Heaven For The Weather, Hell For The Company.

di KiraraNamidachi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Schnee ***
Capitolo 2: *** Regen ***



Capitolo 1
*** Schnee ***


The One Hundred Prompt Project

Titolo raccolta: Atmosphere
Titolo flashfic: Schnee
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Svizzera, Austria, Liechtenstein.
Avvertimenti: Flashfic, AU, idiozia random e uno Svizzera dispettoso.

Argomento: 4° [Eventi Atmosferici]
Prompt: 18° - Neve

Note: la prima di una serie di flashfic cortissime e senza senso che ruotano soprattutto intorno al gruppetto dei tedeschi più qualche aggiunta <3 Sì, è una cosa senza troppe pretese, scritta per il gusto di far soffrire il primo personaggio che capita xD Il titolo della raccolta è ispirato a una canzone dei Lostprophets che ho trovato per caso.




1. Schnee~

Se c’era una cosa che Vash Zwingli non sopportava, era il suo vicino di casa : lui, il maledetto Roderich Edelstein, un misero austriaco fissato con il pianoforte. In poche parole, un’idiota.

E una cosa che a Vash piaceva molto, invece, era la neve.

La neve era bianca, candida, ricopriva ogni cosa trovasse nel suo cammino. Ma di questo allo svizzero non fregava un emerito tubo, a lui la neve piaceva per un motivo diverso e a partire da quel giorno.

Durante la notte precedente aveva nevicato parecchio, e le strade erano ormai coperte da uno spesso manto bianco. Vash aveva provato a uscire di casa per andare a far la spesa, ma si era ritrovato la via sbarrata da tutta quella schifezza gelata. Con una smorfia, fece per ritornare dentro in cerca di una pala, e si bloccò solo quando sentì un’esclamazione sorpresa a pochi metri da lui.

Voltò abbastanza il capo da vedere Roderich che scivolava con molta poco grazia sul ghiaccio, finendo a gambe all’aria in meno di un secondo e picchiando il fondoschiena sulla superficie dura del terreno. Vash fu sicuro di avvistare l’austriaco mordersi un labbro per impedirsi di lasciarsi sfuggire un’imprecazione.

Quando Roderich si alzò in piedi e gli diede le spalle, non avendolo notato, lo svizzero si accorse che il retro dei pantaloni del suo vicino era completamente fradici e non riuscì a trattenere un ghigno sommesso, che si trasformò in una risata soffocata quando l’altro cadde nuovamente per via delle sue bizzarre scarpe da nobile.

Gli sta bene . Pensò con crudeltà. Fece per richiamare l’altro, ma venne interrotto da una voce che giunse alle sue spalle.

« Fratellone, tutto bene?» Domandò Lili, preoccupata. Vash lanciò un ultimo sguardo a Roderich, divertito. Poi rivolse le proprie attenzioni alla sorellina, la quale lo fissava con curiosità. « Cos’è successo?»

« Oh, niente.» Poi gli venne un’idea. « Credo che andremo a trovare Roderich, oggi.»

« Che strano.» Commentò Lili, un po’ sorpresa, ma sorrise comunque, imitata dal più grande dei due.

« Già. E gli porteremo un po’ di gelato. Ah, Lili, abbiamo ancora i pantaloni che il Vargas ha lasciato qui ieri sera? Potrebbero servirgli.»

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Capitolo 2
*** Regen ***


The One Hundred Prompt Project

Titolo raccolta: Atmosphere
Titolo flashfic: Regen
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Prussia, Svizzera.
Avvertimenti: Flashfic, AU, idiozia random e, come prima, uno Svizzera indiavolato e in grembiule.

Argomento: 4° [Eventi Atmosferici]
Prompt: 17° - Pioggia

Note: Questa è nata quando ho pensato a come Vash passerebbe il suo tempo durante i giorni di pioggia. (?) Fra l'altro, "warum" = perchè; "warte" = aspetta. Tre anni di tedesco alla fine si sono rivelati utili :D




2. Regen~

« Che noia.»

Sbuffò per l’ennesima volta Gilbert, sprofondando ancora di più nel divano. Fuori stava piovendo da molto, troppo tempo. Ludwig era uscito, lasciandolo solo ad annoiarsi. La televisione non aveva nulla di degno per uno del suo calibro. Il prussiano andò ad appostarsi vicino a una finestra, fissando le gocce di pioggia con più interesse del solito. Guardando la casa di fronte, gli venne voglia di andare a rompere le scatole ai suoi vicini. Sogghignò e, come uno scemo, andò sotto la pioggia senza nemmeno mettersi una giacca. Lui non ne aveva bisogno.

Suonò il campanello, ma invece di restare fuori ad aspettare che venissero ad aprire, andò a nascondersi dietro l’angolo. Un attimo dopo, sentiva la voce scorbutica di Vash che cercava chiunque l’avesse disturbato. Gilbert sbirciò, e si accorse con stupore che lo svizzero aveva addosso quello che riconobbe come un grembiule. Le sue risate, per fortuna, vennero coperte dal suono della pioggia che colpiva il terreno.

Ripetè lo scherzo, trovandolo stranamente divertente. La seconda volta, Vash uscì urlando qualcosa nel suo strambo dialetto che assomigliava solo vagamente al tedesco, infilandoci qualche parola che probabilmente aveva rubato al francese e all’italiano.

Gilbert si stava praticamente rotolando dalle risate, fregandosene del fatto che fosse fradicio da capo a piedi. Si stava divertendo un mondo.

Si avvicinò di nuovo alla porta, ma prima che suonasse, non si accorse del rumore che producevano i passi pesanti di Vash dall’interno. Stava per suonare ancora il campanello, quando la porta si aprì talmente in fretta che non fece in tempo a spostarsi e venne colpito in pieno dalla sua superficie legnosa. Inciampò e cadde all’indietro.

Quando alzò lo sguardo, forse avrebbe dovuto avere paura, ma il suo ego smisurato non glielo permise. Vash lo fissava, un espressione di pura rabbia in viso, gli occhi verdi che lanciavano quasi saette e un fucile puntato verso l’altro… Eh? Un fucile?

Gilbert rise, anche se gli faceva un male cane la schiena per via della caduta. La sua risata svanì nell’istante in cui risuonò uno sparo e a due esatti centimetri da lui si formò un buco nel terreno.

« W-Warte, Vash!» Chiese, o meglio gridò il prussiano nella propria lingua madre. Contro le sue aspettative (in realtà avrebbe dovuto aspettarselo) Vash prese di nuovo la mira e non lo colpì al cuore solo perchè Gilbert ebbe il buon senso di rotolarsi di lato, ritrovandosi poi coperto di fango. Sbuffò.

« Gilbert Beilschmidt…» Sibilò il biondo, gli occhi ridotti a due fessure. Gilbert avrebbe potuto giurare che avessero mandato un lampo di luce omicida. Poi ruggì un comando che lo fece rabbrividire. « Evapora adesso o ti ritroverai con più buchi dell’emmental addosso!»

« Eh?» Si domandò se fosse una buona cosa non ricordarsi che diavolo fosse l’emmental. Mah. « Warum? Era soltanto uno scherzetto innocente--»

Altro sparo. Gilbert inorridì e si alzò finalmente in piedi, ritornando dritto in casa, seguito da una scarica di spari e da alcune urla inviperite.

Si chiuse dietro la porta e ringraziò il vecchio Fritz di essere sopravvissuto. Si ricordò anche di non andare mai più da Vash durante le giornate di pioggia per interrompere le sue attività culinarie.

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