Gossip Girl - Speciale 24

di oOBlackRavenOo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 00.00 a.m. - 01.00 a.m. ***
Capitolo 2: *** 01.00 a.m. - 02.00 a.m. ***
Capitolo 3: *** 02.00 a.m. - 03.00 a.m. ***
Capitolo 4: *** 03.00 a.m. - 04.00 a.m. ***
Capitolo 5: *** 04.00 a.m. - 05.00 a.m. ***
Capitolo 6: *** 05.00 a.m. - 06.00 a.m. ***



Capitolo 1
*** 00.00 a.m. - 01.00 a.m. ***


Buonasera Upper East Side, qui è la vostra Gossip Girl che vi parla

 

 

Buonasera Upper East Side, qui è la vostra Gossip Girl che vi parla. La vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell’elite di Manhattam. Che c’è oggi sulla mia Home Page?

Blair Waldorf!

A quanto pare la Queen Bee è stata appena vista scendere dall’elicottero privato di famiglia, dopo una lunga assenza durata ben “due anni”. Come ben ricorderete la nostra ex-Regina della Constance, dopo una rottura “inspiegata” con il suo Cavaliere Oscuro, ha deciso di partire per Parigi subito dopo aver finito gli studi alla NYU.

Quali misteri riguardano la sua fuga da Manhattam? Perché adesso è tornata?

Caro il nostro C. come prenderai la notizia del suo ritorno? Abbandonerai di nuovo il volto del “bad-boy”, ora decisamente più “bad-man”, adesso che B. è tornata? Chissà se il destino ha in mente qualcosa per voi…

Intanto ammira la foto scattata di B. che si abbraccia…con S?!…ed appena scesa dall’elicottero.

A quanto pare tua sorella era ben più informata di te sull’epico ritorno.

 

http://img215.imageshack.us/img215/6388/ggs24cap1n01.jpg

 

Non disperare C. prima o poi saluterà anche te, dopo tutto è l’ultimo dell’anno. Esprimi un desiderio.

Vi terrò informati appena saprò altro, fino ad allora….sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

31 Dicembre, ore 00:14 a.m. Eliporto di Manhattam.

 

Appena scese dall’elicottero, Blair si fiondò tra le braccia della sua migliore amica che non vedeva da almeno due anni. Dio, se le era mancata.

-Blair è bellissimo vederti- le disse S. stringendola forte a se.

-Serena, mi sei mancata da morire- rispose contraccambiando l’abbraccio con l’unica persona che riteneva alla stregua di una sorella.

Rimasero così per ancora qualche secondo, prima di allontanarsi.

-Mi devi assolutamente raccontare tutto quello che hai fatto a Parigi. So che hai diretto la Boutique di tua madre e l’hai aiutata molto nel suo lavoro-

-Sì, e mi è piaciuto molto farlo. C’è così tanto da fare e poi è stato anche divertente. L’hai visto il servizio fotografico che mi hanno fatto su Vogue?-

-Sì, eri bellissima!! Com’era il titolo?…ah, già. “Il volto della futura Regina”, riferito se non sbaglio all’Impero di tua madre nella Moda, giusto?!-

-Esatto…mia madre mi vede già al suo posto. Sogna un po’ ad occhi aperti quando si parla del mio futuro- commentò alzando gli occhi al cielo, ma continuando a sorridere.

Aspettarono fino a che i bagagli di Blair non furono tutti scesi e caricati dall’autista sulla vettura, continuando però a parlare del più e del meno.

Poi B. si girò a guardare verso l’auto e rimase un po’ colpita.

-Ti sei comprata finalmente una limosine S.?! Perché era anche l’ora di farlo- aggiunse squadrando l’amica con una sottile linea di stupore.

-Ehm…ecco…veramente non è mia- rispose lei, nel tentativo di non guardarla negli occhi.

-Davvero?! Ma allora di chi….oh…- si fermò di colpo appena realizzò “chi” era il proprietario.

-Ma…lui non…è…insomma…- cominciò a balbettare ormai in preda al panico.

-No, no, no!!! Lui me l’ha solo prestata, ma niente di che. Non sa che sono venuta a prenderti qui…beh, in effetti…non sa nemmeno che sei tornata- rispose in fretta agitando le mani in aria, per poi diventare molto seria, abbassando addirittura la voce.

Blair sospirò e strinse un attimo gli occhi come per scacciare qualcosa che gli era frullato in testa in quell’istante, poi sospirò nuovamente e fingendo disinteresse rispose a S.

-Ok, va bene. In ogni caso devo pur incontrarlo, dato che verrò all’Empire con te, no?! Comunque sono felice che non glielo hai detto- farfugliò dirigendosi allo sportello della limosine, per poi entrare con Serena.

Appena si furono finalmente accomodate la macchina partì e pochi istanti dopo il Sidekick di entrambe squillò e appena lo presero in mano videro il nuovo post di Gossip Girl.

S. sbarrò gli occhi e B. sbiancò letteralmente, mentre la pressione gli scendeva velocemente. Per fortuna era seduta.

Solo una decina di secondi dopo Serena ebbe il coraggio di dire:

-Credo che sul fatto di “riferirglielo” ci abbia appena pensato Gossip Girl-

 

 

31 Dicembre, ore 00:24 a.m. Suite di Chuck Bass all’Empire.

 

Appena lesse quello che c’era scritto su Gossip Girl sentì il bisogno impellente di sedersi e un attimo dopo era piombato sul divano, con il cuore a mille e le mani che gli prudevano. Prima lo aveva colto lo stupore ad una notizia così impellente ed inattesa, e per questo aveva avuto la necessità di sedersi, ma poi una tal rabbia gli era salita addosso, sostituendo lo stupore. Così oltre che a prudergli le mani, aveva cominciato a stringere i denti, fino a che la mascella non gli fece male.

Per un po’ di minuti guardò il post, nel tentativo di scoprire un qualche cosa che provasse la “non” veridicità della notizia, uno spregevole tentativo di Gossip Girl di allarmarlo...dato che il post era diretto soprattutto a lui.

Purtroppo non trovò niente di niente, persino la foto era una prova.

Infatti era certo di aver visto quello stesso cappotto scuro addosso alla “sorella-bugiarda”, quando era venuta da lui a chiedergli in prestito la limosine.

“Vado a fare un giro con delle amiche, me la puoi prestare? Te la rendo tra non molto, appena non ci serve più”, ecco qual’era stata la scusa e lui come un cretino c’era cascato. Ma come aveva fatto a non notare la balla che gli aveva detto?!

Beh...i casi sono due: o si era rammollito, dato che si riteneva un esperto in materia di inganni; o la cara sorellina aveva imparato molto bene tale arte, forse dovuta al fatto che si frequentavano come fossero davvero fratello e sorella.

Nel primo caso si dava mentalmente e ripetutamente del coglione, nel secondo si riteneva soddisfatto ed orgoglioso ad aver influenzato “bene”, a parer suo, la sorellastra.

Gettò distrattamente il Sidekick sul divano accanto a lui e si passò le mani sul viso, esasperato...dall’arrivo di Blair, dal fatto che nessuno gli aveva detto del suo arrivo...soprattutto Serena.

-Perché...perché mi fai ancora questo?- bisbigliò tra se e se.

Gossip Girl aveva centrato nel segno. Perché lo aveva lasciato? E adesso perché era tornata?

La prima domanda lo tormentava da ben due anni, ma la seconda...non avrebbe mai pensato che se la sarebbe mai posta.

Si alzò di scatto, come se lo avesse punto qualcosa, poi si diresse al piano bar della suite e si versò un bicchiere di Scotch senza ghiaccio, quasi pieno. “Al diavolo la salute” pensò bevendolo velocemente. “Se n’è andata senza una spiegazione soddisfacente. Urlandomi di odiarmi e di non voler stare più accanto a me. Ma perché? Cosa gli avevo fatto?”

-Maledizione. Esci dalla mia testa Waldorf!!!” ringhiò sbattendo il bicchiere sul banco.

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla sua porta, facendolo sobbalzare, perché inaspettato.

-Non sarà...- disse sottovoce per poi pensare “...Blair”. Scosse la testa scacciando via quel pensiero. “Forse è una delle tante che ho rimorchiato e chiede il bis” pensò cercando di riacquistare un tono ed un contegno familiari allo stile di Chuck Bass, anche se lo faceva più per se stesso che per gli altri. Ma questo non lo avrebbe mai ammesso.

Si avvicinò alla porta, nella speranza che dietro vi avrebbe trovato una qualche distrazione piacevole. Ma nell’incertezza non guardò neanche dallo spioncino della porta, anzi, aprì e basta. Come a volersi togliere un dente.

Certo però che fra tutte le persone che aveva pensato, “quella”, soprattutto in “quel” frangente o a quell’ora, non l’aveva neanche presa in considerazione.

-...Nate- disse semplicemente, in un misto di delusione e sollievo. “Non di certo il tipo di distrazione che mi aspettavo” pensò.

-Ciao, Chuck. Mi fai entrare?! Lo so che sono un quarto al tocco, ma passavo e pensavo che non volessi stare da solo- gli rispose Nate, andando a rallentare con le parole appena Chuck gli ebbe piantato un paio di occhi di ghiaccio dritti nei suoi.

-Non sei di certo la persona che mi aspettavo di vedere Archibald- rispose facendosi da parte per farlo passare.

-Non sono di certo il tipo di compagnia che ti aspettavi vero?- chiese sarcastico.

-Che mente labile- rispose Chuck, chiudendo la porta.

-Guarda che sono rimasto sorpreso anche io dalla notizia di Gossip Girl-

-Chi non lo è in questo momento?!-

-Direi pochi nell’Upper East Side....a cominciare da Serena-

-Ma non ti ha mai chiamato neanche una volta in tutto questo tempo?-

Chuck sospirò e si riversò da bere, esattamente come prima.

-Direi di no. Come non mi ha mai detto la verità sulla sua fuga-

-Cos’è che ti aveva detto?- chiese Nate sedendosi davanti al bancone, accanto all’amico.

-Vorrai dire, cosa “non” mi ha detto. Cioè neanche una parola, ma solo frasi senza senso, finché un giorno non ha fatto i bagagli e se n’è andata- Chuck si rese conto che il suo tono era tornato ad essere paragonabile ad un ringhio, e questo a Nate non sfuggì.

-Serena deve essere rimasta in contatto con lei per tutto questo tempo, probabile che sappia cosa l’ha spinta ad andarsene ed ora a ritornare. hai mai provato a parlarci?-

-Peggio l’ho sottoposta ad un vero interrogatorio alla Bass e tu sai quanto è spietato. Ma lei ha avuto la bocca cucita per tutto questo tempo, negando di sapere qualcosa. Mentiva palesemente, ma non ha fiatato- Chuck espresse queste considerazioni molto concitatamente, alzandosi in piedi e gesticolando. Cosa che faceva quando era sconvolto. Per non parlare che buttava giù un sorso di Scotch ad ogni, o quasi, punto.

-Tosta la faccenda....- commentò Nate. Per poi alzarsi e prendere dalle mani dell’amico il bicchiere. Cosa che Chuck disapprovò notevolmente.

-Avanti togliti la vestaglia e scendi. Non puoi restare qui- disse poi perentorio.

-Perché dovrei scendere?! Per farmi commiserare?-

-No, ma se vuoi proprio bere lo faremo al bar di sotto. Qui dentro non puoi stare-

-Qualcosa in contrario con il mio appartamento?- chiese alzando un sopracciglio, mentre “seguendo il consiglio” si stava già togliendo la vestaglia di seta di Armani, per cambiarla con la sua giacca, appoggiata su una delle sedie.

-Niente in particolare sull’arredamento, che è troppo “in” anche per i miei gusti, ma soprattutto per l’aria di rabbia che si respira. Fa quasi paura- rispose mentre si accingeva ad aprire la porta.

-Spiritoso. Non pensavo che frequentare i sobborghi di Brooklyn ti facesse male al cervello-

-Se lo frequentassi come me, cambieresti idea-

-Direi che il volontariato non faccia per me- commentò sorridendo sornione.

Nel frattempo erano appena arrivati all’ascensore. Così entrarono e selezionarono il piano dove si trovava il bar. Chuck pensò che si stava gia rilassando, anche solo a parlare così, quando un qualcosa di inaspettato tolse tutte le sue speranze di poter recuperare la serata, in maniera positiva.

Infatti il Sidekick di entrambi suono e solo una persona poteva far squillare due cellulari contemporaneamente.

Gossip Girl.

 

Avvistate:

B. e S. che attraversano la hall dell’Empire, con tanto di valigie a seguito.

Che succede B.? Ti trasferisci di nuovo dal tuo Cavaliere o forse vuoi solo farlo agitare? Lo sai che potresti ferire questa volta...io starei attenta con le armi, soprattutto se decidi di usare la lingua e non la spada. Quale sarà la tua scelta?

E tu C....hai la giusta armatura addosso? Sarei attento se fossi in te.

Ecco la prova del loro ingresso:

 

http://img707.imageshack.us/img707/5006/ggs24cap1n02.jpg

 

Grazie Notturna90, la foto è stata molto utile.

Comunque se continuerà così, penso che stasera farò le ore piccole per tenervi informati sugli sviluppi...sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

Appena ebbe terminato di leggere, un attimo prima che le porte si aprissero, Chuck disse:

-Direi che quella di bere sia un ottima idea-

Nate non seppe però come interpretare quella frase.

 

 

31 Dicembre, ore 00:51 a.m. Suite di Serena Van Der Woodsen all’Empire.

 

Finalmente erano arrivate nella suite di Serena. Dopo aver letto il messaggio di Gossip Girl aveva sentito il bisogno di bere e così per tutto il tragitto dall’Eliporto all’hotel aveva avuto una discreta confidenza con il bar della limosine. Anche se dopo il terzo bicchiere di Gin, S. si era sentita costretta ad allontanarla dal suo temporaneo anestetico.

Quando furono entrate nella hall un sorriso l’aveva colta, ripensando che quell’ambiente le era mancato molto. Poi, notando che al suo interno c’era una netta differenza di temperatura si era tolta il cappotto rosso di Valentino, per continuare ad ammirare un posto che non era cambiato nonostante i due anni e gli piaceva forse ancor più di prima che partisse per Parigi.

Per tutto il tragitto dall’ingresso fino all’ascensore si era sentita in maniera fastidiosa, come dire…osservata. Ciò le aveva dato disagio e non solo a lei, ma anche a Serena, che cercò di non farci caso trascinandola fino alla sua suite.

Appena entrate B. indicò al fattorino dove mettere i bagagli, per poi dare lui una cospicua mancia, prima di chiudere la porta.

-Finalmente siamo arrivate. Sicura che è stata una buona idea farmi venire qui, invece di andare a casa mia?- chiese a S. che stava aprendo le tende delle grandi finestre della suite.

-Sì, non farmelo ripetere in continuazione. È l’ideale che tu stia qui, altrimenti non metteresti mai in atto i tuoi “buoni” propositi…e conoscendoti rimanderesti in eterno la questione- commentò sedendosi accanto a lei, sul divano.

-Nutri così tanta sfiducia in me?- esclamò, fingendosi mortalmente offesa.

-Vuoi la risposta sincera o quella di cortesia?- la canzono la bionda.

-Direi che me le immagino entrambe-

Un altro squillo fece sobbalzare le due. “Possibile che sia un altro post di Gossip Girl?” pensarono entrambe.

Le due presero il Sidekick in mano e sospirando l’una e trattenendo il respiro l’altra cominciarono a leggerlo.

Quello che trovarono non fu molto gradito alla seconda, che dopo averlo chiuso si alzò in piedi e cominciò a camminare, soprattutto davanti al divano.

-Oddio. Adesso sa che sono qui e sai cosa significa?- borbottò a S.

-Che adesso non sarà più così difficile dirgli che resterai qui fino a domani?- azzardò l’altra cercando di allentare la situazione.

-No! Che adesso me la vorrà far pagare, ora che sono sotto il suo stesso tetto-

-Non è detto che voglia fartela pagare, probabile che starà ad ascoltare tutto quello che dirai-

-Non lo farà perché è orgoglioso e testardo e….diamine è un Bass!!-

Blair continuò a camminare sempre lì davanti al divano, tanto che Serena pensò che se il pavimento non fosse stato di buon marmo selezionato in Italia avrebbe potuto sfondarlo.

-Ma lui non sa niente giusto?- chiese poi B. allarmata.

-No, non sa niente. Anche se per i primi mesi ha cercato di farmelo dire in tutti i modi, addirittura ha cercato di farmi tradire con altri, naturalmente pagati da lui, ma non c’è riuscito-

Blair sospirò sollevata, prima di appoggiarsi alla spalla dell’amica, quando poi si alzò decretando che avrebbe portata almeno una delle sue innumerevoli valigie. Così S. distrattamente prese il telecomando e accese su un canale a caso; poi cominciò a scorrerli, fino a che non vide che trasmettevano niente meno che Sharada.

“Blair non ha mai amato questo film…chissà perché” pensò, mentre si sistemò meglio. “Forse è la volta buona che lo intuisco”.

Per sua fortuna non era iniziato da molto e se ricordava bene, adesso Audrey Hepburn stava per scoprire la verità sul defunto marito, all’ambasciata americana. Il dialogo era già iniziato, beh…pazienza. Mise il telecomando accanto a se e si mise a guardarlo, mentre sentì dire a Blair che arrivava subito. Dicendogli un veloce “ok”, dedicò la sua attenzione al dialogo del film.

 

-“Che c’entro io con tutto questo signor Bartholomew?”- chiese Audrey un po’ disinteressata.

-“Suo marito era ricercato dal governo degli Stati Uniti”- rispose lui.

Audrey stupita non fiato per qualche istante.

-“Posso avere un Sandwich, per favore?”- chiese come se la sua vita dipendesse dal panino.

-“Pollo o fegatelli?”- chiese Walter sorridendo un po’ trionfante, per aver colto la sua attenzione.

-“Pollo”- decretò lei, prendendone poi uno dal cestino.

-“Per essere precisi suo marito era ricercato da questa agenzia”-

-“Era per questo!”- esclamò lei, pensando di aver risolto tutti i suoi misteri.

-“Si…solo che noi lo conoscevamo col suo vero nome…”- rispose soppesando a lungo nelle pause.

-“Bass…Charles Bass”-

 

Il televisore si spense all’istante. Appena il tempo di Serena di realizzare ciò che aveva appena udito…ma non era stata lei a spengerlo, così si girò e vide Blair che senza che se ne fosse accorta aveva sottratto il telecomando e spento all’istante. Ma a quanto sembrava non aveva fatto in tempo, perché S. la stava guardando con uno sguardo indecifrabile.

Blair si sentiva un po’ come smascherata e disarmata, non avendo il coraggio di guardare l’amica in faccia.

-È per questo che non hai mai amato il film?- chiese a bassa voce a B.

-Io…io…sì- asserì poi abbassando gli occhi.

-Mi dispiace-

-Il fatto è che me lo ricordava troppo e mi dava fastidio. E quel che è peggio…la cosa mi infastidiva enormemente prima di quel fatto al Victrola-

S. si alzò e andò ad abbracciarla, mentre B. era sul punto di piangere.

Quel momento fu spezzato nuovamente dallo squillo dei Sidekick, che entrambe afferrarono per controllare cos’altro aveva da dire ancora Gossip Girl.

 

Avvistato:

Cavaliere Oscuro dal cuore infranto mentre tenta di annegarlo in un mare d’alcool, nel bar dell’Empire.

A quanto pare i vecchi sistemi anti-depressivi sono sempre di moda, anche nell’Upper East Side.

 

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Cosa è successo C.? Ti ha ferito la lingua o la spada della Regina? Datevi un po’ di tregua, dopo tutto è l’ultimo dell’anno. Chissà che davvero non si risolva tutto in questo magico giorno.

Oh, ma guarda sono le 01:00 di notte…avete ancora 23 ore di tempo per sistemare la questione. Se fossi in voi non perderei altro tempo.

Spero di avere presto i nuovi sviluppi….Sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

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Capitolo 2
*** 01.00 a.m. - 02.00 a.m. ***


Avvistato:

 

 

Avvistato:

Cavaliere Oscuro dal cuore infranto mentre tenta di annegarlo in un mare d’alcool, nel bar dell’Empire.

A quanto pare i vecchi sistemi anti-depressivi sono sempre di moda, anche nell’Upper East Side.

 

http://img821.imageshack.us/img821/8686/ggs24cap01n03.jpg

 

Cosa è successo C? Ti ha ferito la lingua o la spada della Regina? Datevi un po’ di tregua, dopo tutto è l’ultimo dell’anno. Chissà che davvero non si risolva tutto in questo magico giorno.

Oh, ma guarda sono le 01:00 di notte…avete ancora 23 ore di tempo per sistemare la questione. Se fossi in voi non perderei altro tempo.

Spero di aver presto i nuovi sviluppi….Sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

31 Dicembre, ore 01:04 a.m. Suite di Serena Van Der Woodsen all’Empire.

 

Serena letto questo guardò Blair, decisamente sconvolta. “Quanto vorrei picchiare ora Gossip Girl con le mie Manolo, con un tacco minimo di 12 cm” pensò stringendo un pugno. Aveva visto la sua amica così sconvolta solo in due occasioni: la prima quando Chuck rivelò a Gossip Girl i dettagli della loro storia clandestina e la volta dopo due anni prima, dove quella volta non ebbe la forza di fermarla nella sua fuga.

Soffriva molto. Ma come due anni prima si ritrovò incapace di dirgli una qualche parola di conforto, perché il dolore che sentiva nella sua amica era troppo grande da essere risolto semplicemente a parole.

-Blair…senti…- cominciò a dire, ma venne interrotta, da B. che singhiozzando “non è niente” andò a rifugiarsi nel bagno, chiudendosi a chiave lì dentro.

Serena si risedette sul divano e per non pensare al disagio che aveva prese una rivista a caso lì vicino. Ma nonostante si sforzasse di seguire un semplice articolo come l’ultima fiamma di una pop star, neanche una parola raggiunse il suo cervello.

La sua mente era troppo impegnata a ripercorrere i momenti di due anni fa e di quella sera. Esasperata si passò una mano nei capelli, ma il disagio non se ne andò, così getto davanti a se la rivista e si alzò dirigendosi verso la porta del bagno.

Stava per bussare, ma sentì Blair che piangeva ancora, sommessamente, quasi in silenzio, come se si stesse vergognando di piangere. Perché B. non voleva mai farsi vedere debole ed indifesa. Lei era una Regina nell’animo e mostrarsi debole andava contro i suoi principi.

-Blair…- azzardò Serena. -…non devi lasciarti andare. Tutto si risolverà. Non devi dare peso alle parole di Gossip Girl- le disse nella speranza che riuscisse a capirle.

-Ma ha ragione!- singhiozzò Blair dall’altra parte. -Io l’ho fatto soffrire molto e senza un motivo- aggiunse ancora per poi tornare a piangere.

“Piangi per lui” realizzò nella sua mente Serena. Era la prima volta in due anni che vedeva anche questo lato del suo dolore…la consapevolezza di averlo fatto soffrire.

-B. posso entrare?- chiese S. sperando in una risposta affermativa, ma l’altra le rispose:

-Ti prego, lasciami sola- e così dietro quella porta Blair Waldorf riprese a piangere, in silenzio. Dietro una porta…da sola.

 

 

31 Dicembre, ore 01:16 a.m. Bar dell’Empire.

 

-Chuck devi piantarla di bere, anche Gossip Girl ha fatto notare questa cosa. Non ti sembra di esagerare?- gli rinfacciò Nate scocciato dal comportamento dell’amico, ormai sulla buona strada per prendersi una sbronza.

-Strano che non abbia parlato di te. C’eri anche te qui con me- gli rinfacciò alzando il suo bicchiere, nuovamente pieno.

-Solo perché di tutta la faccenda a Gossip Girl, “io”, non gli interesso. Non sono implicato direttamente- gli spiegò a lui, mandando via con un gesto il barman che stava per riversare da bere all’amico.

-È tornata per cosa? Farmi arrabbiare?!- chiese Chuck cupo, osservando il tavolo.

-Questo non lo puoi sapere- gli rispose Nate, pensando che aveva avuto una pessima idea a farlo uscire dalla camera. Almeno, non era stata una pessima idea, prima del messaggio di Gossip Girl che annunciava l’arrivo di Blair e Serena all’Empire. Avrebbe dovuto intuirlo che era meglio fare dietro front, appena aveva sentito le parole di Chuck: “Direi che quella di bere sia un ottima idea”.

Sicuramente lui intendeva “bere”, ma l’amico “ubriacarsi”.

Adesso doveva solo trovare la scusa perfetta per riportarlo in camera. Ma adesso era decisamente scarso di idee.

-Perché non l’abbiamo viste entrare?!- chiese sottovoce C.

“Ahia…gli è presa triste” pensò mentre velocemente digitava un numero.

-Allora?!- esordì ancora Chuck, non notando minimamente cosa l’amico stava per fare, infatti lo afferrò per una manica e lo strattonò, abbastanza da farlo vacillare dallo sgabello.

-Ehi…beh, credo che sia perché noi eravamo gia in ascensore quando loro stavano salendo- azzardò, non troppo sicuro. -Dopo tutto la hall è al piano di sotto, sarebbe stato difficile- aggiunse, vedendo un nuovo momento di lucidità di C.

Seguì un lungo momento di silenzio, almeno sembrò.

-Forse hai ragione- commentò Chuck, facendosi servire un altro bicchiere di Scotch.

Nate guardò storto il barman, che rispose con una faccia che diceva: “è lui il padrone”. Dopotutto non poteva certo contraddirlo, era il suo capo.

Si alzò un attimo e approfittò di un momento di distrazione di C. che ne ordinava un altro paio. Riprese il cellulare e ricompose il numero.

Suonava libero, per fortuna. Poi, finalmente rispose qualcuno dall’altra parte.

-“Pronto?”- chiese la persona dall’altra parte.

-Serena, sono io- rispose a bassa voce. -Senti non posso parlare forte. Volevo solo sapere come andava lì- aggiunse N.

-“Ciao Nate….”- la sentì sospirare dall’altra parte. –“…qui le cose non vanno affatto. È chiusa nel bagno a piangere in silenzio. Non mi fa entrare, non vuole parlare e soprattutto non vuole uscire”- rispose lei.

-Gia…qui non va meglio. Chuck si sta ubriacando e gli sta venendo la sbronza triste-

-“Ho visto il post…vuoi che venga a darti una mano?”- aggiunse un po’ titubante.

-Sai che ci speravo?!- confidò lui. -Allora ti aspetto qui-

-“Arrivo”- e un secondo dopo entrambi chiusero la chiamata.

Si girò a guardare l’amico e si guardò intorno. Per fortuna non c’era molta gente in giro per la sala bar, vista l’ora.

“Spero arrivi presto” pensò dirigendosi nuovamente dall’amico.

 

 

31 Dicembre, ore 01:28 a.m. Ascensore dell’Empire.

 

Appena ebbe chiuso la chiamata con Nate si era avvicinata al bagno e disse a B. che doveva andare giù di sotto e che sarebbe tornata il prima possibile. Blair rispose con un flebile “ok”.

Così adesso era lì, aspettando che l’ascensore si aprisse nel piano dove si trovava il bar. Sospirò pensando che avrebbe preferito dormire in quel momento, anche se con ogni probabilità il sonno le era passato, senza speranza di ritorno.

Finalmente le porte si aprirono ed entrò con passo sicuro, diretta verso Chuck e Nate, poco lontani dall’ascensore. Guardò bene verso di loro e squadrò C. che era visibilmente “poco sobrio”.

“Fantastico…com’è che si dice? Ah, gia. Show Time!” pensò armandosi di grinta.

Si diresse a passo svelto verso i due e quando il suo fratellastro si accorse della sua presenza decise di accoglierla. Si alzò e allargando le braccia in segno si affetto, tradito solo dallo sguardo cattivo che le rivolse; infatti doveva prevederlo che fosse alquanto arrabbiato con lei.

-Sorellina, ma che piacere vederti. Cos’è sei venuta qui per implorare il mio perdono?-

-Smettila Chuck, sei ubriaco e stai dando spettacolo- rispose stando ad una certa distanza da lui. Quando era ubriaco Chuck Bass era più imprevedibile che da sobrio, ed era tutto dire.

-Se solo mi avessi detto le cose come stavano, Giuda di una sorella- la canzonò a denti stretti.

-Forse è meglio che ti riportiamo su- aggiunse Nate intromettendosi, avendo il vago sospetto che i due si stessero per scannare a vicenda. Teoria non molto lontano dalla realtà, ed in qualità di miglior amico di uno e ragazzo dell’altra, si sentiva in diritto di intervenire, fratellastri o no.

Prese così C. per un braccio, indicando a Serena di prenderlo per l’altro, cosa che prontamente fece.

-Smettetela, io sto bene- affermò poco convincente Chuck, all’orecchie dei due.

-Si certo, ti crediamo- affermò alzando gli occhi al cielo Serena, trascinandolo verso l’ascensore.

-Sei stato tu a chiamarla vero?- chiese Chuck in direzione di Nate. -Bell’amico che sei- aggiunse.

-Lo capirai appena avrai smaltito tutto l’alcool che hai ingerito, prima e dopo che arrivassi io- lo rimproverò N., dopotutto, quando ci vuole, ci vuole.

-Io reggo benissimo l’alcool- sentenziò, mentre entravano nell’ascensore.

-Non stasera, amico- ribadì selezionando il piano dove si trovava la suite di Chuck.

-Tu!- adesso C. rivolto a Serena. -Perché non mi hai detto che sarebbe tornata?- chiese guardandola fissa, anche se doveva ammetterlo, la vista gli si stava un po’ annebbiando.

-Ma ti sei guardato in questo momento?! Se te lo avessi detto appena l’ho saputo saresti stato in queste condizioni per giorni. E non sei un bel vedere!- scandì bene infondo, prima che le porte si aprissero ed insieme a Nate trascinarlo verso la suite. -Prendi la chiave- aggiunse all’indirizzo di Nate.

-Ok- rispose, mentre con un braccio gli circondava la schiena e con l’altro cercava nelle tasche di C. le chiavi. Un minuto dopo le stava gia infilando nella serratura. Il sistema scattò e finalmente entrarono dentro, mentre un odore d’alcool si diffondeva nella stanza.

-Oh, Dio. Capisco perché l’hai portato di sotto- commentò S. prima di mettere Chuck sul divano, ormai in pieno stato confusionale da sbornia. -Ma quanto ha bevuto?- chiese poi, cercando di aprire la finestra per cambiare aria.

-Abbastanza, ma ti assicuro che prima era peggio. Sembrava più pesante, anche se non so dirti se era dovuto all’alcool o alla rabbia che stava mostrando- Nate si diresse verso il frigo, prendendo così un paio d’uova ed una ciotola.

-Cosa fai?- chiese S.

-Davvero non te lo ricordi?!…- chiese divertito.

-Una frittata?- azzardò lei avvicinandosi, mentre controllava che il loro “assistito” non sgattaiolasse più in là del divano.

-Quando eri la bad-girl dell’Upper East Side e ti prendevi delle sbronze pazzesche…io, Chuck e Blair ti davamo una mano a riprenderti e quando finivamo i normali sistemi farmaceutici, ti facevamo bere dell’uovo crudo- spiegò, mentre nel frattempo aveva rotto le uova e aveva cominciato a sbatterle.

-E funzionava?- chiese lei, stupita di aver rimosso una cosa così “utile”, fra l’altro.

-Tutte le volte. A quanto pare, bere l’uovo crudo e sbattuto ti fa passare la sbronza abbastanza in fretta senza troppi danni- continuò N. mentre prendeva un bicchiere e ce lo versava dentro.

-Ed è ricco di proteine- asserì, prendendo quel bicchiere, per dirigersi dal “malato”.

Chuck aveva chiuso gli occhi ed era stravaccato sul divano, mentre continuava a farfugliare cose senza senso. Probabilmente si era addormentato. Serena però lo svegliò e gli passò davanti il bicchiere, provocando una smorfia di disgusto nel fratellastro.

-Avanti, bevi!- disse senza troppi rigiri di parole.

-Che c’è dentro?- chiese aprendo a malapena gli occhi. Adesso stava durando una fatica pazzesca a mettere a fuoco.

-Qualcosa che ti farà stare meglio, credimi-

-Crederti?! Non ti crederò mai più sorellina, non dopo stasera- gli rinfacciò, mentre faceva tentativi a vuoto di rialzarsi e stare in equilibrio, almeno da seduto. Fallimento su larga scala.

-Ma ti farà bene, vedrai- continuò lei, sospirando spazientita.

-No! Datemi dello Scotch piuttosto- ordinò, anche se non era nelle condizioni ideali per dare degli ordini. A quel punto Nate pensò di intervenire, così prese il bicchiere e si inginocchiò davanti all’amico.

-Mettiamola così Chuck. Se te bevi questo, io tra poco ti porto un bicchiere di Scotch bello pieno e con ghiaccio. Ok?-

Chuck lo squadrò bene, per quel che poteva ancora distinguere. Poi prese il bicchiere e lo rigoglio tutto d’un fiato, per poi decretare un “fa schifo!”.

Poco dopo Nate pensò di portarlo in bagno ad aiutarlo a farsi un bagno, per aiutarlo a smaltire in fretta. Mentre Serena a bassa voce gli disse che sarebbe tornata in camera da Blair. Così uscì dalla suite e si diresse verso l’ascensore. Ma il Sidekick suonò nuovamente.

“Ma stasera Gossip Girl non ha niente da fare che stare dietro a noi?! Perché non se ne va a dormire?” pensò sapendo già che c’era un altro post sul suo blog e sicuramente parlava di loro. Ormai gli occhi dell’Upper East Side erano puntati sul ritorno di Blair. Immaginava già come sarebbe stata lunga quella notte e gli veniva già l’angoscia.

Sospirò e si decise infine a guardare cos’altro aveva da dire.

 

Avvistati:

C. e S. in piena “lite familiare” al bar dell’Empire.

 

http://img43.imageshack.us/img43/4818/ggs24cap02n01.jpg

 

Da brava sorella, S. avrà voluto limitare i danni della sbronza ormai evidente del nostro bad-man. O forse c’erano altri motivi?

Sicuramente non si sono scambiati “calorose” frasi, anzi, la nostra fonte ha affermato che c’era un vento gelido in sala, quando S. è uscita dall’ascensore. Certo che la situazione è sempre più interessante, non trovate? Ammetto, io stessa, di voler presto sapere cosa quest’ultimo paio d’ore porterà fuori.

C. e B. si armeranno di “fiori” o “fioretti”? Ahia, scelta difficile….non trovate?!

Non vi ricorda, un po’, il gioco degli Scacchi? La Regina Bianca contro il Re Nero….e si sa, che la prima mossa infatti l’hanno fatta i Bianchi, ed adesso sembra proprio che il Re sia sotto Scacco, ma sarà così o forse è un Arrocco, dato che è N., la sua fedele Torre, è corso in suo aiuto, sostituendo l’attenzione dell’Alfiere Bianco S. su di se.

Accetto suggerimenti al riguardo. Quale sarà la sua prossima mossa? Si accettano scommesse Upper East Side.

E come vostra “allibratrice”, vi fornirò ogni nuova informazione al riguardo…quasi, quasi, punto anche io….sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

31 Dicembre, ore 01:47 a.m. Suite di Serena Van Der Woodsen all’Empire.

 

Blair da quando era entrata non aveva avuto la forza di uscire dal bagno. Aveva pianto, singhiozzato, respirato a fatica, poi si era calmata, mentre una serie di pensieri incoerenti correvano alla velocità del suo cuore, che martellava nel petto facendole così male da ricominciare a piangere e così via.

Sentiva che quello che aveva provato dopo aver visto la foto di Chuck, sconvolto e ubriaco al bar, l’aveva messa di fronte ad una verità che aveva cercato di evitare, di rimuovere e non pensarci per ben due anni…

…che anche lui aveva sofferto molto.

Ricordava bene tutte le volte che lui era scappato, prima che le dicesse quelle tre parole, ma sapeva anche perché. Lui all’epoca scappava perché aveva paura dei sentimenti, non degl’altri, ma dei suoi…ma era diversa la situazione adesso. Era stata lei a scappare.

Non ricordava quanto tempo fosse rinchiusa lì, ma pensò che forse doveva far meglio ad alzarsi dal pavimento del bagno ed uscire, ma ogni volta che ci provava sentiva le forze andargli via, così rimaneva seduta lì aspettando che quel tormento la lasciasse andare.

“Non voglio più ricordare. Basta…” -Ho sofferto abbastanza!- aveva gridato lei, anche se l’urlo le era uscito flebile e strozzato.

Si era abbracciata forte il ventre e aveva raccolto le gambe a se piegandole, tanto da poter appoggiare la fronte alle ginocchia.

Chiudendo gli occhi e si era concentrata sul silenzio intorno a lei, eliminando tutti i rumori in testa, tutti i pensieri. E quando ci fu riuscita, dopo un lungo provare, fece un lungo sospiro. Ma qualcuno bussò al bagno.

-Blair…sono tornata- parlò Serena dall’altra parte della porta. -Posso entrare?- chiuse un po’ titubante.

Blair rimase in silenzio e poi, automaticamente, senza neppure accorgersene aveva risposto affermativamente. Forse adesso aveva bisogno di qualcuno con cui parlare.

S. aprì la porta e avvicinandosi si era messa a sedere accanto a lei, per terra.

-Scusa per prima- sussurrò B., anche se Serena la sentì benissimo, rispondendo:

-Non hai niente da scusarti, è normale. Ci sarei rimasta male anche io-

-Che ore sono?- chiese B., avendo perso il senso del tempo.

Serena guardò il Sidekick e lesse l’ora sul display. -Le 01:51…non hai il tuo cellulare?- chiese controllando accanto all’amica.

-Credo di averlo lasciato di là- commentò B. -Serena…-

-Si, dimmi- rispose prontamente l’amica.

-Ti va di andare giù?- chiese guardandola.

Serena perplessa la squadrò. “Non vorrà dire sul serio” pensò, al pensiero che gli innumerevoli informatori di Gossip Girl potessero essere da qualche parte pronti a fotografarle.

-Sicura? Cioè, lo sai che adesso ogni passo che farai sarà controllato da Gossip Girl?!-

-Sì, sono sicura. Voglio uscire da qui e prendere una boccata d’aria- così si alzò in piedi, sorprendendo anche se stessa della determinazione trovata. -Andiamo!- esclamò a S.

La bionda sospirò, sapendo quanto cocciuta poteva essere l’amica. Così si alzò in piedi e recuperato il cellulare di Blair e due soprabiti si stavano già dirigendo verso il piano terra. Inutile dire quanto stupore ci fu nel vederle entrambe dirigersi verso l’uscita principale, di certo questo comportamento stava confondendo un po’ la gente, dopo quello che avevano letto quella sera.

Blair si diresse davanti fuori dalla porta dell’Empire, per fortuna lì accanto all’edificio c’era un’ampia scalinata dove vi trascinò l’amica, che si accomodò alla sua sinistra. Pochi secondi dopo S. sentì B. sospirare sollevata; doveva essere per via dell’aria fresca d’inverno a sollevarla, ipotizzò.

-Gossip Girl ha mandato un altro post- la informò Serena, attirando la sua attenzione. -Leggi- disse passando il Sidekick alla sua destra, dove si era messa Blair.

La ex-Queen Bee afferrò il cellulare e cominciò a leggere l’ultimo post, rimanendo un po’ perplessa quando lo ripassò alla migliore amica.

-Non pensavo alla mia situazione in termini di scacchi…-commentò, appoggiando la testa sulla sua spalla. -…sei stata una brava Alfiere- disse, facendo sorridere un po’ entrambe. -…grazie. Qualunque cosa tu gli abbia detto- disse poi, in un sussurro.

-Lieta di servire la mia Regina Bianca…- rispose, poi aggiungendo -…però era davvero a pezzi. Per fortuna c’era Nate- concluse.

-Giusto…come sta Ch…Nate?- chiese B. cambiando nome all’ultimo momento, anche se S. aveva capito benissimo a chi si riferiva lei in realtà. Non di certo al suo ex ed attuale ragazzo di se medesima.

-…bene. Sopravvive- rispose, dando ad intendere a B. il senso della sua risposta, infatti, la sentì più rilassata sulla sua spalla.

-Ho sbagliato tutto S.- confessò Blair con un filo di voce appena.

Questa volta sospirò lei e guardando in avanti gli diede la sua risposta. -…forse sì, Blair. Ma sei tornata apposta per rimediare, no?! Puoi farcela- la sua voce era speranzosa e ciò diede fiducia alla sua amica che in quel momento aveva un terribile calo di autostima. Cosa abbastanza rara in Blair Waldorf, ma non impossibile.

Da buon “cliché”, quel momento venne interrotto nuovamente dal suono dei cellulari.

“Assurdo….quella vuole farsi la notte in bianco per noi. Saranno due o tre minuti alle 02:00” pensò Serena, ormai pronta ad imitare l’amica prima e chiudersi in bagno, ma non per piangere, ma per gridare “esasperazione”.

 

Avvistate:

Uscire di gran fretta dall’Empire, per posizionarsi su dei gradini poco distanti da lì la Regina e la sua Dama. Ma quest’ultima, non era in compagnia di un certo Cavaliere, e il suo nobile scudiero?! Che l’incontro epico sia già avvenuto? Oppure, no?

Purtroppo indizi al riguardo non ce ne sono, spero che non mi sia persa niente.

 

http://img171.imageshack.us/img171/5955/ggs24cap02n02.jpg

 

La situazione sarà tranquilla come sembra adesso, o…è come si suole dire, “la calma prima della tempesta”?! Perché non bisogna mai azzardare a dire che è tutto finito, per poi accorgersi che sei solo nell’occhio del ciclone, dove l’attesa diventa straziante…come le aspettative sulle prossime mosse.

…infatti, adesso che la Regina è al sicuro con l’Alfiere ai limiti della scacchiera….la mossa spetta al Re Nero. Cosa farà? Manderà le fedeli pedine a catturarla o si esporrà al rischio di essere sotto Scacco Matto?

Gente dell’Upper East Side, le scommesse sono valide fino alla fine di quest’anno. Fate in fretta, manca poco…ed io ho già puntato, ma su cosa non ve lo dirò…per ora, perché naturalmente, mi aspetto di vincere.

Vi fornirò, spero presto, altri dettagli…rimanete svegli per me e con me…sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

Ringraziamenti:

 

Intanto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto questa ff e gli è piaciuta, che abbiano “recensito” oppure no. Perché è veramente un sacco di tempo che non scrivo più qualcosa su EFP…naturalmente prima era con un altro pseudonimo, ma mi vergogno a dirlo e non credo che lo rivelerò mai, come Gossip Girl non rivelerà mai la sua di identità.

Ebbene sì, sono un po’ perfida anche io, ma lo faccio solo per tutelare le mie orribili e passate creazioni di scrittrice in erba…molto corta…

E come nella mia ff, se avete idee, suggerimenti o scommesse da riferirmi al riguardo sono lieta di sentirle tutte e vedere se sono applicabili.

Poi un ringraziamento speciale alla mia amica Titty90 che mi ha sostenuto molto in questo mio ritorno alle fanfiction….ed un grande ringraziamento a:

 

__gIuLiNa__: Ammetto di essere arrossita appena ho letto la domanda se ero io o no Gossip Girl…però…chissà che invece non sia io…beh…segreto. Per la “fuga di B”. c’è da aspettare ancora un po’, ho in mente un piano perfetto per la grande rivelazione, ma non dirò di più. Continua a seguirmi. Bax

ele_06: Mi fa molto piacere che ti piaccia la storia e che ti piaccia anche il modo in cui scrivo, ho fatto un bel salto dai miei vecchi lavori…almeno spero. Per le foto sono decisa a continuare a postarle, ma se per puro caso non dovessi riuscirci per motivi di scena…beh, perdonami, saranno sicuramente esigenze di copione (secondo il gergo cinematografico), ma mi impegno a metterle, giuro, “croce sul cuore”. Poi, sono davvero contenta di essere riuscita a rendere così bene Gossip Girl, non me l’aspettavo, soprattutto agl’occhi del “pubblico lettore” (tuoi occhi inclusi).

E rispondendo al quesito “fuga di B.” dico solo che avrete da aspettare ancora un po’ di ore, spero non tante, ma ancora un poco di pazienza, il bello deve venire. Spero che continuerai a leggere il seguito. Bax

Ray08: Un’altra fan della mia Gossip Girl, cominciò a sentire caldo con tutti questi complimenti…e non è dovuto al fatto che siamo in piena estate, mi avete proprio fatta arrossire….

Poi…“Cosa ha avuto B.?”….mistero, ma grosso…ops. “Cosa farà C.?”….beh, per quello devi continuare a seguirmi, cosa che spero tu faccia. Bax

glorietta: Ecco qua l’altro capitolo, sappi che in tutto sono 24…come le ore a loro disposizione dopotutto, no?! Purtroppo non si vede il titolo del capitolo, se ne posti solo uno, ma se aggiungi degli altri allora lo rende visibile. Spero di ricevere un’altra recensione da parte tua. Bax

 

Ritornerò al più presto, quanto mi sarà permesso, ad aggiornare…non credo che l’attesa sarà molto lunga, dato il ritmo che ho preso di recente nello scrivere.

Continuate a seguirmi…...you know you love me.

 

XOXO oOBlackRavenOo

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Capitolo 3
*** 02.00 a.m. - 03.00 a.m. ***


Avvistate:

 

 

Avvistate:

Uscire di gran fretta dall’Empire, per posizionarsi su dei gradini poco distanti da lì la Regina e la sua Dama. Ma quest’ultima, non era in compagnia di un certo Cavaliere, e il suo nobile scudiero?! Che l’incontro epico sia già avvenuto? Oppure, no?

Purtroppo indizi al riguardo non ce ne sono, spero che non mi sia persa niente.

 

http://img171.imageshack.us/img171/5955/ggs24cap02n02.jpg

 

La situazione sarà tranquilla come sembra adesso, o…è come si suole dire, “la calma prima della tempesta”?! Perché non bisogna mai azzardare a dire che è tutto finito, per poi accorgersi che sei solo nell’occhio del ciclone, dove l’attesa diventa straziante…come le aspettative sulle prossime mosse.

…infatti, adesso che la Regina è al sicuro con l’Alfiere ai limiti della scacchiera….la mossa spetta al Re Nero. Cosa farà? Manderà le fedeli pedine a catturarla o si esporrà al rischio di essere sotto Scacco Matto?

Gente dell’Upper East Side, le scommesse sono valide fino alla fine di quest’anno. Fate in fretta, manca poco…ed io ho già puntato, ma su cosa non ve lo dirò…per ora, perché naturalmente, mi aspetto di vincere.

Vi fornirò, spero presto, altri dettagli…rimanete svegli per me e con me…sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

31 Dicembre, ore 02:03 a.m. 44 West 63rd Street, fuori dall’Empire Hotel.

 

Blair lesse quasi tutto il post in apnea e si accorse solo dopo un paio di minuti che non doveva buttare fuori il fiato…di certo era un bel record personale, anche se c’era una bella differenza rispetto a quando Chuck gli disse “ti amo” la prima volta, per strada di fronte a tanti passanti…lì il fiato neanche l’aveva preso.

-Come è andata…quando sei andata al bar?- chiese flebile all’amica, girandosi un po’ verso di lei.

-Beh…Chuck, come immaginerai era ubriaco e gli era presa triste. Anche se, quando sono arrivata io ha alternato la tristezza alla rabbia e ci siamo un po’ scontrati…-

-Già- disse B. un po’ tra se e se, facendo una faccia da “capisco cosa intendi”.

-…poi, l’abbiamo portato su e in ogni caso non riuscivo ad essere dura con lui come avrei voluto B.-

-Che vuoi dire?- adesso era decisamente perplessa, così ora rivolse la sua più totale attenzione a S. che si era leggermente girata verso di lei, per quel che le permisero i gradini.

-Prometti di non arrabbiarti?- chiese un po’ titubante, aggiungendo: -…non voglio litigare per un semplice “dato di fatto”-

-Ok, va bene- rispose movendo la mano in gesto “va avanti”.

-…allora…sono contenta che tu sia tornata a casa dopo tutto questo tempo, con il proposito di sistemare la situazione creatasi, anche per un solo chiarimento…-

-Sono due anni che mi implori di farlo- constatò B aggrottando un po’ la fronte.

-E per questo mi dichiaro orgogliosa dell’essere riuscita nell’intento…ma non è questo il punto-

-E qual è?- adesso cominciava a prenderla sulla difensiva, cosa che mise in allarme Serena.

-No, mi hai promessi che non ti saresti arrabbiata- la guardò male.

-Va bene, va bene!!- prese un bel respiro, chiudendo per un secondo gli occhi -…continua- aggiunse riaprendoli. Serena la guardò per un secondo come se aspettasse una vignetta fumettistica apparire con su scritto “Accesso Confermato”.

-…ehm, ecco…ah, sì! Dicevo che non era quello in punto del perché non potevo arrabbiarmi davvero con lui e neanche gli avvenimenti di due anni fa, ma per il semplice fatto che io l’ho visto…intendo, come era conciato in quest’ultimo biennio-

Blair spalancò gli occhi e cominciarono di nuovo a farsi lucidi, come poco prima di scendere. Per questo motivo decise di distogliere lo sguardo dal suo. Ma Serena la afferrò per le spalle e la costrinse a girarsi verso di lei.

-Ti prego guardami…- la implorò Serena -…è importante- concluse.

Alla fine Blair cedette e la guardò, ma una lacrima le solcò il viso.

-So che ti farà male, ma devi renderti conto che Chuck è stato male tanto, non quanto te, ma abbastanza da ricominciare a frequentare serate mondane solo da tre, quattro mesi circa-

-Ho saputo che si è distratto però- aggiunse B. con un po’ di astio in corpo, non perché fosse realmente arrabbiato con Chuck per essersi distratto con delle donne, ma perché non riusciva ad ammettere che aveva ragione. L’aveva realizzato prima in bagno, ma non riusciva ancora a dirlo che “non” era lì “l’unica” a soffrire.

-Questo è vero, ma che doveva fare lui?! Te ne sei andata senza dargli un motivo plausibile, visto che non si è bevuto il classico “ti odio, non ti amo più”, ormai quella è una scusa vecchia e superata- cominciò a dire concitatamente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Infatti per chi conosceva Chuck Bass “lo era”.

-Certo, all’epoca dovevo dirgli la verità? Mi avrebbe lasciata subito e se fossi rimasta l’avrebbe sicuramente scoperto, ma ho preferito andarmene prima io…non ce la facevo neanche a guardarlo in faccia…lo odiavo davvero o almeno, credevo-

Serena la guardò un po’ comprensiva e le prese la mano sinistra nella sua. “Chuck all’epoca non brillava in maturità questo è appurato, non posso di certo contraddirla. Sarebbe scappato di nuovo terrorizzato” pensò tra se e se.

-Credevi, perché…odiavi te stessa e avevi qualcuno da incolpare- disse piano S. stringendo la mano all’amica. -…ricordi? Me lo hai detto tu quando mi hai telefonato che tornavi-

Blair si asciugò le lacrime con un fazzoletto che aveva nelle tasche della giacca. “È vero” pensò, ma non disse, orgogliosa.

-Chuck…- riprese Serena. -…per il primo mese non usciva quasi mai dalla camera, solo per via eccezionale se si trattava dell’albergo o del resto dei suoi affari che continuava a gestire da lì, ma non era più lo stesso. Si rifiutava di vedere Nate, me e altri-

-Non me lo avevi detto…avevi detto che era più silenzioso e distante- B. era stupita della rivelazione dell’amica.

-Non volevo farti stare peggio…non nelle condizioni in cui eri. Comunque, lo vedevo solo quando mi chiamava per chiedermi di te e cercare di scoprire la verità, ma non ho mai fiatato, perciò dopo un po’ si è stancato, ma credo che non si fosse rassegnato-

-Che intendi?- chiese, avendo paura della risposta che forse credeva di conoscere.

-Chuck ha assunto un investigatore privato…che scoprisse il motivo della tua fuga- spiegò.

Blair scattò di colpo in piedi, terrorizzata.

-Cosa? Ma allora lui…- cominciò a farfugliare, ma venne interrotta.

-No! Rilassati…non sa niente di rivelante. Ti ricordi? Abbiamo messo tutto a tacere- la rassicurò Serena prendendola per le braccia e scotendola appena per risvegliarla dal panico che l’aveva colta.

-Ho bisogno di bere- dichiarò B. con la gola secca, riacquistando un po’ del colore perduto dall’ultima rivelazione, anche se continuava a sembrare un cadavere.

-Rientriamo allora- disse S. facendo per avviarsi, ma B. la fermò per una manica e fece un cenno negativo con la testa.

-No! Non lì…altrove…ti prego- biascicò implorante. Aveva infatti una enorme paura di entrare lì dentro con il sospetto che se lo avesse fatto avrebbe sicuramente incontrato Chuck e questo voleva decisamente evitarlo.

-D’accordo, vieni con me…non sembrerà, ma ho cominciato a prendere decisamente confidenza con Upper West Side, abitando qui all’Empire. Almeno hai un rischio minore di fare incontri sgradevoli, come ex-compagni di scuola- disse cercando di buttarla sull’ironico, cosa che sembrò riuscirgli bene, dato che Blair accennò ad una risata.

“Sarà per questo che Chuck ha comprato l’Hotel qui e non nell’Upper East Side” pensò, trascinandola via dai gradini diretta ad un locale ad un isolato di distanza, cominciando a raccontare a B. di tutte le cose ridicole successe in quei due anni, riguardante per la maggior parte tutti quegli ex-compagni di scuola che volevano appunto evitare.

Ciò fece sollevare a Blair il morale e le due ripresero a scherzare come un tempo, mentre si stavano avviando verso Central Park West.

 

 

31 Dicembre, ore 02:18 a.m. Suite di Chuck Bass all’Empire.

 

Era ormai circa venti minuti che Nate girava per la Suite, aspettando che Chuck uscisse intero dal bagno. L’aveva accompagnato e messo sotto una doccia fredda, ma dopo quando l’uovo crudo aveva cominciato a fare il suo dovuto effetti anti-sbornia, era uscito da lì sotto le grida di un Chuck sofferente che gli intimava “vattene” a chiare lettere…voleva giustamente stare da solo.

Però quando aveva visto quel post di Gossip Girl aveva cominciato a chiedersi se fosse una buona idea informare Chuck della cosa oppure no. Perché…se lo avesse informato, sarebbe di corsa andato da loro per fronteggiare Blair e ciò non gli sembrava affatto una buona idea, dato che Gossip Girl e i suoi fan li tenevano d’occhio a portata di cellulare…ottenendo il zero della privacy.

Mentre…se non lo avesse informato, forse sarebbe saltato fuori qualcos’altro facendo saltare Chuck Bass come una molla ripercorrendo la seconda parte della prima ipotesi…

…insomma, era tutta questione di tempo. Prima o poi sarebbe successo qualcosa e si sarebbero affrontati.

Così dopo vari su e giù per il salotto si era gettato a sedere a peso morto sul divano, riprendendo il Sidekick e ricominciando a leggere gli ultimi post.

“Quindi io sarei una Torre?!” pensò aggrottando la fronte un po’ contrariato. “Beh, di certo ho sostenuto Chuck nella sua sbornia, ma addirittura paragonarci agli scacchi…non è molto carino. Ha deciso di far passare tutto come un gioco, ma Gossip Girl ce l’ha una coscienza o una vita sua?!”.

Era così immerso nei suoi pensieri che non si era accorto dell’amico uscito e appena reduce di una sbronza, ma lucido, che lo guardava storto di fronte a lui.

-Cosa c’è di nuovo?- chiese lapidario, facendo scattare in piedi spaventato Nate. Non ammetteva silenzi la sua domanda e in questo momento non si era mai sentito così alle strette….quale delle due opzioni scegliere?

-Niente, riguardavo vecchi messaggi- rispose mettendosi il cellulare in tasca.

-Dammi il cellulare- ordinò C. fin troppo abituato a comandare.

-Ti ho detto che non c’è niente di nuovo- persistette N. rimettendosi a sedere, pensando di averlo convinto, ma si diede subito dopo dell’ingenuo.

-Nate Archibald, tu a mentire fai schifo!! Ed ora dammi quello stramaledetto cellulare- la voce si era alzata e il tono duro con esso. Anche dopo una sbornia Chuck Bass riusciva a tenere alto il suo nome, lodevole…pensò N. inopportunamente.

-Come vuoi- rispose arreso, consegnando il suo cellulare a lui, che lo prese prontamente, poi aspetto quei pochi secondi che rimanevano prima di sentir dire a Chuck:

-Usciamo!- “Appunto”, pensò Nate sospirando, così prese la giacca e aspettò che l’altro finisse di vestirsi.

Così abbandonarono l’appartamento nuovamente e si diressero verso quegli scalini, con passo deciso e veloce, non preoccupandosi del personale che lo guardavano sbigottiti, date le condizioni in cui si trovava prima. Era un Ercole ai loro occhi…come non dargli torto.

Ma quando ebbero varcato quella porta, indirizzando i loro occhi verso gli scalini trovarono una spiacevole sorpresa.

Non c’erano più.

 

 

31 Dicembre, ore 02:22 a.m. Locale Notturno “Bistrot”, Central Park West.

 

-Ecco qua- affermò Serena mentre fermandosi davanti al locale, indicandolo con il braccio. Blair alzò gli occhi e rimase perplessa.

-Bistrot?! Come mai non l’ho mai sentito nominare?- chiese rivolgendosi a S.

-Ha aperto solo da un anno, ma è molto “in” e fanno degli ottimi cocktail- rispose, mentre si avvicinava al PR davanti alla porta che controllava la lista degli invitati. Appena la vide infatti la salutò facendola passare, così che S. rispose con un “Grazie Kevin”, e prendendo per mano Blair la fece entrare.

-Vieni spesso in questo posto?- chiese all’orecchio dell’amica.

-Si, sono amica del proprietario- rispose, alzando un po’ la voce per via del volume dentro, trascinandola davanti al bancone. Dove, anche qui, salutò i barman con confidenza.

-Due Vermouth lisci- ordinò, prima di girarsi verso l’amica.

-Allora che te ne pare del locale?- chiese un po’ come se si trovasse sotto esame.

Blair si guardò intorno e notò con piacere che l’aria era quella di un locale francese d’altri tempi, come il Moulin Rouge. Musica esclusa, naturalmente.

-Che dire S. è bellissimo, mi ricorda il Vict…- si fermò da quello che stava per dire, mentre un ombra gli oscurava il volto.

-Oh, Blair…mi…mi dispiace, non pensavo che il locale…- ma venne interrotta.

-Non è niente, era solo nostalgia. Ma non mi rimangio la parola…mi piace davvero questo posto- nel dire quelle parole Serena notò la fatica che faceva nel pronunciarla, ma non disse niente, così appena furono arrivati i drink cominciarono a berli in silenzio, che venne interrotto da Blair con una domanda.

-Centri qualcosa col locale?- la domanda venne così a bruciapelo che per poco Serena non si strozzò col sorso di Vermouth che aveva in bocca.

Tossì, mentre B. un po’ se la rideva, non aspettandosi una reazione simile.

-Beh…- colpo di tosse -…il fatto è che…- riprese fiato -…il locale è m…mio e di Chuck- rispose guardando tutto tranne che gli occhi dell’amica.

-Ah…capisco- rispose però B. trovando a quel punto interessante il suo bicchiere, girandoselo tra le mani.

-Mi dispiace, mi dispiace!! Ma qui intorno non ci sono molti locali “in”, non è come nell’Upper East Side, per questo abbiamo deciso di aprirlo, investendo entrambi la metà che serviva…-

-Serena- la chiamò B., ma S. continuò a parlare non avendo sentito l’amica che la chiamava.

-…mi sembrava un buon affare e sta andando molto bene. pensavo che ti piacesse, visto che ami molto Parigi e…- si bloccò quando di nuovo B. la chiamò, con voce più ferma. E finalmente avendo avuto la sua attenzione prese un bel respiro e la guardò in viso.

-Non c’è bisogno che ti giustifichi, sono contenta che tu sia proprietaria a metà del locale. La scelta del tema è azzeccata e…non mi dispiace se è per metà di Chuck. È tuo fratello, più o meno, e quindi non devi sentirti in colpa se hai deciso di lavorare con lui ad un progetto- chiuso il discorso riprese il fiato che non aveva ripreso tra una parola e l’altra, sperando di essere riuscita a far capire all’amica che non era delusa, ma solo sorpresa.

-Quindi non sei arrabbiata?- chiese Serena, ora che era suo il turno di essere perplessa.

-No, figurati-

Per circa un paio di minuti era ricalato il silenzio, poi B. chiese come avevano trovato il posto e Serena cominciò a raccontarglielo, con entusiasmo. Infatti la mora poteva vedere attraverso i suoi occhi quanto si era divertita nel progetto, partendo dal posto che era poco più di un magazzino alla scelta dei dipendenti.

-Oh, mio Dio…Blair Waldorf- disse una voce alle loro spalle. Tanto che le due si girarono verso l’indirizzo di quella voce.

-Penelope- constatò con una certa nota di disgusto Blair, adesso che non erano più a scuola, non aveva nessun motivo per continuare a farsi piacere una persona del genere, che a detta sua era ancor più falsa di lei. Almeno lei aveva imparato dai suoi errori.

-Ma che sorpresa, non eri fuori dall’Empire a piangere un attimo fa?- chiese con tono superiore.

-Non stava piangendo- esclamò Serena in difesa dell’amica.

-Davvero?! Eppure la foto che hanno pubblicato sapeva tanto di lacrime- la rimbeccò.

-Cosa vuoi?- chiese stizzita la ex-Queen Bee, guardandola dritta negli occhi in maniera tanto fredda che Penelope si sentì per un attimo gelare.

-Voglio sapere perché ti sei presa il disturbo di tornare?! Non hai gia fatto soffrire abbastanza gente o sei venuta qui per concludere l’opera. Sai, abbiamo saputo che a Parigi ti sei data da fare con tutti quei modelli che ti giravano intorno…- disse in maniera così maligna che il sangue nelle vene ribollì non solo a Blair, ma anche a Serena.

-Tutte scemenze quelle!- replicò B. -La stampa in tutti i paesi del mondo si attaccherebbero ad ogni possibile pettegolezzo. Io lavoravo lì, seriamente…- rispose, scendendo dallo sgabello fronteggiandola occhi negli occhi. -…e se non hai altre cose da dire, che siano in un qualche modo sensate o provate, ti conviene sparire dalla mia vista stupida sciacquetta- sibilò in modo che non avesse niente da replicare, ed il mutismo della sua avversaria sembrò sortire l’effetto desiderato.

-Ok, me ne vado…ma un ultima cosa! Come pensi di farti perdonare da Bass per essertene andata senza motivo come la peggiore tra le codarde?! Perché dovrai mettere in atto tutte le tue “doti femminili” per sperare che ti riprenda anche solo per il sesso- concluse Penelope, prima che un uomo vestito di nero non arrivasse dietro di lei e l’afferrasse per un braccio. Stupendo B. che non ebbe il tempo di replicare all’infame accusa che le aveva lanciato.

-Signorina, mi segua per favore- disse il buttafuori, cercando di mandarla via, in maniera civile.

Blair si girò verso Serena. Non si era accorta che lei attraverso il barista aveva chiamato uno degli uomini della sorveglianza ed anche il PR che li raggiungeva.

Serena la guardò con un sorriso di soddisfazione e poi guardò Penelope che protestava oltraggiata. Così alzandosi anche lei si avvicinò alla ragazza e le disse con la classica “faccia da Poker” che aveva imparato dal fratellastro Bass:

-Vedi Penelope, puoi offenderci quanto ci pare fuori di qui o in qualunque altro posto, ma sei stata molto sconsiderata ed imprudente ad offendere la mia migliore amica qui, in “questo” locale. Dato che non solo appartiene a Chuck, ma anche a me, in ugual misura…e ciò mi rende la coo-proprietaria del “Bistrot”…- poi si rivolse al buttafuori e poi al PR -…mi raccomando Tom, fai in modo che la vedano mentre viene lasciata fuori dalla porta e Kevin…tu toglila dalla lista di questo locale e da qualunque proprietà che sia di Chuck, non penso che a lui dispiacerà, poi voglio che ti muova per toglierla dalla lista dei locali più “in” di Manhattam. Pensi che sia troppo?- chiese poi con il solito sorriso di sempre, allegro e solare.

Kevin scosse la testa divertito e confermò: -No! Non penso che sia troppo. Sarà fatto subito- disse prima di dirigersi nel retro per eseguire attraverso un giro di telefonate tutto ciò che Serena gli aveva chiesto.

Così Penelope si allontanò con la faccia più sconvolta e offesa del mondo, dimenandosi e non rendendo facile il suo “esilio” a Tom, mentre lei gridava: -Non puoi farmi questo! Ma chi ti credi di essere?!…- e molto altro, mentre la gente intorno la guardava allibita o ridendo, come se fosse stato uno spettacolo da circo…e non erano molto lontani dalla realtà.

B. che per tutto quel tempo se ne era rimasta zitta guardò l’amica Serena con occhi allibiti.

-Frequentare Chuck Bass ti fa decisamente male, lo sai?!- chiese sul punto di ridere a crepapelle.

-Gia, ma penso che di questo mio cambiamento sia un po’ orgoglioso. Come se fossi stata una “sua creazione”- afferma.

-Non gli darei torto- affermò B. con lo sguardo da chi la sa lunga, infatti aveva avuto la stessa sensazione quando convinse Dan Humphrey ad incastrare Giorgina al loro penultimo anno di liceo –Senti…perchè non ce ne andiamo?- aggiunse alzando le spalle. Aveva decisamente bisogno di andarsene da lì.

-Ok, forse so dove andare- disse dirigendosi fuori con lei. Rimasero soddisfatte quando sentirono la gente fuori ad aspettare, parlare dell’uscita maldestra di Penelope. Cosa che le fece un po’ ridere. Era come se si fossero tolte uno sfizio trattenuto troppo a lungo.

Serena chiamò un taxi e dopo aver salutato Kevin che ritornava al lavoro fuori, facendogli cenno che aveva sistemato tutto, disse al tassista la destinazione.

-Ci porti al 359 Metropolitan Avenue, Brooklyn- asserì, entrando con l’amica, alquanto stupita, sul retro. Partendo così alla volta del “Regno delle Star in Declino”.

 

 

31 Dicembre, ore 02:35 a.m. Limosine personale di Chuck Bass.

 

Era da un bel po’ di minuti che stavano girando con la limosine ed ancora nessuna traccia delle ragazze. Gossip Girl non aveva mandato nessun post rilevante, solo la notizia che una certa Penelope…di cui aveva solo un ricordo vago dai tempi della scuola, mentre veniva buttata fuori in maniera alquanto evidente dal “Bistot”, locale che aveva in gestione insieme a Serena.

Non ci fece caso a quella notizia, a quanto pare aveva creato casino e l’avevano mandata via…niente di rilevante.

-Chuck- lo chiamò l’amico -…che intendi fare quando le avrai trovate?- aggiunse Nate, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.

Bass alzò gli occhi e guardò l’amico seduto di fronte a lui...era serio e preoccupato. Ma per chi o cosa non gli andava di indagare, dopo tutto quello che era importante per lui ora era trovare Blair Waldorf e chiarire ciò che accadde due anni fa.

Era tempo di tappare quel buco che da due anni gli dilaniava l’animo e l’orgoglio.

-Chiuderò tutte le questioni in sospeso- rispose infine a N. dopo un lungo silenzio, che risultò molto snervante all’altro.

Quel giro però, era decisamente snervante…per entrambi. Era da quasi un quarto d’ora che stavano perlustrando le strade dell’Upper West Side ed ancora niente di loro.

Per loro fortuna il suo autista le conosceva e quindi poteva controllare che fossero sui marciapiedi, mentre contemporaneamente guidava. Ma niente da fare, nessuna traccia delle due e Chuck Bass non aveva nessuna intenzione di imparare a conoscere la parola “arrendersi” che raramente in passato aveva fatto parte del suo vocabolario personale.

Sospirò infatti, mentre il ricordo dell’ultima volta che si era “arreso” gli invadeva la testa, riportandolo a percorrere di nuovo quegli avvenimenti…

 

Quel giorno era rientrato dal suo ufficio con un discreto anticipo. Aveva saputo che Blair era tornata nella sua Suite e voleva accoglierla e parlargli dell’equivoco che sia era creato nei giorni precedenti. Doveva rimediare alla situazione che si era creata durante la sua assenza da lì e permanenza nella casa materna.

Quando ebbe aperto la porta trovò un sacco di valige vicino all’ingresso, sospirò pensando che l’aveva previsto una cosa simile da parte sua.

Ma doveva spiegargli che lui non l’aveva tradita mentre era a scontare la sua influenza a casa di sua madre.

-Blair, sono io. Ti devo parlare- disse, mentre posava le chiavi e la valigetta sul suo piano bar personale, dirigendosi verso la loro camera.

Blair apparve in tutta la sua spettacolare figura, a detta sua, dalla stanza-armadio. Ma anche se la sua bellezza non aveva paragoni, agl’occhi di lui, anche dopo essere stata due settimane malata…non fu quello a colpirlo maggiormente. Blair aveva pianto! Il suo viso ne mostrava ancora i segni, non essendosi lavata e truccata per coprire le occhiaie dovute allo stress. Non si sarebbe mai immaginato che gli avesse fatto tanto male.

-Blair…io…- cominciò sentendosi la gola secca e annullando in un secondo tutto il discorso che si era preparato dall’ufficio a lì.

-Cosa Chuck?! Cos’altro vuoi dirmi? Che ti dispiace?! Si, perché a me tanto. È solo colpa tua!- inveì lei avvicinandosi a lui e mettendo le mani sui fianchi in segno di guerra.

-Sappi che Gossip Girl si è sbagliata. Io non ho tradito ne te ne la tua fiducia. Era ubriaca e l’ho accompagnata a letto in una camera dell’Hotel, il giorno dopo è andata via. Che dovevo fare? Lasciarla lì, mentre stava dando un pessimo spettacolo?- chiese allargando le braccia al vento. -…Io non ti ho tradito!- scandì lui infine.

-Anche se fosse…con “lei”?! Diamine Chuck! È Giorgina Sparks “quella” che hai accompagnato nella camera del “tuo” Hotel-

-Perché non mi fidavo a lasciarla libera ed ubriaca nel bar del “mio” Hotel- asserì lui.

-Avresti dovuto- constatò lei, finendo di riempire la borsa per poi posarla sul letto.

-Ma perché ti lamenti?! Mi hanno fotografato tre minuti dopo, mentre uscivo con gli inservienti che mi hanno aiutato a metterla nella stanza- si difese lui, poi calò un attimo di tesissimo silenzio, che si poteva tagliare un coltello.

-…è colpa tua- bisbigliò Blair, chiudendo gli occhi e serrando i pugni lungo la sua snella figura, abbassando la testa. Chuck ebbe la netta sensazione che stesse per piangere da un momento all’altro.

-Cosa?- chiese lui, non avendo capito bene ciò che le aveva detto, avvicinandosi a lei.

-È colpa tua!!- esclamò urlando Blair di scatto, guardandolo con odio. -Non sarebbe mai accaduto se non fosse stato per te. Ti odio! Mi hai capito?! Ti odio e non ti amo più!- aggiunse inveendo contro di lui, facendolo per un attimo arretrare spiazzato e stupito.

Non credeva che un episodio come quello potesse portarla ad odiarlo in quella maniera. In passato era capitato di peggio, ma ne erano sempre usciti uniti e più forti che mai, ma una cosa del genere non poteva portarla ad un tale cambiamento nei suo confronti.

-Non dici sul serio, vero?! Non può essere che tu mi odi così per uno stupido equivoco-

-Invece si. Non voglio più vederti! Ora voglio solo andarmene ed essere lasciata stare e tu non provare minimamente a seguirmi perché non otterrai niente da me- ringhiò prendendo la borsa di Dolce & Gabbana sul letto, sorpassandolo verso la porta. Chuck si girò appena a guardarla. Non sapeva che dire, che fare…si era semplicemente arreso a quello scontro, lasciandola vincere come se niente fosse, ma perché?!

Non aveva reagito ne niente e non lo avrebbe fatto, sapendo solo dopo, quando era troppo tardi dello sbaglio che stava commettendo.

Non aveva avuto nessuna spiegazione valida, “niente” su cui basare la loro rottura. Perché non aveva creduto affatto al “ti odio” urlato, ma il modo in cui gli era stato detto sembrava così disperato che non aveva avuto la forza mentale necessaria per reagire e farla in un qualche modo ragionare.

Diceva che era colpa sua…ma cosa?! Che aveva fatto di grave? Un equivoco che poi si era risolto in un lampo dalla stessa fonte o quasi?!

No! Non era per quello o forse non proprio…non ci capiva più niente e l’unica cosa che sentiva in quel momento fu nuovamente il senso di vuoto e di qualcosa che si spezzava, come quella sera al ballo delle debuttanti. Ma adesso lei stava aprendo un’altra porta, ma non con qualcuno, ma da sola e nuovamente lo faceva per allontanarsi da lui, ma questa volta per sempre.

-Non puoi crederlo veramente Waldorf- disse lui trattenendo la porta, per non farla uscire.

-Questa volta…temo di sì, Bass- rispose lei, aprendola e uscendo fuori dalla Suite. Poi si girò verso di lui e gli consegnò le chiavi aggiungendo prima di allontanarsi: -Manderò qualcuno a ritirarle- indicando le valige per terra nella Suite con lo sguardo -…addio Chuck- sussurrò triste Blair infine, guardandolo negli occhi, mentre lei stava cominciando a piangere.

Chuck istintivamente si avvicinò e circondandole la vita con il braccio destro e afferrandole il suo viso con l’altra mano, la baciò…con estrema dolcezza e disperazione insieme. Non voleva che fosse un addio, anche se doveva esserlo. Sperava in un qualche angolo remoto che lei cambiasse idea così, dato che aveva cominciato a ricambiare accarezzandolo sul viso e sulla linea del collo. Ma poi la ragione prevalse su Blair che si staccò respirando a fatica, lasciandolo con il cuore a mille e gli occhi socchiusi velati di passione. Lei guardò il pavimento e premette con le mani sul suo petto, come un perno, per allontanarlo da se, come se fosse pericoloso anche solo lo stargli vicino.

Le lacrime ora le scendevano libere dagli occhi e non più trattenute, così che lui si dovette frenare dall’impulso, assai grande, di asciugargliele con dei baci.

Trai singhiozzi Blair disse “mi dispiace” e poi scappò verso l’ascensore senza voltarsi indietro. Chuck rimase per un attimo fermo, frenato dall’orgoglio e da una serie di sensazioni contrastanti, ma quando si decise di seguirla e correre verso l’ascensore non fece a tempo, questo si era già richiuso davanti a lui un attimo prima che potesse metterci una mano in mezzo per bloccarlo. E con esso ogni sua decisione di fermarla era andata sfumata, così come il loro rapporto…inginocchiandosi a terra, distrutto, davanti a quelle porte che avevano messo a ferro e fuoco la parola “fine”…a loro, a lui…al suo cuore.

 

-Signore- lo riscosse improvvisamente la voce dell’autista, che ebbe un piccolo sussulto. Poi guardò verso il finestrino divisorio abbassato e chiese seriamente cosa volesse.

-Siamo all’Empire signor Bass…scende o faccio un altro giro in cerca delle signorine Van Der Woodsen e Waldorf?- chiese dubbioso, dato che a quanto pare perlustrare avanti e indietro l’Upper West Side non era servito.

Chuck rimase per un attimo in silenzio, accorgendosi solo in quel momento di essere davvero davanti al suo Hotel, ma si scoprì non avere punta voglia di rientrare. Così si voltò verso Nate.

-Se vuoi scendere fallo ora Archibald- disse un po’ come una sfida, per vedere se avrebbe abbandonato le ricerche. Ed a quanto pare N. aveva capito a cosa mirasse, perché sorridendo complice rispose:

-La Torre non abbandonerà il suo Re- pienamente riferito al post di Gossip Girl.

-Bravo…avrò bisogno di un altro arrocco, forse- commentò, poi si rivolse al suo autista aggiungendo: - Fai un altro giro nei dintorni e poi passa all’Upper East Side- il suo tono non ammetteva repliche. Così la limosine ripartì nuovamente alla ricerca di Blair e Serena.

 

 

31 Dicembre, ore 02:41 a.m. Locale Notturno “Spuyten Duyvil”, 359 Metropolitan Avenue, Brooklyn.

 

Per tutto il tragitto Serena si era rifiutata di rispondere alle domande dell’amica che gli chiedeva con insistenza “perché stavano andando a Brooklyn?”, ma la sua bocca sembrava stata chiusa con il mastice e non aveva intenzione di aprirsi, anzi gli rivolgevano dei sorrisi divertiti.

Poi Blair aveva esclamato con aria molto allarmata: -Non mi porterai dagli Humphrey?!- sapendo bene che a quella affermazione avrebbe finalmente aperto bocca e replicato, vincendo sul quell’insistente mutismo.

-No, non ti porto da…- poi S. si accorse di quello che aveva fatto e guardò Blair con una faccia allibita. -Traditrice, mi hai fatto parlare apposta!- disse facendo finta di scandalizzarsi, mentre B. se la rideva di gusto tenendosi la pancia con le mani, tanto stava ridendo, quasi con le lacrime a gli occhi.

Poi Serena non riuscendo a mantenersi seria cominciò a ridere con lei dandogli dei leggeri pizzicotti sui bracci.

-Ahia- si lamentò l’altra, però non smettendo di ridere.

-Così impari a fregarmi in questa maniera- disse incrociando le braccia e mettendo il broncio, cosa che non durò molto dato che le due ripresero a ridere senza freni.

-Signorine siamo arrivate- affermò il tassista, per poi venire pagato da Serena, che rispose con un “grazie” e seguendo a ruota B. fuori dal taxi.

-Ecco, siamo arrivate!- disse lei, indicando il locale di fronte a loro, per la seconda volta nella serata.

-Stai scherzando?- chiese Blair un po’ spaventata.

-No. Benvenuta al “Spuyten Duyvil”!- rispose sorridendo.

-Ma è sicuro?- chiese B. a bassa voce e un po’ allarmata verso l’amica.

-B. ti assicuro che lo è…e ti assicuro che hanno una birra ottima qui. È il migliore in tutta Brooklyn e poi è difficile che ci sia qualcuno anche qui che ti conosca- cercò di rassicurarla, ben sapendo quanto fosse poco propensa a quel determinato quartiere di New York.

B. guardò in alto e poi con una certa stizza assentì ad entrare.

-Resto solo se mi prometti che la birra è buona come dici-

-Giuro su tutte le Birrerie di New York- rispose posando il palmo della mano contro quella di B. esattamente come facevano da bambine per giurare qualcosa...questo fece venire ad entrambe molta nostalgia, essendo quasi una eternità che non facevano più quel gesto affettuoso. Questo intenerì molto Blair che si decise infine a rispondere:

-Ok, andiamo- così entrarono dentro al locale, che Blair nonostante tutto lo trovò decisamente carino e accogliente, molto stile Pub Irlandese, ma sembrava fosse stato ristrutturato o rivisitato di recente, in uno stile più moderno. L’unica pecca era essere a Brooklyn.

-Carino…non c’è male- disse un po’ restio ad ammettere che gli piaceva l’aria accogliente e poco mondana a cui non era abituata. Notando che dentro non c’era molto riscaldamento si sciolse i capelli e li lascio liberi sulle spalle.

“Per fortuna non c’è molta gente” pensò.

-Cambiare aria per un po’ ti farà bene- disse S. mentre ordinava due birre chiare. Poi si girò verso l’amica e gli consegnò il giubbotto e la borsa nelle mani.

-Mi hai presa per un appendiabiti?- chiese un po’ tra lo stupore e il risentito.

-No! È che devo andare alla toilette, me li potresti reggere?- chiese con una certa urgenza, mentre B. si accomodava su uno sgabello al piano bar.

-Vai, ma avvertimi prima di darmi i tuoi effetti la prossima volta- rispose B. con finta con quel tono superiore che la caratterizzava sempre, ma che a S. non dava affatto fastidio. Non dopo tutti quegli anni di amicizia.

-Grazie, sei un tesoro- disse un po’ correndo, mentre un paio di ragazzi le fischiavano dietro, mentre andava verso il bagno.

B. scosse la testa sospirando…ovunque andasse la sua amica faceva colpo. E sentiva di provare un po’ di invidia nei suoi confronti.

-Non ci credo…Blair Waldorf!- disse una voce maschile alle sue spalle. Blair prontamente si girò e rimase scioccata nel vedere…

-Carter Baizen?!-

Lo stupore fu decisamente reciproco, rimanendo in un silenzio imbarazzante, che venne prontamente interrotto dallo squillo del Sidekick che annunciava un’altra notizia su Gossip Girl.

 

 

31 Dicembre, ore 02:49 a.m. Limosine personale di Chuck Bass.

 

Avvistate:

Regina B. e la sua dama mentre si aggirano nei pressi dello “Spuyten Duyvil” a….Brooklyn?!

Che questa scelta sia dovuto ad un interesse di allargare i confini del dominio dei bianchi o ad una precipitosa fuga dalla scacchiera per non dover vedere la mossa del Re?!

 

http://img571.imageshack.us/img571/4186/ggs24cap03n01.jpg

 

E a proposito del nostro Re…alcune fonti, non confermate, hanno giurato di aver visto più volte il “cocchio nero” di sua maestà aggirarsi sia nell’Upper West Side, che nell’Upper East Side, per poi passare al resto di Manhattam. Che sia questa la mossa decisiva dei neri? A quanto pare il Re ha deciso di rischiare di finire “sotto scacco”, ma nessuno avrebbe potuto prevedere una fuga così dalla scacchiera come quella della nostra B…non di nuovo…

Che succede Regina? Paura dello scontro aperto? Perché io…sento già vento di battaglia nell’aria, in direzione di… “Metropolitan Avenue”

E adesso che la tua posizione è stata svelata fuggirai o combatterai fino all’ultimo?

A te la scelta per la contromossa…

…e a noi gente dell’Upper East Side, l’ardua sentenza.

Ricordo che le scommesse sono ancora valide…come la mia, d’altronde. Infatti, non vedo l’ora di poterne sapere di più…ed anche voi…sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

Per tutto il tempo della lettura del post Chuck aveva mantenuto le sopracciglia aggrottate. Gli dava fastidio il fatto che quella faccenda non si sarebbe risolta nella privacy, ma d’altro canto, gli fece un enorme piacere in quel momento ricevere quella particolare “indicazione”…anche se da Gossip Girl.

Osservò ancora un po’ quella fotografia…conosceva quel gesto. Era da tanto che non lo vedeva rifare, e così si incantò un attimo, su di esso.

-Chuck, sei ancora sicuro?- chiese Nate disincantandolo, per poi sedendosi al suo fianco, con ancora il Sidekick in mano.

Sul volto di Chuck comparve un ghigno familiare a chiunque avesse il piacere di conoscerlo, per dire poi: -Io sono Chuck Bass- e quella poteva bastare come risposta.

Abbassò il finestrino divisorio, per parlare col suo autista che chiese doverosamente “sì, signore?”, per indicare che era pronto a ricevere nuovi ordini.

-Allo “Spuyten Duyvil”, Metropolitan Avenue a Brooklyn-

Così il Re si allontanò dai dintorni dell’East Village, per inoltrarsi nei sobborghi di Brooklyn, per proseguire quella che la fedele “torre” avrebbe definito una…“battuta di caccia”.

 

 

31 Dicembre, ore 02:53 a.m. Locale Notturno “Spuyten Duyvil”, 359 Metropolitan Avenue, Brooklyn.

 

Quell’ultimo messaggio di Gossip Girl aveva lasciato di Blair pallida, tanto che appena il barman ebbe consegnato la mezza pinta di birra cominciò a berla a grandi sorsi, completamente ignorando Carter Baizen che si stava mettendo a sedere accanto a lei, ordinando un boccale anche per se.

-Serena aveva ragione, è buona per davvero- sussurrò B., come per evitare il problema anche con se stessa, con un semplice diversivo. Ma Baizen non sembrò volerla aiutare.

-Non devi dar molto retta a quello che dice Gossip Girl. Sai quante limosine ci sono qui a New York? Potrebbe essere chiunque- disse avvicinandosi a lei, che ormai presa com’era dalla birra, non se ne accorse nemmeno. A mala pena vide che una ragazza era andata dietro il bancone, probabilmente lavorava lì e non gli prestò più attenzione.

-Ed invece sta arrivando. Uffa! Possibile che non sia riuscita a passare neanche un’ora tranquilla da quando sono scesa dall’elicottero?- chiese rivolta verso di lui, guardandolo, anche se la domanda era rivolta decisamente a se stessa.

-Con me potresti passarne parecchie…se vuoi- chiese mellifluo, guardandola come se la stesse divorando. E quando poi si avvicinò ulteriormente, la cosa mise “finalmente” in allarme Blair, che lo guardò con sospetto.

“Spero che sia solo un effetto dell’ottima birra e che me lo stia immaginando” pensò, ma quando lo vide sporsi ancora verso di lei, arretrò con lo sgabello quei centimetri di sicurezza necessari per porre le dovute distanze.

Per fortuna qualcuno lassù però doveva tenere a lei, almeno un pochino, perché allungando lo sguardo poteva vedere S. che tornava dalle toilette.

-Blair, dov’è la mia birra?- chiese l’amica arrivando alle spalle di Carter, per poi accorgersi di lui solo quando questi si girò nella sua direzione. -Carter!- esclamò stupita, poi notò il viso dell’amica alquanto nervoso e chiese: -Scusate…è successo qualcosa?-

-Niente solo un post di Gossip Girl- rispose lui, sorseggiando la birra -…permettetemi almeno di pagare il conto delle birre- aggiunse come se la frase precedente non fosse rilevante.

Serena si avvicinò a Blair e la liberò dai suoi effetti prendendo così il cellulare in mano per leggere l’ultimo messaggio.

-Oh, no…- sospirò lei, dopo averlo concluso. -…dobbiamo andare- disse sbrigativa, prendendo la birra e bevendola anche lei velocemente. Poi si rivolse a Carter Baizen.

-Grazie della breve compagnia e del conto, addio- spicciò subito lei, lasciandolo tra il perplesso ed il divertito. “Chi lo avrebbe mai detto che loro due avevano avuto una storia? A vederli nessuno…ah, giusto. Pure io” pensò tra se Blair, dopo quel saluto.

-Grazie, non riuscivo a liberarmene- ringraziò Blair all’orecchio di S.

-Ti stava dando noia?- chiese lei, aprendo la porta del locale ed uscire fuori.

-Ci stava letteralmente provando- le spiegò B. a bassa voce, facendo con lei due passi nel marciapiede, ma si bloccò appena vide Serena paralizzarsi. Così seguì il suo sguardo e in un istante…ogni nervo, tendine, pensiero e parola si fermarono…congelati, cominciando a sentire l’adrenalina salire.

Il cuore le era balzato in gola e sentì qualcosa di simile ad un capogiro mentre la figura appoggiata sullo sportello della limosine, parcheggiata a due o tre metri da loro, faceva qualche passo nella sua direzione.

-…Chuck- quel nome le uscì automatico dalle labbra e così flebile che a mala pena lei riuscì a sentirlo.

-Ciao, Blair- rispose lui guardandola fissa negli occhi.

Non riuscì a dare una definizione a nulla di quello che quegli occhi potevano esprimergli, data la tale intensità di quello sguardo.

Ebbe quasi paura che lui la stesse solo guardando e basta, niente di più. Ma quel silenzio stava facendo male, molto, e ad entrambi.

Il destino però non sembrava giocare a favore di entrambi perché arrivò un nuovo messaggio, che li riportò a terra per un momento, ma che avrebbe pesato l’ago della bilancia in modo tale da rovesciarsi.

 

Avvistata:

Regina B. in un “formale” scambio di opinioni con C.B.

A quanto pare non decidendosi a sistemare le cose con il Re, ha deciso di optare per un “noto” Principe, le cui iniziali sono le stesse…peccato che non sia lui.

Sarà un caso o sono state queste due lettere ad attrarla tanto? O i soldi di entrambi? Qui c’è bisogno di un vero confronto…avanti Re Nero agisci prima che l’avversario diventi preda di un altro, ma prima forse vorrai un incentivo per lottare…beh, ecco qui le prove:

 

http://img709.imageshack.us/img709/7491/ggs24cap03n02.jpg

 

Avanti C. e B.…è ora di chiarire a chi andrà la vittoria! Perché l’intera Upper East Side si è schierata in due fazioni…“Bianchi e Neri”…

…e poi ci sono io, in mezzo a voi come sempre, ad aggiornarvi anche quando l’ora si fa tarda…sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

Ringraziamenti:

 

Vorrei ringraziare davvero tutti coloro che hanno letto la mia ff e l’hanno seguita anche senza recensire e gli è piaciuta. Spero di non aver deluso nessuno con questo capitolo che si è rivelato più lungo del previsto, visto che mi sono molto informata su New York e la cosa ha richiesto tempo.

Domando scusa a chiunque si aspettava una consegna un po’ più breve, ma abbiate pietà di me, sto per partire per il mare e ho paura che da lì postare possa essere un problema. Ma farò del mio meglio per non deludervi.

Se avete comunque idee o proposte, potete contattarmi per recensione ed e-mail e se qualcuno vuole contattarmi per MSN…questo è il mio indirizzo: black.raven@hotmail.it

Ma adesso un grande ringraziamento a:

 

__gIuLiNa__: Sinceramente credo di evaporare ogni volta che leggo le tue recensioni, sei stata un amore e devo ammettere che la tua mi ha dato un incentivo incredibile per continuare. Sul fatto che potrei scrivere delle intere puntate, sai non mi dispiacerebbe affatto come idea, anzi mi esalta solo il pensiero di aver ricevuto un simile complimento. Poi grazie tante per il “talento” mi fa piacere che lo pensi, dato che sogno per davvero di fare la scrittrice…non è uno scherzo. Giuro!

La parte degli scacchi è stata, devo ammetterlo, un colpo di genio. Avevo cominciato a scrivere ed è filato via il discorso come se fosse già scritto, non ho idea di come ho fatto a farlo così calzante alla situazione, ma meglio così, no?!

Comunque non so se svelerò mai se sono io o no Gossip Girl…mi piace tenere sulle spine la gente…altra particolarità in comune. Ma sto svelando troppi dettagli…continua a recensirmi. Bax

ele_06: Grazie infinite per la recensione. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto tanto, ed anche le foto. Spero che ti piaccia anche questo capitolo, visto che adesso è avvenuto, seppur alla fine, l’agognato incontro tra i “Chair”…non ci speravo più nemmeno io. Ho fatto del mio meglio per tenere un po’ sulle spine e mi sembra di esserci riuscita, da adesso in poi ci saranno delle svolte e un susseguirsi di eventi, che spero tu non ti perda. Continua a seguirmi. Bax

Ray08: Spero di non averti deluso con questo capitolo, le cose prometto si faranno più complesse d’ora in avanti. E sono felice che ti sia piaciuta l’idea dei 24 capitoli in 24 ore, perché è venuta fuori guardando la serie 24 e mi sono accorta che in 24 ore possono accadere molte cose in determinate date…come ad esempio, la fine dell’anno. Ti supplico, anzi ti imploro di seguirmi…ci tengo ad un tuo parere. Bax

glorietta: grazie ancora per aver recensito e per il giudizio “ottimo”, spero si mantenga e non si sciupi la media. Bax

 

L’estate incalza ed anche la mia partenza per il mare, ma cercherò fino all’ultimo di riuscire a trovare una soluzione per continuare a postare, anche se sicuramente continuerò a scrivere per voi che continuate a seguirmi nonostante tutto…you know you love me.

 

XOXO oOBlackRavenOo

 

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Capitolo 4
*** 03.00 a.m. - 04.00 a.m. ***


Avvistata:

 

 

Avvistata:

Regina B. in un “formale” scambio di opinioni con C.B.

A quanto pare non decidendosi a sistemare le cose con il Re, ha deciso di optare per un “noto” Principe, le cui iniziali sono le stesse…peccato che non sia lui.

Sarà un caso o sono state queste due lettere ad attrarla tanto? O i soldi di entrambi? Qui c’è bisogno di un vero confronto…avanti Re Nero agisci prima che l’avversario diventi preda di un altro, ma prima forse vorrai un incentivo per lottare…beh, ecco qui le prove:

 

http://img709.imageshack.us/img709/7491/ggs24cap03n02.jpg

 

Avanti C. e B.…è ora di chiarire a chi andrà la vittoria! Perché l’intera Upper East Side si è schierata in due fazioni…“Bianchi e Neri”…

…e poi ci sono io, in mezzo a voi come sempre, ad aggiornarvi anche quando l’ora si fa tarda…sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

31 Dicembre, ore 03:01 a.m. Locale Notturno “Spuyten Duyvil”, 359 Metropolitan Avenue, Brooklyn.

 

Chuck lesse quasi immediatamente il messaggio, prendendo il Sidekick dalla tasca, continuando a guardare Blair con la coda dell’occhio. Quando ebbe finito di scorrere il post sospirò…se lo sentiva in un qualche modo che la sua causa era gia persa in partenza, ma allora perché continuare a rimuginarci, a pensare e cercare di capire del perché adesso si trovavano in quella situazione. Ma adesso basta! Non ci avrebbe più pensato e sarebbe andato avanti.

Chuck Bass si era stufato!!

-Chuck…non è vero- sussurrò Blair, dopo che anche lei ebbe letto il messaggio. Lui non poté fare a meno di guardarla duro e gelido.

-Basta!- disse appena lei cercò di parlare ancora. -…la faccenda è chiusa- aggiunse girandosi verso la macchina, dalla quale stava scendendo in quel momento Nate.

-Chuck, ho letto e…- cominciò lui a dire, ma appena vide Blair si bloccò un attimo. -…ciao, Blair- aggiunse, poi guardò Serena e notò quanto anche lei si sentisse a disagio in quella situazione.

-E?- chiese improvviso C. riportandolo alla realtà e con l’attenzione rivolta su di se. -Cosa volevi dire?- il suo tono era sprezzante e carico di risentimento, anche se l’amico sapeva che non era rivolto a lui, ma indirettamente verso Blair, che stava facendo piano qualche passo per avvicinarsi a Chuck, come se si stesse inoltrando in una zona letale.

-Chuck…penso che non sia come sembra- concluse poi Nate che girando la macchina, essendo sceso dal lato della strada, raggiunse Serena a qualche metro da quel “campo minato” che era diventato il perimetro di due metri intorno alla macchina.

Chuck seguì l’amico con lo sguardo e nel farlo tornò a girarsi verso la ragazza che due anni prima gli aveva spezzato il cuore.

-Allora sentiamo…- fece lui in maniera teatrale, come quando metteva alle strette i suoi rivali. Sia ai tempi della scuola che dopo. -…assecondando la teoria di Archibald…cosa “non” è come sembra?…sono tutto orecchi Waldorf- si avvicinò a lei arrivandole ad una spanna dal viso e fissandola fissa negli occhi, così intensamente che gli fece mancare un battito e per un attimo pensò a quanto gli erano mancati…ma fu solo per un attimo. Perché Chuck Bass non vacillava mai di fronte al nemico. Non in quel momento, che…“La “Regina Bianca” è sul punto di essere mangiata dal “Re Nero”, si ritrovò a pensare C. trovandosi d’accordo con la teoria degli Scacchi di Gossip Girl…aveva avuto un buon occhio, doveva riconoscerlo.

-Io…io…- cominciò Blair sentendo le lacrime pungergli gli occhi fino a farle male, ma cercando comunque di resistere per non farle uscire. La gola le si era fatta improvvisamente secca e tutti i suoni che cercava di emettere sotto forma di parole sembravano tentativi vani di far uscire qualcosa che non riusciva a dire seppur la sua testa stava gridando di urlare disperatamente “Non è vero! Non è successo niente, è solo una bugia…io non l’ho filato neanche per un istante Baizen!!”, ma nulla di tutto questo gli usci dalla bocca…deludendo sia lei che lui…che per un attimo aveva sperato proprio nelle stesse parole a cui lei stava pensando, anche se non lo sapeva.

Dopo un minuto di silenzio, in cui Chuck le aveva dato la possibilità di parlare, senza successo, si sentì dire: -Questo è più che sufficiente per me…- poi ci fu una pausa di pochi secondi, ma che parvero una eternità per entrambi. -…addio Blair- per poi ritrovarsi a vedere le sue spalle, mentre se ne stava andando via, verso lo sportello aperto della sua limosine, che il suo autista stava tenendo aperta per lui.

Fu proprio in quel momento che a B. venne un attacco alto di adrenalina e mentre la paura stava prendendo il sopravvento su di lei, qualcosa di invisibile mosse le sue gambe, tanto che si ritrovò ad aver raggiunto C. afferrandolo per la manica della giacca che stava indossando.

-Ti prego…ascoltami- disse con voce spezzata dalle lacrime che prima avevano lottato per non uscire.

C. seppur non si fosse voltato verso di lei, ne con il busto ne con le gambe, aveva mosso leggermente la testa verso destra, inclinandola in maniera obliqua e volgendo lo sguardo nella sua direzione, in modo tale che la vedesse, almeno solo con la coda degl’occhi. Sospirò.

-Io te l’ho data una possibilità- rispose riferendosi ad un attimo prima. –L’hai sprecata…mi dispiace- poi ripensando al messaggio di Gossip Girl, la sua mascella si indurì e strattonò il braccio destro dalla debole presa delle mani di Blair sulla sua giacca, come se quel contatto fosse stato incandescente e girando di scatto la testa in avanti, aggiungere aspramente: -Tornatene pure dal tuo Principe Baizen. Fate proprio una bella coppia- così entrò nella limosine, che venne chiusa appena si fu seduto. Lasciando Blair lì con una mano alla bocca, per fermare i singhiozzi che ormai non avevano più freni, mentre la sua auto partiva come velocemente verso l’Empire.

Aveva dimenticato lì Nate…ma non gli importava…

…in quella strada ci aveva lasciato più che un semplice amico. Ed istintivamente tocco quel punto della manica destra dove prima c’erano posate le “sue” mani.

-Alfred…fai il giro più lungo- disse rivolto al suo autista tutto d’un tratto, mentre si stavano lasciando alle spalle Metropolitan Avenue.

-Come vuole signor Bass- detto questo si affrettò a cambiare strada passando da un’altra parte, prima di tornare verso l’Empire.

 

 

31 Dicembre, ore 03:15 a.m. Metropolitan Avenue, Brooklyn.

 

Blair non seppe quanto tempo passò lì ferma a singhiozzare, con una mano sulla faccia, a guardare il punto in cui l’auto di Chuck era sparita, al momento in cui sentì le mani di Serena sulle sue spalle, che speravano di darle un briciolo di conforto, inutile però. Era stata una idiota a non parlare e adesso soffriva più di prima.

Ma perché diamine non aveva aperto la bocca e detto quello che pensava. Sul fatto che Gossip Girl aveva preso una cantonata con quell’ultima notizia o solo spiegare quello che l’aveva costretta a farla scappare da lui due anni prima.

…ma lei non aveva detto una parola e adesso aveva solo voglia di morire e scappare di nuovo. Come le era successo quella volta.

-Blair…perché non hai parlato?- chiese S. piano, in modo che neanche Nate potesse sentirla.

-Non…- singhiozzò -…non ce…l’ho fatta- rispose lei, mentre le fitte al petto si facevano più forti, a causa del pianto a singhiozzo.

-Blair…io non so che cosa è successo, ma dovresti dirglielo. Di qualsiasi cosa si tratti- disse Nate, girandole accanto per guardarla in faccia.

-Non vuole…più…ascoltare- rispondere era diventato molto faticoso, ma stava facendo un grande sforzo per cercare di riprendersi dal pianto, così cominciò a respirare forte, mentre prendeva un fazzoletto dalla tasca, asciugandosi così il viso.

-Era arrabbiato, non devi abbatterti. Sono due anni che prova a sapere il motivo per cui te ne sei andata. Non pensare che non voglia più saperlo-

-Sembrava convincente prima- commentò S. guardandolo.

-Chuck non ha perso l’abitudine di mentire a se stesso, lo sai…- rispose per tornare poi a guardare B. -…riprova, non è tardi-

Blair guardò entrambi. Ormai aveva smesso di singhiozzare, ma non di piangere, visto che le lacrime continuavano a scendergli sulle guance.

-Mi dispiace…non ci riesco- così si allontanò da loro e chiamò un taxi. Salì e si avviò di gran fretta verso l’Empire. Voleva chiudersi nella sua stanza, poi la mattina avrebbe rifatto per bene i bagagli e sarebbe tornata a Parigi, che avrebbe desiderato non aver lasciato mai.

Così anche Serena, di fianco al suo ragazzo, vide la sua migliore amica lasciarla lì, senza che le fosse stato dato il tempo di seguirla…esattamente come N.

“La Torre e l’Alfiere sono appena stati liquidati dai propri reggenti” pensarono ironicamente entrambi, prima di venire interrotti dall’ennesimo squillo di Gossip Girl.

 

Avvistati:

Ebbene sì….finalmente Upper East Side c’è stato l’agognato incontro tra i due Regnanti. Ringrazio calorosamente la nostra fonte Martine22, per averci mandato tempestivamente la foto e un resoconto di ciò che ha visto, seppur da una considerevole distanza.

Perché purtroppo, ahimè…non sappiamo chi dei due sembra aver vinto questo primo confronto.

 

http://img823.imageshack.us/img823/1598/ggs24cap04n01.jpg

 

Da quanto ho potuto sapere la nostra B. ha fatto presso che scena muta quando C. si è avvicinato. Cosa vuol dire Regina B.? Abbandoni per caso sia la lingua che la spada? Non va bene…i sostenitori Bianchi non saranno felici di questo, ma non cantate vittoria Neri….a quanto pare, di fronte al mutismo della sua rivale, il Re ha cercato di abbandonare il campo senza dare il colpo di grazia…la foto lo dimostra, mi dispiace…anche se per breve tempo…gioite Bianchi…è stato trattenuto dalla Regina per la manica regale.

…ma a quanto pare non è servito. Così il campo è stato lasciato prima dal Re Nero e poi dalla Regina Bianca…abbandonando così la Torre Nera N. e l’Alfiere Bianco S….che tristezza, eliminati senza farli combattere. Ma tornando ai nostri preferiti…

…che si siano dati appuntamento per combattere altrove o su la “nota” scacchiera?

Non disperate Upper East Side, vi informerò al più presto e…non abbandonatemi ora…la notte è ancora giovane, state con me….sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

31 Dicembre, ore 03:28 a.m. Per le strade si Brooklyn.

 

Appena dopo che Blair fu salita sul taxi, diretta in Hotel, era arrivato il nuovo post di Gossip Girl, e Serena e Nate si trovarono d’accordo che la sua rete di spie era sicuramente migliore di quella che ruotava intorno alla “Central Intelligence Agency”, ovvero la CIA.

-Ha sicuramente deciso di fare la notte in bianco solo per loro, ne sono sicura!!- affermò S. guardando il cielo un po’ sconsolata, perché avrebbe dato di tutto in quel momento per avere il collo di Gossip Girl tra le mani e non era l’unica a pensarla così.

-Gia…ti rendi conto che se non avesse mandato quel messaggio forse la cosa si sarebbe risolta?- chiese Nate un po’ tra l’allibito e lo scocciato.

-Sì…ed ora sarebbe finito questo incubo- commentò lei, mentre continuavano a passeggiare, senza una meta precisa.

Nate la guardò serio poi si fermò e chiese: -Perché Blair se ne era andata?- la sua domanda era stata posta in maniera brusca e questo lasciò spiazzata per qualche attimo Serena, che stava gia aprendo bocca per parlare, quando ricordò ciò che le disse la sua migliore amica prima di partire….

 

-Non tradirmi S., ti prego…non potrei sopportarlo…un’altra volta-

 

“No…” -…non posso Nate- concluse con voce flebile, ma in modo che potesse sentirla.

-Ma…è così grave?- chiese, almeno per sapere quanto poteva essere importante quel segreto che da due anni stava proteggendo come se ci fosse in ballo la vita e la morte.

-Sotto alcuni “minimi” punti di vista…la cosa può non sembrare tanto grave, ma…- cominciò lei.

-Ma…?- la incitò Nate.

-…ma per Blair la cosa è stata…come se…oh, diamine era…a pezzi, non so descriverti come, ma credimi…io l’ho vista….non posso dirti altro- il viso di Serena infine si oscurò e N. capì che forse “anche” per lei, che fosse legata o meno al segreto…era difficile parlarne.

-Ok, va bene. Ti prometto che è l’ultima domanda, per favore, ma…è stata colpa di Chuck?- doveva saperlo. Il suo amico stava soffrendo per una colpa di cui non era a conoscenza…doveva rendersi conto di quanto la cosa potesse coinvolgere Chuck Bass a fondo…quando avrebbe saputo la verità.

Serena rimase ditta e con occhi fissi e vacui, come se stesse soppesando quella domanda…a quanto pare, come pensava, molto importante.

-Per quel che ne so…la sua colpa è stata…indiretta-

-Che significa “indiretta”?- fece istintivamente lui. Ma vedendo Serena muta rifiutando di rispondere, la afferrò, senza stringere, per le braccia in modo che si voltasse verso di lui. -Serena…- la chiamò. -…cosa significa “indiretta”?- scandì ogni parola.

-Nate…- cominciò guardandolo con l’espressione più triste che N. le avesse mai visto fare. -…ho promesso- supplicò.

“Non ti ho tradita Blair…” pensò Serena, mentre la tristezza l’assaliva e Nate d’istinto l’abbracciava.

Non pensava che quel ricordo potesse coinvolgerla di nuovo emotivamente, al solo pensiero dello stato in cui si trovava la sua amica. E non era nemmeno lì con lei, ad abbracciarla, a confortarla…come poteva ritenersi amica?! Avrebbe dovuto seguirla, invece di rivelare troppo al suo ragazzo, che seppur lo facesse a fin di bene, la stava tentando troppo nel rompere la sua promessa…e di liberarsi da quel peso.

-Scusa Serena…scusa…parlo troppo e non penso- le sussurrò all’orecchio lui. Poi si allontanò un poco per guardarla in viso. -Me lo fai un sorriso?- chiese facendo un po’ il broncio, che funzionò alla perfezione, perché lei d’istinto rise…visto la faccia ridicola che aveva fatto.

-Brava, così- le disse spettinandole i capelli con una mano. Alla quale lei disse “Nooo, cattivo!!” mentre cercava inutilmente di metterseli in ordine.

-Però, guarda te che caso- disse una voce di fianco a loro. Così girandosi si trovarono faccia a faccia, niente meno che con…

-Dan!! Jenny!- esclamarono sia S. che N.

“New York non è così grande quanto pensavo” pensò Serena, rivedendo mentalmente la lista degli incontri delle ultime tre ore e…guardò l’orologio…tre quarti.

 

 

31 Dicembre, ore 03:46 a.m. Hall dell’Empire.

 

“Finalmente...siamo arrivati” pensò Blair scendendo dal taxi, dopo che ebbe pagato il tassista. Sbuffò pensando al traffico che avevano incontrato venendo da Brooklyn, perché di certo non si ricordava quanto potesse essere noioso stare dentro ad un auto, frequentata da tutti, ad aspettare. A Parigi aveva la sua limosine e non aveva mai dovuto prendere un taxi….per fortuna.

Quando l’inserviente all’ingresso la fece entrare, aprendole servizievole la porta, B. si diresse di tutta fretta verso l’ascensore. Aveva solo voglia di buttarsi dentro la doccia, buttarsi nel letto e piangere mentre mangiava schifezze davanti al film “Colazione da Tiffani”, con l’accappatoio addosso.

Sì, quello era un buon piano per passare il resto di una notte a dir poco disastrosa. Sotto ogni punto di vista.

Così appena fu dentro si sentì rilassata e pronta a percorrere ogni punto prefissata, chiudendo gli occhi sollevata da essere riuscita a trovare un modo da dimenticare “temporaneamente” il resto del mondo.

Quando le porte si aprirono si avviò verso la Suite di Serena. “…ah, gia…Serena” pensò rendendosi conto di averla mollata a Brooklyn, solo in quel momento. Che stupida, era così immersa nel suo dolore da dimenticarsi che lei era lì. Sospirò, un po’ con stizza verso quella grave mancanza di attenzione e ripetendosi nella mente “Stupida, stupida, stupida…” e così via.

Poi ripensò che con lei c’era Nate ed essendo il suo ragazzo l’avrebbe di certo difesa da tutte le “Star in declino” che avrebbero di sicuro cercato di approfittarsi di lei.

Ricordando quanto al suo ex piacesse fare dello sport, si sentì più sollevata.

Così…riprese a camminare verso la Suite, arrivandole davanti…ma lì si sentì come una completa deficiente. “Ma, no!! Possibile che oggi neanche una mi vada bene?!” pensò mordendosi un poco il labbro inferiore e stringendo i pugni.

Aveva dimenticato le chiavi. Anzi…aveva dimenticato di chiederle alla Reception…beh, poco male. Sarebbe tornata giù e l’avrebbe prese, tanto la conoscevano e le avrebbero di sicuro dato la chiave.

Girò i tacchi e si diresse nuovamente verso l’ascensore, nella quale entrò subito. Premette il tasto del piano terra e aspettò che arrivasse a destinazione.

Ma ad un certo punto lo sentì fermarsi, solo per un attimo e la luce sopra la sua testa trasmettere ad intermittenza.

-Ma cosa?!- disse stupita reggendosi alla parete, mentre una strana idea si faceva largo nella sua testa.

“No…è gia capitato, non può succedere un’altra volta. Sarebbe a dir poco ridicolo” così quando la luce si stabilizzò si sentì sollevata e pensò che i suoi sospetti erano infondati.

-Per fortuna- sussurrò, prima di uscire da lì, perché ormai arrivata.

Così in maniera abbastanza tranquilla si diresse verso la Reception a prendere le chiavi.

 

 

31 Dicembre, ore 03:50 a.m. 44 West 63rd Street, ingresso dell’Empire.

 

Aveva fatto un giro più lungo del previsto e non si aspettava che a quell’ora di notte ci fosse così tanta gente ancora sveglia a guidare. Anche se era il 31, la cosa non la giustificava…sarebbe stato normale se era la sera di quello stesso giorno, ma non di…prima mattina?…notte?…o come diavolo andava definita. Faceva sempre una così grande confusione a distinguere la differenza. Per Chuck Bass il giorno finiva quando si addormentava, non importa che ore erano, poi il domani era quando si svegliava…nulla di più.

Gia, aveva faticato tanto a considerare l’anno da gennaio a dicembre e non in termini scolastici, dopo che ebbe preso il diploma e cominciato a lavorare, ma ora farsi anche tanti problemi per una differenza tra mattina e notte…era troppo….come quel ragionamento del resto. Ma a quanto pare la stanchezza era appena arrivata, perché altrimenti non avrebbe saputo come giustificarli questi pensieri idioti, per delle stupide differenze poi.

-Siamo arrivati signore- disse l’autista della limosine aprendogli la porta. Chuck uscì dalla macchina e congedò il suo autista dicendogli che poteva andare a dormire. Dopo tutto era inutile tenerlo alzato ulteriormente.

Entrò salutando il personale all’ingresso e si avviò verso l’ascensore che lo avrebbero portato verso la sua Suite, dove lo aspettava un bicchiere di Scotch e un letto dove annegare in sua compagnia.

Programma interessante non c’è dubbio…tipico di lui.

Dopo aver però fatto qualche passo si vide costretto a fermarsi, perché quello che vide lo fece sprofondare un po’ nel panico.

“Ok…non è la mia serata questa” pensò guardando proprio verso la Reception dove c’era niente meno che Blair Waldorf, alla quale le venivano consegnate un mazzo di chiavi, a quanto pare dell’appartamento di quell’infame traditrice della sua sorellastra.

Rimase lì fermo, sentendosi incapace di muovere un passo o formulare piani di fuga stile A-Team. Ma pensò e sperò con tutto se stesso che lei non lo vedesse, che si voltasse dall’altra parte e basta, così che sarebbe potuto andare in camera sua in tutta tranquillità.

Strinse i pugni, quando vide tutte le sue speranze crollare, incontrando così gli occhi di lei, che ebbe più o meno nel vederlo, la sua stessa reazione…blocco totale.

“Facciamo una decina di bicchieri di Scotch” pensò prendendo nota mentale.

Però fu proprio in quel momento che sentì che poteva di nuovo camminare, come se avesse trovato la forza di andarsene da lì…dopo averla vista negli occhi. Certo con Medusa era il contrario, anzi ti pietrificava con lo sguardo, ma il risultato fu proprio l’opposto in quell’occasione e non gli sembrò risultato più grato.

-Chuck, aspetta!!- disse Blair, quando lui riprese a camminare a grandi falcate.

-Non ti pare che abbia gia aspettato abbastanza? No, alla signorina Waldorf non gli basta- disse, senza voltarsi e continuando nella direzione prefissa…l’ascensore.

-Invece dobbiamo parlare- disse lei, che finalmente aveva trovato il coraggio di affrontarlo, proprio dopo quello scambio di sguardi alla Hall.

Ognuno dei due, in fondo, aveva ottenuto un risultato accettabile…più o meno.

-Io ci ho provato, ma tu non hai detto nulla e questo per me è sufficiente- continuò lui, adesso aumentando la velocità dei passi, sapendo che in suo favore aveva due fattori: l’agilità di un uomo e lei che indossava i tacchi di 12 cm.

Così arrivò all’ascensore e vedendo una persona uscire in quel momento ne approfittò entrandoci a sua volta, non preoccupandosi se lo avesse o meno urtato. Anche se dalle repliche, pareva proprio di sì. Premette con insistenza il bottone dell’ascensore e quando le porte si stavano chiudendo e poté finalmente rilassarsi, ebbe ulteriori motivi per agitarsi di nuovo, perché Blair aveva messo una mano in mezzo, riuscendo ad entrare con lui e ad impedirgli di uscire, solo dicendogli “aspetta”, prima che le porte si fossero nuovamente richiuse. Cosa che accadde, lasciandoli soli lì dentro.

-Dobbiamo parlare- disse B. cercando di essere decisa, anche se lui vide che la parlargli le costava molta fatica.

Così stette in silenzio, aspettando che iniziasse, dopo che si fu ripresa dal fiatone.

Doveva aver corso, constatò lui, pensando che aveva messo un enorme distacco tra di loro, prima di entrare lì dentro.

Un minuto dopo il Sidekick di entrambi suonò, ma non lo avrebbero guardato, nessuno dei due per il momento. La situazione era già critica di per se stesso, peggiorarla come prima non era decisamente il caso.

Poi però uno scossone, li fece vacillare e Blair finì nelle sue braccia e la luce si spense.

…l’ascensore si era fermato.

 

 

31 Dicembre, ore 03:57 a.m. Una strada a caso di Brooklyn.

 

Serena, Nate, Dan e Jenny erano a parlare da un po’ di minuti amichevolmente, mentre la prima raccontava un po’ la serata che avevano avuto ai suoi “fratellastri”, quando arrivò un nuovo post di Gossip Girl. Leggendolo rimasero stupiti della cosa, ma quel che li stupì di più fu che la strada intorno a loro, luci e locali si spensero di botto.

-Un blackout- constatò Nate.

-A me sembra assurdo che sia capitato un’altra volta nel giro di qualche anno- commentò Dan, guardandosi intorno.

-Oh, no…- sussurrò allarmata Serena.

-Cosa “oh, no…”?- chiese il suo ragazzo, un po’ preoccupato per lei.

-Blair e Chuck…sono…- disse cercando di far capire loro a cosa si stesse riferendo.

-Oh, no- ripeté Jenny, capendo al volo a cosa si stava riferendo e chiamando un taxi che passava proprio di lì in quel momento, fermandosi al suo richiamo.

Dan e Nate si guardarono perplessi, poi ricordandosi il post capirono subito all’istante cosa le avesse allarmate tanto.

-Entrate- disse Serena, con un tono che non ammetteva repliche.

-Ma come…anche noi?!- chiese Dan, un po’ restio al pensiero di aiutare Bass e la Waldorf.

-Salì!- le ordinò Jenny e lui non obbiettò, ubbidendo.

Così quando furono saliti tutti e le portiere chiuse il tassista si giro e chiese: -Dove vi porto?-

-Al 44 West 63rd Street, Hotel Empire- rispose prontamente Serena.

-D’accordo- rispose lui mentre partiva con la macchina, mugugnando che non gli sembrava normale che dei ragazzi giovani andassero in giro per Hotel di lui durante il secondo blackout degli ultimi cinque anni.

 

 

31 Dicembre, ore 03:59 a.m. Ascensore dell’Empire.

 

-Siamo bloccati qui- disse Chuck posando il telefono di emergenza, dopo aver parlato con uno del suo albergo. -…a quanto pare la città è di nuovo al buio e…noi due siamo di nuovo soli insieme…a pochi centimetri di distanza- disse divertito con il suo solito sorriso, alla sola idea di farla arrabbiare.

-Beh…che non ti salti in mente di saltarmi addosso come quella volta- disse Blair guardandolo in cagnesco, notando la sua allusione.

-L’idea non mi ha neanche sfiorato Waldorf- rispose ghignando.

“Bugiardo” pensarono però entrambi.

A quanto pare però non avevano perso il loro modo di aggredirsi, con le solite battute perfide, come loro sapevano di essere degli esperti maestri.

Blair prese il suo cellulare e lesse quel messaggio che le era arrivato poco fa, così anche Chuck fece lo stesso, dato che non avevano nessuna intenzione di guardarsi in faccia…non di nuovo.

Però a quel punto pensarono che fosse sarebbe stato preferibile.

 

Avvistati:

Salve Upper East Side…vi ricordate come si erano lasciati il nostro Re e la nostra Regina? Beh…a quanto pare si erano veramente dati appuntamento sulla scacchiera dell’Impero del Re Nero.

La mia fonte, infatti, ha confermato che i due hanno avuto una accesa discussione prima che C. entrasse nell’ascensore…che volesse fuggire?

Non abbiate paura Bianchi…perché la vostra Regina ha raggiunto il Re e lo ha convinto che…gia che c’erano, il tragitto lo potevano fare anche insieme…osservate.

 

http://img833.imageshack.us/img833/5093/ggs24cap04n02.jpg

 

Chissà che succederà lì dentro? Sono curiosa di sapere come saranno i prossimi sviluppi, perché sapete quanto “io” ami impicciarmi degli altri…sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

 

Ringraziamenti:

 

Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa ff fin qui e che spero che continuino a farlo; mi scuso un po’ per il ritardo, ma i preparativi per il mare hanno richiesto molto del mio tempo, ed ho anche un gatto da portarmi dietro…ahimè che fatica.

Purtroppo non sono riuscita ad organizzarmi come volevo per il mare e quindi per qualche settimana dovrò staccare dal postare, ma non dallo scrivere, spero.

Spero che al mio ritorno trovi altra gente disposta a seguirmi.

Vorrei comunque ringraziare:

 

Ray08: Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto e alla prossima recensione voglio proprio sapere cosa hai pensato per il motivo della “fuga”…sono proprio curiosa.

Sono d’accordo assolutamente sul fatto che C.B. sia solo il nostro Chuck Bass, ma dopo tutto Gossip Girl, non si fa molti scrupoli e si attacca ad ogni piccolo dettaglio, no?! Continua a seguirmi. Bax

fracchan92: No, tranquilla…mi fa piacere che l’hai pensato anche tu. Significa opinioni convergenti, non ricopiare. Sono veramente contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero solo che seguirai anche gli altri…ci tengo.

Mi fa un immenso piacere sapere che ti ho “letteralmente stupita”, ho fatto del mio meglio. Che ne dici? Sono migliorata? Devi farmi sapere cosa ne pensi di questo capitolo. Bax

__gIuLiNa__: Mi hai letteralmente incuriosito e non vedo l’ora di sapere cosa ne pensi anche tu della sua “fuga”…chissà che non abbia capito veramente…ora che hai in un qualche modo altri indizi. Mi piacerebbe presentare la ff alla CW, ma non so se capiscono l’italiano...sarebbe un bel problema, anche se penso che una puntata non basti di certo…troppo corta. Almeno due o tre.

Per quanto riguarda Carter Baizen, forse, ho dei progetti, ma devo controllare pure io che tornino. E mi sono divertita da matti a studiare la piantina di New York, con informazioni sulle varie attrazioni e locali. L’Empire è stato veramente il più bello da studiare e sono contenta di aver coinvolto anche te. Dopo tutto bisogna sondare il campo, prima di fare una battaglia, no?! Cerca di recensire presto. Bax

 

La mia partenza al mare è prossima e spero di tornare il prima possibile con nuovi capitoli. Non mi resta di augurare a tutte voi una buona vacanza e che queste settimane passino in fretta. Un saluto enorme e un enorme abbraccio…you know you love me.

 

XOXO oOBlackRavenOo

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Capitolo 5
*** 04.00 a.m. - 05.00 a.m. ***


Avvistati:

 

 

Avvistati:

Salve Upper East Side…vi ricordate come si erano lasciati il nostro Re e la nostra Regina? Beh…a quanto pare si erano veramente dati appuntamento sulla scacchiera dell’Impero del Re Nero.

La mia fonte, infatti, ha confermato che i due hanno avuto una accesa discussione prima che C. entrasse nell’ascensore…che volesse fuggire?

Non abbiate paura Bianchi…perché la vostra Regina ha raggiunto il Re e lo ha convinto che…gia che c’erano, il tragitto lo potevano fare anche insieme…osservate.

 

http://img833.imageshack.us/img833/5093/ggs24cap04n02.jpg

 

Chissà che succederà lì dentro? Sono curiosa di sapere come saranno i prossimi sviluppi, perché sapete quanto “io” ami impicciarmi degli altri…sapete di amarmi.

 

XOXO Gossip Girl

 

 

31 Dicembre, ore 04:13 a.m. Ascensore dell’Empire.

 

Era da poco più di dieci minuti che erano lì dentro e ancora nessuno dei due aveva proferito una sillaba. Non che in quel momento fossero in vena, ma avevano troppe parole, frasi, discorsi sospesi per aria che nessuno dei due avrebbe rinunciato al proprio orgoglio per iniziare a discuterne.

Orgoglio.

Un sentimento che li aveva uniti sin da quando erano piccoli, prima in amicizia…poi in amore…che entrambi pensavano di aver perduto quel giorno di due anni fa, quando il Re non era riuscito a rincorrere la sua Regina.

“Perché non dice niente ora?!” sbottò tra se e se Chuck, guardandola di traverso. “Possibile che non abbia più intenzione di parlarmi?…” -Che senso aveva seguirmi?- disse a bassa voce, senza accorgersi di aver dato voce ai suoi pensieri.

Blair lo guardò di scatto risvegliandosi da chissà quale pensiero, al suono della sua voce. -Che vuoi dire?- chiese, girandosi per guardarlo meglio, appoggiando la schiena alla parete dell’ascensore.

C. si sentì come se avesse fallito nei suoi propositi di “silenzio-stampa”, ma ormai non doveva tirarsi indietro. Chuck Bass non si tirava mai indietro.

-Voglio sapere perché diamine mi hai seguito se poi sei più muta di una tomba- sbottò sentendo la rabbia salire.

-Allora te? Non hai detto niente da quando siamo qui dentro mr. Bass- rispose lei a tono. “Come se fosse colpa mia che siamo chiusi in questo ascensore” pensò chiudendo i pugni.

-Prima mi rincorri per dirmi una cosa e poi ti tiri indietro come se non fosse successo niente?! Non pensavo che fossi una tale voltaf…- ma non finì perché gli arrivò dritto uno schiaffo sulla faccia. Fu così rapido che neanche aveva visto che era partito, la cosa infatti lo stupì molto più che averlo ricevuto.

-Non ti permettere di aggiungere un’altra parola. Se me ne stavo zitta era perché non riuscivo a trovare le parole…non che non volessi più parlarti…- disse lei sibilando anche se poi infine la voce aveva cominciato a rompersi mentre sentiva un’ondata di lacrime travolgerla per l’ennesima volta quel giorno e gli occhi cominciare ad inumidirsi.

Chuck la guardò perplesso, mentre passava la mano nel punto in cui l’aveva colpito, facendogli frizzare la gota…“Ma per l’amor di Dio…parlami Blair”…ma non era paragonabile alla morsa che aveva la bocca dello stomaco in quel momento, tra angoscia, ansia e dolore alla vista di quegl’occhi umidi che tutte le notti sognava tormentandolo.

 

 

31 Dicembre, ore 04:27 a.m. Su un Taxi in coda sulla 8th Aveneu.

 

-Ma io mi chiedo perché mi faccio sempre coinvolgere nei problemi di Bass e della Waldorf- sbottò Dan guardando fuori dal finestrino, in maniera molto svogliata…per non dire assai scocciata. Serena e Jenny gli riservarono subito una occhiataccia che ignorò, mentre Nate rise sommessamente, comprendendolo in un qualche modo.

-Perché sono nei guai e sai bene anche te che essere chiusi in un ascensore durante un blackout tira fuori il peggio delle persone, soprattutto se si è in due- gli rispose Serena, guardandolo seriamente, nella speranza che capisse a cosa alludesse, quando questi si girò verso di lei.

D. capì a pieno la chiara allusione e si ritrovò a deglutire sonoramente. “E chi se lo scorda” pensò distogliendo lo sguardo da lei, accettando la sconfitta amaramente.

Nate che era seduto davanti si girò confuso. -S. mi vuoi gentilmente informare di cosa state parlando?- chiese pensando di essersi perso qualche passaggio della storia che c’era stata trai due tempo addietro.

-Sono rimasti chiusi nell’ascensore della casa di Blair, nell’ultimo blackout- spiegò Jenny sovrappensiero, ben sapendo subito dopo che si era appena guadagnata anche lei due occhiatacce. “Fantastico! Sto regredendo cerebralmente quanto mio fratello” pensò mentre guardava dispiaciuta Serena per esserselo lasciato scappare.

Anche se fu la risposta di Nate a sorprenderli maggiormente.

-Ah, capisco. Non potevo di certo saperlo…avevo altri pensieri nella testa in quel periodo- riflette prima di girarsi nuovamente verso la strada davanti a se, ricordando il casino che c’era stato tra Catherine e Vanessa. Ricordo alquanto spiacevole. Quindi si ritrovò a pensare che con i suoi trascorsi in quel periodo non gli conveniva di certo fare il geloso, poi aggiunse, anche per distogliere l’attenzione, sentendo gli sguardi su di se: -Ah, guardate! Siamo arrivati all’Empire- e così finalmente, senza aggiungere altro, poterono scendere dal Taxi.

 

 

31 Dicembre, ore 04:38 a.m. Ascensore dell’Empire.

 

Erano rimasti nuovamente in silenzio dopo il breve litigio che avevano avuto e Chuck non voleva rischiare di beccarsi un altro schiaffo, dato che l’altro frizzava ancora. Da un paio di minuti aveva cominciato a guardare il Sidekick, ma la copertura non era mai alta in un ascensore, ogni tanto riusciva a vedere qualche tacca, ma poi spariva in fretta. Il post di prima era stato fortunato nell’arrivargli. Ridacchiò tra se e se pensando alla possibilità che a Gossip Girl gli si fosse fulminato il PC per via del blackout, così almeno avrebbe lasciato loro un po’ di respiro o…altra alternativa, se fosse andata, come tutti gli esseri umani, a dormire, ma non la credeva capace di provare stanchezza…cosa che invece lui cominciava a sentire, non avendo il suo solito “tonico serale” fra le mani. “Quando uscirò di qui, altro che dieci bicchieri, ma cinquanta come minimo. Anzi…facciamo finche non casco a terra” pensò mentre velocemente elaborava quella prospettiva che era sicuramente più allettante di quella tesissima situazione. Guardò Blair, anche lei appariva molto stanca…“…poi se aggiungiamo il cambio di fuso orario, sarà stravolta”. Scosse la testa come a scacciare quel genere di pensieri, non doveva caderci di nuovo, perché era rimasto a pezzi l’ultima volta ma era riuscito a superarlo. “Illuso” risuonò nella sua testa. Si passò le mani sugl’occhi per poi fermare le dita sulle tempie, pigiando, perché a tutto c’è un limite e la coscienza interiore che ti parla mentre ragioni fra te e te, no! Non andava bene per niente.

-Adesso basta- sbottò d’un tratto che Blair sobbalzò non aspettandosi questa sua reazione, pensando immediatamente che ora avrebbe inveito contro di lei in un qualche modo. Dando il via ad una animata discussione, come erano soliti fare un tempo.

Chuck, invece si girò di scatto dalla parte opposta e afferrò il telefono d’emergenza che installavano sempre sugli ascensore degli alberghi di lusso.

Per fortuna aveva una alimentazione diversa, apposta per i casi come i blackout. Così compose il numero della Reception e aspettò che qualcuno rispondesse.

Aspettò circa una decina di secondi prima di sentire qualcuno rispondere dall’altra parte della cornetta.

-Si?- la voce era del Concierge notturno.

-Sono Chuck Bass- rispose deciso e con voce chiara, ma dato che conosceva abbastanza bene tutti quelli che lavoravano nel suo Hotel, di giorno e di notte, non sarebbe stato difficile per chiunque riconoscerlo.

-Signor Bass…- rispose abbastanza sorpreso -…mi dica-

-Io e una delle ospiti dell’albergo siamo rimasti bloccati in ascensore. Vedete di provvedere a tirarci fuori-

-Si, signore. Provvederemo subito-

-Dimmi…qualcun altro in albergo ha avuto problemi con il blackout?- chiese. Dopotutto si doveva informare sulla situazione fuori da quella maledetta scatola.

-No, signore. Abbiamo fatto un attento controllo dei piani e per ora non è stato riscontrato nessun problema e…come?…signore sto…si…- d’un tratto cominciò a farfugliare, come se stesse parlando con qualcuno vicino, anche se non riusciva a sentire la voce dell’altro interlocutore.

-Che succede?- chiese imperioso. Non aveva molta pazienza da sprecare con nessuno in quel momento, dato che a stare chiuso lì si facevano sentire i principi di claustrofobia. Nonostante non ne soffrisse affatto.

-Mi scusi signor Bass, ma qui c’è una persona che vuole assolutamente parlarle. È…- ma non finì perché Chuck lo interruppe con un “passamelo”, che non lasciava spazio ai discorsi futili.

-Nel frattempo provvedi a tirarci fuori- aggiunse sospettando che fosse ancora lì.

-Certo…ecco tenga- aveva appena passato la cornetta a chiunque in quel momento avesse avuto voglia di parlargli.

-Chuck? Stai bene?- disse una voce familiare, che riconobbe subito dopo aver aperto leggermente gli occhi per la sorpresa.

-Nate! Sei tornato adesso?!- chiese, mentre con la coda dell’occhio osservava che Blair a quel nome si era fatta decisamente più interessata alla conversazione.

-Si. Con te c’è Blair, giusto?!- per un attimo la domanda lo spiazzo, ma poi ebbe il flash del post di quella sanguisuga di Gossip Girl. “Se la trovo gli spacco il computer, questo è certo”.

-Si, è con me. Te sei con Serena, se non sbaglio- affermò andando quasi sul sicuro.

-Si e non ti preoccupare ti sta sostituendo egregiamente nel ruolo di “Direttore temporaneo”-

-Perché?! Mi dai gia per spacciato Archibald? Se fossi in te penserei per me, dato i vostri rapporti?!- l’altro ridacchio cogliendo la sottile ironia. “Annotazione mentale: prenderlo a calci” pensò di rimando Nate, non esprimendo.

-A parte gli scherzi, con noi ci sono anche Dan e Jenny- aggiunse.

-Gli Humphrey…- soppesò le parole con cui esprimersi -…e per quale motivo sono qui?-

-Eravamo con loro quando c’è stato il blackout, sono venuti ad aiutarci-

Chuck stette per un attimo in silenzio, con una mano sugli occhi. “Un giorno…forse…capirò con quale criterio ragionano Nate e Serena” -Senti…ora riattacco se hai delle notizie positive o negative riguardo alla “ex-luminaria” là fuori…beh, fammelo sapere-

-Aspetta c’è Serena che vuole parlare con Blair- aggiunse Nate, prima che potesse riattaccare.

-D’accordo, a dopo amico- detto questo passo la cornetta a B. che afferrò, quasi che se lo aspettasse. -C’è Serena che ti vuole parlare- disse, mentre le loro mani si sfiorarono nel passaggio, facendolo quasi rabbrividire.

Poi mentre lei cominciava a parlare con la sua cara “sorellina”, cominciò a guardarla. Non che avesse molta scelta su cosa guardare, lo spazio era quello che era, ma questa volta lo ammise anche a se stesso…era piacevole osservarla, nonostante tutto quel tempo che avevano passato lontani. E in quel tempo…Dio, se lo aveva fatto il capolavoro, perché solo adesso che erano tranquilli, senza rabbia, tristezza, ne nient’altro di mezzo fra loro…beh, adesso si che aveva potuto veramente vederla e per quello che era diventata.

…era diventata una Titania.

Da una semplice Ape Regina era diventata qualcosa di ancora più luminoso ai suoi occhi ed altrettanto irraggiungibile…perché come in “Sogno di una notte di mezza estate”, anche loro come i coniugi Oberon e Titania erano in conflitto.

“…come Oberon e Titania” pensò quasi trasognando a quel paragone, ma poi sospirò cercando di darsi una svegliata. “Ho un bisogno incredibile di dormire, se comincio con questi paragoni. Non è nello stile di Chuck Bass” si passò una mano sui capelli, come a togliere la stanchezza e per un attimo si fece più sveglio di prima, innalzando le sue difese.

Poi Blair si rivolse a lui e con aria alquanto seria gli parlò.

-Chuck…hanno appena riferito a Serena che il nostro ascensore è bloccato tra due piani e non c’è modo di farci uscire, dato che i pannelli sono fuori portata delle porte e sarebbe troppo pericoloso tentare per la via della botola che c’è sopra l’ascensore. Ci toccherà aspettare la fine del blackout, nella speranza che ritorni presto alla normalità. Ma nel frattempo…siamo bloccati qui- per quel discorso aveva avuto una calma impeccabile e non dava segno di irritazione, cosa che lo colpì molto. Blair era cresciuta, pensando a quanto le era sembrata impacciata all’ultimo blackout di, più o meno, cinque anni fa.

Dopo quella breve considerazione ebbe un attimo di riflessione, poi le rispose.

-Va bene, se proprio non si può uscire. Digli che aspettiamo qui, ma se per le sei di mattina non sarà ripartito digli di chiamare coloro che in genere si occupano di queste cose-

Blair riferì e poi chiuse la cornetta.

Si guardarono un po’ negli occhi, ma nessuno dei due al momento aveva voglia di parlare, godendosi quell’attimo di silenzio “calmo” voluto…nonostante la situazione. Ma almeno gran parte del nervoso era passato ad entrambi.

Chuck controllò l’orologio Swatch che aveva al polso e osservo l’ora che si era fatta.

 

04:59:57…58…59…erano le 05:00 del mattino.

 

 

 

Ringraziamenti:

 

Chiedo perdono in ginocchio, merito la flagellazione per il ritardo che ho accumulato. Cosa assurda perché nella vita fuori da questo sito sono fissata per la puntualità…ma questa è un’altra storia (citando “Irma la Dolce”).

Il motivo del mio ritardo è semplice e sono due: il primo è la mia scarsa capacità di stare bene di salute…me tapina ç__ç…la seconda è la crisi che c’è stata nelle Università Italiane e purtroppo la Facoltà di Lettere (specialmente a Firenze) ha avuto una crisi assurda e alcuni dei corsi che dovevo frequentare (del corso Dams) si sono volatilizzati e questo mi ha mandato i nervi a fior di pelle, perciò non avevo la serenità giusta per poter scrivere, dopo che sono tornata dalle vacanze. Se qualcuno di voi che segue la mia storia frequenta l’Università…beh, spero di avere la vostra comprensione e perdono.

Tornando alla storia posso solo dire che Gossip Girl, per via del blackout non ci sarà per un altro capitolo sicuramente, per la felicità di Chuck che ha azzeccato sul computer spento…ma senz’altro ha lasciato la scia del suo operato nell’aria, perciò anche se non potrà postare, rimarrà sempre come una presenza onnipresente. E le sue spie sono dappertutto.

Spero che non l’abbiate a male, ma non avevo altra scelta con il blackout…comunque…sappiamo di amarla.

Per le recensioni ringrazio:

 

__gIuLiNa__: Grazie per tutti i tuoi complimenti e spero veramente di non averti deluso con questo capitolo, anche per via della assenza di Gossip Girl, ma come ho gia spiegato sopra…tornerà presto. Quindi aspettatela ancora più accanita di prima…non sarà così magnanima dopo la faccenda del blackout. Dopotutto ha fatto una scommessa. Continua a seguirmi. Bax

ele_06: A quanto pare non sono riuscita a fare più in fretta di così per l’aggiornamento. Spero che mi perdonerai per questa mia grave mancanza. Spero che il capito quinto ti sia piaciuto. Aspetto una tua recensione…anche se so di non meritarmela. Bax

Korinne: Sorellina!!!!! Mi manchi da matti e spero che tu mi chiami presto in questi giorni, così mi racconti come vanno le cose a Fiorano. Sono contenta che la storia ti sia piaciuta e che tu abbia recensito ogni capitolo…infatti ora risponderò a tutte le tue recensioni, partendo da quella del primo capitolo fino al quarto:

1)      Spero che con questa storia sia riuscita a farti apprezzare di più questo telefilm che secondo me ha un sacco di qualità, a livello di osservazione sociale e comportamentale degli adolescenti “ricchi” e non. Sono colpita che il testo ti piaccia, spero di essere migliorata ai tuoi occhi…ricordi i miei tentativi e le mie vecchie storie? Ohioi…

2)      Addirittura “Uragano”…mmm…lo sempre saputo di avere una qualche affinità con la pioggia. E te ne sai qualcosa vero? Eheh…XD Ripensandoci è vero che la mia Gossip Girl mi assomiglia, per via della mia abitudine di fare metafore e paragoni…non è stata voluta, ma alla fine è risultata buona, no?! Dopotutto la vita è come una partita di scacchi…non chiedermi come mi è uscita.

3)      Non pensavo di procurarti il “batticuore”, me ne prendo tutta la responsabilità…mandami pure il conto. Per quanto riguarda l’averlo fatto a posta…che dire…amo lasciare le persone sui carboni ardenti e sai le lancette corrono e tutto è andato a mio favore. Non volermene a male.

4)      Sorellina, grazie…mi fa piacere un po’ di pubblicità, continua, continua. Sei esigente? Nooo, ma dai…non me ne ero mica accorta (e guarda in sbieco verso l’alto) eheh. Tanti Bax

 

Come promesso non vi ho abbandonato, spero che i tempi stavolta siano a mio favore. Ringrazio tutti coloro che hanno saputo attendere senza volermi uccidere (e sono in pochi) e tutti coloro che vorrebbero ancora uccidermi (e siete in molti). Mi inchino alla vostra clemenza e giuro che farò di tutto perché non capiti più…you know you love me.

 

XOXO oOBlackRavenOo

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Capitolo 6
*** 05.00 a.m. - 06.00 a.m. ***


Si guardarono un po’ negli occhi, ma nessuno dei due al momento aveva voglia di parlare, godendosi quell’attimo di silenzio “c

 

 

Si guardarono un po’ negli occhi, ma nessuno dei due al momento aveva voglia di parlare, godendosi quell’attimo di silenzio “calmo” voluto…nonostante la situazione. Ma almeno gran parte del nervoso era passato ad entrambi.

Chuck controllò l’orologio Swatch che aveva al polso e osservo l’ora che si era fatta.

 

04:59:57…58…59…erano le 05:00 del mattino.

 

 

31 Dicembre, ore 05:07 a.m. Bar dell’Empire.

 

-Versamelo un altro Fred- gli disse Serena mostrando il bicchiere vuoto in mano. Nate la guardò perplesso avvicinandosi alla sua ragazza. -Non ti sembra di esagerare- chiese alquanto preoccupato.

-Non penso…è acqua tonica con limone- chiarì lei, cominciando poi a ridere alla vista della faccia completamente stupita di N. alla notizia…per quel che poteva vedere con le candele che avevano accesso sul bancone e un po’ dappertutto nell’hotel.

Incamerando la notizia che Serena non stava bevendo alcolici…fatto alquanto strano…riprese un po’ di contegno.

-Piantala di ridere- la rimbeccò lui fintamente offeso.

-Dovresti vederti- continuò lei, tra una risata e l’altra.

-Che succede?- chiese Dan avvicinandosi.

-Di a tua sorella di smetterla di ridere di me- gli disse Nate, sperando in un appoggio maschile, prima di girarsi verso il bancone. -Fred!!! Almeno te piantala- inveì contro il barman che se la stava ridendo anche lui sotto i baffi. “Allucinante” pensò sconsolato, mettendosi a sedere su uno sgabello.

-L’impresa è dura…- valutò Dan, osservando i due. -…credo che dovrai rassegnarti ad aspettare che l’ilarità cessi-

-Fantastico- concluse N. allagando le braccia. -A me un Whisky con ghiaccio- disse a Fred che ormai si era calmato.

-Povero Fred, ma come fai a sopportarli questi tre, contando Bass- chiese Dan, mettendosi nello sgabello di fianco ad Archibald.

-Con un po’ di pazienza…ed un bicchierino ogni tanto- scherzò lui, mentre versava il Whisky nel bicchiere, aggiungendoci del ghiaccio.

-Terapia eccellente…comincio subito. Mi da un Gin?-

-Certo- e prese la bottiglia dietro di se.

-Siete perfidi voi due- piagnucolò Serena, mettendo il broncio.

-Non perfidi…realisti- puntualizzò Dan sorridendo sornione.

-Sorvoliamo…cosa manca ancora da fare su quella lista Serena?- chiese accennando al blocco di appunti che aveva appoggiato accanto al suo bicchiere.

-Direi non molto…le candele sono state piazzate, in modo da consentire un minimo di visuale ai clienti ed al personale, le camere sono state controllate e nessuno ha avuto problemi, per fortuna. Poi…- riguardò l’elenco che si era scritta prima alla Reception. -…non credo che ci sia altro che noi possiamo fare, dato che il resto è stato gia spuntato o stanno controllando ora-

-Quindi dobbiamo aspettare-

-Direi di si-

Così tutti e tre rilassandosi tornarono al loro bicchiere, per poi girarsi alla esclamazione:

-Siamo nei guai!-

Jenny aveva fatto di corsa le scale ed ora si trovava col fiatone dietro di loro.

-Che è successo?- chiese D.

-Papà ha chiamato ed è infuriato perché non sa dove siamo e il mio Sidekick è morto prima che glielo potessi dire e il tuo…- indicando il fratello -…è morto nel Taxi, ricordi?!-

-Ci penso io- affermò Serena prendendo il suo e componendo il numero di casa Humphrey. Suonò un poco prima che potesse rispondere qualcuno al telefono.

-Pronto? Mamma sono io, Serena…ecco…non ti agitare! Sono qui con noi…come dove? All’Empire…Mamma ascolta…ma, certo che stanno bene. Si, rimarranno da me, tranquilla…ok…ciao- chiuse la telefonata.

-Arrabbiata?-

-Lei no, ma vostro padre di sottofondo direi…alquanto alterato-

-Grandioso…il bis grazie- espresse Dan alzando il bicchiere. -Quando albeggia?- chiese poi a Nate.

-Tra un paio d’ore o poco più- rispose.

-Approfitterò della vostra compagnia ancora per un po’-

-Il solito codardo- commentò Jenny nell’orecchio di Serena facendola ridere sotto i baffi.

-Che avete da bisbigliare voi due?- chiese Humphrey sospettoso.

-Niente, niente. Pensa al tuo bicchiere- lo rimbeccò la sorella.

-Voi come pensate che stia andando dentro quell’ascensore?- chiese Nate a bruciapelo.

-L’unica cosa che spero è che quando si apriranno quelle porte non ci sia una scena stile Shining con fiumi di sangue che escono dall’ascensore-

-Ma anche no- si lamentò Serena, per poi ridere tutti all’idea che si erano fatta in testa, grazie a Dan.

 

 

31 Dicembre, ore 05:32 a.m. Ascensore dell’Empire.

 

Gli occhi si erano fatti pesanti e la stanchezza aveva dato il via ad un principio di mal di testa, considerando anche che il riscaldamento non era in funzione per via del blackout da circa un quarto d’ora e il freddo cominciava a farsi sentire, soprattutto perché il naso era stato il primo a congelarsi…aumentando il mal di testa, ora non più appena accennato.

Ripensò al breve dialogo che aveva avuto con Serena al telefono poco prima. Naturalmente le aveva chiesto se aveva parlato con Chuck, e lei aveva risposto con un “ancora no”, omettendo lo schiaffo che c’era stato e per il quale sentiva ancora un lieve formicolio alle mani.

Si lasciò scivolare giù lungo la parete, mettendosi a sedere e ricominciò a pensare a quale formula usare per iniziare l’agognato discorso.

Nella sua testa vennero fuori mille espressioni diverse per cominciare e nessuna di queste andava bene e ciò la faceva rodere interiormente.

Cosa dirgli? Come fare?

-Cosa hai fatto in questi due anni?- si sentì chiedere a bruciapelo, fatto che la fece sobbalzare, prima di osservare che anche lui si era messo giù a sedere. Per fortuna che l’ascensore era abbastanza grande per stare entrambi seduti “quasi” comodamente; non potendo evitare però il fatto che le gambe si sfiorassero tra di loro provocando ad entrambi dei leggeri brividi al contatto, che prontamente scambiarono con il freddo…anche se nessuno dei due era convinto di tale teoria.

-Pensavo che lo avessi letto su Gossip Girl- affermò lei con un leggero sorriso che intendeva tutto tranne che essere allegro.

-Si…ho letto qualcosa- mentì, perché in realtà aveva seguito con fervore passo passo quello che scriveva su di Blair, grazie alle sue spie europee. “La CIA ha senz’altro meno contatti” pensò con un velo di ammirazione, dimenticandosi per un poco il sentimento omicida nei riguardi del suo PC.

-Ho lavorato…tutto qui. Mi sono dedicata anima e corpo a gestire la Casa di Moda di mia madre a Parigi, senza mai avere il tempo di pensare ad altro- “…perché non volevo pensare” aggiunse poi nella sua mente.

C. la guardò con attenzione…qualunque cosa gli volesse dire, non ci riusciva. Ma saper estorcere le cose era una delle tante “qualità” di Chuck Bass e sapeva bene che prendendo un discorso alla larga, prima o poi si incappa in ciò che vuoi…volente o nolente.

-Ho saputo che hai avuto delle sto…-

-Stronzate!!!!- lo interruppe lei con voce decisa, prima di abbassare lo sguardo sulle pieghe dell’abito. -Sono solo dicerie. Gli unici uomini che incontravo erano avvocati, commercialisti o modelli da ingaggiare, oltre ai “collaboratori” che incontravo tutti i giorni- spiegò tornando a guardarlo, sperando di non averlo alterato.

Chuck infatti la stava guardando molto seriamente, ma non sembrava arrabbiato, casomai era indispettito dal fatto che loro avevano avuto dei contatti con lei in due anni e lui neanche uno.

Questo era un fatto che C. si costrinse ad ingoiare a malincuore. “Respira Chuck o qui un altro schiaffo non te lo toglie nessuno” ripete mentalmente come una preghiera.

-Non sei mai uscita con nessuno?- chiese comunque, fingendo indifferenza alla frase precedente…tra un respiro e l’altro.

Lei rimase un attimo in silenzio, come a pensarci. Cosa che lo irrigidì un pochino, ma poi gli rispose:

-No, anche perché non ne avevo voglia!- esclamò come se fosse una cosa assolutamente ovvia. -Quelli che mi facevano la corte erano terribilmente noiosi, ed io non avevo nessuna intenzione di perdere il mio tempo con damerini che non sanno parlare altro che di loro stessi o di quanto siano facoltosi…persone che non capivano assolutamente cosa fosse l’ironia o il sarcasmo-

-Però…gente così deve essere deprimente solo ad osservarla- commentò lui, con malcelato disgusto. Senza dubbio avevano ancora una cosa in comune…gli stessi gusti in quanto a compagnie da frequentare.

-Già…ed alcuni neanche ci arrivavano a capire che non li volevo intorno e naturalmente non desideravo le loro attenzioni- rispose lei, prima che lui continuasse con le domande. “La cosa sa tanto di interrogatorio” pensò lei, riflettendo.

-Mentre con quelli a lavoro?-

-La maggior parte o erano sposati o fidanzati o erano gay e quest’ultimi erano senz’altro i miei preferiti, anche perché con loro fare battute era facile, ma con gli altri no. Sapendo che Gossip Girl, in un qualche modo mi teneva d’occhio- sospirò infine, pensando ai momenti in cui al telefono con Serena si lamentava dei post della blogger.

-A te ha dedicato un intero argomento del suo blog- “…da quando sei partita”.

-Anche a te se è per questo, ma con me si è divertita a seguirmi come con Carter dopo la partenza-

-Ricordo a mala pena- mentì nuovamente Chuck, ricordando i fatti che erano successi al seguito del ritorno di Carter al fatidico Ballo delle Debuttanti. E più recentemente quella sera stessa, cosa che lo fece nuovamente ribollire.

Restarono in silenzio.

-Stasera…- cominciò Blair, attirando tutta l’attenzione di C. su di se. -…quello che è successo a “quel” bar…- prese un bel respiro. -…è stato un equivoco- concluse guardandolo negli occhi, facendo uno sforzo disumano per non abbassarli.

Lui rimase in silenzio, aspettando che andasse avanti. Dopo una manciata di secondi interminabili lei continuò:

-Il fatto che Carter fosse lì è stato casuale e chiunque abbia scattato la foto…beh, ha frainteso la faccenda-

-Perché “allora” quando ci siamo trovati di fronte faccia a faccia “tu” non hai proferito nulla al riguardo-

-Io…non ce l’ho fatta- rispose lei colpevole. Non le piaceva la piega che aveva preso il discorso, ma sapeva che in ogni caso lo avrebbero affrontato. Il problema era ora cercare la forza di non tirarsi indietro ancora una volta.

-Blair guardami- disse lui, tirandole il mento su, in modo che i suoi occhi tornassero a guardarlo. -Sapevi che ero furioso, ma non hai detto niente al riguardo. Perché?- chiese.

Silenzio.

-Perché?!- le chiese esasperato a voce alta.

-Non lo so!-

La sua risposta fu quasi urlata, ma lo stress che c’erano in quelle tre parole si tagliava con il coltello, dando il via ad un pianto silenzioso.

“Ancora una volta sei riuscito a farla piangere. Bravo!!! Complimenti Bass!! Ti meriti la medaglia d’oro all’Idiozia” pensò tra se. “…mantieni il distacco Chuck. Devi mantenere le distanze” poi la vide…mentre cercava disperatamente di asciugarsi le lacrime dagli occhi con il fazzoletto che aveva nella borsetta.

“Oh, al Diavolo!” esclamò mentalmente, mentre in pochi secondi si metteva in ginocchio e afferrandole un braccio la tirava contro il suo petto abbracciandola come da anni non faceva…come solo durante la notte sognava, svegliandosi sempre agitato e con la sensazione di averla ancora fra le braccia, ma con la delusione di vedere il letto sempre vuoto accanto a se e non avere neanche il conforto di vederla dormire, di stare a guardarla di nascosto come faceva prima per ore, senza annoiarsi, studiando ogni suo piccolo particolare, ogni sua piccola espressione del viso mentre dormiva serena o come a volte capitava, quando aveva degli incubi.

Ma quelli sembravano essere diventati ormai vaghi ricordi e tutto ciò che gli rimaneva era chiudere gli occhi e concentrarsi fino a che con la memoria tattile delle sue mani non la risentiva fra le braccia, mentre immergeva le dita fra i suoi capelli.

Inspirò a fondo con il naso, sentendo i polmoni riempirsi del suo profumo, che adorava più di qualunque altra fragranza che avesse mai sentito al mondo. Aprì gli occhi e la vide, mentre da un primo momento di rigidità dovuto alla sorpresa si rilassava e si stringeva a lui continuando in un silenzioso pianto, seguito da qualche singhiozzo.

Ancora faticava a credere che fosse realmente lì con lui, in quell’ascensore, isolati dal mondo e abbracciati…soprattutto quello. La strinse un po’ di più a se, avendo la paura che fosse davvero un sogno e che come tutti gli altri si volatilizzasse dalle sue braccia diventando nebbia fitta e inconsistente, senza sapore ne niente.

Rimasero così in silenzio.

Forse…al momento era tutto ciò di cui avevano bisogno.

 

Lo schermo dello Swatch si illuminò, erano le 06:00 del mattino dell’ultimo dell’anno.

 

 

 

Ringraziamenti:

 

Grazie a tutti coloro che con pazienza e dedizione seguono la mia fanfiction. Spero di non aver deluso nessuno con questo capitolo.

Comunque devo fare un piccolo comunicato a tutti coloro che leggono la storia:

Io uso un “Font” particolare…l’AURIOL ed ho notato in altri computer che non hanno questo font il casino che c’è aprendo una delle pagine della mia storia. Caratteri di varie grandezze ed altro…e per questo mi scuso con voi.

Purtroppo non ricordo come sono entrata in possesso di questo font. So solo che guardando su internet lo si trova a pagamento…quindi non ho idea di come farvelo reperire.

Perdonatemi.

Spero che continuerete a leggere nonostante il casino.

Per le recensioni ringrazio:

 

Korinne: Sorellina, hai ragione. Uno spintone con un “dai, diglielo, diglielo, diglielo” ci sta bene. Ogni tanto glielo dico anche io davanti al monitor, ricordandomi solo dopo che se non scrivo non ci arriverà mai. Comunque stai tranquilla, ben presto riprendere la grinta della Blair Waldorf che tutti noi conosciamo…ha solo bisogno di sfogarsi un pochinino. Per “orgoglio” è vero sono perfetti…e per Gossip Girl, chissà, sarà uscita da un libro di Asimov, ahah. Continua a seguirmi, comunque ci sono sempre io a ricordartelo per telefono, eheh. Bax

MyPassion: Oh, non puoi capire quanto sia felice che ti sia piaciuta la mia storia, spero di aver soddisfatto le tue aspettative questa volta. Tranquilla, non sei l’unica che si è fatta certe idee su di loro in ascensore…è normale. Ho fatto del mio meglio per non ammalarmi stavolta e forse ci sono riuscita, evvai!!! In ogni caso, visto il clima…meglio avvolgerci una sciarpa intorno al collo. Continua a seguirmi e per favore…recensciscimi, che la tua recensione mi ha messo davvero di buon umore. Grazie. Bax

ele_06: sono felice che tu addirittura “ami” questa storia…io la odio, perché mi sto scervellando per mettere in ordine la valanga di idee che mi sono venute in testa da far accadere…aiuto. Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Mi impegnerò per farli uscire da lì dentro al prossimo. Alla prossima recensione, spero. Bax

__gIuLiNa__: devo ammettere che ho provato ad immaginarti mentre facevi i quintupli salti mortali davanti al pc…ma tutte le volte finivi contro il soffitto e l’atterraggio non era dei migliori…ahah…lo so…le camomille non le devo bere io, ma iniettarmele per endovena. Lasciando stare la mia mente deviata…sono commossa che tu mi abbia definito un “genio”. Spero che non abbia deluso le tue aspettative con questo capitolo, ho fatto del mio meglio. La cara GG è nera per via del computer e si vendicherà presto, come sa fare solo lei. Spero che questo capitolo raggiunga i risultati sperati nella tua gamma di giudizio. Non farmi aspettare molto, please. Bax

 

Ringrazio tutti coloro che seguono la storia e mi scuso con tutti coloro che hanno ricevuto la mia e-mail al precedente cap…mi schiaffeggio da sola per avervi dato solo un poco oggetto di disturbo.

Chiedo perdono in ginocchio e spero che questo capitolo piaccia come spero siano piaciuti anche i precedenti.

Gossip Girl ritornerà nel prossimo capitolo, quindi potrete godere ancora dei suoi tremendi commenti sui nostri preferiti. Come dice sempre…you know you love me.

 

XOXO oOBlackRavenOo

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