Quindici passi

di Feel Good Inc
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***
Capitolo 10: *** X ***
Capitolo 11: *** XI ***
Capitolo 12: *** XII ***
Capitolo 13: *** XIII ***
Capitolo 14: *** XIV ***
Capitolo 15: *** XV ***



Capitolo 1
*** I ***


Soltanto gli uccelli neri gli facevano compagnia nel campo di grano.

Il suo compito in realtà era di scacciarli, ma in tutta sincerità non gli dispiaceva poi molto che se ne stessero lì. Oh, lo umiliavano, beninteso, e lo facevano sentire davvero inutile con il loro indifferente beccare sotto il suo naso, con i gracchi beffardi che gli strillavano e che gli traversavano il capo da parte a parte senza trovare ostacoli.

Ma la verità era che, senza quei corvi indisponenti, lo Spaventapasseri sarebbe rimasto completamente solo. E allora, forse, la sua testa vuota sarebbe pesata ancora di più.

Il terzo giorno, però, una bambina venne a sedersi sullo steccato.

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Non posso farci niente. La verità è che io sono follemente innamorata dello Spaventapasseri, e che non posso fare a meno di scrivere di lui, e che per lui mi sono persino azzardata ad iniziare una raccolta di drabble: io, che le drabble non so scriverle. Ma lo Spaventapasseri è lo Spaventapasseri, e così quando mi è venuta quest’idea non ho saputo rinunciarci.

Ogni drabble sarà incentrata su un diverso momento del romanzo: naturalmente questa riguarda l’inizio della storia dello Spaventapasseri, poco dopo esser stato impagliato e appeso al palo, prima che Dorothy lo tiri giù.

Desidero dedicare questa raccolta a twisted-wind, che direttamente da DeviantART è venuta a leggere le mie storie su EFP e, soprattutto, ha avuto l’idea meravigliosa e dolcissima di illustrarne alcune, quali 'Rust' (pagine una e due) e 'Nightmare': visitatela e amatela.

Alla prossima. Follow the yellow brick road ~

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Capitolo 2
*** II ***


Probabilmente qualcuno con un po’ di buonsenso avrebbe imparato dall’esperienza. Ma, in fondo, lui aveva la testa vuota. E sebbene fosse già caduto innumerevoli volte, seguitava immancabilmente a ruzzolare ad ogni pertugio della strada di mattoni gialli in cui mettesse i piedi, perché non aveva abbastanza senno da aggirarli o saltarli.

La bambina lo aiutava ad alzarsi ogni volta, sollevandolo con leggerezza da terra. In un primo momento aveva temuto che ridesse di lui: non avrebbe certo potuto biasimarla per questo – invece, restava in silenzio. Forse allora era arrabbiata.

« Mi dispiace di esser così stupido... » si scusò.

Ma Dorothy gli sorrise e lo prese per mano. « Così non cadrai più. »

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: tra i capitoli tre e quattro, quando lo Spaventapasseri e Dorothy viaggiano soli insieme alla volta della Città di Smeraldo, e lui continua ad inciampare e cadere senza che lei si stanchi mai di rialzarlo in piedi.

Perché sono troppo fluffosi, troppo dolci, e troppo spudoratamente canon. <3

Grazie ai lettori della prima drabble; e grazie a twisted-wind, per tutto. Lei sa a cosa mi riferisco. ^^

Hope you liked it ~

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Capitolo 3
*** III ***


Aveva sentito parlare dei ‘pranzi’ dal contadino. Lui non aveva bisogno di quella cosa che chiamavano cibo e che serviva a reggere in piedi gli esseri umani – però qualcosina al riguardo la sapeva. E non poteva lasciare che Dorothy morisse di fame.

Per questo motivo si era intrufolato in quel cespuglio e ora se ne stava di fronte a lei, le mani piene di lamponi, sorridente di fronte alla sua apprensione.

« Ma no, non mi fa male; i rovi non possono pungermi. Dai, prendine uno! »

Dorothy gli abbassò le mani e, invece, prima cominciò a toglier via ad una ad una le spine dalle sue braccia impagliate. Sorrise anche lei.

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: un qualsiasi momento del viaggio sulla strada di mattoni gialli.

Per tutto il corso del romanzo, è sempre lo Spaventapasseri a sgattaiolare nei posti più impensati per procurare le provviste a Dorothy: questo perché, lo dice lui stesso, lui non può farsi male con rovi e spine. E allora si rende utile all’amica in ogni modo, approfittando della propria impossibilità di sentire il dolore fisico. L’ho sempre detto che lo Spaventapasseri è un gentiluomo d’altri tempi. <3

Ringrazio come sempre tutti i lettori. Alla prossima ^^

Aya ~

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Capitolo 4
*** IV ***


Vi era un che di triste nel viso di Dorothy, quando finalmente si addormentò. L’aveva osservata a lungo girarsi e rigirarsi nel giaciglio come in preda a tormentosi pensieri; neppure il sonno sembrava portarle pace.

Lui era ancora là immobile nel suo cantuccio, a guardarla: non poteva sopportare di non sapere cosa la facesse stare così male. Al suo ennesimo sospiro, ricordò di quando gli aveva parlato del ‘Kansas’ e di quella zia Emma.

Poteva essere la nostalgia a farla soffrire?

La stessa che – forse – avrebbe poi fatto soffrire lui?

Le si avvicinò e le asciugò una lacrima dalla guancia.

Peccato. Senza un cervello, non l’avrebbe mai saputo.

 

[ 108 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: la notte che Dorothy e lo Spaventapasseri trascorrono nella capanna del Boscaiolo di latta, prima d’incontrarlo.

Perché lo Spaventapasseri passa tutte le notti a guardare Dorothy dormire, perché probabilmente soffre dei suoi sogni tristi, e perché sicuramente si è chiesto almeno una volta se anche lui, poi, quando lei sarà tornata a casa, sentirà la sua mancanza. <3

Grazie ad ogni lettore; e un grazie semplicemente immenso a twisted-wind per i suoi ultimi schizzi ispirati alle mie storie, uno dei quali si adatta particolarmente anche a questa drabble: ma come si fa a resistere allo Spaventapasseri x Dorothy? <3

Aya ~

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Capitolo 5
*** V ***


Era bizzarro, persino più di lui: un altro essere sintetico cui mancava un pezzo che lo facesse sentire umano. Ma soprattutto era bizzarro quel desiderio.

« Un cuore è importantissimo. È con il cuore che si vuol bene agli altri... »

« Forse è così, ma trovo che sia più importante avere un cervello. Come fai a voler bene a qualcuno, se non sai cosa significa? »

Dorothy distolse gli occhi da quelli sempre tristi del Boscaiolo di Latta, e guardò lui dispiaciuta.

« Ma allora tu non vuoi bene a nessuno, Spaventapasseri? »

... Forse il Boscaiolo di Latta si sbagliava.

Perché lui voleva bene a Dorothy anche senza un cuore, e anche senza capire.

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: dopo l’incontro con il Boscaiolo di Latta nel quinto capitolo.

Lo Spaventapasseri ed il Boscaiolo hanno realmente una discussione su questo argomento, discussione in cui Dorothy non sa se dare ragione all’uno o all’altro dei suoi amici. Ho sempre adorato quella parte del romanzo, poiché vengono messi in luce i contrasti tra ragione e sentimento che comunque sono componenti ugualmente importanti nell’essere umano; da tempo avevo in mente di scriverci su. Forse è venuta un po’ ermetica, però devo ammettere che non mi dispiace troppo questa drabble.

Spero possa piacere anche a voi :)

Aya ~

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Capitolo 6
*** VI ***


Non aveva ragione di essere così preoccupata; sapeva che quegli artigli non avrebbero potuto fargli alcun danno. Eppure aveva gridato quando quella zampata lo aveva scaraventato a terra, e ora che il Leone era entrato a far parte della compagnia, lei ancora si premurava di riassettargli la paglia e di assicurarsi che stesse bene.

« Ti ho già detto di star tranquilla. Dovresti dormire, Dorothy, ne hai bisogno. »

L’aiutò a distendersi nell’erba e la coprì di foglie morbide. Dorothy gli prese una mano e gli rivolse un sorriso insonnolito. Strano che per una volta anche un pupazzo come lui potesse sentire caldo.

« È solo che non sopporterei ti accadesse qualcosa. »

 

[ 109 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: dopo l’incontro con il Leone Codardo.

Il Leone inizialmente si atteggia a prepotente e per spaventare il gruppo di amici attacca lo Spaventapasseri e il Boscaiolo di Latta: con quest’ultimo gli artigli non servono a nulla, mentre lo Spaventapasseri si limita a rotolare al suolo, senza farsi male – ma ciò non impedisce a Dorothy di preoccuparsi soprattutto per lui (“Sei un codardo bell’e buono, ecco quello che sei […] E se penso che hai colpito una povera creatura impagliata come il mio Spaventapasseri…”, dal sesto capitolo ^^)

Ringrazio sempre per le letture!

Aya ~

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Capitolo 7
*** VII ***


Tanto valeva rassegnarsi a restare lì, nuovamente aggrappato a un palo.

Si tenne un po’ più stretto al remo infisso nel greto, vagando con gli occhi verso la riva opposta, dove c’era lei che piangeva.

Il suo viaggio dunque finiva qui. Non avrebbe mai incontrato il Mago di Oz; non avrebbe mai avuto un cervello. E non sarebbe più venuta Dorothy a liberarlo.

E in tutta sincerità, mentre il vento gli portava la voce triste della ragazzina che lo chiamava con tanto smisurato affetto, lo Spaventapasseri non avrebbe saputo dire quale delle due cose gli facesse più male.

Ma poi arrivò la Cicogna – e Dorothy lo salvò ancora una volta.

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: durante l’avventura sul fiume, nell’ottavo capitolo, quando lo Spaventapasseri per sospingere la zattera resta aggrappato al remo conficcato nel terreno, mentre i suoi amici vengono trasportati via dalla corrente – soltanto all’arrivo della Cicogna, Dorothy le chiederà di riportarlo da loro.

Questa drabble è, beh, una di quelle che mi convincono meno. Avrei voluto soffermarmi molto più a lungo sulla duplice sofferenza dello Spaventapasseri in questa situazione in cui ogni speranza per lui sembra perduta, sia l’avere ciò che desidera sia lo stare di nuovo insieme a Dorothy – ma il limite delle centodieci parole è veramente uno scoglio duro, e così non sono sicura di aver reso davvero ciò che volevo. Ma spero possa piacere comunque.

Grazie come sempre ai lettori!

Aya ~

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Capitolo 8
*** VIII ***


Aveva intuito che qualcosa non andava quando l’aveva vista chiudere gli occhi.

Non erano papaveri normali, aveva detto il Leone prima di correre via con la coda tra le zampe. Il Boscaiolo di Latta aveva cominciato a piangere, e le lacrime avevano sigillato le sue labbra, così che regnava un profondo silenzio mentre portavano via Dorothy.

Lo Spaventapasseri odiava il fatto di non poterla aiutare – quando Dorothy era sempre stata così gentile con lui, con tutti loro. Se solo avesse avuto dei polmoni, avrebbe respirato lui per lei.

Invece era inutile, ed era solo: e non poteva far altro che starle accanto, ad aspettare che si svegliasse e gli sorridesse.

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: tra i capitoli otto e nove, quando Dorothy cade addormentata nel campo dei papaveri avvelenati e i suoi amici la trasportano fin fuori dai confini, e là restano ad aspettare che si svegli.

Non so perché, ma mi fa tanta tristezza l’immagine di uno Spaventapasseri completamente solo – il Leone dorme molto più in là e il Boscaiolo, anche se ciò è un lieve What If, non può neppure consolarlo perché ha il viso arrugginito – che guarda Dorothy dormire di un sonno tanto simile alla morte sapendo di non poter fare nulla per svegliarla. Povero piccolo. <3 Pazzesco, soffrire per i sentimenti inespressi di un fantoccio di paglia. xD

Grazie a tutti i lettori, come sempre!

Aya ~

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Capitolo 9
*** IX ***


Più inutile di adesso non si era sentito mai, il che era tutto dire.

Già alla Città di Smeraldo aveva asserito di non poterli aiutare nella missione. Aveva tentato di riscattarsi strangolando i corvi; ma non era sorpreso che fosse finita così. Quando le Scimmie Alate lo avevano distrutto e disperso, il dolore più grande era stato quello di sapere Dorothy prigioniera della Strega dell’Ovest.

Eppure...

Si ritrovò improvvisamente cosciente ed integro. Si guardò intorno meravigliato, e vide la bambina accanto a sé, felice come non l’aveva mai vista.

« Quante volte ancora dovrò rimetterti in sesto? »

Non le rispose, distratto dal suo inconfondibile abbraccio leggero.

Sorrise. Era tornato.

 

[ 108 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: tra i capitoli dodici e tredici, dopo che Dorothy ha ucciso anche la Strega dell’Ovest.

All’inizio della missione affidata loro dal Mago, lo Spaventapasseri dichiara di essere completamente inutile, ma quando la Strega invia loro i corvi è lui a strangolarli; successivamente è di nuovo Dorothy a doverlo salvare, quando le Scimmie Alate disperdono la sua paglia e fanno di lui un fagotto appeso sopra un albero. Per farla breve, questi due continuano a salvarsi a vicenda, e io continuo a fangirlarci su. xD

Sempre più grazie a tutti i lettori!

Aya ~

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Capitolo 10
*** X ***


Applausi e festeggiamenti avevano salutato il loro ritorno. Dorothy diceva che non ce n’era bisogno, che in quel momento non avevano voglia di festeggiare, e che ognuno di loro voleva solo recarsi al cospetto del Mago a chiedere che mantenesse le sue promesse. Ma gli abitanti erano stati irremovibili.

La ragazzina si guardava intorno a disagio.

« Io non so ballare » sussurrò timidamente allo Spaventapasseri.

Lui le sorrise e le prese le mani nelle sue. « Nemmeno io. Ma siamo felici, e questo basta, giusto? »

Dorothy lo guardò e sembrò rincuorarsi. Ricambiò la stretta. Rise.

Le loro giravolte fecero esultare gli altri ballerini, mentre il Boscaiolo e il Leone li guardavano raggianti.

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: al ritorno dalla missione contro la Strega dell’Ovest, alla Città di Smeraldo, prima di ottenere l’ultima udienza presso il Mago.

Si tratta di un ipotetico ringraziamento da parte degli abitanti del regno ai quattro (cinque, se contiamo Totò ^^) eroi: un ballo in loro onore. Ci pensavo da una vita, a questa cosa. E dopotutto, mi dicevo, in tale frangente Dorothy non potrebbe danzare che con lo Spaventapasseri, dal momento che il Leone non ne avrebbe la capacità e il Boscaiolo non ne ha la fluidità di movimento. Lo so, sono fissata, pazza e pericolosa. Temetemi xD

Ammetto che questa drabble è molto meno introspettiva delle altre, e che dello Spaventapasseri, vero protagonista della raccolta, c’è poco e niente. Ma per una volta volevo mostrare semplicemente ciò che vedeva lui, direttamente dai suoi occhi: un momento di gioia in cui coinvolgere Dorothy. Dai che sarebbe fluffosa una scena così *-*

Mille grazie per le letture!

Aya ~

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Capitolo 11
*** XI ***


« Sono così felice per te. »

Lo Spaventapasseri si passò una mano sulla testa ruvida e percepì il rigonfio del suo nuovo cervello. Ce l’aveva fatta. Era intelligente. Era un uomo.

Dorothy gli sfiorò dolcemente il viso, leggera, per non sciuparne la pittura. La guardò e capì che era sincera. Che anche adesso era lì con lui, per lui, anche se il suo desiderio era di tornare a casa, anche se Oz non era il suo posto. Sì: Dorothy era felice per lui.

Si tenne la sua mano ben vicina, e si chiese perché, allora, i suoi occhi fossero così tristi.

 

[ 100 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: sedicesimo capitolo, dopo che il Mago di Oz ha riempito la testa dello Spaventapasseri con la mistura di aghi e spilli che lui chiama ‘cervello’.

Nel romanzo Dorothy dice allo Spaventapasseri che lei gli ha sempre voluto bene anche così, senza cervello; non c’è però un momento in cui si rallegra esplicitamente per il suo obiettivo raggiunto. Ecco perché ho scelto di rappresentare questa scena piuttosto che soffermarmi su quella sua frase.

E, naturalmente, nel finale gli occhi di Dorothy sono ‘tristi’ perché già immagina che tra poco anche lei riceverà il suo dono e dovrà andarsene via da Oz – non sapendo ancora che il volo in pallone fallirà – dicendo addio allo Spaventapasseri.

100 parole: yay, finalmente una drabble pura! :D

Trilioni di grazie a tutti i lettori. <3

Aya ~

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Capitolo 12
*** XII ***


« Se solo Dorothy accettasse di vivere per sempre alla Città di Smeraldo... » Un’esile speranza animava le sue parole. « Potremmo essere tutti felici. »

Era sciocco illudersi così. Eppure ormai era intelligente! Doveva affrontare la realtà, e rendersi conto che Dorothy non sarebbe mai rimasta lì – con lui.

La bambina alzò gli occhi lucidi sul trono ove lui sedeva. « Ma io non voglio rimanere qui. Voglio tornare nel Kansas dallo zio Henry e dalla zia Emma! »

E lo Spaventapasseri fu felice che il contadino gli avesse dipinto quel sorriso sul volto di tela, poiché così era più facile nascondere il dolore d’un cuore che non c’era e che però si spezzava.

 

[ 109 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: capitolo diciotto, dopo che il Mago se n’è andato da solo dal Paese (lasciando lo Spaventapasseri a regnare sulla Città di Smeraldo), nel corso di una riunione informale durante la quale il nuovo sovrano tira le somme della loro avventura e si rammarica che Dorothy non sia intenzionata a restare, perché così “potrebbero essere felici tutti quanti” (frase davvero presente nel romanzo).

Da notare che lo Spaventapasseri è l’unico ad esporre questa eventualità, cioè che l’amica rinunci a tornare nel Kansas; è evidente che lo muove quel sottile principio di egoismo che porta tutti gli innamorati a non volersi separare dalla persona amata, anche se questa è di un altro avviso. Sissì, sono definitivamente senza speranza xD Però è così e non si discute u_ù

Mancano solo tre capitoli alla conclusione, e mi auguro tanto che alla dolce twisted-wind la raccolta continui a piacere :D

Così come ringrazio, di nuovo, tutti i lettori!

Aya ~

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Capitolo 13
*** XIII ***


Era l’ultima notte che passavano insieme nel Regno di Oz. L’indomani avrebbero ottenuto udienza presso Glinda, e certo la buona Strega avrebbe trovato il modo di rimandare Dorothy nel Kansas.

Si domandava se fosse stato saggio accettare di accompagnarla al Sud. Non sarebbe mai riuscito a guardarla andare via. E ne era più che mai convinto ora, mentre sedevano insieme sui gradini del palazzo, al buio, il visetto di Dorothy contro il suo petto, il guanto di lui che le circondava la piccola mano calda.

Quella notte ‘non sarebbe riuscita a dormire senza di lui’, gli aveva detto.

Lo Spaventapasseri, senza Dorothy, non credeva che sarebbe più riuscito a vivere.

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: durante un’ipotetica notte precedente all’incontro di Dorothy con Glinda, la Strega del Sud che le rivelerà il segreto delle scarpette d’argento in grado di farle oltrepassare i confini del Regno di Oz.

In realtà, quando il gruppo di avventurieri giunge nel Paese dei Gingillini (o con qualunque nome conosciate i sudditi di Glinda: dipende dalla traduzione di turno xD), la Strega buona li riceve subito, senza farli attendere: ma mi piace l’idea di un momento in cui Dorothy e lo Spaventapasseri, consapevoli di non avere più tempo, restano soli e si dicono in silenzio ciò che non si sono mai detti. Aww. Li amo <3

Thank you for reading!

Aya ~

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Capitolo 14
*** XIV ***


Rosse come fragole, le sue guance morbide erano solcate di lacrime. L’aveva vista piangere già mentre baciava il Boscaiolo e il Leone, ma adesso che piangeva guardando lui era ancor più insopportabile. Le passò i guanti sul viso: poteva quasi sentirne il calore.

« Va tutto bene. Non mi dimenticherò di te. Non ho più la testa vuota. »

Dorothy sorrise triste, annuì e strinse le sue mani. « So che non lo farai. »

Lo abbracciò soltanto, perché non voleva rovinargli i colori del volto baciandolo – si stava già voltando quando ci ripensò.

Mentre la bocca di lei sfiorava la sua, lo Spaventapasseri rimpianse di non poter piangere a sua volta.

 

[ 108 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: dopo il colloquio con Glinda, prima che Dorothy batta insieme i tacchi delle scarpette d’argento e torni nel Kansas.

Nel romanzo Dorothy abbraccia lo Spaventapasseri senza baciarlo, perché il suo viso è dipinto e lei non vuole rischiare di sciuparlo. Nel film invece lo bacia con una dolcezza infinita e gli sussurra la famosa frase Tu mi mancherai più di tutti. Ho battuto e ribattuto sul tema del loro addio, ci ho scritto storie in tutte le salse, e qui per la prima volta ho tentato una via di mezzo tra le due versioni. Sì, magari non è molto originale, ma cercate di capire – non potevo non inserire una drabble sul loro ultimo momento insieme. <3

Il prossimo sarà l’ultimo capitolo. A presto!

Aya ~

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Capitolo 15
*** XV ***


In realtà, si sentiva perfettamente uguale a com’era prima. Aveva scoperto che avere un cervello non lo rendeva diverso; lo faceva soltanto soffrire un po’ di più.

Da stupido non avrebbe potuto capire il dolore che gli avrebbe portato il dire addio a Dorothy. Adesso che sapeva giudicare razionalmente ogni sentimento, ogni emozione, ogni ricordo, pensare a lei faceva più male che mai. Molto più dei corvi, delle Scimmie Alate, persino del fuoco.

Ma in fondo, già, lo Spaventapasseri non era cambiato: riusciva sempre a sperare, nonostante tutto.

Forse un giorno sarebbe tornata.

Forse era lei, quella bambina che vedeva dall’alto del suo vecchio palo sulla strada di mattoni gialli...

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: dopo il ritorno di Dorothy nel Kansas, nel momento del suo ritorno al Paese di Oz. Perché Dorothy torna ad Oz. Non ho ancora letto, purtroppo, i successivi libri della saga di Baum, dunque non conosco le precise circostanze – ma so benissimo che lei è tornata e ha rincontrato i suoi vecchi amici, e anche che alla fine è rimasta per sempre con loro. Awww. ^__^

Con quest’ultima drabble si chiude la raccolta. È stato interessante tentare di sintetizzare la figura dello Spaventapasseri in tanti capitoletti che non potevano superare le centodieci parole, soprattutto perché quando si tratta di lui io tendo ad essere molto prolissa; mi auguro solo di essere riuscita a renderlo almeno un po’, e soprattutto a rendere ciò che lo lega a Dorothy: perché io ho supportato questo pairing persino prima di sapere cosa fosse un pairing, perché li ho sempre amati insieme e perché ho sempre amato lui, soprattutto, dapprima nella cinematografica e meravigliosa figura di Ray Bolger e poi in quella del dolcissimo uomo di paglia creato da Lyman Frank Baum per i suoi romanzi (che leggerò, presto, perché quell’uomo era un genio).

Un saluto e un ringraziamento a twisted-wind, di nuovo, per essere la lettrice speciale quale è e per il suo apprezzare e sostenere le mie storielle senza né capo né coda.

E un grazie anche a tutti voi lettori, naturalmente.

Sayonara minna!

Aya ~

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