Un Serial Killer a Forks

di piemme
(/viewuser.php?uid=89240)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap 3 ***
Capitolo 4: *** Cap 4 ***
Capitolo 5: *** Cap 5 ***
Capitolo 6: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Cap 1 ***


Un serial killer a Forks
Grafica con effetti glitter

Cap 1

 

Era più di un mese che mi trovavo qui a Forks. Osservavo e seguivo costantemente Isabella Swan dappertutto. Non c’era differenza tra il giorno e la notte. Sapevo che accettare, avrebbe significato perdere molto tempo ma era un modo come un altro per uscire da quella bolgia infernale di New York, dove ormai vivevamo come automi, estraniati dalla vita e catapultati in un mondo di solitudine e degrado sociale. La differenza tra New York e Forks non stava solo nel tempo sempre grigio e ombroso ma anche nell’ambiente pressoché intatto del passare degli anni e restio a qualsiasi tipo di cambiamento. Certo ambientarsi qui non è stato per niente facile. Si conoscevano tutti e mimetizzarsi con le persone del luogo è stata un’impresa alquanto ardua, resa ancora più difficile dal fatto che la suddetta ragazza, Isabella Swan, per gli amici Bella, era figlia del capo della polizia. Ironia della sorte!! Purtroppo nemmeno il suo burbero ma sensibile papà l’avrebbero salvata dalla sua sorte ormai segnata da tempo. Bella doveva morire. Ed io ero lì per questo, per dare la morte ad una giovane e carina ragazza americana. Forse non conosceva niente della vita, forse non aveva visto il mondo ma purtroppo non avrebbe più avuto il tempo e il modo per farlo perché io, Edward Cullen, il più grande serial killer di professione avevo ricevuto l’ordine di uccidere la povera ragazza ignara della sua sorte amara. Per me era una come tante….le tante che avevo ucciso…le tante che avevano visto i miei occhi verdi scrutarle nell’ora della loro morte..le tante che mi imploravano di risparmiarle…le tante che non erano mai state ritrovate e le tante che mi appaiono molte volte nei sogni o negli incubi come cacciatrici di un mostro orrendo che le aveva tolto loro la vita. Per quale motivo? Questo era semplice: i soldi. Ero pagato profumatamente e quindi davo tutto me stesso nel lavoro. I soldi fanno girare il mondo,dicevano. E fanno anche morire il mondo. Benvenuti nel mio mondo!

Lo so, lo so cosa state pensando: “ma deve continuare le altre ff?” Si, vero, prometto che nella prox settimana posterò ma per ora mi è venuta in mente questa! Boh!! Fatemi sapere se vi piace e se posso continuarla. Baci a tutti!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap 2 ***


Un serial killer a Forks
Grafica con effetti glitter

Cap 2

 

Nemmeno l’acqua della doccia riusciva a darmi sollievo quando mi svegliavo distrutto da quegli occhi che mi fissavano spaventati e persi nel buio dell’abisso in cui stavano cadendo. Gli occhi di coloro che avevo ucciso mi perseguitavano ogni notte. All’inizio uccidevo premendo un semplice grilletto o affondando un pugnale nella schiena. Ma quando mi resi conto che quegli occhi non mi lasciavano più, cambiai tecnica. Soffocavo le mie vittime con una sciarpa. Alquanto ridicolo ma per un po’ sembrò funzionare. Fino a quando qualche corpo non cadeva riverso a terra con il viso verso il mio. E allora lì, i loro occhi erano ancora più pungenti. Le orbite uscite fuori per lo sforzo di resistere, mi provocavano un tumulto nel cuore difficile da sradicare. I loro occhi erano le loro anime. Le anime che mi dannavano per l’eternità. Lo specchio rifletteva l’immagine di un uomo senza volto, senza anima, senza coscienza. Cos’era questa benedetta coscienza se non quella voce interiore che ti avrebbe divorato pian pian per tutta la tua stramaledettissima vita?? Era così, lo sapevo. Io ero un mostro e quegli occhi mi avrebbero portato in un tunnel da cui difficilmente sarei riemerso. Guardai quel volto. Il volto di un assassino.  Quello non era un essere umano ma un terribile sbaglio della natura. La natura così perfetta, così imprevedibile nel suo essere, aveva creato un abominio come me. Per questo avevo accettato l’incarico di Forks, volevo staccare da New York. Ma mi resi sempre più conto che era impossibile sfuggire ai propri incubi, fuggendo da te stesso. Sentì lo squillo del cellulare.

“Pronto?”

“Edward allora???”

“Buongiorno anche a te Rosalie!” il mio capo, Rosalie Hale era una bionda tutto pepe, molto intransigente. Sposata con Emmett, un tranquillo cittadino ignaro di tutto, faceva quasi un vanto del suo lavoro. Ridicola!! Come poteva pensare di fare un vanto di ciò che faceva??

“Non cambiare discorso! Sai cosa intendo.”

“No, ancora niente Rose. Il canarino non è nella gabbia ma sto provando a catturarlo. Sai è difficile.” La buttai lì, sapevo di non poter esagerare per telefono.

“Ti consiglio di metterlo subito in gabbia o sarò costretta a farti ritornare qui.” E chiuse la telefonata. Maledetta stupida!! Non era facile mimetizzarsi in questa piccola cittadina. Si conoscevano tutti e tutti spettegolavano di tutto. Non dovevo assolutamente dare nell’occhio e..

“Pronto?”

“Edward sei ufficialmente uno studente della High School Forks!”

“Io!!” quasi urlai dal disappunto. “Ma se mi sembro tuo nonno! Come farò ad impersonare uno studente di 17 anni???”

“Come hai sempre fatto!!” e di nuovo il click della cornetta. Maledetta! Sbattei il telefono per terra rabbioso. Riflettei sul da farsi e optai che forse era l’idea migliore. Mi ricordai dei tempi in cui frequentavo le scuole superiori. Ero il più ammirato, ero il leader della scuola. Le ragazze mi sbavavano dietro ed i ragazzi mi invidiavano. In fondo non sarebbe poi stato così difficile. Sarei riuscito ad avvicinare Bella e magari invitandola su qualche sentiero scosceso, nessuno mi avrebbe visto darle una bella spinta per ammirare meglio il panorama. Mi preparai in fretta per attuare il mio piano. Forks High School preparati al tuo peggior anno scolastico!!

 

La scuola era davvero un schifo ma cosa potevo pretendere da una cittadina di pochi abitanti e poco spazio all’immaginazione?? Gli sguardi stupiti dei ragazzi mi seguirono per tutto il percorso. Lo stupore del nuovo arrivato correva da viso in viso, stupiti e incantati. Già incantati. Un nuovo ragazzo, un nuovo giocattolino con cui intrattenersi. Non sapevano quanto si sbagliassero.

“Benvenuto alla Forks High School signor Cullen” la segretaria mi porgeva i documenti che avrei dovuto firmare per la mia iscrizione, preceduti da tutta la documentazione e una carta d’identità, ovviamente falsa, che attestava la mia età, 17 anni. Rosalie aveva già provveduto a tutto. Davvero efficiente, non c’era niente da dire! Mi apprestai a seguire la mia prima lezione: biologia. Chissà se anche Bella frequentava la stessa classe?? Sentivo gli sguardi delle ragazze farsi più insistenti. Gridolini e sospiri arrivavano alle mie orecchie. Mi facevano sorridere, non immaginavano neanche lontanamente con quale essere mostruoso avrebbero avuto a che fare. La loro vita era come un bastoncino nelle mie mani. Sorrisi amaramente e mi voltai per dare ad almeno una di loro, lo sguardo tanto agognato. Ed eccola lì, la mia preda. Colei per cui mi trovavo in questo buco del mondo dimenticato da tutti. Bella Swan camminava con passo poco deciso verso l’aula di biologia. E finalmente capì che quello era il mio giorno fortunato… ma non il suo! Entrai lanciando rapide occhiate alla classe. E notai il posto libero vicino a Bella. Mi accomodai fissandola ma lei non si accorse nemmeno. Disegnava distrattamente su un block notes.

“Ciao.” Dissi quasi intimorito. Alzò finalmente lo sguardo e notai che aveva gli occhi lucidi. “Sono Edward Cullen. Tu, tu sei Bella?” Porca miseria! Ma che stavo facendo??? Mi ero tradito così senza pensarci.

“Come fai a sapere il mio nome?” la ragazza stava sulla difensiva, guardinga.

“Beh…l’ho sentito dai tuoi compagni.”

“In realtà mi chiamo Isabella ma preferisco Bella.”

“Ok. Ti piace la pioggia?”

“Ehm..scusami, ma non mi va di fare conversazione.” E chiuse definitivamente il dialogo. Avevo già capito una cosa: potevo ucciderla senza provare il ben che minimo rimorso tanto che era acida. Non le rivolsi più la parola ma notai che era molto nervosa. Forse era la mia vicinanza che le procurava quest’effetto? Può darsi. Magari percepiva la mia cattiveria. All’uscita Bella camminava con la testa china e per poco non andò a sbattere contro un ragazzo. Si avviò al suo armadietto ed estrasse una foto. La accarezzò come fosse una preziosa reliquia ma con forza la gettò all’interno del suo armadietto. Forse avevo capito di cosa si trattasse. Il suo ragazzo: Jacob Black. C’era qualcosa che non andava con Black, il ragazzo indiano che frequentava da tempo. Si avviò verso la mensa ma non si fermò. Prese una mela e uscì fuori. La seguì non facendomi notare. Dovevo assolutamente trovare una strategia per far in modo che Bella si fidasse di me. Si ma quale?

“Ehi…Cullen?” mi girai di scatto e lei era d’avanti a me che mi guardava con quei suoi occhioni color cioccolato. “Ti chiedo scusa per averti risposto in quel modo. Non ne era mia intenzione. Ma ero nervosa.”

“Non ti preoccupare. Può succedere.”

“Ok…cosa fai?”

“Niente. Prendevo un po’ di sole. Fa bene stare all’aria aperta.”

“Già.”

“Tu come stai?”

“Eh? Perché me lo chiedi?”

“Perché si vede lontano un miglio che ti preoccupa qualcosa.”

“Beh..si..cioè no..non lo so…il mio ragazzo Jacob. E’ un bastardo!” Benissimo!!

“Se posso chiedertelo: come mai?”

“Diciamo che mi ha tradito…” tasto dolente.

“Ah! Quindi ora ti sta chiedendo scusa?”

“Si ma io non voglio vederlo.”

“Non so cosa sia successo di preciso ma forse dovresti dargli qualche possibilità.”

“No, deve crepare!” Gran bel tipino la piccola ragazza americana!

“Ah..ok…”

“Ti prego… assecondami…”

“Eh?” non capì cosa intendesse ma le sue mani si insinuarono tra i miei capelli e la sua bocca irruppe sulla mia. Un bacio! Bella mi stava baciando! Scompigliava i miei capelli e mi attirava a se. Non potei fare altro che abbracciarla e bearmi di quel bacio splendido. Ma non feci in tempo a gustare quelle labbra morbide che sentì delle mani spingermi con forza giù.

“Bella ma che stai facendo??” un ragazzo moro dai lineamenti indiani mi scrutava dall’alto verso il basso con fare rabbioso. Jacob! Si la piccola bambolina mi aveva usato! Ci sapeva fare! Bella si avvicinò  a me.

“Ma sei un cretino Jake! Edward come stai?”  Decisamente avevo vissuto momenti migliori.

“Tutto bene!”

“Razza di pervertito senza cervello! Potevi fargli male!” Bella si stava scagliando contro il suo ragazzo Ken-di-Barbie, urlando e sbraitando. Non sapeva che avrei potuto ucciderlo in qualsiasi momento.

“Non ti preoccupare Bella..io…ora vado” guardai Jake che continuava a fissarmi con uno sguardo carico d’odio. La sua vita non si sarebbe spezzata solo perché lui era niente per me. Io volevo Bella. Me ne andai ma continuai ad osservare la scena. Litigavano furiosamente e Bella lanciò qualcosa addosso a Jacob per poi tornare dentro. Il primo approccio con Bella sembrava aver portato qualcosa ma l’arrivo di Jacob aveva fatto nascere in me la consapevolezza dell’arma da usare per arrivare a Bella. La seduzione.

 

Avevo pronto questo cap quindi eccolo a voi!! Grazie mille per le belle recensioni harrytat (grazie Tesoro per la mail!), SaraCullen_ (spero sia piaciuto!Grazie!),  JP piu semplice di cosi (si, sono tutti umani e…non so se alla fine la ucciderà! Grazie!), giova71 (sono contenta che mi segui sempre, sei un Tesoro! Grazie!),  MissFify (eccoti qui! Grazie!). E grazie a tutti!

Notte e alla prox!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap 3 ***


Un serial killer a Forks
Crea il tuo Blingee personale

Cap 3

Rating rosso per scene violente.

 

Dedico questo cap alla mia beta MaryAc_Cullen, ringraziandola per la sua enorme pazienza e incoraggiandola a non mollare mai.

 

Cap 3

 

Uno schiaffo. Uno schiaffo sul viso, uno schiaffo alla mia anima. La mia anima deturpata dagli orrendi delitti commessi. Dannatamente pesante come tutta la mia vita. Rosalie mi guardava furiosa con la mano ancora alzata.

“Sei uno stupido Edward!! Uno stupido e ridicolo bamboccio!!! Hai mandato tutto a puttane per le tue paranoie!!” Mi guardava con gli occhi carichi di odio.

“Rose stai esagerando.” Jasper tentava invano di prendere le mie difese.

“Tu stai zitto!! Lo abbiamo accettato come un fratello dopo la morte dei suoi genitori. Lo abbiamo addestrato ed è diventato uno dei migliori serial killer del paese e lui che fa??? Manda a monte un omicidio! Per cosa? Le ricordava sua nonna!! Cioè… grrrr!!! Sua nonna capisci Jazz, SUA NONNA CAZZO!!” sbatté i pugni sulla scrivania. “Sei un emerito cretino. Dovresti ringraziarci per quello che abbiamo fatto per te! Maledizione!” I suoi occhi erano furenti. “Forse dovevamo lasciarti moribondo accanto a quegli stupidi dei tuoi genitori!! Dei deboli che non sono riusciti a sostenere questa vita! Vuoi fare la loro fine??” Non riuscì più a sentire e capire niente. Con un balzo fui davanti a lei, impossessato da una rabbia crescente. Le puntai il dito contro, occhi con occhi, rabbia con rabbia, dolore contro cattiveria.

“Se dirai ancora altro sui miei genitori, puoi già considerarti morta!” tuonai con una voce gelida e pungente. In un baleno, caddi a terra. Rosalie era riuscita ad atterrarmi in un minuto e in un sol colpo. Si avvicinò al mio viso stringendo tra le dita la mia bocca.

“Tu sei avvertito. Sbaglia di nuovo e non avrò pietà, stupido bamboccio viziato!” mi liberò e stava per andarsene, quando torno sui suoi passi.

Cullen cambia aria. Domani partirai per Forks. Devi uccidere una ragazzina di 17 anni. Cosa da niente.”

“Diciassette anni?Perché?”

“Sì, c’è qualche altra cosa che non sappiamo? Non vuoi ucciderla perché ti sembra uguale a tua zia o cosa??” di nuovo quegli occhi freddi e incostanti. Si avvicinò alla porta “La ucciderai non voglio questioni!” e sbatté la porta con una tale violenza da far cadere un quadro appeso.

“L’hai fatta grossa Eddy.” Jasper sembrava dispiaciuto ma anche lui come me conosceva Rosalie e sapeva che non si poteva scherzare con lei.

 

Ora mi trovavo qui, in questo buco di paese, a spiare una ragazzina dall’apparenza imbranata ma che sembrava un diavoletto. Non mi aspettavo quel bacio. Mi aveva lasciato spiazzato. Non avevo ancora trovato una strategia per ucciderla ma mi sembrava alquanto ardua l’impresa. Era sempre insieme con qualcuno e in casa, suo padre era sempre attento e vigile. Non potevo fare nessun passo falso altrimenti mi avrebbero scoperto. Certo, l’iscrizione a scuola non era stata un’idea geniale, usare il mio vero nome ancora meno geniale. Dovevo interpretare la parte di un ragazzino di 17 anni mentre io ne avevo 25, gran bell’idea! Cominciavo a sospettare delle vere capacità di Rosalie.  Ma in qualche modo dovevo arrivare a Bella. Mi trovavo sempre a osservarla in questo boschetto nelle vicinanze di casa sua, ma non avevo fatto nessun miglioramento. Forse aveva ragione Rose, forse ero un’incapace come i miei genitori che non avevano sopportato più questa vita e si erano sparati un colpo di pistola in bocca. E tanti saluti ai suonatori!! Questa vita mi stava distruggendo. Non riuscivo più a capire, dove stava il bene e dove stava il male. C’erano troppo passi che mi dividevano dal bene e una linea sottile che si rafforzava sempre di più, giorno dopo giorno. Cercai Bella con il mirino del fucile preparato verso casa Swan ma non riuscivo mai a trovarla davanti alla finestra. Immaginava che io fossi fuori? Non credo. Perché mai doveva sospettare una cosa del genere? Sentì un rumore. Mi allontanai dal fucile e mi acquattai dietro un albero. Una ragazza.

“Ehi! So che sei là… vieni fuori! Me la offri una sigaretta?” ma come diavolo mi aveva visto?? In questa città sarebbe stato difficile passare inosservato. Nessuno si faceva i fatti suoi!!

“Ciao.” Mi sembrava di conoscerla. “Tu chi sei?”

“Mi chiamo Tanya e frequentiamo gli stessi corsi.” Capito! Quella deficiente che mi mangiava con gli occhi!

“No, non mi ricordo” feci il vago, doveva assolutamente andarsene.

“Ok… ma me la dai allora una sigaretta?” di malavoglia gliene offrì una.

“Come mai stai qui?”

“Mi piace l’aria fresca.”

“No dicevo a Forks.” Bella domanda, cazzo ora cosa gli avrei risposto?

“Avevo bisogno di cambiare aria”

“Sei di New York?” troppe domande.

“Senti non mi va di fare conversazione.”

“Ehi ehi… come siamo suscettibili!! Era solo per fare amicizia!” amicizia?? Tsh!! Se sapessi chi sono io, staresti lontana mille miglia!

“D’accordo ma ti consiglio di andare via. Potresti incontrare gente cattiva”

“Gente cattiva?? Qui a Forks?? Ah ah ah!! Cocco, non siamo a New York, qui il massimo che possa succedere è vedere un orso sbranare un alce!” o un serial killer uccidere un’innocente ragazza.

“Allora stai attenta o l’orso potrebbe sbranarti.”

“Se quell’orso sei tu mi farei sbranare volentieri.” Oh oh oh! Cominciavo a capire, dove volesse andare a parare!

Tanya vattene!” le ringhiai contro ma lei per tutta risposta si avvicinò con fare sicuro e sensuale.

“Perché altrimenti che mi farai? Mi sculaccerai?” insolente! Si leccava il dito con fare provocatorio. Una bambina davvero insolente! Mi sfidava?? Se ne sarebbe pentita! Le presi le mani girandole dietro la schiena e la sbattei contro l’albero. Percorsi con le mani i suoi fianchi risalendo fino al seno palpandolo. Non c’era che dire, era ben messa.

“Volevi questo?” continuai a spremere quel ben di dio leccandole il collo. “Apri le gambe.” Non se lo fece ripetere.  La penetrai violentemente da dietro. Ogni mia spinta la faceva gemere di un piacere che la inebriava. Spingevo forte, veloce, la mordevo sul collo, le palpavo i capezzoli in modo selvaggio. Doveva capire con chi aveva a che fare. Ma invece che aver paura, la attraevo di più. Come una calamita, sembrava volerne ancora. Non conosceva nemmeno il mio nome e godeva come una puttana in calore. Il mio orgasmo salì impetuoso insieme con quello della ragazza. Girò il viso stanca ma soddisfatta. Fu allora che accadde quello che dovevo evitare e per il quale dovevo stare attento. Il fucile. Aveva visto il fucile puntato verso casa Swan. Girò lentamente lo sguardo che si posò sui miei occhi. Atterrita, terrorizzata, traumatizzata. Si dice che a tutte le persone uccise, rimangano negli occhi il volto del loro assassino. Quegli occhi mi avrebbero perseguitato per sempre. Occhi innocenti che mi scrutavano l’anima. Anima persa nei meandri del buio assurdo e portatore di morte. Un attimo. Bastava un attimo per spezzare una vita. Bastava un semplice click o una pugnalata e quegli occhi si riempivano di rosso. Rosso vivo, rosso sangue. Non fece nemmeno in tempo a gridare  aiuto che le piantai un pugnale in piena pancia. Risalì lentamente con la lama mentre i suoi occhi, che ormai stavano abbandonando la vita, mi scrutavano come per chiedermi perché. Non sarei mai riuscito a risponderle. Ci saranno sempre delle domande a cui non potremmo mai dare una risposta.

“Mi dispiace…” le sussurrai “vedrai finirà subito.” Era morta. Tra le mie braccia. Gli occhi aperti mi scrutavano dall’abisso della morte. Indugiai un attimo. La fissai. Le emozioni erano tante. Era innocente, bella. Era morta solo per aver visto troppo. La vita, a volte, poteva essere dura per molti di noi. Con lei, lo era stata di più. Morire per una scopata. L’assurdo della situazione. Godimento e morte. Probabilmente camminavano di pari passo. Forse era arrivata la sua ora. Chissà. Ma ora mi dovevo sbarazzare del corpo per non dare troppo nell’occhio. La caricai sulla schiena, cercando di non farmi vedere e di non sporcarmi. La chiusi nel cofano, presi tutto e m’incamminai verso la statale che portava a La Push. Avevo bisogno di una bella doccia. Mi ci voleva proprio. Accidenti! Un posto di blocco! Maledizione! Questa non ci voleva proprio. Due omicidi in mezz’ora! Avrei battuto persino Jasper! E la sfortuna bussava sempre due volte! Il padre di Bella! Il poliziotto mi fermò sul ciglio della strada.

“Salve.” Ok ci vuole molta calma, calma, calma e sangue freddo.

“Documenti per favore.” Mi disse in tono grave, avevo già pronta la pistola. Lesse attentamente.

“Sei il nuovo arrivato. Come mai in giro a quest’ora?”

“Non avevo sonno. Di solito a New York, uscivo spesso la notte.” Avevo degli omicidi da fare.

“Uhm… ok… per questa volta puoi andare.” stavo già avviando il motore quando… ”Ehi… hai lasciato qualcosa fuori dal cofano, ti conviene inserirla bene.” Porca miseria!!! Non poteva essere!! No, maledizione!! Scesi lentamente dalla macchina, aprì il cofano e con nonchalance rimisi il pezzo di stoffa del vestito di quella sciacquetta all’interno approfittando del fatto che capo Swan controllasse le gomme.

“Ok… puoi andare stavolta” mi guardava in modo strano “Ah… ti terrò d’occhio Cullen...” Perfetto!! Davvero perfetto!!! Salì in macchina, ingranai la prima e quando mi resi conto di non esser visto più da nessuno, sfrecciai come il vento verso la scogliera di La Push. Dovevo disfarmi del corpo immediatamente prima che potesse accadere niente di grave. Gettai il corpo della tipa giù e il mare la prese con sé come se facesse già parte del mondo marino. Chissà cosa nascondevano quelle acque. Quali torbidi omicidi e orrori. Mi ridestai dal mio sproloquio mentale e ritornai nella casetta appena affittata. Dopo una bella doccia, avrei fatto un bel sonno. Sperando che quegli occhi non ritornassero a farmi compagnia nella notte buia e oscura di Forks.

Ovviamente mi dovevo aspettare che in una cittadina così piccola, la voce di una sparizione sarebbe presto circolata. I ragazzi erano tutti in fermento, non si faceva altro che parlare di Tanya. Non era rientrata a casa e nessuno sapeva, dove fosse. Speravo che il mare avesse portato via il corpo.

“Ciao” Bella Swan, la mia prossima vittima, stava innanzi a me con un sorriso stupendo sul volto dolce e candido.

“Ciao.”

“Hai sentito cosa è successo?”

“Che cosa è successo?” facevo il finto tonto ma in realtà ero molto nervoso. Speravo che Bella non se ne accorgesse.

“Ne parla tutta la scuola. E’ scomparsa Tanya. Tanya Denali.”

“Mi dispiace.” Già, mi dispiaceva davvero.

“Ti dispiace per cosa? Non conosci Tanya! E’ una troia. Sparisce per giorni interi!” Ah!

“Quindi perché tutta la scuola è in subbuglio?”

“Perché non ha lasciato niente di scritto come fa sempre.” Maledizione!! Dovevo provvedere. Per non destare sospetti.

“Vedrai che sarà in giro.”

“Già! So che hai conosciuto mio padre… tipo rompiscatole…”  vero!

“Sì ma non mi sembra rompiscatole.”

“Questo lo dici tu perché non ci vivi insieme! Tu? I tuoi genitori dove sono? Sei solo a Forks?” Ovviamente iniziava la parte di attore radicato in me da anni. Almeno in parte.

“Sì, sono solo. I miei genitori sono morti.”

“Oh… mi… mi dispiace… non lo sapevo.”

“Fa niente.”

“Senti, stasera c’è una festa. Ti va di venire?”

“Il tuo ragazzo lo sa?”

“Hai paura di qualche pugno in faccia?” sicuramente!!

“Figurati e solo che non voglio creare scompiglio, tutto qui.”

“Non stiamo più insieme. Quindi non ti preoccupare. Allora ci vieni?”

“D’accordo.”

“Allora passami a prendere per le otto. Ciaoooo!!” e si allontanò correndo con un sorriso stampato in faccia. Forse non avevo bisogno della mia arma da seduttore. Bella si stava buttando tra le mie braccia. Pensai all’ironia della sorte. Bella stava invitando il suo carnefice a una festa. Forse sarebbe stata l’ultima festa per lei.

 

Rieccomi! Grazie a tutte, preferite, seguite e ricordate!

Grazie per le recensioni a:

 giova71: lo scopriremo in seguito perchè deve ucciderla..ih ih ih..grazie Tesoro!

 MaryAc_Cullen: te lo dedico con piacere il cap, sperando che tu non voglia imitare Edward nell’omicidio..ih ih ih! Grazie tesoro!

 harrytat: Tesoro, non so se ti piacerebbe avere Edward killer alle costole..o si?? ;) grazie!

ubRiaKinA: ci sarà una sorpresa perchè Bella non è molto innocente come vuole far credere…di più non so!! Ih ih ih!! Grazie!

 coldrina: Eddy sa chi vuole uccidere Bella..ma non me lo vuole dire!!Segreto professionale! Ih ih ih!! Grazie!

vanderbit: ti è piaciuto il cap?? Jake è già fuori..di testa!! Grazie!

 MissFify: spero che questo cap ti sia piaciuto! Grazie!

cinzia818: spero di aver risposto almeno in parte alle tue domande…nei prox caps si capirà meglio la situazione..grazie!

 hopelove: Tesoro, ho l’impressione che il caro Eddyno ci affascinerebbe anche in mutande leopardate e borchie! Ma mai quanto Robert Pazzon! Un bacione!! Grazie!

Lalayasha: ho risposto almeno in parte alle tue domande?? Baci e grazie per tutte le recensioni alle mie storie!

 Serena Van Der Woodsen : che bello! Ci sei anche tu!! Ti adoro tesoro! Grazie!!

 consu: Bella ne sa una più del diavolo…altro che innocente…grazie!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap 4 ***


Un serial killer a Forks
Grafica con effetti glitter

Cap 4

Cap 4

 

Dovevo assolutamente trovare un rimedio alla sparizione di Tanya. Bella mi aveva detto che lo faceva spesso, lasciando un bigliettino e quindi tranquillizzando tutti. Andai in segreteria. Dovevo scoprire dove abitasse Tanya. La segretaria, una certa signorina Cooper era intenta a lavorare davanti al pc.

“Buongiorno” alzò gli occhi distrattamente ma appena il suo sguardo si posò su di me, sobbalzò. Avevo fatto colpo con il mio solito sorriso sghembo. Tipico delle donne.  “Sono Edward Cullen. Le dispiacerebbe darmi l’indirizzo di Tanya Denali. Mi ha prestato il suo quaderno degli appunti e siccome non è venuta oggi, pensavo di portarglielo a casa.” Avanti! Su! Sorriso da affascinante bastardo ed è fatta.

“Beh… sì… cioè… eccolo… un attimo” la poveretta si stava confondendo. Facevo quest’effetto a molte donne. “Ecco… 21 Jump Street.”

“Grazie mille. Lei è una persona gentilissima nonché molto operativa e professionale.” Qualche complimento a una zitella acida non faceva mai male. E poi mi poteva servire di nuovo.

“Oh… gra… gr… grazie…” diventò paonazza dalla vergogna mentre il mio sorriso non la abbandonava. Uscì salutandola con la mano. Il primo ostacolo era stato superato. Ora dovevo andare a casa Denali e controllare la situazione. Una volta lì, costatai che non c’erano macchine della polizia o quantomeno il padre di Bella ancora non era in allerta. Entrai dal retro giardino. La casa era vuota. Forse stavano lavorando. Misi i guanti e tolsi le scarpe inserendole nello zaino. Aprì la serratura della porta con una carta di credito. Già, trucchi del mestiere. Avevo imparato rapidamente nel mio addestramento. Ero il migliore. Entrai silenzioso e rapido. Andai sicuro al piano superiore. Sapevo che come tutte le case americane, la stanza di Tanya era al piano superiore. Infatti una gigantesca “TANYA” scritta a carattere cubitali sulla porta mi fece capire di non aver sbagliato. La stanza era tutta rosa. Certo non si addiceva per niente a una troia del genere ma come tutte cercava di nascondere quello che era realmente. Ma poi chi ero io per giudicarla? Nessuno meglio di me poteva sapere cosa fosse nascondersi agli occhi del mondo. Notai un block-notes sulla scrivania. Lo aprì. C’erano degli appunti di Tanya. Presi il mio scanner personale. Una penna scanner che ci permetteva di registrare tutto e copiare i caratteri delle lettere. Con la stessa penna scrissi il messaggio.

 Mamma e papà, sto partendo per l’Europa con Daniel. Non vi preoccupate per me, starò benissimo. Un bacio. P.S.: non ho usato la mia carta di credito perché paga tutto Daniel!

Ogni figlia di papà possedeva una carta di credito. Quindi se Tanya non avrebbe usato la sua, si sarebbero immediatamente insospettiti. Ed ecco spuntare questo fantomatico Daniel in mio soccorso. Strappai il foglio e lo buttai a terra quasi sotto il letto di Tanya. Uscì rapidamente. Dovevo sbrigarmi. La rapidità era fondamentale nel nostro lavoro. Sentì un tonfo provenire dal fondo del corridoio. Cazzo! C’era qualcuno e quel qualcuno stava uscendo rapidamente dalla stanza. Mi nascosi nella stanza di Tanya. Sentì rumori di passi e poi gemiti. Uscì di nuovo quando sentì solo gemiti e urla. Ma che stava succedendo? M’incuriosì e mi avvicinai silenziosamente. La porta era socchiusa e così potei vedere una donna dai capelli neri gemere sotto un uomo biondo. Ci davano dentro alla grande.

“Sì… così… sì… sì… ahhhh…” chissà forse erano i genitori di Tanya. Erano dispiaciuti per la figlia, non c’era che dire! La loro figlia spariva e loro facevano sesso come animali! Gran bel modo per dimenticare! Mi allontanai ma tornai sui miei passi quando sentì…

“Oh sì… Bella… sì… sei fantastica!!” Bella?? Avevo capito bene? Bella? Quella Bella? Bella… Swan?? No, non era possibile! Mi avvicinai maggiormente per sbirciare dentro. La donna ora sopra di lui ed era: bellissima ed eccitante! Sembrava stesse facendo una danza tribale. L’uomo aveva il viso contratto dal puro godimento. Per un attimo m’immaginai al suo posto. Non avevo ancora appurato se quella donna fosse Bella ma il suo corpo sinuoso, le sue mani che scorrevano sull’addome dell’uomo, le sue unghie che lo graffiavano rapidamente, mi stavano facendo eccitare da morire.

“Sì… ancora… sì…” l’uomo ribaltò le posizioni e fu lì che la vidi… sì era Bella. Bella Swan. Si torturava il labbro inferiore e inarcava la schiena, segno che stava arrivando all’apice del piacere. Maledizione! Non riuscivo a credere che Bella fosse l’amante del padre di Tanya. Mi sembrava una ragazzina così dolce e tenera. Invece aveva preso in giro tutti. Nonostante il mio pedinamento, non ero riuscito mai a capire questa situazione.  Di solito non sbagliavo mai. Un moto di rabbia prese il sopravvento. Ma poi perché? Che m’interessava di Bella? Lei poteva farsela con chiunque, io ero lì solo per ucciderla. Scrutai nuovamente i due amanti. Lui adesso la penetrava furiosamente. Lei era in preda a degli spasmi di godimento da vera porno star. Però… la santarellina! Mi sentivo un guardone ma non riuscivo a muovermi da lì. Ero completamente rapito dalla figura di Bella. I suoi gemiti, le sue grida, il suo corpo non fecero altro che eccitarmi fino all’inverosimile. E soprattutto, non capivo perché mi sentivo così. All’improvviso non sentì più niente. Avevano finito.

“Gran bella scopata Bella! Sei favolosa, lo sai?”

“Sì, me lo hai già detto… quante volte?? Un milione?!” e rideva. Il suo sorriso era melodia per le mie orecchie. Bella era accoccolata al petto dell’uomo e lui le accarezzava i capelli.

“Quando ritorna tua moglie, James?”

“Non prima di domani. Quindi bambolina…” Si portò le labbra di Bella sulle sue “possiamo fare quello che vogliamo. Tu, cosa vorresti fare?”

“Non saprei… magari un bel film o una pizza… oppure un gelato, spalmato sul tuo addome e leccato da me…”

Mhmmmmm… davvero una bella idea! Sei una monellina Swan! Ti sculaccerò per questo!” La prese da dietro e iniziò a sculacciare quel morbido e sodo sedere. Che visione!

“Basta James!! Ahhhhhh! Basta!” in men che non si dica, James la portò sotto di sé.

“Bella mi fai impazzire… farei sesso con te in continuazione…” Così dicendo la penetrò nuovamente. Bella emise un gemito di dolore ma quando James prese il ritmo, iniziò a gemere dal piacere provato.

“Dai Bella… fammi sentire quanto ti piace… perché ti piace vero? Ti piace farti scopare da me!! Dillo, dillo!!!” la penetrava più veloce mentre si sentivano gli stantuffi della sua velocità su Bella. Lei aprì gli occhi. Era bellissima. La bocca socchiusa, il corpo che rispondeva a quello dell’uomo. Avrei voluto scaraventare quel bastardo fuori dalla finestra. Volevo essere io lì… volevo io fare sesso con quella fatina demoniaca. Maledizione! Quel pensiero mi destabilizzò. Dovevo andarmene prima che mi scoprissero. Ma soprattutto dovevo andarmene perché non capivo che razza di situazione si stava delineando nei meandri della mia anima buia. Guardai per un attimo dentro la stanza. Bella ormai era prossima all’orgasmo mentre il suo uomo sembrava uno stallone in preda ad una furia incessante. Godeva e gemeva Bella. Me ne andai in preda ad un’ansia che non avevo mai affrontato in vita mia. In casa cercai il modo di distarmi da quello che avevo visto, ma non feci che pensare a lei, al suo corpo caldo, alle sue labbra piene e rosse e a quanto avrei voluto toccarla. Ma chi prendevo in giro… io avrei voluto fare sesso con lei! Maledizione!! Mi addormentai dimenticandomi della festa. Quando mi risvegliai, erano le nove. Maledizione!! Mi preparai in fretta e furia, mettendo la prima cosa che trovai. Andai a casa di Bella ma non c’era nessuno. Bella era già andata via. Vagai in giro per la città, sperando di trovare quella maledettissima festa. Finalmente luci e suoni mi fecero identificare il sito in cui una festa assordante era in corso. La porta era aperta a tutti, girai per le sale dove ragazzine succinte e vampiresche, mi guardavano sbavando a ogni mio passo. Sembrava volessero sbranarmi con gli occhi. Ma non trovai Bella. Che non fosse andata alla festa? Che fosse rimasta con James? Presi a calci delle pietre in giardino, sedendomi su una panchinetta isolata. Dovevo risolvere questa situazione che mi stava sfuggendo dalle mani.

“Basta Jacob! Smettila!” un urlo mi fece rinsavire. Che stava succedendo? “Bastaaa!” Andai velocemente verso quella voce che ormai avrei riconosciuto ovunque. Bella! Jacob l’aveva costretta al muro e le baciava il collo, alzandole la gonna e insinuando le sue luride mani nel suo interno coscia. Bella urlava e si dimenava cercando di sfuggire alla ferrea stretta di quel colosso.

“Come… da me non vuoi essere toccata mentre da James ti fai scopare alla grande!”

Presi Jacob dalle spalle e lo scaraventai a terra. Bella era sconvolta, le accarezzai il viso.

“Stai bene?” le dissi mentre lei mi guardava con gli occhi spiritati.

“Sì… sì… ATTENTO Edward!” Jacob si buttò sulle mie spalle facendomi cadere in avanti. Con un movimento brutale del bacino riuscì a scrollarmelo di dosso. Ma rimasi sorpreso da quello che fece Bella. Colpì Jacob con un sasso in testa. Mi avvicinai a lui. Non aveva sangue in testa quindi era vivo per adesso.

“Starà bene?” mi chiese Bella.

“Sì, avrà solo un mal di testa forte… andiamo!” la presi per mano e sgattaiolammo via dalla festa. Iniziai a correre in macchina cercando di non guardarla e soprattutto non parlarle. Ma perché mi faceva quest’effetto? Non era possibile che una ragazzina potesse destabilizzarmi così. Fu lei a rompere il silenzio tra noi.

“Allora sai che sei un gran bastardo!” Rimasi spiazzato! Bastardo?

“Grazie!”

“Prego! Mi hai fatto aspettare per un’ora a casa mia. Così ho deciso di andare sola alla festa.”

“Scusami, mi sono addormentato. Ho avuto un pomeriggio piuttosto movimentato.” Sorrisi a quell’affermazione. Movimentato io? E lei??

“Beh… anch’io…” arrossì a quell’affermazione. Possibile che la ragazza che avevo visto in quella stanza fosse la stessa che stava davanti a me? “Comunque ti perdono solo perché mi hai aiutato stasera… anche se c'e l’avrei fatta da sola…”

“Certo, come no!”

“Sì, cretino! Stanne certo!”

“Ma perché ti stava facendo, insomma, voleva stuprarti?”

“Perché è un maiale! Non c’è una ragione.”

“Parlava di un certo James.” Vediamo cosa mi avrebbe risposto adesso.

“Oh sì… la solita storia… pensa che io abbia una relazione con James Denali, il padre di Tanya. Ma si può essere così coglioni?!” Quindi Jacob sapeva di James.

“E non è vero?” la buttai lì…

“Forse c’è qualcuno più coglione… direi di si! Certo che no Cullen! Ma ti sembro una che fa queste cose??” Mi guardò con un’espressione accigliata.  Se non avessi visto quello che avevo visto, avrei esattamente pensato quello che diceva lei. Una grande attrice! Non c’era che dire! Decisi di fare il suo gioco.

“Hai ragione. Non mi sembri il tipo. Voglio dire tutta casa e chiesa. Non potresti mai.” Mi guardò scettica.

“Quindi pensi che io sia la classica brava ragazza che sta in casa a fare la calza e si sposa per avere figli e un portico dove guardare la luna con suo marito da vecchia?!” dopo quello che avevo visto oggi, non credevo proprio a questa scenetta d’amore.

“Sì, direi di sì.”

“Credi male cocco. Io sono diversa da quello che immagini.” Sì, l’avevo notato a casa di Tanya. Arrivammo sotto casa Swan in completo silenzio.

“Eccoci qui.”

“Grazie Edward, sei uno stronzo perché mi hai dato buca, ma sei stato un grande con Jacob. Quindi ti meriti questo!” e mi diede un bacio sulla guancia. Una scossa, sentì come una scossa che si propagò dai piedi sino alla testa. E l’immagine di Bella che faceva sesso con James, tornò prepotente nella mia mente. Ormai non c’era più speranza. La volevo. Volevo sentire il suo corpo sotto di me, volevo che lei gridasse il mio nome e mi dicesse che ero l’unico che la faceva eccitare così tanto.

“Edward? Ti senti bene?” la guardai come imbambolato. Porca miseria! Io, un serial killer professionista stavo agendo come un bambino che voleva toccare la torta con le mani. Dovevo rinsavire e al più presto. Io ero lì per ucciderla, non per portarmela a letto.

“Eh… sì… sì, scusa. Ho solo un leggero mal di testa. Notte Bella!”

“Notte, mio eroe!” e uscì finalmente dalla macchina. Partì a razzo senza nemmeno aspettare che entrasse. Maledizione! Quella ragazzina mi aveva stregato. Cosa dovevo fare? Avevo mille idee e soluzioni in testa ma all’improvviso un buio totale pervase la mia mente mandandola in tilt. Non appena arrivai sulla soglia della porta di casa, mi resi conto che qualcuno era stato lì. Cercai la fondina della pistola sotto la giacca ed entrai. Buio pesto. All’improvviso una voce.

“Non va bene così Edward. Non va affatto bene.” Era arrivato. Ora non avrei avuto più scelta. Bella doveva morire quanto prima.

 

 

Ehmmm…eccomi qui! Vi è piaciuto il cap?? ;) Spero di si! Per ora ringrazio moltissimo chi mi segue, mi preferisce e chi mi ricorda ma soprattutto a chi molto pazientemente ha recensito il cap precedente:

@  MaryAc_Cullen: la mia dolcissima beta! si Mary, Edward è cresciuto con due genitori killers e a sua volta ha dovuto fare i conti con questa situazione, diventando anche lui un killer! Grazie tesoro!

MissFify: hai ragione, scrivo di un Edward sempre completamente diverso! Grazie tesoro! Baciotti!

@vanderbit: diciamo che non sarà così facile che Bella si butti tra le braccia di Edward…ho in mente delle sorprese…grazie cara! Baciotti!

Amantide: non posso dirti perché Bella deve essere uccisa ma posso dirti che Rosalie non ce l’ha con lei, semplicemente è stata pagata per ucciderla…..mistero, chi vuole Bella morta?? Grazie!! Baciotti!

@  giova71: l’omicidio di Bella è stato commissionato da qualcuno…chi sarà? Boh!! ;) grazie mille! Baciotti!

@  Serena Van Der Woodsen: sono riuscita almeno un po’ a destare a tua curiosità?? Eh eh eh! Ciao tesoro! Grazie! Baciotti!

Lalayasha: Tatatan!! Ed ecco a voi Bella…la grandissima t…a! Ciao tesoro! Ti aspettavi questo cap???Che ne dici, facciamo arrivare a Forks l’infermiera o ci pensa Eddy?? Grazie e baciotti!

@  hopelove: tesoro, Bella sembra una poco di buono (sembra!) ma in realtà nasconde qualcosa…ciao Vanny!! Grazie! Baciotti doppi  a te e a Vanny piccola piccola!!

@ubRiaKinA: mi piace il tuo nick ;) l’omicidio di Bella è stato commissionato ma non è detto che Eddy riuscirà a portare a termine la missione..eh eh eh..grazie! Baciotti!

@  bimbacullen: ciao cara! Eccoti qui! Grazie per la recensione!! Baciotti!

@  isabella_cullen: sto leggendo quasi tutte le tue storie, mi colpiscono per l’originalità…grazie! Baciotti!!

 

 

Le mie ff:

Strano il mio destino 
Una scommessa tra Rosalie e Edward. Dove porterà?
 

 

Le ragioni del cuore 
Una Bella, italiana e ventenne, parte per Londra. Lavorerà nel ristorante italiano di Edward, Emmett ed Alice.

 

 

The ground beneath her feet 
Scelgo. Scelgo lei. (One-shot)

 

A mille ce n'è... 
Bella si trova a Forks nel 2010, stesso liceo, stesse amicizie ma non ci sono i Cullen. Scopre un passaggio segreto che la porta nell’Inghilterra del 1400 dove sovrano è il re Carlisle Cullen, i principi sono Edward, Alice ed Emmett.

 

Gocce di memoria  (Completa)
"…improvvisamente… “Il suo sangue…” una serie di immagini raccapriccianti…io distesa a terra dissanguata…tutti i ragazzi morti…io distesa a terra fuori dalla scuola dissanguata…rapita da casa mia e..ovviamente…dissanguata!Una lucina si accese nel mio cervello.VAMPIRO!"..e se Bella fosse più forte di Edward?

 

Orgoglio&Pregiudizio 
Campagna inglese. E' estate, quando la monotonia dell'esistenza delle sorelle Swan è interrotta da Sir Jasper Hale, sua sorella Rosalie e il loro amico Edward Cullen...

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cap 5 ***


Un serial killer a Forks
Crea il tuo Blingee personale

Cap 5

Cap 5

 

“Edward è passato più di un mese e non sei ancora riuscito a uccidere Bella. Mi devo preoccupare?” Jasper mi guardava con quei suoi occhi azzurri che spiccavano al buio della stanza. Seduto su di una poltrona, gambe incrociate e sigaretta perennemente in bocca. Era uno dei più spietati serial killer di Rosalie, nonché suo fratello.

“Mi serve più tempo.” Replicai seccato. Jasper si alzò, lasciando cadere la cicca per terra e si avvicinò con passi lenti e cadenzati, fissandomi sarcastico.

“Deduco che non vuoi uccidere nemmeno questa bella donzella. A quanto pare aveva ragione Rosalie.” Si avvicinò all’orecchio afferrandomi per un braccio. “Sei nei guai Edward. Sei in grave pericolo. Rosalie mi ha mandato qui per controllarti e in caso, di finire il tuo lavoro. Ma devi stare molto attento, la sua pazienza ha un limite. Conosci quanto è suscettibile mia sorella, detesta essere presa in giro.”

“Non sto prendendo in giro nessuno…” mi liberai rapidamente dalla sua presa e accesi la luce della stanza. “Te l’ho detto, non è facile. Bella è la figlia del capo Swan e questa è una piccola cittadina, non è semplice come credi.”

“No Edward, credo che tu voglia perdere tempo e non riesco a…” all’improvviso un rumore assordante proveniente dal retro della casa ci mise in allerta. “Ma che diavolo è stato?” Corremmo verso la porta della cucina. Un gatto nero ci guardava terrorizzato sul davanzale della cucina.

“E’ solo un gatto Jasper.”

“Sì, sembra sia così.” Ci avviammo dentro casa ma una sottile figura nera catturò il mio sguardo e inevitabilmente capì che non si trattava di un semplice gatto ma qualcuno ci stava spiando.

“Jasper c’è qualcuno!” la figura iniziò a correre per il prato, agile e scattante come una pantera. Presi la pistola tentando di rincorrerla. Riuscì a scavalcare il muro di cinta come un gatto sinuoso e veloce. La raggiunsi ma non ero così abile nonostante i miei trascorsi. Jasper fece il giro riuscendo ad arrivare in strada. L’inseguimento continuò ma la figura ci distanziava di parecchio. Era troppo veloce per entrambi. Correva per le strade buie di Forks a una velocità spaventosa ma dovevamo prendere questo tizio o tizia. Aveva ascoltato tutto quello che avevamo detto, doveva essere eliminato. Assolutamente. All’improvviso Jasper tirò fuori la sua calibro 45 e iniziò a sparare. Gli saltai addosso imbestialito. Avrebbe svegliato l’intera cittadina a quell’ora della notte.

“Ma sei una gran testa di cazzo! Sveglierai tutti!” riuscì a togliergli la pistola di mano e mi accorsi di una scia di sangue per terra. La figura era sparita ma Jasper l’aveva ferita.

“L’ho ferita, seguiamo le tracce di sangue.”  Le tracce ci portarono verso un cunicolo buio e isolato. Mi stavo addentrando quando Jasper mi fermò.

“Edward sembra una trappola, non andar..r..…” ma non riuscì a finire la frase che cadde a terra tramortito. Qualcuno lo aveva colpito e quel qualcuno stava davanti a me. Maledizione! Era davvero una trappola. La figura sottile e nera mi scrutava silenziosa e attenta. Osservava tutte le mie mosse.

“Cosa vuoi? Sei una spia?” azzardai ma per tutta risposta si avventò verso di me. Cercai di parare abilmente i colpi di karate che m’infliggeva da tutte le parti, ma era un fulmine e più volte mi colpì allo stomaco. All’ennesimo colpo caddi a terra. Dovevo fare qualcosa o sarei morto. Decisi di fingermi ferito e svenuto. Con gli occhi socchiusi notai la figura venirmi incontro tirandomi un calcio sui fianchi ma io non mi mossi. Rischiavo la vita, era il minimo provare un po’ di dolore. Dopo un attimo di esitazione, si abbassò per scrutarmi ma io continuai il mio gioco immobile e silenzioso come un morto. Vidi una pistola puntata sul mio cranio e allora decisi di agire. Scattai velocemente in avanti catturando la figura tra le mie braccia e riuscendo a stenderla a terra con un calcio. Mosse di karate ben studiate. La figura, dolorante a terra, gemeva e si contorceva.

“Chi diavolo sei?” le scoprì il cappuccio e… Bella?! Bella Swan?! Rimasi per un attimo stupito e stregato da quel viso sofferente. Quella ragazza era una continua sorpresa! Ora che dovevo fare. Ucciderla o aiutarla? Un grave dilemma. Mi alzai per cercare un rimedio a questa situazione. Se l’avessi uccisa adesso, mi sarei tolto un peso e avrei svolto il mio lavoro egregiamente, scomparendo da Forks. Era davvero un’occasione grandiosa. Ma il mio cuore diceva di non farlo. Non ne capivo il motivo.  Mentre ero concentrato a trovare una soluzione, non mi resi conto che Bella sia era rialzata ed io non riuscì a capire più niente perché con un pugno mi aveva steso a terra. E poi il buio.

--------------------------------------------------------------

“Jasper ti prego non farlo!” Jasper stringeva tra le mani la testa di Bella, un semplice gesto e l’avrebbe uccisa. Maledizione! Il mio cuore palpitava e le mie gambe tremavano. Il vento pungente scompigliava i miei capelli e il rumore delle onde che s’infrangevano sugli scogli, penetrava il mio udito tanto da sembrare un ronzio di api inferocite.

“Allora la butterò giù!” Stava per farlo! Stava per buttarla giù! Non potevo permetterlo.

“Jasper non farlo!” una risata maligna trafisse le mie ultime speranze. I suoi occhi rossi, accesi dalla vendetta, si scontrarono con quelli innocenti di Bella che mi guardava conscia della morte imminente. Gli stessi occhi. Quelli delle mie vittime. Ma adesso era tutto diverso. Adesso anch’io percepivo l’angoscia e il dolore di quegli occhi. La morte che lentamente avanzava e inesorabilmente la paura che s’impossessava di te, ti rendevano estremamente vulnerabile. Vittima delle circostanze e del fato? O della malvagità dell’essere umano? Bella ne stava pagando le conseguenze. Un crack. E la vita aveva lasciato lo spazio a un’eternità paradisiaca.

Noooooooooooooooo!” Il suo fragile corpo cadde dalla scogliera di La Push inerme. Sembrava un angelo cui erano state spezzate le ali. Il tonfo del corpo nell’acqua segnava inevitabilmente la perdita di un angelo dolce e puro. Il mare in tempesta sembrava sancire ormai il tumulto delle mie emozioni. È come per rendere giustizia a Bella, la risucchiò nelle sue torbide acque. Bella. Il mare aveva ritrovato il suo angelo.

“E’ finita Edward. Andiamo adesso!” mi girai di scatto verso Jasper afferrandolo per il collo.

“No, ancora no!” lo buttai giù mentre i suoi occhi spiritati e sorpresi mi guardavano dal buio del loro inferno personale. Sì, perché Jasper sarebbe finito all’inferno.

“Edward! Edward!” una voce ovattata rimbombava nelle mie orecchie. Aprì lentamente gli occhi e nella penombra mi accorsi di avere accanto Jasper che mi guardava sorpreso.

“Come ti senti?”

“Penso bene. Ma…ma….” Stavo sognando! Per fortuna stavo solo sognando! Iniziai a ricordare cosa fosse successo.  Avevo un fortissimo mal di testa.

“Ti ho trovato svenuto a terra, ma non sei ferito tranne qualche piccola escoriazione e lividi un po’ dappertutto.”

“E meno male che non era niente!” mi dovevano malmenare per essere ferito?!

“Sicuramente te la sei cavata meglio di me che ho un braccio rotto per la caduta e un ematoma alla testa. Spero non ci sia niente al cervello.”

“E’ impossibile. Tu non hai un cervello!” buttiamola sul ridere va!

“Carino! Intanto abbiamo un grosso problema da risolvere. Chi era che ci ha spiato? E soprattutto come fa a essere così preparata?” all’improvviso mi tornò in mente un volto. Il viso di Bella sorridente, il viso di Bella che godeva sotto le spinte del suo amante e il viso di Bella rabbioso mentre cercava di mettermi ko.  Ma possibile che fosse lei? Ma per caso soffriva di qualche disturbo della personalità? Sembrava diverse persone in una.

“Edward? Che c’è? A che pensi?” negare. Per ora dovevo semplicemente negare e risolvere questa situazione. Se Jasper avesse saputo di Bella, l’avrebbe uccisa immediatamente.

“Niente. Mi fa male un po’ la testa.”

“Riposati. Domani ci faranno uscire dall’ospedale e avremo molte cose cui pensare.” Si stese sul letto e chiuse gli occhi.

“Ma chi ci ha portati in ospedale?” chiesi a bruciapelo. Jasper rispose senza nemmeno aprire gli occhi.

“L’ispettore Swan.”

“Cosa??? E che cosa ha detto?”

“Domani ci farà delle domande. Io gli ho detto che siamo stati aggrediti.”

“E ci ha creduto?”

“Per forza! Pensi possa sospettare che siamo dei serial killer?! Non mi sembra così intuitivo.”

“Non farlo così stupido. Ha qualche sospetto.”

“Beh… domani ci penseremo… notte!” girò le spalle e si addormentò. Io non riuscì a dormire quella notte. Pensavo a Bella, all’ispettore Swan, a quello che dovevamo inventare. Non sarebbe stato per niente facile. Per fortuna, dalla nostra avevamo l’esperienza. Ma la cosa che mi preoccupava di più era il mio comportamento. Perché stavo facendo così? Perché non la uccidevo e basta? Forse ero stanco di questa vita? Forse mi piaceva? Forse! Forse era meglio addormentarsi senza troppi giri di parole.

………………...

L’ispettore Swan arrivò alle nove in punto.

“Buongiorno ragazzi. Come state? Avete dormito?” ci scrutava come se fossimo dei fuorilegge. Non si fidava di noi. Soprattutto di me. Lo capivo dalla prossemica del suo corpo. Labbro sporgente in avanti e sopracciglio arcuato, segno che aveva capito ci fosse qualcosa che non andava in noi. E aveva ragione.

“Bene capo. Solo un leggero mal di testa.”

“Capito. Quindi mi potete spiegare cosa diavolo vi è successo?” andava subito al sodo.

“Come le ho già detto ieri... qualcuno ci ha aggredito.”

“Per quale ragione?” bella domanda!

“Se lo sapessimo, non saremmo qui!” ottima risposta Jasper!

“Ho l’impressione che mi stiate nascondendo qualcosa.” Ma no!! Semplicemente eravamo qui per uccidergli sua figlia! Si rivolse a me con fare ironico.

“Da quando ci sei tu, in questa città sono accaduti dei fatti strani. Sparisce Tanya, voi venite aggrediti. Uhmmmmm…” si mise le mani sul mento roteando gli occhi all’insù. Sembrava il tenente Colombo! “Ok ragazzi, state attenti.” Si alzò per andarsene.

“Ispettore, mi scusi ma chi vi ha avvertito in centrale della nostra sparizione?”

“Non lo so. Non la conoscevo.”

“Una donna?”

“Sì, mi sembrava una donna.” Jasper mi guardò perplesso. Ringraziammo Swan e aspettammo la sua uscita. Dannazione! Speravo non avesse in mente Bella.

“Edward ci ha aggredito una donna?! Chi può essere stata? Voglio dire, non mi sembra che questa città possa vantare delle donne karate!”

“Beh… che ne sappiamo noi! Mica le conosci tutte!”

“E’ davvero strano. Cosa voleva da noi? E perché ci spiava?” per fortuna l’infermiera riuscì a distrarlo e dopo poco uscimmo dall’ospedale.

“Oggi m’iscrivo a scuola anch’io. Non è giusto che ti diverta solo tu!” Jasper sembrava un bambino che stava andando a comprare il gelato ma in realtà nascondeva un cuore di ghiaccio nel suo lavoro. Non si era mai innamorato di nessuna e faceva il suo lavoro senza lamentarsi e senza mai fallire un colpo. Quando i miei genitori erano morti, lui si era preso cura di me come un fratello insegnandomi tante cose che mi servirono nella vita e nel mio lavoro. Era molto furbo e avrebbe scoperto facilmente chi si nascondeva dietro quel cappuccio nero. Nonché il mio rapporto di amicizia con Bella.

L’arrivo a scuola fu accolto dalla popolazione femminile in modo sorpreso e piuttosto ammiccante. Jasper era un bel ragazzo e le ragazzine se lo mangiavano con gli occhi. Il primo giorno fu un successo per lui. Fece subito amicizia con tutte ed era già il più popolare della scuola.

“Ehi tu!” un urlo animalesco percorse il corridoio fino a me. Mi girai e vidi uno Jacob furente venire rabbioso verso il sottoscritto. “Sei un bastardo!” proprio non aveva capito con chi aveva a che fare. “Se ti azzardi ad avvicinarti a Bella, ti spezzo le gambe in due!” Jasper mi guardava torvo.

“Lascialo decidere a Bella.” E mi girai verso il mio armadietto ignorandolo. Per tutta risposta, il bastardo mi girò con violenza appoggiandomi con la schiena al muro.

“Devi starle lontano! Bella è mia!” ma davvero! Gli diedi una ginocchiata alle sue parti basse e lui si piegò in due dal dolore.

“Questo è niente Jacob se non stai lontano da me!”

“Jacob! Edward!” la voce melodiosa di Bella fece il suo ingresso in quello schifo di scuola. “Ma che sta succedendo? Jacob stai bene?”Un momento! Ma non era ferita?

“Mi ha fatto male.” Ancora per terra dolorante.

“Uh poverino! Vuoi che ti curi la bua?!” alzò lo sguardo verso Bella quasi implorante. “Ma vaffanculo! Vai dalle tue sciacquette! Andiamo Edward!” la scena si svolse tutto sotto lo sguardo basito e interrogativo di Jasper. Io non riuscivo a proferir parola.

“Edward ma che hai? Perché mi guardi così? Sembra che tu abbia visto un morto! E lui chi è?” pazzescca! Sembravo intontito.

“Ehm… Bella ti presento un mio amico arrivato da poco, Jasper.”

“Ciao Jasper. Io sono Bella.” Possibile che fosse la stessa ragazza che ci stava quasi per uccidere ieri sera?

“Piacere.”

“Sei arrivato adesso? “

“Sì.”

“Bene allora stasera verrete tutti e due al pigiama party organizzato da me e la mia amica Alice.” Gli occhi di Jasper s’illuminarono. Ma non per la felicità di andare a un pigiama party ma perché avrebbe avuto un’occasione per uccidere Bella.

“D’accordo.”

“Benissimo!” si avvicinò a me e mi schioccò un bacio sulla guancia. E poi fece una cosa che mi lasciò perplesso, mi palpò il sedere! “A stasera mio eroe!” e se ne andò tutta felice e contenta.

“Mi devi un po’ di spiegazioni amico.” Già le dovevo anche a me visto che il mio cuore stava facendo le scintille solo a guardare Bella sorridermi.

 

Buon pomeriggio belle bimbe! Spero vi sia piaciuto il cap. Non ho molto tempo per rispondere alle recensioni ma vi ringrazio per le belle parole e vi mando un bacione enorme!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Avviso ***


Image and video hosting by TinyPic

Lo so sono in ritardo pauroso e vi chiedo scusa ma purtroppo ho avuto problemi di salute e non sono riuscita a scrivere niente. Spero di continuare le mie storie e spero che voi continuerete a seguirmi.

Grazie mille! Baciotti.

Emy ;)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=516145