Collège Saint Michel

di kaze_to_rai
(/viewuser.php?uid=80481)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo ***
Capitolo 2: *** Angeli ***
Capitolo 3: *** Tu connais Isabeau? ***



Capitolo 1
*** Arrivo ***


collège saint michel
Collège Saint Michel


Capitolo 1 - Compagni di stanza


- Ian, che cavolo, sta' attento! Stavo inciampando nel tuo trolley!
- Oh! - fece il ragazzo, fermandosi - Scusami, Daniel. Mi ero distratto ammirando la nostra nuova scuola.
- Io non ci volevo venire, in Francia. - bofonchiò l'altro, lanciando all'edificio uno sguardo accusatore.
Avevano percorso il lungo viale che dai cancelli portava alla scuola, e finalmente potevano vederla chiaramente, non più coperta dagli alberi.
Era un largo edificio di tre piani, di colore chiaro, dall'aria austera. Persino nello sventolare delle bandiere sopra il portone c'era un che di rigido.
- Sarà una nuova esperienza, Daniel.
Il ragazzo scosse la testa guardando l'amico. Era da un anno che Ian viveva con loro, da quando erano morti i suoi genitori, e Daniel capiva quanto avesse bisogno di essere assorbito da una qualche nuova avventura. In effetti, era questo il motivo per cui aveva acconsentito a seguire i suoi genitori in Francia senza troppe storie.
- Mah, speriamo bene. - sospirò - Ma sarai tu a farmi da interprete per i prossimi giorni.
Ian scrollò la testa. - Guarda che ho fatto solo un piccolo corso pomeridiano, tanto tempo fa.
- Allora speriamo che in questo accidenti di collegio ci sia almeno un'accoglienza bilingue, visto che si vantano di avere tanti studenti stranieri.

Quando due ore dopo i due ragazzi si ritrovarono nell'atrio per andare alla sala mensa, avevano entrambi molte cose da raccontare.
- Hai visto che belle le stanze, Daniel? Io affaccio sul giardino. - disse Ian, mentre si infilava allegro nella folla degli altri studenti.
- Mi fa piacere. - rispose lugubre Daniel, seguendolo - Il mio compagno di stanza è spaventoso. L'unica cosa positiva di lui è che parla inglese, ma ho sempre l'impressione che stia per minacciarmi.
Ian ridacchiò. - Io ne ho due, di compagni, mi sa che è perchè siamo dispari in classe. Sono entrambi francesi, e mi sembrano simpatici. Anche il tuo lo sarà, conoscendolo meglio: magari ora è scorbutico perchè non voleva venire in Francia, come te. Ma è americano?
- No, mi ha ringhiato che era inglese. Credo si chiamo Geoffrey, ma potrebbe essere un nome falso, quello vero dovrebbe essere Mefisto.
- Dai, non può essere così terribile!
Daniel sbuffò. Faceva presto, a parlare, Ian: aveva più amici della Signora in Giallo.
- E perlomeno parla inglese. - rincarò l'amico - Poteva andarti peggio, se qui è così internazionale come dicono.
In realtà, nella mensa non si sentivano tutte le lingue diverse che lasciava supporre l'enfatico sito della scuola: principalmente, si trattava di francese e inglese. Non c'erano neanche le vaste e multietniche legioni di studenti che sembravano affollare le foto del sito: la mensa infatti ospitava solo sei tavolate lungo le pareti della sala, e una al centro, con il buffet. Sopra ogni tavolata c'era l'indicazione della classe, e alla sesta sedeva il personale.
Ian augurò buon appetito a Daniel, e si diresse verso il tavolo del quarto anno, cercando con lo sguardo i suoi compagni di stanza. Anche Daniel, dopo aver risposto all'augurio, si diresse al suo tavolo e cercò con lo sguardo il suo compagno di stanza; Geoffrey sedeva proprio sotto la scritta del terzo anno, al centro del tavolo. Daniel tirò dritto verso un estremo, accanto a una ragazza coi capelli rossi, che aveva attirato l'attenzione di buona parte dei ragazzi della sala. Non del malefico Geoffrey, sia chiaro, e nemmeno del buon vecchio Ian.
Il cibo era buono, e più volte Daniel fece il bis al tavolo centrale, immaginando anche che quell'abbondanza non sarebbe durata per tutto l'anno. Anche uno dei suoi vicini era di quell'opinione, e dato che era l'unico inglese dei paraggi - a parte forse la ragazza che ciarlava in entrambe le lingue - passò la cena a chiacchierare con lui.
Si chiamava Carl, aveva i capelli castani ed era un po' robusto; era americano, come lui, ed era venuto a studiare in Francia perchè i suoi genitori desideravano che imparasse il francese per una futura carriera internazionale, e avevano approfittato del trasferimento in Francia di un'amica di famiglia con la figlia.
- La ragazza con i capelli rossi. - specificò Carl - Si chiama Donna, e da quando la conosco è sempre stata la ragazza più popolare della scuola. Siamo stati soltanto un'altra volta in classe insieme, alle medie, ed essere suo amico d'infanzia mi  ha reso celebre, per un po'.
- Posso immaginare. - rispose Daniel divertito - Io invece sono venuto perchè mio padre, che è un ufficiale, ha ottenuto un'incarico all'ambasciata. Quel ragazzo alto coi capelli lunghi del quarto anno è mio fratello adottivo. Ho anche un fratello più piccolo, va alle elementari. Lui non sta in un collegio, e mi chiedo perchè io e Ian non ci siamo iscritti a un bel liceo normale per poi tornare a dormire a casa.
Carl rise. - Forse perchè questo è il liceo più prestigioso della zona. Donna mi ha rintronato, a furia di dirmelo. A proposito, com'è il tuo compagno di stanza? Simpatico? Parla inglese?
- Parla inglese e non è simpatico.
- Mi dispiace. - fece Carl - Il mio è simpatico, allegro e sorridente, però mi pare di aver capito che sia della Svizzera tedesca, e si ostina a parlare francese pensando di farmi un favore. E'quello laggiù vicino al cartello, accanto a quello dall'aria truce.
Daniel rabbrividì. - Quello dall'aria truce è il mio compagno di stanza.
- Oh.
Alla fne del pasto, uno degli insegnanti si alzò in piedi, presentandosi come il preside, e annunciando gli orari di sveglia e lezioni, e ovviamente quello per cui si aspettava che la comunità civile sparisse nelle camere. Concluse sorridendo e augurando un buon anno al Collège Saint Michel.

- Che cosa facciamo ora? - chiese Daniel, temendo il momento in cui sarebbe stato di nuovo solo in una stanza con quella presenza inquietante, e volendolo ritardare il più possibile.
- Chiediamo a Donna, scometto che gli altri ragazzi del nostro tavolo avranno fatto a gara per spiegarle come funzionano le cose, qui. - Carl alzò un braccio, e lo sventolò sopra i piatti vuoti - Donna!
La ragazza con i capelli rossi si voltò. - Che c'è, Carl?
- Sai che dobbiamo fare, adesso?
La ragazza sbuffò e si alzò in piedi, come molti intorno a lei avevano iniziato a fare. - Puoi uscire in giardino, se non hai freddo, ma io ti consiglierei di tornare in camera a mettere i vestiti a posto. Se ti serve una mano, posso venire dopo che ho finito.
- Non ho cento vestiti come te, posso fare da solo, grazie. - ridacchiò Carl, e si alzò anche lui - Oh, a proposito, lui è Daniel, ed è americano!
Daniel, sentendo che gli sguardi della metà maschile della sala, prima ferocemente puntati su Carl, si erano spostati con sdegno e raccapriccio su di lui, arrossì. - Ciao.
Lei sogghignò. - Sei il compagno di camera di Carl?
- No. - disse Carl - Il mio compagno di camera è quello biondo al centro del tavolo. Parla tedesco e francese.
- Oh! - fece Donna illuminandosi - E' molto simpatico! E' quello che mi ha indicato la strada per la mensa. Dopo passo in camera vostra, così lo ringrazio.
- Parli bene il francese? - domandò Daniel invidioso.
- Si, mia madre è francese. Vivevamo in America, ma ci siamo trasferite perché i miei hanno divorziato. Piacere di averti conosciuto, Daniel, ci vediamo!
La ragazza si allontanò, e Carl guardò Daniel preoccupato. - Salgo in camera a sistemare le cose, vuoi ospitalità per un po'?
Daniel rabbrividì. - Grazie. Se cerca di uccidermi corro subito in camera tua. Preparami una brandina. Che camera sei? Io la trentacinque.
- Trentotto. Vicino alle scale.
- A dopo, allora, vado a salutare il mio amico del quarto.
Carl ricambiò il saluto e Daniel si diresse verso Ian, in piedi accanto al suo tavolo insieme ad altri due ragazzi. Uno aveva i capelli ricci e scuri, e sembrava aver monopolizzato la conversazione; l'altro era biondo slavato, con gli occhi chiari, dalla carnagione pallida, dall'aria impenetrabile. Accanto a Ian sembravano bassi, come tutti, ma Daniel valutò fossero abbastanza alti.
- Ciao. - lo accolse Ian, per poi voltarsi verso i suoi amici e presentarlo in francese. I due ragazzi sorrisero, e gli diedero la mano, mentre Ian spiegava che quello bruno si chiamava Etienne e quello biondo Henri, e che erano i suoi famosi compagni di stanza.
- Piacere.- fece Daniel, invidiandoli. Lui non avrebbe presentato per nessuna ragione al mondo il suo compagno di stanza.
- Stavamo giusto per salire in camera. - aggiunse Ian - Sali anche tu?
- Temo di si. - sospirò il ragazzo, rassegnato - Sai che numero è, si? Vienimi a trovare, se puoi. Non credo di resistere, da solo con quello là.
- Esagerato. - ridacchiò Ian - Ci vediamo. Socializza, mi raccomando.

Daniel aprì con timore la porta della sua stanza. - Geoffrey?
Ma la stanza buia non gli rispose, e per un attimo il ragazzo si chiese se il suo compagno fosse stato inghiottito dalle tenebre, da cui chiaramente proveniva.
- Non entri? - fece una voce vellutata, vicinissima alle sue orecchie, mentre una mano gli si posava sulla spalla.
Daniel fece un balzo degno di gatto Silvestro, e, voltatosi, si trovò davanti due freddi occhi grigi.
- Oh. Ciao. - esalò Daniel, sperando che la sua voce non suonasse troppo acuta, e che il suo compagno limitasse simili esibizioni a quando si trovava sul set di Dracula.
- Stai bene? - s'informò Geoffrey, entrando in camera e accendendo la luce - Se sei stanco e vuoi andare a dormire subito, va bene. Tanto ho già sistemato tutto, non mi serve la luce.
- No, no, tranquillo. - rispose velocemente Daniel - Contavo di andare a trovare un amico più tardi.
Geoffrey, dando prova di una vera eleganza vampiresca, sollevò un sopracciglio. - Ah.
Daniel si affrettò a raggiungere la propria borsa e a rivoltarne il fondo con aria impegnata, con un pesante silenzio che gli ruggiva nelle orecchie.
- Beh... io vado. - azzardò, dopo un ragionevole lasso di tempo.
- Ciao. - rispose laconico Geoffrey, seduto sul suo letto con un computer portatile.

Daniel divise equamente il resto della sua serata tra Ian e i suoi Allegri Compari francofoni, e Carl e il suo amico svizzero, che li intrattenne entrambi con dei giochi di carte, riuscendo incredibilmente a farne comprendere il senso.
Quando alle undici meno cinque Daniel fu di nuovo in corridoio, vide una ragazza uscire dalla sua stanza, e passargli accanto diretta alle scale. Sorrideva, notò il ragazzo con meraviglia, e sembrava poco più piccola di lui.
Daniel entrò in camera in punta di piedi, sbirciando Geoffrey, e lo trovò nella stessa posizione di quando l'aveva lasciato: solo che emanava onde positive, adesso, con l'aria pacifica di una piccola statua del Buddha.
Daniel si fece coraggio. - Era... uhm... la tua fidanzata?
Geoffrey lo guardò. Le onde positive erano svanite. - Mia sorella.
Seguì un lungo silenzio, e Daniel, a disagio, decise di prepararsi per la notte. Poco dopo era nel letto, guardando ansioso l'altro che spegneva il computer.
- Buona notte. - disse.
- Buona notte. - bofonchiò l'altro in risposta.
Daniel si rigirò sul fianco. Era già passata la prima sera, ed era ancora vivo: ma avrebbe superato la prima notte? Con questo pensiero in testa, e l'immagine delle sue pantofole sul pavimento, si addormentò.


Angolo delle Autrici
Salve! Per chi non avesse letto "Via col kunai", o per chi l'ha fatto e non si ricorda, kaze è altrimenti nota come akuby_ge, mentre dietro il nome in codice di rai, si nasconde l'invincibile, inimitabile, ineffabile (che vuol dire?, nd kaze) (boh, nd rai) cioccolatoprego.
Rispetto allo scorso anno, molte cose sono cambiate: questo non è un improbabile cross-over, ma una semplice AU.
E, cosa di ben maggiore importanza, e che voi non potevate aver notato, è che kaze è stata messa a dieta, e quindi non ci sarà il solito ritornello di "kaze vuole un biscotto". Semmai, "kaze vuole una galletta biologica" (ahah, molto spiritosa, nd kaze) (sì, lo so, nd rai). Se a voi questo interessi o meno, non lo sappiamo (che gliene deve importare, scusa? nd rai), ma per kaze era importante.
Abbiamo, ovviamente, dovuto modificare le età, e toglieremo i "de" nobiliari dai cognomi, per adattarli alla nuova situazione; siamo molto contente di vederli al liceo, e kaze è molto contenta di aver fatto Geoffrey con la voce vellutata, anche se per convincere rai, ha dovuto imitare la scena facendo la parte di Geoffrey, e raggelando rai. Specifichiamo che non è nostra intenzione far lottare un sensuale Geoffrey e una diabolica Jodie per il povero, ingenuo Daniel. E' solo che kaze ha letto troppi manga sentimentali, di recente, e quindi voleva almeno un Figo Tenebroso Ma In Realtà Buonissimo.
Comunque, in questa storia non ci sono salti nel tempo, ma sono tutti a scuola. Ci auguriamo venga gradita comunque.
Recensite in tanti!

nota di kaze: questa fan-fiction, ovviamente, è anche un augurio di buon anno scolastico! (ti strozzo, nd rai)
Tra parentesi, rai è al liceo, ma kaze trotterella felice verso il secondo anno di giurisprudenza, con i quaderni di Bella Sara nascosti in una borsa di pelle (è irrecuperabile, nd rai) (roll roll, nd kaze felice).

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Angeli ***


collège saint michel cap. 2
Collège Saint Michel

Capitolo 2 - Angeli

- Buongiorno. - risuonò una voce morbida nelle orecchie di Daniel.
- 'Giorno. - rispose il ragazzo con voce impastata. Ma da quando Ian, suo migliore amico e adesso fratello adottivo, parlava in quel modo?
Un piccolo, gracile barlume di autocoscienza brillò nella mente di Daniel, e il ragazzo si tirò su a sedere di scatto. In piedi accanto al suo letto, i capelli castano chiaro ben spazzolati, la cravatta della divisa perfettamente annodata e un'aria vagamente divertita, c'era Geoffrey, il suo compagno di stanza per i prossimi nove, lunghissimi, e probabilmente atroci, mesi.
- Manca un quarto d'ora, lo sai? - aggiunse Geoffrey, con la stessa voce morbida - Alla fine della colazione, intendo.
Daniel impiegò qualche istante a capire che aveva solo un quarto d'ora se voleva evitare il digiuno, poi scattò verso il bagno.
- Volevo aspettarti per scendere, - sentì continuare Geoffrey, attraverso la porta - e ho cercato di svegliarti già un paio di volte. Sonno pesante, eh?
Daniel non rispose, trincerandosi dietro tutta la dignità che poteva dargli la porta chiusa del bagno, da cui uscì pochi minuti dopo, più o meno in ordine.
- Hai dimenticato la cravatta. - gli fece notare Geoffrey.
- Non importa, la metto quando risalgo. Abbiamo tempo dopo, no?
Geoffrey annuì, e i due ragazzi scesero in sala mensa. C'era poca gente, e molti piatti del tavolo centrale erano stati saccheggiati. Riuscirono a rimediare qualche avanzo, poi si precipitarono di nuovo in camera, dove Geoffrey guardò con aria impenetrabile Daniel e lo strano groviglio che il ragazzo si andava formando intorno al collo, prima di sbottare in un esasperato "Vuoi una mano?".
Daniel, folgorato dal pensiero di quello strano ragazzo che armeggiava con il suo collo, rifiutò con decisione, e lasciò il groviglio così com'era.
Geoffrey lo guardò con compassione e i due si incamminarono verso le classi, nell'altra ala del palazzo.

La classe era la più spaziosa che Daniel avesse mai visto, e aveva finestre molto ampie; molti dei suoi compagni si erano già seduti, compresi Carl, seduto vicino al suo compagno di stanza, e Donna, nel banco davanti, proprio al centro della classe. Vicino a lei qualcuno doveva averle piazzato uno specchio, perchè c'era una ragazza molto simile che parlava con lo stesso brio. Lo spettacolo era talmente abbagliante da attirare per un attimo - uno solo, però - l'attenzione di Geoffrey, che poi puntò deciso verso uno dei banchi in fondo all'aula, l'ultimo della fila della porta.
Daniel, invece, si diresse verso la fila della finestra, al secondo banco. C'era già seduto un ragazzo, dall'aria timida, che vedendolo arrivare spostò i quaderni per fargli posto.
- Ciao. - fece Daniel sorridendo.
Ma, con suo sommo orrore, l'altro gli rispose in francese. Così, si sedette pesantemente sulla sedia e un po' a fatica disse: - Je m'appelle Daniel. Comment tu t'appelles?
- Henri. Tu es anglais?
Daniel scosse la testa. - Américain. Excuse-moi, je ne parle pas très bien français.
- Oh, anch'io sono americana! - esclamò una ragazza al primo banco della fila accanto, voltandosi verso di loro. E Daniel sentì che avrebbe amato quella classe.
Quella ragazza non era una bellezza sfolgorante come Donna e la sua gemella, ma aveva incantevoli occhi scuri, bei lineamenti e parlava la sua lingua. Più che una ragazza, gli sembrò l'Angelo della Salvezza sedutosi appositamente per lui a un banco di distanza.
- Daniel. - si presentò.
- Jodie. - rispose lei con sorriso, tendendo la mano prima a lui e poi a Henri, che salutò in francese, aggiungendo: - Je peux faire votre interpréte, si vous voulez.
- Merci. - rise Henri.
- Eh? - fece Daniel, troppo occupato a guardarla per aver capito qualcosa.
- Ho detto - spiegò la ragazza divertita - che posso fare la vostra interprete, se volete. Almeno all'inizio.
Furono interrotti dall'entrata di una donna minuta, dai capelli scuri, che si presentò come madame Blanche, professeur de mathematiques.
Daniel sorrise. Di francese poteva anche non capire un'acca, ma i numeri parlavano un'unica lingua.

- Bonjour, - disse l'uomo, sededosi alla cattedra - je suis monsieur Salisbury, professeur d'histoire.
Ian s'illuminò, e dal fondo della classe osservò in estasi il professore, che con fiero cipiglio aveva iniziato l'appello. Conosceva quell'uomo di fama: William Salisbury era uno studioso di storia di fama internazionale, specializzato nella strategia militare, e mentre lo ascoltava sciorinare i nomi dei suoi compagni, già pregustava le sue future lezioni.
Nel banco davanti a lui, Henri ed Etienne chiacchieravano felici, a voce abbastanza alta perché lui potesse udirli; purtroppo, le loro voci raggiunsero anche il professore.
- Sancerre! - tuonò l'uomo - Non distrarre De Bar.
- Ma non è giusto! - si lamentò Etienne - Mica lo corrompo: mi stava solo parlando!
- Basta, Sancerre!
Ian sorrise, guardandosi intorno. Era solo, nel banco, e alla sua destra c'era il muro; anche il ragazzo alla sua sinistra era solo, ma non sembrava ansioso di fare amicizia. Per fortuna, con Etienne ed Henri davanti, era impossibile sentirsi soli.
Dopo un paio d'ore suonò la campanella, e Ian seguì i due amici in corridoio.
- Vuoi salutare il tuo amico? - domandò Henri.
Ian annuì, e s'incamminarono: nel breve tratto che percorsero, Etienne fu fermato - Ian lo contò - da cinque ragazze e due ragazzi, che ogni volta presentò a Ian, mentre Henri salutava sorridendo.
Mentre entravano nella classe di Daniel, Ian notò il suo asociale vicino che parlava con aria seccata con una ragazza dai lunghi capelli biondi e ricci. Sembrava uscita dritta da un quadro, e Ian si chiese come poteva avere quell'aria così dolce e tranquilla mentre parlava con una persona dall'atteggiamento talmente freddo.
Con un ultimo sguardo trasognato, Ian entrò in classe, avvicinandosi al banco dove chiacchieravano Daniel e a altri due ragazzi.
- Ciao. - mormorò.
- Ciao! - rispose Daniel vivacemente - Loro sono Henri, il mio compagno di banco, e Carl, il ragazzo che ho conosciuto ieri.
- Piacere, io sono Ian. - disse il ragazzo, e presentò i suoi amici.
- Noi tre ci conosciamo già. - aggiunse Etienne, guardando il compagno di banco di Daniel. Poi si rivolse a Carl, chiedendogli come mai fosse andato a studiare lì, facendosi aiutare dagli Henri per interpretare il suo francese stentato.
Mentre tutti parlavano, Daniel chiese a Ian: - Com'è andata la giornata? Io ho visto un angelo.
- Anch'io.

Angolo delle Autrici
Questo capitolo è stato un vero parto, e ha fatto più volte desiderare a kaze di scrivere una Geoffrey/Daniel. Ma tranquilli, finchè c'è rai non correte rischi. E poi, quando Brianna diventerà più attiva, i desideri romantici di kaze saranno appagati dal canon.
E ora, i ringraziamenti:
- MonyPurpa: anche noi adoriamo geo, come forse avrai notato (voglio scrivere una Geoffrey/kaze, nd kaze). Isabeau è entrata in scena adesso, e si, ci saranno anche i vecchi e gli zombie. Uno è già apparso, indovina chi è!
- Misery13: grazie per i complimenti, anche noi amiamo Geoffrey, non ci stanchiamo mai di ripeterlo, e speriamo che continuerai a seguirci.
- Pilatigirls: toh, qualcuno che ha apprezzato "Via col Kunai"! Questa si che è una bella sorpresa, eravamo convinte di esserci divertite solo noi! Vorrà dire che metteremo l'ultimo capitolo. Grazie del supporto, un bacio anche a voi!
Grazie anche a Leowynn95, che ha inserito la storia tra i seguiti; ti anticipiamo che per Leowynn abbiamo grandi progetti!

P.S. Geoffrey vi ama!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tu connais Isabeau? ***


collège saint michel - cap 3

Collège Saint Michel


Capitolo 3 - Tu connais Isabeau?

Tornati in classe, Ian faticò a prestare attenzione alle parole dei professori. Non poteva evitare di lanciare occhiate frequenti al ragazzo nel banco vicino, tanto che Etienne ed Henri se ne accorsero.
- Che hai? - chiese Etienne, incredibilmente sussurrando - Ti sei innamorato di Jean?
Ian batté le palpebre. - Di chi?
- Del tuo amabile vicino, si chiama così. - rispose Henri, sorridendo appena.
- No! - fece Ian - Pensavo a una ragazza che ho visto a ricreazione... parlava con quello.
- Sarà la sua ragazza. - disse Etienne senza pensare, e ricevendo una gomitata dal compagno di banco - Cioé, no... aspetta, com'era? Descrivicela... magari la conosco.
Ian sospirò. - Era bionda... riccia... sembrava una bambola di porcellana... e aveva un'aria così dolce, mentre quello era così distaccato. - E sospirò ancora.
- Ah, ho capito, allora. - disse Etienne ghignando - E' Isabeau. Non ti preoccupare, credo sia una specie di cuginetta. Jean le deve fare un po' da balia, altrimenti suo fratello lo strozza.
- Jean ha un fratello? - fece Ian, perso, che di quella spiegazione aveva capito solo che la concorrenza si moltiplicava.
- Si, è all'università adesso, ma praticamente lo conosciamo tutti perché i professori parlano sempre di lui a Jean: era lo degli studente migliore del collegio. Ora studia scienze politiche. - spiegò Henri - Inoltre spesso appare in tutta la sua magnificenza a far visita a Jean e alla ragazza, e non manca mai di prendersi un caffè con il preside.
- Una persona interessante. - pigolò Ian, che già prevedeva un due di picche.
- Ma, come ho già detto, sono cugini. - fece Etienne - E nessuno dei due è interessato in quel senso alla ragazza. Anche se il maggiore tende a fulminare ogni essere di sesso maschile che si presenti nelle vicinanze di Isabeau. Se ti può consolare, Jean invece se ne frega. Se ne frega un po' di tutto, in effetti. Quindi, fatti sotto!

Henri ridacchiò. - Non pensavo avresti già adocchiato una ragazza, Ian. Chissà se pure il tuo amico è così...

Daniel annuì. - Certamente.
- Oh! - fece Jodie, illuminandosi - Non pensavo di incontrare altri fan! I Blackmore's Night sono un gruppo quasi sconosciuto!
- E' vero. - concordò Daniel - Neanch'io pensavo di trovare un'altra appassionata. E la tua canzone preferita?
- Shadow of the moon.
- Ma è tristissima! - esclamò Daniel con una smorfia.
- Si, ma anche le cose tristi possono essere belle.
Daniel scosse la testa. - La mia preferita è Home Again, ma mi piace molto anche Loreley. Hai presente, no? And the winds would cry, and many men would die, and all the waves would bow down to the Loreley...
- Senza offesa, ma cantata da te è terribile.
Henri, sebbene avesse capito ben poco, annuì vigorosamente. - Terrible. Aie pitié de nous.
- Abbi pietà di noi. - tradusse Jodie - E a pranzo andiamo da una mia amica che canta sul serio. Henri, tu connais Isabeau? Elle est en deuxiéme année... blonde, gentille?
- Non.
La compagna di banco di Jodie la richiamò. - Arriva il professor Lackland, muoviti!
Jodie si girò, e gli occhi di Daniel la lasciarono a malincuore, per appuntarsi sul nuovo venuto.
Il professor John Lackland era di statura media, di età indefinita, dall'aria formale e sicura, nel suo completo blu di sartoria.
- Sembra quasi un criminale da telefilm. - bofonchiò Daniel, dimentico del fatto che il suo compagno fosse francofono. Ma Henri dovette intuire il senso del commento, perché fece un timido sorriso in risposta.
- Avete passato belle vacanze? - chiese il professore, sedendosi alla cattedra con aria di regale condiscendenza - Vedo che abbiamo nuovi accoliti, quindi mi presenterò. Sono John Lackland, professore di Inglese, e durante le mie ore parlerete solo in inglese, anche per insultarmi tra voi. - il professore fece una pausa, durante la quale risuonò qualche risatina, poi continuò con un sorriso compiaciuto - Bene, inviterei i nuovi a presentarsi, allora. Può iniziare il signore al secondo banco.
Dopo un attimo di confusione, Daniel disse: - Mi chiamo Daniel Freeland, vengo da Phoenix, mi sono trasferito in Francia per il lavoro di mio padre.
Il professore lo fissò per un attimo, come invitandolo a proseguire, e poi rassegnato fece cenno di parlare a Donna, che splendeva dal terzo banco della fila accanto.
- Io sono Donna Barrat, sono americana ma mia madre è francese, e di recente ha deciso di tornare a vivere qui. Ha frequentato anche lei questo liceo, e così iscrivermi è stata una cosa naturale.
Lackland annuì. - E' bene rinsaldare il legame con la propria terra d'origine. E lei, signore che cerca di nascondersi dietro la signorina Barrat?
- Ehm. - fece Carl arrossendo - Non mi stavo nascondendo. Comunque sono Carl White. Americano. Vorrei imparare il francese.
Il professore sorrise fra le risatine della classe. - E come mai ha scelto proprio questa scuola, signor White?
- Oh. - borbottò Carl a disagio - L'ha scelta mia madre.
Altre risatine. Lackland decise di passare oltre e Daniel lo vide con orrore rivolgersi all'angolo più buio della classe, e ascoltò con il sangue che si ghiacciava nelle vene la voce di tenebra dell'angolo.
- Geoffrey Martewall, di Dunchester. - disse laconico, per poi precisare irritato in risposta allo sguardo dell'insegnante - E' in Inghilterra.
- E anche lei, signor Martewall, - chiese il professore, immune allo sguardo che per poco non aveva ibernato Daniel - cosa la porta al Collège Saint Michel?
- Affari di famiglia. - tagliò corto il ragazzo con aria grave, e il professore non osò ribattere.

- Secondo te che affari sono? - bisbigliò Carl mentre prendevano posto a tavola.
- Prelievi di sangue. - borbottò Daniel cupo - Ma secondo me ha mentito. Dunchester deve essere in Transilvania.
- Daniel! - esclamò Jodie, piombando su di loro con Henri al seguito - ti sei scordato che dovevamo incontrare Isabeau? Prendi un posto anche per lei, vado a chiamarla.
Daniel la guardò perplesso, mentre la ragazza andava a fare terrorismo all'altro tavolo.
- Ma i posti non sono contati? - domandò Carl sconcertato.
Daniel alzò le spalle, e indicò un posto a Henri. I tre si sedettero, e intavolarono un'incerta conversazione, interrotta dall'arrivo di Jodie con la promessa ragazza bionda.
Isabeau rivolse loro un timido sorriso. - Qual è il fan dei Blackmore's Night?
- Sono io. - rispose Daniel, alzando la mano.
E fu allora che Ian entrò nella sala, cercò l'amico con lo sguardo e si aggrappò a Etienne per non cadere.


Angolo delle Autrici
E' stato un capitolo molto, molto sofferto, e lo festeggeremo con la prima fetta di panettone dell'anno (no, kaze, nd rai) (è a meno di due metri da me, si che me lo prendo, nd kaze).
*rumori di lotta e grida indistinte*
Dicevamo, in questo capitolo fa la comparsa un certo Mr Lackland - alzi la mano chi ha capito chi è - e anche un gruppo musicale che sarà molto presente nella storia. Forse.
Vi invitiamo a cercarlo, soprattutto le canzoni citate, perché le scegliamo in base ai caratteri dei personaggi. Quanto alle parti in francese, è tutto lavoro di rai, che con l'ausilio del suo formidabile dizionario maltrattato (kaze ha cercato di imparare a chiedere un biscotto in francese, ma non ci riesce, nd rai) ha fatto del suo meglio, ma vi prega di segnalare eventuali errori (e regalatemi un altro panettone, per favore, nd kaze) (no, che m'ingrassa, nd Voce dal Salotto) (ma papà!, nd kaze).
Tornando alla storia, rai ha notato di essere coetanea di Isabeau, e la sua autostima ha subito un duro colpo. (anche tu sbrilluccicherai come Isabeau, un giorno, nd Kaze Consolatrice, basta che ti fai mordere da Edward Cullen) (no, zitta, kaze! Non... *rai placcata dalle fangirl di Twilight* aaah!, nd rai)
...
Dunque, continuando col confronto delle età, kaze è coetanea di Ponthieu. Veecchiaa!
E ora, rispondiamo alle recensioni!
MonyPurpa: siii! Joe come Prussia! (Joe è Geo, come lo chiama rai) E la dedica ha fatto ammattire anche noi, tant'è che rai è stata sul punto di dover placare kaze con una GeoffreyGrandpré - kaze tifa per la GeoffreyDaniel - ma le si è stretto il cuore alla vista di Brianna piangente. Avrai scoperto che Jean era Jean, e sarà un personaggio chiave nella storia, per il bene del Co.Ri.Je.Po., il Comitato per la Riabilitazione di Jean de Ponthieu. Ed Etienne è davvero il fiore all'occhiello dei francesi! Anche lui vi ama! (cosa?!, nd Donna) (ehm, niente, cara, niente, nd kaze e rai).
Pilatigirls: e continuano a trovarsi! Avevate ragione, Bianca è Bianca, e il tipo asociale è il tipo asociale. Jerome è vivo e gode di ottima salute (perché mangia abbastanza biscotti, nd kaze), per ora. Ci dispiace per il ritardo, è stato faticoso convincere rai a riprendere l'attività (è oberata dai compiti, quindi Geoffrey le ha sussurrato una parolina dolce e l'ha fatta balzare di tre metri).
Leowynn95: grazie per i complimenti! Leo dovrebbe fare la sua apparizione nel prossimo capitolo, speriamo sia IC!
Misery13: ehm... abbiamo aggiornato, yeah! *si nascondono dietro Geoffrey*. Siamo contente che ti sia piaciute il PS, e siamo sicure che Geoffrey preferirebbe te ad allacciargli la cravatta poiuttosto che Daniel *pigolii indistinti di kaze*. Ti assicuriamo che il  nostro nobile barone non diventerà mai cattivo (...tranne che per difendere chi ama, nd kaze) (che telefilm hai visto?, nd rai).
HopeToSave: dopo un breve consulto, ci siamo ricordate che comparirà anche Hector, ma non starà nè con Daniel nè con Geoffrey, che avrà la storia con Brianna, e non temere, sarà più che nel libro...
Ivola: grazie, siamo davvero onorate che la tua prima recensione sia stata per noi! E grazie anche per averci messo tra i preferiti! La EtienneDonna arriverà fra non molto, e tenteremo di dire qualcosa anche della bella spagnola. Riguardo Jerome, arriverà presto il suo momento... muhahaha...
Un grazie a tutti quelli che ci seguono!
kaze_to_rai

And the winds would cry, and many men would die, and all the waves would bow down to the kaze and rai!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=559700