Il viaggio - ma dove siamo finiti? di Tsukichan (/viewuser.php?uid=83107)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1°Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3°Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4°Capitolo ***
Capitolo 5: *** 5° Capitolo ***
Capitolo 6: *** 6°Capitolo ***
Capitolo 7: *** 7°Capitolo ***
Capitolo 8: *** 8°Capitolo ***
Capitolo 9: *** 9°Capitolo ***
Capitolo 10: *** 10°Capitolo ***
Capitolo 11: *** 11°Capitolo ***
Capitolo 12: *** 12°Capitolo ***
Capitolo 13: *** 13°Capitolo ***
Capitolo 1 *** 1°Capitolo ***
1°Capitolo
Una giornata tranquilla era quella che stava trascorrendo sulla
nave …
Diciamo che stava diventando tremendamente tediosa. Mare calmo,
piatto, con conseguente navigazione tranquilla. L’unica consolazione era l’aria
frizzante che c’era quella mattina.
-
Ma non abbocca neanche un pesce – si lamentò Chopper affondando
il musetto nel pelo sospirando annoiato
-
Bisogna essere paziente Chopper – spiegò Brook che con una mano
manteneva la canna da pesca e con l’altra la tazzina di tè che tranquillamente
continuava a sorseggiare – anche se di pesci non ce n'era neanche l’ombra
Usopp dal canto suo armeggiava tra ami ed esche, alla ricerca di
quella giusta.
Avevano bisogno di pescare qualcosa, avevano finito le scorte e
per quella sera non c’era davvero nulla che Sanji potesse cucinare.
-
Sanjiii – urlò il capitano tirandosi indietro per cercare il
cuoco con lo sguardo – ho famee – continuò la solita tiritera
-
Idiota la cambusa è vuota cosa potrei cucinarti? – disse il
cuoco stringendo la sigaretta tra le labbra e portando con le mani un vassoio
di bevande – pensa a pescare e avrò di che cucinarti
Si chinò all’altezza di Robin, che leggeva tranquillamente
seduta sulla sua solita sieda, all’ombra di un ombrellone – uno alla frutta per
te – disse disegnando cuoricini con il fumo della sigaretta
Si girò con una piroetta verso Nami che sdraiata sulla sdraio ad
occhi chiusi si godeva i raggi tiepidi del sole alto nel cielo – e l’altro,
sempre alla frutta per te Nami-swaan
La cartografa socchiuse un occhio soltanto per afferrare il
bicchiere e tenere sotto controllo le mani del cuoco che marpione si
avvicinavano a lei.
Sbam, un pugno in testa – vai Sanji, vai in cucina – si sollevò
a mezzo busto ormai infastidita
-
Sanji e a noi? – riprese Rufy sentendosi come al solito messo da
parte dal cuoco
-
È in cucina, andate a prendervelo – rispose Sanji magicamente
ripresosi dal colpo
-
È sempre la solita storia – disse Rufy con un dito su nel naso –
cosa abbiamo noi in meno di Nami e Robin?
-
Non permetterti a dire una cosa del genere – il cuoco partì per
il suo mondo immaginario Nami e Robin al suo fianco pronte per soddisfare
qualsiasi desiderio, mentre piroettava sprizzando cuori da tutte le parti
Il capitano seguito a ruota da Chopper e Usopp schizzarono in
cucina per prendere i loro bicchieri di succo, quando uno scossone alla Sunny
mise tutti in allarme.
-
Robin cara – il cuoco si avvicinò all’archeologa stretta ai
braccioli della sedia in cerca di un po’ di equilibrio sotto le visto
oscillazioni – Nami-san stai bene?
-
Non direi – la ragazza si rialzò da terra massaggiandosi il
fondo schiena, dopo che lo scossone l’aveva scaraventata poco delicatamente sul
ponte
-
Ma che diavolo sta succedendo? - lo spadaccino spuntò dai
mandarini con lo sguardo da pesce lesso grattandosi la sua zazzera verde e
trattenendo a stento uno sbadiglio rumoroso – è mai possibile che non si possa
dormire tranquillamente? – biascicò, trascinando i piedi fino a raggiungere i
suoi compagni
-
Se fosse un attacco e dovremmo contare su di te, staremmo
freschi – lo rimproverò Nami cercando di rimettersi in piedi, ma perdendo
nuovamente l’equilibrio poiché la nave oscillò di nuovo
-
Senti mocciosa ci siamo tutti a quanto pare – disse prendendola
per la vista evitando di farla schiantare nuovamente con il suo bel sederino
sulle assi del ponte
-
Di certo non grazie a te – continuò la rossa agitandosi per
essere lasciata e messa terra
-
Prego, non c’è di che – disse Zoro fingendo di non sentire il
suo starnazzare e lasciando poco delicatamente la presa
Nami si tirò giù la maglietta e si affacciò alla balaustra per
capire cosa diavolo stesse succedendo.
All’orizzonte non c’era alcuna nave della marina e sicuramente
non esistevano cannoni dalla gittata tale da attaccare senza essere visti e in
più non c’erano scogli per nascondersi, erano in pieno mare.
Che attaccassero dal fondale, ma si notava nulla dalla
superficie.
-
Forse potremmo usare lo Squalo sottomarino ragazzina – fece
notare Franky notando i movimenti della navigatrice e affiancandola, seguito
dai suoi compagni che cercavano di capire cosa potesse averli colpiti
-
Ehi ragazzi venite un attimo qui – Brook rimasto con la sua
canna da pesca a mollo nel mare richiamò i compagni – credo di aver preso
qualcosa ed è grosso – iniziò a tirare con violenza per tirare su il pesce
Rufy, Usopp e Chopper corsero dallo scheletro per aiutarlo. Con
forza tirarono la canna, tanto forte da ritrovarsi di schiena sul ponte tutti e
quattro.
-
Ma che diavolo è? – esclamò Nami avvicinandosi guardinga ad un
enorme conchiglia – mi sembra familiare – disse portandosi una mano al mento
-
Hai ragione Nami, abbiamo già visto qualcosa del genere –
aggiunse il cecchino ancora steso a terra rovesciando gli occhi per guardare
quella cosa “atterrata” dal mare
La conchiglia si mosse e si aprì sotto gli occhi stralunati di
tutti e venne fuori un uomo buffo in giacca e cravatta.
-
Salve sono RiseRise della Lumacofono Shopping – parlò l’uomo
presentandosi, poi si guardò un attimo intorno – ma ci siamo già incontrati
vero? – piegò la testa al lato posando lo sguardo su Nami – tu hai comprato la
risma di fogli milleanni … si siete proprio voi – li indicò contento con
l’indice ad uno ad uno
-
Ehi è quel venditore pazzo che abbiamo incontrato dopo Alabasta
… avanti tira fuori tutti quei gingilli dell’altra volta – saltellò il capitano
con gli occhi a stellina, intorno al venditore
-
È quello che aspettavo – disse RiseRise mettendo le mani nella
conchiglia e iniziando a tirar fuori ogni genere di stramberia
Alla fine ognuno di loro era stato affascinato da qualcosa,
Sanji da qualche aggeggio da cucina, Usopp Chopper e Rufy erano attirati da
qualsiasi cosa, Zoro se la strafregava alla grande poggiato alla balaustra.
-
E questa cos’è? – chiese Nami sollevando con le mani un ciondolo
luminoso e davvero molto carino
-
Oh mio dio ragazzina sta attenta – si allarmò il venditore
raggiungendola e prendendogliela dalle mani
-
Ehi? – si lamentò la cartografa – fammi vedere è davvero carina
-
Ma è magica – spiegò l’uomo
-
Che cretinata – sbuffò Zoro volgendo lo sguardo verso Nami che
annuiva, concordando con lo spadaccino – una collana magica? Ma mi faccia il
piacere …
-
È una collana che permette di viaggiare nello spazio e nel
tempo, solo unendo i due ciondoli – tirò fuori da una custodia una seconda
collana con la seconda parte del ciondolo tenendoli a debita distanza – questo
diventa possibile. È un raro cimelio di un’antica civiltà ormai perduta.
Nami glieli prese dalle mani e li sollevò mostrandogli a Zoro,
facendo una faccia come per dire, ma questo è completamente pazzo.
-
Non ci credo – disse scettica Nami – non esistono queste
stramberie e poi viaggiare nello spazio e nel tempo … se ne inventi un’altra
per vendere. Zoro vieni a vedere la collana magica – trattenne a stento una
risatina
Zoro si avvicinò per vedere, quando Rufy si avvicinò un po’
troppo animatamente ai due, urtando lo spadaccino che andò a sbattere a Nami.
Accidentalmente i due ciondoli si scontrarono nelle mani di
Nami.
-
Rufy sei un idio … - una luce invase lo spadaccino e la
cartografa e puf spariti
-
Ops – fu l’unica cosa che riuscì a dire Rufy
Angolo di Tsuki
Se sei arrivato fin qui un
grazie particolare ^^ se poi hai intenzione di recensire un grazie mille in più
:p
Ennesimo esperimento, forse
l’ultimo e poi se fallirà mi darò alla carriera di lettrice accanita di fic di
Rolo XD e di quelle che meritano.
L’idea non sarà facile da
sviluppare, ma spero di riuscirci e di portarla a termine.
Ovviamente un ringraziamento
particolare va alla mia donna delle fic che legge tutte le mie cazzate in
anteprima … Brava Giovanna^^
GRAZIE
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Capitolo 2 *** 2° Capitolo ***
2°Capitolo
-
Ops – disse il capitano osservando la nuvoletta di fumo
dissolversi nell’aria con il dito su per il naso come se la cosa non lo
riguardasse minimamente
Dello spadaccino e della navigatrice, però, neanche l’ombra.
-
Che hai fatto alla mia Nami-san!! – Sanji atterrò Rufy con un
calcio in pieno volto e poi si lanciò sul venditore strattonandolo
violentemente per il bavero della giacca – dov’è la mia Nami-san? – un’aura
malvagia lo avvolse da capo a piedi terrorizzando cecchino e dottore, che
corsero lontani dal raggio d’azione del cuoco
L’uomo sbattuto a destra e a manca non riusciva ad aprir bocca
per spiegarsi.
-
Scu … scusi – tentò sollevando la mano per attirare l’attenzione
del cuoco che pareva aver perso il lume della ragione
-
Mio dio bisogna fermarlo … pover’uomo – disse Usopp nascosto
dietro la mastodontica spalla di Franky ben al sicuro dall’ira del biondo
-
Gli farà male – tentò di intervenire Chopper preoccupato per la
salute di RiseRise
-
Forse se lo lasci parlare possiamo capire cos’è successo – disse
pacatamente Robin
-
Oh Robin-chan tu hai sempre ragione – cinguettò Sanji, mollando
il malcapitato sul ponte e affiancandola, tornando a comportarsi “normalmente”
– avanti cos’è successo alla mia sirena – i goccioloni agli occhi e fazzoletto
stretto tra le labbra
-
Io l’avevo avvertita … io le avevo detto che quella collana
aveva la capacità di trasferire nello spazio e nel tempo chiunque unisca i
ciondoli e chi gli è vicino – iniziò a spiegare l’uomo
-
Ma dove ha preso una stramberia del genere? – domandò curioso il
carpentiere
-
È di una civiltà ormai scomparsa. Lì gli abitanti avevano
trovato il modo di spostarsi nel tempo a piacere
-
E sono scomparsi comunque? – fece notare giustamente Usopp,
abbandonando la postazione di rifugio e tornando tra i presenti
-
Non i conosce molto di quel popolo – spiegò RiseRise
Tutti quanti si voltarono verso Robin per ricevere risposte.
L’archeologa li soddisfece … in parte.
-
Mi sembra di aver letto di una cosa simile, ma sarà stato al
massimo un paragrafo e non diceva granché, se non quello che il venditore ha
già detto – rispose semplicemente la ragazza
L’attenzione di tutti si riposò sul venditore che impacciato non
sapeva come filare via da tutto quel casino. Si chinò sul ponte e iniziò a
raccattare tutte le cianfrusaglie che aveva esposto ai pirati nell’intenzione
di rifilargliele e non di trovarsi in tutta quella situazione. A casaccio le
gettò nella conchiglia gigante.
-
Bene ragazzi è arrivato il momento che io vada – disse RiseRise
già con un piede nel suo mezzo di trasporto
-
Un attimo – sussurrò pacatamente Sanji avvicinandosi con una
calma che raramente gli apparteneva
L’uomo inghiottì a vuoto l’aria, vedendolo così vicino a lui.
Temeva nel trattamento che poco prima gli aveva riservato.
-
Bhè … bhè i … io devo andare ve … veramente – balbettò mentre
iniziava a sudare freddo
Sanji sollevò lo sguardo scoprendo i lacrimoni alla base dei
suoi occhi – la mia Nami-san – si aggrappò al braccio dell’uomo – rivoglio
indietro la mia Nami-san
-
Non so come aiutarvi, non c’erano le istruzioni nella scatola di
quella collana, presumo che non ci sia un modo per tornare – rifilò tutto d’un
fiato – arrivederci – sparì nella conchiglia, che un balzo sparì negli abissi
marini, da dov’era comparsa
Un gocciolone enorme comparve dietro la testa di tutti quanti.
-
E ora come faremo? – chiese Chopper
-
Ma non sappiamo neanche dove sono finiti – aggiunse Usopp
allargando le braccia
-
E non abbiamo nessun indizio di cosa sia successo veramente –
terminò Franky
-
E se fossero qui sulla nave? Quel venditore ha detto che si
potevano muovere nel tempo e nello spazio, forse sono semplicemente qui sulla
nave yohohoh – rise fuori luogo Brook
-
Potrebbe essere
-
Robin, la mia dea potrebbe essere qui – il cuoco partì
volteggiando alla volta delle stanze interne
Tornò dopo pochi minuti mogio e disperato. Nulla!
-
Farò qualche ricerca, devo capire cos’è successo prima di
organizzarci – Robin sparì nella biblioteca, era l’unica che avrebbe potuto
trovare una soluzione
-
Come farà adesso il mio bocciolo di rosa, tutta sola in un posto
sperduto – Sanji rintanato in un angolo ripeteva questa litania mettendo alla
prova anche la pazienza del santone di turno, a fargli compagnia il suo fido
fazzoletto
-
Ma è con Zoro cosa potrà accaderle? Pensiamo a noi … cosa
mangeremo adesso? – esordì il capitano che per tutto quel tempo era rimasto sul
ponte dopo la botta del cuoco
Ancora un colpo, ancora una volta riverso sul ponte. Con Sanji
non si scherza soprattutto se si tratta di Nami, la sua dea, sola con lo
spadaccino, chissà dove, chissà quando.
Meglio non ricordarglielo.
Al suo fianco Brook con la sua di litania – non ho mai visto le
mutandine di Nami, anche se io gli occhi non ce li ho yohohoh
-
Brook? – il cuoco richiamò lo scheletro – possiamo andare a
vedere le mutandine di Nami-san – sussurò – ora lei non c’è non può picchiarci
Cuoco e scheletro si diressero verso la stanza della
navigatrice.
Clik, Robin era intervenuta in tempo, lasciando i due a bocca
asciutta. La biancheria di Nami era in salvo.
In un tempo e in uno spazio sconosciuti …
La navigatrice si massaggiò la testa emettendo un lamento – ma
che diavolo è successo?
Tentò di rimettersi in piedi, incontrando qualcosa di morbido
sotto le mani.
Mise a fuoco visto che la luce era davvero scarsa.
Tastò con le mani ciò che incontrava, era morbido in alcuni
punti, duro e scolpito in altri, ma che era? C’era della stoffa, un bottone,
anche quella che sembrava una cerniera e qualcosa di semi-duro.
-
Aaa – urlò facendosi indietro ritrovandosi a terra per
l’ennesima volta in quella giornata
-
Ma starnazzi a tutte le ore? – Zoro si mise a sedere battendo la
testa a qualcosa – che ca … - imprecò massaggiandosi la parte lesa dal colpo e
dal pugno di Nami
-
Dove mi hai portato? – la navigatrice lo prese per il collo
mettendosi comodamente a cavalcioni
Con la faccia cianotica lo spadaccino cercava disperatamente
aria da immettere nei polmoni, annaspando con le braccia.
Nami lo liberò gusto in tempo.
-
Sei impazzita? – si massaggiò il collo – non so, dove siamo, è
stata tutta colpa di quel babbeo del capitano
-
Ehi la collana? È stata tutta colpa di quel venditore inetto e
idiota – tastò il pavimento – aspetta qui ce un ciondolo … trovato l’altro?
-
Questo? – le mise nella mano l’altro ciondolo
Tentò di rimetterli insieme com’era successo poco prima sul
ponte ma nulla, una luce, una nuvola di fumo, un rumorino, un luccichio,
niente.
-
Ma perché non funziona? – urlò isterica Nami saltellando
nervosamente e allegramente sulle gambe di Zoro
-
Cosa ne posso sapere io? – portò le mani dietro il collo
sistemandosi comodamente in quell’angusto spazio
-
Non sei mai d’aiuto … Zorooo – si accasciò poggiando la testa
sulla spalla del verde – voglio tornare sulla nave
-
Forse se usciamo di qui, sarebbe più semplice no?
-
Te l’avevo detto io, dobbiamo uscire di qui – gli diede una
pacca sulla spalla lasciandolo scioccato dal suo comportamento
Strisciò a quattro zampe sulle assi di legno.
-
Ti muovi Nami, qui è scomodo – la spinse mettendole la mano
sulla coscia
-
Non toccarmi – allungò il piede indietro spiaccicandogli il
tacco tra gli occhi - e non mettermi fretta buzzurro – fece qualche passo
distratta da Zoro e andò a sbattere con la fronte contro qualcosa
Cadde all’indietro strofinando la mano sula fronte.
-
È tutta colpa tua – urlò
-
Finiscila – la spinse leggermente sulla spalla stringendo con le
dita lo spazio tra gli occhi che gli doleva terribilmente
-
Aspetta sento qualcosa – appoggiò l’orecchio contro quella che
doveva essere la porta
Fu aperta facendola scivolare a terra.
-
Nami-san che ci fai qui nella cambusa? – qualcuno si chinò verso
di lei prendendole le mani tra e sue – ti sei fatta male cara?
-
Sanji finiscila – sollevò lo sguardo rimanendo scioccata
-
Nami amore che hai? E poi ti ho appena lasciata in cucina – parlò
ancora la strana figura davanti a lei, un po’ stranita anche lei
-
Ma il cuoco ha tempo da perdere invece che andare a cucinare
qualcosa? – Zoro fece il suo ingresso dietro Nami che continuava a fissare la
figura davanti a lui in silenzio religioso quasi – ma che è sto schifo?
-
Sei tu – la cartografa sollevò il dito davanti a lei …
Angolo di Tsuki
Io ho
tentato di utilizzare la tecnologia, ringraziando chi ha recensito tramite un
messaggio privato e spero di aver fatto bene, altrimenti chiedo venia e dal
prossimo capitolo riprendo i ringraziamenti tradizionali a fine capitolo …
Bene, bene,
bene dove saranno mai capitai i nostri due eroi??? Ahahah
Spero che
qualche risatina ve la siate fatta, come è successo a me mentre scrivevo.
Un grazie a
tutti quelli che hanno messo tra preferiti, seguite e da ricordare, fra qualche
capitolo vi ringrazierò tutti a dovere XD
Grazie
naturalmente a chi ha letto soltanto …
GRAZIE
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Capitolo 3 *** 3°Capitolo ***
3°Capitolo
-
Ehi non facciamo scherzi – Zoro si alzò in piedi trovando
davanti a lui la sua fotocopia solo in versione … come dire Sanji?
Forse era la definizione migliore, quello non poteva essere lui.
-
Nami-san – Nami si vide la mano di quella strana versione dello
spadaccino e l’afferrò – oh dea – l’avvolse tra le braccia – ce ne sono due?
Questo è un dono del cielo – si avvicinò pericolosamente alle labbra della
navigatrice schifata da quel comportamento
-
Fermo – la scintillante lama della katana s’interpose tra i due
salvando la rossa in extremis
Subito dopo un pugno della rossa lo stese a terra con un
bernoccolo fumante sulla testa, che spuntava dalla zazzera verde.
-
Ma dove siamo finiti? – si chiese Nami sull’orlo di una crisi di
nervi – non era già tanto la nostra ciurma?
-
Ehi ma che sta succedendo? – Sanji fece capolino nel corridoio
Ma il limite della bassezza non era stato raggiunto con quella
versione dello spadaccino da idiota latin-lover?
Sanji apparve in tutta la sua bellezza … bhè non proprio
bellezza. Indossava un fantastico pantalone di pelle attillato e una camicia
semi-trasparente bianca, con in coordinato un delicatissimo grembiulino rosa di
pizzi e merletti.
-
Ma gioia cosa ci fai qui … aspettate un attimo, ma ci sono due
Zoro? – la faccia stralunata del cuoco era particolarmente esplicativa, poi un
luccichio attraversò i suoi occhi – ma è un dono del cielo – si avvicinò ai due
con sguardo e movimenti languidi
Entrambi i Zoro lo colpirono violentemente rispendendolo in
cucina.
-
L’avevo sempre detto io che quel cuoco aveva tendenze strane –
disse Zoro che osservò Nami, leggermente intontita da tutti quei Zoro e Sanji
Ripresosi dal colpo il cuoco, tornò alla carica verso il latin-Zoro
– ma chi è questo tizio che ti assomiglia come una goccia d’acqua? Avevi un
gemello e non ci hai detto niente?
-
Ma piantala? Ma tu non sei la mia Nami cara, vero? – l’osservò
da capo a piedi – di solito non vesti in questo modo. Volete dirci chi siete? –
si avvicinò ancora alla ragazza
Con lo sguardo terrorizzato la navigatrice afferrò il braccio
del suo compagno, nascondendosi per trovare salvezza da quei due tizi.
Zoro la guardò dall’alto della sua statura, poi si voltò verso
quella che considerava la sua copia riuscita male.
-
Noi siamo Nami e Zoro – iniziò lo spadaccino - voi chi siete?
-
Noi siamo Zoro e Sanji – rispose il cuoco con gli occhi
cuoriformi puntati sul corpo scolpito che spuntava dalla maglietta, tonando
all’attacco
-
Provaci e ti faccio a fette – mano sull’elsa, mentre con l’altra
spingeva dietro di sé Nami tenendola lontana dall’altro Zoro
-
Un po’ ti assomiglia – disse il cuoco al latin-Zoro
-
Ma sei uscito fuori di senno, io come quello lì?
Dalla sua postazione Nami se la rideva alla grande. Visto che
quel passo non avrebbero mai capito dove fossero e chi fossero quei due
riusciti male, venne fuori dal nascondiglio, interponendosi tra i tre, prima
che Zoro compisse una carneficina seduta stante.
-
Scusate l’irruenza del mio compagno – prese la parola – noi due
siamo Nami e Zoro della ciurma di cappello di paglia
-
Anche noi mon-amour – latin-Zoro si chinò sulla sua mano per
baciarla
Spiaccicò la mano stretta in un pugno, sulle labbra di Zoro,
facendogli male – allora, secondo me sarebbe meglio che ci portaste dal
capitano a questo punto
-
Oh andiamo gioia – la prese sotto braccio
Sanji si aggrappò allo spadaccino – gioia, tu invece vieni con
me, ti accompagno io da Rufy
Nami e Zoro si guardarono negli occhi – dove siamo finiti – si
sussurrarono impauriti
Toc Toc
-
Robin è permesso? – Sanji fece capolino nella biblioteca con una
tazza di tè – trovato qualcosa di nuovo? – posò la tazza sulla scrivania
prestando attenzione ai libri aperti su tutta la superficie
-
Grazie Sanji – l’archeologa sollevò il volto – non ho trovato
niente di quanto non ci abbia già detto il venditore ambulante … l’unica novità
è che la prossima isola su cui attraccheremo è popolata da alcuni discendenti
della civiltà scomparsa che ha creato i ciondoli
-
Che notizia fantastica – il cuoco svolazzò attorno alla donna –
sei fantastica Robin-san – i cuoricini svolazzavano per tutta la stanza –
rivedrò la mia Nami-san e tutto per merito della mia dea Robin
Robin sorrise ala scena e sorseggiò il tè.
Ma cosa aveva combinato quella collana? Dove li aveva mandati?
Almeno la Sunny per quel che sembrava non era cambiata.
-
Deve essere sulla polena – disse Sanji
-
Ragazzi … ragazzi?! – Chopper corse verso i due - oh mio dio ci
sono due Zoro? – frenò davanti a quella scena
-
E anche due Nami Chopper caro – spiegò latin-Zoro
-
Aaa – Nami urlò alla vista di Chopper
Ma quello non era Chopper, quello era un uomo, mentre Chopper
era una renna. Questo aveva due gambe, due braccia e un volto umano.
-
Che forza! Ah comunque Nami ci ha chiamati in cucina, se non ho
capito male dovremmo essere vicini alla nuova isola – continuò il ragazzo
correndo in cucina precedendoli
-
Allora potete conoscerci tutti quanti in una volta, ragazzi –
cinguettò Sanji rivolgendosi ad un disgustato spadaccino
L’entrata in cucina lasciò tutti quanti di sasso. C’erano due
Zoro sull’uscio della porta.
-
Aaaa – una ragazza dai capelli rossi si alzò dalla sedia
indicando una Nami sempre più confusa – chi … chi sei – balbettò la ragazza
Nami e Zoro, i due atterrati su quella nave di matti, si guardarono
prima in faccia, poi passarono al vaglio tutti i presenti.
Usopp era spaventoso … spaventosamente bello, poté notare Nami.
-
Dov’è andato a finire il suo ridicolo naso – sussurrò Zoro
all’orecchio della compagna, non credendo ai suoi occhi - Ma hai visto Robin? -
Sembrava una versione di una femme-fatale, con il suo completino
che lasciava davvero poco all’immaginazione di tutti i presenti.
Nami tirò una gomitata a Zoro che aveva indugiato un po’ troppo
su Robin.
-
Stronza – massaggiò il fianco – ma hai visto dove siamo finiti?
E ci lamentavamo della nostra ciurma! – si grattò la testa
-
E voi chi siete? – chiese Rufy serio e composto
Un’enorme gocciolone apparve dietro le teste dei due. E chi era
quello? Che fine aveva fatto il loro capitano? Come minimo avrebbe fatto chissà
quale sceneggiata davanti a quella situazione.
-
Siamo Nami, la navigatrice – la rossa si indicò – e lui è Zoro,
lo spadaccino e apparteniamo alla ciurma di cappello di paglia – indicò lo
spadaccino
-
Ma noi abbiamo già una Nami – indicò una ragazzina con i codini
e un abito di pizzi e fiocchi e imbarazzata da tutta quella attenzione
-
Ma quella è Biancaneve non sono io – sussurrò Nami a Zoro –
mancano solo i nani e gli animali a farle compagnia
-
E abbiamo anche un Zoro … l’avete già conosciuto – il capitano
lo indicò e lui per tutta risposta fece un occhiolino a Robin e a Nami
lanciando un bacio volante
Il verde si spiaccicò la mano sulla faccia. Che figure gli
faceva fare questo stupido latin-lover dei suoi stivali.
-
Sentite, siate chiari e diteci chi siete – Nami girò la testa
verso la fonte della voce, era Franky
Il ciuffo c’era, la camicia hawaiana … no! Indossava i
pantaloni? E le sue mitiche mutande che fine avevano fatto?
-
Ve l’abbiamo detto – ripeté Zoro infastidito da tutte quelle
domande
-
Io direi di smetterla con tutte quelle domande, facciamoli
parlare – Brook seduto accanto al capitano sorseggiava tranquillamente il suo
fantomatico tè
Bhè?! Non si lanciava su di Nami e non le chiedeva di vedere le
sue mutandine?
-
Ascoltatemi, non sappiamo neanche noi cos’è successo … vedete
questi due ciondoli? – li sollevò per mostrargli alla ciurma – accidentalmente
li abbiamo uniti e ci siamo ritrovati qui
-
Senti capitano non possiamo lasciare un fiore come lei in balia
delle onde – latin-Zoro abbracciò Nami che piantò un pugno nel pieno del suo
stomaco
-
Non ho detto questo .. ovviamente potranno restare qui finché
vorranno – disse il capitano
C’è un piccolo problema però … non
sappiamo come tornare – sussurrò Nami
Angolo di Tsuki
Approfitto dell’inutile
angolo per dirvi:
GRAZIE
|
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Capitolo 4 *** 4°Capitolo ***
4°Capitolo
-
Cosa?
– urlò Zoro afferrando Nami per le braccia – non puoi farmi questo, non
possiamo restare qui ancora … l’hai vista la mia copia, fa paura?
-
Perché
la mia? – gli sussurrò nell’orecchio – Zoro non so davvero come andar via, non
so neanche come ci siamo arrivati qui … non piace neanche a me
La
ciurma riunita guardava i due bisbigliare.
-
Non
dovete farvi problemi potete restare quanto volete – ripeté il capitano – per
Nami non sarà un problema cedervi la sua stanza, lei dormirà con Robin
-
Bhè
… grazie – disse Nami – non è un problema per … per … te – indicò la sua copia
che rossa come un peperone annuì con la testa – vuoi farcela vedere? – si alzò
senza dir nulla e iniziò a camminare verso la sua stanza
Ma
che le prendeva ogni volta?
La
porta della stanza venne aperta. Le narici vennero invase da uno dolcissimo e
stomachevole profumo di vaniglia. Gli occhi vennero invasi da una quantità
esorbitante di rosa. Era ovunque, a partire dalle pareti, seguite da letto,
coperte, mobili, il tutto accompagnato da una vagonata di peluche su tutta la
superficie della cabina.
La
mascella di Nami avrebbe toccato terra se solo fosse stato possibile, ma lei
odiava il rosa, mentre questa, ci avrebbe scommesso che aveva anche le mutande
di quel colore.
-
C’è
un solo letto, dovrete sistemarvi voi – sussurrò BiancaNami entrando in cabina
e uscendo stringendo il pigiama rosa e pieno di merletti, al petto – spero che
vi troviate bene, manca poco alla cena, Nami puoi indossare qualcosa del mio
armadio e potete usare il mio bagno – detto questo, in fretta e furia, lasciò,
i due davanti a quella stanza
-
Zoro
– afferrò il braccio del compagno – ti prego scappiamo …
-
Terraaa
– la voce di Usopp gracchiò per tutta la nave – Robin siamo arrivati
-
Robin-san
… Robin-san – Sanji urlò volteggiando sul ponte – c’è l’isola …
L’archeologa
sbucò dalla biblioteca – dobbiamo preparaci così non perderemo tempo
-
Gioieee
la cena è pronta – il cuoco con i mestoli rosa stretti dalle mani, richiamò la
ciurma in cucina – avanti o qui si fredda tutto
Zoro
e Nami davanti alla porta osservavano la ciurma che tranquillamente si dirigeva
in cucina.
-
Non
corrono? Non si spintonano? Non urlano? – si domandò Nami ricordando la
condizione dei loro pranzi, le urla, il cibo che si sposta “magicamente” nel
piatto del capitano se non direttamente nelle sue fauci senza permettere a
nessuno di mangiare, i litigi, le spade, i calci
-
Non
è la nostra ciurma Nami, mettitelo nella tua testolina … dai andiamo, non
vorrai far arrabbiare il cuoco
-
Sei
tu che non devi farlo arrabbiare o lo farai piangere – tirò fuori la lingua
-
Per
favore non ricordarmelo … mi mette ansia quell’essere e non parliamo della mia
copia
-
Non
farmi sedere accanto a lui, è peggio del nostro Sanji – si strinse al suo
braccio – non lasciarmi con lui – sussurrò
-
Fiore
ti ho tenuto il posto – latin-Zoro batté la mano sulla sedia accanto a lui –
non lasciarmi solo
La
cartografa sorrise nervosamente – sarà il posto di qualcun altro, non vorrei …
-
Non
dirlo neanche per scherzo, non vorrai far male al mio cuoricino, vieni qui –
con l’indice le fece segno di avvicinarsi e sedersi
Afferrò
il braccio di Zoro, accanto a lei e se lo tirò appresso.
-
Vieni
con me
Lo
trascinò a sedere a suo fianco, sedendosi quasi sulle sue gambe, cercando di
mettere più distanza possibile dal suo vicino di sedia, che aveva tutt’altre
intenzioni a quella di mangiare.
-
Oh
Robin sei un incanto – la donna fece il suo ingresso con un mini-abitino di
pizzo suscitando solo gli ormoni di latin-Zoro, lasciando gli altri
indifferenti
-
Ma
dove deve andare questa qui? – domandò Zoro – ma quando si mangia stupido
cuoco?
-
Gioia
tranquillo – posò davanti a lui un piatto coperto – questo è per te – scoprì il
piatto svelando una bistecca enorme con tanti cuoricini fatti con le uova – è
solo per te questa … spero che riesca a frenare i tuoi bollenti spiriti – gli
sussurrò vicino ad un orecchio
Gelato
da quella vicinanza Zoro rimase immobile e trattenendo a stento un conato di
vomito con la mano.
Nami
dal canto suo se la rideva alla grande, vedere lo spadaccino alle prese con
delle avance da parte del cuoco era la cosa più esilarante che potesse
capitarle sotto gli occhi.
-
Finiscila
o faccio fuori prima te che mi deridi e poi quel mezzo uomo – sussurrò a denti
stretti alla navigatrice che non riusciva a trattenersi e scoppiò a ridere
sguaiatamente battendo le mani sul tavolo
-
Questi
sono stupendi – afferrò un cuoricino e lo fece scivolare in bocca – e sono
anche buonissimi, Sanji non si smentisce come mai almeno come cuoco
-
E
questo è per voi – dispose le restanti porzioni su tutto
Tranquillamente
ognuno di loro prese ciò che più gli aggradava, nel rispetto e nell’attenzione
verso gli altri. Facevano paura.
-
Potresti
passarmi il mi latte? – Brook tese la mano verso BiancaNami
-
E
la mia acqua minerale? … ah eccola – Franky spostò la brocca di vino e prese la
sua di acqua
Altro
luogo, altra ciurma …
-
Cosa
abbiamo scoperto? – chiese Chopper addentando la sua coscia difendo le altre
dal capitano che razziava a destra e manca da qualsiasi piatto, il tutto con il
sottofondo delle urla del cuoco
-
Gli
abitanti non conoscono questa leggenda – Franky bevve avidamente della cola
-
Io
ho scoperto soltanto che c’è un tempio sulla collina che appartiene a quella civiltà,
domani andrò a visitarlo … troverò sicuramente qualcosa – Robin sorrise in modo
rassicurante ai compagni, avrebbero risolto sicuramente
-
Era
tutto buonissimo Sanji – Nami ringraziò il cuoco che in brodo di giuggiole
cercava di spalmarsi sul corpo dello spadaccino senza riuscirci – ma è tardi –
alzò le braccia per stiracchiarsi – direi che è ora di andare a letto
-
Nami-san
vieni qui a darmi il bacio della buona notte – latin-Zoro allungò le braccia e
strinse le labbra a cuoricino in cerca delle labbra della donna
Nami
si tirò indietro, sedendosi sulle gambe di Zoro stringendosi a lui, suscitando
le ire di Sanji che vedeva sottratto il suo posto.
-
Fiorellino
solo un bacino che ti costa – si avvicinò ancora
Errore,
pugno della navigatrice e pugno dello spadaccino che la reggeva e latin-Zoro si
vide scaraventato lontano dai due.
-
Buona
notte – Nami agitò la manina dalle spalle di Zoro
-
Ma
che razza di gente stiamo ospitando a bordo – disse Rufy guardando allibito
tutta la scena
-
Nami-san
…
-
Zoro-kun
…
|
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Capitolo 5 *** 5° Capitolo ***
5°Capitolo
-
No bello hai capito proprio male … tu adesso dormirai a terra –
Nami rientrò dal bagno
Per poco a Zoro non venne un colpo.
-
Sembri una caramella di zucchero – si portò le mani dietro al
collo e la osservò da capo a piedi e la metafora aveva più che senso
Indossava un pigiamino rosa confetto, con le bretelle e i pizzi
tutto intorno.
-
Taci, questo era il meno appariscente e ora fila a terra – si
avvicinò al letto sfilando violentemente la coperta da Zoro
Sotto le coperte Zoro indossava solo i boxer. Nami rigettò le
coperte sul suo corpo e salì sul letto, mettendosi in ginocchio e spingendolo
giù tra i peluche.
-
Ma perché? – si lamentò Zoro facendo leva sul materasso e
affacciandosi verso la donna – c’è spazio per tutti e due
-
Cosa? – si mise in ginocchio – tu con la tua mole mi
schiacceresti contro il muro e morirei soffocata
-
Mi metto alla punta e non ho nessuna intenzione di toccarti
-
No! – si sdraiò dandogli le spalle e infilandosi sotto la
coperta – ah! Spegni la luce per favore Zoro
-
Stronza – si alzò per spegnere e poi si lanciò tra i peluche
Pochi attimi di silenzio, poi il fruscio delle coperte riempì la
stanza e poi si aggiunsero alcuni lamenti e sospiri.
-
Zo … Zoro – scivolò con le braccia e il busto verso il pavimento
– questo cavolo di pigiama punge – lo scosse un po’ – ti sei già addormentato?
Zoro? Zoro? – lo scosse ancora più forte dal braccio – Zorooo – si lamentò –
punge
-
Nami piantala – le diede le spalle – sto dormendo e non ti sento
– si mise le dita nelle orecchie per evitare di sentire tutta quella lagna
insopportabile
-
Non so come fare – si sedette a letto grattandosi furiosamente
ovunque, scostando i pizzi e i merletti dalla pelle nuda
-
Levati il pigiama, taci e rimettiti a dormire – borbottò
cercando una posizione comoda tra i peluche, lanciandone alcuni che si erano
conficcati nella spina dorsale
-
Non posso mica dormire senza pigiama con te a pochi metri da me
– con il piede gli fece il solletico lungo la schiena - Zooroo
-
Infilati la mia maglia dovrebbe essere più comoda e non mi
rompere più, ho sonno
-
È sporca cretino e io mi sono fatta la doccia
-
Prova a cercare qualcosa nell’armadio, in fondo, tra le robe ci
sarà qualcosa di normale
Nami si alzò scocciata e accese la luce, bruciando le retine di
Zoro, che le lanciò dietro un repertorio di bestemmie improponibile.
Spalancò le ante dell’armadio.
-
Trovami te qualcosa di comodo tra queste cianfrusaglie – si
infilò quasi completamente nell’armadio – eureka! – venne fuori stringendo tra
le man una maglietta larga e semplice senza fronzoli alcuni – non guardare –
lanciò il pigiama maledetto sul volto di Zoro – finalmente – girò su se stessa
contenta di poter dormire
-
Adesso che sei tranquilla posso venire sul letto? – chiese Zoro
sperando di poter stare più comodo
-
Scordatelo! – immersa nelle coperte lo ignorò - buona notte …
ah Zoro la luce
Un gocciolone immenso apparve dietro la testa dello spadaccino.
-
Nonostante il colore e lo stile orrendo, questo letto è
comodissimo – disse Nami con la voce ancora impastata dal sonno,
stiracchiandosi un po’ per riprendere un po’ di mobilità
Si voltò a cercare il compagno e lo trovò stranamente già
sveglio, occhi iniettati di sangue e occhiaie mostruose a contornarli.
-
Non hai dormito stanotte? – chiese genuinamente la rossa con il
sorriso sul volto
In risposta ricevette un’occhiataccia torva, che l’avrebbe
potuta incenerire all’istante, se solo ne avesse avuto la capacità.
Nami rise di rimando, mostrando i denti bianchi, prendendolo
ancora di più in giro, sfiorando la morte così. Si chinò prendendo le guance
dello spadaccino tra le mani e strizzandole poco.
-
Quanto siamo permalosi di prima mattina
Un leggero bussare alla porta catturò l’attenzione della
cartografa.
-
Avanti – disse rimettendosi composta a sedere a gambe
incrociate, di fronte alla porta
La porta venne spalancata mostrando due uomini? … ragazzi? …
tipi, forse.
Latin-Zoro indossava un pigiama di raso blu e al suo fianco
Sanji in tenuta notte con una meravigliosa camicia da notte con i cuori, che
lasciava scoperte le gambe pelose e ripugnanti.
-
Oh Nami dolce Nami, ti ho portato la tua colazione a letto –
latin-Zoro si avvicinò porgendole il vassoio che Nami poggiò al suo fianco sul
letto
-
Zoro-kun, ieri sera non mi neanche dato il bacio della buona
notte, protesti rimediare dandomi un bel bacio del buon giorno – Sanji a
braccia spalancante si gettò su Zoro che riuscì a scostarsi in tempo, facendolo
atterrare tra i peluche che sfortunatamente attutirono il colpo
Il cuoco si rialzò come se nulla fosse – c’è anche la tua
colazione gioia cara su quel vassoio, non sia che il mio Zoruccio non mangi
adeguatamente
-
Ti prego mandali via prima che faccia una strage – sussurrò a
denti stretti lo spadaccino scostando abilmente gli attacchi del biondo, che
stava mettendo a dura prova la sua pazienza
-
Nami cuoricino ma sei stupenda con questo pigiamino - si
avvicinò al bordo della maglia che si era sollevato un po’ troppo – oh
mutandine bianche … ma sono fantastiche – strinse le mani mentre un rivolo di
sangue colava dalle narici – le mie preferite
-
Pervertito – gancio destro che lo spedì fuori dalla stanza – via
immediatamente da questa stanza o vi faccio fuori … vale anche per te Zoro devo
cambiarmi
-
Puoi scordartelo, usa il bagno – si lasciò cadere sul letto
sospirando di goduria
Un attimo di pietà colpi Nami che decise di assecondarlo almeno
quella mattina.
-
Almeno dammi la mia colazione – addentò un soffice croissant
passando l’altro a Zoro
-
E questa sarebbe un’adeguata colazione? – osservò il misero vassoio
con soli cinque croissant
-
Non sia mai che Zoruccio metta su qualche chilo di troppo,
perderebbe il suo fascino
-
Fottiti Nami, non è aria stamattina – trangugiò i restanti
croissant e il latte – spero per lui che ci sia dell’altro in cucina
-
Sarà lieto di prepararti ciò che vuoi gioia – finì il suo
cornetto accompagnandolo con una tazza di latte
Una cuscinata le arrivò in piena faccia facendole versare un po’
di latte addosso.
-
È l’unico pigiama decente – caricò la mano per picchiarlo
selvaggiamente, ma si era già addormentato, l’avrebbe potuto picchiare anche
più tardi, in fin dei conti
La giornata si svolse in tutta tranquillità, tra le fughe di
Zoro da Sanji che cercava ogni occasione per saltargli addosso e spupazzarselo
tutto e Nami che non faceva che picchiare selvaggiamente latin-Zoro che sapeva
essere anche più asfissiante del loro di cuoco. Era insopportabile a tratti,
avrebbe finito per ucciderlo se continuava così.
-
Almeno stasera posso dormire sul letto?
-
Devi solo sfiorarmi e ti faccio volare oltre i peluche e
schiantarti sulle assi di legno … qui – indicò il limite del letto e si
infilarono sotto le coperte – e non tirare la coperta che fa freddo – tirò
lasciandolo scoperto – Zoruuuccioo la luce … spegnila
-
Ti ammazzerei lo giuro …
Angolo di Tsuki^^
Regalino per il nuovo anno XD
Non ero scomparsa ero solo impegnata con l’università e le
feste.
Nella speranza che possa piacere vi auguro buon anno
|
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Capitolo 6 *** 6°Capitolo ***
6°Capitolo
-
Non farlo anche stamattina – Zoro l’afferrò per un braccio
riportandola sul letto
Nami sgusciò via dalla presa e corse a chiudersi in bagno.
Clack…
-
Namiii – Zoro batté violentemente le nocche sulla porta di legno
facendola tremare violentemente – devo andare in bagno, devo farmi la barba …
ho da fare
-
Ma fanno così ogni mattina? – chiese Chopper fermandosi ad
origliare dietro la porta
-
Quei due mi nascondono qualcosa – bisbigliò Sanji
accovacciandosi tra il dottore e il cecchino lì di fianco – e non mi piace che
Zoruccio mi venga portato via da una donna qualunque
-
Quella lì è la gioia della mia vita – sospirò latin-Zoro
volteggiando su se stesso in una stomachevole scena – non rivolgerti così a lei
– continuò sempre in un sospiro – quanto mi piace … forse forse ragazzi io mi
sono innamorato – strinse il volto tra le mani arrossendo
-
Fosse la prima volta – sospirò disgustato Usopp che tese
l’orecchio per ascoltare meglio
-
Forse non è il caso di origliare – disse BiancaNami che per caso
si trovava a passare di lì
-
Ma è divertente – fece notare Chopper che si spostò di poco per
permettere anche alla ragazza di ascoltare
BiancaNami si piegò sulle ginocchia stringendo un peluche tra le
braccia, curiosa di capire cosa stesse succedendo, quei due la incuriosivano
non poco e tutta la ciurma era della stessa opinione, erano così … così strani,
per i loro gusti.
-
Prima le signore – urlò dal bagno Nami cercando il suo
spazzolino e il dentifricio
-
Tu una signora ma non farmi ridere – Zoro finse una risata,
riprendendo a battere sulla porta correndo il rischio di gettarla a terra – se
tu sei una signora allora io sono gay … apriii
-
Cosa?! – il cuoco al di là della porta scattò in piedi – è … è
gay?
-
Idiota stava scherzando – latin-Zoro lo riportò di nuovo a terra
e ripresero ad ascoltare – era ironico, torna qui
Clack …
-
Finalmente – Zoro mise la mano sul pomello per aprire la porta –
hai capito chi comanda – appena la porta fu aperta venne investito da un getto
d’acqua
-
E quindi? – con il miscelatore della doccia Nami lo minacciava,
tenendolo sotto tiro
-
Fammi spazio almeno che mi faccio la barba … ma sei idiota – lo
spadaccino si portò le mani al volto per riparasi dal getto puntato sul suo volto
Ridendo sguaiatamente la navigatrice mise a posto il miscelatore
– ma fai in fretta, devo farmi la doccia
Con lo spazzolino in bocca, seduta sul portapanni, guardò il
compagno farsi la barba.
Zoro si ammirò davanti allo specchio, passandosi la mano in
contro pelo per controllare se fosse davvero necessario farla. Prese la schiuma
da barba che “gentilmente” la sua copia gli aveva prestato e la passò sul
volto.
-
Mi deconcentri e rischio di tagliarmi – mormorò a labbra strette
Zoro passando il rasoio nel delicato punto sulle labbra
-
Uffa quanto sei scocciante – sputò il dentifricio in abbondanza
nel lavandino bevendo un po’ d’acqua dal bicchiere per fare i gargarismi –
guarda che lì hai saltato un punto – indicò sotto il collo, specchiandosi
intanto nello specchio, sollevandosi i capelli in un ciuffo scompigliato – oh
mamma, qui Zoro – gli sfilò il rasoio passandolo sul punto indicato
Sollevò gli occhi ritrovandosi a pochi centimetri dal volto del
verde. Lo guardò un attimo negli occhi e poi tirò fuori la lingua.
-
Come il sedere di un bambino – gli passò la mano sulle guance
Lo spadaccino sorrise e le diede uno schiaffetto sulla fronte.
-
Mi lavo i denti e ho finito … mocciosa
-
Non si sente più nulla … Zorino – Sanji da fuori si disperava
come un matto accompagnato da latin-Zoro – cosa staranno facendo
-
Ma non è ora di colazione? – Robin apparve dal nulla dietro
tutti i suoi compagni, accompagnata dal capitano, che appariva stanco con scure
occhiaie a contornargli gli occhi
-
Si andiamo – mogio mogio il cuoco si diresse in cucina per
preparare la colazione a tutti
Sulla nostra Sunny, lì dove l’avevamo lasciata …
-
Mi dispiace, ma non so di cosa stia parlando – il negoziante si
occupò del cliente appena entrato
-
Sarà il decimo stamattina che ripete sempre questa frase –
sospirò sconsolato Usopp – sono stanco – si lasciò cadere su una panchina lì a
fianco con Chopper e Franky - Non riusciremo mai a scoprire qualcosa – il suo
pessimismo era contagioso nel raggio di un paio di chilometri come minimo
Stessa ciurma, stessa isola, punto diverso
-
La collana del popolo Erzia – sussurrò una donnina di età
avanzata seduta su una seggiola al sole
-
Era formata da due ciondoli e la mia amica li ha accidentalmente
uniti e insieme al nostro spadaccino sono scomparsi – Robin tentò di spiegarsi
e non ottenere false informazioni e speranze
-
Ho capito signorina, non sottovalutarmi – si mise in piedi
facendo leva su un lungo bastone tempestato di diverse gemme colorate – ehi
giovanotto aiuta una vecchia signora
Sanji si chinò per aiutarla e metterla in piedi – le serva
qualcos’altro? – chiese
Lo scacciò malamente con la mano – allora i vostri amici sono
stati colpiti dalla maledizione del popolo di Erzia
-
Ho letto qualcosa su questa maledizione
-
Non interrompermi signorina, è maleducazione – la bloccò la
donna puntandola con il bastone – dicevo, la maledizione del popolo di Erzia.
Si narra che in quei ciondoli sia racchiusa la forza dell’amore di una giovane
e bellissima donna …
-
Donna? – il biondo scattò sull’attenti a sentire quella frase
-
Ho detto di non interrompermi – lo picchiò con la punta del
bastone e iniziò a camminare seguita dall’archeologa – dicevo … è racchiusa la
forza dell’amore di una giovane donna. La leggenda narra le vicende di due
giovani ragazzi, legati da un profondo legame d’amore trovato sulle rive di un
lago, durante una guerra. Lui giovane e bel soldato, lei umile abitante di un
villaggio sotto attacco. Si incontrarono vicino ad un lago e fu amore a prima
vista. Tutto non fu più lungo di una primavera, la guerra ricominciò e i due
furono costretti a separarsi, di quell’amore rimasero solo due ciondoli,
riuniti nelle mani della ragazza dopo la morte del suo uomo
La leggenda continua dicendo che
quando i due ciondoli vengono uniti, due anime unite da un legame, invisibile
ma indissolubile, troveranno le condizioni necessarie per sviluppare una forza
tale da unirli eternamente. Non è un caso che con lei sia sparito un altro
vostro compagno … e non è perché erano vicini – disse la donna anticipando
Robin – mi hai detto che il vostro capitano ha urtato i due, quindi anche lui
era nelle vicinanze, sarebbe dovuto andar via anche lui con loro e invece
questo non è successo … vedo che inizi a capire – la donna fissò il sorriso
della ragazza che annuì convinta – erano destinati a sparire insieme
-
Ho capito cosa vuole dire … e avevo ragione a pensarlo
-
Io no – Sanji raggiunse le due che l’avevano distanziato di
parecchio – non ho capito nulla di tutta questa storia
-
I vostri compagni sono destinati a stare insieme – spiegò la
donna – un possibile amore, un possibile legame che li unirà per sempre,
chiaro?
-
Na … Nami-san con quel marimo – il cuoco si accasciò a terra in
posizione fetale – una possibile storia – un alone nero lo circondò
-
Capisco la leggenda – disse Robin sorpassandolo – ma come
faranno a tornare indietro?
-
Lo vedi quel tempio lassù? Li troverai altre risposte alle tue
domande
-
Può accompagnarci? – chiese l’archeologa – lei è la sacerdotessa
non posso sbagliarmi
-
Hai occhio ragazza … ehi tu ragazzo portami sulle spalle e
andiamo al tempio – lo scosse con il bastone e il trio si mise in cammino lungo
il sentiero verso la collina
-
Nami-swaaan …
Angolo di Tsuki
Approfitto della vostra
immensa pazienza per fare pubblicità
http://roloshouseportfolio.forumfree.it/
Qui potrete ritrovare
Rolochan105 e le sue magnifiche fic … su avanti fateci un saltino
Se poi avete letto la mia fic
che è solo passabile, troverete le sue fic strabilianti *.* Credetemi …
|
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Capitolo 7 *** 7°Capitolo ***
7°Capitolo
Ad accoglierli dopo la salita, c’era
il tempio che la donna li aveva fatto notare dai piedi dell’altura. Era molto
semplice, in rovina, ma sicuramente ai suoi tempi doveva essere stato un tempio
sfavillante, come mostravano i resti attorno a loro.
-
Fino a qualche anno fa era tutto diverso qui – sussurrò con una
nota di malinconia nella voce, la sacerdotessa – avanti seguitemi
Entrarono in un corridoio stretto e scarsamente illuminato, che
comunicava con una stanza enorme. Robin prese a guardarsi intorno, alla ricerca
di ciò che le interessava, anche se non si lasciava sfuggire nessun
particolare. Notò una particolare incisione alla base di un’enorme
rappresentazione di due innamorati, che occupava tutta una parete della sala.
-
Qui è riportato quello che lei ha detto – Robin fece scivolare
le mani lungo una parete – qui però c’è qualcosa in più – si chinò per leggere
meglio, scostando con la mano le ragnatele che la ricoprivano - se non
scopriranno il legame, uno dei due rischierà la vita … di quel legame non
resterà nulla, se non un flebile ricordo … questo non l’aveva detto –
l’archeologa la fissò la vecchia anziana
-
Cosa significa questa storia? – chiese Sanji
-
È una piccola clausola – divagò la sacerdotessa - il problema
nel racconto sorge quando tra i due innamorati si intromette una ragazza
innamorata del soldato, ma non contraccambiata, fu lei a dividerli riportando
l’uomo in guerra, portandolo alla morte … e questo significa che i vostri
compagni si perderanno, non riusciranno a tornare da voi, se qualcuno si
intrometterà tra di loro distogliendo l’attenzione l’uno dall’altra – disse
tutto d’un fiato
-
E noi cosa possiamo fare? Non c’è modo di comunicare con loro?
Non c’è nulla da fare? – il cuoco tempestò la vecchina di domande, sull’orlo di
una crisi isterica, la sua dea rischiava di non tornare più indietro
-
C’è un unico modo … ci sarà qualche oggetto a cui i vostri
compagni sono legati, potete lasciarvi dei messaggi, tenervi in contatto … non
c’è altro che potete fare, dipende tutto da loro … mi dispiace ma non posso
aiutarvi in alcun modo – si strinse nelle spalle la donnina fissando i due
ragazzi che si guardavano spaesati
-
Dobbiamo avvisare il resto della ciurma – disse Robin
rivolgendosi al compagno
Salto spaziale …
-
Ascoltate noi vi abbiamo ospitati, ma non ci avete spiegato
nulla di voi – il capitano affondò il cucchiaio nella zuppa
-
Avete ragione ma non c’è molto da dire, non sappiamo neanche noi
cos’è successo – disse semplicemente Zoro prendendo del pane dal cesto lì al
centro del tavolo – e chi siamo lo sapete, ve lo abbiamo ripetuto fino allo
sfinimento
-
Questo lo sappiamo, ma cos’è successo? – chiese Sanji a
capotavola
-
È tutta colpa di questa collana – Nami la sbatté sul tavolo,
facendo oscillare tutto sulla tavola – non sappiamo perché siamo qui … l’unica
cosa che sappiamo è che per colpa di questa stupida collana se ci troviamo qui.
Eravamo sul ponte della nostra nave, quando è arrivato un venditore ambulante
che ci ha mostrato la sua mercanzia, tra cui la collana – la indicò sulla
tovaglia – era tra le mie mani, quando il nostro capitano ci ha urtati e ci
siamo ritrovati qui e non sappiamo, neanche, come tornare, ci dispiace –
abbassò il volto
-
Non voglio mettervi fretta assolutamente e non crediate che
siete un peso per noi, vogliamo solo aiutarvi … è solo per questo che ve l’ho
chiesto – ci tenne a precisare il capitano
-
Dovrò fare qualche ricerca – disse Robin sorseggiando
sensualmente del vino, mentre con una mano accarezzava il volto del suo
capitano, seduto lì al suo fianco
-
Grazie – sussurrò Nami, sollevando il volto e sorridendole di
cuore
Stava bene lì, c’era Zoro con lei, ma voleva tornare con i suoi
compagni, si stupiva lei stessa a pensarlo, ma le mancavano e come per lei
anche per Zoro era lo stesso, nonostante non l’avrebbe mai ammesso.
-
Scusa Sanji, era tutto buonissimo, ma ho bisogno di un po’
d’aria, scusatemi tutti quanti – tirò indietro la sedia, la navigatrice e
lasciò la stanza
-
Ti metto da parte il dolce gioia, così quando ne avrai voglia lo
potrai trovare sul ripiano della cucina e guai a chi lo tocca – disse il cuoco
-
Grazie mille Sanji – sparì sul ponte
Latin-Zoro fu tentato di seguirla, ma la sua copia l’aveva
preceduto di pochi millesimi di secondo, rubandogli la possibilità di stare
solo con il suo fiorellino. Si sarebbe rifatto in un secondo momento, magari le
avrebbe portato il dolce più tardi. Sì avrebbe sicuramente così. Si rilassò
sulla sedia continuando il suo pranzo, questa volta era sicuro che c’era
qualcosa di diverso con quella nuova ragazza, non si era mai sentito così.
-
È leggenda del popolo di Erzia ho letto qualcosa tempo fa –
disse Robin iniziando a raccontare
Scese sul ponte, Nami, si sfilò le scarpe e passeggiò a piedi
nudi sentendo l’erba fresca solleticarle la piante dei piedi. Si voltò verso il
suo mandarineto, o meglio quello di BiancaNami. Forse le avrebbe fatto bene
passare qualche momento in quel luogo familiare.
Sfiorò con le dita sottili un mandarino, doveva ammettere che la
sua copia ci metteva amore nel curarli, erano davvero perfetti i frutti che
quegli alberi stavano dando.
Alle sue spalle sentì un frusciare di foglie.
Si voltò convinta di trovare Zoro, invece si ritrovò BiancaNami
con un enorme peluche tra le braccia.
-
Puoi prenderne uno se ti va … anche tu hai un mandarineto sulla
tua nave? – chiese passandoglielo lei stessa tra le mani, scegliendo uno dei
migliori
-
Si, ma io non sono così generosa con i miei compagni – sorrise e
prese a sbucciarlo lentamente, godendosene il profumo, passando qualche
spicchio alla ragazza poggiata ad un albero al suo fianco, che declinò
l’offerta
-
Potrai stare qui, quanto tempo vorrai e venirti rifugiare tutte
le volte che vuoi e anche i frutti sono a tua disposizione, finché non potrai
tornare – si avvicinò e l’abbracciò, lasciando Nami di sasso
Lei era capace di un gesto così dolce? Lei che con le mani
disegnava solo cartine e picchiava i suoi compagni?
La lasciò sola sotto i mandarini. Era strana come ragazza, ma
sapeva cosa dire al momento giusto. Sorrise contenta.
Ancora un rumore tra le foglie, ma questa volta non si voltò a
controllare era sicura di chi c’era, quell’inconfondibile rumore di spade che
cozzavano tra loro, l’avrebbe riconosciuto ovunque.
-
Anche tu sei capace di questi gesti romantici – disse
avvicinandosi alla compagna, rubandole qualche spicco di mandarino dalla mano
-
E tu che fai adesso, mi spii? – portò gli ultimi spicchi alle
labbra, facendoli sparire nella sua bocca
-
Come i bimbi mangi – lo spadaccino avvicinò la mano al suo volto
catturando qualche goccia di succo sfuggita dalle sue labbra
-
Ma smettila stupido – lo spintonò leggermente ridendo di cuore –
dici che torneremo? – chiese tornando seria tutto ad un tratto – io non so cosa
fare. È la prima volta che non so cosa fare Zoro …
Il verde le passò un bracciò sulle spalle avvicinandola a lui,
restando per qualche istante in silenzio a guardare il vuoto.
-
Io credo che ce la faremo Nami, troveremo una soluzione,
l’abbiamo sempre fatto perché questa volta dovrebbe essere diverso?
-
Le altre volte eravamo tutti insieme, questa volta siamo soli
Zoro – si scostò leggermente dell’abbraccio, poggiando le mani sul suo petto,
per guardarlo negli occhi – ho fatto qualche ricerca, ma non ho trovato nulla
-
Ci sono io con te, non sei sola e tu sei con me, ci aiuteremo a
vicenda
-
Nami-saaan – latin-Zoro volteggiò sotto i mandarini con un
piatto tra le mani – il tuo dolce … te l’ho portato
Lo spadaccino mollò malamente Nami e fulminò con lo sguardo la
sua copia. Si alzò, lasciandoli lì soli, lasciando leggermente sgomenta la
navigatrice, che lo seguì con lo sguardo finché le fu possibile.
Torniamo indietro …
-
E questo è quanto. Ora provo a lasciarle un messaggio nel
cofanetto nella sua stanza – detto questo l’archeologa lasciò la cucina e entrò
nella stanza della navigatrice, sua amica
Nami, sono Robin, spero che questo messaggio vi arrivi. State
tranquilli stiamo facendo tutto il possibile per farvi tonare indietro. Cerca
di rispondermi in qualche modo …
|
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Capitolo 8 *** 8°Capitolo ***
8°Capitolo
-
Grazie, ma adesso non mi va – declinò il piatto che latin-Zoro
le aveva avvicinato
-
Non vuoi che Sanji si offenda e poi è al cioccolato … a chi è
che non piace la cioccolata? Ti solleverà un po’ il morale – affondò la
forchetta nella torta prendendone un pezzo – su apri la bocca
Leggermente impacciata la ragazza schiuse le labbra, accogliendo
il dolce nella sua bocca. Chiuse gli occhi godendo di quel dolce sapore.
-
È buonissimo – affermò dopo aver mangiato giù il boccone – avevi
ragione – sorrise
-
Allora apri la bocca cara – avvicinò nuovamente la forchetta
-
Credo di riuscirci anche da sola – prese la forchetta e poi il
piatto, che poggiò sulle sue gambe nude
Latin-Zoro la guardò deluso, avrebbe voluto continuare, ma
almeno non lo stava cacciando in malo modo, poteva restare ancora un po’. Solo
un po’, meglio non sfidare la sua pazienza, ne andava della sua stessa vita,
come aveva potuto constatare in quei giorni.
Si sdraiò su un fianco, poggiandosi sul gomito e fissandola
mangiare il dolce.
-
Perché mi stai fissando? Non è carina come cosa! – chiesa la
rossa voltandosi verso di lui e tornando poi, a prestare attenzione alla sua
torta, molto più interessante
-
Sei carina quando mangi, sai? – con il dito catturò della
cioccolata finita sul naso – è un piacere stare a guardarti
Nami in evidente stato di imbarazzo, si portò la solita ciocca
ribelle dietro l’orecchio, fissando il piatto, ormai vuoto.
-
Ma che dici, cosa mai ci sarà di interessante a guardarmi?
-
Tu … sei tu ad essere interessante – disse con semplicità il
ragazzo
La navigatrice lo fisso sbalordita, sentire quelle parole
pronunciate da un uomo che aveva le stesse identiche fattezze del suo compagno,
faceva un certo effetto, che non lasciava indifferenti. Non riusciva a credere
alle sue orecchie. Lei da Zoro aveva sentito dire solo insulti, imprecazioni e
rare, rarissime frasi intelligenti, ora sentire quelle frasi sdolcinate la
spiazzava e non poco.
Riprese a parlare, cercando di mascherare quello stupore e
quell’imbarazzo – ma voi avete una compagna che è identica a me, con lei non ti
comporti così, da quanto ho visto
-
Fisicamente siete identiche, ma tu sei il suo opposto, sei
forte, dominatrice, fragile sì, ma cerchi continuamente di nasconderlo e di
farcela con le tue forze … la nostra compagna è dolce, timida, impacciata e si
imbarazza per un non nulla. Tu mi intrighi – disse il verde riportandosi in
posizione eretta al fianco di Nami dandole le spalle, infilando le mani nelle tasche
– spero che rimarrete qui il più a lungo possibile, sono sincero. Ti lascio
sola – scese gli scalini lasciandola sola
-
Aspetta - lo raggiunse prendendolo per un braccio – non puoi
fare così. Dire quelle cose e poi andar via? E poi, no, non puoi dire quelle
cose … - scosse la testa per rimarcare le parole appena pronunciate
-
E perché? A quanto pare non c’è nessuno che ti ronza intorno e
poi il mio è semplice e puro interessamento, non è detto che io sia innamorato
di te … almeno per ora – aggiunse nascondendo un sorrisetto che non prometteva
niente di buono
-
Ma …
-
Ma cosa? Non mi sembra di aver detto nulla di compromettente, o
c’è qualcosa che vuoi dirmi? – si poggiò alla balausta con un braccio, curioso
di sentire quello che aveva da dirgli, magari le sue supposizioni erano esatte
a lui piaceva tremendamente giocare
-
No, bhè ecco – abbassò lo sguardo sulle dita che nervosamente
stringeva tra loro – è strano, e poi non è giusto
-
Nei confronti di chi? – chiese stuzzicandola ancora un po’
-
Dell’altra Nami – latin-Zoro la guardò stupito, certo che sapeva
nascondere bene ciò che realmente pensava – si vede come ti guarda, lei è
veramente interessata e te, dovresti darle un’opportunità
Si rimise in piedi – guarda staremo a vedere, ma sappi solo che
il mio interesse è rivolto a te fiorellino – le prese il mento tra le mani
posandole un bacio sulla fronte
Nami con gli occhi lo vide sparire in cucina e sentì le sue urla
verso il cuoco, certo che quei due in qualsiasi occasione tempo e spazio,
litigavano sempre e comunque.
-
Credo di aver avuto ragione fin dall’inizio – latin-Zoro –
abbracciò BiancaNami strofinando il naso sulla tempia – quei due hanno bisogno
solo di una spintarella
-
Non dire così, mi spezzi il cuore, Zoruccio è solo mio e non
voglio condividerlo con nessuno – il cuoco strinse tra le mani il suo mestolo
rosa trattenendo a stento due enormi lacrimoni
-
Lasciali perdere, devono capire da soli cosa provano … non
forzarli – disse Robin seduta alla tavola mentre mangiava languidamente il suo
dolce, raccogliendo con lingua la cioccolata rimasta sul cucchiaino
-
Sì, ma se continuano così non si avvicineranno mai … ma avete
visto quanto sono orgogliosi quei due? Neanche sotto tortura ammetterebbero che
sono legati l’uno all’altra – latin-Zoro afferrò un mazzo di carte dal mobile
lì vicino – vi va una partita?
Zoro sdraiato sul letto, mani dietro il collo per sollevarsi un
po’, fissava il soffitto.
Sentiva un fastidioso dolore all’altezza della bocca dello
stomaco, da quando aveva lasciato il ponte. Quella sua copia, l’avrebbe
volentieri fatta fuori, era persino peggio del cuoco da strapazzo loro
compagno, superava tutti i limiti quello lì.
Si mise a sedere sul letto, quando un leggero bagliore attirò la
sua attenzione.
Guardò in direzione del comò, posto di fronte al letto. Il
bagliore proveniva da un cofanetto sommerso da centinaia di peluche di varie
forme e dimensioni.
Gettò a terra, qualche decina di pupazzi e prese tra le mani il
cofanetto. Lo guardò roteandolo tra le mani, cercando di capire cosa stesse
succedendo.
Poteva aprirlo? Alla fine non era di sua proprietà, però quel
bagliore lo incuriosiva non poco.
Sollevò lentamente il coperchio e la luce svanì pian piano,
rivelando un interno ricolmo di cianfrusaglie.
Infilò la mano rovistando e cercando di capire cos’era successo
pochi istanti prima. Tra le varie cose, vide un foglietto.
Strano che conservasse della carta lì dentro. Non erano affari
suoi, ma aprì quel piccolo foglietto di carta.
Nami, sono Robin, spero che questo messaggio vi arrivi. State
tranquilli stiamo facendo tutto il possibile per farvi tornare indietro. Cerca
di rispondermi in qualche modo …
Rilesse diverse volte quel piccolo pezzo di carta.
-
Namiii – urlò correndo verso la compagna andandoci a finire
addosso, incontrandola nel corridoio della Sunny
-
Ahioo – si rialzò – ma sei scemo?
Fingendo di non sentire cosa aveva detto prese il foglio dalla
tasca – guarda? – lo aprì davanti ai suoi occhi – leggi
Nami ancora sotto il “dolce” peso di Zoro prese a leggere – dove
l’hai trovato? – lo prese per il collo della maglietta - parla
-
In un cofanetto nella stanza dove stiamo dormendo … è lo stesso
cofanetto che hai tu nella tua stanza, sulla nostra nave
-
Potresti rialzarti adesso però – puntò le mani sul suo petto
spingendolo leggermente
Rimando a quattro zampe, aspettò che Nami parlasse – ma com’è
potuto succedere?
-
Non lo so – si mise seduta a terra rigirando il foglio tra le
dita – non so cosa dirti … per ora non diremo nulla, proveremo a risponderli
-
E come? – chiese lo spadaccino
-
Nello stesso modo in cui è arrivato … dal cofanetto, sperando
che funzioni anche per noi
-
Namii-sannn fiorellino volete venire a giocare a carte? –
spuntando dalla cucina latin-Zoro richiamò i due - giochiamo con la penitenza
però …
Angolo di Tsuki
Approfittiamone qualche volta di questo angolo XD
Visto che moi è single per necessità e perché la fidanzata non
sa fare e non vuole fare e oggi è San Faustino ho deciso di aggiornare.
Dedico quindi il capitolo in primis a me e Rolo due ragazze
ambiziose con la passione per il pennello, come la cara Giovanna ^^ e poi a
tutti gli altri single e non, ovviamente :p
E naturalmente non dimentico di ringraziare anche qui le nove
anime pie che hanno lasciato una recensione: un evento più unico che raro che
mi ha tanto, ma tanto commossa T_T. Non mi monto la testa, anzi, ma spero che
continuate ad apprezzare in tanti.
Alla fine mi auguro che sia stata una gradevole lettura!
Grazie^^
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Capitolo 9 *** 9°Capitolo ***
9°Capitolo
-
Ci penseremo dopo al messaggio – sussurrò Nami a Zoro –
penitenza? – chiese rivolgendosi al ragazzo
-
Si fiore e la penitenza l’ha scelta Robin-san – disse latin-Zoro
-
Allora non sarà qualcosa di normale – deglutì lo spadaccino
-
Hai paura spadaccino? – lo stuzzicò Nami
-
Finiscila mocciosa … senti brutta copia, quale sarebbe la
penitenza? – si rivolse al verde che spuntava ancora dalla cucina in attesa di
una risposta
-
Strip poker … ad ogni indumento perso giù un bicchierino di sakè
da passare con un bacio a chi sta alla vostra destra e chi rimane prima in
mutante ovviamente ha perso
I due si guardarono negli occhi, lasciando intravedere una
scintilla di sfida.
-
Ci sto – affermò Nami
-
Ovviamente anch’io – Zoro si rimise in piedi porgendole la mano
– che vinca il migliore e chi vincerà tra noi due dormirà da solo sul letto
stanotte
-
Ok – si strinsero la mano e si diressero in cucina
-
Noi ci siamo già sistemati, tu ovviamente fiorellino ti siederai
qui alla mia destra e al tuo fianco Zoro – latin-Zoro fisso tutto i compagni
negli occhi sorridendo sornione
-
Bene, sarò io a doverti passare il sakè, sempre se perdo – disse
a Zoro alla sua destra - allora iniziamo – Nami prese le carte per mescolarle
e darle a tutti i partecipanti
-
No ho perso io questo turno – latin-Zoro, gettò le carte al
centro del tavolo, si sfilò la maglietta e mandò giù il sakè lasciandone un po’
ancora in bocca
Senza dare il tempo di controbattere o muoversi, prese Nami per
le guance e la baciò passandole il sakè in bocca, leccandole le labbra con la
lingua.
Zoro sgomento guardò la scena – ok direi che possiamo
riprendere, la punizione è stata pagata – prese le carte per distribuirle,
toccava lui
Dall’altro lato del tavolo proprio di fronte alla copia dello
spadaccino, BiancaNami gli assestò un calcio in pieno stinco, tornando poi a
sorridere e a prendere le carte tra le mani. In fondo anche lei sapeva reagire
alle provocazioni e ai gesti infantili.
-
Zoro paga la tua penitenza dai – Nami estasiata batteva le mani,
doveva baciare Rufy seduto al suo fianco
Lo spadaccino tolse la pancera poggiando le spade tra lui e
Nami. Lasciò le carte e prese il bicchierino di sakè tra le mani, rimanendo a
guardarlo. No, non poteva baciare un altro ragazzo, che schifo.
-
Ricordati della nostra scommessa, vuoi tornare a dormire sul
pavimento? – la navigatrice si avvicinò poggiandosi sul suo braccio e
affacciandosi verso il suo volto
-
Alziamo la posta i gioco tra noi due, dormiremo entrambi sul letto,
ma chi perderà dovrà dormire completamente nudo – propose il verde
-
Siamo audaci … ti vedrò nudo stanotte allora … vada per questa
scommessa … ora però bacia Rufy
Mandò giù il sakè e con gli occhi strizzati, passò il restante
liquore nella bocca del capitano. Tornò seduto, trattenendo a stento un conato
di vomito.
-
Bene, riprendiamo – disse Robin passando le tutte le carte a
Rufy, ora toccava lui
Lo sguardo che latin-Zoro rivolse ai suoi compagni in quel
momento, fu più loquace di mille parole. A partire da Robin che sedeva a fianco
del loro capitano, a seguire Franky, Usopp, Chopper, Brook, BiancaNami e il
cuoco.
Il loro piano doveva essere messo in atto. Solo un altro giro e
poi dovevano iniziare.
Rufy distribuì le carte e poi toccò a Chopper pagare la sua
penitenza e baciare Brook.
-
Co … come ho fatto a perdere? – le mani di Nami tremavano
vistosamente
Zoro la guardava leggermente stupito, lei non perdeva mai una
mano quando giocavano con i loro compagni e li riduceva in mutande in ogni
senso. Un sorriso sornione spuntò sulle sue labbra e a stento trattenne una
risata di scherno. Fu roba di pochissimi istanti e ricevette una gomitata in
pieno fianco che lo lasciò senza fiato.
-
Ma … ti sei rincretinita – abbandonò le carte sul tavolo per
tenersi il fianco dolorante – hai perso e paga la tua penitenza
-
Te lo puoi scordare caro – agitò l’indice in senso di diniego –
non è accettabile una cosa del genere
-
Allora ti ritiri – disse Robin poco distante, guardandosi le
unghie distrattamente – e questo significa che hai perso, la nostra scommessa e
la tua scommessa con il tuo compagno alla tua destra
La navigatrice si raggelò all’istante. Porca miseria le era
passato di mente, doveva dormire nuda con Zoro a pochissimi centimetri dal lei.
Meglio baciarlo, in fin dei conti non doveva essere così malvagia come cosa.
Posò le carte, che non segnavano neanche una coppia. Latin-Zoro
le versò il sakè nel bicchierino e glielo porse.
-
Fiore tocca a te … peccato che non abbia perso io … ah
dimenticavo devi toglierti un indumento cara – la osservò da capo a piedi – da
dove inizi? E ti ricordo che le scarpe non contano, quelle puoi toglierle anche
adesso se ti va
Bastardo! Indossava solo una maglia e la minigonna, la scelta
era scarsa. Optò per la gonna, per il dispiacere di latin-Zoro che avrebbe
preferito la maglietta.
Sganciò il bottone e portò giù la zip e poi via la gonna. Tirò
la maglietta il più possibile per coprirsi il minimo tanga nero che indossava.
Afferrò imbestialita il bicchierino e mandò giù il sakè, trattenendolo
per la maggior parte in bocca. Con le guance gonfie di liquore, strinse il
braccio di Zoro, si avvicinò piano piano. Tutta la ciurma li guardava in
trepida attesa, non vedeva l’ora.
La rossa si guardò un attimo attorno.
-
Allora? – Zoro la riscosse muovendo il braccio – non possiamo
star qui tutta la sera e più lo tieni in bocca, più il sakè diventa caldo e fa
schifo
Nami si voltò fulminandolo con lo sguardo. Premette le sue
labbra di quelle dello spadaccino, attesa di riversare il liquore nella sia bocca.
Zoro le schiuse delicatamente iniziando a succhiare il più lentamente
possibile. Quando finì, non si staccarono, la lingua del verde disegnò il
contorno delle labbra di Nami, che fece spuntare la sua lingua sfiorando quella
di Zoro. Era buono il sapore. Si intrecciò a quella di Zoro, chiuse gli occhi
per godere di quel tepore.
Ma che diavolo stava facendo?
Spalancò gli occhi, staccandosi da lui e tornando a sedere sulla
sua sedia, leggermente rossa in viso.
-
Via si continua – Chopper prese le carte e guardò il suo
compagno spadaccino che gli fece segno di aspettare
I turni si susseguirono e chi più chi meno si ritrovarono a
pagare la propria penitenza, per chi disgustosa, per chi piacevole.
Ormai mancava poco, quasi tutti erano in biancheria.
-
Nami hai perso sei in mutande – Usopp la indicò – per stasera si
finisce qui
-
Alt – la navigatrice scattò in piedi battendo le mani sul tavolo
– non sono in mutande, ho ancora il reggiseno, solo quando mi toglierò quello,
sarà in mutande e potrà definirsi chiusa la partita
Tutti impauriti la fissarono e Brook in uno scricchiolio d’ossa
le passò le carte.
-
Fo … forse un’altra possiamo farla, e ha ragione in fin dei
conti – balbettò lo scheletro
-
Bene … iniziamo
Il sudore gelido corse lungo la schiena della rossa, aveva perso
ancora e ora doveva rispettare il patto. Magari prima il bacio con Zoro. Posò
le labbra su quelle del compagno e visto che c’erano giocarono un po’ con le
loro lingue, discretamente.
Passò poi a guardare tutti i compagni.
-
Non vorrai farlo sul serio – si allarmò Zoro – ormai hai perso
possiamo chiuderla qua
-
Deve pagare – la bava di latin-Zoro ormai stava allagando tutta
la tavola e le mani marpione si allungavano verso Nami
Due spade utilizzò Zoro in quel momento: una si piantò nel
tavolo, l’altra a pochi millimetri da latin-Zoro
-
Piantiamola con questa pagliacciata – le lanciò la sua maglietta
in testa – vado a letto se arrivi ora potrai trovarmi sveglio – lasciò la
cucina in boxer, con i pantaloni sulla spalla e le spade sotto il braccio
Angolo di Tsuki
Lo so sono un orrendo essere con il ritardo impresso nel dna …
neanche qui riesco ad essere un tantino puntuale. Però non prendetevela con me,
ma con l’università e gli esami, è tutta colpa loro. Ho l’esame fra due giorni
e la storia è passata in secondo piano. Spero essermi fatta perdonare con
questo capitolo, prometto che se mi andrà bene l’esame aggiornerò venerdì sera
come regalo XD
Visto che ci sono, ringrazio tutti quanti, lettori silenziosi,
recensori e chiunque passi solo a dare un’occhiata.
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Capitolo 10 *** 10°Capitolo ***
10°Capitolo
Raccattò le sue cose e corse via nella stanza dove Zoro la stava
aspettando.
Entrò silenziosamente, richiudendo la porta alla sue spalle.
-
Sei sveglio vero? – chiese timidamente rimanendo ancora in piedi
davanti alla porta
-
Sono appena entrato mi sembra ovvio … ma ti rendi conto di
quello che stavi facendo? Sei incredibile, fai tanto la brava ragazza e poi …
guarda sarà meglio che mi metta a dormire – non lo vide, ma sapeva che le aveva
dato le spalle
-
Io mi chiedo solo una cosa: cosa diavolo ti interessa? Io decido
cosa fare o non fare – puntò i piedi a terra come una bambina – tu non sei
nessuno
-
Io sono quello che ti para il culo ogni volta – si alzò dal
letto – io sono quello che si preoccupa per te – la prese per un braccio
avvicinandola a sé
-
Io non te l’ho mai chiesto, giusto? – tirò via il braccio dalla
presa ferrea - E poi siamo su una nave amica, anche se non è la nostra ciurma
-
E questo giustifica il tuo comportamento? Ti stavi denudando
davanti a tutti … io proprio non ti capisco – strinse le tempie tra le mani
-
Non dire che non ti sarebbe piaciuto – si avvicinò facendo
scorrere un dito lungo la sua mascella – prima sbaglio o mi stavi baciando?
Zoro allontanò il braccio – adesso non stiamo parlando di noi
-
Giusto non si parla mai di noi … o parliamo dello spadaccino o
parliamo della navigatrice buona a nulla, se provo a parlare seriamente ecco
che lo spadaccino si chiude a riccio
-
Ti stai rigirando la cosa a tuo piacimento … ero io ad avere
ragione e tu ad avere torto visto che per una stupida partita ti stavi
togliendo il reggiseno … mi spieghi cosa ti è preso?
-
E a te cosa interessa? Volevo attirare l’attenzione? Volevo
divertirmi? Volevo fare ciò che mi pareva? Ma c’era lo spadaccino noioso che
ogni volta deve intromettersi
-
Guarda sai che ti dico … non preoccuparti, d’ora in poi mi farò
gli affari miei – le diede le spalle e si infilò sotto le coperte, sparendo
sotto di esse
-
Zoro vai a quel paese – gettò la maglietta del verde a terra e
lasciò la stanza imbufalita sbattendo rumorosamente la porta
Ma perché doveva essere così bambina alle volte? Non era certo
normale che si denudasse davanti a tutti per una stupida questione d’orgoglio.
Sbucò dalle coperte, afferrò un pezzo di carta e scrisse un
messaggio.
Robin riportaci indietro
immediatamente, la situazione sta diventando insopportabile … Nami sta
diventando insopportabile e io sto perdendo la pazienza
Lo ripose nel cofanetto e tornò sotto le coperte, cercando di restare
sveglio il più possibile per aspettarla.
Ma perché quello spadaccino, idiota, troglodita e marimo non
andava a farsi fottere qualche giorno? Srotolò la scaletta. Meno male che
avevano attraccato proprio quella mattina su una piccola isoletta, quello che
le serviva era una passeggiata.
Fece giusto qualche passo, andandosi a sedere poco distante
dalla nave, in modo che potesse sempre e comunque tenerla sotto controllo.
La dunetta di sabbia, dov’era seduta, si affacciava su una
piccola insenatura dove si specchiava la luna piena.
Afferrò della sabbia tra le mani lasciandola cadere attraverso
le dita sottili.
Perché doveva essere così difficile? Certo il suo caratterino
non era molto semplice da comprendere, ma anche Zoro non scherzava.
Sbuffò innervosita, lasciandosi cadere all’indietro sulla
sabbia, che ne attutì il colpo. Sopra di lei un fitto manto di stelle.
Alcuni rumori attirarono la sua attenzione. Si stese dietro la
dunetta per capire da dove provenissero e se fosse il caso di tornare indietro sulla
nave.
Gli occhi saettarono per tutta la spiaggia fino a scorgere delle
ombre muoversi furtive verso la spiaggetta dell’insenatura.
Si fece più audace e si affacciò per capire chi fossero e cosa
stesse succedendo laggiù.
Ma … ma erano latin-Zoro e BiancaNami! Per poco non le venne un
infarto, ma che stavano facendo? Passeggiavano su un spiaggia deserta al chiaro
di luna.
Forse era lei che si era costruita in meno di un nano secondo un
film che avrebbe fatto invidia a migliori registi, ma la situazione era
alquanto strana.
Voleva capire e anche se da lì non sentiva cosa si stessero
dicendo, sembravano contenti, stavano ridendo o così a lei sembrava.
Perché Zoro non poteva essere un po’ più come la sua copia? Che
stupida idea. Continuò ad osservarli, molto curiosa.
Continuavano a passeggiare e se la vista non la stava tradendo
proprio in quel momento, si erano presi per mano. Erano davvero carini, anche
se il mattino seguente avrebbe fatto due chiacchiere con latin-Zoro per mettere
in chiaro alcune cosette e magari lo avrebbe picchiato anche.
BiancaNami corse poco distante ridendo di cuore e richiamò con
il dito latin-Zoro, mentre si spogliava del suo abito fuxia di pizzi e
merletti.
Hai capito BiancaNami, si ritrovò a pensare la rossa davanti a
quella scena, allora tanto tonta non lo era in fin dei conti.
Nami tirò a sé le ginocchia e al riparo da sguardi indiscreti si
mise ad osservare quella scena carina.
La sua copia corse in mare, schizzando con la mano il suo
compagno. Lo stava chiamando, ma latin-Zoro era restio ad entrare.
-
Zoro daiii – la sentì urlare
-
Inizia a correre o te ne pentirai – il verde lanciò via la
maglietta, i pantaloni e gli stivali e corse in acqua
La sentiva sghignazzare e correre lungo la riva per evitare gli
schizzi gelati dello spadaccino. La raggiunse gettandola a terra, sollevando
schizzi di acqua e sabbia ovunque.
Nami si coprì gli occhi, lasciando le dita larghe per sbirciare
ancora un po’.
BiancaNami sedeva sulla sabbia guardandosi il ginocchio.
Che pasticciona, come aveva fatto a cadere e farsi male? Nami
sorrise con tenerezza guardandola, mentre cercava di ripulire la gamba con
dell’acqua.
Latin-Zoro si chinò sulle gambe per raggiungere la sua altezza.
Le prese tra le mani la gamba per controllarla, la sciacquò meglio. Le diede un
bacio sul ginocchio e le scompigliò i capelli affettuosamente. Le prese il
mento tra le dita e l’avvicinò al suo volto, le posò un bacio sulla punta del
naso, sulla fronte, sulle guance, poi le tirò un morso alle labbra, strofinando
il suo naso contro il suo.
Nami affondò la testa tra le braccia, inclinandola un po’ di
lato, erano davvero teneri e lei era davvero invidiosa. Si perse con lo sguardo
rimirando il mare nero come la pece, dove si specchiavano la luna e le stelle.
Tornò a guardarli: si stavano baciando, vedeva le mani di
entrambi percorrere i corpi dell’altro. Non sembrava mica la prima volta per
quei due, chi l’avrebbe mai detto
Sorrise sorniona, era meglio lasciarli in pace, la cosa stava
diventando un po’ troppo bollente e non era il caso di continuare a spiarli.
Si mise in piedi e scavalcò dei cespugli per tornare alla nave
indisturbata.
Decise di continuare la passeggiata che aveva interrotto. Passo
dopo passo, sollevando con i piedi un nuvolo di sabbia, mani nelle tasche dei
pantaloncini. Si portò i capelli dietro l’orecchio, scostandoli dal volto.
Sbuffò innervosita, anche lei voleva passeggiare con qualcuno accanto, ridere,
giocare finire col fare l’amore come quei due lì sulla spiaggia.
Raggiunse la nave, si arrampicò sulla scaletta e per poco non le
venne un infarto, ricadendo all’indietro sbattendo contro la balaustra.
-
Stasera non la vuoi finire – si rimise in piedi
-
Io non ho fatto nulla – Zoro sospirando lasciò la balaustra
-
Ti ho lasciato in stanza
-
Non avevo sonno … ora si – le diede le spalle – dormo sulla
coffa stanotte – lo vide arrampicarsi
si affacciò dallo stesso punto della balaustra e di lì poté
vedere latin-Zoro e BiancaNami sulla spiaggetta, guardò verso la coffa, poi
decise di tornare in stanza.
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Capitolo 11 *** 11°Capitolo ***
11°Capitolo
Era sveglia da un pezzo o per meglio dire non era riuscita per
solo secondo a chiudere occhio quella notte. Seduta sul letto aspettava l’alba,
sicura che di lì a poco sarebbe arrivata, sicura nello stesso modo in cui aveva
aspettato Zoro per tutta la notte, con la stessa speranza di vederlo rientrare
da quella porta a poco più di due metri da lei, speranza che si era andata
sgretolando ora dopo ora, fino a non concretizzarsi proprio.
Si era ritrovata a piangere diverse volte, senza capirne a pieno
il motivo, ogni volta promettendosi che quella sarebbe stata l’ultima volta.
Puntualmente infrangeva quella promessa.
Un dolore lancinante gli mozzò il respiro in gola. Era
l’ennesima volta quella notte che gli succedeva così e non riusciva a
comprenderne la causa. Era così forte che ad ogni ora che passava, il respiro
diventava sempre più corto, più pesante, più doloroso. Non era tanto certo, ma
molto probabilmente aveva anche qualche linea di febbre.
Si raggomitolò nell’angolo, sperando vivamente che nessun
sarebbe andato ad infastidirlo quella mattina.
Passò le mani sul volto, cercando di nascondersi da tutto e da
tutti, sperando di sparire, di non vedere nessuno di quella maledettissima
nave.
Un leggero battere sulla porta la ridestò. In quel momento odiò
essere su una nave, con intimità zero e soprattutto su quella nave.
-
Nami-saaaan - latin-Zoro volteggiò osando entrare nella stanza,
senza aspettare risposta
-
Voglio restare sola – si nascose sotto la coperta per essere
lasciata sola
-
È solo la tua colazione – posò il vassoio sul comodino evitando
di sporcare i peluche tutt’intorno
-
Non ho fame – rispose secca tirando ancora di più le coperte
sulla testa
-
Devi mangiare qualcosa – ripose pacatamente sedendosi sul letto
e cercando di scostare le coperte
-
Lasciami in pace – urlò, rimanendo scoperta
-
Se … sei nuda? – compostamente asciugò un rivoletto di sangue
che era colato dalle sue narici
-
Era la nostra scommessa e l’ho persa io ieri sera – strinse le
braccia attorno alla vita
Latin-Zoro la ricoprì. Cercò sul vassoio il piattino dei
biscotti, cercando il più grande.
-
Sono al cioccolato, sai? – glielo mise davanti agli occhi
dondolandolo lentamente per attirare la sua attenzione
Nami lo afferrò e sbuffando se lo cacciò in bocca, tirandone un
morso gigante.
-
Befferò su fieci chili – bofonchiò sputacchiando briciole
ovunque
-
Ma ti tornerà il sorriso – scostò le coperte per guardarla negli
occhi
-
Ho sbagliato a comportarmi così? Tanto so che avete sentito
tutto, abbiamo urlato ed era inevitabile – scostò lo sguardo
Latin-Zoro, stranamente serio, sospirò per prendersi tempo. La
domanda non era semplice e la risposta non lo era altrettanto. Si abbandonò
lentamente sul letto, andandosi a mettere di fronte a Nami, ancora nascosta.
-
Forse si, forse no – rispose
-
Che razza di risposte mi dai, ti chiedo un consiglio e tu fai il
filosofico – tirò giù la coperta, scoprendo il volto per l’ennesima volta in
quei pochi minuti
-
Tu vuoi sentirti dire cosa fare, quando tu sai qual è la cosa
giusta da fare, no?
-
Io non so cosa fare – disse indispettita
-
Dici di no – alzò la testa poggiandosi sul gomito – allora dimmi
cara … avete litigato, giusto? – Nami annuì – il motivo del litigio?
-
Quando volevo togliermi il reggiseno davanti a tutti – ammise
vergognandosi e rendendosi conto di cosa diavolo stava per fare la sera scorsa
se Zoro non l’avesse fermata
-
E poi?
-
Non era tanto tranquillo in questi giorni e neanch’io … gli ho
rinfacciato alcune cose – disse sussurrando e agitando la mano, come se tutto
fosse di poco conto
-
Tipo? – chiese ancora
-
Che non riusciamo mai a parlare seriamente di noi – era un po’
infastidita
-
Di voi?
-
La smetti con queste domande? Si di noi … non siamo in grado di
essere seri e comportarci come due adulti, sei contento ora? Era quello che
volevi sentirti dire – si mise seduta tirandosi dietro la coperta
-
Forse dovresti andare a parlarci
La navigatrice sollevò un sopracciglio in segno di scherno –
cosa? È lui che ha sbagliato, minimo non mi vedrà finché non verrà a chiedermi
scusa
-
E allora state freschi!
-
Non mi interessa cosa dici – si alzò avvolgendosi nel lenzuolo e
afferrando la tazza di caffè
-
Tu volevi un consiglio – si mise a braccia conserte sdraiato sul
letto comodamente - anche se devo essere sincero, io so che tu sai che sappiamo
entrambi com’è
Nami si voltò a guardarlo stranita. Scosse la testa, leggermente
confusa da quella frase apparentemente insensata, strinse la tazza e lasciò la
stanza con un sorrisetto sul volto. Certo che quel tipo ne aveva di stoffa.
Non era proprio una mattina da passare all’aperto quella e per
di più coperta solo da un lenzuolo e del resto essendo completamente nuda.
Fortuna che c’era la sua tazza di caffè.
Ne sorseggiò un po’, per trovare un po’ di calore.
Sollevò lo sguardo verso la coffa. Era tutta la notte che vi si
era rifugiato e non si era fatto vedere per niente.
Certo che era proprio testardo e certo che lei non scherzava
minimamente in quanto ad orgoglio.
Fece qualche passo, finendo proprio sotto la coffa. Si poggiò
all’albero maestro e finì il suo caffè.
Forse latin-Zoro aveva ragione, poteva anche salire, solo per
vedere come stava, non aveva una bella cera la sera precedente.
Un brivido però le percorse la schiena causandole la pelle
d’oca.
Erano ripartiti e lei non se ne era accorta.
Si guardò freneticamente attorno e annusò l’aria. Stava
cambiando e se ne era accorta troppo tardi, non avevano molto tempo, di lì a
poco si sarebbero ritrovati nel bel mezzo di una tempesta di dimensioni
colossali.
-
EHI VOI … AI VOSTRI POSTI, E’ IN ARRIVO UNA TEMPESTA E NON
ABBIAMO MOLTO TEMPO
Corse alla sua postazione, per tenere tutto sotto controllo. In
quel momento tutta la ciurma venne fuori sul ponte, le nubi nere all’orizzonte.
Di lì a poco si sarebbe scatenato l’inferno.
Ciurma o non ciurma, si sarebbe data da fare.
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Capitolo 12 *** 12°Capitolo ***
12°Capitolo
Ma come faceva BiancaNami ad essere la navigatrice di quella
ciurma? Non si era neanche accorta di quel repentino cambiamento di tempo.
-
Cosa sta succedendo – Rufy corse fuori sul ponte trattenendo il
cappello che altrimenti sarebbe volato via
-
Namiiii – latin-Zoro volteggiò a fianco della nostra navigatrice
appoggiando le mani sulle sue spalle nude
-
È in arrivo una tempesta … possibile che non ve ne siate resi
conto? – urlò leggermente isterica – ai vostri posti
Possibile fossero tanto inetti?
Tutti le rivolsero uno sguardo smarrito. Cosa voleva dire?
-
Cosa? – si guardarono tra loro
-
Ai vostri posti … ai vostri posti … guardate lì! – la rossa
indicò l’orizzonte – insomma vuoi fare la navigatrice o no? – prese la sua
copia per le spalle scuotendola un po’
BiancaNami atterrita la fissò negli occhi – ma … ma io non so
cosa fare? – balbettò
-
Sei o non sei una navigatrice, comportati come tale – le urlò
contro
-
Ma i … io non so cosa fare! – si guardò impaurita intorno
-
Ahaaa lascia perdere – la mollò con poca delicatezza –
ASCOLTATEMI BENE … FATE QUEL CHE VI DICO E NE USCIREMMO INDENNI … Chopper corri
al timone e vira di 30° altrimenti finiremo nel pieno della tempesta e sarà
troppo tardi – il medico di bordo corse verso il timone – Sanji, Zoro, Franky
cazzate la randa al mio via – seguì i movimenti della nave sotto le direttive
di Chopper che stringeva saldamente tra le mani il timone – ORA
Forse era troppo tardi, le manovre non rispondevano sotto i loro
movimenti. O forse non erano all’altezza di seguire le sue direttive.
-
Datevi una mossa o coleremo a picco … volete che la ciurma del
futuro re dei pirati coli a picco come una nave qualunque?? – cercò di
scuoterli
-
Certo che no amore mio, ma non sappiamo cosa fare – trillò
latin-Zoro cercando delle scusanti ai loro errori – la nostra Nami non è così
aggressiva
-
Ma non c’è tempo da perdere … corse al centro del ponte reggendo
il lenzuolo –ZOROO – urlò il nome del suo compagno urlando a più non posso,
cercando di sovrastare i rumori della tempesta
Il silenzio più assoluto venne dalla coffa in quel momento.
Tentò ancora una volta. Doveva darle assolutamente una mano.
C’era bisogno del suo aiuto, lui era in grado di seguire a mena dito le sue
direttive e forse si sarebbero salvati.
Ancora nulla.
Tentò di arrampicarsi sulla scaletta, continuando a chiamarlo a
gran voce. Un leggero capogiro, una fitta alla spalla sinistra, proprio sulla
cicatrice, poi tutto fu buio, solo un attimo. Perse per qualche secondo la
presa dalla scaletta, ma fu lesta a riprendere l’equilibrio ed evitare una
caduta con il suo fondoschiena direttamente sul ponte.
-
Nami devi darmi una mano … devi guidarli fuori dalla tempesta o
coleremo a picco sul serio – si rivolse alla sua copia con un tono quasi di
supplica nella voce – io devo andare a prendere quello scansafatiche del mio
compagno
Stava salendo lì?
Non poteva farsi vedere in quello stato, lo avrebbe subissato di
domande e lui non aveva alcuna intenzione di starla a sentire né tanto meno di
rispondere dandole corda.
Con un immenso sforzo, facendo leva sulle braccia, cercò di
mettersi in piedi, aiutandosi con la panca che correva tutto intorno alla
coffa.
Il dolore lancinante al petto non gli dava tregua, ma stava per
salire.
Lanciò lo sguardo oltre la finestra e vide la tempesta
avvicinarsi minacciosa alla volta del loro brigantino, che per quante risorse
avesse, davanti ad una tempesta di tale portata se proprio non sarebbe colato a
picco, avrebbe riportato seri danni sicuramente.
Si mise in piedi sulle sue gambe, quando la vide spuntare,
fradicia e con un solo lenzuolo a coprirla. Proprio non riusciva a capirla
quella ragazza, per quanti sforzi facesse, sembrava viaggiasse su un binario a
lui opposto, diceva una cosa e ne faceva un’altra. Ma quello non era il momento
di pensarci.
-
Ti ho chiamato un paio di volte potevi anche rispondermi – disse
rimanendo ancora appesa alla scala senza entrare del tutto nella coffa
-
Non ti avevo sentito – mentì lo spadaccino cercando riposo sulla
panca, dove si sedette
-
Ma se ti lamenti sempre che la mia voce ti raggiunge in
qualsiasi angolo della nave … comunque c’è una tempesta a pochi metri da noi se
non te ne sei accorto – con una mano fece segno di guardare fuori dalla
finestra - e ho bisogno del tuo aiuto per evitarla … questi qui sono degli
inetti non sanno cosa significa seguire delle direttive, per non parlare della
navigatrice
-
La tua copia – sottolineò Zoro
-
Non me lo ricordare per favore, secondo me non sa neanche cosa
significa tempesta … cosa ci fai ancora lì muoviti e non farmi pentire di
essere salita fin quassù
Facendo appello a tutta la sua calma e alla sua forza
l’assecondò, in fin dei conti ne andava della sua stessa vita.
Nami iniziò a scendere la scala per lasciarla libera a Zoro.
Sentì la corda mancarle sotto i piedi. Avevano virato quegli idioti, avevano
virato senza urlare che lo stavano facendo.
Lanciò un urlo e strizzò gli occhi in attesa dell’impatto.
Questa volta non se la sarebbe cavata con qualche graffio.
Socchiuse un occhio, non era così in alto, perché non aveva
ancora sentito l’impatto e lo scricchiolio delle sue ossa sulle assi del ponte?
Un momento ma era ancora sospesa nel vuoto. Sollevò la testa.
Zoro l’aveva afferrata in tempo.
-
Na … Nami il lenzuolo – lo spadaccino si coprì gli occhi con
l’altra mano
-
Oh porca misera – la navigatrice lo prese in tempo, prima che
finisse a terra – tirami su porca miseria Zoro non tenermi mezza nuda e sospesa
sul ponte – urlò agitandosi
-
Se non vuoi schiantarti ora sul ponte, smettila di agitarti
sciocca – l’afferrò anche con l’altra mano – ti avvicino alla scala, tu
afferrala e sali
Appena sentì il legno della coffa sotto i piedi, Nami riprese a
respirare. Strinse la maglietta di Zoro tra le mani e affondò la faccia nel suo
petto.
Se l’era vista davvero brutta questa volta.
-
Na … Nami … il lenzuolo – bofonchiò Zoro coprendosi la faccia
con entrambe le mani questa volta
-
Ma porca miseria – urlò la ragazza coprendosi alla bene e meglio
scostando il verde da sé – ma tu non avevi detto che non ti saresti più
preoccupato per me?
-
Prego strega … tu di certo non me ne dai la possibilità. O
preferivi schiantarti sul ponte? No altrimenti avvisami, così la prossima volta
ti lascio cadere … stupida di una ragazzina – terminò la frase in un sussurro che
però arrivò ben dritto alle orecchie di Nami
-
Non volevo dire questo – tentò di porre rimedio alla sua
infinita acidità – io … grazie – disse quasi quella parola fosse
impronunciabile, lei non chiedeva mai grazie, però almeno quella volta se lo
meritava – LA TEMPESTA?! – urlò rendendosi conto che in quel momento era
tutt’altro che Disneyland
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Capitolo 13 *** 13°Capitolo ***
13°Capitolo
-
Zoro … la tempesta – lo prese per la maglietta strattonandolo –
andiamo, andiamo
-
Ehi … - le girò la testa
Il sole splendeva in un cielo quasi completamente terso. Allora
non erano così stupidi infondo. Si mosse rapida per scendere finalmente sul
ponte.
-
Prendi almeno questa – le lanciò sulla testa la sua maglietta
Era nuda!
-
Scendi prima tu sulla scala, allora così mi copri – si tirò la
maglietta lungo le gambe per coprirle il più possibile – ma se alzi la testa ti
pianto il piede dritto negli occhi
-
Non slabbrarmi la maglia è l’unica che mi rimane su questa nave
– afferrò le corde della scala – muoviti andiamo
-
Cosa avete combinato? – disse la navigatrice
La ciurma la guardò un po’ intimorita. Forse avevano sbagliato,
dovevano aspettarla, colare a picco? Non riuscivano a capire quello sguardo.
-
Eh … ehm … ho dato le direttive – disse tutto d’un fiato
BiancaNami nascondendosi dietro il suo fido peluche gigante
Nami le si fiondò addosso, la prese per le spalle e l’abbracciò
forte.
-
Brava brava – allora non era così tonta – sei un genio – le
prese il viso tra le mani, strizzandole le guance – oooh – la strinse
nuovamente a sé rischiando di soffocarla
-
Ehm Nami – la copia picchiettò sulla sua spalla – ho bisogno
d’aria – bofonchiò annaspando nella ferrea presa delle braccia
-
Non dovresti alzare troppo le braccia – Robin delicatamente
apparve alle sue spalle facendole notare dov’era arrivata la maglietta
Nami mollò BiancaNami abbassando la maglia fino alle ginocchia e
colpendo latin-Zoro in pieno volto con un gancio destro micidiale, fermando il
suo gongolare per essere riuscito a vederle il fondoschiena nudo.
Una risata generale si levò sul ponte, ormai quelle due figure
strambe erano ben accette nella ciurma.
-
Ehi qui le funi non sono legate bene – Zoro a poppa della Sunny
indicò le corde incriminate - così rischiamo di combinare un guaio … state più
attenti
Fu raggiunto dallo spadaccino dongiovanni, che ancora si
massaggiava la parte dolorante.
-
Ha un pugno micidiale – disse a Zoro
-
E tu non hai provato ancora niente – rise di rimando il verde
sistemando ancora una fune
-
Ehi cos’hai? – latin-Zoro prese per un braccio Zoro che si era
poggiato di peso alla balaustra alla ricerca di equilibrio
Rispose con un grugnito – tutto a posto – strinse all’altezza
del petto – tutto a posto – ripeté annaspando alla ricerca d’aria – non farne
parola con nessuno o ti faccio fuori
-
Potresti almeno parlare con il nostro Chopper - consigliò
Latin-Zoro
-
Non ce n’è bisogno ne sono certo … tu – lo puntò con l’indice e
con l’altra mano strinse le fidate katane – non farne parola con nessuno,
soprattutto con Nami
-
Ehi dobbiamo rientrare, del riposo farà bene a tutti e poi è
quasi ora di cena – era stato Chopper a parlare quello strano ragazzo che di
una renna non aveva nessun tratto
-
E anche di una doccia – Nami si osservò da capo a piedi
Era fradicia, sporca di salsedine, ricoperta da una maglia
sporca e necessariamente da cambiare, sudata, con delle occhiaie enormi sicuramente
e sentiva anche un dolore all’altezza dello stomaco. Era uno straccio
diciamocelo.
-
Allora ci vediamo a cena – il capitano si diresse sottocoperta
con Robin al seguito
-
Zoro io vado, il bagno è mio – la navigatrice si rivolse al
compagno ancora alle prese con le corde e iniziò a correre verso la cabina
-
Ehi ehi ehi … torna qua – lasciò latin-Zoro alle funi e la
raggiunse – strega vieni fuori di lì
-
Sono già sotto la doccia – il getto dell’acqua era ancora freddo
bisognava aspettare qualche minuto
-
Almeno sbrigati per la miseria … ne ho bisogno anch’io
Perfetto la maglia l’aveva data a Nami i pantaloni li aveva
indosso … cosa doveva mettersi?
Il cuoco era da scartare, come minimo gli avrebbe uno di quei
completino ridicoli di pelle aderenti con gli strass e i brillantini. Appena
tornato avrebbe preso in giro il loro Sanji fino alla sfinimento. Quel pensiero
gli fece nascere una risata di cuore.
Comunque la questione più rapida era cosa mettersi.
Forse la sua copia aveva qualcosa di decente e più adatto ai
suoi gusti.
Percorse i corridoi fino alla cabina di quel pazzo, stralunato
spadaccino. Bussò con forza, non aveva voglia di aspettare ed entrò senza
aspettare risposta.
Errore.
-
Cazzo – si richiuse la porta alle spalle e si annotò a mente di
non aprire mai più una porta senza verificare chi ci fosse dentro
La scena che aveva intravisto poi aveva dell’irreale. Latin-Zoro
e BiancaNami insieme, abbracciati, che si baciavano e ben altro e se i suoi
occhi non l’avevano tradito c’era anche un paio di manette tra le mani della
ragazza. Una cosa era stato vederli da lontano, una da poco meno di un metro.
Faceva ribrezzo il solo pensiero.
-
C’è qualche problema – la zazzera verde della sua copia spuntò
dalla porta mantenendola socchiusa in modo da coprire se stesso e chi c’era
dentro
Cosa diavolo ci faceva lì?
Dov’era la sua cabina, la sua tranquillità, I SUOI ABITI? In
quel momento rimpiangeva Nami che lo trascinava a fare shopping forzato.
Mio dio era troppo tempo che era su quella nave.
-
Ho bisogno di qualcosa da mettermi, ma forse non è il momento –
riuscì a dire in un breve momento di lucidità
-
Dammi sono un attimo – sparì lasciando un piccolo spiraglio che
permetteva di vedere all’interno
-
Ah e niente camicie strane, colori azzardati e fantasie dai
gusti particolari – ci tenne a precisare lo spadaccino
-
Chi è? – BiancaNami uscì timorosa dal bagno avvolta nella
coperta, tutta rossa in volto
-
È Zoro e ha bisogno di un po’ di roba – rovistò nei tiretti alla
ricerca di qualcosa che potesse stargli bene o meglio che potesse piacergli
La ragazza si sedette sul letto ad osservarlo.
-
Forse è meglio che vada – rindossò il suo stucchevole abito rosa
di pizzi e merletti avvicinandosi al compagno e sfiorando con le labbra il suo
orecchio – credo che stasera potremo riprendere – nelle tasche fece scivolare
le manette, poi lasciò la stanza portando con sé l’inseparabile orso gigante
usandolo per nascondersi alla vista di Zoro
Il verde la guardò con il sopracciglio sollevato e un’aria tra
il sorpreso e lo schifato per quello che aveva visto.
Mai fidarsi delle apparenze.
-
Ecco prendi
Zoro afferrò gli abiti senza prestare alcuna attenzione e senza
dir nulla tornò nella “sua” cabina, era meglio definirla stanza degli orrori,
ma almeno poteva stare tranquillo, in teoria, sempre se al cuoco non saltava in
mente di partire all’attacco.
Chiuse per l’ennesima volta una porta alle sue spalle e per poco
non gli venne un colpo. Tranquillamente Nami usciva dal bagno avvolta in un
asciugamano mentre si frizionava i capelli.
Sbuffò e mormorò a denti stretti frasi irripetibili e si chiuse
in bagno.
La navigatrice lo seguì con lo sguardo e rimase a fissare per
qualche istante la porta chiusa, si strinse nelle spalle e riprese ad occuparsi
dei suoi capelli.
Il getto dell’acqua calda rilassò i suoi nervi sul punto di
esplodere. Ma durò solo per pochi secondi, un getto di acqua fredda lo investì
dalla testa ai piedi.
-
Namiii – urlò saltando fuori dalla doccia
-
Cosa c’è da urlare? – la rossa di affacciò – e copriti che
schifo – si portò le mani al volto lasciando le dita larghe per poter tenere
comunque sotto controllo quell’ominide
-
Hai finito tutta l’acqua calda ecco cosa c’è
-
E ti lamenti per questo? Per i tuoi allenamenti fai cose ben
peggiori – lo rimbeccò stufa già di quella lagna
-
Avevo voglia di rilassarmi – disse con un tono particolarmente
acido
-
Io avevo voglia di lavarmi – mani sui fianchi non aveva voglia
di lasciar perdere
-
Esci fuori – la spinse fuori dalla porta
-
Esco quando lo dico io – scostò le braccia del compagno
-
Non è il momento di essere orgogliosi … scelta di tempismo
sbagliata – la spinse ancora per poter tornare alla sua doccia seppur gelata
-
Va a quel paese stupido – uscì sbattendo rumorosamente la porta
-
Ma almeno ci hai parlato? – seduto sul suo letto, latin-Zoro
cercava di capire perché Nami era entrata nella sua stanza urlando e
strepitando
-
Con quello lì … faccio prima a spararmi un colpo in testa –
camminava avanti e indietro per tutta la cabina
-
Così non concluderai nulla – la vide diventare pallida tutto
d’un colpo e correre verso il bagno dritta verso il water
Inginocchiata lì, le sembrava di rimettere anche l’anima.
-
Mio dio Nami … sei incinta?
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