Ti interessa veramente?

di Renesmee_CuLLen
(/viewuser.php?uid=83260)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazioni ***
Capitolo 2: *** Come andò.. ***
Capitolo 3: *** Avviso! ***
Capitolo 4: *** E' importante conoscere entrambe le facce della medaglia ***
Capitolo 5: *** Complementarietà ***
Capitolo 6: *** Seconda Chance ***
Capitolo 7: *** Qualcosa sta cambiando ***
Capitolo 8: *** Pronta. ***
Capitolo 9: *** Ti interessa veramente? ***
Capitolo 10: *** "Glielo devo." ***
Capitolo 11: *** Direzione Forks ***
Capitolo 12: *** Padre ***
Capitolo 13: *** E' ora di ricambiare il favore ***
Capitolo 14: *** Promessa. ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***
Capitolo 16: *** Bentrovate! ***



Capitolo 1
*** Presentazioni ***


Devo farlo

 

 

 

 

Devo farlo.

Devo dimenticare che mi ha abbandonato anni fa..

 ÈE’ grazie a lui se io ora sono qui.

E’ ora di ricambiare il favore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Devo ammettere che Milano è davvero una bella città. Luci, negozi dappertutto.

Beh, c’è da dire che non sono nemmeno poi tanto abituata a questo genere di città.

Da dove vengo io, Forks, non è mica così.

È una cittadina dove tutti sanno di tutti e ovunque vai riconosci qualsiasi persona che vedi.

Dopo aver preso la maturità, ho deciso di prendere la facoltà d’ingegneria e invece che rimanere a Forks me ne sono voluta andare, così per cambiare.

In fondo, ho l’immortalità davanti per vivere le mie esperienze, no?

Sono nata da madre umana e padre vampiro. E a tenermi compagnia c’è anche mio fratello.

Mi chiamo Renesmee e sono un ibrido, una mezza-vampira più precisamente.

Capelli castani ramati, occhi verdi e una bella presenza. Ho 18 anni effettivi e ne dimostro venti.

Ne dimostrerò sempre venti.

Sì perché grazie al mio essere ibrido, passati sette anni, si giunge alla maturità e ci si blocca per l’eternità ai venti anni, anno più, anno meno.

Mio fratello è Edward Junior, soprannominato EJ. Capelli castani scuri e occhi color cioccolato.

 

Nostra madre è Bella Swan.

Si, quella che stava con Cullen.

Sì, proprio lui, il vampiro che l’ha mollata nel bosco dopo averla messa incinta.

Proprio lui.

All’età di 4-5 anni effettivi, cioè quando ne dimostravamo circa 15, io e mio fratello conoscemmo per la prima volta la storia di Cullen e mia madre.

Quando iniziò a raccontarcela, i miei occhi luccicavano, pronta ad ascoltare una vera storia d’amore, una di quelle degli adulti, una di quelle che si vivono per tutta la vita, una di quelle che si vedono al cinema e che sogni per te stessa, una di quelle che non ha fine.

Invece, arrivata all’epilogo, i miei occhi luccicavano ancora, ma per le lacrime che stavo versando.

Fino a quel giorno, a volte avevo visto mia madre in condizioni non buone.

 Non si voleva mai far vedere da me e mio fratello mentre stava male per qualcosa.

Provavo a nascondermi ingenuamente dietro la porta della sua camera per tentare di scoprire qualcosa, ma lei, con i suoi sensi sviluppati da vampira, mi precedeva, e il suo sorriso, terribilmente teatrale, le ricompariva in viso.

Il fatto che non potesse piangere era un punto a suo favore.

Quel giorno, quando sentii quella storia, mi resi conto di chi era veramente colui che mi aveva generato prima di aver abbandonato mia madre, colui che ha reso mia madre veramente felice, quello che io non potrò fare mai.

 

 

 

 

 

 

 

È il mio esordio.. probabilmente a qualcuno non piacerà.. ma io voglio provarci ugualmente.. fatemi sapere cosa ne pensate se vi va:)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Come andò.. ***


Eternità troppo stretta

Come andò..

 

 

 

.Bella.

 

-Baci, Mamma-

Alzo gli occhi dalla tastiera e rileggo la breve mail che ho scritto a Renesmee, mia figlia.

Chissà se le piacerà Milano, non ha mai messo la testa fuori da Forks.

EJ invece se ne è già andato una volta, anche lui in Europa, pochi anni fa, per frequentare la facoltà di legge.

Fisso di nuovo lo schermo del Pc e mi decido a spegnerlo.

Mi dirigo in cucina e mi metto seduta su una sedia qualsiasi del tavolo e, come succede ogni volta che sono sola, mi perdo nei miei pensieri.

 

Sono sola.

Che illusa. Credevo davvero che mi amasse.

E mi sono fatta anche usare. Che ingenua.

 

 

18 anni fa

 

Con fatica mi rialzo dal terreno umido in mezzo al bosco e con altrettanta fatica tento di ritrovare la strada di casa.

Dopo un pomeriggio pieno di tentativi, riesco ad orientarmi e torno a casa.

Se n’è andato. Non ci credo.

Che idiota, come faccio a non crederci?? Era ovvio che sarebbe andata così.

Io, Bella Swan, una semplice umana.

Come posso credere davvero che Edward mi abbia amata.

Chissà con quante altre stupide ragazzine ha già fatto questo giochetto.

Perché la mia vita deve fare schifo?

Perché?

Perché mi merito tutto questo?

 

2 settimane dopo

 

 

Devo decidermi a reagire.

Lo devo a Charlie, non ce la faccio più a vederlo così.

E la cosa è reciproca.

Ma è più forte di me, non ce la faccio.

Non riesco a sorridere.

Non riesco a stare tranquilla.

Non riesco a stare serena.

Che cosa devo fare?

 Potrei andare a fare un giro, così, per cambiare aria.

È deciso, andrò a fare un giro.

Mi dirigo verso il bagno e mi posiziono davanti allo specchio.

Wow, faccio davvero paura.

 

Nell’aprire lo sportello in alto, accidentalmente cade una confezione.

Mi abbasso per prenderla, ma quando mi rendo conto di cosa sia, sbianco ancora di più di quanto sia già.

 

1,2,3,4..

Non è possibile.

1,2..

NON è POSSIBILE!

 

NO. No cazzo, no! Non è possibile!

No, no, no, no. Cazzo perché!

Come hai potuto?

No, anzi, COME TI SEI PERMESSO?

Come ti sei permesso di lasciarmi con questa enorme responsabilità?

Tu che dicevi che ero una semplice umana.

Mi lasci in balia di questo?

Di un figlio.. di tuo figlio.

Come.. come posso farcela??

Doveva essere come non fossi mai esistito!

Un figlio.. un figlio è quello che due persone innamorate considerano un dono.

UN DONO!

Come posso considerarlo un dono?

Come?

È una disgrazia!

La mia disgrazia!

Questa è la prova che mi hai usata e gettata via!

Alice avrà già visto tutto questo, e se tu mi amassi veramente saresti tornato! E invece non ci sei!

Non sarà come se non fossi mai esistito!!!

Mai!

Come farò? COME?

Edward Cullen.. ti odio!

 

 

Come potevo credere di odiare Edward Cullen?

L’ho sempre amato, lo amo e lo amerò per tutta la mia eternità.

Eternità, già.

 Che strano modo di ottenerla.

 

 

3 mesi dopo

 

Le contrazioni.

Sono sola.

Cazzo, che faccio?

Respira, Bella.

Ok, piano.

 Inspira, espira.

Un’altra.

Urlo.

Un’altra più forte.

Urlo più forte.

-“Bella!!!!” Papà. È tornato.

-“P..a..”

E urlo. Non riesco a pensare a niente.

-“Bella, bella , cosa devo fare?!”

-“C..al..mat..i..” Cerco di dire.

Basta devo fare qualcosa.

Devo tranquillizzarlo! Sta per prendergli un infarto!

-“Bella!”

Ma non ce la faccio.

Tutto crolla.

Io crollo.

-“Forza!”

 

Quella è l’ ultima parola che ho sentito.

L’ultima parola sentita quando ero ancora umana.

 

 

____

 

 

Ma che diavolo..??

In un milionesimo di secondo, ricordo tutto.

Le contrazioni, le urla, mio padre spaventato.

E poi il buio.

Riesco a sentire una miriade di suoni, le mie percezioni sensoriali sono migliorate.

E da questo posso dedurre un’unica possibilità.

Sono una vampira.

Apro gli occhi, e ciò che mi permettono di vedere, è strabiliante.

Le venature del legno del mio armadio, le finissime scrostature del muro, ogni singolo granello di polvere.

Tutto ciò mi aveva distratto da ciò che mi aveva svegliata.

Un pianto.

In nemmeno un nanosecondo mi trovo davanti alla porta della mia camera.

Il pianto viene da sotto.

Scendo le scale, quasi volando.

Mi dirigo nel salotto, e vedo mio padre, Charlie, che sta guardando la televisione.

Non mi ha sentita.

-“Papà” dico. Ma mi rendo conto che non mi ha sentita perché ho parlato troppo velocemente.

Cercando di scandire le sillabe riprovo:

-“Papà.” Lo vedo irrigidirsi, per poi voltarsi.

La sua faccia varia, dallo spaventato, all’estasiato.

Lui sa tutto, non me ne fregava niente delle stupide leggi dei vampiri e dissi a mio padre della natura del mio ex ragazzo, nonché padre di mio figlio.

Mio padre non voleva crederci, ma poi gli ho mostrato il morso di James.

Lì è ceduto.

Guardandolo riesco a vedere tutte le sue rughe, i suoi baffi quasi bianchi, i suoi occhi, come i miei.

Ha capito.

Ha capito cosa sono diventata.

-“Bella.”

Si alza.

Tenta di avvicinarsi.

In quel momento, percepisco un odore delizioso nell’aria.

Spalanco gli occhi e, senza che io lo volessi, mostro i denti.

Ora mi rendo conto.

Charlie è umano.

Negli umani scorre sangue.

I vampiri si nutrono di sangue.

 

 

Le lacrime in un vampiro non sussistono.

Eppure vorrei che in questo momento accadesse il contrario.

Ho ucciso mio padre.

Ho bevuto il suo sangue.

 

 

Non posso crederci.

L’ho fatto davvero.

Il corpo di Charlie, a terra.

 Privo di vita.

Non.. non è possibile.

Il tappeto, è ricoperto di sangue.

Non.. non è vero.

Mi inginocchio vicino a mio padre.

-“Papà” sussurro.

Singhiozzo, e in quel momento ricordo che alle lacrime non è concesso uscire dai miei occhi.

Il suo corpo è martoriato.

E io l’ho ridotto così.

Edward aveva ragione.

 I vampiri sono dei mostri.

-“Ti ho ucciso” sussurro di nuovo.

Singhiozzo più forte.

“No, no, no..

 Mi metto le mani sul viso, per poi toglierle e guardare davanti a me.

Lo specchio riflette una ragazza, della mia età suppergiù.

Con la pelle bianca, candida come le neve.

Capelli lucenti e perfetti, che ricadono armoniosi sulle spalle.

Mani poggiate sul viso della ragazza, perfette e curate.

Un naso perfetto, sembra scolpito.

E la bocca. Perfetta e di color rosso.

Come gli occhi incastonati in quel viso perfetto.

Rossi, come il sangue che l’aveva appena dissetata.

Solo dopo un’attenta analisi, mi rendo conto che sono io.

 

Un pianto, quel pianto, irrompe di nuovo nel silenzio della casa.

Mi alzo, e mi rendo conto che proviene dalla cucina.

Apro la porta.

 

Due carrozzine.

Due bambini che dormono dentro le due carrozzine.

Due gemelli.

 

Ho avuto due gemelli.

Edward mi ha regalato due gemelli.

Mi avvicino, e li osservo.

Come potevo pensare che potessero essere due disgrazie?

Loro sono due doni. Loro sono i miei due angeli.

Loro sono la mia vita, ora.

 

 

Tempo dopo, capii che colei che mi trasformò fu Renesmee, mia figlia.

Lei è “più vampira” di EJ, che invece è “più umano”, e da appena nata possedeva il veleno.

Mi morse da dentro, e m’iniettò il suo veleno.

Fu così, che diventai vampira.

 

Nascosi tutte le tracce. Resi impossibile la soluzione all’assassinio di mio padre.

Scappai, presi i miei figli, e fuggii da Forks, la mia cittadina, che amai tanto, come amai lui.

Ma ormai era diventata troppo stretta, per la mia eternità.

 

I miei figli sono due mezzi-vampiri.

Si nutrono di sangue, ma anche di cibo umano.

Scorre sangue nelle loro vene, e possono dormire.

Sono veloci, Renesmee quasi più di me.

Sono forti, ed EJ forse più di me.

Hanno poteri, come ce li possono avere i vampiri.

Possiedono entrambi il mio scudo mentale.

Renesmee possiede la capacità di manovrare gli elementi naturali.

EJ possiede il potere di immobilizzare, per alcuni secondi, un qualsiasi essere di qualsiasi natura ed inoltre è un abile stratega ed è molto forte.

Chissà come sarebbe stata la loro vita, con Edward vicino.

Entrambi nutrono odio per lui. Logico, non lo conoscono, e per quel poco che sanno di lui dai miei racconti, l’unica cosa che si ricordano è di quando mi ha abbandonata, tralasciando tutte le gioie e i momenti belli che gli ho raccontato di noi due.

 

Ora sono di nuovo a Forks.

Dopo vent’anni ormai, tutti si sono scordati di tutto.

Dopo vent’anni, sono sempre la stessa assassina che ero allora.

 

 

 

.Renesmee.

 

La lezione di matematica è troppo interessante.

Sarà una materia da secchioni, ma a me piace, non posso farci niente.

Sono troppa attenta alla lezione, ma riesco ad accorgermi che tutta la popolazione maschile della classe mi sta fissando, o sta parlando di me.

Ormai non mi fa più effetto.

La lezione termina e io mi dirigo vero l’uscita.

Gente che mormora, che mi fissa.

Dio mio, ma mica sono l’unica bella ragazza dell’università.

 

Un ragazzo mi sta fissando incessantemente, nonostante anch’io lo stessi guardando.

Ma questo non la conosce l’educazione?

Vedo che si avvicina.

Dio, che palle.

-“Ehi ciao.” Mi dice, guardandomi con aria strafottente.

Notando i suoi lineamenti, devo dire che non è brutto.

Ha dei bellissimi occhi, devo ammetterlo, di un color azzurro chiaro al centro, che poi nel contorno delle iridi diventa un blu scuro.

Capelli sfasati, che vanno per i cavoli loro, neri.

Un bel sorriso, composto da denti abbastanza dritti.

-“Ciao.” Dico, glaciale, continuando a camminare con lui alle calcagna.

-“Piacere, mi chiamo David.” Mi si piazza davanti, per bloccarmi. Lo guardo negli occhi.

-“RenesmeeMantengo il mio tono freddo.

-“Hai un bellissimo nome. Senti, ti va.. di uscire?” Un gruppetto di ragazzi, credo suoi amici, stanno boccheggiando.

Ok, sono d’accordo che non sono un tipo simpatico, ma se parlo con qualcuno non è la fine del mondo!

-“No.” La mia antipatia si nota ogni qualvolta che parlo con qualcuno, umano o vampiro che sia.

-“Sei una persona molto delicata, insomma.” Mi dice, sorridendo.

Ma che cazzo ridi?

-“No, è che detesto illudere. Preferisco dire no, e non avere pesi sulla coscienza, quindi ciao.

Era così che rispondevo, ogni volta che succedeva tutto questo.

E ogni volta la mia frase, NON aveva un riferimento puramente casuale.

-“Oh. Wow. Ok, ciao!” Alza le mani e se ne va.

 

Esco dalla struttura e mi dirigo alla macchina.

Una comunissima mini, color grigio.

Il colore che sento mio.

Quello che sta in mezzo, tra nero e bianco.

Quello che non è definito.

Quello che non ha una natura propria.

 

.Bella.

 

Renesmee all’ università di Milano.

EJ fa il commesso in un negozio di vestiti.

E io vado al liceo.

Sì, quel liceo dove andavo anni fa.

Dove ho conosciuto lui.

La scuola è già iniziata da un mesetto circa e io frequento il quarto anno.

Arrivata a scuola, mi avvio verso la mia prima lezione, letteratura.

Oggi i ragazzi sono più agitati del solito.

Troppi mormorii.

Capto una frase di una ragazza e capisco tutto.

Nuovo arrivato.

Che strano, pochi anni fa ero io quel nuovo arrivato.

A Forks, un nuovo arrivato è un vip di Hollywood.

Da quel che ho capito, giungerà domani.

Il mio “socializzare” non è cambiato di una virgola, e infatti sto da sola su una panchina nel cortile della scuola.

Gente che mangia, che beve, che fuma, che parla.

La loro vita, così spensierata, ancora macchiata da nessuna disgrazia, è l’oggetto della mia costante invidia.

La loro vita l’avrei potuta avere anch’io.

Una vita spensierata, con un ragazzo che mi avrebbe amato davvero, con un matrimonio, con dei figli e con lui, con mio padre.

Tutto questo non avverrà mai.

Non incolpo Renesmee per avermi trasformato.

Non potrei mai.

Ma quando ancora non ero a conoscenza del loro imminente arrivo, a cosa mi sarebbe servita l’eternità?

Senza Edward che me ne facevo dell’immortalità?

Ora ci sono loro, i miei figli, e voglio vederli crescere.

Fisicamente ormai non più.

Ma voglio vederli crescere intellettualmente.

Voglio vederli felici.

Voglio vederli sorridere.

Voglio vederli innamorati, come lo ero stata io un tempo.

 

A volte, però, guardare il viso di Renesmee, mi fa male.

È terribilmente uguale a lui.

Il suo sorriso, i suoi occhi da umano, i suoi capelli, perfino la voce è somigliante a quella del padre.

Testarda, facilmente irascibile, terribilmente gelosa di ciò che è suo, permalosa ed estremamente affascinante. È una Cullen purosangue, se così si può dire.

Ej invece è un Swan. I miei occhi, i miei capelli, il mio sorriso.

Sensibile, calmo ed anche un po’ imbranato.

Ma ha il suo fascino vampiresco, che lo aiuta molto con le ragazze.

Non si assomigliano per niente, però si vogliono molto bene e sono strettamente legati.

Sono telepatici.

Cosa che Renesmee odia e che invece diverte EJ.

Suona la campanella e le lezioni riprendono il suo corso.

 

 

 

 

Ciao!

Non potete capire la mia felicità.

Sono veramente contenta che abbiate apprezzato il primo capitolo.

Ho una fifa assurda nel presentare il nuovo capitolo e spero vivamente di non aver rovinato ciò che vi è piaciuto.

Grazie mille veramente.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Avviso! ***


Innanzitutto vorrei cominciare col dire che Mi scuso con tutte voi

Innanzitutto vorrei cominciare col dire che Mi scuso con tutte voi!

Purtroppo ho avuto una serie di problemi con il pc e con la connessione a internet.

Poi volevo dirvi che Ho già iniziato a scrivere il terzo capitolo e che aggiornerò presto!

 

Colgo l’occasione per chiarire il dubbio di sabryepenny:

, bella era una neonata non appena ha ucciso charlie.

Ora non lo è più, poi parlerò di questo anche nei prossimi capitoli.

Mi dispiace di essere stata un po’ oscura! >.<’’

 

Approfitto, oltretutto, per ringraziare i sei che hanno messo la storia tra le ricordate, i sei che l’hanno messa tra le preferite e i 19 (non ci credo!) che la stanno seguendo.

 

Vi ringrazio tanto!

 

 

Renesmee_Cullen

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** E' importante conoscere entrambe le facce della medaglia ***


Ej

SALVE! RIECCOMI!

COME PROMESSO ECCO IL NUOVO CAPITOLO.

UN NUOVO POV, IL POV DI EJ, PER CAPIRE LE SUE EMOZIONI E SENSAZIONI.

E INDOVINATE?

DATO CHE è GRAVEMENTE CORTO.. AL SEGUITO AGGIUNGERò IL 4 CAPITOLO!

 

SPERO DI FARVI FELICI! BUONA LETTURA!

 

 

 

È importante conoscere entrambe le facce della medaglia.

 

 

.EJ.

 

Allora, ricominciamo da capo. Se 190 euro è il prezzo pieno lo sconto del 20% è..

Sento la porta aprirsi e mi volto verso il prossimo cliente con cui avrò a che fare.

Una ragazza, alta, bionda, sembra una tronista. Super truccata e mezza svestita, già pronta all’estate ormai prossima. In bocca un chewing-gum e bauletto tenuto sull’avambraccio.

Una vera vip.

-“Buongiorno” Le dico, sorridendole.

-“Buongiorno” risponde. Credo che voglia sembrare.. sensuale?

Comincia a girellare per il negozio, spostando un vestito dall’altro per guardarlo superficialmente e passare immediatamente a quello accanto.

Ad un certo punto afferra una stampella, si volta verso di me e mi chiede se ho una 42 di quel minivestito, anche se dire “mini” è un eufemismo.

Vado a controllare e fortunatamente ne ho rimasta solo una. Gliela porgo e lei se ne va verso il camerino.

Dopo poco tempo esce, vestita come era entrata, e mi dice che lo prende.

Io le sorrido e ci avviamo verso la cassa.

Le dico il prezzo e lei, in mezzo ai contanti spesi, infila un bigliettino con un numero.

-“Anche se non dovessi chiamarmi, so dove trovarti!”

Prende la busta e se ne va sorridendo.

 

La gente non è normale.

 

Decido di mettere a posto un , magari c’è qualche maglione spiegato da ripiegare.

Mentre giro per il negozio, ripenso a quello che mi disse mia madre quando le dissi che sarei venuto a lavorare qui:

Penso che se saprebbe che lavori in una boutique così prestigiosa, Alice impazzirebbe.

Appena lo disse, notai il suo sguardo vuoto e stette con il muso per un bel .

Le mancava Alice, la sorella di Edward.

Ma gli mancava anche lui.

 

Ce l’ho con lui, ma relativamente.

Fin dai primi giorni di vita, capii che non dovevo piangermi addosso, ma che dovevo essere forte per le due donne che fanno parte della mia vita.

In fin dei conti ero l’unico uomo, non potevo far vedere come soffrissi.

Perché più che rabbia, io ho provato sofferenza, nel non avere un rapporto con mio padre. Renesmee in sé possiede prevalentemente rabbia. Lo so, posso leggergli la mente.

Quello che mi ha fatto soffrire di più, non è tanto non aver avuto un padre che giocava a baseball con te, o che si arrabbiava quando tornavi a casa tardi.

Ovviamente anche questo, ma in primis mi ha fatto soffrire veder soffrire mia madre. Io la amo, e averla vista, e vederla tuttora soffrire mi scatena un mix tra sofferenza e rancore.

 

Nonostante tutto questo, ho resistito e sono andato avanti. Più che per me, per loro: per mia madre e per mia sorella.

Mia madre sostiene da anni che soffre esclusivamente per il fatto che noi siamo cresciuti senza una figura paterna, ma non ci vuole una scienza per capire che lei lo ha amato, lo ama e lo amerà per sempre.

 

Sono le 20:00, finalmente è ora di tornare a casa.

Ho una fame da lupo!

Salgo sulla mia adorata volvo c30 nera e parto verso casa.

 

Appena entrato in casa sento un fantastico odore di pizza. Mi precipito in cucina e, i miei sensi olfattivi non mentono mai, c’è la pizza.

-“Ciao mamma” Mi avvicino a Bella e le do un bacio sulla guancia.

-“Ciao tesoro! Ho fatto la pizza, visto?” Mi guada, sorridendo.

-“Sì, grazie mamma.” E le sorrido.

Mi metto a tavola e, nonostante mangi da solo, mia madre si mette seduta di fianco a me.

 

Parliamo della mia giornata, della sua giornata.

Mi parla anche di un certo nuovo arrivo a scuola.

-“Oh, EJ senti, mi accompagni tu a scuola domani, vero?” Mi chiede, minacciandomi.

Sposto la sedia all’indietro, con il tovagliolo sopra la maglietta, alzo le mani e urlo:

-“Sì ma ti prego, abbi pietà di me!!

Ci mettiamo a ridere come matti per un po’ e dopo mi ritiro in camera per andare a dormire.

 

In fondo, le due donne che ho in casa sono la mia famiglia.

Ho sempre voluto un padre, ma cosa potrei chiedere di più che loro? Sono la mia vita, è per loro che sto qua al mondo, e niente mi permetterà di staccarmi da loro, sia fisicamente che moralmente.

Io sarò sempre con loro, non le abbandonerò come ha fatto lui.

Fortunatamente, non ho ripreso niente da lui.

Né fisicamente, né caratterialmente. Questa fortuna è toccata a Renesmee.

Non voglio essere come lui.

Non voglio abbordare la prima ragazza che incontro, conquistarla e poi usarla.

Però..

Mi alzo a sedere, e guardo fuori.

Mi alzo, mi affaccio dalla finestra e osservo le stelle.

Io conosco solo una faccia della medaglia.

Per giudicare qualcosa, o qualcuno, bisogna sapere tutto, da entrambi le parti.

Io non posso giudicarlo, io non so cosa lo ha spinto a fare ciò che ha fatto. Ma in fin dei conti è successo. Mia madre è rimasta incinta e poi abbandonata.

Ed è stata abbandonata dopo un rapporto.

E questo è da bastardi.

Qualunque sia la motivazione che aveva, quello che ha fatto ignobile.

Lui non si è comportato da uomo.

Come ha potuto fare una cosa del genere a un’umana?

E se non l’avessero ritrovata?

Se fosse morta in quella foresta?

io non sarei qui.

Sospiro, e continuo a osservare il cielo.

Mi ha sempre affascinato, l’armonia e la pace che le stelle sanno comunicarti.

Io loro essere immobili e immutabili.

Così vicine da vederle, ma così lontane da sentire il loro calore.

L’eternità è lunga, e sicuramente lo incontrerò.

Ma sarò in grado di affrontarlo?

Sarò in grado di cogliere il suo calore, seppure sia così lontano da me?

 

 

 

Quindi? Che ne dite di questo ej?? :)

 

Ecco che arriva il quarto capitolo!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Complementarietà ***


Renesmee

Ecco il quarto capitolo.

Mi piace particolarmente, mentre l’ho scritto ero estremamente presa. Spero che vi piaccia, e che vi colpisca, come ha fatto con me rileggendolo.

 

 

Complementarietà

 

 

.Renesmee.

 

Dico io, ma tutte a me?

Allora ok, è più che comprensibile il fatto che se vado in una gelateria o in un parco giochi possa trovare bambini che strattonano il proprio padre per prendere un gelato o per giocare.

Ma, caspita, non posso trovarmeli anche all’ università.

Il primo obiettivo a cui aspiravo quando ho pensato di venire qui era quello di non trovarmi mocciosi in giro che gridano “Papi!”, “Papino andiamo a casa ho sonno!”, “Papino qua, papino là” oppure “Papino gnè gnè gnè”.

Io speravo in un mondo di adulti. Un luogo in cui non vengono pronunciate frasi come queste.

E invece, dato che ho ereditato la sfortuna di mia madre, dentro la mia stanza si trovano i genitori e il fratellino più piccolo della mia compagna di stanza.

La madre non fa altro che ripetere “Io e tuo padre siamo molto orgogliosi di te”.

Andate al diavolo.

Mia madre dice sempre che non bisogna mai alterarsi con umani intorno: loro sono sensibili e fragili e comunque non farebbero mai niente di così grave da farti perdere la pazienza con loro.

Quanto vorrei che la mia dolce mammina fosse qui.

Vorrei che si insinuasse nel mio corpo, che venisse a conoscenza dei miei pensieri, che conoscesse ciò che provo nel profondo.

Poi vorrei vedere se non glie verrebbe la tentazione di azzannare questi qua.

-“Siamo molto fieri di te, lo siamo sempre stati. Sai, tuo padre non fa altro che elogiarti al bar con gli amici, è molto contento!

Basta.

Mi alzo dal letto e me ne vado frettolosamente, attenta a non sbattere la porta.

Cecilia, la mia compagna di stanza, sa più o meno la situazione.

O meglio, sa quel che le è concesso sapere.

Vengo da Forks, America, da una famiglia composta da mio fratello e da mia madre, mentre mio padre ci ha abbandonati per non so quale ragione.

Che poi, non è la verità?

In fondo lui ha abbandonato mia madre per non si sa quale ragione. Lei è perfetta, è bellissima.

Quale pazzo avrebbe trovato il coraggio per mollarla in un bosco?

E per di più, dopo averci fatto sesso.

Mi vergogno di essere, in primo luogo sua figlia, e in secondo luogo mi vergogno di appartenere per metà alla sua natura.

È colpa sua se mi odio, se odio la mia natura indefinita.

Io da che parte sto?

Nel mezzo.

Mia madre diceva sempre a me e ad EJ che eravamo essere speciali quando avevamo qualche tipo di paranoia. Fino a 5 anni me la sono bevuta, da quel momento in poi ho cominciato a vederla in modo mio: lui l’ha usata.

Punto.

Non so perché, non so cosa lo ha spinto a farlo. Ma l’ha usata.

Cazzo, l’ha usata: è successo! Non sono io che la penso così, ma i fatti!

La cosa che mi fa rabbia è che io sono nata da un abuso. Se proprio dovevo nascere, almeno potevo nascere da un unione fatta di amore, causata dal desiderio di far nascere qualcosa da quell’amore.

Invece no.

Purtroppo, per me e per EJ, quanto per nostra madre, non è stato così. Destinati ad essere senza un marito e senza un padre.

Quando ero piccola, le rare volte che uscivamo nei luoghi pubblici, a causa della rapida crescita mia e di mio fratello, rimanevo incantata ad osservare quelle scene di quotidianità tra padre e figlia.

Scene che accadono tutti i giorni, ma che non attraggono l’attenzione di nessuno.

Come, per esempio, il padre che spinge la figlia sull’altalena.

Per i bambini, ma anche per gli adulti, è una scena come tante. È normale che un padre stia vicino alla figlia e la faccia divertire.

Questo non era il mio concetto di normalità.

Questo, per me, era un’utopia, che non sarebbe mai diventata realtà.

Questo, per me, rimaneva un sogno per tutta l’eternità.

Rimanevo, e rimango tuttora, a guardare anche un padre e una figlia star fermi uno affianco all’altra, mentre non facevano niente.

Anche solo l’avvicinamento fisico, mi affascinava. Vedere un padre e una figlia suscita in me un’ammirazione incredibile. Mi davano un senso di complementarietà.

Avete capito, no? Come due angoli complementari, lo sono quando la loro somma equivale a 90°.

La somma di un padre e una figlia equivale a.. non lo so.

Armonia? Complicità? Oppure più semplicemente amore?

Non posso saperlo, non l’ho mai provato per dire cosa sia per me un rapporto col proprio padre.

Non sono mai stata spinta sull’altalena da lui, non ho mai ricevuto i suoi applausi nelle mie esibizioni col pianoforte, non ho mai ricevuto un suo abbraccio o una parola di conforto nei momenti difficili.

In verità, sì, ho sempre sofferto per tutto ciò, ma il dolore, non solo sentito interiormente, ma anche esteriormente, come se mi fossi umiliata con altre persone, l’ho provato quando ricevetti il primo invito, al liceo, per il tradizionale ballo padre-figlia.

Lì, cominciò la rabbia, la frustrazione e l’ odio, per quella persona.

Mi sono sentita umiliata, distrutta, non andando a quel ballo.

Vedere le mie amiche scegliere il vestito, sentirle parlare per un mese esclusivamente di questo e, infine, dire loro che non ci saremmo viste in pista, fu per me la più grande umiliazione che avessi mai provato.

Ma, contro tutte le aspettative, con questo fatto smisi di soffrire.

E cominciò la mia tortura.

 

Non piangevo più per tristezza, ma per rabbia.

Non me ne stavo a soffrire in camera, ma andavo nel bosco e spaccavo qualsiasi cosa trovavo.

Non parlavo più con nessuno, cercavo in tutti i modi di reprimere la rabbia, in modo da non far del male a nessuno.

Ma purtroppo, una volta falii.

 

.Flashback.

 

Erano passati due anni da quando mamma ci aveva raccontato la sua storia, la sua vera storia.

Una storia triste, niente da dire.

Lei soffriva molto, ma non capivo perché non fosse arrabbiata con quello là.

Io e EJ stavamo pranzando e mamma era seduta con noi.

-“Oggi un ragazzo mi ha chiesto di uscire!” trillai contenta a tavola.

EJ cominciò a strozzarsi, segno evidente che il boccone gli era andato di traverso.

-“COSA?!” il mio fratellone era molto geloso nei miei confronti.

Ha sempre saputo della mia sofferenza per la mancanza di un padre, e quindi anche della gelosia che prova questo nei confronti della figlia. I primi tempi pensavo che EJ lo facesse apposta per farmi contenta, ma poi quindi mi vide effettivamente con un ragazzo impazzì e diventò quasi assillante. E lo adoravo per questo.

-“Eh Già!” Sorrisi, consapevole della sua prossima reazione.

Mio fratello cominciò con la sua solita ramanzina da geloso, mentre mia madre la vedevo assente.

Sapevo che dopo la sua terribile esperienza era molto stizzita riguardo questi argomenti.

Si può dire che aveva quasi paura del genere maschile, eccezion fatta per mio fratello.

-“Mamma che c’è?” Le chiesi, cauta.

-“Tu non uscirai con questo ragazzo.” Mi disse, con lo sguardo rivolto a terra.

Non capivo il suo atteggiamento, perché doveva comportarsi così?

-“Ma che dici mamma, perché non dovrei uscirci?”

-“Perché no, Renesmee, il discorso è chiuso!” Alzò la voce di due toni, guardandomi negli occhi.

Io cominciai ad irritarmi.

-“Mamma ma mi spieghi il perché di tutto questo!?” Urlai, alterata.

-“Non alzare la voce, Renesmee!!” Mi urlò in risposta.

-“Dimmi perché mi hai detto che non posso uscire con questo ragazzo!” Il fatto che mi avesse detto di non poterci uscire, non mi importava granché. Ero piuttosto ‘curiosa’ di scoprire il perché di questa reazione, che mi stava alterando.

-“Perché te lo vieto io! E smettila di urlare!” Mi urlò.

-“No! Non la smetto! Voglio sapere!!!!” Urlai, ancora più forte, se possibile di prima.

Sebbene quel giorno commisi un errore, non fu questo.

Sentii un dolore incredibile al viso e istintivamente misi una mano sulla guancia. Alzai lo sguardo, e notai mia madre che, se avesse potuto, avrebbe pianto come non so cosa.

Ma io in quel momento non avevo né compassione, né tristezza.

Era pura rabbia, che non riuscii più a controllare.

-“Che c’è? Hai paura che mi faccia usare come è successo a te???” Le urlai in faccia.

La sua espressione mutò in una ancora più triste.

Quell’ espressione che quando la vedi ti viene un colpo al cuore.

Quell’ espressione che quando la noti nel viso di un tuo caro, ti viene da piangere con lui.

Quell’ espressione che, quando sai di averla causata tu, ti viene voglia di sparire.

Ero andata oltre. La rabbia mi aveva sopraffatta.

Avevo fallito.

 

Fine flashback.

 

Poco tempo dopo ci scusammo a vicenda.

Lei per lo schiaffo e io per le brutte parole dette, anche se sono certa che quello che avevo fatto io era molto più grave di quello che avevo subito.

La mia rabbia aumentò ancora, fino a diventare parte integrante di me.

Sono isterica per natura, ormai. Anche se non è quello che ho sempre desiderato.

Perché quello che ho desiderato, e che desidero da sempre, è di non deludere mai i miei cari, soprattutto mia madre.

Non desidero far soffrire i miei cari per colpa mia, sebbene io abbia sofferto per colpa di quel che dovrebbe essere mio padre.

Ci sono persone che ti calpestano un piede e ti chiedono scusa.

Ci sono persone che ti calpestano il cuore, e nemmeno se ne accorgono.

 

 

 

 

 

Spero davvero tanto che vi sia piaciuto.

Mi fate sapere? :)

 

 

Renesmee_Cullen

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Seconda Chance ***


Quinto capitolo in cui le cose si stanno sviluppando

Quinto capitolo in cui le cose si stanno sviluppando.

Buona lettura:)

 

 

 

Seconda chance.

 

 

.Bella.

 

Erano le 7e30 ed era ora di svegliare EJ.

Con il mio solito tatto, comincio a scuoterlo, urlandogli di svegliarsi.

-“Sono sveglio!” Dice alzando la voce.

Mi metto a ridere.

-“Muoviti, che sono già in ritardo!” Esco dalla stanza e lo aspetto in salotto.

 

Dopo 20 minuti abbondanti, si decide a fare la sua comparsa in cucina, vestito e profumato.

-“Oh bel principino! Siamo pronti?” Gli chiedo divertita.

-“Ah Ah Ah” Finge di ridere.

Finisce di fare colazione e prende le chiavi della sua macchina.

-“Andiamo, Miss Simpatia!”

Ci mettiamo a ridere e ci dirigiamo verso il liceo di Forks.

 

-“Ci vediamo all’uscita.” Dico a mio figlio, prima di scendere dalla macchina.

-“Ok, ciao mamma!” Gli do un bacio sulla guancia e vado verso l’entrata.

È tutto un vociferare.

Ma che succede?

Non si fa altro che parlare di tre nuovi studenti. Ma non era uno solo?

 

Poi, come una saetta, un fulmine a ciel sereno, quella parola, quella semplice parola che aveva affollato la mia mente tempo prima, giunge alle mie orecchie.

Cullen.

 

Bella, lo sapevi: un giorno doveva succedere.

 

Sì, ma non sono ancora pronta psicologicamente!

 

Non ho la minima idea di cosa fare, non ho mai pensato a questo giorno, fondamentalmente.

Non so se entrare nell’edificio, o se andarmene.

Non posso più scappare, devo affrontarlo, prima o poi. Lui ha due figli, i miei figli, e non lo sa, anche se sarebbe suo diritto saperlo.

 

Loro sono miei, li ho cresciuti io.

Però so che se Renesmee lo conoscesse, il suo odio svanirebbe e si innamorerebbe di lui.

EJ comincerebbe a provare un enorme stima verso quell’uomo che è suo padre.

E io? Si scorderebbero di me?

Che fare? Che decisione prendere? La più giusta per i miei figli, o quella giusta per me?

Essere una madre che pensa ai suoi figli oppure un madre egocentrica ed egoista?

La campanella interrompe i miei ragionamenti.

Il nostro incontro è arrivato, Edward Cullen.

 

Mi dirigo verso la mia prima lezione, letteratura.

Entro in classe e mi accomodo sul banco.

Ma se Edward è qui, avrà sicuramente letto le menti di tutti gli studenti di questa scuola, e quindi sarà a conoscenza della mia presenza.

E Alice? Mi avrà sicuramente vista frequentare questa scuola.

 

Ehi, ehi, ehi. Ferma un attimo.

Edward non mi ama più, me l’ ha detto chiaramente, quel giorno.

Quindi non è qui per me.

Che abbia saputo dei nostri figli?? E come l’avrebbe saputo?

La prima parte della mattinata passa in modo molto tranquillo, e arriva così la pausa pranzo.

 

Sono molto agitata, devo ammetterlo.

Entro in mensa, comincio a ispezionarla interamente, ma niente.

Non ci sono.

Che storia è questa? Tutti parlano dei Cullen, e diretti interessati non ci sono?

Mi dirigo verso un tavolo vuoto e comincio ad ascoltare le chiacchiere degli studenti, per cercare di capirci qualcosa.

Da una ragazza scopro che non si sa come si è saputo del cognome degli studenti perché cominceranno a venire a scuola domani.

Ho un pomeriggio per prepararmi psicologicamente.

Dopo scuola, andrò a caccia, ma devo avvertire EJ.

Prendo il cellulare dalla borsa e lo chiamo.

Mi risponde al terzo squillo.

-“Sì?

-“EJ non mi venire a prendere all’ uscita, vado a caccia.”

-“E’ successo qualcosa, mamma?”

-“No, no tesoro non ti preoccupare.”

-“Ok! Allora ci vediamo a casa! Ciao!”

Decido anche di chiamare Nessie, è da ieri che non la sento.

Non mi risponde, magari sarà a lezione.

 

Finita la mattinata, corro verso il bosco.

Comincio a girare per tutta la foresta e riesco a rimediare solo tre cervi, ma mi bastano.

Sto per prendere la via di casa, quando un odore colpisce le mie narici.

Un odore che ho già sentito in passato.

Che ho sentito un milione di volte.

Un odore che ho sempre amato.

Seguo la scia, e mi ritrovo davanti alla villa dei Cullen: le luci sono accese.

È confermato, Edward è tornato, e non so perché.

 

Corro verso casa, corro lontana da lui.

Non sono pronta ad affrontarlo.

Ma devo dirgli di EJ e di Nessie, devo. Sono i suoi figli.

Ma non se lo merita. Sono io che li ho cresciuti, sono io che li ho visti maturare, fino a diventare le splendide persone che sono ora. Lui non ha vissuto niente con loro, che diritti ha nei loro confronti?

Nessuno! Come si permette? Loro sono miei.

Bella, ma ti stai sentendo? Stai pensando solo a te.

Sono in prossimità dell’autostrada, e mi fermo.

In una circostanza come questa nono posso permettermi di essere egoista.

Devo pensare prima di tutto ai miei figli, devo pensare alla loro felicità, anche se questo comporta immettere nella loro vita una persona che mi ha fatto soffrire per moltissimi anni.

E lo sta facendo tuttora.

Perché per quanto possa dire di odiare Edward, di non amarlo più perché mi ha abbandonata con due figli in grembo, mentirò sempre.

L’ho amato e lo amo tuttora.

Ho sofferto per lui e soffro tuttora.

E soffrirò per sempre.

Perché non amerò mai nessuno come ho amato lui. Solo con lui, potrei essere veramente felice.

Se potessi, piangerei come una fontana.

Non so che fare, non so con chi parlarne.

I miei genitori non ci sono.

Alice non c’è più.

Non posso parlarne con i miei figli.

Devo prendere una decisione da sola, e al più presto.

 

Tutti meritano una seconda chance.

 

___

 

Rientro in casa e trovo EJ al pc.

-“Ciao tesoro.” Gli dico. Ha un sandwich su una mano e sull’altra una lattina di coca cola.

-“Ciao mamma!” risponde col boccone. Quant’è buffo.

-“Che stai facendo?” Gli chiedo.

-“C’è Ness in webcam!” Mi precipito davanti al computer, e su un piccolo schermino riesco a vedere, malamente, mia figlia, bella come sempre.

-“Tesoro mio!” Le dico.

-“Ciao mamma! Scusa se oggi non ti ho risposto ma ero a lezione!”

-“Non ti preoccupare, tesoro, me lo ero immaginato! Come stai? Come vanno le lezioni?”

-“Abbastanza bene, qui è fighissimo! Mi piace tutto! L’amplesso, le materie, anche i professori non sono niente male! Peccato gli elementi che frequentano questa università!”

-“Come mai??

-“Eh, mamma, sempre le solite cose!”

-“Devono ringraziare che non ci sono io!” Urla EJ dalla cucina.

-“Ahhahah! Fratellone gelosone!”

Ci sono pochi istanti di silenzio da entrambi le parti.

-“Mi mancate tanto, mamma.”

-“Oh tesoro! Ci manchi tanto anche tu! Pensa che sono solo tre anni e che puoi smettere quando vuoi!” le dico per tranquillizzarla.

-“Lo so, però mi mancate lo stesso. Qui ogni giorno ci sono genitori che vengono a trovare i figli!

-“Tesoro sai benissimo che mi manchi immensamente.” Le dico.

-“Si mamma, ma non è per te. Qui ci sono milioni di padri orgogliosi delle loro figlie. ‘Oh tu sei la figlia che tutti vorrebbero avere!’Quando mi vedono, mi fanno sempre i complimenti per avere una figlia come te’ ‘Sono così orgoglioso di te!’” Dice, imitando una voce maschile.

-“Mi dispiace tanto, Ness.” Sono, come sempre,veramente dispiaciuta per lei.

Perché è soprattutto lei che ha sentito la mancanza di un padre, e penso sia più che normale.

-“Se devo avere un padre come quello là, preferisco stare senza.” Dice, riferendosi a Edward.

-“Renesmee..” La rimprovero. Sa che mi dispiace sentirla parlare così.

-“Mamma, sai benissimo come la penso.” Sì, lo so, e questo complica tutto.

-“Mamma scappo che devo cedere il pc alla mia compagna. Ci sentiamo per cellulare! Ciao mami! Ciao fratellone!”

-“Ciao tesoro!!!” Diciamo insieme io ed EJ.

La posizione di Renesmee mi è scomoda, mi scombussola tutta la decisione che ho preso poco fa.

Penso comunque, che i miei figli per giudicare il loro padre, debbano conoscerlo.

E quindi, ho preso la mia decisione.

Edward Cullen, hai un’altra chance.

 

 

 

 

 

 

Piccola anticipazione: nel prossimo capitolo ci sarà un incontro mooolto importante.

Lancio un indovinello??

Indovinate tra chi sarà l’incontro!

 

Mi fate sapere se vi è piaciuto? :)

 

Al prossimo capitolo!

 

Renesmee_Cullen

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Qualcosa sta cambiando ***


Salve

Salve!

Ecco il sesto capitolo. Corto ma molto decisivo.

Vi dico, da ora, che nessuno ha indovinato tra chi sarà l’incontro.

Scommetto che non ve lo immaginereste mai..

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

.EJ.

 

-“Sì?

-“EJ non mi venire a prendere all’ uscita, vado a caccia.”

-“E’ successo qualcosa, mamma?”

-“No, no tesoro non ti preoccupare.”

-“Ok! Allora ci vediamo a casa! Ciao!”

Chiudo a mia madre e torno al lavoro.

 

Sto riguardando l’inventario, per controllare se ci sia qualche errore da correggere.

Sento la porta aprirsi e vedo fare la sua comparsa, una ragazza, come dire, splendida.

Non molto alta, anzi, abbastanza bassina, con capelli sbarazzini e un fisico da modella.

Ma poi noto delle caratteristiche, alquanto evidenti: ha la pelle diafana, una bellezza da far paura e due paia di occhi dorati che mi stanno guardando interrogativi.

Deglutisco in modo impercettibile, essendo un vampiro può sentirmi.

-“Buongiorno.” Le dico, facendo finta di nulla.

Lei mi sorride cordiale e ricambia il saluto.

Senza smettere di guardarmi, si sposta verso l’area dei vestiti da donna, poi distoglie lo sguardo per ammirare uno dei vestiti esposti.

Il fatto che c’è una vampira a Forks non dovrebbe sorprendermi, più volte mia madre che è il luogo adatto a un vampiro per viverci.

La cosa che mi sorprende è come questa vampira, come mia madre, sia in grado di stare, senza problemi, in un luogo chiuso con un umano. O meglio, un individuo che, a chi non sa della mia natura, appare come un normalissimo umano.

Torniamo a guardarci dopo vari minuti.

-“Posso provare questo?” Mi chiede, quasi impaurita.

Io le sorrido, per sembrare tranquillo.

-“Certo.” Le rispondo.

Lei prende una manciata di vestiti e se li va a provare.

Chi è? So che esistono vampiri vegetariani, e so che mia madre ha adottato questo stile di vita dai Cullen. Ma chi è lei?

È una normale vampira, EJ, non farne una tragedia.

Si è vero, è una vampira come tutte le altre. Ma c’è qualcosa, ma non capisco cosa, che mi spinge ad andare più a fondo in questa vicenda.

 

Dopo una mezz’ora buona ricompare e si avvia verso la cassa.

-“Li prendo tutti.” Mi dice sorridendo.

Strabuzzo gli occhi.

-“Tutti?” Non riuscendo a tenere a freno i miei pensieri.

Cavolo, quella roba messa insieme costerà un patrimonio!

-“Sì, c’è qualche problema?” Mi chiede allarmata.

-“No, no. Mi scusi.” Le dico.

La vampira arriva a spendere 1170 euro.

Sono allibito.

Le dico la cifra, e lei, senza dir nulla, prende il portafoglio e me li da in contanti.

Sono strabiliato.

Prendo i soldi e li fisso nella mia mano. Ritorno in me e li metto nella cassa.

-“È stato un piacere, ci vediamo!” Mi dice, sfoggiando un sorriso perfetto.

-“Sì. Arrivederci.” Le dico, ricambiandole il sorriso.

Devo vederci chiaro.

Per ora torno al mio lavoro, poi ci penserò.

 

____

 

 

Varco la soglia di casa e trovo mia madre ai fornelli.

-“Mamma ti devo parlare.” Le dico seriamente.

Lei si volta, stupita, e spegne tutto.

-“Dimmi, tesoro, mi devo preoccupare?” Mi chiede spaventata.

-“Mamma oggi a negozio è arrivata una vampira.”

Mia madre spalanca gli occhi, l’ho colta di sorpresa.

-“EJ.. Tu gli hai detto che sapevi cos’era?” Mi chiede.

-“No, mamma. Ma dovevi vedere! Ha comprato 1170 euro di roba!!!” Le dico, convinto che l’avrei sorpresa. Ma mi sbaglio.

-“Descrivimela.” Non ha ascoltato minimamente quello che le avevo appena detto.

Gliela descrivo e la vedo più volte irrigidirsi e guardarmi meravigliata.

-“Ok, EJ, mi raccomando, stai attento. Potrebbe ricapitare.” Mi dice, preoccupata.

-“Mamma tu sai chi è.” Non è una domanda, è un’affermazione.

L’ho notato dagli occhi, dalle espressioni che ha fatto mentre gliela descrivevo.

Era come se le avevo descritto una persona che non vedeva da tanto e che non si aspettava che io l’avessi mai potuta vedere.

-“No, EJ, che dici?” Mi dice, confusa.

-“Ok, scusa.” Farò finta di crederle, tanto non mi direbbe niente, se insistessi.

Ceno, e me ne vado subito a letto.

Sento che qualcosa sta cambiando.

 

 

__

 

.Vampira.

 

 

Non riesco a togliermi dalla mente, che quel ragazzo è la fotocopia di Bella.

 

 

 

 

 

Sicuramente avrete capito chi è la vampira.

Eh già! Dal prossimo capitolo ne vedremo delle belle!!

Alla prossima!!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Pronta. ***


Eh già è proprio lei, alice

Eh già è proprio lei, alice.

E chi poteva essere sennò?

Cominciamo ad entrare nel vivo della storia..

Buona lettura.

 

 

Pronta

 

 

 

.Bella.

 

 

Inconsciamente sono preparata a questo fatidico incontro, ma razionalmente ancora non me ne capacito. EJ oggi ha visto Alice e la cosa mi ha stravolto.

Lei avrà intuito qualcosa? Infondo mio figlio è la mia copia.

 

EJ sta dormendo e io sono qui, seduta sul divano, senza sapere cosa fare e cosa pensare.

Avanti, Bella, sapevi che sarebbe successo.

Non faccio altro che ripetermi questa cosa dal momento in cui ho sentito il cognome “Cullen” a scuola. Ma infondo di che mi preoccupo?

In fin dei conti, rivedrò solo il grande amore della mia vita, che mi ha abbandonato in una foresta buia non prima di avermi messa incinta.

Bella, non fai altro che peggiorare le cose così.

 

Renesmee mi ucciderà.

Fino a due giorni fa la pensavo anch’io come lei: loro non dovevano conoscere il padre.

In primis, perché Edward, fondamentalmente non se lo merita. Poi c’è da dire, che sarebbe inutile se Edward si rifacesse vivo ora per fare da padre ai miei figli.

Loro ormai non hanno più bisogno di lui, sono grandi, e io sono bastata per..

BELLA SMETTILA!

Smettila di essere egocentrica ed egoista! Pensa a loro!

Maledetta coscienza.

Loro non vogliono conoscere Edward! Me l’hanno detto chiaramente.

Sono accecati dall’odio! È ovvio che non lo vogliano rivedere. Sai benissimo che entrambi si innamoreranno del loro padre. Non puoi impedirlo.

Brutta..

Ok. Credo sia il caso di finirla con il mio monologo mentale.

Vorrei andare a caccia, ma sinceramente non mi va.

Ho paura di incontrarli, anzi, di incontrarlo.

 

E lui? Lui come reagirà?

Sarà contento? Sarà scocciato?

In fondo lui non mi ama, me l’ha detto. È ovvio che non gli farà piacere.

Piantala, Bella.

Non è normale il fatto che io senta voci nella mia mente.

Riconosco di non essere MAI stata una ragazza normale, né da umana, né da vampira, ma farsi rimproverare da delle strani voci è un fatto preoccupante.

Sospiro, pensando a cosa succederà nei prossimi giorni.

Staremo a vedere.

 

__

 

 

Oggi EJ ha il giorno libero, e ho deciso di non svegliarlo.

Gli ho lasciato un biglietto e sto andando a scuola a piedi. Non è una gran fatica, per me.

Arrivo e, come mi aspettavo, c’è un gran subbuglio.

Questi nuovi tre studenti, a quanto pare, sono tre strafighi, due maschi e una femmina.

Dalle descrizioni che sento, uno dei due ragazzi è biondo con l’aria di uno in agonia.

Deglutisco.

Anche la ragazza è molto bella, capelli sbarazzini e bassina.

Deglutisco di nuovo.

E l’altro ragazzo, sentendo una delle tante ragazze che spettegolano, è un figo da paura con capelli biondo-ramati e un fisico da urlo.

Deglutisco una terza volta, ma molto più sonoramente.

Quello su cui ho riflettuto questi giorni, è tutta un’enorme cazzata.

Non sono pronta, né razionalmente, né inconsciamente. Non sono pronta e basta.

Speravo che non succedesse mai, che non mi avrebbe mai portato via i miei figli.

Ho sempre sperato che il mondo fosse così grande da non rincontrarlo per l’eternità.

Ma mi sbagliavo, non è così.

Destino? Mah.

Non so che dire. Le gambe vogliono andarsene, correre via, prendere EJ e correre da Renesmee.

Lontano da qui.

Lontano da lui.

 

Devo essere forte, lo sono sempre stata.

Perché non sono più come la Bella di qualche anno fa? Che quando ha scoperto di essere incinta di un vampiro è andata avanti lo stesso?

Fallo per i tuoi figli.

La mia coscienza ha ragione.

Con passo spedito mi avvio nell’edificio scolastico.

 

_

 

 

La mattinata scorre tranquilla, fino all’ora di pranzo.

Ho scoperto che i tre vampiri frequentano il terzo anno e che hanno corsi prevalentemente nell’altra ala dell’amplesso.

Che fortuna.

Ma, purtroppo, la mensa è una sola.

Certo, potrei non andare, ma devo farlo. Per i miei figli.

Entro e non noto niente di speciale. Mi guardo un po’ intorno, fino a che..

Li vedo.

Jasper e Edward mi danno le spalle e stanno parlando tra loro. Alice è di fronte a me e ha la bocca spalancata, e mi guarda.

Edward le chiede cosa succede, le sta leggendo la mente.

Nella frazione di secondo in cui capisco, che Edward mi ha visto nella mente di Alice, me ne vado.

Faccio dietrofront e mi dirigo a passo veloce, umano ma veloce, verso l’uscita.

 

Arrivata nello spazio, mi nascondo dietro il muro laterale dell’edificio, sperando che Edward, o Alice, o chiunque sia, non mi abbia seguito.

Non posso tornare a piedi, se decidessero di corrermi dietro mi fermerebbero subito.

 

EJ, sono a scuola mi vieni a prendere? ORA.

 

Invio, il più presto possibile, il messaggio e mi rilasso appoggiandomi al muro.

Se il mio cuore potesse battere, a quest’ora sarebbe uscito dal petto.

Respiro profondamente, mi sporgo per vedere se c’è qualcuno, ma fortunatamente non c’è nessuno.

 

-“Cerchi qualcuno?” Mi chiede una voce squillante dietro di me.

Mi volto, terrorizzata, e osservo il mio interlocutore.

Non ci sono aggettivi per descrivere chi è davanti a me.

Solo una parola.

Alice.

Deglutisco, ancora.

Lei mi sorride, emozionata, sembra che non vede l’ora di abbracciarmi.

Io, dal canto mio, non so come comportarmi.

La guardo, con gli occhi sbarrati, e lei capisce il mio disagio.

-“Bella, smettila, sono sempre io! Non mordo mica!” Credo che se potesse, piangerebbe.

-“Alice” Sussurro.

-“Amica mia!!!!!” Mi prende e mi abbraccia, senza che io potessi reagire.

Realizzo che la sua voce è la stessa della mia coscienza.

Maledetta.

-“Alice, ti prego calmati” Le sussurro.

-“Bella! Amica mia! Sei.. sei come noi ora!” Mi dice, emozionata.

Tento di sorriderle, ma credo mi sia uscita una specie di smorfia.

Pian piano che riprendo lucidità, costato che è Alice ad avermi inseguita, non Edward.

Bè, Bella, fai due più due..

Non so se abbia parlato Alice, o la mia coscienza.

Credo che impazzirò.

-“Bella, devi venire a casa nostra! Io non ho visto niente riguardo la tua trasformazione! Chi è l’artefice? Perché l’ha fatto? Devi raccontarci tutto!”

Vorrei tanto, tanto, tanto trovare la forza per dirle di no, che non volevo avere a che fare con lui.

Ma poi penso ai miei figli, alla loro felicità.

Metto da parte il dolore, il rancore e la delusione.

La guardo negli occhi e le rispondo.

-“Sì, Alice, vi racconterò tutto.”

Lei mi sorride e mi abbraccia di nuovo.

-“Oggi va bene, Bella?”

Annuisco e basta, non sono capace a dire o a fare altro.

Lei mi sorride e mi riabbraccia di nuovo.

Ci guardiamo, ma un clacson fa sì che i nostri sguardi si posino sulla fonte del suono.

È EJ.

-“Scusa Alice, devo andare. Ci vediamo oggi, allora.”

Lei mi guarda, quasi delusa, guarda in basso e annuisce.

-“Ciao Bella.” E se ne va.

Corro il più normalmente possibile verso la Volvo di EJ.

Non so cosa mi sia passato per la mente quando gli ho permesso di comprarla.

Mi ricorda così tanto..

BASTA BELLA!

Ok, ok.

 

Entro in macchina, allaccio la cintura e guardo fissa davanti a me, sperando che mio figlio non mi chieda nulla sul mio strano comportamento.

-“Stai sperando che io non ti chieda niente, vero? Sappi che non sarà così.”

Bene, perfetto.

-“EJ, lascia stare.” Lo sto pregando.

-“No, mamma. Ho lasciato andare ieri, ma oggi non mi scappi di nuovo, voglio sapere cosa sta succedendo.” Intanto parte. “Cosa ti STA succedendo.”

-“Non capisco, cosa intendi?” Gli chiedo seriamente.

-“Sai benissimo di che parlo, mamma. Ieri sera ti racconto di una vampira che è venuta a negozio e ti vedo terrorizzata mentre te la descrivo. Poi mi arriva un tuo messaggio che, da com’era scritto, sembrava che ti stessero per violentare, o qualcosa del genere.

Arrivo davanti a scuola, rischiando anche di farmi uccidere per strada, e ti vedo parlare proprio con la vampira che ho visto a negozio. E ora sali in macchina, come se avessi visto uno zombie, per modo di dire, e ti aspetti che io non voglia sapere niente? Bè mamma sarò un tipo calmo, ma non un tonto.” Mi dice, mentre fissa la strada.

Sono sbalordita. Erano veri i consigli che mi davano di non affrontare la vita hollywoodiana.

Sono una pessima attrice, e sono anche in trappola.

-“EJ, te ne parlerò. Al momento opportuno, non ora.”

Lui si mette a ridere.

-“Che c’è, sono cose da grandi?” E ride.

Io sorrido con lui.

-“In un certo senso.” Poi si volta verso di me.

-“Mamma, posso stare tranquillo?” Era dolcissimo.

-“Certo, tesoro mio. Devi.” Lo adoro, è il figlio che tutte le mamme vorrebbero avere.

E presto, avrei dovuto dividerlo con suo padre.

 

__

 

EJ mi ha avvertito che doveva andare a lavoro per mezza giornata perché doveva aiutare la nuova collega, quindi, molto tranquillamente, in senso ESTREMAMENTE figurato, mi avvio, di corsa, verso casa Cullen.

Non posso farcela. Pensare che questa che si trova davanti a me fosse la mia seconda casa mi fa venire i brividi. Mi avvio verso la porta, chissà se mi hanno sentito arrivare.

Suono il campanello.

L’agitazione ha preso il sopravvento su di me, non so come comportarmi, cosa dire, come..

Non faccio in tempo a pensare che davanti a me si materializza lei, la mia seconda mamma.

Esme.

È inutile dire che è bella come sempre, anche perché sarà sempre così.

Mi sorride, anche lei emozionata. Sembra come se le fossi mancata, come ad Alice.

Mi pare molto strana, questa cosa.

Senza parole, senza dire niente, si avvicina e mi abbraccia, sulla soglia della porta.

Non posso far altro che ricambiare, anch’io emozionata.

-“Bella, finalmente ti rivedo.” Mi sorride.

Le sorrido di rimando.

-“Mi sei mancata, Esme.” Le dico, in tutta sincerità.

Ci sorridiamo di nuovo e m’invita ad entrare.

 

Percorriamo il lungo corridoio, e noto che nulla è cambiato.

Stessi quadri, stessi mobili, ma sempre lo stesso stile.

Senza che me ne rendessi conto, mi ritrovo sei vampiri davanti che mi fissano.

Giuro, se fossi stata umana, sarei diventata rossa dalla punta dei capelli fino alle dita dei piedi.

Sono Bella Swan, dopotutto.

Alice, senza dire niente, mi si fionda addosso e ci abbracciamo di nuovo.

Poi è la volta di Emmett.

-“Bellinaaaa!! Sei così bellina anche da vampira!!!” Mi stritola, letteralmente.

-“Ciao Emmett.! Gli dico sorridendogli.

Rosalie, contro tutte le mie aspettative, mi abbraccia commossa, e non riesco a capire perché.

Poi è la volta di Jasper.

Non so come la pensi su quell’ultima serata passata insieme il giorno del mio compleanno, spero però che se ne sia dimenticato.

-“Bella mi dispiace non sai quanto.” Le mie speranze erano state vane.

-“Jasper, è solo un lontano ricordo.” Gli sorrido.

Poi è la volta di Carlisle.

-“Mi sei mancata, figlia mia.”

Sentirmi chiamare figlia da qualcuno, dopo Charlie, mi fa venire una voragine nel petto, che si riapre ogni volta che si parla di mio padre, oppure anche solo se mi capita di pensarlo.

Lui è rimasto incantato a guardarmi da quando sono arrivata.

Non ha smesso di fissarmi per un attimo.

È sempre bellissimo e perfetto.

Decido di fare io il primo passo.

-“Ciao Edward.” Gli dico in modo molto calmo.

Lui mi guarda, quasi estasiato.

Ma sbaglio o non mi amava più?

-“Svegliati cretino!” Gli dice Rosalie.

-“Ciao Bella.” Mi dice in un sussurro.

-“Bella, ti va di raccontarci cosa ti è successo in questi anni?” Mi chiede Carlisle.

Io lo guardo, e sorrido.

 

-“Sì, sono pronta.” Dico più a me stessa che a lui.

 

 

 

 

 

 

Che dite? Quali saranno le reazioni dei cullen al racconto di bella??

Se avete suggerimenti li accetto molto volentieri.

 

Oggi rispondo alle recensioni!!!

 

 

sabryepenny: ti ringrazio veramente tanto per aver recensito tutti i capitoli!! Lo apprezzo molto. e apprezzo anche che si riesca a capire quello che scrivo, questo è molto gratificante! Come lo hai trovato questo capitolo???

 

 giova71: grazie anche a te per aver recensito la maggior parte dei capitoli! E no! Fidati, le sorprese non sono affatto finite! Fammi sapere se ti è piaciuto questo capitolo!

 

 _MiSS CuLLeN_ : grazie mille per i complimenti!! Ti è piaciuto il capitolo??

 

betely90: sono contenta che la storia ti attiri! E comunque, solo alice spenderebbe 1170 euro in una volta sola! Diciamo che con questo dettaglio si è capito subito chi fosse la fantomatica vampira! Fammi sapere se il capitolo è stato di tuo gradimento!

 

 fylandra: ahahha grazieeee!! Spero in un’altra tua recensione!

 

 vampirella75 : e chi sennò??? Ahahah mi farebbe piacere leggere un tuo parere sulla storia!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ti interessa veramente? ***


Pov bella

Il capitolo delle spiegazioni..

mi dispiace non aver rispettato i consigli delle recensioni, ma ho avuto un lampo di genio e ho un porgetto in testa che credo vi piacerà (o almeno lo spero).

Buona lettura!

 

 

 

 

Ti interessa veramente?

 

.Bella.

 

 

 

Ci accomodiamo sui divani presenti in salotto.

Alice con Jasper, Emmett con Rosalie, Esme e Carlisle e lui appoggiato alla mensola della finestra.

-“Non so da dove cominciare.” Do voce ai miei pensieri.

Esme, che si trova sul divano alla mia destra, mi posa la sua mano sulla mia.

-“Stai tranquilla, Bella.” E mi sorride.

Giro lo sguardo verso lui e noto che mi sta ancora fissando.

Non so decifrare la sua espressione: non so dire se è deluso, triste, forse anche scocciato per ritrovarmi di nuovo tra i piedi.

Prendo un grande respiro e comincio.

-“Diciamo che è il caso di iniziare dall’inizio.” Alzo lo sguardo verso Edward. E guardandolo negli occhi dico “Dal vero inizio.”

Il suo viso si tende ancora di più, ha capito dove voglio arrivare.

-“Il giorno dopo la festa per il mio diciottesimo compleanno, dopo tutto ciò che voi ben sapete, è successo, Edward mi ha portato nella foresta.” I ricordi cominciano a fare male, sento la tensione fra i presenti.

-“Edward mi ha comunicato che Carlisle non sembrava più dimostrare l’età che gli umani credevano avesse, quindi era necessario trasferirsi da Forks.” Sorrido, sarcastica, pensando a quanto fossi stata stupida. “Inizialmente pensavo che voi mi voleste con voi, ma mi sbagliavo. Edward mi spiegò che non dovevo venire. Non capii immediatamente il perché, poi mi disse che non ero la ragazza giusta per lui. Mi fermo un attimo. Cerco di cogliere le reazioni e vedo Alice, Emmett e soprattutto Rosalie guardare trucidamente Edward, che invece mi sta fissando.

-“In quel momento capii tutto.” Tutti ritornano a guardare me. “Non mi voleva.”

Incollo i miei occhi ai suoi. Oro su oro.

-“Mi facesti fare la promessa di non fare niente di stupido, o d’insensato. In cambio, mi promettesti che sarebbe stato come se non fosse mai esistito. Ma sapevamo entrambi, che non sarebbe MAI stato così. Soprattutto dopo quello che successe dopo.” Vedo i Cullen voltarsi a guardarmi per capire cosa stessi dicendo. Edward chiude gli occhi. Volto lo sguardo verso il basso.

-“Dopo tutto ciò, io ed Edward facemmo l’amore. Non era il momento che avevo sempre sognato, ma successe. E anche se il luogo, il momento e l’ atmosfera non erano quelle che avevo sempre desiderato, fui felice. E lo sono ancora, perché io ti amavo, Edward. Alzo lo sguardo, guardandolo.

Ci stiamo fissando.

Cala il silenzio, non so come andare avanti.

Gli altri, con mia grande gratitudine, non mi chiedono, almeno per ora, dettagli su quello che ho appena raccontato.

-“Com’è avvenuta la tua trasformazione, Bella?” Mi chiede Carlisle.

È arrivato il momento.

 

-“Vi chiedo solo una cosa: non fate commenti, né domande prima che io abbia finito.”

Tutti fanno cenno di sì con la testa.

-“Dopo poco tempo che ve ne andaste, cominciò un lungo e buio periodo, per me. Charlie era preoccupato, non sapeva che fare. Per farlo stare tranquillo cominciai a frequentare Jacob Black, il figlio di Billy Black. Eravamo amici, ci vedevamo spesso, ma dopo poche settimane cambiò tutto.

Jacob non mi chiamava più, non ci vedevamo più e io cominciai a stare male, sia psicologicamente che fisicamente.” Mi fermo.

-“Scoprii che il motivo per cui Jacob non mi cercava più era perché i suoi amici non glielo permettevano.” Mi guardano confusi.

-“Jacob è un licantropo.”

-“Lo sappiamo, Bella.” Mi dice Carlisle. Meglio così.

-“Avemmo un confronto, lo andai a cercare a casa e gli chiesi spiegazioni. Mi spiegò che non poteva più vedermi, che non voleva più vedermi, perché di conseguenza seppe che voi eravate vampiri. Non voleva più avere a che fare con me. Quando tornai a casa ebbi un attacco di vomito.

Non riuscivo a capire le cause, si può dire che non mangiavo più.

Poi capii.”

Alzo lo sguardo verso gli altri. Li guardo tutti, lui per ultimo. Mi alzo e attraverso i 3 metri che ci separano lungo il salotto. Ci fissiamo.

-“In quel momento, capii perché non poteva mai essere come se non fossi mai esistito.

Rimasi incinta, Edward.”

 

 

Carlisle è sbalordito.

Esme si è portata le mani davanti alla bocca.

Alice è con la bocca spalancata.

Jasper ha gli occhi sbarrati.

Emmett è rimasto nella stessa posizione, ha solo messo una mano davanti alla bocca.

Rosalie ha le mani una sull’altra sopra il cuore.

E lui, lui ha gli occhi sbarrati, la bocca spalancata.

Non ho mai creduto che avrei mai potuto sorprenderlo così, di solito è stato sempre il contrario.

Vederlo così, in queste condizioni, mi da un senso di, come dire, parità con lui.

Perché mi sono sempre sottovalutata rispetto a lui: in fin dei conti lui era il vampiro perfetto, bellissimo e dolcissimo, mentre io ero l’umana impacciata e sicuramente non al suo pari in fatto di bellezza. Ora non è più così.

Ora anch’io ho gli occhi dorati come i suoi, ora anch’io sono forte e veloce come lui.

Siamo sullo stesso piano, ora, Edward.

 

-“Bella.. Ma com’è possibile?” Mi chiede Carlisle, sconvolto, che intanto si è alzato.

-“Probabilmente le vampire donne diventano sterili con la trasformazione, mentre gli uomini no. Quindi il rapporto tra un vampiro e un’umana può generare dei figli.

-“Cosa è successo dopo Bella???” Mi chiede Esme, quasi spaventata.

Mi volto verso di lei e le rispondo.

-“Non ce la facevo più a rimanere a Forks. Me ne andai. Ma solo dopo aver raccontato a Charlie cosa era successo veramente, gli raccontai tutta la verità. Dico, senza aver paura di una loro reazione sul fatto che avessi detto il segreto ad un umano.

Invece non mi dicono niente, ma con gli occhi mi incitano a continuare.

-“Charlie era contrario alla mia partenza, fece di tutto per convincermi a restare, per farmi aiutare da lui, avrebbe fatto di tutto per aiutarmi. Non volevo trascinarlo in tutta questa faccenda, quindi me ne andai a vivere, sola, in Canada.

 

È ora di raccontargli di loro.

 

-“La gravidanza non procedeva come una qualunque. A due mesi ero come una normale donna umana all’ottavo mese.

Non sapevo cosa fare, come affrontare questa situazione, né tantomeno cosa dovevo aspettarmi.

Decisi di andare a trovare Charlie, era da due mesi che non lo vedevo.

Il diciassette novembre, cominciai a non sentirmi bene.

I ricordi, di nuovo, cominciano ad invadermi la mente.

-“Sentii qualcosa rompersi, spaccarsi, dentro di me. Poco dopo capii che mi si erano spezzate due costole. Non so come, ma capii che era il momento.

Charlie mi sentì urlare, cercò in tutti i modi di aiutarmi, mi chiedeva cosa doveva fare, cosa poteva fare per farmi sentire meglio.

Non riuscivo a rispondere e a un certo punto vidi il buio e non sentii più niente.

Non so dopo quanto mi svegliai.

Mi ricordo che appena aprii gli occhi, vidi tutt’altro mondo di quello che conoscevo da umana.

Perché subito, compresi, che non lo ero più.

Ero stata trasformata.”

 

Il silenzio cala di nuovo nella stanza, le reazioni sono sempre le stesse, anzi, non sono mai cambiate. Ciò che mi interessa, però, in questo momento, è solo la sua reazione.

Voglio sapere quello che pensa, quello che prova, ma soprattutto se gli interessa sapere oltre, o se non ne vuole più sapere niente.

Colta dall’incertezza, do voce ai miei dubbi.

-“Posso continuare?” Chiedo, quasi intimidita.

Mi guardano, strabiliati.

-“Devi.” L’unica volta che lo sento parlare.

L’ha detto come se fosse un ordine, come se volesse sapere.

Non so se devo esserne felice o no.

-“ Quando mi svegliai, non sapevo cosa fare. Decisi di alzarmi, di dirigermi al piano di sotto. Sentii la televisione parlare, era una partita di baseball.

Non ci capivo niente, non connettevo.

Provai a chiamarlo.”

Mi blocco, non riesco a continuare, ma mi faccio forza.

-“Papà. Lo chiamai. Mi resi conto che lo dissi troppo piano, tanto che lui non potesse sentire. Riprovai a chiamarlo più forte e mi sentì.

Lo vidi voltarsi e guardarmi.

Si irrigidì. Sapeva cosa aveva davanti, sapeva cos’ero diventata.

Mi chiamò e si avvicinò.

I sensi mi avevano abbandonato, tranne l’olfatto.

Sentivo solo l’odore del sangue.

Mi scordai di tutto, l’unica cosa che mi interessava, di cui necessitavo in quel momento, era del sangue di Charlie.”

Mi guardano sconvolti, una cosa del genere, da me. non se la sarebbero mai aspettata.

-“Dopo che mi resi conto ciò che avevo fatto, mi gettai su di lui. Mi ricordai che non potevo piangere, quindi mi limitai a singhiozzare sopra il suo corpo.

La sofferenza in quel momento era enorme.

Ma, un suono, un pianto, mi distrasse da mio padre.

Mi alzai da lui e mi diressi verso la fonte del suono.

Arrivai in cucina e mi incantai a guardare ciò che avevo davanti.”

Sono impazienti di sapere ciò che successe. Perciò continuo.

-“Mi avvicinai alla carrozzina accanto al tavolo. Guardai dentro e mi resi conto che lì dentro c’era mio figlio. Aveva l’aspetto di un bimbo di 9 mesi, seppure la gravidanza ne fosse durata due.

Era bellissimo. Aveva i capelli color mogano e gli occhi del colore della cioccolata fondente.

Mi incantai a guardarlo, era bellissimo, e mi resi conto che era la mia copia.”

Smetto di raccontare, e vedo Alice sbarrare gli occhi e guardare verso di me, come per cercare risposte alla domanda che mentalmente mi ha posto.

Io annuisco con il capo e lei sbarra ancor di più gli occhi.

-“Poi, però, con mia grande sorpresa, sentii un altro pianto. Mi volsi e vidi che, vicino al televisore, c’era un'altra carrozzina. Mi diressi verso essa e guardai dentro.

E rimasi strabiliata per la seconda volta.

Era una bimba, una bimba bellissima.

Aveva i capelli ramati con dei grandi occhi verdi.

Mi resi conto che era la copia di Edward.

Mi fermo, non sapendo cos’altro aggiungere.

Si guardano tra loro, ma io ho occhi solo per lui.

Voglio cogliere ogni sua minima espressione, per capire cosa pensa, cosa ha intenzione di fare.

-“Bella, ma era.. lui?” mi chiede Alice.

-“Sì, Alice.” Lei sbarra gli occhi, avuta la conferma della sua domanda silenziosa.

Gli altri ci guardano interrogativi, non capendo di cosa stiamo parlando.

-“Avete visto quando l’altro ieri sono andata a quella boutique in centro? Il commesso è..”Dice Alice, non riuscendo a continuare.

-“Si Alice, era EJ. Mi ha raccontato di avere avuto come cliente una vampira, ti ha descritta e ho subito capito che fossi tu.”

-“Quindi tu sapevi che noi eravamo tornati!”Mi chiede Alice.

-“Si, lo so da ieri.”

Cala di nuovo il silenzio.

Ad interromperlo, è il mio telefono che squilla.

È EJ.

-“Mamma?? Dove sei?”

-“Ehm.. EJ.. sono..”

Vedo gli altri sorridere, Alice corre verso un comodino e ne estrae una foglio e una penna.

Invitalo a prendere un caffè!

Non so se è una buona idea, EJ potrebbe non perdonarmela.

Ma tanto prima o poi deve succedere.

-“Sono le cose da grandi?”

-“No, no. Sono a casa di una compagna, bisogna fare un lavoro. Mi vieni a prendere? Ti hanno invitato per un caffè.”

Cosa ho fatto?

-“Sì, volentieri! Mi dai l’indirizzo?”

Gli do l’indirizzo e gli dico di partire fra mezz’ora.

Mi volto verso gli altri, che sono raggianti.

-“Come si chiamano?” Mi chiede lui.

Lo guardo e gli rispondo.

-“Lui si chiama EJ. Da Edward Junior. È uguale a me sia fisicamente che caratterialmente. Un tipo timido, pacato e molto educato, ma anche molto sveglio.

Lei si chiama Renesmee, dall’unione di Renèe e Esme. È uguale a te, sia fisicamente che caratterialmente. Decisa, forte e testona. Non cambia idea facilmente.”

Tienitelo a mente, Cullen.

-“Potete aspettarci nella sala da pranzo?” Capisco immediatamente che Edward vuole parlarmi.

Gli altri mi sorridono e se ne vanno in cucina.

Si mette seduto sul divano. E mi incita a mettermi vicino a lui.

Io, titubante, accetto e mi accomodo.

-“Bella, non so che dire.”

-“Non c’è niente da dire Edward. Ormai è tutto passato.”

-“No! Non ti permetto di dire questo! Come hai potuto non dirmi niente? Volevo esserti accanto quando avresti scoperto che aspettavamo due figli! Volevo esserci quando stavi per partorire! Volevo essere io a trasformarti! Ma soprattutto volevo essere io a creare una famiglia con te e con i nostri figli!

Quello che dice mi colpisce nel profondo, non mi sarei aspettata queste parole da Edward.

-“Edward, ti ho informato solo perché sei il loro padre, loro necessitano di un padre, anche se lo negano.” Lui mi guarda.

-“Mi odiano?” Mi chiede, triste.

-“Ti interessa veramente?” Gli chiesi.

-“Più di quanto tu possa immaginare.”

-“Più a Renesmee che a EJ.”

-“Sei un’irresponsabile, Bella! Avresti dovuto cercarmi!”

-“Edward, cazzo” Comincio ad alzare la voce. “Tu mi hai abbandonata in un bosco, dicendo di non amarmi, dicendo che non ero la giusta ragazza per te. Cosa avrei dovuto pensare? Appena avessi saputo che ero incinta, dovevo venirtelo a dire e rovinare la tua vita da single in giro per il mondo? Cosa ne potevo sapere di cosa stavi facendo?

-“Bella ma non hai capito proprio niente! Io ti ho sempre amato, ti amo e ti amerò per sempre. Solo te. E sapere che abbiamo avuto due figli e che sei un’immortale da venti anni, mi fa contorcere, perché mi rendo conto del tempo sprecato a soffrire.”

-“Mi ami? Come mi ami? E perché mi hai lasciato!?

-“Perché ho sempre temuto per la tua incolumità, che con me è sempre stata a estremo rischio. Dopo l’episodio con Jasper, ho realizzato che saresti sempre stata in costante pericolo con me, e non volevo questo.”

-“Edward, come potremo vivere insieme, da ora in poi? Abbiamo due figli di vent’anni che non ti conoscono e a cui non vai molto a genio!”

-“Tu mi ami, Bella?”

Non so se devo essere forte.

Non so se devo pensare a me, o ai miei figli.

Ma so, che loro hanno bisogno di Edward, anche se non se ne rendono ancora conto, come io ho bisogno di Edward più di ogni altra cosa al mondo.

Ma non faccio in tempo a risponderli.

Ha suonato il campanello.

 

__

 

 

Va Esme ad aprire.

Sento dei passi, siamo tutti riuniti nel salotto.

Vedo fare la sua comparsa Esme, seguita da EJ.

Si guarda intorno confuso, per poi posare il suo sguardo su di me.

Perdonami, figlio mio.

 

 

Che ne dite?

Fatemi sapere.

 

*Risposte alle recensioni*

 

 

Allice_rosalie_blak : grazie per il complimento! J ti è piaciuto questo capitolo?

 

Sabryepenny : mi dispiace non aver rispettato i tuoi consigli. Ma fidati, credo che ti piacerà la mia idea. I lupi faranno la sua comparsa più tardi, come i volturi.

Questo capitolo? Piaciuto?

 

Vampirella75 : GRAZIE MILLE!!! LA BELLA IMPACCIATA CI PIACE MOLTO! FAMMI SAPERE MI RACCOMANDO!

 

SNSD96 : CREDO CHE TU CI ABBIA PRESO.. MA ADESSO VERRà IL BELLO! TI PIACE IL CAPITOLO?? FAMMI SAPERE!

 

BETELY90 : NON TI PREOCCUPARE.. TI DICO SOLO CHE IL TUO CONSIGLIO è “INTERNO” AL PROGETTO. TI è PIACIUTO QUESTO CAPITOLO, INTANTO?

 

IMMACOLATA : HAI RAGIONE.. PIANO PIANO.. MI FAI SAPERE SUL CAPITOLO?

 

GIOVA71 : MI DISPIACE MA I VOLTURI, ALMENO PER ORA, NON CI SONO. MA FARANNO LA SUA COMPARSA PRESTO! GRAZIE PER LA RECENSIONE! SPERO IN UN’ALTRA PER QUESTO CAPITOLO!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** "Glielo devo." ***


Arrivo all’indirizzo che mi ha dato mia madre

Perdonate il mio indescrivibile ritardo, ma Ho avuto problemi con la scuola e, in seguito. Problemi personali. È stato un periodo terribile.

Ma sono tornata con la mia storia! E vi anticipo che ho un’altra bella storia che mi gira nella testolina già da tempo!

Va bè non anticipo niente! Ecco il capitolo 10! Buona lettura!

 

 

“Glielo devo.”

 

.EJ.

 

Arrivo all’indirizzo che mi ha dato mia madre.

Cavolo, non è una casa, è una villa.

Mi avvio verso l’entrata e suono il campanello.

Dopo circa 20 secondi si apre la porta.

Davanti a me si presenta una donna, una vampira, bellissima.

 Occhi dorati, capelli color mogano. Stupenda, dimostra venticinque anni.

 

Non mi piace questa situazione.

 

Lei mi fissa, sorridendo, e con gli occhi che luccicano.

Sembra quasi.. emozionata?

-“Salve.” Le dico, abbozzandole un sorriso poco convinto.

-“Ciao, prego accomodati.” E mi fa entrare.

La situazione continua a non piacermi.

La seguo lungo un corridoio, la casa è arredata stupendamente, mi piace molto.

Non esiste alcun suono in questa casa, né tantomeno odori.

Cuori che battono, respiri, o odore di sangue.

È come si in questa casa non esistesse nessuno.

È come se in questa casa ci fossero solo vampiri.

Entriamo nel salotto e immediatamente noto otto paia di occhi che mi fissano.

La mia sensazione non era errata.

 

Li guardo uno ad uno, noto anche la vampira del negozio, fino ad arrivare a mia madre.

La guardo, confuso, non capendo il perché di tutto questo.

Poi guardo il ragazzo vicino a lei.

Mi irrigidisco del tutto.

Non riesco più a muovere un muscolo.

È la fotocopia di Renesmee.

Molto velocemente rielaboro tutto ciò.

In fondo non ci vuole una scienza per capire chi ho intorno a me.

 

-“EJ, vorrei spiegarti..” Mi dice mia madre.

Ma non la lascio finire, sa che non mi piace essere preso in giro.

-“Non ce n’è bisogno, credo di aver capito tutto.”Le dico, guardandola.

Lei volge lo sguardo verso il basso.

Incrocio i miei occhi con.. quello là.

È assurdo, Bella ci aveva detto che Ness era la fotocopia di Edward, ma non pensavo così tanto.

Non so per quanto tempo ci siamo fissati a vicenda, ma a un certo punto interviene la vampira che avevo conosciuto a negozio.

-“Ciao, io sono Alice.” E mi porge la mano.

Alice?

Alice, la migliore amica di mia madre?

Sbarro gli occhi e la guardo.

La sua famiglia non ha fatto niente di male, è solo lui che ha sbagliato, perciò non vedo il motivo per non presentarmi.

-“EJ.” Di poche parole, ma educato.

-“Io sono Jasper.” E mi porge anche lui la mano.

Si presentano tutti con me, tranne lui.

Mi guarda, non ho idea di cosa possa pensare, o provare.

E io non riesco a capire come riesco a stare così tranquillo e a mio agio.

Credo che il dolore verrà dopo.

Perché, dopotutto, ho sofferto anch’io la sua mancanza.

L’ho dimostrato meno di Renesmee, ma sono stato male anch’io.

Non so che fare, è una situazione imbarazzante, quanto strana.

In un attimo, penso a mia madre. Lei probabilmente avrà fatto tutto ciò per noi. So com’è fatta, so che sicuramente ha messo noi prima di lei.

Mi rendo conto di quanto stia soffrendo, quindi decido di mettere lei prima di me.

Gli porgo la mano, così, senza pensarci.

Lui sembra illuminarsi, e un sorriso, identico a quello di Renesmee, gli spunta in viso.

Ci diamo la mano, non c’è bisogno di parole, né di presentazioni.

Ovviamente, tutto il rancore non è svanito.

Sto pensando esclusivamente a mia madre, lo faccio solo per lei.

 

Sinceramente mi aspetto che mia madre sia felice di tutto ciò.

Invece la vedo.. quasi triste.

Sì, sta sorridendo, ma non è un sorriso felice, sembra quasi che stia per perdere qualcosa.

Ma non è così, lei sa che non è così.

Lei non ci perderà mai.

 

-“Sei la copia di Bella! È assurdo!” Dice Alice, cogliendo l’attenzione di tutti su di sé.

Devo ragionare un attimo.

Ad un occhio esterno la situazione potrebbe sembrare assurda, quasi buffa.

Io, cresciuto senza un padre per venti anni, entro in casa sua con tutta la sua famigliola, stringo la mano a tutti e rimango immobile come se niente fosse.

Sorrido di rimando ad Alice.

-“Perché non hai visto Renesmee!” Le dice mia madre, sorridendo.

Cazzo, Renesmee!!

Pensando a lei, sbarro e gli occhi e mi ritrovo a fissare mia madre, che mi guarda di rimando.

Mi chiedo se gliel’abbia detto e mia madre, come se mi potesse leggere nel pensiero, nega con la testa. E ora chi glielo dice? Voglio dire, mia sorella è un tipo alquanto suscettibile, come la prenderebbe? Non bene, ovviamente. Spero che mia madre, comunque, abbia già trovato il modo per informarla. Se devo essere sincero, ho una fifa pazzesca.

Conosco mia sorella, e posso immaginare come reagirebbe a una notizia simile.

Lo ammazzerebbe. Sì, ne sono convinto.

Immerso nei miei pensieri, non mi sono accorto del silenzio imbarazzante che è calato nella stanza.

-“Immagino.. che vogliate parlare..” Dico rivolgendomi a mia madre e indicando il ragazzo con un cenno del capo.

-“Eh.. noi.. ecco..” Mia madre è la solita ragazza imbarazzata di sempre.

-“Ci vediamo a casa.” Le dico, dirigendomi verso l’uscita.

-“No aspetta!” Mi grida… Esme.

Mi giro, aspettando che mi dica qualcosa.

-“Rimani qui, no? Magari Edward e Bella escono a fare due passi da soli.. ma tu puoi rimanere qui per fare due chiacchiere.. con.. noi.” Dice, speranzosa.

-“Non crediate che io non voglia, è solo che mi sembrerebbe un torto nei confronti di mia sorella.”

Tutti sono sorpresi dalla fluidità del mio discorso.

-“Certo, è ovvio.” Dice sorridendo Carlise.

-“Ej..” Mi chiama mia madre.

-“Bella, fai con comodo. Ti aspetto a casa a qualsiasi ora tu tornerai. Arrivederci a tutti.”

Alzo la mano a mo’ di saluto e esco.

Mi aspettavo qualcosa di molto più complicato.

Ma ora viene la parte più difficile.

Ora devo chiamare Renesmee.

 

 

.Bella.

 

 

-“E’ un ragazzo davvero molto intelligente.” Afferma Carlise.

-“Sì, è sempre stato molto pacato e sveglio.” Dico, con un certo orgoglio.

Mi volto verso Edward, che era a due passi da me, e lo vedo con lo sguardo rivolto verso il basso e con un sorriso malinconico stampato in faccia.

Posso immaginare a cosa stia pensando.

-“Penso che tu e Bella dobbiate parlare.” Dice Alice, rivolta verso il fratello.

Edward si ricompone e mi fa cenno di seguirlo.

-“Sì, andiamo.”

Guardo gli altri, per poi uscire dalla porta finestra, insieme a quel Dio greco.

 

E ora? Come andrà a finire? Cosa mi devo aspettare?

Poco fa mi ha detto di amarmi, di avermi lasciato per proteggermi.

Come mi devo comportare?

Io, Bella Swan, cosa desidero?

Quello che desiderano i miei figli.

E cosa desiderano loro?

Loro vogliono..

Cosa vogliono?

Io non lo so cosa vogliono!

Ed ecco la lampadina che si accende.

Io so che loro lo odiano, ma non mi hanno mai detto cosa avrebbero voluto fare in questa circostanza. Io non so cosa vogliono.

Bella, pensa a te, pensa a cosa vuoi TU.

Io voglio.. non lo so cosa voglio!

 

Ma chi voglio prendere in giro?

Io lo so cosa voglio.

Lo sa Edward.

Lo sanno i miei figli.

Lo sanno i Cullen.

Io voglio lui.

 

 

Ci troviamo nella radura.

Sì, quella radura.

Mi fa.. uno strano effetto.

Dolore, ansia e spavento.

-“Bella, immagino che questo luogo non abbia con sé dei bei ricordi, per te. Ma neanche per me.

Mi odio, Bella. Immensamente. È da quel giorno che non faccio altro che pensarti, e di pensare a quanto sia stato stupido fare quello che ho fatto. Mi detestavo prima di conoscerti, perché ero un mostro senz’anima. Mi detestavo quando ero con te, perché sapevo di non poterti dare quello che un tuo simile avrebbe potuto darti. Mi sono detestato dopo averti lasciato, per quello che mi sono fatto, ma soprattutto per quello che ho fatto a te. Non immaginavo, Bella, che tu mi amassi così.

Perché ora me ne rendo conto.

Se tu non mi avessi amato realmente, probabilmente i nostri figli non esisterebbero.

Ma tu hai lottato, Bella. Non ti sei arresa. Hai rischiato la vita per il frutto del nostro amore.

Ed io, se permetti, lo considero il più grande gesto d’amore che qualcuno possa fare.

Io so che mi ami, Bella. Me l’hai dimostrato, anche se non lo volevi.

Ma voglio che tu me lo dica, Bella, voglio sentirtelo dire dalle tue labbra.”

Termina il discorso così.

È rimasto sempre Edward Cullen, il vampiro affascinante e dolcissimo di cui ero, e sono, innamorata. Il suo discorso non fa una piega, ha ragione su tutto.

Si avvicina di un passo, io sto quasi tremando.

-“Edward.” Lo chiamo, come per ammonirlo.

Siamo distanti circa 30 cm l’uno dall’altro.

-“Bella.” Mi dice timoroso.

-“Edward, se ora mi baci non mi potrai più lasciare.” Gli dico singhiozzando.

Lui accenna un sorriso, mi prende il viso tra le sue mani e mi bacia.

Dopo dieci secondi si stacca.

-“Non ti libererai più di me, Bella.”

-“Lo spero tanto, Edward.”

Detto questo, torniamo a baciarci al centro della radura, la nostra radura.

 

 

.EJ.

 

 

È felice. È con lui che è felice. È con tutta la sua famiglia che è felice.

Io e Renesmee dovremmo farcene una ragione.

Farò di tutto purché mia madre sia felice, anche accettare di conoscere Edward.

Glielo devo.

 

 

Se ce l’avete con me per aver postato con un così terribile ritardo, vi capisco, ma se volete fatemi sapere cosa ne pensate :D

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Direzione Forks ***


Dopo aver ascoltato le parole di Edward, rimango basito

 

Surprise!! Non ve l’aspettavate, dite la verità! Voglio farmi perdonare, ragazzi, quindi ecco un capitolo, a mio parere, veramente bello.

Vi avverto, manca poco all’epilogo..

Buona lettura!!

 

 

 

 

Direzione Forks

 

.EJ.

 

Dopo aver ascoltato le parole di Edward, rimango basito.

Quello che ha detto a mia madre è stato.. bellissimo.

Reale, sincero.

EJ; ti stai innamorando di tuo padre?

Ora anche la mia coscienza si mette a prendermi in giro.

Comunque, si vede che il loro è un vero amore.

Non so se credere al fatto che Edward abbia lasciato mia madre perché aveva paura della sua incolumità.

Credo che lo potrei comprendere solo se anch’io vivessi una storia del genere.

Lui, vampiro, con enormi poteri e un controllo instabile, sta con una fragile umana, che per giunta è la sua cantante.

la situazione è alquanto insolita.

Però in fondo è comprensibile.

Come puoi stare con qualcuno che ami incondizionatamente con la costante paura di perderla? E per colpa tua, per di più?

Credo che, a questo punto, l’unica colpa che si possa dare a Edward è quella di averci fatto l’amore prima di lasciarla.

Quando nostra madre ci raccontò la sua storia marcò, quasi per farlo sottolineare, che quello fu amore, tra due amanti che si amano realmente.

Renesmee ha sempre chiamato ciò che fecero prima della loro rottura ‘sesso’, e nonamore’.

Lei ritiene quello che geneticamente è nostro padre un viscido e insensibile essere indefinito.

, sì, ce l’ha leggermente con lui.

È arrivata l’ora, devo chiamarla.

 

Sta squillando, e ho seriamente paura.

 

 

.Renesmee.

 

-“Pensi che troverò mai il vero amore??

Stavo tranquillamente leggendo il mio adorato “Cime tempestose”, passione ereditata da mia madre, quando Cecilia fa irruzione in camera, con questa entrata melodrammatica.

-“Cos’è successo, Ce?” Le chiedo, non staccando gli occhi dal libro, e pronta ad ascoltare la sua tragica esperienza di oggi.

-“Luca, Renesmee, Luca!!” Dice catapultandosi sull’armadio alla ricerca di qualcosa di più comodo da mettere.

-“Luca?” Non ho mai sentito di questo Luca.

-“Ness! Luca, il barista di quel bar in centro!”

-“Scusa ma non era Matteo?” Le chiedo girandomi per guardarla, sempre mantenendo la stessa posizione sdraiata a pancia in su.

-“Matteo era il commesso in quel negozio d’abbigliamento!”

Dice, in preda a una crisi isterica, infilandosi i pantaloncini della tuta e la maglietta a maniche corte.

-“E che fine ha fatto?!” Le chiedo, sinceramente curiosa.

-“Baciava male.” Si limita a dire.

-“Capisco.” Le dico sorridendo. “E questo Luca?”

-“Stava uscendo sia con me che con un’altra.”

-“Questi uomini!” Le dico, ridendo.

-“Non prendermi in giro! E tu?? Quando ti deciderai di partire alla ricerca del tuo amore?” A queste parole ha unito degli storpiati passi di danza.

-“Se prima o poi troverò del tempo, mi ci metterò!”

-“Renesmee?? Hai 19 anni!” Mi ricorda.

Quanto le vorrei dire la verità.

-“Appunto! Sono ancora giovane!” Le dico, ridendo.

Lei si siede accanto a me sul letto e guarda fuori.

-“Non lo trovi strano?” Mi chiede.

-“Cosa?” Le chiedo tirandomi su con i gomiti.

-“Come può essere possibile che tu non abbia mai avuto un ragazzo? Ness, tu sei bellissima! Sei bella quando sei arrabbiata, quando sei triste, quando sei concentrata, ma quando ridi sei veramente uno spettacolo della natura!

Io, una ragazza mediocre, me la spasso molto più di te con i ragazzi.

Potresti averne a centinaia, perché non lo fai?

Rimango allibita dal suo discorso.

-“Tu credi nell’amore?” Le chiedo.

Lei rimane spiazzata, non si sarebbe aspettata una domanda così.

-“No, io non credo nell’amore.”

-“Perché?”

Sorride, quasi malinconica.

-“Mi succede spesso, sai? Magari sono con i miei amici e viene fuori questo tipo di discorso. Tutte le ragazze, sognanti, parlano dell’amore che sognano da quando sono bambine. Poi quando chiedono ‘E tu, Ce? Come te lo immagini l’amore della tua vita?

Io sorrido e rispondo che non credo nell’amore. E loro mi dicono ‘Come fai a non crederci? Tutto quello che hai intorno è amore!’

Mi ritrovo a ridere di quello che dicono. Amore? Girare per strada e ignorare un barbone senza soldi e senza cibo è amore? Deridere un bambino disabile è amore?  Vendere droga è amore?

No. Per me amare qualcuno è desiderare la sua felicità.

Se un ragazzo innamorato viene lasciato e comincia a pedinare la sua ex, senza darle tregua, impedendole di essere felice, mi viene da chiedermi se era veramente innamorato.

Per me amare qualcuno significa ascoltare il proprio amato. Ma, attenta, conascoltare’ non intendo attivare le orecchie.

Se ascolti veramente qualcuno, senti quello che prova, riesci a captare ogni sensazione. Ma quando uno parla e l’altro sta facendo gli affari suoi, quello non è ascoltare.

Quei due stanno insieme per qualcosa che non è amore.

È costrizione, perché c’è qualcosa che li costringe a tenere uniti, e non è amore!

L’amore non esiste, per quel che mi riguarda.

-“Hai avuto un’esperienza personale, che ti fa credere tutto ciò?”

Aspetta a rispondere, i ricordi stanno facendo capolinea nella sua testa. Alza il viso e mi guarda, con gli occhi lucidi.

-“Sì, ma non parliamone. E tu, Renesmee? Credi nell’amore?”

Sorrido, guardandola. Le metto una mano sulla sua.

-“Ci crederò, quando lo proverò.”

-“Io dico che fai bene!”

E ci mettiamo a ridere. La mia amica non deve aver avuto una vita facile, da quello che mi ha appena detto.

I Muse cominciano a farsi sentire, perciò rispondo al cellulare.

È EJ.

“Ehi, EJ.”

-“Ehi sorella, come va?” Sembra teso.

-“Bene, fratellone. Te come va? Ti sento strano.”

Intanto Cecilia mi fa segno che sta uscendo, probabilmente andrà a fare jogging, infatti sono le otto di sera, il suo solito orario.

-“Renesmee, c’è qualcosa che devi sapere.”

-“EJ, mi sto preoccupando, cosa è successo?”

-“Renesmee sono tornati.”

I primi 46 millesimi di secondi li impiego per rielaborare le parole di EJ. Poi la rabbia si impossessa di me.

-“COSA? E quando?? Cosa cazzo è successo EJ?? Dimmi tutto perché altrimenti mi incazzo! E la mamma?? COSA HA FATTO LA MAMMA? Li hai incontrati? COME TI HANNO TRATTATO? GIURO CHE SE TI HANNO DETTO QUALCOSA DI BRUTTO VENGO Lì E FACCIO UNA STRAGE! EJ! Edward Junior Swan rispondi perché altrimenti uccido anche te!”

Mi risponde dopo circa 5 secondi.

-“Hai finito?” Mi dice.

-“Molto divertente, EJ, davvero molto divertente.”

-“Renesmee, credo che sia ora di pensare anche a nostra madre, cosa dici? Sarebbe ora di fare qualcosa per lei.”

-“Mi pare ovvio, EJ. È per questo che bisogna tenerla lontano da quell’essere. Gli dico tranquillamente.

-“Renesmee non fare la stupida! Sappiamo entrambi che lei lo ha sempre amato e tenerla lontano da lui sarebbe un enorme sbaglio. Ciò che farebbe felice nostra madre è una sola cosa e tu lo sai.

È avere tutta la sua famiglia al completo, Renesmee, e questo implica che io e te dovremo accettare di conoscere Edward.

Fallo per la mamma, Ness.”

-“SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITO?? TI RICORDI COSA HA FATTO A NOSTRA MADRE??”

-“Renesmee.. io l’ho conosciuto. Li ho conosciuti.”

Il mondo mi sta crollando molto lentamente addosso, pezzo dopo pezzo. Sembra che scaglie di vetro mi stiano cadendo addosso, facendomi lentamente del male atroce.

-“EJ, cosa dici? Vuoi dire che ti hanno incantato? Anche a te?”

-“No, Ness, non mi ha incantato nessuno. Ok, te lo dico senza giri di parole. Mi vanno a genio, ok? Sono delle brave persone.”

-“EJ ma che cazz..

-“Si sono rimessi insieme, Renesmee, si amano e non smetteranno mai di farlo, e mettiti in testa che non possiamo fare niente. Tu non puoi fare niente. Pensa alla mamma, Renesmee, te ne prego.  Pensa al suo bene.”

Non riesco a trattenere le lacrime. Escono dai miei occhi, solcano i miei zigomi, per poi finire il loro tragitto sulle mie labbra.

-“Mi avete abbandonato.”

-“Renesmee, non dire cazzate, ti prego. Dobbiamo essere uniti, mamma ci vuole uniti!

-“Io non riesco a perdonare, EJ.”

-“Renesmee, ragiona. Fallo. Per. Bella.”

-“Sei sempre stato tu il più perfetto. Quello diligente, quello con cui ci si può parlare, quello che è calmo, quello adulto.  Sono sicura che farai anche la mia parte.

-“RENESM…”

 

Prendo il telefono nella mia mano destra.

Comincio a stringere.

Sempre più forte.

Sento un crac.

E poi un altro.

Fino a che il cellulare non è completamente spezzato a metà.

Altre lacrime mi bagnano il viso, e dalle mie labbra cominciano ad uscire dei forti singhiozzi, che non ne vogliono sentire di cessare.

Sono sola.

Sola.

Non mi ero mai sentita così.

Ho sempre saputo di poter contare su mia madre, o su mio fratello.

Ho chiuso con tutti.

Ho pensato, come al solito, solo a me stessa, e non a mia madre che ha fatto tanto per me.

Ma è più forte di me, non ce la faccio a perdonare, e tantomeno a dimenticare.

Come posso far finta di nulla?

Tornare, abbracciarlo e dirgli ‘Papà, cominciamo da capo’.

Mi inginocchio, e poso le mani sul pavimento, mentre sono vittima di continui spasmi su tutto il corpo.

 

All’improvviso, sento uno spostamento.

Uno spostamento troppo veloce per essere quello di un umano.

-“Chi c’è?” Urlo.

La stanza è piccola quindi chiunque sia entrato, perché c’è qualcuno, ne sono convinta, deve essere terribilmente vicino a me.

-“Renesmee Cullen.”

Vedo una sagoma scura avvicinarsi a me e riesco a intravedere due occhi rossi.

No, non è possibile.

-“Quello non è il mio cognome.” Gli ringhio.

-“Ehi calma, bambina! Quale sarebbe, quindi, il tuo cognome?”

-“Sai il mio nome, questo può bastare.”

-“Ah, già. Hai ereditato il cognome di tua madre, Swan, giusto? Non hai ripreso quello di Cullen perché si è fatto tua madre e poi vi ha abbandonati, giusto?”

Senza pensarci, gli salto addosso, sto per addentarlo ma mi scaraventa contro il muro, provocando una terribile crepa.

-“Calma, bimba. Ti sto aiutando!”

-“Chi sei?”

-“Ti basta vedere i miei occhi rossi, per capire chi sono.”

Ringhio, è ovvio che questo tizio sia uno dei Volturi.

-“Cosa vuoi da me?”

-“Da te, nulla. Sai? Dovresti ringraziarmi, ti sto dando un’importante informazione. Tua madre e tuo fratello sono in pericolo.

Una spedizione dei miei alleati è appena iniziata.

Direzione Forks.”

Non posso fare a meno che sbarrare gli occhi.

-“Che cosa vogliono da loro? Non hanno fatto niente!”

-“Il clan dei Cullen sta crescendo troppo per i nostri gusti, sarà meglio dimezzarlo, se non eliminarlo definitivamente.”

-“Avete paura dei Cullen?”

-“I Volturi non hanno paura di nessuno, vogliamo solo evitare spiacevoli eventi futuri.” E sorride malefico.

-“Perché mi dici queste cose?”

-“Non vorrei che” Mi si avvicina, avvolgendo il mio viso con la sua mano “un fiore così bello venga così brutalmente eliminato. Ti sto offrendo una via di fuga.”

Mi scanso malamente.

Lui ritira la mano.

-“Ti sto mettendo di fronte a un bivio. Stare qui, lasciar morire la tua famiglia non provando nemmeno a fare qualcosa per salvarla, oppure partire immediatamente, andando in loro soccorso.

Fisso il vampiro, cerco di capire se quello che mi sta dicendo lo sta dicendo per aiutarmi o per incastrarmi.

Da un Volturo non c’è da aspettarsi mai niente di buono.

Rialzo lo sguardo e lui è sparito.

 

Nemmeno mi pongo la domanda mentalmente, perché sono già in cammino verso l’aeroporto.

Direzione Forks.

 

 

 

Che ve ne pare? Fatemi saperE! BACI!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Padre ***


È una ragazzina

 

Salve a tutti! Come state?

Ecco un altro capitolo, corto ma decisivo.

Le risposte alle recensioni dei due ultimi capitoli in fondo!

 

 

Padre

 

 

 

.EJ.

 

  È una ragazzina.

È decisamente una bamboccia.

Ma quanto è egoista?

Come posso essere il fratello di una persona così?

Tu gli dici di pensare a sua madre, e lei? Lei ti chiude il telefono in faccia ma, attenzione!, non prima di avermi detto cose prive di senso.

Io sono sempre stato il più perfetto?

Questa mi è nuova.

Renesmee ha bisogno di essere aiutata.

Però, da quel che mi ha detto al telefono, mi pare di aver capito cha con me ha chiuso i ponti.

Bene!

Quando si sarà rinsavita, mi cercherà.

 

 

Sento la chiave della porta aprire la serratura e mi volto.

Mia madre, in silenzio, avanza verso di me.

Non sa cosa dire, cosa fare.

È imbarazzata.

Rimarrà sempre la Bella Swan di 18 anni fa.

-“EJ, io..” Comincia a dire.

-“Mamma, non c’è bisogno di dire niente.” Mi avvicino a lei e le prendo le mani tra le mie. “Mamma, solo ora mi rendo conto di essere stato un egoista. Ho pensato solo a quello che volevo io, senza minimamente tener conto di cosa potesse far star bene te.

Perdonami, ti prego. È uno sbaglio, un errore che non potrò mai perdonarmi.

Vi ho visto, nella radura. E.. non ti avevo mai visto così, mamma. Eri felice, sei felice, te lo vedo dalla luce che c’è nei tuoi occhi!

Sono stato uno stupido non andando a cercare per mari e monti Edward. Solo lui poteva renderti così felice. Sono contento, mamma, perché so che ora saremo una vera famiglia, o almeno ci proveremo. Voglio conoscerlo, davvero. Non dimenticherò mai questi anni, però è ora di voltare pagina.

Conoscerò l’uomo che ti ha aiutato a mettermi al mondo, e voglio recuperare questi anni.

Lo faccio per te, ma anche per me.

Credo di meritarmi un padre.”

Mia madre ha gli occhi spalancati e stringe forte le mie mani.

-“EJ, se potessi, in questo momento starei piangendo come una fontana.

Grazie, grazie figlio mio.

Però non devi confonderti. Non è solo lui che mi rende felice, ma lui e voi, tu e Renesmee.

Voglio una famiglia unita, EJ.”

Non voglio dirle di Renesmee, vorrei non averci mai parlato al telefono.

-“Penso che dovrò chiamare Renesmee.”

Però glielo devo dire.

-“Mamma io..

Il telefono comincia a suonare, incessantemente.

Lo prendo, non conosco il numero.

-“Pronto?”

-“I Volturi stanno arrivando.” Renesmee?

-“Renesmee, cosa stai dicendo?” Le dico, senza interesse.

-“Sono appena sbarcati da Roma. Tra 1 giorno saranno lì. Io sono in aeroporto. Sto tornando.

Radunate tutti i vampiri che potete!”

-“Che cazzo significa??

-“Vogliono ucciderli. Pensano che il clan si stia… allargando.”

-“Quando torni?”

-“Ho l’aereo tra 6 ore. Spero di arrivare in tempo, EJ. Voi fate il possibile.”

-“Come fai a sapere che i Volturi stanno arrivando??

-“Preparatevi e basta.”

-“Renesmee, mi hai scocciato con questo atteggiamento!”

-“Lo sto facendo per la mamma, EJ. A presto.”

E chiude.

L’ultima frase l’ha detta piangendo, ne sono sicuro.

 

 

-“EJ, cosa succede?”

-“Andiamo dai Cullen.”

-“Cosa? Perché?”

-“Andiamo e basta, mamma.”

Prendo le chiavi della macchina e esco di casa, con mia madre, confusa, che mi segue a ruota.

 

-“Ragazzi, che piacere. È da tre ore che non ci vediamo, però è sempre un piacere. Ci dice Esme sulla soglia della porta, invitandoci ad entrare.

Entriamo nella sala principale e mi ritrovo i Cullen che mi guardano con aria interrogativa.

-“Qual buon vento vi porta?” Chiede Emmett, ridendo.

È strano, non ne sanno niente.

Alice non ha visto niente?

-“Porto delle brutte notizie.”

La tensione comincia a crescere tra i presenti.

-“Che cosa succede?”

-“Mia sorella mi ha informato che i Volturi stanno arrivando.”

I loro sguardi si stanno facendo interrogativi.

-“Cosa? E perché mai?” Chiede Jasper.

-“A quanto pare pensano che il clan si stia allargando troppo con il nostro arrivo.. Non hai avuto nessuna visione?” Chiedo ad Alice.

Lei mi guarda, stupita e dispiaciuta.

-“No. In questo periodo vedo tutto completamente offuscato. Mi sento così inutile.”

Alice è veramente dispiaciuta.

-“Non ti preoccupare.”

-“Ma è sicuro?” Chiede Carlisle.

-“Era abbastanza spaventata quando me l’ha detto.”

-“Come spaventata?? Le hanno fatto del male?? Cos’è successo??” Mi chiede preoccupata mia madre. Non so cosa risponderle, non lo so nemmeno io cosa le è successo!

-“Non lo so, non me l’ha detto. Mi ha detto di tenerci pronti e di radunare il maggior numero possibile di vampiri.

-“Tra quanto saranno qui?!” Mi chiede Jasper.

-“Domani.”

Tutti sbarrano gli occhi.

-“Domani?? Come facciamo? È impossibile!”

-“No se cominciamo subito a rintracciare gli altri!”

Tutti cominciano a girare per casa, tutti con almeno un telefono in mano.

Mia madre si precipita verso di me.

-“EJ..

-“Mamma, Renesmee sta bene. Non preoccuparti.”

-“EJ, come faceva tua sorella a sapere dei Cullen?”

Io abbasso gli occhi. Ha capito tutto.

-“Gliel’ho detto io.”

Mia madre mi guarda. Non so se sia arrabbiata o, peggio, delusa.

-“Scusami, io..” Comincio a sussurrare.

-“EJ, non ti preoccupare. So del legame che c’è tra voi. So che ti era impossibile non dirglielo. Dimmi cosa ti ha detto, ti prego.”

Io la guardo, non ho il coraggio di dirle ciò che mi ha detto.

-“Non sono cose belle, vero?” Mi chiede.

Io nego con la testa.

-“Ne ero sicura. almeno mi hai tolto un peso, figlio mio.” E sorride.

Le sorrido anch’io.

-“E’ un’egoista, deve capire che è ora di..

-“No, EJ. Tua sorella ha la sua opinione e noi dobbiamo accettarla.

-“Sì, ma..” Comincio a dire.

-“Bella! Bella, scusa, puoi venire un momento?” Chiede Alice dall’altra stanza.

-“Sì arrivo! Il discorso è chiuso, EJ.” Mi dice mia madre, per poi andarsene.

Abbasso la testa. Non è possibile, come può non riconoscere che sua figlia è una totale egoista?

-“EJ?” Sento una voce chiamarmi.

Alzo lentamente la testa, e me lo trovo davanti.

Mio padre.

Deglutisco, per poi fissarlo negli occhi, come per chiedergli cosa vuole.

-“EJ, vorrei parlarti. Sono comunque tuo padre e tu sei mio figlio.

Il cuore mi parte all’impazzata, non posso fare niente per fermarlo.

-“Sì, certo.” Gli dico, semplicemente.

-“Ti va una passeggiata?” Mi chiede.

Annuisco, e lo seguo fuori.

Ci inoltriamo nel bosco, finché non si ferma.

-“Mi ero preparato il discorso, ma me lo sono completamente scordato.” Mi dice, imbarazzato.

Lo guardo, sbalordito. Aveva preparato un discorso, per me?

-“Oh.. non ce n’era bisogno.” Gli dico.

-“EJ, io mi sento un mostro.” Mi dice.

Io non so cosa dirgli, aspetto in silenzio che continui.

-“Ho lasciato tua madre da sola in un bosco, fragile com’era, dopo aver fatto quello che ho fatto. L’ho lasciata da sola quando ha scoperto di essere incinta. Era da sola quando le si sono rotte le costole. Era da sola quando vi ha dato alla luce. Era sola quando si è svegliata. Era sola quando ha ucciso suo padre, e quando vi ha visto per la prima volta dentro le vostre carrozzine.

Voi siete cresciuti soli, senza un padre. Se dovessi iniziare l’elenco delle cose che avete fatto senza di me, non finirei più. Spero che grazie all’eternità che mi è stata concessa riuscirò a rimediare a tutti i danni che ho causato con quella stupida fuga. Perdonami, se puoi, figlio mio.”

Lo guardo, è molto provato.

Ma che fare? Dimenticarsi completamente degli anni passati, oppure fargliela pesare ancora?

Voglio ricominciare, non dimenticando tutto. Voglio un padre.

A fargliela pesare ci penserà Renesmee.

-“Non posso dirti che dimenticherò tutti questi anni. Però voglio ricominciare, con tutta la mia famiglia al completo. E se sei tu l’uomo che fa sorridere mia madre, che la fa sentire bene e l’uomo di cui è innamorata, io non posso far altro che desiderare di conoscerti.”

I suoi occhi brillano, credo che se potesse piangerebbe.

-“Figlio mio.” Si avvicina a me e mi abbraccia.

Quando andavo a scuola, i ragazzi si vergognavano di farsi vedere abbracciati dai loro padri.

Si vergognavano per tutti i gesti di tenerezza e di amore scambiati tra loro e il loro padre.

Ma come ci si può vergognare? Se potessi girerei per il mondo gridando ‘Ehi guardate! Mio padre mi vuole bene! E mi sta abbracciando!’

Una lacrima percorre le mie guancie. Da quanto non piangevo.

-“Quanto ti ho aspettato..” Gli dico singhiozzando.

Lui mi stringe ancora più forte.

-“Perdonami, perdonami.” Mi ripete all’orecchio.

Stiamo stretti l’uno all’altro non so per quanto tempo, fino a che non ci stacchiamo.

Ci guardiamo negli occhi e ci sorridiamo.

-“Dobbiamo tornare.” Mi dice.

Annuisco, e ci riavviamo verso la villa.

 

-“Abbiamo rintracciato il Clan Denali, alcuni nomadi, Peter e Charlotte, e altri diversi clan. Saranno qui il più presto possibile.” Ci informa Alice.

-“Non hai visto proprio niente?” Gli chiede.. mio padre.

Dio, non riesco ancora a crederci.

-“No, c’è qualcosa che mi offusca le visioni.”

Ci troviamo tutti nel salone in silenzio, pensando ognuno a chissà cosa.

Il mio telefono inizia a vibrare.

È Renesmee.

 

 

 

 

 

 

Eccomi! Rispondiamo alle recensioni!

 

 

Antonella64: sì! Bella ha ucciso suo padre quando era una neonata.. mi fa piacere che segui la mia storia!

 

Vampirella75: GRAZIE MILLE!

 

FYLANDRA: grazie mille! Spero che la reazione di ej sia stata come te l’aspettavi e spero che abbia gradito anche gli altri capitoli!

 

 _MiSS CuLLeN_: i tuoi complimenti mi rendono immensamente felice! Grazie mille.. spero che continuerai a seguire la mia storia!

 

Betely: sono molto contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere se ti piace anche il resto!

 

Immacolata: sono felice che ti piaccia la storia! E comunque ej ha preso la decisione giusta, non credi? Fammi sapere!

 

Marina909090: guarda, sono veramente contenta e appagata leggendo quello che hai scritto! Sapere che quello che scrivo vi da emozioni mi fa stare veramente bene! Grazie grazie grazie! Fammi sapere se ti continua a piacere la storia!

 

Elisadi80: mi fa piacere sapere che ti piace come ho impostato la storia! Fammi sapere se ti piace ancora!

 

Zeina83: ti piace la storia??? Comunque hai visto?? Sto postando a manetta per farmi perdonare da tutte             voi! Ti ringrazio! Sono contenta che ti piaccia la mia storia!

 

Anna71: sono contenta che mi abbiate aspettato! E sono ancora più contenta che ne sia valsa la pena! Non finirò mai di chiedervi scusa! E sono contenta che ti piaccia la mia storia!

 

Elly4ever: adori la mia storia? Grazie mille, davvero! Comunque per quanto riguarda renesmee.. ho grandi progetti per lei! Poi vedrai!

 

Giova71: innanzitutto, grazie di cuore per il bentornata! E grazie per aver recensito tutti i capitoli.. lo apprezzo molto! comunque.. renesmee arriverà in tempo? Lo scopriremo solo leggendo!

 

Allice_rosalie_blak:  sono felice di suscitare la tua curiosità! Grazie, per aver recensito tutti i capitoli! Mi raccomando, fammi sapere se ti piace anche questo!

 

Sabryepenny: quindi anche tu, come me, adori renesmee?? Si può dire che praticamente è il mio personaggio preferito.. e in questa storia stravedo per lei! (e anche per quella che sto architettando..)

Grazie per avermi fatto sapere il tuo parere in tutti i capitoli. Grazie grazie grazie.

 

Al prossimo capitolo, carissime!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** E' ora di ricambiare il favore ***


Fermi tutti

Fermi tutti!

Prima di leggere il nuovo capitolo vi prego di rispondere a questa semplice domanda:

vi piace la coppia jacob-renesmee??

HO DECISO DI FAR SCEGLIERE A VOI IL DESTINO DELLA STORIA, QUINDI RISPONDETE IN TANTI!

GRAZIE DELL’ATTENZIONE.

BUONA LETTURA!

 

 

 

è ora di ricambiare il favore

 

 

 

.Renesmee.

 

-“Pronto!”

-“EJ come va lì?

-“Abbiamo radunato un po’ di clan..

-“Bene, io mi sto imbarcando.”

-“Questo significa che stanno arrivando.”

-“Tenetevi pronti.”

-“Renesmee, stai attenta, ti prego.”

-“EJ, per favore.”

E chiudo la telefonata.

 

La voce femminile degli annunci si propaga per tutto l’aeroporto, annunciando il mio volo.

Prendo un grosso respiro e mi avvio verso l’entrata.

 

Devo farlo.

Devo dimenticare che mi ha abbandonato anni fa.

 È grazie a lui se io ora sono qui.

E’ ora di ricambiare il favore.

 

Mi siedo al posto che mi è stato assegnato.

Cerco di rilassarmi ma è troppo difficile.

Guardo fuori dal finestrino e, mentre l’aereo spicca il volo, mi trovo a fantasticare alla svolta che ci sarà nella mia vita. Una famiglia unita, un uomo che dovrebbe essere mio padre, mia madre felice.

Vado avanti solo pensando a lei, unicamente a lei.

E, fantasticando, cado nel sonno totale.

 

 

 

.EJ.

 

All’improvviso, tutti abbiamo una strana sensazione.

Abbiamo percepito tutti qualcosa.

Siamo circa venti vampiri in sala e tutti ci guardiamo sconvolti.

Usciamo tutti dalla villa per poi seguire possibili tracce.

 

Nel bel mezzo della vegetazione, ci fermiamo tutti, per poi attendere l’arrivo dei nostri nemici.

Che non si fa attendere.

Tre cappucci neri si avvicinano a noi.

Per essere seguiti da altri 5.. e poi da altri 5.. e poi da altri 10.. e da altri 10.

Porca puttana.

Bene, siamo fregati.

Non ho fatto in tempo a conoscere mio padre che già gli devo dire addio.

Si tolgono all’unisono i cappucci, per mostrarci le loro identità.

I primi tre saranno i tre Volturi, Aro, Marcus e Caius.

Il resto sarà il loro esercito.

Siamo spacciati.

 

-“Carlisle! Che piacere vederti!” Dice uno di loro.

-“Peccato che non possa dire lo stesso, Aro.” Oh, quindi è Aro.

-“Come mai mi dici questo? Mi ferisci!” Che pateticità.

-“Cosa ti porta qui?” Gli chiede mio padre.

-“Edward! Hai visto cosa ha riservato il destino per te? Due figli! Dovresti stimare la tua Bella.” Si volta verso di me. “Guarda che bel ragazzo che ha tirato su! Per non parlare della ragazza.. inclassificabile! Bellissima!” Mi sfugge un ringhio, come a tutti i miei parenti.

-“Ragazzo” Dice, rivolgendosi a me “Ti stai chiedendo come faccio a sapere tutto ciò? , un mio fidato servitore l’ha incontrata, e l’ho vista attraverso i suoi pensieri. Si volge verso mia madre. “Davvero una bellissima ragazza, Bella, complimenti.” Mia madre ringhia di nuovo.

-“Chi ha parlato con mia figlia?” Gli chiede, trattenendosi dall’ aggredirlo.

-“Io.” Si fa spazio tra la schiera un vampiro anonimo, esattamente come tutti gli altri.

-“Demetri è un ottimo segugio, l’ha trovata all’istante!”

-“Cosa le avete fatto?” Urla mia madre.

-“Niente, mia cara Bella, non ci saremmo mai permessi di farle niente.”

In tutti i volti dei vampiri dietro di lui appaiono dei ghigni.

La situazione non mi piace, per niente.

-“Jane, vuoi dare una dimostrazione al figlio di Edward di cosa siamo capaci, dato che lui già lo sa?? Così dai una dimostrazione anche a Bella.”

-“Certo.” Le risponde questa.. Jane.

Sembra una bambola di porcellana, peccato gli occhi rossi.

La vedo concentrarsi, fissandomi, ma non accade nulla.

Che diavolo succede?

-“Cosa sta succedendo?” Chiede Aro. “Che storia è questa?”

-“Io non capisco!” Urla Jane, alterata.

Quest’ultima si volta verso mia madre, fissandola.

E non succede nulla.

-“Scusate, ma ci state prendendo in giro?” Non riesco a trattenermi.

Tra i miei alleati, a qualcuno sfugge una debole risata.

-“Non è possibile!” Urla Aro.

Io continuo a non capire.

 

 

.Renesmee.

 

 

La voce elettronica all’interno dell’aereo comunica l’imminente atterraggio.

Quando ho deciso di partire, cioè subito dopo l’incontro con quel Volturo, non avevo paura, ma ora si sta facendo lentamente sentire.

Non so cosa devo fare, voglio dire, non mi sono mai trovata in una situazione del genere.

Pronta ad aiutare la mia famiglia.

Perché, volente o nolente, loro sono la mia famiglia.

Anche se non li conosco per niente.

Mi dirigo verso l’uscita dell’aeroporto. Appena varcata la soglia dell’uscita, mi rendo conto di non avere un soldo per pagare un taxi.

Come se mi servisse.

Mi incammino per le strade di Seattle, per poi giungere in un fitto bosco.

Lì inizio a correre, inebriandomi degli odori della natura.

Il mio vero mondo.

 

Poi un suono, un suono che non appartiene alla natura.

Mi fermo di scatto.

C’è qualcuno che mi sta seguendo.

Mi guardo intorno, ma niente.

Sento gli odori di possibili prede, ma mi trattengo, non c’è tempo.

Ho molta sete, ma non posso fermarmi.

Sto per ripartire, ma ecco di nuovo quel suono.

Mi volto, e vedo due paia d’occhi rossi fissarmi.

Cazzo.

 

Mi metto in posizione d’attacco.

-“Ferma! Non voglio attaccarti!” Mi dice.

-“Sì, certo, come no!” Gli dico.

-“Renesmee, ascoltami, sono qui perché voglio metterti in guardia, ed aiutarti!”

-“Questa l’ho già sentita.”

-“Renesmee, non voglio più stare in quella casata. Non voglio più essere un Volturo. Voglio essere libero, senza costrizioni. Quella gente vuole sterminare la tua famiglia perché sono in troppi e lo trovo una cosa incredibilmente stupida. Ti prego, credimi.”

-“Come vuoi aiutarmi?”

-“Ti condurrò da loro. Sono in tanti, Renesmee.”

-“Come ti chiami?”

-“Alec.”

 

Stiamo correndo verso Forks.

Non avevo bisogno di questo Alec, però potrebbe tornarmi utile.

Siamo quasi arrivati, sento la scia.

Siamo vicini, molto vicini.

Mi ritrovo a camminare, fino a trovarmi sopra un ramo da cui posso vedere tutto senza essere vista.

-“Io ora vado da loro, dirò di averti avvistata confusa, perché non trovavi la strada da prendere. Dirò che non arriverai, per il momento. Attacca quando ti sembra il caso. Non fare cose affrettate.”

Annuisco e lui se ne va.

Guardo giù e li vedo.

Vedo i Cullen. Vedo mio fratello e vedo mia madre accanto a.. lui.

Mi fa uno strano senso, non avevo mai visto mia madre vicino a un uomo.

Chiudo la mia mente, cosicché EJ non possa sentirmi.

-“Non è possibile!” Esclama uno dei Volturi. Hanno già iniziato a parlare fra loro.

-“Bella e EJ possiedono uno scudo mentale, ecco perché Jane non può fare loro del male.”

Gli risponde.. lui. Edward.

-“Attacca, Jane! Attaccalo!” Sbarro gli occhi guardando in direzione di EJ. Lui è sicuro, so di cosa è capace. Può difendersi benissimo da solo.

Jane sta per scattare, ma Aro la ferma.

-“Oh! Guardate, c’è Alec! Alec, che notizie ci porti?”

Il ragazzo si posiziona dietro i tre Volturi e comincia a parlare.

-“La ragazza è confusa, mio signore, non sa che strada prendere. Non arriverà, per il momento.”

-“Bene! Non vi permetterò di rivederla! Vai Jane!”

Jane scatta verso mio fratello, ma si immobilizza.

-“Che diavolo succede?!” Urla quell’oca, perché lo è, non capendo cosa le stia succedendo.

-“EJ è in grado di immobilizzare qualsiasi cosa o persona voglia.” Spiega mia madre.

Tutti sono esterrefatti, Cullen compresi. Non lo sapevano?

Aro ha uno sguardo impagabile.

-“Dovrebbe ucciderla, quella vampira malefica.”

Un sussurro, il sussurro di un vampiro, nostro alleato, che sta in fondo alla nostra schiera.

Ha ragione, ma EJ non può farlo.

Però io sì.

-“Ragazzo, puoi lasciarla, non le permetterò di farti niente.”

-“No! EJ!” Gli urla Edward. “Non lasciarla.”

EJ rimane concentrato sulla vampira.

-“E se la facessimo fuori?” Dice ad alta voce uno dei Cullen, suppongo.

-“NO! Jane non sarà toccata!”

Concentrati Renesmee, concentrati sulle gambe di quella vampira, ce la posso fare..

Le gambe di Jane stanno andando a fuoco. Grazie a me.

Comincia ad urlare.

Nessuno capisce cosa sta succedendo.

Solo mia madre e mio fratello.

Infatti si guardano e cominciano a guardarsi intorno, cercandomi.

-“Cosa sta succedendo????” Urla la ragazza in preda al panico.

Mi sposto su un altro ramo, sempre nascosta, per vedere la scena da un’altra prospettiva.

Riesco a mantenere il fuoco stabile sulle gambe, non lasciandolo propagare lungo tutto il corpo.

Facendola soffrire terribilmente.

EJ, capendo cosa sta succedendo, lascia Jane, che cade rovinosamente al suolo, continuando ad andare a fuoco e ad urlare.

Mio fratello continua a guardarsi intorno, non trovandomi.

-“TU!” Lo indica Aro. “Tu sai cosa sta succedendo! Dimmelo o porrò fine alla tua vita.”

EJ lo guarda negli occhi, sfidandolo.

-“Renesmee.” Dice semplicemente.

È il momento di entrare in scena.

 

 

 

 

 

Quindi:

 

sabryepenny: renesmee avrà un ruolo moooolto importante.. comunque si, ho in mente una nuova storia.. spero che leggerai anche quella!

 

Anna71: mi sono emozionata molto scrivendolo e sono contenta che sia riuscita a far emozionare anche te!

 

Zeina83: sono molto molto molto molto molto molto contenta che reputi la mia storia fresca e, in qualche modo, innovativa! Grazie grazie grazie!

 

Giova71: mi sa che hai ragione.. ne vedremo delle belle!

 

Allice_rosalie_blak: sono contenta che ti sia piaciuto! E spero che ti piaccia anche questo! Fammi sapere!

 

Fatemi sapere se vi piace la mia storia! J

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Promessa. ***


-“Pronto

 

Bon jour! O meglio, bonne nuit!

Come va? Ok, so di aver aggiunto un capitolo oggi all’ora di pranzo. però non vi dispiace se aggiungo un capitolo anche ora, no? Così, domattina, quando tutte quelle 91 (91?????? Oddio ma grazie! Mi viene da piangere!) buone anime che seguono la mia storia apriranno efp, troveranno, appena sfornato, un nuovo capitoletto.

Ok, lo sclero, signore e signori, è finito!

Buona lettura!

 

 

 

Promessa.

 

 

.Renesmee.

 

 

Con un balzo degno di un vampiro, atterro, con molta grazia, alla sinistra di mio fratello.

Aro si volta a guardarmi e io gli sorrido in modo estremamente malvagio, mostrando i canini.

Lui mi guarda, spaventato.

-“è.. è opera tua?” Mi chiede.

Io annuisco semplicemente, sempre con quell’aria malvagia in volto.

Sto dando le spalle a mia madre e ai Cullen.

“Tu! Insulsa ragazzina! Spegni questo fuoco!” Urla Jane, in preda al panico.

Sposto lo sguardo verso la vampira e mi avvicino a lei.

La guardo dall’alto, poiché lei è stesa a terra che si contorce dai dolori.

Ci guardiamo negli occhi, e in lei scorgo uno sguardo quasi implorante.

-“Se non lo faccio cosa mi succede?” Le chiedo, sussurrando, così che mi senta solo lei.

Lei mi ringhia contro e io le sorrido.

Mi volto verso Alec, che mi fa un segno di assenso con il capo.

-“Sai, penso che da queste parti tu non sia molto amata.” Continuo a sussurrarle.

Lei mi ringhia di nuovo in risposta. Le sorrido.

Senza dire niente, lascio che il fuoco si propaghi lungo il suo corpo, provocando le sue urla assordanti e lo stupore dei presenti.

Mi volto di nuovo verso Aro.

-“Questa sarà la fine di tutti voi se non ve ne andate immediatamente.”

Aro deglutisce, si avvicina verso la sua schiera e fa per andarsene.

-“Fatevi di nuovo vivi, e siete spacciati.” Gli dico piano, non appena mi passa accanto,

sorridendogli di nuovo, mostrando i miei canini.

Si infilano i cappucci, stanno per andarsene quando noto che Alec è rimasto a guardarmi.

Aro si volta e lo guarda.

-“Alec andiamo.” Gli ordina.

-“No.” Gli dice semplicemente.

-“Cosa?”

-“Io non voglio avere più niente a che fare con te.” Gli sputa in faccia.

Aro rimane basito, non se l’aspettava.

-“Brutto ingrato! Dopo tutto quello che ti ho offerto mi ringrazi così! Muoviti!”

-“Aro?” Lo chiamo. Lui si volta, impaurito.

-“Il ragazzo non viene via con te, ok?” Gli chiedo.

Lui annuisce, guarda Alec e silenzioso se ne va.

Quando non li vedo più, tiro un sospiro di sollievo. Ce l’ho fatta.

 All’improvviso sento due braccia avvolgermi e mi rendo conto che è Alec.

-“Grazie, grazie, grazie.” Continua a ripetermi. Gli poso una mano sulla schiena.

-“È finita.” Gli dico.

Lui mi guarda e mi sorride.

 

Mi volto, senza troppo pensieri, e me li trovo tutti davanti.

 

Credevo di aver superato l’odio per lui.

Credevo di aver accettato di conoscerlo.

Credevo che ce l’avrei fatta, se avessi pensato a mia madre.

Ma mi sbagliavo.

Punto i miei occhi sui suoi, e l’odio non può far altro che riemergere.

 

-“Oh, Renesmee!” Mia madre mi si avventa addosso e comincia a stritolarmi.

È sempre stato così, quando non ci vedevamo per un lasso di tempo, correva da me, mi abbracciava, però c’era sempre il rischio che mi stritolasse, in senso figurato, ovviamente.

Di solito le urlavo, scherzosamente, di smetterla.

Ma stavolta no.

Non riesco a proferire parola, i miei occhi continuano a essere puntati nei suoi.

Non ce la faccio a staccarli.

Sono cosciente che il mio sguardo sia carico d’odio, ma non riesco a guardarlo diversamente.

Tutti questi anni passati senza di lui, senza le sue carezze, i suoi momenti d’affetto.

Come posso dimenticare?

Come posso ricominciare con lui, senza far finta di niente?

Non posso farcela, non voglio farcela.

Non voglio fare un gesto così tremendo a me stessa.

In questi anni avrei sofferto per cosa?

Diciotto anni di pianti, di crisi isteriche, di rabbia repressa, per cosa?

Per poi trovarmelo davanti con quel suo sguardo implorante?

Ma implorante di cosa?

Non ce la faccio a dimenticare.

Mia madre si stacca da me e mi guarda.

-“Renesmee che bello vederti!” Me lo dice come se piangesse.

Io sposto lo sguardo verso mia madre e la guardo.

Sorride, è felice. EJ aveva ragione.

Mamma, quanto vorrei poter dimenticare tutto quello che ho passato, per te.

Ma non ce la faccio.

Lo so, sono un’egoista.

Le prendo le mani tra le mie, e le sorrido.

Non so cosa dire, cosa fare.

 

Fai la scelta giusta, Renesmee.

 

Sapevo che prima o poi sarebbe spuntato da qualche parte.

Continuo a guardare mia madre, e rispondo mentalmente ad EJ.

 

E chi dice che la scelta giusta sia quella che mi farà star bene?

 

Queste sono solo tue inutili fantasie, Ness. Abbiamo sempre sognato di vedere la mamma felice, ricordi?

E, per pochi attimi, il passato torna ad avvolgermi.

 

Sedici anni prima..

 

Ecco, questo va qua, poi infilo questo qui..

Al parco, questa mattina, ho conosciuto una bambina che avrà avuto cinque anni, come quelli che dimostriamo io e mio fratello EJ.

Stava facendo un braccialetto con dei fili, così mi sono avvicinata a lei per guardare meglio.

Dopo un po’ che la stavo osservando, lei alza gli occhi e mi guarda.

-“Ciao.” Mi dice, timida.

-“Ciao. Scusami se ti sto dando fastidio, ma mi affascina ciò che stai facendo!

-“Affascina?” Mi chiede. Io e mio fratello abbiamo un modo diverso di parlare, più simile a quello dei grandi, grazie alle nostre capacità più avanzate.

-“Volevo dire che mi piace quello che stai facendo. Me lo insegni?” Le chiedo, sorridendo.

-“Certo! Io mi chiamo Elizabeth.” Mi dice, porgendomi la manina.

-“Io mi chiamo Renesmee.” Le dico, sorridendo, e porgendole la mia.

-“Allora, innanzitutto devi..” E ha cominciato a spiegarmi.

Mi ha fatto provare diverse volte, e ho imparato subito.

-“Renesmee! Vieni, dobbiamo andare!” La mamma mi ha chiamato ed Elizabeth mi ha guardato.

-“Devi andare via? Mi dispiace! Magari ci rivediamo un altro giorno sempre qui al parco!

Io le sorrido. “Certo! Mi farebbe piacere!”

Ci siamo abbracciate e sono tornata a casa.

Ed ora eccomi qui, a fare tre braccialetti, uno per me, uno per EJ, e uno per mamma.

Ora sto facendo il secondo, quello per mamma, quando sento un singhiozzo.

Alzo la testa e mi guardo intorno per capire da dove proviene.

Mi alzo e appoggio i braccialetti sul tavolino e mi avvicino verso la cucina.

La mamma sta piangendo.

Non nel vero senso della parola, perché lei non può piangere.

Ma sta soffrendo.

-“Mamma?” La chiamo.

Lei si volge immediatamente verso di me, facendo comparire sul suo viso un sorriso terribilmente falso. Si avvicina a me.

-“Ness, perché non sei a letto? EJ starà già dormendo.” Mi prende in braccio e mi porta nel mio lettino, accanto a quello di mio fratello.

-“Ora dormi, piccola mia.”

-“TI voglio bene, mamma.” Lei mi sorride e mi da un bacio sulla fronte.

-“Anche io, amore mio.” E se ne va, chiudendosi la porta alle spalle.

Io mi alzo dal letto e vado verso quello di EJ.

Comincio a scuoterlo e a chiamarlo piano.

-“Che c’è?” Chiede lui con la voce impastata dal sonno.

-“EJ, prima mamma stava piangendo.”

Lui si irrigidisce un attimo e si volta. I suoi grandi occhi color cioccolato mi guardano sorpresi.

-“Noi non possiamo farci niente, Ness.”Dice lui abbassando la testa.

-“Sì invece!” Lui mi guarda, confuso. “D’ora in poi dobbiamo promettere di fare tutto ciò che può far star bene la mamma. Ok?” Gli chiedo.

-“Qualsiasi cosa?” Mi chiede, grattandosi la testa.

-“Sì, EJ.”

-“Ma quindi anche rifare i letti?” Mi chiede, mortificato.

-“EJ!” Esclamo.

-“Ok, va bene. Qualsiasi cosa possa far star bene la mamma!” E mi porge la mano.

-“È una promessa!”Gliela stringo.

-“È  una promessa.”

E ci guardiamo sorridendo.

 

 

Cosa sono diventata?

Sono io il mostro, non lui!

Lui almeno fa stare bene mia madre, io penso solo a me stessa.

Guardo di nuovo mia madre negli occhi e l’abbraccio forte.

Qualsiasi cosa che possa far star bene mia madre.

È una promessa.

Mi stacco da lei e guardo i sette vampiri che si trovano davanti a me.

Cominciano a sudarmi le mani.

Qualsiasi cosa, Renesmee.

Mi avvicino e subito una di loro si avvicina verso di me, porgendomi la mano.

-“Ciao cara, io sono Esme.” Io la guardo.

È molto bella. Dimostra venticinque anni ed ha un fisico che anche la più famosa modella al mondo lo invidierebbe. Le stringo la mano.

-“Io sono Renesmee.” Le dico cauta.

Da dietro compare un uomo, anche lui molto bello.

-“Io sono Carlisle.”

Mi da una strana fiducia.

Poi si avvicinano due vampiri, una donna e un uomo.

Lei mi abbraccia, quasi riesce a stritolarmi.

-“Che emozione! Ok, scusa, nemmeno mi conosci già mi prenderai per pazza! Io sono Alice.”

La migliore amica di mia madre?

È proprio come l’aveva descritta! Bassa, capelli sbarazzini e tremendamente pazza.

-“Io sono Jasper.” Credo che stiano insieme.

Gli sorrido e gli do la mano.

-“Io sono Rosalie.” Mi volto e vedo una vampira veramente bellissima.

Credo che dopo mia madre, lei sia la vampira più affascinante che io abbia mai visto.

Le sorrido cordiale e accanto a lei compare un ragazzo altissimo.

-“Ciao scricciolo, io sono Emmett.”

Gli sorrido, già mi sta simpatico.

È rimasto lui.

Questo momento doveva pure arrivare, e non ho mai saputo se lo stessi aspettando o se ne avessi paura. Fatto sta che ora lui è davanti a me, e io non posso scappare.

Siamo uno di fronte all’altro e io non riesco a smettere di fissarlo.

È bellissimo.

E mi somiglia davvero molto. Bella me l’aveva detto, ma non immaginavo così tanto.

Non voglio parlargli, non ho niente da dirgli, e se riuscirei a trovare qualcosa da dire sarebbero tutti insulti e parole volgari.

Dopo non so quanto che ci stavamo fissando, percepisco che non c’è più nessuno intorno a me.

Siamo io e lui.

Per la prima volta.

 

 

 

 

Tadaaaaaaaaaaaan!!!!!!!!!

Ragazzuole.. vi devo dare una brutta (o bella?) notizia..

Il prossimo sarà l’ultimo capitolo!

Ed è già pronto! Già scritto, riletto e corretto!

Quindi, lo posterò il prima possibile, però, prima, voglio farvi stare un po’ sulle spine. Mauahhahaha.

Ok, passiamo alle recensioni.

 

Elly4ever: grazie per il “sei bravissima”. Lo apprezzo molto, veramente. Sapere che vi piace la mia storia mi fa davvero stare bene. Comunque, se ti piacciono le storie in cui renesmee è il personaggio principale, sto per scrivere un’altra storia.. o forse due. (mi faccio un po’ di pubblicità).

 

Danybor: il faccia a faccia di Edward e renesmee, a mio parere, sarà il capitolo più bello di tutta la storia. (ops!)

 

Allice_rosalie_blak: sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo! Fammi sapere anche di questo!

 

Zeina83: con chi accoppierò ej? Mmm.. mi sa che questa.. è un’altra storia!

 

Giova71: .. sì, infatti non credo che le sorprese siano finite..

 

Titina10: sono contenta che pensi che io sia brava! Grazie! fammi sapere anche per questo capitolo!

 

Butterfly_dream: sono contenta che ti sia piaciuto! Fammi sapere se ti è piaciuto anche questo!

 

 

Fatemi sapere se la storia vi piace, se volete!

 

A presto, fanciulle, con l’epilogo (mi viene da piangere!)

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Epilogo ***


Continuiamo a guardarci, senza che nessuno dei due distolga lo sguardo

 

Saaaalve!

Sapete, sono un po’ triste.

È l’epilogo..

Va non anticipo niente, buona lettura!

 

 

Epilogo

 

 

.Renesmee.

 

Continuiamo a guardarci, senza che nessuno dei due distolga lo sguardo.

Ad un certo punto sposta lo sguardo verso sinistra e comincia a fissare qualcosa.

Io, senza pensarci, volgo lo sguardo e tento di capire cosa stia guardando.

-“Quello è l’esatto luogo dove ho abbandonato tua madre.”

-“Questo non è un punto a tuo favore.”

Lui si volge di nuovo verso di me, e sorride malinconico.

-“Sono stato un mostro, Renesmee, ma ti prego lascia..

-“No, non ti lascio spiegare niente.” Le parole cominciano ad uscirmi, senza che io possa fare niente per fermarle. “L’hai abbandonata! Non c’è niente da spiegare! Era lì, inerme, stesa a terra e tu, tu te ne sei andato! A prescindere dalla ragione per cui l’hai fatto, è stato un gesto orribile.

Come hai fatto? Dimmelo, ti prego, perché io non riesco a capire!

Sto agendo, sto dicendo delle cose senza pensarle, senza rendermi conto di cosa sto facendo.

Le gambe partono da sole, nella direzione opposta alla sua. Cammino velocemente.

-“Dove stai andando??” Mi chiede, inseguendomi.

-“Chiedi scusa ai Cullen, non era mia intenzione apparire gentile per poi andarmene. Con Bella ed EJ ci parlerò io.”

Perché sto scappando?

-“Ti prego, Renesmee, non andartene, io voglio almeno provare a risistemare le cose.”

-“Ma risistemare cos..” Non riesco a finire.

-“Non ti sto chiedendo di dimenticare, ti sto chiedendo di provare a conoscermi.

Me la farai pagare quanto vuoi, ma ti prego, prova a conoscermi. Giusto per dire ‘Ci ho provato’.

Ti prego. Tuo fratello e tua madre hanno accettato.

Dammi la possibilità di riunire la nostra famiglia.

Il suo sguardo è un mix tra implorazione e ira.

Continuo a camminare, non riesco a trovare il coraggio di voltarmi ed affrontarlo.

 

Non riesco a trovare il coraggio??

Ma dov’è finita la vera me?

Dov’è finita la mia grinta? E la mia antipatia?

E, soprattutto, la capacità di rispondere a qualsiasi affronto?

Quest’uomo mi rende vulnerabile.

Edward Cullen mi rende debole.

-“Renesmee!” Mi prende il braccio così da farmi voltare.

Ma solo quando alzo il viso per guardarlo, mi rendo conto che sto piangendo.

No, non è possibile, le mie lacrime se ne sono andate da anni ormai.

-“Fammi essere ciò che sono: tuo padre.”

-“Io non ho un padre!” Mi libero dalla sua presa. “Non ce l’ho mai avuto, ok? Non ce l’ho avuto al ballo di fine anno, non ce l’ho avuto alla mia prima esibizione col pianoforte, non ce l’ho avuto al mio primo spettacolo di danza classica, non ce l’ho avuto al mio diploma e in tanti altri eventi.

Tu per me sei un estraneo! Tu per me non sei nessuno!” E cado.

Cado a terra, in ginocchio, preda dei singhiozzi e degli spasmi che mi scuotono il corpo.

Poggio i palmi delle mani a terra e, con il viso rivolto verso il basso, piango, come non facevo da anni. Come non avrei più desiderato fare.

Lui si inginocchia davanti a me.

-“Vattene, ti prego. Rendi mia madre e mio fratello felici, io non posso farlo, nemmeno volendolo.

Le lacrime scendono ancora più copiose lungo le mie guancie.

-“Ho già lasciato tua madre sola in circostanze terribili. Non farò lo stesso errore due volte.”

-“Tu mi rendi debole! Io non sono così!” Mi alzo, furiosa, rischiando di inciampare all’indietro.

-“Rischio anche di inciampare! Ma chi sono io? Tu mi rendi vulnerabile! Tu mi rendi fragile! Io non sono così! Io sono forte! Io non piango mai! Io, io non singhiozzo! Io non mi faccio vedere così da nessuno! Nessuno! Nessuno..” E finisco per singhiozzare di nuovo, come una stupida.

-“Sono una stupida! Una stupida! Ho impiegato anni per trattenere tutto dentro, e ora esplodo, piangendo, davanti a te, che sei l’ultima persona che deve vedermi piangere!

-“So di non poter sapere cosa provi, ma io..” Cerca di parlare.

-“NO! No! Nessuno può sapere cosa provo! Solo una ragazza che è stata abbandonata da suo padre può saperlo! No! Anzi nemmeno lei! Solo una mezza-vampira abbandonata a stessa può saperlo!

Sto nel mezzo, cazzo, nel mezzo! Non ho una natura, lo capisci? SonoRenesmee, la ibrida’.

Sono un’ ibrida, cazzo! Non ho una natura! Non ce l’ho! Io non sono nessuno!

Io non merito di vivere! Sono un’egoista che pensa solo a stessa! Solo a stessa!

Ho ignorato mia madre e mio fratello, non rendendomi conto cosa potesse far star bene loro, pensando solo a ciò che rendeva felice me!

Ma chi sono io?

Non sono nessuno!

NESSUNO!”

Mi ritrovo a parlare più a me stessa, che a lui.

Perché ciò che sto dicendo, anche se non ha un nesso logico, e può sembrare privo di senso, per me ce l’ha. Per me, ciò che sto dicendo è la verità.

-“Sono io il mostro, non tu! Tu la rendi felice, LI rendi felici! Io porterei solo altra infelicità!”

-“No, Renesmee! Tu sei la creatura più dolce e fragile che io abbia mai visto. All’apparenza appari dura, antipatica e scontrosa. Ma in realtà sei una ragazza estremamente fragile.

 Tu non sei un mostro. È grazie a te se tua madre questi anni è stata felice, grazie a te e ad EJ.”

-“Ma lei non era felice! Non lo è mai stata!”

Sto per sganciare la bomba. Me lo sento.

-“Non ti odio solo perché l’hai abbandonata! Non ti odio solo perché l’hai lasciata sola! Ma ti odio perché solo tu potevi renderci felici, e tu non c’eri!

Solo tu potevi e puoi rendermi felice! Ma io non voglio!

Non voglio!

Il mio orgoglio non me lo permette! Io non voglio perdonarti!

Sono io che ho sofferto!

Sono io che ti desideravo e che ti desidero come padre!

Non l’avevo mai pensata così, le parole sono venute fuori così.

Ma è la verità.

-“Supera il tuo orgoglio, Renesmee, guarda oltre.”

Ci provo, non lo nego, ci sto provando.

Poi, una constatazione, un’illuminazione.

È questo il mio mondo.

È qua dove sono cresciuta, è qua dove sono stata concepita.

Lo guardo negli occhi, e in lui trovo l’uomo, l’unico uomo che possa rendermi felice.

Non smetto di singhiozzare, non ci riesco.

-“Che io lo voglia o no, tu sei l’unico uomo che può rendermi felice.” Sussurro, rivolgendomi a me stessa. Ma subito me ne pento, potrebbe avermi sentito.

Come volevasi dimostrare, lui sorride. Cazzo.

È bellissimo, quando sorride.

Sorrido anch’io.

Più che altro, la mia, è una risata isterica.

Ha stregato anche me, cazzo!

Lui non sa cosa fare, e nemmeno io.

-“Perché l’hai abbandonata?” Gli chiedo, cautamente.

-“Avevo paura per la sua incolumità. Ho sempre amato, e amerò sempre, tua madre in una maniera incondizionata e incontrollabile. Potevo ucciderla con un abbraccio, con una carezza, o semplicemente con un bacio. L’amavo immensamente, ma la mia natura prevaleva, e in più lei era la mia cantante. Come potevo resisterle?

L’unico modo per farla vivere e per renderla felice era lasciarla, lasciarla alla sua naturale vita umana, magari con un uomo che l’amava, ma non come l’amavo io.

Perché io amo tua madre, come nessun uomo ha mai amato una donna.

E ora amo anche voi, tu ed EJ. Siete il dono d’amore più grande che potesse farmi.

Per me è stato un grande gesto d’amore, che mi ha aperto gli occhi.

Anche vostra madre mi ama.

Ed è stata la constatazione più bella che abbia fatto in più di 100 anni che vivo.

E sapere che EJ mi abbia perdonato, abbracciarlo e sentirlo piangere sulla mia spalla, mi ha dato un senso di pace unico. Anche di tristezza, perché non ci sono mai stato per lui.

Ma se avessi saputo in che stato fosse tua madre quando l’ho lasciata, avrei fatto dietro-front immediatamente. Speravo che una volta che io fossi sparito, lei si sarebbe dimenticata di me, e che avrebbe continuato la sua vita umana, anche perché non pensavo che lei mi amasse nemmeno lontanamente a quanto l’amassi io.

Vuoi sapere perché abbiamo fatto l’amore, prima che l’abbandonassi?

.. quello è stato l’atto più egoista che potessi fare.

Ma la desideravo, Renesmee, e anche lei desiderava me.

È stata una cosa di cui non ho potuto fare a meno.

So che è una cosa orribile, è stato l’atto più vile che potessi fare, se potessi tornare indietro molto probabilmente non lo rifarei.

Però è successo, e ora siete qui, sei qui.

E io voglio adempiere al mio compito, a quello di padre.

Ti prego, lasciamelo fare.”

Non ha mai smesso di fissare i miei occhi per tutto il tempo del suo discorso.

Ama mia madre, si vede dalla luce che gli compare negli occhi quando parla di lei.

Cosa posso fare? Non posso far finta di niente.

Pensa a tua madre, agisci pensando a tua madre.

Lo guardo bene, e gli sorrido.

-“Con me sarà molto più difficile che con EJ.” Non lo perdonerò molto facilmente.

-“Non vedo l’ora di provarci.” Mi sorride.

-“Andiamo dagli altri, ci staranno aspettando.” Mi dice.

Annuisco e lo seguo nel bel mezzo del bosco.

 

 

 

.EJ.

 

-“Pensi che lo perdonerà?” Mi chiede Alice.

Io mi volgo verso di lei, sono più alto quindi guardo verso il basso.

-“Non lo so, credo ci vorrà del tempo zia Alice.” E ritorno a guardare davanti a me.

Lei lancia un urletto, mi volgo di nuovo verso di lei e la vedo illuminarsi, mostrandomi un sorriso a 40 denti. Cosa le prende?

La guardo interrogativo, ma lei non risponde.

Credo che stia aspettando che ci arrivi da solo. Cosa ho detto di male?

Credo che ci vorrà del tempo.. zia Alice.

Oh, ora capisco.

Le sorrido e lei mi abbraccia con trasporto.

Mia madre ci guarda, emozionati. Le sorrido, e lei mi rimanda il sorriso.

Siamo davanti alla villa, quando sento una strana puzza.

Ma cos’è?

Vedo la mia famiglia, ancora non mi sembra vero, voltarsi verso un determinato punto.

Mi giro anch’io e mi trovo davanti cinque ragazzi, veramente muscolosi.

Dal colore della loro pelle posso dire che fanno parte di qualche tribù nativa indiana.

Uno di loro fissa mia madre e comincia a parlare.

-“Bella.” Le dice, semplicemente.

-“Jacob.” Le risponde mia madre.

Jacob. Mi dice qualcosa. Giusto! Il licantropo che l’ha abbandonata nel momento del bisogno.

-“E così.. questo è tuo figlio?” E mi guarda. Io alzo un sopracciglio.

-“Sì.” Gli dice mia madre.

-“Non posso credere che tu abbia due figli, e per giunta due mezzi-sanguisughe!”

Sto per ribattere, ma qualcuno lo fa prima di me.

 

-“Scusa, a chi hai dato del “mezzo-sanguisuga”?

 

 

.Renesmee.

 

Siamo quasi arrivati alla villa, io sono poco dietro Edward.

Non ci credo, ce l’ho davanti, e non l’ho ancora ucciso.

Cioè, ucciso, in senso figurato. Lui è già morto!

Questo discorso mentale ha del macabro.

Nel bel mentre del mio monologo interiore vado a sbattere contro qualcosa.

Per poi rendermi conto che quel qualcosa, è la schiena di Edward.

Oddio. Mio.

-“Ehi, avverti quando ti fermi.” Lui non mi risponde, guarda un punto davanti a lui.

Ci sono i Cullen e cinque, come dire, colossi davanti a loro, che ci danno le spalle.

-“Chi sono?” Chiedo a Edward.

-“Licantropi.” Credo che quello che stia parlando sia Jacob, quello che ha scaricato mia madre.

-“Non posso credere che tu abbia due figli, e di per giunta due mezzi-sanguisughe!”

 

Cosa?!

 

-“Scusa, a chi hai dato del “mezzo-sanguisuga”?

Non riesco a trattenere la mia sfacciataggine.

Tutti si voltano e mi trovo cinque licantropi davanti che mi fissano.

Io sto fissando quello centrale, quel Jacob.

Lui mi guarda, come dire, estasiato. Sta quasi per sbavare.

Agito una mano davanti a me.

-“Che c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?” Gli dico, antipatica.

Lui scrolla la testa e mi guarda.

-“No, è solo che..” Questo non sta bene.

-“Quindi?” Gli chiedo, alzando un sopracciglio.

Lui non mi risponde, continua a guardarmi incantato.

Da dietro di me sento un ringhio, e mi ritrovo Edward accanto che guarda con uno sguardo inclassificabile questo Jacob. Io non ci capisco niente.

-“Jacob, credo che sia meglio se tu te ne vada.” Gli dice.

-“Edward, è una cosa che non si può controllare.”

-“Vattene.” Gli dice, tranquillamente, mio padre.

Aspetta.

 

Ok, Renesmee, l’hai pensato tranquilla, non ti ha sentito nessuno.

Hai la mente chiusa, EJ non può averti sentito.

 

Sì ma è il fatto che l’abbia pensato che mi preoccupa!

L’ho pensato, cazzo, l’ho pensato di mia spontanea volontà.

Porca vacca, m’ha fregato.

Mi volgo verso di lui e lo osservo.

È mio padre, devo accettarlo. Tanto ormai l’ho già fatto.

I licantropi se ne vanno. Quello là non fa altro che fissarmi, finchè non sparisce nel bosco.

-“Edward? Cos’è successo?” Gli chiede Bella, spaventata.

-“Niente, non mi vanno a genio i licantropi.” Gli dice.

Mia madre gli sorride.

-“Rientriamo in casa, ragazzi? Così vi faccio uno spuntino.” Dice nonna Esme.

Oooohh! Ok, basta!

Ci sto prendendo troppo la mano.

Tutti si avviano, per ultimi rimaniamo io e.. mio padre.

L’ho già perdonato, ma non voglio rendermene conto.

Mi ha stregato, con i suoi modi, con la sua dolcezza, con i suoi occhi.

Ora capisco il luccichio che compariva negli occhi di mia madre quando ci raccontava di lui.

È dolce, è perfetto, è l’uomo che tutte le donne desidererebbero di avere accanto.

E chi sono, io per rifiutarlo?

Lo ripeto, nessuno.

Ormai che l’ho visto, che ci ho parlato, non riuscirò a fare a meno di lui.

Ha vinto, e io ho perso.

Mi fermo un attimo, lui avanza di un passo.

Prendo un respiro, e lo chiamo.

-“Papà.” Sussurro. Un sussurro che lui sente benissimo.

Lui si volge, di scatto, verso di me, con uno sguardo incredulo.

Mi guarda. Mi scappa una risata, e insieme a quella delle lacrime di commozione.

-“Riesco a guardare oltre l’orgoglio.”

Gli dico, piangendo e portando le mani davanti alla bocca.

Lui sorride, felice, e si avvicina a me.

Gli getto le braccia al collo e lui mi abbraccia con trasporto, quasi mi stritola.

Singhiozzo di felicità, con spienseratezza, tra le braccia, volente o nolente, dell’uomo che, si spera, mi ami per tutto il resto della mia eternità.

Sento tutti gli occhi della mia famiglia puntati addosso, e non posso fare a meno di esserne felice.

Ora ho una famiglia.

La mia famiglia al completo.

Sono riuscita a sconfiggere il mio più grande nemico, l’orgoglio.

Non riesco ancora a crederci.

 

 

Però devo dire una cosa.

Credo che io sia l’imprinting di quel Jacob.

 

 

Ma questa.. è un’altra storia!

 

 

Ed ecco, l’epilogo.

Allora? Che voto dareste a questa storia da 1 a 10?

Vi è piaciuta? Vi ha emozionato?

Ma domanda più importante..

VOLETE IL SEGUITO?

Fatemi sapere le vostre sensazioni nel leggere la mia storia, non può far altro che farmi piacere!

 

E ora.. i ringraziamenti.

Ringrazio le 9 persone che hanno messo la mia storia tra le ricordate

Ringrazio le 26 persone che l’hanno messa tra le preferite.

Ringrazio le 100 persone che l’hanno seguita.

E un ringraziamento speciale a tutte le lettrici che hanno contribuito a far avere, alla mia storia, 70 recensioni, finora.

Grazie mille a tutti voi! Grazie grazie grazie!

 

E ora rispondo alle recensioni:

 

giova71: ti è piaciuto lo scontro? E la riappacificazione? Fammi sapere, eh!

 

Giulls: meglio tardi che mai, carissima! Sono contenta che ti piaccia renesmee in questi panni.. fammi sapere se la storia ti è piaciuta!

 

Silvia16595: sono contenta che ti sia piaciuta la mia idea! fammi sapere il tuo parere per questo epilogo!

 

Elly4ever:  ci credi che la tua recensione mi ha rallegrato la giornata? Quando l’ho letta ho fatto un sorrisone a 5765756 denti. Grazie, grazie veramente. Sono contenta se seguirai anche le mie prossime storie (di cui una, credo, sarà il seguito di questa). Grazie, non smetterò mai di dirtelo.

 

Emma92: sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto.

Questo, invece, era come te l’aspettavi! fammi sapere!

 

Butterfly_dream: anche a me dispiace che sia finita! L fammi sapere se l’epilogo ti è piaciuto!

 

Mi raccomando, recensite in molti e fatemi sapere se volete un bel seguito di questa storia!

 

A presto, spero, care lettrici!

 

 

Renesmee_Cullen

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Bentrovate! ***


Salve! Non vi allarmate.

Volevo solo avvertire tutte le persone che seguono questa storia, o che l’hanno messa tra le preferite o tra quelle da ricordare, che sto lavorando al seguito e che, molto probabilmente, pubblicherò il primo capitolo il prima possibile.

Spero di riuscire ad emozionarvi come ho già fatto con la fanfiction precedente.

 

Se volete vi anticipo qualcosa..

 

Mentre nella prima fanfiction si è parlato maggiormente dell’ambito familiare, in questo seguito la storia sarà incentrata sulla vita amorosa dei due gemellini, in particolare quella di Renesmee.

Ci saranno moltissimi colpi di scena, moltissime parti tristi, ma anche divertenti.

Ci saranno parti che, se faranno lo stesso effetto che hanno fatto a me, vi faranno mancare il respiro.

Sto scrivendo questo seguito con il cuore, e spero che lo apprezzerete.

 

Ci vediamo presto quindi?

Un bacione a tutte!

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=610739