Bloody School

di FRAnceOcS
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scuola ***
Capitolo 2: *** Paura ***
Capitolo 3: *** Fuga ***



Capitolo 1
*** Scuola ***


Il furgone procedeva veloce lungo il viale da ormai mezz’ora. Timmy guardava con aria persa fuori dal finestrino chiedendosi dove lo stavano portando. “Scuola di Recupero” cosi la chiamavano. Ed era il luogo dove portavano i ragazzi che non raggiungevano la sufficienza in quasi nessuna mataeria scolastica, pero non sembrava che fosse una normale scuola. Tutti quelli che vi erano entrati non erano mai usciti, come in quelle storie dell’ orrore, ma Timmy penso che magari durava semplicemente molti anni e quindi era questo il motivo della permanenza degli studenti in quell edificio. –Quanto manca?- chiese, ma l’ autista non rispose, cosi Timmy rimase a pensare fra se e se a cosa gli sarebbe capitato. Scuola di recupero… Non convinceva, ok che doveva recuperare le insufficienze dopo due anni in cui e stato bocciato, ma perche doveva andare cosi lontano? Poi perche quegli uomini si erano presentati a casa dicendo di essere del governo e i suoi genitori piangevano ma non gli parlavano e 5 minuti dopo si trovava su quel furgone nero ad andare in giro per le campagne con uno sconosciuto? Il furgone si fermo. -Scendi- disse l’ autista aprendo lo sportello della macchina. Timmy apri lo sportello e scese anche lui. Erano circondati dal verde. Campagna e nient’altro. –Dove so…- ma subito vide qualcosa che lo colpi in faccia sbattendolo a terra. Si sentiva male. Stava per svenire dal dolore e il naso gli sanguinava. –AHIA CAZZO!- urlo. La mano dell autista si avvicino al suo volto. Aveva qualcosa in mano. Timmy lo aveva capito fin da subito che c’ era qualcosa di strano in tutto cio, ma non fece in tempo ad alzarsi che si addormento. L’ autista lo aveva addormentato con una maschera di gas soporifero. L’ ultima visione confusa che ebbe fu dell’ autista che lo prendeva e lo rimetteva sul furgone e poi buio totale. -NUMERO 35 SVEGLIATI!!!- Una voce meccanica fece riaprire di scatto gli occhi di Timmy. Era in una stanza che non aveva mai visto. Il sangue dal naso non gli usciva piu ma la testa gli faceva male lo stesso. –Benvenuto 35- disse una voce da un altoparlante alla sua destra. –Questa e la scuola di recupero spero che ti troverai bene-. Non se lo sarebbe mai immaginato che era in una scuola. I muri erano grigio scuro e non c’era ne una lavagna, ne un banco e tantomeno nessun altro studente, ma mentre si guardava intorno la cosa che lo fece piu rabbrividire fu una borsa, tipo quelle da sport , vicino a lui su cui era posata sopra una pistola con accanto 4 caricatori. –COSA E QUELLA?- disse all’ altoparlante. –Quella? Intendi forse la borsa con la tua arma? Quella sara la tua via di salveza per i prossimi 5 anni- VIA DI SALVEZZA? Timmy non ci capiva piu niente. –SPIEGATI MEGLIO: PERCHE NON CI SONO BANCHI, LAVAGNE E ARMADIETTI, DOVE CAZZO SONO?- urlo Timmy. –Ok ti spiego tutto con calma. Questa scuola non prepara alle materie umanistiche o scientifiche. Questa scuola e per chi non e portato per nessuna materia e prende sempre insufficienze, insomma per le persone che non hanno futuro in questo paese ma che possono solamente peggiorarlo. Questa scuola insegna a sopravvivere. Lo scopo qui e appunto quello. Hai un arma, del cibo, che pero durera solo per 3 giorni e una mappa. Sembra poco per sopravvivere 5 anni qui, ma hai anche degli altri ragazzi come te da uccidere per mangiare- -COSA? UCCIDERE? MA COSA CAZZO DIC…- urlo Timmy ma fu interrotto. –Fammi finire- esclamo l altoparlante. –In questo edificio che ti piacia o no, per sopravvivere devi uccidere gli altri e rubargli le provviste e difenderti quando gli altri provano a farlo con te, in pratica devi sopravvivere contando solo sulle tue forze per 5 anni, ora mi sembradi averti detto tutto, puoi andare nell’ edificio da quell ascensore li davanti che ti portera casualmente in uno dei 70 ingressi dell’edificio. Buona fortuna!-. Timmy non ci credeva. A 14 anni uccidere una persona. No, era impossible. –Dai non scherziamo, dove sta la scuola?- disse. –Questa stanza sara inondata di gas velenoso fra 5 minuti a partire da ora, hai 5 minuti per scegliere cosa fare- disse l altoparlante. Timmy si pietrifico. Forse era unos cherzo anche questo. Ma non valeva la pena rischiare, tanto se era uno scherzo non ci sarebbe stato nessun edificio aldila di quell’ ascensore. Pero non gli era chiara una cosa. –Perche voi del governo dovreste fare una cosa simile?- chiese. –Uhm semplice. Il nostro paese ormai e in una crisi da cui sembra non uscira molto presto e ci serve gente brava, onesti lavoratori, gente che si impegna per portare a termine il proprio lavoro e non fannulloni come voi, voi da grandi rovinerete il nostro paese e attualmente non fate altro che peggiorare la crisi. Siete una piaga per il paese, quindi anziche il liceo vi facciamo fare questa scuola inc ui dovete imparare per forza qualcosa prima di uscire altrimenti e difficile che usciate-. Adesso sembrava tutto piu vero ma Timmy aveva un altro dubbio. –E le ragazze? Le ragazze che fine fanno?- chiese. –Le donne non sono portate per uccidere cosi tutte le ragazze che rovinano il paese vengono uccise direttamente, come vedi a voi viene data una possibilita in piu!- Timmy adesso ci credeva e stava pensando seriamente di morire subito ucciso dal gas, perche lui era un ragazzo buono e non avrebbe mai ucciso qualcuno di sua volonta, ma poi decise di provare a stare 5 anni nell’ edificio. –Mi hai convinto…- disse piangendo –se e come dite voi allora non ho scelta…- ando a prendere la borsa e la pistola. –Bravo…- disse l’ altoparlante. –Un ultima cosa… QUANDO USCIRO DA QUESTO POSTO DI MERDA, RICORDATEVI DI ME PERCHE VI FARO FUORI TUTTI QUANTI BRUTTI STRONZI! VI AMMAZZERO SPIETATAMENTE UNO PER UNO E FARO CHIUDERE QUESTO EDIFICIO!!!-. –Fai come vuoi, ma sappi una cosa: nessuno fino ad oggi e mai riuscito a uscire da qui vivo e questo posto esiste da circa 50 anni- Timmy si scoraggio ancora di piu. Sarebbe morto sicuro una volta entrato ma non aveva scelta, quello era il suo destino e non poteva evitarlo. –NON ME NE FREGA UN CAZZO, RICORDA BRUTTO STRONZO CHE C’E SEMPRE UNA PRIMA VOLTA PER OGNI COSA, RICORDATI QUESTE PAROLE QUANDO USCIRO E TI AMMAZZERO- urlo Timmy ormai in lacrime. La voce dall’ altoparlante rispose tranquilla –Staremo a vedere, anche se secondo me morirai semplicemente incontrando Steven, pero si vedra-. –NON HO IDEA DI CHI SIA QUESTO STEVEN MA STA CERTO CHE QUANDO MI IMPONGO UN OBBIETTIVO IO CI RIESCO SEMPRE A REALIZZARLO!!!- urlo sparando un colpo di proiettile all’ altoparlante, che si ruppe e cadde a terra in frantumi. Timmy apri la porta dell’ascensore ed entro dentro. La porta si chiuse e da quel momento per i prossimi 5 anni la vita di Timmy sarebbe cambiata completamente, ma nonstante il suo giuramento di vendetta il ragazzo era scoraggiato e triste e non sapeva se sarebbe risucito a non morire.

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Capitolo 2
*** Paura ***


L’ acensore inizio a salire. Timmy si asciugo le lacrime, poi sollevo la mano in cui teneva la pistola e inizio a scrutare la sua arma. Era grigio mettallico e risplendeva nelle sue mani. Timmy cerco di capire come si inseriva la sicura, e quando ci riusci si mise la pistola in tasca. –Non posso uccidere…- disse –Non devo farlo! Devo trovare altri che la pensano come e me e creare un gruppo per scappare ed ammazzare quegli stronzi!-. L’ascensore smise di muoversi. La porta si apri. Timmy non ci credette a prima vista ma quando guardo meglio capi che non era un alucinazione dovuta alla paura. In quell’ edificio avevano costruito una citta, ecco perche era sperduto in mezzo alle campagne. Dato che era coperta da una cupola, per illuminarla c’erano dei lampioni che ricoprivano goni strada ambo i lati. Timmy si impose il suo primo obbiettivo in quel posto. Dato che era una citta ci doveva essere un supermercato. Doveva trovarlo. Cosi inizio a correre lungo la strada. Palazzo dopo palazzo Timmy correva sempre piu forte in cerca di un supermercato. Inizio a girare agli incroci e correva a vuoto sempre piu veloce guardandosi intorno. Dopo 5 minuti si fermo. Era stanco. Aveva il fiatone e la milza gli faceva male. Si inizio a guardare intorno mentre prendeva fiato. La citta era deserta. Nessuna traccia di persone. Timmy inizio a pensare che qualcosa non quadrava o che era tutto uno scherzo ben programmato. Se gli servivano alleati doveva trovare qualche persona, e qui fece un gravissimo errore. –CE NESSUNOOOOOOOOOOOOOO?- urlo con tutta l’aria che aveva nei polmoni. Niente. Nessuna risposta. Resto fermo a guardare fin dove poteva vedere. Nessun movimento. Nessuuna tracca di vita. Sembrava di stare su un pianeta dove non c’era la vita. Quel silenzio lo fece rabbrividire ma poi ci fu una cosa che lo fece davvero impaurire, anzi piu che impaurire, gelare dal panico. Uno sparo in lontananza. Un urlo. Un altro sparo. Timmy non riusciva a muoversi dal terrore. Era tutto vero. Doveva veramente uccidere altra gente. Doveva davvero passare 5 anni della sua vita in quell’ inferno. Quando riusci a ritrovare la forza di muoversi inizio a indietreggiare. Doveva entrare in un appartamento. Sigillare la porta e uscire il piu tardi possbile. Li sarebbe stato al sicuro. Si giro per guardarsi intorno ma quello che vide lo fece terrorizzare ancora piu di prima. Davanti a lui c’ era un ragazzo. Sembrava impazzito. Piangeva mentre gli colava bava dalla bocca che teneva aperta come sigillata da dello scotch. Respirava affannosamente mentre il suo sguardo si incrociava con quello di Timmy. –Ciao io non ti voglio uccidere, capito?- disse Timmy. Il ragazzo non rispose. –Facciamo cosi: io me ne vado, tu te ne vai e non e successo nien…-Il ragazzo si finodo su di lui cacciando dalla tasca un coltello. Timmy strinse i denti e si sposto, schivando la coltellata. –Per… favore…- disse il ragazzo spalancando gli occhi e guardando Timmy con uno sguardo omicida –puoi MORIRE!!!-. Salto verso Timmy brandendo il coltello, questa volta Timmy si sentiva che non sarebbe riuscito a schivarla, ma ci provo lo stesso. –AHHHIAAA!- lo aveva colpito. Dalla spalla di Timmy sgorgava sangue che bagnava la punta del coltello. –AHAHAHA STAI MORENDO SIII!!!- urlo il ragazzo. Mentre il ragazzo sfilava il coltello Timmy gli tiro un pugno in faccia con tutta la forza che aveva, e senti un dolore atroce perche il coltello si sfilo velocemente. Il ragazzo cadde a terra poco distante da lui. Timmy ansimava mentre piangeva. Si guardo la ferita. Non era grossa ma faceva male. Molto male. Timmy guardo quela ragazzo che cercava di alzarsi. Barcollava. –ORA SEI MORTO BRUTTO STRONZOOOO- urlo una volta in piedi, mentre prendeva di nuovo la carica. Timmy non riusciva a muoversi bene a cuasa della ferita. E per un momento temette di morire veramente. Chiuse gli occhi per non vedere di nuovo quel coltello. Si era rassegnato. Sarebbe morto, era entrato da nemmeno 10 minuti e gia era morto. Questo non era giusto, ma poi senti un rumore che gli fece riaprire gli occhi. BANG. Uno sparo. Il ragazzo col coltello era a terra. Non si muoveva. Non aveva la testa. Il suo corpo finiva con il collo. Sopra al collo vi erano poggiati dei pezzi della sua testa. Il corpo era sporcato di sangue e di un liquido grigio uscito dal suo cervello che si espandeva a macchia d’ olio attorno al cadavere. La mano destra aperta con sopra il coltello sporco del sangue di Timmy. Timmy stavaper vomitare a quella vista, ma poi si giro per capire cosa era successo. Alla sua destra c’ era un ragazzo con in mano una Magnum. Aveva il braccio destro allungato in avanti. Sparo un’ altro colpo al cadavere e il proiettile passo vicino a Timmy che per evitare di prenderlo vadde all’ indietro. –Ok e morto- disse il ragazzo mentre scrutava il cadavere. Poi si giro verso Timmy. Timmy strinse la pistola in tasca e tolse la sicura. –FERMATI!- urlo puntando al pistola in avanti. Il ragazzo rise. –Cosa pensi di fare? Se solo un novellino di merda, non puoi ammazzarmi. Io dentro questo posto sono il migliore- disse ridendo. Timmy non smise di fissarlo con aria infuriata. –Io sono Steven, non posso morire ucciso da un novellino, e poi se vuoi sparare spara-. Timmy aggrotto le sopracciglia e lo guardo come per prendere la mira. –Pero se non riesci a uccidermi…Lo faro io!- il ragazzo carico la Magnum e fece per sparare ma Timmy lo anticipo. Nonostante non volesse uccidere nessuno in quella situazione doveva farlo. Doveva ucciderlo, o sarebbe morto lui, e questo non voleva che accadesse. Timmy fece scivolare il dito sul grilletto e parti un colpo, pero dalla pistola di Steven non usci nulla. Steven appena si accorse di tutto cio si butto a destra, ma il proiettile lo colpi nella spalla scaraventandolo a terra e fancendolo rotolare violentemente all’ indietro. Era ancora vivo. Timmy alla vista di quel corpo che si rialzava lentamente penso di sparare un altro colpo, ma poi decise che ora non era piu necessario e che poteva scappare, cosi si giro e inizio a correre piu veloce che poteva. Nontante era stanco correva velocissimo, perche la velocita era procurata dalla paura.Paura della morte che lo poteva raggiungere alle spalle. Paura dipoter morire da un momento all’altro.

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Capitolo 3
*** Fuga ***


Un proiettile gli passo accanto alla testa, e il suo orecchio destro inzio a fischiare. Timmy capi che Steven si era rialzato e lo stava inseguendo. Si giro per guardare. Steven stava correndo dietro di lui. Era piu o meno 50 metri dietro. Brandiva una pistola nella mano sinistra, dato che con la destra non poteva sparare per via delle pessime condizioni della sua spalla. Timmy capi che se continuava a correre dritto prima o poi lo avrebbe preso. Doveva confonderlo girando ogni angolo che trovava, solo cosi ce la poteva fare. Guardo avanti e vdie alla sua destra un vicolo, giro e imbocco quella strada. Si guardo dietro e vide che Steven lo stava raggiungendo. Aveva gli occhi infuocati di rabbia e lo guardava infuriato. Sparo un colpo che passo vicino al piede destro di Timmy. A Timmy venne un idea. Se sparava e lo colpiva ad un piede poteva acquisire un vantaggio notevole! Si giro e punto la pistola verso Steven. Sparo. Non lo aveva colpito. Steven inizio a correre ancora piu veloce. Timmy aveva perso vantaggio per aver sparato. Capi che non poteva riuscire a colpirlo mentre correva. Steven magari data la sua esperienza ci sarebbe potuto riuscire, cosi Timmy decise di rischiare. Si giro verso Steven e inizio a sparare piu colpi verso di lui, ma non per mancarlo, ma per farlo pensare solo a schivare i suoi colpi e non dove stava andando Timmy. Mentre sparava Timmy vide che alla sua ora poteva girare sia a destra che a sinistra, e ora veniva la parte rischiosa. Timmy sparo un ultimo colpo cercando di essere il piu preciso possibile. Steven si abbasso per non prendersi un proiettile in faccia e quando si rialzo Timmy non c’ era piu. Capi che aveva per forza girato o a destra o a sinistra. Arrivato allo sbocco gaurdo in entrambe le direzioni ma non lo vide. Si fermo. Guardo attentamente intorno ma nulla. Si era nascosto. Timmy guardava attentamente tutte le mosse di Steven dalla minima apertura che separava il coperchio dell’ interno del cassonetto dell’ immondizia dal bordo. Il cuore gli batteva cosi veloce che si mise una mano sul petto per evitare che Steven lo sentisse. Solo in quel momento capi di aver fatto una cazzata: Steven lo aveva capito che si era nascosto e primo poi lo avrebbe trovato, cosi punto silenziosamente la pistola da quella fessura verso il fianco di Steven, e si preparo a sparare, ma appena fece per premere il grilletto, Steven inizio a correre verso sinistra. Timmy ci rimase sorpreso. Non aveva nemmeno provato a cercarlo. Evidentemente doveva aver visto qualcuno in lontananza e lo aveva scambiato per lui! –Che culo che ho…- penso Timmy. Guardo dalla fessura e vide che Steven aveva girato l’ angolo, ma decise comunque di aspettare. Dopo qualche secondo senti diversi spari. Steven stava cercando di uccidere quella persona che aveva scambiato per Timmy. Doveva sbrigarsi. Prima che Steven avesse capito che non era lui la persona che inseguiva. Usci dal cassonetto. Tutt’ intorno deserto. Gli edifici li intorno erano tutti negozi abbandonati coi vetri rotti, tranne uno. Davanti a lui si ereggeva un palazzo in condizioni abbastanza decenti. Decise che sarebbe entrato li dentro. Arrivato davanti vide che la porta era stata spaccata, probabilmente con una serie di calci. Entro nel palazzo. L’atrio era messo in ottime condizioni. C’era un ascensore al centro, che probabilmente era fuori uso e delle scale al lato destro dell’ ascensore. Doveva prendere le scale e andare il piu in alto possibile. Arrivo al quarto piano e decise di fermarsi li nonstante i piani erano sei. Li c’ erano due porte di apparatamenti. Decise di entrare in quello a destra, pero purtroppo la porta era chiusa, allora provo quello a sinistra, ma era chiuso pure quello. Si sedette sul primo gradino delle scale a pensare. Se sfondava la porta si capiva che c’ era qualcuno dentro… Non poteva farlo. Non gli veniva in mente nulla, cosi decise di mangiare cosi magari gli sarebbero venute piu idee, anche perche in seguito magari non avrebbe potuto avere altr occasioni di mangiare con calma. Apri la borsa e quando vide il contenuto capi come aprire la porta. C’ erano 4 bottigliette d’ acqua , 4 pagnotte di pane e una chiave con appeso un cartellino con scritto: CHIAVE UNIVERSALE. Si alzo e vide che le serrature degli appartamenti erano uaguali, provo ad aprire quello di destra e la fu contentissimo quando vide che la chiave girava, ma ancora di piu quando vide che la porta si era aperta! Entro, richiuse la porta e si rimise la chiave in tasca. Quell’ appartamento era abbasatnza piccolo, ma decise di accontentarsi perche non aveva voglia di uscire da li. Appena entrati c’era un salotto, con un solo divano, e noto che dentro a quel salotto c’erano anche delle sedie un tavolo e dei fornelli: era una ”sala-cucina”. Alla sua sinistra dopo al cucina c’ era un corridoio. Ando li per veder le altre stanze. Alla sua destra c’ era solo un bagno alla fine del corridoio. Alla sua sinistra due camere da letto. Era al settimo cielo. Entro nella prima e decise che sarebbe stato li per almeno due giorni a riposarsi e a curarsi le ferite, passo prima in bagno a vedere se c’ era un kit di pronto soccorsco ma niente. Cosi prese solo della carta igienica, dato che c’era solo quella e un water ed entro in camera da letto. Una volta entrato chiuse la porta con la chiave ma non gli basto, infatti prese una sedia che trovo li e la mise sotto la maniglia per bloccare la porta. Ora poteva godersi due giorni in tranquillita. Inoltre dalla camera aveva pure una finestra, anches epiccola, per vedere se passava qualcuno o se qualcuno entrava, e c’ era anche una sveglia, pero stava ferma sulle 0.00, cosi anziche regolarla decise solo si inziare a far scorrer il tempo, cosi dopo che avrebbe raggiunto per la terza volta le 0.00 se ne sarebbe andato. Regolata la sveglia decise di dormire almeno un ora, cosi si sdraio sul letto e sprofondo in un sonno profondo senza preoccuparsi di tutto cio che stava accadendo intorno a lui.

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