Dust in the wind

di Leireel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** «Io sono nato dove non c'erano costrizioni» ***
Capitolo 2: *** «Le farfalle ubriache restano con le ali che sbattono». ***
Capitolo 3: *** «Quello che hai visto ricordalo, perché quello che non hai visto ritorna a volare nel vento». ***



Capitolo 1
*** «Io sono nato dove non c'erano costrizioni» ***


Documento senza titolo

- Autore: Leireel (silvershiver sul forum). 
- Titolo raccolta: Dust in the wind.
- Genere: Malinconico, Introspettivo.
- Rating: Giallo.
- Pairing: Kendra/Percival.
- Contesto: Dai fondatori alla I guerra (1890 - 1899)
- Note e credits: Era da tantissimo tempo che desideravo scrivere qualcosa su Kendra Silente, un personaggio che mi ha sempre affascinato; ho quindi sfruttato l'occasione al volo, ed ecco la raccolta. Ho cercato di ripercorrere i suoi legami con Percival e con Ariana, e la sua forza al di là dei silenzi. Spero di esserci riuscita.
I titoli delle varie drabble vengono da proverbi e citazioni dei nativi americani; mi sono ispirata a loro in virtù del fatto che nei Doni della Morte è detto che l'aspetto di Kendra assomigliava a quello di una nativa, suggerendo forse la sua origine. "Io sono nato dove non c'erano costrizioni" è una citazione di Geronimo, capo Apache; "Le farfalle ubriache restano con le ali che sbattono" è un verso di un canto popolare di caccia del sud-ovest; "Quello che hai visto ricordalo, perché quello che non hai visto ritorna a volare nel vento" è un proverbio Navajo.
La raccolta si è classificata undicesima al contest "Da 90 a 110 parole" indetto da Payton Sawyer sul forum di Efp, a parimerito con Julia Weasley, con un punteggio di 57.5/60.5.
La raccolta ha anche partecipato all'Albero genealogico contest di MedusaNoir, dove si è classificata seconda e ha vinto il premio caratterizzazione.

 

«Io sono nato dove non c'erano costrizioni».

Le occhiate della gente ti graffiano l’anima, mentre cammini a testa alta verso Azkaban: il gelo tenta di artigliarti le vesti, implacabile, incurante di te e dei tuoi passi.

[Come potevano chiamarlo il suo disonore? Era la cosa più preziosa che le restasse.]

Le guardie ti squadrano con sufficienza, mentre vai a ricoprirti d’infamia. Persino il lastricato sotto i tuoi piedi emana sofferenza.

[E il suo amore, rinchiuso, rinchiuso là dentro, ed era solo giustizia la sua, solo giustizia.]

Lo sguardo di Percival, di quella fierezza che è il vostro vanto, è l’unico a non tremare nel tuo mondo distrutto; tutta la tua forza riposa nei suoi occhi.

 

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Capitolo 2
*** «Le farfalle ubriache restano con le ali che sbattono». ***


Documento senza titolo

Questa storia, in realtà, è una double drabble; l'ho inserita per dare una certa simmetria alla raccolta, soprattutto dal punto di vista dei protagonisti.
Piccola nota: nella florigrafia, l'amarillide simboleggia la fierezza, l'adonide un ricordo doloroso, l'agrimonia gratitudine, l'artemisia beatitudine e l'asfodelo rimpianto; inoltre, gli ultimi due sono ingredienti del Distillato della Morte Vivente. I loro nomi iniziano tutti con la lettera a in omaggio ai figli, i cui nomi presentano questa particolarità.

 

«Le farfalle ubriache restano con le ali che sbattono».

Amarillidi, adonidi e agrimonie riposano sul bianco della sua tomba spoglia, nel giardino di cenere di Azkaban; i loro colori sembrano urlare sangue contro il cielo grigio che minaccia tempesta. Senti la pelle bruciare al contatto con la pietra fredda, quasi il tempo con lui ti sia stato strappato così violentemente da lasciare le tue mani escoriate e piangenti.

[Artemisia e asfodelo, a ricordarti quanto hai perso].

La tua voce si è persa tra le crepe del terreno; vorresti andare lì a cercarla e ritrovare il sorriso di Percival, e restare lì con lui, senza guardie e sbarre tra voi. Solo lui, i suoi occhi ridenti, e tu finalmente felice.

 

 

Il tuo pensiero è sempre a lui, in ogni tuo respiro, mentre stringi le labbra e soffochi le parole nei tuoi tappeti di silenzio e segreti.

[E Ariana non sorride, persa nell’orrore, è solo lei e le sue urla e i tuoi sguardi impotenti.]

È nel silenzio che la vedi tremare, dilaniata, perduta, e le tue mani non la raggiungono, quel tuo abbraccio è nel vuoto, troppo lontana, le tue labbra troppo chiuse.

[Dov’è finita la tua bambina, che correva per le strade con le labbra sporche di marmellata?]

Il tuo pensiero è sempre a lui, ma ti sembra che Azkaban, quel giorno, si sia chiusa intorno ad Ariana.

 

 

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Capitolo 3
*** «Quello che hai visto ricordalo, perché quello che non hai visto ritorna a volare nel vento». ***


Documento senza titolo

«Quello che hai visto ricordalo, perché quello che non hai visto ritorna a volare nel vento».

C’è un abbraccio, nei tuoi occhi, il giorno che Ariana soccombe all’orrore. Volevi solo tenerla stretta al tuo seno e sussurrarle dolcezza, come quando era in fasce; ma le parole si perdono nella tua rete di silenzi, e quel che resta è il terrore, e sguardi muti d’angoscia.

[E il suo sorriso che ritorna ai ricordi, così bello e innocente.]

Tutta la vita hai tentato di ridarle la pace; ma come avresti potuto trovarla, persa in mezzo all’Inferno?

[E rivedi anche Percival, il suo sguardo sereno in quel viso che ami.]

La stringi al tuo seno mormorando speranza, e ritorni alla terra, alla vita che hai perso.

 

 

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