Un dia màs para robarte el corazon

di Alexiel94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Non puoi tenerlo nascosto per sempre ***
Capitolo 3: *** Non sempre le scelte più facili sono le più giuste ***
Capitolo 4: *** Lo stupido concerto di quell'odiosa di mia sorella ***
Capitolo 5: *** Scoprirò cos'hai ***
Capitolo 6: *** Dimmi tutto ***
Capitolo 7: *** Non sempre le cose vanno come te le aspetti ***
Capitolo 8: *** Un'altra cosa che ho perso ***
Capitolo 9: *** Ogni nodo (prima o poi) viene al pettine ***
Capitolo 10: *** Un giorno in più ***
Capitolo 11: *** Davanti a un bivio + Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO



La paura è quel sentimento che fa battere forte il cuore, affanna il respiro, fa sudare freddo e fa credere credere che passi un'eternità quando in realtà sono passati pochi minuti. Soprattutto, non fa dormire la notte. Mi rigirai per l'ennesima volta nel mio letto, guardando le mie compagne di stanza che erano beatamente fra le braccia di Morfeo, Dio, quanto le invidiavo, loro non avevano l'ombra di una preoccupazione, mentre io invece dovevo affrontare una situazione molto più grande di me. Gettai un'occhiata all'orologio, che segnava le due del mattino, avendo ormai definitivamente rinunciato ad addormentarmi decisi di alzarmi e uscire da quella stanza piuttosto che stare lì a cercare inutilmente di addormentarmi. Passai davanti alla porta chiusa della camera dei ragazzi, e sentii una specie di fitta al cuore, lui non c'era più, mi aveva lasciata da sola ad affrontare quella situazione, nonostante il fatto che mi ci trovassi dentro fosse in parte colpa sua. Eppure mi fidavo, diceva di amarmi, e appena gli avevo comunicato quella notizia aveva fatto le valige e se n'era andato in Spagna, lavandosene completamente le mani. Cercando di ignorare i ricordi che mi legavano a lui scesi in cucina, aprii il frigorifero e presi l'acqua per poi bere quasi metà bottiglia in una volta sola, anche se probabilmente l'unica cosa che sarebbe riuscita a calmarmi sarebbe stata una caraffa di vodka. Ah, già, non potevo prenderlo. -Anche tu non riesci a dormire?- una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare, mi voltai e vidi Rama che si avvicinava al frigorifero, sospirai di sollievo, per un istante avevo temuto fosse stato Nico. -Sì- risposi allontanandomi dal tavolo sul quale mi ero appoggiata, prima di aggiungere -nemmeno tu, eh?-.
-No- rispose lui sorridendo, prima di aprire il frigo e cercare qualcosa, mentre mi chiedevo cosa poteva spingerlo a stare sveglio a quell'ora. -Ora vado in camera- dissi, non volevo dargli il tempo di chiedermi che problema avessi, mi voltai e me ne andai immediatamente. Al piano di sopra mi fermai davanti alla porta della camera di Nico, era veramente il caso di confessargli cosa mi affliggeva? Stetti per un attimo con la mano appoggiata alla maniglia della porta, col cuore che mi batteva forte, sicuramente si sarebbe arrabbiato e mi avrebbe dato dell'irresponsabile, avendo pure ragione. Sospirai e lasciai andare la maniglia della porta e mi diressi verso la camera delle ragazze, mentre mi ripetevo che glie lo avrei detto il giorno dopo, ma sapevo benissimo che mi sarebbe comunque mancato il coraggio.


Fine.
Ecco a voi la mia prima long-fic su Teen Angels =)
Secondo voi chi è questa ragazza? Che problema ha?XD
I prossimi capitolo saranno più lunghi, ve lo prometto =)

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Capitolo 2
*** Non puoi tenerlo nascosto per sempre ***


CAPITOLO 1 - NON PUOI TENERLO NASCOSTO PER SEMPRE



-MAR! DOVE DIAVOLO HAI MESSO LA MIA MAGLIA?- gridò la voce di Tefy, seguita da ripetuti tonfi e dal rumore del vetro che si schianta sul pavimento per poi rompersi.
-Quello era il regalo che mi ha fatto Rama per festeggiare i tre mesi insieme! GIURO CHE TI UCCIDO!- gridò ancora più forte la voce della mia amica Valeria. Io gemetti e mi voltai su un fianco, possibile che in quella casa non si potesse dormire in pace?
-MAR! ALZATI DA QUEL DANNATO LETTO!- urlò la mia adorata sorellastra e sentii subito dopo un improvviso peso sopra di me, mentre la voce di Jazmin diceva arrabbiata -Tefy, ma sei scema o cosa?-.
-SVEGLIATI DORMIGLIONA!- mi gridò nell'orecchio Tefy, che sicuramente doveva essermi saltata addosso letteralmente. Socchiusi gli occhi mormorando -Possibile che gridi già di prima mattina?-.
-Che prima mattina e prima mattina?- replicò lei -Guarda che sono le nove meno un quarto, dovevamo essere a scuola più di mezz'ora fa-.
-Cosa?- mormorai, prima di afferrare consapevolmente il senso delle sue parole. -COSA?- ripetei con un tono di voce molto più alto di quello usato da Valeria prima, spalancando gli occhi. Mi sarei anche alzata di scatto se non avessi avuto addosso mia sorella, ma siccome non potei farlo cercai di scrollarmi di dosso Tefy, per poi correre in fretta in bagno a farmi una doccia. Dopo aver chiuso la porta alle mie spalle mi tolsi la maglietta, ma in quell'istante uscì da una doccia Melody coperta solamente da un asciugamano. Cercai di coprirmi con la maglia che mi ero appena tolta, ma lei mi guardò stranita e chiese -Perchè ti copri? Siamo tutte e due ragazze-.
-Non sono affari tuoi- sibilai sprezzante, in quel periodo bastava poco per innervosirmi.
-Non sarà mica per coprire quei chili di troppo? Ultimamente sei ingrassata- mi schernì.
-ESCI!- gridai punta sul vivo, la sua frecciatina aveva centrato in pieno il mio problema. Bhè, non proprio, ma ci si era avvicinata molto più di quel che lei stessa credeva.
-Va bene, ma non essere così nervosa- disse scocciata prima di uscire dal bagno.

-Mar, mi stai ascoltando?- mi chiese Jazmin sventolandomi una mano davanti agli occhi.
-Scusa Jaz, stavo pensando ad altro- mormorai, prima di aggiungere -Cosa stavi dicendo?-.
-Io e Tacho l'abbiamo fatto- sussurrò eccitata.
-Cosa?- chiesi sorpresa.
-Sul serio, senti ti racconto i dettagli...-
-Non ci tengo, grazie- la interruppi facendola scoppiare a ridere.
-Ti giuro è stata l'esperienza più bella della mia vita, passata con la persona che amo...- cominciò a raccontare con aria sognante, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a prestare attenzione a ciò che mi diceva, mi sovvennero troppi ricordi della mia prima volta con Thiago, e di quando qualche settimana dopo avevo fatto la scoperta che mi stava cambiando la vita. -Mar, non mi stai ascoltando- constatò la mia amica, prima di cominciare a seguire la lezione.
-Scusa, è che ultimamente ho troppe cose per la testa- mormorai.
-Ti capisco- disse comprensiva, -la partenza improvvisa di Thiago deve averti scombussolata-.
-Ti prego di non parlare di quel bastardo- sibilai, non volevo accennare minimamente a lui. Lei si guardò attorno, per controllare di non essere spiate, poi si avvicinò a me e sussurrò -Posso chieserti perchè se n'è andato?-
-No- sbottai fredda.

-Sai, Tefy, quella vagabonda di tua sorella deve aver fatto qualcosa di veramente grave per far scappare Thiago dall'altra parte del mondo- la frecciatina di Melody mi arrivò pungente, strinsi più forte le posate che avevo in mano per cercare di non saltarle addosso immediatamente, mentre Jazmin sussurrava -Lasciala perdere, è solo un'oca-.
-In parte ha ragione- mormorai.
-Non puoi averlo fatto scappare tu- disse un'altra voce alle mie spalle, che riconobbi come quella di Rama. Mi voltai e lo vidi sorridente come la sera prima, ma negli occhi vedevo un velo di rabbia. -Dovresti aver fatto qualcosa tipo buttare giù l'Hogar Magico- aggiunse, per poi chinarsi in modo che la sua testa fosse fra me e Jazmin.
-Ha ragione, tu non puoi averlo fatto- confermò lei.
-Non sapete quanto vi sbagliate- avrei voluto dirgli, ma invece mormorai un semplice -Già- prima di alzarmi dal tavolo e andare al piano di sopra. Mi assicurai che la porta del bagno fosse chiusa a chiave prima di andare davanti allo specchio per alzare la maglia fino a poco sotto il seno e guardare il mio ventre gonfio, mentre mi assalivano ricordi...

-INCINTA?- gridò Thiago, stava reagendo esattamente come avevo temuto.
-Sì- mormorai fissando il pavimento.
-Da quanto?- chiese freddo.
-Da...circa...un mese- risposi esitante.
-Come faccio a sapere che è mio?- chiese ancora.
-Cosa?- esclamai alibita, non mi ero concessa a nessun'altro oltre a lui, e inoltre per quale motivo avrei dovuto mentirgli su una faccenda del genere? -Di chi altri potrebbe essere?-
-Mmm, lasciami pensare- disse fingendosi pensieroso -forse...di Simon?-.


Sospirai sconsolata, cosa dovevo fare ora che era in Spagna? Avrei potuto mentire a Simon dicendo che il bambino era suo, presi il cellulare che tenevo in tasca per mandargli un messaggio, quando poi mi venne in mente che avrei dovuto dare spiegazioni su un'altra cosa. "Come fai ad aspettare un figlio mio se non ti sei mai concessa a me?" mi avrebbe sicuramente chiesto dopo lo sciock iniziale, e io non avrei saputo come rispondere. Oppure avrei potuto abortire e togliere il problema di mezzo, quella sarebbe stata la cosa più semplice e meno problematica. Presi il cellulare e composi in fretta il numero di Simon, e non dandogli nemmeno il tempo di dire "Pronto?" chiesi immediatamente -Simon, oggi ti va di venire con me al bar davanti alla Casa Magica?-.
-S-Sì- rispose spiazzato, tre mesi prima lo avevo mollato dichiarando davanti a tutti che amavo al Bedoya Aguero, era ovvio che non si aspettasse di uscire insieme di nuovo.
-Allora fatti trovare alle tre lì- dissi, prima di salutarlo e chiudere la chiamata, avrei deciso cosa fare dopo aver passato il pomeriggio con lui. Corsi in camera a cambiarmi, indossai una maglia di una misura più grande in modo da non far notare la pancia (che non si sarebbe notata comunque a meno che avessi indossato una maglia molto aderente, ma in quel momento presa dalla paranoia che qualcuno lo scoprisse non ci pensai) e un paio di jeans presi dall'armadio di Tefy, sapevo che dopo si sarebbe arrabbiata molto, ma sinceramente non avevo voglia di cercare dei jeans decenti in quel casino che c'era nel mio armadio, un paio di scarpe col tacco (sapevo che me ne sarei pentita dopo aver fatto nemmeno tre metri, ma ci tenevo ad essere elegante con Simon) e un velo di rossetto sulle labbra. Mi guardai allo specchio e mi giudicai pronta per andare, scesi in fretta dalle scale, uscii dalla casa senza salutare nessuno e mi sedetti ad un tavolo del bar dall'altra parte della piazza. Guardai l'orologio, erano quasi le due e mezza, ma non mi importava, più rimanevo in casa più temevo che gli altri potessero scoprire il segreto che custodivo con tanta negligenza.

-Sai, oggi mi sono divertita molto- dissi a Simon dopo aver passato l'intero pomeriggio con lui, a ridere e scherzare come quando stavamo insieme.
-Ne sono felice- disse lui sorridendo, mentre mi accompagnava davanti la porta dell'Hogar Magico.
-Ti ringrazio- mormorai salendo su un gradino.
-Di cosa?- chiese avvicinandosi molto a me, anzi no, avvicinandosi terribilmente al mio viso.
-Ehm...- esitai per poi salire su un altro gradino, allontanandomi da lui -Simon, tu mi sei simparico e ti voglio bene, ma per ora procediamo con calma-.
-Ok- mormorò lui dispiaciuto, prima di salutarmi e andarsene via. Sospirai, dopo la partenza di Thiago risalente a quasi due settimane prima non me la sentivo proprio di impegnarmi in un'altra relazione subito. Entrai in casa, erano quasi le otto, sicuramente Felicitas stava già preparando qualcosa da mangiare, e mi diressi in cucina, ma fui subito intercettata da Jazmin che appena mi vide si mise a correre per raggiungermi e chiedere -Dove sei stata finora?-.
-Con Simon, poi ti racconto tutto- risposi tagliando corto, Melody era a portata d'orecchio e mi fissava in cagnesco, e ricambiai con un'occhiata fredda, cosa voleva quella? Non aveva già avuto la sua vittoria per il fatto che Thiago mi aveva mollata? Ora voleva pure Simon? La mia amica si accorse del mio sguardo, che seguì fino ad incrociare la vipera, sospirò prima di dire -Lasciala perdere, vuole solo rovinarti la vita. Vieni in cucina, che stavamo aspettando solo te per mangiare-. La seguii, ma appena giunsi in cucina sentii un odore pungente e rivoltante che mi provocò un giramento di testa, chiesi schifata a Felicitas -Ma cosa diavolo stai preparando?-, mentre il giramento di testa cominciava a diventare una fastidiosa sensazione di nausea.
-Patatine fritte- rispose, prima di aggiungere -perchè?-. Per tutta risposta scappai in fretta al piano di sopra in bagno, per poi vomitare appena raggiunsi il primo gabinetto. Sentii una mano posarmisi sulla spalla, seguita dalla voce di Jazmin che chiedeva -Mar, sei sicura di sentirti bene?-.
-Sì- mentii -devo avere mangiato qualcosa di pesante oggi-.
-Ma se a momenti non hai nemmeno toccato cibo- replicò lei inarcando le sopracciglia sospettosa.
-Quando ero con Simon- precisai, anche se nonostante lui mi avesse offerto diverse prelibatezze in alcuni locali e bar non avevo mangiato nulla. Ignorando lo sguardo interrogativo che mi lanciò mi alzai in piedi e andai in camera borbottando -Non ho fame-, mentre venivo colta dalla consapevolezza che in lei avevo impiantato il seme del sospetto.


Fine.
So che in questo capitolo non succede praticamente nulla, ma mi serviva per far chiarire la situazione, buona parte delle autrici che ha recensito ha indovinato :)
Prima di ringraziarvi singolarmente volevo chiedere una cosa che non c'entra niente con la fanfic: qualcuna di voi tifa Nachefy?

9Anny7: La tua opzione 1 era esatta XD Grazie dei complimenti
sweet_marty: Hai indovinato XD, spero che ti piaccia questo capitolo
abcd97: Grazie dei complimenti^^ hai inodvinatoXD Spero ti piaccia anche questo capitolo
flormania: Pure qui ti ritrovoXD Grazie dei comlimenti, hai pure indovinato XD spero che ti piaccia anche questo capitolo
ReinaNena92: Grazie^^ Spero ti piaccia anche questo capitolo
Marissa_Salvatore: Grazie^^ Spero che questo capitolo non ti deluda.

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Capitolo 3
*** Non sempre le scelte più facili sono le più giuste ***


CAPITOLO 2 - NON SEMPRE LE SCELTE PIU' FACILI SONO LE PIU' GIUSTE



Per quanto essere svegliata da Tefy e Valeria che si girdavano contro fosse stato brutto, fu quasi piacevole in confronto al risveglio del giorno dopo. Mi ritrovai improvvisamente in piedi a fianco del mio letto senza avere idea di come ci ero arrivata, per la prima frazione di secondo temetti fosse colpa di un temporale che imperversava fuori, prima di notare due amplificatori accanto al mio cuscino, collegati tramite fili a due microfoni, in mano rispettivamente a Tefy e Melody che cantavano a squarciagola -Exitantes diecises, todo nuevo para ver, nada y todo...-. Ovviamente, il volume degli amplificatori era al massimo. -COME AVETE OSATO FARE TUTTO QUESTO BACCANO DI PRIMA MATTINA?- gridai furiosa, ero riuscita ad addormentarmi solamente verso le sei e quelle vipere osavano pure svegliarmi?
-Mar, guarda che è mezzogiorno- disse Tefy dopo aver smesso di cantare, anche se il suo tono mi sembrava leggermente strafottente.
-Cosa?- mormorai, prima di cercare la sveglia, le cui lancette erano puntate entrambe sul 12.
-Ma guarda tu, sta barbona non crede neanche alla propria sorella...- cominciò Melody, ma fu interrotta dalla gomitata che le diedi passandole affianco in fretta. Scesi le scale quasi di corsa corsa in cerca delle mie amiche, e appena incontrai Valeria, che per puro caso stava passando davanti alle scale le urlai contro indicandola e raggiungendola -TU! COME HAI POTUTO PERMETTERLO?-.
-Permettere cosa?- chiese fermanosi e guardandomi stranita. Bene, faceva pure la finta tonta ora.
-Permettere che le vipere mi svegliassero in quel modo!- sbottai arrabbiata. Lei sospirò e si avvicinò a me, per poi dire -Calmati un attimo, in questo periodo sei troppo nervosa-. Io feci dei respiri profondi cercando di calmare il nervoso che provavo per colpa di mia sorella e della sua amica, era vero che durante la gravidanza avevo tendevo sempre a scattare per ogni cosa, ma quelle due stupide non facevano altro che provocarmi. -Era da quasi un'ora che tentavamo di svegliarti senza successo, e quando le abbiamo viste prendere gli amplificatori le abbiamo lasciate fare- disse Valeria.
-Mmm- borbottai irritata, era sabato, avrebbero potuto lasciarmi dormire almeno dieci minuti in più.
-Ragazze, che succede?- chiese la voce di Nico facendomi sobbalzare. Anche se potrebbe sembrare una cosa stupida ragionandoci tempo dopo, quando si nasconde un segreto come il mio si ha il timore che la persona che si tiene di più a far rimanere all'oscuro possa cogliere qualche indizio sul proprio segreto solamente grazie al contatto visivo. Infatti, evitavo di guardare il mio tutore negli occhi.
-Niente, Nico- rispose Valeria.
-Sicure?- chiese sospettose, ma entrambe scuotemmo il capo. -Va bene- fece per andarsene, ma poi si voltò e aggiunse -Ah, Valeria, ti cercava Felicitias-. -Arrivo- disse la mia amica, prima di aggiungere rivolta a me -Puoi andarmi a chiamare Rama?-. -Certo- risposi, per poi salire in fretta le scale. Davanti alla camera dei ragazzi esitai un attimo, fermata da un muro composto da ogni singolo frammento di ricordo che avevo di Thiago, ma feci un respiro profondo per poi abbatterlo ed aprire la porta. Dentro la stanza non c'era nessuno, tutti ormai dovevano essere in giro per la casa o per la piazza, provvidi immediatamente a uscire di lì e mi diressi verso le scale, ma ero talmente immersa nei miei pensieri che quasi non mi accorsi di aver travolto Monito e Cris. -Scusate- mormorai aiutandoli a rialzarsi.
-No, scusaci tu- replicò Cris afferrando la mia mano e aiutandosi ad alzarsi in piedi, allora erano stati loro a travolgere me, non il contrario.
-Avete visto Rama in giro?- chiesi.
-Sì, stava andando in soffitta- rispose Monito, prima di scendere le scale seguito a ruota dall'amico. Andai in fretta verso la soffitta, appena ci arrivai sentii la voce del mio amico provenire dalla camera dei bambini, nella quale entrai e vidi Rama che stava dicendo -...quindi non devi lasciarti condizionare da quello che dice Luz-.
-Ma ha ragione, questo vestito mi fa grassa- sbuffò Alelì sconsolata.
-Sai, l'invidia è una brutta bestia- le sussurrò il fratello, facendola sorridere. La bambina uscì dalla stanza, mentre Rama si voltava verso di me e chiedeva -Hey, Mar, che ci fai qui?-.
-Valeria ti sta cercando- risposi. Lui uscì dalla stanza e scese le scale, seguito a ruota da me.

-Hey, Mar!- gridò Jazmin dall'altra parte della piazza. Era seduta ad un tavolo del nostro bar, alle sue spalle Rama reggeva per i gomiti Malvina, che stava in equilibrio precario su un paio di pattini. -Per l'amor del cielo, Malvina, pensa a Esperanza- le stava dicendo esasperato il mio amico.
-Per l'amor di Cielo?- chiese spaesata l'ex di Nico, mentre anche Jazmin sbuffava intanto che mi sedevo di fronte a lei. -Rama, potresti portarmi ciò che ho ordinato prima?- chiese al nostro amico.
-Ve lo porto io- disse Malvina rischiando quasi di uccidersi tentando di fare un passo in avanti.
-Grazie Malvina, ma vado io a prenderli- replicò Rama entrando in fretta nel bar e uscendo con un vassoio pieno di antipasti e di bevande. -Mar, gradiresti una fetta di pizza al peperoncino?- mi chiese la mia amica offrendomene una.
-No, grazie, non ho fame- mentii, l'avrei presa immediatamente se non fosse stato per il fatto che non potevo mangiare cose piccanti.
-Un po' di prosciutto crudo?- chiese ancora.
-Jaz, quale parte della frase "non ho fame" non ti chiara?- replicai.
-Non trovi che oggi faccia caldo?- cambiò improvvisamente discorso, ma senza nemmeno darmi il tempo di rispondere chiese -Vuoi rinfrescarti con un po' di Sambuca?-.
-No, sono astemia- risposi.
-Ma se quest'estate non ti facevi problemi a bere un drink?- chiese alzando le sopracciglia.
-Sono astemia per scelta, ho capito che l'alcol fa male- risposi con più disinvoltura possibile.
-Quindi non prendi nemmeno una birra fresca?-. Bastarda, pensai, ormai avevo capito che quello era un test per spianare i dubbi che le avevo fatto venire la sera prima. Sparai la prima scusa che mi venne in mente (un appuntamento con Simon) per andarmene e tornai in casa per prendere il cellulare e chiamare il mio ex. -Simon, ho impegni, se Jaz ti chiama io sto uscendo con te-.
-Ok, ma perchè?- chiese sospettoso.
-Scusa ma ora non posso proprio spiegarti, ciao- tagliai corto e chiusi la chiamata. Mi vestii il più elegantemente possibile, mentre pensavo al giorno prima...

-Simon, dove siamo?- gli chiesi, quella zona di Buenos Aires non mi era familiare.
-Questo è un quartiere malfamato, ma è la via più breve per il posto in cui ti voglio portare- rispose lui passandomi un braccio intorno alle spalle.
-Possibile che quella clinica mi è familiare?- gli chiesi accennando all'edificio davanti a noi.
-Per l'amor di Dio, spero di no!- gridò lui -là ci vanno solo i criminali perchè i medici non fanno domande sull'identità dei pazienti-.


Era stato allora che avevo preso la mia decisione, la gravidanza mi stava creando fin troppi problemi, e inoltre sedici anni erano decisamente troppo pochi per crescere un figlio. Uscii dalla casa in fretta, l'eleganza dell'abbigliamento mi serviva solo per far credere alla mia amica che stavo uscendo con Simon, e controllando accuratamente di non essere seguita da Jaz presi un taxi che mi portò davanti alla clinica. Entrai nell'edificio che aveva l'odore dei disinfettanti che usavano per sterilizzarlo e una segretaria mi chiese appena mi avvicinai a lei -Vuole restare nell'anonimato o rilasciare i suoi dati?-.
-Preferisco l'anonimato- risposi.
-Perchè si trova qui?- mi chiese ancora.
-Perchè...voglio abortire-.


Fine.
Ho scoperto che sono praticamente l'unica del fandom a preferire Nachefy a Lucefy, peccato dato che ho intenzione di pubblicare ff su di loro XD
Ho visto che siete tutte preoccupate per il fatto che sia una Simonella, invece di ripeterlo 7 volte con parole diverse lo dico solo ora: questa ff non sarà Simonella, anche se Simon avrà la sua buona parte XD

ReinaNena92: Grazie ^^ Già, chi capisce gli uomini è brava ù.ù spero ti piaccia anche questo capitolo XD
Marissa_Salvatore: Brava ^^ Vedrai se Mar gli dirà tutto XD A me piacciono molto Nacho e Tefy (sono la mia seconda coppia preferita a pari merito con Tacho/Jazmin) ma anche Luca e Tefy sono bellissimi insieme =)
DELiCiOUSANGELS: Grazie^^ spero ti piaccia questo capitolo
9Anny7: Già, hai azzeccato XD comunque mi serve per la storia Thiago maschilista XD Già, povera Mar, anche se "cognome impronunciabile" non si farà per niente gli affari suoi XD
flormania: Grazie^^ Spero questo cap non ti deluda.
LudoCullen96: Grazie dei complimenti ^^ Spero ti paiccia questo capitolo ^^
Girlstar: un po' di pazienza e vedrai la risposta a tutte le tue domande XD Spero ti piaccia pure questo cap.

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Capitolo 4
*** Lo stupido concerto di quell'odiosa di mia sorella ***


CAPITOLO 3 - LO STUPIDO CONCERTO DI QUELL'ODIOSA DI MIA SORELLA



Appena entrai nell'Hogar Magico la prima cosa che vidi era Tefy in piedi sul divano che stava gridando come una cheerleader in piena crisi isterica -I Man regnano! Siamo i migliori!-.
-Che hai da gridare?- Jazmin anticipò la domanda che stavo per fare alla mia sorellastra.
-Stasera noi, i Man, siamo stati ingaggiati per un concerto nel locale più in di Buenos Aires!- gridò di risposta Tefy.
-Va bene che sei un esaltata, ma per favore scendi dal divano- le dissi piuttosto acidamente.
-Ti fa parlare l'invidia?- chiese lei scendendo dal divano e avvicinandosi a me.
-No, ma sai, io ho già fatto un concerto davanti a centinaia di persone, al quale tu stessa hai assistito- replicai freddamente avvicinandomi a lei a mia volta.
-Ragazze, non cominciate a litigare- disse Cielo avendo fiutato aria di pericolo dall'altra parte della sala.
-Non stiamo litigando, sto solo spiegando a Mar che deve farsi gli affari suoi- replicò Tefy.
-Vattene!- ringhiai cercando di avvicinarmi a lei, ma la mia tutrice mi trattenne mentre mia sorella se ne andava ridendo mentre diceva qualcosa tipo -Mia sorella sta diventando sempre peggiore ogni giorno che passa-. Strinsi i pugni mentre Cielo mi chiedeva -Si può sapere che cos'hai ultimamente? Sei più attaccabrighe del solito-.
-Niente- mentii.
-Sicura? Non c'è niente che mi stai nascondendo?- chiese ancora guardandomi interrogativa. In quel momento mi chiesi seriamente se il mio comportamento fosse davvero così eloquente, mentre rispondevo -No- e salivo in fretta in camera mia. Era da quasi una settimana che dormivo tre o quattro ore a notte, e l'unica cosa che desideravo in quel momento era distendermi un attimo. Entrata nella camera notai che non c'era nessuna, e mi stesi sul letto ripensando a ciò che era successo poco prima in clinica...

-In fondo a quel corridoio- disse la segretaria indicandone uno alla sua destra.
-Ok, grazie- risposi, per poi dirigermi verso di esso. Davanti alla sala erano disposte cinque o sei sedie, sulle quali sedevano due donne, la prima era alta e mora, mentre l'altra era poco più bassa della prima, che mi ignorarono completamente. Aspettai circa una ventina di minuti, durante i quali non facevo che guardarmi nervosamente intorno e tamburellare con le dita sulla sedia, ero davvero sicura di volerlo fare? Certo. Allora perchè mi tremavano le mani, il cuore mi batteva talmente forte da poter scoppiare e speravo che la porta della stanza si aprisse il più tardi possibile? Infondo il bambino era il frutto del mio amore per Thiago, non sarebbe stato giusto liberarsene in questo modo, come se fosse stato un oggetto. La porta si aprì improvvisamente interrompendo i miei penseri, e ne uscì una donna in lacrime seguita a ruota da un medico alto coi capelli grigi, che la fissava trovo e chiese piuttosto freddamente -Chi è la prossima?-.
-Loro hanno la precedenza, sono qui da più tempo di me- risposi immediatamente quasi senza pensarci. Le due ragazze mi guardarono talmente male che mi pentii di aver aperto bocca, e per sfuggire al loro sguardo entrai nella stanza. Il medico mi fece sdraiare su un lettino e mi chiese -Sei qui per abortire?-.
-Sì- risposi cercando di essere più risoluta possibile.
-Sicura?- domandò alzando le sopracciglia. La mia indecisione era davvero così evidente persino a qualcun altro?
-Sì-. Mi venne in mente la donna che era uscita piangendo dalla stanza, e se avessi fatto la stessa fine pentendomi di aver fatto un gesto così estremo? Insomma, non potevo mica uccidere mio figlio solo perchè avevo paura di affrontare la situazione o per evitare problemi.
-Aspetti un momento, devo andare a prendere l'anestetico- disse il medico interrompendo i miei pensieri e uscendo dalla stanza. Ripensai ancora alla donna in lacrime, e presi la mia decisione: non avrei fatto la sua stessa fine.


Quasi scoppiai a ridere quando mi venne in mente l'occhiataccia che mi lanciarono le due donne che asettavano fuori quando mi videro uscire in fretta dalla sala e dirigermi quasi di corsa fuori dalla clinica per non incrociare il medico, e mi voltai su un fianco per cercare di addormentarmi ma una voce gridò -MAR!- e venne seguita dal fastidioso rumore della porta che si apre di scatto.
-Jaz, cosa diamine vuoi?- le chiesi con voce roca.
-Volevo sapere perchè sei già tornata- rispose lei.
-Non hai sentito quell'esaltata di mia sorella?- sbottai più acida di qunato volessi essere -Simon ha le prove per il concerto di stasera-. Sperai infinitamente che fosse vero, altrimenti la mia scusa sarebbe saltata immediatamente.
-Calmati- disse lei in un tono che mi sembrava piuttosto offeso -c'è modo e modo di dire le cose-.
-Scusa- mormorai affondando la testa nel cuscino -ma ultimamente...-
-Hai improvvisi sbalzi d'umore?- completò lei per me. Ok, ora ne ero certa: aveva capito tutto.

-Luz smettila!- la voce stridula di Alelì mi fece risvegliare bruscamente dal sonno, per quanto potesse essermi simpatica in quel momento la odiai e la maledissi in tutte le lingue che conoscevo (ovvero lo spagnolo castellano e una variante di esso più sgrammaticata e semi-dialettale usata con gli amici). Mi alzai di malavoglia e andai in corridoio dove vidi la bambina che stava guardando trova alla sorella di Cielo, che dal canto suo non ne sembrava affatto spaventata. -E' inutile che gridi in quel modo, non puoi cambiare la situazione- la sfottè Luz ridacchiando.
-Lasciami in pace!- gridò ancora la piccola Ordonez, arrossendo per la rabbia.
-Sei solo invidiosa perchè io ho un ragazzo e una nipote, invece Lleca non ti caga e non sei la zia di nessuno- ribattè Luz ghignando. Alelì a quel punto non ce la fece più e saltò addosso alla Inchausti, e provvidi immediatamente a separarle, mentre Luz diceva -Visto, la tua invidia ti spinge ad attaccarmi-.
-STAI ZITTA!- gridò ancora.
-Non faccio ciò che mi dici- replicò la piccola Inchausti. Lascia andare Alelì che si diresse verso la soffitta, e la seguii pensando a qualcosa che avrebbe potuto consolarla, ma appena arrivai in soffitta invece di entrare nella camera dei bambini proseguii verso la camera di Cielo come attratta da qualcosa che non capivo. Entrai e vidi una neonata nella propria culla, Paz, la figlia di pochi mesi di Cielo e Nico, che dormiva beatamente. Mi avvicinai a lei, e rabbrividii disgustata al pensiero che stavo per negare la vita ad una cratura così piccola e innocente, solo un mostro sarebbe stato capace di farlo, e io di certo non lo ero.

-Jaz, dammi un buon motivo per cui dovrei andare allo stupido concerto di quell'odiosa di mia sorella- le ringhiai contro, non potevo credere che lei, Tacho, Rama e Lleca stessero per andare al locale dove avrebbero cantato i Man, e, come se non bastasse, stavano cercando di convincermi a imitarli.
-Mmh...perchè potrai incontrare Simon conta come buon motivo?- rispose la mia migliore amica, prima di aggiungere -Tieni- passandomi una maglia aderente nera, una felpa bianca con il simbolo dei Teen Angels in azzurro stampato sulla schiena e un paio di jeans. -Posso chiedere il motivo per cui pure tu, Tacho e Rama indossate una felpa simile a questa?- chiesi a Jazmin, che indossava anch'ella una maglia bianca ma con il nostro logo in giallo.
-Pubblicità, Mar- rispose lei, prima di spiegare brevemente -ora che siamo solo in quattro e che di conseguenza i nostri concerti nei locali sono diminuiti non possiamo permettere che i Man ci superino di fama. Ora cambiati e non fare storie-.
-Quindi questa è semplicemente una sporca manovra commericiale?- domandai con una punta di ironia e accusa, mi era sembrato troppo strano che avesse deciso di andare al concerto dei Man solo per intrattenimento.
-Preferirei chiamarla "meccanismo semplice ma efficace per farci pubblicità"- replicò lei prima di uscire dalla stanza gridando -MUOVITI!-. Io mi vestii in fretta, avevo paura che trovandomi senza maglia qualcuno avrebbe potuto scoprire la gravidanza, e andai al piano di sotto, dove trovai Jazmin che stava gridando contro il proprio ragazzo, mentre Rama mi lanciava uno sguardo come a dire "che vuoi farci?". -Secondo te perchè ho richiesto esplicitamente che metteste tutti la felpa? TI PROIBISCO TASSATIVAMENTE DI USCIRE CON QUESTO JILET ADDOSSO!- urlò la mia amica.
-Ma Jaz...- cominciò Tacho, ma fu interrotto dalla propria ragazza -NOI DOBBIAMO PROMUOVERE I TEEN ANGELS! DEVI INDOSSARE QUALCOSA RIPORTANTE IL NOSTRO LOGO!-.
-Infatti...- tentò ancora il ragazzo, ma Jazmin gridò -VAI A METTERTI IMMEDIATAMENTE ADDOSSO QUELLA DANNATISSIMA FELPA!-.
-Guarda che questo jilet ha il nostro marchio riportato sulla schiena- Tacho approfittò di un momento in cui la mia amica stava riprendendo fiato per parlare. Lei, che evidentemente non aveva visto il retro dell'indumento del proprio ragazzo, assunse un'espressione interrogativa, e il suo ragazzo per tutta risposta si voltò mostrando il nostro simbolo in verde svettante contro il nero del jilet. -Allora, che aspettiamo ad andare?- sbottò irritata Jazmin uscendo dall'Hogar Magico. La seguii ridendo, scherzando coi miei amici e prendendo in giro Lleca, che ci aveva raggiunti durante gli scleri di Jazmin, che sperava di far colpo su ragazze della mia età, e scordai completamente i miei problemi con la gravidanza fino a che arrivammo davanti al locale, nel quale si sentiva musica ancora prima di entrare. -Andiamo su!- ci incitò Lleca che ci aveva preceduti aprendo la porta del locale, nel quale entrammo in fretta. Mi guardai intorno, la musica era ad un volume talmente alto che non mi sarei stupita se i bicchieri posati sui tavoli sparsi per il locale avessero cominciato a vibrare, era molto affollato, soprattutto per il fatto che era sabato sera, e, cosa peggiore, il barman vendeva solo bibite (più o meno alcoliche) che non potevo bere. -Allora, io e Tacho ci sediamo in quel tavolo laggiù e fingiamo di essere ad un appuntamento, ovviamente mettendo in mostra il logo dei Teen Angels- disse subito Jaz senza darmi tempo di pensare altro -Rama e Mar, sedetevi lì- ci indicò un tavolo in seconda fila rispetto al palco su cui si sarebbero esibiti di lì a poco i Man -e tu Lleca, siediti là in fondo-.
-No! Io voglio andare dalle ragazze- replicò lui fissando una ragazza a una decina di metri di distanza da lui. Vidi la mia amica esitare un attimo, ma poi cedette e disse -Va bene, ma metti bene in evidenza il nostro logo!-.
-Ok- disse lui non troppo convinto, e avvicinandosi alla ragazza mi diede le spalle, permettendomi di vedere il logo dei Teen Angels arancione risaltare sulla sua maglia Blu. Io e Rama ci dirigemmo al tavolo indicatoci da Jaz, se non riusciva a sofndare come cantante nel gruppo sicuramente aveva un futuro come pubblicitaria, e ci sedettimo. Solo allora feci caso ai suoi abiti, un paio di jeans, una felpa nera con il logo rosso dei Teen Angels e un cappello nero. -La cosa peggiore è che non possiamo toglierci la felpa altrimenti il piano commerciale di Jaz va a farsi benedire- disse scherzosamente, ma nella sua voce c'era un velo di lamentela, e lo comprendevo benissimo, ora nel locale cominciava a sentire un caldo assurdo. -Già- confermai, prima di volgere lo sguardo verso Lleca, che stava parlando con una ragazza allargando le braccia, sicuramente vantandosi. La ragazza scoppiò a ridere e il ragazzino sorrise compiaciuto, prima di provare ad avvicinarsi a lei, che lo respinse mettendogli una mano sul petto e se ne andò con le sue amiche. Fu il mio turno di ridere insieme a Rama, evidentemente pure lui aveva seguito la scenetta, mi voltai verso di lui e fu allora che ebbi l'illuminazione. Stavo per aprire bocca, ma fui anticipata dalla voce di Tefy che alla mia destra gridò -Siete pronti per ascoltare il miglior gruppo di Buenos Aires?-.
-Ma anche no- borbottai, mentre il pubblico acclamava, e sul palco arrivavano pure Simon, Melody, Nacho e Valeria, alla quale Rama mandò un bacio con la mano, gesto che la fece sorridere. Cominciarono a cantare "Exitantes 16", mentre dicevo al mio amico -Rama, dovrei dirti una cosa-.
-Cosa?- mi chiese lui staccando per un attimo lo sguardo da Valeria.
-Ehm...hai presente che due settimane fa Thiago mi ha lasciata?- temporeggiai col cuore che mi batteva a mille e le mani che mi tremavano.
-Sì- rispose lui corrugando le sopracciglia, aggiungendo -Perchè?- mentre cominciava a sorseggiare un drink che uno dei camerieri aveva appena portato.
-Bhè...ecco...- mormorai portandomi istintivamente le mani al ventre col cuore che batteva sempre più forte e una vaga sensazione di deja vù -l'ha fatto perchè...sono incinta-.


Fine.
Grazie veramente a tutte ma ora non ho tempo per rispondervi, lo farò prima possibile con il nuovo form per rispondere alle recensioni XD

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Capitolo 5
*** Scoprirò cos'hai ***


CAPITOLO 4 - SCOPRIRO' COS'HAI



Qualche ora dopo Rama avrebbe potuto denunciarmi per tantato omicidio dato che il drink che stava bevendo in quel momento gli andò di traverso rischiando di soffocarlo. -Mio Dio!- esclamai alzandomi di scatto dalla sedia e dandogli delle pacche sulla schiena. Lui tossì e riuscì a borbottare dopo un paio di minuti -Sto bene-.
-Tieni, prendi un po' d'acqua- gli dissi prendendo una bottiglia dal tavolo di fianco scaturendo le lamentele dei tizi seduti lì, e ne versai un po' nel bicchiere del mio amico per poi porgerglielo. Lui bevve per riprendersi, e aggiunse -Stai scherzando, vero?-.
-No- risposi dopo che fui sicura che non potesse ammazzarsi nuovamente, con l'acqua stavolta -ti sto parlando sul serio, sono davvero incinta-. In quel momento sentii una strana sensazione, molto simile al sollievo, come se mi fossi liberata il cuore da un grosso peso.
-E lui ti ha mollata per non crescere a vostro figlio?- chiese Rama schifato e con un velo di rabbia negli occhi.
-Se proprio vogliamo metterla in questi termini...- lasciai la frase in sospeso, sapevo che Thiago non aveva voluto prendersi le proprie responsabilità, ma sentirselo dire direttamente in faccia era come una pugnalata nello stomaco.
-Da quanto?- chiese curioso.
-Da un mese e mezzo- risposi guardandomi intorno per paura di essere sentita da qualcuno, ero particolarmente paranoica per quanto riguardava la gravidanza, ma in quel momento tutti erano impegnati a cantare "Exitantes 16" e ad ammirare i Man sul palco. -Che bastardo- sibilò lui a denti stretti, prima di aggiungere ad alta voce -E tu, che hai intenzione di fare?-.
-Voglio tenerlo- risposi, pensai che era meglio sorvolare sul quasi abosto di quel pomeriggio.
-E...- cominciò lui esitante -chi lo sa oltre a me?-
-Nessuno- risposi.
-Come va con la pubblicità?- chiese una voce terribilmente familiare alle mie spalle facendomi sobbalzare, aveva sentito qualcosa della conversazione?
-Bene- rispose il mio amico, mentre il mio cuore andava a mille dalla paura.
-Fantastico, allora vado a chiamare Lleca per andare a casa- disse Jazmin, mi voltai e la vidi piuttosto seccata, come se stesse facendo una cosa che le procurava grande sofferenza, per poi aggiungere -ne ho abbastanza di ascoltare questi idioti, senza offesa per Valeria-.
-Ti prego, non dirlo a nessuno- implorai Rama appena la gitana fu fuori portata d'orecchio.
-Va bene- acconsentì lui con un'espressione indecifrabile sul volto, per poi seguire i nostri amici che si dirigevano fuori dal locale. Li raggiunsi e ce ne tornammo verso casa, accompagnati dalle auto-lodi di Lleca sulle sue conquiste serali. -Avete visto come mi guardava quella ragazza?- chiese con aria da galletto.
-Chi? Quella che ti ha scaricato?- chiese Tacho facendoci scoppiare a ridere, mentre il ragazzino adirato si allontanava di qualche passo da noi. Appena entrammo nell'Hogar Magico mi diressi verso la camera delle ragazze, ma sentii qualcuno afferrarmi il braccio improvvisamente, e mentre venivo colta da un attacco di panico venni trascinata in bagno, dove una voce maschile disse -Devo parlarti-.
-Rama, vuoi farmi morire?- gli gridai contro infuriata, posandomi una mano sul cuore, non c'era bisogno di trascinarmi improvvisamente in quel modo.
-A proposito di cosa mi hai detto nel bar...- cominciò, ma lo ammutolii con un gesto della mano. Controllai dietro le porte che non ci fosse nessuno ad origliare, mentre lui diceva -Io...ci stavo pensando...perchè hai scelto di confessarlo proprio a me? Non sarebbe stato meglio dirlo a tua sorella o a Jaz?-.
-Bhè...ecco...- esitai un momento, non mi ero aspettata che facesse quella domanda, nonostante fosse più che lecito porla -a parte il fatto che se lo avessi detto a Tefy ora lo saprebbe tutto il mondo, ma ho scelto di dirlo a te perchè...ecco...ti ho visto oggi pomeriggio con Alelì, ci sai fare con i bambini...e speravo che mi avresti potuto dare qualche consiglio su come prendermi cura di mio figlio...-
-Speri seriamente che io ti aiuti?- chiese Rama con un tono che mi ricordò molto quello usato da Thiago quando avevo confessato a lui della gravidanza, che mi fece provare una strana sensazione, una specie di morsa allo stomaco seguita dal magone. -Ti prego- mormorai con voce spezzata -sono già stata abbandonata dal padre di mio figlio, non farlo anche tu-. Avevo sperato di non piangere mentre lo dicevo, ma lungo le mie guance sentivo scorrere le lacrime e fissai il pavimento, come nella vana speranza che il mio amico non le notasse, quando mi sentii avvolgere da un caldo abbraccio. -Scusami, è stato solo un momento di rabbia- mormorò lui.
-Rabbia?- chiesi confusa.
-Bhè, mi hai fatto sentire la ruota di scorta- rispose lui, mentre verificavo che effettivamente nonostante le mie migliori intenzioni era una reazione normale sentirsi in quel modo. -Comunque puoi contare su di me- aggiunse dopo qualche secondo di silenzio.
-Grazie- mormorai.
-Anche se- cominciò lui, facendomi temere una qualsiasi clausola per mantenere il segreto -secondo me dovresti dirlo a Jaz, lei è una ragazza e saprebbe consigliarti meglio di me-.
-Lo farò un giorno di questi- rimasi sul vago, ma in realtà non volevo confessarle il mio segreto, temevo troppo un giudizio negativo da parte della mia migliore amica.
-Bene- disse lui sciogliendo l'abbraccio e dirigendosi verso la camera dei ragazzi -io vado di là, se hai bisogno sai dove trovarmi-.
-Certo- dissi ridacchiando per tornanrmene a mia volta in camera mia. Mi sdraiai nel mio letto e, per la prima volta da quando Thiago se n'era andato, mi addormentai poco dopo aver toccato il cuscino.

***

Era da un po' che la vedevo strana. Oddio, era già strana di suo, ma in quel periodo lo era più del solito: tendeva a scattare per ogni minima cosa, quasi non toccava cibo e aveva delle occhiaie da far paura persino ad un tossicodipendente (difatti c'erano stati momenti in cui avevo pensato seriamente che si fosse data alla droga). Ma la cosa che mi aveva insospettita maggiormente era stato quando aveva passato tutta la domenica a parlottare con Rama, lontana dagli altri e si azzittivano ogni qualvolta una persona gli passava accanto, manco progettassero di far saltare in aria l'Hogar Magico. Il pomeriggio mi ero anche avvicinata a Valeria chiedendole se sapesse cosa le prendeva, ma dopo la sua negazione aveva aggiunto -Perchè non lo chiedi direttamente a lei?-.
-Sai benissimo che non mi direbbe nulla- avevo risposto, ma ormai la mia decisione l'avevo presa: avrei scoperto cosa affliggeva Marianella Talarico Rinaldi. Il giorno seguente appena entrai in classe mi avvicinai a Rama e gli chiesi -Posso sedermi qui?- accennando al banco di fianco al suo, e lui mi guardò stranito. Cominciamo bene. -Ok- rispose e posai lo zaino a terra sedendomi sulla sedia, e lo osservai comportarsi normalmete, anche se un po' assorto nei suoi pensieri, per tutta la prima metà dell'ora di spagnolo. Ad un certo punto, improvvisamente, aprì un quaderno ad una pagina vuota, ne strappò un pezzo, prese la prima penna che gli capitò a tiro e mettendo il braccio in modo tale da impedirmi di vedere cosa stava facendo scrisse qualcosa in fretta, poi appallottolò il foglio e lo lanciò verso di Mar, una coppia di banchi più a destra e tre avanti. Probabilmente il suo intento era farglielo arrivare sul banco, ma la sua mira non era molto precisa e la colpì alla spalla, così che il foglio cadde a terra subito dopo. Lei lo cercò a terra, dopo averlo trovato si rimise nella posizione in cui era prima e probabilmente scrisse una risposta piuttosto affrettata (non potevo averne la certezza essendoci altre persone fra me e lei), ma sta di fatto che pochi secondi dopo si voltò per lanciare il biglietto da dove era venuto. Fingendo un improvviso attacco di relax portai tutto il mio peso contro lo schienale della sedia, in modo che fosse in equilibrio solo sulle gambe posteriori, e allungando un po' il collo lessi scritta in rosso approssimativamente al centro del foglio la frase "Dillo a Jaz", e sotto con la penna nera un "No" sottolineato tre volte. -Elordi Rinaldi, potrebbe sedersi decentemente?- chiese freddamente la professoressa facendo convergere l'attenzione della classe su di me.
-Certo- risposi sedendomi correttamente, mentre sentivo delle risatine provenire dal banco di mia sorella e Rama mi guardava furente per il fatto che gli avevo letto il biglietto per poi dire freddamente -Perchè non ti sposti?-.
-Me ne vado- sbuffai -non c'è bisogno di essere così brusco-. Raccolsi i miei libri sul banco e presi il mio zaino per poi spostarmi di due coppie di banchi a destra e una dietro, nel banco vuoto vicino a Melody. -Perchè ti eri seduta vicino a Rama?- mi chiese subito -Ora ti piace lui?-
-No, ma voglio scoprire cos'ha mia sorella-.

La osservai per il resto della mattinata, verso mezzogiorno si allontanò in fretta da Rama come se avessero litigato, per poi ricominciare a parlarsi un paio d'ore più tardi, quando se ne andò in camera sua a vestirsi in modo molto elegante (altra cosa strana che faceva in quei giorni). Appena uscì cominciai a camminare verso di lei urtando di proposito la mia spala contro la sua, cosa che la irritò parecchio. -Guarda dove cammini- sbottò.
-Oh, scusami tanto, non volevo- dissi con quel tono falso che la irritava tanto anche prima di quel periodo.
-Non importunarmi con la tua falsità- sibilò furiosa -ho un appuntamento, e non voglio ritardare per colpa tua-.
-Oh, calmati- le dissi ghignando, certo che aveva proprio i nervi a fior di pelle. Andai da Melody, senza dirle niente la afferrai per un braccio e la portai con me alla volta del pedinamento della mia sorellastra, che si incontrò con Simon in un incrocio poco frequentato (o almeno, poco frequentato da me) per poi andare in un orribile bar, una specie di rozza imitazione di una piramide egizia, solo che aveva una base esagonale e non aveva la punta, ma in compenso era circondato da quelli che teoricamente avrebbero dovuto essere obelischi, ma che in realtà erano colonne di pietra mal intagliate, senza neanche un minimo di fregio alla base di queste. Dire che era orribile era quasi come fargli un complimento. Dopo che i piccioncini si sedettero condussi la mia amica ad un tavolo dietro una colonna, in modo che noi, o meglio, Melody li potesse vedere, senza essere viste a nostra volta. Mi appoggiai allo schienale della sedia sorridendo, anche se non potevo vederli essendo di spalle rispetto alla colonna riuscivo a sentirli perfettamente, e cominciai ad origliarli. -Che posto carino- disse Simon facendomi sbuffare piuttosto sonoramente, non credevo che avesse così cattivo gusto, anche se il fatto che andasse dietro a mia sorella avrebbe dovuto aprirmi gli occhi.
-Già- rispose Mar, per forza aveva scelto lei il posto.
-Cosa ordinate?- chiese una voce femminile sconosciuta, mentre Melody mi chiese -Scusa ma perchè mi hai trascinata qui?-
-Venire da sola avrebbe causato troppi sospetti- risposi alzando le spalle.
-Non avresti potuto portarti dietro Luca?- mi chiese ancora. E' vero! fu la prima cosa che pensai, ma badai bene a non ripeterla ad alta voce, come avevo fatto a non pensare a lui subito? -E' impegnato- risposi vaga, per poi tornare ad origliare i due piccioncini. -...e quando ti ho vista seduta con Rama non potevo credere che fossi venuta a vedermi...- Rimasi colpita dall'improvviso cambio di argomento, non potevo distrarmi per due secondi che già parlavano di tutt'altro. -Simon- ebbe il buon senso di interromperlo Mar dopo qualche minuto in cui raccontava il riassunto del concerto, ovviamente era molto interessante, ma volevo scoprire cosa aveva mia sorella, non cose che sapevo già. -Io devo dirti una cosa ma non so se posso fidarmi di te- continuò, e sorrisi, fonalmente avrei scoperto il suo segreto.
-Guarda come le sta vicino- sibilò Melody in un tono che mi sembrava alquanto irritato.
-Certo che puoi fidarti di me- rispose lui mentre la mia amica diceva -E' per forza necessario afferrarle la mano in quel modo? Gli fa schifo parlarle normalmente?-.
-A te che importa di come Simon si comporta con Mar?- le chiesi incuriosita alzando un sopracciglio, non l'avevo mai vista reagire in quel modo per un ragazzo, nemmeno quando stava con Thiago.
-Assolutamente nulla- rispose lei con disinvoltura, e molto probabilmente se sarei stata più stupida e cieca le avrei creduto se non avesse aggiunto -ma se si avvicina ancora a lei io giuro che...-
-Io...- cominciò Mar -io sono...-
-Basta! Questo è troppo!- gridò Melody battendo con veemenza le mani sul tavolo e alzandosi dalla sedia, per poi andare dai due e dire, mentre la maledivo sia mentalmente sia ad alta voce per aver appena fatto saltare in aria il suo piano, -Ciao, io e Tefy passavamo di qui per caso e quando vi abbiamo visti abbiamo deciso di venirvi a salutare-. Uscii dal mio nascondiglio e con il sorriso più falso che potei mi avvicinai a loro salutandoli, mentre l'espressione di mia sorella era strana, fra la rabbia più nera e...il sollievo? Io e la mia amica ci imbucammo alla loro uscita, mentre Mar non disse più nulla di ciò che doveva confessare. Melody ti ha salvata, pensai, ma non preoccuparti sorellina, scoprirò che cos'hai, fosse l'ultma cosa che faccio.


Fine.
Scusate il ritardo, ma aggiungete a scuola, amici e impegni personali un computer idiota che quando state per finire un capitolo ve ne cancella più di metà e sono certa che mi capirete (anche se è meglio che mi è stato cancellato, ora mi piace molto di più di come stava venendo prima). Comunque chi aveva pensato che la seconda persona a raccontare fosse Jaz? XD
Spero che vi piaccia anche questo capitolo, cercherò di non aggiornare così in ritardo =)

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Capitolo 6
*** Dimmi tutto ***


CAPITOLO 5 - DIMMI TUTTO



-Non potrai mai immaginare cosa mi è successo appena adesso- dissi a Rama appena rientrai nella Casa Magica.
-Cosa?- chiese lui alzandosi dal divano e avvicinandosi a me. Mi guardai intorno per assicurarmi che nessuno stesse a sentire, per poi dire a bassa voce -Mia sorella e la giraffa mi hanno interrotta a metà confessione-. Verso mezzogiorno Rama mi aveva proposto di confessare a Simon di essere incinta e a chiedergli se avesse voluto crescere mio figlio con me, e inizialmente avevo rifiutato categoricamente, finendo col litigare con il mio amico, ma dopo averci riflettuto durante il pranzo avevo capito che forse quella era la cosa migliore da fare, insomma, anche se probabilmente non lo avrei mai ammesso ad alta voce non sarei sicuramente stata in grado di crescere il bambino da sola. Nonostante quelle due idiote avessero interrotto la mia confessione non ne ero per niente dispiaciuta, anzi, mi ero sentita quasi sollevata, forse perchè durante tutta l'uscita il coure non aveva fatto altro che martellarmi nel petto al pensiero che Simon avrebbe potuto reagire allo stesso modo di Thiago, cosa che non sarei riuscita a sopportare. -Che hai intenzione di fare ora?- mi chiese Rama distogliendomi dai miei pensieri.
-Non lo so, ma vedrai che troverò una soluzione- risposi. Passò un mese e la soluzione non la trovai, anzi si aggiunsero diversi problemi. Il più fastidioso di tutti fu l'inizio delle nausee mattutine, ogni giorno appena alzata dal letto dovevo correre in bagno a vomitare sotto lo sguardo sospettoso delle mie compagne, ogni volta dovevo inventarmi delle scuse, e sinceramente stavo cominciando a finire la mia scorta di menzogne verosimili. Il secondo problema è che ero sempre più convinta che Jaz avesse capito tutto, non che me lo avesse detto apertamente, ero troppo impaurita di affrontare l'argomendo e lei dal canto suo non faceva nulla per incoraggiarmi, ma spesso mi copriva dicendo di avermi portata la sera prima in un ristorante dove mi ero ingozzata o mi faceva domande sospette su quando ero stata con Thiago e se oltre alle nausee avevo sbalzi d'umore e improvvise voglie. Un altro problema fastidioso a tal punto da fare concorrenza con le nausee mattutine era che anche Tefy sembrava sospettare qualcosa, o almeno, aveva capito che qualcosa in me non andava e faceva domande alle mie amiche per sapere cosa avevo, oltre ad aver preso l'abitudine di origliare dietro le porte quando volevo stare in camera da sola con Rama a parlare della gravidanza. -Ti giuro che se la becco un'altra volta la lincio viva!- sfogai la mia frustrazione su Rama dopo aver sgamato Tefy che origliava per la cinquemila milionesima volta.
-Calmati, arrabbiarti non fa bene al bambino- mi disse lui posandomi le mani sulle spalle. Io trassi dei respiri profondi finchè non sentii la rabbia svanire, e stavo per aggiungere altro quando Caridad fece irruzione nella stanza seguita da Nacho, contro cui stava gridando contro -...PUOI SCORDARTELO! NON TORNERO' CON TE!-.
-Ma contadinella, hai frainteso tutto...- cominciò lui, mentre Rama mi sussurrava all'orecchio -Credo sia meglio lasciarli da soli-.
-Sì, andiamo- gli presi la mano e lo condussi al piano di sotto, mentre sussurrava -Io mi chiedo come faccia la loro storia ad andare avanti, non hanno niente in comune-.
-Chiamiamo la squadra indagatrice di Mistero e scopriamolo- risposi facendolo scoppiare a ridere. Fui contagiata anch'io dalla sua risata, ma in quel momento arrivò Valeria che ci guardò talmente male da farci smettere, e seguendo la direzione del suo sguardo notai che fissava con rancore le nostre mani intrecciate, che districammo in fretta. -Mar, ti cerca Terremoto- disse la mia amica continuando a fissare torva il suo ragazzo.
-Vado- dissi sgattaiolando in sala prove, dove trovai mio padre intento a prendere a pugni un sacco da boxe, ma appena entrai smise immediatamente e mi guardò negli occhi per poi dire -Stai saltando un sacco di allenamenti-. Mi sentii improvvisamente in colpa, era vero che nell'ultimo mese stavo lasciando perdere la boxe, sapevo che era pericoloso per il bambino e Rama mi proibiva tassativamente di fare qualsiasi sforzo fisico che non fosse camminare per spostarmi da una stanza all'altra, ma d'altronde mi dispiaceva dare buca a Terremoto senza neanche avere il coraggio di dirgli il motivo per cui lo facevo.
-Lo so, ma sono stata molto impegnata col gruppo- mentii.
-Ti va di recuperare ora?- mi chiese -Tanto è domenica e i due biondini, il capellone e la sua ragazza, mi hanno detto che oggi non avete prove-. Maledissi mentalmente Tacho e Jazmin, ok, era vero che non sapevano della gravidanza e che avevano semplicemente detto la verità, ma per colpa loro adesso ero con le spalle al muro. Sospirai, e cercando di non pensare a quanto fosse rischiso il mio gesto e alle possibili conseguenze che avrebbe potuto subire il bambino dissi -Va bene-. Fu con mani tremanti e l'ansia nel cuore che afferrai i guantoni, me li infilai e mi preparai a fronteggiare Terremoto. Iniziò lui tirando un pugno che parai, e contrattaccai a mia volta sferrando un gancio destro che lo colpì in pieno volto. Si riscosse in fretta e tirò un altro pugno, che per evitare mi abbassai forse troppo in fretta. Sentii la mia testa girare improvvisamente, tentai di non perdere l'equilibrio ma il pavimento mi venne incontro e tutto si fece nero.

La prima cosa di cui fui consapevole era di essere sotto le coperte probabilmente del mio letto, e successivamente anche che dal fatto che alla mia sinistra il materasso era abbassato di pochi centimetri qualcuno doveva essere seduto al mio fianco. -Dimmi perchè non vuoi che le facciano gli esami del sangue!- sbottò irritata la voce di Jazmin. Esami del sangue? pensai inizialmente confusa, ma pochi secondi dopo mi vennero in mente gli ultimi ricordi dell'allenamento con Terremoto, e mi resi conto che dovevo essere svenuta.
-Non penso sia necessario- ribattè freddamente la voce di Rama. Mi chiesi per un istante il motivo per cui non voleva farmi esaminare, e la risposta venne ancora prima di avere il tempo di formulare mentalmente la domanda. Mi misi bruscamente a sedere gridando -NON VOGLIO CHE MI FACCIATE ALCUN ESAME!-.
-Sei sveglia, finalmente!- gridò Rama col volto illuminato dalla gioia, mentre Jazmin mi fissava torva. -Perchè non vuoi?- mi domandò sospettosa.
-Oh...bhè...ecco...- balbettai, non potevo certo dirle che così facendo si sarebbe scoperta la mia gravidanza, e inoltre non so quante persone sappiano creare una scusa decente dopo essersi appena ripresi da uno svenimento, ma so di certo che io non sono fra quelle. Lei sospirò esasperata e disse -Senti, facciamola finita, dimmi solamente da quanto-.
-Da quanto cosa?- domandai confusa. Lei si alzò, andò a controllare che dietro le porte non ci fossero ascoltatori indesiderati (ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale) e dopo averlo appurato tornò da me chiedendo -Da quanto sei incinta?-. La prima emozione che provai fu stupore, lei sapeva giò tutto e aveva fatto finta di niente? La seconda fu rabbia. Afferrai il colletto della camicia di Rama e gli dissi furiosa -Bastado, le hai detto tutto? E io che credevo che fossi riuscito a tenere il segreto per te! Cristo, lo sapevo che non dovevo fidarmi!-.
-Io non le ho detto nulla!- gridò lui -E dovrei essere io quello arrabbiato visto il rischio che hai appena fatto correre al bambino!-.
-Non avevo scelta!- replicai raggiungendo il suo tono di voce -Jaz e Tacho avevano già detto a Terremoto che non avevamo le prove, come potevo cavarmela?-.
-Non so, forse dicendo che non ti sentivi bene?- disse lui con fare sarcastico. Mi sentii una completa deficiente, come avevo fatto a non pensarci io? Eppure era una scusa così semplice e sfruttata, e nel mio caso non era nemmeno del tutto una menzogna dato che stavo male ogni mattina. Non mi accorsi di avere lasciato andare la camicia di Rama fino a quando non si alzò dal letto e disse in tono divertito -Sai, è una fortuna che non ci sia nessuno in casa, altrimenti avresti appena reso nota la gravidanza a tutti-.
-Io?- domandai cercando di mantenere lo stesso tono di prima, ma non ero più così arrabbiata -Se sei tu che hai cominciato a gridare per primo la storia del bambino!-.
-Ehm...potreste gentilmente smetterla di trattarmi come se fossi parte del muro e rispondere alle mie domande?- si intromise Jazmin.
-Sì- sospirai, ora che era a conoscenza della mia gravidanza tanto valeva soddisfare tutte le sue curiosità.
-Allora, da quanto è che sei incinta?- chiese.
-Da due mesi e mezzo-.
-Ed è di Thiago, giusto?-.
-Sì-.
-Ed è scappato per non prendersi le sue responsabilità?-.
-Non me lo ricordare- borbottai, non volevo pensare al giorno in cui mi aveva spezzato il cuore andandosene via e lasciandomi da sola a crescere nostro figlio. Rama si sedette al mio fianco e mi abbracciò in segno di conforto, cosa che apprezzai incommensurabilmente. -Come hai fatto a scoprire che sono incinta?- stavolta fu il mio turno di domandare, e la vidi assumere un sorriso da tifosa esaltata perchè la sua squadra del cuore ha appena vinto i mondiali di calcio per club. -Osservandoti- rispose semplicemente, ma l'entusiasmo per il fatto che la sua ipotesi era risultata essere vera che non si riuscì a trattenere dall'aggiungere -hai nausee mattutine, improvvisi sbalzi d'umore, non puoi mangiare piccante o bere alcolici, e sei stata mollata senza un motivo plausibile dal tuo ragazzo che se n'è andato dall'altra parte del mondo. Mi è bastato fare un semplice collegamento-.
-Ah- mormorai, anche se in fondo avevo sempre pensato che la mia amica sapesse già tutto.
-Ma tu, piuttosto, dimmi come hai fatto a scoprire di essere incinta- disse lei. Io per tutta risposta la fissai sorpresa, non mi sarei mai aspettata che fra milioni di ipotetiche domande che mi avrebbe potuto fare sulla gravidanza mi ponesse proprio quella. -Ecco...- cominciai imbarazzata -sono state le due vipere a farmi venire il dubbio-. Loro mi fissarono completamente allibiti, e mi affrettai ad aggiungere -Le ho sentite parlare sul fatto se fosse meglio fare il test di gravidanza il giorno dopo il rapporto o se dopo due settimane, e a sentirle mi è venuta un'improvvisa paura di essere incinta. Ho fatto il test e mi è stato confermato-.
-E a parte noi lo sa qualcun'altro?- chiese Jazmin.
-No- risposi -anche se credo che Tefy sospetti qualcosa-.
-E...- cominciò la mia amica, ma venne interrotta dallo squillo del suo cellulare. -Pronto?- rispose e andò in bagno per parlare in pace. -Bhè...ora Jaz lo sa- constatò Rama.
-Già- mormorai. Chissà cosa pensava di me adesso che sapeva la verità, mi considerava forse la deficente che si è fatta mettere incinta durante la sua prima volta o, peggio, provava compassione per me? Un improvviso rumore al piano di sotto e delle urla isteriche mi avvisarono che erano arrivati anche gli altri abitanti della casa, difatti la porta pochi secondi dopo venne spalancata e fecero irruzione Valeria e Terremoto, entrambi con aria decisamente troppo preoccupata. -Come stai?- mi chiese mio padre ansioso.
-Sto bene, non preoccuparti- lo rassicurai, mentre Vale mi si sedeva al mio fianco, poggiando la sua testa sulla spalla di Rama mentre mi chiedeva -Sicura di stare bene? Sei svenuta così improvvisamente e ci hai fatto preoccupare tutti-.
-Vi giuro, sto bene- le dissi sorridendo. Lei sembrò decisamente rassicurata e quando si voltò a baciare Rama sulle labbra provai una fitta di invidia: lei aveva un ragazzo che l'amava sinceramente e non l'avrebbe mai mollata dopo aver scoperto di averla messa incinta, lui le sarebbe rimasto al fianco entusiasta di crescere il loro bambino, mentre io al contrario ero sola.
-Sorellina!- gridò la voce odiosa di Tefy seguita dalla stessa che entrò nella stanza. Storsi il labbro in un'espressione di disgusto, possibile che dovesse arrivare a rompere anche subito dopo che mi ero ripresa da uno svenimento? Tirai un sorriso più falso di una borsa taroccata e dissi a denti stretti -Cara sorella mia, che piacere rivederti-.
-Come ti senti?- mi chiese arrampicandosi sul mio letto e scacciando in malo modo Rama e Valeria, per poi sedermisi affianco.
-Benissimo, prima che arrivassi tu- risposi sarcasticamente. Lei finse di non avermi sentita e chiese -Sicura di non avere alcun tipo di fastidio?-.
-No, ma grazie della preoccupazione- risposi irritata.
-Sento aria di litigio- mormorò Rama, che prese per mano la sua ragazza e la portò fuori dalla stanza.
-Nessun giramento di testa, improvviso svenimento o robe simili?- domandò mia sorella.
-No- risposi freddamente. Terremoto mi guardò perplesso, e non potei fare a meno di provare una fitta di odio verso Tefy, ci mancava solo che avesse fatto venire dei dubbi a mio padre riguardo la gravidanza o qualsiasi altra cosa sospettasse lei. -Sul serio?- chiese curiosa -Non senti proprio nulla di nulla?-.
-A parte il nervoso che mi stai facendo venire, intendi?- chiesi senza neanche tentare di nascondere la mia irritazione.
-Che sorella simpatica- disse con un tono ed un sorriso ancora più falso del mio, per poi voltarsi, dare una pacca sulla spalla a Terremoto e mormorargli -Stia attento a sua figlia-.
-Certo- disse lui confuso. Appena Tefy lasciò la stanza si rivolse a me e chiese -Che intendeva dire?-.
-Non lo so- risposi cercando di nascondere la preoccupazione, possibile che quell'isterica sospettasse veramente della gravidanza?


Fine.
Lo so, ora dovrei come minimo andarmi a nascondere in Siberia, non mi faccio viva per quattro mesi e aggiorno con un capitolo corto e di transizione, ma spero che mi perdonerete perchè mi serve da introduzione al prossimo ^^
Ringrazio tutte come al solito e spero che il capitolo non vi deluda ^^

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Capitolo 7
*** Non sempre le cose vanno come te le aspetti ***


CAPITOLO 6 - NON SEMPRE LE COSE VANNO COME TE LE ASPETTI



Scoprii che Rama e Jazmin cominciarono a trovare divertente perndermi in giro quando, due settimane dopo lo svenimento, il mio amico si rifiutò di dividere con me la tavoletta di cioccolata che stava mangando sostenendo che avrebbe fatto male al bambino. -Non è vero- gridai allungando una mano nel tentativo di afferrarla, ma lui alzò in alto il braccio dicendo in tono divertito -Vuoi seriamente fare correre a tuo figlio un rischio simile?-.
-Non rischio nulla con la cioccolata!- replicai, ma lui non mi ascoltò e si diresse in salotto tenendo accuratamente la tavoletta fuori dalla mia portata mentre una sensazione di fastidio e irritazione si faceva largo in me. Non voleva darmi la cioccolata? Bene, l'avrei ottenuta da sola. Mi lanciai contro Rama quando passò affianco al divano, col risultato di cadergli sopra. Mi misi a cavalconi su di lui per bloccarlo contro il divano ringhiandogli contro -E ora dammi la cioccolata-.
-Mai- rispose lui a mezza voce, e allungò il braccio sopra alla testa per impedirmi di raggiungere il cibo che tanto bramavo. Mi allungai a mia volta per cercare di afferrarla, ma una voce fredda femminile alle mie spalle mi fece bloccare. -Cosa diamine state facendo?-. Mi voltai e vidi Valeria fissare con disprezzo me e Rama, e solo allora mi resi conto dell'imbarazzante posizione in cui ci trovavamo. Rama sdraiato sul divano e io a cavalconi sopra di lui. Sentii il mio viso andare in fiamme dall'imbarazzo, mentre anche il mio amico arrossiva, e mi alzai balbettando un -N-Niente-.
-Lo spero per te- replicò freddamente la mia amica, per poi prendere per un braccio il suo ragazzo, rosso almeno quanto me se non di più, e portarlo via. Appena lei uscì di casa entrò Simon, che accolsi con un sorriso tirato. Non avevo proprio il coraggio di confessargli della gravidanza, e stare con lui nascondendogli questo segreto mi faceva sentire un'emozione strana, un misto del senso di colpa per non confessargli una cosa del genere e della paura che lo potesse scoprire. Deglutii un paio di volte prima di salutarlo e dire -Cosa ci fai qui?-.
-Ecco...- improvvisamente imbarazzato cominciò a fissare il pavimento mentre si grattava la nuca -io...stavo pensando a te...e volevo chiederti se ti andava di uscire un po'...-. Mi fece una profonda tenerezza, com'era dolce.
-Aspetta un minuto, che mi cambio e arrivo- dissi, e schizzai velocemente in camera delle ragazze. Mi feci prestare da Jaz una maglia a maniche corte bianca, presi il primo paio di jeans che mi capitò sotto tiro, un paio di scarpe da ginnastica e quando tornai in salotto scoprii con amarezza che Simon stava chiacchierando con Melody. La cosa mi fece tremare di rabbia, possibile che la giraffa aveva preso come fosse uno sport il rovinarmi la vita? Non essendo riuscita a togliermi Thiago ora faceva la gatta morta anche con Simon, ma Dio, l'avrebbe finita di provarci coi miei ragazzi? Mi avvicinai a loro senza farmi notare, abbracciai il mio quasi-ragazzo da dietro e gli sussurrai all'orecchio -Sono pronta, andiamo?-. Lui borbottò un assenso, e uscimmo di casa sotto lo sguardo carico di disprezzo della mia rivale.

Simon mi fece divertire tutto il pomeriggio, a partire dalle sue battute tutt'altro che divertenti, per seguire alle figuracce con i passanti e completare con la sua caduta epica dopo essere scivolato su del muschio. Nonostante ciò, però, non avevo ancora il coraggio di confessargli di essere incinta, era come se essere stata interrotta quella volta al bar mi avesse svuotata di tutto il coraggio che avevo, e dopo di allora mi figuravo sempre la scena di lui che mi guardava con disprezzo, come aveva fatto Thiago due mesi prima, e andarsene via lasciandomi sempre e comunque sola. E sinceramente, se dovevo crescere mio figlio da sola, avrei di gran lunga preferito farlo senza soffrire per un secondo abbandono. Arrivammo in piazza tenendoci per mano, e con mia amara sorpresa scoprii che ad uno dei tavoli del bar c'era Melody che mi fissava con odio. La ignorai e mi voltai per fare una battuta a Simon, ma non ebbi tempo di proferire parola che il suo cellulare squillò. -Pronto?- rispose, e dopo un paio d'assensi chiuse la chiamata. -Scusa, mia madre vuole che torni subito a casa- disse il mio quasi-ragazzo. Trattenni a sento uno sbuffo d'irritazione, possibile che Corina dovesse rompere le scatole anche a distanza?
-Fa nulla, vai pure- gli dissi con un sorriso tirato, e dopo esserci salutati e promessi di incontrarci il giorno seguente lui se ne andò. Lo fissai fino a che non saprì dalla mia vista dopo essere uscito dalla piazza, e allora mi voltai e andai a sedermi al nostro bar, a due tavoli di distanza da Melody. -Hey, Mar- sentii la voce di Jaz alla mia destra, e vidi la mia amica uscire dal bar per avvicinarsi a me e poi sedersi al mio fianco. -Ciao- la salutai allegramente.
-Ti sei divertita?- mi chiese notando il mio tono di voce e il sorriso che man mano si faceva largo sul mio volto.
-Ovvio- risposi, ricordando gli avvenimenti del pomeriggio -Simon è davvero carinissimo con me, è un vero tesoro...- mi interruppi perchè sentii un colpo violento provenire dalla mia sinistra, mi voltai e scoprii che era stata Melody, alzatasi in piedi e dalle mani aperte posate sul tavolo si presumeva che lo avesse appena colpito con veemenza. Se ne andò via arrabbiata, mentre sentii la mia migliore amica borbottare -Isterica-.

Quella notte mi sentii terribilmente sola. Sdraiata nel mio letto non riuscivo a prendere sonno, soffocata dai pensieri che bene o male riuscivo a reprimere durante la giornata. Ora che ero sola e avevo preso la scelta di tenere il bambino, come avrei fatto a crescerlo? Non ne sarei mai stata capace. Posai una mano al ventre, dove da qualche settimana riuscivo a sentire il battito del cuore del bambino, e sorrisi nel sentirlo vivere in me. Ma quel povero piccolo sarebbe cresciuto senza il padre, che lo aveva rifiutato scappando dall'altra parte del mondo pur di non prendersi le sue responsabilità. E se non voleva nemmeno Thiago questo figlio, di cui era il padre biologico, chi altri avrebbe mai voluto crescerlo insieme a me? Ero completamente sola. Questo pensiero mi provocò una strana fitta al cuore e sentii il magone in gola, ma riuscii a non versare alcuna lacrima. Accarezzai la pancia e giurai a me stessa che il giorno dopo avrei confessato a Simon della gravidanza, gli avrei detto tutta la verità su Thiago e gli avrei chiesto se era disposto a crescere con me questo bambino. Annuii convinta, sicuramente lo avrei fatto. Come no. Ero, e sarei rimasta comunque sola. Sentii dei passi leggeri provenienti dalla parte della porta del bagno, ma non ci badai finchè non sentii il materasso abbassarsi di qualche centimetro alla mia destra, una persona stendersi al mio fianco e una voce maschile dire -Scusa, Mar...ma non riuscivo a dormire e...- non lo lasciai finire, ma lo trassi a me e lo strinsi in un caloroso abbraccio, contenta del fatto che il mio migliore amico fosse lì con me. Rama si sistemò meglio sul letto, poggiando la schiena contro il materasso e la testa sul cuscino, mentre io posai la test sul suo petto e mi cingeva a sè con un braccio. Posò il dorso della mano libera sul mio ventre, e non la ritrasse quando sentì il cuore del bambino battere, ma sussurrò invece -E' una sensazione bellissima-.
-A chi lo dici- mormorai, e sistemai meglio la testa sul suo petto. Mi accarezzò dolcemente il ventre, senza dire una parola, e mi strinsi più forte a lui. Mi addormentai così, fra le dolci carezze del mio migliore amico.

-BASTARDO! CHE HAI COMBINATO STANOTTE- la voce furiosa di Valeria fu il mio dolce risveglio del giorno seguente, aprii lentamente e con fatica gli occhi e vidi che le mie compagne di stanza avevano circondato il mio letto. Scoprii anche che Rama era seduto al mio fianco e balbettava imbarazzato sillabe piuttosto insensate, e Tefy disse con sarcasmo -Mar dice di essere leale quando poi in realtà ha una tresca col ragazzo di una sua amica. Coerenza zero-.
-Io non ho una tresca con Rama!- gridai scattando a sedere, anche se mi sentii arrossire.
-Mar, da te non me lo aspettavo- disse Caridad. Alzai gli occhi al cielo, ci mancava solo che lei mi lanciasse frecciatine.
-Cari, per favore, non mettertici pure tu- le dissi. Io e Rama passammo circa mezz'ora a spiegare a Valeria che quella notte fra noi due non c'era stato nulla, ma lei continuò a fissarci con aria scettica per tutto il resto della mattinata, fino a quando non uscì di casa con aria decisamente arrabbiata dicendo di avere bisogno di pensare all'aria aperta. -Povera Valeria, tradita dal suo ragazzo e da una delle sue migliori amiche- lanciò la frecciatina Tefy.
-Mar, ricordati che non devi fare sforzi eccessivi- mi sussurrò Rama all'orecchio notando che avevo stretto i pugni con troppa decisione, e quando incrociò il mio sguardo si affrettò ad aggiungere -e sappi che l'omicidio rientra nella categoria "sforzi eccessivi"-.
-Peccato- borbottai reprimendo il mio istinto di mettere le mani nei capelli alla mia adorata sorellastra. Non ci fu però bisogno di misure drastiche per farla sparire dalla mia vista, dato che poco dopo arrivò Luca e Tefy gli saltò letteralmente addosso, lui la prese in braccio e uscirono dalla Casa Magica. Rama rimase con me per un altro paio d'ore, fino a che non decise di andare a consolare Valeria e uscì anche lui di casa. Mi ritrovai sola nel salotto, ma la cosa non durò molto dato che pochi minuti dopo la porta si aprì di scatto ed entrò Melody sibilando qualcosa al telefono a proposito di un rossetto prestato a mia sorella che era finito non-si-sa-esattamente-dove, ma sta di fatto che sparì al piano di sopra e subito dopo di lei entrò Simon, che mi guardò con uno sguardo quasi colpevole. -Che è successo?- gli chiesi alzandomi in piedi e raggiungendolo. Lui sorrise imbarazzato e disse -Oggi non possiamo uscire, devo andare a trovare i miei zii-.
-Ah- fu l'unica cosa intelligente che riuscii a dire, mentre un senso di delusione si fece lentamente largo nel mio cuore. Mi diede un bacio sulla guancia e sussurrò -Scusami- per poi andarsene via. Solo allora notai Melody bloccata a metà delle scale intenta a guardarci con odio, e sarà stato il nervoso della mattinata, o il fatto che non sopportavo più quello sguardo, o gli ormoni squilibrati, ma sta di fatto che le ringhiai contro -Che hai da guardare?-.
-Niente- mentì lei per poi scendere le scale con assoluta nonchalance, gesto che non fece che buttare benzina sul fuoco.
-Niente?!- esclamai fuori di me -Passi metà del tempo a fissarmi male! Che è, un nuovo tipo di sport?!-. Vidi il suo sguardo farsi gelido, e i suoi lineamenti irrigidirsi, ma fu con voce ferma che chiese -Sai cosa si prova quando la persona che ami è innamorata persa di un'altra?-. Il mio primo impulso fu quello di risponderle affermativamente, ma poi mi ricordai che Thiago non aveva mai amato le ragazze con cui mi tradiva, per lui erano solo storielle senza alcun valore. -No, vero?- continuò lei, per poi scoppiare in una risata isterica e aggiungere -I tuoi ragazzi ti hanno sempre amata, perchè tu sei così perfetta, chi non vorrebbe una ragazza come te?-. Cominciai seriamente a preoccuparmi per la sua salute mentale, da quando mai ero perfetta? Se lo fossi stata forse Thiago sarebbe rimasto con me a crescere nostro figlio invece di scappare dall'altra parte del mondo. -Non ti seguo- le dissi.
-NON MI SEGUI?- stavolta fu il suo turno di sclerare, urlando ad un volume tale che feci un balzo all'indietro dallo spavento -Io amo Simon, quindi evita di girargli attorno come un avvoltoio!-. Dopo questa sua inaspettata dichiarazione, che mi lasciò interdetta per diverse ore successive, uscì dalla casa sbattendo violentemente la porta e imprecando contro il mondo intero.


Fine.
Allora...nel capitolo succedono un paio di cose, che saranno più o meno fondamentali nella trama della fic ^^
Vi avviso già da ora che non il prossimo capitolo, ma quello successivo sarà il capitolo-bomba della fic, probabilmente il più importante dell'intera ff, quindi vi consiglio di prepararvi psicologicamente già da adesso.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ^^
Ringrazio tutte come al solito =)
Alla prossima
Alexiel94

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Capitolo 8
*** Un'altra cosa che ho perso ***


Vorrei dedicare il capitolo a tre persone: le prime sono Marciu96 (che ora ha cambiato nickname, e non ricordo quello nuovo ^^'''') e Flaqui, perchè seguono ogni delirio fanfiction che io scriva, e la terza è LORENA4EVER1, grazie alla quale ho raggiunto le 50 recensioni :D

CAPITOLO 7 - UN'ALTRA COSA CHE HO PERSO



Dopo la dichiarazione Melody non si fece più viva alla Casa Magica, con mia somma gioia, ma ora ogni volta che mi avvicinavo a Simon mi tornavano in mente le parole della bionda e mi sentivo schiacciare da ulteriori sensi di colpa. Anche se odiavo Melody stare col ragazzo che amava (sì, avevo fatto caso al fatto che aveva usato il verbo "amo" invece di "mi piace" o "sono innamorata") mi sembrava una cosa profondamente sbagliata e scorretta nei suoi confronti. La cosa che mi faceva sentire ancora peggio era che Simon sembrava ancora innamorato di me, e odiavo il fatto che per questo la ragazza dovesse soffrire. -Non puoi colpevolizzarti se lui ti ama ancora- mi disse Rama appena gli confidai i miei tormenti.
-Lo so, ma mi sento male comunque- replicai guardando il pavimento. Lui sospirò esasperato, si alzò dalla sedia sulla quale stava seduto di fronte a me e si sedette al mio fianco. Mi avvolse in un caldo abbraccio che mi fece sentire protetta e voluta bene, e ricambiai. Sperai vivamente che Valeria non entrasse in camera in quel momento, ultimamente era un po' isterica. Bastava che mi avvicinassi a Rama più di mezzo metro e subito mi attaccava con la sua gelosia asfissiante, eppure io non ero minimamente interessata a Rama. I sentimenti per Thiago non erano più quelli di un tempo, e ora sentivo di provare quasi una specie di attrazione per Simon. Dio, non mi faceva battere il cuore come Thiago e quando lo vedevo non provavo la stessa piacevole morsa allo stomaco o la scossa quando toccavo toccavo il Bedoya, ma quando lo vedevo volevo stare accanto a lui e speravo che i momenti con lui non finissero mai. Mi separai dolcemente dall'abbraccio di Rama, e lo guardai negli occhi azzurri colmi di sincero affetto, e pensai che avrei sempre avuto al mio fianco il mio migliore amico. -RAGAZZI! CHI É DI TURNO PER LE PULIZIE OGGI?- chiese Nico dal piano di sotto. Bhe, il giorno prima era toccato a Jaz e Tacho, quindi chi erano le vittime di oggi? -Mi sa che è il nostro turno- sussurrò Rama. Io per poco non imprecai, era vero che avevo il turno dopo quello di Jaz. Come avevo potuto scordarlo? Andai in salotto ancora incredula di aver dimenticato che era il mio turno, seguita da Rama, e quando ci arrivai scoprii che Nico voleva che lavassimo tutto il pavimento del salotto, pulizia del divano e spolveramento dei mobili incluso. -Ma ci metteremo anni!- protestai -Oggi devo uscire con Jaz, Vale e Cari!-.
-Pensa positivo: prima cominci a lavare, prima esci con le tue amiche- replicò Nico con un sorrisetto sarcastico. Sorrisi anch'io, mentre mentalmente lo maledicevo in tutte le lingue del mondo. Che ingiustizia, era da una settimana che programmavo un'uscita a quattro con le mie amiche, e ora stava praticamente saltando in aria. Sospirai irritata e delusa, e feci per afferrare lo straccio e lo scopino, ma Rama mi precedette. -Non dovresti fare sforzi nelle tue condizioni- mi disse. Sorrisi alla sua premura, e mi portai istintivamente una mano al ventre. Ero a metà del mio quarto mese di gravidanza, e la pancia stava cominciando a notarsi sempre di più, rendendomi bersaglio di frecciatine da parte di Tefy e la sua amica. Sentii un mal di testa e un peso sul cuore al pensiero che presto non avrei potuto più nascondere la gravidanza, ma scacciai in fretta il pensiero. Ci avrei pensato quando sarebbe giunto il momento. Per non sentirmi in colpa a lasciare il mio amico a pulire da solo il salotto cominciai a spolverare il mobile dov'era sistemata la televisione, e per non annoiarmi accesi la radio. Trasmetteva una canzone che conoscevo e che mi piaceva ballare, ma che purtroppo non potevo fare. Passarono un paio di minuti, e Rama esordì con -Ehm...Mar, posso chiederti una cosa?-.
-Chiedi pure-.
-Come ti sentiresti se una persona che ami è follemente innamorata di un'altra persona?- mi chiese. Rimasi spiazzata dalla domanda, e non risposi subito. Che pensasse seriamente che Valeria non lo amava più? Come poteva solamente immaginare una cosa del genere? La mia amica era evidente che lo amava, a lui non sarebbe mai potuto venire il dubbio. Credo. -Perchè me lo domandi?- chiesi.
-Ecco...- esitò -volevo sapere semplicemente cosa avresti fatto se fossi stata al posto di Melody-. Mi sentii come se un peso fosse sprofondato dove prima c'era il mio cuore. Probabilmente se fossi stata al suo posto anche io avrei odiato me stessa, la ragazza che gli stava rubando il ragazzo che amava. E di certo non potevo biasimarla se mi lanciava occhiatacce e insulti. Mi sentii male, un misto di senso di colpa e dolore, che per soffocare alzai il volume della radio.
-Sei un'altra cosa che ho perso, che mi è scivolata, che mi è caduta
io c'ho provato ma non ti ho tenuta,
vabbè pazienza credimi posso farne senza sei già un ricordo in dissolvenza e non fai differenza
con tutto quello che ho perso senza rendermene conto
come ogni volta che perdo un tramonto il giorno dopo affronto lo stesso
-. Mi bloccai, spiazzata dalle parole della canzone, che descrivevano come mi sentivo io. Thiago era improvvisamente scivolato via dalla mia vita, e nonostante i miei sforzi non ero riuscita a fare nulla per tenerlo stretto a me e impedirgli di andarsene. Ma ora a distanza di tre mesi da quando mi aveva mollata lui non mi sembrava più molto importante, riuscivo a pensare a lui ogni giorno con maggiore indifferenza.
-Magari piove come adesso e ho perso l'ombrello ed il cappello ma il bello è quello,
è il duello che ogni minuto ho fatto con la vita
e quando la sorte mi si è accanita contro e pronto dovevo trovare veloce una via d'uscita procurandomi qualche ferita
che non si chiude e ancora brucia
-. Avevo dovuto cercare in fretta una soluzione alla mia situazione, che avevo più o meno trovato cominciando ad uscire con Simon. Eppure mi addolorava ancora pensare che il padre di mio figlio mi aveva ripudiata così, sebbene il dolore fosse drasticamente diminuto dal giorno in cui se n'era andato.
-Ma fa niente, è solo un'altra cosa persa
o qualche volta un'altra cosa data e dopo tolta all'improvviso,
senza preavviso,
che rende inferno ciò che era paradiso
-. Già, ora anche se il ricordo di tutto ciò che avevamo passato insieme faceva male avevo capito cosa avrei dovuto fare: sarei andata da Simon a confessargli della gravidanza.

-Ne sei sicura?- mi chiese Rama. Ero davanti casa di Simon, e mi reggevo davanti al cancello tutta tremante. Il cuore mi martellava nel petto al pensiero di confessargli finalmente di essere incinta, ma dovevo farlo. Non potevo continuare la nostra pseudo relazione tenendogli nascosto un segreto così importante. -Sì- risposi, e suonai al citofono. Non rispose nessuno, e immaginai che doveva essere fuori casa. Rama sospirò e si poggiò al cancello, e per poco non cadde all'indietro quando questo si aprì. Io entrai timidamente nel viale, mentre il mio amico diceva -Ehm...io ti aspetto qui, se vuoi...-
-No!- mi opposi istintivamente. Gli afferrai la mano e aggiunsi -Ho bisogno di tutto l'appoggio possibile-. Ci avviammo insieme verso la villa degli Arrechavaleta, mentre il cuore iniziava a battermi sempre più velocemente e le mani iniziavano a sudare. Rama percepì il mio terrore, e mi strinse la mano con calore. Quel contatto mi diede coraggio e mi avviai con passo più deciso verso la casa di Simon. Entrata in casa chiamai -Ehm...Simon?-, ma nessuno mi rispose.
-Forse è in camera sua e non ti sente- suggerì Rama. Annuii e iniziai a salire le scale che portavano al piano di sopra. Appena giunta nel corridoio che portava nella camera del mio quasi ragazzo sentii degli starni gemiti provenire da questa. Mi bloccai, non sapendo che cosa fare. -Andiamo?- mi chiese Rama, notando la mia indecisione.
-No- dissi improvvisamente ferma -voglio scoprire cosa combina alle mie spalle-. Sempre col mio amico al mio fianco mi avvicinai alla porta della camera, trassi un profondo respiro e spalancai la porta. Vi trovai Simon, intento a fare l'amore con Melody. Quella visione non mi fece quasi alcun effetto, ma lo stesso non si può dire di lui. Quando mi notò impallidì improvvisamente e gridò -Mar!-. Io mi voltai con assoluta freddezza e scesi le scale con Rama, che anche se non aveva detto una parola doveva essere furioso a giudicare dai lampi d'odio che lanciava a Simon. Scendemmo le scale, ma sentii dei passi affrettati alle spalle e ai piedi delle scale fummo raggiunti da Simon, che indossava solo un paio di jeans. -Mar posso spiegarti...-
-E come?- chiesi sarcastica -Sono io che ho le allucinazioni?-. Io e lui non stavamo insieme, per cui non si poteva considerare un tradimento quello a cui avevo assistito, ma ero comunque infastidita dal fatto che non fosse stato corretto nei miei confronti, eppure sapevo di piacergli. La cosa che però mi colpì di più fu però la mia reazione: pensavo che avrei provato rabbia, dolore, delusione, o che come minimo mi sentissi tradita, e invece provavo solo fastidio.
-Mar...io amo te...-.
-E così mi hai usata per dimenticare lei- disse una voce alle nostre spalle. Melody scese dalle scale perfettamente vestita, andò contro a Simon e sibilò -Bastardo-. Gli rifilò uno schiaffone e uscì di casa furiosa, anche se giurai di aver visto una lacrima rigarle il volto quando mi era passata affianco.


Fine.
Scusate se il capitolo è corto, ma se lo allungavo ancora mi rovinava la suspance >.<
La canzone è quella degli Articolo 31, Un'altra cosa che ho perso.
E...il prossimo sarà il capitolo bomba della fic! Che ovviamente sarà molto più lungo di questo...
Spero che nonostante la lunghezza il capitolo vi piaccia
Alla prossima
Alexiel94

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Capitolo 9
*** Ogni nodo (prima o poi) viene al pettine ***


CAPITOLO 8 - OGNI NODO (PRIMA O POI) VIENE AL PETTINE



Chiamai per l'ennesima volta Melody.
Quando era venuta da me a dichiararmi il suo amore ero rimasto interdetto, ma poi non so cosa mi prese. L'avevo baciata intensamente, e in uno slancio di passione eravamo andati oltre. Quando però Mar era entrata in camera mia mi ero sentito immediatamente come se avessi fatto un errore, e avevo cercato di rimediare, peggiorando solo la situazione.
Ora nè Mar nè Melody volevano parlarmi, e quest'ultima in particolare non si era più fatta viva da allora. Ogni volta che cercavo di scoprire cosa aveva chiedendo a Tefy lei non mi rispondeva e mi guardava come se fossi un verme particolarmente viscido. E chi poteva biasimarla? Ora, a due settimane dall'accaduto tentai per la milionesima volta di chiamarla per chiederle scusa. Spiacenti, ma il numero da lei chiamato non è raggiungibile... Lanciai il telefono dall'altra parte della stanza in un impeto d'ira. Mi passai una mano tra i capelli depresso.
Dio, avevo combinato un casino.

***

Dire che tornai da casa di Melody arrabbiata è usare un eufemismo. Quel deficiente di Simon l'aveva solamente usata, non capendo quanto la mia amica ci stesse male. Ovviamente, non aveva pensato che anche lei avesse dei sentimenti, per lui era stata solo un oggetto da usare, ma quando era arrivata Mar si era subito ripreso e aveva capito che l'avventura con la mia amica era stata solo un errore. Strinsi i pugni, se non fosse stato per quella maledetta di mia sorella ora la mia amica non sarebbe stata male. E la situazione rischiava di degenerare.
Quando lei mi aveva chiamata dicendo solamente di volermi vedere con voce spezzata ero corsa immediatamente da lei e giunta a casa sua mi si era gettata addosso dicendo solamente -Ho un ritardo- tra le lacrime. Da quel momento esatto ero stata presa da una furia omicida verso Simon e Mar. L'uno che l'aveva messa in quella situazione, l'altra che ne era la causa.
Incrociai mia sorella e la guardai con odio. Probabilmente se non fossi stata intralciata dai miei sentimenti avrei notato i parallelismi tra le due vite: entrambe erano state ripudiate dall'uomo che amavano, ed erano sole come isole. Ma io vedevo solo la causa della possibile gravidanza di Melody, la causa del suo conseguente abbandono. Avrei voluto distruggere Mar, sia fisicamente che metaforicamente. In quel momento la vidi passare davanti a me e per darle fastidio mi procurai di andare a sbattere la mia spalla contro la sua.
-Guarda dove cammini!- gridò lei. Io vidi subito un ottimo pretesto per litigare e sfogare finalmente la collera che mi portavo dietro da due settimane.
-Scusa, non riesco a vedere le persone squallide- replicai con freddezza.
-Come mi hai chiamata?- chiese lei, un'espressione ferita sul volto.
-Persona squallida, perchè mi fai schifo- sibilai con odio. Vidi il suo sguardo addolorarsi, ma non ne provai pena acciecata dalla rabbia com'ero. -Ti credi tanto santa ed innocente, vero? Invece sei solo una ragazza che tenta di prendersi quanti più ragazzi può per fare soffrire le altre ragazze-.
-Se stai parlando di Melody sappi che io...-
-Certo che sto parlando di Melody! Il ragazzo che ama l'ha solamente usata per dimenticare te, e ora rischia la gravidanza!- gridai con quanto più fiato avevo in corpo. La vidi spalancare la bocca stupefatta, ma fu un'altra voce a parlare alle mie spalle. -Cosa?!-. Mi voltai e vidi Simon fissarmi scioccato. Non seppi mai cosa mi trattenne dal prenderlo a schiaffi. -Hai sentito bene, idiota!- gridai. Lui mi guardò per pochi secondi, prima di uscire di corsa dalla porta. Solo allora mi accorsi che anche Mar si era dileguata e che ero rimasta sola nel salotto della Casa Magica.

Per quasi due mesi avevo cercato di spiare Mar, senza però mai riuscirci. Ogni volta mi beccava o interrompeva il discorso sul più bello e io ero costretta ad andarmene. Quel giorno mentre stavo uscendo dal bagno aprii la porta della camera delle ragazze intenta ad andare a prendere il mio rossetto, ma ci trovai Mar e Rama intenti a parlare. Mi immobilizzai immediatamente e iniziai a origliare la loro conversazione.
-... non puoi accusarti di questo, Mar! Sii realista: se Simon è un cretino non è colpa tua- stava dicendo lui.
-Ma se non lo avessi illuso che ci fosse qualcosa tra noi due forse non sarebbe andato a letto con lei e forse lei non sarebbe in questa situazione-.
Puoi dirlo forte, pensai.
-Mar, guardami negli occhi- ordinò lui. Ci furono alcuni secondi di silenzio, poi riprese -Tu gli hai mai detto che stavate insieme o che eri innamorata di lui?-.
-No-.
-E allora smettila di accusarti, perchè tu non l'hai illuso di nulla-. Altri secondi di silenzio, probabilmente mia sorella lo aveva abbracciato.
-Grazie Rama, sei un amico- disse Mar.
-Già- disse lui con quella che mi parve una nota velata di tristezza nella voce.
Che fosse...
-Sai, capisco Melody- riprese mia sorella interrompendo le mie riflessioni -so come ci si sente ad essere lasciate dal ragazzo amato e ad affrontare una gravidanza da sole-.
Oddio!, pensai. Allora le mie supposizioni erano esatte! Mi sembrava strano il fatto che la mattina si alzasse a vomitare, o che aveva preso ad evitare alcuni cibi e gli alcolici. Mi era venuto spesso il sospetto che Mar fosse incinta, ma avere una conferma era elettrizzante. Ora che conoscevo il suo segreto avrei potuto rigirarmela come volevo.
-Tu non sei sola- le disse Rama -tu hai me e Jaz, e inoltre...- mi allontanai dalla porta, non avevo voglia di sentire smancerie da innamorato. Quasi mi ritrovai a saltellare, Mar era diventata improvvisamente ricattabile e ora l'unica cosa che volevo era farle più male possibile. Inizai a pensare a cosa costringerla a fare, ma poi ebbi un'idea decisamente migliore. Presi il cellulare dalla borsa e composi il numero. Prima di chiamare ebbi un attimo di esitazione, era davvero il caso di farle una bastardata del genere? Poi però mi venne in mente il volto di Melody rigato dalle lacrime, la sua espressione sofferta di quando mi aveva raccontato di come Simon l'aveva usata, la sua disperazione quando mi aveva detto di avere un ritardo e presi la mia decisione. Dall'altra parte il telefono squillò per un po' prima che qualcuno rispondesse. -Pronto?-.
-Mamma, non crederai mai alla notizia che sto per darti-.

***

Non ricordo di essermi addormentata, ma venni svegliata bruscamente da Rama e Jazmin. -Che succede?- chiesi ancora mezza assonnata senza nemmeno alzarmi dal letto. I miei amici avevano un'espressione preoccupata e si scambiavano sguardi nervosi, che fecero agitare anche me.
-Nico vuole parlarti e sembra piuttosto arrabbiato- disse Jazmin. Il mio cuore accelerò i battiti. Pensai immediatamente che sapesse del bambino, ma mi ripetei che non era possibile. Io non lo avevo detto a nessuno e nemmeno i miei amici. Andai nello studio di Nico tremando come una foglia, accompagnata dai miei due amici. Rama mi afferrò la mano e sussurrò -Qualsiasi cosa succeda non sarai da sola-.
-Grazie- dissi di rimando e strinsi la mano a mia volta. Mi sentii più sicura con la consapevolezza di avere un amico dalla mia parte, sicurezza che svanì appena entrai nello studio di Nico e incrociai il suo sguardo. In un anno e mezzo che lo conoscevo non l'avevo mai visto così furente, e dietro di noi entrarono anche gli altri abitanti della Casa Magica, curiosi. Vidi Caridad e Vale guardarmi con curiosità, gli altri ragazzi fissarmi con aria interrogativa e sul volto di Tefy stampato un inconfondibile ghigno. -Mar, poco fa ho avuto un'interessante telefonata con tua madre- cominciò il mio tutore con un tono che rasentava la fatica a non mettersi a gridare arrabbiato. Io mi sentii morire, intuendo dove voleva andare a parare. Sperai con tutto il cuore che non fosse ciò che temevo.
-É vero che sei incinta?- chiese a bruciapelo. Sentii dietro di me qualcuno trattenere il fiato, qualcun altro fare commenti e altri ancora mormorare qualcosa che suonò molto come "non è possibile". Il cuore mi batteva a mille dalla paura della reazione del mio tutore, ma non mi sembrava il caso di mentire. -Sì-.
Dietro di me esplose un coro di voci soroprese, incredule o arrabbiate, ma Nico le mise a tacere tutte. -SEI UN'IRRESPONSABILE! TI RENDI CONTO DI AVERE SOLO SEDICI ANNI?! NON SEI IN GRADO DI CRESCERE UN FIGLIO! SE TI SENTI IN GRADO DI FARLO FALLO FUORI DI QUI!-.
Sentii i miei occhi riempirsi di lacrime, mentre la stretta sulla mia mano si fece più forte.
-Se stai cacciando Mar caccierai anche me- intervenne Rama -perchè io l'ho messa incinta-.

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Capitolo 10
*** Un giorno in più ***


CAPITOLO 9 - UN GIORNO IN PIU'



Non riuscii a credere alle mie orecchie. Rimasi totalmente scioccata dalla frase del mio amico, ma cercai di assumere l'aria di chi sapeva già tutto. Perchè mai si era esposto tanto per difendermi? Chi glielo faceva fare di mettersi nei casini per proteggere un'amica idiota?
-BASTARDO!- un urlo furioso mi riscosse dallo stato di catalessi nel quale ero caduta dopo l'intervento di Rama. Vidi Vale avvicinarsi come una furia e colpire il volto del mio amico con una ferocia inaudita, tanto che lui cadde a terra col naso rosso e gonfio. Lei ansimava, gli occhi rossi e le lacrime che le scorrevano lungo il volto, e se ne andò arrabbiata e traboccante di dolore. Intorno a noi era invece sceso un silenzio di tomba, nonostante fossimo al centro dell'attenzione.
-Andate in camera- disse Nico, il cui tono calmo lasciava trasparire la delusione che provava verso due persone che erano quasi dei figli per lui.

Passai il panno bangato sul volto di Rama, che gemette dolorosamente quando gli sfiorai il naso. -Scusa- mormorai veramente dispiaciuta, ma evitai di guardarlo negli occhi. Lui borbottò qualcosa di incomprensibile e io continuai a passare il panno sul suo volto, nonostante il cuore palpitante e l'ansia di chiedergli ciò che mi interessava davvero. -Perchè lo hai fatto?- la domanda mi uscì spontanea. 
Lui sorrise, ma non allegro come suo solito. Era un sorriso intaccato da un velo di tristezza.
-Davvero non l'hai ancora capito?-.
Scossi la testa, mentre in realtà una vaga intuizione cominciava a farsi strada nella mia testa. Mi dedicai ancora alla medicazione delle sue ferite, distraendomi per un attimo dalla situazione in cui entrambi versavamo.
-Mar, ti amo- disse, sorprendendomi. 
Non che in parte non me lo aspettassi, ma sentirselo dire così direttamente era tutta un'altra cosa. Nella mia mente tutto cominciava ad avere un senso: il suo sguardo furioso quando si nominava Thiago, la dolcezza con cui mi trattava, gli abbracci rubati e il sorriso spontaneo che gli si dipingeva sul volto quando scherzavamo insieme. L'illuminazione mi folgorò. Comprendevo ora la domanda che mi aveva fatto un paio di settimane prima, quando mi aveva chiesto come mi sarei sentita ad amare qualcuno che era innamorato di un'altra persona. Non stava parlando di Valeria, né tantomeno di Melody: era se stesso l'oggetto della domanda. 
-Sono da sempre innamorato di te e sono disposto a crescere con te questo figlio- continuò lui con uno sguardo determinato che non gli avevo mai visto.
Mi commossi. Era un ragazzo dolcissimo, di certo non meritava un'idiota come me che non ricambiava i suoi sentimenti. Presi un profondo respiro prima di dirgli ciò che pensavo. 
-Rama... sei un ragazzo fantastico e io ti ammiro molto per ciò che sei disposto a fare per me. Purtroppo però non ricambio i tuoi sentimenti-.
Mi aspettavo che i suoi occhi azzurri s'incupissero di delusione (e già sentivo i sensi di colpa assalirmi per aver ferito la persona migliore che conoscessi), ma ciò che vidi mi sorprese. Il suo sguardo si fece ancora più deciso.
-Non mi importa se ora non provi ciò che provo io. Ho di fronte un sacco di tempo per farti innamorare di me; se non fallirò non mi darò per vinto perchè ci sarà sempre un giorno in più per rubarti il cuore-.
Così fece.
Il tempo passava e ogni giorno Rama mi sorprendeva con gesti dolci e con "ti amo" sussurrati, che mi facevano una gran tenerezza. Una volta mi portò delle rose rosse consegnandole con un sorrisone che non potei fare a meno di ricambiare e mi promise che entro quando sarebbero appassite tutte mi avrebbe fatta innamorare di lui. Quelle parole, con il gesto, mi fecero arrossire e sentii il cuore accelerare i battiti. 
Il fatto di non dover più tenere nascosta la gravidanza mostrò i suoi vantaggi. Le ragazze mi stavano vicine e iniziarono a proibirmi tassativamente di fare sforzi che potessero fare male al bambino. Approfittavano di ogni momento libero per accerezzarmi la pancia e sentire il bambino muoversi o tirare calci. Anche i ragazzi, sebbene non fossero così sensibili alla gravidanza, si mostravano entusiasti dell'arrivo di una nuova vita all'interno della casa. Cielo - santa donna! - mi aiutava e sosteneva quanto più poteva, dandomi consigli su come gestire la gravidanza e accompagnandomi alle varie visite ginecologiche. 
Gli unici non entusiasti erano Valeria e Nico: la prima per ovvie ragioni, il secondo perchè era ancora deluso dalla mia irresponsabilità. Inizialmente arrabbiatissimo aveva avuto seriamente intenzione di buttare fuori di casa sia me che Rama, ma Cielo lo aveva presuaso a ripensarci e così ci ritrovavamo a vivere ancora all'Hogar Magico ma la tensione con Nico era quasi tangibile.  
Quando, un mese più tardi, il mio tutore si comportava ancora freddamente con me cercando di evitarmi e parlando il meno possibile, decisi che era ora di andare da lui a parlargli seriamente. Sapevo che quella mattina lo avrei trovato nel suo studio a compilare alcuni moduli riguardanti la gestione del bar, per cui entrai cercando di fare meno rumore possibile per evitargli di trovare una scusa per scappare. Lui alzò lo sguardo dalla pila di carte e quando mi vide non disse una parola. Anzi, mi fissò per pochi secondi e poi tornò ad occuparsi dei moduli. La sua rezione mi provocò una fitta di rabbia: va bene che ero stata irresponsabile facendomi mettere incinta da un idiota, ma non poteva ignorarmi in quel modo anzichè affrontare il problema. -Dici a me che sono stata irresponsabile quando sei tu quello che si comporta in modo infantile evitando il problema- dissi con una vena di rabbia. 
Per la prima volta dopo un mese Nico mi guardò negli occhi e il suo sguardo mi spaventò. Non perchè fosse minaccioso, tutt'altro: leggevo tutta la delusione che provava nei miei confronti. La sua reazione fu però quella di non parlare, cosa che mi fece provare una specie di groppo in gola. 
-So che è stato molto da irresponsabili fare l'amore senza usare precauzioni e restare incinta a questa età. So che essere genitore è difficile ma- mi interruppi un secondo sentendo le lacrime scendere. Tirai su col naso, sotto lo sguardo di Nico che ora si era fatto interrogativo, e ripresi -Ma tu sei la figura più vicina ad un padre che io abbia mai avuto e vorrei avere il tuo sostegno in questa avventura-.
Lui si alzò e venne ad abbracciarmi, stringendomi al suo petto con affetto paterno. 
-Stai tranquilla, tu e gli altri ragazzi siete come dei figli per me. Magari ci metterò diverso tempo, ma prima o poi perdonerò sempre tutte le vostre idiozie-.
Mi strinsi più forte a lui, contenta di aver fatto finalmente pace. 
Un'altra questione spinosa era però mia sorella. Non era stato troppo difficile scoprire chi poteva aver fatto la spia a nostra madre, difatti la sera stessa di quando fui praticamente costretta a confessare la gravidanza litigammo pesantemente. Le nostre urla furono probabilmente sentite fino in Cile e solo l'intervento di Cielo e degli altri ragazzi della casa ci impedì di arrivare alle mani.
Non ero mai stata in buoni rapporti con Tefy, ma non potei fare a meno di sentirmi tradita dal suo gesto. Nonostante lei mi avesse gridato contro che lo aveva fatto perchè - secondo la sua mente contorta - ero la causa del possibile stato di gravidanza di Melody, ai miei occhi la sua azione rimaneva inperdonabile. Nemmeno quando si scoprì che quello della bionda era un semplice ritardo dovuto sicuramente al troppo stress della situazione la mia carissima sorellastra si degnò di chiedermi scusa. La cosa che mi aveva colpita più dell'intera vicenda della mia rivale era che Simon era subito accorso da lei, pronto ad affrontare le conseguenze del suo gesto egoista. 
Devo essere sincera: un po' l'avevo invidiata, ma era stato solo un attimo visto il fantastico ragazzo che mi ritrovavo al mio fianco. 
Ogni giorno mi accorgevo che i miei sentimenti stavano pian piano sbocciando; prima erano presenti come timidi germogli, ma solo ora me ne accorgevo. Come quando avevo confessato a lui la gravidanza, o quando avevamo passato la notte abbracciati e aveva scacciato via la solitudine presente nel mio cuore, erano alcuni piccoli indizi del fatto che lui non mi fosse totalmente indifferente. I suoi dolci abbracci mi facevano sentire protetta dal resto del mondo e li ricambiavo con quanto più sentimento possibile.
Tra tutti, quella più entusiasta della gravidanza era certamente Alelì. Canzonava Luz ripetendole -Anche io diventerò zia!- appena era possibile e quando era in mia compagnia mi chiedeva spesso che nome avessimo intenzione di dargli. Rama proponeva appositamente nomi che non mi piacevano per infastidirmi, beccandosi pugni sulla spalla mentre rideva. Vederlo prendersi cura della sorellina e scherzare con lei mi faceva fantasticare su che padre sarebbe stato.
Ogni cosa, però, ha il suo prezzo. Valeria si rifiutava categoricamente di rivolgere la parola a me o al biondo e la cosa mi distruggeva. Mi mancava parlare con lei del più e del meno, scherzare insieme e lamentarci dei nostri ragazzi. Ci soffrivo, eppure non mi facevo avanti per rispetto verso di lei. Sarebbe stato a dir poco infimo e ipocrita presentarmi da lei come sua grande amica mentre riteneva che il suo ragazzo l'avesse tradita con me. Con lui invece era aggressiva e fredda, nonostante il ragazzo cercasse di non darle occasione. Aveva fatto la sua folle scelta, pronto a pagarne caro il prezzo.
Giorno dopo giorno Rama sfruttava il suo incondizionato amore per farlo crescere a sua volta nel mio cuore, sino a quando, due mesi dopo, fui in grado di baciarlo e dirgli a mia volta -Ti amo-. E lo pensavo sul serio.

 
***

Più il tempo passava, più mia sorella sembrava innamorarsi di Rama. La loro storia ci aveva sconvolti tutti, ma soprattutto Valeria: lei aveva smesso di rivolgere la parola ai due futuri genitori (e ci credo, fossi stata al posto suo li avrei ammazzati entrambi) e nonostante parlasse ancora con le sue amiche, diventava sempre più unita con noi Man. 
Tra noi i rapporti diventavano sempre più saldi, ma accadde una cosa più importante. Ovviamente senza Thiago e con Mar incinta il nostro gruppo rivale era fuori gioco e solo i Man erano sulla piazza. Pian piano cominciarono ad arrivare richieste di concerti; dapprima furono esibizioni in locali semisconosciuti ma la cosa cominciò a diventare seria. Le date cominciarono a farsi più frequenti e gli eventi più importanti finchè non arrivò il giorno in cui uno sponsor ci chiese un concerto davanti a decine di migliaia di persone. Io e Vale non dovemmo nemmeno pregare Nico per farci firmare l'autorizzazione ad esibire i prodotti dello sponsor, così, esaltate dal fatto che un mese dopo avremmo raggiunto l'apice della nostra fama, andammo a festeggiare con gli altri componenti della band.
La storia della quasi gravidanza aveva avvicinato molto Melody e Simon. Quando lui era accorso da lei, pronto ad assumersi la responsabilità di un figlio, la ragazza non aveva potuto fare a meno di ricominciare a parlargli e dopo qualche settimana in un certo senso lo aveva perdonato. Avevano cominciato ad approfondire il loro rapporto e anche a frequentarsi, nonostante a noi lo negassero - chissà perchè poi.
Nacho stava con Caridad, nonostante la loro storia avesse alti e bassi. Ciononostante riuscivano ad affrontare le difficoltà del loro rapporto e a continuare a stare insieme. 
In quanto a me... con Luca era tutto perfetto, ma rimaneva il veleno con mia sorella. Ovviamente lei non aveva alcuna intenzione di perdonarmi per aver fatto la spia a nostra madre e io dal canto mio non mi sarei mai scusata. Ero convintissima di avere agito nel giusto per via di Melody, ma quando si era scoperta la verità su di lei mi ero sentita mortificata dalla vergogna del mio gesto. L'orgoglio però mi impediva di ammetterlo davanti a Mar. 
Luca naturalmente fu il primo ad accorgersi del mio tormento e quando mi chiese, dopo le mie confidenze, perchè non andassi da mia sorella a chiederle scusa e a dirle che le volevo bene, la mia risposta fu -Non lo farò! Se lei non vuole rivolgermi la parola non lo farò neanche io!-.
Il tempo passò e si avvicinava sempre di più la data del nostro concerto, parallelamente il pancione di Mar si faceva sempre più evidente e la data del parto si faceva sempre più appresso. Fingendo di non interessarmene affatto, scoprii che questa sarebbe dovuta essere circa una settimana dopo il nostro concerto.

Finalmente il giorno tanto atteso venne e noi spiavamo da dietro le quinte la folla davanti al palco. Ad occhio dovevano esserci almeno diecimila persone, e la nostra eccitazione era alle stelle.
-Ci pensate, questo potrebbe essere il nostro trampolino di lancio per diventare star internazionali!- disse un esaltato Nacho.
-I Man, primo gruppo argentino di adolescenti a sfondare anche oltreoceano- aggiunse Melody con aria sognante. Quasi riuscivo a vedere ciò che immaginava lei: il nostro gruppo a cantare a New York, Los Angeles e successivamente in Europa, sempre acclamato da un folto pubblico di fan adoranti. Simon la raggiunse e le prese la mano, dicendole -L'importante è che siamo insieme-. 
E voi due non stareste insieme, eh?
Valeria invece camminava avanti e indietro un po' nervosamente e un po' euforica, impaziente di cominciare. Io, anche se non lo davo a vedere, mi trovavo nel suo stesso stato d'animo ma me ne stavo tranquillamente seduta su una cassa. In quel momento il mio telefono squillò, facendomi sobbalzare dalla sorpresa. Lo presi e lessi sul display il numero di colui che mi stava chiamando: Nico. La cosa mi lasciò parecchio stranita, ma risposi comunque. 
-Pronto?-.
-Tefy!- la voce era quella di Cielo. -Mar... abbiamo dovuto portarla in ospedale. Sta partorendo!-.
Per un attimo mi sembrò che il tempo si fosse fermato. Non mi sembrava vero che mio nipote stesse per venire al mondo proprio quando noi eravamo in procinto di fare il concerto che sarebbe stato la nostra svolta definitiva. Quella consapevolezza mi fece avere un tuffo al cuore: da quando avevo scoperto che mia sorella era incinta avevo sempre pensato al bambino che portava in grembo come "il figlio di Mar", non avevo mai pensato a lui come mio nipote. Mi tremavano le mani e probabilmente ero anche impallidita, perchè Melody mi si avvicinò e chiese -Stai bene?-.
Annuii lentamente, mentre mi accorgevo che Cielo doveva avere chiuso la chiamata. In quel momento mia sorella stava dando alla luce suo figlio, e io... già, io che avrei fatto? Il pensiero di cantare su quel palco, nonostante lo desiderassi da tempo memorabile, mentre nasceva mio nipote mi trapassò il cuore con delle fitte dolorose e presi la mia decisione. Guardai uno ad uno i miei compagni con aria costernata e dissi -Scusatemi ragazzi-.
Uscii di corsa dallo stage sotto lo sguardo sconvolto - e anche un po' omicida, temo - dei miei amici e corsi come non avevo mai fatto in tutta la mia vita. Quando finalmente, un'ora e mezza più tardi, entrai in ospedale con le gambe a pezzi, il respiro affannoso e la gola in fiamme chiesi indicazioni per il reparto maternità, fui mandata al terzo piano. Entrai in ascensore e con un fazzoletto cercai di asciugare alla meglio il sudore che mi imperlava il volto e mi sistemai il trucco alla meno peggio. Quando le porte automatiche si aprirono mi incamminai lungo un corridoio nel quale incontrai Cielo. Lei mi abbracciò e disse -Sapevo che saresti venuta per tua sorella-. 
Io la lasciai fare e chiesi quale fosse la stanza di Mar. Lei mi ci condusse e quando entrai scoprii che teneva in braccio un neonato; di fianco a lei Rama guardava entrambi sorridendo dolcemente. Mia sorella alzò lo sguardo e quando mi vide lessi lo stupore nei suoi occhi. A passo lento mi avvicinai a lei e quando le fui a un passo da lei la abbracciai come non avevo fatto mai. Non ci fu bisogno di usare parole, che in quel momento sarebbero state solo inopportune.
Quando ci lasciammo guardai il bambino e feci per prenderlo in braccio, ma questo si divincolò nel sonno e Mar lo strinse più forte a sè. 
-Si chiama Pedro- mi sussurrò.
Rama allungò il braccio per dare una dolce carezza a Pedro e si voltò per dare un bacio passionale a Mar. Sorrisi a guardarli: erano una bella coppia - ma mai quanto me e Luca, s'intende. 
Ci fu il rumore di una porta spalancata con veemenza, che mi fece voltare immediatamente, seguita dall'ingresso della persona che meno mi sarei aspettata al mondo.
-Thiago?-.

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Capitolo 11
*** Davanti a un bivio + Epilogo ***


CAPITOLO 10 - DAVANTI A UN BIVIO



Ero troppo sconvonta per dire o fare qualcosa. Tenevo tra le braccia mio figlio - che strana sensazione poterlo dire! - e davanti a me era ricomparso il padre biologico, che mi aveva abbandonata diversi mesi prima. Non mi ero accorta di aver cominciato a tremare finchè Rama non mi strinse a sè con fare protettivo, per darmi coraggio. Eppure, nonostante mi aspettassi che fosse lui il primo ad agire, lo fece Tefy. 
-Bastardo!- urlò, mentre un potente ceffone colpiva il volto del mio ex ragazzo.
La reazione di mia sorella in qualche modo riuscì a sbloccarmi, permettendomi di reagire a mia volta. Tentai di alzarmi, ma il mio fidanzato mi bloccò.
-Cosa ci fai qui?- chiesi freddamente.
Thiago mi guardò con aria costernata e compresi ancora prima che iniziasse a parlare.
-Sono qui perchè ho capito di aver commesso un grave errore e sono tornato per rimediare-.
-Ce ne hai messo di tempo- disse Rama con un tono che non gli avevo mai sentito usare. Era pieno di odio e ira, resi aspri dalla faccia tosta con cui si era presentato il mio ex. 
Io non riuscivo a capire cosa provavo. Il dolore e la rabbia erano esplosi quando avevo visto Thiago, eppure non potevo negare di aver sentito una fitta di gioia al suo ritorno. Subito dopo però insorse il senso di colpa nei confronti di Rama. Solo il provare quelle emozioni mi fece sentire quasi come se lo stessi tradendo, nonostante non potessi governarle. Thiago era tornato, portando disordine e confusione nei miei sentimenti.

-Pedro, non piangere- mormorai.
Per mia fortuna, fu quasi come se il bambino riuscisse a capire ciò che gli veniva detto e si calmò. Lo cullai dolcemente fino a farlo addormentare tra le mie braccia e lo posai delicatamente nella culla.
Si era stabilito che il bambino dormisse nella camera delle ragazze, con gioia di - quasi - tutte. Le mie compagne erano entusiaste di avere il piccolo al loro fianco e poterlo coccolare e viziare; difatti in una settimana passata alla Casa Magica mio figlio aveva trascorso più tempo in braccio alle mie amiche che con me. Tefy in particolare cercava di stare spesso con lui, tentando di insegnargli la parola "zia". A proposito di lei, quando mi aveva raccontato di come aveva abbandonato il concerto avevo temuto seriamente che gli altri componenti del gruppo l'avrebbero ammazzata, difatti aveva passato tre settimane a nascondersi dai ragazzi furibondi. Per fortuna, dopo diverse ore passate al telefono con l'uomo della casa discografica era riuscita a fare dare una seconda opportunità ai Man, cosa che le aveva fatto guadagnare il perdono istantaneo degli altri. Certo, avrebbero dovuto aspettare la primavera successiva prima di ripetere il concerto, ma la loro euforia non era calata per questo piccolo dettaglio.
-Sai che è troppo piccolo per poter capire le parole e parlare a sua volta, vero?- le avevo chiesto due giorni prima, avendola beccata durante una delle sue lezioni di dialettica a Pedro.
-Lo so, ma è meglio insegnarglielo già da ora, non credi?-.
-Sei senza speranze- le avevo detto divertita. 
Il ricordo mi fece sorridere, ma subito dopo tornarono prepotentemente le mie angosce. Thiago viveva nuovamente alla Casa Magica, tra l'astio e in parte la gioia dei compagni. Solo Rama e Jazmin sapevano la verità sul motivo per cui era fuggito in Spagna diversi mesi prima, per cui gli altri trattavano il mio ex ragazzo con meno disprezzo rispetto a questi ultimi. Il Bedoya, avendo capito la situazione, non aveva fatto parola con nessuno di essere il vero padre di Pedro. Non capii il senso della sua decisione; probabilmente aveva agito in quel modo per non incasinare ancora di più la già complicata situazione. L'unica cosa che non accettò fu la mia relazione con il biondo. 
-Dimmi la verità- mi disse una volta dopo avermi presa in disparte. -Stai con lui solo perché ti aiuta con il bambino?-.
Quelle parole mi fecero indignare non poco. Davvero mi credeva così meschina e approfittatrice?
-No. Sto con Rama perchè lo amo-.
-Sul serio?- chiese con un sorriso sornione. 
Fu solo l'arrivo tempestivo di Jazmin che mi impedì di tirargli uno schiaffone. La mia rabbia derivava non solo dall'insinuazione che non amassi il mio attuale ragazzo, ma anche dal fatto che era consapevole di aver portato confusione nei miei sentimenti. Non che non amassi più Rama, ma Thiago mi faceva provare le stesse sensazioni di prima che se ne andasse. Che li amassi entrambi?
Sperai di no. In quel caso sarei stata costretta a fare una scelta e indipendentemente da quale sarebbe stata uno di loro due sarebbe stato costretto a soffrirne, e io con lui.
Tirai un pugno contro la parete della camera. Perché doveva essere tutto così maledettamente complicato? 

-Fai ciò che ti dice il cuore- mi disse Tefy, quando le confidai i miei tormenti.
Probabilmente non avevo mai guardato qualcuno così male come feci in quel momento con lei.
-Sei seria? Ti ho appena detto che credo mi piacciano entrambi!-.
-Sono serissima, sorellina. Devi capire chi è quello a cui tieni di più-.
-Una parola- mormorai, mentre lei se ne andava credendo di avermi dato chissà quale aiuto. La chiacchierata con lei era stata più inutile di un frigorifero al Polo Nord, ma nonostante ciò mi sentii sollevata comunque. Forse perché avevo finalmente confidato i miei sentimenti a qualcuno, al posto di tenermi tutto dentro. Ordinai del thé ghiacciato, ma non riuscii a gustarlo appieno, assorta nei miei pensieri. Diedi un'occhiata agli altri clienti del nostro bar, sperando di ricevere l'illuminazione che mi avrebbe indicato a chi chiedere un consiglio sensato e soprattutto utile. Jazmin? No, dubito che le sue parole sarebbero state molto diverse da quelle di mia sorella.
Nacho? Men che meno.
Luca? Probabilmente avrebbe dato dei consigli saggi, ma non eravamo così in confidenza da non sentirmi a disagio nel parlargli dei miei tormenti sentimentali. 
Nico? No, aveva troppe cose a cui pensare e non volevo aggiungere anche i miei problemi coi ragazzi.
Cielo... Cielo!
Mi sentii la persona più idiota dell'universo a non aver pensato subito a lei. La donna avrebbe compreso i miei problemi certamente meglio di me, trovandone conseguentemente una soluzione sensata. 
Trovarla non fu facile, ma quando finalmente ci riuscii la vidi con Rama, che teneva in braccio Pedro. Ero molto fortunata ad avere al mio fianco un ragazzo come lui, che nonostante tutto mi era sempre stato affianco per tutta la gravidanza sin da quando gliene avevo parlato la prima volta, mi aveva sopportata per quei nove mesi e aveva deciso di prendersi la responsabilità del bambino nonostante tutto e tutti. Mentre parlava con Cielo, abbracciava il neonato con dolcezza e ogni tanto rivolgeva a lui la più completa attenzione, assicurandosi che non stesse piangendo. Quell'immagine mi trasmise una sorta di calore al cuore, talmente travolgente che quasi mi commossi. Compresi allora quale sarebbe stata la mia scelta, e soprattutto che non avrei avuto ripensamenti. Andai in cerca di Thiago, che scoprii essere in piazza, lo trascinai con me fino al nostro bar e lo feci sedere a un tavolo. Credo che comprese ciò che dovevo dirgli senza che io parlassi, la mia espressione doveva essere piuttosto esplicita.  
-Ti devo parlare- esordii.
-Questo lo avevo intuito-.
-Io... ecco...- esitai un momento, ma compresi che sarebbe stato meglio essere chiara sin da subito. Mi feci coraggio e continuai -Io ho deciso che nonostante provi ancora qualcosa per te, ho deciso di stare con Rama. Non fraintendere, non intendo dire che non lo amo. Lui però mi ha sempre amata, a prescindere dalla situazione in cui mi trovassi-. Vidi il suo sguardo abbassarsi, carico di vergogna, a questa ultima frase.
-Mi dispiace Mar, sono stato un emerito cretino-. 
Sentire finalmente quelle parole di scusa mi fece sentire in un qualche modo realizzata, come se le avessi inconsciamente sperate in tutti quei mesi. Mi sentii in dovere di essere totalmente sincera con lui, perciò aggiunsi -Se tu non mi avessi mai lasciata, sicuramente io non avrei mai compreso che Rama non mi era indifferente. Hai fatto la tua scelta andandotene via-.
Lui annuì, ma non abbandonò l'aria triste e cupa. In diversi mesi di relazione avevo imparato che in quei momenti Thiago voleva solamente starsene da solo a riflettere e metabolizzare le brutte notizie, per cui decisi di togliere il disturbo. Mi alzai dal tavolo e mormorai -Ti auguro di trovare una ragazza che ti renda felice-. Lui mi guardò un po' scettico, ma io lo speravo davvero. Andai in cerca di Rama, che trovai intento a riporre nella culla un addormentato Pedro. Diedi un dolce bacio sulla testa di mio figlio, che si rigirò ne sonno, e rimasi qualche attimo ad accarezzarlo, prima di baciare il mio ragazzo in modo passionale. Il cuore mi sembrava sul punto di esplodere dall'emozione e cercai di prolungare il contatto quanto più possibile, infondendo tutto il mio amore. Lui si separò lentamente da me e mi guardò con un gran sorriso. Non poteva sapere della mia scelta, ma era felice semplicemente perché io ero con lui, e io lo ero a mia volta.

 
EPILOGO

-Pedro, esci fuori! Siamo già in ritardo, ti prometto che quando torniamo giochiamo a nascondino- dissi, sperando che mio figlio si degnasse di ascoltarmi. Per mia fortuna, un bambino di cinque anni uscì da sotto il letto. Sospirai e gli ripulii i pantaloni e la camicia eleganti dalla polvere, poi lo presi per mano e mi diressi all'uscita dell'Hogar Magico. Tacho e Jazmin ci aspettavano in macchina e dovevano essere piuttosto spazientiti visto che ci accolsero con un sarcastico -Alla buon ora!-. 
-Scusate- dissi mortificata, mentre Pedro urlava -Zio Tacho, zia Jazmin! Ci siete anche voi!-.
-Certo, non possiamo mancare al matrimonio: siamo i testimoni della sposa- rispose il mio amico. Salimmo in macchina anche noi e Tacho partì, facendosi largo nel traffico della capitale suonando fastidiosamente il clacson e sorpassando diverse altre auto nonostante il divieto di non farlo. Quando finalmente arrivammo davanti alla chiesa, il mio amico parcheggiò in malo modo davanti a questa ed entrammo di corsa, scoprendo per nostra fortuna che la sposa non era ancora arrivata. Percorremmo la navata centrale quasi di corsa, passando davanti a tutti i nostri amici. Erano presenti Nacho, Caridad e Melody, che ci guardarono male per via del ritardo, ma presi posto di fianco a Tefy e Luca. Anche loro non mi accolsero con molta gioia.
-Ti stavo dando per dispersa- sbottò mia sorella. Dovetti ricordarmi che ero in chiesa, che stavo per prendere parte a un matrimonio e che c'erano fin troppi testimoni per non darle un pugno. 
-Zia!- la chiamò Pedro. Tefy in quel momento si scordò completamente della mia esistenza, prese in braccio mio figlio e cominciò a coccolarlo e viziarlo. Luca mi guardò con aria divertita e lo ammetto: anche io sorrisi. 
Guardai verso l'altare, dove Rama e Simon stavano sulla destra, nel ruolo di testimoni. Alla sinistra invece, vi erano Jazmin e Tacho. In attesa di quella che sarebbe diventata sua moglie, Thiago si tormentava l'orlo dell'elegante abito. Le porte si aprirono, facendo entrare Nico e Cielo che, rispettivamente alla destra e alla sinistra della sposa, accompagnavano Valeria vestita di bianco all'altare.
In principio non avrei scommesso un soldo sulla relazione di lei e Thiago; difatti era cominciata quasi per scherzo: entrambi, sofferenti a causa di persone diverse, avevano deciso di darsi una possibilità a vicenda e di uscire insieme. Il risultato finale era quello a cui stavo per assistire. 
Per un attimo incrociai gli occhi di Thiago. Nel suo sguardo vidi ciò che non gli si leggeva da molto tempo: felicità. Finalmente aveva trovato una donna da amare, e che lo amasse a sua volta, e non poteva che esserne felice. Spostai lo sguardo verso Rama, che mi sorrideva, e il mio cuore perse un battito. Lo amavo, come se fosse stato ancora il primo giorno. Nonostante Pedro - come gran parte degli abitanti dell'Hogar Magico - non sapesse nulla sulla sua paternità, adorava il mio fidanzato come un padre. 
Non avrei mai potuto chiedere un finale migliore.  


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