Military Man

di Laila
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Letter ***
Capitolo 2: *** Barbara Millicent Roberts ***
Capitolo 3: *** Resistance to Changes ***
Capitolo 4: *** Leave of Absence ***
Capitolo 5: *** Mistake ***
Capitolo 6: *** Minefield ***
Capitolo 7: *** Who is your Girlfriend? ***
Capitolo 8: *** Battle in the wood ***
Capitolo 9: *** Theirs road ***



Capitolo 1
*** The Letter ***



Sono tornata! E ora siete costretti a beccarvi l'ennesima storia di Ranma...

Tutti i personaggi qui citati appartengono alla somma autrice Rumiko Takahashi.Io li ho solo presi in prestito indegnamente^^;;; (grazie Nabiki!)

Un grazie particolare anche a chi ha supervisionato la storia come beta: Tiger Eyes. Ed alla mia amica Kloen per avermi sopportato...

I pensieri sono scritti in corsivo. - I dialoghi tra le lineette.-

Avviso per i diabetici: questa fanfiction ha un elevato tasso di zucchero in alcune parti...

Chi conosce già i personaggi di Ryu e Konatsu può passare direttamente a leggere...
Per chi invece non li conosce ecco un piccolo sunto sulle loro caratteristiche:

Konatsu= appare solo sul manga (fumetto) e come Tsubasa ama vestirsi da donna (in genere con il kimono ed un fiore tra i capelli) ma é un ragazzo, lavora come cameriere/versione cameriera da Ukyo e ne é segretamente innamorato (una specie di comparativo di Mousse con Shampoo) è infine un kunoichi che significa ninja donna!

Ryu Kumon= anche lui appare solo nel manga.
E' un abile lottatore, che sfruttando l'ambiguità del fatto che ancora Nodoka non conosce il vero volto del figlio, si spaccia per Ranma con lo scopo di rubare una tecnica segreta dei Saotome... c'é anche una scena in cui lui ed Akane fingono di essere fidanzati davanti alla signora Saotome...
nella storia però Nodoka oramai sà che suo figlio é Ranma e vive in casa coi Tendo.

Buona lettura!

Laila


- 1°cap. The Letter



In camera, con un libro di cucina fra le braccia, ci stava sopra da un quarto d'ora... eppure l'idea di leggere la ricetta a pagina 31 andava sfumando rapidamente dalla sua testa.

Fuori, schegge d'acqua cadevano al suolo col loro imperturbabile gorgoglio disturbando il silenzio.
Silenzio con cui avrebbe voluto ammutolire la voce che sentiva dentro, soffocarla.

Se ne era andato, se n'era andato veramente.

Poco importava se era passato un mese, il tempo è relativo... infatti per lei era sembrato che fosse trascorso un anno almeno.
Lo sguardo cadde a tradimento sulla foto di classe in fondo alla scrivania e si focalizzò su un punto nell'angolo di destra.
Ritraeva la classe dopo la cerimonia del diploma, la fine della scuola e l'inizio di un altro problema.
Capelli neri come l'oblio più profondo disegnavano volute sull'orlo di una treccia stretta ma corposa, vivida di riflessi blu, blu come i suoi occhi.

Ora ho io i sensi di colpa!
Un nodo le si strinse al petto.
Come a volere brindare al compimento del loro ultimo anno di scuola, delle lacrime le annebbiarono la vista senza riuscire a scendere.

Ranma.
Sempre lui c'entrava col suo malumore e se non era lui c'entrava lo stesso indirettamente.
Quando erano tornati dal giorno della foto, dopo tutti i festeggiamenti scellerati con gli amici/nemici di sempre, avevano rincasato tardi.
Ciò nonostante, suo padre e i genitori di Ranma erano svegli ad aspettarli.

- Dobbiamo pensare alla palestra, ormai siete grandi.
Padri e madre avevano concordato fra loro e sembravano così vicini al traguardo prefisso, il loro matrimonio.
E loro avevano glissato sull'argomento litigando come sempre e fingere gli era riuscito bene nei giorni a seguire.
Questo fino all'arrivo di un semplice pezzo di carta imbustata dalle mani del destino.

Il mese scorso, casa Tendo...
Happosay e la famiglia erano riuniti per colazione, tutti quanti attendevano Kasumi per banchettare allegramente.
- Che fame! - sbottò Nabiki.
Sua sorella però entrò con una lettera invece che con un vassoio di scodelle fumanti.
- E' arrivata questa per te.- annunciò con voce soave porgendola a Ranma.
- Grazie.- rispose quello prendendola.
Dopo un attenta osservazione della medesima da parte dei curiosi a parlare fu ancora Ranma.
- Papà viene da Hiroshima, tu ne sai qualcosa?
- Bo bo!
- Papà smettila di diventare panda quando ti fa comodo! - lo prese a calci il ragazzo.
- Su avanti, aprila tesoro. - l'istigò gentilmente Nodoka.

Ranma fece appena in tempo a leggerla, che fioccarono diversi commenti.

- Beh dovevamo aspettarcela, no? - fece per prima Nabiki.
- Sembra quasi una lettera di sfida.- proferì in tono solenne il signor Tendo, che considerava persino la bolletta del telefono una lettera di sfida e al quale piaceva tanto quando lettere simili non erano recapitate a lui.
La signora Saotome si alzò all'improvviso, avvicinandosi al figlio e poggiandogli una mano sulla spalla.
- Oh Ranma, il servizio militare! Com'è virile! - gli occhi della signora scintillarono come fuochi di capodanno.
- Tua madre ha ragione, lì si formano i veri uomini! - concordò Genma.
- Scommetto che tu non ci sei mai stato, vero? - rispose il figlio in tono impertinente.
- Non vorrai rovinare un povero vecchio? Senza la mia modella preferita che farò? - si disperò Happosay alzandosi e battendo le mani sul tavolo.

Soun e Genma, vedendo il maestro fiammeggiare nella sua aura più incandescente si chinarono imploranti verso Ranma.
- Non te ne andare! Non te ne andare!

- Mio figlio! Un militare! - continuava a ripetere Nodoka in trance, mentre Ranma ne arrossiva imbarazzato toccandosi gli indici delle mani.
- Beh, io credo che dobbiamo lasciarlo decidere da solo... - proferì Nabiki mentre Kasumi se era andata in cucina. - Anche se è pericoloso, voglio dire, per via del suo segreto...
Ranma guardò Akane e Akane guardò il tatami sotto di sé. Ma ora che gli aveva fatto? Era stato l'unico a non aprir bocca!
- La colazione è pronta! - s'intromise Kasumi.
E per mangiare tutti si dimenticarono del problema lettera, tutti tranne lei.

Un sorriso amaro le si disegnò sulle labbra e si ripulì il volto finalmente segnato dalla malinconia.
- Figurati se quello stupido si lasciava perdere l'occasione! - Si sussurrò da sé.
L'addestramento era un rivale contro cui Akane non ce la poteva fare, perchè quello di migliorarsi era un chiodo fisso di Ranma.
Non che Akane disprezzasse questo suo lato, anzi le piaceva vedere quant'era forte il suo fidanzato, quanti lo temessero come artista marziale a Nerima, ma era anche vero che allenarsi gli portava via del tempo, troppo.
Lei all'opposto riusciva ad averne per entrambi, per lui e per gli allenamenti, forse il successo del ragazzo nella lotta comportava questo sacrificio, ma perché lui non lo avvertiva minimamente? Possibile che dopo un mese ad Hiroshima, non gli mancasse neanche un po' la gente di Nerima? Lei?
- Ora basta! - con nervosismo crescente Akane chiuse il libro, aveva già perso troppo tempo e poi decise di darsi alla pratica in cucina, almeno così riusciva a sfogarsi.

Un mese prima era partito pieno d'aspettative e con pochi vestiti nello zaino.
L'essenziale.
Quell'addestramento gli avrebbe permesso di racimolare molti yen.
Soldi uguale palestra. Avrebbe potuto ricostruire una palestra, col suo nome inciso a chiare lettere.
Kumon, la scritta sull'insegna che avrebbe realizzato la sua prima fortuna.
Così quando vide Saotome fu allo stesso tempo felice e turbato.
Ranma era vicino ad uno strano tizio dal volto femmineo...
- Ehi Ryu! - l'aveva visto.
- Quanto tempo clone!
Ranma lo fissò in tralice annuendo discretamente. - Non montarti la testa! Sei solo una mia brutta copia.
- Mi presenteresti il tuo amico? - si frappose Konatsu coi pugni sulle guance e gli occhietti dolci.
I due sconosciuti fecero le presentazioni, ed a quel punto una voce fuori campo urlò.

- Soldati in riga!

Continua...


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Capitolo 2
*** Barbara Millicent Roberts ***


Eccoci al secondo appuntamento con Military Man.
Chi conosce già i personaggi di Ryu e Konatsu può passare direttamente a leggere...

Per chi invece non li conosce ecco un piccolo sunto sulle loro caratteristiche:
Konatsu= appare solo sul manga (fumetto) e come Tsubasa ama vestirsi da donna (in genere con il kimono ed un fiore tra i capelli) ma é un ragazzo, lavora come cameriere da Ucchan e ne é segretamente innamorato (una specie di comparativo di Mousse con Shampoo) è infine un kunoichi che significa ninja donna!

Ryu Kumon= anche lui appare solo nel manga, indossa calzoni militari e canotta nera.
E' un abile lottatore, che sfruttando l'ambiguità del fatto che ancora Nodoka non conosce il vero volto del figlio, si spaccia per Ranma con lo scopo di rubare una tecnica segreta dei Saotome... c'é anche una scena in cui lui ed Akane fingono di essere fidanzati davanti alla signora Saotome...

- 2°cap. Barbara Millicent Roberts

Era il sergente Jim.
Big Jim.
Un uomo alto, di corporatura robusta, portava la frangia in parte e denotava folte sopracciglia.
Camminava impettito osservando ad uno ad uno le nuove reclute, mentre con la mano destra stringeva fra scatti e tremiti la katana posta al suo fianco.
Seguì un attimo di tacita tensione, poi il sergente iniziò il suo discorso... a sentirlo l'aveva copiato minuziosamente da qualche film del genere militare.

- Siete qui per sudare e sputare sangue. Questo non è un villaggio turistico e pretendo da voi massima serietà e risultati! - Jim si girò verso i suoi uomini fermandosi al centro della fila.
Dall'altro lato, nella penombra c'era un milite seduto sui gradini della casa-dormitorio.
- Dite sì signore! - ordinò Jim.
- Sì signore! - urlarono in molti.
- Non ho sentito bene...
Li spinse a ripetere "sì signore" altre due volte prima di ritenersi relativamente soddisfatto.
- Non ti ho sentito soldato. - quello si avvicinò ad una recluta che non aveva neppure fiatato.
- Come ti chiami?
- Ranma Saotome, dell'omonima scuola di arti marziali. - rispose costui in tono asciutto aggiungendo un sorrisetto a fine frase che irritò maggiormente il superiore.
- Non hai le fottute orecchie attaccate alla testa Saotome? - disse prendendogli il mento fra le robuste dita.
- Non sono un burattino, sono qui solo per allenarmi. - Rimbeccò a denti stretti quel giovane incosciente.
- Soldato! - berciò facendo sobbalzare il resto delle reclute.
- Non te lo ripeterò, chiamami signore! - sibilò al suo orecchio.
Jim liberò la mandibola del ribelle, su di cui aveva lasciato i segni delle impronte digitali.
- Saotome... Le pecore nere come te fanno una brutta fine qui, ti ho avvisato.

Il rumore dei tacchi contro l'acciottolato richiamò l'attenzione generale, un bella ragazza si stava avvicinando al sergente con impostata naturalezza.

Era Barbara Millicent Roberts.
Per gli amici Barbie.
Una bionda di classe, sulla ventina, sempre all'ultima moda.
Quel giorno indossava un completo color ghiaccio, giacca rosa con sbuffi di candide piume sulle maniche e scarpe col già citato tacco vertiginoso.
Era l'unica donna nella base, ed era l'unica a potersi vestire con leggerezza là dentro.

- Lasciali respirare Jimmy, devono ancora portare i bagagli nelle loro camere.- lo omaggiò toccandogli lieve l'avambraccio, fermandosi lì accanto.
- Barbara ha ragione, avremo tempo per educarli...
Anche l'uomo nella penombra, seduto sui gradini si era mostrato.

Era Ken.
Ken Carson.
Un uomo muscoloso dai fluenti capelli biondi e sguardo corvino, per altro accentuato dalla carnagione da spiaggia.
Aveva sempre una sigaretta sulle labbra.
Dunque i loro superiori erano tutti di origini straniere.
Barbie gli andò accanto - E tu Kenny, non lasciare tutto il lavoro al caro Jimmy. - lo sgridò dolcemente, accarezzandogli i capelli biondi, umidi di gel.- Non fare il pigro come al solito!
- Tanto noi ci dividiamo i turni. - Jim Richiamò subito l'attenzione di Barbie ricevendo un suo sorriso in cambio.

Il sergente Big Jim ispirò sul fischietto che gli pendeva dal collo.
- Rompete le righe soldati, ora vi accompagno nelle vostre stanze.
- Bravo, ma chi accompagna me? - ridacchiò lei.
Ken le rispose prontamente: - Io, è naturale.
La bambolona bionda lanciò un'occhiata languida e chiaramente interessata alla pecora nera dei soldati semplici, poi, porgendo la mano al suo bell'imbusto si fece scortare all'ingresso.
Tutti quanti i commilitoni già dal primo incontro avevano inteso che tra il sergente Carson e il sergente Big non correva buon sangue, probabilmente i due si contendevano la Millicent.


- Ehi Ryu! Sei tra noi? - la voce di Ranma lo riportò alla realtà.
- Certo...ero solo soprappensiero tutto qua.
Con un rapido colpo di bacchette, Ryu finì il suo pranzo, la mensa offriva una qualità scadente, ma lui era abituato a tale evenienza.
- Vuoi anche la mia? - chiese Konatsu porgendogli una ciotola appena spilluzzicata.
Ryu la prese senza troppi preamboli, ormai sapeva che quella porzione per l'amico rappresentava un abbondante pranzo e che gli andava indigesta.
Solo durante il pranzo sono così buoni l'uno con l'altro... rifletté Ranma, dato che entrambi mostravano il fianco, da bravi commensali.
Un paio di bacchette raggiunsero il gamberetto in salsa che Ryu aveva puntato, prima di lui.
- E' mia! - si esaltò Ranma inghiottendola.

- Bastardo!

Ukyo tirò un sospiro di sollievo.
Finalmente era ora di chiusura, ma senza Konatsu al suo servizio si sentiva più irrigidita del solito. Konatsu era entrato in punta di piedi nel suo quotidiano ed ora seppur lieve ne avvertiva la mancanza, un dispiacere non paragonabile però alla partenza di Ranma.
Sedendo su uno dei sgabelli del negozio, la sua mente rievocò qualcosa di socchiuso dal cassetto del suo passato...
- Bentornata padroncina – Konatsu si inchinò riverenziale mentre la padrona lo sorpassò scavalcandolo incurante.
- Ti ho detto mille volte di non essere così formale con me! - sbuffò mettendosi al lavoro.
La sua faccia era oppressa da una smorfia sottile e nonostante l'impasto la concentrasse molto da principio sembrava non voler amalgamarsi.
- E' successo qualcosa che l'ha infastidita? - domandò il servitore ottenendo però solo un sospiro sconsolato.
- Sfogatevi con me, coraggio. - continuò prendendola per mano.
Ukyo si scansò da lui, poi fece volteggiare una konomiyaki rosolandola sulla piastra fumante.
- Nabiki ha detto...Se ne andrà, Ranma se ne andrà per dei mesi! - riuscì a dire cupamente.
Il ragazzo rimase senza parole, in quell'istante entrarono alcuni clienti abituali nel locale ed Ukyo li salutò con un sorriso formale.
Konatsu accortosi dell'orrenda distrazione, si diresse ancheggiando come una donnetta verso il tavolo occupato, i clienti prima di tutto...
Aspettando che il suo secondo portasse le ordinazioni, la ragazza venne trattenuta dal postino che le consegnò delle buste.
Mezzo secondo dopo la si sentì gridare:
- Hai ricevuto la domanda per entrare a far parte dell'esercito! - La signorina Ukyo stringeva saldamente la lettera del suo ninja, per altro già accuratamente aperta e letta.
- Ma allora ti hanno preso... Anche tu sei un uomo, infondo! Segui Ran-chan e tienimi informata!
Queste furono le sue ultime raccomandazioni, prima del commiato col kunnoichi.
Chissà cosa stanno facendo quei due a Hiroshima.

Base militare, ore 5:30...
- Eccì!
Ranma si era svegliato nel suo aspetto peggiore, investito da una secchiata d'acqua raggelante, con tanto di cubetti di ghiaccio e peli drizzati sulla schiena stile stalagmiti.
Non poteva certo dirsi il suo miglior mattino quello...
Era un normale scherzo per le reclute, una consuetudine, ma questi giochetti sarebbero dovuti essere banditi dal regolamento.
Più in fretta che poté, il soldato col codino prese la teiera da sotto il letto e si immerse nel suo vaporoso contenuto... i militari che lo avevano giocato, lo guardarono sconvolti.
- Eppure, mi era parso di vedere una bellissima ragazza coi capelli rossi... – strabuzzò gli occhi uno.
- Anche a me! - seguitò un altro.
- Forse, invece che fare questi scherzi dovevamo dormire! – si pentì un soldato grassottello coi capelli rasta, in disordine sparso sopra il volto.
- Tornate nelle vostre stanze se non volete che racconti tutto al sergente! - Li ammonì Saotome.
Quelli invece rimasero lì impalati, almeno fino a quando un altra visione non li spaventò più della precedente...
- Un travestito! - gridò il rastone incitando gli altri a darsi alla fuga, senza dimenticarsi di seguirli degnamente, lasciandosi alle spalle la porta della stanza aperta.
Un interrogativo aleggiava: che il servizio militare facesse l'effetto opposto sui propri soldati? Che invece di maturarli come uomini li trasformasse in donnette?

Il kunoichi uscito dal bagno sì spostò sulla fronte la mascherina anti-occhiaie e sorpreso li vide allontanarsi a gambe levate.
Dovendo indossare la tuta mimetica di giorno, si era imposto un compromesso... di notte, in camerata, avrebbe indossato solo il suo fudangi, (kimono informale) dai microscopici motivi floreali, per compensare le necessità del suo animo.
Ancora accigliato in merito al comportamento dei fuggitivi si diresse verso il suo lato della stanza rotolando il futon in un angolo, non prima di averlo cosparso di peonie per profumarlo.
Era pronto per cominciare un nuovo giorno, carico di venerato lavoro.
Il ragazzo effeminato aprì le ante del balcone permettendo alla luce d'invadere totalmente la stanza.
Ranma e Ryu non apprezzarono molto la trovata...
- Konatsu! - gridarono colpendolo entrambi con il cuscino.

Continua...

Questo é il reparto commenti, qui vi risponderà il mio segretario, Ryoga!
Ryoga: perché proprio a me questo immeritevole compito? Oltre tutto sono appena citato nella tua fiction, non sono nemmeno una comparsa! .\_/.
Laila: Em...Ryoghino sai com'é, non c'entravate tutti... e poi comunque chi ti paga?
Ryoga (di malavoglia): avanti con le domande! (Ryoga legge il foglio con le risposte dell'autrice)
Qui si conclude il prologo della storia e inizia l'azione... quasi tutti i personaggi primari sono stati citati.
Allora: per lo zio RiccardoMP, sono molto contenta di vederti! spero che le gag non ti deludano.
Tiger! La mia beta-reader! Ti ringrazio per l'idea del gavettone che mi hai suggerito, io all'inizio non c'avevo manco pensato e ho provveduto a correggere il primo cap.Grazie per l'appoggio my dear!
Akachan! Anche tu qui? wow! vedrai che più avanti ci sarà dello zucchero...^^per ora pazienta...
Elychan benvenuta, un grazie anche a te.
Sister Faby-chan! Eilà! come vedi Konatsu fa le sue figuracce al campus...ma lui non se ne rende nemmeno conto!
Il papu Kuno!^^ son contenta che i personaggi ti paiano IC per ora...Sai che stranamente ho avuto più problemi con Konatsu che con Kumon nella ficcy?!
Ciauzzz a tutti i lettori e alla prossima!

Ah già e poi chi altro c'era?... Wata-kun! sai che sta incominciando a piacermi Shampoo, perché almeno con lei posso sbagliare a scrivere e nessuno mi dice niente? : P apparte scherzi ho rimediato le è_é! Anche se oramai scrivo le é sbagliate quasi di riflesso... gli errori mi si sono affezionati, come faccio ad abbandonarli, powerini?
Ho scaricato word percui, magari qualche errore in meno ora ce lo faccio!
Bax bax a tutti!
Laila

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Capitolo 3
*** Resistance to Changes ***


- 3°cap. Resistance to Changes

Erba che solleticava sugli avambracci, boccate di polvere amara da respirare e ancora sassi che li graffiavano durante il loro serpeggiare.
Proseguirono supini facendo leva sui gomiti mentre l'afa della giornata li metteva maggiormente sotto pressione.
D'un tratto un grido disumano li raggiunse:
- Ah! Accidenti, mi si é spezzata un'unghia!
Una mano affrettata tappò la bocca a Konatsu.
- Vuoi farci scoprire? - Sussurrò gelido Ryu lanciandogli un'occhiataccia.- Che ti frega di un unghia! Femminuccia!
- Ma così non é più in paro con le altre e dovrò tagliarle tutte! - Frignò l'altro, piccato.
– Fermiamoci! Oramai li abbiamo uccisi quasi tutti!
- Okay, fermiamoci laggiù. - Propose Ranma indicando un punto imprecisato più avanti.
Qualche metro dopo, i tre si appostarono sotto delle fronde sempreverdi per godere di un po’ d’ombra.
Dai caschi a macchie olivastre scendevano rametti e foglie, oscurando il volto di Ryu, Ranma e Konatsu; i tre, pur riposandosi appiattiti contro i tronchi degli alberi, tenevano le armi sotto braccio.
Loro erano il gruppo blu, o almeno quelli che erano sopravvissuti.
Il boschetto nel retro della base era perfetto per essere adibito a campo di battaglia e quel giorno nessuno avrebbe fatto colazione prima che una squadra avesse vinto sulle altre, tali i crudeli ordini di Ken Carson.
- Kyaaaaa!
Sopra di loro, appollaiato su un albero, qualcuno si lasciò cadere, sparò ma perforò la terra: aveva puntato sull'uomo ma i riflessi pronti di Konatsu gli permisero di schivare rotolandosi di lato.
Un altro soldato arrivò alle spalle di Ryu puntandogli la canna dell'arma sulla schiena, spingendola contro le vertebre.
- Io non lo farei se fossi in te. - Detto questo Ranma sparò la freccetta soporifera alle spalle del nemico, proteggendo Ryu.
- Fuori uno!
Kumon si girò verso Saotome con un espressione contraddetta, un misto fra la gratitudine e il pensiero inespresso del tipo: ti spacco la faccia
– Se mi davi mezzo secondo ci pensavo io...
- Ehi quello laggiù ci sfugge! Seguiamolo! - Li distrasse Konatsu.
Il fuggitivo si diresse nel dormitorio e i tre ragazzi si divisero per cercarlo meglio.

Ranma prese la scala che portava al secondo piano, attraversò uno stretto corridoio ma non vi percepì alcuna presenza.
Si poggiò alla base di una lampada a muro a forma di ventaglio, per prender fiato, ma in un attimo la parete si girò su se stessa catapultandolo in una stanza interna.
Aveva perso l'arma in quel frangente e una volta riaperti gli occhi rimase inebetito.
Si trovava in uno spazio chiuso molto rosa... persino la carta da parati aveva motivi a cuori di varie dimensioni! L'unica eccezione era il copriletto di uno strano tono ultra-violetto, che semmai accentuava ancor più la bizzarria del luogo.
- Sei già qui Ken? Non t'aspettavo così presto!
Decisamente era la camera di Barbie, la quale stava in piedi davanti ad un armadio.
La donna si girò verso di lui: era a piedi nudi, coperta si fa per dire da un provocante baby doll bordeaux abbinato al rossetto.
- Oh che sorpresa! Ranma!
- Non l'ho fatto apposta, non sapevo... - Arrossì quello.
Barbie sorrise dolcemente. - Posso fare qualcosa per te?
Quella voce suadente gli fece eco nelle orecchie.
- Ecco... io... tolgo il... distur... bo.- Provò ad esternare Ranma, ma quella ormai l'aveva stretto in un abbraccio che aveva dell'ambiguo.
- Che fretta c'è? Fammi compagnia, vuoi? Sei un bel ragazzo tu.
Con una forza che stupì se stesso Ranma allontanò Barbara.
- Non mi interessa, io ho già una fidanzata.
- Ed è bella come me?
- Ehm.... è... è... carina! - riuscì a farfugliare con la notevole fatica che l'accompagnava da quando aveva messo piede là dentro.
Vedendo la smorfietta dispiaciuta di Barbie aggiunse, mentre quella gli accarezzava le cuciture della canotta nera:
- Grazie del pensiero, ma sei troppo... troppo...
Guardò in cielo in cerca di un suggerimento che non arrivò.
- Volevi dire vecchia forse? Spero di no...
Ranma non sapeva che dirle, in effetti era quello che intendeva ma non voleva offenderla.
Un guizzo mascellare, dovuto a quell'imbarazzante quanto nitido silenzio si impresse sul viso di Barbie. - Jimmyyyyyy! - Urlò quella pazza.
Dalle ante a battente dell'armadio dove prima era rivolta Barbie, uscì il sergente Jim, mezzo sbottonato e un po' in disordine, ad esempio la camicia mostrava segni di bacetti rossi.
Barbie si mise a tremare. - Questo ragazzo ha tentato di farmi violenza!
Jimmy lo guardò da cima a fondo offeso e dalla sua bocca si formò un palloncino di gomma che poi scoppiò adagiandosi sul naso e facendolo arrabbiare ancora di più.
Era un'abitudine per lui consumare big babol alla fragola, molti dei soldati dicevano che ciancicava anche nel sonno facendo bolle di gomma rosa, e poi si sa, a Barbie il rosa piaceva...
- Come hai osato fare questo ad una donna dolce e timida come Barbie? - la difese subito.
- Un momento io non le ho fatto niente. - tentò di spiegare Ranma, ma fu tutto inutile il sergente cominciò ad attaccarlo a suon di ganci.
Ranma sogghignò, in fondo un corpo a corpo con il sergente sarebbe stato divertente.

Non ci si poteva comprare la totale fiducia del prossimo, nemmeno per tutto l'oro del mondo, era per questo che Nabiki Tendo non aveva mai fatto affidamento su altri soci strozzini ed anche perché non avrebbe mai diviso i suoi guadagni con altri.
I suoi yen erano fortunati, amati, rispettati e mai sprecati.
In definitiva, lei preferiva il riciclaggio del denaro; parole come spesa o tasse, lei le imponeva soltanto, subendone solo l'adorabile fascino.
Dall'asilo aveva capito che ricattare poveracci non dava soddisfazione (anche se di tanto in tanto per non fare discriminazioni li spremeva lo stesso) come colpire i benestanti, ed in seguito, una volta conosciuto Kuno, sentì di aver trovato in lui un giacimento inesauribile.
Attualmente aveva allungato il suo giro d'affari sempre a Tokyo dove proseguiva gli studi universitari... ma tornare dai vecchi clienti delle superiori era sempre un piacere inebriante.
Si trovava proprio di fronte all'abitazione dei fratelli Kuno quando Sasuke aprì la porta.
- Il padroncino è in salotto che l'attende.-
Diceva sempre la solita formalità.
- Ciao anche a te... come mai è così buio? - Chiese la ragazza non appena mise piede sulla soglia.
Si fece guidare da Sasuke che le illuminava la strada grazie ad un candelabro a tre braccia, il ninja poi le spiegò passo dopo passo che la corrente era saltata per via della signorina Kodachi.
L'austerità di quella casa in penombra si trasformava in brividi sulla schiena ogni volta che superavano un quadro di qualche antenato o calpestavano un tappeto in vera pelle d'orso, per non parlare degli spigoli a cui Nabiki andò inavvertitamente incontro.
Finalmente quando riuscì a sedersi sulla poltrona di fronte a quella di Tatewaki si sentì sollevata.
Sasuke posò il candelabro sul poggia piedi intarsiato che divideva la ragazza dal signorino.
- Queste sono le foto che volevi, fanno 4500 yen.
- Non posso, non posso prenderle! - gli rispose un Kuno scosso dalla tristezza.
- Che c'è, non sono tutte? Vuoi per caso uno sconto? - chiese caustica Nabiki.
- No, non è per il numero o per i soldi, ma dove sono quelle della ragazza con il codino? -
Al riflesso delle candele che gettavano luci ed ombre mutevoli sul volto del suo acquirente, Nabiki si sentì per un attimo pietrificata, Kuno non era mai arrivato a tanto prima dall'ora!

  Continua...

Ryoga (immobilizzato alle caviglie ad una sedia più che altro perchè sennò si perde) legge:
Zio Rich: sei sempre il primo a lasciarmi un commy^^! per quanto riguarda Barbie, Ken e Jim, loro non sono proprio originali...se fai una ricerca nel web scoprirai che altro non sono che giocattoli per ragazze e sì, sono americani.
Elychan: l'aggionamento è settimanale, perciò c'è ogni martedì (salvo che l'autrice non dica altrimenti a fondo pagina)
Tiger, my beta:Konatsu è in stile? ^^good! Questo cap è leggermente più corto degli altri ma ci rifaremo!
Akachan:grazie per i complimenti, sei troppo buona^//^ Ken e Jim sono i prototipi dell'uomo bello e superficiale, lo noterai leggendo.
Fabychan:ciao! sono contenta che le presentazioni di Ryu e Konatsu, ti tornino utili.
Breed107:Che bello vederti! Benvenuta. Ryoga so che è un personaggio piaciuto ma qui c'é poco o niente. (che cattiva!nd.nota sussurrata da Ryoga) discorso inverso per Akane...ma meglio non dire troppo!
Il fatto é che questa fanfiction è stata ispirata da tre volumi in particolare: quello di Taro con la ragazza/dea dalle sei braccia, la Kalì.(da qui l'idea di mettereci personaggi poco in vista nel fumetto) questo è uno dei tre volumi, gli altri non li anticipo per ora.
T__Tpiango! è venuto il momento di salutarci per ora...ciauzzz
Laila

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Capitolo 4
*** Leave of Absence ***


Vocaboli difficili che troverete in questo cap:
->Fare una "capovolta" è un termine tecnico ginnico, che significa fare una "capriola"
->Tatami: sono i tradizionali pannelli giapponesi che formano il pavimento delle sale.
->Kunoichi: ninja

- 4°cap. Leave of Absence

Ignorava il metodo più efficace per affrontare degnamente il suo avversario, non conosceva nemmeno i suoi punti deboli... nel tempo trascorso a Hiroshima non aveva mai avuto occasione di studiare la sua tecnica, mentre certamente lui l'aveva visto.
Questo svantaggio rendeva la situazione molto più eccitante. Aveva aspettato a lungo di poter temprare la pasta di uno dei sergenti ed ora ne aveva la possibilità.
Jim smise di attaccarlo e lui di schivare, l'un l'altro erano immobili nelle condizioni fisiche ma non in quelle mentali.
Si studiavano.
Inizierò con la tecnica delle castagne, e se invece mi attaccasse lui, per primo? Allora subirà l'arroganza della mia tigre!!! Frattanto il sergente estrasse la spada al suo fianco brandendola con entrambe le mani, poi allargò fulmineo le braccia verso l'esterno dividendo in due una katana che sembrava essere stata forgiata per nascondere questo ed altri misteri. Frustò l'aria per saggiare l'accordo fra le due katane. Perfetta sintonia.
Dannazione! Ora non poteva colpirlo più con la tecnica delle castagne, anche bloccandone una a mani nude, rimaneva pur sempre l'altra da schivare.
Non aveva tempo nemmeno per gonfiarsi d'orgoglio e lanciare il contraccolpo della tigre. Stava procedendo velocemente verso di lui, una katana per attaccarlo l'altra per difendersi, Ranma tergiversò ancora spiccando un balzo sopra di lui atterrando alle sue spalle.
Doveva fare qualcosa. Assolutamente.
- Tecnica segreta dell'antica scuola militare! – nominò il sergente con rabbia.
Gli affondi di Jimmy si fecero sempre più irritanti e potenti, non gli dava tregua, tanto da costringerlo ad arretrare finché non inciampò.
Il soldato col codino cadde su un poggiapiedi in noce, battendo fortemente la schiena e causando la rottura delle gambe posteriori del tavolino; fatto che lo costrinse nella posa a testa in giù.
Sudò freddo.
Sopra di lui l'avversario era pronto a piazzagli due lame in petto.
- Colpo della foca sul pallone!
Con una doppia tallonata sotto le impugnature, Ranma fece volar via le katane dalle mani del suo avversario e quelle s'infilzarono con precisione ai bordi di uno dei tatami che tappezzavano il pavimento. Assurdo, era riuscito a disarmarlo con una tecnica simile! Si capovolse all'indietro e, senza alzarsi da ginocchioni afferrò le spade ai suoi fianchi.
- Ora sei tu in difficoltà! – si beffò di lui giocando con le katane che volteggiavano ai suoi lati come eliche in accensione.
Il sergente ammiccò con la testa china.
I capelli bruni andarono a coprire la sua espressione sconfitta, eppure da un lato le sue labbra si distesero in sorriso sghembo quanto terrificante...
Arrotolandosi con calma apparente le maniche verde salvia, il sergente scoprì due polsini neri.
Ben presto il soldato col codino sentì le braccia fremere cercando di tenere a bada le katane che stringeva, ma quelle si erano misteriosamente animate!
Erano come attratte dal loro padrone ed irreversibilmente vi finirono, quei polsini dovevano essere in qualche modo calamitanti con le katane.
Jim non nascose la sua soddisfazione - Si riaprono i giochi, ma... – si fermò facendo scrocchiare il collo a destra e a manca, poi con tono serio seguitò:
- Sono stufo di te, rassegnati alla sconfitta pivello! Colpo della falce mortale!

Tornando a casa, Nabiki rifletteva sugli ultimi avvenimenti dalla partenza di Ranma...
Minacciando il coetaneo di andarsene senza lasciare nemmeno le foto di Akane l'aveva spuntata!
Aveva utilizzato le sue conoscenze sul computer sfruttando l'idea dei fotomontaggi, basandosi sulle vecchie foto di Ranma in versione femminile, ricorrendo ad un fortuito piano di riserva.
L'idea le aveva risolto però, solo i primi venti, trenta giorni, ma al punto in cui era anche quell'imbecille di Kuno aveva dei sospetti sui suoi manufatti elegantemente taroccati.
Tolse le scarpe all'ingresso.
- Sono a casa – vociò attraversando il corridoio per poi svincolare nel salotto.
Nella sala solitamente deserta c'erano già la signora Saotome, Akane ed Ukyo.
Che mi sarò persa? Pensò fra sé la secondogenita dei Tendo che con la scusa della TV si sistemò vicino alle altre.
- Fammi capire... Konatsu ti ha inviato un piccione viaggiatore, scrivendoti che vuol tornare?
La cuoca marziale annuì decisa alla domanda di Nodoka, consegnandole al tempo stesso la lettera del servo.
- Oh, lui non fa che lamentarsi e dice che vuole rivedermi!
- Sono preoccupata per le condizioni di Ranma – aggiunse rivoltasi poi verso Akane.
- Effettivamente è da quando è partito che non lo sentiamo...
Una parolina di troppo di Nabiki che fece sospirare la sorellina.
- E' tutta colpa mia - cominciò la signora auto-canzonandosi.
Akane prese fra le sue le mani di Nodoka guardandola con sicura insistenza.
- Le ho già detto che non è così, Ranma ha preso la decisione da solo.
- E' che io... - continuò l'altra come a spiegare la confusione emotiva che le premeva sull'addome.
- Per un attimo ho pensato che tu fossi stata abituata alla sua assenza, mi ero scordata che Ranko ti è sempre stata accanto – finì carezzandole il dorso della mano.
Diceva il vero, quando aveva conosciuto i Tendo, quella meravigliosa famiglia, a Nodoka era stato detto che Ranma e Genma erano in addestramento, e la signora come di sé aveva avuto un po’ pena per Akane costretta ad aspettare il ritorno del suo fidanzato, ma quella giovane inaspettatamente aveva reagito bene, l'aveva sopportato.
In realtà poi quella del viaggio d'addestramento si era rivelata una bugia a fin di bene, ma l'inconscio spesso gioca brutti scherzi.
- Che ne dite di andare a Hiroshima, domenica?
Ecco un'altra frase su cui l'istinto l'aveva sorpresa anticipando l'intelletto.

Jim si esibì in un salto notevole, sfiorando quasi il soffitto, poi incurvandosi in posizione fetale discese eseguendo continue capovolte aeree, le lame che ruotavano a trecentosessanta gradi rilucevano ad una velocità tale che era impossibile percepirne la posizione istantanea.
Ranma non riusciva a distinguere nemmeno il suo nemico, ma decise di affrontarlo in volo prima che quello gli esplodesse addosso con l'aiuto della gravità.
Sospeso in aria, il soldato col codino strizzò le palpebre, nella monocromia del colpo della falce, riuscì a distinguere una macchia rosa confetto.
Concentrando le sue energie per attaccare al momento giusto, Ranma inflisse un colpo di ginocchio.
Entrambi caddero sul lastricato dei tatami, ma Ranma si riprese con lo stile tipico delle cadute judo, mentre Jim ora si contorceva con le mani sul naso, le due spade giacevano abbandonate a terra poco più avanti.
Era stato quel vizio di masticare big babol a fregarlo. Bastava finirlo per concludere i giochi.
- Groarrr. - Dannazione, proprio ora devo avvertire questa fitta lancinante?
- Scusate – Cinguettò Barbie.- A chi mormora la pancia? - Con un carrellino da cameriera la ragazza si avvicinò ai due.
Nel frattempo Jim si era rialzato, e lui non se ne era accorto.
- Lasciaci finire donna! Questo scontro, non lo interromperei per niente al mondo! – Le rispose con una punta acida Jim, era la prima volta che le dava contro.
Furono le ultime parole famose, perché suonò l'allarme che implicava una riunione d'urgenza al piano inferiore.
Jim corse verso il calendario poi si schiaffeggiò sulla fronte – C'é la riunione, Ken ci aspetta!
Barbie lo guardò allibita - Ma come... e lo scontro? Non avevi detto che...
- La riunione non si può rimandare! - Urlò il sergente con aria da so tutto io – E' contro il regolamento!

- Che cosa? - Ripeterono all'unisono Akane ed Ukyo arrossendo poi entrambe.
- Ma sì, convinceteli a tornare - Monopolizzò il discorso Nabiki – Dopo tutto tu e lui vi siete salutati in malo modo...
Uffa! ma perché nemmeno sua sorella le risparmiava le frecciatine? Però rivederlo, anche solo per un po’ avrebbe attenuato la sofferenza che ora sentiva invaderla mozzandole il fiato.
- E va bene – disse Ukyo – Sono dei vostri.
La signora la guardò di nuovo costringendola ad alzare lo sguardo.
- Tu verrai Akane? - chiese Nodoka.
- Ma sì...certo – tossicchiò in imbarazzo.
Nell'ombra di una notte coperta di nubi, le uniche due iridi che potevano essere scambiate per stelle erano puntate verso casa Tendo, ma non promettevano nulla di buono.

La riunione doveva davvero essere importante, c'erano tutti i commilitoni seduti ordinatamente in sala. Il sergente Ken parlava al microfono, ma a monologo iniziato Ranma non riusciva a seguirlo, così sedutosi vicino ai compagni chiese informazioni a Konatsu.
Il poveretto aveva una brutta cera, era bianco come un cencio:
- Ha detto che la prossima settimana ci sarà il giuramento alla patria... - tremò visibilmente – una volta fatto il giuramento siamo obbligati a seguire il corso per un anno intero!
- Già, ma... – lo rassicurò poi Kumon – Se qualcuno vuole andarsene può farlo, ma prima del giuramento, chiaramente non é il mio caso – finito di aggiornarlo incrociò le braccia al petto.
Il kunoichi pareva troppo preso dai sui dilemmi per ascoltare Ryu – Voi non capite! Non posso nemmeno tornare a casa perché ho già sprecato il mio permesso – rabbrividì ancora.
Ranma sbuffò:
- E quando?
- Il primo giorno di leva, dovevo rivedere la padroncina! Sig! Soooob! - si attaccò alla spalla di Ryu cercando una vana consolazione.
A differenza dell'amico, Ranma aveva ancora un permesso da sfruttare e quella domenica sarebbe ritornato a Nerima per decidere il da farsi. In fondo aveva quasi sconfitto Big Jim, poteva anche andarsene da lì se nessuno riusciva a metterlo in seria difficoltà... inoltre c'era dell'altro a turbarlo, qualcosa rimasto in sospeso:
Akane aspettami! ponderò fra sé stringendo vigorosamente i braccioli della poltroncina.

Continua...

Ryoga é assente, doveva andare in bagno ma non é più tornato... l'autrice si presenta e lo sostituisce:
Akachan:Avevi la barbie coi capelli neri? XD! anch'io preferivo le barbie castane!
Zio Rich:Ryoga manca anche a me! (suono di ricetrasmittente) (Nabiki sei tu? L'hai trovato? Chissà dove s'é cacciato!) (l'autrice per la rabbia rombe la ricetrasmittente^^;;;ops... )
Tiger, my beta:Ora che abbiamo risolto il malinteso di Barbie, Ken e Big Jim siamo a posto ^-^*
Wata-kun:Beh, dai per gli errori mi sto impegnando!(E questo sarebbe il risultato? nd.Wata) Non ci avevo pensato che Big Jim con la katana perdesse il suo fascino! Da un lato é vero, ma per la struttura della fiction ed il carattere del personaggio mi serve così.
Breed107:Ci tengo all'inizio e alla fine dei cap! (anche alla parte centrale, ma un pò meno) mi fa piacere quello che hai detto perciò.

Vi anticipo gli auguri di Buon Natale e felice anno nuovo!W il 2006 baci Laila!

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Capitolo 5
*** Mistake ***


- 5°cap. Mistake

Se Shampoo diventasse mia... manderei al diavolo il mio orgoglio!

L'aveva detto in occasione del suo primo scontro con Ranma, il più importante per lui.
E Shampoo l'aveva guardato in modo singolare, malinconico e un po' tenero, uno sguardo che non avrebbe scordato nemmeno volendo.
Non stava dormendo ora, ma sognava ad occhi aperti anche quando i fatti gli davano torto, torto marcio per giunta. Mousse quella frase l'aveva pagata cara, non era passato giorno in cui il suo orgoglio non si fosse inchinato al cospetto delle umiliazioni, ed ora questo.
Chi aveva strappato le vene dal suo petto? La grinta dalla sua volontà?
Occhi; quei maledetti occhi sfuggenti e felini, bellissimi nella loro dannazione, osava credere, eterna.
Era un masochista, non c'era dubbio se la lasciava andare così.
- Come? - ripeté cercando di afferrare quanto gli aveva detto la vecchia poco prima.
- Shampoo ha preso il treno per Hiroshima, oggi hai il doppio turno, ti spiace? - Ripeté con pazienza.
Sicuro, ma non per il turno. Mousse scosse la testa, non voleva darle pensiero.
Se era vero che la forza di controbattere veniva meno, nella capacità di ripresa era un esperto.
Chissà perché Obaba lo trattava più gentilmente da quando era tornato da Jhusenkyo, trattava diversamente, più severamente anche Shampoo, forse perché da allora era diventato più difficile fingere che il futuro marito non avesse fatto la sua scelta.
Sarebbe stato meglio dire prescelta, perché obiettivamente per le altre non c'era mai stata chance.
Persino la bisnonna s'era accorta che la sua piccola erede, di tanto in tanto perdeva vivacità, ma era incapace di confortarla come meritava.
Dopotutto la vecchia la pensava allo stesso modo di sua nipote, Shampoo non si sarebbe fermata di fronte a nessuno, questo lo capiva bene anche lui.
Allora anche Shampoo era masochista, in questo si somigliavano tristemente.

Erano le otto e un quarto del mattino, presto sì, ma il loro treno non era un espresso.
Percorsero il corridoio per ben cinque vagoni occupati, poi finalmente trovarono una cabina che a prima vista non lo sembrava ed entrarono.
- Shampoo! - si meravigliò Ukyo trovando la cinese seduta comodamente dal lato del finestrino.
L'amazzone osservò le ragazze attraverso il riflesso del vetro e si girò solo quando fece il suo ingresso la signora Nodoka, salutandola come niente fosse:
- Che coincidenza! - sorrise lievemente.
Akane fece spallucce. – Bene. Direi che siamo tutte.
Probabilmente se avesse saputo della loro partenza, ci sarebbe stata anche quella malata mentale di Kodachi, ma stavolta se l'erano risparmiata.
Sistemarono gli zaini e si sedettero nell'ordine: a destra Shampoo e Nodoka, a sinistra Akane ed Ukyo.
Il primo minuto passò in un religioso silenzio, poi la signora volle disgraziatamente interromperlo:
- Secondo voi come sta Ranma? Mangerà abbastanza? Starà bene con la divisa? Io credo di sì!
Akane sospirò abbattuta, aveva trovato un argomento senza fondo, Shampoo e Ukyo non l'avrebbero più finita di cantare le lodi di Ranma.
Si voltò verso il paesaggio che scorreva al suo sguardo, le case, i giardini, ed in lontananza le montagne erano annebbiate dalla foschia come fossero state solo abbozzate dalla punta di un carboncino.
Passarono alcuni minuti e Nodoka si preoccupò del fatto che la piccola Tendo non partecipasse al discorso:
- Akane che hai?
- Sono stanca. - Le spiegò gentilmente, poi tornò ad osservare fuori dal finestrino.

- Che vuoi fare? - Chiese arrivatagli alle spalle.
Ci pensò un attimo, poi con espressione concentrata confidò:
- Beh... Mentirei se dicessi che non m'interessa la cosa.
Il volto di Akane si fece allora apprensivo:
- Come farai se dovessero scoprire il tuo segreto laggiù?
La domanda che gli aveva posto significava che pensava avesse già deciso di partire? Lo faceva così stupido da non preoccuparsi per lei, evidentemente.
- Non é un problema, non me ne andrò. – cercò di rassicurarla.
Gli era sembrato che lei non avesse battuto le ciglia, un po' come se stesse trattenendo il respiro.
- Ah davvero? E perché mai? Se l'idea ti attira tanto... - La sua voce si era fatta d'un tratto stentata.
Nel dojo, lo stesso centimetro quadrato che i due andavano fissando sarebbe arrossito d'imbarazzo se avesse potuto esprimersi.
Poi Ranma aveva parlato inconsciamente, ironizzando ad alta voce e scoprendo con rammarico che era tardi per rimangiarsi tutto.
- Non posso certo lasciare la palestra in mano tua! Crollerebbe prima del mio ritorno!
Akane non rispose subito a quella battuta.
Un sorriso le increspò le labbra dalla soffice bellezza di un petalo di rosa:
- Se é solo per me o la mia goffaggine... tranquillo, c'è ancora mio padre per la palestra e poi rimandare ancora un po' le nozze non mi dispiacerebbe... –
Rosa vuol dire anche spine, attimi in cui il dolore prevaricava la gioia della sua presenza.
Se dapprima Ranma intendeva essere gentile con lei, il proposito gli passò in un lampo.
Evidentemente voleva ripagarlo con la stessa moneta, con lo stesso modo in cui Ranma aveva glissato sui suoi veri sentimenti il giorno del fallimento del loro matrimonio.
- D'accordo allora! - disse incrociando i suoi occhi fieramente.
- Me ne andrò e sai una cosa? Non vedo l'ora!
- Bene! Finalmente potrò tirare un sospiro di sollievo anch'io! - Akane girò sulle punte dei piedi e si allontanò a svelte falcate.
Gli umani sono gli esseri più complicati che si affaccino nell'universo.
Per un motivo semplice e ricorrente ma a tutt'oggi inspiegabile.
Si dice che da un'esperienza dolorosa si traggano le giuste conclusione sugli errori fatti è però altrettanto vero, che spesso molti vi ricadono senza capacitarsene...
Provò a parlare ancora, ad articolare qualcosa che le desse almeno l'input di fermarsi sulla soglia ad ascoltarlo, ma la voce prigioniera sanguinante delle corde vocali non riuscì a scuoterle, tanto erano rigide. L'aveva persa di nuovo.

E aprì gli occhi, ringraziando di essere sveglio.
Infreddolito, si portò le dita gelate a massaggiare le tempie.
Il mal di testa di prima mattina era l'ultima cosa di cui aveva bisogno... si era sforzato di non pensare a niente durante il viaggio, ma nonostante i suoi propositi non c'era riuscito.
Certo non poteva tenersi in guardia dai ricordi insolventi ventiquattr'ore su ventiquattro e soprattutto non nel sonno.
Akane.
Aveva capito di amarla da un pezzo per dirla tutta... ma loro due non si trovavano d'accordo su niente, perché avrebbero dovuto trovarsi d'accordo proprio su questo? Sarebbe stato troppo perfetto, in definitiva assurdo.
Lasciare le cose in sospeso era la soluzione che preferiva e in sostanza la più facile, ma la convivenza con lei era lo stesso difficile...
Il treno sobbalzò per la centesima volta, quasi volesse uscire dalle rotaie, forse per farlo maggiormente impazzire.
Il finestrino semi-aperto, poco più avanti al suo, mandava continui spifferi di vento e comunque non sentiva il bisogno di farsi la permanente! Quello di cui aveva bisogno era tornare a casa e presto.
Eppure l'ansia l'attanagliava più del dovuto, come se quello non fosse il momento giusto per farlo.
Ancora un folata di vento! Ora vado là e lo minaccio! Pensò Ranma sgusciando via dal suo posto.
- Mi scusi, potrebbe chiudere il finestrino? Mi dà fastidio. - Si era anche trattenuto, il suo tono non celava l'irritazione subita.
Un signore di mezza età con calvizia avanzata che, quanto a stazza occupava da solo un posto e mezzo, gli rispose semplicemente che aveva caldo e in definitiva del suo finestrino poteva farne ciò che voleva...
Naturale, dal momento che erano in estate, ma la brezza mattutina lo colpiva in pieno sterno!
Ranma strinse i pugni, stava per tornarsene al suo posto, quando decise che chi fa da se fa per tre e fece scorrere da un lato il finestrino dell'uomo, chiudendolo.
- Come ha osato!
L'udì appena, perché nella corsia opposta, diretto ad ovest, stava passando un altro treno.
Quelle sembravano... ma no, non può essere! Se avesse visto solo lei avrebbe potuto pensare ad un allucinazione, ma quelle c'erano tutte, e poi la katana di sua madre, l'avrebbe riconosciuta fra mille!
D'istinto corse verso la zona riservata, scartando gli ostacoli-persone con facilità.
Una volta arrivato fin dentro alla locomotiva con brutale urgenza tirò i freni al posto dell'addetto, impedendo al treno di proseguire regolarmente.

- Mi spiace – ripeté una delle due guardie che sorvegliavano davanti al portone.
- Senza il permesso della Millicent le donne non possono entrare.
La base di Hiroshima era risorta dalla seconda guerra mondiale e le precauzioni da allora si erano moltiplicate, tanto che si vociferava che quel luogo fosse diventato inespugnabile.
Almeno fino all'arrivo di Shampoo che con un bombori sfondò parte della parete proprio accanto al portone, cosa che smaccò in un istante la sicurezza delle guardie.
Le quattro dunque entrarono approfittando dell'incredulità della sorveglianza... chissà quanti altri avrebbero sorpreso, nel bene o nel male, con la loro presenza all'interno della base.
Continua...

I miracoli a Natale succedono dato che Ryoga…(voce da Raffaella Carrà) è qui!(Ryoga in giacca e farfallino si presenta a leggere)
Prima di tutto ringrazio chiunque legga il mio lavoro, sia per chi lo segue segretamente sia per chi commenta attivamente.
Akachan:Grazie per i consigli sulle sviste e auguri!
Zio Rich:In effetti i combattimenti, assieme alle scene romantiche sono quelli più difficili da scrivere…auguri!
Tiger, my beta:Son contenta che le gag siano di tuo gusto^^!Auguri!
Ren:Sei stata veloce ^^grazie per i complimenti e auguri!.
reby: Una nuova recluta! Auguri!

Sarò un po’ ripetitiva solo per augurarvi Buone Feste?! da Laila è tutto ^-^ ci vediamo il prossimo anno!

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Capitolo 6
*** Minefield ***






-6 cap. Minefield


La caserma offriva un benvenuto freddo e spartano a chiunque osasse varcarne la soglia.
Pareti rivestite da pannelli in lucido marmo e lampadari a neon dal taglio orizzontale si susseguivano illuminando artificialmente il corridoio.
Le porte erano tutte beige ed alla stessa distanza le une dalle altre, parallele alle camere che s'affacciavano dal lato opposto.
- Forse non dovevamo entrare a quel modo... - Si crucciò la signora Saotome, guardandosi attorno disorientata.
Nessuna di loro infondo s'aspettava una visita tanto affrettata, come invece accadde.
Un gruppo di ragazzi aveva sbarrato gli occhi mentre le donne passarono loro accanto sorpassandoli, qualcuno fece un fischio d'apprezzamento alle loro spalle.
Intercettando un ragazzo mingherlino che camminava tranquillo da quelle parti, Shampoo lo inchiodò al muro.
- Dov'è l'alloggio di Lanma Saotome? - gli si rivolse in tono inquisitorio.
- La terza porta a... uhm, destra – si lasciò cadere il ragazzo, non appena quella gli mollò il colletto.
Un capellone con la coda alta si affacciò dal cornicione di quella porta.
- Padroncina! - gridò emozionato Konatsu, correndo verso la sua dittatrice.
Invece che dal suo morbido corpicino, Konatsu venne "abbracciato" dalla parte superiore di un freddo spatolone.
- Come stai? - ebbe il coraggio di chiedergli Ucchan.
- Be... ne! - mentì di riflesso il kunoichi col naso sanguinante e la faccia rossa. - Anzi no! Padroncina, torniamocene a casa! - ci ripensò un attimo dopo.
Facendo orecchie da mercante, la cuoca chiese allegramente:
- Ranma è in camera? Volevamo fargli una sorpresa!
- Ranma tornava oggi a Nerima, ma come non lo sapevate? - Esordì Ryu, andando con calma incontro al gruppo.


Come temeva!
Un buco grosso quanto il cratere di un vulcano aveva sfondato la muraglia... e lui sapeva bene chi l'aveva creato.
Senza concedersi nemmeno il tempo di prender fiato e di conseguenza rilassarsi, Ranma sorpassò il passaggio offertogli da Shampoo.
Se le scoprissero sarebbe un bel guaio! il ragazzo iniziò a pensare al peggio.


- Ma come! Non è possibile! - S'infervorò l'amazzone.
- Sarebbe meglio aspettarlo qui, o finiremo per rincorrerci a vicenda – rimuginò Ucchan smontando l'ultima speranza del suo secondo di far ritorno all'amata Nerima.
Intanto la signora Nodoka e Kumon si misero a discutere fra loro dei bei vecchi tempi.
- Perché non andiamo tutti in sala mensa a parlare? - s'inventò Konatsu su due piedi.
Alcuni militari, che origliavano in segreto, si fecero avanti in cori disaccordi:
- Si, cucinateci qualcosa!
- La mensa fa schifo!
- Vogliamo il cibo vero!
Fu in quel momento che girandosi Nodoka si accorse della scomparsa di Akane.


Accidenti! Possibile che pur avendo tutte le buone intenzioni di questo mondo c'era sempre qualcosa che le andava storto?
E ora? Da che parte sarà l'uscita? Bah, che m'importa! Prese la prima porta che vide dare sull'esterno.
Dette un calcio ad un sassolino, sfogando in minima parte la sua collera.
Quando la pietra però sfiorò terra, con un botto la sua rabbia sparì, divenendo sorpresa e poi spavento.
Pietrificata, Akane si accorse d'essere entrata in uno spazio perimetrato da una rete, a lato di questa, su un cartellone, v'era scritto: “Pericolo: Campo minato!”
Un esplosione, viene dal retro... Ranma ci mise meno di un secondo ad appurarsene.
Stupida Akane! Che ci faceva nel bel mezzo del campo per le esercitazioni! E dove erano finite le altre?!
Il soldato col codino saltò sopra ai bordi della recinzione:
- Sta ferma lì, vengo a prenderti!
Il ragazzo indossava il solito completo estivo, di lavorazione cinese, lei si girò accennandogli un sorriso.
- Non preoccuparti, tornerò sui miei passi e ce la farò.
La solita cocciuta. Si stava già muovendo.
- Fermati stupida! - Gridò Ranma col cuore in gola, infine si precipitò lì vicino.
BooM! Un polverone si sollevò nascondendolo alla sua vista.
- Ti sei fatto male?
BooM! Ora avvertiva un sottile odore di bruciato trasportato dal vento.
Dolorante ed annerito dalle varie esplosioni, Ranma veniva ancora da lei.
- Non... non é niente... sta ferma lì! - Avanzando di altri due balzi la raggiunse.
- Fiu! - Sospirò passandosi una mano sulla fronte imperlata dal sudore.
- Di un po' riesci mai a stare lontano dai guai tu? - brontolò appena le fu davanti.
- Bel ringraziamento per esserti venuta a trovare!
- Imbranata! Ti rendi conto che hai rischiato di saltare in aria, vero?
- Sì l'ho capito, non sono mica scema!
- Brava! Allora tornatene a casa, qui è troppo...
Non riuscì a proseguire perché lei offesa corrucciò la fronte, dopo di che si girò verso la base ed ignorando le possibili mine sotto di sé, fece tre, quattro passi indietro.
Quando si fermò di nuovo, Ranma riprese a respirare, quella scema gli aveva anche fatto dimenticare di farlo con la sua trovata!
- Volevo solo farti una sorpresa... non immaginavo ti spiacesse tanto rivedermi, mi ero illusa... di mancarti...
Arrossì, ma lui non la vide che di schiena.
- A... Akane!
In un soffio la raggiunse, abbracciandola e attirandola al suo petto, ma nonostante l'impeto iniziale, quelle mani su di lei avevano un presa leggera, qualità che lei non s'aspetta certo da un artista marziale del suo livello.
Era tenero quel gesto, da una parte le circondava le spalle, mentre con l'altro braccio le cingeva il ventre, la mano su un fianco era talmente vicina alla coppa del seno che le bruciava.
Sentì le lacrime premerle contro gli occhi, ma le trattenne resistendo all'impulso di sfogarsi, un mese di rabbia accumulata e nessuna traccia a solcarne il viso.
Ranma fece un sospiro preparatorio.
Mi mancavi eccome... Dannato difetto congenito! Perché non riusciva a dirglielo? Alla fine riuscì comunque a delucidare:
- Non farmi impazzire di paura, torna a casa per favore.
Le aveva detto per favore o sognava? Morse debolmente il labbro inferiore.
- Ricominci?
Sentì il respiro di Ranma solleticarla quando con cautela il ragazzo aumentò l'intensità della loro stretta, presumibilmente per dare maggior forza anche alle parole che ne seguirono.
- Va a casa e quando tornerò anch'io, ti dirò una cosa... – Oramai aveva già sprecato la licenza, era comunque fregato.
Akane si girò verso il ragazzo per vederlo bene, afferrandogli i gomiti.
- Dimmela adesso!
Spiazzato da tanto ardire le rispose con un:
- Non... Non ha senso dirtela adesso!
Sì che ce l'ha! Pensò Akane ma le uscì solo un mugolio sommesso in protesta, mentre lasciò cadere lo sguardo a terra cacciando le dita nei palmi, chiusi in due stretti pugni.
L'altro scosse la testa - Non è il momento di discutere. Usciamo da qui – e prendendo la fidanzata in braccio, saltò fuori dal recinto.


- Ranmaaa! - Urlò a distanza Konatsu mentre cercava di raggiungerli.
- Che succede adesso? - sbuffò l'amico.
- Hanno rapito Ukyo e Shampoo!
- Chi è stato?
- Non li ho visti bene, due tizi... erano mascherati!
La domanda di Akane lo precedette, impedendogli di fare commenti sulla competenza del kunoichi:
- E la signora?
Già c'era anche mia madre! Ricordò ancor più frustrato il ragazzo.

Konatsu, timidamente, chinò il capo - Lei e Ryu li hanno seguiti...
Evitando ancora una volta la reazione di Saotome, il kunoichi dette a Ranma un foglietto, la dicitura recitava:
"Ho in ostaggio qualcuno che ti sta a cuore, vieni a riprenderla nello spiazzo sul bosco."

Il biglietto non allegava nessuna firma.

Continua...

Ryoga: ed eccoci di nuovo qui!
Autrice: potresti dirlo con un tono un pò meno depresso? infondo ti ho promesso che presto Akari verrà a trovarci qui!
Ryoga:...^__^(sorriso tirato)rispondo subito alle vostre domande:
faby-chan: grazie sister mi fa piacere che tu rilegga i miei arretrati^//^
Zio Rich: posso dirti che per la comicità le idee che ho avuto le ho messe... anche se mi sono concentrata più sull'intreccio della fan-fiction.
Tiger, my beta: grazie per avermi avvisato della svista^^son contenta che il pezzo di Mousse in generale sia piaciuto, è un pò come lo vedo io.
aka-chan: in effetti cerco di alternare momenti d'introspezione ad eventi quotidiani della storia, o gag. Grazie ancora^^!
Black_pill: benvenuta, spero la storia continui a piacerti.

Baci Laila!

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Capitolo 7
*** Who is your Girlfriend? ***





-7 cap.Who is your Girlfriend?

Poche nubi affollavano un cielo spietatamente afoso; persino la leggera brezza che lo investiva pareva il rigetto di un phon incallito.
Il respiro si stava facendo provato e Ranma si fermò sopra ad un ramo consistente, lasciandosi vincere dal calore, evitando di strizzare gli occhi o di sventolarsi la casacca...
Una volta suo padre gli aveva insegnato che questo era il modo migliore per combattere il caldo... Appropriarsene, finché non si comincia a dimenticarlo.
Nel ricordo però suo padre prendeva il sole, e Ranma era un bambino agitato che voleva solo giocare con lui.
Scosse la testa, riprendendo a librarsi di albero in albero, nascondendosi a tratti sotto le fronde più capienti; così andava molto meglio.
Si girò indietro, Akane e Konatsu lo seguivano a pochi metri, preferendo risalire le curve della vegetazione. Più a nord la fitta rete d'alberi s'interrompeva repentinamente.
Un'area ellittica, simile ad una grande piazza, spoglia d' arbusti e cespugli, era la sua meta.
Non appena l'intravide, Ranma si nascose dietro ad un tronco e si affacciò appena con la testa...
Inaspettatamente, una mano gli serrò la mascella con una stretta impetuosa.
- Zitto! Sono io. – confessò dal timbro di voce Ryu.
- Che sta succedendo? - domandò appena poté parlare liberamente.
- Guarda tu stesso...
Che bisogno c'era di fare tanto il misterioso?
Tornò ad osservare lo spiazzo, tre figure, una dei quali Barbie, erano in piedi nel luogo prescritto.
Ranma notò Shampoo e Ukyo.
Erano sedute a terra, bloccate dalle ginocchia alle caviglie sotto il torchio di un pesante tronco che andava a scavare quattro incavature per imprigionar loro le gambe.
Ciliegina sulla torta, due lucchetti sigillati chiudevano quello strumento di tortura come fosse uno scrigno medievale. Nella loro posizione era imposssibile pensare di liberarsene a mani nude.
- Ti ho voluto aspettare – confessò Ryu – Così, mentre tu li distrai, io le libero.
- D'accordo.
Ranma ispezionò a destra e a manca la zona, rimarcandola più di una volta con lo sguardo:
- Dov'è mia madre?
Ryu gli posò una mano sulla spalla in segno di conforto.
- Rilassati! Ho dovuto addormentarla o sarebbe stata capace di mosse azzardate, ora è al sicuro, vicino al pozzo.
Il ragazzo sorrise, se Ryu avesse saputo che nella sua mente lo stava paragonando a suo padre, l'avrebbe pestato a sangue. Per fortuna sua madre non era lontana, ma lo era abbastanza da evitar guai.
- Ehi, ne avete messo di tempo! Vi siete fermati per strada a prendere un caffè? – Ryu cambiò tono, rivolgendosi ad Akane e Konatsu in procinto di raggiungerli.
La ragazza lo salutò cordialmente:
- Ciao Ryu!
Il ninja li sgridò - Non è il momento per i convenevoli questo! La padroncina è in pericolo! - non si era accorto però di averli fatti scoprire mentre sbraitava.
Ranma scaldò i muscoli delle spalle con delle piccole circonduzioni.
– Libera le ragazze con Konatsu. - disse a Ryu. - Tu Akane stai nascosta qui dietro, e non muoverti per nessun motivo! – le intimò prima di uscire allo scoperto.
La prima impressione era quella giusta, Barbie era l'artefice di tutto, dietro di lei, due sagome incappucciate.
- Lanma amole!
- Ranchan! Sei venuto! - Si sgolarono, una dietro l'altra Shampoo e Ucchan.
Barbie invece non era sorpresa di vederlo - Benvenuto Saotome.
- Liberale, se ci tieni alla pelle!
Alle sue spalle, la presenza di Ryu sparì completamente, che avesse imparato ad eseguire quella tecnica? Sembrava stesse proprio nascondendo la sua presenza.
Konatsu invece si vedeva benissimo mentre cercava di rompere i solidi lucchetti, a mani nude.
- Che stai facendo?! - Uno degli uomini mascherati parlò in falsetto, scoprendo l'azione del kunoichi.
- Stupido! Non dovevamo farci vedere! - riapparve dal nulla il senzatetto.
Il kunoichi si avvicinò a Ryu che gli sbraitava ancora contro, poi dopo uno sguardo d'intesa si misero in guardia dall'uomo mascherato.
Notando tutte quelle intromissioni, Barbie dette degli ordini:
-Jimmy! Attacca quei due! Kenny! Tu sta di guardia alle ragazze! -
Liberandosi delle mantelle, i due uomini non più misteriosi si mostrarono così senza indugio.
Era la prima volta che Ranma li incontrava in abiti informali.
Jim non era niente di sconcertante nei panni ninja, ma nel liberarsi della mantella aveva fatto cadere numerosi Big Babol per terra...
Ken invece era uno spettacolo, più propriamente una commedia per gli occhi!
La lunga frangia platino, tirata indietro e fermata con un elastico, era elaborata in numerose treccine stile hippy, sul naso portava dei piccoli occhiali arancio.
Un ciondolo, simbolo di pace, splendeva sopra allo scollo di una camicia slavata, infine, indossava calzoni beige a zampa d'elefante e stivaletti texani!
Mentre Jim intratteneva Ryu e Konatsu spingendoli all'interno del bosco, Ken all'inizio rimase dov'era sbuffando una nuvola di fumo dalla sigaretta.
- Ricordate! Fate l'amore non fate la guerra! - urlò all'improvviso il sergente Carson, facendo apparire dal nulla due mitra automatici.
Tra-ta-ta-tà! Le pallottole erano camuffate da fiori!
Cercando di evitare la raffica delle pallottole che arrivavano da ogni dove, Ranma gridò:
- E questo sarebbe amore?
- In amore ed in guerra tutto è permesso! - ribatté astutamente Kenny, continuando a far fuoco.
Quell'uomo era il re dei controsensi, forse per questo si trovava bene in un triangolo amoroso, assieme a Barbie e Jimmy.
Tra-ta-ta-tà!
Un grido si levò da dietro ad un cespuglio e Ranma s'irrigidì nel sentirla.
Scuotendosi dal suo stato catatonico eseguì una scivolata verso l'interno del bosco, accingendosi a raggiungerla.
- Tutto bene? - Akane non ebbe tempo nemmeno per balbettare!
Tra-ta-ta-tà!
Il ragazzo gli fece da scudo col suo corpo, ed un paio di proiettili lo raggiunsero, tagliandogli di netto la casacca e graffiandolo in qualche punto.
Lo aveva solo lisciato, ma tanto bastava a farlo infuriare.
- Io sto bene – confermò la giovane Tendo.
Non potevano restare lì ancora per molto, così con un balzo la portò sotto la folta chioma di un abete, ma i proiettili continuavano a perseguitarli.
- Chi c'è con te? - urlò Barbie che evidentemente aveva buon occhio.
A quel punto Ranma comparì assieme ad una nuova giovane, che stringeva in vita, in modo protettivo.
- Basta Ken! - ordinò, fermando il polverone che l'amante aveva diffuso.
Ranma era confuso - Cosa vuoi da me? Perché fai tutto questo?
Una sguaiata risata di Barbie, che sotto intendeva quanto fosse stupido, vista l'ovvietà della risposta l'infastidì non poco.
Tu mi hai rifiutata... In tutta la mia vita, nessuno ha mai osato tanto! E per chi poi?
La biondina però non aprì bocca, preferendo tenere per sé l'umiliazione.
-Chi di queste è la tua fidanzata? -
- Già, chi è? - gli ripeté a bassa voce, ed in tono ironico, Akane.
- Sono io! - fecero all'unisono le prigioniere.
- No, sono io! - ripeté Ucchan.
- Bugialda! - s'infuriò la cinesina.
Barbie si massaggiò adagio le tempie, infastidita.
– Allora? Chi mente? Qual' è la tua fidanzata?
- E se anche te lo dicessi che differenza farebbe? - provò a chiedergli il ragazzo.
La donna assunse un aria inespressiva.
- Beh, potrei sfregiarla ben, bene – Tirò fuori una boccetta, mostrandogliela. - Vedi? Qua dentro c'è dell'acido molto potente.
- E' lei la sua ragazza! - urlò Ucchan, puntando il dito contro all'amazzone.
- Cosa! Ma se fino a poco fa dicevi di essele tu! - rimbeccò Shampoo.
- Mi hai stancato! E inoltre ti sbagli, nessuna di loro è la mia fidanzata! - l'accusò il soldato col codino.
Ranma non vorrai dirlo qui... avvampò Akane.
- Uhm? - alzò un sopracciglio la bambolona bionda.
- Hai capito bene, la mia ragazza è... - Ranma scappò, spiazzando tutti i presenti, ma non aveva certo intenzione di mettere in pratica l'antica tecnica Saotome.
Dal sentiero del pozzo, al suo posto, tornò infatti una rossa e prosperosa ragazza con il codino.
- Io sono Ranko, la ragazza di Ranma! La vera e unica! - mostrò un certificato mal scritto, firmato dal ragazzo.
Barbara la guardò con ripudio, corrugando i suoi bei lineamenti.
- Finalmente ti vedo e devo ammettere che mi hai deluso... non sei niente di speciale!
- Zitta racchia! Dove hai nascosto le chiavi dei lucchetti?
Un tic nervoso scosse il sopracciglio destro di Barbie - Le avrai solo...- s' impettì quell'arpia alzandosi ancor più sulle punte dei tacchi a spillo.
- ... dopo aver sconfitto Kenny – si coprì col bell'imbusto.
- Con vero piacere! - rispose la fulva creatura.
- Ranma, ma non sei in...- con un gesto repentino della mano, Ranchan interruppe Akane, sapeva dove voleva arrivare.
- Lascia fare a me, ti ho mai delusa?
Milioni di volte... ma per la stessa cifra ed anche per qualcosa più, si era ricreduta.
Akane sperò fosse così anche in quella landa polverosa, ma non riuscì a eliminare un brutto presentimento dalla sua testa.
- Tecnica della nuova scuola militare! - vociò Ken aprendo il fuoco su quella che si era definita, la ragazza di Ranma Saotome, firmando così il proprio testamento.
La rossa si allontanò velocemente da Akane, per evitare di coinvolgerla.
- Ed ora veniamo a te! - formulò Barbie, quando si furono completamente liberate della presenza degli uomini.


Continua...



Oggi non ho il tempo per rispondere a tutti i commenti,
perciò vi dirò un grazie globale ^__^ però rispondo a Breed, il servizio militare è di prova
per il primo mese circa, poi dopo il giuramento diventa obbligatorio ( per un anno)
... quindi Ranma e gli altri possono ancora andarsene se vogliono, prima del giuramento.
Alla prossima! ciauzzz! Laila


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Capitolo 8
*** Battle in the wood ***


-8 cap. Battle in the Wood

Era una fortuna nella sfortuna esser donna, trasformarsi durante un combattimento contro il suo superiore sarebbe stato umiliante per lui.
Sciami di nuvole scure andavano ammassandosi sopra le loro teste... chissà per quanto ancora avrebbero sopportato l'umidità crescente.
Il cielo sembrava indeciso se esser buono o dispettoso.
Tra-ta-ta-tà!
Chi invece era deciso a fare il cattivo era Ken.
Milioni di cartucce andarono sprecate contro una semplice ragazzetta, un bersaglio facile.
La ragazza col codino aveva già in mente un contrattacco... mai sperimentato prima, ma poteva andare comunque a buon fine.
Doveva solo attendere il momento giusto e non rimetterci la pelle, cosa un tantino complicata.

Akane guardò Barbie severamente. La curiosità della biondina non attese altrimenti:
- In che rapporti sei con Saotome? Quanto vali per lui?
La superficie della foresta mandava lampi e rumori di scoppi in lontananza.
- Ecco... in un certo senso... si può dire che...
- No, lasciami indovinare! - con un cenno di mano, Barbie la zittì.
- Sei un'altra delle sue fidanzate! Quel ragazzo ha un harem! E' proprio il mio tipo! - civettò frivola.
- Ranma non è affatto così! - lo difese la ragazza.
- Akane ha ragione. - si aggiunse Ucchan.- Ranma è diverso!
Anche Shampoo, una volta tanto, pareva essersi messa d'accordo con loro:
- Tu non lo conosci! - ringhiò in direzioni di Barbara.
Un ghigno si dipinse sulla faccia della donna...
- Dite così solo perché siete burattini nelle sue mani, siete come un giocattolo per lui; nessun uomo è in grado di amare! Loro hanno forza solo quando si tratta di tirar pugni!
Un'aspra sentenza che non ammetteva repliche, ma Akane non si rassegnò.
- Perché dici parole così dure?

Prima, durante la loro chiacchierata con Barbie, aveva preso da terra alcune confezioni di gomme da masticare, cosa che stava facendo ora, mentre fuggiva.
I Big Babol di Jim venivano in suo aiuto.
Tra-ta-ta-tà!
- Contromossa dei vecchietti! - urlò quella, uscendo allo scoperto.
- Sput! Sput! Sput! - Scaracchiò Ranchan all'indirizzo del suo avversario.
Una pallottola venne fermata dallo scarto del big babol, cadendo a terra.
- Tsk! Cosa credi di fare? Ne ho scorte piene! - sogghignò Ken, preparandosi a far fuoco.
- Nuova tecnica segreta della scuola militare!

Stavolta però, non uscì niente dalla bocca dei suoi fucili, anzi! Le armi gli esplosero tra le mani.
In un secondo momento il superiore si accorse che numerose gomme da masticare le avevano intasate.
Senza le sue armi non era niente... Ranchan si avvicinò all'uomo.
- Dove sono le chiavi dei lucchetti?
L'altro gettò schifato la sua attrezzatura a terra. - Dovrai sconfiggermi per averle!
- L'hai voluto tu – si scrocchiò le dita lei.
- Ma se vuoi un consiglio non richiesto, dovresti scontrarti con Jim e non con me!
La ragazza col codino si scaraventò contro l'avversario colpendolo con un calcio aereo, l'altro non aveva nemmeno provato a scansarsi. E dire che avrebbe voluto farlo imbestialire!
Un rivolo di sangue scivolò dall'angolo della bocca di Ken, ma lui non se ne curò affatto... sembrava quasi che si fosse incantato.
- Non ficcare il naso in cose che non ti riguardano! Sta in guardia! - urlò correndogli in contro, riprendendosi un istante dopo.

Barbie prese la boccetta d'acido e se la scolò tutta d'un sorso.
Le ragazze furono sorprese, neppure Akane era riuscita a prevederlo.
- Tranquille é solo succo di limone – spiegò con una lucidità da far paura.
- Quando ero giovane nessuno si accorgeva di me, così divenni ricca e da quel momento fu impossibile non notarmi – cominciò a spiegare.
- Divenni una specie di bambola che si osserva in vetrina, ma che costa troppo per il resto del mondo...-

Barbie sospirò - Ora tutti quelli che mi stanno attorno, lo fanno chi per dovere, chi per via del mio denaro, persino Jimmy e Kenny sanno che senza di me, questa base non durerebbe... capite?-
- Chi sono Jimmy e Kenny?
- Quei due tizi di prima, i nostri rapitori. – rivelò Ucchan ad Akane che non aveva ben afferrato.
Shampoo sbuffò spazientita.
- All'inizio credevo che quel Ranma fosse diverso... Io e lui ci siamo piaciuti subito! Invece é solo un sempliciotto, un indeciso e... bla bla...bla bla...
Lei non l'ascoltava nemmeno, ma qualcosa stonò udibilmente in quello che le aveva rivelato.
- Pss Akane! - La richiamò Ukyo, mentre Barbie continuava a spiegare al vento i suoi dilemmi.
Non appena la giovane Tendo le si accovacciò accanto, la cuoca le bisbigliò all'orecchio:
- Prendi la mia spatola, è li per terra! -
Akane spalancò gli occhi, intuendo l'idea della compagna di scuola.
Doveva forzare la trappola di legno che le imprigionava per liberarle.
La sua mano sostò appena sopra la spatola, ma i piedi di qualcuno a due passi da lei, l'obbligarono a controllare chi fosse il nuovo venuto.
- Ciao! - le sorrise il sergente bruno.
Konatsu e Ryu, privi di senso, erano penzoloni sopra la sua spalla destra.
Li poggiò sgarbatamente a terra e Akane temé, che in questo modo li svegliasse di botto, quando però nessuno dei due lo fece rabbrividì.
- E’ stato facile batterli, questi due non facevano che litigare per contendersi con me! Ahahah! – La ragazza dubitò sulla sincerità delle sue parole.
- Jimmy! - interruppe il discorso della sua vita Barbie.
- Occupati anche di quella là.- indicò Akane.
Poi si mise a piovere, gocce abbondanti riempivano velocemente tutto attorno a loro.
Le iridi nocciola di Akane vacillarono mentre fissava quelle scure di Jim, e fu un istante.
Akane scattò cercando di uscire da quell'inferno.
Il sergente la raggiunse, la sua mano forte riusciva a stringere entrambi i suoi polsi costringendola a piegarsi su se stessa e, ben presto a piombare a terra.
- Ranmaaaa! - urlò ai quattro venti, furiosa per l'affronto del sergente.
La voce di Akane perturbò l'aria come un onda d'urto.
Come se avessero agito in simbiosi, un vortice a pochi metri da lì, sradicò decine di arbusti e pianticelle che rischiavano di cadergli addosso assieme allo scroscio.
L'Hiryü Shöten Ha, il colpo del dragone volante.
Ranma ce l'aveva fatta?
Un fusto d'abete schiacciò a terra Barbara, la quale venne subito soccorsa dal sergente.
Anche Ken venne scaraventato violentemente vicino ai colleghi.
L'effetto brinato della pioggia rendeva Ranchan eterea, mentre tornava da loro.
Ha vinto!

Non appena si risvegliò, la signora Saotome chiese del figlio, ma tutti andarono ad assicurarsi che stesse bene, anche Ryu.
Ricordava tutto perfettamente, almeno finché non era svenuta.
- Credo sia tempo di rientrare a Nerima per noi. – sussurrò seduta nel letto di una camerata vuota, adibita ad infermeria non ufficiale.
- Mi spiace avervi creato tanti guai ragazzi -
- Padroncina!- il ninja si strinse ad Ukyo non volendone proprio sapere di staccarsi da lei.
- Konatsu, calmati! - fece Saotome alle sue spalle – Io me ne vado, quindi... - lasciò in sospeso la frase, per far capire al kunoichi che anche lui poteva tornare a fare la cameriera da Ucchan.
- Davvero? E quando l'hai deciso? - le lacrime del ragazzo con la coda, rimasero sospese agli angoli degli occhi.
- Ho sconfitto tutti, non ha più senso fare un addestramento così... Ahahahah! - posti i pugni sui fianchi, rideva come un cloun impazzito.
A più di qualcuno si sciolse il cuore per ciò che aveva detto quel pagliaccio...
- Oh Lanma! Tesolo! - l'abbracciò Shampoo al colmo della felicità.
- Bene, allora partiremo tutti assieme. – finì Nodoka sorridendone rincuorata.

Continua...

Ryoga che vaga su e giù: Dov'é, dov'é Akari?
Autrice: Mah... beh... ecco...
Ryoga: Mi avevi promesso che sarebbe venuta qui oggi!
Autrice: firulì firulà ^__^;;;
Ryoga: basta io me ne vado!
Autrice: ci scusiamno per la momentanea interruzione sulle risposte ai commenti ma anche oggi il tempo mi è tiranno e non sono riuscita a rispondervi singolarmente. Sorry.
Ringrazio cmq tutti quanti voi che leggete, e commentate.Tiger eyes, Riccardo, akachan, Breed107, Aky (benvenuta) Quistis5, Faby-chan e Kuno84.

Baci. Laila

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Capitolo 9
*** Theirs road ***


-9 cap. Theirs Road

Erano da poco usciti che Nodoka, tramite Ryu, li fece richiamare.
Solo Ranma e Akane.
Ryu rimase fuori dalla porta per rispetto verso la signora, al vero, ancora un po' cagionevole di salute.
- Vi devo delle scuse ragazzi miei... – chinò la testa la signora.
Ranma e la ragazza fecero entrambi un cenno imbarazzato con le mani.
- Se non avessi avuto tanta fretta di farti partire, al punto da prepararti io stessa il bagaglio... forse prima, avrei dovuto sentire che ne pensavi. – si rivolse al figlio.
- Ma no! Non preoccuparti per questo mamma, e poi ora torno a casa, no?
La donna si schiarì la voce:
- E' proprio di questo che volevo parlarti... parlarvi.
I volti confusi e curiosi dei due la spinsero a continuare.
- Ho io i biglietti per il treno, ma voi partirete con un ora d'anticipo, rispetto al resto di noi.
- Ma... - La signora interruppe la replica osservando Akane con intensità.
- In fondo ve lo devo, non avete avuto quasi il tempo per parlarvi; voi prendeteli, al resto penso io. -
Ed Akane prese quei biglietti, ringraziando.
- Spero di rivederti presto – gli disse Kumon una volta che furono soli.
Ranma in quell'attimo si sentì riconoscente, aveva protetto sua madre da rischi inutili.
- Spero anch'io.
- E ricorda che se tratti male la mia fidanzata te la vedrai con me!* - proseguì in tono burbero il senzatetto.
Ranma gli lanciò un occhiataccia.
Un mese in quella camerata e si era confidato più di quanto avrebbe mai immaginato.
Parlavano spesso di casa loro, tutti i commilitoni erano nostalgici, o almeno la maggior parte.
E i suoi discorsi al novanta percento vertevano sul maschiaccio, su quanto fosse incapace a cucinare, e goffa.
La perspicacia di Ryu stava in questo: lui dietro a quelle parole aveva avvertito un sentimento bellissimo.

Erano partiti da un quarto d'ora trovando due posti a sedere, premio dopo tanta ricerca.
La durata del viaggio fu rotta solamente dal chiacchiericcio altrui e si alzarono unicamente per mangiare qualcosa nel vagone ristorante.
La tensione cresceva ad ogni minuto che passava, Akane provava a parlare ma riusciva solo a boccheggiare di tanto in tanto, voltandosi per non essere costretta a vederlo.
Presero anche un secondo treno ad Osaka, stavolta in piedi, ma allora, la situazione per Akane si fece insopportabile...
- Ranma?
- Scusa Akane, vado un attimo in bagno. - e lui si allontanò prontamente.
Il flusso mal celato dei pensieri riprese a sconfortarla.
Ranma aveva promesso di dirgli qualcosa, non appena fosse tornato a Nerima.
Che può essere? Sento che è una cosa importante...
Forse ad Hiroshima si era innamorato di Barbie, ed ora voleva piantarla con gentilezza? La gelosia la corrose contorcendogli lo stomaco.
Io e lui ci siamo piaciuti subito!
Il monologo di Barbie forse aveva radici fondate.
La ragazza prese un dépliant dal porta oggetti lì accanto, agitandolo nervosamente sotto al suo naso... forse Ranma non l'avrebbe vista così accaldata, al suo ritorno.
Ed in effetti lui, una volta lì, non la vide nemmeno per il resto del tragitto. Chissà cosa stava pensando... sì, si convinse Akane, se ci metteva tanto a rivelargliela, doveva trattarsi di una cosa sconveniente.
Un balzo improvviso delle rotaie ed Akane si ritrovò col naso sul petto del ragazzo.
Ranma controllò subito:
- Tutto bene?
- Diciamo di si...
- Ultima fermata! Tokyo, ultima fermata! - berciò un addetto.
Erano al capolinea, il momento della verità si avvicinava disarmandolo della sua sicurezza.

- A momenti dovrebbero tornare, Ranma compreso. – esordì Nabiki, posando la sua tazza di the sul piattino decorato con fiori di ciliegio.
- Ne sei sicura? - chiese dietro di lei Kasumi, intenta a passare lo straccio.
- Certo! La signora Saotome mi ha telefonato poco fa, tra un oretta torneranno all'ovile – sorrise l'altra, tamburellando le dita sul tavolino.
E il mio salvadanaio ti ringrazia sentitamente Ranma! Interiorizzò la secondogenita rasserenandosi.
- Secondo te, Ranma e nostra sorella si sono riappacificati? - in tutta risposta, Nabiki scrollò le spalle.
- Chi li capisce è bravo!

Zaino sulla schiena, i due camminavano senza guardarsi direttamente, ma allo stesso senza perdersi dalla coda dell'occhio.
Sorpassarono il ponte seguendo la strada che costeggiava il fiume, c'era silenzio, tutto sprofondava nel gorgoglio tiepido dell'acqua.
- Fermiamoci un attimo – propose la ragazza posando il suo bagaglio per terra.
Anche il ragazzo fece altrettanto, stiracchiandosi ben bene, dato che il viaggio aveva contribuito ad intirizzirlo e basta.
Saltando sopra la rete di protezione si sentì veramente a suo agio, respirò a pieni polmoni in direzione del fiume, poi si girò, scorgendo la zona abitata oramai prossima.
Una sorta di grande casa accogliente, questo rappresentava per lui quel quartiere... e la sensazione di avere il mondo in una tasca.
Se riusciva a dirglielo voleva farlo attraverso quei luoghi, perché lì si erano conosciuti, lì dove un efficace susseguirsi di emozioni e spensieratezza si rincorrevano come cirri bianchi e delicati sotto al medesimo cielo.
Ranma si sorprese di non essersi mai accorto dell'incanto quotidiano di Nerima.
- Che hai da sorridere? - ruppe il ghiaccio Akane.
- No è che stavo pensando che sono di nuovo qui.
- E ti basta così poco per essere felice?
- ...Lo sai che non è così! Però devo dirti una cosa... una cosa che mi porto dentro da tanto... - Entrambi abbassarono il volto con fare timido...
Stupido! Gli bastava guardarla per tornare intontito! Eppure doveva farcela, lo voleva davvero.
- Di che si tratta? - la ragazza tirò indietro la testa, tuttavia indecisa se ascoltarlo o meno.
- Stavolta voglio che tu capisca tutto quanto... -
Ranma si fiondò vicino a lei spaventandola un poco.
E' così serio... dove vuole arrivare?
- A casa ci aspettano, forse é meglio se ne riparliamo! - rimbeccò Akane imbarazzata, in realtà era in procinto di piangere per lo stress, ora che non voleva più sapere niente.
- Tanto so benissimo dove vuoi arrivare! Ti sei innamorato di quella Barbie, non è così?
- Ma che diavolo balbetti? - si sorprese l'altro.
- Shampoo, Ukyo, Kodachi... – nominò tenendo la conta sulla punta delle dita – e ora quella... sei proprio senza speranza!
- Cosa? Fammi capire bene... Sei gelosa per caso?
- Sì! Certo! Se tu non me ne dessi motivo non lo sarei! - lei almeno, non ce la faceva più a sostenere la situazione.
Il ragazzo fece una faccia spiazzata, questa confidenza decisamente non se l'aspettava.
Sarebbe colpa mia ora? Ma evitò di dirglielo, quando s'infuriava Akane perdeva sempre il lume della ragione e diventava impossibile trattare con lei dopo. Arrossì sul da farsi per un breve frammento di tempo.
- Senti un pò, io, tu... ecco, insomma! Le altre non contano nulla per me, sono solo delle amiche.-
- Amiche molto in confidenza – sibilò la ragazza volgendo il capo altrove.
Ranma la vide con quegli occhi lucidi e quel sorriso mozzato che spesso in passato l'aveva infastidito, e perse il controllo.
Le passò una mano sulla nuca facendola scorrere fra quei capelli corti e soffici che aveva, riportando la sua attenzione su di sé, costringendola a guardarlo fino a che si avvicinò sussurrandole con un pizzico d' irriverenza:
Sta volta non te ne andrai! - Lasciami finire - O non ce la farò ancora a parlare...
- Non c'è paragone con quello che... - Accidenti! Non ci riesco, certo che lei potrebbe venirmi in contro! Si spazientì arrossendo ancora, in simbiosi col tramonto che aveva alle spalle.

- Allora baciami e ci crederò. - quella frase si insinuò bruscamente fra le sue paure più remote dissolvendole come un disinfettante che arde sulla ferita.
Akane studiò ogni suo più piccolo movimento mentre il ragazzo dei suoi sogni le si avvicinava piano, per darle modo di respingerlo in malo modo, se solo ne avesse avuto la forza o la volontà, ma non ne ebbe il cuore.
Invece si alzò in punta di piedi per facilitarlo a coccolarla perché sapeva quanto gli costasse coraggio farsi avanti con lei.
Ranma coprì le sue labbra con le proprie, mentre la brezza fresca che faceva ondeggiare la gonna della ragazza aumentò d'intensità, forse piccata dal calore di quell'effusione.
A contatto con Akane, il suo corpo rispondeva sensibilmente, cercando di stingerla di più, era strano quanto questo gli sembrasse semplice adesso.
Mani sottili si contendevano il gusto d'accarezzare la sua schiena virile e modellarne le scapole finché entrambi si rilassarono l'uno sull'altra, prima di lasciarsi andare.
- Sei gelosa - ghignò il ragazzo, appena si fu allontanato a qualche pollice di distanza dal viso della ragazza, perfettamente arrossato.
- Ma ti capisco sai... uno come me dove lo trovi più al giorno d'oggi!

- E' il tuo lato maschile a parlare o quello femminile? - Lo punzecchiò lei. Poi tutto tacque lasciando spazio all'imbarazzo.
Sarebbero stati capaci di rimanere lì impalati e in silenzio ancora per molto, forse Nodoka e gli altri li avrebbero persino raggiunti, ma destino volle che intervenisse una terza quanto inaspettata presenza...
- Miao! - un piccolo gatto maculato fece capolino da un angolo della strada.
Ranma rabbrividì all'istante, deglutendo a fatica.
- A...Aiuto! - espose la sua paura quasi impercettibilmente, aderendo con le spalle alla rete che poco prima l'aveva fatto sentire un uomo fiero della sua condizione.
La ragazza non si perse d'animo e gli afferrò prontamente un polso.
- Vieni via da lì, scemo! - disse tirando via un robotico Ranma Saotome, per il momento incapace di tornare a camminare normalmente.

Fine

* Nel manga Ryu si finge Ranma, e per breve tempo quindi fa la parte del fidanzato di Akane.

Ryoga: Nooo (eco) com'è possibile???
Autrice T__T commossa: Vero, anche tu non credi possibile che sia finita di già questa fanfic?
Ryoga: No! veramente io mi chiedevo come mai in questo posto sia così... difficile trovare l'uscita...
Autrice: ... Vabbé comunque fammi ques'ultimo favore Ryoga, presenta tu!
Ryoga: Non ci penso neanche!
Autrice: Ah sì? beh peccato... avevo deciso di aiutarti a trovare l'uscita...
Ryoga: Daccordo! Daccordo, da qua il quaderno delle riposte!

Ryoghino si schiarisce la voce.
Ringrazio vivamente tutti voi lettori, soprattutto i commentatori per avermi fatto passare alcuni piacevoli momenti a leggere le vostre opinioni, tutte apprezzate vi assicuro, nessuna esclusa.

Merito in parte ai miei lapsus d'ispirazione, dovuti in parte all'ultimo volume di ranma, alla guerra dei seni (altro cap del manga di ranma) a Ryu (grazie Divina Takahashi per avergli fatto indossare dei calzoni alla militare!*__*) al film di Benigni "La tigre e la neve" (che vi consiglio) al forum dei ranmaniaci, a Tiger-eye che ha supervisionato tutto e a Ryoga che mi ha sopportato nel bene e nel male in quest'angolo dei commenti.
Che altro dire se non il solito scontatissimo ma sentitissimo GRAZIE?
Baci.
^Laila^

PS: Alla prossima!

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