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Devo ammettere che
Milano è davvero una bella città. Luci, negozi dappertutto.
Beh, c’è da dire che
non sono nemmeno poi tanto abituata a questo genere di città.
Da dove vengo io, Forks, non è mica così.
È una cittadina dove
tutti sanno di tutti e ovunque vai riconosci qualsiasi persona che vedi.
Dopo aver preso la maturità,
ho deciso di prendere la facoltà d’ingegneria e invece
che rimanere a Forks me ne sono voluta andare, così
per cambiare.
In fondo, ho
l’immortalità davanti per vivere le mie esperienze, no?
Sono nata da madre
umana e padre vampiro. E a tenermi compagnia c’è anche mio fratello.
Mi chiamo Renesmee e
sono un ibrido, una mezza-vampira più precisamente.
Capelli castani
ramati, occhi verdi e una bella presenza. Ho 18 anni
effettivi e ne dimostro venti.
Ne dimostrerò sempre
venti.
Sì perché grazie al
mio essere ibrido, passati sette anni, si giunge alla maturità e ci si blocca
per l’eternità ai venti anni, anno più, anno meno.
Mio fratello è Edward
Junior, soprannominato EJ. Capelli castani scuri e
occhi color cioccolato.
Nostra madre è Bella Swan.
Si,
quella che stava con Cullen.
Sì, proprio lui, il
vampiro che l’ha mollata nel bosco dopo averla messa incinta.
Proprio lui.
All’età di 4-5 anni
effettivi, cioè quando ne dimostravamo circa 15, io e
mio fratello conoscemmo per la prima volta la storia di Cullen e mia madre.
Quando iniziò a
raccontarcela, i miei occhi luccicavano, pronta ad ascoltare una vera storia
d’amore, una di quelle degli adulti, una di quelle che si vivono per tutta la
vita, una di quelle che si vedono al cinema e che sogni per te stessa, una di
quelle che non ha fine.
Invece, arrivata
all’epilogo, i miei occhi luccicavano ancora, ma per le lacrime che stavo
versando.
Fino a quel giorno, a
volte avevo visto mia madre in condizioni non buone.
Non si voleva mai far vedere da me e mio
fratello mentre stava male per qualcosa.
Provavo a nascondermi
ingenuamente dietro la porta della sua camera per tentare di scoprire qualcosa,
ma lei, con i suoi sensi sviluppati da vampira, mi precedeva, e il suo sorriso,
terribilmente teatrale, le ricompariva in viso.
Il fatto che non
potesse piangere era un punto a suo favore.
Quel giorno, quando
sentii quella storia, mi resi conto di chi era veramente colui che mi aveva
generato prima di aver abbandonato mia madre, colui che ha reso mia madre
veramente felice, quello che io non potrò fare mai.
È il mio esordio.. probabilmente a qualcuno non piacerà.. ma io voglio
provarci ugualmente.. fatemi sapere cosa ne pensate se vi va:)
Alzo gli occhi dalla
tastiera e rileggo la breve mail che ho scritto a Renesmee,
mia figlia.
Chissà se le
piacerà Milano, non ha mai messo la testa fuori da Forks.
EJ invece se ne è già andato una volta, anche lui in Europa,
pochi anni fa, per frequentare la facoltà di legge.
Fisso di nuovo lo
schermo del Pc e mi decido a spegnerlo.
Mi dirigo in cucina e
mi metto seduta su una sedia qualsiasi del tavolo e, come succede ogni volta
che sono sola, mi perdo nei miei pensieri.
Sono sola.
Che illusa. Credevo davvero che mi amasse.
E mi sono fatta anche usare. Che ingenua.
18 anni fa
Con fatica mi rialzo dal terreno umido in mezzo al bosco e con
altrettanta fatica tento di ritrovare la strada di casa.
Dopo un pomeriggio pieno di tentativi, riesco ad
orientarmi e torno a casa.
Se n’è andato. Non ci credo.
Che idiota, come faccio a non crederci?? Era
ovvio che sarebbe andata così.
Io, Bella Swan, una semplice umana.
Come posso credere davvero che Edward mi abbia amata.
Chissà con quante altre stupide ragazzine ha già fatto
questo giochetto.
Perché la mia vita deve fare schifo?
Perché?
Perché mi merito tutto questo?
2 settimane dopo
Devo decidermi a reagire.
Lo devo a Charlie, non ce la faccio più a vederlo così.
E la cosa è reciproca.
Ma è più forte di me, non ce la faccio.
Non riesco a sorridere.
Non riesco a stare tranquilla.
Non riesco a stare serena.
Che cosa devo fare?
Potrei andare a fare un
giro, così, per cambiare aria.
È deciso, andrò a fare un giro.
Mi dirigo verso il bagno e mi posiziono
davanti allo specchio.
Wow, faccio davvero paura.
Nell’aprire lo sportello in alto, accidentalmente cade una
confezione.
Mi abbasso per prenderla, ma quando mi rendo conto di cosa sia, sbianco
ancora di più di quanto sia già.
1,2,3,4..
Non è possibile.
1,2..
NON è POSSIBILE!
NO. No cazzo, no! Non è possibile!
No, no, no, no. Cazzo perché!
Come hai potuto?
No, anzi, COME TI SEI PERMESSO?
Come ti sei permesso di lasciarmi con questa enorme
responsabilità?
Tu che dicevi che ero una semplice umana.
Mi lasci in balia di questo?
Di un figlio.. di tuo figlio.
Come.. come posso farcela??
Doveva essere come non fossi mai esistito!
Un figlio.. un figlio è quello che due
persone innamorate considerano un dono.
UN DONO!
Come posso considerarlo un dono?
Come?
È una disgrazia!
La mia disgrazia!
Questa è la prova che mi hai usata e
gettata via!
Alice avrà già visto tutto questo, e se tu mi amassi veramente saresti tornato! E invece non ci sei!
Non sarà come se non fossi mai esistito!!!
Mai!
Come farò? COME?
Edward Cullen.. ti
odio!
Come potevo credere
di odiare Edward Cullen?
L’ho sempre
amato, lo amo e lo amerò per tutta la mia
eternità.
Eternità,
già.
Che strano modo di ottenerla.
3 mesi dopo
Le contrazioni.
Sono sola.
Cazzo, che faccio?
Respira, Bella.
Ok, piano.
Inspira, espira.
Un’altra.
Urlo.
Un’altra più forte.
Urlo più forte.
-“Bella!!!!” Papà. È
tornato.
-“P..a..”
E urlo. Non riesco a pensare a niente.
-“Bella, bella , cosa devo fare?!”
-“C..al..mat..i..”
Cerco di dire.
Basta devo fare qualcosa.
Devo tranquillizzarlo! Sta per prendergli un infarto!
-“Bella!”
Ma non ce la faccio.
Tutto crolla.
Io crollo.
-“Forza!”
Quella è l’ ultima parola che ho
sentito.
L’ultima parola sentita quando ero ancora umana.
____
Ma che diavolo..??
In un milionesimo di secondo, ricordo tutto.
Le contrazioni, le urla, mio padre spaventato.
E poi il buio.
Riesco a sentire una miriade di suoni, le mie percezioni sensoriali
sono migliorate.
E da questo posso dedurre un’unica possibilità.
Sono una vampira.
Apro gli occhi, e ciò che mi permettono di vedere, è
strabiliante.
Le venature del legno del mio armadio, le
finissime scrostature del muro, ogni singolo granello di polvere.
Tutto ciò mi aveva distratto da ciò che mi aveva svegliata.
Un pianto.
In nemmeno un nanosecondo mi trovo davanti
alla porta della mia camera.
Il pianto viene da sotto.
Scendo le scale, quasi volando.
Mi dirigo nel salotto, e vedo mio padre, Charlie, che sta guardando la
televisione.
Non mi ha sentita.
-“Papà” dico. Ma mi rendo
conto che non mi ha sentita perché ho parlato
troppo velocemente.
Cercando di scandire le sillabe riprovo:
-“Papà.” Lo vedo irrigidirsi, per poi voltarsi.
La sua faccia varia, dallo spaventato, all’estasiato.
Lui sa tutto, non me ne fregava niente delle stupide leggi dei vampiri
e dissi a mio padre della natura del mio ex ragazzo, nonché
padre di mio figlio.
Mio padre non voleva crederci, ma poi gli ho mostrato il morso di
James.
Lì è ceduto.
Guardandolo riesco a vedere tutte le sue rughe, i suoi baffi quasi
bianchi, i suoi occhi, come i miei.
Ha capito.
Ha capito cosa sono diventata.
-“Bella.”
Si alza.
Tenta di avvicinarsi.
In quel momento, percepisco un odore delizioso nell’aria.
Spalanco gli occhi e, senza che io lo volessi, mostro i denti.
Ora mi rendo conto.
Charlie è umano.
Negli umani scorre sangue.
I vampiri si nutrono di sangue.
Le lacrime in un
vampiro non sussistono.
Eppure vorrei che in
questo momento accadesse il contrario.
Ho ucciso mio padre.
Ho bevuto il suo
sangue.
Non posso crederci.
L’ho fatto davvero.
Il corpo di Charlie, a terra.
Privo di vita.
Non.. non è possibile.
Il tappeto, è ricoperto di sangue.
Non.. non è vero.
Mi inginocchio vicino a mio padre.
-“Papà” sussurro.
Singhiozzo, e in quel momento ricordo che alle lacrime non è
concesso uscire dai miei occhi.
Il suo corpo è martoriato.
E io l’ho ridotto così.
Edward aveva ragione.
I vampiri sono dei mostri.
-“Ti ho ucciso” sussurro di nuovo.
Singhiozzo più forte.
“No, no, no..”
Mi metto le mani sul viso,
per poi toglierle e guardare davanti a me.
Lo specchio riflette una ragazza, della mia
età suppergiù.
Con la pelle bianca, candida come le neve.
Capelli lucenti e perfetti, che ricadono armoniosi sulle spalle.
Mani poggiate sul viso della ragazza, perfette e curate.
Un naso perfetto, sembra scolpito.
E la bocca. Perfetta e di color rosso.
Come gli occhi incastonati in quel viso perfetto.
Rossi, come il sangue che l’aveva appena dissetata.
Solo dopo un’attenta analisi, mi rendo conto che sono io.
Un pianto, quel pianto, irrompe di nuovo nel
silenzio della casa.
Mi alzo, e mi rendo conto che proviene dalla cucina.
Apro la porta.
Due carrozzine.
Due bambini che dormono dentro le due carrozzine.
Due gemelli.
Ho avuto due gemelli.
Edward mi ha regalato due gemelli.
Mi avvicino, e li osservo.
Come potevo pensare che potessero essere due
disgrazie?
Loro sono due doni. Loro sono i miei due angeli.
Loro sono la mia vita, ora.
Tempo dopo, capii che
colei che mi trasformò fu Renesmee, mia
figlia.
Lei è
“più vampira” di EJ, che invece è “più umano”, e da appena nata possedeva il veleno.
Mi morse da dentro, e
m’iniettò il suo veleno.
Fu così, che
diventai vampira.
Nascosi tutte le
tracce. Resi impossibile la soluzione all’assassinio di mio padre.
Scappai, presi i miei
figli, e fuggii da Forks, la mia cittadina, che amai
tanto, come amai lui.
Ma ormai era
diventata troppo stretta, per la mia eternità.
I miei figli sono due
mezzi-vampiri.
Si nutrono di sangue,
ma anche di cibo umano.
Scorre sangue nelle
loro vene, e possono dormire.
Sono veloci, Renesmee quasi più di me.
Sono forti, ed EJ
forse più di me.
Hanno poteri, come ce
li possono avere i vampiri.
Possiedono entrambi
il mio scudo mentale.
Renesmee
possiede la capacità di manovrare gli elementi naturali.
EJ possiede il potere
di immobilizzare, per alcuni secondi, un qualsiasi essere di qualsiasi natura ed inoltre è un abile stratega ed è molto
forte.
Chissà come
sarebbe stata la loro vita, con Edward vicino.
Entrambi nutrono odio
per lui. Logico, non lo conoscono, e per quel poco che sanno di lui dai miei
racconti, l’unica cosa che si ricordano è
di quando mi ha abbandonata, tralasciando tutte le gioie e i momenti belli che
gli ho raccontato di noi due.
Ora sono di nuovo a Forks.
Dopo vent’anni
ormai, tutti si sono scordati di tutto.
Dopo vent’anni,
sono sempre la stessa assassina che ero allora.
.Renesmee.
La lezione di
matematica è troppo interessante.
Sarà una
materia da secchioni, ma a me piace, non posso farci
niente.
Sono troppa attenta
alla lezione, ma riesco ad accorgermi che tutta la popolazione maschile della
classe mi sta fissando, o sta parlando di me.
Ormai non mi fa
più effetto.
La lezione termina e io mi dirigo vero l’uscita.
Gente che mormora,
che mi fissa.
Dio mio, ma mica sono l’unica bella ragazza
dell’università.
Un ragazzo mi sta
fissando incessantemente, nonostante anch’io lo
stessi guardando.
Ma
questo non la conosce l’educazione?
Vedo che si avvicina.
Dio, che palle.
-“Ehi
ciao.” Mi dice, guardandomi con aria strafottente.
Notando i suoi
lineamenti, devo dire che non è brutto.
Ha dei bellissimi
occhi, devo ammetterlo, di un color azzurro chiaro al centro, che poi nel
contorno delle iridi diventa un blu scuro.
Capelli sfasati, che
vanno per i cavoli loro, neri.
Un bel sorriso,
composto da denti abbastanza dritti.
-“Ciao.”
Dico, glaciale, continuando a camminare con lui alle calcagna.
-“Piacere, mi
chiamo David.” Mi si piazza davanti, per bloccarmi. Lo guardo negli
occhi.
-“Renesmee” Mantengo il mio
tono freddo.
-“Hai
un bellissimo nome. Senti, ti va.. di
uscire?” Un gruppetto di ragazzi, credo suoi amici, stanno boccheggiando.
Ok, sono
d’accordo che non sono un tipo simpatico, ma se parlo con qualcuno non è la fine del mondo!
-“No.” La
mia antipatia si nota ogni qualvolta che parlo con qualcuno, umano o vampiro
che sia.
-“Sei una
persona molto delicata, insomma.” Mi dice, sorridendo.
Ma
che cazzo ridi?
-“No,
è che detesto illudere. Preferisco dire no, e non avere pesi
sulla coscienza, quindi ciao.”
Era così che
rispondevo, ogni volta che succedeva tutto questo.
E ogni volta la mia
frase, NON aveva un riferimento puramente casuale.
-“Oh.
Wow. Ok, ciao!” Alza le mani e se ne va.
Esco dalla struttura
e mi dirigo alla macchina.
Una comunissima mini,
color grigio.
Il colore che sento
mio.
Quello che sta in
mezzo, tra nero e bianco.
Quello che non
è definito.
Quello che non ha una
natura propria.
.Bella.
Renesmeeall’ università di Milano.
EJ fa il commesso in
un negozio di vestiti.
E
io vado al liceo.
Sì, quel liceo
dove andavo anni fa.
Dove ho conosciuto
lui.
La scuola è
già iniziata da un mesetto circa e io frequento
il quarto anno.
Arrivata a scuola, mi
avvio verso la mia prima lezione, letteratura.
Oggi i ragazzi sono
più agitati del solito.
Troppi mormorii.
Capto una frase di
una ragazza e capisco tutto.
Nuovo arrivato.
Che strano, pochi
anni fa ero io quel nuovo arrivato.
A Forks,
un nuovo arrivato è un vip di Hollywood.
Da quel che ho
capito, giungerà domani.
Il mio
“socializzare” non è cambiato di una virgola, e infatti sto da sola su una panchina nel cortile della
scuola.
Gente che mangia, che
beve, che fuma, che parla.
La loro vita,
così spensierata, ancora macchiata da nessuna disgrazia, è
l’oggetto della mia costante invidia.
La loro vita
l’avrei potuta avere anch’io.
Una vita spensierata,
con un ragazzo che mi avrebbe amato davvero, con un matrimonio, con dei figli e
con lui, con mio padre.
Tutto questo non
avverrà mai.
Non incolpo Renesmee per avermi trasformato.
Non potrei mai.
Ma
quando ancora non ero a conoscenza del loro imminente arrivo, a cosa mi sarebbe
servita l’eternità?
Senza Edward che me
ne facevo dell’immortalità?
Ora ci sono loro, i
miei figli, e voglio vederli crescere.
Fisicamente ormai non
più.
Ma
voglio vederli crescere intellettualmente.
Voglio vederli
felici.
Voglio vederli
sorridere.
Voglio vederli
innamorati, come lo ero stata io un tempo.
A volte, però,
guardare il viso di Renesmee, mi fa male.
È
terribilmente uguale a lui.
Il suo sorriso, i
suoi occhi da umano, i suoi capelli, perfino la voce è
somigliante a quella del padre.
Testarda, facilmente
irascibile, terribilmente gelosa di ciò che è suo, permalosa ed estremamente affascinante. È una Cullen
purosangue, se così si può dire.
Ej
invece è unSwan. I
miei occhi, i miei capelli, il mio sorriso.
Sensibile, calmo ed
anche un po’ imbranato.
Ma
ha il suo fascino vampiresco, che lo aiuta molto con le ragazze.
Non si assomigliano
per niente, però si vogliono molto bene e sono strettamente legati.
Sono telepatici.
Cosa che Renesmee odia e che invece diverte EJ.
Suona la campanella e
le lezioni riprendono il suo corso.
Ciao!
Non potete capire
la mia felicità.
Sono veramente contenta
che abbiate apprezzato il primo capitolo.
Ho una fifa
assurda nel presentare il nuovo capitolo e spero vivamente di non aver rovinato
ciò che vi è piaciuto.
Innanzitutto vorrei cominciare col dire che Mi scuso con tutte voi
Innanzitutto vorrei
cominciare col dire che Mi scuso con tutte voi!
Purtroppo ho
avuto una serie di problemi con il pc e con la
connessione a internet.
Poi volevo dirvi
che Ho già iniziato a scrivere il terzo capitolo e che aggiornerò presto!
Colgo l’occasione
per chiarire il dubbio disabryepenny:
sì, bella era una neonata non appena ha ucciso charlie.
Ora non lo è più, poi parlerò di questo anche nei
prossimi capitoli.
Mi dispiace di essere stata un po’ oscura! >.<’’
Approfitto, oltretutto, per ringraziare i sei che
hanno messo la storia tra le ricordate, i sei che l’hanno
messa tra le preferite e i 19 (non ci credo!) che la stanno seguendo.
Capitolo 4 *** E' importante conoscere entrambe le facce della medaglia ***
Ej
SALVE! RIECCOMI!
COME PROMESSO ECCO IL NUOVO CAPITOLO.
UN NUOVO POV, IL POV DI EJ, PER CAPIRE LE SUE EMOZIONI E SENSAZIONI.
E INDOVINATE?
DATO CHE è GRAVEMENTE CORTO.. AL SEGUITO AGGIUNGERò IL
4 CAPITOLO!
SPERO DI
FARVI FELICI! BUONA LETTURA!
È importante conoscere entrambe le facce della medaglia.
.EJ.
Allora, ricominciamo da capo. Se 190 euro è il prezzo pieno lo sconto del 20% è..
Sento la porta aprirsi e mi
volto verso il prossimo cliente con cui avrò a che fare.
Una ragazza, alta, bionda,
sembra una tronista. Super truccata e mezza svestita,
già pronta all’estate ormai prossima. In bocca un chewing-gum e
bauletto tenuto sull’avambraccio.
Una vera vip.
-“Buongiorno” Le
dico, sorridendole.
-“Buongiorno”
risponde. Credo che voglia sembrare.. sensuale?
Comincia a girellare per il
negozio, spostando un vestito dall’altro per guardarlo superficialmente e
passare immediatamente a quello accanto.
Ad un certo punto afferra una
stampella, si volta verso di me e mi chiede se ho una 42 di quel minivestito,
anche se dire “mini” è un eufemismo.
Vado a controllare e
fortunatamente ne ho rimasta solo una. Gliela porgo e lei se ne va verso il
camerino.
Dopo poco tempo esce, vestita come era entrata, e mi dice che lo prende.
Io le sorrido e ci avviamo
verso la cassa.
Le dico il prezzo e lei, in
mezzo ai contanti spesi, infila un bigliettino con un numero.
-“Anche se non dovessi
chiamarmi, so dove trovarti!”
Prende la busta e se ne va
sorridendo.
La gente non è normale.
Decido di mettere a posto un pò, magari c’è qualche maglione
spiegato da ripiegare.
Mentre giro per il negozio,
ripenso a quello che mi disse mia madre quando le dissi
che sarei venuto a lavorare qui:
Penso che se saprebbe che lavori in una boutique
così prestigiosa, Alice impazzirebbe.
Appena lo disse, notai il suo sguardo vuoto e stette con il
muso per un bel pò.
Le mancava Alice, la sorella di Edward.
Ma gli mancava
anche lui.
Ce l’ho con
lui, ma relativamente.
Fin dai primi giorni di vita, capii che non dovevo piangermi
addosso, ma che dovevo essere forte per le due donne che fanno parte della mia
vita.
In fin dei conti ero l’unico uomo, non potevo far
vedere come soffrissi.
Perché più che rabbia, io ho provato
sofferenza, nel non avere un rapporto con mio padre. Renesmee
in sé possiede prevalentemente rabbia. Lo so, posso leggergli la mente.
Quello che mi ha fatto soffrire di più, non è
tanto non aver avuto un padre che giocava a baseball con te, o che si
arrabbiava quando tornavi a casa tardi.
Ovviamente anche questo, ma in primis mi ha fatto soffrire
veder soffrire mia madre. Io la amo, e averla vista, e vederla tuttora soffrire
mi scatena un mix tra sofferenza e rancore.
Nonostante tutto questo, ho resistito e sono andato avanti.
Più che per me, per loro: per mia madre e per mia sorella.
Mia madre sostiene da anni che soffre esclusivamente per il fatto che noi siamo cresciuti senza una figura
paterna, ma non ci vuole una scienza per capire che lei lo ha amato, lo ama e
lo amerà per sempre.
Sono le 20:00,
finalmente è ora di tornare a casa.
Ho una fame da lupo!
Salgo sulla mia adorata volvo c30 nera e parto verso
casa.
Appena entrato in casa sento un
fantastico odore di pizza. Mi precipito in cucina e, i miei sensi olfattivi non
mentono mai, c’è la pizza.
-“Ciao mamma” Mi avvicino a Bella e le do un
bacio sulla guancia.
-“Ciao tesoro!
Ho fatto la pizza, visto?” Mi guada, sorridendo.
-“Sì, grazie mamma.” E le sorrido.
Mi metto a tavola e, nonostante mangi da solo, mia madre si
mette seduta di fianco a me.
Parliamo della mia giornata, della sua giornata.
Mi parla anche di un certo nuovo arrivo a scuola.
-“Oh, EJ senti, mi
accompagni tu a scuola domani, vero?” Mi chiede, minacciandomi.
Sposto la sedia all’indietro, con il tovagliolo sopra
la maglietta, alzo le mani e urlo:
-“Sì ma ti prego, abbi pietà di me!!”
Ci mettiamo a ridere come matti per un po’ e dopo mi ritiro in camera per andare a dormire.
In fondo, le due donne che ho in
casa sono la mia famiglia.
Ho sempre voluto un padre, ma cosa potrei chiedere di
più che loro? Sono la mia vita, è per loro che sto qua al mondo,
e niente mi permetterà di staccarmi da loro, sia fisicamente che moralmente.
Io sarò sempre con loro, non le abbandonerò
come ha fatto lui.
Fortunatamente, non ho ripreso niente da lui.
Né fisicamente, né caratterialmente. Questa fortuna è toccata a Renesmee.
Non voglio essere come lui.
Non voglio abbordare la prima ragazza che incontro,
conquistarla e poi usarla.
Però..
Mi alzo a sedere, e guardo fuori.
Mi alzo, mi affaccio dalla finestra e osservo le stelle.
Io conosco solo una faccia della medaglia.
Per giudicare qualcosa, o qualcuno, bisogna sapere tutto,
da entrambi le parti.
Io non posso giudicarlo, io non so cosa lo
ha spinto a fare ciò che ha fatto. Ma in
fin dei conti è successo. Mia madre è rimasta incinta e poi
abbandonata.
Ed è stata abbandonata dopo un rapporto.
E questo è da bastardi.
Qualunque sia la motivazione che aveva, quello che ha fatto
ignobile.
Lui non si è comportato da uomo.
Come ha potuto fare una cosa del genere a un’umana?
E se non l’avessero ritrovata?
Se fosse morta in quella foresta?
Bè io non
sarei qui.
Sospiro, e continuo a osservare il cielo.
Mi ha sempre affascinato, l’armonia e la pace che le
stelle sanno comunicarti.
Io loro essere immobili e immutabili.
Così vicine da vederle, ma così lontane da
sentire il loro calore.
L’eternità è lunga, e sicuramente lo
incontrerò.
Ma sarò in
grado di affrontarlo?
Sarò in grado di cogliere il suo calore, seppure sia
così lontano da me?
Mi piace
particolarmente, mentre l’ho scritto ero
estremamente presa. Spero che vi piaccia, e che vi colpisca, come ha fatto con
me rileggendolo.
Complementarietà
.Renesmee.
Dico io, ma tutte a
me?
Allora ok, è
più che comprensibile il fatto che se vado in
una gelateria o in un parco giochi possa trovare bambini che strattonano il
proprio padre per prendere un gelato o per giocare.
Ma, caspita, non
posso trovarmeli anche all’ università.
Il primo obiettivo a cui aspiravo quando ho pensato di venire qui era quello di
non trovarmi mocciosi in giro che gridano “Papi!”, “Papino
andiamo a casa ho sonno!”, “Papino qua, papino là”
oppure “Papino gnègnègnè”.
Io speravo in un
mondo di adulti. Un luogo in cui non vengono pronunciate
frasi come queste.
E invece, dato che ho
ereditato la sfortuna di mia madre, dentro la mia stanza si trovano i genitori
e il fratellino più piccolo della mia compagna di stanza.
La madre non fa altro
che ripetere “Io e tuo padre siamo molto orgogliosi di te”.
Andate al diavolo.
Mia madre dice sempre
che non bisogna mai alterarsi con umani intorno: loro sono sensibili e fragili
e comunque non farebbero mai niente di così grave da farti perdere la
pazienza con loro.
Quanto vorrei che la
mia dolce mammina fosse qui.
Vorrei che si insinuasse nel mio corpo, che venisse a conoscenza dei
miei pensieri, che conoscesse ciò che provo nel profondo.
Poi vorrei vedere se
non glie verrebbe la tentazione di azzannare questi qua.
-“Siamo molto
fieri di te, lo siamo sempre stati. Sai, tuo padre non fa altro che elogiarti
al bar con gli amici, è molto contento!”
Basta.
Mi alzo dal letto e
me ne vado frettolosamente, attenta a non sbattere la porta.
Cecilia, la mia
compagna di stanza, sa più o meno la
situazione.
O meglio, sa quel che
le è concesso sapere.
Vengo da Forks, America, da una famiglia composta da
mio fratello e da mia madre, mentre mio padre ci ha abbandonati per non so
quale ragione.
Che poi, non è
la verità?
In fondo lui ha
abbandonato mia madre per non si sa quale ragione. Lei
è perfetta, è bellissima.
Quale pazzo avrebbe
trovato il coraggio per mollarla in un bosco?
E per di più,
dopo averci fatto sesso.
Mi vergogno di
essere, in primo luogo sua figlia, e in secondo luogo
mi vergogno di appartenere per metà alla sua natura.
È colpa sua se
mi odio, se odio la mia natura indefinita.
Io da che parte sto?
Nel mezzo.
Mia madre diceva
sempre a me e ad EJ che eravamo essere speciali quando
avevamo qualche tipo di paranoia. Fino a 5 anni me la
sono bevuta, da quel momento in poi ho cominciato a vederla in modo mio: lui
l’ha usata.
Punto.
Non so perché,
non so cosa lo ha spinto a farlo. Ma
l’ha usata.
Cazzo, l’ha
usata: è successo! Non sono io che la penso così, ma i fatti!
La cosa che mi fa
rabbia è che io sono nata da un abuso. Se proprio dovevo nascere, almeno
potevo nascere da un unione fatta di amore, causata
dal desiderio di far nascere qualcosa da quell’amore.
Invece no.
Purtroppo, per me e
per EJ, quanto per nostra madre, non è stato così. Destinati ad essere senza un marito e senza un padre.
Quando ero piccola,
le rare volte che uscivamo nei luoghi pubblici, a causa della rapida crescita
mia e di mio fratello, rimanevo incantata ad osservare
quelle scene di quotidianità tra padre e figlia.
Scene che accadono
tutti i giorni, ma che non attraggono l’attenzione di nessuno.
Come, per esempio, il
padre che spinge la figlia sull’altalena.
Per i bambini, ma
anche per gli adulti, è una scena come tante. È normale che un
padre stia vicino alla figlia e la faccia divertire.
Questo non era il mio
concetto di normalità.
Questo, per me, era
un’utopia, che non sarebbe mai diventata realtà.
Questo, per me,
rimaneva un sogno per tutta l’eternità.
Rimanevo, e rimango tuttora, a guardare anche un padre e una figlia star
fermi uno affianco all’altra, mentre non facevano niente.
Anche solo
l’avvicinamento fisico, mi affascinava. Vedere
un padre e una figlia suscita in me un’ammirazione incredibile. Mi davano
un senso di complementarietà.
Avete capito, no?
Come due angoli complementari, lo sono quando la loro somma equivale a 90°.
La somma di un padre
e una figlia equivale a.. non lo so.
Armonia?
Complicità? Oppure più semplicemente amore?
Non posso saperlo,
non l’ho mai provato per dire cosa sia per me un rapporto col proprio
padre.
Non sono mai stata
spinta sull’altalena da lui, non ho mai ricevuto i suoi applausi nelle
mie esibizioni col pianoforte, non ho mai ricevuto un suo abbraccio o una
parola di conforto nei momenti difficili.
In verità,
sì, ho sempre sofferto per tutto ciò, ma il dolore, non solo
sentito interiormente, ma anche esteriormente, come se mi fossi umiliata con
altre persone, l’ho provato quando ricevetti il primo invito, al liceo,
per il tradizionale ballo padre-figlia.
Lì,
cominciò la rabbia, la frustrazione e l’ odio,
per quella persona.
Mi sono sentita
umiliata, distrutta, non andando a quel ballo.
Vedere le mie amiche
scegliere il vestito, sentirle parlare per un mese esclusivamente di questo e,
infine, dire loro che non ci saremmo viste in pista, fu per me la più
grande umiliazione che avessi mai provato.
Ma, contro tutte le aspettative, con questo fatto smisi di soffrire.
E cominciò la
mia tortura.
Non piangevo
più per tristezza, ma per rabbia.
Non me ne stavo a soffrire in camera, ma andavo nel bosco e spaccavo
qualsiasi cosa trovavo.
Non parlavo
più con nessuno, cercavo in tutti i modi di reprimere la rabbia, in modo da non far del male a nessuno.
Ma
purtroppo, una volta falii.
.Flashback.
Erano passati due anni da quando mamma ci aveva raccontato la sua
storia, la sua vera storia.
Una storia triste, niente da dire.
Lei soffriva molto, ma non capivo perché non fosse arrabbiata
con quello là.
Io e EJ stavamo pranzando e mamma era seduta
con noi.
-“Oggi un ragazzo mi ha chiesto di uscire!” trillai
contenta a tavola.
EJ cominciò a strozzarsi, segno evidente che il boccone gli era
andato di traverso.
-“COSA?!” il mio fratellone era
molto geloso nei miei confronti.
Ha sempre saputo della mia sofferenza per la mancanza di un padre, e
quindi anche della gelosia che prova questo nei confronti della figlia. I primi
tempi pensavo che EJ lo facesse apposta per farmi
contenta, ma poi quindi mi vide effettivamente con un ragazzo impazzì e
diventò quasi assillante. E lo adoravo per questo.
-“Eh Già!” Sorrisi, consapevole
della sua prossima reazione.
Mio fratello cominciò con la sua solita ramanzina da geloso,
mentre mia madre la vedevo assente.
Sapevo che dopo la sua terribile esperienza era molto stizzita riguardo
questi argomenti.
Si può dire che aveva quasi paura del genere maschile, eccezion fatta
per mio fratello.
-“Mamma che c’è?” Le chiesi, cauta.
-“Tu non uscirai con questo ragazzo.” Mi disse, con lo
sguardo rivolto a terra.
Non capivo il suo atteggiamento, perché doveva comportarsi
così?
-“Ma che dici mamma, perché non
dovrei uscirci?”
-“Perché no, Renesmee, il discorso è chiuso!”
Alzò la voce di due toni, guardandomi negli occhi.
Io cominciai ad irritarmi.
-“Mamma ma mi spieghi il perché di tutto questo!?” Urlai, alterata.
-“Non alzare la voce, Renesmee!!”
Mi urlò in risposta.
-“Dimmi perché mi hai detto che non posso uscire con
questo ragazzo!” Il fatto che mi avesse detto di non poterci uscire, non mi importava granché. Ero piuttosto
‘curiosa’ di scoprire il perché di questa reazione, che mi
stava alterando.
-“Perché te lo vieto io! E smettila di urlare!” Mi
urlò.
-“No! Non la smetto! Voglio sapere!!!!”
Urlai, ancora più forte, se possibile di prima.
Sebbene quel giorno commisi un errore, non fu questo.
Sentii un dolore incredibile al viso e istintivamente misi una mano
sulla guancia. Alzai lo sguardo, e notai mia madre che, se avesse potuto, avrebbe pianto come non so cosa.
Ma io in quel momento non avevo né compassione, né
tristezza.
Era pura rabbia, che non riuscii più a controllare.
-“Che c’è? Hai paura che mi faccia usare come è successo a te???” Le urlai in faccia.
La sua espressione mutò in una ancora
più triste.
Quell’ espressione che quando la vedi ti viene un colpo al cuore.
Quell’ espressione che quando la noti nel viso di un tuo caro, ti viene da
piangere con lui.
Quell’ espressione che, quando sai di averla causata tu, ti viene voglia di
sparire.
Ero andata oltre. La rabbia mi aveva sopraffatta.
Avevo fallito.
Fine flashback.
Poco tempo dopo ci
scusammo a vicenda.
Lei per lo schiaffo e io per le brutte parole dette, anche se sono certa che
quello che avevo fatto io era molto più grave di quello che avevo
subito.
La mia rabbia
aumentò ancora, fino a diventare parte integrante di me.
Sono isterica per
natura, ormai. Anche se non è quello che ho sempre desiderato.
Perché quello
che ho desiderato, e che desidero da sempre, è
di non deludere mai i miei cari, soprattutto mia madre.
Non desidero far
soffrire i miei cari per colpa mia, sebbene io abbia sofferto per colpa di quel
che dovrebbe essere mio padre.
Ci sono persone che
ti calpestano un piede e ti chiedono scusa.
Ci sono persone che
ti calpestano il cuore, e nemmeno se ne accorgono.
Quinto capitolo in cui le cose si stanno sviluppando
Quinto capitolo
in cui le cose si stanno sviluppando.
Buona lettura:)
Seconda chance.
.Bella.
Erano le 7e30 ed era
ora di svegliare EJ.
Con il mio solito
tatto, comincio a scuoterlo, urlandogli di svegliarsi.
-“Sono sveglio!” Dice
alzando la voce.
Mi metto a ridere.
-“Muoviti, che sono
già in ritardo!” Esco dalla stanza e lo aspetto in salotto.
Dopo 20 minuti abbondanti, si decide a fare la sua comparsa in
cucina, vestito e profumato.
-“Oh
bel principino! Siamo pronti?” Gli chiedo divertita.
-“Ah
Ah Ah” Finge di ridere.
Finisce di fare
colazione e prende le chiavi della sua macchina.
-“Andiamo, Miss
Simpatia!”
Ci mettiamo a ridere
e ci dirigiamo verso il liceo di Forks.
-“Ci vediamo all’uscita.”
Dico a mio figlio, prima di scendere dalla macchina.
-“Ok, ciao mamma!”
Gli do un bacio sulla guancia e vado verso l’entrata.
È tutto un
vociferare.
Ma
che succede?
Non si fa altro che
parlare di tre nuovi studenti. Ma non era uno solo?
Poi, come una saetta,
un fulmine a ciel sereno, quella parola, quella semplice parola che aveva
affollato la mia mente tempo prima, giunge alle mie orecchie.
Cullen.
Bella, lo sapevi: un giorno
doveva succedere.
Sì, ma non sono
ancora pronta psicologicamente!
Non ho la minima idea
di cosa fare, non ho mai pensato a questo giorno, fondamentalmente.
Non so se entrare
nell’edificio, o se andarmene.
Non posso più
scappare, devo affrontarlo, prima o poi. Lui ha due
figli, i miei figli, e non lo sa, anche se sarebbe suo
diritto saperlo.
Loro sono miei, li ho cresciuti io.
Però so che se Renesmee lo conoscesse, il suo odio svanirebbe e si innamorerebbe di lui.
EJ comincerebbe a
provare un enorme stima verso quell’uomo che è suo padre.
E
io? Si scorderebbero di me?
Che fare? Che
decisione prendere? La più giusta per i miei figli, o quella giusta per me?
Essere una madre che
pensa ai suoi figli oppure un madre egocentrica ed
egoista?
La campanella
interrompe i miei ragionamenti.
Il nostro incontro è
arrivato, Edward Cullen.
Mi dirigo verso la
mia prima lezione, letteratura.
Entro in classe e mi
accomodo sul banco.
Ma
se Edward è qui, avrà sicuramente letto le menti di tutti gli studenti di
questa scuola, e quindi sarà a conoscenza della mia presenza.
E Alice? Mi avrà
sicuramente vista frequentare questa scuola.
Ehi, ehi, ehi. Ferma un attimo.
Edward non mi ama
più, me l’ ha detto chiaramente, quel giorno.
Quindi
non è qui per me.
Che abbia saputo dei
nostri figli?? E come l’avrebbe saputo?
La prima parte della
mattinata passa in modo molto tranquillo, e arriva così la pausa pranzo.
Sono molto agitata,
devo ammetterlo.
Entro in mensa,
comincio a ispezionarla interamente, ma niente.
Non ci sono.
Che storia è questa? Tutti
parlano dei Cullen, e diretti interessati non ci
sono?
Mi dirigo verso un
tavolo vuoto e comincio ad ascoltare le chiacchiere degli studenti, per cercare
di capirci qualcosa.
Da una ragazza scopro
che non si sa come si è saputo del cognome degli studenti perché cominceranno a
venire a scuola domani.
Ho un pomeriggio per
prepararmi psicologicamente.
Dopo scuola, andrò a
caccia, ma devo avvertire EJ.
Prendo il cellulare
dalla borsa e lo chiamo.
Mi risponde al terzo
squillo.
-“Sì?
-“EJ non mi venire a
prendere all’ uscita, vado a caccia.”
-“E’ successo qualcosa, mamma?”
-“No, no tesoro non
ti preoccupare.”
-“Ok! Allora ci vediamo a casa! Ciao!”
Decido anche di
chiamare Nessie, è da ieri che non la sento.
Non mi risponde,
magari sarà a lezione.
Finita la mattinata,
corro verso il bosco.
Comincio a girare per
tutta la foresta e riesco a rimediare solo tre cervi, ma mi bastano.
Sto per prendere la
via di casa, quando un odore colpisce le mie narici.
Un odore che ho già
sentito in passato.
Che ho sentito un
milione di volte.
Un odore che ho
sempre amato.
Seguo la scia, e mi
ritrovo davanti alla villa dei Cullen: le luci sono
accese.
È confermato, Edward
è tornato, e non so perché.
Corro verso casa, corro lontana da lui.
Non sono pronta ad
affrontarlo.
Ma
devo dirgli di EJ e di Nessie, devo. Sono i suoi
figli.
Ma
non se lo merita. Sono io che li ho cresciuti, sono io che li ho visti
maturare, fino a diventare le splendide persone che sono ora. Lui non ha
vissuto niente con loro, che diritti ha nei loro confronti?
Nessuno! Come si
permette? Loro sono miei.
Bella, ma ti stai
sentendo? Stai pensando solo a te.
Sono in prossimità
dell’autostrada, e mi fermo.
In una circostanza
come questa nono posso permettermi di essere egoista.
Devo pensare prima di
tutto ai miei figli, devo pensare alla loro felicità, anche se questo comporta
immettere nella loro vita una persona che mi ha fatto soffrire per moltissimi
anni.
E lo sta facendo
tuttora.
Perché per quanto
possa dire di odiare Edward, di non amarlo più perché mi
ha abbandonata con due figli in grembo, mentirò sempre.
L’ho amato e lo amo tuttora.
Ho sofferto per lui e
soffro tuttora.
E soffrirò per
sempre.
Perché non amerò mai
nessuno come ho amato lui. Solo con lui, potrei essere
veramente felice.
Se potessi, piangerei
come una fontana.
Non so che fare, non so con chi parlarne.
I miei genitori non
ci sono.
Alice non c’è più.
Non posso parlarne
con i miei figli.
Devo prendere una
decisione da sola, e al più presto.
Tutti meritano una
seconda chance.
___
Rientro in casa e
trovo EJ al pc.
-“Ciao tesoro.” Gli
dico. Ha un sandwich su una mano e sull’altra una lattina di coca cola.
-“Ciao mamma!”
risponde col boccone. Quant’è buffo.
-“Che stai facendo?”
Gli chiedo.
-“C’è Ness in webcam!” Mi precipito davanti al computer, e su un
piccolo schermino riesco a vedere, malamente, mia figlia, bella come sempre.
-“Tesoro mio!” Le
dico.
-“Ciao mamma! Scusa se oggi non ti ho risposto ma ero a
lezione!”
-“Non ti preoccupare, tesoro, me lo ero immaginato! Come stai? Come vanno le lezioni?”
-“Abbastanza bene, qui è fighissimo! Mi piace tutto! L’amplesso, le materie,
anche i professori non sono niente male! Peccato gli elementi che frequentano questa università!”
-“Come mai??”
-“Eh, mamma, sempre le solite cose!”
-“Devono ringraziare
che non ci sono io!” Urla EJ dalla cucina.
-“Ahhahah! Fratellone gelosone!”
Ci sono pochi istanti
di silenzio da entrambi le parti.
-“Mi mancate tanto, mamma.”
-“Oh
tesoro! Ci manchi tanto anche tu! Pensa che sono solo tre anni e che
puoi smettere quando vuoi!” le dico per tranquillizzarla.
-“Lo so, però mi mancate lo stesso. Qui ogni giorno ci sono genitori che
vengono a trovare i figli!”
-“Tesoro sai
benissimo che mi manchi immensamente.” Le dico.
-“Si mamma, ma non è per te. Qui ci sono milioni di padri orgogliosi
delle loro figlie. ‘Oh tu sei la figlia che tutti vorrebbero avere!’ ‘Quando mi vedono, mi fanno sempre i complimenti per avere
una figlia come te’ ‘Sono così orgoglioso di te!’” Dice,
imitando una voce maschile.
-“Mi dispiace tanto, Ness.” Sono, come sempre,veramente
dispiaciuta per lei.
Perché è soprattutto
lei che ha sentito la mancanza di un padre, e penso sia più che normale.
-“Se devo avere un padre come quello là, preferisco stare senza.” Dice,
riferendosi a Edward.
-“Renesmee..” La rimprovero. Sa che mi dispiace sentirla parlare così.
-“Mamma, sai benissimo come la penso.” Sì, lo so, e questo complica
tutto.
-“Mamma scappo che devo cedere il pc alla mia
compagna. Ci sentiamo per cellulare! Ciao mami! Ciao fratellone!”
-“Ciao tesoro!!!” Diciamo insieme io ed EJ.
La posizione di Renesmee mi è scomoda, mi scombussola tutta la decisione
che ho preso poco fa.
Penso comunque, che i
miei figli per giudicare il loro padre, debbano
conoscerlo.
E quindi, ho preso la
mia decisione.
Edward Cullen, hai un’altra chance.
Piccola anticipazione:
nel prossimo capitolo ci sarà un incontro mooolto
importante.
Vi dico, da ora,
che nessuno ha indovinato tra chi sarà l’incontro.
Scommetto che non
ve lo immaginereste mai..
Buona lettura!
.EJ.
-“Sì?
-“EJ non mi venire a prendere all’ uscita,
vado a caccia.”
-“E’ successo
qualcosa, mamma?”
-“No, no tesoro non ti preoccupare.”
-“Ok!
Allora ci vediamo a casa! Ciao!”
Chiudo a mia madre e
torno al lavoro.
Sto riguardando l’inventario,
per controllare se ci sia qualche errore da correggere.
Sento la porta aprirsi
e vedo fare la sua comparsa, una ragazza, come dire, splendida.
Non molto alta, anzi,
abbastanza bassina, con capelli sbarazzini e un fisico da modella.
Ma
poi noto delle caratteristiche, alquanto evidenti: ha la pelle diafana, una
bellezza da far paura e due paia di occhi dorati che mi stanno guardando
interrogativi.
Deglutisco in modo
impercettibile, essendo un vampiro può sentirmi.
-“Buongiorno.” Le
dico, facendo finta di nulla.
Lei mi sorride
cordiale e ricambia il saluto.
Senza smettere di
guardarmi, si sposta verso l’area dei vestiti da donna, poi distoglie lo
sguardo per ammirare uno dei vestiti esposti.
Il fatto che c’è una
vampira a Forks non dovrebbe sorprendermi, più volte
mia madre che è il luogo adatto a un vampiro per viverci.
La cosa che mi
sorprende è come questa vampira, come mia madre, sia in grado di stare, senza
problemi, in un luogo chiuso con un umano. O meglio, un individuo che, a chi
non sa della mia natura, appare come un normalissimo umano.
Torniamo a guardarci
dopo vari minuti.
-“Posso provare
questo?” Mi chiede, quasi impaurita.
Io le sorrido, per
sembrare tranquillo.
-“Certo.” Le
rispondo.
Lei prende una manciata di vestiti e se li va a provare.
Chi è? So che
esistono vampiri vegetariani, e so che mia madre ha
adottato questo stile di vita dai Cullen. Ma chi è lei?
È una normale
vampira, EJ, non farne una tragedia.
Si è vero, è una vampira come tutte le altre. Ma
c’è qualcosa, ma non capisco cosa, che mi spinge ad andare più a fondo in
questa vicenda.
Dopo una mezz’ora
buona ricompare e si avvia verso la cassa.
-“Li prendo tutti.”
Mi dice sorridendo.
Strabuzzo gli occhi.
-“Tutti?” Non
riuscendo a tenere a freno i miei pensieri.
Cavolo, quella roba
messa insieme costerà un patrimonio!
-“Sì, c’è qualche
problema?” Mi chiede allarmata.
-“No,
no. Mi scusi.” Le dico.
La vampira arriva a
spendere 1170 euro.
Sono allibito.
Le dico la cifra, e
lei, senza dir nulla, prende il portafoglio e me li da
in contanti.
Sono strabiliato.
Prendo
i soldi e li fisso nella mia mano. Ritorno in me e li metto nella cassa.
-“È stato un piacere,
ci vediamo!” Mi dice, sfoggiando un sorriso perfetto.
-“Sì.
Arrivederci.” Le dico, ricambiandole il sorriso.
Devo vederci chiaro.
Per ora torno al mio
lavoro, poi ci penserò.
____
Varco la soglia di
casa e trovo mia madre ai fornelli.
-“Mamma ti devo parlare.” Le dico seriamente.
Lei si volta,
stupita, e spegne tutto.
-“Dimmi, tesoro, mi
devo preoccupare?” Mi chiede spaventata.
-“Mamma oggi a
negozio è arrivata una vampira.”
Mia madre spalanca
gli occhi, l’ho colta di sorpresa.
-“EJ.. Tu gli hai detto che sapevi cos’era?” Mi chiede.
-“No,
mamma. Ma dovevi vedere! Ha comprato 1170 euro
di roba!!!” Le dico, convinto che l’avrei sorpresa. Ma mi sbaglio.
-“Descrivimela.” Non ha
ascoltato minimamente quello che le avevo appena detto.
Gliela descrivo e la
vedo più volte irrigidirsi e guardarmi meravigliata.
-“Ok, EJ, mi raccomando, stai attento. Potrebbe ricapitare.” Mi dice,
preoccupata.
-“Mamma tu sai chi è.”
Non è una domanda, è un’affermazione.
L’ho notato dagli
occhi, dalle espressioni che ha fatto mentre gliela descrivevo.
Era come se le avevo descritto una persona che non vedeva da tanto e
che non si aspettava che io l’avessi mai potuta vedere.
-“No, EJ, che dici?”
Mi dice, confusa.
-“Ok, scusa.” Farò
finta di crederle, tanto non mi direbbe niente, se insistessi.
Ceno, e me ne vado
subito a letto.
Sento che qualcosa
sta cambiando.
__
.Vampira.
Non riesco a
togliermi dalla mente, che quel ragazzo è la fotocopia di Bella.
Sicuramente avrete
capito chi è la vampira.
Eh già! Dal prossimo
capitolo ne vedremo delle belle!!
Inconsciamente sono
preparata a questo fatidico incontro, ma razionalmente ancora non me ne
capacito. EJ oggi ha visto Alice e la cosa mi ha stravolto.
Lei avrà intuito
qualcosa? Infondo mio figlio è la mia copia.
EJ sta dormendo e io sono qui, seduta sul divano, senza sapere cosa fare e
cosa pensare.
Avanti, Bella, sapevi
che sarebbe successo.
Non faccio altro che
ripetermi questa cosa dal momento in cui ho sentito il cognome “Cullen” a
scuola. Ma infondo di che mi preoccupo?
In fin dei conti,
rivedrò solo il grande amore della mia vita, che mi ha abbandonato in una
foresta buia non prima di avermi messa incinta.
Bella, non fai altro
che peggiorare le cose così.
Renesmee mi ucciderà.
Fino a due giorni fa
la pensavo anch’io come lei: loro non dovevano conoscere il padre.
In primis, perché
Edward, fondamentalmente non se lo merita. Poi c’è da dire, che sarebbe inutile
se Edward si rifacesse vivo ora per fare da padre ai miei figli.
Loro ormai non hanno
più bisogno di lui, sono grandi, e io sono bastata
per..
BELLA
SMETTILA!
Smettila di essere
egocentrica ed egoista! Pensa a loro!
Maledetta coscienza.
Loro non vogliono
conoscere Edward! Me l’hanno detto chiaramente.
Sono accecati
dall’odio! È ovvio che non lo vogliano rivedere. Sai benissimo che entrambi si innamoreranno del loro padre. Non puoi impedirlo.
Brutta..
Ok. Credo sia il caso
di finirla con il mio monologo mentale.
Vorrei andare a
caccia, ma sinceramente non mi va.
Ho paura di
incontrarli, anzi, di incontrarlo.
E lui? Lui come
reagirà?
Sarà contento? Sarà
scocciato?
In fondo lui non mi
ama, me l’ha detto. È ovvio che non gli farà piacere.
Piantala,
Bella.
Non è normale il
fatto che io senta voci nella mia mente.
Riconosco di non
essere MAI stata una ragazza normale, né da umana, né da vampira, ma farsi
rimproverare da delle strani voci è un fatto preoccupante.
Sospiro, pensando a
cosa succederà nei prossimi giorni.
Staremo a vedere.
__
Oggi EJ ha il giorno
libero, e ho deciso di non svegliarlo.
Gli ho lasciato un
biglietto e sto andando a scuola a piedi. Non è una gran fatica, per me.
Arrivo e, come mi
aspettavo, c’è un gran subbuglio.
Questi nuovi tre
studenti, a quanto pare, sono tre strafighi, due maschi e una femmina.
Dalle descrizioni che
sento, uno dei due ragazzi è biondo con l’aria di uno in agonia.
Deglutisco.
Anche la ragazza è
molto bella, capelli sbarazzini e bassina.
Deglutisco di nuovo.
E l’altro ragazzo,
sentendo una delle tante ragazze che spettegolano, è un figo da paura con
capelli biondo-ramati e un fisico da urlo.
Deglutisco una terza
volta, ma molto più sonoramente.
Quello su cui ho
riflettuto questi giorni, è tutta un’enorme cazzata.
Non sono pronta, né
razionalmente, né inconsciamente. Non sono pronta e basta.
Speravo che non
succedesse mai, che non mi avrebbe mai portato via i miei figli.
Ho sempre sperato che
il mondo fosse così grande da non rincontrarlo per l’eternità.
Ma
mi sbagliavo, non è così.
Destino? Mah.
Non so che dire. Le
gambe vogliono andarsene, correre via, prendere EJ e correre da Renesmee.
Lontano da qui.
Lontano da lui.
Devo essere forte, lo
sono sempre stata.
Perché non sono più
come la Bella di qualche anno fa? Che quando ha scoperto di essere incinta di
un vampiro è andata avanti lo stesso?
Fallo per i tuoi
figli.
La mia coscienza ha
ragione.
Con passo spedito mi
avvio nell’edificio scolastico.
_
La mattinata scorre
tranquilla, fino all’ora di pranzo.
Ho scoperto che i tre
vampiri frequentano il terzo anno e che hanno corsi prevalentemente nell’altra
ala dell’amplesso.
Che fortuna.
Ma,
purtroppo, la mensa è una sola.
Certo, potrei non
andare, ma devo farlo. Per i miei figli.
Entro e non noto
niente di speciale. Mi guardo un po’ intorno, fino a che..
Li vedo.
Jasper e Edward mi
danno le spalle e stanno parlando tra loro. Alice è di fronte a me e ha la
bocca spalancata, e mi guarda.
Edward le chiede cosa
succede, le sta leggendo la mente.
Nella frazione di
secondo in cui capisco, che Edward mi ha visto nella mente di Alice, me ne
vado.
Faccio dietrofront e
mi dirigo a passo veloce, umano ma veloce, verso l’uscita.
Arrivata nello spazio,
mi nascondo dietro il muro laterale dell’edificio, sperando che Edward, o
Alice, o chiunque sia, non mi abbia seguito.
Non posso tornare a
piedi, se decidessero di corrermi dietro mi fermerebbero subito.
EJ, sono a scuola mi vieni a prendere? ORA.
Invio, il più presto
possibile, il messaggio e mi rilasso appoggiandomi al muro.
Se il mio cuore
potesse battere, a quest’ora sarebbe uscito dal petto.
Respiro
profondamente, mi sporgo per vedere se c’è qualcuno, ma fortunatamente non c’è
nessuno.
-“Cerchi qualcuno?”
Mi chiede una voce squillante dietro di me.
Mi volto,
terrorizzata, e osservo il mio interlocutore.
Non ci sono aggettivi
per descrivere chi è davanti a me.
Solo una parola.
Alice.
Deglutisco, ancora.
Lei mi sorride,
emozionata, sembra che non vede l’ora di abbracciarmi.
Io, dal canto mio,
non so come comportarmi.
La guardo, con gli
occhi sbarrati, e lei capisce il mio disagio.
-“Bella, smettila,
sono sempre io! Non mordo mica!” Credo che se potesse, piangerebbe.
-“Alice” Sussurro.
-“Amica mia!!!!!” Mi prende e mi abbraccia, senza che io potessi
reagire.
Realizzo che la sua
voce è la stessa della mia coscienza.
Maledetta.
-“Alice, ti prego
calmati” Le sussurro.
-“Bella!
Amica mia! Sei.. sei come noi ora!” Mi dice, emozionata.
Tento di sorriderle,
ma credo mi sia uscita una specie di smorfia.
Pian piano che
riprendo lucidità, costato che è Alice ad avermi inseguita, non Edward.
Bè, Bella, fai due più due..
Non so se abbia
parlato Alice, o la mia coscienza.
Credo che impazzirò.
-“Bella, devi venire
a casa nostra! Io non ho visto niente riguardo la tua
trasformazione! Chi è l’artefice? Perché l’ha fatto? Devi raccontarci tutto!”
Vorrei tanto, tanto,
tanto trovare la forza per dirle di no, che non volevo avere a che fare con lui.
Ma poi penso ai miei
figli, alla loro felicità.
Metto da parte il
dolore, il rancore e la delusione.
La guardo negli occhi
e le rispondo.
-“Sì, Alice, vi
racconterò tutto.”
Lei mi sorride e mi
abbraccia di nuovo.
-“Oggi va bene,
Bella?”
Annuisco e basta, non
sono capace a dire o a fare altro.
Lei mi sorride e mi
riabbraccia di nuovo.
Ci guardiamo, ma un
clacson fa sì che i nostri sguardi si posino sulla fonte del suono.
È EJ.
-“Scusa Alice, devo
andare. Ci vediamo oggi, allora.”
Lei mi guarda, quasi
delusa, guarda in basso e annuisce.
-“Ciao Bella.” E se
ne va.
Corro il più
normalmente possibile verso la Volvo di EJ.
Non so cosa mi sia
passato per la mente quando gli ho permesso di comprarla.
Mi ricorda così
tanto..
BASTA BELLA!
Ok, ok.
Entro in macchina,
allaccio la cintura e guardo fissa davanti a me, sperando che mio figlio non mi
chieda nulla sul mio strano comportamento.
-“Stai sperando che
io non ti chieda niente, vero? Sappi che non sarà così.”
Bene, perfetto.
-“EJ, lascia stare.”
Lo sto pregando.
-“No, mamma. Ho lasciato
andare ieri, ma oggi non mi scappi di nuovo, voglio
sapere cosa sta succedendo.” Intanto parte. “Cosa ti
STA succedendo.”
-“Non capisco, cosa
intendi?” Gli chiedo seriamente.
-“Sai benissimo di
che parlo, mamma. Ieri sera ti racconto di una vampira che è venuta a negozio e
ti vedo terrorizzata mentre te la descrivo. Poi mi arriva un tuo messaggio che,
da com’era scritto, sembrava che ti stessero per violentare, o qualcosa del
genere.
Arrivo davanti a
scuola, rischiando anche di farmi uccidere per strada, e ti vedo parlare
proprio con la vampira che ho visto a negozio. E ora sali in macchina, come se
avessi visto uno zombie, per modo di dire, e ti aspetti che io non voglia
sapere niente? Bè mamma sarò un tipo calmo, ma non un tonto.” Mi dice, mentre
fissa la strada.
Sono sbalordita.
Erano veri i consigli che mi davano di non affrontare la vita hollywoodiana.
Sono una pessima
attrice, e sono anche in trappola.
-“EJ, te ne parlerò.
Al momento opportuno, non ora.”
Lui si mette a
ridere.
-“Che c’è, sono cose
da grandi?” E ride.
Io sorrido con lui.
-“In un certo senso.”
Poi si volta verso di me.
-“Mamma, posso stare
tranquillo?” Era dolcissimo.
-“Certo, tesoro mio.
Devi.” Lo adoro, è il figlio che tutte le mamme vorrebbero avere.
E presto, avrei
dovuto dividerlo con suo padre.
__
EJ mi ha avvertito
che doveva andare a lavoro per mezza giornata perché doveva aiutare la nuova
collega, quindi, molto tranquillamente, in senso ESTREMAMENTE figurato, mi
avvio, di corsa, verso casa Cullen.
Non posso farcela.
Pensare che questa che si trova davanti a me fosse la mia seconda casa mi fa
venire i brividi. Mi avvio verso la porta, chissà se mi hanno sentito arrivare.
Suono il campanello.
L’agitazione ha preso
il sopravvento su di me, non so come comportarmi, cosa dire, come..
Non faccio in tempo a
pensare che davanti a me si materializza lei, la mia seconda mamma.
Esme.
È inutile dire che è
bella come sempre, anche perché sarà sempre così.
Mi sorride, anche lei
emozionata. Sembra come se le fossi mancata, come ad Alice.
Mi pare molto strana,
questa cosa.
Senza parole, senza
dire niente, si avvicina e mi abbraccia, sulla soglia della porta.
Non posso far altro
che ricambiare, anch’io emozionata.
-“Bella, finalmente
ti rivedo.” Mi sorride.
Le sorrido di
rimando.
-“Mi sei mancata,
Esme.” Le dico, in tutta sincerità.
Ci sorridiamo di
nuovo e m’invita ad entrare.
Percorriamo il lungo
corridoio, e noto che nulla è cambiato.
Stessi quadri, stessi
mobili, ma sempre lo stesso stile.
Senza che me ne
rendessi conto, mi ritrovo sei vampiri davanti che mi fissano.
Giuro, se fossi stata
umana, sarei diventata rossa dalla punta dei capelli fino alle dita dei piedi.
Sono Bella Swan,
dopotutto.
Alice, senza dire
niente, mi si fionda addosso e ci abbracciamo di nuovo.
Poi è la volta di Emmett.
-“Bellinaaaa!! Sei così bellina anche da vampira!!!”
Mi stritola, letteralmente.
-“Ciao Emmett.! Gli dico sorridendogli.
Rosalie, contro tutte
le mie aspettative, mi abbraccia commossa, e non riesco a capire perché.
Poi è la volta di
Jasper.
Non so come la pensi
su quell’ultima serata passata insieme il giorno del mio compleanno, spero però
che se ne sia dimenticato.
-“Bella mi dispiace
non sai quanto.” Le mie speranze erano state vane.
-“Jasper, è solo un
lontano ricordo.” Gli sorrido.
Poi è la volta di
Carlisle.
-“Mi sei mancata,
figlia mia.”
Sentirmi chiamare
figlia da qualcuno, dopo Charlie, mi fa venire una voragine nel petto, che si
riapre ogni volta che si parla di mio padre, oppure anche solo se mi capita di
pensarlo.
Lui è rimasto
incantato a guardarmi da quando sono arrivata.
Non ha smesso di
fissarmi per un attimo.
È sempre bellissimo e
perfetto.
Decido di fare io il
primo passo.
-“Ciao Edward.” Gli
dico in modo molto calmo.
Lui mi guarda, quasi
estasiato.
Ma
sbaglio o non mi amava più?
-“Svegliati cretino!”
Gli dice Rosalie.
-“Ciao Bella.” Mi
dice in un sussurro.
-“Bella, ti va di
raccontarci cosa ti è successo in questi anni?” Mi chiede Carlisle.
Io lo guardo, e
sorrido.
-“Sì, sono pronta.”
Dico più a me stessa che a lui.
Che dite? Quali
saranno le reazioni dei cullen al racconto di bella??
Se avete suggerimenti li accetto molto volentieri.
Oggi rispondo
alle recensioni!!!
sabryepenny: ti ringrazio veramente tanto per aver recensito tutti i capitoli!! Lo
apprezzo molto. e apprezzo anche che si riesca a
capire quello che scrivo, questo è molto gratificante! Come lo hai trovato
questo capitolo???
giova71: grazie anche a te per aver recensito la maggior parte dei capitoli! E
no! Fidati, le sorprese non sono affatto finite! Fammi
sapere se ti è piaciuto questo capitolo!
_MiSSCuLLeN_ : grazie mille
per i complimenti!! Ti è piaciuto il capitolo??
betely90: sono contenta
che la storia ti attiri! E comunque, solo alice
spenderebbe 1170 euro in una volta sola! Diciamo che con questo dettaglio si è
capito subito chi fosse la fantomatica vampira! Fammi sapere se il capitolo è
stato di tuo gradimento!
fylandra: ahahhagrazieeee!! Spero in un’altra tua recensione!
vampirella75: e chi sennò??? Ahahah mi farebbe piacere leggere un tuo parere sulla
storia!
mi dispiace non aver rispettato i consigli
delle recensioni, ma ho avuto un lampo di genio e ho un porgetto
in testa che credo vi piacerà (o almeno lo spero).
Buona lettura!
Ti interessa
veramente?
.Bella.
Ci accomodiamo sui
divani presenti in salotto.
Alice con Jasper,
Emmett con Rosalie, Esme e Carlisle
e lui appoggiato alla mensola della finestra.
-“Non so da dove
cominciare.” Do voce ai miei pensieri.
Esme,
che si trova sul divano alla mia destra, mi posa la sua mano sulla mia.
-“Stai tranquilla,
Bella.” E mi sorride.
Giro lo sguardo verso
lui e noto che mi sta ancora fissando.
Non so decifrare la
sua espressione: non so dire se è deluso, triste,
forse anche scocciato per ritrovarmi di nuovo tra i piedi.
Prendo un grande
respiro e comincio.
-“Diciamo che è il
caso di iniziare dall’inizio.” Alzo lo sguardo verso Edward. E guardandolo
negli occhi dico “Dal vero inizio.”
Il suo viso si tende
ancora di più, ha capito dove voglio arrivare.
-“Il giorno dopo la
festa per il mio diciottesimo compleanno, dopo tutto ciò che voi ben sapete, è
successo, Edward mi ha portato nella foresta.” I ricordi cominciano a fare
male, sento la tensione fra i presenti.
-“Edward mi ha
comunicato che Carlisle non sembrava più dimostrare
l’età che gli umani credevano avesse, quindi era necessario trasferirsi da Forks.” Sorrido, sarcastica, pensando a quanto fossi stata stupida.
“Inizialmente pensavo che voi mi voleste con voi, ma mi sbagliavo. Edward mi
spiegò che non dovevo venire. Non capii immediatamente il perché, poi mi disse
che non ero la ragazza giusta per lui.” Mi fermo un
attimo. Cerco di cogliere le reazioni e vedo Alice, Emmett e soprattutto
Rosalie guardare trucidamente Edward, che invece mi sta fissando.
-“In quel momento
capii tutto.” Tutti ritornano a guardare me. “Non mi voleva.”
Incollo i miei occhi
ai suoi. Oro su oro.
-“Mi facesti fare la
promessa di non fare niente di stupido, o d’insensato. In cambio, mi
promettesti che sarebbe stato come se non fosse mai esistito. Ma sapevamo entrambi, che non sarebbe MAI stato così.
Soprattutto dopo quello che successe dopo.” Vedo i
Cullen voltarsi a guardarmi per capire cosa stessi dicendo. Edward chiude gli
occhi. Volto lo sguardo verso il basso.
-“Dopo tutto ciò, io ed Edward facemmo l’amore. Non era il momento
che avevo sempre sognato, ma successe. E anche se il luogo, il momento e l’ atmosfera non erano quelle che avevo sempre desiderato,
fui felice. E lo sono ancora, perché io ti amavo, Edward.”
Alzo lo sguardo, guardandolo.
Ci stiamo fissando.
Cala il silenzio, non
so come andare avanti.
Gli altri, con mia
grande gratitudine, non mi chiedono, almeno per ora, dettagli su quello che ho
appena raccontato.
-“Com’è avvenuta la
tua trasformazione, Bella?” Mi chiede Carlisle.
È arrivato il
momento.
-“Vi chiedo solo una
cosa: non fate commenti, né domande prima che io abbia finito.”
Tutti fanno cenno di
sì con la testa.
-“Dopo poco tempo che
ve ne andaste, cominciò un lungo e buio periodo, per me. Charlie era
preoccupato, non sapeva che fare. Per farlo stare tranquillo cominciai a
frequentare Jacob Black, il figlio di Billy Black. Eravamo amici, ci vedevamo spesso, ma dopo poche
settimane cambiò tutto.
Jacob non mi chiamava
più, non ci vedevamo più e io cominciai a stare male,
sia psicologicamente che fisicamente.” Mi fermo.
-“Scoprii che il
motivo per cui Jacob non mi cercava più era perché i suoi amici non glielo
permettevano.” Mi guardano confusi.
-“Jacob è un
licantropo.”
-“Lo sappiamo, Bella.” Mi dice Carlisle.
Meglio così.
-“Avemmo un
confronto, lo andai a cercare a casa e gli chiesi spiegazioni. Mi spiegò che
non poteva più vedermi, che non voleva più vedermi,
perché di conseguenza seppe che voi eravate vampiri. Non voleva più avere a che
fare con me. Quando tornai a casa ebbi un attacco di vomito.
Non riuscivo a capire
le cause, si può dire che non mangiavo più.
Poi capii.”
Alzo lo sguardo verso
gli altri. Li guardo tutti, lui per ultimo. Mi alzo e attraverso i 3 metri che ci separano
lungo il salotto. Ci fissiamo.
-“In quel momento,
capii perché non poteva mai essere come se non fossi mai esistito.
Rimasi
incinta, Edward.”
Carlisle
è sbalordito.
Esme
si è portata le mani davanti alla bocca.
Alice è con la bocca
spalancata.
Jasper ha gli occhi
sbarrati.
Emmett è rimasto
nella stessa posizione, ha solo messo una mano davanti alla bocca.
Rosalie ha le mani una sull’altra sopra il cuore.
E lui, lui ha gli
occhi sbarrati, la bocca spalancata.
Non ho mai creduto
che avrei mai potuto sorprenderlo così, di solito è stato sempre il contrario.
Vederlo così, in
queste condizioni, mi da un senso di, come dire,
parità con lui.
Perché mi sono sempre
sottovalutata rispetto a lui: in fin dei conti lui era il vampiro perfetto,
bellissimo e dolcissimo, mentre io ero l’umana impacciata e sicuramente non al
suo pari in fatto di bellezza. Ora non è più così.
Ora anch’io ho gli
occhi dorati come i suoi, ora anch’io sono forte e veloce come lui.
Siamo
sullo stesso piano, ora, Edward.
-“Bella.. Ma com’è possibile?” Mi chiede Carlisle,
sconvolto, che intanto si è alzato.
-“Probabilmente le
vampire donne diventano sterili con la trasformazione, mentre gli uomini no.
Quindi il rapporto tra un vampiro e un’umana può generare dei figli.”
-“Cosa
è successo dopo Bella???” Mi chiede Esme,
quasi spaventata.
Mi volto verso di lei
e le rispondo.
-“Non ce la facevo
più a rimanere a Forks. Me ne andai. Ma solo dopo aver raccontato a Charlie cosa
era successo veramente, gli raccontai tutta la verità.”
Dico, senza aver paura di una loro reazione sul fatto che avessi detto il segreto ad un umano.
Invece non mi dicono
niente, ma con gli occhi mi incitano a continuare.
-“Charlie era
contrario alla mia partenza, fece di tutto per convincermi a restare, per farmi
aiutare da lui, avrebbe fatto di tutto per aiutarmi. Non volevo trascinarlo in
tutta questa faccenda, quindi me ne andai a vivere, sola, in Canada.”
È ora di raccontargli
di loro.
-“La gravidanza non
procedeva come una qualunque. A due mesi ero come una normale donna umana
all’ottavo mese.
Non sapevo cosa fare,
come affrontare questa situazione, né tantomeno cosa dovevo aspettarmi.
Decisi di andare a
trovare Charlie, era da due mesi che non lo vedevo.
Il diciassette
novembre, cominciai a non sentirmi bene.”
I ricordi, di nuovo,
cominciano ad invadermi la mente.
-“Sentii qualcosa
rompersi, spaccarsi, dentro di me. Poco dopo capii che mi si erano spezzate due
costole. Non so come, ma capii che era il momento.
Charlie mi sentì
urlare, cercò in tutti i modi di aiutarmi, mi chiedeva cosa doveva fare, cosa
poteva fare per farmi sentire meglio.
Non riuscivo a
rispondere e a un certo punto vidi il buio e non sentii più niente.
Non so dopo quanto mi
svegliai.
Mi ricordo che appena
aprii gli occhi, vidi tutt’altro mondo di quello che conoscevo da umana.
Perché subito,
compresi, che non lo ero più.
Ero
stata trasformata.”
Il silenzio cala di
nuovo nella stanza, le reazioni sono sempre le stesse, anzi, non sono mai
cambiate. Ciò che mi interessa, però, in questo
momento, è solo la sua reazione.
Voglio sapere quello
che pensa, quello che prova, ma soprattutto se gli
interessa sapere oltre, o se non ne vuole più sapere niente.
Colta
dall’incertezza, do voce ai miei dubbi.
-“Posso continuare?”
Chiedo, quasi intimidita.
Mi guardano,
strabiliati.
-“Devi.” L’unica
volta che lo sento parlare.
L’ha detto come se fosse
un ordine, come se volesse sapere.
Non so se devo
esserne felice o no.
-“ Quando mi
svegliai, non sapevo cosa fare. Decisi di alzarmi, di dirigermi al piano di
sotto. Sentii la televisione parlare, era una partita di baseball.
Non ci capivo niente,
non connettevo.
Provai a chiamarlo.”
Mi blocco, non riesco
a continuare, ma mi faccio forza.
-“Papà. Lo chiamai. Mi resi conto che lo dissi troppo piano, tanto che lui
non potesse sentire. Riprovai a chiamarlo più forte e mi sentì.
Lo vidi voltarsi e
guardarmi.
Si irrigidì.
Sapeva cosa aveva davanti, sapeva cos’ero diventata.
Mi chiamò e si
avvicinò.
I sensi mi avevano
abbandonato, tranne l’olfatto.
Sentivo solo l’odore
del sangue.
Mi scordai di tutto,
l’unica cosa che mi interessava, di cui necessitavo in
quel momento, era del sangue di Charlie.”
Mi guardano sconvolti,
una cosa del genere, da me. non se la sarebbero mai
aspettata.
-“Dopo
che mi resi conto ciò che avevo fatto, mi gettai su di lui. Mi ricordai
che non potevo piangere, quindi mi limitai a singhiozzare sopra il suo corpo.
La sofferenza in quel
momento era enorme.
Ma,
un suono, un pianto, mi distrasse da mio padre.
Mi alzai da lui e mi
diressi verso la fonte del suono.
Arrivai in cucina e mi incantai a guardare ciò che avevo davanti.”
Sono impazienti di
sapere ciò che successe. Perciò continuo.
-“Mi avvicinai alla
carrozzina accanto al tavolo. Guardai dentro e mi resi conto che lì dentro c’era
mio figlio. Aveva l’aspetto di un bimbo di 9 mesi,
seppure la gravidanza ne fosse durata due.
Era bellissimo. Aveva
i capelli color mogano e gli occhi del colore della cioccolata fondente.
Mi incantai
a guardarlo, era bellissimo, e mi resi conto che era la mia copia.”
Smetto di raccontare,
e vedo Alice sbarrare gli occhi e guardare verso di me, come per cercare
risposte alla domanda che mentalmente mi ha posto.
Io annuisco con il
capo e lei sbarra ancor di più gli occhi.
-“Poi, però, con mia
grande sorpresa, sentii un altro pianto. Mi volsi e vidi che, vicino al
televisore, c’era un'altra carrozzina. Mi diressi verso essa e guardai dentro.
E rimasi strabiliata
per la seconda volta.
Era una bimba, una bimba bellissima.
Aveva i capelli
ramati con dei grandi occhi verdi.
Mi resi conto che era
la copia di Edward.”
Mi fermo, non sapendo
cos’altro aggiungere.
Si guardano tra loro,
ma io ho occhi solo per lui.
Voglio cogliere ogni
sua minima espressione, per capire cosa pensa, cosa ha
intenzione di fare.
-“Bella, ma era.. lui?” mi chiede Alice.
-“Sì, Alice.” Lei
sbarra gli occhi, avuta la conferma della sua domanda silenziosa.
Gli altri ci guardano
interrogativi, non capendo di cosa stiamo parlando.
-“Avete visto quando
l’altro ieri sono andata a quella boutique in centro? Il commesso è..”Dice Alice, non riuscendo a continuare.
-“Si Alice, era EJ. Mi ha raccontato di avere avuto come cliente una
vampira, ti ha descritta e ho subito capito che fossi
tu.”
-“Quindi
tu sapevi che noi eravamo tornati!”Mi chiede Alice.
-“Si,
lo so da ieri.”
Cala di nuovo il
silenzio.
Ad
interromperlo, è il mio telefono che squilla.
È EJ.
-“Mamma??Dove sei?”
-“Ehm.. EJ.. sono..”
Vedo gli altri
sorridere, Alice corre verso un comodino e ne estrae una
foglio e una penna.
Invitalo a prendere un
caffè!
Non so se è una buona
idea, EJ potrebbe non perdonarmela.
Ma tanto prima o poi
deve succedere.
-“Sono le cose da grandi?”
-“No,
no. Sono a casa di una compagna, bisogna fare un lavoro. Mi vieni a
prendere? Ti hanno invitato per un caffè.”
Cosa
ho fatto?
-“Sì, volentieri! Mi dai l’indirizzo?”
Gli do l’indirizzo e
gli dico di partire fra mezz’ora.
Mi volto verso gli
altri, che sono raggianti.
-“Come si chiamano?”
Mi chiede lui.
Lo guardo e gli
rispondo.
-“Lui si chiama EJ. Da Edward Junior. È uguale a me
sia fisicamente che caratterialmente. Un tipo timido, pacato
e molto educato, ma anche molto sveglio.
Lei si chiama Renesmee, dall’unione di RenèeeEsme. È uguale a te, sia
fisicamente che caratterialmente. Decisa, forte e
testona. Non cambia idea facilmente.”
Tienitelo a mente, Cullen.
-“Potete aspettarci
nella sala da pranzo?” Capisco immediatamente che Edward vuole parlarmi.
Gli altri mi
sorridono e se ne vanno in cucina.
Si mette seduto sul
divano. E mi incita a mettermi vicino a lui.
Io, titubante,
accetto e mi accomodo.
-“Bella, non so che
dire.”
-“Non c’è niente da
dire Edward.Ormai è tutto passato.”
-“No!
Non ti permetto di dire questo! Come hai potuto non dirmi niente? Volevo esserti
accanto quando avresti scoperto che aspettavamo due figli! Volevo esserci
quando stavi per partorire! Volevo essere io a trasformarti! Ma soprattutto
volevo essere io a creare una famiglia con te e con i nostri figli!”
Quello che dice mi
colpisce nel profondo, non mi sarei aspettata queste parole da Edward.
-“Edward, ti ho
informato solo perché sei il loro padre, loro necessitano di un padre, anche se
lo negano.” Lui mi guarda.
-“Edward, cazzo” Comincio ad alzare la voce. “Tu mi hai abbandonata
in un bosco, dicendo di non amarmi, dicendo che non ero la giusta ragazza per
te. Cosa avrei dovuto pensare? Appena avessi saputo
che ero incinta, dovevo venirtelo a dire e rovinare la tua vita da single in
giro per il mondo? Cosa ne potevo sapere di cosa stavi facendo?”
-“Bella
ma non hai capito proprio niente! Io ti ho sempre amato, ti amo e ti amerò per sempre. Solo te. E sapere che abbiamo avuto due figli e che sei un’immortale da venti
anni, mi fa contorcere, perché mi rendo conto del tempo sprecato a soffrire.”
-“Mi
ami? Come mi ami? E perché mi hai lasciato!?”
-“Perché
ho sempre temuto per la tua incolumità, che con me è sempre stata a estremo
rischio. Dopo l’episodio con Jasper, ho realizzato
che saresti sempre stata in costante pericolo con me, e non volevo questo.”
-“Edward, come
potremo vivere insieme, da ora in poi? Abbiamo due
figli di vent’anni che non ti conoscono e a cui non
vai molto a genio!”
-“Tu mi ami, Bella?”
Non so se devo essere
forte.
Non so se devo
pensare a me, o ai miei figli.
Ma
so, che loro hanno bisogno di Edward, anche se non se ne rendono ancora conto,
come io ho bisogno di Edward più di ogni altra cosa al mondo.
Ma
non faccio in tempo a risponderli.
Ha suonato il
campanello.
__
Va Esme ad aprire.
Sento dei passi,
siamo tutti riuniti nel salotto.
Vedo fare la sua
comparsa Esme, seguita da EJ.
Si guarda intorno
confuso, per poi posare il suo sguardo su di me.
Perdonami, figlio mio.
Che ne dite?
Fatemi sapere.
*Risposte alle
recensioni*
Allice_rosalie_blak: grazie per il complimento! Jti è piaciuto questo
capitolo?
Sabryepenny : mi dispiace non aver rispettato i tuoi consigli. Ma fidati, credo che ti piacerà la mia idea. I lupi faranno
la sua comparsa più tardi, come i volturi.
Questo capitolo? Piaciuto?
Vampirella75: GRAZIE MILLE!!! LA BELLA IMPACCIATA CI PIACE MOLTO! FAMMI SAPERE MI
RACCOMANDO!
SNSD96: CREDO CHE TU CI ABBIA
PRESO.. MA ADESSO VERRà IL BELLO! TI
PIACE IL CAPITOLO?? FAMMI SAPERE!
BETELY90: NON TI PREOCCUPARE.. TI DICO SOLO CHE IL TUO
CONSIGLIO è “INTERNO” AL PROGETTO. TI è PIACIUTO QUESTO CAPITOLO, INTANTO?
IMMACOLATA: HAI RAGIONE.. PIANO PIANO..
MI FAI SAPERE SUL CAPITOLO?
GIOVA71:MI DISPIACE MA I VOLTURI,
ALMENO PER ORA, NON CI SONO. MA
FARANNO LA SUA COMPARSA PRESTO! GRAZIE PER LA RECENSIONE! SPERO IN UN’ALTRA PER
QUESTO CAPITOLO!
Perdonate il mio
indescrivibile ritardo, ma Ho avuto problemi con la scuola e, in seguito.
Problemi personali. È stato un periodo terribile.
Ma sono tornata
con la mia storia! E vi anticipo che ho un’altra bella storia che mi gira
nella testolina già da tempo!
Va bè non
anticipo niente! Ecco il capitolo 10! Buona lettura!
“Glielo devo.”
.EJ.
Arrivo
all’indirizzo che mi ha dato mia madre.
Cavolo, non è
una casa, è una villa.
Mi avvio verso
l’entrata e suono il campanello.
Dopo circa 20 secondi
si apre la porta.
Davanti a me si
presenta una donna, una vampira, bellissima.
Occhi dorati, capelli color mogano.
Stupenda, dimostra venticinque anni.
Non mi piace questa
situazione.
Lei mi fissa,
sorridendo, e con gli occhi che luccicano.
Sembra quasi..
emozionata?
-“Salve.”
Le dico, abbozzandole un sorriso poco convinto.
-“Ciao, prego
accomodati.” E mi fa entrare.
La situazione
continua a non piacermi.
La seguo lungo un
corridoio, la casa è arredata stupendamente, mi piace molto.
Non esiste alcun
suono in questa casa, né tantomeno odori.
Cuori che battono,
respiri, o odore di sangue.
È come si in
questa casa non esistesse nessuno.
È come se in
questa casa ci fossero solo vampiri.
Entriamo nel salotto
e immediatamente noto otto paia di occhi che mi fissano.
La mia sensazione non
era errata.
Li guardo uno ad uno,
noto anche la vampira del negozio, fino ad arrivare a mia madre.
La guardo, confuso,
non capendo il perché di tutto questo.
Poi guardo il ragazzo
vicino a lei.
Mi irrigidisco del
tutto.
Non riesco più
a muovere un muscolo.
È la fotocopia
di Renesmee.
Molto velocemente
rielaboro tutto ciò.
In fondo non ci vuole
una scienza per capire chi ho intorno a me.
-“EJ, vorrei
spiegarti..” Mi dice mia madre.
Ma non la lascio
finire, sa che non mi piace essere preso in giro.
-“Non ce
n’è bisogno, credo di aver capito tutto.”Le dico,
guardandola.
Lei volge lo sguardo
verso il basso.
Incrocio i miei occhi
con.. quello là.
È assurdo,
Bella ci aveva detto che Ness era la fotocopia di Edward, ma non pensavo
così tanto.
Non so per quanto
tempo ci siamo fissati a vicenda, ma a un certo punto interviene la vampira che
avevo conosciuto a negozio.
-“Ciao, io sono
Alice.” E mi porge la mano.
Alice?
Alice, la migliore
amica di mia madre?
Sbarro gli occhi e la
guardo.
La sua famiglia non
ha fatto niente di male, è solo lui che ha sbagliato, perciò non
vedo il motivo per non presentarmi.
-“EJ.” Di
poche parole, ma educato.
-“Io sono
Jasper.” E mi porge anche lui la mano.
Si presentano tutti
con me, tranne lui.
Mi guarda, non ho
idea di cosa possa pensare, o provare.
E io non riesco a
capire come riesco a stare così tranquillo e a mio agio.
Credo che il dolore
verrà dopo.
Perché,
dopotutto, ho sofferto anch’io la sua mancanza.
L’ho dimostrato
meno di Renesmee, ma sono stato male anch’io.
Non so che fare,
è una situazione imbarazzante, quanto strana.
In un attimo, penso a
mia madre. Lei probabilmente avrà fatto tutto ciò per noi. So
com’è fatta, so che sicuramente ha messo noi prima di lei.
Mi rendo conto di
quanto stia soffrendo, quindi decido di mettere lei prima di me.
Gli porgo la mano,
così, senza pensarci.
Lui sembra
illuminarsi, e un sorriso, identico a quello di Renesmee, gli spunta in viso.
Ci diamo la mano, non
c’è bisogno di parole, né di presentazioni.
Ovviamente, tutto il
rancore non è svanito.
Sto pensando
esclusivamente a mia madre, lo faccio solo per lei.
Sinceramente mi
aspetto che mia madre sia felice di tutto ciò.
Invece la vedo..
quasi triste.
Sì, sta
sorridendo, ma non è un sorriso felice, sembra quasi che stia per
perdere qualcosa.
Ma non è
così, lei sa che non è così.
Lei non ci
perderà mai.
-“Sei la copia
di Bella! È assurdo!” Dice Alice, cogliendo l’attenzione di
tutti su di sé.
Devo ragionare un
attimo.
Ad un occhio esterno
la situazione potrebbe sembrare assurda, quasi buffa.
Io, cresciuto senza
un padre per venti anni, entro in casa sua con tutta la sua famigliola, stringo
la mano a tutti e rimango immobile come se niente fosse.
Sorrido di rimando ad
Alice.
-“Perché
non hai visto Renesmee!” Le dice mia madre, sorridendo.
Cazzo, Renesmee!!
Pensando a lei,
sbarro e gli occhi e mi ritrovo a fissare mia madre, che mi guarda di rimando.
Mi chiedo se
gliel’abbia detto e mia madre, come se mi potesse leggere nel pensiero,
nega con la testa. E ora chi glielo dice? Voglio dire, mia sorella è un
tipo alquanto suscettibile, come la prenderebbe? Non bene, ovviamente. Spero
che mia madre, comunque, abbia già trovato il modo per informarla. Se
devo essere sincero, ho una fifa pazzesca.
Conosco mia sorella,
e posso immaginare come reagirebbe a una notizia simile.
Lo ammazzerebbe.
Sì, ne sono convinto.
Immerso nei miei
pensieri, non mi sono accorto del silenzio imbarazzante che è calato
nella stanza.
-“Immagino..
che vogliate parlare..” Dico rivolgendomi a mia madre e indicando il
ragazzo con un cenno del capo.
-“Eh.. noi..
ecco..” Mia madre è la solita ragazza imbarazzata di sempre.
-“Ci vediamo a
casa.” Le dico, dirigendomi verso l’uscita.
-“No
aspetta!” Mi grida… Esme.
Mi giro, aspettando
che mi dica qualcosa.
-“Rimani qui,
no? Magari Edward e Bella escono a fare due passi da soli.. ma tu puoi rimanere
qui per fare due chiacchiere.. con.. noi.” Dice, speranzosa.
-“Non crediate
che io non voglia, è solo che mi sembrerebbe un torto nei confronti di
mia sorella.”
Tutti sono sorpresi
dalla fluidità del mio discorso.
-“Certo,
è ovvio.” Dice sorridendo Carlise.
-“Ej..”
Mi chiama mia madre.
-“Bella, fai
con comodo. Ti aspetto a casa a qualsiasi ora tu tornerai. Arrivederci a
tutti.”
Alzo la mano a
mo’ di saluto e esco.
Mi aspettavo qualcosa
di molto più complicato.
Ma ora viene la parte
più difficile.
Ora devo chiamare
Renesmee.
.Bella.
-“E’ un
ragazzo davvero molto intelligente.” Afferma Carlise.
-“Sì,
è sempre stato molto pacato e sveglio.” Dico, con un certo
orgoglio.
Mi volto verso
Edward, che era a due passi da me, e lo vedo con lo sguardo rivolto verso il
basso e con un sorriso malinconico stampato in faccia.
Posso immaginare a
cosa stia pensando.
-“Penso che tu
e Bella dobbiate parlare.” Dice Alice, rivolta verso il fratello.
Edward si ricompone e
mi fa cenno di seguirlo.
-“Sì,
andiamo.”
Guardo gli altri, per
poi uscire dalla porta finestra, insieme a quel Dio greco.
E ora? Come
andrà a finire? Cosa mi devo aspettare?
Poco fa mi ha detto
di amarmi, di avermi lasciato per proteggermi.
Come mi devo
comportare?
Io, Bella Swan, cosa
desidero?
Quello che desiderano
i miei figli.
E cosa desiderano
loro?
Loro vogliono..
Cosa vogliono?
Io non lo so cosa
vogliono!
Ed ecco la lampadina
che si accende.
Io so che loro lo
odiano, ma non mi hanno mai detto cosa avrebbero voluto fare in questa
circostanza. Io non so cosa vogliono.
Bella, pensa a te,
pensa a cosa vuoi TU.
Io voglio.. non lo so
cosa voglio!
Ma chi voglio
prendere in giro?
Io lo so cosa voglio.
Lo sa Edward.
Lo sanno i miei
figli.
Lo sanno i Cullen.
Io voglio lui.
Ci troviamo nella
radura.
Sì, quella
radura.
Mi fa.. uno strano
effetto.
Dolore, ansia e
spavento.
-“Bella,
immagino che questo luogo non abbia con sé dei bei ricordi, per te. Ma
neanche per me.
Mi odio, Bella.
Immensamente. È da quel giorno che non faccio altro che pensarti, e di
pensare a quanto sia stato stupido fare quello che ho fatto. Mi detestavo prima
di conoscerti, perché ero un mostro senz’anima. Mi detestavo
quando ero con te, perché sapevo di non poterti dare quello che un tuo
simile avrebbe potuto darti. Mi sono detestato dopo averti lasciato, per quello
che mi sono fatto, ma soprattutto per quello che ho fatto a te. Non immaginavo,
Bella, che tu mi amassi così.
Perché ora me
ne rendo conto.
Se tu non mi avessi
amato realmente, probabilmente i nostri figli non esisterebbero.
Ma tu hai lottato,
Bella. Non ti sei arresa. Hai rischiato la vita per il frutto del nostro amore.
Ed io, se permetti,
lo considero il più grande gesto d’amore che qualcuno possa fare.
Io so che mi ami,
Bella. Me l’hai dimostrato, anche se non lo volevi.
Ma voglio che tu me
lo dica, Bella, voglio sentirtelo dire dalle tue labbra.”
Termina il discorso
così.
È rimasto sempre
Edward Cullen, il vampiro affascinante e dolcissimo di cui ero, e sono,
innamorata. Il suo discorso non fa una piega, ha ragione su tutto.
Si avvicina di un
passo, io sto quasi tremando.
-“Edward.”
Lo chiamo, come per ammonirlo.
Siamo distanti circa 30 cm l’uno
dall’altro.
-“Bella.”
Mi dice timoroso.
-“Edward, se
ora mi baci non mi potrai più lasciare.” Gli dico singhiozzando.
Lui accenna un
sorriso, mi prende il viso tra le sue mani e mi bacia.
Dopo dieci secondi si
stacca.
-“Non ti
libererai più di me, Bella.”
-“Lo spero
tanto, Edward.”
Detto questo,
torniamo a baciarci al centro della radura, la nostra radura.
.EJ.
È felice.
È con lui che è felice. È con tutta la sua famiglia che
è felice.
Io e Renesmee
dovremmo farcene una ragione.
Farò di tutto purché
mia madre sia felice, anche accettare di conoscere Edward.
Glielo devo.
Se ce
l’avete con me per aver postato con un così terribile ritardo, vi
capisco, ma se volete fatemi sapere cosa ne pensate :D
Dopo aver ascoltato le parole di Edward, rimango basito
Surprise!! Non ve l’aspettavate,
dite la verità! Voglio farmi perdonare,
ragazzi, quindi ecco un capitolo, a mio parere, veramente bello.
Vi avverto, manca poco all’epilogo..
Buona lettura!!
Direzione Forks
.EJ.
Dopo aver ascoltato
le parole di Edward, rimango basito.
Quello che ha detto a
mia madre è stato.. bellissimo.
Reale, sincero.
EJ; ti stai
innamorando di tuo padre?
Ora anche la mia
coscienza si mette a prendermi in giro.
Comunque, si vede che
il loro è un vero amore.
Non so se credere al
fatto che Edward abbia lasciato mia madre perché aveva paura della sua
incolumità.
Credo che lo potrei
comprendere solo se anch’io vivessi una storia del genere.
Lui, vampiro, con
enormi poteri e un controllo instabile, sta con una fragile umana, che per
giunta è la sua cantante.
Bè
la situazione è alquanto insolita.
Però
in fondo è comprensibile.
Come puoi stare con
qualcuno che ami incondizionatamente con la costante paura di perderla? E per
colpa tua, per di più?
Credo che, a questo
punto, l’unica colpa che si possa dare a Edward è quella di averci fatto l’amore prima di lasciarla.
Quando nostra madre
ci raccontò la sua storia marcò, quasi
per farlo sottolineare, che quello fu amore, tra due
amanti che si amano realmente.
Renesmee
ha sempre chiamato ciò che fecero prima della loro rottura
‘sesso’, e non ‘amore’.
Lei ritiene quello
che geneticamente è nostro padre un viscido e
insensibile essere indefinito.
Bè,
sì, ce l’ha leggermente con lui.
È arrivata
l’ora, devo chiamarla.
Sta squillando, e ho
seriamente paura.
.Renesmee.
-“Pensi che
troverò mai il vero amore??”
Stavo tranquillamente
leggendo il mio adorato “Cime tempestose”,
passione ereditata da mia madre, quando Cecilia fa irruzione in camera, con questa
entrata melodrammatica.
-“Cos’è
successo, Ce?” Le chiedo, non staccando gli
occhi dal libro, e pronta ad ascoltare la sua tragica esperienza di oggi.
-“Luca, Renesmee, Luca!!” Dice
catapultandosi sull’armadio alla ricerca di qualcosa di più comodo
da mettere.
-“Luca?”
Non ho mai sentito di questo Luca.
-“Ness! Luca, il barista di quel bar
in centro!”
-“Scusa ma non
era Matteo?” Le chiedo girandomi per guardarla, sempre mantenendo la
stessa posizione sdraiata a pancia in su.
-“Matteo era il
commesso in quel negozio d’abbigliamento!”
Dice, in preda a una
crisi isterica, infilandosi i pantaloncini della tuta e la maglietta a maniche
corte.
-“E che fine ha
fatto?!” Le chiedo, sinceramente curiosa.
-“Baciava
male.” Si limita a dire.
-“Capisco.”
Le dico sorridendo. “E questo Luca?”
-“Stava uscendo
sia con me che con un’altra.”
-“Questi
uomini!” Le dico, ridendo.
-“Non
prendermi in giro! E tu?? Quando ti deciderai
di partire alla ricerca del tuo amore?” A queste parole ha unito degli
storpiati passi di danza.
-“Se prima o poi troverò del tempo, mi ci
metterò!”
-“Renesmee?? Hai 19
anni!” Mi ricorda.
Quanto le vorrei dire la verità.
-“Appunto!
Sono ancora giovane!” Le dico, ridendo.
Lei si siede accanto
a me sul letto e guarda fuori.
-“Non lo trovi
strano?” Mi chiede.
-“Cosa?”
Le chiedo tirandomi su con i gomiti.
-“Come
può essere possibile che tu non abbia mai avuto un ragazzo? Ness, tu sei bellissima! Sei bella quando sei arrabbiata,
quando sei triste, quando sei concentrata, ma quando ridi sei veramente uno spettacolo
della natura!
Io, una ragazza
mediocre, me la spasso molto più di te con i ragazzi.
Potresti averne a
centinaia, perché non lo fai?”
Rimango allibita dal
suo discorso.
-“Tu credi
nell’amore?” Le chiedo.
Lei rimane spiazzata,
non si sarebbe aspettata una domanda così.
-“No, io non
credo nell’amore.”
-“Perché?”
Sorride, quasi
malinconica.
-“Mi
succede spesso, sai? Magari sono con i miei amici e viene fuori questo
tipo di discorso. Tutte le ragazze, sognanti, parlano dell’amore che sognano
da quando sono bambine. Poi quando chiedono ‘E tu, Ce?
Come te lo immagini l’amore della tua vita?’
Io sorrido e rispondo
che non credo nell’amore. E loro mi dicono ‘Come
fai a non crederci? Tutto quello che hai intorno
è amore!’
Mi ritrovo a ridere
di quello che dicono. Amore? Girare per strada e ignorare un barbone senza
soldi e senza cibo è amore? Deridere un bambino
disabile è amore?Vendere
droga è amore?
No. Per me amare
qualcuno è desiderare la sua felicità.
Se un ragazzo
innamorato viene lasciato e comincia a pedinare la sua
ex, senza darle tregua, impedendole di essere felice, mi viene da chiedermi se
era veramente innamorato.
Per me amare qualcuno
significa ascoltare il proprio amato. Ma, attenta, con
‘ascoltare’ non intendo attivare le orecchie.
Se ascolti veramente
qualcuno, senti quello che prova, riesci a captare ogni sensazione. Ma quando uno parla e l’altro sta facendo gli affari
suoi, bè quello non è ascoltare.
Quei due stanno
insieme per qualcosa che non è amore.
È costrizione,
perché c’è qualcosa che li costringe a tenere uniti, e non
è amore!
L’amore non
esiste, per quel che mi riguarda.”
-“Hai avuto
un’esperienza personale, che ti fa credere tutto ciò?”
Aspetta a rispondere,
i ricordi stanno facendo capolinea nella sua testa. Alza il viso e mi guarda,
con gli occhi lucidi.
-“Sì,
ma non parliamone. E tu, Renesmee? Credi nell’amore?”
Sorrido, guardandola.
Le metto una mano sulla sua.
-“Ci
crederò, quando lo proverò.”
-“Io dico che
fai bene!”
E ci mettiamo a
ridere. La mia amica non deve aver avuto una vita facile, da quello che mi ha
appena detto.
I Muse cominciano a
farsi sentire, perciò rispondo al cellulare.
È EJ.
“Ehi,
EJ.”
-“Ehi sorella, come va?” Sembra teso.
-“Bene,
fratellone. Te come va? Ti sento strano.”
Intanto Cecilia mi fa
segno che sta uscendo, probabilmente andrà a fare jogging, infatti sono le otto di sera, il suo solito orario.
-“Renesmee, c’è qualcosa
che devi sapere.”
-“EJ, mi sto
preoccupando, cosa è successo?”
-“Renesmeesono
tornati.”
I primi 46 millesimi di secondi li impiego per rielaborare le parole
di EJ. Poi la rabbia si impossessa di me.
-“COSA?
E quando?? Cosa cazzo è successo EJ?? Dimmi tutto perché altrimenti mi
incazzo! E la mamma?? COSA HA FATTO LA MAMMA?
Li hai incontrati? COME TI HANNO TRATTATO? GIURO CHE SE TI HANNO DETTO QUALCOSA
DI BRUTTO VENGO Lì E FACCIO UNA STRAGE! EJ!
Edward Junior Swanrispondi
perché altrimenti uccido anche te!”
Mi risponde dopo
circa 5 secondi.
-“Hai finito?” Mi dice.
-“Molto
divertente, EJ, davvero molto divertente.”
-“Renesmee, credo che sia ora di
pensare anche a nostra madre, cosa dici? Sarebbe ora di fare qualcosa per lei.”
-“Mi pare ovvio, EJ.
È per questo che bisogna tenerla lontano da quell’essere.” Gli dico tranquillamente.
-“Renesmee
non fare la stupida! Sappiamo
entrambi che lei lo ha sempre amato e tenerla lontano
da lui sarebbe un enorme sbaglio. Ciò che farebbe felice
nostra madre è una sola cosa e tu lo sai.
È avere tutta la sua famiglia al completo, Renesmee,
e questo implica che io e te dovremo accettare di
conoscere Edward.
Fallo per la mamma, Ness.”
-“SEI
COMPLETAMENTE IMPAZZITO??TI
RICORDI COSA HA FATTO A NOSTRA MADRE??”
-“Renesmee..
io l’ho conosciuto. Li ho conosciuti.”
Il mondo mi sta
crollando molto lentamente addosso, pezzo dopo pezzo.
Sembra che scaglie di vetro mi stiano cadendo addosso, facendomi lentamente del
male atroce.
-“EJ,
cosa dici? Vuoi dire che ti hanno incantato? Anche a
te?”
-“No, Ness,
non mi ha incantato nessuno.
Ok, te lo dico senza giri di parole. Mi vanno a genio,
ok? Sono delle brave persone.”
-“EJ ma che cazz..”
-“Si sono rimessi insieme, Renesmee, si amano e non smetteranno mai di farlo, e
mettiti in testa che non possiamo fare niente. Tu non puoi fare niente. Pensa alla mamma, Renesmee,
te ne prego.Pensa
al suo bene.”
Non riesco a trattenere
le lacrime. Escono dai miei occhi, solcano i miei zigomi, per poi finire il
loro tragitto sulle mie labbra.
-“Mi avete
abbandonato.”
-“Renesmee,
non dire cazzate, ti prego.
Dobbiamo essere uniti, mamma ci vuole uniti!”
-“Io non riesco
a perdonare, EJ.”
-“Renesmee,
ragiona. Fallo. Per. Bella.”
-“Sei
sempre stato tu il più perfetto. Quello diligente, quello con cui
ci si può parlare, quello che è calmo, quello adulto.Sono sicura che farai anche la mia
parte.”
-“RENESM…”
Prendo il telefono
nella mia mano destra.
Comincio a stringere.
Sempre più
forte.
Sento un crac.
E poi un altro.
Fino a che il
cellulare non è completamente spezzato a metà.
Altre lacrime mi
bagnano il viso, e dalle mie labbra cominciano ad
uscire dei forti singhiozzi, che non ne vogliono sentire di cessare.
Sono sola.
Sola.
Non mi ero mai
sentita così.
Ho sempre saputo di
poter contare su mia madre, o su mio fratello.
Ho chiuso con tutti.
Ho pensato, come al solito, solo a me stessa, e non a mia madre che ha fatto
tanto per me.
Ma
è più forte di me, non ce la faccio a perdonare, e tantomeno a
dimenticare.
Come posso far finta
di nulla?
Tornare, abbracciarlo
e dirgli ‘Papà, cominciamo da capo’.
Mi inginocchio,
e poso le mani sul pavimento, mentre sono vittima di continui spasmi su tutto
il corpo.
All’improvviso,
sento uno spostamento.
Uno spostamento
troppo veloce per essere quello di un umano.
-“Chi
c’è?” Urlo.
La stanza è
piccola quindi chiunque sia entrato, perché c’è qualcuno,
ne sono convinta, deve essere terribilmente vicino a me.
-“RenesmeeCullen.”
Vedo una sagoma scura
avvicinarsi a me e riesco a intravedere due occhi rossi.
No, non è
possibile.
-“Quello non
è il mio cognome.” Gli ringhio.
-“Ehi
calma, bambina! Quale sarebbe, quindi, il tuo
cognome?”
-“Sai il mio
nome, questo può bastare.”
-“Ah,
già. Hai ereditato il cognome di tua madre, Swan,
giusto? Non hai ripreso quello di Cullen
perché si è fatto tua madre e poi vi ha
abbandonati, giusto?”
Senza pensarci, gli
salto addosso, sto per addentarlo ma mi scaraventa contro il muro, provocando
una terribile crepa.
-“Calma,
bimba. Ti sto aiutando!”
-“Chi
sei?”
-“Ti basta
vedere i miei occhi rossi, per capire chi sono.”
Ringhio,
è ovvio che questo tizio sia uno dei Volturi.
-“Cosa vuoi da me?”
-“Da
te, nulla. Sai? Dovresti ringraziarmi, ti sto dando
un’importante informazione. Tua madre e tuo fratello sono in pericolo.
Una spedizione dei
miei alleati è appena iniziata.
Direzione
Forks.”
Non posso fare a meno che sbarrare gli occhi.
-“Che
cosa vogliono da loro? Non hanno fatto niente!”
-“Il clan dei Cullen sta crescendo troppo per i nostri gusti, sarà
meglio dimezzarlo, se non eliminarlo definitivamente.”
-“Avete paura
dei Cullen?”
-“I Volturi non
hanno paura di nessuno, vogliamo solo evitare spiacevoli eventi futuri.”
E sorride malefico.
-“Perché
mi dici queste cose?”
-“Non vorrei
che” Mi si avvicina, avvolgendo il mio viso con
la sua mano “un fiore così bello venga così brutalmente
eliminato. Ti sto offrendo una via di fuga.”
Mi scanso malamente.
Lui ritira la mano.
-“Ti
sto mettendo di fronte a un bivio. Stare qui, lasciar morire la tua
famiglia non provando nemmeno a fare qualcosa per salvarla, oppure partire
immediatamente, andando in loro soccorso.”
Fisso il vampiro,
cerco di capire se quello che mi sta dicendo lo sta
dicendo per aiutarmi o per incastrarmi.
Da un Volturo non
c’è da aspettarsi mai niente di buono.
Rialzo lo sguardo e
lui è sparito.
Nemmeno mi pongo la
domanda mentalmente, perché sono già in cammino verso
l’aeroporto.
Le risposte alle recensioni dei due ultimi
capitoli in fondo!
Padre
.EJ.
È una ragazzina.
È decisamente
una bamboccia.
Ma
quanto è egoista?
Come posso essere il fratello di una persona così?
Tu gli dici di
pensare a sua madre, e lei? Lei ti chiude il telefono in faccia ma, attenzione!, non prima di avermi detto cose prive di senso.
Io sono sempre stato
il più perfetto?
Questa mi è nuova.
Renesmee ha bisogno
di essere aiutata.
Però,
da quel che mi ha detto al telefono, mi pare di aver capito cha con me ha
chiuso i ponti.
Bene!
Quando si sarà
rinsavita, mi cercherà.
Sento la chiave della
porta aprire la serratura e mi volto.
Mia madre, in
silenzio, avanza verso di me.
Non sa cosa dire,
cosa fare.
È imbarazzata.
Rimarrà sempre la
Bella Swan di 18 anni fa.
-“EJ, io..” Comincia a dire.
-“Mamma, non c’è
bisogno di dire niente.” Mi avvicino a lei e le prendo
le mani tra le mie. “Mamma, solo ora mi rendo conto di
essere stato un egoista. Ho pensato solo a quello che volevo io, senza
minimamente tener conto di cosa potesse far star bene te.
Perdonami, ti prego.
È uno sbaglio, un errore che non potrò mai perdonarmi.
Vi ho visto, nella
radura. E.. non ti avevo mai visto così, mamma. Eri
felice, sei felice, te lo vedo dalla luce che c’è nei
tuoi occhi!
Sono stato uno
stupido non andando a cercare per mari e monti Edward. Solo lui poteva renderti
così felice. Sono contento, mamma, perché so che ora saremo una vera famiglia,
o almeno ci proveremo. Voglio conoscerlo, davvero. Non dimenticherò mai questi
anni, però è ora di voltare pagina.
Conoscerò l’uomo che
ti ha aiutato a mettermi al mondo, e voglio recuperare questi anni.
Lo faccio per te, ma
anche per me.
Credo di meritarmi un
padre.”
Mia madre ha gli
occhi spalancati e stringe forte le mie mani.
-“EJ, se potessi, in
questo momento starei piangendo come una fontana.
Grazie, grazie figlio
mio.
Però
non devi confonderti. Non è solo lui che mi rende felice, ma lui e voi, tu e
Renesmee.
Voglio una famiglia
unita, EJ.”
Non voglio dirle di
Renesmee, vorrei non averci mai parlato al telefono.
-“Penso che dovrò
chiamare Renesmee.”
Però
glielo devo dire.
-“Mamma io..”
Il telefono comincia
a suonare, incessantemente.
Lo prendo, non
conosco il numero.
-“Pronto?”
-“I Volturi stanno arrivando.” Renesmee?
-“Renesmee, cosa stai
dicendo?” Le dico, senza interesse.
-“Sono appena sbarcati da Roma. Tra 1 giorno
saranno lì. Io sono in aeroporto. Sto tornando.
Radunate tutti i vampiri che potete!”
-“Che cazzo significa??”
-“Vogliono ucciderli. Pensano che il clan si
stia… allargando.”
-“Quando torni?”
-“Ho l’aereo tra 6 ore. Spero di arrivare in
tempo, EJ. Voi fate il possibile.”
-“Come fai a sapere
che i Volturi stanno arrivando??”
-“Preparatevi e basta.”
-“Renesmee, mi hai
scocciato con questo atteggiamento!”
-“Lo sto facendo per la mamma, EJ. A presto.”
E chiude.
L’ultima frase l’ha
detta piangendo, ne sono sicuro.
-“EJ, cosa succede?”
-“Andiamo dai Cullen.”
-“Cosa?
Perché?”
-“Andiamo e basta,
mamma.”
Prendo le chiavi
della macchina e esco di casa, con mia madre, confusa,
che mi segue a ruota.
-“Ragazzi,
che piacere. È da tre ore che non ci vediamo, però è sempre un piacere.” Ci dice Esme sulla soglia della
porta, invitandoci ad entrare.
Entriamo nella sala
principale e mi ritrovo i Cullen che mi guardano con
aria interrogativa.
-“Qual buon vento vi
porta?” Chiede Emmett, ridendo.
È strano, non ne
sanno niente.
Alice non ha visto
niente?
-“Porto delle brutte
notizie.”
La tensione comincia
a crescere tra i presenti.
-“Che cosa succede?”
-“Mia sorella mi ha
informato che i Volturi stanno arrivando.”
I loro sguardi si
stanno facendo interrogativi.
-“Cosa?
E perché mai?” Chiede Jasper.
-“A quanto pare
pensano che il clan si stia allargando troppo con il nostro arrivo.. Non hai avuto nessuna visione?” Chiedo ad Alice.
Lei mi guarda,
stupita e dispiaciuta.
-“No.
In questo periodo vedo tutto completamente offuscato. Mi sento così inutile.”
Alice è veramente
dispiaciuta.
-“Non ti
preoccupare.”
-“Ma
è sicuro?” Chiede Carlisle.
-“Era abbastanza
spaventata quando me l’ha detto.”
-“Come spaventata?? Le hanno fatto del male?? Cos’è successo??” Mi chiede preoccupata mia madre. Non so cosa
risponderle, non lo so nemmeno io cosa le è successo!
-“Non
lo so, non me l’ha detto. Mi ha detto di tenerci pronti e di radunare il
maggior numero possibile di vampiri.”
-“Tra quanto saranno
qui?!” Mi chiede Jasper.
-“Domani.”
Tutti sbarrano gli
occhi.
-“Domani?? Come facciamo? È impossibile!”
-“No se cominciamo
subito a rintracciare gli altri!”
Tutti cominciano a
girare per casa, tutti con almeno un telefono in mano.
Mia madre si
precipita verso di me.
-“EJ..”
-“Mamma, Renesmee sta
bene. Non preoccuparti.”
-“EJ, come faceva tua
sorella a sapere dei Cullen?”
Io abbasso gli occhi.
Ha capito tutto.
-“Gliel’ho detto io.”
Mia madre mi guarda.
Non so se sia arrabbiata o, peggio, delusa.
-“Scusami,
io..” Comincio a sussurrare.
-“EJ,
non ti preoccupare. So del legame che c’è tra voi. So che ti era impossibile
non dirglielo. Dimmi cosa ti ha detto, ti prego.”
Io la guardo, non ho
il coraggio di dirle ciò che mi ha detto.
-“Non sono cose
belle, vero?” Mi chiede.
Io nego con la testa.
-“Ne
ero sicura. Bè almeno mi hai
tolto un peso, figlio mio.” E sorride.
Le sorrido anch’io.
-“E’ un’egoista, deve
capire che è ora di..”
-“No,
EJ. Tua sorella ha la sua opinione e noi dobbiamo accettarla.”
-“Sì, ma..” Comincio a dire.
-“Bella!
Bella, scusa, puoi venire un momento?” Chiede Alice
dall’altra stanza.
-“Sì
arrivo! Il discorso è chiuso, EJ.” Mi dice mia madre, per poi andarsene.
Abbasso la testa. Non
è possibile, come può non riconoscere che sua figlia è una totale egoista?
-“EJ?” Sento una voce
chiamarmi.
Alzo lentamente la
testa, e me lo trovo davanti.
Mio padre.
Deglutisco, per poi
fissarlo negli occhi, come per chiedergli cosa vuole.
-“EJ, vorrei
parlarti. Sono comunque tuo padre e tu sei mio figlio.”
Il cuore mi parte
all’impazzata, non posso fare niente per fermarlo.
-“Sì, certo.” Gli
dico, semplicemente.
-“Ti va una
passeggiata?” Mi chiede.
Annuisco, e lo seguo
fuori.
Ci inoltriamo nel
bosco, finché non si ferma.
-“Mi ero preparato il
discorso, ma me lo sono completamente scordato.” Mi dice, imbarazzato.
Lo guardo,
sbalordito. Aveva preparato un discorso, per me?
-“Oh..bè non ce n’era bisogno.” Gli
dico.
-“EJ, io mi sento un
mostro.” Mi dice.
Io non so cosa
dirgli, aspetto in silenzio che continui.
-“Ho lasciato tua
madre da sola in un bosco, fragile com’era, dopo aver fatto quello che ho
fatto. L’ho lasciata da sola quando ha scoperto di essere incinta. Era da sola
quando le si sono rotte le costole. Era da sola quando vi ha dato alla luce.
Era sola quando si è svegliata. Era sola quando ha ucciso suo padre, e quando
vi ha visto per la prima volta dentro le vostre carrozzine.
Voi siete cresciuti
soli, senza un padre. Se dovessi iniziare l’elenco delle cose che avete fatto
senza di me, non finirei più. Spero che grazie all’eternità che mi è stata
concessa riuscirò a rimediare a tutti i danni che ho causato con quella stupida
fuga. Perdonami, se puoi, figlio mio.”
Lo guardo, è molto
provato.
Ma
che fare? Dimenticarsi completamente degli anni passati, oppure fargliela
pesare ancora?
Voglio ricominciare,
non dimenticando tutto. Voglio un padre.
A fargliela pesare ci
penserà Renesmee.
-“Non
posso dirti che dimenticherò tutti questi anni. Però
voglio ricominciare, con tutta la mia famiglia al completo. E se sei tu l’uomo
che fa sorridere mia madre, che la fa sentire bene e l’uomo di cui è
innamorata, io non posso far altro che desiderare di
conoscerti.”
I suoi occhi
brillano, credo che se potesse piangerebbe.
-“Figlio mio.” Si
avvicina a me e mi abbraccia.
Quando andavo a
scuola, i ragazzi si vergognavano di farsi vedere abbracciati dai loro padri.
Si vergognavano per
tutti i gesti di tenerezza e di amore scambiati tra loro e il loro padre.
Ma
come ci si può vergognare? Se potessi girerei per il
mondo gridando ‘Ehi guardate! Mio padre mi vuole bene! E mi sta abbracciando!’
Una lacrima percorre
le mie guancie. Da quanto non piangevo.
-“Quanto ti ho
aspettato..” Gli dico singhiozzando.
Lui mi stringe ancora
più forte.
-“Perdonami,
perdonami.” Mi ripete all’orecchio.
Stiamo stretti l’uno
all’altro non so per quanto tempo, fino a che non ci
stacchiamo.
Ci guardiamo negli
occhi e ci sorridiamo.
-“Dobbiamo tornare.”
Mi dice.
Annuisco, e ci
riavviamo verso la villa.
-“Abbiamo
rintracciato il Clan Denali, alcuni nomadi, Peter e Charlotte, e altri diversi clan. Saranno qui il più presto possibile.” Ci informa
Alice.
-“Non hai visto
proprio niente?” Gli chiede.. mio padre.
Dio, non riesco
ancora a crederci.
-“No, c’è qualcosa
che mi offusca le visioni.”
Ci troviamo tutti nel
salone in silenzio, pensando ognuno a chissà cosa.
Il mio telefono
inizia a vibrare.
È Renesmee.
Eccomi! Rispondiamo alle recensioni!
Antonella64: sì! Bella ha ucciso suo padre quando era una neonata.. mi fa piacere che segui la mia storia!
Vampirella75: GRAZIE MILLE!
FYLANDRA: grazie mille! Spero che la reazione di ej
sia stata come te l’aspettavi e spero che abbia
gradito anche gli altri capitoli!
_MiSSCuLLeN_:
i tuoi complimenti mi rendono immensamente felice! Grazie mille.. spero che continuerai a seguire la mia storia!
Betely: sono
molto contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere se ti piace anche
il resto!
Immacolata: sono felice che ti piaccia la storia! E comunque ej ha preso la decisione giusta, non credi? Fammi sapere!
Marina909090: guarda, sono veramente contenta e appagata leggendo
quello che hai scritto! Sapere che quello che scrivo vi
da emozioni mi fa stare veramente bene! Grazie graziegrazie!
Fammi sapere se ti continua a piacere la storia!
Elisadi80: mi fa piacere sapere che ti piace
come ho impostato la storia! Fammi sapere se ti piace ancora!
Zeina83: ti piace la storia??? Comunque hai
visto?? Sto postando a manetta per farmi perdonare da tuttevoi! Ti ringrazio! Sono contenta
che ti piaccia la mia storia!
Anna71: sono contenta che mi abbiate aspettato! E sono ancora più contenta
che ne sia valsa la pena! Non finirò mai di chiedervi scusa! E sono contenta
che ti piaccia la mia storia!
Elly4ever: adori la mia storia? Grazie mille, davvero! Comunque per quanto
riguarda renesmee.. ho
grandi progetti per lei! Poi vedrai!
Giova71: innanzitutto, grazie di cuore per il
bentornata! E grazie per aver recensito tutti i capitoli..
lo apprezzo molto! comunque.. renesmee
arriverà in tempo? Lo scopriremo solo leggendo!
Allice_rosalie_blak:sono felice di suscitare la tua curiosità! Grazie, per aver
recensito tutti i capitoli! Mi raccomando, fammi sapere se ti piace anche
questo!
Sabryepenny: quindi anche
tu, come me, adori renesmee??
Si può dire che praticamente è il mio personaggio
preferito.. e in questa storia stravedo per lei! (e anche per quella che sto architettando..)
Grazie per
avermi fatto sapere il tuo parere in tutti i capitoli. Grazie graziegrazie.
Capitolo 13 *** E' ora di ricambiare il favore ***
Fermi tutti
Fermi tutti!
Prima di
leggere il nuovo capitolo vi prego di rispondere a questa semplice domanda:
vi piace la coppia jacob-renesmee??
HO DECISO DI
FAR SCEGLIERE A VOI IL DESTINO DELLA STORIA, QUINDI RISPONDETE IN TANTI!
GRAZIE DELL’ATTENZIONE.
BUONA LETTURA!
è ora di ricambiare il favore
.Renesmee.
-“Pronto!”
-“EJ come va lì?
-“Abbiamo radunato
un po’ di clan..”
-“Bene, io mi sto imbarcando.”
-“Questo significa
che stanno arrivando.”
-“Tenetevi pronti.”
-“Renesmee, stai attenta, ti prego.”
-“EJ, per favore.”
E chiudo la telefonata.
La voce femminile degli annunci
si propaga per tutto l’aeroporto, annunciando il mio volo.
Prendo un grosso respiro e mi
avvio verso l’entrata.
Devo farlo.
Devo dimenticare che mi ha abbandonato anni fa.
È grazie a lui se io ora sono qui.
E’ ora di ricambiare il favore.
Mi siedo al posto che mi è stato
assegnato.
Cerco di rilassarmi ma è troppo
difficile.
Guardo fuori dal finestrino e,
mentre l’aereo spicca il volo, mi trovo a fantasticare alla svolta che ci sarà
nella mia vita. Una famiglia unita, un uomo che dovrebbe essere mio padre, mia
madre felice.
Vado avanti solo pensando a lei,
unicamente a lei.
E, fantasticando, cado nel sonno
totale.
.EJ.
All’improvviso, tutti abbiamo una
strana sensazione.
Abbiamo percepito tutti qualcosa.
Siamo circa venti vampiri in sala
e tutti ci guardiamo sconvolti.
Usciamo tutti dalla villa per poi
seguire possibili tracce.
Nel bel mezzo della vegetazione,
ci fermiamo tutti, per poi attendere l’arrivo dei nostri nemici.
Che non si fa attendere.
Tre cappucci neri si avvicinano a
noi.
Per essere seguiti da altri 5.. e poi da altri 5.. e poi da altri 10.. e da altri 10.
Porca puttana.
Bene, siamo fregati.
Non ho fatto in tempo a conoscere
mio padre che già gli devo dire addio.
Si tolgono all’unisono i
cappucci, per mostrarci le loro identità.
I primi tre saranno i tre
Volturi, Aro, Marcus e Caius.
Il resto sarà il loro esercito.
Siamo spacciati.
-“Carlisle! Che piacere
vederti!” Dice uno di loro.
-“Peccato che non possa dire lo
stesso, Aro.” Oh, quindi è Aro.
-“Come mai mi dici questo? Mi ferisci!”
Che pateticità.
-“Cosa ti porta qui?” Gli chiede
mio padre.
-“Edward! Hai visto cosa ha riservato il
destino per te? Due figli! Dovresti stimare la tua Bella.” Si
volta verso di me.“Guarda che bel ragazzo che ha
tirato su! Per non parlare della ragazza..
inclassificabile! Bellissima!” Mi sfugge un ringhio,
come a tutti i miei parenti.
-“Ragazzo” Dice, rivolgendosi a
me “Ti stai chiedendo come faccio a sapere tutto ciò? Bè,
un mio fidato servitore l’ha incontrata, e l’ho vista attraverso i suoi
pensieri.” Si volge verso mia madre. “Davvero una
bellissima ragazza, Bella, complimenti.” Mia madre ringhia di nuovo.
-“Chi ha parlato con mia figlia?”
Gli chiede, trattenendosi dall’ aggredirlo.
-“Io.” Si fa spazio tra la
schiera un vampiro anonimo, esattamente come tutti gli altri.
-“Demetri
è un ottimo segugio, l’ha trovata all’istante!”
-“Cosa le avete fatto?” Urla mia
madre.
-“Niente, mia cara Bella, non ci saremmo mai permessi di farle niente.”
In tutti i volti dei vampiri
dietro di lui appaiono dei ghigni.
La situazione non mi piace, per
niente.
-“Jane, vuoi dare una dimostrazione
al figlio di Edward di cosa siamo capaci, dato che lui
già lo sa?? Così dai una dimostrazione anche a Bella.”
-“Certo.” Le risponde questa.. Jane.
Sembra una bambola di porcellana,
peccato gli occhi rossi.
La vedo concentrarsi, fissandomi,
ma non accade nulla.
Che diavolo succede?
-“Cosa sta
succedendo?” Chiede Aro. “Che storia è questa?”
-“Io non capisco!” Urla Jane,
alterata.
Quest’ultima si volta verso mia
madre, fissandola.
E non succede nulla.
-“Scusate, ma ci state prendendo
in giro?” Non riesco a trattenermi.
Tra i miei alleati, a qualcuno
sfugge una debole risata.
-“Non è possibile!” Urla Aro.
Io continuo a non capire.
.Renesmee.
La voce elettronica all’interno dell’aereo comunica
l’imminente atterraggio.
Quando ho deciso di partire, cioè subito dopo l’incontro
con quel Volturo, non avevo paura, ma ora si sta
facendo lentamente sentire.
Non so cosa devo fare, voglio dire, non mi sono mai trovata
in una situazione del genere.
Pronta ad aiutare la mia famiglia.
Perché, volente o nolente, loro sono la mia famiglia.
Anche se non li conosco per niente.
Mi dirigo verso l’uscita dell’aeroporto. Appena varcata la
soglia dell’uscita, mi rendo conto di non avere un soldo per pagare un taxi.
Come se mi servisse.
Mi incammino per le
strade di Seattle, per poi giungere in un fitto bosco.
Lì inizio a correre, inebriandomi degli odori della natura.
Il mio vero mondo.
Poi un suono, un suono che non
appartiene alla natura.
Mi fermo di scatto.
C’è qualcuno che mi sta seguendo.
Mi guardo intorno, ma niente.
Sento gli odori di possibili prede, ma mi trattengo, non
c’è tempo.
Ho molta sete, ma non posso fermarmi.
Sto per ripartire, ma ecco di nuovo quel suono.
Mi volto, e vedo due paia d’occhi rossi fissarmi.
Cazzo.
Mi metto in posizione d’attacco.
-“Ferma! Non voglio attaccarti!” Mi dice.
-“Sì, certo, come no!” Gli dico.
-“Renesmee, ascoltami, sono qui perché voglio metterti in guardia, ed aiutarti!”
-“Questa l’ho già sentita.”
-“Renesmee, non voglio più stare
in quella casata. Non voglio più essere un Volturo. Voglio essere libero, senza
costrizioni. Quella gente vuole sterminare la tua famiglia perché sono in troppi e lo trovo una cosa incredibilmente stupida. Ti prego, credimi.”
-“Come vuoi aiutarmi?”
-“Ti condurrò da loro.
Sono in tanti, Renesmee.”
-“Come ti chiami?”
-“Alec.”
Stiamo correndo verso Forks.
Non avevo bisogno di questo Alec,
però potrebbe tornarmi utile.
Siamo quasi arrivati, sento la scia.
Siamo vicini, molto vicini.
Mi ritrovo a camminare, fino a trovarmi sopra un ramo da
cui posso vedere tutto senza essere vista.
-“Io ora vado da loro, dirò di averti avvistata
confusa, perché non trovavi la strada da prendere. Dirò che non arriverai, per
il momento. Attacca quando ti sembra il caso. Non fare cose
affrettate.”
Annuisco e lui se ne va.
Guardo giù e li vedo.
Vedo i Cullen. Vedo mio fratello
e vedo mia madre accanto a.. lui.
Mi fa uno strano senso, non avevo mai visto mia madre
vicino a un uomo.
Chiudo la mia mente, cosicché EJ non possa sentirmi.
-“Non è possibile!” Esclama uno dei Volturi. Hanno già
iniziato a parlare fra loro.
-“Bella e EJ possiedono uno scudo
mentale, ecco perché Jane non può fare loro del male.”
Gli risponde.. lui. Edward.
-“Attacca, Jane! Attaccalo!” Sbarro gli occhi guardando in direzione di EJ.
Lui è sicuro, so di cosa è capace. Può difendersi benissimo da solo.
Jane sta per scattare, ma Aro la ferma.
-“Oh! Guardate, c’è
Alec! Alec, che notizie ci porti?”
Il ragazzo si posiziona dietro i
tre Volturi e comincia a parlare.
-“La ragazza è confusa, mio signore, non sa che strada
prendere. Non
arriverà, per il momento.”
-“Bene! Non vi
permetterò di rivederla! Vai Jane!”
Jane scatta verso mio fratello, ma si immobilizza.
-“Che diavolo succede?!” Urla
quell’oca, perché lo è, non capendo cosa le stia succedendo.
-“EJ è in grado di immobilizzare qualsiasi cosa o persona
voglia.” Spiega mia madre.
Tutti sono esterrefatti, Cullen
compresi. Non lo sapevano?
Aro ha uno sguardo impagabile.
-“Dovrebbe ucciderla, quella
vampira malefica.”
Un sussurro, il sussurro di un
vampiro, nostro alleato, che sta in fondo alla nostra schiera.
Ha ragione, ma EJ non può farlo.
Però io sì.
-“Ragazzo, puoi lasciarla, non le permetterò di farti
niente.”
-“No! EJ!” Gli urla Edward. “Non lasciarla.”
EJ rimane concentrato sulla vampira.
-“E se la facessimo fuori?” Dice ad alta voce uno dei Cullen, suppongo.
-“NO! Jane non sarà toccata!”
Concentrati Renesmee, concentrati
sulle gambe di quella vampira, ce la posso fare..
Le gambe di Jane stanno andando a fuoco. Grazie a me.
Comincia ad urlare.
Nessuno capisce cosa sta succedendo.
Solo mia madre e mio fratello.
Infatti si guardano
e cominciano a guardarsi intorno, cercandomi.
-“Cosa sta succedendo????” Urla la
ragazza in preda al panico.
Mi sposto su un altro ramo, sempre nascosta, per vedere la
scena da un’altra prospettiva.
Riesco a mantenere il fuoco stabile sulle gambe, non
lasciandolo propagare lungo tutto il corpo.
Facendola soffrire terribilmente.
EJ, capendo cosa sta succedendo, lascia Jane, che cade
rovinosamente al suolo, continuando ad andare a fuoco e ad
urlare.
Mio fratello continua a guardarsi intorno, non trovandomi.
-“TU!” Lo indica Aro. “Tu sai cosa sta succedendo! Dimmelo o porrò fine alla tua vita.”
EJ lo guarda negli occhi, sfidandolo.
-“Renesmee.” Dice semplicemente.
È il momento di entrare in scena.
Quindi…:
sabryepenny: renesmee avrà un ruolo moooolto importante.. comunque
si, ho in mente una nuova storia.. spero che leggerai anche quella!
Anna71: mi sono emozionata molto scrivendolo e sono contenta che sia
riuscita a far emozionare anche te!
Zeina83: sono molto moltomoltomoltomoltomolto contenta che
reputi la mia storia fresca e, in qualche modo, innovativa! Grazie graziegrazie!
Giova71: mi sa che hai ragione.. ne vedremo delle
belle!
Allice_rosalie_blak: sono contenta che ti sia piaciuto! E spero che ti piaccia anche
questo! Fammi sapere!
Come va? Ok, so di aver aggiunto un
capitolo oggi all’ora di pranzo. però non
vi dispiace se aggiungo un capitolo anche ora, no? Così, domattina,
quando tutte quelle 91 (91?????? Oddio ma grazie! Mi viene
da piangere!) buone anime che seguono la mia storia
apriranno efp, troveranno, appena sfornato, un nuovo
capitoletto.
Ok, lo sclero,
signore e signori, è finito!
Buona lettura!
Promessa.
.Renesmee.
Con un balzo degno di un vampiro, atterro, con molta
grazia, alla sinistra di mio fratello.
Aro si volta a guardarmi e io gli
sorrido in modo estremamente malvagio, mostrando i canini.
Lui mi guarda, spaventato.
-“è.. è opera tua?” Mi chiede.
Io annuisco semplicemente, sempre con quell’aria
malvagia in volto.
Sto dando le spalle a mia madre e ai Cullen.
“Tu! Insulsa
ragazzina! Spegni questo fuoco!” Urla Jane, in preda al
panico.
Sposto lo sguardo verso la vampira e mi avvicino a lei.
La guardo dall’alto, poiché lei è stesa
a terra che si contorce dai dolori.
Ci guardiamo negli occhi, e in lei scorgo uno sguardo quasi
implorante.
-“Se non lo faccio cosa mi succede?” Le chiedo,
sussurrando, così che mi senta solo lei.
Lei mi ringhia contro e io le
sorrido.
Mi volto verso Alec, che mi fa un segno di assenso con il
capo.
-“Sai, penso che da queste parti tu non sia molto
amata.” Continuo a sussurrarle.
Lei mi ringhia di nuovo in
risposta. Le sorrido.
Senza dire niente, lascio che il fuoco si propaghi lungo il
suo corpo, provocando le sue urla assordanti e lo stupore dei presenti.
Mi volto di nuovo verso Aro.
-“Questa sarà la fine di tutti voi se non ve
ne andate immediatamente.”
Aro deglutisce, si avvicina verso la sua schiera e fa per
andarsene.
-“Fatevi di nuovo vivi, e siete spacciati.” Gli
dico piano, non appena mi passa accanto,
sorridendogli di
nuovo, mostrando i miei canini.
Si infilano i
cappucci, stanno per andarsene quando noto che Alec è rimasto a
guardarmi.
Aro si volta e lo guarda.
-“Alec andiamo.” Gli
ordina.
-“No.” Gli dice semplicemente.
-“Cosa?”
-“Io non voglio avere più niente a che fare
con te.” Gli sputa in faccia.
Aro rimane basito, non se l’aspettava.
-“Brutto ingrato! Dopo tutto quello che ti ho offerto mi
ringrazi così! Muoviti!”
-“Aro?” Lo chiamo. Lui si volta, impaurito.
-“Il ragazzo non viene via con te, ok?” Gli
chiedo.
Lui annuisce, guarda Alec e silenzioso se ne va.
Quando non li vedo più, tiro un sospiro di sollievo.
Ce l’ho fatta.
All’improvviso sento due braccia avvolgermi
e mi rendo conto che è Alec.
-“Grazie, grazie, grazie.” Continua a
ripetermi. Gli poso una mano sulla schiena.
-“È finita.” Gli dico.
Lui mi guarda e mi sorride.
Mi volto, senza troppo pensieri, e
me li trovo tutti davanti.
Credevo di aver superato l’odio per lui.
Credevo di aver accettato di conoscerlo.
Credevo che ce l’avrei
fatta, se avessi pensato a mia madre.
Ma mi sbagliavo.
Punto i miei occhi sui suoi, e l’odio non può
far altro che riemergere.
-“Oh, Renesmee!” Mia
madre mi si avventa addosso e comincia a stritolarmi.
È sempre stato così, quando non ci vedevamo
per un lasso di tempo, correva da me, mi abbracciava,
però c’era sempre il rischio che mi stritolasse, in senso
figurato, ovviamente.
Di solito le urlavo, scherzosamente, di smetterla.
Ma stavolta no.
Non riesco a proferire parola, i miei occhi continuano a
essere puntati nei suoi.
Non ce la faccio a staccarli.
Sono cosciente che il mio sguardo sia carico d’odio,
ma non riesco a guardarlo diversamente.
Tutti questi anni passati senza di lui, senza le sue
carezze, i suoi momenti d’affetto.
Come posso dimenticare?
Come posso ricominciare con lui, senza far finta di niente?
Non posso farcela, non voglio farcela.
Non voglio fare un gesto così tremendo a me stessa.
In questi anni avrei sofferto per cosa?
Diciotto anni di pianti, di crisi isteriche, di rabbia
repressa, per cosa?
Per poi trovarmelo davanti con quel suo sguardo implorante?
Ma implorante di
cosa?
Non ce la faccio a dimenticare.
Mia madre si stacca da me e mi guarda.
-“Renesmee che bello
vederti!” Me lo dice come se piangesse.
Io sposto lo sguardo verso mia madre e la guardo.
Sorride, è felice. EJ aveva ragione.
Mamma, quanto vorrei poter dimenticare tutto quello che ho
passato, per te.
Ma non ce la faccio.
Lo so, sono un’egoista.
Le prendo le mani tra le mie, e le sorrido.
Non so cosa dire, cosa fare.
Fai la scelta giusta, Renesmee.
Sapevo che prima o poi sarebbe
spuntato da qualche parte.
Continuo a guardare mia madre, e rispondo mentalmente ad EJ.
E chi dice che la scelta giusta sia quella che mi farà star bene?
Queste sono solo tue inutili fantasie, Ness. Abbiamo sempre sognato di vedere la mamma felice,
ricordi?
E, per pochi attimi, il passato torna ad avvolgermi.
Sedici
anni prima..
Ecco, questo va qua, poi infilo
questo qui..
Al parco, questa mattina, ho conosciuto una
bambina che avrà avuto cinque anni, come quelli che dimostriamo io e mio
fratello EJ.
Stava facendo un braccialetto con dei fili,
così mi sono avvicinata a lei per guardare meglio.
Dopo un po’ che la stavo osservando,
lei alza gli occhi e mi guarda.
-“Ciao.” Mi dice, timida.
-“Ciao. Scusami se ti
sto dando fastidio, ma mi affascina ciò che stai facendo!”
-“Affascina?” Mi chiede. Io e mio
fratello abbiamo un modo diverso di parlare, più simile a quello dei
grandi, grazie alle nostre capacità più avanzate.
-“Volevo dire che mi piace quello che
stai facendo. Me lo insegni?” Le chiedo, sorridendo.
-“Certo! Io mi chiamo
Elizabeth.” Mi dice, porgendomi la manina.
-“Io mi chiamo Renesmee.”
Le dico, sorridendo, e porgendole la mia.
-“Allora, innanzitutto devi..” E ha cominciato a spiegarmi.
Mi ha fatto provare diverse volte, e ho
imparato subito.
-“Renesmee! Vieni, dobbiamo andare!” La mamma mi
ha chiamato ed Elizabeth mi ha guardato.
-“Devi andare via? Mi dispiace! Magari
ci rivediamo un altro giorno sempre qui al parco!”
Io le sorrido. “Certo! Mi farebbe
piacere!”
Ci siamo abbracciate e sono tornata a casa.
Ed ora eccomi qui, a
fare tre braccialetti, uno per me, uno per EJ, e uno per mamma.
Ora sto facendo il secondo, quello per mamma,
quando sento un singhiozzo.
Alzo la testa e mi guardo intorno per capire
da dove proviene.
Mi alzo e appoggio i braccialetti sul
tavolino e mi avvicino verso la cucina.
La mamma sta piangendo.
Non nel vero senso della parola,
perché lei non può piangere.
Ma sta soffrendo.
-“Mamma?” La chiamo.
Lei si volge immediatamente verso di me,
facendo comparire sul suo viso un sorriso terribilmente falso. Si avvicina a
me.
-“Ness, perché non sei a letto? EJ starà
già dormendo.” Mi prende in braccio e mi porta nel mio lettino,
accanto a quello di mio fratello.
-“Ora dormi, piccola
mia.”
-“TI voglio bene,
mamma.” Lei mi sorride e mi da un bacio sulla
fronte.
-“Anche io,
amore mio.” E se ne va, chiudendosi la porta alle spalle.
Io mi alzo dal letto e vado verso quello di
EJ.
Comincio a scuoterlo e a chiamarlo piano.
-“Che c’è?” Chiede
lui con la voce impastata dal sonno.
-“EJ, prima mamma stava
piangendo.”
Lui si irrigidisce un
attimo e si volta. I suoi grandi occhi color cioccolato mi guardano sorpresi.
-“Noi non possiamo farci niente, Ness.”Dice lui abbassando la testa.
-“Sì invece!” Lui mi
guarda, confuso. “D’ora in poi dobbiamo promettere di fare tutto
ciò che può far star bene la mamma. Ok?” Gli chiedo.
-“Qualsiasi cosa?” Mi chiede,
grattandosi la testa.
-“Sì, EJ.”
-“Ma quindi
anche rifare i letti?” Mi chiede, mortificato.
-“EJ!” Esclamo.
-“Ok, va bene. Qualsiasi cosa possa far
star bene la mamma!” E mi porge la mano.
-“È una promessa!”Gliela
stringo.
-“Èuna promessa.”
E ci guardiamo sorridendo.
Cosa sono
diventata?
Sono io il mostro, non lui!
Lui almeno fa stare bene mia madre, io penso solo a me
stessa.
Guardo di nuovo mia madre negli occhi e l’abbraccio
forte.
Qualsiasi cosa che possa far star bene mia madre.
È una promessa.
Mi stacco da lei e guardo i sette vampiri che si trovano
davanti a me.
Cominciano a sudarmi le mani.
Qualsiasi cosa, Renesmee.
Mi avvicino e subito una di loro si avvicina verso di me,
porgendomi la mano.
-“Ciao cara, io sono Esme.” Io la guardo.
È molto bella. Dimostra venticinque anni ed ha un
fisico che anche la più famosa modella al mondo lo invidierebbe. Le
stringo la mano.
-“Io sono Renesmee.”
Le dico cauta.
Da dietro compare un uomo, anche lui molto bello.
-“Io sono Carlisle.”
Mi da una strana
fiducia.
Poi si avvicinano due vampiri, una donna e un uomo.
Lei mi abbraccia, quasi riesce a stritolarmi.
-“Che emozione!
Ok, scusa, nemmeno mi conosci già mi prenderai per pazza! Io sono Alice.”
La migliore amica di mia madre?
È proprio come l’aveva descritta! Bassa,
capelli sbarazzini e tremendamente pazza.
-“Io sono Jasper.” Credo che stiano insieme.
Gli sorrido e gli do la mano.
-“Io sono Rosalie.” Mi volto e vedo una vampira
veramente bellissima.
Credo che dopo mia madre, lei sia la vampira più
affascinante che io abbia mai visto.
Le sorrido cordiale e accanto a lei compare un ragazzo
altissimo.
-“Ciao scricciolo, io sono Emmett.”
Gli sorrido, già mi sta simpatico.
È rimasto lui.
Questo momento doveva pure arrivare, e non ho mai saputo se
lo stessi aspettando o se ne avessi paura. Fatto sta
che ora lui è davanti a me, e io non posso
scappare.
Siamo uno di fronte all’altro e
io non riesco a smettere di fissarlo.
È bellissimo.
E mi somiglia davvero molto. Bella me l’aveva detto,
ma non immaginavo così tanto.
Non voglio parlargli, non ho niente da dirgli, e se
riuscirei a trovare qualcosa da dire sarebbero tutti insulti e parole volgari.
Dopo non so quanto che ci stavamo fissando, percepisco che
non c’è più nessuno intorno a me.
Siamo io e lui.
Per la prima volta.
Tadaaaaaaaaaaaan!!!!!!!!!
Ragazzuole.. vi devo dare una brutta (o bella?) notizia..
Il prossimo sarà l’ultimo
capitolo!
Ed è già pronto! Già
scritto, riletto e corretto!
Quindi, lo
posterò il prima possibile, però, prima, voglio farvi stare un po’
sulle spine. Mauahhahaha.
Ok, passiamo alle recensioni.
Elly4ever: grazie per il “sei bravissima”. Lo apprezzo molto,
veramente. Sapere che vi piace la mia storia mi fa davvero stare bene. Comunque,
se ti piacciono le storie in cui renesmee
è il personaggio principale, sto per scrivere un’altra storia.. o
forse due. (mi faccio un po’ di pubblicità).
Danybor: il faccia a faccia di Edward e renesmee,
a mio parere, sarà il capitolo più bello di tutta la storia. (ops!)
Allice_rosalie_blak: sono
contenta che ti sia piaciuto il capitolo! Fammi sapere anche di questo!
Zeina83: con chi accoppieròej? Mmm.. mi sa che questa.. è
un’altra storia!
Giova71: .. sì, infatti non credo che le sorprese siano finite..
Titina10: sono contenta
che pensi che io sia brava! Grazie! fammi sapere anche
per questo capitolo!
Butterfly_dream: sono
contenta che ti sia piaciuto! Fammi sapere se ti è piaciuto anche
questo!
Fatemi sapere se la storia vi piace,
se volete!
A presto, fanciulle, con l’epilogo
(mi viene da piangere!)
Continuiamo a guardarci, senza che nessuno dei due distolga lo sguardo
Saaaalve!
Sapete,
sono un po’ triste.
È
l’epilogo..
Va
bè non anticipo niente, buona lettura!
Epilogo
.Renesmee.
Continuiamo a
guardarci, senza che nessuno dei due distolga lo sguardo.
Ad
un certo punto sposta lo sguardo verso sinistra e comincia a fissare qualcosa.
Io, senza pensarci,
volgo lo sguardo e tento di capire cosa stia guardando.
-“Quello
è l’esatto luogo dove ho abbandonato tua madre.”
-“Questo non
è un punto a tuo favore.”
Lui si volge di nuovo
verso di me, e sorride malinconico.
-“Sono stato un
mostro, Renesmee, ma ti prego lascia..”
-“No, non ti
lascio spiegare niente.” Le parole cominciano ad
uscirmi, senza che io possa fare niente per fermarle. “L’hai
abbandonata! Non c’è niente da spiegare! Era lì,
inerme, stesa a terra e tu, tu te ne sei andato! A prescindere dalla ragione
per cui l’hai fatto, è stato un gesto orribile.
Come hai fatto?
Dimmelo, ti prego, perché io non riesco a capire!”
Sto agendo, sto dicendo delle cose senza pensarle, senza rendermi conto
di cosa sto facendo.
Le gambe partono da
sole, nella direzione opposta alla sua. Cammino velocemente.
-“Dove stai
andando??” Mi chiede, inseguendomi.
-“Chiedi scusa
ai Cullen, non era mia intenzione apparire gentile
per poi andarmene. Con Bella ed EJ ci parlerò io.”
Perché sto
scappando?
-“Ti prego, Renesmee, non andartene, io voglio almeno provare a
risistemare le cose.”
-“Ma
risistemare cos..” Non riesco a finire.
-“Non ti sto
chiedendo di dimenticare, ti sto chiedendo di provare a conoscermi.
Me la farai pagare
quanto vuoi, ma ti prego, prova a conoscermi. Giusto per dire ‘Ci ho
provato’.
Ti prego. Tuo
fratello e tua madre hanno accettato.
Dammi la
possibilità di riunire la nostra famiglia.”
Il suo sguardo
è un mix tra implorazione e ira.
Continuo a camminare,
non riesco a trovare il coraggio di voltarmi ed
affrontarlo.
Non riesco a trovare
il coraggio??
Ma
dov’è finita la vera me?
Dov’è
finita la mia grinta? E la mia antipatia?
E, soprattutto, la
capacità di rispondere a qualsiasi affronto?
Quest’uomo mi
rende vulnerabile.
Edward Cullen mi rende debole.
-“Renesmee!” Mi prende il braccio così da farmi
voltare.
Ma
solo quando alzo il viso per guardarlo, mi rendo conto che sto piangendo.
No, non è
possibile, le mie lacrime se ne sono andate da anni ormai.
-“Fammi essere
ciò che sono: tuo padre.”
-“Io non ho un
padre!” Mi libero dalla sua presa. “Non ce
l’ho mai avuto, ok? Non ce l’ho
avuto al ballo di fine anno, non ce l’ho avuto alla mia prima esibizione
col pianoforte, non ce l’ho avuto al mio primo spettacolo di danza
classica, non ce l’ho avuto al mio diploma e in tanti altri eventi.
Tu per me sei un
estraneo! Tu per me non sei nessuno!” E cado.
Cado
a terra, in ginocchio, preda dei singhiozzi e degli spasmi che mi scuotono il
corpo.
Poggio i palmi delle
mani a terra e, con il viso rivolto verso il basso, piango, come non facevo da
anni. Come non avrei più desiderato fare.
Lui si inginocchia davanti a me.
-“Vattene, ti
prego. Rendi mia madre e mio fratello felici, io non posso farlo, nemmeno
volendolo.”
Le lacrime scendono
ancora più copiose lungo le mie guancie.
-“Ho già
lasciato tua madre sola in circostanze terribili. Non farò lo stesso
errore due volte.”
-“Tu
mi rendi debole! Io non sono così!” Mi alzo, furiosa,
rischiando di inciampare all’indietro.
-“Rischio anche
di inciampare! Ma chi sono io? Tu mi rendi
vulnerabile! Tu mi rendi fragile! Io non sono così! Io sono forte! Io
non piango mai! Io, io non singhiozzo! Io non mi faccio vedere così da
nessuno! Nessuno! Nessuno..” E finisco per
singhiozzare di nuovo, come una stupida.
-“Sono una
stupida! Una stupida! Ho impiegato anni per trattenere tutto dentro, e ora
esplodo, piangendo, davanti a te, che sei l’ultima persona che deve
vedermi piangere!”
-“So di non
poter sapere cosa provi, ma io..” Cerca di
parlare.
-“NO!
No! Nessuno può sapere cosa provo! Solo una ragazza che è stata
abbandonata da suo padre può saperlo! No! Anzi nemmeno lei! Solo una
mezza-vampira abbandonata a sé stessa
può saperlo!
Sto nel mezzo, cazzo,
nel mezzo! Non ho una natura, lo capisci? Sono ‘Renesmee, la
ibrida’.
Sono un’ ibrida, cazzo! Non ho una natura! Non ce l’ho! Io non sono nessuno!
Io non merito di
vivere! Sono un’egoista che pensa solo a sé
stessa! Solo a sé stessa!
Ho ignorato mia madre
e mio fratello, non rendendomi conto cosa potesse far
star bene loro, pensando solo a ciò che rendeva felice me!
Ma
chi sono io?
Non sono nessuno!
NESSUNO!”
Mi ritrovo a parlare
più a me stessa, che a lui.
Perché
ciò che sto dicendo, anche se non ha un nesso logico, e può
sembrare privo di senso, per me ce l’ha. Per me,
ciò che sto dicendo è la verità.
-“Sono io il
mostro, non tu! Tu la rendi felice, LIrendi felici! Io porterei solo altra
infelicità!”
-“No,
Renesmee! Tu sei la creatura più dolce
e fragile che io abbia mai visto. All’apparenza appari dura, antipatica e
scontrosa. Ma in realtà sei una ragazza estremamente
fragile.
Tu non sei un mostro. È grazie a
te se tua madre questi anni è stata felice,
grazie a te e ad EJ.”
-“Ma
lei non era felice! Non lo è mai stata!”
Sto per sganciare la
bomba. Me lo sento.
-“Non
ti odio solo perché l’hai abbandonata! Non ti odio solo
perché l’hai lasciata sola! Ma ti odio
perché solo tu potevi renderci felici, e tu non c’eri!
Solo tu potevi e puoi
rendermi felice! Ma io non voglio!
Non voglio!
Il mio orgoglio non
me lo permette! Io non voglio perdonarti!
Sono io che ho
sofferto!
Sono io che ti desideravo
e che ti desidero come padre!”
Non l’avevo mai
pensata così, le parole sono venute fuori così.
Ma
è la verità.
-“Supera il tuo
orgoglio, Renesmee, guarda oltre.”
Ci provo, non lo
nego, ci sto provando.
Poi, una
constatazione, un’illuminazione.
È questo il
mio mondo.
È qua dove sono cresciuta, è qua dove sono stata
concepita.
Lo guardo negli
occhi, e in lui trovo l’uomo, l’unico uomo
che possa rendermi felice.
Non smetto di
singhiozzare, non ci riesco.
-“Che io lo
voglia o no, tu sei l’unico uomo che può rendermi felice.”
Sussurro, rivolgendomi a me stessa. Ma subito me ne
pento, potrebbe avermi sentito.
Come volevasi
dimostrare, lui sorride. Cazzo.
È bellissimo,
quando sorride.
Sorrido
anch’io.
Più che altro,
la mia, è una risata isterica.
Ha stregato anche me,
cazzo!
Lui non sa cosa fare,
e nemmeno io.
-“Perché
l’hai abbandonata?” Gli chiedo, cautamente.
-“Avevo paura
per la sua incolumità. Ho sempre amato, e amerò sempre, tua madre in una maniera incondizionata e
incontrollabile. Potevo ucciderla con un abbraccio, con una carezza, o
semplicemente con un bacio. L’amavo
immensamente, ma la mia natura prevaleva, e in più lei era la mia
cantante. Come potevo resisterle?
L’unico modo
per farla vivere e per renderla felice era lasciarla, lasciarla alla sua
naturale vita umana, magari con un uomo che l’amava,
ma non come l’amavo io.
Perché io amo
tua madre, come nessun uomo ha mai amato una donna.
E ora amo anche voi,
tu ed EJ. Siete il dono d’amore più grande che potesse farmi.
Per me è stato
un grande gesto d’amore, che mi ha aperto gli occhi.
Anche vostra madre mi
ama.
Ed è stata la
constatazione più bella che abbia fatto in più di 100 anni che
vivo.
E sapere che EJ mi
abbia perdonato, abbracciarlo e sentirlo piangere sulla mia spalla, mi ha dato
un senso di pace unico. Anche di tristezza, perché non ci sono mai stato
per lui.
Ma
se avessi saputo in che stato fosse tua madre quando l’ho lasciata, avrei
fatto dietro-front immediatamente. Speravo che una volta che io fossi sparito,
lei si sarebbe dimenticata di me, e che avrebbe continuato la sua vita umana,
anche perché non pensavo che lei mi amasse nemmeno lontanamente a quanto
l’amassi io.
Vuoi sapere
perché abbiamo fatto l’amore, prima che l’abbandonassi?
Bè.. quello è stato l’atto più egoista che
potessi fare.
Ma la desideravo, Renesmee, e anche lei desiderava me.
È stata una
cosa di cui non ho potuto fare a meno.
So che è una
cosa orribile, è stato l’atto più vile che potessi fare, se
potessi tornare indietro molto probabilmente non lo
rifarei.
Però
è successo, e ora siete qui, sei qui.
E
io voglio adempiere al mio compito, a quello di padre.
Ti prego, lasciamelo
fare.”
Non ha mai smesso di
fissare i miei occhi per tutto il tempo del suo discorso.
Ama mia madre, si
vede dalla luce che gli compare negli occhi quando parla di lei.
Cosa posso fare? Non
posso far finta di niente.
Pensa a tua madre,
agisci pensando a tua madre.
Lo guardo bene, e gli
sorrido.
-“Con me
sarà molto più difficile che con EJ.” Non lo
perdonerò molto facilmente.
-“Non vedo
l’ora di provarci.” Mi sorride.
-“Andiamo dagli
altri, ci staranno aspettando.” Mi dice.
Annuisco e lo seguo
nel bel mezzo del bosco.
.EJ.
-“Pensi che lo
perdonerà?” Mi chiede Alice.
Io mi volgo verso di
lei, sono più alto quindi guardo verso il basso.
-“Non lo so, credo ci vorrà del tempo zia Alice.” E
ritorno a guardare davanti a me.
Lei lancia un urletto, mi volgo di nuovo verso di lei e la vedo
illuminarsi, mostrandomi un sorriso a 40 denti. Cosa
le prende?
La guardo
interrogativo, ma lei non risponde.
Credo che stia
aspettando che ci arrivi da solo. Cosa ho detto di
male?
Credo che ci
vorrà del tempo.. zia Alice.
Oh, ora capisco.
Le sorrido e lei mi
abbraccia con trasporto.
Mia madre ci guarda,
emozionati. Le sorrido, e lei mi rimanda il sorriso.
Siamo davanti alla
villa, quando sento una strana puzza.
Ma
cos’è?
Vedo la mia famiglia,
ancora non mi sembra vero, voltarsi verso un determinato punto.
Mi giro anch’io
e mi trovo davanti cinque ragazzi, veramente muscolosi.
Dal colore della loro
pelle posso dire che fanno parte di qualche tribù nativa indiana.
Uno di loro fissa mia
madre e comincia a parlare.
-“Bella.”
Le dice, semplicemente.
-“Jacob.”
Le risponde mia madre.
Jacob. Mi dice
qualcosa. Giusto! Il licantropo che l’ha abbandonata nel momento del bisogno.
-“E così.. questo è tuo figlio?” E mi guarda. Io alzo
un sopracciglio.
-“Sì.”
Gli dice mia madre.
-“Non posso
credere che tu abbia due figli, e per giunta due mezzi-sanguisughe!”
Sto per ribattere, ma
qualcuno lo fa prima di me.
-“Scusa, a chi hai dato del “mezzo-sanguisuga”?
.Renesmee.
Siamo quasi arrivati
alla villa, io sono poco dietro Edward.
Non ci credo, ce l’ho davanti, e non l’ho ancora ucciso.
Cioè, ucciso,
in senso figurato. Lui è già morto!
Questo discorso
mentale ha del macabro.
Nel bel mentre del
mio monologo interiore vado a sbattere contro qualcosa.
Per poi rendermi
conto che quel qualcosa, è la schiena di Edward.
Oddio. Mio.
-“Ehi, avverti
quando ti fermi.” Lui non mi risponde, guarda un punto davanti a lui.
Ci sono i Cullen e cinque, come dire, colossi davanti a loro, che ci
danno le spalle.
-“Chi
sono?” Chiedo a Edward.
-“Licantropi.”
Credo che quello che stia parlando sia Jacob, quello che ha scaricato mia
madre.
-“Non posso
credere che tu abbia due figli, e di per giunta due
mezzi-sanguisughe!”
Cosa?!
-“Scusa, a chi hai dato del “mezzo-sanguisuga”?
Non riesco a
trattenere la mia sfacciataggine.
Tutti si voltano e mi
trovo cinque licantropi davanti che mi fissano.
Io sto fissando
quello centrale, quel Jacob.
Lui mi guarda, come
dire, estasiato. Sta quasi per sbavare.
Agito una mano
davanti a me.
-“Che
c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?” Gli dico,
antipatica.
Lui scrolla la testa
e mi guarda.
-“No, è
solo che..” Questo non sta bene.
-“Quindi?” Gli chiedo, alzando un sopracciglio.
Lui non mi risponde,
continua a guardarmi incantato.
Da dietro di me sento
un ringhio, e mi ritrovo Edward accanto che guarda con uno sguardo
inclassificabile questo Jacob. Io non ci capisco niente.
-“Jacob, credo
che sia meglio se tu te ne vada.” Gli dice.
-“Edward,
è una cosa che non si può controllare.”
-“Vattene.”
Gli dice, tranquillamente, mio padre.
Aspetta.
Ok, Renesmee, l’hai pensato tranquilla, non ti ha sentito
nessuno.
Hai la mente chiusa,
EJ non può averti sentito.
Sì ma è
il fatto che l’abbia pensato che mi preoccupa!
L’ho pensato,
cazzo, l’ho pensato di mia spontanea volontà.
Porca vacca, m’ha fregato.
Mi volgo verso di lui
e lo osservo.
È mio padre,
devo accettarlo. Tanto ormai l’ho già fatto.
I licantropi se ne
vanno. Quello là non fa altro che fissarmi, finchè non sparisce
nel bosco.
-“Edward?
Cos’è successo?” Gli chiede Bella,
spaventata.
-“Niente, non
mi vanno a genio i licantropi.” Gli dice.
Mia madre gli
sorride.
-“Rientriamo in
casa, ragazzi? Così vi faccio uno
spuntino.” Dice nonna Esme.
Oooohh!
Ok, basta!
Ci sto prendendo
troppo la mano.
Tutti si avviano, per
ultimi rimaniamo io e.. mio padre.
L’ho già
perdonato, ma non voglio rendermene conto.
Mi ha stregato, con i
suoi modi, con la sua dolcezza, con i suoi occhi.
Ora capisco il
luccichio che compariva negli occhi di mia madre quando ci raccontava di lui.
È dolce,
è perfetto, è l’uomo che tutte le donne desidererebbero di
avere accanto.
E chi sono, io per
rifiutarlo?
Lo ripeto,
nessuno.
Ormai che l’ho
visto, che ci ho parlato, non riuscirò a fare a meno di lui.
Ha vinto, e io ho perso.
Mi fermo un attimo,
lui avanza di un passo.
Prendo un respiro, e
lo chiamo.
-“Papà.”
Sussurro. Un sussurro che lui sente benissimo.
Lui si volge, di
scatto, verso di me, con uno sguardo incredulo.
Mi guarda. Mi scappa
una risata, e insieme a quella delle lacrime di
commozione.
-“Riesco a
guardare oltre l’orgoglio.”
Gli dico, piangendo e
portando le mani davanti alla bocca.
Lui sorride, felice,
e si avvicina a me.
Gli getto le braccia
al collo e lui mi abbraccia con trasporto, quasi mi stritola.
Singhiozzo di
felicità, con spienseratezza, tra le braccia, volente o nolente,
dell’uomo che, si spera, mi ami per tutto il resto della mia eternità.
Sento tutti gli occhi
della mia famiglia puntati addosso, e non posso fare a meno di esserne felice.
Ora ho una famiglia.
La mia famiglia al
completo.
Sono riuscita a
sconfiggere il mio più grande nemico, l’orgoglio.
Non riesco ancora a
crederci.
Però
devo dire una cosa.
Credo che io sia l’imprinting di quel Jacob.
Ma questa.. è un’altra storia!
Ed
ecco, l’epilogo.
Allora?
Che voto dareste a questa storia da 1 a 10?
Vi
è piaciuta? Vi ha emozionato?
Ma
domanda più importante..
VOLETE
IL SEGUITO?
Fatemi
sapere le vostre sensazioni nel leggere la mia storia, non può far altro
che farmi piacere!
E
ora.. i ringraziamenti.
Ringrazio
le 9 persone che hanno messo la mia storia tra le
ricordate
Ringrazio
le 26 persone che l’hanno messa tra le
preferite.
Ringrazio
le 100 persone che l’hanno seguita.
E
un ringraziamento speciale a tutte le lettrici che hanno contribuito a far
avere, alla mia storia, 70 recensioni, finora.
Grazie
mille a tutti voi! Grazie graziegrazie!
E
ora rispondo alle recensioni:
giova71: ti è piaciuto lo
scontro? E la riappacificazione? Fammi sapere, eh!
Giulls: meglio tardi che mai,
carissima! Sono contenta che ti piaccia renesmee in
questi panni.. fammi sapere se la storia ti è
piaciuta!
Silvia16595: sono contenta che ti sia
piaciuta la mia idea! fammi sapere il tuo parere per
questo epilogo!
Elly4ever:ci credi che la tua
recensione mi ha rallegrato la giornata? Quando l’ho letta
ho fatto un sorrisone a 5765756
denti. Grazie, grazie veramente. Sono contenta se seguirai anche le mie
prossime storie (di cui una, credo, sarà il
seguito di questa). Grazie, non smetterò mai di dirtelo.
Emma92: sono contenta che il
capitolo ti sia piaciuto.
Questo,
invece, era come te l’aspettavi! fammi sapere!
Butterfly_dream: anche a me dispiace che
sia finita! Lfammi sapere se
l’epilogo ti è piaciuto!
Mi
raccomando, recensite in molti e fatemi sapere se volete un bel seguito di
questa storia!
Volevo solo avvertire tutte le persone che
seguono questa storia, o che l’hanno messa tra le preferite o tra quelle da
ricordare, che sto lavorando al seguito e che, molto probabilmente, pubblicherò
il primo capitolo il prima possibile.
Spero di riuscire ad
emozionarvi come ho già fatto con la fanfiction precedente.
Se volete vi anticipo
qualcosa..
Mentre nella prima fanfiction
si è parlato maggiormente dell’ambito familiare, in questo seguito la storia
sarà incentrata sulla vita amorosa dei due gemellini, in particolare quella di Renesmee.
Ci saranno moltissimi colpi di scena, moltissime
parti tristi, ma anche divertenti.
Ci saranno parti che, se faranno lo stesso
effetto che hanno fatto a me, vi faranno mancare il
respiro.
Sto scrivendo questo seguito con il cuore, e
spero che lo apprezzerete.