Dieci personaggi in cerca di voce

di Feel Good Inc
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Liar ; Céline Hulot ***
Capitolo 2: *** Disillusioned ; Thelma Ross ***
Capitolo 3: *** Tired ; Charyl Stewart ***
Capitolo 4: *** Oblivious ; Greta Light ***
Capitolo 5: *** Sorry ; Laura Torchio ***
Capitolo 6: *** Traitor ; Paolo 'Daytona' Boccoli ***
Capitolo 7: *** Burden ; Ben Shepard ***
Capitolo 8: *** Alone ; Charles Owl Begay ***
Capitolo 9: *** Hurt ; Connor Slave ***
Capitolo 10: *** Different ; Pierrot ***



Capitolo 1
*** Liar ; Céline Hulot ***


Liar

Io uccido ~ Céline Hulot

 

 

 

A volte si dicono bugie a fin di bene.

La donna canticchia tra sé e sé mentre prepara la cena, spegne il forno, taglia la torta, dispone tutto con cura: piatti e bicchieri, le posate scintillanti, le candele preferite di Nicolas. Le piace che suo marito torni a casa e si rassereni dopo una lunga giornata dura. I fiori nel vaso profumano di buono; glieli ha portati Stéphane, il suo Stéphane con la faccia pulita e il sorriso che si estende agli occhi.

Céline siede e sorride, in attesa che la sua famiglia la raggiunga al tavolo della cena, come sempre.

Il buio cala fuori dalle ampie finestre, sul mare di Montecarlo, e le prime stelle fanno scintillare le lacrime che bagnano quel sorriso.

Fingere è diventato così facile che anche il dolore si è addolcito, ormai.

È una tavola vuota quella dove è seduta Céline, perché anche la sua ultima verità gliel’hanno portata via, l’hanno sepolta nel grigio di un cimitero. Nicolas e Stéphane forse si sono ritrovati. Lei è rimasta sola, ad aspettarli al tavolo della cena, sapendo che non torneranno.

A volte si dicono bugie a fin di bene. Però fanno male lo stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo aver letto tutto d’un fiato l’ultimo capolavoro di Faletti Appunti di un venditore di donne ho deciso di riprendere in considerazione un’idea che mi era venuta tempo fa, ma che avevo messo da parte causa blocco dello scrittore: una raccolta di brevi missing moments sui personaggi dei suoi libri che più mi hanno colpita. Non intendo i protagonisti, o i personaggi più in vista, ma quelle figure dietro le quinte che fanno tanto ma che restano sulla scena per molto poco. Come la meravigliosa Céline, probabilmente la figura femminile che mi ha lasciato più il segno, per quel suo innocuo far finta che tutto vada bene soltanto per non far disperare chi le sta vicino – qui ho immaginato che cercasse di farlo anche dopo la morte di Nicolas, senza naturalmente riuscirvi, perché adesso è rimasta sola e in fondo non ha più bisogno di fingere.

La raccolta sarà costituita da dieci capitoli incentrati su dieci personaggi, un uomo e una donna per ognuno dei cinque libri: Io uccido, Niente di vero tranne gli occhi, Fuori da un evidente destino, Io sono Dio e Appunti di un venditore di donne. Ho deciso di escludere l’antologia di racconti Pochi inutili nascondigli per comprensibili motivi: quelle sono storie molto brevi in cui si muovono pochi personaggi, pertanto l’argomento non si adattava al filo conduttore di questa raccolta.

Il titolo Dieci personaggi in cerca di voce è naturalmente un omaggio al dramma pirandelliano Sei personaggi in cerca d’autore.

Spero di incuriosire qualcuno; e se non avete letto anche uno solo di questi thriller, vi auguro di farlo al più presto, perché sono tutti veramente degni e ognuno di essi lascia qualcosa dentro. O almeno, per me è stato così.

Vi aspetto al secondo capitolo :)

Aya ~

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Capitolo 2
*** Disillusioned ; Thelma Ross ***


Disillusioned

Niente di vero tranne gli occhi ~ Thelma Ross

 

 

 

Quando si raggiunge la felicità, prima o poi arriva qualcuno a reclamarne il prezzo.

Il terrore le impedisce persino di rabbrividire, e non riuscirebbe a gridare neppure se non le avessero spinto quel bavaglio in bocca. Gli uomini con le maschere sembrano nervosi. Nella stanza accanto, William urla e singhiozza forte.

Thelma chiude gli occhi, con l’assurda speranza che sia tutto un incubo, che al risveglio ritroverà tutto esattamente com’era prima, prima che quelle persone entrassero nella loro casa e nella loro vita con degli stupidi pupazzi in viso e delle pistole in mano.

Ma le urla del suo uomo si fanno più forti, e quella speranza vacilla.

Ci ha creduto davvero, alla possibilità di una vita felice. Con lui, con il loro bambino. Che adesso è da qualche parte in questa casa maledetta, invasa da quattro mostri vestiti da pagliacci. Avrebbe dovuto immaginarlo, che i suoi fragili sogni di donna innamorata e felice avrebbero fatto così male una volta infranti.

Thelma non sa cosa stia succedendo nella stanza accanto, ma tiene ancora gli occhi chiusi, le ciglia umide di lacrime che non vogliono saperne di scendere: anche loro hanno troppa paura di questa realtà.

Quando si raggiunge la felicità, prima o poi arriva qualcuno a reclamarne il prezzo. E nella stanza accanto, William continua a urlare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando viene mostrata alla clinica, durante la visita di Jordan e Maureen, Thelma mi fa una tenerezza infinita. Il momento che ho scelto di rappresentare qui è quello in cui i quattro Peanuts in fuga dalla rapina irrompono in casa sua e tengono la sua famiglia in ostaggio, costringendo William ad operare suo figlio in casa, con mezzi rudimentali. È terribile pensare che durante tutto questo Thelma fosse legata e sorvegliata a vista in un’altra stanza, senza capire cosa stesse succedendo, e che solo troppo tardi abbia scoperto che quell’operazione era costata la vita del suo bambino. Non mi stupisce che in seguito sia stata lei ad ordinare a William di uccidere quei quattro. Mmm, sto assumendo toni davvero cupi, meglio darsi una calmata xD

Al prossimo aggiornamento!

Aya ~

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Capitolo 3
*** Tired ; Charyl Stewart ***


Tired

Fuori da un evidente destino ~ Charyl Stewart

 

 

 

Cadi e ti rialzi, ma poi arrivi ad un punto in cui non ce la fai più.

È un posto in rovina, perduto, e le parla in una lingua straniera che però lei stranamente capisce. Caleb doveva amarla davvero, se con quei soldi che gli servivano a rabberciare la sua vita era disposto a comprarsi lei ogni mese, ogni settimana, sempre più spesso.

‘Era’. Fa male, quel verbo al passato, anche se non avrebbe mai pensato di ammetterlo.

Charyl è una puttana, e le puttane non possono permettersi il lusso dei sentimenti. Ma con Caleb era diverso. Era.

Con la mano nervosa corre al pacchetto di sigarette. Nel gesto brusco, le sue dita sfiorano il ventre. Ancora non è gonfio. Ancora non si vede nulla. Ma per Caleb non si può più dire ‘ancora’: ora è il momento definitivo del ‘mai’.

Chissà se ne sarebbe stato felice, se avesse avuto modo di vedere il suo grembo gonfiarsi di vita col passare dei mesi.

Quando vede le orme, con la mente Charyl sta ancora rivivendo il momento in cui lui le ha detto che l’amava, quando lei si è nascosta in quel bagno a piangere e per la prima volta si è accorta di essere stanca.

Cadi e ti rialzi, ma poi arrivi ad un punto in cui non ce la fai più. E l’ombra che se la porta via non le lascia neanche il tempo di una lacrima.

                                                                                                                                                                                                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si tratta del momento in cui Charyl Stewart arriva a The Oak e osserva per la prima volta il luogo in cui viveva Caleb Kelso, prima di essere assassinata come lui. La sua è forse una delle morti più ingiuste mai descritte da Faletti. Ma non gliene faccio una colpa, perché forse, se i suoi libri non trasudassero tanto male interiore, lui non sarebbe il genio che è. <3

Ringrazio tutti i lettori, perché ci siete e mi fate felice anche senza commentare ^-^

Aya ~

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Capitolo 4
*** Oblivious ; Greta Light ***


Oblivious

Io sono Dio ~ Greta Light

 

 

 

In sogno si vedono cose strane.

Ondeggia placida in una sonnolenta realtà. Tutto è così lontano, opalescente. Riesce a distinguere i lineamenti della giovane donna china sul suo letto, le sue labbra che si muovono piano, ma le parole sono molto distanti. Di quelle poche che coglie non riesce a capire il senso.

«Sono io, Greta... Sono Vivien.»

È veglia o ancora sonno? Non lo capisce. Tutto è confuso. Si sente trascinare via da un oblio brumoso, accogliente, foriero di una pace che non crede di aver mai provato prima. Qualcuno le ha fatto molto male, un tempo. Non ricorda chi, non ricorda come, ma sicuramente c’è stato.

Eppure c’è quel viso di donna a tenerla ancorata al letto; non sembra volerle permettere di scivolare di nuovo nel suo piccolo mondo felice. Perché non la lascia andare? Non capisce quanto sta meglio, quando non vede nulla ed è libera di allontanarsi da quel letto scomodo e doloroso? Non capisce che ha qualcosa da fare altrove – capire chi è la ragazzina?

In sogno si vedono cose strane. Chi è la ragazzina, e perché ogni volta che chiude gli occhi la vede piangere?

                                                                                                                                                                                                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Naturalmente parliamo della sorella dell’ispettore Vivien Light, Greta, costretta nella sua malattia a deperire lentamente e a non riconoscere più le persone a lei care. L’accenno al qualcuno che un tempo l’ha fatta soffrire riguarda il marito, che l’ha abbandonata fin dagli inizi del suo malessere, mentre la ragazzina che vede in sogno è la figlia Sundance. Forse l’Alzheimer strappa i ricordi alle persone, ma i sogni non ce li può togliere niente e nessuno.

Grazie infinite a tutti i lettori; spero apprezziate :)

Aya ~

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Capitolo 5
*** Sorry ; Laura Torchio ***


Sorry

Appunti di un venditore di donne ~ Laura Torchio

 

 

 

Alcune persone non meritano nulla, neppure di vivere.

Questo pensa Laura, mentre l’odio si riversa dai suoi occhi lucidi di pianto inutile e trafigge la pelle scoperta dell’uomo che le punta contro una pistola. Ecco a cosa è giunta, per essersi innamorata di un’idea. Dell’idea che si era fatta di lui.

Giorgio non la degna di uno sguardo, e continua a gridare insulti agli altri ostaggi. Chiamandoli ‘luridi pezzenti di destra’. Inneggiando alle Brigate Rosse. Ridendo. Del giovane brillante e divertente che lei ha visto esibirsi sul palco dell’Ascot non è rimasto niente, se non un paio di braccia forti che sorreggono un’arma di morte.

È a questo che porta, il cambiare strada? È questo che ottiene, una prostituta che s’innamora – o che se ne illude? È questo che merita, chi tradisce un amico per un sentimento appena sognato?

Non avrà il tempo di chiedere scusa a Bravo. Non avrà modo di perdonare se stessa.

Alcune persone non meritano nulla, neppure di vivere. Laura sa di essere una di queste.

                                                                                                                                                                                                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci arrivati all’ultimissima meraviglia sfornata dal Sommo Faletti. Questo episodio, in particolare, è la dimostrazione di quanto il fanatismo riesce ad uccidere la vita. Laura mi ha fatto una gran pena, con il suo ‘amore’ per un uomo che non esita due volte a sacrificarla alla ‘ragion di stato’.

Completati i capitoli sulle donne: dal prossimo a parlare saranno gli uomini ^^

Grazie per le letture, e a domani!

Aya ~

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Capitolo 6
*** Traitor ; Paolo 'Daytona' Boccoli ***


Traitor

Appunti di un venditore di donne ~ Paolo ‘Daytona’ Boccoli

 

 

 

Gli amici ti perdonano, alla fine.

Bravo è venuto: è qui, e lo guarda morire. Certamente ha capito tutto. Potrebbe esserci qualsiasi cosa nei suoi occhi. Potrebbe esserci la rivalsa dell’uomo tradito che vede che a volte vendetta e giustizia coincidono. Potrebbe esserci odio, anche, perché il tradimento è l’unico atto in grado di cancellare tanti anni di amicizia, di quieta coesistenza, o di qualunque cosa sia stato il rapporto tra di loro, prima. Prima della gafi con il culo che parla e prima dell’uomo con gli occhi bianchi.

Ma quando Daytona riesce a guardarlo, nei suoi occhi non vede niente di tutto questo.

Bravo piange. O comunque è qualcosa che ci va molto vicino.

«Ma sì che ti perdono, brutto idiota.»

Daytona si sistema il riporto, perché sa che con quel gesto lo farà sorridere. È l’unica cosa che ha il tempo di dargli. Il tempo di piangere con lui e per lui – non per sé, questo no – non gli è concesso; Bravo dovrà accontentarsi del suo sangue. E di poche ultime parole confessate troppo tardi.

Gli amici ti perdonano, alla fine. È molto più difficile ottenere il perdono da se stessi.

                                                                                                                                                                                                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Daytona è un personaggio complesso. Non credo che la sua bancarotta leggendaria sia stata sufficiente a cancellare del tutto ciò che significava il suo rapporto con Bravo. D’accordo, non si poteva parlare di una vera amicizia: ma in fin dei conti l’ultima cosa che lui ha fatto in punto di morte è stata quella di tentare di metterlo sulle tracce di chi lo aveva incastrato. Subito dopo avergli chiesto di perdonarlo.

Ringrazio tutti i lettori, come sempre ^^
Aya ~

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Capitolo 7
*** Burden ; Ben Shepard ***


Burden

Io sono Dio ~ Ben Shepard

 

 

 

Certi segreti andrebbero portati fin nella tomba.

Dalla finestra guarda il giornalista percorrere la stessa strada che l’ha condotto qui, a chiedergli una storia. Magari ciò che gli ha detto lo renderà ricco o magari il vantaggio più grande che ne verrà sarà soltanto la salvezza di qualche migliaio di persone innocenti. Magari Russell Wade avrà un pensiero di commiserazione o comprensione, o magari non penserà che a se stesso, e il ricordo di Little Boss resterà un macigno sempre e soltanto per Ben. Chi può dirlo?

Chi può dire cosa è giusto o sbagliato? Chi può dire chi merita di morire o di vivere?

Chi può dire quando puoi tradire la parola data a un uomo che è stato per te più di un figlio?

Ben si allontana dalla finestra e torna a sedersi sulla poltrona che lo ha visto svuotarsi di quel peso – lui, unico depositario di un nome vero che può fare la differenza, per la prima volta in tanti anni. Si prende il viso tra le mani. Piange: per Matt, per Karen, per Manuel Swanson. E si augura che Little Boss, ovunque sia adesso, lo perdoni.

Certi segreti andrebbero portati fin nella tomba. Ma sarebbero troppo pesanti persino lì.

                                                                                                                                                                                                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ben è uno dei miei preferiti in assoluto. L’ho adorato fin dal momento in cui scopre Little Boss e gli punta addosso lo schioppo, salvo poi riconoscerlo e rivelare al lettore quel suo lato profondamente umano, che mi ha toccata nell’intimo. La sua fedeltà a quel ragazzo è semplicemente pazzesca – eppure nel momento del pericolo si rende anche conto di qual è la cosa più giusta da fare. E amo il modo in cui racconta a Russell la storia di Matt, e soprattutto il momento in cui lo loda per aver ucciso il giudice e lo sceriffo: come a dire, per quanto sia agghiacciante l’omicidio, come si può dar torto a Little Boss dopo ciò che gli è stato fatto? E io, sì, io sono assolutamente contraria alla vendetta violenta e assassina, ma in quel punto non posso non commuovermi puntualmente per le sue parole. Da brivido. Lo adoro <3

Grazie come sempre a tutti voi che leggete e che mi rendete felice :) A domani!

Aya ~

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Capitolo 8
*** Alone ; Charles Owl Begay ***


Alone

Fuori da un evidente destino ~ Charles Owl Begay

 

 

 

Gli sciamani non hanno nessuno da amare, ma tutti da proteggere.

Con gesti lenti e antichi quanto il mondo muove le vecchie mani – che non hanno mai perso il loro vigore – sull’urna che ora detiene il possesso dei resti terreni di Richard Tenachee, ultimo capo Navajo.

Gli sciamani non possono permettersi di amare, perché non possono permettersi di soffrire.

Una nenia lenta e antica quanto il mondo accompagna il congedo al suo amico – perché questo è stato fino alla fine – all’ultima cosa che in qualche modo riusciva a tenerlo legato al mondo degli uomini.

Gli sciamani sono soli, perché la loro natura non possono condividerla con nessun altro.

Ma nessuna lenta lacrima solca il viso antico quanto il mondo di Charles Owl Begay, nessuna tristezza traspare dai suoi occhi che sanno troppe cose, né dalle mani o dalla voce o da null’altro che non sia il suo cuore. Tuttavia avrebbe tanto voluto che anche TááHastiin fosse qui a dirgli addio.

Gli sciamani non hanno nessuno da amare, ma tutti da proteggere. A Charles Owl Begay non sono rimasti neppure quelli.

                                                                                                                                                                                                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Charlie, il misterioso bidaí di Jim: ho voluto immaginare come debba essersi sentito alla morte di Richard, mentre Tre Uomini era lontano, via da Flagstaff e dalle proprie radici indiane. Ho pensato che debba essersi sentito molto solo. Gli sciamani, così come ci vengono presentati nel romanzo, hanno un grande peso sulle spalle, una responsabilità immensa che li rende distanti e diversi da tutti; eppure è evidente che un affetto profondo lega il vecchio a Richard e a Jim. Ogni sua frase è poetica e incredibile, ma quando parla dell’amico perduto, le sue parole lasciano intravedere ciò che si nasconde dietro quel temperamento mite e saggio.

Thanks to everyone for reading. E a tutti buonanotte ;D

Aya ~

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Capitolo 9
*** Hurt ; Connor Slave ***


Hurt

Niente di vero tranne gli occhi ~ Connor Slave

 

 

 

Non dovrebbe essere la canna di una pistola, l’ultima cosa a riempirgli gli occhi.

Non si tratta del discorso delirante dell’albanese, della follia che gli vede turbinare negli occhi spiritati, di quanto vani sono quegli ideali di vendetta che va agitando al vento come una bandiera rossa di sangue. Non gli importa neppure di dover morire, forse. La vita in fondo è un’effimera cosa. La musica basta a dimostrarlo: la musica non la tocchi, non la vedi, non la puoi definire, eppure è ciò che di più vivo esista al mondo.

No, non è questo a fargli male. Ciò che fa soffrire Connor Slave è solo la consapevolezza di star abbandonando lei. Di essere sul punto di farsi saltare il cervello proprio sotto i suoi occhi, di non poterla nemmeno sentire urlare di paura e orrore, di non poterle sorridere un’ultima volta e di non poter mai più suonare per lei.

Non dovrebbe essere la canna di una pistola, l’ultima cosa a riempirgli gli occhi. Dovrebbe essere Maureen.

                                                                                                                                                                                                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Connor è indubbiamente il personaggio più positivo del secondo thriller di Faletti: è atroce la sua morte, il motivo di un tale gesto da parte di Gallani, e soprattutto il fatto che gli sparino davanti a Maureen senza dare a lei la possibilità di salvarlo e a lui quella di dirle almeno addio. No, il saluto di Connor alla sua donna avviene solo molto tempo dopo, quando un fratello senza volto le fa pervenire l’ultima canzone che il musicista aveva composto per lei. E devo dire che con questa raccolta ho dovuto dedicare un pensiero a Connor Slave, in quel momento in cui a lui non ne viene concesso nessuno.

Il prossimo capitolo sarà l’ultimo: spero continuiate a seguirmi :)

Aya ~

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Capitolo 10
*** Different ; Pierrot ***


Different

Io uccido ~ Pierrot

 

 

 

Non è vero che le persone sono tutte uguali.

Sua madre glielo dice spesso, ma lui non è così stupido. Lo sa bene che è solo un modo gentile per non farlo stare male, per non farlo piangere come quando era piccolo e i ragazzi del quartiere lo aspettavano all’angolo della strada e gli urlavano addosso di tutto.

Ma non è vero che le persone sono tutte uguali.

Ci sono quelle che parlano con i diavoli e vanno a uccidere gente che non ha fatto loro niente di male.

Ci sono quelle che pensano che una persona come Jean-Loup può essere cattiva.

E poi c’è Pierrot. E Pierrot non ci crede, non ci crederà mai che il suo amico Jean-Loup e l’uomo che parla con i diavoli sono la stessa persona.

Si guarda intorno nella stanza, il suo piccolo regno fatto di cd e nastri, lì dove da solo può parlare la lingua che preferisce senza il desiderio di farsi capire da nessuno. In questo posto non si è mai sentito diverso, mai. Però oggi la pensa diversamente.

Lui non ci crede, a quella cosa. E dimostrerà che il suo amico Jean-Loup è innocente, e buono, e che la sua voce è sempre quella, che non ha mai sussurrato Io uccido a nessuno.

Non è vero che le persone sono tutte uguali. Pierrot è fiero di essere diverso, qualche volta.

                                                                                                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                                                                    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E sull’adorabile, benedetta ingenuità di Pierrot chiudo questa raccolta. Spero di essere riuscita a permeare almeno in parte i meravigliosi personaggi creati da Faletti, e non mi stancherò mai di tessere la sua bravura. Ma mi auguro che anche le mie parole semplici semplici, appena abbozzate sulle sue, possano piacere a qualcuno ^^

Alla prossima, e grazie ancora a tutti i lettori. God bless you all <3

Aya ~

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