo che puoi, tranquillo.

Sospirai e abbassai per la prima volta gli occhi sul cane nel recinto.

-Tu. Adesso ti tiro fuori, ok?-

Chiusi gli occhi concentrandomi. Evitai di pensare che la situazione era ridicola e che non era troppo normale fare discorsi d’addio ai cani.

Erano solo inutili dettagli. E poi quando mai io ero stata normale?

-Ok, bè… non so nemmeno come cominciare. Come dovrei iniziare secondo te? Dopotutto sei il primo cane che se ne va da quando sono qui, non sono mica preparata ad  eventi del genere.-

Gli accarezzai la testa, mentre i suoi occhi viaggiavano sul mio viso. Probabilmente non stava capendo un accidente di quello che dicevo, ma io dovevo dirgli una cosa! Assolutamente!-

-Senti tu, sottospecie di profittatore ingrato mangia croccantini… volevo ringraziarti. Mi hai sempre sopportato quando ero in crisi con il mondo intero e più o meno qualche mese fa mi hai aiutato a capire una cosa davvero, davvero importante. Quindi niente. Grazie. E pensami ogni tanto quando quel tipo là non ti considera molto, va bene?-

Mi sentivo decisamente infantile.

Insomma, si trattava di un normalissimo cane, no?

No.

Si trattava di Tibet.

Tibet, che mi aveva sempre ascoltato anche se probabilmente non capiva cosa dicevo e stava buono solo per avere altri croccantini.

Era come se fosse il mio cane.

Ero troppo sensibile, accidenti a me, troppo sensibile. Me lo dicevano sempre tutti.

-Hemm.. scusa di nuovo… ho parlato con Ann e…-

Il ragazzo era appena stato ribattezzato come “uomo che interrompe i pensieri di Kim”.

-Ah, sì scusami. Ecco qua.-

Borbottai ancora un po’ assente, dandogli in mano il guinzaglio con riluttanza. Poi mi rivolsi a Tibet.

-Ok, adesso ascoltami bene ancora una volta. Questo è…-

Mi girai verso di lui in cerca di aiuto.

-Sean Davis.- Rispose incuriosito.

-Sean Davis. Ora mi aspetto che lo tratti in modo civile, che non lo uccida nel sonno e che ti comporti da bravo cane. Promesso?-

Mi lasciai scappare un tono addolcito sull’ultima frase e pregai che Sean Davis non se ne accorgesse.

Sean Davis…

Mi ricordava qualcosa.

-Sean Davis! Ma certo! Tu sei in classe con Lucy Prive, giusto? Sei quello le ha soffiato il primo posto al concorso d’arte indetto dalla scuola!-

Ora avevo una buona ragione per odiare quel tipo. Si trattava di semplice sostegno da amica.

-Suppongo tu sia un’amica di Lucy…-

-Già. Kim. Kim Lee.-

-Bè, senti Kim… se ti dispace così tanto lasciare Tibet… non so, ogni tanto potremmo vederci. Tu mi dai qualche dritta su come comportarmi con lui e così allo stesso tempo hai l’occasione di vederlo. Tanto andiamo alla stessa scuola, no? E magari elimino una ragione che avete tu e la tua amica per odiarmi.-

Come diavolo aveva fatto a capire tutte quelle cose in una volta?

Che mi dispiaceva staccarmi da Tibet, che volevo vederlo ancora, che iniziavo a odiarlo?

Il mio entusiasmo non mi diede il tempo di rispondere a tutte queste domande e di ricordarmi che di solito ero timida.

-Dici davvero, Sean Davis? Wow! Bè, ok! Grazie!-

Lui scoppiò a ridere.

-Di niente, Kim Lee. È un piacere, grazie a te per l’aiuto con Tibet. Ci vediamo a scuola.-

Sorrisi e lanciai un’ultima occhiata a Tibet.

Dovetti riconoscere che non era così sfortunato come pensavo.

 

 ***

 

-La luna piena?-

Lo fissai scettica, chiedendomi se stesse scherzando. Dai, non poteva essere serio.

-Certo. È il mio elemento, no?-

-Hum…. Noto una strana ironia nella situazione…-

-E io che speravo che lo trovassi romantico!-

Pensai alla scena improbabile che mi si parava davanti.

-Beh, sì, forse… ma sai, andare a vedere la luna piena con un lupo mannaro è davvero piuttosto ironico.-

-E’ questo il punto! Eddai, non ti costa niente!-

Sospirai divertita, davanti alla figura da bambinone che Jared stava facendo.

-Non hai un minimo di dignità, tu.-

-E’ un sì?-

Risi nel vedere che si metteva a mani congiunti in atto di preghiera.

-Si va a vedere qualche lupo che ulula alla luna!-

Esclamai con finto entusiasmo.

 

 

Aspettavo davanti a casa mia, ancora stupita che mia mamma mi avesse concesso di uscire ad un’ora del genere.

Stupita anche del fatto che, nonostante abitassi vicino a Forks, quella sera il cielo sembrava relativamente limpido.

Feci una smorfia.

Non mi piaceva la luna, specialmente la luna piena.

Non sapevo perché.

Nemmeno a mia mamma piaceva e mi aveva sempre detto che papà la odiava.

Probabilmente di riflesso, sin da quando ero bambina, avevo imparato a provare diffidenza e antipatia verso quel disco rotondo e color latte, con strane chiazze grigie. In fondo non era nemmeno troppo bella.

Da piccola mi ero addirittura convinta che la luna fosse il motivo per cui non eravamo più una famiglia unita.

Che stupidaggine.

I bambini non capiscono mai la vera radice dei problemi, ed io mi ero lasciata andare a quest’idea, che vedeva la luna come colpevole.

Osservai la figura che mi si avvicinava e sorrisi.

Guardare la luna piena con un licantropo, che per giunta si poteva trasformare non solo senza il suo aiuto, ma addirittura di giorno.

Davvero piuttosto ironica come cosa.

 

-Si fa attendere la signora luna?-

-Jared, è ancora il tramonto, non puoi pretendere che arrivi in anticipo.-

Sorrisi bagnandomi la mano nell’acqua del mare.

Lui mi fece segno di sedergli accanto e quando lo raggiunsi mi circondò la vita con il braccio.

-Non ti piace la luna.-

Sospirai notando che era serio e guardai altrove.

-Già. Non mi piace molto.-

-E’ per colpa mia?-

Lui e la sua solita preoccupazione che scappassi da un momento all’altro in preda al panico. Se avevo deciso già almeno due mesi prima di stare con lui doveva pur significare qualcosa, no?

Forse Jared aveva una bassa autostima, o forse ero io che non mi sapevo spiegare bene.

Ritentai di affermare il concetto.

-Jared, se fosse per colpa tua non sarei qui, non ti pare? No, sul serio, non è colpa tua è più che altro… una stupida idea di quando ero bambina.-

-Avevi paura della luna?-

Era semplicemente stupito, non si era messo a ridere come credevo che avrebbe fatto.

-No! Non paura! Io… forse un po’, ma era per una cosa stupida, davvero…-

-Ci sono qua io, la luna non ti farà niente di male…-

-Spiritoso…-

-Kim, se vuoi torniamo a casa…-

-Ma neanche morta! Ora sono venuta e voglio vedere questo stupido disco color… color bianchiccio!-

Jared mi guardò scettico.

-Credo tu sia la prima persona al mondo che chiama la luna “disco bianchiccio”. Molto romantica devo dire.-

-Mi ami anche per questo, no?-

Un pensiero fastidioso mi entrò nel cervello.

No! No piantala, tu! Smettila di pensare subito a quello stupido imprinting!

-Su! Tu, luna! Esci fuori!-

E mentre pensavo che non ero del tutto normale ad avere paura della luna e a parlare con lei, la diretta interessata cominciò ad apparire nel cielo, che aveva iniziato a perdere i colori del tramonto.

La guardai attentamente, intenzionata a non distogliere lo sguardo, a non dargliela vinta.

Concentrata sui raggi lunari che ci illuminavano non mi accorsi nemmeno dello strano rumore di strappi accanto a me.

Mi girai solo quando un ringhio basso interruppe i miei pensieri.

Un lupo enorme, scuro e minaccioso mi stava davanti e ringhiava sommessamente illuminato dalla luna.







* Spazio autrice


Heilà!!! Non ho proprio la concezione del tempo... Pubblico a ore indecenti e dopo tempi indecenti.  Già, da quanto è che che non pubblico? Hem... Più di un mese? Imbarazzo... Forse sono effettivamente da eliminare o da rinchiudere in uno scatolone della vergogna...

Mi scuso sul serio per il ritardo, ma è stato davvero un periodo un po' complicato, e non sono riuscita molto a scrivere, davvero, questo capitolo non voleva proprio uscire e alla fine ho tirato fuori questa schifezza. Già, non sono per niente soddisfatta ( e quando mai lo sono??). Sul serio, sono sicura che avrei potuto fare un lavoro migliore e di non essere riuscita ad esprimere tutto quello che volevo. 

Prima che voi saltiate a soluzioni affrettate... No! Sean Davis non è un potenziale rivale di Jared, non è un possibile spasimante di Kim e mai lo sarà. Non è una specie di Jacob Black, amico del momento su cui si scarica il dolore nè niente di simile. E' semplicemente un nuovo personaggo che diventerà molto amico di Kim, ma assolutamente niente di più. E non odiatelo troppo, anche se ha battuto Lucy e si porta via Tibet è simpatico.

La parte con Tibet non so se sia esagerata o meno, ma immagino che separarsi da qualcuno a cui si è affezionati, anche un cane, sia comunque triste. Fortuna che c'è Sean. Ah, non è un tentativo di flirt quello del ragazzo, solo cortesia. Ho creato una specie di santo...

Bè, ora inizia la vera storia. I veri avvenimenti che mi frullano per la testa fin da quando ho pensato di pubblicare la fic. Vedremo se apprezzerete o no.

Ah, poi non so se lo avete notato, ma ho cambiato nickname. In quest'ultimo mese mi sono staccata da Twilight e avere nel nick il cognome di Jasper, per quanto mi piaccia, mi faceva sentire un po' troppo allo stretto. Così ho scelto Mary. Lo so, è banale, ma alla fine è quello che sono, Mary e basta. Punto. Stop. Non la moglie di Jasper o altro...

In un momento di pieno sconforto avevo anche pensato di lasciare la storia e smettere di pubblicare. L'ho pensato sul serio lo ammetto. Ma poi mi sono detta che non era molto corretto verso le persone gentilissime che seguono e addirittura recensiscono e che mi hanno anche sostenuto tante volte, anche se forse non lo sapevano. E allora niente, mi sono data una regolata e ho deciso di continuare, non è bello mollare la roba così.

Adesso la pianto di dire cose strappalacrime e con più allegria che posso mi metto a rispondere a quei santi che recensiscono.


sweetophelia: Bè, tu sai anche perchè è stato un periodo difficile e immagino che capisca alla perfezione, è che davvero non so, mi sono sentita un po' fragile per un po'... sono una mollacciona? mi sa che non sono forte come te... La similitudine di Cappuccetto Rosso mi è venuta così e allora ce l'ho piazzata, sono contenta che ti sia piaciuta. Sì, non è venuto gran chè, lo scorso capitolo, ma mi piace comunque di più di questo... mi sa che non piacerà neanche a te... xD  quando hai tempo fammi sapere se ti fa proprio schifo ok? anche a voce. Ci vediamo domani mi sa, anche se forse improvviso la malattia per non essere interrogata in mate. Sul serio, sono un disastro!


KatiaLee:  Hey, ciao! Hai ragione, non importa quando commenti, mi fa piacere che tu lo faccia comunque. ;)  Sono tornata visto... probabilmente credevate fossi morta... Grazie davvero per gli auguri! Sei molto gentile. Tu non hai idea di come mi lusinghino i tuoi complimenti... Insomma mi fa davvero piacere che di riuscire a farti piacere i miei personaggi, mi sento molto realizzata insomma. grazie sul serio. Natale e Capodanno niente male, dai, mi auguro che li abbia passati bene anche tu, anche se è un po' tardi per dirlo... Fammi sapere per prima o per ultima non fa niente cosa ti sembra della schifezza che ho scritto. Sì, penso sul serio che sia una schifezza ç.ç


laura Pevensie:  Hai visto? Ho pubblicato oggi stesso! Oggi! xD  Sì, hai ragione la scena del diario è molto imbarazzante poveretta... Bè, è colpa della Meyer, non mia!  E sono contenta che la frase finale ti piaccia, anche a me piace. :) Visto che so che sei una persona sincera, so che mi dirai quello che pensi davvero del capitolo. Ah, grazie mille davvero per aver recensito Dietro Le Quinte, mi davvero piacere, grazie mille! A presto zia Laura! :)


Kary_TomKaulitz:  Hello purple woman!!!!! How are you?? Ed eccomi nella versione inglese... non so te ma io lo odio l'inglese... vabbè. Grazie davvero per gli auguri! Tu invece gli anni quando li compi??? Dimmelo che ti faccio gli auguri, ok?  Il natale è stato ok, dai... il tuo?? tutto bene? Sappi che ora un altro tuo soprannome è "socia". Perciò Socia... cosa ne pensi?? perchè mi sa che la mia opinione su 'sta roba è chiara, ma vorrei davvero sapere la tua ;)  Jared e Kim sono carini, sì... sono teneri! Certo, dopo quello che vi combino qui e nel prossimo capitolo, mi sa che mi odierai, ma pazienza. Spero che non mi odii troppo. Ci vediamo presto Socia!


morgana92:  Eccola! La cara sclero recensitrice! In fatto di fare deliri alle recensioni sono uguale a te mi sa, chiedi a TheMadHatter16...  Ah, tra l'altro, sono passata a vedere la tua fic su HP e ci ho lasciato il segno... perciò ora anche tu hai un mio sclero. e sono orgogliosa di dirti che mi sono letta tutti i libri durante le vacanze, quindi ora capisco tutto e sono diventata una maniaca di Harry Potter.   Ti abbuono la rapa perchè sono buona e mi hai fatto gli auguri, ma non sperare di cavartela sempre così bene. dovrai recensirmi a vita per evitare le mie vendette xD  Il terzo anno è duro, ma spero di farcela, anche se chimica e matematica incombono in modo minaccioso su di me, povera studentessa che se la cava solo tra le lettere... il "famigerato the end" arriverà prima o poi, ma non troppo in fretta, tranquilla... In quanto a tormentarmi altrove con i tuoi deliri, ho pubblicato ieri una nuova storia in Originali Romantico, si intitola Dietro Le Quinte. Bè, se ti va di perseguitarmi anche lì facci un salto, ma non sei assolutamente costretta, tranquilla.  E per finire mi commuovo sempre a leggere i tuoi complimenti. "Il tuo personalissimo punto di vista"... ma sei adorabile! per me è davvero importante che il mio stile sia presente e che tu lo apprezzi, sono davvero contenta! Adesso me ne vado, ti lascio a scrivere una recensione (perchè lo devi fare, signorina più vecchia di me che sopravviverà di certo alla maturità!) negativa su questo capitolo che non merita haimè complimenti. Ciao ciao! :)


Emily Cullen:  Toc Toc! Hemmm... sono un po' in ritardo, eh?? chiedo perdono! ma ora rieccomi qui! grazie per gli auguri, ho ancora qualche difficoltà a ricordarmi che non ho più quindici anni.. sono contenta che non ti stancherai della mia storia, perchè ho davvero deciso che la finirò, mi sentirei in colpa a lasciarla...  Jared Peluches Gigante fa tenerezza pure a me, anche se lui mi sa che mi sta guardando mooolto male per avergli affibiato quel soprannome non molto virile, ecco.  Bè, dimmi un po' cosa ti sembra questo coso di capitolo, ok? ci conto miss Emily! a presto!


kiish:  Hey, ciao! bentornata! Hem... proprio adesso che Kim cominciava a ripiacerti mi sa che te la faccio scadere di nuovo... mi spiace davvero, mi sa che la mia ispirazione non era molto in forma quando ho scritto. Senti, così per curiosità, cos'è che non ti piaceva di Kim? se non ti spiace dirmelo, così magari non la riduco a uno schifo, mi aiuteresti davvero :)  Spero che recensirai anche stavolta anche se Kim non dovesse piacerti o il capitolo non fosse gran chè. accetto senza problemi le critiche, sul serio. Bè, basta che tu sia almeno un po' delicata. Uh, e grazie per gli auguri!


TheMadHatter16:  Ed eccoci arrivati anche a lei! come le va la vita? ma da quanto tempo che non ci sentiamo eh? xD hahha! sono contenta di seguire la tua storia, oltre a piacermi mi permette di parlare con te, ed è divertente! almeno tu non hai paura della mia pazzia maniacale! che santa che sei! A dimostrazione del fatto che vado a letto ad ore indecenti ecco un capitolo postato a un'oretta serale. scommeto che tu sei sveglia. ti disonoreresti sennò! u.u  hehehe, io sono gentile e lascio Seth nella sua ingenua fanciullezza e allegria... in compenso mi accanisco con questi poveracci. vedrai cosa gli combino ora, mi odieranno entrambi. Bè, cavolo Bella è là sempre a pensare cosa è meglio per lei credendo di fare del bene a chi ama, (tra l'altro non sa nemmeno chi sia questa fantomatica persona amata) e non capisce che fa soffrire come cani, nel vero senso della parole, quei due poveracci che sono talmente martiri da essersi innamorati di lei. Bah... non mi sta molto simpatica, ecco... >.<  Niente, dimmi con franchezza cosa ne pensi, va bene? mi importa davvero molto la tua opinione, compagna di ore notturne.




Hem... prima di andarmene... vorrei fare un'angolino pubblicità...

Egoisticamente mi auto-pubblicizzo... ho appena pubblicato una fiction in Originali Romantico, si intitola Dietro Le Quinte. Ecco se ci fate un saltino (però non vi obbligo, giuro!) mi fate molto contenta... Niente, se andate sulla mia pagina la trovate.

Ora basta parlare di me, faccio molto la figura della egocentrica. Piuttosto, visto che siamo in tema di lupacchiotti e amore ecc ecc... che ne dite di dare un occhiata anche alla storia della sopra ringraziata TheMadHatte16??? Secondo me è davvero carina e meriterebbe un po' più di gente che la recensisca. Perciò potreste finire su  Wrong, e dire a questa ragazza cosa ne pensate. Spero piuttosto che lei non si arrabbi con me per essermi presa la libertà di pubblicizzarla. era a fin di bene giuro!

Ecco, ora ho finito e auguro a tutti una buona notte! 

Mary

 

Ps... così per curiosità, non vi andrebbe di dirmi quendo compite gli anni e le vostre età? così magari mi comporto da persona educata e faccio gli auguri a tutti...

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Capitolo 7
*** Biscotti di mamma Reed: cattivi presagi ***


 



RABBIA, UNA STRAMALEDETTISSIMA RABBIA

Occhi neri che mi fissavano intensi e spaventosi, col sottofondo dei ringhi cupi.

D’istinto mi voltai, cercando alle mie spalle il pericolo che aveva messo in guardia Jared. Non vidi niente se non la sabbia e le onde, leggermente scurite dal cielo scuro.

Mi girai di nuovo verso il lupo, che non aveva perso la sua posizione d’attacco. Attacco contro che cosa?

Mi gelai sul posto, terrorizzata e confusa, leggendo nel suo sguardo qualcosa di animalesco che mai avevo visto prima.

Volevo chiamarlo, chiedergli cosa aveva, allungare la mano verso di lui e accarezzarlo, ma non ci riuscivo.

Bloccata sul posto rivolgevo a me stessa le domande che volevo porgli, cercando si trovare un senso a quella situazione.

Un ululato squarciò il silenzio che si era creato, un lupo nero, ancora più grande di quello che avevo davanti, si interpose tra di noi e allontanò Jared, ringhiando forte.

Una presa forte, ma femminile, mi trascinò lontano dalla spiaggia.

-Aha! Lo sapevo!-

Lucy era china sulla spalla di Sean ed esibiva una faccia trionfante e disgustata allo stesso tempo.

Lui la guardava perplesso, cercando di capire cosa teneva tra le dita.

-Illuminami. Cos’hai scoperto?-

Lucy sventolò sotto il nostro naso il suo trofeo.

-Pelo di cane! Sulla tua spalla! Se quel coso arriva alle tue spalle chissà cosa può fare a me, che sono una specie di nana! No no no… faremo il progetto di arte a casa mia, dove non ci sono pericolosi cosi pelosi che ti gironzolano intorno.-

-Non è un pericoloso coso peloso! Il pericolo lo vedi solo tu!-

Lucy mi guardò implorante, in cerca d’aiuto.

Sospirai. Come avrebbero mai fatto senza di me?

-Sean, lo sai che Lucy ha il terrore dei cani.-

Lui mi fissò imbronciato.

-Certo, difendi sempre lei.-

Oh, cielo! Ma perché a me? Come diavolo si fa a stare dalla parte di due persone allo stesso tempo senza fare danni?

-Ok! Lucy, tu hai paura dei cani, ma Tibet non è un pericoloso coso peloso. Contento ora?-

Sean annuì soddisfatto e poi si rivolse a Lucy.

-Va bene, il progetto lo facciamo da te. A Tibet baderà Kim, sono sicuro che non le dispiace.-

Certo che non mi dispiaceva.

Sean Davis  si era rivelato un padrone fin troppo bravo, il più delle volte il mio aiuto era inutile, ma quei giorni in cui gli avevo dato una mano a conoscere Tibet ci avevano permesso di diventare amici. Sean era talmente gentile che alla fine si era conquistato anche la fiucia e la simpatia di Lucy, che prima non gli perdonava di averla battuta al concorso d’arte indetto dalla scuola. Quell’anno si erano candidati insieme, per evitare disastri morali.

Lucy mi interruppe all’improvviso dai miei pensieri.

-Kim… Quil ti fissa ancora.-

Non mi voltai nemmeno. Mi limitai a stringere più forte la forchetta e a fissare il tavolo della mensa.

-Lascialo fare, Lucy. Prima o poi qualcosa gli andrà in un occhio e la pianterà. Al massimo dopo vado a parlargli. La deve smettere di preoccuparsi in quel modo.-

Lucy lanciò un’ultima occhiata a Qui, per poi spostare lo sguardo alla sua destra.

Mi concentrai ancora di più sulla superficie bianca del tavolo. Anche senza guardare sapevo benissimo chi c’era alla destra di Quil.

-Sapete, credo che uscirò un secondo. Voi finite con calma.-

Lucy e Sean ebbero il buon senso di restare seduti ad ingozzarsi e lasciarmi uscire in cortile per sfogarmi in santa pace.

Mi sedetti su una panchina, le mani strette a pugno, sollevata dal fatto che quasi tutti gli studenti fossero in sala pranzo.

Mi ero preoccupata. Mi ero preoccupata così tanto, seduta su quello stupido divano, di fronte ad Emily, aspettando di capire cosa cavolo fosse successo.

Poi Sam era entrato nella stanza e mi aveva semplicemente detto di aspettare, che Jared non stava molto bene, ma di stare tranquilla.

E io, come una scema, non mi ero aspettata che fosse una grandissima balla.

Poi erano passati almeno quattro giorni.

-Ah, ciao Kimberlie, vuoi dei biscotti? Li ho appena fatti.-

Con un preannuncio del genere mi ero tranquillizzata. Insomma, se la mamma di Jared sapeva fare i biscotti e mi li offriva pure, niente poteva andare troppo storto.

Imparai ad odiare quei biscotti.

-Cosa… Kim, cosa ci fai qui?-

Lo avevo fissato scettica e sorpresa, leggermente scioccata.

-Mah, non so, è da quattro giorni che mi dicono che stai male. Mi sono preoccupata.-

-Ti hanno detto che sto male?-

Sembrava sorpreso, e la cosa non mi piaceva.

-Non è così?-

-Io… sì, in un certo senso.-

Stavo cominciando a capire. Non la verità naturalmente, mi sembrava troppo impossibile, ma avevo capito che qualcosa non andava. Per niente.

Sospirai e chiusi gli occhi, cercando di ricordarmi le esatte parole che aveva detto, conscia che mi avrebbero fatto ancora male.

-Kim… sul serio, non so cosa mi è successo. Oddio, credo di essere impazzito per un attimo. Ti… ti ho ringhiato contro. Volevo attaccarti.-

Lì il mio cuore aveva iniziato a battere più velocemente.

Non lo avevo capito. Non avevo capito di essere l’oggetto della rabbia del lupo. Il suo nemico.

-Kim… non so cosa mi è preso, davvero, ma… Dio, Kim, non credo di poter stare.. con te ora. Per… un po’.-

-Tu… perché mi stavi per attaccare?-

-No… non è quello, non proprio, ecco.-

-Ma… ma… l’imprinting…-

-Kim. L’imprinting non conta ora. Io… non ho più l’imprining. Non mi sento più come prima. Si è annullato credo, non pensavo fosse possibile. Non so come sia successo, ma non riesco più a vederti come prima.-

E l’avevo sentita.

Una fitta di dolore, consapevolezza, amarezza mi aveva attanagliato con forza qualcosa nel petto.

E poi la rabbia.

La stessa rabbia che ancora mi stava prendendo in quel momento.

La stessa rabbia mista a dolore che mi inondava  in quegli attimi in cui ripensavo a quello che era successo.

Ero sempre stata con la testa tra le nuvole, ma non stupida.

-Va bene, quindi non c’è più l’imprinting. Di conseguenza non ci parliamo nemmeno più?-

Lui era rimasto in silenzio, senza sapere cosa dire, probabilmente preso in contropiede dalla mia reazione velenosa.

Ma io continuavo e sentire la consapevolezza e la rabbia addosso, pesanti come un macigno. Perché in fondo avevo sempre saputo che non mi potevo fidare del tutto di quello stramaledetto imprinting.

Avevo sempre saputo che senza di esso non sarei stata niente.

Era stato quel pensiero probabilmente a farmi girare di scatto e andare via, senza nemmeno finire un discorso, di cui tanto conoscevo l’amara conclusione.

Eravamo in un punto fermo. Io non parlavo con lui, lui non parlava con me.

Ovvio. Non provava niente per me adesso.

L’unica che era rimasta ferita ero io. Ferita e arrabbiata.

-Dovrei davvero impegnarmi a cambiare.  A guardarti mi rendo di quanto risulto depressa.-

Guardai la ragazza che mi si era seduta accanto.

-Ciao Leah. Ti ringrazio, sul serio. Gentile come sempre.-

Lei agitò la mano in un gesto non curante e mi indicò l’auto.

-Non sei stanca di ritrovarti sola soletta in queste quattro schifose mura con quei trogloditi dei miei fratelli?-

Sapevo che si riferiva soprattutto a Jared. Tutte e volte mi stupivo del fatto che fossimo diventate amiche.

In quei mesi avevo sempre pensato che fosse impossibile per Leah accettare qualcuno come amico ormai.

Capii che mi sbagliavo quando ci trovammo a parlare, dopo che mi aveva trascinato lontano da Jared parecchie notti fa.

Probabilmente si aspettava di trovarsi davanti una ragazza che adorava l’imprinting, che si sentiva di vivere una storia d’amore  felice e perfetta, così diversa dalla sua, per poi trovare in me qualcosa di totalmente diverso.

In seguito avevamo scoperto di avere più cose in comune di quanto pensavamo, a partire dall’odio verso l’imprinting, anche se scatenato da motivi diversi.

Ci aiutavamo a vicenda, lei a mantenermi forte, io a farla aprire di più.

-Sai, non sono tutti trogloditi, Quil non fa che preoccuparsi per me.  Fammi mandare un messaggio a Lucy, la avverto che non vengo a lezione.-

Lucy, a cui Leah non stava per niente simpatica, mi avrebbe maledetto in ogni modo possibile, scaricando tutta la sua ira sul povero Sean.

Mi sarei fatta perdonare da lui il giorno dopo.

In quel momento l’ultima cosa che volevo fare era condividere altre ore di lezione con Jared.

Mi avvia verso l’auto di Leah.

-E allora, che si fa per deprimerci?-






Spazio Autrice:

Hem... lo so, ora mi odiate tutti. Piuttosto comprensibile. Del resto, sono una sadica ragazza che ha deciso di rovinare la vita a due poveretti che non le avevano fatto niente di male. Ma sono anche una ragazza che il più delle volte ama i lieto fine, perciò non vi dovreste preoccupare troppo.

Questo capitolo è stato un po' difficile da scrivere perchè volevo metterci dentro tante cose, ma senza strafare e senza rischiare di non impoverirlo troppo e incredibilmente dalle mie previsioni 'ho scritto di getto, senza pensarci troppo.  Bè, insomma, è saltato fuori quello che avete letto.

Questo capitolo rappresenta tutto quello che ha fatto nascere la storia. Tutto era stato pensato in seguito alla decisione di annullare e sbarazzarsi di questo stupido imprinting. Mi fa sentire bene, ora posso fare tutto quello che voglio senza sentirmi stretta tra le strane regole lupesche.

Il motivo per cui l'imprinting è stato annullato c'è, esiste e salterà fuori piano piano con l'andare avanti della storia. Non  una cosa che capita spesso, potete provare a indovinare se volete, spero solo di non essere troppo banale.

Per ora l'unico mistero risolto è la persona contro cui ringhiava Jared. Non è stat una gran  chè bella scoperta.

Bè, ora vi lascio, ci vediamo al prossimo capitolo, dove chissà, magari il nostro Jared (che io forse avrei picchiato a sangue)... no, ok, non dico altro.

Alla prossima!


Come dire, vedere che c'è così tanta gente che mi recensisce mi fa davvero contenta, mi fa sentire meno fallita del solito. Passiamo a ringraziare questa gente, và.


sweetophelia:  Ma lo so che il tuo compleanno è il 16 gennaio!!! No, dai scherzo, non confonderei mai i compleanni di voi cuginette. Certo a te potrò farli tranquillamente a voce, perciò... Eh, Sean Davis (io AMO pronunciare il suo nome e cognome per intero!!) è tanto caro, per stavolta te lo lascio, anche perchè, non so... mi stava venendo l'ideuzza di farli finire casualmente insieme... ok, ideuzza è dire poco. Mi sono già inventata un possibile missing moment alquanto tenero tra i due, ma non so se farli mettere insieme davvero. Vedrò. Eh, se il finale amarognolo dello scorso capitolo non ti piaceva... mi sa che questo capitolo sarà proprio poco apprezzato. Però, lo sai, serviva, e probabilmente ne serviranno altri. (tu sei pure stra spoilerata, sai praticamente tutto.) Bè, ti saluto Sean, ok?


Vanilla_sky: Wow, una nuova lettrice! Hey, bè, benvenuta! Questo naturalmente vuol dire che purtroppo ti dovrai subire le mie sclerotiche risposte alle recensioni, mi spiace per te! xD Grazie davvero per i complimenti, mi fa sempre piacere sapere che non scrivo come una capra. Comunque davvero, io credo di avere una passione smoderata per i poveri personaggi poco considerati. Ultimamente mi sono molto staccata da Twilight e sono davvero sollevata di aver cominciato una fic su dei personaggi così distaccati come Kim e Jared, perchè sennò probabilmente avrei lasciato tutto. In quanto alla trama, ora si fa interessante, vedrai! ;) Bè, hem, ti faccio gli auguri in ritardo, tanti auguri!


_laura17_: Hahhaha! Sì, non è esattamente molto romantico! Questo capitolo ancora di meno! Però rimedierò, puoi starne certa. Eh, Sean è un grande, lo adoro, ci tenevo a fare capire che non è un poverino di rimpiazzo. Poor Sean. Bè, non è esattamente presto, ma vebbè, ecco qua il capitolo. Stavolta non mi hai potuto obbligare, ho fatto tutto da sola ^^ Ci vediamo presto, Zia Laura!


Emily Cullen:  Eh, decisamente qui Jared non è un peluches gigante! Ma prima o poi lo ridiventerà! Dì alla tua amica che la ringrazio tantissimo, mi fa davvero piacere che abbia letto anche lei. Ho letto la vostra storia e vi ho anche detto che cosa ne penso, mi spiace se non sono riuscita a leggere ultimamente, giuro che in questi giorni cerco di mettermi in pari coi capitoli. Sono contenta di sapere che la mia storia ti manca, vuol dire che ti piace. Alla prossima!


Eyla Owen:  Ah, la mia cuginetta ventidueenne! Sei cresciuta in poco tempo mi hanno detto! Eh, lo so, non è stato uno dei miei lavori migliori, stai tranquilla, non sei stata troppo criticona. Anche se devo dire che la parte di Tibet a me non delude. Non mi sembra di essere stata troppo esagerata perchè è come se Tibet fosse il suo vero cane, perciò è ovvio che ci stia male. Boh, comunque tranquilla appunto, non sei stata criticona. Ci vediamo domani, se sopravvivo all'interrogazione di letteratura latina.


morgana92:  Ecco, brava, non osare lasciare la storia incompiuta! Io mi sono riletta da poco la morte di Sirius e ho una gran voglia di leggere un po' di lui da giovane. Sono davvero contenta che tu sia davvero sincera con i tuoi commenti, è davvero importante. Insomma, meglio prendere una batosta alla fine che sentirsi dire che è bravi quando non lo si è. Ah, le tue recensioni lunghissime sono sempre fantastiche, tranquilla, mi piacciono sempre un sacco. Mi piace la tua interpretazione di Kim e devo dire che ci hai azzeccato. Sono contenta di vedere che Sean vi piace, è quello che speravo. Mmm... per ora come potrai immaginare jared non lo calcolerà troppo, si vedrà inseguito. E sì, ci sarà da farsi grasse risate! xD  Sì, Jared si è trasformato, non sei tonta! Figurati! Sei grande, la tua citazione sul nome mi è piaciuta davvero, ma dove hai la pazienza di scrivere tutta questa roba in una recensione?? A proposito, per tua informazione non sono stramazzata, ma mi sento in colpa perchè la risposta non è molto lunga. Scuusa. Ah, e ho dimenticato di dirti una cosa nella risposta alla recensione di Dietro Le Quinte! Ebbene sì, ti devo i diritti d'autore perchè ti ho citato eccome! E' che la tua frase ci stava benissimo, mi è venuta così, subito, mentre scrivevo. Consideralo una specie di ringraziamento e di tributo ok? Ci vediamo la prossima volta, ci conto, eh!


KatiaLee:  Ebbene sì, è pazza! xD Ma mi diverto troppo a crearla così. Purtroppo il lupo è proprio Jared... Grazie davvero, non credevo che sarebbe stato stupendo, ma mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto. Qui non va tutto rose e fiori, eh? Bè, vedremo come continuerà. Ci vediamo!


TheMadHatter16: Tibet non è più al canile, ma tornerà, lui ci sarà sempre! Sì, bè, sembra che io stia parlando di qualcuno di immortale. Coomunque.Sì, ci ho pensato sul serio di lasciare la fic, ma poi ho cambiato idea, e sono contenta, perchè scrivendo questo capitolo mi sono ricordata di quanto mi piaceva scrivere questa storia. Comunque grazie, perchè p anche grazie a voi che continuo e mi sento sostenuta. A proposito di questo, mi dispiace se sono sparita dalla tua fic ultimamente, ma sono stat via per un po'. Mi metto in pari e torno a recensire, ok? Comunque te l'ho detto, te la meritavi la pubblicità. Ecco, la mia storia, più che movimento prende un po' di depressione. Pazienza, risolverò dopo. Vedrai, vedrai. Va bene, il tuo orario era abbastanza scandaloso perciò i miei complimenti. Adesso scappo, devo studiare un casino di roba. ç.ç  Ci vediamo presto!


Kary_TomKaulitz:  Ciao socia, come va? Che ti racconto? Mmm... scuola è un po' uno schifo, per il resto non troppo male, dai. Ho fb e msn, ma preferisco darti msn perchè i miei sono piuttosto diffidenti per queste cose. Che dici? A me farebbe piacere fare due chiacchiere da socia a socia. Povera Kim, eh? In questo capitolo ancora di più. Mi sento un po' in colpa, lo ammetto. Mi sento davvero un po' sadica. Ora scusa, scappo, mi spiace se ho scritto poco, ma devo ancora studiare un sacco. Allora a presto! :D



A presto a tutti, grazie davvero per chi segue e mette tra i preferiti!

Mary

P.S. Questo capitolo volevo intitolarlo "Biscotti di mamma Reed: cattivi presagi", ma mi sono trattenuta, era davvero troppo idiota, anche per i miei standard.

 

 

BISCOTTI DI MAMMA REED: CATTIVI PRESAGI

 

Occhi neri che mi fissavano intensi e spaventosi, col sottofondo dei ringhi cupi.

D’istinto mi voltai, cercando alle mie spalle il pericolo che aveva messo in guardia Jared. Non vidi niente se non la sabbia e le onde, leggermente scurite dal cielo buio.

Mi girai di nuovo verso il lupo, che non aveva perso la sua posizione d’attacco. Attacco contro che cosa?

Mi gelai sul posto, terrorizzata e confusa, leggendo nel suo sguardo qualcosa di animalesco che mai avevo visto prima.

Volevo chiamarlo, chiedergli cosa aveva, allungare la mano verso di lui e accarezzarlo, ma non ci riuscivo.

Bloccata sul posto rivolgevo a me stessa le domande che volevo porgli, cercando si trovare un senso a quella situazione.

Un ululato squarciò il silenzio che si era creato, un lupo nero, ancora più grande di quello che avevo davanti, si interpose tra di noi e allontanò Jared, ringhiando forte.

Una presa forte, ma femminile, mi trascinò lontano dalla spiaggia.

 

 

 

-Aha! Lo sapevo!-

Lucy era china sulla spalla di Sean ed esibiva una faccia trionfante e disgustata allo stesso tempo.

Lui la guardava perplesso, cercando di capire cosa teneva tra le dita.

-Illuminami. Cos’hai scoperto?-

Lucy sventolò sotto il nostro naso il suo trofeo.

-Pelo di cane! Sulla tua spalla! Se quel coso arriva alle tue spalle chissà cosa può fare a me, che sono una specie di nana! No no no… faremo il progetto di arte a casa mia, dove non ci sono pericolosi cosi pelosi che ti gironzolano intorno.-

-Non è un pericoloso coso peloso! Il pericolo lo vedi solo tu!-

Lucy mi guardò implorante, in cerca d’aiuto.

Sospirai. Come avrebbero mai fatto senza di me?

-Sean, lo sai che Lucy ha il terrore dei cani.-

Lui mi fissò imbronciato.

-Certo, difendi sempre lei.-

Oh, cielo! Ma perché a me? Come diavolo si fa a stare dalla parte di due persone allo stesso tempo senza fare danni?

-Ok! Lucy, tu hai paura dei cani, ma Tibet non è un pericoloso coso peloso. Contento ora?-

Sean annuì soddisfatto e poi si rivolse a Lucy.

-Va bene, il progetto lo facciamo da te. A Tibet baderà Kim, sono sicuro che non le dispiace.-

Certo che non mi dispiaceva.

Sean Davis  si era rivelato un padrone fin troppo bravo, il più delle volte il mio aiuto era inutile, ma quei giorni in cui gli avevo dato una mano a conoscere Tibet ci avevano permesso di diventare amici. Sean era talmente gentile che alla fine si era conquistato anche la fiducia e la simpatia di Lucy, che prima non gli perdonava di averla battuta al concorso d’arte indetto dalla scuola. Quell’anno si erano candidati insieme, per evitare disastri morali.

Lucy mi interruppe all’improvviso dai miei pensieri.

-Kim… Quil ti fissa ancora.-

Non mi voltai nemmeno. Mi limitai a stringere più forte la forchetta e a fissare il tavolo della mensa.

-Lascialo fare, Lucy. Prima o poi qualcosa gli andrà in un occhio e la pianterà. Al massimo dopo vado a parlargli. La deve smettere di preoccuparsi in quel modo.-

Lucy lanciò un’ultima occhiata a Quil, per poi spostare lo sguardo alla sua destra.

Mi concentrai ancora di più sulla superficie bianca del tavolo. Anche senza guardare sapevo benissimo chi c’era alla destra di Quil.

-Sapete, credo che uscirò un secondo. Voi finite con calma.-

Lucy e Sean ebbero il buon senso di restare seduti ad ingozzarsi e lasciarmi uscire in cortile per sfogarmi in santa pace.

Mi sedetti su una panchina, le mani strette a pugno, sollevata dal fatto che quasi tutti gli studenti fossero in sala pranzo.

 

Mi ero preoccupata. Mi ero preoccupata così tanto, seduta su quello stupido divano, di fronte ad Emily, aspettando di capire cosa cavolo fosse successo.

Poi Sam era entrato nella stanza e mi aveva semplicemente detto di aspettare, che Jared non stava molto bene, ma di stare tranquilla.

E io, come una scema, non mi ero aspettata che fosse una grandissima balla.

Poi erano passati almeno quattro giorni.

-Ah, ciao Kimberlie, vuoi dei biscotti? Li ho appena fatti.-

Con un preannuncio del genere mi ero tranquillizzata. Insomma, se la mamma di Jared sapeva fare i biscotti e mi li offriva pure, niente poteva andare troppo storto.

Imparai ad odiare quei biscotti.

-Cosa… Kim, cosa ci fai qui?-

Lo avevo fissato scettica e sorpresa, leggermente scioccata.

-Mah, non so, è da quattro giorni che mi dicono che stai male. Mi sono preoccupata.-

-Ti hanno detto che sto male?-

Sembrava sorpreso, e la cosa non mi piaceva.

-Non è così?-

-Io… sì, in un certo senso.-

Stavo cominciando a capire. Non la verità naturalmente, mi sembrava troppo impossibile, ma avevo capito che qualcosa non andava. Per niente.

 

Sospirai e chiusi gli occhi, cercando di ricordarmi le esatte parole che aveva detto, conscia che mi avrebbero fatto ancora male.

 

-Kim… sul serio, non so cosa mi è successo. Oddio, credo di essere impazzito per un attimo. Ti… ti ho ringhiato contro. Volevo attaccarti.-

Lì il mio cuore aveva iniziato a battere più velocemente.

Non lo avevo capito. Non avevo capito di essere l’oggetto della rabbia del lupo. Il suo nemico.

-Kim… non so cosa mi è preso, davvero, ma… Dio, Kim, non credo di poter stare.. con te ora. Per… un po’.-

-Tu… perché mi stavi per attaccare?-

-No… non è quello, non proprio, ecco.-

-Ma… ma… l’imprinting…-

-Kim. L’imprinting non conta ora. Io… non ho più l’imprining. Non mi sento più come prima. Si è annullato credo, non pensavo fosse possibile. Non so come sia successo, ma non riesco più a vederti come prima.-

Aveva fatto un sospiro secco, frustrato e arrabbiato di non sapersi spiegare, di non sapere cosa dirmi.

E l’avevo sentita.

Una fitta di dolore, consapevolezza, amarezza mi aveva attanagliato con forza qualcosa nel petto.

E poi la rabbia.

 

La stessa rabbia che ancora mi stava prendendo in quel momento.

La stessa rabbia mista a dolore che mi inondava  in quegli attimi in cui ripensavo a quello che era successo.

 

Ero sempre stata con la testa tra le nuvole, ma non stupida.

-Va bene, quindi non c’è più l’imprinting. Di conseguenza non ci parliamo nemmeno più?-

Lui era rimasto in silenzio, senza sapere come ribattere, probabilmente preso in contropiede dalla mia reazione velenosa.

Ma io continuavo e sentire la consapevolezza e la rabbia addosso, pesanti come un macigno. Perché in fondo avevo sempre saputo che non mi potevo fidare del tutto di quello stramaledetto imprinting.

Avevo sempre saputo che senza di esso non sarei stata niente.

Era stato quel pensiero probabilmente a farmi girare di scatto e andare via, senza nemmeno finire un discorso, di cui tanto conoscevo l’amara conclusione.

 

Eravamo in un punto fermo. Io non parlavo con lui, lui non parlava con me.

Ovvio. Non provava niente per me adesso.

L’unica che era rimasta ferita ero io. Ferita e arrabbiata.

-Dovrei davvero impegnarmi a cambiare.  A guardarti mi rendo conto di quanto risulto depressa.-

Guardai la ragazza che mi si era seduta accanto.

-Ciao Leah. Ti ringrazio, sul serio. Gentile come sempre.-

Lei agitò la mano in un gesto non curante e mi indicò l’auto.

-Non sei stanca di ritrovarti sola soletta in queste quattro schifose mura con quei trogloditi dei miei fratelli?-

Sapevo che si riferiva soprattutto a Jared. Tutte e volte mi stupivo del fatto che fossimo diventate amiche.

In quei mesi avevo sempre pensato che fosse impossibile per Leah accettare qualcuno come amico ormai.

Capii che mi sbagliavo quando ci trovammo a parlare, dopo che mi aveva trascinato lontano da Jared parecchie notti fa.

Probabilmente si aspettava di trovarsi davanti una ragazza che adorava l’imprinting, che si sentiva di vivere una storia d’amore  felice e perfetta, così diversa dalla sua, per poi trovare in me qualcosa di totalmente diverso.

In seguito avevamo scoperto di avere più cose in comune di quanto pensavamo, a partire dall’odio verso l’imprinting, anche se scatenato da motivi diversi.

Ci aiutavamo a vicenda, lei a mantenermi forte, io a farla aprire di più.

-Sai, non sono tutti trogloditi, Quil non fa che preoccuparsi per me.  Fammi mandare un messaggio a Lucy, la avverto che non vengo a lezione.-

Lucy, a cui Leah non stava per niente simpatica, mi avrebbe maledetto in ogni modo possibile, scaricando tutta la sua ira sul povero Sean.

Mi sarei fatta perdonare da lui il giorno dopo.

In quel momento l’ultima cosa che volevo fare era condividere altre ore di lezione con Jared.

Mi avviai verso l’auto di Leah.

-E allora, che si fa per deprimerci?-






Spazio Autrice:

Hem... lo so, ora mi odiate tutti. Piuttosto comprensibile. Del resto, sono una sadica ragazza che ha deciso di rovinare la vita a due poveretti che non le avevano fatto niente di male. Ma sono anche una ragazza che il più delle volte ama i lieto fine, perciò non vi dovreste preoccupare troppo. 

Questo capitolo è stato un po' difficile da scrivere perchè volevo metterci dentro tante cose, ma senza strafare e senza rischiare di non impoverirlo troppo e incredibilmente dalle mie previsioni l'ho scritto di getto, senza pensarci troppo.  Bè, insomma, è saltato fuori quello che avete letto.

Questo capitolo rappresenta tutto quello che ha fatto nascere la storia. Tutto era stato pensato in seguito alla decisione di annullare e sbarazzarsi di questo stupido imprinting. Mi fa sentire bene, ora posso fare tutto quello che voglio senza sentirmi stretta tra le strane regole lupesche.

Il motivo per cui l'imprinting è stato annullato c'è, esiste e salterà fuori piano piano con l'andare avanti della storia. Non è una cosa che capita spesso, potete provare a indovinare se volete, spero solo di non essere troppo banale.

Per ora l'unico mistero risolto è la persona contro cui ringhiava Jared. Non è stata una gran  chè bella scoperta.

Bè, ora vi lascio, ci vediamo al prossimo capitolo, dove chissà, magari il nostro Jared (che io forse avrei picchiato a sangue)... no, ok, non dico altro.

Alla prossima!


Come dire, vedere che c'è così tanta gente che mi recensisce mi fa davvero contenta, mi fa sentire meno fallita del solito. Passiamo a ringraziare questa gente, và.


sweetophelia:  Ma lo so che il tuo compleanno è il 16 gennaio!!! No, dai scherzo, non confonderei mai i compleanni di voi cuginette. Certo a te potrò farli tranquillamente a voce, perciò... Eh, Sean Davis (io AMO pronunciare il suo nome e cognome per intero!!) è tanto caro, per stavolta te lo lascio, anche perchè, non so... mi stava venendo l'ideuzza di farli finire casualmente insieme... ok, ideuzza è dire poco. Mi sono già inventata un possibile missing moment alquanto tenero tra i due, ma non so se farli mettere insieme davvero. Vedrò. Eh, se il finale amarognolo dello scorso capitolo non ti piaceva... mi sa che questo capitolo sarà proprio poco apprezzato. Però, lo sai, serviva, e probabilmente ne serviranno altri. (tu sei pure stra spoilerata, sai praticamente tutto.) Bè, ti saluto Sean, ok?


Vanilla_sky: Wow, una nuova lettrice! Hey, bè, benvenuta! Questo naturalmente vuol dire che purtroppo ti dovrai subire le mie sclerotiche risposte alle recensioni, mi spiace per te! xD Grazie davvero per i complimenti, mi fa sempre piacere sapere che non scrivo come una capra. Comunque davvero, io credo di avere una passione smoderata per i poveri personaggi poco considerati. Ultimamente mi sono molto staccata da Twilight e sono davvero sollevata di aver cominciato una fic su dei personaggi così distaccati come Kim e Jared, perchè sennò probabilmente avrei lasciato tutto. In quanto alla trama, ora si fa interessante, vedrai! ;) Bè, hem, ti faccio gli auguri in ritardo, tanti auguri! 


_laura17_: Hahhaha! Sì, non è esattamente molto romantico! Questo capitolo ancora di meno! Però rimedierò, puoi starne certa. Eh, Sean è un grande, lo adoro, ci tenevo a fare capire che non è un poverino di rimpiazzo. Poor Sean. Bè, non è esattamente presto, ma vebbè, ecco qua il capitolo. Stavolta non mi hai potuto obbligare, ho fatto tutto da sola ^^ Ci vediamo presto, Zia Laura!


Emily Cullen:  Eh, decisamente qui Jared non è un peluches gigante! Ma prima o poi lo ridiventerà! Dì alla tua amica che la ringrazio tantissimo, mi fa davvero piacere che abbia letto anche lei. Ho letto la vostra storia e vi ho anche detto che cosa ne penso, mi spiace se non sono riuscita a leggere ultimamente, giuro che in questi giorni cerco di mettermi in pari coi capitoli. Sono contenta di sapere che la mia storia ti manca, vuol dire che ti piace. Alla prossima!


Eyla Owen:  Ah, la mia cuginetta ventidueenne! Sei cresciuta in poco tempo mi hanno detto! Eh, lo so, non è stato uno dei miei lavori migliori, stai tranquilla, non sei stata troppo criticona. Anche se devo dire che la parte di Tibet a me non delude. Non mi sembra di essere stata troppo esagerata perchè è come se Tibet fosse il suo vero cane, perciò è ovvio che ci stia male. Boh, comunque tranquilla appunto, non sei stata criticona. Ci vediamo domani, se sopravvivo all'interrogazione di letteratura latina.


morgana92:  Ecco, brava, non osare lasciare la storia incompiuta! Io mi sono riletta da poco la morte di Sirius e ho una gran voglia di leggere un po' di lui da giovane. Sono davvero contenta che tu sia davvero sincera con i tuoi commenti, è davvero importante. Insomma, meglio prendere una batosta alla fine che sentirsi dire che è bravi quando non lo si è. Ah, le tue recensioni lunghissime sono sempre fantastiche, tranquilla, mi piacciono sempre un sacco. Mi piace la tua interpretazione di Kim e devo dire che ci hai azzeccato. Sono contenta di vedere che Sean vi piace, è quello che speravo. Mmm... per ora come potrai immaginare jared non lo calcolerà troppo, si vedrà inseguito. E sì, ci sarà da farsi grasse risate! xD  Sì, Jared si è trasformato, non sei tonta! Figurati! Sei grande, la tua citazione sul nome mi è piaciuta davvero, ma dove hai la pazienza di scrivere tutta questa roba in una recensione?? A proposito, per tua informazione non sono stramazzata, ma mi sento in colpa perchè la risposta non è molto lunga. Scuusa. Ah, e ho dimenticato di dirti una cosa nella risposta alla recensione di Dietro Le Quinte! Ebbene sì, ti devo i diritti d'autore perchè ti ho citato eccome! E' che la tua frase ci stava benissimo, mi è venuta così, subito, mentre scrivevo. Consideralo una specie di ringraziamento e di tributo ok? Ci vediamo la prossima volta, ci conto, eh! 


KatiaLee:  Ebbene sì, è pazza! xD Ma mi diverto troppo a crearla così. Purtroppo il lupo è proprio Jared... Grazie davvero, non credevo che sarebbe stato stupendo, ma mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto. Qui non va tutto rose e fiori, eh? Bè, vedremo come continuerà. Ci vediamo! 


TheMadHatter16: Tibet non è più al canile, ma tornerà, lui ci sarà sempre! Sì, bè, sembra che io stia parlando di qualcuno di immortale. Coomunque.Sì, ci ho pensato sul serio di lasciare la fic, ma poi ho cambiato idea, e sono contenta, perchè scrivendo questo capitolo mi sono ricordata di quanto mi piaceva scrivere questa storia. Comunque grazie, perchè p anche grazie a voi che continuo e mi sento sostenuta. A proposito di questo, mi dispiace se sono sparita dalla tua fic ultimamente, ma sono stat via per un po'. Mi metto in pari e torno a recensire, ok? Comunque te l'ho detto, te la meritavi la pubblicità. Ecco, la mia storia, più che movimento prende un po' di depressione. Pazienza, risolverò dopo. Vedrai, vedrai. Va bene, il tuo orario era abbastanza scandaloso perciò i miei complimenti. Adesso scappo, devo studiare un casino di roba. ç.ç  Ci vediamo presto!


Kary_TomKaulitz:  Ciao socia, come va? Che ti racconto? Mmm... scuola è un po' uno schifo, per il resto non troppo male, dai. Ho fb e msn, ma preferisco darti msn perchè i miei sono piuttosto diffidenti per queste cose. Che dici? A me farebbe piacere fare due chiacchiere da socia a socia. Povera Kim, eh? In questo capitolo ancora di più. Mi sento un po' in colpa, lo ammetto. Mi sento davvero un po' sadica. Ora scusa, scappo, mi spiace se ho scritto poco, ma devo ancora studiare un sacco. Allora a presto! :D



A presto a tutti, grazie davvero per chi segue e mette tra i preferiti!

Mary

P.S. E va bene, non ho resistito. Ho ripreso in mano il capitolo perchè ho notato dei mostruosi orrori (ma proprio "orrori", non "errori") grammaticali (grazie sweetophelia per avermelo fatto notare) e mi è venuta la tentazione di cambiare il titolo del capitolo... Insomma ho notato che alla fine questo ha avuto più successo di "Rabbia, una stramaledettissima rabbia" e alla fine, per la mia gioia, ho deciso di sfogare la mia pazzia e ho messo il titolo originario. Spero non dispiaccia. Io in effetti sono più contenta così. 

 

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Capitolo 8
*** Trisettimanaversario della separazione ***





TRISETTIMANAVERSARIO DELLA SEPARAZIONE

 

“Tiffany! Oh Tiffany! Io e Mark abbiamo rotto da ben due settimane, quattro giorni, dieci ore, sei minuti e sette secondi!”

In TV finisce sempre così. Tengono sempre il conto decimo di secondo per decimo di secondo di quanto tempo è passato dall’inaugurazione e/o la rottura di una coppia.

Io non avevo ancora imparato quella nobile arte, ma ero più o meno sicura che fossero passate circa tre settimane da quando io e Jared non ci parlavamo nemmeno.

Alla fine della settimana sarebbe scattato il “trisettimanaversario della separazione”?

Bah.

-Sai una cosa? Il giorno del trisettimanaversario della separazione lo passo con te, Tibet.-

Esclamai rivolgendomi al pastore tedesco che mi fissava mentre mi stendevo sulla panchina del parco.

Un pensiero passeggero mi fece chiedere se fosse per caso la panchina dove io e Jared ci eravamo seduti quando lui mi aveva confessato tutto, circa un’eternità prima.

Un pensiero passaggero decisamente fastidioso.

Chiusi gli occhi di scatto per scacciarlo.

-No! Sean! No, ti prego! Non ci provare nemmeno! Ti distruggo, dico sul serio!-

Altrettanto in fretta li riaprii per spostarli sulla scenetta che mi si stava presentando a pochi metri di distanza.

Sean rideva e tirava per le braccia una terrorizzata Lucy verso Tibet.

Il cane in questione li guardava con tranquillità, ignaro di essere la causa del siparietto che quei due pazzi stavano inscenando.

-Povero Tibet, quella sottospecie di padrone che ti ritrovi ti ha mollato qui per provarci con la ragazza che ti considera solo un pericoloso coso peloso. Credimi, sono una donna, certe cose le vedo.-

Bè, l’interesse di Sean Davis per Lucy lo avrebbe notato anche l’uomo più ritardato del mondo. Sospettavo che la cercasse di spingere verso Tibet semplicemente per avere una scusa per poterla tenere tra le braccia.

Ah, gli uomini, che esseri meschini.

Leah avrebbe concordato con questo pensiero. Dov’era quando avevo bisogno di lei?

Probabilmente a fare qualche stupido turno di guardia.

Mi si disegnò sul viso una smorfia amara.

-Kim! Hey, senti, tieni quel coso lontano da me, ok?-

Lucy si avvicinava avvinghiata al braccio di Sean con aria preoccupata, sbucando da dietro la schiena del ragazzo, che aveva un sorriso chilometrico stampato in faccia.

Mi chiesi se anche lei non stesse approfittando della situazione, visto che non sembrava troppo dispiaciuta di stargli abbarbicata.

Con un mezzo sorriso mi chiesi chi avrei dovuto mettere per primo sotto interrogatorio.

-Noi andiamo a casa di Lucy, il progetto di arte ci aspetta! Di Tibet ti occupi tu, no?-

Mi limitai a fare loro il gesto di andarsene, sorridendo, per poi prendere il collare di Tibet e accarezzarlo sulla testa.

-Hai sentito, Tibet? Oggi ce la spassiamo io e te!-

Guardai il cielo, ovviamente nuvoloso, rimpiangendo il clima della vecchia riserva dove abitavo da piccola, la riserva di Tule River, in California*.

-Direi che potrebbe venire a piovere. Che dici, andiamo dalla signora Ateara? Magari troviamo anche Quil.-

Tibet aveva sviluppato una passione per Quil, che del resto era reciproca. Probabilmente era attrazione canina.

Attrazione o no, Tibet si diresse trotterellando allegramente verso casa Ateara.

-Hey, Kim! Tibet! Siete venuti a mangiare a sbafo?-

In effetti la nonna di Quil cucinava sempre per un esercito, altro che la mamma di Jared.

-Tu no invece?-

Quil sorrise e mi raggiunse.

-Touchè.-

Mi rivolse immediatamente uno sguardo preoccupato, a cui risposi di conseguenza con uno esasperato.

-Quil, sul serio! Dacci un taglio con la preoccupazione! Sto bene, davvero, non sono ancora caduta in depressione e non mi sono buttata da una rupe. Sto bene!-

Rise, era rimasto traumatizzato quando l’anno scorso quella ragazza, Bella Swan, si era tuffata dalla scogliera.

-Lo apprezzo molto, ma non venirmi a dire che stai bene, ok?-

Sbuffai.

-Fare da baby sitter a Claire ti ha reso troppo sensibile e premuroso. Che fine ha fatto il cretino che conosco da anni e che non capisce mai niente?-

Mi lanciò un’occhiata spazientita.

-Ok, ok! Non sto benone ma… oh, insomma, puoi dirmi quanto vuoi che sono timida e amorfa, ma non sono troppo fragilina.-

Quil ridacchiò e mi arruffò i capelli, beccandosi una mia occhiataccia.

-Sai, penso che… se non mi fossi così arrabbiata probabilmente ne sarei uscita più distrutta. Sì, credo che la rabbia mi abbia reso un po’ più forte.-

Lo guardai mentre mi fissava serio.

-Sembra molto una cosa alla Leah, vero?-

Rise.

-Un po’. Ma almeno non sei diventata acida come lei. Non sarei riuscito a sopportarlo!-

Gli diedi un pugno sula spalla mentre mi stringeva a sé.

Massì, lo faceva quando eravamo bambini, perché non concedergli un abbraccio anche ora, che era pure diventato più grosso e dall’aspetto più protettivo?

-Quanto sei cattivo! Non parlare così di lei!-

-Oh, forse con te si sgela un po’, ma con noi è sempre come un iceberg.-

-Ha tutte le ragioni! Lei…-

-Quil! Amico, ma non potevi avvertire che eri qui? Dio, ho passato un’ora tra le amichette psicopatiche di Claire, non hai idea di cosa mi hanno…-

Jared si interruppe di scatto quando vide il mio viso sbucare dalle  spalle di Quil.

E ovviamente si creò il solito silenzio imbarazzante che odiavo.

Pregai con tutta me stessa che almeno Quil dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, visto che io al momento sembravo totalmente incapace di parlare e Jared era troppo impegnato a far saettare lo sguardo confuso tra me e Quil.

Lo fissavo accigliata, troppo stupita di essermelo trovato davanti, maledicendomi di non riuscire ancora a restare indifferente.

Quello stramaledetto cuore continuava a battere incontrollato, le mani sudavano e di nuovo stavo andando in confusione.

Non gli staccavo gli occhi di dosso e mi chiedevo come facevo a definirmi “non troppo fragilina” e a dire che “ne ero uscita” quando, accidenti a me, ero ancora innamorata dell’idiota che mi stava davanti.

-Oh, fidati, ho assolutamente idea di quello che ti hanno fatto passare. Bè, ora sai che tra ronde e baby sitting la mia vita non è esattamente perfetta. Tra un secondo ti raggiungo, fratello, porto la signorina in casa, la nonna la deve ingozzare.-

Oh, grazie! Grazie Quil! Almeno qualcuno là si ricordava di salvarmi la vita.

-Vi accompagno dentro, magari riesco scroccare un biscotto.

… e Jared si impegnava a rovinarmela, la vita. Certo, lo si poteva capire, del resto sua mamma non gli preparava mai i biscotti.

A parte quel giorno.

Oh, stupidi pensieri passeggeri!

Entrai in casa, seguita da Jared che, con mio grande imbarazzo e sfortuna, continuava a fissarmi, senza accorgersi di essere oggetto degli sguardi irritati di Quil, che allo stesso tempo mi guardava preoccupato.

Tibet mi superò e si diresse in cucina, guidato dall’odore di polpette.

-Kimberlie, cara! Entra, ho appena fatto i biscotti al cioccolato.-

Ecco. Lei era una vera casalinga. Biscotti al cioccolato. Perfetto.

-Oh, Quil e… Jerome, giusto?-

Per poco non mi strozzai col biscotto che avevo addentato, cercando di non scoppiargli a ridere in faccia. Jerome?

-Hem… sarebbe Jared, signora.-

-Oh, sì certo. Jared, prendi un biscotto anche tu.-

-Grazie signora.-

Bene, ora che aveva ottenuto quello che voleva poteva anche andarsene. Mi immaginai mentre lo incoraggiavo ad andare fuori a mangiarsi il suo dannatissimo biscotto.

La signora Ateara mi distrasse improvvisamente da quella bella visione.

-Kimberlie, veramente hai rotto con il tuo ragazzo? Quil ha detto la verità? Uomini. Come si chiama, eh? Sarà sicuramente un poco di buono.-

In quel momento rischiai sul serio di soffocarmi.

Era la millesima volta in un mese che dei biscotti mi tradivano.

Qualcun altro alla mia destra stava tossendo, Jared evidentemente non aveva apprezzato il commento.

-Nonna, non sono affari tuoi, non credi? Vuoi mettere nei casini il tuo unico nipote? Mi hai appena dato del pettegolo.-

Esclamò Quil a disagio.

-Non si dice “mettere nei casini”, Quil. Taci, io e Kimberlie ci conosciamo bene, è la mia nipotina.-

-Non è veramente tua nipote nonna. Io  sono tuo nipote, non dimenticartelo. Hem… io e Jared dobbiamo proprio andare ora, le solite cose. Riunione col branco.-

La signora Ateara nel sentire l’ultima parola fece una smorfia.

-Allora via, via. Meno sento, meglio è.-

Per quanto rude e brontolona potesse sembrare alla prima impressione, non esisteva donna apprensiva e affettuosa come la signora Ateara, che non voleva assolutamente immaginarsi le cose pericolose che combinava il nipote, sperando sempre che non ci finisse dentro pure il marito.

I due si defilarono e io mi concentrai su Tibet, che divorava le sue polpette, cercando di ignorare gli occhi dispiaciuti di Quil, ma soprattutto quelli indecifrabili di Jared.

-Bah, tutti baldanzosi quei ragazzotti, quando non sanno nemmeno cosa sono.-

La guardai interrogativa, distogliendo lo sguardo dalla porta chiusa.

-Bè, cara, a te che hanno detto, che sono licantropi?-

-Perché, non è così?-

-Beato cielo! Basano le loro serate sulla narrazione delle loro leggende e non le ascoltano a fondo. Mi chiedo come mai Quil** non abbia mai fatto chiarezza sulla situazione. Ma forse spera che ci arrivino da soli.-

Il mio sguardo diventò ancora più interrogativo di prima.

-Bè, non mi sembra che loro si trasformino solo con la luna piena. Quelli sono i licantropi. Mio nipote e i suoi amici sono semplicemente uomini che possono cambiare forma, e visto che si trasformano in lupi sono sicuri di essere lupi mannari. Bah, uomini.- Ripetè.  -Mangia un altro biscotto, Kimberlie.-

Obbedii, continuando a guardarla stupita.

Questa la dovevo dire a Leah, assolutamente.

Con quel pensiero in testa masticai il biscotto, facendo molta più attenzione del normale.





*La riserva di Tule River in California esiste davvero. Sono andata a cercare vari nomi ed è quello che mi ha ispirato di più. Ammetto che non sono troppo informata,ma ho scoperto qualcosina che ritornerà nella storia.

**Qui la signora Ateara parla di suo marito, il nonno di Quil, che ha il suo stesso nome. Spero davvero di non aver fatto uno sbaglio enorme, ma mi sembra che sia ancora vivo nei libri, quindi mi sono permessa di dargli un posticino.


*Angolo dell'autrice

Buonasera a tutti! Ma guardate che aggiornamento rapido che ho fatto! Gente, mi stupisco di me stessa!  Dunque dunque... 

Questo capitolo è fondamentalmente di transizione direi, e in origine doveva continuare ancora un po', ma poi usciva troppo lungo. Così ho deciso di postare prima questo capitoletto e poi di cercare di mettere al più presto il prossimo, che probabilmente sarà un po' più importante.

Oh, bè, nel frattempo spero davvero che non vi siate annoiati. Scrivere questo capitolo mi è servito per far conoscere un po' la situazione sentimentale della povera Kim, che naturalmente ci sta male, nonostante cerchi di non farci troppo caso. Nelle recensioni qualcuno ha detto che avrebbe voluto picchiare Jared, poi ha detto che scherzava. No, no, non scherzate. Io Jared se non fosse stato così grosso e resistente lo avrei picchiato eccome, mi ha lasciato Kim e non le ha più parlato per secoli. E continua a fare il muto! Lo so, è colpa mia, sono davvero cattiva, ma insomma, dopo era tutto troppo facile. Vabbè dai, lo farò riscattare.

Cosa ve ne pare dei personaggi trattati? Quil all'inizio doveva restare piuttosto inutile ma poi, boh, si è guadagnato un posto importante quasi con prepotenza. Non finisce qui infatti il suo ruolo. Tornerà spesso, e sarà piuttosto importante. Bah, questi personaggi indipendenti che si creano spazi da sè, li devo ancora capire.

Nonna Ateara era già stata citata nei primi capitoli e ora eccola qua, ad accaparrarsi il ruolo di nonna di Kim, come avevo già detto in precedenza. Non lo nascondo, la adoro. In primis perchè ha chiamato Jared Jerome. Brava donna. E poi insomma è troppo simpatica. 

La coppia Sean-Lucy mi era passata per il cervello già quando ho creato Sean Davis e alla fine ho ceduto e ho deciso che ce li vedo troppo bene insieme. E visto che ho già in mente un missing moment troppo tenero per loro, alla fine questi due si devono mettere insieme, punto. Prima o poi succederà.

La faccenda dell'essere e non essere licantropi salta fuori alla fine di Breakig Dawn, ma insomma, a me serve adesso. Così ho pensato che magari gli anziani sono a conoscenza della vera natura, ma visto che i ragazzi del branco non vanno in giro a dire che sono licantropi, alla fine magari nemmeno sanno che si considerano tali, e che più che altro l'importante è che loro facciano il loro dovere, e che il nome che usano non sia troppo importante.

Il prossimo aggiornamento non dovrebbe avvenire troppo tardi, visto che più o meno ho già in mente come strutturarlo e che in questi giorni mi sto davvero riaffezionando a questa storia. Devo fare i conti con la scuola e con tutto lo studio che mi hanno affibiato, perciò vedremo.

Ultima cosa, sappiate che odio profondamente Stephenie Meyer per i tempi che ha messo nei suoi libri. Sto impazzendo per farli coincidere con quelli della mia storia, ed è una faticaccia visto che sono davvero molto ampi.

Bene bene... passiamo a dire due paroline alle otto (otto! Gongolo troppo) troppo care persone che hanno recensito.

Emiliy Cullen: Hey! Eccoti qui! Sono davvero contenta di vedere sempre le tue recensioni, insomma recensisci da sempre, te ne sono davvero molto grata. Eh, anche a me dispiace per Kim, tra l'altro potevo anche risparmiarle tutta questa sofferenza ma poi, insomma, la storia non sarebbe stata più tale. Bè, le farò sapere che le sei vicina, credo che le serva conforto, davvero tanto, visto che non fa altro che ingozzarsi di biscotti per sfogarsi xD La trama in effetti non si è molto sviluppata qui, ma nel prossimo capitolo lo farà, vedrai. Intanto qui puoi vedere un po' come si sente quella poveretta, che probabilmente mi sta odiando per tutto quello che le faccio passare. Grazie davvero per la tua recensione, ci vediamo presto, credo.


TheMadHatter16:  Wehilà! Come le va la vita, esimia ragazza notturna?? Guarda che non voglio che recensisci prima della mezzanotte, eh... No, figuriamoci, io, avida di recensioni e di sapere il tuo parere esigo che mi faccia sapere al più presto cosa ne pensi! Intesi?? Ecco. ù.ù   Cara mia, non sono pazza solo nelle recensioni, purtroppo, sclero anche nelle risposte. Strano, non mi hanno ancora ricoverato. Passando alle cose serie (e quando mai???) Innanzitutto sono davvero contenta che il capitolo ti sia piaciuto eccome, sono sollevata, devo dire. "Oh mio Dio, ho perso l'imprinting per Kim! Dove l'ho messo? Nel cassetto dei calzini non si trova.. Aiutooo!"  ahahahahhahahah! E questa come ti è venuta!!! Oddio! Pensa a quanto sarebbe facile e se lui ritrovasse davvero l'imprinting nel cassetto dei calzini! Sarebbe anche brutto però, io l'imprinting non lo voglio proprio più vedere! Perchè si annullato l'imprinting? Perchè la voleva attaccare? Misteri misteri.. adesso sono io a godere del fatto che io so tutto e tu niente! hahaha! Adesso proverai come ci si sente! xD Di sviluppi qui non ce ne sono gran chè, ma nel prossimo capitolo ne metto, giuro. Ci vediamo, come dici tu, o in un mio chappy o in un tuo (in un tuo mi sa, perchè tu sei brava e buona e aggiorni molto più in fretta di me)


exploreyourluxory:  Ma ben arrivata! Che piacere vedere nuove reclute! Sono felice che la storia ti piaccia, è molto importante per me, come del resto immagino lo sia per ogni autore. Ti dirò, a me non dispiace per niente che l'imprinting se ne sia andato, lo detestavo. Mi dispiace per la situazione che si è creata, questo sì. Ma hai ragione tu, non è detto che le cose non si possano aggiustare, e chissà, magari succederà (vi lascio il beneficio del dubbio, che cattiva che sono) E va bene, devo ammettere che l'imprinting ha avuto una piccola utilità. E' vero, almeno Jared si è accorto che Kim esisteva. Ma a parte questo odio comunque l'imprinting ^^ L'amicizia Leah-Kim piace molto anche a me, ho pensato subito che dopo una cosa del genere si sarebbero dovute avvicinare. Che dire ancora, grazie davvero per avermi fatto sapere il tuo parere, spero che il capitolo, anche se breve e meno interessante, ti sia piaciuto.


sweetophelia:  Sweet cara, come va la vita. Ragazza, mi sono accorta solo l'altra sera che sulla mia agenda avevi circondato di cuoricini il nome di Sean Davis! Pazza! Sono scoppiata a ridere come una cretina nel bel mezzo della notte (ovvero quando sono andata a dormire e ho riletto quello che aveva scritto) Per tua somma gioia, come ti ho detto, il titolo l'ho cambiato. Bè, piaceva troppo anche a me. E la mia demenzialità cresce sempre di più, anche se questo titolo è meno cretino. Sei l'unica che ha festeggiato con me l'addio all'imprinting! ^^ Siamo strane noi, dici?? Naaah... Eh, avevo avuto il leggero (leggero eh) sentore che apprezzassi Sean Davis. Bè, basta, ho deciso. Si mettono insieme. Punto. Qui si capisce abbastanza che , almeno lui, è cotto. Che carino! ^^ Basta, mi devo trattenere dallo scrivere una storia anche su di loro, perchè, ti giuro, ho in mente tutta una storia, che potrebbe anche essere anche divisa in capitoli. Mi devo trattenere! Lamentati pure, spoilerata! Tu sai cose che altri non sanno, dovresti sentirti onorata! Bah, chi li capisce gli spoilerati del giorno d'oggi. Gli errori li ho corretti, tutti spero. In caso fammi notare se qua ce ne sono, cosa che è molto probabile, così al massimo correggo. Ci vediamo, livello B, domani a scuola :(


KatiaLee:  Scusa, sto troppo gongolando. Mi hai definito un genio! Un genio! Addirittura! Ora mi esalto, non dovevi dirmelo. xD "Colpa della luna??" E chi lo sa?? O meglio io lo so in realtà, ma salterà fuori tra un po'. Il mio più grande terrore è che sia una soluzione banale, mi auguro davvero che non sia così. Quando il motivo verrà a galla ditemelo, ok? Il titolo alla fine l'ho cambiato e ho messo quello che piaceva a voi (e, lo confesso, anche a me! ^^) Anche a me piace molto la parte con Leah, sono così diverse ma allo stesso tempo simili che non potevano non diventare amiche. Qui non compare, ma nel prossimo capitolo sarà piuttosto importante. Non ti resta continuare a seguire per sapere come mai. (bisogna notare una lieve minaccia in questa frase xD ) Ci vediamo presto!


morgana92:  Buonasera disegnatrice di rape! Partiamo dalla fine della tua recensione. Ti continuerai a scrivere. Punto. Per costrinzione o no. Ok, tralasciando la minaccia, devo dire che ti capisco perfettamente,. Ho presente la situazione delle troppe idde, poco tempo, memoria a breve termine. Mi capita un sacco di volte. Ci sono momenti (di solito notturni) in cui mi vengono in mente frasi geniali da inserire nel testo, e quando mi servono... puff! Sparite! Di solito mi sfogo sbattendo la testa da qualche parte. Comunque sappi che aspetterò che tu sia scarcerata, e festeggerò con te quando avverrà, anche perchè quel giorno sarò scarcerata anche io, e non vedo già l'ora. Una cosa: no, tu non devi censurare NIENTE di quello che pensi! Devi dirmi TUTTO quello che ti passa per la testa mentre scrivi, anche che ne so, possibili insulti, tipo per il fatto che sono estremamente crudele con i miei personaggi. Comunque sono contenta che io e le mie storie ti ispiriamo così tanto, leggere le tue recensioni è sempre un piacere. Pensa che stamattina un mio amico prima del suono della fatidica campanella se ne è uscito con la tua citazione di Shakespeare. L'ho fissato tipo con un'espressione stralunata, poi me ne sono uscita con un "S, sì, la conosco questa!!" prima ancora che finisse di parlare. Insomma, tu mi rendi colta! EH, lo so che mi odii. hai tutte le ragioni in effetti. Per il lieto fine tranquilla, ci sarà, ormai l'ho detto. Per il motivo di sparizione imprinting... porta pazienza, prima o poi saprai tutto. Davvero, spero di non essere troppo banale, sono terrorizzata all'idea. Ho stra paura di far crollare tutta la storia con il motivo per cui l'imprinting è sparito. Vedremo... Come ho già detto l'amicizia Kim-Leah era d'obbligo per me. Mi piacciono troppo quelle due, come accoppiata malefica.  E l'amicizia Lucy-Kim-Sean... bè prima o poi vedremo come si metterà tra il buon vecchio Sean e la piccola Lucy. Confesso che mi piacciono troppo insieme. Sono tentata di scrivere già il missing moment che li riguarda. Ma mi devo trattenere, visto che ci vorrà un po' prima che il contesto sia adatto. Sono tranquilla di avere già un lavoro per il futuro. Dici che "inventrice di titoli geniali" esiste come professione?? Comunque grazie per avermi assegnato un futuro nel mondo del lavoro e permettermi di citarti gratis, ora che le tue perle di saggezza non valgono ancora una fortuna. xD


kiish:  Hey, ciao! Tranquilla, anche a me capita a volte di non riuscire a recensire, in questo periodo, poi, ho un sacco di storie in ballo che non sono ancora riuscita a commentare. Come dicevo sopra: non ti preoccupare. Sono dell'idea che Jared debba essere picchiato con mooolta forza! Kim se ne farebbe una ragione, ne sono sicura, anzi probabilmente darebbe una mano! xD Poveraccio, come sono cattiva. Eh, povera Kim, davvero. Mi sento un po' in colpa per quello che le sto combinando. Ma vedrai che si aggiusterà tutto prima o poi, alla fine non sono così crudele. Oddio, davvero ti veniva da piangere?? *_* Bè, sono un po' contenta, perchè vuol dire che il capitolo almeno qualcosa lo ha comunicato. Alla prossima! :)


Kary_TomKaulitz:  Ragazza mia, donna violacea (oddio, così è un po' brutto però), donna in viola. Faccio sempre una fatica immensa a scrivere il tuo Nickname. xD Bene, prendiamo una squadra e andiamo a picchiare Jared (una cosa, perchè scrivi sempre Jerard al posto di Jared?? :) ) prendiamo, mazze da baseball e, direi, un bazooka. Pensieri sadici a parte, come sempre con molto contenta dei tuoi complimenti! Me ne fai sempre tantissimi, mi sa che non me li merito. Ad ogni modo grazie, davvero. Questo capitolo è un po' il mio regalo di compleanno per te, perciò... Buon compleanno! (non sapevo cosa regalare di meglio)


Gente, ci vediamo al prossimo capitolo, come sempre grazie a tutti voi che seguite e leggete, grazie davvero. 

Passo e chiudo, l'Inferno di Dante mi aspetta ç.ç



Mary



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** E' come bestemmiare ***


 

È come bestemmiare

 

Potevo leggere l’euforia sul viso di tutti i miei compagni di classe.

Bè, di quasi tutti, in realtà.

In quel momento non mi azzardavo a girarmi verso il mio compagno di banco, ma probabilmente era felice anche lui.

Bè, comunque non valeva la pena di controllare.

Ad ogni modo, tutti erano felici. Io più che altro mi sentivo sollevata.

Di lì a pochi minuti mi si sarebbe tolto di dosso un grande peso.

Cominciai a fissare insistentemente l’orologio sopra la lavagna.

Ancora un minuto.

Ancora un minuto.

Ancora un minuto e la scuola sarebbe finita.

Ancora un minuto e sarei stata in vacanza.

Ancora un minuto e non mi sarei più dovuta ammazzare di studio per tre mesi.

Ancora un minuto e avrei potuto finalmente evitare di sentirmi a disagio ogni santissimo giorno per il fatto che Jared passava sette ore accanto a me.

Addio scuola, addio Jared, addio imbarazzo, addio pesi sul cuore.

Insomma, io per il momento mi illudevo che fosse davvero così facile.

Sì, sapevo di essere un’illusa.

Chiusi gli occhi e mi gustai il suono della campanella, che annunciava la fine di quella lunga tortura. Oh, finalmente il momento tanto agognato era arrivato.

Metà della mia classe si era già dileguata, altre persone erano ancora lì a godersi l’attimo come me. Purtroppo Jared era tra quelle persone.

Mi alzai mettendo via le mie cose e mi preparai ad uscire senza degnarlo di uno sguardo.

Così si fa Kim, forte e decisa. Non puoi mica fare la figura della ragazza che si piange addosso per una storia d’amore finita male.

Mi allontanai dal mio banco con un’orrenda sensazione di deja vu addosso.

Io che mi avviavo verso l’uscita con Jared alle mie spalle, concentrata sul non fare figuracce, nonostante fossi sicura di essere da sola in classe con lui…

Tutto mi ricordava quello stupidissimo giorno in cui lui si era fatto prendere da uno stupidissimo istinto tipico di quegli stupidissimi lupi.

Ciò che interruppe la sensazione di deja vu fu quello che fece Jared, la prima incongruenza.

Mi afferrò il braccio bloccandomi e mandandomi nel panico completo, perché non mi ero assolutamente preparata ad una cosa del genere, per esempio avere una conversazione con lui. Aveva forse intenzione di conversare? No, perché sul serio, io non avevo pensato a niente di intelligente da dire.

-Ciao.-

Fu la prima parola che mi rivolse quando mi girai. Jared che mi rivolgeva la parola. Roba da non credere, non succedeva da circa un mese.

-Ciao.-

-Come stai?-

-Bene, grazie. Tu?-

Dio, che vorgogna. Stavamo davvero avendo una conversazione del genere? Eravamo l’originalità e la spontaneità fatte a persona.

-Abbastanza bene…-

Ecco. Ora volevo proprio vedere come avremmo continuato. In teoria era il mio turno di parlare, ma per dire cosa poi? Del resto non ero io che l’avevo placcato per parlare dopo un mese di silenzio.

-Allora…-

-Allora…-

Speravo con tutta me stessa che arrivasse uno dei miei o dei suoi amici ad interromperci, ogni neurone del mio cervello gridava “Allarme! Allarme!”.

-Ecco… allora buone vacanze Kim.-

-Sì, anche a te. Scusa, ma mi aspettano. Ciao.-

-Ciao.-

Uscii dalla classe, sicura di avere il volto paonazzo.

Ok, non era esattamente così che mi ero immaginata il nostro primo dialogo dopo tanto tempo, se ne fosse avvenuto uno.

Nella mia versione lui mi chiedeva scusa per non avermi più rivolto la parola semplicemente per il fatto di aver perso l’imprinting con me, poi io dicevo qualcosa che ancora non mi ero immaginata. Insomma, era ancora in fase di elaborazione.

Cercai di assumere un aspetto normale nel vedere Lucy e Sean che mi aspettavano nel cortile.

Lui le teneva un braccio attorno alle spalle e sorrideva più del solito, mentre lei parlava a raffica e ogni tanto faceva qualche saltello eccitato.

Mi dovevo abituare, questo era certo.

Sean Davis e Lucy Prive si erano messi insieme, non più di ventiquattrore prima.

Sì, mi dovevo ancora abituare.

Lucy, la migliore amica più infame del mondo, non mi aveva voluto raccontare niente, semplicemente mi aveva chiamato la sera prima e mi aveva dato la notizia, tanti saluti ai racconti eccitanti e ai particolari succosi. Ma alla fine andava bene così, del resto non mi interessava troppo sapere nei dettagli cosa aveva fatto Sean, cosa aveva detto Sean, come baciava Sean…

Ancora immersa in quei pensieri non mi accorsi di essere stata travolta dalla mia suddetta migliore amica.

-Ce l’abbiamo fatta! Oh, kim, ce l’abbiamo fatta! Abbiamo vinto! Alla faccia di Zackarias, si credeva tanto bravo, e noi l’abbiamo battuto!-

Liberatami dalla morsa mortale delle braccia di Lucy, guardai prima lei e poi Sean.

-Avete vinto? Sul serio?-

Sean annuì sorridente, cercando allo stesso tempo di tener ferma la sua ragazza.

-Dillo che sei fiera di noi, su. Siamo stati grandi, vero?-

Modalità esaltato-per-aver-appena-vinto-il-concorso-di-arte-scolastico ON.

-Sì, Sean, sono molto fiera di voi. Detto così sembro vostra madre.-

-Ma tu sei come la nostra vecchia madre, e noi siamo i tuoi figli prediletti, nonché unici, di cui sei estremamente orgogliosa perché hanno ottenuto il rispetto artistico di tutto il liceo.-

Sospirai divertita.

-Tu mi stai dando della vecchia? Ebbene figli miei, sappiate che se è vero che siete fratelli state praticando incesto, quindi per il vostro bene, vi obbligo a lasciarvi immediatamente.-

Ghignai osservando Sean che si mordeva il labbro, preso alla sprovvista.

-Ammettilo, Sean Davis, non sai come ribattere, eh? Così impari a considerarmi vecchia.-

Mentre aspettavo la risposta di Sean vidi lo sguardo di Lucy cambiare da eccitato a cupo, mentre fissava qualcosa dietro le mie spalle.

Mi girai e capii che non fissava qualcosa, ma qualcuno.

E quel qualcuno era Jared Reed, giunto dai bassifondi del cortile per mandarmi nuovamente nel panico e rovinarmi la giornata.

-Ciao, Kim… Senti, posso parlarti un attimo?-

Aiuto. Intendeva una conversazione come quella di poco prima o una conversazione seria?

-Hem… ok. Ragazzi, voi andate pure, passa Leah a prendermi dopo, potete festeggiare la vittoria senza l’amica-terzo-incomodo tra i piedi.-

Cercai di essere naturale quantomeno con loro, visto che con Jared non ci riuscivo.

Vidi Lucy lanciarmi un’occhiata preoccupata e apprensiva prima di annuire e allontanarsi trascinando per il braccio uno Sean poco convinto.

-Vieni.-

Disse semplicemente prendendomi il polso con una mano e trascinandomi in un angolo un po’ più discreto del cortile.

Cercai di convincermi che il calore che saliva dal polso per poi inondarmi completamente era unicamente dovuto alla sua temperatura eccessivamente elevata.

-Ecco prima… insomma, non era nel mio programma uscirmene con un “buone vacanze”.-

Questo mi consolava almeno un po’, perlomeno lui non era diventato amorfo come credevo.

-Senti, credo che tu l’abbia imparato, io non sono un gran che a spiegarmi. Però insomma…-

Aveva ragione, non si stava spiegando per niente. Cosa poteva volere dopo un mese di mutismo?

-Ok, va bene, la smetto di impappinarmi.-

Grazie.

-Quello che volevo dirti è che mi dispiace. Insomma, sono stato davvero stronzo a non rivolgerti più nemmeno la parola. Hai tutti i diritti di picchiarmi, se vuoi ti cerco una spranga di ferro.-

Rimasi muta a guardare il mio discorso immaginario che diventava realtà, con mia grande sorpresa.

-Kim, io non volevo prenderti in giro, davvero. So che non ho scusanti, ma non ho smesso di parlarti per bastardaggine. Insomma, ero maledettamente confuso. Per mesi sei stata il centro di tutto e poi di colpo non so…-

-Sono diventata insignificante.-

Ero stata tagliente, ma non me ne pentivo. Sapevo di avere ragione, e mi dava ancora fastidio.

-No! No, Kim, non sei insignificante, davvero! Non ho mai pensato una cosa del genere. Però, insomma… sei diversa. Sei diversa dal  mio punto di vista, non riesco più a pensare a te come facevo prima.-

Dov'era la dannatissima spranga di ferro che mi aveva promesso?

Insomma, non era proprio il massimo sentirsi ripetere una seconda volta dal ragazzo che si ama –quando cavolo mi sarei finalmente disinnamorata di lui?- che ha smesso d’improvviso di amarti.

-Mi dispiace, sul serio… So che dire che non è colpa mia è davvero da stronzi, ed in parte è anche mentire, perché io c’entro comunque, ma davvero, io non volevo ferirti.-

Sospirai, maledicendomi per avere una parte di me razionale.

Perché quella parte razionale mi diceva che in fondo potevo capirlo, non era dipeso da lui amarmi e cessare di farlo, ed era anche comprensibile che fosse rimasto confuso dall’improvviso cambiamento.

Ma il rancore rimaneva.

-Ti ci è voluto un mese per capirlo?-

-Io… mi dispiace Kim, davvero…-

Sì, anche a me dispiaceva, perché ero convinta che quello che tra i due era stata peggio in quel mese fossi io.

-Kim io vorrei… insomma, non ti posso considerare una sconosciuta. Puoi dirmi quello che vuoi, ma non puoi negare che ormai ti conosco.-

Era vero, se l’imprinting non gli aveva fatto dimenticare niente poteva dire di conoscermi come le sue tasche.

-Jared, anche io ti conosco… insomma dove cavolo vorresti arrivare?-

Jared aprì la bocca senza parlare.

Da dietro le sue spalle vidi Leah, appoggiata alla sua macchina, che ci fissava.

Lo sorpassai dirigendomi verso di lei.

-Senti, Leah mi aspetta, ci vediamo a settembre, ok?-

Quanto mi sentivo idiota pure io adesso, a liquidare così tutto.

E Jared, per la seconda volta, mi afferrò per il braccio, bloccandomi.

-No, aspetta un secondo. Devo dire ancora una cosa.-

Lo fissai in attesa, cercando di ignorare il fatto che avevo il cuore in gola.

-Dimmi.-

-Kim, non sono insensibile. Sono stato bene con te in quei mesi… mi… mi manca stare con te, non voglio ignorarti.-

-La decisione di ignorarci non è stata mia, mi sembra.-

Ribattei aspra guardando altrove.

-Io vorrei essere tuo amico.-

L’aveva detto così, di getto, facendo scattare qualcosa dentro di me. Una bomba ad orologeria, probabilmente.

Amico.

Che pessima parola associata al suo nome.

-Jared, tu non hai mai visto molti film romantici, vero? La maggior parte delle volte quello che hai appena detto è una bestemmia. Ok, guardami. Ti sembra che per me tu possa mai essere un amico? Un semplice amico? Molto divertente, davvero.-

Non so dove avevo preso tutta quella determinazione così, d’improvviso. Forse era tutto merito dell’esasperazione e della strana morsa dolorosa che sentivo nel petto e allo stomaco, che mi avevano fatto scoprire in quel modo.

-Ci vediamo a settembre, Jared.-

Mormorai liberandomi dalla sua presa e avviandomi a passo veloce verso Leah, augurandomi che Jared se ne rimanesse lì, senza dire altro di terribilmente sbagliato.

Amico.

 





*Angolo dell'autrice


Io mi odio. E lo so, anche voi mi odiate. E fate bene.

Avevo detto che avrei postato abbastanza presto e ritorno dopo un mese. Chiedo venia!

Posso dire che avevo mille buone intenzioni, ma la scuola, sempre lei, me le ha troncate tutte distruggendomi lentamente e sadicamente.

In realtà in capitolo era pronto da un po', ma io avevo avuto la bacata idea di postare insieme anche una one-shot su Sean e Lucy per farvi sapere come è andato il pomeriggio prima della mattina sopra raccontata, avevo pensato che fosse un'idea carina. Poi mi è venuto un mezzo blocco e non sono riuscita a finire di scriverla, ho accumulato tempo e alla fine mi sono arresa e ho postato questo orribile, striminzito capitolo deprimente, senza la one-shot, che alla fine posterò con il prossimo capitolo.

Ok, ho chiuso la fase depressa.

Alzi la mano chi odia ancora il povero Jared!

Io quella fase l'ho superata, insomma, comprendiamolo un po' poveraccio, era confuso e preso in contropiede dalla faccenda dell'annullamento dell'imprinting. Certo, è un po' lento, perchè ci ha messo un mese circa a capire cosa dire a quella povera martire di Kim, ma alla fine ci è arrivato, anche se non si è concluso nel migliore dei modi.

Ok, probabilmente il prossimo capitolo sarà meno deprimente (non faccio più promesse su quando lo posterò), mi deprimo anche io sennò.

La richiesta di Jared è un po' pessima, lo ammetto. Però quel poveraccio ci tiene a Kim dopo tutto il tempo che hanno passato insieme e non vuole rinunciare a lei. Però non essendone più innamorato ( ç.ç ) non la vuole illudere, ecco.

Ora mi ritiro, mi vergogno immensamente di questo ritardo, e mi sa che ne farò ancora, ma prometto che quando sarò libera dalla scuola mi impegnerò molto di più. 

Quindi ormai vivo solo per l'arrivo delle vacanze di Pasqua.

In ultimo, i ringraziamenti saranno fatti questa volta tramite metodo EFP, ditemi se preferite in quel modo o se devo continuare e metterle anche a fine capitolo.

Dico solo un'ultima cosa, giuro. Siete arrivati a recensire in nove! Mi sento realizzata. Sono fiduciosa, io so che prima o poi arriverà il giorno felice in cui riuscirò a vedere dieci recensioni, ci credo. u.u Dieci è il mio nuovo obiettivo, però mi dovete aiutare voi.

Intanto grazie perchè siete diventati tanti, almeno secondo i miei canoni, che seguite e che avete messo la storia tra le preferite e ricordate, e avete la pazienza di leggerla sempre.

Detto questo mi dileguo come promesso

Mary, l'autrice ritardataria ed oppressa dall'infame liceo classico.

 

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Capitolo 10
*** Che la Forza sia con te ***


 


Che la Forza sia con te

 

Alternavo lo sguardo dall’espressione scioccata di Leah alle onde che si infrangevano davanti a noi.

Poi lo soffermai totalmente su di lei, la cui faccia non era ancora cambiata.

-Sì, ha detto così.-

-Amico.-

Sillabò lei, ancora scioccata.

Annuii rassegnata. Quella parola aveva ormai assunto la forma di un insulto.

-Vuoi che ti procuri quella famosa spranga di ferro?-

Si offrì lei. Quando voleva, Leah sapeva essere gentile, soprattutto se i risultati potevano essere positivi, come prendere a sprangate Jared.

-Sì, magari sì, quando hai tempo.-

Sospirai.

-Magari io lo tengo fermo, mentre tu gliele dai di santa ragione, sennò rischia di scappare.-

Sgranai gli occhi. Ma ci stava pensando davvero? Conoscendola, probabilmente sì. Anche se l’idea allettava un po’ anche me.

-Tu cosa ne pensi?-

Chiesi senza essere tanto sicura che mi avrebbe risposto a parole. In questi casi Leah era molto più brava ad esprimersi a gesti, che fossero pugni, o semplici scrollate di spalle.

-Penso che sia un vero cretino. Ma lo sapevo già. E poi penso che tu debba reagire.-

Mi lanciò un’occhiata fugace, poi esitò un attimo, prima di continuare a parlare.

-Poi penso che tu sia molto più forte di me.-

Disse tutto d’un fiato. Sgranai gli occhi, voltandomi a guardarla di nuovo. Lo aveva detto sul serio, non lo avevo immaginato.

-Stai scherzando, vero? Io non conosco nessuno che sia più forte di te!-

Esclamai. Leah era la persona più forte che sonoscessi. Nonostante soffrisse da morire riusciva a sopportare di vedere, di parlare, di sentire i pensieri della persona che le causava dolore, senza mai crollare davanti a qualcuno, continuando a restare la fiera Leah Clearwather che mostrava a tutti. Chi poteva essere più forte di lei?

-Io non sono affatto forte.-

Rispose lei con una smorfia schifata.

-Io rimango sempre a piangermi addosso, a nascondere tutto dietro la rabbia, non riesco mai a tirarmene fuori veramente, da quello che provo. Dio, sembro Bella Swan quando se è stata lasciata dalla sanguisuga. Sono una specie di depressa. Tu invece almeno provi a sorridere, anche se stai vivendo una situazione simile alle nostre, rimani te stessa, almeno quando sei in compagnia dei tuoi amici, cerchi di far sorridere anche gli altri. Io non so come ci riesci, però lo fai. Quindi sei tu la più forte.-

Mormorò tra i denti.

Sapevo che un discorso del genere con Leah non mi sarebbe capitato tanto spesso. Era troppo chiusa in sé stessa per ammettere più di una volta una cosa simile, sapevo quanto le costasse dire quello che pensava veramente di sè.

Ma l’aveva fatto, e già questo era segno di forza.

-Io non credo di cavarmela bene in tutto questo, ma credo che tu stia contribuendo. Che tu ci creda o no, anche tu mi fai sorridere, non è che i sorrisi vengono così, dal nulla. Quelli sono i sintomi dei malati di mente. Io sorrido perché ci sei tu, ci sono Sean e Lucy, che mi aiutate a farlo. E comunque, se vuoi, sempre che non ti preoccupi per la tua reputazione, posso darti qualche ripetizione.-

-E per cosa, scusa?-

-Per sorridere. Non so se sono la persona adatta, ma io ti ho preso ad esempio quando ho dovuto affrontare Jared a testa alta, quindi in qualche modo ti devo ripagare.-

Leah guardò davanti a sé, alzando leggermente un angolo delle labbra. Bè, era già qualcosa.

-Quanto a testa alta?-

-Mi sono lasciata scappare qualche frase velenosa.-

-Tu? Frasi velenose? Eri drogata?-

-Bè, grazie della fiducia, e io che volevo renderti fiera di me.-
Brontolai guardando il mare a mia volta.

-Non diventiamo troppo sentimentali, Kimberlie.-

Ridacchia osservandola un attimo. Leah non sarebbe più tornata quella di prima, ormai era impossibile, ma poteva cambiare almeno un po’ e, anche se non lo voleva ammettere, probabilmente nemmeno a sè stessa, lo stava già facendo.

 

-Ti prego, non tirare troppo, non sono grossa come te!-

Esclamai mentre venivo trascinata senza alcun riguardo da Hannibal, un Sanbernardo grosso quasi quanto me.

Il bestione decise di darmi retta e si fermò, voltandosi verso di me scodinzolando, o meglio, agitando la sua enorme coda.

-Bravo Hannibal…-

Ansimai appoggiadomi a un albero.

Perché, perché mi affidavano cani enormi da portare a spasso, quando io ero un cosino minuscolo che sfiorava appena il metro e sessanta?

Accarezzai l’enorme cane sulla testa, guadagnandomi una colossale leccata sulla mano.

Hannibal non era affatto buono quanto Tibet, anzi, era talmente irruento che ci volevano dei secoli anche solo per mettergli il guinzaglio. Alla fine però mi faceva sempre venire il buon umore, con la sua continua voglia di giocare.

Chiunque lo avesse abbandonato sulla strada gli aveva dato quel nome assurdo, forse perché aveva un’aria un po’ minacciosa, fatto sta che non rispondeva ad altri nomi, quindi ci eravamo dovuti rassegnare a tenere quello.

Mi sedetti sulla sua grossa schiena, sfruttando uno dei vantaggi della sua enorme mole.

-La prossima volta che ti rifilano a me per la passeggiata vengo vestita da trekking.-

Sbuffai accarezzandolo ancora.

Un secondo dopo mi ritrovai per terra.

Il mio sostegno si era alzato d’improvviso e si era messo a correre come un pazzo.

Avevo detto che mi faceva venire il buon umore? Scherzavo, a volte mi fa proprio andare in crisi di nervi.

-Hannnibal! Hannibal, torna qui, o giuro che ti faccio rinchiudere!-

Non è tanto normale di solito vedere una ragazza che corre per il parco lanciando minacce assurde a un cane, ma in quel momento non me ne preoccupai.

Non appena ritrovai Hannibal mi resi conto che c’erano cose più importanti di cui preoccuparsi.

Odiavo quel cane, ormai era certo. Non mi iportava se fino ad allora avevo sempre detto il contrario, in quel momento lo odiavo seriamente.

E lui probabilmente odiava me, perché tra tutte le persone possibili che c’erano nel parco, aveva deciso di importunare proprio Jared Reed, che ci stava giocando allegramente.

Il soggetto in questione, ormai sicuramente al mondo solo per farmi venire un esaurimento, alzò gli occhi da Hannibal e mi guardò, ancora sorridente.

Non vedevo quel sorriso divertito da parecchio tempo ormai, non credevo che mi avrebbe colpito così tanto.

-Non dovrebbero lasciarti portare a spasso cani così grossi. Hannibal riesce sempre a scapparti.-

Esordì lui continuando ad accarezzarlo.

Aveva sempre avuto un buon rapporto con lui, fin da quando lo avevo fatto venire con me al canile.

Sorvolando il fatto che la sua natura attirava in modo curioso i cani, era anche l’unico che, sempre per la sua natura, riusciva a tenerlo a bada.

Li guardai. Del resto erano grandi e grossi tutti e due. Ed entrambi mi facevano andare in esaurimento.

-Sì, bè, ma alla fine torna sempre. Credo abbia capito che se scappa nessuno gli dà da mangiare.-

Risposi con uno sguardo d’accusa al cane traditore.

In tutta risposta lui appoggiò due zampe al petto di Jared, lasciandomi morire d’invidia perché lui non sarebbe caduto sotto il suo peso, mentre io dopo un’azione del genere finivo sempre a terra.

-Lavori anche in vacanza?-

Chiese allora senza perdere il buon umore. Sean Davis lo aveva contagiato, ne ero certa. Come faceva ad essere tranquillo in un momento simile? Io l’unica cosa che desideravo era cadere in una fossa profondissima.

-Sì, mi diverto, lo sai. Alla fine mi pagano per divertirmi.-

Dissi scrollando le spalle.

-Contenta tu.-

No, io in quel momento non ero affatto contenta! Ero imbarazzata, irritata, confusa, nel panico, agitata…. Tutto fuorchè contenta. Mentre lui sembrava rilassato, anche se a sua volta era un po’ imbarazzato.

-Posso giocarci un po’?-

Chiese dopo un attimo di silenzio, indicando Hannibal.

Lo guardai scioccata. Oh, diavolo, ma cosa credeva di fare?

Prima non mi parlava per un mese e poi eccolo là a fare l’amicone. Io rinunciavo a capirlo.

Guardai prima lui, poi Hannibal.

-Va bene. Tanto sono sicura che con te non scappa.-

Acconsentii alla fine. Lo guardai mentre si allontanava con Hannibal, per poi lanciargli un bastoncino da rincorrere.

Sospirai. Di solito non ero io quella che intereagiva meglio con gli animali che con le persone?

Probabilmente era la sua parte animale ad agire in quel momento. Questa frase suonava veramente male.

Sbuffai, non potevo certo negare a me stessa quanto mi fosse mancato il sorriso che mi aveva rivolto un attimo prima, così come mi era mancato parlare con lui.

Per la prima volta dopo una settimana, pensai seriamente alle sue parole. “Vorrei essere tuo amico.

Erano state dette sicuramente nel modo sbagliato e al momento sbagliato, ma avevo capito che era quello che lui voleva veramente. Aveva detto che gli mancava stare con me, e io non potevo non condividere questo pensiero.

Mi mancava, non nello stesso modo in cui io mancavo a lui, ma mi mancava.

Non sarebbe mai stata amicizia, non da parte mia sicuramente.

Ridacchiai nel vedere Jared che prendeva in braccio Hannibal. Chi altro avrebbe potuto farlo con un coso pesante tonnellate, a parte lui e i suoi “fratelli”?

Lui mi guardò un attimo e poi mi indicò ad Hannibal, mettendolo giù.

Non poteva essere. Non poteva averlo fatto sul serio.

-No! no, Hannibal, non ascoltarlo! No!-

Strillai prima di essere travolta dalla massa in corsa del San Bernardo.

Caddi rovinosamente a terra mentre il cane mi leccava tutta la faccia.

-Io ti odio, Jared Reed!-

Urlai mentre lui si sedeva vicino a noi ridendo.

-Fai bene, in effetti.-

Ammise. Non mi accorsi subito che era serio.

-Aspetta un attimo.-

Si alzò e si avvicinò ad un albero, da cui staccò un ramo. Mi augurai che nessuno lo avesse visto. Non era una cosa esattamente normale staccare come se niente fosse un tocco di legno del genere da una pianta. Tornò indietro e me lo porse, mentre lo guardavo confusa.

-Ecco, tieni. Non è la spranga di ferro che ti avevo promesso, ma puoi colpirmi con questo, se vuoi.-

Lo continuai a fissare stupita.

-Bè, non posso colpirti se questa montagna di pelo non si sposta. E poi non ti farei niente. Come minimo sentiresti il solletico!-

Jared fece spostare Hannibal, permettendomi di tornare a respirare e di tirarmi sul dal prato.

Afferrai il bastone e lo guardai incerta, mentre mi faceva segno di colpirlo.

Oh, insomma, credeva davvero che lo avrei fatto? Andiamo!

Ma proprio mentre facevo questi pensieri lo centrai in testa più forte che potevo. Per poi ritrarmi, stupita da me stessa ed imbarazzata oltre ogni dire.

-Ahi!-

Disse lui, ovviamente senza aver comunque sentito nulla. Probabilmente fingeva per rabbonirmi.

-Accidenti, scusa! Io… non capisco cosa mi è preso! Stavo proprio per dirti che non l’avrei fatto e invece…-

Esclamai, cominciando a parlare a raffica.

Jared scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di Hannibal, che prima era rivolta alla pigna con cui stava giocando.

Lui sorrise mentre il cane si avvicinava per farsi accarezzare.

Involontariamente sorrisi a mia volta. Nonostante un’insistente vocina mi sussurrasse che non era più il mio ragazzo, mi stavo trovando bene con lui, più di quanto avrei mai sperato negli ultimi tempi.

-In un certo senso mi ha fatto sentire meglio. Anche se tu non avrai sentito niente, immagino.-

Lui si passò una mano tra i capelli, con aria colpevole.

-Prometto che la prossima volta ti porto davvero la spranga.-

-Con quella ti farei male?-

-Bè, penso che un po’ potresti farmene. A meno che tu riesca a sollevarla.-

Aggiunse ghignando.

-Ma… ma sentilo! Hannibal! Lo hai sentito il tuo amico cosa ha detto?-

Mi alzai in piedi e mi guardai intorno.

-Hey, che fai?-

-Cerco qualcuno che mi presti qualcosa di più pesante per picchiarti. Credi che l’ombrello di quel vecchietto vada bene?-

-Se cerchi di infilarmelo in un occhio, penso di sì.-

-Perfetto.-

Esclamai dirigendomi verso un vecchietto seduto sulla panchina più vicina.

-Hey, ferma! Ma fai sul serio?-

Mi volta per guardarlo dal basso in alto. Molto in alto.

-Non so, avrei deciso una volta avuto in mano l’ombrello.-

-Se te l’avesse dato.-

-Se me l’avesse dato, sì.-

Rimanemmo un po’ in silenzio, probabilmente entrambi immersi nei nostri pensieri.

-Per come ti ha trattato, Kim, non lo perdonerei per niente al mondo. Se però ha avuto delle buone ragioni per farlo, anche se mi chiedo davvero quali mai potrebbero essere, accetterei di… parlarci almeno, ecco. Lo sai che non sarai mai veramente sua amica, però, chissà, alla fine potresti riconquistarlo!-

Aveva detto con occhi sognanti Lucy. All’inizio l’avevo mandata a quel paese e le avevo lanciato il mio cuscino in faccia, dicendole che stare con Sean l’aveva resa troppo ottimista.

In quel momento, però, rendendomi conto di quanto mi fosse mancato stare con Jared, quell’idea malsana appariva meno malsana di prima.

Riconquistarlo. Bah, quello lo trovavo ancora impossibile e deludente come tentativo, ma perché non sfruttare il suo desiderio di tornare a strami vicino?

Se non avessi provato non avrei mai saputo cosa mi perdevo, ed in caso di disastri avrei sempre potuto lasciar perdere. Forse.

Ero pazza. Probabilmente lo ero davvero, anche solo a pensare una cosa del genere.

Tuttavia al momento mi trovavo bene con lui, perché non esserne contenta e smetterla di piangerci sopra?

-Ok, bè, stavolta non ti faccio causa.-

-Causa? Solo perché ho insinuato che sei deboluccia?-

-Le parole feriscono più della spada.-

Risposi, senza rendermi conto dell’altro significato che potevano avere le mie parole. Lui invece si fece d’un tratto cupo, sostituendo il sorriso cupo a una smorfia dispiaciuta.-

-Kim, davvero, io…-

-No, non intendevo quello!-

Sospirai, rendendomi conto che tutte le votle che volevo fare un discorso serio e di buona riuscita dovevo sempre fare affidamento alla mia scarsa capacità di improvvisazione.

-Lo so che non è colpa tua, davvero. L’ho capito. Insomma, ci sono rimasta male, ma immagino che tu ti sia sentito confuso quanto me. Solo non avevo immaginato che sarebbe successa una cosa del genere, e che tu ti saresti comportato così. Non sai quanto mi imbarazzi dirlo ma… per me sarebbe un paradosso essere tua amica nel vero senso della parola, perché non sono… non provo quello che provi tu ecco.-

Dissi con una voce più flebile, certa di essere diventata bordeaux.

-Ma non ce l’ho più con te, sul serio. Insomma, penso che ne approfitterei per picchiarti ancora, se me ne dessi l’occasione.-

Mi rilassai nel vedere il suo sorrisetto divertito.

-Però a me va bene di… smetterla di evitarci, ecco. Diciamo che è una specie di strano rapporto di conoscenza, ok? Qualcosa del genere, insomma.-

Borbottai sempre più imbarazzata.

Jared fece un sorriso rassegnato, probabilmente nessuno dei due era pienamente soddisfatto.

In silenzo riprese ad accarezzare Hannibal.

Sospirai, guardando l’enorme cane, pensando a quanto avrebbe danneggiato i mie nervi questa “specie di strano rapporto di conoscenza”.

Considerato che ero già pazza, presto sarei stata irrecuperabile.

 

 

 

 *Angolo dell'autrice

Secondo me Kim è già irrecuperabile, ma lei evidentemente non lo sa. Ecco qui. Il capitolo Dieci, gente, è un numero importante.

Sono convinta che ho fatto mille volte meglio in altri capitoli, non sono molto contenta di quello che sto pubblicando, ma la parte iniziale con Leah non mi dispiace, lo ammetto.

Ho cercato di mettere un po' in risalto il rapporto tra lei e Kim, sperando che non sia venuta troppo OOC. Bisogna anche contare che è cambiata almeno di un cincinino a stare con lei, quindi almeno con Kim si comporta in modo più civile. Almeno con lei ha tirato fuori un po' delle cose che pensa (o almeno che io le ho fatto pensare) di quello che prova, pensavo fosse giusto che lo facesse e che consigliasse Kim.

La parte con Jared mi piace di meno, ma mi sono divertita abbastanza ascrivere della spranga di ferro. Sì, lo so, sono fissata.

Tadaaaaann... una nuova entrata! Dite "ciao" ad Hannibal! No, non ho dimenticato Tibet, affatto, ma è inverosimile che ci sia sempre e solo lui, visto che Kim lavora con almeno una decina di altri cani. E così è saltata fuori una montagna di pelo chiamata Hannibal. Probabilmente adesso sembro un'amante fissata di cani, quando in realtà mi fanno piuttosto paura.

Ecco, qua, spero in realtà che il capitolo non vi faccia troppo schifo, ho notato che lo scorso ha avuto molto meno successo degli altri, almeno credo.

Ci vediamo al prossimo capitolo con un piccolo (o grande) colpo di scena.

Mary

 P.S. Il titolo fa rifrimento alla forza di Kim e Leah, ed è un tributo a quei grandi film che sono la raccolta di "Star Wars"

P.P.S. Ho pubblicato come promesso la one shot su Lucy e Sean, per chi voglia leggerla eccola qua:

Purple Hair and Tibet 

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Capitolo 11
*** Avviso ***


 


Ok, be', come immagino abbiate capito questo non è un capitolo.

Vi capisco se volete lanciarmi in testa qualcosa di molto pesante e che possa farmi molto male, perchè anche io ho sempre odiato gli avvisi e i ritardi così gravi.

Questa è stata la prima long che ho pubblicato e mi sento ancora molto affezionata ai personaggi, ma non me la sento di prendere in giro me stessa e voi.

Non riesco più a scrivere su questa sezione, mi vengono degli obbrobbri e scritti che non mi soddisfano. Il punto è che ho perso ogni interesse per la saga di Twilight, che ormai non mi piace proprio. Mi rendo conto che non è molto corretto osannare così dei libri  per poi passare a ignorarli, ma non riesco proprio più a trovarvi interesse.

Mi sono accorta che non riuscivo più a scrivere qui senza essere insoddisfatta e svogliata, e non è un gran chè. Negli ultimi capitoli recensioni e lettori sono calati, e posso capirlo perchè mi sembra che le ultime cose che ho scritto qui fossero meno brillanti di prima.

Non intendo mollare la storia così, però. Mi dispiace lasciare tutti questi interrogativi sulla trama e lasciarla incompleta e senza finale. Ho perciò pensato di scrivere un ultimo capitolo in cui riassumerò tutto, probabilmente in una serie di flashback, rispondendo a tutte le domande che si erano andate  creare e dando così una fine più o meno dignitosa. Sarà una specie di One shot (molto più lunga del solito naturalmente, visto che dovrò sintetizzare molte cose).

So che non è una gran soluzione, ma è l'unica che mi è venuta in mente per evitare di chiudere con una schifezza.

Vorrei sapere la vostra opinione su questa mia scelta, a cui ho riflettuto a lungo, ve lo posso assicurare. Non so quando, ma il famigerato capitolo finale arriverà, e prometto che farò di tutto per evitare di farlo troppo corto e incomprensibile.

Vi chiedo ancora scusa, sono davvero molto dispiaciuta, ma non volevo mollare tutto così.

Alla prossima e ultima volta

Mary

 

 

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Capitolo 12
*** Tutto quello che è iniziato male finisce bene ***


Mi scuso infinitamente per tutto il tempo con cui ho fatto aspettare, non lo meritavate, lo so. 
Però eccolo qui, questo sudato e benedetto capitolo riassuntivo.
Ulteriori informazioni e spiegazioni nelle note in fondo.

 


 


Tutto quello che è iniziato male finisce bene


 



-Ahi! Lo hai fatto davvero!-

-Certo che l’ho fatto, te l’avevo detto.-

Jared si massaggiava ancora la schiena, torcendo la faccia in mille smorfie di dolore. Che melodrammatico, sapevo benissimo che non provava veramente dolore. O meglio, probabilmente per un secondo l’aveva provato, ma doveva già essere scomparso. Dannato licantropo, mutaforma, o quel che era.

-Mi hai preso a sprangate!-

Si lamentò ancora, attraversando la soglia della cucina. –E poi perché tenevi una spranga di ferro nel portaombrelli?-

-Oh, me l’ha prestata Leah, per sicurezza. Comunque te l’avevo detto secoli fa mi pare, che nel caso non ti fossi comportato bene sarei ricorsa alla spranga di ferro.-

-Ma perché? Non mi sono comportato male, mi sembra.-

-Sei andato a combattere insieme a quel branco di idioti dei tuoi fratelli e a una caterva di vampiri puzzolenti.- Stavo diventando acida. Così non andava.

-Bè, ma…-

-E mi hai baciata!- Aggiunsi arrossendo come un peperone e agguantando la spugna dai meandri del lavandino per poi mettermi a strofinare il piatto con cui l’avevo indicato accusatoria.

Nella stanza cadde il silenzio, interrotto solo dal rumore della spugna che sfregava contro la stoviglia.

 

***

 

Eravamo tornati amici. Santo cielo, faceva ancora davvero impressione dopo un anno di faticosi riavvicinamenti.

Faceva impressione anche pensare che ormai era passato un anno. Un anno. Aiuto.

Ne erano successe di cose, in un anno. Troppe, probabilmente, per la mia pazienza e la mia sanità mentale, ma ne ero uscita indenne, per fortuna. E io e Jared eravamo di nuovo amici. Bè, più o meno. Io ero sempre la solita irrecuperabile, e per quanto avessi detto e fatto per rassicurare Lucy, Sean, Leah, mia madre e perfino me stessa, ero rimasta innamorata dell’idiota-termosifone che se ne stava impalato dietro di me. Quindi, se bisogna essere pignoli, ero un’idiota pure io. Pazienza, ormai mi ero rassegnata all’idea.

L’estate era stata dura, il periodo più duro di quell’anno, per vari motivi.

Innanzitutto, manco a dirlo, Bella Swan si era impegnata per complicare un po’ i rapporti branco-clan dei vampiri. Per via della sofferenza di Jacob il branco aveva cominciato a dividersi, e alla fine lui, Seth e Leah se ne erano staccati definitivamente per difendere la figlia di Edward e Bella, che a sua volta faceva soffrire immensamente Bella. Quella famiglia era piena di problemi.

La mancanza di Leah era stata un duro colpo da sopportare, ero rimasta senza una confidente e una persona con cui parlare. Lucy era sempre a mia disposizione, e così anche Sean, ma l’amicizia con Leah mi permetteva di aprirmi più che con loro, che dovevano logicamente restare all’oscuro delle faccende del branco.

Mi ero preoccupata come una matta per lei, così come per Quil ed Embry, che erano veramente abbattuti per la decisione di Jacob e oppressi dal dover essere contro di lui. Naturalmente ero anche preoccupata per Jared. Non sarei masochista, sennò.

Ma Jared non amava sembrare debole, per quanto a mio parere soffrire per la lontananza di un amico non possa essere definita debolezza. Gli uomini e il loro maledetto orgoglio.

 

E così, piano piano, tra qualche tentativo, anche solo di comunicazione, eravamo riusciti a riavvicinarci; tra un biscotto e l’altro della nonna di Quil, tra una passeggiata e l’altra con Hannibal.

Era stato di aiuto anche il periodo di vacanza nella mia vecchia Riserva, a Tule River. Eravamo stati lontani abbastanza tempo per calmarci e pensare più razionalmente, soprattutto in modo più pacifico. Io, almeno.

È anche vero che la vacanza a Tule River mi aveva riservato sorprese abbastanza grandi da distrarmi da qualsiasi altra faccenda, di cuore o no.

Erano anni che non tornavo più a casa, che sentivo mio padre solo per telefono, a parte qualche lettera ogni tanto, oppure qualche incontro, ma sempre altrove, e raramente.

Quest’estate i miei cugini mi avevano invitato a Tule River per un’enorme riunione di famiglia. Mia mamma aveva deciso di restare qui, ma, almeno per una settimana o due, io non avevo resistito alla tentazione di tornare per un po’ nella mia Riserva.

Una dei miei cugini, Abby, era mia coetanea; giocavamo sempre insieme da piccole ed eravamo rimaste in contatto. Perché non cambiare programma estivo per una volta e uscire dall’aura nuvolosa di Forks?

Certo, poi la “vacanza” si era rivelata davvero bizzarra. Bizzarra, terrificante, scegliete la versione che preferite.

 

Ho sempre saputo di essere un’imbranata di base, ma non pensavo di attirare guai come una calamita. Quel compito l’ho sempre lasciato a Bella Swan. Eppure a chi è capitato di avere la famiglia più strana di tutte le Riserve d’America?

Avevo passato una settimana piuttosto tranquilla, non avevo praticamente mai visto papà nei paraggi, e questo aveva un po’ rattristato la vacanza, ma dopo parecchio tempo passato a rimuginare sui miei problemi mi ero finalmente un po’ ripresa e distratta.

Senonchè mia cugina aveva cominciato a fare domande strane, tutte sulla Riserva, su Jared, Quil e i loro amici, sulle leggende del posto… Le domande continuavano a farsi sempre più insistenti, i discorsi vertevano sempre sullo stesso argomento. Non era possibile… non era possibile che la mia famiglia sapesse del branco.

Andiamo, mia madre, che era una strizzacervelli non se n’era mai accorta, non aveva mai avuto dubbi, come potevano dei perfetti sconosciuti conoscere i segreti dei miei amici?

Lo sapevano. Sapevano molte cose di loro, scoprii. Il modo in cui lo scoprii mi lasciò leggermente terrorizzata.

 

Erano come loro. Se ne tenevano lontani, contrari ad alcune loro tradizioni e leggende, ma erano come loro. Almeno, questa fu la mia prima impressione dopo la spiegazione di mio zio, avvenuta in un pomeriggio, alla spiaggia, un momento così inaspettato per un racconto che sembrava dell’orrore.

Non erano esattamente come loro, questo mio zio volle che lo sapessi molto bene. L’idea di essere confusi o mischiati a loro non gli piaceva affatto, lo avevo capito molto bene. Sembrava che il loro rapporto fosse uguale a quello che normalmente i licantropi avevano con i vampiri. Mi ricordai di quella volta che la nonna di Quil mi aveva raccontato delle origini del branco e del fatto che non erano licantropi come sostenevano, ma semplici mutaforma. Avevo davanti a me un vero licantropo, e la scoperta mi aveva parecchio traumatizzata.

Alla fine era passata un’altra settimana, che i miei parenti mi avevano chiesto di passare con loro. Era evidente che volevano, soprattutto mia cugina, sentirsi accettati nonostante tutto. Accettarlo non fu troppo difficile, alla fine. Alcuni dei miei migliori amici e il mio ex ragazzo erano quasi come loro, sarei stata una grande ipocrita a non voler loro bene lo stesso, nonostante il cambiamento e la lontananza che ci aveva sempre diviso.

Era più difficile accettare che la mia vita avesse di nuovo interferito con qualcosa di sovrannaturale e del tutto non da Kim Lee. Insomma, non avevo mai cercato la magia o la stranezza, e nemmeno avevo mai pensato che potessero cambiarmi. Eppure ero là, divisa tra due Riserve, impigliata in tradizioni che diventavano realtà. La vita di una normale ragazza poteva andare a quel paese.

 

Abigail in particolare cercava in ogni modo di farsi accettare, di farmi capire che vedeva il nostro rapporto come prima, e non fu difficile tornare in sintonia con lei, dato il suo carattere allegro, che mi ricordava tanto Lucy, la mia migliore amica.

Si sforzava di rispondere a tutte le mie domande sulla nostra famiglia, sulla natura dei nostri genitori. Lei non era né mutaforma, né licantropa, era normale come me, nonostante suo padre fosse un lupo. A quanto pareva, al contrario del branco di La Push, la”tradizione di famiglia” si trasmetteva solo da uomo a uomo, e le donne non ne erano coinvolte.
“Salvo la sera della luna piena, quando anche noi femminucce adottiamo qualche adorabile caratteristica licantropa, anche se non ce ne rendiamo conto. E’ qualcosa di veramente poco evidente, credo solo a livello biologico, tipo, non so, la circolazione accelerata, o robe simili. Niente di cui tu ti debba preoccupare. Calvin dice che essere donne è una noia mortale, ma io sono contenta di non essere invischiata in questi casini.”
Aveva detto mia cugina una sera, e devo dire che ero d’accordo con lei. Nemmeno io rimpiangevo caratteristiche lupesche, anche se suo fratello, nonché mio cugino minore, Calvin, non faceva che vantarsene.

“In ogni caso, se ti dovessi sentire strana con la luna piena, o se uno dei tuoi amici pelosi dovesse avere strane reazioni se gli sei accanto, non ti preoccupare. Spiega loro che non è niente di che, alla fine è come… che so… avere il ciclo!”

Un momento. Strane reazioni?

“Che genere di strane reazioni?”
“Mah, non so, aggressività, per esempio. La povera zia Eveline ha avuto la fortuna di incontrare un mutaforma nelle zone della riserva di Hopi e questo senza che lei facesse niente le è saltato addosso. Non le ha fatto male, per carità, ma si è presa una bella paura.”

Mi si aprì un mondo. Avrei ammazzato e abbracciato allo stesso tempo i membri della mia famiglia, se davvero quella era la soluzione. Se veramente Jared quella notte di luna piena mi si era rivoltata contro per colpa delle mie… origini lupesche, forse tutto avrebbe finalmente avuto un senso e avrei smesso di arrovellarmi su questa storia. Naturalmente dal punto di vista del nostro rapporto non si sarebbe aggiustato niente, ma almeno potevo avere la certezza che non era colpa mia se quel dannatissimo imprinting si era annullato.

Certo, mi sembrava comunque di essere la protagonista di un film di fantascienza.

 

La riserva di La Push mi aveva accolto come solo poteva fare. Con la pioggia. E con un Quil particolarmente affettuoso e desideroso di vedermi, come potei notare quando mi strinse nella sua morsa di ferro, altrimenti definibile “abbraccio”.

Quil aveva notato il riavvicinamento tra me e Jared e, neanche fosse il rappresentante di un’agenzia di cuori solitari, cercava di riportarci a un rapporto civile più che poteva. Non ce n’era bisogno in realtà, perché io e Jared riuscivamo ormai a cavarcela abbastanza bene, senza romanticumi di alcun genere, è ovvio.

 

***

 

-Bè… hum… la situazione è imbarazzante…-
Commentò brillantemente Jared mentre ancora strofinavo lo stesso piatto. Rendendomene conto ne afferrai un altro maldestramente e mi misi a sciacquarlo.

-Non dirlo a me.- Commentai borbottando, facendogli notare che se la situazione per lui era imbarazzante, per me era tragica. Ecco, ero pure melodrammatica. Accidenti.

-Sai, Quil prima di andare a combattere per salutare Claire le ha semplicemente dato delle pacche sulla testa.- Dissi, irragionevolmente. Sarebbe stata una scena ben strana se Jared prima di andare mi avesse dato delle pacche in testa. Certo, anche il bacio era piuttosto anormale.

 

***

 

Era arrivata la fine dell’estate, e con essa la battaglia. La battaglia. Ma scherziamo? Finchè giravano per i boschi ricoperti di pelo andava anche bene, ma quando decidevano di andare ad ammazzarsi ero meno d’accordo. La pensavano come me, le altre “ragazze del branco”, come venivano chiamate le fidanzate dei componenti. Bè, io non ero più una fidanzata, in effetti, ma ero ancora considerata come tale, con mio grande imbarazzo.

A ogni modo non c’era da discutere, sarebbero andati a combattere al fianco della famiglia Cullen contro quel gruppo italiano di vampiri super potenti e massacratori di gente. Ma non c’era da preoccuparsi, naturalmente.

Prima che i ragazzi si presentassero dai Cullen avevano avuto luogo i regolari addii strappalacrime di cui avrei fatto volentieri a meno. In primis perché facevano veramente stare male, in secundis perché avrei evitato l’imbarazzante bacio di Jared, che era ovviamente totalmente inaspettato. Era stata una cosa rapida, in realtà, quasi non mi ero accorta che si era avvicinato al mio viso, però il bacio, e se non l’altro l’intenzione, c’era stato, e questo ancora mi mandava in confusione.

 

***

 

-Avresti preferito una pacca sulla testa?- Domandò perplesso, passandomi un piatto.

-Avrei preferito un semplice :”Ciao, Kim, stammi bene e non preoccuparti mentre vado a morire.” Classico ed efficace.-

-Bè, ma non sono morto! Non abbiamo neppure dovuto combattere. È stato quasi noioso.-

-Ci mancava pure che ti lasciassi accoppare.-

Calò il silenzio, interrotto dall’acqua dei piatti da lavare. Poi i piatti finirono e non ebbi più scuse per evitare di guardarlo in faccia.

Faccia che esprimeva tutto il suo imbarazzo, così come la mia, probabilmente. Anzi, sicuramente.

-Scusa. Non volevo metterti in imbarazzo, però… intanto quello in imbarazzo sono io!- Si lamentò passandosi una mano ancora insaponata tra i capelli e facendo una smorfia rendendosene conto. –Bleah.- Commentò, strofinandoseli.

A quel punto gli scoppiai definitivamente a ridere in faccia, con sua somma frustrazione. –Non c’è niente da ridere! Sto cercando di fare un discorso serio!-

-Non si direbbe.- Ridacchiai.

-Bè, ci riuscirei, se tu mi lasciassi continuare.-

-Scusa. Continua.- Dissi sedendomi sullo sgabello accanto al piano della cucina e incrociando le braccia. Lui mi guardò per un secondo e poi sbuffò di nuovo.

-E’ complicato. Tu rendi le cose complicate. Non è come quando avevo l’imprinting… scusa, so che non è il tuo argomento preferito... – aggiunse vedendo che mi irrigidivo. Scosse la testa, nervoso. –Tutte le volte che ci sei tu voglio che tu stia bene, e che non sia arrabbiata con me, perché, sai, è successo spesso, ultimamente… e voglio che tu stia bene con me, perché… accidenti…-

Lo guardavo allibita, con gli occhi sgranati. Si stava dichiarando. O, per lo meno, ci stava provando. Jared continuava a sproloquiare e impappinarsi e non lo stavo nemmeno ascoltando. -… quindi sono giunto alla conclusione che… sono innamorato di te?-

-E’ una domanda?-

-No! Ne sono certo, ma mi sembrava che tu non mi stessi ascoltando!-

-Oh! No, ascoltavo, davvero.-

-E… quindi?-

 

 

-E quindi?-

-E quindi niente.-

-Come sarebbe “niente”?-

-Da quando t’interessano a tal punto le vicende amorose degli altri, Leah?-

-Non è interesse il mio, è esasperazione. E’ da un anno che mi sorbisco tutti i vostri piagnistei, ho diritto a sapere se il mio calvario si è concluso o se devo ancora penare.-

-Fine della pena, promesso, non ti darò più fastidio con questa storia.- ammisi sorridendo in modo un po’ ebete, cosa che Leah non potè fare a meno di farmi acidamente notare. Non potevo fare a meno di risultare ebete in quei giorni. A quanto diceva Quil, Jared era nel mio stesso stato. Ma cosa potevamo farci? Innamorati entrambi senza alcun trucco o anomalia, cosa potevo volere di più dalla vita?
-Kim Lee, per il tuo bene, togliti dalla faccia quel sorriso. Che schifo, vuoi farmi venire la nausea?- mi riportò alla realtà la mia scorbutica interlocutrice.

-Scusa.-

-Quindi è così che finisce? “Tutto è bene quel che finisce bene”?- domandò con un po’ di amarezza senza guardarmi in faccia.

-Più che altro “quel che è iniziato male”, a ben vedere. E non può andare tutto rose e fiori, prevedo altri problemi in futuro, come è giusto che sia.-

-Credevo di essere io quella pessimista.-

-Siamo fin troppo simili, Leah. Ecco perché sono sicura che anche per te tutto quello che è iniziato male finirà bene.-

 -E difficilmente sbagli, giusto?- domandò con ironia. Io, invece, risposi sinceramente.

-Giusto.-





*Angolo dell'autrice

Eccomi qui. Chi si ricordava ancora di questa storia? Nessuno? Sì, la cosa non mi sorprende.

Non me n'ero dimenticata, questo posso assicurarlo, ma non nascondo che l'ispirazione mi era passata del tutto. Sparita, partita per un viaggio senza ritorno, caput. Sono infinitamente spiacente per tutto il tempo che ho impiegato, davvero, ma tra l'ispirazione scomparsa e l'ultimo anno di liceo classico ho avuto i miei problemi a mettermi sotto. 
Per questo ringrazio personalmente Cangu300 che a fine estate mi ha dato un'ulteriore svegliata. Mi meritavo di essere rimproverata, non ho avuto rispetto e mi dispiace.

Passiamo a commentare questo fantomatico finale.
Ammetto che non mi soddisfa, come ho detto ho ormai perso interesse per il fandom, e così pure la passione per esso. 
Questo capitolo è ambientato più o meno alla fine di "Breaking Dawn", dopo la (non) battaglia con i Volturi. 
La storia della famiglia di Kim avrebbe dovuto essere sviluppata meglio, logicamente, ma non ho potuto parlarne più ampiamente, in ogni caso spero che si sia capito. Ammetto che col senno di ora l'idea non mi piace più, ma avevo promesso un riassunto fedele, e quindi ecco qui: tutto ciò che la mia mente malata aveva partorito due anni fa. :D

Spero che non sia troppo confusa la narrazione, ho scelto di fare una serie di semi-flash back perchè temevo che un riassunto schematico risultasse troppo pesante, e soprattutto per niente divertente.

Ammetto che tornare a scrivere qui è stato anche divertente, per certi versi.

Comunque, se avrete ulteriori domande e dubbi, posso chiarire sul mio profilo di ask: http://ask.fm/MaryEfp , o in posta. 


Eccoci alla fine, quindi. :D
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito e che hanno avuto la pazienza di leggere e di aspettare questa pubblicazione.
Un ringraziamento particolare a chi mi ha incoraggiato con le recensioni, e a chi ha preferito la storia. 

Grazie davvero, perchè questa è stata comunque la mia prima long, e mi ha dato tanto lo stesso. 

Mary

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